Thor-Ragnarok (Rivisitata)

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1-Ricordi ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2-Il Dio dell’inganno: ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- E’ giunta l’ora: ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Il nuovo mondo: ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- L’arena: ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Ritrovare se stessi: ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7-Battaglie passate: ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- Il buco nero: ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Rivoluzione: ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- Re e regina: ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11- Distruggere Asgard: ***
Capitolo 12: *** Epilogo-Destinazione? ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1-Ricordi ***


Toccare il ghiaccio per uscire da quella tomba, fu per Mia una boccata d’ossigeno.
Il vestito bianco le cadde perfettamente lungo il corpo, anche se non era del suo colore preferito.
La vista, da prima sfocata, divenne più chiara.
Si guardò intorno, a destra e a sinistra, poi davanti: c’era Loki che la guardava sorridendo.
La testa era talmente confusa che non riusciva a dire una parola dopo l’altra.
Fu il Dio a parlare per primo.-Come ti senti?- le chiese.
Mia si premette una mano sulla fronte per cercare i suoi ultimi ricordi.- Non lo so.- rispose confusa.
-Cosa rimembri per ultimo?-
Giunsero immagini di una vita che le passò davanti tutta insieme.
-Mi ricordo che combattevamo con Thor nel Bifrost…- mormorò. –Tu stavi per cadere, ho tentato di afferrarti…Ma tu non volevi esser salvato.- continuò, con una lacrima che le scese lungo la guancia. –Tu dovresti essere morto!- esclamò, dandogli una spinta.
Loki si aggrappò alle sue mani invece di cadere all’indietro.- L’ho fatto per noi, volevo che tutti credessero che fossi morto.- spiegò Loki.
-Mi hai mentito!-
-Per il tuo bene.-
-Che cosa mi è successo?-
-Tante…Troppe cose.- spiegò Loki e attraverso i propri occhi verdi riuscì a confonderla.
-Ricordi qualcos’altro?-
-Per ora no…Mi sembra di essermi svegliata da un lungo sogno.- commentò, cercando poi di mettere i piedi l’uno davanti all’altro nella neve. Appena ci affondò un piede, altri ricordi sfocati le giunsero al cervello. –Un uomo.-
Loki aggrottò le sopracciglia, sperando che non si ricordasse altro.
-Rimembro ogni parte del suo viso, ma non mi sembra di averlo mai conosciuto…- sussurrò, osservando l’infinito del panorama innevato.
-Quale uomo?-
La dea socchiuse gli occhi come per cercare di visualizzarlo meglio.-Capelli biondi, sul castano. Occhi azzurri come il mare e denti perfetti…Mi guarda…Sorride e piange allo stesso tempo.-
Loki le sfiorò una spalla.- Sei solo confusa.- commentò.
Improvvisamente, Mia gli afferrò il collo con una mano e lo strinse abbastanza da bloccargli il fiato.- Non mi stai mentendo, vero Loki?- gli domandò accigliata e con voce dura.
-Non potrei mai, tesoro.- rispose lui, con la voce spezzata.
Allora lo lasciò andare e notò quello che aveva addosso.
-Direi che è ora di un cambio d’abito.-
Mia fece una smorfia di disgusto e con un solo schiocco di dita le si presentò indosso un lungo abito nero con uno strascico.
-Molto meglio.- commentò Loki, afferrandole la mano.
Loki condusse Mia all’interno di una grotta, sembrava una vecchia stanza, ma che era stata spazzata via da qualcosa o da qualcuno.
Al centro, vi era un piedistallo di pietra con sopra il più grande potere di Jotunheim: lo Scrigno degli Antichi Inverni.
Mia lo osservò e contemplò il suo grande potere.
-E’ tuo adesso.- disse Loki.
-Ma come.. Credevo lo volessimo per noi.-
-Prendilo, avanti, non preoccuparti.-
La Dea afferrò le due maniglie ai lati dello Scrigno e subito si sentì molto più forte, quasi invincibile.
Gli occhi le si illuminarono di bianco per qualche secondo e d’istinto, sorrise.- E’ meraviglioso.-
A quel punto, Loki le prese la guancia e le lasciò un bacio sulle labbra.- Adesso saremo i più potenti di Asgard.-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2-Il Dio dell’inganno: ***


Una profezia gravava su Asgard: l’arrivo di Ragnarok, l’oscurità.
Il demone Surtur con la sua potente corona aveva promesso che sarebbe tornato ad Asgard e, attraverso alla Fiamma Eterna deposta nei sotTerranei, avrebbe scatenato il caos.
Grazie a Thor e ovviamente al suo martello, per ora, la minaccia era stata distrutta: il Dio aveva privato la corona a Surtur e l’avrebbe messa in un posto sicuro.
Tornò ad Asgard attraverso il Bifrost, ma non mi trovò Haimdall a custodirlo: c’era un uomo robusto, senza capelli e lo sguardo accigliato.
-E tu chi sei?- domandò confuso.
-Mi chiamo Skurge…Odino ha ritenuto necessario bandire Haimdall perché non riusciva bene a fare il suo lavoro.- spiegò l’uomo. –D-Dovrei annunciarti!- esclamò, iniziando a correre verso il ponte arcobaleno.
Ma Thor fece roteare il martello e volò dritto verso il castello.
Trovò i sudditi assistere ad uno spettacolino teatrale: due uomini travestiti da Thor e Loki inscenavano la loro avventura con gli elfi oscuri e così, la morte di Loki.
Al centro della piazza c’era anche una statua di Loki fatta in oro, come se lo stessero lodando più dello stesso Odino.
Il re di Asgard e Mia erano seduti comodi con delle serve che continuavano a portare vino e uva.
-Thor! Sei tornato!- esclamò Odino, alzandosi di scatto come fosse preoccupato.
Thor fu davvero sorpreso che Mia fosse lì davanti a lui, viva e vegeta.
-Tu eri morta.- balbettò sotto voce.
-E invece sono di nuovo qui. Sorpreso? Bene.- disse la donna, schioccando le dita per un altro grappolo d’uva.
-Non ricorda molto…E consiglierei di non iniettarle i passati ricordi tutti in una volta.- gli sussurrò Odino.
-Ha perso la memoria?-
-E’ rimasta all’attimo in cui Loki è precipitato in un buco nero. Ho inscenato questo spettacolino per farle ricordare le nostre..ehm.. le vostre avventure.-
-E come si chiama?-
-La tragedia di Loki di Asgard, abbiamo deciso di commemorarlo.- rispose Mia, mettendosi una mano sul cuore. –Nonostante non lo ricordi, è stato bellissimo.-
-Ti piace la statua?- chiese l’altro.
-Si, ma lo fa meno losco di quanto in realtà sia.- rispose il Dio. –Sai cos’è questo?- domandò, mostrandogli la corona del demone.
-Certo, il teschio di Surtur, è un’arma formidabile!-
-Quindi, te ne torni a Midgard, adesso?- continuò Mia, incrociando le braccia.
-No…Ultimamente faccio lo stesso sogno ogni volta: continuo a vedere Asgard che cade in rovina.-
-E’ solo uno stupidi sogno, segno di una fervida immaginazione.- commentò Odino.
-E’ possibile, ma ho deciso di andare a fondo per investigare. E cosa trovo? I nove regni nel caos, mentre tu, Odino, protettore dei mondi, te ne stai qui a festeggiare.- Notò che c’era qualcosa di diverso e capì anche cosa: lanciò il martello verso il nulla e poi afferrò il capo del vecchio.- Sai che il martello tornerà da me, anche se c’è la tua testa nella mia mano.-
Quando Odino vide avvicinarsi l’arma pesante al suo viso, si scansò e si rivelò chi fosse realmente: Loki.
Fino a quel momento aveva utilizzato un ologramma per fingersi suo padre.
In quell’istante giunse Skurge, col fiatone.
-Una sola cosa dovevi fare!- lo sgridò Mia, sbuffando. –Stava andando tutto così perfettamente! Ma no! Tu dovevi tornare qui e rovinare tutto! C-Con i tuoi muscoli…La tua bella chioma bionda e quel cavolo di martello!-
-Dov’è nostro padre?- chiese Thor, puntandole il martello contro.
-Asgard prosperava e tu avevi tutto quello che volevi! La tua indipendenza e la tua stupida Terra!- continuò Loki.
-Dimmi dove si trova, lo hai ucciso?!- gridò il Dio, posandogli la pesante arma sul petto.
-Va bene, va bene, posso dirti dov’è!-
Loki aveva lasciato Odino sulla Terra, in una casa di riposo, ma quando giunsero lì, l’edifico era appena stato demolito.
-Giuro che era qui.- disse Loki.
-Davvero? Sul marciapiede scomparso o nell’edificio appena distrutto?-
-Come facevo a saperlo? Non vedo il futuro, non sono uno stregone.-
-Davvero? Ti vesti come se lo fossi.- commentò Thor, riferendosi al suo smoking interamente nero.
-Come fate ad essere vivi? Ero in lutto! Ho pianto..-
-Sono onorata.- intervenne Mia. –A me dispiace che Jane ti abbia lasciato.-
-Non mi ha mollato.- balbettò timidamente. –L’ho mollata io, è stato un mollamento reciproco.-
Fu in quel momento che sotto i piedi di Loki si creò uno strano cerchio di fiamme: esso risucchiò via il Dio, facendolo sparire nel nulla.
Thor e Mia si ritrovarono a guardarsi confusi, quando notarono poi un biglietto a Terra che riportava il nome di un luogo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- E’ giunta l’ora: ***


 
Su quel bigliettino c’era scritto: 177A – Bleecker Street.
Mia e Thor raggiunsero l’edificio e non appena entrarono, si guardarono attorno: pavimento fatto in legno, una decina di librerie che formavano una biblioteca e una finestra enorme di vetro leggerissimo, davanti alla quale c’era un uomo che sembrava stesse volando.
Indossava una tuta aderente blu, dei guanti gialli e un mantello rosso.
-Thor, figlio di Odino.- disse egli, avvicinandosi.
-E tu, tutina aderente, chi saresti?- chiese Mia.
-Sono il Dottor Strange.- rispose una voce bassa e quasi suadente.
-Dov’è Loki?-
Prima di ottenere la risposta, tutti e tre si ritrovarono improvvisamente seduti su delle poltrone con davanti un tavolino e dei bicchieri, come se si fossero teletrasportati.
-Tè?- domandò Strange.
-Nah, io non bevo tè.- rispose Thor, ridacchiando.
A quel punto nella sua mano apparve una tanica di birra, bevanda adatta a lui.
A quanto pareva, l’uomo era uno stregone.
-Ho una lista delle persone che potrebbero minacciare la Terra e il tuo fratellino è segnato su di essa.- spiegò il mago.
-Siamo solo di passaggio, stiamo cercando mio padre.- aggiunse il Dio.
-Nel caso io vi dicessi dove si trova, voi tornereste subito ad Asgard?- chiese lo stregone.
-Subito.-
-Bene, permettetemi di aiutarvi.-
-Se sapevi dov’era, perché non mi hai chiamato?- continuò Thor.
-Tuo padre ha scelto personalmente di rimanere in esilio e poi, voi non avete telefoni.-
-Potevi spedirli una lettera elettronica, si chiama e-mail.-
-Hai un computer?-
-Nah, che ci faccio? Comunque, se sai dove si trova, portaci da lui.-
-Con piacere.-
In un attimo si ritrovarono di nuovo nella biblioteca dove il dottor Strange consultò qualche libro.- Forse posso usare questo incantesimo, ma per portarvi tutti, ho bisogno dei vostri capelli.-
-Cosa? Tu non li tocchi i miei capelli.- esclamò Mia, ma di scatto lo stregone gliene strappò uno con una velocità paranormale.
Poi mischiò gli ingredienti nelle sue mani e creò un portale al centro della stanza. –Vi sta aspettando.-
-Restituiscici Loki, adesso.- aggiunse Mia.
-Ah, giusto.-
Loki riapparve dal soffitto, attraverso un altro portale e cadde sul pavimento.- Stavo precipitando da 30 minuti!- esclamò rabbioso.
Mia aiutò Loki a rialzarsi e poi tutti e tre attraversarono il cerchio di fiamme, ritrovandosi su di una collina circondata d’erba e con solo un masso al centro di essa.
Odino era lì, ad osservare il panorama.
-Padre..- si avvicinò Thor.
-Guarda che spettacolo.- disse Odino.
-Padre, siamo noi.-
-Tutti i miei figli riuniti, vi stavo aspettando.-
-Lo so, siamo venuti per riportarti a casa.-
-Casa…Esatto…Vostra madre mi chiama..- mormorò il re.
-Loki, interrompi l’incantesimo!- esclamò Thor.
Mia gli mise una mano sulla spalla. –Thor..Non c’è nessun incantesimo.-
-Sedetevi con me, non c’è molto tempo.- continuò Odino, sedendosi sul masso: accanto a se Thor e Loki, mentre Mia si posò sull’erba davanti a loro.
-Lo so che ti abbiamo deluso, ma possiamo rimediare.- commentò Thor.
-Io vi ho deluso…Incombe su di noi Ragnarok.-
-No padre, ho fermato Ragnarok, ho distrutto Surtur.-
-No, ha già avuto inizio e sta arrivando. Io ero l’unico che poteva fermarla, ma la mia ora è giunta.-
-Parla al femminile. Di chi sta parlando?- chiese Mia.
-La Dea della morte: Hela, la mia primogenita e vostra sorella.- rispose Odino.- Il suo potere era incontrollabile, così la imprigionai. Prende il suo potere da Asgard e non appena sarà lì, diventerà inarrestabile.-
-Qualunque cosa sia, possiamo fermarla insieme.- esclamò Thor, ancora confuso.
-Non posso, io sono su un sentiero diverso. Dovrete affrontarla da soli.- continuò l’altro. –Vi amo figli miei.-
E fu in quel momento che Odino trapassò e si unì a Frigga.
I fratelli si alzarono e osservarono il panorama un’ultima volta: sia Thor che Loki tentavano di reprimere le lacrime e Mia afferrò ad entrambi la mano, sentendo il loro dolore. –Siamo solo noi, adesso.- sussurrò fra se e se.
Ma subito dopo, la tristezza di Thor divenne collera: lasciò la mano di Mia e guardò arrabbiato suo fratello, mentre il cielo iniziava a scurirsi e i tuoni a sentirsi vicini. –Questa è colpa tua.- disse a Loki.
Prima che si potesse venire ad uno scontro, vicino a loro si creò un buco nero, dalla quale vi uscì una donna: Hela.
Con la sua veste nera e verde, i capelli bruni e il sorrisetto compiaciuto, sembrava una vera e propria Dea della morte.
-Quindi è andato.- commentò la donna, riferendosi ad Odino. –Che peccato, avrei voluto vederlo.-
-Devi essere Hela. Io sono Thor, figlio di Odino.- intervenne Thor, tenendo stretto il martello.
-Davvero? Non gli somigli affatto.-
-Possiamo trovare un compromesso.- continuò Loki.
-Tu parli come lui…In ginocchio.-
Mia alzò un sopracciglio, incredula che si credesse già la più potente. –Ma per favore!-
La dea fece comparire lo Scrigno degli Antichi Inverni dal nulla e un potente raggio di ghiaccio congelò pienamente Hela.
Per qualche attimo sembrò essersi arrestata, ma poi distrusse la lastra di ghiaccio più che facilmente. –Ho detto: in ginocchio!-
Senza sprecare tempo, Thor le lanciò contro il proprio martello, ma Hela lo afferrò e fermò con una sola mano.
-E’ impossibile.- commentò Thor.
-Caro, non hai idea di cosa sia possibile.- ribatté la donna per poi sgretolare il martello in mille pezzi.
L’arma più potente dei novi regni fu completamente distrutta.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Il nuovo mondo: ***


Il martello si sgretolò a Terra ed Hela fu pronta a colpire.
Improvvisamente Loki gridò di aprire il Bifrost, ma non fu una scelta saggia: Mia, Loki, Thor e anche Hela sarebbero stati teletrasportati ad Asgard.
Duranti il viaggio nel ponte arcobaleno, Hela afferrò la gamba di Loki e lo tirò via, spedendolo in chissà quale altro mondo.
Mia tentò di colpire Hela con un pugnale, ma la donna la prese alla gola e la lanciò verso Thor.
I due volarono insieme in un altro regno, volando giù per metri e metri e atTerrando su quello che sembrava una discarica.
Mia si alzò lentamente per prima, dopo qualche minuto e si guardò attorno: vi erano una decina di piccoli portali che portavano oggetti mal ridotti da altri mondi e li accumulavano in quel posto.
-Dove siamo?- domandò, ma nessuno rispose dato che Thor sembrava ancora svenuto. Si mise a guardarlo e gli diede una spintarella col piede. –Sei morto finalmente?-
Thor fece un grugnito di risposta.
-Ah no, sei vivo.-
Il Dio si alzò da Terra e riprese le forze. –Ecco cosa succede a tradire il proprio re.- commentò.
Mia sbuffò. –Non iniziare a fare il moralista.-
-Credevo fossi cambiata.-
-Ehi, te ne sei accorto o no che non ricordo nulla?! E’ impossibile che io sia la stessa di prima!- esclamò l’altra. –A proposito, com’ero prima?-
-Eri buona e aiutavi la gente.- rispose Thor, iniziando a perlustrare il luogo.
Mia fece una linguaccia, quasi disgustata.
-L’amore ti ha resa così.-
-L’amore per Loki?-
-No, per Steve.-
Mia iniziò a fare qualche calcolo tra se e se. –Intendi l’uomo che continuo a sognare? Capelli biondi, denti perfetti.-
-E portamento da narcisista? Si, è lui.- continuò il Dio, guardandosi intorno. –Sai che Loki ti sta dicendo solo menzogne, vero?-
Mia annuì tristemente, come se dovesse ancora ammetterlo a se stessa. –Non mi fido di lui da quando ho scoperto che in realtà non era morto.- rispose e quando guardò meglio Thor, notò che aveva qualcosa di strano sul collo.-Hai qualcosa attaccato al collo.-
Il Dio si toccò, ma non capiva cosa fosse, sapeva solo che anche Mia aveva qualcosa di strano.- Ce l’hai anche tu.-
Improvvisamente, il piccolo aggeggio iniziò a dare potenti scosse elettriche che gli fece perdere i sensi.
 
Mia si ritrovò su un pavimento dorato in una stanza con quattro pareti bianche e le mani legate da delle manette di ferro.
A quel punto apparvero delle immagini sui muri e si sentì anche una voce femminile: Non preoccuparti, sei stato trovato. Sei a casa adesso. Nessuno lascia questo posto. Ma che posto è? La risposta è Sakaar: circondato da portali cosmici, Sakaar vive ai confini del conosciuto e dell’ignoto. E’ il luogo di raduno di tutte le cose non amate, come te. Ma qui a Sakaar tu sei importante. Sei prezioso e quindi sei amato. E nessuno ti ama più del Gran Maestro.
Apparvero le immagini di un uomo di mezza età, vestito di veli colorati e con il viso pitturati.
Egli è l’originale: il primo perduto e il primo trovato. Il creatore di Sakaar e il padre del concorso dei campioni. Mentre tu prima eri nulla, ora sei qualcosa. Sei proprietà del gran maestro. Congratulazioni. Incontrerai il Gran Maestro tra poco.
-Ma stiamo scherzando?- commentò Mia, tra se e se.
Davanti le si aprì una porta e ne uscirono due uomini che la fecero uscire dalla stanza e che la portarono all’interno di un alto palazzo.
Intorno a se viaggiavano navicelle e chiaramente da lontano si poteva vedere un enorme portale, un buco nero.
Saliti di qualche piano, Mia poté rivedere Thor, anch’egli legato.
Davanti a loro si presentò il Gran Maestro con accanto una donna dalla pelle chiaro scura e il sorriso soddisfatto.
-Mi soddisfi sempre predatrice 142. Oggi abbiamo anche una donna.- disse l’uomo.
-E’ un contendente.- disse la donna. –L’altra è solo carne da macello.-
Mia si sentì offesa e la guardò male. – Carne da macello? Se non avessi le mani legate io..- Prima che potesse finire la frase, arrivarono altre leggere scosse che la fecero azzittire.
-Io non sono in vendita!- esclamò Thor.
-Sono curioso di sapere chi sei.- continuò il Maestro.
-Io sono il Dio del tuono!- gridò l’altro, tentando di ribellarsi, ma inutilmente.
-Interessante.- commentò l’uomo. –Io non mi sono presentato bene, seguitemi.-
Mia e Thor vennero portati in un’altra stanza dove sembrava esserci una festa e i due notarono anche Loki sdraiato su un divano, circondato da donne.
-Io sono il Gran Maestro, il primo e l’unico. Ho creato il concorso dei campioni dove le persone partecipano forzatamente e tu, amico mio, potresti farne parte.- spiegò, impegnato a scegliere la musica adatta alla festa.
-Noi non siamo amici e non me ne frega nulla dei tuoi giochini, io me ne torno ad Asgard!-ribatté Thor.
Mia invece, si diresse da Loki che sembrava stesse raccontando le sue avventure.
-… E io sono il re di questo regno, lo governo tutto da solo e non potete sapere quanto sia difficile…- stava dicendo fin che non notò Mia. –…Amore!- esclamò sorridendo. –Non sapevo fossi qui.-
-Vedo che ti stai divertendo.- commentò Mia guardandolo male. –Perché tu non hai le catene? Liberaci!-
-Non posso..-
-Cosa?!-
-Ci ho messo giorni a farmi simpatico il Gran Maestro!-
-Ma che stai dicendo? Siamo qui solo da poche ore.-
-No, io sono qui da due settimane.-
Mia sgranò gli occhi incredula. –Ah! Beh, grazie per esserci venuto a cercare!-
-Cosa bisbigliate?- intervenne il Maestro. –Il tempo scorre diversamente qui…Comunque, voi vi conoscete? Conosci questo..ehm..zio del tuono?-
-Dio del tuono.- lo corressero entrambi contemporaneamente.
-E’ suo fratello.- continuò Mia.
-Adottivo.- aggiunse Loki.
-Se sa combattere vi prometto che chiunque batta il mio campione, sarà libero di andare.-
-Perfetto, ci stiamo!- esclamò la donna.
-Oh no no, le donne non combattono qui..-
-Perché questa politica negativa verso le donne? E allora cosa fanno?- chiese Mia.
-Puliscono i resti dei campioni, ovviamente. Lavoro molto nobile.-
La donna sospirò, scocciata di trovarsi in quel posto. –Va bene, dicci dove dobbiamo andare per rompere il culo a qualcuno!-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- L’arena: ***


Mia e Thor vennero trasferiti all’interno di quello che sembrava un corridoio malconcio dove probabilmente riposavano i concorrenti.
Lì vi erano due di loro: una creatura fatta interamente di sassi e il suo amico, ovvero una larva di colore rosa che al posto delle mani aveva delle taglienti lame.
-Nuovi amici! Ciao, io sono Korg.- si presentò il cumolo di sassi.
-Oh, ma che carino che sei.- gli disse Mia.
-Anche tu sei molto bella.- commentò Korg, mentre un sassolino gli cadde dal bacino. –Ecco, un altro è andato.-
-Come sei finito qui dentro?- domandò Thor, iniziando a camminare lungo il corridoio per cercare una via d’uscita.
-Volevo iniziare una rivoluzione, ma non ho stampato abbastanza opuscoli e quindi sono finito a fare il gladiatore.- rispose l’altro, seguendolo.
Alla fine Thor si ritrovò al punto di partenza, come se in realtà avesse girato in tondo.
-Ah si, questo coso è un cerchio.- continuò il concorrente.
-Perfetto, siamo intrappolati qui.- commentò Mia. –L’unico modo è battere il campione.-
-Qualcuno ha combattuto contro di lui?- chiese il Dio.
-Si, Dug laggiù.- rispose Korg, indicando un uomo seduto lungo il muro che non spicciava parola. –Ah no, quel Dug è morto.-
-Ucciderò il campione e ce ne andremo da qui.- continuò Thor.
-E’ proprio quello che diceva Dug. Tu sei un nuovo Dug!-
In attesa del grande momento, Mia e Thor si sedettero a Terra e quest’ultimo iniziò a pregare per Odino.
-Mi dispiace che sia morto.- disse Mia.- E’ stato un buon padre per me.-
-Lo è stato per tutti.- commentò Loki, comparso dal nulla. –Fa male vero? Quando ti mentono. Quando ti hanno detto una cosa e poi scopri che è tutto falso.-
Mia si alzò arrabbiata. –Ma che faccia tosta! Da quando sono risorta non mi hai detto un briciolo di verità!-
-Quindi lo sai..- mormorò Loki, abbassando leggermente lo sguardo.
-Certo che lo so, ti conosco!-
-L’ho fatto per il tuo bene..-
-Non è vero!-
-Io ti amo!- gridò l’altro.
-Ma questo non è amore!- ribatté l’altra. –Manipolare le persone per averle al tuo fianco non è amare.- continuò, versando una lacrima perché tuttavia teneva a Loki.
-Io credevo che non saresti stata al mio fianco se non fossi diventato re.-
-Io sarei rimasta con te anche se fossi rimasto quello che sei sempre stato. Loki. Re di Asgard o figlio di Laufey, non mi importava.-
La guardò e le posò una mano sulla guancia per asciugarle la lacrima. –Ti prometto che d’ora in poi ti dirò tutta la verità.-
Ma Mia non gli crebbe e si allontano da lui.- Davvero?- Prese un sassolino da Terra e lo lanciò contro, rivelando che in realtà era solo un ologramma. –Sei il Dio dell’inganno…E’ la tua natura.- disse infine, prima di voltargli le spalle e andarsene.
Anche Thor prese un altro sasso e glielo tirò contro, quasi per divertimento.
-Avanti! Credevi veramente che sarei venuto qui sotto? Questo posto è disgustoso!- commentò Loki.
Il fratello non rispose e continuò a lanciargli sassolini.
-Non crederai seriamente di tornare indietro, vero?- domandò l’altro. –Nostra sorella ha distrutto il tuo martello come fosse di vetro. E’ più forte di tutti noi.-
Ma, ancora una volta, nessuna risposta.
-Bene, vorrà dire che dovrò agire da solo. Ho scommesso molto su di te, domani. Non deludermi.-
 
La sera successiva, Thor si sarebbe scontrato con il campione in carica.
Mia venne portata nella stanza apposita del Gran Maestro che dava sull’arena di combattimento: c’erano le solite guardie e un divano in pelle dove sedeva Loki.
La Dea si sedette lontano da lui e nemmeno lo guardò, ma l’ansia aumentava.
Anche la donna che li aveva catturati si presentò sul posto per assistere insieme a due bottiglie di quello che sembrava chiaramente alcool.
Si posò accanto a Mia e nel guardarla, ella notò un tatuaggio familiare sul suo polso. -Sei una Valchiria!- esclamò avvicinandosi, ma lei minacciò di darle una scossa elettrica con il suo piccolo telecomando. –Non riprovarci!- continuò, alzando le mani in segno di resa. -Trovo che sia fantastico che esista un esercito di sole donne! Era ora, diamine!- commentò poi.
-Hai finito?- disse l’altra, scocciata.
-Mi serve il tuo aiuto per uscire di qui.-
La donna sbuffò e si alzò per andarsene.
-Bene, allora sei una traditrice! Le Valchirie hanno promesso di proteggere il trono!-
-Ascoltami bene sottospecie di prostituta dark, qui siamo a Sakaar, non ad Asgard e qui sono una Predatrice, non una Valchiria.- puntualizzò poi. –E poi nessuno va via da questo posto, perciò morirete qui.- disse infine per poi andarsene.
Mia tornò a guardare l’arena e, offesa dalla Valchiria, si cambiò d’abito che con uno schiocco di dita divenne una tuta aderente in pelle.
Fu in quel momento che al centro dell’arena piena di luci si presentò il Gran Maestro sotto forma di ologramma per aprire la serata.
-Benvenuti allo spettacolo degli spettacoli! Questa sera vedremmo come il nuovo contendente cercherà di battere l’ormai campione in carica. Traguardo che nessuno ancora è riuscito a raggiungere. Ma senza alcun indugio, ve lo presento! Signori e signore: lo zio del tuono!-
Thor entrò all’interno del campo con i vestiti di un gladiatore, un martello, uno scudo e con i capelli chiaramente accorciati di molto.
-Ora ci siamo! Sta per arrivare!- continuò il Gran Maestro.- E’ il campione in carica…Una creatura unica..- continuò, mentre la Terra iniziò a tremare. –Il vostro, incredibile..-
Le porte si aprirono e da esse ne uscì una creatura alta almeno quattro metri, capelli neri e pelle verde che ruggì contro Thor.
Al contrario, il Dio sembrava essere felice di vederlo, poiché si trattava di Hulk, un suo caro amico, non che il dottor. Bruce Bunner.
Thor gridò di gioia non appena lo vide. –Ci conosciamo! E’ un collega di lavoro!- urlò verso il Gran Maestro.
-Devo sparire da questo pianeta.- disse Loki, abbastanza impaurito dalla presenza di Hulk.
Ma Mia lo afferrò per il braccio prima che potesse alzarsi. –Lo conoscete?-
-E’ una lunga storia.- rispose l’altro, con un sorriso spaventato.
-Ma dove ti eri cacciato? Credevano tutti che fossi morto.- disse Thor ad Hulk, con tono sollevato. –Sono successe un sacco di cose: ho perso il martello tipo ieri, quindi è una cosa ancora fresca. Loki è vivo, è qui! E’ proprio lì!- continuò, indicandogli il fratellastro.
Loki rimase paralizzato e Mia scoppiò a ridere.
-Bunner, pensavo che non lo avrei mai detto,ma sono contento di vederti!- commentò Thor.
-Niente Bunner, solo Hulk!- disse l’altro per poi corrergli in contro e tentare di attaccarlo.
Il dottore sembrava non riconoscere il Dio e le cose iniziarono a mettersi male.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- Ritrovare se stessi: ***


Thor si scansò prima che Hulk potesse colpirlo, ma egli lo afferrò d’improvviso e lo lanciò contro il bordo dell’arena.
Allora Thor strinse nella mano la sua arma e lo colpì al viso, lanciando la creatura verso l’altro lato del campo.
Gli andò in contro e tentò di fargli capire che erano amici e che non voleva fargli male, ma di tutta risposta Hulk lo prese per le gambe e lo batté più volte sul pavimento.
-Ecco…Ha fatto quello anche a me.- intervenne Loki.
Mia fece una smorfia. –Deve fare molto male.-
-Tu non sai quanto.- digrignò fra i denti l’altro.
Proseguirono alcuni minuti di combattimento equo, dove Thor cercò di far uscire Bunner da Hulk, ma inutilmente.
Ad un certo punto, Hulk gli diede una spinta e stese il Dio, iniziando a prenderlo continuamente a pugni sul viso.
Fu in quegli istanti che il Dio sembrò davvero arrabbiarsi, tant’è che delle scintille gli invasero il corpo e i suoi occhi divennero interamente bianchi.
Improvvisamente colpì Hulk con un potente fulmine e lo scaraventò via.
Il Gran Maestro, Mia e Loki furono sorpresi da quello che era appena successo.
Nemmeno Thor sapeva cosa stesse accadendo, sapeva solo che doveva battere Hulk per essere libero.
Prese un bel respiro, pronto ad attaccarlo di nuovo con i tuoni, ma venne fermato da una potente scossa elettrica che lo fece svenire.
 
Quando Thor riaprì gli occhi si ritrovò in una stanza che sembrava più una camera da letto: la prima cosa che vide fu un enorme letto e una grande finestra che dava sulla città.
Poi sentì chiaramente la voce di Mia.
-Ehi, finalmente sei sveglio.- gli disse, mentre il bestione stava facendo un bagno dentro una vasca. –Hai fatto scintille.- commentò ridendo. –L’hai capita?- chiese ad Hulk.
L’altro batté le mani ridacchiando.
-Guarda che so fare.- continuò Mia che, solamente inserendo un dito dentro l’acqua, la congelò pienamente.
-Forte!- esclamò Hulk che con un solo movimento creò una crepa nel ghiaccio.
-Hulk che fa un bagno nell’acqua calda..- intervenne Thor. –Da quanto tempo sei così?-
-Così come?-
-Così…Grosso, verde e stupido.-
-Hulk sempre Hulk.-
-Come sei arrivato qui?- domandò il Dio.
Il bestione alzò la mano e poi la fece precipitare dentro l’acqua schizzando Mia. –Queen-jet.-
Negli occhi di Thor si accese un barlume di speranza.- Perfetto! E dov’è adesso?-
Hulk uscì dalla vasca completamente nudo e non diede il tempo ne a Thor ne a Mia di coprirsi gli occhi.
-Wow.- commentò Mia. –E chi lo dimentica più?-
Si mise un asciugamano attorno alla vita e indicò a Thor una navicella al centro della città quasi completamente rotta.
-Magnifico! Ce ne andiamo da qui!- esclamò più che contento. –Vedrai, ti piacerà Asgard.-
-Hulk resta.-
-No, no. Il mio mondo ha bisogno che io sia lì per impedire Ragnarok!-
-Ragnarok?-
-Esatto! Se tu mi aiuti ad impedire la distruzione di Asgard, io ti aiuto a tornare sulla Terra!-
Mia alzò un dito come se avesse qualcosa da dire. –C’è un problema..-
-Sssh!- la bloccò Thor. –Non vedi che devo cercare di far ragionare questo bestione?!-
-Terra odia Hulk.- commentò egli.
-No! La Terra ti ama! Sei uno dei nostri amici, uno degli Avengers!- esclamò Thor, per cercare di convincerlo.
-Tu amico di Bunner.- continuò l’altro.
-Chi è Bunner?- domandò Mia.
-E’ sempre lui.- rispose Thor. –No, no, io oDio Bunner…Insomma, lui è tutto: numeri, scienze e altre cose noiose.-
-Thor andare, Hulk restare.-
-Mi stai dicendo che lui è sia Hulk che questo Bunner?- continuò Mia.
Il Dio sospirò.- Si…Va bene, fai come vuoi. Io me ne vado.- disse infine dirigendosi verso l’uscita.
Ma appena tentò di oltrepassare le due mura, una barriera elettrica glielo impedì.
Mia sospirò e Hulk prese a ridere. –Ecco qual è il problema che ti dicevo.-
-Come diavolo usciamo da qui?!- esclamò Thor, arrabbiato.
-Ho un’idea, ma di sicuro non comprende dimenarci disperatamente come stai facendo tu.- rispose Mia.
-Haimdall mi è apparso in sogno, Hela ha distrutto l’esercito di Asgard e adesso ne ha uno suo. Lui tenta di proteggere il popolo e le impedisce di aprire il Bifrst, altrimenti prenderebbe possesso di tutti i nove mondi.- spiegò Thor.
Mia iniziò a rendersi conto della gravità del problema. –Senti, ho scoperto che la Predatrice è una Valchiria. Possiamo fare un accordo con lei.-
-Haimdall mi ha detto di attraversare il portale più grande.-
-Dobbiamo attirarla in qualche modo e convincerla ad aiutarci.-

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Capitolo 7
*** Capitolo 7-Battaglie passate: ***


Si fece sera, ma ne Thor ne Mia riuscirono a dormire.
Thor tentava di togliersi ciò che aveva sul collo, ma fu inutile.
-Thor triste.- commentò Hulk.
-Non sono triste, sono incazzato!- esclamò Thor.
-Thor mammoletta!- continuò l’altro, spingendolo.
-Ho perso mio padre, ho perso il martello!- gridò il Dio, lanciandogli contro la prima cosa che trovò. –E tu ti stai comportando da pessimo amico! Sai una cosa? La Terra ti odia!-
Anche Hulk stava per lanciargli una delle sue armi, ma Mia si mise fra i due. –Adesso basta!- disse, per poi incrociare gli occhi di Hulk e trovarci qualcosa di già visto. –Noi due ci siamo già incontrati da qualche parte?- domandò.
-Vi conoscete.-
Hulk fece un grugnito e andò a sedersi in un angolino, offeso.
Mia fece cenno a Thor di avvicinarsi e chiedergli scusa.
-Mi dispiace di aver detto quelle cose.- gli disse, sedendosi accanto a lui.
-Tutto ok. Hulk sempre arrabbiato!-
-Ti capisco, siamo uguali noi due. Siamo due teste calde.-
-Si, uguali: Hulk come fuoco e Thor come acqua.-
-Io direi tutti e due come il fuoco.- commentò Thor.
-Ma Hulk come fuoco violento, Thor come cenere fumante.-
A quel punto a Thor venne un’idea. –Hulk, devi fare una cosa per me.-
 
Il mattino seguente, Hulk chiamò la Predatrice nella sua stanza e non appena vide Thor, si fece una risata. –Salve vostra maestà.-
-Dobbiamo parlare.- le disse Thor.
-No, tu vuoi parlare.-
-Per favore resta! Se non ci aiuti il mio mondo sarà distrutto.- intervenne Mia.
La donna prese una bottiglia di vino da uno scaffale. –Va bene, vi concedo il tempo che mi ci vuole per finire questa.-
-Asgard è in pericolo, il popolo sta morendo…So che sei una Valchiria, mi serve il tuo aiuto..- spiegò Thor, ma in manche non si dica la bottiglia fu vuota.-Wow.-
-Finito, addio.- disse l’altra, voltandogli le spalle.
-Odino è morto.- continuò il Dio e questo fece fermare la donna. –Hela, la dea della morte ha invaso Asgard.-
-Se Hela è ad Asgard, la città è già perduta.-
-Io riuscirò a fermarla.-
-Da solo?-
-No, mettendo insieme una squadra: siamo io, te, Mia e il bestione.- rispose Thor.
-No, niente squadra, solo Hulk!- esclamò Hulk.
-Beh allora siamo io,te e Mia.-
-Facciamo solo tu e Mia.- continuò la Predatrice, dirigendosi verso l’uscita.
-Le Valchirie hanno promesso di proteggere Asgard!-
-Ci abbiamo provato! Odino ci mandò contro Hela a quei tempi: io sono l’unica sopravvissuta.- spiegò lei. –Lasciate perdere, io l’ho fatto.-
Mia le si avvicinò e le diede una spinta.-Sei solo una codarda!-
-Non mi importa.- replicò l’altra.
-Bene.-
-Bene.- continuò Mia. –Grazie.-
-Grazie per cosa?-
Durante il contatto fisico Mia aveva rubato il telecomando che gli mandava scosse elettriche.
Lo gettò a Terra e lo distrusse, così da liberarsi del marchingegno che entrambi avevano sul collo.
-Resta pure qui a nasconderti.- continuò Thor, afferrando una palla. –Io andrò in contro ai miei problemi.- le disse, per poi lanciarla contro il grande vetro, sperando si rompesse, ma la palla gli rimbalzò sul viso. Cadde a terra, ma si riprese velocemente. –Perché è questo che fanno gli eroi.-
Infine, si lanciò giù dalla finestra, deciso a dirigersi verso il Queen-jet.
-Perdonalo, ama le uscite ad effetto.- commentò Mia, prima di seguirlo.
Si lanciò nel vuoto e creò uno strato di neve su cui atterrare.
Thor, invece, si aggrappò ai palazzi e si fece strada tra i detriti di vecchie navicelle, trovando poi il jet.
Entrambi vi entrarono, ma non avevano idea di come farlo partire.
Improvvisamente il portellone si aprì e vi entrò Hulk, che con la sua grande altezza, iniziò a rompere tutto.- Amici, restare!- continuava a ripetere.
Thor cercò di premere qualsiasi pulsante e attivò un video messaggio da parte di Natasha.
Mia non sapeva chi fosse quella donna, ma aveva capito che riusciva a calmare Hulk.
Il bestione batté da una parete all’altra, tentando di reprimere il suo lato umano.
Ci fu caos per qualche minuto, poi Hulk divenne di nuovo Bunner.
Mia gli si avvicinò con calma e pensò che aveva già visto quell’uomo, ma non si ricordava il quando e il dove.
-Mia.- disse Bruce.
-Ci conosciamo?-
-Certo!- esclamò l’altro, col fiatone. –Che cosa ti è successo?-
-Sono morta e resuscitata, ma senza memoria.- rispose lei.
Bruce fu confuso, ma felice di rivedere anche Thor.-Thor! Come stai? Cos’è successo a Sokovia?-
-E’ stato due anni fa, Bunner.-
Bruce ci pensò su e alla fine realizzò. -Sono stato Hulk per due anni.-
Si alzò da terra e cercò di attivare la navicella tramite l’accesso con impronta della mano.
Il computer riconobbe la sua impronta e si accese: fece vedere delle immagini di come Hulk era atterrato a Sakaar.
-Ma dove siamo?- domandò poi. Sembrava che non ricordasse nulla di quello che era successo mentre era stato Hulk.
In quel momento apparse un video messaggio del Gran Maestro che chiedeva alle autorità di cercare il suo campione.
-Quello chi è?-
-Diciamo che gestisce il posto.- rispose Thor. –Per un po’ hai vissuto a casa sua. Sono successe tante cose: io e te abbiamo combattuto.-
-Davvero? Ho vinto io?-
-No, ho vinto io, facile.-
-Ne dubito..- commentò l’altro.
-E’ la verità.-
-…Sono certo che quel seduttivo zio del tuono ne sia la causa!- continuò il messaggio del Gran Maestro.
-Dobbiamo andare!- intervenne Mia.
-Sto avendo un attacco di panico.- esclamò Bruce, col respiro affannato.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- Il buco nero: ***


Thor e Mia fecero di tutto per calmare Bunner e farsi strada tra la gente, ma il dottore sembrava non reagire bene al fatto che si trovasse su un altro mondo che non era la Terra.
-Adesso è completamente diverso: prima avevamo tutti e due il controllo, ma ora è come se Hulk avesse le mani sul volante e io fossi intrappolato nel bagagliaio.- esclamò Bruce, impaurito.
-Ma sei tornato.- commentò Thor.
-Non parlo di questo. Ho paura che se mi trasformo di nuovo in Hulk, Bunner potrebbe non tornare più. E sembra che siamo su un pianeta apposito per stressarmi.-
Mia sbuffò e improvvisamente lo spinse contro un muro. –Senti! Anche io quando sono incazzata mi trasformo in un mostro blu di tre metri, ma di certo poi non vado a frignare come un piccolo, orrido, piagnucolante ragazzino che se l’è appena fatta nel pannolino!- esclamò lei, guardandolo negli occhi. –Quindi adesso ti calmi e ci aiuti ad uscire di qui! D’accordo?!-
-D’D’-accordo.- balbettò l’altro, annuendo.
-Adesso ce ne torniamo ad Asgard e non dovrai mai più pensare ad Hulk.- continuò, riprendendo a camminare.
Subito dopo aver detto quella frase, i tre si ritrovarono in una vera e propria festa per Hulk al centro della città.
La Dea sospirò alzando gli occhi al cielo.-Ma mi prendete in giro?-
I tre cercarono di uscire da quella cerchia, quando Bruce andò a sbattere contro un mostro dalla brutta faccia.
Egli stava per dargli un pugno, ma il marchingegno elettrico sul suo collo si attivò e lo fece svenire.
Dietro di esso si presentò la Predatrice.-Che ci fate qui? Credevo ve ne foste andati.- chiese.
-Si, abbiamo incontrato qualche intoppo.- rispose Thor.
La donna gli fece cenno di seguirla, notando che aveva già visto Bruce da qualche parte. –Mi sembra di conoscerti.- commentò.
-Si, anche a me, che strano!- esclamò l’altro.
La Predatrice li condusse fino alla porta di casa propria. –Volevo dimenticare. Sakaar sembrava il posto giusto per bere, scordarsi di tutto e un giorno morire.- disse.
-Infatti credo che tu beva un po’ troppo.- intervenne Thor.
-Non smetterò di bere.- replicò l’altra. –Ma preferisco morire trafiggendo il cuore di quella megera con la mia spada. Perciò mi unirò alla squadra. Ha un nome?-
Mia, Thor e Bruce si guardarono balbettando, senza sapere inizialmente cosa dire.
-Si..Ehm.. Ci chiamiamo i Revengers. Dato che tutti vogliamo vendicarci.- disse Thor.
-Bene, in più ho un’offerta di pace per voi.-
La porta si aprì e scoprì Loki, seduto a terra e legato da varie catene.
-Wow, è passato del tempo da quando ti ho visto legato l’ultima volta.- commentò Mia, ridendo maliziosamente.
-Ciao anche a te.- rispose l’altro.
Poi la Dea prese il primo oggetto che vide e glielo tirò contro, per tastare se fosse un ologramma o no.
Esso gli si fermò sulla fronte.-Ahia.-
-Per sicurezza.-
Bruce si avvicinò a Loki per salutarlo. –Allora, l’ultima volta che ti ho visto cercavi di ucciderci tutti. Che piani hai adesso?- domandò.
-Variano di momento in momento.- rispose l’altro, con fare quasi malefico.
-Quindi cosa facciamo? Come torniamo ad Asgard?- intervenne la Predatrice.
-Attraversando quello.- rispose Thor, indicando l’enorme buco nero.
-L’ano del diavolo?-
-Non sapevo il nome quando l’ho scelto..-
-Dobbiamo trovare un’altra navicella, quel portale distruggerebbe la mia.-
-Se mi permettete..- intervenne Loki. –Il Gran Maestro ha una gran quantità di navicelle e si da il caso che io conosca i codici di accesso per violare la sicurezza.-
Mia gli andò in contro, posando un piede sul suo petto e spingendolo contro il muro.-All’improvviso vuoi fare la cosa giusta?-
-E’ passato del tempo anche dall’ultima volta che hai fatto questo.- sussurrò Loki. –Ma mi sembra che non fossi vestita.-
-Okay, okay!- esclamò Thor, con aria disgustata. –Che cosa vuoi?-
-In cambio di queste informazioni, vi chiedo solo un passaggio sicuro attraverso l’ano.- rispose il fratello.
-Va bene, vorrei dire la mia: un minuto fa mi ha parlato e sembrava avere istinti omicidi verso di noi.- commentò Bruce.
-Ha tentato di uccidermi prima che lo catturassi.- continuò la Predatrice.
-Si, anche a me, svariate volte. Quando eravamo piccoli si trasformò in un serpente e lui sa che io amo i serpenti. Poi si è ritrasformato e ha gridato “sorpresa” conficcandomi un pugnale del tempo.- spiegò Thor.
-Garantisco io per lui.- disse Mia. –Lo tengo d’occhio.-
-Per entrare abbiamo bisogno che le guardie si allontanino.- commentò l’altra donna.
-Ho un’idea.-
Le due squadre si divisero: Mia e Loki si diressero all’accampamento dei campioni e sfondarono la porta con un’arma a propulsori donatogli dalla Predatrice.
-Ehi bel fusto, mi serve il tuo aiuto.- disse Mia a Korg, lanciandogli l’arma.
-Al tuo servizio mia bella donna. La rivoluzione ha inizio!-
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- Rivoluzione: ***


Il piano consisteva in Thor e la Predatrice che distraevano le guardie del Gran Maestro, mentre Mia e Loki avrebbero rubato la navicella.
Si diressero al garage grazie a Loki che sapeva i codici d’accesso per tutte le porte.
-Senti…Riguardo a quello che ci siamo detti l’altra volta..Dovremmo parlarne.- gli disse Mia.
-Mi trovi in disaccordo. Noi non abbiamo mai parlato, anzi, l’unica cosa che facevamo per comunicare non comprendeva avere vestiti.- le rispose Loki, aprendo la prima porta verso la space room.
Ovviamente si ritrovarono la strada sbarrata dalle guardie, così utilizzarono le armi appena ottenute per fermarli tutti. –Quando hai ragione, hai ragione.- commentò Mia, nel mentre.
-Odino ci ha unito…E’ poetico che adesso debba dividerci.- continuò Loki, aprendo una seconda porta da dove uscì una sola guardia.
Ella con un calcio tolse l’arma a propulsori dalla mano di Loki, ma Mia lo congelò prima che potesse fare un’altra mossa.-Credevo che non volessi parlare.-
-Il punto è un altro.- disse Loki, mentre entravano in un ascensore. –Credo sia meglio che io resti a Sakaar.-
Mia lo guardò durante il tragitto, dopotutto le dispiaceva un po’ .- Se è quello che vuoi.-
L’altro alzò un sopracciglio. –Davvero? Nessun “No, ti prego, resta con me?” Mi trovi così insignificante?-
-Loki, io avevo una grande stima di te. Pensavo che avremo fatto cose straordinarie insieme, ma alla fin fine, tu sei tu e io sono io. Magari c’è ancora del buono in te, ma credo che le nostre strade si siano divise molto tempo fa, quando ti ho visto cadere giù.- spiegò Mia.
Loki abbassò lo sguardo dispiaciuto. –Probabilmente sì…Probabilmente non dovremmo mai più rivederci.-
Mia prese un bel respiro per cercare di accettare la cosa e gli diede una pacca. –Sarà meglio per tutti e due.-
-Ehi…Facciamo “Chiamate aiuto”?- intervenne l’altro.
-No! E’ odioso! E poi lo facevamo quando avevamo 10 anni!- esclamò la donna.
-Andiamo, tu lo ami!-
-No, io lo odio, è umiliante!-
-Hai un altro piano per distrarre le guardie?-
-No!-
-Allora lo facciamo..-
-Ho detto di no!-
Quando le porte dell’ascensore si aprirono, le guardie si ritrovarono Loki che aveva in braccio Mia che fingeva di esser svenuta.
-Aiuto! Chiedo aiuto! Sta male!- gridò per poi lanciare il corpo di Mia contro di loro per stordirli tutti.
Mia si alzò da Terra e si sistemò la chioma nera.- E’ umiliante.- commentò a denti stretti.
Fu in quel momento che giunse Thor.-Perfetto, siete stati bravi!- esclamò. –Qual è la navicella che dovevamo prendere?-
Loki indicò una nave dai colori rossi e blu che sembrava abbastanza lussuosa. –Quella: il Commandor.-
Ma Mia ne aveva adocchiata un’altra molto più bella: era di colore blu ed era più grossa del Commandor. –Voi andate con quella, io e Loki prendiamo questa insieme agli altri.-
Thor caricò sul Commandor Bruce e la Predatrice, mentre Mia e Loki presero a bordo Korg e gli altri gladiatori.
Mentre il Commandor si dirigeva verso l’ano del diavolo, Mia e Loki cercarono di coprirli dato che il Gran Maestro aveva mandato altre guardie su delle navicelle per impedire che uscissero dal pianeta, facendo guidare a Korg.
Durante il volo, Mia aprì il portellone d’entrata, escogitando un piano per fermare i Sakaariani.
-Che stai facendo?! E’ pericoloso!- gridò Loki, per via del forte vento.
-Allora non ti fidi proprio di me, eh?!- esclamò l’altra.
Mia si congelò entrambi i piedi per restare attaccata al suolo e non volare via, poi con solo una mano ghiacciò tutte le navicelle che li stavano inseguendo, facendoli precipitare come stelle cadenti.
Poi chiuse il portellone e rise vincente insieme al suo compagno.
-Avanti, dillo!- esclamò lei.
-Sei fantastica!- commentò l’altro.
Una volta eliminati tutti i nemici, le due navi si diressero verso il portale e lo oltrepassarono, passando attraverso detriti, asteroidi e oggetti dimenticati.
 
Intanto, ad Asgard, Haimdall aveva rubato la spada per aprire il Bifrost, così che Hela non prendesse possesso anche degli altri mondi.
Aveva portato il popolo rimasto fra le montagne, ma di fatto Hela aveva sottomesso altri sudditi e costretti a dirle dove si nascondesse il guardiano.
Pertanto, Haimdall dovette optare per un’ultima speranza: portare via donne, uomini e bambini fuori da Asgard.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10- Re e regina: ***


Entrambi le navicelle giunsero ad Asgard ben armate.
La Valchiaria, Bruce e Loki sarebbero rimasti a bordo, mentre Thor e Mia si diressero al palazzo, pronti ad affrontare Hela.
La loro vecchia casa cadeva a pezzi, tant’è che gli affreschi dei muri erano crollati.
Nella sala del trono, sul soffitto, vi era rappresentata la storia di Mia, Thor e Loki, ma nessuno sapeva che al di sotto c’erano i ritratti di Odino ed Hela che un tempo avevano combattuto fianco a fianco.
Davanti a loro: il trono.
-Gli Dei solo sanno quanto ho desiderato sedermi lì.- commentò Mia.
Thor le si affiancò. –Dovevamo sederci insieme, tanto tempo fa.-
-Io pensavo che fossi solo un pallone gonfiato.- continuò lei, accarezzando la sedia fatta interamente di oro.
L’altro sorrise. –E’ vero, ma la Terra mi ha cambiato come ha cambiato te.-
-Ne abbiamo passate di belle, io e te.-
Entrambi si guardarono negli occhi, ricordando le loro avventure, compresa l’ultima a Sakaar.
Thor, più alto di lei, piegò la testa e si avvicinò a lei prima di baciarla lentamente sulle labbra.
Fu non appena i due si toccarono che Mia ricordò qualcosa: lo scontro con i Chitauri a New York, Loki, gli Avengers, la Sokovia, Steve.
Ma furono immagini troppo veloci e troppo confuse per la sua mente.
Si staccò dal Dio del tuono col fiatone e quasi non cadde.
-Stai bene?-
Mia prese un bel respiro e riprese le forze.- Si, sto bene.-
Allora Thor si sedette sul trono e impugnò lo scettro di suo padre.- Sarai regina insieme a me?- le chiese porgendole la mano a palmo in su.
-Certo che si.- rispose lei, afferrando la sua mano e sedendosi accanto a lui sui braccioli della sedia.
Fu in quel momento che giunse Hela, come se avesse percepito che qualcuno le avesse sottratto qualcosa.
-Siete ancora vivi.- gli disse lei.
-Carini i cambiamenti che hai fatto. Hai rimodernato.- commentò Thor.
-Se non sbaglio per nostro padre la situazione per risolvere ogni problema era nascondere tutto.-
-O esiliare. Ti aveva detto che eri degna: aveva detto la stessa cosa anche a me.-
-Vedi? Tu non lo conoscevi bene, non a fondo. Io e Odino abbiamo distrutti interi regni e fatto scorrere sangue. Secondo te da dove viene tutto quest’oro?- spiegò Hela. –Poi, un giorno ha deciso di diventare un re benevolo non appena ha trovato quella piccola creatura indifesa dalla pelle blu che ti è accanto.-
Quindi era stata Mia la ragione per cui Odino aveva cambiato la sua natura.
Da quell’attimo in poi, la Dea si sentì in colpa per tutto quello che gli aveva fatto in passato.
-Capisco la tua rabbia e che tu voglia rivendicare il trono, ma non puoi essere tu…Tu sei la peggiore.- intervenne Thor.
Hela prese un respiro come se stesse per fare la sua mossa. –Forza, alzati. E’ venuta l’ora della mia vendetta.- esclamò. –Vogliamo cominciare dalla ragazza che è la causa di tutto questo?!-
Thor si alzò di scatto e si mise davanti Mia per proteggerla. –Mio padre diceva che un re saggio non cerca la guerra.-
-Ma deve essere sempre pronto non appena arriva!-
Hela corse verso Thor con in mano le sue spade e la battaglia ebbe inizio.
 
Intanto, Haimdall era riuscito a portare il popolo di Asgard verso il ponte arcobaleno, ma la strada per il Bifrost era bloccata da un enorme lupo nero dagli occhi rossi, uno degli alleati di Hela.
Il Guardiano poteva solo far tornare indietro tutti gli abitanti, ma anche in quel caso, si ritrovarono il passo sbarrato da Skurge e un intero esercito di scheletri fantasma.
Erano in trappola.
Da dietro il grande lupo corse verso di loro per ucciderli tutti, ma dalle nuvole giunse la Valchiria a bordo del Commander per sparagli contro.
Dentro il castello, Hela e Thor combattevano per il trono e udirono gli spari da fuori.
-Va!- urlò Thor a Mia.
La dea corse al ponte e vide come il popolo cercava di fermare l’esercito di non morti.
Tentò di aiutarli, ma un non morto non si poteva uccidere così facilmente.
In quell’istante, Mia sentì dei pesanti passi dietro di lei: il lupo le era alle calcagna e per quell’attimo ebbe paura.
-Quello stupido cane non muore!- gridò la Valchiria.
-Ci penso io..- intervenne Bruce. –E’ arrivata l’ora di spaccare!- esclamò gettandosi dalla navicella.
Si ritrovò spiaccicato sul pavimento arcobaleno: il lupo lo annusò come per vedere se fosse vivo e quando capì che non si sarebbe mosso, proseguì il passo verso Mia.
Ringhiò contro di lei e il suo fiato la fece cadere a terra, come un vento tempestoso.
Ma prima che potesse muovere un’altra zampa, qualcuno lo afferrò dalla coda e lo spinse via: Hulk era tornato.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11- Distruggere Asgard: ***


Mentre Hulk teneva occupato il gigante lupo, Mia continuò a combattere con tutte le sue forze.
Tentava di congelarli, ma il loro fuoco li liberava subito.
Da lì la Dea potette vedere come Thor, dal castello, era tenuto prigioniero da Hela e per di più aveva perso un occhio.
Improvvisamente, oltre la nebbia, apparve un’enorme navicella blu con sopra Loki, vestito de suo solito abito verde e il suo elmo dalle lunghe corna.
-Il vostro salvatore!- gridò alla folla, aprendo il portellone d’entrata.
Mia sospirò per la sua entrata ad effetto. –E ti pareva.-
A quel punto anche Hela giunse sul posto, gettando Thor, inerme, a terra.
-Vedi, io non sono una regina solamente: io sono la Dea della morte.- esclamò Hela, a denti stretti.
Qualcuno doveva guadagnare tempo mentre tutti gli abitanti venivano evacuati al di sopra della navicella gigante.
Quindi, Mia estrasse lo Scrigno degli Antichi Inverni e congelò Hela dalla testa ai piedi.
-Sai che non servirà a molto!- commentò Loki.
-Non ce la faccio senza il martello, lei è troppo forte.- mugugnò il Dio.
Mia aveva già visto Thor utilizzare i fulmini senza il martello,quindi lo aiutò ad alzarsi e lo guardò nell’unico occhio che gli era rimasto.
Lei si chinò su di lui, mentre Hela iniziava già a scongelarsi. -Ascoltami: tu sei forse “Thor, il Dio dei martelli” ? No, sei “Thor, il Dio del tuono” . Quindi ora alzati, ritrova te stesso..E incenerisci quella bastarda.-
Thor si aggrappò a lei per alzarsi, riprese le forze mentre dalle sue dita uscirono scintille, proprio come l’ultima volta.
Gridò al cielo e dalle nuvole ne uscirono decine di fulmini che colpirono Hela in pieno petto e la misero fuori gioco per un po’.
Loki e Mia si affiancarono al fratellastro, pronti a combattere contro l’esercito.
-Facciamo casino?- domandò Loki.
Mia sentì chiaramente il ghiaccio sulla punta delle dita che fremeva di uscire. –Oh si.-
I tre corsero verso i nemici: Mia prima le ghiacciava e poi Thor li faceva in mille pezzi con solo un fulmine.
Mentre Hulk teneva occupato il lupo, la Valchiria, tornata di nuovo in se, faceva salire a bordo gli abitanti di Asgard insieme ai gladiatori che uccidevano chiunque tentasse di avvicinarsi.
Mia notò che ad Hulk servisse una mano, dato che il lupo lo aveva appena morso ad un fianco con i suoi enormi denti.
Gli aveva preso una zampa e lo aveva lanciato via, per ottenere tempo di riprendersi.
Mia si avvicinò a lui e gli freddò la ferita, impedendo che uscisse troppo sangue. –Ho un’idea, ma ho bisogno del tuo aiuto bestione.- gli disse.
Hulk fece di sì con la testa e i due si prepararono per attuare il piano: Mia si mise a qualche metro da lui e inspirò per prendere coraggio.
-Questa pazzia.- commentò Hulk.
-Lo so.- balbettò lei, mentre il lupo tornava verso di loro a passo svelto.
Allora la Dea corse verso Hulk che con le mani le diede la spinta necessaria per salire in groppa al lupo.
L’animale tentò di morderla, girando su se stesso, ma Mia gli afferrò il muso e con tutta la forza possibile gli spalancò la bocca con una mano, intanto che con l’altra mano gli ghiacciò gli organi interni, uccidendolo definitivamente.
Scese dal suo dorso prima che il lupo cadesse a terra e la schiacciasse.
-Ottimo lavoro.- disse poi ad Hulk, dandogli una pacca su un pettorale.
Hulk, Thor, Loki, Mia e la Valchiria si riunirono contro l’ultimo nemico: Hela.
-Penso che dovremmo scogliere i Revengers.- commentò Thor.
-Colpiscila con una saetta.- continuò Loki.
-L’ho colpita con la saetta più forte nella storia delle saette, non le ha fatto niente.- spiegò Thor.
-Dobbiamo impegnarla fin che tutti non saranno a bordo.- intervenne Mia.
-Non finirà lì, più Hela rimarrà ad Asgard più accrescerà la sua potenza.- continuò il Dio.
-Allora che facciamo?- chiese la Valchiria.
-Io non faccio “Chiamate aiuto”.- commentò Loki.
Allora Thor ci pensò su, ripensando alle parole sagge di suo padre quando egli era neanche un adolescente. –Odino diceva che Asgard non è un posto, ma un popolo.- disse. –Non dobbiamo impedire Ragnarok! Noi dobbiamo provocarlo!-
-La corona di Surtur è nei sotterranei.- puntualizzò Mia che poi prese Loki per un braccio e si diresse al castello.
Nel frattempo che la Valchiria e Thor tenessero impegnata Hela, Loki e Mia scesero nei sotterranei e presero la corona del demone, dove vi erano poste tante altre reliquie, e la gettarono nella Fiamma Eterna, così che potesse prendere vita.
-Con la Fiamma Eterna, tu rinasci.- sussurrò Loki, per ridargli vita.
I due uscirono prima che l’apocalisse si creasse e notarono come Hela avesse indebolito la Valchiria e stesse per finirla.
-Hela, basta! Asgard è tua!- gridò Mia.
-A qualunque gioco stiate giocando, non funzionerà. Non potete sconfiggermi.- disse Hela.
-No, noi no.- intervenne Thor, quando, a quel punto, un enorme mostro di pietra e fuoco distrusse il castello. –Ma lui sì.-

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Capitolo 12
*** Epilogo-Destinazione? ***


Finalmente la navicella partì con tutti gli abitanti a bordo e nel frattempo Surtur stava completamente distruggendo qualsiasi cosa gli capitasse davanti.
Mia vide Thor abbastanza triste. –Il popolo è al sicuro, questo conta.- gli disse.
Hulk afferrò Thor e la Valchiria e con un grande salto li portò sulla navicella.
Mia creò con le mano un’alta stalactite e ci si arrampicò insieme a Loki, prima che Asgard fosse distrutta.
Ci fu uno sconforto generale tra il popolo, ma almeno erano salvi, anche se non avevano idea di dove sarebbero andati.
Thor si coprì l’occhio sanguinante con una pietra, proprio come suo padre Odino.
-Ti dona.- commentò Loki.
-Sai, credo che tu non sia affatto male, fratello.- continuò Thor, riempiendosi un bicchiere di vino. –Se fossi qui, forse ti potrei anche dare un abbraccio.- gli disse, tirandogli il tappo della bottiglia per confermare che fosse un ologramma.
Ma Loki lo afferrò al volo con un leggero sorriso.-Sono qui.-
Insieme a suo fratello, Thor si fece strada tra gli abitanti per mettersi al posto del capitano.
-Dunque, re di Asgard, dove andiamo?- chiese Haimdall.
Thor prese un bel respiro e guardò lo spazio infinito.- Pianeta Terra.-
 
CONTINUA…
 
Mia e Loki si ritrovarono in davanti ad una grande finestra, contemplando la loro meta.
-Non ci credo che Thor mi riporti sulla Terra dopo quello che ho fatto.- commentò Loki.
-In effetti hai fatto un bel casino.- disse Mia.
Lui la guardò perplesso. –Te ne sei ricordata?-
-Qualcosa,sì, ma non tutto. Vorrei davvero ricordare altre cose…E non so perché tu mi abbia fatto questo.-
-Non sono stato io.- puntualizzò l’altro.
-Ah no?-
-No, non so cosa ti sia successo. Ero solamente lì quando ti sei svegliata. Si, beh, inizialmente volevo plagiarti con pensieri inesistenti, lo ammetto. Volevo solo che rimanessi accanto a me.-
-E ora dove sono?- gli domandò, guardandolo negli occhi.
Loki sorrise e Mia gli afferrò la mano, poggiando la testa sulla sua spalla e guardando fuori.
Fu in quel momento che davanti a loro si innalzò un enorme navicella, grande forse il doppio della loro.
Non sapevano di chi fosse, ma sapevano che non era venuta lì per fare del bene.
-Oh Mio Dio.-

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