Il cuore di Lucifer.

di Arvistloe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Insicurezze perdute per una timida speranza. ***
Capitolo 3: *** il male e la grazia. ***
Capitolo 4: *** Dolce e veleno. ***
Capitolo 5: *** La fine dei sogni. ***
Capitolo 6: *** Tra lacrime, sorrisi e ali d'angelo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Mattina, attico di Lucifer.

Amenadiel era nell'attico da un paio di ore, tentando di convincere il fratello ad uscire un po', essendo rimasto chiuso in quel luogo lussuoso da quasi due settimane tutto solo. Da quando Chloe vide il suo vero volto, dopo aver ucciso Cain, partendo per l'Europa.
Ogni volta il re dell'inferno trovava mille scuse per non uscire. All'inizio andava sulle scene del crimine sperando di trovare Chloe, ma perdendo la speranza, si limitava a una telefonata a Ella restando sempre deluso.
Ama non l'aveva mai visto così sciato, con addosso dei boxer neri e una vestaglia blu scura, capelli scompigliati e barba di giorni.

Il cellulare di Lucifer lo allontanò dell'ennesima bottiglia di wishy, non più versata in bicchieri ma direttamente dalla bottiglia. Amenadiel lo vide rispondere svogliatamente
"Sono io...Si…"
Lucifer si alzò dal divano visibilmente preoccupato
"...Tu sei sicuro?...era lei?...quando?...Si, tenterò di arrivare"
Chiuso il cellulare, Lucifer urlò al cielo con gli occhi rossi come il fuoco
"Non può succedere...maledetto padre...Non può succedere...no..no...Lei non può farlo"
Amenadiel lo vide correre nella camera da letto, andandogli dietro. Lucifer gli disse mentre si vestiva in fretta e furia
"Si trova a Roma. Delle mie spie hanno detto che il mio nemico del Vaticano vuole incontrarla questo pomeriggio in una chiesa dove va spesso…"
noto Amenadiel confuso, dicendogli mentre si metteva un panciotto blu
"... Ti ricordo quel prete...Quel Kinley che cerca sempre di mandarmi all'inferno?..."
Ama annuì di si
"...voglio vedere di persona se deciderà di aiutare quel prete"
Ama si preoccupò
"Lucifer se lo facesse?"
Il re dell'inferno si fermò, guardando il fratello con occhi lucidi, dicendo con la voce rotta
"Altri tradimenti mi sono passato sopra. Il suo sarebbe devastante. Tornerei all'inferno dimenticando ogni minimo accenno di questo mondo. Credo che comunque morirei per il mio cuore spezzato..."
Lucifer scosse la testa, asciugandosi lacrime appena sotto gli occhi, dicendo al fratello
"Mi devi fare un grandissimo favore. Usa la tua magia celeste per farmi comparire a Roma"
Ama avrebbe detto di no, avendo gli angelici solo una possibilità ogni tre mesi di usare quel potere, ma decise di accontentarlo. Si concentrò congiungendo le mani, per aprire i palmi verso Lucifer che scomparve in una luce divina. Prima di andare via dell'attico, disse
"Buona fortuna fratello"

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Capitolo 2
*** Insicurezze perdute per una timida speranza. ***


Lucifer aveva distribuito la foto di Chloe a tutte le sue conoscenze nel mondo, non per trovarla così da raggiungerla, ma per tenerla al sicuro. A Roma fu il proprietario di un bar, il Paniko, vicino alla chiesa dove andava spesso Chloe ad avvertirlo.
Lucifer entrò dal retro, dalle cucine per non rischiare d'incontrare la sua amata detective. Il proprietario, Armando, un uomo di mezza età, stava preparando dei panini, quando lo vide lasciò la continuazione al suo assistente, abbracciando Lucifer, che aveva dimenticato quanto fossero affettuosi gli italiani. Armando gli disse guardando l'orologio
"Luci tra un ora circa arriverà per prendere il solito caffè al bancone. Quant'è bella, poi gentile..."
Lucifer sorrise appena, l'anziano notò la sua ansietà
"...Tranquillo, prova qualcosa per te. Una sera, mentre prendeva degli spiccioli nel portafoglio, tirando fuori un po' di cose, tra queste c'era una piccola foto. C'eri tu che abbracciavi lei con una bambina"
Lucifer sentì battere forte il cuore, appoggiandosi a un tavolo dietro di lui. Armando gli offrì una sedia che rifiutò. Il re dell'inferno cercava con tutto se stesso di reprimere ogni speranza, poteva essere solo un caso quella foto nel portafoglio. Armando continuò
"Potevo anche non dirti che era qui, perché lei sta bene. L'ho fatto perché l'altro giorno l'aveva avvicinata padre Kinley, uno dei pochi preti veramente antipatico. Gestisce una specie di ufficio nel vaticano che si occupa di esorcismi, di sconfiggere il demonio. Quindi comprendi la mia preoccupazione, sapendo che tu sei il ..."
Abbassò la voce
"...Il demonio, ma non come ti descrivono loro. Ti posso dare un consiglio?... "
Lucifer annuì di si
"...appena puoi fai una indagine su chi abbia suggerito a quel prete di avvicinarsi alla tua amica. Perché mi sembra strano che l'abbia trovata così presto, lei non ha mai parlato apertamente di te, almeno da quello che posso dirti"
La cosa parve strano anche a Lucifer. Si scuso con Armando, allontanandosi alcuni passi da lui, inviando un messaggio di testo a Maze, dicendogli dov'era, ma soprattutto scoprire se Chloe era sotto controllo.

Mezz'ora dopo.

Un cameriere rientrò dal bar dicendo ad Armando
"Padro' e qui"
Armando fece segno a Lucifer di seguirlo. Dietro il bancone, tra la quantità infinita di bottiglie di liquore, si poteva vedere nel bar attraverso uno specchio riflettente. Armando spiegò a Lucifer mentre cercava Chloe nel bar
"L'ho fatto mettete durante il terrorismo, per aiutare la polizia. Eccola, al bancone del bar, vicino la cesta dei limoni"
fece spazio a Lucifer che appena la vide, sentì una gioia infinita. La gioia, si trasformò in rabbia quando vide avvicinarsi a lei padre Kinley, divenendo i suoi occhi rossi per un attimo. Il prete stava parlando con Chloe, che era visibilmente infastidita da lui, uscendo irritata dal bar. Lucifer sperava ancora di più.

Ringraziato Armando, Lucifer, si affrettò a uscire dalla cucina del bar. Attento a non essere visto da Chloe, la seguì, entrando in una chiesa intitolata a San Paolo. Furente, vide che padre Kinley l'aveva seguita dicendogli ogni tanto
"Figliola se solo potessi ascoltarmi"
Chloe si rifugiò in un confessionale, mentre Lucifer non toglieva gli occhi su Kinley pronto a ucciderlo se avesse fatto qualcosa a Chloe. Con sorpresa di Lucifer, vide uscire dal confessionale un monaco francescano. Il monaco aveva il viso celato dal cappuccio del saio. Lucifer non poté neanche vedergli le mani nascoste dalle lunghe maniche. Poco dopo, uscì dalla parte dei fedeli Chloe che seguì il francescano in sacrestia.

Lucifer dovete sentire tutta una messa, mentre attendeva Chloe, non volendola lasciare sola con padre Kinley.

Quasi un ora dopo Chloe uscì dalla sacrestia con un ampio sorriso sul volto. Un sorriso che si spense vedendo padre Kinley, acconsentendo ad avere un dialogo con lui.
Si sedettero in una zona della chiesa con panche di legno, con alle spalle un piccolo muro, dietro una piccola cappella della Madonna Immacolata. Lucifer si mise dall'altra parte del muro, dietro un drappo posato verticalmente.

Chloe disse a padre Kinley
"Le ripeto per l'ennesima volta, il mio partner…"
Lucifer era felice, lo considerava ancora il suo partner
"...si può dire un eccentrico miliardario, ma non si tratta del vero lucifero" Lucifer sorrise contento, in pratica lo stava difendendo, non lo tradiva rivelando tutto, ma padre Kinley la incalzo
" Ti prego Chloe non cadere nel suo inganno. Si tratta di un essere malvagio, bugiardo. Tu sei madre, devi pensare a tua figlia. Lo rimandiamo all'inferno o ancora meglio lo uccidiamo, il mondo sarà salvo"
Lucifer strinse forte il pugno della mano destra, quanto voleva portare all'inferno quel prete. Si calmo sentendo una piccola risata di Chloe
" Padre, mia figlia lo adora…"
Lucifer sapeva che la prole del detective era intelligente
"...le manca tantissimo. Credo che anzi tenti di prendermi il cellulare per mandargli un messaggio…"
questo ricordò a Lucifer di spegnere il cellulare
"...padre, lei si sta sbagliando, Lucifer, spero ancora lo sia, posso definirlo partner magnifico sul lavoro, amico fidato e un gentiluomo come pochi. Mai nessuno, tranne mio padre, aveva avuto tante attenzioni per me…"
a Lucifer sembrò di sentire la sua voce rotta dal pianto, pronto a uccidere il prete per averle fatto qualcosa
"...tante volte solo vederlo mi dava la forza di essere contenta. Io le voglio fare una confidenza…"
Lucifer avrebbe voluto gridare di non farlo
" ...appena lo conobbi, sentivo per lui una fortissima attrazione. Non volevo assecondare, così mi imposi di vedere in lui solo le cose brutte. Una notte sentì come una catena rompersi…"
Lucifer si abbassò fino a sedersi per terra con il cuore colmo di gioia, lei aveva spezzato la predisposizione che doveva avere per lui
"...le assicuro non mi piaceva più. Poi a poco a poco sono tornata a provare qualcosa per lui. Padre si tolga dalla testa che sia satana"
Padre Kinley si alzò dalla panca, chiedendo a Chloe
"Ti chiedo solo quest'ultimo favore. Vieni in sacrestia con me, per mostrarti dei documenti. Se continui con la tua idea, permettimi di farti un regali. Non mi vedrai più. Vorrei anche farti conoscere qualcuno rovinato dal tuo Lucifer"
Chloe lo seguì e Lucifer diventò apprensivo.

Mezz'ora dopo Chloe uscì dalla sacrestia, tra le braccia una grossa scatola di legno riccamente decorata. Padre Kinley le disse "Spero che Dio ti protegga nella tua decisione. Ti ringrazio di aver accettato il mio regalo".

Lucifer sulla porta della chiesa la vide andare via. Era così felice sapere che non lo aveva tradito rivelando tutto a Kinley o architettando qualcosa contro di lui. Decise che avrebbe organizzato qualcosa di speciale per Chloe e la figlia.

Tornata all'albergo "Roma Bella", Chloe pose la scatola di legno nell'armadio. La aprì, trovando piccole boccettine e due pugnali molto antichi. Padre Kinley le aveva detto che erano antichi profumi, prodotti all'inizio del diciannovesimo secolo da un convento di Roma. Aprendo una boccettina trovò l'odore pessimo. Decise che avrebbe svuotato le boccettine, tenendole perché sembravano antiche come la scatola. Tentò di decifrare le etichette, ma capì ben poco perché in latino. Richiude la scatola, mettendola sotto dei vestiti, sentendosi bene. Chiuse l'armadio, sedendosi al lato del letto matrimoniale.

Quando due settimane fa era giunta a Roma, cercava un aiuto per capire cosa doveva fare con Lucifer. Sorrise alla pila di quasi venti libri a terra vicino al letto. Quei libri le avevano detto le peggiori cose su Lucifer. Fosse stato come descritto in quei libri, lei sarebbe stata all'inferno dal primo giorno che l'aveva incontrato. Mentre, grazie a un vero miracolo aveva trovato le giuste risposte, decidendo che voleva Lucifer nella sua vita. Un aiuto veramente angelico, perché il monaco francescano altro non era che padre Frank. Le aveva chiesto di tornare quasi ogni sera in quella chiesa, parlando della questione Lucifer. E ogni sera Chloe lasciava Trixi a un doposcuola lì vicino, dove poteva imparare l'italiano.

In quella sacrestia, padre Frank le aveva fatto comprendere che Lucifer era una brava persona, il direttore di un carcere. Quella sera fu l'ultimo incontro, con la promessa di Chloe di non rivelate mai a nessuno le loro chiacchierate. Invece l'aveva un po turbata quel padre Kinley che alla fine, dopo giorni e giorni aveva deciso di ascoltare, per capire che Lucifer era diverso da quello che affermavano. Le dispiaceva per quella donna certa che fosse stata quasi uccisa da Lucifer, trovando un sacco di contraddizioni. Eppoi quei documenti e ritagli di giornale fecero sorridere nuovamente Chloe, sicura che potevano essere benissimo manipolati. Improvvisamente nella sua mente si formò una sola domanda
"Ma Lucifer mi vorrebbe nella sua vita?"
spero con tutto se stessa di si.

Si svegliò dai suoi pensieri guardando l'orologio, ricordando che doveva andare a prendere Trixi alla scuola privata.

La scuola privata era proprio accanto all'albergo. Si appoggiò al muro, attendendo l'uscita dei bambini con gli altri genitori. Appena sua figlia la vide, le corse incontro saltellando felice. Chloe era felice di vederla così, ma capì il motivo quando la figlia le disse
" Mamma non immagini che sorpresa. Nella scuola ce Lucifer. La scuola gli appartiene"
Chloe ricordò una frase di padre Frank
"L'amore quello vero si ritrova sempre"
Alzando lo sguardo lo vide, a qualche metro da loro, sempre elegantissimo che attendeva. Chloe gli sorrise e Lucifer si avvicinò di altri passi, dicendogli visibilmente emozionato, indicando la scuola privata
" Si tratta di un mio investimento. Spero tu mi creda"
era difficile per Lucifer girare intorno una bugia, ma la scuola era veramente di sua proprietà, comprata qualche ora prima. Choe annuì di si
"Non ti preoccupare, le coincidenze possono accadere. Ciao, noi andiamo, sarai impegnato"
gli voltò la schiena e Lucifer le disse senza avvicinarsi troppo
" Se posso, vorrei invitarvi a cena fuori, un ristorante qui vicino"
felice Trixi si precipitò accanto a Lucifer che le disse impacciato
"Trixie, per ora vai da tua madre, lei forse non vuole che vi stia troppo vicino"
Chloe era sorpresa
"Perché non voglio che tu stia vicino a noi?"
il sorriso di Lucifer si spense un po'. Improvvisamente Chloe ricordò perché credeva questo. Il giorno della partenza da Los Angeles per Roma, Lucifer le aveva raggiunte all'aeroporto per parlare con lei, spiegare, ma Chloe al suo tocco al braccio si era allontanata spaventata. In quel momento Chloe si sentiva il mostro peggiore del mondo. Alcune lacrime che le bagnarono le guance, fecero credere a Lucifer che erano provocate dalla sua presenza. Lucifer si sarebbe picchiato da solo per averla fatta piangere, dicendogli cautamente
" Chloe ti prego, vado via. Sta tranquilla"
ma Chloe gli allungò un braccio con la mano protesa. Lucifer sorrise, con un sorriso gentile e sincero, toccando con la sua mano quella di Chloe, per cingerla in un abbraccio che fu, per il re dell'inferno, come tornare a respirare.

Quella sera cenarono nel ristorante proposto da Lucifer. Il re dell'inferno raccontò cos'era successo in quelle due settimane a Los Angeles. Quando disse tristemente
" Devo ammettere che sia io, Lopez e Dan sentivano la tua mancanza sia alla centrale...che nelle nostre vite"
Lucifer guardò Chloe stupito, vedendola intrecciate le loro mani. Dall'altra parte del tavolo Trixie era contenta.

Lucifer accompagnò Chloe e Trixie fin davanti la porta della loro camera d'albergo. La bambina stava dormendo tra le braccia di Lucifer, con la testa appoggiata alla sua spalla, scoprendo il re dell'inferno che gli era mancata la prole del detective, che osava iniziare a dire anche sua. Quando Chloe fece segno di dargliela, Lucifer gli disse sottovoce
"Se mi permetti, la metterò io nel letto o si sveglia"
Aiutò Chloe a metterle il pigiama e sotto le coperte. Rimasero un attimo senza parole accanto il letto, finché lui disse sempre sottovoce
"Meglio che vada"

Uscito, Lucifer si aspettava al massimo un semplice saluto, invece Chloe si allungò baciandolo sulla guancia, per poi dargli un piccolo foglietto nella mano destra, dicendo con un ampio sorriso
"Il mio nuovo numero di cellulare. Magari se ripassi qui a Roma. Stiamo ancora una settimana"
chiudendo la porta. Lucifer si sentiva al settimo cielo.

La mattina dopo Chloe e Trixi stavano attendendo la colazione in camera. Il cameriere arrivò con un vassoio, ma poi entrò un secondo, seguito da un terzo. I camerieri posero, sul tavolo rotondo della camera, tutto il possibile per la prima colazione. Trixi era senza parole e Chloe disse a l'unico cameriere rimasto in piedi vicino al tavolo
"Ma ci dev'essere stato un errore. Noi non abbiamo ordinato tutte queste cose"
il cameriere gli porse un biglietto. Quando Chloe lesse il messaggio sorrise divertita, c'era scritto
Cara Chloe permettimi di offrirti una sontuosa colazione con ogni prelibatezza dell'Italia. Naturalmente, mi rendo conto che non mangerete tutto, ma sarai comunque contenta, sapendo che gli avanzi andranno a una mensa dei poveri di Roma. Spero di rivederti presto a Los Angeles, per essere nuovamente partner e amici. Un abbraccio a Trixi.
Un po' le dispiaceva che non fosse rimasto, sentendo già la sua mancanza.

Lucifer non era tornato a Los Angeles. Aveva addirittura comprato l'albergo Bella Roma, dove stavano Chloe e Trixi.

Quella mattina, nell'ufficio del direttore Di Marco, stava organizzando una serata divertente da trascorrere con la detective e prole. Il direttore, seduto dietro la sua scrivania, gli confermò la prenotazione di un tavolo per tre in un ristorante con tema la Disney e per il giorno dopo tre biglietti per uno spettacolo Disney. Lucifer, seduto di fronte la scrivania, era compiaciuto dell'efficienza di quel suo dipendente. Poco dopo entrò nell'ufficio il portiere, dicendo al direttore
" Mi scusi direttore, ma da sue disposizioni, dovevo avvertirla se quella persona tornava per cercare la signora con la figlia"
Il direttore guardò Lucifer che annuì di si
" Puoi parlare anche di fronte al signore. Quindi, hai detto a quel prete che la signora non si trova più nel nostro albergo?"
il portiere annuì di si, aggiungendo
"Ha preteso di lasciarle comunque questo biglietto da visita"
era il biglietto da visita di padre Frank, il direttore lo diede a Lucifer che lo strappò gettandolo a terra.

CONTINUA

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Capitolo 3
*** il male e la grazia. ***


Los Angeles. Lux, pomeriggio inoltrato. I dipendenti del nightclub stavano preparando il locale per la notte. A dirigere il tutto Amenadiel, designato come suo vice da Lucifer prima di andare a Roma. L'angelo era seduto in uno dei comodi divani del Lux, quelli rossi con un tavolo rettangolare davanti, guardando per l'ennesima volta il video inviatogli dal fratello poche ore prima. Lucifer era raggiante, raccontando ad Amenadiel tutto quello che era successo. Lo vide ancora più entusiasta illustrargli la serata che voleva passare con Chloe e Trixie. Chiuso il cellulare, Amenadiel vide entrare Maze nel locale, dirigendosi da lui con sguardo torvo, dicendogli appena vicina
"Lucifer deve subito tornare con Chloe e Trixie. Sono in grave pericolo a Roma"
Amenadiel le indicò il posto accanto a lui nel divano
"Calmati, siediti e dimmi tutto"
Maze batte le mani sul tavolo di fronte Amenadiel, notando che nessun dipendente si fermava dal suo lavoro, conoscendola da anni. L'angelo le disse sottovoce, con tono fermo
"Credi sul serio che mi alzo scappando con te per andare a Roma? Devi darmi una valida spiegazione?"
Maze sbuffo rabbiosamente, sedendosi dall'altra parte. Disse ad Amenadiel con tono fermo
"Lucifer voleva che scoprissi, come mai Chloe giunta a Roma era stata raggiunta così presto da quel Kinley"
Amenadiel alzò le spalle
"Ma se lui stesso afferma che lo tengono sotto controllo da sempre"
Maze annuì di si, ma aggiunse
"Quelli non si avvicinano ai mortali senza che loro lo vogliano. Chloe non l'ha mai fatto. Quindi la stranezza c'era nel loro operato. Ebbene conosco il motivo. Si chiama avidità ed Eva, quella di Adamo ed Eva"
Amenadiel rise nervosamente, scuotendo la testa
"Impossibile, si trova in paradis…"
Lo scuotere la testa di Maze gelo il sangue dell'angelo, guardando Maze con apprensione
"...Maze per favore, stai scherzando? Quella era una pazza maniaca. Si attaccò a Lusifer nel giardino dell'Eden come un veleno, persino mio fratello il diavolo era impaurito"

Amenadiel era sconvolto, nel suo viaggio in paradiso nessuno gli aveva detto che Eva era scappata, l'avrebbe certamente cercata. Maze fece segno al barista che si diresse verso di loro con due bicchieri e una bottiglia del miglior wisky, lasciandoli sul tavolo andandosene.
Amenadiel si versò subito due bicchieri, mandandolo giù in un solo sorso. Lui conosceva bene Eva. Suo padre Dio, vedendo che Lilith era stata fin troppo più intelligente di Adamo suo marito, aveva creato Eva più infantile, gioiosa. Non poteva aspettarsi che quel lato meno serio, l'avrebbe fatta diventare una fan del sadomaso, spaventando Adamo.
L'intervento di Lucifer che le indicò l'albero proibito fu la scusa per incolparlo anche del comportamento di Eva. Fu Amenadiel testimone di quanto quella donna era veramente pazza. Fu lui che trovò suo fratello Lucifer nel giardino dell'Eden, con diverse ferite sul corpo, inferte da Eva che frugando nel mantello nero che portava, aveva trovato un coltello demoniaco, facendo sesso con lui usandolo. Si risvegliò dai suoi pensieri scosso da Maze, che disse finendo la bottiglia
"Credono sia in paradiso. Sembra abbia creato un suo doppelgänger, con il quale Adamo si trova decisamente meglio. La cosa peggiore, in un certo senso, che a quegli anti satana, sono stati dimezzati dal Vaticano i loro fondi. Così per finanziarsi sono entrati nel mercato dei pezzi di esseri celesti e demoniaci, trovando in Eva una vera regina, pronta a tutto per saziare la sua sete di sadomasochismo. Amenadiel giura di non avercela con Lucifer…"
Amenadiel respiro profondamente, aspettandosi che Lucifer avesse fatto di tutto, Maze continuò
"...Lucifer sapeva della sua fuga dal paradiso. Un tre mesi prima che Chloe scoprisse la sua natura diabolica, Eva si presentò all'attico. Disse a Lucifer che voleva iniziare una relazione con lui. Con molta fatica eravamo riusciti a convincerla ad andare dall'altra parte del mondo, dandole un mare di soldi. Ricordo che il biglietto aereo era per l'Italia, il primo scalo possibile"
Amenadiel finì la frase
"Era Roma"
Maze annuì di si. Svelto Amenadiel si alzò dal divano, dicendo a Maze
"Andiamo nel balcone dell'attico. Grazie alla magia delle mie ali arriveremo in pochi minuti a Roma. Ma non diremo subito tutto a mio fratello…"
Maze era confusa, l'angelo gli spiegò
"...ha pianificato per oggi un mega appuntamento con Chloe, includendo anche Trixie. Gli staremo intorno silenziosamente, proteggendo tutte tre. Quando l'appuntamento sarà finito lo avvertiremo. Maze guarda questo video"
Il video inviato da Lucifer ad Amenadiel.

Maze finì di vedere il video quando le porte dell'ascensore si aprirono all'attico. Voltatasi verso di lei, Amenadiel poteva scommettere che la cacciatrice di taglie era commossa, dicendo all'angelo
"Io lo conosco da eoni. Ti giuro su quello che vuoi, mai era stato così felice, pronto a tutto. Se Chloe gli spezza quel piccolo cuore, io non la uccido, solo per Trixie, ma dovrà portare per mesi le stampelle"
Amenadiel le sorrise comprensivo.

Nel balcone dell'attico, Amenadiel sfodero le ali, prendendo Maze in braccio stile sposa, volando via con lei. Nel tragitto, Maze chiuse gli occhi, ricordando un giorno in particolare che la fece sorridere.

Accade poco dopo che Lucifer scoprì che Chloe lo rendeva vulnerabile. Il re dell'inferno, tranne qualche raro caso, oltre bere come una spugna, mangiava raramente o per impressionare qualcuno (perlopiù amanti sessuali) con le sue bravure ai fornelli o con la conoscenza di piatti raffinati. Una mattina, dopo l'ennesima orgia, dopo che erano andati via tutti i partecipanti, trovò Lucifer che con indosso solo dei boxer rossi, seduto al tavolo della cucina mangiava con evidente gusto un semplice panino, con vicino una busta di carta bianca con attaccato sopra un post it con scritto

"Per Lucifer. Da Trixie. Ps: per favore, domani prepararmi la colazione, sei così divertente"

Sperava che Amenadiel non la vide sorridere, ricordando che mai aveva visto Lucifer così deliziato per un semplice panino. Vedendola, Lucifer le disse con un cipiglio divertito
"Per fortuna avevo detto alla detective che oggi non potevo andare alla centrale di polizia, dovendo partire per affari. Comunque mi ha portato un panino con succo di frutta di mela…"
Ingoio l'ultimo pezzo del panino
"... Maze ti giuro, puoi dire tutto della detective, ma prepara dei panini meravigliosi…"
mentre Maze gli portava un bicchiere pieno di scotch che con sorpresa di Maze, Lucifer allungò con un succo di mela che era nella busta di carta, dicendole mentre sorseggiava quello strano drink
"...sembra che sia simpatico alla sua prole…"
Vedendo la sorpresa di Maze, che fissava sorpreso il re dell'inferno perso per un semplice panino, Lucifer aggiunse, prendendo il sacchetto di carta, andando dietro la penisola della cucina, facendo finta di gettarlo nella spazzatura, invece lo ripose in un cassetto
"...Maze ti ricordo che per arrivare nel letto di una donna, delle volte si deve sopportare la sua prole"
Maze rise, mentre Lucifer si dirigeva nel soggiorno. Con attenzione, Maze sgattaiolo dietro la penisola della cucina, aprendo il cassetto che aveva sentito chiudere. Era pieno di sacchetti e post it quando di Chloe e quando di Trixie.

Maze tornò alla realtà, quando Amenadiel le disse
"Siamo arrivati"
Scesa dalle braccia di Amenadiel, si rese conto che erano in un piccolo vicolo di Roma. Amenadiel rinfodero le ali, indicandole una finestra. Vide Lucifer che nel suo abito più elegante, accoglieva Chloe e Trixie, vestite come due principesse, in una sala a tema Disney. Amenadiel sussurrò a Maze, mentre la demone guardava quelle tre persone così importanti per lei, finalmente serenamente felici assieme
"Ti ricordi il video? Non possiamo rovinargli tutto. Non lo merita Lucifer, come Chloe e Trixie. Dopo aver pranzato, andranno a uno spettacolo sempre a tema Disney"
Maze compose un numero nel suo cellulare, dicendo ad Amenadiel
"Alcune mie conoscenze a Roma ci aiuteranno, sono angelici cui Lucifer ha protetto la loro vita tra gli umani"
Amenadiel annuì si, mentre entrava nelle cucine del ristorante Disney, usando la magia angelica per celarsi ai mortali. Notò un cameriere che stava gettando qualcosa in una pentola, mentre il cuoco gridò a tutti
"Dobbiamo essere perfetti al secondo. Il signor Morningstar può farci chiudere il ristorante"
Amenadiel afferrò al volo le pillole, portando fuori il cameriere dalla cucina, non visto da nessuno.

Nel retro del ristorante, Maze, aiutata da un angelico, stordi tre in un furgone blu scuro, che avevano le foto di Lucifer, Chloe e Trixie. Nello stesso furgone, Amenadiel trascino il cameriere. Maze guidò il furgone lontano dal ristorante, mentre l'altro angelo interrogava con Amenadiel il cameriere terrorizzato. La demone donna tornò al ristorante.

Ufficio di padre Kinley nel Vaticano.

Con disgusto, padre Kinley guardò la sua scrivania, sopra cui c'erano vari contenitori di plastica trasparenti, con dentro pezzi di arti demoniaci. Cercando di non rimettere, indirizzo lo sguardo a una donna piccola e bruna nel suo ufficio che parava con due energumeni, alti il doppio di lei, ma per niente intimorita. La donna, con lunghi capelli neri oltre le spalle, che indossava un vestito fiorato che sembrava una sottoveste così aderente e leggero, disse a Kinley mentre gli porgeva un assegno
"Ecco altri soldini per la nostra missione di pulizia…"
Rise
"...che mi dà tanta gioia"
Kinley afferrò l'assegno, sorridendole nervosamente, dicendole con un conato di vomito mal celato
"Eva, sei proprio una persona…"
Quando vide una mano demoniaca passargli vicino nel contenitore, portato da uno dei due energumeni, corse in bagno per rimettere. Eva disse mentre si avvicinava a una porta
"Femminuccia"

Aperta la porta, entrò in quella che sembrava una sala operatoria. Legato a pancia giù, con salde cinghie al tavolo operatorio un angelo completamente nudo. Una ala era distesa completamente toccando per terra, mentre dove doveva esserci l'altra ala c'era mezza spalla mancante. Eva sorrise sentendo piangere dall'altra parte del tavolo. L'angelo guardava con disperazione una donna che era seduta per terra, legata con corde, un pezzo di nastro adesivo sulla bocca, che piangeva disperata. Eva si abbassò all'altezza della donna, dicendogli con sguardo allucinato
"Povera umana. Innamorata di un angelo. Doveva essere tutto rose e fiori. Ma no, ecco trovarvi questa cattiva eterna"
Avvicinandosi all'orecchio della donna mentre l'angelo le urlò
"Non devi farle del male. Era l'accordo"
Eva gli disse, mentre asciugava con il palmo della mano le lacrime sul viso della donna
"Mantengo sempre le promesse. Ma lasciami dire qualcosa alla tua amata, perché capisca quanto la ami…"
Rivolta alla donna che la guardava con odio
"...Devi sapere, mia piccola umana, che mentre ero in paradiso, scoprii che quando un angelico o un demoniaco si innamorano, ebbene diventano vulnerabili. La loro carne può essere tagliata. Basta fare un piccolo accordo con loro. Si lasciano fare in pezzi, salvando il loro grande amore. Finito con lui ti lascerò andare. Puoi dirlo a chi vuoi, tanto chi ti crederà?"
Le strappò il pezzo di nastro adesivo dalla bocca, dicendole mentre tornava all'angelo
"Grida pure, la stanza è insonorizzata "
Un urlo dell'angelo si unì al pianto disperato della donna.

Sera a Roma. Spettacolo della Disney in un teatro, palchetto privato.

Lucifer era veramente soddisfatto. Il pranzo era andato magnificamente, con Trixie e Chloe che insieme a lui sembravano una piccola famiglia felice. Guardò sorridendo Trixie che in piedi, vicino alla sedia, cantava le canzoni che eseguiamo sul palco, come le centinaia di bambini e adulti nel teatro. Il re dell'inferno non si accorse di Chloe che distolse lo sguardo da lui per reprimere una voglia infinita di baciarlo, persa oramai d'amore per lui. Non immaginava che nel corridoio fuori, Maze e Amenadiel avessero bloccato altro due che li volevano rapire.

Quella mattina, Chloe e Trixie, dopo aver fatto colazione, erano state invitate da un impettito ciambellano di corte, per un pranzo con re Lucifer nel magico mondo della fantasia. Al si divertito di Chloe e Trixie, erano giunte due donne portando dei vestiti degni delle più belle principesse Disney, aiutando la madre e la figlia a indossarli. Non immaginavano che nel ristorante, Lucifer era agitatissimo, sicuro che sarebbe morto di crepacuore se avessero detto di no all'invito. Si tranquillizo quando le vide entrare nella sala del ristorante, restando senza parole, per quanto lo aveva incantato Chloe. Lo svegliò trixie che come sempre lo abbraccio con enfasi.

Dopo il pranzo, erano tornati nella camera d'albergo, dove Trixie e Chloe si erano cambiati in abiti più normali, andando in limousine con Lucifer al teatro.

A un certo punto, quando sul palco si eseguì la canzone della mamma di Dumbo, Chloe ricordò con commozione, una descrizione della vita famigliare di Lucifer, da parte di Padre Frank
"Credi che la dea in Charlotte fosse così buona con i figli da piccoli? No mia cara. In paradiso ci sono prove di lei che incitava i figli contro il marito Dio. Lucifer o meglio Samael, ma non lo chiamare mai così, lo odia, subì la sua influenza peggiore. Lo picchiava, ma poi dava la colpa al marito di averla costretta, facendola arrabbiare. Lucifer ebbe la sfortuna di essere troppo attaccato ai fratelli e le sorelle minori. Mentre gli altri della sua età si avviavano chi all'esercito celeste, chi mansioni affidate dal padre Dio, lui rimase intorno la madre, solo per proteggere i fratelli e le sorelle piccole dalla furia della dea. Lo plagio così tanto da convincerlo alla ribellione. Si accorse tardi dello sbaglio. Si ritrovò solo, abbandonato. Dopo eoni permise a te di fargli provare sentimenti puri, senza secondi fini"

Si svegliò dai suoi pensieri sentendo battere le mani. Vide Lucifer che teneva in braccio Trixie, che batteva felice le mani. Chloe giurò a se stessa che qualunque cosa fosse successo, mai l'avrebbe fatto sentire tradito da lei. Si alzò avvicinandosi al fianco di Lucifer che la cinse con un braccio, sereno e felice. Sotto, nel pubblico, Eva li guardava, nervosa, perché i suoi scagnozzi non stavano riuscendo a rapirli. Con un sorriso cattivo fissò Trixie, pensando quanto si sarebbe divertita a vederla piangere disperata, vedendo Lucifer torturato. Si dileguò con il pensiero di torturare qualche suo scagnozzo, per mostrare cosa succede a chi fallisce.

CONTINUA

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Capitolo 4
*** Dolce e veleno. ***


Italia, Roma. Quasi mezzanotte.
L'ampio balcone dell'albergo dove risiedevano Chloe e Trixie.

Lucifer, in piedi di fronte Chloe e Trixie, era stupito dalle parole della detective
"Lucifer, io e Trixie ti accettiamo anche nella tua forma…"
Chloe guardò Trixie che annuì di sì sorridendo
"...come suggerito da mia figlia, nella tua forma da buon diavolo. Non ci spaventi. Quindi per dimostrartelo, vorremmo che tu fossi ora qui nella tua forma da buon diavolo"
Trixie si avvicinò a Lucifer che li guardava confuso, chiudendo nelle sue mani una grande di Lucifer, dicendogli con uno dei suoi più felici sorrisi
"Lucifer ti vogliamo bene, ma tanto tanto tanto. Non devi avere paura. Noi accettiamo tutto di te"
Lucifer sorrise appena a Trixie, guardando intensamente Chloe che era raggiante. Per quanto tentasse il re dell'inferno, non riusciva ad accantonare il terrore che sarebbero scappate via. Sperando cambiassero idea, Lucifer chiuse gli occhi, dicendo a Chloe quasi in un sussurro
"Chloe ti prego, non voglio spaventarvi. Non voglio perdervi nuovamente"

Quando percepii l'abbraccio di Chloe, spalanco gli occhi che erano diventati lucidi. Decise che se fossero scappate via, avrebbe usato una lama di Maze per tagliarsi la gola e i polsi. Respiro profondamente, divenendo nella sua forma diabolica.

Chloe alzò lo sguardo rivedendo quel viso bruciato, quel viso che l'aveva fatta scappare via da Los Angeles spaventata. Solo che il suo sguardo, in quell'occasione, era di profonda comprensione e amore. Ricordava fin troppo bene le immagini mostrate dall'angelo padre Frank, le terribili immagini di Lucifer torturato dai demoni mentre urlava al cielo pietà. Istintivamente Chloe bacio quelle labbra bruciate, un bacio che era dimostrazione dell'amore che sentiva per lui, ma soprattutto un modo per dimostrargli che lo accettavano. Lucifer era senza parole, mentre Chloe continuava nel suo dolcissimo bacio. Contenta, Trixie disse, sempre attaccata alla mano bruciata di Lucifer
"Lucifer sei fantastico. Meglio di Maze"
Lucifer allontanò appena le labbra da quelle di Chloe per sorridere, mentre calde lacrime gli bagnavano le guance bruciate. Commossa a sua volta, Chloe appoggiò la sua fronte a quella di Lucifer, dicendogli
"Lo vedi? Ti vogliamo ugualmente bene, ti vogliamo con noi"

Il cuore del re dell'inferno gli saltò nel petto, quando la sua Chloe con Trixie lo abbracciarono, dimostrandogli che non era più solo, due umane che erano così lontane dai fatti angelici e diabolici qualche anno prima, accettavano tutto di lui.

Qualche ora dopo.

Erano seduti nell'ampio divano del balcone, parlando di tutto, come una famiglia normale, con il re dell'inferno, tornato nella sua forma umana. Trixie, seduta tra Lucifer e sua madre non voleva lasciare la mano destra di lui. Fu sua madre a tentare di calmarla, quando la vide letteralmente abbracciare il braccio destro di Lucifer che sorrideva divertito, non infastidito come una volta
"Trixie non essere così appiccicosa. Lucifer non scappa"
La bambina scosse la testa, dicendo con voce piagnucolante
"Mamma ti voglio bene, ma non ti credo. Non voglio più lasciarlo. Io volevo restare con lui a Los Angeles, ma tu non mi ascoltavi, mentre mi portavi qui. Io non voglio perdere nuovamente Lucifer"
Finendo per piangere con il viso premuto contro il braccio di Lucifer, impressionato dalle parole della bambina. Con il cuore pieno di sensi di colpa, Chloe accarezzo i capelli della figlia, dicendole con gli occhi lucidi "Trixie ti chiedo scusa. La tua mamma era così sciocca. Dovevo ascoltare le tue parole piene di saggezza. Spero che un giorno potrai perdonarmi"
Lucifer le sorrise, portando Trixie a sedere sulle sue gambe, dicendo alla bambina, mentre le porgeva un pacchetto di fazzoletti di carta
"Trixie ti fidi di me?..."
La bambina annuì decisa di si, mentre con un fazzolettino di carta asciugava le lacrime dagli occhi
"...quindi mi crederai quando ti dico che tua madre non ha fatto nulla per ferirti intenzionalmente. In quel momento, credeva che allontanarvi da me fosse la cosa migliore. Ma visto che le cose sono migliorate? Siamo nuovamente assieme. Dimentichiamo quindi quei brutti momenti, come un incubo perso al sorgere del sole"
La bambina lo abbraccio, per poi allungare un braccio verso la madre, che commossa si unì a quel momento.

Un ora dopo.

Aiutata da Lucifer, Chloe portò a letto Trixie che si era addormentata tra le braccia del re dell'inferno.
Tornati nel balcone, Chloe guardò il cielo stellato di Roma, accolta tra le braccia di Lucifer che l'abbraccio da dietro, dicendole
"Chloe sono così impaurito che tutto questo sia solo un bellissimo sogno"
Chloe si appoggiò al petto di Lucifer, dicendo persa nell'estasi dell'amore ritrovato
"Lucifer tu sei il mio sogno realizzato. Con te accanto sento di poter fare di tutto"
Lucifer bacio la guancia destra della sua detective, allontanandosi per mettere il suo cellulare sul tavolino rotondo lì vicino, dal quale si diffuse la musica del ballo nel Lux che avevano fatto anni prima. Lucifer fece un piccolo inchino, dicendole mentre le baciava le mani con delicatezza
"Mio amore, vuoi farmi l'onore?"
Chloe annuì di si, perdendosi in quel ballo, dove tutto il resto del mondo scomparve, restando solo loro due.

Felice, Chloe appoggiò la testa sul petto di Lucifer ricordando una frase dell'angelo padre Frank
"Ricorda sempre, nella tua mano si trova il suo cuore. Resta a te la scelta se romperlo o accoglierlo. Resta a te la scelta se dimostrargli che merita di essere amato o restare solo per sempre"

Alzata la testa, Chloe guardò con infinito amore quel diavolo che era diventato tutto per lei. Con speranza, il re dell'inferno si avvicinò a lei, perdendosi in un appassionato bacio.

Divisero le loro bocche solo per respirare, sorridendo a vicenda, tra emozione e gioia. Quelle due anime ferite piu vokte dal mondo, erano finalmente felici insieme.
I baci, le carezze d'infinita tenerezza continuarono sul divano li nel balcone, con Lucifer che disse alla sua Chloe
"Torna a Los Angeles con me. Oppure, ce del timore verso di me"
Il piccolo velo di tristezza negli occhi di Lucifer, colpì profondamente Chloe. Il suo amato partner era un libro aperto su cosa provava. Con enfasi gli buttò le braccia al collo, dicendogli tra piccoli baci posati sulla guancia di un sorridente Lucifer
"Nessun timore di te. Si Lucifer voglio tornare con te a Los Angeles…"
Sciolse l'abbraccio quel tanto per guardarlo negli occh
i "...Ti amo Lucifer, ti amo immensamente"

Lucifer sgrano gli occhi, con una voglia infinita di dirle che l'amava, ma in tutta la sua eternità non era mai riuscito nell'impresa. La dottoressa Linda gli aveva detto che
"La prima forma di amore per una persona, anche per gli eterni, può dirsi la famiglia. Tu sei rimasto deluso dal tradimento dei tuoi familiari, che piuttosto perdonare la tua fallita ribellione, ti hanno allontanato in modo efferato. Da quel momento, solo dire, ma anche il pensiero di nuovamente donare il tuo amore ti terrorizza. Non devi perdere la speranza, sono certa che dirai le tre piccole parole a qualcuno, un amore immenso, la persona che diventerà tutto per te"

Lucifer voleva dire quelle tre parole a Chloe, sicuro che lei non lo avrebbe mai tradito, distruggendo il suo cuore che le donava. Stupendo se stesso, improvvisamente Lucifer le disse con una facilità sorprendente, dimostrazione ulteriore che Chloe aveva sanato il suo animo ferito, impaurito dai sentimenti
"Chloe, io ti amo, ti amo, ti amo"

L'alba sorse, trovandoli abbracciati e felici.

Qualche ora dopo, Trixie si alzò dal letto sentendo parlottare oltre la sua porta. Mezza addormentata aprì la porta, scoprendo con gioia, Lucifer seduto accanto sua madre, facendo con lei colazione. Senza aspettare, corse felice da Lucifer che accettò il suo abbraccio, mettendola seduta sulle sue gambe, dicendogli dopo il sì quasi sussurrato di Chloe che era raggiante
"Trixie vuoi tornare a Los Angeles con me?"
La bambina batte felice le mani, abbracciando Lucifer, non notando sua madre che aveva gli occhi lucidi.

Qualche ora dopo.

Lucifer scese le scale canticchiando felice, sorpreso di trovare Maze e Amenadiel in attesa vicino la porta della sala da pranzo dell'albergo. Amenadiel gli fece segno di seguirli, chiudendo la porta.

Lucifer, informato dei piani di Eva, dell'urgenza di riportare Chloe e Trixie a Los Angeles, ricade nella disperazione. Sotto gli occhi stupiti di Maze e Amenadiel, diceva, camminando nervosamente nella sala da pranzo
"No, no, no. Stava andando tutto così bene. Ora Chloe avrà paura, si allontanerà da me. Non la rivedrò più …"
Guardando Amenadiel
"...ha detto che mi ama, io le ho detto che l'amo. Perché non posso essere felice? Tutto mi vuole solo e amareggiato. Maledizione!"
Picchiando i pugni su un tavolo per quattro che si frantumò cadendo a terra. Amenadiel lo raggiunse, dicendo al fratello che fissava il vuoto con gli occhi rossi
"Calmati. Sono certo che Chloe comprenderà. Non perdere subito le speranze"
Lucifer scosse la testa, allontanandosi lentamente dal fratello con l'aria sconfitta. Vicino la porta della sala da pranzo, un nuovamente triste re dell'inferno, disse a Maze e Amenadiel, senza guardarli
"Andate voi di sopra. Spiegate a Chloe ogni cosa. Io vado per far preparare il mio aereo privato. Vi attendo li"

Aeroporto privato fuori Roma.

Lucifer sedeva in quella che era il suo studio dell'aereo. Era un aereo privato così attrezzato che rivaleggiava con quello del presidente americano.
Il re dell'inferno si sentiva distrutto mentalmente e fisicamente. Decise di restare nello studio, non volendo affrontare Chloe, certo si sarebbe definitivamente allontanata da lui.
Con gli occhi lucidi si alzò dalla comoda sedia imbottita, sedendosi per terra, sfoderando le ali. Sorrise amaramente, ripensando a tutti quei progetti per fare vedere le sue ali, soprattutto a Trixie così entusiasta.

Mezz'ora dopo.

Chloe busso diverse volte alla porta dello studio di Lucifer. In fretta e furia aveva raccolto con Trixie tutte le loro cose in albergo, seguendo Amenadiel e Maze sull'aereo.
La detective non avrebbe permesso a nessuno, niente di meno che una certa Eva o altri di dividerla da Lucifer. Continuò a battere sulla porta, quasi urlando
"Lucifer ti prego, apri la porta. Amenadiel mi ha detto tutto. Non voglio allontanarmi da te. Mi sento al sicuro. Lucifer mi conosci quanto posso essere testarda"
Sentì qualcosa strisciare dietro la porta, con la voce di lucifer che le disse
"Chloe ti amo, ma non voglio metterti in pericolo, meno che meno Trixie. Devi allontanarti da me"

Chloe appoggiò la fronte alla porta, non sapendo che dall'altra parte Lucifer aveva fatto la stessa cosa. Non trattenendo le lacrime, Chloe gli disse con voce rotta dal pianto
"Lucifer non devi farlo. Non ricordi che per il mio lavoro rischio la vita ogni giorno? Sono allenata al rischio, come anche Trixie. Quindi non preoccuparti. Combatteremo insieme tutto. Non provare ad allontanarti da noi, potrei inseguirti per spararti"
Lucifer sorrise, aprendo la porta dello studio. Improvvisamente, due ali d'angelo comparvero sulle spalle di Lucifer, lasciando Chloe incantata, nulla al confronto della voce entusiasta di Trixie che disse
"Per la miseria che splendide ali"
Mezz'ora dopo.

Maze portò nello studio di Lucifer, una delle valigie di Chloe, mettendola per terra con cura, dicendo a un sorpreso Lucifer che terminò una telefonata che stava facendo
"Vorrei sapere come questo coso sia finito tra gli oggetti di Chloe"
Aprendo la valigia con un piede, mentre Lucifer si avvicinò, dicendo alla demone, con sollievo, notando tra i vestiti la scatola di legno regalo di padre Kinley a Chloe
"Posso dirtelo io. Mi ha detto Chloe che quel padre Kinley le aveva regalato una scatola di legno con dei profumi fatti da un convento a Roma"

Maze scosse la testa, indicandole la scritta sulla scatola. Nel leggerla, Lucifer perse il sorriso. Sulla scatola c'era scritto in latino che era un kit per uccidere il diavolo. Lucifer strinse i pugni, diventando gli occhi rossi, dicendo con rabbia
"Quel maledetto, credeva che Chloe avrebbe usato i profumi, avvelenandomi senza volerlo"

Maze svuoto un largo e alto porta ombrelli in un angolo dello studio. Buttò la scatola di legno nel porta ombrelli, facendo segno a Lucifer. Il re dell'inferno aprì la mano destra, comparendogli sul palmo una sfera di fuoco che lanciò nel porta ombrelli, disintegrando scatola di legno con contenuto. Lucifet disse subito dopo a Maze
"Riporta la valigia nella stiva. Spiegherò io tutto a Chloe. Quel Kinley deve sperare che non lo incontri mai"

Tornati a Los Angeles, Lucifer grazie a un hacker che gli doveva alcuni favori, entrando nel database della centrale di polizia, fece concedere a Chloe tre mesi di ferie pagare. In altre circostanze, Chloe non avrebbe gradito mancare cosi tanto dal lavoro, ma in quell'occasione decise di accettare, volendo sperimentare con Lucifer nel suo attico, super sorvegliato, una specie di routine famigliare. Una decisione che entusiasmo Trixie, soprattutto perché Maze era diventata la sua guardia del corpo, assunta da Lucifer.

In tutto questo turbine di novità, naturalmente Chloe e Lucifer, qualche giorno dopo essere tornati da Roma, il primo week end nel quale Trixie era da Dan, sempre sorvegliata a distanza da Maze, si chiusero nell'attico dando sfogo alla loro attrazione sessuale, facendo l'amore infinite volte. Un fare sesso che per Lucifer fu qualcosa di più piacevole, più intenso di tutto il sesso senza senso fatto nella sua eternità.

Piano, piano il tempo passò. I giorni divennero settimane, le settimane mesi, arrivando a due anni.

Eva con la sua organizzazione criminale, sembrava essersi dimenticata di Lucifer e le sue adorate Chloe e Trixie. Soprattutto il Vaticano, aveva deciso di lasciare che la giustizia italiana si occupasse di padre Kinley e la sua organizzazione. In meno di un mese il prete fu scomunicato dalla chiesa, ma Eva sembrava scomparsa, nessuno la trovava.

Trascorrono tre anni.

Mattina. Attico dove vivevano Lucifer, Chloe e Trixie, completamente ristrutturato. Da un anno Chloe e Lucifer erano sposati.

Lucifer sistemo la giacca, aprendo la porta della camera da letto. Vide Chloe seduta nel divano, intenta nel scrivere qualcosa al cellulare. Neanche cinque minuti dopo erano nell'auto, che parlavano del nuovo caso, con Lucifer che sfogliava il fascicolo. Come un presentimento, Lucifer alzò lo sguardo, vedendo una grossa jeep andare contro di loro. Lucifer fece appena in tempo a gettarsi su Chloe, mentre la jeep li speronava.

Chloe sperava fosse stato tutto un brutto sogno. Non poteva credere che erano stati investiti. Aprì gli occhi sentendo un fortissimo dolore in quasi tutto il corpo. Vide un uomo che si chinava su di lei, facendole una puntura, pensando fosse un paramedico. A poco a poco si trovò nell'incoscienza. Rivide la proposta di matrimonio di Lucifer in riva alla spiaggia dove si erano baciati la prima volta. Il matrimonio nella chiesa di padre Frank, con lo stesso padre Frank come officiante, remore sempre Chloe del giuramento a Roma di non rivelare mai i loro discorsi. Con commozione vide un felice Lucifer mostrargli l'attico rimesso a nuovo, non per uno scapolo, ma per una famiglia. Trixie che decise di chiamare Lucifer papà, con l'approvazione di Dan, con un re dell'inferno commosso e felice. Vide Dan e Ella che accettavano il mondo di Lucifer, tra paradiso e inferno, soprattutto grazie all'aiuto di Linda. Improvvisamente la voce di Trixie preoccupo Chloe
"Papà Lucifer perché non si sveglia la mamma?"

Chloe aprì gli occhi, sentendo Lucifer chiederle
"Chloe come ti senti?"
Lei tentò di sorridere
"Come se fossi stata investita"

Tutta la voglia di scherzare finì quando si guardò attorno. Era su un rozzo materasso per terra, in una stanza molto grande, con pareti bianche e pavimento lucidi di marmo, nessuna finestra. Nel centro della stanza c'era una colonna bianca, a quella colonna era legato con catene dorate Lucifer. Trixie corse incontro a sua madre abbracciandola. Con orrore Chloe le sentì dire, mentre non staccava gli occhi da Lucifer "Mammina sono venuti a scuola, minacciando tutti, portandomi via. Mi sono svegliata accanto a te. Con papà Lucifer legato a quella colonna. Non riesce a liberarsi"
Chloe bacio la fronte della figlia, correndo da Lucifer. Tentò di smuovere le catene, ma Lucifer le disse
"Inutile, sono catene angeliche. Le ricordo troppo bene. Chloe …"

Prima che potesse continuare, si aprì l'unica porta della stanza, bianca che quasi si confondeva con le pareti. Due energumeni afferrarono Chloe e Trixie, tenendole da dietro tra le loro braccia, facendo quasi impazzire Lucifer, che divenne Lucifero infernale. Una voce gelo Lucifer. Eva si mise davanti a Lucifer battendo le mani
"Che grande amore. Lucifer, piacere di rivederti…"
Guardò verso Chloe
"...credevi sul serio che mi sarei fatta arrestare? In questo periodo sono riuscita a creare una mia organizzazione…"
Rivolta a Lucifer
"...dove ora tu Lucifer sei il pezzo forte"
Un terzo scagnozzo entrò con una siringa in mano, mettendo sulla bocca di Trixie un pezzo di scotch. Poi afferrò per i capelli Chloe, inserendo l'ago nel suo collo, dicendole
"Non muoverti o potrei premete, si tratta di veleno"
Chloe si paralizzo. Eva disse a Lucifer, mentre passava la lama di un bisturi sul collo di Trixie
"Fai il giuramento, oppure le tue donne moriranno. Fai il giuramento. Quando esalerai l'ultimo respiro le lascerò libere"
Lucifer abbassò lo sguardo, dicendo
"Giuro come angelo, giuro come demone, giuro in ogni realtà, finché loro respirano, vivranno io sono sottomesso a te Eva"

CONTINUA

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Capitolo 5
*** La fine dei sogni. ***


Sala operatoria degli orrori di Eva

Mezz'ora dopo il giuramento di sottomissione di Lucifer a Eva.

Chloe e Trixie erano sedute per terra, legate con forti corde, ognuna con un pezzo di nastro adesivo sulla bocca. Eva entrò nella sala operatoria sorridendo soddisfatta. La pazza genitrice dell'umanità, indossava un camice da dottore, dicendo a Chloe e Trixie
"Vista la giovane età della signorina, le illustrerò una piccola lezione di anatomia sugli angeli"
Tolse il lenzuolo bianco dal tavolo operatorio. Sotto quel lenzuolo Lucifer, completamente nudo, disteso sulla pancia, con grosse cinghie alle gambe, braccia e collo, lasciando libera la schiena. Cinghie che sarebbero state niente, se Lucifer non fosse stato legato al giuramento dell'angelo.

Almeno, Lucifer avrebbe desiderato urlare a Chloe e Trixie di chiudere gli occhi, ma forse intuendolo, Eva gli aveva chiuso le labbra con grossi punti metallici.

Eva batte con il palmo della mano destra sulle spalle di Lucifer, dicendo rivolta alle due umane terrorizzate
"Cara bambina, cara donna, sia gli angeli che i demoni hanno le ali poste proprio vicino le scapola. Diventano piccole piccole, quando vengono rinfoderare, mettendosi accanto a l'osso. Quindi, non volendo che le ali mi colpiscano in faccia…"
Eva si sporse alla sua destra, prendendo da un tavolino di metallo, un lungo pezzo di ferro piegato a formare una U
"...blocchiamo una ala…"
Conficcò con forza le punte accanto la scapola di Lucifer vicino a lei, con Lucifer che resistete dal tentare di urlare, per non dare ulteriore dolore alle due umane adorate
"...dopo possiamo estrarre l'altra ala facendo una pressione qui…"
Conficcò un bisturi nella scapola opposta di dove era lei. L'ala uscì fuori dalla scapola in tutta la sua lucentezza.

Trixie odiava con tutto il cuore Eva, quella donna senza nessuna pietà che si accaniva su suo padre Lucifer. La bambina guardò con dolore l'ala, a pochi centimetri dal suo piede, ricordando con un nodo alla gola, tutte le volte che quelle ali le avevano dato conforto, gioia. Con sorpresa e tristezza di Trixie, la punta dell'ala le toccò il piede destro, come un ultimo addio.

Con orrore di Chloe e Trixie, Eva estrasse la scapola dalla spalla di Lucifer, cui era attaccata l'ala. Con rabbia, Trixie tentò di alzarsi da terra, nonostante le corde che la legavano, per tentare di fermare Eva che rise. Una risata che si bloccò nella gola di Eva, impressionata dalla bambina che riusci ad alzarsi, correndo da Lucifer, mentre Eva spaventata da tutta quella volontà della bambina, si precipitò fuori la sala operatoria. Con dolore, Chloe vide sua figlia appoggiare la fronte a quella di Lucifer, in un mugugnare dei due, estremo tentativo di comunicare. Uno scagnozzo di Eva afferrò Trixie per le spalle, rimettendola accanto a Chloe per terra. Tentando di ritrovare un po' di dignità, Eva rise continuando nell'estrazione dell'altra ala.

Accanto a Trixie, Chloe decise di fare un estremo sacrificio d'amore, pur di sapere Lucifer vivo, prego il padre del re dell'inferno, Dio.
"Dio ti prego, non puoi permettere che questo demonio che si chiama Eva continui. Ti scongiuro, aiuta tuo figlio Lucifer. Lui non merita tutto questo. Io sono pronta al sacrificio più terribile pur di saperlo in vita. Mi strapperò il cuore, non vivendo più felice con lui. Sono pronta a questo purché lui viva"

Una luce divina illuminò la sala operatoria. Spenta la luce divina, comparve accanto a una terrorizzata Eva un angelo. L'angelo era Michael, il fratello gemello di Lucifer che afferrò per il collo Eva, dicendole con rabbia
"Devi andare all'inferno. Mentre tu fratello vieni con me in paradiso"

Lucifer non voleva separarsi dalla sua famiglia. Non più legato al giuramento fatto a Eva, stava per strappare le cinghie, ma Michael usò la magia angelica per calmarmi, portandolo nel sonno. Subito dopo, Michael rivolse la sua attenzione a Chloe e Trixie, guardandole con compassione
"...Chloe il tuo sacrificio salverà la vita a tanti angelici, fermando questo obbrobrio dal nome Eva. Gli scagnozzi di Eva sono tutti addormentati. Io porto mio fratello Lucifer in paradiso. Purtroppo non potrete rivedervi mai più, neanche alla tua morte o di Trixie, essendo un giuramento eterno. Addio"

In una luce divina, arcangelo Michele scomparve dalla sala operatoria, portando con se Eva e Lucifer. Sconvolte, Chloe e Trixie, libere dalle corde, si abbracciarono piangendo, consapevoli delle parole dell'arcangelo Michele.

Qualche ora dopo.

Rientrate nell'attico, quel luogo sembrava a Trixie e Chloe così silenzioso, triste senza Lucifer. Scossa da singhiozzi di pianto, Trixie corse nella camera da letto di Chloe e Lucifer. La bambina, disperata, con il cuore in pezzi, indossò una giacca di Lucifer, quasi nascondendosi sotto le coperte dal lato dove dormiva il suo adorato padre acquisito. Sulla porta della camera, Chloe decise che doveva essere forte per Trixie. Con delicatezza, Chloe si infilò sotto le coperte accanto la figlia.

Paradiso. Ospedale.

Un giovane angelo uscì dalla grande porta dell'ospedale, sbuffando per il gesso al braccio destro, dicendo a se stesso
"Sono troppo precipitoso. Adamius lo vuoi capire?..."
Dandosi un pugnetto sulla testa
"...io come altri prima di me, sono stato scelto tra le anime benedette per essere un angelo. Quindi devo imparare a poco a poco a usare le ali. Non tentare un volo da una alta torre, rompendomi un braccio"
Qualcosa atterrò accanto a lui con un rumore di vetro rotti. Con stupore dell'angelo e tutti quelli davanti all'ospedale, un completamente nudo Lucifer, con la spalla destra fasciata, cominciò una frenetica corsa sulla strada. Quattro soldati angelici, lo inseguirono volando.

Nonostante stanco e dolorante per la spalla destra come morta, Lucifer sorrise vedendo i cancelli del paradiso. Voleva buttarsi dalla piattaforma di fronte i cancelli. Non gli importava di morire, non voleva restare in paradiso lontano da Chloe e Trixie. Il sacrificio di Chloe aveva infiammato ancora di più l'amore di Lucifer per lei.
Mentre Lucifer si avvicinava al bordo della piattaforma, si sentì felice, pensando che avrebbe rivisto la sua piccola famiglia, gli amici. Tutta la felicità si sciolse, appena i quattro soldati angelici lo afferrarono, riportandolo in paradiso oltre il cancello.

Nell'ospedale del paradiso.

Un dottore angelico imbotti Lucifer di tranquillanti, lasciandolo nel mondo dei sogni, dove Chloe e Trixie erano con lui.

Los Angeles. Un mese dopo.

Trixie stava entrando a scuola, quando sgrano gli occhi, credendo di vedere Lucifer di spalle vicino la sala dei professori. Stava per correre ad abbracciarlo, fermandosi a pochi passi, scoprendo con delusione che era l'insegnante di spagnolo. Arrabbiata con tutti, si diresse fuori la scuola, con il cuore pieno di tristezza.

Un ora dopo. Lux.

Chloe uscì dell'ascensore con il cellulare in mano. Dietro il bancone del bar, Maze era di spalle, intenta ad aggiornare il libro contabile. La demone, senza voltarsi, le indicò una alta e larga tenda nera, attaccata al muro accanto la zona bar. Chloe fece un respiro profondo, spostando di lato la tenda, aprendo una porta. Con il cuore in subbuglio, si trovò nell'ufficio di Lucifer nel Lux. Cercando di non piangere, Chloe guardò il lampadario, che sembrava un gruppo di fiamme bianche. Ma ogni tentativo di non piangere sfumo, vedendo dov'era Trixie. La bambina era raccolta in posizione fetale, nella poltrona dietro la scrivania.

Lucifer nel suo progetto iniziale, aveva posto una grande scrivania, con una grande poltrona che sembrava un trono, per incutere timore ai suoi ospiti. Invece, da quando Trixie cominciò a far parte della sua vita, se non trovavano la bambina, era quasi sicuramente in quella poltrona. Fuori l'ufficio, Maze odio profondamente il paradiso, asciugandosi le lacrime, sentendo Trixie urlare con la voce rotta dal pianto
"Deve tornare...papà Lucifer deve tornare! Mamma io lo so, sento che soffre dove si trova! Mamma, rivoglio papà Lucifer"
Maze sentì un singhiozzo di pianto dietro di lei. Tutto lo staff del Lux era a pochi passi dal bar, che ascoltavano commossi lo sfogo di Trixie.

Paradiso. Ospedale.

Padre Frank era in piedi, vicino al letto dove doveva esserci Lucifer, ma non c'era. Un infermiere entrò nella stanza dicendo esasperato
"Ma non ci credo. Lo sediamo, calmandosi solo per qualche ora. Cerchiamo di cancellargli la memoria, quasi l'ospedale scoppia per la sua forza di volontà. Pensa anima benedetta…"
Rivolto a padre Frank
"...Lo leghiamo con corde angeliche, riesce a spezzare o come un serpente sguscia via. Non sappiamo più cosa fare. Appena un'ora fa lo abbiamo operato alla spalla"

Rimasto solo nella stanza, padre Frank sorrise amaramente. Conosceva quel Lucifer, non potevano tenerlo lontano da Chloe e Trixie.

Per le strade del paradiso.

Lucifer con indosso un vestito da infermiere, rubato mentre era sgattaiolato via dall'ospedale, mezzo assonnato per l'anestesia dell'operazione, cercava di nascondersi, così da arrivare al cancello del paradiso, sicuro che con due ali, poteva planare verso la Terra. Ancora gli risuonava nelle orecchie il pianto disperato di Trixie, cui mancava. Dovete trattenere il pianto al ricordo di una preghiera di Chloe
"Dio ti prego, devi essere molto paziente con tuo figlio Lucifer. Io percepisco che soffre, ma purtroppo era l'unica soluzione per non perderlo del tutto. Digli che l'amo, un amore immortale. Spero un giorno Trixie trovi un po' di pace, soffrendo terribilmente la sua mancanza"
Lucifer non si accorse che padre Frank plano vicino a lui. Qualcosa bloccò l'anima benedetta.

Il re dell'inferno era appoggiato a un muro, dall'altra parte si appoggiò un ragazzo sui quindici anni, coperto da un lenzuolo bianco come una tunica. Il prete notò che Lucifer e quel ragazzo c'era una somiglianza enorme, ma soprattutto quel giovane aveva gli occhi di Chloe. Il re dell'inferno si allontanò dal muro, mentre padre Frank fermò il ragazzo che sgrano gli occhi vedendolo. Con un grande sorriso, il ragazzo lo abbracciò, dicendo con voce disperata
"Ti cercavo, devi aiutarmi. Non voglio scomparire nel paradiso dei cherubini. Voglio nascere …"
Il ragazzo gelo padre Frank, dicendogli con un sorriso così uguale a quello di Lucifer
"Dovevo nascere dall'amore di mio padre Lucifer e mia madre Chloe. Dovevo essere il fratello di Trixie, il suo adorato fratello. Invece ora non nascerò più..."
Mostrando a padre Frank la mano destra semitrasparente
"...Ma non voglio diventare uno stupido cherubino, sono così noiosi. Preferisco scomparire, come sto facendo…"
Il ragazzo si aggrappò alla giacca del prete quasi urlando
"...Padre tu eri nei miei ricordi. Mia sorella Trixie, mi disse che eri il miglior amico di mio padre. Ti scongiuro, aiutami"

Padre Frank vide Lucifer trasportato da due soldati angelici verso l'ospedale. L'anima benedetta di padre Frank accarezzo la testa del ragazzo, cercando il modo di aiutarlo.

Qualche ora dopo.

Padre Frank cercò un luogo dove nascondere quel mancato figlio di Lucifer e Chloe. Perché quel ragazzo era cercato dai soldati celesti per farlo diventare un cherubino. Lui, padre Frank, non aveva un alloggio in paradiso, perché come ogni anima benedetta, risiedeva nella luce sulla sommità di una torre d'oro, vicino il Palazzo di Zaffiro, la residenza di Dio. Molte volte, Dio sceglieva tra le anime benedette nuovi angeli, ma padre Frank era una anima benedetta morto da giusto.

Ironia della sorte, l'unico luogo sicuro che trovò padre Frank fu in una stanza d'ospedale, proprio sotto la stanza dov'era Lucifer. Grazie a un medico amico, aveva fatto registrare il ragazzo come affetto da una forte varicella.

Tornato nella stanza con del cibo, padre Frank trovò il ragazzo seduto nel letto che guardava in alto. Gli disse il ragazzo, senza guardarlo
"Lui si trova qui sopra vero?"
Padre Frank annuì di si, dandogli un sacchetto di carta con dei panini dentro. Evidentemente affamato, il ragazzo iniziò ad addentare un panino con prosciutto, dicendo al prete che si era seduto sul bordo del letto accanto a lui
"Padre forse sono un illuso. Dovrei tornare per diventare uno stupido cherubino. Forse da cherubino potrei abituarmi a curare i giardini del paradiso, tenere compagnia alle anime che devono nascere…"
Il ragazzo chiuse gli occhi abbassando le spalle
"...Ma ero veramente felice in quella famiglia. Non voglio dire nulla sul futuro…"
Il ragazzo si asciugò le lacrime, addentando ancora il panino
"...Ma ricordo il sorriso di mia madre quando sono nato, il mezzo sorriso di mio padre, piuttosto spaventato. Ricordo l'infinito amore di mia sorella Trixie, che ogni battito del suo cuore mi diceva quanto mi voleva bene. Poi una cosa che mi spezza il cuore. Mio padre che mi prese in braccio, mentre mia madre dormiva nel letto d'ospedale, dicendomi mentre mi cullava con amore, che ero il culmine di tutta la sua felicità, iniziata con mia madre Chloe, rinforzata con mia sorella Trixie, esplosa nell'assoluta felicità con me…"
Il ragazzo bevete da una bottiglia di succo di pera nella busta di carta, scuotendo la testa
"...Gli angeli addetti a noi anime ancora non nate, mi hanno spiegato cos'era successo. Ma padre non lo trovo giusto…"
Il ragazzo lo guardò con occhi imploranti
"...ugualmente cercherò di rassegnarmi al mio destino, per essere un cherubino. Ma per favore…"
Il ragazzo congiunse le mani in preghiera
"...vorrei solo incontrare una volta mia madre e mia sorella. Non gli dirò chi sono. Vorrei anche incontrare mio padre, ma la sua sofferenza mi travolge, percepisco quanto vuole tornare dalla sua famiglia. Ti giuro, subito dopo tornerò in paradiso per essere un cherubino"

Padre Frank, con grande sforzo cercò di trattenere le lacrime che sentiva pungere negli occhi, volendo a tutti i costi far incontrare almeno una volta Chloe e Trixie con quel ragazzo.

Notte, balcone dell'attico.

Chloe con molta fatica era riuscita a far addormentare Trixie. Si rifiutava di pensare di darle qualche sonnifero, non volendo farla diventare dipendente. Asciugandosi delle lacrime, guardò il cielo stellato.

Altre volte in mano teneva un bicchiere pieno di qualche alcolico, ma aveva deciso di diminuire, trovando fin troppo appagante lo stordimento che le dava. Sorseggio la coca cola, sorridendo al pensiero che Lucifer avrebbe allungato con del whisky quel liquido. Non si accorse di padre Frank che comparve con accanto il ragazzo, il figlio mancato di Chloe e Lucifer. Il ragazzo, con indosso un paio di jeans scuri e una maglietta grigia, tremò leggermente mentre il prete si avvicinava a Chloe. Il ragazzo non osava alzare lo sguardo, tenendolo fisso sulle scarpe da tennis blu scure. Quando sentì la voce di Chloe vicina, dirgli
"Sono felice di conoscere un amico di padre Frank"
Il ragazzo l'abbracciò con enfasi, provocando nel cuore di Chloe un subbuglio di emozioni, ma stranamente per lei sentendosi come rilassata. Padre Frank a qualche passo indietro a loro, guardò il cielo stellato, chiedendosi come Dio potesse sopportare tutto quel dolore.

CONTINUA

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Capitolo 6
*** Tra lacrime, sorrisi e ali d'angelo. ***


Los Angeles. Mattina, attico di Lucifer e Chloe.

Trixie entrò nella cucina restando delusa. Si era svegliata sicura che Lucifer stava preparando la colazione. Come ogni volta, quando la tragica realtà le toglieva la illusione, le lacrime le pungendo negli occhi. Solo che quella mattina, si accorse che seduto al tavolo della cucina, c'era qualcuno che non conosceva. Asciugandosi delle lacrime, vide un ragazzo alto e magro, con i capelli tanto uguali a Lucifer, guardare perplesso un'omelette nel piatto sul tavolo vicino a lui. Incuriosita, Trixie gli domandò
"Ma tu chi sei?"

Il ragazzo quasi sobbalzò sentendo la voce di Trixie, trovandosi in un flashback di quella vita che non avrebbe potuto avere. Lui appena capace di camminare, entrava mano nella mano con sua madre in cucina, vedendo Trixie intenta ad apparecchiare la tavola per la colazione, urlando tutto felice
"Trichie in braccio"
Felice in braccio alla sorella, facendolo ridere per i baci che gli posava sulle guance.

La scena cambiò subito. Il ragazzo era un bambino di sei anni, quasi nascosto vicino l'entrata del corridoio della sala da pranzo. Trixie un adolescente, seduta nel divano, con Lucifer a destra e Chloe a sinistra. Il re dell'inferno le diceva, mentre gli accarezzava la mano destra nelle sue
"Trixie non puoi perdere questa occasione. Puoi essere l'astronauta più giovane della storia. A sedici anni andresti su Marte, il tuo desiderio più grande"

Trixie sorrise al suo adorato padre acquisito, guardando con gli occhi lucidi sua madre che gli accarezzava l'altra mano, dicendo visibilmente triste
"Ma per quasi per due anni non vedrei voi, papà Dan, Ella, Linda con suo figlio e zio Amenadiel. Soprattutto mi mancherebbe Luc. Non voglio perdere il suo primo volo, con le sue ali multicolori. Adoro come sia così uguale a te papà Lucifer…"
Il re dell'inferno sorrise commosso come la adorata moglie dall'altra parte
"...un vero precoce gentiluomo, nel cuore di tutte le due compagne di scuola"
Luc era felice di sentire che la sua adorata sorella sarebbe rimasta con lui, ma allo stesso tempo le piaceva pensare Trixie fare l'astronauta.

La scena cambiò. Luc guardava un servizio al telegiornale, un servizio dedicato a Beatrice Espinoza Morningstar Decker, la più giovane astronauta della storia, da quasi tre mesi su Marte grazie a un progetto della Nasa. Il bambino sorrise contento, alla risposta di Trixie a questa domanda
"Come mai tre cognomi?"
Trixie era raggiante
"Perché in questi tre cognomi ci sono tre persone importanti. Mia madre Chloe e mio padre Dan. Soprattutto il mio padre acquisito Lucifer, senza il quale mai avrei trovato il coraggio di essere qui. Non posso dimenticare la mia piccola stella, il mio angelo, il regalo più bello del destino, mio fratello Luc che spero mi stia guardando"

Trixie lo riportò alla realtà, toccandogli la spalla sinistra. Sorpreso, il ragazzo vide la sorella che gli sorrideva appena, con gli occhi lucidi. Cercando qualcosa da dire, il ragazzo domandò a Trixie, indicando l'omelette
"Puoi spiegarmi come devo mangiarla? In paradiso non ci sono queste cose"
Trixie sgrano gli occhi, sorridendo.

Chloe e padre Frank rientrarono dal balcone. Il prete gli aveva raccontato che il ragazzo doveva nascere, ma era così impaurito che si rifiutava di farlo
"Speravo che tu e Trixie poteste tranquillizzarlo"

Chloe stava per dirgli che Trixie era piuttosto triste, quando le sembrò di sentire Trixie ridere. Il cuore salto nel petto, vedendola ridere con quel ragazzo. Trixie domandò a quel ragazzo, felice di aver conosciuto la sua adorata sorella
"Ma se potresti scegliere un nome, quale sceglieresti?"
Il ragazzo abbassò lo sguardo, volendo con tutto se stesso dire Luc.
Invece indicò padre Frank
"Il suo nome Frank"

Poco dopo, Trixie seguì sua madre vicino la cucina, mentre padre Frank si sedette accanto il ragazzo, dicendogli sottovoce
"I guardiani della stanza di quelli che devono nascere, ti concedono fino alla prossima alba per tornare in paradiso per diventare un cherubino. Io devo tornare in paradiso"
Il ragazzo annuì di si, guardando un po' impaurito il prete andare via.

Nello stesso momento, paradiso.

I quattro soldati angelici incaricati di riprendere Lucifer, ogni volta che tentava di scappare dal paradiso, andarono da Dio molto amareggiati. Uno parlò per gli altri tre
"Vi chiediamo perdono. Vostro figlio tenta quasi ogni giorno di fuggire per tornare tra i vivi. Non sarebbe nemmeno la cosa peggiore che vediamo, ma ogni volta che lo riportiamo indietro, la sua disperazione ci attanaglia, la sua tristezza ci soffoca. Vi chiediamo, molto rispettosamente, in questo mare di tristezze di essere tolti dall'incarico"
Dio annuì di si, vedendo i soldati sollevati.

Il padre di Lucifer era confuso. Invece di trovare la calma, per essere tornato in paradiso, Lucifer era triste, volendo tornare da Chloe e Trixie. Si chiese se la delusione per come era finita con sua moglie la Dea, gli avesse fatto dimenticare cosa volesse dire la parola amore.

Ospedale del paradiso.

Dio entrò nella camera dove era Lucifer. Era quasi sempre imbottito di tranquillanti per impedirgli di scappare. Lo trovò mezzo addormentato, visibilmente trasandato, anche se indossava solo un paio di pantaloni neri di pigiama. Disteso sul fianco destro, guardava nel vuoto, senza reagire. Con delicatezza, Dio posò la mano sulla fronte di Lucifer. Nella mente del figlio, Dio vide Chloe, vide Trixie. Intorno a quella piccola famiglia amici, conoscenti che mai quel padre poteva immaginare. Dio cercò di spiegare nuovamente a Lucifer che Chloe aveva stipulato un patto per salvarlo.

Improvvisamente, tutti quelli fuori la camera, videro la porta sfondata da Dio. Videro Lucifer nella sua forma da diavolo, con gli occhi infuocati apparire sulla porta, gridando con voce demoniaca
"Uccidimi! Voglio scomparire! Uccidimi! Non voglio esistere più!"
Gettandosi su suo padre Dio, afferrando una mano, mettendola sul suo petto, gridandogli con voce rotta
"Strappami il cuore, non lo voglio più. Finiscimi"
Padre Frank corse da Lucifer tirandolo via. Il re dell'inferno urlava rivolto a padre Frank
"No! Deve uccidermi! Senza Chloe e Trixie voglio morire! Non può tenermi lontano dalla mia famiglia!"
Dio guardò scioccato suo figlio Lucifer piangere tra le braccia di padre Frank, il quale guardava malissimo il suo Dio.

Poco dopo, un medico accolse Dio nel suo studio, dicendogli mentre gli passava una lastra rx
"Mio Dio, prima che vostro figlio trovasse la sua amata, il suo cuore si stava dissolvendo. A mai notato che stava sparendo? Suo figlio era quasi pelle e ossa. Ebbene l'amata con la figlia hanno rinvigorito la sua forza, la fiamma nel suo cuore. In poche parole, se lui rimane lontano dalla sua famiglia, vostro figlio morirà, sparendo. Dovete trovare un modo per rimetterlo in quell'ambito. Entrò un mese, non di più"
Dio guardò la lastra, passando il dito su quella piccola macchia chiara nel centro, dove doveva esserci il cuore di Lucifer. Era determinato ad avere un colloquio chiarificatore con suo figlio.

Poco dopo.

Dio si avvicinò alla stanza d'ospedale dove era Lucifer, sentendolo dire a padre Frank
"Mi mancano, non può tenermi qui. Perché non comprende quanto Chloe mi ama, arrivando a rinunciare a me, pur di salvarmi. Padre ti prego, convincilo. Farò qualunque cosa. Rinuncio ai poteri, alle ali, l'eternità può riprendersela"
Dio si allontanò dalla stanza, con molte cose da fare.

Nelle stesse ore, attico di Lucifer e Chloe.

L'ascensore si aprì, con Trixie che uscì correndo mano nella mano al suo fratello non nato. Chloe, molto sollevata di vedere la figlia più serena, appoggiò i tre cartoni di pizza sul bancone del bar. La detective, più volte aveva spiegato a Trixie che quel ragazzo, prima dell'alba doveva andare via, ma sorprendendola, Trixie le disse
"Mamma non importa. Quel poco che rimango con lui, non so perché mi fa sentire meglio".

Poco più tardi, mentre il ragazzo stava apprezzando la visione del film Disney, le follie dell'imperatore, finendo la terza fetta di una pizza margherita, seduto nel divano vicino a Trixie accanto a Chloe, ebbe una nuova visione di quella vita se sarebbe nato.

Era tra le braccia di suo padre Lucifer, in quella che doveva essere una scuola materna, che gli disse, visibilmente nervoso
"Luc, io non vorrei mai lasciarti in questi luoghi. Già non mi piaceva che tua sorella Trixie, sia costretta in quella specie di carcere a tempo. Preferirei formare la tua cultura portando maestri a casa nostra"
Entrò nella stanza Chloe che prese in braccio il figlio, dicendo mentre lo portava via da suo padre
"Lucifer sono poche ore. Si deve fare"
Il bambino si sentì profondamente triste, guardando suo padre rimasto nella stanza, visibilmente preoccupato. Il ragazzo tornò alla realtà, trovando Trixie appoggiata alla sua spalla che dormiva.

Qualche ora dopo.

Il ragazzo attese nel balcone l'arrivo dell'angelo padre Frank, per riportarlo in paradiso. Aveva salutato affettuosamente Trixie, che gli disse commossa
"Sono sicura, chiunque ti abbia come fratello, sarà la persona più fortunata del mondo"
Da Chloe ricevete un affettuoso abbraccio, che il ragazzo desiderava non finisse mai. Sorrise, seppur con tanta malinconia, per un'ultima visione della vita che non avrebbe mai potuto avere.

Nella scena era giorno, lui di un paio di anni, giocava con sua sorella Trixie, cambiando le frequenze a una piccola radio portatile. Sua madre stava potando delle rose in alcuni vasi, poco più in là. Luc guardò felice verso l'entrata del balcone, correndo con le braccia aperte, urlando
"Pa...papà"
Trovandosi in braccio a Lucifer, appena entrato nel balcone. Il bambino adorava stare in braccio a suo padre così alto. Eppoi gli piaceva il calore piacevole, anche d'estate, che emanava il suo adorato padre. Contento, sentì dire a sua madre
"Luci, amore, mentre io e Trixie finiamo di potare le rose, prova tu a fargli bere la boccettina con le vitamine liquide. Abbiamo provato, ma si rifiuta odiando il sapore"
Il bambino nascose la testa vicino al collo del padre, che ridacchio portandolo dentro. Il re dell'inferno portò il figlio nell'attico, facendolo sedere sul bordo del bancone del bar, dicendogli dopo essersi tolto la giacca, mettendola vicino
"Luc, ricorda sempre che un po' di alcol migliora il sapore di tutto. Sei però troppo giovane, quindi optiamo per altro liquido…"
Prendendo un bicchiere di carta, versando dentro, non visto dal figlio, il liquido della boccettina delle vitamine, allungando con del succo di pera.
Al bambino piaceva quando suo padre gli preparava da bere, mischiando come un mago diversi liquidi e colori. Contento, il bambino bevete tutto il succo di pera nel bicchiere, pensando che lo strano sapore era qualche goccia di whisky. Lucifer, bacio la fronte del figlio, mettendo il bicchiere di carta nella spazzatura. Presolo in braccio, con grande gioia di Luc, si sedette con lui al pianoforte, cantando e muovendo le mani sui tasti per il suo adorato figlio, dicendogli a un certo punto
"Ricorda Luc, qualunque cosa succeda, potrai sempre contare su di me, tua madre e tua sorella Trixie"

Il tocco alla spalla di padre Frank risvegliò il ragazzo, che disse con gli occhi lucidi
"Andiamo ti prego. Sono pronto per diventare un cherubino"
Scomparendo tutte due dal balcone.

Qualche giorno dopo.

Lucifer non mangiava o beveva, diventando sempre più debole. Per essere portato al cospetto del trono celeste, un angelo lo spingeva seduto su una sedia a rotelle. Accanto l'angelo padre Frank. Dio disse al figlio, che oramai era apatico
"Lucifer, tu che una volta eri Samael, sei stato condannato a essere il re dell'inferno…"
Lucifer alzò le spalle, non gli importava nulla
"...tu con forza rifiuti il sacrificio di Chloe…"
Lucifer annuì di si, respirando profondamente
"...quindi sei nuovamente condannato…"
L'angelo padre Frank stava per dire qualcosa, ma Dio fece cenno di attendere
"...ti condanno a essere nuovamente il re dell'inferno. Un inferno con una sola porta aperta, per far entrare le anime dannate e uscire quelle redente. Non un solo demone, tranne la tua amica, potrà attraversarla. Un inferno che puoi gestire senza tornarci. Soprattutto alla morte di Chloe, lei potrà scegliere se venire in paradiso, ma senza di te. Oppure restare come eterna con te tra i vivi, divenendo regina dell'inferno, senza doverci andare…"
Il tono di Dio divenne più paterno
"...figlio, non credere ti neghi nuovamente il paradiso a cuore leggero. Purtroppo rimane l'unico modo per cancellare il sacrificio di Chloe, importi una nuova condanna. Sinceramente, non credevo mai che tu potessi cambiare. Credevo che fossi nato senza cuore, sempre pronto verso il male. Invece sei riuscito a crearti il tuo paradiso personale. Spero un giorno che vorrai avere un dialogo con me"

Lucifer scosse la testa, cercando di alzarsi dalla sedia a rotelle, dicendo debolmente
"Tieniti tutto il paradiso, non voglio nulla che non sia tra i vivi. Ma tu menti. Vuoi ingannarmi. Non mi rimandi da Chloe e Trixie, bugiardo, maledetto bugiardo. Almeno lasciami morire in pace. Lasciami nei ricordi, l'unica cosa che mi resta"
Svenendo.

Due giorni dopo. Ospedale del paradiso.
Amenadiel entrò nella stanza d'ospedale, rimanendo senza parole. Suo fratello Lucifer, disteso supino nel letto era l'ombra di quello che era stato. I capelli scompigliati con la barba molto lunga erano nulla al colore della pelle molto pallida, in contrasto con il grigio dei pantaloni di pigiama che indossava. Quando Lucifer lo vide gli sorrise appena, chiudendo gli occhi. Padre Frank, seduto vicino al letto, fece segno ad Amenadiel di avvicinarsi, dicendogli
"Spero tu abbia portato quella cosa. Resta l'unica possibilità per convincerlo che suo padre non mente. Così potrà iniziare la cura ricostituente"

Amenadiel annuì di si, digitando qualcosa in un enorme tablet. Una voce amata desto Lucifer. Il fratello gli mostrò lo schermo del tablet, dove un emozionata Chloe con accanto una raggiante Trixie, gli diceva
"Lucifer...amore mio...Non so cosa dire"
Respirando profondamente, Lucifer tentò di alzare le braccia, ma non ci riuscì. Padre Frank, aiutato da Amenadiel regolo il letto in modo che fosse seduto, mettendo il tablet sul tavolino del letto per mangiare. Con fatica, Lucifer gli disse, mentre calde lacrime gli bagnavano le guance
"Vi voglio bene"

Dall'altra parte, Chloe si asciugò le lacrime, dicendogli con fermezza
"Lucifer, ascolta bene. Avremo tempo dopo per piangete felici di rivederci. Devi seguire tutte le cure che ti faranno, così potrai tornare da noi. Tuo padre non mentiva. Devi solo trovare le forza. Trixie diglielo"
La figlia acquisita di Lucifer, accarezzo lo schermo con un dito, dicendo
"Papà Lucifer, ti prego devi riprenderti. Mi manchi così tanto"
Lucifer annuì di si, guardando verso padre Frank, dicendogli con fatica
"La cura, voglio andare via"

Un ora dopo.

Amenadiel uscì dalla stanza con padre Frank, felice nel vedere Lucifer che parlava con Chloe e Trixie grazie al tablet, mentre un infermiere gli cambiava la flebo di un liquido ambrato, che scorreva attraverso un lungo tubo che finiva in un ago nel braccio del re dell'inferno. Fuori la stanza, Amenadiel ringraziò padre Frank
"Non esagero, tu sei stato più padre per mio fratello del vero padre. Grazie ancora"
Lasciando il prete un po' commosso.

In tutto due mesi lontano da Chloe e Trixie.

Lucifer si aggiustò per l'ennesima volta il colletto della camicia. Era terribilmente emozionato, odiando immensamente quella camera d'ospedale nel paradiso. Il giorno prima, Amenadiel aveva portato via il tablet, che non aveva mai lasciato, parlando anche giornate intere con le sue umane preferire. Non aveva voluto vedere nessun altro attraverso quel tablet, neanche Maze o Linda, con una paura terribile di perderle.

Aveva accettato tutte le cure, senza lamentarsi mai, solo per rivedere Chloe e Trixie. Si alzò in piedi, sfoderando le ali. Le controllo, perché nulla doveva bloccare il suo ritorno a casa. Sentì un bussare alla porta e padre Frank l'apri, dicendogli
"Forza, torni a casa. Trixie e Chloe ti attendono sulla spiaggia"

Spiaggia del primo bacio.

Emozionato, Lucifer plano sulla spiaggia, con l'angelo padre Frank, sua sorella Azrael e un angelo dottore per ogni evenienza. A qualche metro da loro c'era Trixie e Chloe vicino Amenadiel.

Chloe si sostene ad Amenadiel, non poteva credere che lui fosse lì, a qualche metro da loro. Felice, Trixie corse verso il suo adorato padre acquisito, finendo in un entusiastico abbraccio del re dell'inferno. Con il cuore in tempesta, Chloe corse a sua volta da Lucifer, unendosi a quell'abbraccio, un abbraccio che commosse tutti. Ma in quel momento per i tre c'erano solo loro, pronti a tutto per non separarsi mai più.

Padre Frank sorrise, dicendo al suo fianco destro, dove c'era il ragazzo che in semitrasparente guardava la piccola famiglia, sorridendo felice
"Vedi? Le cose sono andate apposto. Eri disperato, perché non saresti nato, invece le cose sono migliorate"
Il ragazzo fece per abbracciarlo ma si dissolse, con padre Frank che disse
"Auguri mio caro ragazzo"

Un anno dopo.

Umani e angelici affollavano l'attico, attendendo un felice momento. Tra questi c'era Dan e Ella, venuti a conoscenza di quel mondo tra cielo e terra, accettandoli. Anzi, Ella stava facendo da cicerone a degli angelici, tra le varie foto appese a una parete. Indicò tra le foto, quelle scattata da lei al matrimonio di Lucifer e Chloe, quando era all'oscuro della vera natura del suo amico. Sorrise alla foto, scattata da Chloe, di Dan, nella sala interrogatori della centrale, guardare esterrefatto le ali di Lucifer. La foto successiva fu di Dan con l'angelo Charlotte. Una foto in particolare, provocò un
"Ma che dolci"
"Una famiglia felice"
La foto mostrava una raggiante Chloe, seduta nel divano dell'attico, con il grande pancione della gravidanza a nudo, sopra cui Trixie, alla destra di sua madre, aveva disegnato un diavoletto in un'astronave che diceva in una nuvola

"Arrivo!"

Lucifer alla sinistra di Chloe, guardava divertito il disegno.

Tutta l'attenzione si focalizzò alla porta della camera di Lucifer e Chloe.

Dalla camera, uscì per prima Trixie che posiziono una ampia cesta di vimini, con dentro una candida coperta sul divano. Poco dopo scese i tre gradini Lucifer che aiutò Chloe con tra le braccia un neonato. Sedutasi nel divano Chloe, Lucifer disse a tutti con un sorriso raggiante
"Presentò a tutti ufficialmente i miei tesori più grandi, per i quali sarei capace di tutto. Mia moglie Chloe, mia figlia Trixie e l'ultimo arrivato, di appena una settimana, Luc Frank Decker Morningstar"
Lucifer era stato irremovibile, suo figlio doveva avete il cognome materno e paterno. Il piccolo muoveva le manine chiuse a pugno, accennando una specie di sorriso che sciolse il cuore di tutti nell'attico.

Nel balcone padre Frank apparve accanto a Dio. Quest'ultimo gli disse preoccupato
"Sei certo che accetterà di vedermi? L'ultima volta era piuttosto arrabbiato con me"
Padre Frank lo tranquillizzo
"Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con tuo figlio. Per amore della sua famiglia ti perdona, ma non dimentica. Su andiamo, altrimenti finiranno tutti i deliziosi dolci preparati da tuo figlio"

Entrato Dio nell'attico, tutti si aspettavano che Lucifer lo cacciasse via o peggio. Con mille sentimenti contrastanti, Lucifer guardò Chloe che gli sorrise, sapendo quanto il suo adorato marito non fosse molto contento. Con empatia, Chloe diede tra le braccia di Lucifer il loro figlio, mettendogli accanto Trixie che quasi si nascose nel fianco di Lucifer, pronta a tutto per non permettere a Dio di portare via suo padre. Il re dell'inferno disse con sguardo serio al padre, nel silenzio di tutti
"Questo giorno deve essere di gioia. Io vorrei dirti tante cose, ma non sarebbero cose belle da sentire per mia figlia e mio figlio. Ricorda, solo per amore di queste tre parti del mio cuore io sono disposto ad accettare che tu sia mio padre…"
Bacio la fronte del figlio
"...Ma dovrai guadagnarti la mia piena fiducia…"
Guardò con infinito amore Chloe, dicendo mentre consegnava nelle braccia di Trixie il fratellino
"...ora ristabiliamo la serenità aprendo la porta della sala da pranzo…"
Cosa che fece Amenadiel con Azrael, rivelando una lunga tavolata con ogni pietanza possibile
"...Per un buffet in onore della mia famiglia"

Mentre tutti si dirigevano nella sala da pranzo, Trixie mise nella cesta il fratello, coprendolo con una copertina. Sia Chloe che Lucifer, si sentivano sicuri nel lasciare a Trixie anche ore il fratello . La bambina disse al fratello, sedendosi accanto la cesta
"Sono fiera di te Luc, non hai pianto una sola volta. Aspetto con ansia quando potrai giocare con noi a Monopoli o altro. Ma soprattutto, ricorda che ti voglio un mare di bene"
La manina del piccolo si avvolse intorno al mignolo di Trixie che sorrise felice. Maze entrò nell'attico, dicendo a Trixie
"Su andiamo di là. I tuoi mi mandano ad aiutarti con la cesta del piccolo diavoletto"

All'inferno. Cella di Eva.

Qualcuno aprì la porta. Era la dea, madre di Lucifer, che disse a Eva che era fatta a pezzi dalle due vittime
"Piccola diavoleria di mio marito, mi servì per riappropriarmi del paradiso"

FINE

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