like a shadow, i'm by your side
Titolo:
like a shadow, i am by your side
Fandom: X
Coppia:
RanxShinxAi velato [Ai
POV]
Prompt:
075. Ombra
Rating: per
tutti
Riassunto: Ipotetico
missing moment del volume 24, quando Shinichi ferito gravemente perde
molto sangue e Ran le dona il suo dato che i gruppi sanguigni sono
compatibili.. La ragazza come sappiamo rimane tutto
il tempo con il bambino, ma se anche un'
altra persona, riflettendo su quello che è
accaduto, prende una decisione che
sarà fondamentale.
Note: E' una
shot introspettiva. L'ho scritta anche per dare la mia personale vera
risposta alla futura domanda che Shin rivolgerà ad Ai: "Haibara perchè fai tutto
questo per me? Perchè mi aiuti? "
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a shadow, i am by your side
Le
infermiere del piano ormai non facevano caso al corpicino, se, in caso
di bisogno, dovevano percorrere quel
corridoio dell'ospedale centrale di Beika-cho; in un primo
momento si erano impensierite alla vista della piccola tutta sola, ma
la interessata con voce atona, dava loro sempre la stessa
risposta: "watashi no onii-chan ha avuto un intervento, ed watashi no
onee-san è lì con lui. Io lo aspetto qui." giusto
per essere sicura che l'avrebbero fatta rimanere, dato che ai loro
occhi era pur sempre un' ottenne. Se l'indomani,
quando Kudo si sarebbe svegliato, avrebbero riferito o fatto
presente della sua presenza, se la sarebbe sbrigata lui.. Ma
dubitava che le infermiere sarebbero state le stesse, visto i turni,
quindi l'inconveniente era minimo.
tic-tac,
tic-tac .
Aveva sempre odiato il
ticchettìo degli orologi. Lo percepiva come un
rumore penetrante, che le entrava nelle orecchie e sollecitava suo
malgrado i timpani, rendendogli difficile la laborazione di
pensieri logici. Ma probabilmente, in quella data circostanza,
la colpa non era esclusivamente da attribuire all'oggetto scanditore
del tempo, appeso alla parete alle sue spalle.
Il corridoio buio in cui si
trovava, poteva avere un'aria sinistra ed incutere soggezione ad una
bambina della suà età apparente, senza escludere
persone più grandi ovviamente. Lei invece si sentiva quasi a
suo agio in quell' involucro nero. Sapeva che, se rimaneva immobile e
raggomitolata su se stessa, sarebbe stata come parte dell' ombra
omogenea, invisibile. Idonea all'oscurità ed al silenzio del
luogo.
L'ingombrante peso sullo stomaco,
quell'ansia palpabile che l'affiancava, la portavano inevitabilmente a
fissare la porta a lei difronte, con sentimenti contrastanti.
Poi, dalle labbra rosee e carnose
uscì uno sbuffo.
"Kudo-kun, anata
wa baka."
Con lo sguardo insolitamente vacuo,
portò le braccia parallele al busto ed usandole come delle
leve, scese in modo fluido e composto dalla seggiola in plastica. I
suoi passi titubanti, quasi si dessero contemporaneamente del coraggio
e della dicrezione l'un, l'altro, fecero azionare le lampade
fotoelettriche del corridoio semideserto.
Era davvero ironico. Lei, donna di
sapienza ed estrema sostenitrice della razionalità, si
stupì di quanto la mente umana, fosse incerta riguardo a se
stessa. Quando si è nell'ombra, ogni cosa è
relativa, e la percezione delle cose viene distorta da
individuo ad individuo.
Anche la porta che aveva davanti ai
suoi occhi si era rivelata per ciò che era. Ma prima, quella
stessa superficie nivea le sembrava l'accesso ad un luogo inviolabile.
Il luogo di ritrovo tra il ragazzo a cui aveva inconsapevolmente
sconvolto l'esistenza, e la ragazza tanto speciale, dalla quale lui
voleva tornare e condividere insieme i suoi pensieri, sentimenti,
giorni ed azioni.
La conclusione imboccata dalla sua
mente la portò nuovamente a fermarsi.
Egoisticamente aveva trascinato anche
lui in quel suo mondo di ombre. Proprio colui che ha sempre avuto la
predisposizione e la passione a far luce a misteri ed enigmi.
Shiho Miyano sorrise amaramente. Giunta
alla parete accostò il corpicino esile alla superficie
fredda e fece leva sulle punte dei piedi, i quali presero una
lieve forma arcuata. La sua statura gli permetteva di
arrivare poco più sopra di 5 centimetri dalla
finestra a vetro, oscurata da classiche tende veneziane. Da una delle
varie fessur eosservò la stanza, delineata dalla luce
proveniente dietro di sè. Sul letto, nel mezzo c'era un
bambino dai lineamenti orientali, capelli corvini con quel ciuffo
ribelle sulla parte posteriore del cranio, che dormiva con un'
espressione serena. Accanto a lui, china con il busto sul materasso,
riposava Mori.
Alzò il bracciò,
e tendendo le pallide dita in avanti proiettò l'ombra di
queste sul viso del bambino, prima sulla cicatrice visibile sulla
fronte (e no, non è HP xD), poi sulla mano di lui che
ondeggiava ritmicamente sul piccolo petto.
Dopotutto,
luce ed ombra devono coesistere per essere considerate tali. La loro
presenza è inscindibile, e con quel pensiero, la
piccola Ai Haibara prese una decisione. Avrebbe aiutato
l'incoscente tantei, perchè aveva trovato la sua
luce, ed non era intenzionata a farla affievolire.
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