Stronger.

di fulmineo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Call. ***
Capitolo 2: *** Bad Conditions. ***
Capitolo 3: *** Fights. ***
Capitolo 4: *** Chiudere. ***
Capitolo 5: *** Rifiuto. ***
Capitolo 6: *** Segni Indelebili. ***
Capitolo 7: *** Dimessa! ***
Capitolo 8: *** Io so... ***
Capitolo 9: *** No Debts. ***
Capitolo 10: *** Anche Da Lontano. ***
Capitolo 11: *** After Two Years... ***
Capitolo 12: *** Finalmente a casa. ***
Capitolo 13: *** L'offerta. ***
Capitolo 14: *** After a long time... ***
Capitolo 15: *** Slowly. ***
Capitolo 16: *** Spazio. ***
Capitolo 17: *** Il Motivo. ***
Capitolo 18: *** Coccole. ***
Capitolo 19: *** A Testa Alta. ***
Capitolo 20: *** Together. ***



Capitolo 1
*** The Call. ***


Era una tranquilla giornata a LA e, in una casa a Venice Beach, i coniugi Eliza e Jeremiah Danvers stavano aiutando la figlia maggiore Alex col trasloco e, mentre mettevano le sue cose negli scatoloni, trovarono due album di foto. Gli occhi dei due si riempirono di lacrime.

Li avevano comprati per le loro due figlie e vi erano state messe foto di loro fin da quando erano piccole.

Solo che, mentre Alex era riuscita a tornare a casa dal fronte, Kara, di tre anni più giovane, non aveva avuto questa fortuna.

Non era tornata da una missione e, dopo diversi tentativi di ricerca falliti, era stata dichiarata dispersa in azione e non si sapeva più nulla di lei da due anni.

I loro pensieri furono interrotti dall'arrivo di Alex e di Andrea Rojas, la sua compagna "Mamma, papà!" Li chiamò, fermandosi quando arrivó in soggiorno e li vide con gli album in mano, così si avvicinò pian piano.

"Eravate così belle e spensierate..."

"Non smetterà mai, di mancarmi." Se ne uscì Eliza.

Andrea chinò il capo, sapendo quanto la famiglia soffrisse, mentre Alex si sedette tra i genitori "Manca a tutti."

"Eppure io... Io non ho perso la speranza!" Disse la donna "La mia bambina era un soldato eccezionale, non sarebbe mai caduta in un'imboscata..."

"Tesoro..." Tentò Jeremiah "Nessuno ha perso la speranza."

"È vero." Avanzó Alex "Sara e Zari non si danno pace, Laurel rischia di impazzire ogni volta che ci pensa perché si dà la colpa per quanto accaduto... Eppure i loro gruppi e quello di Kate non sono riusciti a trovarla..."

Poi il telefono squilló ed Alex andò a rispondere, lasciando Andrea coi suoi genitori, intenti a guardare le foto sui due album, finché la loro attenzione non fu per qualcosa che andò in frantumi e, preoccupati, raggiunsero la cucina.

Lì Alex aveva appena riattaccato il telefono e tremava "Alex... Amore..."

La rossa si voltò piano e alzò lo sguardo, incontrando gli occhi dei genitori e della compagna "Cos'è successo? Chi era?"

"Era... E-Era la Marina..."

A quelle parole, i cuori dei tre si fermarono "La Marina?"

"Si... Il Generale Kaplan, da Washington..."

"Perché ha chiamato?"

Alex deglutí e cercò il coraggio per parlare "Ha detto che... C-Che Kara è stata ritrovata... E... Ed è viva..."

A quelle parole, Eliza lasciò che le emozioni prendessero il sopravvento e cadde in ginocchio, in lacrime, con Jeremiah che la strinse a sé "La mia bambina..." Riuscì a dire la donna, tra le lacrime "L-Lo sapevo..."

"Hanno detto altro?" Chiese Jeremiah, mentre Andrea abbracciò Alex.

"Attualmente è in volo per raggiungere l'ospedale qui a Los Angeles e stanno arrivando dei funzionari della Marina per accertarsi che sia davvero lei..."

"Dobbiamo andare! E... E avvisare le altre... Noi..."

"Le chiamo io." Offrí Alex, che cercava di calmarsi "Iniziate ad andare avanti... Io... Io voglio prendere un suo pigiama... Le potrebbe servire..."

"Certo, va bene... Allora noi andiamo." Rispose Jeremiah.

Eliza si mise in piedi e cercò di farsi forza, perché chissà quanta ne sarebbe servita a Kara, soprattutto perché nessuno sapeva in che condizioni versava, dopo due anni in cui era stata sottoposta a chissà cosa.

I due coniugi presero e uscirono di casa, salendo sulla loro auto, diretti in ospedale, pronti a rivedere la loro amata figlia dopo due lunghi anni.

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Capitolo 2
*** Bad Conditions. ***


I coniugi Danvers arrivarono in ospedale e lì trovarono tre soldati, che si avvicinarono loro, esibendo poi il saluto militare "I signori Danvers?"

"Siamo noi."

"Sono il Colonnello Jorg Broyce." Si presentò, stringendo loro la mano, proprio nell'attimo in cui arrivavano Alex, Andrea e le amiche.

"Nostra figlia... Quali sono le sue condizioni?"

"Terribili, per quel che ne sappiamo. Ma qui ci è stata garantita la migliore assistenza per lei... Posso dirvi che è stata eroica, salvando il suo battaglione. Questi sono i Sergenti Maggiori Clarke e Chalowski, erano suoi compagni d'armi."

I due ragazzi avanzarono e raccontarono al gruppetto di come Kara fosse stata catturata dai ribelli, dopo aver messo tutti i suoi sottoposti in salvo.

Poi l'altogradato rispose al telefono, riattaccando dopo pochi secondi "Ci sono problemi, Colonnello?"

"Nessuno... Sono qui. Andiamo!" Rispose l'uomo, autorevole e, seguito dal gruppetto, presero due ascensori e raggiunsero il tetto, ove già vi erano dei Chirurghi in attesa di Kara e, in lontananza, il rumore delle pale di un elicottero militare che, presto, divenne più nitido.

Finché non atterró.

I medici si avvicinarono ai due Chirurghi militari che erano scesi, tirando giù delicatamente la lettiga, sulla quale una Kara irriconoscibile era distesa e immobilizzata per via del trasporto.

Quando passarono davanti ai nostri, la visione di Kara provocò un forte senso di nausea in tutti.

Puzzava, era sporca, ferita e parecchio magra, con tutte le ossa ben visibili e sembrava tenuta insieme solo dalla pelle.

"Povera la mia piccola..."

Fu Laurel Lance a muoversi subito per seguire i medici, gli altri dopo di lei "Laurel, aspettami." Tentò Dinah Drake, la sua ragazza, ma l'Alpha dai corti capelli biondi non parve nemmeno sentirla.

I medici corsero a portare Kara a fare tutte le analisi necessarie, nel limite delle sue condizioni, mentre un paio di infermiere rimasero accanto al gruppetto, visto che Eliza, Jeremiah, Alex, Amaya Jiwe e Winn Schott si erano sentiti male, nel vedere in che condizioni versava.

"Qui non potete entrare." Disse uno dei medici, fermando Laurel e Dinah.

La bionda si limitò a stringere i pugni e Dinah le carezzava le spalle "Non fatela morire."

"Faremo il possibile."

L'uomo andò e Laurel chinò il capo, con Dinah che riuscì a farla sedere accanto a sé "Starà bene..."

"Lo spero."

"Chiamo Lena... Nessuno le ha detto niente."

"No!" Ribadí secca la bionda, regalando uno sguardo duro alla castana "No."

"Lei deve sapere..."

"Quella non lo merita."

"Invece si... Perché se fosse successo a te, io lo vorrei sapere."

"Se fosse capitato a me, ma tu ti fossi comportata come lei, di certo io non avrei più voluto vederti!"

Dinah sgranó gli occhi e se ne andò, col telefono in mano, lasciando Laurel con Sara "Ehi... Smettila di fare la stronza con lei! Continui a farla soffrire per niente."

"Le ho solo risposto."

"Adesso Kara è qui e vedrai che starà bene... Quindi spero che la vera Laurel ritorni o perderai Dinah!"

Sara si alzò e Laurel la guardò, stringendo le braccia attorno al corpo, come se a farsi forza, finché delle dolci carezze non le fecero alzare lo sguardo e vide Eliza che le sorrideva.

Lei, nonostante tutto ciò che si portava dentro, non aveva mai smesso di essere gentile con lei, ma le stava accanto, cercando di farle capire che lei non aveva colpe per quanto accaduto a Kara.

Rimasero poi seduti tutti vicini, con Dinah che prese posto accanto ad Ava Sharpe, la ragazza di Sara, visto che Laurel non la guardava nemmeno.

Ed aspettarono, tutti insieme.

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Capitolo 3
*** Fights. ***


Il gruppetto attendeva notizie su Kara, ciascuno raccolto nel proprio dolore e, finalmente, dopo ben tredici ore, uno dei Chirurghi apparve sul ciglio della porta.

"Come sta nostra figlia??" Chiese subito Eliza, alzandosi in piedi.

L'uomo tolse la cuffietta e prese un respiro profondo "Innanzitutto, con tutta la delicatezza possibile, l'abbiamo lavata ed igienizzata..."

"Si, immaginavo... Ma sta bene?"

"Abbiamo sistemato la frattura al braccio e fermato l'emorragia interna... Per fortuna era recente, altrimenti non avrebbe avuto scampo." Disse l'uomo "Le prossime ore saranno decisive."

"Possiamo vederla?" Chiese Jeremiah.

Il Chirurgo si limitò ad annuire e condusse il gruppetto alla stanza in cui Kara era distesa, attaccata a diversi macchinari "Mi scusi, ha un sondino per l'alimentazione?" Tentò Kelly Olsen, a braccetto del fratello James.

"Si, perché è da molto che non mangia cibo vero e l'alimentazione dovrà avvenire in modo graduale..."

Tutti annuirono, con Laurel che entrò nella stanza, dopo aver messo guanti e mascherina, visto che Kara aveva le difese immunitarie basse.

"Amica mia... Sono così felice di riaverti a casa..." Sussurró, carezzandole il braccio sinistro "Ora combatti e sopravvivi, così saremo ancora insieme. Mi è mancato tutto, di te... Mi sono sentita sola come mai in vita mia..."

A quelle parole, Dinah chinò il capo, perché lei c'era sempre stata, per Laurel, pur sapendo che lei si dava la colpa per quanto successo a Kara, visto che quella missione era destinata a lei e al suo battaglione, ma erano rimasti bloccati al sito della loro missione a causa di una tempesta di sabbia.

Laurel lasciò poi il posto ad Eliza e Jeremiah e, dopo aver dato un bacio sulla fronte a Kara, se ne andò, assieme a Dinah.

"Pensavo che saresti rimasta più a lungo..."

"Volevo restare, ma noi dobbiamo fare la spesa... Tornerò domani, perché oggi non si sveglierà di certo."

"Davvero ti sei sentita sola?"

"Non lo puoi nemmeno immaginare."

"Io ci sono sempre stata..."

"Non è lo stesso. E... Io so cose, su di te, che ora preferisco non dire..."

"In che senso?"

"Ogni cosa a suo tempo." Rispose la bionda, serrando la mascella e indurendo lo sguardo, con Dinah che non le chiese più nulla dopo aver notato l'espressione dell'Alpha.

Fuori dall'ospedale, le due incontrarono Lena Luthor "Ciao... È... È vero? Kara è stata trovata?"

"Si, ma tu non andrai a vederla." Ringhió Laurel "Con quale coraggio ti presenti qui??"

"Perché lei è..."

"Non hai alcun diritto di vederla, dopo ciò che hai fatto! Quindi vattene, prima che ti faccia del male."

Il minaccioso sibilo spaventó la mora, che deglutí e tornò sui suoi passi, risalendo sulla sua limousine e l'autista guidò verso un'altra direzione.

"Non avresti dovuto..."

"Come ti ho già detto, lei non merita di vederla!"

"Sei stata egoista..."

"Tu dovresti pensare ai fatti tuoi."

"Sembri più innamorata di lei, piuttosto che di me."

"Lei è la mia migliore amica! È mia sorella. Le voglio molto bene e spero tu capisca perché tengo più a lei che a te." Ammise, fissandola.

"Finalmente l'hai ammesso..."

"Almeno io ho avuto il coraggio di ammetterlo. Sono stata onesta, come sempre! Al contrario tuo..."

"Al contrario mio?"

"Quando sarò pronta, ti dirò tutto, non preoccuparti."

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Capitolo 4
*** Chiudere. ***


Passarono tre giorni e Kara, oltre ad essersi svegliata, continuava ad essere stabile, con la sua famiglia e Laurel che le stavano sempre accanto.

La ragazza, nonostante le pessime condizioni, parlava un pochino e ascoltava, motivo per cui Laurel le aveva detto che Lena non l'aveva aspettata, mettendosi con un riccone come lei, Jack Spheer.

E, a seguito di questo, Kara aveva fatto capire a medici ed infermiere di respingere Lena, in caso fosse venuta a trovarla.

Laurel, nell'andare in ospedale, vide qualcosa che la lasciò indifferente e scattò una fotografia poi, visto che il semaforo era divenuto verde, fece rombare la moto e partí.

Arrivò in ospedale con un'espressione piuttosto dura e Kara la notò "E-Ehi... Stai bene?" Chiese, con un filo di voce, sempre roca, lontana da quella dolce e calma che le apparteneva.

"Ho intenzione di chiudere... Adesso ho le prove. Guarda!" Disse, mostrandole la foto e Kara le sfioró con fatica le dita.

"M-Mi dispiace..."

"Non è colpa tua." Rispose, sedendosi "Hai sete? Vuoi bere?"

Infatti alla bionda potevano essere somministrati liquidi, ma solo con l'ausilio di una cannuccia.

Arrivò poi Alex, assieme ad Andrea "Ehi... Come stai oggi?" Le chiese la rossa, carezzandole i capelli biondi e dandole un bacio sulla fronte.

"Bene... S-Sai quando mi dimettono?"

"È ancora presto, le tue condizioni non sono delle migliori... Anche se sei stabile, ti terranno qui ancora un po'."

A Kara non parve piacere la risposta e mise il broncio, facendo sorridere Andrea "E... E il cucciolo o... Cucciola?"

"Non vogliamo sapere il sesso... Sarà amato o amata a prescindere!"

L'Alpha sorrise un poco, poi Laurel si alzò e prese il casco "Devo andare al lavoro... Ci vediamo domani. Stammi bene e combatti!"

Kara riuscì ad alzare appena la mano per chiuderla a pugno e toccare quello di Laurel "S-Se ti va, puoi a-andare a casa mia..."

Alex e Andrea non capivano, ma Laurel annuì "Lo farò... Grazie!"

Detto questo se ne andò e, uscita dall'ospedale, raggiunse il posteggio in cui aveva lasciato la moto, la accese e indossó il casco, partendo a tutto gas.

Le servirono venti minuti buoni per arrivare a casa e, una volta lì, lasciò la moto nel parcheggio ed entrò nello stabile, prese l'ascensore e, una volta aperta la porta, entrò e la chiuse alle sue spalle.

Si mise al pc dopo averlo acceso e collegó il cellulare col cavo, mandando in stampa una certa foto e la lasciò sul tavolo assieme ad un biglietto.

Andò a farsi una doccia veloce e, dopo essersi vestita, prese un borsone e lo zaino da campeggio, mettendovi dentro tutte le sue cose, dai vestiti agli oggetti personali e lasciò l'appartamento, mettendo la chiave sotto lo zerbino.

Aveva deciso e difficilmente sarebbe tornata indietro, ora era troppo arrabbiata e delusa.

Stare con Kara e darle una mano extra era la cosa più giusta da fare.

Dinah tornò a casa verso le otto e guardò subito se c'era Laurel, ma si ricordó del suo turno al lavoro e poi notò il biglietto e, soprattutto la foto.

Non credette ai suoi occhi, quando vide la foto che la ritraeva insieme a Vincent Sobel, un suo compagno di università, mentre prendevano un caffè al bar poco distante dal complesso scolastico.

E la lettura del biglietto la fece cadere in ginocchio, in lacrime, disperata.

Laurel l'aveva lasciata ed era andata via.

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Capitolo 5
*** Rifiuto. ***


Il giorno dopo, Laurel arrivó in ospedale alle otto, trovando Kara sveglia e si sedette sulla sedia accanto al lettino, dopo aver posato qualcosa sul comodino.

"Come ti senti oggi?"

"Meglio... Tu?"

"Ho stampato la foto, ho scritto una lettera e così ho mollato Dinah... Poi, prima di andare al lavoro, ho portato le mie cose a casa tua."

"O-Ora nostra..." Rispose, mettendosi una mano sul petto.

Laurel si avvicinò all'amica "Ti senti male?"

"Io... Fatico a respirare..."

L'altra bionda corse subito fuori a cercare un medico, proprio nell'attimo in cui arrivavano i Danvers "Fatemi spazio!" Disse un medico, arrivando con due infermiere e i tre vennero fatti uscire.

Fuori, in sala d'aspetto, i nostri videro che i medici avevano preso il lettino su cui stava Kara per portarla chissà dove "Dove la portate?"

"A fare una lastra ai polmoni!" Rispose in fretta un'infermiera.

Jeremiah tornò a sedersi e Laurel strinse i pugni, con Eliza che le carezzava la schiena "Ieri hai lavorato... Vai a mangiare qualcosa, se abbiamo notizie ti chiamo."

Allora Laurel, a malincuore, se ne andò e, una volta al bar del pianterreno, vide Dinah che, avendola notata a sua volta, le si avvicinò "Ciao..." Tentò la castana.

"Cosa vuoi? Non hai nulla da fare col tuo amichetto?"

"Quindi... Mi hai lasciata davvero?"

"Ti pareva uno scherzo? Ho scritto in modo poco chiaro?"

"Cosa potevo fare? Tu non c'eri mai... Io mi sentivo sola!"

"E io allora??" Ribadí la bionda, sospirando poi "Senti... Stai meglio con lui? Ok! Vattene via e smettila di cercarmi, non voglio più vederti."

La bionda pagó una lattina di Cola e se ne andò, senza guardare la castana, che si era messa a piangere, perché Laurel l'aveva rifiutata anche guardandola in faccia, non solo tramite una lettera.

La ragazza ritornò appena in tempo dai Danvers, visto che un medico si era avvicinato loro "Come sta nostra figlia?" Chiese Eliza.

"Ha liquido in entrambi i polmoni... Le abbiamo messo una maschera per l'ossigeno e le somministreremo antibiotici endovena... Speriamo in un miglioramento."

"Capisco... Grazie..."

"Possiamo vederla?"

"Ma certo... Però non può parlare..."

I tre annuirono e vennero raggiunti da Dinah, che voleva comunque sapere come stesse Kara "È successo qualcosa?" Chiese.

Laurel non la guardò nemmeno, mentre i due coniugi, notato il comportamento dell'Alpha, le spiegarono quanto accaduto a Kara. Jeremiah, invece, entrò da Laurel "È successo qualcosa con Dinah?"

"Ho scoperto che frequenta un altro e l'ho mollata."

L'uomo non chiese altro, visto che Eliza e Dinah stessa entrarono nella stanza, con l'ultima che si avvicinò a Laurel che, invece, si scostó da lei.

Kara aprì poi gli occhi "Tesoro..."

"Non parlare... Hai del liquido nei polmoni..."

Gli occhi bellissimi di Kara si riempirono di lacrime e proprio Laurel le si avvicinò, carezzandole i capelli, anticipando Eliza "Non piangere, ok? Ci sono io, con te... Ti aiuterò in ogni cosa. Voglio ripagare in parte il mio enorme debito, restituendoti quella vita che tu salvasti..."

"Lei ti ha salvata?" Chiese Dinah che, ovviamente, non lo sapeva, come non lo sapevano i Danvers.

Laurel non le rispose e si limitava a carezzare i capelli di Kara, che la guardava "Farò anche l'impossibile, te lo prometto! Sei parte di me, sei come una sorella e non ti lascerò mai."

A quelle parole, Dinah chinò il capo, salutò e se ne andò, sentendosi nuovamente rifiutata.

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Capitolo 6
*** Segni Indelebili. ***


Passarono dieci giorni e Kara, grazie alle cure assidue ed alla bravura dei medici, guarí e, pian piano, si rimetteva in sesto.

Inoltre, dalla settimana successiva, avrebbe potuto iniziare a mangiare mousse di frutta e omogeneizzati.

"Ciao!" La salutó Laurel, arrivando con Andrea.

"Ehi..." Rispose piano la bionda.

Andrea si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte "Da parte di Alex. Si scusa, ma è molto presa col lavoro..."

"Non è f-facile... Essere in Polizia..."

La castana sorrise "Vero! Tu stai meglio?"

"Si... Ma... Non so come s-spiegare... Mi manca qualcosa..."

Andrea e Laurel si guardarono in faccia, non sapendo a cosa potesse riferirsi Kara "Parli del cibo?" Chiese la bionda, sedendosi sul lettino "Se ben ricordo, sei sempre stata una buona forchetta!"

Kara non aveva nemmeno la forza di mettere il broncio, tuttavia scosse il capo "No... Non è quello..."

"Scusatemi." Intervenne un'infermiera, entrando col medico di Kara, la dottoressa Pfeiffer "La paziente deve essere visitata..."

"Ma certo... Ci vediamo dopo." Disse Laurel, carezzando i capelli dell'amica.

"Io vado a casa... Spero di tornare più tardi o domani con Alex e i tuoi genitori." Avanzó Andrea, dandole un bacio sulla fronte.

L'Alpha sorrise loro e le salutò, quindi l'infermiera cambiò la flebo e svuotó il catetere, lasciando poi alla dottoressa il compito di visitarla "Allora, Kara, come andiamo oggi?"

"Come gli altri giorni... Ma credo d-di avvertire un senso di vuoto... M-Mi manca qualcosa..."

"La sensazione di vuoto potrebbe essere la mancanza di cibo vero nello stomaco... Purtroppo è ancora troppo presto per mangiare e bere in modo normale..."

Kara scosse appena il capo "No... Lo diceva anche l-la mia amica Laurel m-ma non è questo..."

"Posso consigliare di parlare con uno psicologo... Ciò che hai passato..."

"Non mi serve l-lo psicologo, ho la mia famiglia e i miei amici..."

"Ok. Allora spero ti riprenderai totalmente! Fisicamente ti stai riprendendo, anche se è ancora lunga..."

Kara annuì "Va bene... Ho sonno..."

"La lascio riposare."

La dottoressa uscì dalla stanza e Kara chiuse gli occhi, provando ad appisolarsi, visto che Laurel era andata di certo ad accompagnare a casa Andrea.

Non fu difficile per la bionda trovare il sonno e presto si addormentò. Ma, nel mentre, qualcuno entrò nella stanza della bionda.

Dinah e Winn avevano accompagnato lì Lena e proprio costei era entrata nella stanza e subito gli occhi le si riempirono di lacrime nel vedere la bionda Alpha e le condizioni in cui ancora versava, visto che era ancora pelle e ossa.

La mora Omega si avvicinó, con le mani sul viso e poi le accarezzó la spalla destra e scese sul braccio, arrivando alla mano, tanto sapeva che la bionda aveva il sonno pesante.

"Sono così felice di vedere che sei viva..." Singhiozzó, incapace di trattenere le lacrime "Sai... Non puoi sentirmi perché hai il sonno pesante, ma sappi che non ho mai permesso a Jack di toccarmi, per evitare che cancellasse le carezze che e i baci che ci siamo scambiate prima della tua partenza. Sono segni indelebili, simbolo del nostro amore e... E che tu ci creda o meno, non smetterò mai di amarti, Kara."

Detto questo, la mora Omega si avvicinò e le posó un lieve bacio sulle fresche labbra dell'Alpha.

Poi Lena uscì e se ne andò con Dinah e Winn, con la prima che non smetteva di pensare a Laurel, sebbene questa non volesse più saperne di lei.

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Capitolo 7
*** Dimessa! ***


Dopo una settimana, la dottoressa Pfeiffer visitò Kara e sorrise, piuttosto soddisfatta per le condizioni in cui versava.

"Allora? Come sta?" Chiese Jeremiah, che era lì assieme ad Alex.

"Meglio!" Sorrise la donna "Certo, è ancora molto magra e debole, ma col tempo migliorerà! Sul piano chirurgico sta bene, quindi posso dimetterla oggi stesso."

Kara non credette alle sue orecchie "Io... Io andrò a casa?"

"Si! Ti darò delle medicine, inoltre puoi mangiare mousse di frutta e omogeneizzati... Da bere solo acqua naturale e thè."

"Certo... Va bene. Grazie!"

La donna sui quarant'anni sorrise e annuì, quindi firmó e consegnó il foglio di dimissioni assieme alle ricette degli antidolorifici e le stampelle.

Poi la dottoressa li salutó tutti con una stretta di mano, lasciandoli soli, così Alex e Jeremiah aiutarono Kara a vestirsi, con la bionda che, ovviamente, faceva un po' di fatica.

Ci vollero venti minuti, prima che Kara fosse pronta "Ce la fai, tesoro?"

"No... Non credo..." Tentò la bionda che, nonostante fosse un'Alpha, era in grado di mettere da parte l'orgoglio "Ma voglio provarci..."

Jeremiah annuí e, così come fece Alex, rimase accanto alla bionda, tenendo il suo borsone, pronto a sostenerla in caso di bisogno, ma l'aiuto non serví finché, usciti dall'ascensore, Kara non si poggió al muro, col fiatone.

"Vieni, dai le stampelle a papà e appoggiati a me..." Offrí Alex e Kara obbedí, accettando l'aiuto della sorella che, una volta arrivate all'auto, aprí la portiera per Kara e la richiuse poi.

Il tragitto verso casa della bionda fu piuttosto tranquillo e, a destinazione, Alex aiutò nuovamente Kara e, una volta entrata nella sua dimora, venne accolta dagli applausi della madre, di sua zia Astra, la sua compagna Cat Grant e i suoi amici.

"Benvenuta a casa!" Disse Laurel, abbracciandola.

Kara corrispose l'abbraccio "Grazie per aver curato la casa..."

"Di nulla!"

Poi fu il turno di Maggie Sawyer di abbracciare Kara e dopo anche Kelly, James, Winn, Brainy, Nia, Mon-El e Imra, mentre Sara e Zari le riservarono una stretta di mano vigorosa, così come fecero Ray, Nate, Snart e Mick, con le sole Andrea, Ava, Amaya e Nora che le diedero un bacio sulla guancia.

"Grazie... Per essere qui..." Disse Kara, un po' commossa.

Poi qualcuno suonò il campanello e fu Sara ad aprire, trovandosi davanti Dinah "Ciao... C'è Laurel?"

"Te la chiamo."

La ragazza in questione apparve sul ciglio della porta e lo sguardo si fece subito duro nel vedere la castana "Che cosa vuoi?"

"C'è una festa..."

"Si, ma non sei stata invitata! Perché sei qui?"

"Io... Ecco... Puoi uscire un attimo?"

Laurel uscì e chiuse la porta "Ebbene?"

"Io... Io sono incinta di due settimane..."

"Non è mio, mi dispiace! Vai dal tuo ragazzo e dagli la bella notizia."

"Io e Vinny non facciamo nulla! Anzi, tu hai frainteso tutto... Lui è un caro amico che è nel mio stesso corso all'Università ed eravamo a bere qualcosa perché gli ho dato la notizia!" Ammise la castana.

"Voglio il test del DNA."

"Non... Non ti fidi di me fino a questo punto?"

"Esatto. E sia chiaro... Se il bambino fosse mio, torno solo per lui!"

"OK, ma... Sappi che io ti amo, Laurel. Non ho mai smesso di amarti, anche se tu hai sempre pensato a Kara..."

"È la mia migliore amica! E non dovresti nemmeno parlare, visto che hai detto di essere incinta prima al tuo cosiddetto amico e non a me."

"Ma..."

"Prendi appuntamento per il test del DNA e fammi sapere quando sarà. Ci vediamo!" Disse, ritornando in casa, lasciando Dinah di stucco.

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Capitolo 8
*** Io so... ***


Il giorno seguente, alle undici del mattino, qualcuno suonò alla porta della casa di Kara e fu proprio costei, un po' a fatica, ad aprire.

"Ciao... C'è Laurel?" Chiese Dinah, con un filo di freddezza, avendo visto che era stata la bionda ad aprirle.

"È ancora al lavoro... Vuoi entrare ed aspettarla?" Domandò la bionda, invece sempre gentile.

"Ok... Grazie..."

Kara annuí e, pian piano, causa stampelle, si spostó, per farla entrare e chiuse la porta "Ti offro un bicchiere d'acqua?"

"No, grazie..."

Allora Kara si sedette e la fissò "Io so che mi dai la colpa di tutto..."

"Laurel te l'ha detto... Ovvio."

"Non serviva. L'ho capito da come mi guardavi le volte che sei venuta in ospedale... È uno sguardo che ho imparato a decifrare."

Dinah chinò il capo, sentendosi molto in colpa, perché non solo Kara l'aveva capito, ma soprattutto perché mai si sarebbe immaginata che le sue condizioni non fossero per niente ottimali, dal fisico ai movimenti.

"Io... Mi dispiace..."

"Tranquilla... Non temere." Sorrise la bionda "Ma dimmi... Secondo te è maschio o femmina?"

Dinah sorrise un poco "Non saprei..."

Poi la porta si aprí ed entrò Laurel, che indurí subito la mascella quando vide Dinah "Perché sei qui?"

"Per il test del DNA... È oggi, alle due."

"Ci vediamo in ospedale."

"Senti..." Intervenne Kara "Perché non vai con lei? Io posso cavarmela..."

"Ti prego, non stare dalla sua parte!"

"Non mi schiero mai, mi conosci... Ma... Ecco... Se io fossi al tuo posto, lo vorrei sapere. E se fossero miei, li amerei incondizionatamente, anche se l'altra madre non mi volesse."

Laurel la guardó un po' e poi sorrise, abbracciandola "Grazie..."

"Tu la ami... Non farti mettere i piedi in testa da quel babbeo." Sussurró Kara e Laurel sorrise.

"Mi conosci bene... Quindi sai che non mollo mai!"

"Lo so... Sei solo testarda!"

"Perdonami, ma spero che tu non abbia il copyright su questo..." Rispose Laurel, mettendo il broncio e Kara se la rise di gusto.

A sorpresa, anche Dinah abbracció Kara, quando Laurel uscì a preparare la macchina "Io... Io non so cosa dire... Mi aiuti nonostante..."

"Non porto mai rancore."

"Grazie..."

"Su... Ora vai..."

"Poi ti faccio sapere..."

Kara annuì e si alzò, a fatica, prese le stampelle e andò verso la porta, per aprirla "Aspetta..."

"Dimmi."

"Tu... Sei ancora in contatto con Lena?" Chiese, con lo sguardo più dolce e preoccupato che potesse esibire, deglutendo, temendo per la risposta della castana.

"Si... Devo dirle qualcosa?"

"No... Solo... Sta bene?"

"Indossa la sua solita maschera..."

A Kara non servirono altre parole, perché sapeva cosa significassero.

Lena non era felice e si era nuovamente chiusa nel suo guscio, fingendo di essere felice e che tutto andasse bene.

"Ho capito... A me basta sapere che sta bene."

"Pensa a te tutti i giorni... Io e Winn l'abbiamo anche accompagnata da te in ospedale, ma stavi dormendo..."

Kara sgranó gli occhi e poi li chiuse "Ringraziala per la visita... E dille di essere felice, anche se le viene impossibile esserlo."

Dinah sorrise appena, perché sembrava proprio che anche Kara non avesse mai smesso di amarla e, nonostante le difficoltà, il loro amore era comunque forte.

"Sono pronta."

"Arrivo..." Sorrise Dinah, fissando poi Kara "Ci vediamo."

"Certo, quando vuoi! La mia porta, per le amiche, è sempre aperta."

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Capitolo 9
*** No Debts. ***


In ospedale, dopo aver mangiato un panino, Laurel e Dinah andarono verso il laboratorio per fare il test del DNA e lì trovarono Sam Arias, loro amica, che le raggiunse.

"Ciao! Siete qui per il test?"

Le due annuirono e Sam le condusse in una stanza e prima fece sistemare Dinah "Farà male?"

"Un po' di fastidio forse, dolore non penso... Ti faccio una piccola anestesia locale."

Dinah si stese sul lettino dopo essersi tolta la maglietta e Sam procedette e Laurel, allora, decise di sedersi al suo fianco e tenerle la mano "Stringi se ti fa male, ok?"

"Ok..." Rispose la castana, con un piccolo sorriso.

Allora Sam procedette e Dinah chiuse gli occhi, sentendo un lieve fastidio "Ecco, ho fatto!"

Sam svuotó il contenuto della siringa in una provetta e scrisse qualcosa su un'etichetta, applicandola, poi cambiò i guanti e prese un'altra siringa "È il mio turno, presumo..."

"Ovvio!" Sorrise la castana Omega "Su, siediti!"

Laurel venne preparata e Sam le fece il prelievo, con la ragazza che svuotó la siringa in un'altra provetta, etichettata "Adesso che succede?"

"Le porto in laboratorio... Saprete il risultato in tre o quattro ore."

"Presto l'effetto dell'anestesia svanirà." Disse Sam e Dinah l'abbracció, ringraziandola.

Le due ragazze poi se ne andarono e si fermarono al bar dell'ospedale "Scusami... Ho fame... Le voglie..."

"Certo, tranquilla."

Dinah prese due croissant e si sedette ad un tavolino "Mi è piaciuto tenerti per mano... Mi mancava molto farlo."

"Se lo dici tu..."

"Credimi..." Disse Dinah, posando le mani su quelle della bionda "Io ti amo e non ti ho mai tradita!"

"Se l'esame dirà che il piccolo o piccola è mio o mia, tornerò a casa, lo prometto.

Ma tu devi smetterla di vedere quel tizio o andrò via e la chiuderò totalmente!"

"Non dubitare mai, del mio amore per te." Se ne uscì la ragazza "Io voglio stare con te e crescere i nostri figli al tuo fianco! Se avessi voluto tradirti credimi, l'avrei fatto fin dall'inizio, senza mettermi con te."

"Va bene." Rispose la bionda, quasi senza interesse "Lo farò per il piccolo o piccola che verrà, per il resto vedremo."

"Ok. Voglio avere fiducia!"

Nel mentre, a casa, Kara era uscita, con un po' di fatica, per fare quattro passi in spiaggia e godersi un po' la sensazione dei raggi del sole sulla pelle quando qualcosa in lontananza attiró la sua attenzione.

Pian piano, aiutata dalle stampelle, si avvicinò e vide che era una cesta, nella quale vi erano due bambini, che piangevano "Oddio..." Disse la bionda, sedendosi piano sulla sabbia bollente, prendendo il cellulare per chiamare Alex "Ehi... S-Sono io... Si, io sto bene m-ma devi venire subito e mandare un'ambulanza... Ho trovato due piccoli abbandonati sulla spiaggia... Ok, ciao."

La rossa arrivò assieme a Maggie Sawyer, sua partner ed ex fidanzata e, con loro, anche un'ambulanza "Kara! Tieni, bevi." Disse, porgendole una bottiglietta d'acqua.

"Io... Ho cercato di fare loro ombra..."

"Certo, ma hai rischiato una forte insolazione!"

"Venga con noi." Se ne uscì un medico dell'ambulanza e Kara, pian piano, aiutata da Alex, che le porse le stampelle, facendola salire sul mezzo, dopo aver caricato i piccoli.

Arrivate in ospedale, al Pronto Soccorso, i due cuccioli vennero attaccati ciascuno ad una flebo per aiutarli a idratarsi e idem Kara "Stai meglio?" Chiese Alex.

"Si... È stata trovata la loro famiglia?"

"Maggie ha scoperto chi sono i genitori, ma i colleghi andati da loro li hanno trovati morti."

"Droga?"

"Si, probabile... Chiameremo i servizi sociali e..."

"No. Non li chiamerete..."

"Cosa? È il protocollo e..."

"No!" Ribadí con più fermezza Kara, mentre arrivava Laurel, chiamata da Maggie "Li adotteró io!"

"Sei impazzita??"

"Le darò una mano io." Avanzó Laurel, decisa "Sarò madre, quindi capisco come possa sentirsi Kara."

"Quindi il piccolo o piccola di Dinah..."

"Si, è mio. O mia."

"Grazie Laurel..."

"Un piccolo passo per ripagare il mio debito..."

"Nessun debito." Disse Kara e Laurel sorrise, stringendole la mano.

Ora c'era solo da trovare un bravo avvocato e affrontare la Corte di Famiglia per l'adozione.

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Capitolo 10
*** Anche Da Lontano. ***


Kara e Laurel passarono due giorni a trovare un bravo legale che aiutasse la prima con l'adozione dei due cuccioli abbandonati, senza mai lasciare i due piccoli.

"Perché non provi con Doreen Patterson?" Tentò Sam.

"E chi sarebbe?"

"Beh, è un avvocato con gli attributi... Me l'ha consigliata la mia vicina..."

"Hai il numero?" Chiese Kara.

"Certo... Tieni."

La bionda prese il biglietto da visita e, aiutata dalle stampelle, lasciò la stanza e raggiungere la sala d'attesa, ove si poteva telefonare.

Invece Laurel fissava Sam "Questa è la Patterson che ha sposato il Consigliere?"

"Si... Esatto..."

"Ne hai parlato con Lena?"

Sam chiuse gli occhi e sospiró "È la mia migliore amica e ci vediamo molto spesso, quando ha un raro momento libero... Mi chiede sempre di Kara e le ho parlato di questo suo desiderio di adottare i cuccioli..."

"Capisco... Beh, almeno fa qualcosa di buono!" Ribadí la bionda, incrociando le braccia.

"So come la pensi, ma..."

"Per me non ha scusanti!" Replicò subito l'Alpha "Doveva lottare per stare con Kara, anche se lei sarebbe stata lontana! Invece si è fatta nuovamente mettere i piedi in testa dalla sua famiglia e ora sta con quel somaro calzato e vestito! Con tutto il rispetto per gli asini."

Sam sorrise un poco "Lei non ha mai smesso, di pensare a Kara... Infatti mi ha subito dato il numero della Patterson e le ha telefonato per chiederle di aiutare Kara."

"Ci sono riuscita! Ho un colloquio con lei... Tra venti minuti..."

"Ti ha dato l'indirizzo?" Chiese Laurel, felice di vedere Kara al settimo cielo.

"Si... È in centro, vicino al Plaza!"

"Allora andiamo o troveremo traffico!"

Kara annuì e, prima di andare con Laurel, ringrazió Sam, che le sorrise.

Uscite dall'ospedale e salite in macchina, Laurel guidó verso il centro, dopo aver messo l'indirizzo nel navigatore e, in una decina di minuti, furono a destinazione.

Trovato il posto, le due Alpha entrarono nel palazzo e chiesero informazioni alla ragazza della reception "Salve! Posso aiutarvi?"

"Si... Cerchiamo l'avvocato Doreen Patterson..."

"Terzo piano, attico sei."

Le due ringraziarono e, pian piano, presero l'ascensore, salendo al piano desiderato e non si stupirono della grandezza del piano, visto che la zona del centro era molto lussuosa.

Trovato l'attico numero sei, le due Alpha bussarono alla porta e ne varcarono la soglia quando ottennero il permesso di entrare "Buongiorno e benvenute! Sono Doreen Patterson."

"Piacere... Io sono Kara Danvers, lei è la mia migliore amica, Laurel Lance."

"La figlia del Detective Lance..."

"Conosce mio padre?"

"Datemi pure del tu." Sorrise gentile la donna "E comunque si, spesso ci siamo incrociati in Tribunale."

Poi le due si accomodarono e Kara iniziò "Io spero che lei possa aiutarmi ad adottare due bambini abbandonati..."

"Raccontami tutto." Disse seria la donna, mentre prendeva appunti.

"Sono maschio e femmina... Li ho trovati abbandonati sulla spiaggia, poco lontani d-da casa mia e..." Si fermò, prendendo un respiro profondo "Mi scusi..."

"Tranquilla. Ho sentito ciò che ti è successo, quindi prendi tutto il tempo che ti serve..."

Kara annuì e, dopo un altro respiro profondo, riprese a parlare "Erano sotto il sole e... E ho chiamato mia sorella Alex, che è una poliziotta, s-sperando di trovare la loro famiglia, ma si è scoperto che i genitori erano morti di overdose..."

"Capisco. Tu hai chiamato subito i soccorsi?"

"Li aveva chiamati mia sorella, io ero esausta e cercavo di fare ombra ai piccoli col mio corpo... E non li ho mai lasciati. Sono sempre stata in ospedale con loro!"

Doreen sorrise "Molto bene! Appena avrò notizie ti chiamo, intanto inoltro subito la pratica alla Corte di Famiglia..."

"Va bene... Scrivo qui il mio numero. E... E non sono sola. Ho la mia famiglia e Laurel... Gli amici..."

"Perfetto!" Sorrise la donna, stringendo la mano a Kara e Laurel, salutandole e congedandole.

Le due giovani, dopo essere entrate in ascensore, non si accorsero di qualcuno che le aveva osservate tutto il tempo.

"Kara..."

"Perché non ti sei fatta avanti?"

Lena aveva gli occhi lucidi "Non lo so... Timore forse... Ma io sono felice di averla vista, anche se da lontano e di sfuggita." Ammise, lasciando libere le lacrime.

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Capitolo 11
*** After Two Years... ***


Le cose si misero bene per Kara, che ottenne l'adozione dei due cuccioli dopo una settimana passata tra ospedale e Corte di Famiglia, sempre seguita dall'avvocato Patterson, una vera regina del Foro.

A Kara fu concessa l'adozione solo dopo aver appurato che i due piccoli non avevano più parenti rimasti in vita e la bionda, ne fu davvero felice.

E la Patterson, una volta vinto l'appello, andò con Kara in ospedale a vedere i due cuccioli, che si stavano pian piano riprendendo "Mi dica... Quanto le devo per tutta l'assistenza legale che mi ha fornito?"

"Nulla. Non deve preoccuparsi, sono già stata pagata!"

Kara, che aveva saputo della pesante parcella che solitamente la donna chiedeva, immaginó solo una persona in grado di pagare quella somma.

"Allora la ringrazio... Per tutto!"

"Di niente! Auguro il meglio a te e ai tuoi piccoli." Disse la donna, prima di andarsene.

La bionda, dal canto suo, quando arrivó Laurel, le andò pian piano incontro "Resteresti qui con loro, per favore? Io d-devo fare una cosa importante..."

L'altra bionda, ovviamente, aveva capito cosa volesse fare Kara "Certo, va bene. Vai tranquilla!"

Allora Kara, pian piano, prese l'ascensore e se ne andò, salendo appena in tempo sull'autobus, che l'avrebbe lasciata vicina a casa.

Una volta scesa alla sua fermata, Kara fece un grande sforzo a camminare per trecento metri e raggiungere casa sua, in riva alla spiaggia, data la temperatura piuttosto importante e, una volta arrivata, si abbandonó sul divano a prendere respiri profondi e cercava di rinfrescarsi, sorseggiando un po' d'acqua.

La ragazza si riposó qualche minuto, poi si alzò, aiutata dalle stampelle, prese qualcosa che stava sopra il mobile accanto alla porta e uscì di casa, chiudendo tutto.

Si incamminó pian piano sulla sabbia calda, quando qualcosa, o meglio, qualcuno, in lontananza, attirò la sua attenzione e si diresse nella sua direzione, non aspettandosi di vedere lì quella persona.

"Kara..."

Il suo nome, sussurrato da una Lena con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime di gioia, non le era mai sembrato tanto bello "Ciao..."

"Ciao... Io... Ehm... Come stai?"

"Meglio... Tu?"

"Io sto bene." Rispose la mora "Mi sei mancata tanto... E non sai quanto!"

"Anche tu mi sei mancata tanto! Quando ero prigioniera, il tuo ricordo mi ha tenuta in vita..."

Lena sorrise un poco "Anche il pensare a te mi ha aiutata e mi sta aiutando con la mia vita..."

Kara chinò il capo poi, di scatto, prese Lena per il polso destro e la tirò a sé, stringendola tra le sue forti braccia, nonostante fosse ancora gracile e debole "Grazie... Grazie per avermi aiutata con l'adozione. È andata molto bene... Shane e Luna sono miei! Ed è solo merito tuo."

La mora sgranó gli occhi e pianse, perché le era mancato immensamente lo stare abbracciata a Kara e non ci pensò due volte a stringerla a sé a sua volta "Di nulla... Sono felice di averti aiutata!"

"Ho una loro foto... Vuoi vederla?"

"Si! Mi farebbe molto piacere."

Allora Kara posò una stampella contro il proprio corpo, reggendosi all'altra, mise una mano in tasca e prese la foto, mostrandola a Lena "Eccoli..."

"Sono bellissimi... Che dolci! Stanno bene vero?"

"Si... Ora si... Sono in perfetta salute."

"Sai... Io ho sempre pensato ai nostri cuccioli, quando stavamo insieme e..."

"Non smetterò mai di amarti, Lena. Sei l'amore della mia vita e chissà, magari un giorno, torneremo ad essere felici insieme..."

Lena vide la verità e l'amore, negli occhi di Kara e lei, del canto suo, pensava seriamente alle parole di colei che non aveva mai smesso di amare, nonostante i due anni di lontananza.

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Capitolo 12
*** Finalmente a casa. ***


Dopo due giorni, Kara poté finalmente portare a casa Shane e Luna, riuscendoci grazie all'aiuto di Laurel e dei suoi genitori, sempre presenti e pronti ad aiutarla.

Una volta a casa sua, trovò Alex che, assieme a Nia, Sara ed Ava, aveva sistemato le ultime cose nella cameretta.

"Eccovi! Volete venire a vedere la cameretta?" Chiese Sara.

"Certo... E grazie!" Rispose Kara.

"Figurati!"

"Io mi prendo i miei nipotini." Disse invece Alex, avvicinandosi assieme ad Ava, che aveva scoperto di essere in dolce attesa.

Arrivarono poi Andrea con la piccola Najri, addormentata nel passeggino, ed anche Dinah, che iniziava ad avere un ventre pronunciato, tutte per vedere la cameretta, oltre che i due nuovi arrivati, che adoravano stare in braccio a Kara, quando costei si sedeva per coccolarli.

Infatti, appena Alex e Ava li presero in braccio, si misero a piangere.

"Adesso arrivo, amori..." Disse piano Kara, mentre saliva le scale e, aperta la porta della cameretta, la bionda rimase a bocca aperta.

"Ti piace?"

"Mi piace molto... Avete fatto un lavoro eccezionale."

Le amiche le sorrisero, poi Laurel l'aiutó a scendere le scale, per evitare che, usando le stampelle, potesse cadere e farsi male.

Una volta tornata in soggiorno, la bionda si sedette sul divano ed Ava le passó Luna che, senza la sua mamma, non voleva saperne di prendere il biberon, mentre Alex era in piedi con Shane, affinché facesse il ruttino.

"Tieni, tesoro, ho preparato un thè caldo, così puoi prendere le tue medicine." Disse Eliza, baciando sulla guancia destra la figlia.

"Ti ringrazio, mamma." Sorrise Kara e, finito di dare il biberon a Luna, la baciò sulla fronte e la passó proprio alla madre, così poteva farle fare il ruttino.

Pochi minuti dopo, le ragazze se ne andarono, tranne Laurel, Dinah ed i coniugi Danvers "Io vado con lei dalla ginecologa per la visita del quarto mese e poi andiamo a fare la spesa... Ti serve qualcosa?" Chiese la bionda.

"No, grazie... Solo latte e pannolini per i cuccioli." Disse Kara.

"Vengo con voi." Se ne uscì Jeremiah "Vi accompagno in ospedale e poi facciamo la spesa."

"Va bene, grazie."

"Grazie mille." Disse Dinah, carezzandosi il ventre.

"Di nulla... Andiamo."

Le due ragazze salutarono Kara ed Eliza, andandosene poi con Jeremiah, mentre Eliza stessa distese prima Luna e poi Shane nel rispettivo lettino nella cameretta, accendendo il monitor per neonati.

La donna, tornata in soggiorno, si sedette sul divano accanto a Kara, che stava sorseggiando il thè "Che angioletti... Sono due bambini bravissimi."

"Si... Lo sono davvero."

Eliza osservó attentamente la figlia e le carezzó il ginocchio sinistro "Qualcosa ti preoccupa?"

"Sai... Due giorni fa ho visto Lena. Stava venendo qui... Io volevo andare da lei per ringraziarla p-per l'aiuto datomi con l'avvocato Patterson..."

"Stava venendo da te?"

Kara annuì col capo "Si... E... Sai, io sono ancora innamorata, di lei. Non ho mai smesso di esserlo!"

"So che l'hai sempre amata... E anche lei, ha sempre amato te."

"Davvero?"

"Si. Non hai idea di quante volte ci siamo viste o sentite, perché le mancavi... Mi ha telefonato spesso quando eri in ospedale e, il secondo giorno del tuo ricovero, era venuta a trovarti."

Kara ascoltava la madre e le vennero gli occhi lucidi "Le ho detto che l'amo ancora e che non smetterò mai, di farlo... E mi manca, mamma. Mi manca tantissimo!"

Eliza si sporse verso la figlia e la strinse a sé, carezzandola e baciandole il capo, sperando di consolare in parte quel cuore ferito.

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Capitolo 13
*** L'offerta. ***


Passarono due giorni e Kara, dopo aver chiesto a Nia il numero di Lena, si era fatta coraggio e le aveva scritto un messaggio, ricevendo subito risposta, per sua grande gioia.

Aveva ringraziato la mora e, da quel momento, si erano sentite ogni giorno e molto spesso.

"Sei apposto, per stasera?" Chiese Laurel, che aveva sistemato la spesa.

Si... Grazie..."

"Bene." Sorrise la bionda "Allora io vado... Ci vediamo più tardi."

"Stasera viene Lena... L'ho invitata a cena..." Rivelò Kara.

"Kara..." Tentò Laurel.

"Io... I-Io so come la pensi... Ma... Ecco... Io amo Lena. Non ho mai smesso, di amarla..."

Laurel sospirò e si avvicinò a Kara, abbracciandola "OK, fai come meglio credi... Ma, se dovesse farti soffrire, le darò una bella lezione!"

Anche Kara sorrise "Non sarà necessario... Tranquilla."

Ma, prima che Laurel potesse andarsene, qualcuno suonò alla porta e Laurel aprí, trovandosi di fronte una Lena ferita "A-Aiuto..."

Laurel non ci pensò due volte e la fece entrare, controllando poi che nessuno la seguisse e chiuse poi la porta.

"L-Lena... Che ti è successo?" Domandò Kara, alzandosi e avvicinandosi con le stampelle.

"Jack... Mi ha picchiata... Ha t-trovato I tuoi messaggi e... E ho distrutto telefono e scheda..."

"Resterai qui, non tornerai più a casa!" Ammise la bionda.

Lena annuì, stringendosi a Kara, cercando di non farle male "Grazie..."

"Ehi, c'è un auto!" Disse Laurel, spostando un poco la tenda.

Kara fece cenno a Laurel di spostare il divano e le due videro quella che pareva essere una botola "Laurel, alzala c-così può entrare a nascondersi e... E poi metti a posto il divano..."

L'altra bionda annuì e Lena, senza fare domande, scese le scale, poi tutto venne sistemato.

E qualcuno bussò con vigore alla porta, così Laurel aprí.

"Posso esservi utile?"

"Sono Jack Spheer e cerco questa ragazza. L'hai vista?"

"La conosco, ma non l'ho vista."

"Posso entrare e controllare?" Chiese, con un filo di arroganza.

"Prego."

Laurel fece entrare lui e lo scagnozzo poi, quando Jack vide Kara, rise "Tu... Cioè, Lena scriveva ad una storpia?"

"A quanto pare questa storpia è meglio di te." Ribadí l'altra Alpha.

"Si... Come no!" Rise, fissando poi il tizio venuto con lui "Trovata?"

"No, capo."

"Allora andiamocene..." Disse, fermandosi poi sul ciglio della porta "Se la vedi, tienila pure. Un'Omega che non scopa con un'Alpha del mio calibro, non è degna di me!"

Se ne andò poi e Laurel poté giurare di aver visto una scintilla omicida, negli occhi dell'altra "Ehi... Calma..." Disse Laurel, facendo uscire Lena dal nascondiglio.

E la mora vide lo stesso sguardo, negli occhi di Kara "Calmati... Se ti spuntano le zanne..."

"Dovrò mordere, sì..." Sussurró Kara e, pian piano, si calmó.

"Non farti venire strane idee, stai buona." Avanzó Laurel, fissando poi Lena "Se hai bisogno, chiama."

"Lo farò..." Rispose, quindi l'altra se ne andò, salutando le due amiche.

Lena tornò a fissare Kara "Non ti avrei mai m-marchiata, contro la tua volontà..."

"Lo so." Sorrise Lena "E... Mi dispiace. Dovevamo cenare, invece..."

"Possiamo cenare lo stesso... M-Ma prima chiamo Alex, c-così può venire a medicarti..."

"Va bene."

Kara si sedette sul divano e prese il cellulare, per scrivere un messaggio "Tu ordina pure ciò che vuoi... S-Sai che mangio tutto..."

Lena sorrise "Non l'ho mai dimenticato!"

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Capitolo 14
*** After a long time... ***


Dopo aver ricevuto il messaggio di Kara, Alex e Andrea Rojas, la sua compagna è amica d'infanzia di Lena, non ci misero molto, ad arrivare.

Subito Andrea abbracció Lena, che Kara aveva fatto distendere sul letto, quindi la rossa andò dalla sorella "Tu stai bene?"

"Si... Io ho pensato di ucciderlo!"

"Fortuna che non l'hai fatto... Saresti andata in prigione per colpa di un bastardo!"

"Si..." Rispose Kara, sedendosi sul divano "Quel che le ha fatto... Chissà q-quante volte, mentre io..."

Kara strinse i pugni ed Alex si sedette accanto a lei, abbracciandola "Non è colpa tua, ok? Ma adesso starà con te, quindi non corre più rischi."

"M-Ma io sono ridotta così..."

"Tornerai in forma! E Lena può farti solo bene."

Poi la rossa, presa la borsa di Primo Soccorso che aveva portato, andò in camera, ove Lena e Andrea stavano parlando, così la castana Omega le lasciò sole "Se non ci fossero state Kara e Laurel, io..."

"Sai che Kara ti ama e ti avrebbe protetta sempre!"

"Io la amo tanto, Alex..."

La rossa sorrise, mentre disinfettava i tagli e la medicava "Vi farete bene a vicenda... Kara ha serie intenzioni, con te. È sempre stato così!"

Lena sorrise, arrossendo un poco "Si... E vorrei stare con lei per tutta la vita."

Finita la medicazione, Alex e Andrea salutarono e se ne andarono, con Kara e Lena che le ringraziarono "Vado a fare la doccia... I soldi per il fattorino sono sul tavolo..."

"Sai che i soldi non sono un problema." Sorrise la mora e Kara con lei, poi andò in bagno.

Le serví un po' di tempo, per lavarsi e sentí chiaramente il suono del campanello e la voce di un ragazzo, poi quella di Lena che ringraziava.

Pochi minuti e Kara uscì dal bagno in accappatoio per andare in camera a mettere intimo e pigiama e tornare in cucina, ove Lena aveva servito tutto in tavola "Potstickers, le mie p-preferite... E cibo cinese..."

"Spero ti piaccia!"

"Mi piacerà di sicuro." Rispose l'Alpha, avvicinandosi al tavolo con l'ausilio delle stampelle e si sedette.

Lena la guardò attentamente, cogliendo i tratti marcati del viso e parte del fisico che, pian piano, stava tornando muscoloso e tonico come prima "Si..."

"Si?" Ripeté Kara, facendo cadere Lena dalle nuvole "Sono sporca?"

"No." Rispose la mora, sorridendo teneramente "Solo... Noto che il tuo fisico sta tornando come prima..."

Kara si guardò e sorrise a sua volta "Si... Pian piano..."

"Farò di tutto, per aiutarti! Ti starò sempre vicina e voglio recuperare questi due anni che ci sono stati portati via."

La bionda allungó le mani e prese quelle di Lena, carezzandole le nocche "I-Io non ho mai smesso di pensare a te e al nostro futuro..."

"Nemmeno io... Mi ha aiutata ad andare avanti."

Kara la fissò intensamente, con amore e questo sguardo era mancato molto, a Lena "Q-Quando starò meglio io ti sposerò e prima farò di te la mia compagna!" Dichiarò la bionda.

A Lena vennero gli occhi lucidi e strinse la mani della bionda "Non vedo l'ora che arrivi quel giorno!"

"E avremo dei cuccioli..."

"Tutti quelli che vuoi."

Le due si sorrisero perché, proprio come in passato, uno sguardo, un tocco o entrambi, bastavano per capirsi "Vorrei darti un bacio..."

"Perché non lo fai?"

Kara colse la piccola sfida, prese le stampelle e, pian piano, si mise in piedi e poi si avvicinò a Lena, si piegó verso di lei e, finalmente, le loro labbra si unirono in un tenero bacio.

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Capitolo 15
*** Slowly. ***


Il giorno dopo, Lena si svegliò presto e notò che Kara non era al suo fianco, così si alzò per cercarla, leggermente preoccupata.

Il timore aumentò quando vide che Kara non era in casa, così prese ed uscì, senza mettere le ciabatte, tanto non aveva paura della sabbia.

Camminó un po', guardandosi intorno, finché non la vide, in calzoncini e canottiera, con un cappellino in testa e le stampelle poggiate al masso sul quale era seduta, in riva all'oceano.

"Ciao... Buongiorno!"

"Ciao... Ma come...?"

"Il tuo profumo." Sorrise un poco Kara, voltandosi appena "Non lo confonderei mai, con nulla al mondo!"

Allora Lena sorrise e si avvicinò, prendendo posto accanto a lei "Sei molto gentile! Come mai sei qui?"

"CA-Cammino sempre sulla spiaggia, la mattina presto... Mi piace guardare l'alba..."

"Si... Ha dei colori bellissimi!"

"E-E stamattina è ancora più bella, perché sei qui a guardarla con me."

Lena arrossí e, voltatasi verso Kara, scorse amore in quegli occhi azzurri che mai aveva smesso di amare "Io... Io ti amo, Kara."

"Anch'io ti amo! Tantissimo." Sussurró, prima di sporgersi e sfiorare le labbra dell'Omega con un bacio dolcissimo, subito corrisposto.

Le due si scambiarono altri bacetti, prima di restare strette l'una all'altra e guardare insieme il sorgere del sole.

Dopo diversi minuti, le due tornarono a casa, con Lena che cercava di non ostacolare Kara per evitare che cadesse, anche se mai si sarebbe fatta male, sulla sabbia.

Arrivate a casa, fu Lena la prima ad andare a fare la doccia, mentre Kara avrebbe preparato la colazione. "Quelle..." Tentó Lena, uscita dal bagno già vestita.

"Fette biscottate con marmellata di pesca... Sono ancora le tue preferite?"

"Assai!" Rispose la mora, aiutando la bionda a portare tutto in tavola.

Fecero colazione insieme e poi la mora si offrì di lavare i piatti, così la bionda andò a fare la doccia. Suonò però il campanello e Lena aprí, trovandosi davanti Alex "Ciao! Non ti aspettavamo... Tutto bene?"

"Ciao. Si, sono venuta a controllare le tue ferite..."

"Sto bene. Ma dimmi, hai portato il giornale?"

"Si. E... C'è una bella notizia per te."

Quando Kara tornó di sotto, trovò Alex e la salutò, ma la sua attenzione fu tutta per Lena, in lacrime "Ehi..."

"P-Piango di gioia..."

"Perché? Parlami..."

Lena le mostrò il giornale e Kara sgranó gli occhi "Jack è morto... Io... I-Io sono libera, finalmente. Totalmente libera... Posso vivere senza avere paura..."

Allora Kara si avvicinò e la strinse a sé ed Alex sorrise "Vi lascio sole, devo andare al lavoro... Ci vediamo!"

Le due la salutarono e poi Lena prese il viso di Kara tra le mani "Ti amo... Ti amo tanto..." Sussurró, prima di baciarla.

"Ti amo anch'io!"

La mora si alzò in piedi, senza staccarsi da Kara "Ti voglio..."

"Anch'io, ma sono ridotta così... E vorrei tanto amarti..."

"Non devi farti di questi problemi, ci sono io e sono certa che andrà tutto bene!"

"No... Io voglio che la nostra prima volta sia indimenticabile. Quindi posso sdraiarmi con te, baciarti e farti tante coccole... Ma per fare l'amore con te, come ho sempre voluto, voglio essere in perfetta forma."

Lena capí e sorrise, carezzandole il viso "Ok... Tranquilla, quando sarai pronta io sarò qui. Anzi, scusami per averti forzata..."

"Sono io a chiederti scusa. Ho davanti una meraviglia e non posso amarla come vorrei."

"Abbiamo sempre i baci..." Tentò con malizia Lena e Kara fu ben felice di darglieli.

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Capitolo 16
*** Spazio. ***


Kara e Lena si svegliarono presto, strette nel loro abbraccio, intente a baciarsi e coccolarsi.

Avevano perso molto tempo e non volevano più perderne altro.

"Dopo t-ti andrebbe di venire con me in ospedale per la riabilitazione?"

"Certo, volentieri! Inizi oggi?"

"S-Si... Alle nove..." Rispose Kara, carezzando le spalle dell'altra "Non so cosa dovrò fare, m-ma sono pronta a tutto, per tornare a camminare meglio."

"Io sarò con te!" Rispose Lena, cingendole la vita con le braccia e Kara la baciò sulla fronte.

"Lo so!"

Le due innamorate si scambiarono dolci baci, poi Kara prese e andò a farsi la doccia, mentre Lena scese in cucina per preparare la colazione.

Kara scese poi in soggiorno, lasciando il bagno alla mora che, ritornata di sotto dopo diversi minuti, trovò la colazione in tavola "Potevo aiutarti..."

"Lo so, ma non voglio pesare su di te."

"Non sei un peso!"

"Sei troppo buona." Sorrise Kara.

"È così che si fa, in una coppia... Ci si ama e sostiene a vicenda!" Rispose Lena, sedendosi per fare colazione.

Dopo un'ora arrivò Jeremiah e, appena entrò, le due lo salutarono "Hai preparato la borsa?"

"Si... É di sopra, sulla poltrona."

Allora l'uomo salì di sopra e tornò poi col borsone di Kara e uscirono tutti e tre, chiudendo a chiave. Il viaggio in ospedale fu piuttosto tranquillo e, una volta lì, dopo aver parcheggiato, entrarono nella struttura e raggiunsero il sesto piano, ove c'era il reparto di Ortopedia.

"Salve! Posso aiutarvi?" Chiese un infermiere, avvicinandosi.

"Sono Kara Danvers, ho un appuntamento per iniziare la riabilitazione..."

"Certo... Prego, la palestra è lì avanti e il dottor Vrenn la sta aspettando!"

I tre ringraziarono e, trovata la palestra, vi entrarono "Buongiorno! Kara, giusto?" Chiese l'uomo sui quarant'anni, raggiungendoli e tendendo la mano alla bionda, subito stretta e poi anche a Lena e Jeremiah.

"Dove mi cambio?"

"Lo spogliatoio è lì... Voi potete sedervi laggiù o andare a mangiare qualcosa al bar dell'ospedale."

I due annuirono e Kara andò a cambiarsi, tornando dopo qualche minuto e Vrenn le spiegò gli esercizi che avrebbero fatto e che lei avrebbe dovuto fare anche a casa.

Si iniziò con una camminata leggera sul tapis roulant e poi una sessione di pesi per rafforzare i muscoli delle gambe e, ovviamente, prima un po' di stretching.

Ma la bionda notó che Lena guardava fuori dalla stanza, ove vi era un altro Alpha che, assieme ad un altro fisioterapista, stava facendo esercizio.

Questo le fece molto male, perché aveva detto a Lena che, per quanto avesse voluto fare l'amore con lei, le sue condizioni non glielo permettevano e, sebbene Lena fosse stata d'accordo sull'aspettare, Kara non sapeva per quanto.

Finita l'ora di esercizi, Kara tornò a cambiarsi e poi se ne andò con Lena e Jeremiah dopo aver salutato, ma la bionda, nonostante le stampelle, camminava avanti ai due e cercava di tenere un'andatura spedita.

"Così ti stancherai maggiormente e rischi di cadere!"

Lena, nonostante i tacchi, la raggiunse "Ehi... Tutto bene? Perché non mi aspetti?"

"Sono... Arrabbiata. Con te. Con me stessa... Ti prego, mi serve spazio."

La mora era ferita da quelle parole "Cosa ti ho fatto? Io non..."

"Non voglio sentire..." Ribadí la bionda e, infatti, anche quando furono in macchina, non le parló, ma indossó le sue cuffie e ascoltò la musica.

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Capitolo 17
*** Il Motivo. ***


Passarono un paio di giorni, durante i quali non era cambiato nulla tra Kara e Lena, con la prima che continuava a ignorare la seconda, che soffriva per questo.

Ma Lena decise che le avrebbe parlato, di sera, visto che nessuno sarebbe venuto a trovarle, con Laurel che aveva dovuto disdire la cena perché Dinah stava iniziando ad avere le nausee.

Almeno tra loro stava andando bene e questo faceva bene ad entrambe, perché si erano chiarite ed anche Vinny si era fatto avanti, presentando loro la sua ragazza, Cindy.

E Lena voleva tanto chiarire con Kara, per capire cosa non andasse.

"Ciao..."

"Ciao."

"Posso parlarti un attimo? Io... Io voglio capire..."

"Non c'è nulla da capire."

"Si, invece!" Se ne uscì Lena, alzando un poco la voce "Io non ti ho fatto nulla, ma tu sei arrabbiata con me."

Kara sospirò e si sedette, asciugandosi il sudore, visto che stava facendo gli esercizi che le erano stati assegnati durante la riabilitazione "Due giorni fa, in ospedale, guardavi un ragazzo fuori dalla stanza, che stava facendo esercizio... E... E in quel momento ho pensato che non avresti aspettato, come mi avevi detto..."

Kara aveva chinato il capo e Lena la guardava scioccata poi, senza rendersene conto, si mise a ridere divertita "Cioè... Questo è il motivo per cui sei arrabbiata?"

La bionda si limitò ad annuire "Finito di ridere di me?"

"Scusa, ma non posso farne a meno..."

"Beh, per te è divertente. Per me no!"

Allora Lena le si avvicinò, carezzandole le forti braccia piano, memorizzando ogni centimetro di quei muscoli che tanto le piacevano "E tu credevi che io potessi guardare un altro Alpha e fantasticare su lui o lei?" Chiese in un sussurro la mora.

Kara la guardava con amore ed un filo di imbarazzo, tuttavia le posó le mani sui fianchi "Si... Lo confesso. E sono stata stupida, mi dispiace... Ma ho paura di perderti..."

Allora Lena la prese per mano e, pian piano, arrivarono in camera, ove l'Omega fece stendere la bionda e poi salí a cavalcioni su di lei, sedendosi all'altezza del bacino "Io amerò sempre e solo te, capito? Nessuno mai saprà rubarmi il cuore come hai fatto tu, perciò non avere di questi pensieri..." Sussurró, chinandosi per baciare Kara.

E la bionda corrispose il bacio, mettendosi seduta ed abbracciando Lena, tenendola stretta a sé "Ti amo tanto! E mi dispiace, perdonami... Io..." Tentó la bionda, ma Lena le posó un casto bacio sulle labbra.

"Lo so, ho capito." Sorrise, restando abbracciata a lei "Ricorda sempre che io voglio una vita con te! Ho scelto te e sarai la sola che amerò."

Allora Kara, con uno scatto, prese e la stese sotto di sé "Anche tu mi avrai sempre! Avrai tutto, di me... Cuore, mente, anima... Tutto!"

"Idem per te, mio bel soldato! Ma ora basta parlare... Che ne dici?"

Kara sorrise e decise di mandare al diavolo le sue paure e fare l'amore con Lena, perché al massimo avrebbe sentito un po' di dolore ove c'erano le ferite, ma il male non la spaventava.

Ne aveva patito troppo, per temerlo.

Si spogliarono, baciarono, accarezzarono e coccolarono, nel silenzio della loro camera, con Lena che si concesse poi e Kara la prese, portandola oltre l'apice del piacere.

E si marchiarono, perché entrambe volevano che tutti sapessero che ora appartenevano l'una all'altra.

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Capitolo 18
*** Coccole. ***


Il mattino seguente, Kara si svegliò per prima e posò lo sguardo su Lena, abbracciata a lei e stesa sul suo corpo, ancora addormentata.

Sorrise istintivamente perché, dopo essersi chiarite, si erano amate e marchiate, ed ora sarebbero state insieme per la vita.

A distrarre Kara dai suoi pensieri ci pensó una dolce carezza di Lena, che le stava sfiorando gli addominali scolpiti e risaliva, fermandosi sul collo della bionda, che le fece le fusa.

Lena si portò al livello del viso di Kara, posandole prima un bacio casto sulle labbra e poi un altro, che si fece subito più appassionato.

"Questo è il buongiorno migliore della mia vita..." Sussurró Lena.

"Anche il mio." Accordó Kara, che prese poi la mora, decisa a portarla oltre l'apice del piacere.

Kara ci mise forza e passione, con Lena che riuscì a seguire perfettamente i movimenti dell'altra e, nell'attimo in cui il loro piacere esplose, l'Omega piantó le unghie nella schiena dell'Alpha e la graffió, stringendosi alle forti spalle per avere supporto.

"Non sai quanto ti amo, Kara..."

"Invece penso di saperlo!" Sorrise la bionda, dando piccoli bacetti alla compagna, che cercava di regolarizzare il respiro.

Kara rimase a guardarla e, non appena Lena si riprese, tiró a sé il suo amore per baciarla "Per quanto voglia restare a letto con te tutto il giorno, dobbiamo fare la doccia, mangiare qualcosa e... E poi non so!"

"Ho io un'idea su cosa fare..." Sussurró Kara, baciando Lena.

"Immagino! Però, purtroppo, non puoi affaticarti... Quindi ti consiglio di fare i tuoi esercizi e poi ricordarti di riposare per stasera..."

"D'accordo." Sorrise Kara "E tu cosa farai?"

"Io devo parlare con Alex..." Rivelò la mora "Voglio poter andare alla mia banca e al lavoro in totale sicurezza..."

"Jack è morto. Chi altro ti minaccia?"

"Non hai idea di quanti nemici io abbia per colpa del mio lavoro, della mia famiglia e del mio cognome."

"Mi spiace di non poter essere lì con te... Se qualcuno ti minacciasse di persona, non so cosa gli farei."

"Lo so... Ma so cosa potrei fare io a te se non usciamo da questo letto!"

Kara le sorrise e le diede un bacio, prima di trovare e indossare i suoi boxer e la maglietta per poter andare a preparare un bel bagno caldo.

Lena scrisse un messaggio ad Alex, la quale le rispose, dicendo che sarebbe passata da loro attorno alle nove.

La mora andò poi in bagno, ove Kara era al telefono con Laurel "Ehi..."

"Ehi! Ho scritto ad Alex, verrà qui alle nove..."

"Ok. Anche Laurel verrà qui... Oggi Dinah ha la prima ecografia e lei è piuttosto tesa. Così le ho detto di passare..."

"Hai fatto bene!" Sorrise Lena, quindi le due entrarono in vasca, baciandosi, coccolandosi e insaponandosi tra la schiuma, anche se Kara doveva fare attenzione per non sentire dolore.

Dopo diversi minuti, le due uscirono dal bagno per lavarsi i denti, asciugarsi i capelli e andare in camera a vestirsi, quando sentirono il campanello suonare "Vado io..."

Lena annuì e sentí poi la voce di Laurel, che la salutò appena scese in soggiorno, congratulandosi con le due per essersi marchiate.

Anche Alex, arrivata alle nove precise, fece altrettanto prima di fissare Lena "Di cosa vorresti parlarmi?"

"Vorrei offrirti un lavoro!"

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Capitolo 19
*** A Testa Alta. ***


Alex credeva di aver capito male le parole di Lena e non seppe cosa rispondere, così sorseggió il caffè.

"Che ne dici? Accetti?"

"Io... Io si. Si... Accetto! Va bene." Disse Alex, sorridendo "Lavorerò per te, sarò la tua bodyguard."

"Ottimo!" Rispose felice Lena "L'offerta è estesa anche a Mon, Imra, Maggie e... E anche a te, Laurel."

La bionda la fissò "Io??"

"Si... Kara mi ha detto che pratichi le Arti Marziali e che spesso vai al poligono a sparare. Quindi si, sei una che vorrei come guardia di sicurezza!"

"Oh... Ok, grazie. Accetto!"

Lena era davvero felice e Kara la baciò dolcemente "Oddio, mi fate vomitare zucchero!" Scherzó Alex.

Le due sorrisero e Laurel avanzó "OK noi due... Ma Kara? Anche lei avrà un ruolo?"

"Certo! Se vorrà, sarà anche lei una delle guardie."

"Certo che lo voglio!" Sorrise la bionda "Così potrò stare con te..."

"È questo il mio scopo!"

Kara le diede un dolce bacio, poi Alex si alzò "Noi dobbiamo riferire al Tenente Jonnz, cosicché possa sostituirci... Ti farò sapere quando saremo disponibili."

"Lo stesso vale per me..." Disse Laurel.

"Va bene... Quando siete apposto fatemelo sapere."

Le due annuirono, ringraziarono e salutarono, andando via, visto che avevano il lavoro.

Invece Kara si avvicinò a Lena e le baciò il collo, leccandole il marchio "Io direi che possiamo programmare un'altra cosa..."

"E sarebbe?"

"Le nostre nozze..." Iniziò la bionda, mettendosi in ginocchio e mostrando all'altra un anello con diamante.

"Kara..."

"È da un po' che l'ho preso... E questo è il momento giusto. Quindi... Lena Luthor, amore della mia vita, vuoi sposarmi?"

"Oddio.. Si... Si si si!! Mille volte si." Rispose l'Omega e Kara le mise l'anello al dito, baciandola poi con passione, corrisposta.

"Mi hai appena resa l'Alpha più felice dell'Universo!"

"Tu mi rendi felice ogni giorno, da quando stiamo insieme!" Rispose Lena, stretta alla sua amata.

"Anche tu!"

"Che ne dici di andare a fare compere?"

"Ok... Scrivo a mio padre, vediamo se può accompagnarci." Disse la bionda e Lena annuì.

Kara scrisse a Jeremiah, il quale arrivó a casa loro dopo una decina di minuti "Ciao, tesoro! Ciao Lena!"

Entrambe lo salutarono e Kara saltò al collo del padre "Lena ha accettato di sposarmi!"

L'uomo aveva già notato i marchi sul collo delle due ragazze ed abbracció felice la figlia, accogliendo anche Lena nella stretta "Sono molto felice per voi!" Ammise, baciandole sulla fronte.

Poi se ne andarono e, fuori, Kara e Lena trovarono Eliza che, dopo averle dato la notizia, reagí come il marito "È bellissimo! E non vedo l'ora di avere dei nipotini."

Le due sorrisero e, una volta giunte ai grandi magazzini, la famiglia vi entró e tutti furono felici e soddisfatti di vedere Kara camminare senza affanno e, finalmente, senza fare troppe pause per rifiatare, sempre affiancata e sostenuta da Jeremiah in caso di bisogno.

Ma le due innamorate erano soprattutto felici di poter camminare liberamente, a testa alta e senza paura, tenendosi per mano.

Era questo il primo, vero passo per la loro vita insieme.

Ed ora avevano un matrimonio da pianificare.

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Capitolo 20
*** Together. ***


Passarono due mesi, tutti trascorsi a pianificare il matrimonio e non solo, visto che Lena aveva scoperto di essere incinta di due cuccioli.

E la mora aveva chiamato un arredatore di sua fiducia per sistemare la camera per i due piccoli.

Finalmente era arrivato il giorno.

Le due ragazze erano in una delle stanze della cappella antistante la chiesa per prepararsi.

Kara era con il padre, Alex e Laurel, mentre con Lena vi erano Eliza, Andrea e Dinah, ma con entrambe c'erano due parrucchiere, che avevano optato per fare una treccia a Kara ed uno chignon a Lena.

"Sei bellissima con lo smoking..."

"Grazie!" Rispose Kara, abbracciando il padre, quindi i due lasciarono la stanza, assieme ad Alex e Laurel, così da andare in chiesa.

E, quando Jeremiah l'ebbe lasciata sull'altare, mentre le invitate la guardavano con livore, la bionda era un po' tesa e non vedeva l'ora che arrivasse Lena.

L'attesa fu ben ripagata, visto che la mora arrivò pochi minuti dopo, con l'inizio della marcia nuziale e Jeremiah la lasciò accanto a Kara, che la prese per mano e si perse a guardarla, come fece anche l'Omega.

"Sei stupenda..."

"Lo sei anche tu."

Il prete iniziò poi la cerimonia, che fu bellissima, finché poi non arrivó il momento di scambiarsi le promesse e fu Lena ad iniziare "Io ti amo tanto, Kara.

Ti amo non solo per la bellezza e il carattere, ma soprattutto per il sostegno che mi hai dato e che mi dai, per l'essermi sempre vicina... Per avermi dato la felicità che ho sempre desiderato." Concluse, con gli occhi lucidi, cercando di non piangere.

"Anch'io ti amo e... Non sono brava con le parole, ma voglio ringraziarti. Se non fosse stato per te, non so se oggi sarei in grado di essere qui davanti a te, in piedi... Mi hai dato la forza per rimettermi in piedi e ti sarò sempre grata per questo. Quindi... Grazie." Sorrise la mora e stavolta Lena pianse, così come qualcuno tra gli invitati.

"Col potere concessomi, vi dichiaro moglie e moglie! Potete scambiarvi un bacio." Disse il prete.

Le due non vedevano l'ora e si scambiarono un bacio molto dolce, poi uscirono dalla chiesa, tra fischi ed applausi degli invitati.

Fuori dalla chiesa, nel cortile esterno, un'orchestra allietó gli invitati, con le due neo mogli che, dopo il taglio della torta, aprirono le danze con un lento, durante il quale si sorrisero e si scambiarono teneri bacetti.

Ma le due si ritirarono presto dalla pista da ballo per sedersi e Kara ne approfittó per accarezzare il ventre leggermente rigonfio della mora.

"I miei amori... Non vedo l'ora di conoscervi."

"Anche loro non vedono l'ora di conoscere la loro mamma."

Kara le diede un dolce bacio e, quando Lena si fu riposata, tornarono a divertirsi coi loro ospiti e a festeggiare il loro amore.

E, dopo sei mesi, più o meno, vennero alla luce i due cuccioli, chiamati Lukas e Yana, con Kara che era innamorata di loro ogni giorno sempre di più.

Visto che erano appena nati, evitava di toccare il discorso con Lena, ma non vedeva l'ora di avere altri cuccioli.

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