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di DonVito009
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Senza di te ***
Capitolo 2: *** Piccoli accorgimenti ***
Capitolo 3: *** Brutalità ***
Capitolo 4: *** No... ***
Capitolo 5: *** Il buono e il cattivo ***
Capitolo 6: *** Buone azioni ***
Capitolo 7: *** Aiutami ***



Capitolo 1
*** Senza di te ***


Avvenne un grande scandalo quando agli studenti della UA fu tolto per qualche millesimo di secondo l'udito. Una grande esposione tuonò nella classe della 1 A, e nemmeno gli studenti che ebbero di fronte l'avvenimento riuscirono a comprendere l'avvenuto.

Il fumo creatosi dall'esplosione andò calando, lasciando alla vista il corpo di Izuku piantato nel cemento della parete. Il colpo potente non riuscì a privarlo totalmente dalla sua ira, ignorando il dolore che il suo corpo urlava per lanciarsi addosso alla causa del suo incidente; Katsuki Bakugou. 
I suoi riflessi, per quando straordinari, non riuscirono a cogliere la testata del giovane compagno. Talmente forte fu l'impatto del corpo nel muro da sgretolare la parete opposta, alzando nell'aria una seconda nube di fumo. 
L'intervento ritardatario di Aizawa pose fine definitiva allo scontro tra i due compagni, riuscendo per un frangente ad evitare che Bakugou potesse contrattaccare.

La stanza ancora retta per miracolo fu invasa dalla sensazione di odio che i due emanavano l'un l'altro, e mentre i professori si affrettavano a portare in infermeria i due giovani svenuti, gli studenti piombarono in una tristezza che il tempo difficilmente avrebbe spazzato via.

La morte del giovane Teniya Iida fu un grosso colpo per la 1 A, e ancora più pesante per la famiglia. Il tempo non aveva concesso ai soccorsi di intervenire, e mentre Iida rilasciava il suo ultimo respiro, Deku giaceva al suo fianco, senza più conoscenza e con la consapevolezza di non riuscire mai più a vedere il suo amico più caro.

- Un eroe mette in gioco la sua vita per proteggere gli altri, ed è stato quello che Iida ha fatto. Non dobbiamo piangere per la sua morte ma onorare le sue imprese. Lo ricorderemo come una grande persona. - Todoroki Shouto parlò, portando i fatti alla realtà. Fu il primo a manifestarsi maturo, a riconoscere la vita che egli stesso aveva scelto. Oggi poteva esserci, domani forse.

- Deku avrebbe... - La sofferenza di Uraraka veniva sottolineata nel suo timbro. Si fermò, soffocando con estrema forza l'amaro dentro la sua bocca.
Momo corse ad abbracciarla, cadendo con lei sulle briciole di cemento all'interno della stanza. Uraraka cadde in ginocchio, rifiutando l'avvenimento.
- Deku avrebbe potuto salvarlo. - Disse infine, stringendo e stropicciando la divisa della compagna che rappresentava la spalla su cui poteva sostare. 

L'intero gruppo di compagni spostarono lo sguardo al suolo. 

Shouto si avvicinò con passi contati verso la ragazza, accarezzandole con tenerezza i capelli castani.
- Non sempre gli eroi riescono bene nel loro dovere. Spesso anche il sole più splendente può non riuscire ad illuminare. -

Deku aveva fallito. Lui stesso si odiava per questo, e ad abbatterlo maggiormente era Bakugou, troppo pieno d'ira nei confronti del compagno a cui aveva affidato il compito di aiutare Iida nella sua battaglia. 
L'erede di All Might avrebbe dovuto eliminare i criminali, lui era il nuovo simbolo della pace, la speranza dentro gli occhi dei cittadini. Katsuki si fidava di Izuku.

- Bakugou non ha il diritto di picchiarlo. - Intervenne Tsuyu con l'intenzione di mostrare il suo punto di vista.
Intervenne Mina, asciugandosi le lacrime che continuavano a cadere.

- Ha il diritto eccome, ha affidato il compito a Izuku, se sapeva di non riuscire a reggere il confronto avrebbe dovuto lasciare che avanzasse Bakugou. -

Gli schieramenti si iniziarono a creare, dando vita a un caos immenso che cresceva con i toni di voce usati nelle discussioni. 

- Non possiamo giudicare, non eravamo lì. - Momo zittì tutti, aiutando Uraraka a risalire. Lei dimostrava neutralità, non era accecata dalla sofferenza, non quanto altri compagni almeno, e riusciva a pensare razionalmente.

- Ha ragione, e sicuramente distribuire le colpe non riporta indietro Iida. Scusate, vado un attimo in infermeria. - Ochako lasciò l'aula in compagnia di Momo, che approvava con il solo sguardo il pensiero dell'amica.

Shouto rimase in silenzio, apparentemente apatico, ma con dentro un minuscolo sesto senso che lo avvertiva. Sentiva una strana sensazione nel suo stomaco, come una campanella che si agitava e tale sentimento risultava nauseante.
Guardò con la coda dell'occhio il cielo sereno, domandandosi cosa poteva accadere quando alle persone viene tolta la speranza.

Nessuno si poneva un quesito fondamentale: Izuku come si sentiva?

Nemmeno Uraraka, la prima a preoccuparsi per lui se lo chiedeva. Iida forse se lo domandava, in paradiso, al fianco di molteplici eroi defunti. 

Tutti ignoravano il dettaglio, di vitale importanza per il tempo che piano piano bruciava il filo della speranza.



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Capitolo 2
*** Piccoli accorgimenti ***


Posti fuori dell'infermeria, i professori quali Aizawa e Midnight, stavano confabulando, mostrando aria di forte disaccordo. Notando l'arrivo delle due ragazze, cambiarono radicalmente comportamento, salutandole educatamente prima di allontanarsi. 
Tutto era in forte movimento dentro la UA, pareva un ricordo lontano la calma, eppure erano passati solamente due giorni dalla morte di Iida. Momo bussò educatamente, entrando solamente quando si sentì dire "avanti" da Recovery Girl. 
Uraraka entrò per prima, notando sin da subito le catene che legavano i polsi di Bakugou, sveglio a differenza di Izuku che dormiva leggiadro nel letto ospedaliero. 
- Cosa vi porta qui ragazze? - Domandò l'addetta, dando la schiena al biondo, che in tutti i modi cercava di liberarsi dalle catene. 
Momo prese parola dopo diversi secondi in cui Uraraka pareva incantata a fissare il corpo convalescente del compagno di classe, nonché amico.
- Non si sente bene, pensavo potesse darle qualcosa per calmarla. - Disse Momo con la sua indole gentile. 
Ochako non riuscì a sentire il proseguire della conversazione, la sua mente si era completamente distaccata dalla realtà. I pensieri fluttuavano su un argomento preciso: Midoriya. Lo fissava, e maggiori erano i minuti in cui i suoi occhi erano puntatati su di lui, maggiore era la sensazione di amaro. Voleva convincersi di non attribuire a lui la colpa della morte di Iida, eppure non riusciva. 
Altre lacrime impregnate di dolore. Non riusciva a fermarsi dal piangere.
Si sedette in un letto distante da entrambi i ragazzi, ingerendo la medicina che la stessa Recovery Girl aveva preparato per lei. 
- Questo dovrebbe rilassarti. So che è dura, ma fa parte della vita. L'importante è riuscire a sollevarsi dopo ogni caduta, perché questo vuol dire essere un eroe. -
C'era dolcezza dentro le parole di Recovery Girl, e Yaoyorozu non potette non condividerle, per quanto pesanti potessero risultare in quel momento.
Uraraka passò dal guardare Deku alla sagoma esplosiva di Bakugou. Gli occhi racchiuse in due fessure facevano gelare il sangue, mentre l'espressione aggressiva non faceva altro che rinforzare la sensazione di paura che provava chiunque lo guardasse.
- Come ti senti? - Chiese in un sussurro impercettibile.
Il biondo si voltò di scatto verso di lei, esaminandola prima di proferire qualsiasi parola. Il suo aspetto era drasticamente differente dal solito, la pelle paonazza marchiava gli occhi rossi dal troppo pianto. La ignorò, tornando a cercare di liberarsi dalle catene che gli impedivano qualsiasi movimento.
- Che domanda stupida. Come si potrebbe sentire qualcuno che sa di essere colpevole quanto Deku della morte di un compagno di classe? Invece di mostrare rabbia nei confronti di Midoriya, prova a rilasciarla contro di te, non sei per niente migliore di lui. - Disse tali parola con lo sguardo fisso sul pavimento e le mani rigide e tremolanti. 
Momo fissò incredula l'amica, chiedendosi cose le fosse successo. Uraraka Ochako non avrebbe mai risposto in tale maniera a nessuno.
Le catene smisero di far rumore. Il volto di Bakugou, improvvisamente neutro aveva perso ogni segno di rabbia.
- Parli come se mi conoscessi. Torna a piangere, è la cosa che ti riesce meglio. -Con una calma gelida Katsuki lasciò inspiegabilmente un segno dentro la giovane Uraraka, che resa consapevole di cosa aveva detto, si sentì terribilmente in colpa.
- Non volevo... - Iniziò lei, alzandosi in direzione del biondo, che come risposta le scagliò una piccola esplosione vicino all'orecchio.
- Rivolgimi ancora parola e la prossima volta mi assicurerò di sistemarti come quello schifo che tu chiami amico. - Indicò Izuku, ancora dormiente. 
Prima che la situazione potesse peggiorare, Momo chiese all'amica di tornare in classe, che un po' d'aria le avrebbe fatto più che bene. Uraraka la seguì, fissando ininterrottamente Bakugou, chiedendosi realmente come si sentiva.
In corridoio finalmente Momo riuscì a chiedere a Uraraka cosa le fosse preso in infermeria.
- Sei stata troppo brusca con Katsuki. - Aggiunse alla fine.
- Non so cosa mi sia preso. - Tagliò corto, rifiutandosi di analizzare realmente la questione. Stava cercando di attribuire la colpa ad altri solo per non accettare il fatto che il reale colpevole era Deku?
- So che non riesci ad accettare la morte di Iida, e tantomeno la colpevolezza di Izuku, ma accanirti contro Bakugou non è rispettoso nei suoi confronti. Per quanto sia difficile come persona, questo non implica necessariamente che sia la causa di tutti i problemi. - Momo parlava all'aria, Uraraka non la stava nemmeno lontanamente ascoltando.
Pensava a Bakugou. Pensava a come la faceva sentire la vista di Deku. Pensava a come sarebbero cambiate le cose con l'avanzare del tempo.
- Mi stai ascoltando? - Domandò la mora sbuffando, capendo la risposta solo dall'espressione confusa dell'amica. - Hai bisogno di riposo, sicuramente la scuola rimarrà chiuse per qualche giorno, è perfetto per te. -
L'intervento inaspettato di Aizawa che richiedeva privatamente Momo lasciò la giovane Ochako ad escogitare un modo per porre le sue scuse nei confronti di Katsuki e forse a ringraziarlo per le violente parola che l'hanno scombussolata nel migliori dei modi.
Shoto, incontrandola nel corridoio, le sorrise. - Vedo che stai meglio. - Disse lui.
- Forse è merito di Bakugou. -

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Capitolo 3
*** Brutalità ***


Shouto Todoroki, per quanto mostrasse una leggera felicità per il miglioramento a livello umoristico di Uraraka, continuava ad essere pressato da un cattivo presagio. Si era recato fuori dall'aula con l'intento di parlare con Midoriya, di parlarne con lui dell'accaduto e risolvere la questione con Bakugou, ma caso vuole che Shouto non riuscì mai a parlare con Izuku quel giorno, venendo fermato da Uraraka che con gioia nostalgica ricordò l'amico caduto, promettendosi di smetterla di piangere.

- Iida voleva a tutti i costi diventare un esempio per gli altri, aiutarli e fare in modo che nessuno debba soffrire. Ho deciso, da ora in poi darò il massimo di me, superando i miei limiti. Ti prego, Shouto Todoroki, aiutami. - Ochako con prontezza recitò tali parole, inchinandosi di fronte ad egli mettendolo in un leggero imbarazzo.

- Non c'è bisogno di tanta diplomazia. Volentieri ti aiuto, e mi fa piacere di vederti così decisa. La forza che impieghi in questo momento ti è degna di nota, ti faccio le mie congratulazioni Ochako Uraraka. Non so cosa ti abbia detto Bakugou, ma deve essere stato un colpo potente. -

La ragazza piombò nel ricordo. Era vero, senza volerlo Katsuki era stato colui che le aveva mostrato il suo errore, dandole la possibilità di migliorare.  Inevitabilmente, pensando a quello che era avvenuto in infermeria, non potè non ricordare Deku. Izuku, il suo amico più caro. Il ragazzo che prendeva come esempio. La causa della morte di Iida. 
La sensazione di voltastomaco tornò. Le faceva male pensarlo.

- Molto probabilmente, da come stanno andando le cose, la sicurezza nei nostri confronti sarà massima, onde ad evitare possibili altri incidenti.  -

Shouto annuì silenziosamente, lasciando passare qualche secondo prima di continuare il discorso aperto dalla castana. - I professori lavoreranno su di noi. Non mi sorprenderei se aumentasse il lavoro sul campo, e mi sembrerebbe una scelta più che ottima. - 
L'incidente era avvenuto durante un addestramento sorvegliato. Le percentuali di possibili incidenti era inferiore al tre, eppure accadde quello per cui nessuno era preparato. Fu un colpo veloce, da maestro, che terminò prima ancora che i professori potessero intervenire. 

- Attaccheranno di nuovo? - Domandò irrigidendosi Ochako, fissando con sguardo serio il volto pensieroso del compagno.

- Molto probabilmente. Mi auguro che i professori pensino bene alle mosse da fare da questo momento in poi, perché uno studente morto è già troppo. -

Shouto si sbagliò in quel frangente. Non vennero più attaccati, nessuna mossa diretta dei Villain. Loro aspettavano, convinti che sarebbe stata la UA stessa a cadere, pezzo dopo pezzo; giorno dopo giorno.
Izuku Midoriya, dormiente e inconscio di quello che stava accadendo dentro di lui, presto avrebbe capito di non poter più portare il peso del futuro simbolo della pace, lasciandosi cadere in un baratro profondo chiamato disperazione.

I giorni passavano e le esercitazioni erano maggiori ed estenuanti ma paradossalmente, più il livello aumetava maggiore era la grinda degli studenti. 
Uno degli esercizi quotidiani era la lotta libera tra due studenti a cui era vietato usufruire della propria Unicità. Erano passati pochi giorni, meno di una settimana dallo scontro in classe dei due vecchi amici d'infanzia, difatti Aizawa si impegnava al massimo di tenerli separati, eppure quel particolare giorno lasciò loro la decisione di scontrarsi, venendo avvertiti rigorosamente.

- Niente eccessi. - Ripetè tuonante il professore, mostrando loro uno sguardo gelido.

Katsuki annuì in maniera infastidita, riscaldandosi velocemente, e Uraraka se lo aspettava, d'altronde era nel suo comportamento solito. Quello che la lasciò turbata era l'espressione rabbuita di Izuku, che come se fosse in trans annuì privo di sentimento, preparandosi allo scontro. 

- Ho una brutta sensazione. - Le sussurrò Mina avvicinandosi a lei, tenendo puntati gli occhi sui due ragazzi.

Le pupille dilatate di Deku apparivano terrificanti sotto la luce del sole, tanto era particolare quel giorno da riuscire a preoccupare non solo Uraraka, ma anche Shouto.

Il fischio di Aizawa diede in maniera ufficiale via allo scontro. Nessuno dei due si muoveva. Si analizzavano a vicenda, aspettando il momento giusto per colpire.
La pressione che Bakugou impiegava nel tenere serrati i pugni lasciavano le vene scoperte su ambo le braccia, rendendo il suo corpo ancora più aggressivo. 

- Fatti sotto, inutile di un Deku. - Scattando con preparata rapidità, Katsuki sferrò il primo colpo, colpendo con un pugno carico la faccia del suo avversario. 

Non ci volle molto prima che Izuku si alzasse da terra, sporcandosi le labbra con il sangue che colava abbondante dal naso. 
Balzò in avanti, lasciando il proprio corpo scoperto, permettendo a Katsuki di colpirlo ancora prima che potesse essere sfiorato. 
Una seconda volta, con un calcio alla gola, Izuku cadde a terra, alzandosi un istante dopo. Non manifestava dolore, manteneva quella solita espressione totalmente estranea da lui.
Bakugou rabbuì. Stringendo i denti corse verso Izuku, colpendolo all'addome con un doppio pugno. Ritrovandosi a terra, sopra di lui, continuò con la serie di pugni, spaccando la berriera che Deku si era creato con gli avvambracci. 
La scena colpì tremendamente Uraraka, che d'istito intervenne, spingendo Bakugou lontano dal suo amico, versando nuovamente lacrime di fronte al biondo.
Aizawa fermò l'incontro, richiamando Bakugou da parte e chiedendo a Momo di portare Izuku in infermeria. 

- Patetici entrambi. - Grignò Bakugou un attimo prima che si spostasse con Aizawa, riferendosi in modo palese sia a Deku che aveva scelto di non combattere che a Uraraka che si era mostrata debole.

La sua brutalità mantenne accesa la fiamma all'interno di Uraraka, che con occhi bendati decise di sdifarlo.

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Capitolo 4
*** No... ***



Shouto intese fin da subito le intenzioni di Uraraka, e per evitare il conflitto alzò la mano, attirando l'attenzione di tutti.

- Voglio sfidare Bakugou. - Disse nel solito tono, senza badare allo scalpore che questa sua azione aveva scaturito tra gli altri studenti.
Momo aprì la bocca, intenta a dire qualcosa, ma cambiò subito idea, cambiando direzione del suo sguardo.

Aizawa, ancora distanza a discutere con Bakugou sentì, alzando un sopracciglio. 

- Non voglio che Katsuki e Izuku si incontrino nuovamente in infermeria. Sfiderai Momo, ho bisogno di assistere ad uno scontro placato. - 

Il commento per nulla tranquillo del professore lasciò Bakugou in pausa, pietrificato, intento a capire a fondo l'insulto poco mascherato. In maniera diretta aveva definito Shouto superiore a lui, almeno in uno scontro diretto senza l'uso dell'Unicità, e su carta era effettivamente così.

Per quanto Bakugou fosse forte a livello fisico, mancava di tecnica, una capacità ben definita nello stile di combattimento di Shouto. L'aggressività di Katsuki, pur essendo il suo punto forte, rappresentava anche una debolezza in alcuni combattimenti.
Bakugou sbuffò, sussurrando qualcosa che non arrivò all'orecchio di nessuno. Raggiunse Kirishima, mantenendo per l'intero combattimento un'aria turbata.

- Tutto ok? - Chiese con gentilezza Eijiro, percependo un leggero cambiamento nel carattere dell'amico.

Katsuki non ricambiò lo sguardo, e nemmeno rispose. Il suo silenzio faceva preoccupare non solo il rosso, ma anche i professori stessi, che dal momento dell'incidente lo tenevano sotto stretta sorveglianza.
Quando Aizawa prese da parte Momo, ormai rappresentante di classe, le riferirono le paure che turbava l'intero istituto scolastico. Era ingiusto, fu Momo stessa a sottolinearlo. 

- Non si deve giudicare una persona solamente all'apparenza. - Fu questo il commento della ragazza, prima di allontanarsi a pugni serrati.
Perché condannare Katsuki per qualcosa che non era nemmeno dimostrato?

Lo scontro tra Todoroki e Yaouyorozu turbava parecchio quest'ultima. Il figlio di Endeavour non si sarebbe certo trattenuto, anzi, secondo le sue teorie, notando il suo stile, sicuramente avrebbe optato per poche mosse, ma calcolate.

- Via. -

Fu presa alla sprovvista, perduta tra la sua tattica. Vide il volto del ragazzo ad un palmo dal suo, sentendo una brezza gelida colpirle le guance. Intravide per miracolo il colpo destro di Todoroki, riuscendo a scattare indietro di peso, perdendo equilibrio e finendo a terra. 
La mossa finale del ragazzo pose fine all'incontro. Si mise sopra di lei, puntandole il pugno alla gola, dichiarando la sua vittoria.
Esattamente come al festival sportivo, aveva umilmente perso, marcando così la sua debolezza maggiore.
In quel momento, guardando dal basso Shouto capì a pieno la loro differenza. Non avrebbe mai potuto competere contro di lui, per quanto la loro intelligenza fosse simile, c'erano troppi baratri che li dividevano. Si sentì stupida.

- Pensi troppo. - Disse Shouto porgendole la mano. - Smettila di incolparti in maniera rigida. -

Le sue parole la lasciarono sconvolta. Si stava domandando se fosse in grado di leggere la mente, ma si rese ben presto conto che non era grazie a nessun superpotere miracoloso, il solo superpotere di Shouto era l'attenzione ai piccoli dettagli. 

Se non ci fosse stato il ragazzo mezzo ghiaccio mezzo fuoco, persone come Uraraka e Katsuki non avrebbero mai capito i loro errori.
L'unico rimpianto che tormentava Shouto era il non essere arrivato in tempo a soccorrere Izuku da lui stesso, e forse, in fondo, era anche un bene, perché l'unica persona che ci provò, finì in fin di vita, ridotto come se fosse stato attaccato da una bestia.
Osservando il longevo scontro tra Kaminari e Mina, Todoroki fu disturbato dal turbolento arrivo di Ochako, ben poco propensa ad essere amichevole.

- Perché hai chiesto di sfidare Bakugou? - Fuoriuscì dalla sua bocca come un'accusa, per quanto lei non volesse.

- Perché ti ho osservata, e se ti avessi lasciato non avrei mantenuto la mia parola di aiutarti a migliorare. - Rispose con tono pacato, fissando negli occhi la compagna, mettendola in soggezione oltre che a disagio, pentita per la sua azione.

- Devi combattere usando la testa, non i sentimenti. - Aggiunse poi, come un silenzio. 

Tali parole rimasero incise all'interno di Uraraka per molto tempo, manifestandosi come una barriera per lei invarcabile. Se per Bakugou e Todoroki risultava facile combattere il loro passato, per Ochako questo era impossibile, diventando la causa di atroci dolori, e solamente Dio riusciva a comprendere il significato di ogni lacrima versata da quel giorno in poi.

- Uraraka e Izuku. - Il professore rilasciò tali parole seguendo una lista che si era preparato giorni prima, non tenendo in calcolo molteplici questioni.
Con il suo ragionamento doveva risultare un combattimento leggero.

Doveva.

Ritrovandosi di fronte a lui e notando quel cambiamento radicale in lui, Ochako non riuscì a restare concentrata. 
Voleva abbracciarlo, essergli affianco e superare assieme a lui quel momento terrificante per tutti. Le mancava il sorriso solare, così come sentiva persa la felicità che provava quando lui era nei suoi pressi. Lei voleva bene a Deku e non avrebbe smesso, neppure quando lui, iniziato il combattimento, la colpì con estrema furia, lasciandola senza sensi, stesa, ad  affogare nei ricordi che si tramutavano lentamente in atroci sofferenze.
e.

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Capitolo 5
*** Il buono e il cattivo ***


- I suoi occhi... - Iniziò Izuku tra le lacrime. - ...mi trasmettevano tristezza e delusione. Non mi stava giudicando, ma la sansazione di delusione che percepivo era troppo forte. Ho perso il controllo di me stesso. Volevo solo che smettesse di guardarmi in quel modo. - Furono le sue ultime parole prima di cadere a terra, sbattendo nervosamente le braccia sul cemento spoglio.

Katsuki si avvicinò a lui, camminando in un modo tranquillo e rilassato, come se non avesse assistito a quella scena. I rinforzi erano stati chiamati, pronti ad intervenire nell'immediato istante in cui uno dei due avesse mosso un dito.
- Tanto ti perdona. Lo ha fatto per la morte di Iida, e lo rifarà anche questa volta. Giochi in vantaggio Deku, è infatuata di te, perchiò non riesce a vedere lo schifo che sei divenuto. - 

Ira. Disgusto. Pena. Tutte e tre presenti marcatamente nel suo sguardo incruntato e nel tono di voce tonante. 

- Ti vorrei picchiare, meriti di morire, ma non sarò io a farlo. Non commetterò i tuoi stessi sbagli, perché io voglio diventare un eroe. -

L'aggressività verbare di Bakugou colpiva tutti, e nessuno era in grado di comprendere come si poteva sentire Izuku un quel momento. Morto. Si sentiva morto, privato di ogni sentimento. Nemmeno le lacrime gli scendevano più. L'apatia si stava impossessando di lui.
I due ragazzi furono ben presto separati: Bakugou tornò dalla sua classe mentre Midoriya venne portato via, senza rivolgere più nessuna parola.
In quell'istante Izuki si sentì solo, abbandonato. Era riuscito a perdere tutto, e mai al mondo sarebbe stato in grado di riprendere nulla.

- Hai esagerato... - Si lasciò scappare Mina, sentendosi in colpa lei stessa per le parole dure del biondo.

Katsuki la fulminò con il solo sguardo, lasciando intendere il poco interesse al riguardo. - Uraraka andrà a chiedere perdono anche da parte mia. - Scherzò lui in maniera per niente delicata.

Kirishima gli si avvicinò, facendosi coraggio nel far notare all'amico il pessimo tempismo. - Non c'è da scherzare su queste cose, almeno non adesso. Ochako non ha nessuna colpa. -

Un'improvvisa esplosione fece allontanare tutti dal campo visivo di Bakugou. Si era agitato d'innanzi a quelle parole, rifiutandosi di concedere a Uraraka belle parola quando per lui era solamente una schiocca ragazzina con potenziale. 

- Se vosse vero quel che dite, allora non si sarebbe fatta trattare in maniera così viscida. Smettela di fare i finti buonisti e ammettelo a voce alta che quella ragazza si sta facendo trattare come un oggetto per dei miseri sentimenti. - Ruggì il biondo senza più pazienza, creando un silenzio a passo con il fumo della sua esplosione che si disperdeva nell'aria.

In molti confondevano le parole di Bakugou come un odio nei confronti di Izuku, quando era ben altro. Esattamente come i professori, anche gli alunni stessi lo stavano giudicando per l'apparenza, senza andare veramente nel profondo. 
Per la prima volta Bakugou si stava preoccupando per una compagna di classe, lasciando Aizawa scosso positivamente.

Spesso noi non accettiamo i cambiamenti, e di conseguenza li ignoriamo. Tutti continuavano ad etichettare Izuku come il "buono" e Katsuki come il "cattivo", nonostante la chiara manifestazione dei loro cambiamenti. 

Shouto non si trattenne il sorriso che la maturazione di Katsuki gli provocò.

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Capitolo 6
*** Buone azioni ***


Notando con fastidio il sorriso abbozzato di Shoto, Bakugo lo interpretò nelle peggiori delle maniere, alterandosi in maniera sempre più violenta.

- Che cazzo hai da sorridere, bastardo a metà? - Ruggì con ardore il biondo, iniziando una lenta marcia marcata verso la sua direzione.

Una seconda volta la classe 1 A, a distanza ravvicinata, si sentiva in pericolo convinta in un imminente scontro tra i due giovani eroi.
Difficilmente gli studenti della classe avrebbero avuto il coraggio di sfidare in maniera così aperta Shouto Todoroki, considerato da ormai tutti come colui che sarebbe riuscito a surclassere il numero uno, nonché suo padre. Per quanto il suo carattere freddo e privo di sentimenti, Shouto rimaneva per molti un esempio da seguire. 
Eppure, nonostante il carettere particolare di Shouto, nessuno si meravigliò che l'unico a sminuirlo con un tono arrogante fosse proprio Katsuki Bakugou, la persona più propensa a diventare un Villain. La sua indole vioenta, o magari il temperamento per niente vicino a quello che si attribuirebbe ad un eroe, marchiava il giovane studente come una probabile minaccia.

- I tuoi progressi personali mi fanno sorridere. - Rispose placatamente Shouto, rimanendo immobile nonostante i passi marcati e le esplosioni sempre più grandi di Bakugou.

Le parole rivolte a Katsuki lasciarono sballordito lui stesso, oltre che i compagni che assistivano timorosi alla discussione. 
- Che cosa stai insunuando? -

- Semplicemente che stai smettendo di fare la prima donna. - Tagliò corto con una certa nonchalance.

Kirishima saltò d'istinto nella direzione di Bakugou, placcandolo con la sua Unicità, evitando uno scontro aperto contro Todoroki.

Il commento non era per niente casuale, e la prima a rendersene conto fu Momo, da sempre con un occhio a riguardo per gli interessi di Shouto.  Non si parlava solamente di stima, ma di un sentimento fragile, nascosto con cura sotto stradi di timidezza e silenzio.
Guardando Katsuki non riuscì a sentire un dispiacere nei suoi confronti, ricordandosi che lo stesso Aizawa gli aveva riferito che, secondo alcuni insegnanti, la paura che Bakugou passasse dalla parte nemica li portava a volerlo isolare, fargli un lavaggio del cervello in caso di un probabilme cambiamento. La giovane eroina non riusciva a capire quanto quel pensiero poteva essere sbagliato, inizando a dubitare del ruolo degli insegnanti. 
Shouto non era al corrente, eppure Momo intuiva un certo approccio nei confronti del biondo. Mai si sarebbe immaginata che gli potesse rivolgere parola, tantomeno che riuscisse a captare un cambiamento così piccolo come era in Bakugou. Che Todoroki, sotto attenta analisi, avesse capito la preoccupazione dei professori, e si impegnasse per far notare quanto Bakugou era valido come eroe?

Poi il pensiero le passò da Katsuki a Uraraka. L'amica era stata portata in infermeria sotto custodia di Midnight, ancora priva di sensi, vittima dei suoi sentimenti. 
Todoroki, proprio come Bakugou, si era preso l'incarico di aiutarla a migliorare, ma a quale scopo? Perché interessarsi a quei due, l'antitesi uno dell'altra.

Molto lontano da quel periodo, Momo sarebbe riuscita a darsi delle risposte. Avrebbe capito che lo scopo di Todoroki era aiutare una persona a lui cara; ricambiare un favore lontano. Nulla era in caso nel comportamento e nelle azioni del giovane, seppure a quel tempo sconnesse. 
Si era reso conto molto prima di chiunque altro che l'unico modo per aiutare in qualsiasi modo Deku era mettergli davanti le due sole persone in grado di alterarlo; Uraraka e Bakugou. 

A partire dal giorno dopo, Shouto avrebbe iniziato un allenamento con i due suoi amici di classe, dando così origine ad un interminabile dolore dentro Midoriya, sempre più solo, privato di chiunque.

Molte volte noi compiamo delle azioni con uno scopo, buono o cattivo che sia, senza mai tenere in conto tutte le opzioni che questa può causare al mondo esterno. Shouto non riuscì a parlare quel giorno con Midoriya, interrotto ad aiutare Uraraka. Per la seconda volta, Shouto, impegnato ad aiutare Katsuki con lo scopro principale di soccorrere Izuku, non fece altro che spingere quest'ultimo sulla strada del non ritorno.


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Capitolo 7
*** Aiutami ***


In infermeria, dal momento in cui Uraraka prese conoscenza e Ricovery Girl lasciò intendere che le visite erano permesse, le ragazze della 1 A si sbrigarono a far visita alla compagna, impegnandosi ad esserle vicine.

La ritrovarono seduta sul letto con una benda intorno alla testa. La caduta era stata grave e con un certo impatto, la stessa Ricovery Girl si stupiva del veloce miglioramento mostrato da Ochako. La ragazza solare e con il sorriso bambinesco pareva ormai inesistente. Le lacrime le solcavano il viso morbido, scavandole dolori difficili da rimarginare. I dolori che provava in quell'istante superano di gran lunga quelli ricevuti dallo scontro con Katsuki, e questo le dava un segno chiaro di quanto i suoi sentimenti fossero profondi e d'intralcio. Con l'intento e il pensiero di aiutarlo, Uraraka era riuscita a essere d'intralcio.

- Bakugou ha ragione, non sono in grado di fare nulla, solo di piangere. - Sussurrò in preda alla più forte forma di disperazione.

Distrutta completamente e prosciugata da ogni spiraglio di speranza di aiutare Izuku, Ochako pronunciò queste parole. - Ho sempre cercato di migliorare me stesse, puntando in alto, eppure se non sono nemmeno in grado di aiutare un mio amico, come posso pensare solamente a diventare un eroe? - 

Si stava incolpando, non solo per il fallimento nei confronti di Izuku, ma anche per la verità che Bakugou, volendo o meno, le aveva sbattuto in faccia.

- No Uraraka, questo non deve buttarti giù. Ignora quello che pensa Bakugou, è solamente uno sbruffone con maniere di protagonismo. La colpa non è tua, ma solamente del periodo, vedrai che Izuku migliorerà e tornerò tutto il più simile a prima. - Jirou parlò, lasciando apertamente capire il suo pensiero al riguardo.
Momo abbracciò Ochako, tenendola stretta, soffocando le sue sofferenze a dandole di tutto il conforto che era in grado di darle. Dentro di sè stava pregando che Uraraka avesse pazienze, perché se perdeva anche per poco le speranze, tutto sarebbe stato distrutto. Le voleva dire tante cose, ma non riuscì. Si lasciò impadronita di un silenzio morto. 

- Grazie. - Disse con il fiato corto Ochako, sciogliendo l'abbraccio. - Vado da Izuku. - 

Si alzò rapidamente, senza ascoltare le parole di nessuno, sfrecciando zoppicando fuori dalla porta, intenta a chiedere scusa a Midoriya. Non si rese nemmeno conto di quanto fosse sbagliato il suo pensiero, estremamente convinta di essere nel torto più profondo. 
Si asciugò le lacrime con la piccola mano, impegnandosi a cercare dove fosse situato Izuku. Non si interessava di niente, neppure del corpo dolorante. Succube dei suoi sentimenti, non si interessava neppure del suo stato. 
Si fermò di scatto, sentendo il suo cuore mancare un battito. Posto poco distante dall'aua degli insegnanti, la figura dominante e terrificante di Katsuki Bakugou le lasciò il cuore pietrificato, gelandole il sangue all'interno delle vene.

- Riesci sempre più a renderti patetica. - Disse lui con fare terrorizzante, poco contendo dell'improvvisa apparizione di Ochako.

Shouto gli aveva chiesto di dirigersi in infermeria, senza aggiungere altro, promettendo che non era tempo perso. Si era reso conto, nel momento in cui sentì dei passi farsi vicini che Shouto era riuscì ad intuire le azioni di Uraraka, bloccandola da ogni mossa avventata. 
La sola cosa che non riusciva a capire era perché, tra tutti, aveva chiesto a lui questo favore, promettendogli che non sarebbe stato tempo perso, che sarebbe valsa la pena.

- Lasciami. - La voce di Uraraka, in confronti a quella di Bakugou pareva un miagolio, talmente rispecchiava il suo carattere in quell'istante.
Volendo, Bakugou sarebbe stato in grado di sgretolarla in qualsiasi instante.

- Devo lasciarti? E in cosa, a renderti ancora più patetica o a finire nuovamente in infermeria? Non riesci proprio a capire che ormai quello lì non è più l'Izuku che tanti adori? Quella persona, la stessa che ti ha ferita in maniera indegna, è tutto fuorché Izuku. Apri gli occhi faccia tonda, e lascia quei fottuti sentimenti da parte, non voglio assistere ad un secondo funerale per colpa di quel nerd di merda. - Alzando violentemente il tono, Bakugou le aveva rivelato la verità più cruda, facendola ancora più male.

Strinse i denti, affogando le lacrime con ogni forma di potenza le rimaneva in corpo. - Levati. - Ripeté a tono più sicuro, ignorando le lacrime che cadevano, chiedendo aiuto.

Bakugou, privo di ogni forma di pazienza, spinse la giovane violentemente contro il muro, aprendo il palmo, dando fuoco ad un'esplosione tuonante, talmente forte che sbriciolò la parete a pochi millimetri dalla faccia di Uraraka. 

- Ripetilo ancora una volta e ti lascerò, ma la prossima che vedo sia te che Deku, mi assicurerò che tu veda in diretta come lo renderò un vegetale. -
Uraraka cadde in ginocchio ai piedi di Bakugou, stringendosi con forza, urlando dentro di sé a squarciagola.

Shouto e Aizawa assistettero alla scena.

- Le tue intuizioni erano giuste. Buona fortuna Todoroki. - 

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