At Least I Did One Thing Right

di fantaysytrash
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shock ***
Capitolo 2: *** Denial ***
Capitolo 3: *** Anger ***
Capitolo 4: *** Bargaining ***



Capitolo 1
*** Shock ***


Note dell’Autrice

Otto brevissime flashfics che illustrano la lotta di Ian contro la sua diagnosi, ambientate tra la 5x05 e la 5x12, con finale alternativo.

Ogni capitolo rappresenta una delle sette fasi del dolore, più un epilogo finale dedicato all’amore; non è propriamente una raccolta, dato che segue tutto il percorso di Ian da quando scopre di essere bipolare, ma ogni capitolo è comprensibile singolarmente da chi conosce il fandom.

Il titolo è un verso della canzone “Call It What You Want” di Taylor Swift.

Buona lettura,

Federica ♛

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Paul Abbott, a John Wells e alla Warner Bros. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 


 

AT LEAST I DID ONE THING RIGHT

#1 – SHOCK

 


“Sei malato, Ian, devo portarti all’ospedale.”

Sapevi che tutta la tua famiglia stava cospirando alle tue spalle, ma speravi davvero che Mickey fosse diverso. Invece è in piedi di fronte a te, lo sguardo talmente spezzato che vorresti sentirti in colpa.

Ma non c’è niente di sbagliato in te, non capisci da dove vengano queste accuse, come se lui fosse in condizioni di sputare sentenze.

Sei malato. Che nozione ridicola.

Fingi di fare una doccia, e valuti le tue opzioni a sangue freddo. Senti Yegveny nel salotto che biascica qualcosa, e ripensi a come tu l’abbia amato prima ancora del suo padre biologico. Ti sei preso cura di lui meglio di come i tuoi stessi genitori abbiano mai fatto con te.

Forse Mickey è solo stressato, forse puoi sollevargli un peso liberandolo dalla vostra presenza per qualche giorno.

Devo portarti all’ospedale.

No, una gita con il piccolo ti sembra decisamente un’opzione migliore.


[152 parole]

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Capitolo 2
*** Denial ***


Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Paul Abbott, a John Wells e alla Warner Bros. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 


 

AT LEAST I DID ONE THING RIGHT

#2 – DENIAL

 


I farmaci che ti hanno dato ti offuscano la vista e rendono il mondo opaco e distante, come se ti trovassi sottacqua. Non comprendi quello che sta accadendo, non senti le parole che Fiona ti sta rivolgendo e non riesci nemmeno a guardare la figura di Mickey che ti sta osservando preoccupato.

La dottoressa che ti ha visitato è solo l’ennesima persona che non ti capisce veramente, nonostante quello dovrebbe essere il suo lavoro.

“La mia famiglia pensa che io sia come mia madre, ma non è così.”

Non sei Monica e non puoi permettere che qualcuno creda il contrario. Come fanno a non vedere quanto la loro versione dei fatti non combaci con la realtà?

Non hai mai abbandonato la tua famiglia quando avevano bisogno di te. Non hai mai cercato di ucciderti davanti agli occhi di tutti tra una portata e l’altra del pranzo del Ringraziamento.

Non hai mai voluto ferire Yevgeny, ami quel bambino più di quanto avresti creduto possibile, ami Mickey e non lo avresti mai tradito se non fosse stato per le droghe che ti hanno costretto a prendere.

Fiona e Lip hanno probabilmente ingigantito la situazione e ora tutti ti credono pazzo, ma non lo sei.

Tu non sei Monica. E non c’è niente che non vada in te.


[215 parole]

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Capitolo 3
*** Anger ***


Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Paul Abbott, a John Wells e alla Warner Bros. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 


 

AT LEAST I DID ONE THING RIGHT

#3 – ANGER

 


La tua famiglia rischia di farti impazzire. Ti monitorano, ti osservano, aspettano di vederti inceppare nei tuoi passi per farti una ramanzina che non sono qualificati a erogare.

Lip e Fiona hanno avuto più relazioni fallite che tutto il resto di Canaryville, eppure pensano di poterti giudicare per le tue scelte, attribuendo la colpa della situazione a una malattia immaginaria.

“Devi prendere le medicine,” ti dice Fiona con un’aria esausta.

Ti osserva dalla porta della tua stanza, le mani sui fianchi e un’espressione esausta, come se fosse lei quella messa sotto pressione dalle stesse persone che dovrebbero invece sostenerti maggiormente.

“Smettila di trattarmi come se fossi Monica!” sbotti impaziente, perché non riesci a trasmettere ciò che provi quando i tuoi interlocutori sono più testardi di un muro.

Ora che la spossatezza della visita all’ospedale psichiatrico si è dissolta, provi solo una gran rabbia. Non sei un poppante, puoi prendere le tue decisioni senza includere l’intera famiglia.

Quello che fai non riguarda nessun altro, i tuoi fratelli non hanno il diritto di giudicarti quando non sanno come ti fanno sentire quelle dannate pillole.

Corri fuori di casa e non ti fermi finché senti l’aria bruciarti nei polmoni; non sai dove sei, ma non ti importa. Almeno qui non ci sono seccatori bugiardi.


[211 parole]

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Capitolo 4
*** Bargaining ***


Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Paul Abbott, a John Wells e alla Warner Bros. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 


 

AT LEAST I DID ONE THING RIGHT

#4 – BARGAINING

 


“Se proprio insistete andrò a vedere uno specialista, ma non voglio prendere alcun farmaco.”

È una bugia, e hai la sensazione che tutti i tuoi fratelli seduti al tavolo accanto a te ne sono a conoscenza. Ma è l’unico modo che hai per farli desistere dalla loro nuova missione di renderti dipendente da medicine di cui non hai bisogno, perciò provi ogni strategia che ti viene in mente.

Come pensavi i sintomi che ti hanno fatto andare fuori di testa sono svaniti, probabilmente perché le droghe che hai assunto al club hanno terminato i loro effetti.

Sei perfettamente e completamente normale e vorresti urlarlo a tutti se solo l’azione non fosse controproducente.

Cerchi di mostrarti aperto e sincero, non diversamente da come incantavi i tuoi clienti per farti avere tutto ciò che desideravi, e noti che la tua facciata funziona perché rispecchia esattamente ciò che vogliono vedere.

“È un inizio,” sospira Lip, lanciando uno sguardo significativo a Fiona che fai finta di non notare.

No, pensi mentre annuisci in modo convincente. Sarà la fine una volta per tutte.

 

[178 parole]

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