Frammenti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Spade ***
Capitolo 2: *** Fauci ***
Capitolo 3: *** Cicatrici ***
Capitolo 4: *** Sangue ***
Capitolo 5: *** Figlio ***
Capitolo 6: *** Yamato ***
Capitolo 7: *** Albero ***
Capitolo 8: *** Pensiero ***
Capitolo 9: *** Lui ***
Capitolo 10: *** Cielo ***
Capitolo 11: *** Legame ***
Capitolo 12: *** Inferno (1) ***
Capitolo 13: *** Segno ***
Capitolo 14: *** Bottone ***
Capitolo 15: *** Scottare ***
Capitolo 16: *** Inferno (2) ***
Capitolo 17: *** Dolore ***
Capitolo 18: *** Brividi ***
Capitolo 19: *** Mutismo ***
Capitolo 20: *** Lesione ***
Capitolo 1
*** Spade ***
Spade
L'ultimo
fendente di
Yamato lo manda al tappeto mozzandogli il respiro e accendendogli una
fitta di dolore tra le costole. Dante spalanca gli occhi e cerca di
riagguantare in fretta la sua Devil Sword, sicuro che il gemello ne
approfitterà per sopraffarlo con un affondo decisivo, ma
questa volta Vergil non infierisce e, vedendolo provato dal duello, gli
offre la sua mano per rimettersi in piedi.
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Capitolo 2
*** Fauci ***
Fauci
Le fauci di
Cerberus gli hanno stritolato una spalla, affondandogli nella carne
fino alle ossa, ma Dante ha continuato a combattere, imperterrito, fino
a debellare la bestia a tre teste; ora però deve fare i
conti con una seccatura ancora più grande del segugio
infernale.
«Siediti e fammi dare un'occhiata, stupido» gli ripete Vergil, e nonostante il cacciatore di demoni odii gli ordini, si ferma e non protesta mentre il fratello lo aiuta a sfilarsi il cappotto lacero. |
Capitolo 3
*** Cicatrici ***
Cicatrici
Dopo un
duello all'ultimo sangue da cui è uscito sconfitto, Nelo
Angelo ansima contro il petto di Dante, gli occhi trasfigurati dalla
magia di Mundus e il volto deturpato da cicatrici così
profonde da renderlo irriconoscibile.
«Resisti» mormora il devil hunter col cuore in gola, prendendo il viso del fratello tra le mani insanguinate «Non posso rinunciare a te, quindi non rinunciare a te stesso, Vergil!»
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Capitolo 4
*** Sangue ***
Sangue
Il sangue si
spande attorno alle lame delle spade e sgorga dai loro petti come un
fiume avvelenato di risentimento, di rancore, di rabbia repressa per
troppi anni.
Svuotato di ogni energia, Dante abbandona la fronte sulla spalla del fratello che ha appena trafitto – e dal quale è stato trafitto a sua volta – e non appena sente Vergil crollare allo stesso modo su di lui, lo stringe a sé; con un filo di voce e un sapore metallico in bocca gli sussurra: «Siamo pari, ora?» |
Capitolo 5
*** Figlio ***
Figlio
«A
cosa devo tanta gentilezza?» chiede Dante stringendo i denti,
mentre Vergil gli estrae un gigantesco pungiglione di Empusa Queen
dalla schiena.
«Ho promesso a mio figlio che non ti avrei ucciso, e se ti lasciassi morire, beh... sarebbe come mancare alla promessa» Vergil sa che l'altro non ci crede neanche un po', come non crede che una puntura di Empusa possa ucciderlo, ma Dante non ribatte, e si lascia tamponare la ferita più che volentieri. |
Capitolo 6
*** Yamato ***
Yamato
Dante ha
perso il conto di quante volte Vergil ha sguainato Yamato davanti a
lui, ma rammenta bene che, la prima in assoluto, lo ha fatto per
proteggerlo da un demone che lo aveva aggredito nel cimitero di Red
Grave.
Aveva solo otto anni, eppure ricorda ancora tutto, di quella notte: le zanne della creatura che si chiudevano sul suo fianco, il dolore lancinante, lo scintillio della luna sulla lama di Yamato... e Vergil che, sporco di sangue e con gli occhi lucidi della sua stessa paura, lo abbracciava, chiedendogli se stesse bene.
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Capitolo 7
*** Albero ***
Albero
Dante
guarda il mondo vorticargli pericolosamente davanti agli occhi mentre
Vergil distrugge le radici del Qliphoth che hanno banchettato col suo
sangue. Fare da esca per abbattere l'albero della morte non si
è
rivelata proprio una buona idea: quasi a dargliene conferma, la spada
gli sfugge dalle mani e le gambe gli cedono di colpo; ma prima che
possa perdere i sensi Vergil scatta a sorreggerlo, impedendogli di
cadere.
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Capitolo 8
*** Pensiero ***
Pensiero
Vergil non ha
avuto molte ragioni per essere felice nella sua vita, e in quelle terre
infestate dai demoni il suo pensiero è sempre pronto a
scivolare in una cupa malinconia.
Dante lo sa, perciò quando lo vede immerso nelle sue elucubrazioni gli va vicino e gli posa una carezza distratta tra i capelli: è il suo modo per dirgli che lui c'è, e, se glielo permetterà, ci sarà sempre. |
Capitolo 9
*** Lui ***
Lui
Era la sua
ragione per combattere, la rabbia che montava in corpo fino a
risvegliare la sua natura demoniaca; era la ferocia di Yamato che gli
dilaniava il petto; era la carezza più agognata sul viso, il
bacio capace di lenire ogni ferita; era un rivale, un amante, l'altra
parte del suo io.
Vergil era tutto questo, per Dante, che a distanza di dieci anni dal loro ultimo incontro, si scopre a piangere nel cuore della notte ancora una volta, ancora per lui. |
Capitolo 10
*** Cielo ***
Cielo
Il cielo
è una distesa cinerea quel pomeriggio, ma Lady sa che non
è pioggia quella che bagna il viso del figlio di Sparda
appena tornato dall'Inferno, e allora cerca di alleviare il suo dolore
come meglio può. Dante si lascia stringere dall'amica,
sospira, chiude gli occhi; immagina di essere tra le braccia di Vergil:
solo così, solo per un istante, prova un lieve sentore di
conforto.
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Capitolo 11
*** Legame ***
Legame
Trascorrono
la notte a combattersi senza sosta, vittime e carnefici in un duello
fratricida all'ultimo sangue, ma al mattino si svegliano stretti in un
unico abbraccio: si cercano, si sfiorano, si baciano le ferite appena
rimarginate. Vivono così, Dante e Vergil, in un modo tanto
incomprensibile per gli uomini quanto per i demoni; sospesi in un
legame immortale che brucia di odio e di amore.
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Capitolo 12
*** Inferno (1) ***
Inferno
L'Inferno
è un regno più ostile di quanto Dante ricordasse:
le notti sono lunghe; i demoni sempre in agguato; i tormenti del
passato pronti a sciamargli nella mente e a divorarlo dall'interno,
trasformando i sogni in terrificanti incubi.
Ma ogni volta che Dante si sveglia di soprassalto, Vergil è
lì al suo fianco che lo guarda e, senza proferire parola, lo
stringe al suo petto... allora non gli sembra poi tanto male quella
vita nelle terre infernali.
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Capitolo 13
*** Segno ***
Segno
Un decennio
di schiavitù sotto il controllo di Mundus non ha lasciato
nemmeno un segno visibile sul corpo di Vergil, ma Dante sa che le
ferite più insidiose, quelle che ti cambiano dentro, restano
celate allo sguardo. Perciò quando gli occhi del gemello si
rabbuiano, contemplando le rovine della roccaforte che è
stata la sua prigione, Dante gli stringe la mano, in silenzio, e giura
a se stesso che un giorno riuscirà a cancellare ogni traccia
di quelle maledette catene dal suo cuore.
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Capitolo 14
*** Bottone ***
Bottone
La prima cosa
che Dante vede dopo giorni di oscurità è un
oggetto piccolo, argentato e rotondo, con una incisione all'interno che
lo fa somigliare ad un cammeo. Gli occhi gli bruciano ancora un po', la
sua vista non è perfetta per via della ferita che gli ha
provocato una cecità prolungata, ma il mezzo-demone si
sorprende a cogliere dettagli che prima non aveva mai notato; come le
decorazioni pregiate sui bottoni del cappotto di Vergil, o la
delicatezza delle sue dita mentre gli sfila le bende dal viso.
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Capitolo 15
*** Scottare ***
Scottare
Dantre
strizza la sua maglia sulle acque dell'Acheronte e la avvicina alla
spalla ustionata del fratello, che subito protesta: «Non
è necessario, sta già guarendo.»
«Oh, lo so», risponde lui, con una pazienza che non ha mai avuto con nessuno, mentre applica l'impacco freddo improvvisato sulla pelle di Vergil «Ma così brucia un po' meno, giusto?» |
Capitolo 16
*** Inferno (2) ***
Inferno
Nel cerchio
più profondo dell'Inferno hanno finito per pestare i piedi
al Demone sbagliato; Vergil se ne rende conto con agghiacciante
lucidità solo ora, mentre Dante ansima tra le
sue braccia: la gola squarciata, i capelli albini imbrattati di sangue
e gli occhi spalancati in un'espressione di stupore.
«Da qui in poi me ne occupo io, tu pensa solo a respirare» dice Vergil premendogli una mano sulla ferita, e non appena avverte il rantolo soffocato di Dante, nel suo sguardo divampa un furore cieco, insieme ad una promessa: raderà al suolo l'intero regno di Lucifero pur di salvare suo fratello. |
Capitolo 17
*** Dolore ***
Dolore
Prima ancora
di capire che Rebellion gli ha lacerato un fianco, Vergil lo riconosce:
quel dolore bruciante è il segno inequivocabile della sua
sconfitta... una sconfitta che non è disposto ad accettare.
Una parte di lui – la sua parte umana – vorrebbe farlo, vorrebbe afferrare la mano di Dante e permettergli di salvarlo, di amarlo, di ricominciare insieme; ma prevale l'orgoglio, prevale il demone che, ripudiando la debolezza insita in quel dolore, lo spinge a scegliere l'abisso. |
Capitolo 18
*** Brividi ***
Brividi
«Non
è strano? Voglio dire, questo freddo... non dovrei
sentirlo» borbotta Dante, sinceramente sorpreso dai brividi
che lo scuotono da capo a piedi – come se non si trovasse nel
bel mezzo di una tempesta di grandine nel terzo girone dell'Inferno,
come se non avesse perso almeno mezzo litro di sangue scontrandosi con
quella maledetta belva a tre teste.
«Dimentichi che sei per metà umano, sciocco…» sospira Vergil, strappando a Dante un nuovo sussulto di stupore quando si toglie il cappotto e lo posa sulle sue spalle per scaldarlo. |
Capitolo 19
*** Mutismo ***
Mutismo
In ginocchio
sull'umido tappetino del bagno, coi gomiti oltre il bordo della vasca,
Dante preme la spugna contro la schiena nuda di suo fratello
– o di ciò che rimane di lui, dopo che la magia di
Mundus ha straziato orribilmente il suo corpo e violato la sua mente.
Vergil rimane inerte nell'acqua calda che lo bagna fino al petto, lo sguardo assente, le labbra sigillate in un mutismo assoluto, le orecchie sorde alla voce di Dante che continua a mormorargli: «Tornerai a stare bene, te lo prometto...» |
Capitolo 20
*** Lesione ***
Lesione
«È
molto brutta?» chiede Dante, ancora intontito dopo aver
ripreso i sensi, ad un silenzioso Vergil intento a controllargli la
lesione che l'ultima Death Scythe gli ha procurato.
«Non è bella, di sicuro» ammette Vergil, scostando piano i capelli del gemello incrostati di sangue, e pensando a come Dante si è lanciato nel covo di quei demoni assassini senza la benché minima precauzione, aggiunge: «Ma non c'è pericolo che tu possa diventare più stupido di quanto già sei.» |