Tum Cha di Ste_exLagu (/viewuser.php?uid=102)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tum Cha ***
Capitolo 2: *** May ***
Capitolo 1 *** Tum Cha ***
Tum
Cha
Tum Cha
Tum Tum Cha
applausi
urla
e poi
colpisci
non per ferire
ma per primeggiare
rimbalza
ancora
una zucca di gomma
sul parquet
di questa vita.
[dalla
raccolta “tra i tuoi foglietti scritte col blu” di
me medesimo.
Ok sono autoreferenziale oggi]
Kanagawa
xx/03/31*1
Ho
sempre trovato il rumore della palla che rimbalza sul parquet
tranquillizzante, quasi fosse una ninnananna e forse lo era
veramente. Sono figlio di un professore di psicologia
all’università
affiliata Kainan e una ex giocatrice di basket. Mia mamma non si era
accorta di essere incinta, un po’ come quel programma
spazzatura
della tv americana che hanno tradotto per un canale che mia sorella
ama particolarmente, “Come
noi dede, come noi, non eravamo previsti” ama ripetere.
Dopo che siamo nati io e Kiku ci ha sempre portati al campo, ha
smesso di giocare giusto giusto per il parto e il primo mese della
nostra vita, portandoci però sul campo già da
molto piccoli. Molti
si fanno un sacco di film sul mio carattere, sarei tenebroso secondo
loro, in realtà sono molto stanco di essere osservato e
studiato.
Nostro padre Kazuhiro ha deciso fin da piccoli di usare un approccio
particolare imparato su quei libri che tanto ama, ma non sono sicuro
che l’esperimento sia stato di successo. Quando sono nervoso
prendo
la mia palla e la faccio rimbalzare, o comunque tengo tra le mani
come se il solo contatto con la pelle della palla fosse un calmante.
La mamma è una tipa super atletica, e adesso fa
l’allenatrice per
la squadra femminile dell’università del Kainan,
stessa scuola che
frequenta mia sorella, loro abitano insieme là vicino, io
invece sto
con i nonni, cosa che mi ha permesso di non cambiare le mie
abitudini, e di non cambiare quartiere. Prima la mamma allenava una
squadra universitaria sull’isola
di Hokkaido e per tutto il tempo delle medie siamo rimasti con i
nonni, ma Kiku ha voluto seguire i nostri genitori io ho preferito
rimanere in quella che sento come casa mia. Mi fa male essere diviso
da mia sorella, ho diviso molto con lei, sarà per il fatto
che
abbiamo condiviso per otto mesi l’utero di mamma,
sarà che a casa
ho sempre giocato con lei e questo mi è sempre bastato. Il
fatto
interessante è che siamo nati in due anni diversi, lei
è nata il
trentuno dicembre ed io a distanza di poco sono nato il primo
gennaio, è stato strano essere in classi diverse, essere
divisi a
scuola e sempre insieme a casa. Ci sono due reazioni al lavoro dei
genitori, puoi avere un rifiuto o amarlo, io ho sempre amato il
basket, mentre lei lo ha odiato da morire, io giocando sentivo mamma
vicina e lei invece lo accusava della distanza che c’era con
la
mamma. Non penso di essere cresciuto così male, si ho degli
eccessi
di rabbia e non riesco a fidarmi di nessuno che non sia Kiku, ora che
stiamo lontani spesso guardo i suoi programmi preferiti anche se
finisco addormentato e la nonna mi copre con una coperta e mi lascia
stare. Sono circondato da affetto anche se non sono bravo a
dimostrarne i miei familiari sanno che gli voglio bene, cerco da
sempre di essere un bravo nipote, un bravo figlio, un bravo fratello,
e spero si rendano conto che è tutto quello che riesco a
fare. Kiku
è una campionessa di pattinaggio artistico in coppia, fa
tutte
quelle cose super atletiche sul ghiaccio, e la trovo bellissima. Il
mio problema è che trovo bellissima solo mia sorella, non ne
sono
innamorato, ma è una delle poche ragazze che secondo me sono
così
carine. Trovo che Ayako sia bellissima, un’amazzone che non
ha
bisogno del cavalier servente, e quando Miyagi se ne renderà
conto
si accorgerà anche che è già il suo
preferito. Sembro
indifferente, in realtà studio le persone, cerco di capirle
prima di
approcciarmi, e nonostante tutto posso ritenere Ayako una mia amica,
anche se a scuola l’allontano. Piaccio alle ragazze e trovo
tutto
questo molto strano, sono un ragazzo come tanti altri, non ho il
fascino o le buone maniere di Sendo, quindi non capisco cosa ci
trovino in me, a parte gli occhi blu, sono strani in Giappone, ma sul
serio son quelli? Dovrò cominciare a provare con le lenti a
contatto
marroni, magari smettono di rompere le scatole capendo di essersi
sbagliate. Potrei
provare così, forse si spegne anche quel rompiscatole di
Sakuragi.
Ma a chi la voglio dare a vedere, mi piace quel ragazzo
perché è
così diverso da me, ha energia da vendere e io sono un
pigrone di
prima categoria, lui è rumoroso e io cerco di accostarmi
alla vita
con silenzioso rispetto, è ciarliero e io ho fatto del
silenzio la
mia ragione di vita, è circondato da amici fedeli e io solo
da
quelle galline starnazzanti, ma
abbiamo una cosa in comune e spero che se ne sia accorto, nascondiamo
la nostra timidezza dietro maschere che ci rendano il liceo
più
accettabile. La mia di gelo assoluto, per fare in modo che nessuno
possa scalfirmi, che nessuno possa vedere quanto in realtà
sia
insicuro e quanto nonostante tutto mi senta uno scherzo della natura,
questo fisico non lo disprezzo, ma vorrei essere più
muscoloso, più
atletico, più resistente e lui è tutto questo ma
si nasconde dietro
ai suoi proclami perché come me non si sente
all’altezza di questa
vita. Non so cosa non riesca ad affrontare. Alle medie ho provato a
lasciarmi conoscere, ma nessuno si è avvicinato in modo
genuino,
tutti volevano un tornaconto, o stare accanto alla star acclamata
dalla scuola o le ragazze, e quelle vabbè volevano il
fidanzatino, e
io non accetto di essere la pedina di nessuno. Preferisco sembrare un
eremita che stare in mezzo a gente che non mi conosce e cerca di
sfruttare la mia immagine, che non riesco a scalfire nemmeno con i
miei modi da teppista. Ho già fatto innumerevoli risse, e
mio padre
mi ha riempito di paroloni, ma la cosa di fondo è che sono
incazzato
con questa vita. Alle elementari ero diventato molto amico di un
bambino della squadra di basket, lui veniva a casa mia e io andavo a
casa sua, e giocavamo insieme io lui e Kiku, alla fine della sesta ho
scoperto che lui veniva a giocare da me per giocare con Kiku che le
stava simpatica e io ero il mezzo per avvicinarla. Non mi fido
più
di nessuno, e questo mi porta a chiudermi. Quando la Akagi mi ha
rivolto la parola in terrazza il primo giorno di scuola dello scorso
anno io non sapevo veramente chi fosse, non ne avevo la più
pallida
idea. Devo dire che l’ho apprezzata però, non
è mai stata troppo
invadente e non mi ha mai molestato. Quando è diventata
manager del
club mi ha chiesto di parlare e io l’ho accontentata
“Rukawa tu
mi piaci dalle medie, vorrei conoscerti meglio” mi ha chiesto
e mi
sono sforzato e ho usato più parole mi fossero possibili
“Mi
dispiace, non sono interessato a storie d’amore o di
amicizia, ma
apprezzo il tuo modo di fare. Non posso fare di più per
te” spero
di non essere stato troppo brutale, ma da quel giorno lei mi ha
rivolto la parola solo per cose inerenti al basket, spero le passi e
trovi qualcuno che l’apprezzi. Io non la trovo carina, e
nemmeno
troppo intelligente. Quest’anno non ho voglia di fare parte
di
gruppi di studio per recuperare le materie in cui vado male,
così mi
sono messo di nuovo a studiare come facevo alle elementari e alle
medie, ma volevo togliermi l’aria da bravo ragazzo per vedere
se le
galline mi avrebbero lasciato in pace, ma sono un illuso. Faccio
palleggiare il mio pallone sul pavimento, mi rilassa e sento mio
nonno ridere e salire a controllare “Kaede, tutto
ok?” mi chiede
interrompendo
il fiume di pensieri che mi ha colto mentre cerco di dormire.
“Si
nonno, solo un po’ di insonnia” e lui mi si
avvicina, le sue mani
sono rugose, sono forti, sono bellissime e mi sfiorano dolcemente la
guancia, ed è uno dei pochi che lo può fare
“Su, dormi che
domattina c’è scuola, non ti crucciare, tutto
andrà come deve
andare” la sua saggezza e il suo sorriso limpido di chi
è
incrollabile nel suo ottimismo mi rilassa, e finalmente mi sdraio
sentendo il calore della mano callosa sulla mia guancia e mi
addormento.
Il
rumore della palla da basket è diventato il ritmo del mio
cuore, e
l’ho capito a tratti nel tempo. Domani è il giorno
del mio
compleanno, ed è stato anche un giorno catartico in cui la
mia vita
si è stravolta, un battito di ciglia una mano leggiadra di
ragazza
che mi tocca il braccio chiedendomi se giocassi a Basket e sbam nel
giro di poche ore ho conosciuto un mondo nuovo, fatto di persone che
adesso costellano la mia vita, mi sono innamorato, ho trovato un
nemico nello stesso giorno, e con quelli successivi ho trovato un
nuovo amico, e successivamente un altro amico, ed entrambi adesso
hanno la mia lealtà e spero di avere la loro, oltre quella
degli
amici storici. Sto cercando di migliorare, sto cercando di lavare la
colpa delle mie risse con l’impegno sportivo, e ho fatto
riabilitazione e ho sputato sangue e mi sono incazzato contro la mia
nemesi, e ho fatto amicizia con la ragazza di cui mi credevo
innamorato. L’ho imparata a conoscere e non mi fa battere il
cuore
come l’amore dovrebbe fare, è come in tutti quei
film, l’amore è
qualcosa di forte e travolgente, e con lei sembra l’aria
tiepida
della mattina d’estate che non è poi
così piacevole. Siamo
diventati ottimi amici, e la prima cosa che mi ha chiesto quando sono
tornato a casa dalla riabilitazione è stato come conquistare
la
Kitsune, e io le ho detto che avrei apprezzato la sincerità,
e che
forse lui non ne riceve abbastanza. Non si riesce mai a capire cosa
gli passi in quella testa di volpe, non si riesce ad arrivargli
vicino, solo fisicamente e nemmeno così bene, riesce a
mantenere una
distanza di sicurezza da tutti, quasi come se fossimo inferiori a lui
e questo mi manda in bestia, io non sono inferiore a nessuno,
soprattutto a un inappetente, solitario, e presuntuoso ragazzo della
mia età. Lo odio alla follia, e mi fa pena, è
sempre così solo, e
si isola. Chissà in che classe sarò domani,
chissà che regalo mi
porterà il mio compleanno, lo scorso anno mi ha regalato il
tum cha
del pallone sul parquet, mi ha regalato un’amica e un nemico.
Sento
come se mi mancasse sempre qualcosa, e penso che chiedere ancora a
qualche ragazza di uscire con me sia inutile, se non a rimpinguare le
tasche dei miei amici, e i loro aneddoti sui miei scaricamenti. Mi
sono rotto le scatole, non riesco ad attrarre le ragazze, cosa che
quel cretino di Rukawa riesce a fare solo sbattendo le ciglia che
incorniciano i suoi occhi blu brillante.
So il colore dei suoi occhi perché mentre ci picchiamo
abbiamo
occasione di guardarci negli occhi per provocarci. Penso di dover
andare da un dottore, ho sedici anni e non riesco ad eccitarmi, devo
avere qualcosa che non funziona, ne sono certo, anche se guardo le
foto delle ragazze anche quelle super belle, niente, silenzio stampa.
Però a volte funziona, mi sveglio la mattina con il fiatone
e
un’erezione dolorosa. Sono un tipo che non si ricorda i
sogni, e
questo in questo caso non mi aiuta, perché non riesco da
sveglio a
ritrovare quello che mi eccita mentre dormo.
Kanagawa
04/01
Ho
parlato
al telefono con Kiku proprio stamattina per augurarle un buon terzo
anno, e lei mi ha augurato lo stesso per il mio secondo anno e fa
strano visto che siamo divisi da meno di un’ora. Oggi
è il
compleanno della testa rossa più rompicoglioni che conosca,
stranamente sono arrivato in anticipo e così son riuscito a
capire
in che classe sono prima dell’orda delle pazze e ho scoperto
che
sono nella stessa di Sakuragi, siamo vicini nell’elenco non
farà a
meno di vedere il mio cognome prima del suo, e questo lo
manderà in
bestia, e potremo picchiarci un po’. Non che sia masochista,
ma
sono mesi che non ci picchiamo più con
l’intenzione di
distruggere, dosiamo la forza e le forze, abbiamo da allenarci e non
possiamo arrivare stanchi per colpa delle nostre scaramucce. La mia
presa di coscienza è stata abbastanza naturale, quando
è iniziata
la pubertà ogni sogno erotico, ogni fantasia era sempre con
un
ragazzo, e poi anche quando ho fantasticato su una possibile
relazione mi sono sempre visto con un ragazzo. I miei genitori
l’hanno presa con stile “avremo comunque una nuora
e un genero”.
A
mia sorella piacciono le ragazze, e nostro padre ci sta studiando e
di tanto in tanto ci guarda e dice “Interessante…
Interessante”
non è un cattivo padre, ma ha le sue fisse, come mamma. Loro
hanno
fatto scandalo, lei era una sua allieva quando hanno cominciato a
frequentarsi, si son sposati solo due anni fa e hanno due figli nati
mentre lei era ancora al primo anno di università e lui era
un
giovane professore di psicologia. Kaori l’astro nascente del
basket
e Kazuhiro il professore di psicologia, non si è saputo
subito chi
fosse il padre e lei è riuscita a proteggere il lavoro di
lui e i
suoi studi. Io sto a casa con il nonno materno e la nonna paterna,
che hanno formato una specie di alleanza per noi bambini, e penso si
piacciano veramente, ma non sono bravo in queste cose, se non mi
vengono dette esplicitamente non sono così intuitivo, dammi
il mio
pallone e riesco a prevedere su per giù dove
andrà e che parabola
farà, ma toglimi dal campo e toglimi il pallone e navigo a
vista in
una notte di nebbia fitta. Ho individuato il suo armadietto delle
scarpe e ci metto un regalo, non è niente di che, solo una
cosa che
ho scritto per lui, mi sono impegnato e ho cercato di usare la
migliore calligrafia possibile. Sono cotto come una pera e glielo
devo dire, anche se non mi son firmato, ho messo solo un
disegnino, un piccolo
ritratto
mentre fa uno slam dunk da paura,
non posso lasciare che arrivi così vicino al mio cuore da
spezzarlo,
ma devo fargli capire che a qualcuno piace veramente, forse
così
smetterà di odiarmi.
Arrivo
a scuola e non posso fare a meno di leggere il nome di quel dannato
volpino proprio sopra al mio, saremo in classe insieme, mentre i miei
amici sono in altre classi, uffa che sfiga, altro che regali di
inizio anno, e come al solito le ragazze non mi si filano nemmeno.
Vado a cambiarmi le scarpe e trovo un foglio, una bella scrittura
ordinata, tracciata con il pennello, una cosa fatta con tutti i
crismi. Non
lo leggo subito, voglio
sedermi in classe e fare con calma arrivo
in classe e mi
ritrova nel banco dietro a quello del maledetto Rukawa. Mi mette a
posto e poi comincio a leggere le parole che son vergate con tanta
precisione sul foglietto. [Caro
Hanamichi, hai il nome che racchiude la primavera e i fiori di
ciliegio che inondano le strade il giorno del tuo compleanno. Sei un
ragazzo molto bello, ti ho trovato affascinante dal primo momento che
ti ho visto. Era l’anno scorso ed era ancora febbraio,
camminavo
per la strada e sono passato*2
davanti ad un Pachinko e tu sei
uscito, la tua chioma rossa come il fuoco che incendiava i tuoi
occhi. Ho cominciato a sognarti in quel momento, e poi abbiamo avuto
la fortuna di essere a scuola insieme e sprizzavo gioia, avrei potuto
rivedere il mio personale dio della guerra. Sono appassionato di
mitologia occidentale e uno dei loro dei della guerra si chiama Marte
che è anche il dio della primavera*3.
Quindi sei proprio tu, un guerriero saggio, anche se altri potrebbero
dire il contrario. Il condottiero di una nazione e nel tuo piccolo
sei il faro per la squadra di basket, quando eri in riabilitazione
gli altri sembravano persi, senza una reale guida morale. Sei la
creatura più bella che abbia mai visto, e non è
solo la tua
apparenza, ma anche il modo in cui ti rapporti con i tuoi amici, e
con la manager del tuo club. Quella dedizione che mi fa battere il
cuore. La tua risata mi fa credere ancora che ci sia qualcosa di puro
e pulito in questo mondo di merda. Sei l’unico in cui potrei
aver
fiducia. Ti prego non farti cambiare da nessuno, sei stupendo
così.
Purtroppo non apprezzeresti per nulla il mio nome quindi ti regalo
queste mie parole scritte col cuore e con la tua risata nelle
orecchie.]
Non
c’è una cazzo di firma, queste parole,
cioè, non so nemmeno come
definirle, sono belle, e tristi, e mi fanno sentire apprezzato, e si
firma solo con un cazzo di disegno di me che faccio un slam dunk a
colori, e chi l’ha scritto deve essere proprio brava a
disegnare.
La missione di oggi è capire chi sia la ragazza timida che
vuole
farmi sciogliere il cuore. Il mio battito è accelerato,
anche se ho
il dubbio che sia solo una presa in giro. Ma questa scrittura
così
precisa, e questo disegno non può essere che di una ragazza,
e
vorrei poterla amare, mi sento così solo. Non riesco a
pensare ad
altro, il mio compagno di squadra sta dormendo al suo banco e quando
suona l’ora del pranzo non mi scompongo e non lo chiamo
nemmeno,
che muoia di fame, almeno me lo tolgo dai coglioni, ora non solo in
palestra è uno strazio ma anche davanti alla porta della
classe, non
si può proprio stare in pace. Lo sto ancora fissando, anzi
no sto
studiando il mio nemico, che lui si alza di scatto e sparisce nel
corridoio seminando le sue fan. Ho appuntamento con i miei amici in
terrazza e quando li raggiungo c’è anche la volpe
in un angolo a
dormire. “Ragazzi festeggiate ho una fan” mi vanto
con loro
facendogli leggere il bigliettino ricevuto. “Qualcuno ti
prende per
il culo” dice Ookuso
supportato da Noma e Takamiya,
mentre Yohei guarda bene il foglio “Nessuno avrebbe perso
tempo a
fare questo disegno se fosse una presa per il culo, ma hai qualche
sospetto?” mi chiede e io scuoto la testa
“sarà sicuramente una
bella ragazza” il mio, quasi ex, migliore amico sbuffa e
sembra
contrariato. “Ne sei sicuro?” mi chiede e non
riesco a capire
dove voglia andare a parare. Mi innervosisco e vado a tirare una
pedata alla Kitsune che reagisce come al solito con la sua frase cult
“Non perdono chi disturba il mio sonno” e parte la
rissa e sento
quei cretini ridere alle mie spalle, guardo gli occhi di lui e sono
marroni, sono occhi normalissimi e la mia testa registra la cosa come
strana e lui riesce a vincere e se ne va, col suo passo altero e mi
lascia con i coglioni fumanti, oltre tutto me lo devo sorbire davanti
per tutto il pomeriggio. Me ne vado recuperando il mio foglietto e
raggiungendo la mia aula come se fosse l’ultimo atto della
mia
vita. Ricomincia la tortura pomeridiana, per fortuna appena finito
posso andare al club e sfogarmi sul pallone e rilassarmi al suono dei
palleggi.
Parole
Sparse
*1
La
data alla giapponese anno/mese/giorno
*2
Nella
lingua giapponese non c’è la differenziazione tra
maschile e
femminile, di solito la scelta di usare una parola o un’altra
con
il medesimo significato può essere un’indicazione
di genere, ma
non è sempre così
*3
Questa cosa del dio della primavera è in un qualche testo di
letteratura latina, in cui si parla anche del dio Priapo, mi ricordo
che è incompiuta e che c’erano diverse threesome.
Scusate
l’intro così autoreferenziale
Gli
occhi di Rukawa sono Pantone
294 c
Non
ho idea né di come né di perché
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** May ***
Maggio
[Dedicata a Cathy che mi
ha aiutato. Per uno bravo chiamatelo pure ]
Kanagawa 05/09
Da più di un
mese ho gli incubi in cui dei bellissimi occhi blu mi perseguitano, e
nel frattempo gli occhi di Rukawa rimangono sempre marroni, e questo
continua a confondermi. Non sono molto bravo come detective, non ho la
più pallida idea di chi mi abbia scritto gli auguri per il
compleanno. Quest’anno però anch’io,
stranamente ho un fan club, devo dire che le ragazze sono meno invasate
di quelle del fan club del volpino, ma sono uno spasso, spesso si
mettono a battibeccare su chi sia il più bello. In questi
giorni ho visto Ru Ka e Wa molto strane, discutono di continuo sul
colore degli occhi della volpe, e questo mi confonde ulteriormente.
Quel ragazzo se
fosse possibile è diventato più schivo di prima,
siamo agli esami di metà anno e lui si è piazzato
in alto in tutte le materie, ha solo dei problemi in inglese, in cui ha
fatto schifo, oltre che l’idolo delle ragazze adesso
è anche un secchione? Io ho raggiunto la sufficienza in
tutte le materie, il basket è diventato una cosa seria. Le
uniche risse che mi permetto sono quelle con Kaede, ma devo aprire una
battuta di caccia ogni volta, perché si è reso
introvabile. A pranzo sparisce, a lezione non possiamo, e agli
allenamenti abbocca di rado alle provocazioni.
Oggi
c’è un’amichevole con il Kainan e mia
sorella mi ha promesso di venirmi a vedere, lo spero proprio, anche se
probabilmente comincerà a picchiare le mie fan, e questo
potrebbe essere un interessante diversivo. Queste cacchio di lenti a
contatto colorate mi stanno facendo dannare, le sopporto male e devo
ricordarmi di grattarmi in viso delicatamente o le faccio cadere. Ho
ridotto le risse con il rossino al minimo, l’ultima prima di
questa decisione è stata imbarazzante, spero lui non si sia
accorto che sono quasi venuto nei pantaloni quando nella foga ha
strusciato il suo bacino contro il mio, devo ringraziare il mio
autocontrollo se non l’ho baciato di fronte a mezza scuola.
Arriva la squadra
del Kainan guidata dalla guardia tiratrice Jin, e quella bertuccia
urlante di Kyota mi si avvicina sbraitando qualcosa sul fatto che mi
batterà e menate del genere, se solo sprecasse meno energie
in cazzate del genere sarebbe un avversario degno di questo nome,
così come Hanamichi, ma il rosso ha decisamente abbassato il
tiro delle sue menate e alzato il suo livello di attenzione al gioco, a
quel ritmico tum cha.
Dopo i soliti
convenevoli pre riscaldamento guardo verso il pubblico e individuo la
mia gemella con un enorme sorriso e le mie fan sono imbavagliate e le
scruta in modo minaccioso. Ho paura quando fa così, la vedi
in pista che balla soave o fa piroette femminili, e poi fuori
è forse più manesca di me. Indossa la giacca
della sua scuola e una maglietta rossa Shohoku sotto, giusto per non
dare la soddisfazione di capire per chi stia tifando. Senza le esaltate
capo clack il tifo sembra rivolto alla squadra e non più
alla mia persona, devo fare una statua a Kiku. Il rossino sembra
reagire in maniera positiva a questo ritrovato tifo che riguarda la
squadra. Mia sorella per condire tutto si rivolge nella mia direzione e
fa il gesto del cuoricino con le dita indicandomi, e in questo momento
vorrei sotterrarmi perché mi si affianca Sakuragi
“La tua ragazza ha fatto fuori le tue fan?” mi
chiede ed io riesco ad articolare solo “Sorella” e
lui mi guarda stranito “sorella cosa?” mi
schiarisco la voce “Quella pazza è mia
sorella” lui comincia a ridere senza un apparente motivo e mi
colpisce con uno scappellotto, reagisco d’istinto e
cominciamo la solita rissa, sotto gli occhi esasperati di Ayako che
però non interviene, a farlo è la seconda manager
“Ora basta fare i bambini, a fare il riscaldamento
filare” siamo così stupiti dalla presa di
posizione della piccola di casa Akagi che smettiamo il nostro
passatempo preferito dopo il basket e corriamo a riscaldarci come bravi
giocatori. Dal pubblico si sente un fischio, “Sei stata una
gran figa”, purtroppo riconosco la voce soave che ha urlato
questa frase.
La partita parte
con un run and go ai limiti della nostra velocità, sappiamo
che dobbiamo evitare che Jin tiri, è il degno avversario di
Mitsui che per nostra sfortuna però è riuscito a
diplomarsi, e i tiri da tre fanno tanto male. La difesa gira bene, ma
loro non sono da meno, anche la bertuccia urlante sembra aver messo del
sale in zucca, e mi sta facendo dannare. Uno scontro in aria e finisco
steso a terra, la vista mi si appanna per qualche secondo e poi riesco
a mettere a fuoco la figura di Sakuragi che mi alza come se fossi una
ragazzina di quaranta chili e mi deposita sulla panchina senza dire
niente, rimaniamo a fissarci negli occhi e lui sembra arrabbiato con me
come non lo era da tempo.
Vengo raggiunto da
mia sorella in panchina che si fa strada travolgendo chiunque.
“Dede te l’ho sempre detto che il basket
è brutto” esordisce “ti sta bene che ti
sia fatto male”. Mi supporta come al solito la mia dolce
sorella maggiore. La seconda manager arriva con del ghiaccio e mi dice
di metterlo sul bernoccolo che mi sta crescendo. Nel frattempo non so
cosa abbia detto Kiku all’allenatore ma è piazzata
accanto a me in panchina. “Ci vediamo dopo un mese e mi
svieni?” mi chiede adesso a bassa voce “scontro,
gomito, occhio” lei ride piano e mi carezza la testa con una
strana delicatezza. “Carina la manager che vi ha
fermato” . Non riesco a collegare quello che mi sta dicendo,
sto guardando la partita e sembra che il fatto che io sia in panchina
abbia infervorato Sakuragi che sta giocando come un dio, che non lascia
niente agli altri. Il Kainan sta cominciando a faticare grazie alla
pressione del nostro centro sotto canestro. “Il
rosso?” mi chiede “Si” sospiro e lei
comincia a ridere in modo sguaiato, in questi momenti non sembra
nemmeno possibile il fatto che abbiamo in comune i genitori.
L’Akagi si avvicina a noi “Va meglio
Rukawa?” e al posto mio risponde mia sorella “Ora
che ho incontrato te di sicuro”. In questo momento vorrei
sotterrarmi, e la manager arrossisce fino alla punta delle orecchie al
complimento appena ricevuto. “ho una sorella
demente” borbotto “Io sto meglio, posso riprendere
a giocare” le dico e lei sembra ancora bloccata, nel
frattempo si avvicina anche Ayako “Il coach ha detto che devi
riposare, per oggi non rientri, hai preso una bella botta” mi
passa uno specchietto e non capisco questo gesto. “Che
succede?” le chiedo “Le lenti, cretino”
mi porto una mano alla bocca e controllo, ne è caduta una,
ormai è fatta, tolgo anche l’altra.
“Partita” dico e le tre ragazze mi guardano e mia
sorella traduce “smettete di parlare per favore vorrei
guardare la partita. Mio fratello non ha un grande
vocabolario” le rispondo un un grugnito, non la sopporto
quando fa così.
La partita si
conclude 89 a 88 per il Kainan, e questo fa sperare bene per il
campionato.
Kanagawa 05/10
Maledetto volpino, erano
delle lenti a contatto colorate, lo odio di cuore, perché
coprire i suoi occhi e poi non credo a questa cazzata della sorella,
quella è la sua ragazza, mica si somigliano così
tanto, cioè lei è bellissima e lui è
un cesso. Chi voglio prendere in giro, quel ragazzo è
bellissimo, e quegli occhi marroni me lo facevano apparire
più abbordabile, più vicino, e invece no i suoi
occhi sono blu, profondi, e ogni volta sembra di affogarci dentro.
Ho letto qualcosa
su Marte, intanto è un dio che ha due forme una è
Ares, ed è caos puro, guerra fine a se stessa, e la mia
spasimante non lo ha scelto, ha scelto Marte che è un dio
della guerra per proteggere, non so come spiegarmi, non sono molto
convinto di essere un dio, e soprattutto della guerra, in quella sono
un gran fallito. Ieri alla partita ho fatto bella figura e stamattina
mi sto dirigendo verso la scuola da solo, vengo raggiunto solo da Yohei
“Ciao amico” mi saluta “Ciao”
rispondo svogliatamente, mi ha interrotto mentre pensavo alla mia
spasimante. “che succede?” diretto come al solito,
tra noi non ci sono moine o giri di parole “Non lo so, ieri
ho guardato un porno” il mio migliore amico non dice nulla fa
solo un cenno come ad incoraggiarmi a parlare “finalmente mi
sono eccitato, ma è successa una cosa strana, non so,
cioè” penso di essere arrossito sento caldo alle
guance e alla punta delle orecchie “lo sai che puoi dirmi
tutto” mi incoraggia “Ad un certo punto
mentre…” lui annuisce “Su Hana, siamo
abbastanza grandi da sapere cosa stavi facendo” mi sorride
“ok, mi sono immaginato al posto di lei, non al posto di lui,
non capisco, mi piacciono le femmine, mi devono piacere”
guardo in volto Yohei e lui continua a sorridermi
“perché ti devono piacere? Magari alcune ti
piacciono, e magari vorresti anche provare con un ragazzo e non sarebbe
sconvolgente, o vuoi veramente decidere in base a quello che
gli altri pensano sia giusto?” continuo a non riuscire a
seguire il suo discorso. “Hana, ti voglio bene ma sei ottuso.
Quella scrittura non era da femmina. Piaci ad un ragazzo, non so chi
sia ma ne sono quasi certo. Sarebbe veramente un problema per te? Lo
sai che la mitologia che nomina è su un popolo che non aveva
nessun vincolo di eterosessualità imposto? Io sono stato
solo con ragazze e mi piacciono, ma tu sei ancora ad una fase di
scoperta, non precluderti niente, io ho fatto le mie prove, e non mi
piacciono i ragazzi, ma anche il fatto che tu abbia smesso di ricordare
i sogni è strano” lo lascio parlare come al solito
è lui quello saggio, io sono quello forte. Sono confuso da
morire adesso e lo sappiamo entrambi “Devo..:” e
lui mi interrompe “farti un esame di coscienza, ma devi
essere sincero, almeno con te stesso, perché non voglio che
tu stia male, ti voglio bene come se fossi mio fratello.”
sospiro “Sei mio fratello” e lui mi sorride, quando
entriamo nel cortile vengo sommerso da un gruppo di ragazzine del primo
anno che mi danno lettere e regalini e sono stupito, accetto tutto,
oggi sarà una giornata estenuante, e ora come mi comporto?
Tutte le ragazze fino ad adesso mi hanno snobbato.
Sul banco trovo un
fogliettino con un disegno, sono ancora una volta io, a colori, un A4,
il tratto è molto bello, sembra che stia prendendo un
rimbalzo con un taglia fuori perfetto e quello dietro sembra il
bestione del secondo anno del Kainan che mi marcava ieri, riconosco lo
stile è lo stesso del regalo di compleanno.
Per tutto il giorno
vengo chiamato da qualche ragazza che mi fa la confessione di amarmi e
cose simili, e non capisco cosa sia successo, sono veramente confuso
adesso, e nonostante tutto non riesco a dire si a nessuna
dichiarazione.
Verso
l’ora del pranzo vedo il volpino dare un foglio ad Haruko,
lei arrossisce e lui sembra stia lanciando qualche insulto. Questo
è tutto molto strano, e mi fa perdere completamente le
staffe, mi lancio sul mio nemico a tradimento, non mi vede nemmeno
arrivare e non vede il montante che lo colpisce al mento e lo fa
scivolare indietro, ma il maledetto riesce a mantenere parte del suo
equilibrio, si sbilancia ma non cade, e risponde pugno su pugno, con
una forza che quasi non ricordo, gli occhi sono di nuovo coperti da
quelle cazzo di lenti marroni e questo mi fa incazzare ancora di
più, mi assesta un one inch punch* che mi fa volare indietro
di qualche metro, proprio mentre ero distratto dalle lacrime che
scivolano sulle sue guance candide, e che fa un male pazzesco, quasi
quanto vederlo parlare con Harukina cara. Questa distanza lo fa
allontanare proprio mentre suona la campanella che decreta
ulteriormente la fine della nostra rissa, appena in tempo per non
essere visti dalla vicepreside, rientriamo nella nostra classe come se
nulla fosse accaduto, ignorandoci come sempre. Il mio banco
è davanti al suo, si accomoda al suo posto prima di me e
mette la testa tra le braccia appoggiate al banco. Mi ritrovo a
guardare quella folta capigliatura nera, gli invidio i capelli,
così neri e lucenti, mentre io ho questo color semaforo, che
tutti pensano sia solo un mio sfizio personale, ma è solo
genetica. Piangeva, devo proprio avergli fatto male stavolta, ma quando
l’ho visto parlare con lei ho smesso di ragionare, dovevo
picchiarlo a tutti i costi.
Odio Haruko Akagi
con tutta la forza che ho in corpo, e odio anche Kiku, quella maledetta
mi ha fatto portare alla babbuina per antonomasia il suo numero
perché la trova carina, deve essere il clima del Kainan,
deve avere qualche influenza negativa sui neuroni funzionanti. Mia
sorella mi ha costretto, dopo una scommessa che ho perso a dare quella
busta alla Akagi, è stato umiliante, e non è
finita, ha pure fatto incazzare Hanamichi, non picchiava
così forte dallo scorso anno in questo periodo, cacchio ho
il viso che mi pulsa, e vederlo arrabbiato perché si
è fatto chissà che film su me che mi dichiaro
alla sua Harukina mi ha fatto più male dei suoi pugni, la
delusione sul suo volto, la rabbia, mi sono sentito colpevole di
qualcosa che non ho fatto. Mi sento uno straccio, e non è
una questione fisica, sono bravo con le risse, ma non riesco a
sopportare il suo odio nei miei confronti, mi devo riprendere per gli
allenamenti, quelli devono essere perfetti, niente di meno.
La campanella
decreta la fine della tortura scolastica, oggi pomeriggio a tutto
questo si è unita la materia che odio di più a
distruggermi il morale e il fisico. Mi dirigo sul campo, mi cambio, il
polsino nero al braccio, questo polsino me lo ha regalato Kiku, e vista
la giornata e le sue colpe non lo metterei ma poi mi sentirei nudo,
come se mi mettessi a giocare in mutande, o peggio.
L’allenamento
ha un’atmosfera del tutto surreale, io e il rosso
collaboriamo, ma forse grugnisce lui più di me, e io sono
noto per i miei monosillabi. Stranamente non si sente la
caciara del pubblico, finalmente direi, e riusciamo a
elaborare qualche schema in più da aggiungere al nostro
notorio run and go, non possiamo solo giocare di velocità, a
livello nazionale ci sono squadre che fanno lo stesso ma lo fanno
meglio, e quindi dobbiamo puntare alla perfezione e
all’intesa nel gioco.
Alla fine
dell’allenamento vado a recuperare qualche birillo ho
intenzione di continuare col mio allenamento, ma vengo interrotto da
mia sorella, che dovrebbe essere al suo di allenamento sul ghiaccio a
farsi passare i bollenti spiriti. “Perché mi
perseguiti?” l’apostrofo, oggi sono proprio
arrabbiato con lei, che ogni volta riesce a farmi fare quello che
vuole. “Oh fratellino, mio adorato messaggero” mi
passo una mano sugli occhi, che frizzano anche per colpa delle lenti,
non riesce a mantenere il tono di voce basso.
“Perché non sei al palaghiaccio?” ripeto
“Diventerò zia” urla tutta contenta, la
guardo male, con lo sguardo peggiore che mi riesce e lei mi ride in
faccia mentre con un tono di voce più alto le dico
“E come di grazia, visto che sono frocio e
single?”, mi fa sempre perdere la cognizione del posto dove
ci troviamo, non riesco a ragionare mentre dice queste stupidate.
“Ma non sei tu il padre, è Shiro il padre, diventa
padre, e io sarò la zia del bambino” mi sto
trattenendo dal prenderla a sberle in mezzo alla palestra.
“Il silenzio, ti hanno visto quelle esaltate e hanno ancora
paura?” le chiedo e lei annuisce “Speravo ti
uccidessero” le confesso candidamente, mi fa essere fin
troppo logorroico, quindi mi giro e mi dirigo al canestro
più lontano da mia sorella.
Il volpino non deve
avere tutti i venerdì, oggi è veramente
insopportabile anche se gli allenamenti sono andati bene, ho messo da
parte la mia rabbia contro di lui e l’ho usata per fare
meglio nello sport, non posso farmi influenzare in questo da quella
nullità. Alla fine dell’allenamento vado nel mio
solito angolo a fare i fondamentali, so che sono la parte noiosa ma
più utile per questo sport, la memoria muscolare mi
permetterà di diventare il genio che professo di essere
dallo scorso anno. Anche oggi c’era la pazza della partita e
il Rukawa shinetai si è zittito appena è entrata,
e siano lodati gli dei quelle deficienti non hanno sbriciolato le palle
con i loro urletti per quello stronzo. Nel silenzio della palestra
riesco a sentire i loro discorsi, e, ma se si definisce frocio
perché ha una ragazza e si è dichiarato alla mia
Harukina? Sono sempre più confuso, parlano di un tizio e lui
le ha augurato la morte, sarà geloso?
Mi metto a
palleggiare, lo so che nessuno si aspetta che un centro sia bravo a
palleggiare, ma io non voglio essere uno qualunque, lo sono fin troppo
in tutto il resto. Haruko si è cambiata ed è
tornata in palestra “Hanachan ricordatevi di chiudere bene,
ho lasciato aperta la cesta infondo” e io le sorrido
è proprio carina “Si Harukina cara, non ti
preoccupare il Tensai si occuperà della chiusura”
lei viene raggiunta dalla pazza della partita che arrossisce, e a
guardarla bene ha lo stesso taglio d’occhi volpino di Rukawa.
Palleggio in movimento e mi avvicino per ascoltare cosa si dicono
“Mi fratello ti ha dato il mio numero?” le chiede e
la manager annuisce “Si me lo ha dato Rukawasan”
l’altra sorride “Dai ti offro un dolcetto, sei
stata perfetta ieri a dividere quel testone dal rosso” la mia
amica mi sembra titubante “Non ti mordo
tranquilla”. “Sei la seconda persona nella mia vita
che si dichiara, ed è strano, sei una ragazza” la
risata della ragazza volpe è piacevole infondo
“Noi Rukawa siamo noti per avere i nomi che iniziano con K e
per non riuscire ad essere incasellati. A proposito, ora che quelle
squilibrate hanno sentito che a mio fratello piacciono i maschi
succederà casino?” Vedo la mia prima cotta delle
superiori pensarci. “Ne parliamo davanti al
dolcetto?” e l’altra annuisce “Si,
andiamo” la incita e si allontanano lasciandomi la
curiosità di sapere cosa pensa possa succedere a Kaede. Ora
siamo nuovamente soli, io lui e il campo da basket, mi ignora, e la
pazza è realmente sua sorella, e ha invitato ad uscire
Haruko? Ma che sta succedendo in questo posto? Prima era tutto chiaro
io amavo lei, lei amava lui e lui faceva la diva, ma ora si scopre che
lui è omosessuale, io e lei siamo amici e lei va a prendere
un dolcetto con la sorella di Rukawa. Continuo con i miei fondamentali
fino a quando il volpino mi raggiunge, gli occhi sono ancora nascosti
dalle lenti a contatto marroni, non so per quale cazzo di motivo li
nasconda. “One to one Dohao?” una frase completa in
mia direzione dopo giorni di grugniti e di sue fughe. “Ti
straccio” ribatto.
Le regole implicite
tra noi sono che utilizzeremo metà campo, e che per poter
tirare dopo aver preso il possesso palla bisogna uscire
dall’area dei tre punti e si arriva a ventuno.
“Palla ai perdenti” gli passo la sfera arancione e
lui comincia a palleggiare in direzione del canestro, lo raggiungo e ne
scaturisce una lotta serrata a poca distanza, sono così
vicino che posso sentire il profumo del suo shampoo e questo mi
distrae, come fa a non puzzare dopo due ore di allenamento lo sanno
solo gli dei, va a canestro e io mi piazzo davanti a lui, i nostri
corpi impattano e cadiamo a terra entrambi ma la palla va a segno, e
lui vince portandosi a ventidue a quindici, sento la tensione calare e
lui è sdraiato a terra con le braccia allargate.
“Baka Kitsune, vincerò la prossima
volta” lui sospira e mi risponde “sogna”
e senza rendermene conto “così è
veramente tua sorella” gli dico e lui mi risponde con il suo
immancabile “Hn” che alla fin fine può
voler dire di tutto. “Hai fatto coming out davanti alle tue
fan” gli ricordo e sento per la prima volta una risata
rilassata, un suono basso piacevole. “spero così
evaporino” dice con tranquillità “ma non
ti vergogni, ma i tuoi? Ma gli altri?” sono shockato del modo
in cui sta vivendo questa cosa “I miei lo hanno saputo appena
l’ho capito, e l’ho detto dopo Kiku, lei ha fatto
coming out molto prima di me. Non mi vergogno, sono così e
del giudizio di chi non mi vuole bene non me ne fotte proprio
niente” ci conosciamo da un anno e penso di aver sentito
più parole uscire da quelle labbra oggi rispetto a quelle
che ha detto fino ad adesso sommate insieme. “Come
l’hai capito” devo essere stanco se chiedo a lui
cose del genere, ma oggi sembra così umano, non gelido come
al solito, ha gli occhi chiusi e i capelli scuri sparsi sul parquet, io
sono seduto a gambe incrociate che cerco di capire perché mi
sia messo a parlare con la persona che più odio su questa
terra. “Mi sono accorto di fare fantasie sui ragazzi, ma in
casa non ci sono mai stati tabù, sii chi sei, non ti
cambiamo.” si lecca le labbra e rimango ipnotizzato dal
leggero passare della sua lingua, e la mia bocca si prosciuga.
“Perché?” mi chiede. “Volpe
perché cosa?” lui sbuffa “che ti
interessa?” diretto come al solito, non è uno che
perde tempo in chiacchiere “Che vuoi che ti dica Kitsune, sei
più socievole del solito, non lo so davvero mi è
venuta così”.
Mi alzo in piedi
“Forza dobbiamo chiudere”, lui si alza lentamente
stirando i muscoli e questo mi fa avere una reazione inaspettata, mi
sono appena eccitato. Metto via tutto alla velocità della
luce e lui sembra frastornato quando ci troviamo fuori dalla palestra
vicino alla sua bici “Alla prossima” lo saluto
dileguandomi a corsa.
Parole
Sparse
Stavo scrivendo 31
aprile… questo dovrebbe fungere da giustificazione alla mia
idiozia… o forse no. Poi con l’aiuto di Cathy ho
anche capito che stavo scrivendo un’ulteriore boiata, la
golden week. Sono un caso umano...
*Montante: pugno
dal basso verso l’alto tipico della boxe.
one inch punch:
premettendo che ho provato a tirarlo al saccone e fa male se non dato
bene, e per imparare la tecnica ci vuole del tempo perché
è un pugno che coinvolge il polso, si tratta di un pugno a
breve distanza da qua one inch, un pollice come unità di
misura, è un pugno esplosivo in fatto di forza, ed
è dato con tutto il corpo, sfruttando peso e
velocità col braccio quasi fermo.
Ok, non so
perché mi sia preso di rivalutare la babbuina che odio alla
follia.
Kiku mi sta
prendendo la mano…
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3864624
|