La nostra vita

di MoonPride
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 2: *** Confessioni ***
Capitolo 3: *** La verità ***
Capitolo 4: *** Incubi e Progetti ***
Capitolo 5: *** Fin dentro le ossa ***
Capitolo 6: *** Casa Nostra ***
Capitolo 7: *** Il viaggio ***
Capitolo 8: *** Una bugia a fin di bene ***
Capitolo 9: *** Effusioni ***
Capitolo 10: *** Mi dispiace ***



Capitolo 1
*** Ritrovarsi ***


CAPITOLO UNO: RITROVARSI

Avevano ancora una battaglia che stava per finire, Usagi avrebbe vinto pure questa!


 

«È finita...ora è proprio finita» disse tra sé e sé. Si guardò attorno e tutti i semi di stella rubati da Galaxia la circondavano pronti per ascendere al cielo!
Usagi si portò le mani al petto!
«Mi sento sola! Mi mancate ragazze»
«Ma tu non sei sola Usagi» con uno scatto si voltò e vide Rei sorriderle felice mentre poco dopo apparvero anche le altre Sailor
«Rei, ragazze siete tornate» disse ringraziando il cielo per avergliele restituite
«Ma certo non ti libererai di noi così presto» intervenne Mako-chan
«Testolina buffa» quella voce, quell’inconfondibile voce la fece voltare di scatto, le lacrime scendevano impertinenti sul viso
«Mamo-chan» una sola parola che la rese viva solo per un attimo perché improvvisamente come se fosse stata travolta iniziò a cadere...come se non avesse più le ali a sostenerla.


Mamoru lasciò la bambina e si precipitò a prenderla al volo prima che toccasse terra. La strinse tra le braccia terrorizzato dall'idea di perderla di nuovo.
«Usako» disse con la nostalgia negli occhi. E' molto dimagrita e ciò lo turbò. Usagi mangiava sempre non si capacitava di quel repentino cambiamento.
Di sicuro non c'entrano gli allenamenti. Solo dopo aver guardato bene la sua Usagi notò due guerriere che lo guardavano sorridendo tranne una il suo sguardo lo fece diventare di ghiaccio qualcosa gli diceva che non gli stava simpatico, ma non era importante in quel momento, la vera cosa importante era Usagi.
«Ragazze la porto a casa»
«E’ meglio se non la porti a casa sua perché se la vedono a casa chiederanno perché non siamo andate in montagna, avevamo detto che saremmo tornate questa stasera» lo informò Rei
«Grazie Rei, intendevo casa mia. Andiamo?»
«Si andiamo, Starlights venite anche voi?» propone Minako alle tre ragazze
«Minako forse non è il caso» affermò una guerriera con i capelli argentati racchiusi in un codino basso
«Casa mia non è lontana da qui, se volete siete le benvenute, ma io ora la porto a casa» Devo starle accanto perché sarà coraggiosa ma è anche fragile, ed io l’ho lasciata sola.”

Sul tetto di casa si ritrasformarono per non dare nell’occhio e notò sorpreso che le tre guerriere erano maschi! Maschi che lui conosceva stranamente...sarà lo stress. Tutto ciò fu molto strano. Appena entrati in casa Mamoru portò Usagi in camera e non si mosse di lì neanche un minuto le era mancata troppo. Sulla porta apparve Amy che volle controllarla con il suo piccolo palmare azzurro.
«Sta bene, è solo provata dalle forti emozioni. E’ meglio lasciarla riposare, dai vieni di là!»
«No Amy io di qui non mi muovo, devo essere qui quando si sveglia.» “Non voglio lasciarla sola, di nuovo, non posso.”
«Come preferisci allora, noi andiamo a casa»
«Amy….» la guardò stancamente e disse «Grazie per tutto dillo anche alle altre poi lo farò io di persona»
«Va bene. Ciao Mamoru»


Nel dormiveglia Usagi sentì qualcuno tenerle la mano, aprì lentamente gli occhi e lo vide accanto al letto che le sorride debolmente.
«Mamo-chan...»
«Usako, oh Usako, stai bene?» disse abbracciandola
«Si sto bene» in realtà no, si vedeva che soffriva. Soffriva a causa di tutte le pene che ha dovuto subire senza aver avuto la persona più importante della sua vita accanto a lei per consigliarla, sostenerla, amarla. Cercò di trattenere le lacrime ma non vi riuscì, così di slancio lo abbracciò ma le lacrime iniziarono a sgorgare lente lo stesso. Anche Mamoru ebbe un momento di debolezza ma era bravo a nascondere i suoi sentimenti.
«Cosa succede Usako, raccontami, sono qui»
«Hai pianto?» gli chiese toccando gli angoli dei suoi magnifici occhi non l'aveva mai visto piangere se non quando aveva rischiato di perderla contro Fiore.
«Ho avuto paura di perderti. Ti ho visto cadere così improvvisamente che mi sono spaventato»
«Oh, scusa...»
«Non sei tu che devi scusarti sono io...io non...»
«Ti prego non ora. Parleremo più avanti.» non era pronta per parlare lo si vedeva dai suoi occhi stanchi ma felici.
«Hai ragione Usako» Si sdraiarono sul letto insieme abbracciati, non lo avevamo mai fatto prima, rimasero lì abbracciati finché non si addormentarono.

È il vespro quando Usagi si sveglia, Mamoru dorme ancora, gli accarezza il viso e con dolcezza gli bacia una guancia è soffice come l'ultima volta che l'ha sfiorata. Usagi raccoglie dalla lavanderia il suo borsone ed esce dal palazzo. Mentre torna a casa canticchia, felice come mai prima d'ora.



Capitolo revisionato in data 28/06/2020
A presto

 

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Capitolo 2
*** Confessioni ***


CAPITOLO DUE: CONFESSIONI

Il giorno dopo Mamoru si svegliò da solo aveva dormito nella sua stanza con la paura di averla solo sognata.
In casa non trovò alcun segno del suo passaggio gli sembrava solo un sogno. Come se fosse una giornata normale aprì il frigo e con grande sorpresa lo trovò pieno cosa che non aveva fatto perché prima di partire aveva spento tutti gli elettrodomestici. Si guardò intorno e vide che i mobili sono senza teli.
Non è possibile!”
Venne distratto dallo squillo insistente del telefono portò la cornetta all'orecchio e rispose un po' irritato per tanta fretta ignorando che potesse essere solo una persona al quell'ora del mattino, infatti erano solo le sei e mezza!
«Pronto?»
«...Mamo-chan...» Non ci credette: Usagi
«Usako» Non era un sogno era la realtà, lei. Impaziente di vederla, abbracciarla, baciarla le propose di vedesi subito come se lei fosse una necessità
«Usa... vorresti venire da me?»
«Certo...arrivo»
«Aspetta hai fatto colazione?»
«Ehm... no perché?»
«Ti va….ti va di fare colazione con me?»
«Sì» ora era la persona più felice del mondo


 

Andando verso casa di Mamoru, Usagi notò una pasticceria aperta: era un giorno speciale quello, forse lui non ne era a conoscenza, ma volle fargli una sorpresa.
Dopo quella piccola deviazione e giunta al quattordicesimo piano del condominio, aprì la porta di casa usando una copia delle chiavi.
Appena entrata poggiò la torta sulla mensola lì accanto all’ingresso e si sfilò le scarpe e lo zainetto quando lo notò appoggiato alla ringhiera del balcone, a torso nudo e con indosso solo i pantaloni di una tuta. Mamoru non si è accorto della sua presenza, un fatto insolito dato che era sempre molto rumorosa.
Lo guardò ammaliata, come le era mancato stringerlo, baciarlo. Mamoru si voltò e la scrutò con lo sguardo di un folle innamorato, dopo averla raggiunta lentamente all'ingresso non riuscì più a trattenersi le era mancata così tanto che pensava di compiere un delitto se non la stringeva tra le braccia così l'attirò a sé e la baciò con passione, passione che fino a quel momento non era mai sbocciata.
Usagi sentì le sue braccia che la sollevavano per stringerla più forte aggrappandosi malamente al suo vestito estivo.
Mamoru non riusciva a lasciarla andare, almeno non ora, la spinse contro il muro ma continuò a baciarla contento che fosse lì con lui, insieme dopo essersi ritrovati, le accarezzò il viso, i capelli... d'altronde neanche lei riuscì a staccarsi facilmente da quelle labbra dure e morbide e da quelle spalle forti e muscolose.
Mamoru sentì qualcosa di freddo sfiorargli la pelle ma non ci badò perché ora Usagi gli chiuse i fianchi con le gambe mentre Mamoru, spiazzato la sollevò accarezzandogliele. Continuando a baciarsi e a muoversi smaniosi di un contatto i bacini s'incontrarono trovando l'incastro perfetto, come perfetti siamo loro in questo momento. Spalancarono gli occhi entrambi mentre Mamoru la mise giù subito, le mani sulle spalle e lo sguardo verso la porta imbarazzato.
«Non ti allontanare ti prego» gli chiese con voce flebile come se stesse per piangere e fu ciò che accade, le sfiorò una guancia e l’abbracciò non voleva più vederla piangere, non doveva più soffrire a causa sua, lo spaventava vederla triste e volubile.
«Mi sei mancato Mamo-chan, mi sei mancato» ammise contro la sua spalla. Mamoru la strinse forte mentre lei si aggrappava alle sue spalle, poi la baciò perché se non la baciava gli sembra di impazzire. Quando si staccò notò un sacchetto di nylon sulla mensola lì all'ingresso.
«Cosa c'è qui dentro?» chiese curioso
«C'è una sorpresa per te, se la vuoi vedere, devi seguimi in cucina» felice ecco come si sentiva felice
«Aspetta, vado a mettermi una maglia... oh la mia valigia sarà sicuramente all'aeroporto di New York, i documenti, il portatile…dovremmo andare all'aeroporto per cercare di recuperarla» non era nessuno senza documenti e doveva recuperare le sue cose guardò Usagi e vide una scintilla attraversarle gli occhi azzurri.
Usagi dall'altro canto sorrise e sentì un brivido scuoterla così come un automa si diresse nella camera degli ospiti, lui la seguì e la vide aprire l'armadio all'interno del quale c'è la una valigia nera con i manici in acciaio, Mamoru inserì la combinazione e l'aprì. Quella era la sua valigia.
«Come sapevi che era qui?»
«Non lo so, ci ho pensato e poi sono venuta qui. E’ stato istintivo»


 

In cucina si sedette sulla sedia che lei gli aveva indicato «Allora? Cosa c'è lì dentro?»
«Che impazienza, dovrai aspettare ancora un po', mi hai invitato a fare colazione giusto?, Bene ora la preparo!»
Usagi inizia a preparare la colazione per entrambi, muovendosi con grazia nella cucina, sapendo esattamente dove si trovava ogni pentola e ogni alimento che c'era in casa, come se fosse stata lei a mettere lì quelle cose. Mamoru vagò con la mente a cosa lo aveva spinto a partire per l'America, aveva tutto e stava per perdere tutto, ma soprattutto stava per perdere la cosa più importante della sua penosa vita. Usagi.
Stava per non avere più l'opportunità di vederla preparagli la colazione o fare il broncio...
"Stavo per perdere la nostra vita, che stupido sono stato!”
«Tè o caffè?»gli chiese senza guardarlo e distraendolo dai suoi pensieri
«Caffè» rispose mentre la osservava felice
«Amaro come piace a te?»
«Sì, come piace a me» lo conosceva alla perfezione. Dopo aver messo ogni cosa sul tavolo mi obbligò a chiudere gli occhi
«Chiudi gli occhi per favore e non sbirciare, ci tengo molto» annuì e la sentì accendere un accendino. La sentì avvicinarsi e posare qualcosa davanti a sé.
«Ora, puoi aprirli» aprì gli occhi e restò sorpreso. Davanti aveva una torta al cioccolato con una scritta “Buon compleanno Mamo-chan” e con due candeline a forma di uno e di nove. Si voltò a guardarla negli occhi e la strinse forte appoggiando la testa sul suo petto mentre le mani le fermarono la schiena, era il tre agosto e lui non si era reso conto che il suo compleanno fosse già arrivato poi capì. on me ne sono reso conto oggi è il mio compleanno.
«Grazie Usako, non dovevi...»
«Si che dovevo, almeno quest'anno festeggiamo il tuo compleanno solo io e te. Non sono riuscita a farla io, perciò l'ho comprata stamattina, avanti esprimi un desiderio e spegni le candeline» le obbedi, anche se il desiderio più grande era già accanto a lui.
“Sei tu il mio più grande desiderio”
«Ti amo Usako» restando appoggiato a lei le confessò il suo amore ma lei non rispose. Lui la guardò perplesso infatti si aspettava tutt'altra reazione.
«Non me l'avevi mai detto così» incassò il colpo. Gliel'ho detto poche volte e sempre quando prima me l'aveva detto lei, non era bravo a parlare o mostrare i suoi sentimenti ma lei era Usagi, doveva mettercela tutta per riuscirci.
«D'ora in poi voglio dirtelo più spesso, so che adori sentirlo dire, voglio essere più romantico, per te, per noi»
«Non devi se non vuoi, io lo so che ami lo stesso anche senza dirmelo, so che non sei di molte parole e davvero a me va bene così.»
«Hei lo faccio per noi! So che vuoi sentirtelo dire più spesso e hai ragione te l'ho detto solo poche volte e così non va bene.
Tu mi dimostri sempre il tuo amore per me, io no e questo a volte ti fa stare male. E' per questo che non mi hai cercato? Pensavi non ti amassi più?»
Quella frase la spiazzò non pensava che riuscisse a leggerla così bene.
«Io non sono ancora pronta per parlarne. Puoi aspettare? Ti chiedo solo questo.» la sentì tremare allora decise di farle una confessione glielo doveva.
«Certo, allora parlo io. Quando stavo per trapassare, sì cioè per tornare, mi sono reso conto di sapere anche se non ero stato presente, tutto ciò che hai provato in questi tre mesi, dolore, angoscia, rimpianto, solitudine. Ho visto tutto quello che hai visto tu, che hai provato tu e mi sono sentito un mostro.
Ho...ho visto che ti divertivi con un ragazzo che ieri ho visto essere una di quelle guerriere...poi ho visto la disperazione nei tuoi occhi per quella rosa rossa, e poi il dolore perché pensavi che ti avessi dimenticato. Sai all'inizio non volevo partire, non volevo lasciarti da sola ma poi tu mi hai detto che ci saremmo scritti e chiamati e mi sono deciso a partire, se mi avessi chiesto di rimanere lo avrei fatto, per te. Ora so che partire è stato lo sbaglio più grande della mia vita.
Non solo per te ma anche per me. Sei tu la cosa più importante. Siamo noi! Non avrei mai dovuto mettere al primo posto un sogno che sapevo non si sarebbe avverato. Quindi ora qui abbracciato a te, ti chiedo di perdonarmi per averti abbandonata e delusa. Perdonami Usako.» Mamoru si sentiva più libero adesso l'aveva pregata di perdonarlo per averla lasciata da sola l'aveva scioccata ma aveva bisogno di confessare quello che sentiva e che teneva dentro da due giorni ormai e lei doveva sapere che sapeva tutto. Usagi si staccò e d'un fiato disse
«Non dovevi sapere tutte queste cose, non te lo meriti, non è stata colpa tua.» iniziò a singhiozzare poi si voltò a piangere.
La sindrome da abbandono si fece sentire ora più di prima. Si alzò e mettendosi di fronte la strinse al suo petto facendo aderire la testa.
«Usa, guardami, lo sai che puoi dirmi tutto, ti sei trattenuta per mesi senza piangere per sembrare forte, ma non devi sembrare forte lo sei. Ti puoi permettere ogni tanto di dare sfogo a tutto ciò che ti turba devi farlo soprattutto con me. Quindi sei autorizzata a piangere tutto il tempo che vuoi. Devi liberarti del peso che opprime il tuo cuore. Lo sai che sono qui e che ti ascolterò sempre.»
«Mamo-chan….Mamo-chan» i singhiozzi troppo forti le impedirono di parlare ma averlo vicino a lei era già qualcosa.
Si sedettero sul divano mentre le cingeva una spalla mentre la testa di lei era appoggiata alla sua spalla.
Continuò a sfiorarla anche dopo che si è rilassata, lì su quel divano insieme a lei giurò che non la avrebbe più abbandonata, si era fatto strumento del male, lo avevano stregato due volte, aveva perso la memoria e poi era stato lui ad abbandonarla, si sentiva lui stesso un mostro che non meritava di averla accanto.
La colazione venne abbandonata e verso mezzogiorno le propose di pranzare fuori, al Crown di Motoki, ma lei si intestardì, a nulla servono le moine ma alla fine accettò di andarci dopo per un gelato.
Al ristorante, in un angolino appartato, mangiarono scrutandosi sempre per cercare di recuperare il tempo perso.
Mamoru le prende la mano e le baciò le dita senza staccarle gli occhi di dosso finché non sentì qualcosa di freddo, di metallo sulle labbra.
Le guardò l'anulare e sorrise felice portava l'anello che le aveva dato all'aeroporto.
«Non l'ho mai tolto» disse fiera.
«Sai quando l'ho comprato, non lo vedevo come anello di fidanzamento ma mi sembrava giusto darti un segno, qualcosa che ti ricordasse di me, con la promessa che sarei tornato. L'hai aperto?»
«Aperto cosa?»
«L'anello, si può aprire proprio qui, sulla pietra.»
«Non lo sapevo» rispose con gioia, la sorprendeva ogni giorno di più!
«Volevo che lo scoprissi da sola. Lo apriamo?»
«Sì!» Dopo aver alzato la pietra all'interno trovarono, anzi trovò, appallottolato un bigliettino!
Lo aprì e riconobbe la calligrafia del suo amato, lesse la dedica “Sei e sarai sempre la mia Luce. Ti amo. M.
Sconvolta dalla gioia, lo guardò, lui era imbarazzato per via della frase smielata, ma le importò.
«E' bellissima...ti amo anche io»
«Quando sarà il momento però ti comprerò un anello più adatto, farò le cose fatte bene. Promesso!»
«Anche dirlo a mio padre?» disse Usagi scherzando ma lo vide sbiancare e lentamente riprendere il solito colorito.
«Ma sì certo» metterlo in crisi era sempre una soddisfazione
«Hei, scherzo. C'è tempo no? Adesso dobbiamo solo tornare alla normalità, non credi?»
«Assolutamente sì» le confessò baciando l'anello.


 

La seconda tappa fu il Crown! Ogni cosa era tornata come prima e tutti avevano dimenticato che Mamoru era partito, ogni volta il cristallo di Usagi, esagerava. Tutto ciò era un sollievo ma per Usagi era come un calcio allo stomaco, tutti avevano dimenticato: ma lei no, non poteva dimenticare che il prezzo pagato era stato troppo alto.




Capitolo revisionato in data 28/06/2020
A presto

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Capitolo 3
*** La verità ***


CAPITOLO TRE: LA VERITA'
 

Quella sera a casa Mamoru non era completamente tranquillo. Dopo la giornata con Usagi che lo aveva distratto per bene, ripensò alle strane coincidenze della mattina. Usagi che sapeva dove si trova ogni cosa e poi ancora i mobili senza teli e la spesa fatta da poco.
Aveva una teoria, pensava fosse merito del cristallo d'argento ma l'istinto gli diceva di no.
Doveva avere delle spiegazioni ma Usagi non era ancora pronta parlare, così si decise. Sa dove andare per averle.

 


Davanti alla porta del tempio Hikawa prese un bel respiro e bussò. Yuichiro venne ad aprire.
«Salve Yuichiro, so che è un po' tardi ma avrei bisogno di parlare con Rei. C'è?» Yuri mi fece entrare e dopo essere sparito apparve Rei.
«Mamoru, ciao credevo fossi ancora con Usagi. Hai bisogno di qualcosa?»
«Si Rei. Spiegazioni»
«Certo se posso aiutarti volentieri. Raccontami»
«So che può sembrare strano ma da quando sono tornato ho notato delle cose strane. come casa mia pulita come uno specchio, la dispensa rifornita e i mobili senza teli. Io non so più cosa pensare. Ti va di spiegarmelo? Perché sento che lo sai.»
«Io….io non sono la persona più adatta per dirti queste cose. Dovresti chiederle a qualcun' altro» Rei quando era strana o nervosa si massaggiava le mani proprio come in quel momento. Mamoru capì che c'era sicuramente qualcosa sotto.
«Perché? C'è qualcosa di brutto? Rei...io devo sapere. Oggi Usagi ha comprato una torta per il mio compleanno. Io non ricordavo perché fosse già il mio compleanno e così poi ho fatto il conto. Rei...sono passati tre mesi, tre mesi senza che potessi fare nulla per voi, tre mesi che ho perso con Usagi, se fossi andato negli Stati Uniti ci saremmo scritti e ci saremmo chiamati ma lei è rimasta tre dico tre mesi senza sapere dov'ero. Scommetto che ha pensato che l'ho abbandonata. Non è così?»
Rei alzò la testa di scatto e lui comprese. Rei guardò il ragazzo con le mani tremanti poi parlò
«Sono ancora convinta che non sono io a doverti dire come siano andate le cose, se non te ne ha parlato lei, forse significa che è ancora pronta per parlarne, non credi?»
«Va bene lo chiederò a Minako allora. Mi dirà tutto quello che voglio sapere, ne sono certo.» fecce per alzarsi ma la frase di Rei lo spiazzò!
«Ed invece ti sbagli. Non ti dirà nulla, non vuole far soffrire Usagi» "far soffrire Usagi"
«Rei, per favore. Aiutami a capire, ne ho bisogno...per favore» la sacerdotessa si rassegnò e iniziò a parlare.
«Non ne so molto perché Usagi ha parlato con Amy solo una volta e quindi lei preoccupata ci ha avvertito.
Quando sei partito Usagi era felice perché stavi inseguendo il tuo sogno ma dopo un po’ di tempo ha iniziato a cambiare leggermente umore se c’eravamo noi era come sempre esuberante e contenta ma da sola si rattristava, poi sono arrivati i Three Lights e tutto sembrava essere tornato alla normalità ma Usagi non era più quella di una volta. Il suo umore peggiorava. Dopo circa due mesi si è confidata con Amy chiedendole aiuto per contattarti e trovarti dato che non rispondevi al telefono e non le scrivevi. Amy ha telefonato all’università ma dicevano che non eri mai arrivato e Usagi ha iniziato a preoccuparsi sempre di più!
Amy ci ha confidato le paure di Usagi, pensava che non le volessi più bene o che fossi troppo impegnato per scriverle, dato che le avevi detto che i primi tempi sarebbero stati difficili ma dopo aver scoperto che non eri arrivato ci ha isolate. Non voleva renderci partecipi del suo dolore... » Rei si torturava le mani ma continuò a parlare
«Poi una guerriera di Galaxia ha scoperto che aveva il cristallo più lucente, così ha cercato di prenderla una volta: cosa che non le è riuscita. La seconda volta era a scuola e stava per andare male se non fosse arrivato uno dei Three Lights che lanciando una rosa rossa l’ha diciamo salvata ma Usagi inginocchiata davanti a quella rosa ha iniziato a piangere e disperarsi, credeva che fossi tornato ma non è stato così, noi purtroppo siamo arrivate tardi, troppo tardi.
Usagi stava cambiando, non la riconoscevamo più! La tua mancanza la stava uccidendo dall'interno, si era attivato un ordigno di autodistruzione!»
La confessione che Rei stava offrendo al giovane universitario era molto più dolorosa.
«Da quel giorno sono iniziati i problemi, mangiava poco e dormire non ne parliamo, aveva gli occhi gonfi e stanchi cosa che il trucco non riusciva a nascondere.
Così per non pensare si è concentrata nello studio, i suoi genitori erano preoccupati e anche noi, era una situazione pericolosa soprattutto per lei, non l'avevo mai vista così. Abbiamo iniziato a pedinarla e controllarla anche Luna e Artemis erano preoccupati.
Avendo però capito che faceva preoccupare i suoi genitori ha fatto un borsone con libri e vestiti e ha detto loro che noi ragazze facevamo un pigiama party a casa di ognuna per due settimane, dato che stava per finire la scuola e che dovevamo studiare per gli esami.
I suoi genitori pensavano che le facesse bene uscire e studiare con le amiche così accettarono volentieri. Ma Usagi non venne mai da noi, Artemis l’ha seguita...fino….fino a casa tua.» Mamoru le porse un fazzoletto che aveva in tasca, le lacrime le rigavano il volto.
«Aveva una copia delle chiavi, forse gliela avevi data tu. Usciva per venire a scuola, fare la spesa ecco perché hai trovato la spesa fatta, serviva a lei per vivere, per sopravvivere. Solo qualche volta usciva con noi e con i Three Lights solo per non dare nell’occhio.
Avevamo pensato che fosse una crisi passeggera ma dopo siamo impazzite. Motoki l’aveva capito subito, e noi le sue amiche no. Non abbiamo capito che soffriva di nostalgia, ci siamo limitate all’apparenza, per poco con ci sfuggiva tra le dita! COME HO FATTO IO A NON ACCORGERMENE!! mi sento così stupida, Usagi è mia amica è come una sorella per me!» Rei scoppiò non ce la faceva più, è stato autodistruttivo ascoltare la verità.
« Rei….»
«Non ho ancora finito...» disse asciugandosi gli occhi
«Prima che iniziasse la battaglia con Galaxia, Usagi mi ha accennato qualcosa ma non ho potuto dire o fare nulla per lei poi Galaxia ha mostrato a tutte noi la sua collezione di semi di stella e fra tutti ne spiccava uno dorato e lucentissimo, il suo omologo, il tuo Mamoru.
Usagi è impazzita non ci poteva credere, non l’avevi abbandonata per tua scelta, eri stato costretto a farlo!
Avessi visto il suo sguardo affossato e distrutto, eri morto e lei non era riuscita a proteggerti! Poi credo il resto tu lo conosca già!
In silenzio rimasero entrambi, immobili, Rei piangeva mentre lui era stordito, distrutto. La sua Usako aveva passato l'inferno, aveva sofferto ij silenzio per tre mesi.
Rei ce l'aveva con se stessa per non aver capito e lui poteva capirla dato che spesso non riusciva a comprendere i problemi della sua ragazza
«Grazie Rei, sei una buona amica e questo lo sai, non ti preoccupare non le dirò nulla lascerò che sia lei a parlarmene, quando sarà pronta. Si è fatto tardi, ti lascio andare a dormire. Grazie Rei e per favore fa che resti tra noi! Grazie!» la salutò senza aspettare una risposta mentre la rabbia gli montava dentro. Uscito dal tempio andò direttamente a casa e quando arrivò scaraventò a terra ogni cosa che gli capitava sotto mano fino a sedersi sul divano con la testa tra le mani.
La verità era che aveva sbagliato tutto, tutto! Tutto quello che credeva di sapere di questi tre mesi era solo la minima parte di una sofferenza che ha lacerato un cuore puro, quello di Usagi! Dopo quella riflessione si mise a cercare ovunque qualsiasi cosa potesse essere di Usagi e alla fine in camera nell'ultimo cassetto del comò, quello che usava per i vestiti stretti che non portava più, trovò il pigiama di Usagi, la sua biancheria, una loro foto insieme tutta stropicciata, una quantità esagerata di fazzoletti e vaschette di gelato vuote.
Stupido di disse un milione di volte. Sono un mostro! E devo rimediare.

Nel frattempo Usagi nel suo letto ripensava alla giornata passata con il suo Mamo-chan, alla bellissima sensazione che aveva provato standogli abbracciata e alla strana ma piacevole sensazione provata quando gli aveva allacciato le gambe ai fianchi. Sorrise in estasi, ma venne distratta da una telefonata: Amy!
«Hei Usa, disturbo?»
«Amy ciao, no dimmi tutto, c’è qualcosa che non va?» chiese preoccupata
«No tranquilla, volevo avvisarti che domani se ne vanno i Three Lights e hanno pensato di salutarci, ci vediamo domani sera alle 7 sul tetto della scuola.
Ah una cosa, mi ha chiamato Seiya...voleva parlarti ma non è riuscito a trovarti» ovvio che non l'aveva trovata si disse lei aveva passato la giornata con Mamo-chan «Grazie Amy, ci sarò! Mi dispiace se Seiya non mi ha trovato ma avevo bisogno di staccare, spero tu capisca cosa intendo» dopo essersi salutate la giovane tornò a sdraiarsi sul letto cercando di dormire in mentre le apparivano le immagini della mattina e sentiva le stesse sensazioni e così si addormentò con il viso che diventava tutto rosso!




Capitolo revisionato in data 28/06/2020
A presto

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Capitolo 4
*** Incubi e Progetti ***


CAPITOLO QUATTRO: INCUBI E PROGETTI
 

Durante la notte Usagi non dormì bene si era dimenata nel letto e verso l’alba si svegliò urlando, un altro incubo, di nuovo!
Luna si era svegliata di soprassalto sentendo urlare la sua protetta, si mise a guardarla abbracciarsi le gambe e piangere non sapeva cosa fare.
Era preoccupata erano tre giorni che Usagi si svegliava di notte ma mai così mai con urli così forti infatti svegliò anche i suoi genitori che preoccupati dalle urla si precipitarono in camera della figlia La madre di avvicinò sperando di riuscire a calmarla ma tu inutile.
Usagi con gli occhi chiusi rivisse gli episodi della battaglia e poi urlo un nome un nome che fece scattare Luna e fece preoccupare i genitori.
Luna veramente preoccupata uscì senza farsi vedere dalla finestra e andò a chiamare Mamoru sapeva che Usagi non avrebbe approvato ma vederla urlare era straziante anche per lei. Arrivata a casa del ragazzo si intrufolò tra la finestra aperta e andò a svegliarlo.
«Mamoru…Mamoru...MAMORU SVEGLIATI» il giovane si svegliò dal sonno di soprassalto con Luna accanto con uno sguardo preoccupato
«Che succede? Parla Luna non girarci intorno»
«Usagi… È da quando è finita la guerra che si sveglia nel cuore della notte con gli incubi io e sua madre siamo preoccupate pochi minuti fa ha urlato il tuo nome...»
si alzò velocemente dopo essersi vestito prese Luna e fece accomodare sul sedile dell'auto «Bene possiamo andare!»
«Mamoru è l’alba» lui guardò fuori e scrollò le spalle
«Non importa Luna»
«Ma i suoi genitori...»
«Luna ho detto che non mi interessa. Andiamo»
Dopo aver suonato il campanello di casa Tsukino, viene ad aprirmi Ikuko, sorpresa di vedermi lì a quell'ora del mattino.
«Mamoru-san, che ci fai qui?» il suo sguardo era sorpreso perplesso e poi erano appena le sei del mattino così le disse mezza verità
«Luna è venuta da me non la smetteva di miagolare e quando fa così significa che Usagi non sta bene. Posso vederla?» Ikuko lo guardò incerta non credeva alle sue parole così Luna continuando a miagolare prese con i denti la base dei miei pantaloni tirandolo dentro casa.
«E’ possibile vederla signora?» Ikuko titubante lo accompagnò di sopra non prima di aver preso la tazza con la camomilla per la figlia, Luna rimase di sotto.
La porta era chiusa e dopo averla aperta lentamente vide la sua Usako nel suo letto con le braccia attorno alle gambe ed il viso appoggiato sulle ginocchia immobile.
«Usako...» lei si voltò con lacrime silenziose che le rigavano il volto, sua madre dietro di lui non accennò ad andarsene ma infondo capiva, cosa può fare un ragazzo in camera di sua figlia? Usagi si alzò e corse tra le sue braccia dove pianse stringendo la sua maglietta con i pugni mentre lui appoggiò il mento sulla sua testa.
«Sei vivo, sei qui! Oh Mamo-chan!» Il giorno precedente ricordò lui non si era sfogata del tutto, era solo una minima parte! Le accarezzò la testa mentre cercava di calmare i suoi singhiozzi
«Va tutto bene, va tutto bene sono qui...sono qui non ti lascio più...» le confessò accarezzandole la schiena.
Le bacio la fronte una, due, tre volte; la madre capì la situazione e il dolore della figlia e uscì dalla porta, con gli occhi lucidi, lasciandola socchiusa.
Usagi cercò un bacio che non faticò ad arrivare, fu un bacio lungo e necessario come l'aria.
«Sediamoci! Ti va dirmi cos’hai sognato? Se non te la senti non importa, mi basta sapere che stai meglio»
«Ho sognato….ho sognato che dopo la battaglia tu non fossi tornato, ho sognato che...che non tornavi da me, ho sognato che...fossi totalmente sola, senza… senza...» non ce la fece a parlare il dolore era ancora troppo recente!
«Mi dispiace Usa… non avrei mai dovuto partire, sarei dovuto rimanere qui con te a proteggerti e combattere con te, per te»
La madre di Usagi dietro la porta rimase ad ascoltare, sapeva che avrebbe dovuto lasciare loro un po' di privacy ma era pur sempre sua figlia.
Ikuko Tsukino aveva scoperto il segreto della figlia da molto tempo, ma non le aveva detto che lo sapeva, se Usagi avesse voluto informarla lo avrebbe fatto si diceva, ma non succedeva mai, ad ogni battaglia si preoccupava per lei ma non le avrebbe impedito di andare anche perchè ormai era troppo tardi ormai sua figlia c'era dentro fino al collo, quindi aveva smesso di sgridarla per la sua pigrizia, sua figlia combatteva contro qualcosa di più cattivo della matematica, era cresciuta e si era presa le sue responsabilità! Solo lei, nella famiglia, era a conoscenza dell'enorme peso di Usagi e meno persone sapevano, meglio era per sua figlia, Ikuko desiderava che potesse vivere d'ora in poi la sua vita normalmente.

«Ho promesso a me stesso che da ora in poi non ti avrei più lasciata e intendo mantenere la mia promessa, come all'aeroporto!» guardò così l'anulare della sua mano sinistra e sorrise felice «Sì! Hai mantenuto la promessa. Ma come mai sei venuto qui?»
Usagi guardò fuori «Ma è l’alba! Mamo-chan guardiamola insieme….allora?»
«Allora cosa?»
«Come mai se qui a casa mia, nella mia stanza all’alba?»
«E’ venuta Luna, era preoccupata per te e sapendo che viene da me solo per questioni della massima delicatezza, mi sono precipitato qui, ero preoccupato.»
«Mamma che ha detto? Sarà stata sorpresa e un po' titubante, per non parlare di papà»
«Hanno ragione ad essere preoccupati, sei importante per tutti! E’ normale che ci preoccupiamo per te, non credi Seri?» spalancò gli occhi e lo fissò intensamente
«Non mi avevi mai chiamato così! E’ strano sai?»
«Mi è venuto spontaneo come se l'avessi sempre fatto»
«E forse è sempre stato così una volta non credi? Ma preferisco sempre l’altro bel nomignolo, me lo diresti ancora?» la guardò divertito e felice sorrise, solo per lei.
«Usako….la mia dolce, coraggiosa, bellissima Usako» con il sorriso sulle labbra entrambi si misero a guardare felici l'alba che sorgeva, Mamoru le mise una mano sul fianco stringendola al suo corpo mentre lei appoggiò la testa sulla sua spalla destra ignorando il fatto che una donna dietro la porta li osservava rapita dalla loro bellezza e maturità. «Mamoru....» ogni volta che lei lo chiamava così significava che stava per introdurre un discorso serio quindi si preparò!
«Hm?» «Non ti manca qualcosa anzi qualcuno?»
«Intendi Chibiusa...la nostra marmocchia con i codini rosa e che mi adora?»
«Se ti sentisse!! Sai non penso che si arrabbierebbe, sei sempre stato il suo preferito.»
«Per niente sarò suo padre non credi?» disse con il sorriso che mostrava una splendida dentatura, nel frattempo Ikuko da dietro la porta stava cercando di rammentare chi fosse Chibiusa….ma certo di disse tra sé e sé….Chibiusa la loro nipotina dai capelli rosa che somigliava tantissimo ad Usagi.
Mamoru aveva detto che sarà suo padre, ci capiva sempre meno ma infatti aveva notato una certa somiglianza caratteriale, in base a quello che le aveva raccontato Usagi, anche con lui.
«Sì, ma io ero gelosissima, ancora non sapevo chi era e perché era qui»
«Sì ma le volevi bene a modo tuo, non si è mai sentita sola! E ti voleva bene anche lei a modo suo finché non ha saputo! Ti ricordi quella volta che abbiamo passeggiato insieme noi 3 per mano? Si sentiva amata da entrambi... L'hai amata e protetta dai pericoli come fa una vera madre, perché per lei lo sei.» confessò Mamoru, anche a lui mancava quella ragazzina, così simile ad entrambi.
«Io dovevo e devo proteggerla, come devo fare con le ragazze e con te, con mamma, papà, Shingo e con il mondo intero. Loro non sanno ma devo proteggerli.
È per il loro bene»
«Ehi, lo faremo insieme, come sempre. È e sarà uno dei nostri doveri, ricordi? Proteggere le persone»
«Si ma quanto tempo pensi che avremmo per vivere una vita normale? Finire la scuola per me, l'università per te e poi trovare un lavoro e magari andare a vivere insieme.»….vivere insieme sarebbe stato stupendo… solo loro due pensò
«Non lo so Usako. Non lo so. L'idea di vivere insieme mi elettrizza, ti porterei via subito ma dubito che tuo padre accetterebbe. In fondo siamo ancora giovani.
Però c'è una cosa che devo fare perché sogno di farla da troppo tempo.»
«Sono tutta orecchi.»
«Vorrei mettere più foto di noi, rendere più nostra casa mia. Come se fossi già con me»
«Se dici così mi invogli a fuggire di casa.»
«C'è tempo Usa, non ti piace vivere da eterni fidanzati?»
«E quando pensi di sposarmi?» gli chiese alzando la mano mostrando l'anello all'anulare
«Usako...ma vuoi vedermi morto subito? Se tuo padre sapesse che gli porto via la sua unica, bellissima e potente figlia mi castrerebbe e poi mi fucilerebbe.
Non ci tengo a morire e lasciarti qui di nuovo.» Presa dall' impulso di averlo vicino a sé gli prese la nuca e cercò le sue dolci e forti labbra fatte apposta per lei.
Fu un bacio che sapeva di necessità, di amore e di fiducia. Usagi gli accarezzò le labbra con le dita mentre lui le sorrise su di esse mentre lo stazio tra di loro non aumentava e non si restringeva.
«Ehi cosa c'è da ridere?»
«Ti amo Usako. Volevo che lo sapessi»
«Lo so. Ti amo»
Ikuko ha sentito e visto abbastanza doveva elaborare tutte quelle informazioni...avevano parlato di matrimonio, di convivenza, di figli!!
Erano così sicuri di sé, così innamorati. Con Mamoru-san Usagi è felice. Lui in poco tempo l'ha fatta sorridere senza metterci impegno e poi l'ha cambiata in meglio, lui faceva bene a sua figlia. Avrebbe parlato con suo marito e avrebbero conosciuto il ragazzo di sua figlia, erano due anni che uscivano insieme e a poco a poco lei cresceva in meglio! Si era ora di conoscere formalmente quel ragazzo che amava sua figlia alla follia tanto da venire a sapere come stava all'alba!


«Dammi un altro bacio» Mamoru voleva quelle labbra tutte per sé.
«Tutto quello che vuoi» gli concesse
«Dai vestiti e fai colazione ti aspetto fuori. Oggi usciamo!»
«Posso chiederti una cosa prima? Ci terrei molto.»
«Tutto quello che vuoi principessa» si illuminò a quel nome ma poi tornò seria «Verresti stasera con me a salutare i Three Lights sul tetto della scuola?»
«Certo Usa! Dovrò pur ringraziare chi ti ha protetto al posto mio, no?» disse sarcastico non avrebbe mai lasciato che Usagi vedesse quel cantante. No avrebbe permesso a quel cantante di riprovarci!
«Lo dici con un tono che non mi piace...non è che sei geloso?» cosa?pensa che io sia geloso ma no, il solo vederla con qualcun altro mi manda in in bestia ma no non sono geloso Io la voglio tutta per me e lei pensa che io sia geloso ma no...
«Non sono geloso, ma in realtà non mi sono mai preoccupato dei ragazzi che ti ronzavano intorno. Sapevo che per te ero l'unico che potessi amare!» presa da una rabbia mai vista Usagi si alzò e dopo aver preso un cambio di chiuse in bagno, non lo aveva neanche guardato in faccia.
Ma cosa le è preso? Cos'ho detto adesso? Ohh! No! No! E no! Ma è vero non sono mai stato geloso fino ad ora! Cosa vuole sapere?...sono un'idiota!? Si!
Dopo 10 minuti Usagi uscì dal bagno già pronta iniziò ad incamminarsi verso la porta della camera ma fu afferrata per i polsi e stesa sul letto mentre lui le bloccava i polsi con la sua stretta ferrea mettendosi quasi sopra di lei.
«E va bene sì sono geloso di quel cantante da strapazzo che è venuto a salvarti quando toccava a me, sono geloso che lui sia rimasto qui a guardarti quando io non potevo e sono geloso di te Usako che attiri molti più ragazzi di quelli che vorrei, perché io ti voglio solo per me!»
gli occhi le si ingrandirono, quelle parole la fecero sentire bellissima e unica! Non fu capace di resistere al bacio che le diede, Mamoru le liberò i polsi per mettere le mani ai lati del suo corpo, ogni singola sensazione provocata da quel bacio fu estenuante, le sembrò di morire.
Mamoru si rese conto che doveva fermarsi la stava baciando con troppa passione voleva farla sua ovunque anche nel suo letto da una piazza e mezza color rosa confetto ma sapendo di non essere soli mi ritrovo costretto a smettere!
«Ti aspetto fuori ok?»
«...ok...» La scossa di adrenalina mista a eccitazione che travolse Usagi in quel momento fu una miccia. Wow che sensazione! Prese uno zaino e ci infilo intimo e pigiama, scese fece colazione e avvisò la madre che sarebbe uscita con Mamo-chan ma prima le chiese il permesso di dormire da Rei dato che i nostri amici Three Lights lasciano stasera stessa il Giappone per trasferirsi e che poi vogliamo fare un piccolo pigiama party per festeggiare!
Poi diede un bacio a sua madre e le chiese anche di insegnarle a cucinare qualche manicaretto per il suo Mamo-chan.
«Vorrei imparare a fare qualcosa per aiutarti, e poi ne voglio preparare per Mamo-chan!»
«Certo,tesoro! Quando vuoi» rispose Ikuko Tsukino stupefatta non aveva mai fatto così!
Mamoru tornò al suo appartamento per prendere la moto e il borsone che aveva preparato la sera precedente per far felice la sua dolce metà. Le mise il casco e le toccò il naso con l'indice «Allora Usa, oggi ti porto in un posto dove insieme non siamo ma andati...ma non dico nulla. Vedrai tu stessa: ma prima dobbiamo fare una deviazione che ci sarà utile». Voleva sorprenderla come lei faceva sempre con lui! Dopo circa un'ora di strada Mamoru si fermò davanti ad un negozio di costumi da bagno e lei rimane di sasso
«Mi porti al mare?» disse euforica
«Si ti porto a Enoshima! E visto che non potevamo tornare da te per prendere il costume...te lo regalo io!»
«Oh Mamo-chan» gli saltò al collo felice come una Pasqua, sa che lui non ama le effusioni in pubblico ma non riesce a resistergli!
«Dai vai»
Usagi era in camerino da 15 minuti ormai, si stava provando alcuni costumi interi, ma non le stavano molto bene, sembrava un po’ troppo infantile, per cui optò per un bikini. Non sapeva come le sarebbero calzati ma provare non costava nulla giusto?
E poi lo vide un bikini nero tappezzato di rose rosse lo prese e provandolo vide che le calzava a pennello.
«Usa, ci sei? dai che si fa tardi. Non abbiamo tutto il giorno»
«Arrivo Mamo-chan,ho finito» dopo aver pagato il costume ripresero la strada e dopo mezz'ora arriviamo in una bellissima spiaggia
Il bagnino li accpmpagnò fino ai loro posti poi se ne andò lasciando soli i due piccioncini! Mamoru iniziò subito a tirare fuori la crema solare
«Usako, la crema solare, non vorrai scottarti»
«Aspetta prima devo mettere il costume» vederla raggiante gli provocava un sorriso che faceva fatica poi a scemare non che lo volesse si intende!
«Vai, nella cabina n°5 io l'ho già indosso» Annuì ed entrò. Nel frattempo sistemò gli asciugamani sui lettini e si tolse maglietta e pantaloni stava pensando a come fosse la sua metà in costume ed eccola arrivare
«Eccomi» si voltò e la bocca rimase chiusa la lingua richiamava saliva che non arrivava e mentre osservava con quanta eleganza e sensualità la sua ragazza compiva ogni passo lui sembrava una statua, stava ammirando ogni singolo lembo di pelle di Usagi avrebbe voluto assaggiare ogni singola parte di lei, deglutì ma la bocca rimaneva disidratata. Usagi davanti a lui si toccava una ciocca di capelli mentre aspettava che lui dicesse qualcosa
«Non mi sta bene?» chiese imbarazzata
«No...no stai benissimo….v-vieni ti metto la crema» fantastico disse tra sé stava balbettando davanti al corpo mezzo nudo della sua ragazza.
Si domandava come faceva ad essere così calma non sapeva che sensazioni gli provocava?
Come fa a essere così calma non sa che sensazioni mi provoca? Quel costume le fasciava il corpo in modo perfetto e e….oh mio dio non adesso! Non posso permettemi di eccitarmi adesso, devo sembrare maturo, devo essere maturo.
Si sedete sul sul lettino on lei davanti lentamente, ma molto lentamente iniziò a spalmare la crema sulle spalle cercando di coprire più pelle possibile, muovendo le dita anche sotto le spalline e sotto il filo che le chiudeva il reggiseno. È così morbida la sua pelle...Mamoru svegliati fai il serio.
Usagi era davanti e lui e anche lei aveva assistito al magnifico spettacolo del suo Mamo-chan. Le bermuda nere con i lacci bianchi gli fasciava il punto vista così perfettamente che le si avvamparono le guance per fortuna non poteva vederla, voleva toccarne ogni muscolo, ogni fibra e poi il suo viso era di una bellezza unica quegli occhi blu come il mare in tempesta la rendevano misterioso e sexy. Oddio sto davvero pensando al corpo seminudo di Mamo?
«Mamo-chan...»
«Sì?»
«Devo mettere la crema anche sulle gambe e sul viso me la passi?» Le passo la crema ma non si mosse averla tra le gambe gli aveva stretto il costume e doveva rilassarsi prima di farsi vedere altrimenti avrebbe dovuto fare da solo in un sudicio bagno di una spiaggia.
Usagi si alzò e spostandosi mise le sue mani sulle sue palle e iniziò a massaggiare di scatto Mamoru di alzò lei delusa gli disse.
«Dai siediti»
«Perché??» domandò lui con due occhi sbarrati che sembravano terrorizzati.
«Mamo-chan stai bene? Dai siediti che ti metto la crema» Chiudendo gli occhi fece un bel respiro profondo
«Usa, a me non serve la crema, a te sì»
«E dai...tu l'hai messa a me, io la metto a te, per favore»
«Lo sai che non voglio essere corrott...» la guardò la vide sfoggiare il suo sguardo da cucciolo, sapeva che lo adorava e ne approfittava sempre
«E va bene ma mettine poca perché serve a te» felice e contenta lo fece sedere e fece scendere un rivolo di crema lungo la spina dorsale tanto che la sua virilità prima un po' rilassata riprese piano la sua eccitazione. Usagi spalmava la crema e Mamoru diventata sempre più irrequieto con uno scatto si sottrasse come se lo avessero scottato e chiedendole un minuto si rintanò nel bagno della spiaggia.
Entrato sbatté la porta e la chiuse a chiave poi afferrò con forza bruta il muro che separa le toilette.
Respirò profondamente tre, quattro, dieci volte ma non riusciva a calmarsi, non voleva soddisfarsi da solo avendo lei a disposizione ma non poteva saltare le tappe.
Restò lì un paio di minuti abbondanti, riuscendo piano piano a calmarsi.
Usagi aspettava con calma il ritorno del suo amato mentre le si avvicinò con giovane non molto alto dai capelli biondi e gli occhi chiari
«Hei bellezza aspetti qualcuno?»
«Si, il mio fidanzato»
«Posso tenerti compagnia mentre lo aspetti?»
«Meglio di no è molto geloso» disse così si mise a cercarlo con gli occhi e quando lo vide lo salutò con la mano.
Non riuscì a capire ma lui arrivò in un secondo era molto irritato
«Scusami il ritardo c'era la fila, non mi presenti il tuo amico?» chiese sedendosi accanto a lei e dandole un bacio sulle labbra e fissando lo sconosciuto con lo sguardo freddo come il ghiaccio
«Emh ciao, avevo scambiato la tua ragazza per una mia amica mi dispiace! Scusatemi tanto. Sayonara» Mamoru era molto irritato
«Cosa voleva?» chiese
«Aspettare con me il tuo ritorno ma che era meglio di no, gli ho detto che eri molto geloso ma non ha voluto ascoltarmi quindi se l'è vista con te»
«Stai più attenta quando non ci sono, quello lì voleva abbordarti» Mamoru aveva ancora gli occhi di ghiaccio così Usagi gli si avvicinò per baciarlo infilandogli le mani nei capelli così pian piano fece ritornare gli occhi della solita sfumatura, oggi però le sembrava spaventato, cosa può essere successo?
«Hm, che ne dici di un bagno?» gli chiese sperando di addolcirlo un po' di più in spiaggia non c'è quasi nessuno come anche in mare, che strano però perché siamo essendo in agosto dovrebbe esserci più gente e poi si avvicinava anche ferragosto
«Si perché no!! Dai vieni» la prese per mano si avvicinarono alla battigia, lui si emmerse subito lei piano piano. In acqua si schizzarono a vicenda ad un certo punto le arrivò alle spalle e l'abbracciò baciandomi il collo, e provocandole nuovamente quella scossa di adrenalina pura che le attraversò il corpo fermandosi in un punto imprecisato nel mezzo delle cosce. Si girò tra le sue braccia e lo baciò intensamente erano tre giorni che non smettevano di baciarsi ma ciò non gli dispiaceva.
Quello fu un bacio nuovo, potente e destabilizzante che fece crescere quella scossa nel basso ventre di Usagi.
Usciti dall'acqua Mamo la prese in braccio e la portò fino al lettino, ridendo entrambi felici.
Per pranzo andarono in un locale non molto lontano con vista sul mare ma Usagi non mangiò molto poi passeggiarono di nuovo sulla spiaggia mano nella mano.
Alle sei e quarantacinque erano già sulle scale che portavano al tetto della scuola e per la prima volta Usagi arrivò in anticipo.
Appena varcata la soglia del tetto vennero accolti da un gruppo di Inners che li stritolarono proprio bene. In disparte videro anche Luna e Artemis che li salutano con un cenno del capo
«Hei Usagi... ma stai bene?»
«Sì Rei, perché?»
«Hai il viso tutto rosso»
«Cosa?» Minako le passò il suo specchietto portatile
«Ma non è possibile…Mamo-chan ma non potevi dirlo prima?»
«Volevo dirtelo ma poi mi hai distratto» Lo guardò confusa e un po' arrabbiata
«Cosa avete fatto voi due? Avanti racconta»
«Mina, lo sai che sei troppo curiosa?» le disse facendole la linguaccia.
«E dai... abbiamo chiamato a casa tua e tua madre ha detto che eri uscita con Mamoru»
«Che dici possiamo dirglielo? Mi sembrano sul punto di scoppiare»
«Ehm, vediamo….ma non lo so….» mentre Mamo-chan parlava le ragazze lo guardarono sbalordite «...si puoi dirglielo»
«Mamoru non ti facevamo così esplicito, si vede proprio che Usagi ti fa bene» Mamo-chan arrossì ma poi si ricompose.
«Ok...Mamo-chan mi ha portata al mare. Contente? Ed io ho scordato di mettere la crema in faccia»
«Vi siete divertiti almeno? Tua madre ha detto che...»
«Io...io..» Mamoru alle sue spalle l'abbracciò come in in acqua e lei gli afferro le mani come se fossero un'ancora di salvezza.
«Ragazze non è il caso, quando sarà pronta ve ne parlerà lei» disse mentre lei si mordeva le labbra
«Ma sì Usagi, tranquilla, tanto non è morto nessuno» la voce di Yaten arrivo alle orecchie della paladina della legge a scoppio ritardato.
Le sue parole l trafissero il petto come se una spada le avesse oltrepassato il cuore. Tra le braccia di Mamoru si irrigidì e poi ebbe un sussulto.
Mamoru a sentir quelle parole lo avrebbe volentieri ammazzato di botte, non gli piaceva la violenza ma oggi era troppo. Fissò con sguardo omicida il ragazzo dai capelli grigio-argentati che alla vista del mio sguardo abbassò il suo e si nascose. Seiya, non spiccò parola, mentre Taiki, tirò a Yaten una gomitata.
Voltai Usagi e lei glii sorrise nei suoi occhi una strana luce
«Tutto bene Usako?» la preoccupazione stava iniziando a salire ma lei annuì e gli sorrise ancora.
La principessa Kakyuu ci si avvicinò e s'inginocchiò davanti ai futuri regnanti del pianeta. Usagi si liberò dal suo abbraccio e la fece alzare.
«Non serve, Kakyuu! Si alzi» Kakyuu lì osservò con attenzione poi parlò
«Voglio scusarmi per la sfrontatezza della mia guerriera, non avrebbe dovuto rispondere sapendo cosa avete passato»
«Non si preoccupi Kakyuu, so cosa Sailor Star Healer voleva dire, mi ha solo colta un po' alla sprovvista. È normale qualche gaffe, no? Io ne sono la prova»
«Tutti abbiamo dei piccoli difetti anche se voi, maestà, avete molti più pregi. I vostri sudditi e chi vi ama sono soddisfatti e lo saranno anche nei secoli a venire.
Le vostre guerriere e il vostro promesso lo sanno benissimo»
Seiya non poteva essere più scioccato di così. Maestà? Vostro promesso? Ma che cavolo succede? Si chiese.
«Certamente, ed io ammiro loro principessa, hanno sopportato e sopporteranno una frana come la sottoscritta ancora per un bel po'. Spero solo di esserne all'altezza e magari essere amata e rispettata come voi»
«Il vostro promesso non è d'accordo con voi però!» Usagi guardò Mamo-chan con sorpresa lui s'inchinò poi sorrise.
«È vero principessa Kakyuu, Usagi è già rispettata e amata, da tutti noi. E posso affermare con certezza che un giorno sarà una regina buona e giusta, lo è già lei stessa e nulla potrà cambiare ciò che è: Luce, per ognuno di noi!»
«Non avrei saputo spiegarlo meglio di così! Ed ora che vi conosco posso affermare che ciò che dicevano di voi vostre maestà è l'assoluta verità»
«Cosa intende?»
«Tutti conoscono la vostra storia e ora posso dire che avevano ragione. Siete entrambi buoni e giusti verso tutti anche verso gli stranieri»
«Io non so cosa possano dire di noi ma siamo felici di essere apprezzati per quello che siamo, vero Mamo-chan?» Mamoru annuì felice sorridendole dolcemente
«Mi inchino davanti a voi vostre maestà, vi porgo i miei omaggi e i miei più sentiti auguri. Ma adesso è il momento di andare. Ci staranno aspettando!»
«Fate buon viaggio» pronunciò il principe
«E mi raccomando: siate felici» disse lei sincera!
 

«Usagi...» Seiya la chiamò un'ultima volta «Hai visto il tuo ragazzo è tornato!» Mamoru alza lo sguardo e lo fissò
«Sì è vero, tutto ciò lo devo anche grazie a voi» sorrise felice
«Mamoru...» lui alzò lo sguardo e aspettò di sentirlo parlare Seiya lo guardò bene negli occhi e li vide: due occhi blu come il mare che somigliavano tantissimo...a quelli di Usagi, non avrebbe mai avuto una possibilità con lei!
«Prima non capivo cosa provasse per te, ma ora che la vedo felice, posso immaginarlo. So che non devo essere io a dirtelo perché lo saprai già, ma te lo dico lo stesso: proteggila.» Scettico Mamoru annuì e sorrise alla sua amata. Ammetterlo per Seiya fu doloroso, il suo posto era quello di un caro amico nulla di più.
Dal cielo reso una magnifica distesa di luci, dal tramonto, Seiya vide un lampo e in un punto imprecisato dietro le teste delle guerriere Sailor si manifestò una nube bianca che lentamente cambiò colore diventando rosa confetto e poi cambiò forma diventando un fascio di luce rosa.
Nel cielo vide spuntare una ragazza vestita con un lungo abito rosa chiaro con degli anelli oro sul corpetto e con i capelli rosa pettinati di due odango proprio come quelli di Usagi. Gli sembrava di averla già vista.
Usagi vide che il mio sguardo volgeva al cielo così si voltò e tirò la giacca in pelle di pelle di Mamoru che si voltò pure lui. E poi una voce…
«Mamma, papà...» una giovane donna scese a terra con grazia e corse incontro ad Usagi.
«Usagi...» disse abbracciandola mentre lei le baciò i capelli rosa
«Chibiusa...mi sei mancata, mi sei mancata»
«Anche tu» ed iniziò a piangere
«Hei Diana,come stai? Come si comporta Chibiusa?» le chiese Usagi asciugandosi gli occhi e vedendo la micia dietro sua figlia!
«Maestà è un piacere rivederla, io sto bene grazie, mentre la principessa di comporta molto bene. Siamo tutti fieri di lei»
«Usagi Diana: Usagi, dai cosa fai qui, corri da Luna e Artemis, non devi aspettare un mio ordine» Diana obbedì felice mentre Chibiusa si staccò dall'abbraccio della madre per inchinarsi e correre tra le braccia di suo padre.
«Mamo-chan!!»
«Hei,piccola come stai?» le disse baciandole una guancia
«Se guardi bene non sono più tanto piccola e comunque sono arrabbiata con te.»
«E perché mai?» chiese tra il divertito e il confuso
«Da quando in qua sarei una marmocchia?» Mamoru ed Usagi si guardarono e scoppiarono a ridere mentre le Inners e le Starlights guardavano curiosi.
«E come dovremmo chiamarti?»
«Uhm, non lo so...ma marmocchia non mi piace»
«Va bene...ci inventeremo qualcosa. Hai proprio lo stesso carattere di tua madre.»
«Hei, guarda che ti ho sentito mi sono offesa. Attento Mamo-chan, attento, non sai cosa posso fare.»
«Ti conviene obbedire papà, non sai cos'è capace di fare»
Papà...papà, ma questa chi è? Si chiese Seiya si chiedeva spesso perché era sempre l'ultimo a sapere le cose ma quella ragazza lui l'aveva già vista e poi ricordò quella era la bambina delle foto in casa di Usagi!!!
«Ma tu chi sei?» le chiese interrompendo i discorsi tra loro la ragazza lo guardò con indifferenza. Chibiusa s'inchinò davanti alla principessa Kakyuu che con uno sguardo cercava di mettere a freno la curiosità di Seiya e andò a salutare le guerriere Sailor del sistema solare interno.
«Ma che modi sono?» chiese Seiya irritato dal comportamento di quella ragazzina
«Porta rispetto, sei a casa mia!» rispose altezzosa la fanciulla a lui sconosciuta
«Il tetto della scuola è casa tua?» domandò spiritoso
«Ho detto porta rispetto, sei a casa mia, sul mio pianeta» Seiya non commentò restò solo di sasso ma non le credette. Kakyuu volle fermarlo ma fu più veloce
«Sì, la Terra il tuo pianeta, che spiritosa» lei si voltò irritata e fece apparire uno scettro a forma di cuore.
«Usagi...» come mai Usagi si chiama da sola? si chiese Seiya poi però si rese conto che stava chiamando la ragazza e avevano lo stesso nome
«Non è necessario tesoro» Sailor Star Fighter guardò Usagi e la vide diversa, matura, con una strana luce negli occhi «Ma...» Mamoru mise la mano sulle spalle di Usagi e anche lui cambiò, diventò più adulto in un certo senso. «Non serve tesoro, il nostro ospite non ne è a conoscenza e lo sai quindi, posa lo scettro. E poi ha ragione dovresti essere più ospitale»
«No che non lo poso, ha offeso la mia persona in casa mia»
«Basta Usagi!»
«Chiedo perdono!» disse la fanciulla abbassando lo sguardo verso Usagi che rilassandosi iniziò a vacillare e forse sarebbe caduta se Mamoru non l'avesse sorretta. «Mamma!» urlò Chibiusa preoccupata mentre le correva incontro
«Sto bene! Sto bene» disse
«Non farlo più» mi intima Mamoru, annuisco spossata. Chibiusa si sente colpevole
«Scusa, faccio sempre cose che non devo» Usagi le accarezzò il viso e venne aiutata a rimettersi in stazione eretta ma le girò la testa
«Piano, piano mi gira la testa»
«Usako, sono passati appena tre giorni ti devi riprendere»
«Ovvio che si deve riposare non mangia da giorni» lo sguardo furioso di Usagi placò la frase di Luna che tacque mentre Mamoru le toccò le braccia magre e digrignò i denti senza farsi vedere
«Scusa ma dovevo» sputò Luna così Usagi sospirò e si raddrizzò.
«Siamo qui per salutare i nostri amici e si parla di me, non è il caso» si avvicinò a Kakyuu e l'abbracciò forte
«Sii felice» le sussurrò all'orecchio poi abbraccio uno ad uno i Three Lights.
«Grazie ragazzi, grazie» lasciò che si trasformassero e prima di lasciarli partore guardò Seiya lo ringrazio con un sorriso mentre aveva la mano di Mamoru sulla spalla.
Nel cielo reso ormai scuro dalla notte tre stelle cadenti solcavano il cielo in viaggio per ritornare nel loro pianeta, nella loro casa come Usagi ormai aveva la sua Mamoru!




Capitolo revisionato in data 28/06/2020
A presto

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Capitolo 5
*** Fin dentro le ossa ***


CAPITOLO CINQUE: FIN DENTRO LE OSSA

Quella sera era bellissima Usagi ammirava il cielo che si stava godendo gli ultimi raggi di sole mentre tre stelle solcavano l'atmosfera per tornare a casa, lei invece si sentiva già a casa tra le braccia del suo Mamoru e ogni volta che quei possenti arti l'abbracciavano si sentiva rinascere sempre più forte e felice.
La sua vita era costellata di gioie e dolori come per tutti ma la sua era diversa lei aveva combattuto il male assoluto. Chibiusa la vide assorta nei suoi pensieri così la scrollò e le sorrise! Il sorriso che le rivolse Usagi si spense subito quando vide lo sguardo serio della sua futura figlia, tale e quale a quello del padre.
«Usagi, devo parlarti, non sono qui per una visita di piacere. Sono qui per dirti addio!»
Sbiancò e si sentì mancare l'aria.
«Usako, tranquilla. Respira ecco piano...Chibiusa puoi dirci cosa significa senza girarci intorno per favore?»
«Significa solo che dopo oggi non mi vedrete più se non tra qualche anno e sotto diversa forma! - li osservò e dopo un sospiro continuò - Va bene vedendo le vostre facce deduco che ci capite ancora meno. Allora tra pochi anni Usagi potrai prendermi in braccio e tenermi con te ogni giorno.»
«Non ci credo….»
«Cosa Usako, spiegami.»
«Ma tu, un medico, non capisca? A volte mi sorprendi Mamo-chan e pensare che sei più grande. Potremmo tenerla in braccio tutti e due, cullarla, viziarla…» Mamoru l'abbracciò e baciò felice lasciando passare la piccola offesa, voleva davvero una famiglia con Usagi e sapere che tra pochi anni l'avrebbero formata lo riempiva di gioia. Quel bacio riempì di passione la futura regina tanto da stimolare quel formicolio nel suo basso ventre. Lo ricambiò felice ma come sempre in ogni cosa vennero interrotti. «Abbiamo capito che sei felice Mamoru, ma un minimo di contegno» L'uomo felice si ricompose davanti ad una Minako curiosa.
Ma Usagi non rideva come le sue amiche sulla caduta di Mamoru infatti sbiancò dopo aver compreso ciò che Chibiusa voleva far loro conoscere.
«Ciò...ciò significa che tra pochi anni sorgerà Crystal Tokyo….o mio dio...tra pochi anni diventeremo regnanti...tra pochi anni non potrò più vivere come adesso ed ho ancora molto da fare e da imparare. E e...»
«Usagi rilassati! Ci riuscirai! Sei potente e piena di buona volontà, se ti impegni un po' ce la farai...»
«Si Mako ma io….io sono una goffa e sciocca ragazzina che non sa nulla di come governare un pianeta...»
«Usako, ce la faremo, insieme. Vedrai se lo faremo insieme sarà più semplice e non sei né goffa né sciocca! Sei maturata molto e sai quali sono le tue responsabilità. Non ti fasciare la testa prima di averla rotta.»
«Mamo ha ragione Usagi. Bene ora che è tutto sistemato è meglio che vada, mi sono allontanata per troppo tempo. Il mio compito è stato quello di avvisarvi! Mi raccomando, non allarmatevi e vivete normalmente quando sarà il momento giusto lo sentirete dentro di voi. Vi voglio bene!»
«Aspetta Chibiusa, ci saranno….beh ecco ci saranno altre guerre?»
«Mi dispiace Amy, ma non posso dirti di più.»
Dopo una risposta vaga la giovane dagli odango color rosa confetto abbracciò il gruppo di amiche lasciando per ultimi i genitori. Doveva far capire loro che ora potevano vivere come due semplici essere umani, dovevano vivere il loro amore all'aperto, felici di sé stessi. "Sono orgogliosa di essere tua figlia… sii felice, non avere paura di esprimere tutto ciò che sei" questa fu la frase che disse ai suoi genitori quando li salutò separatamente. Poi, in una nube rosa se ne andò!
Le ragazze tornarono nelle proprie case mentre Usagi e Mamoru partirono con la moto. Davanti alla sua palazzina il giovane si fermò dopo aver tolto il caso anche alla sua ragazza si fermò a guardarla intensamente mentre lei ammirava la sua chioma corvina lucentissima.
«Ti porto a casa o vuoi andare dalle ragazze?» chiese sperando in un no
«Io...io in realtà vorrei….vorrei rimanere qui da te! Sempre se vuoi certo.» Usagi abbassò lo sguardo tristemente torturandomi le mani che lui prese con delicatezza e baciò sui dorsi, le alzò il viso e la baciò, un semplice bacio che però lì spiazzò lo stesso!
«Certo che mi fa piacere se rimani con me. Prendi le chiavi e nel frattempo sali mentre metto la moto in garage. Va bene?» Dopo aver chiuso il garage raggiunse la sua dolce metà, lui non le avrebbe mai fatto quella proposta. Raggiunto il piano aprì la porta e quando lo fece sentì le narici inondate da un profumino venire dalla cucina.
Di soppiatto si avvicinò e appoggiandosi al muro la vide mescolare qualcosa dentro una pentola mentre canticchiava un motivetto, la tavola già imbandita.
Osservarla era il suo sport, preferito lo faceva sentire bene in pace con il mondo e con se stesso.
Usagi si voltò per andare a vedere se fosse arrivato e quando incontrò i suoi occhi le guance si imporporarono.
«Da quanto tempo sei lì?» chiese sorridendo imbarazzata
«Da un po'» ammise
«E cosa ci fai lì, si può sapere o è un segreto?» chiese riacquistando il suo solito caratterino
«Ti osservo...mi piace guardarti.» Usagi gli regalò il sorriso a trentadue dentati più bello di sempre
«Cosa cucini? Questo profumo è invitante!»
«Ehm...è la variante di una ricetta che mi ha dato Mako-chan, gli Yakitori, visto che non sono molto brava come prima volta provo qualcosa di semplice...»
«Posso assaggiare?» chiese curioso mentre si avvicinò alla pentola lei gli picchiò lievemente la mano per toglierla dalla pentola.
«Quando sarà pronto sì, ci vuole ancora un po' nel frattempo puoi fare una doccia.»
«Va bene, non ci metto molto.» Felice come una Pasqua si mise sotto la doccia ed i pensieri iniziarono a volare senza che potesse fermarli Da quando Usagi cucina? Poi però si rese conto che quella era una domanda stupida perché avendo vissuto qui per settimane non poteva farsi preparare il pranzo dalla madre. Doveva parlarle.
Al suo ritorno la vide allungarsi,con difficoltà, per raggiungere la mensola più alta, così si avvicinò sempre di soppiatto e la alzò, prendendola in braccio.
Usagi con il cuore che batteva a mille prese ciò che cercava mentre era sempre più imbarazzata, adorava quando si prendeva cura di lei, quando la pose a terra tenendola tra le mie braccia le sfiorò una guancia morbida con la mano e la baciò sulle labbra, quelle labbra color pesca che lo avevano attirato sin dal loro primo incontro. Sospesi nella loro bolla di romanticismo vennero svegliati dal suono del timer.
La cena fu tranquilla parlarono del più e del meno mentre lui si complimentò per la sua cucina, era un passo avanti pensò lui felice.
Sprepararono insieme e pur di rimanere vicini lavarono anche i piatti. Usagi si prese il tempo per una doccia rilassante mentre Mamoru cercava un film ma ciò che gli importava di più era avere Usagi accanto a lui. Avevano perso troppo tempo lontani.
Dopo mezz'ora con l'asciugamano in mano mentre si tamponava i capelli umidi Usagi entrò in salotto
«Hai lavato i capelli» affermò rapito da lei
«Si, si stanno già asciugando poi devo rifare gli odango, le tue polpette» disse soffocando una risata
«Lasciali sciolti...voglio vedere come ti stanno…» ammise lui ammirando la sua chioma bionda
«Ah….va bene» Si avvicinò e quando tolse l'asciugamano una cascata di fili d'oro le scesero sulla schiena fino ad arrivare alle caviglie.
Lo sguardo di Mamoru esprimeva tutta la sua meraviglia, era imbambolato non è mai stata così splendente.
«Sei...sei bellissima, quando sei qui puoi lasciarli sciolti se vuoi
«Non credo sia il caso e tra poco capirai il perché» si affrettò a dire sorridendo. Si sedette sul divano vicino a lui mentre ciocche di capelli si infilavano ovunque.
Usagi aveva ragione, lei lasciava i capelli sciolti solo quando dormiva. Mamoru ammirava quei raggi di sole che illuminavano il suo appartamento.
«Ora ho capito. Ma a me piacciono lo stesso» Appoggiata la testa sulla sua spalla la paladina della legge rannicchiò le gambe affusolate lasciate scoperte da un paio di shorts celesti. Mamoru la osservò senza malizia indossava una canotta bianca aderente che le fascia il corpo in modo perfetto.
È bellissima ed è solo mia!
Rimasero così a guardare un film ma la ragazza dopo poco si appisolò sulla sua spalla! Dopo averla presa in braccio e portata a letto dove la coprì con il lenzuolo, Mamoru si stese accanto a lei. La tentazione di sfiorarla fu enorme ma anche la voglia di non svegliarla così chiuse gli occhi blu cadendo poco dopo tra le braccia di Morfeo.
«No, no, perché... PERCHÉ!! Ferma. No ferma…Mamoru…Mamo-chan...NOOOOO!!»
Usagi si svegliò urlando con la fronte mandida di sudore, accanto a lei Mamoru si svegliò allarmato e vedendo il mio viso stravoltomi accarezzò una spalla, cadde all'indietro sul cuscino con il petto che si alzava e si abbassava a causa del respiro affannato. Usagi venne afferrata da due muscolose braccia che la tennero stretta stretta. Ancora una volta aveva rivissuto l'ultima battaglia e la morte del suo Mamo-chan, voleva smetterla di fare quei sogni, voleva solo dormire, Mamoru accanto a lei la cullava cercando di calmare il suo respiro
«Hei! Usako, dimmi cosa c'è. Sono qui con te.»
«Abbracciami….ti prego...abbracciami» lo implorò tremante. Si fece stringere più forte quando involontariamente i loro bacini trovano ancora una volta l'incastro perfetto. Una presenza tra le gambe le fece capire che Mamoru era lì con lei, cercò di spostarsi ma lei rimase lì, nella stessa posizione.
Era strano sentire quella sensazione di pienezza che quella parte maschile poteva dare anche solo in quel modo! Usagi non avendo mai avuto altri ragazzi non sapeva cosa possa significare ma per lei era affascinante sentire quanto anche inconsciamente potesse farti sentire desiderata, alzò lo sguardo e si allungò verso le sue labbra che baciò con passione e dolcezza, Usagi sapeva che i maschi soprattutto all'età di Mamoru volevano qualcosa di più da una relazione ma lei non era spaventata lo voleva pure lei, voleva sentirsi sua in ogni modo. Fare l'amore con lui sarebbe stato un sogno! Ancora sulle sue labbra gli afferrò la nuca con una mano, l'altra invece gli sfiorò la schiena muscolosa mentre con la gamba gli circondò il fianco stringendosi di più a lui in una stretta d'acciaio.
Mamoru era preoccupato non voleva forzarla quindi le tolse la gamba dal fianco mentre le poggiò le mani sulle spalle.
Oggi si era trattenuto fin troppo e finché lei continuava a toccarlo lui non avrebbe seguito lo ragione.
«Usa...non credo sia il caso...È meglio dormire è tardi…» si ritrasse e la guardò aveva gli occhi spenti e tristi.
Odio vederla così, ma è per il mio bene non sarei in grado di controllarmi
«Non….non mi vuoi?» chiese con gli occhi lucidi,pronti al pianto, lui li aveva visti anche al buio, Usagi si allontanò di più e si voltò dall'altro lato del letto, verso la finestra. Dopo aver momentaneamente chiuso gli occhi Mamoru le ammirò di schiena fasciata dalla canotta bianca che lasciava intravedere un piccolo lembo di pelle quando vide il suo corpo muoversi a intermittenza scosso dalle lacrime! Lui la desidera ma cavolo pensa di farle male….Si mise supino nel letto ma quando emise un sospiro affranto ad occhi chiusi sentì il letto piegarsi e lei uscire fuori dalla stanza. La frittata era fatta ed lui non sapeva cosa fare, non potavano fare l'amore non avevano nulla per evitare di concepire Chibiusa e poi lo assillava il problema della sua età, era ancora piccola e…al diavolo. A passi svelti si diresse fuori dalla stanza.
La cercò e vide un'ombra abbracciarsi le spalle sul balcone, stava guardando la luna piena.
Arrivandole alle spalle l'abbraccio da dietro rimanendo in un religioso silenzio.
«Perché...perché non mi vuoi...» chiese illusa di non piacergli in quel senso.
«Tu credi che io non ti voglia Usako? Ti desidero talmente tanto da impazzire ma...- sincero e serio continuò -...ma è ancora presto e poi non abbiamo le precauzioni...voglio che la nostra prima volta sia speciale.»
«Ma perché non adesso, Chibiusa ha detto che passerà del tempo prima di….di concepirla» rivelò imbarazzata toccandosi gli indici.
Rimasero in silenzio ammirando la volta celeste.
«Non è la tua prima volta vero? E' per questo?»
«Usako ma che dici, certo che è la mia prima volta, io….- un sospiro rassegnato lo aiutò a confessare – ho paura di farti male»
«Mamo se la pensi così non faremmo l'amore neanche quando saremmo sposati e come penserai di concepire Chibi-chan con il pensiero? Io voglio fare l'amore con te Mamo-chan» Le parole di Usagi ammutolirono Mamoru, lei aveva ragione eccome se aveva ragione, se continuava così non l'avrebbe mai toccata, sfiorata, fatta gemere e amata con tutto se stesso. Usagi si voltò a trecentosessanta gradi e all'orecchio gli sussurrò
«Mamo-chan… voglio sentirmi tua, come voglio che tu ti senta mio, un'unica essenza, un unico respiro, per sempre. Voglio amarti fin dentro le ossa. So che la prima volta si sente un po' di dolore ma non è normale? Voglio unirmi a te, quindi ti chiedo vuoi fare l'amore con me?» La risposta non arrivò a parole perché sarebbero servite a poco ma specchiandosi nei suoi occhi azzurri come il cielo si convinse anche la voleva con tutto se stesso, lei era il suo futuro, il suo destino.
Stringendola fece combaciare i loro bacini che grazie ad un bacio appassionato lì fece gemere sul balcone con la luna piena che assisteva al loro eterno amore.
Con uno scatto la sollevò e afferrandole i glutei la strinse a sé mentre Usagi allacciò le gambe alla sua schiena sfregando il suo bacino contro quello di lui, ciò fece rilasciare ad entrambi un un ansito. Mentre un altro bacio li conquistava arrivarono in camera dove Mamoru la stese sul letto mettendosi sopra di lei senza mai staccarsi e senza schiacciarla. Quando si staccarono avevano le labbra contuse ed il fiato corto, ma ciò non li fermò!
«Sei sicura?» le chiese mentre la sua virilità pulsava nella sua femminilità. Un ansito seguito da un lungo sì lo fece sciogliere.
Mamoru iniziò a baciarla mentre una mano sfiorò la guancia fino ad arrivare al collo da lì fece partire una miriade di piccoli baci.
Con la mano scese fino alla fine della canotta bianca che iniziò lentamente a sfilare aiutato da lei che alzò il suo busto.
In reggiseno Usagi si ritrovò ammirata dal suo uomo che aveva negli occhi una luce speciale. Mamoru per distoglierla dall'imbarazzo riprese il bacio interrotto mentre due mani gli sfioravano le spalle e i fianchi coperti dalla canotta blu. Staccandosi Mamoru si sfilò velocemente la canotta blu, le mani della sua ragazza lo avevano acceso, ora non si sarebbe più spento. Usagi si fermò ad ammirare il suo torso nudo, aitante e muscoloso, gli passò le mani sui pettorali toccando punti sensibili per lui che a stento riuscì a reprimere un gemito.
Bastava così poco per accenderlo?
Mamoru si abbassò sul suo collo dove succhiò avidamente poi dalla carotide iniziò a lasciare una scia umida che arrivò fino all'avvallatura dei miei seni…lasciandola quasi senza fiato. Non credeva che fare l'amore fosse così….così non aveva parole per esprimerlo. Mamoru stava impazzendo la sua pelle morbida come la seta sapeva di pesca come la sua bocca. Arrivato ai seni lasciò un bacio sopra il reggiseno nero, come aveva fatto a non notarlo sotto la canotta bianca?
Poi con le dita giocò con all'elastico degli shorts ma prima di toglierli la guardò negli occhi senza parlare. Lei annuì con il capo lasciandogli via libera.
Le abbassò quindi, anche i pantaloncini ammirando estasiato il suo piccolo corpo coperto soltanto da un intimo semplice nero.
Mamoru aveva iniziato a fare sogni proibiti sulla sua Usako da quando l'aveva associata a Sailor Moon, la divisa delle Sailor non copriva molto quindi poteva vedere tutto ma aveva iniziato a controllarsi, ma la scoperta della vera identità di Sailor Moon aveva confermato i suoi sogni, in due anni aveva continuato a farli cercando di immaginarla in certe situazioni ma non immaginava che la realtà fosse molto più bella, la vedeva ansimare e gemere quando toccava punti sensibili per lei.
Si morse le labbra però al solo pensiero di quanto sia diventata bella e forte mentre era...morto, non aveva assistito al suo cambiamento e se ne pentiva amaramente; gli saliva una rabbia enorme anche al solo pensare a quanto quel Seiya possa averla sfiorata ma appena si rese conto che Usagi stava per fare l'amore con lui tornava a settimo cielo.
«A cosa pensi?» gli chiese vedendolo perso nei suoi pensieri
«A quanto sei bella, a quanto voglio tenerti mia….Usako oltre le stelle ed oltre l'eternità io ti amerò per sempre.» Quella dichiarazione seguita da un lungo bacio fa scendere una lacrima dagli occhi di Usagi e Mamoru con un altro bacio gliela asciuga
«Ti amo Mamo….ti amo con tutta me stessa» Usagi gli sfiorò così una guancia ispida segno di una breve ricrescita e poi raggiunto il fondo schiena sale e scende in un andirivieni unico nel suo genere accendendo il suo essere uomo. Con la mano gli arrivò ai fianchi da cui iniziò ad abbassare l'elastico dei pantaloni che sfilò e lanciò alla rinfusa sul pavimento insieme ai precedenti indumenti. Mamoru l'aspetta anche se la sua virilità richiedeva di più, ma se l'avesse penetrata subito le avrebbe fatto sicuramente male quindi quando lei finì tornò dall'altro lato del collo dove percorse lo stesso sentiero con la lingua sino ad arrivare ai seni.
Usagi sussultò di piacere mentre lui passandole la mano dietro la schiena e vezzeggiandola sganciò il reggiseno che fece volare sul pavimento rapito da due bellissime colline sulle cui cime spiccano due capezzoli turgidi che assaporò uno alla volta con parsimonia, li baciò, li titillò e li succhiò.
Usagi emise un respiro strozzato, che lui interpreto di piacere.
La scruto negli occhi azzurri e la baciò sfiorandole una morbida guancia.
«Sei bellissima...» Dai seni morbidi fece partire una scia di baci fino all'orlo degli slip, lì Usagi, impaurita, serrò le gambe. Anche se lo voleva aveva un po' di paura, paura che sparì quando incontrò gli occhi limpidi e pieni di tenerezza di Mamoru.
«Se non vuoi...non dobbiamo….»
«Shhh...quando ho incontrato i tuoi occhi la paura è sparita….mi fido Mamo»
«Proviamo così?...» Non glielo spiegò ma rimanendo in quel punto iniziò a sfiorarla sopra gli slip neri che lo eccitarono ancora di più.
La foglia di farla sua era troppa ma il pensiero di farle male lo riportò alla realtà. Senza rendersene conto aveva spostato le dita più in basso e se ne accorse quando Usagi aveva chiuso in pugno le lenzuola. Con quelle carezze Usagi stava impazzendo gridò di piacere quando Mamoru toccò una cresta
«Ahh...» con il respiro strozzato strinse di più le lenzuola mentre il suo uomo solcava un'altra cresta.
Con lentezza Mamoru le accarezzò i fianchi quindi prese i bordi dei suoi slip e con una lentezza che non sapeva di avere glieli abbassò aiutato dai movimenti della ragazza che alzò i fianchi. Sollevandosi Usagi gli si parò davanti e mentre lui la osservava con madre Luna l'aveva fatta lei gli prese la nuca andando incontro alle sue labbra dure e morbide mentre i suoi seni nudi gli sfioravano il petto.
Sdraiandosi sul letto Mamoru prese a mani aperte i seni di Usagi titillandoli mentre la sua bocca sfiorava ogni parte del suo viso.
Essendoci una connessione tra azione e reazione lei alzò il bacino incontrando la sua virilità coperta dai boxer che venne appoggiata tra le sue gambe.
Ansimando gli circondò le spalle mordendogli una spalla per non urlare di piacere. Stavano superando il limite il loro corpo reclamava quell'unione molto più di loro.
Senza che lei ne accorgesse Mamoru si tolse i boxer, con le mani poi scese fino alla femminilità di lei che iniziò a massaggiare con due dita.
Usagi rilasciò un ansito che mandò in estasi il giovane che trovò una piccola apertura dove le più intime labbra di Usagi racchiusero quelle dita.
Un grido di piacere uscì dalle labbra di Usagi che Mamoru cercò di placare con un bacio
«Mamo…..Mamo» Mamoru a quel richiamo sentì che era pronta ad accoglierlo
«Faccio piano, promesso» Usagi gli sorrise ma i capelli sciolti si fecero sentire quindi lo fermò un attimo
«Mamo aspetta, devo legare i capelli» in imbarazzo si alzò dal letto e ponendosi davanti allo specchio se li acconciò alla meglio.
Arrivando alle sue spalle l'abbracciò sfiorando a mani aperte ogni parte che riuscì a trovare fianchi, seno, spalle e per ultime le gambe salendo e scendendo lentamente mentre con la bocca umida lasciò una scia sul collo che provocò nella ragazza un'eccitazione infinita. Mamoru la voltò e mentre lei gli saltò in braccio aggrappò le gambe alla sua schiena rilasciando la testa all’indietro quando la sua virilità sfiorò le sue labbra più intime.
Rimasero così al centro della stanza avvinghiati, eccitati e felici. Senza rendersene conto si ritrovarono stesi sul letto mentre Mamo-chan lentamente riprendeva a stimolare la sua intimità.
«Non voglio farti male» mi rivela quando solca una cresta di piacere
«Non... me ne farai….» Usagi con uno sguardo deciso e felice gli afferrò un fianco con la gamba che lui accarezzò con amore facendola gemere ancora di più poiché aveva aumentato il calore che provava. Mamo ti voglio adesso non resisto più i tre mesi senza di te sono stati l'inferno ed io non riuscivo ad uscirci, ma tu mi hai aiutato. Mamoru incrociò le mani con quelle di Usagi mentre entrò in lei quando le membra di lei lo chiusero al suo interno lui entrò in Paradiso, quello che Usagi si aveva fatto conoscere da quando lo aveva conosciuto. Usagi sembrava non sentire dolore quindi Mamoru azzardò una spinta più profonda che la fece gemere di piacere, un suono che alle orecchie di Mamoru era una musica soave capace di eccitarlo ancora di più.
Vedendo la sua reazione con impeto affondò di più fino a lacerare un tessuto. Ad Usagi si mozzò il fiato lui non si mosse
«Usako... tutto bene?» tentò di accarezzarle una guancia ma involontariamente affondò di più «Usa? Parlami...stai bene? Non mi muovo ok?»
«Aspetta voglio provare...» Lo guardò e poi alzò il bacino fio a scontrare le parti alte delle loro intimità facendoli impazzire
«Usako…vuoi...vuoi farmi impazzire?»
«Tutto ciò che voglio sei tu Mamo-chan solo tu. Fammi tua Mamo, tua per sempre! Ti amo»
«Per sempre. Ti amo Usako!» La mente del giovane non ragionò più quindi iniziò ad affondare sempre di più provocandole ansiti sempre maggiori
Si muoveva dentro di lei sempre più velocemente e dolcemente, avanti e indietro, dentro e fuori.
Usagi afferrò il lenzuolo con una mano mentre con l'altra gli afferrò le spalle ondeggiando i fianchi incitandolo a continuare. Raggiunto l’apice del loro amore gridarono ognuno il nome dell'altro insieme mentre un bacio suggellava la loro unione. Mamoru si accasciò sul suo petto mentre i suoi capelli erano accarezzati dalle lunghe e affusolate dita della sua Usako. Per non schiacciarla si spostò al suo fianco e senza lasciarla la abbracciò da dietro mentre appoggiava la schiena sul suo petto
Dal fondo del letto recupero il lenzuolo che uso per coprire i loro corpi nudi e ansimanti e dopo averle lasciato un bacio sulla spalla caddero nelle braccia di Morfeo.



Eccomi, sono tornata! Mamma mia che fatica! Scusate per l'attesa ma la scuola riempie anche i miei momenti liberi.
Ecco il quinto capitolo. Fatemi sapere tutto e non risparmiate le critiche!
Capitolo revisionato il 01/07/2020
Alla prossima! Baci da MoonPride

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Capitolo 6
*** Casa Nostra ***


CAPITOLO SEI: CASA NOSTRA
 

Svegliarsi la mattina con i raggi del sole che le accarezzano il viso e la brezza leggera del vento che le scompigliava i capelli era per Usagi un rituale a cui d'estate non rinunciava mai. La notte passata era stata la più bella della sua vita! Lei e Mamoru avevano fatto l'amore, erano diventati una cosa sola solo loro due e il loro amore. Distesa sul cuscino Usagi si sentiva come su una nuvola mentre il cuscino emanava il profumo di lui, del suo uomo. Ogni abbraccio, bacio e ogni carezza era la chiave per entrare in Paradiso. Le sue braccia, così forti e delicate che non farebbero del male ad una mosca, l’avvolgevano come a proteggerla mentre le sue dita erano intrecciate alle sue. Solo in quel momento però si accorse di avere la schiena appoggiata al suo petto massiccio.
Cos'ho fatto per meritarmi un uomo così intelligente, forte e attraente?
«Buongiorno splendore» la sua voce vellutata la fece destare rendendosi conto che il furfante era sveglio.
«Buongiorno! Cosa ci fai già sveglio?» gli chiese rabbrividendo al contatto delicato della sua mano sulla sua spalla nuda, mentre le immagini della notte scorsa le apparvero nitide nella mente e le guance si tinsero di rosso.
«Ammiravo la meravigliosa creatura della luna che se ne sta rintanata tra le mie braccia» Con tutto l’amore che poteva offrirgli gli donò un bacio facendo diventare quelle labbra il suo unico sostentamento di cui si sarebbe nutrita ogni giorno anche lì, nel suo appartamento, nella sua casa! Mentre Mamoru approfondiva il bacio la sua schiena come i glutei e le gambe diventarono il centro delle sue attenzioni. E' bello essere amati!
«La mia principessa ha dormito bene?»
«Accanto al re che governa il mio cuore non c'è paragone. E tu hai...uhm» Non ebbe neanche il tempo di completare la frase che Mamoru venne attratto dal niveo e profumato collo di lei dove appoggiò le labbra e iniziò a succhiare
«Mamo ma che fai! Lo sai che poi dovrò coprirmi il collo e sai anche che mio padre è molto geloso….uhm» Usagi vorrebbe dirgli di smettere ma proprio non ce la faceva a dirgli di no
«Ma perché devi nominare tuo padre proprio in questo momento? Il tuo profumo mi manda in Paradiso di conseguenza ora mia cara principessa lei sarà mia prigioniera.» le disse sovrastandola
«Se la principessa in questione è trattata con tutte queste galanterie non vorrà più andarsene...ma mi scusi del principe, quante principesse ha reso prigioniere?» le mani calde che Mamoru faceva passare sulla sua schiena nuda le riscaldarono l'anima come facevano da mille anni a questa parte.
«Ricorda Usako sei solo tu la mia principessa e solo tu sarai la mia prigioniera….mia e di nessun altro.» con tutto l’amore che Mamoru aveva represso si fiondò sulle sue labbra come se fossero il suo ossigeno personale, portando entrambi nel loro piccolo Paradiso Terrestre. Dopo aver fatto l'amore rimasero lì abbracciati, lei distesa sul suo petto mentre lui le sfiorava le spalle. Mamoru faceva vagare i propri pensieri tentando di darsi una spiegazione plausibile. Mamoru aveva dimostrato poche volte quanto amasse Usagi e così l’aveva fatta soffrire, cosa che assolutamente non voleva fare. Per lui fare l'amore con lei ha significato compiere un grande passo capendo solo in quel momento quanto lei fosse realmente importante per lui. Lei lo aveva lasciato andare in America per amor suo, soffrendo di nascosto e scappando di casa, il suo desiderio di diventare medico era stato messo in primo piano facendo passare lei al secondo posto, ben sapendo che non avrebbe mai potuto esercitare quel ruolo. Solo dopo il disastro di Galaxia si era reso conto che avrebbe potuto perderla per sempre non solo per colpa sua ma anche per la presenza di Seiya. Come ha potuto quel tizio permettersi di chiedermi di proteggerti quando avrei voluto combattere insieme a te? Avrei preferito essere qui con te invece lei mi ha portato via da te mentre io ti avevo abbandonato all'aeroporto. Te lo giuro ho lottato per tornare da te ma era troppo forte e ho perso. La richiesta di Seiya aveva urtato il suo orgoglio. Mamoru sapeva benissimo di aver commesso lo sbaglio più grande della sua breve vita ma sentirselo rinfacciare da una donna che si finge uomo e che ci ha provato con la sua fidanzata aveva innescato in lui un ordigno che l’amore di Usagi aveva spento o almeno credeva che fosse così!
«Usako, lo so che non vuoi però dobbiamo parlare» silenziosamente lei annuì
«Di cosa vuoi parlare?» consapevole del dolore che da lì a poco le avrebbe causato lui voleva sapere da lei cosa fosse accaduto in quei mesi, voleva che lei si confidasse con lui ma sapeva che Usagi non gli avrebbe mai detto nulla di sua spontanea volontà per non farlo soffrire, ma se si fosse tenuta dentro in simile peso presto non sarebbe più riuscita a tornare quella di un tempo.
La ragazza vivace e felice, generosa e piena di amore che aveva conosciuto solo due anni fa!
«Voglio sapere tutto, dal giorno in cui sono partito sino a al giorno della battaglia. Lo so Usa che ti farà male parlarne ma io voglio sapere.» Anche lei cosciente che quel momento sarebbe arrivato prima o poi annuì poi sorrise.
«Prima facciamo colazione ti va? Tanto oggi è domenica quindi se mi vuoi ancora la passerò tutta con te» gli disse con il sorriso in volto
«Non ti lascerei mai andare via da me quindi accetto! Fai la doccia mentre preparo la colazione?»
«ok!» La colazione procedette spensierata tra pancake, succo e caffè...Mamoru avrebbe voluto avere più spesso la possibilità di fare colazione con Usagi. La sua vicinanza lo aveva fatto sentire completo, amato anche con i suoi difetti, avrebbe solo dovuto portare pazienza poi sarebbe stato per sempre! Sul divano con la testa appoggiata sulla spalla di lui Usagi iniziò a raccontare.
«...così mi sono rifugiata qui, a casa tua. Tu non c'eri ed io mi sentivo così sola. Ho vissuto qui per due settimane nella speranza che tu chiamassi o che mi scrivessi. Speravo che rimanendo nel nostro piccolo mondo tu potessi darmi la forza e l'amore di cui ero sprovvista in quei mesi. Ecco il perché della spesa, di sicuro attento come sei l’avrai già notato, degli elettrodomestici accesi, della pulizia della casa...» lacrime e lacrime sgorgarono dai suoi occhi, lacrime che Mamoru asciugò con teneri baci. «Anche se fossi partito veramente, non ti avrei mai dimenticato Usako! Non avrei mai smesso di amarti o pensarti. Se fosse stato possibile ti avrei chiamato ogni giorno solo per sentire la tua voce. Avrei fatto di tutto per poterti sentire accanto a me anche se fossi stato lontano. Non ti avrei mai abbandonato e se avessi avuto bisogno di me sarei torna, sarei tornato per te, perché io devo proteggerti.»
«Mamo... io sono sempre così insicura avrei capito se all'inizio non avessi telefonato mi avevi anche avvisato ma poi l'insicurezza ha preso il sopravvento e ho pensato che ti fossi stancato di me, che la distanza ti avesse fatto cambiare idea, che avessi trovato un'altra! In questi tre mesi ho passato l'inferno, è vero avevo le ragazze ma forse non avrebbero capito e poi la rosa e quando ho visto quel seme di stella dorato mi è apparso il tuo viso sorridente e non ci ho più visto» Mentre raccontava gli ultimi avvenimenti Usagi non aveva smesso di versare calde lacrime che ora potevano segnare la parola fine ad un periodo della sua vita che avrebbe richiuso in un cassetto dei ricordi che forse non avrebbe più aperto.
«Mi spieghi perché ieri sera Luna ha detto che erano tre giorni che non toccavi cibo? Però voglio la verità Usa...lo so quando menti.» Abbassando lo sguardo colpevole, Usagi ricevette un bacio sulla guancia che la invitò a rispondere asciugandosi le lacrime con la mano.
«Dall'attacco a scuola e dopo essermi trasferita da te, di nascosto mangiavo in continuazione per riempire con il cibo il vuoto che sentivo poi però mi sono resa conto che non aveva senso mangiare per vivere se tu non eri vicino a me così poco dopo vomitavo tutto! Era come se il mio corpo rigettasse ogni cosa. Luna e Artemis vegliavano su di me dormendo fuori dalla finestra o dalla porta, credevano che non li avrei mai scoperti ma a volte sono molto più furba di quello che pensate. Le ragazze poi mi pedinavano e le rare volte che ci riunivamo mi obbligavano a mangiare solo così mi reggevo in piedi. Pensa che una volta per evitare che vomitassi dopo pranzo mi hanno fatto bere un succo e dentro misero il sonnifero. L'ho bevuto per farle contente ma io non lo ero. Ero stanca Mamo-chan e volevo solo piangere, restare a letto e dormire, piangere e dormire finché tutto non si fosse risolto; ma non potevo avevo un compito da portare a termine. Poi quando sei tornato ho iniziato ad avere quegli incubi, gli stessi di questa mattina che mi impedivano di mangiare! Avevo lo stomaco chiuso. Solo ieri sera mi è tornato l’appetito e non ne capisco il motivo. Ora sai tutta la verità ma come sai avrei preferito non dirti niente.» Voltando lo sguardo lei osservava il volto di lui che esprimeva rimorso, dolore e rassegnazione, ecco cosa aveva voluto evitare.
«Usako siamo o no una coppia? Dobbiamo dirci tutto. A volte il tuo autolesionismo mi fa paura» Usagi non aveva capito gran ché per cui decise di chiedere spiegazioni. «Mamo auto che?» lo sguardo confuso e perplesso lo fece sorridere di tenerezza.
«Autolesionismo Usako, ovvero il farsi del male da soli, credevi che ti avrei fatto tenere nel cuore un simile peso? Sono qui per te e con te. Sono convinto che ora che me ne hai parlato non avrai più incubi. Dormirai sonni tranquilli te lo prometto.» Il sorriso del suo Mamo-chan era un dono che la rendeva sempre felice.
«Orgoglioso e troppo sicuro di te, ma ti amo anche per questo!»
«Ti amo anche io Usako ma manca ancora un argomento …non pensi di parlarmi di Seiya? Lo sai vero che è innamorato di te?!» Sconsolata lei annuì.
«Lo so e forse l'ho illuso con i miei gesti e le mie parole ma lui ha sempre saputo che il mio cuore è soltanto tuo. Non lo avrei mai amato come amo te! Mi stava vicino per farmi sorridere e non farmi pensare a te, ma non ci è mai riuscito forse è stato standomi così vicino che si è illuso di poter avere il tuo posto, ma tu tieni quel posto con forza e quindi si è arreso!» Quella confessione lo aveva reso un uomo nuovo.
«Bene adesso abbiamo da fare mi aiuti?» il viso buffo che gli rivolse era da Oscar.
«Cosa dobbiamo fare di domenica?»
«Ma come hai già dimenticato il nostro progetto? Dobbiamo iniziare a mettere più foto di noi! Tu puoi portare un po' delle tue cose magari il necessario per passare le notti qui! Che ne dici?» Alzandosi dal divano gli saltò in braccio stringendolo forte forte! Dopo avergli scompigliato i capelli la rimise giù ed iniziarono a rendere più loro casa di lui. Casa nostra! Mamoru non riusciva a crederci, con Usagi parlava di casa, di famiglia. Era lei la donna che aveva sempre aspettato, lei era la sua casa. Iniziarono dalle foto per poi passare al bagno dove un mobiletto fu liberato solo per lei, per poi finire con la camera. Tutto ogni singolo oggetto, gli ricordava lei. Quando era andata in gita gli aveva comprato delle nuove presine sapendo che quelle di lui si stavano consumando e lui l'aveva ringraziata per il pensiero. I ricordi misti ai pensieri furono interrotti dal suono del campanello! Mamoru andò ad aprire la porta e gli si seccò la gola. Alla porta c’erano i genitori di Usagi!
«Salve signori Tsukino avete bisogno di qualcosa?» Mamoru era troppo sconvolto e se sapessero che Usagi ha dormito qui? Beh sono le 10 non è poi così presto! «Mamoru-san, Usagi è qui? Le ragazze ci hanno detto che Usagi era appena uscita!» Il sollievo che provava lui in quel momento era solo da immaginare. Usagi che aveva sentito il campanello andò verso la porta
«Mamo chi è?» gli chiese curiosa così quando lui si spostò gli ospiti fecero il loro ingresso lasciando Usagi confusa e con un brutto presentimento. Se suo padre avesse saputo ce lei aveva dormito lì l’avrebbe uccisa, per fortuna che era riuscita a coprire il succhiotto con il fondotinta.
«Allora Usagi com'è andata dalle ragazze ieri sera?» Ikuko Tsukino sempre cortese e disponibile aveva tentato un approccio leggero per intavolare il discorso che lei e suo marito avevano architettato.
«Molto bene mamma, mi dispiace solo che i Three Lights se ne siamo andati così presto!» lo sguardo geloso di Mamoru la fece sorridere ma fece finta di non vederlo! «Poco fa siamo stati dal Rei e ci ha detto che eri uscita da poco! Non sapevo dove fossi così Rei ci ha dato il tuo indirizzo Mamoru-san! Quindi eccoci qui» per fortuna che le ragazze l’avevano coperta altrimenti come loro principessa le avrebbe punite. Sorridendo a Mamoru Usagi annuì
«Si mamma, avevo promesso a Mamo-chan di aiutarlo con l'appartamento! Avevate bisogno?» lo strano scintillio che avevano gli occhi dei suoi genitori non promettevano niente di buono! Kenji Tsukino prese parola cercando di convincere la figlia.
«Ascolta Usagi, io e tua madre siamo qui perché vogliamo chiederti una cosa! Dato che abbiamo vinto un viaggio di due settimane alle Maldive per 4 persone abbiamo pensato di chiedere a te e Shingo se volete venire con noi!» Usagi in religioso silenzio con lo sguardo basso strinse la mano di Mamoru cercando sostegno. «Usako...tutto bene?» la sua voce soave le fece capire che doveva rispondere!
«Papà, mamma, non vengo!» guardò Mamo-chan negli occhi e lui capì perfettamente!
«Ma Usagi ne sei sicura? È una proposta imperdibile, almeno pensaci!» scrollò la testa desolata
«Papà non voglio venire! Preferisco rimanere qui. Magari potete portare con voi la ragazza di Shingo. Veramente preferirei stare a casa» Kenji non poteva capire che cosa la spingesse a rimanere a Tokyo ma non intendeva rinunciarci.
«Mamoru-san convincila tu, potrebbe farle bene! Farebbe bene anche a voi due stare lontani un po'.» Scottata Usagi alzò di scatto la testa, guardò suo padre negli occhi, i suoi erano furiosi e pronti alle lacrime, la voglia di raccontare tutto e sfogarsi era troppa ma il pollice di Mamo-chan che le sfiorava il dorso della mano la fece rinsavire. Ikuko Tsukino aveva capito che sua figlia dopo quello che aveva passato non avrebbe voluto abbandonare nè Tokyo nè Mamoru. Ikuko sapendo la sua vera identità era stata immune all'azione cristallo d'argento leggendario quindi ricordava benissimo che lei per tre mesi aveva sofferto l'assenza di Mamoru che era partito per l'America e poi durante i gli incubi dei giorni scorsi aveva capito che il giovane non era partito ma era stato la prima vittima del nemico. Ikuko sapeva che l'amore che legava i due ragazzi era fortissimo talmente forte che nessuno li avrebbe divisi. Nel frattempo aveva detto sottovoce una frase che la madre aveva compreso alla perfezione.
«È già accaduto, ma non è servito a niente» disse più a se stessa Usagi. Mamoru aveva già compreso il motivo di quella rinuncia mentre Kenji no!
«Hai detto qualcosa Usagi?» le chiese il padre lei scrollò la testa mentre Mamoru decise di rispondere
«Tsukino-san io posso parlare con Usagi della vostra proposta ma non posso e non voglio obbligarla a scegliere. Sta a lei decidere della sua vita!» lo sguardo del padre non era mai stato dei migliori nei suoi confronti ma non voleva che lui decidesse per Usagi
«Ma ha solo 16 anni è ancora una bambina» a quella risposta Mamoru rimase calmo mentre Usagi dentro di sé aveva una tempesta! Anche suo padre la riteneva una bambina anche se aveva sconfitto i nemici peggiori, anche se lei gli aveva salvato la vita numerose volte.
«Usagi non è una bambina, crescendo si è presa le sue responsabilità e anche se a volte non è riuscita a dare il meglio si è sempre impegnata per migliorare e rendervi fieri di lei, perché io fiero di lei lo sono già.»
«Si hai ragione! Scusami Usagi, non avrei voluto urlare! Almeno ci penserai? Noi dobbiamo partire tra 5 giorni, stasera a cena ne parleremo anche con tuo fratello poi ci dirai la tua decisione va bene?» Sconfitta la giovane annuì mentre stringeva i pugni da non so quanto tempo quando dalle sue mani vide apparire una luce bianca che cercava di uscire. Le dita perforano il mio palmo da cui uscì del sangue che macchiò il tappeto! Alla vista del sangue si scusò e corse in cucina sotto il getto d'acqua del lavabo! Mamoru aveva visto la luce cercare di uscire dalle mani di Usagi se quell'energia fosse uscita non sapeva cosa sarebbe potuto succedere, quindi scusandosi andò in cucina.
«Scusatemi un attimo» disse ai suoi ospiti. In cucina dietro di lei Mamoru le mise una mano sulla spalla cercando di assorbire un po’ il suo potere ma lei glielo impediva! «Respira Usako, respira…. ti fa male arrabbiarti, non vorrai finire come ieri sera vero?» Iniziando a respirare sempre con le mani sotto l'acqua lo lasciò assorbire l’enorme quantità di potere che cercava di uscire.
«Adesso mangia qualcosa, ti ho sottratto un po’ di energia!» Appoggiata al bancone sospirò e confessò
«Mamo, io non voglio andare con loro, non posso lasciarti un’altra volta….piuttosto rimango a casa da sola»
«Poi ci pensiamo ok? Adesso mangia io torno di là, ma prima mostrami le mani....Per favore» Controllando le ferite sul palmo strinse le mani insanguinate di lei tra le sue, concentro la forza e come gli aveva insegnato il sè stesso del futuro pregò che le sue mani venissero curate e così fu! Orgoglioso tornò in salotto! «Usagi sta bene?» Ikuko che aveva visto il tappeto macchiato e le mani di sua figlia illuminate aveva lasciato andare Mamoru a controllare tirando un calcio al marito
«Io e te dopo dobbiamo parlare» gli aveva intimato qualche secondo prima che il padrone di casa tornasse.
«Tutto bene solo un calo di pressione dovuto allo stress! Le ho fatto mangiare qualcosa»
«Meglio così! Noi andiamo a casa, scusaci per il disturbo Mamoru-san e complimenti hai davvero un bell'appartamento – disse guardando per il salotto e notando molte foto di loro due – ma questi siete tu e Usagi al parco, siete bellissimi.»
«Grazie signora» le disse con il sorriso sulle labbra.
«Forza Kenji abbiamo disturbato abbastanza. Mamoru-san saresti così gentile da avvisare Usagi che l'aspettiamo per cena? Grazie mille.»
«Certamente, è stato un piacere signori Tsukino» disse accompagnandoli alla porta e dopo averla chiusa tornò a sorridere prima di andare in cucina.
Casa nostra è anche questo Usako, felicità e discussioni, ma è pur sempre casa nostra!



Eccomi qui! Chiedo perdono per queso capitolo so che probabilmente molti di voi si aspettavano dell'altro, quindi vi esorto a dirmi cosa vi piace e cosa no! Quindi al prossimo capitolo!
Capitolo revisionato l'11/07/2020
A presto
MoonPride

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Capitolo 7
*** Il viaggio ***


CAPITOLO SETTE: IL VIAGGIO

In quei pochi giorni Kenji Tsukino aveva rimuginato sulla situazione e non era contento della situazione. Sua figlia era fidanzata con un universitario e ci dormiva pure insieme...non credeva alla storia della moglie che sua figlia avesse dormito dalle ragazze. Era incazzato non poteva credere che sua figlia avesse certe esperienze alla sua età così decise di scoprire da solo la verità. Una mattina all'alba decise di andare all'appartamento di Mamoru Chiba, doveva sapere...trovò la porta della portineria aperta così decise di salire. Usagi non poteva fare certe cose con un universitario. Come un ladro scassinò la porta ed entrò! La luce del sole filtrava dalle finestre lasciate libere dall'ostacolo rappresentato dalle tende e rendeva tutto di un arancio dolce. Non vedendo niente di strano ma sentendosi irrequieto si avviò alla camera da letto, trattenne il respiro e la vide così: distesa sotto il lenzuolo estivo da sola, con i capelli sciolti che ricadevano come petali sul cuscino che si muovevano al ritmo del vento che entrava dalla finestra lasciata aperta, il viso rivolto verso la finestra e le labbra socchiuse! Usagi quella mattina si era svegliata prima del solito, quando dormiva da Mamoru e lui non c’era aveva preso l’abitudine di svegliarsi presto per aspettare il suo rientro facendo finta di dormire perché adorava quando stanco dal turno si sdraiava accanto a lei; ma all'alba sentì dei rumori in casa! Pensò subito ai ladri ma l'intuito le disse che non doveva preoccuparsi.
Provò a percepire l'aura di Mamoru, l'aveva imparato da poco, ma non sentì nulla. Decise di aspettare e sentì una presenza sulla porta, decise di aspettare voleva essere sicura che chi si fosse intrufolato non le facesse del male. Sentì un sospiro rassegnato così decise di far finta di svegliarsi si alzò e si strofinò gli occhi. Alzata si girò per dirigersi al bagno ma le si bloccarono i movimenti e si incollò al muro, cacciò un urlo quando incontrò gli occhi di suo padre severi e indagatori, e dal corridoio sentì una voce impaurita chiamarla mentre dei passi veloci si arrestavano davanti alla camera. Mamoru era tornato! Davanti alla porta socchiusa dell'appartamento stanco e assonnato Mamoru restò perplesso: dopo l'arrivo di Usagi la sera prima, la porta l’aveva chiusa. Era sicuro che la sua Usako dormisse così si allarmò.
Entrò in casa di soppiatto e dopo essersi tolto le scarpe vide che tutto era in ordine: nessun problema, nessun disastro. Appoggiò la valigetta sul divano e dopo essersi allentato la cravatta sentì un urlo! Usako! «Usako!!!» La paura che ci fosse qualcuno in casa e che facesse del male a Usako era enorme, non voleva neanche pensarci e quando arrivò davanti alla sua camera il suo viso cambiò colore diventò bianco, pallido mentre la saliva si seccava nella sua gola! Davanti alla porta della sua camera si ergeva il temuto Kenji Tsukino che guardava sua figlia con uno sguardo di fuoco, non sembrava nemmeno lui; quando si accorse della sua presenza non lo guardò neanche iniziò solamente ad urlare.
«Ma cosa pensavi di fare? Fare sesso con un universitario? Usagi hai 16 anni! Cosa ti passa per la testa? Svergonata lo sapevo che questo ragazzo non era per te, ti sta portando su cattive strade...» Usagi restava al suo posto con il muro alle spalle e la mano a clamre i battiti del suo cuore, rimase zitta, aspettava che il padre finisse di urlare mentre le si avvicinava ma non si aspettò lo schiaffo in pieno viso che le fece voltare il capo dall'altro lato!
Si toccò la guancia offesa poi però sentì il labbro tirare e toccandonselo vide le dita insanguinate. Mamoru diventò un vulcano in eruzione! Prese Kenji Tsukino per il colletto della camicia e lo sbatté al muro incurante delle suppliche di Usagi di fermarsi.
«Lei non si deve permettere di alzare le mani! Le giuro che se lo farà ancora la faccia sfigurata sarà la sua. Spero di essere stato chiaro!» Usagi iniziò a piangere silenziosamente ma i suoi singhiozzi lo destarono. Mamoru lo lasciò a terra e abbracciò la sua amata mentre piangeva contro la sua camicia.
«Tranquilla, ci sono io adesso» le sussurrò per calmarla «Che razza di uomo sei! Ha solo 16 anni! È una bambina, una sciocca bambina» Usagi pianse più forte mentre la camicia si bagnava di lacrime salate e sangue.
«Se ha finito di urlare in casa mia per niente le sarei grato ma a cosa servirebbe se tanto non ragiona? Non si è nemmeno accorto che sono appena tornato dal lavoro, ho appena finito il turno di notte! Usagi è rimasta qui per prepararmi la colazione. Sua figlia è una ragazza per bene e lei che è suo padre non la conosce nemmeno! Si vergogni lei e adesso se permette fuori da casa mia! Vieni Usa disinfettiamo la ferita.» Prese Usagi per mano e in cucina iniziò a medicare quel labbro sanguinante! «Guarda cosa ti ha fatto! Ti fa male lo zigomo?» Usagi scrollò le spalle in segno di negazione mentre Mamoru continuava a medicare. Nel frattempo Kenji rimase a guardare quella scena. Con quanta cura e delicatezza quell'uomo toccasse sua figlia non riusciva a crederlo. Vide quel bacio sulla fronte e la mano di sua figlia sfiorare la guancia del suo ragazzo che le sorrideva dolcemente. Era troppo per lui. Kenji Tsukino era solitamente un uomo pacato, buono ma quella mattina era molto arrabbiato così lasciò la stanza e chiuse la porta e infuriato si limitò ad andare in ufficio!
«Lo ammazzo….nessuno deve permettersi di picchiarti….Usako guarda cosa ti ha fatto! Ti ha spaccato il labbro maledizione!»
«Mamo...il labbro si rimargina ma per la ferita che ho nel cuore vorrà tempo. Non credevo che mio padre potesse farmi una cosa del genere. Voglio solo dimenticare questo episodio va bene?» «Va bene, dai vieni qui! Se vuoi quel labbro posso curarlo...» «Meglio di no, altrimenti si chiederà come ha fatto a guarire così in fretta» Usagi accarezzò la guancia di Mamo-chan con dolcezza e mentre lui accarezzava quella mano la strinse e le donò un piccolo bacio sull’angolo della bocca.
«Facciamo colazione? Ormai sono le sei! Anzi meglio di no! Vai a dormire devi riposare! Su su vai!»
«Futura signora Chiba...sono ai suoi ordini» disse con il sorriso. Si era meglio dimenticare!
Al lavoro Kenji Tsukino rifletteva su quello che era successo quella mattina, oramai sua figlia stava crescendo e doveva spiccare le sue ali...ma lui non riusciva a lasciarla andare! Si sentiva impotente! Aver visto con quanta determinazione quel Chiba difendeva Usagi lo aveva destabilizzato. Ogni parola che sua moglie gli aveva detto era la pura verità e se lui avesse ostacolato una loro futura unione, non avrebbe avuto vita facile! Secondo Ikuko, Mamoru Chiba aveva rivoluzionato sua figlia, aiutava in casa, studiava, si comportava bene era quasi puntuale... e si arrabbiava di meno. Usagi era maturata e lui non se n'era nemmeno accorto. Si sentiva un verme. Aveva fatto una brutta figura davanti a sua figlia, l'aveva schiaffeggiata, ma l’aveva fatto per una buona causa, lei era giovane e fare sesso alla sua età poteva comportare grossi rischi e responsabilità che lui non voleva prendersi. Mamoru Chiba lo avevano sbattuto al muro, solo per aver picchiato Usagi e Kenji ne aveva ancora gli effetti collaterali sul corpo, una contusione alla spalla destra che gliene limitava il movimento. Ikuko aveva ragione presto o tardi ne avrebbe pagato le conseguenze! Sconfitto riprese il suo lavoro non prima di aver telefonato alla moglie e di averle chiesto un favore. Shingo aveva rifiutato la vacanza alle Maldive per un campeggio con gli amici quindi avrebbe chiesto a loro due di accompagnarli, doveva pur tenerli d’occhio non poteva rischiare di godersi una vacanza mentre sua figlia a casa da sola andava a letto con uomo più grande di lei. Ciò che però Kenji non sapeva era che le sue supposizioni erano giuste! Usagi aveva già sperimentato l'esperienza del sesso solo che per lei non era solo sesso, era fare l'amore con la sua anima gemella, era fare l'amore con colui che assieme a lei avrebbe dato origine ad una famiglia. La famiglia più importante di tutte! Usagi e Mamoru passarono la giornata insieme, tra fare l’amore e le pulizie di casa ma poco prima di cena Usagi ricevette una telefonat
«Usagi tesoro….»
«Ciao mamma, dimmi!» «Lo so che è tardi per chiedervelo ma ci farebbe piacere se Mamoru venisse a cena stasera. Cosa dici, accetterà? Sempre se non lavora ovviamente» Usagi guardò il suo ragazzo perplessa e gli sganciò la bomba, dal canto suo Mamoru sapeva bene chi avesse chiesto quella cena ma non sapeva se accettare, aveva una strana sensazione come un presentimento negativo! Se andava a quella cena era solo per lei. Usagi tornò a casa per prepararsi e quando scese la scale di casa sua il campanello suonò! Mamo era arrivato! Dietro di lui il sole iniziava a tramontare erano passate da poco le otto e la calda luce del tramonto illuminava la figura del suo fidanzato sembrava un essere angelico con gli occhi blu come il mare in tempesta! Indossava una camicia bianca inamidata e dei pantaloni in jeans che fasciavano il suo corpo marmoreo: per finire aveva messo due gocce di acqua di colonia, quella che Usagi adorava sentire sul suo corpo. Era una visione. Dall'altro lato Mamoru osservava la splendida creatura che alla porta lo accoglieva. Era incantevole in quel vestito azzurro color del cielo che rispecchiava i suoi occhi, poi sulle labbra adornate da un rossetto neutro, c’era quel sorriso magnifico che faceva risplendere quel viso così giovane e così adulto. La sua Usako!
«Ciao Mamo»
«Ciao Usako...se la cena non è pronta ti va di vedere il tramonto?» Gli occhi della ragazza risplendevano di luce e annuendo lasciò la porta socchiusa mentre appoggiava la bottiglia di vino rosso sulla mensola all'ingresso. I giovani sull'uscio di casa Tsukino guardavano il tramonto, il ragazzo abbracciava da dietro la sua anima gemella mentre con un lieve bacio suggellavano ancora una volta il loro amore, ignari che dalla cucina una donna non ammirava il tramonto ma la bellezza di quella giovane ma matura coppia. Mamoru fece apparire una rosa rossa le mani e la mise sotto il naso della ragazza che ad occhi chiusi si beava di quell'abbraccio e non appena sentì quel profumo si sciolse tra le sue braccia regalandogli uno di quei sorrisi che regalava solo a lui. Vennero chiamati così la cena ebbe inizio. Parlarono del più e del meno, e si arrivò anche all'argomento che Mamoru non preferiva tirar fuori: la sua famiglia. Usagi lo prese per mano e ricevendo un cenno iniziò a raccontare la sua storia! Kenji non immaginava le prove che quel ragazzo avesse dovuto affrontare da solo così per rispetto e per non metterlo in imbarazzo gli chiese scusa per la domanda indiscreta. Mamoru però decise di sorprendere i coniugi Tsukino così prese parola non lasciando la mano della dolce metà!
«Anche se la famiglia composta dai me e i miei genitori non c'è più, io ho una nuova famiglia, la più bella famiglia che potessi desiderare, grazie ad Usagi ho scoperto cosa significa amare e lasciarsi amare per quelli che si è, accettando l’uno i difetti dell’altro e viceversa» Mamoru le strinse la mano della sua Usako con decisione mentre lei scese una piccola lacrima di felicità che Mamoru fermò con un bacio che la fece arrossire lievemente incurante dello sguardo omicida del padre che ricevette sullo stinco un calcio dalla moglie! Con il dolce arrivò anche il motivo di quella cena organizzata così su due piedi: la vacanza alla Maldive! Con una calma impressionante Kenji Tsukino informò i ragazzi della decisione di Shingo, che non era presente alla cena per organizzare la sua avventura, di rinunciare anche se malvolentieri alla vacanza. Ikuko vedendo il dubbio insinuarsi in suo marito decise di continuare
«...vedete il motivo di questa cena è quello di chiedervi se vi andava di venire con noi, tutti e due. Usagi vedila come un altro modo, per conoscere meglio Mamoru-san. Avete due giorni per rispondere altrimenti dovremmo pagare metà del viaggio.» Usagi e Mamoru si guardarono titubanti mentre Usagi si torturava le labbra con i denti fino a far sanguinare di nuovo la ferita. La prima ad accorgersene fu Ikuko.
«Usagi, ma sanguini…»
«Dove?»
«Sul labbro tesoro!» chiese la madre titubante
«Fammi vedere - le disse Mamoru facendola voltare verso di lui con due dita - te l'avevo detto di non mangiarti le labbra. Ikuko-san puo’ darmi del cotone e del disinfettante?» chiese il giovane mentre con un tovagliolo tamponava il labbro sanguinante
«Ecco... ma cos'è successo!?» Ikuko voleva sapere ma nessuno avrebbe parlato
«Ahi...Niente mamma, ho sbattuto sul mobiletto del bagno di Mamo-chan! Stavo pensando a cosa preparargli per il pranzo e senza accorgermene ho sbattuto contro quel mobiletto, a proposito Mamo dovresti spostarlo da lì!» sua madre non era stupida sapeva benissimo quando sua figlia mentiva, proprio come Mamoru, quindi insiste' per sapere la verità! Nemmeno quando combatteva tornava a casa con dei graffi o lesioni come quella che aveva notato sul volto, il segno di una mano, uno schiaffo.
«Usagi lo so quando menti ed il segno della mano sulla guancia si vede lontano un chilometro. Ti hanno picchiato?» chiese titubante. Usagi annuì con il capo toccandosi la guancia arrossata
«Hai sporto denuncia?»
«Signora non serve me ne sono occupato personalmente» chiarì subito il giovane
«Ma chi è stato voglio saperlo. Voglio sapere chi ha ridotto così la mia bambina» Ikuko Tsukino era un fascio di nervi e niente le avrebbe impedito di scoprire la verità! «Niente di che...non è importante - disse Mamoru - sono sicuro che non capiterà più altrimenti sarò costretto a prendere seri provvedimenti»
«Ho detto che voglio saperlo, sono pur sempre sua madre...»
«Io….sono stato io Ikuko!» la bomba fu sganciata.
«Cosa Kenji?» chiese Ikuko sospirando e sperando di essersi sbagliata
«Ho dato io uno schiaffo ad Usagi rompendole anche il labbro. Non volevo farlo! Ed eccoti spiegata anche la mia contusione»
«Cosa? Cosa c'entra adesso la tua contusione?» «Quando ho dato quello schiaffo ad Usagi, il qui presente signor Chiba mi ha sbattuto al muro!»
«A me dispiace averlo fatto signor Tsukino, ma non sopporto la violenza e in più nessuno deve permettersi di far del male ad Usako, le chiedo scusa ho solo agito d’istinto dovevo difenderla» disse tutto d’un fiato. Ikuko non sapeva cosa legava i due giovani ma avrebbe giurato di aver visto gli occhi del giovane brillare di luce non appena aveva menzionato sua figlia!
«Mamoru-san non ti preoccupare, so che a volte l’istinto porta a compiere azioni indesiderate, quindi per me sei perdonato, in più hai difeso Usagi, quindi se serve ti ammiro sempre di più» Mamoru annuì leggermente sorridendo poi ad Usagi con il sorriso più bello che si potesse vedere. Questo è l’amore!
«Quindi entro due giorni dovremmo darvi una risposta?» Usagi riprese parte del discorso per evitare di parlare dell’aggressione!
«Si tesoro...»
«Mamo possiamo parlare un attimo? In privato s’intende» In giardino Usagi e Mamoru iniziarono a parlare del viaggio valutando i pro e i contro!
«Cosa ne pensi?»
«Penso che tuo padre voglia controllarci ecco perché ci ha invitato.»
«Mamo parliamoci chiaro, tu vuoi andare? Ieri hai detto che hai 3 settimane di ferie anche se in... tre mesi non hai lavorato quindi se vuoi possiamo anche andare ma lo sai che non sarà veramente una vacanza»
«Usako ascolta io con te andrei ovunque e si ho tre settimane di ferie che avrei passato lo stesso con te anche senza viaggio e sì non sarà facile ma hai salvato il mondo cosa pensi sarà un viaggio con i tuoi?» chiese scrutandola negli occhi mentre le massaggiava con i pollici le spalle nude. Usagi sembrava esitante ma dopo un abbraccio si convinse
«Mamo...per due settimane non faremo l’amore lo sai vero?» Usagi sussurrò questa frase al suo amato che rilasciò un sospiro rassegnato ma quello che le rispose sussurrando fu ancora meglio
«Ciò significa che quando torneremo non uscirai più dal mio appartamento» La loro risata cristallina si sentì fin dentro casa tanto da far affacciare Kenji e Ikuko e ciò che videro fu più che sufficiente: Usagi con le mani sulla nuca di Mamoru gli donava un bacio ricco di passione mentre le mani di lui erano ferme dietro la sua schiena
«Allora è deciso?»
«Si parte!!!» Con il sorriso sulle labbra andarono a informare i genitori di Usagi della loro decisione avrebbero passato due settimane insieme, insieme per recuperare ciò che il male aveva loro portato via: la felicità!




Scusate l'attesa....ma eccovi il settimo capitolo, spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere si saccetta di tutto! Demy eccoti il settimo capitolo 😜
Capitolo revisionato il 13/07/2020
A prestoMoonPride.
A proposito potete trovarmi su Telegram ecco qui il link: https://t.me/moonpridefp

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Capitolo 8
*** Una bugia a fin di bene ***


CAPITOLO OTTO: UNA BUGIA A FIN DI BENE

Dalla partenza delle Starlights, le Sailor non si erano più viste se non di rado e mai tutte insieme. Le Outer avevano deciso di prendersi una pausa: Haruka e Michiru sarebbero tornate negli Stati Uniti, Hotaru sarebbe tornata a vivere con il padre Soichi mentre Setsuna sarebbe tornata alla porta del tempo.
Le Outer avevano già esposto il loro progetto alla principessa e al principe e loro non si erano arrabbiati, tutt'altro capivano perfettamente, ognuno doveva tornare a vivere dopo Galaxia e anche se fossero state lontane, quando e se avrebbero avuto bisogno di loro, queste sarebbero arrivate in aiuto dei loro regnanti. Il gruppo delle Inners invece si era visto spesso ma senza Usagi, troppo occupata a recuperare il tempo perduto con il suo Mamo-chan! Ma quella mattina Usagi aveva indetto una riunione che questa volta non avrebbe avuto come scopo discutere su un nuovo nemico! Usagi aveva deciso di parlare con le sue amiche, doveva sapere cosa pensavano di lei, del suo comportamento in quei tre maledettissimi mesi in cui era diventata l’ombra di se stessa! Aveva dato loro appuntamento alle 10 ma lei non sapeva che Rei aveva anticipato la riunione per parlare prima tra di loro, avevano bisogno di parlare senza Usagi per far emergere questioni che forse non le avrebbero mai raccontato. Rei anche se aveva quel caratteraccio teneva ad Usagi come una sorella tanto da sgridarla per il suo bene e poi era la loro principessa era loro dovere proteggerla e consigliarla anche se faceva sempre di testa sua.
«Bene ragazze, ho deciso di anticipare la riunione per parlare prima tra noi di Usagi, sicuramente quando verrà qui, vorrà sicuramente parlare»
«Giusto, io sinceramente non saprei cosa dirle. Ok è quasi passata una settimana ma per me è come se non fosse cambiato niente. Il mio corpo reagisce normalmente anche dopo essere morta» Makoto spiegato che nonostante fosse morta, come altre volte, il suo corpo reagiva come se niente di tutto quello che avevano passato fosse accaduto.
Amy con il suo palmare azzurro stava analizzando i dati di ognuna di loro, dalla temperatura corporea al peso fino ad analizzare il loro potere, e proprio lì trovò la risposta.
«Ragazze io potrei avere la risposta, alle nostre domande. Sto analizzando i dati di ognuna di noi, Usagi compresa, e nei nostri poteri si nota un leggero innalzamento di energia mentre nel potere di Usagi il computer rileva una grande quantità di energia che supera il limite impostato. Questa è apparsa durante il combattimento con Galaxia e ha iniziato ad espandersi da due giorni. Forse, come ogni volta, il cristallo d'argento ha sistemato le cose secondo il volere di Usagi e forse ma ne sono quasi certa che la causa di questo innalzamento repentino sia l'imminente nascita di Crystal Tokyo. Secondo quanto ci aveva detto Re Endymion, durante la lotta alla Black Moon, Usagi a ventidue anni partorirà la Piccola Lady e con questo evento nascerà Crystal Tokyo. Quindi facendo i calcoli all'incoronazione mancano cinque anni e dieci mesi...ma che strano….» Amy stava analizzando anche i dati di Mamoru e anche il suo potere evidenziava un picco di energia anomala comparsa da due giorni, come quella di Usagi, la cosa stava iniziando a diventare molto più di una coincidenza, qui stava succedendo qualcosa.
«Cosa c'è di strano Amy? Cos'hai rilevato?» continuando a pigiare i tasti del palmare la guerriera di Mercurio aveva calcolato con precisione quando le due energie avevano iniziato ad espandersi.
«Non è possibile….ma come...»
«Amy parla cos'hai scoperto?»
«Anche nel potere di Mamoru, da due giorni è comparso un picco di energia quasi sullo stesso livello di quello di Usagi e calcolando quando le due energie si sono espanse possiamo capire che è successo quando erano in simbiosi, perché secondo in dati che ho incrociato è stato il potere di Usagi ad innescare la reazione di quello di Mamoru rompendo l'involucro che lo conteneva...ovvero quando l'essenza della Luna e della Terra si sono unite e questo è avvenuto quando Luna è arrivata alla sua forma completa, il plenilunio quindi esattamente due giorni fa. E se i miei calcoli ora sono corretti l’uno può sentire l'aura dell'altro grazie a questo innalzamento di energia.» Le ragazze avevano solo la metà delle complicate parole che Amy aveva pronunciato.!
«Amy la tua teoria è affascinante ma non ci abbiamo capito molto. Puoi spiegarti in parole povere?» Amy sbuffando annuì
«Allora quando le due essenze, Luna e Terra, sono entrate in simbiosi si sono fuse, diventando una cosa sola per poi separarsi di nuovo mescolandosi. È semplice no?»
«No che non è semplice. Come avrebbero fatto le due essenze, ovvero i due poteri a fondersi insieme?» Chiese Rei
«Ma non ci siete ancora arrivate?»
«No visto che te lo stiamo chiedendo»
«Hanno fatto sesso!» sputò cruda Am, rossa in viso! Rei, Makoto e Minako rimasero senza parole, tutte e quattro si guardarono negli occhi stupite da quella scoperta. «Quindi Usagi e Mamoru hanno fatto sesso….la notte della partenza dei Three Lights?» «Sì» Minako con gli occhi luccicanti aveva detto quello che tutte pensavano e erano passati già due giorni. Fuori dal Tempio Hikawa Usagi aveva raccolto le forze e salendo le scale si era poi ritrovata facendo il giro del giardino davanti alla porta della camera di Rei. Quando l'apri' trovò tre visi bianchi come stracci mentre uno, quello di Amy era tutto rosso.
«Ragazze va tutto bene? Siete pallide mentre tu Amy tra poco andrai a fuoco» disse sorridendo
«Cosa mi sono persa?»
«Niente Usa-cha. Niente. Allora come mai ci hai convocato? L'hai fatto poche volte...» riprese Minako, voleva farla cedere a poco a poco fino a farla confessare. Sedendosi Usagi cambiò espressione «Ecco io volevo scusarmi per come mi sono comportata in questi tre mesi! Non avrei dovuto allontanarvi e non avrei dovuto isolarmi per conto mio, ma come credo avrete capito avevo bisogno di stare da sola. E poi volevo parlare di due giorni fa. Non ero ancora pronta per parlarvene sul tetto della scuola ma oggi voglio raccontarvi quello che forse mia madre vi avrà già accennato. Erano tre giorni, ovvero dalla battaglia finale, che facevo incubi ogni notte che non mi facevano mangiare o dormire. Mi svegliavo sudando e piangendo ma quel giorno il risveglio fu più doloroso… - parlava mentre si torturava le mani - mi svegliai all'alba urlando il nome di Mamo. I miei si precipitarono a controllare cosa mi avesse fatto urlare ma io continuavo a ripetere il nome di Mamo. Mia madre provò a toccarmi ma io mi ritrassi urlando più forte, non volevo essere toccata da nessuno, se non da Mamo, ma l'incubo di quella notte era stato troppo intenso. Il dolore straziante della sua perdita definitiva mi pulsava nelle vene al posto del sangue. Quando mia madre risalì dalla cucina con una tisana mi sentì chiamare. Mamo era sulla porta gli occhi su di me. Le lacrime bagnavano il mio viso mentre mi stringeva. Sentire di nuovo quelle braccia, quel calore mi avevano risollevato. Per me era importante sapere che fosse vivo. Dal giorno dopo non ho fatto più incubi, ho dovuto raccontare tutto di quei tre mesi infernali a Mamo, voleva sapere e l'ho accontentato. So di non essere un modello da seguire, sono goffa e stupida ma volevo scusarmi se non mi sono confidata con voi, le mie migliori amiche….» il silenzio della camera di Rei faceva da sottofondo ai respiri di quattro guerriere che avevano ascoltato con attenzione. Fu Amy a rompere il ghiaccio
«Usagi non devi scusarti con noi, certo non nego che ci siamo un po' dispiaciute ma se volevi affrontare tutto quel dolore da sola c’era un motivo. Non volevi caricarci anche delle tue pene durante le battaglie e questo ti fa onore. Ma quel dolore ti ha cambiata, sei più forte adesso, ti sei rafforzata e ciò dimostra che sei un modello da seguire perché sei coraggiosa, buona e generosa. Non tutti hanno qualità come le tue. Sì fiera di te stessa» Rei, Makoto e Minako annuirono d'accordo con Amy. Volevamo bene alla loro principessa e alla loro migliore amica, non le avrebbero mai fatto un torto. Usagi era felice si era confidata con le sue amiche che avevamo il motivo e sue scelte.
«Grazie ragazze, so di poter contare sempre su di voi! Vi voglio bene» «Anche noi Usagi» si era chiarita ed ora non le rimaneva altro da fare se non avvertirle dell’imminente viaggio «Ragazze ho una notizia da darvi!» disse Usagi felicissima
«Cosa? Che hai fatto sesso? Lo sappiamo già!» Minako si era fatta sfuggire quella confessione ed ora il viso di Usagi virò dal roseo al rosso fuoco. «Non...non era quella la notizia ma - abbassando lo sguardo imbarazzato ammise - come cavolo fate a saperlo?»
«Allora è vero! Hai fatto sesso!!!» sbotto' Minako esultante
«Non è esatto! Noi non abbiamo fatto sesso….abbiamo fatto l'amore. Ed ora spiegatemi come fate a saperlo» Usagi non rispondeva più di sé. Non voleva che le sue amiche la giudicassero per quella scelta, lei amava Mamoru e la scelta di unire oltre che i loro corpi, anche le loro anime era venuta da entrambi. «Usagi noi non vogliamo giudicarti. Se era quello che volevi, noi non possiamo che essere felici per te. Noi lo abbiamo scoperto poco prima del tuo arrivo. Amy stava analizzando i nostri poteri e abbiamo scoperto che il tuo, entrando in simbiosi con Mamoru, si è fuso con quello di lui, liberandolo. È grazie a voi che anche i nostri poteri si sono potenziati. Secondo Amy è successo a causa dell'imminente nascita di Crystal City. Quindi non sentirti arrabbiata. Noi siamo felici per te! Hai passato tre mesi d'inferno ed quando vi siete ritrovati non potevate rinchiudere i vostri sentimenti. » Rei con le sue parole aveva rassicurato Usagi tanto da incuriosirla
«Quindi significa che grazie a quello che abbiamo fatto io e Mamo i vostri poteri sono accresciuti? Ma come è stato possibile?» era stupefatta
«Vedi Usagi, nella battaglie in cui siamo morte il cristallo d'argento ha sempre esaudito la tue volontà ovvero riportarci in vita per vivere come esseri umani, cosa che non siamo, e così durante l'ultima battaglia il tuo potere è accresciuto e grazie al tuo gesto d'amore con Mamoru, compiuto durante il plenilunio, hai forse involontariamente innalzato anche i nostri. Ti chiedo una conferma da quanto tempo riesci a sentire l'aura di Mamoru?» Amy sempre la più riflessiva sta spiegando cosa la volontà di Usagi stava creando, ovvero un mondo di pace e tranquillità dove l'amore avrebbe regnato incontrollabile.
«Ma tu come….ah già giusto le analisi, da due giorni più o meno, quindi….vuoi dire che grazie alla Luna piena non ho solo innalzato i vostri poteri ma ho anche liberato quello di Mamoru?» disse ridendo la principessa
«Proprio così!» «Allora Usa, non ci racconti nulla della tua prima notte di fuoco?»
«MINAKO!!» le ragazze rosse in volto guardavano prima Usagi poi Minako che con gli occhi luccicanti e maliziosi aspettava i dettagli piccanti.
«Non vi dico niente. Sono cose mie e di Mamo.»
«E dai Usagi...dicci qualcosa di piccante magari»
«Mako...ti ci metti anche tu? E va bene….ma vi concedo solo due domande mettetevi d'accordo e chi vuole inizi pure» sospirò Usagi, non voleva rivelare troppe cose anche per rispetto di Mamoru. Dopo essersi messe d'accordo diedero sfogo alle due domande facendo parlare Minako!
«Quante volte?!» Usagi arrossì e rispose «Ehm...tre volte» le ragazze parlarono insieme «TRE VOLTE?!» lei annuì rossa come la maglietta che indossava in quel momento «Chi è stato sopra?» continuò Minako maliziosa, Usagi stavolta un po' più rilassata disse che era stato Mamo a stare sopra. Minako voleva sapere di più ma Usagi aveva anche il pudore di Mamoru da proteggere.
«Ora che l'interrogatorio è finito posso darvi la mia notizia? - con un cenno le ragazze la inviarono a parlare - Io e Mamo, insieme ai miei genitori staremo via da Tokyo per due settimane. Destinazione? Le Maldive!» Le Inners con la bocca spalancata la riempirono di domande. Usagi con calma rispose ad ognuna di essere affermando che i suoi genitori avevano vinto quel viaggio per quattro persone, avevano invitato lei e Shingo ma lui non poteva! Quindi chiesero a lei e a Mamoru e che sua madre quella stessa mattina le aveva detto che il viaggio era arrivato giusto giusto così potevano festeggiare il loro anniversario di Matrimonio. «Usagi lo sai vero che dovrai stare attenta? Non dovrai farti prendere dalla passione, ci saranno i tuoi e tu e Mamoru dovrete controllarvi!»
Rei sempre a dirle cosa fare, ok forse per certe cose era ancora un po' infantile ma non era più una bambina e l'aver fatto l'amore con Mamoru aveva segnato un passo in più verso la maturità.
«Rei, non sono più una bambina, forse per sciocchezze come il cibo si, ma lo so non serve dirmi cosa devo fare e poi io e Mamo ne abbiamo parlato prima di accettare. Siamo consapevoli di quello che ci aspetta» le giovani sorprese dall'atteggiamento serio e risoluto di Usagi sorrisero felici
«Stai parlando come una futura regina! Brava Usa-chan». Restarono insieme quasi tutto il giorno. Usagi sarebbe partita la sera del giorno dopo e doveva acquistare qualche vestito nuovo da indossare quindi nel pomeriggio andarono in giro per negozi, Usagi, nelle due settimane che aveva vissuto da Mamoru, aveva iniziato a risparmiare, con la paghetta che le davano i genitori aveva fatto la spesa e aveva cercato di pagare le bollette della luce, del gas e dell'acqua. All'inizio era stato difficile poi però aveva imparato. Ora con la paghetta si era dedicata a se stessa acquistando due vestiti nuovi e un pareo per il mare. Quando scese la sera Usagi, chiusa nella sua stanza, prese il telefono e chiamò Mamoru, voleva sapere come aveva passato il suo primo giorno di ferie. «Ciao Mamo...» dall'altro lato del telefono un uomo ascoltava la voce della sua donna immaginandola lì abbracciata a lui.
«Usako, mi hai anticipato stavo per chiamarti...mi sei mancata...»
«Davvero?!» chiese al settimo cielo
«Davvero….com'è andata dalle ragazze?»
«Abbiamo parlato e mi sono chiarita. Loro hanno capito! E tu come hai passato la giornata?»
«Normale! Non vedo l'ora di vederti»
«Anche io...voglio vederti, abbracciarti, baciarti.» quelle parole furono per lui come la manna dal cielo.
«Ti lascio riposare principessa, domani sarà una giornata pesante! Ci vediamo domani...Aishiteru Usako» Usagi sorrise talmente tanto a quella affermazione che Mamoru avrebbe potuto vedere quel sorriso dal filo del telefono.
«Mamo….aishiteru»
«Mata ashita ne. Oyasumi purinsesu»
«Oyasumi watashi no ai» dopo quella breve telefonata i due andarono a dormire immaginandosi l’uno tra le braccia dell’altro.
Il giorno dopo passò velocemente per Ikuko e Kenji Tsukino mentre passò molto lentamente sia per Usagi che per Mamoru, la voglia di vedersi era tanta, si erano chiamati la notte scorsa ma incontrarsi e baciarsi era molto meglio, dovevano solo aspettare ancora per poco poi avrebbero avuto due settimane tutte per loro sperando nella buona sorte e nell'aiuto di Ikuko. Alle cinque del pomeriggio Mamoru si presentò davanti casa Tsukino, potendo sentirne l’aura Usagi lo aveva sentito arrivare quindi prima che lui suonasse il campanello uscì e gli corse incontro, le mani dietro la nuca e la bocca premuta contro quella di lui. Mamoru con una mano la strinse a sé mentre con l'altra le accarezzava una guancia. Quel bacio fu uno splendido saluto ammirato sia dalla famiglia, sia dai vicini. All'arrivo dei taxi Usagi volle andare con Mamoru, ma Ikuko aveva deciso che sarebbe andata lei con Mamoru, si era ripromessa di conoscere meglio quel ragazzo che tanto aveva cambiato la sua bambina; mentre Usagi avrebbe viaggiato con suo padre, dovevano pur chiarire!
All'interno per primo taxi, viaggiavano proprio Usagi e Kenji che a stento si rivolgevano la parola, Usagi guardava gli edifici sfilare davanti ai suoi occhi mentre suo padre la osservava. Kenji Tsukino non aveva mai visto in sua figlia una compostezza simile seguita da uno sguardo serio quasi maturo mentre della sua esuberanza rimaneva poco. In quella posizione Usagi sembrava una donna regale, adulta che contemplava il panorama, non sembrava neanche sua figlia. Kenji Tsukino continuava ad osservala di sottecchi pronto a scorgere il minimo cedimento che non arrivò.
«Papà dimmi cosa ti turba. Mi stai fissando da venti minuti» le parole della giovane lo risvegliarono dallo stato di catalessi in cui era partito.
«Niente figliola. Stavo solo pensando a quando hai messo da parte la più bella di te: la tua esuberanza. Oggi non mi sembri tu» un sospiro rammaricato uscì dalle labbra di Usagi che voltandosi verso di lui diventò un sorriso.
«Non l'ho messa parte papà. Mostro la parte più bella di me a chi sa apprezzarla amandone anche i difetti. So che forse ti sarà difficile accettarlo ma quella persona è Mamoru, papà. A lui non importa se vado bene a scuola no aspetta...mi sono espressa male. A Mamoru interessa quanto impegno metto per raggiungere i miei obiettivi, se non ci riesco pazienza, avrò almeno tentato con tutta me stessa di riuscirci, se invece ci riesco lui gioisce con me , non mi fa sentire meno brava, Mamo mi fa sentire sua pari: una persona con le stesse possibilità di riuscita. Sai spesso quando non riuscivo nei miei intenti mi demoralizzavo mentre lui mi sosteneva dicendomi che ci sarei riuscita. Forse non ti piace Mamoru papà, ma io lo amo lui è come l'aria fresca d'estate e come una calda coperta in inverno. Lo amo papà e abbiamo già sofferto abbastanza non permetterò che accada di nuovo. So che questa confessione da parte mia probabilmente ti ha turbato molto più di prima ma promettimi che almeno cercherai di conoscerlo, apprezzarlo. Tu che sei un giornalista non vorresti che qualche lettore giudicasse un tuo articolo solo dal titolo vero? Quindi ti chiedo non giudicare Mamo solo dall'apparenza! Cerca di conoscerlo e di farti conoscere. Se non vuoi farlo non posso obbligarti ma sappi che lui è l'uomo che un giorno voglio sposare, lui è l'uomo con cui voglio formare una famiglia. Hai ragione sono goffa e pasticciona ma se mi impegno ottengo sempre quello che voglio. Spero tu mi capisca papà. Sono cresciuta e voglio mostrare al mondo che anche io valgono qualcosa! Se non vuoi fidarti di lui, fidati di me e ti prometto che non te ne pentirai.» Kenji Tsukino non riusciva a spiccare parola. Usagi aveva appena parlato con una calma che non le si addiceva, le parole che aveva pronunciato gli avevano fatto capire che sua figlia era maturata molto, non solo quelle parole lo avevano colpito come un coltello che aveva la lama conficcata nel petto. Quei ragionamenti non facevano una piega e lui rimaneva sempre più sorpreso dalla maturità che acquistava sua figlia. Lei cresceva e lui non ne apprezzava il cambiamento. Gli aveva chiesto fiducia e rispetto per un uomo che voleva portare via la sua bambina, bambina ormai non più. Ma qualcosa ancora non gli quadrava
«Ti prometto che ci proverò. Voglio solo sapere il significato di una frase che hai detto "abbiamo già sofferto abbastanza" cosa intendi dire?» Involontariamente la giovane si era fatta scappare un piccolo dettaglio. Quello era il momento per dire una mezza verità! Poi avrebbe dovuto dirlo anche a lui per far combaciare la menzogna
«Circa un anno fa lasciai Mamoru! Ritenevo di essere troppo stupida per lui. Gli volevo talmente bene che avrei preferito vederlo felice con un'altra che infelice con me. Lo lasciai senza dargli alcuna spiegazione, lo ignoravo, se lo vedevo da lontano cambiavo strada non potevo incontrarlo. Un pomeriggio mi aspettò fuori scuola. Non lo avevo riconosciuto aveva le occhiaie e la barba incolta. Vederlo così mi aveva stretto il cuore. Non accettai di parlare con lui, corsi a casa e piansi per giorni. Una mattina però trovai in cucina un vaso di rose rosse con un biglietto. Era suo: voleva parlare! Capire perché mi ero allontanata da lui. Non volevo rendermi ridicola con lui, ma dovevo chiarire, quindi ho accettato e ci siamo incontrati una sera al parco. Gli esposi i miei dubbi e le mie paure, con lui dovevo e volevo essere sincera. Mamo non sapeva cosa dire non pensava avessi tutti questi dubbi, ma mi ha rassicurato mi ha fatto capire che a lui non interessava quello che mostravo agli altri ma quello che avevo dentro quello che ero io! Felicità, generosità, esuberanza, permalosità e amore. Non potevo non credergli. Quegli occhi non mi avrebbero mai mentito. E non l'hanno mai fatto. Vedi papà se ami una persona con tutta te stessa la prima cosa che vuoi è la sua felicità anche a discapito della tua, fu quello il motivo che mi spinse a lasciarlo andare. Volevo che fosse felice, ma non sapevo che lui era felice con me, come io lo sono con lui, lo capii solo quando tornammo insieme.»
«Usagi...non hai mai pensato che sia un'ossessione quella che ha per te?» Usagi era irritata per quell'affermazione ma mantenendo la calma e indurendo lo sguardo rispose «No papà non l'ho mai pensato e mai lo penserò. Mamoru è una persona che, da come hai sentito è vissuta da sola per tanto tempo! Quando ci siamo messi insieme la sua timidezza era un continuo ostacolo: parlava poco e di gesti carini non ne parliamo, ma quando mi giravo lo beccavo a guardarmi con quegli occhi magnetici che non avrebbero fatto del male a nessuno. La sua era paura di amare qualcuno. Non avendo avuto una famiglia come la nostra non sapeva cosa significava parlare, confidarsi, non sapeva come porsi con me. Allora mi comportavo diversamente avevo due facce, la prima era quella di una bambina, l'altra era quella di una giovane donna che cresceva. È stato difficile leggerlo ma quando ce l'ho fatta mi si è aperto un mondo. Sai papà Mamoru è tante cose: intelligente, comprensivo, buono e severo, sa cucinare ma è anche coraggioso, protettivo e amorevole. Forse non dovrei dirti tutte queste cose ma oggi, qui su questo taxi, voglio essere sincera con te papà. Io sono felice con lui e vorrei che tu fossi felice per e con me. Mamo sa quanto tengo a voi e quanto voi teniate a me, non vuole farvi del male, ma mi ama come io amo lui. Cosa c’è di sbagliato nell’amare papà?» Usagi aveva parlato con il cuore all'ultima sua frase aveva preso tra le mani quelle del padre per fargli capire che diceva il vero. A suo padre non era sfuggito il luccichio che avevano emesso gli occhi di lei ogni volta che parlava di lui. Ora che aveva parlato con Usagi doveva parlare anche con quel ragazzo. Solo allora se ne fosse stato convinto lo avrebbe accettato, ma faceva fatica. Il suo timore era quello di veder soffrire la sua bambina, non lo avrebbe sopportato.
Nel frattempo nell'altro taxi Ikuko, come Usagi ammirava il panorama mentre Mamoru scriveva nella sua agenda! Ikuko ogni tanto sbirciava verso di lui. Di profilo Mamoru sembrava ancora più bello e quell'aria concentrata gli donava ancora più fascino, sua figlia si era scelta proprio un bel ragazzo. L'agenda piena di annotazioni e fogli cadde e si rovescio' quando l'autista prese una buca. Ikuko lo aiutò a raccogliere le sue cose quando raccolse una foto.
Quella foto raffigurava lui e Usagi che ballavano. Mamoru indossava un bellissimo smoking rigorosamente nero, mentre sua figlia indossava uno splendido abito da sera rosso con lo scollo a cuore mentre ai piedi calzava un paio di scarpe nere lucide dal tacco modesto. Quella foto era un incanto! La coppia stava ballando al centro di una grande sala dove lontane sullo sfondo ballavano altre coppie, i loro sguardi emanavano talmente tanto amore che avrebbero potuto scambiarli per una giovane coppia appena sposata. Ikuko osservava quella foto con ammirazione. Dove aveva preso Usagi un vestito di tali fattezze e quelle scarpe? Nel suo armadio non erano presenti. Quando l'analisi ebbe fine riconsegnò la foto al suo proprietario
«Mamoru-san ti è caduta questa!»
«Oh ecco dov'era. Grazie» Mamoru presa la foto e l'ammirò, prima di riporla nell’agenda, passò un dito sul viso della ragazza raffigurata accennando un sincero sorriso.
«In quella foto siete bellissimi! Quando è stata scattata?» Mamoru immerso nei suoi pensieri venne riportato sul pianeta Terra dalla domanda della sua futura suocera. «Grazie...è stata scattata circa sei mesi fa.»
«Ah davvero? Dove? E scusami se te lo chiedo, non voglio essere indiscreta ma Usagi non ha nel suo armadio un vestito simile. Come l'ha avuto?»
«Non si preoccupi non è indiscreta! L'università mi aveva invitato ad una cena di gala, dove avrei potuto incontrare alcuni direttori delle più importanti università americane. L'invito prevedeva di portare con sé un’accompagnatrice, quindi pensai “perché non portare la mia ragazza? Lei era al settimo cielo, ma mi aveva detto che non sarebbe potuta venire con me, non aveva abiti adatti a quel tipo di evento! Aveva perfino insistito che chiedessi a Rei di accompagnarmi: ma io volevo andarci con lei. Quindi un giorno sono uscito e in nel mio negozio di fiducia ho acquistato questo vestito e la sera del gala gliel'ho fatto avere tramite le sue amiche perché se ricorda quella sera dormiva da Rei, poi sono andato a prenderla. Il vestito dopo la festa l'ho tenuto io. Usagi non voleva che sapeste che vi aveva disubbidito per andare ad un galà con me. Avrei dovuto chiedervi il permesso, mi scuso.» Ikuko aveva ascoltato quella spiegazione mentre scrutava gli occhi dell'interlocutore, che al solo nominare Usagi brillavano di luce propria come due diamanti.
«Se avessimo saputo forse non glielo avremmo proibito ma ormai è acqua passata. Spero solo si sia comportata bene!»
«E’ stata una principessa.» rispose con il sorriso, il più bello di tutti «Mi fido. Peccato non averla vista!»
«Non si crucci Ikuko-san….sono convinto che si saranno altre occasioni.» Ikuko aveva notato che Mamoru sorrideva solo quando l'argomento della discussione era sua figlia. Se lui aveva rivoluzionato la vita di Usagi, lei aveva fatto sbocciare un fiore chiuso da troppo tempo, non ancora pronto per aprirsi. Quel fiore era Mamoru. Seduti sull'aereo Mamoru e Usagi parlavano dell'interrogatorio che lei aveva subito in taxi, si erano già messi d'accordo su cosa dire in alcuni casi, non avrebbero dovuto far trapelare le loro seconde identità, Mamoru non disse nulla ci quello che lui e Ikuko si erano detti, non era importante e poi Usagi non sapeva dell’esistenza di quella foto, che un suo collega universitario gli aveva fatto recapitare quella foto e lui l’aveva custodita gelosamente. «Usako, dovresti dormire un po' arriveremo a destinazione verso mattina.»
«Mamo, io volevo parlare un po'....avere le coccole» le ultime parole le aveva sussurrate per non farsi sentire dai genitori
«Vuoi passare la giornata a letto invece che al mare?» «E va bene!» disse sconfitta e prima che Mamoru potesse dire qualcos'altro lei aveva appoggiato la testa sulla sua spalla, gli occhi chiusi! Guardandola le sorrise e dopo averle baciato la fronte fece anche lui un sonnellino, mentre la sua mano si intrecciava quella di lei. La scena era stata vista e ascoltata dai genitori di lei tanto da far sorridere Ikuko. Fuori dall'aeroporto un taxi li aveva scortati fino al molo dove un’imbarcazione li aveva condotti fino alla loro abitazione che confinava con le altre. Il viaggio vinto prevedeva una casa unica a due piani con una cucina enorme con sala da pranzo e un bagno al piano terra mentre al piano superiore si trovavano le camere che avevano il bagno annesso.
«Allora come ci sistemiamo?» chiese Mamoru. Quella era la domanda del secolo! Chi va a letto con chi? Quando aveva deciso di invitare anche il ragazzo, Kenji aveva rimosso che loro due avrebbero dovuto dormire….insieme. Kenji e Ikuko in aereo avevano parlato e anche se Kenji non era d'accordo avevano deciso di dare loro fiducia, anche perché non avrebbero potuto fare niente, le camere erano vicine e poi il temuto Kenji li avrebbe tenuti d’occhio.
«Allora ci sono due camere con letto matrimoniale, entrambe offrono una vista sulla spiaggia, l’unica cosa leggermente diversa è l’arredamento! Io e Ikuko ci sistemeremo in quella corallo, voi due invece in quella Blu Tiffany» proclamò solenne Kenji
«Va bene! Posiamo i bagagli e poi scendiamo per metterci d’accordo? Che dite?» chiese Usagi
«Sì, mi sembra giusto e poi noi dobbiamo riposare voi avete dormito.»
«Come preferite voi!» Mamoru cercava di assecondare Kenji Tsukino che aveva accettato di farli dormire insieme. Quando entrarono nella Blu Tiffany Usagi appoggiò la valigia accanto al letto a baldacchino e corse alla finestra! Il panorama non aveva eguali, la distesa di acqua cristallina la affascinava tantissimo, sin da piccola Usagi aveva sempre prediletto il mare alla montagna, non sapeva il perché ma da quanto aveva saputo chi albergava in lei, aveva compreso. Serenity viveva sulla Luna e scendeva sulla terra per ammirare la grande distesa d’acqua che i terrestri chiamavano mare e oceano. Fu lì che la prima volta conobbe Endymion proprio grazie al mare. «Ti piace?» Mamoru appoggiato allo stipite della porta la osservava rapito dalla bellezza che lei offriva, l’acqua dell’oceano passava in secondo piano di fronte a lei. «E’ stupendo non trovi?» Mamoru avvicinatosi e abbracciandola le sussurrò quello che pensava
«Qui la cosa più stupenda sei tu principessa.»
«Adulatore...che ne pensi della camera?»
«Bella ed accogliente, l’arredamento ricorda lo stile del XVIII secolo.»
«Ci sdraiamo un po’?» chiese maliziosa?
«Usa, ne abbiamo parlato, non possiamo!» Lei si allontanò frustrata
«Hei...io voglio solo che ci sdraiamo abbracciati. Hentai» sconsolato e sorpreso le andò vicino
«Scusa...dai vieni qui» le disse facendo comparire una rosa
«Non puoi comprarmi sempre così lo sai vero?» chiese incrociando le mani sotto il seno. Voleva stuzzicarlo ma sapeva che se lo avesse fatto non sarebbe uscito nulla di buono, quindi sconfitta accettò. Per lei l’importante era averlo vicino, sentirlo contro pelle, sentire che non si sarebbero più separati.




Traduzioni
Aishiteru = ti amo
Mata ashita ne = ci vediamo domani
Oyasumi purinsesu = buonanotte principessa
Oyasumi watashi no ai = buonanotte amore mio


Eccomi sono tornata con l'ottavo capitolo, chiedo scusa per il ritardo! Spero vi sia piaciuto quindi fatemi sapere!
Ringrazio chi ancora segue le mie storie e mi fa sapere cosa ne pensano tramite le recensioni. Vi ricordo che ci sono anche su Telegram dove ho aperto anche una chat di gruppo, dove potete interagire con me. Un bacio!
MoonPride

 

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Capitolo 9
*** Effusioni ***


CAPITOLO NOVE: Effusioni

Usagi sdraiata accanto a Mamoru rifletteva sul futuro mentre la sua mano ne accarezzava il petto marmoreo coperto da una canotta blu, Mamoru estasiato da quella carezza pensava a lei e a quando in un futuro non troppo lontano avrebbero potuto condividere l’intera giornata. Immaginare la loro vita era un sogno, il loro sogno. La radiosveglia segnava quasi le undici, tra poco sarebbe stata ora di pranzo ed il loro stomaco si fece sentire. Maledetto fuso orario. Usagi, in vestaglia, scese in cucina dove trovò abbastanza provviste per preparare un delizioso pranzetto per tutti. Usagi aveva iniziato da sola lasciando al suo Mamo-chan del tempo per rinfrescarsi ed il profumino che iniziava ad emanare il cibo riempì l’aria tanto da svegliare i coniugi Tsukino che dopo il viaggio si sentivano stanchi. Di soppiatto arrivarono in cucina e la scena che si presentò davanti ai loro occhi li lasciò piacevolmente sorpresi, due giovani, in pigiama, si davano da fare per preparare il pranzo. Usagi e Mamoru stavano preparando insieme il pranzo mentre ogni tanto si concedevano un lungo bacio e un sorriso.
«Mamo, nella dispensa ci sono i funghi mentre nel frigo le carote lavate me le prendi per favore?» chiese lei indaffarata tra i fornelli accesi
«Cosa vuoi farci?» chiese lui sospettoso, Mamoru sapeva benissimo che la sua ragazza in cucina era migliorata moltissimo ma faceva ancora fatica a fidarsi, i numerosi biscotti bruciati se li ricordava ancora.
«Voglio preparare la misoshiru e tu mi aiuterai, quindi per favore prendimi gli ingredienti» esasperato Mamoru annuì seguendo gli ordini della sua cuoca provetta, vederla alle prese con i fornelli lo riempiva di gioia e amore per quella buffa ragazza che spesso lo faceva incavolare
«Ma scusa non potevi dirmelo prima? Avremmo potuto alzarci e preparare tutto con calma non trovi?»
«Mamo ti prego non ti lamentare….e poi mi chiedo da chi abbia preso Chibiusa…» lo sguardo scettico di Mamoru le fece pentire di quel pensiero ad alta voce
«Usako?»
«ok ok, va bene ma sbrighiamoci in due si fa prima»
«Cosa pensi di fare per il secondo? Penso che i tuoi avranno fame»
«Beh io in realtà pensavo al pollo teriyaki o meglio gli okonomiyaki…» Mamoru la guardò confuso
«Mi dici perché vuoi preparare tutta questa roba?» le chiese mentre le pelava le carote.
«Non ti si può nascondere niente vero? Va bene…volevo solo dimostrare a papà che non sono più una bambina, che non sono più quella bambina che non si faceva carico delle sue responsabilità, Mamo tu lo sai bene, in questi due anni sono cambiata, sono diversa ma loro non se ne sono accorti, troppo occupati dai loro problemi o dalle soddisfazioni che dava loro Shingo, per me non c’è stato spazio tanto ero io quella fannullona e sciocca ragazzina che non andava bene a scuola. Quando abbiamo parlato in taxi, non mi è sembrato convinto, Mamo io….io vorrei solo essere felice con te, solo questo voglio» il sospiro rassegnato che uscì dalle labbra della giovane fece in modo che i coniugi Tsukino nascosti dietro la porta si guardarono in faccia, gli occhi tristi e lucidi, mentre Mamoru dispiaciuto dal suo dolore l’abbracciò tenendola stretta tra le sue braccia. Usagi aveva ragione, non le avevano dedicato tanto tempo troppo ciechi per vedere il cambiamento nella loro figlia. Kenji e Ikuko si sarebbero aspettati un pianto dopo o durante quella confessione ma ciò non avvenne, Usagi era davvero maturata.
«Guardami Usako, tutto quello che hai passato lo sappiamo solo noi, non devi fartene una colpa e poi ci sono io che ti apprezzo per come sei? Non ti basta?» il sorriso che gli riservò lo fece sorridere felice di averle almeno un po’ sollevato il morale
«Certo tu sei tutto quello di cui ho bisogno, ma sono pur sempre i miei genitori e a loro voglio bene. Non si sono nemmeno accorti che il frigo di casa era pieno delle mie creazioni culinarie» disse l’ultima frase ridendo e intrecciando le dita a quelle di lui
«Usako….tu non devi dimostrare nulla, a me vai bene così e poi il riso al curry dell’altro giorno era talmente buono che lo avrei finito se non l’avessi mangiato tutto tu!» affermò ridendo per poi baciandole il capo
«Io...in realtà non l’ho mangiato tutto» ammise lei arrossendo
«Allora che cosa ne hai fatto?» chiese stavolta curioso della risposta, ormai lei l’aveva contagiato
«L’ho messo nel freezer, così quando torni dal turno e non avrai tempo o la voglia di cucinare potrai scongelarlo e mentre lo mangerai mi penserai» Mamoru abbassò i fornelli poi la guadò negli occhi «Grazie Usako ma lo sai che non mi serve del cibo per pensarti. Tu sei sempre qui» disse appoggiando la mano di lei sul suo cuore, Usagi compì lo stesso gesto con un sorriso che fece illuminare i suoi occhi azzurri come lo zaffiro «Come tu sei qui!» disse offrendogli un dolce bacio.
Ancora nascosti dietro la porta Kenji e Ikuko alternavano lo sguardo tra la coppia in cucina e loro stessi. Usagi e quel ragazzo erano una coppia molto affiatata e si vedeva, si comprendevano, si parlavano e si amavano. Ikuko ricordava le due settimane di assenza di Usagi da casa, non credeva fosse andata dalle ragazze e poi ricordava la partenza del giovane quindi c’era solo un posto in cui poteva essere andata e in quel posto Usagi aveva affinato le sue arti culinarie doveva pur sopravvivere no? Ikuko infatti una pomeriggio aveva beccato Usagi che usciva dal supermercato con la busta della spesa così l’aveva seguita trovandosi di fronte ad una grande palazzo e poi ad una porta. La targhetta recitava Mamoru Chiba. Così aveva collegato tutto ma si era sempre tenuta per sé le cose che sapeva. Ikuko aveva notato i manicaretti fatti dalla figlia ma non credeva potesse averli fatti lei veramente, erano così simili alle foto nelle riviste che pensava potesse averli fatti Makoto. L’aiuto che Usagi le aveva dato preparando quei manicaretti era stato davvero utile e molto delizioso. La proposta che Usagi aveva fatto alla madre solo un paio di giorni prima non aveva trovato modo di essere praticato ma non perché Usagi non ne avesse voglia ma perché sua madre aveva già notato dei cambiamenti in lei, quindi non aveva dovuto insistere. Kenji invece si trovava in una brutta situazione, pensava che portandoli in vacanza, Usagi e Mamoru avrebbero scoperto i loro difetti e le loro differenze per poi lasciarsi ma non aveva calcolato l’amore che li legava da più di mille anni che bene o male c’entrava poco. Kenji non sopportava quel giovane ma solo ora, dopo aver sentito della confessioni sconnesse, si rendeva conto di quanto sua figlia fosse felice con lui, avrebbe dovuto adeguarsi e farsi piacere quell’universitario, inoltre non riusciva a credere ai suoi occhi. Usagi non ne aveva mai voluto sapere di cucinare e così di punto in bianco voleva cucinare la zuppa di miso e gli okonomiyaki e aveva pure sentito che aveva cucinato per il suo ragazzo il riso al curry a cui era piaciuto! Per non parlare del riso messo da parte, quella si era un’azione sensata, la stessa che faceva sua moglie. I coniugi Tsukino tornarono al piano superiore con dentro l’animo dei sentimenti contrastanti. La felicità che avevano nel vedere la figlia felice e il dubbio di non essere stati dei genitori molto presenti.
«Kenji cosa abbiamo fatto? Hai sentito Usagi. Io non voglio che mia figlia pensi questo, le vogliamo bene, cosa le fa credere il contrario? Io non capisco» Ikuko seduta nel letto color salmone cercava delle risposte, suo marito camminava per la stanza la rabbia e la confusione dentro di sé.
«Non lo so cara, le abbiamo dato tutto, sta studiando, le permettiamo di vedere il suo ragazzo ed ora sono in vacanza con noi. Io proprio non so cosa pensare e cosa fare.»
«Ma non capisci che non è Mamoru il problema? Siamo noi Kenji! Forse crede che per via della sua situazione scolastica non le abbiamo dato un po’ di incoraggiamento, ma ha finito il terzo anno con voti eccellenti molto di più degli anni scorsi, sicuramente le è successo qualcosa che forse non vuole dirci.» Ikuko ormai sapeva tutto solo che non poteva dirlo al marito, la distanza da Mamoru aveva innescato una bomba nel cuore di sua figlia che era scoppiata solo pochi giorni prima. Senza aver trovato una risposta ragionevole, poco dopo mezzogiorno e mezzo, i genitori di Usagi decisero di scendere in cucina ma l’imbarazzo che li colse in quel momento fu troppo. Mamoru rincorreva Usagi per la cucina e quando la prese la strinse, facendole sentire quanto la desiderasse ma prima di donarsi un tenero bacio un colpo di tosse li fece voltare. I genitori guardavano quella scena così intima e familiare e si fecero rossi in viso, i due giovani ancora abbracciati si guardarono poi sorridendosi si staccarono. Per fortuna avevano addosso un abbigliamento più consono altrimenti li avrebbero scambiati per una coppia in luna di miele.
«Mamma papà, ci avete preceduti, saremmo venuti a chiamarvi, il pranzo è pronto spero che vi piaccia, ci siamo impegnati...»
«Non è vero, in realtà ha preparato tutto lei» rispose fiero Mamoru.
«Adulatore» il sorriso imbarazzato sul suo volto spiegava ogni cosa «Troppo modesta» mormorò dandole un bacio sulla chioma dorata.
Il pranzo fu servito e la famiglia di Usagi apprezzò molto i manicaretti da lei preparati, il dolce era stato gentilmente offerto dall’agenzia e consisteva in una deliziosa torta al cioccolato ricoperta da una glassa anch’essa al cioccolato e farcita con una confettura di albicocche. La torta di origine austriaca era detta Sacher.
«Usako non ti ingozzare...»
«Stai scherzando vero? Ma se ne hai già mangiato due fette, la mia è ancora la prima!» arrossendo Mamoru scrollò il capo. Usagi lo guardò negli occhi e rimanendoci immersa provò ad entrare in contatto con lui
«Mamoru Chiba ne hai mangiate tre di fette!» disse alla fine puntandogli il dito e sbuffando lui annuì
«Eh va bene, ne ho mangiate tre fette. Cosa posso farci se mi piace?»
«Ho creato un mostro» disse Usagi ridendo e contagiando con la sua risata tutti i commensali.

La giornata trascorse poi tranquilla, le coppie uscirono a visitare la spiaggia e i dintorni Usagi e Mamoru per mano, quando non erano visti o almeno così credevano, si abbandonavano a lunghi baci, toccati dai raggi del sole che faceva risplendere la loro luce. La sera arrivò veloce, il tempo passato insieme era volato e dopo la cena stavolta preparata da Ikuko, Mamoru e Usagi, con il permesso, si concessero una passeggiata notturna sulla spiaggia, ignari che Kenji li seguiva a debita distanza. Camminare a piedi nudi sulla sabbia era rilassante anche per Mamoru che non aveva avuto la possibilità di andarci spesso, Usagi accanto a lui era serena, felice le era mancata tanto quella sensazione di pace nel cuore.
«Ti piace qui?» chiese Mamoru ad Usagi, da dopo la battaglia le sembrava sempre più assorta nei suoi pensieri e non sapeva cosa fare.
«Si è molto rilassante e poi il panorama è unico» rispose Usagi stringendo la mano di lui e sorridendogli.
«Il panorama più bello qui sei tu Usako, non vedi come la Luna illumina la sua principessa?» le chiese facendola voltare verso la distesa d’acqua e...abbracciandola da dietro affondò il capo nell’incavo del suo collo, mentre le dita di entrambi si incrociarono sul ventre di lei.
«Credi davvero che mi riconosca?» chiese lei guardando il satellite che con quella poca luce illuminava il cielo. A quella domanda la Luna risplendette di più concentrando la sua luce su loro due. Era un assenso, li aveva sentiti.
«Hai visto? Ti riconosceremo tra mille, sei la nostra principessa. Sai Usa a volte ti vedo assorta...non vuoi dirmi cosa ti turba? Magari posso aiutarti…»
«Tranquillo Mamo non è niente di preoccupante»
«Va bene, quando vorrai parlarmene ti ascolterò» un bacio sulla guancia la fece sciogliere, quando lei non parlava con lui, Mamoru le sembrava impaurito forse deluso dalla reticenza di lei, ma non sapeva che anche il suo silenzio procurava delusione e tristezza in Usagi, testardi com’erano non se lo avrebbero mai detto.
«Quando sono assorta e mi capita spesso in questi ultimi giorni penso alla pace e alla serenità che mi era mancata quando eri lontano, sai senza di te mi sembrava di non essere capace di fare niente, mi sentivo inutile….ma ora che sei qui posso finalmente ritornare a vivere, perché ho qualcuno per cui farlo, per te e per noi Mamo...vedi non è niente di preoccupante, penso solo a noi, io e te.»
«Anche a me succede lo stesso, quando sono partito, prima dell’attacco stavo guardando la nostra foto e solo lì lontano da te mi sono reso conto del grosso sbaglio che stavo facendo. Avevo deciso che quando sarei atterrato avrei preso il primo aereo per Tokyo ma...mi hanno fermato prima, mi dispiace Usako.» Usagi che prima non aveva ascoltato quella confessione ora sapeva con certezza che anche se fosse arrivato sano e salvo dall’altra parte del mondo non l’aveva dimenticata.
«Come mai non me l’hai detto?»
«Non pensavo fosse importante...sei sempre stata il mio punto fisso Usako, c’eri solo tu e poi Chibiusa, la mia famiglia. Non mi importava nient’altro, ma poi quella proposta mi ha abbagliato e ti ho lasciato da sola.» Usagi si voltò tra le sue braccia e gli prese il viso tra le mani «Non dire così, era il tuo sogno volevi solo seguirlo ed io non sarei stata nessuno per impedirti di non farlo...io ero felice per te, non ti avrei mai fermato.» le forti mani di lui si posarono su quelle di lei stringendole in un a carezza delicata «Usako tu non sei nessuno, tu sei la mia famiglia e le decisioni si prendono in famiglia, io non l’ho fatto e ho distrutto tutto» la voce dura e arrabbiata di Mamoru fece capire ad Usagi che lui ce l’aveva ancora con sé stesso.
«Vero ed io ti avrei lasciato andare comunque perché ti amo e voglio la tua felicità.»
«Sei tu Usagi Tsukino la mia felicità» il sorriso di lei risplendeva, sì risplendeva solo per lui, allontanandosi s’inchinò davanti a lei e le porse una mano con fare elegante, «Che ne dice Vostra Altezza, torniamo a casa? Si sta facendo più fresco e voi prenderete freddo» La risata cristallina di lei risuonò tra la desolata spiaggia mentre il buio e il silenzio di inchinavano alla voce della sovrana che felice rideva del suo accompagnatore «Cosa ti fa ridere?» chiese Mamoru accigliato e fintamente deluso
«Tu….sei troppo divertente e buffo» A quelle parole un piccolo ghigno solcò le labbra di lui che lentamente le si avvicinò
«Ah sì? Io sarei buffo? Stai attenta Usako che il buffo ti prende» Usagi vedendolo avvicinarsi iniziò a correre sulla sabbia fredda. Mamoru le concesse un po’ di vantaggio poi le prese una mano e la fece piroettare, per quel che la sabbia permetteva. «Presa!» le sussurrò a pochi centimetri dalla sua bocca rosea e dal sapore fruttato. I loro occhi incatenati sprigionavano una luce e un potere che solo chi era particolare come loro, poteva sentire. I loro volti si avvicinarono finché due labbra si unirono in un tenero e dolce bacio immortalato dagli occhi di un uomo a cui scesero delle piccole lacrime
«Sai a volte credo che potrei rimanere al freddo per sempre se mi abbracci, il tuo calore si irradia nel mio corpo scaldandolo ed io rimarrei così per sempre»
«Per sempre...credo che potrei farci l’abitudine» le rispose procurando una risata che contagiò anche lei. Al rientro le luci spente presagivano che nessuno a quell’ora fosse alzato, Mamoru ed Usagi decisero di andare direttamente a letto, una volta cambiati si sdraiarono vicini, anche se faceva molto caldo non riuscivano a stare separati. Dopo l’allontanamento causato da re Endymion e la lontananza causata da Galaxia e Chaos, Usagi e Mamoru non avrebbero permesso che qualcos’altro o qualcun’altro potesse separarli. Scambiandosi un bacio e strofinando i loro nasi si diedero la buonanotte. Mamoru aveva la schiena di Usagi appoggiata al suo petto e mentre lei si rannicchiava tra le sue braccia lui le accarezzava il ventre, stavano guardando il cielo distesi sotto un lenzuolo turchese, quando inconsapevolmente caddero tra le braccia di Morfeo che li accolse a braccia aperte, facendo in modo che nulla turbasse il sonno dei futuri sovrani di Crystal Tokyo.

La delicata mano di Usagi stava risalendo lentamente il braccio di lui che teneva salda la presa sul suo fianco, arrivata alle spalle Usagi fece risalire la sua mano lungo il collo per arrivare sul viso, stava quasi per toccare le labbra di lui quando un inaspettato bacio le fece perdere il controllo. Gli si avvinghiò circondando le braccia sulla sua nuca e approfondendo il bacio, rendendolo passionale. Alla disperata ricerca di ossigeno ma riluttanti si staccarono rimanendo nella stessa posizione
«Buongiorno» mormorò lui spostandole un ciuffo ribelle dal delicato viso di lei per poi accarezzarle la guancia, quella carezza le fece chiudere gli occhi beandosi di quel tocco amorevole «Buongiorno...» si affrettò a dire poi appoggiò l’orecchio al suo cuore ascoltandone i ritmi. Mamoru con la mano vagava dal suo fianco a tutta la schiena di lei, coperta da una sua maglietta. Mamoru adorava quando lei indossava qualcosa di lui, non solo perché la faceva piccola piccola ma perché sembrava una visione e poi lo rendeva felice, Usagi invece amava indossare qualche suo capo d’abbigliamento perché questo odorava di lui e le sembrava quindi di avercelo cucito addosso. Era presto e Usagi, sveglia abbandonò il caro letto per scendere in cucina e preparare la colazione, il frigo ben fornito le dava numerose idee ma ormai conosceva le abitudini sia dei suoi genitori sia del suo Mamo-chan quindi non le serviva inventarsi proprio niente, si diede da fare e alle sette tutti stavano facendo colazione. Usagi finì per prima e dopo aver pulito il più grosso fece per spreparare ma la mano di Mamoru agguantò il suo polso
«Usako, fermati un attimo, siediti con noi...» avvicinatasi al suo lui, Usagi gli posò una mano sulla spalla poi gli baciò la tempia
«Se mi fermo non avremmo abbastanza tempo per prepararci e andare sulla spiaggia. Lo so che siamo in vacanza ma non posso neanche caricare di lavoro la mamma e poi lasciamoli godersi l’anniversario, la vacanza è la loro!» Lei diventava ogni giorno più matura e lui l’amava ogni giorno sempre di più, annuì sorridendole poi le lasciò la presa sfiorandole mano fino alle dita, la seguì con lo sguardo finché non sparì sulla scale dirette al piano di sopra, doveva sistemare la camera cosa che purtroppo aveva già fatto Mamoru e poi doveva preparare delle borse per la spiaggia. Nella sala da pranzo Mamoru aveva un sorriso a trentadue denti che gli illuminava il viso.
«E’ cambiata vero?» Mamoru tornato sulla Terra dopo un viaggio sulla Luna annuì
«In realtà non è cambiata, è sempre Usagi, il suo carattere non è cambiato è solo più matura e responsabile.» rispose alla domanda di Ikuko con il sorriso tornando alla sua tazza di caffé, Usagi era sempre lei, solo più bella, più unica, più sua.
«Da quanto tempo state insieme Chiba-kun?»
«Due anni e qualche mese, perché me lo chiede Tsukino-san?»
«Pura curiosità!...La ami?» Mamoru a quella domanda rimase detto, non pensava che una domanda così tosta potesse arrivargli così.
«Con tutto me stesso» fu la sua risposta
«Allora lasciala, è ancora una ragazzina che non sa ciò che vuole, Usagi mi ha detto che se ami una persona devi lasciarla andare quindi se la ami veramente lasciala andare fallo per il suo bene...» un vaso che cadeva a pezzi fece voltare Kenji Tsukino che guardò il volto di Usagi indurirsi e sbiancare, non una lacrima niente solo una reazione. Usagi uscì di casa, il dolore nel cuore, corse finché arrivata sulla spiaggia cacciò un urlo che fece iniziare un terremoto. In casa Kenji aveva visto il viso di Mamoru indurirsi e diventare di ghiaccio, un ghiaccio impenetrabile, lui aveva cercato di farli separare perché sua figlia era giovane e insicura e che ancora non sapeva cosa voleva dalla vita voleva solo che continuasse a studiare e solo dopo che pensasse a mtter su famiglia, poi un boato aveva fatto scatenare un terremoto. Mamoru aveva spalancato gli occhi e dopo essersi alzato, in sussurro aveva chiamato il nome di lei ponendo fine al terremoto e fiondandosi fuori dalla porta, l’aura di Usagi lo stava chiamando, gli stava chiedendo aiuto. Ikuko seduta sulla sedia aveva le lacrime agli occhi.
«Spero tu ora sia contento» disse alzandosi e uscendo dalla porta, Kenji con la tazza in mano rifletteva, il volto di Usagi era diventato bianco, pallido e poi era fuggita la colpa era sua, corse fuori di casa deciso a trovarla. Kenji e Ikuko non riuscirono a seguire Mamoru, che con gli allenamenti Sailor aveva potenziato la sua resistenza, e si diressero nella direzione opposta. Il moro trovò Usagi inginocchiata sulla spiaggia, le mani sulla testa.
«Usako, sono qui, ti ho promesso che non ti avrei lasciato da sola e io mantengo le mie promesse» le si inginocchiò davanti e le baciò le lacrime salate e le labbra bagnate e tremanti dai singhiozzi. «Guardami Usako….siamo solo io e te, insieme costruiremo la nostra vita, il nostro futuro, insieme, ci siamo sempre fatti forza contro tutto e tutti, non arrendiamoci adesso. La nostra eternità inizierà tra poco, vuoi già arrenderti? Chissà cosa dirà Chibi-chan, ha stima nei tuoi confronti e tu vuoi deluderla?» chiese accennando un sorriso e lei gli si buttò addosso, le mani sulla nuca mentre il viso affondava sul collo di lui. «Io ti amo Usako, ti amo non scordarlo più! Ti prego…» calmatasi Usagi ascoltava le parole del suo principe, anche lei lo amava e aveva sperato che nessuno si sarebbe più permesso di separarli
«Cosa gli ho fatto di male? Perché non vuole vedermi felice? Sono diversa io da Shingo? Cos’ho che non va?» chiese in un sussurro al cielo, sperando in una risposta «Niente Usako, tu sei perfetta così, nessuno deve dirti o obbligarti a cambiare, tu meriti la felicità più di qualsiasi altra persona, hai sofferto molto ma non sei diversa, sei tu unica, bella, generosa, coraggiosa, emotiva, esuberante, buffa e potente. Tu sei tutto e se non l’hanno capito non sanno chi sei. Guardami e dimmi chi sei...urla, sfogati se necessario ma liberati, non piangere più, sei più bella quando sorridi. Dimmi chi sei Usako, dai sfogo al tuo potere e poi mi prenderò cura io di te» Usagi staccatasi si alzò e con tutto il dolore che aveva urlò come se uno dei demoni che aveva sconfitto l’avesse posseduta, urlò liberando una potente luce che si espanse dal centro del suo corpo arrivando al sole, facendola poi cadere sulle ginocchia. Liberare una quantità enorme di energia come quella, le aveva procurato uno svenimento, Mamoru la prese tra le braccia e tornò in casetta, non c’era nessuno quindi andò nella loro stanza dove la stese sul letto per poi inziare a vegliarla.
I coniugi Tsukino avevano vagato sulla spiaggia alla ricerca di Usagi, speravano di trovarla o che Mamoru avesse avuto più fortuna di loro
«Perché l’hai detto? Perché hai detto quelle cose? Hai visto che Usagi negli ultimi tre mesi ha avuto dei problemi e ha ragione non te ne sei preoccupato. Usagi con Mamoru-san è felice, è più matura. Cosa ti costa lasciarla vivere felice?» chiese Ikuko mettendo le mani davanti al viso e iniziando a piangere
«Io lo faccio per lei…sai che non ha dormito dalle ragazze il giorno dell’incubo? Lo sai che ha dormito da lui? Io in quella casa ci sono stato e ho osservato, ci sono le stesse cose che lei usa quotidianamente, Ikuko ti rendi conto ha sedici anni? Scommetto che ha già fatto sesso...alla sua età, ci pensi se rimanesse incinta e lui la lasciasse?» chiese furioso Kenji, si era tenuto dentro quelle considerazioni troppo a lungo voleva l’appoggio della moglie che non sarebbe mai arrivato
«Vuoi saperlo? Si lo so che Usagi ha dormito da lui e so anche che nelle settimane in cui ci ha detto di essere dalle ragazze non era vero, ha abitato nell’appartamento di Mamoru mentre lui non c’era, si sentiva sola e noi non abbiamo fatto nulla per sostenerla….e anche se avesse fatto l’amore con lui, non ho paura che rimanga incinta perché so, so che lui non la abbandonerebbe. Il giorno dell’incubo li ho sentiti parlare...parlavano di matrimonio, di convivenza e di figli. Sai cosa significa alla loro età? Tu non li osservi come li osservo io, Usagi e Mamoru vivono in funzione dell’altro, Usagi ti ha detto quella frase perché tre mesi fa ha lasciato che lui partisse per realizzare il suo sogno in America, lei lo ama ma lo ha lasciato andare per realizzare un sogno. Questo è amore! Mamoru in quei tre mesi ha sofferto lontano da lei, così ha deciso di tornare e di rinunciare al suo sogno perché si è reso conto che è Usagi il suo sogno. - Ikuko aveva urlato quelle frasi con le lacrime agli occhi, stava iniziando a raccontare la verità dopo due anni di silenzio e bugie, diminuendo il timbro di voce continuò il suo discorso – Hai sempre detto che avresti lasciato nostra figlia e qualcuno che tenesse a lei quanto te ed ora che ce l’hai davanti non vuoi vedere la loro felicità? Usagi ha sofferto in silenzio per tre mesi, gli incubi sono stati solo lo sfogo del suo dolore….ti prego Kenji ragiona, io voglio vedere i miei figli felici.»
«Torniamo indietro, saranno tornati» Kenji prese sua moglie per mano e s’incamminò verso la casetta, ripensando a quello che sua moglie gli aveva detto non pensava che per tre mesi di distanza avessero sofferto così tanto, non credeva che avessero parlato di famiglia, non credeva di essere stato così cieco. Quando rientrarono la voce affannosa di Usagi riempì le loro orecchie.




Ok ok...forse è un po' azzardato come capitolo ma spero che mettiate da parte i fucili.
Cosa ne pensate ddello sfogo di Usagi? Ed il comportamento di Kenji come lo avete interpretato? Fatemi sapere le vostre reazioni siano belle che meno belle. Ringrazio chi mi segue ancora e ch si è iscritto al mio canale, a proposito ho creato un gruppo dove potete interagire e chiedermi qualsiasi cosa, anche fuori tema.
Vi aspetto! Bacioni
MoonPride

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Capitolo 10
*** Mi dispiace ***


CAPITOLO DIECI: MI DISPIACE

Quando rientrarono in casa la voce affannosa di Usagi riempì le orecchie di Kenji e Ikuko «Mamo….Mamo» convinto che ci stessero dando dentro Kenji entrò senza bussare dalla porta della camera ma Mamoru indaffarato a percepire il battito di Usagi non sentì nulla, alle sue spalle Ikuko osservava la scena ad occhi sgranati.
Usagi distesa sul letto aveva un fazzoletto sulla fronte, il volto pallido e sudato, sul comodino una bacinella di acqua se ne stava da sola, un ragazzo dai folti capelli corvini le stringeva una mano. «Sono qui Usako, sono qui» ad occhi serrati Usagi continuava a chiamarlo come se non potesse né vederlo né sentirlo «Mamo….Mamo dove sei...» Mamoru le cambiò il fazzoletto ma prima di rimetterglielo la vide sussultare nel sonno, il corpo scosso ed i vestiti bagnati di sudore. «Accidenti» la sua imprecazione fu seguita da una serie di azioni frettolose...cambiò l’acqua e dalla sua valigia prese un’enorme maglietta bianca e sfilandole i vecchi vestiti gliela infilò, ignaro che i suoi futuri suoceri lo stessero osservando. Le bagnò il polsi poi staccò l’orologio che portava al polso e lo azionò a voce appoggiandolo nel comodino «Chiama Amy» la ragazza dai capelli blu rispose al primo squillo apparendo in un piccolo schermo «Mamoru che bello sentirti. Usagi sta bene? Che qualcosa posso fare per te?» «Amy saltiamo i convenevoli mi serve che analizzi il battito di Usagi, non ho qui lo stetoscopio. Per favore sbrigati, non c’è tempo» ordinò mentre con le dita bagnate premeva e massaggiava sulle meningi della sua ragazza. Amy sbirciando riuscì ad intravedere la figura della sua principessa distesa sul letto con il volto stanco e sciupato «Subito… Mamoru i battiti sono molto lenti ed è senza energia come può...» pronunciò il genio del gruppo «Lo so, ne ha liberata troppa, calcola quanta posso dargliene per rimettere in pari il battito» quasi gridò il moro con la voce rotta e preoccupata «...all’incirca 4 unità ma dopo dovrai riposare sarà faticoso, dovrai tenerle la mano.» «Grazie Amy ti richiamo io e per favore non avvisare le altre.» «Mi dispiace ma non posso farlo, le ragazze devono saperlo. Lo sai meglio di me.» affranto sospirò
«Fa come vuoi...a presto Amy.» la chiamata venne chiusa senza che la ragazza dai capelli blu potesse rispondere. Mamoru era un fascio di nervi, aveva detto lui ad Usagi di sfogarsi e liberare quell’enorme quantità di energia che lo aveva attraversato come se fosse stato lui ad entrare in un campo magnetico, amorevolmente le prese una mano, mentre con l’altra le sfiorò la delicata guancia e posando il capo sulla fronte di lei iniziò a piangere in silenzio, in quel momento poteva capire cosa avesse provato la sua principessa tutte le volte che lo avevano usato per sconfiggerla o tutte le volte che era morto. Solo in quel preciso istante Mamoru Chiba, il cinico e anaffettivo studente universitario, aveva paura di perdere l’unica persona che avesse mai amato nella sua breve vita. Non voleva credere che la sua Usako avesse provato tutto quel dolore ed invece era la verità. Quando le prese la mano il corpo Usagi smise di contorcersi e si rilassò ma non accennava a svegliarsi.
Le sue spalle, scosse dal pianto vennero notate da Ikuko che comprendendo la gravità della situazione avanzò un passo quando la voce rotta dal pianto del ragazzo la fermò «Usako, svegliati ti prego. Ti stai vendicando per tutte le volte che l’ho fatto io vero? Vuoi lasciarmi da solo? Ti prego amore apri gli occhi, i tuoi bellissimi zaffiri fammeli vedere, non lo sai che cielo e mare sono destinati a specchiarsi per sempre?» Mamoru curvo sul corpo di Usagi faceva scendere calde lacrime dai suoi occhi, lui non poteva vivere senza di lei, l’amava troppo e questa volta non l’avrebbe lasciata andare. Al diavolo detti e proverbi, lui l’amava e non l’avrebbe abbandonata, non più e per nessuna ragione al mondo, avrebbe fatto qualsiasi cosa, qualsiasi. Ikuko si avvicinò al letto e posò la sua mano sulla spalla del ragazzo, Mamoru non aveva avuto una vera madre dall’incidente dei suoi genitori ma quel gesto gli infondeva fiducia e speranza come un vero abbraccio materno. Il padre di Usagi aveva ascoltato quella strana conversazione senza darci gran peso ma non aveva mai scostato lo sguardo né dal giovane né dalla figlia, aveva capito battiti lenti e senza energia ma non poteva capire che fosse una questione seria, inoltre veder piangere Mamoru davanti al corpo di Usagi gli aveva smosso un macigno che stava per sgretolarsi. Mentre alzava lo sguardo verso la futura suocera una lacrima di Mamoru cadde sulle labbra di lei facendole aprire piano gli occhi.
«Mamo...» il sorriso che le rivolse fu da immortalare, un sorriso d’amore, gioia, dolore e preoccupazione. Non era passato molto tempo ma tastandole il polso lo trovò regolare quindi smise di infonderle energia. «Usako...mi hai fatto preoccupare» «Scusa non volevo….» il suo filo di voce fece capire ai presenti che era ancora debole mentre le labbra secche spiccavano sul suo volto «Non ti sforzare, hai sete? Vuoi dell’acqua?» lei accennando un sorriso annuì. «Vado io» annunciò Ikuko più serena, sua figlia stava bene era pallida ma stava bene, le bastava solo questo. Mamoru prese il fazzoletto e dopo averlo bagnato nuovamente lo tamponò sulle labbra di lei «Graz..» posandole un dito sulle labbra il principe della Terra la zittì «Riposa Usako...parleremo dopo» la figura di Ikuko apparve di fianco a Mamoru con un bicchiere d’acqua, il moro si portò dietro Usagi facendole appoggiare la schiena al petto e facendola bere piano a piccoli sorsi, quando l’ultimo sorso d’acqua venne catturato dalle sue labbra gli occhi le si chiusero istintivamente mentre posava la sua mano sul petto di lui. Mamoru le accarezzò la fronte notando con sollievo che la febbre era scesa e mentre stringeva la mano di lei le baciò il capo. «Mamoru-san è quasi ora di pranzo vuoi qualcosa? Hai fame o sete?»
«No grazie Ikuko-san, ora scendo è meglio lasciarla riposare» «Rimani qui, quando sarà pronto il pranzo verremo a chiamarti, devi riposare anche tu» dopotutto Amy gli aveva detto che si sarebbe stancato non essendo abituato a cedere energia si sentiva spossato ma si sarebbe allenato, la madre di Usagi gli aveva lasciato qualche altro minuto con lei che seppur dormiente lo rendeva l’uomo più felice. Kenji ancora sulla porta stava osservando i due giovani, lui seduto dietro di lei Usagi invece solo con la maglietta di Mamoru era sdraiata sul suo petto, come se fosse il più morbido cuscino del mondo, quell’attimo fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Kenji Tsukino si sedette sul divanetto adornato da particolari cuscini posto ai piedi del letto mentre osservava la figura di sua figlia che nel sonno aveva stretto la maglietta del suo ragazzo facendo spuntare un timido sorriso, non seppe come ma ce la mise tutta per esternare quello che provava in quel momento doveva farcela. «Mi dispiace» il ragazzo dai capelli corvini alzò lo sguardo e lo puntò in quello di Kenji. «Mi dispiace per quello che ho detto oggi….vedi Mamoru io come padre ho solo paura che mia figlia soffra e soffrire per amore è doloroso. Mia moglie mi ha detto che tre mesi fa sei partito per l’America e che entrambi avete sofferto la lontananza, ti dico che io non sapevo di questo tuo viaggio e non credevo fosse quello il motivo del cambiamento di Usagi. Non credevo che il tuo amore per la mia bambina fosse così intenso e non credevo che lei fosse davvero felice con te. Io per i miei figli voglio il meglio e se per Usagi il meglio sei tu...io lo devo accettare, forse un giorno quando avrai dei figli capirai il perché delle mie scelte.» Kenji si era confessato con colui che tra pochi anni sarebbe diventato suo genero e l’uomo più importante del mondo sentiva che aveva fatto la cosa giusta, sentiva che ora le cose sarebbero cambiate. Dal canto suo Mamoru annuì, con Chibiusa aveva solo avuto un assaggio dei problemi che gli sarebbero sopraggiunti, l’unica cosa che non riusciva a capire era come Ikuko era venuta a sapere della sua partenza per l’America dato che il cristallo d’argento aveva rimosso i ricordi di tutti. «Ha ragione, non posso sapere cosa prova un padre ma anch’io come lei voglio la sua felicità – disse sfiorando con il sorriso il volto di Usagi – e se non fossi io a renderla felice mi tirerei da parte. E’ vero che quando si ama una persona bisogna lasciarla andare ma è vero anche quando si ama una persona si farebbe di tutto pur di tenersela stretta. Sa a causa del mio carattere introverso molte volte mi hanno definito egoista e se amare un angelo come sua figlia mi rende tale allora lo so perché l’amo, amo lei più di qualsiasi altra persona al mondo e l’unica cosa che voglio è farla felice perché amare significa anche rendere felici chi ti sta accanto. Signor Tsukino posso comprendere che essere padre non è facile ma non è a me che deve chiedere scusa, è sua figlia che ha fatto soffrire non me. So che è in buonafede e volerla proteggere è il suo compito ma non può soffocare la crescita e la gioia di Usagi. Io amo sua figlia, la amo e la rispetto come rispetto voi che l’avete cresciuta insegnandole i valori che contano davvero.» Kenji abbassò il capo colpevole le parole che Mamoru gli aveva rivolto avevano avuto l’effetto sperato, quel ragazzo aveva pienamente ragione e sicuramente era colpa sua se Usagi era in quello stato e se non migliorava non se lo sarebbe mai perdonato. Aveva sbagliato a parlare in quel modo e lo sguardo perso che aveva visto in sua figlia lo aveva distrutto.«Come ti senti quando le sei lontano?» quella domanda inattesa lo colpì! Non se l’era davvero aspettata da un upmo come Kenji. «Vuole davvero saperlo? - chiese un po’ ironico il moro, un cenno del capo lo fece parlare - A volte capita che a causa dei miei esami e del tirocinio passino giorni prima di vederci e allora mi sento soffocare è come se mi mancasse l’aria poi sono di cattivo umore, molto irascibile e scontroso, in quei periodi allora ci sentiamo per telefono ma non è come vedersi. Spesso è lei a chiamarmi ma non perché io non voglia ma perché mi anticipa, mi sorprende quando vorrei essere io a farlo.» confidò calmo e deciso «Sai da quando è nata, Usagi è stata un raggio nella nostra famiglia non so come mai ma non vederla girare per casa e vederla fare disastri mi mandava in delirio, hai presente quando ti manca qualcosa o qualcuno e ne senti la terribile mancanza? Ecco questo mi succedeva solo con Usagi quando era più piccola, con Shingo non mi è mai successo, certo è mio figlio e mi preoccupo per lui ma Usagi è diversa, speciale, non so perché ma sento che è destinata a compiere grandi cose! Oggi però vederla scappare ferita dalle mie parole mi ha fatto davvero male avrei creduto che in quel momento mi detestasse. Mamoru ti parlo francamente non farla soffrire, Usagi è fragile e se qualcuno le facesse del male il suo cuore non sopporterebbe il peso del dolore.»
Mamoru guardò con ammirazione il suo futuro suocero che anche se non conosceva la verità ci aveva visto giusto. Mamoru sapeva che la sua dolce metà era fragile e ne aveva avuto la conferma durante l’ultima battaglia, la sua mancanza aveva creato una spaccatura nel cuore di lei che si era ampliata quando pensava che lui la ignorasse. «Se soffre Usagi soffro anch’io quindi mi creda Signor Tsukino l’ultima cosa che vorrei è far soffrire proprio Usagi che con la sua luce illumina le mie giornate buie.»
La brezza marina che entrava dalla finestra fece rabbrividire Usagi che nel sonno si strinse a lui ed al suo movimento Mamoru con il lenzuolo la coprì spostandole le ciocche bionde dal volto, sfuggite agli odango. Kenji dopo quel discorso con Mamoru e dopo aver visto quei piccoli ma importanti gesti d’affetto, si disse contento che una persona a modo, intelligente e gentile come lui si prendesse cura e amasse Usagi come lui o forse di più. Una cosa che Ikuko non aveva notato, cosa che lui invece aveva fatto, era la scarsa propensione alla violenza del giovane, l’unico scatto violento che gli aveva visto fare fu quel giorno quando colpì Usagi con quello schiaffo poi più nulla. Ciò lo riempì di gioia perché non avrebbe voluto che il ragazzo di sua figlia fosse un tipo violento. Accarezzò sua figlia e fece per uscire quando la porta si aprì facendo comparire Ikuko che chiamò i due per il pranzo, Mamoru fece per scendere dal letto ma Usagi dormiente fu più lesta stringendo il lembo della sua maglietta, non voleva rimanere da sola. Il giovane dai capelli corvini si abbassò offrendole un dolce bacio sulla fronte ma lei si svegliò e quando lo vide gli sorrise ricambiata.
«Dormi Usako...» lei sbatté gli occhi poi alzò il capo e vide i suoi genitori sull’uscio. Tentata di mostrarsi adulta ai loro occhi tolse il lenzuolo e si sedette notando solo in quel momento che indossava i vestiti di lui. «Usa torna a letto...devi riprenderti!» la pregò Mamoru «No voglio alzarmi, ho fame e poi devo preparare il pranzo guarda che ora è!» alzatasi fece qualche passo poi le gambe cedettero e venne sorretta da Mamoru che la strinse a sé con tutta la forza e la dolcezza che aveva.
«Tutto bene?» «Uhm mh...solo sento le gambe stanche, non mi sorreggono. Andiamo giù?» «Non vuoi cambiarti?» le chiese guardando la sua mise da “notte-dopo-sesso”. «Non credo serva...e poi c’è il tuo profumo impregnato» l’ultima frase la sussurrò per non farla ascoltare ad orecchi indiscreti come quelli dei suoi genitori.
«Ce la fai?» «E’ meglio se mi aiuti» disse mentre si aggrappava al suo braccio muscoloso, i coniugi Tsukino si avviarono al piano di sotto mentre con calma Usagi e Mamoru scendevano le scale. In un momento da soli Mamoru la ancorò al muro e dopo averla baciata con dolcezza confessò «Mi dispiace Usako, è colpa mia se sei in questo stato, ti ho fatto liberare troppa energia.» ripresasi dal passionale ma delicato bacio gli circondò il collo con le braccia «Non dirlo neanche, hai fatto sfogare la mia rabbia devo solo ringraziarti mi sento più libera e serena...e poi se ti prendi così bene cura di me, potrei sfogarmi più spesso» disse avvicinando le sue labbra al suo orecchio per stuzzicarlo «Non scherzare Odango Atama, ho dovuto chiamare Amy eri così pallida che io...» non finì neanche la frase che le donò un altro bacio bisognoso di amore. Staccandosi con la bocca scese poi sul collo e mentre lei chiuse gli occhi la prese in braccio scendendo le scale rimanenti, prima di entrare in cucina la fece scendere sfiorandole il seno per poi fermare la sua mano sul piccolo e grazioso fianco di lei. In cucina Usagi venne aiutata a sedersi a tavola dove subito dopo le venne messo davanti il piatto «Mamma grazie ma volevo preparare io il pranzo.» «Non in queste condizioni Usagi» decretò sua madre
«Sono solo stanca non invalida» sospirò frustrata «Certo che no Usako, teniamo solo alla tua salute perché ti vogliamo bene»
«Lo so Mamo ma non voglio essere tenuta in una gabbia di cristallo» era affranta dopotutto i suoi genitori la ritenevano ancora una bambina che non sapeva cosa voleva dalla vita. A casa sua si sentiva in trappola, troppo oppressa dalle pressioni dei suoi genitori che non la credevano cresciuta come le sue amiche. Certo non era intelligente come Amy o composta come Rei, non era eccellente come Makoto talentuosa come Minako ma anche lei aveva delle qualità che la caratterizzavano «Ehi, ti ho mai tenuta in un gabbia?» chiese lui facendo l’offeso ma capendo fin troppo bene come si sentiva. «No certo che no ma...Shingo è molto meno controllato e solo perché è un maschio non mi sembra giusto...è meglio se cambiamo discorso non è importante, mamma papà scusate vi sto rovinando la vacanza ve lo dicevo che sarei stata meglio a casa.» Kenji e sua moglie si guardarono consapevoli poi scrutarono il volto abbassato di Usagi che si torturava le mani sul grembo
«Non è vero Usagi, questa vacanza ci voleva proprio, io e tuo padre ci siamo resi conto ed in soli due giorni, che ti abbiamo trattato come una bambina che non sei quindi non ti affliggere vedrai impareremo ad essere più diplomatici. E poi dobbiamo ringraziare anche Mamoru che ci ha aperto gli occhi.» colpita da quelle parole posò la sua mano su quella della madre dove la luce del sole si posò sull’anello che portava all’anulare. «E quello cos’è?» domandò Kenji osservando quel piccolo cuore sul dito della figlia. «Oh questo me l’ha dato Mamo tre mesi fa!» rispose fiera e raggiante Usagi giocando con l’anello. «Ah prima di partire per l’America?» chiese suo padre continuando il pasto ma non ricevendo risposta alzò lo sguardo verso Usagi che aveva gli occhi spalancati quasi fuori dalle orbite e le labbra tremanti «S-si papà prima che partisse per l’America» si affrettò a dire cercando e stringendo disperatamente la mano di Mamoru sotto il tavolo. Ikuko notando il cambio d’umore della figlia si rese conto di aver tirato fuori una questione ancora dolorosa per lei, doveva parlare con i ragazzi che sicuramente le avrebbero detto cosa fare, due anni di silenzio le erano costati la felicità della sua famiglia. Il pranzo continuò in silenzio interrotto solo dalle voci di Kenji e Ikuko che cercavano di mantenere viva la conversazione, Mamoru non perse di vista il viso di Usagi che ormai non aveva più segreti per lui, ricordare quel periodo le faceva male ed era passata solo una settimana.
Con la mano scese sotto il tavolo dove trovò la sua coscia scoperta e gliela accarezzò per poi abbassarsi al suo orecchio «Vuoi andare di sopra?» Usagi a quella carezza alzò lo sguardo dal suo piatto e si beò del movimento della delicata mano di lui poi annuì desiderosa del suo forte e protettivo abbraccio. Gli strinse la mano ferma sulla sua coscia poi parlò «Mamma posso andare a riposare o ti serve aiuto?» «No vai tranquilla, qui ci penso io. Mamoru l’accompagni tu?» chiese facendogli l’occhiolino cosa che il marito non vide per fortuna. «Grazie mamma ti prometto che quando mi sarò ripresa ti goderai la vacanza» affermò poi fece un cenno a Mamoru che dopo essersi passato il tovagliolo sulle labbra si alzò e con attenzione spostò la sedia dei lei, aiutandola ad alzarsi. Kenji con la coda dell’occhio aveva visto la premura di quel ragazzo, non oppose resistenza anche perché dopo quel momento di scambio doveva pur iniziare ad avere fiducia in loro altrimenti avrebbe avuto la guerra in casa fino a che non avrebbero deciso di sposarsi e lui non voleva la guerra. «Riposatevi ragazzi, vi farà bene poi ci riposeremo anche noi vero cara?» e quando la moglie annuì i due giovani si diressero al piano superiore con Usagi sorretta da Mamoru. Stanca la ragazza si adagiò sul morbido letto a baldacchino, Mamoru si sdraiò accanto a lei finché la testa di Usagi non si appoggiò tra la spalla e il suo petto. Ogni abbraccio che le dava era come riprendere il respiro, come riprendere un soffio di vita. «Abbassi le tende?» chiese Usagi mentre accarezzava il suo addome muscoloso che le fungeva da cuscino, lui al suo servizio si alzò e tirando i fili lasciò che le tende poste ai lati dei pali andassero a coprire la struttura del letto. Accanto a lei con una mano le cinse il fianco mentre con l’altra fece intrecciare le loro dita, avere il suo esile corpo stretto al suo lo faceva sentire a casa perché era lei la sua casa, la mano sul fianco iniziò a spostarsi e ad accarezzarle la schiena da sotto la maglietta fina che le aveva fatto indossare, facendole provare un brivido. Usagi in quel momento si sentiva amata, lì stretta tra quelle braccia le sembrava di navigare in un mare calmo che guardava con ammirazione il cielo limpido e senza nuvole, l’orizzonte verso la loro eternità sembrava così vicino che avrebbe potuto attraversarlo, la carezza di Mamoru le provocò un brivido lungo tutto il corpo, un brivido d’amore. Con i piedi lei si avvicinò alle sue gambe toniche e lunghe e gliele vezzeggiò sfregandosi come se cercasse di scaldarsi con il viso poi si allungò avvicinandosi alle labbra di lui che come richiamato gliele catturò dolcemente, entrambi con gli occhi chiusi si abbandonarono al quell’innocente gesto mentre la mano di Usagi si spostò andando a posarsi sulla sua spalla, stringendola. Mamoru spostandosi la sovrastò facendola sdraiare sul materasso, abbandonando le labbra di lei la guardò negli occhi, la guardò con gli occhi dell’amore, quell’amore che lo aveva cambiato per sempre.
Le mani di lui si spostarono sul corpo di lei, sotto il cotone leggero accarezzando non lembi ma pezzi di carne morbida e vellutata che sembrava raso, il suo stomaco, i suoi fianchi ed infine i seni coperti dal tessuto del reggiseno. Usagi estasiata da quelle carezze si abbandonò a lui, a tutto ciò che rappresentava lui, la sua casa, la sua famiglia, il suo mondo. Le sue mani vagarono sulla schiena di lui premendo su punti che ormai aveva imparato a memoria. Mamoru iniziò un nuovo bacio ricco di passione e d’amore per lei, le sue labbra poi scesero sul collo fino a fermarsi tra l’avvallatura dei seni, lei a quelle carezze cedette, infilando le mani sotto la sua maglia e accarezzando il petto forgiato dagli dei, gliela sfilò andando poi a baciare il punto in cui batteva accelerato il suo cuore. Tornando su di lei, Mamoru prese a salire con le mani infilate sotto quel pezzo di stoffa trovando lo stomaco piatto e morbido di lei che sotto le sue mani sembrava creta. Risalendo alzò anche a poco a poco la stoffa di cotone che venne fermata sopra i suoi seni mentre lui donava baci alle sue colline coperte donandole mille brividi e sentendola trattenere un gemito la sua bocca cercò quella di lei mentre le mani andarono ad intrecciare le sue. Distesi su quel letto Mamoru ed Usagi volevano amarsi e stringersi da lì all’eternità ma fare l’amore proprio lì a pochi passi dai genitori di lei non era proprio un’idea geniale. Tra le sue gambe Mamoru era in possesso delle labbra di Usagi che appassionate lo assecondavano ma ora lei voleva dare, alzando il busto gli afferrò la nuca dove guidò un bacio poco casto che preannunciava qualcosa di più intenso. Spingendolo sul materasso gli salì sopra per poi abbassarsi a baciare quel petto marmoreo di cui era la padrona indiscussa. Seduta su di lui, Usagi sentiva la sua eccitazione premere contro la sua apertura e voleva davvero unirsi a lui quindi scese sui suoi pantaloni e fece per sfilarli quando la mano di lui la fermò «Non possiamo Usako» «No?» lui annuì convinto che se avessero continuato prima o poi i futuri suoceri richiamati dai gemiti di entrambi li avrebbero scoperti ed allora sì che lo avrebbero castrato per bene
«E se ti dicessi che mamma e papà sono usciti?» chiese lei maliziosa iniziando a sbottonare il pantalone «Non li ho sentiti e poi Usako è pericoloso se tornassero e ci scoprissero?» si affrettò a dire «Guarda fuori dalla finestra» si limitò a dire baciando ogni centimetro del suo torace, davanti alla finestra corredata da una porta per uscire in terrazzo Mamoru guardava Kenji e Ikuko che per mano camminavano sulla spiaggia dirigendosi senza fretta verso la piscina infondo alla passerella mentre lei si tolse la maglia rimanendo nell’intimo bianco perla. Provocato e insoddisfatto Mamoru si tolse i pantaloni per poi ritornare a letto dove le tende blu celavano al suo interno un’Usagi seminuda distesa tra le lenzuola bianche, sembrava un angelo, il suo angelo. Accecato da quella visione Mamoru si fiondò su di lei donandole un bacio molto passionale mentre lentamente le sganciò il reggiseno andando poi a dare piccoli baci alle punte turgide di lei facendola gemere di piacere. Lei con le dita scese a sfilargli i boxer, voleva averlo per sé e dentro di sé. Sollevandosi per andare a baciarlo fece scontrare le loro intimità e mentre lo baciava, iniziò a sfregarsi mandandolo in iperventilazione «Ti voglio Mamo-chan...amami» gli sussurrò roca facendolo capitolare mentre le sue guance diventarono di un rosso scarlatto. Mamoru vedendola così seducente la stese e prima di entrare in lei andò a stringere le loro mani. Per lui unirsi ad Usagi significava far unire non solo il corpo ma anche l’anima che trovando la sua gemella poteva iniziare a volare. Uniti in un solo corpo e in una sola anima Usagi e Mamoru si stavano dichiarando amore gemendo l’uno nella bocca dell’altra. Dopo l’amplesso mentre Usagi si riprendeva, il moro donò un tenero bacio alla fronte, al cuore e allo stomaco di lei, per dimostrarle che amava tutto di lei ma quel piccolo e tenero bacio non fece altro che riaccenderla di passione, quando Mamoru si stese lei gli salì sopra «Non avresti dovuto farlo» disse con la voce affannosa mentre si sfregava sull’evidente erezione di lui. Con il busto lui le venne incontro e mentre con la mano sul suo collo la baciava lei lo accolse iniziando a scandire il ritmo dapprima lento poi sempre più veloce, le mani del moro andarono a raccogliere i seni di Usagi che con il capo all’indietro glieli offrì per farla impazzire di piacere come solo lui sapeva fare. Ansimanti e felici si scambiarono baci infuocati e ti amo sconnessi finché il sonno non li prese con sé.

Due ore dopo il lieve bussare della porta lì ridestò e guardandosi si resero conto di essere ancora completamente nudi. Usagi gli fece l’occhiolino, in un batter d’occhio infilò l’intimo e la maglia e andò ad aprire trovandosi sua madre di fronte. Strofinandosi gli occhi Usagi la salutò chiedendo che ore fossero «Non è tardi tranquilla! Usagi io avrei bisogno di parlare con te e Mamoru senza tuo padre che ora sta riposando, non ti allarmare non è niente di grave ma vorrei spiegarvi una cosa!» la giovane preoccupata annuì «Sveglio Mamo e veniamo di sotto». Mamoru che aveva ascoltato la conversazione l’aspettò. Lavati e cambiati si ritrovarono di sotto e seduti sul divano del salotto aspettarono che Ikuko, seduta sulla poltrona di fronte a loro iniziasse a parlare. «Vorrei iniziare dicendo che tuo padre non sa quello che sto per dirvi quindi non dovrete preoccuparvi. La prima cosa che vorrei dirvi è che so chi sei Usagi, o forse dovrei dire Sailor Moon. - a quella frase Ikuko si ammutolì per vedere la reazione di lei non ricevendo risposta o cenno proseguì – Conosco il tuo segreto da poco dopo che sei diventata lei, perché oltre ad essere tua madre durante i periodi più difficili delle Sailor eri sempre preoccupata e nel sonno parlavi. Non ho mai detto a nessuno la tua seconda identità perché come madre voglio proteggerti Usagi, ho capito chi fossero le altre guerriere quando hai iniziato ad uscire con Amy, Rei, Makoto e Minako lasciando un po’ da parte Naru...vedi tesoro ho sempre cercato di lasciarti i tuoi spazi anche perché a quattordici anni ogni ragazza desidera un po' di privacy ma non ti negò che mi sono sempre preoccupata finché non ho saputo che un uomo o un ragazzo con uno smoking nero veniva a salvarti. Vorrei solo chiederti una cosa Usagi, non ho mai capito chi fosse quel ragazzo misterioso, nelle vostre ultime battaglie non si è fatto vedere o proprio non vi ha aiutato gli è successo qualcosa?» Usagi rimase interdetta non credeva che sua madre conoscesse la sua vera identità, non credeva che conoscesse anche l’identità delle sue amiche ed ora veniva a chiederle di Tuxedo Mask. Avrebbe voluto urlare ma non sarebbe servito a granché. La mimica di Mamoru lo dipingeva serio ma dentro di sé non credeva alle proprie orecchie, forse era quello il motivo per cui ricordava dell’America? Guardando Usagi la vide far scendere calde lacrime mentre cercava sostegno stringendo la sua mano «...ti ringrazio per il tuo lungo silenzio mamma, sai avrei voluto tanto confidarmi con te, chiederti consiglio ma non potevo. Posso immaginare la tua preoccupazione tutte le volte che ero fuori a combattere, sapere se sarei tornata viva, ammaccata o morta quindi ti chiedo scusa per averti fatto preoccupare inutilmente...vedi mamma Tuxedo Mask non è intervenuto nell’ultima guerra perché è stato il primo qui sulla Terra ad essere stato la vittima. Lui non se lo meritava, mi è sempre stato vicino e quando ho scoperto che non c’era più mi è caduto il mondo addosso...» le lacrime appannarono gli occhi di lei che se lì coprì con le mani finalmente poteva confidarsi con sua madre, finalmente poteva piangere e sentirsi adolescente.
Mamoru odiava vederla soffrire quindi decise di continuare facendo un piccolo gesto che racchiudeva in sé tutta la verità. Togliendole le mani dal viso fece comparire una rosa rossa e gliela offrì con un sorriso tirato, stava soffrendo anche lui. Usagi sorridendogli prese la rosa e la offrì alla madre che sorpresa vide Mamoru farne comparire un’altra per darla a sua figlia asciugandole le lacrime. Ikuko guardava le due rose rosse che Mamoru aveva fatto comparire tra le sue mani intuendo chi in realtà fosse quell’uomo mascherato. «Ma tu Mamoru non eri partito?» chiese con gli occhi lucidi iniziando pian piano a capire «Vede Ikuko-san...sull’aereo poco dopo la partenza il nemico mi ha attaccato perché posseggo dentro di me un oggetto, se così si può chiamare, di valore inestimabile. Usagi credeva che fossi arrivato sano e salvo in America e che non dessi mie notizie per le più svariate problematiche universitarie...lei scoprì che fui io la prima vittima solo una settimana fa durante l’ultima battaglia. Mi creda avrei preferito non creare tutto il dolore che ha provato in questi tre mesi ma non ho potuto fare niente, ero morto! Lei mi ha già perdonato per averla lasciata affrontare tutto da sola ma non sarei dovuto partire, non avrei dovuto lasciare che affrontasse il nemico da sola. Avevo deciso di tornare e non frequentare l’anno in America ma mi hanno fermato prima.» raccontare ciò che aveva vissuto ad esterni lo faceva sentire più in colpa di quella che aveva.
«Oh tesoro chissà quanto hai sofferto in questi due anni. Io ti voglio bene anche se hai una doppia identità, non sai quante volte avrei voluto fermarti e impedirti di andare ma ormai combattere faceva parte di te ed io non potevo importi di abbandonare le tue compagne. Vedendo le tue espressioni in questi anni io non ho il diritto di rimproverarti ma devo solo ammirarti. Non voglio sapere altro, quando vorrai dirlo anche a tuo padre ci racconterai tutta la verità, ma se ci fossero altre battaglie mi raccomando sii prudente» le lacrime coprivano i volti di madre e figlia che poco dopo si unirono in un abbraccio. «Non avrei voluto mentirti...mi dispiace mamma.» Ikuko staccando il viso di Usagi da sé la guardò negli occhi, era fiera della sua bambina lo era sempre stata, asciugandole le lacrime le sorrise, quel sorriso che sono una madre può offrire «Sei sempre stata, sin da bambina, molto coraggiosa. Difendevi i più deboli o chi non riusciva a difendersi, ero fiera di te ora invece lo sono di più! Non permettere a nessuno di cambiarti, vai bene così come sei. Mamoru devo ringraziare te perché sei una persona davvero fantastica ma anche perché ami mia figlia come se fosse la persona più preziosa del mondo.» il moro sorrise alla suocera «Usagi è la persona più preziosa del mondo.» le confidò con il sorriso «Bene che ne dite se ora iniziassimo a goderci la vacanza?»
«Mamo-chan pensi che avremmo dovuto raccontare tutto anche a mio padre?» la notte limpida e senza nuvole vegliava sulla vita di quei due giovani ragazzi che camminavano sulla fredda sabbia preceduti da una coppia un po’ meno giovane di loro che si scambiava qualche piccola effusione, Usagi e Mamoru mano nella mano si lanciavano sguardi luminosi che fecero risplendere i loro volti, mentre Usagi guardava la sabbia ai suoi piedi muoversi lui rifletteva su quella domanda la risposta lo fece arrossire per fortuna che il buio copriva il rossore, «Io credo che forse sarebbe meglio aspettare...» perplessa lei gli rivolse uno sguardo confuso «Perché? Quale sarebbe il problema?» osservando gli splendidi occhi azzurri di lei Mamoru sorrise felice di quella uscita, avvicinandosi al suo orecchio le sussurrò una frase che la fece bloccare «Come spiegheresti Chibiusa?» «Ma...ma lei è la più bella cosa che potesse capitarci...» fermando il loro avanzamento Mamoru la prese tra le braccia «E’ vero ma lui non lo sa e se pensasse che ti ho già sfiorato toccato e amato? Lo sai come reagirebbe...» nervosa e consapevole che lui aveva ragione Usagi si morse le labbra con un movimento sensuale che fecero girare la testa al moro. Mamoru le catturò le labbra, il loro sapore fruttato era derivato dalla macedonia che aveva mangiato per cena Usagi mentre le sue avevano il gusto del cioccolato che mischiato a lei donava un dessert paradisiaco. Le mani di Usagi raggiunsero la nuca e i capelli di lui, mentre le sue mani circondarono il giro vita di lei stringendola a sé. «Ti amo Usako» le confidò quando staccò le sue labbra da quelle di lei «Ti amo Mamo-chan» confessò lei con il sorriso più dolce che ci fosse. Mamoru posò la sua fronte su quella di lei e ad occhi chiusi respirò il suo profumo mescolato a quello della brezza marina mentre Kenji e Ikuko fermi un po’ più avanti osservavano un amore che era il più potente di tutti, sorriderono al cielo ringraziando il fato per aver fatto trionfare l’amore ancora una volta.



Eccomi qua! Sono tornata. Ringrazio chi ancora mi segue dopo questi capitoli pietosi per me, allora cosa ne pensate? Kenji è stato all'altezza delle aspettative o si è reso ridicolo? E Ikuko che si è confidata con sua figlia ha fatto la cosa giusta? Fatemelo sapere.
Vi abbraccio
MoonPride

 

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