Assassin's creed:Discovery

di Dioni
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il gelido nord ***
Capitolo 2: *** Amor che nulla ha amato amar perdona ***
Capitolo 3: *** Tra i lupi ***
Capitolo 4: *** Un patto col demonio ***
Capitolo 5: *** Un incontro...stupefacente, prima parte ***
Capitolo 6: *** Un incontro...stupefacente, seconda parte ***
Capitolo 7: *** Fuoco e fiamme ***
Capitolo 8: *** Temet nosce ***
Capitolo 9: *** Quel che accade sotto la luna ***
Capitolo 10: *** Notte violenta ***
Capitolo 11: *** Una mattina tranquilla ***
Capitolo 12: *** Collaborazione ***
Capitolo 13: *** Richiesta d'aiuto ***
Capitolo 14: *** Il tempio della gola del cervo dormiente ***
Capitolo 15: *** Zelo sanguinario ***
Capitolo 16: *** Il corvo e il vento ***
Capitolo 17: *** Desideri e sacrifici ***
Capitolo 18: *** La tomba ***
Capitolo 19: *** Sempre più giù ***
Capitolo 20: *** Una voce nel buio ***
Capitolo 21: *** Un cane prezioso ***
Capitolo 22: *** Un potere vacillante ***
Capitolo 23: *** La stanza ***
Capitolo 24: *** Sul fondo dell'abisso ***



Capitolo 1
*** Il gelido nord ***


Era passato così poco tempo da quando il figlio del generale cane era entrato a suo malgrado in quella storia millenaria,una storia nella quale una guerra segreta tra la confraternita degli assassini,una setta segreta che professava il libero arbitrio di tutte le razze,che la libertà era qualcosa di più di un semplice concetto,ma un diritto inalienabile che nessuno poteva negare e che andava difeso anche a costo della vita. Dall'altra parte l'ordine dei templari,rappresentavano il rovescio della medaglia e idealmente opposti agli assassini, un vasto gruppo di uomini e donne che muovevano le loro mani nell'economia,nella religione,nel sistema politico e militare di ogni paese,razza e civiltà nella quale entravano in contatto. La maggior parte di loro erano membri dell'ordine solo per il gusto dell'avidità e dei vantaggi che potevano ricevere dai loro confratelli,ma tra i più potenti tra loro aderivano ad un antico ideale secondo la quale i popoli e le masse erano come mandrie di bovini impazziti e che il mondo necessitava di ordine e controllo,anche attraverso azioni che molti avrebbero ritenuto impensabili. Corruzione,inganni,minacce,tutto per il bene del nuovo mondo che volevano costruire. Quella guerra era combattuta anche in quel momento,esattamente li,tra le foreste innevate della regione più settentrionale del Giappone,L'Hokkaido. Tra le fronde bianche degli alberi e la neve soffice che copriva il suolo una figura si spostava a gran velocità tra i tortuosi sentieri del bosco. Un uomo incappucciato,vestito di un kimono,hakama e tabi bianchi e alla vita vi era legato un obi rosso,portava due katane su fianco sinistro e nei occhi d'oro si poteva leggere uno sguardo feroce e tenebroso,come solo un predatore può avere. Correva in mezzo agli alberi come se gli riuscisse naturale e nel frattempo riusciva ad esaminare attentamente la maggior parte degli ostacoli,alberi,cespugli,dossi e buche coperti dalla neve non erano un ostacolo per lui,quelli restavano al loro posto e non facevano nulla per fargli del male,il vero problema era un altro. Si guardava intorno nell'attesa cercando di individuare il prossimo colpo e poi lo vide,l'ennesimo, un piccolo frammento di ghiaccio delle dimensioni dell'indice di un uomo adulto,che si conficcò in un albero a lui vicino,si fermò un attimo e in men che non si dica si diresse nella direzione del piccolo frammento trasparente. Le sue gambe erano veloci e la rapidità nel cambiare percorso era sovrumana,vide altri frammenti provenire dalla sua direzione,il sole in alto nel cielo illuminava i piccoli ghiaccioli che passavano nel zone di luce che non erano coperte dalla vegetazione. Li schivò compiendo piccoli spostamenti laterali senza diminuire troppo la sua velocità,presto si sarebbe avvicinato al suo avversario. Sentiva il suo odore nell'aria,sentiva i suoi passi sulla neve fresca,rapido e feroce avrebbe colpito senza colpo subire,poi un improvviso giro del suo sguardo si impuntò dietro una serie di alberi vicini tra loro,non lo vedeva bene,ma sapeva esattamente dove si trovasse. Si lanciò nella direzione che i suoi sensi gli stavano indicando,fece un balzo,estrasse la katana dal manico e dal fodero bianchi, e poi colpì. Un taglio dall'alto verso il basso si mosse da dietro i piccoli e sottili alberi,ma del suo avversario non c'era traccia,in compenso ad attenderlo una colonna di ghiaccio si formò da sotto i suoi piedi e subito tentò di colpirlo in pieno volto,ma uno dei suoi piedi si trovava sulla sommità della stessa e sfruttò la forza del pilastro di ghiaccio per darsi una spinta all'indietro ed evitare così che la sua testa divenisse un colabrodo. Ma appena fu di nuovo al sicuro vide la colonna innalzarsi e subito dopo cadere nella sua direzione,un capriola verso la sua sinistra permise all'uomo di salvarsi appena in tempo,appena si riprese lo vide,era lui,colui che gli stava rendendo la mattina una vera giornataccia,non lo vedeva bene per via del sole che gli infastidiva gli occhi,ma lo avrebbe riconosciuto dovunque,non attese oltre e si lanciò alla carica,cosa che fece anche l'altro,la lama era pronta e le sue braccia erano forti,in quello scatto c'era tutto ciò che serviva per porre fine alla disputa. Un fendente dritto si allungava di fronte a lui trovando così un altro ostacolo sul suo cammino,il filo della spada cozzò contro un oggetto piuttosto particolare,sembrava una corta lancia dal punta lunga e stretta ed era fatto completamente di ghiaccio. Poi lo sguardo dell'uomo andò esaminare le fattezze del suo nemico,portava un lunga capigliatura di una tonalità azzurra molto simile al ghiaccio fresco e due grandi occhi da felino,un lungo abito blu con la manica sinistra assente e un paio di stivaletti neri a completare il tutto.

" Ammettilo Sesshomaru, questa volta ti ho fatto sudare freddo, eh?"

Disse lei mentre faceva un balzo indietro per distanziarsi dal suo compagno d'allenamento,per contro rinfoderò la katana nel suo fodero e si tirò indietro il cappuccio che lo copriva,con un mano si liberò dei lunghi capelli che doveva tenere all'interno del vestito,lasciando ondeggiare alle leggere brezze della primavera la sua lunga chioma argentea,baciata dai raggi di quel sole mattutino. Il suo sguardo andò su di lei mantenendo il suo quotidiano distacco emotivo da tutto e tutti.

"Se pensi di avermi impensierito anche solo un pò ti assicuro che non'é così,ma riconosco che sei migliorata parecchio in questi ultimi tempi."

Lui si avvicinò con passo lento e cadenzato, si fissavano negli occhi in una maniera a metà tra la sfida e provocazione,cosa che dal loro ultimo sconto si faceva sempre più evidente.

"Ma se credi che questo basta a impressionarmi,dovrai impegnarti di più."

"Tu dici?"

"Si."

I due continuavano a guardarsi senza che l'uno riuscisse a staccare gli occhi dall'altro,era passato molto tempo da quando avevano lasciato il villaggio degli assassini per dirigersi a nord,nelle terre degli Ainu,luogo dove il più antico popolo del Giappone risiedeva in una terra selvaggia e ancestrale. Sesshomaru a stento si preoccupava delle voci che circolavano e che occasionalmente sentiva nei suoi viaggi, tra gli Yokai si raccontava di antichi clan che insieme agli umani di quei territori si nascondevano nei territori più freddi e isolati di quel vasto e freddo territorio,che combattevano ancora come nei tempi antichi con armi in osso e pietra e che le loro protezione fossero fatte con la pelle delle loro vittime o con le squame di mostri antichi e dai nomi dimenticati,ma la voce più sinistra che giunse alle sue orecchie era quella del loro fanatismo religioso,antiche usanze vietate fin dagli albori delle prime dinastie di Yokai civilizzati,erano culti proibiti dalla forte natura violenta e sanguinaria,per il poco che ne sapeva l'inuyokai era giunto in una terra ai molti sconosciuta,popolata da chissà quali creature e il cielo solo sapeva quali insidie si nascondessero in quella terra ancora pregna dei ghiacci e della neve della stagione precedente. Il cielo sarà stato anche azzurro quel giorno,ma se le cose la erano strane la metà di quello che aveva passato negli ultimi tempi,allora avrebbe temuto per il peggio,perché da quello che aveva imparato era sempre dietro l'angolo.

"Dovremmo tornare indietro,quel matto di un umano ci starà già aspettando."

Disse lei mentre distoglieva lo sguardo dal suo compagno di viaggio, Lui annuì e incominciarono il cammino verso la loro destinazione . Lei gli stava di almeno due metri in avanti e lui se ne restava distaccato,quasi temesse il contatto diretto con lei,la guardava da dietro e in lui si fece di nuovo presente il desiderio di prenderla e stringerla a se,mentre le sue labbra si posavano sulle sue e subito dopo le avrebbe fatte vagare in punti più intimi del corpo della pantera, il forte desiderio della carne si era fatto più forte da quando le loro bocche rischiarono di incontrarsi e furono interrotti dal loro ritrovamento da parte di Yuki e di Ezio. Quanto avrebbe voluto allungare la mano e sentire se il magro ma tonico corpo di Toran era freddo come il potere che scorreva in lei,oppure bruciava più forte della lussuria che scorreva nei suoi pensieri,poche erano state le volte che il suo cuore aveva battuto così forte per un altra yokai,ma poi gli tornò alla mente il motivo della sua esitazione. Strane ombre occupavano luoghi sconosciuti della sua mente,che mai avrebbe potuto sospettare di essere così grande da contenere in se tutto il mare, che in alcune notti osservava da una spiaggia onirica,situata chissà dove dentro di se. Ricordava ancora l'inquietante forma che aveva trovato durante uno dei suoi viaggi nel mondo dei sogni, una strana porta rettangolare con uno spazio nero ad occupare tutto il centro del costrutto che torreggiava sopra di lui. Ricordava bene cosa aveva provato nel vederlo avvicinarsi a se, terrore,mai prima di allora aveva provato una paura così grande in tutta la sua vita e la sua vita nella media di altre creature mortali era molto lunga. Lo vide scendere le scale nonostante non si muovesse e negli abissi di quella nera visione non vide assolutamente nulla, e l'orrore prese possesso della sua mente e in quel momento si sentì un bambino di fronte ad una catastrofe,debole,inerme e senza che potesse far niente per salvarsi. Poi di nuovo la luce e si accorse di come la sua mano si stringesse attorno alla gola di lei e lui appena se ne rese conto si allontanò. Anche dopo un mese dall'accaduto lei non sembrava fargli pesare quel gesto violento mentre lui invece,si sentiva più sporco che mai. Il suo onore era macchiato,il suo animo deluso e per quanto non lo diede vedere,o per lo meno quanto ci riuscisse, era rimasto turbato dalla cosa. Per questo non osava toccarla con un solo dito,se non durante gli allenamenti e cercava di starle lontano, entro una distanza di sicurezza nella quale se avesse avuto bisogno di lui sarebbe arrivato,ma a parte quello,non le sarebbe stato troppo vicino,meglio la morte che compiere un altra colpa verso la pantera. La vergogna per quel disonore personale non era una pena sufficiente per lui.

"Comunque sei andata bene oggi, se continuerai così potrò anche prenderti in considerazione come degno rivale del sottoscritto."

Toran si girò guardandolo con aria divertita.

"Da che pulpito,che detto da te poi non sembra molto credibile,vorrei ricordarti che l'ultima volta che ci siamo scontrati hai rischiato di restare congelato,per non parlare poi che molto intelligentemente hai pensato di lanciarti contro la mia punta di ghiaccio rischiando di morire come uno stupido."

"Ero abbastanza in forze da poter rischiare il tutto per tutto e poi quella cosa della punta non era poi così pericolosa,mi é bastato un colpo per spezzarla senza poi ricordarti che una volta giunto da te avrei potuto ucciderti sul colpo."

"Sei stato fortunato,ma come vedi sono più brava di te e presto o tardi te ne accorgerai mio bel sacco di pulci.”

Questo lo vedremo gattina.”

I due si stuzzicavano a vicenda e la cosa strana e che Sesshomaru sembrava stare a questo gioco di botte e risposte. Poco dopo aver lasciato il villaggio degli assassini i due avevano cominciato ad allenarsi il più frequentemente possibile,solitamente la mattina presto,ma avvolte capitava anche che si scambiassero qualche colpo durante la notte,dove nessuno poteva disturbarli tranne Ezio,lui sapeva sempre trovarli e non capivano mai come ci riusciva. Passò un ora buona prima che raggiunsero il luogo dove avevano trovato nelle profondità di quelle terre inesplorate. Era giunti ai confini di una grotta situata su di un alto dislivello nella foresta,la zona era resa sicura dall'alta presenza di alberi che rendeva difficile la presenza da parte di chiunque potesse vederli dall'alto e l'ampio spazio interno permetteva una certa comodità ai tre occupanti di passaggio,per non parlare che i precedenti proprietari avevano lasciato pellicce,utensili in osso e un po' di legna da usare per accendere un fuoco,tutto sommato per essere un viaggio in un territorio sconosciuto non era cominciata poi così male. I due raggiunsero l'entrata della caverna attraverso un sentiero naturale a margine dello strapiombo che era a qualche passo da loro,entrarono e videro la sagoma del loro accompagnatore obbligatorio per quella missione. Le vesti del mentore assassino era leggermente provati per quel viaggio e le diverse stropicciature sulle vesti e alcuni graffi sugli stivali segnavano l'intensità di quel viaggio,tuttavia l'uomo in se non sembrava lamentarsi delle fatiche che gli gravavano sulle spalle dando così prova che il suo titolo era ben meritato.

Ben tornati,allora,quali progressi avete conseguito stamani, il simpaticone ti ha dato filo da torcere?”, disse lui raggiante e pieno di energie.

Diciamo che ha fatto del suo meglio per impegnarsi,questa volta ha rischiato più di una volta.”,Disse Toran in maniera provocatoria.

Non mi sono nemmeno impegnato con te,se vuoi subire un altra sconfitta ti accontento subito.”, Disse Seshomaru imitando il tono della pantera.

Sembra tutto molto interessante ma per adesso devo chiedervi di raffreddare i bollenti spiriti e ascoltarmi attentamente...e questa volta parlo seriamente.”

I due litiganti si rivolsero verso Ezio con aria indispettita,entrambi portavano sul volto un espressione sorpresa rimanendo entrambi con la bocca aperta e uno sguardo stupefatto negli occhi. Avevano sentito chiaramente cosa aveva detto a loro,bollenti spiriti,come se fossero una giovane coppietta in preda ai bollori della loro età,si guardarono un attimo l'un l'altra e subito distolsero lo sguardo in preda d un improvviso imbarazzo,dal canto suo Ezio non disse nulla ma gli si poteva leggere in faccia,che per altro non aveva il cappuccio in testa,che i due cercavano di nascondere l'ovvia attrazione provavano,quindi tornò a fare il disinvolto come se nulla fosse.

Bene signori facciamo un riassunto veloce di quello che sappiamo sulla situazione,Sesshomaru,vorresti iniziare tu per cortesia?”

Ci troviamo in territorio ostile e non abbiamo avuto contatti con nessun tipo di aggressore da parte degli Ainu, in effetti però e strano,siamo entrati nei loro domini e nessuno ci ha ancora attaccato,forse non si aspettano interventi da parte di invasori esterni.”

Oppure sono impegnati in altre attività e non possono sorvegliare i confini meridionali come dovrebbero,no,sono più che certo che i templari sanno che saremmo avanzati fino a qui,pur essendo passati per strade sicure e evidente che si aspettano un attacco della confraternita. Non si aspettano però che siamo solo noi tre ad attaccare i loro alleati,se i calcoli di Yuki sono giusti,dovremmo trovare alleati anche qui al nord e nel frattempo comunicare con le squadre di assassini già presenti nel territorio,Toran,tu sei abile col ghiaccio,immagino che un territorio innevato possa essere un vantaggio per le tue capacità.”

Intervenne la ragazza.

Più un ambiente e freddo e meglio è,perché me lo chiedi?”

Io non so molto di questo mondo di cui mostri e creature varie sono più vivide che mai,ma se alcune cose funzionano qui che come dalle mie parti allora possiamo dedurre che questa gente non ha molti contatti con l'esterno,per cui non si aspetteranno di trovare qualcuno che possa usare il loro ambiente contro di loro,questa ci fornirà un ottimo vantaggio tattico,il problema e che di questi Ainu non sappiamo niente,per cui ci dobbiamo informare.”

E come hai intenzione di procurarti queste informazioni?”,Chiese Toran con fare dubbioso.

Non lo so ancora,l'unica cosa che ci resta da fare e penetrare ancor di più verso l'interno e sperare di trovare un qualche tipo di centro abitato,un villaggio o qualcosa di simile. Per il resto non ci resta altro che avanzare,mettiamoci in marcia.”

A quel punto l'assassino preparò le proprie cose,diede un occhiata veloce al suo equipaggiamento per vedere se tutto funzionava in maniera appropriata,un rapido sguardo a quel rifugio temporaneo e se ne andarono,facendo attenzione di non aver lasciato nulla che segnalasse la propria presenza. Il fuoco della sera prima era già spento e le braci spente furono ghiacciati dalle mani della ragazza e gettati nel burrone,mentre i resti della cena,un cervo adulto dalle grandi corna era stato sciolto da Sesshomaru e buttato sul fondo della caverna,sarebbe rimasta una poltiglia inodore e decisamente tossica,caso mai qualcuno avesse avuto la malsana idea di controllare di persona. Il loro viaggio proseguiva lento ma costante,sarebbe stato inutile spendere energie in corse forsennate verso obbiettivi che non riuscivano a trovare. Per facilitare il loro viaggio ed essere pronti in caso di bisogno Ezio aveva disposto la loro formazione nella maniera più vantaggiosa per loro,Ezio in testa al resto della squadra,mentre Sesshomaru e Toran rispettivamente dietro di lui a coprirgli i fianchi nel caso fossero stati attaccati a lati,fornendo un eccellente supporto al mentore fiorentino,che grazie alla sua vista sarebbe stato in grado di notare traccie che nemmeno uno yokai sarebbe riuscito a notare. Grazie all'occhio dell'aquila poteva scovare traccie e indizi impossibili da vedere per chiunque altro. Ad un certo punto del cammino Sesshomaru si fermò osservando un punto indefinito verso una selva di alberi alla sua destra,non riusciva a vedere con esattezza a causa della folta vegetazione,ma era più che certo di non aver preso un abbaglio. Gli altri due si fermarono,costringendo così Ezio a tornare alla sua vista a colori.

Ho visto qualcosa tra gli alberi.”Disse il ragazzo mentre portava una mano sulla manico di Bakusaiga,il movimento fu lentissimo,quasi non volesse dar a vedere che si stesse preparando al combattimento,la cosa avrebbe destato probabili sospetti nei loro inseguitori.

Aspetta.”,disse Ezio mentre allungava una mano verso la spada dell'inuyokai,come a voler intendere di non estrarre l'arma.

Cosa c'é?”, Chiese Sesshomaru seccato.

Non essere frettoloso,non facciamoli preoccupare,temo che ci abbiano circondato.”

Come fai a dirlo? Io non sento odori e non vedo nient'altro all'infuori di quello che ho visto.”

Perché ho notato tracce rosse sulla corteccia e sui rami degli alberi,fidati,ci hanno circondati.”

Anche Ezio era pronto ad usare la spada e far scattare la lama sotto la manica sinistra mentre Toran,che in se di per se non aveva armi nel senso stretto del termine, si stava concentrando per poter usufruire di tutta quella neve che aveva attorno,come se fosse un estensione del suo essere. Spostavano gli occhi da destra a sinistra controllando che niente potesse intervenire senza che loro lo sapessero.

Ascoltatemi,ci divideremo in tre punti differenti non più distanti di almeno venti metri l'uno dall'altro,ragazzo tu attaccherai a destra mentre tu mia cara attaccherai a sinistra,questo posto sembra più che adatto per le tue capacità,mentre io lancerò un offensiva verso l'alto in modo che mi saltino addosso e possa portare il combattimento a livello del suolo,tutto chiaro?”

Gli altri due fecero un cenno con la testa e si preparano a scattare il prima possibile. I muscoli erano tesi e la tensione era divenuta parte stessa di quella fredda aria che respiravano pianissimo,una spada era pronta per essere sfoderata,mani fredde come l'inverno erano pronte a colpire e una mano umana si spostava lentamente verso una sacca di cuoio posta dietro la cintura per poi afferrare un oggetto tondo e ruvido.

VIA.”

Improvvisamente la mano di Ezio si mosse velocemente verso l'alto rilasciando un piccolo globo d'argilla che esplose in mezzo agli alti rami degli alberi e rilasciò un denso e irrespirabile fumo nero. Da quel nuvolone caddero due individui,due umani vestiti di pelliccia e armati di rudimentali lance in punta d'ossa,non fecero in tempo a finire al suolo che l'assassino li trafisse al petto con entrambe le lame celate puntandole verso i loro toraci,la velocità della caduta fece buona parte del lavoro sporco. Nel frattempo i due yokai si lanciarono nelle direzioni a loro indicate,Sesshomaru da un parte e Toran dall'altra, L'inuyokai fu lesto a spostarsi in mezzo agli alberi e alla radici sporgenti che solitamente avrebbero ostacolato il passaggio di combattenti meno esperti,ma non lui,che ormai si era abituati a combattere su terreni naturali come quello e senza perdere la sua velocità. Estrasse Bakusaiga e con una sola mano tagliò il punto in cui prima aveva visto delle figure nascoste dietro gli alberi,gli alberi caddero tagliati in due e con loro anche un gruppetto di assalitori vestiti come selvaggi,diede loro una rapida occhiata e notò che erano yorozuku,(yokai lupo),dal modo in cui erano vestiti,dalle armi scadenti e dal loro odore riconobbe in loro un olezzo di ,che fossero membri di qualche tribù nei dintorni? La cosa in quel momento non aveva importanza,perché un miscuglio di umani e yokai seguiti da un branco di lupi,dal pelo grigio e bianco,era strano vedere una combinazione simile,però non volle dargli peso e si mise a combattere contro di loro,uno dei lupi gli corse incontro nel tentativo di azzannargli il volto,ma lui rispose semplicemente prendendolo con una mano alla gola e spezzandogli l'osso del collo,per poi lanciarlo in direzione di un parte del gruppo che vennero presi direttamente alle gambe,subito dopo venne attaccato da un umano e uno yoro,il primo armato di una grossa clava di legno che teneva con entrambe le mani mentre l'altro impugnava un pugnale di ossidiana nera,piccolo e fragile,ma più tagliente dell'acciaio,nella mani giuste sapeva essere un materiale veramente pericoloso. L'umano senza alcuna preoccupazione si lanciò alla carica contro l'inuyokai alzando l'arma sopra la testa spinto solo da una tremenda ferocia,dal suo punto di vista Sesshomaru non era minimamente preoccupato da un attacco così semplice e appena l'umano si avvicinò a lui lo colpì di lato nella zona addominale facendolo cadere al suolo col ventre sanguinante,condannandolo ad una morte certa. Nel frattempo Toran avanzava lentamente e scagliando un raggio gelato dal palmo della mano sinistra verso una squadra una squadra di Ainu,umani armati di semplici archi da caccia,armi non troppo sofisticate per uccidere qualcuno come lei. L'utilizzo del ghiaccio e manifestare i suoi poteri glaciali erano uno scherzo contro avversari come quelli,sopratutto in un ambiente freddo e glaciale come l'Hokkaido a inizio primavera,avrebbe preferito un inverno intenso,ma anche quelle temperature andavano bene,dato che l'abbondanza di neve al suolo e le basse temperature presenti gli permettevano un minor dispendio di energie per evocare,modellare e lanciare i suoi attacchi e risparmiare le energie per attacchi futuri. Li ghiacciò tutti,dal primo all'ultimo,trasformandoli in statue di ghiaccio,molto probabilmente erano già morti sul momento,ne vide arrivare altri,questa volta Hainyou,o così sentiva dal loro odore,li vide venire incontro a lei con lance,randelli e piccole spade in osso,questa volta era di gran lungo in numero maggiore,ne contò una ventina.

Siete comunque pochi per me,ma se volete venire avanti fate pure,so come freddarvi nella maniera più opportuna.

Toran allargò le braccia per poi sollevarle velocemente verso l'alto,nello stesso istante una fila di punte di ghiaccio alte quanto un uomo spuntavano dal terreno,infilzando i primi otto che tentarono di lanciarsi contro di lei in quella carica che si era rivelata una mossa suicida. In risposta gli altri balzarono oltrepassando l'acuminata difesa mentre pochi altri,più dediti alla forza fisica nuda e cruda si accontentarono di spaccare le punte,cosa che risultò non troppo facile. In risposta lei fece riapparire la corta lancia di ghiaccio in una mano e si tenne pronta per lo scontro ravvicinato,cosa per la quale era discretamente portata,il che non vuol dire che fosse brava,ma il modo in cui utilizzava il ghiaccio l'avvantaggiava sugli scontri a distanza o dove potesse avere pieno controllo dell'ambiente circostante,gli scontri puramente fisici non erano il suo forte. Nel frattempo Ezio veniva assalito da diversi tipi di assalitori,due yorozuku dai corpi grandi e muscolosi,armati di due grandi rami con ossi appuntiti posti sulla parte superiore di quelle rudimentali armi,due umani più piccoli armati di pugnali in ossidiana e un terzo umano,questa volta una donna armata di un lancia in punta di selce e un piccolo scudo rettangolare posto nell'altra mano. Ezio teneva in mano la spada nella destra e teneva pronta la lama celata sotto la mano sinistra.

Allora,chi di voi mentecatti vuole morire per primo?”

Il primo a cedere alle provocazioni del fiorentino fu uno di quelli armati di pugnale che subito si lanciò cercando di prenderlo alle spalle,ma il maestro assassino era abituato a combattimenti dove si trovava in situazioni svantaggiose quindi,restò in posizione difensiva,pronto a reagire al minimo segno di aggressione,cosa che accadde molto velocemente. Il primo di loro aveva annunciato il suo tentativo con un urlo feroce e selvaggio mentre balzava addosso all'assassino nel tentativo di piantargli il pugnale su di un fianco. Ma Ezio contrattaccò con una breve schivata laterale e appena vide il suo aggressore oltrepassarlo gli conficcò l'intero corpo della spada nella colonna vertebrale facendola uscire dallo sterno,vedendo il compagno morire gli altri tre si lanciarono verso Ezio,che si accorse facilmente dell'attacco combinato. Estrasse la spada dal corpo della suo lesto aggressore ormai morto e la liberò da quel corpo ormai privo di vita,tornando così alla sua posizione di difesa. La prima a colpire fu la donna che reggendo la lancia con una mano solo colpì di punta dritto di fronte al volto del fiorentino,ma lui prontamente schivò abbassandosi in fretta appena sotto la punta dell'arma e parandosi al viso col guanto di metallo,esattamente nello stesso modo in cui si sarebbe difeso da un pugno in uno dei tanti scontri a mano libera in cui era incappato oppure quando in passato aveva partecipato agli estenuanti allenamenti di lotta e di pugilato alla quale si era sottoposto regolarmente,quella parata col guanto era la dimostrazione della sua bravura come guerriero. Ezio rispose rapidamente a quell'attacco afferrando la lancia con la mano libera e poi tirarla a se insieme alla sua portatrice,tale fu la forza del suo braccio da prendere la ragazza totalmente alla sprovvista e trascinarla a se come se nulla fosse,ma in quello stesso istante anche uno degli yoro armati di ramo iniziò il suo attacco con un poderoso colpo diretto verso il suo torace e istintivamente Ezio spinse la ragazza ormai sbilanciata verso il suo grosso e impacciato compagno che subì l'attacco al posto del fiorentino e ritrovandosi a terra con una clavicola spezzata e impossibilitata a muovere il braccio con lo scudo,il rumore che vece l'osso al momento della rottura gli ricordò molto quello che di un ramoscello secco che si spezza sotto un piede. Ormai scoperto lo yokai non poté fare altro che subire le conseguenze delle proprie azioni e farsi recidere la trachea con lama celata posta sotto la sinistra e dissanguarsi lentamente sopra la sua compagna ormai ferita e ancora più sofferente a causa del peso dello yorozuku a premergli sulla spalla danneggiata,per lei non era certo la sua giornata fortunata. Girò lo sguardo verso gli altri tre rimasti e li vide girargli attorno nel tentativo di confonderlo,erano rimasti un bruto e due agili,lui li aveva definiti in quella maniera tipica degli assassini,a seconda dell'equipaggiamento e delle armi utilizzate cambiavano i termini con la quale si poteva identificare un tipo di nemico,in questo caso uno dotato di un arma pesante e rudimentale come una grande mazza di legno e due piccoli e veloci che preferivano prendere l'avversario alle spalle o colpire usando schivate e finte per avere la meglio su avversari più grossi o più forti di loro. Adesso avrebbe dovuto stare più attento,perché ora i suoi nemici non lo avrebbero più sottovalutato. Nel frattempo Sesshomaru era impegnato a guardarsi attorno mentre lo yoro armato di pugnale si muoveva tra gli alberi con una grande agilità,postandosi negli spazi in mezzo agli alberi come se nulla fosse e cambiando velocemente direzione per confondere le idee dell'inuyokai,Sesshomaru da parte sua doveva ammettere che era rapido nei movimenti,in alcuni punti gli era persino capitato di vederlo scomparire momentaneamente,spariva da una parte e scompariva in un altra,era abile,era veloce,ma per quanto gli riguardava questo non lo avrebbe salvato dalla sua lama. Poi uno scatto dello yoro verso il cane dal fianco sinistro,balzò rapido mentre il pugnale si avvicinava in direzione del petto,ma Sesshomaru se ne accorse per tempo e schivò il colpo per poi rispondere con un fendente,ma l'agile fu veloce e cominciò a spostarsi da destra a sinistra e viceversa,come a non voler far leggere i suoi movimenti,mentre faceva roteare il pugnale tra le dita della mano e riprese ad attaccare. Veloci fendenti e rapidi affondi costituivano la parte principale degli attacchi col pugnale,la cui lunghezza necessitava di entrare in stretto contatto con l'avversario,in compenso una volta dentro alla difesa della vittima i piccoli colpi avrebbero fatto il loro sporco lavoro,rapido e pulito. Sesshomaru invece contraccambiava i colpi rapidi ad attacchi netti,precisi e potenti,senza però eccedere nella forza bruta. L'agile invece si muoveva in maniera caotica e colpendo nelle aperture della rigida difesa dell'inuyokai, che però copriva con altre pose e movimenti che andavano a coprire i punti scoperti. Quello scontro si stava allungando più del dovuto,era giunto il momento di porre fine a quella schermaglia. Sesshomaru ormai stancatosi dello scambio di colpi decise di tentare un nuovo approccio,vedendo il suo avversario che gli girava attorno per l'ennesima volta decise di portare un attacco più rapido e potente,portò la lama verso il fianco sinistro mentre con la destra stringeva forte l'impugnatura di Bakusaiga e subito dopo emise un colpo poderoso che non aveva nulla a che fare col suo solito stile di combattimento,l'attacco era slanciato e largo,molto potente ma poco preciso e quindi il suo avversario fece in tempo a schivare il colpo e saltare indietro solo per poter attaccare l'inuyokai ormai completamente senza difese. Lo yoro si lanciò direzionando la lama dritto verso lo stomaco del guerriero di fronte a lui,il piccolo pugnale di ossidiana era pronto ad eviscerare Sesshomaru come un cacciatore fa con la sua preda...e fu questo il suo errore,perché mentre Sesshomaru aveva portato a termine il suo attacco fece ancora un ultimo movimento,compì un giro su se stesso ed eseguì un colpo col mano sinistra,ma non con gli artigli,ma con un arma più subdola. Una piccola lama d'acciaio era scattata da sotto il polso con una velocità impressionante,che andò a colpire il suo aggressore direttamente alla gola e che con forza trascinò verso il terreno innevato.

Dimmi dove si trova la tua signora e ti prometto una morte onorevole.”, Disse Sesshomaru in maniera fredda e controllata. In risposta ricevette un sorriso di scherno e uno sguardo di sfida,aprì la bocca nel tentativo di biascicare qualcosa.

Io sono già morto cane,ma non importa giacché nella morte io sono benedetto,il mio corpo potrà anche morire ma io resterò qui,perché questa terra non sprecherà più il sangue dei suoi figli. Presto lo capirai anche tu....presto....anche gli altri miscredenti lo capiranno.”

Infine lo yokai spirò,afflosciando il proprio corpo ormai privo di vita. Sesshomaru non ci aveva capito poi molto di quelle parole che aveva sentito,solo una cosa gli era chiara,quello yoro non era del luogo,o almeno così credeva. Sesshomaru aveva sentito dire che nel lontano nord gli abitanti di quelle terre parlassero una lingua molto differente da quella parlata attualmente in Giappone,persino gli Yokai minimamente civilizzati lo sapeva parlare normalmente,mentre a quello che si diceva nell'Hokkaido erano in pochi a parlarlo....e anche male,secoli di isolamento non avevano giovato agli yokai che vivevano nelle zone più settentrionali,ma questo suo avversario parlava esattamente il suo stesso idioma e questo voleva dire una sola cosa. Quello yoro non era un Ainu,o almeno nel senso stretto del termine. Sesshomaru sapeva ben poco sulle tribù dei lupi dato che non si era mai interessato a loro,sapeva che vivevano in piccole tribù divise tra di loro e che perennemente si spostavano alla ricerca di prede e territori migliori, non avrebbero mai tradito il clan di appartenenza. Ma allora perché combattere in nome di un popolo che teoricamente aveva solo umani tra i propri membri? Che fosse per quella Otsune? L'alleata di Akira tra i popoli del nord aveva forse influenza anche sulle tribù liberi degli yokai nomadi? L'inuyokai avrebbe potuto comprendere l'aiuto degli yokai locali e delle popolazioni di ainu sparse per il territorio,ma era anche possibile che il suo comando le permettesse di comandare anche sui lupi? Questa storia si stava facendo più complicata del previsto e temeva che a lungo andare sarebbe potuta diventare anche più strana. Si alzò dal cadavere e si girò nella direzione opposta e vedere com'erano messi gli altri,sicuramente non era preoccupato per Ezio,di lui non gli importava molto,ma era Toran a dargli preoccupazioni,anche se non lo avrebbe ammesso mai volontariamente,nemmeno sotto tortura.

Non aveva idea di quanti altri aggressori si aggiravano in quella zona,non poteva dirlo con certezza,non era mai stato in quei territori e non conosceva le vere intenzioni dei suoi nuovi nemici,per ciò tornò indietro a vedere come si stava svolgendo la situazione. Impiegò una manciata di minuti per tornare al punto in cui si era separati e appena vi giunse cercò con lo sguardo la figura della pantera,la vide in un puntino blu molto lontano da lui e subito si fiondò verso di lei,con la mano stringeva forte la presa sulla katana. Gli alberi non gli furono di ostacolo e il terreno sconnesso non gli diede problemi,una buca non gli avrebbe impedito di raggiungerla e d fatti la raggiunse in breve tempo,la vide circondata di corpi di Hanyou vestiti in maniera simile,con pellicce e pelli d'animale e tra tutti loro c'era in mezzo lei,gli abiti di Toran aveva diversi graffi su tutta la stoffa e il braccio scoperto della pantera presentava una singolo ma lungo graffio su tutto l'avambraccio mentre nella mano teneva la corta lancia di ghiaccio. Lei girò lo sguardo e dietro le sue spalle c'era lui e subito gli rivolse uno sguardo stanco e provato dalla fatica.

Immagino che a te sia andata meglio,non mi sembra che il tuo combattimento sia stato così duro.”

Disse lei mentre mostrava un piccolo sorriso pieno di ironia,lui in compenso rimase rigido e composto.

Tranquilla anche io ho avuto il mio bel da fare,comunque,credevo che potessi farcela anche da sola.

Infatti e così.”,disse lei indignata dalla mancanza di fiducia del compagno d'armi, “Ma non so perché,in loro c'era qualcosa di strano,come se facessi fatica ad ucciderli.”

Che intendi dire?” Chiese lui incuriosito.

All'inizio i primi che mi hanno attaccato non sembravano molto forti,mi é bastato usare i miei poteri per abbatterli,poi mi assalita e sono stata costretta al combattimento armato,gli ultimi con la quale mi sono scontrata erano più forti e resistenti del resto del gruppo.”

Forse tra di loro c'era qualcuno che valeva più degli altri.”

No é una questione di bravura...non so come spiegartelo,ma c'era qualcosa di strano in questi Hanyou, ti faccio vedere.”

Toran si abbassò verso uno dei cadaveri che era disteso di schiena sulla neve,alla prima occhiata non sembrava avere nulla di strano, sembrava un hanyou come tanti altri della sua specie,un ibrido come ce n'erano tanti per tutto il paese,notò che sul petto aveva un grosso squarcio in prossimità del cuore e presentava segni di ghiaccio attorno alla ferita. Sesshomaru la guardò impassibile,come se non avesse notato nulla di strano.

Adesso guarda questo.”

E Toran mise le mani all'interno della ferita aprendo ancora di più l'apertura sul torace e quello che entrambi videro lasciò il cane sgomento.

Che razza di scherzo e mai questo?”, disse Sesshomaru incredulo,non riusciva a credere ai suoi occhi,se l'esterno del corpo sembrava rivestita di sola pelle l'interno era molto più inquietante,l'interno della gabbia toracica,compresa un arteria e parte del cuore erano ricoperte da un sottile strato marrone,molto simile alla corteccia degli alberi che avevano attorno. Sembrava che la carne e le ossa della vittima si fossero fuse con una pianta,la cosa aveva dell'assurdo cosa che poteva benissimo leggere anche sul volto della pantera.

All'inizio pensavo che fossero solo molto resistenti,ma poi quando l'ho colpito la prima volta ho visto questo e non sembrava voler cedere,poi ho dato un colpo più deciso e alla fine e caduto,pochi altri avevano le sue stesse caratteristiche ed ora capisco perché il mio ghiaccio non riusciva a ucciderli così facilmente come credevo,Sesshomaru,stai pensando quello che penso anche io?”

Si...la vera natura di questi Hanyou non era più quella originale.”

Diede un ultima occhiata alla ferita aperta e il suo sguardo si soffermò su un punto in particolare,d'istinto infilò lentamente una mano nel petto del cadavere,come se cercasse qualcosa. Toran non fece in tempo a rispondere che non seppe come reagire a quella scena,già gli faceva senso aver scoperto una cosa simile,figurarsi poi vedere Sesshomaru che giocava a fare il guaritore con un morto che aveva chissà quale cosa in corpo,per un attimo gli era sembrato un bambino che punzecchia un cadavere solo per vedere se si muove ancora.

Che stai facendo?”, chiese lei disgustata, “Chissà che poi non ti prendi qualcosa e ti ritrovi un braccio che è diventato un ramo.”

In questo caso diventerò l'albero più bello nei dintorni.”,disse lui non curante delle preoccupazioni di Toran. Subito dopo fece un violento strattone dal corpo dell'hanyou,facendo volare un misto di sangue e schegge di legno,poi aprì la mano e quello che vide confermo ciò che aveva visto di sfuggita da dentro il torace.

Toran guarda qui.”,disse lui continuando a fissare il contenuto della sua mano,una piccola statuina di legno a forma di orso,non più grande di un ciottolo di fiume era stata estratta dal petto del cadavere,alla quale erano attaccate alcune fibre di carne.

Si direbbe una specie di statuetta...quest'uomo aveva una figura di legno nel cuore?”

Già e credo che alcuni di quelli che hai affrontato ne abbiano anche loro una cosa simile dentro di loro.”

Ma perché fare una cosa simile ad una persona?”

Questo non so dirtelo...ma se Akira e qui sono certo che lui ne sa qualcosa...puoi star certo che lo farò parlare,a molte cose della quale rispondere.”

Una flebile brezza soffiava tra gli alberi e il suo sguardo si rivolse in direzione del soffio di vento che gli muoveva leggermente i capelli.

La sua mente tornò alla figura del maestro templare,Akira,della quale non si era scordato il piccolo sorriso che perennemente si posava sul volto dello yokai dall'occhio d'oro e l'occhio d'argento,non aveva dimenticato i cui modi gentili e la galanteria nel muoversi e nel parlare nascondevano un abilità nel combattere pari ad una brutalità nel colpire che lui sentiva ancora nei suoi ricordi. Aveva perso per mano sua come il più incapace dei dilettanti e il suo corpo e il suo orgoglio di guerriero erano usciti da quel pestaggio più feriti che mai. Il suo sguardo tradiva la sua impazienza e il temperamento non faceva che alimentare la rabbia che aveva verso quell'uomo,solo pensare a quell'individuo riempiva la sua anima di una fiamma che difficilmente si sarebbe spenta. Cosa che sarebbe avvenuta solo con la morte del suo nuovo nemico.

Aspettami Akira,sto arrivando.”



Ciao a tutti,purtroppo per voi sono tornato con il seguito di Connection e sono curioso di sapere cosa ne pensa il grande popolo di EFP su questo primo capitolo. So di essere mancato per molto tempo da questa fandom ma per chi volesse saperlo al momento sono impegnato in un altro progetto di scrittura,che però riguarda tutta un altra cosa e potrei metterci più del previsto per postare i nuovi capitoli di questa fanfic,ma che ho intenzione di portare a termine come il suo precedente. Vorrei fare un ringraziamento speciale a Bankotsu che ha sempre recensito e corretto grammaticalmente in ogni punto che sbagliavo,ma sopratutto lo ringrazio per avermi sostenuto e aver creduto in quello che scrivevo.


Auguro a tutti una buona lettura...anche se state leggendo altre storie,ciao.

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Capitolo 2
*** Amor che nulla ha amato amar perdona ***


Le innevate foreste dell'Hokkaido,verdi foreste dove in inverno la neve abbondava e la vita sembrava essere scomparsa. Ma solo un occhio attento,sensi sviluppati e un profondo contatto con la natura potevano rivelare come l'esistenza attorno non era ferma ed immobile,anzi tutto il contrario. Il suono prodotto dai piccoli roditori che scavavano nella neve fresca nel tentativo di sfuggire ai gufi per non essere divorati e quest'ultimi planavano silenziosamente,se battito d'ali durante la discesa per acciuffare la preda. Ancora più silenzioso era il pulsare della vita degli alberi,la cui linfa scorreva su e giù per quegli alti e forti corpi di legno,alla quale la maggior parte delle persone importava solo quando c'era bisogno di abbatterli per farne ciocchi da buttare nei focolari domestici. No,lui no,lui lo sentiva,la percepiva,la forza della vita che era attorno a lui,era nella scura terra,nel cielo azzurro,nelle foglie delle piante sempreverdi e adesso qualcosa aveva scosso l'equilibrio che la regolava. Sulla corteccia di una grande quercia comparve una fenditura perfettamente lineare e che poco alla volta apriva l'albero allargo lo spazio al suo interno. Eppure la pianta non sembrava si stesse spaccando anzi,era come se la pianta si adattasse a quella strana presenza come se fosse la cosa più naturale del mondo e cosa ancora più bizzarra era quello che c'era all'interno dell'albero. Dal taglio n'è uscì una creatura dall'aspetto bizzarro, a prima vista aveva una figura umana,ma il corpo sembrava rivestito da un sottile strato di legno. Poi la corteccia si sbriciolò come una foglia secca lasciando che la pelle dell'essere sotto di essa potesse tornare a contatto con la fredda aria attorno a lui,rivelando così il suo vero aspetto. Era un giovane uomo,alto,con corti capelli castani,occhi neri,una barba folta che gli arrivava fino alla mascella inferiore e un palco di lunghe corna da cervo sopra la testa. Dalla vita all'insù era completamente nudo,mostrando un corpo tonico ed asciutto,forte ma non esageratamente grande ed era percorso da linee sinuose simile a quelle delle radici di un albero. Dalla vita all'ingiù indossava una pelle di cervo marrone scuro che gli circondava le gambe e gli lasciava scoperti i piedi nudi. Si guardò intorno come alla ricerca di qualcosa,lo aveva sentito nella terra e nel vento,già da tempo aveva sentito un squilibrio nella forza della natura,energie primordiali erano state risvegliate da lungo tempo e mostruosità a lungo tempo rinnegate,venivano evocate con mezzi proibiti. Qualcosa stava accadendo nel mondo degli Ainu e lui doveva capire cosa potesse essere.

Infine e giunto,sapevo che il vento non mi avrebbe mentito,devo raggiungerli al più presto.”

E dette queste parole l'uomo cominciò a correre in mezzo agli alberi con la stessa scioltezza di un Cervo forte e vigoroso mentre l'albero dietro di lui l'albero richiudeva la spaccatura come se non ci fosse mai stata,tornando così al suo aspetto originale. L'uomo avanzò sicuro nella foresta attraverso una via che solo i suoi sensi potevano percepire,vedeva il vento indicargli la strada da seguire,ascoltava la foresta e odorava la terra,il tutto mentre si dirigeva verso di loro. Sapeva che saperebbe venuti,glielo aveva detto la natura.



Ci sono villaggi o città nei dintorni?”,Chiese Ezio con voce calma e controllata.

Da parte sua sembrava che la ragazza lo avesse capito,anche se il fatto di essere bloccata a terra da il cadavere del suo grosso e goffo alleato non l'aiutasse ad essere collaborativa,oltre ad avere una clavicola rotta,non rendeva la situazione certo delle più facili da gestire. Lei ovviamente non voleva saperne di parlare con loro tre che la fissavano senza neanche aiutarla,sopratutto l'inuyokai con la lunga chioma argentea,quello sembrava di certo il meno amichevole tra loro.

Io non dire niente a te,uomo dagli occhi tondi.”,disse la donna mentre cercava di controllare il dolore.

Ezio da parte sua continuò a osservare la ragazza stesa a terra e un istante dopo l'assassino posò un piede sulla porzione di corpo lasciata scoperta dal cadavere del bruto e senza alcun preavviso posò violentemente il piede sull'osso fratturato. La donna urlò dal dolore così forte che avrebbero potuto sentirla fin dall'altra parte della foresta senza alcuna fatica mentre il suo volto per il dolore si contraeva in una orrenda smorfia,contraendo tutti i muscoli del volto in una sola ed unica espressione di pura agonia. Ezio tuttavia continuò a premere ancora per un po' e poi staccò il piede mentre la ragazza piangeva dal dolore.

Lascia che ti riformuli la domanda mia carissima fanciulla, per caso potresti gentilmente dirci se si trovano dei villaggi da queste parti? Va bene anche una casetta,una capanna,una rimessa per la legna,qualsiasi cosa.

Io essere guerriera sacra,io ricevere la benedizione dello spirito orso è io non permettere mai che gente del sud invade nostre terre nuovamente. Popolo di Ainu è testimone.

Lascia fare a me.”, Disse Sesshomaru con tono freddo.

Accomodati.”

Ezio si allontanò un poco alla donna a terra dando lo spazio necessario all'inuyokai perché facesse quello che doveva fare,non aveva la ben che minima idea di come sarebbe riuscito a farla parlare e doveva ammettere che era curioso al riguardo. Sesshomaru fece pochi passi per poi fermarsi nello stesso punto in cui si trovava il fiorentino,ma a differenza di quest'ultimo il suo sguardo era glaciale e sul viso non mostrava la ben che minima emozione. Lo fissò per una manciata di secondi e poi con un rapido movimento della mano,le taglio la gola con i suoi artigli. Ezio restò stupito da quel gesto rapido ed improvviso,come se gli fosse stato naturale sgozzarla senza pensarci due volte,la punta delle sue dita erano tinte di rosso e sul suo viso non c'era stata alcun inclinatura. L'impassibilità in quel gesto lo aveva reso bersaglio carico di giudizio.

Perché lo hai fatto?”, Chiese Ezio con tono rammaricato.

Non avrebbe mai parlato e tu stavi solo perdendo tempo,credevo che dato l'importanza del tuo titolo avresti capito cosa avevo intenzione di fare...e comunque ha combattuto con coraggio,ha meritato una morte indolore.”

Non venirmi a dire come fare l'assassino ragazzino,la morte che gli hai dato sarà stata pure rispettosa,ma priva di pietà,quello che è brutto non è stato quello che hai fatto,ma la maniera in cui l'hai fatto,tu non sei un mostro...non comportarti come tale.”

Sesshomaru spostò lo sguardo puntandolo verso l'assassino che continuò a fissarlo in maniera ammonitiva,come se avesse a che fare con uno dei suoi iniziati,cosa che effettivamente Sesshomaru era,almeno ufficialmente. Ricordava ancora il giorno in cui gli aveva consegnato la lama,ma intuiva anche che quel ragazzo portava quell'arma solo come un oggetto utile ai fini del combattimento,ignorando volutamente il messaggio che lama celata rappresentava realmente.

Per tua informazione ho almeno quattro secoli di vita,la tua esistenza in confronto alla mia durerà un battito di ciglia.”

Caspita,quattrocento anni e sei ancora un ragazzino,beh quando ti sarai deciso a entrare nel mondo degli adulti fammi un fischio.

La tensione tra i due si stava scaldando sempre di più,quando tra i due si mise Toran a separarli.

Smettetela,tutti e due,vi rendete conto che siamo in territorio nemico e voi cosa fate? Ve ne state qui a litigare come due bambini.

I due la fissarono per un attimo e poi si separarono,ognuno allontanando le mani dalle proprie armi,come a voler dire che stavano seppellendo l'ascia da guerra,ma nei loro sguardi era rimasta una parvenza di conflitto. Ma sapevano che la pantera aveva ragione,litigare non sarebbe servito a niente,ma di certo non si sarebbero chiesti scusa a vicenda e perciò la discussione era finita li e Sesshomaru fu il primo a incamminarsi nella direzione che aveva scelto in precedenza,seguito silenziosamente dagli altri due,ricominciando così a rimettersi in cammino. Passarono altre due ore di marcia nella foresta innevata,il ritmo non era dei più veloci,ma se non altro passarono senza incontrare altre squadre di ainu in esplorazione,i due yokai del gruppo non avevano udito o percepito nulla di sospetto,mentre Ezio faceva mente locale per capire dove fossero finiti e quanta distanza avevano percorso,di sicuro non poca,ma non avevano nemmeno compiuto una maratona dato che se non volevano farsi notare avrebbero dovuto continuare a quel ritmo poco serrato e poi correre senza sapere dove si stava andando era solo uno spreco di energia e una pessima scelta tattica,tanta fatica solo per correre il rischio di finire in un altra imboscata e questa volta rimetterci anche la pelle. No,la cosa migliore da fare era continuare così. A un certo punto arrivarono in una zona particolarmente fitta della foresta e decisero di fermarsi per fare una fermata strategica e fare il punto della situazione,oltre che mangiare qualcosa e fu così che l'inuyokai si offrì senza troppa gentilezza per provvedere al pasto,almeno si sarebbe allontanato da Ezio quel tanto per far sbollire la rabbia,lasciando la pantera e l'assassino a controllare la postazione provvisoria. Fecero entrambi il giro della zona e riconfermarono la scelta fatta,la vicinanza degli alberi dal tronco largo e gli stretti passaggi che impedivano a nemici più grandi e larghi di passare senza dover perdere tempo a distruggere tutto e oltretutto la grande presenza di legna a piedi degli alberi costituiva una grande quantità di legna da ardere,che anche se un po' umida non sarebbe stata un problema per Ezio,tra le diverse granate fumogene che portava alla cintura e le cariche di polvere da sparo che teneva per l'arma da fuoco che nascondeva vicino alla lama sinistra gli avrebbero permesso di accedere un fuoco molto velocemente. Per cui problema risolto....o quasi. Ezio trasportava la legna e Toran nel frattempo gli avrebbe fatto da sentinella in caso di attacco,e raccoglieva la legna per lui,ma nonostante la sicurezza che la ragazza gli offriva il fiorentino non poté non accorgersi dell'umore di lei mentre osservava i dintorni in caso di pericolo.

Come vi siete conosciuti?”,Chiese Ezio di punto in bianco mentre le sue braccia si riempivano di rami e rametti di tutte le dimensioni.

Come scusa?”,Chiese la pantera presa alla sprovvista da quella domanda improvvisa.

Tu e il signor allegria da funerale,come vi siete conosciuti?”

Ha importanza?”

Mi aiuterebbe a comprendere molte cose,quando Yuki ti avvertita del pericolo che Sesshomaru correva al castello di Akira non hai esitato ad aiutarci.”

Era una degli invitati all'evento e poi dovevo sapere chi era questo Akira,noi del clan delle pantere non l'avevamo mai sentito nominare e non sapevamo niente del suo territorio,oltre al fatto che uno dei suoi uomini era nel mio castello,quindi puoi immaginare per quale motivo ho deciso di collaborare con voi.”

Vero,ma questo non spiega per quale motivo hai deciso di venire qua a nord,da quello che Yuki mi ha raccontato, per quante siano molte le cose che non ho ancora capito in questo mondo, e che tu sei la massima autorità della tua gente,ora segui il mio ragionamento,se volevi collaborare con la confraternita ti sarebbe bastato restare nella tua dimora e passarci delle informazioni di tanto in tanto,ma tu hai deciso di partecipare attivamente a questa guerra e non è la sconfitta della croce vermiglia la cosa alla quale stai puntando.”

Lei stava per passargli un altro ciocco di legno quando si interruppe di colpo,puntando lo sguardo verso il nulla,alla ricerca di un ricordo lontano,un immagine ben scolpita nella mente. Ricordava ancora la notte in cui avrebbe dovuto uccidere il figlio di Inutaisho per compiacere il suo signore quando invece era accaduto tutto il contrario. Lei era al comando delle pantere e si era presa una cotta disastrosa per l'uomo che molte volte aveva cercato di uccidere,che grande ironia la vita,tutto il tempo che aveva passato nel combattere Sesshomaru ora lo accompagnava in quella follia di avventura che stavano passando in quella zona del Giappone. Se qualcuno glielo avesse raccontato un paio di secoli fa,non ci avrebbe creduto,nemmeno per tutte le teste di cane del mondo. Un attimo di silenzio,giusto il tempo di trovare le parole e poi Toran prese la sua decisione,fece un respiro profondo e poi tornò a parlare.

Va bene, ti racconterò tutto,ma prima accendiamo il fuoco,non ci vorrà molto prima che Sesshomaru torni con qualcosa da mangiare.”

Dopo aver raccolto abbastanza legna i due si appostarono all'ombra di un grande albero liberandolo da molta della neve che aveva attorno alla base,quel giusto che bastava da potersi sedere abbastanza comodamente ed evitare che la legna si inumidisse più di come lo era già,poi Ezio l'ammucchio a terra,ci sparse sopra mezzo sacchetto di polvere da sparo e con uno scatto della pietra focaia della pistola accese il tutto,assicurandosi così un posto caldo,anche se non troppo asciutto. Ma per quello che bastava andava bene anche così,almeno per lui,visto che lei non sembrava soffrire il freddo gelido di quelle terre,come facesse non lo capiva,visto che l'abito in aggiunta alla bassa temperatura andava in giro con un abito alla quale mancava chiaramente una manica. Ma ormai a certe stranezze in quel mondo non ci faceva più troppo caso e quindi lasciò perdere.

C'è stato un tempo in cui io e lui non eravamo in buoni rapporti,il mio clan e il suo erano in guerra e per molto tempo ci siamo combattuti,un giorno sul campo di battaglia,adesso non ricordo bene dove,ci siamo scontrati direttamente e per un po' abbiamo cercato di ucciderci a vicenda...”

Se tutte le donne con la quale sono stato cercassero di uccidermi mi ritroverei da solo contro un esercito.”,disse lui sorridendo a quella immagine che solo lui trovava tragicomica e anche lei in parte sorrise,senza sapere bene perché. Forse parlare con lui non era poi così male,non conosceva molto gli umani e in gran parte della sua vita non li aveva mai considerati interessanti,ma doveva ammettere a se stessa che quello straniero aveva un non so che di strano,all'apparenza gli era sembrato sfrontato e superficiale eppure doveva esserci qualcosa di speciale,qualcosa che gli aveva permesso di confrontarsi con Sesshomaru e non essere continuamente minacciato di morte da quella che forse in tutto il mondo era la creatura meno sociale ed espansiva che fosse esistita. Quell'umano era certamente un mistero.

beh ad ogni modo,per farla breve noi perdemmo la guerra,lo rincontrai cinquantanni dopo,cercammo di nuovo di ucciderci,lui però salvò la mia vita e riportò indietro le persone a me più care che avevo che erano morte per mano del mio precedente signore e io divenni il nuovo capo clan delle pantere.”

Ah....vorrei tanto dirti che capisco tutto quello che hai detto riguardo a questa storia,come l'esservi visti dopo cinquantanni e non essere diventati vecchi o come lui si sia impegnato a riportare in vita qualcuno allo stesso modo in cui Gesù riportò in vita Lazzaro o almeno credo che abbia fatto così,però una cosa l'ho capita.”

E sarebbe?”

Lui ti piace.”

A quella affermazione secca e diretta come una freccia Toran restò a bocca aperta,bloccata a tal punto da aver smesso di respirare e con lo sguardo rivolto da tutt'altra parte,come se stesse cercando di ignorare quella risposta tanto invadente quanto veritiera. Glielo aveva detto senza mezzi termini o giri di parole,aveva detto la verità e lei fece di tutto per tenerla con se,solamente per lei poiché tale era l'imbarazzo che sentiva verso quei sentimenti,che faceva di tutto per custodirli. Da parte sua Ezio poteva vantare la capacità di capire quando una persona stesse mentendo,cosa fondamentale per ottenere informazioni durante un interrogatorio o quando si rivolgeva a qualcuno e quest'ultimo gli stava tendendo una trappola. Di certo questa non era una pratica esatta ma poteva scovare tali menzogne in piccoli segnali motori della persona che stava guardando,come l'accarezzarsi le mani,dalla tonalità della voce oppure come in quel caso ignorare occhiate e sguardi,chiaro sintomo di vergogna o come tentativo disperato per eludere una situazione imbarazzante come quella. Ma a parte questo l'assassino poteva vantare una certa esperienza col gentil sesso,che oltre alle arti....fisiche delle suddette fanciulle,ragazze,donne mature aveva appreso determinati comportamenti e modi di fare che potevano suggerirgli approcci diversi per situazioni differenti. Capire pienamente una donna sarebbe stato impossibile per qualunque uomo,ma in fin dei conti quello che aveva imparato dall'esperienza gli era stato utile e forse anche in quel momento poteva rivelarsi utile e non solo nell'arte della seduzione.

No-non so di cosa stai parlando.”

Sai,avevo il sospetto che tu provassi qualcosa per lui,ma sai come me ne ho avuto certezza? Il giorno della prova,quando io e Sesshomaru ci siamo scontrati nella foresta,appena hai visto che stavo per colpirlo,o meglio,fingevo di finirlo,tu sei entrata in campo senza preoccuparti di quello che ti sarebbe capitato. In quel momento non ti importava se ti eri intromessa nel nostro duello oppure saresti stata criticata da me o da yuki,ma ancora di più non ti sarebbe importato se lui ti avesse cacciato. Eri pronta a morire per lui,eri pronta ad uccidermi per lui e sono sicuro che rifaresti la stessa cosa se c'è ne fosse bisogno,quindi adesso,dimmi se c'è qualcosa di sbagliato in tutto quello che ho detto fino adesso.

Lei stava per dirgli qualcosa ma lui la guardò come a voler dire di non inventare scuse di alcun tipo,specialmente con se stessa e quindi abbassò la testa sconfitta. Avrebbe voluto difendersi da quelle parole tutt'altro che menzognere,ma il modo in cui gli era stato fatto notare era stato rapido e feroce che non seppe come reagire n'è tanto meno seppe come fare. Quindi preferì arrendersi e smettere di lottare,se era talmente chiaro quello che lei provava per quel cane,per quel guerriero,allora tanto valeva essere sinceri.

A questo punto negarlo e inutile,il sentimento che nutro verso di lui e qualcosa che a fatica riesco a controllare,vorrei amarlo liberamente,vorrei fargli capire quello che sento quando mi sta vicina,quando mi alleno con lui,quando mi parla. Negli ultimi tempi però sembra essersi fatto sempre più distante,da quando è avvenuto quell....quell'incidente.

Parli di un mese fa giusto? Il giorno prima della partenza,tranquilla Yuki mi ha detto tutto.”

Lo immaginavo,d'altronde siete entrambi assassini,quindi e normale che lo sapessi anche tu. Però c'è una cosa che mi spaventa più di tutto quello che è già successo.”

E sarebbe?”

A quella domanda seguì un breve attimo di silenzio,nella quale la pantera sentì un brivido lungo la schiena accompagnata da un immagine oscura che le era passata per la testa. Il vento soffiò una gelida folata,ma la cosa non le portò conforto,dato che la mente era persa tra pensieri che scaturivano da paure profonde.

Sesshomaru non è il tipo da chiedere aiuto,tutto ciò che ha affrontato nella sua vita lo ha fatto sempre da solo,o per lo meno non è il tipo da mescolarsi agli altri,nemmeno quando si trova all'interno di una squadra.”

E questo l'ho notato anche io.”,disse Ezio con un tono leggermente piatto,ma Toran lo ignorò bellamente,troppo presa dalle sue stesse parole.

Quello che mi fa più paura e che un giorno potrà aver bisogno di aiuto,ma quando accadrà,quando per la prima volta vorrà avere qualcuno accanto,l'abisso che si trova dentro di lui lo trascinerà così a fondo che non potrò far nulla per aiutarlo,perché il male che lo sta logorando lo avrà consumato a tal punto da farlo morire,se non peggio. Spero con tutta me stessa che non accada mai,ma più tempo passa e più lui si allontana....fino a che non lo avrò perso per sempre,senza aver avuto il tempo e il coraggio di dirgli quello che sento per lui....mi sento così inutile.”

Ezio la osservò per un attimo e la vide nella sua completezza,non era solo la guerriera dotata del potere del ghiaccio,oppure come il capo del clan delle pantere,che nel suo immaginario si era immaginato una ragazza circondata da felini come una di quelle anziane signore con la casa piena di gatti e che lei probabilmente gli dava ordini su come gestire la base oppure di attaccare i clan rivali,cosa che in un qualsiasi altro momento avrebbe trovato divertente oltre che completamente fuori di testa. No,lui stava osservando semplicemente come una ragazza innamorata,che in balia della tempesta che si agitava nel suo cuore non sapeva come gestire una cosa simile. Giovane,sognante,vittima di un amore che qualsiasi giovane ha provato almeno una volta nella vita,casto ed innocente. Lui lo sapeva bene come ci si sente ad essere innamorati,il dolce peso di un cuore innamorato,caldo come il fuoco e pesante come la dannazione eterna,forse per quello gli venne in mente una frase di un altro fiorentino,uno che le pene dell'inferno le aveva veramente passate...o così aveva scritto.

Amor che nulla ha amato amar perdona.”,Disse Ezio pensando a voce alta.

Come?”

No nulla,stavo citando l'inferno di Dante,ma immagino che tu non sappia chi sia vero?”

No.”

Allora e meglio lasciar perdere....ma lascia che ti dia un consiglio.”

E sarebbe?”

Ama,ama intensamente,ama follemente,l'amore compie imprese che hanno del miracoloso perché finché ci crederai,finché sarà vivo,quella fiamma non si spegnerà mai se non lo vorrai....o nel tuo caso non lasciare che si sciolga...insomma hai capito.”

Non c'erano altre parole da dire,Ezio non ne aveva altre e sperava che altre non n'è avesse bisogno. Poi Toran guardò Ezio dritto negli occhi e sul suo volto comparve un piccolo sorriso che snudava leggermente le piccole zanne.

Non credevo che l'avrei mai detto ad un umano,però....grazie.”

Figurati.”,disse lui sorridendole di rimando.

Il vento soffiava tra gli alberi,spargendo per la foresta brezze gelide,mentre un cielo azzurro e un sole lucente davano la pallida illusione di portare un po' di calore alle membra infreddolite di lui e rinfrescate quelle di lei. Ma la leggerezza che si sentiva in quel momento aveva scaricato una tensione che premeva sull'animo della ragazza da molto tempo ormai,salvandola così dalla preoccupazione,dalla continua ansia del sentirsi inutile e che non sentire il vecchio rivale vicino a lei la faceva star male,in quel momento a scaldare la carne e lo spirito non c'era solo il fuoco.



Si spostava velocemente in mezzo agli alberi,libero,indipendente,tempo dedicato a far scattare i muscoli, a scaricare la tensione,liberarsi delle preoccupazioni. Una battuta di caccia poteva essere un ottimo sfogo per la frustrazione,non necessariamente legato al semplice e barbaro gusto di uccidere. Lui non era quel genere di yokai. Sesshomaru aveva avvistato un grosso cervo,dalla grandi corna e che camminava in mezzo alla foresta,ignaro del suo cacciatore che si spostava di ramo in ramo per non lasciare impronte sul terreno o per non far sentire nessun rumore a livello del terreno,dato che sapeva bene che certi animali,proprio come lui,avevano un udito finissimo,per cui era meglio stare attenti a non farsi sentire. Gli era esattamente sopra,per cui saltò sull'animale di sotto,fece scattare la lama celata e con un solo fendente affondò la lama a lato del grosso collo,nel punto esatto in cui passava un arteria principale. Il cervo buttato a terra dal spinta ricevuta subì il colpo senza poter reagire e morendo lentamente,i suoi grandi occhi marroni si posarono su quelli d'oro del guerriero che lo aveva abbattuto,per poi lasciarsi andare e morire lasciandosi andare in un ultimo verso,poi più nulla. Sesshomaru non ci pensò poi troppo,uccidere non gli dava alcuna soddisfazione,a differenza di quello che molti pensavano di lui,ma poco gli importava. Esattamente come la donna alla quale aveva tolto la vita,non avrebbe mai parlato e per tanto non aveva senso farla soffrire inutilmente,un veloce colpo di grazia e via,come aveva sempre fatto e mai avrebbe cambiato il metodo. Allora perché Ezio si era indignato così tanto per quello che lui aveva fatto? Le aveva dato un ultimo colpo,veloce e il meno doloroso possibile,in quanto alla pietà non era costretto a darla ad ogni avversario che aveva ucciso,molti nemmeno l'avevano meritata,ma lui di certo non n'è dispensava molta. Prese il cervo con un solo braccio e se lo caricò su una spalla,poi come se nulla fosse tornò indietro senza troppa fretta. I suoi passi sulla neve apparivano più pesanti,lasciando così impronte ben visibili sul bianco manto sotto i suoi piedi. Ma poco gli importava,i suoi pensieri andavano altrove e oltre tutto se qualcuno lo avesse seguito lui lo avrebbe combattuto e poi ucciso,fine della storia,come aveva sempre fatto....tranne con Rin,prima di allora con Ah-Un e prima ancora Jaken,pochi altri potevano di dire di aver avuto la stessa fortuna. Mentre si spostava per il bosco sentì delle presenze estranee in lontananza e senza abbandonare la sua preda si mosse lentamente nella loro direzione e per quanto avvertisse che non erano molto forti,dubitava che si trovassero li per puro caso e anche se fosse stato così sarebbe stato meglio non abbassare la guardia,per cui era meglio prepararsi ad un altro scontro,cosa alla quale era abituato visto che teneva la mano posata sul manico senza aver tuttavia averla ancora estratta. Si avvicinò ancora,fino a giungere nei pressi di una buca naturale,ma da dove si trovava lui non seppe dire chi ci poteva essere dentro,c'era soltanto un modo per scoprirlo. Con uno scatto improvviso si avvicinò all'orlo della buca,estrasse la spada e poi...si bloccò di colpo,dopo che ebbe visto chi c'era al suo interno. Vide due giovani yorozuku vestiti con le classiche pellicce conciate in maniera semplice e primitiva,con giusto qualche protezione per il petto e le ginocchia. Uno dei portava una capigliatura folta,con i capelli che andavano verso l'alto,quasi a punta di fiammella ed erano grigio scuro,con l'eccezione di un folto ciuffo di capelli neri. L'altro invece si presentava prevalentemente calvo con una striscia di capelli bianca a formare una seghettata nella metà esatta della testa. Al suo cospetto i due yokai erano spaventati e intimoriti,un po' come se ci si trovasse in una situazione di pericolo e pensi di essertela cavata,ma poi quel pericolo ritorni e sai che c'è ben poco da fare se non provarle tutte,perché infondo per loro due,trovarsi Sesshomaru sopra di loro era chiaramente una situazione pericolosa.

Voi due,vi ho già visto da qualche parte,ditemi come vi chiamate.”

I due ragazzi spaventati non poterono far altro che rispondere alla sua richiesta,tanto semplice che anche in quello stato riuscirono a rispondere senza troppi problemi.

Io sono Ginta.”,rispose il ragazzo con il ciuffo nero

Io sono Hakkaku.”,rispose l'altro con la cresta alta.

Sesshomaru rimase in silenzio per un paio di secondi e poi,un guizzo di memoria riemerse dall'angolo dei ricordi rimossi,come un vecchio rotolo di carta,ormai reso quasi illeggibile per colpa del tempo e dell'incuria,ma non del tutto consumato. L'espressione sul volto dell'inuyokai si fece ancora più arcigna,purtroppo si ricordò per quale motivo aveva rimosso la loro presenza dalla sua memoria.

Ora mi ricordo,eravate quei due scemi che una volta hanno pensato bene di sbarrarmi la strada per un motivo che non ho mai capito e tanto meno non mi interessava.”,disse lui in maniera distaccata, “ma quello che mi interessa e sapere perché mi avete seguito,rispondete o giuro che questa volta non mi limiterò alle minacce.”

Non ti stavamo seguendo,purtroppo la nostra tribù e stata attaccata da un gruppo di altri lupi e siamo stati costretti a difenderci.”Disse Ginta preoccupato nel ritrovarsi la punta di Bakusaiga in direzione della sua testa, “Ma durante l'attacco siamo rimasti separati dal resto del gruppo e ci siamo persi,anche noi avevamo notato la presenza del cervo e visto che non mangiamo da ieri sera abbiamo pensato di seguirlo....e poi sei arrivato tu.”

Sesshomaru spostò la punta della lama da Ginta ad Hakkaku con un leggero movimento di polso,spaventando notevolmente l'altro yorozuku.

Non sapevamo che tu fossi qui.”,Disse il lupo con la cresta, “O meglio,sapevamo che ci fosse un potente dayokai proveniente dalle terre più a sud.”

A quella descrizione Sesshomaru si sentì pervaso da un brutto presentimento e sul suo volto si poteva leggere una vena di rabbia.

Descrivilo.”

Lo abbiamo visto una sola volta:alto,capelli neri,vestiva come un nobile e aveva gli occhi di due colori diversi.”

Non c'erano più dubbi,ora Sesshomaru ne aveva la certezza più assoluta,Akira era li,nell'Hokkaido,già da tempo aveva il sospetto che il templare fosse giunto in quelle terre,ma sentirlo dire da qualcun altro lo rassicurava del fatto che tutta quella strada fatta solo per compiere una missione della quale non gli importava molto non era stato tempo perso. Gli mancavano ancora molte informazioni riguardo alla posizione esatta di Akira in quella terra,ma era chiaro che se questa Otsune era così importante per gli Ainu allora poteva anche darsi che Akira si interessasse personalmente agli eventi che stavano scatenando la parte più arcaica del Giappone,un passo in avanti verso la sua rivincita era stato fatto,ora doveva solo completare il percorso. Ritrasse la lama dal volto di Hakkaku e la riposa all'interno del fodero e cominciò a tornare indietro,con il cervo sulla spalla e una miriade di risposte da conoscere e forse aveva chi gliele poteva dare.

Venite con me.”

Disse Sesshomaru diretto ai due lupi e con qualche esitazione lo seguirono a distanza,troppo intimoriti per poter stargli vicino,visto l'incontro che ebbero con lui l'ultima volta. Forse se la sarebbero cavata anche questa volta....forse. In ogni caso era tardi per tornare indietro visto che erano separati da Koga e Ayame non avevano molte possibilità di sopravvivere,non erano i più forti della loro tribù e non erano tanto meno i più veloci o più scaltri,ma erano leali e sapevano che presto o tardi sarebbero venuti a prenderli,per ora non dovevano fare altro che resistere.


Sono desolato mia signora,ma non abbiamo ancora ricevuto notizie dalle squadre di pattuglia,probabilmente non sono ancora penetrati così in profondità nel territorio da farsi notare.”

A parlare fu la voce gracchiate di una creatura umanoide,con le zampe inferiori da uccello,delle ali nere dietro la schiena,un piumaggio nero che rivestiva tutto il corpo e una vistosa testa di corvo dal lungo becco nero era posata su di un ginocchio mentre in una mano teneva un bastone di legno vecchio,con un teschio umano sulla punta e legato al lungo manico per mezzo di viticci secchi.

Oppure sono così impegnati a combattere la coalizione delle tribù yoro del sud venute a fornire supporto ai lupi del nord. Mobilita altri guerrieri e sarà necessario manderemo anche gli sciamani,questa stupida resistenza deve finire,io sono la loro regina e anche questi stupidi ribelli mi devono obbedienza.”

Una donna dai corti capelli verdi con qualche ciocca marrone,vestita di un lungo abito blu e una fascia bianca con dettagli azzurri che gli circondava la fronte e tra le mani teneva una lunga collana decorata con ossa di scoiattoli sulla quale erano state fatte delle incisioni mentre di fronte a lei una fiamma divampava all'interno di un piccolo recinto di legno,alla quale erano state legate delle bamboline dogu,la cui forma ricordava quelle del periodo antico,dalle forme anormali e i dettagli appena abbozzati,come le grandi teste rotonde e gli arti curvi e corti.“Come volete maestà,tuttavia c'è un altro problema della quale dovreste essere partecipe.”

E quale sarebbe Marsatap?”

Pare che Urtak sia stato visto meditare nella foresta”

A quel punto la donna si alzò immediatamente e nervosamente si girò in direzione del corvo con espressione irata.

Non è possibile,se ciò che dici e vero allora il mio potere su questa gente e in serio pericolo,prima occupati di lui e poi assicurati di uccidere tutti gli yoro che non si piegano al mio trono.”

E in quanto agli altri? Intendo l'inuyokai e gli altri due che lo seguono.”

Stia tranquillo,di loro ci stiamo già occupando in maniera meticolosa.”

Questa volta fu una voce maschile a farsi sentire,era Akira e come sempre vestiva i suoi abiti preferiti,un kimono bianco abbinato ad un hakama nero e ai piedi portava dei tabi bianchi. Era impegnato ad esaminare su di un basso tavolo una lunga tavoletta ricava da un unico e grande osso animale un serie di incisioni e segni dall'aspetto antico e arcaico,come le incisioni rupestri che di tanto in tanto trovava in grotte sperdute e abbandonate che li a nord era stato curioso di esplorare. Li alla fioca luce di una fiamma cerimoniale,accesa in una delle grotte sacre riservate alla regina,il gran maestro cercava di scoprire i misteri di quello che ormai sembrava un mondo ormai perduto.

A cosa ti riferisci Akira?”,chiese la regina con interesse.

Se sono penetrati in queste terre e chiaro che presto sentiremo notizie riguardanti la loro avanzata. Il signor Sesshomaru non è tipo da non farsi notare e prevedo che in questi giorni sentiremo parlare di lui,per quanto riguarda gli yoro sono loro il vero problema,la loro resistenza al tuo potere,mia cara,non solo li rende un ostacolo per il dominio completo sulle tue terre,ma se la notizia che Koga,capo clan degli yoro del sud sia giunto in soccorso dei lupi del nord allora abbiamo un problema molto più serio da affrontare, qui si rischia di combattere un conflitto che rallenterebbe le tue mire di conquista Otsune,dobbiamo evitare di sprecare tempo e agire con prudenza ma anche alla svelta,il tempo ci è tiranno.

E per quanto riguarda Urtak,mia signora?”

Quel traditore merita di patire mille morti e l'una peggior della precedente,trovalo e assicurati che soffra,nessuno lascia la mia corte e poi non n'è paga le conseguenze,ora va.”

Maestà.”

Ricevuto l'ordine il corvo si incamminò l'ungo tutta la caverna,lasciando soli la regina e il suo tenebroso alleato. Otsune voltò la testa in direzione di Akira osservandolo con aria preoccupata e irritata.

Spero che tu abbia un piano mio caro,perché questa situazione rischia di far fallire i nostri progetti.”

Il dayokai a sentire quelle parole alzò la testa e staccò gli occhi dall'antico manufatto e posarli subito sulla figura della regina mostrando in viso un espressione calma e tranquilla.

Pazienza mia cara,le risposte che ci servono sono nel passato e se tutto andrà come previsto,allora tu avrai il totale controllo del popolo Ainu....”

E tu potrai continuare indisturbato le tue ricerche in queste terre,però non ho ancora capito cosa stai cercando esattamente.”

Mia carissima sacerdotessa,ad essere sincero non lo nemmeno io,ma credo che lo scoprirò presto...”

Tornò con gli occhi sulla tavoletta in osso e un ghigno per nulla rassicurante snudò le bianche zanne del templare,mentre la sua mente si deliziava all'idea di quali tesori potessero contenere quei segni incisi su quel bianco così antico,il solo gusto della conoscenza era per lui un sapore dal gusto prelibato.

Molto presto.”

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Capitolo 3
*** Tra i lupi ***


Non ci volle molto prima del ritorno dell'inuyokai,l'odore della legna che teneva viva la fiamma era ben riconoscibile da molto lontano,anche se non c'era stata alcuna difficoltà nel tornare dai suoi compagni di viaggio,o almeno Toran era considerata tale,Ezio era per lo più un peso obbligatorio che doveva portarsi dietro,o da seguire. In ogni caso non gli stava a genio. Ginta e Hakkaku lo avevano seguito con riluttanza e per tutto il tragitto non ebbero il coraggio di rivolgergli la parola,già di suo non sembrava la persona più cordiale con la quale dialogare,quindi perché farlo irritare ancor più di quello che dava a vedere?

Hai fatto presto ragazzo,giusto in tempo per il pranzo.”

Era stato Ezio a parlare,stava vicino a Toran,seduto al fuoco mentre sembrava armeggiare con le lame celate,spostando lo sguardo tra i diversi meccanismi e controllando che gli ingranaggi e i perni funzionassero bene,d'altronde il freddo era un male per strumenti così delicati dato che poteva compromettere il movimento della lame,se non addirittura bloccarle. La ragazza invece era occupata a controllare i dintorni mentre nella mano stringeva la sua arma di puro ghiaccio. La sua vista sulle lunghe distanze era migliore di quella dell'assassino e in più poteva far ricorso ai suoi poteri per usare la neve ancora a terra per improvvisare trappole o barriere momentanee. La sua presenza nella squadra era di certo una buona cosa. Appena si accorse della presenza di Sesshomaru non poté non accorgersi dei due yorozuku alle sue spalle,cosa che per un attimo la stupì.

E loro due chi sono?”,chiese la pantera nel vedere i due ragazzi che lo seguivano,pur non restandogli troppo vicino,cosa che per un attimo la mise sulla difensiva.

Due vecchie conoscenze che hanno delle risposte che io voglio.”,disse Sesshomaru sbrigativamente. Posò a terra la preda appena catturata e con l'artiglio del dito indice fece una lunga incisione sul cerco che andava dalla punta del mento al basso ventre,facendo fuoriuscire le viscere maleodoranti,le recise e poi,con un movimento lento e ponderato strappò via la pelle dalla muscolatura sottostante,con delicatezza e precisione,non c'era bisogno di sporcarsi di sangue più del necessario. Sempre con le mani tagliò le diverse parti del corpo dell'animale seguendo i lineamenti dei muscoli e dividendoli per sessioni,che poi Ezio mise su dei bastoni avanzati del falò e li usò come spiedi per mettere a cuocere la carne.

Avvicinatevi pure,scaldatevi e appena potete mangiate qualcosa,offre il cacciatore.”, Disse Ezio rivolto a Ginta e Hakkaku,che ringraziarono lo strano uomo incappucciato,con fare timido e schivo. I loro occhi vagarono sulle vesti dell'umano,così esotiche e raffinate. Non avevano mai visto abiti così strani da quelli che erano abituati a vedere,anche per le genti più civilizzate. Persino le protezioni di metallo attirarono la loro attenzione,dal disegno che sapeva di lontano,mentre occhi da rapace indagavano con circospezione la loro presenza in mezzo a loro. Sesshomaru dal canto si poggiò ad un albero vicino,mentre la fiamma consumava il legno,alimentandosi lentamente dei bastoni e dei ramoscelli,scoppiettando di tanto in tanto. Restava in disparte,ma abbastanza vicino da far sentire la sua presenza,per quanto silenziosa e talvolta inquietante poteva sembrare. Restava li immobile e senza proferire parola,se non quando lo riteneva necessario eppure,non era estraneo al clima calmo e confortevole che si era creato nell'attesa del caldo pasto. Distante ma presente,distaccato e tuttavia vicino,com'era solito fare un tempo,quando viaggiava con la sua vecchia combriccola,se così la si poteva definire. Jaken,Rin e Ah Un,quanti ricordi,tutti simili alla scena che aveva di fronte agli occhi e lo facevano tornare indietro nel tempo,almeno con la memoria,prima dell'inizio di quell'assurda storia. Il fuoco acceso,la bambina che canticchiava sempre una canzone,molte inventate sul momento mentre Jaken,il suo fedele e fin troppo premuroso servo,che come sempre sopportava a stento la pimpante vivacità della ragazzina. Infine c'era Ah un,il drago a due teste,dall'aspetto imponente ma innocuo,protettivo quando serve ed erbivoro,una strana combinazione di qualità per una cavalcatura,a volte lo yokai e aveva la sensazione che la creatura comprendesse molto più di quello che dava a vedere,ma in fin dei conti era una buona compagnia,per quanto silenziosa e perciò lo aveva tenuto con se. In quel momento sentì di essere tornato,anche solo per un attimo,ai quei tempi,eppure non n'è sapeva il motivo,eppure era così. Forse era stato il miraggio di un ricordo lontano,l'abbaglio di tempi più tranquilli,quando ancora era sicuro della sua forza e della imbattibilità. Mentre la carne cominciava ad arrostirsi e l'appetito si faceva sempre più forte Ezio decise di fare la sua mossa e si rivolse subito ai due lupi.

Immagino che conosciate il nostro comune amico dalla grande parlantina,siete suoi amici?”,chiese l'umano curioso,voleva capire chi fossero i due ragazzi vestiti di pelliccia. Il solo guardarli gli metteva freddo.

Veramente no,diciamo solo che un giorno lo abbiamo incontrato,c'è stato un grosso malinteso e noi due abbiamo rischiato di fare una brutta fine,fortuna che è intervenuto il capo,se no non saremmo qui per raccontarlo.”, disse Ginta mentre tendeva le mani verso il fuoco per scaldarsi le carni infreddolite.

Il vostro capo? Ed qui anche lui?”

Con noi c'é tutta la tribù,ora però siamo molti di più,il matrimonio tra Koga e la figlia del capo degli yoro del nord ha unito i due clan e adesso siamo in molti di più,quest'anno ci saranno molte nascite tra i lupi,questo sarebbe un anno benedetto dagli antenati,se non fosse per...quell'individuo” Rispose Hakkaku con fare preoccupato,mentre i suoi occhi guardavano a terra,con fare sconsolato.

A sentire quell'ultima parola Sesshomaru si fece più attento allo scambio di parole. Ora cominciava la parte che più gli interessava. Anche Toran volle prestare maggior attenzione,mentre Ezio restò in una posizione rilassata,senza dare segni di turbamento.

Anche voi lo state cercando?”,chiese Ginta con tono preoccupato.

Diciamo di si,anche se non è il nostro obbiettivo principale.”,disse Toran pensierosa.

Parlate per voi,io sono qui solo per uccidere quel maledetto.”,intervenne Sesshomaru,che rispose senza fare troppi giri di parole,com'era nel suo stile.

Raccontate.”,disse Ezio a metà tra un invito e un forzatura.

Beh,tutto è cominciato qualche mese fa....”,fu Ginta a cominciare il racconto,mentre tornava con la memoria a quello strano giorno. “Era un giorno come tanti,la nostra tribù si era allargata da poco e il nostro capo era incerto sul da farsi,troppe bocche da sfamare e questo inverno e stato scarso con la cacciagione. Una sera,mentre la tribù era in consiglio giunse uno straniero che volle incontrare il nostro capo,era un hanyou.”

Hanyou,ad Ezio parve di aver già sentito questa parola,quando ancora si trovava al villaggio degli assassini. Da quello che ricordava erano persone nata dall'unione di un umano ed un yokai,qualunque cosa fosse uno yokai lui faceva ancora fatica a capirlo. Le cose in quel mondo erano così strane e fantastiche che a volte si sentiva come se fosse dentro una qualche leggenda del mondo antico oppure una fiaba cavalleresca,se avesse dovuto trovare una descrizione alla sua nuova e incredibile avventura l'avrebbe riassunta come una storia a metà tra il Milione di Marco Polo e l'Odissea di Omero,di certo era un miscuglio interessante.

Ovviamente non potevamo permetterglielo,o per meglio dire,le altre guardie non potevano,io e Hakkaku non siamo i più adatti a combattere. Ad ogni modo,stavano per attaccarlo,ma all'improvviso la terra a cominciato a scuotersi in una sola singola scossa e tutti i nostri migliori guerrieri caddero a terra,senza colpo ferire...mentre restò in piedi come se non fosse successo nulla. Poi intervennero il capo e sua moglie,noi due eravamo troppo lontani per sentire cosa si dissero,poi se n'è andò e non lo vedemmo più. Il giorno dopo ci fu ordinato di lasciare la tana e partire per il nord,dove alcune tribù yoro necessitavano di soccorso,per scoprire in seguito che una yokai di nome Otsune stava cercando assoggettare tutti coloro che non si piegavano al suo trono.”

Quindi in queste terre si sta combattendo una guerra?”

Intervenne Hakkaku.

Beh si,la maggior parte degli yoro sono tribù libere,che non accettano ben volentieri il dominio straniero o chi non sia un altro yoro,ma di quelli che il nostro clan a combattuto qui sembravo aver scelto di servire quella donna,anche se facciamo a capirne il motivo,gira voce che al servizio di quella donna ci sia anche uno yokai proveniente dal sud.”

Ecco il momento che Sesshomaru aspettava dall'inizio di quella storia,buona parte del racconto aveva spiegato per quale motivo quei due si trovassero nell'Hokkaido e per quale motivo avevano subito quell'attacco,ma cosa c'entrava Akira con le vicende che si stavano svolgendo e che collegamento c'era tra le attività della regina degli Ainu e il gran maestro? Non attese un momento di più che subito si alzò e si avvicinò ai due yoro,che notarono subito la sua espressione,che di certo li aveva intimoriti non poco.

Dicevate di averlo visto.”

Infatti e così,ma come abbiamo detto e stata una volta....é nemmeno tanto bene.”

Quando?”

Ieri sera,il nostro clan ha subito un massiccio attacco da parte di molti aggressori,alcuni di essi erano anche nostri simili. Tra di loro c'era anche lui,ma l'ho abbiamo perso di vista nel bel mezzo dello scontro,insieme a buona parte della tribù. Gli altri erano morti o catturati...Poi ci hai trovato.”

L'inuyokai li fissò ancora per un attimo in silenzio,sperava che gli dessero qualche informazione in più,invece non aveva ottenuto nulla di utile. Era stato uno spreco di tempo. Non tollerò oltre la loro vista e per evitare di staccare la testa ad entrambi decise di tornare al suo posto,il suo silenzio era un messaggio che si poteva udire molto chiaramente. Siete fortunati che non vi ammazzo....era questo che voleva far intendere ai due yoro e ci era riuscito splendidamente. Passarono altri venti minuti e la carne fu pronta per essere mangiata,ovviamente la cottura dei pasti era prevalentemente una necessità per gli umani,infatti l'unico nel gruppo era Ezio,ma anche gli altri non disprezzavano l'intenso aroma della cacciagione fresca messa a cuocere. Gli yokai come Toran e Sesshomaru nutrirsi di cibi cotti o per lo più una questione di civiltà e di abitudine con la quale erano stati educati,anche se in casi di necessità non esitavano a divorare prede fresche mentre per gli yorozoku era l'abitudine. Vivendo in caverne e abituati agli spostamenti improvvisi era una consapevolezza quotidiana nutrirsi di carne cruda,anche se di solito i capi clan come il loro Koga mangiava abitualmente cibo messo sul fuoco,di solito cinghiali e anatre,anche pesci se il branco metteva radici vicino ad un fiume. I bastoni furono presi e ognuno dei presenti vicino al fuoco prese subito un pezzo a propria scelta,Ezio prese una parte di costato,Toran una spalla, mentre Ginta e Hakkaku presero entrambi una metà del collo ciascuno. La pantera,che stava gustando la sua parte di cervo si accorse che Sesshomaru non si era ancora mosso a prendere la sua parte,restando distante dal fuoco e dalla compagnia del resto del gruppo. Lei prese un altro bastone,senza controllare quale parte della preda fosse e si alzò senza dire neanche una parola. I due lupi erano troppo impegnati a gustarsi la loro parte di carne ed Ezio era semplicemente tranquillo,mentre anche lui assaggiava quella carne cotta così bene,mancava giusto un po' di sale, una passata di rosmarino e un pizzico di pepe nero. Cosa non avrebbe fatto per poter mettere i denti su una grossa bistecca alla fiorentina,alta e al sangue,con aceto balsamico e un bicchiere di chianti,rosso e dal sapore corposo,già,erano molte le cose che mancavano in quel pranzo. Toran si avvicinò all'inuyokai,aveva lo sguardo perso nel vuoto mentre gli si poteva leggere in faccia quale potesse essere la natura dei suoi pensieri. Lei gli porse il bastone sventolandogli il cervo sotto il naso,quasi lo stesse facendo per scherzo.

Dato che l'hai cacciato tu dovresti essere il primo a mangiare.”,disse lei con un sorriso appena accennato, “ti va se resto qui?”

Sesshomaru prese il bastone,osservò il cibo appena ricevuto e diede un piccolo ma poderoso morso alla carne,tanto da spezzare le ossa sottostanti come nulla.

Accomodati.”,disse lui in maniera distaccata. A Toran non sfuggì questo particolare e decise di sedersi vicino a lui e lui si spostò appena poco lontano da lei,cercando di tenere le distanze dalla pantera ma senza volersi separare da lei. La ragazza percepì dolorosamente quel gesto,era da quel giorno che faceva così con lei,da quando lui le era saltato addosso non faceva altro che comportarsi in quella maniera,sempre distante,lontano,per quanto vicino potesse essere nel corpo era come se lui fosse lontano miglia,chissà come si sarebbe comportato se avesse saputo quanto quel suo comportamento la faceva star male.

Ti vedo pensieroso,ma è da un po' di tempo che questa non è una novità,sei deluso che non ti abbiano detto nulla di più su Akira?”

Per un attimo ci avevo sperato,forse avrei dovuto lasciarli nella foresta,dopotutto sono lupi. Per quanto incapaci siano sapranno dove trovare da mangiare,anche senza il mio aiuto.”

E se fossero stati trovati dagli Ainu? Non credi che sarebbero stati spacciati?”

Se non sanno combattere è un problema loro,non sarò di certo a criticarli per loro mancanze,loro non sono un mio problema.”

Però li hai portati qui.”

Già....grosso errore,comunque,immagino che tu non sia rivolta a me solo per parlare di loro due vero?”

La ragazza abbassò lo sguardo per un attimo,poi appoggiò la testa contro l'albero ed infine raccolse tutto il coraggio che aveva e disse ciò che sentiva bisogno di chiedergli.

Sono preoccupata Sesshomaru....da un po' di tempo ti comporti in maniera strana.”

E solo la tua immaginazione,sto bene fidati.”

Non è vero, è già da un mese che ti comporti nella stessa identica maniera. Ogni volta che mi avvicino tendi ad allontanarti,quando arriva la notte invece te ne stai lontano da noi,così quando ti addormenti sei sicuro di darci il tempo necessario per bloccarti,nel caso tu avessi un altro attacco d'ira improvvisa. Quasi non mi parli più,come se non esistessi. Dimmi Sesshomaru,ti sembro una ragazza debole? Credi che se accadrebbe un altra volta non sarei preparata a difendermi? Ma non lo capisci che così peggiori solo le cose? Non sei da solo.”

E cosa ti aspetti che faccia? Che mi comporti come il tipo simpatico della squadra? Che all'improvviso come se nulla fosse divenga il compagno buono e gentile? Per te è facile venirmi contro e accusarmi di non essere partecipe della tua vita,ma credimi,c'è qualcosa di strano in me...e la cosa peggiore e che non so cos'è. Quindi come puoi aiutarmi tu,se nemmeno io posso aiutare me stesso?”

All'improvviso,senza che niente gli permettesse di prevederlo,Toran posò la sua mano su quella di Sesshomaru prima che potesse fare qualcosa per ritrarla. Era da un mese che non aveva contatti diretti con Toran,solo brevi parole e qualche scambio di battute, ma nonostante ciò non aveva dimenticato la delicatezza del suo tocco e la morbidezza del sua carne,che così vicino a lui sembrava ben più desiderabile e gustosa del grosso erbivoro cacciato quella stessa mattina. Sembrava fosse rimasto impassibile a quel tocco,non un sorriso o una smorfia di disgusto gli comparve in viso,solo un espressione piatta e assente di ogni emozione visibile. Voleva controllarsi e dar segno di instabilità,sia essa fisica o emotiva.

Perché spesso dimentichi che non sei da solo in questo viaggio,sei talmente abituato a fare le cose per conto tuo che dai per scontato che a volte hai bisogno di qualcuno per riuscire in imprese che sembrano impossibili da portare a termine.”

Toran io....”

Lasciami finire,non puoi continuare così,io capisco benissimo che non ti fidi di nessuno,che sei un solitario. Qualche tempo fa mi dicesti che sei nato solo e che morirai da solo,eppure io sono qui con te e non intendo andare da nessuna altra parte,se non restare qui al tuo fianco.”

La sua intenzione di tenerla lontana da lui non era svanita,ma ascoltando quelle parole con attenzione si era sentito nuovamente catturato dalle attenzioni della pantera,che faceva di tutto per tenerlo accanto a se. Voleva che stesse lontano da lui,al sicuro,abbastanza lontano da poter scappare in tempo se lui fosse caduto di nuovo in quello stato animalesco. Ma una piccola parte di lui,nel profondo desiderava che restasse,lei,la sua guerriera,una delle poche persone della sua vita che voleva trattare come sua pari e la prima yokai per la quale nutriva un sincero interesse,seppur celato,che non trovasse noiosa o insopportabile o per nulla interessante. In risposta al gesto di Toran le strinse la mano con dolcezza,col suo tocco forte,ma leggero e passarono così il resto del loro pranzo,con un mano intenta a reggere il bastone della carne,mentre le forti zanne da predatori affondavano nella carne e nelle ossa mentre mentre con l'altra si tenevano ancora,come se fossero state dimenticate li,strette l'una nell'altra,mentre godevano di quel momento e del pasto che si stavano godendo. Il nobile guerriero aveva imparato da tempo come condividere i suoi momenti di solitudine con la pantera. Passò poco meno di un ora dalla fine del pasto e ormai del cervo restavano solo ossa dato che le interiora erano state divorate dai due yorozuku,dopo essere state eventualmente pulite in un secondo momento,tanto per non lasciare tracce e poi essendo lupi erano abituati a nutrirsi di carne cruda,anche le ossa non furono risparmiate dato il nutriente midollo,così caro ai lupi. D'altro canto Ezio evitò lo spettacolo di vederli divorare le frattaglie dell'erbivoro,osservare delle creature che avevano in tutto l'aspetto di due ragazzi qualsiasi ma che si comportavano come lupi e mangiavano carne cruda rischiò di dargli di stomaco e si voltò dall'altra parte per non assistere allo spettacolo. Tuttavia il tempo passato in loro compagnia si era rivelato proficuo e aveva approfittato della loro parlantina per avvantaggiarsi contro quel territorio ostile dove il freddo e la neve ne facevano ancora da padroni,seppur fosse inizio primavera il gelo del precedente inverno faceva fatica a morire. Finiti i preparativi Toran e Sesshomaru si riunirono ad Ezio,che insieme a Ginta e Hakkaku avevano aumentato il numero di membri nel proprio gruppo,cosa che per Sesshomaru non cambiava più di tanto,dato che li considerava più una presenza momentanea,un fastidio dalla quale si sarebbe separato il prima possibile.

Bene,ora che siamo tutti riuniti c'è un cambio di programma.”,disse Ezio rivolto a Toran e Sesshomaru.

Perché ne avevamo uno?”,chiese Sesshomaru sarcasticamente.

Si è se ti ricordi bene la prima cosa da fare era cercare la presenza di centri abitati,dove se possibile poterci riposare a dovere e avere un punto dalla quale saperci orientare,per tanto,saremo noi a seguire loro.”,disse Ezio indicando Ginta e Hakkaku

Seguirli? E dove ci dovrebbero condurre?”,chiese Toran curiosa e Hakkaku si intromise nel discorso,mentre si portava una mano alla nuca per grattarsela,segno di imbarazzo.

Quando la nostro tribù era diretta in queste terre eravamo intenzionati ad andare in soccorso dei nostri fratelli yoro il prima possibile e perciò dovevamo entrare in contatto con la prima delle tribù che dimorano da queste parti. Se vogliamo trovare un rifugio sicuro e li che dovremmo andare.”,quando lo yokai smise di parlare indicò un punto lontano,un punto sopraelevato della foresta,sembrava una formazione rocciosa,non proprio una montagna,più simile ad una collina formato da grandi pietre,con sparuti gruppi di alberi a farne da occupanti.

Fateci strada.”,disse Ezio facendo segno con la mano ai due nuovi arrivati di mettersi a capo fila,per poi partire,evitando di lasciare tracce della loro presenza. Avanzarono ancor di più nella foresta,guidati dai due membri della tribù yoro,che titubanti continuarono avanzare per quella terra anche loro sconosciuta. Avevano ricevuto una qualche informazione generale sul luogo in cui sarebbero dovuti incontrati con altri yorozuku,ma quella foresta,per quanto simili a quelle più a sud aveva un atmosfera diversa,come se ci fosse qualcosa di strano negli alberi,nelle pietre,anche il più piccolo filo d'erba non ancora scongelato sembrava dare l'impressione di nascondere qualcosa. Eppure all'apparenza non aveva nulla di particolare,la primavera si stava sostituendo alla stagione più fredda con regolarità e la neve ormai non era più un grande il grande problema che era durante l'inverno,quando le tempeste improvvise buttavano metri e metri di neve e in cielo i tuoni davano il massimo della loro potenza. Ma ora il sole,seppur non il più caldo dell'anno,era presente nel cielo chiaro e la sua presenza bastava a non far gelare la terra e far sciogliere il ghiaccio che copriva il suolo,impedendo così alla natura di rinascere per l'ennesima volta. Forse era solo il fatto di essersi separati dal gruppo principale,ma sopratutto da Koga e Ayame,conoscenze della quale fidarsi ed essere protetti. Oppure il loro timore più grande era l'inuyokai che stava alle loro spalle. Sesshomaru era dietro di loro,non li stava fissando quanto piuttosto stava attento alla strada e dove li stesse portando,ma Ginta e Hakkaku sentiva i suoi occhi su di loro e incerti non sapevano se rivolgergli la parole e chiedergli scusa per aver deluso le sue aspettative,oppure continuare a stare zitti ed evitare di farlo arrabbiare. Forse la seconda scelta era la migliore. Infondo alla fila invece disposti rispettivamente in coppia Toran ed Ezio a coprire gli altri tre in avanti. Da quella mattina l'umano e la pantera potevano dirsi stretti collaboratori,non proprio compagni inseparabili,ma almeno erano d'accordo sul fatto che Sesshomaru fosse il grande musone,sempre accigliato che avevano imparato a conoscere,chi più chi meno,con esperienze e punti di vista simili e allo stesso tempo differenti. Calma piatta all'orizzonte,passò almeno mezz'ora senza essere attaccati,nessuna traccia sul terreno che indicasse la presenza di Ainu ostili o di yokai belligeranti in attesa di far scattare una trappola,era una cosa decisamente strana. Probabilmente l'unica squadra in ricognizione in quella zona era quella che li aveva aggrediti di mattina,nessuna traccia sul suolo nevoso o sugli alberi li vicino. Possibile che nessuno li attaccasse,nonostante il loro scontro così rumoroso? Forse no,ma sarebbe stato meglio non abbassare la guardia.

Siamo quasi arrivati,la tana e vicina,”,disse Hakkaku indicato la collina che si stagliava di fronte a loro,dalla superficie tondeggiante e la vita arborea che gli cresceva sopra. Una altra decina di minuti ed erano giunti alla base del grande rialzamento terroso. Alla base della collina c'era un sentiero che si faceva spazio tra la neve al cui inizio vi erano presenti due grandi e alte rocce monolitiche,una per lato,con strane incisioni,dall'aspetto antico e misterioso.

Siamo arrivati.”,disse Ginta che insieme ad Hakkaku si erano fermati ad osservare la zona.

Sicuri che il posto sia questo? Io non vedo nessuno.”,disse Ezio mentre si guardava attorno,mentre le sue mani si preparavano ad usare l'arma che gli sarebbe stata più comoda in quel momento. L'ambiente attorno a loro pareva disabitato,nessuna traccia di un lupo a guardia del posto, ho un giovane cacciatore intento a portare una preda al resto del clan,cosa che solitamente si faceva spesso durante l'arco della giornata. Persino Sesshomaru e Toran avevano la strana sensazione che qualcosa non quadrava in tutto quello,proprio come durante il percorso che avevano fatto per giungere fin li. C'era qualcosa di strano in quella parte di foresta e qualunque cosa fosse non era nulla di rassicurante.

Ehi voi due,esigo subito una spiegazione.”,disse una voce maschile provenire dall'alto del sentiero collinare. I due yorozuku sull'attenti,in una posizione rigida e spaventata,come di qualcuno che sta per essere rimproverato e non può far altro che aspettare le parole che non vorrebbe sentire. All'improvviso giunse in direzione della salita un giovane uomo,vestito da una pelliccia di lupo marroncino scuro e un semplice pettorale a cingergli il tronco,aveva lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo legati con un nastro sottile,due occhi dalle iridi blu,gambe e braccia nude,con schinieri in pelliccia a proteggergli gli stinchi e non portava nulla ai piedi. Ezio osservò l'ennesimo tizio svestito e gli venne ancora più freddo,possibile che da quelle parti ci fosse gente così resistente al gelo del nord?

Koga noi possiamo spiegare.”,disse Ginta preoccupato per la reazione dell'amico,oltre che capo tribù.

Ed esattamente quello che vi ho chiesto di fare,allora,dove siete stati fino adesso?” Disse Koga nervoso,per poi osservare le altre persone dietro di loro. Due li aveva riconosciuti sicuramente,la ragazza dai lunghi capelli azzurri l'aveva già vista,ma non si ricordava bene dove e l'altro yokai invece non si ricordava il nome,tranne che era il fratello maggiore di Inuyasha e che una volta aveva rischiato di combatterci per colpa dei suoi due sottoposti. Ma il terzo invece era la prima volta che lo vedeva,un tipo incappucciato,dall'odore sembrava umano,ma aveva un qualcosa che non sapeva definire,come se un alone di mistero circondasse tutta la sua persona,di certo era un tipo da tenere d'occhio.

E voi due che ci fate qui? Se non sbaglio il territorio dei cani e delle pantere e più a sud di qui,meglio che ve ne andiate,non ci sono affari che vi riguardano qui.”

Davvero? Mi sorprende che un lupo voglia parlarmi di territorio,detto da chi fa la tana in un buco nella terra e dorme in mezzo alle carcasse delle proprie prede,non venirmi a parlare di territorio dato che voi non n'è avete uno vostro,inoltre se sono qui è per una faccenda personale.”

E dimmi cane perché mai dovrebbe importarmi delle tue disavventure?”

Perché sfortunatamente tu protesti essere l'unico a sapere qualcosa in più di quel dannato che è venuto in queste terre.”

Di chi parli?”

Sai benissimo di chi parlo,l'ho hai visto e scommetto che l'ho hai anche affrontato,perché se è così,non puoi esserti scordato dei suoi occhi.”

L'espressione del giovane yoro si fece evidentemente sorpresa quando gli parlò di lui. Ricordava bene chi fosse l'uomo con la quale si era scontrato la sera prima...e non aveva dimenticato i suoi occhi,un d'oro e uno d'argento,che emanavano uno sguardo cortese,ma attento e calcolatore,come quelli di un predatore astuto,un avversario che di certo non aveva osato sottovalutare.

Come lo conosci?”

E una lunga storia.”

Allora vedi di dirmi tutto e di non tralasciare nessun particolare,perché ho intenzione di ascoltarla in ogni sua parte,seguitemi.”

Koga diede le spalle ai nuovi arrivati e si incamminò sul dorso della collina,tutti gli altri lo seguirono subito dopo. Mentre scalavano l'altura notarono che in mezzo ai numerosi ciuffetti di alberi attorno a loro nascondevano gruppi di yorozuku,alcuni giovani,altri vecchi,ma tutti armati,come se si aspettassero un attacco a sorpresa,che probabilmente sarebbe potuto venire anche da parte loro. Sesshomaru lo sentiva ancora,quella strana presenza e più saliva verso la cima più si rendeva conto che in mezzo ai tanti lupi,non solo guerrieri,ma anche donne e bambini erano presenti delle strane sulla collina,oppure in bella vista come i massi sulla quale erano presenti altre incisioni,dal disegno grezzo e particolare,oppure strane colonne di pietra solitarie,nascoste tra gli alberi con strisce di pelliccia dalle quale ciondolavano piccole miniature in osso o legno,alcuni con forma di animali e altre di forme più bizzarre. Più saliva e più sentiva che quel posto,qualunque cosa fosse,nascondesse qualcosa,l'inuyokai non sapeva dire cosa con esattezza,ma più andava su e più sentiva che i suoi sensi reagissero per lui,lo spingevano in avanti,inoltrandosi sempre più in quella parte del Giappone che non aveva mai visto e tanto meno suscitato il suo interesse. Ma ora era li,non solo per Akira,ma anche per capire quale connessione ci fosse tra di lui e quella terra dal longevo inverno,non sapeva e non conosceva nulla di quella regione,ma una cosa era certa,se Jin gli aveva mostrato un motivo per andare a nord allora doveva essere li,in quel preciso momento della sua vita,ma non sapeva cosa doveva fare se non scoprire di più sui misteri di quelle terre che forse,se la fortuna avesse voluto,gli avrebbero dato una risposta esaudiente. Per ora c'erano solo lupi,nulla che attirò troppo la sua attenzione. Giunti finalmente in cima si ritrovarono di fronte ad un buco scavato nella terra,abbastanza largo da permettere ad una persona di passare senza troppe difficoltà e dalla quale si poteva intravedere un lungo cunicolo illuminato da alcune torce di fortuna.

Dove ci stai portando?”,chiese Sesshomaru con fare sospettoso.

C'è una persona che vorrei tu conoscessi,mi aveva informato che uno straniero sarebbe giunto qui.”,disse Koga indicandogli la strada da seguire,come a volerlo incoraggiare ad entrare in quell'antro angusto. Entrò senza dire una parola e proprio quando gli altri stavano per seguirlo il giovane yoro si frappose fra loro e l'inuyokai mostrandogli il palmo della mano,segno che era intenzionato a farli passare.

Che stai facendo lupo?”,chiese Toran irritata da quel gesto improvviso. Koga la fissò arcigno.

Io ho già avuto a che fare con lui e per quanto possa sembrare assurdo lui e l'unico che lascerei passare in mezzo alla tribù dato la bizzarra situazione nella quale ci troviamo e oltretutto so chi sei Toran del clan delle pantere,tempo fa tu è il tuo clan rapiste un umana a me cara e per liberarla ho dovuto combattere un tuo simile,uno grande e grosso quanto un bue,un certo Shuran se non ricordo male,quindi perché mai dovrei far entrare un nemico della mia gente?”

E successo molto tempo fa e oltretutto io e il mio clan non abbiamo mai più avuto intenzione di rapire altri umani,da allora siamo tornati nelle terre dell'ovest e non abbiamo più torto un capello ad anima viva,se non per legittima difesa,io non sono tua nemica.”

Non posso esserne sicuro,questioni di sicurezza....”,poi rivolse la sua attenzione verso l'incappucciato,che restava dietro a Toran,con le mani dentro le tasche dei pantaloni in pelle e l'aria rilassata, “e tu chi sei? Hai delle strane vesti e non mi sembri di queste parti,togliti il cappuccio.”

Togliermi il cappuccio? Non so chi tu sia,ma i tuoi metodi di seduzione sono pessimi. Se proprio vuoi che mi spogli almeno offrimi una cena.”,disse Ezio in tono scherzoso,mostrando così una certa resistenza alle richieste del giovane yoro,ma senza dimostrarsi arrogante o violento. Mostrarsi apertamente ostile tra quella gente sarebbe stato un chiaro attacco all'autorità dello yorozuku e per tanto avrebbe rischiato di accendere un attacco verso di loro,contro la gente che bene o male avrebbe potuto dargli un riparo per la notte e un altro pasto per la sera. Koga da parte sua restò calmo nonostante la battuta dell'umano,tuttavia aveva notato una strana sicurezza provenire da quell'individuo della quale vedeva solo le labbra e la barba ben curata. Per non parlare poi delle protezioni che portava e la vistosa spada che teneva al fianco,bella,ma non n'è aveva mai visto una come quella.

Va bene buffone,dato che sei così spiritoso tu e la pantera resterete qui,Ginta Hakkaku,controllate che non facciano nulla di sospetto.”

Ma Koga...”, dissero entrambi i sottoposti in tono lamentoso.

Niente ma,è un ordine in oltre siete in mezzo ai vostri simili,se dovessero fare qualcosa di poco furbo avreste comunque dei rinforzi a disposizione,siete circondati dai vostri simili. Avete poco di cui preoccuparvi.”

Si capo.”,risposero infine in segno di arresa,sapevano che quando Koga chiedeva una cosa non c'era nulla da fare per fargli cambiare idea,se non altro il loro compito non era poi così difficile, o almeno così speravano. Koga si girò di nuovo verso l'entrata dove Sesshomaru attendeva immobile,calmo e distaccato,in attesa di essere condotto all'interno dello stretto passaggio. Il lupo e il cane si squadrarono per un attimo e tra i due di certo non c'era simpatia,restarono in silenzio mentre Koga superò l'inuyokai senza nemmeno guardarlo ed entrò nel cunicolo.

Seguimi.”

Sesshomaru guardò un attimo verso gli altri due compagni di viaggio.

Torno subito.” e così disse,semplicemente,come se nulla fosse e si inoltrò anche lui,cominciando a muovere i primi passi verso le viscere della collina.

Ehi.”,disse Sesshomaru privo di qualsiasi tatto.

Che vuoi?”,chiese Koga in maniera scontrosa,tanto per ripagare il suo ospite della poca delicatezza con la quale si era rivolto a lui.”

Prima hai detto che un uomo ti aveva detto dell'arrivo dello straniero,come fai a essere sicuro che sia io?”

Perché dice che il vento gli ha annunciato il tuo arrivo.”







Allora,come saprete ormai e stato annunciato il seguito di Inuyasha,quindi a rigor di logica gli eventi narrati in seguito al finale della serie in questa fanfic non potrebbe esistere,ma se vi dicessi che teoricamente e possibile che anche questo futuro possa essere possibile? Vorrei invitarvi a questo pensiero,così per gioco. Comunque vorrei ringraziare chi legge ancora i pochi capitoli che pubblico e in particolar modo Bankotsu che non hai smesso di credere in questa fanfic. Vi auguro una buona lettura in attesa della riapertura delle biblioteche e delle librerie,che sempre ci aiutano a viaggiare per mondi incredibili,ciao =).

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Capitolo 4
*** Un patto col demonio ***


Quella stessa mattina,da qualche parte a sud dei territori del clan Oda.


Il mare era leggermente agitato e le onde si infrangevano sulla battigia in maniera più forte del solito,sospinte da un vento di burrasca dove sopra di esse un cielo nuvoloso,dando a tutta la spiaggia l'apparenza di un ambiente proveniente da un mondo silenzioso e cupo. Silenzioso come la povera anima che passava pacatamente e lasciava al suo passaggio una scia di impronte,unica cosa che testimoniava la sua presenza in quel luogo. Era una ragazzina dalla pelle scura,occhi dalle pupille viola,una lunga chioma violetta che gli scendeva sulle spalle e vestiva un lungo kimono bianco come la neve. Il suo sguardo era triste e l'unica cosa che voleva guardare di fronte a se era la sabbia,per l'ennesima volta i suoi coetanei l'avevano scacciata via in malo modo,insultandola e prendendola in giro per il suo aspetto,che in realtà non aveva nulla di inguardabile,ma sapevano bene che lei non era umana,almeno non completamente. Era nata da una relazione proibita tra una donna umana e uno yokai del clan pipistrello,orfana di padre e sostenuta solo dalla madre,anche lei non voluta dal resto degli abitanti del villaggio. Come sempre camminava da sola sulla spiaggia e per l'ennesima volta tornò da sola verso casa accolta con amore da quella madre che con sincero affetto nutriva il suo piccolo e triste cuoricino con la speranza che un giorno avesse potuto vivere una vita migliore,almeno lei. Mentre si avvicinava a casa però notò una cosa insolita,in lontananza notò un gruppo di uomini e presa dalla preoccupazione si avvicinò,i soliti pescatori che davano fastidio a sua madre affinché se ne andasse dal villaggio,forse perché la ritenevano responsabile della pesca giornaliera andata male,qualunque scusa sembrava buona per far ricadere la loro cattiveria sulla loro famiglia. Ma in mezzo a tutti loro c'era un altro uomo,molto diverso da tutti gli altri presenti. Portava un largo cappello di paglia tipico dei viaggiatori,un mantello opaco e delle semplici vesti,semplici ma che davano a quell'uomo un aspetto rispettabile, se ne stava di fronte agli altri uomini con la porta di quella casa alle sue spalle,come a voler impedire l'accesso a quella marmaglia rabbiosa. Lo circondavano sicuro della forza della loro superiorità numerica,erano almeno in dieci contro uno e tutti loro imbracciavano accessori come remi e coltelli da cucina,ma lui se ne stava li,immobile,come se la cosa non lo toccasse minimamente e nonostante la situazione non aveva alcuna intenzione di spostarsi da li.

Togliti pezzente,non sono affari che ti riguardano.”

Meglio se ti levi se non vuoi passare un brutto momento.”

Due degli uomini più aggressivi si erano rivolti allo straniero con tono violento e intimidatorio,ma lui restava ancora li,impassibile e calmo,come lo scoglio che attende l'arrivo dell'onda,non importa quanto grande possa essere,non si sarebbe spostato per nulla al mondo. Ai suoi occhi di ragazzina la cosa aveva dell'incredibile,eppure di scontri e battaglie non ci capiva molto,ma poteva dire con certezza che c'era qualcosa di eroico in quello che stava facendo. Sapeva che sua madre era la dentro e forse anche quell'uomo lo sapeva,ma perché era li di fronte a casa sua e perché mai si stava inimicando quel gruppo di pescatori? Possibile che non sapesse in quale guaio si fosse cacciato? Non fece in tempo a chiedersi altro che un altro del gruppo si fece sentire con molta chiarezza.

Basta mi sono stancato,uccidiamolo.”

E l'uomo si lanciò verso l'eroico figuro con fare sregolato mentre impugnava un grosso coltellaccio,ma non fece in tempo ad affondare il colpo che lo straniero compì un leggero movimento di mano,gli afferrò il polso e glielo torse a tal punto da far posare il suo aggressore sulle ginocchia,per poi accasciarsi a terra in preda al dolore,tenendo a se l'arto ferito. Altri due tentarono di fare lo stesso armati di due grossi remi,ma ancora l'uomo si difese bene portando due pugni all'altezza dello stomaco ed anche loro furono subito resi inermi. Di fronte alla vista di quei movimenti tanto rapidi e micidiali i rimanenti aggressori cominciarono ad avere paura alla vista di quello sconosciuto che si muoveva con una rapidità inaudita e per quanto volessero fargliela pagare avevano compreso che lui era ben oltre le loro capacità,lo avevano visto combattere e di certo non volevano finire come i tre per terra.

Vedete di sparire zotici...sempre che teniate alle vostre vite.”

A quelle parole i pescatori raccolsero i tre compagni piegati dal dolore e con i vestiti pieni di sabbia umida,per poi allontanarsi il più velocemente possibile e osservando lo straniero con astio,ma a parte questo non fecero nient'altro com'era nella vile natura di quel genere di persone,tanto brave a parole ma quando si presentavano dei veri problemi sapevano solo darsela a gambe,cosa che fecero ignorando totalmente la bambina e tornando alla parte più popolosa della spiaggia. La piccola rimase titubante alla vista di quella scena e non riusciva proprio a capire chi fosse quella persona,però la curiosità fu più forte della fortuna e spinta da una forza sconosciuta si mosse verso la porta di casa facendo un passo alla volta,lentamente,cercando di restare calma e di non farsi prendere dalla paura,infondo se aveva scacciato quegli uomini non poteva essere tanto cattivo no? Appena fu abbastanza vicino da vedere meglio la figura dell'uomo si avvicinò ancora più lentamente,quasi non volesse far rumore nel timore che lo straniero si spaventasse,anche se sapeva che un individuo simile non poteva certo spaventarsi di fronte ad una ragazzina,anche se hanyou,ma poi l'uomo mosse la testa verso di lei in maniera completamente inaspettata facendo arrestare la tenera creatura che non seppe più cosa fare,lei lo vedeva e da così vicino pareva un gigante in confronto a lei.

Stai bene piccola?”,disse lui con voce calda e calorosamente preoccupata.

Lei non seppe come rispondergli e dire che con quel suo aspetto tanto sinistro e misterioso dava l'impressione di voler spaventare chi gli stava intorno,eppure quando lo sentì parlare non gli diede l'immagine di una persona cattiva,anche se il suo aspetto diceva tutt'altro. Perciò decise di prendere coraggio e farsi avanti.

S-Si.”,disse lei titubante.

E una fortuna che tu stia bene,non avrei saputo cosa dire a tua madre se ti fosse successo qualcosa.”

L'uomo portò una mano sotto il mento sfilando la cordicella che assicurava il copricapo alla testa e quando lo tolse una lunga chioma nera ricadde dietro la testa,rivelando così il volto di un giovane uomo,bello e dallo sguardo cristallino. La giovane non fece in tempo a rivolgersi allo straniero che il suo cuore fece un piccolo balzo per quello che stava osservando. I suoi occhi si soffermarono sul suo viso come attratti dai dettagli del suo volto,elegante e di bell'aspetto,privo di barba nonostante i suoi abiti che dicevano molto sul suo peregrinare,credeva che simili persone esistessero solo nelle storie della buonanotte che sua madre gli diceva prima di andare a dormire,oppure nelle rare volte che gli raccontava di suo padre. Eppure c'era qualcosa di diverso in quell'uomo,qualcosa che non sapeva descrivere dovuto anche al fatto di non averlo mai sentito prima,ma in qualche modo si era sentita rapita da quegli occhi così puri,privi di qualunque malignità,l'esatto opposto degli abitanti del villaggio.

Sono andati via?”

Disse una voce femminile da dentro l'umile dimora.

Si signora,aprite non avete più nulla da temere.”

La porta si aprì e si mostrò una donna nel fiore degli anni,aveva una lunga chioma castana che gli scendeva lungo la schiena e vestiva di un semplice kimono sgualcito e malridotto,i segni sul viso e sulle mani indicavano che era una donna abituata ad una vita attiva e molto faticosa,anni e anni di calli e tagli per poter recuperare quel poco che permetteva a lei e alla sua bambina di mangiare e arrivare a fine giornata.

Mamma.”

Disse la giovane correndo preoccupata verso la donna e abbracciandola più stretta che poteva al suo gracile corpicino. La donna in risposta si abbassò e gli cinse la testa lasciando che piegasse la testa sulla sua spalla,che innumerevoli volte l'aveva accolta nel suo caldo abbraccio e infondergli un po' di pace in una vita di tormenti. La donna sollevò lo sguardo verso l'uomo.

Grazie.”,lo disse piano,a malapena un sussurro,ma era così impegnata a consolare la figlia e allontanare da lei ogni preoccupazione. La donna si rialzò pur tenendo vicino a se la piccola e con viso più rilassato si rivolse ancora verso il loro salvatore.

E da molto che non la vedo.....”,la donna si inginocchio per terra e fece un piccolino inchino di fronte all'uomo,ricevendo uno sguardo confuso da parte della figlia.

Nobile Akechi,prego entri nella mia umile casa come se fosse la sua dimora.”

Quest'ultimo si mosse verso la donna e con entrambe le mani le cinse le spalle,facendole intendere che non erano necessarie tutte quelle cerimonie.

Alzatevi ve ne prego,la vostra generosità e un offerta più che gradita.”

E così il samurai entrò nella piccola capanna,dando una breve occhiata sull'abitazione. La casa era a malapena definibile come tale,era una catapecchia con quattro muri crepati e rovinati dal tempo e dalle intemperie,attorno al fuoco accesso c'erano un paio di giacigli di paglia vecchi e consunti ma nonostante ciò era un ambiente amorevole,caldo e l'aroma di una zuppa di pesce messa a cuocere da poco compensava la mancanza di agiatezza dell'abitazione. Lo sguardo di Akechi si spostò sulla ragazzina che staccandosi dall'abbraccio materno si mise a sedere vicino al fuoco,aspettando che il pranzo fosse pronto.

Lei e mia figlia Shiori,avrà già intuito che la mia bambina non è umana.”

Si,posso solo immaginare quanti problemi affronti solo per la sua natura come essere ibrido. E dire che sembra una bambina tanto buona.”

Lo è ed è per questo che accetto la proposta del vostro signore,ma prego si sieda pure,il pranzo sarà pronto tra qualche minuto.”

Disse la donna indicando con la mano aperta un posto vicino al fuoco in segno di benvenuto. Il samurai fece un leggero inchino e si sedette vicino al focolare,dove si tolse il mantello e ripiegandolo accuratamente al suo fianco svelando così la presenza della sua elegante katana,che sfilò dall'obi e la pose vicino al mantello. La zuppa,ormai calda al punto giusto cominciò a bollire leggermente più forte mentre l'odore dei doni del mare,come gamberetti o molluschi di scoglio rilasciavano il loro profumo così invitante che addolciva l'atmosfera di casa e Mitsuhide di certo gradiva molto la cosa,dopo quella scarpinata fatta a piedi dal campo base dove il suo signore Nobunaga risiedeva da qualche tempo intento a voler controllare la situazione nella zona di persona. Una settimana dopo lo scontro nella sua residenza ad Owari era diventato euforico,da qualche tempo aveva dichiarato apertamente la sua ostilità verso le altre grandi casate come i Takeda,gli Uesugi e gli Hojo e per l'appunti questi ultimi pretendevano dei diritti su alcuni territori a sud dei domini degli Oda,che davano sbocco sul mare più a sud e per tanto decise di muoversi per primo e rivendicare quelle terre per il suo clan,così da poterci costruire una città commerciale con un porto e una forte attività ittica. Ma quello che in pochi sapevano e che dietro quella motivazione c'è n'era un altra,più oscura e sinistra. L'ossessione di Nobunaga per quello Yokai di cui lui aveva già parlato solo con la moglie e i suoi fedelissimi,che da qualche tempo aveva cominciato a chiamare Sesshomaru,avevano spinto il famigerato folle di Owari ad interessarsi anche della presenza degli yokai e degli Hanyu all'interno dei suoi territori ed oltre i suoi confini. Sapeva di certo come comportarsi con le persone e per questo sapeva governarle,si poteva dire che fosse un uomo fatti di estremi. Se da una parte era conosciuto come il re demone di owari,famoso per massacrare chiunque gli si mettesse contro e bruciando vivi i sopravvissuti dall'altra si dimostrava un uomo generoso non solo con gli alleati di spicco ma anche con i subordinati. Distribuiva la terra ai nobili vassalli non per il prestigio del loro nome ma per la loro capacità amministrative di gestire i raccolti di riso e la cura dei terreni,colpì pesantemente le attività di brigantaggio nei suoi territori seppur con la sua tipica violenza sproporzionata,migliorò le strade e nominava i suoi generali anche tra i soldati comuni,basandosi su un sistema meritocratico e non sui classici favori tra famiglie nobiliari. Se Nobunaga fosse effettivamente un Akuma, uno spirito infernale o un umano dai tratti mostruosi ormai Mitsuhide non sapeva più dirlo con certezza,solo una cosa era certa,se il suo signore lo aveva mandato li,per una bambina hanyo ci sarà stata una ragione ben precisa e di certo nulla di così scontato. Che Nobunaga fosse folle era probabile,ma che fosse stupido no.

Signore.”,disse la bambina rivolgendosi al samurai.

Dimmi piccola.”

Lei come conosce la mamma?”

Ecco io...non è la prima volta che giungo in questo villaggio,c'è stato un tempo in cui viaggiavo in lungo e in largo,avendo solo la mia spada come compagna di avventure,per farla breve ero un ronin.”

Un ronin? E cosa sarebbe?”

Un ronin e un samurai senza padrone,un vagabondo che non può adempiere al proprio dovere,senza onore e senza prestigio,così viaggia per tutto il Giappone come studente nell'arte della spada di terra in terra fino al giorno in cui non sarà chiamato a seguire un destino più grande....anche se purtroppo molti divengono briganti.”

Shiori continuò a fissare Mitsuhide con fare confuso,con la bocca semiaperta e con quelle iridi viola che lo fissavano,come a voler catturare il significato di quelle parole che non riusciva comprendere . A sua volta il samurai fece un espressione rilassata,chiuse per un attimo gli occhi e si godette appieno il tepore di quel caldo fuocherello.

Scusa,sono discorsi complicati per una ragazza della tua età,comunque non ti ho parlato ancora di come ho conosciuto tua madre,tutto è cominciato qualche anno fa,era giunto in queste terre casualmente senza conoscere la strada. Avevo sentito parlare che da queste parti era presente il covo di un largo clan di pipistrelli,gli yakikomori,credo che fossero così che si chiamavano. Più e più volte fui attaccato da questi yokai e come tutte volte riuscivo a ucciderne molti ed ogni volta i sopravvissuti volavano via,incuranti dei morti che si erano lasciati indietro. Un giorno però,su questa spiaggia incontrai uno di loro ed era completamente da solo,a differenza dei suoi simili era ben vestito e il suo aspetto non sembrava quello di un violento. Ci guardammo un attimo ed entrambi stavamo per sfoderare la spada,quando ad un tratto arrivò una donna che si intromise tra me e lui,riesci a immaginare chi era?”

Era la mamma?”

Esatto,tua madre impedì a me e tuo padre di scontrarci e quando la sentì che non si sarebbe spostata per nulla al mondo pur di difendere quel pipistrello allora capì che dovevo ritirare la spada,impedendo così di spargere sangue innocente. Era la prima volta che incontravo uno yokai e non doverlo combattere,così facendo tua madre mi invitò in casa sua insieme alla compagnia di tuo padre e per quanto la situazione fosse bizzarra decisi di unirmi a loro per cena.”

Ha parlato con mio padre?”

Si,quel giorno scoprì in uno yokai un uomo buono,mi parlò di come le differenze tra yokai e umani non sono così tante e nette,ma anzi,siamo molto più simili di quello che pensavo,quando me ne andai mi resi conto che il bene e il male possono trovarsi ovunque. Nei miei spostamenti o compreso come non tutti gli umani sono buoni e non tutti gli yokai sono cattivi. Il nostro e un mondo pieno di sfaccettature.”

Capisco,ma non è per raccontarmi questa storia che lei e qui vero?”

No,sono qui per un altro motivo.”,disse lui in tono cupo.

Scese il silenzio tra Mitsuhide e Shiori mentre la signora nel frattempo prese tre ciotole e le riempì accompagnando la pietanza con semplice acqua non avendo altro da bere. Mitsuhide rese grazie per il cibo,sia alla signora che agli dei e si nutrì del cibo offerto,la delicatezza del riso unita ai sapori del mare rendeva quell'umile pasto un autentica prelibatezza,un pranzo che saziava sia lo stomaco che lo spirito il tutto concluso con gusto. Una volta finito il pranzo il samurai posò la ciotola per terra,raccolse la katana,si alzò in piedi e osservò la donna con sguardo rigido e inespressivo.

E ora,dobbiamo andare.”

La donna fece un cenno con la testa e si avvicinò alla figlia per poi stringerla a se mentre con gli occhi cercava lo sguardo della figlia,che la piccola confusa da quel gesto guardò la madre con quelle iride viola che ha un giudizio compassionevole avrebbero fatto tenerezza a chiunque le guardasse in quel momento. La donna la guardò per quello che per loro due sembrò un lungo istante,come non si poteva amare una ragazzina come quella? Era dolce,gentile,innocente eppure la vita non aveva fatto altro che riservarle solo discriminazione e disprezzo,guardata male da tutti gli altri abitanti del villaggio solo perché diversa da loro,diversa in tutto e allo stesso tempo diversa in niente,una giovane fanciulla come tante altre ma rinnegata sia da una razza che da un altra solo perché un incrocio di entrambe,avvolte il mondo sapeva essere veramente crudele con chi non faceva niente di male e premiava coloro che il male lo spargevano a macchia d'olio. Mitsuhide questo lo sapeva benissimo.

Mamma che succede?”

La donna si abbassò all'altezza del volto della figlia e con una mano risoluta ma gentile accarezzò il volto di Shiori,la sua mano era segnata dalla fatica e dal tempo che scorreva inesorabilmente veloce per gli umani,eppure in quel tocco c'era più delicatezza che in un panno di seta,più tepore del focolare domestico e più amore di quanto gliene abbia mai dato in tutta la sua vita,che sempre gli ha donato e sempre gliene avrebbe dato.

Shiori,ti fidi della mamma vero?”,disse lei mentre le scese una lacrima sul viso. L'hanyou per istinto annuì mentre sul suo volto si poteva leggere un espressione preoccupata,data la strano turbamento emotivo che la madre le stava trasmettendo e quella reazione la donna strinse la piccola al suo petto e per poi avvicinare la bocca all'orecchio della figlia.

Ti voglio bene bambina mia,te ne vorrò sempre.”

Shiori non fece in tempo a comprendere il significato di quelle parole che subito sentì un botta dietro la nuca....poi il buio più completo. Dolore,confusione...vuoto, era questo che sentiva all'inizio,quando i suoi occhi cercarono di riaprirsi debolmente,una stanchezza che rendeva pesante il suo risveglio,le palpebre tremavano mentre cercava di riaprire gli occhi e le prime cose che vide in maniera sfocata fu una luce accecante e strane figure che si muovevano caoticamente. Ma poi alle orecchie giunsero suoni ovattati,voci sopratutto,con in sottofondo il crepitio del fuoco che consumava il legno. Ma poco alla volta riprese i sensi e quello che prima era confusione divenne stupore...e poi orrore. Vide e sentì perfettamente quello che gli stava capitando attorno e non le piacque per niente,la luce che non riconobbe all'inizio ora gli parve chiara e terrificante,un grande fuoco che si era espanso a tal punto da divorare molte case vicine tra di loro mentre il calore tutt'attorno si manifestava di fronte a lei mentre un vento proveniente dal mare alimentava le fiamme con viva intensità. Le figure indistinte divennero più nitide e si accorse che erano persone,le stesse persone che abitano quel villaggio di pescatori,erano seduti a terra e legati con delle corde a braccia e gambe e imbavagliati,in modo che non potessero scappare in alcun modo mentre altri umani in armatura in armature semplici controllavano che anche nel caso si fossero liberati dalle corde fossero comunque costretti a restare dov'erano con la minaccia delle armi. Prendendo consapevolezza della cosa cercò di muoversi ma si accorse anche lei di essere legata anche lei,ma in disparte da tutti gli altri e poggiata ad una specie di scranno di legno,tenuta ai braccioli del suo appoggio.

Ben sveglia piccola,dormito bene?”

Si girò di scatto in direzione della voce maschile che le era giunta alle orecchie e accanto a lei vide un uomo dalla barba ben curata,uno sguardo malvagio e con indosso una strana armatura più nera della notte più oscura. Il solo guardarlo le metteva una soggezione tale che per quanto volesse distogliere lo sguardo da lui non ci riusciva in alcun modo,la fissava in una maniera tranquilla e rilassata,come se per lui quella fosse una cosa normale ritrovarsi in quella situazione,non seppe come rispondere a quella domanda tanto semplice ma allo stesso tempo non riusciva ad emettere alcun suono e rimase a fissarlo spaventata da quella figura che in confronto a lei pareva un gigante.

Ti vedo silenziosa,per caso sono io che ti spavento?”

L'uomo aveva una strana espressione sul volto,non riusciva a comprendere se la stesse prendendo in giro oppure era seria,ma dal suo sguardo poteva comprendere che c'era qualcosa di oscuro in quell'uomo,all'apparenza sembrava rilassato e pienamente a suo agio in quella situazione. La cosa certamente le dava non pochi timori verso quel bizzarro figuro. Lei tuttavia era troppo intimorita da quell'uomo perché potesse rispondergli,per tanto restò il più immobile possibile cosa che però non gli riusciva facile.

Eppure non dovresti avere paura,io non voglio farti niente di male,infatti sono stato io a farti mettere su questa sedia,sai,l'ho fatta fare apposto per te,oggi voglio dedicare questa giornata a te e lo sai perché?”

Shiori non poté far altro che dissentire con il capo poiché a parole non avrebbe saputo cosa dire a un tipo bizzarro come quello,ho addirittura completamente fuori di testa.

Perché io conosco la tua storia,so del male che questa gente a fatto a te e a tua madre,so di come gli yakkikomori ti hanno rifiutata perché nata da due razze diverse e di come tuo nonno,il capo famiglia dei pipistrelli ha voluto strumentalizzarti unicamente per i suoi scopi,c'è da dire che la tua vita fino ad ora non è stata molto felice....ed è per questo che oggi la tua vita cambierà completamente. Ora, ti va di partecipare ad un piccolo esperimento sociale?”

Nobunaga si allontanò da Shiori e in pochi passi si avvicinò al gruppo di sopravvissuti con lenta e controllata sicurezza,li fissò un attimo e con un gesto della mano attirò a se un soldato che gli portò una torcia e un grosso vaso d'argilla dalla quale usciva un forte odore di olio,di quello usato per accendere le lanterne.

Buongiorno a tutti,come avrete notato molti dei vostri conoscenti sono morti a seguito della mia intrusione nelle vostre piccoli e patetiche esistenze,ora, giusto perché voi lo sappiate quando conquisto un villaggio che ritengo d'intralcio verso le mie mire di conquista ho l'abitudine di lasciare in vita soltanto una persona ma nel vostro caso potete salvarvi tutti,ma ad una condizione...”disse Nobunaga indicando l'hanyou legata alla sedia,spaventata e confusa.

Io so che lei e sua madre fanno parte di questo villaggio e a questo a voi non sta bene vero? Quindi non vi dispiace se la uccido,infondo e solo una schifosa mezzosangue,ho ragione? Lei non fa parte del villaggio e quindi non merita la mia pietà. Eppure sono combattuto,non me la sento di uccidere tutti i presenti senza una motivazione e quindi devo scegliere tra voi e lei. Facciamo così,il primo tra voi,umano o mezzo pipistrello che riuscirà a darmi una buona ragione perché l'altra parte in gioco venga data alle fiamme rimarrà in vita,avete dieci secondi prima che prenda una decisione,iniziate.”

A quella richiesta tutti gli umani del villaggio cominciarono a urlare a squarciagola tutto il loro terrore per quella crudele proposta,erano imbavagliati e non potevano soddisfare la richiesta di Nobunaga,alcuni di loro cercarono veramente di farsi capire e dare la loro spiegazione per la quale un umano era meglio di quello che a loro era solo un orrendo ibrido tra due razze incompatibili. Altri semplicemente strillavano in preda all'orrore di quello che stava per accadere,immobilizzati dalla paura e incapaci di reagire. Alcuni addirittura provarono a rialzarsi e incominciare a correre,ma erano legati anche ai piedi e più che strisciare non poterono fare e qualche soldato prendeva questi disperati e li ributtava di forza nel gruppo,la scena era pregna di cruda e atroce malvagità dallo svolgimento cadenzato e meccanico come se fosse stata la scena di un opera teatrale ,con il folle di Owari che parlava e si muoveva in una maniera tale da attirare l'attenzione su di se esattamente con un vero tiranno,muoveva i fili delle sue intenzioni nello spettacolo di burattini che si era già fatto in testa. Si,tutto stava andando come previsto dai suoi intenti e dalla reazione delle sue vittime, che si agitavano e si disperavano come voleva lui e alle sue condizioni, come tutti al suo seguito sapevano da molto tempo. Eppure pochi sospettavano che in questa crudeltà senza senso in realtà esisteva un disegno ben preciso in tutto ciò che faceva, nella sua apparente follia Nobunaga era un uomo eccentrico e imprevedibile,ma era anche un uomo che sapeva cosa voleva e sapeva anche come ottenerlo. Violenza,distruzione e paura erano le tre grandi leve che espandevano il potere di quel demonio di un signore della guerra in maniera brutale ed efficiente,l'unificazione del paese era qualcosa che richiedeva un sacrificio enorme,non bastavano una spada e e la sete di potere per compiere una tale impresa e Nobunaga sapeva esattamente cosa c'era bisogno per realizzare un sogno di quelle dimensioni. Il male. Ma non il male inteso semplicemente come un lato della moralità, ma quanto piuttosto come filosofia personale,come fonte di ispirazione ma soprattutto come un energia oscura e sinistra in grado di spingere fino al limite consentito dalla maggior parte delle persone,il male per Nobunaga era come un baratro nella quale una volta dentro non si potesse più uscire ma una volta caduto potevi solo sprofondare,sempre più giù,sempre più nero. Lui lo sapeva bene,la sua anima era sul limite del precipizio da dove scorgeva bene dentro di se che l'uomo che era il giorno prima era meno corrotto del giorno dopo e l'uomo del giorno dopo non sarebbe mai stato perduto come l'uomo che sarebbe stato poco prima di morire. Nessun paradiso per lui ma solo una condanna eterna agli abissi dello Yomi,il regno dei morti,il luogo dove sapeva che presto o tardi sarebbe andato e sapeva che non sarebbe stata una permanenza piacevole,ma già da tempo ormai il varco per la dannazione era stato oltrepassato e il perdono era ormai irraggiungibile. L'inferno lo attendeva.

La mamma,non fare del male alla mamma.”

Il re demone aveva sentito attentamente quelle parole,seppur distratto dalla visione degli altri abitanti che continuavano farsi sentire nonostante i bavagli che bloccavano le loro bocche e che usavano per salvarsi la vita e quella dei loro cari,senza mancare però di andare contro la ragazzina perché diversa da loro. L'uomo camminò lentamente verso la bambina mentre ancora reggeva il vaso e la torcia con un espressione spaventosa in volto,con quegli occhi che se prima sembravano comprensivi con una sfumatura di sinistra ma celata malvagità ora sembravano carichi di spietata crudeltà,uno sguardo accesso come il fuoco mentre le iridi ora più strette mostravano chiaramente una punta di follia. Le puntò la torcia accesa vicino al volto,abbastanza lontano da non bruciarle il viso ma abbastanza vicino da farle sentire la cocente presenza del fuoco.

Che cosa hai detto piccola?”

Ti supplico,uccidi me se vuoi,ma ti prego,non fare del male alla mamma...ti scongiuro.”

A quel punto Shiori iniziò a piangere per il terrore che quell'umano le trasmetteva e la preoccupazione per la sorte della madre,non riusciva a vederla in mezzo agli uomini,alle donne e ai bambini del villaggio,eppure temeva per lei più che per se stessa,nonostante fosse legata e con la minaccia di bruciare viva per mano di quello squilibrato.

Sei certa di quello che dici? Sai che potrei ucciderti solo perché sei un hanyo vero?”

La bambina non rispose alla sua domanda e non poté far altro che distogliere lo sguardo e continuare a piangere per la paura che provava verso quell'oscuro individuo che non sapeva dire se fosse un vero umano o un mostro travestito da tale,come si poteva definire umano una persona così malvagia che non provava il ben che minimo rimorso nel bruciare un villaggio,ucciderne gli abitanti e costringere i sopravvissuti a partecipare a quello che ai suoi occhi da innocente era un gioco perverso. Non sapeva cosa dire,non sapeva cosa fare,gli abitanti del villaggio erano cattivi,gli Yakkokomori erano cattivi,ma quell'umano era su tutto un altro piano della malvagità.

E il tuo desiderio? E questo il tuo vero desiderio? Ciò che più brami al mondo e la salvezza di tua madre? Allora sappi questo piccola Shiori....”

Il folle distolse la torcia dal volto della ragazzina e gli avvicinò la bocca ad un orecchio.

Il tempo e scaduto.”

Nobunaga fissò Shiori negli occhi per alcuni secondi per poi allontanarsi e riavvicinarsi al gruppo dei superstiti.

Bene signori il tempo è scaduto. Dopo aver valutato accuratamente le reazioni di entrambe le parti ho preso la mia decisione.”, Disse il signore della guerra con calma e pacatezza,ma subito mosse rapidamente la mano che teneva il vaso verso gli umani catturati rovesciando il contenuto su tutti i presenti,scatenando così un improvvisa scenata di panico e orrore,facendo avverare il loro timore peggiore sapendo ormai che il peggio sarebbe arrivato subito dopo. Nobunaga era statuario di fronte alla paura di quelle persone,nessuna emozione,nessun pentimento,solo l'intenzione di scatenare un altro massacro e di porvi fine nella maniera peggiore possibile. Paura e orrore erano le sue armi più potenti e le avrebbe scatenate nella maniera più sanguinaria e impressiva possibile,il titolo di re demone non era qualcosa che si portava con tanta leggerezza,Il lato peggiore di Nobunaga dominava l'intera scena.

Io non vi brucio per semplice diletto,non vi darò fuoco per il solo gusto di farlo. Lo faccio perché so che siete stati poco virtuosi,perché so bene qual è la vostra ipocrisia. Per tutto questo tempo siete stati sordi al dolore di una bambina e di sua madre solo perché diversi da voi o non conformi con le vostre regole. In vita non avete voluto ascoltare la loro agonia,mi pare corretto che nell'ora della morte siate muti.”

E finito di parlare l'uomo lanciò la fiaccola in mezzo alla piccola folla terrorizzata dando così inizio all'atrocità che aveva già fatto spettacolo in altre parti del paese. La fiaccola finì al centro di quegli sventurati e in meno di un battito di ciglia il fuoco cominciò a divagare,all'inizio furono poche le persone ricoperte dalle fiamme e solo le vesti iniziarono a bruciare. Ma si sa che il fuoco se non controllato e un elemento ingordo ed aggressivo e con eguale celerità iniziò a espandersi anche agli altri abitanti del villaggio,poi iniziò la parte peggiore. Le prime urla si fecero sentire come strilli acutissimi e urla agghiacciati,mentre ormai i vestiti,le corde e i bavagli avevano preso fuoco e la carne iniziava a cuocersi,le fiamme si alzavano e insieme ad esse anche l'agonia e il tormento provocate da esse,con l'odore della carne che aleggiava nell'aria che dava un profondo senso di nausea e conati di vomito controllati a fatica,non solo per l'odore ma per la crudeltà del momento. Tutti bruciavano,i corpi che si contorcevano,le mani che si estendevano in cerca di aiuto oppure verso il mare li vicino che purtroppo non avrebbero mai raggiunto. La povera Shiori non poté far altro che guardare lo svolgersi di quell'inumana esibizione di carne,urla,fuoco e sofferenza,scoprendo che in quel momento che bruciare vivi e una delle morti peggiori che possa mai accadere,il dolore provocato dalla carne che si consumava era tale che il cuore non più in grado si sostenere il peso di quella sofferenza,cessava di battere mentre le fiamme incuranti continuavano nella loro opera di di distruzione. Fu un momento che durò un eternità per lei ma alla fine arrivò il silenzio,il silenzio della morte,la pace dopo l'agonia. Non un uomo una donna o un bambino sopravvisse e il vedere quella scena aggiunse un ultimo tocco di malignità,poiché ora i corpi immobili apparivano come frammenti di legno carbonizzato con i segni di carne e muscoli ancora attaccati al corpo. Non una vita fu risparmiata e ai suoi occhi restava ancora in piedi solo lui,quell'uomo,quel mosto,quell'essere infernale in forma d'uomo che non si poteva definire umano,e come farlo? Nemmeno nei suoi incubi peggiori aveva mai immaginato una cosa simile. Restava solo l'orrore,con il crepitio della case che bruciavano ancora e dietro di lei le onde del mare che si infrangevano sulla spiaggia. Il cielo scuro sopra di lei non fece scendere nemmeno una goccia di pioggia,forse anche le nuvole sopra di lei non osavano intervenire per paura di bruciare anche loro,idea stupida anche per una ragazzina,ma forse non era così improbabile,forse quel giorno nulla doveva esserlo.

Un uomo può vivere per cinquant'anni sotto il cielo,un tempo assai misero se confrontato all'età di questo mondo,la vita è un sogno è il sogno è un illusione,tutto a questo mondo e destinato a svanire,ad annullarsi ed infine a divenire parte del creato,vi è forse qualcosa a questo mondo che sia degno di essere eterno?”.disse Nobunaga recitando per l'ennesima volta il suo monologo dell'atsumori.

Lo recitava sempre dopo la fine di una battaglia o quando si esibiva in privato con pochi intimi nei giardini della sua dimora. Ma era quando massacrava i villaggi e ne dava fuoco i sopravvissuti che ripeteva queste parole senza troppa teatralità, in questo era più un mantra,una preghiera personale o forse serviva solo a ricordarsi che la vita e breve ed effimera,che spariva velocemente,come la sabbia di quella spiaggia che se avrebbe preso e stretto nel suo pugno gli sarebbe scivolata via,poiché tale era la vita,fragile e facile da perdere. Ogni volta che vedeva morire qualcuno o qualcosa,fosse esso umano o meno si ricordava sempre che a morire bastava niente,l'esistenza era semplice da distruggere e avvolte si stupiva di come morire fosse in realtà una cosa così facile. La vita era come un fuoco,per quanto potesse essere intesa la fiamma alla fine si sarebbe spenta,tale e la natura delle cose viventi,così era stato prima di lui e sarebbe stato anche dopo. I suoi soldati invece restavano fermi,immobili di fronte all'orrore che il loro signore fece ancora una volta,un tempo contadini abituati alla fatica del lavoro nei campi,ora erano diventati delle efficienti dispensatori di morte,non c'era gioia o gloria in quel massacro,nessuna ricchezza da depredare,nessuna nuova terra da coltivare,solo morte e distruzione portati alla solita maniera,con la massima violenza necessaria agli scopi del capo famiglia degli Oda. La morte ormai era uno spettacolo quasi gratuito alla loro vista.

Mamma.....”

Disse la giovane hanyou mentre cercava la sagoma della madre in mezzo al macabro spettacolo dei corpi carbonizzati,ma i corpi erano talmente carbonizzati che ormai erano irriconoscibili. La disperazione cominciò a impossessarsi del suo cuore e la sua mente tornava ai ricordi di quella donna,di quell'unico genitore che ancora poteva abbracciarla,prendersi cura di lei e amarla in maniera così forte che bastava vederla per sentirsi viva e apprezzata per la sua natura ibrida,era la sua forza quando si sentiva debole,era il suo scoglio quando la tempesta si avvicinava e le onde anomale della vita la portavano nella profondità della tristezza ed era il suo fuoco caldo quando il freddo che le altre persone le davano e lei la scaldava. Ma sopratutto era sua madre,l'unica persona che l'aveva amata così com'era e che a sua volta lei adorava più di chiunque altro. Ma ora era li tra l'ammasso di irriconoscibili cadaveri che aveva di fronte,così giovane e così sfortunata,così impotente di fronte al mostro in armatura,che continuava ad osservare la scena senza battere ciglio e senza cambiare l'espressione distaccata dalla massa di corpi anneriti,che fino ad un attimo fa urlavano e gridavano come dannati.

Oh perdonami piccolina.”,disse Nobunaga riavvicinandosi improvvisamente vicino all'hanyou con fare teatrale, “Ovviamente lo spettacolo e stato alquanto brutale e improvviso,ma io avevo bisogno che tu vedessi, o per meglio dire....eri tu ad averne bisogno.”

Lei non seppe cosa dire quando Nobunaga,con quel suo diabolico sorriso la osservava dall'alto della sua posizione e lei,ancora legata a quello scranno poté far altro che ricambiare lo sguardo a sua volta e restare di sasso di fronte a lui,che con le fiamme delle case ancora molto vivide facevano risaltare i dettagli di quella strana armatura in maniera ancora più sinistra.

Tranquilla tua madre non era insieme a quelli che ho bruciato. Sai perché ho fatto una cosa così brutta a questa gente? A dir la verità lo fatto anche in altri villaggi, ho dato fuoco a molte persone che erano proprio come loro,egoisti,spregevoli,così pessimi come umani che non erano degni di stare di fronte nemmeno ai vermi. Erano spazzatura e come tale ho trattato quella marmaglia, pensi che io sia cattivo? Fai bene, ma loro erano persino peggio,non piangere per loro,non ne vale la pena e fidati quando ti dico che ho ucciso creature più meritevoli di loro. E ha proposito di creature meritevoli....”

Nobunaga fece un segno ad uno dei suoi uomini e questi si allontanò,tornando dopo qualche minuto con una donna imbavagliata e legata per i polsi,era la madre di Shiori. La ragazzina preoccupata per la presenza della donna li ebbe il timore che quel mostro potesse fare una cosa molto simile a quello spettacolo di fiamme e crudeltà e presa dall'istinto cominciò ad agitarsi,nel tentativo di liberarsi dalle corde ma erano troppo strette affinché potesse liberarsi e correre verso di lei. La donna d'altro canto fu spinta a terra dal soldato con gesto secco e meccanico,quasi gli venisse normale eseguire il gesto senza farsi prendere dalle emozioni e fare semplicemente quello che gli venisse ordinato.

Mamma.”

Disse Shiori a bassa voce non riesco ad urlare più forte,data anche la grande sorpresa di ritrovarla in quell'inferno in riva al mare,messa di fronte a Nobunaga,quasi fosse una vittima sacrificale. Il demonio si avvicinò alla donna e sguardo freddo e distaccato osservò la donna che ora giaceva ai suoi piedi,senza alcuna possibilità di sopravvivenza. La donna appariva come una stracciona in confronto a lui e alla sua armatura nera come le tenebre. Eppure negli occhi di quella donna non vide per un solo istante un cenno di paura o sentore di terrore provenire da lei,se non per la figlia che a vederla in quello stato le spezzava il cuore.

Abbiamo un accordo donna,sei pronta a pagare il prezzo per il tuo più grande desiderio?”

Sapeva bene cosa intendeva il re demone,non lo conosceva di persona e quella era la prima volta che ci aveva a che fare,ma ora che lo vedeva di persona sentiva a nutrire qualche dubbio sulla sua decisione. Ma non poteva tirarsi indietro,non ora,non adesso che Shiori rischiava di restare da sola e senza alcuna possibilità di sopravvivere,non aveva scelta, infondo era questo essere una madre,dare il tutto per tutto per salvare i propri figli,anche l'impensabile. Annuì con la testa e in risposta Nobunaga ordinò al soldato vicino a lei di slegarla e togliergli il bavaglio,mentre allo stesso tempo si girò ancora una volta verso l'hanyou sorridendo all'idea di quello che le avrebbe chiesto,anche perché sapeva quello che era in grado di fare.

Bene piccola,tua madre e io abbiamo un accordo,ora,quale discendente dei guardiani degli Hyakkikoumori,mi aiuterai a erigere una barriera abbastanza potente da ergersi contro l'inferno che verrà? Dimostrami come la figlia di una donna umana e di un pipistrello può ergersi contro gli orrori che compirò e ti prometto che nel Giappone che verrà anche un ibrido come te potrà fare cose che prima non poteva nemmeno osare immaginare. Sempre che tu lo desideri ovviamente.”

Il Mostro aveva parlato e la bambina non poté far altro che starlo ad ascoltare,cosa intendeva quel folle con quelle parole e perché mai gli importava tanto che una Hanyou come lei accettase la sua proposta? Non capiva di cosa stesse parlando né tanto meno ci avrebbe mai capito qualcosa,l'unica cosa che sapeva e che sei lei accettava allora sua madre sarebbe stata salva e perciò sapeva quale scelta fare. Non aveva bisogno di parlare,il suo sguardo sommesso era una risposta più che comprensibile per quell'uomo,che come un re si muoveva in mezzo agli uomini e in mezzo ai mali del mondo lui si comportava come il più degno dei mostri.

Bene,se è così allora unisciti a me...”, disse Nobunaga mentre slegava la giovane, “dimostreremo a quell'inuyokai che anche il più misero degli esseri,se ne possiede la volontà, può rovesciare l'ordine naturale delle cose.”

Sapeva che Shiori non aveva idea di chi stesse parlando,ma non gli importava,il suo desiderio era così grande che doveva condividerlo con il mondo intero,anche se ciò lo avrebbe condannato agli occhi del mondo come un pazzo senza speranze,forse lo era, ma ormai si era messo in moto e nulla avrebbe più potuto farlo tornare indietro alla sua morale umana. I suoi desideri erano oltre la mera concezione degli uomini comuni e vedeva un mondo che solo lui poteva concepire. Il cielo era scuro e il mare agitato,presto l'intero Giappone avrebbe seguito il moto di quel mare inquieto. L'inferno sarebbe arrivato e non ci sarebbe stato più bisogno di morire per vederlo.

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Capitolo 5
*** Un incontro...stupefacente, prima parte ***


Un passo dopo l'altro e la luce della torcia si faceva sempre più fioca,sebbene il timore del buio non era qualcosa che appartenesse alla sua persona,Sesshomaru non sapeva né dove stesse andando,ne tanto meno quanto stesse scendendo. La sua mente era divisa su due preoccupazioni differenti,da una parte c'era Akira,la cui presenza in quel lato del paese era ancora fonte di mistero e la sua familiarità con il popolo degli Ainu aveva origini e motivazioni sconosciute,cosa che di certo preoccupava gli incappucciati e questo aveva dato una scusa a Sesshomaru per poter fronteggiare nuovamente sul suo nuovo rivale. L'altra invece era più attuale,chi era mai l'uomo che voleva vederlo e perché sembrava così interessato al suo arrivo in quelle terre? E cosa intendeva dire che era stato il vento a dirglielo? Non era certo di cosa stesse succedendo e per quanto si sforzasse di comprendere non riusciva ad arrivare ad una soluzione razionale. Ora come ora poteva solo scendere nel ventre della terra,sempre più in giù e sempre più infondo, lontano dalla superficie e dalla luce del sole,dove l'aria era abbondante e lo spazio di certo non mancava.

Dimmi una cosa cane, l'uomo che stai cercando,se non sbaglio si chiama Akira giusto?”, chiese il lupo mentre avanzava nelle tenebre del sottosuolo.

Si,i tuoi due compagni mi hanno detto di averlo visto ieri sera,durante un attacco a sorpresa. Tu cosa sai di lui?”

Non molto,ma pare che neanche lui sia giunto qui da non troppo tempo,da quando è arrivato qui al nord abbia cominciato a infastidire i clan dei lupi insieme a quegli Ainu, molti dei nostri fratelli lupi hanno difeso il territorio come potevano,ma la stregoneria di quel popolo ha avuto la meglio su di loro e sono stati costretti a lasciare le loro tane.”

Stregoneria? Che intendi dire?”

Molti dei lupi presenti su questa collina sono sopravvissuti agli attacchi degli Ainu e hanno raccontato di cose strane successe durante gli scontri. Alcuni dicevano che quando cercavano di ucciderli i loro corpi sembravano fatti di legno,altri ancora quando venivano circondati cominciavano a prendere fuoco e in preda alle fiamme tornavano a combattere con nuova forza ed energia,altri ancora invece si bagnavano del sangue dei lupi e si lanciavano nel mezzo del campo di battaglia in preda ad una frenesia omicida. Immagino che se quell'uomo vuole vederti forse è anche per parlati di questo.”

Non vedo cosa possa centrare con me, se è di magia che vuole parlare si cerchi un mago, sono un guerriero non un incantatore,comunque, l'uomo che vuole incontrarmi e lo stesso che qualche mese è venuto nel tuo territorio,giusto?”

Koga si mostrò sorpreso a quella domanda e l'espressione sul suo volto si fece più nervosa.

Come fai a saperlo? Aspetta,te l'hanno detto Ginta e Hakkaku?”

Precisamente,comunque,chi è e cosa vuole da me?”

Per quanto riguarda il chi sia so solo che è originario di queste terre e che è venuto ad informarmi dei pericoli che correvano i nostri fratelli qui al nord, per quanto riguarda il resto mi ha solo detto che stavi arrivando e che dovevo portarti da lui il prima possibile,anche se mi chiedo cosa vorrà mai da un cane delle terre del sud.”

Sesshomaru non rispose a quell'affermazione, il fatto di avere altre cose per la testa gli impediva di focalizzarsi troppo su quel “cane” detto in maniera volutamente provocatoria,come a volergli ricordare che non era il benvenuto tra i lupi,anche se la cosa non poteva interessargli meno di quello che sentiva in quel momento,cioè niente. Continuando a scendere sottoterra sentì arrivargli un odore strano,sembrava muschio ma come se qualcuno gli avesse dato fuoco,l'odore era qualcosa che non aveva mai sentito prima e di certo non avrebbe saputo riconoscerlo subito,ma il sentore del bosco era vivo e presente nelle sue narici e la cosa lo faceva sentire stranito,perché mai gli odori di una foresta si trovavano sotto la superficie?

Siamo arrivati.”,disse il lupo senza alcuna emozione.

Giunsero alla fine del cunicolo dove all'uscita di esso si poteva vedere una luce fioca illuminare i contorni della roccia,che determinavano e davano forma all'uscita di quel lungo e tortuoso intestino fatto di roccia,terra e umidità,molta umidità. Appena fece il primo passo fuori dalla galleria subito si guardò attorno per comprendere lo strano e curioso luogo nella quale si trovava ora. Era un caverna dalla forma semisferica dove lungo i muri di nuda pietra erano presenti numerose pitture a mano,in molte scene erano presenti omini e creature rappresentanti in maniera grossolana oppure stilizzata e dall'aspetto sembravano molto antiche. Scene di caccia e di vita quotidiana erano le rappresentazioni più numerose e con le scene più dettagliate,ma di tanto il suo occhio da cane cadeva su alcune figure non ben definite,tanto grandi da ricoprire intere sezioni della caverna e dall'aspetto parevano esseri dalle forme umanoidi,ma non sapeva definire bene né il loro aspetto specifico né tanto meno una forma che avrebbe definito normale. In mezzo a questo grande camera sotterranea ardeva un piccolo fuoco il cui scoppiettio risuonava per tutta l'area mentre le lingue di fuoco illuminavano a malapena i misteriosi murali,donando un area sinistra alle immagini dal significato oscuro. Ed infine lo vide,un figuro dall'aspetto selvatico alla stessa maniera del lupo che lo aveva portato li sotto,ma il portamento era differente e se ne stava seduto accanto al fuoco che rendeva il suo aspetto più chiaro e comprensibile. Era un giovane uomo dalla barba corta e folta, portava capelli corti e aveva due lunghe corna da cervo,regali e maestose, con il petto nudo e sotto la vita una lunga pelliccia che gli circondava le gambe fino a coprire persino i piedi. Sembrava calmo e composto mentre di fronte al fuoco se ne stava con gli occhi chiusi e aveva le mani appoggiate alle ginocchia. Sesshomaru non sapeva bene cosa aspettarsi da quest'uomo,ma se sapeva già del suo arrivo allora come mai aveva preferito incontrarlo sottoterra? Lontano dai suoi compagni di viaggio e in mezzo ad un territorio dove gli occupanti era un clan di lupi? Più ci pensava e più credeva che forse era il luogo stesso la risposta che stava cercando,o meglio,che risiedesse la dentro. Era partito dal villaggio degli assassini per andare a nord,ma se quella fosse un meta obbligatoria per capire qualcosa su quello che gli stava accadendo non né era certo.

Lasciaci soli Koga, per favore.”,disse l'uomo con voce calma che riecheggiò per tutta la stanza.

Il lupo non disse niente e dando le spalle ad entrambi tornò indietro da dove era venuto con l'inuyokai,allontanandosi poco alla volta lasciando dietro di se,solo la sua traccia olfattiva,cosa che per Sesshomaru non era poi così gradevole.

Prego avvicinati Sesshomaru,era da un po' che ti aspettavo.”

Sesshomaru si diede un occhiata attorno per verificare che quel luogo non avesse nulla di più strano che non avesse ancora visto e cominciò a muovere i primi passi verso il suo interlocutore con la mano pronta a sfoderare la spada in caso ne avesse avuto bisogno.

C'è stato un tempo in cui gli yokai erano molto differenti da come erano oggi.”,disse l'uomo mentre il cane si avvicinava a lui, “In principio era il disordine,una grande massa di energia incontrollata che si spargeva per l'intero creato senza alcuna regola e senza controllo. Fuoco,acqua, terra,aria giravano vorticosamente e disastrosamente per tutto Worei, il mondo vuoto. Ma da questo caos ne venne fuori un essere dalla potenza e dalla grazia ineguagliabili,era Daru, il primo yokai e mise ordine nell'universo....o così credeva la vostra gente un tempo.”

Sesshomaru era giunto di fronte a quello strano essere che aveva di fronte,nonostante l'odore del legno che bruciava gli fosse così vicino e il sentore della pietra così forte,sentiva provenire da lui anche l'essenza del bosco sopra le loro teste,l'erba,la neve fresca,l'odore delle foglie e del legno che tornava alla vita,ma percepiva anche un misto tra l'odore di cervo misto a quello umano e la cosa lo mise sulla difensiva.

Allora sei tu l'hanyou che ha condotto questa tribù fin qua,giusto?”

Precisamente.”

E cosa vorresti da me?”

Parlarti,prego siediti.”

L'inuyokai non aveva intenzione di sembrare ostile e decise di essere accomodante,anche se gli si leggeva in faccia che non aveva alcuna voglia di fare conversazione con hanyou che nemmeno nemmeno conosceva e che tanto meno sapeva che intenzioni avesse con lui,l'ultima volta che aveva ascoltato un hanyou senza farsi troppe domande,aveva finito per attaccare suo fratello su consiglio di un essere ibrido che portava un ragno onigumo stampato a fuoco sulla schiena. Quindi era guardingo sul trovarsi di fronte ad un altro Naraku e per ciò non distolse l'idea di dover estrarre la spada al minimo segnale di pericolo.

Chi sei tu?”

Mi chiamo Urtak è proprio come te sono qui per un problema che abbiamo in comune.”

Allora presumo che tu sappia chi sono venuto a cercare.”

Precisamente,seppur per motivazioni differenti anche io ho un problema con quello yokai proveniente dal sud,possiamo aiutarci a vicenda,tu come me e come Koga sai bene quanto sia pericoloso quell'individuo. Ma temo che non lo conosciamo bene come le persone che ti hanno spinto a venire fin qui.”

Sesshomaru restò un attimo in silenzio quando sentì quell'allusione riguardo agli assassini e il suo sguardo si fece più torvo e affilato.

Sei uno di loro?”

No,so vagamente chi sono e so che sono anche qui al nord,la foresta se la sai ascoltare ha sempre qualche cosa da rivelare. Però no non sono come quelli che portano il cappuccio bianco sulla testa e non sono nemmeno uno di quelli che portano quella strana croce rossa.”

E allora che cosa sei?”

Diciamo che sono un custode della natura di queste terre e fidati quando dico che non sono pochi,ma forse anche tu,come quel nostro nemico sei qui per delle risposte,anche se non per lo stesso scopo.”

Come fai a dirlo? Io nemmeno ti conosco e non ci siamo mai incontrati prima d'ora e se anche fosse così,cosa ti fa credere che sarei disposto a starti ad ascoltare?”

So chi sei figlio di Inutaisho è sarà anche vero che non ci siamo mai incontrati,ma ho già visto il tuo volto...su un altro inuyokai.”

Sesshomaru aveva sentito bene quello che aveva detto ,il suo volto su un altro Inuyokai. Era certo che quel figuro fosse molto più di quello che dava a vedere e sembrava sapere troppe cose sugli assassini,sui templari,su chi fosse lui e le sue vere motivazioni per essere nell'Hokkaido. Tuttavia non poteva ancora dire se era un nemico oppure qualcuno che potesse aiutarlo e anche se fosse stato utile per trovare delle risposte chi gli diceva che quell'hanyou non fosse in combutta con Akira stesso per poterlo trovare e sapere la sua posizione? Sarebbe meglio stare sulla difensiva e agire con cautela,da un po' di tempo tutte le persone con la quale era entrato in contatto o nascondevano qualcosa o lo volevano morto, nel caso di Akira sembrava lo volesse dalla sua parte,chissà perché poi,ma ad ogni modo non era quello il momento per farsi prendere dai dubbi e tornò con la mente alla situazione attuale.

Come fai a saperlo?”

Te l'ho detto,la foresta se la sai ascoltare ha sempre qualcosa da rivelare,dalle cose di tutti i giorni a quelle più rare ed incredibili. Prendi ad esempio l'accenno alla storia che stavo raccontando prima,ne hai mai sentito parlare prima?”

Le favole non mi interessano,preferisco fatti più reali e concreti.”

Male,perché quella che tu definisci come una storia per bambini,una volta i tuoi antenati l'avrebbe chiamata fede e da ciò avrebbe tratto un insegnamento. Le persone come me svolgevano un ruolo molto importante nelle società degli yokai,quando ancora vivevano di quello che il mondo gli offriva e al posto dei castelli la capanna di un capo villaggio era il luogo più sontuoso che si potesse trovare. Una volta gli yokai non erano così superficiali come lo sono oggi,c'era qualcosa di sacro nella vita di tutti i giorni,oggi solo gli yokai che vivono a nord e gli Ainu ricordano ancora queste storie che appartengono alla tua razza,storie che stanno scomparendo poco alla volta,insieme alla memoria di esse.”

Se è vero quello che dici allora come mai un Hanyou sa così tante cose sugli yokai e visto che me ne stai parlando cosa c'entra con me tutto questo?”

Tra i due scese un improvviso silenzio,si guardarono un attimo e mosse una delle mani dietro la schiena rivelando alla luce del fuoco quella che sembrava una coppetta d'argilla. Al suo interno vi era uno strano liquido verdastro e l'odore che proveniva da essa non prometteva nulla di buono. Sesshomaru guardò il contenuto del piattino con curiosità mista a sospetto e con uno sguardo che non nascondeva affatto la sua preoccupazione verso quel piccolo oggetto.

Che roba è quella?”,chiese Sesshomaru con leggero disgusto.

E per te,bevi.”

E perché dovrei farlo?”

Mi hai chiesto che cosa c'entra tutto questo con te,questo ti aiuterà a comprendere.”

Non mi hai ancora detto che cos'è questa brodaglia e comunque non sembra così invitante.”

E un misto di piante e funghi tipici di questa regione,tranquillo non ti ucciderà,o forse il grande Sesshomaru teme il confronto con qualche foglia?”

Sesshomaru non accolse bene la provocazione del cervo e lo fissò in malo modo. Era stato sfidato apertamente e senza troppi giri di parole. Ma forse non era tanto per la provocazione in se di per se,ma il fatto che era stato un Hanyou a dirgli quelle parole forse lo avevano toccato un po' nell'orgoglio,per quanto non provasse più lo stesso disgusto e disprezzo per gli umani e gli ibridi come suo fratello non voleva dire che certi pregiudizi erano duri a morire,anche per uno dayokai come lui,che da tempo ormai era abituato alla presenza di altre razze nella sua vita all'infuori della sua. Con gesto secco prese la tazza e buttò giù il contenuto in un solo sorso,cosa che gli diede un saporaccio orrendo su tutta la lingua,era come ingoiare un misto di fango,pesce andato a male e del sakè molto forte. Il suo volto mostrava chiaramente i segni del disgusto.

Bene ho bevuto,non so che intenzioni avevi ma non ha avuto alcun effetto,i veleni non mi fanno nulla.”

E appena finì di dirglielo cercò di puntargli un dito contro come segno di risolutezza delle sue parole,ma non fece in tempo a tenerlo dritto che sentì la mano col dito puntato cadere verso il basso come se fosse un sasso. Appena cominciò a preoccuparsi della cosa anche il braccio toccò terra e poco dopo cominciò a inclinarsi su di un lato fino a che,lentamente e dolcemente si accasciò su di un fianco con lo sguardo fisso di fronte a se,era immobile e dallo sguardo assente assente,come un pesce spiaggiato che ha smesso di respirare da qualche minuto. Urtak continuava a fissarlo come se non fosse successo niente per poi spostare la sua attenzione sulla tazzina e il suo contenuto,non né aveva lasciato neanche una goccia e nel constatare ciò il cervo si lasciò scappare uno sguardo di vero stupore.

Il tuo corpo sarà pure allenato contro i veleni che tendono a uccidere,ma forse quello che non sai è che in natura esistono piante,fiori,funghi e radici che se ingerite nelle dosi giuste rilasciano veleni che non uccidono,ma fanno entrare la mente e l'anima in uno stato in cui il mondo sembra avere tutt'altro aspetto,sostanza e consistenza diverse da come normalmente lo si concepisce. Noi sciamani facciamo uso di queste sostanze per ascendere dal mondo naturale ed entrare in contatto con quello spirituale in maniera più profonda e personale. Ora alzati e seguimi,c'è una storia che è giusto che tu conosca.”

L'inuyokai sentì la voce di Urtak in maniera distorta e dalla tonalità deforme,più basse e cavernosa, mentre la terra che sentiva sotto di lui sembrava tremare leggermente e il fuoco gli parve più luminoso e accecante,quasi come se un frammento di sole fosse entrato sottoterra e avesse cominciato a illuminare tutta la stanza. Provò a rialzarsi il più velocemente possibile ma le membra gli parvero pesanti e la testa molto più leggera e quando si rialzò completamente la prima cosa che fece fu di chiudere una delle mani e muovere un pugno verso l'uomo di fronte a lui. Ma per quanto il colpo a Sesshomaru parve veloce in realtà era stato talmente lento che sembrava essere tirato da un assonnato e quindi lo sciamano non dovette far altro che fare un passo di lato e nulla più. Sesshomaru si sbilanciò in avanti e dopo due passi si fermò di colpo evitando così di cadere a terra,le sue movenze erano simili a quelli di un ubriaco e come tale faceva a reagire a quello che gli stava succedendo. I suoi sensi erano alterati in maniera drastica ed era la prima volta che si sentiva in quello stato in cui tutto era rimasto uguale e allo stesso tempo era diverso. Le immagini sui muri gli parvero vibrare e prendere vita,le figure di caccia si mossero animati da un soffio di vita dando spessore e realismo ai cacciatori,che tiravano pietre e giavellotti a grandi prede che poi morivano e venivano squartati e macellati sul posto. Fu così anche per altre scene,dove anche qui le figure sembravano muoversi da sole,nelle immagini non c'erano villaggi nel vero senso della parola,erano state disegnate una serie di quelle che sembravano tende e nel mentre le immagini che popolavano anche quella scena cominciarono a muoversi, un gruppo di bambini che giocavano e correvano per tutto il muro,mentre le donne indaffarate cucinavano la carne fresca di cacciagione oppure lavoravano le pellicce delle prede catturate mentre un uomo,vestito di uno strano abito lungo decorato con ossicini e pietre di vario tipo batteva un bastone su quello che sembrava una specie di tamburo,mente girava su se stesso e nello stesso tempo guardava il cielo. Sesshomaru sapeva bene che non avrebbe potuto dire normalmente quali personaggi rappresentavano cosa fossero o cosa facessero nello specifico,ma dopo aver bevuto quella strana bevanda sentiva in qualche modo di aver assorbito il significato di quello che stesse vedendo ma che non sapesse come ci era riuscito. Ma la sua attenzione andava ad Urtak e nonostante la pessima coordinazione che aveva con tutte le parti del suo corpo faceva fatica a girarsi dall'altra parte e ricerca la figura dello sciamano. Lo vide in lontananza vicino ad un muro,ma quando si era spostato? Non aveva importanza,ciò che gli importava era raggiungerlo è capire cosa gli avesse fatto. Ogni passo che faceva era come se al posto della carne i suoi piedi avessero il piombo,erano pesanti e si muoveva continuamente in bilico,in preda a chissà quale effetto.

Che cosa mi hai fatto maledetto?”

Disse Sesshomaru ma dal suono della sua voce sentì che arrivò alle sue orecchie in maniera stridula e acuta,quale orribile mutamento stava subendo il suo corpo. Urtak dal canto stava passando una mano sulla parete con un movimento leggero e al tempo stesso pacato,come uno studioso che sposta il dito delicatamente per seguire con attenzione la riga da leggere ed imprimere nella memoria. Vide che Sesshomaru si stava di nuovo avvicinando a lui con le stesse intenzioni di prima,ma non rappresentava un problema in quelle condizioni,i diversi estratti vegetali e il ricavato dei funghi bevuti in un solo sorso erano pericolose anche per un dayokai, gli effetti sulla mente di quel tipo di bevande cambiavano in maniera drastica,seppur per un determinato lasso di tempo che andava da individuo a individuo, una forte sensazione di confusione,seguita da paralisi motoria,forte stato confusionale e sopratutto alterazione della realtà circostante, che stimolava l'immaginazione del soggetto che aveva bevuto quella sostanza,gli sciamani la conoscevano come il latte degli spiriti,veniva bevuta durante alcune cerimonie importanti per chi doveva ascendere con la mente in uno stato di consapevolezza superiore con gli spiriti della natura o in quel caso,per accedere ad una conoscenza antica e quasi dimenticata. L'hanyou si aspettava che l'inuyokai se ne sarebbe stato a terra e avrebbe fatto la sua esperienza mistica fermo e immobile al suolo,dove solo la sua mente avrebbe reagito a quello che stava per succedergli,anche se gli aveva detto di seguirlo non credeva che ci sarebbe riuscito alla prima volta. E invece si era rimesso in piedi,con molta fatica certo, ma non per questo con meno successo dimostrando che Sesshomaru era fisicamente e mentalmente più resistente del normale,potendo così reagire a quello che per il suo corpo era una sostanza dannosa,senza subirne le conseguenze in maniera passiva. Urtak pensava che sarebbe stato meglio così,se non altro l'esperienza che stava per fargli affrontare sarebbe stata percepita in maniera completa anche per mezzo delle sensazioni fisiche.

Molto tempo fa....”, disse Urtak osservando il cane, “Quando gli yokai erano più rispettosi del mondo che li circondava e gli umani erano una razza più giovane,una barca navigava in mezzo al mare in tempesta,su di essa vi era un giovane un ragazzo,esattamente uguale a te,non sapeva dove stesse andando n'è tanto meno quanto tempo ci avrebbe messo,sapeva solo che le onde erano forti e il cielo non gli dava tregua.”

Urtak fece uno strano movimento con le mani e passò il palmo sulla parete umida e da essa raccolse poche gocce e le lanciò addosso a Sesshomaru. Ma per quanto sembrasse una cosa da nulla il cane avvertì quelle poche gocce come un potente getto d'acqua che lo buttò a terra con la potenza degna di un fiume in piena e quando cercò di rialzarsi era cambiato tutto. Si ritrovò a galleggiare in cerca d'aria,circondato da acqua in tumulto e un cielo più scuro e denso di una coltre di fumo. Il cielo tuonava e le onde rischiavano di travolgerlo,com'era possibile? Fino a un secondo fa era sottoterra e adesso in mezzo al mare? Non era vero,non poteva esserlo. Si guardò attorno alla ricerca di qualcosa sulla quale aggrapparsi e sottrarsi al moto impetuoso delle onde. Fu per un solo istante illuminato da un tuono,ma la vide,una barca che scendeva dalla cresta di un onda e si stava dirigendo nella sua direzione,si preparò ad aggrapparsi al suo passaggio e quando lo avrebbe fatto ci avrebbe messo tutto se stesso per mettersi al sicuro. La vide scendere ad una velocità impressionante e nel mentre chiamò a se la sua forza per avere una presa salda e sicura e quando l'imbarcazione arrivò vicino al suo volto mosse rapidamente le mani e subito si aggrappò al bordo scivoloso facendosi trascinare con lei in balia degli eventi,eventi che per la sua mente non avevano alcun senso. Si tenne forte e appena poté tirarsi su fece leva con entrambe le braccia e spingendosi con le gambe che a loro volta era mosse dalla forza del mare in burrasca si lanciò dentro la barca come un naufrago in cerca di salvezza,trovandosi così finalmente nel punto più sicuro di tutta quella baraonda. Completamente fradicio e preso alla sprovvista fece a fatica ad osservare che dentro all'imbarcazione c'era qualcun altro,era lui e lo riconobbe. Era lo yokai della spiaggia,quello rappresentato nella statua,si teneva alla barca tenendo le mani sul bordo della nave e con la testa abbassata restava fermo,con la testa incassata tra le spalle e la schiena curva. Non poteva dirlo con certezza dato la pessima illuminazione dovuta di tanto ai fulmini e i tuoni che rimbombavano nell'aria,ma gli sembrava che i suoi occhi stessero guardando qualcosa sullo scafo e sembrava fin troppo preso dalla cosa per accorgersi che un altro yokai era sulla sua imbarcazione. Curioso abbassò lo sguardo anche lui e vide che in basso era presente la tavoletta con i strani simboli incisi sulla superficie ma questa volta parve diversa,c'era una piccola luce sopra di essa a forma di freccia che sembrava indicare un punto ben preciso.

Chi diavolo sei tu?”

Sesshomaru parlò verso il proprietario della barca,ma questo non lo guardò neanche come se nemmeno ci fosse li,come c'era da aspettarsi,esattamente come nella sua ultima esperienza dentro la sua mente,non gli aveva risposto n'è tanto meno lo vedeva,era inesistente per lui. Poi all'improvviso la barca si alzo improvvisamente sospinta dalla marea furiosa,tanto forte fu il colpo ricevuto che Sesshomaru fu sbalzato fuori non facendo in tempo ad aggrapparsi al legno per restare sull'imbarcazione e proprio quando stava per rientrare in acqua la scena cambiò di colpo,tornado di nuovo in quella caverna sotto la collina. Era disteso a terra,ancora scosso e confuso su quanto accaduto. Si guardò attorno dando rapide occhiate attorno a se e cercando di fare mente locale della situazione,ma la bizzarria della sua situazione era talmente selvaggia e caotica che non poteva essere certo se quello che stesse vivendo fosse semplicemente un illusione dovuta alla bevanda che aveva ingerito molto poco saggiamente oppure era il luogo in se che poteva influenzare la potenza della sua condizione. Cercò di rifletterci su ma la sua testa gli girava a tal punto che ora la stanza sembrava ancora più viva di prima,non solo le immagini avevano preso vita ma adesso sentiva anche i suoni provenienti dalle diverse scene tutte attorno a lui,come ad esempio le voci degli uomini e del verso degli animali abbattuti provenienti dalle scene di caccia o ancora i tipici suoni di una comunità come quelle dei villaggi,con le donne che parlano e i contadini che lavorano nei campi. Erano suoni e rumori che si mescolavano casualmente tra di loro e tanto erano numerose che dato il suo udito finissimo,ma poi tutto terminò quando ancora una volta la voce di Urtak arrivò alle sue orecchie con tono normale.

Ma nonostante la forza del mare agitato e la tempesta che lo assalì riuscì a giungere su una costa dalla sabbia fine e con in mano la tavoletta che aveva preso con se decisi di incamminarsi nell'entroterra avendo solo la tavoletta come guida verso ciò che stava cercando. Passarono due giorni senza che incontrasse nessuno,non conosceva la terra nella quale era giunto e non sapeva cosa aspettarsi,sapeva solo quale direzione prendere,ma a parte questo non possedeva informazioni su quel luogo e per lui il pericolo poteva giungere in ogni direzione. Il terzo giorno giunse nei pressi di una tribù di inuyokai,devi sapere che a quei tempi la tua razza non era molto dissimile da quella degli yoro,erano cani nomadi senza una terra da chiamare casa,dormendo in tende fatte con pelle animale e vivendo ancora di caccia e raccolta,mangiando quello che potevano quando potevano.”

Sesshomaru lo vide di nuovo vicino ad un altra pittura muraria con tutta la scena che gli muoveva attorno. Lo vedeva tranquillo e statico,mentre camminava a bordo del murale osservando le figure disegnate sopra.

Appena entrò nel loro accampamento gli uomini a difesa della tribù gli vennero incontro con le lance e i pugnali in mano e lo costrinsero a seguirli per fargli incontrare il loro capo,temendo che appartenesse ad una tribù nemica.”

Le urla degli uomini provenienti dal murale si fecero più forti fino a che un fischio improvviso non urtò i timpani di Sesshomaru,che per istinto si portò una mano ad un orecchio e chiuse gli occhi,reagendo per istinto a quel fastidioso impulso uditivo. Appena schiuse le palpebre la scena cambiò nuovamente. L'ambiente attorno a lui ora era dominato da un paesaggio montano,alle cui pendici sorgeva un accampamento di tende in cui gli abitanti sembravano vivere in maniera simile alle tribù di lupi. Erano tutti inuyokai e nessuno dei presenti che vedeva aveva un aspetto civile,vestivano di pelliccia e andavano in giro scalzi,per quanto non fossero di aspetto sgradevole non sembrava gente molto pulita e alcuni sembravano più trasandati di altri. Ma a parte questo non erano molto diversi dai cani della sua epoca,avevano un aspetto gradevole e fisicamente avevano corpi prestanti e snelli, ma i loro modi e costumi erano così diversi dai suoi che difficilmente riusciva a credere che quella gente fosse la sua e si chiedeva se davvero un tempo la razza era effettivamente così. Aveva altre domande su quello che stava vedendo,quando la sua attenzione fu rapita da un grande clamore di voci riunite in un unico punto e per tanto si incamminò in direzione del suo interesse, durante il tragitto vite le solite attività di vita quotidiana che si poteva vedere in un villaggio: un gruppo di cacciatori intenti a tornare con la preda catturata,in quel caso un cervo e alcune oche selvatiche,un intagliatore che lavorava su una piccola figurina di legno,alcune donne intente nella preparazione dei pasti e da quello che vedeva si direbbe qualcosa a base di riso e uova messi a cuocere in un tegame di argilla. Continuava ad osservare quell'esistenza che gli vorticava attorno e in qualche modo si sentiva estraneo a quel luogo,cosa più che normale dato che non aveva mai visto nulla di simile,ma allo stesso anche incuriosito,era la prima volta che vedeva dei suoi simili riuniti in una maniera così sociale e anche così rurale. Era abituato a pensare alla sua gente come una razza raffinata e legati all'etichetta di corte,alla nobiltà e alla raffinatezza,invece quella gente sembrava non conoscere niente di questo. Il suo improvviso interesse per quella visione fu subito catturato da qualcos'altro,un nugolo di voci si fece udire ad una ventina di metri e farsi più forte nella sua direzione. Spostò lo sguardo verso la fonte del suo interesse e quello che vide fu un gruppo di inuyokai armati di lance e protetti da quelle che sembravano delle rudimentali protezioni in osso disposti sulle gambe e sulle braccia e attorno alla testa indossavano un coprifronte di cuoio con alcuni monili in osso e pietra legati all'accessorio per mezzo di treccine e cordicelle. E in mezzo a loro rivide la figura di quell'uomo,lo stesso della barca e lo stesso che si trovava sulla spiaggia,era di nuovo lui,questa volta però si trovava in mezzo a loro,con due di quegli uomini puntargli le punte delle loro armi dietro la schiena. A giudicare da quello che stava vedendo non sembrava passarsela bene,sembrava essere tenuto in ostaggio e costretto a seguirli,anche se a vederlo bene però quel tizio non sembrava né preoccupato né tanto meno spaventato. Le altre persone li attorno guardarono stupiti la figura dello straniero che stava passando accanto a loro,i suoi abiti e il suo aspetto erano così diversi dal loro,che erano vestiti in maniera più semplici e primitiva. L'aspetto dell'uomo era più ordinato e la sua capigliatura e più corta e curata al meglio,le sue vesti erano qualcosa che quei inuyokai non avevano mai visto e si chiedevano chi fosse e da dove proveniva,stessa domanda che si poneva anche Sesshomaru,ma per ragioni completamente differenti. Sesshomaru non sapeva bene cosa fare in quel luogo né tanto meno dove si trovasse,l'unica cosa certa e che quell'essere che tanto gli assomigliava era l'unica costante che lo tormentava da quando aveva lasciato il villaggio e lo aveva seguito anche li in Hokkaido,insieme al timore degli strani viaggi che faceva quando dormiva e di quel Jin che di tanto in tanto gli parlava da dentro la sua testa. Perciò fece l'unica cosa che gli passò di mente in quel momento,seguirlo. Mentre la gente restava immobile ad osservare l'arrivo dello sconosciuto Sesshomaru si mise in cammino per seguire le guardie e vedere lo stessero conducendo,a giudicare dal loro andamento sembravano avere una gran fretta,con un aggiunta di nervosismo per condire gli umori. Continuavano a punzecchiarlo,a spintonarlo e quell'uomo invece sembrava cerca il dialogo con i suoi aguzzini,non sembrava preoccupato ne intimorito dai loro modi e mentre parlava muoveva anche le mani in maniera svelta e continua,come a voler dare enfasi alle proprie parole con l'aiuto dei gesti,ma peccato che la cosa non sembrava funzionare. Ad un certo l'inuyokai smise di seguire il gruppo di guerrieri che si fermarono in quello che sembrava un largo spazio vuoto in mezzo all'accampamento,dove in mezzo ad esso si trovava una specie di trono,era fatto con ossa di animali,legno e imbottito di pelliccia e un vistoso teschio animale,probabilmente un rettile molto grosso e su di esso vi era seduta una ragazza,portava una lunga chioma nera con una lunga treccia che le scendeva lungo la schiena,aveva un viso dai lineamenti attraenti e duri,due occhi color nocciola e una piccola cicatrice sulla guancia destra. Fino a qui nulla di strano,se non fosse stato per le vesti in pelliccia che le cingevano il petto,la zona del bacino e alcune strisce di cuoio che le cingevano i palmi delle mani,la zona non coperta dalla pelliccia mostravano un fisico muscoloso,ma in un qualche modo dalla forma armonioso,grossa ma non esagerata,anche se prima vista sembrava abbastanza forte da far impallidire persino un oni e l'ultimo dettaglio erano delle strisce viola segnate in alcuni punti del corpo come le braccia,le gambe e i lati del volto,che conferivano alla giovane un aspetto ancora più minaccioso. Fu su quell'ultimo dettaglio che lo sguardo di Sesshomaru si concentrò maggiormente,il colore dei segni e la loro disposizione sui diversi punti del corpo erano gli stessi che possedeva anche lui sulla sua pelle,com'era possibile una cosa simile e chi era veramente quella ragazza? Era bastato un solo sorso di quella bevanda per spedirlo in un altro mondo,forse non fisicamente,eppure tutto gli sembrava così reale e gli riusciva difficile non credere di trovarsi in un altro luogo,o in un altra epoca come ormai credeva. Si stava accorgendo che l'effetto di quella roba era simile ai suoi precedenti viaggi all'interno della sua mente,ma con la differenza che la libertà di movimento era molto maggiore rispetto ai suoi sogni,seppur la percezione alterata della realtà gli faceva vedere il mondo reale come qualcosa di incomprensibile,dove la fantasia riusciva a sopraffare la realtà con successo garantito,per ora come vedeva la cosa era più un male che un bene. La ragazza diede un occhiata al ragazzo e gli diede un attenta occhiata,lo scrutò accuratamente e poi fece segno con la mano a quegli uomini di allontanarsi. Eseguito l'ordine gli uomini si scostarono dal ragazzo lasciandolo libero dalla minaccia delle loro armi,subito dopo la ragazza cominciò a parlare,ma anche lei si esprimeva in una lingua sconosciuta e incomprensibile,ma dal tono sembrava voler essere autoritaria e intimidatoria. Il ragazzo da parte sua allargò le braccia e alzò gli occhi al cielo,forse in segno di rassegnazione e subito dopo tirò fuori qualcosa dalla sua veste,la tavoletta,la stessa che lo aveva condotto fin li,la stessa che Toran aveva recuperato dalla dimora di Akira. Lui mosse le dita sulla superficie della pietra e questa subito reagì emettendo strisce di lucenti che formavano immagini che agli occhi di Sesshomaru non sembravano aver alcun significato, tuttavia vedere uno di quegli oggetti all'opera era uno spettacolo stupefacente,come la strana sfera che Ezio si portava alla cintola dentro un sacchetto di pelle. Poco volte l'aveva vista all'opera e non aveva idea di cosa fosse o di come funzionasse,sapeva solo che gli Yuki li aveva chiamati frammenti del paradiso e che c'entravano qualcosa con una civiltà scomparsa nella notte dei tempi,qualunque cosa fossero possedevano delle capacità straordinarie,ancora ricordava i vaghi effetti che aveva subito per mano loro. Era stato paralizzato nel suo primo scontro con Ezio,il tempo si era bloccato alla festa di Akira e subito dopo sotto il castello il suo corpo era stato fatto a pezzi e ricomposto in un luogo completamente differente,per poi tornare li sotto,il loro potere era qualcosa che non aveva mai visto in vita sua e non riusciva a trovare un collegamento con altre cose del suo mondo altrettanto simili a quelle,ne la sua spada Bakusaiga né tanto meno la sfera dei quattro spiriti,quale mondo era mai stato in grado di produrre oggetti simili? La sua attenzione fu distolta da un grido improvviso,la ragazza parve essersi agitata in maniera rabbiosa a qualcosa che aveva fatto il ragazzo della barca,non capì bene cosa dato che lui sembrò cercare di tranquillizzarla e anche se non capiva cosa si stavano dicendo comprese che le cose non sarebbero andate bene. La ragazza abbassò la mano verso il trono dove ad uno sguardo più attento dell'inuyokai si accorse della presenza di una grossa ascia,dal lungo corpo di legno e della piatta testa dell'arma completamente bianca,ricavata probabilmente dallo scheletro di una qualche bestia molto grande. La maniera in cui muoveva la grande arma faceva intuire che la ragazza non stava facendo solo scena,sembrava molto competente nell'utilizzo di quel grande e impressionante strumento di morte,la forza non le mancava e le intenzioni nemmeno per adoperarla contro il nuovo arrivato,che tuttavia non sembrava volesse combattere.

Chissà perché ho la sensazione che sta per accadere qualcosa di violento.”

Disse Sesshomaru a se stesso dato che non c'era nessuno li che si sarebbe accorto di lui,anche se parlare con qualcuno in quel momento era l'ultima delle sue intenzioni al momento. Lei mosse l'ascia all'ultimo in ampio fendente laterale tenendo l'arma con entrambe le mani e lui in tutta risposta rotolò di lato facendo andare il colpo a vuoto e che sorprendentemente l'ascia non sbilanciò la ragazza,che riuscì a restare salda e si mise in posizione da tirare un altro colpo. Lui si riprese subito dalla rotolata improvvisa e con un mano andò ad afferrare qualcosa che teneva sotto i vestiti,si mise in posizione di guardia e quello che tenne in mano lo mostrò al suo aggressore, un pugnale dalla lama in metallo,dalla lama ricurva e sottile. Era chiaro come il la luce del giorno che i due stavano per scontrarsi e Sesshomaru,in disparte,se ne restò a guardare la scena,consapevole come tutti gli altri presenti,che lo scontro era inevitabile. Non sapeva cosa stesse succedendo né tanto meno come ci era arrivato,sapeva solo che quel mezzo cervo gli doveva delle spiegazioni su quello che gli aveva fatto e su quello che stava passando,consapevole che in un modo o nell'altro era opera sua se gli stava succedendo questo....e anche per avergli proposto di bere quella strana brodaglia inquietante. L'unica cosa certa era una sola,la prossima volta che qualcuno lo avrebbe incitato a bere un liquido strano e dall'aspetto poco rassicurante,sarebbe stato certo di non farlo,mai più.

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Capitolo 6
*** Un incontro...stupefacente, seconda parte ***


Urtak stava guardando le immagini disegnati sui con fare attento e scrupoloso,mentre con una mano stringeva nel palmo una fiamma viva come se fosse solida e senza che questa lo nuocesse in alcun modo,pur facendo sentire il calore della propria fiamma sulla pelle nuda,come una torcia fatta di solo fuoco. I disegni rupestri che stava osservando erano molto antichi e per quanto non fossero gli unici in quella parte della regione sapeva perfettamente che quelle erano immagini molto importanti,sopratutto per il significato che aveva per lo sciamano e la gente che conosceva quella storia. Quanti di loro erano rimasti? Qualche decina? Un centinaio? Ormai non n'è era più sicuro, più anni passavano e meno creature restavano al mondo per rammentare le storie dei loro antenati,che avevano vissuto di persona quelle epoche di cambiamenti e di conflitti,quando ancora i piccoli regni degli uomini non erano ancora nati e tutti gli yokai,fossero essi simili alle bestie o avessero anche una forma umanoide vivevano ancora in maniera selvaggia,coprendosi della pelle delle prede lavorata alla meno peggio e una tenda era un alloggio più che dignitoso. Ma poi arrivò lui,dal mare,proveniente da una terra lontana e diverso da tutti i suoi simili che abitavano quella terra che non portava ancora il nome di Giappone. Sia nel vestire,nei modi,ma sopratutto nella sue conoscenze non era mai stato visto nessuno come lui prima di allora. Ed ora qualcun altro,uguale a lui nell'aspetto,era arrivato li nel cuore dell'Hokkaido alla ricerca di un nemico sconosciuto e dalle mire ignote,giunto in soccorso di una regina oppressiva e dominatrice. Urtak lo sapeva bene chi era Otsume e cos'era in grado di fare,ed ora si apprestava a combatterla con tutte le sue forze,ma prima di rincontrarla c'era una cosa che avrebbe dovuto fare e per farlo,aveva bisogno che Sesshomaru conoscesse un passato che si pensava ormai perduto e che forse solo lui poteva recuperare. Solo aspettando avrebbe avuto la sua risposta. Nel frattempo avrebbe dovuto aspettare che gli effetti allucinogeni delle piante avrebbero fatto effetto e sperare che l'inuyokai scoprisse qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo.


La folla attorno ai due contendenti si faceva sempre più agguerrita,da una parte lei, la ragazza con l'enorme ascia a due mani e dall'altra parte lui,che usava un pugnale dalla lama metallica e a prima vista era lui quello in difficoltà. Invece in disparte da tutti gli altri partecipanti,anche per il fatto che non si accorgevano della sua presenza c'era Sesshomaru,che stava assistendo all'inizio di quello scontro con una vaga curiosità sull'andamento dei due sfidanti. Se ne restava li,fermo e immobile ad osservare la faccenda completamente in disparte,senza che nessuno potesse infastidirlo,anche se la cosa sarebbe stata molto difficile visto che già da prima sembravano ignorarlo. Per lo più la sua attenzione era rivolta al giovane yokai con la tavoletta,personaggio che aveva attirato la sua attenzione ed uno dei motivi più importanti per la quale era giunto nelle terre del nord. Era così strano essergli così vicino eppure non potersi rivolgere direttamente a lui,solo per chiedergli chi era e perché mai,per quanto assurdo potesse essere,assomigliarsi così tanto e la loro non era una semplice similitudine. Lo aveva visto bene in volto e poteva che loro due,almeno nel viso,erano completamente uguali,stessi occhi,stesse orecchie,persino il naso,la bocca e l'altezza degli zigomi erano gli stessi. Sarebbero stati due gocce d'acqua se non fosse per altri dettagli che aveva osservato con attenzione. All'infuori dei capelli e dei vestiti completamente diversi dai suoi,si differenziava per il carattere e il modo di fare,Sesshomaru era un tipo solitario e taciturno,quest'altro invece era più propenso alla comunicazione e alla socialità e le differenze sostanziali tra loro due era l'altezza,lo straniero sembrava un po' più basso di Sesshomaru e sopratutto la lingua. Sesshomaru parlava un fluente Giapponese mentre quest'altro e tutti i presenti nell'accampamento sembravano parlare una lingua che non aveva mai sentito prima e non riusciva a capire da dove potesse venire. Che fosse una lingua del continente? Non gli risultava,conosceva ben poche parole che non fossero Giapponesi e non si era mai preoccupato di parlare altre lingue se non la propria e le poche parole straniere che aveva imparato erano legate a yokai che aveva incontrato in passato tutti provenienti dalla Cina,terra della quale sapeva poco e niente. Ma no,non gli sembrava che venisse da quelle parti,i suoi vestiti e il suo modo di parlare non sembrava indicare una tale provenienza. Ma allora da dove veniva? Quali altre terre erano presenti nel mondo che spiegassero da dove arrivava,ma sopratutto chi era e cosa ci faceva in mezzo al mare in tempesta? Che la tavoletta che portava con se potesse spiegare la sua presenza in quel luogo? Non sapeva dirlo con certezza,ma stava di fatto cominciando a credere che i misteri che riguardavano quel dayokai erano molti e in qualche modo potessero centrare con lui,ma come? Non aveva risposte e non sapeva dove trovarle,per ora era meglio che si godesse lo spettacolo,il resto sarebbe arrivato da se. La ragazza compì un giro completo della sua arma sopra la sua testa e con una mano sola,giusto per far capire all'uomo davanti a lui quanto fosse abile con quell'arma,lui invece se ne stava fermo,immobile,con la punta del pugnale capovolto verso il basso e la mano sinistra aperta mentre si piegava leggermente in avanti,come se fosse pronto per compiere uno scatto. Gli sguardi dei due inuyokai si incrociarono mostrando le iridi che si facevano sottili e se negli occhi di lui si poteva leggere una calma impossibile da infrangere in quelli di lei si leggeva una carica combattiva degna di un combattente violento ed aggressivo,con quell'espressione del volto che indicava che non ci sarebbe andata leggera con l'estraneo. Partì il primo colpo da parte della ragazza muovendo l'ascia in un rapido fendente laterale in direzione del costato dell'avversario,ma lui prontamente fece giusto uno scatto indietro per evitare il colpo,cosa che gli riuscì bene e subito scattò in avanti nel tentativo di portare un rapido affondo col pugnale e porre fine immediatamente alla lotta. Ma anche la ragazza non fu da meno e spostandosi di lato fece in tempo a non essere presa e rispondere con una spallata al fianco di lui,che subì il colpo e fu spintonato lateralmente dando il tempo e lo spazio che la ragazza aveva bisogno per muovere la sua arma con efficacia e muoverla dall'alto verso il basso in direzione della testa dell'avversario. Lui fece in tempo a riprendersi e in quel momento fece un gesto inaspettato,invece di schivare o parare il colpo in arrivo l'estraneo si mise sotto l'ascia,poco sotto la testa affilata e portando un braccio sopra la testa bloccò l'arma con forza inaspettata nonostante la statura e rapidamente portò un rapido colpo alla mano che teneva la parte bassa dell'ascia,lasciando un taglio per il lungo sul lato vicino al mignolo,mostrando subito l'effetto desiderato. La ragazza fu costretta a lasciare la presa sull'ascia e in quell'istante lui né approfittò per alzare una gamba e darle un calcio,più simile ad una pedata,su un ginocchio e farla cadere su di una gamba. Ma proprio quando il vantaggio era il suo lui se ne restò fermo immobile ad osservare la sua avversaria,che stupita della cosa lo guardò incredula, Sesshomaru,che aveva visto con attenzione l'andamento dello scontro restò leggermente stupito dalla cosa,proprio come gli altri osservatori si era aspettato che la finisse o che almeno le puntasse la lama alla gola e invece era rimasto li,fisso ad osservarla mentre portava si portava entrambi i pugni ai fianchi mentre con gli occhi sembrava ammonirla,ma forse era solo una sua impressione e visto che non aveva capito nulla di quello che si erano detti prima quel gesto di apparente superiorità doveva essere preso in un altro contesto.

Non male il ragazzo.”

Sesshomaru scattò appena sentì la voce di Jin e girando la testa all'improvviso lo trovò accanto a se,con le braccia conserte mentre anche lui si interessava al duello. Portava il cappuccio in testa e per qualche ragione sentiva che se Jin si stesse coprendo il volto non sembrava nulla di buono.

Jin,anche tu qui?”

Beh tutto quello che riguarda la tua mente e anche affare mio,oltre che tuo,visto che hai pensato bene di assumere sostanze stupefacenti a decine di miglia lontano da casa in un territorio della quale non sai niente. Fortuna che ti sta succedendo sotto la guida di uno sciamano che sembra sapere quello che sta facendo.

Appena mi riprendo da questa cosa dovrò confrontarmi con quel cervo e farmi dire quello che mi serve sapere,anche questo è uno di quelle memorie del passato che si trovano dentro di me?”

Si e no,da quello che vedo si e non mi sembra di rivelare nulla di sbagliato o di fuori posto in questo ricordo,la cosa assurda e che ti sei materializzato in un ricordo attraverso la tua forma del tuo io fisico e non dal punto di vista di un altro individuo,forse e dovuto a quello che hai bevuto prima e ora ti stai immaginando il tutto mescolando ricordi remoti ha scene enfatizzate dalla tua immaginazione. Persino io faccio fatica a comprendere quanto ci sia di reale in tutto quello che stai vivendo adesso.”

Credi che questa scena sia falsa?Eppure tutto questo mi sembra piuttosto reale,se fosse la mia immaginazione molte di queste cose che ci sono qua non ci dovrebbero essere,mi dici allora come avrei fatto a collocarle in un luogo che nemmeno sapevo esistesse?”

Le immagini che hai visto sui muri sono state sufficienti a farti elaborare questo luogo,dandoti una dimensione teorica di come si sarebbero svolti i fatti in maniera più coerente con la realtà già avvenuta.”

Traduci in maniera comprensibile.”

La tua mente ricostruisce una scena già vissuta con le informazione che già possiede e poi cerca di riempire il tutto aggiungendo di suo in maniera da non lasciare spazi vuoti. Un po' come indossare un armatura fatta con i pezzi di altre armature,puoi indossarla,ma non è il modo per difendersi,mi spiego?”

E mentre loro due parlavano la situazione tra la ragazza e lo straniero era cambiata,il ragazzo,che ancora teneva l'ascia della sua avversaria lo gettò a terra di fronte a lei e gli porse la mano,in modo che si potesse rialzare. Tutti gli osservatori alla scena sembravano stupiti da quel gesto così naturalmente sincero e cominciarono a parlare tra di loro. Lei vide la mano del suo rivale,poi guardò lui e alzando la voce gli disse qualcosa in preda a rabbia e forte ostilità,gli prese il braccio da parte del polso e lo buttò a terra al proprio lato,prese in fretta la sua grossa arma e cercò di colpirlo velocemente,quanto bastava per non farlo reagire e possibilmente ucciderlo sul colpo. Ma non appena si accorse della sua posizione di svantaggio e dell'arrivo della testa affilata contro il suo torace rotolò di lato e men che non si dica si salvò appena in tempo ma non senza rimpianti,dato che il filo dell'ascia gli sfiorò appena la schiena e gli lasciò un taglio che andava dalla spalla destra fino al fianco sinistro,se non altro il suo torace era ancora intatto e lui ancora vivo. La ragazza ripartì all'attacco con fendenti ampi e violenti giocando anche sulla portata dell'arma e sul peso della stessa,cosa che costrinse lo straniero a restare sulla difesa,schivando e parando con la corta lama metallica che raschiava il pesante osso usato come testa della grande ascia. Sesshomaru non sembrava poi così disinteressato allo scontro,non che tifasse per qualcuno in particolare,nemmeno per il ragazzo che gli somigliava tanto,ma quanto piuttosto al combattimento in se di per se,erano due stili differenti messi l'uno contro l'altro,forza contro velocità,pari in abilità e tuttavia differenti nel carattere. Se lei appariva furiosa ed aggressiva lui pareva più restio a combattere e forse leggermente esitante nel voler colpire,cosa che forse avrebbe potuto costargli la vita,ma dire che fosse un pessimo duellante no,anzi,i suoi movimenti erano ben calibrati e la sua mossa precedente che aveva disarmato la sua avversaria dimostrava una certa esperienza con quella piccola arma,che per ironia della sorte per quanto non fosse pesante non la usava con leggerezza.

Ti vedo interessato Sesshomaru,forse tieni per la sorte di quel ragazzo?”,Chiese Jin in maniera rilassata.

Non dire sciocchezze,sto solo assistendo ad un combattimento,dopo tutto dovresti sapere la mia passione per i combattimenti.”

Oh forse è la tua ossessione per questo inuyokai che ti spinge ad osservarlo nella speranza di scoprire qualcosa di più su di lui.”

Se non sbaglio sei tu quello che mi ha detto di andare a nord e adesso che ci sono mi chiedi se sono preoccupato per lui? Non so chi è,non so da dove viene e non so cosa c'entra con me. Tutto questo mi irrita.”

I due avversari continuarono a guardarsi mentre nei loro sguardi si poteva leggere che nessuno dei sarebbe arretrato dalla lotta in corsa,con le mani che stringevano sulle armi e le gambe pronte allo scatto. Ma quando tutto sembrava che stesse per ricominciare un suono improvviso,sordo e vibrante fece eco in tutta la zona distogliendo l'attenzione di tutti i presenti,che stessero combattendo o meno. Lo squillo di una tromba,una di quelle ottenute dal corno o dalla zanna di un grosso animale era stato suonato in lontananza e all'orizzonte piccole figure si spostavano velocemente verso l'accampamento a gran velocità,emettendo urla feroci ed animalesche nella loro direzione.

E adesso che succede?”,disse Sesshomaru mentre le persone attorno a lui si mossero in gran fretta verso direzioni confuse. Tutti i combattenti che assisterono allo scontro strinsero le armi che tenevano in pugno con forza,segno che presto le avrebbero usate,lance e pugnali in punta di selce,mentre altri imbracciavano piccoli archi da caccia e giavellotti di legno dalla punta annerita,segno che erano state rese più letali dopo che erano state appuntite sulla fiamma di un falò.

La donna guardò in direzione del suoi uomini e impugnando la sua grossa ascia disse qualcosa a loro e fece per incamminarsi di fronte agli altri combattenti,pronta a guidarli come avrebbe fatto un vero capo. Lo straniero invece si guardò attorno,controllò che la tavoletta non si fosse rovinata nel combattimento e che per sicurezza aveva riposto in tempo nelle sue vesti e quatto quatto si allontanò da tutti gli altri e si nascose in mezzo alla miriade di tende li attorno,col pugnale alla mano e intenzioni poco chiare a chi lo avesse osservato anche solo di sfuggita. Infatti Sesshomaru che lo vide sparire dalla vista restò stupito da quel comportamento così sospetto,era giunto in quel villaggio di fronte a tutti e sotto la luce del sole e adesso si nascondeva come un ladro nel momento del pericolo? Che razza di inuyokai era quel tipo? Anche se non sapeva chi fosse per un attimo si vergognò di avere lo stesso aspetto di un codardo simile e schifato allontanò lo sguardo da tutt'altra parte,in direzione di quello che sembravano problemi più gravi. Le figure si fecero sempre più grandi quando si avvicinarono al punto in cui si trovava insieme a Jin e vide chiaramente la fonte di tanto trambusto. Yorozuku. Lupi appartenenti a qualche tribù erano giunti in quel luogo armati anche loro di armi rudimentali quali clave lance dalla punta di pietra e portandosi con loro veri e propri lupi a quattro zampe,fedeli animali del clan che supportavano in operazioni mordi e fuggi tipico dei briganti e dei saccheggiatori. Il primo gruppo di Yoro si lanciò all'attacco a testa bassa in maniera confusa e disorganizzata,brandendo i loro attrezzi di morte come veri selvaggi. La ragazza dal canto suo scattò in avanti seguita dai i suoi inuyokai armati di lancia,la seguirono in quello slancio di violenza senza pensarci due volte. Il primo urto degli assalitori fu sostenuto frontalmente e senza troppi danni da parte degli inuyokai,che con l'aiuto della ragazza ressero al primo impatto con gli yorozuku,sfoltendo la prima linea con una difesa compatta e solida. I primi a cadere furono i lupi che si erano lanciati per primi contro la ragazza e lei con abilità superiore a chiunque dei suoi uomini,menando pochi colpi,ma potenti e ben calibrati e non con la tipica forza bruta degli inetti che maneggiavano una tale arma facendo solo uso della forza e nel frattempo i suoi compagni fecero uso delle lance per gli scontri corpo a corpo e quando ad alcuni di loro si spezzarono le lance di legno passarono all'uso di piccoli pugnali dalla punta in selce oppure alle clave di legno che portavano al fianco,supportati dai cacciatori che si era improvvisati arcieri con i loro strumenti di caccia,andando a colpire anche i lupi che non erano ancora entrati nel vivo dell'azione. La prima ondata era stata fermata con incredibile successo facendo scappare i primi lupi che li aveva assaliti,ma poi giunse anche la seconda e insieme ad essi vi era presente un altro yoro,più grosso e feroce degli altri,se ne stava di fronte a tutti gli altri mentre si faceva trasportare da un lupo enorme e in una mano reggeva una grossa lancia il doppio più lunga delle altre presenti sul campo. Sul suo volto era stampato un orrendo sorriso che gli snudava le zanne assetate di sangue nemico e urlava parole che per Sesshomaru apparivano dal significato confuso e indecifrabile,simili alla maniera della ragazza e dello straniero. La ragazza richiamò i guerrieri alla sua attenzione e per la seconda volta si spinse alla carica del feroce invasore,Sesshomaru capì subito che la linea dei difensori non avrebbe avuto alcuna speranza contro una bestia simile e il suo cavaliere in un attacco frontale e con armi di quel genere,ma sapeva anche i tiratori erano già impegnati a tenere testa ai lupi più deboli che si riparavano dietro quell'energumeno e alla sua bestia,impedendo così di dare man forte al grosso yorozuku. La carica era obbligatoria e la difesa dell'accampamento era necessaria,restare sulla difensiva con tutti quei lupi sarebbe stato un massacro dichiarato e buttarsi a testa bassa contro il nemico non era tanto meglio,ma non avevano scelta e dovettero optare per la soluzione meno brutta,il muso della bestia avrebbe fatto in tempo a uccidere qualche uomo con i suoi morsi poderosi mentre l'uomo avrebbe potuto pensare alla ragazza con l'ascia e approfittare della sua posizione elevata e rischiare così di ucciderla. Ma quando tutto sembrava volgere al peggio, una figura si lanciò nel mezzo dello scontro rapida come un fulmine mentre usciva dalla parte dalle nella quale si era rintanato. Nemmeno il tempo di accorgersi della sua presenza che era già entrato nello scontro scivolando sotto la gola del grosso lupo,infilare la lama nella gola della bestia,squarciandogliela da parte a parte,rimettersi in piedi e girarsi per vedere il grosso lupo stramazzare lentamente al suolo boccheggiando in cerca d'aria mentre il sangue viscido colava a terra come un ruscello abbondante. Lo yoro si era reso dell'accaduto solo quando la sua cavalcatura era già morta e quando il tonfo del corpo dell'animale batté al suolo si era conto della presenza di quel basso inuyokai vicino alla testa dell'animale e senza ragionare troppo sulla sua azione caricò un colpo con la lunga lancia diretta contro la testa dello straniero,ma in una rapida mossa evitò il colpo con facilità e in un rapido colpo di mano avvolse il braccio libero attorno all'asta di legno e mentre la teneva ferma in una mano girò il pugnale facendo saltare a mezz'aria,lo prese di punta e senza pensarci due volte lo lanciò contro il cavaliere che fu colpito nella spalla del braccio armato. Lo yoro urlò dal dolore mentre con una mano teneva contro spalla ferita mentre l'altra era incapace ad agire tenendo mollemente la lancia che senza fatica lo straniero gli strappò via e che poi gettò a terra.

Mica male quel ragazzo,non si può negare che ha una certa predisposizione al combattimento.” Disse Jin mentre osservava con attenzione lo svolgersi della scena.

Si...per una volta mi trovo d'accordo con te.”, Sesshomaru invece aveva risposto quasi non ascoltandolo rapito com'era da quello che aveva appena visto. Per un attimo aveva pensato che nel vederlo nascondersi in mezzo alle tende lo aveva considerato un codardo,dato il suo modo di fare con quella ragazza nel duello che avevano svolto qualche attimo fa. Ma ora che lo aveva visto nel pieno dell'azione non sapeva cosa pensare e col senno di poi capì che forse non era semplicemente il tipo tranquillo e sereno che si credeva guardandolo alla prima occasione. Aveva dimostrato una velocità di esecuzione e di cambio nei movimenti talmente rapido che persino lui all'inizio fece fatica a vedere cosa stesse succedendo li in mezzo e quando lo capì l'abbattimento della bestia e la disfatta del grosso Yorozuku erano ormai avvenute in un attimo. Mai nella sua vita aveva fatto un ripensamento così veloce nel giudicare un individuo di cui sapeva così poco,se non addirittura nulla. Anche gli altri Inuyokai erano rimasti sbalorditi dalla velocità con la quale lo straniero era intervenuto in loro soccorso e senza che nessuno glielo chiedesse e più di tutti la ragazza che aveva affrontato prima,che avendo visto la scena da vicino era rimasta con l'arma sospesa a mezz'aria e gli occhi increduli di chi è preda della confusione più totale e mentre lei stava cercando un senso in quello che aveva appena visto lo straniero fece di fretta qualche passo lo yoro ferito,allungò una mano il manico del pugnale e con uno strattone rovesciò a terra lo yokai e vi si posò sopra mentre la sua faccia e quella dell'invasore stavano a un palmo di naso l'uno dall'altro. Gli yoro rimasti indietro videro quella scena con forte sgomento da parte di tutti loro,Sesshomaru ovviamente non sapeva chi fossero quei lupi ma se c'è una cosa che aveva capito e che l'uomo che era stato sconfitto doveva essere qualcuno di molto importante per loro,forse un qualche guerriero importante,se non addirittura il capo della tribù,in un caso o nell'altro era evidente che per i lupi la situazione non stava volgendo a loro vantaggio. Lo straniero rivolse qualche parola rivolta con tono seriamente arrabbiato e minaccioso,poi si tolse da lui,lo rimise in piedi,gli staccò il pugnale dalla spalla ferita e con un gesto della mano accompagnato ad altre parole comprensibile gli fece un chiaro segno di andarsene da dove era venuto,insieme a tutti quelli che lo avevano seguito,che camminassero su quattro zampe o meno e dall'espressione che fecero nel guardarlo pare che avessero compreso che era meglio non averlo contro e seguendo l'istinto di sopravvivenza decisero di darsela a gambe levate e in gran fretta.

E un tipo in gamba non c'è che dire,immagino che quell'individuo fosse più importante di quello che riusciamo a comprendere al momento.”

Forse,ma continuo a non capirci nulla e non sono giunto così a nord solo per essere ancora più confuso su tutto quello che mi sta accadendo,questa storia mi sembra sempre meno sensata,perché sto guardando questa scena?”

Non lo so,ma dai tempo al tempo,le cose migliore accadono a chi sa aspettare.”

L'uomo osservò per un attimo la marmaglia dei lupi fuggire via a gambe velate e quando fu sicuro della loro ritirata si guardò attorno,come a voler controllare l'entità dei danni. Per fortuna non ci furono danni seri all'accampamento e nessuno di coloro che non combatterono rimase ferito durante l'assalto,in parte per fortuna e in parte perché i combattenti intervennero in tempo per respingere la prima debole ondata e lui che si lanciò nello scontro per impedire che avvenisse anche la seconda e così facendo andò tutto per il meglio. Tirò un sospiro di sollievo e poi tornò indietro dirigendosi direttamente verso la ragazza che prima aveva cercato di ucciderlo,lei lo fissò per un attimo e lui preoccupato che potesse riattaccarlo fece per parlare e alzare di nuovo la mano,come a volerla pregare di fermare il suo gesto. Lei però inclinò leggermente la testa e insieme ad essa abbassò anche l'ascia che teneva in mano e fece un piccolo inchino che Sesshomaru interpretò come un segno di ringraziamento, o forse di scuse,se non di entrambe le cose. La scena aveva un che di strano per Sesshomaru,aveva la sensazione che la scena che stava osservando ora avesse un qualcosa di importante,non sapeva spiegarsi il motivo di quella sensazione ma lo sentiva fin dentro le ossa,come se il suo corpo avesse voluto prepararlo per qualcosa. All'inizio sentì caldo,non sapeva dire per quale ragione ma si sentiva come se fosse finito dentro una pentola è si sentì avvampare,boccheggiando con la lingua di fuori come un cane,cosa della quale era.

Che ti succede?”, chiese Jin preoccupato, vide Sesshomaru crollare sulle proprie ginocchia e vide che il sole in alto nel cielo si stava facendo sempre più caldo,mentre tutto attorno a lui cominciò a tingersi di un rosso scarlatto,come il cielo,la terra, l'accampamento,gli yokai che stava osservando,tutto e tutti....tranne lui,lo straniero.

Chi sei cane e perché possiedi un frammento del paradiso?

La voce di una ragazza si fece sentire con chiarezza nelle sue orecchie e con grande intensità,tanto da urtargli i timpani e istintivamente si portò le mani alle orecchie nel tentativo di coprire il suono.

Chi mi conosce mi chiama Hichin e per quanto riguarda casa mia...a smesso di esistere molto tempo fa.”

Rispose la voce di un ragazzo,guardò a malapena in direzione dello straniero ed ebbe la sensazione di aver compreso il linguaggio che i due yokai avevano usato per comunicare. Non era certo,ma sentiva chiaramente che poteva capire cosa si stavano dicendo,seppur non comprendendo la ragione per la quale ci riusciva.

Questo non spiega per quale possiedi un oggetto simile e per quale motivo sei qui.”

Si invece...sono qui per impedire che accade una seconda volta”

E a chi dovrebbe capitare questa disgrazia?”

A tutti noi.”

A quel punto della conversazione il caldo divenne insopportabile,si gettò a terra come in preda alle fiamme e il mondo attorno a lui si fece sempre più caldo,sempre di più,al pari di sembrare un inferno. Ma prima ancora che potesse urlare dal dolore la scena cambiò ancora una volta,aprì gli occhi di soprassalto e si trovò piegato su se stesso,immerso in acqua....e nudo. Si trovava in una specie di pozza d'acqua gelida,una grossa vasca naturale il cui contenuto dalla temperatura bassissima lo fece star meglio dopo quella dolorosa visione,i suoi occhi inizialmente rossi cominciarono a tornare della loro tonalità naturale e quella vaga sensazione di iroso risveglio lo fece preoccupare,guardandosi attorno per vedere se Toran non era stata di nuovo vittima della sua forza spropositata per poi tornare a rilassarsi quando si accorse che lei non c'era. Guardò con più attenzione l'ambiente che lo circondava e si rese conto di essere all'interno di una stanza,o per meglio dire,di una stanza naturale,con diversi vasi posti in un angolo della sala dalla quale proveniva un buon odore di erbe e altri aromi naturali e vicino alla vasca c'erano i suoi vestiti da assassino adagiati e piegati a terra con cura e vicino ad essi le sue spade. Si guardò attorno spaesato e cercò qualche indizio che potesse rivelare la sua posizione attuale.

E adesso dove mi trovo?”

Si chiese lui mentre si alzava per uscire dalla vasca e raggiungere i suoi indumenti quando all'improvviso una voce penetrò nella stanza con velocità del tuono.

Non mi interessano le tue scuse,voglio vederlo al più presto e se scopro che gli avete fatto qualcosa giuro che io...”

Era Toran entrata di fretta e furia con aria furibonda mentre poteva sentire chiaramente la sua aura glaciale riempire la stanza e sospinta da un energia furibonda mentre nella mano teneva la sua lancia corta con forza,quasi fosse intenzionata ad usarla. Ma proprio quando stava per finire la frase si accorse all'ultimo che Sesshomaru era uscito dall'acqua ed era alla merce degli occhi di lei che si soffermarono giusto per un attimo su quel corpo dai muscoli scolpiti e gonfi,ma non esagerati,anzi era piuttosto aggraziato nelle sue proporzioni fisiche...tutte le sue proporzioni,anche quelle più intime e nascoste e per quel poco che Toran aveva osservato poteva dire di aver visto abbastanza da per avere un idea teorica delle dimensioni del suo compagno di viaggio,da tenere da parte per i suoi desideri che avrebbe tenuto per se. Ma la pantera era comunque imbarazzata tanto quanto l'inuyokai e si girò dall'altra parte in men che non si dica,rossa in viso come se avesse fatto a botte con un incendio e con i battiti del cuore a mille.

Sesshomaru,v-ve-vedo che ti sei ripreso,mi avevano detto che eri svenuto,fortuna che stai -b-be-bene,ne sono felice.”,disse lei con il tono della voce che dimostrava il suo enorme imbarazzo. Sesshomaru non poté fare a meno di coprirsi con il kimono a fargli da copertura per la sua mascolinità,cosa che mise in imbarazzo anche lui,seppur in maniera molto più lieve,dato che la sua nudità fosse un problema per Toran,anche se non sapeva per quale motivo fosse entrata li,anche se lui non sapeva esattamente dove si trovasse li,qualunque posto fosse.

Toran,sai cosa mi è successo? E sopratutto dove siamo adesso?”

Siamo sulla collina occupata dagli yoro,ci sono alcune gallerie che collegano la superficie con il sottosuolo e gli yoro le usano come rifugio per la loro gente. Io e Ezio eravamo in superficie quando è arrivato quell'urtak a dirci cosa ti era successo e che ti avevano portato qui. Mi ha detto che sei svenuto dopo che ti aveva fatto bere qualcosa di strano.”

Già...non me ne parlare. Comunque non ti preoccupare,adesso sto bene...sai dove si trova quel cervo?”

Se non si è spostato,dev'essere ancora di sopra,stava parlando con Ezio e quel Koga riguardo ad alcune questioni.”

Bene...”,disse lui mentre era intento a vestirsi e recuperare le sue spade,cosa nella quale impiegò poco tempo e si diresse verso Toran con fare serio e deciso e quando lei si accorse che era dietro di lui non poté fare a meno di osservare come Il kimono leggermente impregnato d'acqua divenne aderente col torace di Sesshomaru,ricalcando con esattezza tutti i muscoli frontali della zona del tronco,cosa che a lei non dispiacque affatto,mentre i lunghi capelli d'argento scendevano dietro la schiena ancora bagnati,aumentando così le fantasie della pantera.

Perché c'è una cosa di cui devo discutere con quell'hanyou e prometto fin da ora che potrebbe non andare nel migliore dei modi. Fai strada.”

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Capitolo 7
*** Fuoco e fiamme ***


Era confuso,era arrabbiato,ma sopratutto era stato denudato e lasciato a mollo in una vasca per motivi che non gli erano ancora chiari. Toran lo aveva trovato li,in una stanza che gli era stata indicata dallo stesso Urtak dopo che gli aveva detto quello che era successo con l'inuyokai nella camera delle pitture murali e dandogli anche la direzione per raggiungerlo.

Aspetta Sesshomaru.”,disse lei mentre gli faceva segno con la mano per fermarlo.

Cosa c'è?”

Forse è meglio se non ti allontani da qui.”

Perché?”

Perché non credo tu debba confrontarti con lui,non nelle condizioni in cui ti trovi.”

Toran non capisco un acciden....”

E in quel momento Sesshomaru si arrestò quando un pensiero gli passò per la testa e dal dubbio passò alla preoccupazione,girò lo sguardo verso la vasca e poi torno a fissare la pantera con espressione più dura.

Che intendevi dire per condizioni?”

Ma niente,non preoccuparti adesso e tutto a posto,però adesso calmati e....”

Toran...cosa mi è successo veramente?”

La ragazza si ammutolì e non riuscendo a guardarlo negli occhi abbassò il capo e con tono triste gli disse quello che voleva sapere.

Urtak non è sceso nei dettagli,ma ha detto che non sei stato bene e sei collassato al suolo. Pare che il tuo corpo fosse caldissimo,come se stesse bruciando dall'interno. Lo stesso Urtak ti ha condotto qui affinché il tuo corpo si raffreddasse.”

Sesshomaru a quel punto restò in silenzio e il suo sguardo si perse nel vuoto,mentre cercava di tornare in quel luogo,sempre se lo si poteva definire tale,cercando di ricordare cosa fosse successo. Le scene nella sua mente si presentavano distorte e sfocate,ricordava lo scontro tra Ichin e la ragazza con l'ascia e l'assalto dei lupi,ma i dettagli non erano chiari e persino Jin pareva un riflesso lontano della sua conversazione. Solo il rosso che lo circondava e l'intensità del sole era ben chiari nella sua mente e il suo corpo reagiva ancora poco,sotto alla superficie del muscoli l'intenso calore che pervadeva tutto il suo essere,bruciandolo in tutta la sua essenza.

Allora era vero,il mio corpo stava bruciando. Forse non è stata una semplice visione,ma non riesco a comprendere il perché di quello che mi è capitato”

Sesshomaru non capisco di cosa stai parlando.”

Sesshomaru si riprese dai suoi dubbi e con i primi passi fatti fuori dal suo stato di convalescenza in direzione dell'uscita.

Forse nemmeno io lo comprendo,ma so che quell'Hanyou sa la risposta e io intendo conoscerla a tutti i costi.”

Aveva preso la sua decisione e anche stavolta non si sarebbe tirato indietro. Ormai che aveva recuperato i suoi effetti poteva lasciare la stanza e dirigersi verso la superficie,che come gli aveva detto la pantera si trovava in superficie insieme al capo degi yoro e al maestro assassino. La sua sete di risposte si era fatta di nuovo sentire e l'impulso di conoscere la verità e divenuto,per l'ennesima volta irrefrenabile. Non avrebbe ascoltato ragioni e come sempre avrebbe fatto di testa sua. Ma non fece in tempo a fare più di due passi che subito la pantera lo tenne per un manica della veste,cosa che da parte della ragazza non si sarebbe mai aspettato,forse da Ezio,ma non da lei e fu per quello che quando lo fece girò la testa ed osservarla come avrebbe fatto con chiunque gli avrebbe dato fastidio. Lei tuttavia non aveva intenzione di mollare la presa e la sua mano continuava a tirare quella larga parte dell'indumento.

Toran...lascia la manica.”

No, sei appena rinvenuto e non puoi essere così sicuro di esserti completamente ripreso.”

Fidati adesso sto bene...lascia la manica.”

Non intendo lasciarti andare e se pensi ancora di salire in superficie allora sappi che dovrai usare la forza dato che dovrai trascinarmi dietro se vorrai lasciare questo posto.”

A quel punto Sesshomaru smise si fare forza e con espressione pensierosa osservò la pantera in maniera attenta e precisa. La guardò dall'alto in basso e quando tornò a fissarla negli occhi lui fece una delle cose che molto raramente a memoria di yokai era mai capitato di osservare in vita. Sul viso di Sesshomaru si fece largo un espressione rarissima,un piccolo sorriso sornione.

Con la forza eh? Allora sai che ti dico?”

Lui all'improvvisò accorciò la distanza tra loro due e senza dare il tempo a Toran di reagire lui usò lo stesso braccio con la quale era tenuto da lei per una manica per prenderla alla cintola e avvicinare il suo viso a quello della pantera. Gli occhi di lui si specchiarono in quelli azzurri di lei, iridi color del solo a stretto contatto con le due pozze ghiacciate e il volto di Sesshomaru, bello come un opera d'arte quasi toccava quello niveo di Toran,pelle nivea quasi come la neve,ma con la bocca che in quel momento,rimasta aperta solo per una fessura appena visibile,si fece calda e più umida pensando a cosa avesse intenzione di fare l'inuyokai così vicino a lei e con quel contatto così intimo e improvviso,come un ladro pronto a sottrarle con rapida stregoneria che era quell'attrazione carica di tensione carnale. Temeva il giorno in cui si sarebbe avverato quel suo desiderio,che in quell'istante l'emozione la stordiva a tal punto da averle paralizzato i pensieri e che ben conoscendo la forza dell'uomo di fronte a lei,anche per via dello sfortunata aggressione di quella notte della quale lui non poté averne il controllo,ora invece sapeva misurare la sua forza con una delicatezza tale che nemmeno lei conosceva,ma che aveva solo immaginato e desiderato,ma che si sarebbe aspettata così attento a lei a non farle male,ma allo stesso tempo prestante e virile come avrebbe voluto lei e che solo durante la notte,quando gli dormiva abbastanza vicino da poterlo quasi toccare con mano,ma abbastanza lontano da non essere troppo intima con lui,dato che da che mondo e mondo,un uomo e una donna che dormono insieme vengono scambiati ben più di semplici compagni di viaggio. Il giorno era giunto e lei,seppur non pronta,avrebbe fatto del suo meglio per rispondere a quella presa carica di forza nella maniera che solo una donna,seppur dall'animo guerriero come lei,avrebbe saputo fare. Si,avrebbe accettato qualunque cosa che quel contatto di corpi avrebbe significato in quel momento....peccato che quello che fece lui pochi secondi dopo avrebbe distrutto ogni sua romantica aspettativa.

Sfida accettata.”

eh?”

Non fece in tempo a chiedergli di che stesse parlando quando lui all'improvviso la prese con forza con il braccio attorno alla vita,la sollevò dal suolo e se la caricò su di una spalla come se stesse portando un altro cervo pronto per essere cucinato. Lei rimase sbigottita e presa di sorpresa dalla cosa non seppe cosa fare,ora che si trovava in balia di quell'azione tanto improvvisa quanto inaspettata.

Sesshomaru che stai facendo?”

Hai detto che avrei dovuta usare la forza ho sbaglio? Quindi e quello che sto facendo,io uscirò di qui e andrò a parlare con quell'Hanyou,che tu sia d'accordo o no.”

E detto ciò Sesshomaru si incamminò per uscire da quella stanza e subito si ritrovò fuori,notando all'esterno una galleria sotterranea illuminata da torce improvvisate e all'esterno vide Ginta e Hakkaku seduti per terra ai lati della porta intenti a parlare tra di loro,completamente distratti dai loro doveri,qualunque fossero che li legava a quell'entrata. Quando si accorsero di Sesshomaru i due subito si intimorirono a vedere il suo sguardo accigliato e nel constatare che quella donna,presa con la forza era un chiaro segno che quell'inuyokai non aveva intenzione di restare in quel posto ancora a lungo,tuttavia provarono a rivolgergli la parola.

Aspetta un momento,non puoi oltrepassare questa soglia,ordini del capo.”,disse Ginta nel tentativo di ostruire il passaggio e frapporsi di fronte all'inuyokai.

Dobbiamo chiederti di restare qui dentro per il tuo bene,non puoi allontanarti nelle tue condizioni.”

Disse Hakkaku imitando l'amico.

Entrambi sapevano che il tentativo era inutile,sapevano benissimo che non avrebbero avuto speranze nel caso avesse voluto passare,lui si fermò e per un attimo credettero di averlo convinto a desistere dal suo intento,nella speranza che non avrebbero dovuto confrontarsi con lui. Ma poi videro che aveva preso in spalla la donna che era entrata per accertarsi delle sue condizioni e che si stava agitando nel tentativo di liberarsi e che negli occhi del cane,che stava osservando i due yoro in maniera fredda e distaccata,non videro alcuna esitazione o comprensione per l'azione che i due lupi erano costretti a compiere. Erano stati messi li a badare sulla sua situazione e forse Sesshomaru comprendeva anche il perché,ma in ogni caso si erano messi sulla sua strada e perciò trovò fastidiosa la cosa,specie per due individui così facili da abbattere che gli sarebbe bastato un solo soffio per buttarli a terra come se niente fosse.

Seconda volta che lo fate....seconda volta che rischiate di morire.”

Quando Sesshomaru disse quelle parole sapevano esattamente a quale evento si stava riferendo e per la seconda volta decisero di non ostruirgli la strada. Appena la strada fu libera riprese il suo cammino e senza dire nulla ai suoi due custodi,se li si poteva definire tali se non peggio,si avviò allontanandosi,in direzione di quella che avrebbe potuto essere una direzione verso la superficie. Toran nel frattempo continuava a muoversi,nel tentativo di divincolarsi dalla presa dell'inuyokai,ma era troppo forte affinché potesse semplicemente usare la forza per liberarsi da quella stretta di ferro e mentre passava di fronte a Ginta e Hakkaku li fissò in maniera nervosa.

Che voi due che fate li impalati? Fate qualcosa.”

Vorremmo tanto ma....ci ucciderebbe come se nulla fosse.”,rispose Hakkaku in maniera titubante.

Già...purtroppo non possiamo fare nulla...ci dispiace.”, rispose Ginta alla stessa maniera.

Toran si bloccò per un attimo a quelle risposte e l'unica cosa che fece fu lanciargli un occhiataccia colma di disprezzo e di rabbia,non solo non stavano eseguendo il loro compito di sorvegliare Sesshomaru e di tenerlo confinato in quella stanza,ma non ci avevano nemmeno provato. Dov'era il loro orgoglio di lupi di cui gli yoro andavano tanto fieri? Probabilmente loro due non lo possedevano e ora capiva perché Sesshomaru non sembrava molto contento ad esserli portati dietro quando era tornato da lei e da Ezio dopo la battuta di caccia.

Va bene,vorrà dire che me la caverò da sola. Ehi cagnaccio mettimi subito giù. Mi hai sentito? Fammi scendere,ora.”,disse lei mentre scalciava contro l'addome di Sesshomaru e gli picchiettava i pugni dietro la schiena.

Smettila di agitarti gatta, non eri tu quella che mi aveva detto che avrei dovuto usare la forza per lasciare questo posto? Parole tue Toran.”

Gatta?Mi hai chiamata gatta? Stammi a sentire bellimbusto ti consiglio di farmi scendere immediatamente, ho giuro sull'onore del mio clan che ti congelo le costole.”

Tu provaci e io ti assicuro sul mio di onore che ti lascerei un morso in un posto dove uno yokaidel mio rango non morderebbe mai una ragazza. Ti do un indizio,in questo momento é vicino alla mia faccia.”

Toran non impiegò molto tempo per giungere alla risposta che stava cercando e sul suo volto comparve un altro rossore,ma questa volta nato a metà tra l'imbarazzo e l'indignato. Come diamine era venuto a Sesshomaru di minacciarla di mordergli il sedere? Insomma,affondare le sue zanne da cane su uno dei suoi glutei l'avrebbe certamente distrutta...e in un certo senso anche piaciuto,ma in quel caso no. Non sapeva se quella di Sesshomaru fosse una burla autentica solo per prenderla in giro in quell'assurda situazione,oppure la stava realmente minacciando di affondare i denti in quel punto e doveva prendere in considerazione l'idea che lo avrebbe fatto realmente? Ora come ora non sapeva dirlo.

Non oseresti. A dispetto del fatto che io e te stiamo litigando non significa che devi usare le tue zanne sulle mie natiche. Sono comunque una signora di alto rango che ti credi.”

Io ho bisogno delle costole per poter combattere e tu delle tue natiche per stare comoda,per tanto rischi di danneggiarti qualcosa di cui hai bisogno,quindi,tu non congelarmi e io non ti mordo.”

Va bene non ti congelo,ma adesso lasciami.”

No.”

Perché?”

Mi hai sfidato e io ho accettato la tua sfida.”

Quindi è per questo che mi stai portando in spalla come una preda appena catturata?”

Si...è poi,tu mi avresti impedito veramente di andare a parlare con quel Urtak...”

Sesshomaru si fermò e girò la testa in cerca degli occhi della pantera.

Ho sbaglio?”

All'improvviso la presa di Sesshomaru si annullò completamente e la ragazza,ormai libera finì rovinosamente a terra,senza avere neanche il tempo di sfruttare i suoi riflessi felini,tanto che l'azione di Sesshomaru fu inattesa. Appena ripresosi dalla caduta si mise sulla ginocchia e si tolse quel poco di terra che le era rimasto sulla lunga veste blu.

Insomma Sesshomaru,che ti prende all'improvviso? Prima mi prendi di forza e poi mi butti a terra senza preavviso? Non so che ti succede ma a questo punto....”

TORAN”

Sesshomaru alzò la voce nel pronunciare il nome della compagna d'armi e osservarla con occhi taglienti,affilati da chissà quale forza che in quel momento non riuscì a cogliere come rabbia,fastidio o determinazione. Stava di fatto però che quelle iridi erano cariche di una forza che fino a qualche momento fa non manifestava. Lei non seppe come reagire a quella cosa e restò ferma,sbigottita e immobile da quell'umore così tipico di lui,forte e burbero come al solito,ma che a volte si infiammava e per un attimo gli sembrava che nella sua rabbia vi fosse puro fuoco,pronto ad espandersi e consumare qualunque cosa attorno.

Sono giunto fin qua per ottenere delle risposte che mi riguardano e l'uomo potrebbe sapere qualcosa in merito alla mia faccenda si trova a diversi metri sopra la mia testa. Non ho intenzione di perdere del tempo che non possiedo. Finché potrò muovermi andrò avanti per la mia strada e se tu vorrai accompagnarmi in questa impresa non sarò io a cacciarti via. Ma non metterti i bastoni tra le ruote,non cercare di fermarmi,rimarresti travolta dal mio egoistico desiderio di avanzare.”

Sesshomaru,io non intendevo bloccarti. Ma cerca di comprendere,non puoi rischiare tutto solo per avere delle risposte,so che ne hai bisogno,ma te lo chiedo come compagna d'armi,per favore,non sforzarti più del necessario. La tua salute ne risentirebbe.”

Tranquilla per chi mi hai preso? Il mio corpo non è così fragile come credi.”

Non è del corpo che mi preoccupo...”

Sesshomaru ascoltò con attenzione il significato di quelle parole è per un attimo si sentì vulnerabile, di fronte a quel giudizio della pantera non seppe come replicare e le parole gli morirono in gola. Se da una parte sentiva di essere stato ferito da Toran per quello che gli aveva detto,dall'altro sapeva bene che non aveva tutti i torti. Ciò che gli era capitato con Urtak e l'intruglio che gli aveva fatto bere aveva forse influenzato le condizioni della sue mente già incerte ma era anche probabile che non fosse l'unico colpevole di quelle che gli era accaduto e che nell'abisso dei suoi pensieri forse quella scena l'avrebbe comunque vissuta,se non allo stesso modo,in maniera differente e più pericolosa,anche se non poteva essere certo di questa supposizione. Non si arrabbiò con la pantera ne tanto meno sembrò minaccioso o seccato nei suoi confronti,dimostrato anche dal fatto che si girò verso di lei e gli porse la mano per rialzarsi. Lei la prese e si rialzò,poteva farcela benissimo da sola,ma il contatto con quella mano per lei era preziosa,almeno per lei quel gesto voleva dire moltissimo da parte del suo distaccato collaboratore dal carattere ombroso.

Scusa,non avrei dovuto dire quelle cose,sono stata una stupida.”,disse lei con tono intristito.

No hai ragione, ti preoccupi più tu delle mie condizioni che io di me stesso,questo dal tuo punto di vista può sembrare una cosa alquanto sconsiderata,non trovi?”

Si un po' ed é per questo che se tu non pensi a te stesso allora ci penserò io al posto tuo,ci siamo capiti,razza di zuccone?”,disse lei ammonendo l'inuyokai con tono nervoso,calcando sull'ultima parola con voce ancora più forte. Toran osservava Sesshomaru con espressione arrabbiata mentre le mani erano poggiate ai fianchi,facendola stare in una posa di autorità mentre lui invece la guardò ancora per un attimo con un espressione neutra e senza alcun preavvisò si girò ancora una volta verso la sua destinazione e ricominciò a camminare come se non fosse successo nulla,eppure,per un attimo a Toran parve che sulle labbra di Sesshomaru si fece viva una leggera piega verso l'alto,forse un sorriso o una smorfia. Non era sicura che vi fosse comparsa e anche la luce li infondo non era nemmeno delle migliori,ma era convinta che ci fosse per davvero e la cosa la lasciò confusa.

Avevi detto che sapevi dove si trovasse Urtak,fammi strada,il fetore di lupo qui sotto e così intenso che non oso affidarmi all'olfatto per orientarmi.”

Lei lo vide allontanarsi e per un attimo non seppe come comportarsi,fino a poco fa l'aveva presa e carica in spalla come se fosse un grosso sacco di riso e adesso stava avanzando senza neanche aspettarla. Da quando lo aveva visto al castello di Akira le era parso cambiato,non sapeva dire come o perché, ma qualcosa in lui non sembrava esattamente la stessa di quando lei e il suo clan volevi saldare i vecchi conti con Sesshomaru e la famiglia,restava comunque un tipo ombroso e schivo,ma da qualche tempo le era parso meno taciturno e meno scontroso di quello che ricordava,almeno con lei. Cosa fosse cambiato in lui non riusciva a spiegarselo,ma certe volte gli sembrava che volesse provocarla come poco fa,altre volte voleva farle compagnia e ciò gli fece intuire,che forse,sotto quei muscoli duri come la pietra e quei modi degni di un orso nella stagione degli amori,per tanto scontroso e sempre irascibile,si nascondesse un lato più tenero e delicato...molto piccolo e nascosto molto in profondità. Però c'era ed esisteva ed era quella cosa,per quanto piccola e all'apparenza insignificante,donasse quelle poche,ma importanti qualità che in pochi possedevano in quel mondo di guerre,tradimenti,di faide tra i clan e sete di potere di individui egoisti ed infidi,proprio com'era il suo precedente signore. Nonostante tutti i difetti che possedeva se ti conquistavi la sua lealtà sarebbe stato il primo a giungere quando sarebbe stato necessario,il primo a intervenire,il primo a gettarsi nella mischia,insomma,il guerriero per eccellenza come lo aveva sempre immaginato e che lei aveva cercato di imitare. Guardò la sua schiena e a quel punto riprese a camminare,di nuovo intenta ad aiutarlo nella sua impresa.

Aspettami,se no finisce che ti perdi e non sai dove vai a finire.”

Lei si mise al suo fianco e gli mise addosso un occhiata divertita.

Comunque,te l'hanno mai detto che sei un tipo incomprensibile?”

No”

Beh adesso qualcuno te l'ha detto.”

Se ti fa piacere...”

E fu così che i due si diressero verso la superficie con l'intenzione di avere le risposte che tanto agognava. Ora che i due avevano fatto di nuovo pace si rimisero in cammino,ma non ebbero neanche il tempo di fare il primo passo che una violenta scossa fece vibrare l'intero sistema di gallerie,tanto furono forti le vibrazioni che per un attimo i due yokai si sentirono sbilanciare ma restando comunque in piedi.

Ma cosa....”,disse Toran in preda alla confusione.

Un altra scossa,questa volta più violenta e più forte,ma ancora non cedettero alla forza del sisma.

Muoviamoci.”,ordinò Sesshomaru ed entrambi si misero a correre,lasciando che fosse la pantera a fargli da guida in quelle vie sotterranee.

Si spostarono velocemente tra i numerosi corridoi sotto la collina,molti di essi erano abbastanza larghi da poter contenere almeno cinque individui di lato,altri ancora si passava a malapena in due e perciò il cane e la pantera dovettero passare uno alla volta per far prima e con la fretta destreggiarsi in quelle vie risultava poco pratico e come facessero i lupi a vivere in posti simili era una cosa incomprensibile per Sesshomaru,luoghi chiusi e soffocanti,l'aria circolava a malapena e le ossa delle prede divorate insieme a quel loro odore di lupo era un accoppiata tremenda per il naso di un Inuyokai,fortuna che presto sarebbe tornato su,dove ci sarebbe stata aria fresca da inalare abbondantemente...è anche quello strano Hanyou da quale avrebbe estratto ogni informazione possibile,anche con la forza se necessario. Si fecero strada ancora per un po',quando alla fine dell'ennesimo corridoio giunsero in una camera naturale piuttosto grande,dove un gruppo di umani armati alla stessa maniera degli altri Ainu e indossando le stesse identiche vesti erano li di fronte a loro,entranti chissà come nella tana dei lupi. In mezzo a loro vi era presente però un individuo molto diverso dagli altri,dall'aspetto si sarebbe detto un piccolo Kappa,molto simile a Jaken,ma indossava una specie di veste,più simile a degli stracci che gli avvolgevano il piccolo corpo verde,la cui pelle era ricoperta di piccole ma numerose cicatrici e grandi occhi tondi e spiritati erano accompagnati da un sorriso malefico,addirittura folle. La cosa più evidente era la pittura che aveva sul viso,un rosso scarlatto che copriva tutto il volto,rendendo ancora più inquietante il piccolo esserino verdastro che si differenziava dagli altri Ainu solo perché era l'unico della sua statura. Il Kappa urlò qualcosa di incomprensibile alle orecchie dei due yokai e subito dopo quattro degli invasori si lanciarono su Toran e Sesshomaru. I due ci misero un niente ad armarsi,lui con la sua inseparabile Bakusaiga e lei con la sua corta lancia di ghiaccio,che materializzò all'istante nel palmo della mano. I primi due furono due Hanyou armati lancia che si lanciarono su i due yokai caricando a testa bassa,ma bastò deviare la punta delle lunghe armi e affondare il colpo nei loro corpi ed entrambi fecero subito una vittima. Ma non ebbero nemmeno il tempo di ricominciare il combattimento che una sfera di fuoco grande quanto una zucca venne scagliata contro i due yokai,che prontamente schivarono di lato,ma quello che non si aspettavano e che quando la sfera li evitò e cadde al suolo quest'ultima si ruppe e rilasciò un scoppio abbastanza forte da far volare le fiamme al loro fianco,con la conseguenza di danneggiarli solamente di striscio e subendo pochi danni dovuti all'esplosione,portando a pensare a Sesshomaru e Toran che se fossero stati presi in pieno forse non sarebbero morti,ma di certo avrebbe fatto male. Altre parole incomprensibili da parte del piccolo kappa accompagnati a qualche gesto delle mani e indicò gli ultimi due compagni rimasti al suo fianco,un umana armata di pugnale e un grosso Hanyou armato di un grosso randello rinforzato con delle punte in osso e i due,come d'incanto,presero fuoco. Cominciarono ad urlare,ma non di sofferenza,ma piuttosto come in preda ad una cieca euforia e pieni di chissà quale nuova energia si lanciarono all'attacco con zelante fervore,cosa che prese un po' in contropiede i due yokai. La sorpresa durò poco e i due yokai tornarono a combattere mentre i fiammeggianti aggressori si lanciarono con tutta la ferocia che avevano in corpo e a dargli supporto c'era sempre il piccolo kappa che dalle sue piccole mani altre fiamme si stavano facendo vive. La donna armata di pugnale scattò verso Toran con rapidità soprannaturale,forse alimentata dalle fuoco che la circondava e al primo sguardo della pantera quel tipo di tecnica,le ricordava quella di sua sorella Karan,ma c'era una differenza sostanziale,piccola,ma inquietante,la carne della donna si stava consumando,l'odore della carne che bruciava era forte e intensa. Quella donna stava bruciando. Ma allora perché le sue urla non erano di dolore,ma di gioia? Cosa c'era di sbagliato in lei e nell'altro energumeno? Non ebbe il tempo di farsi domande che l'umana le passò a fianco nel tentativo di danneggiargli il fianco e prontamente Toran rispose con un raggio di gelo che le uscì dalla mano scoperta nel tentativo di ucciderla all'istante o almeno di spegnere le fiamme. Il taglio del pugnale in osso unito al nuovo e spaventoso potere fece evaporare il ghiaccio e la pantera dovette schivare all'ultimo il taglio che seppur non la prese in pieno sentì il fianco era stato danneggiato,seppur lievemente,faceva male e dovette portarsi la mano a coprire la ferita e ghiacciarla momentaneamente per non farla sanguinare. Chi mai avrebbe potuto dire che un singolo taglio fosse così doloroso? Sesshomaru al contrario se la stava cavando abbastanza bene ed era più calmo per quanto riguardava la situazione, l'energumeno si spostava con una discreta velocità malgrado non fosse una scheggia con i movimenti,ma l'odore della carne che bruciava era un fastidio ben peggiore per lui che era un cane e respirare vicino a quell'essere non era di certo una cosa piacevole,ma a parte questo non subiva particolari svantaggi,salvo che il fuoco che circondava il bruto era pressoché una difesa da poco,considerato il vero potere di Bakusaiga. Sesshomaru eseguì un paio di fendenti prima ancora che l''hanyou attaccasse e chiamando a se una minima parte del potere caustico della lama,i colpi entrarono con facilità e l'essere fiammeggiante emise un urlo di dolore,ma non si accasciò al suolo,anzi,avanzò con maggior ferocia e mosse l'enorme randello in un brutale slancio diagonale contro l'inuyokai,che schivò facilmente passando di fianco all'arma e in risposta indirizzò la punta della spada nel ventre dell'avversario passandolo da parte a parte.

Tutto qui...”,disse Sesshomaru come a voler sottolineare la facilità dell'impresa. Ma non ebbe nemmeno il tempo di parlare che un improvvisa fiammata fuoriuscì dalla bocca dell'hanyou che lo colpì in pieno viso,ustionandogli il volto e cosa ancora peggiore fu preso negli occhi,lasciando la presa sulla spada e lasciandolo vulnerabile al contrattacco dell'hanyou,che non avendo perso la presa sull'arma risposa all'offesa menando un fendente diretto alle costole dell'inuyokai. La rudimentale arma raggiunse il cane sul fianco e il colpo fu così forte da buttarlo a terra e bloccargli il respiro ma fortunatamente non gli ruppe il costato,probabilmente anche perché l'essere stato infilzato da Bakusaiga aveva certamente subito i suoi effetti e oltre per l'arma anche il veleno stava facendo effetto nel corpo del selvaggio,seppur non efficacemente come sarebbe dovuto accadere. Riaprì gli occhi e tornò a vedere,seppur a malapena e lo sguardo annebbiato non poté ignorare la fiammeggiante figura che a fatica riusciva a stare in piedi e piegata dal dolore cercava di sollevare l'arma ancora una volta nel volergli dare il colpo di grazia,probabilmente con l'obbiettivo di sbriciolargli la sua nobile e ben acconciata testa,ma Sesshomaru non era il tipo da darsi per vinto per così poco e sapeva che avrebbe dovuto dare tutto se stesso nel momento opportuno. I muscoli erano pronti a scattare,la mano era pronta e avrebbe avuto poco tempo per reagire. Il randello si alzò ,un urlo dell'hanyou e quando l'arma si abbassò Sesshomaru fece la sua mossa. Con un inaspettato scatto di tutto il corpo e un buon uso delle sue energie usò il suo scatto nelle gambe,che solitamente usava nei combattimenti per accorciare le lunghe distanze dagli avversari per darsi energia nel rialzarsi,un colpo di reni per equilibrare tutto il busto nello sforzo,le mani salde sul manico della katana e con uno squarto improvviso liberò la lama dal corpo del bruto,evitò la randellata portandosi di lato e con la presa più salda che aveva mai eseguito su di un arma abbassò la lama sul collo dell'avversario e in un arco verde smeraldo del suo potere gli tranciò la testa di netto,come un qualsiasi spadaccino degno di questo nome avrebbe fatto. Ma non aveva fatto in tempo a riprendersi dall'ultimo gesto che il suo sguardo si spostò da tutt'altra parte e si rese conto delle condizioni della sua glaciale compagna. Toran,ferita e leggermente debilitata dallo scontro con l'umana si teneva una mano su di un fianco mentre l'altra continuava a girare attorno alla pantera,scattando di tanto in tanto per effettuare attacchi rapidi,non molto forti,ma continui e che costringevano la ragazza a restare sulla difensiva. La vista di Sesshomaru era leggermente annebbiata è dovette ritenersi fortunato dato che i suoi occhi erano si rimasti danneggiati dal fuoco,ma non tanto da essere bruciati e perciò poté solo osservare a malapena il combattimento tra le due donne,ma la sua attenzione fu attirata da un bagliore improvviso proveniente dalla sagoma sfocata dell'esserino verde,che sembrava gesticolare con le braccia anche se non riusciva a vedere con chiarezza cosa stesse succedendo,pur avendo il timore che non fosse diretto verso di lui,ma verso Toran e senza starci a pensare due volte si lanciò in direzione del kappa,spada in mano,scatto repentino e nessuna esitazione,non gli avrebbe permesso di colpire la sua compagna d'armi alle spalle,anche a costo di divenire un tizzone ardente. Le sue gambe scattarono in direzione del fiammeggiante incantatore,che accortosi delle intenzioni di Sesshomaru cambiò obiettivo e indirizzò il suo sortilegio verso l'inuyokai. Agitò le braccia,intonò e una nenia con la voce stridula e attorno al suo piccolo corpo prese forma un lunga forma tubolare,dal corpo sinuoso e che terminava in una grossa testa di serpente che si elevava al di sopra della testa del suo creatore che lo avvolgeva come se fosse a guardia del proprio nido,con squame rosse che emettevano piccoli sbuffi di fuoco. Il kappa indicò Sesshomaru e il serpente si slanciò in avanti in tutta la sua lunghezza per raggiungere il suo obbiettivo mentre spalancava la grande bocca,mostrando le due enorme zanne ricurve che alla vista,se già quei due grossi denti fossero pericolosi il fatto che fossero fatte di puro fuoco potesse essere persino peggio. Ma Sesshomaru non era il tipo che si impressionava per così poco e decise comunque di avanzare. Ormai era vicino e il suo attacco,forse fin troppo diretto e troppo fiducioso della propria velocità,ma ormai si era lanciato e non poteva cambiare più tattica. Il serpente si era slanciato in tutta la sua misura contro di lui,pronto ad azzannarlo allo stesso modo del suo omonimo naturale avrebbe fatto con un topo,solo che la preda era molto più aggressiva e tenace di un semplice roditore. Il rettile era ormai vicino e in quell'istante Sesshomaru chiamò nuovamente a se il veleno che permaneva Bakusaiga,ma stavolta in quantità maggiore e impiegando un ulteriore quantità di energia,caricò la lama sopra le testa,si diede un ulteriore scatto con le gambe e poi colpì,dritto in faccia al rettile. All'inizio il colpo sembrava essere affondato nella fiamma serpentina,ma si accorse che quel fuoco era molto più solido e consistente di quanto credesse,quasi fosse un corpo reale in tutto e per tutto,sapeva di non dover cedere,perché se anche fosse sopravvissuto al colpo era probabile che Toran,distratta dal suo scontro avrebbe potuto non difendersi per tempo da quella strana magia e ciò avrebbe potuto essergli fatale,lui era il solo scudo che si frapponeva tra lei e quel anfibio codardo dall'espressione da folle,non avrebbe ceduto,non contro un essere del genere. Chiamò altra forza a se e sentì la lama affondare ancor di più nel serpente semisolido,non importava quanto potesse essere caldo,non gli importava se fosse rimasto cieco,non gli importava se sarebbe rimasto bruciato,lui non avrebbe ceduto. Lo doveva a lei che si preoccupava per lui più di se stesso,lo doveva a lei che arrivava in suo soccorso quando lui aveva bisogno,ma non lo diceva,ma sopratutto lo doveva a lei che non lo aveva mai abbandonato,nemmeno quando quella notte,prima che sorgesse il sole,il suo lato oscuro era emerso e lei al posto di scappare lo aveva confortato in un raro momento di debolezza,della quale solo lei era stata testimone e lei sola sarebbe rimasta. Un ultima pulsazione derivata dai polpacci,un ultimo sforzo prima della fine,un ultima carica e poi avvenne,la bestia cominciò a cedere. Il colpo avanzò sempre di più nella materia dell'animale di fuoco,pochi attimi di resistenza e il corpo dell'inuyokai iniziò ad accorciare la distanza tra lui e l'incantatore mentre il suo incantesimo si divideva in due parti esatte per mezzo di Bakusaiga e cadeva a terra ritornando ad essere puro fuoco e poi divenire fumo,segnando così la sorte del piccoletto verde,che in un ultimo disperato tentativo tentò di lanciare un altro colpo,ma non fece in tempo a formare la fiamma nel palmo della mano che Sesshomaru aveva già colpito,decapitando di netto l'anfibio e ponendo fine così ai suoi sortilegi. Nello stesso istante in cui l'essere morì le fiamme che invadevano l'umana scomparvero immediatamente e dove prima vi erano pelle,capelli e vestiti ora e solo carne incenerita,gravi ustioni in tutto il corpo e una donna urlante e in preda all'agonia. Toran non perse tempo e decise di contrattaccare,dal palmo della mano libera incanalò le fredde energie rimaste nel suo corpo e dalla mano scagliò un altro raggio,che questa volta centrò il bersaglio e ghiacciò all'istante l'umana,la quale non poté far nulla per evitare l'attacco,anche perché ormai il suo interesse per il combattimento era stato sostituito dal dolore che emanava tutto il suo essere. Divenne una statua di ghiaccio e con una spinta da parte della pantera cadde a terra frantumandosi in diversi pezzi,segno che ormai che quello scontro era concluso ed ora poterono fermarsi per riprendere le forze.

Sesshomaru.”,chiamò a se l'alleato che si trovava ad una decina di metri di distanza da lei,fece una breve corsa per raggiungerlo e quando fu vicina si accorse delle sue condizioni. Notò facilmente il volto ustionato di Sesshomaru,seppur minimamente danneggiato,ma la cosa che la spaventò fu vederlo che si copriva gli occhi con un mano,mentre stringeva le zanne snudate per trattenere il dolore che provava agli occhi.

Sesshomaru....”

Gli occhi...mi si sono bruciati gli occhi.”,disse Sesshomaru a denti stretti.”

Toran non ci pensò due volte e con entrambe le mani prese il viso dell'inuyokai e si mise ad osservargli le pupille,notando un vistoso arrossamento degli occhi.

Aspetta,vedo se riesco a rimediare,non è molto ma dovrebbe funzionare. Tieni gli occhi aperti ”

Con una mano formo un piccolo blocco di ghiaccio all'interno del palmo,lo schiacciò e aprendo leggermente la mano gli versò l'acqua fredda nelle pupille bruciate,che per istinto l'inuyokai strabuzzò un po',facilitando così l'assorbimento dell'acqua.

Va meglio adesso?”

Si,ma la mia vista è compromessa. E tutto offuscato,non riesco a vedere a un palmo dal naso.”

Maledizione. Intanto però dobbiamo coprirti gli occhi.”

Toran si strappò un lembo di tessuto dalla manica larga della veste,la legò attorno alla testa di Sesshomaru in modo che niente potesse danneggiargli ulteriormente il punto ferito.

Adesso dobbiamo trovare qualcuno che ti possa aiutare,quindi,ora cerchiamo qualcuno che ci possa aiutare e....”

Ma la pantera non fece in tempo a terminare la frase che un suono di passi echeggiò all'uscita della stanza naturale e quello che videro fu un sollievo. All'inizio credettero che fossero altri Ainu giunti ad attaccarli ma proprio quando meno se lo aspettavano comparve una figura inaspettata. Era una ragazza dai lunghi capelli ramati legate in due code laterali,occhi verde smeraldo e indossava una pelliccia bianca,divisa in una mantellina,una fascia che le copriva il basso ventre e dei parastinchi e per protezione portava una corazza nera di buona qualità e una piccola wakizashi al fianco. Toran puntò la sua arma contro la ragazza e la sua espressione da preoccupata passò a feroce,come a voler sottolineare la sua intenzione di voler continuare a combattere fino allo stremo delle forze,l'uomo della quale era innamorata persa aveva bisogno di lei e questo le dava più energia di qualsiasi stregoneria esistente.

Non temere signora delle pantere,sono un alleata. Mi chiamo Ayame e sono la compagna del capo clan.”

Puoi aiutarlo? E rimasto ferito durante lo scontro. Una fiammata improvvisa gli ha danneggiato gli occhi.”

Si ma non da sola,venite,prima devo portarvi in un posto sicuro,seguitemi.”

E fu così che Sesshomaru,ora inerme e privo di riferimenti visivi dovette sostenersi con l'aiuto della compagna,la quale gli prese un braccio e se lo mise attorno al collo,sostenendolo e guidandolo ora che lui non ci sarebbe riuscito da solo. Altri Ainu,altri nemici,legno e fuoco,rabbia ed estasi,in che razza di terra erano finiti?

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Capitolo 8
*** Temet nosce ***


Il rumore della battaglia si era fatto più intenso,ho forse era solo una sua impressione. Quando ti affidi alla vista tutto sembra più chiaro e facile da comprendere. La luce,i colori,le forme,le distanze e le misure,come sembrava banale affidarsi su quelle due sfere poste all'altezza delle tempie. Certo,come cane si era sempre affidato all'olfatto e all'udito,gli occhi servivano solo a comprendere l'esistenza che lo circondava nei suoi dettagli visivi,come tutti gli esseri i cui occhi erano considerati una componente importante,ma ritenuta scontata,di tutti i giorni. E poi Sesshomaru smise di vedere il mondo in maniera nitida e iniziò a vedere tutto in maniera sfocata,come se una nebbia improvvisa fosse scese su di lui e di colpo il mondo non era più così chiaro come gli era sempre sembrato. Odiava sentirsi debole,affidarsi agli altri era sintomo di debolezza e se sei debole il mondo ti schiaccia,ti calpesta,ti sottomette e ti riduce ad un niente,a meno di una larva,a qualcosa senza valore. Era tornato alla mente a quando era più giovane,poco più di un fanciullo,una spada di legno e il suo avversario,il suo primo maestro,suo padre. Ricordava vagamente quanto quell'uomo in quel periodo della sua vita gli sembrasse un gigante,alto,forte,con l'argentea chioma tenuta ordinata da una coda di cavallo,dallo sguardo serio ma mai freddo o distaccato come il suo e sempre con un motivo per sorridergli,tranne quando si allenavano,li il suo sorriso bonario scompariva e lasciava al suo posto un espressione rigida e seria. Lui invece,suo figlio,se ne restava fermo impalato con la spada tra le mani e un iniziale senso di inadeguatezza di fronte a suo padre,che invece se ne stava rilassato e teneva l'arma da allenamento con una sola mano. Lui iniziava sempre ad attaccare di punta,intuendo già a quell'età che la sua statura potesse aiutarlo a passare sotto la guardia di quell'omone forzuto e invece,si ritrovava a cadere nell'errore,con Inutaisho che faceva un passo di lato e poi lo colpiva in testa con pochissima forza, giusto un accenno per fargli capire che aveva sbagliato col colpo. Era sempre così quando si allenava con suo padre,ad ogni sbaglio un colpo subito,ad ogni colpo ben eseguito una parata,in sostanza non riusciva a colpirlo. Ma andava bene anche così,per migliorare sarebbero bastati il tempo e la perseveranza,l'importante era avere suo padre vicino,andava bene anche averlo davanti come insuperabile avversario,perché sapeva che lo avrebbe reso abile e forte. E poi la realtà si schiantava sul giovane Sesshomaru come un macigno e arrivava un servo,uno dei tanti che interrompeva la lezione entrando nel dojo o arrivando in giardino o nella pianura vicino al castello,insomma,dove si stavano allenando in quel momento e chiamava a se il signore del castello per urgenza riguardo ad un nuovo nemico,oppure un alleato che era giunto in visita al castello,o ancora sua madre che richiamava il marito per questioni urgenti di varia natura. Per un motivo o per un altro si allontanava dal figlio e gli diceva tutte le volte che accadeva,cioè molto spesso,che avrebbero continuato un altra volta e gli rammentava che anche allenarsi da solo era una buona pratica per migliorare la tecnica e i movimenti per il combattimento. Poi Sesshomaru si ritrovava da solo,per l'ennesima volta a usare una katana di legno e usarla su un avversario immaginario,a volte un mostro altre un qualche guerriero simile alle guardie del suo castello,tanto per potersi confrontare,seppur per finta contro un avversario con la quale avesse una speranza di successo. Ma per quanto potesse essere intensi i colpi che distribuiva,per quanto veloce potessero essere i suoi movimenti,alla fine quella che colpiva era solo aria,nient'altro che materia intangibile e quando se ne rendeva conto smetteva di combattere,abbassava l'arma e con essa il capo. Nessuno era con lui,nessuno c'era mai con lui,era sempre così. Ed era in momenti come quelli che si rendeva conto di essere solo,come lo era sempre e come sempre lo sarebbe stato.

Sesshomaru...Sesshomaru.”

La voce di Toran,lo aveva allontanato dai suoi pensieri e subito riprese contatto con la realtà. Il suono della sua voce lo fece riemerge dalle nebbie della sua mente e tutto fu di nuovo nero,parzialmente cieco e impossibilitato a spostarsi da solo Si stringeva a Toran con presa salda ma senza esagerare mentre avanzava con passo incerto e non essendo sicuro di dove i suoi piedi lo stessero portando. L'unica certezza che aveva era Bakusaiga,che stringeva ancora nella mano destra,rimanendo saldo sulla salda volontà di continuare a combattere,forse aveva perso la vista,ma la possibilità di menare fendenti no. Indebolito? Si,arreso? No.

Cerca di resistere,presto avrai le cure di cui hai bisogno.”,disse Toran con tono incoraggiante,nella speranza di tenerlo attivo e non farlo sentire isolato.

L'espressione del volto di Sesshomaru non accennò a cambiare,digrignava i denti mostrando appena i le zanne per contrastare il dolore che proveniva dai bulbi oculari. La forte sensazione di bruciore era leggermente diminuita grazie all'intervento della pantera che subito gli aveva prestato soccorso,ma il dolore era rimasto e il suo tentativo di rimarginare la ferita appena subita sembrava fallito. Molte erano state le volte che il suo corpo aveva subito una ferita,lieve o intensa che fosse,infondo era un guerriero e tale vita comportava traumi di diversa natura,la maggior parte fisici e per il suo corpo era stato facile da riparare. Muscoli e ossa più e più volte nel corso della sua esistenza era guariti in maniera sorprendente, soprattutto il moncherino che suo fratello gli aveva lasciato in ricordo del loro scontro sulla tomba del padre,o per meglio dire sul suo immenso scheletro,come ricordo per la sua avventatezza e per averlo sottovalutato,in quanto riteneva di avere già la vittoria in pugno. Ricordava ancora quando l'arto si ricompose all'improvviso,era in trappola,nella sua forma di cane gigante con le carni di Magatsuhi che lo stritolavano sempre di più,sempre più compresso. In quel momento di sconfitta certa ricordava ancora l'energia pulsare dentro di lui e il sangue scorrergli in tutto il corpo con maggiore velocità,mentre dal moncherino di braccio rimasto sentiva qualcosa tentare di uscire furiosamente da quel punto morto del suo corpo. Faceva male,a tal punto che dovette trattenersi dal non urlare,se avessero potuto vederlo in quelle condizioni lo avrebbero visto come una bestia sofferente, e poi...accadde. All'inizio si era presentato come una massa di energia verde che illuminò il piccolo spazio nella quale stava per essere stritolato,poi all'improvviso esplose,il braccio e la spada erano li dove prima non c'era niente e per un attimo il nuovo braccio si mosse da solo come dotato di vita propria,come una creatura estranea al suo essere e alla sua volontà. Il resto era storia. Gli era riuscito a ricostruire un braccio,ma gli occhi erano tutt'altra cosa, non erano come i muscoli e le ossa che si poteva riprendere più facilmente data la loro composizione relativamente semplice. Gli occhi erano organi più complessi e delicati,fatti di quella strana superficie bianca,con l'iride come unica parte colorata che si trovava al centro di quelle sfere che lo aiutavano a percepire il mondo nel suo aspetto,mentre ora era in grado di fare pochi passi incerti sul terreno roccioso della grotta e la strada che stava percorrendo era completamente estranea alla sua vista,opaca e poco efficacie. Non cieco,ma quasi. Di solito era lui a trascinare coloro che lo seguivano,non il contrario, sapeva bene qual'era la differenza tra seguire ed essere trascinato e purtroppo a lui in quel momento toccava la seconda.

Quanto manca ancora a questo posto sicuro che hai nominato?”, Chiese la pantera con tono nervoso,mentre si guardava attorno,mentre osservava l'ambiente sotterraneo attorno a se,nel caso fossero arrivati altri nemici.

Dobbiamo arrivare a metà strada della nostra base,dovete avere pazienza,ci vuole ancora un po'.”, disse Ayame mentre faceva strada agli altri due yokai.

Hai detto di essere la compagna del capo clan giusto? Scusa se te lo dico ma da quando siamo arrivati non ti abbiamo visto. Il tuo tempismo ha un non so che di precisamente comodo,senza offesa sia chiaro.”

Ah tranquilla,ero impegnata con i miei studi,avete già conosciuto Urtak?Quando i nostri nemici ci hanno attaccato a sorpresa mi ha detto dove cercarvi e io ho seguito le sue istruzioni,tutto qui.”

Dové ora?”, chiese Sesshomaru con tono piatto.

L'ultima volta che lo visto ero con lui nella sala degli antenati,quella grande caverna dove ci sono tutti quegli strani disegni dove hai incontrato Urtak. Ora però devo chiedervi di fare silenzio,devo vedere se riesco a trovare una scorciatoia.”

Ayame fece segno alla pantera di fermarsi e lei si fermò poco dietro di lei. Sesshomaru che non vedeva nulla dovette semplicemente restare in attesa ad aspettare le istruzioni di quella ragazza appena conosciuta. Non gli piaceva prendere ordini da altri e preferiva essere seguito che seguire le istruzioni altrui,ma era impossibilitato ad essere efficiente al meglio delle sue capacità,ora ridotte al minimo. Continuava a restare attento ai suoni che lo circondavano,unica connessione con la dimensione del mondo alla quale affidarsi,fatta esclusione dal tatto con la quale restava in contatto diretto per mezzo del suo forte sostegno che gli dava il suo braccio. All'improvviso,mentre ascoltava i suoni della battaglia,curiosamente distanti dalla loro posizione sentì qualcosa di strano. All'inizio gli parve una vibrazione appena percettibile,gli venne in mente il ronzio di una zanzara,ma non era la stagione giusta e poi cosa ci avrebbe fatto sottoterra? Poi lo sentì meglio è si accorse che in realtà non era un ronzio,ma piuttosto sembrava un qualche tipo di vibrazione molto leggera,pervadeva tutto il suo campo uditivo ma senza coprire gli altri suoni,come se fosse un eco in sottofondo. Non aveva mai sentito un suono simile,sempre se suono lo si potesse definire,forse era più una sensazione è non potendo vedere cosa stesse succedendo dovette affidarsi alle sue orecchie. Si concentrò sul suono è cercò delle risposte nel nero sfondo della benda che gli copriva gli occhi. Un ambiente vuoto,arido di riferimenti e impossibile da definire, tanto che non era sicuro se quello spazio avesse una superficie e una profondità di campo. Ma poi vide qualcosa comparire lentamente ,non era sicuro di cosa potesse essere,anche perché in quel momento i suoi occhi ci vedevano benissimo,privi di benda e non gli dolevano. Sembrava un bambino,era seduto a terra o almeno dava l'impressione di esserlo vista la mancanza di un suolo definibile come tale. Aveva una lunga chioma argentea che gli scendeva dalle spalle e indossava vesti raffinate,era girato di spalle e per questo non riusciva a vederlo direttamente in volto. Sembrava intento a fare qualcosa e a piegarsi di tanto in tanto,come se stesse svolgendo una qualche attività,anche se non riusciva a capire cosa stesse facendo nello specifico. Incuriosito Sesshomaru mosse i primi passi verso il bambino che sembrava non essere conscio della sua presenza.

Ehi tu,mi senti?”

Il bambino non rispose e continuò a fare gli affari propri.

Ragazzino sto parlando con te,allora?”, disse Sesshomaru con tono irritato.

Tu sai perché si ha paura del buio?”,disse il fanciullo all'improvviso.

Sesshomaru da parte sua non si aspettò una domanda del genere e perciò dovette riflettere un attimo su quelle parole,che dette da un ragazzino parevano abbastanza strane.

Chi sei moccioso? E che luogo è questo?”, disse Sesshomaru mentre con la mano cercava Bakusaiga al suo fianco,ma si accorse che le sue spade non erano al suo fianco. Controllò la manica in cerca della lama celata ma nemmeno quella era presente. Aveva solo i suoi artigli,tanto bastavano se fosse successo qualcosa di strano.

Tu sai perché si ha paura del buio Sesshomaru?”

Se lo sai illuminami,sono curioso di conoscere la risposta.”

Il buio ci spaventa perché in essa si nascondono cose che non possono sopportare l'intesa luce del giorno,o della verità. Il buio è qualcosa che ci è estraneo,che non ci appartiene. La vera tenebra ci appare senza forma e senza sostanza,apparendoci come un mondo differente e senza logica. E la casa di cose che non accettiamo e che non vogliamo conoscere,che non vogliamo vedere,che non vogliamo sapere che esistono. Ci spaventano e ci terrorizzano,ci fanno sentire vulnerabili,inermi e deboli di fronte a loro e loro sanno come abbatterci,come annichilirci. Tu dovresti saperlo bene, mostro.”

Ascoltando quelle parole Sesshomaru ebbe la sgradevole sensazione di aver compreso di cosa stesse parlando. Guidato dall'istinto si mise in posizione d'attacco e preparandosi a usare gli artigli nel momento del bisogno. Ormai ne era certo,chiunque fosse quello non era il suo vero aspetto né tanto meno parlava come un bambino. Chi era? Cosa voleva da lui? E dove si trovavano in quel momento? Toran e quell'altra ragazza erano scomparse nel nulla? Non sapeva e non capiva nulla di quello che stava succedendo e si sentiva in trappola in quel luogo privo di forma e sostanza.

Chi sei tu?”,chiese sesshomaru con tono aggressivo.

Come non lo sai? Non ricordi più questa forma? Certo che devi essere stato un bambino veramente smemorato per non ricordarti che aspetto avevi quand'eri più piccolo.”

Fin li c'ero arrivato idiota,ora rispondimi,chi sei tu veramente?”

Davvero vuoi saperlo? Sei certo di essere pronto?”

Pronto per cosa?”

Appena finì di parlare Sesshomaru sentì il suo corpo irrigidirsi e senza alcun preavviso. Stava succedendo ancora,proprio come un mese prima. Quella scala,quei muri stretti...quella porta. Quel buco nero al centro della porta,i ricordi e le sensazioni di quel momento tornarono a galla e fu di nuovo la paura,la paura di non poter reagire,la paura di ciò che ignoto e alieno,paura di sentirsi inerme. Il bambino restò nella stessa posizione e per nulla al mondo sembrava muoversi da li.

l'hai vista una sola volta e credi che sia sufficiente? Credi che il nero vuoto che ti circonda sia un luogo oscuro? Tu non immagini neanche quali cose si nascondono nel tuo essere. Nella tua anima si cela un abisso così profondo è tetro che ben poche atrocità possono essere paragonabili a quella cosa. Arriverà il momento in cui tornare indietro non sarà possibile è allora è solo allora...no,forse nemmeno in quel momento ti renderai conto di chi sei e cosa sei realmente in grado fare. Fino a quel momento.....”

Il ragazzino si alzò dalla sua posa e lentamente cominciò voltare il capo verso l'inuyokai e nel mentre la stessa paura che aveva sentito su quella scala stava prendendo il sopravvento sul suo essere,brividi di orrore salivano su per la spina dorsale come una marcia di formiche che risalgono un albero,senza freno e senza sosta nel loro operoso zampettare. Ancora una volta immobile,ancora una volta paralizzato,ancora una volta schiavo delle sue segrete fragilità. Lo avrebbe visto in volto,il suo io più giovane,sapeva che aspetto aveva e sapeva com'era fatto,non lo aveva dimenticato. Ma allora perché sentiva che c'era qualcosa di profondamente orrido e sbagliato in quello che stava per accadere?

Temet nosce.”

Non fece in tempo a vederlo in viso che subito la scena cambiò,una luce opaca è un nugolo di voci che gli ronzavano tutt'attorno,come echi distanti e irriconoscibili,ma in breve tempo divennero sempre più nitide e comprensibili. Una luce opaca,arancione,si manifestava di fronte ai suoi occhi,ora di nuovo dolenti e rovinati dalla fiammata che lo aveva colpito a tradimento. Tornò il dolore e la fatica,l'odore del sottosuolo e dell'odore delle rocce. Ma anche di fiori e piante,di vegetali freschi dagli aromi diversi. Poi sentì anche l'odore delle persone che gli erano attorno,riconobbe Toran e l'odore di lupo della ragazza che aveva udito prima,ma anche quella di Ezio e del lupo chiamato Koga. Poi sentì l'odore di cervo salirgli su per le narici e capì subito che anche Urtak era li e dal forte olezzo di cervo selvatico poteva intuire che fosse di fronte a lui. Ora che l'aveva trovato non poteva confrontarsi con lui adeguatamente. La mancanza parziale della vista gli privava del suo sguardo minaccioso è la cosa non gli piaceva per niente.

Sbalorditivo,non mi aspettavo che i suoi occhi fossero ancora in questo stato.”

Sesshomaru riconobbe subito la voce di Urtak.

Che intendi?”

Questa invece era Toran,non poteva vederla,ma sapere che c'era anche lei lo tranquillizzava,anche se non sapeva bene il motivo.

Non è la prima volta che mi capita di vedere ferite simili,coloro che sono inebriati dalla possessione del fuoco sacro spesso usano un getto fiammeggiante contro il volto degli avversari come attacco a sorpresa negli scontri più duri e lui purtroppo ha rischiato la cecità. Fortuna che l'avete portato qui per tempo.”

Lo sentì allontanarsi e con lui anche la debole luce che era posta di fronte ai suoi deboli occhi. Provò a sforzare quel poco di vista che gli era rimasta per capire dove si trovasse. Provò anche a spostarsi e solo in quel momento si accorse di essere sdraiato su qualcosa di morbido,non capiva cosa fosse,ma almeno non era per terra e già questo per un posto occupato da degli yoro era un barlume di civiltà. Provò ad alzarsi ma due mani si posarono sul petto,cercando di trattenerlo nella maniera più delicata e senza fare troppa forza.

Ti sei svegliato,mi hai fatto morire di paura,non reagivi più.”

Era Toran ad aver parlato e subito privò a cercarla con lo sguardo,la trovò,ma la vide sfocata e anche da vicino era come vedere la superficie di una pozzanghera d'acqua sporca. Riusciva a definire i contorni e distingueva i colori,ma i dettagli era molto sfocati e per tanto indefinibili.

Dove mi trovo?”

In un posto sicuro,però adesso devi stenderti e recuperare le forze,ora puoi stare tranquillo.”

Ha ragione ragazzone....”,disse Ezio con tono tranquillo, “stai calmo e non ti agitare, sei l'eroe del giorno e come tale meriti un riposo come si deve.”

Dov'è Urtak?”

Sono qui.”

Disse l'hanyou inespressivo.

Che cosa mi hai fatto in quella stanza?”

Di che parli?”

Parlo di quella specie di allucinazione che ho intrapreso contro la mia volontà e di quella poltiglia che ho bevuto. Dimmelo.”

Ah quello,parlarti ora del viaggio dell'anima sarebbe troppo lungo e complesso è per quanto riguarda la bevanda che hai ingurgitato ti basti sapere che è un miscuglio di diversi ingredienti di natura vegetale con l'aggiunta di funghi dalle capacità allucinogene. Ma questo mi sembra di avertelo già detto in precedenza.”

In parole povere mi hai stordito.”

Veramente lo hai fatto da solo,non ti ho mai costretto ha berlo. Posso solo sperare che abbia dato i risultati sperati. Trovato.”

Urtak si avvicinò di nuovo a Sesshomaru chiedendo gentilmente a Toran ed Ezio di spostarsi. Senza alcun preavviso Sesshomaru sentì l'hanyou poggiargli le mani sull'occhio sinistro e aprirgli le palpebre,notando nuovamente il vistoso rossore degli occhi dell'inuyokai dovuto al fuoco.

Che stai facendo?”,disse Sesshomaru cercando di arretrare istintivamente con la testa.

Tienilo aperto,sentirei un leggera sensazione vischiosa”

Il cane sentì qualcosa di liquido scendergli sul bulbo oculare,da quel poco che poteva vedere erano state poche gocce,ma subito sentì l'occhio farsi appiccicoso e le palpebre quasi incollarsi tra di loro. Subì lo stesso trattamento anche l'altro occhio e subito si chiese se fosse un bene che lo avessero portato li,dovunque esso sia quel posto dove ora si trovava. Gli occhi grondavano quella sostanza appiccicosa ma allo stesso tempo viscida,tanto sbordare fuori dalle orbite e scendergli dalle tempie e la cosa sembrava disgustosa,ma ad un certo punto sentì la sensazione di bruciore alleviarsi lentamente,sostituendo la bruciatura con una sensazione di benessere e freschezza,tanto da non sentire quasi più il dolore,ora più sopportabile.”

Comunque trovo incredibile che i suoi occhi non si siano sciolti. Se ho ben ragione,ha giudicare dai segni sul viso ha ricevuto una forte fiammata a contatto ravvicinato. Altro che cieco,a quest'ora un normale yokai si sarebbe ritrovato i bulbi oculari completamente sciolti,se non morto a giudicare dalla potenza del colpo. Sei più che fortunato ad essere solo in queste condizioni.”

Che cosa hai fatto hai miei occhi?”

Ho usato un olio di mia creazione,erbe di campo mescolate con una bava di uno yokai lumaca che abita vicino ai monti di queste terre.”

Sesshomaru al sentire quella risposta cercò di tirarsi su i gomiti con un espressione in viso a metà tra l'indignazione e il disgusto.”

Mi hai versato la bava di una lumaca negli occhi?”

Mai mangiato il miele?Eppure viene dalla saliva delle api misto al polline,cosa c'è di strano?”

Sesshomaru non seppe come controbattere a quella risposta e decise di lasciar perdere. In un certo senso il modo di fare di quell'hanyou gli ricordava il suo: diretto e senza troppi giri di parole. Si limitava a dire ciò di cui c'era bisogno e fin li ci poteva anche stare come cosa. Ma il fatto che gli avesse inondato gli occhi con lo strato bavoso di un mollusco della quale non osava pensare dove l'avesse trovata e su cosa aveva appoggiato il suo corpo,nel suo lento,infaticabile,sporco e molliccio fisico,viscido e scivoloso.

Ora che mi hai versato questo schifezza addosso,quando potrò tornare a vedere?”

Non prima di domani,se la situazione è a tuo favore e non fai nulla per peggiorare le tue condizioni. Nel frattempo ti riposi e tieni gli occhi chiusi,qui sei al sicuro è nessuno ti troverà qui. Faresti bene a recuperare le forze finché puoi,oggi hai affrontato una squadra di seguaci del fuoco primordiale di Huci e nei sei uscito solo con gli occhi scottati. Siete stati fortunati a sconfiggerli senza nemmeno le giuste protezioni. Persino gli yoro di questa zona ne temono il potere distruttivo,quando di solito sono abbastanza avventati da lanciarsi contro qualunque cosa non gli vada a genio.”

Come sarebbe a dire che noi yoro siamo avventati? Ti ricordo che io e la mia tribù abbiamo combattuto solo una volta è ne siamo usciti vincitori.”,disse Koga indignato per quella affermazione.

E dopo che avevate vinto volevate subito dirigervi da Otsune ed eliminarla con le tue stesse mani,bagnando col suo sangue le pellicce di mille lupi. Erano queste le parole che avevi usato o sbaglio? E tanto per essere chiari non avete vinto lo scontro,appena i sopravvissuti della prima ondata sono andati a chiamare i rinforzi tu e la tua gente siete corsi via quando avete capito che erano in troppi. Metà della tribù e ancora dispersa da queste parti,per non parlare poi di lui.

Lui chi?”,chiese Sesshomaru al minimo dubbio su chi stesse parlando

Quel dayokai, Akira se non sbaglio,è giunto qui da sud con Otsune è il suo seguito di ainu,pare che insieme a lui ci fosse una scorta di guerrieri di quell'individuo e tutti con una croce rossa marchiata sulle armature.”

Queste parole attirarono anche l'attenzione di Ezio. Soldati provenienti dal sud con lo stemma della croce vermiglia. Un corpo di guardia,probabilmente ben addestrati nel combattimento. Una squadra di difensori però non era una notizia molto appetibile,certamente confermava la presenza di templari nella regione ma a parte questo non lo aiutava in alcun modo nella sua missione. Forse sarebbe stato meglio non intervenire nell'argomento,sembrava abbastanza preso con Sesshomaru per rivolgersi ad Ezio con autentico interesse. Tuttavia era sicuro che quello strano individuo sapesse esattamente di cosa stesse parlando. Non capiva bene chi fosse e quale fosse il suo ruolo li,ma era certo che avrebbe potuto essere d'aiuto nel caso si fosse reso necessario il suo intervento,l'unico problema era capire fino a quanto ci si potesse fidare di lui. Questo avrebbe dovuto giudicarlo da se.

E per quanto riguarda lo scontro? Cos'è successo mentre ero svenuto? Quanto ho dormito? Non sento i suoni della battaglia.”

Lo scontro è finito da qualche ora. Gli Ainu hanno attaccato la nostra base con molti individui,forse con gli stessi aggressori della scorsa sera. Per lo più erano deboli,buona parte umani e hanyo,ma tra di loro c'erano anche degli yoro,bastardi traditori tra le file dei nostri fratelli qui a nord. Io sono arrivato da poco,ma da quello che mi ha detto Ayame dormivi da un po'. Ha provato a smuoverti ma non hai reagito.”,disse Koga mentre si appoggiava con la schiena al muro,evidentemente stanco della faccenda.

Bene,per ora ho finito.”,disse Urtak allontanandosi da Sesshomaru e spegnendo il bastoncino di legno che aveva usato per controllare gli occhi del cane,lo posò vicino ai suoi ungenti,posti vicino in una larga nicchia scavata nella roccia.

Dove stai andando dannato? Mi devi ancora delle spiegazioni,cos'è il viaggio dell'anima che hai nominato prima? E cosa volevi dire che il vento ti ha detto che stavo arrivando?”

Prima guarisci,poi avrai le tue risposte. E per ora invito tutti i presenti ad allontanarsi,compreso il sottoscritto, a lasciarlo riposare. Domani controllerò se la tua vista è migliorata. Ora tutti fuori.”

Io resto.”,disse Toran rapidamente e senza alcuna esitazione nelle sue parole.

Possibilmente sarebbe meglio lasciarlo da solo,ma se per lui non ci sono problemi a me sta bene.”

E senza dire altro l'hanyou si allontanò da Sesshomaru.

Va bene Ayame,io ti aspetto fuori. Così andiamo a rimproverare quei due per non aver fatto il loro lavoro.”,disse Koga prima di staccarsi dal muro e seguire lo sciamano. Ayame si avvicinò alla pantera e si rivolse a lei con sguardo preoccupato.”

Avete combattuto valorosamente con un nemico che noi abbiamo a malapena cominciato a comprendere. Urtak ed io resteremo nei paraggi ancora per un po' nel caso abbiate bisogno. Per qualunque cosa fate pure affidamento su di noi. Abbiamo poco ma quel poco appartiene anche a voi.”

Grazie.”,rispose Toran anche per conto di Sesshomaru.

Ayame girò lo sguardo verso Ezio.

Io e mio marito non abbiamo ancora capito chi tu sia umano,ma ti ringrazio per l'aiuto che ci hai offerto contro i nostri aggressori,anche se non vuoi rivelarci il tuo volto. Il nostro sostegno vale anche per te.”

Cosa vuoi che sia,affrontare un orda di scellerati con solo una spada,qualche pugnale da lancio e una manciata di polvere da sparo. Consideralo un....segno delle nostre buone intenzioni.”

Lo terrò a mente,a domani.”

E anche Ayame andò via,sicura che con questi nuovi arrivati forse le cose sarebbero cominciate a migliorare.

Bene signori,l'ora si è fatta tarda ed è giusto che anche io me ne vada. Spero di trovare qualcosa di vagamente simile ad un letto per stasera. Anche noi dovremmo farci una bella chiacchierata appena ne avremmo il tempo,vi auguro una buona notte.”

Aspetta....”,lo fermò Sesshomaru prima di andare, “C'è l'hai ancora con te?”

Si.”,disse Ezio portandosi una mano all'altezza del costato,facendo capire solo dal battito della mano contro l'oggetto per fargli sentire che diceva il vero.

Bene.”

Ho dovuto dare il frutto dell'eden che portavo con me a Yuki,ma forse questo potrà esserci più utile per la tua ricerca.”

Ed infine si allontanò anche l'assassino,lasciando il cane e la pantera da soli.

Toran,dove mi trovo?”

In una caverna adiacente alla collina,da tutt'altra parte da dove siamo arrivati. Urtak ha detto che qui un tempo i lupi che abitavano questa collina usavano questa stanza come rimessa per la carne nella stagione fredda. Non è la stanza da letto di un castello,ma per ora e meglio che dormire all'aperto.”

Sai che gioia. Non ci vedrò molto bene ma il tanfo di lupo e carne è rimasta nonostante il tempo. Mi sento quasi soffocare.”

Si,posso immaginarlo con l'olfatto da cane che ti ritrovi.”

Stavano parlando,ma non dicevano nulla di veramente importante. Parole trattenuto erano sul punto di venire fuori come un fiume in piena che aveva rotto gli argini e stava per fare un inondazione. Ma l'imbarazzo tra i due era tale che a fatica facevano ad esprimere quello che volevano dire e peggio ancora e che morivano dalla voglia di farlo,erano come bambini,impacciati e timorosi di esprimersi e nessuno dei sapeva da che punto cominciare. Lei lo vide li,sdraiato sulle pellicce di selvaggina e lo vide debole e bisognoso. L'uomo che lei desiderava ardentemente era ferito in maniera grave. Una nodo alla gola si fece sentire prepotentemente mentre tratteneva un magone nato da pensieri nocivi e gli occhi umidi,colmi d'acqua che a quel punto cacciavano gocce di dolore e tristezza per lui,solo ed esclusivamente per lui.

Mi dispiace Sesshomaru...è colpa mia.”,disse Toran con la voce spezzata dal dolore.

Sesshomaru non si capacitava di quello che stava accadendo è ciò che lo mise in allarme fu l'odore dell'acqua salata che scendeva dagli occhi della pantera e quella voce piena di tristezza e commiserazione lo turbavano grandemente.

Toran ma tu...perché piangi? Di cosa stai parlando?”

E colpa mia...non sono stata abbastanza forte per aiutarti nello scontro. Hai fatto tutto da solo,fai sempre tutto da solo. Se fossi stata più forte tu ora non saresti in queste condizioni.”

Cosa? Adesso calmati è cerca di ragionare.”

No,no che non mi calmo. Hai idea di come mi senta tutte le volte che ti vedo soffrire? E da un mese a questa parte che ti vedo soffrire come un dannato. Ogni volta che hai cercato di starmi lontano,ogni volta che a malapena mi degnavi di qualche attenzione,eppure volevo soltanto comprendere quale male ti affligge,se posso alleviarlo in qualche modo,se posso esserti realmente utile in qualcosa. Io mi sento persa...mi sento inutile...mi sento come se il cuore mi scoppiasse nel petto....e tutto questo mi fa soffrire.”

La stava ascoltando e non riuscì a credere a quello che stava sentendo. Piangeva,piangeva in preda ad una tristezza ed un senso di delusione così grandi che non poteva credere che venissero da lei,lei,lei il cui orgoglio era secondo solo al suo,lei che in passato seppe dargli filo da torcere,ora era li,lacrimante e con la voce spezzata dai singhiozzi. Non riusciva a capacitarsi di quella situazione né tanto meno comprendere come fossero giunti a quel punto,l'unica cosa che sapeva e che qualcosa dentro di lui lo spingeva ad agire per interrompere lo scorrere di quelle lacrime,di porre fine a quella tristezza e darle quella calma di cui tanto aveva bisogno.

Scusami....scusami se sono debole,scusami....”

E tra un singhiozzo e l'altro,in una ricerca di perdono che non aveva senso concedere,perché di perdono non c'era bisogno,d'istinto mosse una mano e l'allungo alla ricerca del volto di lei,la vide sfocata ma sapeva bene cosa fossero in grado di fare le sue mani,ora però doveva accertarsi se sapessero fare anche altro. Le portò una mano su una guancia e delicatamente cominciò a strofinargli il pollice sulla pelle morbida e nivea. Toran fu presa di sorpresa e come intontita da quel gesto d'affetto i suoi occhi smisero momentaneamente di bagnarsi e le lacrime si arrestarono seduta stante.

Anche un cieco vedrebbe con chiarezza che non c'è nulla di cui devi scusarti. Sei la donna più forte è leale che io abbia mai conosciuto. Da quando ci siamo rincontrati non hai fatto altro che starmi accanto. Mi hai fatto credere che tu avessi tradito la fiducia degli assassini,quando in realtà eri in combutta con loro per farmi affrontare una prova. Mi hai protetto contro Ezio quando ormai sconfitto ero sul punto di essere trafitto,anche quando di ti avevo allontanato in malo modo,anche quando anche quello scontro si era rivelato una farsa ed io sono rimasto comunque in vita. Hai lasciato che mi stringessi a te quando ero più vulnerabile e debole,ti ho fatto del male,seppur inconsapevole della mia azione mi hai comunque confortato quando non avevo niente a cui aggrapparmi. Mi sei venuta a cercare per prima quando sono corso via in preda alla confusione e tu,mi hai rasserenato.”

Toran non seppe cosa dire,sentirlo parlare così era un occasione più unica che rara. Buona parte del tempo si fermava a comunicare sterili mugugni,qualunque cosa volessero dire,o sbuffi di noia e disinteresse e le poche risposte che dava consistevano in frasi brevi e concise oppure si limitava a dire singole parole. Ma adesso,a sentirlo parlare così era come un sogno che si avverava. Aveva già fantasticato su come potesse essere più garbato e gentile nel parlarle,ma quella dolcezza nelle sue parole,quella grazia nella voce, aveva un non so che di mistico e segreto,quasi proibito. Lui era un duro,un guerriero,l'immagine di come doveva essere un vero uomo,come molti avrebbero affermato. Ma lei si era accorta nel tempo che aveva passato insieme a quell'inuyokai c'era più del guerriero che aveva affrontato e più del volto inespressivo che vedeva la maggior parte delle volte. C'era un essere senziente,dotato di coscienza,emozioni,sensazioni e idee. Era fatto di carne e ossa come tutti gli altri membri della sua razza e di certo era anche più di questo.

Per secoli non mi era mai capitato di avere una connessione così profonda con nessuno all'infuori di me. Sono sempre stato solo,solo io e la mia brama di potere,la sete senza fine che mi dilania e che forse alla quale non troverò mai reale soluzione. E come hai detto tu,sono una spada senza fodero,mi sto arrugginendo e forse la ruggine ha già intaccato questa lama,questa lama che combatte senza un vero scopo e senza un reale obbiettivo da conseguire,se non le mie personali ambizioni. Perciò,se mai dovessi perdermi completamente,se mai non dovessi essere più me stesso,c'è una cosa che vorrei fare ed è da molto tempo che lo voglio fare. Non sono bravo in queste cose è conosco un solo metodo per esprimerlo,il mio...”

Lui le tolse la mano velocemente dalla guancia e gliela portò sul bavero della veste,lo strinse e con forza immediata la spinse a se,verso il suo volto di porcellana e in uno scatto improvviso lui fece una cosa che mai si sarebbe aspettata da lui e soprattutto in quel modo. La baciò. Le sue labbra da guerriero si imposero con forza contro quelle di lei,eppure non lo sentì schiacciarla con forza contro la sua bocca. Era un bacio e passione,ma carico di energia e di una dolcezza inaspettata è il sapore di quelle labbra conquistatrici le parvero un gusto prelibato e regale,come solo la carne di un principe poteva essere. Inizialmente la pantera non seppe reagire a quella conquista,così rapida e possessiva,mai poi diede ascolto ai suoi desideri e lasciò che il suo corpo rispondesse per lei,muovendo la bocca al ritmo lento e leggero del suo amato guerriero,aprendo la strada affinché anche le loro lingue entrassero in contatto,muovendosi come serpenti guizzanti di energia. Nel mentre lei,spinta dall'eccitazione si piegò verso il petto di Sesshomaru appoggiandosi sopra,alzò una gamba e la mise sopra quella distesa di lui,poi si mosse in modo da restare parallela al corpo di lui e gli si mise sopra,ora era lui quello sotto e lei quella sopra. Le mani di Sesshomaru si posarono ai lati del collo di Toran,poi scivolarono lungo le spalle,poi le costole e i fianchi. Mosse le sue dita a malapena contro la pelle di lei,come se fosse fatta di neve e quindi di troppo fragile per toccarla anche col minimo della forza,con artigli intenti ad accarezzare e stuzzicare la carne di lei,più che a trafiggere e squartare,com'erano solitamente abituati. Poi arrivarono alla parte bassa della veste,nella zona del bacino e li tutta ad un tratto Toran si staccò dal bacio appassionato di lui e le sue mani si posarono su quelle di lui.

Mi dispiace,ma non mi sento ancora pronta. Perdonami”

Dopo tutte le fantasie che aveva fatto fino a quel momento,tutta la voglia,tutta l'eccitazione dovuta alla sua immaginazione si dovette scontrare con un fatto che per tutto quel tempo non aveva considerato. Era vergine. Sesshomaru da parte sua non disse nulla,il suo viso non emanava alcuna emozione negativa,né rabbia né delusione,ma solo un accenno silenzioso e un comportamento sicuro da parte dell'inuyokai. Lei aveva intuito che la sicurezza di lui era dovuta ad una certa esperienza in quell'ambito dell'amore,la parte carnale,la parte più vivida e intensa dell'intimità tra due amanti. Lei invece era chiaro che non sapeva niente di quel mondo e le sue reazioni parlavano per lei. Le mancavano la grazia e la tecnica di certe focose e ben più esperte amanti del giovane che aveva di fronte.

Mi hai già dato più di quello che merito. Quando tu sarai pronta,io sarò accanto a te prima ancora che mi conceda tutta la più totale fiducia. Hai il mio rispetto,la mia lealtà è il mio amore,hai tutto di me. Quando vorrai,non prima.”

Lei si rimise a piangere.

Ti ringrazio,amore mio.”

La pantera gli si posò accanto sulle pellicce,gli cinse un braccio attorno alla vita e nel mentre gli poggiò la testa sul petto.

Toran,non vorrai mica dormire insieme a me vero?”,chiese lui preoccupato

Mi pare evidente,ora siamo amanti ho sbaglio?”

E se dovesse ricapitare come l'ultima volta? Sai meglio quale rischio hai corso quella notte,se io...”

Ma lui non fece che sentì il corpo di Toran farsi gelido come la neve. Poi la ragazza sollevò il viso e lo fissò dritto negli occhi.

Se tu dovessi essere di nuovo preda del tuo problema,allora sappi che non esiterò a congelarti.”

A lui parve una risposta degna della donna che aveva conquistato il suo cuore e che tra qualche attimo si sarebbe addormentata attaccata al suo amato. Anche lui in effetti si sentiva stanco e poco alla volta le sue palpebre si fecero più pesanti e il sonno stava per prendere il sopravvento sul corpo e sulla mente.

Temet...nosce.”

Fu l'ultima cosa che disse prima di crollare per colpa del sonno. Parole che non avevano significato per lui e che non sapeva nemmeno se avessero un vero significato. Si addormentò in pace,conscio ormai che la sua attrazione per la ragazza era reciproco e parte di tutta la frustrazione che aveva provato in quel momento,tutto il rancore,il disprezzo,l'indifferenza che lo avevano accompagnato per tutta la vita era sopite,non scomparse,ma calmate da un singolo atto di tenerezza,un raro momento di felicità in una vita piena di emozioni sepolte sotto la dura scorza che si era formata sulla sua personalità ora si era leggermente intenerita. Ora la loro unione era divenuta molto più profonda e assai più gradevole. L'amore aveva fortificato la loro unione.


Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma ho avuto problemi di tempo e inoltre il computer ha pensato bene di esplodere. Ringrazio tutti coloro che seguono ancora questa storia,in particolar modo Bankotsu,sostenitore principale delle mie follie su questo fandom XD.

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Capitolo 9
*** Quel che accade sotto la luna ***


Durante la notte,territori della famiglia Taisho.


L'aria gelida della notte era limpida e frizzante e la luna,pallida luce nell'oscurità,rischiarava il cielo illuminando appena appena il mondo sotto di lei. Da quella terrazza del castello la luna sembrava così grande e tonda che si potevano vedere quegli strani buchi sulla sua superficie,fermandosi a riflettere,come solitamente faceva quando la guardava,si chiedeva se in realtà la luna fosse in realtà un gigantesco sasso che volteggiava nel cielo,in un punto molto distante sopra a tutto quello che c'era al di sotto e sentirla così distante le dava l'impressione che per quanto fosse grande,anche da li,dal castello sospeso nel cielo,fosse in realtà irraggiungibile,anche per lei che poteva fluttuare nell'aria. Seiya stava trascorrendo quel momento di quiete che le piaceva tanto,tra un comando è un altro,tra la gestione del clan e la direzione del castello,ora aveva un po' di tempo tutta per se. Se ne stava in piedi con le mani appoggiate sul parapetto e insieme agli astri notturni dava un occhiata anche alla zona sottostante. La lunga scalinata che conduceva al suo trono scendeva fino alla grande piazza che distingueva il castello della famiglia Taisho da molti altri castelli più tradizionali. La netta distinzione stava nella disposizione degli edifici,sia ad uso civile che a uso militare,nel fare sembrare l'intera area una piccola città fortificata,dando l'impressione a chi la visitava per la prima volta che fosse effettivamente un centro abitato e non una residenza privata per un solo clan. Come se non bastasse il castello si librava nel cielo come se fosse una nuvola e le nubi tutt'attorno la coprivano di un leggera nebbia che circondava tutta la costruzione dando l'impressione che non volesse essere trovata. Quanto tempo era passato ormai? Cinque-sei secoli circa da quando lo aveva visto per la prima volta? Lui,l'unico uomo alla quale si fosse interessata realmente. Lo ricordava ancora il loro primo incontro,lui era un giovane yokai,dalle vesti sporche e strappate in diversi punti ,mentre era intento a togliersi la polvere di dosso dai vestiti con una mano intento a ripulirsi e nell'altra teneva una spada dalla lama piatta e sottile con una grossa sfera di cristallo rosata sul fondo del manico,messo a mo di pomolo. Di lui notò subito i grandi occhi dorati,proprio come i suoi,poi i capelli d'argento legati in una coda,due strisce blu ai lati del volto e quell'espressione fiera sul volto. Lei invece era una giovane dall'apparenza raffinata e aggraziata,ma priva della scaltrezza e della malizia che avrebbe inseguito appreso e padroneggiato con maestria ed efficacia. Ai quei tempi era soltanto una ragazza come tante altre,con tanti sogni da voler realizzare e l'ingenuità di un cuore sincero che non riesce ad essere cinico e malizioso,figurarsi malvagio. Una breve occhiata tra i due e subito l'interesse dell'uno andava diretto verso l'altro,nato forse più per curiosità e che per vera attrazione. Ma neanche il tempo di esprimere una parola che subito comparve un terzo yokai. Anche lui come il primo era giovane,bello e a modo suo affascinante,ma molto più controllato,rigido,composto e con un espressione che trasmetteva una certa sicurezza,i suoi occhi trasmettevano una certa arguzia e il suo sorriso era tipico di quei ragazzi gentili,ma più abituati a stare a contatto coi libri e gli scritti dei sapienti piuttosto che con le persone. Da quel giorno fu l'inizio di una storia che avrebbe scritto un nuovo capitolo nella storia del clan Taisho...un capitolo che però in pochi conoscevano davvero bene e che per il bene di tutti era meglio che restasse nell'ombra. Solo lei,Akira e pochi altri la conoscevano bene ed era meglio così,altrimenti,sarebbe stato un disastro di scala incommensurabile.

Nobile Seiya...Nobile Seiya”

Seiya si ridestò dai suoi pensieri,tornando alla realtà della sua dimora. Si girò di spalle in direzione della voce e si accorse della presenza di una delle servitrici personali,una giovane ragazza vestita di un lungo e raffinato kimono violetto con qualche striscia bianca,a ricordare i colori del clan al quale apparteneva.

Va tutto bene? Vi ho visto qui e....”,chiese la giovane titubante

Sto bene,stavo solo godendo di un momento di solitudine. Ora vai”,rispose la signora madre sbrigativamente,come a volerla scacciare dal suo momento di pace.

La ragazza non osò obiettare e con un inchino di rispetto si allontanò,tornando da dove era giunta. La vide allontanarsi e per qualche secondo restò ferma ad osservare quella servetta in modo astioso,perché l'aveva interrotta in quel suo momento di intimità con i propri ricordi,mentre con la memoria rivangava a se stessa gioie ed emozioni che in passato l'avevano resa davvero felice. Ma poi tornò in se è si rese che quella giovane non aveva fatto nulla di male,se non interessarsi alla sua signora in modo sincero e disinteressato,senza secondi fini. Senza ordire trame oscure,così nere da restare celate sotto la superficie del giudizio delle masse è lei,conosceva bene il dayokai che si intendeva di quelle cose. A un mese dall'attacco al castello di Akira tutte le famiglie nobile avevano riconosciuto il castellano come il difensore non solo del suo maniero,ma anche della salvaguardia delle potenti dinastie presenti alla festa,che durante l'attacco avevano temuto lo sterminio da parte di quegli incappucciati che avevano attacco la magione. La vittoria aveva stabilito la nuova posizione di Akira come uno dei nobili più in vista negli ultimi tempi e nel mese scorso furono in molti a recarsi dal padrone di casa per incontrarlo di persona,stringendo alleanze,accordi territoriali e semplici visite di cortesia,alla quale lui,secondo le voci,non aveva mancato a nessun appuntamento. Nemmeno uno. Ma Seiya conosceva bene la verità degli eventi e la verità era molto più complicata di quella che la maggior parte di quella gente sapeva. Ma era tardi per pensare a quelle cose e perciò decise che era giunto il momento di ritirarsi nelle sue stanze,l'ora era tarda e il sonno stava bussando alle porte delle sue priorità. Meglio andare a dormire. Diede un ultima occhiata a quel piccolo mondo sotto di lei e si diresse verso la parte più interna del castello,passo dopo passo si stava allontanando,anche per quella sera,dai suoi doveri di castellana e concedersi del meritato riposo. Superò il grande trono posto all'esterno superando la prima grande porta all'interno. Una volta dentro i corridoi li percorse girando di tanto in tanto mentre la lunga e regale veste strisciava contro il pavimento di legno e le serve che trovava sul suo cammino,intente a finire gli ultimi compiti da sbrigare si spostavano di lato e tutte chinavano la testa in segno di timoroso rispetto e lei degnava loro a malapena uno sguardo,giusto a far capire che le teneva in considerazione della loro presenza,mantenendo così un approccio sofisticato e distaccato. Proprio come conveniva ad una signora. Passò ancora per un pezzo di corridoio,giunta a qualche metro dalla porta delle sue stanze guardò per un attimo un frangente di muro dalla quale era forzatamente costretta a passare per giungere alla camera da letto. All'apparenza un muro come tanti altri,dalla tinta pallida,dall'aspetto anonimo e insignificante per la maggior parte delle persone. Ma non per lei,lei ricordava ancora quando una notte,mentre suo marito era lontano per andare a trovare un alleato durante una disputa territoriale lei si era trovata da sola e prima di andare a coricarsi decise di andare a trovare suo figlio. Poi,mentre si dirigeva nelle stanze di Sesshomaru lo vide in piedi,girato verso il muro,con in mano un pennello e per terra un grosso recipiente per l'inchiostro. Era intento a scrivere sul muro e normalmente come ogni altra madre lo stava per rimproverare,ma quando si avvicinò a lui si accorse di qualcosa di inquietante. Lo sguardo del bambino era completamente assente e la mano che teneva il pennello si muoveva come mossa da una volontà estranea alla sua. Da quella notte si accorse che l'incubo che aveva affrontato quel giorno non se ne era andato con il termine di quel misterioso evento. Si riprese da quello spiacevole ricordo per nulla intenzionata a continuare a indagare in quei dettagli raccapriccianti,come faceva molte volte che passava di li quando altri non erano in giro e torno a muoversi senza tornare a quella vicenda,almeno per quella sera decisa a prendersi il suo meritato riposo. Giunse all'ingresso della porta,fece scorrere il pannello di carta e si ritrovò nelle sue stanze,che contenevano:due vasi ornamentali con all'interno due piccoli bonsai ,un paravento di carta per quando si cambiava d'abito, un ampio armadio a muro a due ante,un dipinto su carta con inchiostro rappresentante un paesaggio collinare poggiato su un basso tavolino in legno laccato,(che era un regalo da parte di Myoga,il piccolo yokai pulce, per commemorare il primo anno di matrimonio dei coniugi Taisho,tavolino compreso) e un largo futon per due persone. Andò dietro il paravento si tolse i suoi abiti e li poggiò con cura per terra,ma non la collana,la pietra meido,quella venne posta con cura in un piccolo bauletto,dove veniva riposta ogni sera e ripresa ad ogni mattina. Si spogliò e si accorse di come il suo corpo,nonostante l'età era ancora una bella donna. Il suo corpo era rimasto magro nonostante la gravidanza e la sua pelle non mostrava alcun segno del tempo o delle fatiche,non fisiche quanto più dovute al suo ruolo,che non avevano intaccato la sua armonica bellezza. Si guardò un attimo e sorrise al ricordo di Inutaisho, ma per lei era solo Toga, il suo vero nome che usava solo lei per riferirsi a lui. Ricordava ancora quando i primi secoli di matrimonio erano una coppia felice. Erano giovani,energici,sicuri delle loro possibilità e del loro futuro insieme, poi c'era l'amore,puro,vero,senza troppi riti e regole di comportamento,suo marito di certo non faceva nulla per rispettarle. Troppo noiose e antiquate come diceva lui. Quanto gli mancava quella spensieratezza,quella felicità che tanto li aveva uniti e gli aveva permesso insieme di crescere un figlio forte,bello,audace.... e anormale. A quell'ultimo pensiero fece scendere una mano verso il ventre e li,in quel punto ebbe di nuovo la sensazione di quando era gravida e aspettava il loro erede. Poi,col tempo la felicità svanì lentamente e al suo posto vennero i dubbi,le incertezze,le preoccupazioni e le ansie. Troppi problemi,ai problemi seguirono i segreti e con i segreti il loro amore finì,lasciando solo il vuoto e un senso di abbandono in una famiglia che aveva avuto un solo testimone,sempre presente quando chiamato,sempre disponibile quando c'era bisogno di lui...sempre a osservare e a pensare,sopratutto pensare,con la sua mente sempre attiva,sempre pronto a teorizzare,concepire,concettualizzare e analizzare quando aveva l'occasione di imparare e assorbire nuove nozioni. Akira. Si vestì con una semplice veste bianca per la notte e si coricò nel futon,nel lato sinistro dov'era solita distendersi per dormire, a fianco del defunto marito e mai si era permessa di dormire dall'altra parte,anche solo per errore sfiorare l'altra metà,se non per toccare di tanto in tanto il suo posto. Chissà cosa avrebbe fatto lui al suo posto con Akira. Già,Akira, da quando era tornata a trovarla,poco prima dell'annuncio della festa aveva ricevuto un messaggio da parte di uno sconosciuto e che gli era stata recapitata da un messaggero e prendendola senza curarsene troppo si accorse subito del simbolo sul sigillo del foglio e quando lo vide il suo sguardo,da calmo e piatto li sgranò completamente. Poche cose erano in grado di far venire i brividi a una donna come lei e quella croce che lei conosceva molto bene marchiava la lettera e sapeva bene chi l'aveva mandata. Aspettò che non ci fosse nessuno attorno a lei ruppe il sigillo e si mise a leggere. Ricordava ancora quali parole erano state scritte,prima ancora che la stracciasse in preda all'ira.


Salve Seiya,buongiorno,come state? Francamente spero bene data la gestione del clan e di tutte le tue preoccupazioni che possono compromettere la serenità di una castellana,oltre che reggente del posto vacante lasciato da vostro marito alla guida del clan e che vostro figlio è incaricato di occupare. Sono tornato da un anno da un lungo viaggio che mi ha tenuto lontano dal Giappone e preda dei miei doveri e delle mie ricerche solo ora mi rendo conto che non sono conosciuto come credevo dalla scena politica e sociale tra gli yokai e perciò,sto organizzando un ricevimento nei miei territori nelle terre dell'ovest,alla quale tutti i clan più importanti sono gentilmente invitati a partecipare a questo lieto evento. Ovviamente gradirei la vostra partecipazione e in particolar modo quella di vostro figlio,ospite necessario, addirittura di vitale importanza, affinché la festa assuma il suo vero significato. Per quanto riguarda il Signor Sesshomaru non preoccupatevi per lui,mi sono già abilitato affinché io possa ottenere la sua attenzione e quando avverrà farò in modo che non gli sia fatto alcun male, dopotutto,non possiamo permetterci che il nostro duro lavoro vada sprecato così facilmente. Aspetto con ansia il manifestarsi di risultati più che soddisfacenti. A presto.”


Akira,il solo pensare a quel diabolico essere la fece ribollire di rabbia come solo lui sapeva fare. Quando si trattava di avversari politici e trattative delicate Seiya sapeva esattamente come comportarsi,quali parole usare e quali atteggiamenti assumere. Un pizzico di vanità quando aveva a che fare con persone inferiori al suo rango,un minimo di gentilezza verso gli alleati storici della famiglia e quando serviva,uno sguardo feroce contro coloro che minacciavano la sicurezza della sua casa,come le era già capitato in passato durante le assenze di suo marito. Aveva imparato che le parole,nel luogo e nel momento opportuno potevano avere più effetto di una testa recisa o di un castello nemico raso al suolo. Entrare nella testa dei suoi nemici e comprendere quali fossero i loro punti di forza e i loro punti deboli e questo gli riusciva molto bene,anche perché suo marito era un uomo fin troppo schietto e diretto con le sue intenzioni e questo tratto lo aveva passato anche al suo primogenito. Ma con Akira invece era tutta un altra storia. Più e più volte aveva cercato di comprendere come funzionasse la mentalità di Akira,saper leggere nelle sue emozioni e usarli a suo vantaggio quando la situazione lo richiedeva. Ma per quanto si fosse sforzata di comprenderlo in tutti quei secoli di mutua conoscenza lei ancora non capiva cosa ci fosse nel maestro templare che non riusciva a comprendere. Il suo atteggiamento tipico era quello di un individuo calmo e composto,una vera statua in quanto a espressività. Si limitava a sorridere o a mantenere un espressione neutra,che non fosse annoiata o disgustata,arrabbiata o accigliata. Niente,solo quel volto che si imponeva di restare impassibile e di non muovere mai un muscolo che non fosse quello delle labbra e piegarle al massimo in un sorriso appena accennato. Un autentica maschera. Per questo non riusciva mai a comprendere come batterlo in astuzia,come superarlo o metterlo alle strette,come lui faceva con lei. Cosa fare contro quell'uomo? Voleva suo figlio,voleva Sesshomaru e lei lo sapeva bene poiché sapeva cosa Akira volesse fare di Sesshomaru. Per questo lo aveva tenuto lontano da se ,per questo lo aveva amato a distanza. Presente,ma mai raggiungibile per lei. Quale mostro costringe una madre a trattare suo figlio con distacco per paura che il loro legame potesse rischiare di diventare nocivo,per l'esistenza dell'unica creatura che è stata ospite del suo grembo? Sarà stato un bambino strano,a volte accettabile,altre volte inquietante e altre volte da far spavento. Ma era pur sempre suo figlio e lo aveva amato, o meglio, lo avevano amato in due maniere diverse,ma entrambe a garantire che stesse bene. Forse questo aveva determinato la fine del loro rapporto come marito e moglie. Guardava il soffitto nel tentativo di scacciare tutti quei pensieri,quel che è fatto e fatto e nella sua condizione non avrebbe potuto fare di meglio,ma era quello che sarebbe potuto arrivare a preoccuparla.

Meglio dormire,ora come pensare a queste cose non serve a niente.”,disse a se stessa,con il suono della voce che penetrava il silenzio della camera dei regnanti, o meglio,della regnante.

La stanchezza,sia fisica che mentale si fece sentire più forte di prima e prima di addormentarsi,mosse la mano sotto le coperte e toccare con la punta degli artigli la parte del futon dove suo marito si coricava per poi ritrarla lentamente,prima che la mente tornasse a giorni più lieti e che a pensarci adesso avrebbe solo sofferto. La notte stava passando tranquilla e la sua mente era di nuovo in pace. Nel sonno la sua mente tornò indietro nella memoria,prima di quella storia,prima di Sesshomaru,ancora prima di Toga,il suo Toga. Tornò ad un periodo della sua vita ben più indietro di quello,in un altro,in un altra terra. Lei,giovane bambina intenta a giocare in un piccolo edificio legno,non ricordava bene i dettagli del posto,ma ricordava la presenza di tante tende bianche,di soldati che indossavano armature scintillanti,così diverse dalla terra che tanto conosceva e quel bruco verde che gli piaceva osservare mentre si spostava sui lunghi fili d'erba a ridosso di quello che sembrava un accampamento militare e poi,mentre osservava quel piccolo insetto grassoccio,vide dietro di esso la forma di due grossi stivali di cuoio marroni,vecchi e consumati,con due parastinchi di metallo posti sopra le tibie. Alzò la testa lentamente e in quel momento l'immagine dell'uomo parve indefinita come i ricordi della sua infanzia. Ma ricordava quasi bene la spada corta che gli pendeva sul fianco destro,dritta e tozza. Il corpo,massiccio e muscoloso,con braccia così grosse da spezzare il collo di un toro senza il minimo sforzo e in una mano reggeva un elmo metallico,con un vistoso pennacchio rosso orizzontale. L'uomo allungò una mano per prenderla e a quel punto Seiya,riaprì gli occhi. Spalancò gli occhi come in preda ad un improvvisa preoccupazione. Non aveva idea di quanto aveva dormito e la luna in cielo era ancora presente,molto probabilmente era notte inoltrata. Si alzò e andò a controllare la pietra meido che aveva messo da parte,aprì il cofanetto e osservò la superficie della pietra. Niente di strano,il colore era rimasto sul nero e portando una mano sul cuore tirò un respiro di sollievo. Non era il tipo di donna che si preoccupava per un cosa da niente e quando vide che la pietra era rimasto lo stesso era tornata in pace con la sua ansia improvvisa. Per fortuna non era successo nulla. Eppure,il bisogno di controllare di persona che fosse tutto a posto era forte,ma seppe controllare le sue paranoie e decise di tornare a letto,nella speranza che il sonno potesse tornare a svolgere regolarmente il suo compito. Si rimise a letto e con la testa sopra il cuscino prese la saggia e salutare decisione di tornare a dormire. Non sarebbe andata a controllare quel luogo,non a quell'ora,avrebbe destato troppi sospetti per chi si trovava ancora in giro,come le guardie del castello è gli yokai notturni che giravano ancora per la parte bassa della corte,tra cui emissari e visitatori di vario genere. Se mai l'avessero vista girovagare senza una buona spiegazione nel castello non avrebbe saputo cosa dire,certo avrebbe potuto cacciare i ficcanaso e ordinargli di andarsene se ci teneva alla vita,ma anche così le voci giravano e i pettegoli avrebbero potuto dire qualunque cosa. C'era sempre l'omicidio,ma i cadaveri lasciano segni e tendono a creare problemi più che a risolverli in quel caso. No,sarebbe rimasta nelle sue stanze,dove sapeva che se non avesse fatto nulla di stupido nulla di stupido sarebbe potuto accadere. Una soluzione logica e razionale,quelle che piacevano a lei...ed Akira,purtroppo. Avrebbe aspettato il momento giusto per andare in quel posto,come sempre del resto,per non attirare attenzioni indesiderate e poi,a dirla tutta,chi mai dopo tanto tempo,si sarebbe dato la pena per cercare quell'individuo?


In quello stesso istante,da qualche nel Giappone centrale.


A CUCCIA”.

Un tonfo di grande potenza si fece udire nei dintorni del piccolo accampamento provvisorio,dove Inuyasha e i vecchi compagni di viaggio erano ripartiti ancora una volta all'avventura,non più alla ricerca della sfera dei quattro spiriti,ma per gli ultimi avvenimenti che stavano accadendo un po' in tutto il paese. Da un mese a quella parte pareva che molto villaggi in tutto il paese,com'era accaduto un po' di tempo fa in quel villaggio nelle terre di Musashi, dove un capo brigante avesse preso in ostaggio un villaggio per un qualche motivo che non avevano ben compreso. Si ricordavano ancora dell'arrivo di quello strano personaggio,Ezio Auditore da...qualche parte nel mondo, non ricordavano più bene da dove aveva detto di venire. Però ricordavano ancora di cosa aveva parlato quel giorno nella casa della vecchia Kaede. Templari,così li aveva chiamati. Kagome, nonostante venisse dal futuro era abbastanza afferrata nella storia del suo paese,ma per quanto riguardava la storia del genere umano in generale non era molto afferrata. Sapeva che i templari erano un gruppo di cavalieri esistito durante il medioevo in Europa,ma a parte qualche sporadica informazione sapeva ben poco a riguardo. Quello ché però sapeva e che Inuyasha,suo marito e suo fedele compagno per la vita non accennava a perdere delle vecchie e brutte abitudini.

Kagome...”,disse Inuyasha schiantato al suolo per l'ennesima volta,mentre reggeva in mano un bastoncino con sopra un pezzo di coniglio.

Ancora con questa storia Inuyasha? Quando ti deciderai a crescere razza di stupido? Shippo è un bambino mentre tu sei più grande di lui. Vedi di darci un taglio con questa storia.”

Il giovane hanyou si stava rimettendo in piedi e con il solito tono aggressivo rispose a tono contro la sua persecutrice,come la definiva lui quando lo trattava in quel modo.

Quel pezzo di carne era il mio,l'ho visto prima io,l'ho preso prima di lui e quindi mi appartiene.”

E da quando c'è scritto il tuo nome sulle che addenti?”

Tu non fai altro che difenderlo,poi ci credo che resta ancora un moccioso senza un briciolo di forza. Lo difendi troppo,facendo così non crescerà mai.”

Infatti abbiamo qui un ottimo esempio.”

Su su state calmi,tanto rumore solo per un po' di coniglio. Su Inuyasha si quello maturo in questa situazione e dai a Shippo quello che vuole.”

Era Miroku ad essersi intromesso in quella situazione,come faceva spesso d'altronde. Era la voce della ragione,il monaco calmo e comprensivo,ma non così puro e distaccato come voleva la sua religione,ma comunque, sapeva essere più saggio e coscienzioso della maggior parte delle persone della sua età,anche se era ben lontano dall'aver raggiunto l'illuminazione. Anche perché con un gruppo simile il raggiungimento del Nirvana era ben lontano.

Ecco l'hai sentita? Su Inuyasha dammelo,io sono piccolo e devo ancora crescere. Quindi...DAMMELO.”

Il piccolo Shippo,che era rimasto piccolo,spiccò un salto di tutto rispetto contro quello che effettivamente era da sempre considerato un nemico,specie nei momenti più bambineschi e infantili,in questo caso per del cibo in più,come accadeva molto spesso. Il piccolo Kitsune provò ad addentare il pezzo di coniglio,ma Inuyasha impiegò un niente a schivare il suo avversario,se così lo poteva definire. Ma proprio quando Kagome stava per attivare nuovamente il potere del collare,si sentì all'improvviso una strana risata. Una risata acuta e ripetuta più e più volte,eppure c'era qualcosa di strano e familiare in quella voce,capirono tutti che non aveva nulla di umano ma solo in un qualche modo sentiva di riconoscerla,ma non ricordava bene dove.

Che succede?”,chise Miroku alzandosi e impugnando il suo bastone cerimoniale.

Non percepisco nessun aura maligna,Kagome riesci a capire cos'è?”,chiese Inuyasha mentre teneva la mano sul manico di Tessaiga,pronta ad estrarla al minimo cenno di attacco.

No,qualunque cosa sia non riesco a capire cosa possa essere.”,disse Kagome mentre si guardava attorno alla ricerca di un qualsiasi indizio che l'aiutasse a capire meglio cosa stesse succedendo.”

Si misero tutti vicino coprendosi le spalle a vicenda e facendo scattare gli occhi in qualunque direzione,ma niente. Erano solo loro quattro a difendere la loro postazione,mentre Sango,insieme a Kirara erano partiti in perlustrazione per controllare se la zona fosse al sicuro,cosa che faceva sempre prima di preparare il gruppo per la notte e non dover fare turni di guardia per la notte. C'erano solo loro e non avevano idea di cosa ci fosse attorno a loro,nemmeno Inuyasha,con la sua vista e il suo fiuto riusciva a capire cosa fosse e a cosa appartenesse quel verso che di sicuro non aveva mai sentito prima in tutta la sua longeva vita. Poi li vide,due puntini lucenti in mezzo al buio,forse due occhi. Che fosse un animale? Con un verso simile ad una risata? Non sapeva cosa pensare di tutta quella faccenda.

State pronti a combattere,qualunque cosa sia non sembra avere buone intenzioni.”,disse Inuyasha mentre si metteva a fianco di Kagome. Ognuno si preparò al combattimento,anche Shippo,per quanto fosse più spaventato che coraggioso e l'avvicinarsi a gli altri erano un modo per avere una maggior difesa in caso di attacchi esterni,cosa che temeva sarebbe accaduto molto presto. Il suono di un veloce scatto nell'erba della radura fu di breve durata ma significativa,perché compreso subito l'imminenza di un attacco frontale proveniente dalla creatura non identificata,che apparve con la velocità del lampo e la leggerezza di una piuma. Le strane risate smisero e al loro posto qualcosa di molto veloce comparve alla luce del fuoco,per un solo istante,ma lo videro. Un umanoide,con la pelle scura attaccò a testa bassa con quelle che sembravano delle piccole armi ricurve,una per ogni mano. Ma non ebbero tempo di soffermarsi sui dettagli che l'essere attaccò,sferrando due fendenti che andarono dall'alto verso il basso diretti contro l'hanyou. Ma quest'ultimo fu veloce a rispondere e quando estrasse Tessaiga le due armi fallirono nel loro intento e la gigantesca lama fece appena in tempo a fare da scudo alle due strane armi e per risposta Inuyasha rispose con un fendente orizzontale,ma ancora prima di cantare vittoria l'essere si piegò sulla schiena evitando appena in tempo la grande spada. Si riprese in meno di un battito di ciglia e subito decise di attaccare nuovamente,ma venne subito distratto da Kagome e da Miroku,con la prima che gli scoccò un freccia contro e il secondo che indentava colpirlo con la lama del cerchio inanellato posto sulla cima del bastone. Ma l'umanoide dalla pelle scura si mosse prima ancora di essere colpito,schivando la freccia scartando di lato la freccia appena in tempo per non essere colpito e deviando con una delle due lame il bastone e cercando di colpire Miroku al volto,ma fu interrotto da Inuyasha,che con un altro fendente tentò di finire l'aggressore,fallendo,ma salvando in tempo il giovane monaco. L'aggressore saltò indietro ad una distanza di una decina di passi ed ora che era fermo poterono vedere attentamente chi fosse in realtà la strana creatura. Un umano,alto e muscoloso,ma con la pelle molto scura,calvo,con solo un gonnellino verde che si fermava poco sopra il ginocchio ornato con dettagli geometrici neri. Restava in piedi su di una gamba sopra e l'altra piegata,sollevata dal suolo. Le due armi che reggeva consisteva in due piccoli manici attaccate a delle lame ricurve,col bordo affilato piegato verso l'interno,dando l'oro quasi l'aspetto di due piccole mezzelune.

Ma che razza di creatura? Sembra umana,ma la sua pelle e marrone.”,chiese Inuyasha incredulo a quello che stava osservando.

Se fosse umano non né ho mai visto uno simile. Ma il fatto che non abbiamo percepito la sua presenza è veramente sospetto. Forse è un tipo di yokai sconosciuto,ma non ne sarei così certo”,disse Miroku continuando a fare le sue congetture. Kagome invece restava in silenzio continuando a osservare l'umano,ho almeno così appariva,con sguardo stupito,mentre il dubbio già l'assaliva. Se quell'essere assomigliava ad umano, e forse lo era, ma con la pelle scura e quell'aspetto inconfondibile c'era una sola soluzione a quel dilemma. Quando ancora viveva nella sua epoca,di tanto in tanto,non era raro che lei avesse già visto individui simili,sui libri di storia e di geografia o alla televisione, nei sporadici documentari sulla natura,dove grandi distese d'erba,dove animali come elefanti,zebre,leoni....iene. Si,ecco cos'era quel verso a lei così familiare,chi del suo tempo non avrebbe mai riconosciuto il verso di una iena? Che lo si fosse sentito alla televisione in un documentario sugli animali oppure allo zoo,lei sapeva esattamente cos'era quel verso e ora che lo aveva ricordato sentiva un freddo brivido scenderle lungo la schiena.

Non può essere...quello è un africano.”,disse Kagome incredula.

Lo aveva detto,un africano,li davanti a loro,in Giappone. Cosa diavolo ci faceva in Giappone un individuo originario da un terra lontana a più di mille miglia dall'estremo oriente? Ma non fece in tempo a cercare la risposta che altre versi riecheggiarono nel buio della notte. Altre risate provenienti dal buio e questa volta giunsero a fianco dello scuro straniero due iene dalla stazza anormale,grosse quanto un cavallo,dalla pelliccia marroncina a macchie nere e possenti denti in grado di spezzare le ossa di un elefante adulto come se fossero ramoscelli. All'infuori di Kagome però tutti gli altri vedevano solo quelli che sembravano due grossi cani dal collo troppo lungo e le gambe posteriori troppo corte. Gli parvero in un qualche modo deformi e abbastanza brutti da vedere. Che cosa fossero quelle creature non n'è avevano la minima idea,ma qualunque cosa fossero non sembravano avere delle buone intenzioni. Entrambe le parti si prepararono a riprendere lo scontro e questa volta il loro aggressore aveva chiamato i rinforzi. Chi era e perché li aveva attaccati? L'unica certezza era che quella notte non sarebbe passata tanto velocemente. Un nuovo nemico era giunto dal buio e le bestie ridevano nel loro strano verso derisorio. Nessun riposo, solo violenza.

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Capitolo 10
*** Notte violenta ***


Notte fonde,luna chiara,cielo rado e il freddo della sera. Li in alto,a un centinaio di metri dal suolo,Sango perlustrava il cielo in groppa a Kirara,fedele nekomata che l'accompagnava da tutta una vita. Non era raro che fosse lei a prendere l'iniziativa di andare in perlustrazione per qualche ora e poi tornare dal gruppo col maggior numero di informazioni possibili sul luogo visitato,le condizioni del territorio e il numero e la tipologia esatte di creature che abitavano il luogo,fossero anche umani,animali,yokai e quant'altro. All'inizio,come tutte le volte,faceva un giro ampio,tanto da coprire un area di volo di almeno dieci chilometri,facili da percorrere in sella alla nekomata volante. Poi restringeva l'area di altri due chilometri nei prossimi venti minuti,poi ancora due,altri due e così via finché non si riteneva soddisfatta del controllo effettuato. Erano passati poco più di quaranta di minuti da quando aveva lasciato il gruppo per uscire in coppia con Kirara,quando ad un certo punto nel mezzo del cielo si accorge di uno stormo di uccelli,facilmente visibili anche per il fatto di avere la luna in controluce a distinguerne la forma nel buio. Le erano molto vicino il linea d'aria,cento-centocinquanta metri più meno per l'occhio esperto della giovane Tajiya,nulla di strano quindi. Se non fosse che questo stormo lasciava una scia luminescente che non riusciva a definire bene e perciò decise di avvinarsi,allacciando con presa salda la maschera di protezione per evitare di inalare sostanze tossiche o esalazioni velenose di ogni sorta e si avvicinò alla strana presenza volante,indicando alla nekomata di avvicinarsi lentamente. Avvicinatasi di più vide con chiarezza l'aspetto dei tantissimi uccelli,che era la prima volta che notava lo strano aspetto. Avevano un ampia apertura alare,un folto piumaggio grigiastro e lunghi colli glabri con teste calve e piccoli becchi nere e appuntiti. I più brutti uccelli che avesse mai visto. In realtà non li aveva mai visti,nè mai sentito voci o leggende di sorta su delle creature simili,forse appartenevano a qualche specie di yokai ma non credeva fosse il loro caso. C'era da dire che però non sembravano uccelli normali,la cosa era sospetta. Ma proprio quando si stava ponendo domande sulla questione vide con la coda dell'occhio una sagoma separarsi dallo stormo e venirle incontro a grande velocità,mettendola subito sull'attenti.

Kirara,indietro.”,disse lei rapidamente.

La nekomata eseguì l'ordine e con precisione millimetrica schivò quello che in tutto e per tutto parve un assalto in piena regola. Lo vide appena,ma poteva giurare a se stessa che tra i tanti uccelli li presenti quello che l'aveva aggredita era il più grosso ed era due volte la stazza di kirara e due volte il corpo dell'uccello gigante. Ma più sorprendentemente c'era un altra creatura,sembrava un grosso umano dalla pelle molto scura e indossa solo un gonnellino viola.

Ma cosa....un umano? No non può essere.”,disse lei perplessa.

Lo aveva visto solo per un attimo,ma l'oscuro figuro sembrava un umano in tutto e per tutto e non emanava alcun tipo di aura maligna. Ma allora,se era veramente un umano,nonostante quelle caratteristiche così bizzarre chi poteva mai essere? Da dove veniva? E perché l'aveva aggredita? Non c''era tempo per poter cercare delle risposte,quello era il momento di rispondere all'attacco. La Tajiya chiese a Kirara di scattare in avanti in direzione di quell'individuo e il grande felino rispose con una carica a testa bassa,mentre la ragazza impugnò saldamente il suo grande Hiraikotsu,quella gigantesca arma da lancio che solo lei sapeva utilizzare con assoluta maestria,dato che solo lei lo possedeva nell'intero Giappone,per quello che ne sapeva almeno. Portò la grande arma sopra la testa ,la fece girare sopra la testa e poi la scagliò con una tale forza che nessuno normalmente non sarebbe appartenuto ad una ragazza con un aspetto così fine e delicato,quando in realtà avrebbe potuto stendere uomini e bestie quattro volte più grandi di lei. L'arma volò in direzione del suo aggressore come dotata di vita propria,mentre la forza distribuita dal braccio di Sango al suo Hiraikotsu faceva roteare la grande arma su se stessa innumerevoli volte,dando così potenza e distanza nello slanciò della stessa. L'arma fu vicina al bersaglio e sembrò impossibile che potesse mancare il colpo.

Preso.”,esultò la ragazza in preda alla soddisfazione.

Infatti fu preso,ma non come se l'era aspettato. Perché lo scuro umano non aveva evitato il colpo,ma aveva fermato l'arma in arrivo,lanciandogli contro qualcosa di simile ad un bastone di legno,ma lungo e spesso,dall'aspetto non si sarebbe detto un arma pesante,ma lo era stato abbastanza da far deviare la traiettoria di Hiraikotsu. Subito il bastone rimbalzò indietro come se fosse dotato di vita propria e tornò nella mano del suo proprietario. L'uomo se ne stava perfettamente in piedi sul grosso uccello dalla testa calva mentre faceva roteare sopra la testa,alzando lo sguardo verso il cielo e urlando parole in una lingua che non riconosceva e subito dopo l'intero stormo si mosse inaspettatamente,investendo con la loro presenza sia Sango che l'umano dalla pelle scura,avvolgendoli in quella nube di piume e becchi,facendoli scomparire alla vista di chiunque fosse li potesse vedere.


In quello stesso istante,nella stessa zona.


Ridevano,quelle due grosse bestiacce ridevano. Alle orecchie di Inuyasha,Miroku e Shippo parvero grosso e sguaiate risate malefiche. Solo Kagome sapeva che questo era il verso naturale delle iene,quegli strani,feroci e tenaci mammiferi erano normalmente abituati a impossessarsi di cadaveri uccisi da altri animi e che poi rivendicavano come loro. Ma la verità era di fronte ai suoi occhi ed era chiaro che quelle due bestie non avevano l'atteggiamento di chi si accontenta di mangiare carcasse e poi di fuggire al primo segnale di pericolo. Il verso sembrava una risata ma non avevano nulla da ridere,sempre che ne fossero in grado,con quelle zanne che avrebbero incuto timore anche al lupo più coraggioso. L'africano invece sembrava emotivamente assente e il suo volto non mostrava la ben che minima preoccupazione o ferocia,per Kagome era inespressivo come quelle maschere africane dai volti poco chiari e incomprensibili. Solo le lame ricurve che teneva nelle mani mostravano il suo intento omicida. Non sapevano cosa volesse da loro,ne chi fosse e perché li stesse attaccando, ma una cosa era chiara. Se credeva che quella notte sarebbe riuscito nei suoi oscuri intenti non gliela avrebbero permesso.

Di un po' dannato,credi sul serio che tu e questi brutti cani possiate farci qualcosa? Non so chi tu sia ma preparati a prendere una brutta batosta.”,disse Inuyasha sprezzante,mentre scattò in avanti nel suo tipico stile,aggressivo e irruento,come piaceva a lui. Fu così che lo scontro riprese. L'hanyou fu il primo ad attaccare,facendo da testa di ponte per il resto del gruppo. Kagome invece,con la freccia già incoccata mirò direttamente ad una delle iene giganti mentre Miroku tirava fuori dalla veste monacale diversi sutra carichi di energia purificatrice e tenendoli in mano,nel caso l'uomo o una delle bestie avesse cercato di attaccare lui o Kagome,dato che Inuyasha era abbastanza forte da potercela fare anche da solo in uno scontro uno contro uno. Ma la risposta quella controffensiva non tardò ad arrivare. Nel mentre i tre del gruppo che potevano combattere il piccolo Shippo restava in disparte,una delle iene fece per correre verso Kagome,mentre l'altra si mosse verso Miroku e l'uomo invece scattò in direzione di Inuyasha privo di alcuna esitazione. Kagome non esitò a scoccare la freccia,carica di energia spirituale,verso la iena che le stava correndo contro. Il colpo partì e l'aura che circondava la freccia era terribilmente forte,il colpo sarebbe andato a segno. Ma proprio quando la punta stava per raggiungere il corpo dell'enorme iena l'africano balzò nel mezzo del colpo con un singola spinta delle gambe e con una delle lame spezzò l'asticella di legno con precisione eccezionale,giusto un attimo prima che la bestia venisse colpita. All'improvviso la iena e l'uomo cambiarono ruoli,con lui che correva verso la giovane Miko e la iena che cambiò direzione,pronto ad azzannare l'hanyou. Erano stati velocissimi a scambiare i bersagli,mostrando una velocità e una coordinazione tali da far impallidire persino il gioco di squadra di molti yokai abituati ad attaccare in gruppo. Mai vista un abilità di gruppo così efficacie,forse nemmeno i lupi di Koga non sarebbe riusciti a fare altrettanto.

Attento Inuyasha.”,urlò Kagome in preda alla sorpresa del momento.

Inuyasha non fece in tempo a rispondere alla compagna che la iena gli fu subito addosso,nonostante la mole che a prima vista la rendeva goffa e lenta,in realtà si era dimostrata fin troppo veloce,a tal punto che Inuyasha fu colto alla sprovvista e ricevette un morse all'altezza della spalla destra,bloccandogli così il braccio per poter usare Tessaiga,che divenne inutile dato che non poteva essere mossa. I denti aveva affondato nella carne e i denti della iena era risultati molto dolorosi,anche in confronto a molti altri yokai che avevano dentature molto simili. Ma Inuyasha non era il tipo che si faceva sconfiggere per così poco e rispose subito alla stessa identica maniera. Forse in preda al suo lato canino,o forse solo per mostrare chi due due era il più forte, aprì la bocca più ampiamente che poteva e in gesto improvviso abbatté le proprie zanne sul muso della bestia,che affondarono nella carne e nelle ossa quasi senza difficoltà,infliggendo seri danni a muscoli ed ossa del punto colpito. Aveva fatto capire a quell'animale troppo cresciuto chi dei due avesse il morso più potente e la iena di certo non lo avrebbe dimenticato tanto facilmente. In preda al dolore la iena lasciò la presa sulla spalla dell'hanyou nel tentativo di allontanarsi e Inuyasha,intenzionato ad usare la sua spada lasciò la presa sulla bestia riottenendo così lo spazio necessario per poter utilizzare Tessaiga in tutta la sua lunghezza. Kagome provò a colpire più e più volte il combattente d'ebano al meglio della sua abilità,ma la prontezza con la quale schiava o colpiva le frecce per tempo con le sue armi aveva dell'incredibile. Al suo attuale livello di abilità con l'arco e la sua potenza spirituale erano molto grandi anche per la sua giovane età,eppure,quell'uomo riusciva a muoversi e difendersi al tempo stesso senza perdere velocità o lasciando punti scoperti nella sua difesa mobile,tentando allo stesso tempo di accorciare la distanza tra di loro e sfruttare la velocità per annullare il vantaggio della distanza dovuta all'arco. Scattò in avanti veloce come il vento evitando al contempo le frecce della ragazza,che a prima vista pareva indifesa,come una gazzella distratta intenta a brucare l'erba e lui,con la rapidità e la ferocia di un leone non esitò a balzare,accumulando energia nelle gambe lunghe ed potenti in un salto portato molto sul lungo e poco sull'alto,lanciandosi in punta di piedi per acquisire maggiore distanza nel salto implementando tutta l'energia che aveva accumulato nella corsa,portando ad entrambi i lati del corpo un arma,nel tentativo di compiere due attacchi simultanei. Giunto all'altezza e alla distanza desiderata mosse i due colpi a mezz'aria,a distanza di pochi metri dalla ragazza,falciando l'aria con entrambe le lame ricurve,dalla quale vennero emesse due linee curve di pura energia scagliandole verso la giovane sacerdotessa. Ma la ragazza prontamente poso il suo arco di fronte a se e recitando una breve formula fece comparire una piccolo barriera attorno a lei,che la protesse per tempo dall'attacco magico inatteso. Anche quell'umano era in possesso di doti sovrannaturali. Ma proprio quando l'attacco sembrava perdere la propria spinta iniziale,ecco che subito l'africano tornò ad attaccare,direzionandosi sempre contro Kagome e questa volta puntando direttamente al combattimento ravvicinato. Scendendo di nuovo a terra Niyembe scattò nuovamente in avanti e quando vide Kagome incoccare di nuovo prese a saltare a zig zag in maniera apparentemente casuale,come una gazzella che salta il più in alto possibile quando sa che un predatore sta cercando di afferrarla. Ma in questo caso il suo saltare consisteva nel far perdere la mira alla ragazza,che stava cercando di puntarlo il più precisamente possibile,ma senza troppo successo,visto come si muoveva davanti a lei e senza contare della sicurezza che l'arco le trasmetteva,non solo perché in esso era custodito il suo potere,ma anche perché esso gli permetteva di combattere a distanza di sicurezza,cosa che da sempre l'aveva contraddistinta nei combattimenti insieme al gruppo. Ma con un avversario del genere dovere scoccare in continuazione solo per poter sprecare frecce su frecce l'avrebbe resa vulnerabile,costringendola ad una lunga,scomoda ed estenuante difesa,era anche vero però che l'africano non poteva saltare in tutte le direzioni come più gli pareva e piaceva e che quella tattica sarebbe risultata sfibrante a forza di salti ripetuti. Aveva una sola occasione è avrebbe dovuto sfruttarla con attenzione,doveva solo aspettare. Miroku nel frattempo era impegnato con l'altra bestia che stava agendo in maniera strana,anche per essere un mostro. Se all'inizio la iena aveva corso fin quasi a raggiungere il monaco ora si limitava a girare di fronte al suo bersaglio. Faceva avanti e indietro in un raggio di pochi metri che lei stessa percorreva, come se stesse delimitando una propria area. Miroku non seppe cosa pensare di quella specie di cane orripilante troppo cresciuto. All'inizio gli parve aggressiva,ma poi aveva cambiato atteggiamento,come se si fosse messa sulla difensiva e stesse aspettando che il monaco lo attaccasse. Era la prima volta che gli capitava di incontrare un predatore dai metodi così inconsueti,non sapeva se passare all'offensiva o aspettare che la iena facesse la prima mossa,ma era chiaro per un uomo del suo acume che qualunque cosa avesse fatto la bestia avrebbe reagito in maniera altrettanto contraria. Aveva notato che quando Kagome aveva risposto all'offensiva una delle creature si era scambiata con l'umano dalla pelle scura in maniera perfettamente coordinata,come se sapessero esattamente cosa stessero facendo e in quale maniera farlo,permettendogli così di restare sull'attacco senza perdere la propria velocità d'azione. Una tattica avanzata per due mostri e un uomo dall'aspetto quasi civile. Ma non era quello il momento per apprezzare certe strategie,doveva pensare a qualcosa e forse aveva già trovato la soluzione al suo dilemma. Avendo i fuda sacri ancora chiusi nel palmo nel pugno né lanciò uno verso la iena,che quest'ultimo schivò appena in tempo nonostante la sua grossa mole sproporzionata e a quel punto Miroku scattò in avanti,intento a chiudere la distanza con la bestia e passare al combattimento ravvicinato. La bestia vide il bastone del monaco arrivargli contro e con un potente quanto rapido balzo superò Miroku e dandogli le spalle cominciò a correre verso la ragazza,al momento intenta a tenere sotto mira l'avversario umano.

Lo sapevo.”,si disse Miroku soddisfatto.

Aveva ragione,l'obbiettivo della bestia non era mai stato lui,voleva punta direttamente a Kagome,che con il suo arco e i suoi poteri da miko poteva risultare un problema per loro. Certo anche Inuyasha e Miroku erano pericolosi,ma in qualche modo sapevano che era lei il membro più preoccupante tra di loro e in un certo senso anche il più importante. Ma anche così restava un dubbio a riguardo,perché mirare proprio a lei anche con il rischio di restare feriti da avversari che avevano ingaggiato e i quali rischiavano di colpirli di spalle? Che sapessero qualcosa nei confronti di Kagome? Che il loro obbiettivo originario fosse uccidere lei? E Perché proprio lei con tutti i rischi che si stavano prendendo? L'unica cosa certa ora e che Miroku sapeva cosa doveva fare. Rapidamente mise tutti i fuda che gli restavano in mano e li applicò sul manico del bastone. Con lo stesso braccio portò la mano dietro la spalla,in posizione tale da effettuare il lancio come se stesse lanciando un giavellotto.

Ecco bestiaccia,assaggia un po' di carità buddista.”,disse il monaco prima di scagliare il bastone.

Il lancio fu molto forte,con una forza fisica che solitamente Miroku non ostentava abitudinariamente come Sango o Inuyasha,ma anche lui aveva le sue prestazioni fisiche al di sopra della normale soglia concessa ad un comune umano. Il bastone sembrava volare,come una grossa freccia scagliata dall'arco di un gigante,raggiungendo l'obbiettivo e pronto a compiere il suo scopo. Terminare la vita della bestia. Ma ancora una volta la sorpresa giocò ancora contro il gruppo un altro colpo basso. Nell'esatto momento in cui il bastone stava per colpire la bestia,essa scomparve. All'inizio l'animale sembrò svanire,come se fosse stato purificato dall'arma di Miroku,ma poi il suo corpo si espanse come una nuvola grigia pallida e quando si sarebbe dovuta dissolvere,riducendosi a polvere inerte,come purificazione voleva,essa svanì in una nube di fumo,volatilizzandosi per aria e non lasciare più traccia della sua presenza. Malgrado ciò il bastone continuò col suo percorso e involontariamente finì quasi addosso a Kagome,distraendola per un piccolissimo lasso di tempo dall'africano,che continuava a saltare di fronte a lei. Allentò la tensione sull'arco,scaricando la forza di lancio della freccia che le scappò di mano e in quel momento fu vulnerabile,facile preda dell'avversario. Era quello il momento per colpire. Appena vide la sua opportunità Niyembe smise di saltare e appena toccato il suolo scattò verso Kagome in una posizione acquattata e fulminea,come un leone imprime tutta la sua forza nelle zampe nella spinta iniziale che da il via alla parte più intensa della caccia. Gambe potente e riflessi da cacciatore rendevano quel tipo di attacco utile per fendenti rapidi e potenti, in grado di uccidere all'istante. Le mani pronte a smembrare,il battito del cuore era forte e vigoroso come quello di un leone e nessuna esitazione,ne nell'uccidere n'è tanto meno nella tecnica da eseguire. Tanti anni di allenamento nella natura selvaggia,che fosse la savana o la giungla,dalla palude più acquitrinosa alla montagna più elevata,la sua esistenza era svolta ad una sola ed unica missione,inseguire ed uccidere,sia per lui che suo fratello. Al suo scattò si unì un potente ruggito proveniente dalla bocca dell'africano,inteso e maestoso,in grado di impressionare anche la creatura più fiera e minacciosa. Ormai la distanza era quasi nulla e le lame erano pronte a fare il loro lavoro,quando all'improvviso ecco che intervenne un ostacolo improvviso. Un chioma bianca accompagnata da due orecchie di cane sopra la testa,una lunga veste rossa e una spada gigantesca,Inuyasha era di fronte all'umano,ormai libero dalla iena che lo aveva attaccato. Come ci era riuscito? Non ebbe il tempo di pensarci con lucidità poiché il suo attacco era già partito. Era già spiccato con il balzo diretto contro Kagome e l'unica cosa a difenderla fu Inuyasha che con il lato di Tessaiga deviò il colpo,ma a malapena,perché il balzo fu così forte che quando le lame toccarono Tessaiga esse lasciarono due sottili solchi sull'antico metallo e Kagome che si riprese appena venne ferita leggermente ad uno zigomo,con il taglio che perdeva copiosamente sangue,seppur presa semplicemente di striscio. Kagome non seppe reagire con successo e nella sua mente,per un brevissimo istante,aveva già immaginato il momento in cui se non ci fosse stato Inuyasha a deviare il colpo a quest'ora si sarebbe ritrovata squartata come un bovino sul banco di un macellaio,resa a brandelli di carne e forse non se ne sarebbe neanche accorta. Morta così, a pezzi e senza nemmeno rendersene conto. Il suo corpo restò immobile per qualche secondo e per un attimo quell'immagine di lei straziata peggio di un animale aveva preso il sopravvento. Poi si girò di scatto e vide l'africano correre via,superando persino Miroku e Shippo,passando accanto a loro come una brezza leggera supera un piccolo ostacolo. Scappò nella notte,rifugiandosi rapido nel buio,con le tenebre a nascondere la sua presenza e chissà cosa altro nascondere la sua essenza.

Kagome”,disse Inuyasha chiamando a se l'attenzione della compagna. Lei restò scossa per un attimo ripensando ancora a quanto la lama do Niyembe fu così vicino da decapitarla senza nemmeno che se ne accorgesse. Poi si riprese tornando all'attimo presente,ma restando muta,ancora scossa per la rapace morte appena scampata.

State bene?”,chiese Miroku preoccupato.

Si e voi?”,chiese Inuyasha di reazione alla loro preoccupazione,ricevendo in cambio un cenno con la testa.

Maledizione,chi diavolo era quel tipo? E cos'erano quelle bestie che si portavano dietro?”,domandò Inuyasha senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Non lo so,mai visti in vita mia mostri simili,non solo erano forti,ma sapevano coordinarsi con quell'umano in maniera impeccabile.”,disse Miroku confuso da quello che aveva assistito.

Non me lo dire,una di quelle bestiacce ha perforato la mia veste di Inezumi come se fosse un vestito qualsiasi,non sono molte le creature che saprebbero fare una cosa simile. Strano che poi si sia dissolta nel nulla.”,disse Inuyasha controllando la ferita che aveva sulla spalla.

Il morso aveva lasciato un evidente segno di zanne,grandi abbastanza da strappare la gola ad un cavallo senza il minimo sforzo,grossi buchi in fila regolare erano il segno più che evidente di un morso che normalmente avrebbe ucciso un umano qualunque,ma data anche la presenza di sangue di inuyokai nelle sue vene era solo un morso decisamente fastidioso,il dolore era sopportabile e la ferita si sarebbe rimarginata. Ma restava il fatto che quella specie di cane fatto male aveva lasciato un danno più che evidente,anche trapassando la veste di Inezumi,in grado di proteggere inuyasha dalla maggior parte degli attacchi normali,come graffi,tagli e contusioni di vario genere,anche i più gravi. Solo attacchi dotati di potere spirituale,da parte di uno yokai oppure un essere eccezionalmente forte sarebbe riuscito a fare una cosa simile. E il morso ricevuto era stato l'ultimo di questi tre casi.

Non so come perdonarmi per quanto accaduto. Se non avessi lanciato il bastone non avrei ti avrei messo così in pericolo. Perdonami se puoi Kagome.”,disse Miroku cupo in volto,tanto quanto lo era nel cuore.

Tranquillo Miroku,la colpa e mia che ho perso la concentrazione e ho fatto calare la barriera. La colpa della mia vulnerabilità e unicamente mia. Se non fosse stato per te quell'africano mi avrebbe uccisa.”,disse Kagome cercando di rassicurare il monaco.

Africano? Anche prima hai usato questa parola,ma che cos'è un africano?”,chiese Shippo incuriosito,domandando quello che anche gli altri due volevano sapere.

Un abitante di una lontana terra che porta il nome di Africa. Una terra molto lontana e molto diversa dalla nostra. Infatti quell'umano non dovrebbe trovarsi qui,come quegli animali,le iene. L'africa è troppo lontana perché si possa spiegare come sia giunto fin qui.”

Ad ogni modo, il modo in cui ci ha attaccato aveva della preparazione,come se avesse pianificato di attaccarci e oltretutto, lui e quelle iene come le hai chiamate sapevano anche muoversi contro di noi. Temo che non sia stato un caso,chiunque fosse ha cercato di ucciderci,ma perché? Qual'era il suo scopo?.”,disse Miroku pensoso.

Comunque sia,ci conviene spostarci e trovare un luogo più sicuro,appena Sango e Kirara arriveranno c'è ne andremo via e di corsa anche.”,disse Inuyasha mentre ritirava la spada nel fodero.

Subito dopo comparve in cielo la figura di un grosso felino dalle zampe fiammeggianti e subito capirono che era Kirara. Scese in fretta diretta verso l'unico punto luminoso dell'intera vallata. Quando videro il felino e la sua padrona notarono con sgomento che entrambe erano ferite seriamente. Numerose contusioni di ogni genere ricoprivano i corpi della nekomata e della tajiya. Pelo e vesti strappate in più punti e grossi lividi viola in diversi punti,compresi torso e volto era presenti su entrambe. Tutti si avvicinarono alle due con aria preoccupata.”

Sango,Kirara,ma cosa vi è successo?”,chiese Kagome per prima.

Un umano...un umano dalla pelle scura ci ha attacco. Comandava uno stormo di strani uccelli e io e Kirara siamo rimaste nel mezzo. Siamo riuscite a respingerlo,ma abbiamo rischiato di restarci secche.”

Miroku senza dire una parola si avvicinò a Sango e preda dell'emozione le strinse le braccia attorno alla corpo livido e contuso con fare delicato e gentile. Adesso che sapevano che c'è ne era anche un altro come quello la notte sembrava meno sicura e rassicurante di quanto lo fosse stato all'inizio di quella serata. Quella notte non avrebbero preso sonno placidamente.


In quello stesso istante, nell'Hokkaido,territori di Otsune.


La dimora della regina era tenuta sotto stretta sorveglianza dal suo esercito di servitori,devoti alla regale sacerdotessa delle antiche usanze del popolo ainu. Questi fieri fanatici erano armati con armi dal disegno antico,come lance,mazze e pugnali di fattura ormai considerata soltanto un ricordo dei tempi antichi da chi viveva più a sud di quelle gelide terre,mentre li da loro il ricordo era ancora vivo. Ma ciò che mancavano in sviluppo bellico lo compensavano con poteri proibiti e fanatico zelo religioso. Il castello,se così poteva essere chiamato,consisteva in un antica struttura megalitica,eretta in tempi remoti da tribù la cui presenza era stata ricordata da monumentali esempi di arte primitiva,come le grandi colonne di pietra,che di tanto spuntavano tra gli alberi e le radure erbose presenti nella zona,con evidenti disegni su pietra dall'aspetto e dalla forma semplice ma gradevole alla vista di chi non sapeva interpretarli e venerati con rispetto da chi sapeva,o intuiva il significato. Oltre a ciò i piccoli villaggi nella zona,quasi alle pendici delle montagne più interne della regione,erano composti da case e casupole molto diverse da quelle del sud. Gli interni erano composti da pali di legno a fare da sostegno per il tetto e al posto di solidi muri venivano installate degli intrecci di erba e paglia,che poi venivano legati tra di loro fino a ricoprire tutta la strutta,così da essere riparati dal freddo intenso in estate e ben protetti dalla brevissima e rara calura estiva,anche se era raro che ciò potesse avvenire. Al centro dei villaggi,o su zone rialzate risiedeva invece l'edificio più importante di queste piccole comunità rurali,che faceva sia da luogo di culto che da edificio amministrativo per conto della regina,il tempio. A differenza di tutti gli altri edifici era l'unico ad essere costruito con materiali solidi e resistenti. La base e i muri di sostegno erano fatti di pesanti componenti in legno di frassino o quercia,poi montante come i templi shintoisti e buddisti delle zone più a sud del Giappone,ma la forma della struttura ricorda più una grande casa e con meno decorazioni,anch'esse in legno o in osso,ma nessun genere di metallo. Akira stesso si trovava all'interno di una queste sacre costruzioni,mescolatosi insieme alla folla. Non era conosciuto dal grande pubblico salvo che era stato visto insieme alla regina Otsune e già questo avrebbe dovuto tenerlo in grande considerazione presso i locali. Ma continuava a portare vesti e atteggiamenti tipici della gente altolocata dei territori meridionali e quindi non era considerato come uno di loro,ma a lui stava bene anche così. Sapeva bene qual'era la storia del popolo ainu nei confronti dei più affollati e avidi insediamenti più a sud,i cui antenati erano giunti da terre al di là del mare per aver sottratto a loro una terra che era loro di diritto e che avevano rubato grazie anche all'ausilio di armi,organizzazione e mezzi più sofisticati dei loro. Per non parlare poi della religione,lo shintoismo che adoravano aveva molti elementi in comune con le credenze dei primi popoli e che poi nel tempo si era attestato come una religione a parte e che conviveva con un altra,il buddismo. Ma Akira sapeva che una distinzione simile,per quanto evidente era inutile da soppesare o confrontare con le loro attuali condizioni. Nel corso della storia del mondo i culti,le credenze e le religioni erano state tante e col tempo erano state soppiantate da altre,che per il tempo e il luogo erano cambiante non tanto in base alla fede,ma alla necessità del momento. Si prendeva ad esempio gli antichi miti delle divinità cinesi che erano stati sostituiti con il taoismo,il confucianesimo e il buddismo e integravano ancora quelle divinità,ma in misura minore e calcolata all'esigenza, o come nell'antica Roma, c'era una religione pagana di base,poi con l'invasione della Grecia avevano assimilato quelle divinità e le avevano rese proprie,dandogli nomi propri,miti propri e credenze proprie e a loro volta sostituiti dal cristianesimo,di cui gli stranieri erano i portatori in Giappone,tra cui i portoghesi che si erano installati nella zona più a sud del paese. Comunque non era di religione e fede che voleva pensare,lui stesso non era particolarmente credente,troppo celebrale come persona per affidarsi ad forze esterne ai suoi campi di studio,come le definiva lui,per tenerle in considerazione. Era passato ancora per un villaggio nei dintorni della dimora di Otsume per trovare conferma ad una teoria che aveva sviluppato riguardo alla tavoletta d'osso che stava studiando da qualche tempo. Le incisioni scolpite sopra non sembravano appartenere al popolo ainu in se di per se,ma piuttosto erano probabilmente state incise ben prima che questo popolo nascesse come identità vera e propria di questa etnia. Quindi,se cercare il significato di quel manufatto avesse avuto un qualche collegamento con il popolo ainu,allora non era da cercare tra le parole e le azioni comuni di quella rurale civiltà. Allora aveva cercato nei santuari di tutta la zona,passato di villaggio in villaggio alla ricerca di una qualche similitudine con l'oggetto da lui studiato. Niente neanche li, Nella credenze del popolo Ainu ci sono molti riferimenti ad animali,piante ed elementi naturali,sopratutto l'orso,forse l'essere più sacro per l'intero culto di questo popolo. Veniva inciso nell'osso o intagliato nel legno e lo si poteva trovare al centro di molte feste e rituali,ma nemmeno queste storie e credenze erano strettamente collegate con la tavola in osso. Se nemmeno i Kamui dell'Hokkaido potevano aiutarlo in qualche modo allora tanto vale che lasciasse anche quel tempio e se ne tornasse indietro,nella sicurezza del castello di Otsune. Oltrepassato l'ingresso del tempio si trovò di nuovo in strada e deluso,ma non scoraggiato tornò indietro. Con i primi passi fuori dal villaggio si mise a sorridere a quell'eventualità,un altro mistero di quel passato a lui tanto sconosciuto non aveva smesso di nascondere i suoi segreti. Avrebbe dovuto essere arrabbiato,frustrato e demotivato da quella mancanza di successo,eppure,lui camminava tranquillo,pieno della sua forza,del suo vigore e del suo intelletto,ma soprattutto della sua smisurata fiducia nelle sue capacità. Era così sicuro di se stesso che anche di fronte ad un ostacolo così insormontabile non riusciva a percepire il senso della sconfitta,la sola idea di non trovare velocemente una soluzione lo spronava ancor di più a trovare una risposta al suo dilemma. Percorreva lentamente la strada che lo portava al castello della sua tanto devota,quanto lussuriosa alleata quando all'improvviso,nel mezzo del suo ragionare percepì la presenza di un gruppo di creature che lo avevano circondato. Li,nel sentiero innevato e dove la rigogliosa natura del nord faceva da padrone nella ragione,venne attaccato. Erano in quattro,attaccarono all'unisono due aggressori da entrambi i lati. Furono veloci,ma mai abbastanza quanto il maestro templare,che fu in grado di scattare in avanti,giusto in tempo per evitare tutti e quattro gli attaccanti. Si girò verso gli attaccanti e poi li vide,erano yorozuku e indossavano si pellicce di lupo come tutti gli altri yoro,ma questi portavano anche dei cappucci in pelliccia a coprirgli il capo e le loro armi non era della solita pessima qualità tipica delle tribù. Due di loro erano armati di katane di ottima fattura,uno,o meglio una donna,portava delle protezioni aggiuntive ricavate da ossa di yokai ben lavorate,e che coprivano buona parte del corpo e impugnava una masakari,una grossa ascia a due mani dalla testa larga con il filo che scendeva di poco verso il basso ,mentre l'ultimo era armato di una yari di buona qualità e indossava delle protezioni più leggere ricavate dal cuoio. Questi yokai non erano i soliti selvaggi che vivevano nelle caverne come i loro simile e immaginava che insieme alle loro armi principali portavano tutti una lama celata sotto uno dei polsi. Aveva già capito chi erano. Assassini.

Non gli diedero nemmeno il tempo di parlare che subito uno dei due spadaccini attaccò per primo,seguito subito dalla donna armata d'ascia. Akira si mise subito in posizione di difesa,con entrambe le mani rimaste aperte in attesa del colpo,temeva che questi potessero essere realmente abili e quindi decise di usare una delle sue tecniche personali.

Manifestazione della prima luce,corazza dello scarabeo iridescente.”,disse Akira in tono calmo e pacato.

I primi due attacchi,un colpo di spada dall'alto e una colpa d'ascia sul lato erano pronti per dilaniargli le carni,come un aratro penetra nella morbida terra smossa. Ma lui pose a sua difesa le braccia a intercettare le lame che che avrebbero dovuto aprirlo come un animale pronto al macello. Le lame colpirono,ma per qualche ragione ignota agli assassini le braccia che avrebbero dovuto essere tranciate invece non solo resistettero,ma pararono entrambi i colpi con efficacia. I muscoli delle braccia erano divenuti abbastanza duri da fungere come scudi a difesa del corpo,divenuto un armatura. I punti colpiti emanavano un tenue bagliore di diversi colori,come le scaglie di una scarabeo illuminate dalla luce di un sole raggiante,dove le lame della spada e dell'ascia erano inefficaci allo scopo di danneggiarlo, come se avessero colpito una roccia e questa non avesse risentito del colpo. Approfittando del loro momento di incredulità Akira si mosse rapido come vipera,facendo scivolare un braccio contro la spada,come lama che cozza contro lama,afferrandogli il polso con la mano libera e con forza bestiale spezzarglielo come se fosse un fuscello. Nello stesso identico istante contro la ragazza afferrò l'ascia poco sotto la testa di ferro e colse l'occasione di portare la ragazza verso di se per sferrargli un calcio basso sul lato del ginocchio più esterno alla sua posizione,provocandogli un doloroso piegamento dell'arto e facendola inciampare,cadendo con la faccia verso il suolo. Più rapido di un soffio di vento si rivolse allo spadaccino e con il braccio libero gli sferrò un potente pugno a lato del collo,spezzandogli le vertebre cervicali e uccidendolo sul colpo. La ragazza cercò di rialzarsi più velocemente che poté,ma una poderosa ginocchiata nel centro della fronte la colpì così forte da frantumargli quella zona della testa e il suono che ne uscì,fu quello di anguria che viene aperto da un martello. La fronte si era aperta e le ossa avevano bucato il lobo frontale del cervello condannandola a morte certa, ma non prima di aver manifestato dei forti spasmi involontari dovuti alla perdita del controllo dei movimenti e agitandosi come un pesce fuori dall'acqua,mentre il sangue,insieme alla materia grigia,usciva dalla fessura nel cranio come acqua da una sorgente naturale. Ne erano rimasti solo due e lui non aveva alcuna intenzione di attaccare,avrebbe potuto ucciderli con estrema facilità. Ma perché impegnarsi per due avversari,seppur modestamente preparati,erano ancora ad un livello di abilità troppo inferiore al suo per costituire un problema reale. Rilassò i muscoli e tornò ad una posizione neutrale,con le braccia abbassate e il volto,che come prima,non si era smosso di un solo muscolo. Tanto freddo e tranquillo era parso che l'ambiente circostante in confronto sembrava in piena estate.

Bene signori, posso procedere con la vostra eliminazione oppure preferite dare ascolto al vostro istinto di sopravvivenza e informare il vostro maestro del chiaro fallimento di questa azione? Come preferite.”

I due restarono fermi nelle posizioni,non un respiro o un cenno di esitazione. I due rimasti cominciarono a girargli attorno con le armi pronte all'uso,tenendo a mente i concetti e gli insegnamenti della setta degli assassini. Anche se era un maestro templare avrebbero assoldato al loro compito,sia in quanto giovani promettenti della fratellanza,sia perché come yoro avevano l'orgoglio della loro razza e quindi impossibilitati a fuggire. Ne andava del loro orgoglio e del voto che aveva giurato di mantenere.

Come volete.”

Akira tornò in posizione,ma questa volta cambiò nuovamente tecnica.

Manifestazione della prima luce,bagliore del mattino violento.”

Le braccia era tenute basse,annullando completamente la possibilità di restare in guardia da successivi attacchi. Fin qui nulla di strano,se non fosse stato per la presenza di piccoli aloni di luce presenti sulle mani e sui tabi che portava ai piedi. Non seppero come reagire a quelle parole e decisero entrambi di prepararsi per il combattimento. Ma la loro azione non avvenne mai,perché nell'esatto istante in cui fecero la prima mossa entrambi furono investiti da un fortissimo impatto così' forte e imprevisto,che le ossa del volto e del torace,insieme alle armi e alle protezioni che indossavano furono disintegrati. Nemmeno il tempo di sentirlo che i due assassini erano morti,con corpi deformati da quelli che sembravano piccoli,ma numerosissime contusioni,come se fossero stati picchiati da qualcosa di estremamente veloce,impossibile da tenere traccia con la vista o l'udito. Akira invece era in piedi con le nocche e le dite sporche di sangue e il suo corpo emetteva un leggero vapore,come se il suo corpo fosse stato uscito da un bagno caldo e il vapore si disperdesse con evidente presenza al freddo ambiente attorno a lui. Li aveva picchiati a morte ad una velocità tale che non erano stati in grado di percepirlo in alcun modo. Continuando lo scontro avevano segnato la loro condanna a morte. Osservò i quattro corpi a terra e subito gli venne in mente un dubbio su quell'evento: Possibile che ci fosse anche una sede della confraternita degli assassini così a nord? Nelle selvagge terre dell'Hokkaido? E se si da quando erano presenti sul territorio? I templari non si erano mai spinti così tanto in la nel territorio da costruire una base stabile da quelle parti. Così lontani dalla civiltà e dal progresso sarebbe stato inutile per loro se non prima constatare la presenza di vantaggi sostanziali per avviare una nuova ramificazione dell'ordine e per questo lui,aveva preferito stringere un alleanza stabile,per quanto basata sul potere e la lussuria,piuttosto che perdere risorse preziose in un affare che poteva essere poco conveniente. Comunque fosse non si sentiva più in pericolo per la sua vita,ma temeva che i suoi piani per quelle terre avessero subito un cambiamento di approccio. La cosa non lo fece arrabbiare e semplicemente fatto quello che faceva sempre in questi casi: studiare,pianificare e attuare. Come sempre del resto. Accelerò il passo e riprese il suo cammino. Lo studio della tavoletta avrebbe dovuto aspettare.

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Capitolo 11
*** Una mattina tranquilla ***


Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu la nuda pietra di quel buco scavato nella terra. I suoi occhi si erano ripresi completamente e con il ritorno della vista il vago timore della cecità era scomparso. Sesshomaru non riuscì a sentirsi più sollevato di così. Insieme al pelo sentiva di essere appoggiato su qualcos'altro,era carne,morbida e dall'odore di...ghiaccio. Girò la testa e la vide,Toran,addormentata e rannicchiata su di lui,con la testa appoggiata sul petto e il suo respiro contro il torace avvertì una strana vibrazione,come se stesse facendo le fusa e la cosa lo lasciò stranito,ma tuttavia la cosa non gli dava fastidio. Si ricordo del giorno precedente e tutto gli tornò alla mente: Lo scontro con gli Ainu fiammeggianti,il fuoco contro i suoi occhi,il soccorso ricevuto e quello strano hanyou che si era professato sciamano,qualunque cosa fosse di preciso,forse era una specie di sacerdote. Non che gli importasse molto in realtà. Quello che gli importava però era un altra cosa. Da pochi attimi che era sveglio gli vennero alla mente altri momenti della giornata precedente,quando si ritrovò immerso nell'oscurità e davanti a lui c'era quell'essere. Non sapeva dire chi o cosa fosse,ma il fatto che avesse preso le sue sembianze da bambino avrebbe potuto dargli un indizio sulla sua identità? O cosa volesse da lui? No. Ma sapeva solo che quella cosa era di fronte a lui e nell'esatto istante in cui si stava girando sentiva che altro,nella profondità del suo essere quella sensazione,quell'orrida mostruosità,che non aveva nome,n'è forma,se non quella di un passaggio nero,su una scala sinistra e tetra e quella parola scritta sui muri,mostro,più e più volte ripetute su quelle strette mura. E ancora una volta sentì la paura assalirgli,Toran accanto a lui,la sensazione che la violenza incontrollata prendesse possesso del suo corpo,doveva allontanarsi,avrebbe dovuto,Toran non sarebbe stata vittima di quella vigliacca follia. E invece non si mosse,non perché irrigidito dalla paura o perché paralizzato dall'ansia di un nuovo attacco di cieca violenza. Era calmo,in pace,credeva che la paura lo avrebbe assalito e invece era rilassato,rilassato come non mai...Rilassato come non era da tutta la vita. Con fare delicato portò una mano a lato del volto della pantera e gli accarezzò il viso muovendo solo l'artiglio sul pollice e con tenerezza sentire la pelle morbida della donna che lo aveva tenuto al sicuro da se stesso,l'unica che in quel momento gli aveva offerto un luogo sicuro dove ripararsi quando la tempesta dentro di lui si faceva più violenta e minacciosa. Lui un cane,lei una pantera,i loro clan erano stati nemici per molto tempo,ma aveva importanza? No,lui era Sesshomaru e lei era Toran,non il cane e la pantera,non gli eredi dei rispettivi clan, ma solo un uomo e una donna che avevano dormito insieme,per la prima volta sotto lo stesso tetto. Certo non c'era stato nessun atto carnale tra i due,non ancora almeno,ma aver chiarito la questione con lei,ma anche con se stesso,gli aveva permesso di liberarsi di una buona parte del peso che si portava dentro e questo,lo aveva alleggerito di molto,sia nella mente,che nello spirito.

Toran mugugnò nel sonno e lentamente aprì gli occhi,all'inizio stralunata e confusa,poi mise a fuoco ciò che stava osservando e si rese conto che una parte del suo viso era appoggiato contro il petto di Sesshomaru. Lei alzò di poco la testa e si rese conto che la stava guardando con fare placido e tranquillo.

Ciao.”,disse lei teneramente.

Ciao.”,rispose lui di rimando,tranquillo ma non mielato.

Come ti senti adesso?”

Bene,la via vista è tornata quella di prima e ora sono di nuovo in forze.

Mi fa piacere.”

Lui la fissò per un breve attimo e tornò a guardare il soffitto,cercando di capire l'origine di quella sensazione così piacevole.

Lo sai Sesshomaru,prima non ci avevo fatto troppo caso,ma fa strano vedere che hai di nuovo il tuo braccio sinistro.”

Ah,ci hai fatto caso solo adesso che mi è ricresciuto?”,disse lui volendola punzecchiare sull'argomento.

Ma no che hai capito? E solo che a pensarci adesso non lo so,beh in realtà lo so,ma non so come dirlo.”

Dillo come vorresti dirlo e non girarci troppo attorno,semplice.”

Pensavo a ieri,quando i tuoi occhi sono stati colpiti dal fuoco di quell'hanyou. Ci ho riflettuto solo adesso ed effettivamente la cosa non ha senso. Il tuo braccio sinistro viene mozzato e poi scopro che ti è ricresciuto e i tuoi occhi sono rimasti feriti dal fuoco, persino Urtak ha detto che si sarebbero dovuti sciogliere e a quella temperatura posso solo immaginare. Invece te ne esci con una vampata sulla faccia,un leggero rossore del volto e un fortissima irritazione agli occhi.”

E con ciò? Sono forte è possiedo delle buone capacità di guarigione,non c'è nulla di strano o anormale.”

Non voglio dire che sia impossibile,ma quando i nostri clan si facevano la guerra mi è capitato di mutilare qualche cane e non mi pare che avessero recuperato le parti mancanti. Devi ammettere che la cosa ha dello strabiliante. Come ci sei riuscito?”

Che vuol dire come ci sono riuscito? E comparso e basta...più la katana col fodero bianco che mi porto appresso.”

Tutto qui come storia,dai,fai uno sforzo,voglio i dettagli.”

Sesshomaru stava per ribattere,ma quando stava per rispondere tornò nuovamente indietro nella memoria. Ricordava ancora il primo scontro con Magatsuhi e l'esatto momento in cui fu avvinghiato con gli innumerevoli yokai di basso rango. Ricordava il braccio destro,l'unico rimastogli ferito,avvelenato e quasi inservibile. Combatté a fatica contro l'emanazione malvagia della sfera dei quattro spiriti e quegli esseri normalmente facili da sterminare erano stati in grado di circondarlo,bloccarlo e schiacciarlo sotto il peso dei loro corpi deformi,amorfi,disgustosi. Provò a liberarsi ma con un solo braccio era dura persino per lui,per la sua forza ormai fiacca e la resistenza che pareva infinita lo avevano abbandonato. La sua energia si era esaurita,la sua vita era agli sgoccioli e non c'era molto che potesse fare. Poi lo sentì. All'inizio era solo un prurito al moncone del braccio sinistro,poi divenne più forte,più forte e ancora di più fino a diventare intollerabile. Il prurito divenne dolore e il dolore agonia,aveva sentito tutto questo solo nel giro di qualche attimo e poi avvenne...quel raggio verde che gli restituì la libertà da quella morsa letale,il braccio è una spada nuova,Bakusaiga. A pensarci ora forse la cosa andava esplorata meglio,dato che non aveva mai sentito parlare di una cosa simile e tra gli yokai le capacità di riprendere arti e sopravvivere con parti completamente mancanti o solo parzialmente,come Shishinki che era riuscito a vivere senza metà della testa anche dopo lo scontro con Inutaisho era sorprendente ed esempi come Tessaiga e Tenseiga dimostravano che si poteva forgiare armi usando parti come le zanne per forgiare armi dalle capacità straordinari. Ma adesso si chiedeva se anche il recupero del braccio mancante e la comparsa di Bakusaiga non c'entrasse qualcosa con gli ultimi accadimenti che riguardavano il suo corpo e la sua mente. In quel momento aveva bisogno di una spada è una spada,insieme ad un braccio,aveva ricevuto. Totosai gli disse che ciò era avvenuto perché aveva superato suo padre,ma questo non spiegava n'è il processo né tanto meno la modalità in cui aveva ricevuto Bakusaiga. E poi anche Akira durante il loro scontro sotto il castello,nello spazio indefinito oltre quello strano Torii,aveva raccolto la spada e l'aveva esaminata con autentico interesse,come se stesse controllando qualcosa. Quello che Toran aveva fatto era una domanda,ma allora perché darle una risposta gli pareva un dilemma?”

Io...non lo so”,disse Sesshomaru intento ad osservare il soffitto,come se stesse cercando qualcosa tra i suoi pensieri, “Ricordo solo che ero in pericolo,avevo bisogno di un arma e di un braccio funzionante...e quelli apparvero.”

Toran allungò una mano verso il viso di Sesshomaru e richiamò la sua attenzione verso di lei fissando con sguardo preoccupato.

Mi spiace. Se ho detto qualcosa di sconveniente ti chiedo scusa,non era mia intenzione,io....”

Ma il cane non la lasciò finire che le chiuse la bocca con le sue labbra e lei senza attendere un attimo di più gli facilitò l'intento,aprendo la sua bocca ancora di più,unendosi in un bacio appassionato e focoso,cosa che solitamente Sesshomaru non sembrava. Un bacio appassionato,che seppur di breve durata,aveva dimostrato tutto l'affetto e la sicurezza che solo lui sapeva darle. Non gli importava quale problema avesse e cosa si celasse dentro di lui, sapeva chi era veramente nella vita di tutti giorni e lei conosceva i suoi difetti prima ancora di affezionarsi a lui: Era taciturno,altezzoso,arrogante,scontroso e tendente alla solitudine. Ma sapeva anche essere coraggioso,leale,forte,onesto,gentile come solo lui sapeva esserlo e più di tutto dentro di lui,sotto quel comportamento glaciale aveva percepito un fuoco,una fiamma incandescente che lei era riuscita a intravedere quando lo vedeva combattere,quando si allenavano,quando l'aveva soccorsa da quel serpente di fuoco e quando la sera prima lui l'aveva baciata,con passione e forza,che solo un vero amante sapeva fare. Si staccò dalla sua bocca per tornare al mondo reale,pieno di gelo dovuto al clima invernale che ancora faticava a cedere il passo alla stagione successiva.

Sarà meglio che mi alzi.”,disse lui con tono neutro,“Di stare chiuso qui dentro né ho abbastanza.”

Sesshomaru si scostò dal candido abbraccio di Toran e si alzò alla ricerca delle sue armi,le trovò subito appoggiate alla parete e posata sulla guardia di Bakusaiga c'era la piccola lama celata che Ezio gli aveva donato dopo la sua sconfitta da parte del fiorentino. Essendo già vestito quando si era addormentato,non perse tempo,infilando le due lame nell'obi rosso della sua veste di apprendista assassino e si legò i cinturini di cuoio attorno al polso sinistro e fece scattare la lama,per controllare che quella strana arma funzionasse ancora.

Toran.”,disse lui tutto d'un tratto.

Dimmi cosa c'è?”

Per caso ho detto o fatto qualcosa di strano mentre dormivo?”

No,anzi,non credo di essermi svegliata per tutta la notte. Credo sia stato tutto tranquillo.”

Capisco. Bene,ho bisogno di prendere una boccata d'aria,qui dentro non si respira.”

Vuoi compagnia?”

Solo se hai voglia.”

Lei non rispose,ma in compenso scattò in piedi il più in fretta possibile e tutta energica per la rivelazione che Sesshomaru le aveva fatto ieri sera si alzò, e si mise subito al suo fianco,non un passo indietro al compagno come voleva la tradizione,la figura della donna sottomessa al marito in quanto compagna dell'uomo,ma di lato,perfettamente accanto a lui,come un fiero maschiaccio come Toran avrebbe fatto con l'uomo della sua vita e a Sesshomaru di certo non dispiaceva,anzi,apprezza questo lato così sfacciato e provocatorio in una donna. Lui stesso non avrebbe apprezzato una compagna che lo avrebbe trattato in una maniera tanto servile. Per quello c'era gia Jaken. Uscirono entrambi dalla caverna e videro tutt'attorno il lato della collina illuminato dal luce di un pallido sole,con il cielo plumbeo e un mattino carico di neve,l'inverno in quella terra teneva ancora duro. Ma tutto sommato lui apprezzava gli ambienti freddi e lei era una pantera con il potere dei ghiacci,per loro quella era la temperatura ideale,anche solo per fare due passi. L'aria del mattino era carica del gelo invernale non ancora sopito dalla primavera e la natura tutt'attorno pareva più quieta ed assopita,con i colori dell'ambiente più freddi e meno lucenti,ma anche con ciò quel luogo appariva comunque bello nella sua naturalezza. Gli occhi dell'inuyokai riuscirono perfettamente a cogliere tutta la bellezza di quel paesaggio e non gli dolevano più,segno che lo strano intruglio che Urtak gli aveva versato nelle orbite aveva fatto realmente effetto. Sul quel lato della collina pareva non esserci nessuno,giusto qualche piccolo animale nelle vicinanze,un uccellino che cinguettava di tanto in tanto o un corvo di passaggio erano gli unici esseri di passaggio in quel punto. Mossero i primi passi fuori dalla grezza rimessa e si incamminarono verso il fondo della collina,così da allontanarsi da chiunque avrebbe potuto disturbarli nel loro momento di intimità. Nei minuti che passarono non si dissero neanche una parola,solo il suono dei passi sulla neve soffice,le fronde degli alberi che lasciavano cadere la neve dalle estremità troppo cariche di quel bianco peso e il silenzio di sottofondo,così pieno ma allo stesso tempo vuoto,inudibile ma incredibilmente rumoroso,quasi assordante,ma piacevole nel suo presenza gentile e al contempo rilassante. Forse per questo Sesshomaru aveva imparato ad apprezzare la compagnia di Toran,lei era come l'inverno,quando c'era bisogno che facesse più danni di una bufera era li che faceva incetta di avversari e quando invece c'era bisogno che ci fosse una quieta e gelida calma lei era li,rispettosamente in silenzio,senza schiamazzi,gridolini isterici,risatine vanitose o sussurri colmi di pettegolezzi e altre cattiverie che era tipico delle principesse e delle giovani nobili che aveva incontrato e che lui non apprezzava in alcun modo. Toran era la ragazza cosa più lontano dall'essere una principessa che avesse mai incontrato,esclusa Rin. Aveva un modo di fare molto più adatto a un guerriero in tutto è per tutto che ad una giovane viziata e per nulla autosufficiente: Sapeva combattere,era d'aiuto negli scontri,era stata un valido avversario quando ancora cercavano di uccidersi a vicenda e oltretutto esteticamente parlando era anche una bella donna. Quindi per cui aveva sentito di sentirsi attratto da lei e la cosa non gli dispiaceva,anzi,si sentiva bene con lei,più che bene. Da quanto tempo non si sentiva così tranquillo? O meglio,da quanto tempo non si sentiva così sollevato,così leggero,così felice? Certo c'era stata quella volta che Rin era morta per la seconda volta perché era finita negli inferi e lui si era sentito felice che lei fosse di nuovo tra i vivi,poiché sua madre era intervenuta usando la pietra meido. Ma questa volta era diverso, non era felicità intesa per qualcun altro,cosa più unica che rara,ma stavolta per se stesso. Da quanto non si era sentito felice per se stesso? Da quanto non aveva provato una sentimento di allegria o una qualunque emozione che si avvicinasse alla felicità,alla pura,semplice gioia fine a se stessa? Non lo ricordava. Ma in fondo poteva essere considerato anche normale considerato che da quello che ricordava della sua vita: suo padre non c'era quasi mai,sua madre c'era ma sembrava volerlo tenere a distanza,non aveva amici,ma la pratica di avere un amico tra i Dayokai era rarissima,se non inesistente dato che come tipologia di yokai erano quelli che tendevano di meno ad avere una vita sociale, essendo considerata uno spreco di tempo e risorse. Poi c'è stata la morte del padre,il risentimento verso il fratellastro più piccolo e la sua continua ossessione per il raggiungimento del potere assoluto. Con tutto questo carico di negatività come poteva un qualunque essere,anche se un dayokai,essere felice? Forse,chissà,non ci aveva mai pensato,ricordava brevi momenti di quiete per il suo animo instabile. L'anima del guerriero senza meta e senza luogo a cui tornare,forse da Rin,ma doveva vivere tra gli umani,la stessa razza che le aveva fatto del male e forse l'unica razza che avrebbe potuto dargli un vero posto dove restare. No,la sua era una natura in continuo movimento,incapace di restare in un solo ed unico luogo per troppo tempo. Troppi luoghi da vedere,troppi avversari da affrontare,troppi pericoli da affrontare e troppe terre che ancora doveva conoscere e chissà quando,un giorno avrebbe attraversato il mare e sarebbe giunto nel continente. Ma in quel momento,in quell'esatto istante della sua vita,in quella mattina,in quel preciso punto in cui posò nuovamente il suo passo silenzioso....a lui,di tutto quello che aveva ambito,di tutto quello che aveva desiderato,di tutto quello che voleva afferrare e conquistare di proprio pugno....non gli importò nulla. Si guardò attorno e vide gli alberi che lo circondavano,la neve a terra e il cielo grigio. Vide l'orizzonte colmo di natura incontaminata,pulita e priva di qualsiasi dominatore assoluto,umano,yokai,bestia o dio che sia. Solo il mondo e la sua natura,con le sue piante e i suoi animali,i suoi cicli e i suoi tempi. Avanzare senza correre,andare avanti nella vita,senza prendere né più né meno di quello di cui aveva bisogno,senza ambire e senza desiderare nulla che non fosse già di suo diritto prendere. Non come l'essere più forte tra tutti ma solo come cane,seguendo solo una vita tranquilla e placida. Niente terre da conquistare,nessun territorio da reclamare o nessun nemico sui cui trionfare,solo una vita spesa nella pace e nella quiete di un esistenza lunga e serena. Già...serena. Ma poi tornò con la mente agli ultimi avvenimenti: la comparsa di Ezio,Akira, quegli strani oggetti dal potere sconosciuto,gli assassini,i templari,Jin,Hichin e la porta. Quella dannata porta nera che conteneva,cosa? Cosa poteva esserci di così brutto da spaventarlo? Da fare in modo che la violenza prenda il controllo della sua razionalità? E quel bambino che era chiaramente se stesso da giovane...cosa aveva detto? Temet Nosce? Che significava? Era una frase? E se si a quale lingua apparteneva? Non certo Giapponese questo era sicuro. Che fosse cinese? No, era capitato di tanto in tanto,quando era più piccolo,di sentire sua madre ripetere alcuni frasi di quella lingua. Lui non conosceva il significato ma dal modo in cui lei la parlava,in maniera fluente e aggraziata non sembrava cinese. Ma allora da dove? E perché mai gli aveva detto quelle esatte parole? Una cosa era certa, se avesse vissuto una vita tranquilla non avrebbe trovato risposta alle mille domande che tormentavano la sua mente. Ma quella mattina era tranquillo e anche se i dubbi tornavano si sentiva quieto,sapendo che accanto a lui c'era la donna che lo aveva salvato da se stesso. Per la prima volta dopo tempo immemore poteva dire di sentirsi in una maniera a lui non comune...in pace.

Toran,c'è una cosa che volevo dirti”,chiese Sesshomaru di punto in bianco.

Dimmi.”,disse lei distrattamente mentre osservava il paesaggio e seguiva il suo compagno.

Da quando siamo partiti dal villaggio degli assassini ti sono stato sempre lontano e preferivo non avvicinarmi per paura di farti del male. Non volevo che accadesse di nuovo quello che era successo quella mattina. Se nel mio comportamento ti ho fatto male o ti ho offeso in qualche modo sappi che non era mia intenzione.”

Lo so,solo mi faceva male vederti così isolato. Te ne stavi sempre per conto tuo e a malapena parlavi o ti rivolgevi a me o ad Ezio per chiedere o dire qualcosa. Se sono stata male e perché tu non stavi bene e questo faceva stare male anche me. L'importante però e che ora ci siamo chiariti.”

Lui la osservò per un attimo e si soffermò sul volto di lei,felice e rilassato,smise di camminare. Durante il viaggio si era accorto di come l'umore di Toran era andato a farsi sempre peggio. A volte gli capitava di scrutarla di nascosto negli attimi di riposo tra l'inizio di una marcia è un altra,di quando guardava altrove pensando a chissà cosa con sguardo triste oppure la notte,quando lui dormiva distante dagli altri e si accorgeva di Toran che lo guardava di tanto in tanto prima di addormentarsi e lui,in silenzio,faceva finta di dormire,perché anche da sveglio non avrebbe saputo cosa dirgli per farla stare meglio e nonostante l'attrazione che aveva sviluppato per lei lui non sapeva dichiararsi o aprirsi,cosa che dato il suo carattere non era impresa facile. Ma ora la guardava e la vedeva raggiante di vita,di una felicità tale che sembrava quasi una ragazzina e in parte gli ricordava il carattere infantile di Rin,mista alla consapevolezza e di essere donna e anche guerriera,che gli donava quel fascino che ora lo rasserenava,anche se non lo dava a vedere.

Si,lo penso anche io.”,disse lui come catturato da quella visione di donna che aveva imparato ad amare.

Lui si sedette sulla neve e poggiò la schiena contro uno dei tanti alberi della zona,abitudine che gli piaceva sempre fare tutte le volte che camminava in una foresta o in un bosco,era un abitudine costante da quando aveva memoria e invitò Toran a fare lo stesso. Lei tuttavia sembrava piena di vita e in qualche modo irrequieta,a tal punto da preferire di stare in piedi piuttosto che seguirlo. Lui dal canto suo la osservò un attimo,poi distolse lo sguardo e tornò a fissare il mogio orizzonte invernale di quella gelida mattina.

Sai,ancora non riesco a crederci,noi due che formiamo una coppia. Secondo te quante possibilità c'erano che una cosa simile succedesse?”,chiese lei incapace di trattenere una genuina e infantile felicità.

Direi poche,considerato che non avevamo motivi per rincontrarci.”

Già,anch'io non lo avrei mai detto. Però sai, a volte mi piace pensare che certe cose accadono per una ragione,allora com'è possibile che io e te siamo giunti a questo punto?

Intendi il destino? No, mi rifiuto di credere che le cose accadono per una qualche ragione mistica o perché un entità sconosciuta a voluto così. Da quando sono al mondo ho fatto quello che ho fatto perché l'ho voluto io,non perché qualcuno mi ha istigato o costretto,ma perché ho sentito la necessità di farlo. Quindi,se sono giunto in questo luogo sperduto,per dare la caccia ad Akira l'ho voluto io,se ho seguito quell'umano in una questa guerra segreta e perché l'ho voluto io. Nessuno controlla la mia vita. Io sono io e io seguo solo la mia volontà,questo è quanto.”

E il nostro amore?”

Sesshomaru rimase per un attimo in silenzio e continuò a contemplare il glaciale paesaggio di fronte a lui. Poi alzò lo sguardo verso Toran e la fissò con un espressione che nemmeno lei seppe definire. Forse triste o pensieroso,ma non era il volto freddo e statuario con la quale era abituata di solito.

Non conosco l'amore e non so come funziona,so solo che quello che provo nei tuoi confronti e autentico e reale. Non ho mai provato niente per nessun'altra donna fino ad ora.”

Lei si avvicinò di qualche passo verso di lui e sostenne il suo sguardo,quasi fosse una sfida.

E cosa provi quando mi guardi?”

L'ennesimo silenzio da parte sua,l'ennesima raccolta di pensieri prima di esprimerli. Non era mai stato bravo a dimostrare quello che sentiva verso le altre persone. Certo,gli riusciva facile dimostrarsi scontroso,disgustato,furente o distaccato con qualcuno che non gli piaceva ed era in grado di esprimerlo con facilità e senza blocchi di alcun tipo. Ma quando si trattava di rivolgersi a qualcuno con parole affettuose,piene di tenerezza,di rispetto e gentilezza non sapeva che termini usare. Si sentiva bloccato dalla sua stessa mente,come se non riuscisse non solo ad esprimere quello che sentiva,ma addirittura lui stesso non trovava le parole da usare. Forse per mancanza di abitudine ,forse perché non era portato a quel genere di sentimenti oppure semplicemente non sapeva come fare perché di sentimenti del genere li aveva provati di rado,quasi mai per giunta e non riusciva ad esprimersi come voleva.

Attaccamento...sento il bisogno di sapere che sei felice con me e che tu sia al sicuro. Ma sento la necessità di averti accanto a me,di sentire che mi sei accanto,di sentire l'odore dei tuoi capelli che mi rammentano il gelo della neve fresca,il tocco della tua pelle che al tatto mi pare seta e la voglia incontrollabile della tua carne a contatto con la mia,anche se ancora non ti senti pronta. Questo e quello che provo quando ti guardo...e farei tutto il necessario affinché questo sentimento,se così posso definirlo,non muoia mai.”

Toran rimase colpita da quelle parole. Se avesse semplicemente saputo quale fosse la verità su ciò che provava Sesshomaru verso di lei allora possedeva già la risposta poiché la sera prima ebbe modo di verificare direttamente quello che ardeva nella sua passione. Ciò che voleva veramente in quel momento era sapere quale percezione avesse lui stesso dei suoi sentimenti e adesso ne aveva la conferma. Non scherzava affatto quando parlava in quella maniera,non che lo avesse mai fatto prima ovvio,ma era davvero così che vedeva l'amore? Possibile che gli riuscisse così faticoso dirgli semplicemente ti amo? Forse avrebbe potuto,ma lui aveva fatto un esatta descrizione di quello che percepiva verso Toran in una maniera talmente dettagliata che sembrava più un attenta analisi su quel sentimento tanto tenero quanto complicato. Ti amo per Sesshomaru erano parole di difficile pronuncia,ma l'amore che sentiva gli riusciva più facile esprimerlo con le azioni che con le parole. Ma forse era meglio così,poiché parlare erano bravi tutti,ma a conti fatti erano i gesti quelli che aveva significato e quel cane era più bravo a dimostrarlo con la sua vicinanza silenziosa,che con belle parole prive di sostanza. Gli occhi di lei si intenerirono e senza preavviso lei si abbassò poggiando le ginocchia sul bianco terreno e con un rapido movimento della testa accorciò la distanza dal suo viso stampando la sua bocca contro quella del suo amato. Lui impiegò un niente a rispondere e con leggero vigore più di quello di Toran. Le loro labbra premevano le une contro le altre in un turbinio di calda e caotica passione mentre si assaggiavano a vicenda. Lui la prese con entrambe le mani e con forza gentile la trascinò a se,avvolgendola con entrambe le braccia attorno alla vita mentre con il suo ardore reclamava quella ragazza come sua. Si persero l'una nell'altro,mentre si esploravano dolcemente a vicenda e il loro bacio si faceva più ardente del fuoco e più frenetico di un lotta. Si staccarono lentamente,ricercando l'aria fredda del mattino e la ragione tornò in loro. Sesshomaru sapeva che non era pronta e lui non l'avrebbe presa con la forza,né tanto meno l'avrebbe indotta ad accoppiarsi li,in quel momento e in quel luogo come animali in calore. Anche se la tentazione era forte e il suo istinto lo spingeva a voler affondare il suo vigore dentro di lei,non lo avrebbe fatto. Vedeva benissimo come Toran,per quanto intenzionata e deliziata all'idea,era ancora acerba e inesperta riguardo a quell'argomento e lui non avrebbe approfittato di una tale ingenuità,poiché ne andava del suo orgoglio,del suo onore e di quello che la pantera rappresentava per lui. Si guardarono per un singolo istante,chiusero gli occhi e si appoggiarono fronte contro fronte,riprendendosi da quel gesto così naturale ed improvviso.

Ti amo Sesshomaru.”

Lui aspettò un attimo prima di dare la sua risposta.

Anch'io...ti amo.”

Sentendo quelle parole gli occhi azzurri della pantera si inumidirono e presa ancora una volta dall'emozione si abbandonò nuovamente contro il corpo dell'inuyokai,appoggiando la testa contro la spalla di lui,mentre con l'olfatto cercava l'odore di lui,così forte e delicato allo stesso tempo. A lui non dispiacque quella posizione e se restarono li,fermi contro l'albero,ancora alla ricerca l'uno dell'altro e adorando ogni singolo istante che ora stavano passando insieme. Sesshomaru non era abituato ai momenti di tenerezza e nella sua longeva vita non erano mai stati molti i momenti di tale armonia o di felicità in generale. Da che ricordava scontri e battaglie erano stato l'epicentro della sua esistenza e man mano che avanzava con l'età la ricerca di altri combattimenti aveva alimentato e motivato il suo spirito guerriero,ma ora si chiedeva se c'era spazio anche per quei sentimenti che aveva considerato solo una cosa da deboli,ora gli parevano nutrirlo con un altra energia,diversa da quello che lo spingeva spasmodicamente in avanti verso un nuovo conflitto e una nuova affermazione di potere. Sarebbe stato bello in effetti...se non fosse che era stata quell'intensa e violenta energia lo aveva condotto così a nord,nelle selvagge terre del nord,dove il suo nuovo nemico,Akira,si era spinto così all'interno di quelle che a Sesshomaru parvero delle terre selvagge,abitata da creature con costumi e poteri che non aveva mai visto prima. Akira si nascondeva li,da qualche parte a complottare,organizzare piani e attaccare quando più gli avrebbe fatto comodo,in questo era perfettamente uguale a Naraku. Lo avrebbe trovato,lo avrebbe combattuto e questa volta gli avrebbe fatto pentire di essere nato,fosse anche stata l'ultima cosa che gli restava da fare prima di morire e avrebbe fatto di tutto perché la cosa si avverasse. Ma ora,l'unica cosa che avrebbe fatto sarebbe stato godersi quel breve momento di pace con la donna che aveva scelto come compagna e finché sarebbero stati insieme avrebbe potuto contare l'una sull'altro e viceversa,poiché lei lo aveva aiutato a tenere a freno la strana anomalia che aveva invaso la sua mente è aveva sanato le ferite dentro la sua anima. Perché mai lui non avrebbe dovuto ripagarla in egual misura?

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Capitolo 12
*** Collaborazione ***


Passò poco più di un ora quando i due decisero di tornare in mezzo agli yoro,volendo anche sapere com'era la situazione in mezzo al campo. Da quando Sesshomaru e Toran rimasero da soli dalla sera precedente non ebbero notizie di come fosse la situazione tra i lupi,anche se sapevano che erano stati in grado di respingere l'offensiva delle forze di Otsune,non sapevano nello specifico com'erano messe le forze di Koga e forse ci sarebbe stato bisogno di pensare anche al da farsi,ma per ora Sesshomaru sarebbe rimasto a guardare la situazione senza intervenire direttamente. Sarebbe rimasto in disparte il più possibile,ma disponibile a combattere ancora una volta se fosse stato necessario. Pur non essendo legato ai problemi a quella tribù di lupi sapeva che aveva un debito con loro,in quanto era stato ospitato e curato e che gli piacesse o no,ora avevano un motivo più che valido per restare con Koga e Urtak,per quanto avrebbe preferito proseguire solo con Ezio e Toran,anzi,solo con Toran. Toran fece da guida all'inuyokai,facendogli strada attraverso un percorso che si divideva tra la cima della collina,dove risiedeva la maggior parte degli yorozuku e una stradina secondaria,che portava all'interno di una delle antiche gallerie scavate nella collina e dalla quale Toran e Ayame fecero uscire Sesshomaru in una maniera non proprio facile,passando in quel punto gli disse scherzando che era pesante da trasportare e più seriamente aggiunse che durante il tragitto per portarlo al sicuro era come se non fosse cosciente e che lui si trascinava in avanti più per inerzia che per volontà propria. Lui annuì con la testa come per fargli capire che aveva capito ma in realtà sapeva bene cosa aveva vissuto in quel momento è non voleva parlarne con la pantera,per non farla preoccupare si era detto,ma forse il motivo era che anche lui non avrebbe saputo cosa rispondere a riguardo e semplicemente continuò a camminare. Mentre continuavano nel loro tragitto Sesshomaru vide ancora quelle colonne di pietra,antiche e anche quelle nascoste in mezzo alla vegetazione,con i ninnoli e gli amuleti appese alle colonne per mezzo delle cordicelle di cuoio. Poi ancora le pietre con le incisioni,anch'esse antiche e difficili da comprendere,chissà come mai c'erano così tanti resti di quello strano passato di cui lui aveva visto solo un pezzetto,ma che per lui era misterioso e allo stesso tempo inquietante. Un passato della quale non sapeva nulla e dalle quale capiva ancora meno,con tutti quegli inuyokai ben lontani dagli sfarzi della corte e dalle nobili origini che si era immaginato. Quello che vide in realtà era gente non così diversa dagli yoro,anche loro vestiti di pelle animale e armati al peggio con bastoni e pietre,con l'unica differenza di quello yokai,Ichiin,come aveva detto di chiamarsi o come lo aveva capito lui. Lui pareva diverso,sia nei modi che nell'aspetto,meno rude e più civile e poi c'era la sua arma,un pugnale dalla lama metallica,a pensarci ora gli sembrava strano come quell'arma appariva più sofisticata ed evoluta in confronto a tutte le altre che aveva visto in quella visione. E poi c'era quella tavoletta,quella dannata tavoletta di pietra dallo funzione e lo scopo così ignoti,proprio come quella sfera che portava Ezio,prima di consegnarla a Yuki,anche quell'oggetto lo inquietava. Non sapeva cosa fossero,non sapeva come funzionavano e non sapeva quale fosse la loro funzione. Ma una cosa era certa,qualunque cosa fossero e quale fosse la loro vera natura,non erano di questo mondo. La sua mente tornò al presente quando si accorse che una figura in lontananza stava scendendo verso la loro direzione.

Buongiorno,dormito bene stanotte?”

Era Ezio,che era venuto loro incontro con passo calmo e adagio,come se stesse facendo una passeggiata,rivolgendosi a due yokai con spirito leggero,com'era solito rivolgersi alla gente.

Si...non ci sono stati problemi a riguardo.”,disse Toran titubante riguardo a rivelare maggiori informazioni alla notte scorsa.

E per quanto riguarda la tua vista ragazzo? Pronto a scendere nuovamente in campo?”,chiese il fiorentino rivolgendosi a Sesshomaru,mentre quest'ultimo lo guardava con espressione rigida e statuaria.

Una banale irritazione,nulla cui tu ti debba preoccupare.”

Simpatico e di buon umore come al tuo solito,mi fa piacere. Comunque andiamo,questa mattina non avremo tempo per stare fermi.”

Perché che succede?”

Questi tizi hanno deciso di spostarsi è andare da un altra parte. Vi spiego strada facendo.”

Salirono ancora seguendo l'incappucciato con nuova e rinnovata curiosità. L'avevano visto scendere solo per venirgli incontro e ripercorrere la stessa strada,ma questa volta in salita e per lo più così presto. Qualunque cosa fosse sembrava non ci fosse tempo da perdere.

Allora,cos'è questa storia dello spostarsi? Per caso riguarda l'attacco di ieri sera?”

Si e no. Pare che il loro capo,Koga se non ho capito male il nome,ha deciso di spostare la sua gente verso un luogo più sicuro,su consiglio di...quel tipo barbuto...con le corna da cervo....”

Urtak?”

Si lui,diceva di aver ricevuto un messaggio dal vento,che gli diceva di dirigersi verso un altro posto,dove sarebbero stati al sicuro,anche perché in quel posto pare che siano stati trovati i sopravvissuti dell'altra metà della tribù. Vai un po' a capire come funzionano le cose in questo mondo...”

E questo luogo dove cosa sarebbe di preciso?”

Non l'ho ben capito,ma pare sia una specie di tempio o un luogo sacro. Se vuoi i dettagli chiedi a lui,io mi sono allontanato per avvisarvi quando ho saputo di un altra novità.”

E sarebbe?”

Ezio si fermò un attimo,girandosi ad osservare i due yokai,guardandoli con i suoi occhi da rapace in un espressione che di spensierato e rilassato avevano ben poco.

Secondo quello che ha detto Urtak pare che anche li ci siano alcuni resti del passato,che corrispondono agli stessi resti presenti nel ventre di questa collina.”

Sesshomaru non disse nulla ma dal suo sguardo ora al posto del vacuo interesse per le parole di Ezio era comparso un autentico bagliore di interesse,evidente anche dall'espressione più attenta e decisa prima. Ora Ezio poteva dire che Sesshomaru gli stava dando tutta la sua attenzione.

Sicuro che abbia detto esattamente così?”

Si certo.”

Sesshomaru non seppe cosa dire. Iniziò a guardare un punto nel vuoto mentre la sua mente elaborava altri pensieri riguardo a quei nuovi avvenimenti. Gli venne in mente la figura dell'hanyou e gli tornò alla mente il modo in cui lo aveva visto per la prima volta il giorno prima. Ricordava ancora come lo stesse aspettando vicino al fuoco,mentre le piccole lingue fiammeggianti illuminava no scarsamente quella grande camera sotterranea con tutte quelle grandi e numerose scene di vario genere dipinte sui muri. Ricordava la coppa con quella miscela disgustosa e il suo viaggio a ritroso nel tempo. Ricordava la barca,il mare in tempesta,la tavoletta,l'accampamento degli inuyokai,la donna con la grande ascia,l'attacco dei lupi,la tavoletta e lui,Hichin,quel misterioso individuo che tanto gli assomigliava. Ma in realtà c'erano anche altri due dettagli non meno importanti in quella strana esperienza che aveva vissuto,Jin e il cielo rosso. Jin si era manifestato in quella visione che non aveva nulla a che fare con lo strano e inquietante mondo che aveva dentro di se è la sua presenza li aveva la sua importanza,da quello che ricordava anche quel suo sosia assassino aveva cercato informazioni su quell'altro più antico,che non stesse dicendo qualcosa a riguardo,oltre a quello che già non gli rivelava? E poi cos'era quale cielo rosso? Con la luce di quel finto sole che si faceva sempre più calda è soffocante,a tal punto da farlo bruciare dall'interno? Non sapeva dare una spiegazione a riguardo e la logica di quella situazione andava contro ogni buon senso.

A chi dovrebbe capitare questa disgrazia?”

A tutti noi?”

Si ricordò delle ultime due frasi dette dalla ragazza con l'ascia in osso e Hichiin,disgrazia?A cosa si riferiva? Che la tavoletta c'entrasse qualcosa? E se si in che maniera? Non ebbe tempo per porsi altre domande che fu riportato alla realtà da una delle pochi voci di cui poteva realmente fidarsi.

Sesshomaru,Sesshomaru che ti succede?”

L'inuyokai non prestò attenzione alle parole di Toran e puntò il suo sguardo direttamente verso la cima della collina mentre sul suo volto,poco alla volta,prese forma un espressione carica di indignazione e nervosismo. Se quella mattina era partita come un momento di benessere e gioia personale ora rischiava di mandare in malora tutta la calma e la quiete che aveva acquisito sarebbero andate in malora. Ma si trattenne,non si fece prendere dalla furia né tanto meno dal suo orgoglio e si limitò a osservare la cima della collina e pensando che anche quel giorno aveva prefissato l'ennesimo obbiettivo da raggiungere per comprendere i misteri dalla quale ormai era sommerso fin sopra la testa. E adesso sapeva a chi chiedere per avere altre informazioni su quanto stava succedendo,o almeno in parte,ma era sempre meglio che ritrovarsi con nulla in mano. Si riprese dalla ferocie elucubrazione dei suoi pensieri che di tanto in tanto non gli volevano dar tregua,mentre i suoi occhi si riempirono di quella luce,di quella scintilla,che dava fuoco alla sua mente e gli permetteva di arrivare alle soluzioni che lui agognava ardentemente.

Mi è appena venuto in mente,che devo parlare con qualcuno. E quel qualcuno mi deve delle risposte.”

Di chi parli?”,chiese Ezio con calmo.

Di Urtak. Potrei sbagliarmi ma credo che ci abbia nascosto qualcosa è non parlo solo di noi.”

Sei sicuro di quello che dici? Le tue sono accuse gravi,ammesso che tu lo stia accusando di essere una spia o un traditore.”

Non sono sicuro di quali siano le sue intenzioni,ma sono certo che non mi ha rivelato tutto quello che aveva da dire.”

Quindi che intenzioni hai?”

Non lo so,ma appena lo vedrò dovrò fargli un paio di domande. E se non intende collaborare...”

Sesshomaru non terminò la frase che appoggiò il palmo della mano sul manico Bakusaiga e fece in modo che lo vedessero entrambi.

Lo farò parlare io.”

Ezio e Toran lo osservarono con cupa insicurezza,facendogli intendere che non erano troppo concordi con quella situazione,ma lui restava fisso sulla sua decisione.

Stai attento ragazzo,questa gente ci ospita è ci ha dato un riparo per la notte e noi in cambio li abbiamo aiutati a difendersi. Potrebbero essere le uniche facce amiche che incontreremo qui,quindi ti chiedo una sola cosa. Agisci,ma con prudenza.”

Sesshomaru fissò per un attimo Ezio con un sguardo accigliato,segno che sembrava infastidito dall'atteggiamento cauto e guardingo dell'umano,che contrastava in maniera completamente opposta al suo modo di fare.

Non prometto niente.”, disse Sesshomaru togliendo la mano dalla spada e riprendendo a camminare,superando Ezio e Toran,che rimasero fermi a guardarsi tra di loro.

Almeno la sua prima intenzione non è infilzarlo. Direi che è un notevole progresso dato il suo caratteraccio.”,disse Ezio ironicamente.

Già.”,disse amaramente Toran accorgendosi come l'inuyokai era tornato al suo solito umore.

Una mattina che sembrava essere cominciata così bene stava degenerando nell'ennesima ricerca di informazioni che riguardavano i problemi di Sesshomaru,che ancora una volta trascinavano lo scontroso guerriero in un altra marcia verso una risposta,che poi si sarebbe tramutata in un altra domanda. Non impiegarono più di quindici minuti a percorrere quel versante della collina dal punto in cui si trovavano e una volta giunti in cima Sesshomaru e Toran si accorsero della relativa confusione che si era sparsa nella tribù dei lupi. Gruppi di donne e bambini raccoglievano le poche cose che avevano con se,come vasellame,utensili di vario genere e pellicce ricavate dagli animali uccisi e poi usate per farne indumenti e protezioni di cuoio per i guerrieri della tribù. I guerrieri invece,di tutte le età comprensibili tra i ragazzi e più anziani,ma ancora in grado di combattere impugnavano spade e lance,archi e giavellotti,tutti pronti a difendere i loro cari,i compagni,il loro capo e la sua compagna,attenti a non lasciarsi prendere dal desiderio del combattimento. Sesshomaru non aspettò gli altri due e si mescolò insieme alla folla disorganizzata degli yoro,mentre il continuo spostarsi di quei lupi ostacolavano la sua ricerca,mentre il loro odore,per nulla gradevole al suo olfatto,gli impediva di trovarlo con accuratezza nella calca che lo circondava.

Provò allora a basarsi solo sulla vista,ma tale era il disordine,di gente che andava e veniva tutti in preda ad una fretta del diavolo talmente incontrollata,che tra poco si sarebbe aggrediti l'un l'altro tale era la confusione che regnava. Poi,per un colpo di fortuna o un attenzione particolare per i dettagli,nemmeno lui era sicuro di come ci fosse riuscito,vide Urtak in lontananza. Fu solo per un attimo,ma gli parve di aver visto un palco di corna appartenenti ad un fiero cervo maschio e senza pensarci troppo si mosse spinto da una sete di informazioni così grande,che smaniava di estrarre la lama di Bakusaiga se non avesse ottenuto ciò che voleva. Voleva sapere e lo voleva sapere adesso,ora,più che mai,forse anche per via dell'esperienza vissuta quando aveva perso momentaneamente la vista,forse perché aveva viaggiato per un mese a piedi da sud a nord,quando avrebbe avuto ben altri mezzi per fare più in fretta o magari perché il solo fatto che qualcuno gli avesse nascosto qualcosa per l'ennesima volta era la goccia che traboccava dal vaso e questa volta avrebbe saputo la verità,chiara e concisa per filo e per segno. Si fece spazio tra i membri degli yoro quasi non esistessero,facendosi spazio tra quelli che per lui sul momento erano solo ostacoli sulla sua strada e i lupi che incrociava gli davano una breve occhiata al suo passaggio,non essendo abituati alla vista di Inuyokai. Vedeva solo lui in lontananza,Urtak,intento a fare qualcosa per terra,vicino a dei lunghi accumuli di pellicce di lupo stese al suolo e da sotto di esse sentiva il dolciastro odore di putrefazione dei corpi morti da poco tempo. Lo raggiunse,lo vide ancora a terra,intento ad agitare ritmicamente un piccolo arbusto ricolmo di foglie,mentre gettava una manciata di neve mista a terra e una manciata di sassolini sopra i le pellicce,che solo in quel momento Sesshomaru si accorse che avvolgevano al loro interno qualcosa di rigido e statico. Erano dei corpi e quello che stava eseguendo Urtak aveva tutto l'aspetto di un rito funebre,cosa che si poteva intuire anche per alcuni piccoli ninnoli fatte con sassolini e piccole ossa non ben definite e a fianco di alcuni involti erano posate delle armi come lance o spade,molto probabilmente posate vicino al corpo dei proprietari.

L'attacco che abbiamo subito ha portato via la vita ad alcuni membri della tribù di Koga,alcuni erano guerrieri mentre alcuni sono degli anziani,ci sono anche due donne e un bambino. Morti che per mano di coloro che hanno scelto di seguire gli ordini di una regina scellerata,che si ritiene più vicina ai Kamui di quanto in realtà se ne stia allontanando. Perché permettiamo al mondo di essere dominato dai folli e dagli stupidi? Io questo non lo capirò mai.”

Fu Urtak a parlare mentre dava gli ultimi colpi con il piccolo vegetale e poi lo posava delicatamente in mezzo ad alcuni corpi e in quel punto preciso né scaturì una piccola cupola di aura sacra,molto simile a quelle che sacerdoti e maiko erigevano nelle zone più a sud del paese,ma con la differenza che da questa veniva rilasciata un aroma fresco e profumato,al naso del cane pareva un misto di muschio,acqua di fiume e abete. Sesshomaru fu sul punto di parlare e appena aprì la bocca fu interrotto senza il minimo preavviso.

Ho bisogno di parlarti,ma non qui,seguimi.”,disse Urtak,mentre si rimetteva in posizione eretta,per poi incamminarsi lentamente verso la folla.

Da un punto di vista personale Sesshomaru non seppe esattamente cosa provare in quella situazione,se restare tranquillo perché le cose erano andate a favore delle sue intenzioni,oppure arrabbiarsi per essere stato trattato semplicemente come uno sprovveduto che era stato considerato dal diretto interessato,solo perché si era trovato al posto giusto,nel momento giusto,ma per le motivazioni sbagliate. L'unica cosa certa era che confuso,di questo poteva essere sicuro. Decise di seguirlo,anche se non era quello che voleva,anche se non era sua intenzione creare un putiferio,cosa che con quel caos non era il meglio e d'altronde non gliene veniva niente in mano,perciò fece la cosa meno dannosa e si incamminò anche lui. Gli stette dietro, a qualche passo di distanza e nel seguirlo si accorse di un fatto curioso che riguardava l'atteggiamento degli yorozuku verso l'hanyou. Sesshomaru sapeva che gli yoro erano individui fieri e spavaldi,pronti alla battaglia e difficili alla ritirata,persino Sesshomaru che camminava in mezzo a loro,un dayokai,era trattato come se fosse uno qualsiasi,uno straniero e la cosa di certo non gli faceva ne caldo ne freddo fintanto che no gli davano problemi. Ma con Urtak era diverso,tutti gli yoro incrociati per strada in quel momento si toglievano dal suo cammino e lasciandogli libero il passaggio e alcuni chinavano leggermente il capo con fare ossequioso e persino le donne con i bambini appresso esortavano i piccoli a non disturbare l'uomo con le corna da cervo,la cosa di certo lo lasciò basito. Da quando in qua una tribù di lupi permetteva ad hanyou,un essere di sangue misto,così tanto rispetto da farlo apparire quasi come un capo o una figura importante di qualche genere? Li nell'Hokkaido c'erano molte cose strane. Poco dopo giunsero in un punto di poco più esterno della collina,lontano dalla calca che c'era nella zona dei membri di rango più basso della tribù. Dopo essere scesi di pochi metri dalla cima,percorrendo un secondo sentiero,meno battuto e più tranquillo giunsero sulla soglia di un altra caverna,ma più ampia è ben diversa da quell'altro buco nel terreno nella quale era sceso per entrare nelle viscere della terra. L'entrata presentava ai lati due grosse sculture scolpite con un tecnica decisamente antica e i segni del tempo,come gli agenti atmosferici come pioggia,neve e vento avevano rovinato buona parte delle decorazioni,ma dalla forma si poteva intuire che fossero due animali a quattro zampe,molto probabilmente dei lupi visto il tipo di yokai che al momento occupavano la collina. Oltre la soglia era presente una camera naturale adatta giusto per essere occupata da un piccolo gruppo di individui,priva di un qualsiasi ingresso che conduceva verso il basso e per tanto fine a se stessa. Al suo interno erano presenti diversi elementi,tra cui una grande pelliccia di lupo bianca appesa ad una parete per mezzo di alcuni rudimentali chiodi in osso, alcune stuoie in fibra vegetale posate vicine ad un falò della quale erano rimasti solo dei carboni spenti,alcune pellicce di cervo stese a terra e cucite tra loro per farne un letto caldo e accogliente e sul soffitto era stata disegnata una moltitudine di lupi,tutti dai tratti neri per mezzo di carbone vegetale e fuliggine,tutti intenti a girare tutt'intorno al soffitto formando cerchi separati tra di loro,che andavano dalla parte più esterna fino al centro,dove si componeva nel cerchio più piccolo dell'immagine,che dava allo spettatore un effetto quasi ipnotico. Ma Sesshomaru non era giunto fin qui per vedere opere d'arte vecchie di secoli,se non di millenni. Dentro la caverna era presente anche Ayame,che se ne stava seduta intenta ad osservare il soffitto,come se si stesse concentrando su qualcosa.

Ayame.”,lo chiamò Urtak con tono oneroso. La ragazza si ricompose e si alzò da terra con nuova e rinnovata attenzione verso i due ospiti.

Urtak, grazie ancora per la cerimonia funebre per i nostri caduti. Spero solo di non averti chiesto troppo oltre altre cose che hai già da fare.”,disse lei con tono pacato e gentile.

Sono uno sciamano è come tale e mio compito svolgere i riti necessari per il trapasso. Anche se non me le avessi chiesto lo avrei fatto lo stesso. E un bene che ancora oggi gli yoro non abbiano dimenticato le antiche usanze. Ma non mi hai chiesto di portare qui il cane solo per chiedergli delle sue condizioni,o sbaglio?”

No infatti...”,terminò la rossa con Urtak per poi rivolgersi verso Sesshomaru, “Mi spiace aver interrotto il tuo riposo,immagino che dopo l'infortunio di ieri tu senta il bisogno di riprenderti,anche se da quello che vedo non sembra tu ne abbia bisogno. Ma avevo urgenza di parlarti,poiché credo che tu possa dissipare alcuni miei dubbi.”

Sesshomaru era ancora più confuso di prima,proprio quando era lui che voleva interrogare Urtak riguardo alla visione avuta nella grotta ora invece era stato lui ad essere chiamato in disparte per rispondere a domande alla quale non avrebbe saputo dare risposta. Perché proprio quella mattina il mondo doveva cominciare alla rovescia?

Dubito che io possa aiutarti. Non ti conosco e non so nulla di te, né del tuo clan,quindi,dubito di poterti essere utile quando io stesso non saprei cosa dirti.”,disse Sesshomaru mantenendo un tono piatto.

So perché sei qui ed anche noi due vorremo far luce sulla questione. Io e Urtak vorremmo aiutarti nella tua ricerca e nel frattempo vogliamo che ci aiuti a perseguire i nostri obbiettivi.”

E questi obbiettivi,di grazia,quali sarebbero?”

Ayame e Urtak si scambiarono uno sguardo di intesa per un breve lasso di tempo,poi tornarono sulla figura del loro arcigno ospite.

La mia tribù d'origine popolava queste terre insieme a molti altre comunità di yoro,tutte più o meno grandi e per molto tempo hanno vissuto in relativa pace con gli altri abitanti di queste terre,umani compresi. Ma poi un giorno,tra tutti coloro che abitavano nell'Hokkaido,una donna impose velocemente il proprio dominio tra i molti popoli di queste terre. Girava voce che fosse una sciamana,una yokai dotata di grandi poteri legate alle forze di questa terra e che da tempo non si erano manifestati,sia tra gli umani che tra gli yokai. Ora quella donna si è autoproclamata regina di tutto il popolo Ainu e non sono pochi i membri di tutte le razze che hanno deciso di servirla,chi per lealtà,chi per paura e chi,nel peggiore dei casi,per una fede cieca e smisurata.”

Tu parli di Otsune,ma non capisco dove vuoi arrivare.”

Vogliamo che tu ci aiuti a sconfiggerla.”,disse Urtak senza dare il tempo ad Ayame di riprendere il discorso.

Per riprendervi la vostra terra? Non fraintendete,io sto dando la caccia ad Akira e fintanto che lui resta con Otsune io continuerò a cercarlo in queste terre. Ma se dovessi venire a sapere che si trova in tutt'altro luogo all'infuori di questa regione,non esiterò ad andarmene. Non fraintendete,ho un debito con voi e intendo ripagarlo ma per tutto il resto,ognuno per la sua strada.”

E se ti dicessi che Otsune ha a che fare con la tua stessa ricerca?”

Che vuoi dire?”

Da dove credi che abbia tratto la conoscenza per sfruttare i poteri che possiede? Come riesce a comandare sia sugli umani che sugli yokai che sono al suo comando? Da dove ha appreso tutto ciò che sa sugli ainu e come è riuscita ha guadagnarsi la loro fedeltà?....”, Urtak smise momentaneamente di parlare e indicò il soffitto sopra le loro teste,seguitò con lo sguardo da Sesshomaru,che osservava il soffitto palesemente confuso.

Storie Inuyokai....storie. Questa regione conserva le antiche storie del nostro popolo. Ha differenza delle terre più a sud,qui, gli umani e gli yokai si riconoscono in un solo grande popolo,gli ainu. Certo,possono essere divise dalle lotte interne o dal potere di alcune tribù che si contendono un territorio. Ma ciò che li unisce è la fede,la tradizione e il senso di minaccia che hanno verso gli stranieri,che già un tempo li avevano scacciati qui nel gelido nord in tempi più antichi,quando ancora questa terra chiamata Giappone apparteneva a loro di diritto. Ciò che cerchi è insito nel profondo della loro storia,della nostra storia e questa terra ha molto da raccontare,ma devi riuscire ad ascoltarla o altrimenti rimarrai sordo ai suoi segreti.”

Noi yoro da soli potremmo non farcela,anche se tutti uniti insieme alle altre tribù ribelli non riusciremmo a eguagliare la potenza che la sacerdotessa esercita sull'intera regione...”,Ayame tornò a parlare in maniera decisa ma calma,sapendo di dover convincere con la sola determinazione quello che in forza e in autorità con un estraneo come Sesshomaru, “Ma con il vostro aiuto,tuo e degli altri due che ti accompagnano potreste alimentare la speranza di liberarci di Otsune e del suo malevolo controllo dalle nostre terre. E inoltre, il luogo nella quale stiamo per trasferire tutta la tribù è un punto che potrebbe coincidere con la tua ricerca.”

In che modo?”

Intervenne Urtak

E uno dei più antichi avamposti costruiti dagli inuyokai. Alcune delle tribù più antiche della zona raccontano che un tempo la presenza dei cani in queste terre era florida e il loro territorio si estendeva dai confini marittimi più a nord fino all'entroterra,dove estesero la loro influenza solo a partire dalla comparsa di quell'uomo. Pare che persino i lupi di quel periodo,temuti con una forza feroce è inarrestabile a più persero molti dei loro territori a causa del sua presenza.”

Sesshomaru ascoltava attentamente la storia che Urtak gli stava narrando e per tanto decise di non interromperlo,se non per chiedergli qualcosa a riguardo. In parte perché gli stava parlando della misteriosa figura di quello yokai,Ichiin,che tanto gli assomigliava e in parte perché forse avrebbe potuto trarre delle informazioni che lui stesso con i suoi metodi non avrebbe saputo ricavare con tanta facilità e scioltezza. Lui era un guerriero e per tanto se c'era da combattere combatteva,ma per quanto riguardava la sottile arte del raccogliere informazioni era ancora acerbo. Per il momento sarebbe rimasto al gioco.

Nella mia visione ho visto che era intervenuto a difesa di coloro che lo avevano catturato,fino a sconfiggere da solo quello che sembrava un capo o un condottiero dei lupi. Tu dici che fosse un guerriero tanto abile da terrorizzare un intera razza?”

Probabile ma non credo che fosse solo per questo motivo. In pochi anni,un lasso di tempo incredibilmente breve per gli yokai,contribuì a un miglioramento significato a quella tribù di Inuyokai,sia da un punto vista combattivo ma anche organizzativo,ciò che portò a quella gente fu ben più di un guerriero. Ancora oggi,in qualche storia raccontata dagli anziani o da qualche sciamano si parla ancora di lui come ad una figura mitica,legata alla leggenda e di bocca in bocca la storia cambia con imprese sempre più epiche,ma che purtroppo temo non rappresentino la realtà della sua storia e della quale sappiamo ancora pochissimo.”

E perché vi interessa così tanto sapere chi è? Semmai la questione è più legata direttamente a me che con voi. Poi perché mai anche i lupi vorrebbero sapere la storia di un cane? Che cosa ci guadagnate?”

Il tuo punto di vista è comprensibile ma incompleto. Otsune ha iniziato a controllare gli ainu proprio perché ha affermato pubblicamente che il suo castello giace sopra le fondamenta del primo territorio di quegli Inuyokai che hanno accolto lo straniero....ma è falso,tanto quanto lo è lei.”

Questo non risponde alla mia domanda.”

In parole povere,l'influenza di quell'uomo,anche solo sotto forma di leggenda,ha ancora potere su queste terre è se Otsune dovesse mai mostrare al popolo una qualunque prova della legittimità del suo potere allora nessuno di noi sarebbe più in grado di dimostrare il contrario. Quindi è per questo che abbiamo bisogno di te...tutti noi né abbiamo bisogno. I lupi per dimostrare ai lori simili è a chiunque altro intenda ribellarsi alla regina che possono essere sostenuti nella loro causa è in quanto a me io sono uno sciamano ed è mio compito combattere chiunque cerchi di destabilizzare l'equilibrio nelle terre che intendo curare è difendere,sia da minacce naturali e non...compreso questo dayokai del sud, Akira.”

Sesshomaru sentì ancora una volta il violento impulso di combattere,anche solo con il ricordo di quell'uomo. Il solo sentirne il nome gli faceva venire voglia di sguainare la spada e partire alla ricerca di quel maledetto dalle buone maniere e dagli oscuri fini,gli ribolliva il sangue solo a tornare col pensiero a quell'essere.

Cosa sai di Akira?”,disse Sesshomaru trattenendo un moto aggressivo.

Poco, a dire il vero quasi nulla. Ma se ha raggiunto Otsune in queste terre un motivo ci dovrà pur essere. Tu cosa sapresti dirci di lui? Hai qualche informazione che possa aiutarci a comprendere delle sue intenzioni in queste terre?”

Intenzioni? Cosa né sapeva lui delle intenzioni di Akira? Era già tanto se sapeva che si era diretto in Hokkaido,per quale motivo poi non poteva saperlo. Sicuramente gli assassini sapevano molte cose riguardo ad Akira,ma non avevano condiviso alcuna informazione con lui,di certo non Yumi e forse Ezio era all'oscuro tanto quanto lui,ma ne dubitava visto che anche se di un altro paese,era comunque uno di loro e forse sapeva più di quanto gli aveva detto. Ma per ora doveva limitarsi a pensare alla domanda di Urtak e pensare cosa poteva volere Akira da quella terra tanto inospitale.

Per favore,qualunque cosa,anche il più piccolo dettaglio potrebbe tornare utile.” Disse Ayame quasi in tono di supplica.

Sesshomaru provò a concentrarsi cercando di far riaffiorare dalla memoria un qualunque indizio utile alla risposta che voleva dare. Ricordava la prima volta che lo aveva visto,alle porte della sua casa. Calmo,sicuro di se,composto,con quella aria di chi ritiene di possedere una grande intelligenza e ne fa sfoggio,anche quando cerca di nasconderlo. Ricordava di come era giunto di fronte a sua madre e di parlarle come se i due si conoscessero da tempo e alla fine di quell'incontro Akira gli fece accenno ai nomi di Rin,Jaken e...Naraku,già quello fu indizio per comprendere la vera natura di Akira. Poi venne il giorno della festa,la presentazione del padrone di casa,il nuovo incontro con Toran,la tavoletta,le rovine sotto il castello,il torii nero e lo scontro con Akira,o meglio,il pestaggio a senso unico da parte di quest'ultimo. Poi intervenne Jin e il salvataggio da parte di Yuki e i suoi assassini. Facendo un insieme di quello che aveva appreso direttamente da Akira,a parte quanto potesse fare male fisicamente ad un dayokai con una facilità disarmante,non era molto,a parte il vizio del parlare sempre in maniera educata e tendente al logorroico,segno che forse si compiaceva di sentirsi parlare in maniera così forbita e una strana passione per tutto quello che sembrava antico non aveva trovato nul....improvvisamente,un illuminazione. Tutto quello che era antico. Ora che ci pensava più attentamente si era ricordato un tratto in particolare di Akira,il suo bizzarro interesse per le antichità. A pensarci bene sembrava solo un assurda peculiarità di un individuo con tempo e risorse da sprecare,come di solito faceva la maggior parte dei nobili e quindi aveva dato per scontato che questo bizzarro feudatario in realtà nascondeva ben più di quello che dava a vedere con la sua fissazione per gli oggetti e gli eventi del passato. Ricordava ancora quando si era presentato alla reggia dei Taisho aveva accennato alla sua collezione personale di reperti antichi,tra cui la tavoletta con le incisioni e sotto il suo castello le inquietanti rovine. Ora aveva trovato il senso della sua presenza in quelle terre tanto distanti dalla civiltà. Le rovine,la tavoletta,il suo viaggio verso nord,Otsune,Jin e Ichiin,tutto ora tornava al suo posto nel disegno che si era fatto spazio tra i mille pensieri confusi che affollavano la sua mente sotto assedio,dando così ordine ad una piccola porzione di quel caos che invadeva il suo equilibrio personale. Sesshomaru non aveva più dubbi,ora sapeva che il suo viaggio e Akira era senza ombra di dubbio l'uno connesso con l'altro.

La storia.”,rispose Sesshomaru sicuro della sua affermazione

La storia?”,chiese Urtak non comprendendo appieno la risposta del cane.

La storia come materia di studio. Akira è giunto qui si per per volere di Otsune,affinché potesse trovare qualcosa riguardante quell'inuyokai e mentre lei gli da il permesso di cercare nelle terre degli ainu,lui approfondisce le sue conoscenze affinché possa ottenere qualcosa gli permetta di giustificare il suo dominio,come dicevi tu Urtak. Ma io ritengo che ci sia dell'altro oltre che l'invito personale della regina.

E quale sarebbe?”

Se è vero che il mio voler sapere di quell'uomo mi ha condotto fin qui,ritengo probabile che anche Akira in qualche modo sia a conoscenza del mito su quell'antico Inuyokai.”

Capisco...”, Disse Ayame sconsolata, “Quindi non solo abbiamo a che fare con un avversario formidabile,ma addirittura con qualcuno che potrebbe saperne meglio di noi riguardo alla faccenda. Dobbiamo agire al più presto ed eliminare l'influenza dell'usurpatrice prima che abbia dominato l'intera volontà della regione. Sesshomaru, ti chiedo di allearti con noi. So che tu sei un cane e in quanto tale i nostri problemi non ti appartengono,ma se dovessimo aiutarci a vicenda,il mio popolo,il vostro gruppo e Urtak potremmo iniziare a muovere i primi passi verso i nostri obbiettivi personali e insieme assicurarci una vittoria verso il nostro nemico comune,sei d'accordo?”

Sesshomaru aveva gli sguardi puntati della giovane dai capelli rossi e del ragazzo barbuto e lo stavano guardando una con ansia e l'altro con sguardo inespressivo. Non sapeva cosa fare,da un lato voleva andarsene per la propria strada e continuare la sua ricerca insieme ad Ezio e Toran,ma dall'altra però sapeva che per quanto forte potesse essere,gli eventi del giorno prima gli avevano dimostrato che da solo non avrebbe potuto farcela,fronteggiando misteri e poteri di un popolo sconosciuto in una terra a lui ignota e sfavorevole fin da quando aveva oltrepassato i suoi confini. Non aveva scelta e oltretutto lo avevano soccorso quando lui era divenuto vulnerabile e difficilmente difendibile,costringendo Toran a prendere le sue difese quando lei stessa era uscita viva,ma non incolume dallo scontro. Era in debito e quel debito andava ripagato e poi,per quanto odiasse ammetterlo sapere di avere qualcun altro da cui non guardarsi le spalle era già un notevole passo avanti.

Va bene accetto,ma sia chiara una cosa. Quando troveremo Akira sarò io a ucciderlo,io e nessun altro,sono stato chiaro?”

Urtak e Ayame si guardarono un attimo,increduli del fatto che bastasse rispettare una condizione così semplice per avviare quella collaborazione tanto sperata quanto precaria. Tornarono a interessarsi al loro ospite e diedero il loro responso.

Siamo d'accordo.”,disse Urtak soddisfatto del risultato ottenuto, “Ma se possibile vorremmo estrapolare più informazioni possibili riguardo a ciò che sa sulla questione. Forse la sua conoscenza potrebbe tornare utile alla nostra causa.”

Nessun problema,ammesso che riusciate a chiedergli qualcosa mentre lo faccio a pezzi.”

Un improvviso ululato proveniente da fuori della caverna si fece udire dall'esterno,seguito poi da altri versi simili,che divennero simile ad un onda che si propaga per tutta la zona.

Che succede?”,chiese Sesshomaru confuso.

E il segnale,siamo pronti a partire.”,disse Ayame con tono sicuro.

Raggiungi i tuoi compagni di viaggio se vuoi. Quando saremo arrivati alla prossima destinazione avremo ancora tempo per parlare. Il tempo per le risposte arriverà,puoi credermi.”

Sarà meglio.”,disse Sesshomaru per poi alzarsi e dirigersi verso l'uscita,ma giunto a pochi passi dall'entrata della caverna si fermò e senza neanche voltarsi iniziò nuovamente a parlare.

Ho ancora due domande da farvi prima di lasciarvi alle vostre cose. Perché Koga non è presente a questa specie di riunione? Mi pare strano che abbiate condiviso delle informazioni così preziose ad uno straniero senza consultare la sua autorità.”

Mio marito e fuori in esplorazione è al momento non ci può raggiungere,ma sa dove stiamo andando. E comunque lui...non può presenziare perché....

E complicato.”,chiuse secco Urtak, “E l'altra domanda?”

Per caso,se vi dicessi temet nosce,vi farebbe venire in mente qualcosa?”

No,non mi pare. Non è presente nella lingua degli Ainu è da quel poco che ne so,non appartiene alle prime lingue degli yokai. Mi spiace.”

Ho capito.”

E senza aspettare un ulteriore parola,uscì per tornare sotto il cielo grigio,grigio come i dubbi che ancora attorniavano la sua mente. Avrebbe voluto chiedere altro,ma sapeva che non c'era più tempo e che la sua presenza era diventata scomoda li dentro,in quanto sembrava fosse diventato di troppo,anche se non aveva percepito malvagità e secondi fini nel loro comportamento,sopratutto verso la ragazza che gli parve la più sensibile dei due. Ma non era un suo problema e di problemi lui né aveva già sufficienza da risolvere. Ora di altro non gli importava,se non ricongiungersi ad Ezio e Toran,scoprire di più su quell'Inuyokai e trovare Akira. Il resto non gli importava.

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Capitolo 13
*** Richiesta d'aiuto ***


Levarono le tende,presero le loro cose,salutarono per l'ultima volta coloro che erano morti per difendere la tribù e partirono. Passarono due ore e non accadde nulla,nessun agguato,nessuna incursione e nessun attacco a sorpresa,mentre gli yoro marciavano formando con tutti i loro numeri una lunga fila lineare e lentamente avanzavano nella fredda neve,passando per territori collinosi e fitte boscaglie,lasciando da parte l'istinto di andare a caccia di qualche coniglio o un cervo di passaggio,preferendo stare uniti e pensare solo di avanzare. Ayame e Urtak si trovavano in testa alla fila,mentre Sesshomaru,Ezio e Toran coprivano il fondo,scegliendo volontariamente quella posizione ,anche per restare nella loro nuova intimità e allo stesso tempo difendere il retro nel caso di qualche attacco a sorpresa e disposti ai lati i guerrieri della tribù yoro,giovani e uomini adulti tutti con in mano un arma,per lo più da mischia come una lancia o una spada,alcune unità di tiro erano armati di giavellotti,più adatti alla caccia che ad uno scontro con un guerriero degno di questo nome ,pochi archi,quindi sarebbe stati in pochi a colpire veramente da lontano in caso ci fosse stato bisogno di una batteria di frecce per diminuire i numeri degli aggressori,nel caso di un attacco a distanza elevata. Al centro vi era stati messi i più vulnerabili: donne,bambini e anziani,i più fragili,coloro che avrebbero subito di più in caso di scontro diretto. Sesshomaru osservava la fiumana di yorozuku in movimento e aveva seri dubbi riguardo ad un efficacie difesa del gruppo e adesso che aveva deciso di collaborare con Ayame e Urtak quella gente era diventata anche un problema suo. Non in maniera diretta,ma doveva pur sempre badare a loro,almeno per quel tragitto stavano compiendo,diretti poi chissà dove. Adesso si trovavano in un ampia radura che si faceva spazio tra le foreste e picchi,terra in gran parte piatta,con la neve ancora intatta e lassù,c'era ancora quel cielo che dava aria di tormenta,ma per ora se ne restava tranquillo. Il volto dell'inuyoaki era rigido,immobile nella sua inespressività,ma i suoi occhi scrutavano l'orizzonte,alla ricerca di una figura in particolare mentre poneva a se stesso una domanda? Dov'era finito Koga? Possibile che il suo giro di ricognizione durasse così tanto? Lui continuava a fare la guardia e a tenersi pronto per il combattimento,quanto al resto,non era un suo problema. Passò mezza giornata e nel pomeriggio,tra alcune soste obbligatorie,tra cui il pranzo e altre che servino per far riposare gli individui più fragili della tribù,poiché donne gravide,bambini e anziani non erano proprio i più portati per i lunghi viaggi. Ora,seduto sulla neve,impugnava Bakusaiga e ne osservava la lama,liscia e affilata a tal punto che gli pareva che potesse tagliare il vento. Sarebbe stato bello se avesse potuto fare a pezzi anche i suoi dubbi,nello stesso modo che avrebbe fatto con qualunque nemico. Qualunque, tranne Akira,lui non era stato in grado di disintegrarlo. Si chiuse in se stesso com'era solito fare quando aveva a che fare con un dilemma e sentiva di dover raccogliere tutta la sua pazienza,che già non era molta e convogliarla per trovare una soluzione al nuovo dilemma che lo tormentava ancora da quando era uscito dalla caverna di Ayame e Koga. Temet nosce,perché quelle due parole gli tornavano sempre in mente? Non appartenevano alla lingua ainu e per quello che ne sapeva Urtak non appartenevano neanche alla prime lingue degli yokai. Ma allora da dove? Da quale razza,paese o terra sconosciuta poteva venire quelle parole maledette? E quell'essere,quel bambino con le sue fattezze,chi era e cosa voleva da lui? C'erano già troppi problemi con Akira li al nord a complottare con una regina con la tendenza al falso,figurarsi poi i dilemmi che la sua mente gli forniva gratuitamente aveva solo voglia di prendere,andarsene per la sua strada e cercare quel maledetto con la croce vermiglia stampata sulla fronte. Fortuna però che con lui c'era anche Toran,che gli dava un po' di pace quando né aveva bisogno ed Ezio,che per quanto potesse sembrare assurdo aveva trovato in quell'umano un alleato ancora più inaspettato della pantera. Per quanto vedesse in lui un avversario con la quale battersi,sentendo avvolte il bisogno di una rivincita per la sconfitta ricevuta durante il loro scontro al villaggio degli assassini, ed anche il fatto che non condividevano la stessa opinione su molte cose,come quando aveva ucciso quella donna ormai sconfitta ed Ezio gli era dato contro per una maniera che il fiorentino riteneva priva di umanità,se così si poteva definire la sua azione. Ma doveva riconoscere che era anche un ottimo combattente,con uno stile di spada e di movimenti che non aveva mai visto in nessun altro e poi la sua forza,i suoi riflessi e le sue strategie originali ne facevano un compagno fidato in combattimento,più di molti altri yokai che aveva sconfitto e il suo modo di fare con lui era più comprensivo e collaborativo,piuttosto che sospettoso e guardingo,come avrebbe fatto la maggior parte degli umani. Si,poteva affermare di avere dei buoni compagni di viaggio. Ma non lo avrebbe ammesso,non a lui almeno. Li fissò un attimo,erano vicino a lui,Toran intenta ad osservare il paesaggio tutt'attorno attorno,mentre si trovava al suo fianco ed Ezio parlava tranquillamente con alcuni giovani guerrieri della tribù e il mentore dava qualche consiglio in fatto di combattimento,qualche manovra in più al loro stile piuttosto basilare. Ezio si accorse che Sesshomaru so lo stava osservando e si rivolse al giovane inuyokai con fare scherzoso.

Ehi attento a non guardarmi troppo,potresti sciuparmi sai?”

Vide che Sesshomaru si distolse dai suoi pensieri e come sempre tornò del suo solito umore,scontroso e inavvicinabile.

Cosa? Si si quello che ti pare.”

Ezio si staccò dagli yoro e si avvicinò di qualche passo verso l'inuyokai.

E da stamattina che sei strano e per strano intendo più strano del solito. Prima sparisci per andare chissà dove e poi te ne torni più silenzioso e corrucciato di prima,hai voglia di dirci qualcosa ho dobbiamo intuirlo da noi?”

Sesshomaru osservò il volto dell'assassino,indeciso se rispondere o no alla sua provocazione. Da una parte sentiva che poteva confidarsi con loro ed Ezio e Toran gli avrebbero risposto sinceramente,anche aiutandolo con le sue preoccupazioni se necessario. Ma dall'altra il suo orgoglio e la sua testardaggine tornavano di tanto in tanto e come sempre voleva fare tutto da solo, poco importava se quelle poche creature che avevano imparato ad apprezzare le sue poche,ma oneste qualità era anche vero che negli ultimi tempi si stava affidando troppo all'aiuto altrui e il senso di debolezza e frustrazione lo costringevano a retrocedere con i progressi fatti,come con Toran,il cui rapporto nato da poco era scaturito da un bacio passionale che lui stesso aveva sottratto con la forza di una presa. Anche se di non osava ancora prendere.

Sono andato a cercare Urtak per chiedergli qualche spiegazione,ma le cose non sono andate come avevo previsto...così adesso abbiamo un accordo. Noi li aiutiamo contro Otsune è in cambio loro ci aiutano contro Akira. Oltretutto pare che anche Akira sia sulle traccie di quello yokai del passato.”

Quindi adesso siamo alleati con questa gente?”

Si.”

Da sotto il cappuccio Ezio mostro un sorriso a trentadue denti e una leggera risata si udì in mezzo al gruppo.

Haha, lo sapevo,sentivo che stavi facendo progressi,vedo che ogni tanto però mi dai ascolto. Di questo passo potrei lasciarti andare da solo è svolgere qualche omicidio per conto della confraternita,direi che hai un talento naturale,seppur un po' semplicistico per apprendere tutto quello che riguarda il combattimento,mi chiedo se non hai anche il talento del sotterfugio e l'omicidio.

Non contarci,appena questa storia sarà finita...”

Si si lo so,ognuno per la sua strada e tanti saluti,con combattimento finale ed annesso cadavere se ho imparato a conoscerti bene.”

Esatto è francamente spero che finisca presto.”

Certo,ma a parte questo, c'è qualcos'altro che vorresti dire?”

Sesshomaru fissò Ezio con sguardo intenso e gelido,come di chi è sospettato di aver fatto qualcosa e giustamente viene ritenuto colpevole.

Che vorresti dire umano?”

Dico che il tuo comportamento e sospetto. Oggi quando ti ho dato la notizia che avrebbero trasferito la tribù verso un altro posto,hai avuto un illuminazione e sei voluto correre dal tipo cornuto. Mancava solo che ti mettessi a correre nudo appena uscito dalla vasca come Archimede e urlassi eureka di fronte a tutti.”

Sesshomaru non capì a cosa si stesse riferendo e per un attimo guardò Toran confuso,in cerca di risposte. Lei ovviamente non sembrava aver capito il riferimento al genio siracusano e subito Ezio si pentì di quell'ennesimo riferimento non compreso,dicendosi che doveva smettere con questa abitudine.

Quello che sto cercando di dire e che appena ti è passata per la testa un idea che ti sembrava interessante sei subito andato via a cercare risposte da chi di dovere. E visto che però non vuoi condividere l'informazione,perché penso che tu abbia saputo o intuito qualcosa da solo,allora mi sembra giusto che ne parli anche a noi due, ho sbaglio?”

Sesshomaru si sentì messo sotto accusa è la cosa non gli piaceva. Già per lui non era facile capire quello che stava vivendo è il fatto che adesso dovesse spiegarlo anche ad altri gli rendeva la cosa solo più difficile. Tra capire quello che gli stava succedendo è capire come rapportarsi con gli altri due compagni di viaggio era certamente la cosa più dura da fare. Si sentiva in gabbia e voleva scappare,sfoderare la spada e combattere era ottimi metodi per sbarazzarsi di un nemico o per lo meno contrastarlo. Ma che fare quando si sentiva il bisogno di tenere gli altri lontani dai propri problemi per non rivelare le proprie fragilità,quando per tutta la vita non hai fatto altro che cercare di essere il più forte,al di sopra di tutti e irraggiungibile. Non sapeva cosa fare,se non respingerli e ancora una volta quella paura primordiale,quell'inesorabile sensazione che veniva dal basso lo chiamava a se e un brivido lungo la schiena lo raggiunse fino alla nuca,allontanarsi da tutto e tutti,da solo alla sua maniera sarebbe stato meglio così,sia per lui che per gli altri. Ma poi giunse un tocco delicato,dita dal tatto gentile sfiorarono la sua mano come solo lei sapeva fare e vide Toran che con i suoi occhi di zaffiro gli chiedeva,solo guardandolo,di restare calmo e di fidarsi. In quel momento l'inuyokai si accorse che probabilmente aveva mostrato determinati segnali con il proprio corpo e nell'espressione del suo viso che forse aveva nuovamente intenzione di litigare con Ezio e così sarebbero nuovamente giunti ad un altra discussione,quando in realtà doveva solo fidarsi. Infondo c'era anche lei,uno sforzo infondo avrebbe potuto anche farlo.

Ho avuto una visione,un sogno,non so come chiamarlo ma l'ho vissuto.”

Quand'è successo?”, chiese Toran con voce morbida.

Poco dopo lo scontro sottoterra,dopo aver perso la vista. Ricordo solo che era tutto nero e di fronte a me c'era qualcuno,Non ho idea di chi fosse e poi c'era....”, Sesshomaru si interruppe quando involontariamente stava per parlare di quella cosa,quell'atavica paura che gli attanagliava l'anima,quell'oscura presenza dentro di lui che lo tormentava dall'interno,celando la sua misteriosa natura dietro un fitto velo di mistero e terrore. Qualunque cosa fosse,lo faceva stare male solo a pensarci.

C'era?”,lo incalzò Ezio a continuare.

C'era una frase,due parole credo,che ho sentito prima di risvegliarmi ed essere curato da Urtak. Ho provato a chiedere informazioni sul loro significato ma non ho ottenuto nessuna risposta soddisfacente.”

Capisco. E questa parole sarebbero?”

Dubito che potresti capirle. Ho cercato di chiedere informazioni agli yokai di questa misteriosa terra,cosa ti fa pensare che tu possa aiutarmi meglio di loro?”

Beh ma che ti costa chiedere? Potrei averla sentita da qualche parte mentre viaggiavamo fin qui,io o magari Toran perché no? Dai,lasciaci almeno tentare,un minimo di sforzo però devi farlo anche tu caro mio.”

Sesshomaru attese un attimo prima di rispondere. Nel silenzio che precedeva la sua risposta effettivamente non aveva mai chiesto direttamente aiuto a Toran ed Ezio,soprattutto quest'ultimo voleva che fosse estraneo ai suoi problemi. Forse perché era un umano? Forse perché non conosceva veramente questo uomo che portava quasi tutto il tempo un cappuccio sulla testa? Forse perché apparteneva ad un gruppo segreto di omicidi che combattevano per quella che loro ritenevano una giusta causa della quale lui però capiva poco e niente e che non gli interessava affatto? O era perché considerava ancora quest'uomo come un suo nemico,proprio come il primo giorno che lo aveva incontrato? In quella vallata vicino al villaggio dove risiedeva Inuyasha e la sua sgangherata combriccola e dove Rin cresceva amata e protetta da gente a lei fino a poco tempo fa completamente estranea e che per istinto quando lo vide,sentì odore di problemi lontano miglia? Forse la verità era che non aveva mai accettato la presenza di Ezio nella sua vita. Non aveva idea di chi fosse,da dove veniva,perché mai il suo aspetto era così diverso da quello degli altri umani di quella parte di mondo,con i suoi occhi rotondi,quello strano modo di parlare e quelle vesti dal disegno sicuramente straniero ma dalla provenienza ignota,non gli era piaciuto nulla di lui fin da subito e anche più degli altri umani che di solito incontrava. Non sapeva dire perché ma c'era qualcosa in Ezio che non riusciva a mandare giù,che fosse per il fatto che parlava sempre come se volesse apparire più saggio o istruito di lui? Perché il fatto che gli altri assassini lo avevano chiamato maestro lo mettesse in qualche modo al di sotto di lui e gli sembrava di apparire tale? Che fosse invece l'idea che un umano potesse tenergli testa con le sue sole forze e le sue stravaganti tecniche di combattimento e che in un occasione lo avesse anche sconfitto? Non lo sapeva ancora,ma sapeva che poteva fidarsi e questo era molto più di quanto poteva concedere ad un umano della quale non sapeva nulla ma il cui contributo lo aveva portato a scoprire qualcosa su quello che gli stava succedendo. Forse Ezio meritava anche della fiducia in più,oltre che a del mero rispetto non dichiarato. Fece un sospiro rassegnato sapendo ormai di essere ad un vicolo cieco.

Temet nosce.”

Lo disse,lo disse lentamente affinché entrambe capissero,lo disse lentamente per ricordare ancora una volta a se stesso il suono di quelle parole che per lui era prive di senso,senza scopo,senza logica,pronunciate da qualcuno che non sapeva chi era,non sapeva chi fosse e che non sapeva identificare.

Temet nosce?”,chiese Toran confusa.

Si,da quando le ho sentite non faccio altro che chiedermi cosa volessero dire. Ma forse dovrei valutare anche l'idea che non vogliano dire niente o potrei aver sentito male. Adesso comincio a dubitare che vogliano dire qualcosa di sensato e credo che in realtà....”

Conosci te stesso.”,disse Ezio all'improvviso interrompendo la coppia nel loro parlarsi e osservarli come un maestro osserva ai propri allievi.

Come?”,chiese Sesshomaru con un espressione sbigottita sul viso. Non riusciva a credere alle proprie orecchie, era stato Ezio a dargli quella che a voce sembrava in tutto e per tutto una risposta.

Temet nosce o nosce te ipsum,vuol dire conosci te stesso. E una locuzione di lingua latina e dubito fortemente che chiunque viva qui,lontano da grandi centri urbani e con un infarinatura di educazione classica possa dire una cosa simile. Non so cosa tu abbia visto ho sentito nel dettaglio,ma qualunque cosa fosse non poteva essere un sogno.”

Eh perché no?”, chiese Toran curiosa riguardo a quell'affermazione.

Perché un semplice frutto dell'immaginazione come un sogno non può esprimersi in una lingua morta da secoli è visto che qui ho scoperto che non usate l'alfabeto fonetico e sono certo che se anche potesse nessuno di voi potrebbe tradurlo,dato che qui ad oriente quella lingua qui non è possibile sentirla.”

Toran e Sesshomaru non seppero come ribattere a quella affermazione. Tuttavia ora Sesshomaru sapeva del significato delle due parole che gli erano state rivolte da quel falso se più giovane. Conosci te stesso. Ma perché proprio quella frase è perché proprio a lui? E per di più in una lingua che non conosceva ma quello straniero incappucciato si? E poi....quell'oscurità centrava qualcosa con quella figura? Non sapeva cosa dire o pensare ma doveva andare più affondo con quella vicenda. Costi quel che costi. Fece per parlare di nuovo,ma mentre stava per rivolgersi ad Ezio,alle sue spalle,in lontananza,sullo sfondo del passaggio,gli parve di vedere una lunga fila orizzontale di creature,un misto di bestie e uomini provenire verso di loro a gran velocità e a quel punto Sesshomaru si alzò di scatto e spada alla mano continuò a fissare l'orizzonte con occhi risoluti,di chi è pronto al combattimento.

Sono tornati.”

Toran e Sesshomaru non fecero in tempo a ribattere che subito un forte ululato si udì dal fianco del gruppo esposto all'orda che stava per raggiungerli. Il segnale della battaglia era stato dato e tutti i guerrieri presenti si misero in posizione,in attesa lo scontro iniziasse.....Ma non avvenne nulla.

Non si udirono urli ed echi di battaglia,come si sarebbe aspettato da quegli invasati fiammeggianti che avevano attaccato lui e Toran sottoterra e nonostante la forte velocità di quell'orda si accorse,quando si fecero più vicini a loro. Erano yokai,tutti quanti,con grandi corna da cervo poste sopra il la testa in mezzo a lunghe capigliature folte e disordinate e alcuni,tra i più anziani avevano una folta barba. Cavalcavano grossi cervi maschi più grandi di un cavallo e possedevano possenti palchi ramificati. Tutti tra loro indossavano pesanti pellicce e folti stivali di pelle rinforzati con stecche di legno e paglia e portavano come arma principale una lunga lancia dotata di una larga punta in osso. Probabilmente nascondevano armi più piccole e maneggevoli all'interno dei vestiti. Una volta giunti vicino alla tribù dei lupi uno dei cavalieri,se così si poteva definire si staccò dal resto degli altri accompagnatori, avviandosi per primo vicino alla prima fila di yoro,intenti a impugnare lance e spade,leggermente confusi da quell'improvvisa comparsa. Colui che si era staccato sembrava uno dei membri più anziani della piccola orda,con una lunga barba bianca,con un altrettanta lunga e folta chioma ordinata al meglio in una coda di cavallo,che gli scendeva fino a metà schiena.

Mi scuso per questa interruzione yoro del sud,ma sto cercando il shika hanyou di nome Urtak. E con voi vero?”,disse l'anziano cavaliere con tono svelto e frettoloso.

A quella chiamata lo sciamano si staccò dal resto del gruppo,facendosi strada tra i guerrieri sulla difesa.

Sono io.”,disse Urtak atono,mantenendo una posa composta e rigida.

Mi chiamo Tekui e sono stato mandato dal saggio Happa,c'è bisogno del vostro aiuto è urgente. La sacra fonte di Hatashi e sotto attacco dei seguaci della regina Otsune e lo stesso Marsatap sta guidando gli invasati all'attacco. Abbiamo anche ricevuto notizie su un gruppo di yoro diretto in quella direzione. Da quello che ci è stato detto pare che il capo del gruppo è un giovane lupo che si è fatto strada tra i seguaci di Otsune ad artigliate.

Un giovane yoro hai detto?

L'anziano guerriero fece un cenno col capo è li Urtak rimase in silenzio per un attimo ad analizzare la situazione. Se Marsatap era deciso ad attaccare direttamente la sua gente è il giovane lupo fosse stato Koga insieme ai suoi compagni,allora questa significava che....No,non c'era tempo da perdere,doveva andare....ma non da solo,necessitava di rinforzi e sapeva esattamente a chi chiedere.

Aspettate un attimo.”

Il giovane Sciamano si allontanò momentaneamente dagli shikayokai è si diresse verso la parte inferiore della tribù,dove trovò facilmente il trio di stranieri,spettatori di una situazione che i circostanze normali non avrebbero mai avuto di partecipare.

Mi spiace recarvi disturbo stranieri,ma ho bisogno di gente fidata per un compito molto importante e temo che da solo non possa farcela.”,disse Urtak mantenendo un tono di voce calmo e composto,ma si poteva facilmente intuire che la sua richiesta di aiuto era una supplica in tutto e per tutto.

Di che si tratta?”,chiese Ezio per primo tra i tre.

Un luogo molto importante in queste terre è sotto attacco è temo che se non vado le cose peggioreranno. Non ho tempo di spiegarvi tutto per filo e per segno,ma se dovessero vincere sarebbe una catastrofe. Per tutti noi.”

D'accordo.”,disse Sesshomaru tutto a un tratto.

Aveva preso la decisione in men che non si dica ed era pronto per partire il più presto possibile.

Sesshomaru,ma hai già deciso così su due piedi? E questa gente?”,chiese Toran presa alla sprovvista.

Toran ha ragione. Capisco che hai stretto un patto con quest'uomo e rispettiamo la tua volontà di volerlo aiutare nella sua causa,oltre al fatto che ti ha salvato dalla cecità. Ma almeno considera l'eventualità che questa volta vai ad affrontare un intera forza d'assalto e non una piccola squadra come l'ultima volta.”,disse Ezio con tono preoccupato.

Quindi hai intenzione di fermarmi?”,disse Sesshomaru in tono di sfida.

No,sto dicendo che non andrai da solo e questa volta,se hai intenzione di fare qualcosa,almeno avvisa,prima di lanciarti a testa bassa in qualunque cosa ti sembri una buona idea. E poi abbiamo un nemico in comune se te lo sei dimenticato ragazzo. Però effettivamente,questa gente non può restare da sola.”

State tranquilli,questi uomini appartengono alla mia tribù e dato il numero con quale sono venuti non sono qui per scortare noi,ma gli yoro. Li condurranno nel luogo prestabilito,mentre noi andremo da tutt'altra parte. Se siete d'accordo ad accompagnarmi andiamo.”

A piedi? Dovunque sia questo posto da come ne parlavi non mi sembrava molto vicino.

Non esattamente. So che a voi assassini piace passare inosservati,quindi per cui....trattenete il fiato.”

Tutto a un tratto,Urtak cominciò a fare dei segni con una sola mano e appena ebbe finito sbatté forte il palmo della mano aperta contro il suolo,fino a penetrare la neve e toccare l'umida e fredda terra sotto stante. Ezio,Toran e Sesshomaru non ebbero il tempo di chiedersi cosa stesse combinando che la terrà sotto di loro emise un breve ed intenso tremore,poi la terrà si aprì sotto di loro e nemmeno Sesshomaru,per quanto fosse veloce negli scatti improvvisi fece in tempo a spostarsi che subito tutti e quattro si ritrovarono a qualche metro sotto terra,senza luce e senza ossigeno. Poi,come spinti da una forza improvvisa si sentirono come lanciati,verso chissà dove,mentre i loro corpi si facevano strada nella terra,come pesci che nuotavano nel mare o come uccelli sospesi in volo. Nessuna resistenza,nessun dolore,solo una potente e misteriosa forza che li spingeva in avanti,diretti chissà dove per una destinazione che solo Urtak conosceva. Veloci come il lampo passarono foreste,colline,montagnole e passarono persino sotto un lago,finché non giunse il momento di tornare in superficie. Fu come se il sottosuolo li avesse sputati verso l'alto,facendoli tornare sotto il cielo grigio,ritti e rigidi sulle proprie gambe, con i due yokai e l'assassino ma leggermente frastornati,solo Urtak non pareva aver subito conseguenze.

Ma...ma...ma che diavolo é successo?”,chiese Ezio mentre cercava di riprendere l'equilibrio da quella confusa esperienza.

Sesshomaru avvistò immediatamente la figura di Urtak, che appena vicino a lui non ci pensò due volte a prenderlo di forza per una spalla girarlo verso di lui,mentre in lui saliva la voglia di sbudellarlo li dove si trovava...dovunque essi si trovassero in quel momento.

Che razza di scherzi stai facendo hanyou? Hai forse intenzione di ucciderci tutti?”,disse Sesshomaru con tono minaccioso.

Urtak da parte sua non sembrò scosso né turbato in qualche modo dalla irritazione dell'inuyokai verso quel prodigio da lui combinato.

Ho solo creato una strada sotterranea che conduceva direttamente alla nostra destinazione...”,disse Urtak mentre nel contempo ruotava la testa di lato, “Guarda tu stesso.”

Sesshomaru girò lo sguardo verso il punto indicato da Urtak e li vide che quello che lo sciamano voleva che lui vedesse. Vide che attorno a lui si trovava una lunga strada scavata a fianco di una parete rocciosa e che continuava in un lungo sentiero rudimentale,dove all'altra estremità c'era un dirupo che si gettava a strapiombo su un fiume,che si faceva strada in mezzo ad una voragine boschiva dove gli alberi sottostanti coprivano quasi completamente il corso d'acqua,la cui foce si perdeva su alcuni picchi più alti di fronte a loro e lassù,in cima, si poteva intravedere la punta di un qualche edificio o forse era semplicemente una roccia appuntita. Sesshomaru non comprese esattamente cosa fosse quella punta, poiché tra l'angolazione della sua vista e il punto più in alto coperto dalla roccia naturale non seppe dire cosa fosse. Lasciò la presa su di lui con evidente fastidio della cosa,ma Urtak non sembrò aver subito offesa da quel gesto.

Dove siamo e come abbiamo raggiunto questo posto?”,chiese il cane senza troppe cortesie.

Questa è la gola del cervo dormiente,un luogo sacro alla mia gente e per tutti coloro che custodiscono alcuni dei poteri ancestrali di queste terre. Ho usato un richiamo della terra sacra per giungere in questo luogo.”

Un richiamo della terra sacra?”

E un potere che permette ad uno sciamano di raggiungere uno specifico luogo nel caso ci sia bisogno del suo aiuto per difendere un luogo sacro o consacrato con poteri sciamanici. Mi permette anche di poterlo fare anche su un numero limitato di persone attorno a me.”

E dircelo prima no?”,chiese Ezio leggermente irritato,confuso e spaesato per quello che gli era appena successo.

Per quanto fosse abituato ad avere a che fare con potenti artefatti di civiltà dimenticate non gli riusciva bene a concepire l'idea dell'esistenza della magia,in un mondo magico. La cosa era alquanto paradossale.

Va bene ho capito,ma adesso che facciamo? Avevo capito che questo posto fosse sotto attacco e non mi pare di vedere nessun qui.”,chiese Toran mentre si guardava attorno nell'intento di darsi una direzione.

Abbiamo raggiunto un punto sicuro,poco al di fuori della nostra vera destinazione. Dobbiamo avanzare fino a raggiungere la zona più interna di questo valico,lassù,sulla sorgente di queste acque.”

Chi guida l'attacco?”,chiese Sesshomaru calmatosi,ma ancora irritato per quel trasporto non richiesto.

Si chiama Marsatap, é un tengu al servizio di Otsune ed è un potente sciamano.”

Un tengu?”,chiese Ezio con fare confuso, “E che roba sarebbe?”

Un tengu è uno yokai simile ad un corvo in forma umanoide. Sono rari da incontrare è i pochi che si incontrarono tendono ad essere sfuggenti,almeno che non abbiano motivo per farsi vedere.”,disse Sesshomaru mentre scrutava il paesaggio attorno a lui,cercando di percepire la presenza di qualche nemico nelle vicinanze,ma non sentì nulla.

Oh bene...mancava solo un uccello del malaugurio in formato umano per insaporire la giornata....come mi piace questo mondo pieno di assurdità.”,disse Ezio sentendo l'ennesima novità riguardante quel piano dell'esistenza a lui così tanto estraneo.

Muoviamoci.”

E sentendo Urtak che dava l'ennesima indicazione sul da farsi si incamminò per primo,facendo strada per il sentiero roccioso e conduceva verso la parte più interna. Ezio come gli altri stava per muovere i suoi primi passi verso la prossima meta,ma sentì qualcosa tenerlo per un braccio e quando vide cosa fosse si accorse che era una mano artigliata,per l'esattezza quella di Sesshomaru. Lo guardò dritto in volto e per la prima vide che nella sua regale espressione perennemente distaccata notò che nel suo sguardo c'era qualcosa di diverso e non sapeva bene come decifrarlo.

Riguardo a quello che hai detto prima...è vero?”,chiese Sesshomaru pensieroso

Riguardo a cosa?”

A quelle parole...conosci te stesso,sei certo che vengono da quella lingua?”

Il latino dici?Più che certo. Ma non credo che sia questo il momento per parlarne.

Ho bisogno di risposte.”

Lo so,ma devo chiederti di essere paziente. Prima finiamo questa cosa e dopo,parleremo quanto vuoi ragazzo....”,disse Ezio mentre incurvava le labbra in sorriso amichevole, “Contaci.”

L'inuyokai lasciò la presa sull'arto dell'assassino e lo lasciò avanzare,poi distolse lo sguardo dall'assassino e cercò Toran,trovandola più avanti,qualche passo dietro a Urtak. Non ci stava capendo più niente, parole sconosciute in una lingua sconosciuta,ma perché rivolte a lui? E quel posto in cui si trovava adesso,che luogo era quello e perché Urtak aveva chiesto proprio a loro di aiutarlo. Non poteva trattarsi di una questione di numeri e di forza,perché la presenza di shika yokai presenti in quelle terre e quel luogo era del suo clan di appartenenza allora spettava a loro di dover proteggere quel luogo e non a loro,che non erano nemmeno della stessa provenienza geografica. Non riusciva a capire dove fosse l'inghippo,ma ora era li e se l'intervenire lo avesse aiutato a risolvere qualche altro mistero meglio così e francamente si era stancato di stare fermo ad aspettare che le informazioni arrivassero da lui. Ben venga il sangue e la morte,non gli importava quanti nemici avrebbe dovuto affettare,squartare o dilaniare finché lo avrebbero portato verso la verità o verso Akira,chi dei due sarebbe arrivato per per prima non aveva importanza. Le avrebbe ottenute entrambe.


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Capitolo 14
*** Il tempio della gola del cervo dormiente ***


I quattro impiegarono tutto il tempo necessario per percorrere il sentiero a lato della rupe. Avrebbero dovuto essere rapidi,ma non sapendo chi avrebbero trovato davanti avevano deciso di optare per un metodo più furtivo,non sapendo effettivamente in quanti erano gli ainu invasori,che tipo di nemici c'erano tra le loro fila e quanto erano pericolosi. Sesshomaru in particolare avrebbe preferito evitare l'esperienza della cecità e dell'essere colpito in piena da una fiammata violenta,quindi,per quanto non gli andasse a genio avrebbe dovuto agire di più sul silenzio e meno sulla forza fisica,metodo alla quale era sicuramente più abituato e molto più pratico. Tagliare gole e uccidere dall'ombra non era nel suo stile. Lui era un guerriero,non un taglia gole. Diede ancora un occhiata al paesaggio e per quanto fosse suggestivo,col la foresta attorno e il fiume sottostante si accorse di un dettaglio particolare che gli fecero sorgere un dubbio.

Perché questo posto è così isolato?”,disse Sesshomaru senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Come ho già detto prima questo luogo è sacro per la mia gente. Voi del sud siete abituati ai templi e ai santuari gremiti di persone,dove la gente comune può fare offerte è lasciare qualcosa in dono agli spiriti o ai kami dello shintoismo.”

E dai voi non lo fate?”

Qui è diverso. La maggior parte di noi non oserebbe varcare la soglia di un area sacra,non una come questa almeno. Qui gli spiriti e le entità legate alla natura hanno un aspetto è un modo di confrontarsi con i mortali più diretto è tangibile che di una semplice presenza. La magia e tutto ciò che è legata ad essa in queste terre è più antica e indecifrabile di quanto si creda è la gola del cervo dormiente non fa eccezione. Una persona comune non potrebbe confrontarsi con uno spirito o un kamui senza fare qualcosa di sbagliato,rischiando di scambiare un semplice malinteso per un offesa o una minaccia,pagandone le conseguenze. Per questo ho preferito che foste voi a difendere questo luogo.”

In pratica essendo un luogo sacro è proibito entrarci.”

In un certo senso si.”

Un boato fortissimo,improvviso e non atteso si udì in tutta la vallata,simile ad un esplosione. Urtak istintivamente fece un paio di passi in avanti,come preso da un pensiero,rimase fermo per pochi secondi,mentre guardava i picchi davanti a se.

Non è possibile,non possono essere giunti così all'interno,non così presto.”

Che succede?”,chiese Ezio preoccupato.

Lo sciamano si girò e osservò i tre accompagnatori con aria preoccupata.

Dobbiamo sbrigarci,non c'è tempo da perdere.”

E con lo scatto improvviso degno di un cervo iniziò a correre e gli altri lo seguirono a ruota,leggermente confusi su quanto stesse accadendo. Correndo impiegarono pochi minuti a giungere ad un punto più in alto sul loro percorso. Pareva una sorta di grande ingresso rudimentale scavato nella roccia nuda,con un enorme incisione di un cervo nell'atto di abbeverarsi scavato nella roccia,ottenuto molto probabilmente con rudimentali strumenti di pietra.

Bene,questo ingresso non è stato ancora occupato. Forse sono troppo impegnati ad superare le difese di questo luogo.”

In che punto ci troviamo?”,chiese Ezio sbrigativamente.

Questo è un ingresso secondario alla zona sacra. In questa parte per essere esatti si trovano numerosi monoliti votivi,grandi pietre dedicate agli spiriti della foresta,non è un luogo di primaria importanza per gli altri ainu,a parte per il mio clan.”

E collegata direttamente alla fonte?”

No,per arrivarci dobbiamo arrivare in una zona più interna,un grande spiazzo. Quello è un punto che Marsatap non potrà evitare,perché è li che si trova l'ingresso per la fonte,ma non gli sarà facile entrare.”

E perché mai?”

Ci sono dei guardiani a custodire il luogo,l'esplosione di prima potrebbe essere stato il segnale che ha dato inizio allo scontro.”

Va bene,a questo punto ci conviene continuare. Nel caso dovessimo imbatterci in qualche ostile aggiriamolo senza attirare la loro attenzione. Più passiamo inosservati maggiori sono le possibilità di sventare la loro aggressione. Qualunque cosa stiano cercando di fare. In caso contrario...”

Combattiamo.”,disse Sesshomaru atono.

Si...ma sarebbe meglio evitare se possibile. Dai entriamo.”

Il gruppo oltrepassò l'ingresso e subito si trovò in un tutto un altro luogo. Quello che fino a poco fa e solo un sentiero di montagna subito dopo si trovarono in un area dall'aspetto più artificiale. Un piccola area rocciosa scavata nella roccia ospitava una specie di piazzetta dove molti monoliti,simili a quelli presenti nel villaggio degli assassini erano disposti in maniera esatta è perfettamente lineare,formando tutte delle piccole stradine che si intersecavano tra di loro. Tutti i monoliti presentavano delle scene di caccia,di preghiera ed altre invece sembravano prive di un senso logico agli occhi di chi non avrebbe saputo interpretarle. Passarono i primi pilastri senza emettere un fiato,non una parola o un solo cenno,continuando silenziosamente la loro avanzata. Poi,ad un certo punto del percorso,sentirono qualcuno avvicinarsi,più di uno,probabilmente un gruppo e si nascosero dietro quattro monoliti,uno per ognuno di loro. Dall'altra parte della piccola area,dove si trovava una piccola rampa di scale scavate nella roccia,giunse un gruppo di ainu,tutti umani,armati soltanto di piccole asce o di pugnali,tutti in in osso e nessuna protezione. Ne avevano contati dieci e dall'aspetto non parvero pericolosi. Si guardavano attorno e nel contempo parlavano tra di loro,esprimendosi nella lingua del loro popolo,continuando a camminare nella loro direzione.

Va bene,sembrano distratti e disorganizzati...”,disse Ezio sottovoce mentre da dietro un angolo della sua colonna controllava il da farsi, “allora,ci conviene muoverci in questa maniera,Ci spostiamo di lato,di soppiatto e...”

Ma non fece in tempo a completare la frase che Sesshomaru,inaspettatamente per gli altri tre uscì dalla colonna,ma non di lato come suggerì Ezio,ma in piena vista e scattando verso gli umani a velocità elevata. Non estrasse la spada e non fece scattare la lama,ma si affidò ai suoi artigli,tutti e dieci e scattando,come un cane da caccia che avvista una preda da azzannare. Non ebbero neanche il tempo di agire e di riconoscere la reale minaccia che venne loro incontro,fu troppo veloce,troppo rapido e troppo letale. Caddero a terra,alcuni con il petto squarciato,altri con la gola recisa,tre di loro furono presi in pieno volto e l'ultimo,venne infilzato allo sterno,giusto il tempo di fissare l'inuyokai negli occhi per un tempo pari ad un battito di ciglia e poi morì,liberato poi dalla letale zampata che lo aveva attraversato da parte a parte. Osservò la mano zuppa di sangue e alla fine del tutto non si scompose. Semplicemente si abbassò verso l'ultima delle sue vittime,pose un mano sulle vesti esotiche dell'umano si pulì dal sangue strofinandosi la mano sul tessuto. Erano tutti morti,tutti e dieci a suoi piedi e senza emettere un fiato. Nulla di cui essere fieri,avversari fin troppo deboli per considerarli una minaccia. Un rapido suono si fece udire alle sue spalle.

E questo che sarebbe?”, era Ezio, che gli fece questa domanda con tono accusatorio.

Un problema in meno,ecco che cos'è.”, si limitò a dire Sesshomaru in maniera distaccata.

Quale parte di evitare di combattere non ti è stata chiara? Perché hai ingaggiato lo scontro quando non era necessario?”

Quando Ezio smise di parlare lo raggiunsero in breve anche gli altri due,che volendo essere più cauti di Sesshomaru e di Ezio si attardarono di pochi secondi,osservando lo svolgersi della scena mentre si stavano avvicinando ai corpi.

Erano sulla nostra strada e costituivano un problema. Ho fatto quello che avresti fatto anche tu.”

No,io li avrei aggirati e sarei andato avanti se avessi potuto. Tu hai scelto di esporti inutilmente. Io mi sarei mosso nell'ombra,tu hai scelto di gettarti in mezzo a un probabile pericolo. Credevo di averti insegnato meglio durante il nostro viaggio.”

Sono morti,che differenza fa?”

Ne fa è trovo triste che tu non riesca a coglierla...”,Ezio voltò lo sguardo verso la direzione in cui erano giunti quei cadaveri straziati e rivolse un ultimo sguardo ammonitore a Sesshomaru, “Andiamo avanti.”,finì così di parlare mentre i due ancora si scrutavano,giudicando i metodi e i comportamenti dell'altro. Ezio e Sesshomaru erano come l'acqua e il fuoco,non importa se stavano dalla stessa parte,più diversi di così non potevano essere.

Ma non era ne quello né il posto né il momento per discuterne e semplicemente proseguirono,seguendo Urtak,che faceva loro da guida nell'antico complesso nascosto,con Toran Sesshomaru ed Ezio subito dietro,ma questa volta era sceso un freddo silenzio in mezzo a loro mentre superarono la piccola scalinata e subito in mezzo alla via principale, Un lungo sentiero scavato nella roccia,largo abbastanza da farci passare comodamente una decina di persone in fila orizzontale e dovendo raggiungere la cima non ci fu bisogno di chiedere indicazioni allo shika hanyou e proseguirono verso l'alto. Dopo un po' giunsero in un altro punto dell'area sacra. Un altro spiazzo,ma questa volta aveva qualcosa di diverso. Cadaveri. Aggressori Ainu,anche qui umani,ma con la presenza di hanyou e yokai e tra quelli anche qualche kappa,con le stesse vesti ed espressioni folli di quello che Sesshomaru e Toran avevano combattuto sottoterra. Dovevano essere poco meno di un centinaio e molti presentavano corpi bruciati fin dentro la carne e le ossa,come quelli che si erano immolati tra le fiamme dei piccoli incantatori del fuoco,segno che con la morte dei kappa il rituale era fallito e che quegli ainu erano stati vittime della stessa magia alla quale si erano affidati. Ma in mezzo ai corpi erano presenti numerosi frammenti di pietra,sassolini e ciottoli,ma anche sassi e pietre,alcuni grandi quanto la testa di un uomo. C'era anche del terriccio,in grande quantità e sparso per tutto il luogo della mattanza. Ma il dettaglio più inquietante fu un altro e non fu semplice notarlo. Erano piccoli frammenti di un materiale bianco avorio sparsi insieme alla terra e alla pietra,Ezio si abbassò un attimo a controllare e raccolse uno di quei frammenti bianchi ricoperti di terra, lo prese con due dita e poi gli diede una leggera spolverata con la mano libera e li si accorse di cosa fosse...e ne fu inquietato.

Oh cristo,ma è un osso.”,disse Ezio stupefatto.

Cosa?”,chiese Toran con fare sbigottito.

Si,un pezzo di mandibola credo,questi fori dovrebbero essere le cavità per i denti,ma sono troppi grossi per essere i denti di una persona normale,sembra più quella di un animale,una con una bocca molto grossa.”

Sono i guardiani della gola del cervo dormiente...” disse Urtak mentre continuava ad osservare la scena dello scontro, “I corpi dei nostri migliori guerrieri e delle loro cavalcature più fedeli vengono sepolti qui,attraverso un complesso rituale,unico nel nostro clan, che mescola il loro spirito alla terra e alla pietra della foresta e dei picchi circostanti. Il tempio li risveglia in caso di pericolo alla sua esistenza ed essi tornano a combattere quando c'è né più bisogno. Ma pare che il numero degli attaccanti sia stato eccessivo per loro e la loro difesa non ha retto. Temo che i nostri nemici siano molti più numerosi di quello che credevo.”

Sesshomaru guardò impassibile la scena nel complesso e vide che sopra le loro teste,nelle pareti rocciose fossero presenti molti buchi,grandi quanto un uomo adulto e in ottima forma sparsi per tutto il perimetro e intuì che erano che quelle spaccature nella roccia fossero i tumoli dei guardiani,sepolti in verticale,così da poter assaltare i trasgressori dall'alto,rimanendo nascosti è pronti all'assalto in caso di combattimento. A vedere tutto questo un dubbio gli salì in mente e sentì il bisogno di rivolgersi ad Urtak.

C'è né sono ancora molti di questi guardiani?”

Beh,considerato che questo luogo ha almeno un paio di migliaia di anni ed è stato attivo per tutto questo lasso di tempo,direi di si. Non so il numero esatto,ma potrebbero migliaia,se non di più,abbastanza da respingere un assalto è ciò non sarebbe un problema. Se non fosse che Marsatap è con i seguaci di Otsune e si è portato una numerosa schiera di sciamani,quindi l'esito dello scontro sarebbe incerto.”

E per quanto riguarda noi? Se mai dovessimo vedere uno di questi guardiani,si comporterebbe da alleato o da nemico?”

Difficile a dirsi,anche insieme a me sareste considerati degli invasori,poiché non siete di queste terre né tanto meno conoscete le usanze del mio popolo. Quindi è meglio se state in allerta e sopratutto vicino a me,luoghi come questi possono essere molti più pericolosi di quello che pensate.”

Sesshomaru non continuò ulteriormente con le domande, ora sapeva esattamente quello che voleva sapere a proposito di questi morti. Non erano una certezza di sicurezza e anche loro costituivano un pericolo,se avesse dovuto abbatterli nessun problema,avrebbe risolto la cosa come sapeva fare meglio. Imporsi con la forza e di solito riusciva. Si misero di nuovo in marcia,verso un altra strada più avanti,ma questa volta conduceva ad una galleria artificiale,scavata tempo addietro dai costruttori di quel luogo.

I guardiani morti...prima i corvacci e adesso i morti che camminano,bene,manca dell'altro?”,chiese Ezio ironico.

A parte lo yorozuku che era stato avvistato da queste parti credo di no.”

Yorozuku? Intendi uno di quei tipi della tribù che ci hanno ospitato?”

Si,ma potrebbe non essere della tribù. Gli yokai che abbiamo incontrato oggi non hanno saputo darci una descrizione dello yoro e quindi potrebbe essere chiunque,ma non c'è da escludere che possa essere Koga, anche se non dovrebbe trovarsi qui.”

Passato l'ingresso della galleria si accorsero di numerose fiaccole accese situate su entrambe le pareti che illuminavano l'ambiente naturalmente buio. Sulla roccia erano presenti diverse scene di vita ordinaria,di verdi foreste piene di cervi e di strane scene di masse numerose,erano scene di preghiera o di contemplazione. Molte degli omini astratti imitavano posizioni come l'inginocchiarsi o tenere le braccia aperte verso il cielo in ambienti non ben definiti,di difficile interpretazione per chi,all'infuori di Urtak,avrebbe saputo decifrare e tradurre. L'hanyou si accorse degli sguardi curiosi che si muovevano in tutte le direzioni per scrutare quelle immagini del lontano passato. Persino Sesshomaru,anche in quel momento indifferente,scrutava di tanto in tanto gli antichi murali a lui misteriosi,forse alla ricerca di un qualche segno dell'uomo che tanto gli assomigliava,vissuto in quel le terre selvatiche molto tempo prima.

Questa è la storia del mio popolo...”,disse Urtak volendo andare incontro alla loro curiosità, “Molto tempo fa,quando le numerose tribù umane erano distribuiti per tutto il paese e non avevano ancora i mezzi per costruire grandi centri abitati,gli yokai come qli yoro e gli shika occupavano vasti territori,che includevano altre tribù minori,formate da membri della stessa razza.”

Intendi dei regni,con vassalli e seguaci?”,chiese Toran curiosa.

No,in quel lontano passato non esistevano ancora concetti come sovrani e comandanti supremi,esistevano solo i capi tribù e i territori non possedevano dei confini ben definiti,come i vostri regni o i feudi. Ogni tribù minore era coalizzata con una tribù maggiore della stessa razza,che a loro volta le tribù maggiori si coalizzavano in un grande territorio,ma ogni tribù aveva un solo capo e quindi ogni gruppo viveva in relativa armonia con gli altri.”

Una specie di grande alleanza,senza un capo che comandava su tutti.”

Precisamente. Anche i cervi hanno dominato su queste terre con la stessa logica,ma a differenza dei lupi e di altri popoli circostanti,noi siamo sempre stati legati più alla venerazione della natura e delle sue forze ancestrali più che spinti dal bisogno di espanderci in altri luoghi. Non che questo ci abbia impedito di andare in guerra con i nostri vicini...o i nostri simili.”

E per quanto riguarda i cani?”,chiese Sesshomaru di punto in bianco.

I cani hanno una storia particolare. I cani delle epoche più lontane erano molto più simili ai lupi di quanto lo siano oggi,ci sono storie che raccontano persino che i cani stessi un tempo erano lupi più collaborativi e meno tendenti alla violenza. Anche se loro,come tutti gli altri,tendevano a guerreggiare.

Sesshomaru non lo diede a vedere,ma a sentire quella versione dei fatti gli venne naturale sentire un moto di disgusto a immaginare un simile paragone. I lupi vivevano in caverne dove ammassavano le carcasse delle proprie prede,scuoiavano pelle e carne durante i pasti sporcando i luoghi dove mangiavano con le ossa spolpate e il sangue della loro cena lordava il terreno. Erano sporchi,avevano un odore che dire intenso era un aggettivo riduttivo e fin troppo caritatevole. I cani che aveva visto nella sua visione erano si selvatici,ma per lo meno la presenza di tende segnava almeno un minimo di civiltà,sempre che così potesse definirla.

Comunque...”,continuò Urtak con tono pacato, “I cani avevano territori più piccoli e nelle prime storie che raccontano di loro sono descritti come una razza con piccole tribù,senza alcuna reale importanza nel dominio degli altri yokai. Poi giunse lui...é tutto fu diverso.”

Urtak si fermò,si girò verso una delle pareti e con un dito indicò il murale di fronte a lui,attirando l'attenzione dei suoi accompagnatori. Sull'antica parete era stato realizzato un enorme murale,lungo almeno quattro metri e alto due e mezzo. La scena rappresentata in quest'opera rupestre presentava l'immagine di quella che appariva come un grande spazio aperto senza fondo,uno spazio indefinito dove una lunga fila di figure umanoidi,ognuna riconoscibile con i tratti di un animale ben definito e un colore differente: il lupo marrone,dalla testa canina e la bocca irta di zanne,il cervo verde con le corna sopra la testa,l'orso giallo dal corpo ampio e la testa tondeggiante,il corvo nero dal becco lungo e le ali nere,l'aquila azzurra dal piccolo becco ricurvo e le ali ampie e lunghe,il coniglio grigio,dalla testa schiacciata e le lunghe orecchie,il tasso arancione dagli artigli pronunciati e la folta coda,la volpe rossa dalle zanne piccole e la piccola e gli occhi gialli e la gru bianca dalle ali più grandi di tutti i presenti e un lungo becco a punta. Ma sopra tutti questi individui c'è n'erano due,distinti da tutti gli altri,seduti,forse su due troni o almeno l'aspetto era quello. Erano dipinti di viola e avevano una vaga testa canina e una folta coda poggiata sugli scranni. Tra i due erano state disegnate quello che sembravano due armi,una grossa ascia e un piccolo pugnale ricurvo e sopra di esse una figura rettangolare,con degli scarabocchi sopra non ben definibili. La scena in se trasmetteva un aura di solenne e maestosa importanza,carica di eccelsa regalità.

Lui?Intendi,quell'inuyokai?”,chiese Sesshomaru mentre contemplava la pittura rupestre.

Si,proprio lui. Quando arrivò lui cambiò tutto. I cani si fecero più audaci,cambiarono metodo di combattimento e si fecero più scaltri e col tempo divennero anche più forti e addestrarono i primi guerrieri a divenire veri e propri capibanda,un po' come i vostri capitani d'armata e formare le prime vere armate. Insegnò loro la lavorazione dei metalli come il rame e lo stagno e crearono le prime armi in bronzo,dando agli inuyokai un enorme vantaggio ai fini bellici. E con la conquista aumentarono le risorse e anche le conoscenze. Fece costruire le prime case,le prime palizzate in legno e così nacquero i primi villaggi e con i villaggi arrivò la prima città,centro di potere degli inuyokai. Alla fine il suo aiuto alla piccola tribù che lo incontrò per prima fu tale che per la prima in queste terre,tutti gli yokai di tutti i clan più importanti si sottomisero e divennero parte di quello che fu definito il primo regno del nord e lui,insieme alla donna che lo aveva sfidato in duello quando era giunto in queste terre si misero insieme e divennero il primo re e la prima regina che gli yokai avessero mai visto. Le leggende raccontano che ci fu scalpore,quando i cani,volendo offrire loro un altra ragazza come seconda moglie lui rifiutò,dicendo che lui aveva già una regina è una sola sarebbe stata. Un uomo piuttosto audace per quei tempi,ma anche straordinario.”

Sentendo quella storia gli altri tre non poterono ignorare l'importanza di quello che Urtak aveva detto e da quello che avevano udito pare fosse stato uno yokai eccezionale,ma a Sesshomaru aveva notato che in quella storia qualcosa non quadrava e anche il motivo per la quale lo sciamano la stava raccontando. Era un bella storia non c'è nulla da dire su questo...ed era proprio questo il problema.

Affascinante...”,disse Sesshomaru con tono ironico,“Una bella non c'è che dire. Ma è chiaro che qui qualcosa non torna.”

Dubiti della storia che ti ho raccontato?”,chiese Urtak con tono calmo.

A questo punto dubito di tutto. L'aggressione degli Ainu, il nostro arrivo qui nel bel mezzo del niente,questo posto,questa storia. Cosa c'è che non ci hai detto? E non credo che il fatto che questo luogo sacro,come hai detto tu e vietato alla tua gente. Avresti potuto chiedere aiuto agli yoro se avessi voluto e non lo hai fatto. Perché proprio noi?..Cosa nasconde la tua gente qui?”

Ma prima di ricevere una risposta si sentì un altro botto,questa volta molto più forte e assordante,tanto che Sesshomaru piegò leggermente la testa al sentire le orecchie che fischiavano mentre per Toran,essendo una pantera,l'effetto fu leggermente meno fastidioso,non avendo lo stesso identico udito di un cane.

Un altra. Ha giudicare dalla potenza e dall'intensità questa doveva essere molto vicina.”,disse l'assassino cercando di valutare a quanto distasse l'ennesima esplosione,avendo anche una certa esperienza con la polvere da sparo e affini.

Me ne sono accorto.”, disse Sesshomaru scrollando leggermente la testa,con il fischio alle orecchie che scompariva lentamente.

Dev'essere Marsatap. Qualunque cosa stia facendo al tempio lo sta danneggiando. Andiamo,se ho capito dove si trova allora non siamo lontani dalla sua posizione. Coraggio.”

E ripresero il cammino,questa volta avanzando molto più velocemente. Superate poche altri svicoli,pitture murarie e altri elementi visivi all'interno della galleria giunsero ad un uscita ampia e luminosa,dalla quale si poté di nuovo osservare il cielo grigio. Questa volta si trovarono di fronte ad una scalinata che scendeva verso il basso e stretta anch'essa tra due pareti ricavate dalla roccia circostante,ma sul fondo si potevano udire intensamente anche un forte frastuono di voci,grida e urla,sia di rabbia che di dolore. Poi una massa informe di corpi,misti a umani,hanyou e yokai comparve dal fondo della scala.

Avete sentito cos'ha detto il nobile Marsatap,copriamo le scale mentre gli altri liberano il passaggio per la fonte. Perché se quel mezzo cervo è venuto con quelli del sud dobbiamo...”

Era uno yokai alla testa del gruppo. Ainu,che subito smisero di salire frettolosamente sulla scalinata quando si accorsero dei quattro individui molto sopra di loro.

SONO QUI,AVANTI UCCIDIAMOLI.”,urlò lo yokai alla testa del gruppo.

E fu così la massa degli ainu invasori,si lanciò all'assalto cercando di affrontare i quattro non tanto per abilità quanto piuttosto con la forza del numero.

Ecco,ora se vuoi scatenarti puoi farlo senza curarti troppo di mantenere un profilo basso.”,disse Ezio rivolto a Sesshomaru mentre quest'ultimo estraeva Bakusaiga e il fiorentino tirava fuori da una sacca attaccata alla cintura alcune bombe fumogene,ideale per occupare la linea visiva di nemici in gran numero. Toran dal canto suo stava caricando il suo gelido potere diretto nel palmo della mano destra e in tre furono pronto a combattere.

Se permettete,gradirei che risparmiaste le forze. Con questi semplici invasati le vostre capacità sarebbero sprecate.”

E fu Urtak a fare la prima,ed ultima mossa. Fece qualche passo verso gli invasori e poi si fermò,portando un braccio verso il cielo e un altro verso il terreno,con entrambi i palmi rivolti verso l'esterno. Poi inziò a far roteare le braccia,lentamente,mentre alla sue spalle e quelle dei suoi accompagnatori una gelida folata di vento soffiò,oltrepassandoli. All'inizio era semplicemente un soffio,poi divenne più forte e crebbe in una folata,per poi divenire un pericoloso turbine. Eppure,nonostante questa forza,Sesshomaru e gli altri non furono tirati nella forza del vento,ma anzi,vennero risparmiati,come se nemmeno ci fossero. Ma non si poté dire lo stesso della massa violenta che voleva travolgerli e invece,ora erano loro stessi vittima di un travolgimento,spinti all'indietro,mentre scivolavano,cadevano a terra e alcuni rotolarono giù per la scalinata. Poi ad un tratto,una brezza gentile scosse il sensibile orecchio dell'inuyokai,come un tocco leggero e gentile e per una qualche ragione tornò alla mente a un periodo della sua vita appena passato. Quando ricordava ancora di una donna dalla corta chioma nera,che accompagnata sempre da una piuma gigante nel cielo e reggendo un ventaglio,volava sopra le nuvole,alla ricerca di una libertà che fin dall'inizio le era stata negata,da un padrone crudele.

BOATO DI KANDAKORO.”

Urlò Urtak,che per la prima volta alzò la voce così tanto con i nuovi arrivati,che solitamente non lo avevano mai sentito urlare o alzare la voce più del necessario. La potente raffica di vento esplose in tutta la sua forza,aumentando la sua velocità massima e liberare tutta la sua forza improvvisa,che scaraventò via gli attaccanti come se fossero foglie al vento e ci fu chi fu scaraventato giù dalle scale,chi sbatté contro le pareti e chi invece fu spinto violentemente contro i propri compagni,ma l'effetto su tutti loro fu lo stesso. Chi subì il colpo ebbe la sensazione di essere colpito da un pesante martello retto da un gigantesco oni e i danni che non si vedevano all'esterno erano presenti all'interno sotto forma di fratture e danni agli organi interni,che avevano subito un urto devastante,tanto,da ucciderli tutti.

Va bene. Ricordatemi di non fare mai arrabbiare questo tipo.”,disse Ezio stupefatto per l'accaduto,un numeroso gruppo di nemici,spazzati via,letteralmente, e uccisi da un po' d'aria. Non male per uno che sembrava vestito come uno che sembrava scappato da un rifugio per mendicanti.

Ma per Sesshomaru fu altro quello che lo sorprese. Aveva sentito il vento,quel vento,quello che non sentiva da tanto tempo,solo una donna era stata in grado di controllare raffiche così forti e brezze così gentili. Doveva rivolgersi a lui,aveva bisogno di togliersi questo dubbio.

Immagino che adesso Marsatap sappia che gli siamo vicini. Mi pareva giusto dirgli che eravamo arrivati.”,disse Urtak a metà tra l'ironia e il sarcasmo,celando a malapena la sensazione di fastidio nel vedere degli invasori mancare di rispetto a quello che lui aveva descritto come un luogo di grande sacralità.

Urtak avanzò verso il fondo delle scale seguito subito dopo da Toran ed Ezio,mentre Sesshomaru rimase indietro,immobile,girandosi indietro verso la parte più alta della scalinata,da dove era arrivata la brezza gentile che gli aveva sfiorato il collo,poi guardò in cielo,ma a parte il cielo grigio non vide nulla e non percepì alcun odore in particolare. Non il suo,da nessuna parte.

Sesshomaru.”

Fu Toran a parlare e Sesshomaru a sentire la sua voce si girò quasi di scatto,rimasto ancora col pensiero di quel soffio di vento.

Tutto bene?”,chiese la pantera preoccupata,temendo che il suo amato stesse avendo un altro di quegli strani effetti.

Lo hai sentito anche tu?”,chiese Sesshomaru confuso.

Sentito cosa?”

Nel vento di prima,mi pareva di aver sentito un...”,Sesshomaru non seppe come continuare,non sapendo nemmeno lui cosa volesse dire.

Un?”

No,niente. Sarà stata solo una mia impressione.”

E Sesshomaru scese le scale insieme a Toran,che lo accompagnò fino a giungere gli altri,poco più sotto. Gli Ainu a terra,ormai esamini,era stesi al suolo come tante bambole lanciate in aria e poi cadute malamente al suolo,sporadiche macchie di sangue lordavano sia gli scalini che i muri,insozzando ancor più il sacro suolo degli shika yokai con il loro sangue ancor più della loro presenza. Passati i corpi i quattro raggiunsero il fondo della scalinata dove giunsero nell'area che interessava Urtak,dove i i rumori e gli echi di uno scontro ancora più grande attendeva il piccolo gruppo. Di fronte a loro si aprì la vista su una vasta area,composta principalmente da diversi edifici,simili a case di forma quadrata scolpite anch'esse nella roccia naturale e situate tutte ai lati della grande area,mentre al centro sbucavano curiosamente,numerose fosse aperte,collegate tutte tra loro da piccoli canali idrici,ruscelli artificiali scavati nella roccia. Ma era sulla parte più lontana della zona aperta che si mostrava l'elemento più curioso dell'intera area aperta. Era una statua,una gigantesca statua grande quanto un piccolo palazzo. Dall'aspetto pareva un uomo,con un regale e ramificato palco di corna sulla testa,vestito con abiti pesanti,simili a quelli dei guerrieri in sella ai grandi cervi e impugnava una in una mano alzata verso il cielo,una strana arma seghetta,simile ad una sega,priva di punta,ma dalla lama seghettata e dalla forma che ricordava più la mannaia di un macellaio che un pugnale o un grosso coltellaccio,che superava di poco il picco della montagna. Probabilmente era quella la cosa che Sesshomaru aveva intravisto dal basso. Ma per quanto bello potesse essere quello spettacolo,c'era bel altro che catturava l'attenzione degli ultimi arrivati era ben vivo e caotico di tutto l'ambiente circostante. Gli Ainu stavano combattendo contro i guardiani. L'orda degli Ainu contava alcune migliaia di combattenti,tra uomini e donne che si accanivano contro gli ormai trapassati guerrieri delle epoche passate,che a loro volta facevano di tutto per non permettere agli invasori di non avanzare oltre il luogo dello scontro. Quella che stava assistendo era un vero e proprio campo di battaglia. Se pensavano che raggiungere la fonte non sarebbe stato facile,ora sapevano di certo che oltrepassare quella massa di carne e ossa non sarebbe stato per niente facile. Avrebbero dovuto combattere se volevano arrivare dall'altra parte. Non dissero niente,non pensarono a niente,nessun piano,nessun tattica sofistica,tanto sarebbe stato inutile. Sesshomaru,Ezio,Urtak e Toran poterono solo lanciarsi nella mischia,attenti a restare insieme e cercare di non morire,sapendo di stare attenti,sia dalla parte dei seguaci di Otsune che dei guardiani.La parte più difficile dell'impresa iniziava adesso.

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Capitolo 15
*** Zelo sanguinario ***


Il cozzare delle armi,le esplosioni,la carne contro le ossa,vivi attaccanti contro defunti difensori,una battaglia dove i morti sorgevano ancora una volta per proteggere ciò che loro ritenevano importante. Il tempio della gola del cervo dormiente. Spostarsi non era facile e destreggiarsi nel mezzo di due fronti in conflitto con loro quattro nel mezzo aveva in se l'azzardo del rischio,solo per giungere dall'altro lato e scoprire per quale motivo il luogo era stato attaccato. Non proprio un bel modo per continuare la giornata. In testa al gruppo c'era Urtak,ancora una volta dedito a fare da guida al gruppo,Toran ed Ezio qualche passo indietro e Sesshomaru infondo a coprire il quartetto. Buona parte del percorso,se così lo si poteva definire,passava in mezzo a molti combattenti degli ainu,molto più facili da uccidere,poiché già vivi e quindi più cauti a non buttarsi nella mischia senza avere premura per la loro vita. Mentre dall'altra parte,ora che li vedevano in azione,molti erano scheletri di dimensione umana,senza particolari segni distintivi,se non le vistose corna da cervo attaccate al nudo cranio,mentre altri erano enormi cervi dalle ossa imbiancate,che si destreggiavano abbastanza bene e incornavano a testa bassa chiunque avessero davanti e possedesse un minimo di carne fresca ancora addosso. Per gli occhi dell'assassino la cosa era incredibile,per la sua mente invece,era inconcepibile. Correvano nel mezzo,schivando in continuazione i colpi ricevuti dagli ainu,molti dei quali parevano più pericolosi in gruppo che presi singolarmente e quando c'è n'era bisogno si rispondeva al colpo ricevuto oppure si eliminava l'ostacolo con celere rapidità e si proseguiva in formazione compatta,cercando di non perdersi di vista l'un l'altro. Non c'era tempo per parlare,non c'era tempo per ascoltare,solo correre,schivare,parare,attaccare,con la spada,il ghiaccio o la lama celata,nessuna interruzione,solo correre. L'area già di per se era enorme e il fatto di non poter sorvolare sopra quella moltitudine di nemici,causa il fatto di essere scoperto,cosa che gli avrebbe procurato un altra ramanzina da parte di Ezio per essersi fatto vedere quando non necessario,causa anche il fatto che avrebbero potuto essere colpito alla sprovvista da chissà quale magia dal basso e per finire avrebbe scoperto il retro del gruppo e avrebbe lasciato gli altri tre alla stregua di attacchi da dietro,cosa che avrebbe minato la loro salvaguardia. Quindi no,niente volo. Fare parte di un gruppo era limitante,per uno abituato a far conto solo sulle proprie forze. Ad agire da soli si possiede maggior libertà di movimento e di scelta,senza che nessuno possa rallentarti o giudicarti per quello che fai e l'unico a cui devi delle spiegazioni riguardo al tuo operato sei unicamente tu. Pazienza,ormai c'era dentro,tanto vale guadagnare quanto più poteva dalla presenza altrui. Bakusaiga alla mano quelli capitati sotto la sua lama avevano tentato di fermare tanto lui quanto gli altri compagni e di quei kappa piromani né aveva visti pochi,alcuni uccisi quando erano più vulnerabili e si trovavano vicino a lui. L'ultima volta era stato imprudente,adesso colpiva al minimo segno di aggressione,poco importava se fosse stato un semplice umano o un altro di quelli che usava il potere del fuoco. Di perdere la vista un altra volta non né aveva voglia. Passarono sui corpi di molti,di colpo in colpo la meta si fece più vicina,mancavano solo una ventina di metri per uscire dallo scontro e raggiungere i piedi della statua.

Laggiù,guardate.”,disse Urtak alzando il tono della voce,per farsi sentire in quella marea di violenza e allungando il braccio ai piedi della gigantesca statua,cercando di mantenere,cercando di mantenere l'indice puntato verso il punto interessato. Superata una larghissima rampa di scale che si innalzava verso i piedi della statua,punto nella quale erano presenti un folto gruppo di invasori intenti a combattere degli scheletri,volava in disparte,sopra tutti loro,una figura nera,dotata di grandi ali da uccello,rivolto verso la statua,con il corpo immobile e sostenuto in aria solo da grandi ali da corvo,che continuavano ad agitarsi ritmicamente per tenerlo stabile in aria.

E Marsatap,dobbiamo fermarlo,prima che giunga alla fonte. Dobbiamo impedirgli di distruggere la statua.”

Per quanto fossero già rapidi di loro,il gruppo accelerò ancora di più il passo e giunsero,dopo molti colpi nella mischia e molto sangue versato,di fronte alla gigantesca scultura.

Ma non fecero in tempo a salire il primo scalino,che un folto nugolo di scheletri,bloccava loro il passo. Uno tra gli shika yokai e cervi giganti iniziò a muoversi velocemente nella loro direzione. Gli shika yokai indossavano antiche pellicce,retaggio della loro gente come unica armatura ed erano armati con pugnali e lance e armi che sembravano delle piccole spade rudimentali,tutte fatte di ossidiana,mentre i loro compagni a quattro zampe erano muniti solo di grandi palchi di corna e pesanti zoccoli,più che adatti per calpestare e calciare,anche in quelle misere condizioni.

Va bene Urtak. Puoi fare qualcosa per convincerli a lasciarci passare? Sai,mi fa un po' strano tentate di uccidere qualcosa di già morto.”,disse Ezio preoccupato di affrontare degli scheletri animati per la prima volta in tutta la sua vita.

Non c'è ne sarà bisogno,guarda tu stesso.”,disse lo sciamano puntando il dito contro l'ammasso di esseri scheletrici.

Erano così vicini che se avessero voluto attaccare lo avrebbero fatto senza troppe difficoltà,il riuscire nell'impresa non sarebbe stato scontato. Tuttavia,per quanto fossero numerosi restavano fermi,come se stessero aspettando qualcosa. Non avanzavano per aggredire e non indietreggiavano per ritirarsi,se ne stavano in disparte dallo scontro,tra il gruppo e il loro obiettivo,bloccati nello loro pose,sorretti da ossa morte che ancora si muovono,espressivi e indecifrabili,come le espressioni che non possiedono e che se anche avessero,non potrebbero mostrare,essendo i loro teschi solo e soltanto ossa.

Va bene,ma perché ci stanno osservando? Ammesso che possano vederci,anche senza gli occhi.”

Tra tutti e quattro,Sesshomaru osservava i morti ambulanti che li stavano osservando,uomini e bestie morti da tempo addietro,appartenenti a epoche lontane,di altri tempi e luoghi. Poi avvenne un cambiamento,piccolo,ma importante. Uno degli scheletri,inclinò il teschio,spostando le sue orbite vuote sulla figura dell'inuyokai e quest'ultimo se ne accorse. Poi fu la volta di un altro,di un altro,di un altro ancora,poi fu la volta di due cervi giganti e poi a gruppetti iniziarono a girarsi verso di lui. Tutti,fino all'ultimo,direzionarono le orbite vuote verso Sesshomaru,come attratti da qualcosa e quel qualcosa lo possedeva solo lui.

Non è voi che stanno fissando...”,disse Sesshomaru spinto dalla pulsione di muovere la spada contro di loro.

Nonostante il cappuccio che gli copriva la testa vide che da ogni lato lo stavano fissando,catturati da chissà cosa dalla sua persona. Poi avvenne un altra stranezza,una parte degli scheletri,quella che occupava il percorso verso la scalinata,si fecero da parte e aprirono un varco nello schieramento. Nessuno del gruppo si aspettava un simile comportamento,da parte di coloro che avrebbero dovuto uccidere tutti coloro che avessero osato varcare le sacre difese del tempio e invece,liberarono loro il passaggio. Poi quegli stessi scheletri li superarono e andarono a unirsi all'altro versante della gruppo,per poi mettersi in fila orizzontale,formando un muro di ossa coi loro stessi corpi,come a volerli separare dal resto della battaglia. Tutti e quattro non avevano risposte da dare per quello che era successo e poi,di tempo da perdere non ne avevano. Confusi da quello che era appena successo decisero di proseguire,percorrendo gli scalini,con veloci falcate,verso la base della statua e giunti più in alto videro quello che stava accadendo. In cima alle scale si trovava una spiazzo rialzato abbastanza grande da raccogliere la base della statua in tutta la sua larghezza,una cosa come una quindicina di metri per un altezza che abbondava fino a trenta e li lo videro, uno yorozuku,Koga. Era impegnato a schivare i colpi,fossero di armi fisiche o fiammate violente,il giovane lupo si destreggiava al meglio per non morire e nel mentre,quando poteva infliggeva qualche colpo con la sua arma,un grosso anello da polso alla quale erano saldato cinque sottili catenelle che terminavano tutte con una vistosa lama ricurva monofilare,da inserire sulla punta ogni dito come estensione artificiale della propria mano.

GORAISHI.”

Urlò Koga e dalla mano armata partirono forti e luminose saette bianche come il tuono,che passavano i corpi dei nemici vicini,non direttamente collegati a coloro che furono presi dalle lame e che in compenso morirono invasi dalla potenza delle piccole saette che percorrevano i loro corpi,bruciando dall'interno,carne,ossa e organi vitali.

Koga? Sapevo che avrebbe potuto essere lui lo yoro di cui parlavano,ma non immaginavo,che avesse realmente avuto l'ardire di entrare in questo luogo.”,disse Urtak incredulo,ma cercando di non far trasparire troppo questa emotività.

Ardire o no,penso che necessiti di una mano,temo che di questo passo lo uccideranno.”,disse Ezio incitando gli altri ad intervenire.

In questo caso vorrei provare una cosa nuova.”,disse Toran con ardore combattivo e chiamando a se i suoi glaciali poteri creò un globo di solido ghiaccio opaco all'interno del palmo della mano,poco più piccola di una pesca e la lanciò in aria,sopra il gruppo degli aggressori e con Koga perfettamente nel mezzo. Poi fece schioccare le dita e nello stesso istante,il boccino esplose,generando una vistosa nube gelata,che infastidì non poco tutti coloro che erano all'interno del raggio d'azione dell'esplosione. Ezio e Sesshomaru non si diedero alcun segnale di aiuto reciproco,ma scattarono all'unisono e ognuno si accise ad adoperare al meglio le proprie capacità. Appena entrati nella foschia si accorsero che la nube gelata,formata da una specie di brina finissima che poteva svolazzare a mezz'aria,non era ne particolarmente gelida n'è tanto meno irrespirabile,ma impediva a chi veniva colpito direttamente di vedere correttamente,accecandolo temporaneamente,come una delle bombe fumogene che si portavano dietro gli assassini. Mica male come mossa da parte della ragazza,pensò l'assassino. L'inuyokai e il fiorentino mossero le lame contro i nemici inermi: un colpo di punta qui,qualche fendente di la,nella foschia,si potevano riconoscere i bersagli da abbattere,tutti inermi e anche quelli che tentavano di reagire,come i piccoli kappa che provavano ad attizzare le fiamme contro uno dei due,oppure cercavano di chiamare a se il loro potere per incendiare i loro fanatici compagni,ma non avevano il tempo di formulare qualche incomprensibile parola nella loro lingua che al minimo filo di voce venivano colpiti con potenza guerresca da Sesshomaru o con precisione omicida da Ezio,ed entrambi sapevano bene come usare i loro strumenti di morte. Poi all'improvviso si generò un forte vento laterale è la gelida nube venne spazzata via come se nulla fosse,mostrando ai presenti che il numero dei seguaci di Otsune era dimezzato e Koga,ancora leggermente preda di quell'accecamento improvviso si riprese in quel momento,stropicciandosi gli occhi con la mano disarmata e in quel momento,vide che li vicino a lui c'erano Sesshomaru ed Ezio che lo stavano proteggendo,mentre gli ainu rimasti poterono riprendersi dalla sorpresa e tentare un contrattacco.

Mi era parso di sentire odori spiacevoli,ma che diavolo è successo? E voi che ci fate qui?”,chiese Koga ancora confuso per quel caos improvviso.

Detto da che vai in giro vestito come un barbone e si sposta a piedi nudi non ci fai una bella figura. Ma anche io sono felice di vederti. Il resto te lo spieghiamo dopo.”,disse Ezio col sorriso sulle labbra,intento a voler fare uno scambio di battute simpatiche.

Ma bravi...”,una voce proveniente dall'essere sopra le loro teste,intento ad osservare la statua,mentre con il battito delle ali cercava di restare in volo, “vedo che anche stavolta Urtak,fai ricorso ai nemici del suo stesso popolo,per affrontarci a viso aperto.”

Disse il Tengu sospeso in aria,che finito di parlare volse le spalle alle grande statua e si mise ad osservare lo shikahanyou sotto di lui con sguardo astioso .Nonostante l'inespressiva testa di corvo si poteva notare dalla voce che l'essere alato mostrava un certo disappunto nel vedere Urtak proprio sotto di lui.

Detto da chi non esita ad uccidere donne e bambini pur di raccogliere fedeli per la regina,lo ritengo un complimento. Ma del resto non posso meravigliarmi più di tanto,visto che persino il tuo clan ti ha rinnegato era naturale che servissi ancora Otsune.”,rispose Urtak con leggero e velato disprezzo.

FA SILENZIO TRADITORE...”, Urlò improvviso Marsatap, in preda ad un attacco d'ira, “PROPRIO TU PARLI? PROPRIO TU CHE ERI UNO DI NOI? TU CHE HAI AVUTO IL PRIVILEGIO DI APPRENDERE DA SUA MAESTA' IN PERSONA? TU CHE ERI IL SUO ALLIEVO PREFERITO E CHE IO STESSO HO CONTRIBUITO AD ACCRESCERE IL TUO POTERE? MOCCIOSO INGRATO. AVREMMO DOVUTO UCCIDERE LA TUA GENTE TEMPO ADDIETRO,VISTO CHE NON SOLO AVETE DECISO DI NON UNIRVI ALLA NOSTRA CAUSA,MA RINNEGATE IL VERO CULTO DEI NOSTRI ANTENATI. DOVRESTI VERGOGNARTI MISCREDENTE.”

Il vero culto? Quello che ho visto non ha nulla a che fare con l'antica religione degli ainu è preso solo gli aspetti più violenti delle credenze dei primi yokai. La magia che scaturisce dai vostri riti non solo è malvagia ma corrompe anche chi la esercita o da chi né trae potere. Ho visto cosa fanno i vostri sciamani ai seguaci durati i riti,coloro che traggono potere dalla fiamme prima o poi vengono consumati dal fuoco da loro evocato,coloro che rendono più duri i propri corpi con il legno o la pietra finiscono per loro stessi per divenire legno e pietra a loro volta. E i monili che si inseriscono nel corpo per richiamare quel potere è solo un modo per fare di tutti coloro che praticano questa corrotta usanza come mere vittime sacrificali. Dimmi Marsatap,sei certo che sia io,o quelli come me il vero nemico di questa terra?”

ORA BASTA...mi sono stancato di argomentare con te....”

Il tengu fece un gesto con la mano aperto e puntando il palmo della mano verso di se,come se stesse facendo segno ad un animale di venire verso di lui. Da terra e tutt'attorno ai corpi maciullati,mutilati e aperti il sangue sgorgato fuori da essi,cominciò ad unirsi in grandi pozze separate l'una dall'altra. Ogni goccia caduta a terra,ogni goccia che aveva macchiato il suolo sacro vicino alla statua si staccava dal terreno come mossa di propria volontà,attaccando l'una all'altra nelle piccole pozze vermiglie che parevano come laghetti vermigli dall'aspetto inquietante. Poi si innalzarono in rigagnoli volanti,piccoli sentieri volanti,diretti tutti verso la mano di quello che pareva il loro padrone. Si unirono tutte insieme sopra la mano aperto dello sciamano dal nero piumaggio,accumulando tutto il sangue in una grossa sfera vermiglia splendente di una luce sinistra,come le vuote orbite dello scheletro,che ora parevano vive.

Gioite figli del gelido nord,perché la fine di coloro che sono morti non è realmente la fine,ma un nuovo inizio. Dimostrate a questi immondi profanatori dei nostri confini che la nostra fede e più forte delle loro armi e dei loro inganni,che il nostro credo è puro e senza falsità,non come i loro dei del sud. I vostri compagni si sono sacrificati per questa terra ed ora,accettate ciò che resta dei loro resti mortali come ultimo dono prima di unirsi ai morti. Il loro sangue e loro vi appartiene. Faccio ciò che faccio non per piacere,ma perché siamo Ainu e siamo disposti a tutto pur di difendere la nostra casa.”

Nel mentre,Ezio,Koga e Sesshomaru Guardarono il macabro spettacolo che si stava svolgendo in quel momento e preoccupati di quello che sarebbe accaduto,si preparono ancora una volta a combattere,mettendosi per istinto quasi spalla a spalla l'uno con gli altri due.

Va bene ragazzi,questa cosa non mi piace per niente.”,disse Ezio temendo per quello che stava per accadere.

Quindi,adesso che voi due siete qui cosa intendente fare? Volete aiutarmi ad abbattere quella cornacchia troppo cresciuta o volete battervela in ritirata?”, Disse Koga strafottente.

Tsk,voi yoro sapete essere fastidiosi. Anche nel momento del bisogno fate di tutto per essere sprezzanti del pericolo,sopratutto quando e chiaro che la sconfitta è vicina.”,disse Sesshomaru con tono accusatorio,quasi di sfida.

Da come parli mi ricordi un altro cane,sai,vi assomigliate molto ed è per questo che non vedo l'ora di prenderti a calci.”

Mi chiedo che razza di inuyokai tu abbia incontrato.”

Veramente è un cane solo per metà,ma per quanto riguarda l'aspetto,l'odore e il vizio della boccaccia larga siete praticamente identici.”

Sesshomaru aveva capito bene di chi stesse parlando è la cosa non gli piacque affatto.

Prima uccido il tengu...tu vieni subito dopo.”

Tsk,provaci.”

Le ultime gocce di sangue si erano unite al resto del rosso liquido raccolta da Marsatap,che ora assomigliava ad una grande sfera,quasi grande quanto la testa dello stesso sciamano,alzò il braccio verso il cielo e allo stesso tempo osservava i suoi nemici in basso,il cui solo vederli suscitava in lui una rabbia viscerale,come rare volte aveva provato verso qualcuno che si era meritato il suo disprezzo,come quello yokai che giunto dal sud che si accompagnava alla regina Ostune.

Rendete grazie per i doni che i vostri compagni vi hanno offerto con le loro vite,poiché nella morte essi continuano a vivere. PRENDETE,IL LORO SANGUE,LA LORO COLLERA,LA LORO FRENESIA...E' VOSTRA”

Chiuse rapidamente la mano a pugno,spargendo sangue dall'alto,come un improvvisa pioggia vermiglia,cadendo verso terra e spargendosi con la forza di un acquazzone,durò poco e bagnò tutti i presenti,chi più e chi meno,ma tutti furono raggiunti dagli schizzi di sangue di cui la sfera era composta.

Un unico,singolo,fischio di uccello,degno di far impallidire anche l'aquila più fiera fece scattare un bisogno di stare in guardia a tutti i nemici presenti,mentre negli Ainu rimasti,si stava spargendo un alone di rabbia,rancore e odio tale che i loro visi,da prima guardinghi e attenti a non cadere,ad espressioni deformi,mentre i loro corpi,lordi di quello che prima era liquido ancora vivo ora appariva come una macabra pittura di guerra che impregnava la loro pelle. I loro occhi si fecero bianchi,snudavano i denti e urlavano come ossessi,mentre i loro muscoli si gonfiavano e una strana aura che odorava di morte,più del normale di quella che avrebbe potuto emanare un cimitero,si stava spargendo in tutta l'area. Diversi tremori percorrevano il loro corpo,mentre piccoli,ma numerosi spasmi muscolari si potevano riconoscere in tutti gli ainu presenti al suolo. Digrignavano i denti e facevano versi,comportandosi in maniera più simili alle bestie che a degli individui dotati di intelletto e coscienza.

Va bene gente,qualunque cosa accada,restiamo calmi e...”, Fu Ezio che si rivolse agli altri due insieme a lui,ma non riuscì a terminare la frase che vide un omone,un umano,reggere un pesante randello ricoperto di rovi con entrambe le mani correre contro di lui,ma Ezio fece in tempo a muovere il braccio libero e puntarlo in direzione dell'aggressore,poi sparò,con l'arma da fuoco inserita nel bracciale d'acciaio,vicino alla lama celata,prendendolo direttamente nella fronte,che cadde a terra senza far ulteriore rumore. Ma non ci fu neanche il tempo di realizzare di quello che era appena successo che accadde qualcosa,che l'assassino non seppe spiegarsi,come gli altri del resto. Il corpo,creduto morto,iniziò a muoversi lentamente,si rialzò e riprese la sua arma,mentre dal foro che aveva nella testa uscì del sangue,tornando a fissare il fiorentino,mentre quest'ultimo,sbigottito,fissava a sua volta l'ainu,incredulo a quello che stava osservando.

Oh oh...mi sa che è arrabbiato.”

Ormai Ezio aveva smesso di cercare una ragione in quello che stava scoprendo di quel mondo in una sola mattinata e arrivato a quel punto si limitò a ragionare sul fatto che quel tizio non era morto e la cosa aveva qualcosa di realmente anomalo.

L'ainu non si tastò la ferita appena ricevuta e puntando l'arma contro gli stranieri emise un urlo carico di rancore ed odio e in quel momento accadde quello che temevano. Tutti gli Ainu partirono all'attacco. Alla vista di quello spettacolo il gruppo parve come un piccolo isolotto nel mezzo di un maremoto,l'onda selvaggia composta di uomini e donne impazziti,sporchi di sangue e assetati di violenza e morte si lanciarono all'unisono,accogliendo l'urlo di quell'energumeno con la testa forata come se fosse l'ordine di un generale di preparare la fanteria ad una carica massiccia. Gli ainu non erano troppi,ma quella nuova energia e quella nuova capacità di non morire al primo colpo poteva risultare problematica,persino per tutti loro,anche combattendo fianco a fianco. Urtak non aspettò l'arrivo dei nemici per uno scontro ravvicinato,dato che non era il suo punto di forza e rapidamente,alzò un piede e subito lo sbatté a terra,provocando una scossa tellurica abbastanza forte da far barcollare gli aggressori che vennero loro incontro,mentre quelli più vicini a lui subirono meno da quello smottamento e avvertirono a malapena il movimento sotto i loro piedi.

CHE STATE COMBINANDO? UCCIDETELI.”,urlò il Tengu di rabbia quando vide lo squilibrio generale subito dai pochi seguaci sotto di lui.

Com'era sua abitudine Sesshomaru fu il primo a scattare,per la seconda volta in quel giorno e come volte nella sua vita. Non era esattamente il tipo che perdeva tempo nel fare certe cose,se doveva uccidere,lo faceva e subito,senza perdersi in troppi fronzoli inutili. Si preparò a colpire il primo bersaglio,armato di una grossa ascia ad una mano in osso,lo colpì al fianco senza alcuna difficoltà,ma sentiva che il colpo,seppur andato a segno,non aveva ottenuto l'effetto sperato e l'ainu restò in piedi,ferito gravemente e grondante sangue,ma ancora vivo e reattivo e ancora nel pieno delle forze. Ne arrivarono altri due,entrambe delle donne,due yokai,armate di lancia in punta di ossidiana e di un piccolo scudo di legno rettangolare,una attaccandolo provando a scattare da terra e ad infilzarlo in un singolo assalto è l'altra di lato,scagliando la lancia in uno slancio selvaggio,come se volesse prenderlo di sorpresa piuttosto che accertarsi di avere una buona mira. Ma lui evitò per prima la lancia in aria,che non fu neanche così difficile visto il pessimo tiro,in direzione della testa,ma era volata troppo in alto e si occupò dell'altra a terra,scartando facilmente il colpo e infilzandola dritto nello sterno,mentre l'altra,armata solo dello scudo,si lanciò nell'intento di artigliarlo,ma ricevette un pugno sulla mascella con l'altra mano,facendole volare via un paio di zanne fuori dalla bocca sanguinante. Fu subito seguito da Toran che,notando con attenzione che le ferite mortali non risultavano,per ironia della sorte,mortali,adattò una tattica a lei più consona alle sue capacità ed altrettanto efficace. Scelse come bersaglio una piccola area nella quale si stavano ammassando i nemici è scaglio un raggio gelato,ma non direttamente contro di loro,ma sotto i loro piedi,ghiacciando il suolo circostante e renderlo così liscio da renderlo scivolosamente impraticabile,causando una caduta generale degli attaccanti,annullando così' la spinta dell'offensiva nemica. Ma c'era un secondo effetto che risultò utile. Mentre tentavano di rialzarsi,gli ainu si resero conto,anche in quello stato di ira animalesca,che oltre al normale effetto scivolo del ghiaccio,si accorsero di essersi non solo semplicemente parzialmente congelati,ma anche di essere appiccicati al ghiaccio stesso e quindi rimanevano a terra,tentando di staccarsi,anche ciò avesse voluto dire,strapparsi via la pelle e i muscoli ghiacciati.

Non sai fare di meglio razza di cagnolino? Guarda e impara”

Urlò Koga nel frattempo mentre osservava Sesshomaru combattere e restarne decisamente deluso,osservandone lo stile di combattimento calmo,controllato,mostrando solo il giusto livello di forza più adatto in quel momento. Allo yoro non piacevano certe sottigliezze da leggiadro spadaccino. Mancavano di ardore guerriero,come sosteneva lui.

Goraishi.”

Koga chiamò a se la sua arma mentre scattava verso un gruppo di nemici disorganizzati che gli correva incontro e numerose saette degne di un nube temporalesca si sparsero per tutta l'area designata,con i fulmini che passavano di corpo in corpo,di ainu in ainu,elettrificandoli sul momento e facendoli contorcere da violenti spasmi involontari dovuti all'elettricità che passava all'interno dei loro corpi. Forse i fulmini non li avrebbero uccisi,ma gli avrebbe dato tempo di passare alla seconda fase del suo attacco. Aggredire a tutta velocità. Velocità,quella era la chiave del suo stile. Finito in mezzo al gruppo elettrificato e sapendo che non avrebbe ricevuto danno dallo stesso potere della sua arma,lo yoro iniziò a colpire vorticosamente con Goraishi e i suoi calci,un classico dei suoi attacchi,calci alti,ampi e slanciati,tutta la potenza della corsa esercitata in un rapido scorrimento di colpi caotici,dotati di un rudimentale tecnica di combattimento a mani nude da autodidatta,sviluppata in numerosi scontri,sia contro i nemici esterni alla sua gente e anche all'interno. Gambe scalciavano quasi alla rinfusa nel mucchio,mentre uno o due colpo d'arma venivano eseguiti tra un calcio e l'altro,assomigliando così ad un vortice che continuava a roteare senza freni,sospinto da una forza simile ad una burrasca nel pieno della forza,tanto pareva veloce che tutti gli ainu in mezzo a quella tempesta di colpi veniva colpito senza capire da quale direzione provenisse il colpo. Forse non potevano morire,ma il dolore lo sentivano appieno e li di dolore,ne veniva distribuito a iosa. Ezio non volle essere da meno e anche se la cosa non gli piaceva doveva passare allo scontro diretto. Per un assassino,seppur al rango di mentore,combattere direttamente risultava sempre un rischio e quasi mai,se si poteva evitare,un membro della confraternita sceglieva volontariamente di combattere senza approfittare di un qualche effetto sorpresa,anche se le eccezioni esistevano. Ma questo non era il suo caso e per come combatteva il fiorentino,avrebbe sfruttato ogni armamento del suo arsenale per uscire vivo da quello scontro impari. Si gettò anche lui nella mischia,ma in una maniera decisamente particolare. Anni e Anni di combattimento e sotterfugi gli avevano insegnato che combattere quando si è circondanti e si è numericamente in svantaggio,come in quel caso,di fare due cose,non lesinare sulle opportunità che lo scontro ti offriva e non cercare di contrastare il caos della battaglia,ma di divenire parte di esso,senza però subirne le casuali conseguenze. Quel giorno avrebbe di nuovo applicato la teoria della confraternita alla pratica. Si avvicinò nel punto in cui Sesshomaru era rimasto a combattere,lo vide impegnato contro due donne armate di lancia,due capitani,come le avrebbe definite lui,sempre con i termini in uso tra gli assassini e decisi di dargli sostegno nello scontro. Vide un bruto,lo stesso omaccione alla quale gli aveva sparato in testa,accompagnato questa volta da due Kappa,quei piccoli omini verdi dalla quale aveva visto lanciare fiamme dal nulla. Doveva agire in maniera rapida e precisa,come piaceva a lui. L'omone di prima,folle di rabbia,si lanciò contro Ezio con la sua enorme clava spinata,e portando entrambe le mani sulla parte più bassa dell'arma nell'intento di colpire con tutta la brutalità che possedeva,mentre i due esserini più indietro,erano impegnati a recitare alcune formule. Il fiorentino continuò a correre verso il bruto con la spada in mano e quando il suo immortale nemico colpì,un largo fendente laterale,Ezio scivolò sotto le sue braccia e durante la scivolata,menò un veloce fendente di taglio,squarciando la gamba dell'omone,che cadde a terra instabile sull'arto squarciato,poi si rialzò velocemente e quando notò le prime scintille uscire dalle mani dei piccoli kappa,smise di correre e con la mano libera prese due pugnali da lancio sulla cintura e li lanciò contemporaneamente,un pugnale per ogni bersaglio,un tiro difficile,ma non impossibile. E infatti riuscì,i due Kappa non si accorsero delle due piccole lame che volavano nella loro direzione e quindi furono presi alla sprovvista,quando un lama colpì un kappa in un occhio e l'altro dritto nel becco,all'interno della bocca,maciullandogli la sottile lingua e devastandogli il becco,non male come colpo,pensò l'assassino in quel momento. Forse non potevano morire sul colpo,ma i loro corpi potevano essere spezzati e mutilati come qualunque altro mortale,anche loro potevano essere abbattuti. Urtak guardava invece in tutt'altra direzione,non interessato agli ainu incantati,ma dall'incantatore stesso,Marsatap. Lo osservava dal basso,con sguardo accigliato e nel mentre pensava,come poteva fare questo alla sua stessa gente? Che cosa passava per la testa del tengu,quando aveva scelto di condurre e ispirare i fanatici della regina a profanare quel luogo sacro agli shika? Non c'è l'aveva con coloro che erano stati bagnati nel sangue dei loro compagni,capiva la loro rabbia,il loro odio,il furore represso per quello che il suo popolo,la sua etnia e la sua cultura avevano subito dagli abitanti delle terre più sud,che avevano occupato la parte più bassa dell'hokkaido e adesso lo avevano dichiarato come loro casa,come se loro nemmeno esistessero. Lo capiva benissimo,anche lui,in passato,aveva provato gli stessi sentimenti. Ma il passato era il passato e adesso doveva vivere nel presente ed era nel presente che doveva combattere.

Toran...”,chiamò a se la pantera,ancora vicino a lui, “Ho bisogno del tuo aiuto,devo affrontare il corvo se voglio che questa blasfemia di incantesimo termini,ma necessito che tu mi difenda da eventuali aggressioni,da solo,non posso tenere testa sia a lui che ai seguaci di Otsune”

Posso creare un muro di ghiaccio intorno a noi due. Non sono sicura di quanto possa reggere visto che è la prima volta che lo faccio.”

Mi fido di te pantera,credi davvero che avrei chiesto anche il tuo aiuto se non avessi fiducia nelle tue capacità? Erigi pure il tuo muro.”

Toran fece un cenno con la testa e con entrambe le mani emise due raggi contemporaneamente cercando di fare un cerchio il più geometricamente perfetto che ricoprirà un diametro di quattro metri intorno a loro e poi,come se avesse preso vita,il cerchio di ghiaccio iniziò ad innalzarsi da solo,come un fungo che cresce a grande velocità,fino a superare le loro altezza di qualche spanna,tanto da poter essere difesi da minacce esterne relativamente deboli,ma abbastanza ampio da avere il cielo scoperto e così anche la visuale sulla statua e su Marsatap,che distratto non si accorse immediatamente di quello che l'hanyou dalle corna di cervo e la ragazza stessero complottando,troppo preso dallo scontro sottostante.

Bene,è adesso che intendi fare?”,chiese Toran in attesa di novità.

Qualcosa si utile.”,si limitò a dire Urtak

Urtak non perse tempo e con le mani chiamò a se l'aria sopra di lui,in gesto che lo faceva sembrare un uomo intento a raccogliere della frutta,da un albero e ad ogni raccolto,alcuni soffi d'aria cominciarono a girare all'interno della gelida difesa. Riunì le mani in un unico punto di fronte a lui,intrecciò le dita e iniziò a comprimere l'aria raccolta,come se fosse morbida argilla appena raccolta,poi prese l'aria con una mano e la tirò a se in lungo,ricavandone una specie di giavellotto,semitrasparente,simile ad un cristallo,ma più leggero e morbido al tatto,sembrava uno sbuffo di fumo solidificato. Guardò in aria,concentrò le sue energie in direzione del bersaglio e poi pronunciò la formula.

CUSPIDE DEL VENTO”

Mentre diceva le parole,le sue braccia si spostarono come dotate di vita propria,rafforzando il braccio che avrebbe spinto l'enorme proiettile contro il Tengu e lo scagliò,con una forza fisica che non gli apparteneva. L'arma semi-fisica volò dritta verso il bersaglio e quando lo raggiunse non lo colpì direttamente,poiché quando la punta del giavellotto d'aria parve colpire qualcos'altro,che si trovava nel mezzo,facendo un rumore simile a quello di uno specchio che si frantuma per colpa di un forte impatto. Poi si vide chiaramente,agli occhi di tutti,una barriera,Marsatap era stato circondato da una barriera invisibile,tanto trasparente da confondersi con l'aria circostante,ma Urtak non se ne stupì,dopotutto,Marsatap era stato uno dei primi a insegnargli i primi approcci alla magia del popolo ainu. Il Tengu,sporco di sangue e dall'aspetto altrettanto feroce,si limitò a girarsi verso il giovane sciamano,osservandolo e giudicandolo,come si fa con un traditore. Con disprezzo e senza alcuna pietà.

DOVEVO IMMAGINARE CHE IL TUO POTERE FOSSE CRESCIUTO. MA....”,disse il tengu in tono furioso e irascibile, “DUBITO CHE SIA ANCORA ABBASTANZA PER POTERTI CONFRONTARE CON IL TUO PRIMO MAESTRO. PRONTO PER UN VERO SCONTRO TRA SCIAMANI,PIVELLO?”

Marsatap passò il palmo della mano aperta,sopra il suo macabro bastone,anch'esso sporco di sangue,senza mai toccarlo,mentre faceva vibrare la gola in un tono gutturale,per poi alzare la testa verso il cielo e rilasciare la voce trattenuta nel verso sommesso,in un due forti e iraconde gracchiate e poi un ultima,più forte e prolungata. L'aria attorno allo sciamano e al suo bastone si fecero sempre più forti,circondandolo non come una barriera,come un lungo ed invisibile serpente,che si attorciglia su stesso,in attesa di attaccare.

NUMBEA FRUSTA DI KANDAKORO.”

Il Tengu mosse il bastone contro Urtak e pur non potendolo toccare per via della distanza una potente corrente d'aria pressata si mosse nella direzione indicata dal teschio,con l'intenzione di abbattersi sullo shika hanyou. Urtak poteva vederla bene quel flusso d'aria intrisa di potere magico,spesso e tozzo,che appariva ai suoi occhi come una corda lunghissima,sottile come il molle corpo di una frusta,ma molto più letale,poiché il potere dell'incantesimo,fin tanto che durava,consisteva nell'usare l'aria presente per creare un arma momentanea simile ad una frusta,lunga tanto quanto l'incantatore desiderava e a seconda del potere impiegato per crearla e nel caso di Marsatap,sapeva per certo che avrebbe potuto ucciderlo e Toran con lui,quindi,doveva respingerlo come meglio poteva. E lui poteva farlo ottimamente.

BENEDIZIONE DEL CIELO TERSO.”

Urlò Urtak alzando le mani al cielo come in segno di preghiera e subito sopra le teste di Urtak e della pantera si creò un barriera,anch'essa fatta d'aria,simile a quella usata da Marsatap,che si allargò fino a coprire il muro di ghiaccio attorno a loro,così da creare un tetto invisibile sopra la loro piccola stanza di solido e spesso ghiaccio. Lo scontro personale,tra il vecchio maestro e l'allievo traditore era appena iniziato,all'interno di un altro scontro.

Sesshomaru nel frattempo respingeva qualunque avversario gli venisse contro. Dopo un po' che le due donne continuavano ad attaccarlo aveva deciso di aumentare la forza che distribuiva nei colpi ed era giunto il momento di mettersi di impegno e quando le due,tornarono all'attacco per l'ennesima volta con le lance spianata decise,in un unico singolo fendente obliquo di colpire ed usare anche l'effetto di Bakusaiga,spargendo il caustico veleno posto all'interno della katana e di farle soffrire,tanto deboli parevano che,visto che non potevano morire,tanto vale scioglierle o mutilarle e così fece. Le due donne non poterono più combattere,poiché la lama di Bakusaiga aveva inferto loro ferite così dolorose che dovettero accasciarsi al suolo in preda al dolore,mentre la carne,per qualche strano motivo,non si consumava,ma il dolore provocato dall'acido era devastante e ciò impediva loro di agire,soffrendo in maniera atroce. A Sesshomaru non piaceva come soluzione,provocare sofferenza erano tendenzialmente una cosa da sadici,ma non aveva scelta,che fossero morti o no non gli importava,lui doveva uscire vivo da quello scontro,quello che sarebbe capitato ai suoi nemici non era cosa che gli interessasse. Lasciandosi dietro le grida di dolore delle due donne altri nemici gli si avventarono contro,tre di loro parevano degli agili,due umani e uno yokai,armati solo di piccoli pugnali in osso e due bruti,armati anche loro di pesanti rami spinati. Sesshomaru ora sapeva che non si sarebbe dovuto trattenere,come Koga,che lo vedeva da lontano,mulinando colpi di taglio,accompagnato a velocissimi calci alti ed Ezio,che si esibiva in quello stile di spada così strano e diverso da quelli che avesse mai visto fino ad ora,con rapide stoccate di punta, uniti a rapidi attacchi di taglio,con quella spada dritta e sottile,anch'essa straniera come il suo possessore. L'inuyokai si lanciò nuovamente all'attacco e adesso avrebbe spinto ancora di più sulle sue capacità. Colpì uno,poi un altro e un altro ancora,chi provava a colpirlo lui rispondeva ancora più veloce e chi cercava di stare sulla difesa veniva schiacciato senza pietà dal potente cane. Che fosse per lo smeraldino veleno della lama o perché mutilato e tranciato così in profondità da non poter continuare la lotta e anche se spinti da quella strana ed oscura furente follia omicida non potevano più tentare di arrecargli danno. Non capiva cosa fosse successo né tanto meno sapeva spiegarsi cosa fosse quel sangue che aveva lordato i corpi degli ainu e perché mai quella rabbia,uscita da chissà quale oscuro anfratto dell'anima,era esplosa all'improvviso. Quello che sapeva lo aveva dedotto da quello che stava osservando. Non avevano paura,nessuno di loro. Che fosse il più piccolo dei kappa o il più grosso tra di loro tutti condividevano una sola emozione,l'odio. Un odio cieco e furioso,che li spingeva a lanciarsi,a slanciarsi, a subire i colpi senza battere ciglio. Una follia così grande che nemmeno la morte poteva far nulla per fermarli,continuando ad alzarsi,almeno chi poteva per tornare a combattere,per infliggere e subire,infliggere e subire,senza patire fatica o paura,senza chiedere la ritirata o tentare la fuga. In secoli di conflitti solo Inuyasha aveva manifestato una simile mancanza di istinto di sopravvivenza,quando perdeva il controllo del suo lato yokai e diveniva una bestia furiosa. Le persone che stava trucidando ora non erano tanto diverse dal fratellastro quando cedeva alla furia cieca. Ma allora perché aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso nella loro ira omicida? Perché sentiva che c'era qualcosa di ben più oscuro della semplice follia? Lo sentiva dentro,per istinto,ma non conosceva la risposta. Passo dopo passo,arto dopo arto,veleno dopo veleno,il numero degli avversari in grado di reggere uno scontro si era abbassato drasticamente,ma molti altri erano ancora in piedi e la fatica cominciava a farsi sentire.

UCCIDETE IL MEZZO CERVO. AVANTI.”

Una voce proveniente dall'alto e vide Marsatap indicare agli altri Ainu il cerchio di ghiaccio,prestandogli attenzione solo ora e vide il resto dell'orda lanciarvisi contro,come uno sciame di insetti impazziti.

Toran.”

Disse solo il nome della pantera,pensando che si fosse riparata all'interno,insieme a Urtak,non vedendoli da nessuna parte. Non si diede nemmeno il tempo di pensare che già si era lanciato all'attacco,non aspettò che Koga o Ezio gli dessero man forte,lui correva,scattando,correndo in soccorso della pantera. Non sapeva se la gelida barriera sarebbe crollata o meno,nonostante tutti i colpi che stava ricevendo sembrava una difesa solida,ma non poteva esserne certo,poiché era stato testimone della forza e della resistenza che questi barbari del nord avevano ottenuto attraverso quello strano potere. Non voleva darlo a vedere ma la fatica che aveva provato nel combattere essere così deboli rafforzati dalla magia aveva reso più ardua la loro resistenza contro i loro nuovi nemici del nord. I loro corpi erano più veloci,più forti e la loro resistenza erano certamente raddoppiata,se non triplicata. Per questo temeva per la salute della ragazza. Vide fiamme battersi contro il muro di ghiaccio e capì che doveva fare ancora più presto. Arrivò dietro ai primi tre ainu scoperti dell'altro gruppo e in un solo colpo recise la testa di tutti e tre e anche se separate dal corpo,le teste continuavano ad inveire ed urlare,anche se erano tre teste umane. Altri nemici,anche questi in gran numero e le energie stavano a venir meno. La stanchezza cominciava a farsi sentire. Doveva trovare un altro modo per combattere e forse,per un illuminazione improvvisa o idea dettata dalla stanchezza accumulata volle provare una cosa. Spostò la spada nell'altra mano,mentre con l'altra fece uscire la frusta,quella sottile linea di verde chiaro,l'avvolse attorno al manico di Bakusaiga e in un rapido movimento,lanciò la spada legata alla frusta e la lama,a sua volta formò un semicerchio perfetto,mentre la lama affettava e tagliava tutti quelli presi dalla sua tragliettoria e la lama,continuava ad emettere veleno,esattamente come se Sesshomaru l'avesse ancora in mano e allo stesso modo,gli effetti del taglio si fecero sentire. Riprese la lama in mano e vedendo come gli ainu cercarono di ricompattare la linea perduta Sesshomaru,ancora una volta,scese di attaccare non volendo aspettare l'aiuto dei suoi compagni.

CUSPIDE DEL VENTO.”

Un potente attacco,uguale a quello lanciato da Urtak venne evocato da Marsatap contro Sesshomaru e quest'ultimo,non accorgendosi dell'attacco per tempo,potè solo sentire il forte sibilo di un vento fortissimo venirgli contro,scartare di lato il più velocemente che poté e sperare di non essere colpito. Ma per quanto veloce potesse essere il giavellotto d'aria lo fece sbalzare via. Non lo prese in pieno,ma la forza dell'aria compressa nell'incantesimo fu tale da farlo saltare in aria e farlo sbattere gravosamente contro il muro di ghiaccio. Fortunatamente non riportò ferite gravi,ma era steso a terra livido e dolorante,aveva la sensazione che con quel colpo avesse perso molte forze e il dolore che sentiva nei muscoli e nelle ossa non era certamente di conforto.

UCCIDETELO,HA VERSATO IL SANGUE DEI VOSTRI FRATELLI.”

Il tengu gracchiò ancora una volta la rabbia e l'orda tornò a lanciarsi contro di lui. Ma non ebbe paura e spinto ancora a combattere,tentò di rialzarsi il più velocemente possibile e questa volta poteva provare un solo ed unico colpo disponibile. Che andasse in malora il tempio,quel posto,quella gigantesca statua,non aveva importanza,non era un suo problema. Urtak gli aveva detto di stare attento al luogo,ma a quel punto non gli restava scelta,quindi,chiamò a se una buona dose dell'energia che aveva in corpo,la incanalò nella spada e quando fu pronto decise di sferrare il suo colpo più potente.

Bakusa...”

Ma Sesshomaru non fece in tempo a lanciare il colpo che una parte del muro si ridusse in blocchi e dall'apertura uscirono rapidamente e in gran numero piccole stalattiti di ghiaccio colpirono numerosi assalitori,che poco alla volta si congelarono,impossibilitati a muoversi.

Ehi Sesshomaru,stai battendo la fiacca o sbaglio?”,disse lei in tono di sfida,mentre le lo guardava reggersi a malapena sulle gambe.

Riprendevo...un po' d'aria....tu invece,non mi pare che tu abbia fatto molto.”,disse lui pronto ad accogliere la sua provocazione.

Tranquillo caro,tempo di scaldarmi è ci sono anche io. Piuttosto,vedo che i tuoi rinforzi sono caldi al punto giusto.”

Disse Toran indicando il punto da cui era arrivato Sesshomaru e guardando la situazione si accorse dell'arrivo di Koga ed Ezio,il primo intento a balzare dall'alto e atterrare direttamente sui nemici,mentre il secondo lanciò delle altre bombe fumogene in mezzo agli ainu restanti e nascoto dalla nube,poté colpire nel mezzo della battaglia come se fosse nascosto dalle tenebre.

E comunque,quando mai ti abituerai a far gioco di squadra?”,chiese Toran con lo stesso tono provocatorio,che a lui a giudicare dall'espressione sul viso non parve dispiacere.

Mai.”,disse lui mostrandole un sorriso di scherno,come se volesse sfidarla.

Non c'era più nulla da dire,non c'è n'era bisogno,i due si lanciarono insieme nella mischia e questa volta lasciò che qualcuno lo accompagnasse nello scontro. Non mancava più molto alla sconfitta del tengu.

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Capitolo 16
*** Il corvo e il vento ***


Corpi a pezzi,armi insanguinate,rabbia,dolore,fatica,il tutto in una manciata di una mezz'ora passata a squartare,decapitare,tranciare,congelare ed elettrificare nemici che,erano letteralmente troppo arrabbiati per morire,ma questo non gli aveva impedito di essere gettati a terra come carne da macello di poco conto. Koga,Ezio,Toran e Sesshomaru erano quelli che si erano affaticati di più durante quello scontro colmo di assurdità sull'odio,il rancore e di magia che permetteva a chi ne entrava in possesso di non essere ucciso. Era solo questione di tempo prima che gli ainu guidati da Marsatap venissero sconfitti e che lo stesso Tengu venisse preso come bersaglio dai cinque che in quel momento stavano ostacolando la sua offensiva verso la totale vittoria della sua orda di fedeli. Koga si diresse verso l'ultimo Ainu ancora in piedi,un piccolo kappa intento a intonare un incantesimo di attacco,ma non fece in tempo che il giovane yoro lo passò da parte a parte e con Goraishi aprirlo in due e gettare le due parti del corpo a casaccio in due punti distanti tra di loro.

Bene,direi che questo era l'ultimo. Adesso però tocca occuparsi di quello lassù.” E indicò lo sciamano dal nero piumaggio,ultimo rimasto di quel gruppetto di Ainu ancora in grado di combattere. Marsatap era intento a difendersi dai colpi di Urtak,che dopo l'attacco a Sesshomaru né aveva approfittato per rispondere agli incantesimi dell'altro sciamano e che solo adesso si rendeva conto della tremenda disfatta che i fedeli della regina ora giacevano a terra,ancora vivi,ma in pezzi o comunque impossibilitati a continuare lo scontro.

No,com'è possibile? Un intero manipolo di seguaci,annientati da un branco di ficcanaso? No,non lo accetto questo,non ho mosso un intera fiumana di fedeli solo per giungere ad un simile fallimento.”

Urtak vide del nervosismo nei movimenti del corpo di Marsatap,sebbene non gli fosse vicino,poteva percepire lo sgomento che pervadeva il suo vecchio maestro,di certo perché non si aspettava un simile risultato,dopo tutte le risorse che stava impiegando per penetrare nell'area più sacra del tempio. Ora Urtak era certo che il loro tempestivo intervento aveva dato buon esito per respingere Marsatap e i suoi invasori,le circostanze e le loro azioni avevano conseguito loro il vantaggio sui loro nemici. La vittoria era a portata di mano.

Arrenditi corvo...”,disse Urtak mentre usciva dal muro di ghiaccio che la pantera aveva creato,a difesa dello shika hanyou , “Il tuo seguito è sconfitto e non faresti in tempo a volare via che ognuno dei presenti qui possa colpirti alle spalle prima ancora che tu riesca a scappare. Non hai via di scampo,mio vecchio maestro.”

Urtak aveva ragione,chiunque di loro avrebbe potuto colpire Marsatap prima ancora che potesse mettersi al sicuro. Eppure non stava tentando la fuga,n'è tanto meno stava cercando di difendersi,al contrario,nonostante la rabbia che provava verso di loro restava fermo,immobile,come se la speranza della vittoria fosse ancora dalla sua parte...e forse non aveva tutti i torti. Però loro non lo sapevano.

Oh Urtak,mio sciagurato allievo,oggi sei stato nuovamente testimone del grande potere che dona la magia del sangue. Sai per certo che questo genere di magia,quando gira nel sangue di un essere vivente lo rende qualcosa di completamente diverso dalla natura originale del soggetto e inoltre,non gli permette di morire. Ma....”

Di nuovo come prima,Il sangue attorno a loro,iniziò nuovamente a prendere vita,ancora una volta,con la mano,chiamò a se il sangue dei caduti e nel farlo,in mezzo ai lamenti e alle urla di dolore ed ira all'improvviso smisero di urlare e i nemici,ancora vivi,ridotti a moncherini e inutili pezzi di carne vibranti,ora tacevano,zittiti,come privati della vita e tutta la loro rabbia,tutto il loro dissenso e la voglia di continuare a combattere cessò di esistere,come la loro vita. Il sangue si alzò,ma questa volta non formò una palla,ma bensì una specie di grossa coppa amorfa e quasi definita,nella quale si riversava al suo interno,tutto il sangue che poteva contenere e lo stringeva a se,nuovamente nel palmo della mano. Era uno spettacolo orrendo,proprio come la vera natura del tengu. Non solo aveva convinto quel vasto numero di Ainu ad assaltare un luogo sacro ad un altra tribù,cosa spregevole da fare tra gli ainu essendo molto religiosi,ma aveva inebriato i sopravvissuti di coloro che erano intenzionati a proteggerlo e a servirlo e lui,li aveva mandati a morire,inebriandoli con un potere ricolmo di violenza e morte. Ma adesso,aveva passato davvero il segno. Ora aveva ucciso anche gli ultimi rimasti in vita,certo,ormai ridotti com'erano non poterono più combattere e con il termine naturale della magia sarebbero morti comunque. Ma lui aveva posto fine alle loro sofferenze prima ancora che potessero spirare per conto proprio,chiamando a se anche la loro linfa vitale. Ma non era rimasto nessun altro all'infuori di Marsatap ancora vivo tra gli ainu nei pressi della statua,perciò,fu naturale capire chi dovesse essere il bersaglio di quella nuova e malvagia contaminazione.

Quello che non sai mezzo cervo, è che anche l'incantatore stesso può essere bersaglio della sua stessa magia,specie quando quest'ultima viene usata per potenziare lo stesso incantatore,perciò...brindo ai caduti.”

E in un solo colpo,tutto il sangue raccolto nella coppa scarlatta,venne trangugiato in un solo colpo,scendendo per il gargarozzo come se fosse acqua fresca e bevendo persino lo stesso calice,poiché anch'esso fatto di sangue. Una strana aura cominciò ad essere percepita,Urtak lo percepiva,mentre allo stesso tempo il vento attorno all'area si fece più forte,sempre più forte. Troppo forte per essere una normale bufera invernale. Il vento iniziava a vorticare,sospinta da energie invisibili e il teschio sporco di sangue,come il suo possessore del resto,emanò nuovamente una strana luce nelle orbite e strani versi proveniente dal becco del tengu,un debole gracchiare udibile a tutti e sospinto dal vento,iniziò a circolare nell'aria. Marsatap allargò le braccia con entrambi i palmi rivolti verso il cielo e li Urtak capì solo in quel momento cosa avessero udito in precedenza prima di giungere nel luogo dello scontro.

COPRITEVI LE ORECCHIE,PRESTO.”, urlò Urtak in preda ad un improvvisa inquietudine,mentre con le braccia fece nuovamente altri gesti,poi,sbatté violentemente i piedi contro il terreno in un piccolo balzò,poi con le mani imitò il gesto di raccogliere due oggetti da terra e di sollevarli con forza verso l'alto,come se li stesse tirando.

SCAGLIE DEL DRAGO SOTTERRANEO.”

Dal terreno di fronte a loro,tre enormi e larghe lastre di pietra,spesse almeno mezzo metro sbucarono dal terreno,tanto alte parevano da coprire la vista verso il tengu,che in quello stesso frangente mosse le braccia per unire le mani in un battito e urlare qualcosa contro il gruppo.

URLO DI KANDAKORO”.

Il becco restò aperto e da esso né un voce così potente e tonante da spezzare le tre lastre di pietra poste a difesa degli altri quattro,che seguirono le istruzioni dell'hanyou alla lettera e persino Sesshomaru,che pareva sempre tanto orgoglioso e testardo,sopratutto nel fare una cosa all'apparenza così stupida,lo fece,sapendo che se proprio come lui,quell'Urtak non prendeva nulla alla leggera,allora doveva essere una veramente importante. L'urlò aveva spezzato le lastre,che crollarono,lasciando solo macerie della loro apparente resistenza e la voce di Marsatap giunse anche al gruppo,compreso Urtak che fu preso in pieno,esattamente come gli altri. All'inizio parve solo come un fischio nelle orecchie,poi si fece più forte,a tal punto che i timpani parvero spaccarsi,per Ezio fu doloroso,per Urtak leggermente peggio,Per Toran quasi insopportabile,ma per Sesshomaru e Koga fu un vero strazio,al pari di una tortura,tanto il loro udito era così sensibile ai suoni che quell'incantesimo fu per loro ben più che solo efficacie. Fu quasi letale. Ma furono fortunati,perché le tre lastre,seppur non avessero retto il potente suono,mitigarono e non poco,l'effetto della magia diretta su di loro,che avrebbe potuto ucciderli all'istante. Ezio essendo umano era riuscito in qualche modo a sopportare il colpo,forse anche perché il cappuccio lo aveva parzialmente isolato acusticamente e quindi il fischio era riuscito con maggior difficoltà a prenderlo,oltre al fatto di possedere qualità fisiche e mentali,che ben pochi umani,anche in quel mondo di mostri e leggende, a possedere. Riprese il controllo di se e con spada alla mano tornò presto a combattere,ma sapeva anche lui che con una spada avrebbe potuto fare ben poco,doveva vedere come stavano gli altri. Vide Urtak che si stava ristabilendo lentamente è si avvicinò al giovane sciamano controllando come fosse messo.

Ehi Urtak...Urtak mi senti?”

Lo shika hanyou lo osservò un attimo è cercò di riordinare i pensieri,mentre scrutava l'assassino con occhi carichi di fatica.

Al meglio di quello che riesco. Siamo stati fortunati a non morire all'istante,le scaglie del drago sotterraneo hanno resistito abbastanza da parare in parte la magia di Marsatap. Ed ora,pagherà caro il suo errore,guarda tu stesso straniero.”

Ezio rivolse lo sguardo verso l'altro sciamano e vide Marsatap,con la testa china e le braccia lasciate molli lungo il costato. Sembrava esausto,tanto quanto lo erano tutti loro dopo che ebbero finito con quegli invasati. Ansimava e gracchiava allo stesso tempo e nel frattempo il vento che turbinava tutt'intorno a loro si era calmato,seppur non avesse smesso di ruotare,come se in quel momento si trovassero nell'occhio di un ciclone,dalle raffiche tranquille,se così si poteva dire.

Ah usato buona parte del potere del sangue per poter lanciare quell'incantesimo. Ora avrà bisogno di un po' di tempo per poter riprendere le energie. Ha abusato delle sue stesse capacità e adesso né paga le conseguenze.”,disse Urtak con le orecchie che gli fischiavano ancora

Non capisco nulla di queste cose e tanto meno di questi stramberie con poteri,magie e cose simili,ma se ha bevuto il sangue non dovrebbe essere completamente impazzito?”,chieso Ezio

Dovrebbe certo,ma ha modificato l'incantesimo su se stesso affinché non lo rendesse folle. Certo,questo lo avrebbe reso più forte e insensibile al dolore,ma avrebbe perso la ragione e ciò gli avrebbe impedito di usare i suoi poteri al massimo delle sue capacità.”

Non ci ho capito molto,ma per ora dobbiamo colpirlo che è più vulnerabile,come facciamo a ucciderlo?”

Prima di tutto abbiamo bisogno che gli altri si riprendano è si preparino a combattere.”

Tu cerca di riprenderti,io vado a vedere come stanno.”

Ezio tirò in piedi Urtak e lo lasciò a se stesso,mentre si dirigeva verso Toran,Koga e Sesshomaru per controllare come stessero. Fece pochi passi e li vide tutti e tre stesi a terra,coscienti e lamentosi,ma ancora vivi e vegeti. Per istinto da gentiluomo si mosse prima verso la pantera,le si mise accanto e tentò di scrollarla,ma non pareva reagire,allora la sollevò da una spalla e le sollevò delicatamente per il collo,alzandole testa e tronco,le guardò gli occhi e vide che reagiva lentamente ed emettendo un suono simile ad un soffio,come un gatto che viene infastidito. Poi si accorse di quello che stava succedendo e il primo volto che vide da quando aveva subito il colpo fu quello dell'assassino,quando istintivamente era un altro volto quello che cercava.

Ehi Toran,Toran,mi senti?”

Si,ah le orecchie,non ci sento bene.”,disse Toran confusa,poi come svegliatasi d'un tratto,il suo sguardo si fece più atteso e debolmente si mise a cercare qualcosa con lo sguardo.

Sesshomaru...dov'è Sesshomaru? Sta bene?”

La ragazza cominciò ad agitarsi,in preda ad un improvviso timore scaturito dal fondo dell'animo. Ma Ezio la tenne ferma,ma senza esagerare con la forza,per timore di farle del male.

Tranquilla,tranquilla,non agitarti. Vedrai che starà a meraviglia,ma ti sembra che un tipo come quello si lascia piegare da una cosa simile? No,quello non ascolta nessuno di noi,figurati se un brutto fischio come questo gli ha fatto qualcosa.”

E fu proprio mentre parlavano di lui,che entrambi videro poco lontano dalla loro posizione,l'inuyokai riprendersi dal colpo subito,ma non poco alla volta,ma tutto d'un getto. All'inizio si era semplicemente mosso,dando i primi segni di ripresa,ma poi si mise subito in ginocchio,poggiando il peso squilibrato del proprio fisico solo sul ginocchio,per poi alzarsi in tutta la sua statura con uno slancio esagerato,come una bestia ferita che cerca di mantenere il controllo delle proprie funzioni,anche quando ormai ha le forze esaurite.

Ehi ragazzone,per un attimo ho pensato che stessi male anche tu,ma credo che le mie preoccupazioni fossero inutili. Dai,prova a svegliare quell'altro.”

E svenuto.”,disse Sesshomaru disinteressato

Svenuto? Che abbia subito il colpo per intero?”

Forse,oh forse quando siamo giunti ai piedi della statua stava già combattendo contro gli Ainu da molto più tempo di quanto facesse,faceva il gradasso,ma probabilmente durante il combattimento ha dato adito a tutte le sue energie e forse il colpo lo ha messo completamente a terra,in ogni caso non sembra in fin di vita. E comunque ora quel tengu e rimasto da solo.”

Quando finì di parlare Sesshomaru spostò la mano libera dietro il cappuccio,affondò l'artiglio nel telo del kimono e lo strappò via,liberando così la lunga chioma argentea,che gli scese dietro lungo tutta la schiena. Finalmente,quella soffocante sensazione di chiuso non lo avrebbe più tormentato.

Sesshomaru che stai facendo?”,chiese Ezio incredulo a quello che aveva appena visto.

Non ho bisogno di mantenere segreta la mia identità,non sono un assassino è tenere quella cosa in testa di certo non mi agevolava. E poi,se è vero che questo uccellaccio è venuto per conto di Otsune è evidente che Akira sappia già della nostra presenza in queste terre. Se a te viene meglio muoverti nell'ombra a me non cambia niente,ma io sono combattente e visto che adesso c'è da combattere,preferisco farlo a viso aperto.”

Il fiorentino non seppe cosa rispondere,sapeva per certo che le parole del ragazzo non erano conformi a quello che stava cercando di insegnargli e questo avrebbe dovuto farlo arrabbiare,visto che dopo il loro scontro,Sesshomaru aveva perso e avrebbe dovuto seguire le istruzioni del credo. Ma d'altro canto,chi era lui per imporgli qualcosa nella quale non credeva e alla quale non era interessato,il credo della confraternita,le sue regole e i suoi dogmi non erano qualcosa che si poteva instillare con la forza,non erano templari e di certo non voleva fare come loro. Era un tipo strano quel Sesshomaru,lo conosceva da solo un mese eppure,era rimasto incuriosito da quel personaggio dalle caratteristiche così originali. Non riusciva ad essere arrabbiato con il giovane dayokai,non condivideva la scelta,ma poteva capirlo.

Non sei proprio un tipo alla quale si possa dire di no vero?”

E mentre i quattro più in basso si riprendevano dal colpo subito,Marsatap continuava a sbattere le ali debolmente,tentando di restare in volo,usando il minor dispendio di energie. L'incantesimo che aveva lanciato aveva richiesto tutto il sangue che aveva assorbito dai seguaci morti durante lo scontro precedente e buona parte delle sue energie. Prezzo necessario per usare tutto quel potere in un solo ed unico colpo. Ma Urtak aveva dimostrato ancora una volta di essere un allievo modello e di saper contrastare un potente attacco come quello con una difesa contraria,di natura contraria alla sua offensiva. Non poteva negarlo,gli aveva insegnato bene,ma dire che era stato solo merito dei suoi insegnamenti sarebbe stato insulto alla bravura del giovane hanyou nelle arte magiche ed ora,doveva confrontarsi con quattro di loro e fortunatamente uno era svenuto per la troppa fatica. Forse era stato un bene che quel lupo si fosse mostrato a lui ben prima dell'arrivo di tutti gli altri. Ma oltre al suo precedente allievo c'era anche quell'altro,quell'inuyokai,ora poteva vederlo bene con i propri occhi,era incredibile quanto assomigliasse all'antico sovrano. Il primo re degli yokai,il primo a governare su quelle lande selvagge ed aver dato alla sua,oltre che alle altre razze assimilate una civiltà. La somiglianza era incredibile,anche con differenze fisiche ed estetiche evidenti,le antiche pitture lo dimostravano,ma per il resto erano identici. Che fosse un discendente ho un cane con una somiglianza casuale con il leggendario re,non aveva importanza. Forse era lui quello che Akira aspettava la comparsa nelle terre degli ainu,poco gli importava,lo avrebbe ucciso,insieme a tutti quelli che Urtak si era portato dietro. Non avrebbe perso,non ora che la fonte era così vicina. Aveva ancora del potere di riserva e il vento soffiava ancora forte,non poteva perdere,non con il vantaggio dalla sua parte.

E così Urtak,hai trovato delle persone molto più forti di quello che credevo,resistere ad un intera ondata di fedeli bagnati da un richiamo del sangue non è da tutti,specie se così in pochi,i miei complimenti.”

Gentile da parte tua corvo. Mi piacerebbe pensare che hai trovato la ragione dopo gli effetti della sconfitta della banda che adesso giace a terra. Ma credo che non intendi arrenderti non è vero? Mio vecchio maestro. Soprattutto vecchio.”, disse Urtak volendolo provocare.

MOCCIOSO ARROGANTE. HAI ANCORA MOLTA STRADA DA FARE PRIMA DI RAGGIUNGERE IL MIO LIVELLO E' L'AIUTO DI QUALCHE STRANIERO,ANCHE SE UNO DI LORO E QUASI LA COPIA ESATTA DELL'ANTICO RE,NON AVRAI RAGIONE DI VINCERE QUESTO SCONTRO,IL VENTO E DALLA MIA PARTE.”

Questo e tutto da vedere.”

Ezio.”,disse Sesshomaru mentre era intento a fissare la figura dello sciamano alato.

Dimmi.”

Immagino che tu non possieda nulla per abbattere un tengu da terra,giusto?”

Avremmo quella cosa da parte,ma non so quali sia la sua vera funzione e non ho idea se possiamo usarla in quella maniera. Non c'è la siamo portata dietro per usarla come arma.”

Già. In questo caso lo sistemo io,voi state indietro.”

Aspetta...”,disse Urtak con tono sicuro e deciso, “Siamo in due. Io posso ancora combattere.”

Anche io.”,disse Toran divincolandosi dalle braccia dell'assassino e mettendosi in piedi,con le forze che gli restavano. Per assurdo,tra tutti presenti era quella che aveva combattuto di meno per tutta la durata dello scontro e buona parte delle sue energie erano ancora disponibili per un ultimo combattimento.

Te la senti di combattere?”,chiese Sesshomaru con tono distaccato.

Se c'è la fai tu,non vedo perché io dovrei essere di meno.”

Sesshomaru n'è aveva la conferma,Toran stava bene e poteva ancora unirsi alla battaglia.

E tu Ezio,che pensi di fare?”

Io? Per quanto mi riguarda quel tipo lassù,finché non lo portate a terra sono completamente inutile. Certo potrei sparargli o lanciargli qualche pugnale,ma francamente con quello che sa fare quello li lo ritengo un impresa inutile. Mi sa che mi occupo del ragazzo qua a terra.”

il dayokai distolse lo sguardo dall'assassino e sapendo che non poteva fare leva sulle abilità di Ezio contava solo due personaggi di supporto. Con Koga a terra ed Ezio completamente inutile contro Marsatap poteva contare solo sulla pantera e lo sciamano. Non sapeva cosa fosse in grado di fare il tengu,ma non si aspettava una battaglia facile.

Va bene,io lo attacco frontalmente,tu Toran dammi supporto da terra e attaccalo sulla distanza e tu Urtak...”

Lascia fare a me.”

Sesshomaru si zittì quando lo sguardo dell'hanyou lo guardò direttamente negli occhi,l'espressione era piatta e statuaria,quasi quanto la sua,non poteva vederlo,ma lo avvertiva,una forte energia si stava formando dentro Urtak e non ebbe più nulla da dire. Non c'è ne era bisogno. Forse,non c'è ne era mai stato. La sua attenzione tornò a Marsatap,con tutte le piume chiazzate da una grande quantità di sangue,come il suo bastone e l'orrido teschio avvinghiato ad esso. Anche con gli evidenti sbalzi d'umore del tengu,forse dovuto al sangue,ai sentimenti d'astio verso Urtak,alla sua incrollabile fede,o a tutto queste cose assieme era chiaro che sapesse quello che faceva. Ormai era certo,la fine dello scontro era giunto,ora,dovevano solo giungere all'epilogo di quella fatica. Ora erano in tre a guardarlo,a sfidarlo apertamente,Bakusaiga era pronta a tagliare,il gelido potere di Toran a congelare e Urtak stava richiamando a se le forze naturali presenti in quel luogo sacro alla sua gente. Ora o mai più. Nessuna parola fu pronunciata,eppure capirono tutti i presenti che l'ultimo scontro aveva inizio. Il primo a scattare fu nuovamente Sesshomaru,Balzò in aria diretto contro Marsatap,pronto a tagliare di netto la testa del corvo umanoide,ma non fece in tempo a raggiungerlo che una violenta folata di vento lo spostò dalla sua traiettoria e lo fece sbalzare lateralmente e a quel punto Marsatap strinse con forza il bastone e diresse lo sguardo del teschio verso il guerriero scoperto,ma non fece in tempo a fare qualcosa,che una serie di dardi di ghiaccio partirono da sotto e bersagliarono Marsatap,ferendolo a malapena,ma distraendolo a tal punto da perdere la mira sul bersaglio e fargli mancare il colpo,che consisteva in una rapida folata di vento affilato come una lama,che andò da tutt'altra parte verso l'alto. Ma Marsatap non restò fermo ad aspettare e rispose ai deboli colpi della pantera e con il bastone chiamò a se una grande e larga nuvola proveniente dal cielo grigio e dando la direzione con un violento colpo verso il basso la nuvola si spostò a velocità inaudita,come un macigno che cade dal cielo. Toran non aveva mai visto una nuvola comportarsi in quel modo,ma anche a lei era chiaro che se si fosse schiantata su di lei,le avrebbe fatto veramente male,se non ucciderla sul colpo. Ma la nuvola non giunse mai su di lei,poiché quando fu quasi vicino alla pantera,Urtak fece altri segni con le mani e con voce gutturale iniziò a parlare,dissolvendo la nube che avrebbe dovuto ucciderla. Ma la mossa del giovane sciamano non finì qui,poiché affondò una mano nella terra sacra e l'altra verso le rapide correnti aeree è intonò una nuova formula.

RISUCCHIO DELL'ABISSO.”

Nel punto del terreno sotto Marsatap si creò un largo buco dell'ampiezza di sei metri e nel mentre una potente corrente d'aria discendente si scontrò contro lo sciamano dal nero piumaggio,spingendolo con molta forza verso il largo foro fuoriuscito dalla terra. Il suo interno era nero,come una sorta di oscurità proveniente da chissà dove. Non aveva idea di come Urtak fosse riuscito ad evocare una cosa simile e di certo lui non gliela aveva insegnata,fatto stava però,intuiva che una volta dentro,non sarebbe successo nulla di buono,per tanto,avrebbe fatto meglio a reagire e alla svelta. Sempre usando il bastone e senza pronunciare neanche una singola parola,fendette l'aria della corrente con un rapido colpo orizzontale,spezzando così la connessione che c'era tra il vento e la terra scomparve e infine rimase solo un grosso buco nella terra,neanche tanto profondo,giusto per farci cadere qualcuno all'interno,ma a parte questo nulla di straordinario. Marsatap decise di passare all'attacco e come primo bersaglio della sua offensiva di rivolgersi al primo che lo aveva attaccato all'inizio dello scontro,l'inuyokai. Spiegò le grandi ali nere e con un potente battito scattò nella direzione di Sesshomaru,con forza e rapidità che raramente aveva percepito nel suo corpo e quella,era una di quelle occasione. Non era un amante degli scontri violenti,ma doveva ammetterlo,sentire tutta quella magia del sangue,seppur non con la stessa intensità dei suoi defunti accompagnatori,era qualcosa di inebriante e lui,ne sentiva la potenza in una piccola dose,abbastanza debole da permettergli ancora di pensare e usare la magia,ma abbastanza carico da aver rinnovato le sue energie. Sesshomaru lo vide arrivare e nel mentre cercava di riprendere il controllo del suo corpo in quella corrente d'aria,fece un veloce capriola all'indietro riacquistando stabilità e spingendosi in avanti con tutta la forza che aveva nelle gambe,come una freccia scagliata da un arciere,si preparò allo scontro diretto. Una volta vicino a Marsatap poggiò entrambe le mani sul manico e tirò un fendente orizzontale,nel tentativo di decapitarlo,ma lo sciamano fu più rapido,dimostrando che anche un tengu poco avvezzo al combattimento fisico,aveva un controllo migliore dei propri movimenti in aria,suo elemento naturale. Passò sottò Sesshomaru e con una mano lo afferrò alla caviglia,poi aprì le ali e in un poderoso colpo delle stesse,si lanciò in alto,trascinando con se Sesshomaru,che capovolto a testa in giù non poté far altro che tentare di opporsi e la velocità raggiunta dal corvo era tale che l'inuyokai non riusciva a raggiungerlo con la sua spada. Stavano andando in alto,più in alto di quanto Sesshomaru si aspettasse,vide che superava l'alta statua sacra ai cervi superata di poco,mentre le strane correnti di quel vento inusuale li circondavano e davano forza alla spinta di Marsatap verso il cielo. Vide la grande testa dell'uccello nero girarsi verso di lui e guardarlo,con quei grossi occhi da corvo.

Sei la pallida imitazione di un vero re,cane. Una brutta copia di chi un tempo era riconosciuto con la giusta misura di che e degno di questo titolo. Al contrario tu...”

Non finì la frase che con la forza della sua malvagia magia lo lanciò sopra la sua testa,mentre lui immobilizzò come se fosse atterrato su terra solida,vide il guerriero nuovamente impotente e decise di dargli il colpo di grazia e questa volta non avrebbe fatto solo uso del suo bastone. Aprì nuovamente le grandi ali nere verso Sesshomaru,chiamò a se l'aria attorno a lui per farla incanalare nella bocca del teschio,che si aprì da sola,come se fosse dotata di vita propria.

Sei solo un miserabile che pensava di essere qualcosa di più un povero sprovveduto. BOATO DI KANDAK...

Ma non pronunciò in tempo l'incantesimo che da sotto di loro,qualcosa stava per scontrarsi contro la schiena del Tengu. Pareva un grossa stalattite di ghiaccio,molto simile a quella che aveva usato Toran durante lo scontro contro Sesshomaru nella città sepolta. La grande punta gelata saliva in cielo,sospinta da un vento molto forte e quando Marsatap si accorse dell'attacco in arrivo fu troppo tardi. Emise un forte urlo quando la punta lo raggiunse e lo colpì dietro,fu colpito e quasi non rimase ferito,il sangue che aveva bevuto lo rendeva più resistente agli attacchi fisici,ma l'effetto principale del colpo,non era quello infilzarlo. La schiena si fece più rigida e le sue ali facevano fatica a muoversi,mentre il ghiaccio che lo aveva colpito si stava diffondendo sul retro della gabbia toracica,rendendogli i movimenti quasi impossibili. Si sentì stupido in quel momento,mai avrebbe sospettato che un attacco di ghiaccio potesse raggiungerlo a quella distanza,così lontano dalla terra,non poteva essere stata la ragazza da sola,no,Urtak aveva certamente collaborato a quel colpo e lui avrebbe fatto meglio a procurarsi un altra barriera,ma ormai era troppo tardi. Sesshomaru poteva solo intuire come una cosa simile fosse capitata,ma non aveva tempo da perdere con quelle cose e potendo cogliere l'occasione al volo lo fece.

Adesso tocca a me...DANNATO CORVACCIO.”

Sesshomaru si preparò all'ennesimo scatto,concentrò tutta la forza nelle gambe e chiamò in parte anche il fondo delle sue energie per potersi dare più slancio possibile. Doveva finirla li,una volta per tutte,perché sapeva che il vecchio tengu questa volta aveva rischiato seriamente di ucciderlo. Si lanciò verso Marsatap e quest'ultimo nel vedendolo arrivare si preoccupò per davvero,doveva attaccare e in fretta.

ACULEI DEL VENTO”.

Usò ancora il teschio e non avendo il tempo di lanciare un solo ed unico potente attacco decise di cambiare tattica optando per un altra strada. Avrebbe sfruttato la potenza di tanti piccoli attacchi concentrati su un solo bersaglio,passando dalla potenza netta alla velocità d'esecuzione. La discesa del cane fu velocissima mentre sentiva l'aria di sotto farsi sempre più resistente al suo passaggio,con Bakusaiga pronta a tranciare il suo avversario,questa volta avrebbe dato il tutto e per tutto nel colpo che avrebbe dovuto garantirgli la vittoria. Mentre scendeva vide qualcosa venirgli incontro,poté dare solo una breve e fugace occhiata per definire cosa fosse e all'inizio gli parvero gocce di pioggia che salivano verso di lui,poi lo raggiunsero e iniziarono a tagliarlo,numerosi piccoli tagli si stavano infrangendo sul suo corpo,prendendolo dalla testa ai piedi. Singolarmente non facevano troppo male,ma tutti insieme riusciva a lacerargli la pelle e a farlo sanguinare,come se si stesse scontrando frontalmente contro centinaia di aghi acuminatissimi,fino a giungere sotto la pelle. Non aveva idea di cosa fossero,ma se il tengu credeva di poterlo fermare in quel modo,allora non comprendeva a pieno che anche Sesshomaru sapeva essere resistente,molto più che usando magia e trucchi di qualsivoglia sorta. Con il braccio che teneva la spada si parò il viso al meglio che poteva ponendosi di fronte al volto la mano chiusa a pugno,che stringeva Bakusaiga e con gli occhi protetti al meglio che poteva, riusciva a intravedere la sagoma di Marsatap,mentre gli puntava contro il teschio con la bocca aperta,comprendendo che era da li che veniva all'attacco. Ora Sesshomaru lo vedeva chiaramente,doveva solo essere più vicino,più vicino,ancora un po'. E li fece la sua mossa. Mise di restare in difesa e preparò la spada per poter attaccare attaccare di punta,con la spada messa di punta per poter infilzare il suo avversario come un pollo su uno spiedo mentre con l'altra mano,continuò a a difensersi dai piccoli tenendo la mano libera aperta. Doveva colpirlo,ora o mai più. Marsatap lo vide arrivare come un falco in picchiata e per quanto si sforzasse,per quanto aria potesse accumulare dai forti venti che aveva generato e che li stesse incanalando nel teschio era tutto inutile. Non poteva chiamare un attacco più forte per timore di avere poco tempo di usarlo,non poteva scappare,poiché le sue ali si era quasi completamente ghiacciate e faceva fatica a stare in aria,ormai lo vedeva arrivare,vedeva il scintillio della lama,vedeva il forte guerriero piombargli addosso e con i suoi grandi occhi neri non poté fare a meno di guardarlo,quello straniero,quella copia di re che presto gli sarebbe stato addosso e lui,non poteva fare più nulla per fermarlo. E infatti,Bakusaiga che trapassava il suo ventre,fu una chiara dimostrazione di quella supremazia. Sesshomaru lo aveva infilzato,trapassato da parte a parte e per esserne sicuro,Sesshomaru si strinse a lui,artigliandogli una spalla e con il tengu,precipitare verso il suolo,con poche energie ancora in corpo per poter fare qualcosa durante la caduta. Era sfinito,complici anche i numerosi colpi che Marsatap gli aveva precedentemente lanciato. adesso poteva solo andare verso il basso. I due cominciarono a scendere sempre più veloci,mentre l'aria,che prima girava in maniera incontrollata,quasi fosse una tempesta,ora invece sembrava calmarsi e anche se il cielo sopra le loro teste non si faceva più chiaro era evidente che il vento non soffiava più in maniera così forte ed agitata,anzi,gli parve strana,a contatto con la pelle la sentiva non solo con la calma di una brezza invernale ma quasi soffice,come ad accarezzarlo,a toccarlo dolcemente. Poi,si accorse che mentre scendeva insieme al tengu,la loro discesa rallentava,via via sempre meno frenetica,accompagnata da una grande e dolce corrente discendente,che attutiva la loro caduta,ora aveva la certezza che la sua non fosse solo una sensazione,ma anzi,che qualcuno fossi li con loro in quel momento. Stancamente si guardò attorno e non vide nulla se non roccia,aria,un cielo grigio e...una donna. Non gli pareva reale,la vedeva,nel vento,sembrava un fantasma,tanto trasparente pareva che per un attimo gli parve di vedere solo aria,ma la percepiva,era li,abbastanza vicina da poterne definire solo i contorni. Il Vento,una brezza gentile,una donna...era lei,ne era certo.

Kagura?”

La vide per un attimo,un attimo soltanto. Un immagine della mente,ma la vedeva chiaramente,i capelli neri raccolti in una piccola coda,iridi rosse,labbra rosse che gli sorridevano tra il dolce e il beffardo e quel lungo e stretto kimono viola,con quella manica blu della sottoveste che le copriva il braccio destro. Nessun ventaglio,nessuna grande piuma sotto i piedi,solo lei e il vento. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Scendava piano,insieme a Marsatap vivo,ma ancora per poco,troppo debole per reagire,troppo debole per poter attaccare,ma ancora in forze per poter dire giusto poche parole.

Non sei un re,non il nostro antico eroe,una pallida imitazione,ecco...che cosa sei.”

Poi esalò l'ultimo alito di vita,poi si spense,il bastone gli scivolò di mano e precipitò. Sesshomaru liberò la lama dal corpo di Marsatap e lo fece cadere,insieme al suo bastone,era finita,aveva vinto,avevano vinto. Per quanto odiasse ammetterlo Sesshomaru aveva speso troppe energie durante lo scontro precedente e il tengu si era rivelato un avversario molto più ostico e potente di quello che aveva immaginato è se questo Sciamano era stato difficoltoso non osava immaginare cos'altro gli avrebbe mandato contro quella terra selvaggia e inospitale. Folli invasati,magia oscura e quell'inuyokai,Ichiin,il primo re,era davvero così importante questa gente? E quel luogo,quella zona sacra dei cervi,perché era così importante per Otsune occuparlo? E infine,Kagura,perché era li? Era morta,era divenuta vento e come tale era libera,ma allora perché era li,con lui,nell'Hokkaido? Non sapeva nulla,nulla sembrava avere senso. Pian piano scese a terra,vicino alla base della grande statua,con Toran ed Ezio che gli correvano incontro mentre Urtak era accovacciato vicino ad un Koga disteso,ma lamentoso e fortemente indebolito. Un rumore di corno echeggiava nell'aria proveniente dal campo di battaglia tra gli ainu e defunti custodi in quell'istante videro la massa dei vivi invasori abbandonare il campo di battaglia,abbandonare lo scontro e darsi alla fuga. I difensori avevano vinto.

Ehi ragazzo,francamente non ho capito niente di quello che è successo contro questa specie di pennuto umanoide,ma lo hai ucciso,bravo. Come ti senti?”,disse Ezio con un certo entusiasmo nella voce

Come uno che è appena uscito vincitore da uno scontro. Quindi bene.”

Per quanto cercasse di mantenere quell'atteggiamento da duro,era chiaro come la luce del sole che Sesshomaru non avrebbe saputo reggere ancora per molto. La fatica accumulata durante il combattimento contro l'orda degli ainu immortali e Marsatap che aveva usato i suoi poteri contro di loro per tutto quel tempo li aveva privati di molte forze e solo combattendo uniti erano riusciti a vincere contro il rancoroso sciamano dalle piume nere. Lo videro li,morto,esattamente come gli stessi seguaci che lo avevano seguito e poi erano stati finiti da colui che avrebbe dovuto aiutarli a vincere e non per essere usati come difesa personale da usare contro i nemici di Otsune e pertanto suoi. Lo scontro era finito,avevano vinto e potevano dire di aver messo tutto se stessi nella battaglia. Stanchi,sporchi,feriti,ma vittoriosi. Un importante smacco ai piani della sacerdotessa regina.

Comunque Toran...”,disse Sesshomaru rivolto alla pantera, “Sei stata brava con quel colpo,non mi aspettavo riuscisse a raggiungere quel tengu,mi sei stata d'aiuto.”

Le tue parole mi confortano,ma non ci sarei mai riuscita senza l'aiuto di Urtak,mi ha detto di lanciare un colpo e lui lo avrebbe reso più potente. Mi ha dato una pacca sulla spalla e il frammento di ghiaccio e diventato una punta molto,ma molto più grande. Non ho la ben che minima idea di come ci sia riuscito.”

Davvero?”

Lei annuì con la testa e subito Sesshomaru rivolse lo sguardo verso l'hanyou più lontano da loro,mentre stava aiutando un Koga intontito e lento nei movimenti a riprendersi dal brutto colpo. Chi era davvero questo Urtak e cosa celava realmente quel posto? Il fatto che fosse un posto non lo convinceva abbastanza per poter credere che fosse l'unica spiegazione per tenere lontani il popolo dei cervi alla quale era dedicata,che c'entrasse qualcosa l'antico re? E poi,Koga,perché era qui prima del loro arrivo e da dove era giunto? Ma più importante di tutto,Kagura,perché si era manifestata in quel luogo? Perché mai proprio a lui? Per ora si sarebbe goduto la vittoria,poco male,un servo della regina Otsune era morto e adesso lei poteva contare su meno risorse da schierare e se le testimonianze erano vere,allora anche Akira,se era realmente in quelle terre,sarebbe rimasto danneggiato dalla sconfitta del corvo,forse non direttamente,ma almeno era un inizio. Il primo passo in avanti era stato fatto. Ora restava solo di farne altri,per completare il suo percorse che lo avrebbe portato verso il maestro templare. Quanto gli piaceva rovinare le aspettative di Akira.


Nel frattempo,a grande distanza dal tempio.


Su una collina distante,protetta dalla folta vegetazione del luogo,un piccolo gruppo di individui,vestiti con bianche pellicce tessute in maniera elaborate e con annessi cappucci a coprire il capo e alla vita erano strette cinture tinte di rosso,con monili in osso a forma triangolare,usate come fibbie. Erano assassini. Intorno a loro un folto numero di combattenti erano stesi a tetti,tutti morti,ma non erano i classici fanatici religiosi che seguivano il verbo della falsa regina,no,questi erano vestiti di tutto punto con armi e armature delle terre più a sud dei loro confini,tra loro c'erano yokai,hanyou e umani e tutti avevano una cosa in comune oltre l'equipaggiamento. Una croce vermiglia sul petto,non c'erano dubbi. Templari. Tra gli assassini presenti sul posto ve ne era uno,una figura massiccia,dalle spalle larghe,indossava una pesante armatura di metallo,leggermente dissimile da quelle dei soldati morti in mezzo a loro e dall'aspetto grezzo e ruvido e alle spalle teneva un mantello di una pesante pelliccia marrone,ma a vederla faceva un certo timore indossata da un uomo così grosso. I dettagli dell'armatura erano piuttosto primitivi,con zanne e artigli d'orso sparsi su bracciali e stinchi e al collo portava un piccolo monile a forma dello stesso animale con la bocca aperta. Le armi che si portava appresso erano un pesante martello,dal manico di legno ricoperto di tacche e la testa a sfera e uno scudo rotondo ma,di legno,con una serie di tre strisce diagonali a rappresentare una artigliata. Guardava in direzione del tempio e sapeva bene cosa stesse succedendo al suo interno.

Signore,signore...”

L'uomo incappucciato si girò verso la voce che lo stava chiamando e si rivolse ad uno degli assassini,una giovane yoro che cercava di attirare la sua attenzione.

Cosa c'è ragazzina?”

Signore,non crede che dovremmo recarci anche noi al tempio?

No,non ancora,hai visto anche tu lo scontro che si è tenuto poco fa in quel posto in rovina e poi la nostra presenza serve qui,a impedire che altri bastardi templari vengano a dare man forte ad Akira e alla sgualdrina regnante.”

L'uomo corazzato si girò nella direzione opposta al tempio e iniziò a incamminarsi verso il fondo della collina,passando in mezzo ai corpi dei soldati templari,seguito immediatamente dalla ragazza.

Se le informazioni della maestra Yuki sono giuste allora il figlio di Inutaisho e anche accompagnato dalla signora delle pantere e da un maestro assassino che si trova nel luogo e nel tempo sbagliato,per non parlare di Urtak,quello si che sa fare bene il suo mestiere. Se c'è anche Koga tra di loro hanno già trovato un alleato sicuro di cui fidarsi. Noi per ora abbiamo altro da fare. Che il giovane cane faccia pure le sue scoperte,d'altronde,non è anche quello che aveva fatto anche sue padre in queste terre,no?”

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Capitolo 17
*** Desideri e sacrifici ***


Quello stesso giorno,Nagoya,castello della famiglia Oda.

 

Il cielo di quella mattina era più chiaro e limpido di quando lo era stato sopra il villaggio di pescatori nella quale Shiori e sua madre vivevano. Quel grande edificio,il castello del clan Oda,situato al centro della città portuale di Nagoya pareva tutto un altro mondo in confronto alle catapecchie sporche di sabbia e sale che loro due ricordavano così amaramente bene. Li invece era tutto diverso,così raffinato,delicato,nobile e sofisticato, con le porte scorrevoli che passavano vicino al morbido tatami della stanza che era stata affidata a madre e figlia e i paravanti dipinti,i mobili laccati,l'infrastruttura di legno del castello,per non parlare dei kimono. Si, quei kimono. Preziose vesti di stoffa e seta importata da chissà dove,per coprire le nudità di quei corpi tanti nobili e non come loro due,abituate agli stenti,alla fame,all'emarginazione e alla cattiveria del prossimo. Erano in una piccola stanza,situata all'ultimo piano della corte,dove un nugolo di guardie armate teneva d'occhio la donna e la piccola hanyou e nel frattempo,Nobunaga,sua moglie e i suoi tre uomini più fidati osservavano,disposti dall'altra parte della stanza la singolare coppia di ospiti di fronte a loro. Il signore di Owari le stava scrutando attentamente vedendo,come tutti gli altri del resto,che la madre e la bambina si stringevano l'una all'altra,come a volersi fare forza  a vicenda,cercando sostegno e sicurezza,l'una, tra le braccia dell'altra. Una figlia e sua madre,un immagine vecchia come la stessa razza umana,forse anche per gli yokai era lo stesso, pensava Nobunaga guardando in particolare la bambina.

"Bene,ora che siamo tutti qui,vorrei dare inizio a questo...comitato di benvenuto. Se così possiamo definirlo. Io sono Oda Nobunaga, capo del clan Oda e daimyo delle regioni di Owari e Mikawa e in questo preciso istante voi due vi trovate a Nagoya,nel castello della mia famiglia."

"Perché ci avete portato qui? Non abbiamo fatto niente e non abbiamo niente da dare",disse la donna mentre stringeva a se la figlia,come a volerla proteggere con tutta la forza che aveva in corpo.

Nobunaga da parte sua non si sentiva offeso per quella che molti altri nobili avrebbero considerato un offesa farsi rispondere a quel modo da una contadina, un membro della società appartenente ad uno degli strati più bassi,che parlava a lui come se fosse un suo pari. Ma a lui queste cose non ci teneva troppo,anzi,apprezzava una persona di spirito come quella e al contrario,non sopportava il servilismo troppo manifestato, lo riteneva un comportamento degno di una viscida serpe arrivista.

"Donna,sei certa di questa affermazione? Puoi dire con assoluta certezza che ciò che dici e vero?"

"Più che sicura. Siamo solo io e mia figlia e cerchiamo solo di tirare avanti,nulla più di questo."

"Tu credi? E che mi dici allora del potere della piccola? Quello di creare barriere per conto degli Yakkikomori?"

La donna a sentire quel nome si irrigidì e per istinto sentì il bisogno di allontanarsi da quel tenebroso umano,quella specie di mostro in forma d'uomo.

"Dimentichi forse,che tra me e te è stato fatto un accordo? Il mio buon Mitsuhide ha fatto da garante per la tua lealtà e sono certo che non hai dimenticato i termini precisi del nostro patto. Oh forse sostieni che il samurai più fedele tra i miei ranghi e un bugiardo e quindi egli non è un uomo d'onore? Bada mia cara,tu forse non lo sai,ma sostenere che un samurai è accusabile di essere un bugiardo e una macchia sul suo orgoglio e per tanto,se vuole,il suddetto uomo è autorizzato dal suo codice morale a uccidere chi l'ho ha sbeffeggiato,se quest'ultimo appartiene ad un ceto inferiore al suo. E questo che stai dicendo,donna? Che il mio uomo è un bugiardo?"

La donna non si mosse dalla sua posizione e non tentò di indietreggiare,tanto sarebbe stato inutile. Non seppe come controbattere a quella minaccia e non tentò di rispondere. La voce di quell'uomo pareva così calma e placida,ma sentiva che sotto quella pace apparente si nascondeva qualcosa di più oscuro e sinistro,non poteva affermarlo,ma lo sentiva,come una sensazione o un istinto naturale. Preferì non fare nulla,sopratutto per il bene della bambina. Ma il signore di Owari battè una mano sul tatami ed emettendo un grande e breve AH di esclamazione,l'espressione di Nobunaga si fece più divertita e raggiante. Guardò attorno a se,osservando le diverse reazioni della moglie e dei suoi sottoposti: Nohime sorrideva al marito con fare pacato,Ieyasu appariva fermo e distaccato, Hideyoshi lo guardava stranito e confuso e infine Mitsuhide, che teneva lo sguardo basso e restava composto,con la katana posata vicino a lui.

"Ma certo. E naturale quello che provi in questo momento, sei sua madre,un genitore devoto alla propria prole, che nonostante la sua doppia natura,tu,ami questa bambina più della tua stessa vita. E io,non posso che compiacermene. Ma per quanto tu voglia difenderla dai mali di questo mondo,io ho bisogno delle sue capacità,come guardiana della barriera e io so,lo sento,che può tornare ad essere una guardiana della barriera. La mia guardiana."

" Ma lei non ha più il cristallo del clan degli  Yakkikomori,quindi non può più creare la barriera."

"E chi ha mai parlato di un cristallo..."

A quel punto Nobunaga fece un cenno  a Ieyasu e quest'ultimo estrasse dalla manica del kimono un piccolo oggetto di forma sferica,delle dimensioni di una grossa pesca matura. Aveva un aspetto metallico simile a ferro lucido ed era percorso da piccole e numerose linee dal disegno intricato e incomprensibile e dalle stesse linee si vedevano piccoli fasci di luce chiara percorrere lentamente la superficie di tutto l'oggetto. Poi la poggia a terra e la fa rotolare verso Shiori e sua madre e le due,confuse,non seppero come reagire. L'oggetto non assomigliava a nulla che ne la donna, ne la piccola hanyou avessero mai potuto vedere o conosciuto in alcun modo,non seppero identificarlo n'è a trovare una qualche somiglianza con qualcosa che conoscessero nello specifico. Shiori osservò l'oggetto e con sorpresa della stessa madre le si staccò dal sicuro abbraccio della madre e allungò la mano per raccogliere quella strana palla.

"No Shiori, non toccarla.",disse la madre cercando di recuperare la figlia,ma non appena si mosse le guardie dietro non esitarono a mettere mano alle katane poste sul fianco e li la donna,per istinto,si bloccò. Shiori toccò l'oggetto e le parve freddo metallo inanimato,poi fece uso dell'altra mano e raccolse la curiosa sfera da terra temendo fosse pesante,ma sorprendentemente,era leggera,come un frutto maturo,ma incredibilmente dura.

"Che cos'è?",chiese Shiori rivolgendosi a Nobunaga.

Lui sorrise alla piccola e con espressione divertita rispose alla ragazzina.

"Non n'è ho la più pallida idea."

"Cosa? Non sai che cos'è?"

"No piccola, non ho la ben che minima idea di cosa possa essere. L'ho trovata insieme a questa."

E da dietro di se raccolse qualcosa e la mostrò alla bambina. Una spada,anch'essa di una foggia che non gli parve mai di vedere,con caratteristiche molto simile alla strana sfera che ora teneva in mano.

"Adesso non starò a raccontare tutta la storia di come e dove ho trovato queste due misteriose meraviglie. Ti basti sapere solo,che quella sfera adesso è tua. Sono certo che saprai usarla nel modo più opportuno."

Shiori osservò l'oggetto nel tentativo di comprendere cosa fosse e di come funzionasse. Era un oggetto così strano e singolare,tanto nell'aspetto quanto nel materiale di cui era fatto.

"Perché me la vuoi dare?"

"Perché sei ancora la guardiana della barriera degli yakkikomori."

"Non ho più il potere di creare la barriera e poi, perché mai dovrei creare una altra barriera?”

“Te l'ho già detto ieri,per l'inferno che arriverà.”

“L'inferno...che arriverà?”

Nobunaga fece si con il capo.

“Perché dovrebbe venire l'inferno?”,disse la bambina timorosa di sapere quale fosse la risposta.

“Perché lo inviterò io sulla terra.”

Il folle di Owari si alzò dal suo posto,prese la spada e si mosse verso una delle porte scorrevoli della stanza. Poi ruotò il suo sguardo in direzione di Shiori.

“Vieni con me,c'è una cosa che voglio mostrarti.”

La bambina intimorita da quella richiesta si mosse lentamente verso il tenebroso signore della guerra,ma venne presa delicatamente per un gomito dalla madre.

“No Shiori, non farlo.”

“Devo mamma...non voglio che ti facciano del male per colpa mia.”

E si staccò una seconda volta dalla donna che tanto amava,l'unica per la quale avrebbe tutta se stessa e per la quale si sarebbe sacrificata. Anche se questo avrebbe voluto dire seguire uno spietato demonio in forma umana.

“Shiori,non andare...”

Ma la madre di lei non fece in tempo a finire la frase che Nobunaga si girò a guardarla e la fissò,con uno sguardo così intenso e profondo,che sentiva di essere stata colpita fisicamente da quelli pupille scure,che le parvero così piccole e penetranti da non sembrare per nulla umane.

“Se io fossi in te e tu in me,mi riterrei fortunato ad essere ospite in questo castello...non sono molti quelli che possono godere della mia ospitalità,al contrario di molti altri,che per mia mano hanno sofferto più di quanto si possa immaginare. Lei non corre alcun pericolo,tu al contrario....”

Non fini la frase e tornò a guardare la porta scorrevole,muovendo il collo con uno scatto innaturale,aprì e si spostò verso l'esterno,nel corridoio. Shiori diede un ultima occhiata alla madre fece qualche passo dietro la figura del demonio e chiuse la porta. Nobunaga non disse niente e lentamente,passo dopo passo,si avviò verso una rampa di scale che portava fin sopra alle stanze del daimyo. Gradino dopo gradino,rampa dopo rampa,la lontananza dalla madre per Shiori si faceva sempre più pesante,sempre più preoccupante. Dove la stava conducendo quell'umano? Dove la stava portando? Cosa voleva farne di lei? Non aveva risposte o forse aveva troppo paura per darsele ,non lo sapeva, o forse non voleva saperlo. Faceva paura quell'uomo,ma non la paura di essere picchiata o insultata dai suoi compaesani,no,era una paura differente,più oscura e profonda, il senso stesso di sopravvivenza veniva messo a dura prova e lei,intimorita da quella figura,tanto alta e possente,che la sovrastava come fosse una torre,pronta a crollargli addosso al minimo cenno di resistenza e poi, c'era sua madre,come poteva non difenderla? Quante volte lei l'aveva difesa? Quante volte l'aveva confortata,guarita,amata? Sua madre sacrificava se stessa ogni giorno per farla stare bene,ora toccava lei a fare lo stesso. Infine giunsero ad una porta,che conduceva direttamente ad una piccola torre,posta sopra il tetto del piano riservato al signore del castello e alla sua cerchia più ristretta. La torre in se non presentava nulla di straordinario,ma dal suo interno,composto unicamente da una stanzetta,dalla quale era possibile vedere l'intera città di Nagoya in tutta la sua estensione. Dal piano urbano al porto in lontananza, Shiori restò stupita da quella splendida vista. Lei,che aveva solo visto quel piccolo villaggio sulla spiaggia come l'unico, e triste, mondo che conosceva, ora trovava all'interno del suo campo visivo,una miriade di case e palazzi,di negozi e mercati,di fucine,templi,taverne,chioschi e tanto altro ancora e i suoni, sopratutto quelli,giungevano al suo udito da pipistrello in maniera chiara,ma non schiacciante alle sue orecchie. Le voci e i suoni delle persone per strada,sospinte dal vento invernale,portavano alla sua coscienza la presenza di migliaia di coscienze,di espressioni e parole che tutte insieme formavano un mondo che lei non aveva mai udito e che mai si era immaginata. Com'era possibile che potesse esistere una cosa simile e non averla mai immaginata.

“Dimmi piccola,tu cosa credi di stare osservando adesso,in questo preciso istante?”,disse Nobunaga mentre anche lui scrutava lo stesso paesaggio.

“Questo è un villaggio...un villaggio molto grande.”,disse lei nella sua innocente ingenuità.

“Un villaggio molto grande...non è la risposta che mi aspettavo,ma si. E un villaggio molto grande...quasi.Oltre a questo non vedi niente? Non trovi nulla in quello che vedi che salta maggiormente alla vista, più di qualsiasi altra cosa?”

Shiori lo guardò confuso e Nobunaga a sua volta ricambiò lo sguardo,come se aspettasse una risposta. Ma lei non gli disse niente e lui e lui si avvicinò al cornicione della torre,dove appoggiò la spada contro il muro e subito dopo si appoggiò anche lui contro il cornicione,con le mani posate sul bordo.

“Sai cosa vedo io invece? Il mondo piccola mia,il mondo intero. Qui, a Nagoya. Le persone la sotto,in città, brulicano per le strade,come tante formiche indaffarate,tutte parte di questo grande insieme che in fin dei conti,non è altro che la quotidiana vita di noi umani. Camminiamo,ci spostiamo di qua e di là,intenti a svolgere i nostri compiti e a soddisfare le nostre necessità, a fare quello che dobbiamo per continuare ad andare avanti. Lo facciamo per necessità. C'è chi coltiva i campi,chi pesca,chi caccia,chi alleva. C'è chi forgia e chi costruisce,chi lava i panni e chi le strade,chi fa i vasi e chi cucina e così via. Ma,sotto la superficie della normalità,sotto la maschera della finzione che le persone indossano nella vita di tutti i giorni,nella profondità dell'anima di ogni singola persona,si nasconde qualcosa di bello,ma allo stesso tempo terrificante. Sai che cos'è quella cosa?”

Shiori gli fece no con la testa,completamente confusa su quello che il folle di Owari stesse dicendo.

“Un desiderio.”

“Un desiderio?”,ripeté l'hanyou

“Si. Sono convinto che tutte le persone di questo mondo,sono mosse da un unico,singolo,ma grande desiderio. La maggior parte delle persone,come quei vermi dei tuoi compaesani erano mossi dal solo desiderio di vivere una vita facile,troppo deboli e vergognosi per ambire a qualcosa di più che non fosse restare al sicuro nella loro pateticità. Bruciarli vivi è stato un atto di ben misera pietà per l'esistenza che conducevano. Le vedi quelle navi la infondo? Quelle nel porto.”

Nobunaga indicò verso un lontano punto della città. A ridosso della baia,in uno dei punti più esterni di Nagoya vi era il suo porto, un grande sito nautico, così grande, da poter ospitare grandi imbarcazioni commerciali,molti di essi era le tipiche imbarcazioni giapponesi,cinesi e coreane che solcavano il mare e andavano da una parte all'altra di quella frazione di acqua salata che andava dal continente al paese insulare. Ma vicino ad esse vi era una nave diversa da tutte le altre,molto più grande,con bianche vele quadrate e lo scafo nero.

“Vedi quelle navi laggiù? La maggior parte di esse frequentano queste acque da tempi immemori per commerciare ceramica,seta,spezie,ferro e altri beni commerciali,ma quella li,quella più grande di tutte,viene da un lontano paese,che si trova nella parte occidentale di questo mondo. Mi pare che si chiami,come l'aveva chiamata quello straniero? Ah si,Portogallo. Ora,riesci a immaginare cosa unisca persone del genere,vicine e lontane a spostarsi per commerciare?”

L'hanyou osservò Nobunaga e ancora una volta non seppe dargli una risposta. Non aveva parole giuste da dirgli.

“Il desiderio del profitto. Uomini come questi si spingono in ogni parte del mondo alla ricerca di scambi dalla quale trarre profitto e quindi un guadagno personale. Affrontano i pericoli imposti dalla natura e dagli uomini,ma anche da chissà quali bestie e mostri di terre a noi sconosciute,solo per arricchirsi e appesantire i loro forzieri. Trovo che ci sia qualcosa di ammirevole in questa specie di avarizia,forse perché saper correre rischi e fallire nel tentativo,anche pagando con sofferenza e morte,cercano un modo di conquistare una fortuna non facile da ottenere. Ammetto,di esserne colpito. Ma tornando a noi Shiori...Qual è il tuo più grande desiderio?”

“Il mio più grande desiderio?...Voglio solo che la mia mamma stia bene.”,rispose lei a bassa voce.

“Davvero? E quando lei un giorno non ci sarà più,cosa ti resterà? Quali altri ambizioni avrai riservato per te? No piccola, io parlo del tuo vero,unico,desiderio. Qual è?”

“Io....io.....”

La bambina fissava la città,con lo sguardo perso in quell'ambiente urbano come a cercare una risposta a quella difficile domanda.  L'unica risposta che aveva saputo dargli era il bene di sua madre. Ma allora perché quell'umano insisteva a chiedergli quale fosse il suo vero desiderio? Non era forse la risposta che aveva espresso a Nobunaga quella giusta? Eppure lei voleva bene a sua madre,avrebbe fatto di tutto per lei,persino morire bruciata sulla spiaggia se questo fosse stato utile a salvarla da quella crudeltà. Non capiva nulla di quelle cose,domande troppo difficili ad una creatura che dalla vita non aveva mai voluto fare del male a nessuno e da nessuno voleva che gli fosse arrecato. Allora perché lui gli aveva fatto quella domanda? Perché voleva saperlo? Era davvero così importante conoscere la risposta a quella domanda? Ormai non sapeva più cosa pensare.

“Non lo so.”

“Tu,non lo sai...capisco.”

Il signore della guerra sollevò la spada all'altezza del busto e con l'altra mano la sorresse da sotto,con il palmo che la teneva sul piatto della lama. Si mise ad osservarne tutti quegli strani disegni e quei tratti lucenti che non smettevano mai di girare,quasi ne fosse rapito.

“Sai,quando ero piccolo avevo l'abitudine di fare sempre di testa mia. Non ascoltavo nessuno se non me stesso. Ero solo un bambino,ma ricordo che allora le persone e gli altri bambini dicevano che ero strano,addirittura folle,perché facevo cose che gli altri bambini normalmente non fanno. A volte stavo fermo sotto la pioggia,solo per capire perché l'acqua cadesse dal cielo,altre volte invece uscivo di nascosto dal castello e nascosto in mezzo ai passanti stavo per ore in mezzo alla folla,solo per vedere le persone che andavano e venivano,osservando migliaia di volti differenti e chiedendomi dove andassero o cosa facevano.  Fin da giovane,vedevo il mondo non per quello che era,ma per quello che avrei voluto che fosse. Io sono convinto che tutti,ma proprio tutti e non intendo solo gli umani,ma anche gli hanyou,gli yokai,ogni essere in grado di respirare,muoversi,comunicare,che sia in grado di manifestare la propria volontà hanno il potenziale per coltivare le proprie ambizioni e realizzarle ed è proprio la volontà incrollabile di questi esseri che fa nascere in loro la necessità di voler raggiungere il proprio obbiettivo,a qualunque costo ed è questa spinta mostruosamente egoistica,che fa nascere il desiderio,l'unico,vero,desiderio che si vuole realizzare. Tutti ne hanno uno,compreso te. Ma la domanda resta è presto o tardi,dovrai avere una risposta da dare,a me,ma sopratutto a te stessa...”

Distolse lo sguardo dalla spada,osservò per un attimo il porto e la sua baia. Osservava il mare,immaginando quali meraviglie,quali segreti e quali tesori si celassero oltre l'orizzonte. Quali popoli e quali nazioni potessero esserci nel mondo e a quali fantastici luoghi appartenessero. Il mondo era a portata di mano e lui,sentiva solo che  gli bastasse allungare la mano per poterlo afferrare. Ma distolse l'attenzione da i suoi pensieri e tornò con la mente alla situazione attuale,guardò verso la porta e iniziò a incamminarsi verso le scale.

“Non è necessario che tu dia subito una risposta. Cerca attentamente dentro di te quale sia il tuo vero desiderio e poi,quando giungerà il momento...lo saprai. Per ora va bene così. Vieni,torniamo da tua madre.”

Ma prima che la bambina lo seguisse,aprì la bocca,intenzionata a rivolgersi a quell'uomo così spaventoso.

“Uno yokai...”

Nobunaga si fermò prima di toccare il primo gradino,girò il capo e la guardò,incuriosito da quella affermazione.

“L'ultima volta,sulla spiaggia,hai detto...dimostreremo a quell'inuyokai...di chi parlavi?”

Il mostro non rispose,non subito. Un attimo di silenzio,uno sguardo intenso,profondo e forse,più umano e meno diabolico guardavano Shiori in maniera completamente diversa. L'espressione di lui le dava la sensazione,che stesse pensando a qualcosa,a qualcosa di importante,poiché sembrava rapito da quel pensiero e adesso Nobunaga gli pareva una persona come tante altre e al contempo diversa,diverso ma comunque se stesso.

“Di una creatura che io considero molto importante,che io un giorno ritroverò,combatterò e ucciderò. Questo...è il mio desiderio più profondo.”

“Ti ha fatto del male?”

“No”

“Ha fatto del male a qualcuno che conosci?”

“No”

“Ha fatto del male a qualcuno di questa città?”

“Che io sappia no”

“Allora perché vuoi ucciderlo,se non ha fatto del male a nessuno?”

Altra pausa,altro silenzio, il tempo di alzare la testa e chiudere gli occhi,come a raccogliere un pensiero sepolto nel profondo della mente. Poi torna con lo sguardo verso la scala e inizia a scendere.

“Perché la sua sconfitta e il mio trionfo,la sua morte il mio successo,la sua fine...è il mio inizio.”

E la bambina seguì ancora una volta il demonio,sapendo che non aveva scelta,se non voleva farlo arrabbiare o peggio. Non sapeva chi fosse,non sapeva cosa volesse veramente e non sapeva che intenzioni aveva con lei e sua madre. Ma sapeva questo...c'era qualcosa di oscuro in quell'uomo. Lo aveva visto nei suoi occhi,lo aveva visto nelle sue espressioni,nel modo in cui si muoveva e nel modo di parlare. Tutto di lui indicava la presenza di qualcosa di maligno e tenebroso. Ma c'era anche qualcosa di misterioso in quell'uomo,non sapeva chi era,non capiva niente di quello che diceva e il modo in cui si esprimeva non gli era di certo d'aiuto,ma chiunque fosse,quell'uomo nascondeva più di quanto avrebbe ammesso una volta scoperto. E poi,quei due oggetti,la spada e la sfera,una nelle mani del feroce guerrafondaio,l'altra nelle mani di una bambina confusa e spaesata,che non sapeva quale fosse il suo ruolo in quella storia. Ma sapeva che avrebbe dovuto resistere,per sua madre,per lei e sua madre.

“Ah,giusto un ultima domanda,prima di tornare di sotto...”

Nobunaga non si girò a guardare Shiori e come se nulla fosse,estrasse da dentro il kimono un piccolo sacchetto,ci in infilò una mano dentro e portando una mano vicino al volto,mostrò alla bambina una piccola sfera rosa,con tante punte sparse per tutta la superficie.

“Ti piacciono i dolci? Sai,personalmente io ne vado matto.”

 

In quello stesso istante,al castello di Otsune.

 

Di fronte all'entrata principale della struttura, una gigantesca apertura nel lato di una montagna, venne radunata un immensa folla. Umani,yokai hanyou,tutti legati al culto promosso dalla regina sciamana vennero radunati da tutti i centri abitati presenti attorno al castello e di conseguenza,non potevano mancare nemmeno i servitori,gli apprendisti alle arti sciamaniche,le guardie e lui...Akira. Il maestro templare sedeva comodamente a gambe incrociate su una spessa stuoia rotonda fatta di paglia intrecciata,cosa che più a sud sarebbe stata considerata il degno posto per un contadino,ma li era al nord e perciò i concetti come lusso ed eleganza differivano molto dalle normali convinzioni presenti tra gli altri yokai. Sedeva quasi in disparte,su un palchetto di legno,montato giorni addietro per il lieto evento,insieme ad altri nobili,se così' potevano essere definiti,della corte di Otsune. Avrebbe potuto mettersi accanto al seggio reale,avrebbe potuto mettersi in mostra e perché no,dare dimostrazione delle proprie capacità e rivolgersi a quella gente non solo come alleato della regina,ma anche il suo amante e quindi suo favorito,come una specie di consorte reale alla lontana. Ma perché mai avrebbe dovuto mettersi in mostra quando non necessario? No,lui preferiva restare in disparte nelle amministrazioni altrui e lui li era visto come uno straniero come tanti altri proveniente da yamato. Non era la sua casa e quella non era la sua gente,per cui non doveva intervenire,non direttamente. Li nell'angolo avrebbe svolto una delle sue attività preferite,una di quelle che lo aiutava a tenere la mente attiva,osservare il tutto da una prospettiva a lui favorevole. Guardava la gente accorsa alla richiesta della regina e altra stava ancora accorrendo. Poi vide le guardie del castello,numerosi guerrieri ainu,la maggior parte erano individui comuni,vestiti e armati così scarsamente che non potevano esseri definiti soldati nemmeno da un comune contadino,anzi,definirli una milizia composta da fanatici e barbari di ogni sorta era già un complimento. Poi c'erano i guerrieri veri e propri,quelli che già dall'aspetto feroce e fiero,comprese alcune donne avevano armi che sembravano fatte con i materiali disponibili a loro disposizione e che per lo meno avevano una certa dimestichezza al conflitto armato. Anche loro tanto fanatici quanto selvaggi,ma almeno avevano il buon senso di eseguire gli ordini che venivano loro imposti...il più delle volte. Spostò ancora una volta lo sguardo e poi vide un altro gruppo che da qualche tempo considerava poco interessante, la casta sacerdotale della regina, i suoi fedeli sciamani. Molti erano uomini,tra cui umani e altri invece,curiosamente,erano kappa,piccoli esserini verdi tendenzialmente poco pericolosi e abituati ai climi umidi e a vivere vicino all'acqua. Ma questi no,questi erano creature tanto piccole quanto mentalmente instabili. Avevano l'abitudine di bruciare qualsiasi cosa quando l'occasione era per loro più congeniale e difficilmente restavano fermi un solo giorno a non celebrare Uchi, kamui del fuoco e del focolare domestico e fin qui nulla di strano...se non fosse che formare enormi pire e buttarci dentro qualunque cosa bruciasse non era un modo per onorare quella ancestrale divinità. Pare che si facessero chiamare i seguaci del fuoco primordiale, o una così. In ogni caso restavano degli invasati,loro quanto molti altri. E infine la vide,lei,la regina,la sciamana, Otsune. Ella si trovava di fronte alla calca giunta ad osservarla,era accompagnata da due sciamane,due giovani fanciulle dalla chioma lunga chioma nera,indossavano un pesante copricapo di pelliccia marrone e indossavano larghe vesti bianche e verdi. Forse delle apprendiste personali e infine da quattro energumeni dai tratti irriconoscibili,poiché sembravano coperti da uno strano strato di materiale ruvido,formato da rocce,sassi e pietre di ogni sorta,con punte e schegge uscire di tanto in tanto in alcuni punti del corpo. Ognuno imbracciava una pesante lastra di pietra solcato da incisioni di ogni sorta come fosse un enorme scudo e alla vita,tenuta da un fascia di pietra,un pesante martello,fatto sempre di pietra. Era la prima volta che gli pareva di vederli. Lei al contrario delle due ragazze che l'accompagnavano e degli strani colossi al suo seguito, indossava una pelliccia di lupo grigio,che  la copriva dal collo e si allargava in un ampia gonna,ma lasciandogli le braccia scoperte.

“Popolo. Mio amato popolo...”,disse la regina allargando le braccia,come a voler ampliare tutta la sua immagine a chi la stava osservando, “Quelli che stiamo vivendo negli ultimi mesi sono stati tempi difficili. L'inverno quest'anno e stato particolarmente crudele con noi,anche più di quello alla quale siamo abituati. Il cibo e stato scarso quest'anno,tanto a terra quanto in acqua,dalle foreste fino al mare. La gente proveniente da Yamato continua a spingersi fin dentro le terre dei nostri antenati e per quanto possiamo respingerli,loro avanzano sempre di più e non per ultimo,i traditori...”Fece una pausa per aumentare la drammaticità delle sue parole. Poi fece un gesto verso l'antro della caverna e da li in breve tempo,uscirono un folto gruppo di semplici guerrieri,intenti a tirare delle corde,alla quale erano stati legati per le mani un altrettanto folto gruppo di yorozuku,nudi,con lividi e contusioni su tutto il corpo. Camminavano a fatica,ma erano ancora fieri nonostante la loro sfortuna ta condizione e passo dopo passo camminavano a testa alta,spinti e tirati verso la regina.

“Osservateli,osservateli molto attentamente. Traditori,quale nome più adatto a stolti e idioti che osano ribellarsi a me,che osano ribellarsi alla loro stessa gente,che osano azzannare alle spalle la loro stessa terra? Questo,mio amato popolo, è la sorte per chi si ribella e volta le spalle non solo  alle proprie tradizioni,ma anche ai Kamui,chiedendo l'aiuto di invasori stranieri,oltre che ad altri codardi come loro. E per questo meritano di essere puniti...con le antiche usanze che i nostri antenati usavano,ma che da molto tempo abbiamo dimenticato.”

Il gruppo di yoro incespicò fino a quando non vennero bloccati,poi,uno di loro venne preso per essere separato dagli altri e con uno spinta energica incespicò ai piedi di Otsune,che osservò il poveretto,con aria disgustata. Le due apprendiste che si portava dietro le si avvicinarono ancora di più e si misero ognuna accanto ad un fianco della maestra.

“Ti concedo la possibilità di rinnegare i tuoi stolti compagni e di tornare nelle grazie della tua signora. Dimmi dove si nascondono gli altri tuoi compagni e otterrai la grazia da tutte le tue colpe.”

Lui non rispose,non a parole almeno. Sputò direttamente sulla veste della regina,facendo indignare lei e facendo trasalire tutta la gente accorsa al richiamo della sciamana. Otsune non ci vide più dalla rabbia.

“Tu osi offendermi? Molto bene dunque,abbiamo il primo tributo della giornata. Procedete.”

Le due ragazze fecero qualche passo in avanti e con rapidi movimenti delle mani e senza dire neanche una parola chiamarono a se fasci di energia,che si fermavano nel palmo delle loro mani,formando dei piccoli cumuli sferici di energia che molti tra i presenti,compreso lo stesso Akira ,non seppero identificare. Poi si avvicinarono al poveretto posto a terra e una delle due prese un piccolo pugnale di ossidiana e lo avvicinò alla piccola sfera di energia che riponeva nel palmo e quando la toccò,la lama fu pervasa da una piccola striscia della stessa luminescenza della sfera e poi lo colpì e lasciò l'arma infilzata nel petto,al cuore e troppo debole per difendersi, venne spinto con una forte manata e cadde a terra. Poi intervenne anche l'altra,che si abbassò vicino allo yorozuku e avvicinò la sua sfera al manico del pugnale,che entrò nell'arma ed essa si illuminò di uno spesso strato di luce,che passava dal manico,poi verso la lama ed infine la punta,scendendo fin dentro il cuore della vittima. La seconda ragazza si rialzò e l'altra si mise a fianco dello yokai appena colpito.  Iniziarono ad intonare una strana litania mentre passavano le mani sopra il punto in cui il lupo era disteso,facendo gesti ondulatori con le mani aperte e nel mentre,la vittima iniziava a sentire gli effetti di quelle parole. All'inizio c'era solo dolore,lo stesso dolore che si prova quando si viene trafitti in un punto vitale,intenso,profondo,ma che lentamente conduce alla morte e poi,alla fine della sofferenza. Ma non fu il suo caso,perché quando avrebbe dovuto sentirsi più debole iniziò a sentirsi carico di energia,di vita...e fu li che il suo orrore ebbe inizio. Cominciò a sentirsi tirare i muscoli del petto,come se si stessero allargando per conto proprio,poi fu il momento delle ossa e anche quelle iniziarono ad espandersi. Iniziò ad urlare,il dolore era lacerante,tanto quanto l'energia che scorreva e si espandeva all'interno delle ossa,delle vene,dei vasi sanguigni e dei nervi,il corpo si deformava e si espandeva,si gonfiava in maniera anomala. Poi,quando le urla di sofferenza divennero più alte,il corpo del malcapitato arrivò al massimo della sopportazione e il petto,gonfio come il ventre di una puledra gravida,esplose,con la gabbia toracica completamente aperta e con le costole spezzate che puntavano verso l'esterno in direzione del cielo e con gli organi interni,sfracellati e irriconoscibili,mescolati nello scoppio in tante frattaglie indistinte. Solo la bocca spalancata e gli occhi vitrei,quasi schizzassero fuori dalle orbite era ciò che c'era di riconoscibile in quello che prima era un fiero membro di una tribù di lupi ed ora,era solo una carcassa macellata da chissà quale potere arcaico e oscuro. Ma non era ancora la fine,perché dal tronco esploso vi uscì la stessa identica energia emanata da entrambe le ragazze,ma questa volta parve più grande,come una massa indistinta simile ad una nebbiola contenuta solo in quella piccola area che era il buco nel cadavere. Senza dire una parola,la regina  mosse una delle mani verso la massa ed essa come attirata dalla stessa,si ridusse ad una fascio,che come una serpente sospeso a mezz'aria si mosse verso la mano di Otsune e in essa entrò,trapassando pelle,carne ed ossa, e Otsune accolse con gioia quella sensazione di potere che le scorreva nelle vene. Era lieta di aver potuto diffondere nuovamente l'utilizzo dei rituali proibiti. Proibiti dal primo re, Ichiin. Akira non si scompose per nulla a quella scena di orrido gusto. Non era un tipo macabro e certi spettacoli di violenza gratuita esulavano dai suoi interessi personali. Ma poco importava,non era li per giudicare la gestione del potere in casa altrui e doveva dire,che nonostante la macabra scena,il popolo sotto il controllo di Otsune e la sua corte di fanatici e antichi cultisti sembravano soddisfatti dello spettacolo offerto, o forse non osavano contraddirla, in ogni caso erano sotto controllo. No,la sua attenzione era rivolta alla regione e allo studio dell'antica lingua parlata dagli yokai del luogo e da quello che sapeva della lingua Ainu,nonostante fosse vecchia non lo era abbastanza per poter fare un paragone con le incisione nel grande pezzo d'osso che stava ancora studiando. Più tempo passava alla corte di Otsune e più si rendeva conto che non era stando a palazzo,né tanto meno nei dintorni avrebbe trovato le risposte che cercava. Doveva andare altrove,cercare altri indizi,scovare nuovi reperti. Ma dove cercare? Questa era il problema. Nel frattempo,mentre lui rimuginava sul da farsi,Akira osservava un altro yoro spinto di fronte ad Otsune e distrattamente osservava nuovamente la scena. Non gli degnava nemmeno uno sguardo realmente interessato e tornò alle sue elucubrazioni e su i suoi processi mentali,che tanto lo tenevano impegnato. Avrebbe aspettato che quella pomposa dimostrazione di potere terminasse e sarebbe tornato al suo lavoro e poi Otsune avrebbe dovuto ricevere in breve tempo le notizie provenienti dal territorio degli Shika,dove la regina aveva spedito un numerosa orda per la conquista di un antica struttura cerimoniale,non gli aveva rivelato molto. A quanto pare anche Otsune nascondeva qualcosa al suo ospite. Avrebbe atteso,avrebbe aspettato,avrebbe pianificato e considerato tutte le possibilità a suo favore. Nel frattempo avrebbe finto di godersi lo spettacolo,nella speranza di trovare quello che stava cercando e anche di ricevere notizie sul suo inuyokai preferito,trepidante di ricevere nuovi sviluppi del suo operato. L'Hokkaido aveva ancora molte sorprese per lui a disposizione.

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Capitolo 18
*** La tomba ***


In quello stesso istante,da qualche parte nell'Hokkaido.


Stanchi,provati,sfiniti. Ma vivi e vittoriosi. Sesshomaru,Toran Ezio Urtak e Koga,anche se svenuto, uscirono vincitori da quello scontro,con la carcassa sanguinante del Tengu appena ucciso dall'inuyokai,sporco del proprio sangue,oltre di quello che aveva sottratto ai suoi sofferenti guerrieri,che prima aveva reso immortali e poi li aveva privati della vita per rendere se stesso più forte. Gli scheletri che avevano combattuto e respinto gli invasori,ora restavano li,in piedi,muti e immobili testimoni della vittoria appena conseguita contro gli ainu deviati al servizio della regina. Riprendevano aria ed energia,tutti e quattro stremati per il duro scontro vinto da appena pochi minuti.

“Che è successo? Oh,la testa,rimbomba tutto.”,disse Koga passandosi una mano sul viso,mentre Urtak gli dava una rapida occhiata e con la testa dello yoro tra le mani gli è la muoveva come un mercante che cerca dei difetti in un oggetto da acquistare.

“Che stai facendo Urtak?”,chiese Koga irritato per quel trattamento,dalla quale sfuggì con un piccolo strattone.

“Sei apposto. Sei svenuto a causa dell'urlo di Marsatap,deve averti preso in pieno anche con le barriere di pietra alzate,però mi sembra strano. Da quanto tempi stavi combattendo?”

“Da almeno un ora più o meno. C'erano altri yoro con me ma ho preferito che non rischiassero inutilmente le loro vite.”

“Capisco. Mossa stupida,persino per te.”,disse Urtak tranquillamente,senza peli sulla lingua.

“Non farmi la predica cerbiatto. Ero in ricognizione con una piccola squadra dei miei lupi più veloci ,quando ci siamo accorti di una grande massa di ainu che si spostavano in questa zona. Li abbiamo seguiti sulla distanza credendo che non ci avessero visti,ma poi,in mezzo agli alberi,quando credevamo di essere al sicuro,siamo stati attaccati da un folto numero di quei dannati. Così ho dato l'ordine di ritirarsi e di informare il vostro clan di quello che stava accadendo mentre io avanzavo a vedere cosa stava succedendo. Tra un uccisione e l'altra mi sono ritrovato qui e poi è scoppiato il finimondo. Tutti questi scheletri che sono usciti dalla terra,dalle pietre,come se il suolo li stesse facendo emergere dal basso.

“E così ti sei ritrovato nel mezzo di una battaglia.”

“Tra tutti gli invasori avevo notato la figura di un Tengu,l'unico fra molti di quelli e ho capito che non era come tutti gli altri. Volevo combatterlo,ma mi hanno sbarrato la strada. Il resto lo sapete già. E adesso lasciami.”

Koga si staccò bruscamente dalle mani di Urtak e lo sciamano non parve ne offeso ne compiaciuto dal gesto. Gli bastava sapere che Koga stesse bene e gli andò bene così. Tuttavia,mentre recuperavano le energie,Sesshomaru non poté smettere di pensare ai dubbi che in quel momento attirarono la sua attenzione. Koga era giunto fin li per una semplice coincidenza? Gli sembrava strano,ma non era impossibile. Ma allora Kagura? Perché aveva visto Kagura? Ma era morta, o forse no? Ma se non lo fosse stata perché era li, Nell'Hokkaido. E quella storia del primo re,una bella storia e per lo più su un cane,ma non sui cervi,in un luogo sacro ai cervi? E infine, perché Otsune aveva attaccato quel luogo isolato e lontano da tutto? C'erano troppe cose che non capiva e che non coincidevano tra di loro...apparentemente. Forse poteva trovare qualche risposta,li,in quel luogo misterioso,ma per farlo doveva restare,osservare e sopratutto comprendere. Non poteva andarsene e tornare indietro. Non ancora.

“Perché ci hai condotto qui?”

Chiese Sesshomaru all'improvviso. Tutti iniziarono ad osservarlo,in silenzio.

“Perché hai voluto che fossimo noi a difendere questo luogo? Noi,degli stranieri,a prendere le difese di un tempio con la quale non c'entriamo in alcun modo?...Cosa vuole Otsune da questo posto?

Urtak non rispose e continuò a non parlare. Lo sciamano sapeva bene che la richiesta dell'inuyokai era giusta,ma continuò a non parlare. Non sembrava spaventato o timoroso,ma nonostante ciò,esitava nel voler dare una risposta. Ma la sua bocca si aprì e da essa

“E giusto. D'altronde non era mia intenzione nascondervi qualcosa né approfittarmi delle vostre capacità. Ma...c'è una cosa che vorrei fosse chiara. Ciò che si trova qui e di vitale importanza,che non venga divulgato altrove. I segreti custoditi al suo interno sono rivelati a pochi e quei pochi hanno l'obbligo di non rivelare ciò che si nasconde al suo interno. Sono stato chiaro?”,disse Urtak piatto ma autoritario.

“Quanta la fai lunga,si certo non diremo niente.”,disse Koga lamentoso a quella richiesta.

“Lo prenderò per un si. Sopratutto da te...lupo.”

Urtak diede un altra occhiata a tutti i presenti,si girò verso la grande statua in rovina. Poi si piegò in avanti fin quasi a toccare il terreno,appoggiò entrambe le mani,aprì la bocca e quello che emise fu il bramito più forte che mai orecchio straniero udì in quelle terre da molti secoli. Mentre il verso da cervo continuava lo sciamano alzò lentamente la testa verso gli occhi della statua,poi al cielo ed infine di nuovo contro la terra. Il verso risultò così forte da far fischiare le orecchie a tutti i presenti,in particolar modo a Koga e Sesshomaru,dall'udito finissimo. Ma per quanto forte fosse il bramito nessuno dei presenti si sentì urtato o infastidito dal suono,poiché per quanto strano potesse essere,sopratutto per Ezio,il forte suono non andò tanto a rifarsi sull'udito,quanto piuttosto verso l'interno,come se si ampliasse all'esterno e poi,entrasse dolcemente,ma di continuo,come le onde provocate da un sasso gettato in mezzo ad una pozza d'acqua che si espandeva lentamente,ma solo in secondo momento. Prima da fuori verso dentro e poi,da dentro verso il fuori. Poi la terrà tremò,la statua tremò,leggermente,ma il tremito fu continuo e percettibile. Poi,ai piedi della grande statua la terrà si aprì lentamente in due parti uguali e pian piano si allargava,formando una stretta strada formata da un lunga scalinata che scendeva fino alle profondità della terra.

“Seguitemi.”

E Urtak fece nuovamente da guida,scendendo per primo in quel misterioso paesaggio. Koga lo seguì a ruota senza farsi troppe domande e nel mentre Toran Ezio e Sesshomaru si guardarono un attimo.

“Beh,non so voi,ma io dico di seguirlo. Lo so la cosa sta prendendo una strana piega,ma se voi preferite stare qui a godervi la compagnia di queste vecchie ossa fate pure. Io scendo...e non crediate che la cosa non mi preoccupi.”, Disse Ezio osservando gli ultimi due rimasti e con qualche dubbio sulla sua decisione decise di scendere anche lui.

“A questo punto conviene seguirli. Siamo giunti fin qua e a questo punto tanto vale andare avanti.”,disse Toran guardando Sesshomaru con aria seria.

“E esattamente quello che voglio fare. Voglio delle risposte e se possibile,subito.”

Sesshomaru fece per muovere il primo passo,ma una mano della pantera gli afferrò il polso,quasi a volerlo trattenere con forza.

“Lo so,però...non esagerare. Non posso capire cosa stai passando in questo periodo o come ti senti in questo momento. Promettimi solo una cosa. Non spingerti più in la di dove non riesci ad arrivare. Non voglio che tu ti faccia più male del dovuto.”

Toran lo guardò con fare preoccupata e il guerriero poté notare una patina umida sugli occhi. Lo vedeva e riuscì ad interpretare il significato di quegli occhi così umidi. Paura e preoccupazione. Per lui.

“Vado avanti io.”

E Toran fu la penultima ad entrare nelle viscere della terra. Sesshomaru rimase da solo e per prima volta si accorse dell'aspetto di quel luogo che lo circondava. Antiche costruzioni in pietra ricalcavano strutture ricavate dall'area,molte di essere risultavano danneggiate durante lo scontro appena concluso,che davano sull'immensa area libera,ora,piena di corpi freschi e antichi scheletri crepati o sbriciolati per colpa dei colpi subiti. Ed ora,gli scheletri che l'avevano fatto passare l'osservavano in silenzio. Altri scheletri,altri morti che lo fissavano. Perché? Nessuna risposta poteva venire da quelle bocche prive di lingua e i loro sguardi,seppur assenti degli occhi,lo fissavano,fermi,immobili,come statue. Non seppe darsi una risposta e il loro interesse per lui lo turbavano abbastanza da spingerlo ad usare l'altra spada,Tenseiga,ricavata da parte di Tessaiga ed eredità di suo padre a lungo rifiutata ed usarla su di loro. Eppure non percepiva violenza da loro,ma non poteva dire che capisse quale fosse la loro intenzione. Smise di fissarli,diede un ultima occhiata alla statua e poi scese anche lui,incerto sul da farsi e dubbioso su ciò che avrebbe scoperto li sotto. Scendeva le scale poco alla volta e di gradino in gradino si chiese quante altre cose stesse nascondendo Urtak,non tanto agli altri,quanto piuttosto a lui. Non gli ci volle molto per raggiungere gli altri,anche perché non andavano poi così di fretta e Toran,quando si accorse che Sesshomaru l'aveva raggiunta si girò un attimo a guardarlo e a fargli un piccolo sorriso anche se lui non sapeva il motivo della cosa,forse per affetto e per rassicurarlo sulle sue preoccupazioni. Non lo sapeva,preferiva non indagare,anche per una questione di orgoglio personale. Scendevano sempre più e man mano che scendevano,quando il buio avrebbe dovuto farsi più forte e la luce dissiparsi ecco che dai muri si vedevano dei cristalli,non tanto grossi,ma erano numerosi ed emettevano tutti delle piccole luci verdi,che tutte insieme formavano una sorta di illuminazione naturale,senza fuoco e senza la luce del sole,ma dalla terra,solida e immobile. Poi infine giunsero alla fine della scalinata e si trovarono di fronte ad un corridoio,lungo e stretto. Da dove si trovavano erano ben visibile degli scheletri,ma questi non erano sepolti,ma seduti a gambe incrociate,posti ad entrambi i lati del lungo passaggio, dove erano situati all'interno di piccole nicchie,con ancora indosso le loro pesanti pellicce e insieme ad esse avevano con se anche monili,anelli ed altri accessori di vario genere,ma niente armi.

“Questi che vedete sono alcuni degli antenati più stimati della mia tribù. Quelli che avete incontrati di sopra sono guerrieri,posti a guardia di questo luogo. Il tempio della gola del cervo dormiente però,era anche il luogo dove costoro,gli sciamani di grado più alto della mia gente sorvegliavano questo luogo sacro,come guardiani,per non permettere a nessuno di entrare qui e niente di poter uscire. Ora giacciono sepolti qui,affinché il loro potere,anche dopo la morte,non andasse disperso.”,disse Urtak mentre continuavano a seguirlo.

“Disperso in che senso?”, chiese Ezio curioso.

“Tutto in natura e ciclico. L'acqua che scende per mezzo della pioggia,così da formare i fiumi,per poi giungere al mare,solo per tornare in cielo per mezzo dell'umidità e ricominciare il percorso. Oppure l'erba,che viene mangiata dagli animali che se ne nutrono,per poi essere mangiati dagli animali che si nutrono di questi,che a loro volta muoiono,così che coloro che si nutrono di carcasse possano ripulire il corpo della carne in eccesso mentre il resto viene assorbito dalla terra,che a sua volta se ne nutre e così potrà produrre nuova erba e il ciclo di vita e morte possa ricominciare,affinché la vita giunga infine alla morte e la morte a sua volta,nutra altra vita. Il potere che può essere manifestato da una creatura,sia esso un dono del mondo materiale o di quello spirituale compie comunque un ciclo. Noi sciamani lo prendiamo in prestito da forze ancestrali ben più antiche,che noi invochiamo attraverso parole e gesti,ognuno specifico per un entità alla quale richiedere assistenza. Posso prendere in prestito il potere di un elemento già presente attorno a me...”

“Ma non lo puoi generare. Per questo non ti abbiamo ancora visto il fuoco vero?”,disse Ezio giungendo ad una fulminea illuminazione.

“Precisamente.”

“Se fosse come dici tu allora quei kappa che ci hanno attaccato non dovrebbero usare il fuoco,giusto?...”,chiese Toran confusa sull'argomento, “E poi i kappa non sono creature acquatiche?”.

“Il tuo dubbio e sensato. Sono gli sciamani al servizio di Otsune che praticano la loro arte in maniera sbagliata, o meglio...corrotta”

“Corrotta?”

“Si,come ho già accennato il potere che gli sciamani viene preso in prestito dall'ambiente circostante e nel caso del fuoco esso dev'essere disponibile vicino all'incantatore,come ad esempio un fuoco da campo oppure una torcia. In rari casi si usa anche la lava o la cenere dei vulcani,ma qualunque cosa possa essere molto caldo può andar bene. Ma Otsune,usa una pratica oscura e malvagia delle usanze originali della nostra gente. Lei ha insegnato a non chiedere in prestito il potere,ma a rubarlo,a sottrarlo con la forza. Impiega il potere degli spiriti in natura per chiamare a se con la forza dei suoi sortilegi poteri che normalmente non si possono trovare facilmente. Quel che è peggio e che lei,può anche usare gli spiriti della natura in forma di pura essenza. Così facendo può usare qualunque elemento,anche il solo spirito come mezzo di offesa o di difesa. Ma ciò comporta un prezzo. L'utilizzatore corrompe il potere,macchiandolo con la propria blasfemia e ciò,può risultare dannoso,se non addirittura letale.”

“Letale? Aspetta un attimo,ricordo che l'ainu che mi ha attaccata aveva preso fuoco improvvisamente e poi, quando il kappa e morto l'ultima rimasta era una donna. Non aveva più la pelle e la sua carne era bruciata. Ma era ancora viva.”

“purtroppo questa è uno degli effetti collaterali del potere corrotto. Sottrarre il potere direttamente dal mondo permette di usufruire della magia come meglio si crede,ma il modo in cui l'energia rubata viene espressa cerca di tornare alla sua fonte d'origine,usando il corpo del ladro come catalizzatore diretto e così facendo e nel processo cambia,sia nel corpo,che nella mente.”

“Io non ci ho capito niente.”,disse Koga senza peli sulla lingua.

“Storia affascinante...”,parlò Sesshomaru con il suo solito modo diretto e ruvido,con un pizzico di ironia, “Ma questo non spiega perché ci hai portato fin qui, né tanto meno perché Otsune ha voluto che questo posto fosse attaccato.”

Attimo di pausa,un momento per riflettere su cosa dire e come dirlo,mentre per il sentiero sotterraneo,spuntavano altri scheletri spuntavano dalle nicchie sui muri ed Ezio,ebbe la sensazione di trovarsi nuovamente a casa,in Italia,quando giunto a Roma una dei suoi primi compiti nella città eterna fu recuperare una lettera cifrata da mano templare e per farlo era passato nel sottosuolo della città,dove risiedevano le antiche catacombe di età imperiale e quella dove si trovava adesso,seppur differente nella cultura,nella locazione geografica e di quella realtà parallela a quella che conosceva poteva sostenere,che lo scopo di base,ossia ospitare le ossa dei morti,in una sorta di cimitero sotterraneo,non era poi così diverso. Per altri invece,come Toran e Koga,era solo un luogo di sepoltura legata ad usanze e credenze molto differenti dalle loro. Ma per Sesshomaru invece la cosa era più complicata. Ripensava alla scena dipinta su quel muro,dove era presente Iichin,la donna con l'ascia e tutta quella serie di animali antropomorfi posti sotto di loro. Perché mai un luogo sacro ad un tribù di cervi raffigurava una scena dove a capo di tutti c'era un cane? Che significato poteva avere? Pensandoci bene era anche presente una forma rettangolare sul muro,con dei piccoli segni disegnati dentro la forma geometrica. Era la tavoletta,l'aveva riconosciuta,anche se l'immagine sul muro era rappresentata in maniera arcaica e rurale sapeva che quell'oggetto.

“Prima quando siamo arrivati all'entrata del tempio,hai citato una fonte. Cosa sarebbe di preciso?”

“La fonte è....più facile a vedere che da spiegare. Ma posso dirti in maniera semplicistica che tutto il potere degli shika che è stato depositato qui ha creato qualcosa di...particolare. A volte le forze create da questo mondo prendono strade alquanto curiose. Ecco,manca poco al prossimo punto.”

Passarono pochi altri minuti a camminare in quel corridoio stretto e a tratti inquietante,con il sentiero illuminato da quelle strane pietre che sbucavano dalla pietra e i morti sepolti li sotto pareva di scendere nell'oltretomba,sempre più in basso,sempre più giù,fino a quando la strada non si interruppe. Di fronte alla strada sbarrata si trovarono un grosso macigno,con un grosso e largo incavo che taglia la pietra perfettamente a metà. Su entrambe le parti erano state incisi segni e simboli incomprensibili a tutti,tranne a Urtak. L'hanyou si portò entrambe le mani sulle corna e poi,con i pollici,premette sulle punte,che scalfirono minimamente i polpastrelli,li appoggiò a bordi della spaccatura e lentamente ci passò i polpastrelli bucati,mentre recitava una strana litania in ainu che non capirono e che anche al fine udito di Koga e Sesshomaru,per quanto percettibile il suono,arrivava alle loro orecchie come distorto,come una specie di pulsazione che colpisse in maniera ritmica e profonda i loro timpani rendendo indistinguibile i suoni pronunciati, da parole con un significato chiaro e conciso. Che quel fastidio alle orecchie fosse una sorta di protezione da parte di coloro che volessero entrare senza permesso? Non sapeva dirlo,non che gli interessasse certo,ma non era bello da sentire. Non gli faceva male,ma nemmeno gli procurava piacere. Poi la roccia si aprì,con entrambe le parti riassorbite dalla terra in direzioni opposte,facendo intravedere lo spazio al suo interno.Una camera,una gigantesca camera sotterranea i cui muri erano percorsi da vene di cristalli luminescenti,tanto grandi ed estese che illuminavano l'area sotterranea,tanto,che la penombra presente nel corridoio pieno di scheletri in confronto pareva una notte priva di stelle. Grandi statue di figure umanoidi con la testa di cervo era state scolpite nella nuda roccia ognuna nella stessa identica posa,ritta ed immobile,con le mani giunte al petto intente a reggere un globo. Le statue a loro volta erano collegate,per mezzo di alcuni canali scavati nel pavimento,ad un grande monolito rettangolare rovesciato per terra che occupava una buona porzione della stanza ed era circondato da vasi e piatti,ma anche da oggetti come statuine,accessori di vario genere di cui molti erano oggetti preziosi,come collane e anelli di giada. Il monolito a sua volta era collegato infine da un altro canale,più grande di tutti gli altri che poi si divideva a sua volta in altri due canali più piccoli che giungevano fino al muro dall'altra parte della stanza,che poi salivano contro la superficie fino a giungere a due grandi buchi presenti alla stessa altezza e alla stessa distanza,circa due metri e mezzo dal suolo e quattro metri l'uno dall'altro. L'ambiente in se,per quanto avesse il suo fascino sembrava non giustificare la lotta per il possesso di quel luogo e alcuni di loro come Koga e Toran non parvero particolarmente impressionati da quello che videro.

“Tutto qui? Una vecchia e polverosa stanza sottoterra con delle pietre luccicanti è il segreto di questo posto?”,disse Koga sconcertato,aspettandosi qualcosa di più.

“Oh Koga,la tua capacità di scrutare le cose più ovvie a tutti è di certo il tuo tratto più sorprendente. Non smetti mai di stupirmi.”,disse Urtak con tono ironico, “Dovresti imparare che non tutto a questo mondo e ciò che sembra. Questa e la tomba di Kummarakuri, uno dei grandi capi della tribù degli shika ai tempi di Ichiin. E sepolto qui...insieme al più grande segreto della nostra tribù. Guardatevi pure attorno se lo volete.”

E Urtak si incamminò all'interno della stanza. Koga,sentitosi rimproverato come un bambino dalle parole dello sciamano fece per isolarsi dagli altri,cercando di non ascoltare il suo istinto da lupo di non azzannare lo shika hanyou direttamente alla gola,anche perché sapeva cos'era in grado fare e li,sottoterra,si sentiva un po' in trappola. Anche Ezio si guardò attorno e con il giovane yoro che non sembrava un maestro di filosofia e i due giovani con la quale collaborava ormai da un mese tendevano a isolarsi per conto proprio decise anche lui di starsene in conto proprio,perdendo tempo ad ammirare la struttura per il mistero che la circondava e anche per sincera curiosità. Toran e Sesshomaru invece fecero coppia e passo dopo passo si guardavano attorno,lei interessata,lui guardingo. Ricordava ancora quando un mese prima era entrato nelle rovine della confraternita e ricordava a menadito tutto quello che era successo...e quello che aveva provato. Ricordava ancora l'impressione che quel luogo gli gettava addosso: ansia,timore e una sgradevole consapevolezza che la sua ignoranza lo faceva sentire ancora più sperduto. Ricordava ancora quando aveva visto quella statua,quella dannata scultura così assomigliante a lui,così enigmatica,raffigurante un personaggio simile a lui nell'aspetto,ma completamente diverso per atteggiamento e appartenuto ad un epoca così lontana dalla sua che a stento avrebbe potuto dire che i due avrebbe potuto avere un qualche tipo di connessione. Già,connessione, Ezio aveva usato quella parola per indicare il legame che c'era tra lui e l'oggetto che Ezio inizialmente si portava dietro. Negli ultimi tempi le visioni e i sogni continuavano,a volte temendo anche che tornasse a quel momento,quando aveva aggredito Toran. Non era più accaduto e per quanto sperasse di mantenere il controllo temeva che potesse accadere ancora e la prossima volta temeva che non avrebbe potuto far nulla per tornare in se. Decise di distrarsi da quei pensieri oscuri e tornò con la mente al presente. Osservava le statue scolpite nella roccia e osservò con attenzione alla sfere che tenevano gli uomini cervo rappresentati nella pietra.

“Cosa sono quelle sfere che tengono all'altezza del petto?”,chiese Sesshomaru cercando un argomento con la quale non pensare ai suoi problemi personali.

“Anime.”

“Anime?”

“Si,quelle sfere sono anime. Sono rappresentate come sfere in quanto un anima non possiede una forma specifica vera e propria fin tanto che resta all'interno del corpo.”,rispose Urtak a diversi metri dall'inuyokai.

“Vuoi dire che le sfere che tengono in mano è la loro anima?”

“Si è no,la posa delle statue può essere interpretata in due modi. La prima è che essi stiano donando la loro anima a questo luogo,in offerta,affinché il tesoro del tempio della gola del cervo dormiente posso crescere nel tempo ed essere usato in caso di estremo bisogno. La seconda invece e che essi stiano prelevando dal tesoro la fonte del potere necessario da essere utilizzata dalla nostra gente quando siamo attaccati da un nemico oppure quando una calamità si abbatte sulle nostre terre e un potente sciamano deve accumulare il potere di un anima così che possa accrescere il proprio e usarlo per portare sostegno e beneficio al nostro popolo. Il significato è ambivalente ed entrambe le interpretazioni sono corrette.”

“Quindi questo tempio è in realtà un magazzino e gli scheletri che abbiamo incontrato prima sono custodi del potere che vi è nascosto qui dentro. Ma chi è questo grande capo che hai citato prima? Hai detto che era un grande capo hai tempi di Ichiin.”

Sesshomaru si spostò dalle statue e cambiando soggetto del suo interesse fece alcuni passi in direzione del monolito al centro della stanza. Osservava la grande pietra e notava che oltre alle numerose offerte di vasi e accessori per il corpo non c'era niente di scritto sulla pietra. Nessun segno di incisione,disegni o altre figure artistiche di vario genere. Era stata lasciata intatta,come se non avessero voluto lasciare niente a memoria di chi fosse l'uomo sepolto li. Eppure vi era una gigantesca statua all'infuri del sepolcro e gli oggetti lasciati come offerte funerarie dovevano pur avere uno scopo,anche li c'era qualcosa che non quadrava,qualcosa di fuori posto. Ma non capiva cosa.

“L'ho detto si,o meglio, è quello che mi è stato detto prima che io lo dicessi a voi. Tempo addietro,quando ancora l'Hokkaido non era una terra unita e il primo umano non era ancora giunto in queste terre. La tribù degli shika stava passando un momento di grande crisi: i lupi si stavano espandendo a vista d'occhio senza reclamare alcun territorio,ma solo divorando e riproducendosi senza controllo. Molte altre popolazioni di yokai erano impegnate con le loro guerre,oppure dovevano affrontare problemi interni alla loro tribù. In un caso o nell'altro ciò permise agli yoro di estendersi al massimo della loro potenza. Erano forti,astuti,in grado di approfittare di ogni momento opportuno,ma anche loro non se la passavano tanto meglio,anzi,furono loro stessi la causa del loro male. Per buona parte della loro storia gli yoro hanno affrontato lotte intestine alla loro specie così caotiche che in confronto agli altri yokai si sono dimostrati la popolazione più caotica e imprevedibile,tanto che con tutte le guerre che si facevano tra di loro era raro che uno yoro arrivasse alla vecchiaia e da capo potesse insegnare alle future generazioni il modo di conservarsi. Parevano inarrestabili. Ma poi,come un segno dal cielo,o dal mare in questo caso,lo stesso Daru,padre di tutti gli yokai mandò un singolo individuo,un inuyokai,a sconfiggere un orda di lupi. La notizia si espanse in fretta,tanto veloce quanto il vento che soffia in una tempesta. I cani,la più piccola e la più fragile delle tribù,vincere? Era come se cielo e terra si fossero capovolti e nulla avesse più senso. E fu qui,che il capo di allora dei cervi,Kummarakuri, decise di andare a parlare con il capo della piccola tribù di cani che aveva sconfitto l'orda dei lupi. Gli ci vollero alcune lune per giungere al cospetto del loro capo,una donna,possente e dotata di una grande forza fisica. Kummarakuri,accompagnato da un seguito di fedeli sottoposti,chiese di parlare con il capo tribù,convinto che fosse lei ad averli sconfitti da sola,ma lei gli disse che doveva riferirsi ad un altro inuyokai e lei chiamò a se Ichiin. Quando lo videro non si aspettavano un cane,sopratutto un maschio,più basso dei suoi coetanei. Il capotribù degli shika gli chiese chi fosse è lui disse solo che era un viaggiatore,guardando le sue vesti esotiche e il suo pugnale dalla lama metallica,ai quei tempi non conoscevano la lavorazione dei metalli,gli chiesero da dove venisse e lui rispose da un terra lontana. Non contento delle vaghe risposte dello straniero Kummarakuri gli chiese cosa ci facesse in quelle terre e lui disse qualcosa che ancora oggi confonde i più saggi che ricordano ancora questa storia.”

Urtak fece una breve pausa,mentre guardava anche lui il grande monolito nella stanza,mentre lo sfiorava con una mano,quasi accarezzandolo,attento a non urtare le offerte funebri lasciate nel sepolcro. Poi guardò Sesshomaru con uno sguardo che mostrava una punta di inquietudine,come un preoccupazione profonda,come volersi a liberare di qualcosa che gli attanagliava lo stomaco.

“Disse che cercava la soluzione per impedire una disgrazia. Da quel giorno il popolo degli inu trovò un alleato nel popolo degli shika. Il resto parla solo di come le altre tribù si unirono per muovere guerra all'orda dei lupi e di come Ichiin finì per divenire il primo re nell'intera storia degli yokai. Il resto è storia come si suol dire.”

“ Dunque e per questo che ci hai portato qui. Non ci hai chiesto aiuto perché la tua gente non può entrare in questo tempio e non l'hai fatto perché non potevi chiedere aiuto ad altri del luogo,lo hai fatto perché volevi che degli stranieri fossero qui.”

Sesshomaru fece qualche passo più avanti verso lo sciamano mentre quest'ultimo restava vicino al monolito,tenendo la mano a contatto con la nuda pietra. Il guerriero aveva in volto la determinata espressione di chi vuole ottenere una risposta solo per confermare i propri dubbi,ottenuti dopo attenti ragionamenti.

“Poco prima che ti incontrassi Koga mi disse che mi aspettavi e che sapevi del mio arrivo perché il vento te l'aveva detto. L'hai vista anche tu vero? La donna nel vento. Sai di chi parlo. Oh sbaglio?”

Tutti si misero ad ascoltare attentamente quella discussione tanto ricca di misteri. Toran Koga ed Ezio parevano confusi sul significato delle parole che l'inuyokai aveva appena pronunciato. Urtak buttò fuori un piccole getto d'aria dalle narici e per un breve istante chiuse gli occhi. Sesshomaru aveva colpito nel segno e Urtak sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo prima che i dubbi venissero a galla,ma non si sarebbe mai aspettato così presto. Aveva sottovaluto la sete di curiosità del fiero cane. Doveva dargliene atto,sapeva cogliere i particolari come pochi altri sapevano fare. Staccò la mano dal monolito e lentamente la lascio pendere vicino al fianco.

“E accaduto un mese fa. Stavo aiutando Koga e la sua tribù a cercare una nuova casa,qui nell''hokkaido. Una sera,durante la nostra marcia percepisco nel vento una presenza,diversa dagli altri spiriti che percepisco quotidianamente. Appare una donna,fatta di sola aria,non sapevo cosa volesse né tanto meno stava cercando di entrare in contatto con me,ma in qualche modo deve aver capito che potevo comunicare con lei,anche se non mi pare di averne fatto un mistero. Comunque,mi dice che sa chi sono e sa cosa sto cercando di fare,io in cambio gli chiedo chi è mi disse che un tempo si chiamava Kagura.”

A quel nome Sesshomaru sentì un tonfo al cuore e per un attimo smise di battere. Dal suo sguardo era evidente che la cosa lo avesse colpito e non poco.

“Cosa?...”,disse Koga preso ancora di sorpresa dell'inuyokai, “Perché non me l'hai detto?”

Urtak lo guardò confuso,come se non capisse il significato di quel nervosismo.

“Perché avrei dovuto? La cosa riguardava me e non te.”

“Tu non hai idea di chi fosse quella donna cerbiatto è prima ancora che tu dica qualcosa sappi che la cosa mi riguarda molto da vicino.”

“Se per questo riguarda anche me. Forse non lo sai ma Naraku e morto,quindi non c'è ragione che tu c'è l'abbia con quella donna. Non è più un pericolo ormai.”,disse Sesshomaru cercando di apparire calmo alla notizia appena ricevuta,calma che per fortuna o per abitudine caratteriale era riuscito ad simulare.

Per Ezio,Toran e Urtak la discussione la discussione pareva avere del senso,ma non sapendo ne di chi né di cosa stessero parlando nello specifico preferirono non intervenire per chiedere spiegazioni,anche se a Toran il fatto che fosse spuntata una donna a conoscenza del suo fresco amante faceva fatica a digerirla e più tardi,appena avrebbe potuto avrebbe voluto qualche chiarimento a riguardo.

“Va avanti,cosa voleva da te?” chiese brusco Sesshomaru rivolgendo all'hanyou.

“Parlando in quel modo capì che non era più tra i vivi e all'inizio credetti che avesse bisogno di aiuto passare dall'altra parte,non sarebbe stata la prima volta che uno spirito necessita di una mano per trascendere all'altro mondo,ma a quanto pare non era così. Voleva avvisarmi su di un pericolo che stava incombendo da sud. L'arrivo di un potente yokai che veniva da sud,riconoscibile da una croce vermiglia sulla fronte.”

“Come faceva a sapere dell'esistenza di Akira?”

“Gli chiesi di chi stava parlando,ma lei mi disse che non conosceva il suo nome,mi disse solo che un tempo,prima che la sua vita finisse,lo incontrò mentre collaborava in segreto con un ragno.”

In quel momento per Sesshomaru gli parve che il mondo gli crollasse sotto i piedi. Akira aveva piantato le sue losche radici ben più in profondità nella sua vita più quanto lui stesso credeva. Sapeva che Akira e suo padre si conoscevano tanto da potersi definire amici,ma adesso,sapere che Akira e Naraku fossero stati collaboratori,se non addirittura alleati,questo aveva dell'inimmaginabile. La mente iniziava a viaggiare per loschi sentieri del pensiero e l'immaginazione a prendere il volo,come un uccello rapace che si libra rapido alla ricerca della prossima preda. E se tutto quello che fosse successo fino ad allora non fosse stato altro che un percorso attentamente preparato per farlo giungere fino all'incontro con l'odiato maestro? Il tentativo di impossessarsi di Tessaiga e l'obbiettivo di uccidere Inuyasha,il suo incontro con Naraku,con Rin e tutto il resto della storia in realtà,non fosse stato altro che una macchinazione ben congegnata,studiata e calcolata fin nel minimo dettaglio? Non poteva crederci,non voleva. Lui,forte,ambizioso e orgoglioso com'era non poteva sopportare di essere in realtà una marionetta nelle mani del marionettista. Priva di fila,priva di comandi,ma pur sempre una marionetta,mossa e gestita da un abile ingannatore. Il fuoco della rabbia iniziava a divampare e la scintilla scatenata da quella che era divenuta una paranoia ora gli impediva di ragionare con lucidità. Voleva andarsene,voleva uscire,urlare al cielo,al vento e alle nuvole il nome di Kagura,chiamarla a se e farsi dare delle spiegazioni. Una mano,un tocco improvviso,una mano che ne stringeva un altra. Il ritorno alla realtà. Toran,li accanto a lui,lo aveva raccolto per tempo,prima che crollasse di nuovo e potesse fare qualcosa di cui non andare fiero. La tenebra dentro di lui,lo stava chiamando. Fortuna che la pantera fosse una tentazione più dolce dell'ombra che giaceva nel suo io più profondo.

“Tutto bene Sesshomaru? Sembri un po' pallido.”,chiese lei preoccupata.

Tornò in se e rispose come avrebbe fatto di solito.

“Sto bene. Lo scontro mi ha debilitato più di quanto immaginavo. Appena finito qui mi toccherà risposare.”

Mentì,non sapeva dire se ci fosse cascata o no,ma lei lo guardò negli occhi e sorrise senza dire niente.

“Io personalmente mi sono perso. Voi sicuramente sapete molte più cose di me riguardo a tutto questo. Ma francamente,tra scheletri,gente parzialmente immortale,corvi umanoidi,magia,poteri, donne fatte di vento e templari che stringono patti con ragni io non ci capisco più niente. Se qualcuno vuole darmi una spiegazione,ne sarei molto grato.”,disse Ezio con le braccia incrociate intento a cercare un filo connettore tra tutte le cose sentite fino ad allora,che l'avevano portato a non capire più niente di quello che stavano parlando.

“Lascia perdere,niente di buono fintanto che c'entrano Naraku e Kagura. Quei due dannati.”,disse Koga rivolto più a se stesso che a tutti gli altri. L'assassino vide che lo yoro era perso nei suoi pensieri,intuendo che ci fosse qualcosa di personale riguardo a quei due nomi. In quel momento rinunciò a chiedere altro sulla questione.

“Va bene...mi fido di chi né sa più di me.”

Da parte sua Sesshomaru,tornato lucido e conscio della profonda rabbia che stava per pervaderlo tentò di fare spazio tra i nuovi pensieri su Akira e Naraku come alleati.

“Perché mai una sconosciuta,avrebbe dovuto dirti certe cose?”,chiese Sesshomaru dubbioso sull'accaduto.

“Fu quello che gli chiesi anche io. Mi disse che sapeva chi ero perché nel vento le notizie viaggiano in fretta e sapeva che il mio viaggio verso sud per incontrare gli yoro comandati da Koga non era il solo motivo per spingermi così' fuori dalle terre degli ainu.”

“E che cosa cercavi?”

“Risposte.”

“Risposte? Riguardo a cosa?”

“A cosa? A tutto questo...”

E Urtak a quel punto allargò le braccia e guardandosi attorno,come a indicare con tutto il suo essere la stanza nella quale si trovavano.

“Tu non hai idea,anzi,voi,yokai della antica terra chiamata un tempo Yamato,non avete idea di quanto tutti noi abbiamo perso sulla nostra storia. Il primo re qui nell'hokkaido e conosciuto come una leggenda dei tempi antichi,ma per la vostra memoria è come se non fosse mai esistito. Ho trovato pochi riferimenti all'antico mondo che ci siamo lasciati indietro e quel poco che ho trovato mi ha dato ben poche informazioni. Chi era questo grande Inuyokai degli albori,che con un pugnale,una tavoletta è una manciata di nomadi ha combattuto una grande guerra è né uscito come il primo re della nostra storia,che per altro è anche la vostra.”

Urtak passò da espressione tranquilla ad una più accesa,più emotiva e carica di sentimento. Una scintilla si poteva notare nello sguardo dello sciamano che ora pareva essendo un fuoco molto acceso.

“Chi era questo straniero?Perché e giunto qui? Da dove veniva?Che cosa cercava? Non abbiamo risposte a queste domande. Come vi ho già detto questo cane è ricordato come una leggenda. Sappiamo delle alleanze,delle battaglie e sappiamo persino della sua ascesa al comando di tutte le tribù che incontrò. Ma e come dicevi tu Sesshomaru...e una bella storia...ma pur sempre una storia,ma non la nostra storia. Non uella che dovremmo conoscere veramente.”

“Che stai cercando di dire,ché tutto quello che mi hai detto su Ichiin e falso?”

“No,sto dicendo che tutto quello che ti ho detto è una solo una parte molto piccola di quello che gli ainu dovrebbero conoscere. I miei sospetti e che qualcuno abbia voluto oscurare la storia del primo re per quanto gli fosse possibile,oppure,qualcosa ha impedito che la sua storia fosse conosciuta solo in parte. Ma le mie sono solo supposizioni ovvio e senza avere un collegamento diretto con lui,temo che sarà difficile,se non impossibile risalire anche a un solo frammento di verità.”

“Beh,a proposito di verità...”,disse Ezio mentre si infilava una mano dentro la veste, “Forse di magia non ci capisco niente. Ma se parliamo di artefatti del passato,allora credo di avere quello che fa al caso nostro.”

Afferrò il contenuto che teneva nascosto sotto i bianchi indumenti della confraternita e delicatamente e quando lo estrasse lo mise di fronte allo sciamano e quest'ultimo rimase paralizzato dallo stupore per quello che stava osservando in quel momento. Una tavoletta di pietra,con dei strani segni incisi sopra. Ora Urtak ne aveva la conferma,la verità sulla storia di Ichiin, non era solo una leggenda. Era una verità che meritava di essere riscoperta.



Ciao a tutti,vorrei ringraziare tutti coloro che seguono ancora questa storia,che hanno letto,che leggono e,sperando in bene,anche quelli che la scopriranno in futuro. Personalmente non credevo che a qualcuno potesse ancora interessare e mi fa piacere che c'è ancora chi mi segue dopo tanto tempo. Vorrei fare un ringraziamento speciale a Bankotsu e Fenris,recensori affezionatissimi,i cui commenti mi fa sempre piacere leggere,con parole di apprezzamento,che mi aiutano a crescere e migliorare. Grazie a tutti a quelli che credono in questa storia,più che allo scrittore XD. Un abbraccio a tutti,Dioni.

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Capitolo 19
*** Sempre più giù ***


La tavoletta,uno degli oggetti riconosciuti e citati nelle leggende su Ichiin era li,di fronte a lui. Aveva sentito le storie più disparate su quell'oggetto e il destino di come fosse sparito aveva mille e più versioni è l'una meno convincente dell'altra,vista la mancanze di prove e di testimonianze di qualsiasi genere. Ma adesso era li,davanti a lui e una parte di lui era felice di essere li,l'altra,un pò meno.

"Non riesco a crederci...",disse Urtak volgendo lo sguardo sul volto di Ezio,cercandone lo sguardo sotto il cappuccio. "Era andata perduta per intere ere."

"E adesso e qui,ma...", disse Ezio mentre ritirava la tavoletta nella bianca veste d'assassino in stile europeo., "Ritengo opportuno non usarla se non per necessità. Potrà essere appartenuta a qualcun'altro ma ora è il sottoscritto a custodirla. Spiacente di non poterla consegnare."

"Cosa? No io non...non intendevo sottrarla. E giusto così,sapessi quanto e stata cercata in queste gelide terre."

"Posso immaginare. Ora che si fa? Abbiamo finito o manca dell'altro?",chiese Ezio in tono rilassato.

"No,ma c'è un problema. Vedete quei due grandi fori in fondo alla stanza?"

Urtak indicò con la mano i due grandi fori presenti sul muro,situato dall'altro lato della tomba.

"Si e allora?",disse Koga confuso.

"Vedete come quei entrambi fori si collegano per mezzo di un solco nel pavimento al monolito? E anche le statue sono ognuna collegate a questa pietra centrale per mezzo di un solco? Da quello che mi è stato insegnato la tomba non finisce in questa stanza,ma per vedere il resto dobbiamo trovare il modo di avanzare."

"Quindi,stai cercando di dire che dobbiamo trovare una specie di porta segreta per poter andare avanti?",chiese Toran curiosa.

"Si."

"Affascinante.",disse Sesshomaru sarcastico.

"Va bene gente,spremiamoci le meningi,raccogliete ogni idea che possa essere utile e mettetela in pratica. Per prima cosa,diamo un occhiata in giro.",disse l'assassino con tono incoraggiante.

E tutti i presenti,più o meno volenterosi di cercare qualcosa gli permettesse di proseguire decisero di dare delle occhiate più accurate alla struttura sotterranea. La prima cosa che notarono tutti e che a parte le statue,il grande monolito e i due grandi fori sul fondo della stanza non c'erano altre particolarità evidenti. Niente pitture,niente disegni,niente iscrizioni o simboli strani. Quindi di indizi facili da trovare non c'è n'erano,il che aveva senso,visto che si vuole nascondere qualcosa,non lo fai saltare subito all'occhio,se sei furbo. Quindi Ezio diede un occhiata alle linee che percorrevano il suolo e che andavano dal fondo della sala,alle statute,passando per il monolito,si abbassò vicino ad uno dei lunghi canali che collegava il monolito ad uno dei fori e notò che il solco del canale era leggermente profondo,come se ci dovesse passare qualcosa all'interno. Si mise a guardare in direzione del foro assegnato al canaletto e decise di andare verso di esso,fin dall'altra parte della stanza. Una volta giunto contro il muro si mise a tastare la zona del muro attorno e sotto il foro,che a vederlo da vicino era largo,abbastanza da far entrare una persona dentro a gattoni,ma ci si doveva arrampicare per afferrare il bordo,dato che distava almeno due metri dal suolo,esattamente come il suo simile dall'altro lato. Fu attento con le mano e nonostante i guanti aveva un tocco sottile e accarezzando dolcemente il muro cercò qualche leva,pulsante o pannello nascosto e durante la ricerca sul muro notò qualcosa di curioso. Il muro che doveva essere molto antico e la pietra leggermente erosa,notò che una sezione del muro era perfettamente liscia,come se fosse una parte aggiunta. Provò a premere ma il punto colpito non sprofondava nel muro,quindi,se non doveva essere premuto,poteva sempre provare nel senso opposto. Fece pressione sulle dita su quello che poteva essere il bordo del pannello e la sua intuizione fu esatta,perchè tirando leggermente la sezione da lui trovata il piccolo pannello di pietra si staccò e cadde a terra rivelando quello che sembrava una semplice cordicella attaccata ad un cilindro di legno,perfettamente fissato in verticale nella pietra.

"URTAK,VIENI QUI HO TROVATO QUALCOSA."

Urlò Ezio dall'altra parte facendo rimbombare la voce nella stanza sotterranea,che fu raggiunto in breve tempo dallo sciamano.

"Ho trovato questa dentro il muro. Si direbbe una spece di leva."

"Una leva?Qui? Con tutte le volte che sono stato in questa stanza non mi sono mai accorto che ci fosse qualcosa di simile. Questo posto è troppo antico per avere simili marchingegni al suo interno."

"Si vede invece che a quei tempi erano molto più avanzati di quanto pensi,forse non faccevano uso di soli poteri e magie. Comunque,resta un attimo qui,se la mia intuizione è esatta dovrebbe esserci un altra leva vicino all'altro foro."

Ezio si sposto di pochi metri dalla leva appena scoperta,tastò ancora una volta il muro nella stessa maniera di prima e,come volevasi dimostrare,c'era un altro pannello,che fece cadere a terra e anche li,dentro il muro,c'era un altra corda con un altro cilindro di legno.

"Ed ecco il suo gemello.",disse Ezio indicando con un dito l'ennesima scoperta fatta.

"Ma come facevi a saperlo?",chiese Urtak stupefatto.

"Beh è semplice a pensarci bene. I fori nel muro sono due,c'era una leva in prossimità di uno dei due e ho pensato che c'è ne fosse un altro. Direi di provare a tirare nello stesso momento. Sei pronto?"

Urtak allungò la mano verso il cilindro di legno,pronto ad azionare il meccanismo.

"Si."

"D'accordo,al mio via...Via."

Entrambi tirano il piolo di legno verso di se nello stesso medesimo istante e l'intuizione dell'assassino parve giusta,perché nello stesso istante il suono di quello che pareva una forte corrente d'acqua si fece sentire da i due fori nei muri e subito dopo dell'acqua cadde nei due canaletti sul pavimento e in men che non si dica si riempirono,giungendo fino al grande monolito al centro della stanza,dalla quale provenne uno strano suono,come di roccia che sfrega su altra roccia. E da lontano i due videro che l'intero monolito sprofondò lentamente nel suolo.

"Beh,immagino che questo posto nasconda più misteri di quanto credessi.",disse Ezio soddisfatto della brillante intuizione avuta.

"Già. Su questo concordo sicuramente. Mi sono sempre chiesto perché costruirono un posto simile sopra ad fiume sotterraneo.",disse Urtak meravigliato per l'ennesima scoperta.

I due tornarono indietro e nel mentre videro che altri rumori di pietra,leggermente diversi,provenivano dalle statue che,contemporaneamente,sprofondarono nel terreno,fino arrivare alla vita e li,la parte di ogni statua,dov'era situato il ventre si aprì,rivelando all'interno uno spazio vuoto.

“Che avete combinato voi due?”,disse Koga stranito da quello che aveva appena visto.

Non che Toran non lo desse a vedere e Sesshomaru di certo teneva la cosa per se e chiaramente non lo avrebbe ammesso pubblicamente,ma anche lui era rimasto stupito di quella ingegnosità da parte di gente,che vivendo in un epoca tanto antica,riuscire a sviluppare qualcosa del genere e tenerlo nascosto per ere. Doveva riconoscerlo,quel posto si stava rivelando più interessante di quanto credesse.

“Allora,adesso che abbiamo qui?”,disse Ezio guardando il punto in cui restava quello che prima era un grosso monumento grezzo ed ora,aveva lasciato qualcosa di completamente diverso. Il monolito era sprofondato un po' nel terreno,lasciando sul terreno quello che prima doveva essere la parte superiore del blocco di pietra e che adesso era parte del pavimento. La superficie alta del monolito presentava una superficie liscia e ben levigata,ben diversa da quello che era prima nella parte più bassa,che era rozza e grezza. Su di essa era presente una scena scolpita nella roccia e che tutti stavano osservando con attenzione. Una serie di figure umanoidi,tutte uguali nell'aspetto reggevano in mano dei vasi e li attingevano in quello che sembrava una serie di piccoli fiumiciattoli e che poi,consegnavano ad egli esseri dal corpo umano e dalla testa di cervo.

“Va bene questa e facile da capire. Dobbiamo fare un offerta alle statue...”,Ezio si guardò attorno osservando le grandi statue scolpite nella pietra, “E qualcosa mi dice che i vasi e quegli spazi vuoti nelle statue sono in qualche modo collegati. Prendiamo dei vasi vuoti,li riempiamo d'acqua e li mettiamo dentro le statue. Dai che ci siamo quasi.”

Tutti presero dei vasi,chi due assieme,come Ezio,Urtak e Toran,mentre Koga e Sesshomaru ne presero soltanto uno,giusto per non entrare troppo nell'entusiasmo generale di quella scoperta. Li riempirono d'acqua,li misero negli appositi spazi e tutti del numero giusto,otto in tutto e aspettarono che accadesse qualcosa. Ma non accadde nulla.

“Da voi e cambiato qualcosa?”,chiese Ezio mentre continuava a fissare i due spazi che aveva riempito.

“No.”,disse Sesshomaru piatto.

“Niente neanche da me.”,disse Toran delusa.

“Nemmeno io,comunque,che pensavi sarebbe dovuto accadere umano?”,disse Koga seccato da quella scocciatura.

“Credevo che ci fosse un meccanismo a pressione,però e strano non succede niente. Ci sfugge qualcosa.”

Ezio non seppe cosa pensare. Era convinto che l'idea fosse giusta,ma era anche vero che aveva preso un po' sottogamba il problema e quindi aveva preso per facile la soluzione dell'enigma. No,doveva ricontrollare il disegno e verificare cosa gli era sfuggito.

“D'accordo,datemi un attimo.”

Ezio si girò per andare a controllare nuovamente il disegno,ma quando lo fece vide che anche Urtak e Sesshomaru fecero lo stesso,l'uno all'insaputa degli altri due. Si avvicinarono tutti e tre alla pietra quasi in contemporanea e la cosa dall'esterno sembrava una specie di scenetta comica. Per loro invece aveva un non so che di imbarazzante.

“Cosa dobbiamo cercare?”,chiese Sesshomaru rapido e conciso.

“Un indizio,qualcosa che salta all'occhio,tu Urtak hai notato qualcosa in particolare?”,chiese Ezio speranzosa.

“Beh,ora che mi ci soffermo un attimo la scena e sbagliata. Normalmente ad andare a prendere l'acqua sono le donne e non gli uomini e questa scena,da come viene presentata sembra una normale scena di vita quotidiana. Però....”,disse Urtak come catturato dalle incisioni sopra il monolito sprofondato.

“Però?”

“Guardate attentamente...”, Urtak indicò alcune delle figure che attingevano l'acqua dai due fiumiciattoli, “L'immagine non è molto chiara però se vedete bene queste individui non portano tutti gli stessi identici vasi,ognuno solleva un contenitore differente che varia in altezza e larghezza. Persino io che sono abituato a questa rudimentale arte degli antichi non me ne sono accorto subito. E questi vasi...”

Urtak fece qualche passo in direzione delle numerose forme di ceramica che prima circondavano la grande pietra tombale al centro della sala. Le osservo per un attimo e indicandone almeno una decina,ognuna di aspetto,forma e dimensione differenti l'una dall'altra e muovendo le labbra,come in preda a qualche pensiero personale,poi tornò a rivolgersi all'assassino e all'inuyokai.

“Ricordo che anticamente tra gli shika c'era l'abitudine di usare i vasi non solo come semplici recipienti,ma anche come unità di misura per le offerte da dare ai defunti durante i funerali, ed essendo cervi si preferiva offrire simbolicamente frutta,verdura,semenza in generale,o in questo caso,acqua. L'acqua simbolicamente rappresenta il flusso della vita che continua a scorrere,quindi,l'idea di offrire l'acqua e giusta,ma ogni guardiano deve ricevere la giusta quantità,ne troppo,troppo poco.”

“Va bene,ma come facciamo a sapere quale sia il vaso giusto da usare per ogni tributo da offrire?”

“un terzo.”,disse Sesshomaru di punto in bianco.

“Come?”,disse Ezio come se non avesse capito il significato della risposta.

Sesshomaru stava osservando le statue,o meglio,le sfere che ogni statua reggeva al petto stringendo gli occhi sulle sfere di pietra e al contempo formulando un ragionamento che in quel momento disse a se stesso.

“Urtak,prima hai detto che quelle sfere sono anime giusto?”,chiese Sesshomaru con tono piatto.

“Si e allora?”,chiese Urtak confuso,non sapendo dove l'inuyokai volesse arrivare.

“Hai detto che un anima non ha ne peso né una forma specifica. Però quelle sfere c'è l'hanno. Quindi se fosse così non avrebbe senso che qualcuno rappresentasse qualcosa di indefinibile e quelle sfere,sono definite,per stazza e dimensioni,quindi,se quelle sfere sono un terzo dell'intera misura del tronco di ogni statua,il peso di ogni vaso dovrebbe essere qualcosa di poco ingombrante e facile da sostenere,ma al contempo abbastanza pesante da poter essere rilevante come tributo,perché se nel caso stiano concedendo potere al luogo allora stanno donando un terzo e nel caso lo stiano prendendo ogni statua ne prende un terzo di quanto possa immagazzinare. In ogni caso è un terzo.”

“Beh...è una teoria un po' azzardata,ma non vedo perché non tentare. Va bene.”

Ci vollero almeno una decina di minuti perché si mettessero a cercare altri vasi vuoti,della misura giusta e in grado di portare abbastanza acqua da corrispondere a quelle specifiche misure. Ne troppo

ne troppo poco. Fecero attenzione a quali ceramiche da portare per attingere nuovamente l'acqua e sostituire i vasi precedenti,poi poggiarono i nuovi vasi,calcolando ad occhio lo spazio nella quale mettere i nuovi tributi ed una volta sicuri misero i nuovi vasi al centro del ventre di ogni statua. Aspettarono un attimo,un lasso di tempo tanto breve quanto colmo di aspettative per vedere se l'intuizione dell'ìnuyokai era corretta. Un suono,altre pietre in movimento,le aperture dei vani si chiusero di scatto,poi,le grandi statue si innalzarono nuovamente verso il soffitto,dove le statue,lentamente,ripresero la loro precedente statura e in maniera inaspettata,come molte cose li dentro,le statue allungarono le braccia completamente in avanti. in un gesto che pareva a voler consegnare le sfere verso qualcuno. Poi un rumore di pietre ancora più forte e un feroce tremore fece tremare tutta la stanza. Poi,dai due fori presenti dall'altra parte della stanza si poté vedere che la stessa acqua di prima iniziò a scendere altra acqua,ma decisamente diversa da quella prima,poiché questa emetteva una luce abbastanza forte,come se fosse dotata di vita propria e che,passata per i due piccoli canali giunse dove prima si trovava la parte interrata del monolito e poi,attraverso i canali più piccoli,giunse alle statue e qui,comparve un altra sorpresa. La sezione di pavimento in mezzo ai due canaletti iniziò a sprofondare ancora più in basso nella pietra di sotto,fino a fermarsi e formare in maniera quasi ordinata una serie di scalini dove l'acqua,che prima passava per i due canaletti,ora scendeva ai lati della nuova scalinata,dove cadendo ai lati,scendeva verso la nuova direzione da loro appena scoperta.

“Bene,non c'è neanche bisogno di dire che scendiamo ancora vero?”,disse il fiorentino con tono ironico.

“Assolutamente.”,disse Sesshomaru lapidario

“Eh,ti pareva.”

E anche stavolta scesero tutti senza esitazioni,Urtak di nuovo in fila al gruppo,Ezio e Koga nel mezzo e Sesshomaru e Toran per ultimi.

“Adesso dove stiamo andando Urtak?”,chiese Koga annoiato

“Io...non lo so. Fino ad ora non sono mai arrivato a questo punto. Ma immagino che nessuno sia arrivato a questo punto da molto tempo. Quindi,nemmeno io so cosa ci aspetta più in basso.”,disse Urtak calmo ma leggermente timoroso.

“E tutta quella storia sul dare e prendere il potere,sul fatto che tutto in natura è ciclico?”

“Questo non cambia niente sulla natura di questo posto. Il potere che scorre in questo luogo,anche se non riesci a vederlo con i tuoi occhi e presente e la sua influenza e costante. Hai visto i guardiani rianimati e hai visto le statue che si muovevano,persino la stessa pietra sulla quale stato costruito questo luogo sacro ha tremato,come se fosse vivo. L'unica incognita e che adesso bisogna chiedersi se questa sia soltanto una tomba, oltre ad un luogo sacro. A questo punto inizio a dubitarlo.”

Ad ogni scalino disceso della nuova scala si poteva sentire sotto i piedi l'acqua scorrere dal piano di sopra e scendere verso il basso mentre i muri ora privi di tombe laterali ora parevano ricoperti da uno strato roccioso,più duro e scuro,molto diverso da quello in superficie,più lineare,liscio e dal punto di vista architettonico,strutturalmente migliore. Qui non c'erano segni di pittura,né tanto meno c'erano disegni o segni incisioni di alcun genere e l'illuminazione,sempre dovuta ai cristalli presenti nel terreno ora parevano disposti sopra le loro teste in maniera ordinata in un singola linea,come se fosse stata posta deliberatamente dalle mani di qualcuno in quella maniera,piuttosto che da una disposizione casuale dettata dalla natura. Scalino dopo scalino,il suono dell'acqua che scendeva ai loro piedi dagli scalini superiori era l'unico suono che sentivano li dentro e riecheggiava dappertutto,in un andirivieni dello scroscio della piccola cascatella che quella lunga scalinata era divenuta. Ma tra tutti nel gruppo Sesshomaru era l'unico a sentirsi in un qualche modo a disagio a stare li sotto e stando attento a non farsi vedere osservava di tanto in tanto la linea lucente che illuminava la loro discesa,più scendeva e più si sentiva infastidito da qualcosa,non sapeva descriverlo,non sapeva cosa fare per contrastarlo e all'improvviso ad un tratto gli venne in mente la scala. Quella scala,quella maledetta scala,la scala che lui aveva visto una sola volta nella sua mente e ora,gli sembrava,vagamente,di essere li,ma percorrendo il tragitto al contrario e senza le inquietanti scritte sui muri,il che era un grosso carico emotivo in meno che doveva sopportare,senza contare tutte le stranezze,le bizzarrie,le originali scoperte che aveva fatto da quando era in quella terra. Non sapeva dove stava andando,non sapeva cosa avrebbe trovato e non sapeva cosa ne avrebbe ricavato dal giungere il fondo di quella scala,ma aveva la strana sensazione,che negli ultimi tempi lo perseguitava,quella sinistra presenza che avvertiva fin dentro le ossa e sconquassava la stabilità di quello che aveva da sempre dimostrato un animo più duro dell'acciaio,quando lo percepiva sotto il sottile strato dei suoi pensieri,lo faceva sentire insicuro e questa cosa,per un guerriero,per un uomo come lui,lo percepiva ai limiti del proprio orgoglio,tanto,da fargli sentire cosa fosse la cosa che voleva rigettare di se stesso per quello stato del suo essere. La vergogna. Odiava sentirsi così,ma almeno,poteva sempre tentare di nasconderlo...quando ci riusciva. Ricordava ancora quando Toran lo aveva stretto a se dopo che lui,fuori controllo delle proprie azioni aveva rischiato di ucciderla e lei in cambio,lo aveva abbracciato percependo in lui lo stato di paura e smarrimento che nella normalità di tutti i giorni,non avrebbe mai osato mostrare a qualcuno,nemmeno a se stesso e questo lo faceva sentire vulnerabile. E a lui non piaceva sentirsi vulnerabile. Continuarono a camminare fino a quando,superati diversi tornanti della seconda misteriosa galleria,giunsero infine ad un altra porta. Ma questa era una porta alla quale Sesshomaru,non era pronto a rivedere. La porta nera era di nuovo li. Non poteva essere,non ci credeva,non ci voleva credere, sbatté le palpebre come a voler scacciare quella visione,svanì. In realtà era ancora li,ma questa volta era diversa,fisica e presente e di fronte a lui, o meglio, a loro,era reale,quindi non era la stessa porta,gli assomigliava,ma non era quella. Il grande rettangolo nero sembrava fatto di pietra,ma il suo strano aspetto la faceva sembrare così fuori luogo con il resto della struttura,come se non gli appartenesse. Non sapeva cosa pensare,forse in quel momento,non intendeva farlo.

“Strano ingresso per essere dentro una tomba. Di certo ha un aspetto singolare,mai visto nulla di simile. Vediamo cosa c'è dall'altra parte.”, Disse Urtak stupito dalla nuova scoperta.

Urtak,Toran e Koga passarono l'ingresso come se fosse solo un punto di passaggio come un altro e solo Ezio e Sesshomaru furono gli ultimi a restare nello stesso punto in cui si erano fermati ed entrambi guardarono all'ingresso della nuova area in due maniere differenti. Uno con timore celato,l'altro,con curioso interesse.

“Curioso trovarlo anche qui.”,disse Ezio parlando a se stesso.

“Di che parli?”,chiese Sesshomaru mentre cercava di tenere a freno il suo fastidio.

“No niente,una volta mi è capitato di vedere una porta simile nella mia terra d'origine...”

L'assassino si girò verso Sesshomaru con aria divertita

“Guarda un po' com'è piccolo il mondo. O sarebbe meglio dire i mondi?”

Poi l'assassino entrò lasciando Sesshomaru da solo,con i suoi tormenti personali. Guardò l'ingresso ancora una volta e si riscosse dal timore che provò in quel momento. Non era da lui cedere alla paura,non lui,Sesshomaru,figlio di Inutaisho,lasciarsi spaventare da una sciocchezza simile. Così si disse e infine passò anche lui. Una volta giunto dall'altra vide subito gli altri fermi di fronte a lui come statue e occludendogli la visuale su quello che c'era davanti a loro.

“Che fate li impalati? Perché vi siete fermati?”

E appena li raggiunse ecco che infine a che lui vide quello che videro loro...e ne fu rapito.

Dapprima non si accorse del luogo in cui si era inoltrato,una gigantesca caverna naturale,dove dalla pietra in diversi punti in lontananza numerose piccole cascate cadevano nel vuoto,ancor più in profondità di quell'antico e misterioso luogo e più in alto,sopra le loro teste,un enorme semisfera lucente,simile alle piccole pietre della stanza di sopra,ma di dimensioni molto,ma molto più grandi illuminava tutta l'area,come un sole in miniatura,con una luce ampia,ma non così accecante come l'astro del giorno. Sesshomaru non sapeva come spiegarselo,ma aveva la sensazione che quella luce fosse finta,come artificiale e sotto di essa uno spettacolo che mai si sarebbe aspettato di vedere.

“Ma cosa...”

Sesshomaru non riuscì a terminare la frase poiché subì lo stesso effetto degli altri suoi compari. Sotto la grande semisfera artificiale vi era presente un gigantesco albero,tanto grande da far impallidire l'insieme di tutti i vegetali presenti in superficie che circondavano le colline attorno al sacro suolo degli shika. Dall'aspetto pareva essere un immenso abete rosso,li,solitario,come un monumento naturale alla sacralità di quel luogo. L'unica cosa a dividere loro da quel gradissimo vegetale però era uno stretto passaggio,largo a malapena per una persona e ai lati,un burrone a strapiombo profondo più di trenta metri dove neanche si riusciva a vedere il fondo,tanto scendeva l'abisso che cadere la sotto voleva dire sprofondare nelle viscere della terra.

“Beh,l'onore a chi é di casa. Quindi carissimo,dopo di te.”,disse Ezio facendo spazio a Urtak e invitandolo ad avanzare.

Lo sciamano guardò un attimo l'oscuro ventre della montagna sotto di lui e vide,spuntare dalla roccia posta dall'altra parte del precipizio strane protuberanze contorte uscire dalla roccia e allungarsi fino al punto più in basso che si riuscisse a scorgere ad occhio nudo.

“Radici.”,disse Urtak stupito.

“Come?”

“Radici. Ci sono delle gigantesche radici spuntare dalla roccia,laggiù,sul fondo,le vedete?”

Ezio dovette sforzare un po' di più la vista nonostante per i suoi limiti umani fosse più che sorprendete,complice anche l'addestramento e all'esperienza acquisita nel corso degli anni,mentre per gli yokai fu naturalmente più facile notare quella curiosa anomalia molto distante tra loro.

“Accidenti ha ragione. Ma che diamine ci fa un albero così' grande quaggiù? Non ci capisco più niente.”,disse Koga in tono lamentoso.

“Andiamo a scoprirlo.”

E fu così che uno alla volta si misero in fila sullo stretto passaggio di pietra e procedendo lentamente verso l'altro versante del burrone. La luce sopra le loro teste appariva come una presenza inquietante,un finto sole posto contro il soffitto della grande caverna naturale,illuminando il tutto con quella luce innaturale e sinistra. Perché mai una cosa simile si trovava la sotto? E l'albero? Perché mai un albero doveva trovarsi nel sottosuolo e non all'aria aperta con tutti i suoi simili,ammesso che alberi di simili dimensioni potessero esserci da quelle parti. Quello che si aspettava avrebbe dovuto essere la fonte delle risposte che andava cercando era divenuto un mistero dentro un altro mistero. Cosa c'era in quel luogo che Otsune desiderasse a tal punto da mandare migliaia di ainu solo per impossessarsi di una rovina disabitata e Akira,il dannato Akira,come Sesshomaru pensava al suo nuovo nemico col titolo che secondo lui pareva il più adatto, qual'era il suo ruolo esatto in quella storia? Certo,lui stesso aveva detto ad Urtak e ad Ayame che quel dayokai era uno studioso di storia,cosa che aveva intuito dai numerosi reperti e ritrovamenti che aveva visto alla festa tenutasi al castello del maestro templare,ma in cosa nello specifico Akira stava cercando? Aveva più informazioni di loro? E se si,quanto vantaggio aveva su di loro in fatto di conoscenze riguardo alla storia di quell'antico e misterioso cane del passato? Sesshomaru non poteva esserne certo,non era certo su niente,a dirla tutta,la certezza in quello che credeva vero e falso era andata in malora da quando aveva incontrato il gran maestro alla porta del suo castello,in attesa che si aprisse la porta,o meglio,in attesa del primogenito di Inutaisho si facesse avanti e cadesse nella sua trappola. Si,in effetti,una cosa l'aveva capita su quella storia tra Akira e Naraku,i due avevano un tratto in comune,tessevano ragnatele di intrighi nella stessa ignobile,perfida e sinistra maniera. Lo strapiombo pareva nero come le tenebre tanto era profondo l'abisso e guardando in basso,si aveva la sensazione che ci si sentisse assorbiti da quella oscurità,più si avvicinavano all'albero e più si rendevano conto che le radici del gigantesco acero erano in realtà di dimensioni mastodontiche,ognuna della larghezza di trenta metri,con le loro forme ondeggianti che entravano ed uscivano dalla struttura stessa della caverna e in mezzo ad esse,pareva ci fosse qualcosa. All'inizio sembravano solo cumuli di pietra staccatasi dal resto del sottosuolo che si erano staccati per poi rimanere incastrati tra le radici di quell'incredibile vegetale,ma con un po' più di attenzione ci si poteva accorgere che le forme di quelle pietre avevano forme fin troppo regolari,rettangoli di pietra dai contorni troppo precisi e l'aspetto per nulla naturale. Ad ogni passo che facevano in avanti percepivano una strana energia provenire dall'albero,una specie di rimbombo che scuoteva leggermente la caverna e anche il gruppo,come un onda invisibile che si infrange delicatamente su ogni ostacolo che gli si pone davanti.

“Lo sentite anche voi?”,chiese Toran allarmata da quella strana forza che le veniva incontro.

“Si,ma non riesco a capire cosa sia,che sia il vento?”,chiese Koga cercando di rispondere alla domanda della pantera.

“No,viene dall'albero...”,disse Urtak senza alcuna esitazione nelle sue parole, “L'energia che sentite e la stessa che Marsatap a usato contro di noi durante il combattimento di prima,ma in una forma più lieve. Però,il modo in cui si distribuisce e la sua fonte sono differenti,qui sotto non mi pare di aver visto collegamenti con l'esterno e anche se fosse,il vento per entrare qui dentro dovrebbe fare molta strada per arrivare e siamo molto in profondità perché una semplice brezza possa giungere fin qui. L'unica fonte di vita che percepisco qui e quell'immenso acero che abbiamo di fronte. Mi chiedo come sia possibile che riesca a vivere qui dentro. Posso capire come possa prendere acqua e luce qui sotto. Per la luce la fonte mi pare evidente,anche se non so come sia alimentato,non percepisco alcune energia naturale in essa,mentre per l'acqua quelle radici scendono fin dentro l'abisso e questo mi fa pensare che ci sia una notevole fonte d'acqua la sotto. Il problema e l'aria.”

“L'aria?”,chiese Ezio curioso.

“Aria. Proprio come tutti gli esseri viventi in grado di respirare a bisogno di aria per continuare ad vivere,ma qui non c'è né o meglio,non dovrebbe essercene abbastanza per un albero così grande. Ma qui non ci sono contatti diretti con la superficie ed è impossibile che possa produrne così tanta solo per respirare qui dentro. Maggiore è la quantità di spazio libero e di vento disponibile in un ambiente,maggiore e la quantità di aria presente in quello spazio. Quindi,per le mie conoscenze quest'albero in realtà non potrebbe nemmeno sopravvivere qui sotto,figuriamoci raggiungere quelle dimensioni.

“In breve, questo gigantesco vegetale e una contraddizione della sua stessa natura.”

“Per essere esatti,si.”

Una volta superato l'immenso baratro sotto di loro si ritrovarono sull'altro versante della caverna. Il grande albero sembrava dal loro nuovo punto di vista un palazzo altissimo,si ergeva di fronte a quei visitatori come un imponente costruzione posta a schiacciare l'animo di chiunque osasse paragonarsi alla sua stazza e alla sua altezza. Ma l'impressione lasciava spazio alla sensazione,poiché le continue onde che emanava l'albero davano la parvenza a coloro che le percepivano come un energia calma,lenta,ma continua e presente,che batteva sulla loro pelle con un ritmo pacato ed infinito,come il battito di un cuore,un grande organo a movimento continuo,vivo e pulsante,anzi,pareva veramente un cuore vero e proprio,perché ora che si erano fatti più vicini all'acero anche le loro orecchie parevano percepire il battito del grande essere ligneo. Si guardarono attorno e non videro niente di significativo che potesse dar loro un indizio del perché di quel grande albero sottoterra,non un murale,un disegno sul pavimento roccioso,non uno scheletro,una statua. Niente,assolutamente niente. Fecero qualche passo più avanti e l'energia si fece più forte,tanto che adesso pareva l'acero non volesse che si avvicinassero più di così.

“Perché non riusciamo ad avanzare?”,chiese Sesshomaru irritato.

“In qualche modo l'energia dentro l'albero e così' forte da non farci passare.”,disse Urtak incerto sull'attuale problema.

“Che ci sia una barriera che avvolge l'albero?”

“No,una barriera quando si manifesta ha uno strato solido è immobile,ma questa sembra un tipo di difesa completamente differente. Più tentiamo di forzare l'avanzata verso l'albero più questo ci spinge indietro.

“E immagino che se provassi a distruggerlo non sarebbe una buona idea.”

“No,primo perché non sappiamo cosa potrebbe accadere in caso di attacco,secondo non sappiamo del motivo per la quale si trovi qui,il che è decisamente singolare e terzo...”

“E terzo?”

Urtak lo fissò dritto negli occhi con uno sguardo all'apparenza calmo e pacato,ma ad uno sguardo più attento nelle sue pupille si notava una certa intensità mista ad una buona dose di fermezza.

“Come ti ho portato qui sottoterra ti ci posso anche lasciare. Come ho già spiegato questa terra e sacra alla mia gente e dato che sono responsabile della sua salvaguardia anche l'albero gradirei restasse intero visto che ne fa parte. Sarei grato che da alleato non diventasse un profanatore.”

Sesshomaru non diede segno di essersi offeso a quella che pareva ben più di una semplice minaccia. Solitamente non era il tipo da lasciar perdere simili provocazioni e dato il suo ego era pronto a battersi in qualsiasi momento. Però, da parte dello sciamano percepì alcuna violenza o istinto battagliero,anzi,pareva semplicemente apatico,come un tutore che sta spiegando i dettagli di una lezione su una qualche materia complicata più che un attento alla sua vita. Aveva capito l'antifona,quella non era la sua terra e li le cose erano differenti. Meglio andarci cauto con quell'hanyou dalle corna di cervo.

“Se lo dici tu.”

Si limitò a dire l'inuyokai e ognuno tornò nei propri ranghi,senza rabbia e senza rancore. Così,come se nulla fosse.

“Bene,adesso che facciamo?”,chiese Toran diretta a tutto il gruppo.

“Io direi di tornare indietro e raggiungere la tribù,mia moglie sarà in pensiero e lasciarla con Ginta ed Hakkaku non mi lascia tranquillo. Tanto sappiamo dove sono diretti vero?”

“Mi trovo d'accordo...”,intervenne Ezio, “Siamo stanchi,sicuramente abbiamo passato l'ora di pranzo e se devo essere sincero,mi serve un po' d'aria,non so voi ma io qui sotto mi sento soffocare.”

“Bene, a questo punto ci conviene tornare in superficie...”disse Urtak rivolgendosi agli altri quattro, “C'è un villaggio non lontano da qui ed è abbandonato da tempo,a parte il cibo che dovremmo procurarci,le abitazioni sono ancora in buono stato e si trova vicino al fiume che scorre verso valle. Possiamo riposarci è continuare in un secondo momento.”

“Voi andate se volete,ma io resto.”,disse Sesshomaru rivolto verso l'albero.

“Sesshomaru,possiamo sempre tornare in secondo momento,non c'è bisogno di sforzarsi. Non hai bisogno di affaticarti più del dovuto.”,disse Toran in tono cordiale.

“Forse sono vicino ad avere una risposta Toran,voglio sapere del perché mi sono spinto fino a qui.”

“Siamo a malapena usciti interi da uno scontro che abbiamo rischiato di perdere. Te lo chiedo per favore,riposati e recupera le forze,ma non continuare ad avanzare se non sei certo di trovare quello che cerchi.”

Sesshomaru non seppe come ribattere a quel rimprovero,tanto critico quanto gentile. Dal tono di voce lei aveva cercato di coprire il più possibile agli altri che non fossero l'inuyokai il sentimento che ormai la legava a lui,ma Sesshomaru era stato bravo a notare quella dolcezza tanto acuta quanto la determinazione della pantera,quasi pari alla testardaggine del guerriero dalla chioma argentea. Voleva avanzare,voleva andare avanti,tornare indietro non era da lui,avanzare,combattere e vincere...o morire nel tentativo,lui era fatto così,il venire a sapere della presenza di Kagura e di Akira e della sua allenza con Naraku aveva aumentato i sospetti già presenti nella mente del cane,che non si era minimamente fermato a riflettere,a chiedersi: ho davvero bisogno di avanzare così ferocemente? Ho davvero bisogno di andare avanti con un apparente spavalderia,quando in realtà dentro il suo animo l'incertezza regnava sovrana? Un lampo improvvisò squarciò la marea dei suoi pensieri e gli venne nuovamente alla memoria quella notte,quando fuori controllo divenne succube del male che lo tormentava. Ricordava ancora il calore di quell'abbraccio,la morbidezza della sua carne e la sicurezza di sapere che un tenero tocco lo avrebbe nuovamente accolto,al sicuro,dalle incertezze di quel nuovo mondo che stava scoprendo dentro di se,come una nave in mezzo alla tempesta che raggiunge un porto a lei amica,come la katana che torna al riparo nel suo fodero. Già,la katana e il suo fodero,da tempo non pensava più a questa analogia,lui katana e lei fodero,lui allo scoperto e lei rifugio sicuro.

“D'accordo,torniamo indietro...ma pretendo ancora di avere le mie risposte”

Non disse altro,Sesshomaru non ebbe bisogno. Aveva bisogno di tornare in superficie,aveva bisogno di sentire l'odore dell'aria fresca,della vista del cielo sopra di lui,delle foreste,dei fiume,del vento,del sole e della pioggia. Agli altri il tetro buio delle profondità della terra,ma che lasciassero a lui la libertà dei paesaggi aperti. Per lui la libertà era nel poter andare dove voleva quando voleva,mentre laggiù si sentiva prigioniero. A qualcun altro l'abisso,lui,ne avrebbe fatto volentieri a meno.

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Capitolo 20
*** Una voce nel buio ***


Calò la sera,sul piccolo villaggio nella quale Urtak portò gli stranieri a riposarsi. Qualche tempo prima,come ricordava ancora lo sciamano quello era un villaggio abitato si e no da una piccola comunità della tribù degli Shika,a guardia del posto e di tanto in tanto,anche altri viaggiatori nel territorio,tra cui altri yokai,ma anche hanyou e umani erano i benvenuti,dato che del resto tutti si consideravano tra di loro sotto un solo ed unico nome. Ainu. Ma questo era prima che Otsune prese il potere e si dichiarasse, senza permesso alcuno se non il proprio, di darsi il titolo di regina di tutti gli ainu e protettrice di tutte le tradizioni dell'Hokkaido. Niente di più lontano dalla verità e lui lo sapeva bene. Ma non aveva intenzione di pensare al passato,non quella sera almeno. Il villaggio nella quale si trovavano era composto da poco più da una decina di piccole casupole dette cise,abitazioni familiari composte da sostegni di legno,con i muri e tetti fatti di paglia intrecciata e tutto montato senza ausilio di chiodi e di altri sostegni in metallo,vi era anche presente un nusasan, un piccolo altare composto semplicemente da un sottile sostegno di legno sulla quale erano appoggiati dei bastoni votivi dalla punta ornata da fili di paglia intrecciata,posto al centro del villaggio e da tempo ormai in disuso da quando si facevano i rituali propizi per il bene della piccola comunità. Ora tutto ciò che restava erano delle case disabitate e...loro. Urtak stava compiendo alcune preghiere verso alcune importanti divinità di quella terra ancestrale e nel mentre,batteva ritmicamente le mani. Chiamò a se Kandakoro, dio del cielo, Huci, dea della terra,Topakcup,dea del sole e altri kamui e nel mentre,vide come gli stranieri del sud e quello strano umano incappucciato,dalle vesti,i modi e quel poco del viso che riusciva a scorgere pareva così diverso dal resto del gruppo,si domandava se la loro presenza potesse veramente fare la differenza per la battaglia che si stava svolgendo li,in quella landa selvaggia e antica che era la sua casa. Quando finì si girò e tornò al punto stabilito in cui avevano deciso di allestire il fuoco e preparare la cena. Non ci volle molto per preparare il tutto dato che stavolta fu Toran ad andare a caccia,portando al gruppo due cinghiali belli pasciuti,mentre per la legna non ci fu bisogno di andarla a cercare,vista l'abbondanza di ciocchi di legno già presenti nel piccolo insediamento. Sesshomaru e Koga invece si misero a fare la guardia,anche se sia nel caso di entrambi gli yokai ne approfittarono per recuperare le energie e non fare più nulla per il resto della serata. Con tutti i muscoli che chiedevano pietà dalla fatica e le ferite che avevano subito durato il lungo scontro,sopratutto Koga che era svenuto durante il potente urlo di Sarmatap e Sesshomaru,che aveva retto fino alla fine e dando il fatale colpo al tengu,ponendo così fine alla lotta per il possesso del tempio. Si accese il fuoco,si accese semplicemente con l'utilizzo di una pietra focaia,presente in tutte le case,aprirono le carcasse le misero a cuocere e aspettarono che si cuocessero,tranne Urtak e Koga,il primo perché aveva recuperato nel pomeriggio alcune piante e radici commestibili per i cervi e quindi di carne,in parte per la sua natura,non intendeva mangiarla e poi lo yoro,che prese parte dei due animali uccisi e iniziò a mangiarli crudi,strappando e masticando rumorosamente la carne da pelle e ossa con artigli e zanne,senza il ben che minimo decoro,cosa alla quale Ezio non si era ancora abituato e che ancora gli faceva un po' senso,ma che tuttavia non si sentiva di giudicare dato di essere uno straniero in un mondo a lui estraneo.

“Muoio di fame e sono sfinito. Era da tempo che non mi trovavo in mezzo ad un campo di battaglia,da quella volta in Spagna, a Viana.”,disse Ezio mentre osservava famelico il cinghiale che stava cuocendo.

“E quella volta che abbiamo salvato Sesshomaru poco fuori il castello di Akira?”,disse Toran senza cogliere il riferimento dell'assassino.

“Quella volta avevamo i numeri e il vantaggio della sorpresa. Anche se l'attacco al castello è stato un fiasco su tutta la linea. L'idea non era malvagia,ma il modo in cui hanno saputo difendersi e stato rapido ed efficace.”

“Già.”

Sesshomaru,che stava ascoltando in silenzio non volle intervenire nel discorso. Avrebbe potuto ma rammentare il fatto di essere stato ridotto ad una pezzuola per pulire i pavimenti da uno yokai che sembrava più un presuntuoso erudito che abile combattente prendeva il suo orgoglio e lo accartocciava come se fosse carta straccia. Per prima volta nella sua vita un altro yokai non solo lo aveva sconfitto,ma lo aveva umiliato platealmente e,con solo l'ausilio di pugni e calci. Dire umiliante era un eufemismo.

“Comunque,ora dobbiamo porci una domanda...”,disse Ezio facendo una piccola pausa, “Qualcuno ha qualche idea su come avvicinarsi a quell'albero?”

Nessuno di loro parve voler dare una risposta a quel dilemma facendo cadere l'intero gruppo in un silenzio tale,che l'unica che si sentì era il crepitio del fuoco.

“Nessuno? Ma proprio nessuno? Ci sono voluti tre di noi per riuscire a risolvere un rompicapo e adesso nessuno tra di noi riesce a spremere le meningi? Bisogna dirlo gente,così e far pena.”

“L'energia che pervade l'albero e antica e potente e quello che abbiamo trovato sul fondo sfugge completamente alla nostra comprensione.”,disse Urtak pensieroso. “L'albero,le radici e quella grande luce sul soffitto della caverna. Non c'è nulla nelle mie conoscenze che riesce a spiegare quello che abbiamo trovato li sotto. Forse dovrei consultare i saggi della mia gente,loro potrebbero saperne di più.”

“A questo punto mi pare ovvio che siamo ad un vicolo cieco. Per ora mangiamo,riposiamo e poi ci rimettiamo a lavoro. Speriamo solo che nel mentre questo luogo non subisca un altro attacco.

E fu così che la serata passò placidamente e senza complicazioni. Appena la carne fu pronta tutti si misero a mangiare le due prede catturate e Urtak si saziò con i suoi vegetali e le sue piante,che lo saziarono adeguatamente,allo stesso modo di come avrebbe fatto con un qualunque ruminante. Finita la cena Koga si occupò di prendere le ossa dei cinghiali e seppellirli da qualche,non tanto per il timore di qualche animale selvatico,uno solo di loro avrebbe vinto facilmente in caso un predatore si fosse fatto troppo audace per un bottino così magro,quanto piuttosto per evitare visite indesiderate. Un fuoco accesso in un villaggio disabitato era un segnale più che sufficiente,ma almeno quello faceva luce e scaldava la zona,cosa che per l'unico umano del gruppo era un vantaggio più che gradito.”

“Ezio.”,

L'inuyokai volle chiamare a se l'assassino.

“Si?”

“Riguardo a quello che ti ho detto stamattina. Su quella lingua che hai nominato oggi. Cosa sai dirmi a riguardo?”

“Beh,provo a spiegartelo in maniera abbastanza semplice. Il latino e una lingua che un tempo veniva largamente usata ai tempi di una vasta nazione conosciuta come impero romano, o più semplicemente col nome della sua capitale,Roma.”

“Ed era molto grande questa...Roma?”

“Eccome vantava un territorio molto grande,ha dominato sue tre continenti e...”

L'espressione di Sesshomaru da impassibile passò alla sorpresa,con sguardo irritato.

“Tre continenti? Semmai il continente”,disse Sesshomaru piccato.

“No,sono tre continenti...Europa,Africa e Asia. Anzi no,una volta in una missione ho conosciuto un uomo che era salpato dalla spagna e che per caso aveva trovato un nuova terra oltre il mare. Ma tornando a noi. Roma era un impero molto largo,le sue armate avevano conquistato una buona fetta di terra emersa e insieme alle città già conquistate nei secoli se ne costruirono di nuove. Miriadi di popoli,piccoli e grandi vennero assimilati al suo interno,con la politica o la guerra e con i popoli assimilarono non solo nuove tattiche e strategie da usare in guerra,ma anche nuove conoscenze di ogni sorta,che andassero dall'agricoltura all'artigianato,dall'arte alla filosofia,dall'economia ai nuovi campi riguardanti lo studio del mondo naturale e la scienza.”

Scienza,una parola piccola,senza importanza per Sesshomaru...se non fosse che lo stesso Akira la usò una sola volta,alla festa,quando scesero nei meandri del castello per mezzo di quello strano marchingegno in grado di spostarsi da solo. Ma un dettaglio così piccolo non era una grande rivelazione in se,ma forse,anche Akira poteva essere a conoscenza di quella lingua estranea alla sua mente e si chiese,per un solo istante, se Akira non potesse saperne di più su quella storia,ma per ora decise di tenere quel dubbio per se.

“E cosa avrebbe a che fare questo popolo con me?”

“Beh l'impero in se dubito possa avere a che fare qualcosa con te. Roma come impero non esiste più da diversi secoli,piuttosto è la lingua in se che potrebbe essere un problema.”

“Perché?”

“Perché come lingua è ancora studiata oggi giorno. Si usa ancora in molti ambiti di studio,letteratura e le glorie di quell'antico impero non sono state per nulla dimenticate,ma per il resto è una lingua morta. Da dove vengo io molti sono i potenti che si sentono in diritto di essere i degni successori di Roma,ma ormai e storia passata. Il che però non risponde alla domanda più importante che dobbiamo porci.”

“Per quale ragione sono venuto a conoscenza di una lingua di un popolo della quale non ho mai sentito nominare?”

“Esatto. Ma temo che per ora,questo,non sia il nostro problema principale.”

“E quindi?”

“E quindi cosa?”

“Finisce così la tua spiegazione?”

“Si. Hai voluto sapere cosa fosse il latino è ti ho risposto. Il perché tu ne sia entrato in contatto non mi è dato saperlo.”

Ezio si alzò dal suo posto e iniziò ad incamminarsi verso il confine del villaggio.”

“Aspetta.”

Disse Sesshomaru volendo richiamare a se il maestro assassino.

“Ho un ultima cosa da chiederti. Conosci te stesso,qual è il senso della frase?”

Ezio voltò leggermente il capo senza girarsi completamente,dando quell'aspetto di se che lo faceva apparire oscuro ed enigmatico,un aspetto di Ezio che era in contrasto l'umano dal carattere aperto e schietto che mostrava nella maggior parte del tempo.

“Temet nosce. Per molti il significato esatto della frase vuol dire che quando sai chi sei,sai qual è il tuo posto e che se lo sai,non oserai più di quanto non ti sia concesso. Ma in un altra interpretazione può anche voler dire che chi cerca la propria verità deve scavare dentro di se,nella parte più profonda e oscura dell'io. Ma potrebbe non piacerti quello che troverai.”

E infine si allontanò,lasciando solo Sesshomaru con i suoi dubbi e le sue incertezze. Avrebbe voluto seguirlo,prenderlo per il colletto e sbatterlo contro una casa o contro il terreno,qualunque cosa sarebbe andata bene in quel momento. Odiava quando quell'umano,come lo diceva a lui a se stesso, faceva il saggio criptico ed enigmatico,con quelle risposte che secondo lui erano solo tanti giri di parole,con una bella struttura,ma dalla sostanza debole e prive di spirito. Era un guerriero per la miseria,una risposta per lui doveva essere diretta,forte,che andava presa di petto,quel genere di filosofia spicciola era una cosa che mal digeriva. Con un senso di volta stomaco per quello che aveva ricevuto come una risposta,si allontanò dal fuoco e decise di andare a dormire. Sapeva in quale casa si era diretta Toran,ma per quella notte,decise di stare da solo. Entro in una cise a caso,la prima che vide e irritato per quei pensieri si coricò su una stuoia di paglia lasciata a se stessa e si coricò,attendendo che il sonno facesse sprofondare i suoi sensi,nell'attesa del mattino dopo. Forse il furore della battaglia gli circolava ancora nelle vene,forse era per le ferite che si stavano ancora rimarginando,oppure era per tutte le scoperte che aveva fatto quel giorno,ma in un caso o nell'altro,la sua mente non sprofondò nell'oblio del riposo ristoratore. Aprì nuovamente gli occhi e si mise a guardare il soffitto. Gli pareva strano che per una sola sera che non dormiva insieme alla pantera non riuscisse ad addormentarsi,certo,non che avesse necessariamente bisogno di lei per cedere alla stanchezza. Ma per quanto volesse andare da lei preferì stare per conto proprio,vivendo quello strano conflitto con se stesso. Andare da lei o rimuginare nella chiarezza della solitudine. Avrebbe voluto coricarsi con lei,odorare col suo fine olfatto da cane la pelle candida della ragazza che tanto lo attraeva,sentire la morbidezza della sua pelle sulla sua e nel profondo,assaggiare la sua carne e farle assaporare la sua,poiché la voglia era forte,nonostante il rispetto che portava alla sacralità di lei. Ma allora perché separarsi da quel piacere,da quelle mani che lo avrebbero accolto,da quello labbra che reclamavano un altro bacio,un altro e poi un altro ancora? Non seppe spiegarselo eppure stavolta,non fu il timore di farle nuovamente male,no,era diverso. Ripensò ai disegni che aveva visto in quella galleria,alla tomba sotterranea,l'inquietante ingresso in fondo alla sala e poi l'albero sottoterra e tutte le stranezze che li avevano visto. Gli parvero vivide e presenti li con lui,quelle immagini,quelle sensazioni,quegli odori e quei suoni erano ancora li con lui,non riusciva a staccarsela dalla testa,si disse di non pensarci,anzi,ordinò a se stesso di non pensarci,ma forse,era per il fatto di essere troppo testardo per sottostare agli ordini di qualcuno che non diede ascolto nemmeno a se stesso. Buffo pensò, Sesshomaru non sottostava nemmeno agli ordini di Sesshomaru, un enigmatico controsenso. Si volse su un fianco e vide il proprio braccio disteso. Che strano,non ricordava di averlo allungato e poi vide che la sua mano era impegnata ad afferrare qualcosa,cosa ancora più strana,non percepiva il tatto e poi la vide,la tavoletta. La tavoletta di pietra era nella sua mano insensibile.

“Ma cosa...”

Non completò la frase che uno spasmo improvviso gli fece sobbalzare tutta la testa come se avesse ricevuto un forte colpo alla nuca. Era ancora cosciente e tentò di ribellarsi alla quella situazione,ma il corpo non rispondeva e con la testa ancora girata di lato gli parve che il segno sul polso si stesse allungando verso tutta la mano,formando linee dalla precisione geometrica che andavano fino alla punta delle dita e poi giungere alla tavoletta. La testa si fece leggera,gli occhi si fecero bianchi,come se le pupille avessero smesso di esistere e rimase immobile,come un pesce lesso. Cadde nell'incoscienza. Cadde nell'oblio.


Urtak aveva deciso che il suo giaciglio sarebbe stato il nudo terreno del villaggio,precisamente vicino al nusasan,dove il valore del piccolo ed umile altare lo avrebbe fatto sentire più vicino alla sua fede ed anche con le forze ancestrali che tutti gli Ainu,temevano e rispettavano in egual misura. Iniziò a coricarsi deciso a recuperare le forze che la sua magia gli aveva portato via,quando all'improvviso sentì alcuni passi dietro di lui,si voltò e vide Koga,anche se con il suo udito da cervo,non gli fu difficile capire chi fosse,prima ancora di girarsi.

“Di cosa hai bisogno,giovane capo della tua tribù?”

“Sai perché sono qui.”

“Si,dobbiamo affrontare questo argomento,ma non adesso. I cervi favoriscono il giorno per le loro attività.”

“E i lupi favoriscono la notte per le loro.”

Urtak si mise a sedere a gambe incrociate e fissò lo yoro dritto negli occhi.

“Così la natura a stabilito.”

Koga si sedette di fronte allo sciamano imitandolo quasi del tutto nella posa,ma lui pareva più sgraziato e teneva le braccia incrociate al petto,con fare autorevole.

“Ho contribuito alla difesa del tempio della tua gente,questo dovrà pur dire qualcosa.”

“Certo. Ma sai che non è me che non devi cercare di convincere. Le antiche leggi parlano chiaro. Sai bene che tu e il tuo clan siete stranieri in questa terra.”

“Ma Ayame non c'entra nulla con questa storia.”

“No infatti e per la tribù dalla quale discende per lei non ci sono problemi,ma gli antichi rancori sono duri a morire,specie per gli yokai di queste terre. Loro non hanno dimenticato le antiche storie. Molti di voi si.”

Lo yoro parve incupirsi e con lo sguardo perso nel vuoto iniziò a immagine il peggio per la sua tribù.

“Quindi,stai dicendo che non avremo mai un luogo da chiamare casa?”

“Dico che avere una casa nel vostro caso sarà difficile. I lupi di queste terre non si faranno problemi ad accogliervi. Sono gli altri il vero problema. Ma aiuterò come posso come tramite della vostra causa.”

“Non ho ancora capito perché lo fai. Tu che ci guadagni?”

“Sapere che gli Ainu devono imparare a guardare avanti,pur rispettando il loro passato. Una cosa che Otsune e prima ancora l'odio accumulato per l'esterno,in secoli di guerre,stermini e razzie contro di noi,ci impediscono di sopravvivere contro un futuro incerto. Questo è il mio guadagno.”

Appena smise di parlare notò in lontananza,tra gli spazi di alcune case illuminate a malapena dal chiarore della luna coperta in parte dalle nubi notturne una figura muoversi ai margini del suo spettro visivo,in quanto i cervi di notte non hanno una buona vista,ma compensano lo svantaggio con un udito finissimo,pari,se non superiore a quello dei cani. Ed infatti,riuscì a distinguere il passo di Sesshomaru era ben udibile per il cervo,mentre Koga pareva distratto dai suoi pensieri vide Urtak alzarsi improvvisamente e sul volto dell'hanyou era comparsa un espressione fin troppo seria,persino per lui.

“Che ti prende Urtak?”

“Il cane,laggiù...”

E lo shika indicò col dito la posizione del cane e a quel punto lo vide anche Koga.

“Ma dove sta andando a quest'ora della sera?”

“Non lo so...non mi pare che abbia una ragione per allontanarsi.”

“E che c'è di strano? Basta chiedere...”

Koga non si interrogò troppo sulla cosa decise semplicemente di mettersi ad urlare.

“EHI TU,DOVE VAI A QUEST'ORA?”

L'inuyokai non rispose e semplicemente continuò ad avanzare,come se nulla fosse.

“EHI,CAGNACCIO,SEI DIVENTATO SORDO O COSA?”

Non gli prestò attenzione neanche questa volta. Koga spazientito da quell'atteggiamento menefreghista si voltò verso Urtak pieno di collera.

“Hai visto che tipo? Quello pensa di fare quello che gli pare e piace senza spiegare niente a nessuno. Questa è una mancanza di rispetto verso il sottoscritto. Sai che c'è? Adesso gliela faccio vedere io. Quell'arrogante botolo schizzinoso con la puzza sotto il naso che non è altro...”

“Fermo.”

Lo yoro sul punto di alzarsi e bloccò sul posto alla richiesta dello sciamano,che lo aveva afferrato per un pezzo di pelliccia di lupo che indossava poco sotto il pettorale tirandolo a terra lievemente,come a indicargli stare fermo

“Che ti prende cerbiatto?...”

“Non mi piace.”

Koga non capì cosa intendeva dire Urtak con quelle parole e vederne il volto teso in un espressione allarmata.

“Cosa non ti piace?”,chiese Koga preoccupato

“Sesshomaru...Non so come spiegarlo,ma c'è qualcosa di strano.”

“Dimmi qualcosa che non so.”

“Che non dovresti avvicinarti troppo. La sua aura è...anomala. Non so come spiegarlo.”

“Ah si? Beh,visto che non lo sai spiegare,lascia che sia a trovare una risposta...”

Koga si allontanò dalla flebile presa dell'ainu.

“Alla mia maniera.”

Non perse tempo e scattò in direzione dell'inuyokai certo che lo stesse sentendo arrivare. Non aveva intenzione di fargli male,anche perché non aveva un vero motivo per aggredirlo,ma forse un bello scossone gli avrebbe messo un po' di sale in zucca e non avrebbe più avuto la brillante idea di andarsene senza avvertire nessuno. Saltò per un paio di metri in alto,formando una traiettoria ad arco e a mezz'aria preparò uno dei suoi calci migliori,uno di quelli lunghi che gli piaceva usare negli scatti frontali,per scaricare l'intera forza nei muscoli della gamba,dalla coscia alla punta dei piedi e poi scaricare tutta la forza dell'impatto nel palmo del piede. Ma lui ci sarebbe andato piano,anche se era imparentato con quel botolo ringhioso,come lui piaceva definire Inuyasha.

“FINISCILA DI FARE IL GRADASSO.”, urlò prima che il colpo arrivasse a destinazione.

O almeno era quello che sarebbe avvenuto. Se non fosse che all'ultimo momento,con la coda dell'occhio,vide qualcosa illuminarsi in una della mani di Sesshomaru. Non capì cosa accadde,ne come,ma non fece in tempo a toccarlo che fu respinto da qualcosa che non riuscì ad evitare. Una barriera,una forza,non sapeva cosa fosse,ma fu rispedito indietro con il doppio della forza che aveva messo nel colpo,tanto che sentì i muscoli della gamba dolergli,come se avessero subito una forte pressione. Sbalzato a terra e spinto lontano,quasi a giungere nuovamente dallo sciamano,che lo raggiunse immediatamente,preoccupato per la bravata del lupo.

“Idiota,te l'avevo detto che non ti saresti dovuto avvicinare.” lo rimproverò Urtak con voce nervosa,emntre si abbassava a controllare le condizione dello yoro.

“Dannazione,la gamba.”

“Non è niente,passerà in fretta. Se fosse danneggiata in modo serio avresti urlato per davvero.”

Altri passi,questa volta in corsa,furono uditi sia da Urtak che da Koga e nella loro direzione,videro l'assassino giungere nella loro direzione,dal margine del villaggio e poi lo videro di fronte a loro,che torreggiava nella sua posizione eretta a guardare i due,uno steso al suolo e l'altro posato su di un ginocchio.

“Cos'è successo?”,chiese Ezio preoccupato.

“Il cagnaccio...si comporta in modo strano. Lui e le sue dannate barriere”,disse Koga indolenzito.

Ezio non parve aver capito nulla di quella spiegazione che per lui,non aveva né capo ne coda.

“Abbiamo visto Sesshomaru allontanarsi silenziosamente dal villaggio. A giudicare dalla direzione sembra che stia andando verso il tempio. Koga ha provato a fermarlo,ma è stato spedito indietro da una qualche barriera.”

“Una barriera? Vuoi dire come una specie di protezione istantanea?”

“Una barriera umano...”,disse Koga alterato, “Come pensi che sia fatta una barriera?”

Se Ezio aveva intuito bene cosa voleva dire il ragazzo con la coda di cavallo allora era esattamente come temeva. Si aprì la veste e con una mano tastò all'interno,sentendo che non stava trovando il tanto temuto oggetto che avrebbe preferito custodire solo lui,in mancanza di gente o un posto più qualificato per quel compito.

“Come immaginavo. C'è la lui. Andiamo bene.”,disse Ezio rivolgendosi più a stesso che agli altri due li vicino.

“Di che parli?”,chiese Urtak preoccupato.

“La tavoletta. C'è la lui.”

“Vuoi dire che la rubata?”

“No è...diverso. Era già successo tempo prima,ma l'ultima volta è svenuto quando la tenuta in mano,non era in grado di muoversi. ...Almeno che...”

“Almeno che cosa?”

“Non è lui che si sta incamminando verso il tempio...c'è lo sta conducendo”

“Cosa?”

“Te lo spiego dopo. Intanto lo seguo a debita distanza Tu Koga, come va la gamba?”

“Sta passando,nulla di serio. Però ha fatto davvero male.”,disse Koga mentre si preparava a restare in piedi.

“Va bene. Urtak tu resta con lui è difendi questo posto. La ragazza per ora dorme e francamente vorrei che non si svegliasse.”

“Hai intenzione di andare da solo?”

“Devo farlo,sono l'unico che ha maggiori possibilità su come fermare quell'affare.”

“Ma non puoi andare da solo è troppo pericoloso.”

“Credimi ragazzo,lo so meglio più di chiunque in questo gruppo. Non so niente di magia,poteri,mostri e roba simile,ma credimi,quando si tratta di oggetti come quella tavoletta,so certamente con cosa ho a che fare....”

Ezio iniziò ad incamminarsi nella direzione che gli era stata indicata e iniziò ad incamminarsi.

“E adesso,cerchiamo di non farci uccidere da chioma di fata.”

E con quell'ultima battuta sull'acconciatura di Sesshomaru si preparò ad un pericoloso pedinamento,dalla quale sperava di uscirne tutto intero. Non sapeva bene cosa stesse succedendo,né tanto meno il perché di quell'avvenimento,ma sospettava che in qualche modo potesse centrare con la scoperta che avevano fatto sotto la rovina e che l'inuyokai si stesse dirigendo li. Con il suo passo più sicuro e la massima attenzione si preparò a seguire di nascosto un suo compagno di squadra. Cosa alla quale non si sarebbe mai aspettato di dover affrontare.


Non capiva bene dove fosse,né tanto meno cosa stesse accadendo. Gli parve di trovarsi in una foresta,molto simile a quella che si trovava giù per il pendio,quello che avevano percorso per giungere al villaggio nei pressi del tempio. Anzi,era lo stesso tratto di bosco,lo aveva riconosciuto perché vi erano passati diverse ore prima e adesso stava ripercorrendo la strada al contrario. Le fronde degli alberi erano di un verde scuro molto acceso e in sottofondo udiva il cicalare degli insetti tra gli alberi. Non era possibile,si disse,le cicale erano presenti d'estate,non in inverno,ed era pure giorno,quando poco fa era tarda sera. Niente neve,niente notte. Qualcosa non quadrava con la sua concezione del tempo. Stava camminando,eppure la sua intenzione era quello di stare fermo,prendere una pausa e capire cosa stesse succedendo, poi udì un rumore alle sue spalle,il frusciare della vegetazione,si guardò indietro e la rivide,lei,quel donnone muscoloso,con la sua enorme ascia a due mani. Nonostante la mole cercava di stare bassa in mezzo agli alberi e ai fitti cespugli.

“Muuya. Che ci fai qui?”

Era lui che aveva parlato? No,non era la sua voce,era quella di Ichiin,l'aveva riconosciuta e a quel punto comprese in parte dove si trovasse,o meglio,con chi. Ebbe bisogno di una conferma e se la sua intuizione era giusta,allora la cosa non andava per niente bene. Si guardò la punta dei piedi e vide le vesti,il pugnale che teneva in mano e la tavoletta tenuta stretta all'interno della cintura. Bene,si disse,stava vivendo un altra esperienza.

“Ti seguivo,secondo cosa avei dovuto fare?.”,disse lei come se fosse un ovvietà.

“No,ti avevo detto che sarei andato da solo. Tu non sei adatta a questo compito.”

“Non puoi impedirmi di venire con te e oltretutto,sono il capo di una tribù dei cani e non puoi impedirmi di seguirti,straniero. E un ordine.”,disse lei mostrando un espressione seria.

Ichiin sbuffò col naso ormai rassegnato a quella situazione.

“E va bene vieni,ma se proprio devi intervenire fallo solo quando necessario. Comunque,dov'è la tua scorta?”

“Li ho lasciati col signore dei cervi,ci sarebbero stati solo d'intralcio.”

“Ottimo...”,disse lui con tono rassegnato, “Vado avanti io,tu,evita di fare rumore.”

“Bene,andiamo a decapitare qualche dannato lupo.”,rispose lei divertita,quasi fosse una ragazzina.

Sesshomaru vide una mano artigliata che gli si posava sul volto,o meglio, quell'altro inuyokai,come se si fosse rassegnato alla presenza della ragazza.

“Un altra mattanza in cui rischiamo di morire...evviva.”,disse lui sarcastico.

Fu così che arrivato a quel punto Ichiin dovette portarsi quel colosso di ragazza con se e da quello che Sesshomaru aveva intuito pareva che tra i due ci fosse una certa complicità. Non che la cosa gli importasse in realtà,ma forse avrebbe compreso una parte della storia che Urtak gli aveva raccontato e forse,se la sua intuizione era esatta,forse,avrebbe scoperto qualcosa di importante riguardo alla strana costruzione che si trovava sotto il tempio.


L'assassino si muoveva cauto,passando di soppiatto di albero in albero,saltando tra un ramo e un altro,fin dove gli fosse stato possibile seguire Sesshomaru senza farsi scoprire. La sua posizione lontano dal suolo gli consentiva una buona visuale sul lungo raggio,anche se interrotto di tanto in tanto da elementi naturali,quali gli alberi e le loro fronde voluminose,ma in compenso poteva non essere visto a livello del suolo e usare gli stessi rami per nascondersi e tenersi in alto,nel caso lo yokai avesse cercato di trovare qualcuno immediatamente più in basso,che sarebbe stato più facile essere scoperto. Anni e anni di esperienza nel sotterfugio gli avevano donato la capacità di non farsi sentire,non solo per il passo leggero e gli stivali che calzava,che gli consentivano di attutire i rumori che produceva al minimo,nonostante il peso delle protezioni che indossava,ma per il fatto che Ezio,come tutti i migliori assassini della confraternita,aveva imparato a muoversi a tempo,quando poteva,con l'ambiente circostante. Che fosse stato lo scatto improvviso di un animale in mezzo a quella foresta che batteva le zampe nella corsa o che urtava un cespuglio,o il passo di un gruppo di guardie nel mezzo di un giro di ronda in una cittadina era per lui la stessa cosa,cambiavano i ritmi,i suoni e il numero di rumori e suoni a lui attorno,ma avrebbe saputo come non farsi sentire,nemmeno da Sesshomaru,che da quello che aveva capito,possedeva sensi più acuti di un comune umano. La cosa avrebbe potuto dargli filo da torcere. Eppure non gli pareva che il guerriero stesse facendo qualcosa per non farsi notare,anzi,avanzava come se nulla fosse e la sua andatura poi,non sembrava nemmeno lui,solitamente quando camminava pareva altero e fiero,schiena dritta,sguardo fisso e sempre con una meta ben in mente. Ma adesso invece gli pareva diverso,gli pareva che si muovesse in maniera ciondolante,come un ubriaco o come un uomo in preda ad uno stato confusionale,il passo sciolto e la testa tenta bassa,con il viso che gli pareva guardare verso il basso. Ma lo vedeva di spalle e non poteva basarsi solo su quello che vedeva dal suo scarno punto di vista. Sul piano personale avrebbe voluto avvicinarsi e controllare di persona cosa gli stesse succedendo e,se avesse potuto,parlarci,ma come assassino conosceva bene la natura dell'oggetto con la quale ora si trovava a stretto contatto e come da prassi avrebbe dovuto agire con cautela e saggezza,come avrebbe fatto un vero assassino. Poi ad un certo punto del percorso,proprio quando era certo che stesse filando tutto come da programma,lo vide fermarsi,di colpo e in risposta a ciò Ezio si fermò,in perfetto equilibrio su uno spesso ramo,osservò attentamente Sesshomaru,attendendo una qualche reazione da parte dell'inuyokai. Poi,all'improvviso,la sua vista cambiò,passando dal normale spettro visivo umano,alla sua...vista speciale. L'occhio dell'aquila,come la chiamavano gli assassini,la capacità di vedere il mondo attraverso dettagli noti a pochissimi individui e di cui,anche per loro,si sapeva ben poco. Il mondo divenne nero e tutto quello che di fisico vi era in esso era definibile solo per colori e per Ezio funzionava come una speciale lente in grado di identificare ciò che più necessario. Un alone blu sulle persone che poteva considerare alleate,uno rosso per i nemici ed un giallo per gli obbiettivi alla quale interessavano all'assassino. Ma in quel momento,Sesshomaru era diverso da tutto ciò che mai sarebbe stato in grado di riconoscere con quella sua abilità personale. L'alone che circondava Sesshomaru era verde.

“Verde? E la prima volta che mi capita di notare una tonalità simile. Cosa potrà mai voler dire?”,disse Ezio mentalmente.

“Non cercare di salvarlo. Non puoi far nulla per lui...profeta”

La voce di una donna risuonò nelle sue orecchie,una donna,o meglio,solo la figura della donna che gli capitò di incontrare e non,il suo essere fisico. Possibile? La stessa cosa che accadde con la bambina,quella volta,durante il primo incontro con Sesshomaru,in quella distesa ricoperta di neve. Anche lei li,in quel mondo così assurdo,eppure,cosi simile al suo,tanto,che anche lei era li.

“Fa quello che vuoi umano,combatti e uccidi tutti i nemici che vuoi...ma dimentica quell'essere così simile alla tua razza...comprendere la sua vera natura e fuori dalla tue possibilità.”

La voce parlò ancora ad Ezio quando finì vide Sesshomaru girare il capo e quello che vide lo inquietò non poco. Lo sguardo del cane era completamente assente,pupille bianche,prive di personalità eppure,vedeva benissimo,che i suoi occhi,sempre che potessero vedere in quel momento,osservavano lui,nascosto dai rami,tanto,che in pochi sarebbero riusciti a notare la sua presenza.

“Dimentica questa storia assassino...”, fu Sesshomaru a muovere le labbra eppure,fu sempre la voce della donna a parlare, “Quest'essere,non è un tuo problema.”

Sesshomaru girò il suo sguardo verso la strada che lo avrebbe condotto al tempio e senza il minimo preavviso iniziò a correre.

“Minerva.”

Un solo nome,un essere misterioso. L'aveva vista una volta sola,li,a Roma,nella cripta segreta sotto il vaticano,quel luogo di antichi misteri e incomprensibili meraviglie. Non sapeva cosa stava succedendo e non né capiva il significato,ma una sola cosa gli passò per la testa. Correre. L'inseguimento aveva inizio.


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Capitolo 21
*** Un cane prezioso ***


La corsa nella notte si stava dimostrando ardua come Ezio si era immaginato. L'assassino se ne restava in alto,tra i rami,tenendosi in precario equilibrio,poggiando i piedi tra una fronda e l'altra,mentre Sesshomaru,o meglio,Minerva,l'entità che si era impossessata del corpo dello yokai invece correva a terra,con la stessa potenza nelle gambe che avrebbe impiegato l'inuyokai in quella corsa,imitandone persino il portamento e quell'abitudine di abbassare il capo e il collo durante la corsa,come un predatore all'inseguimento della preda. Ma nel suo caso,era lui l'inseguito. Ezio,dalla sua posizione,riusciva a stare al passo con un dayokai in piena corsa,certo,non poteva eguagliarne la forza fisica e la piena capacità muscolare al massimo,dato che lo aveva visto scattare e aveva misurato la forza del ragazzo in confronto alla sua,ma doveva dire che in quella occasione il terreno della foresta giocava in favore dell'assassino,in quanto la numerosa presenza degli alberi sul percorso dell'inseguimento e il terreno umido,che impediva ai piedi di Sesshomaru di aderire al suolo con regolarità,dava un vantaggio in più all'umano,rispetto allo yokai. La sua intenzione però non era fermare Sesshomaru,sapendo bene che Minerva si sarebbe difesa come aveva fatto contro Koga e che quegli oggetti,dalla natura ancora misteriosa,erano in grado di fare persino peggiore in confronto ad una barriera di protezione in grado di respingere gli aggressori. Il tempio si faceva più vicino e loro erano ancora intenti in quella corsa sfrenata. Qualcosa diceva al fiorentino che il momento di coricarsi a letto,nonostante la lunga giornata era lungi dal concludersi li.


Dopo aver percorso buona parte del percorso camminando tranquillamente,ma pur restando vigili, Ichiin e Muuya si inerpicarono per lo stesso percorso che conduceva al tempio,eppure a Sesshomaru,parve che l'ambiente circostante,seppur molto simile a quello presente nella sua epoca aveva un qualcosa di diverso ed estraneo al luogo come lo aveva conosciuto lui,nella sua epoca. Forse era solo una sensazione,ma non sapeva dargli una definizione in alcun modo e la cosa non lo faceva stare tranquillo. Per ora era bloccato in quel corpo,come quando aveva vissuto l'esperienza di essere dentro Jin e di vivere il suo punto di vista,ma la prima volta che aveva visto Ichiin era un esperienza vista dal suo punto vista personale e non quello dell'inuyokai che gli assomigliava tanto. Chi era? Da dove veniva? E Perché era giunto in quella terra? Non lo sapeva,non lo sapeva nessuno a quanto pare. Uno yokai che restava un mistero per la stessa gente che lo venerava come una specie di eroe,della quale si era raccontato molto,ma della quale nessuno sapeva niente. Un vero mistero. Giunti ad un certo punto del percorso però i due udirono qualcosa giungere in fretta da più in alto,nella loro direzione.

Dietro gli alberi,presto.”,disse Ichiin indicando alla ragazza di togliersi dal percorso.

Il più piccolo dei due si nascose in una selva di cespugli li vicino,avvantaggiato dalla bassa statura,appiattendosi al suolo e coperto dalla vegetazione. Lei invece si nascose dietro un albero largo più o meno quanto lei ,appiattendosi al tronco e portando l'ascia contro il petto cercando di nasconderla il più possibile,visto che la sua arma proprio piccola non era.

In un istante un folto gruppo di yoro scese nella loro direzione,ad una velocità che sembrava dettata più dal bisogno che dalla voglia,tale era la fretta con la quale stavano scendendo. Parevano tutti dei giovani guerrieri,tra i venti e i trenta membri in tutto,armati di rudimentali lance di legno e pugnali,oltre a zanne e artigli e nessuna protezione se non le loro pellicce. Sesshomaru non era troppo stupito dalla cosa, tra gli yokai i lupi non era mai stati tra quelli che possedevano il miglior equipaggiamento per affrontare uno scontro,salvo quella specie di arma usata da Koga al tempio,ma in quest'epoca che stava rivivendo nessuno pareva portare con se armi o armature particolarmente affascinanti.

Svelti,hanno visto un gruppo di cervi insieme a dei cani,dobbiamo ucciderli,prima che si riprendano la loro zona sacra.”

La voce di uno yoro si fece udire al di sopra di tutto il gruppo,un capobranco o forse si atteggiava come tale,in ogni caso Ichiin non pareva voler interrompere il loro passaggio e proseguire,possibilmente,senza combattere. Ma ovviamente le cose non potevano essere così semplici. Infatti,quando il gruppo di yoro era arrivato a metà della loro posizione Muuya uscì fuori dalla sua posizione,con la grande ascia in osso stretta tra le mani lanciandosi con ogni fibra del suo essere addosso ai giovani lupi,che presi alla sprovvista,nella foga della loro corsa e forse complice anche l'inesperienza,il violento donnone iniziò a mulinare la sua grossa arma,con un stile selvaggio e slanciato,non risparmiando violente asciate in attacchi larghi e vorticosi,impegnando tutta la forza fisica che possedeva,mentre braccia,gambe e brandelli di corpi volavano da tutte le parti,senza che gli yoro di passaggio avessero avuto il tempo di difendersi né tanto meno di tentare un contrattacco. Finì tutto in pochi attimi,con Muuya che si passava un avambraccio sulla fronte,per togliersi il sangue dalla fronte,che gli colava sugli occhi. Nym uscì dal suo nascondiglio e da come si stava avvicinando alla donna Sesshomaru poté intuire che non pareva felice della cosa. Nemmeno un po'.

Perché?”,chiese Ichiin irritato.

Perché cosa?”,chiese lei fingendo di non capire cosa gli stesse chiedendo,come se non fosse la prima volta.

Perché li hai uccisi?”

Perché stavano andando dai miei guerrieri più in basso è...”,disse lei tentando di evitare lo sguardo di lui,come una bambina colta sul fatto durante una marachella, “non volevo che combattessero per difendere un cervo e la sua scorta...Siamo già in pochi nella nostra tribù e in quanto capo,non posso permettermi di perderne altri.”

Ichiin,restò a fissarla un attimo,in silenzio,come a voler raccogliere tutte le idee che in quel momento gli balenavano nella testa e usare la migliore per farle una paternale grande quanto lei e lei di certo non era piccola. Ma per Sesshomaru,che stava guardando quella scena per costrizione e non per voglia,aveva una sola risposta da darle dopo quella spiegazione. Idiota.

Ascolta...”,disse lui con tono più morbido, “Io capisco i tuoi timori verso la tua gente è capisco che ti esponi in prima persona per proteggerli,lo capisco,davvero. Però non puoi forzatamente venire con me ogni volta che io decido di andare da solo. Se quello che mi ha detto Kummarakuri corrisponde a verità,allora vuol dire che forse ho trovato quello che cercavo...oppure ci sono molto vicino. Per questo ho bisogno di andare da solo e poi,il mio approccio è molto più indicato per questo genere di cose."

"Ma sei da solo,potrebbero ucciderti.",disse lei preoccupata.

"No e sai perché? Perché io so come non farmi vedere,sentire è so come coprire il mio odore. Non mi prenderanno mai. Torna dai tuoi è garantisci la difesa dei nostri alleati,infondo,non potete più permettere che i lupi spadroneggino a destra e a manca no?"

Lei cercò di replicare,ma non ebbe nemmeno il tempo di parlargli che lui subito scappò via per il sentiero,da solo,dove la sua velocità nella corsa e la sua leggerezza battevano Muuya per quel sentiero tortuoso e nel mentre Sesshomaru si chiedeva di cosa stesse parlando quando Ichiin ha fatto riferimento alla cosa che stava cercando,non ci capiva più nulla,da tempo ormai,non capiva niente di quella storia.


Dopo venti minuti di camminata guardinga,Sesshomaru vide che Ichiin,aveva risalito buona parte della strada fatta da lui e il suo gruppo per scendere,ma ad un certo punto il piccolo inuyokai aveva cambiato percorso,mostrando all'altro inuyokai,quello che stava vivendo quell'esperienza del passato,un altro percorso,una strada della quale apprese l'esistenza solo in quel momento. Ichiin si era inoltrato nella foresta,in una zona al di sotto del punto in cui lui e gli altri,guidati da Urtak verso il tempio. Percorreva sempre l'altura,ma da qui il fiume pareva più vicino e anche la foresta sottostante era ben visibile dove si trovava,con gli abeti,gli aceri e altre conifere in bella vista,regalando una buona vista su un paesaggio immerso nella natura più isolata. Ma non era il panorama il motivo per la quale stesse percorrendo quella strada ed infatti,i suoi sospetti furuno subito confermati. In lontananza,vicino alla fine del percorso,un paio di lupi a guardia dello strapiombo,intenti a parlare tra di loro e distratte nel compiere la loro mansione. Non proprio tra le migliori delle sentinelle. La fortuna era dalla sua. Estrasse il pugnale e si avvicinò lentamente,acquattato e di soppiatto. La strada faceva un giro un pò particolare per giungere al punto dei due lupi,poiché percorreva un piccola ansa verso l'interno della pietra e i due,si trovavano esattamente vicino all'angolo che dava dalla loro parte. Questo punto gli avrebbe permesso di tendergli un imboscata. Giunto alla fine della curva,si appiattì contro la parete e quatto quatto, si avvicinò alle due guardie,senza essere udito,muovendosi con passo felpato mentre per il proprio odore,Sesshomaru non aveva capito come facesse a coprire la propria presenza,ma probabilmente,se quello yokai sapeva essere così furtivo,probabilmente sapeva come fare,come aveva affermato lo stesso Ichiin parlando con Muuya. Passo dopo passo si fece più vicino ai due,tanto che,con orecchio attento,sentì la conversazione tra le due sentinelle.

Ah,non vedo l'ora di tornare a valle con gli altri. C'è una femmina da poco diventata donna e non vedo l'ora di fecondarla. Sarò anche giovane,ma voglio una mia discendenza.”,disse uno dei due yoro.

E lei lo sa che ti vuoi accoppiare con lei?”,disse l'altro.

Ho provato a dirglielo, ma non sono l'unico che ci prova. Mi sa che dovrò sconfiggere gli altri in combattimento e poi potrò mostrargli quanto sono forte. Così capirà che faccio sul serio e poi...ho sentito voci strane su questo posto.”

Quali voci?”

Dicono che il capo sia sceso in profondità,nella montagna,da dove esce il fiume. Pare che alcuni dei nostri abbiano trovato qualcosa di strano,sottoterra.”

Cioè?”

Non lo so,non lo capito. Ma è alto e grosso,molto grosso e sembra che chiunque provi ad avvicinarsi venga respinto immediatamente. Una cosa da pazzi.”

Ma dai davvero? E da chi l'hai sentito?”

Beh da...”

Non fece in tempo a finire la frase che un taglio,comparso dal nulla,gli aveva diviso in due parti la trachea,dalla quale sgorgò sangue come un otre che si frantuma e riversa tutto il contenuto di fuori,mentre l'altro yoro,incapace di comprendere quello che era successo si ritrovò con una lama nel cuore e un inuyokai,più basso dei suoi simili lo stava fissando con sguardo gelido e privo di esitazione. Si accasciò a terra dopo che la lama fosse stata estratta,facendo compagnia al compagno,nella morte,che si stava dissanguando,sporcando il suolo roccioso di liquido vitale. Veloce ed efficiente,un vero esperto col pugnale,Sesshomaru certamente,non poteva dire che questo inuyokai non conoscesse il fatto suo,proprio come durante l'attacco dei lupi all'accampento dei cani.

Ichiin non perse tempo con i due e attraverso il punto di guardia e si trovò subito in uno spiazzò aperto,una piccola area che dava sempre verso l'esterno e mostrava in quel punto alla cascata,dalla quale era entrato anche il loro capo e gli altri probabilmente erano i suoi guerrieri più fedeli,un corpo di guardia personale. Si guardò attorno e si chiese perché mai quei due erano stati messi a guardia in quel punto esatto del percorso. Guardò lo spiazzò e notò sul terreno polveroso,tracce passi mescolati a resti di carcasse,cervi data la zona,probabilmente i guerrieri scesi per andare a valle uccisi da Muuya venivano da questo punto e per qualche motivo erano scesi più in basso,che fosse per volontà propria o perché gli era stato ordinato non poteva saperlo. Doveva proseguire. Percorso un altro abbondante pezzo di strada sconnessa, con curve ripide un pezzo del percorso spezzato,forse dovuta ad una frana,giunse alla fine del percorso sul burrone,dove a lato,nella roccia,scavato dalla pioggia e dal vento,un passaggio naturale che si inoltrava nella struttura stessa del piccolo monte,a cielo aperto,dove ancora si poteva vedere il cielo chiaro e splendente,ben diverso da quello che gli occhi di Sesshomaru avevano visto,scuro e ricoperto di nuvole. Si inoltrò negli spazi stretti e soffocanti di quel percorso creato dalle forze dell'acqua e del cielo,ma per fortuna Ichiin era più piccolo e sottile della maggior parte dei suoi simili e per lui passare in quel punto fu quasi come percorrere un corridoio,anche se di tanto in tanto dovette anche lui tirare il petto in dentro,trattenere il fiato e passare di lato come meglio poteva nella speranza di non restare incastrato tra quelle lisce pareti di roccia grigia. Passato l'ennesima strettoia, Ichiin si trovò in una nuova zona,stavolta molto più larga e percorribile del percorso fatto in precedenza. Questa nuova zona poteva misurare un centinaio di metri e larga altrettanto,un gigantesco quadrato,dove sulle pareti erano presenti enormi pitture rudimentali,con animali e figure umanoidi alti fino ad una decina di metri. Le scene rappresentavano scene molto diverse da quelle che si potevano trovare in una caverna,dove al posto di scene di caccia,o raccolta nel caso di una tribù erbivori come i cervi e scene di vita quotidiana erano presenti elementi decisamente originali e Ichiin si trovò a girare lo sguardo lentamente da un capo all'altro della grande area semi-naturale. Uno dei murali rappresentava un ambiente naturale,una foresta,identica a quella della terra in cui si trovava,con una grande presenza di alberi e alcuni cervi intenti a nutrirsi. Nulla di significativo a prima vista,poi la scena continuava e in mezzo alla vegetazione compare una figura,dalle forme maschili a giudicare dal rudimentale disegno,completamente bianca,molto alta intenta ad osservare un cervo e nella scena successiva lo stesso individuo tocca il cervo in mezzo alla corna e pare mutare forma e l'animale,da quadrupede diviene bipede e dalla posizione erette anche il suo aspetto cambia,divenendo un uomo,ma con le corna ancora sopra la testa. Nelle scena dopo la figura bianca avanza nella foresta seguito dal cervo umanoide e lo conduce ad una cerva,che a sua volta viene toccata sulla testa,muta forma e diviene una donna. Poi la figura bianca prende le mani dei due cervi e le unisce,facendo in modo che si prendano per mano e nella scena dopo si vede una piccola comunità di individui,alcuni con i palchi sopra la testa e delle figure più piccole al centro di essi,molto probabilmente dei bambini.

Pitture su muri. A giudicare dalla scene e dal modo in cui scorrono l'una verso l'altra si direbbe una storia,si direbbe un mito delle origini...”,disse il basso inuyokai esprimendo un suo pensiero a voce alta, “Bello,ma non è questo quello che mi interessa. Però a pensarci bene,la figura in bianco...se fosse realmente lui quello rappresentato,allora vuol dire che sono sulla strada giusta.”

Si ora aveva la conferma di quello che stava cercando e si,le parole del capo degli shika corrispondeva a verità,eppure era strano,il luogo,per quanto grande ed areato gli pareva chiuso,senza altre uscite,se non quello dalla quale era giunto e per di più,non c'erano yoro in questo luogo,ma la presenza delle guardie trovate sul percorso diceva il contrario,c'era qualcosa di strano,poi,da sopra le pareti della gola si udirono dei forti ululati,estrasse il pugnale e si preparò a combattere. Era una trappola.


Non la strada in salita aveva stancato Sesshomaru,o meglio,il suo corpo durante la corsa,ne i rami avevano impedito all'assassino di tenergli testa in quell'inseguimento. Percorsero lo stesso sentiero che li aveva portati al villaggio,ed ora correvano sulla stessa strada che gli Ainu avevano percorso per giungere nella area più sacra della parte in superficie del tempio,la grande piazza con la gigantesca statua di Kummarakuri, antico capo degli shika. Ezio avrebbe voluto parlare nuovamente con Minerva,con quella antico essere che nel suo mondo era stata identificata dagli antichi come una divinità,che fosse Minerva per i latini,Atena per i greci o Menrva per gli etruschi,qualunque nome gli avessero dato era un essere misterioso,una donna esistita,da quello che aveva capito l'assassino,in un epoca precedente da ben prima di quando il mondo si riteneva essere stato creato dalla mano di Dio,secondo le sacre scritture. Non sapeva niente di lei,se non quello che gli aveva raccontato,ma alle sue orecchie era parsa una storia veritiera quanto una fiaba della buona notte,ma allo stesso tempo,impossibile da rifiutare,sapendo già che quelle meraviglie del lontanissimo passato del mondo,erano vere e lui stesso,le aveva toccate con mano. Ma perché era qui anche lei e perché aveva posseduto Sesshomaru? Cosa voleva da lui? Cosa sapeva di lui? E perché in quel mondo dagli elementi così fantastici erano presenti anche le tracce di quell'antico popolo? Non ci capiva niente,era tutto troppo complicato. La magia e la tecnologia,un passato misterioso che si mescolava ad un presente incomprensibile,tutto possibile e nulla di certo. Quel mondo e il suo,così simili eppure così diversi. Ma ora doveva pensare solo a correre,a inseguirlo,a bloccarlo e costringerla a parlare. Non sapeva più niente e prima di certo non sapeva molto. Non sapeva nulla di magia,non sapeva nulla degli yokai,non sapeva nulla di quella terra e non sapeva nulla di quel mondo,non era nemmeno certo se in mondo simile Dio fosse un entità più concreta e reale di quanto lo fosse nel suo d'origine. Ma una cosa la sapeva per certo...correre.


I lupi saltarono giù dalle pareti,incuranti della distanza dal suolo,una decina di metri,poiché erano yokai e gli yoro erano abbastanza forti ed elastici da poter reggere il corpo. Ichiin sapeva che non aveva vie di fuga accessibili al momento e tornare indietro solo per rischiare di morire mentre strisciava in mezzo alle rocce non era una buona idea. Ma non poteva neanche restare circondato,lo svantaggio era evidente e lui,con solo un pugnale non poteva certo combatterli tutti solo con quell'arma. La situazione non era brutta. Era orrenda. Tuttavia restava lucido,concentrato,motivato a combattere,a sopravvivere. Sesshomaru sapeva bene come si poteva sentire Ichiin in quella situazione,del resto anche lui,si era ritrovato alcune volte in situazioni simili. I selvaggi si avvicinavano a lui scoordinati e maldestri,lanciandosi a testa bassa impugnando lance,bastoni o armati solo dei loro artigli. Ichiin restava fermo,in posizione di combattimento,con la presa rovesciata sul pugnale,la cui punta era rivolta verso il basso. Restava fermo,immobile,calmo e paziente. La sua calma e la loro violenza,la sua attesa e la loro fretta,la sua abilità...la loro morte. Il primo yoro si lanciò in avanti con l'intenzione artigliarlo direttamente al volto,ma Ichiin colmò la distanza in un attimo e in un rapido colpo gli tranciò le dita della mano omicida,poi gli passo a fianco da sotto il braccio e in rapido colpo di punta gli aprì un piccolo foro sull'arteria laterale al collo,dove in pochi secondi si sarebbe dissanguato. Fu la volta poi di una altro assalitore,veloce e scattante armato di una lancia dalla punta di legno,che gli si buttò contro con l'arma estesa al massimo. Fu facile scartarla leggermente di lato e affondare rapidamente,per tre volte di fila in un rene,facendo soffrire il lupo come non mai e poi farlo cadere a terra. Ma non prima di strappare di mano la lancia dalle mani dello yoro,girarsi e scagliarla contro uno yoro grande e grosso con in mano un pesante randello di legno,che fu centrato in un occhio e trapassato fin dietro la nuca. Più per la forza del braccio che per la qualità dell'arma. Il quarto,il quinto,il sesto e così via,un colpo dopo l'altro e ogni yoro che gli veniva contro si apprestava a dare un ultimo saluto al mondo,tra un impulso di dolore e una copiosa perdita di sangue. Erano in tanti,erano in troppi anche per uno abile con la lama come lui,una lama piccola certo,ma usata molto bene. Purtroppo tale abilità aveva ben poco effetto sul morale dei lupi,yokai fieri,testardi,incivili tanto quanto la più selvaggia delle bestie. Forza,tenacia e una testardaggine così radicata nel loro retaggio come razza,che le pietre in confronto parevano fatte di sabbia. Non importava quanti ne morissero o quanti di loro morissero o quanti di loro arrancavano a terra feriti e doloranti,avanzavano come gruppo,come tribù,o meglio,come un branco,ragionando sulla forza del numero e lui,era solo. Il pugnale non sarebbe bastato a farli arretrare,concepivano solo la forza,non l'abilità e se era forza l'unica cosa che le loro semplici menti comprendevano allora avrebbero avuto la forza,non aveva altra scelta.

Volete vedermi cattivo? E va bene...VE LA SIETE CERCATA.”

Vide l'ennesimo yoro corrergli incontro,alla stessa maniera degli altri compagni al suolo e nel vederlo Ichiin cambiò espressione,che divenne molto più feroce e i suoi occhi divennero rossi con le iridi verdi,strette,come gli occhi di un mostro privo di ogni ragionevolezza. Sesshomaru non poteva osservare quel mutamento dall'interno,ma riconosceva la sensazione,la ferocia,l'istinto sanguinario che circolava nelle vene insieme al sangue. La bestia è l'uomo nello stesso individuo. Dove finiva la ragione e iniziava la sete di sangue. Un confine difficile da marcare con precisione. Uno scatto,rapido come il vento e lo yoro non lo vide più,poi uno squarcio lunghissimo,dal fianco destro alla spalla sinistra,tanto profondo che si potevano vedere i muscoli e i gli organi sottostanti. Cadde a terra senza nemmeno potersi difendere. Il colpo fu così feroce e brutale che gli altri yoro più indietro si fermarono esterrefatti per quello che riuscirono a vedere,non molto in effetti,ma abbastanza per capire che Ichiin non era più visibile. Altri due fecero per combattere dopo che si fermarono a capire cosa fosse successo,ma uno dei due non fece in tempo a reagire che all'improvviso il braccio che teneva l'arma,un pesante bastone,cadde a terra come se fosse fatto fango e poi il sangue iniziò a precipitare a terra come un fiumiciattolo in primavera,l'altro a lui vicino si accorse con la coda dell'occhio cosa fosse successo,ma un cedimento improvviso lo fece cadere a terra di schiena,provò a rialzarsi ma non ci riuscì e capì perché,quando vide che le sue gambe erano rimaste in piedi,senza di lui,immobili,come di pietra e infine dai monconi inferiori,fiotti di sangue sgorgavano dal punto dove prima erano stati recisi i piedi,fin alla metà di entrambi i polpacci. Poi,i due yoro iniziarono ad urlare,più dal terrore che dal dolore e li i loro compagni intuirono una sola cosa. C'era qualcosa che non quadrava in quella imboscata. Altri tre lupi furono presi in fila e tutti e tre furono decapitati e i colli divennero inquietanti fontanelle vermiglie. Tra gli yoro,la paura,dilagò. Se Sesshomaru aveva ancora dei dubbi sulle autentiche capacità di Ichiin in combattimento ora non aveva più alcun dubbio. Questo piccolo inuyokai non era un semplice viaggiatore,come aveva affermato in precedenza,No. Era un guerriero,un vero combattente. Nella visione precedente questo cane aveva dimostrato un indole pacifica,di chi evita il combattimento,di chi preferisce la pace alla guerra. Ma ora pareva completamente l'opposto all'inuyokai che aveva visto la prima volta. I colpi di Ichiin ora erano feroci e implacabile ed anche con un arma così corta era stato in grado tranciare arti e mozzare teste senza alcuna fatica,con la naturalezza tipica di chi è abituato da sempre al combattimento. Proprio come lui del resto. Gli yoro iniziarono ad arretrare di fronte a quel cane,così abile con un arma così piccola era stato in grado di uccidere svariati giovani lupi senza alcuna fatica,anche in minoranza numerica e forse,sarebbe riuscito ad andare avanti ancora per molto,molto,molto tempo,perché non dava a vedere segni di stanchezza,ne cedimenti di alcun genere. Era forte,veloce e bravo,anzi,più che bravo a combattere. Un livello di abilità che raramente si era visto tra genti così selvagge,come la loro.

Cosa state facendo?”

Una voce,un uomo,dall'alto di una delle pareti dipinte,si stagliava sull'area come una presenza minacciosa. Non si riusciva a vederlo,poiché si era messo in direzione del sole,che da quel punto accecava chiunque cercasse di osservalo. Ichiin a quel punto si fermò a combattere,lasciando che i selvaggi arretrassero in cerca di salvezza.

Così tanti giovani disposti a combattere,a sporcarsi gli artigli di sangue nemico ora arretrano come cuccioli impauriti? Siete vergognosi.”,disse la figura in alto.

Era alta e massiccia,forse più di due metri,ma per il resto non la si poteva vedere con chiarezza,poiché,l'eccessiva luce del sole alle sue spalle proteggeva la sua identità.

Tu dannato,ci hai mentito,avevi detto che sarebbe stato facile ucciderlo.”,disse uno dei tanti yoro presenti nella folla.

Sesshomaru non poté non chiedersi chi fosse quell'uomo e cosa ci facesse li. Il sogno,il ricordo o qualunque cosa fosse stesse vivendo,si faceva via via sempre più strano e misterioso.


Erano giunti alla piazza principale del tempio,la dove diverse ore prima era stata combattuta una battaglia,ora,era tornato ad essere un luogo di pace,una tranquilla rovina nel mezzo di una foresta lussureggiante. Ma la pace di quel luogo era stata disturbata una seconda volta,da due esseri intenti a correre,in quella piazza,dove ai lati della stessa un buon numero di scheletri in forma umanoide,trasportavano i cadaveri,intenti a portarli chissà dove e farne cosa l'assassino non lo sapeva e in quel momento non gli interessava. Sapeva solo che il fiato nei suoi polmoni ormai era giunto quasi al termine e presto o tardi avrebbe dovuto cedere. Anche per un uomo ben allenato come lui,correre a perdifiato per un lungo percorso principalmente in salita,poi la grotta,la discesa prima della piazza ed ora la piazza stessa,era troppo persino per lui e il peso del suo equipaggiamento di certo non lo aiutava. Poi ad un certo punto della corsa Il corpo di Sesshomaru spiccò un balzo in aria,tanto alto e forte da fargli guadagnare una buona misura sull'assassino e quando atterrò non si mosse più,dando le spalle ad Ezio,che rallentò e grato all'interruzione di quella corsa iniziò a riprendere fiato. Avrebbe potuto correre ancora per qualche chilometro,ma una boccata d'aria fresca a riempire i polmoni di certo non gli sarebbe dispiaciuto.

Mi sorprende che tu non abbia usato un qualche tiro mancino per fermarmi,profeta. Sono certa che ci saresti riuscito benissimo eppure,hai preferito inseguirmi e nient'altro...”,disse Minerva con la sua voce prodotta attraverso la gola dell'inuyokai,per poi girarsi e fissarlo con quegli occhi privi di ogni pigmento, “Perchè?”

Ezio,tra un respiro e l'altro guardò Sesshomaru,o meglio, Minerva in quelle pupille vuote e apatiche con fare risoluto e combattivo. Gli occhi da rapace del mentore fiorentino erano carichi di energia inespressa,quella stessa energia che ancora lo motivo a confrontarsi con quell'antico essere.

Forse questo bambolone dopo tutto mi è simpatico.”

Simpatico? Pensi che un semplice aggettivo basti a giustificare questa tua fatica? Rinuncia,il tuo compito è un altro e non stando in questo piano dell'esistenza che porterai a termine il tuo compito.”

Lo dici come se avessi scelto Minerva. Credi davvero che volessi trovarmi in questa versione fantastica dell'estremo oriente,a interpretare la parte di un Marco Polo fatta decisamente male? Non se ne parla è piuttosto dimmi,anche tu,come i templari,gli assassini e tutti i frutti dell'eden che tu e la tua gente vi siete lasciati indietro,perché siete tutti qui?”

Non ti riguarda assassino. Ti dirò solo che la tua presenza qui e dovuta al caso,nulla di più.”

Davvero? Allora anche quello che è successo nel tempio a Roma,sotto il colosseo,anche quello è un caso? Perché il tempio si è attivato?”

Lascia perdere. Sfidi concetti e conoscenze che esulano dalla tua capacità di comprensione. La tua specie apprende velocemente man mano che avanzate nelle epoche,ma siete ancora lontani dal concepire cose di gran lunga più complesse,cose che al punto in cui la tua specie si trova non osa neanche immaginare.”

E per quanto riguarda lui?”,disse Ezio indicando il corpo di Sesshomaru, “Che vuoi farne di lui?”

Lui non è affare che ti riguarda assassino. Lascia che gli eventi facciano il loro corso. Questo mondo non è la tua casa.”

Ma è la mia causa ciò per cui mi batto. Sesshomaru ha diritto di essere libero quali siano le conseguenze delle sue scelte è tu,che hai preso possesso del suo corpo giochi con la sua libertà,come se fosse un pupazzo.”

Credi che mi diverta a prendere possesso di questo yokai,spirito,essere soprannaturale non importa quale sia il modo in cui lo chiamano qui. Credimi,come lui non c'è nessun altro al mondo,sia in termini di spazio che di tempo. In qualunque terra,in qualunque nazione,cultura,etnia e civiltà del mondo abbiamo visto la loro razza in questo mondo,quasi come voi umani,espandersi e riprodursi,viaggiare e cambiare nomi a seconda dei popoli che li hanno conosciuti: Mesopotamia,Egitto,Grecia,Roma,le terre dei celti e dei germani,Africa,Arabia e così via. Ogni civiltà a dato un nome differente,mescolandosi ai miti e alle credenze di ogni popolo che hanno incontrato,fossero popoli umani o no. Della sua specie c'è ne sono nel mondo e ognuno interagisce con le altre creature in maniera differente...ma questo ragazzo,come lo chiami tu è una faccenda più grande di te. Rinuncia profeta,lo dico per il tuo bene.”

E se non volessi rinunciare? Che cosa vorresti farmi?”

Io niente,sono io il problema qui,ma lui. Tu in lui vedi più luce di quanta c'è ne sia veramente,ma ti posso garantire che ciò si nasconde nel profondo è un abisso è infondo ad esso si nascondono orrore e meraviglia in egual misura. Vedessi tu quello che io vedo in lui...la tua mente collasserebbe su se stessa,profeta. Ora devo andare.”

Andare?Dove? Non hai spiegato niente Minerva.”

Anche se la sua mente dorme,il suo essere mi respinge. Si,questa creatura e molto più forte di quanto io potessi immaginare. Farà ciò che deve fare, a tempo debito, esattamente come te. Addio.”

No aspetta.”

L'inuyokai chiuse gli occhi, per poi crollare al suolo come un albero abbattuto da un falegname e subito Ezio gli andò incontro,sovrastandolo,passando con gli occhi sul corpo inerte dello yokai in cerca di ferite o segni particolari,né trovò uno sull'avambraccio destro,una serie di linee che percorrevano la cute,che pian pian si ritiravano,accorciandosi verso il polso e poi,fermarsi definitivamente.

Ma che diavolo...”

Aprì le palpebre di Sesshomaru per vedere se fosse cosciente ma quello che vide fu nuovamente un a pupilla bianca e inanimata. Era incosciente e non pareva volersi riprendere. Tuttavia il petto si alzava e si abbassava ad un ritmo lento e coordinato,se non altro respirava. Era confuso,perché Minerva aveva fatto di tutto per scappare e poi fermarsi nella piazza del tempio,solo per parlargli? No,il motivo non poteva essere così semplice. Che c'entrasse qualcosa la scoperta che avevano fatto sotto il tempio? In effetti questo avrebbe spiegato perché Minerva si fosse diretta verso il tempio,nello stesso punto in cui loro stessi erano entrati,ma Urtak,prima che se ne fossero andati aveva chiuso la prima e la seconda porta che conduceva al monolito e quindi non sarebbe potuta entrare,oltretutto non senza un corpo fisico. Questo avrebbe spiegato la possessione per mezzo della tavoletta,un frutto dell'Eden,senza alcun dubbio e questo spiegava il dover usare un tramite per potersi spostare. Si tutto tornava,c'era qualcosa si importante la sotto e forse l'albero e la tavoletta erano collegati in qualche modo. Eppure,c'era una domanda che non pareva avere una risposta esaustiva. Perché Sesshomaru? Perché prendere possesso del suo corpo? E poi, tutta quella pantomima,tutta quella discussione e solo per girare attorno alla questione che più premeva ad Ezio in quel momento. Chi era veramente quel ragazzo? Quel bellimbusto con una forza mostruosa e un taglio di capelli che avrebbe fatto invidia a qualunque principessa lo confondeva,non era umano e non capiva cosa fosse per l'esattezza,come per gli altri membri di quella strana combriccola formatasi da poco. In quel mondo gli umani erano presenti e per ora aveva incrociato solo queste creature come simili della razza umana e chissà,forse c'erano altre creature e razze simili agli umani in quel mondo da fiaba,ai suoi occhi,una parodia esagerata della realtà come lui la conosceva. Eppure Minerva sembrava insistere sul volerlo allontanare da Sesshomaru,che temesse di scoprire qualcosa su di lui che non doveva apprendere? E se si,cosa? Lo volevano i templari,lo volevano gli assassini e adesso anche i membri della prima civilizzazione? Troppe parti in gioco per appropriarsi di una sola persona. Ezio fissò il volto di Sesshomaru steso a terra è l'espressione sul suo volto mostrava apertamente la sua preoccupazione.

Ragazzo...chi sei tu veramente?”

Ezio non fece in tempo a contemplare quella domanda che gli frullava in testa che alle sue orecchie,seppur coperte dal cappuccio bianco,udirono una serie di passi alle sue spalle e senza neanche pensarci estrasse velocemente la cinquedea che portava in vita,vicino ai pugnali da lancio e la puntò alla gola del malcapitato,fermandosi per tempo prima del colpo fatale,quando si accorse della creatura,fragile e spaventata che aveva di fronte.

Toran?”,disse il fiorentino sorpreso.

La pantera era immobile,catatonica alla vista dell'amato steso a terra,inerme,come un cadavere. Tremava,spaventata,confusa e disorientata,osservava Sesshomaru privo di ogni reazione,scomposto al suolo e senza dare segno di volersi riprendere.

Ezio...che cos'è successo?”,disse lei in preda all'emozione.

Troppe cose da dire,nessun modo giusto per farlo,tutto da capire e niente di comprensibile.

In quel momento,con tutto il suo addestramento,con tutta la sua esperienza e con tutta la sua abilità,si sentì preso alla sprovvista. Una delle poche volte,che la sua lingua non riuscisse a tirarlo fuori da una brutta situazione.

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Capitolo 22
*** Un potere vacillante ***


In quello stesso istante,al castello della regina Otsune.


Spesso la maggior parte degli individui non si sofferma troppo sul passato,non solo il proprio,ma più in generale al passato come tempo andato e ormai perduto,di epoche che esistettero ed ora non esistevano più. Soprattutto gli yokai,con le loro vite longeve e i loro giorni simili ad un eterno presente fatto di battaglie,di guerre,di duelli e di ricerca del potere e chi più ne aveva più ne voleva,come gli ubriachi,che più bevevano e più volevano bere. Troppo di troppe cose e troppo in fretta,nonostante una vita lunga secoli,mostrare forza in un sintomo di onnipotenza,solo per poi perdere tutto in un battito di ciglia. Avere così tanto e alla fine restare senza niente. Ma ad Akira no, lui, paradossalmente, pareva modesto,per essere un dayokai. Vestiva sempre alla solita maniera,un kimono bianco,un hakama nero e tabi bianchi,sempre così,da quando aveva dato quella festa nella sua dimora la gente se lo ricordava così,anche perché era stato lui a scacciare gli assalitori del suo castello e che avevano colpito non solo lui e la sua proprietà,ma anche i suoi ospiti più illustri. Gli assassini,quanto era grato al loro assalto alla sua dimora. Il suo non era un pensiero ironico,era davvero grato al fatto che gli assassini lo avessero attaccato nella sua stessa casa,durante un evento pubblico e solo per uccidere lui,il gran maestro del ramo giapponese dell'ordine,più gli altri membri li presenti,molti di loro appartenenti alla classe nobiliare. Tra gli ospiti vi furono molte vittime e tutte incredibilmente,erano già un bersaglio designato per una lama celata. Alla fine della battaglia Akira chiese attentamente ai suoi sottoposti di fare una stima esatta delle perdite subite,sia tra le loro fila,che tra quelle degli assassini. Da entrambe le parti si sfiorava il migliaio di deceduti,tra guardie,nobili,guardie delle molteplici scorte personali e assassini compresi. Una vera mattanza. Ora godeva della stima di tutte le famiglie dei nobili presenti,il che creò il sostegno pubblico alla sua nuova casata e dove pubblicamente si incolpava per non aver svolto il suo pieno ruolo di castellano,sottolineando quello che aveva descritto come un fallimento nella difesa del suo castello e dei suoi invitati e nel frattempo stringeva accordi politici con le altre casate e nell'ombra,reclutava nuovi membri per l'ordine dei cavalieri templari e rinforzava la sua posizione con i vecchi membri tra gli yokai sotto la sua guida. Tutto pareva filare liscio per lui e le sue manovre. Ma era qui che adesso doveva stare attento,era qui,che rischiava di scivolare nel fallimento,ora che nella sua posizione era arrivato più in alto di prima. Sarebbe bastato un niente e avrebbe potuto perdere tutto. Non doveva farsi prendere dall'arroganza e ragionare a mente fredda e lucida,distaccato dal momento presente e osservare tutto quello che succedeva da più punti vista,analizzando e pianificando le prossime mosse a seguire e insieme ad esse,anche le possibili scappatoie in caso di fallimento e se anche quelle avessero fallito,anche le scappatoie delle scappatoie. La mente del maestro era una fucina di idee, sempre pronto a ragionare su un nuovo problema da risolvere,in parte per diletto e in parte,per necessità. Ed in quel momento,in quel preciso istante della sera era impegnato a risolvere un altro quesito e stavolta,solo per diletto. Come soddisfare l'autoproclamata regina degli ainu,che al momento si trovava piacevolmente infilzata sopra di lui? Beh, a questa domanda era piuttosto semplice rispondere. Colpire,colpire forte e con foga,come piaceva a lei. I movimenti pelvici di Akira,nonostante fosse sotto la regina,affondava dentro Otsune con tale forza che pareva un atto violento e brutale,tanto che per aumentare la potenza della spinta non esitò a portare entrambe le mani sopra i glutei di lei e nella foga dell'atto,la spingesse con forza verso il suo bacino,mentre lei,preda cieca della ardore e del piacere non solo urlasse senza ritegno ma piantò entrambe le mani nei pettorali di lui,duri come la pietra e iniziasse ad artigliare con tutta la forza che possedeva nelle braccia,un inezia se confrontata con quella del gran maestro e aprire fresche ferite sul petto,nel tentativo di squarciarglielo,tale era l'eccitazione,selvaggia ed incontrollata di quel sesso,più adatto a due belve feroci,che a due esseri senzienti. Poi,in un movimento veloce e inaspettato,uscì dalle membra di lei e in una rapida mossa,simile ad un movimento degno di un lottatore,le passò da sotto con agilità,proprie in mezzo alle gambe,la cinse con entrambe le braccia e senza alcuna delicatezza e da sempre da dietro la prese e la gettò sotto di se,cadendo di fianco e lui,con forza e precisione,la penetrò di nuovo e iniziò nuovamente a spingere,ma con il doppio della forza e della velocità e lei a quel punto,non seppe più come reagire. Spingeva,spingeva e spingeva,come un mostro disumano,tanto preciso quanto selvaggio e lei,si sentì bloccata sotto la sua ferocia. Colpiva ancora,ancora e ancora,sempre più forte,sempre più veloce e lei di pari passo,so faceva sempre più incontrollabile. E poi giunse la fine,in un esplosione di piacere primordiale,un autentica forza della natura. Era paragonabile ad un inondazione o ad un terremoto,tanto che Otsune tremava in preda al piacere ultimo che solo Akira sapeva procurargli. Tempo addietro in quanto regina,aveva messo alla prova numerosi guerrieri,sciamani,umano e non,chiunque fosse in grado di reggere a quella furia che lei stessa cercava nei suoi amanti,ma niente,nessuno era stato in grado di dimostrare quel potere che lei andava cercando nel furente e selvaggio atto del coito e quindi,non esitava due volte a scartarli quando andava bene e a sacrificarli,quando le cose si facevano veramente deludenti. Ed Akira,era stato l'unico a soddisfare questa sua brama di potenza animale,su tutta se stessa. Un uomo adatto a comandare e a farsi ubbidire senza che nessuno potesse dirgli di no e talvolta,anche lei si vedeva in quel ruolo di sottomissione assoluta...e le piaceva. Fino a quando lui supportava il suo dominio sugli ainu e di tanto avessero intrattenuto dei, rapporti diplomatici, come li chiamava Akira, gli avrebbe donato tutta se stessa,anche se questo avrebbe voluto dire essere dipendente da lui e dalle sue risorse,senza contare il fatto che l'avrebbe aiutata anche ad esplorare il misterioso passato del suo regno,per scoprire quali misteri nascondeva Ichiin attorno alla sua figura e a quello che aveva lasciato dopo di lui. Si,tutto filava liscio secondo i suoi desideri e meglio di così non poteva andare. Akira si piegò verso Otsune e la baciò come solo un amante esperto sapeva fare,per poi staccarsi a voler riprendere fiato,mentre lei lo fissava con occhi carichi di lussuria.

Anche questa volta hai soddisfatto con vigore questa regina. Saresti un re se solo lo volessi.”, disse lei sorridendogli ancora con ardore.

Se fossi un re non avrebbe senso che io sia qui semplicemente come ospite. E se dovessi scegliere se essere un ospite ben gradito o un re straniero su un trono che non mi appartiene mia cara,sceglierei volentieri la prima opzione.”

Adulatore.”

Lui si staccò dai lei e si alzò dal giaciglio di pelli animali,che era posto poco lontano dal fuoco e si diresse verso un basso tavolino d'avorio dov'erano state lasciate carne di cervo,semi di zucca e due tazze colme d'acqua,una delle quale venne svuotata per metà dal maestro templare,assettato dopo l'atto amoroso.

Ora non ci resta che aspettare di ricevere notizie da parte di Marsatap,così da poter scoprire cosa si cela sotto il tempio dei dannati Yuk.”

Yuk? La parola ainu per cervo,corretto?”

Si,voi del sud li chiamate Shika,anche quando vi trovate qui. Trovo insolente il fatto che tu sappia parlare la mia lunga e nonostante ciò,continui a parlare nella lingua di Yamato,in casa mia.”

Ma se facessi come vorresti tu,dovrei parlare in ainu per farti una cortesia e,ti toglierei il privilegio,oltre che la grazia,di parlare la mia lingua di fronte al tuo popolo,senza poter apparire più colta e saggia,di fronte al tuo stesso popolo,oltre che con la tua corte,di fronte ad uno straniero tanto ignorante quanto il sottoscritto.”

Spudorato,oltre che adulatore. Sei snervante quando fai così.”

Akira trattenne una risatina subito prima di bere ciò che restava dentro il bicchiere,appianando così la sua sete.

Lo ritengo un incantevole elogio. Ma tornando a noi,dobbiamo ancora discutere della natura della nostra alleanza e delle future prospettive riguardo ad essa. Questa collaborazione deve ancora dare i suoi frutti.”

Tutto il sesso che facciamo non è già un buon risultato?”

La promessa dell'orgasmo in se è un ottima motivazione per iniziare un rapporto di reciproco aiuto,ma è un premio che dura solo per l'attimo che si prova e poi,svanisce. Io intendo,qualcosa di più...pragmatico.”

E sarebbe?”

Una presenza permanente di alcuni fidati membri del mio ordine presso la tua corte e il loro intervento in politica,commercio ed esercito,appena ne formerai uno ufficiale.”

E in cambio?”

Truppe,risorse e aiuti in genere,quando più ti faranno comodo,anzi,in questo preciso istante diversi contingenti sono in arrivo presso il tuo castello è per vie che tu stessa controlli. Sono certa che abbia i mezzi per controllare personalmente che non mento.”

Otsune lo guardò dal letto soffermandosi piacevolmente sulle forme di Akira,grosso e forte, pieno di potenza. A prima vista e senza conoscerlo,pareva una montagna di muscoli con un bell'aspetto e nulla più,ma guai a cascare nelle apparenze e lei,lo sapeva bene.


La prima volta che lo vide era ancora una sciamana girovaga,una manciata di secoli addietro,intenta a spostarsi di villaggio in villaggio ad offrire i propri servigi in cambio di un pasto e di un posto dove passare la notte. Un giorno di neve abbondante e mentre percorreva una spiaggia del costa più a nord dell'Hokkaido vide un uomo,un dayokai,seduto sulla sabbia intento a guardare il mare mentre dei pescatori umani del luogo remavano in piccolo gruppo di imbarcazioni,piccole canoe da tre posti e giunti nel punto voluto gettarono le reti sperando in una pesca abbondante. Più si fece vicino e più confermò a se stessa che quello yokai era delle terre più a sud,l'odiata yamato,territorio dei popoli invasori,provenienti da oltre il mare occidentale. Lo si poteva vedere giù da come era vestito che non era un ainu e lei con atto di sfida gli si rivolse contro. Ricordava ancora quando gli disse,nella lingua della sua gente,che lui non doveva trovarsi li e che doveva andarsene,immediatamente e lui semplicemente la guardò un attimo,senza proferire parola,semplicemente le sorrise,la guardò ancora e poi si alzò e gli disse quelle parole,quelle esatte parole,che lei non avrebbe mai dimenticato,in ainu.

Sono giunto fin qui a far riemergere quel passato perduto ormai da tempo e non posso permettermi di tornare indietro. Le andrebbe di aiutarmi nella mia ricerca?”

Da quel giorno,la vita di Otsune cambiò.


Ed ora sedeva su un trono che lei stessa aveva rivendicato come suo,con l'aiuto di Akira e di quella grandissima fetta di ainu che covavano ancora un cieco rancore verso il popolo di Yamato,gli abitanti del Giappone più a sud,dove vivevano in territori più fertili e produttivi,dove pregavano altri dei,dove si erano impossessati di terre che per diritto appartenevano agli ainu e ai loro antenati e sulla avrebbero dovuto essere loro a coltivare il riso,a godersi il caldo sole dell'estate afoso e sempre loro a godere di ambienti più ospitali e accoglienti. E invece erano stati scacciati da popoli stranieri provenienti dalla terra ad occidente aldilà del mare, costringendoli a vivere al gelo,alle intemperie della natura più feroce e questo,nei secoli, ne erano usciti irrobustiti,rafforzati,incattiviti e più fanatici verso coloro che gli avevano fatto dono di quella regione selvaggia e inospitale. Sarebbero dovuti morire,ma ciò che avrebbe dovuto ucciderli li rese tanto resistenti,quanto il loro odio secolare, ed ora Otsune comandava su un popolo che era disposta a seguirla,a venerarla, a morire per lei,ad uccidere per lei e se necessario, a commettere qualunque atrocità che lei avrebbe detto loro di fare. Cos'erano gli ainu,se non un popolo devoto alla loro regina-sacerdotessa? E che cos'è un popolo devoto,se non argilla nelle proprie mani,da plasmare a proprio piacimento? Un popolo unito nella fede e nella rabbia. Quale terribile strumento nelle sue mani.

Io ti posso anche credere Akira,ma è un altra la cosa che mi preoccupa.”

E sarebbe?”

A che punto ti trovi con gli antichi scritti? Sei riuscito a decifrarli?”

Ah quelli,certo...”

Akira si girò verso Otsune osservandola con aria calma e disinvolta,mentre lei,non faceva nulla lo guardava come se si aspettasse delle notizie che soddisfacessero il suo carattere,turbolento e iroso.

Le mie ricerche sono ancora allo stesso punto. Mi riesce difficile trovare una chiave di traduzione riguardo a quella scrittura.”

A sentire quelle parole Otsune si alzò dal letto,mossa da uno scatto di nervosismo e si avvicinò ad Akira,puntandogli un dito sul petto.

Cosa? Com'è possibile che non ci riesci? Mi avevi assicurato che c'era la possibilità di tradurli. Mi hai mentito.”

Ho detto che c'è la possibilità,non ho mai accennato al fatto che sarebbe stato semplice o veloce. Questa lingua è andata perduta da migliaia di anni e forse non ha nulla a che fare con la lingua ainu. Per quello che né possiamo sapere potrebbe essere anche una lingua originaria di un altro luogo,addirittura di un altra terra. La vostra lingua non possiede un sistema di scrittura e anche se avesse delle correlazioni con l'ainu non potrei fare un confronto,appunto perché non ho nulla con cui fare un confronto,di alcun genere.”

E quindi che pensi di fare?”

Prima di tutto,direi che restare calmi è la prima cosa da fare ed anche quella fondamentale. E seconda cosa, necessitò di trovare altre prove,altre ricerche. Mi farebbe comodo che tu possa agevolare i miei tentativi di contatto con la tua gente.”

Che intendi con...contatto?”,chiese lei confusa.

Vedi...il fatto di essere tuo ospite nel castello,oltre che nel tuo regno,mi rende estremamente felice,ma,ritengo di essere mal sopportato dalla tua gente,non che la cosa mi urti e capisco la ritrosia di voi ainu verso la gente di Yamato come il sottoscritto e questo,purtroppo,non agevola i compiti che tanto generosamente compio in tuo favore.”

Ah si? E cosa faciliterebbe lo svolgimento delle tue mansioni,che tra l'altro sono anche le tue passioni?”

Necessito di tutta la collaborazione possibile da parte della tua gente. In parole povere Otsune, ho bisogno che questa gente non mi veda come una minaccia,ma piuttosto,come un fiero sostenitore della vostra causa,cosa,che collaborare con te dovrebbe agevolarmi nell'impresa.”

Ci fu un attimo di pausa e tra i due scese un silenzio che faceva più rumore di qualsiasi urlo. Lei sembrava irritata dalla cosa e lui al contrario,pareva come al solito,calmo e composto,rigido e paziente nella possanza del suo corpo muscoloso,come una statua,impossibilitata a non poter far altro che restare rigida.

Vedrò cosa posso fare...ma non ti garantisco il loro amore”,disse lei seccata.

Eccellente. Stavo anche pensando ad un altro problema che abbiamo in comune....”

Un suono di passi,proveniente dall'esterno della stanza,si avvicinava a loro con grande velocità. La porta di legnò si aprì e dentro la stanza si precipitò una delle due giovani sciamane di Otsune, presenti al sacrificio degli yoro.

Mia signora,mia signora porto notizie...”

La giovane umana si accorse troppo tardi che era entrata quando la regina e il suo ospite non erano pronti per ricevere visite,tanto che Otsune si coprì rapidamente con la coperta in pelliccia di cervo stesa vicino alla stuoia e Akira,restava al suo posto,impassibile,senza coprire la propria gloriosa nudità,lasciando alla vista della giovane sconsiderata un ottimo esemplare di yokai fin troppo audace da osservare in quell'istante troppo intimo,tanto che lei,dovette girarsi dall'altra parte,imbarazzata per l'accaduto.

Perdonate maestà,non immaginavo che foste impegnata,chiedo perdono.”,tentò di scusarsi la giovane sciamana con voce tesa.

Razza di stupida,come osi entrare nelle mie stanze senza nemmeno farti annunciare? Mi hai preso per una sgualdrina di basso rango? Dovrei farti bastonare per questo.”,disse Otsune con tono colmo d'ira e indignazione.

Perdonate mia signora,ma reco notizie urgenti,della massima priorità.”

Parla dunque e non perdere altro tempo.”

L'attacco alla gola del cervo dormiente è fallito”

Fallito?....come sarebbe a dire fallito? Marsatap dovrà rispondere di quanto accaduto”

Marsatap è morto.”

Morto?”

Si mia signora,durante l'attacco.”

In quell'istante Otsune sentì il vuoto attorno a se e un improvviso senso di svenimento stava per farla crollare a letto. L'offensiva era fallita e Marsatap era morto? Due disgrazie l'una dietro l'altra. Com'era possibile che due calamità si fossero conseguite in così rapida successione? Come? Come?

E più la regina se lo chiedeva,più un altra sentimento le si faceva strada verso la sua fragile sicurezza. Il respiro si faceva più veloce,il cuore iniziò a battere più forte,le zanne si snudavano e una forte energia proveniente dal suo corpo iniziava a manifestarsi attorno a lei,come piccole fiammelle bianche.

Chi è stato il responsabile di questa sfortuna?”

Hanno riferito che Urtak è giunto in soccorso del tempio durante l'attacco...”

Urtak? Urtak avrebbe fermato un armata intera da solo?”

Dicono che fosse accompagnato da un gruppo di forestieri,tre yokai,di cui uno yoro e due yokai vestiti come la gente di Yamato e un figuro aveva il capo coperto.”

Akira,che stava ascoltando con calma statuaria formulò un pensiero riguardo a questa faccenda. Un individuo già noto alla corte e altri quattro ad accompagnarlo. Uno yoro,due yokai del sud e un individuo dal capo coperto.

Signorina,per caso,sa se uno degli yokai aveva una lunga ,chioma argentea?”

Si signore. Pare che quest'ultimo sia precipitato dal cielo insieme al corpo del gran sciamano e che una volta a terra si sia rialzato.”

I sospetti di Akira erano fondati,Sesshomaru era intervenuto durante l'attacco e il suo contributo a giovato alla resistenza dei difensori. Era passato a malapena un mese dal loro ultimo incontro e subito si era messo a rovinare i piani della regina riguardo alla situazione con i clan ribelli. Doveva ammetterlo, la capacità del giovane inuyokai nel saper rovesciare e rivolgergli contro le sue aspettative lo rendeva un soggetto interessante agli occhi del maestro templare. Per Akira, Sesshomaru non poteva certo definirsi un individuo noioso,questo era certo,ma non si aspettava che interferisse nei suoi piani tanto presto e in maniera tanto efficace. Ora la situazione nell'Hokkaido si era fatta quanto mai interessante.

Fuori.”,disse Otsune più simile ad un ringhio trattenuto che alla parola pronunciata da una persona.

Ma signora,c'è ancora dell'altro...”

Ti ho detto...di andare...FUORI. SPARISCI DALLA MIA VISTA.”

Urlo della regina pareva un ordine emanato da uno spirito maligno,tanto che la giovane sciamana scappò via in preda alla paura che aveva per la maestra. Otsune era famosa tra la sua gente per molte cose,ma tra queste,non vi era la pazienza. Lanciò via la coperta in pelle di cervo,si alzò dal letto e fece pochi,ma furiosi passi verso Akira,puntandogli un dito contro il petto muscoloso mentre attorno a lei le luci iniziavano ad ingrandirsi e al contempo facendosi tanto più luminose,quanto minacciose,mentre la regina,lo guardava dritto negli occhi con uno sguardo feroce,degno della più furente tra le bestie nelle sue selvagge terre.

Tu,dannato energumeno è tutta colpa tua.”

Akira all'accusa non cambiò espressione rimanendo piatto e perfettamente calmo,impassibile,come la pietra di fronte alla furia della tempesta.

Mia? A cosa ti riferisci nello specifico mia cara?”

Quel cane,Sesshomaru,c'è lo hai portato tu qui. Deve aver saputo che sei qui,nella mia terra è adesso,si è alleato con Urtak per spodestarmi,sapendo che raggiungendomi arriverà anche a te. Hai portato il nemico alla soglia del mio trono. Razza di stupido buono a nulla.”

Calmati adesso è ragiona a mente fredda. Anche se fossi io il suo obbiettivo e tu fossi nel bel mezzo del suo percorso per raggiungermi,come dici tu,cosa ti fa pensare che non mi esporrei in prima persona per difendere il tuo trono,ma soprattutto, te Otsune? Politicamente il tuo appoggio alla mia causa favorisce i miei obbiettivi e i miei mezzi,favoriscono i tuoi. Quindi, perché mai dovrei condurlo a te,quando voglio esattamente che sia lui a venire da me?”

Otsune non seppe come rispondere a quella affermazione per nulla celata,restando sbigottita e confusa,tanto da non sapere cosa dire.

Mi spiego meglio. Io non solo voglio che mi raggiunga,ma che sia io,l'esclusivo obbiettivo del suo viaggio fino a qui,in questa terra gelata e lontana dalla civiltà,affinché sia lui a raggiungermi,ma, con le dovute precauzioni e le dovute condizioni,che siano a me,o meglio a noi, più favorevoli. E poi, non sei curiosa di vedere in volto,il cane che così stranamente,secondo le antiche cronache,avrebbe il volto del primo re,della quale hai tanto bisogno la conferma per legittimare il tuo potere?”

La rabbia di Otsune fece posto poco alla volta alla confusione che si faceva sempre più spazio nella sua mente,mentre al contrario Akira appariva come un uomo con le idee ben chiare,tanto che la sua lucidità di mente pareva tanto lampante da farla sentire stupida.

Che stai dicendo? Spiegati immediatamente.”

Credi davvero che lui sarebbe venuto qui solo per uccidere me? Oppure,ritieni opportuno pensare che gli assassini non gli avrebbero rivelato certe verità e che lui,non sarebbe venuto ad indagare di persona? Non trovi curioso,come il figlio di Inutaisho sia così somigliante,ad un uomo vissuto millenni prima che gli ainu mettessero piede in questa landa dalla natura incontaminata? Un po' troppe coincidenze riguardo a questa storia,non trovi? E poi,le prime storie riguardanti gruppi di cani con la tendenza di vivere in branchi organizzati sono originarie proprie dell'Hokkaido. Ora ti è più chiara la faccenda, mia cara?”

Vorresti dire,che Sesshomaru sarebbe un diretto discendente del primo re degli yokai?”

Non ho prove certe riguardo a questa teoria,ma i pochi indizi in nostro possesso suggeriscono che tale ipotesi non sia così campata per aria. Ma senza una traduzione dell'antica lingua non posso confermare questa supposizione ed entrambi sappiamo,che la risposta si trova nei testi che mi hai consegnato,perciò, resta solo una teoria.”

Otsune tolse il dito dal petto di Akira,si girò e si diresse verso le proprie vesti.

Devo agire al più presto,il mio trono è in pericolo...”,disse lei mentre si rivestiva della pelliccia di lupo che aveva indossato durante i riti sacrificali, “Devo reclutare più uomini,più seguaci...guerrieri,sciamani,dovessi anche praticare la più oscura e la più atroce tra le arti a mia disposizione,non permetterò che un usurpatore si impossessi del trono che io stessa ho faticato a creare. Ho creato il mio regno dalle ceneri di una leggenda, ho riunificato un popolo sotto una sola ed unica fede, io riportato alla luce gli antichi culti considerati proibiti al posto dove meritano di restare. Non lascerò che un cane sconosciuto,con la sua sola presenza distrugga tutto quello che ho costruito.”

Non credo che sia qui per reclamare un trono.”

Non ha importanza cosa credi tu o cosa voglia lui. Se gli ainu iniziassero a pensare che le rivolte nella regione siano giustificate e dovessero guardare a lui come una figura da seguire allora deve essere schiacciato al più presto.”

Otsune,ormai rivestita e dimentica del precedente atto con il maestro templare iniziò ad incamminarsi verso l'ingresso,con quanta ira e timore si poteva leggere negli occhi della potente sciamana,mescolate,come mai ad Akira era capitato di vedere da tutto il tempo che la conosceva.

Andrò ad emanare nuovi ordini per la creazione di nuovi proseliti e di nuovi amuleti,non esiterò ad usare tutto il potere a mia disposizione per uccidere il curioso bastardo che si è intrufolato nel mio regno...”

Ma prima di uscire,con passi svelti e pesanti si girò verso Akira e lo fissò dritto nei suoi occhi,d'oro e d'argento,con un imperiosità con la quale una regina si rivolge ad emissario straniero.

Ricordo ancora quando mi hai mostrato quel libro,quel giorno,dopo l'attacco al tuo castello è se è vero quello quello che ho visto,ebbene sappi che sto facendo un favore al mio popolo,oltre che all'intero creato. Posso solo chiedermi come i suoi genitori siano riusciti a non farsi prendere dall'impulso di ucciderlo quando era ancora nella culla.”

E fu dopo quest'ultima frase colma di cattiveria uscì definitivamente dalla stanza,lasciando indietro un Akira completamente nudo,in compagnia dei suoi pensieri e dei suoi problemi. Si mise nuovamente nella stuoia,ancora odorante della foga del sesso selvaggio appena consumato,o meglio,del simulato sesso selvaggio. Anche durante l'atto,come sempre del resto,Akira non si era mai lasciato andare alla pura crudezza dell'atto in se,l'azione dell'accoppiamento per lui,seppur piacevole e ben apprezzato,non era mai una cosa fine a se stessa,specie con Otsune. Otsune era la chiara dimostrazione di quanto una persona colma di potere,comincia a vedere in chi non apprezza il suo operato e automaticamente un nemico da abbattere,possibilmente da sottomettere. Qualunque fosse la motivazione della regina degli ainu,come lei si era dichiarata,spesso dimenticava chi l'avesse aiutata ad elevarsi al di sopra delle masse selvagge e incredibilmente fedeli alle loro tradizioni ancestrali, per divenire quella che da tempi lontanissimi era considerata un autorità suprema. Sempre al di sotto dei Kamui ovviamente. Akira non dubitava che questa alleanza portasse i suoi vantaggi,ma si chiedeva se fosse destinata a durare, i due erano troppo diversi, lei aveva un carattere più selvaggio e indomito,lui al contrario aveva sempre dominio di se,anche quando sembrava sull'orlo delle sue emozioni,era sempre se stesso. Mai slegato dal proprio autocontrollo,mai vacillante sulle proprie emozioni. Continuo equilibrio tra forza e disciplina.

Io conosco la risposta a questa domanda Otsune,ma sono certo che non crederesti alla risposta.”,disse tra se e se il maestro templare.

Ma non era questa la cosa importante che gli premeva in quel momento. Ora che il tempio della gola del cervo dormiente non era stato conquistato poteva dire addio alla possibilità di trovare informazioni utili sulle sue ricerche e tuttavia,il fatto che fosse stato Sesshomaru a giungere tra i rinforzi,insieme a quel famoso Urtak che Otsune tanto temeva doveva ammettere che non se lo sarebbe mai aspettato che facesse gioco di squadra così in fretta con uno dei locali,mentre per i due yokai che lo accompagnavano una era certamente Toran,il nuovo capo clan delle pantere mentre lo yoro era certamente Koga, capo tribù di una delle poche comunità degli yoro del sud che restano ancora in vita e per finire,un assassino. La seconda apparizione di un assassino così a nord era la conferma alle sue preoccupazioni riguardo il nuovo fronte sulla quale l'eterno con i loro eterni avversari si stava appena svolgendo. Se il sacro suolo degli Shika era stato difeso anche da loro voleva dire che il luogo molto probabilmente nascondeva più di quanto potesse immaginare. Ma un solo assassino in compagnia di Sesshomaru? Certamente non un novellino questa era evidente,che fosse un assassino esperto,addirittura un maestro? Che potesse essere Yuki? Oppure Hanzo? Non aveva informazioni per supporre tale teoria e gli pareva strano che un maestro assassino si mettesse in viaggio,da solo,in una terra tanto ostile,anche se questo avrebbe spiegato un attacco tanto audace ai suoi danni il giorno prima. Non lo sapeva,non né era certo,gli servivano informazioni e non è restando li seduto a non far niente che avrebbe migliorato la sua situazione. Doveva verificare personalmente l'andamento dei progressi. Si rivesti con calma ed uscì dalle stanze della regina,dalla quale oramai era ospite fisso da molto tempo e si ritrovò subito a percorrere una galleria scavata nella roccia,come molte altre in quella zona,tutte a formare i diversi accessi e i numerosi percorsi collegati della quale aveva saputo fare una mappa con il solo ausilio della memoria,esplorando il luogo solo un paio di volte. Un luogo tanto intricato che era stato scelto appositamente nei tempi antichi per piazzarci una corte quasi impossibile da conquistare. Uscito dalle gallerie si trovò subito in un ampia piazza sotterranea a cielo aperto,illuminata dalle numerose torce presenti in tutta l'area e i fiammeggianti altari dei kappa che pregavano e invocavano il nome di Uchi, dio del fuoco, dalla quale chiedevano potere e protezione e loro in cambio,bruciavano tutto quello che potevano offrirgli,legno,piante,animali,nemici, a volte, anche loro stessi,cosa curiosa,in quanto le poche volte che un kappa decideva di immolarsi sulla fiamma non sempre era dettato dalla necessità,quanto piuttosto da una fede cieca e folle. Non li capiva,ma forse non li capiva nessuno. Di tanto incrociava la servitù di Otsune e gli sciamani al suo servizio e per sicurezza si chinavano all'ospite straniero,più per non far irretire la mistica sovrana che per rispetto verso l'ospite proveniente da Yamato,ma lui avanzava senza curarsi troppo di queste sottigliezze da castello ed era stupito che un popolo tanto più legato ad un territorio in gran parte occupato da villaggi rurali e comunità nomadi,tentava al proprio meglio di vivere sotto Otsune come un popolo dotato di un governo stabile e ben consolidato,quando in realtà c'erano problemi da tutte le parti a minare il potere della potente sciamana. Ribelli,sia tra gli umani che tra gli yokai,in particolar modo gli yoro, l'imposizione di pregare un forma primitiva e sanguinaria del culto dei kamui,che lei stessa aveva instaurato e che si scontrava con quella ben più consolidata nella tradizione più classica e molto meno violenta presente nell'Hokkaido, che era parte del motivo per i gruppi di rivoltosi di non andare contro la regina, poi c'era una serie di dinamiche legate al fatto della legittimità del potere della regina stessa,in quanto non c'erano prove che le permettessero di regnare come gli antichi sovrani degli yokai e la cosa era ancora oggetto di dibattito,perché niente sosteneva che Otsune,per quanto potesse essere una sacerdotessa molto potente non era una regina, eppure,con l'ascesa al potere di questa donna semi-sconosciuta in quella terra aveva rafforzato il senso d'orgoglio di quel popolo ancestrale le cui radici si perdevano dalla notte dei tempi, aveva spinto con il proprio verbo di sangue e morte che i kamui si vergognavano di cos'erano diventati nel corso dei secoli da quando erano stati scacciati dagli stranieri giunti da oltre il mare,più di mille anni fa e che era giunto il momento di riprendersi ciò che loro apparteneva di diritto e se lo sarebbero ripreso, con la violenza,la morte e con ciò che ci fosse di peggio a loro disposizione. Per questo i sacrifici,per questo gli amuleti e con essi anche gli aberranti e fanatici seguaci di fuoco,di pietra,di sangue e di qualunque cosa dalla quale Otsune potesse trarre un qualche vantaggio,non importava la provenienza,l'importante che gli fosse utile. In questo assomigliava ai numerosi uomini di potere del sud che tanto odiava,ma del resto,quelli che comandavano a sud,facevano come in qualsiasi altro parte del mondo conosciuto. Nulla di nuovo sulla vera natura del potere,quello che cambia e l'efficacia con la quale si gestisce e il metodo di Otsune dal punto di vista di Akira,non era dei più brillanti. Passò la grande area a cielo aperto e passò altre gallerie e altri passaggi sotterranei,dov'erano presenti numerose pitture rupestri di vario genere e rudimentali opere d'arte degli ainu,come vasellame,pelli animali esposte alle pareti e idoli votivi ai lati dei passaggi,messe in bella mostra a chi passava da quelle parti,come ostentazione di sfarzo e di lusso. Un tentativo assai grossolano di imitare la grandezza dell'antica corte di Ichiin,della quale si decantavano uno splendore e un senso di evoluta civiltà che gli abitanti di quelle terre in realtà non avevano mai verificato di persone,ma sulla quale di certo fantasticavano molto su come potesse essere fatta una corte reale come quella dei primi regnanti,anche se di regnanti, all'infuori di Otsune, gli ainu, non li avevano mai visti e quindi, quando pensavano a come fosse fatta una regina,guardavano a lei. Infine arrivò all'ingresso del castello di Otsune,l'entrata della grande grotta dalla quale erano usciti gli yoro che furono sacrificati quello stesso pomeriggio,con molte guardie,tra cui molte donne,armate di lancia e del piccolo scudo di legno caratteristico del loro equipaggiamento e a rinforzare i numeri molti giovani volontari desiderosi di unirsi ufficialmente ai ranghi della potente sciamana. Akira si guardò attorno e vide la figura di una donna,una giovane serva vestita con il tradizionale e comunissimo ruunpe,un vestito decorato con motivi ornamentali su di uno caldo strato di cotone blu,giallo o rosso,molto utilizzato dagli ainu. Questa pareva essere un umana, e aveva il capo e la fronte coperte da due fasce di stoffa decorata,simile ai motivi che aveva sul vestito ed era intenta a portare sulla schiena una cesta,colma di fiori e altre piante invernali e si muoveva a passo lento,ma deciso,come se fosse in preda alla fatica,senza curarsi di andare nella stessa direzione di Akira. Poi,quando la ragazza passa accanto al templare barcolla da un lato facendo cadere la cesta ai piedi rovesciando tutte le piante a terra e lui,statuario,la ignora,come se nemmeno esistesse,mentre lei,di fretta e furia,rimette tutto dentro la cesta con gesti rapidi e convulsi,poi si inchina di fronte allo yokai e se ne va,ancora più velocemente di prima,lasciandosi dietro lo straniero. Akira non si gira a vedere l'umana andar via,sente che in una manica del kimono c'è qualcosa di sottile e liscio al tatto,leggero,come la carta.

Eccellente Hana,davvero eccellente.”

Akira aveva fatto bene ad uscire poiché la sua intuizione parve essere corretta. Avrebbe controllato la lettera più tardi,sapendo che anche se la sua Kunoichi era li nell'Hokkaido allora voleva dire che anche le sue truppe di rinforzo per Otsune erano giunte in quelle terre. Tutto stava andando come Akira voleva e anche se l'assalto all'antico tempio degli shika era stato solo un intoppo temporaneo nella piccola guerra civile di Otsune per Akira e la presenza templare in quelle terre non cambiava niente. Aveva previsto anche l'intervento di Sesshomaru negli eventi della regione,ma non aveva considerato che si sarebbe rivelato fin da subito così efficace e ciò,poteva essere un problema,anche perché se la sua alleanza con le pantere e gli yoro era confermata era dubbioso sul fatto che si fosse unito alla fratellanza degli assassini e accettare un credo così radicale,come se gli appartenesse. No, Sesshomaru non era un idealista e meno che mai con chi non si poteva fidare completamente,tanto quanto gli assassini,tanto quanto verso di lui. Lui lo sapeva,lo conosceva da sempre,fin dal primo vagito,fin dalla prima manifestazione del suo vero potenziale. Ma era tardi per rimuginare su quel dilemma vivente che era il figlio di Toga e dedicare ciò che restava del suo tempo prima di andare a coricarsi per la notte,sperando che Otsune si fosse calmata almeno un poco. Avrebbe fatto due passi nei dintorni,immergendosi ancora una volta in quella cultura che tanto destava il suo interesse,sia per la sua passione che nella speranza di trovare una risposta al mistero dei segni che tanto lo tormentava. Quella sera sentiva che il vento d'inverno gli venisse contro più forte del solito. Che fosse Kagura che gli intimava di stare lontano da Sesshomaru? Mah,chissà.

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Capitolo 23
*** La stanza ***


Confusione,rabbia,senso di smarrimento e infine quello che odiava più di tutto. Debolezza. Non la sopportava quella sensazione,la debolezza. La debolezza è qualcosa che ti fa sentire piccolo,inerme,inutile,la debolezza e la pesante consapevolezza di non poter far nulla di fronte agli eventi che ti stanno attorno e non poter far nulla per intervenire. La debolezza è quella cosa che non ti permette di ergerti con sicurezza sul tuo avversario e anche se tenti il tutto per tutto,alla fine vieni schiacciato,come niente,perché non possiedi la forza e la forza e sicurezza e consapevolezza di se e del potere che ti permette di dominare il prossimo,sapendo che nessuno potrà colpirti,nessuno potrà schiacciarti e nessuno potrà mai ergersi al di sopra di te. Sesshomaru credeva in questo e purtroppo per lui,la debolezza,la sentiva tutta. Aprì gli occhi e si trovò in un luogo che non capiva minimamente. Il tutto restava nero come la più oscura delle ombre eppure poteva ben definire i margini e i contorni del luogo in cui si trovava. Era una stanza vuota,un perfetto rettangolo spoglio di qualsiasi cosa,si alzò lentamente,come se molta dell'energia che avesse in corpo fosse stata sottratta da qualcuno...o qualcosa. Si guardò attorno nel tentativo di cercare una porta,un varco,un qualche tipo di uscita da quel luogo privo di senso,ma niente. Provò quindi ad avvicinarsi ad un muro,ma non accadde nulla e tastò la parete e quando la toccò gli parve strana,innaturale,come tastare l'aria e sentirla tangibile.

Diamo inizio alla prima fase dell'intervento.”

Akira,o meglio,la sua voce,si girò in cerca dell'origine di quella voce e quando lo fece,la strada divenne un lungo corridoio,la stanza,come viva,aveva cambiato il suo aspetto e adesso si era modificata, tal punto da divenire completamente un altra cosa. Possibile che non se ne fosse accorto? Nessun suono,nessuna vibrazione,nessuna aura negativa. Niente. Assolutamente niente. Non sapendo cosa fare decise di percorrere il corridoio,ma restando attento ad altri sviluppi improvvisi. Qualunque posto fosse,Sesshomaru comprese che fosse all'interno della sua mente e in teoria,essendo sua la testa,avrebbe dovuto sapere cosa ci fosse dentro. Invece, ogni volta che capitava una cosa simile scopriva che c'era sempre qualcosa di nuovo da vedere,da osservare,da comprendere e cosa più difficile,da accettare. Non era certo della natura di quell'ambiente ma in qualche modo,forse per intuizione o per istinto,immaginava che essendo un luogo del pensiero non poteva essere reale,o meglio,non poteva essere un luogo della realtà come la conosceva, poiché ogni volta che succedeva gli eventi che vi scopriva all'interno era sempre nuovi e misteriosi,rivelazioni incomprensibili dal messaggio occulto e indecifrabile. La spiaggia,la scala,ed ora quel corridoio,pareva tutto così mutevole imprevedibile,se ci fosse una logica esatta nella quale questa sequenza di eventi prendeva vita lui non lo sapeva,poteva immaginarlo,ma non aveva prove a riguardo.

Bene,prima fase avviata,controlliamo che tutto stia procedendo come dovuto.”

Di nuovo la voce di Akira e insieme ad essa un luce rossa,improvvisa,come un fulmine a ciel sereno,ma abbastanza potente da illuminare tutto lo spazio nero a lui visibile e nella luce,si accorse che il nero copriva quella pareva essere in realtà un luogo reale,non sapeva descriverlo né tanto meno riconoscerlo nei particolari,ma gli parve di capire che il corridoio,fosse realmente un corridoio. Poi fu tutto nero e non gli restava altro,se non fare quello che faceva sempre nella vita. Avanzare.

Pressione stabile,temperatura regolare,battito accelerato,tutto nella norma. Non si preoccupi signora,questo bambino nascerà sano.”

Ancora Akira,ancora quella luce rossa,ma questa volta pareva ripetersi,più e più volte emanando lampi,lenti,ma continui. Di cosa stava parlando? Termini e parole che Sesshomaru non comprendeva usate in un contesto confuso. La nascita di un bambino? Cosa c'entrava una partoriente adesso? E mentre pensava a questo vide che sui muri attorno a lui iniziavano a formarsi delle immagini. All'inizio parevano puntini,singole chiazze luminose isolate l'una dall'altra,ma che poco alla volta si allungavano gli uni verso gli altri come a formare delle linee,poi le linee divennero insiemi di forme e le forme insieme diedero vita ad una scena non molto chiara,sia per lo stile,simili a quelle delle incisioni nella città dentro la montagna,vicino al villaggio degli assassini,sia per il significato,poiché le immagini,seppur chiare non contenevo alcuna scrittura né segno riconoscibile. La figura più importante,una donna,reggeva tra le braccia un piccolo fagotto,mentre sedeva su quello che sembrava un trono mentre poco più avanti, una lunga serie di figure maschili,pareva essere in fila l'uno d'avanti all'altro,in un sorta di successione,prima uno,seguito da un altro,poi da un altro,poi da un latro ancora e così via,una lunga sequenza di omini che l'uno dietro l'altro,come una rappresentare una continuità di qualche tipo,via via,sempre più in là,sempre più lungo,fino a quando la linea non si interrompe e li si vede un omini,esattamente come altri,ma sopra la sua testa spicca un segno che Sesshomaru riconosce con incredulità. Una mezzaluna viola,esattamente come la sua sulla fronte. Non sapeva cosa volesse dire,non né sapeva il significato,ma attirava la sua attenzione.

Va bene,adesso spinga più forte che può e continui a respirare,così,bravissima. Non si lasci ingannare dal fatto che sia un uomo signora,le garantisco che lei è in buone mani. Si dia inizio alla seconda fase e controlliamo la reazione del frammento del paradiso. Questo evento e di vitale importanza,per tutti noi.”

Un altro lampo di luce rossa,ma questa volta sentì qualcosa esplodergli nella testa,come un botta improvvisa si fosse manifestata da dentro il suo essere. Ammesso che lui fosse dentro il suo essere o il suo essere fosse intorno a lui,non lo capiva,era da qualche tempo che ormai aveva smesso di capire. Si dovette poggiare al suolo con un ginocchio per non crollare,mentre teneva le mani sulle tempie,sperando di sopprimere il dolore. Poi il dolore scomparve,come se non fosse mai arrivato e si rialzò e quando tornò ad osservare il muro l'immagine precedente scomparve e al suo posto comparì una parola,una parola che avrebbe preferito non leggere nuovamente. Mostro. Di nuovo quei caratteri,la stessa identica parola che aveva letto sulla scala e quando la vide decise di avanzare senza voltarsi indietro. Di nuovo scuro,di nuovo tenebra,eppure ci vedeva benissimo,o meglio,vedeva i contorni e distingueva le forme,le dimensioni e la profondità del campo visivo,ma tutto era nuovamente nero,come se i colori in quel luogo fossero scomparsi di colpo,eppure,se quel luogo era dentro la sua mente allora com'era possibile che non sapesse vedere tutti gli altri colori,a parte il rosso,che pareva essere l'unico colore che riusciva a distinguere chiaramente. Com'era da abitudine ormai si poneva le domande e non trovava le risposte è la cosa era stancante. Un passo dopo l'altro ed era di nuovo in cammino,non sapeva dove stesse andando e non sapeva da dove era giunto. Ricordava solo di essersi coricato per dormire e poi si era trovato in mano quella tavoletta,quella maledetta tavoletta senza senso e senza spiegazione. Ma perché a lui? Perché mai era successo a lui? Era già la seconda volta che l'inuyokai si era ritrovato con quell'affare in mano e per la seconda volta era stato vittima del suo potere,qualunque esso fosse. Non era un oggetto comune questo era certo,non emetteva alcuna aura,nessuna traccia di energia yokai,nessuna traccia di energia spirituale,all'apparenza era un semplice sasso senza valore,con degli scarabocchi senza senso incisi sopra. Ma allora perché era caduto sotto l'influsso del suo potere? Che razza di oggetto poteva essere così potente e tuttavia possedere un aspetto così insignificante? Non lo sapeva,non ci capiva nulla. Eppure doveva esserci una spiegazione,un motivo,un effetto scatenante se quella tavoletta si attivava come voleva e quando voleva,a tratti pensava che quella cosa gli paresse viva,o almeno che contenesse qualcosa che la faceva comportare come tale,come le sue zanne,che non parevano essere li in quel momento,Tenseiga e Bakusaiga,non semplici armi agli occhi di un qualunque ignorante,ma vere e proprie essenze di potere,vibranti e piene di potere,vive...in un certo senso,non come lui,con carne e ossa,ma comunque coscienti e reattive,con le loro differenze e diverse reazioni agli stimoli del mondo esterno,come Tenseiga,la spada la cui lama fu forgiata da una lama precedente,Tessaiga,un pezzo di scarto commissionato e progettato per ridare la vita,non toglierla e come se non bastasse in grado di danneggiare tutto quello che non aveva una forma materiale,arma che per molto tempo lui,aveva rinnegato,eredità odiata perché non in grado di colpire nulla che fosse di questo mondo,ricevuta da un padre che cercava di insegnargli una lezione che giunse molto dopo averla ricevuta. E poi c'era Bakusaiga...già Bakusaiga, La sua nuova spada,sua in tutto e per tutto,uscita dal suo corpo insieme ad un nuovo braccio,quando più ne aveva bisogno, a pensarci bene era stato il vecchio Totosai a dirgli che il nome della nuova arma era Bakusaiga dandogli quell'informazione prima ancora che gli chiedesse informazioni su di essa,accettando quel dono inaspettato come se fosse una cosa normale. Al tempo credeva che la creazione di Bakusaiga fosse avvenuta a causa di una maggior raggiungimento di potere personale, eppure,prima che glielo chiedesse Toran non si era mai posto il problema,strano a pensarci adesso,potere,quello che bramava,quello che cercava,ciò che riteneva importante per definire e affermare se stesso in un mondo dove uccidi o vieni ucciso,mangi o vieni mangiato,nulla di più e nulla di meno che il basilare istinto di sopravvivenza che tiene in vita,il potere e qualcosa che da peso su di te sul mondo che ti circonda. Ma allora perché da un mese a questa parte era lui ad essere in balia del potere altrui? Che non fosse abbastanza forte per affrontare questa nuova sfida? O era forse il senso di inadeguatezza di fronte alla sua vulnerabilità di fronte a ciò che non capiva e non conosceva a farlo sentire debole? Questi oggetti misteriosi,queste vicende di un passato dimenticato e Akira, questo nuovo nemico così imprevedibile,inscrutabile,illeggibile e pericoloso,lo aveva affrontato la prima volta senza limitarsi a sconfiggerlo,no,lo aveva umiliato,ogni colpo subito era stato un segno della sua debolezza di fronte a lui,era stato debole nell'attaccarlo quanto nel sapersi difendere,era stato come un bambino di fronte ad un adulto,era stato il tenue vento di una brezza estiva,al pari di una montagna inamovibile. La scintilla che si sente incendio,spenta senza pietà da una pioggia torrenziale. Ed ora si sentiva così in quel corridoio,debole,debole ed inerme di fronte ad aventi su cui non aveva il controllo.

Si direi che ci siamo,il bambino sta nascendo. Bene,il frammento reagisce al parto nella maniera che mi aspettavo. Prepararsi alla terza fase e tenersi pronti per eventuali rischi. Ottimo,si intravede la testa.”

Un altro lampo,anzi due,di fila,velocissimi e la testa che gli pulsò ancora una volta,ma adesso la luce rossa andava e tornava per conto proprio,comparendo e scomparendo ad ritmo preciso,calmo e continuo...come il battito di un cuore. Tu tum...tu Tum...tu tum...tu tum. Si era il battito di un cuore,o meglio,la velocità nella quale luce rossa andava e veniva era paragonabile a quella di un battito cardiaco. Decise di accelerare il passo,camminando ancora più forte,andando ancora più veloce nella sua marcia,ora decisamente più svelta. La vide di nuovo, a terra, la stessa parola, mostro,distolse lo sguardo non volendo vedere nuovamente quella scritta,si sentiva schiacciare il petto,quasi gli mancava il fiato,non voleva ammetterlo,ma aveva paura,una paura primordiale e ancestrale,la paura dell'ignoto,del sconosciuto,del diverso,di quello che non si comprende e di quello che non si vuole comprendere. Un ambiente alieno alla sua concezione della realtà,un mondo che proiettava forme di geometrie perfette,disegnate e installate da una mano ferma e precisa fino all'ossessione. Non capiva niente di quello che stava succedendo,non capiva niente di quello che stava ascoltando,la voce di Akira e un...parto? Cosa mai poteva centrare con lui? Perché mai avrebbe dovuto interessarsi di una nascita? Cosa aveva a che fare con lui? Non trovava un senso alla cosa,però,se c'entrava Akira una cosa era chiara, non era nulla di buono. Più ci pensava e più il tutto sembrava ancora più assurdo di quello che già era è per quello che gli stava succedendo in quel momento, la cosa era già assurda di suo,molto assurda. Continuò a camminare,non seppe bene per quanto,una manciata di minuti,un ora,due,aveva perso la cognizione del tempo è più andava avanti più si rendeva conto che il corridoio pareva non andare da nessuna parte,andava dritto,ma aveva la sensazione che non stesse andando da nessuna parte,i piedi si muovevano,ma il luogo in qualche modo restava sempre se stesso. Allora Sesshomaru si fermò e si girò e notò che il corridoio era cambiato,pur restando la stessa struttura,il suo aspetto era completamente cambiato. Ora pareva un vero e proprio corridoio,con mura e soffitto di solida materia e la sensazione che fosse tornato nel mondo reale,tanto vero pareva quel luogo adesso. Se non fosse stato ancora per quella pulsante luce rossa in lontananza,come una luce infernale che invitava un dannato ad oltrepassare un proibito ingresso per gli inferi. Ad ogni battito la luce si rafforzava e poi si indeboliva,più e più volte,imitando nuovamente la velocità di un cuore che batteva ad un velocità moderata. Si,l'intuizione di Sesshomaru era corretta,quel luogo all'interno della sua mente non solo pareva essere reale,in un certo senso del termine, ma anche vivo e pulsante,non inerte materia con la quale interagire come farebbe nel mondo esterno,ma era dotato di una propria intelligenza e di propria vita,come un sogno fatto durante il sonno,ma con una sua struttura e forse,anche con delle sue regole. Ecco il perché degli ambienti strani come la spiaggia,la scala e adesso quel corridoio. Non ci capiva ancora molto di come funzionava quella misterioso ambiente che era la sua coscienza,ma ciò non spiegava perché lui fosse costretto a subire quella saltuaria tortura che lo costringeva a fare questi assurdi viaggi ai limiti della follia,perché solo un individuo dalla mente e lo spirito contorti potevano scegliere volontariamente di esplorare un posto dalla natura così caotica e imprevedibile. Anche qui decise di avanzare e di vedere se riusciva a trovare un uscita da quel sogno fin troppo vivido.

Va bene signora,adesso spinga,spinga,così da brava,respiri profondamente e poi spinga. Il frammento da segni di attività,ma per ora nulla di anomalo. Ecco signora,ci siamo quasi,ancora un un ultimo sforzo.”

Stavolta la luce si fece fortissima e con essa anche il dolore alla testa si fece sentire più forte,un attimo appena,ma tale fu la pena che per un attimo Sesshomaru non rischiò di cadere al suolo. Era come se qualcosa per quello che durò meno di un secondo,ma gli parve che qualcosa si fosse espanso all'interno del cranio come un parassita che gli fosse entrato nel cervello avesse iniziato a bucare l'encefalo da dentro e avesse iniziato la sua opera di distruzione. Era stata una delle sensazioni più brutte che avesse mai provato i tutta la sua vita. Si rialzò, a fatica,lentamente,ma si rialzò,non poteva restare li,non poteva,non voleva,non si arrendeva,era più forte di lui,era più forte del dolore e del senso di inquietudine che provava per quel posto,se mai di posto si poteva parlare. Riprese a camminare,non sapendo che altro fare e andò avanti. Dopo qualche minuto,o quello che gli parve tale frangente di tempo passato a camminare, notò che il pavimento gli parve umido e al contempo viscido,guardò sotto e vide nella lampeggiante luce rossa quel liquido che riconobbe immediatamente. Sangue,alzò nuovamente la testa e all'improvviso la rivide,li,davanti a lui,e in quel momento provò quella paura atavica e basilare,con tutti i suoi sensi animali che lo mettevano allerta sulla pericolosità di quella cosa. La porta nera. Ancora una volta il suo istinto gli disse di scappare. Si girò e il corridoio era nuovamente cambiato e stavolta era persino peggio. Il sangue che aveva trovato per terra era presente su ogni superficie e insieme ad esso sul terreno erano presenti i corpi di molti yokai in forma umana,distesi sul terreno. Non diede alcuna attenzione a quella nuova e inquietante sorpresa e si mise a correre,evitando i numerosi corpi che gli ostruivano la strada. Provò a scattare facendo ricorso ai suoi poteri,ma le sue gambe non aumentarono la velocità della corsa,allora provò ad alleggerire il suo passo facendo uso delle sue capacità di librarsi in aria,ma tutto quello che ottenne furono dei semplici balzi abbastanza forti da evitare i mucchi di corpi più grossi e ingombranti. Non riusciva ad usare i suoi poteri da dayokai in quel luogo,esattamente come vicino alla città nascosta dentro la montagna,la stessa identica perdita di poteri,perché? Non seppe darsi una ragione a tale fenomeno e non sapeva cosa stesse succedendo. L'unica cosa certa e che per qualche motivo,nel profondo della sua coscienza,sapeva che doveva scappare,sapeva che quella specie di ingresso dall'aspetto sinistro,non doveva avvicinarsi a lui,non sapeva perché e non sapeva nulla sulla porta. Non sapeva cosa fosse,non sapeva cosa voleva da lui, sapeva solo che doveva stargli lontano il più possibile,non sapeva perché lo sapeva,ma lo sapeva,come una bestia sa per istinto che il fuoco e pericoloso,pur non sapendo cosa fosse,pur non sapendo su come si manifestasse il fuoco era qualcosa di sconosciuto,per tanto era nocivo e per tanto era letale. Sesshomaru era la bestia e la porta era il fuoco. Sesshomaru corse più forte che poteva nella speranza che la porta si facesse più lontana da lui,ma per quanto si sforzasse,per quanto energia ci stesse mettendo,la porta era li,alle sue spalle,intento a seguirlo come un ombra,distante,ma pur sempre presente. La porta non era veloce,ma non era limitata dalla presenza dei corpi per terra,poiché appena un corpo entrava a contatto con lei,esso si smaterializzava,come il resto del corridoio dietro di essa,non restava nulla,se non un vuoto nero e imperscrutabile,sconosciuto e insondabile abisso che sfuggiva ad ogni logica e comprensione. Non gli ci volle molto per notare che il corridoio,fino a quel momento era rimasto dritto,come un solo ed unico monotono sentiero, a parte per la voce di Akira,la luce rossa e l'improvvisa comparsa della porta nera, ora cambiava direzione in uno svicolo laterale,rallentandolo per breve tempo nella sua corsa,poi continuò a correre e ancora un altro cambio di direzione,poi un altro e un altro ancora. Sesshomaru aveva il sospetto che qualcosa non quadrasse nella forma del corridoio,prima dritto per infinite misure,ed ora, si trovava a girare,cambiare e svoltare quasi in continuazione nella speranza di trovare una via d'uscita da li,ma non trovava niente,nessuna porta,nessuna uscita,nessuna via di fuga da quell'incubo,poteva solo scappare. Normalmente avrebbe combattuto come nel mondo reale,non temeva niente e nessuno e non esitava mai di fronte ad uno scontro,anche contro qualcosa di sconosciuto e imprevisto. Ma allora perché correva via da quella cosa che gli stava alle calcagna,cos'era mai quell'oscuro ingresso che gli impediva di ragionare con lucidità. Non lo sapeva,ma il suo istinto di yokai lo avvertiva in tutti i modi e gli mandava un solo ed unico messaggio. Scappa. Superato l'ennesimo angolo i piedi non toccarono più il suolo non accorgendosi in tempo della presenza di un vuoto improvviso,una voragine buia e profonda,nella quale cadde senza alcuna possibilità di salvezza,non fece in tempo ad arrestare la sua corsa, e per quanto riguardava il volo,in quel momento, non fu in grado di librarsi e attutire la caduta e cadde,come un qualunque umano sul fondo dell'abisso. Il pianto di un bambino,o meglio,il vagito di un neonato,forte e carico di vita.

Complimenti signora è un maschietto,forte e in salute e che polmoni,urla come un vero guerriero. Terza fase stabile e attività del frammento in aumento,curioso,l'energia emanata dall'oggetto sembra accumularsi a velocità inusuale.”

Sesshomaru si rialzò con fatica,senza capire da che altezza cadde,forse dieci o venti metri,eppure non provava alcun dolore,nessun senso di compressione e nessun osso rotto anche senza la manifestazione di poteri il che era strano dato che proprio i suoi poteri avrebbero dovuto aiutarlo ad attutire la caduta o evitarla completamente,eppure,era privo di essi,come un qualunque comune umano. La cosa per lui era inaccettabile,tanto forte era il suo orgoglio ora,tanto fragile e insicura pareva il suo animo ed ora per la seconda volta nuovamente a terra,ma subito dopo,nuovamente spinto a rialzarsi,questo era Sesshomaru,questo era lui. Appena poté riconoscere il nuovo livello dell'abisso si guardò attorno e non vide molto nonostante l'ottima vista,poiché la luce pareva un misto tra l'oscurità che prima si spandeva per tutto il corridoio e la luce rossa,ora scura come il sangue misto alla terra del campo di battaglia e farne fango,delineava le forme di una grande camera,non era certo di quello che stava guardando poiché la luce,paradossalmente,era molto scura e le forme degli oggetti li presenti,come il mobilio e gli accessori al suo interno avevano forme strane e dalle dimensioni esagerata. Nel mezzo della stanza c'era una specie di panca molto spessa,con un solo grosso sostegno posto di sotto,perfettamente al centro e conficcato nel pavimento,con una coperta e un cuscino posto ad un estremità. Da un altra parte invece era presente un tavolo,alto e lungo un paio di metri,dove vi erano posizionato una piccola sfera rotonda,un oggetto rettangolare e vicino ad essi diversi strumenti,alcuni parevano piccole lame affilate altri invece sembravano delle piccole pinze,altre ancora delle forbici e molti altri non aveva idea di cosa fossero e di ogni oggetto li presente non conosceva ne lo scopo né il metodo d'utilizzo. Vicino al tavolo era presente una specie di gabbia trasparente,con un piccolo futon al suo interno,delle dimensioni giuste per un neonato,con una coperta voluminosa. Sia il futon che la coperta parevano adatte al figlio di un nobile, o di un uomo facoltoso a giudicare dalla qualità del materiale.

Un attimo,lo sentite anche voi? Sembra un ronzio...no...pare più una vibrazione. Che sia il frammento?”

Di nuovo la voce di Akira,ma questa volta non fu seguita da un mal di testa,ma da un fischio alle orecchie,alla quale Sesshomaru scosse la testa infastidito.

No non può essere,la reazione è anomala e non era nulla che fosse presente nei miei calcoli. Il bambino,piange ancora più forte. Calmatelo. Va tutto bene signora,questione di attimi e potrà abbracciarlo.”

Il fischio si fece più forte,tanto che adesso non solo il suo udito era compromesso,ma sentì un brivido lungo tutta la spina dorsale che si diffuse verso il resto del corpo. Prima prese la pelle e i nervi sottostanti,poi verso i muscoli che iniziarono a vibrare tutti insieme,con forza selvaggia e devastante,come se un terremoto proveniente dall'interno del suo io più profondo si stesse scatenando ,non sapeva cosa fosse poiché era la prima volta che sentiva una cosa simile. Era come quando il suo corpo mutava dalla forma umana a quella animale,ma la sensazione era diversa,non come se stesse cambiando volontariamente nella sua vera forma da yokai,ma come se qualcosa si fosse svegliato dentro di lui e adesso pretendeva di uscire con violenza esplosiva.

Il bambino non si calma e il frammento sta aumentando esponenzialmente il proprio potere. Non è possibile e come...e come...se l'uno amplificasse l'altro. Di questo passo entrambi diverrebbero incontenibili. Fermate l'esperimento. Annullare,annullare ogni operazione e passare alla fase di contenimento. ADESSO.”

La voce di Akira pareva essere divenuta molto più nervosa ed emotiva,al contrario dell'immagine che si era fatto del maestro templare,calmo,moderato e sicuro delle proprie capacità,mentre a sentirlo in quel momento,pareva in preda al panico,nonostante il modo in cui parlava e in termini tecnici usate nelle frasi fossero qualcosa di incomprensibile per Sesshomaru, ora, si immaginava un Akira nervoso e per nulla padrone delle sue emozioni. Non aveva sentito nessuno parlare a quel modo e il significato dei termini usati, Fase? Di che stava parlando quel maledetto di Akira e cosa aveva a che fare la nascita di un bambino in tutto questo? Non ci capiva più nulla e nel mentre di tutto questo la vibrazione che pervadeva tutto il suo corpo si fece peggiore,tanto,che ora pareva che la stanza stessa,stesse tremando. Non aveva più controllo sul suo corpo,ogni spasmo si fece sempre più mentre la stanza,per quanto tremasse violentemente non si scompose per niente,persino gli oggetti presenti sul tavolano sembravano essere fusi con lo stesso,tanto erano immobili. Doveva fare qualcosa,reagire in qualche modo e tornare ad essere padrone di se stesso e per prima cosa tentò di controllare il tremore sforzando i muscoli a restare immobili. Niente da fare,per quanto facesse forza su se stesso l'effetto durava per poco tempo e con ben pochi cambiamenti,se non diminuendo i tremori,ma nulla di efficace. Provò allora a muoversi,ma l'unico effetto che ottenne fu quello di cadere a terra e restare vittima della sua stessa incapacità di fare qualunque cosa. Doveva lottare,voleva lottare,ma qualunque cosa avesse scatenato questa reazione era più forte della sua volontà e non poteva far nulla per resistere ai suoi effetti. In quel momento si sentì debole come non mai e la cosa, lo fece sentire malissimo.

FASE DI CONTENIMENTO ANNULLATA,PASSARE ALLA FASE CRITICA. ELIMINARE IL SOGGETTO INSTABILE. MI SPIACE SIGNORA,MA FACCIO CIO' CHE FACCIO PER IL BENE DI TUTTI NOI.”

Il tremore a quel punto divenne pari ad un terremoto tanto da sentire scuotere a tal punto il pavimento che una grossa crepa si formò sul fondo della stanza e da essa,lentamente sbucò qualcosa. La porta nera, era comparsa ancora una volta. La vide per la seconda volta e anche in quel momento provò a fuggire,ma i muscoli non rispondevano ad alcuno stimolo,per quante provasse a muoversi,a scattare nuovamente lontano da quella cosa,lui non riusciva a muoversi. La stanza ancora in preda al tremore iniziò a spostarsi in avanti,come risucchiata all'interno dell'oscuro varco presente all'interno del bordo nero di quel piccolo Toori dall'aspetto tanto maligno,quanto potente. Uno ad uno,il letto,il tavolo,la gabbia, tutto ciò che c'era all'interno della stanza veniva lentamente assorbito al suo interno e lui inevitabilmente non poté far nulla per impedire che ciò accadesse e nel mentre diverse linee comparvero su qualunque superficie,sui muri,sui tetti,sul pavimento e anche sul soffitto. Potè solo ruotare lo sguardo dove poteva vedere,non potendo nemmeno girare la testa,ma vide che le linee si mossero da sole come dotate di vita propria,unendosi,fondendosi formando la stessa identica parola più e più volte ripetuta allo stesso modo. Mostro,scritto dovunque li dentro,quasi che ogni punto disponibile potesse divenire la base per poter scrivere quella parola,quella maledetta parola,ancora,ancora,ancora,ancora,ancora e ancora,come scritta dalla mano di un essere ossessivo e crudele e in mezzo ad esse,un altra parola,diversa,ma scritta più grande e più luminosa delle altre,che emanava quella sinistra luce rossa che aveva visto prima. Conosci te stesso. Conosci te stesso,temet nosce,ancora quella frase,perché? Perché li? Perché in quel momento? In quel momento non gli importava molto giacché stava finendo per essere trascinato all'intero del piccolo spazio nero,che stava risucchiando l'intera stanza al suo interno e con lui dentro e più si avvicinava più il suo istinto gli diceva di allontanarsi,di alzarsi e di scappare via,ma il suo corpo non rispondeva ad alcuno stimolo e non un muscolo in tutto il suo essere aveva intenzione di muoversi,come condannato ad un destino infausto e invincibile e quindi si era arreso mentre la sua mente,il suo lato più animalesco,intendeva fuggire,correre via da quella cosa che tanto lo destabilizzava e lo faceva sentire vulnerabile,inerme,di fronte ad essa. Non sapeva cosa fosse,non né conosceva la natura né tanto meno lo scopo,sapeva solo che non voleva averci niente a che fare e per il resto avrebbe preferito non rivederla mai più,anzi,non avrebbe voluto sapere niente di tutto questa follia nella quale era intrappolato e non sapeva più cosa fare.

E tutto qui quello che sai fare? La paura dell'ignoto ti schiaccia a tal punto da non riuscire più a muovere un muscolo?”

Una voce di donna echeggiò per tutta la stanza e di colpo,come in una reazione ad essa,la stanza smise di svanire e tutto ad un tratto la porta smise di avanzare verso di lui,come bloccata da qualcosa.

Sesshomaru provò a parlare,ma era completamente paralizzato,bloccato a terra completamente inerte a ciò che gli stava succedendo. Ad un tratto,come comparsa dal nulla, comparve lentamente una luce bianca, un brillio improvviso in mezzo alla stanza,proprio tra lui e la porta e da quel brillio nacque lentamente una figura misteriosa. Pareva una donna,dall'aspetto pareva umana ma era molto alta,almeno tre metri. Aveva la pelle candida e una lunga chioma rossa a cadergli sulle spalle. Sulla testa portava uno copricapo tondeggiante dall'aspetto metallico,aveva occhi marroni e indossava una lunga veste bianca quasi trasparente che gli arrivava alle caviglie,ma che al contempo pareva coprirla decentemente,senza rivelare nulla della sua femminilità. Pareva una donna di nobili origini dal modo in cui si presentava e si guardava attorno con un aria mista tra la curiosità e la noia.

Mi aspettavo una disposizione più adeguata ai tuoi pensieri,viaggiatore. Questa mente è un completo disastro. Ti consiglio di organizzare meglio quello che ti passa per la testa.”

Sesshomaru osservò la donna e la vide tranquilla e indifferente al caos che vigeva li dentro,come se fosse una semplice passante che ha assistito ad un fatto curioso,ma per nulla significativo,qualcosa che rientrava nella normalità.

Non parli viaggiatore? Non importa,ciò che conta ora e che tu mi stia a sentire. Ascolta attentamente le mie parole, tutto ciò che ti sta accadendo,sia dentro che fuori te stesso è una sequenza di eventi nella quale tu,sei il centro di tutto. Si lo so, tu non comprendi il significato di tutto ciò e forse non lo capirai mai,ma anche questo è una cosa puramente marginale,non c'è bisogno che tu capisca,ma agisca...e in fretta.”

Lo yokai osservò la donna dal basso verso l'alto,sdraiato a terra,ma per la prima volta da quando aveva rimesso piede in quello strano luogo si sentiva di essere al sicuro,non sapeva perché,ma era così.

Chi sei tu?”Disse Sesshomaru incerto, come se non riconoscesse quella sensazione che adesso lo aveva quasi liberato dal senso di oppressione che provava per la porta, ancora presente nella stanza.

La donna girò lo sguardo su di lui piegando la testa leggermente di lato,come se stesse cercando qualcosa di specifico nella figura del ragazzo che aveva per terra.

Curioso,oserei dire interessante. E incredibile come tu gli assomigli così tanto e allo stesso tempo,sembri così diverso. Che sia l'unicità del tuo essere a renderti così speciale?”

Ti ho chiesto chi sei. Parla donna.”, disse lui nervoso.

La donna gli sorrise,quasi divertita da quella reazione così diretta.

Mi hanno chiamato in molti modi in molti luoghi diversi,per te,come altri,sarò solo Minerva.”

Che cosa vuoi da me?”

Come ho detto,voglio che tu agisca. Hai un compito e devi svolgerlo e per il bene di tutti,devi riuscire,viaggiatore. Sai cosa fare,sei già sulla strada giusta.”

Non capisco una sola parola di quello che dici.”

Non ha importanza, non ti servirebbe a niente.”

Non sono il tuo burattino,umana.”

Minerva si fece scappare una piccola risatina divertita a sentire quell'ultima affermazione mentre lo yokai continuava a fissare la donna con fare indignato. Lui,il burattino di quella? Giammai, Sesshomaru era libero e orgoglioso di esserlo,nessuno poteva dirgli cosa fare,tanto meno lei,l'ultima arrivata.

Umana? No ti sbagli,io sono venuta molto prima della specie con la quale mi confondi,ma capisco l'errore. La mia razza esisteva già quando loro erano appena all'inizio e la tua invece...era giunta al suo declino. Ma basta con queste inutile chiacchiere,siamo qui per te. Avanza per la tua strada viaggiatore,la tua missione è appena iniziata.”

Quando Minerva finì di parlare Sesshomaru non fece in tempo a ribattere che il terreno della stanza iniziò a dissolversi lentamente,prima divenendo un sottile pulviscolo che si alzò lentamente da terra e poi,il corpo dello yokai iniziò ad essere assorbito dal terreno,come se stesse affondando in una palude.

No,aspetta donna,ho delle domande.”

Chi non né ha nella vita?”

Cos'è questo posto?”

Una struttura mutevole creata dal tuo inconscio,una vivida immaginazione che imita la realtà.”

Che cos'è la porta nera?”

Una verità che non sei pronto ad affrontare.”

Perché mi sta succedendo tutto questo?”

Perché il tempo per cogliere i frutti e giunto...ma non sei ancora pronto ad assaggiarli e quando avrai dato il primo morso,sarà a quel punto che deciderai,se essere più bestia o uomo. Ora devo andare,la natura del tuo essere inizia a cacciarmi via. Al prossimo incontro,viaggiatore.”

E infine Sesshomaru affondò nel suolo,inghiottito,come un sasso che affonda nell'acqua e tutto diviene nero. Tutto si fa scuro,tutto si fa silenzio,mentre la sua coscienza si annebbia,si offusca,cede alla incoscienza,a non sentirsi,senza pensare a nulla,senza avere paura di nulla.


Un tuffo al cuore,una spinta di nuova vitalità,si rialza da terra a velocità fulminea ed è di nuovo buio,ma non il buio pesto delle tenebre più oscure,no,più come il buio della notte,l'aria frizzante tipica delle notte invernali e due volti conosciuti,Toran ed Ezio che lo guardano preoccupati.

Sesshomaru...”

La ragazza gli si avvicina rapidamente appena si accorge che l'inuyokai è rinvenuto,stringendogli il viso tra le mani e aiutandolo a sollevarsi con il busto.

Che ti è successo?”

Sesshomaru non seppe cosa dire a riguardo. Vide Toran seriamente preoccupata per le sue condizioni,quasi rischiava di esplodere per l'accumulo di emozioni che gli si mescolavano in petto,tanto grandi e forti che quasi gli bloccavano il respiro.

Credimi Toran,non mi crederesti.”,disse Sesshomaru confuso.

Dimostracelo,siamo tutto orecchi.”,disse Ezio serio,mentre teneva le mani lungo i fianchi.

Quella notte il vento soffiava più forte del solito. Bene,si disse Sesshomaru, da che aveva memoria la sensazione dell'aria fresca era una delle cose che gli piaceva di più,come gli spazi aperti e gli ambienti isolati, ma negli ultimi tempi il bisogno di aria fresca si era fatto opprimente,dopo ogni immersione dentro se stesso fosse un tuffo fatto da troppo in alto e che ogni volta lo portasse sempre più a fondo e ogni volta che emergeva sentiva il bisogno di riprendere aria. Soffocava e nessuno poteva aiutarlo. Si,odiava la debolezza e da molto tempo,lui, si sentiva debole. Che orrenda sensazione.

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Capitolo 24
*** Sul fondo dell'abisso ***


Fu di nuovo mattino e di nuovo fu una giornata colma di preoccupazioni. Era tornato indietro insieme a Toran ed Ezio,ma anche in loro compagnia si sentiva distante da loro,non che fosse abituato a cercare la compagnia altrui,del resto,non né aveva bisogno,ma in quello specifico caso,il tornare indietro alla realtà che conosceva non lo rassicurò in alcun modo. Era lontano da tutto e tutti,non tanto nel corpo,ma quanto nella mente,un forte senso di smarrimento si era insinuato in lui e nemmeno la presenza di Toran sembrava alleviare quel senso di estrenietà che si era fatto spazio dentro di lui. Tornarono al villaggio ai piedi della gola e li,vicino al fuoco vide Koga in piedi e con le braccia conserte,mentre Urtak,aspettava pazientemente seduto a terra. Qualunque cosa avrebbe voluto fare Koga era stato interrotto dall'hanyou,che lo aveva fermato per tempo,sapendo che spesso,la bocca dello yoro era più veloce dei suoi pensieri e perciò gli aveva intimato che per quella sera la cosa si sarebbe fermata li. In effetti c'era ben poco da dire e tutti, a quel punto andarono a coricarsi,quasi gettandosi alle spalle quello che era appena successo e per sicurezza di tutti,sopratutto per l'inuyokai,quest'ultimo avrebbe dormito nella stessa stanza di Ezio,non esattamente il fine giornata che avevano programmato per se stessi,ma almeno se Sesshomaru avrebbe avuto un altro...risveglio improvviso,ci sarebbe stato qualcuno che almeno avrebbe potuto intervenire per tempo e per lo meno capiva cosa fare in caso fosse nuovamente successo...più o meno.

Buona notte fiorellino.”,disse Ezio mettendosi sulla stuoia a dormire e coprendosi con una vecchia coperta trovata nella casetta in rovina.

Sesshomaru non se la sentì di ribattere alla battuta irriverente dell'umano e questo di certo non era da lui,ma lo ignorò,mentre con la testa vagava da tutt'altra parte. Si coricò anche lui,nello stesso modo di Ezio,ma stavolta,a differenza del primo tentativo il sonno non tardò ad arrivare. Quando riaprì gli occhi vide Ezio intento a rivestirsi,mentre allacciava la giacca della sua tenuta da assassino,mentre l'armatura e le armi,compreso il meccanismo della lama celata con annessa pistola erano tenute in disparte,tranne per la cinquedea,che già portava allacciata al cinturone,poiché,dormiva sempre con un arma a disposizione,nel caso avesse dovuto difendersi,oltre all'utilizzo delle mani come ultima risorsa.

Buon giorno ragazzo,dormito bene stavolta?”,chiese Ezio con leggerezza.

Sesshomaru dal canto suo si sentiva leggermente appesantito dal sonno e dalla stanchezza accumulata anche per i fatti della sera precedente e tuttavia,era grato per quel sonno così pesante,da avergli intorpidito i sensi,oltre che le membra,tanto,da farlo sprofondare in un sonno senza sogni,o incubi o qualunque altro luogo la sua mente avesse deciso di mandarlo.

Guarda che se non te la senti di alzarti possiamo aspettare che stai meglio,non abbiamo tutta questa fretta.”

Non sottovalutarmi umano,non sono così rammollito da restare a letto a non far niente. Dammi un attimo per riprendermi.”,disse Sesshomaru con tono duro e ostico.

Beh,se prima avevo dei dubbi ora sono certo che ti sei ripreso. Burbero e musone come piaci a noi. Comunque,c'è una cosa di cui dobbiamo parlare.”

A che proposito?”

Della tua situazione. Ogni quanto ti capita? Intendo i sogni.”

Sesshomaru parve bloccarsi per un istante e nel mentre posare lo sguardo su un punto indefinito. Ora che ci pensava non aveva mai tenuto conto di tutti le volte che gli era capitato,ma da quando aveva lasciato il villaggio degli assassini poteva sostenere che dalla partenza all'arrivo nell'Hokkaido non era successo nulla di grave e che da quando era giunto li,quelle esperienze si erano fatte più intense e violente,quasi vivide,come se prendessero vita propria di fronte a lui.

Io...non ricordo di preciso. Ma è raro che accada in maniera così brutale. E successo solo un altra volta in una maniera simile a questa.”

Si me lo ricordo.”

Come anche Toran del resto.”

Già...forse non avrei dovuto chiedertelo così presto. A volte purtroppo tendo a ragionare più da assassino che da persona. Andiamo a fare colazione,per il momento i problemi possono aspettare.”

A proposito di problemi, quella tavoletta,c'è l'hai tu?”

Per ora si,perché?”,dandosi due colpetti sulla veste,nel punto in cui nascondeva il misterioso oggetto.

C'è l'aveva di nuovo Ezio,nascosta sotto la veste,quindi,se era così ben sorvegliata e nessun avrebbe potuto averne accesso se non per mezzo dell'umano,com'era possibile che un pezzo di pietra potesse spostarsi a suo piacimento senza che nessuno se ne accorgesse,se non quando era troppo tardi? Non ci capiva nulla, ne sapeva tanto adesso quanto prima. Ma si,per qualche momento stare in pace non gli avrebbe fatto male e un po' di tempo per stare da solo gli avrebbe fatto bene,doveva rinfrescarsi le idee,riscoprire il piacere della quieta solitudine,anche solo per un attimo.

No...niente. Vi raggiungo a breve.”

D'accordo,tu riposa e quando te la senti torna da noi,va bene?”

Recuperata la sua attrezzatura,Ezio uscì armato di tutto punto e si richiuse la porta di paglia della cise alle spalle,lasciando da solo il cane,con i suoi pensieri e le sue riflessioni. Sentiva ancora le membra stanche e ancor più la mente altrettanto provata,ancora più del corpo e lo spirito di certo non era nella sua forma migliore. Confuso,disorientato e stanco,con la sensazione che presto o tardi sarebbe realmente impazzito. Era sempre stato un cane forte e in grado di badare a se stesso,senza mai avere bisogno di nessuno. Ma le cose che aveva visto,le sensazioni e le emozioni provate erano troppe per una persona sola,per quanto forte fosse mai stato,era stato troppo arduo reggere quella follia per intero e qualcosa radicato nel profondo del suo essere,lo costringeva a fuggire piuttosto che combattere. Non riusciva razionalizzarlo né a dargli un senso,ma l'istinto gli diceva di correre,di scappare,di avere salva la pelle,perché? Perché quella sensazione era così forte? Se ne vergognava e non lo accettava,imbarazzo e rifiuto,non solo verso se stesso,ma anche verso quello che provava. Alla luce del sole era forte e fiero,ma appena calava nelle sue tenebre personali ecco che si sentiva realmente vulnerabile,scoprendo punti deboli che non sapeva di possedere. Quanto si odiava in quel momento. Si alzò ancora affaticato per la sera precedente,si rivestì,prese le spade e ancora una volta controllò che la lama celata fosse agganciata al suo posto,chissà perché poi,non la sentiva sua,meno ancora delle spade e degli artigli,ma in qualche modo non riusciva a separarsene,che fosse per l'influenza di Jin su di lui? Non né era certo,ma forse era possibile. Una volta pronto uscì dalla casa,apparendo nuovamente al resto del mondo con una sicurezza e una calma che in quel momento gli faceva comodo avere,non solo per gli altri,ma anche per se stesso. Il cielo quel giorno pareva essersi schiarito e l'opprimente grigio piombo sopra le loro teste pareva dissiparsi lentamente,anche se non si poteva dire che fosse un cielo terso,ma se non altro non dava segno di voler nevicare,mentre al campo si vedevamo già gli altri intenti a fare cose diverse. Urtak sistemava sul fuoco un po' di legna,dove sopra vi era stata messa una pentola,nella quale pareva essere stata messa a bollire una brodaglia non ben riconoscibile,qualcosa con molte verdure a giudicare dall'odore. Nel mentre Toran ed Ezio parlavano intenti a discutere di qualcosa,stava per capire il senso del discorso,quando all'improvviso,Koga,vedendolo uscire,lo squadrò da capo a piedi con l'espressione di chi ha un dubbio che gli frulla nella testa.

Qualcosa non va,lupo?”

Si,tu. Dove stavi andando ieri sera?”

A te che importa?”

Mi importa che prima che tu faccia ritorno tra la mia gente,se vuoi ancora degli alleati,devo sapere se ci stai nascondendo qualcosa.”

E anche se fosse? Nessuno ha chiesto il tuo aiuto,semmai siamo noi che siamo giunti in tuo soccorso. Dovresti essermi grato se sei ancora in questo mondo.”

Sarò grato solo quando ti avrò preso a calci su quel muso da botolo ringhioso che ti ritrovi.”

Veloce di gambe e di lingua,ma lento di pensiero. Ora capisco perché tu e Inuyasha andate così tanto d'accordo,con tutto quello che vi accomuna non poteva essere diversamente.”

Ripetilo sbruffone.”

Avvicinati che te lo ripeto meglio.”

Con piacere cagnaccio.”

I due però non ebbero il tempo di fare un primo passo che Sesshomaru si ritrovò i piedi bloccati da uno strato di ghiaccio mentre l'altro era sprofondato con i piedi sommersi nel terreno duro e gelido,come se fosse stato assorbito da un piccola buca colma di fango. I due presi alla sprovvista si girarono in direzione dei colpevoli e li videro,Toran e Urtak,con entrambi con il palmo della mano rivolto verso il diretto interessato.

Che stai facendo?”,dissero entrambi all'unisono, Il cane rivolto verso la pantera e il lupo rivolto verso lo shika-haynou.

Vi impediamo di uccidervi l'un l'altro come due imbecilli.”,disse Toran irritata dalla scena.

E curioso,come entrambi ci siamo aspettati che vi sareste messi a litigare appena uno dei due avrebbe cominciato a fare la voce grossa.”,disse Urtak monocorde.

Come ti pare ma adesso liberami.”,disse Koga irato verso Urtak

Non finché non ti sarai calmato e non farai uso di quell'organo che hai nella testa è che usi decisamente poco.”

Toran...”,disse Sesshomaru irritato.

Ah no,non ci pensare neanche,tu sei l'ultimo tra tutti noi che dovrebbe avere un attacco d'ira,sono certa che non hai dimenticato l'ultima volta che hai perso il controllo,vero?”,disse lei minacciosa.

Quelle parole sentite da lei parvero a Sesshomaru un colpo basso che aveva come bersaglio il suo orgoglio,cosa che lo toccò in profondità e,anche se la sua voglia di restituire l'offesa ricevuta con la violenza dovette trattenersi da lacerare le carni dello yoro e lasciarlo in vita,cosa alquanto spiacevole per lui.

Signore e signori,un attimo di attenzione...”,disse Ezio tentando di richiamare l'attenzione di tutti i presenti, “Vi chiedo di prestarmi orecchio per un attimo e di dedicare parte del vostro tempo ad una sana ed attenta riflessione. Ora,alla luce degli ultimi avvenimenti,in particolar modo ieri sera,consiglio vivamente e dico vivamente,di prendere atto del fatto che dovremmo collaborare tra di noi,piuttosto che tentare di ucciderci l'un l'altro,mi spiego?”.

Ezio,mostrando una calma degna del suo rango si avvicinò ad entrambi,fermandosi poco prima della sottile lastra di ghiaccio che teneva fermo Sesshomaru e della massa amorfa di terra che tratteneva Koga,mentre i due guardavano l'assassino,intenti a chiedersi perché mai si fosse avvicinato così tanto a loro. Non avevano ben in mente cosa ci facesse Ezio così vicino a loro mentre non potevano reagire.

In questo preciso istante ci troviamo in una situazione nella quale nessun trae vantaggio da questo litigio. Tu,ragazzo vestito di pelliccia,sei arrivato da lui con atteggiamento aggressivo e ti sei rivolto a questo simpaticone in maniera molto sgarbata. Ora,capisci che essere insultato di prima mattina,appena sveglio e senza aver fatto neanche colazione,forse, e dico forse, non è la cosa più intelligente da fare? Non credi anche tu?”.

Poi Ezio si girò in direzione dell'altro yokai.

In quanto a te,tu non riesci proprio a tenere le mani a posto vero? Per un motivo o per un altro devi sempre attaccar briga con qualcuno. Che sia io,lui,Akira,in qualche modo tu non riesci proprio a fare in modo di non essere violento,vero? Certo,lui ha cercato lo scontro,ma tu lo hai insultato e quindi cosa fai? Ti metti a fare il bambino con chi si comporta da bambino? Ti sembra un comportamento maturo? Comincio pensare che non hai quattrocento anni,ne hai quattro,per tanto,o ti decidi a crescere e comportarti come una persona adulta e responsabile oppure resti così è non vai oltre quello che sei adesso e credimi quello che vedo,personalmente,non penso sia molto.”

Sarò anche bloccato,ma questo non vuol dire che non possa raggiungerti.”

Potrai anche raggiungermi ma questo non vuol dire che riuscirai a farmi qualcosa. Vi consiglio di darvi una calmata,tutti e due, o giuro che vi uccido nel cuore della notte e faccio sparire i corpi. Credetemi,sono molto bravo in questo...”

Ezio fece qualche passo indietro e osservò i litiganti alle prese con la loro situazione,mentre si guardavano ancora con fare bellicoso,ma che in quel momento,parevano dimenarsi di meno.

Allora?”

I due non risposero all'assassino ed Ezio diede loro le spalle tornando lentamente vicino al fuoco.

Direi che hanno recepito il messaggio.”

E subito entrambi furono liberi,con Sesshomaru che si scrollò il ghiaccio dai piedi che si era fatto meno resistente e Koga,che fu sputato fuori dalla terra con un ospite sgradito al terreno.

Venite. la colazione è pronta. Stamattina,carne d'anatra in brodo. Ringraziate Toran ed Urtak per questa leccornia.

I due videro l'assassino allontanarsi,mentre restavano al loro posto,intenti a controllarsi l'un l'altro con la coda dell'occhio e nel contempo assopivano la loro sete di violenza nata precedentemente.

Non finisce qui botolo ringhioso.”

Su questo non ho dubbi, lupo rognoso.”

E fu così che i due misero da parte le peggiori intenzioni del momento per riempirsi lo stomaco e godersi un pasto caldo. Ci sarebbero stati altri momenti per sbudellarsi a vicenda.


Dopo una buona ora di tranquillità,tra la cottura e la preparazione,tutti mangiarono in rigoroso silenzio godendosi la loro pietanza,tranne per Urtak,che spinto in parte dalla sua metà erbivora,si limitò a nutrirsi di alcune radici trovate durante la raccolta delle piante,in quanto la sua natura di cervo gli impediva di nutrirsi di carne di qualsiasi tipo. La colazione finì bene e l'inuyokai e lo yoro non ricominciarono ad aggredirsi e quindi il tutto fu compensato con un aura di apparente tranquillità,senza che nessuno dicesse più del necessario. La zuppa risultò buona al palato e benefica per lo spirito,era calda e saporita in maniera equilibrata,con un aggiunta di erbe che Urtak conosceva molto bene e che erano tipiche di quelle foreste. Passarono la prima parte di quella mattinata al villaggio abbandonato,riposando e godendosi la tranquillità del momento.

Bene,ritengo opportuno fare un breve riassunto della nostra attuale situazione...”,disse Ezio volendo attirare l'attenzione degli altri,”Siamo alla base di un tempio vecchio di chissà quanti anni,dove sotto di esso si trova un immensa caverna con dentro un albero molto alto e spesso. Ora dobbiamo porci una domanda, perché mai hanno attaccato questo luogo?Era per quello che abbiamo visto la sotto? Erano certi di sapere cosa stessero cercando quando hanno deciso di attaccare? Questo non lo sappiamo,ma quello che sappiamo e che abbiamo il vantaggio dalla nostra parte.”

Vantaggio? E quale sarebbe?”,chiese Toran confusa.

Il tempo. Abbiamo tutto il tempo necessario per trovare quello che stavano cercando gli attaccanti.”

E perché mai dovremmo fare una cosa simile? Dobbiamo raggiungere la mia tribù il prima possibile,in questo momento potrebbero essere scoperti dalle truppe di Otsune e non posso permettermi di lasciarli alle merce dei suoi mostri.”

Comprendo la tua preoccupazione, anch'io so cosa vuol dire essere a capo di una comunità e credimi se ti dico che i tuoi timori li ho sentiti anch'io. Sono straniero in una terra che non conosco e che non comprendo appieno,ma so cosa provi e ti chiedo solo di accompagnarci ancora una volta e se prima ti sono sembrato aggressivo nel mio parlare,sappi che l'ho fatto con le migliori intenzioni. Se non te la senti di continuare posso capire,però mi sentieri più sicuro,sapendo che anche tu sei dei nostri.”

Sesshomaru non riusciva a credere alle proprie orecchie. Ezio aveva un giro di parole mieloso e colmo di giustificazioni,cose che non rispecchiano il guerriero che vedeva all'opera durante i combattimenti. In quel momento gli parve più di avere a che fare con uno di quegli emissari che vivevano per servire i loro padroni,discutendo di politica e alleanze con i clan amici e negoziando tregue con i clan nemici. Perché si comportava in quel modo? Non lo capiva. Ricordava ancora quando si erano battuti il primo giorno in cui si erano incontrati e ricordava il giorno in cui aveva perso contro di lui al villaggio degli assassini. In quei due momenti pareva di avere a che fare con una autentica roccia,immobile nelle proprie posizioni e nelle sue critiche verso di lui e adesso,si comportava in maniera fumosa e indefinita,come una nuova di fumo o il corso di un rigagnolo che modifica il suo percorso quando più gli è comodo per continuare a scorrere. Per Sesshomaru questo pareva un affronto all'immagine che aveva dell'incappucciato e raramente aveva un immagine lusinghiera del prossimo. Koga invece dal canto suo restava come al solito burbero e strafottente,con le mani sui fianchi e il petto in fuori per ostentare un orgoglio tipico della sua gente. Ma era negli occhi e nell'espressione del viso che le parole dell'umano parevano aver sortito il loro effetto,avendo puntato nelle debolezze dello yoro,il ruolo di capo e il peso della responsabilità che esso porta.

Non lo so...io sono venuto qui solo per difendere questo posto,non ci capisco niente di tutta questa roba e poi, se abbiamo scacciato gli ainu sotto il controllo di Otsune perché dovremmo restare qui? Dopo le perdite di ieri e la morte di quel corvaccio dubito che si faranno nuovamente vivi così presto.”

Non possiamo esserne certi,per quello che ne sappiamo potrebbe muovere un secondo attacco proprio adesso e io suggerisco di andare nuovamente a vedere cosa c'è di così importante la sotto che interessa anche a loro. Io propongo di tornare laggiù e vedere se stavolta troviamo qualcosa. Chi è con me?”

Io ci sono.”,disse Urtak con la risposta già pronta.

Tu Koga?”

Koga pareva esitare un attimo,sbuffando per la seccatura appena ricevuta.

E va bene dannato umano,sono dei vostri. Ma appena abbiamo finito qui c'è ne andiamo va bene?”

Mi sembra una proposta onesta. E tu cara?”

Toran non rispose e si limitò ad osservare Sesshomaru con uno sguardo che non ammetteva repliche,lui di contro la fissò passivamente,senza manifestare alcuna emozione apparente. Nessuna gioia,nessuna rabbia,niente,pareva impassibile,quasi distaccato,poi la pantera rivolse nuovamente la sua attenzione verso Ezio.

Ci saremo.”

Perfetto. Quindi,propongo di incamminarci il prima possibile sperando stavolta di non trovare un armata di scheletri a sbarrarci il cammino. Cielo,né parlo come se fosse una cosa normale.”


Circa un ora dopo.


Giunsero lentamente di fronte all'albero sul fondo del costruzione sotterranea e fortunatamente i guardiani non furono presenti durante il percorso,anzi,non ci furono proprio,come scomparsi nel nulla e nemmeno i resti degli assalitori erano più presenti nel tempio,portati via dai guardiani,dove? Questo non si sapeva. Ma poco importava dato che la loro preoccupazione era un altra. L'immenso Acero era nuovamente li,in tutta la sua vitalità è da quando erano giunti loro non era cambiato. Era sempre li,con la sua misteriosa presenza in quel luogo così inusuale per un vegetale di quelle dimensioni e mentre Urtak era seduto a terra ad occhi chiusi, Ezio ad esaminare l'area e Koga a stare lontano dall'inuyokai. Toran e Sesshomaru rimasero relativamente da soli,l'uno di fianco a l'altra,mentre lui restava in silenzio assorbito dai suoi pensieri e lei,che preoccupata per Sesshomaru gli riusciva difficile gestire la questione,che paradossalmente, per il suo potere, non riusciva ad essere così gelida come il suo ghiaccio e per tanto,maggiore era la tensione tra loro,più l'imbarazzo era vivido. Almeno per lei.

Ehi...”disse lei titubante, “Come ti senti?”

Come prima.”

Hai voglia di parlarne?”

A che scopo? Ho già detto tutto quello che avevo da dire.”

Magari ti farebbe bene sfogarti.”

Ci vorrebbe un altro scontro come quello di ieri per sfogarmi. Quasi mi spiace aver ucciso quella marmaglia di selvaggi.”

E a me di spiace che la mia presenza non ti faccia più piacere. Ieri sera,quando ti sono venuta a cercare,non eri vicino a me.”

A quelle parole Sesshomaru si voltò verso Toran con uno sguardo carico stupore,come se fosse stato colpito a tradimento.

Toran, come puoi solo pensare ad una cosa simile? Sai anche tu che non è vero.”

Davvero? Allora chi era quella Kagura che ha nominato l'hanyou?”

Una faccenda passata.”

Strano,perché ieri sembravi particolarmente preso quando l'hai sentita nominare.”

Perché vuoi parlarne adesso? Ha importanza?”

N'è parlo adesso perché volevo farlo ieri sera è si,ha importanza per me.”

Non puoi capire...è una faccenda personale.”

Questo l'ho notato,anzi,l'hanno notato tutti.”

E con questo cosa vorresti dire?”

Sembri bravo a tenerti i tuoi segreti,perché non diventi bravo anche a rivelarli di tanto in tanto?”

A quel punto Sesshomaru la fissò intensamente negli occhi con sguardo arrabbiato e lei,di contro,lo guardava con aria di sfida,come se si aspettasse un assalto,un antico istinto,nato quando i due erano ancora nemici,fin da quando si erano scontrati per la prima volta.

Va bene...ho capito.”,disse lui a metà tra l'arrabbiato e il deluso e iniziò a separarsi da lei,muovendo i piedi in direzione di Ezio e Urtak,lasciandosi alle spalle la pantera.

Sesshomaru notò come Urtak sembrava essere immerso in se stesso,mentre Ezio continuava a guardarsi attorno in cerca di una qualche risposta,un indizio,un qualche modo su come avvicinarsi all'albero senza essere respinto,ma pareva bloccato nello stesso punto dell'ultima volta. Aveva la tavoletta in mano e nel contempo rimuginava sul da farsi.

Ehi ragazzo,problemi in paradiso?”,disse con un sorrisetto ironico.

Cosa?”

No niente,non importa. Ora tornando a noi,guarda qua.”

Ed Ezio mostrò la tavoletta a Sesshomaru,che in quel momento gli parve priva di qualunque cosa lo rendesse speciale come la sera precedente. Niente luci,niente effetti particolari,solo una tavoletta di pietra vecchia di chissà quanto tempo.

Non sta facendo niente.”

Appunto,non sta facendo assolutamente niente. Saranno almeno venti minuti che sto provando a passare con questa in mano e niente. Non fa assolutamente niente...”,Ezio si interruppe e ad un certo punto iniziò a fissare la tavoletta e poi rivolse nuovamente lo sguardo verso l'inuyokai, “Ma forse...forse non sono io quello che deve passare. Non per primo.”

Ezio allungò la tavoletta verso Sesshomaru mentre quest'ultimo,stranito,guardò l'assassino con fare dubbioso.

Prendila.”,disse Ezio con una semplicità disarmante.

Perché?”

Diciamo un intuizione. Una mezza speranza. Avanti,per una volta che sei tu a prenderla in mano magari non è così aggressiva.”

Sesshomaru era riluttante a prenderla in mano,dato che l'ultima volta che se l'era ritrovata tra le dita era piombato in un luogo,che definire folle,era a malapena un eufemismo,una definizione molto banale per qualcosa di contorto com'era stata la sera precedente. L'idea di vivere l'ennesimo incubo squilibrato cancellava in lui ogni voglia di avere a che fare con quella cosa,ma stupidamente,per orgoglio,non volle darlo a vedere e decise di prenderla,contro ogni buon senso. Appena le dita afferrarono la tavoletta si aspettò che accadesse come notte scorsa,strane luci,perdita di coscienza o altre stranezze simili e invece...niente. La tavoletta non si comportò in maniera strana,ne diede segni di impazzire in alcun modo,semplicemente era solo una tavoletta di pietra con delle incisioni,ma nulla più di questo.

Non succede niente.”,disse Sesshomaru stupito

Già...ad essere sincero mi aspettavo un effetto differente.”

Del tipo?”

Non lo so. Qualcosa come...”

Un tremore. Una scossa si era propagata per tutta la grotta,come se qualcosa avesse mosso tutta caverna intorno a loro mentre più in la,sul fondo della parete,le cascate disseminate per tutto il perimetro smisero di buttare l'acqua sul fondo e la grande luce sul soffitto si fece lentamente sempre più scura,mentre nel contempo,la tavoletta si faceva poco a poco sempre più luminosa.

Questo?” concluse Ezio la frase che aveva interrotto.

Il buio si faceva sempre più presente nel luogo e la tavoletta sempre più lucente,con le incisioni che iniziarono a cambiare di posto,con calma,come se la pietra fosse divenuta morbida argilla,pur restando dura e compatta.

L'albero...”

Fu Urtak a parlare,alzandosi da terra.

L'albero sta perdendo gradualmente energia. In qualche modo e come se L'acero stesse perdendo la sua forza vitale. Possiamo avanzare.”

Ezio e Sesshomaru si guardarono un attimo,poi si guardarono indietro mentre Koga e Toran si avvicinarono agli altri,confusi e disorientati tanto quanto loro.

Ehi botolo si può sapere che hai combinato?”,disse Koga con tono aggressivo.

Questo è quello che stiamo cercando di comprendere. Ma credo che il diretto interessato sia sorpreso tanto quanto noi.”,disse Ezio in maniera calma,mentre volgeva la testa verso l'alto controllando a che velocità la luce sopra le loro teste stesse svanendo.

Fu un attimo e fugace ma Toran e Sesshomaru si cercarono un attimo con lo sguardo mentre una mano di lei sfiorava leggermente le dita di lui,come a cercare un contatto con lui,quando tutt'attorno a loro si stava facendo sempre più scuro.

Andiamo avanti. Scopriamo per quale motivo hanno voluto attaccare questo posto.”,disse Sesshomaru senza ripensamenti e si mise in testa alla fila,superando persino Urtak.

Non ci fu molto da pensare e finché c'era ancora luce nella caverna passarono per lo stretto pezzo di roccia che collegava l'entrata all'albero,mentre ad ogni passo,la luce sul soffitto si faceva sempre più fioca e la luce emanata dalla tavoletta sempre più forte. Passo dopo passo,si cominciò a distinguere a malapena i colori,i contorni e persino le distanze,mentre Sesshomaru dovette alzare la tavoletta sopra la testa,come a voler alzare una fiaccola per illuminare il sentiero oramai quasi svanito ai loro occhi. Mentre avanzavano l'energia che pervadeva il grande Acero si era fatto più debole,sempre più debole,fino a quando ogni forma di resistenza rimasta si indeboliva sempre più,fino a quando giunsero di fronte all'albero e in quell'istante,l'intera caverna era scesa nelle tenebre più assolute.

Bene...è adesso?”,disse Toran confusa.

Adesso?...sinceramente, n'è so quanto te...”,disse Ezio scombussolato, “Ma sono certo che la risposta a questo dubbio si trova qui da qualche parte. Sesshomaru,vedi qualcosa?”

Un albero.”,disse Sesshomaru secco.

Si questo l'ho notiamo anche noi. Intendevo dire se notavi qualcosa che al nostro sguardo sfugge,in quanto tu sei quello davanti e tieni in mano l'unica fonte di luce disponibile. Giusto per essere chiari,evita di farla cadere nel baratro qui sotto. Grazie.”

Posso sempre buttare te di sotto te,se vuoi.”

Il dayokai non era disposto a sentire le spiritose battutine del fiorentino dietro di lui,ma se non altro sdrammatizzava su un fatto completamente inaspettato con una lucidità di mente che in pochi avrebbero saputo mantenere in un momento simile. Persino lui,circondato dalle tenebre e memore dell'esperienza della sera precedente si doveva sforzare per non confondere lo stretto percorso sul vuoto che avevano appena attraversato con il misterioso corridoio nella quale si era trovato ad attraversare,trovando poi tutte quello cose che lo spaventavano,ma della quale non capiva la ragione delle sue paure. Tornò con l'attenzione al mondo reale e decise di concentrarsi sul problema attuale. Se c'era una risposta li per li,non riusciva a vederla. Ma forse,era giusto che non potesse essere vista...non così facilmente almeno. Con la luce che puntava verso l'albero la prima cosa che gli saltò agli occhi era un incisione fatta sulla corteccia,pareva una specie di spirale,posata su di una croce.

Urtak,vieni a vedere.”

Lo sciamano si avvicinò a Sesshomaru mentre quest'ultimo gli indicava il simbolo inciso sull'albero.

Interessante,un simbolo magico. Curioso che non si sia riformato.”

Ha importanza?”

Si. Curiosa anche la forma del simbolo,beh,in realtà sono due simboli.

Cosa vorrebbero dire?”

La spirale indica il mutamento,il ciclo,il movimento,ma la croce rappresenta la stabilità,l'immobilità,il punto fisso. Non ha senso, i significati dei due simboli sono in conflitto tra loro. Datemi un attimo,devo studiarlo.”

E mentre Urtak osservava rapito il marchio nella corteccia,Sesshomaru osservò l'albero con attenzione,mentre quel nuovo dilemma si faceva spazio nella sua mente. Mobile,immobile,movimento,staticità, si muove ma resta fermo,resta fermo in movimento. Non ci capiva più nulla. Perché la luce sul soffitto si era spenta quando invece la tavoletta si era illuminata? Che ci fosse un collegamento era ovvio,ma quale? Più ci pensava e più non aveva senso,più non aveva senso e più ci pensava.

Ehi...”,disse Sesshomaru rivolto ad Ezio, “Tieni questa.”

E in quel momento l'inuyokai passò la tavoletta all'assassino e per un attimo,si aspettò che la luce che emetteva si spegnesse,ma non accadde. Si mise a girare attorno al grande acero,osservando con attenzione la corteccia,nonostante non avesse più la tavoletta in mano,anche la poca luce emesse da essa era sufficiente affinché i suoi occhi potesse vedere nella poca luce,come se fosse pieno giorno. Doveva esserci qualcos'altro,qualcosa che potesse essere un indizio migliore di quello precedente. Piano piano,passo dopo passo, il suo sguardo attento si posava su ogni dettaglio che potesse rivelarsi utile,poi ad un certo punto,dalla parte opposta dell'albero. Qualcosa che aveva catturato la sua attenzione.

Venite a vedere.”

La voce di Sesshomaru riecheggiò abbastanza forte per farsi udire dall'altra parte. Appena fu raggiunto dal resto del gruppo indicò verso un punto dell'albero. Nell'albero era stata scavata una rientranza rettangolare,dove ai lati erano stati incisi due omini intenti a poggiare le mani contro la rientranza. Qualunque cosa volesse dire quell'immagine era chiaro quello che bisognava fare, anche se Ezio lo precedette,infilando la tavoletta nella rientranza,con le incisioni verso l'esterno.

Ho visto che aveva la stessa forma e la soluzione mi è parsa semplice.”, disse Ezio rivolto a tutti i presenti.

Poco alla volta la luce della tavoletta si diffuse verso il perimetro che la circondava,poi passò al contorno dei due omini intagliati,che come animati vita propria iniziarono l'uno ad avvicinarsi all'altro,chiudendo lentamente l'incavo,inglobando così la tavoletta all'interno della corteccia e poi,un altra scossa,più forte e subito dopo l'albero,insieme alla parte di roccia che lo circondava iniziò a scendere da solo,verso il basso,dove il nero del baratro si faceva sempre più inteso.

Bella mossa umano,adesso che succede?”,chiese Koga nervoso.

Pazienta un attimo giovane,le cose belle accadono a chi sa aspettare.”

E mentre scendevano sempre più in giù accadde un altra cosa inaspettata,l'ennesima. Un punto dell'abisso,una sezione di parete si illuminò di una di quelle pietre luminose presenti nella caverna,grande quanto un macigno e poi se ne illuminò un altro in un altro punto. Un altro, poi un altro,poi un altro e un altro ancora,una moltitudine di pietre luminescenti stava portando luce nell'oscurità,scacciando il timore dell'ignoto e lasciando che la meraviglia della scoperta si facesse largo nei loro cuori palpitanti,aspettandosi chissà quale nuova stramberia avrebbero visto...o affrontato.

Mentre scendevano, è l'albero con loro,si resero conto che stranamente,le radici,sarebbe scese più in basso rispetto all'acero si accorsero ben presto,che esse,restavano ferme,quasi fossero corpi estranei al grande vegetale. Erano si attaccati all'albero,ma più si avvicinavano e più si rendevano conto che le radici, vedendole da più vicino,parevano uno strano groviglio di vegetali,dall'aspetto tubolare,non certo delle radici comuni ma la cosa più sorprendente era quello che vi era in mezzo ad esse. Avevano notato il giorno,come in mezzo a quella massa caotica delle grandi pietre,dalla forma rettangolare e perfettamente squadrate,cose simili certamente non potevano essere delle formazioni di origini naturali. Non avevano segni,scritte,incisioni o altri evidenti dettagli di qual si voglia importanza,qualunque cosa fossero,sfuggiva alla loro comprensione.

Ehi...e quelli che ci fanno qui?”,disse Koga puntando un dito verso uno delle pareti più lontane.

Una grande apertura in un muro,molto in là in confronto alla loro posizione era colma di scheletri,ma questi però non erano inerti come i precedenti defunti che avevano trovato nel presunto sepolcro,ma si muovevano. Erano i guardiani della tomba,gli stessi che avevano difeso il sacro sito funerario dei cervi,ma quando li videro li,quest'ultimi,in piedi e immobili come fieri custodi,fecero una cosa completamente inaspettata. Si inginocchiarono.

Ma cosa...”

Toran provò a esprimere il proprio pensiero,ma non fece in tempo a concludere che le parole le morirono in gola,quando lei stessa vide un altra galleria e anche li,numerosi scheletri,che fecero la stessa medesima cosa.

Più in basso trovarono lo stesso identico spettacolo,altre gallerie,altri scheletri,altri inchini, un continuo susseguirsi della medesima scena,ancora,ancora e ancora,fino a quando più in basso non scorsero la fine di quella lunga discesa e sul fondo,lontano da loro,una grandissima sfera bianca di vorticante energia,sospesa su quello che ai loro occhi un grandissimo spiazzo,una specie di prato in miniatura, con a lati due lunghe file di monoliti installati a terra e perfettamente al centro dello stesso una piccola collinetta di terra smossa.

La fonte...”,disse Urtak mentre indicava la sfera lucente sotto di loro.

Quindi e per quella cosa che hanno attacco questo posto?”,chiese Ezio confuso su quella nuova bizzaria magica.

Si.”

E la prima volta che scendi qui vero?”

Si.”

E come fai a dirlo?”

Perché lo sento,nella pelle,nei muscoli,nelle ossa...la sua energia pervade tutto questo luogo,sia sopra,che qui. E la stessa energia di cui sono composti i poteri che manifesto. Questo è il cuore stesso delle credenze del mio popolo.”

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