I Have seen much

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alba ***
Capitolo 2: *** #Mediare ***
Capitolo 3: *** #attendere ***
Capitolo 4: *** #tornare ***
Capitolo 5: *** #Tremare ***



Capitolo 1
*** Alba ***




#Alba


Subito dopo la fine della guerra, a Konoha il silenzio era stato palpabile per parecchio tempo. Certo, la vittoria aveva reso felici tutti, però si trattava di un sentimento effimero avvelenato giorno dopo giorno dalle perdite subite. I clan, le famiglie piangevano silenziosamente i loro membri perduti scossi dal ricordo del male assoluto che stava per distruggere tutto. Le domande che affollavano le loro menti quasi si potevano percepire; perché si è arrivati a tutto ciò? Come ha potuto uno shinobi desiderare la distruzione del mondo stesso? Le risposte erano varie ma imperfette; ogni uomo si volgeva silenzioso verso la montagna, dove i volti degli Hokage se ne stava silenziosa; incapace di dare una soluzione.
Però, la volontà del fuoco non si era estinta. Anche se la morte, la cattiveria e il dolore avevano distrutto le case di Konoha e del mondo ninja il processo di ricostruzione si era messo in moto. Tutti, nessuno escluso si erano messi con tutte le energie a far innescare il processo di rinascita.
I primi raggi del sole quella mattina irruppero sul silenzio; colpirono ogni edificio illuminandolo quasi come se stesse ricordando al mondo intero che, dopo la notte più scura l’alba sempre arriverà. In una piccola stanza di un appartamento nella periferia in costruzione di Konoha, Naruto Uzumaki guardava il soffitto pensieroso. Quella notte l’aveva passata in bianco, come la maggior parte delle precedenti annientato quasi dai ricordi del recente conflitto. Gli occhi di Neji Hyuga si presentavano puntualmente ogni notte, quando chiudeva gli occhi. Poi i corpi degli alleati, le urla, il sangue e suo padre, che era scomparso per sempre e che non avrebbe più rivisto. Si alzò, prese tra le mani l’album di foto che aveva trovato fra le cose del terzo hokage e le riguardò con un groppo in gola.
Naruto non era mai stato forte finché essere forte era diventata l’unica scelta praticabile.  La solitudine che aveva vissuto per anni gli era sempre parsa inutile. Non avrebbe voluto niente di più degli altri; una madre che l’avrebbe aspettato la sera amorevole, un padre che sarebbe stato una guida niente di più. Trattenne a stento le lacrime guardando i volti di Minato e Kushina così sorridenti; in questo momento avrebbe voluto un abbraccio.
Si vestì controvoglia e si diresse per le vie del villaggio ancora deserte. A volte pensava che i luoghi fossero delle istantanee eterne; vale a dire che catturassero eventi, situazioni ed emozioni che effimere si prolungavano per sempre. L’alba lo rincuorava quella mattina, all’improvviso si rese conto che anche se la solitudine certe volte quasi lo divorava, in realtà aveva fatto di tutto per combatterla. Aveva per anni fatto capire al mondo intero chi fosse, ma soprattutto aveva fatto di tutto per salvare il suo villaggio. In realtà anche se il destino gli aveva precluso una famiglia, lui aveva  deciso che i suoi amici, il villaggio sarebbero stati la sua famiglia.
“Naruto-kun!”.
Il giovane si voltò, e rimase sorpreso nel vedere che Hinata fosse in giro a quell’ora di mattina. Sorrise di rimando sentendosi appellare come sempre col suffisso -kun, e disse :” Hinata, cosa fai in giro così presto?”. La guardò bene e notò che i suoi occhi avevano un’occhiata strana e stanca; i lunghi capelli le scivolavano quasi fino alla vita, mentre il suo corpo era avvolto da un mantello pesante. Di colpo Naruto si rese conto che faceva davvero freddo quella mattina e rabbrividì.
Hinata parve accorgersi e lo guardò preoccupata dicendo :”Non riuscivo a dormire.. così ho deciso di fare una visita a Neji-san”.
Una fitta colpì in pieno Naruto, che non riuscì più a sostenere il suo sguardo.. Non era riuscito a salvarlo..era morto per lui..
Come se Hinata avesse capito disse con voce cristallina :” Che ne dici di accompagnarmi?”.
Naruto alzò lo sguardo, stupefatto. Lei lo guardava con un sorriso imbarazzato ma con uno sguardo deciso. Naruto si chiese quando era diventata così; dov’era andata a finire la giovane Hinata imbranata ed imbarazzata? Si sentì forse stupido della sua impotenza.
Annuì, e iniziò a fare strada.
Per arrivare al cimitero del villaggio bisognava fare un tratto  di strada non breve però i due non parlarono molto nel mentre. Naruto, in preda ai sensi di colpa più forti alzava le braccia e le metteva dietro la testa, per poi abbassarli ancora una volta. Dal canto suo, Hinata si malediceva mentalmente di aver avuto quella brillante idea che in tutta sincerità, non sembrava farina del suo sacco. Avrebbe voluto parlare con Naruto mesi e mesi fa, però non ne aveva avuto il coraggio. Il dolore per la perdita di suo cugino,i funerali la tristezza che aveva provato la inibirono ancora di più. Si ritrovava la sera, seduta sui tetti di casa sua a guardare il panorama arancione che il sole le regalava senza nemmeno riuscire a piangere. Per lei l’alba non era abbastanza, si riconosceva nel tramonto che meraviglioso durava davvero poco. Amava molto Naruto, quasi con ogni fibra della sua stessa vita ma era lacerata dal tutto.
Arrivati alla meta, quasi come automi arrivarono alla lapide.
Naruto deglutì quasi soffocato da un non so che, ansia, dolore, paura, rimpianto, rimorso.
“N-Naruto-kun”disse ad un certo punto Hinata”Nessuno di loro ti avrebbe voluto vedere così”.
Naruto rimase di stucco. Si voltò verso la donna e un sentimento di rabbia intrise le parole che ne uscirono:”Come possono vedermi? Sono tutti morti.. e nella maggioranza dei casi sono morti per causa mia!”.
Hinata sobbalzò, quasi impaurita di fronte quella reazione improvvisa e Naruto si odiò ancor di più. Anche Hinata aveva paura di lui; l’odore di lavanda che proveniva dai suoi capelli gli arrivò forte alle narici e si sentì stupido. La guardò; era così dolce e lui così… bruto a volte che non riusciva a comprendere la bontà della donna verso il brusco comportamento.
“Sentirsi in colpa è un sentimento tipico dei sopravvissuti. Però si dovrebbe..ecco provare a vivere per rendere onore al sacrificio di coloro che sono morti”mormorò Hinata, arrossendo questa volta e lasciando Naruto ai suoi pensieri nel cimitero.
Uscendo dal luogo, Hinata riprese a respirare. Ancora una volta si maledisse mentalmente per la sua incapacità. Camminando per le strade del villaggio, si chiese come avrebbe potuto continuare così. Durante gli anni, aveva fatto di tutto per essere alla pari di Naruto; aveva sofferto, lottato e dimostrato molto. Era riuscita anche a dirgli durante lo scontro contro Pain tutto quello che provava, ma lui niente. L’unica cosa che ricordava era stata la sua grande e calda mano che aveva stretto durante la guerra; inconsapevolmente aveva riacceso la speranza. Ma Naruto era spento dentro, e come se non fosse successo, non si era più rivolto a lei in nessun senso. Sospirò, agli angoli degli occhi le lacrime si formarono rapide; pazienza, pensoò deglutendo, aspetterò ancora. L’amore non è un sentimento ad intermittenza e Hinata non conosceva misure in questo senso. Lei lo amava e l’avrebbe fatto per sempre anche se, significava perderlo un giorno.
 




CatherineC
Buona sera a tutti! E' un piacere conoscervi e vi do il benvenuto. E'la prima volta che scrivo su questa coppia e devo dire che mi è piaciuto molto farlo.
Questa è la prima di una serie di one-shots che scriverò sulla coppia che, a differenza di ciò che si pensa ha passato molte vicissitudini per potersi formare. La mia storia avrà un approccio più complesso e proverò ad emulare, ahimè il pairing originale.. vale a dire la relazione sarà sofferta e ardua da creare come l'opera prima.
Spero sia di vostro gradimento e aspetto le vostre opinioni.
 

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Capitolo 2
*** #Mediare ***


#Mediazione
 
Le ombre che affioravano alla fine dell’isolato inquietarono Hinata; non perchè avesse paura di nemici o di qualche tecnica a lei sconosciuta. Semplicemente le suggerivano un altro tipo di dolore, che affiorava dallo stomaco e le stringeva la gola; erano i ricordi. Si era ripromessa che senza alcun dubbio che la vita continuasse e lo sapeva bene, non era una sprovveduta anzi il contario. Però c’erano quei momenti, in cui tutto la travolgeva e le ombre, così imprevedibili ed implacabili di dimostravano tali e quali. Strinse a sé la busta, simbolo di una ritrovata e serena quotidianità che riscontrava nei piccoli gesti giornalieri. Fare la spesa, rassettare la casa e prendersi cura dei feriti e degli anziani del villaggio. Essendo la primogenita del clan Hyuga non doveva necessariamente compiere queste attività; però aveva con sicurezza guardato suo padre negli occhi e aveva stabilito così. Hiashi era rimasto quasi interdetto; sua figlia non si era mai dimostrata così tenace e sicura di sé. Negli ultimi anni, era cambiata completamente e a stento non la riconosceva; era stata la vicinanza al ragazzo che portava la volpe diceva tra sé e sé. Hinata dal canto suo aveva in mente di riformare il clan, che per anni aveva vissuto quasi cristallizzato in tradizioni, riti che avevano finito per isolare tutti i suoi componenti dal mondo esterno.
“Ben tornata Hinata-sama”disse Tomiyo, una delle donne chi l’aiutavano a governare villa Hyuga mentre metteva piede in casa. Hinata sorrise e si diresse verso le cucine per sistemare i suoi ultimi acquisti; questa si poteva chiamare felicità.
A pochi isolati di distanza, Naruto Uzumaki l’eroe del mondo degli shinobi si trascinava controvoglia verso il centro del villaggio. Da poco tempo aveva ripreso ad uscire e vivere fra gli abitanti del villaggio. Il peso che sentiva spesso sul suo cuore, anzi macigno era stato chiuso in un angolo remoto della sua testa anche se molte volte provava ad uscire odioso e violento come pochi. Aveva bisogno di un anestetico, di una cura, di mediare; il suo dolore doveva essere affievolito in qualche modo.
Il primo pensiero che affiorò nella sua mente fu Hinata; poco tempo fa le sue parole furono come acqua dopo mesi e mesi di siccità. Nello stesso momento, sentì come una morsa allo stomaco e nemmeno seppe il perché di tutto ciò. L’unico bisogno era parlare con lei e seppe in quel momento cosa fare.
 La notte afosa irruppe sul villaggio; mentre ogni suo abitante  dormiva sereno, Naruto correva silenzioso sopra i tetti delle case; nel tragitto già si era pentito più e più volte di quella pazza idea, ma come sempre aveva chiuso sotto sigillo la propria razionalità. Arrivato a destinazione, le mani iniziarono a sudare. Ma perché? In fondo era solo una cara amica, da proteggere, salvare e curare. Eppure stava per finire in uno stato di panico. Seduto sul tetto respirò e ragionò forse per la prima volta in vita sua; era meglio andar via.
“Naruto- kun?”.
Una voce dolce e titubante lo fece rimanere di sasso; Hinata si era accorta di lui.
Aveva aperto la finestra, mentre all’improvviso una brezza aveva iniziato a scuotere i lunghi capelli. Naruto deglutì e ancora pensò di non capire più se stesso e il suo corpo.
“H-hinata.. ecco, non volevo disturbarti.. è solo che “inziò a balbettare incerto mentre lei con un balzo elegante si unì a lui sul tetto. Naruto si rese conto che Hinata era davvero cresciuta e non solo durante i combattimenti. Emanava un senso di sicurezza misto a dolcezza, così donna che l’eroe di Konoha rimase interdetto.
“Cosa succede?” chiese preoccupata. Lui sorrise, lei sempre si preoccupava degli altri senza riserve e forse per questo era lì. Aveva capito che nella vita sentirsi deboli e impotenti era una costante necessaria per poter sopravvivere. Ma era fondamentale essere ascoltati ed aiutati a utilizzare quella debolezza e tramutarla in forza.
Sopirò ed iniziò a parlare specchiandosi nei suoi occhi; finalmente sentì i pezzi ricomporsi.
Il dolore ruggiva in un angolo però il sorriso  di Hinata mediava ecco, si senza alcun dubbio lei mediava tra l’abisso della distruzione e la vita. Tra la distruzione e la rinascita
Ed ecco, la sua mano lo salvava.
 "Posso parlarti, ne ho bisogno" affermò inerme.
Lei sorrise annuendo, accogliendo la vulnerabilità dell'eroe decantato da tutto il mondo ma che con lei non aveva timore a mostrare la sua essenza.
 
 
 
 
 
Buon pomeriggio a tutti! Grazie a chi ha letto o recensito. Questa shot si inserisce poco prima di The Last; la prossima sarà molto interessante perché tratterà di una sorta di reunion dei team e poi mi dedicherò al post, vale a dire  la crescita della coppia il matrimonio etc.
Vi ringrazio un bacio enorme! Lasciate qualche commento, critica o suggerimento sono curiosa di sapere cosa ne pensate!!

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Capitolo 3
*** #attendere ***


 
 
#attendere
 

 
In quel pomeriggio assolato, il loro vociare irruppe quasi prepotente nella quiete del distretto est del villaggio; nel piccolo spazio del cortile di casa Nara, dove un albero di fico faceva un po’ d’ombra e le cicale irroravano la quiete con il loro canto, Shikamaru Nara osservava silenzioso il gruppo di amici. Avevano deciso da tempo che una piccola riunione sarebbe stato l’ideale per risollevare a tutti un po’ l’umore e così era stato; in men che non si dica, le risate e il tintinnare di bicchierini aveva corrotto la sua tanto agognata tranquillità.
Non era certo strano immaginarsi scene come quella che vedeva di fronte; le ragazze tronfie e chiassose e i ragazzi entusiasmati che dopo anni e anni di allenamenti e missioni quasi non si riconoscevano. Sakura non faceva altro che parlare dei suoi recenti progressi, aggiungendo un “poi, sapete è un vero e proprio lavoraccio.. non stacco mai”, mentre Ino, sbuffando alzava gli occhi fintamente annoiata. “Fronte Spaziosa, le tue chiacchere mi stanno asfissiando come l’afa!”ribatteva la bionda, mentre Ten Ten rideva a crepapelle ed una Hinata sorniona diceva mesta:” Non cambierete mai..non c’è che dire”.
I ragazzi dal canto loro si destreggiavano più in là; le chiacchere dopo dieci minuti si erano esaurite, e a prova di questo a terra giacevano almeno 7 bottiglie di sakè vuote. Choji non ne voleva sapere di smettere di abbuffarsi di patatine, mentre un contrariato Shikamaru lo rimbrottava ogni cinque minuti.
“Devo ritenermi fortunato. Ho di lato il prossimo Hokage!”urlò tutto d’un tratto Kiba, indicando un alticcio Naruto, perso in chissà quale discorso strano con Sai, seduto alla sua destra.
“Se non ti conoscessi Kiba, dire che sei invidioso di Naruto”rispose Shikamaru aggrottando le sopracciglia mellifluo, mentre Shino annuiva convinto.
Kiba strabuzzò gli occhi iniziando ad inveire contro l’amico, mentre Naruto diceva umile:” Ancora ce ne vuole Kiba..sto studiando come un matto.. per non parlare delle missioni, infinite”.
Dall’altro lato, Hinata lo osservava di nascosto, come d’altronde sempre aveva fatto; era da quella famosa notte, durante la quale Naruto si era presentato  sul tetto di casa sua per parlare che non lo vedeva. Lo trovava diverso; molto più alto e muscoloso. Aveva poi in viso una luce diversa, un cipiglio diverso che non riuscì a cogliere; Hinata pensò tristemente, che forse quella sera tutto fu una mera illusione. Non era cambiato nulla, anzi Naruto sembrava lontano più che mai.
“Se continui così lo distruggi con lo sguardo, Hyuuga Hime”irruppe Ino, facendo ridere le altre e naturalmente facendo arrossire Hinata che balbettando un” M-ma c-che dici” provò a deviare il discorso ottenendo purtroppo l’effetto contrario.
“Nessuna novità?”chiese Ten Ten dolce.
Hinata sospirò, e rossa in viso sussurrò: “Nulla”.
“Quel dannato idiota! Non ne combina una che valga..Oh, ma se lo prendo fra le mani lo distruggo! Shannaro!”urlò Sakura un po’ alticcia, alzandosi all’improvviso e catturando l’attenzione di tutti.
Hinata avrebbe voluto che la terra si aprisse e l’inghiottisse.
 I ragazzi guardarono Sakura straniti e perplessi, mentre Sai con un cipiglio saggiamente alcolico disse:” Certo che Sasuke la sta facendo uscire fuori dai gangheri”; Naruto, Kiba e Rock Lee scoppiarono a ridere ignari, mentre Shikamaru affilava lo sguardo su Hinata.
Uchiha Sasuke in quel discorso c’entrava molto poco, quasi come i la neve in quel assolato pomeriggio estivo.
 
 
La piccola riunione si protrasse fino a sera; avevano deciso così, di prendere parte ad un piccolo festival estivo. Mentre tutti si stavano cambiando, Hinata già pronta nel suo kimono sedeva nel corridoio di legno di casa Nara.
Quel giorno era stato per lei molto spensierato; necessitava da tempo la compagnia dei suoi amici, ma soprattutto quella di Naruto. Il conforto delle ragazze era stato provvidenziale; da molto si interrogava sulla situazione e non sapeva cosa fare; il ragazzo, ormai uomo la ignorava nella maggior parte dei casi ed anche se Ino, le aveva suggerito di “cambiare bersaglio”, lei non ci riusciva.
Si era detta che aveva aspettato così a lungo che ormai non faceva differenza.
Aspettare, per lei ogni sforzo sarebbe stato nulla se alla fine lui l’avesse finalmente ricambiata.
“Hinata, sei pronta?”chiese una voce alle sue spalle, che voltandosi riconobbe come quella di Sakura; annuendo si unì agli altri, eleganti e pronti per prendere parte alla festa.
Mentre camminavano fra la gente e le bancarelle  decorate a festa, le parve però di scorgere più di una volta lo sguardo di Naruto su di lei ma forse era la sua immaginazione; spesso quando si desidera così ardentemente qualcosa la si immagina  e la si rende reale. Così la vita diventa sopportabile; era un pensiero dolce-amaro, ma purtroppo vero.
“Certo che stasera sei una bomba!”sghignazzò Kiba mettendole un braccio attorno alle spalle. Hinata arrossì violentemente, non per la vicinanza con Kiba ma per l’atto brusco ed improvviso in sé.
“K-kiba k-kun fermo”disse leggermente infastidita, provando a ad allontanarlo.
Da lontano, Naruto che aveva osservato tutta la scena contrariato, si precipitò vicino senza nemmeno sapere il perché, ma soltanto perché ne avvertiva il bisogno; odiava vedere Hinata infastidita da qualcuno e se qualcuno era anche un suo amico poco importava.
Così avvolse Kiba in un abbraccio stritolante dicendo:” Kiba amico.. nel tuo corpo mi sa che circola più sakè che sangue. Lascia stare Hinata da bravo cagnolino”. Face così l’occhiolino ad Hinata, allontanandosi trascinando l’altro uomo ridacchiante, mentre ricacciava uno strano senso di irritazione e fastidio dentro..quasi come se fosse gelosia.
Hinata rossa in viso sorrise di rimando, mentre il primo fuoco d’artificio esplodeva in cielo; “Hanabi” sussurrò dolce. Naruto, avvolto nel suo kimono blu con striature arancioni la osserva ancora da lontano molto confuso; perché aveva deciso di comportarsi così? E poi perché guardandola nella sua mente pensava che in fondo era davvero bellissima?



 
 
 
Grazie davvero  a tutti.. grazie per le vostre recensioni! La prossima sarà ambientata dopo The Last.
Un abbraccio.

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Capitolo 4
*** #tornare ***


#tornare
 
Se c’era qualcosa che Hinata adorava era quando dopo una missione tornava a casa; quella volta dopo aver sconfitto Toneri aveva più di un motivo per festeggiare. Finalmente era riuscita ad avvicinarsi a Naruto, finalmente avevano espresso liberamente i loro sentimenti. Da quel giorno in poi, tutto cambiò; ricordava ancora il loro primo appuntamento, quando lei usò i suoi poteri oculari per capire dove e come pranzare assieme.
Naruto si era dimostrato impacciato ma in molti casi dolce e premuroso; Hinata dal canto suo, era così felice che fluttuava, invece di camminare . Hiashi, suo padre era rimasto inebetito di fronte alla notizia; i notabili del loro clan avevano espresso il loro disappunto su diversi aspetti della vicenda, ma per la prima volta aveva preso tutt’altra posizione. Era molto restio in un primo momento; una figlia che cresce e poi la sua primogenita assieme al contenitore del mostro  a nove code non era mai stata la sua massima aspirazione per Hinata. Eppure, quando le vide tornare quella sera, dopo l’attacco di Toneri sane e salve riuscì a vedere Naruto per ciò che era: un vero e proprio eroe. Così si convinse che quel uomo fosse l’ideale per sua figlia e per il suo clan, anche se non aveva abbandonato i rigidi comportamenti imposti dall’etichetta.  Alla fine, dopo parecchi mesi che Hinata usciva con Naruto, non si era minimamente sorpreso di vederselo davanti, tremante ed ansioso; Hiashi sapeva bene cosa voleva da lui. Decise così, di divertirsi un po’, tenerlo  sulle spine e via dicendo; cose tipiche di un padre che perde sua figlia. Quella sera Naruto chiese la mano di Hinata, e Hiashi accettò a malincuore, triste però rasserenato; sua figlia era ormai una donna forte e il suo futuro marito lo era pure. Ormai non avrebbe dovuto proteggerla, anzi erano loro che avrebbero dovuto in un certo senso proteggere lui; l’unico cruccio fu di non avere sua moglie vicina. Avrebbe adorato la vicenda, e sarebbe stata felice dell’accaduto; una madre avrebbe potuto fare di più per lei in quel frangente.
Nei mesi prima avevano stabilito i preparativi del matrimonio e quel pigro pomeriggio, Hiashi osservava la figlia che a sua volta contemplava il cielo. Spostò il tatami e si avvicinò mesto; si sedette di lato.
“Da giorni ti vedo pensierosa, cosa succede?” le chiese  a bruciapelo. Hinata si voltò, e lo guardò  decisa facendolo sobbalzare; le parve di vedere sua madre in quell’istante.
“ Naruto sarebbe dovuto tornare giorni fa” ammise sospirando. Hiashi sorrise, abbassò gli occhi e si sentì in parte ricreduto.
“L’eroe del mondo ninja non credo sia in pericolo durante una visita diplomatica” convenne; Hinata annuì a sua volta. Il padre si alzò e mormorò: “ Perché non lo aspetti all’entrata del villaggio? Ogni promessa sposa attende il suo fidanzato”.
Hinata si alzò e si diresse verso l’entrata, mentre un pezzo del cuore di Hiashi scompariva; era difficile per un padre vedere la figlia cresciuta.
 
 
“Hina-chan!”urlò una voce alla sue spalle. Hinata sobbalzò, ed eccolo. Naruto avanzava con un sorriso enorme e gli occhi luminosi; Hinata aveva dimenticato quanto il suo fidanzato fosse cresciuto negli ultimi tempi. Era diventato molto alto e muscoloso; aveva l’impressione che fra le sue braccia nessuno potesse farle del male.
“N-naruto!” mormorò lei emozionata e rossa fino alla punta dei capelli; l’uomo aumentò la velocità, abbandonò Sai e Shikamaru e si precipitò fra le sue braccia. Hinata subito avvertì il suo odore e si sentì a casa; Naruto la strinse forte, e lei poté giurare di sentire il  suo cuore battere all’impazzata.
“Sei diventata ancora più bella in mia assenza”le disse  dolce, mentre Shikamaru sbuffava fintamente annoiato e Sai borbottava: “Finalmente, non lo sopportavamo più. Parla sempre e solo di te Hinata”.
“Ehi!” protestò Naruto guardandolo torvo; Hinata ridacchiò, afferrando la sua mano.
“Io vado direttamente all’ufficio del Hokage, ti risparmio questa seccatura piccioncino. Alla prossima” disse  Shikamaru salutandoli; Sai fece lo stesso e si allontanò.
Rimasero solo loro due; Naruto la guardava come se fosse la cosa più bella ed importante al mondo. Notava in lei i capelli un po’ più lunghi, gli occhi dolci più del solito. Era ancor più snella ma allo stesso tempo attraente; era la sua felicità.
Quando il mondo, per anni gli aveva posto di fronte soltanto sofferenza, lotta e disprezzo, Hinata era comparsa per fargli capire che forse anche lui  meritava felicità ed amore. Si era riscoperto imbranato ma ci provava con tutto se stesso; non ne sapeva molto sull’amore o su come trattare una donna. La sera si coricava pieno di dubbi, non sapeva se il suo comportamento fosse giusto o sbagliato.
“Hina ora vado a casa a darmi un pulita. Stasera passo a prenderti” le disse tutto sorridente; e chi sarebbe riuscito ad aspettare fino a quell’ora?
Lei annuì ed avvicinandosi sfiorò le labbra con le sue; Naruto la guardò sorpreso e rispose con entusiasmo al bacio.
 
 
 
Mentre le prime stelle della notte cominciavano ad affiorare, Hinata, cullata da una dolce brezza notturna aspettava Naruto sul tetto di casa; chiuse gli occhi, immaginandosi il cielo, il mare, il mondo racchiuso in un universo. Aprì gli occhi, le costellazioni prendevano forma in quella notte silenziosa e meravigliosa; il cielo era il più importante spettatore, silenzioso e fedele.
“Hinata, eccomi scusa il ritardo ma mi ero appisolato sul divano” Naruto a mo’ di scuse, circondando la sua vita con il braccio; lei sorrise e si lasciò cullare. Naruto iniziò a saltare fra i tetti, mentre la donna fra le sue braccia assaporava ancora una volta il suo odore, come se non fosse mai abbastanza; “Hai un buon profumo” disse tutta rossa. Naruto arrossì di rimando e bisbigliò un “Grazie “sommesso, stringendola ancora di più. Arrivarono così, dopo un po’ nel parco del villaggio; seduti su una panchina sorrisero e la donna si appoggiò sulle sue spalle; “ Quante volte ho immaginato questo momento, durante questi giorni di assenza” ammise Naruto dopo un po’.
“ Mi sono preoccupata, non ti vedevo tornare” le disse Hinata con la voce incrinata; lui sorrise e accarezzandole il volto le rispose: “ Devi avere fiducia in me, lo sai io mantengo le promesse. E poi avevo mandato un messaggero a tuo padre per informarlo del mio ritorno”. Hinata lo guardò stralunata collegando un po’ i pezzi del puzzle dicendo: “ Quindi lui sapeva..”. Naruto annuì e la strinse dolcemente; Hinata non aggiunse altro, poteva anche passare la serata così.
“Sai, volevo parlarti di una questione” iniziò Naruto, “ Ho trovato una casa, per noi ecco. Vorrei che domani facessimo un giro, così da prenderla in considerazione” concluse speranzoso.
Il cuore di Hinata fece una capriola; la loro casa?
“C-certo” balbettò emozionata.
“Hina! Sei rossissima” scherzò Naruto, mentre lei sorrideva imbarazzatissima.
“Anche tu!” rispondeva Hinata, sfiorandogli il viso con la mano; Naruto strinse la mano con la sua, guardandola ipnotizzato.
“Io, ecco non vedo l’ora Hina. Non vedo l’ora di tornare a casa, dopo qualche missione ed incontrarti  lì, ad aspettarmi. Non vedo l’ora di stringerti la notte, amarti” le disse rosso come il campo di papaveri dietro casa.
“Manca poco” gli disse, mentre lui avvinceva il suo volto a suo mettendo fine a qualsiasi conversazione.
 
 
Il campo di papaveri dietro casa sua era davvero enorme; da bambina a fine maggio amava perdersi in quel mare vermiglio. Era così  insolito, ribelle in certo senso; le dava l’impressione che le emozioni tingessero la superficie del pianeta che impotente le accoglieva.
Quel pomeriggio, dopo anni ed anni, dopo che tutto era cambiato si era ritrovata lì a sfiorare con le mani quei fiori così delicati ma così forti; stava pensando a come le cose, le persone, cambiassero al contrario dei luoghi. Gusci che contenevano ricordi di esseri umani spariti, periti, che hanno amato, sofferto.
“Anche tua madre amava stare qui” le disse Hiashi sorridente; Hinata si voltò sorrise mesta e guardò ancora avanti.
“La sento qui con me, padre” ammise la donna, guardando diritto trattenendo le lacrime.
“Non è mai andata via” le disse, girandosi.
“HINA!”urlò Naruto raggiungendola; fece prima un saluto rispettoso a suo padre e si diresse velocemente verso la donna, stringendola con amore.
Naruto la trovò ancora un volta meravigliosa e mentre lo guardava sorridente e rosse per l’imbarazzo esclamò: “ Hina! Il tuo volto è come questo campo di papaveri!”.
 
 
 
 
Allora, vi ringrazio davvero tanto. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, ci avviciniamo al momento cult, il matrimonio che sarà trattato nella prossima shot.. un bacio!

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Capitolo 5
*** #Tremare ***


#tremare

Negli anni antecedenti aveva sempre immaginato quel giorno in tutti i modi possibili ed immaginabili, eppure niente poteva reggere il confronto con la realtà; ormai mancavano poche ore ed Hinata  non riusciva ad essere tranquilla. Era tutto perfetto, ogni ambito della cerimonia era stato curato alla perfezione; il riflesso del suo viso nello specchio non sembrava nemmeno il suo.
Era un’estranea quella donna con gli occhi grandi, la pelle diafana e le labbra rosse? Si toccò leggermente il viso quasi per vedere se in realtà il tutto fosse frutto dei suoi sogni. Il suo viso era lì, immobile e teso come aveva immaginato; quindi era vera fra poco avrebbe sposato  Naruto e sarebbe diventata sua moglie. Il cuore mancò di un battito, nei timpani il suo rumore assordante la fece deglutire; e se non sarebbe stata all’altezza? Se avesse sbagliato? Se non sarebbe stata una brava moglie? In quel momento avrebbe tanto voluto che sua madre fosse lì, certe parole, certe rassicurazioni solo una madre poteva darli, per non parlare di Neji  scomparso da tempo. Si voltò e cercò la foto nella grande cornice commemorativa; il volto in quella foto era congelato ed inespressivo, quanto avrebbe voluto che fosse il contrario. Trattenne le lacrime e si appuntò un grande fiore fra i capelli raccolti; si alzò e si rimirò nello specchio; il suo kimono era uno dei più belli che aveva mai visto durante gli anni della sua vita. L’obi la fasciava in modo perfetto slanciandola ancor di più; sospirò e davvero non riusciva a capacitarsi del suo aspetto sperando che Naruto avrebbe apprezzato.
Fece un respiro profondo ed avanzò verso la grande stanza adiacente dove Naruto la stava aspettando; si scoprì tremante ed impaurita come non mai. Aprì la porta e lo vide fermo di fronte alla vetrata; era avvolto dal tradizionale kimono scuro e guardava rapito il volto di suo padre scolpito nella pietra. Poteva ben capirlo, quel giorno c’erano molti posti vacanti; i suoi genitori, il suo più caro maestro e sua madre; la guerra aveva in modo egoistico e prepotentemente strappato ogni affetto più caro ad ognuno. Ma quel giorno era una nuova alba, un nuovo risveglio un nuovo inizio; avanzò e lui si girò. Lo vide strabuzzare gli occhi sorpreso mentre cercava le parole adatte.
“Sei bellissima” farfugliò guardandola intensamente; lo stomaco di Hinata fece una capriola all’indietro.
Si avvicinò e si mise di lato guardando anche lei il volto di Minato Namikaze; avrebbe tanto voluto conoscerlo e ringraziarlo per avergli donato Naruto.
“Sono un po’ nervoso ma penso sia normale” esclamo sorridente grattandosi la testa.
Hinata sorrise imbarazzata e rispose: ”Anche io”; lo guardò e pensò che davvero Naruto fosse cambiato, era diventato molto più alto ed aveva tagliato i capelli. Quasi rise di quel giorno, avevano infatti passato ore intere prima di scegliere quel taglio e poi alla fine ce l’avevano fatta; Hinata  respirò ancora una volta, tremava.
Naruto la guardò interrogativo dicendo:” Tremi?”.
Hinata annuì e lui allungò la mano e con fare dolce strinse la sua per fargli capire che lui era lì  con lei e che anche lui sentiva il cuore battere forte; lui sarebbe stato sempre lì, assieme a lei per sempre.
Bussarono alla porta e i due  si voltarono all’improvviso, era Hanabi che con la foto di Neji e suo padre era venuta per avvertirli dell’inizio della cerimonia; la sorella guardò Hinata emozionata per la sua bellezza, mentre il padre commosso in quel momento si rese conto che sua figlia era diventata una donna.
Naruto sorrise e strinse la sua mano mormorando:”Ci siamo, andiamo?”; Hinata annuì e aprendo la porta fu trascinata da Naruto nel grande spazio adibito per la celebrazione. Non avrebbe mai scordato quel giorno, i petali di ciliegio cadevano come se fossero neve e mentre raggiungevano l’officiante furono ricoperti dagli applausi e dai saluti di tutte le persone che amavano. Salirono sul piccolo podio, guardandosi sempre intensamente e con fare impacciato eseguirono la cerimonia tipica bevendo nelle tazze apposite; quando l'uomo con voce solida annunciò la loro unione fu un tripudio di suoni, voci e colori. Ma tutto era vano, tutto era obsoleto in quel momento tranne che loro; Naruto si avvicinò e la strinse forte prima di accingere le sue labbra a quelle di Hinata. Lei ricambiò il bacio stringendosi poco dopo fra le sue braccia commossa; Naruto la strinse ancora di più sussurrando: “ Ti adoro”.
Dopo la cerimonia fu allestito un piccolo ricevimento e Naruto fra strappato dalle sue braccia dai ragazzi; Hinata rimase lì a guardarlo ridere con il cuore ricolmo di gioia.
“Hinata!Congratulazioni!” urlò Ino abbracciandola  con affetto; lei socchiuse gli occhi sorridente.
“Hinata sono così felice per voi” affermò Sakura con uno sguardo così radioso che la stessa Hinata arrossì violentemente.
Così la festa iniziò, fra canti balli e risate; le ragazze monopolizzarono Hinata che cercava in tutti di ricongiungersi con Naruto che a sua volta era stato quasi rapito dagli amici; Hinata sorrise di fronte a tutto quell’affetto smisurato. Fu adorabile vedere come le sue amiche provassero in tutti i modi a farla divertire; Ino era brilla, Sakura  rideva a crepapelle nascondendo un velo di tristezza di fronte all’assenza di Sasuke, Ten Ten ballava sul posto.
Quando fu il momento di tagliare la torta un ronzio di flash accecanti li investì; poco dopo Choji aveva deciso che la torta sarebbe stata tutta sua e quasi li travolse nell’atto di assaggiarla. Fu solo tramite Shikamaru che non andò persa, saldamente lo trascinò via assieme a Temari ed Hinata fu felice della loro unione. Dopo tanto dolore, finalmente un po’  di amore nel mondo.
Furono poco dopo di nuovo rapiti dagli amici e Hanabi, aveva iniziato a parlare senza pudore dei doveri di una sposa; Hinata arrossì ancor di più mentre provava a sgridarla senza riuscirci. Quella ragazza era un vero e proprio fiume in piena e lei non era mai riuscita nell’intento di arginarla; con passo malfermo si diresse verso un lato dello spiazzo poco affollato.
Sospirò.
“Perché scappi?” chiese una voce profonda alle sue spalle facendola sobbalzare; aguzzò la vista redendosi conto che quella grande sagoma apparteneva a suo marito.
“Stavo soffocando” gli disse sorridendo mesta.
Naruto si avvicinò guardandola dolce e stringendola piano; il suo cuore batteva all’impazzata mentre l’odore di Naruto le investì in pieno. Era sakè, menta e passione forse; la stessa passione che vide irradiare il suo sguardo.
“Che ne dici se scappiamo da tutti quanti?” chiese ad un tratto.
Hinata si voltò di scatto guardando i parenti e gli amici con un sorriso, però il suo cuore desiderava molto altro.
“Andiamo” gli disse rossa in viso.
Naruto rise, evocò uno dei suoi cloni per fari si che gli altri fossero avvertiti e con un gesto rapido la prese fra le braccia saltando via da quel luogo.
“Qui inizia la nostra nuova vita, Hina” le disse mentre il vento le aveva ormai distrutta i capelli facendoli ricadere morbidi sulle spalle; si sentiva tesa, impauriti ma con il cuore ricolmo di amore. Di quella notte non ricorda molto, forse la porta della loro nuova casa che veniva spalancata e forse lo shock di fronte alla nuova forma di intimità che avevano stabilito. Ma di una cosa era certa, quando i loro due copri diventarono uno seppe che l’amore poteva essere in ogni e si disse fra sé, mentre suo marito la riempiva di baci, che ne era valsa la pena lottare così tanto.
“Ti amo” gli sussurrò.
“Anche io Hina, anche io” biascicò Naruto mentre con un braccio le cingeva il corpo nudo appena amato ed adorato.
 
Continua…
 
 
Grazie mille a tutti voi che leggete e recensite! Alla prossima!
 

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