Tum Cha

di Ste_exLagu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tum Cha ***
Capitolo 2: *** May ***



Capitolo 1
*** Tum Cha ***


Tum Cha
Tum Cha
Tum Tum Cha
applausi
urla
e poi colpisci
non per ferire
ma per primeggiare
rimbalza ancora
una zucca di gomma
sul parquet
di questa vita.

[dalla raccolta “tra i tuoi foglietti scritte col blu” di me medesimo. Ok sono autoreferenziale oggi]


Kanagawa xx/03/31*1

Ho sempre trovato il rumore della palla che rimbalza sul parquet tranquillizzante, quasi fosse una ninnananna e forse lo era veramente. Sono figlio di un professore di psicologia all’università affiliata Kainan e una ex giocatrice di basket. Mia mamma non si era accorta di essere incinta, un po’ come quel programma spazzatura della tv americana che hanno tradotto per un canale che mia sorella ama particolarmente, “Come noi dede, come noi, non eravamo previsti” ama ripetere. Dopo che siamo nati io e Kiku ci ha sempre portati al campo, ha smesso di giocare giusto giusto per il parto e il primo mese della nostra vita, portandoci però sul campo già da molto piccoli. Molti si fanno un sacco di film sul mio carattere, sarei tenebroso secondo loro, in realtà sono molto stanco di essere osservato e studiato. Nostro padre Kazuhiro ha deciso fin da piccoli di usare un approccio particolare imparato su quei libri che tanto ama, ma non sono sicuro che l’esperimento sia stato di successo. Quando sono nervoso prendo la mia palla e la faccio rimbalzare, o comunque tengo tra le mani come se il solo contatto con la pelle della palla fosse un calmante. La mamma è una tipa super atletica, e adesso fa l’allenatrice per la squadra femminile dell’università del Kainan, stessa scuola che frequenta mia sorella, loro abitano insieme là vicino, io invece sto con i nonni, cosa che mi ha permesso di non cambiare le mie abitudini, e di non cambiare quartiere. Prima la mamma allenava una squadra universitaria sull’isola di Hokkaido e per tutto il tempo delle medie siamo rimasti con i nonni, ma Kiku ha voluto seguire i nostri genitori io ho preferito rimanere in quella che sento come casa mia. Mi fa male essere diviso da mia sorella, ho diviso molto con lei, sarà per il fatto che abbiamo condiviso per otto mesi l’utero di mamma, sarà che a casa ho sempre giocato con lei e questo mi è sempre bastato. Il fatto interessante è che siamo nati in due anni diversi, lei è nata il trentuno dicembre ed io a distanza di poco sono nato il primo gennaio, è stato strano essere in classi diverse, essere divisi a scuola e sempre insieme a casa. Ci sono due reazioni al lavoro dei genitori, puoi avere un rifiuto o amarlo, io ho sempre amato il basket, mentre lei lo ha odiato da morire, io giocando sentivo mamma vicina e lei invece lo accusava della distanza che c’era con la mamma. Non penso di essere cresciuto così male, si ho degli eccessi di rabbia e non riesco a fidarmi di nessuno che non sia Kiku, ora che stiamo lontani spesso guardo i suoi programmi preferiti anche se finisco addormentato e la nonna mi copre con una coperta e mi lascia stare. Sono circondato da affetto anche se non sono bravo a dimostrarne i miei familiari sanno che gli voglio bene, cerco da sempre di essere un bravo nipote, un bravo figlio, un bravo fratello, e spero si rendano conto che è tutto quello che riesco a fare. Kiku è una campionessa di pattinaggio artistico in coppia, fa tutte quelle cose super atletiche sul ghiaccio, e la trovo bellissima. Il mio problema è che trovo bellissima solo mia sorella, non ne sono innamorato, ma è una delle poche ragazze che secondo me sono così carine. Trovo che Ayako sia bellissima, un’amazzone che non ha bisogno del cavalier servente, e quando Miyagi se ne renderà conto si accorgerà anche che è già il suo preferito. Sembro indifferente, in realtà studio le persone, cerco di capirle prima di approcciarmi, e nonostante tutto posso ritenere Ayako una mia amica, anche se a scuola l’allontano. Piaccio alle ragazze e trovo tutto questo molto strano, sono un ragazzo come tanti altri, non ho il fascino o le buone maniere di Sendo, quindi non capisco cosa ci trovino in me, a parte gli occhi blu, sono strani in Giappone, ma sul serio son quelli? Dovrò cominciare a provare con le lenti a contatto marroni, magari smettono di rompere le scatole capendo di essersi sbagliate. Potrei provare così, forse si spegne anche quel rompiscatole di Sakuragi. Ma a chi la voglio dare a vedere, mi piace quel ragazzo perché è così diverso da me, ha energia da vendere e io sono un pigrone di prima categoria, lui è rumoroso e io cerco di accostarmi alla vita con silenzioso rispetto, è ciarliero e io ho fatto del silenzio la mia ragione di vita, è circondato da amici fedeli e io solo da quelle galline starnazzanti, ma abbiamo una cosa in comune e spero che se ne sia accorto, nascondiamo la nostra timidezza dietro maschere che ci rendano il liceo più accettabile. La mia di gelo assoluto, per fare in modo che nessuno possa scalfirmi, che nessuno possa vedere quanto in realtà sia insicuro e quanto nonostante tutto mi senta uno scherzo della natura, questo fisico non lo disprezzo, ma vorrei essere più muscoloso, più atletico, più resistente e lui è tutto questo ma si nasconde dietro ai suoi proclami perché come me non si sente all’altezza di questa vita. Non so cosa non riesca ad affrontare. Alle medie ho provato a lasciarmi conoscere, ma nessuno si è avvicinato in modo genuino, tutti volevano un tornaconto, o stare accanto alla star acclamata dalla scuola o le ragazze, e quelle vabbè volevano il fidanzatino, e io non accetto di essere la pedina di nessuno. Preferisco sembrare un eremita che stare in mezzo a gente che non mi conosce e cerca di sfruttare la mia immagine, che non riesco a scalfire nemmeno con i miei modi da teppista. Ho già fatto innumerevoli risse, e mio padre mi ha riempito di paroloni, ma la cosa di fondo è che sono incazzato con questa vita. Alle elementari ero diventato molto amico di un bambino della squadra di basket, lui veniva a casa mia e io andavo a casa sua, e giocavamo insieme io lui e Kiku, alla fine della sesta ho scoperto che lui veniva a giocare da me per giocare con Kiku che le stava simpatica e io ero il mezzo per avvicinarla. Non mi fido più di nessuno, e questo mi porta a chiudermi. Quando la Akagi mi ha rivolto la parola in terrazza il primo giorno di scuola dello scorso anno io non sapevo veramente chi fosse, non ne avevo la più pallida idea. Devo dire che l’ho apprezzata però, non è mai stata troppo invadente e non mi ha mai molestato. Quando è diventata manager del club mi ha chiesto di parlare e io l’ho accontentata “Rukawa tu mi piaci dalle medie, vorrei conoscerti meglio” mi ha chiesto e mi sono sforzato e ho usato più parole mi fossero possibili “Mi dispiace, non sono interessato a storie d’amore o di amicizia, ma apprezzo il tuo modo di fare. Non posso fare di più per te” spero di non essere stato troppo brutale, ma da quel giorno lei mi ha rivolto la parola solo per cose inerenti al basket, spero le passi e trovi qualcuno che l’apprezzi. Io non la trovo carina, e nemmeno troppo intelligente. Quest’anno non ho voglia di fare parte di gruppi di studio per recuperare le materie in cui vado male, così mi sono messo di nuovo a studiare come facevo alle elementari e alle medie, ma volevo togliermi l’aria da bravo ragazzo per vedere se le galline mi avrebbero lasciato in pace, ma sono un illuso. Faccio palleggiare il mio pallone sul pavimento, mi rilassa e sento mio nonno ridere e salire a controllare “Kaede, tutto ok?” mi chiede interrompendo il fiume di pensieri che mi ha colto mentre cerco di dormire. “Si nonno, solo un po’ di insonnia” e lui mi si avvicina, le sue mani sono rugose, sono forti, sono bellissime e mi sfiorano dolcemente la guancia, ed è uno dei pochi che lo può fare “Su, dormi che domattina c’è scuola, non ti crucciare, tutto andrà come deve andare” la sua saggezza e il suo sorriso limpido di chi è incrollabile nel suo ottimismo mi rilassa, e finalmente mi sdraio sentendo il calore della mano callosa sulla mia guancia e mi addormento.


Il rumore della palla da basket è diventato il ritmo del mio cuore, e l’ho capito a tratti nel tempo. Domani è il giorno del mio compleanno, ed è stato anche un giorno catartico in cui la mia vita si è stravolta, un battito di ciglia una mano leggiadra di ragazza che mi tocca il braccio chiedendomi se giocassi a Basket e sbam nel giro di poche ore ho conosciuto un mondo nuovo, fatto di persone che adesso costellano la mia vita, mi sono innamorato, ho trovato un nemico nello stesso giorno, e con quelli successivi ho trovato un nuovo amico, e successivamente un altro amico, ed entrambi adesso hanno la mia lealtà e spero di avere la loro, oltre quella degli amici storici. Sto cercando di migliorare, sto cercando di lavare la colpa delle mie risse con l’impegno sportivo, e ho fatto riabilitazione e ho sputato sangue e mi sono incazzato contro la mia nemesi, e ho fatto amicizia con la ragazza di cui mi credevo innamorato. L’ho imparata a conoscere e non mi fa battere il cuore come l’amore dovrebbe fare, è come in tutti quei film, l’amore è qualcosa di forte e travolgente, e con lei sembra l’aria tiepida della mattina d’estate che non è poi così piacevole. Siamo diventati ottimi amici, e la prima cosa che mi ha chiesto quando sono tornato a casa dalla riabilitazione è stato come conquistare la Kitsune, e io le ho detto che avrei apprezzato la sincerità, e che forse lui non ne riceve abbastanza. Non si riesce mai a capire cosa gli passi in quella testa di volpe, non si riesce ad arrivargli vicino, solo fisicamente e nemmeno così bene, riesce a mantenere una distanza di sicurezza da tutti, quasi come se fossimo inferiori a lui e questo mi manda in bestia, io non sono inferiore a nessuno, soprattutto a un inappetente, solitario, e presuntuoso ragazzo della mia età. Lo odio alla follia, e mi fa pena, è sempre così solo, e si isola. Chissà in che classe sarò domani, chissà che regalo mi porterà il mio compleanno, lo scorso anno mi ha regalato il tum cha del pallone sul parquet, mi ha regalato un’amica e un nemico. Sento come se mi mancasse sempre qualcosa, e penso che chiedere ancora a qualche ragazza di uscire con me sia inutile, se non a rimpinguare le tasche dei miei amici, e i loro aneddoti sui miei scaricamenti. Mi sono rotto le scatole, non riesco ad attrarre le ragazze, cosa che quel cretino di Rukawa riesce a fare solo sbattendo le ciglia che incorniciano i suoi occhi blu brillante. So il colore dei suoi occhi perché mentre ci picchiamo abbiamo occasione di guardarci negli occhi per provocarci. Penso di dover andare da un dottore, ho sedici anni e non riesco ad eccitarmi, devo avere qualcosa che non funziona, ne sono certo, anche se guardo le foto delle ragazze anche quelle super belle, niente, silenzio stampa. Però a volte funziona, mi sveglio la mattina con il fiatone e un’erezione dolorosa. Sono un tipo che non si ricorda i sogni, e questo in questo caso non mi aiuta, perché non riesco da sveglio a ritrovare quello che mi eccita mentre dormo.


Kanagawa 04/01

Ho parlato al telefono con Kiku proprio stamattina per augurarle un buon terzo anno, e lei mi ha augurato lo stesso per il mio secondo anno e fa strano visto che siamo divisi da meno di un’ora. Oggi è il compleanno della testa rossa più rompicoglioni che conosca, stranamente sono arrivato in anticipo e così son riuscito a capire in che classe sono prima dell’orda delle pazze e ho scoperto che sono nella stessa di Sakuragi, siamo vicini nell’elenco non farà a meno di vedere il mio cognome prima del suo, e questo lo manderà in bestia, e potremo picchiarci un po’. Non che sia masochista, ma sono mesi che non ci picchiamo più con l’intenzione di distruggere, dosiamo la forza e le forze, abbiamo da allenarci e non possiamo arrivare stanchi per colpa delle nostre scaramucce. La mia presa di coscienza è stata abbastanza naturale, quando è iniziata la pubertà ogni sogno erotico, ogni fantasia era sempre con un ragazzo, e poi anche quando ho fantasticato su una possibile relazione mi sono sempre visto con un ragazzo. I miei genitori l’hanno presa con stile “avremo comunque una nuora e un genero”. A mia sorella piacciono le ragazze, e nostro padre ci sta studiando e di tanto in tanto ci guarda e dice “Interessante… Interessante” non è un cattivo padre, ma ha le sue fisse, come mamma. Loro hanno fatto scandalo, lei era una sua allieva quando hanno cominciato a frequentarsi, si son sposati solo due anni fa e hanno due figli nati mentre lei era ancora al primo anno di università e lui era un giovane professore di psicologia. Kaori l’astro nascente del basket e Kazuhiro il professore di psicologia, non si è saputo subito chi fosse il padre e lei è riuscita a proteggere il lavoro di lui e i suoi studi. Io sto a casa con il nonno materno e la nonna paterna, che hanno formato una specie di alleanza per noi bambini, e penso si piacciano veramente, ma non sono bravo in queste cose, se non mi vengono dette esplicitamente non sono così intuitivo, dammi il mio pallone e riesco a prevedere su per giù dove andrà e che parabola farà, ma toglimi dal campo e toglimi il pallone e navigo a vista in una notte di nebbia fitta. Ho individuato il suo armadietto delle scarpe e ci metto un regalo, non è niente di che, solo una cosa che ho scritto per lui, mi sono impegnato e ho cercato di usare la migliore calligrafia possibile. Sono cotto come una pera e glielo devo dire, anche se non mi son firmato, ho messo solo un disegnino, un piccolo ritratto mentre fa uno slam dunk da paura, non posso lasciare che arrivi così vicino al mio cuore da spezzarlo, ma devo fargli capire che a qualcuno piace veramente, forse così smetterà di odiarmi.


Arrivo a scuola e non posso fare a meno di leggere il nome di quel dannato volpino proprio sopra al mio, saremo in classe insieme, mentre i miei amici sono in altre classi, uffa che sfiga, altro che regali di inizio anno, e come al solito le ragazze non mi si filano nemmeno. Vado a cambiarmi le scarpe e trovo un foglio, una bella scrittura ordinata, tracciata con il pennello, una cosa fatta con tutti i crismi. Non lo leggo subito, voglio sedermi in classe e fare con calma arrivo in classe e mi ritrova nel banco dietro a quello del maledetto Rukawa. Mi mette a posto e poi comincio a leggere le parole che son vergate con tanta precisione sul foglietto. [Caro Hanamichi, hai il nome che racchiude la primavera e i fiori di ciliegio che inondano le strade il giorno del tuo compleanno. Sei un ragazzo molto bello, ti ho trovato affascinante dal primo momento che ti ho visto. Era l’anno scorso ed era ancora febbraio, camminavo per la strada e sono passato*2 davanti ad un Pachinko e tu sei uscito, la tua chioma rossa come il fuoco che incendiava i tuoi occhi. Ho cominciato a sognarti in quel momento, e poi abbiamo avuto la fortuna di essere a scuola insieme e sprizzavo gioia, avrei potuto rivedere il mio personale dio della guerra. Sono appassionato di mitologia occidentale e uno dei loro dei della guerra si chiama Marte che è anche il dio della primavera*3. Quindi sei proprio tu, un guerriero saggio, anche se altri potrebbero dire il contrario. Il condottiero di una nazione e nel tuo piccolo sei il faro per la squadra di basket, quando eri in riabilitazione gli altri sembravano persi, senza una reale guida morale. Sei la creatura più bella che abbia mai visto, e non è solo la tua apparenza, ma anche il modo in cui ti rapporti con i tuoi amici, e con la manager del tuo club. Quella dedizione che mi fa battere il cuore. La tua risata mi fa credere ancora che ci sia qualcosa di puro e pulito in questo mondo di merda. Sei l’unico in cui potrei aver fiducia. Ti prego non farti cambiare da nessuno, sei stupendo così. Purtroppo non apprezzeresti per nulla il mio nome quindi ti regalo queste mie parole scritte col cuore e con la tua risata nelle orecchie.] Non c’è una cazzo di firma, queste parole, cioè, non so nemmeno come definirle, sono belle, e tristi, e mi fanno sentire apprezzato, e si firma solo con un cazzo di disegno di me che faccio un slam dunk a colori, e chi l’ha scritto deve essere proprio brava a disegnare. La missione di oggi è capire chi sia la ragazza timida che vuole farmi sciogliere il cuore. Il mio battito è accelerato, anche se ho il dubbio che sia solo una presa in giro. Ma questa scrittura così precisa, e questo disegno non può essere che di una ragazza, e vorrei poterla amare, mi sento così solo. Non riesco a pensare ad altro, il mio compagno di squadra sta dormendo al suo banco e quando suona l’ora del pranzo non mi scompongo e non lo chiamo nemmeno, che muoia di fame, almeno me lo tolgo dai coglioni, ora non solo in palestra è uno strazio ma anche davanti alla porta della classe, non si può proprio stare in pace. Lo sto ancora fissando, anzi no sto studiando il mio nemico, che lui si alza di scatto e sparisce nel corridoio seminando le sue fan. Ho appuntamento con i miei amici in terrazza e quando li raggiungo c’è anche la volpe in un angolo a dormire. “Ragazzi festeggiate ho una fan” mi vanto con loro facendogli leggere il bigliettino ricevuto. “Qualcuno ti prende per il culo” dice Ookuso supportato da Noma e Takamiya, mentre Yohei guarda bene il foglio “Nessuno avrebbe perso tempo a fare questo disegno se fosse una presa per il culo, ma hai qualche sospetto?” mi chiede e io scuoto la testa “sarà sicuramente una bella ragazza” il mio, quasi ex, migliore amico sbuffa e sembra contrariato. “Ne sei sicuro?” mi chiede e non riesco a capire dove voglia andare a parare. Mi innervosisco e vado a tirare una pedata alla Kitsune che reagisce come al solito con la sua frase cult “Non perdono chi disturba il mio sonno” e parte la rissa e sento quei cretini ridere alle mie spalle, guardo gli occhi di lui e sono marroni, sono occhi normalissimi e la mia testa registra la cosa come strana e lui riesce a vincere e se ne va, col suo passo altero e mi lascia con i coglioni fumanti, oltre tutto me lo devo sorbire davanti per tutto il pomeriggio. Me ne vado recuperando il mio foglietto e raggiungendo la mia aula come se fosse l’ultimo atto della mia vita. Ricomincia la tortura pomeridiana, per fortuna appena finito posso andare al club e sfogarmi sul pallone e rilassarmi al suono dei palleggi.


Parole Sparse

*1 La data alla giapponese anno/mese/giorno

*2 Nella lingua giapponese non c’è la differenziazione tra maschile e femminile, di solito la scelta di usare una parola o un’altra con il medesimo significato può essere un’indicazione di genere, ma non è sempre così

*3 Questa cosa del dio della primavera è in un qualche testo di letteratura latina, in cui si parla anche del dio Priapo, mi ricordo che è incompiuta e che c’erano diverse threesome.

Scusate l’intro così autoreferenziale

Gli occhi di Rukawa sono Pantone 294 c

Non ho idea né di come né di perché

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Capitolo 2
*** May ***


Maggio
[Dedicata a Cathy che mi ha aiutato. Per uno bravo chiamatelo pure ]

Kanagawa 05/09

Da più di un mese ho gli incubi in cui dei bellissimi occhi blu mi perseguitano, e nel frattempo gli occhi di Rukawa rimangono sempre marroni, e questo continua a confondermi. Non sono molto bravo come detective, non ho la più pallida idea di chi mi abbia scritto gli auguri per il compleanno. Quest’anno però anch’io, stranamente ho un fan club, devo dire che le ragazze sono meno invasate di quelle del fan club del volpino, ma sono uno spasso, spesso si mettono a battibeccare su chi sia il più bello. In questi giorni ho visto Ru Ka e Wa molto strane, discutono di continuo sul colore degli occhi della volpe, e questo mi confonde ulteriormente.
Quel ragazzo se fosse possibile è diventato più schivo di prima, siamo agli esami di metà anno e lui si è piazzato in alto in tutte le materie, ha solo dei problemi in inglese, in cui ha fatto schifo, oltre che l’idolo delle ragazze adesso è anche un secchione? Io ho raggiunto la sufficienza in tutte le materie, il basket è diventato una cosa seria. Le uniche risse che mi permetto sono quelle con Kaede, ma devo aprire una battuta di caccia ogni volta, perché si è reso introvabile. A pranzo sparisce, a lezione non possiamo, e agli allenamenti abbocca di rado alle provocazioni.

Oggi c’è un’amichevole con il Kainan e mia sorella mi ha promesso di venirmi a vedere, lo spero proprio, anche se probabilmente comincerà a picchiare le mie fan, e questo potrebbe essere un interessante diversivo. Queste cacchio di lenti a contatto colorate mi stanno facendo dannare, le sopporto male e devo ricordarmi di grattarmi in viso delicatamente o le faccio cadere. Ho ridotto le risse con il rossino al minimo, l’ultima prima di questa decisione è stata imbarazzante, spero lui non si sia accorto che sono quasi venuto nei pantaloni quando nella foga ha strusciato il suo bacino contro il mio, devo ringraziare il mio autocontrollo se non l’ho baciato di fronte a mezza scuola.
Arriva la squadra del Kainan guidata dalla guardia tiratrice Jin, e quella bertuccia urlante di Kyota mi si avvicina sbraitando qualcosa sul fatto che mi batterà e menate del genere, se solo sprecasse meno energie in cazzate del genere sarebbe un avversario degno di questo nome, così come Hanamichi, ma il rosso ha decisamente abbassato il tiro delle sue menate e alzato il suo livello di attenzione al gioco, a quel ritmico tum cha.
Dopo i soliti convenevoli pre riscaldamento guardo verso il pubblico e individuo la mia gemella con un enorme sorriso e le mie fan sono imbavagliate e le scruta in modo minaccioso. Ho paura quando fa così, la vedi in pista che balla soave o fa piroette femminili, e poi fuori è forse più manesca di me. Indossa la giacca della sua scuola e una maglietta rossa Shohoku sotto, giusto per non dare la soddisfazione di capire per chi stia tifando. Senza le esaltate capo clack il tifo sembra rivolto alla squadra e non più alla mia persona, devo fare una statua a Kiku. Il rossino sembra reagire in maniera positiva a questo ritrovato tifo che riguarda la squadra. Mia sorella per condire tutto si rivolge nella mia direzione e fa il gesto del cuoricino con le dita indicandomi, e in questo momento vorrei sotterrarmi perché mi si affianca Sakuragi “La tua ragazza ha fatto fuori le tue fan?” mi chiede ed io riesco ad articolare solo “Sorella” e lui mi guarda stranito “sorella cosa?” mi schiarisco la voce “Quella pazza è mia sorella” lui comincia a ridere senza un apparente motivo e mi colpisce con uno scappellotto, reagisco d’istinto e cominciamo la solita rissa, sotto gli occhi esasperati di Ayako che però non interviene, a farlo è la seconda manager “Ora basta fare i bambini, a fare il riscaldamento filare” siamo così stupiti dalla presa di posizione della piccola di casa Akagi che smettiamo il nostro passatempo preferito dopo il basket e corriamo a riscaldarci come bravi giocatori. Dal pubblico si sente un fischio, “Sei stata una gran figa”, purtroppo riconosco la voce soave che ha urlato questa frase.
La partita parte con un run and go ai limiti della nostra velocità, sappiamo che dobbiamo evitare che Jin tiri, è il degno avversario di Mitsui che per nostra sfortuna però è riuscito a diplomarsi, e i tiri da tre fanno tanto male. La difesa gira bene, ma loro non sono da meno, anche la bertuccia urlante sembra aver messo del sale in zucca, e mi sta facendo dannare. Uno scontro in aria e finisco steso a terra, la vista mi si appanna per qualche secondo e poi riesco a mettere a fuoco la figura di Sakuragi che mi alza come se fossi una ragazzina di quaranta chili e mi deposita sulla panchina senza dire niente, rimaniamo a fissarci negli occhi e lui sembra arrabbiato con me come non lo era da tempo.
Vengo raggiunto da mia sorella in panchina che si fa strada travolgendo chiunque. “Dede te l’ho sempre detto che il basket è brutto” esordisce “ti sta bene che ti sia fatto male”. Mi supporta come al solito la mia dolce sorella maggiore. La seconda manager arriva con del ghiaccio e mi dice di metterlo sul bernoccolo che mi sta crescendo. Nel frattempo non so cosa abbia detto Kiku all’allenatore ma è piazzata accanto a me in panchina. “Ci vediamo dopo un mese e mi svieni?” mi chiede adesso a bassa voce “scontro, gomito, occhio” lei ride piano e mi carezza la testa con una strana delicatezza. “Carina la manager che vi ha fermato” . Non riesco a collegare quello che mi sta dicendo, sto guardando la partita e sembra che il fatto che io sia in panchina abbia infervorato Sakuragi che sta giocando come un dio, che non lascia niente agli altri. Il Kainan sta cominciando a faticare grazie alla pressione del nostro centro sotto canestro. “Il rosso?” mi chiede “Si” sospiro e lei comincia a ridere in modo sguaiato, in questi momenti non sembra nemmeno possibile il fatto che abbiamo in comune i genitori. L’Akagi si avvicina a noi “Va meglio Rukawa?” e al posto mio risponde mia sorella “Ora che ho incontrato te di sicuro”. In questo momento vorrei sotterrarmi, e la manager arrossisce fino alla punta delle orecchie al complimento appena ricevuto. “ho una sorella demente” borbotto “Io sto meglio, posso riprendere a giocare” le dico e lei sembra ancora bloccata, nel frattempo si avvicina anche Ayako “Il coach ha detto che devi riposare, per oggi non rientri, hai preso una bella botta” mi passa uno specchietto e non capisco questo gesto. “Che succede?” le chiedo “Le lenti, cretino” mi porto una mano alla bocca e controllo, ne è caduta una, ormai è fatta, tolgo anche l’altra. “Partita” dico e le tre ragazze mi guardano e mia sorella traduce “smettete di parlare per favore vorrei guardare la partita. Mio fratello non ha un grande vocabolario” le rispondo un un grugnito, non la sopporto quando fa così.
La partita si conclude 89 a 88 per il Kainan, e questo fa sperare bene per il campionato.


 Kanagawa 05/10

Maledetto volpino, erano delle lenti a contatto colorate, lo odio di cuore, perché coprire i suoi occhi e poi non credo a questa cazzata della sorella, quella è la sua ragazza, mica si somigliano così tanto, cioè lei è bellissima e lui è un cesso. Chi voglio prendere in giro, quel ragazzo è bellissimo, e quegli occhi marroni me lo facevano apparire più abbordabile, più vicino, e invece no i suoi occhi sono blu, profondi, e ogni volta sembra di affogarci dentro.
Ho letto qualcosa su Marte, intanto è un dio che ha due forme una è Ares, ed è caos puro, guerra fine a se stessa, e la mia spasimante non lo ha scelto, ha scelto Marte che è un dio della guerra per proteggere, non so come spiegarmi, non sono molto convinto di essere un dio, e soprattutto della guerra, in quella sono un gran fallito. Ieri alla partita ho fatto bella figura e stamattina mi sto dirigendo verso la scuola da solo, vengo raggiunto solo da Yohei “Ciao amico” mi saluta “Ciao” rispondo svogliatamente, mi ha interrotto mentre pensavo alla mia spasimante. “che succede?” diretto come al solito, tra noi non ci sono moine o giri di parole “Non lo so, ieri ho guardato un porno” il mio migliore amico non dice nulla fa solo un cenno come ad incoraggiarmi a parlare “finalmente mi sono eccitato, ma è successa una cosa strana, non so, cioè” penso di essere arrossito sento caldo alle guance e alla punta delle orecchie “lo sai che puoi dirmi tutto” mi incoraggia “Ad un certo punto mentre…” lui annuisce “Su Hana, siamo abbastanza grandi da sapere cosa stavi facendo” mi sorride “ok, mi sono immaginato al posto di lei, non al posto di lui, non capisco, mi piacciono le femmine, mi devono piacere” guardo in volto Yohei e lui continua a sorridermi “perché ti devono piacere? Magari alcune ti piacciono, e magari vorresti anche provare con un ragazzo e non sarebbe sconvolgente, o  vuoi veramente decidere in base a quello che gli altri pensano sia giusto?” continuo a non riuscire a seguire il suo discorso. “Hana, ti voglio bene ma sei ottuso. Quella scrittura non era da femmina. Piaci ad un ragazzo, non so chi sia ma ne sono quasi certo. Sarebbe veramente un problema per te? Lo sai che la mitologia che nomina è su un popolo che non aveva nessun vincolo di eterosessualità imposto? Io sono stato solo con ragazze e mi piacciono, ma tu sei ancora ad una fase di scoperta, non precluderti niente, io ho fatto le mie prove, e non mi piacciono i ragazzi, ma anche il fatto che tu abbia smesso di ricordare i sogni è strano” lo lascio parlare come al solito è lui quello saggio, io sono quello forte. Sono confuso da morire adesso e lo sappiamo entrambi “Devo..:” e lui mi interrompe “farti un esame di coscienza, ma devi essere sincero, almeno con te stesso, perché non voglio che tu stia male, ti voglio bene come se fossi mio fratello.” sospiro “Sei mio fratello” e lui mi sorride, quando entriamo nel cortile vengo sommerso da un gruppo di ragazzine del primo anno che mi danno lettere e regalini e sono stupito, accetto tutto, oggi sarà una giornata estenuante, e ora come mi comporto? Tutte le ragazze fino ad adesso mi hanno snobbato.
Sul banco trovo un fogliettino con un disegno, sono ancora una volta io, a colori, un A4, il tratto è molto bello, sembra che stia prendendo un rimbalzo con un taglia fuori perfetto e quello dietro sembra il bestione del secondo anno del Kainan che mi marcava ieri, riconosco lo stile è lo stesso del regalo di compleanno.
Per tutto il giorno vengo chiamato da qualche ragazza che mi fa la confessione di amarmi e cose simili, e non capisco cosa sia successo, sono veramente confuso adesso, e nonostante tutto non riesco a dire si a nessuna dichiarazione.
Verso l’ora del pranzo vedo il volpino dare un foglio ad Haruko, lei arrossisce e lui sembra stia lanciando qualche insulto. Questo è tutto molto strano, e mi fa perdere completamente le staffe, mi lancio sul mio nemico a tradimento, non mi vede nemmeno arrivare e non vede il montante che lo colpisce al mento e lo fa scivolare indietro, ma il maledetto riesce a mantenere parte del suo equilibrio, si sbilancia ma non cade, e risponde pugno su pugno, con una forza che quasi non ricordo, gli occhi sono di nuovo coperti da quelle cazzo di lenti marroni e questo mi fa incazzare ancora di più, mi assesta un one inch punch* che mi fa volare indietro di qualche metro, proprio mentre ero distratto dalle lacrime che scivolano sulle sue guance candide, e che fa un male pazzesco, quasi quanto vederlo parlare con Harukina cara. Questa distanza lo fa allontanare proprio mentre suona la campanella che decreta ulteriormente la fine della nostra rissa, appena in tempo per non essere visti dalla vicepreside, rientriamo nella nostra classe come se nulla fosse accaduto, ignorandoci come sempre. Il mio banco è davanti al suo, si accomoda al suo posto prima di me e mette la testa tra le braccia appoggiate al banco. Mi ritrovo a guardare quella folta capigliatura nera, gli invidio i capelli, così neri e lucenti, mentre io ho questo color semaforo, che tutti pensano sia solo un mio sfizio personale, ma è solo genetica. Piangeva, devo proprio avergli fatto male stavolta, ma quando l’ho visto parlare con lei ho smesso di ragionare, dovevo picchiarlo a tutti i costi.

Odio Haruko Akagi con tutta la forza che ho in corpo, e odio anche Kiku, quella maledetta mi ha fatto portare alla babbuina per antonomasia il suo numero perché la trova carina, deve essere il clima del Kainan, deve avere qualche influenza negativa sui neuroni funzionanti. Mia sorella mi ha costretto, dopo una scommessa che ho perso a dare quella busta alla Akagi, è stato umiliante, e non è finita, ha pure fatto incazzare Hanamichi, non picchiava così forte dallo scorso anno in questo periodo, cacchio ho il viso che mi pulsa, e vederlo arrabbiato perché si è fatto chissà che film su me che mi dichiaro alla sua Harukina mi ha fatto più male dei suoi pugni, la delusione sul suo volto, la rabbia, mi sono sentito colpevole di qualcosa che non ho fatto. Mi sento uno straccio, e non è una questione fisica, sono bravo con le risse, ma non riesco a sopportare il suo odio nei miei confronti, mi devo riprendere per gli allenamenti, quelli devono essere perfetti, niente di meno.
La campanella decreta la fine della tortura scolastica, oggi pomeriggio a tutto questo si è unita la materia che odio di più a distruggermi il morale e il fisico. Mi dirigo sul campo, mi cambio, il polsino nero al braccio, questo polsino me lo ha regalato Kiku, e vista la giornata e le sue colpe non lo metterei ma poi mi sentirei nudo, come se mi mettessi a giocare in mutande, o peggio.
L’allenamento ha un’atmosfera del tutto surreale, io e il rosso collaboriamo, ma forse grugnisce lui più di me, e io sono noto per i miei monosillabi. Stranamente non si sente la caciara  del pubblico, finalmente direi, e riusciamo a elaborare qualche schema in più da aggiungere al nostro notorio run and go, non possiamo solo giocare di velocità, a livello nazionale ci sono squadre che fanno lo stesso ma lo fanno meglio, e quindi dobbiamo puntare alla perfezione e all’intesa nel gioco.
Alla fine dell’allenamento vado a recuperare qualche birillo ho intenzione di continuare col mio allenamento, ma vengo interrotto da mia sorella, che dovrebbe essere al suo di allenamento sul ghiaccio a farsi passare i bollenti spiriti. “Perché mi perseguiti?” l’apostrofo, oggi sono proprio arrabbiato con lei, che ogni volta riesce a farmi fare quello che vuole. “Oh fratellino, mio adorato messaggero” mi passo una mano sugli occhi, che frizzano anche per colpa delle lenti, non riesce a mantenere il tono di voce basso. “Perché non sei al palaghiaccio?” ripeto “Diventerò zia” urla tutta contenta, la guardo male, con lo sguardo peggiore che mi riesce e lei mi ride in faccia mentre con un tono di voce più alto le dico “E come di grazia, visto che sono frocio e single?”, mi fa sempre perdere la cognizione del posto dove ci troviamo, non riesco a ragionare mentre dice queste stupidate. “Ma non sei tu il padre, è Shiro il padre, diventa padre, e io sarò la zia del bambino” mi sto trattenendo dal prenderla a sberle in mezzo alla palestra. “Il silenzio, ti hanno visto quelle esaltate e hanno ancora paura?” le chiedo e lei annuisce “Speravo ti uccidessero” le confesso candidamente, mi fa essere fin troppo logorroico, quindi mi giro e mi dirigo al canestro più lontano da mia sorella.

Il volpino non deve avere tutti i venerdì, oggi è veramente insopportabile anche se gli allenamenti sono andati bene, ho messo da parte la mia rabbia contro di lui e l’ho usata per fare meglio nello sport, non posso farmi influenzare in questo da quella nullità. Alla fine dell’allenamento vado nel mio solito angolo a fare i fondamentali, so che sono la parte noiosa ma più utile per questo sport, la memoria muscolare mi permetterà di diventare il genio che professo di essere dallo scorso anno. Anche oggi c’era la pazza della partita e il Rukawa shinetai si è zittito appena è entrata, e siano lodati gli dei quelle deficienti non hanno sbriciolato le palle con i loro urletti per quello stronzo. Nel silenzio della palestra riesco a sentire i loro discorsi, e, ma se si definisce frocio perché ha una ragazza e si è dichiarato alla mia Harukina? Sono sempre più confuso, parlano di un tizio e lui le ha augurato la morte, sarà geloso?
Mi metto a palleggiare, lo so che nessuno si aspetta che un centro sia bravo a palleggiare, ma io non voglio essere uno qualunque, lo sono fin troppo in tutto il resto. Haruko si è cambiata ed è tornata in palestra “Hanachan ricordatevi di chiudere bene, ho lasciato aperta la cesta infondo” e io le sorrido è proprio carina “Si Harukina cara, non ti preoccupare il Tensai si occuperà della chiusura” lei viene raggiunta dalla pazza della partita che arrossisce, e a guardarla bene ha lo stesso taglio d’occhi volpino di Rukawa. Palleggio in movimento e mi avvicino per ascoltare cosa si dicono “Mi fratello ti ha dato il mio numero?” le chiede e la manager annuisce “Si me lo ha dato Rukawasan” l’altra sorride “Dai ti offro un dolcetto, sei stata perfetta ieri a dividere quel testone dal rosso” la mia amica mi sembra titubante “Non ti mordo tranquilla”. “Sei la seconda persona nella mia vita che si dichiara, ed è strano, sei una ragazza” la risata della ragazza volpe è piacevole infondo “Noi Rukawa siamo noti per avere i nomi che iniziano con K e per non riuscire ad essere incasellati. A proposito, ora che quelle squilibrate hanno sentito che a mio fratello piacciono i maschi succederà casino?” Vedo la mia prima cotta delle superiori pensarci. “Ne parliamo davanti al dolcetto?” e l’altra annuisce “Si, andiamo” la incita e si allontanano lasciandomi la curiosità di sapere cosa pensa possa succedere a Kaede. Ora siamo nuovamente soli, io lui e il campo da basket, mi ignora, e la pazza è realmente sua sorella, e ha invitato ad uscire Haruko? Ma che sta succedendo in questo posto? Prima era tutto chiaro io amavo lei, lei amava lui e lui faceva la diva, ma ora si scopre che lui è omosessuale, io e lei siamo amici e lei va a prendere un dolcetto con la sorella di Rukawa. Continuo con i miei fondamentali fino a quando il volpino mi raggiunge, gli occhi sono ancora nascosti dalle lenti a contatto marroni, non so per quale cazzo di motivo li nasconda. “One to one Dohao?” una frase completa in mia direzione dopo giorni di grugniti e di sue fughe. “Ti straccio” ribatto.
Le regole implicite tra noi sono che utilizzeremo metà campo, e che per poter tirare dopo aver preso il possesso palla bisogna uscire dall’area dei tre punti e si arriva a ventuno. “Palla ai perdenti” gli passo la sfera arancione e lui comincia a palleggiare in direzione del canestro, lo raggiungo e ne scaturisce una lotta serrata a poca distanza, sono così vicino che posso sentire il profumo del suo shampoo e questo mi distrae, come fa a non puzzare dopo due ore di allenamento lo sanno solo gli dei, va a canestro e io mi piazzo davanti a lui, i nostri corpi impattano e cadiamo a terra entrambi ma la palla va a segno, e lui vince portandosi a ventidue a quindici, sento la tensione calare e lui è sdraiato a terra con le braccia allargate. “Baka Kitsune, vincerò la prossima volta” lui sospira e mi risponde “sogna” e senza rendermene conto “così è veramente tua sorella” gli dico e lui mi risponde con il suo immancabile “Hn” che alla fin fine può voler dire di tutto. “Hai fatto coming out davanti alle tue fan” gli ricordo e sento per la prima volta una risata rilassata, un suono basso piacevole. “spero così evaporino” dice con tranquillità “ma non ti vergogni, ma i tuoi? Ma gli altri?” sono shockato del modo in cui sta vivendo questa cosa “I miei lo hanno saputo appena l’ho capito, e l’ho detto dopo Kiku, lei ha fatto coming out molto prima di me. Non mi vergogno, sono così e del giudizio di chi non mi vuole bene non me ne fotte proprio niente” ci conosciamo da un anno e penso di aver sentito più parole uscire da quelle labbra oggi rispetto a quelle che ha detto fino ad adesso sommate insieme. “Come l’hai capito” devo essere stanco se chiedo a lui cose del genere, ma oggi sembra così umano, non gelido come al solito, ha gli occhi chiusi e i capelli scuri sparsi sul parquet, io sono seduto a gambe incrociate che cerco di capire perché mi sia messo a parlare con la persona che più odio su questa terra. “Mi sono accorto di fare fantasie sui ragazzi, ma in casa non ci sono mai stati tabù, sii chi sei, non ti cambiamo.” si lecca le labbra e rimango ipnotizzato dal leggero passare della sua lingua, e la mia bocca si prosciuga. “Perché?” mi chiede. “Volpe perché cosa?” lui sbuffa “che ti interessa?” diretto come al solito, non è uno che perde tempo in chiacchiere “Che vuoi che ti dica Kitsune, sei più socievole del solito, non lo so davvero mi è venuta così”.
Mi alzo in piedi “Forza dobbiamo chiudere”, lui si alza lentamente stirando i muscoli e questo mi fa avere una reazione inaspettata, mi sono appena eccitato. Metto via tutto alla velocità della luce e lui sembra frastornato quando ci troviamo fuori dalla palestra vicino alla sua bici “Alla prossima” lo saluto dileguandomi a corsa.

Parole Sparse
Stavo scrivendo 31 aprile… questo dovrebbe fungere da giustificazione alla mia idiozia… o forse no. Poi con l’aiuto di Cathy ho anche capito che stavo scrivendo un’ulteriore boiata, la golden week. Sono un caso umano...
*Montante: pugno dal basso verso l’alto tipico della boxe.
one inch punch: premettendo che ho provato a tirarlo al saccone e fa male se non dato bene, e per imparare la tecnica ci vuole del tempo perché è un pugno che coinvolge il polso, si tratta di un pugno a breve distanza da qua one inch, un pollice come unità di misura, è un pugno esplosivo in fatto di forza, ed è dato con tutto il corpo, sfruttando peso e velocità col braccio quasi fermo.
Ok, non so perché mi sia preso di rivalutare la babbuina che odio alla follia.
Kiku mi sta prendendo la mano…

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