Twinkle, Twinkle, Little Mage

di Nenottina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sleeping Knights ***
Capitolo 2: *** La bacheca degli incarichi ***
Capitolo 3: *** La gilda rivale ***
Capitolo 4: *** Erebos Ravenholt ***
Capitolo 5: *** Al e Levy ***
Capitolo 6: *** Una punizione poco gradita ***
Capitolo 7: *** Jude VS Aslan ***
Capitolo 8: *** Una difficile decisione ***
Capitolo 9: *** L’allenamento di uno spadaccino ***
Capitolo 10: *** Partenza ***
Capitolo 11: *** La missione di classe S ***
Capitolo 12: *** Una missione per due ***
Capitolo 13: *** La gilda oscura di Tiger Lily ***
Capitolo 14: *** La prima ricerca di Levy ***
Capitolo 15: *** A ciascuno il proprio incarico ***
Capitolo 16: *** Scontro finale ***
Capitolo 17: *** Fairy Tail ***
Capitolo 18: *** Nuove amicizie ***
Capitolo 19: *** Una decisione definitiva ***



Capitolo 1
*** Sleeping Knights ***


La gilda di Sleeping Knights a quell'ora del mattino era sempre piuttosto affollata, ma tutti i frequentatori abituali sapevano che si sarebbe svuotata presto e che ciascuno sarebbe andato per la sua strada a svolgere il proprio lavoro. In quel posto, dopo tutto, l'atmosfera non era mai delle migliori.
Tra i litigi, le discussioni e le risse occasionali, le uniche volte in cui due membri cercavano di andare d'accordo era per fare squadra e ottenere la ricompensa per chissà quale missione assegnata alla gilda, e molto spesso finivano per scontrarsi anche su quello.
Naturalmente, le eccezioni esistevano, ed in mezzo a quella confusione una giovane donna dai lunghi capelli turchini raccolti in una treccia e gli occhi chiari era seduta su un piccolo divanetto con un libro di favole tra le mani, senza far caso a ciò che accadeva nella sala. Stava leggendo ad alta voce, mentre accanto a lei era accoccolata una bambina che aveva i capelli dello stesso colore della madre, ed entrambe avevano l'aria di chi si era completamente estraniato dal mondo reale per immergersi in quello fantastico contenuto nel libro.
Sia madre che figlia avevano un vestito leggero addosso, quello della donna era un misto di colori caldi, in contrasto con la pelle candida e la voluminosa chioma, mentre la bambina indossava un vestito corto dalle maniche lunghe ma molto leggero, di colore rosa.
« Ehi, scansafatiche. Tocca ancora a te tenere la marmocchietta? »
La voce di una donna dai capelli scuri e l'aria particolarmente altera interruppe quel dolce momento, mentre poco lontano i primi maghi appartenenti alla gilda iniziavano ad andarsene dopo aver ottenuto le proprie mansioni giornaliere. Non degnò di uno sguardo la piccola, ma si concentrò sulla madre, puntando lo sguardo gelido sulla figura che aveva davanti con le braccia incrociate al petto. L’altra fu dunque costretta ad interrompere il racconto e ad alzare gli occhi, suscitando nella figlia una leggera tristezza mista a rassegnazione.
« Ciao anche a te, Joanna » il tono era più duro e ironico del normale, segno del fatto che la maga sapeva già con chi aveva a che fare, ma la corvina non sembrò darci peso e le rivolse un sorriso divertito. Addosso aveva dei pantaloni di pelle lunghi e attillati, abbinati ad un corpetto dello stesso materiale che lasciava scoperte le spalle e parte della pancia, il tutto condito con due stivaletti ed un elastico che raccoglieva i capelli in una coda laterale.
« Andiamo Clare, non c'è bisogno di fare così. Volevo solo fare due chiacchiere, è da un po’ che non parliamo noi due »
Una volta detto ciò, la donna decise di sedersi sul bracciolo del divano ed accavallò le gambe, sporgendosi per dare un buffetto alla piccola turchina, che non osò fiatare o staccarle gli occhi di dosso dal tanto che aveva timore di quella donna. Anzi, andò perfino a cercare con una mano il contatto fisico con la madre.
Si poteva comprendere fin dalla prima occhiata quanto Joanna fosse forte, e di certo la bambina non aveva intenzione di scatenare la sua ira per un simile gesto.
« Allora, quando torna Jude? Spero almeno che la prossima volta sarai tu a lasciarlo con la bambina e ad andare a lavorare, perché il rango di Classe S ti si addice sempre di meno »
Clare a quel punto chiuse il libro con un sospiro e lo posò accanto a sé, comprendendo che la conversazione sarebbe durata più del previsto. Non le era sfuggito il commento sottinteso di quelle parole; da quando era nata Levy i due neo genitori avevano rinunciato a molti incarichi, anche piuttosto prestigiosi, per poter stare con lei il più possibile, e questo aveva fatto si che venissero considerati dagli altri maghi come non all’altezza di quella gilda. Per la maggior parte dei membri e per il Master stesso l’unico scopo era portare a termine le richieste assegnate a Sleeping Knights nel modo migliore possibile, così da ricevere la dovuta ricompensa e il dovuto rispetto.
 
L’uomo appena citato, nonché padre della piccola Levy, era partito ormai da qualche giorno, ma il lavoro che aveva scelto di portare a termine richiedeva un viaggio abbastanza lungo, perciò non era strano che non fosse ancora tornato, e poiché i due genitori avevano deciso di comune accordo di stare con la loro figlia a turno di certo sua moglie non sarebbe partita senza prima aspettare il ritorno dell'uomo.
« Dovrebbe tornare in questi giorni, ma non me la sento di lasciare Levy alla gilda da sola per un semplice incarico. Ci saranno altre occasioni »
La giovane dai capelli turchini strinse a sé la figlia con un sorriso gentile sul volto, e di rimando la bambina le regalò un abbraccio, stringendosi a lei. Era ancora piccola, ma decisamente intelligente anche se piuttosto introversa, perciò capiva perfettamente che i genitori dovevano lavorare e non potevano stare sempre con lei. Nonostante quello, non le avevano mai fatto mancare niente.
« Le occasioni vanno colte, o ti fregheranno il lavoro da sotto il naso. Davvero Clare, non so perché perdo ancora tempo con te » commentò Joanna, che nel sentire la risposta della compagna di gilda aveva sollevato gli occhi al cielo. Quelle parole erano le stesse ogni singola volta, ma lei le aveva sempre trovate troppo sdolcinate per i suoi gusti.
Un attimo dopo era di nuovo in piedi che sventolava il foglietto preso dalla bacheca « Vado a procurarmi qualche quattrino, buona fortuna con la creaturina »
 
Qualche minuto dopo la donna dai lunghi capelli nero pece era sparita insieme alla maggior parte dei membri della gilda, così Clare aveva deciso di rimandare la lettura e proporre alla piccola una passeggiata in paese per smaltire il nervosismo accumulato. Anche se non l’aveva dato a vedere, sia per lei che per Jude risultava sempre più difficile ignorare le provocazioni più e meno velate dei compagni che in fondo compagni non erano.
L'idea di andare in paese venne accolta con entusiasmo, così madre e figlia si diressero verso il piano superiore per lasciare il libro nella stanza presa in affitto dalla famiglia.
In quel momento però una voce maschile e profonda richiamò l'attenzione della donna, e lei nel voltarsi vide l'uomo dai capelli chiari e dai tratti leggermente spigolosi che l’aveva chiamata per nome. Non poteva dirsi una persona anziana, e lui non avrebbe mai accettato un simile epiteto nonostante qualche capello iniziasse effettivamente ad ingrigire. Addosso portava una semplice maglia nera e dei pantaloni marroni, entrambi nascosti in parte da una lunga giacca color avorio, ed in mano stringeva il bastone di legno che portava sempre con sé.
Sul volto aveva l'aria seria che gli era tipica, ma di solito quando avvicinava qualcuno non era certo per complimentarsi.
« Master Aslan »

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Capitolo 2
*** La bacheca degli incarichi ***


Clare sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato, visto che recentemente non si era allontanata da lì pur di accudire Levy.
Il loro Master era sempre stato un uomo decisamente severo e tutto d'un pezzo, specialmente quando si trattava di lavoro. Non tollerava chi rimaneva nella gilda troppo a lungo senza portare a termine nemmeno un incarico, e non si faceva problemi a dimostrarlo. Consapevole di ciò, la donna pensò innanzitutto di allontanare sua figlia con una scusa prima dell’imminente strigliata, dunque si chinò verso di lei e le diede il libro di favole in mano « Cerca un angolo tranquillo in giardino e aspettami lì, io arrivo subito »
Dopo un attimo di esitazione, la piccola prese il volume e fece quanto le era stato detto, anche se non poté nascondere la preoccupazione nello sguardo.
Solo quando si fu allontanata Clare rivolse di nuovo la sua attenzione al Master, ma lo sguardo basso tradiva la rassegnazione, perché sapeva perfettamente cosa stava per dirle.
« È da più di una settimana che è iniziato il nuovo mese, quando hai intenzione di portare a termine almeno uno degli incarichi che ci sono stati assegnati? »
La tabella con i lavori eseguiti da ciascuno dei membri di Sleeping Knights incombeva sempre sulle loro teste, perciò tutti si davano da fare per non deludere le aspettative del Master e non venire cacciati dalla gilda. Il primo del mese il conteggio veniva azzerato e ognuno di loro doveva ricominciare a segnalare i lavori eseguiti, ma accanto al nome di Clare, quel giorno, non c'era neanche un segno. Al contrario, alcuni dei membri più attivi avevano già inserito diverse croci, ciascuna per ogni incarico completato con successo.
« Lo so Master, mi dispiace. Concedetemi qualche altro giorno, Jude è ancora in missione e non posso lasciare Levy da sola » spiegò la donna, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio con aria particolarmente nervosa. Lei e suo marito avevano preso una decisione da quando era nata la loro prima ed unica figlia, ovvero che non avrebbero mai lasciato sola la loro bambina, qualunque cosa fosse accaduta. Almeno uno dei due sarebbe rimasto vicino alla piccola Levy, anche se ciò comportava rinunciare agli incarichi e alle missioni speciali.
Da quella promessa era iniziata la loro nuova vita in cui a turno partivano per lavorare, e se l'erano sempre cavata abbastanza bene con il denaro guadagnato, tutto sommato.
« L'ho già sentita questa frase, Clare. Sai perfettamente che non accetto gli scansafatiche nella mia gilda, dovete impegnarvi o avrete lo stesso trattamento di tutti i perdigiorno che sono passati da Sleeping Knights pensando di avere vita facile senza muovere un dito » il bastone nella mano destra di Aslan si sollevò e raggiunse il mento della giovane donna, la quale fu obbligata ad alzare gli occhi cosicché l’uomo fosse certo che il messaggio venisse ricevuto a dovere.
La turchina, dal canto suo, rimase in silenzio fino alla fine, e solo allora prese un respiro profondo per farsi coraggio e decise di rispondere.
« Con tutto il rispetto, Master, noi ci siamo sempre impegnati da quando siamo qui, ma Levy non può rimanere da sola troppo a lungo. Qualcuno deve rimanere con lei »
Nonostante il tono deciso di Clare, il biondo non sembrò affatto colpito dalla risposta, ma anzi non perse tempo a dire la propria in merito, allargando le braccia e accennando un sorriso come a voler mostrare l'ovvietà di ciò che stava per dire « Lasciatela qui alla gilda, che sarà mai qualche giorno da sola? Quello che conta è il vostro lavoro e ciò che guadagnate. Solo se vi dimostrate maghi capaci potete portare davvero lustro a Sleeping Knights, e stando qui con vostra figlia non otterrete niente. Ricorda che senza gli incarichi che ci assegnano nessuno di voi potrebbe permettersi il lusso di una bella stanza al piano superiore, dico bene? » chiese infine, puntando il bastone prima verso l’alto, e poi verso la pancia della donna che aveva davanti « Senza dimenticare le spese per mettere qualcosa nello stomaco. Non ve lo ripeterò di nuovo, questo mese voglio vedere il doppio degli incarichi portati a termine rispetto alla scorsa volta, e vale per entrambi. Informa anche tuo marito »
La proposta del Master poteva sembrare sensata ad occhi esterni, lasciare Levy al sicuro mentre i genitori erano via per lavoro sembrava la scelta migliore, ma la realtà era che i due avevano potuto constatare presto che quell’opzione era fuori discussione. Nessuno lì si era preoccupato di Levy quell’unica volta in cui erano partiti per una missione insieme, perciò da allora si erano rifiutati di lasciarla da sola.
A quel punto però Clare non seppe più trattenersi e con una mano allontanò il bastone che le era stato puntato contro, alterata ancor più di prima.
Non solo Aslan non stava apprezzando gli sforzi suoi e della sua famiglia, ma voleva perfino aggravare la loro posizione aggiungendo un ulteriore fardello. Perché sì, a suo dire anche Levy stava facendo un grande sacrificio, perché piccola com’era aveva bisogno di più stabilità di quanta gliene stavano offrendo in quel momento, e nonostante l’alternarsi delle due figure genitoriali non aveva comunque perso il suo dolce sorriso « Ciò che conta per noi è solo Levy, non certo i soldi o la popolarità della gilda! »
Quella replica probabilmente fu un errore dato dall’emozione del momento, ma gli errori lì si pagavano, ed in quanto Master, Aslan aveva il compito di far rispettare le regole.
Lo sapeva Clare, come lo sapevano tutti gli altri.
Il biondo non era stato affatto contento di quella replica tanto sgarbata. Teneva molto alla gilda, fin troppo, perciò non avrebbe mai accettato chi non aveva intenzione di mettere tutto sé stesso per farla crescere e prosperare.
« Con questo atteggiamento ti sei appena guadagnata il triplo del lavoro rispetto al mese scorso, insieme a Jude »
« Che cosa? Ma- »
La mano dell’uomo si sollevò ancora, intimando il silenzio, e gli occhi si socchiusero andando a fulminare, benché solo metaforicamente, la maga che aveva davanti « Non peggiorare ulteriormente la tua situazione. O vuoi che moltiplichi ancora? »
A quel punto, la bocca di Clare si chiuse automaticamente, fin troppo sorpresa e sotto pressione per aggiungere altro, e questo bastò al suo Master per ghignare con aria soddisfatta « Se ci tenete tanto a quella bambina portatevela pure dietro, o trovate un’altra soluzione. Francamente questo non mi interessa, ma voglio dei risultati »
Alla fine, tutto ciò che la donna riuscì a fare fu annuire puntando gli occhi a terra. Probabilmente avrebbe solo dovuto rassegnarsi ed eseguire.

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Capitolo 3
*** La gilda rivale ***


Madre e figlia stavano camminando mano nella mano per le strade di Magnolia, quando Clare si fermò ed indicò alla piccola Levy uno degli edifici più famosi dell’epoca, al cui ingresso era stata posizionata una grande scritta.
FAIRY TAIL.
« Guarda, la famosa gilda di Fairy Tail »
Le due si fermarono qualche secondo lì davanti, semplicemente ad osservare il posto.
Era una splendida giornata per stare all’aperto, e i raggi del sole che riscaldavano il viso si infrangevano sulla struttura donandole un’aria allegra e quasi misteriosa.
Levy aveva sentito parlare di quella gilda già altre volte dai genitori, anche se non avevano mai approfondito l’argomento. Qualche volta le era anche capitato di cogliere dei commenti dai membri di Sleeping Knights, ma in quel caso la gilda veniva descritta soprattutto come un gruppo che faceva loro concorrenza. Per la maggior parte di loro, le Fate sarebbero potute perfino sparire all'istante e non sarebbe importato a nessuno.
« Sembra un bel posto » commentò la bambina dopo qualche momento di riflessione, portando la madre ad annuire con un sorriso sul volto.
« Hai proprio ragione. Sai, dicono anche che ci siano dei maghi particolarmente forti, e molti bambini della tua età »
Avevano fatto solo qualche passo che, come a voler confermare quell'ultima frase, da dietro l'angolo dell'edificio spuntarono due bambini urlanti, seguiti da una bambina con addosso un’armatura completa che li stava rincorrendo come una furia. Il primo aveva i capelli rosa acceso, mentre il secondo neri, ma tutti e due li avevano scompigliati e disordinati, inoltre le loro espressioni sembravano tutt’altro che allegre al momento; al contrario la bambina dai lunghi capelli scarlatti ad una prima occhiata fisicamente sembrava stare benissimo, sempre se non si contava l’apparente rabbia.
« Non potrete scappare per sempre! » intimò la rossa, ma nel frattempo i due inseguiti stavano comunque riuscendo a sfuggirle perché avevano già superato l'arco dell'ingresso e si erano dileguati nel primo vicolo disponibile.
« E pare anche che si divertano » il commento uscì spontaneo dalle labbra della donna incurvate in un sorriso, dopo di che prese di nuovo Levy per mano e si incamminò in direzione del porto per continuare la passeggiata.
« Io con te e papà mi diverto. Anche con Al »
Alphonse, detto Al da Levy, era l’unico bambino della loro gilda, ed aveva un anno in meno di sua figlia. Nemmeno i suoi genitori riuscivano ad essere molto presenti per lui, ma avevano assimilato la filosofia della gilda e di conseguenza lo lasciavano spesso da solo pur di partire per portare a termine qualche incarico. Non lo consideravano ancora abbastanza grande, e su questo avevano ragione, ma così facendo Alphonse trascorreva le giornate insieme a Levy e a Clare, o Jude se in quel momento era lui quello presente tra i due. Per la bambina era diventato una specie di fratellino ormai.
In quel momento, la piccola alzò gli occhi verso la madre, sorridente e contenta di trascorrere del tempo con lei lontana dall'atmosfera pressante della gilda, ma Clare era consapevole che sua figlia avrebbe meritato di stare insieme a bambini come lei, oltre ad Alphonse, e di vivere un'infanzia serena. Esattamente come coloro che avevano incontrato poco prima.
Non era la prima volta che l'idea di cambiare gilda si affacciava nella sua mente, qualche volta lo aveva anche accennato a suo marito, ma alla fine avevano sempre rimandato la decisione a un momento successivo.
Questo però non era sicuramente il caso di spiegarlo a Levy, anche se con tutta probabilità la piccola turchina aveva già intuito qualcosa.
« Certo piccola, e anche noi ci divertiamo un sacco con te » la mano della donna andò a scompigliare i capelli della bambina con dolcezza, nascondendo così tutti quei pensieri da adulti.
Un giorno, forse, gliene avrebbe parlato.

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Capitolo 4
*** Erebos Ravenholt ***


Il giorno successivo Clare e Levy scesero nella sala principale della gilda di buon mattino, già pronte alla partenza.
Dopo la conversazione del giorno precedente, la turchina aveva riflettuto molto prima di decidere cosa fare, e aveva concluso che in attesa del ritorno di Jude sarebbe stato meglio fare quanto chiesto anziché ribellarsi apertamente agli ordini del Master.
Per la prima volta da diversi giorni, la donna si avvicinò alla bacheca degli incarichi e prese in braccio la bambina perché potesse leggere anche lei.
La sua intenzione era trovare un lavoro senza pericoli e portare con sé Levy, nella speranza di non metterci troppo.
« Vediamo… » mormorò tra sé, mentre qualcuno degli altri membri si era avvicinato a sua volta in cerca di un nuovo incarico.
Le iridi chiare passarono da un biglietto all’altro, scartando i lavori troppo difficili e pericolosi, così come quelli troppo lontani dalla gilda, fino a quando non si soffermarono su un incarico in particolare, affisso in un angolo della bacheca.
Era ormai rimasta la sola a dover scegliere, ma la pazienza l’aveva decisamente ripagata.
« Mamma, facciamo questo! » esclamò Levy, emozionata, indicando il foglio incriminato. Si trattava semplicemente di riordinare una soffitta, ma andava più che bene per iniziare.
La mano libera andò a staccare la puntina che teneva fermo il foglietto, mentre la bambina si preoccupò di tenerlo per far sì che non cadesse.
Un attimo dopo un foglio più sgualcito volteggiò fino a terra, facendo rimanere perplesse entrambe, così dopo aver messo a terra la bambina Clare lo raccolse e lo lesse incuriosita.
Era un’altra missione, e al contrario della prima sembrava essere lì da diverso tempo, senza contare che risultava molto più importante ed impegnativa. Una missione di classe S. A quanto sembrava nessuno aveva accettato l’incarico da quando era stato affisso, e così con il tempo quel foglio era stato coperto dagli altri.
Levy non aveva fatto in tempo a leggere, ma l’espressione della madre in quel momento difficilmente l’avrebbe dimenticata. Era soddisfatta e decisa, come se tutti i pezzi fossero andati al posto giusto.
Quell’impressione però durò pochi attimi, perché quando staccò gli occhi dal foglio la donna le rivolse un sorriso gentile, come aveva sempre fatto.
« Vado a registrare la missione e poi andiamo, perché intanto tu non vai a salutare Alphonse? »
Dopo un cenno di assenso, la bambina si allontanò per cercare l’amico, felice di potergli riferire che presto sarebbe partita con la madre per la sua prima missione.
Clare stava proprio per fare quanto detto quando notò uno dei giovani maghi venirle incontro. Si trattava di un ragazzo in piena fase adolescenziale, con una zazzera di capelli rossi in testa, nonché nipote del loro Master, Aslan Ravenholt.
« Clare, sei qui anche tu oggi? Non sapevo che Jude fosse tornato » esordì con aria tranquilla, avvicinandosi alla bacheca per leggere gli incarichi. Anche lui era lì per una missione, ma stava cercando qualcosa in particolare, che fosse adatto alla sua magia.
« Non lo è infatti, andremo io e Levy questa volta » spiegò la turchina con un sorriso, portando le mani dietro la schiena a nascondere gli incarichi selezionati. Erebos era una delle persone con cui andava più d’accordo in quel posto, e sapeva essere leale, ma non poteva ancora confidargli quanto aveva appena deciso. Non ancora almeno.
Il rosso a quella dichiarazione rimase piuttosto spiazzato, e non a torto visto che non era mai successo « Mi sono perso qualcosa? » chiesto ciò, il ragazzo staccò a sua volta uno dei foglietti presenti con aria soddisfatta. Visto che la sua magia gli consentiva, tra le altre cose, di localizzare qualcuno, quando capitavano richieste per ritrovare persone scomparse gli faceva sempre piacere, e sembrava proprio che quello fosse uno di quei casi.
« Indovina » replicò l'altra, accennando alla tabella appesa poco lontano con il capo.
A Erebos bastò un'occhiata per notare che Clare non aveva portato a termine nemmeno un incarico dall'inizio del mese, e solo qualche altro secondo per collegare il tutto « Master Aslan ti ha detto di metterci più impegno »
La deduzione era corretta, ma non completa, perciò la turchina si limitò a fare spallucce, stringendo inconsciamente i fogli tra le mani « Ci ha dato triplo lavoro per questo mese, a me e a Jude »
In quel momento due dei Cavalieri presenti iniziarono ad alzare la voce, e da seduti che erano scostarono le sedie e si misero a ringhiare l’uno contro l’altro per chissà quale motivo, attirando l’attenzione dei due maghi. Erebos rivolse quindi un’occhiata rassegnata alla donna dai capelli turchini, asserendo che toccava a lui calmare gli animi.
« Sarà meglio che vada ora, buona fortuna con il tuo incarico… E con loro »
Clare fece un passo indietro regalando un ultimo sorriso al mago, prontamente ricambiato da quest’ultimo che assunse un’aria maggiormente canzonatoria « Lo sai che non mi serve, ma buona fortuna anche a te »
Poco dopo, Clare raggiunse la scrivania dove era appoggiato il registro di tutti gli incarichi affidati alla gilda, ignorando completamente la zuffa poco lontano. Il volume veniva trattato con cura da tutti i maghi, e la stessa turchina fece molta attenzione quando iniziò a sfogliarlo.
Toccava allo stesso mago compilarlo, ogni volta che accettava un incarico.
Prima di tutto cercò il lavoro più recente, quello che avrebbe affrontato con Levy, e registrò i loro nomi e tutte le informazioni necessarie, dopo di che passò a quelli più vecchi, in cerca del secondo.
Ci mise alcuni minuti, ma alla fine lo trovò. Lo spazio era stato lasciato bianco, segno che nessuno aveva effettivamente affrontato quella missione in passato. La donna rimase diversi secondi con la penna d’oca in mano, incerta su cosa fosse meglio fare, ma l’occasione era davvero troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
Dopo alcuni secondi di esitazione, scrisse il proprio nome e quello del marito.
Era fatta.

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Capitolo 5
*** Al e Levy ***


Levy era riuscita a trovare il suo migliore amico dopo alcuni minuti di ricerca, e non aveva perso tempo ad annunciare la grande notizia. Per la prima volta sarebbe partita insieme a sua madre per una missione importante, impossibile non esserne felice.
Alphonse era maggiormente abituato a viaggiare con i genitori quando si allontanavano per lavoro, anche se non accadeva spesso, quindi per lui non era nulla di eccezionale, ma era comunque stato contento di vedere l'amica tanto emozionata. Il piccolo aveva ereditato molti tratti dalla madre, come i capelli e gli occhi di una tonalità piuttosto scura di verde, ma al contrario dei genitori aveva ancora un animo ingenuo e spensierato.
I due bambini si erano seduti a parlare su un muretto costruito sul retro dell'edificio, e Levy aveva voluto che il più piccolo le raccontasse quali compiti aveva le rarissime volte in cui partiva con i genitori per una missione.
Una di quelle occasioni capitava casualmente proprio quel giorno, perciò era stato facile decidere l’argomento di conversazione.
« Non molto... Prima devo guardare e studiare tanto se voglio imparare a usare bene la magia e a combattere i cattivi come loro, lo dicono sempre! » spiegò all'altra, fiero che per una volta fosse lui a saperne di più sull'argomento. Di solito, i ruoli erano invertiti.
La bambina si mise a pensare profondamente dopo quelle parole, non disse niente per diversi secondi, solo alla fine sembrò convincersi e sorrise al suo interlocutore, annuendo con convinzione « Hai ragione Al »
La piacevole conversazione venne però interrotta da una voce di una donna adulta, che entrambi riconobbero come la madre del bambino dai capelli verdi.
« Alphonse! Dove ti sei cacciato?! »
L'interessato si rivolse così all'amica, con una punta di delusione nel tono di voce, ed un secondo dopo era saltato giù dal muretto, nuovamente in piedi « Devo andare, la mamma mi sta chiamando... »
Levy naturalmente capiva che non era il caso di far aspettare troppo la donna, perciò si alzò a sua volta, proponendosi di seguirlo. In fondo, anche lei doveva farsi trovare dalla madre per la partenza, così i due percorsero il brevissimo tratto di strada insieme e tornarono all'ingresso principale, dove la madre di Alphonse lo stava aspettando, piuttosto contrariata.
Il caschetto ordinato color verde scuro, una semplice canottiera bordeaux e dei pantaloncini di jeans con una cintura dalla fibbia di metallo le donavano un’aria più scanzonata di quanto non fosse realmente.
« Alla buon'ora, non dovresti perdere tempo con... Levy... » iniziò, rivolgendo solo una rapida occhiata alla bambina dai capelli turchini, occhiata che tuttavia esprimeva tutto il suo disappunto « ... Quando siamo in partenza, sai che ogni minuto è prezioso »
Alphonse stava per rispondere, ma Levy fu più rapida e dopo aver fatto un passo avanti prese parola prima di lui. Sapendo quanto gli adulti in questione tenessero alla puntualità, non voleva che l’amico venisse sgridato quando era stata lei la prima a cercarlo per potergli parlare « Scusatemi, è colpa mia. Volevo salutarlo perché oggi partiamo anche io e la mamma »
La donna a quel punto sollevò un sopracciglio, come se fosse impressionata dalla novità « Ma pensa... »
Un attimo dopo aveva liquidato il tutto con un gesto della mano, e alla fine fece cenno al figlio di seguirla in strada, dove era già sistemato un carro ad energia magica.
In quell’istante però una nuova figura raggiunse il gruppo, portando la donna ad alzare gli occhi. Clare li aveva raggiunti appena in tempo, ma nel vedere l’espressione della compagna di gilda non aveva potuto fare a meno di intervenire « Qualche problema con mia figlia, Lisbet? »
Era facilmente intuibile ad un adulto come lei che la maga aveva usato il nome della bambina per evitare di usare altri termini meno appropriati, perché, al contrario di Joanna, quella donna teneva per sé la maggior parte dei commenti e dei pensieri più cattivi e fuori luogo. In quel caso, la turchina avrebbe potuto facilmente scommettere che aveva già etichettato la bambina come figlia di due fannulloni, scansafatiche, se non peggio. Per quella famiglia, ogni minuto passato a riposare sembrava essere un minuto sprecato.
« Assolutamente no. Scusa tanto, ma ora dobbiamo proprio andare » Lisbet concluse il discorso accennando un sorriso di cortesia ed incamminandosi in direzione del mezzo di trasporto dove il marito, nonché padre di Alphonse, li stava aspettando.
Levy agitò le braccia e gridò per salutare l’amico finché non furono nient’altro che un puntino in lontananza, a dimostrazione del fatto che non era stata minimamente toccata dall’atteggiamento della maga.
Al contrario di Alphonse e della sua famiglia, Clare e sua figlia sarebbero andate a piedi poiché la loro meta non distava molto da Sleeping Knights. La donna si chinò così verso la più piccola, regalandole un sorriso sincero « Vogliamo andare? »
La risposta, ovviamente, era scontata.

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Capitolo 6
*** Una punizione poco gradita ***


Quello stesso pomeriggio la porta della gilda si spalancò rivelando un uomo piuttosto robusto con una borsa di cuoio e degli abiti comodi ma sgualciti addosso. I capelli erano corti e scompigliati, di un intenso blu notte, ed una volta varcata la soglia gli occhi color nocciola guizzarono da un capo all’altro della stanza in cerca di due persone in particolare. A dispetto delle apparenze, aveva un sorriso radioso.
« Allora, dove sono le mie due donne preferite? » esclamò, incurante come sempre delle occhiate altrui. Purtroppo però le due interessate non si presentarono, nonostante solitamente lo accogliessero a braccia aperte.
« Sono partite »
L’entusiasmo venne smorzato da due semplici parole, che resero il mago solamente più confuso. Erebos gli si avvicinò, e vista la perplessità dell’altro decise di continuare per chiarire la situazione « So che non dovrei essere io a dirtelo, Jude, ma pare che il Master abbia dato una strigliata a tua moglie e ora abbiate entrambi il triplo del lavoro da finire entro il mese, perciò Clare ha voluto iniziare subito a recuperare ed ha portato con sé Levy »
Come a giustificare quelle parole, il rosso andò ad indicare la tabella dove i due nomi ancora senza alcun segno di Clare e Jude capeggiavano in mezzo agli altri.
L’espressione del mago dai capelli blu però nel frattempo si era fatta sempre più arrabbiata, tanto che alla fine se ne uscì fuori con un ringhio che quasi investì il compagno « Aslan ha fatto cosa?! »
Dopo tutti i sacrifici che avevano fatto per stare al passo con gli altri non riusciva davvero a credere che quell’uomo li avesse ripagati in quel modo.
Come era intuibile dal fatto che si era già incamminato verso chissà dove, il mago più grande aveva intenzione di cercare il Master immediatamente e chiedere spiegazioni, e lo avrebbe fatto davvero se Erebos non si fosse messo in mezzo, alzando le mani nel tentativo di calmare l’amico. Lasciarsi prendere dalle emozioni in quel modo era decisamente una mezza follia, e non avrebbe fatto nulla per nascondere la preoccupazione « Jude, Jude! Rifletti un secondo, non ti conviene affrontarlo adesso »
Il gesto però non ebbe molto successo, perché il più giovane venne scansato in malo modo e finì per barcollare all’indietro. Nonostante ciò, non volle mollare tanto presto, e raggiunse nuovamente il compagno, iniziando a camminargli accanto « Andiamo, Jude! Sei appena arrivato e sarai sicuramente stanco e affamato, se la cosa dovesse degenerare pensi davvero di avere speranze? »
L’uomo dai capelli blu strinse maggiormente i pugni, voltandosi finalmente a guardare il rosso negli occhi « Non mi interessa, non è questo il punto! Stavolta ha passato il segno, con tutto l’impegno che ci abbiamo messo per stare dietro ai suoi tempi adesso osa perfino punirci con degli incarichi extra? Se lo può scordare! »
Quasi non sembrava vero che fino a poco prima avesse avuto un sorriso sincero sul volto alla prospettiva di rivedere la sua famiglia.
Erebos sapeva già che non sarebbe stato facile farlo ragionare, ma a quel punto era davvero costretto a calcare la mano pur di non fargli commettere sciocchezze « Se non vuoi farlo per te stesso, allora fallo per Clare e Levy! Pensi che sarebbero felici di vederti ferito, o peggio, quando torneranno? »
Quelle parole ebbero l’effetto sperato, perché dopo un attimo di esitazione Jude abbassò gli occhi con aria pentita, senza replicare ulteriormente. Ovviamente non era quello che voleva per loro, avrebbe solo desiderato passare del tempo insieme come una vera famiglia, cosa che naturalmente non era possibile se non voleva mettere in pericolo Levy e al contempo guadagnare abbastanza per l’affitto e i pasti.
« Non è giusto » disse solo, tornando serio e deciso come poco prima.
Nonostante tutto, si sentiva davvero impotente.
« Sono gli ordini, discutere peggiorerà solo le cose » commentò il mago dai capelli rossi, ma a dispetto di quelle parole era davvero dispiaciuto di non poter fare nulla per il compagno.
Era facilmente intuibile che Erebos fosse tornato da poco proprio come il suo interlocutore, viste le scarpe piene di terra e gli abiti sgualciti, e difatti alla fine decise di congedarsi, non prima di aver dato un debole pugno al compagno in segno di sostegno « Adesso sarà meglio che vada a farti una doccia, e dovrei farlo anch’io, ma più tardi ti offro qualcosa da mangiare, va bene? »
Jude annuì soltanto, già diretto al piano superiore.
 
Un'ora più tardi, i due erano seduti insieme in un chiosco di ramen con una grande ciotola piena davanti.
La nuvola nera che incombeva fino a poco tempo prima sopra al mago dai capelli blu sembrava sparita, complice anche il riposo ed il buon cibo che avrebbe gustato di lì a poco.
« Buon appetito! » si augurarono in unisono, dopo di che bastò un attimo perché si mettessero a mangiare di gusto.
Non ci volle molto prima che entrambi finissero la loro porzione, e come promesso il pasto fuori orario venne offerto dal rosso.
« Sei stato via per un po’, ma non mi hai ancora raccontato com'è andata » esordì quest'ultimo mentre tornavano alla gilda, ormai a pomeriggio inoltrato.
« In realtà il viaggio è stata la parte più lunga, per il lavoro in sé ci ho messo solo un paio di giorni. Almeno adesso saremo in pari con i pagamenti »
Erano quasi arrivati a destinazione quando la loro avanzata venne interrotta nel momento in cui videro poco lontano la figura del Master intento a rientrare a sua volta nell'edificio.
Lo sguardo di Jude si fece tagliente come una lama.
Fu come se le ultime ore appena trascorse venissero cancellate da quella semplice visione, perché la rabbia accumulata in precedenza tornò a galla come a voler traboccare dal corpo che la conteneva.

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Capitolo 7
*** Jude VS Aslan ***


« Aslan! » Jude chiamò il Master a gran voce prima che potesse varcare la soglia, facendolo voltare nella loro direzione. Non appena l'interpellato realizzò chi lo aveva chiamato, optò per incamminarsi verso i due di modo da poter parlare più da vicino, mentre l’ombra di un sorriso gli passava sul volto. Il bastone era rigorosamente sistemato sulla schiena, quindi molto probabilmente era appena tornato dopo qualche lavoro non troppo impegnativo « Jude, devo essermi perso il tuo arrivo »
Il mago dai capelli blu però sembrò quasi non ascoltare, preferendo arrivare dritto al punto anziché passare prima dai convenevoli « Erebos mi ha detto della punizione che ci hai assegnato, voglio sapere cosa significa! »
A quelle parole un'ombra di delusione passò sul volto del Master, che scosse la testa, come se avesse a che fare con un bambino « Non prendetela come una punizione Jude, prendetela piuttosto come un incentivo a dare di più. Le persone si affidano a noi per un motivo, avere dei lavativi a Sleeping Knights non giova certo al nostro buon nome »
Se quella voleva essere una provocazione, l'obiettivo era stato raggiunto con successo in brevissimo tempo. Il mago più giovane andò letteralmente su tutte le furie, iniziando a tremare leggermente, con i pugni stretti, pur di contenere la rabbia.
Il tentativo però fallì miseramente.
« ... Come ci hai chiamato?! Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio! »
Le mani e le braccia di Jude mutarono quasi istintivamente divenendo di pura roccia, ormai la rabbia era tale che l’energia sprigionata dall’uomo costrinse Erebos a fare un paio di passi indietro pur di non essere coinvolto, mentre la breve distanza tra i due maghi adulti venne colmata in pochi secondi.
Il biondo però non era impreparato, perché a sua volta spostò un piede all'indietro e affiancò le due mani chiuse a pugno accanto al bacino, per poi tendere la destra.
« Wood-Make: Shield! »
Davanti a lui si formò uno scudo di legno, abbastanza grande e resistente da contenere l'impatto dei colpi che arrivarono un attimo dopo.
Nemmeno il tempo di realizzare il tutto che Aslan optò per il contrattacco, con un calcio colpì lo scudo, il quale andò a spezzare il ritmo preso dall'avversario e lo costrinse a chiudersi in difesa.
« Lavativi » ripeté, ed anche il gesto successivo fu praticamente lo stesso di poco prima, tranne che nella parte finale in cui divenne un fluido movimento dall'alto verso il basso « Wood-Make: Lance!»
Sopra la testa del Master si formarono tante grosse schegge di legno simili a piccole lance appuntite, che un attimo dopo andarono ad abbattersi su Jude. Il mago però non perse tempo a tramutare completamente la pelle in roccia e a sollevare le braccia per ripararsi dall'attacco.
Così facendo, le schegge di legno centrarono il bersaglio ma caddero a terra senza colpo ferire.
Nel frattempo, le persone intente a passare di lì per caso avevano iniziato a vociferare preoccupati, distanziandosi dal luogo della battaglia se non addirittura allontanandosi completamente per non assistere alla lotta.
« Non hai il diritto di decidere al posto nostro quanti incarichi farci portare a termine, né tanto meno definirci così dopo tutti questi anni! »
La rabbia era tutt'altro che sbollita, e difatti l'uomo attaccò di nuovo, caricando verso Aslan con un urlo. Nel vedere ciò, il biondo attivò di nuovo la propria magia.
« Wood-Make: Saucer! »
Grazie ad un gesto rapido il biondo creò tre dischi di legno che iniziarono a ruotare su se stessi e che un attimo dopo vennero lanciati contro il compagno di gilda. L’avversario, però, li spezzò a metà con tre colpi secchi e precisi.
« Separation! » la voce di Erebos raggiunse i due maghi immersi nella battaglia, dopo di che Alsan e Jude si ritrovarono a diversi metri di distanza l'uno dall'altro, con il rosso nel mezzo che puntava i palmi verso di loro per intimare di fermarsi.
« Direi che vi siete sfogati a sufficienza, non credo che distruggere la gilda sia tra i vostri piani »
Jude grugnì, distogliendo lo sguardo dall'amico per fissare negli occhi il loro Master « Non mi sarò sfogato finché non ritirerà quello che ha detto »
« Quello che ho detto è la verità e lo dicono i numeri, non io. Passate più tempo alla gilda che non a lavorare, e se non cambierete il vostro atteggiamento- » non ebbe il tempo di terminare, perché nel frattempo il mago dai capelli blu si era messo a correre, preso nuovamente dall’ira, e dopo aver superato il compagno dai capelli rossi andò a piazzargli un potente pugno direttamente sul volto.

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Capitolo 8
*** Una difficile decisione ***


« Jude! »
Il richiamo di Erebos fu letteralmente inutile, entrambi i contendenti decisero di ignorarlo platealmente, ma stavolta, dopo il primo colpo andato a segno, il mago più giovane fece un passo indietro, lasciando all’altro il tempo di riprendersi.
Aslan risultava sorpreso, rigido, mentre andava a toccare il punto colpito con la mano e scopriva che dalla ferita stava uscendo del sangue.
Passarono diversi secondi di silenzio assordante durante i quali i due maghi si fissarono con astio e rabbia.
« Wood-Make: Bat! »
Alla fine Jude quasi non si accorse dell’attacco, semplicemente si ritrovò sopra la testa una grossa mazza di legno, così grande che lo sovrastava completamente. Prima che l’ennesimo colpo andasse a segno, però, una figura femminile comparve nel cielo sopra di loro, baciata dagli ultimi raggi del sole, brandendo quella che sembrava a tutti gli effetti la parola SWORD, la quale, proprio come se fosse una vera lama, tranciò di netto quell’ultima creazione, che cadde a terra senza ferire nessuno.
La misteriosa donna era apparsa in controluce, e di conseguenza era stata impossibile da identificare ad una prima occhiata, ma nel momento in cui tornò a terra tutti e due compresero subito di chi si trattava.
« Clare… » l’uomo dai capelli blu non poté nascondere l’ammirazione nello sguardo quando vide l’amata nelle vesti di paladina, specie quando constatò che, nel bene o nel male, gli aveva praticamente salvato la vita, tuttavia la turchina non accennò nemmeno un sorriso quando incrociò il suo sguardo.
« Cosa state combinando, voi due? » chiese, puntando l’arma ad indicare prima l’uno e poi l’altro dei due contendenti.
Le persone che si erano fermate ad osservare in precedenza, a quel punto iniziarono ad incitare la donna e ad esultare, felici che avesse messo fine alla zuffa.
« Dagli una lezione! »
« Così imparano a fare tutto questo caos! »
« Ben vi sta! »
Quelle voci però per Clare erano già passate in secondo piano, non attendeva altro che delle spiegazioni plausibili, da entrambi.
Adesso che la situazione si era calmata, Jude poté osservare come la piccola Levy stesse aspettando poco pazientemente accanto ad Erebos di potersi avvicinare, mentre il rosso scosse la testa con aria seria, palesemente scocciato di non essere stato ascoltato.
« Abbassa quella spada, Clare » ordinò innanzitutto Aslan, indicandola con un cenno del capo. La turchina obbedì, facendola dissolvere ed incrociando le braccia, in attesa di sentire il resto.
« Ci ha definito dei lavativi » affermò allora l’altro, come se quello bastasse a chiarire tutto. Nel frattempo, Erebos aveva preso per mano Levy ed insieme si erano avvicinati al trio.
« Papà! Cos’è successo? » chiese immediatamente la bambina, tendendo le braccia per essere presa in braccio dal genitore. Prima che potesse rispondere però, fu la madre a prendere la parola « Nulla di grave, adesso è tutto sotto controllo, vero Master? Jude? »
« Tieni a bada tuo marito o ci penserò io, a modo mio » fu l’unico, sprezzante commento del biondo prima di fare un passo indietro per rientrare nella gilda.
« A mia discolpa, io ci ho provato a fermarli » l’intervento del giovane mago dai capelli rossi non migliorò la situazione, al contrario l’interessato ottenne solamente un’occhiata storta.
« Dentro » ordinò Clare, ed uno dopo l’altro il gruppo fece quanto detto senza proferire parola.
 
Una volta rientrati, il mago dai capelli blu era andato a sistemarsi in un angolo della sala per sbollire la rabbia, mentre Levy aveva trascinato Erebos verso uno dei divanetti e lo aveva costretto a sedere dopo che lui le aveva domandato come era andata la giornata. Almeno in quel modo la bambina era troppo presa dal racconto per badare al resto.
« Lascia che ci parli io » disse Clare al Master, riferendosi naturalmente a quanto appena successo con suo marito.
« Dovresti solo ringraziare di essere arrivata prima che venisse schiacciato dalla mia mazza! » nemmeno Aslan in fondo sembrava poi così tranquillo, ma dopo aver preso un respiro profondo finalmente si calmò quanto bastava per ascoltare la sua interlocutrice « Vedi di essere convincente almeno, un’altra parola di troppo e siete fuori dalla gilda con effetto immediato »
Clare si allontanò quindi in direzione di suo marito, andando a posargli una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione.
« Sei uno sciocco » iniziò, ma stavolta il suo tono era comprensivo « Anzi, lo siete entrambi. Ma il Master pretende delle scuse, ed è meglio che tu gliele faccia »
L’espressione dell’uomo si fece indignata, quasi incredula nel sentire una frase simile « Delle scuse? Lui dovrebbe scusarsi, ma hai sentito quello che ti ho detto fuori? »
« Jude… » la turchina sospirò, prendendogli le mani e abbassando lo sguardo come a voler trovare le parole giuste per esprimersi « Ti fidi di me? »
La rabbia sul volto del mago scomparve in un solo istante, sostituita dalla pura e semplice preoccupazione « Ma certo, certo che mi fido di te! » le disse, stringendole le mani e portandole al suo petto.
« Allora ascoltami. Chiedigli scusa, e diamogli ciò che vuole »
Quel discorso agli occhi dell’uomo non aveva più molto senso, e a dimostrazione di ciò la sua espressione si fece perplessa.
« Abbiamo un’ultima cosa da fare » concluse Clare « E poi ti posso giurare che non metteremo più piede a Sleeping Knights »

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Capitolo 9
*** L’allenamento di uno spadaccino ***


Il resto della serata all’interno della gilda fu relativamente tranquillo, senza altri battibecchi simili a quello del pomeriggio. Stranamente, dopo la lite furiosa avvenuta in precedenza, nessuno aveva voglia di alzare la voce.
Clare aveva sollevato Levy per aiutarla a scrivere il proprio nome sulla tabella degli incarichi completati, nome accanto a cui ora spiccava la prima croce ufficiale come segno del fatto che aveva portato a termine la sua prima missione per conto della gilda. Una volta tornata con i piedi per terra, la bambina aveva ricevuto i complimenti dei genitori e dei suoi pochi amici come Erebos ed Alphonse, ma nonostante la stanchezza e le emozioni della giornata non aveva alcuna intenzione di andare a dormire, perciò alla fine il ragazzo dai capelli rossi si era convinto a portarla in un luogo più isolato dove avrebbero potuto esercitarsi con la spada.
« Ne approfittiamo per fare un po’ di pratica insieme? » le aveva infatti chiesto il giovane, posandole una mano sul capo per scompigliarle i capelli. Sapeva che nonostante le apparenze vedere il padre così nervoso l’aveva resa nervosa a sua volta, perciò sfogarsi con qualche affondo avrebbe consentito alla piccola maghetta di distrarsi da quei pensieri, e al contempo avrebbe fatto sì che Clare e Jude si prendessero un po’ di spazio senza preoccuparsi della figlia.
 
Erebos e Levy raggiunsero dunque una piccola palestra che si trovava sul retro dell’edificio, aperta a tutti i membri di Sleeping Knights. La usavano spesso, specialmente quando le liti prendevano una piega troppo drastica.
Qualche minuto dopo si trovavano l’uno di fronte all’altra, pronti a lottare. Il rosso era chiaramente più sciolto della piccola turchina, che teneva la spada poggiata a terra, dritta di fronte a sé.
« Coraggio, per adesso prova ad attaccarmi » esortò Erebos alla fine, con l’arma già ben stretta nella mano destra. Era chiaramente preparato ad un attacco, stava solo attendendo che la bambina prendesse l’iniziativa.
« Sì! » a sua volta, Levy strinse l’elsa della propria arma tra le piccole dita. Era chiaramente una spada fuori misura per una bambina, ma era anche la più leggera che fossero riusciti a trovare all’epoca, perciò avrebbe potuto usarla ancora per molto tempo negli anni a venire, anche una volta cresciuta.
Un attimo dopo la piccola maga dai capelli turchini fece uno scatto in direzione dell’avversario, sollevando l’arma e tentando con un colpo verso il fianco, che venne prontamente bloccato dalla lama avversaria. Continuò in quel modo per un po’, concentrandosi solo sull’attacco, mentre Erebos schivava e parava abilmente ogni singola volta, e non perdeva occasione per correggere la posizione o i movimenti effettuati dalla turchina. Non c’era da stupirsi d’altronde, vista l’esperienza accumulata dal nipote del Master.
Lo svantaggio della più piccola era evidente, ma questo non la fermava in alcun modo, al contrario, Levy si accaniva tanto da arrivare ad avere il fiatone già dopo pochi minuti.
« Trova un’apertura, non sprecare energie attaccando alla cieca »
« Non lo sto facendo! »
Dopo l’ennesimo attacco in cui le due lame si incrociarono, Erebos fece un passo indietro e sollevò una mano per chiedere alla maghetta di fermarsi.
« Adesso sarò io ad attaccarti » affermò, sollevando l’arma e lasciando qualche secondo all’allieva per elaborare quelle parole.
Da quel momento, gli accorgimenti dati dal rosso aumentarono man mano, per ricordare a Levy come posizionare il corpo o l’arma per trarne più vantaggi possibile.
Avevano ancora molto su cui lavorare, ma la bambina quanto meno non era proprio una sprovveduta, e di questo il ragazzo non poteva che esserne contento.
 
La mattina seguente, la giovane maga raggiunse Aslan per fermarlo prima che questi potesse uscire per il suo incarico giornaliero « Master, questi sono i jewels per l'affitto e il resto » esordì, avvicinandosi all'uomo con un sacchetto di stoffa contenente proprio il denaro citato e contato appositamente per l'occasione « Sono abbastanza per gli arretrati del mese scorso e per saldare subito altri due mesi, questo, e il prossimo... Nel caso in cui il viaggio si prolunghi troppo » proseguì poi, consegnando ciò che aveva in mano.
Aslan li accettò nonostante la leggera perplessità iniziale, ma alla fine sul volto gli nacque un sorriso sincero, tanto che quasi non sembrava lui. Probabilmente, avrebbe dovuto ricredersi su di loro, visto l'impegno che ci stavano mettendo.
« Quindi siete in partenza. Sono felice di vedere che avete finalmente messo la testa a posto »
« Non sai quanto, Master... »
Con quelle parole dai mille significati possibili, Clare si congedò e raggiunse marito e figlia che stavano parlando con Erebos.
Mentre la moglie stava parlando con il loro Master infatti, Jude aveva informato l’amico della loro partenza, dopo di che gli aveva consegnato gli ultimi risparmi con l’unica richiesta di usarli per comprare ciò che sarebbe servito a Levy. Alla fine, lui e sua moglie avevano trattenuto solo lo stretto necessario per il costo del viaggio.
Il rosso per la verità non era sicuro di essere la persona più adatta per quell’incarico, tanto che mostrò fin da subito la propria reticenza e inizialmente non volle neanche accettare il denaro, tuttavia Clare riuscì a trovare le parole giuste per convincerlo all’ultimo momento.
« Ti dobbiamo un enorme favore »

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Capitolo 10
*** Partenza ***


Alla fine, sembrava tutto pronto. I due maghi avevano indossato abiti comodi per il viaggio, avevano fatto colazione e avevano saldato il debito per l'affitto e tutto il resto, con tanto di scuse da parte di Jude per il comportamento inappropriato del giorno precedente.
Levy si era dimostrata sempre più agitata, e alla fine aveva anche chiesto di poter partire con i genitori, ma a detta della coppia l’incarico che avevano deciso di accettare era troppo pericoloso per rischiare di portarla dietro.
La realtà era che la piccola non era mai stata da sola troppo a lungo, e Clare e Jude non si erano mai staccati da lei in modo così radicale. Sarebbe stata una tortura sia per la bambina che per i genitori. Nonostante ciò, era necessario per la sua incolumità.
« Ascoltami bene Levy, devo dirti delle cose importanti » iniziò la turchina, mettendole le mani sulle spalle e piegando le gambe per guardare la figlia negli occhi «Io e papà non sappiamo quanto tempo ci vorrà per portare a termine questa missione, ma tu potrai comunque usare la nostra stanza, di sopra, da stanotte fino alla fine del prossimo mese. Se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, chiedi a Erebos»
Consapevole che il discorso fosse lungo e abbastanza complesso, fece una pausa per permettere a Levy di assimilare ed elaborare il tutto, riprendendo solo dopo che la bambina le ebbe annuito.
« Se per caso la nostra missione dovesse durare più del previsto, sappi che non sei obbligata a rimanere a Sleeping Knights. Ricordi la gilda di Fairy Tail, vero? Ricordi dove si trova? »
Di nuovo, Clare ottenne una risposta positiva, anche se l'espressione della bambina stava iniziando ad incupirsi.
« Bene. Allora, se le cose qui dovessero iniziare a non piacerti, se sentissi il bisogno di andartene... Aspettaci lì, e noi sapremo sempre dove trovarti. D'accordo? »
« Sì… »
La maga a quel punto non poté che regalarle un sorriso sincero, e subito dopo andò a stringerla a sé in un forte abbraccio nonostante la commozione del momento minacciasse di farle uscire qualche lacrima. Levy le sarebbe indubbiamente mancata moltissimo, ma stavano facendo tutto ciò anche per lei.
« Sei una brava bambina. Ti vogliamo un mondo di bene, piccola mia, vedi di non dimenticarlo »
« Anch'io vi voglio bene »
L'abbraccio venne prontamente ricambiato, nonostante Levy avvertisse una scomoda sensazione alla bocca dello stomaco.
« Abbi cura di te mentre siamo via »
Quando si staccarono, Jude si chinò per sollevare la figlia e prenderla in braccio. Anche lui naturalmente voleva salutarla a dovere prima della partenza.
« Cos'è quel muso lungo? Non voglio vedere la mia piccola che piange prima della partenza! » esclamò, lanciandola verso l'alto e riprendendola al volo. Il gioco ebbe l'effetto sperato, perché Levy accennò una risata prima di abbracciare il padre attorno al collo.
« Non piango! ... Però mi mancherete tantissimo... Fate presto a tornare, per favore » supplicò alla fine, affondando il viso nell'incavo del collo dell'uomo, che di rimando le diede un bacio sulla testa.
« Torneremo presto... Prima che tu possa finire di leggere tutti i libri che esistono » concluse l’uomo, facendo l'occhiolino alla piccola nel momento in cui lei sollevò di nuovo lo sguardo.
Nessuno avrebbe mai potuto capire il significato dietro a quell'ultima frase, sembrava un controsenso, ma per quella famiglia non lo era.
Quando Clare e Levy leggevano, da sole o insieme che fosse, non potevano fare a meno di perdersi e passare delle ore a sfogliare le pagine. Il tempo in quelle occasioni passava velocemente, troppo velocemente a volte, e prima che potessero accorgersene era già arrivata l'ora dormire.
Insomma, quella frase era un modo scherzoso che ormai avevano integrato nel loro linguaggio comune per dire che il tempo sarebbe trascorso in fretta.
« Promesso? »
« Promesso »
Levy annuì di nuovo, soddisfatta nonostante gli occhi ormai lucidi, tendendo una mano in direzione della madre per chiedere un abbraccio tutti insieme, cosa che ottenne un attimo dopo.
« Tornate presto » ripeté, giusto per sicurezza, dopo di che i genitori la misero a terra. Ormai era il momento di partire.
« E tu fai la brava mentre non ci siamo, non far arrabbiare Erebos o il Master e non litigare con Alphonse » raccomandò la madre, dando un'ultima carezza al viso della figlia.
Nonostante tutto, la coppia si stava dimostrando relativamente serena davanti a lei.
« Non lo farò »
Jude andò a scompigliarle i capelli, e dopo quell'ultimo gesto affettuoso marito e moglie salirono sul carro preso in affitto, con il mago dai capelli blu alla guida.
Quando partirono, passò solo qualche secondo che Clare si sporse e salutò la bambina, mandandole perfino un bacio con la mano, mentre il marito dovette limitarsi ad alzare un braccio per non rischiare di andare fuori strada.
A quel punto Levy non riuscì a resistere e si mise a correre dietro al carro con le braccia sollevate per salutarli a sua volta, ma con quelle gambette corte sarebbe stato impossibile reggere il passo, e alla fine rallentò fino a fermarsi.
Rimase diversi altri secondi a guardare il mezzo che si allontanava, dopo di che si voltò per tornare dentro la gilda.

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Capitolo 11
*** La missione di classe S ***


Il carro aveva percorso solo un paio di chilometri quando Jude decise di rompere il silenzio e rivolgersi alla moglie, ironico ma nemmeno troppo viste le poche informazioni in suo possesso.
« Adesso posso sapere dove stiamo andando e qual è questa grande idea che ti è venuta? »
La moglie sorrise tra sé, ammettendo a se stessa che aveva tenuto il segreto fin troppo a lungo, così tirò fuori da un piccolo marsupio che aveva alla vita un pezzo di carta ingiallito e spiegazzato, lo stesso che era caduto a terra quando stava cercando un incarico da portare a termine insieme a Levy.
« A Crocus. Pare che tra le montagne si nascondano dei membri di una gilda oscura, una certa… » non ricordando il nome, la turchina sbirciò sul foglio « … Tiger Lily »
« Vorresti affrontare dei membri di una gilda oscura, noi due da soli?! » il mago nel sentire i dettagli della missione sgranò gli occhi, distogliendo lo sguardo dalla strada per fissare la moglie e accertarsi che non stesse scherzando, ma se sembrava sgomento fino ad un istante prima, dopo appena un paio di secondi scoppiò a ridere, emozionato « Quanto ti amo! »
« Anch’io. Ora senti qui, stando al registro della gilda nessuno di Sleeping Knights è ancora partito per catturarli, quindi, anche se è un incarico un po’ datato, se siamo fortunati sono ancora in circolazione e quando li avremo sistemati il nostro committente ci darà una bella somma. Qui dice che per ogni membro consegnato alla giustizia avremo una ricompensa in denaro, il doppio se gli portiamo il capo »
Era un’occasione che non sarebbe ricapitata tanto facilmente, ma dal tono di Clare il mago comprese che non gli aveva ancora svelato tutto. Non sarebbe mai partita solo per ottenere dei soldi se questo voleva dire lasciare Levy alla gilda da sola.
« Chi è il committente? »
« Il sindaco di un paese della provincia, ha raccolto il denaro grazie ad una colletta di tutti gli abitanti. Sembra che Tiger Lily agisca soprattutto lì »
Jude le fece un cenno di assenso, lanciandole un’occhiata subito dopo per vedere se avesse intenzione di aggiungere altro.
Tra i due tornò di nuovo il silenzio che durò per diversi minuti, fino a quando non fu Clare a parlare.
« Ti ho promesso che dopo questo lavoro ce ne saremmo andati da Sleeping Knights » iniziò, consapevole che la conversazione avesse iniziato a prendere una piega più seria « Ho già pensato a tutto. Quando avremo catturato quei delinquenti torneremo a Magnolia a riprenderci Levy, poi con la ricompensa ci compreremo una casa tutta nostra, e cercheremo una nuova gilda dove stare tutti insieme »
« Mi piace questo programma » commentò Jude di rimando, andando a circondare la moglie con un braccio per stringerla a sé.
Sleeping Knights non sarebbe mancata a nessuno dei due, al contrario. Probabilmente Erebos sarebbe stato l'unico dei membri che avrebbero scelto di frequentare anche dopo.
Per quanto riguardava Levy, l’unica persona davvero importante per lei in quel posto, oltre al rosso, pareva essere Alphonse. Di certo i genitori di quest’ultimo sarebbero stati più che felici di non ritrovarsi ulteriormente la bambina tra i piedi, visto il modo in cui la trattavano. Era come se, dal loro punto di vista, avesse una cattiva influenza su loro figlio, perciò sarebbe stato abbastanza improbabile che una volta lasciata la gilda acconsentissero a farli incontrare di nuovo.
Gli unici a soffrire alla fin fine sarebbero stati solo i due bambini, ma avrebbero trovato una soluzione anche per quello. Dovevano trovarla.
« C'è un'ultima cosa » aggiunse la turchina, appoggiando il capo alla spalla del marito.
« Ti ascolto »
« Riguardo alla nuova gilda... Pensi che ci accetteranno a Fairy Tail? » la voce ora era carica di speranza, come se Clare fosse diventata tutt’a un tratto incerta di quello che stava dicendo. Non sapeva nemmeno com’era, quella gilda. Tutto ciò che sapeva, lo sapeva perché lo aveva sentito raccontare da qualcun altro, ma adesso che ci ripensava non era più così sicura che quella di raccomandare a Levy di chiedere aiuto a loro in caso di necessità fosse stata la scelta giusta.
« Ne sono certo »
I mille dubbi e pensieri della maga vennero come spazzati via dalle tre semplici parole dell’uomo che amava, tant’è che la donna recuperò immediatamente il sorriso e si strinse a lui. In un momento simile, non avrebbe potuto chiedere di meglio.
 
« Non ti preoccupare Levy, ce la caveremo anche da soli. Mia mamma e mio papà partono sempre senza di me, ti ricordi? Sono un esperto io » aveva esordito Alphonse ad un certo punto, quando aveva notato che l'espressione della sua migliore amica era più triste del normale.
I due si erano appartati in un angolo della sala, sistemandosi sul pavimento a giocare insieme. A terra, davanti a loro, c'erano tanti pezzi di un puzzle che avevano intenzione di finire prima di sera.
L'interpellata in un primo momento non disse nulla, limitandosi a fissare il pezzo che stava tenendo tra le dita, ma alla fine decise di rispondere ugualmente.
« Non è questo... » iniziò, senza alzare lo sguardo ma andando invece a mettere il pezzo del puzzle al suo posto « ... Non lo so, ecco... Spero che finiscano la missione in fretta... »
Aveva di deciso di tentare e spiegare quello che stava provando ad Alphonse nonostante non fosse chiaro nemmeno a lei, ma non era riuscita a trovare le parole adatte. La preoccupazione che qualcosa non andasse, la voglia di rivederli presto, la delusione per essere dovuta rimanere a Magnolia senza poter viaggiare con loro, erano tutti concetti che non sapeva come tirare fuori.
Il bambino attese qualche secondo, intuendo la difficoltà, ma dato che alla fine la piccola dai capelli turchini non aggiunse altro, lui le rivolse un nuovo sorriso « È normale, ma torneranno, vedrai! »
La rassicurazione del bambino la aiutò solo in minima parte, facendole uscire di bocca solo un mugugno dubbioso ed un sospiro. Alphonse andò a sistemare un altro pezzo del puzzle, ma rimase chiaramente deluso di non essere riuscito a sollevarle il morale come avrebbe voluto.
« Non mi va più di giocare a questo gioco » gli disse l’amica a quel punto, improvvisamente più piccata e distante « Prendo un libro, voglio leggere da sola »
Forse, così facendo, il tempo sarebbe passato più velocemente.

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Capitolo 12
*** Una missione per due ***


Quando Levy non toccava libro durante l’arco della giornata, per un motivo o per un altro, le ore passavano con lentezza estenuante. Aveva provato a svagarsi proseguendo tutte quelle attività che faceva anche prima, come passeggiare per il paese, sia da sola che in compagnia di Alphonse ed Erebos. Insieme a quest’ultimo, si era allenata ulteriormente a maneggiare la spada e si era anche fatta insegnare come giocare a carte e a scacchi, ma nulla riusciva a distrarla realmente troppo a lungo. Nulla tranne un buon libro.
I giorni nel frattempo si susseguivano uno dopo l’altro, e volente o nolente anche la piccola maghetta doveva iniziare a darsi da fare se non voleva far arrabbiare il Master come le era stato raccomandato.
« Al, vieni a fare una missione con me? »
Il bambino in quel momento era intento ad osservare le lucertole che ogni giorno, alla stessa ora, quando faceva abbastanza caldo andavano regolarmente a sistemarsi sulle grosse pietre usate per creare la pavimentazione del cortile sul retro della gilda, ma nel sentire l’amica che gli chiedeva di partecipare ad una missione sollevò lo sguardo, sorpreso. Levy però non stava scherzando, di conseguenza dopo appena qualche minuto i due erano davanti alla bacheca degli incarichi, a fissare tutti quei fogli dal basso.
« Non riesco a leggere… » si lamentò la bambina, gonfiando le guance, ma valeva lo stesso per Alphonse e nei paraggi non c’era nulla che potesse fare al caso loro. Rimase dunque a pensare per diversi secondi, ricordando solo allora che avrebbero potuto chiedere una mano ad Erebos, come le aveva detto di fare sua madre.
Nel voltarsi per cercare il rosso con lo sguardo però Levy scoprì che in quel momento non era presente, o almeno quella era l’impressione dato che non lo riusciva a trovare. Una figura tuttavia catturò la sua attenzione, così fece segno all’amico di aspettarla e con una rapida corsetta raggiunse lo stesso Aslan, che era rientrato in quel momento dopo aver passato qualche giorno fuori per lavoro.
« Master Alsan! Master! » esordì, fermandosi proprio davanti a lui e portando le mani al petto in un gesto che denotava una certa dose di imbarazzo e preoccupazione « Per caso sapete dov’è Erebos? Devo chiedergli una cosa importante »
« Non ne ho idea »
Il biondo la superò senza troppi complimenti, quasi non degnandola di un’occhiata, dirigendosi invece verso la tabella con gli incarichi completati. Non sembrava intenzionato ad aiutarli, perciò la bambina preferì evitare di disturbarlo ulteriormente con le sue richieste e sospirò tra sé, improvvisamente triste, mormorando una banalissima frase per liquidare la questione « Fa niente… »
Un attimo dopo si era già voltata per tornare da Alphonse, ma il Master alla fine sembrò cambiare idea e si decise finalmente a prestarle attenzione « Levy. Di cosa hai bisogno? »
Sentendosi richiamare, in un primo momento la piccola turchina quasi non ci credette, ma alla fine sul suo volto si disegnò un sorriso e seguì l’uomo quando quest’ultimo riprese a camminare.
« Io e Alphonse vogliamo cercare un incarico dalla bacheca, ma è troppo in alto » spiegò, mentre Aslan andava a segnare l’ennesima missione andata a buon fine.
« Tutto qui? » il biondo non poté fare a meno di sogghignare, ma in fondo gli faceva piacere vedere la loro buona volontà. Posato il gesso, batté le mani tra di loro per eliminare la polvere.
« Wood-Make: Ladder »
Un attimo dopo davanti a loro si era formata una piccola scaletta di legno, abbastanza alta per permettere ai due bambini di leggere. Levy quasi non riuscì a crederci, ma ne rimase ugualmente ammirata.
L’uomo si congedò subito dopo con un rapido gesto e si mise le mani nelle tasche, di nuovo serio come sempre, e solo quando la bambina si riscosse da quel torpore momentaneo riuscì a rivolgergli nuovamente la parola per ringraziarlo.
« Grazie Master, è fantastica! »
 
Dopo aver chiamato Alphonse per aiutarla, i due spinsero la scaletta fino alla bacheca e la bambina ci salì, iniziando a guardare gli incarichi che vi erano affissi.
Si trattava, per la maggior parte dei casi, di missioni al di fuori della loro portata, ma dopo diversi minuti buoni Levy trovò qualcosa che poteva fare al caso loro.
« Trovato! Ascolta: cerco qualcuno che mi aiuti a ritrovare un libro molto importante nella libreria della mia casa »
L’indirizzo non era lontano, ed in più l’argomento del discorso aveva catturato la sua attenzione come mai prima. Non le sarebbe mai ricapitato di poter passare le ore in una sala piena di libri e ricevere una ricompensa per farlo.
Peccato che, una volta terminato di leggere, alla piccola bastò solo un momento per capire che l’altro non ne era rimasto per nulla colpito.
« Che noia! Cerca qualcos’altro, qualcosa di più avventuroso » esortò, salendo sul primo gradino della scaletta, come a volerla raggiungere per vedere quali entusiasmanti incarichi si nascondevano in mezzo a tutta quella carta.
Levy sbuffò, gonfiando le guance e stringendo il pezzo di carta tra le piccole dita « E allora ci vado da sola a fare questo » lentamente scese dalla scaletta per lasciare il posto ad Alphonse, ed una volta a terra puntò il dito verso la bacheca « Prova a cercarlo tu se sei tanto bravo »
Quest’ultimo accettò la sfida, spostò la scaletta per raggiungere l’altra metà delle richieste ed una volta salito iniziò a cercare. Come poco prima, dovettero passare diversi minuti perché il bambino riuscisse a leggere a dovere tutto quanto, essendo ancora molto piccolo, ma ad un certo punto il maghetto dai capelli verdi si illuminò e staccò uno dei foglietti.
« Ecco qui: abbiamo bisogno di due assistenti per lo spettacolo che verrà messo in scena in serata, disponibilità per tutta la settimana »
Tra pause ed alcune incertezze sulle parole, una volta finito di leggere scese dalla scaletta e consegnò l’avviso alla bambina senza nemmeno attendere un riscontro.
« Va bene per noi » continuò, con aria fiera, esortando l’amica a dirigersi verso il registro di tutte le missioni per farglielo compilare.
Nonostante la perplessità, alla fine Levy si lasciò convincere e scrisse i loro nomi sotto all’incarico scelto, ma tenne anche per sé quello relativo alla ricerca del libro, decidendo di andare il mattino seguente per evitare di arrivare tardi allo spettacolo.
« È quasi ora, Al. Dobbiamo andare » la piccola turchina non perse altro tempo, prese per mano l’amico ed un attimo dopo i due erano diretti verso l’uscita.

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Capitolo 13
*** La gilda oscura di Tiger Lily ***


Il viaggio era durato diversi giorni, ma finalmente Clare e Jude avevano raggiunto la loro meta.
Il sindaco li aveva accolti con entusiasmo, dando loro tutte le informazioni aggiuntive che non erano state inserite nell'annuncio. I membri della gilda oscura erano in cinque, tutte ragazze giovani a detta degli abitanti che avevano subito le loro angherie. A parte questo si sapeva poco altro, perciò marito e moglie pensarono di incamminarsi per cercarle al confine tra il paese e la vegetazione boschiva, nel caso in cui si stessero nascondendo.
Si erano appena lasciati alle spalle le ultime case, quando sopra uno degli alberi notarono una figura femminile seduta su uno dei grossi rami e di conseguenza si fermarono a fissarla da sotto in su.
La giovane stava sorridendo e dondolando le gambe, portava i lunghi capelli viola legati in una coda di cavallo, ed osservava il tutto con uno sguardo decisamente troppo vispo.
« Guarda, guarda, ci hanno mandato altri maghi. E stavolta sono in due »
Un attimo dopo portò le dita alla bocca ed emise un lungo fischio, che probabilmente era un chiaro richiamo per le compagne.
« Scusatele, sono sempre in ritardo » mormorò poi, sospirando come a volerle rimproverare bonariamente.
« O forse sei tu ad essere in anticipo » esordì un'altra voce.
Una seconda figura femminile uscì dall'ombra e si appoggiò al tronco di quello stesso albero con una spalla, guardando verso l'alto. Al contrario dell'altra però sembrava molto più seria. Aveva i capelli scuri e lunghi fino alle spalle, in contrasto con gli occhi azzurri, ed un cerchietto bianco che spiccava in mezzo alla chioma, come se le piacesse particolarmente far risaltare i contrasti.
La ragazza sull'albero per tutta risposta si limitò ad una linguaccia.
Passò solo qualche attimo che si presentò un'altra figura femminile, che in qualche modo era riuscita a raggiungere il ramo dove si era sistemata la compagna e ci si era aggrappata con le mani, per poi darsi una spinta e salirvici, seduta in modo impeccabile, addirittura con le gambe accavallate.
« Sei sempre la più fortunata, li trovi tutti tu » commentò, dandole una gomitata scherzosa prima di posare lo sguardo sui due maghi di Sleeping Knights.
La nuova arrivata aveva i capelli color castano chiaro particolarmente lisci, ordinati in due codini che incorniciavano un viso giovanile.
« Che vuoi farci, mi piace girare » replicò l'altra alzando le spalle, evidentemente compiaciuta dal commento, ma quella con i piedi a terra sbuffò di rimando.
« Chiamala fortuna »
« Ragazze, concentriamoci ora. Chi abbiamo qui? »
Una quarta figura comparve come all'improvviso alle spalle della coppia di Sleeping Knights, portando così i due a voltarsi. Quest'ultima arrivata aveva i capelli mossi color biondo cenere, raccolti sulla nuca grazie a quello che somigliava incredibilmente ad un piccolo pugnale. Gli occhi erano di un caldo color ambra, ma il suo fisico scolpito rendeva evidente che quella giovane donna fosse la più grande tra loro, e probabilmente anche il capo.
Sulla schiena invece aveva una spada dalla lama lunga e stretta, inserita in una fodera fermata sul davanti.
Ora che le guardavano attentamente, quelle ragazze indossavano anche dei vestiti simili, nonostante la differenza di colore, ovvero dei pantaloncini e una semplicissima fascia a coprire il seno, mentre ai piedi avevano dei sandali bassi.
 
Clare e Jude fino a quel momento erano rimasti in silenzio ad osservare, ma nel ritrovarsi praticamente circondati si fecero più vicini tra loro, leggermente intimoriti, ma comunque determinati a non farsi sopraffare fin da subito.
« Di nuovo due maghi venuti a fermarci, presumo. A questo punto sarà meglio tenere il conto, vi chiamerò numero quattro e numero cinque » concluse la bionda, avanzando di qualche passo mentre le due ragazze sul ramo saltavano giù. La giovane che li aveva accolti fu la prima a toccare terra, in modo un po' rozzo ma efficace, al contrario della castana che atterrò con grazia, piegando le ginocchia ed allargando le braccia quasi come se stesse eseguendo un passo di danza.
« Che significa? »
L'uomo dai capelli blu risultava incerto su cosa volessero veramente dire quei numeri, anche se si era già fatto un'idea, idea per nulla piacevole per la verità.
« Semplice, che prima di voi ci sono stati altri tre maghi che hanno fatto una brutta fine » intervenne la mora, suscitando il sorriso delle altre due compagne sottoposte.
Clare però evitò di farsi intimidire, preferendo incalzare con le domande piuttosto che mettersi sulla difensiva.
« Dov'è la quinta? »
Lei e suo marito non potevano definirsi maghi esageratamente forti, e in inferiorità numerica non sarebbe stato facile prevalere, ma nonostante ciò se si fossero mostrati spaventati non avrebbero fatto altro che fare il gioco di quelle ragazze.
La leader di Tiger Lily nel sentire ciò si dimostrò appena più interessata, forse perché non si aspettava che avessero avuto quell'informazione.
« Gentile preoccuparti da parte tua ma non è necessario, Kara non ama apparire in pubblico. Parteciperà non appena sarà il momento »
Quelle parole non aiutarono sicuramente a tranquillizzare i due maghi, piuttosto li allarmarono anche di più visto che non sapevano cosa avrebbero dovuto aspettarsi.
La più grande però non sembrava voler allentare la metaforica stretta, ed infatti si rivolse alla compagna dai capelli viola « Vediamo che sanno fare, Gwen »
Sul volto dell'interessata si formò immediatamente un largo sorriso, e passo dopo passo la ragazza si fece avanti scrocchiando le nocche « Molto volentieri »

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Capitolo 14
*** La prima ricerca di Levy ***


Levy ed Alphonse erano arrivati al teatro dove si sarebbe tenuto lo spettacolo appena in tempo, e nonostante in un primo momento i produttori e tutto il resto dello staff fossero rimasti sorpresi di ritrovarsi due bambini come aiutanti alla fine dovettero accontentarsi e sperare che facessero bene il loro lavoro.
A fine serata entrambi stavano praticamente per crollare dal sonno, tanto che non appena misero piede nella gilda si limitarono a lasciarsi cadere sul divano e si addormentarono all’istante, senza nemmeno provare a raggiungere le loro stanze.
Il mattino successivo quando la piccola maga si risvegliò scoprì che l’amico se n’era già andato, sicuramente era stato svegliato dai genitori perciò non si poteva sicuramente stupire che fosse già in piedi.
Dopo aver fatto colazione ed aver salutato Erebos, si diresse così all’indirizzo scritto sull’incarico relativo al libro, scoprendo che si trattava di una grande villa costruita appena fuori città. Ci mise diverso tempo per arrivare a piedi, ma avrebbe scoperto presto che ne era valsa la pena.
Dopo essersi accomodata grazie ad una giovane cameriera, venne guidata da quest’ultima per incontrare la proprietaria della casa, che quando si ritrovò davanti una bambina non poté fare a meno di rimanere interdetta. La donna era piuttosto anziana, con dei capelli grigi tendenti al bianco tenuti in un taglio corto e ordinato.
« E tu chi saresti? » il tono era gentile, ma si capiva chiaramente che non si aspettava una visita da Levy, perciò ci pensò la cameriera a chiarire il motivo della visita, mentre la bambina accennava un sorriso.
« Signora, è qui per la richiesta che avete mandato a Sleeping Knights alcuni giorni fa »
A quel punto anche l’anziana sembrò collegare il tutto, annuendo e avvicinandosi alla bambina con un sorriso affabile sul volto « Ma certo, che sbadata! Se non ci fossi tu Liz… »
La giovane accennò un sorriso, evidentemente contenta di vedere riconosciuto ciò che faceva per lei, dopo di che si congedò gentilmente ed andò in un’altra stanza per lasciarle da sole.
« Vieni pure, cara. Come ti chiami? » iniziò la donna, invitando la maghetta dai capelli turchini a seguirla in un’altra zona della casa.
La bambina si incamminò così accanto all’anziana signora, leggermente intimorita per essere in un luogo sconosciuto insieme ad una sconosciuta, ma nonostante ciò sperava di fare una buona figura.
« Levy, Levy McGarden. Molto piacere signora »
« Che signorina ben educata, io invece sono Diana. Se hai accettato questo incarico immagino che leggere non ti dispiaccia, non tutti rimarrebbero chiusi in una biblioteca solo per cercare un libro »
Bastarono quelle poche parole perché Levy annuisse immediatamente, cambiando espressione in un attimo. Se c’era una cosa che adorava fare era proprio leggere.
Le due raggiunsero una porta che Diana spalancò lasciando entrare per prima la bambina, e a lei bastò un passo oltre la soglia per fermarsi con gli occhi sgranati per l’ammirazione.
La nuova stanza era ricolma di scaffali e mensole pieni di libri, alcuni erano perfino appoggiati a terra in qualche angolo per diminuire il rischio di inciamparvi per caso, perché evidentemente lo spazio era esaurito. Sembrava quasi il paradiso, c’era perfino una comoda poltrona in velluto ed un piccolo tavolo su un lato della grande stanza.
La piccola già si immaginava immersa nella lettura, sentiva che sarebbe potuta rimanere lì per giorni senza mai annoiarsi, anche se non si rendeva completamente conto del fatto che per il momento molti di quei libri probabilmente sarebbero stati al di fuori della sua portata, troppo difficili da capire per una bambina ancora così piccola.
« Sono molto contenta che qualcuno abbia accettato il lavoro, avrei chiesto a Liz ma ha già tante cose da fare e non mi è sembrato il caso »
L’anziana donna si incamminò verso gli scaffali più vicini, fermandosi ai piedi di uno di essi per mostrarlo a Levy, che dal canto suo aveva ancora la bocca aperta.
« Il libro che sto cercando si chiama La mia strada e ha il dorso colorato di blu. Credevo di averlo messo su questo ripiano ma non è più qui, se riuscissi a ritrovarlo mi faresti un grande regalo, Levy »
« La vostra biblioteca è bellissima » le disse la piccola maga, riuscendo finalmente a riprendersi dallo stupore « Troverò il libro, non vi preoccupate »
« Sei una bambina molto gentile » Diana si chinò leggermente, facendo una carezza sul capo della piccola « Usa pure la scala per i ripiani più alti, e se hai bisogno di me mi trovi seduta sulla poltrona »
Un attimo dopo, Levy era stata lasciata sola e la donna si era allontanata mormorando qualcosa sulla sua schiena, così la ricerca poté iniziare ufficialmente.
 
A distanza di chilometri da quella casa, Clare e Jude erano impegnati in qualcosa di decisamente più importante e pericoloso.
Gwen aveva atteso solo qualche secondo prima di lanciarsi all’attacco sotto ordine della più grande.
Dalle mani della ragazza vennero a crearsi delle lunghe catene di metallo terminanti con una punta fatta dello stesso materiale che andarono immediatamente a colpire il suolo ai piedi dei due maghi, ma solo perché questi ultimi erano stati abbastanza pronti da compiere un salto indietro prima di essere centrati in pieno.
A quel punto però la loro avversaria si era già volatilizzata, ricomparendo proprio accanto a Jude e tentando un altro colpo. L’uomo quasi non se ne accorse, tanto che fece appena in tempo a sollevare un braccio e a renderlo di roccia prima che la catena andasse ad avvolgerglielo, ma nonostante ciò riuscì ad ovviare al problema afferrando l’arma con la mano ancora libera e dando uno strattone verso di sé. In questo modo, la ragazza dai capelli viola barcollò e fu costretta a far svanire la catena, ma prima di cadere utilizzò l’altra per colpire l’uomo alla gamba e di conseguenza entrambi finirono per essere destabilizzati.
Con Gwen a terra e Jude in ginocchio fu Clare ad approfittare della situazione, e dopo aver creato una spada con la sua magia superò il marito con un salto per andare ad attaccare la nemica dall’alto.
Quando toccò terra tuttavia la maga dai capelli turchini centrò unicamente il terreno, perché Gwen si era già spostata ed era anche riuscita a creare due nuove catene, con le quali tentò di colpire l’avversaria, ma senza successo in quanto esse vennero prontamente evitate grazie al piatto della lama.
« Jude, tutto bene? » chiese alla fine, puntando l’arma ma prendendosi il tempo necessario per accertarsi che l’uomo stesse bene. Non solo, era chiaro che serviva una strategia visto che risultavano in leggera difficoltà anche contro una sola di quelle ragazze.
« Mai stato meglio! » fortuna volle che per il momento si era trattato solo di un graffio e non di una ferita seria, nonostante lo strappo al pantalone facesse intendere che potevano aspettarsi di peggio.
Gwen creò di nuovo una catena e la lanciò in direzione del mago, che stavolta riuscì ad afferrarla in tempo, nonostante ciò, la ragazza iniziò a corrergli intorno con un sorriso divertito in volto, lasciando che la catena lo avvolgesse naturalmente.
A quel punto fu Clare a intervenire, e tentò un affondo nel momento in cui la giovane dai capelli viola fu di nuovo alle spalle di suo marito, tuttavia dovette fermarsi di colpo perché bastò solo un battito di ciglia prima che il bersaglio si dileguasse da quel punto. Incredibilmente, se la maga non se ne fosse accorta in tempo avrebbe potuto ferire seriamente lo stesso Jude, e questo fu abbastanza da farla preoccupare.
« Può bastare, grazie Gwen » la leader intervenne, sollevando leggermente una mano per chiedere alla compagna di fermarsi. Così facendo, la catena svanì e la ragazza fece qualche passo indietro come ordinato.
« Non sono così male, potrebbe essere divertente sul serio » commentò la castana con tono perplesso, portando una mano sulla guancia e inclinando appena il capo.
« Sarà » replicò la corvina che era accanto a lei, alzando le spalle come se non fosse completamente convinta, ma a quel punto la più grande prese di nuovo la parola.
« Solitamente noi di Tiger Lily diamo la possibilità di cambiare idea e tornare sui propri passi, a questo punto. Potete andarvene e non tornare più, oppure potete decidere di combattere proprio come i tre maghi prima di voi… Ma non c’è bisogno che vi ricordi quale è stata la loro sorte »
I due maghi si scambiarono un’occhiata, e ciò bastò a far prendere loro quella decisione per nulla scontata. Potevano tornare da Levy sani e salvi, ma in quella missione avevano investito tutto proprio in vista di un futuro migliore, perciò non potevano sprecare gli sforzi fatti finora. Nonostante la lieve paura, grazie a quello scambio di sguardi si fecero forza l’un l’altro e nessuno dei due si mosse.
« Molto bene » la bionda non sembrò scomporsi di fronte a tale scelta, invece si rivolse a due sue compagne « Gwen, Lacey, vi lascio il numero quattro. Io e Amphitrites ci occupiamo della numero cinque»
Gwen e la castana, che doveva chiaramente essere Lacey, si spostarono di fronte all’uomo con un sorriso sulle labbra, palesemente felici di poter fare coppia, mentre la ragazza dai capelli scuri si sistemò accanto alla bionda per fronteggiare Clare.
Allo stesso modo, Jude rese i pugni di roccia, pronto a colpire, e sua moglie strinse l’elsa della spada in una mano, mentre l’altra si sollevava per utilizzare la magia, nel caso in cui si fosse reso necessario.

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Capitolo 15
*** A ciascuno il proprio incarico ***


Levy aveva fatto passare ormai chissà quanti titoli, partendo dai ripiani più bassi, ma senza trovare nulla che assomigliasse a quanto descritto dall’anziana donna. Iniziava a provare fastidio alla vista, perciò alla fine decise di fermarsi a fare una pausa e si sedette ai piedi della libreria con un sospiro.
Qualche minuto dopo si alzò in piedi, decidendo di andare ad informare Diana del fatto che purtroppo non era ancora riuscita a trovare ciò che cercava.
Trovò l’anziana seduta sulla poltrona come le era stato detto, con degli occhiali da lettura sul naso, mentre era intenta a leggere un libro, ma quando si avvicinò la donna alzò gli occhi e interruppe il tutto senza problemi.
« Non l’ho ancora trovato, mi dispiace… »
Era passata ormai qualche ora da quando aveva iniziato a cercare, ma Diana non risultò affatto arrabbiata, al contrario, quando si accorse dell’ora sembrò dispiacersi a sua volta.
« Perché non ti fermi un attimo, Levy? Che ne dici di mangiare qualcosa insieme a me? Personalmente inizio ad avvertire una certa fame »
Per la piccola maga era lo stesso in realtà, ma se ne accorse solo nel momento in cui venne menzionato il cibo. Non voleva sembrare scortese e approfittare troppo dell’ospitalità, ma la sua committente era così gentile che non se la sentì di rifiutare.
« Va bene, signora Diana »
La donna per tutta risposta le sorrise con gratitudine e prese in mano una piccola campanella dal tavolino, suonandola per qualche secondo prima di rivolgersi di nuovo alla bambina « Sono contenta che tu abbia accettato, non ho mai molte occasioni per invitare qualche ospite a casa… »
A quel punto la porta della grande sala si aprì e la giovane Liz si presentò con un sorriso sul volto « Avete bisogno, signora? »
« Puoi apparecchiare anche per Levy? Rimarrà a pranzo con noi oggi »
« Certamente. Sarà pronto tra qualche minuto, se nel frattempo volete iniziare ad accomodarvi »
« Ti ringrazio molto, cara. Veniamo subito »
« Di nulla, signora » la ragazza si congedò ed uscì dalla sala, non prima che un nuovo sorriso le si disegnasse sul volto, così alla fine l’anziana donna si alzò dalla poltrona e invitò Levy a seguirla.
Alcuni minuti dopo, erano entrambe sedute ad un grosso tavolo da pranzo, Diana naturalmente a capo tavola, e Levy accanto a lei, con il posto già apparecchiato.
« Ho visto che la biblioteca ti ha attratto molto, ti piacerebbe tornare di nuovo? Non per cercare altri libri, naturalmente. Mi farebbe piacere se qualche volta venissi a trovarmi, questa casa è grande e qualche volta mi sembra davvero vuota… »
La bambina rimase qualche istante in silenzio, incredula, ma dovette ammettere che quella donna non stava affatto scherzando. Nonostante non se lo aspettasse sarebbe stata felicissima di poter visitare di nuovo quella biblioteca. Diana non avrebbe potuto farle regalo migliore.
« Se non disturbo… Mi piacerebbe molto » mormorò alla fine, posando lo sguardo sul tavolo.
« Che sciocchezza, non disturbi affatto, piccola. Per te, la mia biblioteca e la mia casa saranno sempre aperte » l’anziana signora sembrò quasi illuminarsi quando la bambina accettò la sua proposta. Le mancava molto la compagnia di qualcuno, e anche se Liz viveva con lei quella ragazza era stata assunta come cameriera e doveva occuparsi già di molte faccende, perciò non aveva molto tempo da dedicare alla sua superiore.
« Vi ringrazio moltissimo, verrò a trovarvi di sicuro! » passato il momento di imbarazzo, Levy rivolse un grande sorriso a Diana, anche se ancora non riusciva a credere a quello che le era appena stato proposto.
 
Più tardi le due erano di nuovo in biblioteca, e con la pancia piena la bambina era finalmente pronta a ricominciare la sua missione.
La donna augurò buona fortuna alla piccola turchina, dopo di che riprese in mano il libro che stava leggendo quella mattina e una volta che Levy fu lontana ricominciò la lettura.
La maghetta non si era fatta scoraggiare dalla mole di volumi presenti, ma optò per un altro approccio, ovvero controllare le pile di libri a terra, sistemati negli angoli. Se La mia strada era davvero così importante per Diana, magari era stato letto non molto tempo prima, quindi c’era la possibilità che fosse stato messo in una di quelle pile.
Tempo meno di mezz’ora, e scoprì che la sua supposizione era stata corretta. Trovò il libro proprio in una pila nelle vicinanze dello scaffale dove l’anziana le aveva detto di averlo lasciato, e naturalmente non perse tempo a correre dalla sua proprietaria per darle la bella notizia.
« L’hai trovato! Non so come ringraziarti, vieni qui, meriti un abbraccio » l’interessata naturalmente non poteva essere più contenta, e difatti posò il libro e gli occhiali e si alzò dalla poltrona per fare quanto detto.
Anche se leggermente imbarazzata, Levy si avvicinò all’adulta e le circondò i fianchi in un forte abbraccio, prontamente ricambiato dall’altra.
« Ti ho promesso una ricompensa, quindi è giusto che tu la abbia » proseguì Diana poco dopo, avviandosi verso l’entrata della stanza per prendere il denaro che era stato accordato nella richiesta d’incarico.
« Posso venire lo stesso a trovarvi, vero? » chiese immediatamente la piccola, preoccupata di non poter più tornare se avesse accettato i jewel pattuiti, ma l’anziana donna accennò una risata, divertita da quella ingenuità.
« Vieni tutte le volte che vuoi, Levy. Ormai siamo diventate amiche, giusto? »
« Sì signora Diana! »
« Chiamami solo Diana »
Il discorso venne concluso con una carezza sulla testa della maghetta, di nuovo sorridente.
Levy aveva ufficialmente completato il suo primo incarico, tutto da sola, e non avrebbe potuto esserne più fiera.
 
Nel frattempo, nei pressi di Crocus, gli scontri tra Tiger Lily e i due maghi di Sleeping Knights erano ufficialmente iniziati.
Jude aveva deciso di rompere il ghiaccio lanciandosi contro Lacey per colpirla con degli attacchi corpo a corpo, ma mentre quella sgusciava via come nulla fosse le catene di Gwen lo circondarono di nuovo alla vita, costringendolo a fermarsi. A quel punto, l’uomo tirò una gomitata dietro di sé di modo da colpire la nemica e liberarsi, ma quest’ultima si era già spostata davanti a lui, ad un paio di metri di distanza. Nel momento in cui l’uomo se ne accorse, la castana aveva già teso una mano creando una specie di cerchio di energia di colore rosso davanti alla compagna ed un secondo identico alle spalle del nemico di cui però il mago non si accorse, troppo concentrato su ciò che gli accadeva davanti.
Gwen sogghignò, creando altre due catene che diresse proprio contro il cerchio di energia che aveva di fronte. Esso però non era altro che un portale, e difatti le due catene lo attraversarono come nulla fosse, fuoriuscendo proprio da quello posto alle spalle dell’uomo dai capelli blu. In questo modo, le due punte finirono per colpirlo alla schiena, provocandogli due ferite piuttosto gravi.
Jude si irrigidì per la sorpresa e il dolore improvviso, cadendo in ginocchio con un gemito sofferente solo un attimo dopo.
« È proprio vero quel che si dice allora, più sono grossi e più sono lenti » commentò Gwen, scuotendo la testa con falso rimprovero mentre la compagna annullava il portale appena creato.
« E anche stupidi a quanto pare »
 
A pochi metri di distanza fu Amphitrites a dare inizio alle danze, protendendo elegantemente i pugni verso il basso. Dal suolo si staccò un grosso pezzo di terreno che si schiantò un attimo dopo senza ferire nessuno. Clare era riuscita ad evitarlo scartando di lato, ma non fece in tempo a contrattaccare che immediatamente dovette incrociare la lama con quella più piccola della bionda, di cui tra l’altro ancora non conoscevano il nome. La situazione rimase in stallo per alcuni secondi, ma alla fine la forza della leader di Tiger Lily prevalse e la maga venne sbalzata indietro perdendo di conseguenza la spada creata con la magia, che svanì.
Di quella situazione approfittò la mora, la quale richiamò nuovamente parte del terreno e lo fece ricadere sopra a Clare. Per fortuna, la turchina fu abbastanza pronta da creare con la magia la parola STONE, grande quanto bastava da sostenere il peso del terreno e tanto resistente da ridurlo in pezzi.
« Ottima mossa, ma non basta per vincere! » le urlò la bionda, ma mentre stava per mandare a segno un nuovo attacco con la spada la maga le scagliò contro STONE, costringendola così a retrocedere per evitarla.
Nonostante tutto, a Clare non era sfuggito il fatto che suo marito si trovasse in difficoltà.
« Jude! »
« Io mi preoccuperei per me stessa » Amphitrites le scagliò contro un altro attacco di terra e roccia, e stavolta la maga non fu abbastanza rapida per evitarlo e si ritrovò schiacciata da tutto quel peso.
Tutti e due i maghi di Sleeping Knights risultavano già feriti dopo appena pochi minuti di battaglia, tanto che la stessa ragazza dai capelli scuri si ritrovò a sbuffare prima di rivolgersi alla superiore.
« Elettra, non potremmo semplicemente finirli? »
« Forse hai ragione »
Nemmeno il tempo di aggiungere altro che il terreno sotto al quale era stata sepolta Clare si smosse, ed un attimo dopo un piccolo tornado, come fosse un vero e proprio trapano, spazzò via tutta la terra e la roccia presente, rivelando la maga ferita ma ancora viva che aveva usato la parola DRILL per liberarsi.
Poco lontano, Jude si era rimesso in piedi boccheggiando. Aveva reso il busto e le braccia di roccia, ed in questo modo quanto meno era riuscito ad evitare la fuoriuscita eccessiva di sangue.
« Provateci » intimò, mentre un sorriso faceva capolino sul suo volto.
Clare creò con la magia una nuova spada utilizzando SWORD, e un attimo dopo stava già puntando la spadaccina del gruppo, ovvero Elettra, che fu costretta a mettersi sulla difensiva per far fronte ai rapidi attacchi della turchina. Tuttavia, una volta svanito l’effetto sorpresa fu facile ribaltare il risultato, e difatti la bionda iniziò a tempestare l’avversaria di colpi potenti, troppo potenti per Clare, che finì per ferirsi e cadere a terra.
Elettra a quel punto concluse il tutto con un ultimo gesto, le due lame si incrociarono di nuovo, ma stavolta l’attacco non si limitò solo a questo, ed il sogghigno della ragazza ne era la prova. La spada della leader di Tiger Lily si circondò di scariche elettriche, che prontamente finirono per passare anche sulla spada della maga dai capelli turchini. Tuttavia, se era evidente che Elettra poteva resistere all’elettricità, non fu lo stesso per Clare, che dovette lasciare la presa sulla spada con un urlo di dolore.
Ciò che accadde dopo fu questione di un attimo. La parola SWORD svanì nuovamente, e la lama della bionda finì a pochi centimetri dalla gola della donna ormai a terra.
« Non te la prendere, non avresti mai potuto vincere contro me ed Amphitrites insieme. La tua tecnica lascia molto a desiderare, se vuoi saperlo, così come la tua forza fisica »
La turchina non si mosse ulteriormente, consapevole che anche un piccolo movimento poteva significare la sua fine, ma optò per prendere tempo, nella speranza che Jude riuscisse a destreggiarsi con le altre due ragazze quanto bastava per distogliere l’attenzione di Elettra da lei.
« Si nota tanto? »
« Solo se hai un occhio attento, e, modestia a parte, io lo ho. Perché credi che abbia deciso di assegnare Gwen e Lacey al numero quattro altrimenti? »
« Che intendi dire? »
« Andiamo, lo conosci meglio di me, sei abbastanza intelligente da capire da sola quello che voglio dire. Quell’uomo è più lento e impacciato di te nei movimenti. Invece, tra noi quattro, Gwen è la più veloce e Lacey la più agile. Contro di loro non può farcela. In compenso, è abbastanza forte… Ammetto che potrei avere qualche difficoltà a gestire uno come lui »
Lo sguardo di Elettra si spostò sul combattimento che stava avvenendo poco lontano, dove Jude era finalmente riuscito a colpire Lacey con un pugno diretto al fianco.
« Chi se ne importa se siete delle ragazzine… » mugugnò il mago, ma quando alzò gli occhi poco lontano e scoprì ciò che era successo alla moglie la sua espressione si fece solamente più dura e arrabbiata. Le catene di Gwen lo avvolsero di nuovo attorno al busto, ma quest’ultimo quasi non ci fece caso ed in un impeto di rabbia riuscì a spezzarle, facendo perfino cadere a terra la ragazza che lo stava trattenendo.
« Non provare a sfiorare Clare! » gridò alla bionda, caricando proprio verso di lei. Non era mai stato così veloce, e difatti nel momento in cui Elettra se lo ritrovò davanti fu costretta a sollevare la spada per fermarlo, cosa che tuttavia non funzionò perché la lama venne bloccata dalle mani dell’uomo che erano ancora tramutate in roccia. Non solo, la leader della gilda oscura dovette anche puntare i piedi, e nonostante ciò venne comunque sospinta indietro. A quel punto, la spada della ragazza venne di nuovo circondata da scariche elettriche, ma al contrario di quanto era accaduto a Clare l’uomo non ne risentì minimamente.
« Mi dispiace per te ma la roccia non conduce l’elettricità » sul volto di Jude si fece spazio un sorriso soddisfatto, dopo di che con un ultimo sforzo spinse Elettra lontano, facendola cadere a qualche metro di distanza con un gemito di dolore.
Nel frattempo, Clare si era rialzata e aveva tenuto d’occhio le ragazze. Lacey aveva ancora qualche difficoltà a rialzarsi ed era stata soccorsa da Gwen, ma Amphitrites era pronta ad attaccare e difatti aveva già staccato un grosso blocco di terreno da lanciare contro all’uomo.
« Alla tua sinistra! »
L’avvertimento della donna servì, difatti il mago bloccò l’attacco con un pugno, disintegrando in tanti pezzi più piccoli quel nuovo colpo.
« Jude, tu pensa a loro due, possiamo batterle! » con una nuova speranza nella voce, la turchina raggiunse Gwen e Lacey, e senza perdere tempo creò la parola STONE, scagliandola contro di loro. La castana però fu abbastanza rapida da creare un portale davanti a loro, che inghiottì l’attacco e lo fece fuoriuscire lontano da tutti, vicino ad un precipizio particolarmente ripido.
Ora che aveva capito la strategia di Tiger Lily sarebbe stato molto più semplice sopraffarle. Lei sapeva essere rapida e particolarmente agile se voleva, perciò in quello scontro avrebbe usato i suoi punti di forza, proprio come Jude avrebbe affrontato Elettra e Amphitrites, la più forte e resistente del gruppo insieme alla ragazza che aveva fatto della tecnica la sua caratteristica migliore. Prima erano in svantaggio perché il nemico stava approfittando dei loro punti deboli, ma le cose sarebbero cambiate.

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Capitolo 16
*** Scontro finale ***


Clare aveva creato di nuovo la propria spada con la magia, ma nonostante la situazione fosse mutata le due ragazze di fronte a lei non sembravano turbate visto il sorriso che avevano sulle labbra. Gwen aveva in mano due nuove catene, mentre la compagna era pronta ad intervenire nel momento più opportuno con i suoi portali.
Poco lontano invece il combattimento tra Jude, Elettra ed Amphitrites non si era ancora fermato, anche se le due ragazze stavano riuscendo a tenerlo a bada unendo le forze.
La ragazza dai capelli viola in quel momento iniziò a far roteare una catena, segno del fatto che l’attacco era imminente, ed infatti solo un istante dopo iniziò ad attaccare con molta più foga, spostandosi rapidamente da un punto all’altro dell’area per avere un ulteriore vantaggio. La maga iniziò quindi a scansare ogni attacco con difficoltà, ma la velocità era tale da non consentirle di elaborare un contrattacco efficace, specie perché l’altra si stava mantenendo a distanza.
Alla fine però uno di quegli attacchi andò a segno, Clare venne circondata alle caviglie ed un attimo dopo anche alle mani, finendo così per cadere a terra. Tutto accadde in un attimo, Lacey creò un portale vicino alla compagna che da quel punto finiva esattamente davanti a Jude e alle due ragazze di Tiger Lily, e un istante dopo Gwen la lanciò proprio lì dentro. Quando si ritrovò dall’altra parte, la donna scoprì di essere ancora legata e con la spada in mano, e la lotta tra Jude e le due ragazze si interruppe così come era iniziata.
« Clare! »
L’uomo non ci pensò due volte a raggiungerla e a sollevarla di peso per provare a liberarla, ma qualcosa in tutto ciò non tornava. Elettra ed Amphitrites non provarono nemmeno ad approfittare della situazione.
« Jude, aspetta- »
La trappola c’era e la turchina riusciva ad avvertirlo, il problema era capire quale fosse.
Ma il tempo per pensarci non ci fu.
Le catene erano ancora in mano alla giovane Gwen ferma poco lontano, la quale, grazie all’aiuto della compagna dai capelli castani fece in modo, tirando, di far perdere l’equilibrio anche all’uomo e farli cadere dentro il portale, che li trasferì direttamente sopra al precipizio che si stagliava in lontananza.
Fortuna volle che le catene si erano dissolte, e di conseguenza la maga dai capelli turchini riuscì a puntare la sua arma a terra e ad afferrare la mano di Jude prima che cadesse di sotto, ma a quel punto entrambi erano sospesi nel vuoto al di sopra della grande distesa di rocce e alberi.
« Non mollare la mano, Jude! »
Dopo un primo momento di pura sorpresa, la maga strinse i denti pur di evitare di lasciare la presa. La vita di suo marito dipendeva solo da lei in quel momento, ed era più che certa che se fosse caduto nemmeno tramutare l’intero corpo in dura roccia sarebbe bastato.
Allo stesso momento, l’uomo annullò completamente la sua magia per non gravare ulteriormente sulla moglie a causa del suo peso, ma in quel modo il sangue riprese a scorrere attraverso le ferite sulla sua schiena.
« Maledizione… »
Dalla sua posizione, Clare poté osservare come l’intero gruppo si stesse avvicinando a loro, ma senza alcuna fretta, come se sapessero già quale sarebbe stata la loro fine. Tentò ancora di sollevare il marito quanto bastava perché potesse trarsi in salvo da solo, ma il peso era troppo e lo sforzo inutile.
« Potete dire le vostre ultime parole, adesso » Elettra fu la prima a parlare, fermandosi ad un paio di passi dal baratro, esattamente come le altre.
« Non resisterete a lungo » lo sguardo glaciale della corvina si posò sulla donna senza mostrare la minima emozione, al contrario delle altre due ragazze.
Evidentemente, il piano aveva funzionato.
« Lasciami andare » la voce di Jude era particolarmente seria, rassegnata, tanto che nemmeno la turchina riuscì a credere alle sue orecchie. Non era mai stato così.
« Cosa? No! Ci deve essere un altro modo! »
La giovane ne era convinta, con un po’ di fortuna se la sarebbero cavata entrambi. Doveva solo riflettere.
« Fallo, da sola puoi risalire »
« Te lo scordi, ho detto di no! »
« E io ho detto lasciami andare e torna lassù a prenderle a calci! » la pazienza del mago si era già esaurita, ma se quel sacrificio avesse consentito a Clare una possibilità in più per tornare a casa sana e salva allora era davvero disposto a farlo.
« Che scena romantica… » mormorò Gwen, avvicinandosi maggiormente al baratro e guardando di sotto per osservare la coppia, con aria fintamente dispiaciuta.
« Davvero strappalacrime » concordò Lacey.
« Potrei vomitare » concluse Amphitrites.
A quel punto però intervenne la stessa leader, che accennò un sorriso e fece un ulteriore passo indietro « Allontaniamoci, ragazze »
« Non mi dire, vuoi far intervenire Kara? » esclamò la ragazza dai capelli viola con un grande sorriso in volto, mentre una dopo l’altra iniziarono ad allontanarsi seguendo Elettra, la quale per tutta risposta accennò una risata.
« Dopo tutto dobbiamo lasciare un po’ di spazio anche a lei, non credi? »
In quel momento la bionda sollevò un braccio mostrando due dita e riabbassandolo subito dopo, e Clare poté giurare di vedere una figura appostata sul tetto di una casa lontana, con la chioma dalle tonalità chiare nascosta sotto ad una bandana di colore rosso, che stava imbracciando niente meno che un fucile.
« Un… Cecchino… » la preoccupazione della giovane maga a quel punto si fece palese, tanto che iniziò a tremare leggermente. Le braccia nel frattempo si stavano facendo sempre più doloranti, e di quel passo non ci sarebbe voluto molto perché perdesse la presa anche lei.
« Se ne stanno andando…? » l’uomo dai capelli blu non poteva vedere cosa stava accadendo al di sopra di quel baratro, né aveva sentito il sussurro della moglie, ma solamente le parole delle ragazze ed i loro passi sempre più lontani « È la tua occasione, Clare. Lasciami… Torna a casa… »
Senza nemmeno avvertirla, l’uomo aprì la mano, costringendo l’altra a stringere maggiormente la presa attorno al suo polso, e naturalmente a faticare ancora di più. Nonostante il tono fosse sicuro, si capiva perfettamente che era un tentativo per far si che la donna che amava sopravvivesse.
« No, no… » gli occhi della turchina si inumidirono, e di certo la richiesta di Jude non la aiutava a ragionare lucidamente.
« Accidenti a te, donna! Pensa a Levy! Almeno tu, torna da lei! »
« No, ti prego… » ormai era inutile nasconderlo, la voce rotta già esplicava chiaramente il suo stato d’animo.
In quell’istante il suono di uno sparo fendette l’aria e il proiettile centrò il suo bersaglio, costringendo inevitabilmente la maga a staccare di riflesso la mano dall’elsa della spada con un grido di dolore.
« Clare! »
In un ultimo gesto disperato, Jude avvolse la moglie tra le sue braccia ed utilizzò la sua magia un’ultima volta nel tentativo di salvare quanto meno lei, dopo di che i due caddero nel vuoto per decine di metri, sparendo infine tra le chiome degli alberi.

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Capitolo 17
*** Fairy Tail ***


L’attesa per Levy era diventata sempre più pesante e difficile da sopportare.
I giorni erano diventati settimane, che a loro volta erano diventate mesi.
Il pagamento dell’affitto saldato da Clare e Jude era scaduto ormai dal mese precedente, tanto che Erebos e Levy insieme erano riusciti a racimolare il denaro necessario solo grazie alle poche missioni compiute da quest’ultima insieme a quanto era avanzato dei risparmi della famiglia che erano stati consegnati al rosso prima della partenza.
Anche quel mese, però, stava per finire, e dei genitori della piccola maga dai capelli turchini nemmeno l’ombra.
Ormai Levy si rifiutava di impegnarsi nel cercare nuovi incarichi o negli allenamenti con la spada, l’unica cosa che sembrava importarle era la lettura, e difatti si era recata alla grande villa di Diana molto spesso.
L’argomento prima o poi doveva essere affrontato, nonostante fosse doloroso, perciò quella sera il giovane mago si sedette accanto alla piccola turchina che era intenta a leggere un libro sul divano di quella sala, reduce dagli allenamenti con la spada fatti insieme al rosso. Il pomeriggio stesso, quest’ultimo aveva utilizzato la propria magia per cercare la posizione di Clare e Jude, ma non aveva trovato nessuno dei due. Ciò che ne conseguiva era scontato.
Doveva essere lui ad informare la loro figlia di ciò che era accaduto, perché di sicuro non lo avrebbe fatto nessun altro.
« Levy, puoi posare un attimo quel libro? Devo dirti una cosa importante e vorrei che mi ascoltassi »
L’interpellata fece ciò che le era stato chiesto, così Erebos continuò « Si tratta dei tuoi genitori. Sono partiti da diverso tempo ormai… Forse troppo. Vedi, il fatto è… Potrebbero non tornare affatto »
Sapeva quanto quella bambina fosse intelligente, perciò poteva dirsi quasi sicuro che avesse già capito che quell’assenza prolungata era sospetta. Purtroppo però, il giovane con le parole era risultato sempre un po’ troppo crudo e diretto, e il risultato si vide un attimo dopo.
« No, loro torneranno. Hanno detto che torneranno » l’espressione di Levy si fece immediatamente più cupa, tanto che bastò quell’unica frase per mandare a monte tutto il discorso che il mago si era fatto.
« Sì, certo, so che ti hanno detto che sarebbero tornati… Ma certe volte queste promesse non si possono mantenere »
« Non è vero! » sbottò la piccola maga, facendosi ancora più nervosa « Ti ho detto che arriveranno, li dobbiamo aspettare! »
« Per favore, non fare così. È difficile anche per me, ma- » nonostante Erebos avesse intenzione di calmarla, non poté nemmeno terminare la frase che dovette sollevare un braccio per evitare di essere colpito dal libro che la bambina aveva tra le mani fino ad un attimo prima.
« Zitto! » con un urlo in piena regola, la piccola turchina aveva appena guadagnato le occhiate di quei pochi presenti, e non passò nemmeno un secondo che si alzò dal divano e corse via, uscendo dall’ingresso della gilda con le lacrime agli occhi.
« Levy! »
Se le cose qui dovessero iniziare a non piacerti, se sentissi il bisogno di andartene... Aspettaci lì, e noi sapremo sempre dove trovarti.
Probabilmente non c’era momento migliore per attuare quanto le era stato detto quel giorno. Aveva assoluto bisogno di aria, perché nel profondo aveva capito perfettamente quello che il ragazzo più grande aveva cercato di dirle. Lei, però, sapeva che non era così. Sentiva che non erano davvero morti, come aveva invece presupposto Erebos.
 
Fu impossibile dire quanto era durata quella corsa a perdifiato attraverso la città illuminata unicamente dalle lacrime artificiali, solo quando si fu sfogata a sufficienza la maghetta riuscì a sollevare lo sguardo verso gli edifici per cercare dei punti di riferimento.
Ricordava di essere già stata in quella zona, l’unico problema era che non aveva idea di quale fosse la strada per raggiungere Fairy Tail.
Con ancora le lacrime che le rigavano le guance, si accorse anche di avere dei vestiti troppo leggeri per stare fuori, ma alla fine prese un respiro profondo ed iniziò a camminare, pregando che quella fosse la strada giusta.
Dovette girare a vuoto per un po’ prima di trovare una strada familiare, e diversi altri minuti prima di trovare l’edificio che cercava. Quando fu davanti alla famosa gilda, singhiozzò un’ultima volta prima di passarsi le mani sugli occhi ed eliminare almeno parte dei residui di tristezza.
Di certo non avrebbe fatto una buona impressione se fosse entrata lì dentro piangendo.
Lentamente, si avvicinò ad una delle finestre pentagonali, che tuttavia era troppo in alto per poterci guardare attraverso. Ora che era arrivata tanto vicina, si sentiva bloccata, intimorita e piena di dubbi.
Anche se avesse varcato quella soglia, non aveva comunque idea di cosa dire.
Alla fine però, con un salto riuscì ad aggrapparsi quanto bastava per sbirciare, scoprendo così il modo in cui stavano passando la serata i maghi di Fairy Tail. Tutti quanti sembravano davvero felici, e come aveva detto sua madre, era pieno di bambini.
Rimase imbambolata ad osservare la compagnia, semi nascosta, fino a quando ad un certo punto non spuntò dal nulla il volto di un bambino dall'aria corrucciata che la fissò da dietro il vetro, tanto che dovette mollare la presa e di conseguenza cadde all'indietro con un grido sorpreso e spaventato.
Quello che successe all'interno non poté vederlo, ma fu abbastanza certa che quel piccolo mago avesse avvertito gli altri immediatamente, perché poco dopo notò la grande porta dell'entrata che si apriva con la coda dell'occhio. Senza contare che, ora che ci pensava, quello era lo stesso bambino dai capelli rosa che aveva visto mesi prima.
Quando c'era sua madre.
Mugugnando tra sé per la brutta figura, Levy si rialzò in piedi e si sistemò gli abiti alla bell'e meglio. Quando alzò gli occhi, scoprì che un gruppetto di bambini si stava avvicinando proprio a lei, tra cui la rossa con l’armatura e il corvino che quella volta erano in compagnia del maghetto appena visto.
« Chi sei? Che ci facevi sulla finestra? » chiese quest'ultimo, con una nota di curiosità nella voce.
La stavano fissando tutti quanti, e di fatto prima di rispondere la piccola turchina si soffermò ad osservarli. Oltre a quei tre, c'erano due bambine, una castana e l'altra dai capelli violetti con gli occhiali, e due bambini, il primo con i capelli neri e l'altro con i capelli arancioni.
« Mi chiamo Levy, Levy McGarden » si presentò alla fine, portando una mano al capo ed abbassando gli occhi.
In quel momento si levò un borbottio dall'entrata, ed un ragazzo dai capelli biondi varcò la soglia con le braccia incrociate.
« Ehi, il vecchio non vuole che rimaniate fuori con questo freddo. Venite dentro »
Mentre parlava adocchiò anche la nuova arrivata, ma decise di non curarsene e rientrò subito dopo, senza ascoltare i borbottii di protesta degli altri.
« Perché stavi piangendo? »
Quasi come se non gli importasse delle parole del biondo, il bambino dai capelli rosa passò immediatamente ad un altro argomento, ponendo una domanda chiara e diretta. La sua interlocutrice però rimase nuovamente interdetta, andando a pulirsi il viso in fretta « Niente, io... Non è importante »
Nonostante il viso di quel piccolo le ispirasse totale fiducia, non se la sentiva di rivelare tutto all'intero gruppo. In fondo erano ancora sconosciuti, appartenenti ad una gilda sconosciuta.
« Vieni dentro con noi, ti prendo dell'acqua » offrì a quel punto la piccola dai capelli rossi, accennando un sorriso che lasciò di stucco l'interessata « Avanti, avete sentito Laxus. Gli ordini del Master non si discutono! » esortò poi anche gli altri ad incamminarsi e così fecero, ma non appena Levy voltò lo sguardo notò uno dei bambini a dorso nudo ed immediatamente si distanziò da lui, portando le mani alla bocca con aria sorpresa. Anche perché non si spiegava come facesse ad essere così tranquillo quando lei stessa stava avvertendo un certo freddo.
Il fatto che la rossa avesse appena pronunciato una frase che lei aveva sentito fin troppo spesso passò immediatamente in secondo piano.
« Perché sei senza vestiti?! »
L'interessato in un primo momento la guardò stranito, ma non appena abbassò gli occhi si rese conto di essersi effettivamente tolto la parte superiore del vestito e ne rimase inevitabilmente sorpreso.
« Ma quando è successo?! I-Io non volevo! »
« Gray, sei il solito! » il compagno dai capelli rosa scoppiò a ridere per quella comica scena, ma l'altro gli ringhiò contro di rimando.
« Taci Natsu, o sarò io a chiuderti quella bocca! »
« Provaci se ci riesci! »
Quei due si erano infine ritrovati faccia a faccia con i denti stretti dalla rabbia, ma un semplice colpo di tosse ed un'occhiata storta da parte della bambina dai lunghi capelli rossi bastarono per farli indietreggiare dalla paura.
In tutto ciò, Levy era rimasta ad osservare con aria stranita, ma in quell’istante la bambina dai capelli castani la prese per mano e le sorrise, portandola con loro « Non ti preoccupare, fanno sempre così. Io sono Cana »
 
Poco dopo erano tutti rientrati, e la porta si era chiusa alle loro spalle.
Appena mise piede in quella gilda, Levy ne rimase subito affascinata. Era così diversa da Sleeping Knights, piena di vita, di calore e di serenità, che non riuscì a non rimanere a bocca aperta, estasiata da quella vista.
Era come sentirsi di nuovo a casa.
Il momento venne però interrotto dalla voce della stessa Cana, che si prese la briga di fare le presentazioni ufficiali.
« Come avrai sentito, loro sono Natsu e Gray » iniziò, indicando i due piccoli ribelli che a quel punto si erano finalmente calmati. Natsu poi, aveva un grosso sorriso stampato sul volto.
« E lei è Erza » un attimo dopo stava indicando la bambina dai capelli rossi che si era allontanata verso quello che sembrava un bar, probabilmente per prendere un bicchiere d’acqua come le aveva promesso. Fatto ciò, passò a quella dai capelli viola, che sollevò una mano per sistemarsi gli occhiali e un attimo dopo aprì il palmo per salutarla con un sorriso in volto « Invece lei è Laki »
In conclusione, presentò gli altri due bambini ed il ragazzo più grande che si era dileguato in un attimo « Loro sono Jet e Droy. Invece il ragazzo che ci ha chiamato prima si chiama Laxus, è il nipote del nostro Master »
Nessuno di loro sembrava sospettoso, né l'avevano presa in antipatia, al contrario l'avevano accolta in modo così spontaneo che le sembrava di essere arrivata in un altro mondo. Di sicuro tutto ciò alla sua gilda non sarebbe mai accaduto.
Notò anche un uomo dai capelli ricci e castani seduto davanti ad un cavalletto con dei colori accanto che stava guardando nella loro direzione, ed un attimo dopo aveva cambiato la tela per dipingere un nuovo soggetto.
Nel frattempo, Erza le aveva preso l’acqua, che lei accettò volentieri una volta che ebbe ringraziato a dovere.
 
« Era sconvolta, potrebbe essere scappata ovunque! »
Erebos aveva allertato suo nonno non appena si era reso conto che la bambina non sarebbe tornata sui suoi passi, non in quel momento, quanto meno. Nonostante ciò, Aslan non sembrò preoccupato quanto avrebbe dovuto nello scoprire che una bambina di sette anni stava girovagando per il paese, di sera, da sola. Piuttosto, sotto la solita patina di compostezza e freddezza, sembrava scocciato.
« Tornerà quando si sarà calmata »
Se Erebos era in pensiero per l’incolumità della bambina, Aslan sembrava convinto che Levy sarebbe stata in grado di ritrovare la strada da sola. Non c’era altro luogo dove potesse andare oltre a Sleeping Knights, quindi era certo che non appena avesse iniziato ad avvertire la stanchezza sarebbe rientrata per andare a dormire. Prima di ciò, però, sarebbe stato compito suo farle capire che non poteva lasciarsi andare a certi atteggiamenti ora che doveva badare a se stessa.
« E se invece non tornasse? »
« Allora sarà peggio per lei, non sarebbe dovuta scappare in quel modo » concluse l’uomo, andando a sedersi ad uno dei tavolini e portando con sé un bicchiere colmo di una qualche bevanda. Un attimo dopo, lo aveva portato alle labbra per berne un lungo sorso, e ciò decretò la chiusura dell’argomento. Solo a quel punto sospirò, con l’aria stanca come quella di chiunque avesse passato fuori la giornata per lavoro. Levy era una bambina, ma doveva interiorizzare delle regole, e forse quella piccola avventura le avrebbe insegnato la lezione.
« Levy non potrebbe mai lasciarci così, senza dire niente » il piccolo Alphonse si rivolse al ragazzo più grande solo quando fu certo che il Master si fosse allontanato abbastanza. Era sicuro delle sue parole, ma al contempo non era in grado di spiegarsi il comportamento dell’amica. Non era presente quando Levy era fuggita, ma l’aveva sentita gridare e così aveva chiesto ai genitori se poteva allontanarsi per raggiungerla. Purtroppo, aveva dovuto insistere un po’ prima di ottenere il permesso, perciò era arrivato solo quando la discussione tra nonno e nipote era già in corso.
« Lo so, Alphonse. Però voglio controllare se sta bene »
A quel punto, al rosso non era rimasto altro da fare che tentare di localizzare la piccola con la propria magia. Non aveva intenzione di lasciarla sola in un momento simile, e prima l’avesse trovata, prima sarebbe stato in grado di riportarla alla gilda.
Anche Alphonse in fondo doveva essere preoccupato e confuso.
« Trace On »
Un secondo dopo, davanti al ragazzo si formò una mappa di Magnolia che, similmente ad un ologramma, sembrava potesse scomparire con un alito di vento. Quando il rosso si concentrò maggiormente, su di essa comparve un puntino color cremisi che non si mosse, esattamente nel punto in cui si trovava Fairy Tail. Era lì che si trovava Levy in quel momento.
« Fairy Tail? » mormorò tra sé a quella vista, perplesso nel trovarla proprio in un posto del genere. Possibile che qualcuno l’avesse presa e portata lì con la forza? Fairy Tail era una gilda rivale, su questo non aveva dubbi, ma da ciò che Erebos sapeva su di loro, quella gente non era tanto spietata da rapire una bambina. Il giovane mago a quel punto si affrettò a controllare, gli bastò sfiorare il puntino per avere un’immagine della bambina dai capelli turchini e ciò che c’era negli immediati paraggi.
Si era seduta su una sedia di legno ben più grande di lei, ed accanto aveva una bambina dai capelli castani che gli stava mostrando dei pezzi di un gioco da tavolo. Aveva pianto, e quello era chiaro visto che aveva gli occhi arrossati e le guance rigate di lacrime, ma adesso che era in compagnia era evidentemente più serena.
« Quella è un’altra gilda? Perché è lì? » chiese il bambino, sempre più confuso dalle notizie che stava ricevendo quella sera.
« Non ne ho idea »
Un altro bambino dalla chioma arancione che si trovava lì vicino aveva detto qualcosa, facendo accennare all’azzurrina un sorriso più marcato, mentre un secondo bambino replicava, piccato da quelle parole, arrivando perfino a sbuffare e a voltare il capo.
Erebos sapeva di dover informare suo nonno della novità, scappare via era diverso rispetto all’essere ospitati in una gilda rivale, e non poteva sapere come l’uomo l’avrebbe presa.
Non ci fu bisogno di dire niente.
Master Aslan si trovava a pochi metri da loro, alle spalle dei due più giovani. Aveva evidentemente finito di dissetarsi e probabilmente si era avvicinato per tentare di tranquillizzare il nipote, ma ora il cipiglio che aveva assunto il suo viso non era granché incoraggiante.
Non ci pensò nemmeno un istante di più ad impartire un ordine categorico ai presenti che stavano assistendo alla scena « Che nessuno la cerchi, imparerà a sue spese cosa significa lasciare la propria gilda »

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Capitolo 18
*** Nuove amicizie ***


L’immagine di Levy e dei suoi nuovi amici era stata fatta sparire quasi immediatamente, ma Erebos di certo non voleva accettare candidamente l’ordine del Master solo per qualche piccola scena ambientata a Fairy Tail.
« Ha sette anni, si è rifugiata lì solo perché non vuole affrontare la morte dei suoi genitori »
L’espressione di Aslan si era fatta più severa, incurante della presenza del piccolo Alphonse « Non essere sciocco, sai meglio di me che quella bambina può essere più intelligente di molti adulti quando vuole »
« Non puoi credere davvero che abbia intenzione di lasciare Sleeping Knights… » replicò allora il rosso, eppure, anche se non sapeva spiegarsi perché, perfino lui iniziò a dubitare delle sue stesse parole non appena le ebbe pronunciate.
Alla sua gilda aveva degli amici, lui ed Alphonse, e neppure quest’ultimo aveva intenzione di rinunciare alla sua migliore amica così facilmente a giudicare dalle labbra serrate e l’espressione ferita ma determinata. A parte loro, era come se a Sleeping Knights ormai non avesse più nessuno, ma adesso che era arrivata a Fairy Tail, Levy aveva appena trovato un intero gruppetto di bambini della sua età che l’aveva accolta senza battere ciglio.
Non potevano competere.
« Se non mi credi, aspetta e vedrai con i tuoi occhi, ma ti posso assicurare che Levy ha appena tradito la sua gilda per entrare a far parte di Fairy Tail! » si poteva avvertire chiaramente il disprezzo malcelato nel tono di voce dell’uomo, come se ormai ripudiasse la piccola maghetta al punto da non poterla nemmeno vedere. Il Master aveva fatto di tutto per fare in modo che Sleeping Knights fosse all’altezza delle gilde più prestigiose, ma se quella bambina aveva appena deciso di tradirli, allora avrebbe fatto si che non potesse tornare sui propri passi.
Nessuno dei Cavalieri l’avrebbe più cercata, ed il biondo era piuttosto certo che non sarebbe stato difficile per loro eseguire la richiesta. Erebos ed il piccolo Alphonse erano gli unici davvero inclini a disubbidire, in quel caso.
« Ve lo ripeto, non andate a cercarla, perché non tornerà più tra noi. Mai più »
Di nuovo, il tono di voce metteva in chiaro che quelle sarebbero state le ultime parole sull’argomento.
 
L’allegria di Fairy Tail aveva contagiato anche Levy, che ormai stava seriamente iniziando a perdere la cognizione del tempo.
Senza quasi rendersene conto, si era messa ad ascoltare in silenzio i discorsi degli altri bambini, intervenendo solo se esplicitamente interpellata, come se facesse parte di quella gilda da sempre.
Quella sensazione però non durò molto, perché ben presto la piccola Laki notò il tatuaggio di Sleeping Knights e si affrettò ad afferrarle il braccio per osservarlo più da vicino. Levy si era fatta tatuare il simbolo della propria gilda sul polso, ma non appena venne colta in fragrante ritirò immediatamente il braccio, portandolo al petto per nasconderlo.
« Quello è il tatuaggio di una gilda? » chiese la bambina che lo aveva notato per prima, portando così gli amici ad interrompere ciò che stavano facendo per seguire la conversazione.
La piccola turchina però non rispose, limitandosi ad assumere un’aria colpevole. Col senno di poi, si era resa conto che non avrebbe dovuto trovarsi lì, in una gilda che non era la sua, e adesso che era stata scoperta temeva di essere cacciata a breve.
Nonostante ciò, i suoi genitori sarebbero tornati da lei, un giorno. Le avevano chiesto di andare a Fairy Tail e di farsi trovare lì. Se il Master delle Fate l’avesse mandata via non sarebbero riusciti a ritrovarla, e lei non voleva certo quello.
Gray intervenne dopo qualche secondo di silenzio, rivolgendosi a sua volta a Levy con aria accigliata « Fai parte di un'altra gilda? »
L'interessata si morse il labbro, incerta su cosa rispondere. Se avesse detto la verità di sicuro l'avrebbero sbattuta fuori in un attimo, ma lei non voleva andarsene, voleva aspettare lì i suoi genitori come le avevano detto di fare quel giorno.
« La mia gilda è Sleeping Knights… » niente più che un mormorio uscì dalle labbra della maghetta dai capelli turchini, ma dopo la sua ammissione la piccola non ebbe il coraggio di alzare gli occhi per scoprire la reazione degli interlocutori. Perfino le voci degli adulti presenti che chiacchieravano tra loro erano diventate solo un brusio di sottofondo.
Passarono diversi secondi di silenzio, lunghi e interminabili, fino a quando la voce gioiosa di Natsu non proruppe spezzando la tensione « Come sono i maghi a Sleeping Knights? Forti? »
Il bambino non aveva perso tempo ad informarsi sulle abilità di altri maghi, ed era chiaramente più interessato a quell’argomento che non intenzionato a farle una ramanzina per essersi intrufolata tra loro, come invece sarebbe accaduto alla sua gilda.
Tutta quell'irruenza, però, fece comunque indietreggiare di nuovo la bambina, che si era ritrovata il volto sorridente del maghetto dai capelli rosa a pochi centimetri dal proprio.
« Io... Credo di sì... Per me sono forti... »
Le bastava pensare a Joanna perché le salisse un brivido lungo la schiena, perciò dovette immaginare che la loro forza fosse effettivamente di un certo livello. Master Aslan, poi, era davvero incredibile, a detta degli adulti.
« Ma non pensi ad altro, tu? » chiese Cana, alzando gli occhi al cielo.
Quando il flusso del pensiero si focalizzò su quell’uomo, il volto di Levy si fece di nuovo cupo, anche se nessuno sembrò farci caso, visto che l’attenzione generale era stata catturata di nuovo dal piccolo ribelle dai capelli rosa.
« Scommetto che potrei mandarli tutti al tappeto! »
« Non ci pensare neanche, Natsu! »
« Se ci riesci tu, allora posso riuscirci anch’io… E in meno tempo! »
« Questo è tutto da vedere! Vincerò io, Gray! »
« Non potete farlo, vi caccerete nei guai! »
« Scorrerà del sangue…? »
Uno dopo l’altro i bambini si erano messi a discutere animatamente, ma le loro parole erano attutite dalla consapevolezza che si era presentata davanti agli occhi della maghetta dai capelli turchini. Con quale coraggio poteva presentarsi nuovamente a Sleeping Knights dopo essere scappata in modo tanto codardo? Master Aslan detestava persone simili, troppo inclini ai sentimentalismi.
« Secondo voi… Posso rimanere qui, stanotte? Anche se non sono della vostra gilda? » la domanda di Levy interruppe la conversazione degli altri bambini, che finirono per guardarsi tra loro. Per un attimo, la piccola pensò perfino di averli offesi con quella richiesta, ma alla fine Erza rispose per tutti con decisione, andando a circondare il collo della sua interlocutrice con un braccio « Puoi stare qui quanto vuoi! Sono sicura che anche il Master sarà d’accordo »
« Davvero...? »
Dall’aria sorpresa era chiaro che Levy quasi non credeva alle proprie orecchie, ma quando passò lo sguardo sui volti degli altri non trovò la minima traccia di scherno. Si lanciò un’occhiata intorno, seguendo lo sguardo della rossa che si era puntato su un uomo anziano e basso di statura. Doveva essere lui il Master a cui aveva accennato. Agli occhi di Levy sembrava simpatico e anche un po' buffo.
« Certo che puoi, abbiamo anche un dormitorio femminile » aggiunse Cana un istante dopo, dando così manforte alla tesi dell'amica.
La conversazione stava prendendo una piega insperata, la nuova arrivata non avrebbe potuto essere più grata a ciascuno di loro per averle offerto un posto nella loro gilda, anche se solo per una notte.
 
Più tardi, il gruppetto di bambini aveva ufficialmente informato della novità il loro Master, che Levy scoprì chiamarsi Makarov. Sarebbe stata ospitata a Fairy Hills, il dormitorio femminile, per tutto il tempo necessario, e ancora una volta la bambina non poté fare a meno di stupirsi della differenza con il Master Aslan e con i Cavalieri.
Per quanto riguardava l’indomani, invece, ci avrebbe pensato in un secondo momento.

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Capitolo 19
*** Una decisione definitiva ***


L’atmosfera di Sleeping Knights si era fatta pesante fin dal primo mattino, forse perfino più del solito. L’assenza della famiglia McGarden si avvertiva, o almeno, la avvertivano Alphonse ed Erebos. Anche se poteva non sembrare, Levy portava con sé il buonumore, esattamente come il padre.
« Ti prego, Erebos, prova a convincerlo, per favore! Io voglio che Levy torni da noi! » il maghetto dai capelli verdi non aveva smesso di supplicare il più grande nemmeno un istante da quando si erano incrociati poco prima, ma il rosso quella notte aveva dormito male, esattamente per lo stesso motivo, perciò sarebbe stato facilmente irritabile per il resto della giornata.
Se fosse riuscito a parlare con suo nonno e ad ottenere il permesso di cercare Levy non avrebbe perso nemmeno un istante di più, ma sapeva anche che l’insistenza non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose. Rispettava Aslan, sia come Master che come parente, perciò anche se era tentato di disubbidire non lo avrebbe fatto.
« Credi che io non lo voglia?! » le parole gli uscirono di bocca senza che il rosso riuscisse a contenere il nervosismo, tanto che il bambino stesso tacque immediatamente ed esitò qualche secondo prima di abbassare gli occhi con aria afflitta.
« Scusami »
Aveva fatto solo qualche passo per allontanarsi prima che il ragazzo lo fermasse, prendendolo per una spalla e piegandosi sulle gambe per parlare faccia a faccia con il più piccolo. Si era reso conto immediatamente di aver alzato la voce senza motivo, tanto che per un attimo gli era perfino sembrato di assomigliare allo stesso Aslan.
« È un ordine del Master, non c’è nulla da discutere. Anch’io vorrei che Levy fosse qui, credimi »
Alphonse si limitò ad un cenno del capo, anche se era evidente che quelle parole non gli sarebbero bastate, perciò dopo una pausa il ragazzo continuò « Vedrai che tornerà alla gilda e convinceremo anche il Master a perdonarle la fuga di ieri sera, d’accordo? »
A quel punto, l’umore del bambino sembrava migliorato abbastanza da consentigli di accennare un sorriso, perciò Erebos tornò in piedi per congedarsi.
« Ci vediamo più tardi, Alphonse »
Anche se era stato proibito a tutti di cercare la piccola turchina, questo non voleva dire che non poteva passeggiare nei paraggi, e se casualmente l’avesse vista non sarebbe sicuramente stata colpa sua. Per quel giorno, dopo tutto, poteva anche permettersi di riposare.
 
Levy si trovava davanti a Fairy Hills, ad osservare la grande costruzione dove aveva passato la notte. Si era alzata presto, troppo agitata per riuscire a riaddormentarsi, ed ora che era in piedi tutti i dubbi che l’avevano assillata il giorno precedente erano tornati a pungolarle la coscienza.
Era certa che il Master non l’avrebbe mai perdonata per essere fuggita, soprattutto se avesse dovuto raccontare dove era stata quella notte. Le Fate erano rivali dei Cavalieri, simpatizzare con loro non era accettabile. D’altra parte, la maghetta avrebbe fatto di tutto pur di rivedere i suoi due amici, e il pensiero di non poter più stare con loro la faceva stare solamente peggio.
Tutto ciò però contava poco, i suoi genitori le avevano dato un ordine preciso e lei doveva aspettarli a Fairy Tail.
Sarebbero tornati, ne era certa. Semplicemente, non sapeva quando.
Erebos si era sbagliato quando le aveva detto che erano morti. E lei non sarebbe mai stata riammessa a Sleeping Knights.
Fu Cana, arrivata chissà quando, che la ridestò dai suoi pensieri rivolgendole la parola « Ciao Levy! Che aria triste che hai… » se prima aveva un sorriso sul volto, quando aveva notato l’espressione della maghetta dai capelli turchini si era fatta più seria, avvicinandosi per capire cosa fosse accaduto.
« No, io sto bene… Stavo solo guardando il dormitorio » mormorò l’altra in tutta risposta, abbassando gli occhi e portando una mano al capo.
La castana rimase a fissarla per un attimo in silenzio con aria dubbiosa, ma alla fine si stampò di nuovo un sorriso in volto « Vuoi venire alla gilda con me? »
« Non so se posso… »
« Che sciocchezze, certo che puoi! »
Era chiaro che Cana non avrebbe accettato altre repliche, e come a conferma di ciò afferrò la nuova amica per mano e la trascinò con sé in direzione di Fairy Tail.
Non ci volle molto per arrivare, ed una volta lì le due bambine incontrarono molte delle persone presenti la sera prima, tra cui gli altri bambini.
Tra tutti, l’attenzione di Levy venne catturata dal giovane Laxus, colui che le avevano spiegato essere il nipote del Master di Fairy Tail. Ora che ne aveva l’occasione, riuscì ad osservarlo mentre era intento ad ascoltare della musica in disparte con delle cuffie magiche, e più rimaneva ad osservarlo, più non poteva fare a meno di paragonarlo ad Aslan. La fisionomia era simile, così come il colore dei capelli, ed anche il ragazzo sembrava un tipo di poche parole e dedito al lavoro. Per certi aspetti, le metteva timore proprio come il Master Aslan.
Purtroppo per lei, il biondo la colse in fragrante proprio mentre aveva gli occhi puntati su di lui, ed a quel punto si era avvicinato, portando le braccia al petto e togliendo le cuffie per parlare con la bambina.
« Non dovresti essere a Sleeping Knights, tu? » il tono di voce non era accusatorio, non aveva detto quelle parole perché voleva che la bambina se ne andasse, sembrava semplicemente che volesse capire perché Levy fosse ancora lì piuttosto che alla sua gilda.
« Io… Mi ha invitato Cana… Non volevo fissarti, mi dispiace » il disagio della più piccola era chiaro, tanto che iniziò a dondolarsi da un piede all’altro, non sapendo esattamente come gestire la nuova situazione.
«Non importa » replicò il biondo a quel punto, incamminandosi per spostarsi in un luogo più appartato dove parlare « Il vecchio non si fa problemi, anche se sei di un’altra gilda »
Naturalmente, la più piccola lo aveva seguito immediatamente non appena aveva fatto il primo passo. Rimanere in piedi non era certo il massimo, dopo tutto.
« Non si arrabbierà? »
« Sembri sorpresa »
Alla fine, i due si erano seduti in un angolo, al bancone del bar, dove erano stati serviti quasi immediatamente.
« Master Aslan si arrabbierebbe… »
« Lui non è il vecchio. Questo Aslan è il Master della tua gilda? »
Levy annuì, puntando lo sguardo sul bicchiere davanti a lei « Secondo me è un bravo Master, anche se è severo… Ma ho paura che sia arrabbiato con me, ora »
« Arrabbiato perché sei venuta qui? Che idiozia » il biondo era chiaramente scocciato da quel commento, ma si prese una pausa per bere un sorso dell’alcolico che aveva nel bicchiere.
« Perché sono scappata, penseranno che li ho lasciati… »
« Hai deciso di andartene? »
« No, io… Non volevo andare via per davvero… »
L’espressione del più grande a quel punto si era fatta più perplessa, ma alla fine si limitò a replicare con un’alzata di spalle « Allora non hai motivo di preoccuparti »
« Ma… La mamma mi ha detto di aspettare lei e il papà qui a Fairy Tail, quindi è come se li tradissi… Credo »
La bambina si stava abituando a parlare con quel giovane, dopo tutto è sempre facile esprimersi quando il tuo ascoltatore non ti giudica, e lei stava iniziando a sentirsi più a suo agio, e anche più sollevata.
« Ti ha detto questo? »
Il ragazzo era chiaramente stranito dalla rivelazione, dopo tutto la madre di quella bambina molto probabilmente non li conosceva nemmeno, eppure Levy era più che convinta delle sue parole, visto che annuì di nuovo.
« E non sai perché? »
Stavolta, la maghetta scosse la testa « Mi ha detto solo che potevo venire da voi se ne avessi avuto bisogno »
Per la prima volta dall’inizio della conversazione, sul volto di Laxus comparve l’ombra di un sorriso « Tua madre aveva ragione »
 
Una settimana dopo, Levy trovò la propria camera a Fairy Hills piena di oggetti che sembravano essere comparsi dal nulla, più precisamente gli stessi oggetti che aveva lasciato a Sleeping Knights, come vestiti, scarpe, qualche pupazzo, e soprattutto molti libri, sparpagliati proprio come erano nel suo vecchio, piccolo appartamento. La spada che utilizzava durante gli allenamenti era esattamente al centro del nuovo letto.
Aveva lasciato ufficialmente i Cavalieri per unirsi alle Fate, come testimoniava il nuovo tatuaggio sulla scapola sinistra, anche se aveva ancora timore di essere rimproverata, o peggio, nel caso in cui avesse incontrato il Master Aslan o qualche membro della sua vecchia gilda. Fino a quel momento non era ancora successo.
Stava iniziando a sentire la mancanza dei suoi due unici amici di Sleeping Knights, ma i suoi genitori non erano ancora tornati, perciò si era decisa ad occupare un posto definitivo tra le fila di Fairy Tail, in attesa del loro ritorno.
Anche se lei non era più una maga di Sleeping Knights però, Al ed Erebos sarebbero stati per sempre suoi grandi amici, e non li avrebbe mai dimenticati.
Inizialmente, la maghetta non riuscì nemmeno a spiegarsi cosa fosse accaduto, ma alla fine, quando si avvicinò al letto per prendere tra le mani la sua spada, comprese il modo in cui tutte quelle cose erano arrivate lì, e soprattutto di quale magia si trattava.
« Grazie, Erebos… »

FINE.

Angolo autrice: Anche questa storia può dirsi ormai conclusa, dopo diciannove capitoli più o meno lunghi.
Ringrazio tutti coloro che l'hanno seguita con interesse, e spero di leggere presto anche i vostri pareri a riguardo. Per chi mi conosce sa che questa è la prima volta che scrivo di un fandom differente dal mio "comfort fandom", ovvero Dragon Ball, ma mi sono divertita molto. Levy mi è piaciuta fin dall'inizio, e vedere che non è stata approfondita quasi per nulla mi è decisamente dispiaciuto, così ho voluto rimediare e mi auguro di essere riuscita a darle un po' di giustizia!
Di nuovo grazie a tutti, spero di tornare presto con altre storie.

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