Twin Stars Week

di Wolfgirl93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 0 - Ground Zero ***
Capitolo 2: *** Day 1 – Fantasy AU ***
Capitolo 3: *** Day 2 – Drinking/Drunk ***
Capitolo 4: *** Day 3 – Quirkless AU ***
Capitolo 5: *** Day 4 – Injury/Wounds ***
Capitolo 6: *** Day 5 – Flower ***
Capitolo 7: *** Day 6 – Hanahaki ***
Capitolo 8: *** Day 7 – Weeding/ Proposal ***



Capitolo 1
*** Day 0 - Ground Zero ***


Day 0 – Ground Zero

 

 

Quando Katsuki entrò in casa non si aspettava di certo di sentire tutto quel silenzio, suo marito sembrava essere riuscito a far calmare il bambino e come minimo adesso stava cercando di restare immobile così che il poppante non si svegliasse.

L’idea di avere un figlio era stata reciproca, alla fine non era strano per un Alpha e un Omega sentire certe tipi di istinti e visto che l’istinto di Izuku era chiaro su ciò che voleva, Katsuki decise di assecondare quella sua fantasia e dopo quasi un anno era nato Toshinori.

Il bambino era un concentrato di energia e di corde vocali visto che quando non dormiva le sue urla era udibili anche fino alla città dopo, molte notti i due erano stati svegli per coccolare il bambino per per un motivo o per un altro stava piangendo disperato invece di dormire e farli dormire.

 

Quella notte Toshi aveva dato loro pace ma aveva deciso di terminare quella troppa calma verso le 6 di mattina quando ha iniziato a piangere per le coliche al pancino, prima di andare a lavoro Katsuki si era goduto l’immagine di suo marito che canticchiava una vecchia canzone mentre cullava il loro bambino fra le braccia, solo vedendo quell’immagine capì che era fortunato, aveva tutto ciò che desiderava e non poteva chiedere di più.

 

Decise di camminare piano per caso alla ricerca della sua famiglia, notò dei piatti sporchi e quindi capì che Izuku era riuscito a mangiare nonostante i capricci di Toshinori, quando però entrò nella stanza del bambino si sorprese di non vedere i due lì.

Fece dietro front con un cipiglio alzato e accelerò appena il passo per dirigersi verso la loro stanza, trovò la porta semichiusa e quando l’aprì osservò quello spettacolo per almeno cinque minuti prima che due occhi verdi incontrassero i suoi: Izuku era sdraiato sul loro letto, vista la calura estiva indossava una semplice canotta con la stampa della sua iconica ‘x’ arancione sul petto, sotto dei semplici boxer – i suoi boxer preferiti che però stavano fin troppo bene al suo Izuku -, al fianco di suo marito poi c’era Toshi, il bambino era placidamente addormentato ma anche lui aveva seguito lo stile della madre visto che indossava una tutina a tema Ground Zero e dormiva di un cuscino con l’immagine di una delle sue granate, quei due lo avrebbero fatto morire un giorno.

 

Izuku gli sorrise quando lo vide e si stiracchiò piano muovendosi con cautela cercando di non svegliare il bambino. “Ben tornato.” La sua voce era impastata dal sonno e Katsuki lo trovò ancora più bello del solito; azzerò la distanza fra loro e dopo essersi seduto sul letto si abbassò per baciare le labbra di suo marito prima di fare una lieve carezza a suo figlio.

 

Lasciarono Toshinori nel letto, misero dei cuscini per non farlo muovere troppo e il baby monitor acceso in caso si fosse svegliato, quando entrarono in salotto Izuku sbadigliò rumorosamente prima di stiracchiarsi e mettersi sul divano accanto al suo Kacchan.

“Com’è andata oggi?” Chiese dolcemente mentre l’aria fresca del condizionatore li accarezzava.

“Come al solito ma c'è stata una cosa che mi ha sorpreso...” Disse cercando di nascondere una risatina mentre guardava Izuku.

“Cosa?” Il Pro-Hero numero uno lo guardò confuso.

“Non pensavo di tornare a casa e trovare due fan sfegatati nel mio letto, tra cui un dolce Omega con i miei boxer preferiti addosso.” Lo stuzzicò allungando una mano – fin troppo calda – a sfiorare le cosce nude di Izuku.

“Beh ti sorprendi per poco, dovresti pensare al fatto che hai messo la tua firma persino sugli spazzolini e Toshi ne ha uno e persino sui vibratori.” Dopo quell’informazione le guance di Izuku divennero bollenti, forse aveva parlato troppo.

“Oi oi… Mi stai dicendo che ne hai comprato uno?” Chiese Katsuki stupito ma anche fin troppo interessato da quella notizia.

“Toshi sta piangendo devo andare, tu non lo senti ma sono cose che solo una madre può sentire!” Fu così che Izuku sfuggì almeno quella volta ma il biondo era deciso a scoprire la verità e sarebbe arrivato in fondo a quella faccenda.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Day 1 – Fantasy AU ***


Day 1 – Fantasy AU 

 

 

I fiori diventavano sempre più belli durante l’estate, gli occhioni verdi di Izuku li fissarono mentre scriveva nel suo taccuino i nomi dei fiori e il loro cambio di colore, voleva diventare un guaritore come sua madre e conoscere erbe e fiori gli sarebbe servito.

Si spostò all'ombra di una grande quercia per ripararsi dal sole cocente, tirò fuori la sua borraccia e un piccolo fazzoletto dove vi aveva avvolto del pane e del formaggio; nonostante la calura di quel giorno fosse insopportabile il ragazzo non demorse, dopo aver bevuto decise di riordinare la sua sacca, aveva preso qualche prova del cambiamento di certi fiori e voleva mostrali a sua madre visto che lei era impossibilitata a muoversi.

 

Un fruscio dietro il ragazzo lo fece scattare in piedi, portò velocemente una mano al coltello che gli avevano regalato e osservò l’ambiente in cerca di qualche intruso di qualche animale selvatico che magari lo aveva seguito per colpa dell’odore del suo pranzo; un ringhio provenì alle sue spalle e Izuku ebbe solo il tempo di estrarre il coltello prima di sentire qualcosa di freddo contro la gola.

“Dannazione Deku! Ti ho dato un fottuto coltello proprio per proteggerti, se fossi stato un puma o qualche altro animale saresti diventato il mio pasto in meno di un minuto!” Ringhiò il biondo rinfoderando al sua spada mentre borbottava imprecazioni e gli lanciava occhiatacce.

Izuku si calmò nel notare il suo compagno e alzò appena gli occhi al cielo a quelle sue parole “Sarei stato in grado di difendermi, so come scacciare quasi ogni animale e anche se si fosse avvicinato troppo avrei potuto farlo allontanare in poco tempo.” Non era convinto di ciò che diceva ma non voleva che Kacchan continuasse a considerarlo inutile o peggio.

Il re del regno dei draghi alzò gli occhi rossi al cielo e si infilò due dita in bocca per fischiare, osservò Izuku con ancora il cipiglio alzato poi rimane immobile quando l’aria venne sferzata dalle grandi ali del drago rosso del re.

“Torna al castello con me.” Non era una richiesta e Izuku lo sapeva bene, soprattutto perché era sgattaiolato fuori senza dire nulla al re.

Le labbra del curatore si schiusero ma Katsuki lo bloccò prima che potesse parlare. “Non sei più solo il curatore del tuo villaggio e del castello, sei la mia consorte e che ti piaccia o no il tuo posto è al mio fianco!” Quell’unione era avvenuta quasi un anno fa e Izuku piano piano aveva scoperto che Kacchan non era così tremenda come sembrava e quel sentimento che sentiva crescere nel petto stava prendendo il nome di amore.

“Va bene, Kacchan.” Borbottò Izuku prima di afferrare la mano del biondo e salire con lui sul drago, quando l’animale prese il volo Izuku osservò il mondo dal cielo e sorrise, non si sarebbe mai abituato a quella sensazione. “Ah sai oggi ho trovato questa pietra e mi ha ricordato te.” Disse dolcemente passando con delicatezza la piccola pietra rossa nelle mani del re.

Katsuki la osservò curioso e un sorriso furbetto gli si formò sulle labbra nel riconoscere che pietra fosse. “Oh mi hai regalato una pietra degli amanti.” Spiegò prima di voltare il busto verso il più piccolo e ammiccare. “Si dice che porti fertilità, passione e che se tenuta nel letto aumenti il desiderio sessuale. Devo pensare che hai bisogno di più attenzioni, Deku?” La voce di Kacchan era diventata bassa e roca e aggiunta a quel soprannome – che Izuku aveva iniziato quasi ad adorare – lo aveva fatto diventare rosso come un peperone.

“Non è così! Ho solo pensato a te perché è rossa!” Quasi urlò mentre il suo viso assomigliava ormai ad una fragola matura.

Kacchan ridacchiò e lo baciò con passione interrompendo il flusso continuo dei suoi pensieri, quando si allontanò dalle sue labbra gli posizionò la pietra di fronte al viso e fece un sorrisetto “Se ti piace tanto ti farò fare un ciondolo ma poi non prendertela con te quando mi implorerai di non farti più uscire dal nostro letto!”

 

Il volo con il drago continuò e l’aria si riempì di versi imbarazzanti e indignati e di una fragorosa risata, il re e la sua compagna stavano tornando al loro regno.

 

 

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Capitolo 3
*** Day 2 – Drinking/Drunk ***


Day 2 – Drinking/Drunk 

 

Izuku non era il tipo che si lasciava andare troppo all’alcol, alla fine non era un grande amante del bruciore alla gola dopo una bevuta o del mal di testa che veniva la mattina dopo, eppure quella sera era stato costretto dalla sua sensei Mirko a seguirla in quel bar e forse non aveva fatto bene i calcoli visto che a pochi tavoli di distanza vi era Ground Zero in tutto il suo splendore.

Izuku era diventato un eroe in poco tempo, era andato alla Shiketsu e quando aveva fatto il suo tirocinio era stato adocchiata da Mirko proprio per il loro quirk simile, anche Deku – quello era il suo nome da hero – aveva un quirk basato sulle abilità di un coniglio, le sue orecchie erano verdi come i suoi capelli ma pendeva verso il basso, la sua coda era morbida e le sue gambe erano forti e atletiche per aiutarlo nei calci una sua specialità.

Da quando aveva fatto il tirocinio con l’eroina si era trovato bene e si era fatto diversi amici, tra questi – se poteva considerarlo un amico – c’era Ground Zero, Katsuki Bakugou o meglio Kacchan come lo aveva chiamato lui.

Il biondo era un hero fantastico, super forte e anche molto sexy soprattutto per via del suo costume che lasciava poco all’immaginazione almeno di quei pettorali e di quelli braccia che Izuku avrebbe tanto voluto sfiorare.

 

“Eddai Izu! La notte è giovane e non ti lascerò uscire di qui senza aver bevuto almeno due bicchieri!” Mirko era una brava insegnante ma a volte non capiva che c’era un limite a tutto, soprattutto all’alcol che il ragazzo poteva bere, fu così che arrivarono al quinto bicchiere e mentre Izuku faticava a stare dritto lei invece era più sobria che mai.

Nonostante la mente del ragazzo fosse offuscata non riusciva a distogliere lo sguardo da Kacchan, lo vedeva imbronciato mentre i suoi senpai ridevano e scherzavano – forse anche lui era stato trascinato lì -.

“Sai dovresti parlargli e magari chiedergli di ballare.” Mirko lo sorprese e Izuku la guardò come se avesse appena parlato una lingua aliena. “Sto parlando di quel bombarono biondo, vai da lui, sembra che tu sia l’unico che tollera tra tutti, quindi fatti avanti!” L’albina non aspettò nemmeno una parola da parte di Izuku, lo spinse verso il tavolo del biondo e il ragazzino incespico qualche passo malfermo prima di accennare un sorriso imbarazzato con le guance rosse dal troppo alcol.

“B… Buonasera.” Iniziò il ragazzo salutando prima di sensei, quando poi spostò lo sguardo su Kacchan la sua mente era ormai quasi del tutto sgombra da ogni pensiero e provare a formulare una frase fatta fu quasi impossibile. “Ti va di ballare, Kacchan?”

Katsuki lo guardò sorpreso e scioccato, era ovvio che quello era tutto un piano, i suoi sensei sembravano volersi staccare la testa da quanto annuivano in approvazione e Mirko pochi tavoli più indietro gli stava facendo cenni con le mani come pollici alzati e persino un gesto che il biondo interpretò come ‘se provi a ferirlo ti sgozzo’ il tutto contornato da il solito sorriso della donna.

“Va bene...” Borbottò, non che avesse molta scelta e alla fine quel ragazzo non gli stava poi così tanto antipatico, aveva un buon quirk e allenarsi con lui era divertente visto che non faceva altro che saltellare qua e là schivando quasi ogni suo attacco.

 

Si ritrovarono ben presto in mezzo alla pista da ballo, Izuku stava ballando quasi appiccicato al biondo e quest’ultimo stava tentando in tutti i modi di non mostrare le sue guance rosse, ok forse quel ragazzo non gli era proprio indifferente ma alla fine lui era il grande Ground Zero e non poteva di certo cedere così facilmente giusto?

Peccato che Izuku non fosse per nulla d’accordo con lui, borbottò qualche frase sconnessa poi fissò il biondo negli occhi e lo baciò senza neppure aspettare una singola parola da parte dell’altro.

Katsuki rimase impietrito per qualche secondo, si sentiva ferito nell’orgoglio a essere stato baciato e non ad avere preso l’iniziativa ma il sapore di Izuku mischiato all’alcol era buonissimo e ogni rimpianto passò in secondo piano.

Rientrarono a casa assieme, Katsuki era sobrio mentre Deku era ormai diventato una sottospecie di tappeto appoggiato alla sua spalla, lo mise a letto e si mise al suo fianco sorridendo appena, sarebbe stato bello vedere la sua reazione al mattino.

 

Quando Izuku aprì gli occhi la prima cosa che notò oltre il mal di testa fu una stanza che non conosceva, le sue orecchie si mossero appena e lo fecero voltare di scatto nel sentire un secondo respiro nella stanza, quando i suoi occhi videro Katsuki ecco che l’urlo poco virile gli uscì senza preavviso facendo svegliare di soprassalto il biondo che dopo un’imprecazione cadde dal letto.

“Porca puttana che cazzo urli sono le sei di mattina!” Adesso era lui che stava urlando ma non gliene importava.

“S...Scusa è che non mi aspettavo di svegliarmi qui… Con te.” Ammise Izuku con le guance rosse “Cioè non che io mi stia lamentando eh...” Si corresse subito prima di prendere le sue orecchie e coprirsi buona parte del viso.

Katsuki cercò di comprendere quei discorsi e alzò gli occhi al cielo sbuffando, quel ragazzino era fin troppo tenero persino quando faceva lo stupido; con un gesto fluido si rimise sul letto e spostò quelle orecchie – fin troppo morbide – dal viso del ragazzo, gli sorrise divertito e lo baciò dolcemente osservando poi la sua reazione.

“T...Tu mi hai ba...”

“In realtà sei stato tu a farlo ieri sera ma sì per oggi l’ho fatto io.”Inutile dire che si sentiva fin troppo vittorioso nel vedere quel viso arrossato e quel sorriso dolce mentre Izuku sembrava ricordare sprazzi della sera prima, forse l’uscita con i sensei non era stata pessima come pensava e visto che avevano entrambi il giorno libero forse quella giornata sarebbe stata anche meglio di come era iniziata.

 

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Capitolo 4
*** Day 3 – Quirkless AU ***


Day 3 – Quirkless AU 

 

Lavorare come pediatra era sempre stato il sogno di Izuku, si era impegnato tanto per raggiungere quello scopo e dopo vari fallimenti ci era finalmente riuscito; era stato preso come medico fisso al policlinico UA e sotto la guida di Toshinori Yagi si era ambientato nel reparto e fra i colleghi.

Si era persino trovato la sua cerchia di piccoli pazienti che venivano da lui con disegni e piccoli origami ogni volta che doveva visitarli, Izuku adorava i bambini ma una cosa che aveva imparato piano piano ad adorare era il nuovo fisioterapista che lavorava sul suo stesso piano; il pediatra lo aveva visto diverse volte di fronte alla macchina del caffè durante le loro pause pranzo ma nessuna volta era riuscito a parlargli per colpa della sua timidezza.

I giorni passavano e Izuku si sentiva sempre più preso da quel medico biondo senza un nome, o almeno fino a quel momento, un dottore che aveva già visto e che conosceva come Eijiro Kirishima, un ragazzone gentile con un perenne sorriso sulle labbra, chiamò il biondino facendo sorridere Izuku.

“Katsuki, dopo dobbiamo dividere la palestra, spero che la tua paziente non faccia come l’ultima volta, non ho davvero voglia di sentire le sue lamentele solo perché non potete restare soli.” Si lamentò Eijiro senza però perdere il suo sorriso.

Katsuki alzò gli occhi al cielo e buttò con fare stizzito il bicchierino ormai vuoto nel bidone “Come se io mi divertissi ad avere quella piattola sempre alle calcagna, capisco che abbia bisogno di riabilitazione ma io le farei dare anche una controllatina al cervello.” La voce del biondo era esasperata e forse un po’ troppo alta, ma nessuno glielo fece notare forse per non incorrere nel suo brutto carattere.

“Eddai non si dicono certe co… Oh ciao Izuku! Tutto bene oggi il tuo turno?”

Le guance del pediatra divennero rosse quando fu beccato in flagrante e fissare il biondo che ricambiò la sua occhiata con un sorrisetto.

“S...Sì tutto bene, tu?” Rispose Izuku avvicinandosi appena per non sembrare un vero e proprio imbranato.

“Tutto bene, conosci Katsuki, vero? E’ un mio collega, è qui da pochi mesi ma sa bene il fatto suo come se avesse anni di esperienza alle spalle.” Eijiro sembrava davvero convinto di quelle parole e Izuku non faticò a credergli, il biondo al suo fianco era alto ,slanciato e con dei muscoli delle braccia che avrebbero potuto fare invidia a migliore dei palestrati, era ovvio che fosse un bravo fisioterapista e il pediatra avrebbe tanto voluto farsi male solo per farsi toccare da quelle mani.

Izuku arrossì per i suoi stessi pensieri poi accennò un sorriso imbarazzato. “N...Non lo fatico a credere.” Si limitò a dire beccandosi un’occhiata eloquente dal biondo in questione.

 

Un'infermiera uscì veloce dal reparto per richiamare Eijiro che salutò entrambi dicendo al collega che lo avrebbe rivisto a breve prima di sparire nel reparto alle sue spalle, Izuku finì di bere il suo caffè poi buttò via il bicchierino, voleva andarsene ma avrebbe tanto voluto parlare con Katsuki ancora un po’, peccato che le sue doti comunicative erano pressoché nulle.

“Immagino che sia faticoso stare sempre chinati per restare ad altezza bambino.” Katsuki si era avvicina ad Izuku e ora erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.

“Non è troppo faticoso e poi adoro il mio lavoro.” Borbottò imbarazzato mentre cerca di guardare tutto tranne che il viso del biondo.

“Beh sai che mai avrai bisogno io sono disposto a farti fare qualche seduta di fisioterapia, magari potrei farlo gratis se venissi a cena con me.” Il sorriso sornione che gli rivolge il fisioterapista fu tutto tranne che innocente e le guance di Izuku divennero rosse come una fragola matura.

“Mi piacerebbe! La cena intendo!” Disse forse con un po’ troppo entusiasmo mentre gesticolava in preda all’ansia facendo ridere Katsuki.

“Questo è il mio numero e comunque l’idea della seduta di fisioterapia non era così innocente come pensavi.” Quelle furono le ultime parole che Izuku sentì, osservò Katsuki allontanarsi e tutto ciò che riuscì a sentire dopo fu il rumore del suo cuore che batteva all’impazzata e del suo cervello che elaborava ogni minima opzione a quella proposta andando sempre a parare a qualcosa di troppo poco casto.

 

La sera successiva ci fu la fatidica cena e nel dopo cena il pediatra scoprì che quelle fantomatiche sedute di fisioterapia forse sarebbero diventate la sua nuova droga.

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Capitolo 5
*** Day 4 – Injury/Wounds ***


Day 4 – Injury/Wounds 

 

Quando Izuku finalmente arrivò in casa sentì il peso di quella giornata scivolargli via dalle spalle, era notte fonde e cercò di fare più piano possibile mentre si addentrava nel buio del suo salotto fino al bagno dove il kit del pronto soccorso sembrava quasi attenderlo come ogni volta.

Non era strano che tornasse a casa con qualche escoriazione o qualche taglio, alla fine sapeva cosa lo aspettava quando aveva intrapreso la strada dell’eroe, il suo corpo era ormai costellato di cicatrici e lui cercava di vederle come una prova del fatto che fosse ancora vivo e non come un qualcosa che deturpava il suo corpo.

Quella sera però era andata diversamente, non si era minimamente accorto che i villain erano tre e quando si era distratto per bloccare i due con il suo Black Whip ecco che il terzo lo aveva ferito al fianco, in un primo momento, data l’adrenalina e la voglia di finire la missione, non si era minimamente accorto della profonda ferita che gli aveva imbrattato la hero suit, piano piano però aveva dovuto fare i conti con una una macchia si sangue che sembrava allargarsi a vista d’occhio e un dolore che gli invadeva il corpo ad ogni passo.

 

Aveva imprecato a bassa voce mentre si allungava per prendere la cassetta del pronto soccorso, Kacchan era cresciuto in quegli ultimi anni e aveva deciso di mettere gli oggetti più importanti un po’ troppo in alto tanto che il povero Izuku si era dovuto allungare sentendo quella dannata ferita pulsare.

Riuscì a sfiorare il bordo di latta della cassetta ma dopo pochi secondi qualcuno gliela sfilò di mano, quando si voltò trovò due occhi rossi ancora leggermente assonnati che lo guardavano con paura e rabbia.

“Che ne è della regola di svegliarci se succede qualcosa durante le missioni? Sei imbrattato di sangue e non solo hai macchiato il mio tappetino ma sei pallido come uno straccio.” Katsuki era furioso mentre osservava la tuta ormai macchiata di sangue del compagno, strinse i denti e dopo l’ennesima imprecazione a mezza bocca decise di agire. “Spogliati e non azzardarti a fiatare o giuro che ti faccio saltare in aria!” Ringhiò aprendo la cassetta del pronto soccorso per prendere l’occorrente.

Izuku si strinse appena nelle spalle e annuì, non disse nulla, sapeva che se avesse anche solo aperto bocca il biondo lo avrebbe fulminato con lo sguardo o peggio quindi cercò di attaccarsi a quel poco di spirito di sopravvivenza che gli rimaneva. Fece scivolare a terra la hero suit e sospirò nel notare quel brutto squarcio sul fianco, notò la pelle arrossata tutt’attorno e capì che forse quella volta non sarebbe bastato solo un cerotto per sistemare il tutto.

Katsuki schioccò la lingua stizzito mentre osservava la ferita per bene, prese del cotone imbevuto di disinfettante e iniziò a disinfettare la ferita stando attendo a non fare troppo male a Izuku, tolse buona parte del sangue secco e dello sporco e quando finalmente la ferita fu pulita si armò di pazienza e di ago e filo. Da quando erano diventati Pro-Hero si erano dovuti ingegnare avevano dovuto imparare le prime manovre di soccorso e anche i metodi per una rattoppo veloce prima di vedere uno specialista; il biondo mise un po’ di crema anestetica sulla pelle ancora sana e sperò che il compagno resistesse al dolore.

“Farà male, cercherò di essere delicato ma sappi che poi dovremmo andare all’ospedale perché non ho intenzione di farti morire per qualche infezione, sono stato chiaro?!”

“Cristallino.” Izuku non aveva mai perso il suo sorriso, nonostante il dolore era felice che Kacchan si preoccupasse per lui e l’idea che si occupasse lui della sua ferita lo fece sentire stranamente bene.

Peccato che quella sensazione di benessere durò poco visto che un dolore lancinante lo colpì quando l’ago affondo nella pelle, strizzò gli occhi e si strinse a Kacchan mentre l’altro con la mano ferma e gli occhi fissi sulla ferita continuava imperterrito a ricucirlo.

Gli ci vollero quasi dieci minuti per cucirlo completamente e quando finì disinfettò nuovamente il tutto prima di dare a Izuku un bacio sulla fronte e uno sulle labbra.

“Bravo ragazzone, ma sappi che sono ancora arrabbiato per la tua mancanza di giudizio, saresti dovuto andare in ospedale invece che venire a casa e soprattutto avresti dovuto svegliarmi!” Borbottò Katsuki con la fronte ancora appoggiata a quella del compagno.

Izuku sospirò piano e annuì lievemente. “Lo farò la prossima volta, te lo prometto.” Sussurrò lasciandosi crogiolare dal calore dell’altro, sarebbe voluto rimanere così ancora un po’ ma il biondo non era dello stesso avviso.

“Muovi il culo, andiamo in ospedale e domani chiamerò personalmente per dire che ti prendi una pausa di qualche giorno e non ammetto repliche! In più ho avuto un permesso di cinque giorni quindi ti controllerò.” Per quanto quella frase sembrasse una minaccia, Izuku sentì la preoccupazione e l’amore dietro quelle parole, Kacchan poteva mostrare a tutto la sua scorza dura ma sotto sotto era solo un grosso lupo con ringhiava ma non mordeva.

 

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Capitolo 6
*** Day 5 – Flower ***


Day 5 – Flower 

 

Katsuki era partito all’alba quella mattina, aveva lasciato il castello prima del sorgere del sole e aveva lasciato Izuku ancora placidamente addormentato nel loro letto, quel giorno era speciale, era il giorno in cui – quasi venti anni prima – avevano fatto amicizia da bambini; Katsuki non era un tipo che dava troppa attenzione a quei particolari, non era bravo con le date ma Izuku lo era fin troppo e vedere il suo viso rattristarsi solo perché lui dimenticava qualche data importante gli stringeva il cuore.

Era così che gli era venuta in mente quell’idea, chiamò il suo drago e dopo un volo di quasi un’ora verso le montagne innevate si ritrovò quasi sulla cima alla ricerca di quel dannato fiore.

Già perché Izuku aveva sentito parlare di un fiore raro uno di quelli che crescono ogni cento anni e che fioriscono solo nei luoghi più aspri e remoti e beh i suoi occhi si erano illuminati quando il loro mago di corte – Katsuki stava davvero pensando di usare il suo potere di re per cacciarlo dopo quella cosa – aveva detto al suo consorte che sì quel fiore esisteva, gli aveva mostrato un’immagine e gli aveva persino detto che quell’anno era perfetto per coglierlo; Izuku ovviamente non gli aveva chiesto quel fiore in regalo, il più piccolo era rimasto a fissare quell’immagine per quasi tutto il giorno e aveva passato fin troppo tempo con il mago a parlare di quel dannato fiore e delle sue proprietà.

Inutile dire che il re si era sentito messo da parte, non solo un fiore aveva catturato l’attenzione del suo consorte ma ora quest’ultimo passava anche troppo tempo lontano da lui proprio per parlare di quel dannatissimo fiore.

Katsuki emise un grugnito esasperato, avrebbe tanto voluto distruggere quella dannata pianticella ma la sola idea di poter vedere un sorriso smagliate sul viso di Izuku lo faceva sorridere, quindi eccolo lì in mezzo alla neve che gli arrivava fino alle inocchia mentre prova a cercare quel dannato fiore dai petali azzurri.

 

Aveva capito poco delle proprietà di quel coso, forse i suoi petali aiutavano a guarire o qualcosa del genere ma Izuku sembrava interessato per il significato che vi era dietro il nome del fiore, il nome che aveva detto Tenya – il mago – era Myosotis ma Izuku lo aveva chiamato con un nome più facile ‘Nontiscordardime’, Katsuki si era voltato giusto in tempo, dopo aver pronunciato quel nome le guance di Izuku si erano lievemente colorate di rosso e i suoi occhi avevano iniziato a brillare, sì Katsuki voleva continuare a vedere quell’espressione e avrebbe camminato per altri mille kilometri solo per vederla.

 

Il freddo era pungente e il re si chiese più volta come quel fiore potesse sopravvivere in un clima del genere, camminò per qualche altro passo poi finalmente tra la neve bianca notò qualcosa di azzurro, i suoi occhi rossi si assottigliarono e il suo passo accelerò; riuscì a fare solo due passi prima che un ringhio cupo lo fece fermare portando la mano sull’elsa della spada, quando voltò il viso si ritrovò a fronteggiare un leopardo delle nevi grande il doppio di lui.

Katsuki ghignò mentre iniziava ad estrarre la spada. “Sai sono già abbastanza incazzato stamani quindi se non vuoi essere fatto a fette ti conviene andartene!” Ringhiò fissando l’animale negli occhi.

Successe tutto troppo in fretta, l’animale balzò verso di lui e Katsuki riuscì in tempo ad estrarre completamente l’arma ma la neve si macchiò comunque di un colore vermiglio.

 

Izuku era agitato, quella mattina si era svegliato senza trovare Kacchan al suo fianco e nonostante avesse perlustrato l’intero castello, del re non vi era traccia, sarebbe stato normale se l’altro gli avesse parlato di andare a caccia o qualcosa del genere ma quel giorno non aveva nessuno programma e soprattutto quello era il giorno del loro primo incontro.

Il ragazzino fece avanti e indietro per la sala del trono, mentre a intervalli regolari, dei servi arrivavano per chiedergli se andasse tutto bene e se avesse bisogno di qualcosa.

D’un tratto, quasi verso l’ora di pranzo, il ruggito del drago del re irruppe della sala facendo uscire di corsa Izuku, una volta arrivato nello spiazzo fuori dal castello si ritrovò davanti uno spettacolo che mai avrebbe pensato di vedere: Katsuki era sceso dal drago con passo malfermo, aveva diverse ferite sul corpo ma comunque sul suo viso vi era un sorriso trionfante, Izuku quasi non fece caso ai fiori che l’altro teneva, solo quando il re glieli porse li notò e impallidì.

“Hai fatto tutto questo per… Me?” Chiese incredulo mentre spostava lo sguardo dal suo compagno ai fiori che teneva.

“Ovvio, mi butterei nelle fiamme dell’infermo per te, stupido!” Borbottò Katsuki con le guance lievemente rosse.

Izuku sorrise dolcemente e lo abbracciò si slancio stando attendo a non ammaccare i fiori e a non fare del male a Kacchan. “Ti amo, ma ora lascia che curi queste ferite, mio eroe.” Disse dolcemente prima di suggellare quel momento con un dolce bacio.

 

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Capitolo 7
*** Day 6 – Hanahaki ***


Day 6 – Hanahaki 

 

La prima volta che sentì parlare dell’Hanahaki fu quando aveva otto anni, stava uscendo con sua madre dalla gelateria e per puro caso si erano imbattuti in una signora che mentre camminava aveva iniziato a tossire ed era caduta a terra, gli occhioni di Izuku aveva osservato la scena sbigottito – tanto da far cadere il gelato a terra – quella donna era pallida e dalle sue labbra spuntava un piccolo petalo rosa, fu in quel momento che sentì nominare l’Hanahaki e da quel giorno non riuscì a dimenticarla.

La chiamavano la malattia dell’amore, quando un amore veniva tenuto troppo a lungo nel cuore ecco che dei piccoli germogli iniziavano a crescere, si diceva che più si aspettava e più la pianta diventava grande e se le radici raggiungevano il cuore e i polmoni, la vittima moriva tra atroci sofferenze; ma c’era anche una cura a quella terribile malattia, un’operazione che portava via le radici della pianta ma con essa asportava anche i ricordi della persona di cui si era innamorati, molte persone optavano per la morte anziché per una vita senza più ricordi della persona che amavano.

 

Izuku non aveva mai pensato che l’amore potesse fare male, sapeva che provare dei sentimenti a volte poteva essere doloroso ma non si aspettava che succedesse una cosa del genere: una mattina si era svegliato di soprassalto, l’aria sembrava mancargli e quando finalmente era riuscito a buttare fuori un soffio d’aria dai polmoni ecco che la tosse era uscita e con essa un piccolo petalo arancione.

Il ragazzo lo osservò confuso e spaventato, si guardò attorno ma la sua finestra era chiusa e lui non aveva piante in camera; deglutì a stento mentre si rigirava quel piccolo petalo fra le dita, era piccolo e arancione ma niente gli fece ricordare una pianta che conosceva o che aveva visto.

Buttò il petalo giù nello scarico e cercò di non parlare di quella cosa con nessuno, all’inizio fu semplice ma poi più andava avanti e più il dolore al petto aumentava proprio come la pressione che sentiva sulla gola ogni volta che incontrava Kacchan.

Sapeva di provare qualcosa per il biondo e sapeva che forse la sua paura di non dichiararsi, per non rischiare di rovinare la loro fragile amicizia e per non farsi odiare, era una delle cause scatenanti della malattia, eppure mai avrebbe pensato che quei sentimenti potessero diventare così forti e distruttivi.

 

Dopo quasi due mesi dalla scoperta del primo petalo ecco che durante un allenamento si ritrovò senza fiato, prese in pieno un pugno da parte di Kacchan – che sembrava scioccato quasi come tutti nella classe – e fu portato in infermeria da Recovery girl, non ricordava di petali sparsi ma la paura che qualcuno avesse scoperto il suo segreto lo terrorizzava.

Quando finalmente aprì gli occhi trovò lo sguardo dolce della donna ad accoglierlo, prese il bicchiere che lei gli porse e cercò di bere nonostante l’intenso bruciore alla gola.

“Penso tu sappia che non puoi andare avanti così.” Disse la donna posandogli una mano sulla sua. “Quando eri qui hai tossito un fiore intero, tra poche settimane sarà inutile persino l’intervento… Quindi cosa hai intenzione di fare, Midoriya?” Chiese dolcemente.

Izuku si mise seduto sul letto e strinse con forza le coperte “Non pensavo che un sentimento positivo come l’amore potesse portare a questo… Quando ho visto il primo petalo ho pensato di lasciar stare magari sarei guarito da solo ma forse mi ero solo illuso… Po… Posso almeno sapere che fiori sono? Non li ho mai visti in vita mia.” Chiese Izuku alzando finalmente lo sguardo verso Recovery Girl.

La donna si allontanò per prendere un libro e dopo aver sfogliato diverse pagine tornò da lui “Sono Tagete, è chiamato fiore dei morti per l’uso che ha in Messico durante le festività ma la sua correlazione alla morte è molto forte… Di solito è una pianta dal tronco robusto ed è fittamente ramificata quindi per questo non ci ha messo troppo a riempire buona parte del tuo corpo. Adesso però penso tu sappia che ci sono due alternative: la prima è buttare fuori questi sentimenti e sperare di venire ricambiato, nel caso contrario c’è l’operazione. So che perdere i ricordi è doloroso ma l’altra alternativa è anche peggiore...”

“La morte.” Sussurrò Izuku come a finire la sentenza della donna che annuì debolmente.

 

Quando uscì dall’infermeria fu contento di vedere che Iida, Uraraka e Tsuyu erano lì ad aspettarlo, li ringraziò per la preoccupazione ma si congedò in fredda per dirigersi verso la stanza di Kacchan, doveva provarci e se fosse andata male allora avrebbe preso una decisione.

 

Fu sorpreso quando il biondo gli aprì senza dire nulla e dopo aver fatto qualche passo in avanti e aver chiuso la porta capì di essere arrivato al momento decisivo.

“Allora? Si notava lontano un miglio che hai qualcosa che non va, che succede il tuo quirk ha deciso di non ubbidirti più?” Chiese con il suo solito sorrisetto.

Izuku accennò un sorriso e si dondolò sui talloni. “C’è un problema quello sì, ma di tutt’altra natura… Kacchan io...” Le parole gli morirono in gola, il respiro gli si mozzò e un attacco di tosse lo fece quasi cadere a terra, sentì la nausea salirgli il gola nel sentire quei petali salire e quando li sputò sulla mano notò che il fiore dapprima arancione era ora macchiato di rosse, sangue.

Gli occhi rossi di Katsuki si fissarono sul corpo di Izuku e poi sul fiore nella sua mano, aveva già sentito parlare di quella malattia ma quella era la prima volta che la vedeva dal vivo. “Hai l’Hanahaki?” Chiese quasi sconvolto, ci mise qualche secondo per collegare il tutto e subito sentì la realtà piombargli addosso come una doccia ghiacciata “S… Sono io?” Chiese semplicemente senza riuscire a dire altro.

Izuku si strinse nelle spalle e strinse con forza il pugno sentendo il fiore schiacciarsi nella sua mano, annuì appena senza riuscire a guardare l’altro negli occhi. “Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così, avrei voluto dirtelo prima magari senza farti pressione… Comunque non fa nulla se non provi lo stesso, alla fine lo capisco, non si può certo imporre l’amore.” Stava sorridendo, nonostante tutto Izuku sorrideva, l’amore che provava per Kacchan era molto più forte della paura e non voleva che quella malattia facesse sentire il biondo in dovere di provare qualcosa che in realtà che non provava.

Il biondo fece scoppiettare il suo quirk nelle mani e spinse con forza il ragazzo contro la porta della sua stanza, non gli importò nemmeno quando sentì il tonfo del corpo dell’altro contro il legno, né quando sentì un lamento provenire da Izuku, era incazzato.

“Ti dispiace eh? Vieni qui nella mia stanza e sputi un cazzo di fiore e poi mi dici che sono io quello di cui sei innamorato?! E lo fai con tutta la cazzo di calma di questo mondo, eh? Dio quanto vorrei spaccarti la faccia, sei una tale testa che di cazzo che… Che...” Nuovamente la mano del biondo si alzò, Izuku strizzò gli occhi ma anziché ricevere un pugno sentì solo il calore del palmo dell’altro contro la guancia prima di avvertire le sue labbra contro le proprie.

Il tempo sembrò fermarsi per qualche secondo, Izuku aprì gli occhi incredulo, sfiorò appena la mano di Kacchan come a constatare che non fosse solo un sogno e quando sentì la sua pelle sotto la punta delle dita ecco che si lasciò andare ad un pianto liberatorio.

Katsuki lo strinse piano accarezzandogli la schiena “Pensavo tu fossi più sveglio di così, sei un tale nerd a volte che non riesci a notare quando qualcuno cerca di farti capire le cose.” Borbottò il biondo con le guance lievemente rosse.

Il corpo di Izuku che era scosso dai singhiozzo ora tremò ma per una lieve risata “Pensavi davvero che io capissi qualcosa? E poi scusa l’unica cosa particolare che hai fatto è stata aiutarmi a studiare e devo ricordarti che mi hai insultato per tutto il tempo?”

Il biondo assottigliò lo sguardo e incrociò le braccia al petto “Cazzo pensavo che si capisse che stavo cercando di essere gentile con te.” Borbottò, la risata di Izuku però era davvero fin troppo contagiosa e il cuore di Katsuki si sciolse nel sentirla. “Hey se continuerai a ridere giuro che te lo faccio ingoiare quel cazzo di fiore!” Disse prima di sbuffare, abbracciò comunque l’altro che gli si era intrufolato fra le braccia.

“Scusa, Kacchan… Comunque sono felice che anche tu provi lo stesso.” Sussurrò Izuku prima di affondare il viso contro la maglia scura del biondo, persino Katsuki sorrise a quella frase e dopo aver lasciato un bacio veloce fra i capelli morbidi dell’altro sussurrò un ‘Anch’io’.

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Capitolo 8
*** Day 7 – Weeding/ Proposal ***


Day 7 – Weeding/ Proposal 

 

Katsuki non era mai stato il tipo attaccato a certe tradizioni, aveva chiesto a Izuku di convivere con lui lanciandogli semplicemente le chiavi del suo appartamento e l’altro si era commosso come un bambino mentre schivava gli attacchi nemici, già perché il biondo non gli aveva chiesto quella cosa durante un normale giorno a casa, no, lo aveva fatto proprio durante un combattimento contro dei villain.

Per questo quando aveva comprato le due fedi si era sentito stupido e impacciato, non sapeva che modo usare per chiedere all’altro di sposarlo e ora stava vagando vagando avanti ed indietro nella casa di Denki e Eijiro mentre i padroni di casa lo guardavano perplessi e forse anche leggermente spaventati.

“Ascolta bro, secondo me dovresti portarlo a cena e fare come si vede nei film, ti inginocchi e gli chiedi di sposarlo.” Aveva detto con il suo solito sorriso da schiaffi che Katsuki era davvero intenzionato a lavargli via dalla faccia a suon di pugni.

“Ah? Davvero? Pensi che io possa fare una stronzata del genere?!” L’idea fu subito depennata dalla mente di Denki e Eijiro in tempo record.

Questa volta fu il biondino a prendere parola “Potresti semplicemente chiederglielo mentre combattete, ormai sembra essere il vostro marchio di fabbrica e penso che persino i villain non si stupiranno più di tanto dopo quello che avete fatto qualche anno fa.” Disse con un sorriso che però svanì nell’esatto momento in cui Katsuki lo fissò in cagnesco.

“Ok io vado a preparare la cena, buon fortuna!” Aveva sussurrato l’ultima frase all’orecchio del rosso mentre Denki si dileguava in cucina lontano da quel campo di battaglia.

 

Katsuki non riusciva a trovare un’idea, nulla sembrava abbastanza speciale e lui era pessimo nel scegliere cose romantiche o cose del genere, per di più il suo migliore amico e il suo fidanzato erano peggio di lui per quanto riguardava le faccende amorose.

Il biondo tornò a casa sconfitto, sfiorò la scatolina di velluto che teneva nella tasca e sospirò mentre provava a pensare a qualche idea fantasiosa, quando entrò nella casa vuota sospirò, Izuku sarebbe tornato tardi e lui avrebbe dovuto usare quel tempo senza l’altro visto che aveva programmato di chiedere al più piccolo di sposarlo proprio tra due giorni nel giorno del loro anniversario.

La casa senza Izuku sembrava vuota e Katsuki si ritrovò a fare un viaggio nei ricordi guardando le varie fotografie sparse per la loro casa, c’erano foto di loro a scuola, di loro subito dopo essere diventati Pro-Hero e poi c’erano quelle più vecchie, quelle di quando erano ancora dei marmocchi.

Gli occhi rossi di Katsuki si fissarono su di una foto in particolare, provò a ricordare quella giornata e subito il suo cuore accelerò e sulle sue labbra si formò una parola “Bingo!”

 

Quando arrivò il fatidico giorno, Katsuki si svegliò presto, preparò una colazione abbondante e dopo aver svegliato Izuku con un bacio fecero colazione assieme prima che il suo piano prendesse forma.

Ridacchiò piano quando uscì di casa con un Izuku bendato, lo fece sedere in auto e guidò con calma fino al luogo prestabilito, forse non era un’idea romantica ma per lui quel posto era – nel bene o nel male – speciale.

Fece scendere Izuku dall’auto e lo guidò attraverso il boschetto stando attendo a non farlo cadere per colpa di radici di erbacce intrecciate.

“Sai molti film horror iniziato così, se volevi nascondere il mio cadavere potevi farlo anche in città.” Scherzò il più piccolo mentre si reggeva al biondo che lo stava guidando senza troppa fatica.

“Se avessi voluto ucciderti lo avrei fatto a casa e credimi so come farlo sembrare un’incidente.” Scherzò Katsuki sentendo la risatina di Izuku seguirlo a ruota.

Quando finalmente arrivarono nel luogo stabilito ecco che la benda venne tolta e Izuku poté finalmente ammirare il posto in cui il suo fidanzato lo aveva portato, i suoi occhi verdi scandagliarono la zona e dopo qualche secondo si voltò per guardare Katsuki con gli occhi sorpresi e lievemente lucidi.

“E’ il posto dove cadesti da bambino...” Sussurrò quasi senza parole.

“Il posto dove per la prima volta mi porgesti la tua mano e io la rifiutai...” Iniziò stringendosi appena nelle spalle. “In tutti questi anni ho sempre visto quella mano verso di me e solo poche volte ho avuto il coraggio di afferrarla, adesso però voglio essere io a porgerti la mia...” Disse prima di inginocchiarsi di fronte a Izuku porgendogli la scatolina di velluto scuro “Izuku Midoriya, vuoi farmi l’onore di passare tutta la vita al mio fianco e afferrare sempre la mia mano?” Chiese con la voce rotta dall’emozione.

Izuku si portò le mani alla bocca cercando di trattenere l’emozione, mai avrebbe pensato che quel posto fosse speciale anche per Katsuki e mai avrebbe pensato di ricevere quella proposta proprio lì; dopo un attimo di esitazione, quasi urlò un ‘Sì’ prima di lanciarsi fra le braccia del biondo che lo strinse facendolo volteggiare.

Si baciarono dolcemente e con la mano tremante Katsuki mise l’anello all’anulare di Izuku.

“Se mi avessi detto di no avrei davvero potuto ucciderti.” Scherzò prima di baciarlo nuovamente.

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