Guerra tra due mondi

di Elisa_Malse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo ***


Vi è mai capitato a scuola, durante la lezione di religione o di italiano magari o di qualsiasi altra materia, di sentire e discutere riguardo a Dio, Lucifero, Paradiso, Inferno e robe simili? Beh, credente o meno, esiste una leggenda poco conosciuta ma anche molto affascinante che raccontavano molti anni fa i nonni ai propri nipoti per avvisarli del pericolo delle divinita' superiori.

Si narra che secoli fa, sulla terra ci fu una guerra tra Dio e Lucifero, quest'ultimo era pieno di collera per essersi ritrovato dal Paradiso all'Inferno e, non sapendo bene come avesse fatto, riusci' a risalire fino alla terra per prendere il comando su Dio e su tutti gli uomini ma, per fortuna, con l'aiuto degli angeli, Dio riusci' a rispedirlo da dove era venuto ancor prima che la guerra cominciasse. Mentre il diavolo cadeva in quel buco che sembrava senza fondo pero', rilascio' sulla terra sei anime dannate cosi' che lo potessero aiutare ad avere la sua vendetta, mentre Dio invece rilascio' sei angeli sulla terra per aiutarlo se la guerra dovesse ricapitare ancora.

Si dice che i dodici prescelti sarebbero nati solo dopo un paio di secoli e che, quando saranno pronti, Lucifero fara' tremare la terra e la guerra si scatenera'... pero' e' soltanto una leggenda, no?

{ɪɴғᴇʀɴᴏ}

Una voce stridula e irritante ruppe il silenzio che si era venuto a creare quasi da tre ore nella stanza, accompagnata dal battere continuo sulla porta blindata in acciaio.

«Xeni, alzati e muovi il culo, il capo ti vuole» urlo' il tizio fastidioso dall'esterno, facendo cosi' svegliare infastidito il demone che, finalmente, gli avevano concesso delle ore di sonno dopo aver svolto tutti i suoi compiti da spalla destra di Lucifero, come controllare che nessuna anima dannata scappi dal proprio cerchio o dare "una lezione" a chi non aveva ben capito cosa poteva capitare se qua non si dovessero rispettare le regole. Con un ringhio e un'imprecazione si alzo' lentamente dal letto, raccogliendo i suoi vestiti da terra. Le temperature all'inferno possono raggiungere quasi la temperatura del sole e, si', anche se adesso era nella sua stanza, c'era comunque caldo. Si vesti' ordinatamente ed elegantemente e, dopo essersi pettinato e sistemato decentemente il caschetto, usci' facendo sbattere la porta sulla faccia del tipo irritante "accidentalmente", facendo cadere a terra dolorante. Il demone lo guardo' bene in faccia mentre l'altro si teneva il naso dolorante, quest'ultimo era un demone apprendista che aveva firmato il contratto con Lucifero cosi' da lavorare per lui.

Quando si muore e si va all'inferno, si ha solo due possibilita': vivere la solita vita da anima dannata, scontando le pene per quello che si e' fatto durante il corso della vita per l'eternita', o firmare il contratto con Lucifero per diventare uno dei suoi aiutanti, cosi' da avere anche una vita immortale abbastanza tranquilla. Peccato che non basta firmare il contratto. Per essere scelto come un suo aiutante bisognava sopravvivere e completare sfide omicide e torture di ogni tipo, sia fisico che mentale. Alla fine su piu' di 300 000 anime, ne rimanevano vive solo cinque. Chi moriva anche dopo la sfida di Lucifero, la sua anima vedra' buio per l'eternita' con atroci sofferenze. Anche Xeni ha fatto il contratto ed e' stato una delle anime dannate che ha resistito e riportato meno danni cerebrali e fisici dopo mille secoli e quindi e' stato "assunto" come nuova spalla destra di Lucifero.

Il demone che aveva davanti ancora a terra era solo un ragazzino viziato che aveva superato la prova per puro miracolo e questa cosa faceva girare leggermente le palle a Xeni. L'apprendista guardo' il demone con gli occhi lucidi e sguardo freddo mentre si teneva ancora il naso ora sanguinante, era visibilmente terrorizzato da lui e questa cosa fece quasi ridere il demone piu' anziano, ci volle tutta la sua buona volonta' per trattenersi e nel mantenere il suo viso apatico, adorava fare questo effetto ai novellini, lo faceva sentire il piu' bravo nel suo campo.

«Non lo sai che e' contro le regole alzare le mani su altri demoni lavoratori?!» urlo' con voce isterica il ragazzino, facendo venire quasi il mal di testa all'altro. Quest'ultimo lo guardo' con sguardo superiore per poi regalargli un sorriso di scherno.

«Ma io non ho alzato le mani su nessuno, ho aperto semplicemente la porta e, purtroppo, c'eri tu in mezzo e, diciamoci la verita', sei come un cazzo. Sempre in mezzo ai coglioni» disse con una tale naturalezza ed ironia allo stesso tempo da mettere i brividi al demone apprendista. Si avvicino' maggiormente al ragazzo a terra mentre questo indietreggiava fino al muro. Il sorriso scomparve, rivelando uno sguardo glaciale.

«Impara a startene al tuo posto, novellino, e soprattutto a portare rispetto a chi hai davanti... merdina» disse per poi girarsi e avviarsi fiero verso l'ufficio di Lucy, come si divertiva a chiamarlo. Aspetto' esattamente cinque minuti buoni prima di bussare ed entrare solo dopo aver sentito il consenso. Entro' con un sorriso che molto probabilmente aveva visto solo il suo capo, tra loro due c'era un conflitto di 'amore ed odio' come diceva Xeni e per lui, il capo, era come un amico che non aveva mai avuto. Ovviamente il demone superiore non la pensava affatto allo stesso modo pero', ma era costretto a sopportarlo.

«Buongiorno capo! Come va la vita qua giu'?» chiese il ragazzo passandosi una mano tra i capelli che stavano quasi chiedendo pieta' per il calore che proveniva dall'ufficio anche se non ne era sorpreso, dopotutto erano vicini al centro della terra. Alla voce di Xeni, un uomo che sara' stato piu' alto sicuramente di due metri, si alzo' dalla sedia in cui era seduto poco prima ringhiando e mostrandosi in tutta la sua potenza. Due corna nere spuntavano dal cranio del demone e dalla base di queste sembrava uscire ormai del sangue secco. L'uomo sembrava avere almeno una quarantina d'anni, sembrava difficile da realizzare ma in realta' quell'uomo era proprio Lucifero.

«Sei in ritardo Xeni, odio quando mi fanno perdere tempo e tu questo lo sai benissimo» lo rimprovero' con voce roca e fredda prima di pararsi faccia a faccia con la sua spalla destra. Quest'ultimo dovette trattenere le risate per la seconda volta, oh si che lo sapeva. Sapeva che si sarebbe arrabbiato ma, cavolo, non ci poteva fare niente, non riusciva a seguire sempre le regole lettera per lettera, sai che noia poi?

«Mi dispiace per averti fatto aspettare, Lucy, ma mi sono imbattuto in un novellino impertinente e irritante»

«E questo ragazzino si e' beccato una porta in faccia per sbaglio, vero?»

«Esattamente» disse con naturalezza Xeni scrollando le spalle. Il demone sospiro' frustato e scuotendo il capo, cambiando discorso.

«Ritorneremo dopo su questo argomento, non ti ho chiamato qua per parlare del fatto che ti diverti a spaventare i mocciosi appena arrivati» disse il capo, prendendo il suo portabile che era sistemato sulla cattedra e passandolo al ragazzo «Leggi».

Xeni lo prese e cominciando a scorrere il testo con attenzione. Era una leggenda su una guerra tra il demone e la divinita'. Il ragazzo sapeva benissimo quella storia, come sapeva benissimo che quella leggenda in realta' era tutta vera. Il demone superiore infatti ha raccontato tutto a Xeni della vicenda subito dopo che fu assunto come suo assistente.

«E' la guerra che hai avuto tra te e quel buffone, e con questo?» chiese il demone alzando lo sguardo verso il capo. Quest'ultimo fece un cenno del capo mentre si riprendeva il portatile, come se lo stesse invitando a seguirlo dietro la cattedra. Senza esitazione Xeni lo segui', vedendo cosi' l'altro aprire uno dei cassetti, l'unico chiuso con il lucchetto, e tirando fuori un fascicolo enorme. L'angelo caduto diede il fascicolo in mano all'assistente mentre comincio' a spiegare.

«Li' dentro Xeni troverai dei ragazzini. Ma non dei ragazzini qualsiasi. Molti di loro hanno avuto una vita ingiusta, piena di delusioni, rabbia, sconforto e, cosa molto piu' importante, portano rancore verso...» fece un piccolo ringhio, stringendo i pugni, il solo nominarlo gli dava fastidio. «... Verso Dio. Loro ci aiuteranno nel completare il mio piano che ho cominciato tanti anni fa ma che per un pelo non ho portato a termine»

«Aspetta, stai dicendo che vuoi rifare la guerra? Stiamo parlando sempre della leggenda tra due mondi?»

«Perche' ti fa cosi' tanto strano, Xeni?» domando' il demone inarcando le folte soppraciglia. L'aiutante guardo' di nuovo le schede, uno di loro sembra solo un bambino, un altro sembrava semplicemente un ragazzino viziato e poi ancora una ragazzina dall'aria troppo fragile per resistere ad una guerra del genere. In ognuno di questi ragazzi il demone non ci vedeva niente che potessero sopravvivere ad una guerra di questo livello. Scrollo' le spalle, posando il fascicolo sulla cattedra, la cosa lo intrigava parecchio ma non voleva darlo a vedere. Voleva ricevere piu' informazioni.

«Perche' adesso hai deciso di cominciare questo piano?» chiese semplicemente per poi puntare un attimo lo sguardo su un punto particolare della scheda: maledizione. Fu li' che Xeni comincio' a capire: la leggenda narra di sei anime dannate, che siano loro? Fece una smorfia guardando poi il suo capo che per tutto il tempo se n'era stato zitto per permettere all'altro di venire al punto da solo.

«Stai scherzando vero? Questi bambocci sarebbero il tuo nuovo esercito?»

«E sono molto piu' forti di come credi, Xeni» rispose a tono Lucifero mettendosi a camminare per l'ufficio. «Ho aspettato secoli e secoli che questo momento arrivasse. A quel tempo non avevo ancora la forza di mandare queste anime sulla terra nell'esatto momento in cui le avevo convocate, purtroppo risalire tutto l'inferno fino alla terra mi aveva sprecato un sacco di energia» spiego' mentre toccava uno dei numerosi quadri che erano presenti nella stanza. I quadri raccontavano tutte le sue imprese, anche il momento in cui gli mozzavano le ali come punimento. Il quadro che stava toccando ora, quello piu' vecchio, rappresentava proprio la sua caduta dal Paradiso all'Inferno. Prese una piccola pausa prima di continuare con voce piu' profonda e sicura.

«Ho aspettato secoli, ho aspettato che crescessero, che diventassero piu' forti. Ho aspettato il momento che si sarebbero incazzati con il mondo intero e che i loro poteri, le loro maledizioni, crescessero con loro. Oggi che e' il 21esimo secolo, Xeni, finalmente posso riavere la mia vendetta su quella palla di lardo che ha avuto il fegato di mandarmi giu' in questa merda di posto. Finalmente gliela faro' pagare» termino' urlando quasi, facendo tremare l'intero ufficio e facendo cadere qualche residuo di polvere che si nascondeva tra le piastrelle. Xeni ascolto' il tutto molto attentamente, pulendosi i vestiti dalla polvere caduta nel mentre.

«Cosa vuoi che faccia?» chiese in tono fermo mentre lo guardava pronto ad ogni possibile incarico, non lo aveva mandato nel suo ufficio solo per fare questa scenata sicuramente. Aveva del lavoro da svolgere. Infatti il demone superiore si volto' di scatto a quella domanda, avvicinandosi al fascicolo e cercando una scheda in particolare.

«Hai piu' di un compito, Xeni. Non solo avrai il compito di radunare tutte e sei le anime dannate, ma avrai anche il compito di addestrarle» disse in tono sicuro per poi tenere il fascicolo aperto su un ragazzo in particolare. «Per primo che dovrai trovare sara' lui» disse indicando un ragazzo dai capelli biondi e occhi azzurri, avra' avuto piu' o meno una ventina d'anni, non di piu'. Il ragazzo storse la bocca.

«Capo, mi sta sul cazzo» ,

«Nessuno ha chiesto la tua, Xeni» lo interruppe subito, facendo sbuffare l'altro annoiato.

«Va bene, allora perche' proprio lui?»

«Non penserai sul serio che dovrai rimanere sulla terra per tutto questo tempo, vero? Sono abbastanza grandi da cavarsela da soli e questo ragazzo avra' il compito di sorvegliare il resto del gruppo visto che sara' il leader della squadra. Tu li farai vedere le basi del combattimento e come sviluppare per bene il loro potere per almeno le prime due settimane, poi ritornerai qui di nuovo ma le terrai comunque d'occhio a distanza. Soprattutto gli devi raccontare quale sarebbe la loro missione e fai in modo che accettino la sfida» concluse il capi sedendosi nuovamente sulla sua sedia. A quelle parole Xeni ghigno' soddisfatto, era il suo secondo mestiere ingannare le persone. Istigare sei mocciosi sara' un gioco da ragazzi sicuramente.

«Posso fare di loro cio' che voglio?»

«Non hai la possibilità di ucciderli ma ci puoi andare vicino se tenteranno la fuga» disse Lucifero prendendo il fascicolo e passandolo a Xeni. «Sopra trovi tutti i loro nomi, cognomi, eta', caratteri, paesi e poteri. Una tra di loro ha un tocco micidiale, fa attenzione. La maggior parte di loro non sa di cosa sono in grado di fare».

Xeni fece una mezza risata ironica, chiudendo il fascicolo e avviandosi verso la porta. «Mi stai forse sottovalutando, Lucy» disse stuzzicandolo, aspettando l'ordine di iniziare la ricerca.

«Non mi chiamare in quel modo» ringhio' irritato il demone superiore per poi calmarsi e ghignare malignamente. Disse poi una frase che avrebbe scatenato una guerra sicuramente peggiore della prima e seconda guerra mondiale. «Trovameli tutti, Xeni»

Il ragazzo in questione ghigno' a sua volta, aprendo la porta e cominciando a correre e correre sempre piu' velocemente fino ad attivare il suo potere, trasformandosi in un abile e veloce felino: un ghepardo. Un ghigno spunto' sul suo muso alle risate di sottofondo di Lucifero che facevano tremare tutto quanto l'Inferno, ma il ragazzo non ci faceva caso. In un battito di ciglia raggiunse il portale che usava sempre per andare sulla terra, ruggendo di gusto nel mentre con ancora il fascicolo tra le sue fauci.

La risata perfida di Lucifera accompagnata dallo spostamento di Xeni dall'inferno alla Terra sicuramente avevano fatto tremare terribilmente l'inferno... ma non solo.

{Paradiso}

Angeli e tranquillita' governava il Paradiso. Ragazzi e bambini passeggiavano tranquilli, ognuno con i propri lavori da fare, anche Zhen aveva i suoi compiti da svolgere. La spalla destra di Dio non aveva mai tempo per rilassarsi, doveva vigilare su tutti i cittadini e gli angeli, e per quest'ultimi il ragazzo e' considerato come il salvatore di tutti, colui che ha salvato e continuera' a salvare il Paradiso non solo da anime che non facevano parte di questo mondo, ma anche a sorvegliare ed aiutare gli angeli in difficolta', soprattutto i novellini. Quando si andava in paradiso, si poteva scegliere almeno tre angeli che potessero sorvegliare questo mondo e di solito venivano scelti soltanto i piu' buoni, i piu' puri, quelli che avevano fatto meno peccati nel corso della vita. Poi ovviamente si poteva accettare o rifiutare il compito, anche a Zhen fu stata data questa possibilita' ma non era molto sicuro di accettare, era una grande responsabilita' e non sapeva se era pronto o meno per questo compito. Zhen era ritenuto cosi' importante che venne scelto da Dio in persona e fu sempre lui a convincerlo di essere un suo assistente personale. Non ne aveva uno da quando Lucifero decise di superarlo, ma non poteva fare tutto da solo ancora per molto. Disse che Zhen fu una benedizione e il ragazzo si senti' il cuore impazzire dalla gioia. In quel momento l'angelo stava aspettando la nave delle anime benedette, ovvero le persone che sono appena morte e che stanno per essere portate in Paradiso. Era il compito di Zhen di dare a loro il benvenuto e di far schiudere a loro per la prima volta le loro ali, era facilissimo, bastava premere in un punto preciso dietro la loro schiena e come per magia le ali spunteranno fuori dalle loro scapole. A fargli compagnia c'erano tre giovani ragazzi appena assunti: uno avra' avuto una trentina d'anni, aveva gli occhi scuri e capelli a caschetto castani, un altro era appena piu' vecchio, aveva una barba folta, occhi verdi e capelli castani e, ahime', un ragazzino di dodici anni, occhi color nocciola e capelli ricci e scuri. Tutti e tre sono morti per ragioni diverse: uno per un incidente d'auto, uno per un improvviso attacco di cuore e il piccoletto per un cancro al cervello. Il ragazzo sospiro' amareggiato, ognuno ha il suo destino gia' prescritto appena si e' nati e solo chi e' degno e forte riuscira' a cambiarlo. Per quanto riguardava lui stesso, aveva cambiato il suo destino, e' vero, ma e' morto come ricompensa. Almeno pero' e' morto con onore nel suo paese, salvando una piccola fanciulla che si era avvicinata troppo al combattimento e fu stato riconosciuto anche qua in questo mondo. A distrarlo fu la piccola e dolce voce del bambino che gli tiro' leggermente la tunica per prendere la sua attenzione.

«Signor Ling, tra quanto arrivera' la nave?» domando' il piccolo, inclinando teneramente il capo. A quella vista Zhen sorrise leggermente, scompigliandogli teneramente i capelli.

«Dovrebbe arrivare a momenti, Casey, sta tranquillo. Appena arriveranno gli daremo il nostro piu' caldo benvenuto e vi insegnero' poi come far aprire a loro per la prima volta le ali»

«Come hai fatto con le mie?» chiese ancora il piccolo angelo. Zhen annui' sorridendo dolcemente.

«Esattamente, come ho fatto per tutti voi fino ad adesso» disse per poi udire un rumore in lontananza, sembrava un tipo che urlasse "ARRIVIAMO". Zhen sorrise appena vide una figura avvicinarsi in lontananza. «Stanno arrivando!» disse salutando la nave in lontananza con una mano, imitato dagli altri. Il ragazzo 30enne sospiro' nervoso.

«Sono un po' emozionato. E se non gli staro' simpatico?» chiese nervoso, mordendosi il labbro inferiore. A quella affermazione l'angelo barbuto rise teneramente, dandogli una pacca sulla spalla.

«Sta tranquillo, perche' mai dovremmo non stargli simpatici?» disse allegro.

«Esatto» esordi' Zhen, «vedrete, andra' tutto benissimo-» non fece il tempo a completare la frase che il Paradiso si mise subito a tremare, facendo impazzire gli abitanti.

«Ma che diavolo?!» urlo' terrorizzato ora Den, cosi' si chiamava il 30enne, aggrappandosi al braccio muscoloso di Jack, cosi' si chiamava il barbuto. Zhen per conto suo, rimase un attimo sotto shock per poi guardare la nave. Era una semplice nuvola, non sarebbe durata a lungo. Degluti' preso un po' alla sprovvista, guardando i due ragazzi piu' grandi del gruppo.

«La nave non durera' a lungo, dobbiamo prenderli e portarli tutti qua sani e salvi! Andate!» disse venendo subito ascoltato, infatti gli angeli presero il volo e andarono a recuperare tutte le anime benedette prese ormai dal panico. Zhen guardo' poi Casey dolcemente.

«Casey, ho bisogno che tu tranquillizzi un po' la gente qua su', va bene?» disse il ragazzo, prendendo il piu' piccolo un po' alla sprovvista.

«M-ma Signor Ling, ho solo dodici anni, non mi ascolteranno mai!»

«Invece ti ascolteranno perche' fai parte delle guardie del Paradiso. Sei un prescelto, Casey, ti daranno retta di sicuro» disse Zhen stringendo le spalle del piccolo per dargli sicurezza e regalandogli uno dei suoi sorrisi. «E ora vai, io vado ad aiutare i ragazzi» disse per poi lanciarsi in volo e recuperare tutte le persone che poteva. Ne prese una sulla schiena e due sotto braccio, persino il ragazzo che guidava la nave si era fermato per dare una mano, se continuava ad avvicinarsi alla destinazione molto probabilmente sarebbero caduti tutti quanti di nuovo sulla terra, facendo la vita poi di "un'anima condannata", ovvero un'anima condannata a restare sulla terra per sempre, senza trovare mai pace. Finirono appena in tempo, riuscirono a portare le ultime persone a destinazione prima che la nave si frantumi nel nulla. Nel mentre anche la terra smise di tremare del tutto, facendo prendere un respiro di sollievo a tutti tranne che a Zehn.

C'era qualcosa sotto a questo terremoto, ci vuole tanto per far tremare questo mondo, che cosa mai sara' successo?. Si guardo' intorno fino a trovare un gruppo di angeli guerrieri che si stavano assicurando che stessero tutti bene. Si avvicino' velocemente a loro, prendendo la sua attenzione.

«Devo andare urgentemente dal capo, voi assicuratevi che le anime appena arrivate stiano bene, per favore» disse per poi correre subito verso l'ufficio di Dio. Si ricordava di una storia terrificante riguardo ai danni e alle conseguenze che la scossa della terra, Paradiso e Inferno portavano e non era niente di buono. Raggiunse velocemente l'ufficio di Dio, cercando di sistemarsi un ultima volta i capelli ribelli, per poi bussare ed entrare subito dopo il concesso.

Zehn si inchino' subito dopo essere entrato, guardando in basso in segno di rispetto.

«Mi scusi per l'interruzione, sua maesta', ma ho voluto vedere come stavate dopo la terribile scossa che c'e' appena stata» disse con voce calma e razionale per poi ritrovarsi una mano davanti al viso. Guardo' prima la divinita' e poi la mano per poi afferrare gentilmente quest'ultima e tirandosi in piedi abbastanza velocemente. La figura di Dio era molto giovane e alta, anche lui superava benissimo i due metri di altezza e indossava una lunghissima tunica bianca rigorosamente decorata con fantasie di colore d'oro.

«Grazie per la preoccupazione, Zhen, ti avrei fatto chiamare comunque pero' per una questione molto piu' importante della mia salute» disse Dio cominciando a girare per la stanza. Il ragazzo sgrano' appena gli occhi per la sorpresa, una cosa piu' importante della salute di una divinita'? Cosa mai sara' successo? Zhen temette il peggio, aveva un bruttissimo presentimento in quel momento.

«Signore... non mi dica che Lucifero ha gia' cominciato il suo piano» disse il ragazzo provando ad essere fiducioso ma l'espressione affranta del suo capo non aiutava per niente.

«Temo di si', mio caro ragazzo. E dobbiamo agire in fretta anche noi a questo punto. Tanto tempo fa ho fermato Lucifero per un pelo, ho avuto molto fortuna a quel tempo ma non dimentichero' mai quanti morti ha fatto dei miei poveri angeli soldati» disse Dio sospirando, amareggiato, per poi prendere un fascicolo aperto sulla scrivania per poi passarlo a Zehn. «Leggi» disse semplicemente, il ragazzo guardo' l'interno confuso. Nomi di ragazzi e ragazze, sei in tutto, provenienti da parti di tutto il mondo. All'angelo non servi' neanche la spiegazione di quello che stava per dirgli il suo capo, ci arrivo' da solo.

«Vuole che vada a prenderli?» disse riferendosi agli angeli mandati sulla terra secoli fa, ormai abbastanza grandi per affrontare la guerra. Dio annui', fermandosi un attimo ad osservare un punto fisso.

«Vedi il primo della lista? Lui sara' il leader del gruppo e dovrai cercarlo per primo. Appena li avrai trovati tutti, ti mandero' la posizione del luogo dove li allenerai ad usare i loro poteri e li allenerai anche nel combattimento. Se scappano, te riprendili indietro anche con la forza se neccessario, purtroppo» disse la divinita' per poi guardare di nuovo l'angelo con occhi pieni di speranza. «Fai in modo che accettino questo grande incarico. Quando deciderai che sono diventati bravi abbastanza a cavarsela da soli, puoi ritornare qui ma dovrai tenerli comunque d'occhio». Il ragazzo annui' deciso, era pronto. Sapeva che prima o poi Lucifero avrebbe fatto scatenare di nuovo questa guerra, i suoi nonni glielo raccontavano di continuo di questa leggenda. All'inizio non ci credeva per niente ma evidentemente adesso doveva crederci. Il suo capo gli ha raccontato tutta la faccenda dopo un secolo che era stato assunto come sua spalla destra, lo riteneva pronto.

«Ora vai, Zehn» disse dolcemente la divinita' con occhi pieni di speranza. Il ragazzo fece un breve inchino di rispetto per poi uscire dall'ufficio. Guardo' per bene il ragazzo in questione ed era molto giovane, aveva un caschetto rosa con una frangetta, sicuramente tinti, e degli occhi azzurri accesi. Se e' maggiorenne gli avra' allora appena compiuti perche' sembra ancora un bambino. Sospiro' amaramente prima di chiudere il fascicolo e dirigersi velocemente verso il portale che portava alla Terra. Era da tantissimo tempo che non ci metteva piede, chissa' come sara' diventata. Prese la rincorsa ed entro' nel portale.


Angolo Autrice:
Ma salve :D ho deciso di portare questa storia anche su Fanfiction~ per chi non lo sapesse questa storia la potete trovare anche sul mio profilo di Wattpad "7_Zingari_Gialli"
Vi comunico che questa su Wattpad è una storia ad oc, quindi per chi volesse sapere qualcosa su di loro, nel mio profilo e nel primo capitolo del libro troverete i personaggi~ fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti! ~
Alla prossima, ciauuu~

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Capitolo 2
*** 2 Capitolo ***


{Terra, Los Angeles}

Un gruppo di ragazzi uscì ridacchiando e scherzando dal centro commerciale con buste di varie dimensioni, dalle più grandi alle più piccole, una rischiava addirittura di strapparsi da quanto era piena. Erano tre ragazzi in tutto: due femmine e un ragazzo. Questo era minuto e aveva un taglio di capelli molto curato con una frangetta rosa che gli cadeva delicatamente sulla fronte, sicuramente se li era appena fatti tagliare e ritingere, tanto c'erano I saldi quel giorno! Le due ragazze erano anche loro piene di buste ma soprattutto la più alta, quella dai capelli riccioli d'oro e dalla pelle chiara e limpida, l'altra aveva meno buste, non poteva spendere tanti soldi ma almeno si era fatta tingere e tagliare anche lei i capelli, adesso erano di un nero che tendevano verso il Blu scuro verso le punte e si era fatta sistemare per bene la frangetta.

«Rega, ce', adoro! Non ho mai preso così tanta roba durante i saldi» disse il ragazzo mentre si avvicinavano alla fermata dell'autobus per ritornare a casa, sarebbe dovuto arrivare tra pochi minuti ma se la presero con calma. Vivevano a Los Angeles, nel pomeriggio c'era un sacco di gente che usciva da lavoro e questo significava file chilometriche di macchine, tutti gli autobus sarebbero arrivati in ritardo comunque. Claire, la corvina, sbuffò annoiata mentre si mise le mani in tasca dopo aver posato le borse a terra.

«Che palle, non ho potuto comprare la Palette da Huda Beauty per colpa di quella arpia di mia madre» si lamentò lei. Stephany, ovvero "riccioli d'oro", fece un verso di esasperazione.

«Mamma mia, quanto ti lamenti! Devi guardare il lato positivo, ti sei fatta la tinta e hai comprato anche un di creme idratanti per la pelle e per ammazzare i brufoli e i punti neri. Per non parlare poi di quel vestito da urlo che ti sei presa per uscire con Emily domani sera» commentò mentre si girava un ciuffo biondo tra le dita.

«A proposito di Emily, quella busgattona, perchè non è venuta?», chiese Claire riferendosi alla quarta amica che però non era potuta venire con loro a fare shopping.

«Perchè al contrario di voi mantenute, lei ha un lavoro e dovrebbe ritornare a casa tra trenta minuti circa. Dopo la chiamerò mentre proverò la mia nuova black mask!» disse il ragazzo per poi concentrarsi sull'autobus che si fermò proprio lì davanti a loro. «Andiamo raghi~» disse con il suo solito tono bambinesco mentre saliva sul mezzo seguito dalle altre. Appena arrivò a destinazione, scese dall'autobus, salutando le ragazze per poi avviarsi verso casa sua. Controllò velocemente l'orario, erano quasi le sette, Emily sará arrivata già a casa a quest'ora, ciò significa che poteva importunarla quanto voleva. Aprì la porta di casa, cercando di non far cadere la roba che aveva comprato, per poi entrare e tirare un sospiro di sollievo.

«Sono a casa!» urlò per farsi sentire dal padre che si trovava in cucina a preparare la cena.

«Ciao Tesoro», rispose il padre senza togliere lo sguardo dalle verdure che stava tagliando. «Come è andata con lo shopping?»

«Benissimo» esclamò il ragazzo, piegandosi per accarezzare il gatto che si era avvicinato per salutarlo, miagolando. «Ho preso un sacco di cose oggi, vado sù a metterle via e poi vengo a darti una mano» disse il rosa salendo le scale fino ad arrivare alla sua cameretta. Le pareti erano di un giallo pannocchia e i mobili di un colore bianco panna, solo le lenzuola del letto e le mensole erano di un colore rosa pastello, per non parlare poi del magnifico tappeto peloso rosa shock presente sul pavimento. Appoggiò tutta la sua roba sul letto, esaminandola un ultima volta. Vestiti, felpe, trucchi, scarpe e creme di ogni tipo, inutile dire che il ragazzo era estremamente soddisfatto dei suoi acquisti.

Una volta aver aiutato il padre con la cena e dopo aver mangiato, si stiracchiò pronto per la fatidica telefonata di almeno due ore con Emily.

«Vado a parlare con Emily mentre vado a fare la mia black mask, papà. Se mi cerchi sono là sù», disse prima di risalire le scale fino al bagno. Tirò fuori il telefono dalla tasca e la confezione nuova della maschera dalla credenza per poi comporre il numero dell'amica, avviando una video chiamata. Dopo un paio di squilli, la ragazza rispose. Aveva dei lunghi e ben curati capelli lisci e castani e due occhi grandi di un colore verde smeraldo. Stava seduta alla scrivania, ad armeggiare con il computer.

«Pronto?~» si sentì dall'altra parte del telefono.

«Ciao tezoro! Come è andata a lavoro oggi?»

«Bene, dai, c'era un bel po' di gente al bar oggi ma per fortuna erano quasi tutti nonnetti, me la sono presa con calma. Te invece? Come è andato lo shopping?»

«Benissimo! Ho comprato di quelle robe, teso, che devi assolutamente vedere. Ho anche comprato una nuova black mask e avevo intenzione di mettermela un po' sulla face mentre parlavo con te» disse il ragazzo, mostrando la crema alla ragazza prima di svitarla, pronto all'uso. Emily ridacchiò ai comportamenti infantili del ragazzo.

«Sei riuscito anche a comprare quella favolosa pelliccia che abbiamo visto l'altro giorno in tv?»

«Ovvio! È di un rosa shock bellissimo e ci ho abbinato anche un paio di pantaloni di un blu chiaro»

«Da donna, sicuramente, vero?»

«Eh beh, tezoro, non è colpa mia se ho un culo mega galattico» disse il ragazzo con fare ovvio mentre cominciava a spalmarsi la sostanza sulle guance, facendo ridere l'amica.

«Sì, Sunny, sappiamo tutti che hai un bel culo, non c'è bisogno che ce lo ricordi»

«Lo so ma mi diverto farlo» disse ridacchiando il ragazzo facendo intanto delle facce buffe per far in modo che la maschera ricopri ogni millimetro della sua pelle. «Te che fai adesso?»

«Niente di che, gioco su The Sims»

«Uh! Missione "avere un figlio con quel grandissimo pezzo di pannocchia di Jungkook" è completata alla fine?»

«Non ancora, cavolo, mi dice sempre che non sono ancora pronti i Sim per questo passo!!» urlò esasperata l'amica, guardando l'avatar che doveva rappresentare il cantante coreano nominato con disperazione. «Non è giusto, tu sei già alla missione "Sposarsi quel gran figone di Jimin"... E hai avuto addirittura due gemelli!»

«Hey, se può renderti felice, io volevo due femmine, non due maschi» commentò il rosa ridacchiando, ricevendo un "seh seh" da parte dell'amica. Appena toccò alla parte superiore della faccia, Sunny fece un verso sconvolto da vera drama queen.

«Che hai fatto?» Chiese l'amica quardandolo interrogativa.

«Ho dimenticato la fascia per capelli! La frangia mica sta sù da sola, ceh» disse Sunny mentre cominciò a lavarsi le mani per levare la sostanza nera. «Ora andremo a prenderla» disse prendendo sù con sè il telefono e abbandonando momentaneamente il bagno. La ragazza sospirò, tirando gli occhi al cielo.

«Dio, Sunny, che colpo! Manco ti fosse entrato un tipo per casa!» Commentò la ragazza mentre cominciò a sistemarsi i capelli in una coda di cavallo alta ben curata.

«Oi, guarda che la fascia è molto importante, eh!» Disse il ragazzo aprendo la porta della sua stanza velocemente, non voleva che la crema cominciasse già a seccarsi senza che avesse completato tutto il viso. Accese la luce mentre si chiuse la porta dietro.

«Insomma, come faccio dopo a mettermi la maschera sulla fronte? Sarebbe un vero- AAAAAAH!» Sunny lanciò il telefono, fortunatamente sul letto, per lo spavento mentre si reggeva alla porta terrorizzato mentre guardava la figura misteriosa che era seduta sulla sedia, che era davanti alla scrivania. Ci mise un attimo prima di provare a fuggire dalla camera, ma la porta era chiusa a chiave, come diavolo era possibile? Neanche ce l'aveva la chiave! Guardò la figura spaventato mentre sentiva gli occhi farsi gonfi per le lacrime, per non parlare del fatto che avesse ancora la black mask addosso ed Emily di sottofondo che continuava a chiamarlo spaventata per l'urlo improvviso del ragazzo. Sunny si armò della lampada gialla che c'era sul suo comodino, puntandola contro lo sconosciuto che per tutto il tempo era rimasto zitto e in silenzio, semplicemente lo guardava con sguardo malinconico.

«C-c-chi sei?... E come hai fatto ad e-entrare?...» Balbettò quasi in un sussurro il rosa con voce tremante. Il ragazzo misterioso sospirò, alzandosi dalla sedia, facendo sussultare il minore.

«Sta tranquillo... Non ho alcuna intenzione di farti del male» disse con calma e con voce rassicurante la figura, cercando di rassicurare il rosa, anche se non era abbastanza per calmarlo. Sunny deglutì mentre si sentiva già tirare un po' la faccia per colpa della maschera.

<> Chiese di nuovo il ragazzo con voce tremante. L'altro si sedette sul letto, accavallando le gambe.

«Mi chiamo Zhen, Ling Zhen, e arrivo da molto lontano per poterti incontrare... Oh, e vengo dalla finestra» concluse con non interesse lo straniero alzando leggermente le spalle. Il rosa rivolse uno sguardo veloce alla finestra e sì, in effetti era leggermente aperta, ma come diavolo aveva fatto ad entrare da lì se alla finestra ci sono le grate?! Sunny strinse con più forza, tremando, la lampada che aveva in mano ed era più che sicuro che, se avesse provato a fare un solo passo, sarebbe caduto a terra. Non riusciva neanche ad urlare per quanto era sotto shock, non è mai stato un ragazzo tanto coraggioso e ne era anche consapevole, ma non capitava tutti i giorni di ritrovarsi un uomo in camera da un momento all'altro, in più con addosso delle vesti abbastanza strane. Sembrava una tunica cinese che indossavano i samurai quando andavano in guerra, abbastanza vecchia, insomma un look un po' strano e bizzarro per un ragazzo che avrà avuto sì e no una ventina o una trentina d'anni. Zhen, dopo aver scrutato per ben due lunghissimi minuti il più giovane, e dopo aver pensato a come formulare in seguito il suo discorso, riprese a parlare.

«Sunny... Ti chiami così, vero?» Chiese prima di continuare dopo aver ricevuto un cenno di affermazione da parte dell'altro. «Adesso, ragazzo, dovrai ascoltarmi molto attentamente a ciò che andrò a dirti perchè non è tanto semplice da spiegare. Quindi potresti, per favore, posare in attimo quella lampada?» Chiese gentilmente il più grande regalando al rosa uno dei suoi dolci sorrisi. Sunny deglutì ancora impaurito, non sapendo che fare; la porta era chiusa a chiave quindi non poteva scappare, suo padre non lo aveva chiamato per affermarsi che fosse tutto okay quando aveva cominciato ad urlare, forse si era addormentato di nuovo sul divano con il gatto sulle gambe. E poi c'era lui, seduto sul letto, ad aspettare paziente una sua qualsiasi azione o movimento, non ha osato avvicinarsi a lui e neanche a fargli del male per tutto il tempo, si è limitato solo a guardarlo, a scrutarlo, in silenzio. Sunny tentennò prima di posare lentamente la lampada al suo posto sul comodino, senza staccare gli occhi azzurri a quelli gialli scintillanti del più grande. Prese un grande sospiro mentre cercava di mettere da parte la paura per un momento.

«O-okay, ti ascolto» disse il più giovane sempre balbettante ma almeno un po' più sicuro di prima, voleva provare a fidarsi di lui anche per quanto risultava strana la situazione. Vedendo la reazione del rosa, il viso del maggiore si illuminò di speranza.

«Okay, perfetto, allora ascoltami molto attentamente perchè dovrai credere ad ogni cosa che io ti dica per quanto possa risultarti pazzo» disse Zhen cominciando a camminare per la stanza per poi fermarsi davanti a lui sospirando, ovviamente tenendosi sempre distante dal ragazzo.

«Io... Sono un Angelo».

Ci fu un minuto di silenzio imbarazzante: da una parte Zhen sperava con tutto sè stesso che il ragazzo non gli chiedesse adesso tutta la storia di come è possibile tutto ciò e come si è formato il paradiso e dall'altra, Sunny che in quel momento, se si fosse trattato di una delle sue amiche a dire sta' cosa, gli sarebbe tranquillamente scoppiato a ridere in faccia ma, in queste circostanze, si limitò ad una faccia più che confusa.

«Un... Un Angelo?» Chiese il rosa, inarcando un sopraciglio.

«Lo so che sembra assurdo ma devi credermi, è tutto vero?» Cercò di convincerlo Zhen. «Io in realtà sono morto tantissimi anni fa, durante una guerra, trapassato da una lancia mentre cercavo di salvare una bambina in difficoltà». Il più grande sospirò prima di continuare.

«Io in realtà ho più di mille anni e si da il caso che sono anche la così detta "spalla destra" di Dio» concluse portandosi una mano tra i capelli per sistemare i ciuffi ribelli che cadevano sulla fronte. Ci fu un altro minuto di silenzio e il rosa era sempre più convinto di essersi "disarmato" di fronte a un pazzo che si era catapultato in chissà quale modo nella sua stanza. Sunny cercò di riavvicinarsi lentamente verso la lampada di nuovo con mano tremante, cercando di non farsi vedere ma fallendo comunque miseramente.

«M-mi stai davvero dicendo... Che tu saresti un Angelo mandato da Dio?» Chiese il più piccolo balbettante, facendo sospirare frustrato l'altro. A quella reazione il rosa sussultò, non si stava mica arrabbiando, Vero? Cominciò a sudare freddo mentre riuscì finalmente ad afferrare "l'arma" con ma insicura.

«N-n-non sto dicendo che non ci credo! Assolutamente no! Cioè, s-si vede che sei u-un ragazzo buono e-»

«Allora, primo: rimetti giù la lampada per favore» lo interruppe Zhen, indicando l'oggetto che l'altro aveva nascosto dietro la schiena. «Secondo: con angelo non intendo che sono buono di carattere, intendo che sono veramente morto e che sono veramente un Angelo in tutti i sensi» concluse per poi sospirare arreso, così non si andava da nessuna parte.

«Non volevo farlo ma non mi lasci altra scelta...» Borbottò il più grande, scrutando Sunny. Quest'ultimo impallidì, voleva fargli del male ora? Ucciderlo? No, non voleva morire, doveva ancora trovare un ragazzo, maledizione! I suoi occhi si gonfiarono di lacrime, temendo il peggio, ma al contrario di quello che si aspettava, il maggiore strinse leggermente le spalle e chiuse gli occhi, concentrandosi, così che dalla sua schiena spuntassero fuori lentamente due magnifiche ali bianche, abbastanza grandi da permettere all'angelo di spiccare poi il volo quando si trovava all'esterno o anche solo nel suo mondo terrestre. Sunny sussultò sul posto dalla sorpresa e ne rimase completamente sconvolto.

Fece cadere la lampada dallo sgomento, stropicciandosi più volte gli occhi. Stava sognando? Stava veramente assistendo a quella scena? Non si sa con quale legge fisica ma le gambe tremolanti del rosa riuscirono a fare un piccolo passo avanti, meravigliato.

«Sono... Sono finte?» Chiese con imbarazzo, guardando curioso il più grande. Zhen, vedendo la curiosità di Sunny e vedendo che piano piano la sua paura stava scomparendo, sorrise dolcemente.

«No, sono vere... Puoi toccarle se vuoi» disse sporgendo un ala in fuori. Il rosa piano piano si avvicinò, ora meno insicuro di prima, toccando delicatamente le piume soffici con timore di fargli male. La tunica che indossava il più grande si era spostata leggermente e il rosa potè vedere chiaramente che le ali fuoriuscivano dalla pelle dello straniero. Incredibile, non erano finte.

Mormorò un debole "wow" mentre continuava a tastare piano l'ala anche fino alla base, sfiorando la schiena di Zhen. Quest'ultimo si spostò piano piano dopo un po', così da guardare il ragazzo faccia a faccia.

«Adesso che ti fidi di più, mi ascolterai?» chiese ancora il grande, sorridente. Il più piccolo annuì dopo averci riflettuto abbastanza, non sapeva il perchè ma voleva provare adesso a fidarsi di lui. Dopo che Zhen gli abbia raccontato tutta la faccenda, il rosa sbattè più volte le palpebre sconvolto.

«I-io capo di un gruppo di perfetti sconosciuti a combattere una guerra che, se non vinta, potrebbe causare la fine dell'umanità?!» Urlò quasi Sunny in crisi ora, guardando l'altro grattarsi il capo, in difficoltà ora a convincere il ragazzo di accettare questo compito.

«Beh, detta in questo modo la stai rendendo molto tragica e pericolosa la cosa, ma-»

«La sto rendendo molto tragica?! Stiamo parlando di una guerra, maledizione! Contro dei diavoli o qualsiasi cose essi siano».

«Delle anime maledette».
«Ecco, appunto!» Concluse il ragazzo, buttandosi a peso morto sul letto sospirando amaramente. «Io non so proprio che cosa vi sia venuto in mente, cioè guardami! Come faccio io a combattere una guerra se un bambino di cinque anni ha più coraggio di me? Stavo per difendermi da te con una lampada di plastica per farti capire» concluse il più piccolo, accavallando le gambe frustrato.

L'altro lo ascoltò attentamente, sospirando, e sedendogli accanto lentamente. «So che può far paura, io ne so molto bene di cosa significhi andare in guerra e uccidere delle persone che non sapevo neanche della loro esistenza» disse, attirando intanto l'attenzione di Sunny.

«Io sono qua non solo per recuperarvi tutti, ma per allenarvi soprattutto. Non vi lascerò finchè non ve la caverete anche da soli e, soprattutto, vi aiuterò a controllare il vostro potere» concluse sorridendo rassicurante.

«Approposito del potere, a me sembra una totale assurdità. Insomma... Sarei in grado di illuminarmi manco fossi una torcia umana, sul serio?» Disse il più piccolo, guardandolo con un soppraciglio alzato. Zhen tirò su le spalle.

«Non è così scontato, sai?» Disse con naturalezza. «Nel fascicolo c'era scritto che sei andato all'ospedale all'età di nove anni con bruciature sulle braccia e dicendo di non vedere quasi niente e, soprattutto, di non ricordare niente di quello che ti è successo. Quelli sono i sintomi che si ha se si usa in modo non appropriato il tuo potere in questo caso» concluse il più grande.

L'altro non si stupì neanche più di tanto ormai di come l'altro sapesse del fatto che fosse andato all'ospedale all'età di nove anni ma più che altro rimase un po' sotto shock del fatto che era stata colpa del suo potere se si era fatto quelle bruciature. Cominciò a pensare alla guerra in questione, voleva rispondere di no. Assolutamente no. Non voleva fare tutto questo, ma cavolo se non ci andava poteva veramente accadere la fine del mondo? Suo padre, i suoi amici, tutti sarebbero morti solo perchè lui non aveva accettato questa responsabilità immensa. Guardò il più grande insicuro.

«Vorrei che mio padre e tutti i miei conoscenti non si accorgano della mia assenza, se dovessi accettare... S-se è possibile» chiese il rosa insicuro, ricevendo un sorriso rassicurante dall'altro.

«Posso inventarmi qualcosa su questo fatto» disse sicuro per poi diventare per un attimo serio. «Allora... Accetti?»

Il rosa tentennò, non voleva che per colpa della sua vigliaccheria le persone che amava sparissero per sempre. Anche se non era sicuro di fare così tanta differenza con o senza il suo aiuto nella squadra o nella guerra, per una volta voleva mostrarsi coraggioso. Guardò sicuro Zhen negli occhi, deglutendo appena.

«Io... Io accett-»

«SUNNY DIVA, GIURO CHE SE NON MI RISPONDI ENTRO CINQUE MINUTI, VENGO SOTTO CASA TUA A PRENDERTI A CALCI NEL CULO».

Il ragazzo nominato sussultò all'improvviso alla voce stridula della amica che per tutto il tempo non aveva osato fiatare. Ad in certo punto tutto sembrò riprendere vita: il gatto che raschiava sulla porta, la voce di Emily che urlava preoccupata e frustrata allo stesso tempo e la pelle del viso che gli tirava per colpa- oddio, la maschera!

Sunny arrossì fino alle orecchie dopo che realizzò di avere ancora la black mask sul viso. Prese velocemente il telefono in imbarazzo.

«Ehm... V-v-vado un attimo a... S-sistemarmi» dice per poi scappare in bagno e, per fortuna, la porta questa volta si aprì con facilità, investendo quasi il gatto. Tutto questo accadde sotto lo sguardo divertito di Zhen.

Meno uno, ora si passa agli altri.

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