Gold Saints Adventure

di AryaDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aiolos ***
Capitolo 2: *** Milo ***
Capitolo 3: *** Aldebaran ***
Capitolo 4: *** Mur ***



Capitolo 1
*** Aiolos ***




 
In una notte oscura, tre figure incappucciate entrarono nella locanda di Rodorio.
La più slanciata delle tre, il capo, era Daphne, la regina del deserto, una fanciulla regale. Era dovuta scappare a causa di una di un colpo di stato.
Sul trono si era insediato il capo dell'esercito e lei aveva chiesto aiuto al Grande Tempio per riprendersi il trono che le era stato ingiustamente sottratto da un essere malvagio.
Alla sua sinistra la sua guardia del corpo Thomas, mentre alla sua destra una figura bassa e tozza era Cornelius, un guaritore o almeno cosi si era presentato al cavaliere d'oro del sagittario.
Il Gran sacerdote aveva inviato Aiolos del sagittario per aiutare la regina a riprendersi il suo regno.
Le tre figure furono accolte dal cavaliere d'oro con un saluto molto cordiale.
-Vi do il benvenuto a Rodorio.-
Daphne rispose con un gesto della mano, per poi sedersi di fronte ad Aiolos.
Spiegarono la loro situazione, avevano bisogno di un grande aiuto per sconfiggere il loro nemico, riportare la pace nelle terre desertiche e far salire al trono Daphne.
La giovane osservava Aiolos, ma credeva che il Gran Sacerdote avrebbe inviato altri cavalieri d'oro.
-Avrai bisogno di molto aiuto cavaliere d'oro.-
-Per questa missione il Gran Sacerdote invierà solo il sottoscritto.-
-Sarà un suicidio.- Disse la guardia del corpo della regina.
-Sarà invece una missione molto divertente e fidatevi posso farcela anche da solo.-
Il volto della regina era estremamente pallido, quasi trasparente, e l’occhio sinistro era di un colore giallo, mentre l'altro era verde.
-Partiremo domani all'alba.- Disse il sagittario, per poi alzarsi e uscire dalla locanda, lasciando i tre perplessi, non capendo tutta quella sicurezza del cavaliere d'oro del sagittario.
 
 
Il viaggio fu abbastanza tranquillo, attraversarono in nave il mare, fino a quando arrivarono in una piccola città lontano da Athene e li dovettero proseguire a cavallo, fino a raggiungere il regno che si trovava nel bel mezzo del deserto.
I tre compreso Aiolos si fermarono, dandosi le spalle e controllando l’ambiente intorno a loro.
Aiolos notò in lontananza un movimento, ma restò in silenzio per non allarmare il gruppo.
La sabbia dorata cominciava a muoversi, ma era opera di qualcosa che si muoveva sotto di loro.
Il cavaliere d'oro del sagittario era pronto a combattere, mentre da sotto la sabbia cominciarono ad uscire dei soldati che sembravano quasi dei non morti.
-Possiamo affrontarli!- Gridò Aiolos, mentre notò i tre immobile come ipnotizzati da ciò che stavano vedendo.
-Volete rimanere immobili o combattere per riportare la pace nel vostro regno?- Le parole del Gold Saint svegliarono in qualche modo la regina.
-Infinity Break*- Aiolos proiettò il suo cosmo verso i suoi avversari, trasformandolo in numerose frecce dorate che trafissero quegli strani esseri.
Le sue frecce, per quanto andassero sempre a segno, potevano solo ferire o rallentare quegli esseri, ma continuò ad attaccare, fino a quando uno ad uno non furono sconfitti.
Quei tre erano rimasti imbambolati ad osservarlo e Aiolos in quel momento capì che sarebbe stato molto difficile portare a termine quella missione.
Avevano disposto delle difese in modo tale che nessuno potesse usurpare il trono che quel generale aveva ingiustamente preso alla vera regina.
Man mano che proseguivano dovettero affrontare altre creature per poi arrivare alle guardie del palazzo.
Aiolos andò con lo sguardo sui tre facendo che capire che anche loro dovevano combattere, altrimenti avrebbero fallito la missione.
La regina Daphne era un abile spadaccina e solo vedendo il cavaliere d'oro combattere le fece tornare in mente i suoi allenamenti nel palazzo reale.
Lo sguardo di rimprovero del cavaliere del sagittario era ancora rivolto ai tre, ma specialmente a Daphne che si trovava a cavallo e fino a quel momento non aveva mosso un dito per aiutare.
Per Daphne era tutto molto complicato voleva riprendere il suo regno, ma doveva smuoversi e combattere anche lei.
Affrontare i nemici in sella avrebbe significato la morte.
Scese da cavallo e con una delle sue lame, trafisse il petto di alcune guardie che le si avvicinarono.
-Niente male la regina...-
Riuscì a sconfiggere altri traditori e nella sua furia riuscì anche a decapitare alcuni soldati con le lame taglienti delle sue spade.
La testa cadde e rotolò verso la sua guardia del corpo, il quale la ignorò, intento com’era a scagliare attacchi per bloccare l'avanzata nemica.
Cornelius gridò in una lingua arcana e, usando la pietra di fuoco in cima ad una duna di sabbia.
Intanto che gli altri riuscivano a tenere sotto controllo l'armata Aiolos insieme alla regina, riuscirono ad entrare nel castello.
Daphne poteva sentire ancora sentire il peso dello sguardo del cavaliere d'oro.
Arrivarono nella sala del trono.
Il generale era seduto su quell'imponente trono che non gli apparteneva. Era strano per Aiolos, mentre prese ad osservarlo.
Era immobile come se qualcuno lo controllasse e infatti aveva ragione.
Quando si alzò, prese ad attaccare la regina, ma Aiolos, riuscì a portarla a salvo ora lui doveva vedersela con quell'uomo che non era normale, era come se qualcosa o qualcuno di molto potente si era impossessato di lui.
Aiolos era convinto che quel generale sapeva a cosa andasse incontro quando si era fatto impossessare.
Poteva percepire la sua forza.
Era una divinità del deserto, in passato aveva combattuto contro una divinità egizia, ma questa era completamente diversa.
Doveva combattere e portare a termine quella missione e Aiolos, sapeva che non sarebbe stato facile.
Aveva una sola possibilità e non doveva fallire.
L'arco d'oro apparì nella sua mano, per poi concentrare il suo cosmo facendo apparire una freccia d'oro.
Poco dopo il suo cosmo comincia ad espandersi e i presenti si accorsero che dietro Aiolos apparve non solo la costellazione del sagittario, ma anche un altro cosmo, ancora più potente che era quello della dea Athena che proteggeva il cavaliere protettore della nona casa.
In quel preciso momento scoccò la freccia che andò a colpire in pieno petto il suo avversario.
In quel momento fu come se il tempo si fosse formato, la freccia d'oro era riuscita nel suo obiettivo, anche grazie all'aiuto di Athena che accorreva sempre in aiuto dei suoi cavalieri.
La battaglia fu finalmente vinta e ogni forma negativa che governava quel regno scomparve e tutto tornò alla normalità. Il regno tornò al suo antico splendore e il cavaliere d'oro aveva portato a termine la sua missione, ma ora era tempo di tornare al Grande Tempio, per fare rapporto al Gran Sacerdote.
Lasciava quel regno in buone mani, era convinto che Daphne era una regina perfetta che avrebbe ricostruito ciò che era andato distrutto e senza dire nulla andò via, ora non avevano più bisogno di lui.
Una volta tornato al Grande Tempio, il cavaliere d'oro fece rapporto e fu piuttosto sbrigativo nel farlo, ma il Gran Sacerdote sapeva che Aiolos voleva raggiungere il suo fratellino Aiolia che aveva lasciato solo al santuario ad allenarsi, ma era sicuro che in sua assenza continuò ad allenarsi e migliorare visto il grande destino che aspettava il futuro cavaliere del leone.



Note Autrice:
Era da un pò di tempo che volevo scrivere una raccolta dedicata ai cavalieri d'oro.
Leggendo i Gaiden dei cavalieri d'oro del Lost Canvas ho preso spunto per scrivere delle storie dedicate ai cavalieri d'oro.
Prenderò in considerazione solo i Gold della classica, del Canvas, Next Dimension e solo due della serie Omega Genbu e Kiki.
Il primo Gold di cui ho scritto ed era una prova è Aiolos.
Ho usato il nome del suo attacco in inglese Infinity Break* è un attacco che compare solo nel volume 0 di Episode G.
Ringrazio tutti coloro che arriveranno fin qui.

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Capitolo 2
*** Milo ***




 
Milo si fermò in una locanda per riposare.
Aveva svolto una missione per conto del Grande Tempio.
La locanda era piena di chiacchiere e risate che coprirono le urla provenienti dall’esterno.
Milo pensava solamente a tornare al Santuario, ma il destino aveva in servo per lui altro.
Nessuno sentì i richiami d’aiuto finché un uomo, livido in viso e con indosso abiti impolverati e macchiati di sangue, irruppe dalla porta in preda al panico. Il cavaliere di scorpio alzò leggermente lo sguardo su quell'uomo per capire cosa stesse succedendo.
Nella locanda tutti si ammutolirono, mentre tutti gli sguardi erano puntati verso l'uomo appena giunto.
-Cosa accade?- Gli chiese improvvisamente il proprietario della locanda.
-Ci sono dei mostri. Sono apparsi nella piazza del mercato.- Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, per poi svenire.
Milo posò il calice sul tavolo, sapeva che doveva internenire.
Il cavaliere d'oro si preparò per quella battaglia, uscì dalla locanda indossando l'armatura d'oro dello scorpione pronto ad affrontare quella battaglia.
 
All’angolo di una strada da cui si poteva vedere la piazza del mercato, Milo si fermò. Da quella distanza era possibile sentire le terrificanti urla delle persone che scappavano e di quei mostri che li inseguivano.
Milo andò nella piazza dove quei mostri erano ancora intenti a colpire e distruggere ogni cosa intralciasse il loro passo.
Il sole illuminava l'armatura d'oro, mentre il vento faceva sventolare il suo mantello. L’aria, sospinta dalle sferzate che alcune di quelle creature davano con le loro armi, agitavano i lunghi capelli di Milo.
Quei mostri non gli facevano paura, lui il cavaliere d'oro della costellazione dello scorpione aveva superato e affrontato situazioni ben più pericolose.
-Hey- urlò per attirare la sua attenzione, ma nulla quei cosi sembravano non ascoltarlo, fino a quando non cominciò ad attaccarli, ma erano davvero tanti. Sicuramente quelle creature abitavano i luoghi montuosi, ma scendevano in città per cibo e visto i corpi senza vita a terra, quelle creature si cibavano anche di carne umana.
Nella mente di Milo vorticavano mille pensieri. La naturale sicurezza che ostentava cominciava a vacillare alla vista quelle creature che continuavano ad aumentare, ma doveva sconfiggerli tutti e tentare di salvare ciò che restava di quella piccola città.
Prima regola: non farsi colpire. Quando il cavaliere d'oro fu di fronte a tante di quei mostri, Milo schivò ogni attacco e senza troppe difficoltà e continuò ad attaccarli sconfiggendoli.
L'ultima Scarlett Needle andò andò a fondo nella carne dell'ultimo mostro provocandogli una fitta di dolore tremenda, fino a quando non lo vide sparire.
Era finita, ma prima di tornare alla locanda, lo scorpione vide che nascosto sotto un bancone rovesciato vi era un bambino.
Milo lo prese la maglia, ma vide che teneva in mano una specie di oggetto dorato.
-Ho l'impressione che sei stato tu a far causare a quei mostri questo disastro.-
Quel moccioso non voleva rispondere.
-Bene, allora parlerai davanti agli abitanti di questa città.-
-No.- Rispose quel bambino, ma Milo voleva sapere la verità.
-Dei miei amici mi hanno sfidato ad andare nella grotta in cima alla montagna e prendere la sfera d'oro, ma dopo che lo presa...-
-Sei stato inseguito da tutti quei mostri...- Dovevano riportare quella sfera all'interno dell grotta, almeno cosi quelle creature sarebbe state buone.
Insieme a quel bambino di cui non conosceva il nome, si diressero verso la grotta.
Lo scorpione teneva tra le mani quella sfera e non appena arrivarono davanti alla grotta, ad attenderli vi era un gigante di fuoco.
-Vedi cosa hai creato per una stupida sfida tra mocciosi.-
-Mi dispiace...-
Milo posò lo sguardo su quel bambino che sembrava davvero molto dispiaciuto.
Il gigante, in fiamme, si avventò verso i due. Il cavaliere d'oro spinse via il bambino e prese a lottare contro quella maestosa creatura.
Finora Milo aveva agito n maniera impeccabile, gli era arrivato da dietro e saltato sulla schiena, ma quel gigante sferrò un pugno che venne deviato dal cavaliere di scorpio.
Dovette usare tutti i suoi poteri per sconfiggerlo.
Il gigante aveva ormai perso i sensi e non era più necessario infierire.
Gettarono nella grotta quell'oggetto che il bambino aveva rubato e portarono il gigante nella città.
Poche ore dopo il gigante era stato incatenato a dovere nella piazza centrale della piccola cittadina e Milo sedeva intorno a lui. Pina piano gli abitanti che erano fuggiti stavano tornando e il cavaliere il bambino si trovarono circondati da una folla di persone.
Quelle persone non riuscivano a credere che quel cavaliere, cosi giovane, vesse potuto sconfiggere il gigante, eppure era lì, proprio davanti a loro. Allora si fece avanti il capo di quella cittadina, che ringraziò Milo.
Poco dopo il cavaliere prese il suo viaggio per tornare al Grande tempio, ma una voce lo fece voltare.
-Portami con te...-
-Perché dovrei farlo?-
-Voglio diventare forte come te...-
-Qual è il tuo nome ragazzino?-
-Enea.-
-Gli allenamenti al Grande Tempio sono duri, se intenti impegnarti puoi seguirmi, ma devi essere sicuro della tua scelta.-
Il ragazzino osservò Milo e gli fece capire che lui era determinato a diventare forte come il cavaliere dello scorpione.
Il Gold si voltò e prese a camminare.
-Vuoi rimanere li fermo o muoverti, abbiamo ancora tanta strada prima di raggiungere Atene.-
Il nuovo amico dello scorpione corse, fino a quando non lo raggiunse. Nonostante quello che aveva fatto quel moccioso aveva delle grandi potenzialità e sarebbe stato curioso di osservarlo mentre si allenava per capire fin dove sarebbe arrivato.
Una volta raggiunto il Santuario, Milo fece rapporto al Gran Sacerdote gli parlò di quel bambino.
Enea era timoroso davanti all'uomo più vicino ad Athena, ma anche lui vide del potenziale e affidò quel giovane alle cure di Milo che lo avrebbe fatto diventare un cavaliere fortissimo.



Note Autrice:
Eccomi con la seconda one-shot della serie questa volta è il turno di Milo. L'ordine dei Gold è casuale e devo dire che dopo Aiolos immaginarmi Milo in qualche avventura è stato molto divertente.
Non è facile immaginare cavalieri d'oro in qualche missione fuori dal Grande Tempio e spero di esserci riuscita anche con il cavaliere dello scorpione.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 3
*** Aldebaran ***




 
Gli avversari erano ormai molto facili sia da colpire che da schivare.
Quello per il cavaliere del toro era solo il riscaldamento.
Rimaneva immobile con le braccia incrociate al petto, mentre scagliava i suoi attacchi.
I suoi avversari uno dopo l'altro, finivano a terra storditi.
Poco dopo in arena una giovane donna alta e dalle spalle larghe, ma dai lineamenti del viso dolci.
La misteriosa donna attaccò Aldebaran. Il cavaliere d'oro si scansò qualche secondo prima che il colpo arrivasse a segno.
Il cavaliere della costellazione del toro le bloccò il braccio e la colpì non troppo forte allo stomaco,la giovane si piegò su se stessa e fece qualche passo indietro.
Tenendo la mano sullo stomaco, alzò lo sguardo verso il suo avversario.
-Le voci riguardanti sui cavalieri di Athena sono vere...-
L'armatura del toro risplendeva sotto i raggi del sole, mentre continuava ad osservare quella giovane guerriera.
-Posso sapere il tuo nome?- Le chiese Aldebaran che non distoglieva lo sguardo da quella fanciulla.
-Helena.- Pronunciò, per poi prendere a correre e sferrare un calcio verso Aldebaran. Il cavaliere devoto alla dea della giustizia si abbassò di scatto, roteando poi sulla gamba di appoggio e poi attaccò Helena attaccando il suo punto debole ovvero le gambe.
La guerriera fece un bel volo, poi cadde al suolo, rialzandosi con fatica, facendo forza con le mani al suolo tese le gambe in aria e saltò, rimettendosi in piedi.
Lo scrutò con gli occhi nocciola chiaro, molto belli, solo che la sua espressione era quella di una ragazza terribilmente agguerrita.
Strinse entrambi i pugni, tra le dita serrate, la rabbia stava prendendo il controllo di lei, non riusciva a colpire il cavaliere del toro.
-Non mi arrendo...-
Helena aprì i pugni di scatto e una strana energia venne rilasciata, scaricandosi al suolo, che cominciò a tremare sotto i piedi di entrambi. Il Gold Saint faticò a restare in piedi, ma non perse l'equilibrio, ma in quel preciso momento abbassò la guardia e lei lo attaccò con un calcio dritto in faccia. Vide il colpo all'ultimo bloccando il colpo.
Aldebaran fece leva sul terreno che si era stabilizzato la spinse in avanti, facendola cadere al suolo.
Helena era al tappeto.
Molti volevano scontrarsi con il cavaliere del toro, ma nessuno era all'altezza di Aldebaran.
-La sua potenza è incredibile.- Dissero dei combattenti di basso rango, mentre osservavano un altro combattimento del cavaliere del toro.
Erano passati alcuni giorni da quando aveva dato una lezione ad Helena.
Quella volta stava mettendo alla prova un ragazzo. Quell’ultimo colpo che aveva schivato lo avrebbe fatto svenire per giorno.
Così il ragazzo provò a imitare il colpo il cavaliere d'oro, ma stavolta usando la forza.
Aldebaran doveva ammettere che quel ragazzo era abbastanza determinato, degno di indossare le sacre vestigia dei cavaliere devoti ad Athena.
Il ragazzo si scagliò contro l'energumeno e cominciò a colpirlo da tutte le direzione, partendo dal basso verso l'alto, creando cosi molta polvere che si cominciò ad espandersi per tutta l'arena.
-Smettila, stai solo consumando energie.- Gli urlo Aldebaran. Però il ragazzo continuò ad attaccare.
Non riusciva a fare nulla al guerriero dorato, ma non demordeva, continuando ad attaccare senza sosta.
Alla fine Aldebaran con il solo cosmo, riuscì a scaraventare il ragazzo fuori dall'arena.
Il giovane raccolse le ultime energie, e con tutte le forze che aveva in corpo spinse entrambi in palmi in avanti.
Aldebaran poté percepire benissimo la forza che proveniva da quel giovane testardo. Sarebbe stato un cavaliere perfetto, ma avrebbe dovuto imparare molto.
Continuava a fissarlo, fino a quando non prese a correre, posizionando ora le mani a pugno e colpendo Aldebaran.
I suoi colpi non erano ancora alla velocità della luce, ma erano molto potenti, però non scalfirono la corazza dorata di Aldebaran.
-Basta cosi. -
Poco dopo il cavaliere del toro uscì dall'arena per andare a parlare con il Gran Sacerdote.
Prima di sparire vide quel ragazzo uscire dall'arena, mentre altri apprendisti cavalieri, si avvicinavano a lui.
-Sei stato bravo Jonas...- Dissero in coro, mentre un piccolo sorriso comparve sul corpo del cavaliere del toro, mentre si allontanava.
Il colloquio con il Gran Sacerdote di Athena, fu molto breve, Aldebaran, disse cosa pensava di quei giovani, ma lui decise di sceglierne due che avrebbero svolto l'allenamento al Santuario per ottenere un'armatura.
La scelta andò su Jonas e Helena.
Aldebaran avrebbe fatto loro da maestro, mentre gli altri, avrebbero continuato il loro addestramento e un giorno sarebbero stati scelti anche loro per diventare un cavaliere fedele alla giustizia.



Note Autrice:
Questa raccolta verrà aggiornata ogni volta che avrò l'ispirazione sul Gold Saint di cui devo scrivere.
E' stata davvero dura con il cavaliere del toro. Cerco di non uscire mai fuori dal personaggio, ma devo dire che non è facile restare sull'IC con i cavalieri d'oro.
Mi sono immaginata Aldebaran che sfida dei giovani aspiranti cavalieri, per cercare tra loro chi merita di essere allenato per indossare una delle  armature legate alla dea Athena.
Non so quando aggiornerò, ma spero presto.
Il collage è stato trovato su Internet e i crediti vanno all'autore.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 4
*** Mur ***





 
Era una calda e assolata mattina come tante altre, un carro traballava su uno stretto sentiero di terra e ciottoli che attraversava lo Jamir. Il carro, trainato da un cavallo non trasportava nulla.
A condurlo vi era un uomo alto e slanciato, ci caratterizza anche per i lunghi capelli lilla, spesso legati.
All'apparenza sembrava calmo, rilassato equilibrato a cui non piace la violenza.
Lui era il cavaliere d'oro dell'ariete: Mur.
Si stava recando allo Jamir, ma in prossimità dell'enorme edificio, il cavaliere tirò le redini.
Davanti a lui, seduto con la schiena poggiata contro una grande roccia che grondava sangue. Teneva la mano premuta sul ventre.
Quell'uomo era i agonia, ansimante e respirava a fatica.
Mur percepiva ancora vita in quell'uomo, cosi decise di portarlo con se, per poterlo curare e chiedergli cosa gli fosse accaduto.
Dalle ferite che aveva riportato doveva aver combattuto con dei guerrieri molto forti che usavano delle armi per attaccare i loro nemici.
L'armatura che indossava era completamente lacerata, poteva salvarlo, ma le cicatrici rimarranno non solo quelle fisiche.
Una volta giunto nell'edificio dello Jamir, cominciò a prendersi cura di quello sconosciuto. Si rese conto che aveva un tatuaggio di un leone sulla spalla e si rese conto che era un soldato del regno confinante che da tempo era in guerra.
Quando il soldato riprese conoscenza, voltò leggermente la testa verso il suo salvatore.
-Perché mi stai salvando?-
Chiese con un tono di voce flebile, ma Mur dapprima non rispose, era troppo preso nel curarlo.
-Non è ancora giunta la tua ora...La tua forza di volontà ti ha condotto fin qui.-
Il cavaliere dell'ariete sfilò la spada che teneva nel fodero dell'armatura. Alzò la punta della spada verso il cielo, la lama brillava era stata fabbricata in modo perfetto.
Lui riparava le armature d'oro e le uniche due che possedevano delle armi erano l'armatura della bilancia e quella del sagittario che potevano usarle solo con il permesso della Dea Athena o in caso di necessità.
Con il passare dei giorni, il cavaliere d'oro cominciò il suo lavoro nel riparare l'armatura di quel soldato.
Per uno come lui, fu abbastanza semplice ripararla, rendendola più resistente ai colpi.
Il tempo passò ed era passato un mese da quando Mur, aveva trovato in fin di vita quel soldato, si era finalmente ripreso.
La sua forza di volontà e la sua voglia di vivere per salvate il suo popolo, lo avevano salvato, aveva percorso molta strada con quelle gravi ferite, però ora poteva tornare a combattere per ciò in cui credeva.
Nonostante Athena, fosse tornata a nuova vita gli uomini continuavano a farsi guerra per cose futili.
Gli uomini sono i nemici di loro stessi, si combattono tra di loro, senza nessun motivo valido, anche se non esistono motivi validi per le guerre.
I cavaliere d'oro grazie alla guida di Athena, cercano di mantenere la pace, ma non sempre era possibile.
Mur si presentò davanti al soldato in armatura d'oro e quell'uomo senza nome lo guardava ammaliato e con ammirazione.
Aveva sentito parlare dei cavalieri che indossavano delle armature dorate e combattevano in nome della giustizia, ma vedere uno di loro dal vivo, faceva una strana sensazione.
Mur emanava forza, ma anche bontà e devozione.
Il cavaliere dell'ariete passò al soldato la sua spada, tornata come nuova.
-Ora torna dal tuo popolo. Hai una missione da compiere.-
-Ti ringrazio cavaliere per avermi salvato la vita. Posso sapere il tuo nome?-
-Il mio nome non ha importanza. Io sono un cavaliere della dea Athena e in tu combatti le ingiustizie che il tuo popolo deve subire...Ora vai non perdere tempo a conversare con me.-
Il soldato osservò per l'ultima volta il cavaliere dorato, per poi voltarsi e andare per la sua strada.
Quando si voltò a metà strada, non vide più il palazzo delle Jamire, era come svanito nel nulla.




Note Autrice:
E' stato difficile scrivere una storia che andasse bene con Mur.
Pensavo che il cavaliere più complicato fosse Aldebaran, ma mi sbagliavo.
Passando a questa storia della raccolta sui gold ho pensato al cavaliere d'ariete che salva un soldato.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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