Il problema di Stephanie

di jarmione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Questa è la mia primissima storia su Lazy Town (che adoro) quindi chiedo umilmente perdono in anticipo per tutto quello che volete e/o troverete.
 
!!!ATTENZIONE!!! Mi sono documentata in lungo e in largo e nella serie Stephanie ha 8 anni (se desiderate vi passo il link da cui ho estratto questa info) mentre nella mia piccola storia ne ha 18 quindi è tutto ambientato anni dopo la serie.
 
 
Il sole era alto nel cielo e la calma regnava per tutta Lazy Town.
Era estate ma faceva troppo caldo anche per uscire a giocare, tanto che la signorina Millevoci aveva rinunciato al suo discorso di inizio vacanze.
Dopo anni di residenza a Lazy Town, era la prima volta che Stephanie la sentiva tacere in occasioni speciali.
Però, a discapito di tutto e tutti, anche Stephanie aveva apportato un cambiamento; non si era presentata all’evento.
Non era da lei mancare a queste manifestazioni, ma quel giorno proprio non se la sentiva.
Dalla festa di primavera aveva ben altro per la testa e, quando giocava con i suoi amici, il suo comportamento era più strano del solito.
Anche lei stessa se ne era accorta, ma non riusciva a spiegare che cosa le prendeva.
“Oh Stephaniiiiiiie!” la voce di suo zio Pacifico echeggiò per il corridoio, infine la porta della sua stanza si aprì e l’uomo fece capolino con la testa “Stephanie, mia cara!”
“Ciao, zio Pacifico” sorrise Stephanie, seduta sul letto con le ginocchia al petto.
“Che ti succede?” domandò il sindaco, preoccupato “Non ti sei presentata alla manifestazione, Sportacus e i ragazzi sono tutti preoccupati”
“Scusami, zio” disse sommessamente la rosa “Non volevo preoccuparvi”
“Dimmi tutto, figliola” lo zio si sedette accanto a lei e le mise un braccio intorno alle spalle “Qual è il problema?”
Stephanie fece un lungo sospiro “E’ Sportacus il problema”
Il signor Pensabene sgranò gli occhi scioccato “Sportacus!?” era esterrefatto.
Stephanie sapeva di aver detto qualcosa di scandaloso, ma se non lo diceva a qualcuno avrebbe reso la vita impossibile a tutti.
“Ok, manteniamo la calma” lo zio fece un profondo respiro e poi riprese “Spiegami bene tutto”
Stephanie annuì “Ok, prima o poi dovevo dirlo a qualcuno” si mise a gambe incrociate e disse “Ti ricordi quando alla festa di primavera Pixel e Trixie hanno passato tutto il tempo assieme?”
“Certo che me lo ricordo” confermò lo zio Pacifico “Non smettevano sorridere e guardarsi con sguardi complici”
“Esatto!” proseguì la rosa “Infatti il giorno dopo ci hanno annunciato di stare insieme, giusto?”
Il sindaco annuì “E sono così carini” disse
“Ecco…il problema è che…” fece un profondo respiro e decise di dire l’ultima frase tutta d’un fiato “Penso di provare qualcosa per Sportacus”
Lo zio Pacifico a momenti prese un colpo e si sentì quasi svenire.
“Zio Pacifico!” la ragazza si allarmò “Zio Pacifico, ti senti bene!?”
“Ma-ma…Stephanie, mia cara…” cercò di riprendere il controllo “I-io sono felice di questo ma…sei ancora una bambina!”
Stephanie si aspettava una reazione simile, ma era pronta a rispondere “Zio Pacifico, ho già diciotto anni, non sono più una bambina”
“Lo so, lo so” si affrettò a dire “E’ solo che…per me lo sarai sempre. Sembra ieri che sei arrivata a Lazy Town”
“Avevo otto anni, zio” sorrise la rosa “Sono grande, ormai”
Lo zio emise un suono simile ad un piagnucolio; non accettava l’idea che la sua amatissima nipote fosse cresciuta.
“Posso farti una domanda?” chiese Stephanie
“Quello che vuoi, mia cara”
“Come hai fatto con la signorina Millevoci?” domandò “Cioè, come hai fatto a capire che andavate d’accordo?”
“Oh, questa è una bella domanda” convenne il sindaco “Però la risposta è semplice, mi sono fatto avanti e lei ha risposto affermativamente”
“E come hai fatto?”
“Mi sono buttato” rispose “Mi sono fatto coraggio e le ho detto tutto, indistintamente dalla risposta che avrei ricevuto”
Stephanie sorrise “Che cosa romantica”
“Già” disse lo zio con aria sognante
“Cosa dovrei fare?” domandò di nuovo Stephanie
“Parlaci” rispose il sindaco “Parla con Sportacus e vedi cosa succede. Meglio una dura verità che una vita di illusioni”
Stephanie sorrise grata.
Suo zio sapeva sempre come risolvere la situazione.
“Grazie, zio Pacifico” abbracciò il suo amatissimo zio “Cosa farei senza di te”
“Sapresti cavartela meglio di quanto credi” rispose lo zio “Sai una cosa? Adesso vado in cucina e ti preparo una bella fetta di torta con una tazza di latte fresco”
“Fantastico, zio Pacifico” rispose felice “La prenderò volentieri”
“Magnifico! Tu nel frattempo pensa a quello che ti ho detto” ed uscì “Corro come il ventoooo” ma, invece dei passi veloci, si udì un bel capitombolo.
Lo zio si era dimenticato che aveva dato la cera sul pavimento.
“Tutto bene! Fatto niente!”
Stephanie rise e poi spostò lo sguardo fuori dalla finestra, verso il cielo.
Il dirigibile di Sportacus era fermo sopra al cielo di Lazy Town.
Lo zio aveva ragione, era meglio parlare con lui e mettere in chiaro le cose.
Sportacus aveva sempre trovato una soluzione a tutto; perché non avrebbe dovuto trovare una soluzione ad un problema che lui stesso aveva causato, involontariamente?

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Capitolo 2
*** 2 ***


Stephanie restò chiusa nella sua stanza per tutto il pomeriggio e ne uscì solo verso sera, quando il calore estivo era decisamente calato.
Aveva passato tutto il tempo a scrivere una lettera che, alla fine dei conti, si era rivelata più corta del previsto.
 
Ho un problema “particolare”.
Avrei bisogno di parlarti
Stephanie
 
Si vergognava profondamente, ma doveva farlo.
Uscì di casa con la scusa di voler prendere un po’ d’aria e si recò verso la cassetta postale di Sportacus.
Stava facendo la cosa giusta? Sportacus avrebbe riso di lei?
Erano domande che si poneva da tutto il pomeriggio.
Viveva a Lazy Town da così tanto tempo che tutti gli adulti la consideravano ancora una bambina e Sportacus era sicuramente fra quelli.
È vero, amava correre, saltare, giocare e vivere avventure di fantasia e con Robbie in circolazione non ci si poteva di certo annoiare, ma le sue idee erano variate già da tempo ed era ora di mettere le carte in tavola.
Aprì il tubo che mandava la posta al dirigibile di Sportacus, mise la sua lettera all’interno e tirò la leva.
Il tubo postale partì a tutta velocità verso l’alto e sparì fra le nuvole.
“Speriamo sia stata una buona idea” pensò Stephanie e si allontanò dalla cassetta, andando a sedersi sul muretto del campo da gioco.
“Perché Sportacus mi ha fatto questo?”
Attese circa due minuti, alla fine si alzò con l’intenzione di andarsene; era tardi e, probabilmente, Sportacus si stava preparando per andare a letto.
Fece due passi, ma venne fermata dalla voce del supereroe “Ehi Stephanie!” salutò Sportacus con il suo solito sorriso.
“Oh, ciao Sportacus” rispose lei, abbassando lo sguardo verso i suoi piedi.
“Ho ricevuto il tuo messaggio” si sedette sul muretto e attese che lei facesse lo stesso “Che succede?” domandò preoccupato.
“Ecco…è difficile da spiegare”
“A me puoi dire tutto, lo sai” sorrise lui, mettendole un braccio intorno alle spalle.
Lei, di conseguenza fremette.
“Hai presente quello che è successo a Pixel e Trixy alla festa di primavera?” Sportacus annuì e lei proseguì “Io…credo che…”
“Che…?” incalzò lui
“Che mi sia successa la stessa cosa” disse “Credo di essermi innamorata”
Sportacus sorrise “Ma è fantastico!” esclamò “E’ meraviglioso, Stephanie!”
“Tu credi?”
“Certamente” rispose “E, credimi, chiunque sia il fortunato digli che dovrà vedersela con me se ti succede qualcosa”
A Stephanie venne da ridere, ma si trattenne. Il peggio doveva ancora arrivare.
Doveva confessare che era lui la persona di cui era innamorata e non il primo che capita.
“Approposito!” Sportacus interruppe i suoi pensieri “Chi è il fortunato?”
“E’ questo il problema, Sportacus, lui neanche lo sa e credo che, se dovessi dirglielo, mi rifiuterebbe”
Sportacus scoppiò a ridere “Non credo proprio che ti rifiuterebbe” le disse, sicuro di se “Sarebbe stupido”
“Dici davvero?”
Lui annuì “Devi dirglielo, Stephanie” disse “E se ti rifiuta ci penso io”
“Ok…” disse lei, deglutendo “Lo faccio!”
Sportacus si aspettò di vederla scattare in piedi e correre verso l’abitazione del misterioso ragazzo; invece lei rimase lì, immobile, a fissarlo.
“Sportacus, io…mi sono innamorata di te” era un pessimo modo per dirglielo, ma almeno adesso l’aveva fatto e si era tolta un gran peso.
Al diavolo la risposta.
Non gli diede il tempo di replicare; si alzò e fece per correre via, ma non aveva fatto i conti con la super velocità di Sportacus.
Le fu vicino in men che non si dica e la bloccò per le spalle.
La presa era salda ma allo stesso tempo delicata.
“Stephanie…”
“Ho sbagliato, Sportacus, fammi tornare a casa”
“E’ per questo che oggi non sei venuta alla manifestazione?” Domandò “E che mi eviti ogni volta che arrivo in città?"
“Sono solo una bambina, Sportacus” si giustificò la rosa “Come vedi non ho le idee chiare” abbassò lo sguardo, ma Sportacus la obbligò a rialzarlo.
“Non sei una bambina, Stephanie, non più” disse il supereroe “In effetti, anche io provo qualcosa nei tuoi confronti”
“V-veramente?” Stephanie rimase sbalordita da quella risposta.
“Mettiamola così, sarà una nuova avventura” le baciò la fronte “E non sarai sola”
Stephanie arrossì, mentre nel suo stomaco avvertì le farfalle muoversi all’impazzata.
Sportacus ricambiava e per lei era più che sufficiente per sentirsi al settimo cielo.
C’era solo una cosa che nessuno dei due aveva previsto; due occhi li stava osservando e due orecchie li stavano ascoltando.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Una risata maligna echeggiò per tutta l’enorme stanza.
Robbie si sfregò le mani ed elaborò alla svelta il suo prossimo ed ignobile piano.
“La ragazzina è innamorata di Sportacus, ma non lo sa ancora che lui non ricambierà mai davvero” ridacchiò e andò a sedersi sulla sua amatissima poltrona pelosa e arancione.
Prese dei fogli di carta e cominciò a scrivere.
 
Mia cara e dolce Stephanie…
 
“Bleah, come sono melenso” Robbie si schifò da solo; scrivere lettere d’amore non era certamente il suo forte.
Lui prediligeva l’azione, i piani malvagi dove si poteva catturare il super eroe e sbatterlo in gabbia e non certe cose sdolcinate.
Tentò di scrivere altre due righe, ma rinunciò subito.
Appallottolò i fogli e poi gettò il tutto alle sue spalle “Troppa dolcezza, qui servono le maniere forti” disse alzando il dito al cielo “E’ l’ora del travestimento!”
Si alzò e andò verso i suoi amati abiti per camuffarsi.
Il primo era un vestito viola melanzana con tanto di parrucca grigia e occhiali da vista adatto ad una vecchietta “Troppo anziano”
Il secondo era uguale e identico a quello che già indossava ma i capelli avevano un enorme ciuffo alla Elvis sul davanti “Meraviglioso, ma non utile…purtroppo” accarezzò il vetro che lo chiudeva e proseguì.
Il terzo era un abito con parrucca uguale a quello che indossava la signorina Millevoci.
Robbie tentò di adattare la sua voce a quella della donna, ma sentì solo le corde vocali graffiare e quindi rinunciò “Troppo acuto”
Il quarto era lo stesso costume di Sportacus, con tanto di baffi “Ah! Perfetto!”
Lo selezionò e, una volta uscito dal vetro, girò su se stesso e lo indossò.
Subito si mise in posizione da eroe “Perfetto!” disse nuovamente, facendo tutte le mosse di Sportacus per allenarsi e sembrare reale.
“Io, Robbie Rancido…anzi! Sportacus” si corresse “Sono pronto a fare una strage di cuori...infranti!” aggiunse ridendo perfidamente e avviandosi in città.
Era sera inoltrata ed erano le nove. Sportacus andava a letto sempre alle 08:08 e quindi il suo piano poteva essere messo in atto.
Avrebbe fatto credere alla rosa di aver fatto un eccezione solo per vederla e parlarle.
Camminò in punta di piedi, saltando ogni tanto i muretti e cadendo regolarmente faccia a terra, fino alla casa del sindaco Pensabene.
Si affacciò alla finestra della camera della ragazzina, che stava già dormendo con un bel sorriso stampato in volto.
Ridacchiò “Se riesco a convincerla che Sportacus non la ricambia, lei se ne andrà via da Lazy Town con tutta la sua delusione e la città tornerà pigra e noiosa come deve essere” si sfregò le mani “Finalmente il nome di Lazy Town verrà risollevato”
Bussò alla finestra e attese che Stephanie si svegliasse, cosa che avvenne circa quattro bussate dopo.
“Lenta la ragazzina” borbottò Robbie, mentre lei aprì la finestra con uno sguardo sorpreso.
“Sportacus, ma che ci fai qui?” domandò “Di solito vai a letto alle 08:08”
Un po’ impacciato, Robbie fece qualche mossa da supereroe e tentò di parlare con Sportacus “Vedi, capita anche agli eroi di non riuscire a dormire”
Stephanie non era convinta, ma lasciò perdere “Come mai sei qui?”
“E-ecco, vedi, non riuscivo a dormire per via di alcune bugie”
“Bugie?”
“Si bugie” confermò Robbie “Ho qualcosa che mi rode dentro, che mi brucia e per poter dormire sonni tranquilli avevo bisogno di dirtelo”
Stephanie era tutta orecchie
“Io non provo assolutamente nulla per te” disse Robbie, notando che la faccia di Stephanie aveva già cambiato espressione “Non provo nulla e tutto quello che ti ho detto prima mi sono reso conto che è una bugia”
Stephanie si sentì mancare il respiro e sentì il suo cuore andare in mille pezzi.
“Sportacus…”
“Cosa c’è?”
“Mi avevi detto che sarebbe stata una nuova avventura”
“Beh, ho cambiato idea” si affrettò a dire Robbie “Anzi, ora che ci penso, mi pento di averti anche solo esternato qualcosa di diverso dal mio attuale disprezzo, perciò sappi che non ho più intenzione di vederti…mai più”
Fece qualche mossa e sparì nel buio della sera.
“Sportacus!” Stephanie tentò di chiamarlo, ma con insuccesso.
Rifletté bene sulle parole appena sentite e l’unica cosa che avvertì era la voglia di piangere.
Sportacus non ricambiava i suoi sentimenti e non voleva più vederla.
La città era piccola e gli abitanti non erano tanti, si conoscevano tutti e c’era persino un unico luogo di incontro.
Non poteva privare Lazy Town del suo supereroe; l’unico modo per far sì che lui non la vedesse più era andarsene.
Che stupida era stata, come poteva pretendere con un eroe come Sportacus ricambiasse un sentimento come l’amore?
Gli eroi non provano amore, gli eroi salvano il mondo ed è finita lì.
Si asciugò le lacrime, non era il momento di piangere.
Ci teneva davvero a Sportacus e se lui non voleva vederla lei avrebbe obbedito.
Si preparò le valige, sarebbe partita l’indomani mattina presto.
Mise i bagagli accanto alla porta della sua stanza e poi si mise sul letto a guardare fuori dalla finestre.
Il dirigibile di Sportacus non era in zona, forse era meglio così.
Guardò verso le case dei suoi amici.
“Addio, amici miei, mi mancherete” mormorò fra se e se.
Non voleva dire a nessuno che se ne andava, solo suo zio lo avrebbe saputo e poi lo avrebbe riferito a tutti gli altri.
“Addio, Lazy Town” e con questo si sdraiò e tentò di dormire.
La aspettava un lungo viaggio.
 
NEL FRATTEMPO…
 
Dentro al suo covo, Robbie stava ridendo di gusto per quanto appena accaduto.
Levatosi gli abiti da eroe, si era rimesso i suoi e si era accomodato sulla poltrona.
Aveva tirato giù il binocolo per guardare fuori e aveva visto Stephanie fare le valige “Meraviglioso!” esclamò “Domani se ne andrà e Lazy Town non avrà più nessuno che la spronerà a giocare e/o fare sport”
Un’altra risata ed infine decise di godersi un buon sonno, cosicché avrebbe potuto godersi lo spettacolo del giorno dopo.
“Come sono.” Sbadigliò “…maligno” ed iniziò a russare

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Capitolo 4
*** 4 ***


Era l’alba e Lazy Town ancora sonnecchiava.
Il dirigibile di Sportacus aveva cambiato rotta ed era finito sopra al municipio.
Stephanie si alzò e andò in cucina; aveva dormito poco e le serviva una bella colazione per ristorarsi e sembrare più sveglia.
Giunse nella stanza con tanto di valige, perché voleva partire non appena concluso il pasto.
Suo zio Pacifico arrivò poco dopo.
“Buongiorno, Stephanie” salutò, emettendo uno sbadiglio.
“Buongiorno, zio Pacifico” salutò lei con un mezzo sorriso tirato.
Lo zio notò lo sguardo cupo della ragazza e si avvicino, accorgendosi solo in quel momento che c’erano anche delle valige.
“Ma…Stephanie…”
“Sportacus non vuole più vedermi” disse, emettendo un sospiro rassegnato “Prima mi aveva detto che sarebbe stata una nuova avventura, poi è tornato ieri sera alle nove per dirmi che mi aveva preso in giro e che non vuole vedermi mai più”
“Oh, cara…” il sindacò cercò di elaborare meglio le parole della nipote “Alle nove?”
“Si, lo so, sembrerà strano ma era proprio così”
“Oh, Stephanie, mi dispiace”
“Non fa niente, zio pacifico, Lazy Town è molto piccola ed è difficile non vederci, perciò…” deglutì “Credo che tornerò nella mia vecchia città, così non priverò la tua del suo eroe”
Il sindaco Pensabene rimase senza parole.
Avrebbe voluto alleviare il dolore della sua amata nipotina, ma si era reso conto che il consiglio datole la sera prima non aveva fatto l’effetto sperato e quindi non se la sentiva di dire altro.
Non voleva ferirla.
“Mi dispiace”
“Non devi dispiacerti, zio, non è colpa tua” sorrise abbracciandolo “Tu mi hai dato tutto ed il tuo consiglio era il migliore che potessi darmi”
Lo zio ricambiò l’abbraccio “Mi mancherai, Stephanie”
“Mi mancherai anche tu, zio Pacifico, ma non temere…” Stephanie si portò una mano sul cuore “…giuro che verrò a trovarti appena mi capita l’occasione”
Per quanto questo lo rincuorasse, avrebbe preferito averla vicino, ma sapeva che non poteva fermarla.
Stephanie era sempre stata una ragazzina molto coraggiosa e determinata, sempre pronta ad aiutare gli altri.
Metteva tutto in secondo piano se si trattava di rendere felici i suoi amici e anche ora stava facendo la stessa cosa.
Stava andando via per far felice Sportacus.
“Ti telefono appena arrivo, va bene?”
“Va bene” piagnucolò lo zio “Ma, che cosa dirò agli altri?”
“La verità” gli diede un bacio sulla fronte e, dopo aver preso le valige, se ne andò.
Rimasto solo, il sindaco si andò a vestire e poi uscì di casa.
Come poteva raccontare agli altri che Stephanie era andata via a causa di Sportacus?
Ci pensò molto, ma alla fine giunse alla stessa conclusione che aveva utilizzato con la nipote: meglio una dura verità che una vita di illusioni.
Giunto al campo giochi, venne accolto dai saluti di Pixel e Trixy.
“Salve, signor Sindaco!” salutarono sorridenti i due ragazzi.
“Oh, ciao ragazzi”
“Ciao a tutti!” salutò Ziggy, apparendo da dietro una delle case, seguito da Solomé
“Che sguardo cupo, signor sindaco, va tutto bene?”
L’uomo sospirò e scosse la testa “Purtroppo no, ragazzi”
I quattro si avvicinarono, pronti ad ascoltare il problema del sindaco “Che succede?”
“Stephanie è andata via”
“COSA!?” esclamarono in coro i ragazzi, assumendo uno sguardo scioccato.
“Eh sì” confermò il sindaco Pensabene “E’ partita stamattina presto”
“E come mai?” domandò Ziggy, sul punto di mettersi a piangere.
“Perché la mia amica se né andata?” domandò Solomé, portandosi le mani al volto “Fino a ieri non aveva nessun motivo per andarsene”
“Purtroppo ne ha trovato uno” rispose sconsolato il sindaco “Ieri sera, sul tardi, lei e Sportacus hanno avuto una discussione e lui non vuole più vederla”
“COSA!?”
“Così, per non creare problemi, ha deciso di andarsene e non privare Lazy Town del suo eroe”
“Ma non è possibile!” esclamò Pixel “Sportacus non esce di sera sul tardi!”
“E invece pare lo abbia fatto” ribadì il sindaco Pensabene “Stephanie mi ha raccontato che avevano parlato prima delle 08:08 e poi lui si è ripresentato verso le nove e le ha detto che non voleva più vederla”
“ALLE NOVE!?” esclamarono di nuovo tutti in coro.
“No no no no!” disse Solomé, scuotendo la testa e incrociando le braccia al petto “Sportacus va a dormire alle 08:08!”
“Quindi, chiunque sia stato a dirle quelle cattiverie, non era il vero Sportacus!” Affermò Ziggy
“Esatto!” seguì Trixy “Ma perché Stephanie ci ha creduto?”
“Vedete, ragazzi, Stephanie, la mia amata nipotina, si è innamorata”
Solomé sembrò disgustato, mentre Ziggy, Trixy e Pixel erano meravigliati ed emisero un sonoro “Aaawww”
“Innamorata di Sportacus” Trixy aveva la voce sognante “Che meraviglia, ma adesso dobbiamo fermarla e dobbiamo chiamare Sportacus!”
Non fecero in tempo a muoversi, che qualcuno arrivò alle loro spalle.
“Qualcuno mi ha chiamato?” era Sportacus, nella sua tipica posa da supereroe.
I ragazzi rimasero spiazzati, non lo avevano ancora chiamato e già era arrivato.
Si guardarono negli occhi, ma pensarono che forse era meglio così; magari era già nei paraggi.
“Sportacus devi aiutarci!” disse Ziggy avvicinandosi.
“Ah sì?” domandò perplesso “E che succede?”
“Dobbiamo fermare Stephanie!” disse Solomé
“Sì, è andata via” proseguì Pixel
“Dice che tu ieri sera le hai detto che non volevi più vederla, ma noi lo sappiamo che non è vero e che non sei stato tu a dirle quelle bugie” concluse Trixy.
“Bugie?” domandò Sportacus “Io non dico le bugie e vi confermo quanto…quanto la vostra amica ha detto”
“COSA!?” Persino il sindaco si aggiunse al coro
“Sportacus, ma che ti prende?” domandò Pixel
“Stephanie è amica mia!” disse Solomé e non ti permetto di dirle queste brutte cattiverie!”
“Lei mi ha detto una cosa ed io gliene ho detta un’altra” si difese Sportacus “Ho detto che non voglio più vederla. Così è e così sarà!”
Ziggy scoppiò a piangere “Stephanie è andata via, ed io adesso sarò di nuovo solo”
“Non sei solo, Ziggy, ci siamo qui noi” lo consolò Pixel, lanciando poi un’occhiataccia a Sportacus “Vergognati, Sportacus!”
“Già! Vergognati!” ribatté Trixy aiutando Pixel a portare via Ziggy da lì, prima che gli venisse una crisi di pianto isterico.
“Non ti voglio più come amico!” concluse Solomé, seguendo gli altri “Venga con noi, signor sindaco” aggiunse prendendo sotto braccio il sindaco Pensabene e portandolo via da lì.
L’uomo era rimasto talmente scioccato che non aveva spiccicato parola.
Sportacus alzò le spalle, come per dire che non gli importava “Andate pure, non mi servono amici come voi” fece qualche mossa da supereroe e se ne andò saltando qua e là, fino a rintanarsi dietro ad un muretto.
Una volta sicuro che nessuno lo stesse osservando, scoppiò a ridere malignamente.
“Perfetto, meraviglioso!” disse “Adesso che tutti sono convinti che Sportacus sia cattivo, lo cacceranno via da Lazy Town e questa città tornerà pigra come una volta!” si sfregò le mani “Il mio piano sta funzionando meglio del previsto! Io, Robbie Rancido, diventerò il re di Lazy Town! Muahahah”

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Capitolo 5
*** 5 ***


Sportacus scese dal suo dirigibile sfoggiando il suo miglior sorriso.

Dopo la chiacchierata con Stephanie il giorno prima, era più raggiante e più scattante; sentiva di poter fare tutto.

-Strano- pensò -Io e Stephanie eravamo amici anche prima, dovrei sentirmi così da sempre-

Si sentiva un leone sempre, ma adesso aveva una ragione in più per restare agile e sveglio.

Ammise di essersi girato e rigirato parecchio quella notte, cosa che non gli era mai capitata, eppure era pieno di energia e credeva di poter fare qualunque cosa.

Voleva subito trovare Stephanie, aveva bisogno di vederla; prima andò alla sua finestra, ma quando vide all'interno si accorse che era vuota e che mancavano tutti i libri ed i vestiti.

Si stupì e decise di cercarla per la città.

Non la trovò; in compenso sentì i sospiri sconsolati del sindaco Pensabene giungere poco distanti dal campo da gioco.

Tra balzi e capriole, raggiunse il luogo dove trovò tutti quanti...tranne la ragazza.

“Ciao, amici!” salutò con un gran sorriso “Che succede?” domandò riferito al sindaco.

“Hai un bel coraggio!” sbottò Trixy “Dopo quello che hai fatto!”

Sportacus cadde dalle nuvole, che stavano dicendo? Che aveva fatto?

“Non sei più mio amico!” aggiunse Solomé

“Vergognati!” concluse Pixel

“Ma di che state parlando?” domandò sempre più confuso; si erano svegliati tutti male?

Ziggy, che fino a quel momento stava piagnucolando in un angolo, si alzò e si avvicinò.

“Hai trattato male Stephanie e lei è andata via perché tu glielo hai ordinato!” ad ogni parola corrispondeva un pugno sulle gambe che, ovviamente, Sportacus non avvertì.

Sempre senza capire, si chinò e bloccò le mani di Ziggy, guardandolo dritto negli occhi “Ziggy, non so di cosa state parlando” disse con voce pacata, sapendo che Ziggy gli avrebbe creduto “Non ho mai trattato male Stephanie e non le ho ordinato nulla; voglio solo vederla”

Ziggy guardò Sportacus dritto negli occhi ed arrivò alla conclusione che l'uomo davanti a lui era il VERO Sportacus.

Chiunque abbia detto a Stephanie di andare via era un impostore.

“Ragazzi, dice la verità!”

Tutti sgranarono gli occhi, vedendo finalmente la verità.

“Ha ragione!” esclamò Pixel “Il vero Sportacus parla sempre gentilmente e tratta sempre bene Stephanie!”

“Un momento!” Trixy li bloccò tutti e si avvicinò a Sportacus con il dito puntato “Dove eri ieri sera alle nove?”

Sportacus si stupì di quella domanda; ormai credeva fosse ovvio che l'orario in cui andava a letto era uguale da sempre.

“Alle 08:08 come sempre, mi pare ovvio” rispose.

“Allora dobbiamo fermare Stephanie!” annunciò Solomé “Vado a riprendere la mia amica!”

“No, fermo!” lo bloccò Sportacus “Ci vado io, sono più veloce e poi devo rimediare ai danni del falso Sportacus che sta girando per Lazy Town”

“Mi raccomando” intervenne il sindaco Pensabene, che fino a quel momento era rimasto in silenzio “Riporta la mia nipotina sana e salva”

“Non si preoccupi, signor sindaco” e, dopo aver fatto la sue mosse da eroe, Sportacus scomparve dietro alle case di Lazy Town.

 

*****

 

Stephanie aveva raggiunto la fermata dell'autobus fuori dai confini della città.

Dopo aver posato le valige, tirò un lungo sospiro; Lazy Town le sarebbe mancata.

Ma non voleva far star male Sportacus; gli voleva troppo bene e non voleva che lui soffrisse in sua presenza.

Se davvero ami una persona, fai di tutto per rendere la sua vita il più lieta possibile.

L'autobus arrivò puntuale.

Stephanie recuperò le valige e salì, sedendosi al primo posto accanto al finestrino.

“Addio, Lazy Town” mormorò, asciugandosi una lacrima mentre l'autobus partiva.

 

*****

 

Sportacus corse più veloce che poté e raggiunse la strada dove passava l'autobus.

“Accidenti, è già partito” disse sospirando e correndo nella direzione in cui portavano le tracce delle ruote.

Riuscì a raggiungere il mezzo quando l'autista fu obbligato a fermarsi ad un incrocio con semaforo.

“Mi apra, per favore!” esclamò, mentre l'autista obbedì confuso “Stephanie!”

“S-Sportacus?” Stephanie sgranò gli occhi sbalordita “Ma che...?”

Non ebbe il tempo di finire la frase che Sportacus le fu vicino e posò le sue labbra su quelle di lei, chiudendole in un dolce bacio.

Quel gesto e quella dolcezza, fecero capire a Stephanie che la persona con cui aveva parlato la sera prima non poteva essere la stessa che era lì con lei in quel momento.

Quando si divisero era diventata dello stesso colore di un peperone e Sportacus, anche lui nuovo a questo tipo di esperienza, la copiò.

Il ragazzo, dapprima si grattò la testa imbarazzato ed infine fece un profondo respiro e mise le sue mani sul viso di lei.

“Torniamo a Lazy Town” disse “Torniamo a casa”

Stephanie sorrise e annuì, scendendo dall'autobus e seguendo Sportacus lungo la strada.

Entrambi vennero accolti con applausi e grida di gioia da parte dei loro amici ed il sindaco.

Qualunque cosa accadeva nella città di Lazy Town, Stephanie sapeva di non essere sola; non lo era prima e non lo era neanche in quel momento.

Sportacus sarebbe rimasto con lei...per sempre.

 

*****

 

“Aaaaaaaaah!” gridò Robbie battendo i piedi a terra come un bambino “Perchè quel manichino tutto muscoli deve sempre mettermi i bastoni fra le ruote!?”

si sedette sulla sua amatissima poltrona e sbatté i piedi ancora più forte, arrivando persino a dimenarsi e saltare su di essa.

Udì un sonoro CRACK ed un rumore metallico.

“Oh no...”

ancor prima che potesse alzarsi, la poltrona sembrò vendicarsi; scattò e lo fece volare sul soffitto, facendo sì che si ritrovasse appeso al lampadario pieno di ragnatele.

“Accidenti a te, Sportacus!”

 

 

FINE

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