Lights and shadows di Aya88 (/viewuser.php?uid=15888)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pausa caffè (KakaSaku) ***
Capitolo 2: *** Galeotto fu il ritratto e chi lo disegnò (NaruSaku) ***
Capitolo 3: *** Prova di coraggio (Sakura e Kiba) ***
Capitolo 4: *** Gioco rischioso (Shikamaru e Sakura) ***
Capitolo 5: *** Profumo dolce (KibaSaku) ***
Capitolo 6: *** Urgente desiderio (KakaSaku) ***
Capitolo 7: *** Allenamento imprevisto (TenzoSakura) ***
Capitolo 8: *** Amore illecito (ItachiSakura) ***
Capitolo 9: *** Obbligo o verità (KakaSaku) ***
Capitolo 10: *** Incontro ravvicinato (NaruSaku) ***
Capitolo 11: *** Cielo stellato (KibaSaku) ***
Capitolo 12: *** Cicatrici (KakaSaku) ***
Capitolo 13: *** Bugie (TenzoSakuraNaruto) ***
Capitolo 14: *** Relazione clandestina (NaruSaku) ***
Capitolo 15: *** Assenza e presenza (SasuSakuKaka) ***
Capitolo 16: *** Tributo (ShikaSaku) ***
Capitolo 17: *** With you (ItachiSakuraSasuke) ***
Capitolo 18: *** Imprevisti (Sakura e Kakashi) ***
Capitolo 19: *** Nuovi arrivi (NaruSaku, KakaSaku) ***
Capitolo 20: *** Fraintendimento (KibaSaku) ***
Capitolo 1 *** Pausa caffè (KakaSaku) ***
Pausa caffè
Questa
raccolta partecipa alla "Corsa delle 24 ore - VIII edizione"
organizzata dal forum la "Torre di carta".
Prompt: A lavora al computer, B le porta un caffè.
Paring: KakaSaku
Sakura fissava concentrata lo schermo del pc, mentre le dita digitavano veloci sulla tastiera.
Come gli aveva scritto in un messaggio, doveva registrare ancora alcuni dati clinici.
Kakashi la osservò lavorare per un
po’, catturato dalla linea del suo collo, libero dai capelli raccolti
in alto. Il camice nascondeva le sue forme, ma da due anni non erano
più un mistero per lui.
Lei si accorse della sua presenza
solo quando le sfiorò la schiena con il petto, appoggiò una tazzina
sulla scrivania e le coprì una mano con la sua, le loro fedi l’una
contro l’altra.
“Vorresti una pausa caffè?” le sussurrò.
Sakura sorrise, godendosi il calore del suo corpo e del suo respiro.
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Capitolo 2 *** Galeotto fu il ritratto e chi lo disegnò (NaruSaku) ***
Galeotto fu il ritratto e chi lo disegnò
Prompt: A nasconde qualcosa tra le mani, B vuole sapere cos'è.
Paring: NaruSaku
Quando la porta si aprì, Sakura aveva appena recuperato il ritratto di Naruto.
Si voltò rapidamente, nascondendolo dietro la schiena.
L’Hokage la scrutò curioso, con un sopracciglio alzato.
“Cosa cercavi?” chiese.
“Niente,” gli mentì, percorsa da un brivido di tensione sotto il blu intenso dei suoi occhi.
Fece qualche passo di lato, ma il jounin la bloccò con un braccio strappandole il foglio dalle mani.
Lesse velocemente e la fissò sorpreso.
“È così?”
Sakura sentì il cuore balzarle in gola.
Lo ami davvero?
Era la domanda di Sai scritta sul disegno, volontariamente confuso tra le carte dell’Hokage.
“Forse,” mormorò.
Poi Naruto la baciò con urgenza, cancellando dalla sua mente l’irritazione per lo stratagemma dell’amico comune.
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Capitolo 3 *** Prova di coraggio (Sakura e Kiba) ***
Prova di coraggio
Prompt: A si perde, B la trova
Personaggi: Kiba e Sakura
Avventurarsi nella Foresta della Morte, in piena notte e ubriachi, era una stupida prova di coraggio.
Ma se Naruto e Kiba erano stati incoscienti a proporla, Sakura lo era stata molto di più ad accettare.
Ne era sempre più convinta, mentre
brancolava nel buio, con il cuore che sussultava ad ogni rumore
sinistro e ogni volta che il suo corpo si scontrava contro arbusti
informi.
Quando urtò qualcosa di solido, questo si mosse afferrandola.
Lacrime di irritazione le salirono agli occhi e il suo battito cardiaco si calmò solo ascoltando una voce umana.
“Sakura, va tutto bene,” la tranquillizzò Kiba.
Lei lo guardò ancora spaventata, poi lo abbracciò nascondendo il viso nel suo petto.
Mentre cercava di respirare regolarmente, le scuse dell’amico risuonarono nella notte.
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Capitolo 4 *** Gioco rischioso (Shikamaru e Sakura) ***
Gioco rischioso
Prompt: A schiaffeggia B.
Personaggi: Shikamaru e Sakura
Shikamaru aveva subito pensato che la festa sarebbe finita male.
Quando poi era stato costretto a partecipare al gioco della bottiglia, aveva pregato affinché si concludesse velocemente.
Ma la sua richiesta non era stata esaudita.
Il suono del ripostiglio chiuso a chiave sottolineò quel pensiero.
Lo spazio era così esiguo che il petto di Sakura sfiorava il suo.
L’obbligo prevedeva che la baciasse, ma si era rifiutato.
“Io li ammazzo!”sbraitò la kunoichi, la rabbia evidente sul viso arrossato.
Abbassare lo sguardo fu un errore:
un movimento agitato dell’amica lo destabilizzò e la sua mano premette
inavvertitamente su un seno.
Il forte schiaffo che colpì la sua guancia gli ricordò di seguire sempre l’intuito.
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Capitolo 5 *** Profumo dolce (KibaSaku) ***
Profumo dolce
Prompt: A annusa il collo di B e C assiste alla scena
Paring: KibaSaku
Kiba aveva sempre ritenuto che Sakura avesse un buon odore: dolce e fruttato.
Seduto su un lettino d’ospedale, lo percepiva in modo chiaro e gli
solleticava piacevolmente le narici, mentre la kunoichi era chinata per
curargli una gamba ferita, le mani illuminate dal chakra.
Da quando si frequentavano, niente l’attirava in modo irresistibile come il suo profumo.
Il jounin si abbassò un po’ e annusò il suo collo, aspirando col naso per trattenerlo il più a lungo possibile.
Sakura si irrigidì impercettibilmente, però finse di non accorgersene, annotandosi di picchiarlo una volta soli.
Kiba apprezzò la sua professionalità, ma non poté pensare lo stesso per l’infermiera che lo fissava sconcertata.
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Capitolo 6 *** Urgente desiderio (KakaSaku) ***
Urgente desiderio
Prompt: A sussurra qualcosa all'orecchio di B.
Paring: KakaSaku
Sarada era partita per una missione.
L’informazione era giunta anche a Kakashi, perché l’uomo piombò da lei improvvisamente.
Stendeva il bucato in giardino,
quando avvertì la sua presenza alle spalle, un braccio stringerla da
dietro e una mano toccarle il collo, scatenando scariche di adrenalina.
“Finalmente tutta sola, ho un’idea
migliore dei lavori domestici,” le sussurrò nell’orecchio, premendo le
dita sulla sua pelle e salendo lentamente dalla gola al viso.
Sakura sospirò, interamente pervasa da una trepidante eccitazione.
Dalla sua voce e dal suo tocco intuì che non sarebbe stato gentile, quella volta, ma non si ritrasse.
Dopo un mese trascorso con Sasuke, sentiva l’urgenza di annebbiare i sensi, fondendo totalmente il proprio corpo con il suo.
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Capitolo 7 *** Allenamento imprevisto (TenzoSakura) ***
Allenamento imprevisto
Prompt: A prende un profondo respiro e si butta in acqua
Paring: TenzoSakura
Quando
Tenzo le propose di allenarsi nella radura, il sospetto che volesse
giocare con lei era solo una sensazione, ma ben presto l’incertezza
svanì, sostituita da un eccitante desiderio di sfida.
Lottarono corpo a corpo,
ritrovandosi spesso avvinghiati, le mani del suo caposquadra premute
dove non c’era bisogno, poi Sakura fu costretta a schivare pezzi di
legno, ritrovandosi alla fine su un piccolo rilievo, con un laghetto
alle spalle.
Non ebbe altra scelta: respirò profondamente e si buttò.
Fuoriuscita dall’acqua, si riposò sulla riva e Tenzo le atterrò accanto.
“Sei bella anche tutta
bagnata,” bisbigliò vicinissimo al suo viso, poi iniziò ad accarezzare
il suo corpo più esposto sotto gli indumenti umidi, facendole
dimenticare ogni problema.
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Capitolo 8 *** Amore illecito (ItachiSakura) ***
Amore illecito
Note dell'autrice
Le tre drabble, incentrate sul paring ItachiSakura, sono rispettivamente ispirate ai prompt seguenti:
1.
“Baciala meglio, baciala meglio/Non ha il sapore dell'acqua
santa?/Rendi tutto più bagnato, più bagnato/Non ha il sapore dell'acqua
santa?”, Holy Water, Madonna
2. “Quindi cosa stai cercando di
farmi?/E' come se non riuscissimo a fermarci, siamo nemici/Ma andiamo
d'accordo quando io sono dentro te/Tu sei come una droga/Che mi sta
uccidendo/ti isolo interamente/Ma arrivo così in alto quando sono
dentro te”, Animals, Maroon 5
3. "Perché se cerchi il Paradiso, tesoro, non lo troverai in me, è sicuro come l'inferno”, Walk Away, The Script
La prima volta che si
scontrarono, Itachi fu colpito dallo sguardo innocente, troppo per
essere quello di una kunoichi, seppure giovane. Ed erano gli stessi
occhi verdi smeraldo a fissarlo quella notte, illuminati da un puro e
sincero desiderio.
Come era possibile il suo candore nel loro mondo sporco di sangue?
Si abbassò e si impossessò ancora
delle labbra morbide e della bocca calda, continuando l’esplorazione
della sua pelle.
“Vuoi aspettare sempre Sasuke?” sussurrò malizioso nel suo orecchio, in un bieco tentativo di macchiare la sua purezza.
Sakura mugugnò di protesta contro la sua guancia.
“Va’ al diavolo!” sbottò poi genuinamente irritata, sospirando di piacere quando la baciò sul collo.
Al diavolo ci sarebbe andato sicuramente, pensò Itachi, soprattutto se fosse morto all’istante.
D’altronde, poteva essere altrimenti?
Da mesi, spinto da un desiderio irrefrenabile, faceva sesso con una sua nemica, forse ancora innamorata di suo fratello.
Un crimine sommato ad altri imperdonabili.
Le mani affusolate erano strette tra i suoi capelli mentre le baciava il seno, il ventre e la calda intimità.
I suoi gemiti di piacere erano una droga da cui non riusciva a disintossicarsi.
Lo avrebbe ucciso lentamente?
Si chiese immergendosi dentro di lei, poi con le spinte iniziali il raziocinio lo abbandonò.
Come sempre, una cieca passione lo trascinò lontano, troppo in alto per uno come lui.
Sakura si aggrappò alla schiena di
Itachi, le unghie premute a fondo nella sua pelle, man mano che il
ritmo lento diventava rapido e irruente.
Inebriata dall’unione dei loro corpi, si domandò dove l’avrebbe condotta tutto quello.
Era una stolta a sperare in un angolo di Paradiso, lontano da futili guerre e fazioni?
Il suo cuore batté più veloce con quella sciocca illusione.
“Ti amo,” sospirò, accorgendosi tardi del peso delle parole.
Il nukenin alzò lo sguardo, puntando gli occhi scuri e magnetici nei suoi.
“Un amore illecito porta solo
all’Inferno, Sakura,” mormorò, sepolto l’attimo di incertezza sotto un
tono calmo, poi travolse entrambi nel piacere con ultime decise spinte.
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Capitolo 9 *** Obbligo o verità (KakaSaku) ***
Obbligo o verità
Prompt: A preme le labbra contro la guancia di B.
Paring: KakaSaku
Erano in un pub, i ninja adulti seduti in fondo, il suo gruppo vicino all’ingresso.
Dopo molto sakè, Sakura non ricordava chi avesse proposto il gioco
“Obbligo o verità”, ma faceva poca differenza. Quando Ino le chiese di
rivelare chi occupava il suo cuore, preferì optare per l’obbligo,
pentendosene ugualmente.
“Bacia Kakashi-sensei,” le ordinò esultante.
Opporsi con un’occhiataccia fu inutile: aiutata dall’alcol, si avvicinò all’uomo e lo chiamò.
Il jounin alzò lo sguardo, non sapeva se curioso o apatico, ma scacciò
dalla mente quell’interrogativo e gli scoccò un bacio veloce sulla
guancia.
La stoffa contro le labbra era morbida e la pelle sottostante calda come il rossore sul proprio viso.
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Capitolo 10 *** Incontro ravvicinato (NaruSaku) ***
Incontro ravvicinatoNote dell'autrice
Le quattro drabble sono incentrate sul paring NarutoSakura, ognuna ispirata da un differente prompt.
Prompt: A si strappa la maglietta davanti a B.
Sakura si chiese perché era stata lei a doverlo accompagnare nella
camera di Shikamaru per cambiarsi la maglietta. Che involontariamente
l’avesse strattonato, aprendo un buco nel tessuto, o che Naruto ubriaco
non si reggesse in piedi non le sembrarono motivazioni sufficienti,
soprattutto quando l’amico si appoggiò sulle sue spalle.
“Fa caldo, Sakura-chan,” disse con gli occhi blu annebbiati dall’alcool.
Il suo respiro caldo sul collo e l’odore del sakè le causarono un leggero capogiro, sfumando l’irritazione per la situazione.
Quando lui si scostò improvvisamente, Sakura si sentì sollevata, ma lo
strappo sonoro della maglia e la visione del suo petto nudo
costrinsero, di nuovo, il proprio battito cardiaco ad accelerare.
Prompt: Far scivolare via i jeans e lanciarli
Sotto il suo sguardo sconcertato, Naruto finì di liberarsi dal tessuto opprimente.
Dopo tutti i bicchieri scolati, non la sorprendeva che la temperatura
corporea fosse più alta del normale, ma poteva evitare di spogliarsi
davanti a lei.
E in modo così plateale, pensò, mentre l’imbarazzo le infiammava il viso.
Aprì bocca per rimbrottarlo arrabbiata, quando lo vide sbottonarsi i
jeans, farli scivolare lentamente sulle sue gambe muscolose e lanciarli
a terra, vicino alla maglia strappata.
Avendo dovuto curarlo più volte negli ultimi anni, non era la prima
volta che lo osservava con solo i boxer addosso, eppure al suo primo
passo verso di lei urlò, assestandogli un pugno in faccia.
Prompt: “Stringimi più forte.”
Naruto perse l’equilibrio, ma cadendo le afferrò di riflesso un braccio, trascinandola sul letto.
Sakura si ritrovò il seno e il ventre premuti contro i suoi pettorali
solidi; riaprendo gli occhi, scorse sul volto dell’amico un primo segno
di lucidità.
“Sei impazzito?” sbottò, confusa dalla rabbia e dal disagio per il suo corpo praticamente nudo sotto di lei.
Tentò di alzarsi, ma Naruto si girò di lato: con una mano accostò il
viso della kunoichi alla propria spalla, poi fece scivolare un braccio
intorno alla sua vita.
Con sua grande sorpresa, Sakura si sentì protetta da quell’abbraccio avvolgente.
“Non avevi caldo?” mormorò incerta, desiderando impulsivamente che la stringesse di più.
Prompt:“Rialzati!”
Non le rispose, ma rimasero in silenzio, i loro cuori che scandivano lo scorrere del tempo.
Sotto l’orecchio, percepiva il battito cardiaco di Naruto: il ritmo un po’ irregolare come il suo.
“Sì, ma anche sonno,” replicò il jounin.
Distolta dai propri pensieri, Sakura si scostò, chiedendosi se la prendesse in giro.
L’amico allentò l’abbraccio consentendole di alzarsi per guardarlo meglio.
“Non ha assolutamente senso,” ribatté accigliata.
“Forse, ma il caldo non dipende solo dall’alcool,” ammise con disarmante innocenza.
La kunoichi perse le parole, ma la porta improvvisamente aperta le fece recuperare all’istante la capacità di parlare.
“Rialzati subito, pervertito!” urlò.
Poi lo picchiò ancora, mascherando l’emozione con una reazione più naturale per gli occhi curiosi del disturbatore.
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Capitolo 11 *** Cielo stellato (KibaSaku) ***
Cielo stellato
Note dell'autrice: Le due drabble sono incentrate sul paring KibaSaku, ognuna ispirata ad un prompt differente.
Prompt: Una cicatrice da osservare spesso
Kiba dormiva profondamente.
Il suo petto si sollevava e si abbassava a ritmo regolare e la sua espressione sembrava quella di un angelo, almeno nel sonno.
Perché, nella realtà, non
erano innocenti né le carezze né i baci che ancora sentiva sulla sua
pelle e che le aveva riservato per tutta la notte.
Sakura soffermò lo sguardo sulla cicatrice che correva obliquamente lungo il torace, la prova concreta del suo amore per lei.
La ferita gli era stata
inferta da Sasuke, quando li aveva sorpresi insieme, e aveva pianto
lacrime amare mentre tentava disperata di salvargli la vita.
Ringraziò il cielo di poter osservare solo una traccia superficiale dell’angoscia sofferta.
Prompt: “Voglio guardare il cielo.”
Trasportata dai ricordi, sfiorò con le dita la parte inferiore della cicatrice, poi depositò su di essa baci leggeri.
La mano che le scompigliò i capelli
annunciò il risveglio dell’uomo e Sakura si lasciò catturare dalle sue
iridi profonde come il cielo notturno.
“Pensi al tuo ex-marito?” le chiese con un sopracciglio alzato.
Prima di poter rispondere, Kiba proseguì con tono deciso.
“Non serve a nulla guardare indietro, Sakura.”
Si riferiva semplicemente al
passato e non al suo legame ormai inesistente con Sasuke, tuttavia gli
regalò lo stesso un sorriso e un nuovo bacio.
Non avrebbe più fissato il fondo, ma solo sollevato lo sguardo, in alto, nel cielo stellato dei suoi occhi.
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Capitolo 12 *** Cicatrici (KakaSaku) ***
Cicatrici
Prompt: Marshmello & Halsey - Be Kind
Paring: KakaSaku
Doveva
aver litigato ancora con Kurenai, perché Sakura non ebbe tempo di
aprire la porta e salutarlo che si ritrovò subito schiacciata contro il
muro e le labbra di Kakashi premute sulla bocca.
La sua lingua entrò con irruenza e le sue mani salirono veloci sotto la maglia leggera che indossava.
Desiderò che fosse gentile, per una volta.
Quando discuteva del ricordo
lontano di Asuma con la sua attuale compagna, le cicatrici passate e
presenti bruciavano come fuoco. E quello ne era l’inevitabile
risultato.
Avrebbe voluto urlare, gridargli
che i loro incontri furtivi e dettati solo dal suo orgoglio ferito
dovevano terminare, ma quella sera non ne ebbe le energie.
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Capitolo 13 *** Bugie (TenzoSakuraNaruto) ***
Bugie
Prompt: “Hai ancora problemi con lui?”
Paring: TenzoSakuraNaruto
Tenzo trovò Sakura che piangeva su una panchina, o meglio che si sforzava inutilmente di non farlo.
Emise un sospiro interiore di fastidio e rassegnazione prima di avvicinarsi e sedersi al suo fianco.
“Hai ancora problemi con lui?” le chiese, reprimendo l’abituale impulso di stringerla contro il suo petto.
Si era accorto dei suoi sentimenti crescenti per Naruto, ancora prima
che li realizzasse lei stessa, ma non passava giorno senza pentirsene.
“Continua a pensare che io ami Sasuke,” si lamentò con un singhiozzò soffocato.
Le scompigliò con affetto i capelli, soffermando la mano sul suo capo.
“Dagli ancora tempo,” la incoraggiò dolcemente, ma mentiva a lei e a se stesso.
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Capitolo 14 *** Relazione clandestina (NaruSaku) ***
Relazione clandestina
Prompt: “Il tuo odore, come
sempre, mi attraversa e mi fa crollare/Torniamo indietro a quel
momento”, Make it Right, BTS (co-scritta con Ed Sheeran)
Paring: NaruSaku
Da quanto tempo durava la loro relazione clandestina?
Non lo ricordava più, ma ricordava come era iniziata.
Era iniziata l’ennesima
volta che Naruto l’aveva consolata per l’assenza di Sasuke, quando
aveva ceduto alla fine all’impulso di baciarlo, soppresso a lungo per
la paura di rovinare il suo matrimonio con Hinata, apparentemente
solido a differenza del proprio.
Una sorpresa dolce e
insieme piena di timore l’aveva invasa non appena le loro lingue si
erano intrecciate con desiderio, risvegliando sentimenti sopiti.
E una piacevole seppure
fragile sorpresa era quella che l’avvolse insieme al suo profumo,
mentre le sue braccia le stringevano la vita.
“Mi sei mancata,” bisbigliò nel suo orecchio, e Sakura si illuse che potesse ancora durare per sempre.
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Capitolo 15 *** Assenza e presenza (SasuSakuKaka) ***
Presenza e assenza
Note dell'autrice: Le due drabble sono incentrate sul paring SasukeSakuraKakashi, ognuna ispirata ad un prompt differente.
Prompt: Lettera
Paring: SasuSaku
L’ennesima lettera di Sasuke giaceva sul suo grembo.
La osservò ancora una volta, chiedendosi che senso avesse una relazione simile.
Quando era partito la prima volta, non credeva che l’avrebbe rivisto in
modo così sporadico; invece, i suoi viaggi misteriosi erano sempre più
importanti di lei, più importanti di parlarle e di stringerla tra le
braccia qualche giorno in più.
Quella volta, si rifiutò di piangere, di cedere a lacrime silenziose e vuote.
Si sentiva insolitamente stanca di parole solo scritte e di abbracci immaginari.
Si buttò sul letto all’indietro, lanciando la lettera a terra, chiuse
gli occhi e sperò di addormentarsi presto, cancellando nell’oblio del
sonno speranze e dispiaceri.
Prompt: Ascoltare una canzone a occhi chiusi
Paring: KakaSaku
La
musica del vicino di casa la risvegliò dolcemente, ma Sakura non aprì
gli occhi e preferì ascoltarla concentrando tutta se stessa su un solo
senso.
Forse le avrebbe permesso di non pensare ancora per un po’, alle parole
ormai senza senso scritte frettolosamente da Sasuke.
Sfruttare l’udito totalmente le permise di percepire all’istante la presenza di Kakashi.
Sicuramente era entrato dalla finestra, perché sentì un vento leggero
accarezzarle il viso, poco prima che una mano calda e rassicurante si
posasse sulla sua fronte, scostando alcune ciocche di capelli.
“Cosa pensi, bella addormentata dalla fronte spaziosa?” la canzonò.
“Che era strano non fossi ancora arrivato,” disse riaprendo gli occhi, addolcita dalla sua premura verso di lei.
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Capitolo 16 *** Tributo (ShikaSaku) ***
Tributo
Nota introduttiva: A
partire da questa storia, se le fanfiction sono anticpate da un prompt,
quest'ultimo non è mio, ma è ricavato da una sfida indetta dal forum
"La Torre di carta". Le storie non partecipano però all'iniziativa,
perché scritte dopo la sua conclusione.
Prompt: “Non cambierei una singola cosa/Non ci riuscirei nemmeno se ci provassi”, The Best Is Yet To Come, Scorpions
Paring: ShikamaruSakura
Anche se erano trascorsi molti anni, Shikamaru ricordava ancora la
notte in cui avevano condiviso apertamente i loro sentimenti e lui,
accantonato ogni dubbio, aveva accettato l’amore cresciutogli dentro
pian piano.
Entrando nella camera d’ospedale, continuò a non pentirsene.
Non avrebbe cambiato nemmeno una singola cosa: senza indugi,
avrebbe rivissuto la paura iniziale e le prime travolgenti emozioni, i
litigi e le riappacificazioni, gli imprevisti e la quotidianità.
Sakura gli sorrise quando si sedette sul letto accanto a lei.
Due grandi occhi verdi su un visetto paffuto, incorniciato da
capelli neri come i suoi, lo fissarono curioso, costringendo il suo
cuore a compiere una capriola.
“Come suonerebbe Ino Nara?” suggerì lei serena.
“Credo molto bene,” le rispose dopo un attimo di silenzio, con un sorriso nascosto.
Perché, in un modo o nell’altro, Ino li aveva legati in passato e il suo ricordo non avrebbe mai smesso di farlo.
Note dell'autrice
Sono trascorsi molti anni anche dalla pubblicazione della
storia di cui questa è il seguito. Si tratta di "Carpe diem" nella
raccolta "The paths of living", se magari qualcuno è curioso. In ogni
caso, ho sempre voluto scrivere un seguito e sono contenta di esserci
riuscita.
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Capitolo 17 *** With you (ItachiSakuraSasuke) ***
With you
Il prompt a cui si ispira questa storia è ricavato dall'iniziativa Hurt/Comfort Time indetta dal forum Torre di Carta.
Prompt: “Mi chiedo se è me che
vedi/Poi ti bacio gli occhi/e ringrazio Dio che siamo insieme”, I Don't
Want To Miss A Thing, Aerosmith
Paring: ItachiSakuraSasuke
Pioveva ancora.
Da quando Sasuke aveva esalato l’ultimo respiro, tra le braccia di una
Sakura disperata, anche il cielo non aveva smesso di piangere.
A pochi passi da lei, Itachi l’aveva osservata in silenzio per tutta la
cerimonia funebre, con il cuore in gola che palpitava al ritmo
irregolare del proprio dolore, riflesso negli occhi pieni di lacrime e
nell’espressione angosciata di sua cognata.
Nei libri di storia di Konoha, probabilmente suo fratello sarebbe stato
ricordato come un eroe dell’ennesima guerra ninja, uno dei tanti
shinobi che aveva sacrificato la propria vita per difendere il
villaggio, ma durante i minuti interminabili della funzione religiosa
le uniche certezze erano state l’angoscia e la sofferenza delle persone
a lui più vicine.
Poche ore dopo, ascoltando lo scrosciare insistente della pioggia sul
tetto del suo appartamento, Itachi sedeva sul divano, con Sakura che
piangeva ancora contro il suo petto, stringendo tra le dita la sua
maglia.
I loro vestiti erano bagnati fradici, ma per entrambi aveva ben poca
importanza. I capelli umidi della kunoichi gli sfioravano il mento e le
spalle scosse dal pianto sembravano terribilmente fragili sotto le sue
mani.
All’inizio l’aveva sfiorata con una certa esitazione, temendo che il
dolore potesse giocargli un brutto scherzo, ma vederla in quello stato
aveva serrato una morsa rigida sul suo cuore, costringendolo a cedere:
con delicatezza, aveva fatto scorrere le mani tra le sue scapole,
avvolgendola in un abbraccio, che Sakura aveva ricambiato quasi subito.
Si era rifiutata di dormire nella casa in cui conviveva con suo
fratello, incapace di sopportare l’assalto dei ricordi, e Itachi non
poté fare a meno di chiedersi se in quel momento, nella sua mente
confusa dalla tristezza, era davvero lui colui che credeva di
abbracciare.
Alcune volte, avevano ironizzato sulla sua somiglianza fisica con
Sasuke, soprattutto quando dopo un litigio voleva farlo ingelosire;
tuttavia, ripensare ora a quelle battute innocenti, da cui in parte era
nato qualcosa che non avrebbe dovuto provare, gli procurava fitte
violente nello stomaco.
“Per questa stupida guerra, non ci siamo nemmeno sposati,” mormorò
Sakura all’improvviso, tra un singhiozzo e l’altro, la voce spezzata
dall’impossibilità di trovare anche un piccolo conforto.
Quelle poche parole furono sufficienti per rispondere alla domanda del
jounin, riportandolo alla realtà da cui non poteva fuggire.
Sciolse il loro abbraccio e la guardò negli occhi.
"Anche senza matrimonio, niente lo allontanerà dal tuo cuore," le disse con il tono più calmo che gli riuscì.
Le scostò poi alcune ciocche bagnate dalla fronte.
"Ora è meglio che ti cambi e cerchi un po' di dormire. Vai in camera
mia, io rimarrò sul divano," la esortò, prima di alzarsi e allontanarsi
da lei.
Le diede le spalle, fingendo di dirigersi verso la cucina, il tempo
necessario per permetterle di recuperare la sua borsa e procedere con
passo leggero lungo il corridoio.
Appena fu certo di essere solo, Itachi si fermò e si appoggiò con la
schiena al muro, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni lungo i
fianchi.
Si vergognava profondamente per aver sfiorato, anche solo per un
istante, l'illusione di un sentimento impossibile e proibito,
nonostante fosse consapevole che non gli avrebbe mai dato voce. L'aveva
sempre represso e avrebbe continuato a farlo, rispettando la memoria di
Sasuke.
Con sua grande sorpresa, sentì qualcosa di caldo scendere lungo il suo viso.
Era dalla morte dei suoi genitori e di Shusei che non piangeva, ma
evidentemente il suo cuore ne sentiva il bisogno, in quel momento più
che mai.
Piangeva perché aveva perso un fratello, perché non l'avrebbe più
rivisto imbronciato o mentre gli rivolgeva un debole sorriso; ma, nello
stesso tempo, piangeva per ringraziare in silenzio gli Dei di avere
ancora al suo fianco Sakura, la donna che non avrebbe dovuto amare.
Era tremendamente sbagliato pensarlo proprio in quegli istanti, eppure
anche tra le lacrime continuava a vedere i suoi lineamenti delicati e
il verde smeraldo dei suoi occhi, in grado come sempre di
tranquillizzarlo.
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Capitolo 18 *** Imprevisti (Sakura e Kakashi) ***
Imprevisti
Il
prompt a cui si ispira questa storia è ricavato dall'iniziativa Hurt/Comfort
Time indetta dal forum Torre di Carta.
Prompt: Giramento di testa
Dopo
giorni trascorsi inerte sul letto, Ino la costrinse a tornare al
lavoro, minacciandola di prenderla a calci finché non si fosse alzata.
A fatica e controvoglia, Sakura le ubbidì e ricominciò ad andare in ospedale.
All'inizio si sentì come un pesce fuor d'acqua, desideroso di ritornare
in fondo al mare ogni volta che uno sguardo carico di compassione o
pietà si posava su di lei.
Col trascorrere delle settimane, però, si riadattò pian piano alla
routine quotidiana del pronto soccorso, del giro di visite, delle
cartelle cliniche da compilare. Arrivò anche quasi a illudersi che
lavorando non avrebbe pensato a ciò che aveva perso per sempre.
Ma poi iniziarono le nausee e i giramenti di testa improvvisi e il mondo le crollò addosso di nuovo.
Una mattina, mentre curava una ferita riportata da Kakashi, l'odore
intenso di un medicinale, somministrato da un'infermiera a un altro
paziente, le procurò un improvviso fastidio.
Pochi secondi dopo svenne tra le braccia dell'ex-Hokage.
Quando riaprì gli occhi, il jounin era accanto al suo letto, seduto su
una sedia, e la osservava in silenzio. Il suo sguardo preoccupato si
ammorbidì non appena si accorse che era sveglia.
"Non pensavo di farti quest'effetto," scherzò rivolgendole un sorriso da sotto la maschera.
Suo malgrado, Sakura si ritrovò a ricambiarlo, nonostante l'amara realizzazione di quanto accaduto.
"Neanche io," replicò con voce calma.
Cercò poi di mettersi seduta, ma forse in modo troppo repentino, perché
la testa le girò di nuovo e, se Kakashi non l'avesse sorretta con una
mano dietro la schiena, sarebbe ricaduta sul letto rumorosamente.
"Sakura, per caso tu…" iniziò l'uomo dopo un attimo di esitazione, negli occhi scuri una luce di incerta consapevolezza.
Di riflesso, la kunoichi conficcò le unghie nel braccio che involontariamente sfiorava il suo ventre.
"Ti prego, non dirlo…" lo implorò in tono sommesso, lottando contro il vuoto che minacciava di risucchiarla.
Dirlo ad alta voce lo avrebbe reso maledettamente reale e non avrebbe
potuto più raccontarsi nessuna delle favole degli ultimi giorni.
Non avrebbe potuto più immaginare Naruto che rientrava nel loro
appartamento e la stringeva da dietro, chiedendole come stavano, lei e
il loro bambino in arrivo; non avrebbe potuto più sognare l'ormai
defunto Hokage che abbracciava suo figlio, blaterando già cose
insensate sul seguire il suo esempio.
Alla fine, l'unica certezza sarebbe rimasta una sola: come per uno
scherzo beffardo del destino, il bambino nel suo grembo non avrebbe mai
conosciuto suo padre.
Sakura era quasi sul punto di scoppiare a piangere, sentiva già lacrime
nascoste bagnare le sue ciglia, ma Kakashi non le diede il tempo di
cedere all'infinita tristezza che incombeva sul suo cuore.
In modo completamente inaspettato, il jounin si sedette sul letto e la
attirò tra le proprie braccia, premendo con un gesto delicato il suo
viso contro il proprio petto.
La conferma indiretta del suo sospetto e l'espressione della sua
ex-allieva turbata dal dolore erano state sufficienti a farlo agire
d'impulso, vincendo la sua abituale resistenza a un contatto più
ravvicinato; era ormai da lunghi anni che non la considerava più una
bambina ma una donna a tutti gli effetti, temendo costantemente per le
reazioni istintive del proprio corpo, ma per una volta represse ogni
remora.
"Non sei sola, Sakura," la rassicurò con tono fermo, cercando di trasmetterle il suo desiderio di aiutarla.
Con il suo battito cardiaco sotto la propria guancia e le sue mani tra
i capelli e sulla schiena, la kunoichi sentì il proprio corpo
rilassarsi e una calda sensazione invaderle il petto, mentre il freddo
che l'aveva assalita si ritirava lentamente.
Note dell'autrice
E niente, mi sento tremendamente in colpa per Naruto, ma così è andata^^'
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Capitolo 19 *** Nuovi arrivi (NaruSaku, KakaSaku) ***
Nuovi arrivi
Il
prompt a cui si ispira questa storia è ricavato dall'iniziativa Hurt/Comfort
Time indetta dal forum Torre di Carta.
Prompt: Gemito di dolore
Paring: KakaSakuNaru
Sakura impiegò buona parte delle sue energie per spingere di nuovo e un altro gemito di dolore risuonò nella sala operatoria.
Il suo viso era contratto in un’espressione sofferente e i suoi occhi
erano chiusi per lo sforzo, mentre con la mano stringeva il polso di
Kakashi, rischiando a ogni spinta di stritolarlo.
Il jounin credeva che a conclusione del parto avrebbe avuto qualche
seria difficoltà a muoverlo, tuttavia allontanò subito quel pensiero e
tornò a concentrarsi totalmente sulla donna al suo fianco, scostandole
una ciocca di capelli dalla fronte sudata.
Quando gli aveva telefonato avvisandolo con tono concitato che le acque
si erano rotte e gli aveva chiesto timidamente di accompagnarla in
ospedale, non aveva immaginato che si sarebbe ritrovato vicino a lei in
quel momento delicato e importante.
Per qualche istante, si era sentito profondamente in colpa verso
Naruto, però alla fine il desiderio di starle accanto e supportarla
aveva avuto la meglio, così come molti mesi prima alla scoperta che era
incinta.
Aprì bocca per pronunciare altre parole di incoraggiamento, ma la
kunoichi lo anticipò scoccandogli un’occhiataccia, smorzata dalla
smorfia di dolore che deformava i suoi bei lineamenti.
“Non dirmi anche tu di continuare a spingere…” ansimò col fiato corto,
soffocando poi un lamento nel palmo della mano premuta sulla sua
guancia.
“No, suppongo che tu lo sappia benissimo, “ le rispose con tono gentile.
Anche se non lo vedeva, Sakura era sicura che stesse sorridendo sotto
la maschera e immaginare quel sorriso nascosto sembrò alleggerire un
po’ l’inquietudine che provava.
Appena erano arrivati in ospedale, una nuova infermiera aveva frainteso
la situazione, chiedendo a Kakashi se voleva assistere al parto di sua
moglie, e si era sentita subito sballotta tra l’imbarazzo, la
sofferenza fisica causata dalle doglie e quella più profonda dovuta
all’impossibilità del vero padre di essere lì con lei.
Una lacrima silenziosa scese lungo il suo viso, confondendosi
fortunatamente con quelle legate al travaglio: Naruto non avrebbe
potuto vedere suo figlio nascere, né tanto meno avrebbe mai potuto
osservarlo mentre cresceva.
L’amarezza di quella certezza la accompagnava dal primo giorno e
probabilmente non l’avrebbe mai abbandonata, tuttavia la presenza di
Kakashi riusciva in qualche modo a confortarla, come sempre negli
ultimi nove mesi. Dopo l’iniziale disorientamento, aveva infatti
assentito alla proposta dell’infermiera, afferrando d’istinto la mano
dell’uomo e suscitandogli un evidente stupore.
Le sempre più fitte contrazioni la costrinsero a spingere ancora e a urlare per contrastare il dolore.
Le parole di Shizune le arrivarono confuse, però le dita di Kakashi che
si posarono sulle sue, liberando il polso dalla sua presa e stringendo
poi la sua mano con un gesto fermo ma delicato, le confermarono che
doveva mancare poco.
Anche se aveva assistito diverse volte al parto di altre pazienti, ora
che era arrivato il suo turno sembrava tutto più complicato e la sua
soglia di sopportazione era arrivata al limite. Allontanò ogni pensiero
razionale e si concentrò sui momenti finali, desiderando che finisse in
fretta.
Non si rese conto di quanto tempo trascorse prima che udisse il pianto
del bambino echeggiare nella stanza e provasse un’immediata sensazione
di sollievo: se piangeva, non significava solamente che i suoi sforzi
erano giunti al termine ma anche che suo figlio stava bene.
A quel punto, non riuscì più a controllarsi e scoppiò a piangere,
lasciandosi andare a una felicità che per la prima volta non era
incerta e titubante; strinse ancora di più la mano di Kakashi, poi
ricadde lentamente indietro sul letto, con le lacrime che le rigavano
il volto, e chiuse gli occhi.
“Piange…” disse in un sussurro, incapace di esprimere il resto dei suoi pensieri.
Accanto a lei, il jounin la osservava in silenzio, sforzandosi di
rallentare il battito cardiaco: avrebbe voluto dire qualcosa per
calmarla, incerto su come interpretare il suo pianto, ma senza
accorgersene aveva trattenuto il fiato, in attesa che il corpo del
bambino comparisse tra le mani di Shizune e la testolina bionda si
muovesse annunciando la vita con un grido.
“E si agita abbastanza, come la madre,” continuò non appena si sentì in
grado di respirare normalmente, alludendo alle abituali intemperanze di
Sakura.
Anche crescendo, quel lato del suo carattere non era cambiato del tutto
e, negli ultimi mesi, ne aveva insolitamente sentito la mancanza,
temendo che la morte di Naruto avesse compromesso per sempre la sua
spontaneità.
Due occhi verdi si posarono su di lui con una luce di lieve disappunto.
“Non è quello che intendevo,” mormorò, il capo reclinato sul cuscino.
“Certamente no,” rispose Kakashi, ricambiando il suo sguardo e piegando le labbra in un sorriso.
Le lasciò la mano solo quando un’infermiera si avvicinò per metterle il bambino tra le braccia.
Tiratasi su a sedere con un piccolo sforzo, Sakura si asciugò gli occhi
prima di stringere al suo corpo un piccolo fagotto che si muoveva
leggermente, forse tranquillizzato in modo istintivo dalla sua
vicinanza fisica.
Quando incrociò le iridi azzurre di suo figlio che la scrutava curioso,
un’emozione improvvisa la invase avvolgendo il suo cuore in un
abbraccio rassicurante.
“Gli somiglia,” disse sommessamente, sorpresa di non provare l’angoscia
che aveva temuto potesse assalirla di fronte a quella concreta
eventualità.
Kakashi esitò un istante, poi allungò una mano per scompigliarle affettuosamente i capelli.
“Non poteva essere altrimenti,” le rispose, pensando che la sua serenità fosse l’unica cosa davvero importante.
Note dell'autrice
Come pensa sia evidente, questa storia è il seguito della precedente.
Un grazie a chi segue la raccolta^^
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Capitolo 20 *** Fraintendimento (KibaSaku) ***
Fraintendimento
Il prompt a cui si ispira questa storia è ricavato dall'iniziativa Hurt/Comfort Time indetta dal forum Torre di Carta.
Prompt: Litigio
Paring: KibaSaku
Sakura lo rincorse nel corridoio, riuscendo ad afferrargli un polso.
“Ascoltami, non è…” disse col fiato corto per l’agitazione.
Kiba si voltò rapido, spingendola bruscamente contro il muro.
“Non è come sembra?! Sakura, non raccontarmi bugie!” sbottò.
I suoi occhi erano pieni di delusione e rabbia e la kunoichi provò un vuoto improvviso.
“Perché esci con me? Te lo ricordo?” la incalzò risentito.
Per non precipitare nel nulla, Sakura si aggrappò alle sue braccia.
Forse era iniziata per quel motivo, ma Kiba non sarebbe mai stato Naruto.
“Non pretendere di sapere tutto!” urlò, innervosita dalla sua arroganza.
Poi lo baciò con foga, ritrovando nelle sue labbra ciò di cui aveva bisogno.
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