Oh Dear, I Met You Again

di Mo0ny_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Amaro Incontro Al Sapore Di Pesca ***
Capitolo 2: *** 2. Presenza In Un'Assidua Assenza ***
Capitolo 3: *** 3. Noia Asfissiante e Migliori Amici ***
Capitolo 4: *** 4. Ti Ho Incontrato Ancora ***



Capitolo 1
*** 1. Amaro Incontro Al Sapore Di Pesca ***


Amaro Incontro Al Sapore Di Pesca
 

La musica alta gli penetrava nelle orecchie, sentiva il sangue pulsare nel suo corpo mentre l'alcool in circolazione rendeva tutto davvero eccitante. Non ricordava di aver esagerato così tanto con i drink ordinati, ma forse semplicemente non era in grado di reggere l'alcool quanto Nakamura che ballava dall'altra parte della discoteca con un ragazzo. Quando incontrò lo sguardo di Nagisa decise di lasciarlo per dirigersi nella sua direzione.
-Oi Nagisa, ho bisogno di un altro Sex On The Beach o non me ne vado da qui, sia chiaro -rideva mentre parlava e Nagisa si disse che in fondo Nakamura non reggeva poi così tanto bene l'alcool, ma dopotutto quella serata era stata organizzata con quello scopo: ubriacarsi e dimenticarsi di tutto ciò che li circondava. 
Nakamura Rio non era di certo una ragazza che passava inosservata: alta, dai lunghi capelli biondi e lisci, labbra carnose, carnagione diafana e due occhi di un intenso azzurro. Le spalle larghe e le gambe toniche le fornivano un aspetto da vera modella. Era normale che qualcuno potesse innamorarsi di lei, del suo corpo principalmente. E Taiga Okajima lo fece. Erano compagni di scuola un tempo, Nakamura avrebbe dovuto ricordarsi dell'indole da donnaiolo del ragazzo. Dopo due anni di convivenza la ragazza lo aveva trovato a letto, nel loro letto, con un'altra donna. E questo a Nakamura fece male. 
Mentre beveva il suo drink sorrideva al ragazzo dietro al bancone, che a quanto pare era il tizio con il quale stava ballando prima.
-Oi Nagisa, prendi qualcos'altro. -E no, Nagisa non avrebbe dovuto ascoltare la sua amica perché la testa pulsava e le parole degli altri non erano che un rumore indistinto, ma pochi secondi dopo nelle mani stringeva comunque un fresco Mojito. Il sapore dolce dello zucchero mischiato al rum era bello così come le bollicine di soda che solleticavano le sue guance. Si alzò dal bancone perché non ce la faceva più a stare immobile. Nel farlo vacillò, le gambe non reggevano quel gracile corpo in balia dell'alcool. A sorreggerlo ci penso un ragazzo dal volto indistinto, l'unica cosa che Nagisa riuscì a vedere fu la chiazza di capelli rossastra.
-Tutto bene? -chiese. Nagisa rise, forte. 
-Sì -rispose continuando a ridere.
-Le va di ballare signorina? -chiese. E allora Nagisa rise davvero, l'alcool non c'entrava affatto. 
-Non credo che tu abbia realmente capito con chi stai parlando - 
-Potresti essere anche una di quelle ragazze ricche e viziate, che ricoprono un'importante carica sociale e a me non importerebbe nulla. Voglio ballare. Accetti o rifiuti? -
Nagisa continuò a ridere forte. Povero ragazzo, non aveva capito che non rivestiva nessuna carica sociale, semplicemente non era quello che l'altro credeva che fosse.
-Accetto -Decise comunque di seguirlo, perché il bello di quella serata era quello: non avrebbe ricordato niente.
La musica era un suono lontano, un rumore indistinto nelle orecchie di Nagisa che aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio. Ballava con quel ragazzo dai folti capelli rossi, scuri come il sangue. Grazie alle luci della discoteca Nagisa riuscì a captare altri dettagli di quella figura misteriosa: gli occhi, per esempio, erano anch'essi rossi sfumati a un aranciato chiaro. Le labbra erano sottili e ben presto Nagisa scoprì che sapevano di pesca. Che avesse bevuto anche lui un Sex On The Beach? Dopo interminabili minuti passati a ballare stretti, incollati fra di loro con le mani che esploravano i fianchi, si baciarono. Un bacio che di casto non aveva nulla, le lingue si incrociavano, si assaporavano, cercavano disperatamente un contatto. 
Così come le mani che si aggrappavano ai capelli per poi accarezzare il viso e scendere lungo i fianchi. In un momento Nagisa si ritrovò con la schiena schiacciata al muro del bagno mentre i baci del rosso si spostarono per marchiare il collo lasciando una scia umida per poi salire di nuovo a cercare le sue labbra soffici. Con una mano spostò le ciocche blu che ricadevano sul viso chiaro della preda tanto ambita e dinuovo baciò le sue labbra incontrando la sua lingua. Nagisa, invece, andò con le mani a sbottonare la camicia nera del ragazzo e ad accarezzare ogni centimetro di pelle che poteva mentre un gemito gli uscì dalla bocca quando questo cominciò a baciarlo sulla pancia. Il rosso decise che la camicia bianca di Nagisa era un di troppo, così si mise a sbottonare un bottone per volta, lentamente per soffermarsi a baciare, leccare e mordicchiare tutto quello che poteva. L'ultimo bottone sotto il seno era stato tolto e Nagisa adesso ghignava. Guardò verso il basso per godersi l'espressione di lui una volta capito. Il rosso toccò là dove si aspettava di trovare un seno piccolo, certo, ma un seno prettamente femminile. Non certo due capezzoli duri contro il suo tocco. Ed ecco, ora Nagisa rideva più di prima. Scese per incontrare il suo sguardo e mentre gli scoccava l'ultimo bacio sulle labbra pronunciò le seguenti parole:
-Te l'avevo detto che non avevi capito con chi stavi parlando. Sono un ragazzo -
Detto ciò corse via da Karma Akabane.
Perché era stato dannatamente sciocco a non riconoscerlo prima, ma quella sera aveva quasi fatto sesso con il suo vecchio vicino di casa.

Karma e Nagisa erano in riva al fiumiciattolo che passava proprio sotto le loro case. Nagisa aveva i capelli celesti sciolti che gli arrivavano sotto le spalle, il pantaloncino di jeans e la maglietta verde completamente fradici. Era caduto in acqua per recuperare le sua palla non riuscendo comunque nel suo intendo. Il rosso si era avvicinato per aiutarlo pensando che stesse affogando e dopo essere usciti dall'acqua e constatato che se fossero entrati in casa in quelle condizioni le loro rispettive madri li avrebbero sgridati, avevano ben deciso di rimanere lì aspettando che il sole calante riuscisse in qualche modo ad asciugarli.
-La mamma mi ucciderà... uff... -si lamentava Karma mentre Nagisa non aveva neanche la forza di farlo, troppo preoccupato per le urla di sua madre una volta rientrato in casa.
-Ehy tu! -lo chiamò Karma facendo spaventare il celeste. -È colpa tua se siamo caduti! -
-Ma io... -
-Sta zitta per cortesia! - "Zitta" . -Ed essendo una tua responsabilità ora mi ascolterai e faremo si che nessuno dei due passi brutti guai! -

Come fece quella mattina Nagisa a svegliarsi così presto fu un vero mistero per lui. Certo, la testa gli pulsava davvero un sacco e aveva ancora un orribile senso di vomito che non prometteva nulla di buono ma si alzò comunque. Di mettere qualcosa sotto i denti non ne aveva per niente voglia, quindi si diede una veloce lavata e una volta cambiatosi prese la sua cartella e andò verso la fermata della metro che l'avrebbe condotto all'università. I mezzi di trasporto non erano proprio quel che ci voleva dopo una serata passata all'insegna dell'alcool. Sospirò Nagisa, pensando a quanto odiasse Nakamura per averlo trascinato in quel locale anche se la sua coscienza gli consigliava che la bionda non l'aveva mai costretto a bere qualche mojito di troppo. La giornata trascorse tra appunti presi un po' a casaccio non prestando realmente attenzione a quello che il professore dicesse e dolorose fitte alla testa che non lo aiutavano molto. Ma fortunatamente finì più in fretta del previsto. 
Nagisa tornò a casa stremato. Si diresse in fretta verso il bagno e accese l'acqua calda per farsi un bagno anti-stress. Tolse la camicia per poi rendersi conto che sopra l'ombelico gli era rimasto un segno di quello che la notte precedente stava per consumare. 
Karma era ricomparso nella sua vita rifacendo lo stesso errore del loro primo incontro. Quando aveva capito chi aveva difronte gli era sembrato che il tempo non si fosse fermato. A differenza sua non era cambiato, aveva dei tratti più adulti ma il taglio di capelli, l'espressione corrucciata, il suo tocco, tutto era uguale a quello che ricorda dai tempi in cui erano piccoli. Toccò quel segno violaceo arrossendo leggermente e sperando di non dover mai più rivedere Karma da sobrio.

-Karma-kun! -lo chiamava insistentemente cercando di attirare la sua attenzione Nagisa. -Eddai Karma-Kun! Non l'ho fatto apposta!-
A quanto pare sarebbero bastate quelle poche parole per farlo girare prima di subito, avrebbe dovuto pensarci.
-Vuoi dire che fingere di essere una ragazza per più di due settimane è stato uno sbaglio?!- Lo disse con tono rabbioso che spaventarono un po' Nagisa che ebbe però il coraggio di ribattere:- Non è colpa mia! È la mamma che vuole che faccia così-
E già da piccolo Karma aveva compreso che il celeste avesse bisogno di un qualcuno che gli stesse a fianco più di chiunque altro.

Nagisa sapeva di non essere mai stato troppo intelligente ma era conscio di avere un'affermata capacità di riconoscere il pericolo quando gli era vicino. E nonostante sentisse che l'idea di Nakamura non era delle migliori aveva accettato. Si ritrovava indi a stringere di nuovo un altro mojito e le sole luci della discoteca colorate a illuminargli il viso. Tuttavia non beveva con foga come la volta precedente, assaporava la menta fresca del cocktail gustandosi l'amaro sapore che conseguiva una volta ingoiato. Gli piaceva. La bionda ballava in pista, intanto. Ma quella notte, più delle altre, Nagisa aveva la sensazione che sarebbe tornato a casa da solo. 
Ed era proprio mentre questi pensieri lo turbavano che vide. Sarebbe stato impossibile del resto, non vedere la chiazza rossa che sedeva dall'altro lato del bancone. Girava e rigirava la cannuccia del bicchiere mentre con una mano sosteneva la guancia, sembrava annoiato e molto.
Passò qualche minuto prima che il rosso riuscisse ad incontrare lo sguardo di Nagisa, che ancora non era riuscito a distogliere lo sguardo. Il celeste era completamente nel panico. Non sapeva cosa fare, tanto meno sapeva cosa dire. Karma non sembrava essere in posizioni migliori. Tuttavia fu più veloce a ricomporsi e a sorridere con un po' di malizia. Prese il bicchiere e si avvicinò a Nagisa che intanto cercava di studiare tutti i modi possibili per filarsela. 
-Ehy - lo salutò Karma mentre portava alle labbra il bicchiere di alcool. 
-C-ciao Karma-kun -A queste parole il rosso si voltò a guardarlo con aria sospetta. 
-Come fai a conoscere il mio nome? - 
Nagisa non ci aveva pensato prima, ma effettivamente era stato lui ad aver riconosciuto l'amico d'infanzia, non il contrario. Si morse il labbro. Rivelare o no la sua identità? 
-Beh... Ecco... N-non ti ricordi di me? -provò a deviare per essere certo che l'altro non ricordasse.
-Stavamo per scopare la settimana scorsa -rimase ghiacciato e leggermente imbarazzato dalle sue parole. Ma infondo, si ricordò, era sempre Karma. Sorrise debolmente abbassando lo sguardo. Non era cambiato molto. -E mi hai truffato due volte con questa storia dell'essere un uomo, Nagisa -
Quelle parole, proprio quelle che il celeste sperava di non dover mai udire. Incontrò il suo sguardo: malizioso e diabolico. Proprio come sempre. No, decisamente non era cambiato.
-Allora ti ricordi -
-Avevi un viso familiare la settimana scorsa, ma con tutto quel alcool in corpo non mi sono soffermato ai dettagli. -
-E come sei messo ad alcool oggi? -
-Abbastanza male, ma non sono brillo come l'altro giorno. - 
Attimi di silenzio interrotti naturalmente dalla musica alle loro spalle. Il celeste guardava le mani intorno al bicchiere, indeciso sul da farsi. 
-Non sapevo fossi un tipo da discoteca - disse Karma alzando l'angolo della bocca. 
-Ricordi bene, accompagnavo solo un'amica. - 
-Si, come vuoi. Ora lascia che ti inviti a ballare, stavolta sono cosciente di chi ho davanti - 
E Nagisa esitò. 
Il mondo intorno a lui si fermò. 
Karma. Non era pronta a rivederlo, non in quel momento. Non con il fardello del passato ancora sulle spalle. 
-Devo andare, ci vediamo in giro - Non aspettò la risposta dell'altro. 













 



 

Angolo Autrice
Non scherzo nel dire che questa storia è stata un parto. Dopo "Beyond The Void" volevo davvero scrivere ancora su questi due, ho sempre avuto un incipit in mente ma mai il giusto evolversi. Finalmente il quadro è completo ma ho pensato di dividere la storia in 3/4 parti. Il prossimo capitolo è scritto, va solo riletto e modificato in virtù del fatto che non è più una one-shot come avevo pensato inizialmente. Dovrei aggiornare fra una settimana/quindici giorni. Se devo prendermi qualche giorno in più lo farò. Preferisco qualcosa di ben fatto più che un veloce capitolo che non rispetta le mie aspettative. 
Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 2
*** 2. Presenza In Un'Assidua Assenza ***


Presenza In Un'Assidua Assenza 
 

Non si erano forse salutati? Nagisa non aveva forse detto "Ci vediamo in giro" con l'intento di vedersi solo poi? Allora perché si trovavano adesso nello stesso letto a condividere un bacio bagnato alla penombra della luna? Le mani di Karma che percorrevano il corpo lo facevano stare bene. Aveva sognato tutto quello per davvero tanto tempo quando erano più piccoli. Karma non l'aveva mai notato. O forse si. Del resto non era mai stato capace di capire cosa passasse per la mente di quel ragazzo. 
Le magliette volarono a terra lasciando entrambi con il torace nudo.
Pelle contro pelle. 
Fu forse quando Karma iniziò a giocare con i capezzoli di Nagisa, a stuzzicarli, che quest'ultimo chiuse completamente il cervello. Non voleva pensare al passato, a sua madre o ad altro. Adesso esisteva Karma che lo toccava, lo accarezzava e Nagisa si sentiva in paradiso.

Stremato, Karma si gettò sul petto di Nagisa che iniziò a giocare con i suoi capelli. Si sentiva ancora il rumore dei loro fiati grossi e i loro corpi erano sudati e appicciccosi. 
-Facciamo un bagno? -chiese il blu e l'altro acconsentì. Riempirono la vasca d'acqua e si gettarono dentro. Nagisa si stese sul petto del rosso che lo accolse in un abbraccio. 
-Quanto tempo sprecato -sapeva che si stava riferendo alla loro adolescenza. Un sorriso amaro si creò sul volto di Nagisa. 
-Non di certo a causa mia -Karma accusò il colpo. 
-Hai ragione -il blu non si aspettava di vedere la sua causa vinta subito, anche perché non era del tutto vero, ma non disse più niente. -La senti ancora? - 
Guardò l'acqua non osservandola davvero. Pensare a quello non gli aveva mai fatto bene, pensare a sua madre non era mai stata una bella esperienza. A volte aveva la sensazione di non ricordarsi nemmeno il volto della donna, a volte pensava a lei come due grandi labbra che sorridevano diaboliche e dicevano: "Nagisa, la mia perfetta signorina!" 
Si morse il labbro. 
-Ho chiuso con lei, a settembre mi sono trasferito in questo appartamento ufficialmente. Prima lo usavo solo nel periodo scolastico, adesso l'ho fittato fino al prossimo anno. - 
-Per questo ti sei fatto trascinare in discoteca? -rise Karma.
-Volevo tagliare i capelli -rivelò a bruciapelo. 
Karma non era mai stato stupido, il rosso aveva sempre saputo che qualcosa non andasse nella famiglia Shiota. Averlo scoperto finite le scuole medie e una volta allontanatosi da Nagisa lo fece sentire un vero idiota. 
-Ti ricordi il giorno in cui ci siamo baciati? - 
-Sì Karma-kun, vista la cicatrice che mi è costata quel bacio -Sorrisero entrambi al ricordo di quel giorno, l'ultimo in cui si rivolsero la parola.

Erano inseparabili da bambini. Sempre uno a casa dell'altro o nel giardino a giocare. Compagni di banco e di attività. Nagisa acconsentì ad iniziare arti marziali con la promessa che sua madre non avrebbe mai dovuto saperlo. Karma non tradì mai quel giuramento, nemmeno quando subentrò la paura di scoprirsi, la paura di capire chi fossero davvero. 
Karma aveva avuto paura del blu. Della sua luce che lo abbagliava e rischiava di lasciarlo indietro. Era così buono, Nagisa. Sempre pronto ad aiutare gli altri, c'era per tutti. Sapeva sempre qual'era la cosa giusta da fare. Ma sapeva anche essere viscido e terrificante. Lo aveva appurato sul terreno di gioco, durante un combattimento di arti marziali. Karma lo aveva temuto: silenzioso ed innocente come una bambola si era avvicinato a lui per poi colpirlo nei punti giusti, come un pitone che attanaglia la preda. Si sentiva inferiore a lui e Karma questo non poteva accettarlo, così come non accettò mai il vuoto del blu. 
Nagisa non sorrideva mai davvero, il suo sorriso era vuoto e triste. Perché la gente non se ne rendeva conto?! E soprattutto perché quella cosa lo intimoriva tanto?! Sentiva di perderlo. Ma non lo rincorse, semplicemente lo lasciò andare. 
E Nagisa con gli andò incontro, non lo rincorse nemmeno lui. Diventò sempre più vuoto, fino a toccare il fondo. Vedere Karma ridere lo rincuorava, lo osservava da lontano come un muto spettatore della sua vita. Forse lo amava, forse lo aveva sempre amato. Ma non era suo e non lo sarebbe mai stato, altrimenti non si sarebbe mai allontanato. 
A Nagisa, Karma non aveva mai fatto paura, eppure si sentiva sempre nudo ai suoi occhi. Si sentiva come se l'altro potesse comprendere tutto il suo dolore semplicemente guardandolo. 
E questo non gli faceva paura. Doveva riconoscere a sé stesso che era un mostro... 
Un giorno, in terza media, litigarono solo per uno scambio di opinioni contrapposte su un film visto al cinema con la scuola. Nessuno dei loro compagni comprese perché tutto quell'accanimento. Fu il professore a mettere a tacere i due che si beccarono anche una bella strigliata. Una volta fuori però, nessuno impedì loro di prendersi a botte. Tutt'oggi Nagisa conserva una cicatrice all'altezza della spalla per via della violenta spinta di Karma. 
Finirono a terra cambiando sempre posizione. Nagisa non era mai stato tanto pieno di ferite in vita sua, nemmeno durante i combattimenti si era mai procurato un singolo graffio a differenza di Karma che poteva vantare risse ben peggiori. 
Si urlarono tutto: le loro storie, il loro reciproco risentimento. Nonostante Nagisa fosse di statura più piccola riuscì a vincere lo scontro e gli sussurrò che sì, Karma aveva ragione: era vuoto, silenzioso e forse anche viscido, come un serpente, ma sarebbe cambiato. E lo avrebbe fatto a modo suo, con la lentezza di cui aveva bisogno. 
E poi lo baciò per riempire quel vuoto che divideva le loro labbra e perché infondo lo aveva sempre desiderato. Karma sgranò gli occhi colto alla sprovvista, ma non lo allontanò. 
-Ci rivedremo, ma solo quando sarò diverso, quando taglierò i capelli tanto per cominciare. -E non si parlarono più. Il loro rapporto era rotto o, almeno, era rotto per come loro lo conoscevano. Quel bacio era un'evoluzione che nessuno dei due seppe affrontare.

-Perché li hai ancora lunghi? -gli chiese il rosso accarezzando le ciocche blu, anche se conosceva la risposta. 
-Forse perché non sono cambiato -sì, Karma aveva indovinato. -Pensavo che chiudere i contatti con lei fosse un grande passo in avanti. Lo è stato, ovviamente. Ma non mi sento migliore, né tanto meno diverso -
-A me i tuoi capelli piacciono -Nagisa sorrise di nuovo. -Perché non usciamo domani? - 
Era una giusta proposta. Insomma, avevano passato la notte insieme e stavano anche bene. Eppure Nagisa non voleva vederlo... 
Probabilmente ancora erano sotto effetto dell'alcool, forse Nagisa non avrebbe parlato tanto se non fosse stato per quello. Karma gli posò un dolce bacio sui capelli prima di spostarlo delicatamente per uscire dalla vasca. Lo guardò, il blu, non potendo non notare quanto fosse diventato più adulto nonostante mantenesse il carattere di cinque anni addietro. 
No, non era l'alcool. Era solo Karma. Solo lui poteva trasformare un'assenza di cinque anni in una costante presenza. Perché con lui non c'era bisogno di nascondere nulla, era troppo sveglio per non rendersene conto. 
-Allora? -lo incitò ulteriormente. Si voltò verso Nagisa vedendone il disorientamento. 
-Karma-kun... -Squillò il telefono. 
-Il telefono?! Alle 4 del mattino?! Seriamente?! -Sembrava a dir poco un cliché eppure Nakamura lo stava chiamando in quel preciso istante. Afferrò il telefono e rispose. 
-Oi, Nagisa -stava piangendo. 
-Nakamura, che succede?! Dove sei?! -chiese allarmato. 
-Niente, non ti preoccupare. Solo... Ti dispiace se vengo da te? -aveva imparato a conoscere la compagna. All'università erano spesso insieme ed erano diventati amici quasi subito: Nakamura aveva saputo guardare dietro l'indifferenza di Nagisa proprio come Karma. Glielo ricordava sotto diversi aspetti, era certo che se si fossero incontrati avrebbero iniziato a scambiarsi sue foto imbarazzanti per quanto sadici fossero. 
-Vengo a prenderti, dove sei? -Gli chiese il celeste. 
-Non ti preoccupare, arrivo fra qualche minuto. -e chiuse il telefono. 
Intanto Karma si era cambiato e aveva atteso che la chiamata finisse. Appena lo fu guardò intensamente Nagisa. Uno sguardo da cui il blu ne uscì sconfitto perché abbasso immediatamente gli occhi sussurrando uno "scusa". 
-Nagisa... Giusto perché tu lo sappia, a me non frega niente di che lunghezza sono i tuoi capelli - 
E si diresse verso la porta, sbattendola.





 

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Capitolo 3
*** 3. Noia Asfissiante e Migliori Amici ***


Noia Asfissiante e Migliori Amici
 

Nakamura arrivò dopo una mezz'ora con gli occhi rossi e gonfi, i capelli scompigliati e il rossetto sbavato. Erano alti uguali, eppure in quel momento sembrava più piccola: teneva le spalle strette e le braccia conserte, come se volesse chiudersi in sé stessa. 
-The? -chiese Nagisa con un dolce sorriso. Se era lì aveva bisogno di parlare, non occorreva riempirla di parole del tipo: "Cosa è successo? Avanti parla!". Lo avrebbe fatto, aveva bisogno solo del suo tempo. 
-Prendi un birra piuttosto -Nagisa la guardò torvo, aveva bevuto abbastanza quella sera. - Non mi guardare così! Ho bevuto solo due Ex On The Beach, prendi una birra o giuro che mi alzo e scendo a prendere una vodka al bar! -Sbuffò, Nagisa, andando verso la sua stretta cucina. Borbottava qualcosa del tipo "mai una volta che sia ragionevole!" e Nakamura rispose con una linguaccia. Le piaceva stare con il blu. Era rassicurante come poche persone e soprattutto un buon amico. Si poteva scherzare in ogni momento con lui, anche di importanti questioni. E la bionda aveva bisogno sia di ridere che di sfogarsi nei suoi momenti peggiori. 
Il celeste tornò con due birre in vetro e un stappatappi. 
-Queste mi fanno schifo -
-Rio! Bevi e basta! -
-E da quando Nagisa-Chan usa il nome? Che c'è, sei andato in bianco stanotte? -sorrise maliziosa pizzicandogli le guance. Cavolo se gli ricordava Karma! 
-Rio, non depistare l'argomento! Che ti è successo? - 
-Uff... A volte sei proprio odioso -tolse il tappo alla bottiglia e bevette un lungo sorso per poi pulirsi con la manica della camicia verde che indossava quella sera. -Stavo ballando con un tipo. Era anche bello, sì insomma: volevo andarci a letto. Iniziamo a baciarci e a quel punto non ti ho più visto al bancone. Pensavo fosse finita come l'altra volta e volevo evitare il bagno, non mi andava di vederti scopare la gente! - 
-Sempre delicata... -
-Volevo salire su da me, così da poter stare anche più comodi. E poi... -le si incrinò la voce. Bevette altri due sorsi di birra prima di continuare. -E poi ho visto Okaijima. - 
Nagisa sgranò leggermente gli occhi. Voleva quasi sbattere la testa della bionda al muro: ridursi così per un'idiota. Poi la sua coscienza gli suggerì ti tacere visto i suoi trascorsi. 
-Oi Nagisa! Non mi guardare così! Lo so cosa stai pensando! Eppure, quando l'ho visto non ho potuto fare a meno di pensare a lui, a noi! È passato un mese e lo so che è uno stronzo ma mi piaceva... -le lacrime iniziarono a rigarle il volto, Nagisa non sapeva se fiondarsi ad abbracciarla o attendere che dicesse altro, perché sapeva che voleva dire altro. Anche lui iniziò a bere la birra ma non in modo vorace come l'amica. -Ed è stupido quello che sto per dire, ma appena l'ho visto avevo una voglia matta di correre da lui, ti rendi conto Nagisa?! -riprese la birra e il blu sperò di non essere costretto a prenderne un'altra. -Se non fosse stato per la mia testa ancora ragionevole probabilmente adesso sarei lì con lui, di nuovo! Cazzo, sono proprio una cretina -e le lacrime continuarono a scendere. Alla fine, entrambe le birre furono finite dalla bionda mentre Nagisa rimase in religioso silenzio. 
-Guardiamo qualche sitcom dannatamente idiota? -propose e Nakamura acconsentì con un sorriso. Si sedettero sul divano uno di fianco all'altra e per quanto volessero rimanere svegli non ci riuscirono. Si addormentarono senza vedere nemmeno dieci minuti. Nagisa non lo avrebbe mai ammesso, ma davanti alla tristezza dell'amica si sentì quasi rassicurato. Ovviamente non godeva nel vederla in quello stato e la voglia di gridarle che era un'idiota vi era ancora ma almeno... Non era l'unico idiota.

Karma percorreva la strada del ritorno godendosi il freddo della stagione. Chissà, forse sarebbe venuto a nevicare. Avrebbe dovuto studiare, quel pomeriggio, ma la noia era troppa. Allora aveva pensato di fare in salto in discoteca ma anche lì non vi era niente di nuovo o di eccitante. Prese il suo solito drink anche se non ne aveva voglia. Non pensava che la serata sarebbe finita in quel modo, e non pensava nemmeno che avrebbe più rivisto Nagisa. Credeva di averlo perso di nuovo. Quando era più piccolo la sua vita era piena di impegni: scuola, studio, arti marziali, ritorno a casa e ancora studio. Un banale programma arricchito dalla presenza di Nagisa. Il blu riempiva la sua vita non facendola sembrare banale e dannatamente noiosa. Amava Nagisa. Sapeva che il blu lo riteneva intelligente e forse detto dalle sue labbra poteva quasi essere vero. Ma Karma sapeva di essere solo uno stupido troppo sicuro di sé con qualche attributo matematico, altrimenti non si sarebbe mai lasciato fermare dalla paura di amare Nagisa. Era gennaio quando i due avevano fatto a botte e Nagisa l'aveva baciato. Avrebbe potuto fare qualcosa in quei due mesi che lo separavano dalla fine della scuola. Ma no, lui aveva scelto di stare nell'ombra, cosa che aveva sempre odiato di Nagisa. Si morse il labbro tornando da quella nube di pensieri. 
Dopo le medie i suoi avevano deciso di trasferirsi e Karma non era andato a salutarlo un'ultima volta. Che idiota. Ora viveva da solo cercando una fuga da quella noia opprimente. E poi aveva visto una chiazza di capelli blu in discoteca a cui non riusciva a dare un nome o una forma annebbiato dall'alcool, eppure la invitò a ballare. E nel riconoscere Nagisa provò finalmente qualcosa oltre la noia. Scoprì, senza sorprendersene, che gli era mancato un sacco. 
Diede una testata alla porta di casa appena arrivò. Che gli era saltato in mente? Sapeva che Nagisa aveva bisogno di tempo, non doveva essere così frettoloso. Ma cosa fare del resto? Doveva davvero privarsi di altro tempo prezioso che avrebbe riempito con lunghe passeggiate e con problemi di matematica? 
Buttò la testa sul cuscino e si mise a dormire.

Il campanello suonò, segno che il sushi era arrivato. Si erano svegliati intorno alle tre del pomeriggio e dopo un'ora avevano deciso di ordinare qualcosa d'asporto da mangiare. Nagisa ritirò il cibo e mise la tovaglia sul tavolo. 
-Questa maglia è meravigliosa, potresti non trovarla nell'armadio - disse Nakamura. Si era cambiata con i vestiti del blu, avevano la stessa taglia. 
-Ah ah ah, no grazie! Mi svuoterai l'armadio un giorno -
-Sai benissimo che quando vuoi puoi fare razzia dei miei vestitini, Nagisa-chan- Gli fece l'occhiolino non ascoltando nemmeno la risposta dell'altro. Iniziarono a mangiare in silenzio. 
-Oi Nagisa -il suddetto alzò lo sguardo verso la bionda. -Hai presente quel progettò di scambio culturale realizzato dall'università? Non volevo partecipare, ma sai, credo di aver bisogno di cambiare aria. -era un viaggio a Londra di circa sei mesi. Nakamura studiava lingue ed era una delle migliori del suo corso. 
Nagisa abbassò gli occhi. E così anche Nakamura lo lasciava, partiva per ritrovare la calma che si meritava. 
E lui? 
Era ancora confuso, tanto anche. Che cosa avrebbe fatto adesso? Nakamura andava via, Karma era stato lui stesso a lasciarlo andare via... 
-Oi, so che la mia presenza è indispensabile ma non mi aspettavo questa reazione. Tutto bene? -Si perse a guardare il suo piatto, indeciso se tenersi tutto dentro o meno. L'indecisione durò poco. Partì con il suo racconto. Gli narrò di quando erano piccoli e di come entrambi c'erano l'uno per l'altro, gli raccontò del loro litigio e di loro che facevano sesso nel suo appartamento. E sì, gli disse anche di aver buttato tutto perché non si sentiva pronto. 
-Nagisa -Nakamura non era mai seria, almeno non troppo. Eppure in quel momento aveva uno sguardo da cui non traspariva nessun segno di ironia. 
-Hai sempre avuto questo dannatissimo difetto di credere che tutto sia colpa tua: aver avuto una madre terribile ed esserti chiuso in te stesso non è un tuo difetto, cazzo! Lo vuoi capire che non è colpa tua?! Hai tagliato i ponti con quella donna, cos'altro pretendi di fare?! -la bionda quasi urlava -Sei un ottimo amico, sei il mio migliore amico! Se ti piace quel ragazzo, vai! Se è vero che non sei cambiato, non importa perché sei la persona migliore che conosca al mondo! -Dal volto del blu iniziarono a scendere lacrime. -E quindi mi chiedo: perché desideri tanto un cambiamento se non potresti migliorare in alcun modo?! E non è vero che sei vuoto, lo eri forse. Ma hai trovato qualcuno in grado di riempirlo e giuro che non è una mia stupida battuta sessuale -rise Nagisa nonostante le lacrime, perché Nakamura era fantastica. Corse ad abbracciarla,e lei lo accolse con un sorriso. 
Il vero senso di quelle parole lo colpirono di getto.
"Giusto perché tu lo sappia, a me non frega niente di che lunghezza sono i tuoi capelli" 
A Karma non importava dei difetti che il blu si attribuiva, Nagisa continuava a piacergli lo stesso. 
E davvero, nonostante le lacrime e il viso paonazzo Nagisa fu certo di non essere mai stato così felice. Così libero. 
-Devo rivederlo -

Un bar di una strada stretta e buia di Tokyo non poteva di certo definirsi noioso: tizi strani con ogni difetto fisico immaginabile, la birra migliore del mondo e gente che non vedeva l'ora di prendersela con qualcuno. Per Karma erano i posti migliori per scacciare via la noia. Ma Okuda preferiva un ambiente tranquillo, uno di quei posti vicino all'università o alla biblioteca. E Karma non poteva di certo biasimarla, tuttavia, ciò non negava che quel posto fosse davvero noioso. Mangiucchiava la cannuccia del the al limone ormai già finito da parecchi minuti. Okuda era una buona compagna di studi: poche parole e la maggior parte incentrate sugli esercizi da svolgere.
-Dovresti risolvere il quadrato di binomio adesso, così non ti intralcerà dopo -gli suggerì per poi notare che il rosso non la stava realmente ascoltando. Portò una mano verso alcuni ciuffi ribelli sfuggiti dalla treccia, sistemandoli. Osservò la figura del rosso, guardò i capelli leggermente spettinati e l'ultimo bottone della camicia non debitamente chiuso come suo solito.
-Karma-kun! -esclamò riportando l'altro sull'attenti - Tu sei turbato! -sentenziò la mora. Karma la fissò leggermente sbigottito e confuso.
-Ma no, sarà un'impressione tua, Okuda-san -
-Il Karma che conosco adesso starebbe maliziosamente pensando ad un modo per boicottare il dolce di Asano-San seduto dall'altra parte! -Non aveva nemmeno notato la sua sporca copia schiarita. Quel tipo era odioso e Okuda aveva ragione. Stava di nuovo pensando a Nagisa.
-Karma-kun, non siamo di certo migliori amici, ma il fatto che non abbia mai manomesso niente di mio mi fa ben sperare. -si fermò per sorridergli -Se hai qualche problema non dovresti tenerti tutto dentro -Okuda non era noiosa, ma forse un po' troppo ingenua.
-Grazie Okuda-san, ma davvero, non ci sono problemi -non del tutto convinta, Okuda tornò al suo problema cercando di coinvolgere anche l'altro.
Nagisa stava cominciando a divenire fastidioso, in un modo diverso rispetto alle medie, ma comunque fastidioso. Era diventato il suo pensiero fisso da quella dannata notte. Gli tornava spesso in mente la pelle pallida e morbida del celeste e come fosse bello sapere di poterla toccare e baciare perché in quel momento era sua. Ma più asfissiante del corpo di Nagisa, vi era certamente il fatto che Karma lo avesse di nuovo lasciato indietro.
-Okuda-san -chiamò la mora che al suono del suo nome si rizzò sistemandosi gli occhiali. -Come si ritorna da una persona a cui forse non interessi? -La mora aveva ragione, non erano migliori amici ma a Karma piaceva. Era forse l'unica ragazza con la quale riusciva a parlare. 
-Beh Karma-kun... Sei molto vago, posso rispondere solo in virtù dei pochi dettagli forniti. Se a quella persona non interessi più, la devi lasciare andare. -Spezzante, precisa e dritta al punto. Le ricordava Nagisa. Abbassò lo sguardo iniziando a giocare con la lattina di the vuota. Se voleva una risposta doveva essere più chiaro. 
-Okuda-san... E se sapessi che a lui piaccio ma non vuole uscire con me solo perché è un cazzo di moccioso che non comprende nemmeno sé stesso? -Okuda sbattè una mano sulla fronte. 
-Karma-kun! È quasi il contrario di quello che hai detto prima! Però... -esitò qualche minuto come per trovare le giuste parole -Beh, se hai fatto la tua parte devi solo aspettare che sia lui a presentarsi di nuovo a te. Non puoi forzare la mano, conoscendoti gli avrai già detto quello che pensi... Quindi aspetta. Forse sarà estenuante, ma aspettalo. -
Okuda in realtà non fece altro che confermare quello che aveva già pensato lui stesso. 
-Grazie Okuda-san -la ragazza sapeva che Karma la riteneva ingenua, ma poteva perdonarlo per quell'errore di valutazione.
-Figurati -perché alla fine era lei ad aiutarlo a risolvere i suoi problemi, e questo significava che il rosso nutriva fiducia. E andava bene così. 




 

Angolo Autrice
Mi scuso per l'uscita di questo capitolo che è più tardiva rispetto all'altro. Sono stata indecisa fino a l'ultimo se concludere il capitolo con Nagisa e Nakamura o aggiungere anche Karma e Okuda. 
Personalmente non amo molto Kaede. Per carità, so essere un'autrice imparziale e di certo una mia antipatia non avrebbe reso il personaggio diverso dal canone originale, ma Nakamura la trovo più schietta e adatta ad essere amica ad un carattere remissivo come quello di Nagisa. Specialmente in questa occasione. Quindi, lascio a voi il giudizio finale della riuscita o meno di questo capitolo e ci vediamo al prossimo (che dovrebbe essere l'ultimo, salvo l'epilogo) 
Ciao!

 

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Capitolo 4
*** 4. Ti Ho Incontrato Ancora ***


Ti Ho Incontrato Ancora

 

-Guarda Karma-kun, guarda! -Nagisa guardava dalla finestra con lo sguardo rivolto verso l'alto. 
-Si, ho capito, arrivo! Che c'è... Oh - Sorrise anche Karma nel vedere i fiocchi di neve scendere giù dal cielo. Si mise accanto a Nagisa ed entrambi guardarono quelli con sguardo incantato. 
-Chissà se potremo fare un pupazzo di neve -Nagisa già lo immaginava sotto i piccoli alberi del suo giardino. Avrebbe sicuro indossato il vecchio cappello del padre di Karma che l'aveva ceduto ai due bimbi per potersi divertire dal momento che non lo usava più. E magari anche la sciarpa della madre di Karma, rossa con i pois rosa. Gli si strinse quasi lo stomaco a pensare che sperava non avesse niente di suo. 
-Contiamo i fiocchi! Uno, due, tre, quattro... -disse il rosso sedendosi a terra per stare più comodo. 
-Ma non puoi contarli tutti, Karma-kun - 
-Otto, nove, dieci... Nagisa, stai perdendo tempo! Undici, dodici, tredici... -Alla fine anche Nagisa aiutò Karma in quella strana impresa che sapeva non aver senso. Contarono trecentodue fiocchi, prima di addormentarsi l'uno sopra l'altro.

Karma strinse la sciarpa intorno al collo. Faceva freddo, davvero tanto. Era prevista una nevicata per la prossima settimana, quasi sperò che fosse vero. Gli piaceva guardare i fiocchi dalla finestra. Continuò a camminare ravvelocizzando il passo. Desiderava tornare presto a casa, poggiare le buste della spesa, stendersi sulla morbida coperta di lana e addormentarsi. Non aveva mai sofferto tanto il freddo come quel gelido giorno di fine novembre. Mancava poco meno di un mese all'arrivo dell'inverno. Il tempo a volte giocava brutti scherzi. Non sopportava più di dover portare quelle buste, ringraziò il cielo di essere praticamente arrivato. Svoltò a destra per raggiungere casa e si trovò davanti una scena inaspettata. Dovette impegnarsi davvero tanto per non spalancare la bocca dalla sorpresa. 
Nagisa. Nagisa era là in quella sperduta strada di Tokyo, con le braccia intorno al corpo per riscaldarsi. Era sempre stato più freddoloso di Karma. Nonostante i guanti, sciarpa e cappello, rigorosamente azzurri, saltellava da un piede all'altro. Stava parlando con una delle sue vicine di casa, una ragazza alta e con i capelli mori sempre raccolti in una coda. Che la conoscesse? 
La ragazza in questione, appena vide Karma, lo indicò e Nagisa si voltò a guardarlo. Spalancò gli occhi e sollevò gli angoli della bocca in un caloroso sorriso. Si inchinò per ringraziarla prima di avvicinarsi al rosso. 
-Karma-kun! -Le labbra erano blu dal freddo, screpolate e piene di pellicine. Fu questa la prima cosa che notò Karma. Subentrò dopo una domanda: cosa diavolo ci faceva lui nel suo quartiere?! 
-N-Nagisa... C-cosa ci fai qui?! - 
-Scusami tanto per questa visita improvvisata -iniziò a dire, ma le parole erano interrotte dallo sbattere dei denti. 
-Vieni, saliamo su -propose Karma accompagnandolo nel suo appartamento. Nagisa non se lo fece ripetere due volte. Lo seguì su per le scale, arrivando al terzo piano. Era un tipico appartamento per universitari, forse un po' più spazioso del suo ma comunque abbastanza modesto. Karma accese immediatamente i riscaldamenti, poggiò poi le buste della spesa mettendo a posto le poche cose che aveva preso. 
Non sapeva come comportarsi. Non voleva rovinare quel minimo contatto che aveva con Nagisa e non aveva intenzione di comportarsi come anni addietro ignorando i suoi problemi. Voleva esserci, ma non sapeva come. Non sapeva come agire perché, per quanto fosse intelligente, di rapporti umani non ne aveva mai capito niente. Lo dimostrava il suo rapporto di amicizia con Okuda e il suo non rapporto con gli altri. Era un disastro. 
Nagisa quasi riuscì a percepire i sentimenti dell'altro. Strinse l'orlo della manica del giubbotto rosso che Karma ancora non aveva levato, costringendolo a voltarsi. 
Ricordò di aver visto quello stesso sguardo azzurro e fiero durante il loro litigio delle medie. In quegli anni quello sguardo lo aveva intimorito, gli sembrava di essere completamente nelle mani di un burattinaio. Si sorprese del fatto che a distanza di anni, quella paura persisteva. Ma era diverso. Non si sentiva attaccato. 
-Come mi hai trovato? -chiese smettendo di guardare Nagisa. 
-È una storia abbastanza lunga... -In quei giorni, Nakamura aveva smosso tutto il suo corso universitario per cercare Karma. Nagisa si sentiva parecchio in imbarazzo a girare con una foto delle medie che li ritraeva e sentire la bionda chiedere a tutti se sapessero dove abitasse. Eppure quello strano metodo funzionò. Seppero da un ragazzo che la sua ragazza abitava con Okuda Manami, una stretta amica del rosso. Rintracciarono la povera malcapitata e riuscirono a farsi dare l'indirizzo. Fu una fortuna che Okuda avesse parlato con Karma di quel ragazzo dai capelli azzurri, altrimenti avrebbe chiamato immediatamente la polizia per la troppa esaltazione di Nakamura. 
-Nagisa? -lo richiamò Karma togliendosi il giubbino notando che l'altro non lo aveva ancora fatto. 
-Ehy, dammi qua -disse afferrando il cappello del blu mentre i capelli lunghi gli caddero sulle spalle. Avrebbe tanto voluto toccarli, giocarci. Nagisa gli consegnò il resto sfiorandogli le mani. 
-Cavolo Nagisa! Ma non avevi i guanti?! -sorrise imbarazzato, il blu. 
Karma sapeva che forse non avrebbe dovuto farlo, ma fu istintivo: lo baciò. Fu un veloce bacio a stampo.
Si era promesso di aspettare e non c'era riuscito. Aveva il terrore di vedere Nagisa sparire o peggio, di incontrare un suo sguardo inorridito. Si sorprese nello scorgere un sorriso, ancora un sorriso. 
-Nagi... -fece per parlare ma quello gli prese il volto fra le mani iniziando a baciarlo con molta più voga e passione. Le mani gelate di Nagisa gli provocarono un brivido a contatto con la sua calda pelle. Era incredibile quanto quel tocco fosse morbido e delicato nonostante quel bacio fosse così bagnato e decisamente poco casto. Subito Karma lo prese per i fianchi portandoselo in braccio. Il blu fu velocissimo ad adattarsi a quella nuova posizione. Incrociò subito le gambe intorno alla vita dell'altro. I loro corpi erano a stretto contatto e nessuno dei due voleva saperne di staccarsi. 
-Karma... - sussurrò Nagisa sulle labbra del rosso che sembrava ormai perso. Si era sempre chiesto come facesse il suo amico a non destare la curiosità della gente: così aggraziato e carino, così viscido e manipolatore. Cosa avrebbero mai pensato alcuni nel vederlo adesso? Sorrise a fior di labbra nel pensare che non potevano pensare niente perché quello era il suo Nagisa. Era solo a lui che si mostrava così. 
Karma lo trasportò nella piccola camera da letto. Si buttarono sul materasso non proprio con grazia. Karma sovrastava il corpo piccolo di Nagisa. Lo guardò pochi secondi mordendosi il labbro. Era giusto quello che stava avvenendo? 
Il blu prese il volto di Karma e disperse ogni suo dubbio con un bacio dolce, sentiva le sue labbra tirate in un sorriso morbido contro la sua guancia. Nagisa gli levò la felpa e da lì cominciò ad essere tutto frenetico, veloce. Ogni tocco non aveva più niente di quella genuina curiosità della prima volta, solo una voglia quasi morbosa di sapere di essere davvero presenti. Lasciavano di baciarsi solo quando non avevano più respiro. Era una magnifica danza di cui avevano da tempo sognato di far parte. Nagisa scese a baciare il torace disegnando ghirigori con la lingua. Non si arrestava, tuttavia, la voglia di toccare e accarezzare il corpo dell'altro. E Karma non si sottraeva alle attenzioni dell'altro. Gli toccava i capelli morbidi accompagnando i movimenti del blu nella sua esplorazione. Era una chimica perfetta la loro. 
Nagisa risalì a baciarlo. Karma continuò ad accompagnarne i movimenti per un po'. Successivamente fece scendere le mani su quel pallido corpo che non era più freddo come qualche minuto prima. 
-Ti amo -gli sussurrò il rosso. Forse era presto, forse non era quello il giusto momento. 
-Ti amo -ripeté a voce più alta. No, non era decisamente il momento giusto. 
Era una vita che si avvicinavano per respingersi di nuovo. Forse sarebbe risuccesso. Forse Nagisa sarebbe ricaduto nelle sue paure, forse Karma non avrebbe mai imparato dai suoi precedenti errori. 
Forse, forse, forse. 
-Lo so... E anche io ti amo -Bastarono quelle parole a convincere Karma che le sue erano solo paure derivate dall'ignoto di vivere una relazione, una relazione con la persona che più amava al mondo. 
Stava vivendo forse il momento più atteso della sua vita e il bello era che non se n'era mai accorto. 
Quella notte si toccarono e si amarono, come non avevano fatto la prima volta. Sapevano che ci sarebbero stati l'uno per l'altro. Sapevano che si sarebbero amati. 
Fuori intanto, la neve cominciava a scendere. 

Nagisa sapeva che non avrebbe mai dovuto far incontrare il suo ragazzo e Nakamura. Sapeva che sarebbe stata la sua disfatta, eppure non aveva avuto scelta. Nakamura non aveva aspettato che fosse il blu a fare le presentazioni. Li aveva incontrati per caso, o almeno questo era quello che lei aveva detto, alla mensa universitaria e si era seduta accanto a loro. Aveva squadrato Karma dalla testa ai piedi cercando un qualche difetto che avrebbe potuto non farle piacere. E invece, da quell'incontro era nato un duo che Nagisa aveva sperato con tutto il cuore non vedere mai. Karma aveva molte foto di lui da piccolo, anche molto imbarazzanti. Nakamura aveva dei video molto più che imbarazzanti di lui ubriaco che non avrebbe mai voluto vedessero la luce. Ma nonostante questo, era felice. Le due persone più importanti per lui non avevano problemi a stare insieme. 
-Ho la terribile sensazione di aver dimenticato qualcosa -Nakamura si mordicchiava le unghie smaltate di arancio. Avrebbe potuto evitare di farlo, stava portando via il colore. Nagisa gli mise una mano sulla spalla. 
-Non hai dimenticato nulla, stai serena -ma la bionda non l'ascoltava. Guardava le sue cinque valigie facendo un veloce riepilogo delle sue cose. 
-Come se non avessi detto nulla... - 
-Lasciala in pace, è l'ansia del viaggio -gli sussurrò Karma in un orecchio. Aveva ragione il suo compagno. Il tono dolce della sua voce gli fece sperare che si rivolgesse a Nakamura e la calmasse come spesso faceva con lui. Gli strinse la mano per istinto mentre si avvicinava alla bionda. 
-Sei mesi, sei mesi senza di voi! -disse nel raccogliere le sue valige per spostarle più vicine al luogo di imbarco. -Ma che mi è venuto in mente?! -Nagisa la guardò come a volerle ricordare il perché. 
-Karma, va' a prendere una bottiglia d'acqua per favore -il tono di Nakamura faceva intuire che voleva solo del tempo con Nagisa. Il rosso li guardò entrambi prima di sciogliere l'intreccio che le loro mani avevano creato per fare quello che gli era stato detto. 
-Sai, ho incontrato Okajima giorni fa... E non guardarmi così, è stato un caso! E sai, abbiamo parlato e non ho potuto non notare che sono stata una stupida. Non avevo capito che il problema non fosse lui, ma noi. Non era più innamorato di me. Ora sta con un'altra ragazza e mi fa male vedere che lui abbia raggiunto l'idillio che avete raggiunto anche tu e Karma. Ma è giusto così. Vanno tutti avanti. E io non riesco a trovare il mio equilibrio. -sbarrò gli occhi Nagisa. Quello era esattamente ciò che aveva pensato quattro mesi fa quando aveva riincontrato Karma e Nakamura gli aveva annunciato che se ne sarebbe andata a Londra. Cercò con la coda dell'occhio il suo ragazzo. A volte lo faceva. Per essere sicuro di non star vivendo un'illusione per poi darsi dello sciocco. 
Sorrise e alla bionda piaceva quel sorriso. Era sempre più vivo in quegli ultimi quattro mesi e Nakamura non poté fare a meno di piangere. Lo abbracciò fortissimo e si commosse anche il blu. 
-Grazie. Per tutto -gli disse il ragazzo. 
-Io niente abbraccio? -smorzò Karma tornato con quello che gli era stato ordinato. Nagisa gli diede un bacio a stampo sorridendo sulle sue labbra. Aveva trovato un equilibrio. Era davvero emozionante sapere di aver vinto anni di paure e vuoti. Sarebbe stato solo un crescendo da quel punto in poi, ne era certo. E Nakamura non lo sapeva, ma il destino sapeva ben giocare le sue carte. Proprio dall'altra parte dell'aeroporto, Ryouma Terasaka aveva perso il suo volo. In una corsa disperata, stava giungendo al luogo d'imbarco dove si era liberato proprio il posto accanto alla bionda. 
-Beh... Allora io vado. - disse la ragazza con gli occhi lucidi. Nagisa le sorrise di nuovo agitando la mano. Ci fu uno sguardo di intesa con Karma. Quest'ultimo fu sicuro che Nakamura gli stesse facendo le classiche raccomandazioni da migliore amica, ma lesse anche una nota di sincero affetto. 
-Ci vediamo fra sei mesi -E si salutarono. Nagisa guardò la schiena dell'amica allontanarsi. Non fu facile voltarsi. Le voleva bene, le augurava il meglio. 
-Andiamo Nagisa -Fu Karma a spingerlo ad andare via poggiandogli una mano sulla spalla. 
Strinsero le mani intrecciando le dita. 
Si erano ritrovati, non si sarebbero più lasciati. 



 



Angolo Autrice
Ehm... Posso spiegare! Sono sparita per tre mesi e non è nemmeno completamente colpa mia! Volevo che quest'ultima parte fosse l'epilogo, ma viste le mie tempistiche ho preferito inserirlo e fare di questo l'ultimo capitolo. Ho scritto e riscritto questo capitolo. Non mi piaceva mai il risultato finale e alla fine sono giunta a questo. Non mi dispiace, ma sono dell'opinione che si possa sempre migliorare. Piccola nota: io ho sempre visto bene Nakamura e Terasaka. Quindi ho voluto dare questa piccola opportunità a entrambi. Grazie per avermi seguito fino a qua, ci vediamo in qualche prossima storia!

 

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