Le ultime memorie di Elisa di Rivombrosa

di Andre4
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Festa a Rivombrosa ***
Capitolo 2: *** Ricordi (inediti) ***
Capitolo 3: *** Due destini diversi ***
Capitolo 4: *** L'amore oltre il tempo e la morte ***



Capitolo 1
*** Festa a Rivombrosa ***


Luglio 1776, Piemonte. “Ora non ho più paura” Queste furono le parole di Elisa di Rivombrosa mentre stava guardando il sua amatissimo palazzo che ormai non era più minacciata da nessun forestiero. Gli amici e i familiari accorsero gioiosi dopo aver visto che Elisa era stata salvata dalle grinfie dell’amore folle di Victor Benac. Era una giornata felice. Dopo tanto tempo il Sole pareva essere tornato su Rivombrosa. La marchesa Anna Ristori Radicati in Ceppi esclamò felice: “Dobbiamo assolutamente festeggiare per la tenuta che è tornata alla nostra famiglia ma soprattutto perché tu sei viva, Elisa” “Hai ragione, Anna, oggi dobbiamo proprio festeggiare. E’ passato diverso tempo da quando qui è stata organizzata una festa”. La festa era esclusiva della famiglia e della servitù sia perché non c’era il tempo necessario per invitare i nobili dei territori circostanti sia perché a Elisa non interessava di invitare persone con la puzza sotto al naso. Essa si ricordava molto bene l’appellativo che le avevano dato. Alcuni la chiamavano: “La contessa senza contea”. Ma la cosa che più l’aveva ferita era proprio quando Fabrizio Ristori morì ed essi si limitarono solo a mandare delle lettere di condoglianze. La cosa che ad Elisa importava era avere le persone che amava accanto a lei. La festa fu molto divertente. Ad un certo punto però Cristiano prese da una parte Elisa e le disse: “C’è una cosa che non ti ho detto oggi. Prima che partissi per venire qui, mi è stata fatta la proposta di diventare consigliere della regina a Caserta. Sarebbe una gran bell’occasione per me e per Napoli e dintorni. Potrei risolvere tanti altri problemi che ci sono e che nessuno vuole prendere in considerazione”. Cristiano era assai felice di tutto questo ma Elisa non aveva la sua stessa emozione e infatti gli fece notare una cosa: “Cristiano, tu mi avevi promesso che saresti venuto qui. Ora hai già intenzione di ripartire?” “No. Non subito. In effetti non so nemmeno se tale proposta sia ancora valida visto che me ne sono andato via subito. Inoltre ho detto ai Lazzaroni di amministrarsi da soli perciò non avranno più bisogno di alcun aiuto” “Quando vorresti ripartire?” “Fra due giorni. Il tempo di riposarmi ancora un po'. Non so se sua maestà avrà la pazienza di aspettare una settimana. Non sarebbe male vivere tutti assieme a Napoli. Però anche qui non è male. Potrei anche rimanere qui. Tu e Agnese siete il mio mare”. Elisa non disse niente. Cristiano non sapeva ancora cosa avrebbe fatto e in quel momento non aveva intenzione di pensarci. Lo avrebbe fatto il giorno dopo. Una volta terminata la festa tutti andarono a dormire. Elisa mise a letto la piccola Agnese dopo averle dato un bacio e lei si addormentò quasi subito perché era molto stanca. Cristiano girovagava un po' intorno per curiosità e per ambientarsi un po'. Ad un certo punto vidi una bella stanza e vi entrò. Elisa una volta uscita dalla camera di Agnese cercò Cristiano e lo trovò proprio nella camera di Fabrizio. Lei senza rendersene conto alzò la voce dicendo: “Che cosa ci fai qui?!” Cristiano fu colto di soprassalto e perplesso chiese: “Di chi è questa stanza?” “Scusa Cristiano, mi è venuto spontaneo. Questa è la stanza dove io e mio marito dormivamo. Dopo che è morto l’ho fatta sigillare. Poi quel verme di Armand Benac, il fratello di quello da cui mi hai salvata, l’ha aperta per dormirci” “Capisco. Beh scusami, Elisa” Detto questo uscì. Lei guardò la stanza e accennò ad un sorriso. Poco dopo quando era a letto non fece l’amore con Cristiano perché anche lei si sentiva molto stanca. Cominciò però a guardare la finestra. C’era un cielo stellato, terso da ogni nuvola. Fra tutte quelle stelle forse c’era anche la stella che Fabrizio le aveva regalato per il Natale che morì. Con quel pensiero lei si addormentò. Ad un certo punto essa si ritrovò in una piana, di notte, e alle sua spalle c’era il bosco. Vide una luce scintillante e decise di seguirla. Quella luce la portò in quel capanno. Elisa ebbe un tuffo al cuore. “Il capanno fuori dal Mondo”. Decise di entrare e vi trovò Fabrizio. Egli era illuminato da una luce sfolgorante coi vestiti che portava molto spesso. Appena le sorrise tale luce scomparve e rimase solo la sua sagoma. “Elisa. Mia cara e dolce Elisa” “Fabrizio...” Fabrizio non aggiunse altro. Si limitò solo ad abbracciarla. Improvvisamente si ritrovarono davanti alla tomba di Fabrizio. Lui la scrutava e sorrideva. Non faceva altro che questo. Poi la baciò. Elisa si svegliò. Era l’una di notte. Cristiano stava dormendo come un sasso. Lei riguardò il cielo e disse: “Fabrizio”. La mattina dopo Cristiano uscì a fare una cavalcata. La contessa Elisa, sfruttando l’occasione della sua assenza, decise di parlare di questo sogno con Anna, descrivendo ogni minimo dettaglio. “Mi è capitato più volte in questi anni di sognare Fabrizio. Mi è successo qualche volta anche mentre ero a Napoli. Però questa volta il sogno era diverso. Era astratto. Le altre volte ho sempre fatto dei sogni che si basavano su eventi avvenuti nella nostra vita”. Anna replicò: “Quindi che cosa pensi? Pensi che Fabrizio ti abbia parlato?” “No ma penso che forse lo abbia sognato perché prima di addormentarmi ho pensato a lui e al suo regalo…A Cristiano ho parlato poco di lui. Non sa tante cose, soprattutto perché con tutte le cose che sono successe non avevamo neanche il tempo” “Forse è per questo motivo allora. Ti ricordi quando hai detto che da quando avevi trovato giustizia per Fabrizio non ti sentivi più in colpa per i sentimenti che provavi per Cristiano? Forse è successo qualcos’altro che ti ha fatto preoccupare” “In effetti sì. C’è una cosa che non ti ho ancora detto” Elisa fece una pausa, poi riprese: “Mi ha chiesto di trasferirmi a Napoli” “Cosa?!” “Ma non ho detto sì...e neanche no. Non gli ho dato una risposta” La marchesa Anna era preoccupata. Ricordava benissimo che il rapporto iniziale con Elisa era tutt’altro che buono. Quando Fabrizio disse alla sorella che avrebbe voluto sposare una serva, ad Anna ritornò alla mente ciò che era accaduto 10 anni prima con Antonio Ceppi, nobile che per sposare Lucia, rinunciò ad Anna e al proprio titolo. Tuttavia quello era il passato. Ora Anna era sposata con Antonio e tante cose erano ormai cambiate. Elisa era diventata un tesoro per lei, una sorella acquisita. “Sappi Elisa che se te ne andrai mi mancherai molto. Però questa è la tua vita. Non la mia. Devi fare solo ciò che ti rende felice. Nient’altro”. Più tardi Elisa decise di andare a vedere la tomba di Fabrizio. Portò la spada del marito, la porse sulla lapide e poi facendo un passo indietro si mise a guardare il suo nome inciso. Questo lo faceva spesso. “Finalmente ho mantenuto quella promessa che ti ho fatto, tesoro. Rivombrosa è salva”. La contessa decise di stare un po' lì e cominciò a ricordare…

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Capitolo 2
*** Ricordi (inediti) ***


Settembre 1769 - I conti di Rivombrosa stavano vivendo una grandissima emozione. Essi si erano appena sposati e stavano ballando come era accaduto qualche mese prima. Nonostante ci fossero tante persone attorno, in quel momento c’erano solo loro due. Elisa e Fabrizio avevano aspettato da tanto tempo questo momento. La sera stessa dopo aver fatto l’amore Elisa e Fabrizio erano accoccolati insieme e lei disse: “Giurami che sarà così per sempre” e Fabrizio rispose: “Te lo giuro...per sempre...io e te” “E nostro figlio” “E Martino” “E Martino...e Amelia, Bianca, Giannina, Titta, mia sorella Anna, il dottor Ceppi, Angelo...tutti...tutti gli abitanti di Rivombrosa...per sempre...per sempre” “Sì, per sempre”, detto questo si baciarono. Un giorno dopo il Prefetto Terrazzani raggiunse la dimora dei Ristori per raccontare che il Duca Ranieri era morto e questo rappresentava la fine di malefico congiurato o almeno era quello che pensavano. La contessa Ristori non poteva muoversi molto ma non ce la faceva a stare ferma. Essa voleva tenere a bada la tenuta col marito. Questo fatto tuttavia generò una cosa che proprio alla contessa creò un dispiacere. Durante la notte di pochi giorni dopo, il letto fu bagnato da una chiazza di sangue. Elisa si svegliò improvvisamente e con lei Fabrizio. “Oh mio Dio, Fabrizio! Il mio bambino!” Fabrizio si fece subito prendere dalla preoccupazione e chiamò subito qualcuno mentre Elisa stava piangendo. Fabrizio ordinò a due della servitù: “Dovete andare subito a chiamare il Dottor Ceppi!”. Mentre il dottor Ceppi stava per arrivare il conte consolò la contessa abbracciandola: “Amore, amore...” ma sapeva cosa era appena successo. Non poteva dire una cosa che non era vera. Quando il dottor Ceppi visitò Elisa disse esattamente quello che si aspettavano tutti: “Mi dispiace Elisa…avete perso il bambino” Elisa cominciò a piangere forte. Il suo pianto risuonò per tutto il palazzo. Anche Fabrizio si stava disperando per ciò che aveva udito. Per loro era una grossa sconfitta. Elisa aveva già perso un bambino e quel trauma l'aveva fatta scappare. Fabrizio temeva che Elisa potesse ricadere in quella stessa depressione. Tuttavia aveva una speranza. Stavolta loro erano sposati e uniti in una sola carne. Ora più che mai avrebbero condiviso gioie e dolori insieme. Antonio Ceppi si rivolse ai coniugi: “La situazione di Elisa è molto delicata. Qualche tempo fa avevo detto che la contessa risultava essere sterile. La mia diagnosi alla fine fortunatamente si è rivelata errata. Tuttavia c’è una questione molto importante da considerare. La ferita che Elisa ha ricevuto ha fatto sì che il suo ventre diventasse molto sensibile. Anche se la ferita ormai si è rimarginata, ha comunque avuto un trauma. Cadere dalle scale non è una cosa da poco” poi si rivolse direttamente a lei: “Nei primi mesi dovresti stare ferma e pensare solo a riposarti”. Elisa così rispose: “Quindi potrò avere un’altra gravidanza?” Ceppi: “Sì, a patto che la parola d’ordine sia il riposo” Fabrizio: “In questi giorni ti sei stressata troppo a mandare avanti i problemi della tenuta. Da oggi in poi se ne occuperà Angelo. Tutto quello che è successo nelle settimane passate è stato tutt’altro che ordinario. Adesso che il problema della congiura è finito c’è solo la tranquillità che ci spetta”. Più tardi, quando la coppia rimase da sola, Elisa disse a Fabrizio: “Ti darò un figlio, Fabrizio. Avremo una bambina o un bambino” “Sì, lo so, cara. Però voglio che tu mi faccia una promessa” “Dimmi” “Voglio che tutto questo non sia un’ossessione. Siamo sposati da pochi giorni. Godiamoci quello che abbiamo sempre desiderato. I bambini arriveranno. Inoltre noi siamo già genitori di un figlio. Martino. Tu sei già sua mamma e lui ti vuole tanto bene” “Sai trovare sempre le parole giuste. Ti amo” “Ti amo anche io”. I mesi passarono in perfetta armonia. I coniugi Ristori si godevano a pieno il loro matrimonio. Elisa mantenne la promessa al suo sposo e nonostante le capitasse inevitabilmente di pensare alla gravidanza provava a non dare adito alla paura di non avere mai un discendente di sangue. Febbraio 1773 - Sembrava essere una sera come tutte le altre. Fabrizio ed Elisa avevano appena finito di cenare e come di consueto decisero di fare la passeggiata in giardino. Elisa pensava che quello dovesse essere il momento adatto per dirglielo: “Caro, ormai siamo sposati da qualche mese e...” Fabrizio la interruppe: “Qualche mese? Vorrai dire qualche anno” “Con te è come se fossero passati solo pochi mesi. E poi mi piace di più dire così” e i due si scambiarono un sorriso. Poi lei riprese: “Comunque ti volevo dire che...aspetto un bambino!”. Fabrizio esplose dalla gioia e dopo aver baciato la moglie. Elisa non faceva più lavori faticosi da diverso tempo ormai. Le capitava di impartire qualche lezione ad Emilia nei periodi in cui veniva a stare a Rivombrosa. Per il resto passava il tempo a leggere, a passeggiare e a tenere compagnia alla servitù. A volte le pareva ancora strano che la sua vita fosse cambiata in quel modo ma Elisa era una contessa fuori dal comune perché spesso e volentieri passava del tempo in cucina a parlare con le sue vecchie colleghe, fra cui Amelia, mentre queste cucinavano. Quando ormai non mancava così tanto alla fine della gravidanza, Elisa e Fabrizio andarono a trovare il re. In quegli anni le visite personali al re non erano state di certo poche. Ormai Carlo Emanuele III considerava i coniugi Ristori come dei figli acquisiti. Le condizioni del re, tuttavia, non erano delle migliori e non mancava molto alla sua morte. Finalmente a Ottobre nacque Agnese e questo segnò un nuovo capitolo nella famiglia Ristori. Dopo aver ricordato questo, Elisa ritornò al presente davanti alla tomba di Fabrizio e se ne tornò a casa.

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Capitolo 3
*** Due destini diversi ***


Quando la contessa se ne tornò a casa decise di raccontare meglio la storia fra lei e Fabrizio e di quello che era successo fino a prima di conoscersi. Cristiano ascoltava tutti quei discorsi ma a volte pareva essere geloso. La cosa ad Elisa saltò subito all'occhio ma questa cosa non la fece piacere. “Lui era mio marito. Non capisco questa tua reazione. Dopotutto non mi conosci ancora tanto e volevo raccontarti...” “Io conosco quello che c'è da sapere, Elisa. Ho capito come sei e chi sei. Io non guardo molto indietro. Mi aiuta a dormire meglio. Ciò che è stato è stato” “Ma che significa tutto ciò? Tu non hai dimenticato di certo la tua famiglia! Hai cercato pure la vendetta!” “Sì, ho cercato la vendetta. In tutti questi anni ho pensato solo alla vendetta. Ma credimi, a volte vorrei poter dimenticarmi di loro così non soffrirei più la loro mancanza”. Elisa rimase sbigottita di fronte a tale affermazione: “No...non ci credo che tu l'abbia detto” “E invece l'ho detto. Tu sei giovane, Elisa. Pensa alle persone che sono ancora qui. Pensa a tua figlia” “Ma io ci penso eccome. Ricordare una persona che un tempo era il tuo mondo non significa che non pensi agli altri! Le persone che ci hanno voluto bene sono sempre con noi” “Io non credo a queste cose” Qualcosa si spezzò in Elisa. Essa fu colpita da un enorme dispiacere. Non poteva dimenticare Fabrizio e dopo una pausa lei disse “Io posso capire che ciò che dici sia dovuto a tutto il dolore che hai passato...” “Non è solo per quello. Questo posto parla continuamente del tuo defunto marito. Come potrei vivere qui? Io sono un estraneo” Cristiano la guardò con frustrazione e poi le chiese: “Perché te ne sei andata quando sono caduto?” “Perché sono stata trascinata via” “Da ciò che mi hai raccontato mi pare che con Fabrizio non ti sei fermata davanti a niente” “Tu...sei geloso...” “Sì, lo sono” “Mi dispiace ma se non accetti questa cosa, non accetti neanche me” Elisa si girò e se ne andò furiosa. Cristiano non la seguì e rimase fermo in giardino e disse fra sé e sé: “Se non fosse stato per quel conte a quest'ora...il Barone...ma se non fosse stato per quella cosa io non avrei mai incontrato Elisa. Cosa sono diventato?” Elisa stava capendo di aver fatto un grosso errore con Cristiano. Aveva corso fin troppo. Però voleva pensarci bene prima di prendere una qualsiasi altra decisione. La domanda che si faceva più frequentemente era: “Valeva veramente la pena lasciare tutto per una persona che non gli importava niente del proprio passato?”. Elisa non voleva rinunciare al pensiero di Fabrizio. Non lo poteva permettere. Così alla fine decise di restare a Rivombrosa e così parlò con Cristiano. “Cristiano, io non posso dimenticare. Non posso evitare di parlare qualche volta di lui e tu avresti dovuto comprendere. Ma evidentemente non è così” Christian: “Vorrei che non fosse così ma evidentemente era inevitabile. Non ti dimenticherò... ma per me stai facendo un grosso errore”. Lui amava Elisa ma Elisa non ricambiava nella stessa misura quel sentimento. La contessa Ristori non ebbe molto da dire se non una cosa: “Mi dispiace... ti sono debitrice per tutto quello che hai fatto per me e per mia figlia. Questo non lo dimenticherò. Però tu devi andare dalla regina per il bene del tuo paese mentre il mio destino è stare qua e pensare al bene della mia gente. Io...ti voglio bene” “Sì...mi vuoi bene...Addio Elisa...” Così vinse la famiglia. Cristiano salutò la piccola Agnese e lasciò la scena, partendo un giorno prima. Quella fu l'ultima volta che Cristiano si fece vedere o sentire. Egli divenne consigliere della Regina e poi conobbe una giovane nobildonna che poi la sposò. Passarono degli anni. Elisa ebbe diversi corteggiatori data la sua bellezza ma nessuno riusciva a darle quell'emozione che un tempo provava ma a lei non importava perché si sentiva sempre una donna indipendente. Angelo e Celeste, ormai sposati, diventarono genitori e decisero di trasferirsi altrove. Agnese crebbe, Martino ed Emilia tornarono nella tenuta e la vita procedeva tranquilla fino a quando...

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Capitolo 4
*** L'amore oltre il tempo e la morte ***


Giugno 1784 Martino aveva 24 anni, Emilia aveva 25 anni e Agnese aveva ormai 10 anni e mezzo, quasi 11. Era una bambina a modo anche se a volte le capitava di rincorrere le oche del laghetto, facendo scapigliare la zia Anna, pur mantenendo un atteggiamento bonario. Invece Elisa era solita a ridere davanti a certe scene perché le ricordava quando era bambina. Agnese aveva molta confidenza con la servitù e l'autorità da nobile non si sentiva mai. Lei vedeva sua madre come un'eroina perché faceva tante cose che le comuni nobildonne non facevano. A volte infatti fu criticata dagli altri nobili per ciò che faceva ma questa di certo non era una novità. Ogni tanto si prendeva due giorni dove si decideva di spostarsi altrove per vedere cosa c'era e spesso si portava dietro la figlia. Un giorno però Elisa andò solo con Anna e il dottor Ceppi perché Agnese aveva preferito passare del tempo con Martino ed Emilia. Lei passava volentieri il tempo con suo fratello e lui la faceva giocare sempre. Lei aveva capito anche che fra Martino ed Emilia c'era un particolare affetto perché non facevano che guardarsi. Elisa decise di andare oltre i confini di Rivombrosa e ottenne l'approvazione dei coniugi Ceppi. Ad un certo punto si ritrovarono davanti ad un lago e si sedettero davanti ad esso ad ammirare il panorama. I presenti non sapevano che in quella zona c'erano stati dei casi di malaria. Quella malattia era frequente in alcune zone dell'Italia e non vi era ancora un vaccino. Purtroppo tutti e tre furono punti da tre zanzare portatrici di malaria ma non potevano ancora sapere cosa stava loro succedendo. Quando furono tornati, il dottor Ceppi capì la situazione perché i sintomi si erano affacciati. Elisa non si sentiva bene. Mentre era con la bambina, si sentì svenire e fu portata a letto. “Mi gira molto la testa. Deve essere la stanchezza”. Il dottor Ceppi disse ad Elisa quello che stava succedendo, cercando di usare tutto il tatto possibile, anche se pure lui era disperato per se stesso e per sua moglie. Ovviamente Elisa cadde in un grande pianto. Una volta scoperta la notizia tutti furono in preda alla tristezza. Emilia era forse la più disperata perché sia sua madre che il suo patrigno erano malati e ormai spacciati. Martino la consolò come non aveva mai fatto prima. La monaca Margherita Maffei arrivò col sacerdote pronto per dare l'estrema unzione. La contessa Anna dette un caloroso saluto a sua figlia e poi con una mano strinse la mano di Antonio Ceppi e con l'altra strinse la croce che aveva sempre portato al collo. E così essa morì. Pure il dottor Ceppi la seguì poco dopo. Elisa fu l'ultima a resistere e anche in questo caso il sacerdote dette l'estrema unzione. Margherita piangente guardò la sua vecchia amica e le stette vicina. Nel momento della sua fine, davanti a Martino e ad Agnese in lacrime, disse: “Dovete essere forti...la cosa più importante non è quanto una persona vive ma come vive il tempo che ha a disposizione” poi disse ad Agnese: “Agnese, amore mio. Ricordati sempre che la mamma ti ama tanto e anche il papà. Noi saremo sempre al tuo fianco...Martino si prenderà cura di te, angelo mio”. Poi si rivolse a Martino: “Martino, figlio mio, anche tu ricordati che io e tuo padre ti amiamo. E' stato meraviglioso essere tua madre. Tu sei grande e forte. Io ti affido Agnese. Proteggila sempre...” Quando ormai era al limite delle forze chiuse gli occhi e d'un tratto vide un'immagine nebulosa che poi diventò nitida. Essa vide suo marito, sorridente che le veniva incontro. Poi egli le porse la mano e le disse: “Vieni con me, Elisa” “Fabrizio...” E in quel momento la contessa Elisa Ristori spirò, col sorriso sulle labbra. Essa fu sepolta accanto al conte come avrebbe voluto. Andare avanti senza Anna, Ceppi ed Elisa era dura ma le cose dovevano andare avanti. Martino ed Emilia si avvicinarono sempre di più e i due si dichiararono apertamente quello che ormai era evidente per entrambi. Tuttavia altre cose sarebbero accadute. Emilia sposò un pittore. Martino governò la tenuta e nel 1797 i due cugini avrebbero vissuto quella storia che da tutta una vita desideravano vivere. Anche Agnese trovò l'amore e nientepopodimeno che con Andrea Van Necker, figlio di Lucrezia. Le stagioni passarono anno dopo anno. I giovani diventarono vecchi. L'Italia si unì in un unico Stato. La guerra colpì il Mondo intero per ben due volte e la Monarchia fu sostituita dalla Repubblica. E Rivombrosa? Che ne era stato di quel castello? Il castello divenne un museo e dal 1997 patrimonio dell'UNESCO. Un giorno come tanti, durante la primavera del 2003, una donna di nome Cinzia Torrini, una giornalista e scrittrice, si recò presso il famoso castello. Essa era curiosa di sapere di più riguardo la sua famiglia. Infatti discendeva proprio da Elisa e Fabrizio e quindi da Agnese ed Andrea. Col passare del tempo i cognomi dei discendenti erano cambiati ma lei riuscì ad arrivare perfino al 1700 dell'albero genealogico familiare, grazie ai registri del comune di Torino, dove lei viveva. Vide per la prima volta quel castello, salì quelle scale e poi decise di seguire una guida che, mentre mostrava alle persone i ritratti di Elisa, di Fabrizio, di Agnese e di altri, raccontava della storia del castello e in particolar modo la storia della contessa di umili origini che si era innamorata del conte e che combattendo contro i pregiudizi della nobiltà aveva addirittura aiutato a sventare una congiura ai danni del re Carlo Emanuele III. Infatti Elisa aveva riportato tutto in un diario. Cinzia ebbe l'idea di poter scriverci sopra un libro e dopo aver ricevuto il permesso, riuscì a consultare quel diario. Tempo dopo essa pubblicò il libro che poi divenne un best-seller e poi fu tradotto in diverse lingue. Tutti rimasero affascinati dalla sua storia, quella di “Elisa di Rivombrosa”. FINE

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