Guardami

di anastasia in love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guardami ***
Capitolo 2: *** Guardami ***



Capitolo 1
*** Guardami ***


Mercoledì. Ore 11.00. Aula magna.

-“Chicco Rodi è un coglione, non capisco come abbiano fatto a votarlo!”- sentenzia Eva a voce fin troppo alta, controllando per l’ennesima volta gli ultimi post di Giovanni su Instagram. Sana e Fede si girano verso di lei e ridacchiano appena, consapevoli del fatto che per la loro amica è una pessima giornata. Giò e l’argentina sono fuori città da tre giorni, e Eva è intrattabile da allora.

L’aula magna si riempie a ondate degli ultimi studenti chiamati ad assistere all’autocelebrazione del Rodi e dei suoi pessimi compagni. Le votazioni per l’elezione del rappresentante di istituto si erano concluse da pochi giorni e avevano portato ad una insolita e ahimè schiacciante vittoria: Chicco Rodi era diventato il loro leader, il loro portavoce, il portabandiera di quella scuola di imbecilli, ed Ele non può che metter su un broncio di indignazione davanti alla sua camicia colorata e ai suoi modi da buffone di corte mentre si prende gli applausi della folla adorante e promette super party a base di alcool e gite a Barcellona.

Lui è lì, accanto alla finestra. Puoi dare un’occhiata, Ele, non è peccato mortale!

-“E’ un idiota patentato! Avrebbe dovuto vincere la Capaldo!”- dichiara con aria scocciata, fissando Annalisa Capaldo, IV C, lunghe trecce nere e sguardo sconfitto che se ne sta seduta tristemente in un angolo a fissare il vuoto. -“Ragazze, è assurdo! Si parla tanto di parità dei sessi, di quote rosa e pari opportunità, ma alla fine le cose non cambiano mai, vince sempre il solito cretino circondato dalla sua cricca di amici sballati!”   
Eva e Fede alzano gli occhi al cielo, ironiche, mentre Sana sembra quasi rimproverarla per la sua ingenuità. -“Che ti aspettavi, scusa? Rodi è un genio del male mentre la Capaldo ha proposto dei corsi pomeridiani di inglese e un progetto per piantare alberi in cortile!”
A quel punto scoppiano tutte a ridere, persino Silvia che fino a quel momento aveva avuto occhi solo per lui.                                                                                                                                                     
-“Ma infatti”- aggiunge Fede -“ti pare che mi metto a piantare alberi nel tempo libero? Mi ci vedi?”                    
Le risate delle ragazze quasi riescono a smorzare la folla adorante che sta acclamando Rodi come una star del cinema, in bilico su un palchetto improvvisato che sorride e agita il microfono come un presentatore della tv.                                                                                                                                                                                  
 -“Io l’ho votato!”- dice ad un tratto Silvia, continuando a fissarlo.                                                                                                        
-“Cosa? Perché?”- le chiede Ele, sinceramente infastidita. Quella persona è lì, impossibile non notarla.              
-“E’ uno dei migliori amici di Edo. Dovevo farlo!”- risponde lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Silvia è infastidita, agitata, si tortura le mani e si morde il labbro inferiore, il viso paonazzo e gli occhi tristi e lucidi che Ele conosce fin troppo bene. Sta guardando quella scena con il cuore a pezzi, ma non riesce a smettere, ad abbassare lo sguardo. Ed Ele lo sa, perché si sente allo stesso modo. Ma Ele non può guardarlo, non può voltare lo sguardo verso di lui fingendo che non ci sia nulla per cui sentirsi arrabbiata, delusa, gelosa.
Come una calamita, il suo corpo è irrimediabilmente attratto da lui, dalla sua camicia azzurra senza pieghe, dai suoi riccioli scuri, da quel sorriso strafottente che le fa tremare le ginocchia come una ragazzina, ma i suoi occhi non possono guardare quella scena, non se vuole conservare quel briciolo di autocontrollo a cui si sta aggrappando dal momento esatto in cui lui è si è seduto su un banchetto accanto alla finestra, circondato dai suoi amici e da lei.
Quando alle undici in punto aveva varcato la soglia dell’aula magna, sicuro di sé, sorridente, Eleonora aveva sentito un nodo allo stomaco e un’infinita voglia di piangere.

Voltati Ele, soltanto un secondo. Voltati!           

Ele stringe le labbra, decisa, e cambia posizione sulla sedia in modo dargli completamente le spalle. Ora che lui è uscito dal suo campo visivo, è più facile fingere che quello che sta accadendo accanto alla finestra non la faccia soffrire nel profondo.

Sei uno stronzo, ti odio.

Facile pensare che sia per Silvia, perché odia vederla soffrire. Facile pensare che sia per il suo femminismo, per la sua voglia viscerale di indipendenza, di quiete, di giustizia. Ele è nervosa, si muove a scatti, gesticola, tenta di sorridere ma ha il cuore a pezzi, e Chicco Rodi e la sua performance idiota non c’entrano un cazzo. E’ per colpa sua, del suo modo di fare, della gente di cui si circonda, del fatto che non sta guardando lei ma un’altra ragazza.

-“Raga, Ilaria Tarquinio è troppo una figa!”- dice Silvia, sospirando. E’ vicina alle lacrime, ed Ele la seguirebbe a ruota se non fosse così arrabbiata con lui.
Le ragazze si girano tutte nella sua direzione, lo sguardo scettico e curioso di chi si aspetta che Edoardo Incanti ne combini un’altra delle sue. Ma Ele resiste nella sua posizione, continua a dargli le spalle, imperterrita, rigida e scomoda nella sua blusa blu notte. Vorrebbe voltarsi anche lei, ma è orgogliosa, arrabbiata, ferita, e sente due grossi lacrimoni fare a botte con la sua volontà, pronti a scendere come un fiume in piena sulle sue guance poco truccate.                                                                                                        

Voltati e guardalo. Cazzo Ele, girati.

E allora Ele non resiste. Per un attimo se ne frega di tutto, manda a fanculo il suo orgoglio e segue lo sguardo di Silvia fino all’altro lato dell’aula, accanto alla finestra, dove lui, bello come un dio greco - piantala Ele, sembri una svitata – se ne sta comodamente seduto su un banchetto sgangherato circondato dagli amici e da lei, e sembra non accorgersi del chiasso che lo circonda. Lei gli sfiora un braccio, lui ride e la guarda negli occhi, tranquillo. Uno dei suoi amici gli dice qualcosa, ma lui continua a guardare lei, un metro e sessantacinque di capelli biondi, piercing sulla lingua e pessimi voti in letteratura. Ele si sente morire dentro un po’ di più.                                                                                                                                                            

 Poi accade il miracolo, il disastro, l’impensabile. Edoardo alza lo sguardo nella sua direzione e per un attimo- un lungo, interminabile, magico momento- i loro occhi si incontrano. Eleonora non è sicura di niente- le ha sorriso o lo ha soltanto immaginato?- perché all’istante abbassa lo sguardo e si volta, dandogli nuovamente le spalle.
-“Sil, Edo è un coglione!”- borbotta Eva, guardando nella sua direzione.                                                                         
-“Ilaria Tarquinio cerca di farsi Edoardo Incanti dalla terza media, ma neanche stavolta ce la farà. Lui non sembra molto interessato.”- sghignazza Fede guardando distrattamente verso la finestra. -“Anzi, mi sembra che lui stia guardando da questa parte.” 
Ele si blocca, trattiene il respiro, spera di non essere arrossita, fissa il volto di Fede cercando di capire se stia dicendo la verità. Il suo cuore perde un battito e il nodo che ha in gola dall’inizio dell’ora si fa più stretto e soffocante.

Eleonora Francesca Sava, non fare la codarda e girati subito verso la finestra!

-“Oddio Sil, sta proprio guardando da questa parte..”- mormora Eva, divertita. Eleonora irrigidisce i muscoli della schiena, conscia dello sguardo di Edoardo lungo tutto il suo corpo. Continua a fissare il volto delle sue amiche, nervosa ma improvvisamente felice.

Sta. Fissando. Te.

Silvia si impettisce orgogliosa sulla sedia, si finge indifferente ma comincia a giocare con una ciocca di capelli, ride come se una di loro avesse appena detto la cosa più divertente del mondo.

Sta. Fissando. Te.

Eleonora guarda Silvia. Sa che dovrebbe essere dispiaciuta per lei, sa che dovrebbe provare pena per la sua bella amica bionda, così dolce e svampita, ma quello che sente adesso è solo il sapore inconfondibile della vittoria misto a un brivido di piacere che sembra scaturire dallo sguardo di Edoardo che continua a trafiggerle la schiena.

Sta. Fissando. Te.

E’ solo il suono della campanella che spezza quella sua bolla felice e colorata. Chicco Rodi ringrazia la sua folla di elettori e fa cadere rumorosamente il microfono ai suoi piedi, Edoardo abbassa lo sguardo su Ilaria Tarquinio che continua imperterrita a mostrargli il piercing in un vano tentativo di seduzione, e le ragazze si alzano di malavoglia, pronte ad affrontare un’ultima ora di lezione. Solo Eleonora sorride, e non sa nemmeno il perché.
La folla di studenti si è accalcata all’ingresso e le ragazze sono in fila per uscire dall’aula magna. Chiacchierano, ridono, si divertono. Solo Eleonora è distratta, sta leggendo un messaggio che le è appena arrivato sul cellulare.

“Giusto per la cronaca, Ilaria Tarquinio non mi piace. Ah, un’ultima cosa…. sei bellissima, cazzo!”

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Capitolo 2
*** Guardami ***


-“Rodi, spacca tutto!”
Edoardo Incanti entra nell’aula magna sulla scia di un’onda di venerazione che al tempo stesso lo diverte e lo atterrisce. -“Sta faccenda del rappresentante d’istituto gli è sfuggita di mano!”- mormora sottovoce a Federico che gli risponde con un’espressione fin troppo eloquente.
Canegallo gli indica dei banchetti sgangherati vicino alla finestra, a due passi dal palco - il posto d’onore per i miei fidati consiglieri, così lo avevo descritto Chicco- e si incammina lentamente tra la folla che come ad un tacito segnale apre un varco e li lascia passare indisturbati, senza il bisogno di spintonare o di chiedere il permesso. Edoardo non ha mai saputo perché fosse così, in quella dannata scuola. Perché tutti si affannassero ad essere amici suoi, perché tutti lo rispettavano e temevano i suoi giudizi. A volte gli sarebbe piaciuto essere uno qualunque. Più spesso, però, quella sensazione di onnipotenza gli piaceva.                                      
Poteva avere quasi tutto. Quasi….

E quel quasi se ne sta seduta dall’altro lato dell’aula, intenta a chiacchierare con le sue amiche. Blusa corta e leggera blu notte- malgrado la fitta pioggia che scendeva da ore- rossetto rosso e broncio inconfondibile.

Guardami Ele, sono qui.

Ma Ele non lo guarda, forse lo fa apposta. Tenta di non farci caso, ma il sorriso di qualche istante prima scompare. Vuole Eleonora come non ha mai voluto nessun’altra prima, ma a volte è così difficile amarla.
Eleonora è un miscuglio affascinante e allo stesso tempo terrificante di intelligenza, bellezza, forza, tenacia, e lui a volte ha paura di non essere abbastanza. Eleonora è una tipa da cocktail analcolico, da romanzo femminista del 900, da sigarette tenute su da tabacco e saliva, mentre lui odia il gusto delle bevande alla frutta, non capisce un cazzo di politica e non cambierebbe le sue Camel light per nessuna diavoleria al mondo.

-“Oh fra, che cazzo guardi?”- gli urla Federico nell’orecchio, tentando di sovrastare gli applausi che accompagnano l’ennesima cazzata di Chicco Rodi. Non lo aveva detto nemmeno a lui, il suo migliore amico. Pensava che Eleonora fosse la scopata di turno, non aveva idea che lei fosse così dannatamente importante. -“Niente Fe, scialla!”- gli risponde, gettando un ultimo sguardo nella sua direzione.
Silvia Mirabella è seduta accanto ad Ele e lo sta fissando intensamente.

Cazzo, quanto sarebbe facile amare una così…

-“Stai un po’ sottotono ultimamente. Perché non ti fai Ilaria Tarquinio? Guardala, sta venendo qui.”- gli sussurra Fede all’orecchio. Edoardo la guarda avvicinarsi, bella e sicura di sé come una gatta che ha puntato la sua preda. -“No, non mi va…”-borbotta, infastidito. Odia quelle come Ilaria, gli danno la nausea.

Non è come lei.

-“Ohi Edo, vai alla festa per l’incoronazione di Rodi stasera?”. Ilaria non saluta nessuno, si crede sempre la regina della festa ma ha due tette niente male, e per un attimo Edo ci fa un pensierino. Lo guarda fisso, i grandi occhi castani incorniciati da lunghe ciglia nere, il piercing alla lingua che si intravede ogni volta che apre la bocca.                                                                                                                                                    
-“Si, certo, perché?”- le chiede, indifferente.                                                                                                                    
-“Mi serve un accompagnatore, stasera non ho la macchina. Mi passi a prendere alle dieci?”- gli chiede, continuando fissarlo. Gli sfiora una gamba con la sua, poi cambia tattica e si siede accanto a lui sul banchetto sgangherato. 

Ele avrebbe abbassato lo sguardo, avrebbe raccolto i capelli dietro l’orecchio e avrebbe sorriso, imbarazzata.

Senza aspettare alcuna risposta, Ilaria appoggia la testa sulla sua spalla, un odore pungente di deodorante alla vaniglia che gli solletica le narici e lo nausea leggermente. Si volta verso Ele, imbarazzato, ma lei ha girato la sedia in modo da offrirgli solo le spalle.

Chissà se ha visto qualcosa. Ma forse, chissà….

E’ stato come un lampo che gli ha attraversato la mente, nulla di può. Un piccolo, pallido lampo di consapevolezza in un mare di incertezze. Eleonora Francesca Sava era gelosa. Così, in un attimo, decide di sfruttare la situazione a suo vantaggio e si volta verso Ilaria, un sorriso sornione con cui ne ha stese tante prima di lei.                                                                                                                                                                                                  
-“Ila, ti va se ti vengo a prendere un po’ prima? Possiamo mangiare qualcosa insieme, se ti va…”- mormora con voce suadente, guardandola negli occhi.

Guardami Ele. Cazzo, guardami!

Ilaria lo guarda stupita, ma non se lo fa ripetere due volte. Salta giù dal banchetto con un saltello e si mette di fronte a lui, petto in fuori e sguardo raggiante. -“Vieni a cena da me, stasera. I miei non ci sono…”.
Edoardo ride, stupito da tanta sfacciataggine, ma Fede gli pianta una gomitata in un fianco e lui ritorna subito serio.   
-“Si, buona idea.”

Guardami Ele. Cazzo, guardami!

Ma Ele non lo guarda. La sua figura sottile ed elegante continua a voltargli le spalle, imperterrita. Edoardo sente un misto di rabbia e delusione crescergli in petto e reprime a stento il desiderio di andare lì da lei e chiederle perché non mi ami? Cos’ho che non va? Perché piaccio a tutti tranne che a te?                                                                                                                                                            
Ed è ancora immerso in questi pensieri, quando all’improvviso le sue amiche si voltano verso di lui, curiose. Sorpreso, Edoardo torna a fissare Ilaria, fingendo di non essersi accorto di quegli sguardi penetranti che non lo mollano un istante. Ma la tentazione è forte, chissà se anche lei lo sta guardando. Così alza lo sguardo e incontra i suoi occhi verdi per un istante che gli sembra infinito – Ilaria non esiste, Chicco Rodi ha smesso di blaterare, la stanza è vuota e silenziosa, ci sono solo loro due, lontani, che si appartengono senza nemmeno saperlo. In un attimo Eleonora abbassa lo sguardo e gli rivolge nuovamente le spalle, ma lui non riesce a fare altro che fissare la sua figura – Dio, adora i suoi capelli – senza nemmeno fingere che di Ilaria gli importi qualcosa. Edoardo è felice, sorride, ma quei sorrisi sono solo per lei.

Il suono della campanella, alle 12 in punto, mette fine a quella dolce tortura. Edoardo non riesce a toglierle gli occhi di dosso e la segue con lo sguardo mentre si incammina verso l’uscita. Il primo istinto è quello di seguirla, ma poi ci ripensa e resta ad aspettare Chicco e Fede che stanno sistemando i microfoni nel ripostiglio. Anche Ilaria è andata via, certa di un appuntamento, e per un attimo si sente colpevole per quel giochetto infame – Ilaria ti viene dietro dalle medie, sei proprio uno stronzo ! Ma di Ilaria non gliene frega niente, tutto ciò che vuole è parlare con lei, così afferra il telefono dalla tasca dei jeans e le scrive, di getto, senza pensarci.

“Giusto per la cronaca, Ilaria Tarquinio non mi piace. Ah, un’ultima cosa…. sei bellissima, cazzo!”

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