Chiamami con il mio nome

di Lita_85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un sentimento Doloroso ***
Capitolo 2: *** Emozioni inaspettate ***
Capitolo 3: *** Il ballo ***
Capitolo 4: *** On the Road ***
Capitolo 5: *** La vita che vorrei ***
Capitolo 6: *** Serata tra amici ***
Capitolo 7: *** Primo Appuntamento ***
Capitolo 8: *** Giri di valzer ***
Capitolo 9: *** B-day ***
Capitolo 10: *** Pensieri e rimorsi ***
Capitolo 11: *** Due Lineette ***
Capitolo 12: *** Sceglierò sempre te ***
Capitolo 13: *** Tra le mani ***
Capitolo 14: *** Al chiaro di Luna ***
Capitolo 15: *** Christmas Time ***
Capitolo 16: *** Natale con i tuoi... ***
Capitolo 17: *** ...Capodanno con chi vuoi ***
Capitolo 18: *** Ritorna da me ***
Capitolo 19: *** Tutti, tranne Lei ***
Capitolo 20: *** Niente che tu non abbia già visto... ***
Capitolo 21: *** Confetti e Unicorni ***
Capitolo 22: *** Lui è migliore di Me ***
Capitolo 23: *** Silenziosa Faida ***
Capitolo 24: *** La Scelta Del Cuore... ***
Capitolo 25: *** Aggrapparsi ***
Capitolo 26: *** Promettimi che sarà per sempre ***



Capitolo 1
*** Un sentimento Doloroso ***


-Ok! - dissi guardandomi allo specchio cercando di trovare un po' di ottimismo - Andrà sicuramente tutto bene ! È solo il primo giorno di scuola dell' ultimo anno!  Che sarà mai! - mi ripetevo guardando il mio riflesso. Ero tesa come una corda di violino
 - Elena stai tranquilla e fai un bel respiro profondo! -

Cercai di tranquillizzarmi tra me e me, l' ultimo anno doveva essere quello più felice; le feste, le cazzate con le amiche, il grande salto... l'università...ma io non ero ancora pronta, e forse non lo sarei mai stata veramente...
Distolsi lo sguardo dallo specchio e prendendo il giubbotto di pelle sulla sedia uscii di corsa. Corsi lungo il corridoio che dava sulle scale e mi avviai verso la cucina dove trovai la mamma intenta a preparare la colazione 

- Buongiorno tesoro, dormito bene?- Mi chiese alzando lo sguardo verso di me. 

Si mamma... - risposi cercando di essere convincente addentando una fetta biscottata con la marmellata

Ogni mattino di buon ora la mamma si alzava e cucinava la colazione per tutti, ma non parlo solo di noi "famiglia" ma anche per i miei fratelli acquisiti Damon e Stefan Salvatore i miei vicini.  Per una cosa o per un altra da quando eravamo piccoli , si intrufolano a casa tutte le mattine per rubarmi la colazione, così la mamma ogni mattina sfornava un sacco di cose prelibate per i suoi cari figli maschi, dato che ha avuto solo me dopo un parto difficoltoso e rischiando anche di morire.

- Tesoro, sicura di aver dormito bene? Hai una faccia! - Alzandomi il mento verso di lei

- Si, si Mamma, tranquilla! - risposi accennando un mezzo sorriso. 

In realtà mi sentivo a pezzi, avevo dormito poco e male pensando che il liceo stava per terminare e io ancora non avevo ben capito cosa fare della mia vita. Tutte le mie amiche avevano già progettato la loro vita nei minimi dettagli ed io invece ero in alto mare. Mio padre mi ha sempre spronato a dare il massimo laureandomi in giurisprudenza e lavorare con lui nel suo studio associato, mia madre più sognatrice, mi aveva sempre detto di seguire i miei sogni e di iscrivermi al Accademia di belle Arti avendo visto in me una dote naturale per le arti in genere, invece io volevo solo risolvere prima i miei problemi interiori. Le aspettative dei miei genitori erano alte e io non volevo deluderli.

- Buongiorno belle signore! - Disse entrando proropente Damon Salvatore.

Alto, moro, occhi azzurri come il cielo, avvolto da un vestito nero e la ventiquattrore ben impugnata nella mano sinistra mentre la mano destra riposava nella tasca dei pantaloni. Il mio sguardo si incrociò per un attimo al suo e rimasi bloccata, il suoi occhi avevano questo potere, fin da piccoli, essendo più grande di me e Stefan di nove anni ha sempre troneggiato, dando la colpa a noi di ogni sua marachella e quando mi guardava con quello sguardo non potevo che rimanere impietrita.

- Gilbert se continui a mangiare così non troverai mai un fidanzato! - disse con un mezzo sorriso - Avvicinò il suo viso al mio e disse - Questa la prendo io! - E mi strappò la fetta biscottata dalle mani 

- Idiota! - Dissi con sguardo feroce  

- Così dicono! - Disse mordendo la fetta biscottata. 

Proprio in quel momento entrò mio padre che poggiando la vendiquatrore sul tavolo disse 

- Smettetela voi due sembrate come cane e gatto! -

- Sicuramente Elena è il cane perché si sà che non hanno l'intelligenza dei gatti!- ribatté Damon sogghignando con la fetta in bocca

A quel punto mi alzai, presi la mia roba, e nell' uscire dalla stanza lo strattonai con la spalla destra. Lo detestavo. Andai verso l'ingresso aprendo la porta di fretta e furia, quando all improvviso mi scontrai con qualcuno. Era lui, Stefan Salvatore.
Alto, castano, occhi verdi come smeraldi, maglia grigia con scollo Serafino sbottonato e maniche alzate sui gomiti, jeans attillati e anfibi neri. Lui il mio unico amore da quando ho memoria..un amore impossibile perché mai sfociato in niente..per lui sono solo la sua vicina e cara amica. Lui d'altro canto ha avuto solo due storie importanti una al primo anno di liceo e una adesso con Miss reginetta di bellezza Regina George, bionda occhi azzurri e misure al posto giusto. Una perfetta fidanzata per un giocatore di rugby che si rispetti. Erano diventati inseparabili da quando lui per sbaglio durante una partita le aveva tirato il pallone in faccia, e per farsi perdonare l'aveva invitata a prendere un gelato, manco a dirlo ma lei ha colto l occasione al volo, ed il resto è storia.

- Tutto bene Elena? - mi prese tra le sue braccia e mi guardò negli occhi preoccupato 

- Oh scusami Stefan non ti avevo proprio visto! - Lui mi regalò un dolce sorriso e mi disse 

- Tranquilla non è successo niente, andiamo a scuola? - mi indicò la strada con il braccio destro e con il sinistro mi tocco il fianco per farmi andare avanti per prima 

Quel tocco così innocente, ma così sublime per me mi procurò un brivido.
Aveva preso da poco la patente e aveva deciso che era più semplice andare insieme a scuola in macchina anche se Regina non era d'accordo.

- Sicuro che a Regina non da fastidio tutto questo? - chiesi mentre aprivo la portiera della macchina una porche kever rossa fiammante.

- Non dirlo neanche per scherzo! Non sono affari suoi! - entrando in macchina.

Proprio in quel momento uscirono di casa mio padre e Damon diretti a lavoro, adesso che mio padre lo aveva promosso a suo braccio destro si sentiva il re del mondo. Si avvicinò alla macchina di Stefan e disse 

- Buona giornata piccioncini! E fate i bravi! - disse facendo l'occhiolino con l'occhio destro e andò via.

- Certo che tuo fratello è proprio un idiota -  dissi diventando paonazza

Cominciai a stringere i pugni sulle gambe guardando fissa i miei piedi.

Era sempre stato difficile con Damon, tutto tremendamente difficile, ogni giorno era una tortura per me, non smetteva mai di mettermi in ridicolo davanti a tutti. E la cosa stava iniziando a pesarmi.

È Damon, ignoralo! - disse lui mettendosi gli occhiali da sole sfiorandomi un braccio. 

Mi calmai in un attimo... Stefan era così, era sempre stato così con me, dolce, comprensivo, sempre pronto a difendermi da tutto e da tutti. Mi faceva stare bene. Mi avvicinai alla radio per accenderla e proprio in quel momento davano only time di Enya.

- Adori questa canzone -  affermò guardandomi

- È vero...- Dissi con lo sguardo perso fuori dal finestrino.

Quella canzone mi sapeva trasportare lontano, ai dolci ricordi del passato insieme lui. Quando tutto era un gioco, un ricorrersi, e raccontarsi storie dell' orrore al chiaro di luna. Tutto nella mia vita aveva il dolce sapore di Stefan. E non sapevo come dirglielo. Arrivati a scuola mi sudavano le mani, ma scesi subito dalla macchina non volevo darlo a vedere, ma ero un groviglio di nervi. Davanti a me il campetto di rugby, e un po' più avanti il viale della scuola. Incominciai a cercare con lo sguardo Caroline che mi aveva dato appuntamento proprio lì. È sempre la solita pensai. Ma eccola arrivare, l' attesa mi era sembrata interminabile ma non erano passati che pochi secondi. 

- Finalmente sei arrivata, ho dovuto salutare tutti quelli che conoscevo nell'attesa! Sai che palle! - disse la bionda sistemandosi i capelli.

- Care, ma sono in perfetto orario, quando sei arrivata? Alle prime luci dell'alba? -

Risi di gusto, ma Caroline Forbes sapeva il fatto suo. Bionda, piccole lentiggini e occhi azzurri come il mare ,vestitino corto bianco con rose rosse, giacchetto di jeans e stivaletti bassi marroni. Davanti a lei io sparivo. Maglietta a maniche lunghe rossa, giubbottino di pelle, jeans a zampa con snikers. 

- Care, complimenti stai benissimo - le dico toccandole il vestito

- lo so cara, ma non sei tu che devi riempirmi di complimenti! - Si girò verso Stefan continuando - Scusaci, ma noi adesso abbiamo da fare! - 

Così dicendo mi trascinò con lei, non dandomi neanche il tempo di salutare Stefan. Mi girai un attimo cercando il suo sguardo, e quando lo ebbi trovato mi sussurrò

- Tranquilla a dopo! - rispose  allontanandosi senza che io avessi formulato una parola

Caroline mi prese a braccetto e continuando a parlare disse 

- Allora piano del giorno - inizio Caroline con tono autoritario - Divertirci, divertirci e divertirci! 

Era sempre stata così, piena di vita e autoritaria con me, sapeva come prendermi,e anche se un cosa non volevo farla , lei riusciva sempre nell' intento di farmela fare. Da quando ci eravamo conosciute all'asilo non c'eravamo separate un secondo. Lei mi aveva insegnato tutto sull essere " la signorina perfetta" come mi ripeteva sempre lei. Lei mi aveva insegnato ad usare il mascara nel modo giusto, lei mi aveva insegnato come mettere il lucida labbra senza sbavature, lei mi aveva insegnato a non mangiare troppo dolci in pubblico, perché le vere signorine mangiano come un uccellino in compagnia degli altri. Lei era stata sicuramente una bravissima insegnate ma alcune cose penso di non averle assimilate bene, perché lei è sempre circondata da ragazzi ed è molto popolare a scuola essendo anche capo cheerleder.

- Care, ma dovremmo anche studiare! - Le risposi ridendo

- Certo, certo per chi mi hai presa per Bonnie Bennett? - Disse guardandomi con aria di complicità

- Hey ragazze la smettete di parlare male di me? -  disse avvicinandosi a noi.

Si avvicinò a noi la nostra più cara amica , Bonnie Bennett occhi marroni come castagne, carnagione scura che brilla al sole, e labbra carnose,maglia scollata azzurra, giubbotto blu, jeans a zampa e snikers

- Che ne pensate della fauna maschile quest'anno? - chiese divertita.

- Ma cosa le chiedi a fare?! - Una Caroline sarcastica mi guardò infastidita - Per lei c'è solo Stefan bei capelli! Hai ancora intenzione di conservarti per lui? - 

La guardai con aria triste, e lei capii immediatamente che doveva chiudere l' argomento. Per me era sempre difficile parlare di lui e di quello che provavo, non sapevo se lui si sarebbe  mai accorto di me, ma per il momento non c'era nessuno tranne lui nei miei pensieri. Stavo per girare i tacchi e andare via quando in lontananza scorsi due figure che si abbracciano e si baciavano, appena capii chi erano i due soggetti, Bonnie si mise davanti a me prendendomi per mano e trascinandomi via da lì

- Scusate?! Ma dove cavolo andate così di fretta?! Aspettatemi!!! - disse la bionda raggiungendomi correndo-

Povera Care non si era accorta che quella coppietta innamorata erano proprio Stefan e Regina.

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Capitolo 2
*** Emozioni inaspettate ***


I giorni, e le settimane si susseguivano tra un compito in classe e una corsa in palestra, ma nella mia vita sembrava tutto in una situazione di stasi. Mi sentivo incatenata ad una vita monotona e senza stimoli. C'erano sempre i battibecchi mattutini con Damon e le passeggiate in macchina con Stefan e le consideravo l'apice della mie giornate. Niente che potesse farmi capire che le cose sarebbero cambiate per me.
Com'è possibile che mi sia ridotta così? Io, Elena Gilbert, che aveva tanti sogni da realizzare, non riusciva a prendere una decisione qualsiasi.
Seduta sul isola della cucina, cercavo di studiare algebra, con me la compagnia di biscotti al cioccolato e un bicchiere di latte. Mia madre era uscita con Lillian la madre dei fratelli Salvatore, da sempre grandi amiche. 

- Ma queste equazioni sono aramaico per me! - Pensai mettendo le mani tra i capelli

Ad un tratto la presenza di qualcuno mi fece alzare lo sguardo.

- Piccola Gilbert allora non lo vuoi proprio capire? Cosa ti ho detto riguardo hai dolci e biscotti? - 
Disse beffardo con le mani incrociate appoggiato allo stipite della porta.

- Damon non mi scocciare e vai via! - risposi gridando e tornando ai miei compiti 

- Ma da quando stava lì fermo come un salame a guardarmi? - Quel pensiero mi rese nervosa, non mi piaceva essere osservata. Osservata da lui.

-Vediamo un po'...- disse mettendosi dietro di me con il viso vicinissimo al mio. 

Quella sua vicinanza all improvviso mi provocò un brivido. Ma che mi stava succedendo, era Damon.. l'idiota.

- Algebra eh? Per questo giro passo, sei stata sfortunata! -  diss sedendosi in uno degli sgabelli vicino a me

- Ma chi ti ha chiesto niente? - sentenziai prendendo un sorso di latte 
- E comunque ti ho già detto di andare via!- continuai guardandolo in cagnesco

- Guarda che non sono qui per te Heidi, stavo solo cercando mia madre, sai dov'è? - disse sarcastico girando su se stesso sullo sgabello.

- È uscita con mia madre, ma saranno sicuramente di ritorno, è da un po' che sono uscite... - risposi sincera infilando la matita tra i capelli. 

Proprio in quel momento entrò mia madre tutta euforica, con tanti pacchi in mano. Si capiva subito che aveva fatto shopping sfrenato. La guardai con aria stupita e le sorrisi.

- Mamma tutto ok? - Avvicinandomi a lei molto lentamente aiutandola con i pacchi

- Certo tesoro, ho preso un sacco di cosine in centro, e guarda qui! Ti ho anche preso il vestito per il ballo della scuola! - mostrandomi una busta rosa tutta eccitata.

- Hai fatto cosa?! - Le dissi con gli occhi spalancati - Sai benissimo che non ci vado! - Non riuscivo a capire cosa avesse in mente, ma la cosa non prometteva niente di buono.

- E perché mai? - fermandosi a guardarmi, come se fosse la prima volta che sentisse quelle parole.

Tutto questo sotto lo sguardo divertito di Damon

- Sai benissimo che non mi piacciono queste sfilate di moda, e poi...e poi non ho neanche l'accompagnatore...- risposi cercando di nascondere il mio rammarico.

- Ma che problema c'è? Ti accompagnerà Damon! - Disse con una disinvoltura disarmante indicandolo.

- Non se ne parla neanche! - rispondemmo all'unisono guardandola scioccati

Ma che gli prendeva, sa che detesto Damon, sa che amo Stefan e sa che non vorrei andarci con nessun'altro al mondo. 

- Damon perché non vuoi accompagnare Elena? Non fare il frignone! -  disse avvicinandosi a lui. Lo guardò negli occhi e gli disse 

- Tu l accompagnerai senza fare storie! - disse decisa brandendo un forchettone che si trovava lì vicino

- Beh Miranda, se me lo chiedi con così tanta gentilezza non posso dire di no! - rispose abbassando con delicatezza il forcone.

Si girò verso di me e disse.

- Signorina Elena Gilbert, sarò il suo cavaliere... - Facendo un inchino 

Alzando la testa mi guardò negli occhi e iniziai a sudare...Damon Salvatore mio cavaliere?! Non potevo credere a quello che stava accadendo. 

- Care Donzelle la vostra compagnia è davvero gradevole ma adesso mi concedo e mi avvio nelle mie stanze di casa Salvatore, a sorseggiare del buon Burbon davanti al caminetto - Disse sarcasrico, poi prese la mia mano, e la baciò delicatamente

- Buonanotte mia cara.. - così dicendo uscí dalla stanza lasciando me e mia madre di stucco.

Chi avrebbe mai detto che Damon avrebbe accettato di accompagnarmi al ballo.. e quel bacio così inaspettato, al solo pensiero un brivido mi percorse la schiena, tirai su le coperte fin sopra la faccia. Ero già a letto da un po' ma non riuscivo a prendere sonno. Come mai Damon Salvatore l'idiota, stava suscitando in me queste emozioni sconosciute, non sapevo dare un risposta, ma continuavo a sorridere ogni volta che ricordavo la scena. Ad un certo punto però il gelo... e Stefan cosa penserà di tutto questo? Se mi vedrà con lui penserà che ci sia qualcosa tra di noi!
Cacciai via quel pensiero, a lui non fregava niente di me. Figuriamoci se la cosa lo potesse scalfire minimamente.

E così arrivò finalmente il gran giorno dell ballo. La settimana che lo precedette fu la più incasinata di sempre. Mamma che mi trascinava da un negozio all'altro per comprare borsa e scarpe e tutti gli accessori del caso, Damon era sparito dalla circolazione, non lo vedevo da quella sera, e la cosa non mi piaceva per niente, Stefan la normalità fatta a persona. Non mi chiese mai se andavo al ballo, e non parlo minimamente del fatto che lui ci andasse con Regina. Da una parte la cosa mi rassicurò, non dovevo dare spiegazioni della situazione tragicomica che stavo vivendo, dall'altra mi rattristò il fatto che lui non fosse curioso di sapere se avessi anche io un cavaliere. Ma ormai avrei dovuto capire che non avevo speranza con lui. Dovevo solo rassegnarmi.

- Mamma! Così mi manca il respiro! - 

Mi stava letteralmente soffocando con la chiusura del vestito, un tubino blu scuro, con scollo a v, scarpe nere tacco dodici, capelli semi raccolti e gli orecchini di perle. Osservai la mia immagine riflessa nello specchio, era da tanto che non mi agghindavo per un occasione speciale, e mi sentivo le farfalle nello stomaco. Sfiorai il vestito per sistemare le spalline.

- Tesoro sei bellissima! - accarezzandomi i capelli sulla spalla - Così farai impazzire Damon!- sorridendo 

- Mamma! Ma cosa ti viene in mente?! - Mi voltai verso di lei rossa come un peperone. 

- Questa è la volta buona che ti levi dalla testa Stefan! - Sedendosi sul letto
- Hai bisogno di svagarti, e penso che Damon sia il ragazzo giusto per farlo...non si tira mai indietro quando si parla di fare baldoria - continuando a fissarmi

Ok se prima avevo le farfalle nello stomaco adesso c'era un alveare, stavo veramente andando al ballo con Damon? Dovevo essere impazzita! Non c'erano altre spiegazioni logiche, come avevo potuto farmi trascinare in una situazione del genere. Cominciai a balbettare qualcosa a mia madre quando la voce di mio padre ci intimava a scendere al piano di sotto. 

- Ti aspetto giù - Disse chiudendosi la porta alle spalle

Rimasi per qualche minuto ancora davanti alla porta, non avevo il coraggio di scendere, era tutto surreale, il cuore mi batteva al impazzata, mi stava quasi per scoppiare sul petto. Appoggiai la testa sulla porta come per volerla prendere a testate, ma ormai non potevo tornare indietro. Raccolsi tutto il coraggio che avevo ed aprì la porta. Percorsi molto lentamente il corridoio e appena arrivata davanti alle scale lo vidi, era lì, mi aspettava in piedi all'entrata. Il mio cuore manco un colpo, era davvero lì, lì per me.
Lo scontroso, lo stronzo, l'idiota per eccellenza era lì e mi guardava, con il suo sguardo magnetico. Iniziai a scendere le scale tenendomi sullo scorrimano per paura di cadere, e lui non distolse lo sguardo neanche per un minuto. I suoi occhi azzurri mi penetrarono l'anima. Dovevo ammetterlo a me stessa, era davvero bello. Aveva uno smoking nero che lo fasciava perfettamente, scarpe nere stringate e un piccolo pacchetto in mano. Arrivata quasi all'ultimo scalino mi porse la mano per aiutarmi.

- Buonasera Signorina Gilbert - facendo un inchino.
Risposi con una riverenza e un sorriso. Mio malgrado ero eccitata dalla situazione e non potevo farci niente.

- Come ogni ballo che si rispetti - aprendo il pacco - ecco il tuo corsage...-

Era veramente bello, era pieno di piccoli fiori di campo in prevalenza blu. Mi prese il braccio destro e lo annodo con un piccolo fiocco guardandomi con i suo solito sorriso sornione. All'improvviso una voce rupe il silenzio che aleggiava.

- Ma quanto siete carini! - disse la mamma portandosi i pugnetti chiusi sulla bocca.

- Mamma! - Fissandola con sguardo feroce

- Ok, se è tutto, noi andremmo - disse Damon aprendo la porta - E non vi preoccupate vi riporterò Cenerentola sana e salva all'ora prestabilita! - Facendo un mezzo sorriso

- Anche perché domani devi portare quei documenti ad Atalanta ed e' importante - sottolineandolo - Che tu sia in grado di fare un discorso sensato! - Disse mio padre avvicinandosi a noi

- Come vuoi tu capo - facendo il saluto militare

Poi si rivolse a me facendomi cenno con la mano destra, e mi incamminai verso le uscita, dando l ultima occhiata alla mamma che aveva ancora gli occhi a cuoricino. 
Arrivati davanti alla sua macchina una Chevy Camaro del 1967 blu, si apprestò ad aprirmi la portiera

- Prego Signorina Gilbert - sorridendo.

Entrai in macchina un fascio di nervi, misi la cintura e lui mi guardò ironico

- Guarda che non siamo ad Alcatraz, puoi aprire il finestrino se vuoi, togliere la cintura o anche il vestito... 

Idiota! - Mi girai verso il finestrino incrociando le braccia

- Come sei permalosa Gilbert, cercavo solo di metterti al tuo agio... Ok, iniziamo la serata... - Così dicendo girò la chiave e ci avviammo verso il ballo.


Note: Prima del previsto il secondo capitolo della storia, adesso iniziamo ad entrare in confidenza con i personaggi e le prime tribolazioni di Elena. Cosa succederà al ballo? Ne vedremo delle belle. PS nel corso dei capitoli inserirò delle canzoni che faranno parte del momento, quindi ascoltatele durante la lettura così potete immaginare la scena come la immagino io :) Al prossimo capitolo e grazie sempre a chi mi segue ❤️

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Capitolo 3
*** Il ballo ***


La sala da ballo era grandiosa, addobbata a festa con palloncini e festoni colorati, con tanto di balcoscenico e dj che mixava sapientemente la musica. In fondo a sinistra un tavolo rettangolare kilometrico strapieno di dolcetti e bevande sparse. Appena entrati, mi sentii  un pesce fuor d'acqua, mi sentii gli sguardi di tutti addosso, non che qualcuno mi fissasse, ma avevo questa sensazione. lo guardai in cerca di aiuto, un grido silenzioso che lui capii subito, porgendomi il suo gomito per appoggiarmi. Infilai la mano nel suo gomito, e lui prese la mia mano e la incrociò con la sua e la strinse. - Damon ma cosa fai? - Pensai tra me e me. - Perché ti comporti così? Non capisco più niente - Lo guardai con un timido sorriso, alla quale lui rispose con uno dei suoi. Sono un turbinio di emozioni. Le luci della palla a specchio ci investono e avvolgendo tutto il resto. 

- Vuoi ballare? - Mi chiese facendomi fare una giravolta. Mi riprese tra le sue braccia e mi sussurò - Gilbert, tranquilla non ti mangerò... - 

Non riuscì ad emettere un suono, ma annui solamente. In sottofondo Ed Sheeran con Perfect. 

Si avvicinò ancora di più a me, una mano sul fianco e con la altra accompagnò delicatamente la mia sulla sua spalla. 
I nostri corpi ormai uniti si muovevano in sincronia perfetta, sinuosi. Potevo sentire il suo corpo sul mio. Il suo profumo di dopobarba.. Ogni fibra del mio corpo voleva ardentemente quel dolce contatto. Ero spaventata da quella sensazione piacevole, ma allo stesso tempo non volevo privarmene. Mi strinse il fianco in una dolce morsa, facendomi sobbalzare incontrando i suoi occhi che brillavano con le luci della sala era davvero stupendo...ed io non capivo davvero più nulla. Mi avvicinò ancora più vicino a lui facendomi mancare il respiro, fu in quel momento che sentii ila sua erezione sotto di me. Diventai un tronco d'albero allimproviso, ma lui sapeva il fatto suo. 

- Non sapevo sapessi anche ballare? -  Guardandolo ironica e imbarazzata cercando di sviare il discorso

- Ci sono tante cose che non sai di me Elena... - Cambiando espressione.

 Inizio a guardarmi intensamente, fui catturata da quello sguardo. Il mio corpo non reagiva più agli impulsi del mio cervello. Ma cosa cavolo mi stava succedendo? Mi sentivo in un mondo tutto nostro.

- Elena?! - disse una Caroline contrariata - Tu cosa ci fai qui?! Se volevi giocare sull'effetto sorpresa ci sei riuscita alla grande!! - Mettendosi le mani sui fianchi

Ci girammo tutti e due verso di lei ritornando alla realtà.

- Vado a prendere qualcosa da bere - facendomi cenno, lo guardai in approvazione - Scusami Barbie magia delle feste! - Così dicendo Damon si allontanò

-Seriamente?! Tu non stai bene Elena! - disse toccandomi la fronte

- Ascolta Caroline, è una storia un po' complicata, e sinceramente non ho capito neanche io cosa ci faccio qui, quindi evita le critiche per favore! E poi neanche tu mi hai detto con chi venivi?! Chi è il tuo accompagnatore misterioso? -

Si avvicinò a me e disse - Klaus Michealson! - Sussurrandolo 

- Beh, anche tu sei stata brava con i colpi di scena! - Le risposi furiosa - Non ti ha tradito due volte quello stronzo? -

- Hai ragione, ma è come una calamita per me, non riesco a non stare con lui, e  poi sta benissimo in giacca e cravatta! - Rispose appoggiando la sua testa sulla mia spalla in segno di sconforto - A proposito di calamite...- continuò ricomponendosi -  La tua è arrivata da poco con la sua ragazza e fidati sta molto bene anche lui in smoking! - cercandolo con lo sguardo

- Caroline adesso non mi và di parlare di lui!-  Dissi con voce amara 

 Proprio in quel momento squilló il telefono, era Mamma. Preoccupata che fosse qualcosa di importante, congedai Caroline e mi avvicinai agli armadietti adiacenti alla sala da ballo, così da poter sentire meglio. Risposi in tutta fretta.

- Pronto Mamma! È successo qualcosa? - risposi mettendo il dito medio nell'orecchio libero appoggiandomi al muro
- Ciao tesoro, ti ha già baciata? - Chiese tutta eccitata
.
- Mamma ma sei impazzita?! Ci sentiamo dopo! - Le staccai il telefono in faccia.
.
- Stasera hanno tutti bisogno di una bella camomilla! Pensai rimettendo il telefono in borsa. Alzai lo sguardo e vidi un ombra avvicinarsi a me lentamente, non riuscivo a capire chi fosse fino a quando non scorsi il suo viso...era Stefan.

- Mi spieghi cosa ci fai qui con Damon?-  chiese con lo sguardo fisso su di me. 

Era davvero bellissimo come aveva detto Caroline. Si avvicinava sempre di più con tutte e due le mani in tasca. Sembrava seccato, ma non ne capivo il motivo. 
Sentii la mia gola stringersi piano piano

Io.. io.. - fu quello che uscí dalla mia bocca impastata

- Tutto questo è molto divertente sai? Tu , qui , con mio fratello... E non riesco a trovare il nesso tra voi...- continuò  avvicinandosi a piccoli passi - Cos'è, un nuovo gioco di Damon?  Ti ha costretta a farlo contro la tua volontà? Per farmi dispetto? -

Le sue parole eccheggiavano nelle mie orecchie, era tutto così assurdo. Dispetto?! 

- Ma cosa sta farneticando? -  dissi cercando di fa uscire quella voce che ormai sembrava svanita. 

- Ok, il gioco è finito, ti riaccompagno a casa! - mi prese per un braccio con forza

- Stefan lasciami, mi fai male! - Dissi cercando di  liberarmi dalla sua presa

- Non gli permetterò di rovinare tutto! -  Era una furia. Non lo avevo mai visto così arrabbiato, dov'era finito il dolce e comprensivo  Stefan?

No, no,no! - Urlai. Urlai talmente forte che mi lasciò subito il braccio.

Restò di ghiaccio, non si aspettava questa mia reazione. Cercai di riprendere fiato e dissi

- Non puoi fregartene di me una vita, e adesso fai il fidanzato geloso. Ti ricordo che sei qui con la tua ragazza, che fino a cinque minuti fa sbacciucchiavi allegramente, fregandotene alla grande! Non puoi accorgerti di me solo perché mi vedi con Damon, e quindi deve esserci per forza qualcosa sotto, mi ha solo accompagnato! E se proprio vuoi saperlo è stato un perfetto gentiluomo. Al contrario di come ti stai comportando tu, da perfetto idiota! - 

Andai via, con gli occhi pieni di lacrime. Non volevo più vedere la sua faccia. Aprì la porta del uscita con tutta la mia forza e mi diressi verso il parcheggio. Mi ritrovai Damon seduto sul cofano della macchina a fumare.

- Il nostro principe si è finalmente dichiarato? - fece per guardarmi, quando vide che stavo piangendo si alzò di scatto per venire verso di me.

Vedendolo arrivare cercai di correre dalla  parte opposta. Non volevo essere ripresa anche da lui. La mia corsa fu stroncata sul nascere, perché mi raggiunse subito. Con quei tachi non potevo andare lontano. Mi strinse a lui, e mi chiese cosa fosse successo, ma non dissi una parola. Avevo dinuovo quel nodo in gola. 

- Ti accompagno subito a casa.- furono le sue parole.

 Il suo sguardo era rassicurante e dispiaciuto, sicuramente neanche lui poteva immaginare un fine serata del genere. Si tolse la giacca e la mise sulle mie spalle, e ci dirigemmo verso la macchina. Durante il tragitto nessuno dei due proferì parola, e fu così anche davanti la porta di casa. Aspettò finché la porta non si aprì, mi diede un bacio veloce  sulla testa e si voltò per andare via.

- Damon! - Lo chiamai con voce flebile e si girò verso di me. Mani in tasca e papillon slacciato sulla parte destra - Grazie - guardandolo con graditudine.

- Quando vuoi Elena - rispose tornando sulla strada di casa lasciandomi la sua giacca.

Appena entrai in casa, mi lasciai scivolare sul pavimento. Le lacrime ormai non avevano più motivo per restare intrappolate, e vennero giù  bagnandomi il volto.  L' unica cosa che mi passava per la testa era...Perché Stefan? Perché?!

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Capitolo 4
*** On the Road ***


Le luci dell sole entravano timide dalla mia finestra, colpendo il mio volto sveglio, non avevo dormito molto quella notte. Pensavo e ripensavo quello che era successo la sera prima, la dolcezza inatesa di Damon, e la rabbia incontenibile di Stefan. Durante la notte aveva provato più volte a contattarmi  mandandomi messaggi sul cellulare, ma io non ne volevo sapere. Sembrava che i ruoli si fossero invertiti. Mi raggomitolai su un fianco, e le lacrime stavano già facendo ritorno, quando sentii una voce giù in giardino. Mi alzai di scatto per vedere chi fosse. Spostai lentamente la tenda e vidi Damon che parlava con mio padre. All' improvviso mi ricordai del viaggio che doveva fare Damon per lavoro, ed ebbi tutto chiaro.

- Adrò con lui - pensai mentre mi toglievo il pigiama. Presi una borsa capiente e ci infilai tutto quello che mi poteva servire per il viaggio. 

- Non ho voglia di vederlo, e tanto meno di sentirlo! - Dissi ad alta voce - Un viaggio fuori città mi farà bene. 
.
Entrai in bagno per prendere le ultime cose e vestirmi. Cinque minuti dopo ero già pronta. Canotta nera, felpa viola con cappuccio e jeans neri con snikers. - Così starò comoda - dissi guardandomi allo specchio. Borsa in spalla e giù per le scale, arrivata davanti alla porta di casa gridai.

- Mamma vado ad una scampagnata con le ragazze ci vediamo più tardi! - 

Sentii la mamma rispondermi qualcosa  in lontananza, ma io ero già fuori. Era sabato quindi avevo l'alibi perfetto.
Arrivai davanti alla macchina di Damon, e ci buttai la borsa dentro dal finestrino. Lui era già all'interno, e non appena vide la mia roba volare uscì subito dalla macchina.

- Hey Gilbert ma che fai?! -  spostando gli occhiali Wayfarer che aveva sul naso.

- Non si vede? Vengo con te! - Dissi con un sorriso a 360 gradi, ed entrai in macchina

- Ma non se ne parla proprio! Esci dalla macchina! -  disse indispettito indicandomi la strada 

- Ti prego Damon, portami con te! Non ti darò fastidio, sarò un' ottima compagna di viaggio!-  lo implorai sfoderando il mio sguardo da cerbiatta migliore

- Accidenti a te! Va bene, va bene, chiudi la portiera e allacciati la cintura che siamo già in ritardo! - 

Felice come una bambina, chiusi la portiera e mi allaciai la cintura come da lui ordinato. Girò la chiave e partimmo.
Certo che era veramente bello, maglia nera a v, giubbotto di pelle e jeans.

- Cerbiatto, ti và se metto  un po' di musica? -  chiese sorridendomi  riferendosi alla mia performance di prima.

- Certo, perché no?-  Lo guardai con approvazione 

Dalla radio inizio una canzone :  Bibi shon ( ooh my baby) 

- Cos'è questa roba?! - Lo guardai stranita

- Hey ragazzina, questa è musica di alto livello! -  Parlando da sapientone -  Quando avevo la tua età si ballava tutta la notte sulle note di questa canzone- 

- Immagino- dissi ridendo e incrociando le braccia

- Non senti il ritmo travolgente? - iniziando a ballare e tamburellare le mani sullo sterzo - 

- Tu non sei normale!  - affermai continuando a sorridere

- E non hai visto niente!- così dicendo aprì il tettuccio della macchina.

- Damon cosa fai?!  Chiudi subito!! - gridai cercando di tenere a bada i miei capelli che ormai avevano una loro vita.

- Scusami ma non ti sento! -  disse toccandosi l'orecchio e regalandomi uno dei suoi mezzi sorrisi.

Iniziai a ridere di cuore, non ridevo così da tantissimo tempo. Ed in men che non si dica iniziai anche io a ballare e alzare le mani in aria. Sentivo il vento passarmi tra le mani. Chiusi gli occhi e mi feci trasportare dal vento. L'aria fresca del mattino mi entrò nei polmoni risvegliando la mia anima assopita, e mi sentii dopo tanto tempo viva.
La macchina si fermò in un' area di servizio, all'altezza di una pompa di benzina.
Si tolse la cintura e mi disse

- Ok, io adesso faccio benzina, tu nel frattempo con le tue belle gambine da Cerbiatto, puoi fare una passeggiata verso il bar a prendermi un caffè? - chiese con ghigno sarcastico

- Ah Ah Ah, spiritoso! - esclamai e scesi dalla macchina sbattendo la portiera

Mi allontanai velocemente con mezzo sorriso, in fondo si era portato una palla al piede durante un viaggio di lavoro, era il minimo che potessi fare. Subito mi venne in mente la sera prima e la vicinanza dei nostri corpi mi fece sobbalzare, ma che mi stava succedendo? non mi riconoscevo più. Scrollai le braccia per cacciare via quel pensiero malizioso. Chiesi due caffè da asporto, e mi appoggiai con i gomiti sul bancone nell' attesa. Il telefono vibrò, era dinuovo un messaggio di Stefan. 

"Posso parlarti per favore?"

Negai la sua richiesta e buttai il telefono in borsa, il barista mi porse i caffè e mi avviai  verso la macchina. Trovai Damon fumare una sigaretta parlando al telefono. 

- Ascolta Mason, non mi interessa che oggi è sabato del cazzo! Voglio tutta la documentazione Marvey sulla mia scrivania lunedì mattina ci siamo capiti?! - ascoltando il suo interlocutore prese il caffè dalle mie mani - Bene, ti auguro un buon week end caro Mason! -  finì chiudendo la chiamata con il suo solito ghigno

- Stagisti del cazzo! -  disse guardandomi rispondendo al mio sguardo curioso.

Prese l'ultima boccata di fumo e buttò la cicca lontano da noi. Diete un sorso al caffè e mi chiese se ero pronta per andare, io annuì con il capo e mi avvicinai alla portiera. Stavamo per entrare in macchina quando il mio telefono squillò. Era Stefan, che si era stufato dei miei continui rifiuti. Restai immobile osservando il telefono. Diventai come di pietra.

- Mmm è tuo principe azzurro, rispondo io! - Prendendo il telefono dalle mie mani.
- Telefono di Elena - Mettendo in vivavoce.

- Dov'è? Perché hai il suo telefono? Sta bene? - disse un preoccupato Stefan

- Elena? È qui con me, e si, sta bene...- 

- Dove siete?  Fammici parlare! - 
Damon avvicinò il telefono a me, ma lo allontanai con la mano scuotendo la testa.

- Già, sai io credo che non voglia parlare con te al momento... - 

- Damon te lo giuro, se provi a toccarla.. - Venne interrotto da Damon

- Passa una Buona Giornata, Fratellino! Ci vediamo!-  Così dicendo riagganciò e mi buttò il telefono tra le mani

- Ecco fatto! Andiamo? - Chiese sarcastico.

Restai in mobile con il telefono in mano, quella chiamata mi aveva confuso le idee. Forse avevo sbagliato a partire con Damon, dovevo rimanere a casa e chiarire con Stefan. 

- Forse ho sbagliato a partire....io...io - cominciai a balbettare

Damon si avvicinò e mi prese le braccia.

-Time out, i tuoi problemi, saranno ancora lì quando tornerai a casa, allontanati dalla tua vita per cinque minuti. Cinque minuti... - disse con fare rassicurante.

Feci due passi avanti, con le nocche vicino alle labbra, guardando verso la strada, presi un bel respiro e mi avvicinai a lui annuendo e salimmo in macchina.
Passò un'altra ora prima di arrivare a destinazione, e per tutto il tempo nessuno dei due aprii bocca.
Benvenuti ad Atlanta diceva il grande cartello posto all'entrata dell'anno città.



Note: Eccoci al quarto capitolo, e al  momento il più spensierato per Elena. Cosa succederà adesso ? :-D Da questo capitolo in poi ho deciso di aggiungere  alcune quotes dei dialoghi tratti dalle puntate. Spero vi piaccia! Alla prossima ^_^

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Capitolo 5
*** La vita che vorrei ***


La macchina si fermò nel centro di Atlanta. Tra negozi e ristoranti. Damon mi spiegò che doveva allontanarsi per qualche ora per concludere una pratica di lavoro, mi diede la sua carta di credito e disse di comprare quello che volevo durante la sua assenza. Lo guardai con aria contrariata, ma lui insistette. Dopo mille raccomandazioni, tra cui non accettare caramelle dagli sconosciuti, mi guardo l'ultima volta, e andò via.
Mi guardai in giro,  la metropoli era fantastica, ero troppo abituata alla vita della piccola Mystic falls per capire che  meraviglioso mondo c'era fuori. Le vie della città si aprivano davanti ai miei occhi, le vetrine ben allestite con abiti firmati erano tutte in schiera davanti a me, avevo solo l imbarazzo della scelta.
Le ore passarono in fretta assaporando questo pezzo di città. Stavo per uscire dall' ennesimo negozio quando squillò il telefono. 

- Telefono di Elena - dissi scherzando
- Bene Gilbert, vedo che ti stai divertento -  disse ironico
- Si, anche la tua carta di credito! Risposi sarcastica
- Bene, dimmi dove sei, così vengo a prenderti - disse serio
- Non mi sono allontanata molto da dove mi hai lasciata - Puntualizzai
- Ok, sto arrivando, mangeremo qualcosa li vicino e torneremo a casa. 
Risposi, di si e riagganciai.
Mi trovo ad aspettarlo in mezzo alle buste dei negozi 
- Beh Gilbert, vedo che ci sei andata giù pesante! Mi guardò stupito.
Gli passai la carta, e con fare rassicurante gli dissi - non l'ho toccata nemmeno la tua cara e preziosa carta. -  - Che ti credi? Anche io ho la mia! -  Mi guardo con grande stupore, non si aspettava una simile risposta.
-Allora - continuò - fatti almeno offrire il pranzo. Con il suo sguardo magnetico.
Restai ferma per qualche secondo, per poi annuire come un imbecille. Come riusciva a farmi paralizzare così? Non era certo da me.
Entrammo in un fast food lì vicino, e ci accomodammo in uno dei tavoli rettangolari con le sedili a divanetti. Ordinammo tutti e due cheeseburger con patatine e coca cola. Non immaginavo che Damon amasse mangiare quella roba. 
- Passo spesso da qui, quando vengo ad Atlanta per lavoro - addendando una patatina 
- E' un posto tranquillo, e le cameriere sono carine - sorridendo maliziosamente.
Lo guardai arricciando il naso, ed inizia dicendo.
- Allora perché ti sei convinto a portarmi con te? - bevendo un sorso di bevanda fredda
- Beh, tu non sei la peggiore compagnia del mondo Elena, dovresti darti più credito!
- Il vero motivo? Cercando una risposta con lo sguardo
-  Non lo so - prendendo il panino in mano - eri lì davanti alla mia macchina, come un Cerbiatto in cerca di aiuto, avrebbe fatto arrabbiare Stefan,....e tu non sei la peggiore compagnia del mondo Elena. Addendando il cheeseburger
- Un tempo ero più divertente - dissi girando la cannuccia nel bicchiere
- Non sei stata male fino ad adesso, dovresti scrollarti di dosso un po' questa immagine da perfettina che ti sei creata.
- Perfettina? - sgranando gli occhi - Io non lo sono affatto! Incalzai 

- Si che lo sei, e fino a che non lo capirai non potrai goderti a pieno la vita! - continuando a mangiare

- E questa accurata descrizione mi viene data da un ragazzo che ha capito tutto dalla vita giusto? Un egoista egocentrico? Guardandolo offesa.

Mi guardò con sguardo glaciale.

- Io non sono perfetto, e non mi interessa neanche esserlo, per quello c'è già Stefan che da soddisfazioni a casa, io voglio essere me stesso e sbagliare, cogliere tutto quello che la vita mi dà  senza remore. E se questo mi rende un egoista, non me ne frega un'accidente! 
Adesso finisci di mangiare e andiamo! -

 Cosi dicendo si alzò, prese dalla tasca le sigarette e si allontanò verso l' uscita. 
Idiota pensai dapprima, ma in fondo le sue parole non era del tutto sbagliate. Forse avevo sbagliato a parlargli così.  Presi la mia roba, e lo raggiunsi nel parcheggio. 
Appena mi vide, buttò via la cicca e mi aprii la portiera con lo sguardo chino.

- Ascolta Damon -  iniziai - volevo dirti che hai ragione quando dici che  non riesco a godermi la vita come vorrei. Il mio non voler deludere le aspirazioni,  il buon senso, e anche l' essere perfetta in ogni circostanza mi hanno portata a chiudermi in me stessa e non saper prendere decisioni in autonomia. Sono ancora ferma per quando riguarda l' università, e sono ancora confusa sul da farsi e il futuro - 

Proprio in quel momento sollevò la testa, e si avvicinò a me. Vicinissimo a me. Protese le labbra e cerco baciarmi,nel medesimo istante  gli mollai uno schiaffo sulla guancia. Fu tutto velocissimo.

- Ma che fai? - Dissi con la mano ancora in aria

- Faccio la cosa che mi è sembrata più giusta da fare - toccandosi la mascella.

- La cosa giusta?! Baciarmi è la cosa giusta? - Con la mia mano che si era chiusa vicino allo sterno.

- Lo sai, sono Damon, e faccio sempre la cosa sbagliata! - Così dicendo entrò in macchina.
Senza neanche fiatare feci la stessa cosa. Ero sotto shock, Damon che voleva baciarmi. Ma cosa gli era passato per la testa?, cosa gli aveva fatto credere che io avrei accettato quel bacio improvviso?  L' imbarazzo ormai era palese per tutti e due. Il tutto incorniciato  dalla canzone di Sara Bareilles  - Gravity passato alla radio tra la nostra indifferenza.
Le stelle splendevano in cielo da un po',ci avevano accompagnato lungo la strada verso casa. Le avevo osservate tutto il tempo, cercando ci scacciare via i mille pensieri che affollavano la mia mente. E cercando di evitare lo sguardo di Damon che ogni tanto sentivo su di me, come per cercarmi. Ma io non glielo acconsentii.  I lampioni di Mystic falls ci davano il benvenuto ed io non vedevo l ora di scendere da quella macchina. Si fermò sul vialetto di casa mia, immediatamente aprii la portiera, in quell' istante incrociai lo sguardo di Damon che prontamente disse mettendo il braccio sullo schienale del posto passeggiero 

- Elena io.. - 

Non fece in tempo neanche a finire la frase che avevo già chiuso lo sportello con tutta la forza che avevo. Mi avviai verso casa, e sentii la macchina andare via. Entrai chiudendo la porta con le spalle. Ma come  mi era saltato in mente di fare questo viaggio con Damon?  Mi sfregai gli occhi stanchi e andai verso la cucina dove c'erano i miei che cenavano.

-  Hey Tesoro, ti sei divertita con le ragazze? Disse mia madre poggiando le posate sul tavolo
- Oh, sì sì certo - mentendo spudoratamente
- Hai fame? - alzando il coperchio della pentola
- No, no, vado solo a fare la doccia, e mi butto sul letto. Sono esausta!.

Così dicendo mi congedai. Stavo per salire le scale quando suonarono alla porta. Aprii, e con mia grande sorpresa era Stefan.

- Stefan - dissi con un filo di voce
- Ciao, possiamo parlare? Con voce bassa
Annui, e mi fece segno di uscire fuori
- Facciamo una passeggiata, è una così bella serata. Disse calmo.
Assecondai la sua richiesta e ci dirigemmo vero il retro della casa.

- Scusa se mi presento qui così, soprattutto dopo quello che ho detto. Appoggiandosi ad un albero

- No,no, sono felice che tu sia qui,non mi piace come abbiamo lasciato le cose. Incrociando le braccia
- Il fatto è che non mi aspettavo quella tua reazione, io...

- Ho lasciato Regina! Disse interompendomi  - e lo fatto perché la paura di perderti mi logorava l' anima.-

Il mio cuore mancò un colpo, rimasi immobile.

- Poi vederti lÌ,così bella, e con Damon mi ha completamente sconvolto.- 
- Stefan io è Damon siamo solo amici - dissi sincera guardandolo 

 Annuì fissadomi con gli occhi dolci e sinceri che lo contraddistinguevano. 
 


- Elena io ti amo, e ti amo da sempre!

Per un attimo sembrò che il tempo si fosse fermato, anche il vento che soffiava leggero cessò all' improvviso. 
Sentii solo il rumore delle foglie sotto i suoi piedi mentre si avvicinava.

-  Sono sempre rimasto nell' ombra perché pensavo che non avresti visto niente tra di noi oltre l amicizia. E per questo, non mi sono mai fatto avanti. Ma adesso non posso più sopportare di starti lontano -

Prendendomi il viso tra le mani

- Dimmi che non mi ami, e io sparirò, mi metterò da parte, ma dimmi la verità!- 

I suoi occhi verdi mi osservavano in cerca di risposta. 
Il mio cuore iniziò a battere furiosamente, e da lì a poco le parole uscirono da sole.

- Stefan, sei sempre stato solo tu! 

Appena pronunciai quelle parole, avvicinò delicatamente le sue labbra alle mie chiudendole in un bacio casto. Sentii il suo respiro caldo aprirsi in un angelico sorriso per poi afferrarmi  in un bacio più infuocato. Prese la mia guancia in una carezza che sprofondò tra i miei capelli, le labbra calde si sciolsero al contatto con le mie fondendosi. Il suo profumo inebriante, che avevo sentito tantissime volte mi sembrò afrodisiaco. lo inspirai fino a farlo entrare in profondità dentro di me.  Le mie braccia avvolsero il suo collo in una dolce  morsa avvicinandolo avidamente a me, continuando la nostra danza, ansimando reciprocamente, assaporando finalmente quello che ci eravamo negati per tanto tempo.




Note: Salve a tutti!  In questo quinto capitolo vediamo  il viaggio on the Road tra Damon ed Elena dove lo avevamo lasciato .  (人 •͈ᴗ•͈) Stiamo entrando finalmente nel vivo di questo triangolo amoroso. Come reagirà  Damon?. Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Serata tra amici ***


- Come abbiamo fatto a stare lontani tutto questo tempo - dissi sprofondando sul suo petto e stringendolo forte. Seduti sul mio letto.

- infatti, io non posso più farlo - 
così dicendo  Stefan mi prese il mento tra le sue dita e mi baciò. Mi spostò ai bordi del letto e continuò a baciarmi. Avvinghiai  le mie  gambe attorno alla sua vita. Sentendomi  sicura di me,  cambiai posizione con lui sotto ed io sopra. Lo guardai divertita togliendomi la maglietta, mi lasciai guardare per qualche secondo per poi fiondarmi su di lui, baciandolo avidamente.Cercai di togliergli la maglietta, ma appena lo feci apparve il volto di Damon. Lanciai un urlo. Mi svegliai nel mio letto in un bagno di sudore. Cercai di respirare lentamente mentre Il mio cuore batteva  veloce come un tamburo. Mi alzai e andai in bagno. Guardai la mia immagine riflessa, ero impallidita e i capelli umidi si erano  appiccicati sulla mia fronte. Iniziai a far scorrere l acqua fredda nel lavandino, e mi rinfrescai lavandomi la faccia e il collo. Ma cosa avevo sognato? Damon?
Di colpo sentii una strana morsa allo stomaco. Uscì dal bagno e mi  sedetti sul piccolo divanetto che dava sulla finestra. Il giorno dopo del viaggio on the Road, io e la mamma eravamo state tutto il giorno fuori città per visitare la whitmore college e farmi un idea sui corsi da frequentare. Lei era tutta eccitata con le brochures in mano, io invece mi sentivo un aliena che non capiva la lingua. Questa cosa mi rendeva tesa come una corda di violino, non riuscivo ancora a capire qual era la mia strada. Ricacciai dentro questo pensiero accovacciandomi sulle ginocchia. Ripensai alla giornata passata con Damon, e un sorriso sornione apparve sul mio viso. Ero stata veramente bene con lui, tranne il finale con il botto, pensai. Poi il bacio di Stefan si sovrappose nella mia mente, mi accarezzai  le labbra con eccitazione. Era successo davvero, stavo con Stefan adesso. Appoggiai la testa al muro adiacente alla finestra, lo sguardo rivolto verso la casa dei Salvatore, fino a che non incrociai lo sguardo di Damon dalla sua finestra. Era a torso nudo e con i suoi occhi cristallini  guardava verso di me. Sbiancai e chiusi subito la tenda.

- Ma che cavolo ci faceva li impalato! - Dissi imbarazzata allontanandomi dalla finestra. Mi riavvicinai piano alla tenda per vedere se era ancora lì. Ma era sparito. 
Avrò sognato anche questo? - Dissi portando i capelli dietro le  orecchie.
Guardai la sveglia sul comodino, erano appena le quattro del mattino.

- Ho ancora qualche ora per riposare -
 pensai. Così dicendo entrai tra le coperte , sprofondando in un sonno profondo.

 La sveglia prepotente suonò come di consueto alle sette in punto. Balzai giù dal letto e iniziai la mia routine mattutina . Scesi le scale, con in mano ancora lo zainetto da chiudere. E ci infilai le ultime cose.
Arrivata in cucina la solita scena da casa della prateria. Mia madre ai fornelli e mio padre seduto a tavola, con il giornale tra le mani.

- Buongiorno - dissi tirando una sedia
 verso di me buttandogli lo zainetto

- Buongiorno a te tesoro, disse mia mamma con quel bellissimo sorriso che la faceva brillare di luce propria. 

- Che Bell vestito che hai stamattina! A Damon piacerà sicuramente! -  disse facendomi l'occhiolino.

- Mamma! ma che dici?! - le dissi arrossendo incrociando le braccia al petto. 
Anche mio padre guardò stranito e ritornò alla sua lettura. 

Ma un fondo di verità c'era. Si Avevo messo quel vestito per qualcuno..ma per Stefan.
Il vestito era fiorato a fondo nero, anfibi e giacca di pelle corta.
Proprio in quell'istante entro Damon, vestito di tutto punto, poggiando la 24ore su una sedia

- Buongiorno Raggio di sole - disse rivolgendosi a me. 
Lo ignorai volutamente, ero ancora arrabbiata con lui per l'altra sera. Allora lui incalzò

- Gilbert dovresti dormire la notte, non fare la sonnabula per casa! - disse accennando un mezzo sorriso. 

- Tesoro non riuscivi a dormire? - disse mia madre con tono preoccupato

- No mamma, và tutto bene! -  Risposi, e prendendolo per un braccio lo trascinai verso il salotto. 

- No Elena! Non voglio venire con te in camera da letto! - disse prima di uscire completamente dalla cucina sorridendo beffardo

- Smettila di fare il cretino, cosa vuoi ottenere? Non hai fatto abbastanza? -  Dissi furiosa.
 
- Ok, hai il diritto di odiarmi. Lo capisco, ma, mi odiavi anche prima ed eravamo amici. Sarebbe terribile se la cosa durasse all'infinito, quindi è così? Ti ho persa per sempre? - con sguardo serio

- No, io..si...possiamo essere amici.. - dissi cercando di essere più convincente possibile - Io, io adesso devo andare - camminando all'indietro verso la porta
Mi guardò perplesso per un momento e poi disse 

- Ok gamberetto, a dopo! - e con il suo solito sorrisino si allontanò verso la cucina. 

Tirai un sospiro di sollievo, ed uscì dalla porta di casa. Ad attendermi appoggiato alla sua macchina c'era Stefan. 
Lo raggiunsi non staccandogli gli occhi di dosso. Camicia a quadretti blu, jeans e cappottino blu con i soliti anfibi. Era stupendo. Mi avvicinai per posare la borsa dentro la macchina, quando mi avvicinò a lui baciandomi a fior di labbra
 
- Buongiorno - con voce sensuale
E riprese a baciarmi. Risposi al bacio non curante di chi si era appena avvicinato a noi

- Bene! E così finalmente il principe azzurro si è dichiarato! Buon per voi! - mi disse fulminandomi con gli occhi glaciali . Mi sentii colpevole.

- Vattene Damon! -  disse un infastidito Stefan
- Vado vado, Buona giornata! Mettendosi si gli occhiali da sole - A tutti e due! .
Diete un ultima occhiata ed entrò in macchina.

Forse avrei dovuto dirgli che adesso io e Stefan stavamo insieme, ma non avevo avuto il coraggio di confessarglielo, qualcosa dentro di me non voleva dirglielo. Era la cosa che bramavo di più al mondo, ma adesso, era come se volessi nasconderlo a tutti.
Arrivati a destinazione, scesi dalla macchina e chiusi la portiera dietro di me, Stefan mi raggiunse subito dopo, mi prese la mano ed inizio a camminare verso l ingresso della scuola. 
Fummo subito investiti dall' uragano Caroline Forbes.

- Voi due, cos'è quella mano! Indicandola curiosa
Non ebbi neanche il tempo di pensare ad una risposta, che Stefan mi precedette.

- Beh, noi, stiamo finalmente insieme.
 Portandosi la mia mano alla bocca baciandola dolcemente.
Lo guardai incantata, e ricambiai il suo sguardo pieno d'amore.

- Oooooh! ma quanto siete carini! - stringendo i pugnetti sullo sterno. Finalmente Stefan, ce ne hai messo di tempo! - regalandoci uno dei suoi sorrisi
La guardai contrariata.

- Ah, stavo per dimenticare -  replicò - stasera è confermata la serata film a casa tu Elena?

- Oh no! l'avevo completamente dimenticato, stasera non si può! I miei staranno a casa. 

- Che problema c'è? Si può fare a casa mia! - disse lui guardandoci - i miei non ci saranno, possiamo stare tranquilli. 

- Ok allora, confermato per casa Salvatore! 20.30 - disse la bionda allontanandosi - Elena non dimenticare i salatini e bevande! 

- Si Care...- le dissi salutandola con la mano
 
Mi voltai verso di lui - Non dovevi disturbarti, potevamo fare un altro giorno - 

- Nessun disturbo, e poi mi fà piacere, davvero.-  Sfiorandomi la guancia.
 
All'improvviso il suono della campanella ci ricordo che eravamo in ritardo, così ci incamminammo verso la scuola mano nella mano. Le ore a scuola passarono velocemente, e tra una lezione di storia e una di algebra, mi ritrovai a casa con la ciotola dei pop corn in mano, pronta per andare da Stefan. Mi chiusi la porta  di casa alle spalle, e andai verso la porta di servizio che dava sulla cucina dei Salvatore. Poggiai la ciotola sul tavolo, ma non vedendo nessuno, mi avviai verso il corridoio. La casa era stupenda, mi era sempre piaciuta, con il suo stile classico pieno di archi in legno e monili preziosi. Sentii due voci parlare  in salotto e restai ferma dietro la porta. 

Damon si avvicinò al tavolino dei Liguori prendendone uno in mano.

- Ne vuoi uno? -  Riferendosi a Stefan - Dilla, qualunque cosa sia, sfogati, tirala fuori! - 

- So che tu ed Elena avete legato, sei stato gentile ad accompagnarla al ballo, questo mi fà capire che tieni molto a lei.
 
- Il discorso prende una piega interessante! - sorseggiando il liquido nel bicchiere

- Mm - accennando un sorriso amaro - Mi preoccupa solo che lei possa soffrire, lei ti considera un'amico - 

- Lo stesso vale per me, Elena è un'ottima amica, anzi, posso dire che lei è la mia unica amica! È un problema? - 

- Quindi, a rischio di sembrare, un fidanzato geloso - 

- Nessun rischio, lo sei!  - 

- Ti avverto, stai lontano da lei! - avvicinandosi a lui - Capisci cosa intendo? -

- Certo...certo - voltandosi per riprendere il bicchiere

- Hai capito davvero? -  Incalzò 

- Beh come vuoi tu Fratellino, ma siamo davvero solo amici... -

- Ciao Elena! - una voce dietro di me mi fece sobalzzare 

- Lillian, ciao, io...io - furono le uniche parole che riuscì a formulare.

- Stai cercando i miei ragazzi? - sistemandosi la borsa sulla spalla

In quell' istante uscirono dalla stanza Damon e Stefan attirati dalla nostra voce.

- Adesso io vado, mi raccomando non distruggete casa - riferendosi a Stefan

- Perché mai dovremmo farlo cara Mamma? -  Disse Damon guardandoci

- Abbiamo organizzato, una serata film, e tra poco arriveranno Caroline e gli altri - dissi guardandolo imbarazzata.

- Ma che deliziosa serata - disse con sorriso ironico - non posso  perdermela! -

- Ok tesori, io vado! Papà mi aspetta già in macchina,  Damon mi raccomando! - dandogli un occhiata di rimprovero. 

- Non ti preoccupare Mammina, ci penso io qui! - Salutandola con la mano

Si girò verso di noi -  Allora che fate li impalati? Abbiamo una serata da organizzare! - forza, forza! Si allontanò facendo dei passi di danza. La cosa non prometteva niente di buono. Stefan, scrollò le spalle in segno di rassegnazione dirigendosi anche lui in cucina.
Finalmente arrivarono anche gli altri; Caroline, Bonnie, Matt, Vicky e Klaus.
Caroline entrò raggiante come non mai, con un dolce tra le mani. Appena mi vide lo lasciò tra le mie mani e andò verso il salotto con Klaus. 

- Grazie Caroline, commentai acida -  e mi avviai in cucina per riporlo. Arrivata davanti al frigo, poggiai la torta sul ripiano più basso e richiusi delicatamente. Mi avvicinai verso la credenza cercando delle ciotole per mettere le patatine, ma un rumore mi fece girare di scatto. 

- Serve aiuto Gilbert? Appoggiando le mani sul tavolo.

- Stavo solo cercando dei contenitori - affermai mostrandoglieli.
Mi avvicinai vicino al tavolo, per aprire le patatine, quando lui mi sbatté contro per passare.

- Ops mmm -  con sorriso malizioso

- Non fare così! - Dissi scuotendo la testa nervosamente

- Così come? - Guardandomi fingendo di non capire

- Lo sai benissimo, l' hai fatto a posta! - svuotando il sacchetto delle patatine in una ciotola

- Si stavo deliberatamente cercando di arrivare al frigo - aprendolo - sai le birre piacciono molto ai ragazzini. -  facendole ondeggiare tra le mani. 

- Damon potresti fare meno il cretino per favore? 

 - Oh così mi ferisci - facendo una faccia imbronciata si avvicinò molto a me.

- Non ti preoccupare Cerbiatto, non farò niente che possa comprometterti - avvicinandosi al mio orecchio - per ora -
Il suo respiro caldo, fiorò il mio orecchio facendomi tremare.

Di colpo entro Bonnie 

- Elena hai preso le patati..ne - vedendo la scena.

- Elena cosa sta succedendo qui? - disse più sorpresa di me 

- Niente - cercando di allontanarlo da me

- Scusate signorine, ma il dovere mi chiama - così dicendo uscì dalla cucina

Bonnie mi guardò con sguardo di disapprovazione prendendo una delle due ciotole e intimandomi di seguirla. Non dissi una parola e la seguìi. Mi sentivo strana. Da una parte mi sentivo in colpa ma dall'altra mi piacevano le avance. Era più forte di me.
Erano già tutti in salotto compreso Damon che si era seduto verticalmente su una delle poltrone, con una birra in mano. Stefan mi fece l'incontro davanti alla porta e mi aiutò a posare le patatine.
Indicandomi il mio posto a sedere.

- Che film vedremo stasera? - Chiese Matt, sgranocchiando un salatino.

- Non lo sai? Commentò Damon - Vedremo 50 sfumature di grigio! - ironico

- Ma quello non è un film horror - disse Caroline con un sorriso malizioso

- Per alcuni di voi, potrebbe essere un trauma vedere quel film - guardandomi con mezzo ghigno.

- Invece guarderemo l l'ultimo di saw - rispose Stefan avviando la TV.

- Ma che palle, era meglio 50 sfumature! -  Ribatté Damon

- Se non ti piace, sei libero di andartene! - disse infastidito Stefan

- Va bene, va bene, che permaloso! Premi start è iniziamo questa fantasmagorica serata - 

La serata andò lenta, in effetti il film non sortì l'effetto sperato. L' Unico che seguiva era Matt.  Caroline e Klaus pomiciavano sul divano, Bonnie si era addormentata sulla poltrona, e Vicky e Damon erano spariti da un po'.  Anche Stefan era quasi collassato sul divano, quando decisi di andare in bagno. Attraversai il lungo corridoio,arrivata davanti alla porta sentii delle voci provenire dal bagno principale. Mi avvicinai e sbirciai dalla fessura lasciata dalla porta aperta

- Sbrigati a scoparmi, prima che quello stronzo di mio fratello ci scopra.-  

- Come desidera mia signora - 

Vicky era seduta sul mobiletto del bagno in reggiseno, mentre Damon con la camicia sbottonata la baciava dappertutto. Si slacciò i pantaloni e l'accontentò. Si mise una mano in bocca per non urlare forte mentre lui si contraeva dentro di lei.
Andai via  sotto shock. Corsi verso il salotto. Quando incontrai Stefan che mi stava cercando. 

- Hey Elena, dov'eri finita? - chiese osservandomi - Stai male? - 
- No, no, io, io ero andata un'attimo in bagno! - sbiancai in viso.
 -  Potresti accompagnarmi a casa? - Replicai

Mi porse il suo braccio e uscimmo di casa. Lungo il tragitto disse qualcosa, ma non lo ascoltai minimamente. Avevo ancora l'immagine di Damon e Vicky davanti agli occhi, e non capivo come mai la cosa mi avesse sconvolto tanto. 
 
- Allora cosa ne pensi?! - Mi chiese con sguardo innamorato

- Scusami, io, Stefan, non ho capito cosa mi hai chiesto - cercando di stare attenta
 
- Ho chiesto alla mia ragazza, se domani sera verrebbe con me da Willy's per una cena romantica - Baciandomi dolcemente - allora cosa ne pensi? -

- Si, è un'idea stupenda! - sorrisi sincera
- Allora è deciso - a domani - 
Mi salutò con casto bacio e andò via.
.
Entrai silenziosamente in casa, era già notte inoltrata. Non volendo svegliare nessuno mi tolsi le scarpe e sali piano le scale. Arrivata in camera, rimasi ad osservare la camera di Damon, curiosa di vedere se era tornato lì, ma era tutto spento. Mi sedetti sul letto per togliere la maglia,  ma non riuscivo a non pensare a Damon e Vicky. Quella passione, il desiderio, lei completamente disinibita. E lui...lui era Damon. L'idiota, l'arrogante il presuntuoso. Ma allora perché mi faceva male?. 




Note: Sesto capitolo. Vediamo come Damon sta entrando piano piano nella mente di Elena, arriverà anche al cuore? Lei è confusa da questo sentimento non riesce ancora a capirlo, ma
Stefan ha già capito tutto! Spero vi sia piaciuto!  A presto!

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Capitolo 7
*** Primo Appuntamento ***


- Elena ci sei?! - disse Caroline guardandomi infastidita
- Oh sì, certo certo - ritornando sulla terra

- Quindi, dicevo, Klaus mi porterà fuori città questo weekend, quindi dobbiamo sistemare prima il discorso della vendita di beneficenza! 

- Quindi siete tornati definitivamente insieme? - Commentò Bonnie - assaggiando il gelato al cioccolato che aveva ordinato.

- Certo che si, e questa volta è quella giusta! - replicò entusiasta

Ci eravamo prese un pomeriggio solo ragazze, e avevamo scelto la gelateria preferita di Bonnie per stare un po' in tranquillità. Quella mattina per mia sorpresa non vidi Damon, e la cosa mi tranquillizzo, perché così non dovevo guardarlo  in faccia dopo quello che avevo visto la sera prima. Poi parlando con la mamma scoprii che era andato fuori città con papà e che quindi non ci sarebbero stati per tutta la giornata. 

- Allora che è successo ieri sera? - Disse la bionda appoggiandosi sui gomiti

- Niente - Replicai

- Quindi tu e Stefan, avete solo parlato, non c'è stato niente. Niente di niente?

- Niente di niente! - affermai

- Neanche una toccatina profonda? Elena,
 siamo amiche, dovresti condividere i dettagli piccanti con noi.

- Ci siamo solo baciati, e questo è quanto! - sbuffai

- Ma perché questo blocco?, Saltagli a dosso e basta! È molto facile,  tu lo ami, lui ti ama...sesso! 

- Grazie Caroline, molto profonda! - facendo una smorfia 

- Lo sai che lei vuole che sia tutto perfetto! - Disse romantica Bonnie

- Ah già la prima volta!  Io non l'ha ricordo neanche  più! -  affermò la bionda bevendo un thè freddo.

- Ecco, io non voglio questo!  Voglio ricordarlo per sempre!,  Deve essere epico! - dissi con occhi sognanti - per poi replicare -  comunque adesso si è fatto tardi, devo lasciarvi! - alzandomi in piedi e prendendo la mia borsa.
- Mi raccomando Elena, dacci dentro - disse  Caroline schiacciandomi  un'occhio.
Buttai gli occhi al cielo e mi incamminai verso casa. 
Da quando ero rincasata, non avevo fatto altro che bere camomilla e e tremare all'idea di uscire con Stefan. Quel primo incontro da 'veri' fidanzati mi scombussolava. 
Scelsi un vestitino nero corto, con calze trasparenti nere con dei fiocchetti  sopra il ginocchio, anfibi, e la solita giacca di pelle corta. Sexy ma non troppo pensai.
Sentii il campanello, e mi precipitai giù per le scale. Aprì la porta ed era proprio lui.
Camicia grigia, cappottino nero, jeans nari, e anfibi. In mano aveva un bouquet di fiori di campo.
- Mi hai portato dei fiori! - Affermai emozionata
- Beh, è un'appuntamento, volevo fare le cose per bene. -  Sorridendomi
- È stato un pensiero dolcissimo, Grazie - arrossì affermandolo
Mi avvicinai per dargli un bacio, e anche lui fece lo stesso. 
- Scusate ragazzi ho sentito il campanello...non volevo disturbare - disse mia madre imbarazzata
Mi voltai verso di lei dicendo - Tranquilla Mamma, puoi mettere questi in un vaso? - 
- Certo tesoro, ma c'è qualcosa  che devi dirmi? - riferendosi alla scena vista prima.

- Mamma poi ti spiego, ci vediamo più tardi! - così dicendo uscì dalla porta insieme a Stefan.
Si avvicinò alla macchina aprendomi  la portiera, e aiutandomi ad entrare. Subito dopo entrò anche lui, mi prese la mano che avevo appoggiata nervosamente sul mio ginocchio, e la portò alla sua bocca, lasciandoci un bacio
- Pronta ?- 
- Credo di si - 
Accese il motore e ci dirigemmo verso il ristorante da lui prenotato.
Willy's era uno dei ristoranti storici di Mystic Falls, era stato tramandando da padre in figlio per tanti anni,  l'edificio si trovava in centro, circondato da molti alberi  adornati con luci calde che rendevano l ambiente romantico. Si avvicinò a noi un cameriere, che ci fece subito accomodare al nostro tavolo. 
- Mi piace molto! - Dissi mentre Stefan mi faceva accomodare
- È uno dei miei preferiti - replicò sedendosi anche lui - ci venivo spesso con i miei genitori da piccolo, quindi conosco molto bene la cucina - 
- Quindi saprai benissimo qualè il piatto migliore - ironizzai 
- Stasera scegli tutto ciò che vuoi - prendermi la mano destra

Buonasera Sig. Salvatore, possiamo già ordinare? - si presentò così il cameriere.
Presi subito il menù te le mani, e gli diedi una veloce lettura. Sembrava tutto così buono e invitante.
- Prendo un filetto di Orata in crosta di patate, con contorno di misticanza - porgendogli il menù
- Anche per me - annuì Stefan
Il cameriere prese i menù e si dileguò lasciandoci soli

- Così ancora non l' hai detto ai tuoi di noi due? - mi disse guardandomi tranquillo 

- Beh, sai, ti conoscono da una vita, non sapevo come impostare la cosa - bevendo nervosamente

- Tranquilla non era un rimprovero! - prendendomi tutte e due le mani - era solo una domanda di costatazione - continuò - non volevo turbarti.

- Ok... - gli risposi con mezzo sorriso

Era tutto così strano, noi due, da soli, come una vera coppia di innamorati.
Dopo la prima parte della cena, dove io sembravo un pezzo di ghiaccio, la seconda parte fu più tranquilla e quel ghiaccio si sciolse. Fino a quando lui non esordì così

 - Elena, volevo dirti una cosa, ma non so se  ti metterà a tuo agio, vorrei che il nostro rapporto sia di completa fiducia  e sincerità reciproca quindi...

- Tranquillo dimmi pure - lo interruppi
- Sono entrato alla Columbia in Medicina, sai che era il mio sogno...e quello di mio padre... - abbassando lo sguardo.

- Stefan, veramente non c'è problema! - affermai prendendolo per la mano - anche io ho visto alcune università, e spero di ricevere delle risposte al più presto. Anche se ancora non ho deciso... - 

Quindi era entrato in Medicina, alla Columbia. Andrà via, via da me...Mi sentii subito una bambina sciocca. Lui aveva già tutto chiaro, voleva realizzarsi ed io ancora litigavo con me stessa sul da farsi. Il mio viso si incupii mio malgrado.

- Hey che ne dici di fare una passeggiata? - spezzando quel velo silenzioso che era sceso tra di noi.
Annuì solamente, e ci avviamo verso il porto. Da lì in poi parlammo di tutto un po', di amici, dei nostri ricordi d'infanzia e di Damon.
- Io voglio bene a Damon, non fraintendermi, ma a volte lo strozzerei - disse ridendo ironicamente
- Beh, posso dirti che non sei il solo - ricambiando il sorriso
Si avvicinò a me e mi strinse a lui 
- Non preoccuparti, qualsiasi cosa accada io starò sempre con te - mi sollevò il viso con il mento - Ti amo Elena, e lo farò per sempre - 

Così dicendo mi prese in un bacio appassionato, ed iniziarono a tremarmi le gambe. Le sue labbra erano come miele per me e ne volevo sempre di più. All'improvviso si scostò da me e mi disse  - Forse è meglio che ti accompagni a casa - 

Tutte e due storditi ci avviamo verso la macchina. Durante il tragitto nessuno dei due aprii la bocca. Non riuscivo a pensare che a lui, i suoi baci e al fatto che lo volevo, lo desideravo. 

Plum - Cut
Arrivati davanti alla porta di casa, stava per andare, quando si voltò di scatto e riprese a baciarmi. Non riuscivo a staccarmi da lui

- Non vorrei sembrarti troppo audace, ma ti và di salire in camera mia? - dissi con un filo di voce - i miei non ci sono...
- Pensavo non me lo avresti più chiesto - ritornando lucido per un secondo

Così entrammo, lo portai per mano al piano di sopra, ed entrammo nella mia camera.
Appena chiusa la porta, si avvicinò delicatamente baciandomi il collo, gli accarezzai i suoi morbidi capelli. 
Piano piano gli sbottonai la camicia, e la feci scivolare a terra, indietreggiando verso il letto continuando a baciarci. Mi posò delicatamente sul letto tornando sul mio collo, con la mano scendeva fino alle mie calze facendole scivolare piano, per poi risalire dall'interno coscia alzandomi completamente il vestito. Si liberò dei pantaloni e tornò su di me.
Lo guardai negli occhi e cercai di parlare 
- Stefan io...
- Lo so... Sarà tutto perfetto... - disse con un filo di voce guardandomi con gli occhi rossi
Ricominciò a baciarmi lungo il collo dolcemente scendendo trai i due seni, le sue labbra bruciavano al contatto con la mia pelle e mi mandava in estasi. Il suo respiro caldo  scese verso l'ombelico ,  ansimai contorcendomi. Si fermò lì, mise le mani alle due estremità delle gambe e mi sfilò le mutandine con dolcezza. Tornò su di me premendo il suo corpo sul mio,  mi baciò intrecciando le mani con le mie cercando sempre il mio sguardo. Ero completamente sua.
Entrò dentro di me, un dolce dolore mi investi facendomi ansimare più forte, con una mano aggrappai alla sua schiena e  l'altra l affondai tra i capelli.
Ci guardammo per un attimo mentre si muoveva piano , prese la mia mano e la poggiò sul suo petto, facendomi sentire il suo cuore che batteva sempre più veloce. Piano piano il dolore fu sostituito  dal piacere e dal desiderio. I gemiti di Stefan mi facevano impazzire, incoraggiandomi a lasciarmi andare. Lo guardai, sfiorandogli le labbra con le dita, incoraggiandolo ad andare avanti. Aumento il ritmo, baciandomi affannosamente, si staccò gemendo sulle mie labbra rosse. 
- Elena... - Emise un gemito strozzato, lo seguìi pronunciando il suo nome. Si accasciò su di me, ascoltando per qualche secondo i nostri cuori che battevano furiosamente. Si alzò e mi guardò, come se fossi stata la cosa più bella che abbia mai visto. Lo avvicinai a me con una carezza sulla guancia, e lo baciai delicatamente. Lui rispose al bacio e si coricò vicino a me, tenendomi stretta tra le braccia. Mi appoggiai al suo petto, e sentii il suo respiro lento e mi rilassai con quel dolce suono.
- Dovrei andare - disse accarezzandomi i capelli
- Lo so - stringendolo più a me - ma non ho voglia di lasciarti - 
- I tuoi saranno di ritorno, e non vorrei fargli questa sorpresa!  - Disse ironico
- Hai ragione - con voce contrariata 

Mi diete l ultimo bacio tra i capelli e si alzò per vestirsi. Durante tutta la vestizione non feci che guardarlo, ammiravo il suo corpo perfetto e quanto ne volessi ancora. Lo guardai con sguardo seduttore
- Elena se mi guardi così non andrò mai via!  - sorridendo imbarazzato
- Scusami, ma stavo solo guardando il mio ragazzo - con voce sensuale
Ormai avevo perso i freni inibitori, dov'era finita la casta e ingenua Elena? - pensai.
Fece per aprire la porta, ma lo afferai per il collo e ritornammo a baciarci più infuocati di prima.
- Elena, davvero, devo andare.. - disse sottovoce  appoggiando la sua fronte alla mia
- Ok...- dissi piano
- A domani - 
- A domani - Replicai chiudendomi la porta alle spalle.  Un sorriso incredulo si fece strada sul mio viso, e mi buttai sul letto. Mi riggirai sui gomiti e ridacchiai mettendo la faccia sul materasso. Non potevo credere a quello che era successo poco tempo prima. Mi rialzai, e prendendo i capelli tra le mani entrai in bagno per fare una doccia. 
- Mi ci  voleva proprio! - dissi scrollando i capelli con l'asciugamano. Mi avvicinai vicino al comò e mi accorsi che la mamma aveva messo il bouquet di Stefan li sopra. Mi avvicinai per  annusarlo, quando un rumore in giardino richiamò la mia attenzione. 
Era Damon. Era appena tornato e sembrava stanco scazzato, come se sentisse  la mia presenza guardò verso di me. Mi fissò con gli occhi cristallini. Abbozzò mezzo sorriso ed entrò in casa. Ricambiai con un leggero saluto con la mano e chiusi la tenda. 
Il mio cuore mancò un colpo, ma cosa mi stava succedendo? .



Note: Settimo capitolo. Finalmente Stefan e Elena fanno l'amore (✷‿✷)  ma nei pensieri di Elena si sta facendo spazio per Damon. Non riesce a capire questo sentimento per lui Adesso cosa succederà? Alla prossima 。◕‿◕。





















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Capitolo 8
*** Giri di valzer ***


- Allora ricapitoliamo - disse Caroline con un malloppo di fogli in mano

- Tu  Bonnie, dovrai occuparti dei tavoli e le bevande, e tu Elena starai nello stand e aiuterai le altre a sistemare. Tutto chiaro?!

- Scusa la domanda sciocca - dissi
 sarcastica -  ma tu cosa farai? - 

- Io supervisiono il tutto, è il lavoro più pesante! Fidati! - Commentò quasi stanca.

Erano le 18.30, e ci trovavamo nella grande Villa dei Loockwood. Ogni anno per il giorno dei fondatori, oltre a mostrare vecchi cimeli di famiglia, e al mercatino delle pulci, si svolgeva un'asta di beneficenza a cui tutti potevano partecipare. I loockwood erano la famiglia più ricca di Mystic Falls e anche la più vecchia. Per loro questa festa, era diventata ormai una cosa personale e quindi ci tenevano a fare bella figura.

- Caroline, tesoro, è tutto pronto?! - 

- Oh certo, Sig. Loockwood! Sarà tutto pronto per le 20! - 

- Bene cara,  tra un po' arriveranno tutti gli invitati, mi raccomando conto su di te! -  disse a mani giunte. 

- Non si preoccupi Sig. Loockwood, ci penso io - stringendo i fogli al petto.
Annuì e si allontanò piano.

- Allora a lavoro! - spingendoci via.

Il tempo scivolò veloce, e ci ritovammo tutti nella sala grande di villa Loockwood. Gli invitati erano tutti figli di famiglie fondatrici, tra cui c'era anche quella mia e di Stefan. 
Arrivò mia madre con mio padre e a seguire  i Salvatore al completo.
Appena lo vidi arrivare, lo guardai nella speranza di farmi notare. Anche lui si guardò un po' in torno, e vedendomi si avvicinò subito a me.

- Ciao - mi baciò a fior di labbra 

- Ciao - risposi sottovoce.

Era bellissimo doppiopetto blu scuro e scarpe stringate
In quella settimana, non eravamo stati in grado di staccarci l'uno dall'altra. Ogni momento era quello giusto per fare l'amore,  
Eravamo completamente presi. Io ero completamente presa.

- Ma quanto siete belli!! - Disse mia madre con le mani sul viso - Vi faccio subito una foto! - così dicendo uscì dalla borsetta il cellulare e ci scattò un paio di foto
- Adorabili - continuò lasciandoci da soli

Avevo raccontato tutto a mia madre, e come era prevedibile era strafelice per me, anche se ormai tifava per Damon.

- Scusala, ormai ha perso ogni freno! - dissi prendendolo per le mani

- Non fa niente - guardandomi con i suoi occhi caldi

L'orchestra che era dall'altra parte della sala iniziò ad intonare ' La califfa  di Ennio Morricone' .

- Signorina Gilbert, mi concederebbe l'onore  di questo ballo? - facendo un inchino

- Ma certamente Signor Salvatore - ricambiando con una riverenza

Si avvicinò piano a me, avvolse con una mano la mia vita e con l'altra prese la mia mano portandola all'altezza della sua faccia. Appoggiai il braccio sulla sua spalla e iniziammo a volteggiare. Mi persi nei suoi occhi verdi smeraldo. Il suo sguardo dolce mi accarezzava l'anima e la riempiva d'amore. Non avrei mai pensato che saremo stati così vicini. Lui era perfetto per me. Mi appoggiai alla sua spalla, come in un cuscino morbido e respirai tutto il suo profumo, quel profumo di ricordi  e nostalgia. 
Terminata l'esecuzione, si fermarono tutti ad applaudire, compresi noi, e ci allontanammo verso il salottino.

-  Ti  prendo qualcosa da bere - disse Stefan allontanandosi. 

Fu in quel momento che si avvicinò Damon

- Allora Gilbert, o adesso devo chiamarti
 cognatina? - disse sorseggiando champagne

- Non mi rovinerai la serata! - dissi guardandolo - quindi smettila subito! - 

- Ma io non sono qui per questo! - si avvicinò a me e mi sussurrò
- Sei bellissima con questo vestito - scansandosi - lo saresti anche senza, ma questi sono dettagli - replicò con un ghigno

Quella sera avevo indossato un vestito lungo Rosso porpora che mi fasciava perfettamente la vita con scollo a cuore.
Quel suo contatto mi fece vibrare tutto il corpo.

- Sei il solito idiota! - dissi allontanandomi 

Non potevo più stargli vicino, era molto bello, anche lui in abito a doppio petto nero gessato e scarpe stringate nere
Uscì fuori sul balcone, per prendere un po' d'aria, guardando le luci in lontananza della città.
Una figura si avvicinò a me.

- Che gioco stai giocando con i fratelli Salvatore? -

- Non sto sto giocando a nessun gioco - risposi girandomi verso di lei

- Elena, ho visto come guardi Stefan...e Damon...

- Bonnie ti prego non farmi la paternale!  - dissi scocciata

- Beh, se non stai attenta ti brucerai presto! -  

- Hey, ti ho cercata ovunque! - ti ho preso un po' di champagne -  disse Stefan porgendomi il bicchiere

- Scusatemi - così Bonnie si concedò lasciandomi con l'amaro in bocca.

Lo guardai, cercando di togliermi dalla testa le parole di Bonnie, che sembravano sempre più vere dentro di me.
Era così evidente che guardavo Damon con un occhio diverso?
Ad un certo punto si sentii il tintinnio di un cucchiaino su un bicchiere. Ci avvicinammo alla portafinestra curiosi

- Grazie per l'attenzione - disse la signora loockwood poggiando il bicchiere.

- Signore e signori, grazie essere venuti alla annuale festa dei fondatori, io come ogni hanno vi sono grata per le offerte generose che donate per i nostri progetti verso la città, quest'anno l'asta era a beneficio dell'ospedale pediatrico di Mystic Falls, un nuovo apparecchio ci è stato già donato dalla famiglia Salvatore che ringrazio con tutto il cuore, ma un grazie particolare và a Giuseppe  Salvatore, che grazie al suo grande amore per il suo lavoro viene definito l'eccellenza di Mystic Falls e di questo siamo onorati. Quindi farei un bell applauso a lui e a tutta la sua equipe! - 
Un grande applauso si levò in tutta la stanza, e Giuseppe Salvatore ringraziò tutti alzando il suo bicchiere in alto.

- Bene - continuò la Sig. Loockwood - Adesso arriviamo al punto della situazione, mancano ancora 50 Mila dollari per riuscire  a chiudere l'asta di questa sera, chi di voi rispettabili signori si fa' avanti per finire l'asta come si deve?

Un silenzio imbarazzante calo tra la gente.
- Nessuno? - disse imbarazzata

Fino a che una voce si fece avanti

- Ne offro 100mila - così Damon Salvatore fece il suo ingresso.

Tutti lo guardarono a bocca aperta. Anch'io restai piacevolmente stupita da tanta generosità.

- Damon, la tua famiglia ha già fatto tanto per l'ospedale, sono sicura che qualcunaltro riuscirà a fare altrettanto bene.

- Carol non capisco la tua resistenza. - replicò Damon - sono soldi buoni anche se sono miei, e poi io non sono la mia famiglia! - guardandola acido

- Uh, ah, ok,ok , allora dichiaro chiusa l'asta e complimenti a tutti i Salvatore! -

Iniziarono tutti a battere le mani, Damon bevve l'ultimo sorso del liquido che aveva nel bicchiere e andò via. 
Lo guardai come incantata, aveva fatto una cosa bellissima e si era palesemente dissociato dalla sua famiglia.
Stefan andò subito da suo padre, che era visibilmente turbato da tale 'affronto' .
Poggiai anch'io il bicchiere sul tavolo e andai in cerca di Damon.
Uscì in giardino, e lo scorsi in lontananza seduto sul muretto con una bottiglia di champagne in mano.

- È stato bellissimo quello che hai fatto poco fa  - sedendomi vicino a lui 
Mi guardò con aria di sufficenza e continuò a bere

- Non sai quanta felicità hai portato a quei bambini, e alle loro famiglie, io credo che solo un animo gentile può fare questo. Perché non fai uscire più spesso questo tuo lato ? - Chiesi sfiorandogli la mano

- Non posso...Perché se le persone vedono il bene, si aspettano il bene. Ed io non voglio dover soddisfare le aspettative di nessuno.

Così dicendo si allontanò, senza aggiungere altro. 
Quelle parole mi colpirono, era solo una corazza quella che aveva? C'era un'altro Damon sotto la facciata da arrogante egocentrico? 
Tornai dentro, e trovai Stefan che mi cercava.
- Vieni ti accompagno a casa - mi disse porgendomi la mano

Durante il tragitto anche Stefan eloggiava il fratello, ma non era d'accordo sul fatto di andare contro il padre. Era stato visto come un dispetto da parte sua e non un gesto di generosità.

Entrai subito in bagno, tolsi l'ingombrante vestito e mi preparai per la notte.
Uscendo dal bagno mi ritrovai Damon seduto sul divanetto sotto la finestra. Sbiancai di colpo. 

Mi guardò e disse - Che Bell pigiamino! 

- Damon che ci fai qui?! - chiudendo la porta della mia stanza - vai via subito! - dissi allarmata

Non curante incominciò a parlare
- Stasera ho cercato, inutilmente di rendermi utile, in pieno stile Damon - con un filo di voce

- Damon...

Restando seduto - Questa sera ho sentito di voler proteggere questa città e aiutarla. Com'è potuto accadere? Io non sono un eroe!  Non faccio cose buone. Perché non è da me..

- Forse ti sbagli...

Venendo verso di me
- No, il bene lo fa mio fratello, mio padre , io sono solo uno come tanti. Che fà di continuo cose sbagliate. 
Ma per un attimo questa sera ho creduto di fare la cosa giusta, e me  lo hai dimostrato guardandomi come non avevi mai fatto.
Nonostante avessi tutte le ragioni di questo mondo, per odiarmi,l hai fatto, hai creduto in me, e non al mio solito narcisismo, e per questo motivo di volevo dire grazie.

- Non c'è di che...  -   dissi  osservandolo dolcemente

Si avvicinò lentamente a me, e mi baciò sulla guancia destra .
 Lo guardai spiazzata,  non immaginavo una simile reazione. Restai in mobile.

- Buonanotte Elena -  e si apprestò ad uscire dalla finestra da dove era entrato.
Si sedette sul davanzale e uscì tutte e due le gambe. Quando dalla mia bocca uscì un suono

- Damon.. - lui si voltò verso di me. 
Mi avvicinai lentamente a lui, gli presi il viso tra le mani, e avvicinai la mia bocca alla sua. Le sue labbra morbide accolsero le mie in un bacio candido e casto.Il suo profumo di dopobarba ci avvolse risvegliandomi da una dolce stasi.
Mi scostai da lui, guardandoci negli occhi, con ancora il suo viso tra le mani. Il suo volto illuminato dalla luna, faceva risplendere i suoi occhi grati.
Provò ad avvicinarsi per riprendere da dove avevamo lasciato, ma subito mi spostai, e chiusi la finestra e la tenda dietro di me.
Rimasi ferma, con le mani sulle labbra. Mi mancò il respiro . Ero incredula per quello che avevo appena fatto. Con gli occhi sbarrati guardavo verso la porta del bagno sperando che lui se ne andasse, potevo sentire ancora la sua presenza dietro la finestra. Aspettò qualche secondo, e poi sentii il fruscio dell'albero che mi confermo che era andato via.
Mi lasciai cadere sul divanetto dietro di me,  mi sentii il cuore in gola. Cosa mi aveva spinto così oltre? Io che ricambio un bacio di Damon?. 
 



Note: Ottavo capitolo. Vediamo come Damon sta facendo uscire la sua parte buona, ed Elena sta iniziando ad avvicinarsi a lui attratta  da questo nuovo sentimento.

Ringrazio tutti quelli che seguono con costanza la mia fanction, e quelli che commentano lasciando un sorriso di felicità sul mio volto. A presto! 



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Capitolo 9
*** B-day ***


E questo è tutto riguardo la guerra di indipendenza. - Così dicendo il professor Saltzman chiuse il libro che aveva in mano. Aveva letto per una oretta piena, e noi tutti eravamo esausti.
Il mio sguardo era completamente perso nel vuoto, tra mille pensieri. Stefan e Damon, ormai loro occupavano pienamente la mia mente. Quello che iniziavo a provare per Damon mi faceva paura, non sapevo cosa era, ma quando stavo vicino a lui non potevo fare almeno di guardarlo e volere il suo contatto.  I miei pensieri si fermarono  davanti allo sguardo di Caroline, che subito alzò un biglietto con la scritta '  Party! ' 
Alzai gli occhi al cielo, e sbuffai.
Avevo cercato invano di non pensarci tutta la mattina, ma non potevo scappare dalla festa per il mio compleanno che Caroline  aveva organizzato.
Suonò la campanella, e Caroline si avvicinò a me.

- Pronta a diventare maggiorenne? - disse tutta eccitata

- Sinceramente e solo un'altra cosa che mi mette ansia - 

- Dai, ti ho preparato un festa grandiosa! - saltellando sul posto

- Caroline ti avevo chiesto di fare una cosa tranquilla con pochi invitati.-  Dissi rassegnata

- Non preoccuparti, ho invitato poca gente, tranquilla - Poi si guardò in torno e disse - Non vedo Stefan, che fine ha fatto? - 

- Stefan è dovuto partire stamattina per New York, l hanno convocato dalla Colombia per fare dei test di ingresso, mi ha promesso e ripromesso che arriverà in tempo per la festa.

- Capisco - sorridendo dolcemente - dai andiamo -  Così dicendo mi mise un braccio sulle spalle e mi porto fuori.

Erano passati quattro giorni dalla festa dei Loockwood, e dal bacio dato a Damon. E in quei quattro giorni ero riuscita abilmente ad evitarlo.  Ero tremendamente preoccupata, non avrei retto una conversazione con lui.
Arrivata a casa, entrai in bagno e feci un lungo bagno rilassante. 
-Stasera non potrò nascondermi da lui, dovrò affrontarlo - Pensai immergendomi completamente tra le bolle.

Guardai l'orologio , erano già passate le sette e dovevo sbrigarmi, Caroline sarebbe passata da li a poco.
Diedi l l'ultimo sguardo allo specchio, e sistemai con le dita quel filo di trucco che avevo messo sulle labbra. -  Così dovrebbe andare bene - tra me e me
 Vestitino scollato bianco ricamato in pizzo, scarpe con il tacco beige, e capelli mossi per l'occasione.
All'improvviso sentii bussare alla porta

- Posso entrare? - fece capolino mia madre

- Si Mamma, entra pure - la guardai con un sorriso

- Tesoro, sei uno splendore! - disse guardandomi entusiasta attraverso lo specchio

- Grazie Mamma - risposi con un velo di tristezza

- Qualcosa non và? - replicò accarezzandomi il viso

- No Mamma, davvero tutto bene! - risposi mentendo clamorosamente.

Avrei voluto dirle tutto, ma non mi sembrava il momento adatto, non volevo che la festa iniziasse, con me già in lacrime.
Uscite dalla mia camera, ci dirigemmo verso le scale, arrivate giù suonarono alla porta. 
Tirai un lungo sospiro e aprii la aprii.

- Allora pronta per festeggiare?! -  disse una spumeggiante Caroline si presentò ai nostri occhi.

- Credo di si - risposi tesa

- Mi raccomando fate le brave - disse la Mamma appoggiando il viso sulla porta di casa

- Non si preoccupi Sig. Gilbert, saremo delle sante! - gridò Caroline mentre ci allontanavamo

- Allora, dov'è questa strepitosa festa! - chiesi con ironia

- È proprio davanti hai tuoi occhi! - disse indicandola

- Casa Salvatore?!?! - dissi guardandola ad occhi spalancati 

- Hanno talmente insistito! - disse alzando le spalle

- Hanno?!? - interrogandola

- Si, è stata un'idea di Stefan, che è stata accettata pienamente da Damon! 

- Damon?!.. -

- Si ha  pagato tutto lui, e poi parliamoci chiaro, senza di lui non potevamo comprare gli alcolici! - replicò spudoratamente.

- Caroline, io non sono sicura sia stata una buona idea!, Sai com'è Damon...è imprevedibile! - prendendole le mani per farmi ascoltare, proprio davanti alla porta d'ingresso
- Ascolta - fermandosi - Non essere sempre così riluttante, entra e divertiti! -

Così dicendo aprì la porta. 
Davanti hai miei occhi un sacco di gente che ballava e si divertiva, la musica a palla  non mi faceva più sentire Caroline che si era prontamente allontanata. Mi avvicinai subito al tavolo delle bevande, e riempì il bicchiere fino all'orlo, mandandolo giù il più velocemente possibile. Ne versai subito unaltro mandandolo giù tutto d'un fiato.
Mi guardai a torno in cerca di un volto amico, quando vidi avvicinarsi Damon muovendosi a passi di danza.

- Ecco finalmente la nostra festeggiata...che finalmente mi degna della sua presenza! - facendo un inchino

- Damon non iniziare a fare il cretino non è serata! -  prendendo un altro sorso

- Ok - posando il mio bicchiere - penso che per il momento hai fatto il pieno. - Vieni balliamo un po' -  mi trascinò al centro della stanza

- Damon, veramente non mi và! - cercando di fare resistenza.

- Ma dai, questa è what Is love degli Haddwey non si può non ballarla! -

Così dicendo mi fece girare, e mi riprese tra le sue braccia. Con i nostri volti quasi attaccati.  Avvicinò il suo bacino al mio   e iniziò ad ondeggiare tenendo stretta la mia vita, si accostò a me e mi sussurò

 - Sciogliti un po', non essere sempre un pezzo di legno - soghignando

Così dicendo mi  lanciò in un  casquè. Nel riprendermi mi girò, così che mi strinse a lui da dietro. Mi strinse forte a lui in vita continuando a ballare strusciandosi a me e muovendo i miei fianchi Appoggiai le miei mani sulle sue e la mia testa sulla sua spalla. Potevo sentire il suo respiro riscaldarmi i capelli 

- Così mi piaci - mi disse sussurandolo al orecchio.

Continuammo questa danza sensuale, facendomi guidare da lui, ero totalmente soggiogata. Avvicinò le sue mani sotto il mio sterno accarezzandomi il seno con il pollice
 Iniziai a sentire la sua erezione da dietro, ma la cosa non mi scandalizzò più di tanto, anzi, ebbi anche io un fremito e gli strinsi più forte le mani. Ero completamente catturata da lui, non riuscivo a staccarmi.  
Il calore del suo corpo sul mio mi faceva impazzire.


Elena!?! - la voce di Bonnie eccheggio come un fulmine. Mi guardò con aria di delusione.

La guardai negli occhi, e scappai via, verso la cucina. Mi sentivo un vero schifo, non ero più io. Aprii la porta  della cucina con un pugno e mi sedetti su uno dei 3 sgabelli.
Sul tavolo c'era dello champagne aperto e ne presi un altro sorso direttamente dalla bottiglia, quando squillò il telefono. 
Era Stefan.
Risposi, cercando di sembrare più sobria possibile

- Pronto, Stefan? - risposi

- Hey Elena, come và la festa? - con sottofondo di aeroporto

- Beh, andrebbe meglio se tu fossi qui con me!  Dove sei?! - gli risposi con tono ti rinprovero 

- Hai ragione... ma c'è un piccolo problema, sono ancora qui in aeroporto, dove ho scoperto che mi hanno cancellato il volo, sto cercando di prenderne un altro. 

- Cosa?! - Gridai senza rendermene conto

- Ti prego, non fare così, sto cercando in tutti i modi di tornare il più presto possibile! - 

- Stefan, è il mio compleanno, e tu dovresti essere qui!!! - così dicendo chiusi la chiamata e buttai il telefono nel lavandino.

 Presi dinuovo la bottiglia per dare un'altro sorso. Quando entrò Caroline.

- Ti nascondi? - guardandomi perplessa

- Hey Caroline! - dissi sorpresa - No...mi serviva una pausa...ho appena sentito Stefan - le dissi appoggiandomi al lavandino.

- Ah bene, spero che sia qui a momenti, dobbiamo ancora tagliare la torta - prendendo degli stuzzichini dal frigo

- Credo che salterò il taglio della torta, lui sicuramente non riuscirà a venire - risposi guardando il pavimento

- No, non puoi! È il tuo compleanno, è quasi l'alba di un nuovo giorno, e non puoi andare avanti e vivere la tua vita, se non esprimi un desiderio e spegni le candeline!

- Questo è quello che volete tutti da me? Che viva la mia vita? - 

- No... può darsi, credo solo che nessuno voglia vederti così! 

- Avete tutti grandi aspettative, e giudicate i miei comportamenti! Pensate che io sia una marionetta? - 

- No! , Ma devi Ammettere che un po', sembra che che tu, la stai buttando via la tu vita!

- Vuoi che esprima un desiderio?  - dissi avvicinandomi a lei - Vorrei essere come tutti voi, che avete già programmato tutto, e che Stefan fosse qui a festeggiare il mio compleanno , dato che partirà per New York, ed io rimarrò come una cretina qui a Mystic Falls! - così dicendo uscì dalla cucina diretta al piano di sopra.

 Volevo stendermi un po'. Era tutto troppo per me.
Salì le scale, piano piano sentivo che l'effetto della alcol si stava facendo sentire.
Inciampai nell'ultimo gradino e caddi a terra rovinosamente. Iniziai a ridere, come una sciocca

- Gilbert, ma che fai? - si chinò verso di me Damon - Vieni ti aiuto ad alzarti - porgendomi la mano

- Cos'è? Anche tu vuoi darmi ordini? - risposi brilla

- No Spugna, non oserei mai - disse sorridendo

- Ho bisogno di stendermi - mettendomi la mano sulla fronte.

Entrai nella prima stanza che incrocia, era quella di Damon e mi appoggiai allo stipide perdendo l'equilibrio.
Lui mi afferrò di scatto , e i nostri volti erano dinuovo vicinissimi. Allora lo presi per la nuca tirandolo per i capelli morbidi ed incominciai a baciarlo e  a mordicchiargli le labbra. Le sue labbra erano irresistibilmente morbide e calde. Lui rispose al bacio senza indugiare. Scese lasciando una scia di baci sul mio collo, afferrando avidamente il mio seno con la mano destra e con la sinistra inizio a palparmi il sedere entrando con le mani dentro le mutandine, Iniziai ad ansimare, mi abbasso le spalline  e si buttò chino sul mio seno rimepiendomi di baci caldi. 
Gli presi il viso per avvicinarlo, al mio per continuare a baciarlo. Quando i nostri occhi si incontrarono vibrai. 
- Ascolta - Disse lui con voce soffocanta - Non possiamo andare avanti...tu sei brilla, e io del tutto soggiogato dalle tue grazie.

- Cos'è, non sono all'altezza di Vicky? - con sguardo di sfida

- Vicky?! Nessuna sarà mai alla tua altezza! -  rispose continuando a baciarmi senza darmi tregua. 
Mi portò davanti al suo letto, iniziai anche io a baciargli il collo, la sua pelle aveva il gusto di un cocktail esotico inebriante e più avanzavo e più ne volevo, arrivata all'apertura della camicia gliela strappai di netto, continuando il mio viaggio su di lui. Mi spinse sul letto, appoggiò la mano destra vicino al mio viso  l'altra la fece scivolare prima sull'interno coscia per poi arrivare alle mutandine accarezzandomi. Un brivido mi percorse la schiena e mi fece mugugnare il suo nome. Le tolse piano ed entrò dentro di me secco e forte. Mi innarcai dal piacere gridando. Prese le mi mani e le portò sopra la mia testa tenendole strette per non farle scappare  continuando a spingere.  Ad ogni spinta gemeva provocando in me la stessa reazione. Continuò sempre più veloce,. Lo chiamai quasi in supplica fino a che non  arrivai al culmine. Gridai, forte. Arrivò nello stesso momento con un gemito strozzato mentre mi mordeva la spalla. Si accasciò sopra il mio seno.
Si sentivano solo i nostri respiri affannati, e il rumore della musica al piano di sotto. Alzò la testa dal mio seno, e mi guardò, mi guardò con occhi meravigliati , occhi che ricorderò per sempre. Stava per dire qualcosa, quando suonò il suo cellulare. Si avvicinò ai suoi pantaloni che erano a terra e rispose.
 
- Ciao Stefan, come ti và la vita? A me meravigliosamente! - disse guardandomi compiaciuto

Mi alzai di scatto, mi sistemai le spalline e incominciai a cercare le mutandine. 

- Elena? - lo guardai ad occhi sbarrati gesticolando

- Elena era proprio qui un minuto fa, l hai persa per un soffio,  sarà andata a casa - continuò sorridendo - Ok gli dirò che hai chiamato, e di richiamarti quando arriva, ma sono sicurissimo che sia arrivata - disse con un ghigno malizioso e riagganciò.

- Sei un'idiota!  - Esclamai rimettendomi le mutandine - Questo non è mai successo! - cercando di uscire dalla stanza nervosamente

Quando lui mi prese il braccio
 - Hey, guarda che ti ho scopato solo perché me lo hai chiesto tu! - mi guardò con i suoi occhi di ghiaccio.

Gli tirai uno schiaffo con tutta la mia forza

- Mi fai schifo! - così dicendo uscì dalla sua stanza,  recuperai il telefono in cucina e corsi subito a casa.

Durante il tragitto piansi tutte le mie lacrime, cosa cavolo avevo fatto? Avevo tradito Stefan, e con lo stronzo di suo fratello. Ma cosa mi era venuto in mente. Entrai in camera mia, mi avvicinai allo specchio e vidi un Elena completamente diversa, devastata. Mi avvicinai ancora più vicino e notai il morso sulla spalla  - Coglione! - Pensai - mi buttai sul letto e piansi fino ad addormentarmi.


Note: Nono capitolo. Finale con il botto! Le cose si complicano e di parecchio. Sicuramente le scelte di Elena avranno delle ripercussioni. Vedremo quali. E se è stata solo una notte di sesso con Damon. A presto.。◕‿◕。


















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Capitolo 10
*** Pensieri e rimorsi ***


"Piccola premessa: da questo capitolo in poi aggiungerò i pensieri di Damon radom, quindi non saranno sempre presenti. Le inserisco adesso per spiegare meglio quello che prova dopo la notte passata con Elena."

(Damon)
La luce dell'alba entrò piano dalla mia finestra facendomi girare verso di essa. 
Quella notte non ero riuscito a chiudere occhio,non riuscivo ancora a credere a quello che era successo.
Una mano dietro la testa e con l'altra tenevo in mano una sigaretta.
Con gli occhi rivolti verso il soffitto mi persi nei miei pensieri. - Ma che cazzo è successo! - aspirai un po' di fumo e lo ributtai subito fuori. Non pensavo che sarebbe mai potuto succedere, ma era successo, avevo fatto sesso con Elena. 
Che poi non era sesso per me, io l'amavo e l'amavo da sempre, forse anche prima di Stefan....Già Stefan... perché è la donna di mio fratello...Stefan. Per un attimo mi sentii un verme. - Oh al diavolo Stefan! -   Mi ero sempre  nascosto dietro la maschera da idiota per non farle capire niente, perché lei merita di più. Non uno come me, egoista, egocentrico, senza sentimenti.
Mi sedetti ai bordi del letto.
L'avevo sentita mia sotto di me, avevo ancora in bocca il gusto di vaniglia della  sua pelle, il profumo inebriante dei suoi morbidi capelli. Mi accarezzai le labbra con la lingua pensando ai suoi dolci baci.
Continuai a fumare, quando rividi i suoi occhi dopo averle detto quella cattiveria. Io volevo farle del male, perché lei lo aveva fatto a me, e ci ero riuscito. E lo schiaffo dato dopo ne era la prova. Mi toccai la mascella - Certo che ne ha di forza la piccola Gilbert - sorrisi. Mi alzai e andai verso il bagno per fare la doccia, dovevo sbrigarmi se volevo scusarmi con lei.



(Elena)

Era già mattina inoltrata, quando aprii piano gli occhi, mi bruciavano ed erano ancora sensibili alla luce a causa della sbronza, li sfregai cercando di mettere a fuoco . Quando ci riuscì, vidi una figura seduta sul mio letto.

- Buongiorno Elena - Sorridendomi

- Stefan sei tu? - lo abbracciai con tutta la forza che avevo in corpo

- Hey, piccola, adesso sono qui.

Lo baciai con trasporto, e lui mi seguì

- Che benvenuto caloroso, pensavo di trovarti arrabbiata, invece..

- Non potrei mai essere arrabbiata con te! - accarezzando il suo viso

Tirò fuori un piccolo pacchetto
- Questo è per te! Per farmi perdonare...- 

Lo aprì immediatamente, e dentro c'era una collana con un ciondolo in argento con una pietra rossa al centro

- Oh mio dio è bellissimo! - 

- Dentro c'è essenza di rosa, è una cosa che ho da sempre, con la speranza di potertela dare un giorno. Ti piace?

- La adoro! - con gli occhi pieni di lacrime.

- Piccola non piangere - mi sfiorò la guancia per togliere la lacrima che era scesa. 
Il suo sguardo caddè sul livido che avevo sulla spalla.

- Cosa ti è successo qui?! - toccando la zona interessata

Mi ero completamente dimenticata del livido che Damon mi aveva lasciato come ricordo, il coglione lo aveva fatto sicuramente apposta. Mi aveva marchiata. Così ché Stefan si sarebbe accorto di tutto.

- Sai è successa una cosa divertentissima ieri sera...io...io....e Caroline abbiamo bevuto un po' troppo e abbiamo giocato al gioco obbligo o verità...e...e...lei mi doveva mordere! -
 
- Beh, diciamo che ti ha morso per bene, si può dire che ti ha lasciato gli incisivi! - disse sorridendo 

- Si ha un po' esagerato! - dissi abbozzando un sorriso

-  Ok adesso, vestiti . Ti aspetto in macchina.

Annuì con la testa, lui si alzò, mi diete un bacio sulla fronte e andò via.
Appena rimasi solo con i miei pensieri, ripresi a piangere come una disperata.
Non potevo pensare di aver fatto un torto del genere a Stefan. Non lo meritava. Certo ero arrabbiata con Stefan, ma l'alcol aveva giocato un ruolo importante. Quella sbronza mi aveva buttata tra le braccia di Damon. L'idiota adesso sei tu cara Elena!. Pensai
Cercai di recuperare tutto il coraggio possibile per scendere giù, e sperare che Damon non ci fosse.
Con un po' di fontotinta cercai di camuffare  il livido, indossai un giubottino e scesi giù
Camminai verso la cucina in punta di piedi, e origliai per capire se fosse lì.
Tirai un respiro di sollievo non sentendolo, così toccai la porta per entrare, quando fui tirata da dietro. Mi girai, e mi accorsi che era Damon. Lo guardai con disprezzo, e cercai di uscire di casa, quando lui mi prese per un braccio

- Possiamo parlare? - disse a voce bassa

- Noi due non abbiamo niente da dirci! - divincolandomi

Mi riprese per il braccio
- Ascolta, volevo scusarmi con te per essermi comportato da stronzo di bassa lega ieri sera, non ho scuse, ma mi hai trattato con disprezzo dopo....e io volevo ferirti...

- Mettiamo in chiaro le cose, io amo Stefan, e lo amerò per sempre! Mettiti bene in testa che non mi toccherai mai più e che tra noi non ci sarà mai niente! - stavo per andare quando mi rigirai verso di lui.

- E questo potevi anche evitarlo coglione! - facendogli vedere il livido che avevo sulla spalla.

Si avvicinò come per guardarlo meglio, sembrava sorpreso anche lui, come se non ricordasse. 

- No, non mi toccare! - 

Così dicendo uscì fuori, salì in macchina con Stefan e ci dirigemmo a scuola.
Mi affrettai a mettere i libri nell'armadietto, mentre Stefan era a dato in bagno.
Appoggiai la testa su di esso, cercando di capire perché mi ero cacciata in quella situazione.

- Si può sapere che fine hai fatto ieri sera? - 
Mi riprese Caroline con le mani in vita

- Caroline, io... non mi sentivo bene, e sono andata a casa.

- Sei andata a casa?! Durante la tua festa di compleanno?!  Ti rendi conto che ti ho cercata dapertutto! - Replicò arrabbiata.

- Scusami, veramente ero stanca e depressa...io  - 

- Si vedeva che eri depressa, strusciandoti con Damon sulla pista da ballo - ci interruppe Bonnie

-  Con Damon?! - esclamò la bionda - Mi sono persa qualcosa?!  - incalzò

- Bonnie, posso spiegare... - dissi con voce flebile

- Io ti avevo avvisata, adesso.. 

- Buongiorno Ragazze - si palesò Stefan asciugandosi le mani con un po' di carta

- Buongiorno a te disertore di feste! - disse Caroline ironica

- Caroline... - cercando di placarla

- No, ha ragione, e mi dispiace con tutto il cuore! - guardandomi  amorevolmente

- Voglio ben sperarlo! - replicò lei guardandolo con sguardo arrabbiato

Il suono della campanella, ci ricordò che avevamo lezione e subito ci smistammo nelle classi.
L' intera mattina, non feci altro che pensare a Damon. Ero furibonda con lui, ma anche con me stessa,  infondo lui si era fermato un momento, ed ero stata io a sfidarlo a continuare. ' Nessuna sarà mai alla tua altezza' aveva detto prima di farmi sua. Già...sua. perché ero completamente 'sua' in quel momento. Non c'era Stefan nei miei pensieri, solo lui,io, e i nostri corpi che si bramavano a vicenda. Era stato passionale, impetuoso, forte, tutto il contrario di Stefan, dolce, premuroso, e delicato. Forse avevo bisogno di questo, un amore passionale. Un amore?! Ma non era amore, io amavo Stefan. Con Damon non so cos'era , ma sicuramente non amore.

Dopo quella mattina, le due settimane  successive  passarono tranquille. Cercai di placare il mio rimorso in tutti i modi, visite a sorpresa, manicaretti portati a scuola e amore a tutta volontà. Io e Stefan eravamo sempre più uniti, invece con Damon sempre più distanti. A volte la mattina non si presentava a colazione per evitare di vedermi, e la stessa cosa facevo io. Ci evitavamo a vicenda.
Con Caroline e Bonnie ci vedevamo poco dopo la scuola, così decidemmo di andare al Grill per un aperitivo.
Il Grill era sempre stato il nostro punto di ritrovo, eravamo cresciute lì dentro. E quando volevamo fare un po' le sentimentali ci vedevamo li.
Ordinammo  un bell aperitivo pieno di patatine e stuzzichini di vario genere, ma appena la cameriere li portò successe una cosa strana.

- Ragazze non sentite anche voi che puzza fanno questi stuzzichini?! - dissi disgustata

- Puzza? - Disse Bonnie assaggiandone uno - non mi sembra - replicò

- Ho proprio il volta stomaco - dissi coprendomi la bocca mi precipitai verso il bagno. Arrivata lì vomitai pure l'anima.
Mi avvicinai vicino al lavandino, e mi guardai allo specchio, ero proprio uno straccio. Mi buttai un po' d'acqua in viso e sul collo. - Avrò preso un virus -  pensai tra me. Avevo lo stomaco in subbuglio, uscì dal bagno e mi risedetti al tavolo con le ragazze.

- Tutto bene Elena? - mi scrutò Caroline

- Tutto bene... - dissi abbozzando un sorriso

- Non è che c'è un baby Stefan in arrivo?! - sorridendo maliziosa

Quelle parole mi paralizzarono, in effetti avevo un ritardo, ma di pochi giorni, e altre volte era capitato. All'improvviso pensai alla notte passata con Damon, e iniziai a sudare freddo e tremare. 

- Elena, tu non stai per niente bene, vieni ti accompagno a casa - disse una preoccupata Bonnie

- Ok - gli risposi senza fare storie

- Ma ragazze siamo appena arrivate! - alzandosi in piedi,mentre noi ci dirigevamo verso l'uscita.

Arrivate al parcheggio la bionda cercò di dissuaderci, ma quando vomitai vicino alle sue scarpe firmate fu contenta di lasciarci andare. Ci salutammo  e sallimmo  in macchina.
Non può essere che sono incinta, mi ripetevo, non è successo davvero! No no Elena stai serena non è cosi! Cercavo di rassicurarmi dentro di me.

- Allora, ne vuoi parlare? - disse Bonnie interrompendo i miei pensieri

- Bonnie, io sono molto confusa al momento, io non avevo pensato a questa cosa...io...

- È di Stefan? - chiese secca

La guardai come se mi avesse fatto una domanda ignobile.

- Certo che è di Stefan! - Ribattei - E poi non sono così sicura di essere incinta! - cercando di convincerla, e convincere me.

- Ok, ok non ti agitare! - disse fermandosi davanti al mio vialetto

Però ricordati, se hai bisogno io ci sono. Per qualunque cosa chiamami ok? - Sorridendomi

- Ok - riposi con occhi lucidi

Presi la borsa e scesi dalla macchina, imboccai il vialetto di casa, quando sentii degli occhi che mi osservavano. Mi voltai senza pensarci, e incrociai lo guardò di Damon.
Era seduto sulla dondola nel suo portico, e fumava una sigaretta.
Mi fermai ad osservarlo, lui si alzò e si avvicinò alla balaustra soffiando fuori il fumo che aveva in bocca.
Era bellissimo, maglia nera con scollo a v, jeans neri. Feci fatica a distogliere lo sguardo, e mi in camminai verso casa.
Aprii la porta, e con mia sorpresa trovai la Mamma e Lillian sedute sul divanetto di casa a guardare la TV.

- Oh tesoro sei tornata, vieni a sederti, guarda cosa ha trovato Lillian tra le vecchie cassette - indicando la TV

Il video un po' traballante mostrava dei piccoli Stefan ed Elena che giocavano sul giardino di casa nel piccolo parco giochi che aveva costruito mio padre. Avremmo avuto 6, 7 anni.
Mi sedetti sul bracciolo del divano, e continuai a guardare con nostalgia quei piccoli bambini giocare, e rincorrersi. - A quell'età amavo già Stefan, pensai - e una lacrima scese sul mio volto

- Tesoro và tutto bene? - chiese la Mamma accarezzandomi il ginocchio

- Si Mamma, e che rivedermi mi ha fatto emozionare - asciugandomi il viso

- Eravate destinati l'uno a l'atra! - commentò  Lillian guardandomi dolcemente

- Già.. - dissi con un filo di voce

All'improvviso nel video apparve un ragazzo, avrà avuto una 15 ina d'anni. Smisi di respirare per un attimo. Ormai quando lo vedevo il mio corpo andava per i fatti suoi
Damon iniziò a bagnarci con la pompa dell'acqua da giardino
 I due piccoli iniziarono ad agitarsi e urlare.
La piccola Elena si avvicinò alla telecamera dicendo 

- Lillian,  Damon ci ha bagnati! - contrariata

- Damon! - disse sua madre

- Mamma, Elena sentiva caldo! Gli ho dato solo una rinfrescatina! - ridendo 
Allora il piccolo Stefan iniziò a spingerlo

- Smettila Damon, vattene via! -

- Cos'è, ti ho bagnato la fidanzatina? - continuando a ridere

- Idiota - scagliandosi su di lui

Lillian buttò la telecamera a terra per separarli, e l'inquadratura si perse. Si vedevano solo i piedi di tutti e due che si spingevano a vicenda e Lillian che cercava di separarli. Si Interruppe così il video.

- Beh, non c'è che dire Damon è sempre stato...Damon. - disse Lillian cercando di nascondere l'imbarazzo - adesso vado credo che i ragazzi saranno già rincasati - avviandosi verso la porta

Si girò per salutarci, quando mi guardò

- Elena sicura di stare bene? - sei talmente pallida - accarezzandomi il mento

- Si, si dissi - con tono rassicurante

Annuì e si congedò.

 Era così palese quel mio malessere?  E se davvero ero incinta...chi era il padre... Mi domandai con le mani tra i capelli camminando nervosamente in camera mia.
Presi il telefono e chiamai Bonnie

- Hey, Bonnie - 

- Ciao Elena, che succede? - 

- Scusa l'ora, ma vorrei chiederti un favore...se puoi..-

- Dimmi tutto - disse rassicurante

- Potresti prendermi un test di gravidanza, e portarmelo domani a scuola? Io...io non ho il coraggio di comprarlo.

- Certo, tranquilla...lo compro io...- cercando di farmi stare meglio

- Grazie Bonnie, a domani allora - 

- A domani - chiudendo la chiamata

Poggiai il cellulare sul comodino, e mi coricai sul letto. Alzai la maglietta e osservai la mia pancia piatta. La guardai incredula e d' istinto la accarezzai.

- Non puoi essere di Damon, non devi! - Dissi a bassa voce

Ma tutto mi riportava a lui, con Stefan eravamo stati sempre attenti, tranne la prima volta, ma era passato un mese ormai.
Con Damon è stato tutto così improvviso e passionale, non mi sono fatta tante  domande.
Ad interrompere i miei pensieri, la vibrazione del mio cellulare.
Era un messaggio da parte di Stefan

- Buonanotte Amore mio, a domani - 

Risposi la stessa cosa incollando il tutto e buttando a terra il cellulare, mi sentivo uno schifo ogni volta che stavo e parlavo con lui.
Mi preparai per la notte sperando, che quel test fosse negativo.


Note: Decimo Capitolo, che dire! Adesso la vita di Elena sarà tutta in salita. Chi sarà il padre? Come prenderanno la novità Stefan e Damon? Ringrazio Ciao_7_ per la dritta, e tutti quelli che seguono la mia storia. Alla prossima! 







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Capitolo 11
*** Due Lineette ***


- Allora lo hai portato?! - le chiesi impaziente attorcigliando le mie mani nervosamente 

- Si si eccolo! - rispose porgendomi il test di gravidanza

Lo presi in mano, e per un'attimo esitai, rimasi ferma a guardarlo. Ero rimasta dentro il bagno delle ragazze, aspettando con impazienza Bonnie e il test, ma adesso non ero più convinta di farlo.

- Io...io non posso farlo! Io...non sono incinta! Io... -  cercando di ridarglielo

- Elena, fai un respiro profondo, e tranquillizzati - prendendomi per  le braccia e guardandomi  

Feci come mi disse, presi un grande respiro profondo aprì la confezione  ed entrai nel bagno. Appena uscii poggiai il test sopra il lavandino

- C'è scritto sulla confezione di aspettare 3, 4 minuti - mi disse Bonnie rispondendo ad una domanda che avevo fatto con gli occhi

Quei 3 minuti sembrarono un'eternità, restammo in silenzio, un silenzio assordante. Si sentivano solo le cheerleaders che si allenavano fuori nel campetto. Quando quel silenzio fu interrotto.

- Ma allora siete qui! Potevate dirlo! - disse Caroline aprendo la porta

- Cosa sono quelle facce da funerale? È successo qualcosa? - guardandoci con occhi interrogativi

Il mio sguardo si posò involontariamente sul test che attirò la sua attenzione.

- E questo?! E tuo Elena? - prendendolo in mano

- I tre minuti sono passati Elena... - disse Bonnie con un filo di voce.

- Caroline, quante linee vedi?! - dissi con il cuore in gola.

-  Due.. perché? Come funziona questo aggeggio?! - guardandolo con curiosità

- Due?! - ripetendolo - due...

Lì in pochi minuti caddi a terra. Sentivo solo la voce di Caroline che mi chiamava, e diventava sempre più leggera fino a quando non la sentii più.
Mi risvegliai, in infermieria, e seduto vicino a me Stefan

- Hey, tutto bene? - Alzandosi verso di me

- Cosa è successo? - alzandomi, toccandomi la fronte 

- Sei svenuta in bagno, e le ragazze hanno chiamato aiuto - accarezzandomi il viso - l'infermiera mi ha detto che non hai niente di rotto e che  puoi tornare a casa a riposare.
 Hanno già chiamato tua madre che sta venendo a prenderti -

Lo guardai per confermare che avevo capito

- Adesso come ti senti? - Sfiorandomi la mano

- Ho un po' di mal di testa, ma per il resto tutto ok - lo tranquillizzati

- Bene... Elena io devo tornare a New York, per vedere quella casa che mio padre voleva prendermi, e in caso fare il contratto. Ma se tu non stai bene, io cancello tutto e resto qui con te - 

- Stefan, adesso sto bene, davvero parti tranquillo! E poi sta per arrivare mia madre, si prenderà lei cura di me -  cercando di tranquillizzarlo lo avvicinai a me, e lo baciai a fior di labbra. Subito dopo prese la giacca e andò via
Rimasi per qualche minuto da sola, e lì mi resi davvero conto di essere incinta, e che il padre molto probabilmente era Damon. Mi ero fatta mettere incinta da Damon.. Il cretino, l'arrogante, l'idiota Damon.
Accarezzai, la pancia e pensai
- Non ti preoccupare tuo padre non sarà Damon... -
Cercavo di mentire a me stessa
Ma dovevo dirglielo, avvisarlo della questione. 
E Stefan...come avrebbe reagito alla notizia. Se avesse scoperto il mio tradimento non mi avrebbe mai perdonata. Io non volevo perderlo..
Arrivò Mamma che mi portò subito a casa.
Non voleva per nessun motivo che mi alzassi dal letto. Ma dopo averle ripetuto per la millesima volta che stavo bene. Potei uscire sul portico di casa.
Stavo seduta sulla sdraio con la coperta della nonna sulle spalle, quando vidi la luce nella camera di Damon accesa. Pensai che quello era il momento migliore per parlargli. Mi presi di coraggio ed entrai in casa Salvatore, sembrava non ci fosse nessuno, era così silenziosa e buia. Iniziai a salire le scale e mi ritrovai davanti la sua camera socchiusa, vidi che parlava al telefono , credo cose di lavoro perché imprecava una parola si l'altra pure. Stavo per bussare quando lui aprì di scatto la porta. Me lo ritrovai davanti a torso nudo con i pantaloni della tuta. Restai di pietra, non sapevo che dire, anche lui rimase a guardarmi non si aspettava di vedermi lì, mi scansò e si diresse verso le scale.
Mi girai di scatto 

- Damon devo dirti una cosa... -  Dissi  con il cuore in gola

- Gilbert io e te non abbiamo niente da dirci, l hai detto tu stessa! - 

Continuò a scendere le scale entrando in salotto. Mi precipitai da lui, correndo per le scale. Lo trovai in salotto, con un bicchiere di borbon in mano e con l'altra appoggiato al camino accesso

- Damon...io..

Si girò verso di me

- Adesso ti dirò io una cosa, mi devi lasciare in pace!  Non voglio più avere a che fare con te! Mi hai completamente devastato! - Gridandomi contro
- Elena, va via! - 

Così gridai anch'io

- No, sono incinta cazzo! - con gli occhi pieni di lacrime 

- Cosa?! - guardandomi come se avessi detto una cazzata - e chi è il padre felice? - rincarò con un ghigno

- Sai benissimo che può essere tuo! - gli gridai in faccia

- Mio?! Te la fai in un tutte le posizioni con mio fratello, da più di un mese ormai, e pensi che sia mio, dopo che ti ho scopata solo una volta?! - rispose gelido

- Con Stefan è diverso, usiamo sempre il profilattico - risposi con un filo di voce

- Wow che fratello amante del sesso sicuro che ho! -  rise scuotendo la testa e bevendo un sorso

- Cosa pensavi? Che facendolo senza protezione non sarebbe successo niente?! - incominciai ad infastidirmi 

- No, scusami, non pensavo di essere inseminetor - con un ghigno beffardo

Non potevo credere che stessi avendo quella discussione con l'uomo più idiota del mondo. Un senso di nausea iniziò a salire, provocandomi dei conati.

- Hey Elena, tutto ok? - mi disse avvicinandosi

Lo spinsi via e mi misi a correre verso il bagno di servizio che era lì vicino.
Affondai la testa nel water e iniziai a vomitare.
Lui mi corse dietro e mi prese i capelli in una coda, così che non cadessero dentro.
Appena ebbi finito, si sedette sul muro difronte a me. Con le ginocchia alzate e le braccia su esse. Appoggiò la testa sul muro

- Stefan lo sa? - chiese guardando il lapadario

- No, Stefan non sa niente...niente di niente - Sottolineai appoggiandomi al muro adiacente.

- Dovrai dirgli tutto - continuò

- Lo so.. - stringendo le gambe al petto

- E dico ' tutto' - replicò guardandomi serio

Lo guardai non capendo cosa volesse dire

- Cosa vuoi dire?! - 

- Voglio dire che devi dirgli che abbiamo scopato e che il bambino che aspetti può essere mio - alzandosi e andando verso la porta

- Cosa?! Io non gli dirò una cosa del genere! - alzandomi anche io

- E voglio fare il test di paternità, perché se è mio io voglio i miei diritti.. anche se tu non mi vuoi - voltandosi gelido

Rimasi a guardarlo, mi meravigliò il discorso del padre. Allora lui voleva questo bambino, anche se io non volevo lui.

- Elena, tesoro come mai da queste parti ? -  comparve così Lillian con il cesto del bucato

- Stava giusto andando via - rispose Damon
  
- Oh sì, io stavo andando via, mia madre mi starà cercando! - Replicai 

Mi scortò davanti alla porta di casa, aprendola , feci per uscire quando mi disse

 - Addio Elena! - sbattendomi la porta in faccia

Rimasi come una sciocca qualche secondo dietro la porta chiusa, sentivo che lui era ancora lì dietro, toccai la porta, nella speranza lui la riaprisse ma non fu così.
Girai i tacchi e andai verso casa.
Quando sentii un ronzio nella testa che mi face cadere sul prato dei Salvatore. Tutto iniziò a girare, vidi solo Damon avvicinarsi a me, chiamandomi disperato. Poi il nero più totale.
Mi risvegliai , nel salotto dei Salvatore vicino a me mia madre. In un angolo della stanza stava seduto Damon con il bicchiere pieno in mano.
Appena mi vide sveglia mia madre inizio a parlarmi.

- Elena, tesoro mio, che spavento che mi hai fatto prendere! - cercando di trattenere le lacrime

- Mamma sono svenuta dinuovo? -

- Si tesoro, fortunatamente l'erba ha attutito la caduta, ti avevo detto di non alzarti! -

Seduto in quel angolo Damon mi guardava, si vedeva che era veramente dispiaciuto. Avrei voluto dirgli ti perdono anche se sei un'idiota.
Lo feci con lo sguardo, e subito dopo chinò la testa.
Nel frattempo entrò Lillian con una bottiglietta d'acqua e dei sali

- Grazie al cielo ti sei svegliata! - buttandosi sulla poltrona dietro di lei - Ci hai fatto prendere uno bello spavento -

- Scusate, non pensavo di stare dinuovo male... - abbassando lo sguardo

- L'importante che stai bene! - rispose mia madre 

Feci per alzarmi , quando le forze mi abbandonarono

- E no Tesoro, così non và! - commento Lillian guardandomi - Damon accompagnala tu a casa per favore! - 

Annuì e mettendosi una canottiera, mi prese tra le sue braccia e ci avviamo verso casa, con mia mamma al seguito.
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla, respirai il suo profumo come se fosse l'unico ossigeno per me. Lo guardai intensamente, ma lui non mosse un muscolo.
Appena arrivati in camera, mi appoggiò sul letto.
Mia madre scese in cucina, a prepararmi una camomilla, lasciandoci da soli.
Mi guardò un ultima volta, e fece per uscire

- Vai via? - chiesi 

- Credo di aver fatto abbastanza per oggi, e credimi, sono veramente stanco  -

- Damon...

- Prendo decisioni sbagliate che ti feriscono perché io stesso soffro. Lo sai cosa sono in realtà? Un egoista! Perché penso solo al mio dolore e non al tuo... Poi quando ti ho vista a terra...- avvicinandosi a me -  Malgrado ogni cellula del mio corpo volesse spaccare tutto questa sera, non lo fatto...ho mantenuto la calma per te. So di non meritarti, e so che sarà sempre Stefan, ma questo bambino, potrebbe essere la salvezza della mia vita. Fammi fare il test, e se non sono il padre, sparirò dalla tua vita, non mi vedrai mai più - guardandomi con gli occhi rossi in cerca di risposta.
Annuì con gli occhi lucidi. Mi accarezzò i capelli e  andò via.
Non avrei mai creduto che Damon amasse già questo bambino. Io ancora non avevo capito niente, ma lui sapeva già cosa voleva. Strinsi a me il cuscino e cercai di riposare
 
(Damon)
Cazzo, cazzo cazzo!! Mi ripetevo mentre uscivo dal vialetto dei Gilbert.
L'avevo messa incinta...non ci potevo credere. Mai nella mia vita avrei pensato di arrivare a tanto. Era successo solo una volta, ma era bastato per sconvolgerci la vita. Cazzo cazzo cazzo. Chiusi la porta di casa entrai in camera mia e accesi una sigaretta. Mi avvicinai alla finestra appoggiando le braccia al montante. Tirai un po' di fumo facendolo uscire dalle narici.
Cazzo cazzo cazzo tirai un pugno al muro vicino alla finestra. Lei non mi vorrà mai vicino, non mi ama. E poi quando me l'ha detto...cosa le ho detto?! Come mi sono comportato... Da cazzone alla Damon...
Come posso pretendere che mi ami, se mi comporto sempre da idiota?
 - Che cazzo faccio adesso?!  Damon sei un cazzone! - dissi mettendomi una mano tra i capelli
E il bambino...come posso pretendere di avere dei diritti quando io stesso sono ancora un'immaturo del cazzo! 
Sicuramente Stefan sarebbe stato più maturo...non avrebbe reagito così...per questo lei ama lui e non me.
Come potevo competere con l'amore che provava per Stefan...

Note: Undicesimo Capitolo. In questo capitolo abbiamo la conferma che Elena è effettivamente incinta, e che la sua preoccupazione principale è Damon e il fatto che il bambino potrebbe essere suo. E la preoccupazione se Stefan lo scoprisse. 











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Capitolo 12
*** Sceglierò sempre te ***


Organizzai un week end nella nostra casa sul lago, per dirlo a Stefan. Pensai che magari un atmosfera romantica avrebbe addolcito la pillola.

- Finalmente soli - disse scendendo i due borsoni che avevamo nel cofano della 
macchina - 

- Già... - appoggiandomi su di essa

- Stasera cucinerò per te uno dei tuoi piatti preferiti, il pollo con i peperoni - disse mettendomi le mani in vita

- Non vedo l'ora - risposi sorridendo

Incominciò a baciarmi sempre più preso

- Elena ti desidero tanto... - quasi ansimando

- Dovremo prima mangiare! - dissi cercando di sviare il discorso

- Beh hai ragione - così dicendo mi prese per mano ed entrammo in casa, poggiai la nostra roba sul divano e mi avvicinai alla porta che dava sul pontile.
Girai la maniglia, ed uscì fuori. Davanti ai miei occhi il lago immenso che brillava con la luce del sole. In lontananza si vedevano dei  campi di grano. Con i fratelli Salvatore correvamo spesso su quei campi in estate, e ci piaceva sdraiarci su di esso e guardare le nuvole passare. Immaginando le cose più strane.
Mi avvicinai fino all'estremità, e osservai le piccole onde che si formavano con il vento, un senso di pace mi pervase.
Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi, quando Stefan mi avvolse con una piccola coperta.

- Momento ricordi? - Mi chiese abbracciandomi da dietro.

- Ti ricordi quando ci buttavamo da questo pontile per fare il bagno, tutte le estati? E Damon che ci faceva i dispetti?...quanti ricordi... -

- Si ricordo... - avvicinando il suo viso al mio

- Tu pensi mai a noi? A come sarà il nostro futuro? Ai nostri ricordi? - gli domandai

- Io credo che dovremmo parlare a lungo del nostro futuro, e della vita che vogliamo vivere insieme. - baciandomi la guancia

- Forse è un argomento che dovremmo affrontare adesso...  - Dissi stringendo le sue mani

- O forse dovremo affrontarlo quando sarai pronta - 

- Stefan, io devo dirti una cosa adesso...

- Dimmi pure - girandomi verso di lui

- Stefan, io...io..sono incinta - 

Mi sentii finalmente sollevata da un macigno, ma il suo sguardo non era quello che mi aspettavo.

- Cosa?! - disse meravigliato

- So che non era il momento giusto ma... -

- Ma com'è potuto succedere?  Siamo stati sempre attenti. Io non capisco. - 

- Beh, c'è scritto sulla confezioni che possono esserci dei microfori... - 

- Lo so, ma...non - 

Iniziai a piangere, non volendo, ero ormai in balia degli ormoni. Lui si avvicinò a me, mi prese il viso nelle sue mani e mi rassicurò.

- Hey, Hey, tranquilla - avvicinando la sua fronte alla mia -  non è che non sono contento ma, è stata una bella... sorpresa...supereremo anche questa, io ti amo e avremo un bellissimo bambino. - cercando il mio sguardo - Ma prima dobbiamo fare dei sacrifici! Io due volte a settimana devo presentarmi alla Columbia per un corso d'inserimento e starò a New York per quelle due settimane. Poi però quando nascerà il bambino potresti venire pure tu a New York e stare insieme.- 

Tutto quello che diceva sembravano cose lontano un miglio di anni luce. Io a  New York? E Damon? Io non potevo lasciarlo...

- Allora cosa ne pensi? - Sorridendomi

Annuì senza esporgli le mie preoccupazioni, ormai era diventata un'abitudine per me. 
Arrivò la sera, e come promesso Stefan si mise ai fornelli per preparare la cena
Io lo guardavo seduta sul divano, e più lo guardavo e più pensavo che era l'uomo giusto per me.
Dopo due giorni sarebbe partito per la Columbia, ed io avrei fatto la mia prima ecografia, mi rassicurò sul fatto che sarebbe stato presente,. Che non se la  sarebbe persa per nessuna cosa al mondo.
La notte passò tranquilla, Stefan aveva paura per la gravidanza e non mi sfiorò nemmeno. In compenso restammo svegli a lungo imaginando il viso del bambino, e a parlargli attraverso il mio piccolo pancino.
Il problema 'genitori'  fu affrontato l'indomani mattina
Prima passamo da casa mia, mio padre un po' deluso ma alla fine contento, ebbe un uscita infelice 
- Meno male non è di Damon! - mia Madre al settimo cielo esclamò - Diventerò Nonna! - 
E tutti felici e contenti.
Il vero problema, fu quando entrammo in casa Salvatore.
Ci sedemmo tutti in salotto, compreso Damon. 

- Beh caro, come mai questa riunione di famiglia? - Disse Lillian rivolgendosi a Stefan

- Mamma, devo dirvi, anzi dobbiamo dirvi una cosa... - cercando di stare tranquillo.

Ma la voce di Giuseppe Salvatore lo precedette 
- L hai messa incinta vero?! - 
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza

- Cosa? Ma non può essere! - Ribatté Lillian incredula

- invece è così Mamma... - rispose Stefan a voce bassa

- Ed io, che pensavo che il mentecatto era Damon!! - ricominciò Giuseppe guardandoci 

- Grazie papà, i tuoi complimenti mi commuovono sempre! - gli rispose Damon appoggiato allo stipite  della porta

Stefan non proferì parola non si aspettava tale reazione da suo padre

- Beh spero per voi, che abbiate preso in considerazione l'aborto - continuò con indifferenza Giuseppe

- Tu sei pazzo!!! - Disse Damon avvicinandosi a lui -  E poi sarei io il mentecatto?! -  guardandolo con disprezzo

Lo guardai...lo guardai intensamente, e una lacrima mi scese sul volto

- Non osare parlami così Damon! Non sei nella posizione di poter esprimere pareri! -

- È questo il problema, non lo sono mai!  -

Così dicendo uscì dalla stanza, prendendo il pacco di sigarette che era sul mobiletto.
Mi mancò il respiro, era una situazione troppo strana per me

- Stefan, io...ho bisogno di prendere un po' d'aria -

- Esci pure fuori, parlo io con mio padre - accarezzandomi il viso - ti raggiungo subito -

Annuí ed uscì fuori, dove c'era Damon che fumava. Mi sedetti sull dondolo, e feci quello che mi riusciva meglio negli ultimi giorni...piangere.
Damon buttò subito la sigaretta, e si inginocchiò davanti a me.
Mi accarezzò il viso, stringendo le labbra
Si vedeva benissimo che stava soffrendo come me. Avvicinai la mia mano alla sua.

- Elena, non permetterò mai a nessuno di farti del male, tanto meno mio padre! Io sceglierò sempre te! - mettendomi la mano sul collo
Si avvicinò come per baciarmi, quando Stefan uscì di casa

- Vieni ti accompagno - con voce rassegnata

Salutai Damon con lo sguardo lasciandolo li sul portico.
Arrivati a casa mia, mi spiegò che era riuscito a calmare suo padre, ma che doveva essere uno studente modello, e non distrarsi troppo con la storia del bambino.
'La storia del bambino'  quella frase risuonava nella mia mente. Non era un storia, era il ' nostro bambino ' e lui era sceso a compromessi. La cosa mi faceva stare male, ma era l'unica al momento.
Damon non lo avrebbe mai permesso pensai." Io sceglierò sempre te! " Quelle parole risuonavano nella mia mente, mentre stringevo il cuscino in camera mia. Lui avrebbe scelto sempre me

Il grande giorno arrivò.
Mi preparai per andare con Stefan alla visita di controllo, quando bussarono alla porta.
Mi voltai, e con mia sorpresa era Damon

- Posso? - disse senza entrare

- Cosa vuoi Damon?  - un po' infastidita per l'arrivo imminente di Stefan.

Mi ero vestita casual per l'occasione vestitino viola e anfibi
Si sedette sul mio letto guardandomi, sentendomi osservata mi girai verso di lui

- Allora cosa vuoi? 

- Guardavo quanto sei bella con mio figlio dentro... - 

- Damon...dimmi perché sei qui... -  dissi imbarazzata

- C'è stato un cambio programma, anzi cambio fratello - disse con il suo solito sorrisino 

- Cosa vuoi dire?! - lo guardai preoccupata

- Beh, il mio caro paparino sta spremendo il povero Stefan come un limone, e non potrà esserci per la visita, quindi eccomi qui. - 

Iniziai ad agitarmi, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Stefan perché mi fai questo! - pensai sbattendo la spazzola sul toeletta.
Vedendomi nervosa Damon si avvicinò a me

- Ti ho appena detto che verrò io con te...so di non essere Stefan... Ma se tu vuoi mi faresti veramente felice...

lo guardai disarmata, non mi aspettavo tale richiesta da lui..e  poi cosa avrebbe detto Stefan?. 
Come se mi avesse letto nel pensiero si avvicinò e disse 

- Non ti preoccupare sarà il nostro piccolo segreto... 

Annuì, anche perché ormai era tardi per cambiare programma.
Arrivati allo studio medico, l assistente ci fece accomodare in un salottino, con gigantografie di vagine,  uteri  e bambini in procinto di nascere, e ci disse di aspettare li. Damon si guardò in torno, guardato accuratamente le immagini.

- Cos'è anche tu affascinato dalla medicina? - sedendomi con un giornale in mano

- No, in realtà ne ho viste tante vagine in vita mia, ma mai l'interno ! - indicando la figura

- Che idiota che sei! - gli risposi cercando di nascondere la mia risata.

 Si sedette vicino a me, prendendo anche lui un giornale. Quando l' assistente ci chiamò
Entrammo dentro un piccola stanza con un ecografo e un lettino. Il dottore si presentò subito a noi. Si trattava della Dottoressa Meredith fell, grande amica della mamma, quindi la più idonea.

- Ciao Elena, come stai? - porgendomi la mano

- Salve dottoressa, diciamo bene, ho ancora le nausee mattutine e capogiri.

- Beh quello è normale fino al quarto mese, poi scompariranno come per magia, e lui è Stefan? Porgendo la mano anche a lui

- No, meglio, io sono Damon, Damon Salvatore - disse sorridendo

- Damon...- cercai di riprenderlo sottovoce

- Quindi è parente di? - mi chiese la dottoressa

- Dottoressa è una lunga storia - mettendomi le mani in faccia- possiamo iniziare? - 

- Certo, allora mettiti il camice che ho sistemato nel bagnetto e torna qui - 

Così dicendo misi il camice e tornai da loro, mi fece sdraiare sul lettino, prima mi visitò internamente - qui tutto chiuso bene -
Adesso passiamo all'eco. - 
Mi spruzzo la gelatina sulla pancia, facendomi sobalzzare.

- Mi dispiace è un po' fredda- disse Sorridendomi

- Eccolo lo vedete - indicandolo sullo schermo

Damon si avvicinò di più per vedere e mi prese la mano, e la strinse a sé sul suo petto

- Eccoli lì - indicando un puntino sullo schermo- è ancora piccolissimo...di circa 6 settimane

- È meraviglioso... - Disse con gli occhi pieni di gioia

- Hai ragione - Replicai commossa

- Adesso vi faccio sentire il cuoricino - 

Toccò un pulsante sulla tastiera ed iniziamo a sentire il suo piccolo cuoricino battere all'impazzata

- I battiti cardiaci sono nella norma -  disse guardando lo schermo. Il suono più bello che io potessi sentire.

Damon sposto la mia mano verso il suo cuore, anche il suo batteva all'impazzata come quello del bambino
Lo guardai, e in quel momento pensai che fosse bellissimo e che forse con il tempo l'avrei potuto amare se il bambino fosse stato suo.
La dottoressa staccò il macchinario e mi chiese di rivestirmi. 
Quando tornai, mi diete le ricette per le medicine da prendere

- Allora Elena, va tutto bene, c'è solo un leggero distacco delle placenta, ma basta stare a riposo e dovrebbe rientrare

- Dottoressa cosa significa? - chiese Damon con tono preoccupato

- La placenta  non si è attaccata correttamente, e se si dovesse staccare, perderebbe il bambino, ma se starete attenti non succederà nulla di tutto questo, anche per questo motivo vieterei i rapporti sessuali al momento.

- Non si preoccupi dottoressa ,per quello non c'è problema! - disse Damon con un ghigno 

Lo guardai buttando gli occhi al cielo 

- Dottoressa le volevo chiedere un ultima cosa, qualè la procedura da seguire per fare test di paternità? - 

Il mio cuore si fermò di colpo, allora voleva saperlo davvero.

- È molto semplice, dovremmo fare delle analisi alla madre e al presunto padre, ma tutto dopo la 15 esima settimana! - 

- Ok quindi a quattro mesi, grazie di tutto dottoressa

La dottoressa lo guardò perplessa e mi diete la cartella con tutto quello che avevamo fatto compreso l'ecografia stampata.
Entrati in macchina, volevo dire mille cose a Damon ma non ebbi coraggio di proferire parola. La radio passava ' Cut di Plum '  mentre accarezzavo la piccola immagine del bambino, pensavo già quando avrei iniziato a sentirlo allora appoggiai una mano sul mio ventre, con mia sorpresa vidi la mano di Damon appoggiarsi alla mia.
Lo guardai con espressione sorpresa ma felice. 

- Sappi che io non mi arrendo! Né per lui né per te! - 

Così dicendo ingranò la marcia e ci avviamo verso casa.




Dodicesimo capitolo: tra mille peripezie sono riuscita a postare anche questo. Ieri ho avuto problemi e ho perso tutto, mandandomi nella paranoia più totale. Mi era passata la voglia di postare. Ma oggi eccomi qui più carica di prima.(✷‿✷) Ma ora bando alle ciance. Finalmente in questo capitolo tutti e due i fratelli scoprono della gravidanza, e si vede già le due differenze nell'affrontare la situazione. E la prima eco per Elena e la voglia di paternità di Damon. Che voglia finalmente mettere la testa a posto? Grazie sempre a chi mi segue! A presto! 



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Capitolo 13
*** Tra le mani ***


 - Ma è bellissimo Elena!! ... Solo vorrei capire come si guarda! - Disse Caroline rigirando l'ecografia che aveva in mano

- Questo è il verso giusto - lanciandogli uno sguardo divertito

- Ma certo, certo, l' avevo capito  sai! Volevo essere solo sicura! - commentò poggiando l'immagine sul tavolo della cucina

- È Stefan? - chiese Bonnie

- Ormai ci vediamo solo la sera prima di mettermi a letto, dato che per il momento devo stare a riposo. Lui è sempre super impegnato con suo padre... -

- Vedrai che le cose si sistemeranno, una volta nato il bambino - cercando di rassicurarmi un sorriso Bonnie

- Sembra che la soluzione a tutti i problemi , sia la nascita di questo bambino, ma io non la vedo cosi... -  Dissi prendendomi la testa tra le mani 

- Devi dare tempo al tempo..vedrai che tutto si sistemerà - 

- Fermi tutti! - Disse Caroline alzandosi in piedi - c'è un baby shower da preparare!!! - 

- Care... Non sono sicura di volerlo fare...

- Ma cosa cavolo dici?! Si farà, e penserò a tutto io! - rispose elettrizzata

- Ok Jennifer Lopez,  adesso dobbiamo andare, ho delle commissioni da fare per conto di mia madre - disse Bonnie prendendo la borsa

-  Ok, ok, ti farò sapere in questi giorni i temi che ho in mente - dandomi un bacio nella guancia

Buttai gli occhi al cielo e le salutai. Erano appena passate le 6 di pomeriggio, decisi di mettermi un po' a riposare in camera. Non so quanto tempo passò, ma nel girarmi da un lato  senti il respiro di qualcuno, aprì gli occhi e c'era Damon sdraiato vicino a me con le braccia dietro la testa.

- Ben svegliata dormigliona! -

- Che fai qui, vattene! - cercando di coprirmi con il lenzuolo

- Lo so che mi stavi sognando,  per questo sbavavi -  disse con mezzo sorriso

- Oh Dio, mi hai spaventata - mettendomi la mano sul cuore - non hai meglio da fare che venire qui? -

- Mi manda la mia cara mammina, Stefan era preoccupato non sentendoti, e mia madre a mandato me a dare un controllata - alzandosi dal letto

- Ho dimenticato il cellulare in cucina! - dissi  passandomi la mano tra i capelli

- Bene mistero risolto, addio! - fece per uscire 

- Damon aspetta!  - alzandomi - Ti và un thè con biscotti? -

- Thè con biscotti? Ti sembro marry pompins? - 

- E tutto quello che posso mangiare senza vomitare! - Dissi alzando le spalle e sorridendo

- Ok allora diciamo che ti farò compagnia mentre tu li mangi! - disse sorridendo - anzi posso anche mettere l'acqua sul fuoco se ti fa piacere! - 

- Idiota! - dissi uscendo dalla porta

- Voglio solo aiutarti - rispose seguendomi

Entrammo in cucina, spostò lo sgabello e mi fece accomodare. 

- Tu stai seduta qui tranquilla, prendo il bollitore che è.... - guardandosi in torno

- È nello sportello in basso a destra -  guardandolo in difficoltà

- Certo, certo - aprì lo sportello, prese il bollitore lo riempì d'acqua e lo adagiò sul fornello. Girò la manovella e acese il gas. 

- E che ci voleva, Ta Dan! - disse sedendosi vicino a me

Gli regalai un sorriso sincero, che lui percepì come tale.

- Sei così bella quando sorridi.. -  guardandomi immobile

- Damon, smettila... - dissi dirigendomi verso la credenza. Aprì lo sportello e mi avvicinai per prendere i biscotti al cioccolato.

- Ma io non ci stavo provando con te, era solo una costatazione, ultimamente siamo stati travolti da valli di lacrime - rispose sincero

Lo guardai con sguardo accusatorio, poggiando i biscotti sul tavolo

- A volte non capisco quando fai sul serio, mi sento sempre in balia delle onde quando sono con te, non so mai cosa aspettarmi... 

È un male? - alzandosi dallo sgabello

- Non so se sia un bene o un male, ma quando sono con te io perdo il controllo...

Si avvicinò rovinosamente a me, mi prese con una mano i fianco e con l'altra alzò il mio mento delicatamente. I nostri sguardi erano fermi uno su l'altra. Il mio respiro aumentò il ritmo  come il mio cuore. 

- Hai paura di me?  - accarezzandomi i capelli

- No... - dissi piano - 

- Ti da fastidio se mi avvicino a te?...

- No...- continuai 

- Elena tra di noi c'è qualcosa, c'è un intesa... So che è diversa da quella con Stefan ...- 

- Damon, non posso...io non....

- Mi ami... - continuò lui allontanandosi

- Damon io non voglio ferirti... - 

- Mi dispiace,  ma l 'hai già fatto... - 

Ci guardammo negli occhi un tempo indefinito che mi sembrò un eternità...quando fischiò il bollitore

Spostai il bollitore sul piano in ceramica, e mi voltai. Damon stava per uscire dalla stanza, quando entrò Stefan con dei libri in mano

- Rintracciarti è diventato un vero problema!  -  disse poggiando il libri sul tavolo
Si avvicinò a me toccandomi la pancia

- Tu come stai? - guardandomi preoccupato

- Sta bene fratellino, era con me! - con suo fare allussivo.

Non volevo che Stefan pensasse male, allora lo presi per il collo, guardando Damon, ed iniziai a baciarlo con foga. Stefan non si tirò indietro, e ci ritrovammo avvinghiati in un bacio appassionato
 Damon abbassò lo sguardo, e si avvicinò alla porta 

- Ok Romeo e Giulietta, io tolgo il disturbo! - e così dicendo uscì dalla stanza

Lo guardai andare via, dispiaciuta per come erano andate le cose. Era l'unico modo per fargliele capire.
Stefan mi raccontò subito della sua giornata piena di impegni e cose da fare, mi illustrò tutti i capitoli che aveva fatto e che doveva fare, insomma un fiume in piena. Io invece avevo messo in pausa tutto. La gravidanza aveva penalizzato e compromesso la mia carriera scolastica già in bilico. I professori erano stati magnanimi con me, e avevano acconsentito a farmi avere i compiti a casa, e dovevo presentarmi a scuola solo per le interrogazioni di fine trimestre. E tutto questo aveva fatto sì, che prendessi un anno sabbatico dopo il diploma.
Mia Madre tornò a casa con una mega pizza famigliare sapendo che Stefan sarebbe rimasto a cena. Cenammo tutti insieme, per poi salircene tutte due in camera per avere un po' di privacy.

- Tua madre non dice niente che resto qui tutto questo tempo? - poggiando i libri sulla mia scrivania

-  Stefan aspetto tuo figlio, ormai il danno e fatto! - dissi accedendo la TV

Ci sdraiammo tutti e due sul letto, lui leggeva nel frattempo io guardavo la TV.
Mi piaceva questo piccolo momento per noi, era il momento che preferivo della giornata. Eravamo una coppia normale di fidanzati.
Mi risvegliai, che era già mattina, mi strofinai gli occhi e vidi Stefan dormire vicino a me  con il libro in faccia.
Spostai il libro, e lo osservai dormire.
Era bellissimo, ero come ipnotizzata.
Mi appoggiai al cuscino e continuai a guardarlo. Non so se era già sveglio, o aveva sentito il mio sguardo su di lui ma disse.

- Mi stai fissando?! 

- Ti sto guardando!

- È inquietante!

- È romantico!

Prese un cuscino se lo mise sulla faccia

- Dai!! - dissi togliendolo - sei cattivo!! -

Allora lui venne verso di me ed iniziò a baciarmi, risposi al bacio abbracciandolo. Le sue mani iniziarono a scendere le bretelle della canotta e a baciare ogni centimetro del mio collo, ansimando. 
Lo spostai delicatamente dicendo

- Io dovrei fare la doccia! -

- Bene, andiamo - disse audace continuando a baciarmi

- No da sola! È tardi, e tu dovresti andare a scuola! Mia madre sa tutto, ma not fino a questo punto! - risposi buttandogli il cuscino in faccia

Chissà quando sarebbe durata questa calma apparente, tra qualche settimana Damon avrebbe fatto il test di paternità e se fosse lui il padre perderei per sempre Stefan...
E se invece fosse davvero Stefan come la prenderebbe Damon? Si arrabbierebbe e perderei lui...
Fissò a guardarmi serio

 - Te lo prometto supereremo tutto!  - come se mi avesse letto nel pensiero

- Ti amo Stefan...- avvicinandomi a lui

- Ti amo anch'io Elena - baciandomi delicatamente sulla bocca

- Devo andare veramente, ci vediamo dopo la scuola, e mi raccomando stai a riposo! - ciao piccolo - dando un bacio alla mia pancia

Mi diete un bacio sulla fronte e volo via.
Uscita dalla doccia, mi vestii velocemente; con un vestitino blu scollato con con cinturone in vita e scesi a fare colazione.
In cucina trovai la famiglia al completo,  compreso Damon che sorseggiava un caffè mentre parlava con mio padre.

- Il caso Mckenzie, sarà una brutta batosta per noi, ma penso utilizzando le strategie giuste riusciremo nell'impresa Grayson - disse sicuro di sé.

Mi piaceva questa sua parte lavorativa, era deciso, fermo, sempre sicuro di sé. Sapeva lavorare, e anche bene. E poi stava benissimo in giacca e cravatta.
 
- Buongiorno Stellina - rivolgendosi a me - dormito bene con il cuscino Stefan? - prendendo un sorso del liquido nero

- Mai dormito meglio - dissi decisa

Non mi avrebbe messo in difficoltà, ormai stavo riuscendo a schivare i suoi colpi. Dovevo difendermi...

- Tesoro, però così Stefan si sacrifica la schiena, perché non dormite sul divano letto? - disse mia madre porgendomi la colazione

- Già! Perché non dormite belli accoccolati sul divano letto? - rispose Damon poggiando i gomiti sul tavolo

- Mamma non mi sembra il caso, anche perché Stefan non si ferma tutte le notti qui! - cercando di restare più tranquilla possibile

- Ma che peccato! - commentò Damon con il broncio di un bambino.

- Per stamattina credo che sia tutto - disse mio padre alzandosi - Miranda posso parlarti un attimo? - così dicendo uscì dalla stanza con mia madre. Avevo l'opportunità di parlare con Damon da soli

- Che cosa pensi di fare? - dissi avvicinandomi a lui con fare minaccioso

- Io? Io proprio niente!  Potrei farti la stessa domanda! - si alzò anche lui in piedi
- Ancora non hai detto niente a Stefan e giocate alla famiglia felice, quando quel bambino potrebbe essere mio! - indicandomi il ventre

- Damon non hai il diritto di parlarmi così! - dissi ad un passo dal piangere

- Oh sì che c'è l'ho! Non puoi privarmi di qualcosa che voglio godermi anche io! - disse fuori di sé

- Damon smettila! - gridai guardandolo arrabbiata

- Certo tolgo subito il disturbo, non preoccuparti! - prese la sua valigetta e uscì senza aggiungere altro. Ad un certo punto senti una fitta al ventre, mi piegai dal dolore appoggiandomi al tavolo. Sentì del liquido caldo che scendeva dalle mie cosce. Lo toccai con mani tremanti.

- Damon! - gridai dallo spavento

- Non ho nient'altro da dirti! - entrò inconsapevole

- Damon...il bambino - mostrandogli le mie mani tremanti insanguinate. - Il bambino!!! - gridando con  quel liquido rosso tra le.mani 

Mi guardò con gli occhi sbarrati e si precipitò verso di me, guardò le mie mani e subito mi prese in braccio

- Non perderemo il bambino! - guardandomi con occhi impauriti

Si precipitò subito nella sua auto, e mi adagiò sul posto passeggero. Si tolse la giacca e la cravatta che iniziarono a soffocarlo e girò la chiave.
Senti le ruote che stridevano con alfalto chiudendo gli occhi e pregando che il bambino non ci avesse lasciato.


Note: Tredicesimo Capitolo; Prima del previsto ecco il nuovo capitolo.( ꈍᴗꈍ) Elena continua a nascondere la verità a Stefan, e Damon invece vorrebbe fare valere i suoi diritti di presunto padre. Invece i sentimenti di Elena sono ancora confusi. Per non parlare del bambino...lo perderanno? - lo scoprirete nel prossimo capitolo! Grazie sempre a tutti quelli che mi leggono, A presto! 


















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Capitolo 14
*** Al chiaro di Luna ***



Piccola premessa: durante gli altri capitoli vi ho chiesto di ascoltare determinate canzoni per sentire le stesse emozioni che sento quando le scrivo, ma per questo capitolo è essenziale che lo facciate, soprattutto nell'ultima parte. A me e venuta la pelle d'oca nel scriverla e spero faccia anche a voi lo stesso effetto! Detto questo vi lascio alla lettura! 


La macchina sfrecciava a tutta velocità, in mezzo al traffico cittadino. Guardavamo quella strada che sembrò interminabile. Continuavo a tenere la mano tra le gambe, nella speranza assurda che il bambino restasse lì dentro di me, e piangevo silenziosamente.
Lui imprecava ogni volta che una macchina ci sbarrava la strada. Una mano sullo sterzo e l'altra  con il dorso vicino alla bocca tremante.
Aveva la camicia sporca di sangue, del mio sangue, ma non si curò di niente.
All'improvviso mi prese la mano e la strinse,forte. Lo guardai con gli occhi gonfi.

- Non lo perderemo! Ti prometto che non succederà! Mi hai sentito?! N.O.N S.U.C.C.E.D.E.R.A' - sillabandolo

Annuì. La mia voce non aveva la forza di uscire ero completamente bloccata dalla paura. 
Arrivati all'ospedale mi riprese in braccio e passò velocemente  la porta scorrevole del pronto soccorso. Si avvicinò subito un infermiera che ci chiese cosa fosse successo.

- Ha un emoraggia in corso -  spiegò subito Damon -  è incinta di 10 settimane... - continuò con voce quasi strozzata
 L' infermiera  di turno si attivò subito, e spiegando a Damon che doveva aspettare in sala d'attesa, lo guardai impaurita, non volevo lasciarlo, non volevo rimanere da sola senza di lui. Gli strinsi la mano forte, ma dovetti lasciarla subito per entrare. Lui mi guardò con sguardo rassicurante e sparì dietro la porta scorrevole.

(Damon )
La guardai fino a che la porta non si chiuse, con lo sguardo più rassicurante che riuscì a fare. Mi lasciai cadere sulla sedia dietro di me. Avevo ancora le mani che mi tremavano, e sangue dappertutto. Le guardai facendole cadere sulle gambe, e appoggiai la testa al muro. Mi sentivo terribilmente in colpa, mi ripetevo "Damon ne avevi fatta un'altra delle tue" . Continuavo a sbagliare. Questa volta avevo messo in pericolo mio figlio...
Si avvicinò a me Miranda e Grayson correndo.

- Ma cosa è successo?! Ti abbiamo visto correre con Elena in braccio! - 

- Ha avuto un'emorragia...credo...e adesso è dentro... - dissi guardandoli colpevole

Si precipitò anche mia madre con Stefan che rifacendo la stessa domanda, volevano la medesima risposta.
Presi una sigaretta, la portai alla bocca e uscì fuori lasciando il compito ai Gilbert.
Accesi la sigaretta e iniziai a fumarla, tirai forte quel fumo come se mi volessi punire. Come se volessi avvelenarmi l'anima.
Elena non merita questo, meritava di più. Ed io non sono quello giusto. Io non la merito e neanche questo bambino. 
Buttai la sigaretta ancora accesa lontano e rientrai sedendomi al mio posto. 

(Elena) 
Sentivo gli infermieri parlare tra di loro, delle loro vite, dei pettegolezzi ospedalieri, del loro mondo, quando il mio sembrava già distrutto. Una piccola radio appoggiata su una mensola trasmetteva ' Come Home degli One Repubblic ' e le lancette segnavano un tempo che trascorreva lento. Mi posizionarono sul lettino freddo ginecologico e tremavo, tremavo dalla paura di perderlo ancora prima di averlo. Guardai la porta dove c'era Damon che aspettava, lo avrei voluto con me, sentire il suo respiro col mio. Il suo dolore con il mio. Arrivò finalmente il dottore ed iniziò la visita, avevo troppa paura, chiusi gli occhi per non vedere niente, volevo isolarmi dal mondo. Dopo qualche secondo iniziai a sentire un piccolo tamburo che batteva forte dentro le mie orecchie, e la voce del dottore che prontamente disse.

- Il bambino sta bene, battito regolare. -

Lacrime di felicità iniziarono a scendere piano dal mio viso. Il bambino stava bene...stava bene. Mi ripetevo

- Il distacco della placenta è lieve, ma ha causato ugualmente una copiscua emoraggia. Ora le faremo altre analisi, per vedere se i valori sono buoni. 
Deve stare a riposo assoluto! -

Annuì tra le lacrime e un sorriso spunto sul mio viso. Misi una mano sul cuore che sembrò uscirmi dal petto. Il mio piccolo era ancora con noi.

Spense la macchina e uscí dalla stanza,  una delle infermiere mi aiutarono a sistemarmi sulla sedia a rotelle e uscimmo da quella stanza.
Appena si aprì la porta davanti a noi trovai tutti fuori ad aspettarmi. Mamma, Papà, Lillian e Stefan. Cercai Damon con lo sguardo, che nel vedendomi si era alzato in piedi. I nostri sguardi si incrociarono, aveva gli occhi rossi, e abbozzò mezzo sorriso come a volermi confortare. 
Mi si presentò davanti Stefan che si inginocchiò subito, distogliendo il mio sguardo.

- Hey Elena, stai bene? - mi prese il viso tra le mani e scoppiai in un pianto disperato.
Ero stanca di tutto, era diventato tutto troppo complicato, e l'unica cosa che riuscivo a pensare era che volevo abbracciare Damon. Volevo solo lui.
Mi portarono in una stanza verde con un lettino, mi sedetti piano, e mi sdraiai altrettanto piano.
Erano tutti davanti al mio letto tranne Damon . Perché diavolo non era lì io avevo solo bisogno di lui. Tutti a turno chiedevano come stassi, e se avevo bisogno di qualcosa, rendendomi nervosa. Quando un po' per volta iniziarono ad uscire rimasi sola, quel silenzio dopo tempo mi sembrò di ritrovare un po' di pace. Ma non riuscivo a togliermi dalla testa lo sguardo di Damon. Stefan era dolce e comprensivo come sempre, anzi anche troppo. Mi trattavano tutti come se fossi di cristallo, un cristallo che stava per rompersi.. tutte quelle attenzioni mi soffocavano.

Mi giravo e rigiravo nel mio letto non riuscendo a prendere sonno, quei 2 giorni all'ospedale mi avevano distrutta mentalmente. Esami su esami, ecografie su ecografie e la squadra al completo che mi stava con il fiato sul collo. Invece Damon era completamente sparito. Non si era fatto vedere in ospedale, neanche per un saluto. Ricordavo solo i suoi occhi gonfi e rossi guardarmi con aria distrutta. Mi alzai per andare davanti alla finestra. La luce della sua camera era spenta, mi sedetti sul divanetto e appoggiai la testa sul muretto adiacente, sfiorandomi delicatamente il piccolo pancino che stava crescendo. Perché proprio adesso che avevo bisogno di lui mi aveva completamente lasciata da sola? Stefan era sempre presente quando poteva, e faceva già il dottore con me, indicandomi cosa mangiare e come comportarmi. Era vero, giocavo alla famiglia felice, e lui non poteva ancora rimanerne fuori. Nel silenzio della notte, sentii un pianoforte suonare. Proveniva dalla dépendance dei Salvatore.
Mi alzai, mi avvolsi con la piccola coperta della nonna e mi avviai verso quella melodia che conoscevo bene era la Sonata al Chiaro di Luna di  Beethoven.
Socchiusi la  porta di servizio e mi avvicinai a passo lento alla porta della depandace. 
Era tutta una vetrata e luce della luna illuminava la stanza
E li a torso nudo e pantaloni del pigiama stava seduto Damon. Con le mani accarezzava i tasti del pianoforte senza voltarsi. Rimasi li a guardarlo,era così bello. La sua pelle avorio risplendeva con la luce della luna, i suoi occhi cristallini brillavano ad ogni suo gesto del capo. Con passo felpato mi avvicinai a lui toccandogli la spalla. Sentii la sua pelle calda sotto di essa.

- Non la sentivo da quando hai finito l'università - dissi a bassa voce

- Già, perché la usavo per sfogare lo stress degli esami - rispose lui continuando a suonare

Restai lì, Immobile mentre lui delicatamente suonava quella melodia che mi ricordava le notti della mia infanzia ad ascoltarlo.
I suoi genitori avevano costruito quella depandace proprio per fare allenare Damon con il piano e successivamente Stefan con il violino.
Ma la sera quando lo sentivo suonare pensavo sempre che un ragazzo che suonava così bene, non poteva essere solo uno stronzo.
Mi avvicinai più a lui e lo strinsi da dietro in un abbraccio. Facendo cadere la coperta che avevo sulle spalle a terra. Il mio viso si immerse nei suoi capelli corvini che profumavano di gelsomino. 
Lo strinsi forte, ma lui continuò a suonare. 
Iniziai a piangere silenziosamente tenendolo stretto a me. Erano giorni che avrei voluto quel dolce contatto. Avevo bisogno di lui

- Damon perdonami... - la voce rotta dal pianto risuonò nella stanza

Smise di suonare mi prese le mani e le portò alla bocca baciandole. Erano baci appassionati, come di gratitudine.
Sentii le sue lacrime calde sfiorarmi il polso. Stava piangendo? Damon l'egocentrico, l'idiota, colui che sembrava non avere sentimenti stava piangendo. Si alzò e mi prese il viso tra le mani.

- Damon, scusami io...

- Elena, lo so che ho passato gli ultimi due  giorni ad evitarti, ma prima vorrei dirti una cosa... - mi interruppe

- È quello che sto per dirti è forse la cosa più egoistica che io abbia mai detto in vita mia. - 

- Damon, lascia stare... - cercando di allontanarmi

- Devo dirlo una sola volta, e tu devi sentirlo...io ti amo Elena, e amo questo bambino..

Mi amava veramente...sicuramente alla Damon, ma mi amava....

- Damon io... -

Indietreggiai di due passi. 
Ma lui continuò

- Ed è proprio perché vi amo che non posso essere egoista con te. Per questo devi saperlo, io non ti merito, ma mio fratello si, per questo ho deciso di non fare il test di paternità. Lui sarà un padre migliore di me...e un compagno migliore per te. 

- No Damon, ascolta, io voglio che tu faccia il test di paternità! Avevi ragione, io non posso continuare fingendo che la cosa non esista! Che sia stato l'alcol o c'è veramente qualcosa tra di noi io questo non lo so, ma so che voglio sapere se sei il padre del bambino! Ne ho bisogno come te!

- Elena lo sai meglio di me, che senza di me la tua vita sarebbe perfetta! -

- Ma io non voglio una vita perfetta, voglio che nella mia vita ci sia anche tu! - gridai senza volerlo

Si avvicinò piano a me, mise le sue mani sul mio collo ed iniziò a baciarmi. Accarezzai le sue mani e risposi al bacio
Un bacio caldo e appassionato,  un bacio che forse volevamo tutti e due dopo tutto quello che era successo, ma che aveva il gusto della cosa sbagliata. Infilò piano la sua lingua nella mia bocca, accarezzando piano la mia. Iniziarono una danza dolce e silenziosa. Accarezzai i suoi capelli di seta, facendoli scivolare tra le mie dita. Il mio respiro si fece sempre più veloce fino a che dentro la mia mente la confusione torno più prepotente di prima, e sé il bambino fosse di Stefan? Io AMO Stefan.
Mi scansai da lui, presi la coperta da terra e corsi verso casa, lui rimase in mobile, non cercò neanche di seguirmi.
Arrivata in camera mia, chiusi la porta dietro di me e rimasi alcuni secondi appoggiata ad essa. Quel bacio era diverso dagli altri due. Il primo dato perché gli ero grata per aver fatto uscire una parte di lui che non conoscevo, il secondo era dettato dalla passione e dal desiderio...questo aveva un'altro sapore...un sapore che non avevo sentito neanche nei baci di Stefan.
Era forse amore? No! Non poteva esserlo, io amavo Stefan.. E Damon amava me...
Appoggiai il mio viso sul cuscino verso la finestra, quando sentii Damon suonare dinuovo.

(Damon) 
La guardai allontanarsi da me senza battere ciglio. Avevo finalmente detto ad Elena che l'amavo, sapevo che non avrebbe fatto i salti di gioia, ma e già qualcosa che non mi abbia tirato un'altro schiaffo.
So che lei amerà sempre Stefan, ma so anche  che nel suo cuore c'è un piccolo posto per me. Lo sentito stasera, non era come la prima volta, per non parlare della seconda, questa volta l'avevo sentita con me, quel bacio era diverso e non dato per compassione o per passione improvvisa. So che è la donna di mio fratello, ma è più forte di me.
Sapevo che era ancora sveglia in camera sua, e ricominciai  a suonare ma questa volta per lei...


Note : Capitolo quattordici; Scopriamo che il bambino è vivo e sta bene. 😍 Finalmente Damon ha rivelato i suoi veri sentimenti, ed Elena sta facendo uscire piano piano i suoi. Damon lo farà il test? Grazie sempre a chi mi legge e segue con costanza! Mi raccomando fatemi sapere le vostre reazioni e sensazioni alla musica che ho scelto. Alla prossima 

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Capitolo 15
*** Christmas Time ***


Il Natale era ormai alle porte, si poteva respirare l'aria natalizia dapertutto. La mamma come ogni anno aveva decorato tutta la casa a festa, compreso il vialetto. Diceva sempre che non era Natale se non era tutto decorato per bene. Ero riuscita anche nell'intento di aiutarla nelle mansioni più pesanti, anche se le mie condizioni esigevano che io stassi a letto. Damon finalmente si era deciso, tra una litigata e l'altra a fare il test di paternità, ma il risultato sarebbe arrivato a gennaio inoltrato e Stefan continuava a non sapere nulla...La mia vita girava come sempre in simbiosi con i fratelli Salvatore.
Lillian per tenermi impegnata mi aveva chiesto se volevo fare l'albero di casa Salvatore, mi sembrò una buona idea fino a quando non varcai la porta del salotto. 
Lo stereo suonava "Frank Sinatra Iv got you under my skin" e i due fratelli mi aspettavano per iniziare ad adornare l'albero. Damon in piedi con le mani in tasca, era tornato da poco da lavoro e quindi aveva ancora i pantaloni del vestito e la camicia senza cravatta. Mi guardò con il suo solito sguardo, e una vampata di calore mi colpì in pieno. Non so se era la gravidanza, ma ogni volta che c'era lui nella stanza avevo queste vampate. Piegato sulle ginocchia con la tuta c'era Stefan che cercava qualcosa dentro una scatola.
Appena sentii la mia presenza si girò verso di me porgendomi la sua mano e con l'altra una pallina natalizia con la nostra foto da bambini. Eravamo noi 3 da piccoli, io e Stefan avvolti in un abbraccio e Damon da dietro che ci faceva le corna sopra la.testa.

- È diventata una tradizione questa pallina - porgendomela

Sorrisi e mi avvicinai all'albero per appenderla, quando mi scivolò dalle mani.
Prontamente Damon l'afferrò 

- Attenta Gilbert è un cimelio di famiglia, qualcosa da fare vedere un giorno al bambino! - avvicinandomi la pallina al viso

Annuì come una scema, e questa volta riuscì ad appuntarla. Il pomeriggio passo piacevole tra una risata e l'altra. Mi sentivo bene in mezzo a loro. Stefan mi prese in ballo improvvisato, canticchiando e facendomi girare. Ridevo di cuore mentre volteggiavo tra le luci. 

- Dilettanti! - disse Damon improvvisando dei passi di danza da solo

Muovendo i piedi a passo sicuro con le mani in tasca ancheggiando. Mi guardò a mo' di sfida. Allora incominciai anch'io ad ancheggiare vicino a lui finché non inciampai in uno scatolo li vicino e caddi.
Tutti e due si precipitarono in mio soccorso, ma il risultato fu che iniziammo a ridere tutti e tre.

- Cosa c'è in quella scatola?! - chiesi riprendendomi dal momento comico

- Sono vecchie foto - rispose Stefan

- Posso vederle?
- Certo che puoi - porgendomi la scatola

- Gilbert sono sicura che ti piaceranno! C'è Stefan che fa i primi passi e mangia la pappa e poi ci sono io completamente nudo - Sorridendomi malizioso

- Ma finiscila! - dissi buttandogli il coperchio della scatola

In effetti la scatola era piena di vecchie fotografie dei fratelli, ma molte anche mie.

- Adoravo questo bracciale! - dissi indicandolo nella foto

Era un bracciale d'oro con dei ciondoli raffiguranti le cose che mi piacevano di più

- Oh ma che carino!  - Rispose Damon 

- Già prima che tu lo rompessi!! - dissi con sguardo duro

 Mi sentivo coccolata. Mi accorsi presto che non era Damon l'egoista, ma io. Volevo tutti e due i fratelli vicino a me. Amavo Stefan, ma c'era qualcosa che non capivo con Damon...ero attratta da lui, come una falena alla luce, pur sapendo che mi sarei bruciata. Ma avevo bisogno della sua presenza. 
La sera arrivò presto, e io avevo già rotto tre palline.

- Gilbert ti abbiamo invitato per addobbarlo l'albero, non per distruggerci tutte le decorazioni - disse con un bicchiere in mano

- Idiota - risposi prontamente facendogli la linguaccia

- Stai andando bene, hai solo bisogno di fare un po' più attenzione -  ribatté Stefan baciandomi tra i capelli

- Che romanticismo! Meglio berci su! - rincarò Damon

Quando suonò il telefono di Stefan, e andò rispondere fuori. 

- Ma che bella famigliola felice che siamo - disse Damon poggiando il bicchiere sul tavolinetto del salotto 

Si avvicinò a me, accarezzandomi il viso 

- Ma io ti vorrei solo per me, vorrei possederti proprio qui sul tappeto...vorrei che ci sentissero tutti...anche Stefan..- 
Poi si abbassò vicino all mio pancione che ormai era quasi di 5 mesi e lo accarezzò.
Il mio vestitino di lanetta nero lo rendeva ancora piu visibile.

- Tu tappati le orecchie, non sono discorsi per te... - 

Vibrai a quelle parole, mi tornò in mente la notte passata con lui. E la passione che c'era stata.
All'improvviso sentii il bambino scalciare, era la prima volta in assoluto. 

- Damon hai sentito? - con gli occhi sgranati

Era ancora piegato sulle ginocchia, quando alzò lo sguardo su di me
Era un mix di incredulità e felicità, mi guardò con gli occhi più belli che io abbia mai visto. Si erano completamente accessi.

- Cazzo, si che ho sentito! - si alzò di scatto verso di me - ha scalciato?! - Ribatté

 Lo guardai con gli occhi gonfi, e annuì.
Mi prese in un abbraccio, dolce e d'istinto.
Ricambiai, forte. Era la cosa più bella che avessi sentito in vita mia.
Si scostò da me, accarezzandomi le labbra con il pollice, fece per avvicinarsi. Ma esitò aspettando una mia risposta, che non tardò ad arrivare. Socchiusi gli occhi e aspettai il suo bacio, quando all'improvviso entrò qualcuno nella stanza.

- Tesoro! - così dicendo chiuse la porta del salotto dietro di lei - Siete degli incoscienti! - avvicinandosi a noi

- Miranda, è lei che continua a salutarmi addosso! - con un sorriso sornione

Mi madre rispose con uno scappellotto sulla testa di Damon. 

- Ouch! - esclamò Damon alzando la mano sulla testa

- Ho capito, che c'era qualcosa tra di voi dal giorno del ballo della scuola!! - disse puntandoci il dito - Ma così, da voi non me lo aspettavo! - continuò - Elena aspetti il figlio di Stefan, ma che ti salta in mente?! - cercando di capire la situazione

- Sbagliato Miranda! - toccandosi ancora la testa

- Cosa?! È figlio tuo?! Ma cosa è successo?! -   cercando il divano per sedersi

- Mamma mi dispiace non avertelo detto, ma è una storia lunga, e non è ancora detto che si figlio suo! - dissi guardandolo in cagnesco

- Beh, questo lo dici tu! - mettendosi le mani in tasca e gongolando

Lo guardai basita 2 secondi e poi tornai da mia madre

- Ascolta Mamma, è una cosa delicata, ti prego di mantenere il segreto per il momento... - prendendogli le mani

- Elena, tesoro, perdonami io sono un po' confusa... Devo mantenere il segreto sul fatto che il figlio potrebbe essere di Damon o che sei innamorata di Damon!? - parlò leggermente irritata

- Mamma ma cosa cavolo dici?! - risposi scioccata

- La conversazione sta prendendo una piega inaspettata - replicò Damon incrociando le braccia

- Questa conversazione - guardandolo - non sta avendo luogo! -

Si aprì la porta del salotto, lasciando entrare Stefan 

- Mi sono perso qualcosa?! - posando il telefono sul mobiletto

- In effetti ti sei perso tante cose fratellino - commentò Damon a braccia conserte

- Tipo cosa? - abbracciandomi da dietro arrivando fino al pancione
In quel momento il bambino riscalcio rendendo felice anche Stefan

- È quello che penso di aver sentito?! - facendomi girare verso di lui 

- L' aveva già fatto con me poco fa' - rispose Damon con tono annoiato

- Con te?! - cosa c'entri tu?! - disse Stefan guardando Damon contrariato

- Vuole solo dire, che glielo fatto sentire io poco fa'! -  cercando di attirare dinuovo la sua attenzione.

- Perché sei sempre tra i piedi, giri sempre intorno ad Elena. Ti avevo detto di stare lontano da lei! - avvicinandosi aggressivamente a lui

Ma cosa stava succedendo?! Perché Stefan aveva reagito così, non capivo.
Cercai di tirarlo a me per il braccio e chiamandolo mille volte, ma era come se non mi sentisse continuava ad avvicinarsi a Damon in tono di sfida.

- Allora, mi spieghi perché?! -

- Hey fratellino, forse è meglio che ti dai una calmata! - girandogli le spalle

- Non voltarmi le spalle idiota! - 

Lo prese per la spalla, e gli tirò un pugno in pieno labbro
Facendogli girare il volto dall'altra parte.
Damon si pulii il sangue dal labbro con il dorso della mano e lo guardò con con gli occhi pieni di rabbia.
La sua risposta non tardò ad arrivare

- Questa è la cosa più stupida che tu potessi fare! - 

- Damon ti prego fermati!  - riuscì a dire guardandolo in supplica

Ma lui non si curò di me e gli tirò un pugno in pieno volto facendolo cadere sul divano.
Misi le mani in faccia dallo spavento,  lo guardai con aria di disprezzo prima che prendesse la giacca e andasse via.
Appena uscito dalla stanza mi buttai letteralmente su Stefan, per cercare di capire se stesse bene. Aveva l'occhio gonfio e rosso e si lamentava parecchio.
Mi avvicinai a lui toccando l'occhio provandogli dolore.
In quel momento entrò Lillian con un vassoio di bicchieri pieni di zabaione e biscotti. Alla vista di Stefan sdraiato sul divano poggiò tutto e si precipitò subito da lui. 

- Ma cosa è successo!!! - disse guardando il figlio malconcio

- Non è successo niente!! - rispose alzandosi seccato 
E anche lui uscì dalla stanza dirigendosi in camera sua.
Lo seguìi, entrai e chiusi la porta dietro di me

- Cosa volevi dimostrare?! - avvicinandomi a lui 

Si era appoggiato al davanzale della finestra con lo sguardo rivolto fuori

- Stefan! - cercai di richiamare la sua attenzione ma sembrava impassibile.
Abbassai lo sguardo, e feci per uscire dalla stanza quando lui iniziò a parlare.

- Sono geloso Elena, io sto letteralmente morendo di gelosia! - si girò verso di me guardandomi 

- Stefan, ma cosa... - mi interruppe

- Io non ci sono mai, e lui ti ronza sempre attorno, è sempre presente! - si avvicinò a me - Il ballo, il compleanno, e quando sei finita in ospedale lui era sempre con te. Per non parlare della prima ecografia! - 

Lo guardai sorpresa

- Si Elena, lo so! Mia madre si è fatta scappare questo segreto con me! -

Si avvicinò a me prendendomi il viso

- Elena io...so di aver sbagliato ma ho agito preso dalla rabbia

Lo abbracciai forte, accarezzandogli  i capelli  e mi accostai vicino a lui.
Potevo capire le sue paure, le sentivo vive dentro di me. Mi sentii uno schifo, per quello che avevo fatto, e che continuavo a fargli. Lui era completamente disarmato, e io continuavo a colpirlo, e colpirmi. Perché anche io mi sentivo colpita da questa lama a doppio taglio. 

- Elena...io ti amo io....
- Shhhhh non dire altro...lo so.

Ci avviciniamo al suo letto e ci sdraiammo uno vicino all'altro. Il suo viso sprofondò tra i miei capelli, lo accarezzai piano, nella speranza di dargli conforto. Lui appoggiò la sua mano sul pancione e si addormentò come un bambino. Lo guardai per qualche minuto fino a quando non mi addormentai pure io.
Fui svegliata dai rumori provenienti dalla stanza vicino, riuscì a districarmi senza destarlo e mi avvicinai alla stanza di Damon.
Spostai la porta già aperta e lo vidi seduto sul suo letto. Mi guardò un attimo con sguardo perso e ritornò a guardare il vuoto.
Chiusi la porta e mi avvicinai a lui

- Damon hai bevuto?! 

- Forse un po'... - indicandolo con le dita

- È sei arrabbiato, non è una buona combinazione...-

- No, non sono arrabbiato, si arrabbia soltanto chi ha dei sentimenti... -

- Ti prego Damon, tu hai dei sentimenti -

- Ti sorprende il fatto che  mi avresti baciato oggi? Ti sei sorpresa quando ti ho baciata l'atra sera? -

- Damon...-

- Che quello che abbiamo fatto qui, sul mio letto ha importanza? Sei tu la bugiarda! 
C'è qualcosa tra noi due, e tu lo sai! E stai mentendo a me, stai mentendo a Stefan, e stai mentendo a te stessa, e posso dimostrartelo - 

Mi prese il viso tra le mani e cercò di baciarmi con forza

- Damon no, che cosa ti prende! -

- Stai mentendo! - 

Cercando ancora di baciarmi

- Fermati! Tu sei più di questo! - 

- E qui che ti sbagli! Sono un bastardo senza scrupoli - 

- No,no, Damon io tengo molto a te, ascoltami, io tengo molto a te davvero, ma io amo Stefan! Amerò sempre Stefan! - 

Mi lasciò andare, mi guardò come se quelle parole le avesse sentite per la prima volta.
Come se avesse avuto una scossa.
Si avvicinò alla finestra e si accese una sigaretta. 

- Adesso lasciami solo per favore - 

- Damon... - 

- Vai via... - mi gridò contro

Indietreggiai verso la porta ed uscì.
Ero terrorizzata dal comportamento di Damon. Lui era così imprevedibile. Io non riuscivo a gestirlo a volte. Come potevo innamorarmi mai, di un'idiota del genere? Come potevo  mai provare dei sentimenti per una testa calda come lui ?. Raccolsi le energie e andai via, verso casa.


Note: Quindicesimo Capitolo. In questo capitolo Natalizio vediamo come i due fratelli Salvatore hanno il loro primo vero scontro riguardo Elena, e che Miranda finalmente scopre la verità sul bambino.
Elena inizia a farsi delle domande su Damon, e su quello che prova per lui. Riuscirà a capire cosa vuole prima che i due si ammazzino a vicenda? Grazie sempre a chi mi segue  o commenta. PS ho iniziato una nuova fanction su Buffy, se vi piace la serie potete farci un salto! Alla prossima.












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Capitolo 16
*** Natale con i tuoi... ***


Era il giorno di Natale e tutta la famiglia Gilbert al completo mi aspettava giù per pranzare. Era qui per l'occasione anche mia nonna  Emily venuta da Stars Hollow.
Mi salutò calorosamente, e mi toccò il pancione.

- Sai cosa ti dico? Questa è una bella femminuccia! Per questo ancora non si è vista all'ecografia! - disse accarezzandomi il volto

- Sarebbe bellissimo! - rispose la mamma mentre prendeva i piatti dalla credenza

Eravamo così convinti che fosse maschio che l'idea di una femminuccia incominciò a piacermi. 
Mi avvicinai al lavandino per lavare alcuni bicchieri quando vidi Damon che metteva in macchina un borsone. Dove stava andando?!. I giorni dopo il nostro ultimo scontro erano passati tra occhiatine di disprezzo e parolacce ogni volta che ci incrociamo per casa. E ora questo. Strinsi forte il canovaccio che avevo in mano quasi a volerlo distruggere. Continuando a guardarlo. Jeans, maglioncino grigio, sciarpa grigio scuro, cappottino blu scuro occhiali da sole e sigaretta alla mano. Caricò l'utimo borsone, e girò lo sguardo su di me, come se avesse sentito il mio su di lui. Mi mancò il respiro. Diete un tiro alla sigaretta e si allontanò.
Mi girai su me stessa, avevo una rabbia inaspettata. Dove stava andando? Quindi non avremo passato il Natale insieme e si supponeva neanche il capodanno... All'improvviso il bambino scalcio, facendomi sobalzzare.

- Non ti ci mettere anche tu! - dissi accarezzando la zona interessata.

La mia attenzione fu catturata dagli scambi di auguri che si facevano Stefan e la mia famiglia. Mentre salutava i miei mi guardava come se mi volesse mangiare con gli occhi. Era bellissimo: camicia viola scuro con risvoltino sulle maniche, gilet nero e pantaloni neri. Mia madre aveva insistito che indossassi un vestitino di lana blu scuro con scollo ampio che cadeva sulle spalle. Capelli morbidi e la collana che mi aveva regalato Stefan.
Venne verso di me e mi baciò dolcemente sulle labbra, ormai il livido sull'occhio era quasi sparito.

- Stefan ma dove sta andando Damon? - 

Esordì mia madre con nonchalance guardando dalla finestra

- Sta partendo per l'Inghilterra, ha deciso all'ultimo influenzato da Enzo. 

- Bene, magari conoscerà qualche bella ragazza! - rispose mia madre guardandomi
 
- Certo...gli farebbe proprio bene!  - risposi a mia madre con sguardo duro

Invece no, non va affatto bene! Perché doveva partire proprio adesso? Damon sei il solito idiota! 

(Damon) 
Adesso possiamo andare?! O dobbiamo restare qui fino a quando Elena non si affaccia dinuovo dalla finestra?! -

Mi disse Enzo interrompendo i miei pensieri.
Volevo vederla un'ultima volta prima di partire, volevo che mi guardasse andare via.

- Altri due minuti e andiamo - dissi buttando il fumo che avevo in bocca

- Certo che questa ragazzina ti ha conciato proprio per le feste, non ti riconosco più! 
Dov'è finito il Damon da una botta e via?! Mi piacevi di più quando eri uno stronzo menefreghista! - buttando anche lui il fumo che aveva in bocca

- Non saprei dirtelo anche volendo... - dissi buttando la cicca dal finestrino

- Ok i due minuti sono passati - ingranò la marcia e si avviò verso l'areoporto.
Guardai l'ultima volta verso casa sua, nella speranza di incrociare il suo sguardo, ma non la vidi.
Accesi la radio, passava Human Rag 'n' Bone Man e appoggiai la schiena allo schienale, avvicinai le dita alle labbra e mi persi nei pensieri. 
Come potevo aver perso completamente la ragione? Non ero più io, aveva ragione Enzo. Ma lei, mi aveva stravolto la vita, aveva creduto in me, a quell'idiota  egocentrico menefreghista. Mi aveva dato una possibilità per essere uomo diverso, l'uomo che lei avrebbe potuto amare...se avesse voluto. Avevo sentito il suo corpo sul mio, i suoi occhi mentre ero dentro di lei, la sua voce che mi chiamava... quell' ricordo mi torturava notte e giorno. E il bambino?! Anche se fosse stato di mio fratello l' avrei amato lo stesso, perché è parte di lei. Invece se fosse mio cercherei in tutti modi di conquistarla, in tutti modi. Al diavolo mio Fratello.

(Elena)
E questo?! L'hai messo tu qui? - indicando il vischio sopra le nostre teste

- Come ogni Natale che si rispetti...- avvicinandomi a lui - il Natale è anche questo, che tutti noi ci ricordassimo delle tradizioni e che le cose che valgono di più nella vita sono le persone che amiamo! Ed io Elena ti amo da impazzire! - 

Mi prese delicatamente la guancia proseguendo per il collo, si avvicinò dolcemente alle mie labbra che lo stavano aspettando. Finalmente si incontrarono, erano morbide,  dolci come il cioccolato caldo, la sua lingua scivolò dentro la mia bocca cercando la mia. Incominciai ad accarezzargli i capelli, baciandolo con foga. Lo tirai più a me, continuando ad accarezzarlo - 

- Elena...se continui così io non risponderò più di me stesso... - mi sussurò appoggiando la sua fronte alla mia

- Hai ragione... - aggrappandomi al suo colletto - ma è passato così tanto tempo, e gli ormoni della gravidanza viaggiano a mille amplificando tutto.

- Vieni apriamo i regali - mi prese per mano e mi condusse vicino al grande albero di natale che c'era in salotto.

Erano tutti lì a scambiarsi i regali, erano anche arrivati i coniugi Salvatore  nell'aria risuonava Micheal Buble' - Santa Claus Is Coming To Town

- Ma quanto sei bella! - esordì Lillian guardandomi

- Grazie - risposi mettendo una ciocca di capelli dietro l'orecchio

- Questo è da parte mia e di Giuseppe - indicandolo seduto sulla poltrona
Aprì la busta e dentro c'era l'immagine di una carrozzina equipaggiata di tutto

- Deve ancora arrivare - mi rassicurò con lo sguardo  - ma spero che ti piaccia! -

- Oh certo, certo è bellissima grazie! - abbracciandola affettuosamente.

- Tesoro questo è il nostro! - disse mia madre porgendomi un'altra busta.

Aprì la busta e dentro c'era un'altra immagine con completini e giocattoli 

- Questi però sono già sul posto! -  disse mia madre con un sorriso

- Sul posto? - risposi stupita

- Vieni con me - rispose Stefan porgendomi la mano
La strinsi forte e ci incamminammo verso l'uscita di casa. Mi aiutò a mettere il cappotto e ritrovammo fuori.
 
- Ma dove mi porti? - guardandolo con sguardo interrogativo
 - lo vedrai presto - Sorridendomi

Arrivati davanti casa Salvatore salimmo le scale fino ad arrivare in mansarda.

- Adesso chiudi gli occhi - lo feci, sentii il rumore della maniglia che girava
Mi accompagnò da dietro prendendomi per i fianchi

- Adesso puoi aprirli - esclamò felice

Davanti ai miei occhi una nursery con tutto quello che serviva al bambino.
Tutto l'arredamento era bianco e tortora con coniglietti e orsetti dappertutto.
Iniziai a piangere come era prevedibile e mi girai verso di lui.

- È bellissimo - abbracciandolo forte

- Mi hanno aiutato un po' i miei ma.. -

- Shhh non dire niente, devi solo baciarmi...-

(Damon) 
- Ma chi cazzo c'è l'ha fatto fare?! 12 ore di volo per ritrovarci in una città di merda dove piove sempre?! -

- Hey, sei voluto venire tu! Non rompere sempre le palle! - 

Eravamo arrivati all'aeroporto da qualche minuto e già maledicevo il momento in cui avevo preso questa decisione idiota. 
Aspettammo le valige ed uscimmo fuori.
Ad attenderci il cugino stronzo di Enzo, Kai. Il Damon inglese per intenderci. 
Dopo i soliti convenevoli, ci portò in hotel. 

- Cazzo vi trattate bene - esclamò entrando dentro la nostra stanza. Si guardò un po' a torno e si sedette su uno dei due letti posizionati al centro della stanza. 
Poggiai a terra il borsone, presi le sigarette, ed aprì la porta finestra.

- Allora, Cazzone - accendendo la sigaretta - che progetti hai per questa vacanza del cazzo? - dissi aspirando il fumo.

- Ma che problemi ha? - voltandosi verso Enzo

- Ma niente, si è scopato una ragazzina ed ora sta fuori come un balcone! - disse Enzo ridendo  mettendosi la sigaretta in bocca.

-  Beh, nel posto dove vi porterò stasera ci saranno un bell po' di ragazze, vedrai che ti scorderai pure come ti chiami! - disse Kai alzandosi in piedi

- Allora cosa stiamo aspettando?! - disse impaziente Enzo

Ma che branco di idioti, pensai. Ma ormai la frittata era fatta. Mi preparai per quella fantastica serata. Camicia grigia, pantalone nero con cintura e scarpe stringate. 
Il nostro caro amico Kai ci portò in un locale chiamato il " frutto proibito" che era già un programma.
Entrammo dentro, e ci ritrovammo su una ringhiera che dava giù sulla pista da ballo, a tutto volume "Corona - The rhythm of the night. 

- Allora non è spettacolare?! - Disse Kai muovendo la testa a tempo di musica

- Ho bisogno di bere! - dissi dirigendomi verso il bar

Ordinai della vodka con gin, e iniziai a bere uno dopo l'altro. Nel frattempo i due cugini si erano dati già da fare sulla pista da ballo con due ragazze.
Ma il mio pensiero era sempre a lei, a quest'ora starà già dormendo, e sicuramente con vicino Stefan...ne ordinai ancora e ancora, fino a quando finalmente riuscì a trovare pace nella mia mente. Ad un certo punto si avvicinò a me una bionda tutta curve, e si posizionò con il suo davanzale in bella vista davanti a me.

- Ciao occhi di ghiaccio, ti va di ballare?!
- Ok Jessica Rabbit! - dissi sorridendogli e la seguìi in pista
Iniziai a muovermi a passi di musica e lei mi seguì.
Non so come, ma mi ritrovai il suo fondoschiena attaccato al mio pene, si strusciava così forte a me, che l'erezione fu istantanea. Si aggrappò con un braccio sul mio collo e con l'altra mano mi portò sul suo seno.
Persi la testa, iniziai a stringerla a me desiderandola, la girai ed iniziai a baciarla con passione e lei subito ricambiò.
Era la disinibizione fatta a persona, era matematico che da lì a poco l'avrei scopata sicuramente.
Infilai la mia mano sotto la sua gonna ed iniziai ad entrare dentro le mutandine con le dita massagiandola a ritmo. Mentre lei mi leccava i lobi delle orecchie.
Quando all'improvviso nella sala risuonò " What Is love degli Haddwey" e mi bloccai di colpo. L'ultima volta che l'avevo ascoltata era stato con Elena, la notte che avevamo fatto l'amore. 
Salutai la cara signorina, e andai in bagno.
Mi guardai allo specchio, mi facevo schifo da solo, rinfrescai i bollenti spiriti buttandomi l'acqua in faccia e sul collo.
Dieti un forte pugno al muro adiacente e imprecai

- Hey amico ma che succede?! - entro enzo di colpo in bagno

- Cosa succede?! Cosa succede mi chiedi?!  - lo presi per le braccia - succede che io sono innamorato di Elena! Lo capisci?! Io non vivo più senza di lei cazzo! - 

- Amico, non ti riconosco più...sei messo proprio male...

- E la cosa divertente sai qualè?  è che lei non mi vuole!! - cominciai a ridere istericamente 

- Ok....- disse Enzo - adesso ti chiamo un taxi e te ritorni in hotel ok? - 

- Signor sì capitano! - dissi facendo il saluto militare cadendo a terra e continuando a ridere

Salì sul taxi con l'aiuto di Enzo, e arrivai a destinazione. Mi tolsi solo la camicia e mi buttai sul letto sprofondando in un sonno profondo.

(Elena)
Fummo colti in fragrante dalle consuocere mentre stavamo per farlo sul mobiletto sotto il fasciatoio. Ci guardarono allibite, io mi nascosi sul petto di Stefan, e lui senza camicia e con i pantaloni abbassati le salutò cordialmente.
Si rivestì velocemente e con grande imbarazzo andammo via. 
Mi accompagnò a casa, durate il tragitto non potevamo fare almeno di ridere alla situazione appena vissuta.
Mi baciò castamente e andò via, appena entrata fui attirata dalle luci dell'albero di Natale e mi avvicinai. Lo guardai come quando ero bambina, e mi accorsi di una busta nascosta dietro. Non l'avevo notata prima. Era di Damon. Il mio cuore si fermò.
La strinsi forte al petto ed iniziai a leggerla.

"Cara Elena, quando starai leggendo questa lettera starò per fare un'altra cazzata alla Damon o l'avrò già fatta. So che ho deluso le tue aspettative di avere tutti e due i fratelli Salvatore per Natale, ma non potevo restare. Vederti con Stefan mi fa stare male, e benché sia mio fratello lo odio con tutte le mie forze. Scusami ma ho bisogno di schiarirmi le idee. Ho messo nella busta un piccolo pensiero per te, so che non posso competere con la neursery di Stefan, ma spero di riuscire a strapparti almeno un sorriso. Sempre tuo Damon "

Guardai meglio nella busta e trovai il bracciale che avevo da bambina, quello nella foto insieme a Damon e Stefan.
Dov'è l'aveva trovato?! Il mio cuore cominciò a battere forte, a anche il bambino iniziò a scalciare.

- Anche a te fa questo effetto eh?! - 
Accarezzai il pancione, e in quel momento capii che provavo qualcosa di forte anche per Damon.



Note: Sedicesimo Capitolo. Siamo ancora nel vivo delle feste Natalizie, e Damon e andato via lasciando Elena delusa. Momento romantico invece per i Stelena che sembrano aver ritrovato un po' di serenità dopo il turbolento scontro tra i fratelli nel capitolo precedente. Cosa sta combinando Damon a Londra? E cosa succederà quando tornerà? Il prossimo capitolo sarà molto forte, quindi preparatevi al peggio! \(◎o◎)/ PS spero abbiate passato un buon Ferragosto! Grazie sempre a chi mi segue! Alla prossima! 




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Capitolo 17
*** ...Capodanno con chi vuoi ***


Erano da poco passate le 5 del mattino e il bambino mi teneva sveglia con i suoi calci. Era molto irrequieto e non riuscivo ha trovare una posizione che gli piacesse. Avevamo passato la notte di Capodanno a casa Salvatore tutti insieme, si era riso, bevuto e giocato a carte. La nonna aveva stracciato Giuseppe a carte e le due consuocere avevano passato la serata a ricordare i vecchi tempi in cui facevano baldoria da giovani. Diciamo che la serata era passata come una famiglia normale. Il grande assente della serata era Damon. In tutti i giorni che era stato a Londra non aveva chiamato neanche una volta, si vedeva che se la stava spassando alla grande. Sicuramente aveva fatto razie di cuori e aveva bevuto come una spugna.
La cosa mi disturbò, non lo avevo ancora perdonato per essere scappato via. Con Stefan avevamo deciso finalmente di usare il divano letto del salotto perché ormai il mio letto era diventato piccolo per tutti e tre. Lo guardai dormire, sembrava una angelo, lo accarezzai dolcemente e lo baciai sulla fronte, strinsi il cuscino tra le mani cercando di riaddormentarmi, quando vidi il mio cellulare illuminarsi. 

- Sarà Caroline per gli auguri di buon anno - pensai tra me - ma appena presi il cellulare rimasi paralizzata era Damon.

(Damon)
Era appena passata la mezzanotte, e tutti intorno a me si abbracciavano e baciavano felici. E io come un coglione con Enzo e Kai  che si abbracciavano come due idioti.
Eravamo tutti sul tower bridge, la serata lo permetteva c'era la luna ad illuminare tutto.
Accessi una sigaretta e mi spostai più lontano possibile così che non ci fosse nessuno vicino a me. Presi il cellulare con la sigaretta in bocca, scrutai la rubrica e selezionai il suo numero. Avevo bisogno di sentirla, anche per un secondo. Sapevo che a Mystic Falls erano già le 5 del mattino, ma magari era sveglia.

( Elena) 
Con il cuore in gola, iniziai a salire le scale, ed entrai in camera mia. Presi un bel respiro e risposi

- Damon...? - dall'altra parte il silenzio - Damon sei tu?!... - stavo per riagganciare quando sentii la sua voce dall'altra parte

- Elena...Buon Anno...-

- Buon anno a te Idiota! - risposi scherzosamente

- Beh, colpito e affondato - rispose ridendo

- Damon, non ridere, te ne sei andato senza dire niente, sei uno stronzo! - 

- Dimmi qualcosa che non so! - 

- Mi manchi... - mi era uscito così, senza volerlo. Quei giorni senza di lui erano stati lunghi, e avevo capito di provare qualcosa, ancora con esattezza non sapevo cosa era, ma la provavo e mi mancava veramente. Dopo questa mia gaffe il silenzio totale. Iniziai a balbettare qualcosa ma lui mi fermò.

- Non è vero, ma grazie per avermelo detto..-  

-  No...vermanete...io... - dissi imbarazzata cercando di riprendere la situazione

- Tranquilla Gilbert, ormai ho capito l'antifona ' Sarà sempre Stefan'  -

- Damon... -

- No, Davvero, ho recepito bene il messaggio l'ultima volta..adesso devo andare... -

- Damon... -

- Si? - 

- Grazie per il bracciale, mi è piaciuto molto.-

-  A presto Elena... -

E riagganciò lasciandomi l'amaro in bocca. Ero contenta di averlo sentito, ma quella chiamata aveva sortito l'effetto contrario. Adesso mi sentivo triste, avrei voluto che mi prendesse in giro come al solito, avrei voluto anche che si arrabbiasse con me. Ma era come se fosse spento. Tornai in salotto e mi immersi nelle coperte nella speranza di riuscire a dormire un po'


( Damon)
Ogni mattina appena mi svegliavo in quel hotel maledicevo me stesso e le mie idee strampalate. Ma cosa cavolo mi era passato per il cervello. Alzai lo sguardo verso il letto di Enzo, dove stava russando come un trombone.  Avevamo passato tutte le sere in locali divers,i ma film era sempre uguale, mi sbronzavo fino a non capire niente e mi dovevano portare a casa trascinandomi. Anche la notte di Capodanno non fu da meno. E adesso erano le 8 del mattino, e non riuscivo più a dormire. Ricordai la chiamata fatta ad Elena, e abbozzai mezzo sorriso. Mi manchi! - a chi voleva darla a bere? . Sapevo benissimo che era una frase di circostanza. Dettata dal fattore braccialetto. Avevo girato su internet tutta la notte per trovarlo, e farlo arrivare nei tempi stabiliti. Quando ero stato ingenuo a pensare per un attimo che avrebbe cambiato la situazione. Mi avvicinai alla macchinetta del caffè, e ne preparai uno super lungo. Nel primo pomeriggio avevamo l'aereo per il ritorno a casa, quindi svegliai Enzo nei metodi meno convenzionali, buttandogli in caffè in faccia

- Ma sei impazzito?! - strofinandosi gli occhi cercando di togliere il caffè

- Siamo un po' tutti un po' pazzi a volte - poggiando il bicchiere sul tavolo

- No no, tu sei proprio un coglione! - 

- Adesso basta frignare, abbiamo un aereo da prendere, così lasceremo finalmente questa città, grazie a Dio! - dissi infilandomi dentro il bagno

(Elena) 
Ero appena uscita dalla doccia quando ricevetti una telefonata inaspettata, era la clinica che mi avvisava che potevo passare a prendere tutte le analisi in anticipo. Iniziai a tremare e a respirare velocemente. Era l'ora  della verità. Stefan o Damon? . Mi mancò il respiro, cercai di calmarmi sedendomi sul letto, mentre guardavo le mie mani tremare come foglie. Ok, saprò finalmente la verità,  ma la mia verità qualè? So che amo Stefan...ma Damon? Io non voglio perderlo.  Mi alzai ed iniziai a vestirmi: canotta lunga morbida bordoux , pantaloni neri e giacca in lana nera stivaletti neri. Presi la borsa sulla sedia e mi avviai verso l'uscita, avevo chiamato in supporto Bonnie, che mi aspettava già vicino al vialetto di casa. Il suo sguardo era teso quanto il mio. Era l'unica a sapere, a parte la mamma della parola con la lettera D . Così l'avevamo chiamato in codice.
Arrivate in clinica, l'infermiera ci porse subito due buste piccole gialle ci sedemmo fuori in una panchina.

- Allora, in una ci sono le mie analisi - dissi con un filo di voce -  nell'altra c'è il risultato del test di paternità

Bonnie mi guardò con con aria tesa, proponendomi di aprirne una per ciascuna, annuì con il cuore a mille e ci scambiamo le buste.
Iniziai a scrutare il foglio davanti a me, ma non riuscivo ancora a decifrare tutti quei numeri
Bonnie si girò verso di me e disse

- Elena è una bambina!!! - con gli occhi pieni di gioia

La guardai e risposi
- È una bambina...ed è figlia di Damon...
Iniziai a tremare, e non riuscire a respirare.

- Bonnie è sua figlia, è di Damon... - continuai a ripetere come un disco rotto.
- Elena, calmati ti prego ti verrà un infarto se non ti calmi - 

- Bonnie come faccio a calmarmi, è di Damon... Io non posso crederci...io....siamo stati insieme solo una volta...io come lo dirò a Stefan! - 

Ero un turbinio di emozioni, non sapevo se essere contenta o dispiaciuta, io provavo qualcosa per Damon era sicuro, ma amavo Stefan. Bonnie mi consigliò di chiamare Damon e parlarne di persona così feci. Rispose subito alla mia chiamata.

- Pronto Elena, è successo qualcosa? - disse con un rumore di aeroporto di sottofondo.

- Damon, sono arrivati i risultati del test, vorrei parlarne con te...-  dissi secca

- I risultati?!  Ma come? Cazzo avevano detto a gennaio inoltrato! - 

- lo so, ma dobbiamo parlare... - 

- Sono appena arrivato all'areoporto, prendo un taxi e arrivo subito da te! - 

Così dicendo riagganciò. Bonnie mi riaccompagno a casa e lo aspettai sul vialetto. Appena vidi un taxi avvicinarsi sentii senti il cuore esplodere. Non avevo mai sentito il mio cuore battere come quel momento. Lo vidi scendere in tutto il suo splendore, con il borsone in spalla si accingeva a passare, ed i nostri sguardi si incrociarono. Mi guardò con occhi felici, e speranzosi e il sorriso più bello che io avessi visto. Ero felice di vederlo, non stavo più nella pelle, volevo abbracciarlo, mi avvicinai al ciglio della strada e lo aspettai lì. Prese la valigia e passò senza rendersi conto che una macchina stava venendo a tutta velocità dalla parte opposta. 
Riuscì solo a gridare il suo nome prima di vederlo falciare dall'auto in corsa. Vidi il suo corpo rotolare sopra la macchina e cadere rovinosamente a terra.
Restai senza parole, il mio cuore si era sicuramente fermato non lo sentivo più.
Corsi verso di lui a perdifiato, era a terra e non si muoveva. Toccai delicatamente la sua testa dove aveva una ferita che sanguinava copiosamente. Lo chiamai, lo chiamai non so quante volte gridando più forte che potevo.

- Damon! Non puoi farmi questo! Non puoi!!!! Ti prego svegliati, ti prego!!!
Iniziai a chiamare aiuto, fino a che non arrivò Stefan richiamato dalle mie urla.
Rimase a guardarlo anche lui interdetto per qualche secondo. 

- Damon! No Cazzo!! - si mise le mani tra i capelli disperato. Prese il suo telefono e subito compose il numero del pronto intervento. Descrisse accuratamente cosa era successo e supplicò il centralino di fare arrivare subito ambulanza. Riagganciò e cadde sulle ginocchia davanti a me 

- Non ti permettere a morire così! Mi hai sentito Damon?! Non ti permettere! - comincio a gridare anche lui - 

Iniziai a piangere gridando, era come se mi avessero dato una pugnalata al cuore e avessero girato il coltello più e più volte. Non riuscivo a smettere di piangere e singhiozzare.
Finalmente arrivò l ambulanza che lo sistemò con cura sulla barella.
Gli sfiorai la mano, un'ultima volta prima di caricarlo dentro.
Si palesò davanti a me Stefan con occhi gonfi 

- Elena, ascoltami, io vado con lui, tu per favore puoi avvisare i miei?! - con la voce rotta 

Riuscì ad dire un si strozzato e indietreggiai  verso casa sua. Lo vidi salire e sfrecciare via. 
Allo stesso modo, corsi verso la casa di Stefan, iniziai a gridare a squarcia gola il nome di Lillian che uscì spaventata dalla lavanderia, non aveva sentito niente per via della lavatrice. Appena la vidi riscoppiai in un piano disperato.
Mi guardò le mani insanguinate e mi chiese  

Elena, di chi è questo sangue?! Di chi è?! - mi strattonò per fare uscire le parole dalla mia bocca che sembrava sigillata

- Damon... - dissi singhiozzando
- Damon? - disse guardando verso la porta

Mi lasciò e fece per uscire, quando le dissi che Stefan era con lui in ambulanza, prese le chiavi della macchina ed uscimmo senza dire una parola. 
Si precipitò nella Camaro di Damon e partimmo verso l'ospedale

- Damon non mi lasciare ....- continuavo a ripetere nella mia mente - è tua figlia.



Note :  Diciassettesimo  Capitolo. Abbiamo appena scoperto che la bambina è di Damon... e che Damon è stato investito...lo so che volete uccidermi 😝 Cosa succederà adesso? Damon morirà? Elena come reagirà alla situazione? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Grazie sempre per chi mi segue! E fatemi sapere la vostra! Alla prossima 😘




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Capitolo 18
*** Ritorna da me ***


Eravamo tutti seduti in sala d'aspetto, tutti in rigoroso silenzio aspettavamo la risposta delle lastre che avevano fatto a Damon e a tutti gli altri esami. Ci avevano raggiunto anche i miei genitori, che si sedettero vicino a noi. Stefan era seduto alla mia destra e muoveva nervosamente le gambe con le mani tra i capelli. Non lo avevo mai visto così, sicuramente in questo momento grazie a me avevano avuto dei battibecchi, ma era sempre suo fratello, e gli voleva bene. Anche Giuseppe messo in un angolo della stanza aveva gli occhi lucidi e si toccava nervosamente la barba che era cresciuta. Tutti scaricavano la tensione come potevano. Io accarezzavo il mio pancione sperando fosse solo un brutto sogno. All'improvviso uscì un dottore che si avvicinò a noi. 
- Salvatore? - chiese indicandoci, rispose solo Giuseppe con il capo.

- Allora, le sue condizioni sono gravi ma stabili, ha avuto una commozione celebrale, e starà in coma farmacologico fino a quando il grumo di sangue non sarà riassorbito. Abbiamo anche una frattura scomposta del femore, e verrà operato subito È vivo per miracolo. - Affermò guardandoci.
Lillian a quelle parole scoppiò a piangere facendo piangere anche me.
- Potete vederlo, ma una persona alla volta, e non più di 5 minuti -  così dicendo si allontanò lasciandoci tutti di pietra.
La prima ad entrare fu Lillian seguita da Giuseppe e Stefan. Poi arrivò il mio turno.
Entrai piano, come se non volevo svegliarlo, ma lui era immobile attaccato al respiratore.  Aveva una benda sulla testa e la gamba ingessata. Appena mi avvicinai a lui, misi la mano alla bocca ed iniziai a singhiozzare. Era terribile vederlo così, immobile, lui che non stava fermò un attimo, lui che aveva sempre la battuta pronta, lui che era il padre di mia figlia, era sul quel letto e non mi sentiva.
Mi sedetti sulla sedia vicino al letto, e gli presi la mano, la portai alla mia bocca e la baciai. La sua mano era calda e profumava di gelsomino. La spostai sulla mia guancia e lo guardai intensamente me

- Damon, non so se puoi sentirmi, ma tu devi tornare da me, hai capito? - iniziai a piangere - Damon è tua figlia... ritorna da me...- 

Appena pronunciai quelle parole, ebbe uno spasmo alla mano che tenevo sulla guancia. Lo guardai come meravigliata, mi aveva sentito? - in quel momento entrò l'infermiera per sistemare la flebo, e raccontai quello che era successo. La sua risposta fece crollare le mie convinzioni, dicendo che qualche spasmo era normale nella sua condizione.
Uscì dalla stanza destabilizzata, vederlo così mi aveva fatto troppo male.
Il mese  e mezzo che venne dopo fu così, tutti andavamo in ospedale tutti i giorni dantoci i turni. Stefan faceva il pendolare tra New york e Mystic Falls, e tra la scuola e l'ospedale non ci vedevamo mai. Solo qualche chiamata veloce. La cosa, stranamente non mi faceva stare male, i miei pensieri erano solo per Damon. Riuscivo a pensare solo a lui. Ogni mattina andavo da Damon, quei 10 minuti per me ormai diventati di vitale importanza.  Non potevo iniziare la mia giornata senza vederlo.
Quella mattina mi svegliai di buon'ora, indossai un vestito blu fiorato a maniche lunghe un cappottino blu e stivali neri.
Arrivai in ospedale, ma con mia sorpresa non c'era Lillian fuori ad aspettarmi come al solito. Vidi la porta aperta della stanza di Damon ed entrai.

- Mamma ma cos'è questa merda? Ammettilo che mi vuoi avvelenare! . - disse Damon ingoiando la gelatina che la madre gli aveva appena imboccato. Ancora non al pieno delle forze era sdraiato sul cuscino

Rimasi li a guardarlo per qualche secondo, fino a quando la borsa che avevo in spalla cadde a terra attirando la loro attenzione.
Lo sguardo di Damon si posò su di me, e i suoi occhi cristallini sembrarono accendersi.

- Elena... - disse abbozando un sorriso
- Damon... -  mi avvicinai piano a lui senza mai distogliere lo sguardo.

Il mio cuore pompava più forte che mai, mai avrei pensato un'emozione simile.
Lillian, vedendoci in un altro mondo, si concedò con la scusa di prendere una bottiglia d'acqua e ci lasciò da soli.
Mi sedetti sulla sedia vicino al letto e gli afferai la mano.

- Come ti senti? -  stringendola  a me

- Come se mi avesse investito una macchina! - disse sarcastico

Lo guardai sorridendo, stringendo ancora di più la sua mano.

- Ok, basta convenevoli - disse con tono duro - mi dirai chi è il padre o devo farmi investire di nuovo? - cercando una risposta con gli occhi.

Iniziai ad avere le palpitazioni, il momento era arrivato finalmente. E questa volta non ci sarebbero stati altri intoppi

- Damon.. è una bambina
- Una bambina...? - con voce tremante
- E...la bambina...e tua figlia...- dissi con voce rotta
- È mia figlia? ... Una lacrima scese sul suo volto, e guardò  verso la finestra - È figlia mia - 
-  Damon...mi dispiace per come sono andate le cose..- iniziai a piangere portandomi le mani al viso.

- Hey, no non piangere ti prego, è la cosa più bella che tu mi potessi dire. Nella mia vita ho fatto tante scelte sbagliate che mi hanno portato anche a questo, me l'ho merito. È tutta colpa mia...- 

- Non è vero.... - 

- Si Elena, ma è tutto ok, perché se avessi scelto in modo diverso tu non saresti qui. Lei non sarebbe qui... Mi dispiace tanto, ti ho fatta soffrire Elena -
 
- Non fa niente, io ti perdono - dissi Accarezzandogli il viso

- So che tu ami Stefan, e che sarà per sempre Stefan, ma io ti amo, e lo sai...e amo questa bambina. Avrei potuto essere diverso....diverso per te, ti sarei piaciuto...- 

- Mi piaci anche ora, così come sei... - 

Mi avvicinai a lui e lo baciai dolcemente sulle labbra. Un bacio casto, ma che esprimeva quello che provavo in quel momento. Si, perché dopo tutto quel tempo trascorso in ospedale avevo proprio la necessità di sentirlo, e di sentire le sue labbra sulle mie. E dimostrargli che qualcosa era cambiato dentro di me.

- Elena! - Esclamò entrando Lillian con la bottiglietta in mano

- Lillian! -  Mi girai di scatto toccandomi la bocca

- Oh cazzo - Disse Damon  girandosi dall'altra parte.  
Dopo un attimo di silenzio, Liliana mi chiese
- Elena, potrei parlarti un'attimo?! - invitandomi ad uscire. Guardai Damon un'ultima volta ed uscì dalla stanza chiudendola.
Ci accomodammo nel salottino adiacente alla camera di Damon.

-  Elena, cara, c'è qualcosa che devi dirmi? - mi guardò con sguardo duro
In tutti quegli anni non avevo mai visto il viso di Lillian così contrariato.

- Lillian...io non so veramente cosa dirti...io.. - 
- Ami Damon? - 
- Io...non lo so se amo Damon... - dissi con lo sguardo chino

- Elena porti in grembo il figlio di Stefan lo capisci?! - guardandomi con occhi spalancati
Il mio sguardo però gli diete la risposta che cercava, non riuscivo a guardarla negli occhi

- Non è di Stefan vero?! - continuò con tono accusatorio

Anche questa volta il mio sguardo chino le diete la risposta

- Oh Santa pazienza! -  si alzò di scatto mettendosi le mani tra i capelli.
Incominciò a fare avanti e indietro davanti a me. Ad un tratto si fermò
- Ma ti ho vista nella neursery con Stefan, sembrava che... - 
- So cosa hai visto...io amo Stefan!! -
- Beh, si vede proprio che lo ami!! Facendo un figlio con suo fratello! - 

- Lillian, non so darti una spiegazione, perché neanche io la conosco -

- Poi  da te non mi sarei mai aspettata una cosa del genere! - continuando a camminare nervosamente - Io certe cose me le aspetto da Damon... Io gli  voglio bene, è mio figlio.. ma a volte sa essere proprio uno stronzo! - così dicendo prese la borsa che aveva appoggiato sulla sedia e andò via.
Rimasi basita. Aveva pienamente ragione, ed io non ero meno stronza di suo figlio Damon. Avevo preso in giro e tradito Stefan, sicuramente ero la stronza per eccellenza. I miei pensieri vennero interrotti dall'arrivo di Stefan. Gli spiegai subito che Damon si era risvegliato, e che io avevo appuntamento con Caroline e quindi dovevo andare via. Era una maga bugia, ma non avevo il coraggio di rientrare dentro con Stefan al seguito. Chiamai subito un taxi e andai a casa.

 (Damon) 
Rimasi solo in stanza, mia madre ci aveva beccati mentre Elena mi baciava e questo non avrebbe giovato per niente. - Adesso si che mi avvelena -  pensai guardando il soffitto.
Ho toccato Stefan, il suo figlio prediletto, non mi perdonerà mai. Ed Elena adesso si subirà l'ira funesta di Lillian Salvatore. Che quando si arrabbia e più simile a me di quando voglia fare credere.
All'improvviso la consapevolezza che la bambina era mia, e che niente e nessuno  l'avrebbe portata via da me. Non potevo dire la stessa cosa per Elena...lei ama solo lui. E possibile che quella notte è stato solo la sbronza a guidarla? E che non ci fosse qualcosa nascosto per me?. 
Bussarono alla porta e con mia grande sorpresa vidi entrare Stefan.

- Hey, Fratellone, non sapevo ti piacessero così tanto gli ospedali! - disse cercando di farmi ridere

- Lo sai, quando una cosa mi piace non posso resistere... - con mezzo sorriso

Subito dopo cambiò espressione diventando serio

- Questa volta ci hai fatto spaventare veramente, credevamo di perderti - disse sedendosi e appoggiandosi sulle gambe

- Dai, Stefan non mi diventare sentimentale, prima o poi farò un'altra cazzata e ci odieremo  come prima! - risposi sarcastico

- Io non ti odio... -

- Tu mi odi, ma ancora non lo sai... -

- Damon, siamo fratelli, lo non ti odio...ma a volte vorrei essere figlio unico - disse cercando di farmi ridere

- Non dirlo a me! - risposi sorridendo

- Non preoccuparti, appena nascerà la bambina andremo via con Elena, così non mi avrai più tra i piedi! - 

- Cosa?! - dissi cercando di alzarmi

- Abbiamo deciso che trasferirci tutti a New York è la soluzione migliore -

- Migliore per chi?! - 

Stavo per perdere la pazienza e i battiti del mio cuore iniziarono a tamburellare per tutta la stanza attirando l'attenzione dell'infermiere, che prontamente fece uscire Stefan. Dovevo calmarmi, ma non riuscivo dopo una notizia del genere.
Elena e la bambina fuori dalla mia vita? A New York? Come può pensare ad andare via, sapendo che è mia figlia? Devo parlare con lei, non può farmi questo...

(Elena) 
Uscì dal bagno per la 20 esima volta, ormai la mia vescica era diventata il passatempo  preferito di mia figlia, perché continuava a saltarci sopra. Esausta mi avvicinai alla finestra e guardai come sempre la finestra della camera di Damon. Ormai era diventata una routine, nella speranza di vederla una sera accesa.
Misi a fuoco sul vetro della mia finestra e vidi Stefan davanti alla porta di camera mia. Mi girai verso di lui.

- Tutto bene? - mi chiese mettendosi le mani in tasca
Annuì con il capo, e mi avvicinai a lui. Lo abbracciai, volevo sentire il suo profumo, respirarlo. Volevo sentire la sua mano accarezzare il mio viso, Volevo che quel momento fosse solo per noi. Dopo più di un mese di angosce che ci avevano allontanato adesso avevo bisogno di lui. Mi guardava con suoi occhi verdi, quegli occhi che mi avevano da sempre rassicurato e amato. Lui non aveva mai smesso di farlo...Io invece avevo fatto entrare quel sentimento per Damon che stava iniziando logorarmi l'anima. Il mio senso di colpa adesso che Damon sapeva la verità si era amplificato, come potevo dirgli una cosa del genere. Come potevo dirgli che la notte del mio compleanno ero stata con Damon... suo fratello, e mi aveva messa incinta...Non meritava tutto questo.
Ero una stronza mega galattica, non ero diversa da Damon, anzi per alcune cose eravamo anche simili - quanto è buffo tutto questo Amore Mio - pensai Accarezzandogli i capelli, come se non li conoscessi, come se fossero seta tra le mie mani. I nostri sguardi si erano fusi, e mi ero completamente persa ne suoi occhi. Mi baciò, un bacio di desiderio e dolcezza. Chiuse gli occhi facendo scendere sul suo viso le lacrime che aveva trattenuto tutto questo tempo, lacrime liberatorie. Lo chiamai dolcemente sulle labbra e lui si accasciò  accarezzando il mio pancione.

 - Siete la mia vita, la mia forza... - singhiozzando

Restai in mobile, il mio cuore si fermò. Gli occhi si spalancarono facendo fuggire le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento. Mi guardai nello specchio di fronte. Lui come aggrappato a me, ed io non riuscivo a respirare, quell'immagine fu come un pugnale nel mio cuore, si perché in quel momento capii quando schifo facessi. E che non meritavo il suo amore...io non meritavo Stefan.



Note: Diciottesimo Capitolo. Finalmente Damon si è svegliato e ha saputo la verità sulla bambina, lascerà partire Elena e Stefan? Elena vorrà ancora partire adesso che Damon è il padre di sua figlia? Questo benedetto Stefan saprà mai la verità? Vedremo... 😅 Alla prossima, e grazie sempre a chi mi segue! ♥️





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Capitolo 19
*** Tutti, tranne Lei ***


‌ (Damon) 
Come ogni mattina, si presentò l'infermiera di turno per registrare i miei parametri.
Le mie giornate iniziavano tutte così ormai. Ma quella mattina fu diversa, perché l'infermiera mi informò che potevamo togliere il gesso dalla gamba ed iniziare la riabilitazione. Una notizia, che mi rallegro la giornata. Dovevo ancora digerire il discorso che mi aveva fatto Stefan qualche sera prima. Lui, con Elena e la bambina fuori dalla mia vita. Ma era fuori da ogni ragionevole comprensione. Tolto il gesso arrivò mia madre in camera ed mi aiutò a mettere il pigiama. Mi scrutava come se avessi nascosto qualcosa, oltre quello che lei già sapeva.

- Mamma che c'è? Non mi guardare così ! - dissi perdendo la pazienza 
Lei era l'unica con cui riuscivo un po' a trattenere il mio caratteraccio

- Damon, state insieme tu ed Elena? - guardandomi in cerca di risposta

- No Mamma, sfortunatamente no... -

- Allora lascia che parta con Stefan.. - 

- Mamma sei impazzita?! È mia figlia cazzo! - 

- Ma lei ama Stefan no?! -

- Così sembra... - dissi sistemandomi sul letto
- Allora lasciali partire, e tu cercati una brava ragazza che ti ami... veramente -

- Ascolta cara Mamma, non ti ho chiesto pareri o consigli, quindi ti inviterei a non calcare la mano. So benissimo che Stefan è il tuo cuoricino, ma io soffro proprio come lui. Anche se sono un bastardo, anche io ho dei sentimenti. Quindi se hai finito di fare Mary Poppins, ti consiglio di andare a casa e preparare il pranzo per la tua cara famiglia! - indicando la porta

 Non disse una parola e andò via. So di averla ferita, ma lei aveva fatto lo stesso con me anteponendo i miei sentimenti a quelli di Stefan. Non sono sentimenti di seconda mano. Ed una cosa era sicura non sarebbero andati da nessuna parte.

(Elena) 
Rigiravo il cucchiaino dentro la mia tazza piena di thè caldo. E non riuscivo a togliermi dalla testa Stefan. Era così vunerabile, indifeso, non sarei mai riuscita nell'intento di dirgli la verità.
All'improvviso vibrò il cellulare. Era Damon.
Mi drizzai subito sulla sedia
- Posso parlarti? - 
Risposi con un arrivo subito. Presi la borsa e chiamai subito un taxi.
Come mai voleva parlarmi? Aveva a che fare con Stefan o con Lillian? Non sapevo cosa pensare. Entrai a passo veloce in ospedale e mi avviai verso la sua stanza. Lo trovai insieme alla fisioterapista che gli stava massaggiando la gamba. Lui sdraiato con le mani dietro la testa, mi guardò con aria soddisfatta

 - Andie sei fantastica - disse guardandomi con occhi di sfida. 
Rimasi interdetta, lo ha fatto a posta?! Mi ha fatta venire mentre lui se la sta spassando?!

- Ma se fino a 10 minuti fa ti lamentavi come un bambino?! - disse lei guardandolo

- Adesso sto molto meglio... - Rispondendo a lei. - Ahia  cazzo!!!! -
- Ecco adesso ti riconosco! - disse lei alzandosi con un sorriso - per oggi abbiamo finito. 
Io mi ero goduta tutta la scena davanti alla porta. Ridendo sotto i baffi.

- Salve, sono Andie Star  e da oggi trattero il signor Salvatore
- Sa..l..ve io sono Elena Gilbert - porgendogli  la mano
- Sei la sua fidanzata? - chiese curiosa
- No è la mia cara cognatina! - rispose da lontano Damon 
- Ah ok, perfetto! Ci vediamo domani Damon! - così dicendo uscì dalla stanza

- Idiota - avvicinandomi a lui

- Non mi dai neanche un bacino oggi? - mostrandomi le labbra

Lo guardai con sguardo divertito e gli buttai la mia borsa in faccia. 
Ahi- disse spostando la borsa - lo guardai con sguardo non curante ma divertito

- Allora questa cosa importante che dovevi dirmi?! - 
Il suo viso cambiò all'improvviso

- E inutile che tu, Stefan e mia madre architietiate viaggi lontano da me, non riuscirai a portare via mia figlia... - disse con sguardo duro - non ti permetterò mai una cosa del genere.

- Damon, ma io non ho mai detto niente di simile! - 

- Beh, mio fratello mi ha detto che siete d'accordo di partire dopo la nascita della bambina... io ti avviso Elena non sfidarmi! - 

All'improvviso il ricordo, la casa al lago e quella proposta a cui avevo risposto senza dire niente. Avevo annuito senza pensare alle conseguenze, non avevo proprio voglia di pensarci. E adesso quella decisione ricadeva sulla mia testa come un macigno. Sapevo che non potevo partire, ed uno dei motivi era lui...a prescindere dalla bambina, io non volevo lasciarlo.

- Damon...io... è una cosa di tanti mesi fa, ed io non lo ricordavo più... -

- Mio fratello ha la memoria migliore della tua vedo, sistema la situazione! O gli dirò tutto! 

Iniziai a piangere, senza volerlo. Era una situazione terribilmente incasinata. Mi sentivo in trappola. 
Mi girai verso la porta, afferai la maniglia per uscire

- Elena...io non volevo.. - 

Uscì senza dire una parola, chiudendo la porta dietro di me. Sentivo ancora Damon chiamarmi, ma io non volevo più ascoltarlo.
Lui sicuramente aveva le sue ragioni, ma non poteva trattarmi così.
I miei pensieri furono interrotti dalla chiamata di Caroline, mi chiedeva di vederci per definire le ultime cose per il baby shower che stava organizzando. 
Dissi dove mi trovavo e mi venne a prendere direttamente lì.
In macchina era un turbinio di idee, e non la smetteva di parlare. Io avrei voluto solo tirare un pugno in faccia a Damon. Damon perché sei così complicato?! Perché sei così stronzo?! Perché non riesco a staccarmi da te?! Damon perché è tua figlia...

- Elena hai capito cosa ti dicevo? - disse Caroline parcheggiando sul vialetto di casa

- Care...la bambina è di Damon..- 

- Cosa?! Che c'entra Damon? - 

- Al mio compleanno non mi trovavi perché sono stata con Damon... -

- Damon il coglione? Quel Damon? - rispose guardandomi con occhi sgranati
- Si Caroline, Damon l'idiota, l'egocentrico, il menefreghista, lo stronzo...proprio lui - 
- No, tu mi devi spiegare come hai fatto! - 
- Avevo bevuto e non ho capito... - fui interrotta
- No ,no la sbronza non c'entra niente! Non è che io mi sbronzo e vado con Tyler loockwood! Tu lo volevi eccome!! Aspettavi la scusa giusta! -
- Caroline ma cosa dici!!! Io amo Stefan... -
- Adesso non ne sei più così sicura..- 

Aprì la portiera, ed uscì. Restai a guardarla incredula. Amavo veramente Stefan? O era solo l'alibi perfetto? Così da non dover ammettere agli altri e a me stessa che provavo qualcosa per Damon.  Perché Damon meritava di essere amato con i suoi miliardi di contro. 
Entrai in casa, e organizzammo questo famigerato babyshower.
Avevamo litigato tutto il pomeriggio, ma alla fine eravamo arrivate ad un compromesso niente fenicotteri rosa, ma unicorni multicolore. Mi avvicinai alla finestra come ormai era diventata la mia routine serale, afferai la tenda con la mano destra stringendola forte come a volerla stritolare, appoggiai la fronte alla finestra .

- Damon perché mi fai questo effetto... - dissi a bassa voce 

- Posso dire la stessa cosa...

Mi girai di scatto, e trovai Damon davanti alla mia porta sorretto dalla stampella 

- Questa sera malgrado non posso muovermi come voglio, avrei voluto spaccare ogni centimetro della mia stanza e fare le cose sbagliate e dire tutto a Stefan...ma sto mantenendo la calma in tutti i modi...per te

- Ma sei ancora arrabbiato con me?

- Certo che sono ancora arrabbiato con te... perché mi fa impazzire starti vicino, e anche non starti vicino mi fa impazzire.
Il solo pensiero di non vederti un giorno mi fà stare male, vado fuori di testa.
Lo so che sono un egoista, ma cerca di capirmi anche se è difficile.

- Damon...non è difficile capirti, credimi...ma io non so come comportarmi, non voglio perdere nessuno dei due...

- Mi dispiace, ma succederà...ora promettimi che farai qualcosa al riguardo - disse guardandomi in supplica
Annuì ed uscì piano dalla mia camera. Mi sedetti sul mio letto pensando ad un modo per posticipare la partenza per New York.

(Damon) 
Finalmente con mia grande fatica riuscì ad entrare a casa, non avevo voluto l'aiuto di nessuno e per questo mi maledicevo ad ogni passo. Sulla soglia di casa, qualcuno finalmente aprì la porta. Con mia grande sorpresa era Stefan.

- Già in giro? La mamma mi ha detto che hai firmato per uscire prima..- disse facendomi spazio per entrare

- Si.. Sono passato da Grayson, per proporgli lo Smart working - 

- E hai visto Elena...

- Si l'ho vista... è un problema? - girandomi verso di lui

- In effetti è un problema - chiudendo la porta di casa

Lo guardai, non capivo dove voleva andare a parare.

- Il problema è che sei innamorato di lei..lo so... -

- Tu non sai un bell niente! - risposi con un ghigno

- E ho avuto la conferma quando ti ho detto di New York! - 

- Wow sei proprio intelligente! - con un sorriso di scherno - Io me ne vado..

- Damon, non trattarmi da stupido, soprattutto se sto dicendo la verità! - 

- E anche se fosse?.. - mi fermai sulla scala che stavo salendo - non hai di che preoccuparti, lei ama te e non me, dormi sonni tranquilli. - 

- Una volta ti ho detto di starle lontano, ti rinnovo l'invito... -

- Grazie per l'invito, sapevo che mi avresti odiato come prima.. - continuai a salire senza mai voltarmi ed entrai in camera mia. Mi buttai sul mio letto, la gamba faceva dannatamente male. Mi sdraiai e guardai verso la finestra. La luce della camera di Elena era ancora accesa, mi avvicinai per guardare meglio, quando la vidi in reggiseno e mutandine. Mi nascosi dietro la tenda per non farmi vedere, era bellissima. Forse era appena uscita dalla doccia, il suo reggiseno ricamato rosa non lasciava niente all'immaginazione, le linee del suo pancione mi facevano impazzire. Continuai a guardare quasi ansimando, tutto di lei mi faceva perdere il controllo.
Prese i capelli in una coda, ed iniziò a massaggiare il suo corpo con una lozione, avrei dato anche l'anima per poterla toccare ancora una volta. Prese il pigiamino rosa e lo indossò, ed uscì dalla camera lasciandomi come un coglione davanti alla finestra con il pene in erezione. 
Che ora faceva male dentro i pantaloni.

 - Ci vuole una bella doccia fredda adesso - pensai mentre mi avvicinavo al bagno.
- Caro Damon come ti sei ridotto - dissi davanti allo specchio che rifletteva un Damon stanco e con la barba incolta.
All'improvviso vibrò il cellulare e con mia sorpresa era Caroline Forbes

- Buonasera Barbie, a cosa devo questa piacevole chiamata? - 

- Piacevole non direi, direi necessaria! -

- Sono tutto orecchi Forbes

- In primis vorrei farti i complimenti per aver messo incinta la mia migliore amica! Vorrei capire come hai fatto! -

- Succede quando due scopano, pensavo che la mamma ti avesse detto tutto! - dissi sarcastico

- Lo sai che sei un coglione vero?!  Intendevo arrivare fino a lì, portarla al punto di non ritorno. Arrivare al punto di desiderarti così! La storia della sbronza può andare bene per gli altri, e anche per te volendo, ma non per me! -

- Come puoi aiutarmi? - dissi serio

- Potresti iniziare non comportandoti sempre da perfetto idiota!  Lei ti ama, ma non vuole ammetterlo neanche a se stessa -
 
- Ti ha detto qualcosa? - chiesi in ansia

- Cose che non ti riguardano, allora arriviamo al punto!  Sto preparando il baby shower...

- Pagherò tutto io. - Dissi interrompendola 

- Ok paperone, ma non ho chiamato per quello, volevo usare la vostra depandace, e mi serviva il tuo consenso

- Non ci sono problemi - dissi 

- Ok, allora grazie...ci sentiamo - 

- Caroline...Io la amo veramente... - 

- Lo so.... buonanotte Damon - 

Riagganciò, e mi sedetti piano sul bidet. Com'era possibile che tutti avevano capito tutto. E lei ancora no. 



Note: Diciannovesimo Capitolo. Damon ha iniziato la riabilitazione insieme alla cara fisioterapista Andy... rimarrà tale? Abbiamo visto anche un piccolo scontro tra fratelli. Porterà ad una conclusione? Caroline aiuterà Damon? Grazie sempre a chi mi segue e alla prossima! ♥️


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Capitolo 20
*** Niente che tu non abbia già visto... ***


Il profumo dei pancakes avevano completamente avvolto casa, ed io come guidata da questo dolce profumo mi avviai verso la cucina. Anche la bambina ne voleva approfittare, perché iniziò a scalciare con prepotenza. Aprì la porta della cucina e trovai la mamma che versava lo sciroppo d'acero sopra i pancheks. 

- Buongiorno Tesoro, dormito bene? -

- Insomma.. - dissi avvicinandomi con il piatto a lei

- Come mai? - prese la fetta di più grande e la poggiò sul mio piatto.

- La bambina ha scalciato tutta la notte, e non sono riuscita a dormire - risposi sedendomi a tavola

Mi guardò con sguardo dolce, e si sedette vicino a me. Prese una ciocca dei miei capelli e mise dietro l'orecchio

- Tesoro, so che non è solo per questo che sei così distrutta...- 

La visita di Damon della sera prima non era passata certo inosservata, e sicuramente voleva saperne di più.
La guardai con il boccone in bocca, e negai  con il capo, il suo sguardo però non si spostò da me.

- Io non so cosa è successo tra te e Damon, ma se è successo c'è sempre un motivo... -

- Mamma...- dissi facendo cadere le posate sul tavolo

- Che c'è? Lo sai che mi è sempre piaciuto Damon! - alzandosi per spostarsi vicino al frigorifero - 

- Mamma...- ripresi le posate e addentai un boccone

- Dico solo che dovresti dargli una possibilità, lo so che ha molti difetti, lo conosco da quando era piccolo... -

Grazie al cielo arrivò la chiamata di Stefan che interruppe l'angolo del cuore della mamma

- Hey Stefan, pronto per il corso pre parto?  - dissi cercando di sembrare tranquilla

- Ehm è per questo che ti chiamo...non posso venire...mi hanno trattenuto qui..-

- Stefan come pensi che faremo nascere questo bambina se non ci sei mai? - dissi gridando

- Lo so, ma io non posso...mio padre ..-

- Ecco! Sempre tuo padre! Quando penserai a me?! - 

- È proprio perché penso a te che sono qui...non puoi andarci con tua madre? - propose

- Certo, posso andarci, ma mia madre non è il padre del bambina! - riagganciai sbattendo il cellulare sul tavolo

Mia madre mi guardò con aria curiosa
- Scusami, vacci con Damon...se vuoi andarci con il 'padre' - mi sorrise pulendo il piano da lavoro

- Mamma Damon, non è tipo da corso preparto! 

- La gente ti stupisce a volte... Corri da lui, ti copro io - schiacciandomi l'occhio destro 

La carica positiva della Mamma riusciva sempre ad abbindolarmi, e senza pensarci ero già davanti casa dei Salvatore. La porta era aperta ed entrai silenziosamente. Sembrava che Lillian non era in casa, mi avvicinai alle scale quando sentii della musica provenire dalla camera di Damon era ' Sail  - Awolnation'  a tutto volume. La porta era socchiusa ed entrai in camera sua, la socchiusi dietro di me. Sentivo il rumore dell'acqua che scendeva, magari era in bagno. Mi avvicinai piano, aprendo la porta. Davanti ai miei occhi Damon girato verso muro completamente nudo faceva la doccia. Sapevo che non dovevo restare lì, ma non riuscivo a muovere un muscolo. Il suo corpo perfetto mi aveva completamente bloccato le funzioni vitali. Lavava i capelli, facendo scendere l'acqua sulla sua bocca per poi risputarla. Allimporvisso mi guardò con la coda dell'occhio, si era accorto di me. Continuò fregandosene, anzi si girò verso di me e mi guardò con occhi di sfida, appoggiando le sue mani sulla lastra di vetro che ci separava. L'acqua continuava a scendere sul tutto il suo corpo, il torso palestrato faceva scendere l'acqua perfettamente come se seguiva un percorso. Come poteva essere così attraente, tutti i muscoli del mio corpo mi dicevano di entrare nella doccia con lui. Fece scivolare le sue mani sul vetro trasparente mordichiansosi le labbra ad arrivare sul suo pene. Il mio sguardo si posizionò li, facendomi vibrare. Mi girai di scatto dall'altra parte. Mettendomi le mani davanti alla bocca per non farmi sentire ansimare.
Sentii lui che chiudeva il rubinetto ed uscì

- Niente che tu non abbia già visto - disse avvicinandosi a me, mi superò zopicando e prese sul letto l'asciugamano che aveva preparato in precedenza, asciugandosi prima il viso per poi passare sul dorso.

- A cosa devo questa piacevole sorpresa? -
  
- Io..io ero passata per chiederti una cosa...- mi sentivo completamente interdetta.
- Sono tutto orecchie - continuando ad asciugarsi con nonchalance
Degluiti tutta la saliva che si era depositata nella mia bocca durante lo show di Damon

- Io...p..potresti vestirti prima?! - mi rigirai dall'altro lato, ero diventata tutta rossa, la tensione sessuale si tagliava con un coltello.

- Come vuole lei signorina Gilbert -  mi sussurò all'orecchio
Si allontanò, senti l'armadio aprirsi e richiudersi. Mi sentivo tutta eccitata, mio malgrado. Avrei voluto sbatterlo contro lo stipite della porta e riprenderlo come per il mio compleanno, tirarlo per i capelli, e saltargli addosso. Mi passai la mano tra i capelli, iniziai a sentire caldo, molto caldo.
Si avvicinò da dietro, e sussurò al mio orecchio.

- Lo so a cosa stai pensando...guardo anch'io spesso lo stipite della porta - 

- Io non stavo pensando a niente del genere! - voltandomi verso di lui - e poi perché ancora non sei vestito? Sembri.. -

- Affascinante? Stupendo? Irresistibile? -

- Distrutto, sembri davvero distrutto, non stai bene? -

- Mai stato meglio, mi aiuteresti ad abbottonare questa? - indicando la camicia che aveva indossato
-   Cos'è non riesci più? - dissi chiudendo i bottoni e abbozzando un sorriso

- Si, dimentico tutto quando sei con me...- 

- Damon... - dissi fermandomi

- Ok...dimmi piuttosto perché sei qui...- 
- Oh sì, ho il corso preparto questa mattina, e mi chiedevo in quanto padre della bambina, se ti piacerebbe partecipare...- 

- Quando Stefan non c'è divento magicamente il padre? - disse guardandomi duro

- Ok, scusami...io... è stata una cattiva idea...- feci per uscire, quando mi afferrò per la mano
- Elena, scusami...io sono il solito idiota. Certo che mi farebbe piacere. Andiamo! - Disse tirandomi dalla mano fuori dalla porta. Arrivati sul l'uscio mise gli occhiali da sole e chiamammo un taxi, ancora con la gamba non poteva guidare. 
La radio del taxi suonava "Photograph - Ed Sheeran" e le mani iniziarono a sudare, sfregai contro le mie gambe nervosamente. Lui si accorse, e mi prese una mano e fece per morderla.
 Mi scappò una risata, e lo colpì sulla spalla. 

- Quando sei con me devi rilassarti...sei sempre un pezzo di legno! -  questa volta baciandola

Annuì arrossendo. Un'altra vampata di calore mi arrivò in pieno viso facendo sobalzzare anche la bambina. Mi toccai la parte dolorante con la mano. Quando lui si avvicinò a me e diete un bacio alla piccola che si calmo subito. 
Lo guardai stupita, per il bacio e per il fatto che la bambina avesse smesso subito

- Che ti posso dire, conosce il papà! - disse divertito

Lo guardai divertita e scossi la testa.
Arrivati in ambulatorio, entrammo in una stanza piena di donne incinte con i loro compagni. La dottoressa ci guardò e disse 

- Salvatore - Gilbert?

- Siamo noi! - disse togliendosi gli occhiali

- Siete in ritardo! Presto posizionatevi come tutti gli altri -

Mi sedetti sul tappetino, e Damon malgrado la gamba riuscì a sedersi dietro di me.

- Allora mamme fate un bell respiro profondo, e buttate l'aria dalla bocca. È tutta questione di respirazione. Se respirerete bene, ne gioverete voi, e il bambino nascerà prima. E voi papà cercate di essere un conforto per le mamma, abbracciatele e sfiorate anche voi il pancione. Fate sdraiare la vostra compagna su di voi così che potete farla rilassare. - 

Cercai di respirare come diceva la dottoressa, ed incrociai le mani di Damon con le mie. Avvicinò la suo viso al mio e disse
 - Mi piace questa posizione - 
- Damon dacci un taglio! - cercai di riprenderlo sottovoce

All'improvviso sentii la sua erezione dietro di me. Mi voltai verso di lui
- Davvero?! - 
- Sono gli ormoni della gravidanza! - mi rispose all'orecchio

Mi girai verso la dottoressa, in effetti questo contatto era eccitante anche per me, o erano gli ormoni della gravidanza o io volevo veramente Damon.
All'improvviso mi baciò il collo, un bacio casto ma che accese tutti i miei sensi, ebbi subito la pelle d'oca. Cercai di non fargli capire niente, ma lui si accorse di tutto.

- Se volevi i miei baci bastava chiedere - mi sussurò 

- Voi due! Dovete aspettare che nasca prima questo bambino, prima di pensare di farne un'altro! - ci riprese la dottoressa tra le risate generali 

- Ah non si può prima? - disse lui beffardo

Prontamente lo colpì con una gomitata sullo sterno, e rivolgendo un sorriso di cortesia alla dottoressa. 
Ero completamente in imbarazzo, riusciva sempre a mettermi in situazioni tragicomiche. Poi davanti a tutti.
Finita la lezione, ci alzammo e stavamo per uscire, quando la dottoressa ci chiamò indisparte. 

- Voi due avete un'attrazione che poche volte ho visto, si percepisce chiaramente, ma quando venite qui perfavore cercate di stare attenti! 

- Oh..oh..ok.. - dissi nell'imbarazzo più totale

- Cercherò di tenerlo sottochiave dottoressa - disse Damon con un ghigno e mettendosi gli occhiali

- Damon! - dissi trascinandolo fuori da un braccio

Arrivati fuori inizia sbuffare e a irritarmi
- C'è bisogno che ti comporti sempre da idiota?! - lo guardai dura

- Scusami, non volevo metterti in imbarazzo signorina precisina! - 

- Precisina? Ti sei comportato da idiota dall'inizio alla fine! Stefan non lo avrebbe mai fatto!! - mi uscì così di botto, senza pensarci.

- Certo, scusami... - ed iniziò a camminare senza di me verso l'uscita.
Non volevo ferirlo, l'avevo detto in un attimo di rabbia, non lo pensavo veramente. Chiamò un taxi che arrivò prontamente

- Damon...
- Elena entra in macchina... -
- Damon io...
- Elena, ho molta fretta, come te - aprendo la portiera e facendomi accomodare. Girò dall'altro lato ed entrò
I primi 5 minuti ci fu il silenzio più totale, lui era girato completamente verso il finestrino e non mi degnava di uno sguardo. Recuperai un po' di coraggio ed iniziai
- Preferisci così? Non ne parliamo? -
- Di cosa dobbiamo parlare?! - si girò verso di me, era molto arrabbiato
- Mi dispiace per quello che ti ho detto...-
- Non me ne importa niente! Davvero!
- Perché ti comporti così?..
- Perché hai ragione, non sono Stefan e questa è la prova che non possiamo stare insieme. Devo farmene una ragione! Dammi tempo! - 
Mi girai d'altro lato con gli occhi lucidi, forse questa era la volta buona che lo avevo perso per sempre.
Arrivati davanti a casa aprì lo sportello, e andai via senza aspettarlo, non avevo più voglia di parlare con lui.

(Damon)
Eccola che corre via senza neanche salutare, non mi importa! Non la chiamerò e non la seguirò.  Per oggi va bene così!
Arrivato davanti alla porta di casa, trovai Andie ad aspettarmi

- Allora occhi belli sei pronto per un po' di fisioterapia? - 

- Non ho sofferto abbastanza stamattina?! - la guardai con disappunto
- Forza pigrone! - aprendo la porta

Arrivati in camera iniziò la tortura, mi era passata proprio la voglia di fare tutto. Dopo un po' di esercizi passivi, Rose si avvicinò a me 
-  Che ne pensi di fare un altro tipo di esercizi- inizio a toccarmi il pene, la guardai con aria di domanda

- Hai capito benissimo, voglio scopare Damon! È dal primo momento che ti ho visto che.. -

- Zita! - la avvicinai a me con forza baciandola con trasporto - Distraimi, ho bisogno di questo -  seduta sopra di me inizio a spogliarsi e ha togliermi i pantaloni della tuta. Si buttò su di me, baciandomi il collo fino a scendere sugli slip che non contenevano più la mia erezione.  Li tolse di fretta e si posizionò su di esso. La guardai con occhi interrogativi mentre mentre andava avanti e indietro.
- Rilassati dolcezza, prendo la pillola - mi rassicurai, non volevo un altro baby Damon in giro. Avevo perso dinuovo la testa. Capovolsi la situazione posizionandomi sopra di lei e spingendo e ansimando. Inizio a gridare il mio nome, riportando alla mia mente Elena, e la notte passata insieme. Mi fermai di botto. 
- Dolcezza perché ti sei fermato? - disse lei mettendosi il mio pollice in bocca
- Io non posso...rivestiti! - dissi alzandomi in piedi sedendomi sul letto
- Cos'è sei innamorato della fidanzata di tuo fratello?! - rispose lei alzandosi sui gomiti
- Non sono affari che ti riguardano!! - gridando non volendo - Adesso se vuoi scusarmi vado a fare una doccia. Conosci la strada..- 
Aprì l'acqua fredda per  calmare i bollenti spiriti e appoggiai la fronte sul muro. Ero completamente cambiato non mi riconoscevo più. Il Damon non si sarebbe mai fermato, avrebbe continuato, avrebbe preso tutto fino alla fine. Dannazione! Sbattei il pugno più forte che potevo sul muro. Non potevo mai competere con Stefan. Lui è ciò csi cui lei ha  bisogno.


Note: Capitolo Venti. Vediamo Damon nudo, Damon che ci prova con Elena, Damon che fa' la cosa sbagliata con Andie... Diciamo che questo capitolo è tutto per lui. 😅 Elena che non sa ancora chi scegliere, e non è mai contenta degli sforzi fatti da Damon. So che questa Elena è molto confusa,ma vi prometto che il prossimo capitolo sarà decisivo...♥️ Grazie sempre a chi mi segue! Alla prossima! ♥️



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Capitolo 21
*** Confetti e Unicorni ***


 - Oddio ormai sono diventata una balena, non mi entra più niente! - esclamai davanti al mio armadio pieni di vestiti

- Ma stai per avere una bambina! - esclamò Bonnie con dolcezza seduta sul mio letto.

 Era passata una settimana dal incontro con Damon, e non ci eravamo più visti, tranne qualche saluto dalla finestra. Lui lavorava in Smart working da casa sua, quindi non passava più da qui. Mi mancava la sua presenza a colazione, ma forse era meglio così. Quando lui non c'era riuscivo ad essere più razionale. Iniziai a provare un vestito dopo l'altro davanti gli occhi di Bonnie cercando approvazione

- Hai detto a Stefan che non vuoi andare a New york? -

Quella domanda arrivò come una doccia fredda, in realtà avevo provato, ma non ero riuscita ancora a dirgli la verità. Era diventato tutto così difficile, Damon, la bambina, New York. 

- Ho provato Bonnie, ma non so come fare...- 

- Devi farlo, se vuoi rimanere... - 

- Io voglio rimanere...non voglio lasciare Damon. È diventato troppo importante per me..-

- Lo ami? - 

- Bonnie io non lo so...so che provo questa cosa per lui e so che è sbagliato. 

- E chi lo dice?- 

- Tutto quello che fa!  Bonnie è un continuo, devo sempre riprenderlo in tutto! - sistemando il mio vestito. Avevo optato per un vestito in chiffon, sfondo azzurro e con rose rosa sparse.

- Sei meravigliosa.. - disse Stefan entrando in camera

- Ok, io vi aspetto giù - così Bonnie si congedò.

- Non sembro una balena fiorata vero!? - sempre davanti allo specchio
Lui si avvicinò a me, e mi abbraccio da dietro, avvicinando il suo viso al mio

- Sei stupenda - mi fece girare verso di lui, infilò la sua mano tra i miei capelli e mi prese in un bacio

- Adiamo, ci aspettano tutti.. - 

Mi prese per mano, e ci incamminammo verso la Depandace, il sole di quel pomeriggio era caldo e profumava di primavera. Più mi avvicinavo, più sentivo una musica di sottofondo  "All i want" - Emma Bale. Era tutto perfetto, le vetrate piene di ortensie rosa che scendevano dai lati rendeva tutto meraviglioso. Piccoli tavoli con tovaglie rosa pallido con confetti e piccoli Cup cake con granelli di zucchero sopra posizionati in una piattaia. Tutti i nostri amici ci accolsero con un applauso che mi fece emozionare, strinsi la mano di Stefan forte, fino a quando il mio sguardo si posò su di lui. Vicino al tavolo dello champagne con un bicchiere in mano e l'altra nella stampella. Jeans e maglia blu scuro alla coreana lasciata aperta. Mi guardava con i suoi occhi cristallini. Per un attimo tutto quello che c'era intorno a me scomparve. C'era solo lui ed io. Era bello da mozzare il fiato. Per un'attimo pensai di andare verso di lui e baciarlo. Baciarlo come non avevo mai fatto. Un bacio che mi lasciasse senza ossigeno per qualche secondo, e sentire le su mani su di me. Finalmente avevo capito, lo amavo. Lo amavo più di quando avessi mai pensato. Lo desideravo con una forza che non sapevo di avere. Il cuore sembrò esplodere quando lui alzò il bicchiere verso l'alto per salutarci. Lui era lì, pur sapendo che sarei stata con Stefan, lui sopportava tutto questo per me. Ed io non potevo più andare avanti così. Dovevamo dirlo a Stefan. Il problema era che amavo anche lui.
Entrammo nella depandace dove era allestito un piccolo salottino con al centro un tavolo con tantissimi regali per la bambina. Mi accomodai al centro e le ragazze si avvicinarono tutte a me per iniziare ad aprirli. Appoggiati all'entrata Stefan e Damon. Mi guardavano ognuno  a modo suo, Stefan con gli occhi che gli brillavano dalla felicità, Damon con quella nota di provocazione che lo contraddistingue. Ognuno a modo suo mi attirava. Cercai di sviare lo sguardo sui regali e su Caroline che catalizzava  l'attenzione come sempre.

- Ok ferme tutte! Come prima cosa volevo ringraziare i fratelli Salvatore per avermi permesso di rivoluzionare la loro depandace, e poi volevo ringraziare Damon per aver contribuito alla realizzazione di tutto questo! - disse guardandolo sorridendo

Aveva contribuito?! Quindi nel vocabolario di Caroline significava che aveva pagato tutto Damon...-

Lo guardai con sguardo di gratitudine, che rispose con mezzo sorriso e poi vidi lo sguardo di Stefan duro guardarmi.
Abbassai subito lo sguardo. Il mio imbarazzo fu notato da tutti. Anche da Caroline che prontamente disse.

- Ok, ok bando alle ciance! iniziamo, di chi è questo? - afferrando un pacco sul tavolo

( Damon)
Girai i tacchi ed uscì dalla stanza aiutato dalla stampella, abbozando un sorriso mentre davo un sorso allo champagne che avevo in mano.

- È tutto così divertente per te? - 
- Dai Stefan, fatti una risata pure tu - 
- Damon non sfidarmi! - 
- Lo sai che sei diventato monotono? - 
- Hey Hey che sta succedendo qui! - Disse Klaus avvicinandosi

- Damon stava andando via! - Disse Stefan avanzando

- Io non vado da nessuna parte fratellino! - dissi in tono di sfida

- Ok, tu vieni con me - disse prendendo Stefan  per un braccio

Si allontanarono da me, guardandomi in cagnesco, ed io prontamente li salutai con un sorriso e con la mano. Mi guardai intorno e mi sedetti su una panchina posizionata vicino ad un palloncino a forma di unicorno. Ormai la situazione con mio fratello era diventata insostenibile. Ormai mi odiava con ogni fibra del suo corpo, potevo dire la stessa cosa. Lui aveva una cosa che io volevo con tutto me stesso, l'amore di Elena. Ormai Elena era prossima al parto e non avevamo più molto tempo.

(Elena)
Non facevo che pensare a quello che era appena successo, si erano quasi menati poco fa'. Mi sentivo tremendamente in colpa, dovevo parlare con Damon. Mi allontanai con la scusa del bagno, e feci segno a Damon di seguirmi. Un attimo dopo ci trovammo in nel salotto dei Salvatore. 

- Damon devi smetterla! -  cercando di mantenere la calma

- Cosa devo smettere? Elena io non lo voglio fare, io non sono il bravo ragazzo ricordi? Io sono l'egoista, prendo quello che voglio, faccio quello che voglio, mento a mio fratello, mi innamoro della sua ragazza, e la metto incinta!

- Damon non possiamo andare avanti così!-

- Hai proprio ragione! Io non posso più sentirmi in colpa per volerti vicino ogni attimo, non voglio sentirmi in colpa se tocco il pancione e dentro c'è mia figlia! Lo vuoi capire che è mia figlia?! - gridò disperato

- Tua figlia.... - dall'altra parte della stanza Stefan ci stava guardando con gli occhi persi pieni di lacrime non scese

- Stefan... - dissi con un filo di voce
- Cazzo...- disse Damon facendosi cadere sulla poltrona dietro di lui

- È sua figlia Elena?... -  mi chiese con sguardo vuoto

- Stefan io ... -

- Quindi è vero, ti sei scopato la mia ragazza?! - guardando Damon

Damon lo guardò per un attimo e sviò lo sguardo

- Stefan ti prego, non avrei mai voluto che lo scoprissi così! - 

- Mi fate schifo - così dicendo uscì dalla stanza

Mi girai verso Damon con gli occhi gonfi di lacrime e lo implorai di restare lì. Invece io corsi dietro a Stefan

- Ti prego fermati Stefan! Non l'ho fatto apposta credimi... - 

Si fermò davanti alla sua macchina
- Sai, è da tutta la vita che Damon ottiene sempre tutto quello che vuole. L'unica cosa che io avevo e lui no, eri tu. Il tuo amore per me, era la cosa più importante. Invece adesso lui ha anche te... - 

- Stefan mi dispiace... -  singhiozzando

- Non fa niente, voi due infondo siete uguali... -

Entrò nella sua macchina, e stava per andare quando all'improvviso senti acqua calda scendere dalle mie gambe.

- Stefan mi si sono rotte le acque!! - Gridai spaventata 

Il mio grido attirò anche l'attenzione di Damon che era rimasto davanti alla porta di casa. Cominciò ad avvicinarsi, cercando di camminare il più velocemente possibile.
Stefan uscì di colpo dalla macchina e venne verso di me

- Ma è in anticipo! - mi disse prendendomi per le braccia - Ok, ti porto subito in ospedale - replicò con occhi rossi - e tu entra in macchina - rivolgendosi a Damon

Mi aiutò ad entrare, e Damon si posizionò dietro con me. Ingranò la marcia e partimmo.
Iniziai a respirare velocemente, cercando di contenere il dolore

- Ti ricordi al corso pre- parto? Devi respirare con la bocca - disse Damon dolcemente cercando di calmarmi

- Ma certo! Avete fatto anche il corso pre parto insieme, ed io coglione a New York! Pensavo che c'eri andata con tua madre?! - disse con un sorriso amaro

- Fratellino, non mi sembra il momento per buttarci merda addosso, finiamola qui! - disse Damon cercando di restare calmo
- Io con te, non ho neanche iniziato, bastardo! - 

- Vi prego Smettetela! - iniziai a gridare il dolore si faceva sempre più intenso e ravvicinato.
Stefan ci guardava dallo specchietto retrovisore con occhi delusi
Lo avevamo tradito, e aveva tutta le ragioni per essere arrabbiato con noi, lo avevamo deluso su tutti i fronti.

- Damon! - dissi tirando il colletto della sua maglia verso di me

- Hey, Hey calma, va tutto bene, respira...- facendomi vedere come

- No Damon, io non ci riesco! - gridando ancora più forte

All'improvviso Stefan portò la sua mano verso di me

- Stringimi forte la mano Elena...- incoraggiandomi attraverso lo specchietto
Lo guardai per un secondo, e afferai la sua mano, e iniziai a respirare cercando di contenere il dolore 

- Ok, brava così... - disse Stefan girando lo sterzo con la mano che gli rimaneva - Siamo quasi arrivati - 

- Stefan... - dissi con un filo di voce
- Non dire niente ti prego... - continuando a guardare la strada

Amore mio, che cosa ti avevo fatto, non ti meritavo.
Parcheggiò davanti al pronto soccorso, scese dalla macchina e mi caricò di peso. Appoggiai il mio viso sul suo collo, e con il braccio mi aggrappai alla sua spalla. Respirai il suo profumo come se fosse stata una medicina
Mi portò dentro non curandosi di Damon che rimase indietro.
- Qualè l'emergenza? - disse infermiere che si avvicinò a noi
- Si sono rotte le acque! - disse con voce rotta 
L'infermiere prontamente prese una sedia a rotelle per portarmi in sala parto, ma io non volevo lasciare la mano di Stefan.

- Hey.. Elena, io sarò qui...se mi vorrai - 
Così dicendo lo lasciai davanti alla porta dell'entrata con Damon al seguito.


Note: Capitolo Ventuno. Finalmente Stefan ha saputo la verità, e nel peggiore dei modi. Caroline ha acceso la micia che ha fatto scoppiare tutto, e la bambina ha stravolto la situazione,  volendo nascere prima del previsto. Come gestiranno la situazione in ospedale Damon e Stefan? Si prenderanno a pugni tra le corsie? 😅 Ci vorrà Elena al suo fianco? Grazie sempre a chi mi segue ♥️ e alla prossima! 







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Capitolo 22
*** Lui è migliore di Me ***


Ero posizionata sul lettino da travaglio, in balia dei dolori. Non riuscivo a pensare lucidamente. Era successo tutto così in fretta. Stefan, Damon e la bambina. 
Le contrazioni si facevano sempre più vicine, gridando come una disperata volevo solo lui.

 (Damon) 

- Cazzo come grida, non posso sentirla fare così! - dissi avvicinandomi alla porta

- Ci hanno detto di aspettare.. - rispose gelido Stefan

- Beh che si fottano, non possono lasciarci fuori... - 

- Tesoro eccoti! - Disse Lillian avvicinandosi a Stefan con Giuseppe al seguito - è già nata? - sedendosi vicino a lui

- Allora chi è il padre?! - disse un infermiera avvicinandosi a noi
- È lui... - rispose Stefan indicandomi
- Lo dicevo io, che era lui il mentecatto!! - rispose Giuseppe facendo girare tutti verso di lui

Lo guardai, lo guardai in adorazione. Lui era sicuramente migliore di me, lo era sempre stato. Per questo lei amava lui, e per questo lui doveva entrare e non io.

- Stefan...devi entrare tu - dissi - io non mi merito tutto questo. Sono sempre stato un egoista del cazzo, ma adesso devo fare la cosa giusta. - mi avvicinai a lui - lei ama te cazzo! - 

- Damon fermati, lei è tua figlia, non ti priverei mai della gioia di vederla nascere... anche se sei un bastardo...ora corri da lei, io la vedrò dopo - 

Lo baciai forte sulla fronte ed entrai nell'anticamera della sala parto. Indossai il camice ed entrai. I suoi occhi impauriti si posarono su di me

- Damon...Damon finalmente sei qui... -

- Sono qui - dissi prendendole la mano in bacio - so che ti aspettavi Stefan... -

- No..Damon... E te che aspettavo. - disse accarezzandomi i capelli

- Ok Elena, sei quasi del tutto dilatata - disse l'ostetrica presentandosi a noi - quando ti dico io, spingi con tutta la tua forza
Ci eravamo, stava per nascere mia figlia.

(Elena)
- Damon, Damon, Damoooonnnnn - dissi strillando tirandolo per camice 

- Amore sono qui, non ti lascio... - 
Mi aveva chiamata Amore? Anche se avevo i dolori forti, quelle parole mi entrarono dentro. Anche io lo amavo, e amavo Stefan.

- Damon, perdonami per tutto! -

- Non preoccuparti per me, fai nascere nostra figlia! - mi disse accarezzandomi

- Forza Elena, un ultima spinta! - mi grido l'ostetrica
Spinsi più forte, più forte che potevo, quando all'improvviso sentii la sua vocina.

- È nata! - disse Damon guardandola felice

Aveva lo sguardo più bello che io avessi mai visto, ed era tutto per nostra figlia.
Mi accasciai sul lettino stremata.

( Damon)
- Vuole tagliare il cordone? - mi chiese l'ostetrica mostrandomi la forbice.
Mi avvicinai e feci come mi disse.
Lei era bellissima occhi azzurri e molti capelli neri. Una piccola Damon per intenderci

- Ciao principessa - dissi prendendola in braccio - lo sai che sei bellissima? - la baciai sulla fronte e la portai vicino ad Elena

- Damon è una piccola te! - affermò appoggiandola su di lei

- Potevamo risparmiarci anche il test di paternità a saperlo prima! - dissi con gli occhi pieni di lacrime sorridendo

- Già... - rispose con un sorriso

Restammo immobili ad osservarla, occhi vispi azzurri che ci osservavano, capelli nero corvino, nasino all'insù e bocca a forma di cuoricino. Era Perfetta.

- È un miracolo - mi sussurò - 
- Il nostro miracolo - Replicai
- Vorrei scusarmi dinuovo per il mio comportamento la sera del suo concepimento...- 

- Damon, non ha più importanza, adesso lei è con noi, è questo quello che conta.- 
(Elena )

Mi portarono in camera dov'è c'era tutta banda al completo. Erano arrivate anche Bonnie e Caroline

- Ragazze! Che gioia vedervi! -
- E noi che ti aspettavamo ancora nella depandace! - Disse sorridendo Caroline

- Scusate tutti, ma la piccola non voleva più aspettare... - 

- A proposito come si chiama? - chiese Caroline impaziente 

- Si chiama Deva, Stefanie Salvatore - lo sguardo di Stefan si alzò di scatto verso di me. Era da quando ero entrata in camera che non mi aveva degnata di uno sguardo.
Lo guardai con gli occhi pieni di lacrime, si avvicinò a me e mi prese in un bacio sotto lo sguardo di tutti. Damon ci guardò un secondo ed uscì dalla stanza.

(Damon) 
- Che cazzo pensavo? Che adesso, come per magia lei volesse me? - rimuginavo seduto sullo schienale di una panchina fumando una sigaretta. È normale che lei voglia lui, e allora perché mi sento così male? Ho il cuore a pezzi. Aspirai il fumo come per volermi avvelenare l'anima già nera. Incominciai a piangere come un bambino, era troppo anche per l'insensibile Damon. Strofinai gli occhi con il pollice e l'indice cercando di smetterla.

- È normale sai?...non devi nasconderti - disse mia madre avvicinandosi

- Mamma...io...sono uno stupido lo so, ma non riesco a smettere - 

- Vieni qui... - mi abbracciò così com'ero.
Ricominciai a piangere come un disperato, non piangevo così non so da quando tempo. Le lacrime bruciavano i miei occhi e il mio cuore. 

- Mamma io la amo veramente, so di essere un bastardo, ma io...-

- Hey - alzandomi il viso - sei stato perfetto!  Sono fiera di te, sei cambiato molto! Sei diventato un adorabile idiota altruista! -

- Mamma... -

- E come me ne sono accorta io, se ne accorgerà anche lei, dagli tempo...- 

- Grazie Mamma.. - la baciai sulla fronte e andò via
Rimasi fuori a fumare un'altra sigaretta

( Elena) 
Stefan si scostò da me, dopo quel bacio dato allimproviso, era stato del tutto inaspettato. Provocò la felicità di tutti, ed iniziarono a  battere le mani. Sorrisi come un idiota...non so perché ma mancava qualcosa a quella scenetta perfetta. Damon. Stefan si avvicinò a me e prese la bambina in braccio e la baciò sulla fronte. A quel punto non so come, ma uscirono tutti dalla stanza, lasciandoci da soli.

- Stefan io... - 

- Le voglio bene, è sempre mia nipote no? -  con gli occhi lucidi e stringendo le labbra

- Ste... -

- No, dico sul serio io la amo, come amo te.. Io non sono pronto a lasciarti andare... È vero, mi ha distrutto con la storia di Damon ecc, non voglio sapere niente, come è successo, e quando è successo. Da oggi io voglio ricominciare con te e la bambina se tu lo vuoi..- 

Poggiò la bambina nella culletta e si avvicinò nuovamente a me

- Elena io ti amo, e non voglio rinunciare a te! - 
- Stefan...io non lo so, adesso c'è anche Damon.. - 
- So ché adesso la situazione è diversa...ma se tu mi vuoi ancora... - 

In quel momento entrò Damon
- Scusate, vi lascio soli.. - fece per uscire
- No Damon, stavo andando via - disse Stefan sospirando, mi baciò la fronte ed uscì dalla stanza

- Vedo che siete dinuovo innamorati come prima, ed io sono sempre il terzo incomodo... - commento avvicinandosi alla culletta

- Damon, io...provo qualcosa per te - dissi alzandomi in piedi

- Elena, è stata una giornata faticosa...e sono stanco...- 

- Damon..io ti amo...- mi uscì così d'impulso
Alzò lo sguardo verso di me guardandomi meravigliato 

- L'ho capito oggi al baby shower, o forse l'ho sempre saputo... ero troppo spaventata da questo sentimento per ammetterlo... -

Venne verso di me prendendomi il viso tra le mani, come a volermi baciare ma lo fermai

- Ma c'è un "Ma" giusto? - disse lui indietreggiando 

- Provo qualcosa anche per Stefan... - 
- Già, era troppo bello per essere vero...il caro buon vecchio Stefan colpisce ancora-

- Damon... - 

- No davvero, va bene, un piccola conquista alla volta. - si avvicinò alla piccola baciandole la piccola manina - a domani vita mia - 

Poi si avvicinò a me baciandomi tra i capelli e allontanandosi- a domani Gilbert -  disse vicino alla porta 

- Chiamami con il mio nome...- voltandomi verso di lui

- A domani Amore mio - abbozzò un sorriso ed uscì

Mi lasciai cadere sul letto, il cuore aveva accelerato i suoi battiti. Appoggiai la mano su di esso, galoppava come un cavallo impazzito. Mi avvicinai alla piccola Deva, accarezzandole il piccolo viso - tuo padre mi vuole fare venire un' infarto - sorrisi e mi sdraiai sul letto.

 (Damon)

Appena uscì dalla porta mi ritrovai Stefan davanti a me.
- Sei ancora qui? - superandolo mi avviai verso la l'uscita

- Non potevo lasciare a piedi un invalido - 

- Cos'è, sei diventato divertente adesso? - continuando a camminare
Usciti fuori mi aprì la portiera della sua macchina e mi sedetti al posto passeggero.

- Damon vorrei parlarti - disse ingranando la marcia

- Stefan lo sai che non mi piacciono le confidenze da viaggio... - 

- Damon, non voglio sapere niente. Cosa è successo com'è successo. Tutti qui, chi più chi meno abbiamo delle colpe. Ma arriverà un momento in cui lei sceglierà finalmente uno di noi, ti propongo un' accordo.

- Sono tutto orecchie fratellino - guardandolo con un sorriso amaro

- Se Elena sceglierà te, io sparirò dalla circolazione per non essere di disturbo...non mi vedrete più... - 

- Quindi io dovrei fare la stessa cosa? C'è un piccolo problemino in questo tuo piano perfetto, io non lascio mia figlia..- 

- Damon, potrai vederla quando vuoi, io non negherò mai a mia nipote suo padre... - i suoi occhi diventarono rossi

Capii che quello che stava dicendo pesava anche a lui. 
- Dannazione, ok, se sceglierà te mi toglierò dai coglioni, sei contento? 

- Grazie... - 

Arrivati a casa andai verso la Depandace dove era rimasto tutto come avevamo lasciato il pomeriggio. Mi sedetti al piano, volevo scaricare la tensione accumulata ed iniziai a suonare per rilassarmi un po'. - "C'era una volta in America " - Ennio Morricone. - Le mie mani venivano trasportate dalle note, iniziai a piangere. Non potevo credere di essere diventato padre, e che finalmente Elena aveva realizzato di amarmi. Il mio cuore iniziò a galoppare forte quando all'improvviso alle mie note si accostò Stefan con il violino.
Era da tantissimo tempo che non suonavamo insieme, e quel momento insieme fu memorabile. Diventammo una cosa sola, una sola sinfonia. Vidi che piangeva anche lui mentre suonava,   incrociammo i nostri sguardi e gli sorrisi continuando a piangere. Per un fratello che avevo tradito e perso, ma che in qualche modo avevo ritrovato grazie al  suo cuore grande. Era lui il migliore, e ne ero sempre più sicuro. E se Elena avesse svelto lui, sarei sparito dalla loro vita... Glielo dovevo...



Note: Ventiduesimo Capitolo. Finalmente la nostra piccola Salvatore è nata, una piccola Damon 😍. Ho scelto questi due nomi per omaggiare i due "papà"  spero vi piacciano! Stefan anche se ferito, non vuole lasciare Elena e la piccola, provando per loro un forte sentimento. Damon è stato molto dolce e altruista, vedremo come si comporterà adesso che sa che Elena lo ama. Alla fine i due fratelli provati dalla situazione creatasi, ci regalano un momento commuovente. Che stupisce anche loro, ma che ci fa capire che nonostante tutto sono sempre fratelli. 
Vedremo adesso, cosa succederà con la presenza della bambina nelle loro vite Grazie sempre a chi mi segue, alla prossima! ♥️

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Capitolo 23
*** Silenziosa Faida ***


Dopo 2 giorni di degenza, venni dimessa. Venne a prendermi Stefan, Damon aveva una videoconferenza di lavoro e non poteva spostarsi da casa. Durante quei 2 giorni Stefan e Damon avevano riempito la mia camera di fiori e palloncini, facendo a gara chi portava il più bello.
Dopo aver sistemato l'ultimo mazzo di fiori in macchina mi aiuto a sistemare Deva sul seggiolino posteriore

- Tutto bene? - mi chiese  guardandomi negli occhi
- Si, sono contenta di uscire finalmente da qui - 
- Sicura che non vuoi dormire da noi? - 
- Si Stefan, è meglio per tutti, staremo benissimo in camera mia...-
Annuì e aprì la portiera. Avevo deciso di non voler dormire in casa Salvatore e quindi alimentare la loro silenziosa faida, da fuori sembrava tutto come prima, anzi meglio. Si giostravano la situazione e si mettevano d'accordo chi doveva fare cosa niente era dato al caso. 
Avevo fatto portare solo la culla e il cassettone dalla mansarda, in attesa della mia decisione. Avevano anche deciso chi doveva dormire con me e quando, per poter stare più tempo anche con la bambina, in un sacco a pelo a terra. Era già calata la sera e io e i miei avevamo finito di cenare da poco quando arrivò Damon con un piccolo borsone nella mano destra e dei fogli nella mano sinistra.

- Grayson qui c'è tutta la documentazione del caso Fox, domani parlerò direttamente con il loro avvocato... - disse appoggiando i fogli sul tavolo e il borsone su una sedia.

- Perfetto - commentò Grayson avvicinando i fogli a se.

- Dov'è la luce dei miei occhi? - chiese avvicinandosi alla piccola Deva

Ogni volta che vedeva sua figlia lo sguardo si illuminava. La prese in  braccio portandosela al collo. Ormai era diventato bravissimo a manegiarla con cura.

- Scusate signori, ma io vado di sopra! - così facendo portò Deva con sé. Presi il suo piccolo borsone e lo raggiunsi. 

- Oggi ho sentito il preside, potrei tornare a frequentare l'ultimo trimestre, e recuperare le materie che ho saltato, così da potermi diplomare con tutti gli altri. Ho già parlato con Stefan che potrebbe darmi delle ripetizioni - entrando in camera dove Damon aveva poggiato Deva nella culla

- Così passeresti un sacco di tempo con lui... - sistemando la copertina

- Damon...non iniziare - dissi a braccia  conserte appoggiata alla porta

- Ok, ok sono l'idiota altruista Damon, adesso AMO mio fratello... - entrò in bagno con il borsone per cambiarsi. Scossi la testa e sorrisi, quanti cambiamenti aveva fatto Damon in tutto questo tempo. Presi la bambina e la poggiai sul mio seno per allattarla. Quando Damon uscì dal bagno.

- E se ti pagassi delle lezioni private? - asciugandosi con l'asciugamano ilviso

- Damon..! - 

- Ok ok, cercherò di ingoiare anche questa! - disse avvicinandosi al letto

- Damon non potresti metterti una canottiera? - era uscito dal bagno con il pantalone del pigiama a vita bassa, molto bassa e a torso nudo.

- Ma io dormo così!, Ti dà fastidio? - avvicinandosi a me

- No...no...io lo dicevo per te - cercando di accendere i neuroni

Aprì il sacco a pelo e si coricò sopra.
Appena Deva ebbe finito la adagiai sulla culla passando sopra Damon

- Che belle mutandine della nonna hai! - disse con un ghigno alzandomi la camicia da notte

Mi spostai coprendomi
- Idiota! - diventando tutta rossa - ti ricordo che ho partorito da poco! -

Avevo indossato una  camicia da notte rosa con bottoni centrali, mi sentivo più comoda, ma adesso ero morta dall'imbarazzo non avevo pensato a questa cosa, quando gli ero passata sopra

- Ma stavo scherzando! - appoggiandosi suo gomiti
Come risposta gli buttai il cuscino in faccia e mi sdraiai sul letto. Lui si lamentò un secondo e poi non disse più niente. Credo di essermi addormentata subito, perché poi mi risvegliai nel cuore della notte. Aprì leggermente gli occhi e vidi Damon seduto sul divanetto sotto la finestra che coccolava Deva. Lo guardai amorevolmente. Era pazzo per questa bambina e io amavo questa sua parte dolce e sensibile. Un Damon che non si vedeva spesso. Lo stesso Damon, che era disposto a lasciare il suo posto accanto a me in ospedale. Si era fatta scappare la notizia la mamma durante uno dei suoi sermoni su Damon. All'improvviso si alzò e mise la bambina nella culla. Senza voltarsi
 
- Stava iniziando a piangere, e non volevo svegliarti, dormivi così beatamente...- 

Si girò verso di me, lo guardai intensamente e lasciai un po' di spazio per farlo sdraiare vicino a me. Lui non se lo fece spiegare e si adagiò vicino a me con una mano dietro la testa

- Perché non mi hai detto che eri disposto a fare entrare Stefan al posto tuo in ospedale? - 

-  Era una cosa tra fratelli, io glielo dovevo...- 

- Perché non vuoi che gli altri vedano che c'è del buono in te? - 

- Non voglio alimentare aspettative che non ci sono. - 

Lo guardai interrogativa, non capivo perché si comportava così. Mi girai con il viso verso il soffitto scuotendo la testa e lasciai cadere la mano  vicino la sua. Lui la raccolse nella sua e la strinse. Quel contatto mi sconvolse. Il mio corpo lo bramava, lo guardai come per volerlo baciare e lui ricambiò lo sguardo. Riguardai il soffitto cercando di scacciare quel pensiero. Non riuscendo più a trattenermi andai verso il bagno, appoggiandomi alla sua porta. Ansimavo, come se mi mancasse l'aria, e quell'aria era Damon. Quando lui si avvicinò alla porta 

- No - dissi scuotendo la testa

- Perché no...Elena...- disse Sfiorandomi i capelli

Mi girai verso di lui afferandolo per il collo,  le nostre labbra entrarono subito in contatto. La sua lingua massaggiava la mia impetuosa. Scese sul mio collo baciandomi, aprendomi la camicetta quasi a volerla strappare. Afferrò il mio seno con entrambi le mani baciandolo avidamente.
Mi aggrappai all maniglia della porta mentre lui ritornava sulla mia bocca. Iniziai ad ansimare forte, lo tirai per i capelli e i nostri sguardi si incontrarono per un secondo, per poi tornare a baciarci con foga. Iniziò a strusciarsi su di me ansimando sul mio collo, sentii la sua erezione sulla mia gamba, vibrai  mugugnando il suo nome. Alzò la camicia da notte da sotto accarezzando le mie cosce fino ad arrivare al mio sedere prendendolo con forza. Gemetti forte a quel contatto, ora completamente sopraffatta. Lo volevo ardentemente. La porta dietro di noi continuava a sbattere contro la vasca ad ogni nostro movimento facendo rumore. Un rumore che non avevamo sentito, ma qualcunaltro si.

- Damon!!  - disse mia mamma riprendendoci sotto voce

- Ciao Miranda - guardandomi stringendo i denti />
- Elena sono le 3 di notte! Un po' di decenza! C'è tuo padre nella stanza accanto! - con sguardo di rinprovero

- Mamma io... - non riuscivo a connettere il cervello

- Ok, tu Damon scendi giù, dormirai nel divano per questa notte, e tu Elena chiudi il pigiama e torna da tua figlia, è un'ordine! - 
Damon si scostò da me, e fece per uscire facendo la linguaccia . Mia madre gli diede uno scappellotto e lui andò via. Mi diede un ultimo sguardo e chiuse la porta.

Mi sentivo come una bambina sorpresa a rubare la marmellata. Chiusi la camicia da notte, guardai un attimo la bambina che dormiva beatamente e mi infilai sotto le coperte. Mi sentivo le labbra un fuoco, le aveva baciare così forte che ardevano ancora. Ci poggiai la mano come per calmarle, e ripensando alla scena di prima sorrisi.

( Damon) 

- Beccati proprio sul più bello cazzo! - pensai mentre scendevo le scale - Pazienza - passandomi la mano tra i capelli

- Damon! - 

La voce di Miranda attirò la mi attenzione

- Posso parlarti un attimo? - annuì e mi indicò la strada per la cucina. Girai una sedia e mi sedetti al contrario appoggiando  le braccia sullo schienale.
Lei si avvicinò ai fornelli e mise a scaldare un po' di latte

- Che intenzioni hai Damon? - disse appoggiando tutte e due le braccia sul tavolo

- Di intenzioni ne ho tante, non sto qui a farti la lista...-

- Damon! Potresti parlare seriamente per un momento! Se ti comporti così gli confondi le idee! - 

- Fidati Miranda, le idee c'è le ha abbastanza chiare.. - sorrisi malizioso

Buttò gli occhi al cielo, togliendo il latte dal fuoco e e riempì due bicchieri

- Ascolta, non posso negarti che lei prova qualcosa per te, ma se usi il sesso per portarla dalla tua parte sbagli di grosso! -

- Ma io non uso il sesso per portarla... - mi guardò con aria cinica

- Ok, ok, forse un po'...ma io non costringo nessuno! - cercando di discolparmi

- Stefan è riuscito a farla sentire speciale, senza troppi giochetti -

- Certo, il cavaliere Stefan, sembrava strano che non uscisse  fuori..-  feci per alzarmi, non mi piaceva la piega che stava prendendo la discussione

- Senti, non te la prendere, io tifo per te fin  dall'inizio, non ti avrei costretto ad andare con lei al ballo altrimenti. E poi sei il padre di mia nipote...non vanificare tutto.-

- Miranda io non cambierò quello che sono,  se Elena mi ama mi accetterà così come sono, uno stronzo egoista! Buonanotte! - mi sdraiai sul divano e cercai di dormire, anche se quelle parole in qualche modo mi avevano messo sulla difensiva.

(Elena)
Il pianto di Deva mi svegliò facendomi sobbalzare e precipitare da lei. Erano appena le 6.30 e tutto era silenzioso in casa. Allattai la piccola e entrai in bagno per fare una doccia, quella mattina sarebbe passato Stefan per iniziare le ripetizioni, e mi sentivo in fermento perché volevo finalmente chiudere quel capitolo della mia vita e diplomandomi. Feci il bagnetto anche a Deva e scesi giù. Mi ritrovai davanti a Damon che stava per salire su in camera.

-  Buongiorno - disse avvicinando la sua bocca alla testa della bambina, facendo finta di volerla baciare, invece alzò il capo e mi baciò intrappolando le sue labbra alle mie. Fui sorpresa, ma non lo allontanai

- Ci risiamo è?! - la voce della mamma ci Interruppe all'improvviso

- Non stavamo facendo niente di male questa volta sergente! - disse Damon, si avvicinò alle scale ed iniziò a salirle
Io scossi la testa divertita e mi avviai verso la cucina seguita dalla mamma. Appena entrai trovai Stefan appoggiato all'isola con una tazza piena di caffè fumante

- Buongiorno Elena -  disse regalandomi uno dei più bei sorrisi mai visti

- Buongiorno - Replicai quasi a disagio

- Pronta per iniziare? Non ti preoccupare non sarò cattivo! - si avvicinò a me baciando la bambina

La mamma si avvicinò a me con una tazza di caffèlatte  e prese Deva con sé. Avevamo  deciso di studiare in veranda, la primavera era ormai vicina quindi il tempo lo permetteva. Stefan mi guardò indicandomi la strada, e ci avviamo verso l'uscita.
Mi aiutò a sedermi e si sedette vicino a me, iniziò ad aprire qualche libro spiegandomi come aveva impostato il programma di studio. Sentirlo parlare era musica per le mie orecchie, non mi potevo mai stancare di lui, allora perché mi sentivo diversa?.





Note: Capitolo Ventitré. In questo capitolo scopriamo come si sono organizzati il nostro amato trio, e come Elena voglia tornare alla sua vita da diciottenne diplomandosi. Damon non perde tempo, e cerca con i suoi soliti "modi" di portare Elena dalla sua parte, ma lei non sembra alquanto disturbata da tutto ciò... Come andrà la mattinata di studio con Stefan? Damon riuscirà a tenere a bada i suoi bollenti spiriti? 😅 Grazie sempre a chi mi segue♥️ e alla prossima! 










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Capitolo 24
*** La Scelta Del Cuore... ***


Quindi se ho capito bene, la radice quadrata di 9 è 3 giusto? - domandai a Stefan con una matita tra i capelli.
La mattina era trascorsa molto bene, ed io era stata una bravissima allieva.

- Si Elena, infatti 9 è un quadrato perfetto...perfetto come lo sei tu... - lo guardai stranita, non mi aspettavo una frase del genere.

- Stefan... -

Si avvicinò a me e mi baciò inaspettatamente. Le sue labbra si chiusero dentro le mie baciandomi dolcemente. Era il primo contatto dopo tutto quello che era successo. Fu improvviso, ma lo aspettavo. Anche se adesso le cose erano cambiate. Quando si scansò da me, lo guardai con sguardo interogativo

- Scusami Elena, non volevo metterti a disagio - prendendomi il mento tra le mani - e che un momento prima siamo fidanzati e il momento dopo fai una figlia con mio fratello...io mi sento tramortito. -

Si alzò in piedi, ed io lo seguìi.
- Tu non sai cosa significa essere innamorati di te... Quando stavamo insieme, ogni singolo atomo del mio corpo, mi diceva che quella era la cosa giusta, che noi due eravamo perfetti, e quel tipo di amore può cambiarti la vita. Poi però tutto è cambiato e hai lasciato un vuoto dentro di me...- 

Cominciò a camminare nervosamente incrociando le mani sopra la testa, iniziò a stringere i denti avvicinandosi verso il piccolo balconcino.

- Io non riesco a pensare lucidamente, non riesco a non pensare a lui dentro di te, un posto che non era il suo. E poi per portati via da me, ti ha anche messa incinta il bastardo. Sapeva che così avrebbe avuto un legame con te per sempre.-

- Stefan, non ti torturare così ti prego - cercai di avvicinarmi a lui - è successo tutto allimproviso io ero arrabbiata con te per via del compleanno, e avevo bevuto.. tanto.. -

- Quindi è successo per il tuo compleanno?!   Quindi il morso è opera sua! Che Bastardo! - appoggiandosi al pilastro

- Stefan, è successo solo quella volta, non è più successo te lo giuro! Io ti amavo tanto... - 
- Ti Amavo? Quindi verbo al passato? - mi scrutò con i suoi occhi verdi che adesso erano completamente spenti.

- No, io ti amo, ti amo ancora solo che... - 

- Adesso ami anche lui...
Iniziai a piangere dandogli la conferma che cercava.

- Ok, sai credo che per oggi va bene così...vado a scuola a consegnare dei questionari. Ci sentiamo... - 

- Stefan fermati ti prego...
Mi guardò un ultima volta e andò via.
Mi appoggiai al balconcino e inizia a piangere come una fontana.
Non volevo ferirlo, ma era successo. Uscì dal portico, e iniziai a camminare verso la strada. Avevo bisogno di scaricare la tensione. Camminai per un'isolato e arrivai vicino al vecchio cinema Sinatra, mi sedetti nella panchina a pochi passi. Ripensai a quando con Stefan ci intrufolavamo per vedere quei film splatter vietati ai minori. Le risate, le corse, e poi subito dopo un bel gelato. Adesso quel cinema era chiuso da anni, era finito il suo tempo, come tutto nella mia vita di recente. Sentii il telefono vibrare avevo paura a guardare chi fosse, in quel momento non volevo sentire nessun Salvatore. Con mia sorpresa era Caroline

- Ciao Mammina! Disturbo? - 

- No Caroline, mai momento migliore... -

Avevo proprio voglia di vedere Caroline, e la invitai a prendere un café al Grill, lei accettò e in men che non si dica ci ritovammo lì. 

- Ma diventa sempre più adorabile! - guardando una foto di Deva sul mio cellulare - certo non posso dire la stessa cosa di suo padre! - ridandomi il cellulare

La guardai a mo' di rinprovero e cambiò subito argomento

- E Stefan? - incrociando le braccia sul tavolo

- Lui, cerca di andare avanti come può...- risposi con un velo di tristezza

- Devi decidere con chi stare Elena, ma devi farlo in primis per te. So che Stefan sta soffrendo, ma anche Damon a modo suo credo non stia bene..-

- Fidati, credo che è lui quello sta meglio in questo momento...- 

- Sul serio?!  Non mi dire...- guardandomi con occhi sbarrati

- No, no, ma c'è mancato veramente poco...- 

- Elena...-

- Lo so, lo so, e che al momento non riesco a gestire nessuno dei Salvatore...- 

- Ma Elena non puoi andare avanti così...-

- E che non so ancora se lo amo veramente...non vorrei fosse un fuoco di paglia...lui ha un sacco di difetti, fa sempre di testa sua, è un egocentrico  idiota ecco... -

- Si certo, questo lo sappiamo...ma cos'è che ti piace di lui? Non credo ci sia solo attrazione fisica, perché per quello posso ben capirti... - Sorridendomi maliziosa

- Certo che no! - risposi rossa come un peperone - lui è diventato altruista, aiuta le persone a lui care, sa fare bene il suo lavoro, è dolcissimo con la bambina.. - 

- Ho capito, è una bomba a letto! - disse sorridendo

- Caroline! - abbassando lo sguardo

- Ma dai, fai tanto la pudica quando ci hai fatto anche una figlia - mi riprese la bionda

- A proposito di figlia devo andare subito da lei! - dissi alzandomi subito in piedi.

Salutai Caroline che stava andando via, ed entrai subito in cucina.
Trovai la mamma intenta a riscaldare il latte che gli avevo lasciato

- Tesoro ma dove eri finita? - guardandomi con aria contrariata

- Scusami mamma, avevo bisogno di penssare un po' di tempo da sola - dissi avvicinandomi al seggiolone di Deva.

- Ma quanto siamo cresciute in questi giorni! - baciandole le manine.
Lo squillo del telefono di casa fece allontanare mia madre. Mi avvicinai vicino alla cucina dove aveva preparato delle verdure in padella davvero deliziose. Adesso mi ero anche accorta che c'era la radio accesa trasmetteva 'Gene pitney - Town Whitout Pity - La canzone preferita dalla Mamma, da piccoli l'ascoltavamo a ripetizione. iniziai a ballare sul posto.

(Damon)
Mi richiusi la porta alle spalle entrando in casa Gilbert. Una musica proveniva dalla cucina ed mi avvicinai ad essa. La porta era socchiusa e feci capolino dalla piccola fessura e vidi Elena ballare sul posto davanti alla cucina. Assaggiò la pietanza con il cucchiaio di legno leccandolo, mai scena più sublime. Si sporco le mani e cercando di rimediare  si leccò anche le dita. Si avvicinò alla credenza continuando a ballare in modo sexy. Passandosi la mano prima sul seno per arrivare al ombelico dell' sua canotta blu, muovendo quel sedere avvolto da una gonnellina di jeans che non lasciava niente alla mia immaginazione.  Aprì lo sportello in basso, si appoggiò su di esso continuando ad ancheggiare fino ad arrivare alla base per recuperare un canovaccio. Risalì sempre muovendosi sinuosa facendo scivolare il canovaccio lungo la gamba durante la salita, tutto questo  mi faceva impazzire. Al che decisi di entrare anche io, spalancai la porta, e ancheggiando con le braccia sopra la testa feci il mio ingresso cantando.
Appena lei mi vide si avvicinò al tavolo fermandosi e appoggiandosi tutta rossa, iniziò a sorridere imbarazzata.
Mi avvicinai sempre a lei ballando e tirandola da dietro verso di me mi appoggiai a lei. Con il viso tra i capelli le alzai le braccia canticchiando. I suoi capelli profumavano di vaniglia, il mio profumo preferito. La sentii ridere. Mai suono più dolce.
La strinsi a me in vita continuando ad ancheggiare, prendendo la mano sinistra sopra la sua testa la feci girare su se stessa per riprenderla tra le mie braccia la guardai come se volessi spogliarla con gli occhi e lei ricambiò sorridendomi imbarazzata. Continuai ballando in modo sensuale con la mia gamba in mezzo alle sue cosce, stringendola a me dal fianco destro, scendemmo insieme ancheggiando , nel  risalire la feci girare altre due volte  su se stessa, per poi farla scendere in un casquè. La appoggiai delicatamente sul tavolo, e schiacciando li mio corpo su di lei mi  avvicinai per baciarla.

- Damon non dovresti, c'è mia madre di là... -

La guardai contrariato e la feci alzare.
- Guardala, penso che lo spettacolo gli sia piaciuto, sta sorridendo! - dissi indicando Deva.

- Sei il solito idiota! - disse ridendo
Presi Deva, ed iniziò ad allattarla.

- Com'è andata la lezione con il prof Stefan? - dissi avvicinandomi e assaggiando anche io le verdure con il cucchiaio di legno

- Beh, poteva andare meglio...- 

- Che vuoi dire? - asciugandomi con il canovaccio che avevo messo sulla mia spalla

- Voglio dire che Stefan non sta bene, sta solo recitando la parte del comprensivo e accomodante...e non ha tutti i torti...- 

- Ti ha baciata non è vero?!... - chiesi duro

- Cosa?! No, no..io.. -

- Stefan, Stefan, Stefan sei così prevedibile...- 

- Proprio tu non dovresti parlare! - rincarò lei, sembrava arabbiata
Mi avvicinai a lei appoggiandomi con il braccio sulla sedia

- Un punto per Stefan il martire allora! - la scrutai cercando di capire il suo stato d'animo dopo quel bacio. Ma lei distolse lo sguardo verso Deva.

- Ok, ok capisco quando non sono più ospite gradito, vado a casa... ci sarà Andie ad aspettarmi ed io sono ancora vestito.. - toccandomi il colletto della camicia

Con questa allusione idiota, mi avviai verso la porta d'ingresso. Perché cercavo sempre di ferirla quando lei lo faceva con me? Perché mi comportavo sempre da idiota?. Perdevo completamente la testa, non volevo condividerla con nessuno. Ma facendo così, non facevo che allontanarla..

(Elena)
- Coglione! - dissi a bassa voce scuotendo la testa. Questi suoi comportamenti infantili mi esasperavano. Perché doveva rendere sempre tutto difficile? . Cercai di buttare via quel pensiero e tornai alla piccola.
Il pomeriggio passò tranquillo, mi dedicai da sola alla lettura dei libri che mi aveva lasciato Stefan, e sottolineato le cose più importanti lasciai  Deva alla Mamma.
Mi buttai sul letto sui gomiti, guardando il cellulare. Avrei dovuto chiamarlo, erano già le otto passate.
Quando lui si palesò davanti ai miei occhi

- Stefan! - lo guardai sorridendogli

Aveva Deva in un braccio, e nell'altro il piccolo borsone, mi ero completamente dimenticata che oggi era la sua serata.

- Senti io... - cercando le parole che non trovava

- Stefan, non fa niente... - prendendo Deva in braccio

- Mi sono comportato da stupido, e l'ultima cosa che voglio è allontanarti da me...-
 
Poggiai la piccola nella sua culletta e mi avvicinai a lui spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio

- Stefan, non devi darmi nessuna spiegazione, veramente, va bene così!  è tutto incasinato anche per me.. - 

- Elena io ti amo...nonostante tutto...io sono completamente pazzo di te... - 

I miei occhi si riempirono di lacrime avvicinandomi a lui. Presi il suo viso tra le mie mani.

- Lo so... - mi avvicinai a lui baciandolo dolcemente.
Mi strinse in un abbraccio, come a non voler farmi scappare. I nostri corpi erano fusi in unico corpo, il mio respiro si sincronizzo con il suo. Senti le sue lacrime scendere sopra le mie mani, così anche le mie finalmente scesero. Il suo cuore iniziò a battere velocemente, potevo sentirlo vicino al mio. Mi scostai da lui aprendo gli occhi, trovai i suoi smeraldi guardarmi amorevolmente. In quel momento mi domandai come potevo respingere un amore così puro e sincero, come potevo allontanare un amore che sarebbe passato sopra ad ogni cosa. Come potevo dire alla mia mente di ragionare, quando il mio cuore non ne voleva sapere di farlo. Come potevo dirgli che nonostante tutto amavo Damon, e l'avevo capito proprio tra le sue braccia...

Note: Capitolo Ventiquattro. Vediamo come Stefan non è poi così tranquillo come ci ha fatto credere all'inizio, e che la storia del tradimento gli brucia dentro. E direi.. 😅 Momento dance per Elena e Damon ( la scena è tratta dal film "senti chi parla" se non ricordate andate a dare un occhiata, così da capire meglio la scena "Molly's dance 😍) Il momento finale ci rivela che finalmente Elena ha capito chi ama veramente...e si tratta di Damon. Adesso sarà tutto rose e fiori? Vedremo anche questo..🤔 Ormai siamo alle battute finali, manca davvero poco... Grazie sempre a chi mi segue ♥️ e a presto! 

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Capitolo 25
*** Aggrapparsi ***


Mi svegliai di buon'ora, erano già le 6.30 passate. Mi girai sul cuscino e vidi Stefan sdraiato sul sacco a pelo. Aveva una mano appoggiata sullo sterno e il braccio sopra la fronte. Dormiva beato, lo guardai pensando alla sera prima. Si era completamente aperto con me, ed io non ero riuscita a dirgli la verità. Amavo Damon, era più forte di me. Anche se ogni fibra del mio corpo mi diceva di non farlo.
Deva iniziò a svegliarsi, svegliando anche lui che si precipitò verso di lei.
La prese con cura, e la portò vicino al suo collo

- No, no non piangere - facendo la voce più dolce che poteva. 

Mi avvicinai a lui e la presi tra le braccia

- Adesso ci penso io - gli sorrisi e lui si infilò subito in bagno

La portai al piano di sotto, poggiandola delicatamente sul seggiolone, accesi lo scalda biberon e aspettai qualche minuto, quando mia madre entrò in cucina. 

- Buongiorno tesoro, dormito bene? - avvicinandosi alla piccola accarezzandole le manine con amore

- Si mamma - regalandole un sorriso sincero

- Però, come mai non ho sentito la porta sbattere?! - disse sorridendo maliziosa

- Ecco, mi hai ufficialmente rovinato la mattina! sei contenta adesso? - risposi paonazza

Lei rise di gusto e incominciò a preparare la colazione. Dopo aver sistemato Deva, tornai in camera mia per fare la doccia. Trovai Stefan già pronto per andare a scuola. 

- Quando ti ha detto il preside che puoi frequentare le ultime lezioni? - chiese Stefan chiudendosi la camicia

- Mi ha detto che da domani posso frequentare e fare quel questionario di algebra, spero di passarlo! - risposi un po' preoccupata - fra tre settimane c'è la consegna dei diplomi

- Tranquilla andrà tutto bene - mi baciò tra i capelli e acese giù

Lo guardai allontanarsi, e mi avvicinai all'armadio per scegliere l outfit del giorno.
Camicione porpora fiorato e giacchetto di jeans. Mi avvicinai alla mia finestra come era ormai consuetudine, e vidi Damon che fumava una sigaretta - Potrei parlargli adesso - pensai. Avevo capito, finalmente che amavo solo lui, con i suoi mille difetti. Il mio cuore iniziò a galoppare forte al pensiero di guardarlo negli occhi, e esprimergli i miei sentimenti. Ma era quello che volevo.
Mi precipitai per le scale, avvisai la Mamma da lontano, e corsi con il cuore in gola verso Damon.
Entrai dalla porta di servizio, incrociando Lillian che mi confermo che Damon era di sopra con Andie, arrivai in cima alle scale, ma per paura di disturbare rimasi davanti alla porta socchiusa, e guardai attraverso.

- Damon perché non finiamo quello che abbiamo iniziato l'altro giorno? - strusciandosi a lui 

- Andie... - Disse Damon con mezzo sorriso

Lo afferrò per il pene e continuò facendolo sdraiare sul letto

- Mi hai lasciata tutta bagnata e a metà, questa volta perché non mi scopi fino alla fine... - 

Scopi?! Fino alla fine? Quindi lo avevano fatto prima. E io cogliona che credevo che fosse cambiato. Che aveva occhi solo per me, e che mi amava...povera illusa. Presa dalla rabbia aprii la porta con tutta la mia forza 

- Damon mi fai schifo! Sei solo un bugiardo! - così dicendo andai via corredo e piangendo. Sentii la sua voce chiamarmi da lontano. Ma continuai a correre, non potevo credere ai miei occhi

( Damon) 

- Togliti cazzo! - La allontanai con tutta la mia forza e scesi le scale. La persi di vista, quando la vidi attraverso la finestra andare verso la dépendance.
Corsi a perdifiato lungo il giardino, e finalmente entrai.

- Elena, non è quello che sembra... - dissi con il fiatone

- Non è quello che sembra? Damon aveva il tuo pisello in mano! -

- Ok, è quello che sembra, ma non significa niente per me! - 

-  Ti sei scopato Andie Damon?! - mi chiese con gli occhi rossi

- Si...ma è stato più di un mese fà, e io ero arrabbiato con te! - 

- Certo, perché ogni volta che la piccola Elena fa qualcosa che a Damon non garba, lo infila nel primo buco disponibile! Non funziona così Damon! Sei solo un bugiardo schifoso...e finita Damon..- fece per uscire

- Finita? Da quando è iniziata Elena?! È da un' anno che mi tieni sulla corda!! Un anno che ti corro dietro come un cagnolino sperando che finalmente ti decidessi... - 

- Che ironia della sorte! Ero proprio venuta per questo...ero venuta a dirti che avrei scelto te con tutti i tuoi difetti, che quella notte passata insieme non è stata solo un errore, e che non riesco a toglierti dalla testa mio malgrado. Ti amo Damon, ma io non posso stare con te.- scoppiò a piangere, prese la maniglia e sbattendo la porta andò via.

Mi sedetti sullo sgabello vicino al piano forte con le mani sul viso. 
Finalmente aveva detto che mi amava, e io come sempre avevo rovinato tutto. Questa volta l'avevo persa per sempre.

( Elena) 
- Damon io ti odio ti odio! - mi ripetevo.
Come avevo creduto di cambiarlo, come avevo creduto che mi amasse veramente, come avevo potuto pensare tutto questo?
Entrai in cucina, mi affrettai a prendere le chiavi della macchina di mia madre e uscì rapidamente.
Mi sedetti al posto di guida, e girai la chiave .
Accesi la macchina, così anche la radio. Somwhere only we know - Lily Alen risuonò.
Iniziai a guidare senza sosta, con le lacrime che venivano giù copiose, non mi davano tregua.  Damon, perché mi sono innamorata di te? Io non posso gestirti, non ci riuscirò mai. Sei tutto quello che c'è di sbagliato, sei egocentrico, sei menefreghista, sei un bastardo...e sei il padre di mia figlia... Come posso dimenticarti? Come posso starti lontana? 
Come puoi spezzarmi il cuore così? -  Io ti amo! - dissi fermandomi sul ponte Wichery e sbattendo i pugni sullo sterzo. Uscì fuori a prendere una boccata d'aria, il vento soffiava sulle mie guance umide facendomi tremare, le asciugai con la manica e mi appoggiai al parapetto. Iniziai a singhiozzare, non avrei creduto che sarebbe finita così, ancora prima di iniziare.

(Damon) 

Entrai in macchina, con difficoltà, ma volevo andare via, avevo bisogno di stare solo. Andie si avvicinò alla mia macchina, poggiando la sua mano sul finestrino guardandomi con aria dispiaciuta. La ignorai ingranado la marcia. Era tutta colpa sua...ed era tutta colpa mia. In un stupido attimo di debolezza l'avevo persa. Ero arrivato al limite della mia stupidità, adesso neanche un miracolo l'avrebbe riportata da me. Iniziai a gridare e iprecare. Avevo il cuore in frantumi, cominciai a girovagare senza una meta, su e giù per Mistyc Falls fino ad arrivare sul ponte Wichery. Dove vidi Elena. Scesi subito e mi avvicinai a lei

- Elena...- dissi con quel poco di voce che mi era rimasta
Lei si girò lentamente verso di me, con le mani sul viso. Un viso sciupato dalle lacrime e con occhi spenti. Occhi che non avevo mai visto.

- Elena ti prego... Lasciami spiegare - dissi avvicinandomi a lei zoppicando
Lei iniziò ad indreteggiare, tenendo il suo sguardo su di me passandosi una mano tra i capelli e l'altra stringeva la camicia tra i bottoni

- Dio...io ti amo...non ho fatto altro nella mia miserabile vita...amarti. Dammi una possibilità per dimostrarti che quello che hai visto non vale niente per me...nel mio cuore ci sei solo tu... e nostra figlia...io non pensavo... - 

- Di essere scoperto? La volevi passare liscia anche questa volta? Mi tradisci ancora prima di metterci insieme? Cosa farai tra un mese? Cosa mi farai tra un anno Damon? Io non posso amare una persona come te...maledico il giorno in cui ho pensato di farlo! - era un fiume in piena

- Ti prego, se mai hai pensato di farlo, aggrappati a quel pensiero, aggrappati al mio amore Elena, perché è l'unica cosa che mi tiene in piedi in questo momento... - 

- Damon io non posso...non posso amarti...- fece altri due passi e poi corse verso la sua macchina

- ELENA!! - gridai con tutto il fiato che avevo in corpo. Facendola fermare proprio quando stava per aprire la portiera.
Si girò un attimo e guardandomi negli occhi e disse.

- Mi dispiace Damon... - entrò in macchina azionandola  e passandomi vicino andò via.

Restai immobile per qualche secondo, mi mancò respiro. Gli occhi si riempirono di lacrime amare. Mi lasciai cadere sull'asfalto con le mani. Iniziai a tirare pugni a terra, volevo distruggermi. Continuai a tirare pugni - No! No! No! No! No! -
Cominciai a gridare, il mio cuore sanguinava, cosi come la mia anima... Potevo sentire che si era lacerata..appoggiai la mano sullo sterno  stringendo la canotta. Faceva dannatamente male. Stremato e sanguinante mi sdraiai sull'asfalto. Portai le mani tra i capelli e piansi disperatamente, l'avevo persa, questa volta era sicuro.


(Elena)

Salì direttamente in camera e mi buttai sul letto, quando sentii la porta aprirsi. Era mia madre con Deva nell' ovetto.
Mi guardò un attimo, per capire che era successo qualcosa con Damon. Come un fiume in piena le raccontai tutto. Piangendo e singhiozzando.

- Tesoro... - disse accarezzandomi i capelli.
- Mamma, non voglio più vederlo...- 
- Non sarà cosa facile... - 
La guardai un'attimo, e avevo già la risposta alla su domanda.
- Dopo il diploma partirò con Stefan! -
- Elena, non mi sembra una buona idea... -
- Invece lo è...magari riscoprirò l'amore perduto per Stefan.. -
- Mamma puoi tenere Deva, vorrei rimanere un po' da sola... -

Mi sdraiai sul letto addomentandomi tra le lacrime. Era l'unica soluzione. L'unica per non vederlo più.
Mi svegliai di colpo girandomi verso la cullla, c'era Stefan che la stava cullando.

- Ciao...- disse piano
- Ciao...- sorridendogli
- Cosa è successo con Damon?
- Cosa?! Perché?! - chiesi curiosa
- L'ho visto salire in macchina correndo.. -
- Non so...senti Stefan volevo dirti una cosa..-
- Dimmi - tenendo con la manina di Deva
- Cosa ne penseresti se venissi con te a New York? -
Mi guardò meravigliato.
- Cosa?  Vuoi farmi venire un infarto? -
- È un'idea...tu che ne diresti? - 
- Direi che non potrei essere più contento... aspetta... c'entra Damon?! - 
- Stefan, è una lunga storia... - 
- Capisco, quindi non lo fai perché vuoi stare con me...-

Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.
Mi diete Deva tra le braccia e andò via, come potevo essere così stronza con lui? Mi comportavo come Damon si comporta con me. Mi girai verso la porta per richiamarlo ma era già a dato via.
Feci un lungo sospiro e mi sdraiai sul cuscino stringendo Deva a me, riempiendo dinuovo i miei occhi di lacrime.

( Damon) 
Entrai in casa, facendo molto piano, con le mani sanguinanti e doloranti cercai di chiudere la porta. Mi avviai verso camera mia quando mi madre mi vide, e lasciando cadere il vaso che aveva in mano si precipitò verso di me.

- Damon! Santo cielo! Ma cosa ti è successo?! - mi prese il viso tra le mani, e mi guardò preoccupata
Potevo ben sentire la sua preoccupazione, ma io volevo solo morire in quel momento... Caddi sulle ginocchia, consentendole di abbracciarmi

- Mamma ho perso la mia anima...- 


Note: Capitolo Venticinque. Ed Eccoci qui al  dramma annunciato. La storia con Andie è venuta fuori come i sentimenti di Elena per Damon. Un momento straziante per entrambi, e cercano di trovare pace in un modo o nell'altro. Elena decide di partire per New York, sperando un giorno di poterlo dimenticare e magari  rinnamorarsi di Stefan e Damon si auto distrugge in tutti i sensi. Elena partirà per New York? Damon riuscirà in extremis a farsi perdonare? Lo vedremo nel prossimo e ultimo capitolo...
Grazie sempre a chi mi segue ♥️ e alla prossima






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Capitolo 26
*** Promettimi che sarà per sempre ***



Ero tornata a scuola, e avevo frequentato assiduamente le tre settimane che rimanevano tra esami e interrogazioni. Ero riuscita a passare tutte le materie, grazie anche all'aiuto di Stefan che aveva continuato a darmi ripetizioni nonostante gli avessi chiesto egoisticamente di portarmi con lui a New York. Con Damon le cose non erano cambiate, non volevo sentirlo e ne vederlo. Mia madre mi aiutò nel compito, anche perché c'era Deva in mezzo e lei non c'entrava niente in questa guerra. Lui aveva cercato in tutti i modi di contattarmi, si era anche arrampicato più volte dalla finestra di camera mia, implorandomi di aprire. Sicuramente non ero indifferente al suo dolore, perché anch'io soffrivo. Io lo amavo, ma non riuscivo a togliermi la scena con Andie dalla testa. Il giorno dei diplomi finalmente arrivò portando in tutti noi una ventata di ottimismo. Guardai Caroline e Bonnie, che mi vennero subito ad abbracciare. Ci stringenmmo tutte e tre nelle nostre toghe rosse con in nostri cappelli in testa. La cerimonia fu emozionante e memorabile, incrociai lo sguardo di Stefan che non era seduto distante da me, che prontamente mi sorrise. Un sorriso dolce e rassicurante, quello di cui avevo bisogno. Alla fine l'avevo spuntata io, avrei frequentato l'università di New York in Economia e Management con Stefan e Deva al seguito, così avevo deciso, e Damon stranamente non ribatté mentre una mattina l'avevo invitato a casa mia per dirglielo.  - Se questo ti rende felice...-  era riuscito solo a dirmi prima di uscire dalla stanza. Non mi rendeva felice, ma era un inizio di felicità. Non era neanche venuto alla consegna dei diplomi, era sparito dalla mia vita, come avevo chiesto...allora perché mi sentivo così male?

(Damon) 

- Tesoro sei sicuro della tua decisione? - disse mia madre entrando in camera mia

- Voglio prendermi qualche mese per riflettere lontano da qui, troppi ricordi...- le sorrisi mentre chiudevo la valigia

- Elena sta partendo, quindi non la vedresti ugualmente - rispose accarezzandomi i capelli

- Voglio lasciarmi tutto alle spalle, magari trovare un po' di serenità... - 

Mi accarezzò il mento e disse - Damon non è finita...potresti ancora...- 

- Mamma fidati, è finita già da un pezzo - 
-  Non gettare la spugna... - 

Così dicendo uscì dalla stanza, lasciandomi perplesso
C'era davvero qualcosa da fare?...

(Elena) 

- Elena però un bel sorriso! Mi riproverò  Caroline impugnando la sua macchina digitale
Eravamo a festeggiare il diploma tutti insieme al Grill, c'erano veramente tutti, tranne lui.

- Allora, adesso salutiamo i nostri cari Stefan ed Elena che ci lasciano per la grande mela! Vi vogliamo bene ragazzi! -

Corse verso di me abbracciandomi, facendomi piangere come una fontana

- Caroline, mi mancherai! - Dissi tra le lacrime

- Anche tu mi mancherai Elena, non dimenticarti di me! - 

- Come potrei mai!? - stringendola sempre più forte

Si avvicinò a noi Bonnie

- Ragazze anche io voglio l'abbraccio di gruppo! - ci stringenmmo forte non volevo lasciarle, ma era la cosa giusta da fare.
All'improvviso si avvicinò Stefan e salutando le ragazze mi condusse fuori.

- Allora sei pronta? - chiese sedendosi sul cofano della sua macchina

- Si...e solo che mi manca qualcosa... - risposi sedendomi vicino a lui

- La parola con la lettera D? - rispose sorridendo.

- Anche tu? - lo guardai stranita. Come faceva a sapere che lo chiamavano così?

- Parole di Bonnie, non mie... - disse incrociando le braccia e sorridendo

- Stefan, non voglio parlarne, e soprattutto della parola con la D.

- Ok, ok... - 

- Stefan? -

- Si? -

- Staremo bene a New York? - 

- Staremo benone, a me basta che tu sia con me... - 

- Stefan...sai che non significa niente...- 

- lo so, lo so, ma ci spero ancora... - mi guardò con sguardo dolce avvicinandosi a me. Accarezzò il mio viso soffermandosi sulla mia guancia, prendendola tra le mie mani. Avvicinò le sue labbra alle mie chiudendosi in un bacio, dolce e casto

- Stefan io... -  dissi scansandomi da lui

- Lo so, ami Damon...adesso si sono invertiti i ruoli... - affermò abbozzando un sorriso

- Mi dispiace Stefan... - 

- So aspettare... - 

- Ragazzi entrate dentro, vi state perdendo il taglio della torta! - disse Caroline interrompendoci 

Lo guardai e sorridendo lo presi per mano portandolo dentro.
Era ormai notte inoltrata, e Stefan mi aveva da poco accompagnata a casa.
Deva dormiva con la mamma, quindi entrai direttamente in camera mia, stavo per spogliarmi e  mettermi a letto, quando qualcosa mi attirò verso la finestra. Volevo guardare la finestra di Damon ancora una volta. Quando lo scorsi fuori, era in giardino  e guardava verso di me. 
Il mio cuore smise di battere,  mi aggrappai alla tenda vicino alla finestra e continuai a guardarlo. 
Lui con gli occhi rossi e pieni di lacrime non scese non distoglieva lo sguardo neanche per un secondo. Prese il lettore che aveva in tasca premendo Play. Iniziò a suonare -  Pensieri e Parole - Lucio Battisti

((A questo punto dovete solo ascoltare la canzone di Battisti, perché le parole della canzone sono quelle che ho pensato per Damon))

Tutto questo mentre Damon guarda Elena singhiozzando e piange guardandola dalla finestra

(Damon)

Appena la canzone finì lei sparì dalla finestra, non sapevo cosa pensare...fino a quando non me la ritrovai davanti
Mi guardava con i suoi occhi nocciola, rossi per le lacrime trattenute

( Say Somtehing - A great big world - Christina Aguilera) x2

- Elena mi dispiace per tutto... - 
- Scusami Damon, ma a me non dispiace per niente... - 
Mi girai come per andare via quando continuò

- Non mi dispiace di averti incontrato. Non mi dispiace essere cresciuta con te e aver sopportato i tuoi scherzi, Non mi dispiace il fatto che conoscerti meglio mi abbia fatto riflettere su ogni cosa, e che tu mi abbia  fatto assaporare aspetti della vita che non conoscevo... più di chiunque altro mi hai fatto sentire viva!. Tu sei una persona orribile... Hai milioni di difetti, e nella vita hai preso tutte le decisioni sbagliate, facendo sbagliare anche me di conseguenza. E di tutte le scelte che ho fatto, questa sarà di sicuro la peggiore, ma a me non dispiace di essere innamorata di te. Ti amo Damon, ti amo! - 

La guardai meravigliato e andai verso di lei,  infilai le mani tra i suoi capelli accarezzandole il viso. Iniziai a baciarla con passione, lei mi strinse a sé avvolggendomi con il braccio, accarezzandomi a sua volta il viso.
Ero in estasi, non potevo credere di avere finalmente Elena tra le mie braccia.

( Elena) 

Mi lasciai trasportare dal momento, lo amavo così tanto, quelle settimane lontane da lui erano state difficili, questa sera guardandolo negli occhi, avevo capito che non potevo vivere più senza di lui. Avevo deciso di lasciarmi alle spalle il discorso Andie, e credere alle sue parole. Volevo iniziare una nuova vita. Io, lui e nostra figlia..
 All'improvviso iniziò a piovere, ed iniziai a ridere alzando le braccia come a volerla toccare tutta,  lui mi guardò sorridendo tutto bagnato

- Andiamo! È ora di abbandonare la nave! - disse tirandomi dolcemente per il braccio

- No,no no aspetta, aspetta solo un secondo...ora smette...- 

Mi guardò come se fossi la cosa più bella che avesse visto, e mordendosi il labbro ricominciò a baciarmi prendendomi le mani e portandosele al petto.
Mi scostai da lui e dissi

- Promettimi che sarà per sempre! - 
- Lo prometto... - regalandomi uno dei sorrisi più belli 

Mi diete un'altro bacio, e poi mi prese per mano e mi portò nella depandace.
Chiuse la porta ed iniziò a baciarmi, sorridendo sulle mie labbra, sempre più preso. Iniziò a spogliarmi, ed io feci lo stesso con lui. Continuando baciandomi il collo fino a scendere sul seno. Iniziai a respirare velocemente il suo tocco dopo tanto tempo mi faceva vibrare. Mi appoggiò sul divanetto di velluto e si avvicinò a me delicatamente,  non distogliendo mai lo sguardo incomcio a baciarmi l'addome fino ad arrivare alle mutandine .

- Damon...- 

- Dimmi Amore mio...- continuando a baciarmi il collo facendomi morire ad ogni bacio

- Damon, io spero che tu abbia quello che serve adesso... - 

- Non ti fidi di me? - disse con sguardo di sfida togliendo le mutandine

- Damon..io...chiedi a Deva... - risposi sorridendo

Lui sorrise e si avvicinò a me

- Quanto sei bella Elena...solo nei miei sogni potevo toccarti così...- spostando una ciocca di capelli bagnati dal mio viso

- Anche nei miei... - risposi portando la sua mano destra alla bocca baciandola dolcemente chiudendo gli occhi

I suoi occhi diventarono lucidi, e risplendevano con la luce fioca della lampada
Guardò nella tasca dei pantaloni che aveva ancora adosso, uscendo fuori il profilattico,  ebbi la pelle d'oca sapevo che da lì a poco sarei stata di nuovo sua, e non per una sbronza o l'illusione di un momento. Perché lo volevamo entrambi, perché lo desideravo da tempo.
Lui lo infilò, non togliendomi gli occhi di dosso, aveva i capelli bagnati che gli cadevano sugli occhi, ma potevo vederli benissimo. Si avvicinò nuovamente a me, questa volta entrò dentro di me con delicatezza, appoggiò il braccio destro al bracciolo del divano e con l'altro mi accarezzava le mie labbra. I suoi occhi si erano accesi di una luce meravigliosa, qualcosa che avrei ricordato per sempre. Cominciò una dolce danza, lenta ma che mi faceva morire ad ogni spinta, avvicinai la sua bocca alla mia baciandola dolcemente. Lo sentii ansimare sopra le mie labbra, e tremare sopra il mio corpo. Ansimai forte cercando le sue labbra, lo volevo sentire sul dolce sapore. Lui le raggiunse subito continuando ad ansimare tra le mie labbra. Accarezzai ogni centimetro della sua schiena, andando sempre più veloce fino a quando non arrivammo tutti e due stremati con un filo di voce disse

 - Ti amo Elena...sei la mia vita...- 

Ancora con il fiatone mi avvicinai  a lui baciandolo a fior di labbra adagiandomi vicino a lui. Mi strinse con il braccio

- Anch'io Ti amo tanto Damon... - risposi sussurando sulle sue labbra prima di ribaciarlo. 

 Era stato perfetto, magico. Lo strinsi forte a me e ci addormendammo  con il rumore della pioggia in sottofondo.

La luce del sole, entro delicatamente dentro la Depandace illuminando tutto, compresi i nostri corpi avvinghiati. Era bellissimo anche quando dormiva, lo guardai, con amore iniziai ad accarezzarlo, provocando un mezzo sorriso in lui

- Ciao... - dissi continuando ad accarezzarlo
- Ciao...- rispose con un sorriso sornione
- Cos'è quella faccia? - dissi guardandolo
- Quale faccia? - guardandomi come se volesse mangiarmi
-  La tua faccia...- 
- Sono felice...-  si avvicinò a me accarezzandomi la gamba e avvicinandosi a me mi baciò
Continuò ad osservarmi.

- Elena sposami... - 

- Damon...- 

- Ti prego sposami, rendimi l'uomo più felice del mondo... -

Lo guardai stupita, Damon Salvatore che voleva sposarsi. I miei occhi si riempirono di lacrime mio malgrado riuscendo solo ad annuire

- È un si? - disse alzandosi ed avvicinandosi al piano forte, aprì il cassetto del pianoforte e prese una piccola scatolina

- Damon..? - sbarrai gli occhi

- Ho comprato questo anello, quando  è nata Deva, nella speranza di...potertelo dare un giorno... -

Si inginocchiò davanti a me e con voce tremante rifece la domanda 

- Elena Gilbert vuoi essere mia moglie? .- 
- Mille volte si Damon Salvatore...risposi con voce rotta e tremante - 

Infilò l'anello al mio dito, un solitario a forma di piccolo cuore. Il suo sguardo si era nuovamente acceso. Lo amavo, lo amavo più della mia vita. E non avrei mai potuto vivere lontano da lui un solo giorno, un'ora o solo un secondo. Lui era tutto quello che desideravo. Si avvicinò nuovamente a me accarezzandomi il viso con la mano destra, facendo entrare quei meravigliosi occhi azzurri dentro i miei.
Tornammo a baciarci sorridendoci, consapevoli che quella era davvero l'alba di un nuovo giorno...


Fine


Note: Capitolo Ventisei. Sembrava proprio che Elena avesse deciso di partire con Stefan, quando Damon è riuscito ad oltrepassare quel muro che Elena aveva costruito mostrandogli il suo cuore. E finalmente eccoci qui con un finale Super Delena...devo dire che questa storia è finita inaspettatamente Delena. Avevo altre idee, ma questo Damon, il mio Damon è riuscito a fare innamorare anche me! in questi mesi ho riso, ho pianto, e mi sono anche arrabbiata con lui. 🤣 Ma la storia non poteva che finire così...Ringrazio tutti quelli che hanno letto regalandomi 5 minuti della loro vita, ringrazio tutti quelli che hanno commentato in questi mesi e mi hanno dato la forza per andare avanti con questo progetto. Grazie anche voi, miei lettori silenziosi...Mi piacerebbe tanto leggervi nei commenti... Fatemi sapere se volete partecipare all'unione di Elena e Damon. ♥️Grazie mille♥️ perché nella vita niente è scontato! 😘 PS. La nuova ff il Matrimonio Perfetto è già on-line! Buona lettura!



                                                                     

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