Beauty and the Beast

di JennyPotter99
(/viewuser.php?uid=1125605)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mexico ***
Capitolo 2: *** Just don’t leave the Jeep! ***
Capitolo 3: *** Teen, young and…Hale. ***
Capitolo 4: *** 117. ***
Capitolo 5: *** Agent Stilinski J. ***
Capitolo 6: *** Wendigo. ***
Capitolo 7: *** The lake’s house. ***
Capitolo 8: *** The benefactor. ***
Capitolo 9: *** Detective. ***
Capitolo 10: *** Get rich with the Alpha. ***
Capitolo 11: *** The orphans. ***
Capitolo 12: *** I found you. ***
Capitolo 13: *** Virus. ***
Capitolo 14: *** The power of being halfblood. ***
Capitolo 15: *** Juliet for a day. ***
Capitolo 16: *** The last hug? ***
Capitolo 17: *** The old banshee. ***
Capitolo 18: *** I don’t like this song. ***
Capitolo 19: *** You are not alone. ***
Capitolo 20: *** The real eyes. ***
Capitolo 21: *** The conspiracy. ***
Capitolo 22: *** The plan. ***
Capitolo 23: *** Eternally yours, eternally ours. ***
Capitolo 24: *** The two lines. ***



Capitolo 1
*** Mexico ***


Derek era sparito da più di una settimana e tutto ciò stava ad indicare che era stato rapito.
Stiles non aveva visto chi fosse stato, dato che, quelli che sembravano cacciatori, avevano usato dei gas pieni di strozzalupo per indebolire il licantropo e il suo druido.
Tuttavia, qualcun altro li aveva attaccati, decimando i soldati: avevano cercato di difendersi ed infatti, a terra, erano presenti dei bossoli d’orati con uno stemma.
Stiles, Wendy e Lydia si avviarono alla clinica veterinaria per chiedere aiuto a Deaton.
-Sì, lo conosco: è il simbolo di una famiglia di cacciatori messicani, si chiamano Calavera.- spiegò il veterinario.
-Come sappiamo che Derek non è già morto?- domandò Lydia.
-Stiles lo sentirebbe se fosse così.- aggiunse Deaton.- E’…Un dolore che non so come spiegare.- mormorò, abbassando lo sguardo.- E’ come quando ti portano via un arto e senti che non sei più completo come prima.-
Stiles si torturò le mani, preoccupato, non avrebbe mai voluto sentirsi così.
-C’è solo una persona che può dircelo.- intervenne Wendy, porgendo a Lydia un bossolo: lei sentiva la morte.
Allora lo prese in mano e si chiuse gli occhi, concentrandosi.- E’ strano…Non è morto…Ma non credo neanche che sia vivo.-
Wendy strinse i pugni.- Allora andiamo in Messico: domani.-
 
Stiles e Lydia si avviarono al centro del paesino, nella villa dei Calavera, dove si vociferava ci fosse una festa.
Mostrarono ai buttafuori il bossolo e i due colossi li fecero entrare, scortandoli nell’ufficio del capo.
Egli non era altro che Araya Calavera, la donna anziana che era entrata nel loft con sfacciataggine.
-Incredibile che dal nostro scontro tu non abbia riportato ferite.- commentò la donna, sedendosi su un tavolo davanti a loro.
-In compenso avete preso il mio licantropo.- ribatté Stiles, estraendo dalla giacca di jeans dei mazzetti di soldi, ricavati dalla vendita della pistola con la mafia giapponese. -Sono 5 mila dollari per Derek.-
La donna gli si avvicinò col busto.- Deve valere molto per te…E quindi sei venuto qui, in Messico, con una Banshee, dall’altra parte del confine, tutti da soli.-
Lydia alzò un sopracciglio.- Cosa ti fa pensare che siamo soli?-
Intanto, nella sala dove si stava svolgendo la festa, Kira e Malia controllavano la situazione, tenendo d’occhio le guardie.
-Avete portato un licantropo in casa mia?!- ringhiò la donna.
Stiles assottigliò gli occhi.- Abbiamo portato un Alfa.-
Wendy si unì al gruppo e per non destare l’attenzione, iniziò a ballare insieme a Malia e Kira per mischiarsi alla folla.
Ma ciò non era bastato: i cacciatori avevano percepito che erano esseri sovrannaturali e tre di loro si fecero spazio tra la gente con le loro pistole.
-Siete pronte?- gli chiese Wendy.
Kira estrasse i suoi Nunchaku e Malia gli artigli, ormai in grado di controllare la trasformazione.
Kira ne colpì uno al naso e lo fece svenire con il labbro sanguinante, Malia graffiò al petto la donna con il teser e Wendy diede un calcio al petto al più grosso, uno dei buttafuori.
-Ah, adoro il girl power!- esclamò, per poi dirigersi nel corridoio e raggiungere Stiles e Lydia.
Ma, improvvisamente, i muri lanciarono gas pieno di strozzalupo e le tre ragazze svennero.
Quando Wendy riaprì gli occhi, si ritrovò dentro una stanza polverosa, insieme a tutti gli altri.
-Evidentemente ha rifiutato.- stava dicendo Malia.
-Già e si è presa anche tutti i soldi.- aggiunse Lydia.
Wendy si alzò e si guardò intorno.- Questa stanza puzza di sangue.- commentò, notando che sui muri c’erano dei graffi fatti da poco: non erano gli unici ad esser stati lì.- Messico…Ci possiamo tornare alla luna di miele.- borbottò, cercando di aprire la porta.
-Semmai usciremo di qui.- disse Stiles, dando alcune spallate al legno, ma facendosi solo male.
-Ma che razza di druido sei?!- intervenne Malia.
Dato che era recentemente tornata umana dopo esser stata per tanti anni un animale, poteva risultare piuttosto rude, anche se lei e Wendy ci stavano lavorando su.
Stiles alzò un sopracciglio.- Un druido molto molto sensibile.-
Fu in quel momento che un paio di cacciatori aprirono la porta.
-L’Alfa, la volpe e il druido.- ordinò quello più muscoloso.
-Poteva almeno ricordarsi i nostri nomi.- sussurrò Stiles, tra se e se.
Vennero condotti in un’altra camera piena di finestre: al lato c’era una di quelle macchine con cui i cacciatori si divertivano a torturare i licantropi.
Ormai Wendy era diventata abbastanza abile a resistervi.
La macchina era collegata con dei fili elettrici ad una sedia.
-Tsk, credete di farmi parlare così?-
Però Wendy non si immaginava che l’uomo ci legasse Stiles.
In seguito, Kira fu costretta a mettere la mano sulla manovella che aumentava i volt.- La volpe è immune all’elettricità…Perciò, se i ragazzino mi fa incazzare, riceverà una bella scossa.-
-No, aspetta! Che fai?! Lui non può guarire!- esclamò la ragazza, mentre la facevano sedere con la forza.
-Ne sei proprio sicura?- intervenne Araya, con sguardo piuttosto arrabbiato: accanto a lei, c’era un altro dei suoi scagnozzi, con un braccio solo. -Quando siamo venuti a Beacon Hills, hai ridotto così il mio compagno.- spiegò, guardando male Stiles.
Il ragazzo assottigliò gli occhi.- C-Cosa? Non me lo ricordo…-
-Hai fatto entrare un fulmine dalla finestra che gli ha tranciato il braccio! Come fai a non ricordare?!- esclamò l’anziana.
Wendy fu confusa.- Impossibile…-
-Come hai fatto, Stiles?!-
-Non lo so!- gridò egli.
-Fallo!-
-No, non lo farò!- ringhiò Kira.
In quel momento, un altro tirò fuori un manganello e colpì Wendy al viso, fino a farle sputare sangue.
Stiles guardò Kira negli occhi.- Kira, fallo.-
-Sei impazzito?! Ti ucciderà!- continuò Wendy, con le mani in catene.
-Lei dice di no…-
-E tu credi a lei?!-
-Abbiamo altra scelta?!- ribatté Stiles, continuando a guardare Kira.- Fallo.-
Kira girò la manovella e una potente scossa elettrica che gli attraversò tutto il corpo: si poterono vedere le vene nere sul collo che sembrava stessero per esplodere.
Araya fece cenno di spegnere con la mano.- Dov’è la Loba, Stiles?-
-Per l’ultima volta…- bofonchiò Stiles, col fiatone.- Non so di chi tu stia parlando.-
-Chi ha attaccato i miei uomini?!- urlò la donna.
-Non lo so!-
Subito dopo, un’altra scossa con i volt più alti, ma, miracolosamente, Stiles non moriva.
-Il mutaforma, Stiles! Chi è?!-
Stiles strillò di dolore e tutto d’un tratto, un fulmine dal cielo colpì la macchina, mentre i suoi occhi si fecero neri come la pece.- Kate Argent.-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Just don’t leave the Jeep! ***


Dopo che Stiles, ebbe pronunciato quel nome, Wendy fece un ruggito di sforzo e si liberò dalla catene: diede una gomitata all’uomo che la sorvegliava e si diresse verso Araya.
La donna tirò fuori una pistola di piccolo calibro dalla tasca e gliela puntò alla testa.- Non si preoccupi, signorina McCall, abbiamo quel che volevamo.- affermò, con un sorrisetto sadico.
Wendy non si era ancora resa conto che Stiles avesse appena detto che Kate era ancora viva, si preoccupò solo di liberarlo.
-Perché non ci ha semplicemente detto che non era morta?- le chiese Wendy.
-Volevo una conferma; volevo vedere che tipo di druido fosse e che tipo di Alfa fossi tu.-  rispose la donna.- I druidi vengono dal Nemeton e se non lo si è dalla nascita, non riescono a controllare i propri poteri a pieno. Fin dall’antichità, i druidi controllavano i quattro elementi: fuoco, terra , aria e acqua.-
Stiles alzò le sopracciglia, quando Malia e Lydia vennero liberate.- Mi sta dicendo che se fossi nato druido, avrei avuto tipo dei poteri magici?-
-Esatto, ma i tuoi veri poteri vengono fuori solo quando sei particolarmente stressato: per questo l’elettricità.-
-Quindi fai schifo.- intervenne Malia, facendogli desiderare di usare l’ennesimo fulmine su di lei.
-E per quanto riguarda Kate?- domandò Wendy, agitata.
-Ho mandato i miei uomini a cercarla nell’ultimo posto in cui è stata vista.- rispose Araya.- E vi darò una guida per raggiungerli.-
Wendy fece per tornare alla Jeep, ma la donna le afferrò il braccio.- Ho capito anche che tipo di Alfa sei tu e ti avverto: se morderai un innocente, se trasformerai qualcuno che non se lo merita, io attraverserò la frontiera e verrò a cercarti.- le sussurrò, fissandola negli occhi.
Wendy rimase con i nervi tesi.- Chiaro.- affermò, alzando un sopracciglio.- E’ invitata al nostro matrimonio, se vuole.-
Ad aspettarli accanto alla Jeep, c’era una donna di colore a bordo di una moto nera lucida.
Quando si tolse il caso, Wendy la riconobbe.- Breaden?! Impossibile! Ti ho ascoltato il cuore, eri morta!-
-Belladonna…E’ un veleno che ferma gli organi vitali per alcune ore.- spiegò la ragazza.
 
Così, a bordo della Jeep, Stiles, Wendy, Malia, Kira e Lydia seguirono Braeden nelle deserte strade del Messico.
Wendy continuava a guardare fuori, chiedendosi come avesse fatto Kate a sopravvivere.
-Okay, io voglio chiederlo…- esordì Malia, facendo capolino con la testa dal posto dietro.- Chi è Kate Argent?-
-Wendy, non devi parlarne per forza.- le disse Kira, capendo che fosse collegata ad Allison.
-Kate era la zia psicopatica di Allison: era stata lei a dare fuoco alla casa degli Hale.- raccontò Stiles.- Peter l’aveva uccisa, ma credo che il graffio che le ha fatto abbia solo innescato una trasformazione.-
 
-Abbiamo fatto il funerale ad una bara vuota.- aggiunse Wendy.- Araya dice che sono venuti a prendere il corpo e hanno visto che stava guarendo. L’hanno rinchiusa nello stesso posto dove eravamo noi, dandole un coltello: secondo la legge dei cacciatori, se vieni morso, devi toglierti la vita prima della luna piena. Ma lei è scappata, decimando tutte le guardie.-
-E da Derek cosa vuole?- chiese Lydia.
-Non lo so…- bofonchiò Wendy, rabbrividendo.- So solo che…fare queste cose senza Derek, mi rende nervosa.-
Improvvisamente, la Jeep sbandò, come se avessero colpito qualcosa e Stiles fu costretto ad accostare in mezzo a delle rocce.
Braeden gli venne in contro, notando che il sole stava calando.- Dobbiamo arrivare prima del tramonto!-
Stiles scese per andare a controllare.- Va, io vedo che posso fare.- disse a Wendy.
La ragazza scosse la testa, tirandogli arco e frecce.- Hai appena distrutto una macchina con un fulmine, direi che è meglio che vada tu.-
-Forse era meglio venire con la Camaro.- commentò lui.
Wendy sospirò.- No, tu la volevi solo guidare!-
-Ragazzi, non c’è tempo!- replicò Braeden.
-Ancora non siete sposati e già battibeccate.- borbottò Lydia.
Stiles annuì e si mise l’astuccio sulle spalle.- Non abbandonare la mia Jeep.-
Wendy roteò gli occhi.- Certo che no.-
Stiles indossò il casco e salì in moto con Braeden.
Mentre il sole tramontava, giunsero ad una vecchia città distrutta.
-Che cos’è?- chiese Stiles, accendendo una torcia.
-Un tempio azteco: ci veneravano i giaguari mannari.- rispose la ragazza, mentre si addentravano in una chiesa in pietra.
-Perché non hai baciato la tua futura moglie?-
Stiles alzò un sopracciglio.- E tu che ne sai?-
-Oltre ad essere una mercenaria, sono anche una cacciatrice di tesori: ho visto cosa le sbriluccica al dito.- spiegò, preparando il proprio fucile.
-II fatto è che…Quando si tratta di Derek, le cose sono complicate tra noi.-
Fu in quel momento che sentirono dei rumori, dapprima boati e poi dei veri e propri versi di animale.
-Beh…Se morirai qui dentro, ti pentirai di non averlo fatto.-
Intanto, Lydia puntava la torcia verso il cofano della Jeep, dato che si era fatta sera.
-Dovremmo andare a piedi.- commentò lei.
-Questa Jeep è praticamente una seconda ragazza per lui, non posso lasciarla qui.- ribatté Wendy, smanettando con i componenti.
Malia sentì uno strano odore vicino alla ruota destra e ci estrasse qualcosa che ci si era impigliato dentro.- Wendy…Non siamo stati noi a colpire qualcosa…Qualcosa ha colpito noi.-
Si trattava di un grosso artiglio, il più grande che avessero mai visto, fatto di ossa.
Kira controllò il perimetro e udì dei rumori vicino alle rocce.- Ragazze, dobbiamo sbrigarci, sento qualcosa.-
Per vedere meglio, la Kitsune estrasse la spada e la mise sui fari della Jeep.
A quel punto, Malia individuò qualcuno muoversi tra il buio e gli corse in contro.
-Malia, no!- gridò Wendy, seguendola.
 
Il corridoio si faceva sempre più stretto e sembrava che le pareti potessero sgretolarsi da un momento all’altro.
Non appena sentirono qualcuno alle loro spalle, iniziarono a correre.
Stiles percepì che, anche se camminava, non era qualcuno, ma qualcosa.
Si voltò di scatto e davanti a se vide una figura fatta interamente di ossa e pelli d’animale, con in volto un teschio per coprire la faccia.
-Che stai facendo?! Corri!- gli gridò Braeden.
Stiles ripensò alle parole di Araya.- E più stressante di questa situazione, cosa c’è?!- disse fra se e se: chiuse gli occhi e si concentrò, mettendo le mani sulle pareti.
Quando gli occhi gli si fecero neri, il soffitto crollò e lasciò la creatura dall’altra parte.
 
-Malia?! Dove sei?!- urlò Wendy, fin che la coyote non le venne in contro col fiatone e il fianco sanguinante.- Che succede?! Lo hai visto?!-
-Di sfuggita, non ho idea di cosa sia.- bofonchiò Malia, mentre tornavano alla Jeep.
Wendy chiuse il cofano e salì alla guida, girando la chiave.- Dai, piccola, accenditi.- pregò, prima che il motore partisse.- Grande! Sì! Ti amo! Tutti a bordo!-
 
Stiles e Braeden si ritrovarono in una piccola cappella dove c’era una tomba e dei disegni sopra di essa: sembrava proprio un animale.
-Un giaguaro mannaro.- puntualizzò la ragazza.- Forse abbiamo trovato Derek.-
Con la punta del fucile, Braeden ruppe il coperchio della tomba: dentro c’era davvero qualcuno, ma non come si immaginavano.
-Ma cosa…-
 
-Non farlo mai più, chiaro?! Non puoi partire all’impazzata in quel modo!- borbottò Wendy, verso Malia.
La ragazza la guardò confusa.- Perché ti preoccupi? Sto bene, è solo un graffio.-
L’Alfa balbettò ed evitò di guardarla per non scoppiare a piangere.
-Che ho fatto di male?-
-Abbiamo perso delle persone, Malia.- intervenne Lydia.- Delle persone a noi care sono morte e lei non vuole che tu ti faccia male.- le spiegò, per poi accarezzare la spalla della migliore amica.
Wendy gliela strinse, respirando piano.- Ti prego, fa che Derek sia vivo.- sussurrò fra se e se, quando giunsero davanti alla chiesa.
Braeden e Stiles stavano uscendo dalla chiesa con Derek in spalla, ma quando Wendy lo vide, capì che qualcosa non andava: era un adolescente.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Teen, young and…Hale. ***


Stiles, Wendy e Lydia lo portarono in piena notte alla clinica veterinaria: durante il viaggio, Derek era svenuto e sembrava molto debole.
-Hai mai visto una cosa del genere?- gli chiese Wendy.
-No, mai.-
Angelica accorse col fiatone.- E’ vero quello che dice Kira?- ansimò, vedendo poi l’adolescente sul tavolo operatorio.- Cavolo…E ora cosa facciamo?-
Deaton gli toccò la mano.- E’ molto freddo, resterò a monitorarlo tutta la notte. Voi andate a riposare, avete fatto un lungo viaggio.-
-Resto io.- intervenne Angelica.
-Angelica no, è pericoloso.- intervenne sua madre.
-Mi ha salvato la vita due volte.- affermò Angelica, prendendogli la mano.- Io resto qui.-
Wendy capì le sue motivazioni.- D’accordo, chiamateci se cambia qualcosa.-
Così, Stiles e Wendy tornarono al letto e mentre il ragazzo uscì dalla doccia con un asciugamano alla vita, Wendy diede un’occhiata al calendario delle date disponibili per il matrimonio.- Che ne dici del 15 gennaio?-
Stiles arricciò il naso.- Con quel freddo?-
Wendy alzò gli occhi al cielo.- Stiles, l’estate è finita, ti vuoi sposare in autunno? Con le foglie che ci cadono dentro il piatto?-
-E allora scegli tu.- sbuffò il ragazzo, mettendosi al letto e spegnendo la lampada sul comodino.
-Felice che ti importi tanto.- borbottò Wendy, facendo lo stesso.
Pochi attimi dopo, Stiles si voltò verso di lei e l’abbracciò da dietro dolcemente.- Il 15 gennaio va bene.- le sussurrò, baciandole la guancia.
Wendy fece un piccolo sorriso e gli strinse la mano.
 
Quando i raggi del sole uscirono dalla finestra e colpirono la faccia di Wendy, la ragazza si alzò di scatto.- Stiles, sveglia!- esclamò, spintonandolo fino a farlo cadere dal letto.- Abbiamo dormito troppo!-
Controllò subito il cellulare, dove c’erano diversi messaggi di Angelica.- Cazzo.- La richiamò subito.- Angelica, stai bene?-
-Sì, sto bene: Derek è scappato. Non riconosceva né me né Deaton, lui è ferito, gli sto fasciando il braccio. Non so dove potrebbe essere andato.- spiegò Angelica.
Contemporaneamente, il cellulare di Stiles squillò.- Papà, che succede? …Certo, arriviamo subito.-
Stiles e Wendy si precipitarono alla centrale di polizia, dove videro Derek sano e salvo.
-Nel mio ufficio, subito!- esclamò lo sceriffo. -Lo abbiamo ritrovato che vagava per la città come un animale scappato dallo zoo…Allora…Vi prego di essere sinceri con me…- balbettò egli, arrossendo.- Viaggiate anche nel tempo? Perché se è così, me ne tiro fuori! Rinchiudete me ad Eichen House!-
Wendy ridacchiò sotto i baffi e Stiles si grattò la guancia.- Lo abbiamo trovato così,  non sappiamo cosa sia successo.- rispose il figlio.
-Beh, allora occupatevene voi.-
Stiles si chinò sul giovane Derek per parlargli.- Allora, come ti senti?-
-Tu chi sei? Chi siete tutti voi?! Perché la mia casa si è rimpicciolita?! Dove sono i miei genitori?!- esclamò il ragazzo, evidentemente confuso.
Stiles e Wendy si guardarono: il fatto che non sapesse dove fosse la sua famiglia, voleva dire che l’incendio della sua casa non era ancora successo per lui.
Wendy non voleva dargli quella brutta notizia, ma non poteva neanche mentirgli.- Derek, tuoi genitori….-
-Stanno bene.- la interruppe Stiles.- Non sono qui, ma stanno bene.-
Stiles, invece, non voleva vederlo star male.
-Quanti anni hai?- gli domandò, chinandosi su di lui.
-15…E non mi fido di te, non ti conosco.- affermò il ragazzo.
-Lo so…Ma ti fideresti di un Alfa?-
Derek guardò Wendy che stava spiegando la situazione allo sceriffo, con un ghigno sul volto.- Mi fiderei di lei.-
Stiles osservò il suo sorrisetto malizioso e alzò un sopracciglio.- Dovresti lavorare su questa tua attrazione per le ragazze più grandi di te.- borbottò, quando anche Wendy si avvicinò.
-Ciao Derek, mi chiamo Wendy…Ascolta, fin che i tuoi genitori non torneranno, dovrai stare con noi.- gli disse, facendo brillare gli occhi di rosso.
Derek le sorrise.- Sei un Alfa!- esclamò, come se fosse una buona notizia.- Va bene, vengo con te.-
-Ehm, in realtà…Andrai a casa con Stiles.-
Il ragazzo sbuffò.- D’accordo.-
-Portalo a casa sua, così almeno si sentirà a suo agio.- sussurrò poi a Stiles.
-E tu dove vai?-
Wendy sospirò.- A chiedere aiuto all’unica persona che lo conosceva in quel periodo.-
 
Dato che i suoi genitori erano impegnati, fu Lydia ad accompagnare Angelica a scuola quella mattina.
Passarono prima a fare benzina al distributore.
-Passami la carta di credito nel cruscotto.- le disse Lydia, scendendo.
Aperto il contenitore, Angelica notò una decina di tessere.- Ne avrai almeno una dozzina, questo vuol dire che sei ricca?- commentò, ma quando si guardò intorno, la ragazza era sparita.- Lydia?-
Oltretutto, notò dallo schermo che il contatore della benzina era pieno.
Perciò, Angelica scese dall’auto, chiamandola.- Fa che non sia una premonizione da Banshee, fa che non sia una premonizione da Banshee.- ripeté tra se e se, vedendo poi Lydia imbambolata davanti al bagno.- E’ decisamente una premonizione da Banshee.-
La raggiunse, notando che stava fissando la toilette con il corpo irrigidito.
-Lydia, che succede?-
-Non guardare.- le disse lei, voltando lo sguardo.
Angelica sentì l’istinto di guardare dentro e vide che le pareti erano ricoperte di sangue: a terra c’era un uomo completamente maciullato, che emanava un pessimo odore.
Infine, vomitò.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 117. ***


Stiles accompagnò il giovane Derek a casa Hale, ma si era scordato che ci abitava anche Isaac.
Il ragazzo li guardò entrambi confuso.- Lui chi sarebbe?-
Stiles cercò di inventarsi qualcosa sul momento.- Ehm…Lui è il cugino di quella persona che tu sai che noi stavamo cercando…Dobbiamo ospitarlo per un po'.- spiegò, tentando di sembrare convinto.- Si chiama…Miguel.-
Isaac lo fissò con il capo di lato.- D’accordo…Ho comprato il pranzo.- affermò, facendo notare dei sacchetti. -Vi piace il Messicano?-
-Noi amiamo il messicano!- esclamò Stiles, dando una pacca sul petto di Derek.
Quest’ultimo lo guardò male.- Se mi tocchi di nuovo…-
-Fammi indovinare: mi tagli la testa a morsi?-
-Esatto.- confermò, andandosi a sedere a tavola.
-Quanto ti conosco bene.- borbottò Stiles, andando in cucina per prendere le posante.
Improvvisamente, Isaac lo afferrò per la maglietta e lo sbatté con la faccia al muro.
-Ascolta: io non so chi sia quello o che cosa tu ci faccia qui con lui, ma il tuo cuore batte all’impazzata da quando sei entrato. Non ho idea di cosa tu stia tramando, ma se ti ritrovo di nuovo in questa casa, ti maciullo il cervello. E’ chiaro?- lo minacciò.
-Cristallino.- bofonchiò Stiles, dolorante.
 
Intanto, Wendy aveva raggiunto con la Camaro l’appartamento dove Peter aveva detto di abitare e, una volta lì, trovò Malia ad aspettarla.
-Che ci fai qui?-
-Lydia ha detto che questo tizio è uno psicopatico assassino, perciò non voglio che vai da sola.- affermò Malia.
Wendy alzò le sopracciglia.- D-D’accordo, grazie…Credo.-
Sentendole entrare, Peter chiuse il libro che stava leggendo.- Wow, che sorpresa, non ricevo mai visite.- commentò, facendo un sorriso amichevole. -Credo che non ci abbiano presentati.-
-Sì…Peter lei è Malia, Malia, lui è Peter, lo zio di Derek.- disse Wendy.
Peter sgranò appena gli occhi e la osservò dalla testa ai piedi: quella era sua figlia, ma solo lui ed Angelica lo sapevano. -Hai degli occhi stupendi…Presi da tuo padre?-
Malia lo guardò confusa e malfidata.- Da mia madre.-
Wendy non lo aveva mai visto comportarsi così, era come immobilizzato: dovette passargli una mano davanti agli occhi per ottenere la sua attenzione.
-Allora, ti serve il mio aiuto immagino.-
La ragazza sospirò.- Ti prego, non ricordarmelo…Dunque, abbiamo trovato Derek in una chiesa azteca dentro un tomba. Il fatto è che…Ha 15 anni. Non so che cosa gli ha fatto Kate, ma lo ha fatto tornare giovane e non so come farlo tornare normale.- raccontò.
-Di che colore ha gli occhi?-
-Blu.-
-Dopo Paige…E sa controllare la rabbia?-
-Non credo, ha attaccato Angelica e Deaton stamattina.- rispose Wendy.- E non ricorda nemmeno l’incendio…-
-Perciò lo ha riportato indietro a quando si conoscevano…A quando andavano al letto insieme e lui si fidava di lei.- capì Peter.
-Ma perché?- chiese Malia.
In quel preciso istante, Wendy ricevette dei messaggi da Lydia: erano le foto di quello che aveva trovato nel bagno del distributore.
-Ehw…Conosci questo tipo di ferite?-
Peter osservò le foto.- Sono di un giaguaro mannaro…-
-E’ stata Kate, allora.-
-Sì, ma non è stato intenzionale…E’ stato un rapsus, come se non controllasse la rabbia.- continuò Peter e poi, gli venne un lampo di genio.- Ecco perché ha riportato indietro Derek! Per farsi dire come fare!-
-Per insegnarglielo?-
Peter annuì.- Kate vuole il Triskelion.-
 
Intanto, a casa Hale, Isaac, Stiles e Derek mangiavano con un imbarazzante silenzio.
-Abiti qui da tanto tempo, Isaac?- gli domandò Derek, chiedendosi cosa ci facesse effettivamente in casa sua.
-Da qualche mese, sì.- rispose Isaac, versandosi dell’acqua.
-E sai che fine hanno fatto gli Hale?-
Qualcosa andò di traverso a Stiles che tossì, dandosi delle pacche al petto.
Isaac lo guardò stranito.- Beh, sì, loro sono…-
-Nessuno sta notando che stavo per morire soffocato?!- bofonchiò Stiles, paonazzo in viso.
Derek capì che Stiles non gliela raccontava giusta e quando Isaac si alzò per andare in cucina, gli prese i capelli dietro la nuca e lo sbatté col viso sul tavolo.
-Senti, se non mi dici subito la verità, ti faccio a pezzi, è chiaro?!- lo minacciò, stringendo i denti.
-Ma perché ce l’avete tutti con me?- piagnucolò Stiles, con uno spaghetto appiccicato alla guancia.
 
Peter condusse le due ragazze a scuola e anche in fretta.
-Che cos’è il Triskelion?- gli chiese Malia.
-Intendi il tatuaggio che ha sulla schiena?-
-Chi credi che gli abbia insegnato tutto quello che ha detto a te? Il Triskelion serviva a fargli controllare la trasformazione: anche se si è nati licantropi, la rabbia va comunque messa in riga.- spiegò Peter, alla guida.- Ti ha portato alla cascata, vero?-
-Sì…-
-E ha fatto con te quella specie di allenamento da ninja.-
-Già..-
-Gli ho insegnato tutto io: il Triskelion si trova nella nostra cripta di famiglia, solo gli artigli di un Hale possono aprirla.-
-Ecco perché aveva bisogno di Derek.- capì Wendy.
La cripta si trovava al di sotto della statua in pietra dove era riportato il nome della scuola, solo che la trovarono già aperta.
In quel momento, il telefono di Wendy squillò: era Stiles.- Non dirmelo: lo hai perso!-
-Io sto bene comunque, grazie!- borbottò il ragazzo.- Kate lo ha rapito.-
-Com’è possibile che tu abbia cresciuto una famiglia e non sia in grado di tenere il tuo Beta sott’occhio per 5 minuti?-
-Vorrei avere con me dei pop corn adesso.- commentò Peter, sorridendo sotto i baffi.
-Non mi sembra il momento adatto per litigare!- esclamò Malia.
Poco dopo, i tre licantropi sentirono un ringhio alle proprie spalle.
-Oh no…Ho già sentito quel verso.- balbettò Peter, alzando gli occhi al cielo.
-C’è lo stesso odore di quella creatura che ci è venuta addosso in Messico.- mormorò Malia, muovendosi lentamente.
Wendy si voltò leggermente e vide davanti a se un robusto essere ricoperto di pellicce e con in testa il teschio di un animale.- Stiles…Ti richiamo…-
-Che cosa sono?-
-Berserker.-
Malia e Wendy tirarono fuori gli artigli, ruggendo.- Va, ci pensiamo noi!- disse a Peter.
Wendy notò che l’unico punto senza pelliccia, erano le braccia e una piccola parte del ventre, così cercò di colpire in quei punti.
Ma egli le diede un calcio allo stomaco e poi atterrò Malia.
Prima che potesse fare un’altra mossa, venne colpito al ventre da una freccia, che lo rallentò.
Wendy si voltò alle proprie spalle, vedendo Stiles che si preparava a scoccarne un’altra, ma anche un altro Berserker dietro di lui.- Stiles, voltati!-
Il druido non fece in tempo che venne colpito al naso.
Derek, che dalla cripta aveva sentito il ruggito di un’Alfa, era corso fuori e stava combattendo contro i due Berserker da solo.
In un momento in cui li aveva temporaneamente allontanati, Stiles gli si avvicinò.- Dammi il braccio!-
-Ma che stai dicendo?!- ribatté Derek che non sapeva di avere un druido.
Stiles lo guardò negli occhi.- Fidati! Fallo e basta!-
Il ragazzo glielo porse e, una volta uniti, gli occhi di Stiles si fecero neri come la pece.
Si concentrò bene e il cielo si annuvolò tutto d’un tratto.
Wendy capì cosa stesse cercando di fare.- Sta giù!- gridò a Malia.
Mentre le due ragazze si coprivano, dal grigio delle nuvole scesero una decina di potenti fulmini che colpirono più volte le due creature, bruciandole.
Gli occhi di Stiles tornarono normali: si era sforzato fin troppo, tanto che gli uscì il sangue dal naso e da non riuscire a reggersi in piedi.
Prima che cadesse, Derek lo afferrò: era tornato adulto.
Lo guardò e gli sorrise.- Ciao.-
Col fiatone, Stiles fece altrettanto.- Ciao.-
Intanto, Wendy scese nella cripta: nella stanza c’era ancora l’odore di un gas pieno di strozzalupo e Peter era a terra, davanti una cassaforte vuota.
-Che è successo?- gli chiese, aiutandolo ad alzarsi.
-Hanno preso tutto.- balbettò, sconvolto.
-Tutto cosa?-
-Obbligazioni, azioni…Tutto.-
-Cioè ti hanno derubato? E quanto?-
-117.-
Wendy alzò le sopracciglia.- Mila?-
-Milioni…-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Agent Stilinski J. ***


Mentre Derek si era alleato con Breaden per cercare Kate, Stiles si preparò per il suo primo giorno alla centrale.
Wendy lo aiutò ad indossare la divisa, con un sorriso abbastanza fiero. -Ti sei davvero fatto scrivere Agente Stilinski Junior?- ridacchiò, mettendogli la targhetta sulla tasca.
-Beh, suona bene dai. Come sta?-
-Molto bene.- commentò lei, sistemandogli il colletto.- La cintura con le armi ve la danno in centrale?-
-Sì…So che avrò una torcia, le manette, un manganello e una pistola…- spiegò, prendendole i fianchi con un sorrisetto malizioso.- Magari dopo ti faccio vedere come funziona.-
Angelica che, dall’altra stanza, sentiva tutto con i suoi sensi acuti, fece un verso di disgusto.- Ehw, possiamo andare a scuola, per favore?!-
 
Durante l’estate, ai corsi estivi, Angelica aveva fatto amicizia con Mason, un ragazzo di colore e molto simpatico, alla quale aveva raccontato tutto del proprio mondo.
Inizialmente ne era un po' sconvolto, ma pian piano si stava abituando.
-Vuoi dire un cadavere? Un cadavere vero, con tanto sangue e pezzi di corpo appiccicato al muro?- le chiese, mentre si avviarono al campo di LaCrosse.
-Sì, Mason, se ne parliamo ancora vomito di nuovo.- affermò Angelica, storcendo la bocca.
-Credono sia stata Kate?-
-E’ sicuramente stata Kate, ma ti prego, non parlarne con Kira o Malia: la mia famiglia non sa che tu sai.- continuò la ragazza, sedendosi sugli spalti.
-Cosa non devi dirmi?- intervenne Malia, con un paio di evidenziatori in bocca.
-Ehm…C-Che vai male in matematica, so che la odi.- balbettò Angelica, controllando i battiti cardiaci.
-Sono in questa scuola solo perché tua madre mi ha chiesto di tenerti d’occhio.- spiegò Malia, notando, tra i ragazzi che si stavano allenando, uno abbastanza bravo. -E quello chi è?-
Egli stava parando tutte le palle che gli venivano lanciate in modo molto sfacciato, come se fosse solo un banale riscaldamento.
Quando si tolse il casco, Angelica lo riconobbe: era Liam, che le fece un sorriso ammiccante.
-Quel tipo ti ha appena guardata?- domandò Mason, entusiasta.
Angelica si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, arrossendo.- Magari guardava te.-
-Non è gay.- intervenne Garrett, che gareggiava per il ruolo di capitano.
Garrett era il nuovo Jackson del secondo anno: muscoloso, biondo e con gli occhi azzurri.
-E lui non è abbastanza per te, credimi.-
Angelica alzò un sopracciglio.- E tu sì?-
-Assolutamente.- confermò, facendole un occhiolino.
Mason scosse la testa.- Preferivo parlare del cadavere che sentire quel tipo dirti quelle cose.- mormorò, per non farsi sentire.
Intanto, Angelica continuava a vedere le stupende prestazioni di Liam: sembravano quasi…sovrannaturali. -E se fosse un lupo mannaro?-
-Credevo che tua madre fosse l’unico Alfa in città.- commentò Mason.
-Magari è un Omega ed è venuto qui proprio perché cerca un branco.- spiegò Angelica, alzando le spalle.- Ma non so come capirlo.-
Malia ticchettò con l’evidenziatore sul libro.- Io ho un’idea.- disse, con aria sospetta.
Mason rabbrividì.- Ti ho mai detto che lei mi fa paura?-
 
Intanto, Wendy si era avviata in ospedale e aveva accettato di iniziare uno stage come infermiera accanto a suo madre.
-Tesoro, ne sei sicura?- le chiese Melissa, consegnandole i moduli.
-Stiles ha iniziato stamattina e anche io voglio dare il mio contributo, magari mi piacerà.- rispose Wendy, firmando tutti i fogli.
Melissa li controllò e sorrise.- Wendy, hai scritto…Wendy Stilinski.-
-O-oh, scusa.-
-State organizzando le cose per il matrimonio?-
In realtà, Wendy non sapeva come dirle che le cose con Stiles non andavano proprio a gonfie vele.- S-Sì, abbiamo deciso per il 15 dicembre: perciò, vestiti pesanti.-
Melissa l’abbracciò, riempiendola di baci.- Non ci posso credere che la mia piccolina si sposi.-
-Mamma…N-Non respiro.- bofonchiò la ragazza, dimenandosi appena.
-Abbiamo dei nuovi aggiunti?- intervenne un dottore di colore, col camice.
-Dottor. Dunbar, le presento mia figlia, è venuto per un tirocinio.- gli disse Melissa.
-Molto piacere.- gli disse Wendy, stringendogli la mano.- So che è il capo del pronto soccorso, perciò credo che le starò molto attaccata.-
In quel preciso istante, un ragazzo vestito solo con dei pantaloni del pigiama, entrò in ospedale zoppicando e con le mani piene di sangue.
-Una barella, subito!- gridò Melissa.
-E si comincia…-
 
Alla fine della giornata, Angelica andò a riporre i libri nell’armadietto, quando Garret l’affiancò.
-Tu, io, un bel picnic all’aria aperta con una buonissima bottiglia di vino antica.- le disse, poggiandosi all’armadietto con aria superiore.
Angelica sospirò, senza nemmeno guardarlo.- Sono astemia.-
-Allora una bistecca in un ristorante elegante.-
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per toglierselo di torno.- Sono vegetariana.-
Garrett sospirò.- Avanti, cosa devo fare per convincerti?-
-Magari non provarci con le ragazze fidanzate, Garrett.- intervenne Liam, dandole un bacio sulla guancia.- Scusa il ritardo amore, il tempo è volato mentre ero sotto la doccia.-
Garrett arrossì.- Oh…Voi due state insieme?-
Angelica stette al gioco.- Già Garrett, non lo avevi capito?-
L’altro alzò le mani.- D’accordo Dunbar, le ragazze degli amici non si toccano.- gli disse, per poi andarsene.
Quando si fu voltato, entrambi scoppiarono a ridere.
-Hai visto la sua faccia?!-
-Siamo stati bravi…Grazie.- gli disse Angelica, sorridendo: effettivamente lo trovava piuttosto carino, solo che aveva paura ad impegnarsi dopo Jackson.
-Sei davvero astemia e vegetariana?-
-Una volta ad un rave ho bevuto 5 birre e morirei per una bistecca al sangue.- spiegò Angelica.
Liam rise alla sua battuta.- Sei forte…Come torni a casa?-
-Con la mia sgangherata bici.-
-Il mio patrigno viene a prendermi, se vuoi ti diamo un pass-
Prima che potesse continuare la frase e mentre uscivano dall’edificio, Malia lo colse di sorpresa: gli fece uno sgambetto e poi lo atterrò con un calcio al petto.
Angelica sgranò gli occhi.- Ma sei impazzita?!- le gridò, accovacciandosi su di lui.- Oddio Liam, stai bene?-
-Di sicuro non è un licantropo.- commentò Malia.
Liam si toccò il ginocchio dolorante.- La gamba, mi fa malissimo!-
Angelica prese il telefono e chiamò subito un’ambulanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Wendigo. ***


Il ragazzo si chiamava Sean Walcott e venne subito trasferito in una stanza: Melissa e Wendy entrarono per vedere che cosa avesse.
Il resto del corpo stava bene, ma il ragazzo non riusciva a muovere la mano, l’unico arto che gli sanguinava da quando era entrato in ospedale.
Wendy la prese delicatamente ed estrasse dei frammenti di vetro con la pinzetta.- E’ come se avesse rotto una finestra.- commentò.- Qualche punto e starà bene.-
-Scott, vuoi dirci che cosa è successo?- gli chiese Melissa, ma il ragazzo voltò lo sguardo dall’altra parte senza dire una parola: sembrava sconvolto da qualcosa e il suo odore emanava paura.
Uscite dalla sua stanza, fecero il loro ingresso Stiles e suo padre con dietro una fila di corpi dentro dei sacchetti.
-Primo giorno e ci rivediamo di nuovo.- disse Stiles.
-Che è successo?-
-La famiglia Walcott: tutta assassinata.-
Wendy sospirò.- In questa stanza c’è il figlio…Ecco perché è così spaventato. Credo che abbia assistito alla loro morte.-
Tutti e 4 si trasferirono nell’obitorio e Melissa aprì il sacchetto della donna per analizzarne le ferite.
-Non c’è niente di sovrannaturale qui.- disse Wendy, vedendo le decine di tagli sul suo petto.
-Già, sono dei colpi di arma da taglio: un’ascia, credo.- aggiunse Stiles.
Vedendoli molto complici in quel lavoro, Melissa e lo sceriffo li guardavano sorridendo.
Wendy se ne accorse.- Che c’è?-
-Niente, niente.-
-State andando alla grande.-
-Dovremmo capire cosa è successo.- continuò il poliziotto.
Wendy annuì decisa.- Mando Lydia ed Angelica a casa loro per controllare.-
Ma, usciti dall’obitorio, Angelica era già lì, con Liam ansimante di dolore.
Angelica li salutò imbarazzata.- Ehi.-
***
-Che ti è successo, Liam?- gli domandò Wendy, mentre gli fasciava la gamba.
-Sono caduto a LaCrosse.- rispose Liam: non voleva di certo dirle che era inciampato goffamente.
Angelica gli strinse la mano, sentendosi in colpa.- Mi dispiace tanto, ora va meglio?-
Liam arrossì, guardandola negli occhi.- Molto molto meglio.- balbettò.
Wendy notò gli sguardi che si scambiavano.- D’accordo Liam, qualche giorno e passerà, intanto ti teniamo un paio d’ore qui.-
-Va bene, grazie.-
Successivamente, Wendy prese la figlia per la maglia e la trascinò fuori.- Che cosa è successo veramente?-
-Ehm…Stavo guardando gli allenamenti di LaCrosse e Liam mi sembrava troppo bravo rispetto agli altri, perciò ho pensato che fosse un lupo mannaro. Non sapevo come capirlo e poi Malia ha fatto quello sguardo inquietante, sai, da Sto per ucciderti e per vedere se si trasformasse, lo ha fatto cadere sugli scalini dell’uscita.- spiegò Angelica, mordendosi il labbro. -Mi dispiace tanto.-
Wendy sospirò, passandosi le dita sugli occhi.- Va bene, resta con lui fin che non se ne andrà: è il figlio del mio capo, perciò trattiamolo bene.-
-D’accordo, non mi muovo da qui.- affermò Angelica, sedendosi vicino alla porta.
Nello stesso momento, il telefono di Wendy squillò.- Ciao Lydia, hai trovato qualcosa?-
-Wendy qui è orribile! Devi trovare il figlio! Trova Scott Walcott!- gridò Lydia.
Improvvisamente, dall’altro corridoio, si udì un grido e Wendy riconobbe la voce di Melissa.
Lei ed Angelica raggiunsero di corsa la stanza di Scott: il ragazzo aveva gli occhi completamente bianchi e tre file di denti appuntiti in bocca.
Afferrò Melissa come se la volesse mangiare, ma Wendy si trasformò e lo prese per il collo, atterrandolo.
Scott si dimenò e le diede un pugno sul naso, facendola cadere e poi scappò.
Melissa la aiutò a rialzarsi e in quel momento Wendy vide il cadavere di un infermiere, con l’intestino completamente di fuori: si stava cibando di lui.
-Corri, va a prenderlo!- esclamò Melissa.
Angelica e sua madre seguirono l’odore fin sopra il tetto: Scott stringeva a se Liam che cercava di dimenarsi.
-Aspetta! Fermo!- gridò Wendy, mettendo le mani avanti.- Qualsiasi cosa tu sia, possiamo aiutarti.-
-I Wendigo non hanno bisogno d’aiuto!- replicò l’altro, con la bocca piena di sangue.- Vogliono solo mangiare!-
Angelica non poteva permettere che uccidesse Liam, così gli andò in contro e lo afferrò per i fianchi, facendogli perdere la presa sul ragazzo.
Di conseguenza, Liam, ancora con la gamba fasciata, perse l’equilibrio e precipitò di sotto.
Wendy intervenne e gli afferrò il braccio, impedendogli di cadere.- Ti ho preso!-
Nel frattempo, Angelica cercò di dare un calcio sulla faccia a Scott, ma egli le afferrò la caviglia e gliela ruppe.
Si avventò poi su Wendy e le graffiò la schiena, facendola gridare.
Stava perdendo la presa su Liam: sarebbe precipitato se Wendy non gli avesse afferrato il polso con le zanne.
In quel preciso momento, qualcuno colpì Scott alla schiena con un’ascia più volte, fino ad ucciderlo.
Allora Wendy trascinò Liam sul pavimento, col fiatone.
Angelica, da terra, vide chi portava l’ascia: era un uomo minuto, privo di capelli e della bocca.
Si voltò verso di lei e con l’indice le fece segno di fare silenzio, per poi fuggire.
Con la caviglia ancora spezzata, si trascinò verso Liam che si teneva il braccio: su di esso, il segno dei denti di Wendy.
-Mamma….Lo hai morso.-

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** The lake’s house. ***


 
La polizia arrivò sul posto poco dopo, con lo sceriffo e Stiles, per togliere il cadavere di Sean.
Stiles capì che era stata usata la stessa arma che aveva ucciso la sua intera famiglia e notò anche che Wendy era piuttosto nervosa, dato che si mordeva continuamente le unghie.
-Stai bene?-
Wendy iniziò anche a battere il piede a terra.- Ho fatto un casino.-
-Che cosa hai fatto?-
La ragazza lo prese da una parte.- Ho morso il figlio del mio capo…-
Stiles sgranò gli occhi.- Cosa?!-
-Sean mi aveva afferrato, diceva di essere una specie di Wendigo…-
-Creatura cannibale.- puntualizzò Stiles.
-E voleva mangiarsi Liam, l’ho attaccato e Liam è caduto giù, sarebbe precipitato e spiaccicato al suolo se non lo avessi preso per il polso con i denti, perché Scott mi teneva le braccia.- spiegò Wendy.
-E lui dov’è adesso?-
-Ho detto ad Angelica di portarlo a casa, non sapevo che altro fare.-
Tolta l’uniforme, Stiles andò al loft e chiese ad Angelica di vedere Liam.
La figlia lo aveva imbavagliato con lo scotch e messo nella vasca.
-Mi dispiace, non sapevo che fare, continuava ad urlare!- esclamò Angelica, grattandosi la nuca.
Stiles alzò gli occhi al cielo.- Ecco perché sono quello che organizza i piani in questa famiglia.-
Successivamente, presero Liam e lo misero su una sedia.
-Ascolta Liam, adesso ti tolgo il cerotto, se urli, te lo rimetto, perciò ti consiglio di non farlo, okay?- gli disse Stiles, piegandosi alla sua altezza.
Il ragazzo annuì, guardandolo male.
-Ma chi diamine siete voi?! Perché quella donna mi ha morso?!- esclamò col fiatone.
-Cercava solo di salvarti, credimi.- gli disse Angelica.
-Chi è questo?-
Stiles alzò un sopracciglio.- Questo ha un nome: mi chiamo Stiles.-
Angelica storse la bocca.- Lui è mio padre…E, quella che ti ha morso, è mia madre.-
Liam rimase imbambolato per un attimo.- Ma avete quasi la stessa età! Mi piacevi Angelica, davvero, ma tutta la gente che ti circonda è completamente pazza!-
Stiles assottigliò gli occhi.- Come scusa?-
-Non siamo pazzi.- puntualizzò lei.
-No, non questa parte, l’altra parte in cui ha detto che gli piaci!-
-Ti prego, possiamo parlarne dopo?-
-Niente ragazzi fino ai 18 anni, signorinella!- ribatté Stiles.
Intanto, Liam era riuscito a liberarsi: si alzò di scatto, prese la sedia e la tirò incontro ad entrambi, facendoli cadere per poi fuggire.
-Ma che cazzo!- urlò Stiles, rialzandosi a fatica per andargli dietro.
Raggiunte le scale, Angelica lo seguì e gli andò addosso, facendo roteare tutti e due per gli scalini.
-L’ho preso, l’ho preso!- affermò Stiles, rotolandosi sul pavimento.
-Papà, è il mio piede!- esclamò Angelica, voltandosi verso la porta spalancata.
Il giorno dopo, ci sarebbe stata la luna piena: da quando era nata, Angelica non aveva ancora affrontato la rabbia.
Derek diceva che era normale per quelli nati licantropi e, proprio come lui, durante l’adolescenza sarebbe successo di cedere durante una nottata.
Per quella sera, Lydia aveva ottenuto le chiavi della casa al lago di sua nonna, dove vi era una rimessa delle barche che Malia usava quando succedeva a lei.
Per il bene di Liam, Angelica sperò di trovarlo a scuola.
Anzi, fu lui a trovare lei.
Mentre camminava per il corridoio, Liam afferrò Angelica per la maglietta e la spinse in un’aula vuota.
-Senti, anche se sono super mega spaventato, adesso mi spieghi tutto!- esclamò, togliendosi un cerotto dal braccio: il morso era guarito, perciò voleva dire che il processo era andato a buon fine.
Angelica si sentì in colpa per averlo legato.- D’accordo, se ti faccio vedere, prometti che non darai di matto?-
-No.-
La ragazza sospirò e chiuse la porta: lentamente, fece crescere le zanne e gli artigli.
Liam sgranò gli occhi e le passò le dita sul viso.
Angelica credette di non fargli tanta paura e sorrise.
Ma poi, poco dopo, Liam fece un gridolino femminile e fuggì via.
Lei alzò gli occhi al cielo.- Ci ho provato.-
Durante la pausa pranzo, lei, Kira, Lydia, Wendy e Stiles si riunirono al parcheggio degli autobus per decidere cosa fare.
-Non ci verrà mai spontaneamente, dobbiamo attirarlo in qualche modo.- commentò Angelica.
-Potremmo inventarci che a casa di Lydia c’è una festa, ai ragazzi piace.- intervenne Kira.
-E chi glielo dice? Non mi ascolterà mai, praticamente mi odia.- domandò Angelica, abbassando lo sguardo.
-Ho imparato a mie spese che ai ragazzi piace anche un’altra cosa.- continuò Stiles.
-Sarebbe?-
-Le milf.-
-E cosa diamine è una milf?- chiese Lydia.
Stiles le guardò tutte e 4 con un sorrisetto.- Ah, voi donne, non sapete un bel niente sul mondo degli uomini.-
-Spiegaci.-
-E’ un modo per chiamare le donne adulte alla quale piacciono i ragazzi più piccoli.- spiegò Stiles, voltando lo sguardo verso la sua futura moglie.
Wendy si stava mangiando talmente tanto le unghie, che presto sarebbe arrivata alla pelle.- C-Che c’è?-
Stiles le prese le mani.- Tesoro, metti giù queste mani…-
-Vuoi che io inviti Liam alla festa? Ti ricordi che l’ho morso ieri sera?!-
-E’ il tuo Beta, tu sei il suo Alfa! Comandaglielo se serve! Non possiamo lasciarlo andare in giro durante la luna piena!- esclamò Stiles.- Ricordati: tu sei la ragazza sexy.-
Wendy prese un bel respiro.- Io sono la ragazza sexy.- affermò, raggiungendo l’armadietto di Liam.
Si legò i capelli in una coda e si mise dei pezzi di carta igienica nel reggiseno.
-Ciao Liam!- gli disse, sorridendo.
Liam arrossì, notando da subito il suo push-up improvvisato.- S-Salve.-
-So che le cose non sono iniziate bene tra noi due, ma sappi che io non voglio farti alcun male.- affermò Wendy, strofinando la mano sulla sua spalla.
Il ragazzo deglutì nervosamente.- C-certo che no…-
Wendy notò che non distoglieva lo sguardo dal proprio seno.- Tesoro, alza gli occhi, sono qui.-
-S-Sì, mi scusi…- balbettò, alzando gli occhi sui suoi.- H-Ha davvero dei…Ehm…Bei denti…-
-Dammi del tu: volevo invitarti ad una festa stasera, alla casa sul lago di Lydia Martin, che e dici? Ti vengo a prendere alle 7 e ci divertiamo un po'.-
Liam continuava ad annuire, come a darle spago, anche se non la stava seguendo per niente.
-Perfetto!- confermò lei, sorridendogli.- Ci vediamo alle 7!-
 
Quando si fu fatta sera, Angelica, Stiles, Kira e Lydia raggiunsero la casa sul lago e prepararono le catene alla rimessa delle barche.
Non appena Liam entrò dalla porta, si fecero trovare tutti lì e allora capì che non era affatto una festa, ma una trappola.
-Mi spiace.- gli disse Wendy, quando lui la guardò male.
Angelica gli si avvicinò lentamente, con un mezzo sorriso amichevole.- Sono un lupo mannaro…Mia madre anche, Kira è una Kitsune, una volpe, Lydia è una Banshee, mio padre è un druido, una specie di consigliere dei licantropi e Malia, quella che ti ha fatto cadere, è un coyote mannaro.- gli spiegò. -Non vogliamo farti del male, solo aiutarti.-
-Aiutarmi?! Tua madre mi ha morso!- esclamò, iniziando a sentire gli effetti della luna.- Adesso io esco da qui e se provate a seguirmi, chiamerò la polizia!- urlò, tappandosi le orecchie: sentiva tutti i rumori all’esterno.
Wendy notò che i suoi occhi brillavano d’oro.- Portiamo alla rimessa!-
Lei e Kira lo afferrarono e lo condussero alla rimessa delle barche: lo legarono ad una colonna di legno, anche se cercava di dimenarsi.
Anche Angelica aveva estratto gli artigli senza accorgersene e la testa le faceva male.- P-Papà…-
-Okay, ci siamo, andiamo, sono con te, non ti lascio.- le ripeté Stiles, accompagnandola in un’altra stanza e legandole i polsi.
Angelica fece bei respiri per cercare di reprimere la trasformazione.- Non voglio ferirti.-
-Non mi farai niente tesoro, mi fido di te.- affermò Stiles, sedendosi davanti a lei sul pavimento.
-Come ha fatto la mamma? Fa malissimo!-
-Ha trovato un’ancora: devi pensare a qualcosa o a qualcuno che ti fa star bene.- spiegò il padre, guardandola negli occhi.
-E qual era l’ancora della mamma?-
Stiles le sorrise.- Io.-
Angelica si sentì leggermente meglio.- Va a controllare Liam, io sto bene.-
-Sei sicura?-
-Sì, va.-
Stiles si alzò e raggiunse l’altra stanza, dove Kira aveva appena colpito Liam alla testa con un remo che lo aveva fatto svenire.
-Di bene in meglio.- sospirò Wendy, legandolo le catene al suo petto.
-Ragazzi, non so se è il momento migliore, ma devo farvi vedere una cosa.- intervenne Kira, estraendo dal proprio zaino un quaderno.- Malia aveva bisogno dei vecchi appunti di matematica di Lydia, ma c’è qualcosa di strano…-
Wendy lo aprì e vide che quello che c’era scritto.- Questa non è matematica…-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** The benefactor. ***


-Sembra una specie di codice.- commentò Wendy: ce ne erano decine di pagine piene.
-Provate a metterlo sul computer, rimaniamo noi qui.- le disse Stiles.
Allora si misero seduti sul pavimento per vegliare Liam che dormiva.
Wendy lo guardò.- E’ così giovane…Avrà la mia età quando sono stata morsa.-
-Sei sopravvissuta…E puoi insegnargli come fare.- affermò Stiles.
-Quando sono tornata a scuola, ho chiesto informazioni su di lui al preside: è stato espulso dalla precedente scuola per un litigio con un professore. Non riesce a controllare la rabbia: ha rotto completamente la sua auto con un piede di porco e scritto sul cruscotto E’ tutta colpa tua.- spiegò Wendy, preoccupata. -Peter mi ha morso, ma non c’è mai stato per me in quel senso. Ho cacciato con lui e, per mia fortuna, quell’uomo era un assassino…Ma se Liam uccidesse qualcuno di innocente per colpa mia?-
-Lo fermeresti prima che succedesse…Anche lui troverà la sua ancora…C’è sempre un po' di luce nell’oscurità.-
-Probabilmente hai ragione e mi preoccupo per niente, tu hai sempre ragione su tutto.- affermò sorridendo.
-A proposito, ti volevo chiedere una cosa: sono ancora la tua ancora? Insomma…Anche dopo Derek e tutto il resto…-
Wendy tirò fuori gli artigli e, quando intrecciò le dita alle sue, se ne andarono.- Sì.-
Stiles le sorrise e si avvicinò per baciarla dolcemente.- Ti ho sentita ringhiare, però.-
Lei lo guardò accigliata.- Non sono stata io…-
In quel momento, si voltarono verso Liam che si era trasformato completamente e, con un unico gesto, si liberò dalle catene con forza bruta.
-Va via di qui!- esclamò Wendy, spingendo via Stiles.
Il ragazzo si avviò all’uscita, ma venne bloccato da sua figlia, liberata e furiosa  anche lei.
-Angelica, sta calma, trova la tua ancora.- le ripeté con voce tranquilla.
Angelica gli ruggì, ma, vedendo Liam, lo percepì come una possibile minaccia.
I due licantropi arrabbiati, corsero l’uno verso l’altro, con gli artigli pronti.
-No, fermi!-
Però, prima che Wendy intervenisse, Angelica e Liam si erano bloccati: si guardarono negli occhi e lentamente abbassarono la mano.
Stiles fu confuso.- Che succede?-
Wendy li odorò.- Non è possibile…-
-Cosa?-
-Sono l’uno l’ancora dell’altro.-
Angelica tornò normale, ma per lo sforzo svenne e Stiles l’afferrò prima che cadesse a terra.
Liam si guardò intorno spaesato e, spaventato, corse via in strada.
Wendy fu costretta a rincorrerlo nel bosco e prima che facesse male a qualcuno, lo atterrò.
-Liam, calmati!-
-Lasciami stare!- le gridò, dimenandosi.- E’ tutta colpa tua!-
Wendy gli spinse le spalle a terra guardandolo negli occhi.- E’ vero, hai ragione, è tutta colpa mia! Voglio solo aiutarti!-
In quel preciso istante, una freccia accecante gli passò accanto, costringendoli a coprirsi gli occhi.
Liam sfruttò il momento per divincolarsi e scappare.
Wendy si strofinò gli occhi e in lontananza, vide Chris Argent avvicinarsi e tenderle la mano.
-Sempre in giro con la luna piena, eh?- commentò lei, prendendo la sua mano per alzarsi.
-E’ il mio lavoro.-
-Non so che cosa fare, non mi ascolta, i-io…Non so come si fa l’Alfa.- balbettò Wendy, in preda al panico.
-Neanche Scott ascoltava Derek, te lo ricordi? Ma tu sì, perché ti fidavi di lui…Perché lui usava le parole giuste con te.- le disse Chris.
Wendy ripensò all’addestramento con Derek e a quello che le aveva detto anni prima.
Così, decisa, seguì l’odore di Liam che era caduto in una delle trappole dei cacciatori.
Aveva il piede legato con uno spago d’acciaio e non riusciva a liberarsi.
-Non mi toccare!- esclamò, facendo versetti di dolore.
Wendy si chinò su di lui lentamente.- Liam, fermati. Più ti muovi e più lo spago si arrotola intorno alla pelle.- gli disse, con tono tranquillo.
D’un tratto, il ragazzo scoppiò a piangere.- I miei genitori…Non devono vedermi così, non posso deluderli di nuovo.-
-Liam, io posso insegnarti a controllare la rabbia, ma devi fidarti di me: sei un lupo mannaro, adesso.-
Liam fece dei bei respiri per tranquillizzarsi.- Sono un mostro.- singhiozzò.
-No, non lo sei. Sei come me…- affermò, guardandolo negli occhi.- Liam, il morso è un dono ed io mi prenderò cura di te. Chiudi gli occhi, concentrati…Senti il battito del mio cuore?-
Il ragazzo chiuse gli occhi e cercò di non pensare al dolore alla gamba.- Wow…N-ne sento due…-
Wendy sentì sua figlia dietro di lei che si era ripresa ed era venuta ad aiutarla.
-Ascolta come batte lentamente…Non ti sto mentendo.- continuò Wendy, liberandolo dalla trappola.
Liam decise di non scappare più e Angelica gli si avvicinò, porgendogli la mano con un leggero sorriso.- Siamo fratelli, adesso.-
 
Mentre Angelica tornava a casa esausta, Wendy rimase con Lydia per mettere a posto.
-Avete scoperto che cos’era quel codice?- le domandò, notando il portatile sul tavolino.
-Lo stavo inserendo giusto ora.-
Quando Lydia inserì i numeri e i simboli, una volta al computer, essi si tramutarono in quella che sembrava una lista.
Wendy lesse che c’erano tutti i loro nomi: Malia, Stiles, Lydia, Derek, Angelica e Kira. -Ma che diamine è?-
Lydia rabbrividì quando vide i numeri accanto ai nomi.- E’ una lista…Una lista della morte.-

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Detective. ***


Mentre la stampante stampava delle copie per tutti quanti della lista, il branco si riunì al loft e Stiles mise in soggiorno una lavagnetta trasparente con le rotelle, attaccandoci alcune foto.
-Allora, i primi della lista sono la famiglia Walcott, uccisi da un killer che chiamano il Muto che usa una specie di ascia.- spiegò Stiles, disegnando con i pennarelli.- In centrale hanno saputo che durante la luna piena ci sono stati vari omicidi.-
-Quei bastardi ci prendono quando siamo vulnerabili.- ringhiò Peter.
Wendy lo guardò male.- Scusa, vacci piano con le parole, c’è mia figlia.-
-Quella sera, sono stati uccisi un uomo che conoscevamo anche noi.- continuò Stiles, mostrando una foto.
-Sì…Portava sempre i fusti di birra alle mie feste.- aggiunse Lydia.
 
 
-Era un lupo mannaro, decapitato con un filo infuocato…Si faceva sempre pagare con le carte di credito, quindi se controllo l’ultima transazione potrei capire chi lo ha ucciso.- affermò Stiles.- Infine, una ragazza della scuola, aveva 15 anni, ma questa volta è stata pugnalata al petto svariate volte.- spiegò, mostrando una foto delle ferite. In quel momento, notò che Angelica non stava seguendo e stava scrivendo velocemente sui fogli.- Tesoro, mi stai seguendo?-
La ragazza prese poi il telefono e usò la calcolatrice.- 117.-
-Cosa?-
-La somma dei numeri accanto ai nomi: 117.-
-Vuoi dire i miei 117?!- esclamò Peter.
-Quindi i numeri sono i dollari che valiamo.- intuì Wendy.
Stiles diede un’occhiata.- Un druido vale solo 25 mila, ovviamente.-
Derek indicò il nome di Wendy.- Guarda un’Alfa…Probabilmente sarai la prima che verranno a cercare.-
Wendy lesse di valere 250 mila dollari e alzò un sopracciglio.- Che venissero, allora.-
 
Intanto, a scuola, Angelica si occupò di tenere d’occhio Liam e la sua rabbia.
Sapeva che, quella stessa sera, ci sarebbe stata una partita di LaCrosse contro la Devenfort, la vecchia  scuola di Liam.
Per l’occasione, Angelica lo trovò nella palestra a fare i pesi: sembrava che più alzasse peso, più non gli sembrava abbastanza.
La ragazza si soffermò a vedere i muscoli lungo le sue braccia e senza accorgersene si morse un labbro.- Angelica, ma che fai?!- si disse tra se e se, dandosi una pacca sulla fronte. -E’ inutile…Ti sembrerà sempre leggero.- gli disse avvicinandosi.
-Sono più forte, vero? E più veloce…Mi sono fatto 5 chilometri di corsa, stamattina.- domandò lui.
-Tutti i tuoi sensi sono più forti…E anche la rabbia.- intervenne Derek, giocherellando con una mazza da LaCrosse.
Liam lo guardò con la guardia alzata.- Fammi indovinare…Tuo zio?-
Derek ridacchiò appena.- Più o meno…Questa è tua?-
Liam non rispose: non gli piaceva affatto quel tipo, soprattutto per il suo sorrisetto provocatorio.
D’un tratto, Derek spezzò la mazza e Liam si infuriò: ringhiò e gli andò in contro, ma, con un unico gesto, Derek gli prese il collo e lo sbatté contro il muro.
-Liam, sta calmo.- gli sussurrò Wendy, venendo fuori da un attrezzo.
Pian piano, gli occhi del ragazzo tornarono normali e Derek lo mise giù.
-So che stasera c’è una partita, farai il bravo, vero?- gli chiese poi.
-Farò il bravo se loro faranno i bravi.- rispose Liam, a denti stretti.
-Ma tu farai il bravo per primo, d’accordo?- replicò Wendy, guardandolo negli occhi.
Liam fece un cenno con la testa e nello stesso momento suonò la campanella.- Andate in classe.-
Quando i due se ne furono andati, Derek la guardò con un sorriso.
-Che c’è?-
-Te la caverai alla grande.- affermò annuendo.
-Sto facendo tutto a caso! Non ho idea di come comportarmi…- commentò Wendy, alzando le spalle.
-Vieni con me.-
Derek condusse Wendy nella cripta degli Hale e fra tutte le cianfrusaglie, tirò fuori un disco di pietra, dove sopra c’era inciso il simbolo della trischele.
-Questo dovrebbe essere il famoso Triskelion?-
-Peter lo usava per insegnarmi a controllare le pulsazioni, insieme ad un simpatico indovinello: quali sono le 3 cose che non possono essere nascoste?-
Wendy storse la bocca.- Non sono un asso negli indovinelli.-
-Il sole, la luna e la verità.- le disse lui, porgendoglielo.- Usalo con Liam se è necessario.-
 
Più tardi, Wendy passò in centrale per portare il pranzo a Stiles.
Il ragazzo aveva una scrivania tutta sua vicino all’ufficio di suo padre.
-Dimmi che sono i maccheroni al formaggio!- esclamò Stiles, incrociando le dita.
Wendy sorrise e aprì il contenitore con la pasta al formaggio.
-Ah, tu sì che mi conosci bene!-
Lei ridacchiò e gli si sedette sulle gambe, baciandolo a stampo.
-Non ho avuto tempo di leggere tutta la lista, sto ancora lavorando alle ferite di questa povera ragazza.- continuò, aprendo le foto dei tagli sul corpo.
-Mi dispiace interrompervi, piccioncini, ma c’è stato un furto al poligono della contea e tuo padre vuole che andiamo.- intervenne Parrish.
-D’accordo, arrivo subito.-
Wendy si soffermò a guardare l’immagine e notò che intorno al taglio, c’era la forma di qualcosa di esagonale che aveva già visto.- Questo segno…Non è il segno di una mazza da LaCrosse?-
Quando Stiles lo guardò meglio, le diede ragione.- E’ vero…-
-Sei riuscito a rintracciare l’ultima transazione del tipo che vendeva le birre?-
Stiles aprì un’altra finestra sul pc.- Sì, l’ultimo ad averlo pagato pare sia un certo Garrett…Sicuramente ad una festa di adolescenti…E se fosse un giocatore di LaCrosse?-
Wendy annuì.- Credo proprio che dovrò andare ad una partita, stasera.-

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Get rich with the Alpha. ***


Intanto, a scuola, gli atleti della squadra della Devenfort erano appena scesi dal bus che li aveva portati alla Beacon Hills high school.
Angelica notò che Liam guardasse male Bratt, il capitano.
Lo vide avvicinarsi e lo seguì per controllare cosa volesse fare.
-Ciao Bratt…Volevo dirti solo…Buona fortuna.- gli disse Liam, porgendogli la mano amichevolmente.
Il ragazzo alto e ricciolino fece una ridarella.- Credi di poter risolvere tutto così, Dunbar? Hai distrutto la macchina del coach.-
-L-Lo so…E ho pagato per questo.- balbettò, stringendo la mano in pugno.
-E pagherai ancora…Stasera vi faremo a pezzi.- affermò Bratt.
Angelica vide la mano di Liam sanguinare: si stava talmente trattenendo che gli artigli gli si erano conficcati nella pelle.
-C-Che facciamo?- balbettò Mason.
-Portalo via!-
Mason afferrò Liam per il petto, mentre Angelica fece un ampio sorriso a Bratt per distrarlo.- Ciao ragazzi! Benvenuti a- In quel preciso istante, la ragazza sentì provenire da Bratt un odore familiare.- A Beacon Hills.-
Corse poi insieme a Mason negli spogliatoi maschili, gettando Liam sotto la doccia per farlo calmare.
-Basta, basta!- gridò Liam, tornando in se.
-Hai dei conti in sospeso con quel Bratt?- gli chiese Angelica, chiudendo l’acqua fredda.
-Il professore a cui ho rotto l’auto, era anche il nostro allenatore…Lui ce l’ha con me.- rispose Liam.- Ma ti giuro che proverò a rimanere calmo alla partita…Se ci sei tu…Io…Mi sento meglio.-
Angelica abbassò lo sguardo sorridendo e Mason si sentì un po' di troppo, arrossendo e grattandosi la guancia.- Andiamo forti, allora.-
 
Quella stessa sera, Angelica e Wendy andarono alla partita: Angelica si sedette accanto a Mason, facendogli cenno di starsene zitto.
Poco più in là, una ragazza di colore sventolava un cartello in onore di Garrett.
-A quanto pare non ci ha messo tanto per rimpiazzarti.- commentò Mason, pensando che quella fosse la sua nuova ragazza. -Credo si chiami Violet.-
-Angy, perché non mi presenti il tuo amico?- intervenne Wendy.
-Oh sì…Mason...Lei è Wendy…- balbettò Angelica, imbarazzata.
Mason le sorrise ampiamente, stringendole la mano con forza.- Salve signora, è davvero un onore onorissimo fare la sua conoscenza!-
Wendy fu confusa dal suo entusiasmo, ma ricambiò il sorriso.- Dammi del tu Mason, abbiamo quasi la stessa età.-
La partita stava per iniziare e prima di mettersi il casco, Liam salutò Angelica con la mano ed un sorriso.
Angelica ricambiò timidamente.
-Lui ti piace?- le chiese la madre.
-Cosa?! No! Come ti è venuto in mente?!- bofonchiò Angelica, mettendosi i capelli dietro l’orecchio.
-E’ pazza di lui.- intervenne Mason.
Angelica roteò gli occhi.- Allora, chi stiamo cercando?- mormorò alla madre.
-Il licantropo decapitato aveva consegnato le birre ad un ragazzo di nome Garrett prima di morire.- sussurrò Wendy.
Lei sgranò gli occhi.-Garrett?! Sei sicura?!-
-Ecco perché era così carino con te!- esclamò Mason.
-Mason!-
Wendy aggrottò le sopracciglia.- Chi era carino con te?-
-Garrett!-
-Un momento: tu sai?!-
-D-Dipende da cosa intende: se intende che io so tipo che sono intelligente, no, allora non so.- balbettò Mason, ma ormai si era fatto scoprire.
Angelica sospirò, coprendosi la faccia con entrambe le mani.
-Angelica, non puoi andare in giro a rivelare il nostro mondo al primo che capita!- ribatté Wendy.
-Mi dispiace mamma, ma il mio migliore amico!-
-A casa ne riparliamo.-
Nel corso della partita, la Devenfort era in netto vantaggio, soprattutto perché Bratt continuava a provocare Liam e dovevano separarli in continuazione.
-Oh andiamo! Quello era un fallo!- gridò Malia, dalle tribune più avanti.
A proposito di segreti, Angelica pensò che fosse meglio rivelarli tutti.- Mamma, c’è una cosa che devo dirti su Malia…E su Peter.-
Wendy rimase con gli occhi concentrati sul campo.- Che sono padre e figlia? Sì, lo so.-
Angelica sgranò gli occhi.- Come lo hai capito?!-
-Quando sono andata a chiedergli consiglio, Malia è venuta con me per proteggermi: non me ne ero mai accorta fino a quel momento, ma il loro odore è molto simile. E’ una cosa che imparerai col tempo, gli odori rappresentano tante altre cose.- spiegò Wendy.
-Interverrai?-
-Se serve, sì.-
Mancava qualche minuto alla fine della partita e, tutto d’un tratto, Liam, Bratt e Garrett si scontrarono sul campo.
I medici al lato del prato si avvicinarono per vedere se qualcuno si fosse fatto male e anche Wendy si precipitò: solo lei sapeva che Garrett usava una lama che era riposta all’interno della sua mazza.
-Stai bene? Garrett ti ha colpito?- gli chiese, aiutandolo a rialzarsi.
Liam si tastò il corpo, mentre l’arbitro diede il fischio della fine.- No, sto bene.-
Wendy fu confusa.- E allora a chi stava puntando?-
In lontananza, Angelica vide che Liam stava bene e, anche lei stranita, prese la lista dalla borsa.
Non l’aveva  ancora letta tutta e, se l’avesse fatto prima, avrebbe notato che c’era anche il nome di Bratt.- Mamma!!-
Non appena Wendy accorse negli spogliatoi, Bratt ansimava a terra con i segni di un filo infocato sulla gola, ma era come se fosse stato risparmiato.
-Va tutto bene Bratt, ti porto via.- gli disse, chinandosi su di lui.
Il ragazzo cercò di dire qualcosa, ma non riusciva a parlare e allora le indicò qualcuno dietro le sue spalle.
Wendy non fece in tempo a girarsi, che Violet le strinse il filo intorno al collo e sentì la gola bruciare.
-Garrett aveva detto che era troppo pericoloso, ma un Alfa vale così tanto.- esclamò con un sorrisetto soddisfatto.
Ma Wendy era molto più forte di lei ed afferrò lo spago, spezzandolo in due.- Appunto.- ringhiò, prima che Derek le diede il bordo della mazza da LaCrosse sulla nuca che la fece svenire.
-E tu che ci fai qui?- gli domandò Wendy.
-Ti guardo le spalle.-
-Me le so guardare bene le spalle, grazie.- affermò lei, prendendo Bratt.
-Ho notato.-
Quando uscirono nel corridoio deserto, Wendy sentì un odore.- Non senti odore di sangue?-
Derek aggrottò le sopracciglia.- No..-
Poco più in là, sotto la porta di un’aula, c’era una pozza rossa.
Il Beta fece per aprirla, ma Wendy lo fermò.- Aspetta!-
-Cosa?-
-Mi stai dicendo che non senti l’odore di polvere da sparo?-
Derek serrò i pugni.- No.- Aprì lentamente la porta ed, effettivamente, al suo interno c’era una scatola.- E’ una mina antiuomo.-
Improvvisamente, si sentì volare qualcosa e un’ascia colpì Bratt dritto alla schiena, uccidendolo.
-No, no, no, no!- gridò Wendy, mentre il licantropo si accasciava a terra, ormai morto.
Con rabbia, l’Alfa gli ruggì e gli andò in contro per affrontarlo: era proprio come lo aveva descritto Angelica, pallido, privo di capelli e senza bocca.
La sua unica arma era l’ascia e non fu difficile per lei ucciderlo con una decina di graffi sul petto per la rabbia.
Derek fu costretta a fermarla.- Wendy basta, è morto!-
Wendy si guardò le mani insanguinate e poi il corpo di Bratt.- Cristo, aveva solo 15 anni, cazzo!- urlò, dando un calcio ad un armadietto. -E a te che cosa ti è preso? Non hai sentito l’odore del sangue, né lo hai visto arrivare!-
-Non è solo questo…- continuò Derek, facendo brillare gli occhi d’oro.
-Credevo che ce li avessi azzurri.-
-Anche io…Mi è successo dopo Kate…Mi ha rubato qualcosa…Mi ha rubato l’olfatto.- affermò Derek a denti stretti.- Per questo voglio trovarla ed ucciderla.-

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** The orphans. ***


Fu poco dopo che arrivò lo sceriffo insieme a Stiles e portarono via i due cadaveri.
Violet venne subito arrestata, ma di Garret nessuna traccia.
Si scoprì che i due facevano parte di un’organizzazione chiamata Gli orfani, uniti per uccidere le creature sovrannaturali della città per accaparrarsi i soldi.
-Allora Violet, chi trasferisce i soldi sul vostro conto?- le domandò Stiles, mentre lo sceriffo l’ammanettò.
-Diventerò ricca!- esclamò la ragazza, ignorando la domanda con sfacciataggine.
Wendy ringhiò e le diede un pugno sul naso, facendolo sanguinare, prima che Stiles l’afferrasse e scansasse.
-Te lo chiederò un’ultima volta, Violet: chi trasferisce i soldi?- ripeté l’agente.
Violet guardò male Wendy e si pulì il naso con la spalla.- Non so il suo nome, lo chiamano solo Il Benefattore.-
Wendy ascoltò il battito del suo cuore.- Non sta mentendo.- confermò. -Rinchiudete a vita questa stronza.-
Invece che tornare a casa, Deaton chiamò lei e Derek urgentemente.
Quando arrivarono alla clinica, sul tavolo c’era un ragazzo sui 17 anni che stava sputando della schiuma gialla dalla bocca, come fosse stato avvelenato.
-Tenetelo fermo!-
Derek e Wendy fecero forza contro le sue braccia, ma egli si dimenò e graffiò Derek all’avambraccio.
Deaton ebbe il tempo di prendere un bisturi e fare un’ incisione al centro dei pettorali, da dove uscì, successivamente, un fumo dello stesso colore della schiuma.
A quel punto, il licantropo si calmò.
-Che cos’era?- chiese Wendy.
-Una specie rara di strozzalupo, lo hanno pugnalato come hanno fatto con l’altra ragazza.- spiegò Deaton, mostrandogli il taglio della lama.
-Il sole, la luna, la verità…- bofonchiò il ragazzo, con gli occhi mezzi chiusi.- Il sole….La Luna…La verità.-
Wendy guardò Derek.- Non è quello che mi hai detto tu?-
-Sì, Peter usava delle pratiche buddiste con me, ma non sono tipiche del nostro branco.- raccontò Derek.
-Sono tipiche del branco di un licantropo che si chiama Satomi.- intervenne Deaton.
-Ho già sentito questo nome.- pensò Wendy. -Stanno decimando il suo branco, qualcuno dovrebbe dirglielo.-
Derek prese la maglietta del ragazzo e gliela porse.- Tieni, annusa, vediamo se riusciamo a trovarli.-
Per Wendy era strano che Derek non riuscisse a sentire gli odori e che, anche il suo braccio non stesse guarendo.
Si avventurarono nella foresta e Wendy captò l’odore di altri licantropi, ma non solo.
In uno spiazzo del bosco, c’erano decine di licantropi morti: i loro occhi erano sgranati e le venne del collo all’infuori.
Probabilmente erano stati avvelenati con lo stesso tipo di strozzalupo.
Wendy voltò lo sguardo.- Cristo.-
Derek si piegò sui corpi, analizzandoli.- Veleno.-
La ragazza corse dietro un albero per vomitare: non aveva mai visto così tanti cadaveri e per lo più della sua stessa specie.
-Wendy, devi cercare di mantenere la calma.- le disse Derek, strofinandole la schiena.
-Ma come fai ad essere così calmo? Erano nostri fratelli!- ribatté lei.
-La mia famiglia è stata quasi tutta uccisa, ricordi?-
Wendy sospirò e si pulì la bocca.- E se dovesse succedere a te? Con Kate ci siamo andati molto vicino e adesso non riesci nemmeno a guarire. Come mi dovrei comportare se ti succedesse qualcosa?-
Derek la guardò negli occhi.- Dovresti alzare la testa e continuare a vivere.-
Wendy abbassò la testa scuotendola, ma, ad un certo punto, sentì dei versi vicino a loro.- Hai sentito?-
-Cosa?-
-Qualcuno è ancora vivo!-
Wendy seguì il rumore e, dietro un masso, trovarono Braeden ricoperta di sangue, ma che respirava ancora.
 
Derek portò Breaden a casa sua per curarla e Wendy passò il resto della serata sul letto a leggere per bene finalmente tutta la lista.
Con una penna sbarrò le persone già, purtroppo, morte.
C’erano praticamente tutti i licantropi del branco e perfino Stiles, Meredith e Lydia, ma non si sarebbe mai aspettata di trovare Jordan Parrish alla fine dell’ultimo foglio.
-Stiles!- lo chiamò, quando la penna le scivolò giù dal materasso.
Si piegò per riprenderla e, in quel momento, notò che c’era qualcosa sotto il letto.
Curiosa, la tirò fuori: era una valigetta che, quando aprì, la fece rimanere piuttosto sconvolta.
-Che c’è?- le chiese Stiles, entrando in stanza e vedendo la valigia: era piena di armi di ogni tipo, specialmente pistole e fucili. -Oh.-
-Ma ti è dato di volta il cervello?!- esclamò, rendendosi poi conto di una cosa.- Oh mio Dio, sei stato tu a rapinare il poligono?!-
-Non da solo, Malia mi ha aiutato, ma il fatto è che volevo solo proteggervi.- le disse Stiles.
-Mentendomi?! Me lo potevi dire che avresti portato un arsenale dentro casa!-
-Cristo Wendy, il nome di mia figlia è scritto su una lista della morte che vale 50 mila dollari! Che cosa ti aspettavi che facessi?! Che me ne stessi con le mani in mano, mentre dei licantropi vengono pugnalati a morte?!- replicò il druido.
La discussione andò avanti a lungo e la povera Angelica, rannicchiata nel suo letto dell’altra stanza, non riuscì quasi a dormire per la preoccupazione.
 
Il giorno dopo, era il compleanno di Angelica.
Nonostante la litigata della sera prima, Stiles e Wendy avevano preparato un muffin con sopra una candelina rosa ed erano entrati di soppiatto nella sua stanza.
-Buon compleanno!- gridarono, facendola sobbalzare del letto.
Angelica scoppiò a ridere e si strofinò un occhio.- Grazie.-
-Avanti, esprimi un desiderio.- le disse suo padre.
Lei li guardò entrambi con un sorriso e poi chiuse gli occhi, soffiando sulla candelina.
Poi, Wendy tirò fuori una scatolina.- Questo era di una persona alla quale volevo molto bene e voglio che ora lo prenda tu.-
Angelica l’aprì, trovando al suo interno il braccialetto di Allison con le iniziali.- Oh, mamma…- mormorò, abbracciandola.- Grazie…Non me lo aspettavo…-
Stiles aggrottò le sopracciglia.- Come non te lo aspettavi?-
-Insomma…Vi ho sentito discutere ieri sera…-
-Oh, tesoro…Non devi preoccuparti se litighiamo, è normale.- le disse Wendy, accarezzandole la testa.
-Ehi, io non lascerò mai più la tua mamma, chiaro?- intervenne Stiles, prendendole la mano, mentre Wendy lo guardò sorpresa e commossa allo stesso tempo.- Vi amo tantissimo entrambi.-
Angelica sorrise gioiosa e li abbracciò.
I guai iniziarono quando andò a scuola: Liam non si vedeva da nessuna parte, né rispondeva ai messaggi.
Garrett era ancora in giro.
Prima di entrare in aula, il telefono le squillò e comparse il nome di Liam.
-Ehi, ma devo sei finito, è tutta la mattina che ti chiamo!-
-Ma che carina.- affermò la voce di Garrett, dall’altra parte.
-Dov’è Liam?- ringhiò Angelica.
-Vediamoci alla pausa pranzo nel parcheggio degli autobus e vieni da sola.- le ordinò, per poi riattaccare.
Angelica iniziò davvero a temere per Liam.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** I found you. ***


Durante l’ora di pranzo, Angelica raggiunse Garrett al parcheggio dei bus.
-Dov’è Liam?!- gli chiese subito, con i pugni stretti.
-Sta calma, prima voglio qualcosa in cambio.- replicò il ragazzo. -Trasferiranno Violet alla prigione federale stasera e io voglio che tu la tiri fuori di lì.-
-Stai scherzando, vero?-
Garrett la guardò male.- Ti sembro uno che scherza? Il tuo paparino e tuo nonno arriveranno con un furgone e tu dovrai fermare la macchina, sono stato abbastanza chiaro?-
-Vuoi che aggredisca mio padre?!-
-Esatto bambolina e ti conviene anche pensarci in fretta.- affermò Garrett, tirando fuori un coltello.- Ho colpito il tuo fidanzatino con dello strozzalupo e…Quando arriverà al cuore, chissà cosa succederà.-
Angelica cercò di mantenere la calma.- D-D’accordo…Dimmi dove e quando.-
-Ti manderò un messaggio con tutte le istruzioni e, soprattutto…- le sussurrò, avvicinandosi a lei tanto da sfiorarle il naso.- Mammina non dovrà saperlo.-
Angelica non aveva mai fatto niente senza sua madre, ma non aveva altra scelta.
 
Intanto, avendo letto il nome di Meredith sulla lista nera, Stiles, Wendy e Lydia si recarono ad Eichen House per controllare se la Banshee sapesse qualcosa sul Benefattore: dopotutto, tempo prima, li aveva aiutati a scovare Lydia e il Nogitsune.
-Non posso aprire le porte a chiunque ha un distintivo.- replicò Brunski, alzando un sopracciglio verso Stiles. -E poi tu non sei neanche un polizotto.-
-Lo sono abbastanza da poter verificare che qualcuno a caso qui, vediamo…Tipo te...Ha ricevuto un sacco di ammonizioni perché ubriaco sul lavoro.- gli sussurrò Stiles, in segno di sfida.
-Ora capisco molte cose.- commentò Wendy.
-Beh, un favore ogni tanto si può fare.- aggiunse il guardiano, aprendogli la stanza di Meredith.
La ragazza se ne stava seduta ai piedi del letto e li guardò sorridendo appena.- Sapevo che sareste venuti.-
-Ah sì?- le chiese Lydia.
-Per Derek, giusto?-
Stiles si accigliò.- Cosa sai di Derek?-
Meredith fece uno sguardo ovvio.- Sta per morire.-
-Intendi che lo uccideranno per prendere i soldi del Benefattore? Tu sai chi è?- continuò Lydia.
Lei scosse appena la testa.- Non posso dirvelo.-
-Perché non puoi dircelo?-
-Perché lui non vuole.-
-Non capisci Meredith, la gente continuerà a morire!- esclamò Lydia.
Wendy le prese il braccio.- Lydia, non esagerare.-
-Meredith, dicci chi è!-
-Non posso! Non posso!- gridò Meredith, scuotendo la testa più volte.- Non voglio!!-
Meredith urlò talmente tanto forte che le orecchie di Lydia iniziarono a sanguinare e, per sicurezza, uscirono da lì.
 
Calata la sera, Angelica seguì quello che Garrett le aveva detto e salì in auto con lui.
Il piano era quello di assaltare il furgone che portava Violet e prenderla.
Si accostarono al lato della strada, in attesa che gli passasse accanto.
-Tutte quelle moine che mi facevi…Non ci posso credere.- borbottò Angelica, battendo il piede per il nervoso.
-Tu mi piacevi davvero, Angelica, poi ho scoperto che eri uno di quei fottuti mostri.- replicò Garrett.
-Noi manteniamo l’equilibrio in questa città, voi ci uccidete per soldi, chi è il vero mostro? Perché non mi hai ancora uccisa?-
Garrett fece un ghigno.- Perché c’è qualcosa che vale molto di più.-
Angelica si sentì abbastanza sicura nel fare una ridarella.- Non ucciderete mai mia madre: Violet sa quanto può essere pericolosa.-
-Per questo uccideremo prima tutto il suo branco.- affermò il ragazzo, facendole un occhiolino.
Angelica rabbrividì e pochi attimi dopo, mentre erano per strada, il furgone della polizia ribaltato.
-Ferma, ferma!- gridò lei.
Accorse subito da suo padre e suo nonno, stesi a terra con delle ferite.
-Papà, stai bene?!-
-Non preoccuparti per me, devi scappare, capito? Scappa!- esclamò Stiles, strisciando via con lo sceriffo svenuto.- Sono ancora qui!-
Angelica sentì un ringhio dietro le sue spalle e dopo essersi girata lentamente, vide un Berserker alto quasi due metri davanti a se.
Garrett scese dalla macchina e tirò fuori la mazza da LaCrosse con all’interno il coltello. -Avanti! Sei grande e grosso, vediamo quanto vali!-
-Attento!- urlò Angelica, vedendone un altro alle spalle del ragazzo, ma non fece in tempo, perché con un lungo artiglio, il Berserker trapassò Garrett da parte a parte.
Angelica si trasformò, anche se non aveva molte possibilità contro di esso.
Riuscì a bloccargli un braccio, ma con l’altro il mostro la colpì al fianco, tanto forte da lasciarle l’artiglio nella carne.
Improvvisamente, mentre sputava sangue, qualcuno iniziò a  sparare all’impazzata contro di loro.
Chris Argent distrasse le creature abbastanza per prendere la ragazza e caricarla sulla propria macchina e fuggire.
-M-Mio padre…Dobbiamo tornare indietro!- bofonchiò Angelica, continuando a sanguinare.
-L’ambulanza sta arrivando, loro staranno bene, tranquilla.- affermò Chris, fermandosi sul ciglio di una strada desolata. -Adesso dobbiamo pensare a te…Ti avverto, farà male.- continuò, mettendo le mani sul lungo artiglio.
Angelica prese un bel respiro e annuì.- Fallo.-
Con un gesto secco, il cacciatore le tolse l’artiglio e lo analizzò.- Possiamo ricavarne qualcosa.-
Angelica lo odorò e seguì una scia che portava ad una vecchia fabbrica abbandonata.
-Mia madre non può vedermi così.- commentò, riferendosi alla maglia sporca di sangue.
Chris aprì il portabagagli, passandole una maglietta.- Metti questa.-
Quando se la mise, Angelica riconobbe l’odore di Allison.
Armati di fucile e zanne entrarono in una grande stanza piena di teli di plastica.
-Avrei voluto aspettare prima di incontrarvi.- disse una voce dietro i teli: Angelica riconobbe la figura di Kate.- Aspettare di sapermi controllare…- continuò, venendo allo scoperto a qualche metro da loro.- Ci si rivede, Wendy.-
Angelica serrò i pugni.- Non sono Wendy.-
Kate si avvicinò, mentre Chris le teneva l’arma puntata contro.- Wow, è stato un miraggio…Tu sei la sua piccolina…- osservò, prendendole un ciocca di capelli.- Stessa bellezza…- sussurrò, annusandola.- Stesso lurido odore.- esclamò, facendo una smorfia di disgusto.
-Adesso basta Kate.- ringhiò Chris.
La sorella lo guardò male.- Abbassa quell’arma Chris o le cose non si metteranno bene…Non vorrai che la bambina si faccia male, vero?-
Angelica tirò fuori gli artigli.- Non sono una bambina!-
Successivamente, le due si attaccarono a vicenda: il giaguaro contro il licantropo, mentre Chris sparò verso i due Berserker che, ormai era chiaro, appartenessero a Kate.
D’un tratto, Kate l’afferrò per il collo e la scaraventò verso un muro, dentro la quale fece un buco, fino ad atterrare in un’altra stanza: in quello stesso posto, Angelica vide Violet, legata ad una sedia, con la gola tagliata.
-Avanti tesoro! Tu farai la bella e io la bestia!-
Prima che Kate facesse un’altra mossa, iniziò a fare qualche smorfia di dolore e gli occhi le brillavano ad intermittenza.
Angelica si alzò e intuì che cosa stava succedendo.- Non riesci ancora a controllarti…- capì, avvicinandosi.- Fa male, vero?-
-Stupida ragazzina!- ruggì Kate.
In quel preciso istante, Angelica vide che Chris era stato messo alle strette e corse in suo aiuto.
Suo padre aveva capito che, in certi punti, quei mostri avessero la pelle non coperta dall’armatura e così Angelica gli diede un calcio sul ventre, facendolo volare via.
-Non finisce qui!- disse Kate, scappando via.
Angelica riprese fiato e aiutò Chris ad alzarsi: fu allora che l’uomo notò il braccialetto che aveva al polso.
-Forse avrei dovuto chiamare la mamma.-
-No…Tua madre ha altro a cui pensare.- le disse Chris, reggendosi un fianco.- Sai, nella mia famiglia, sono le donne che comandano… Prima o poi, sarà tua madre ad aver bisogno d’aiuto e a quel punto…Toccherà a te.-
La ragazza si passò una mano sugli occhi.- Ma come trovo Liam? Garrett e Violet sono morti.-
-Concentrati sul suo odore, avanti…-
Angelica chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi.- Non sento niente.-
-Focalizzati sull’odore che aveva Liam quando gli stavi vicino.-
Angelica ricordò la traccia di Liam quando lo aveva incrociato per la prima volta nei corridoi della scuola.- Deodorante…Sudore…Profumo…Alla lavanda.- D’un tratto, aprì gli occhi.- Sento qualcosa!-
Si precipitò nel bosco più in fretta possibile: tra gli alberi, c’era un vecchio pozzo.
Liam aveva tentato decine di volte di arrampicarsi alle pietre, ma era caduto altrettante volte.
Era quasi arrivato in cima, però la mano gli scivolò e sarebbe precipitato se Angelica non gli avesse afferrato il braccio.- Ti ho preso!- Lo tirò su e lo abbracciò sollevata.- Ti ho trovato!-
-Come hai fatto?- le domandò sorridendo.
-Ho seguito il tuo odore…Sai di deodorante da uomo.- spiegò lei, ricambiando il sorriso.
Liam la guardò negli occhi.- Grazie.-
-Allora…Ti andrebbe di venire ad una cena di famiglia?-
Dopo esser stati da Deaton per eliminare lo strozzalupo dal suo corpo, Angelica portò Liam e Chris al loft, dove il suo compleanno si sarebbe festeggiato con una cena famigliare dove c’erano tutti.
-Ho portato dei nuovo invitati!- esclamò Angelica, salutando tutti con le mani e abbracciando suo padre.- Stai bene?-
-Certo tesoro, guarisco in fretta: tuo nonno ha solo un bernoccolo in testa, è in ospedale, gli dispiace di perdersi il tuo compleanno.- raccontò Stiles.
Anche Wendy e Chris si diedero un abbraccio.- Come stai?-
Chris fece un leggero sorriso.- Sto bene…Ho visto che hai dato il braccialetto di Allison ad Angelica.-
-Sì, sperò non ti dispiaccia…-
-No, hai fatto benissimo.-
Mentre si sedettero tutti a tavola, Wendy e Stiles riempirono i piatti in cucina.
-Perché non le hai mai detto che siete nate nello stesso giorno?- le domandò Stiles.
Wendy guardò sua figlia ridere e scherzare insieme agli altri.- Perché voglio che sia il suo giorno.-
-Sei una brava madre.-
-E tu un bravo padre…Mi dispiace di aver dato di matto ieri sera, dovevo capirlo che volevi solo proteggerci.- continuò Wendy, stringendosi a lui.
-E io avrei dovuto dirtelo.- ribatté Stiles, baciandole la nuca.
Wendy distribuì i piatti e si mise seduta vicino a Lydia.
-Ehi, riguardo a quello che è successo ad Eichen House…- intervenne lei.- Mi spiace, sono solo preoccupata per voi.-
Wendy la guardò negli occhi.- Sta tranquilla Lydia, non ci succederà niente…Andremo a provare il vestito, io mi sposerò e tu mi farai da damigella d’onore.-
A Lydia le si illuminarono gli occhi.- Davvero?-
-Assolutamente sì.- affermò, per poi alzarsi con la birra in mano.- A proposito: siete tutti invitati al nostro matrimonio il 15 gennaio!-
Tutti esultarono, ma Stiles notò che Derek non era proprio tanto entusiasta.
-Allora Liam…- esordì il druido.- Ormai fai parte del branco, che mi dici di te? Fumi?-
Liam arrossì.- N-no…-
-Ti droghi?-
-Papà!- esclamò Angelica.
-No, signore.-
Stiles si tolse un pezzo di carna dal dente con la lingua.- Bene, perché se fosse così lo saprei, perché io so le cose… Perché sono un poliziotto.-
Wendy aggrottò le sopracciglia.- Ti hanno dato il lavoro?-
Stiles sorrise.- Già.-
-Oh mio Dio! E’ fantastico!- esclamò Wendy, prendendogli il viso tra le mani per baciarlo.
Ci furono ottimi motivi per cui festeggiare quella sera e mentre tutti mangiava felici, qualcuno, ad Eichen House, moriva con un cappio al collo.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Virus. ***


-Avanti, esci! Non può essere così terribile!- esclamò Stiles, attendendo Wendy fuori dal bagno.
-Lo è!- borbottò lei, uscendo dal bagno con la divisa da infermiera: le stava leggermente grande, pareva un pigiama ed era di un fucsia scuro.
Stiles trattenne una risata.- Non è male.- affermò, mentre Wendy lo guardava male.- Staresti bene anche con un sacco dell’immondizia.- commentò, baciandola dolcemente.
Successivamente, Wendy lo accompagnò alla stazione di polizia, dove Parrish lo aspettava sulla sua scrivania con una borsa.
-Che cos’è?- gli domandò Stiles.
-L’abbiamo trovata nell’armadietto di Garrett…Sono 50 mila dollari.- rispose Parrish.
Wendy strinse i pugni per la rabbia, ma non poteva dire che quelli erano la ricompensa per aver ucciso vari lupi mannari.
-E dentro c’era anche questa.- continuò, mostrando una cassetta.- All’interno, una voce maschile descrive il passaggio per ottenere i soldi: dice che serve una prova visiva che l’omicidio sia avvenuto. Niente prova, niente soldi.-
-Perché ho l’impressione che non solo gli Orfani e il Muto stiano col Benefattore?-
***
Intanto, a scuola, stava per iniziare un importante test di biologia per dare la possibilità agli studenti di aumentare il loro voto.
All’entrata, un professore che non avevano mai visto, ma con un inquietante sorriso, distribuiva matite e fascicoli, perciò i ragazzi si misero in fila dietro la porta.
-Odio la biologia.- borbottò Malia.
-Tu odi tutte le materie.- commentò Angelica, ridacchiando.
-Senti…Mi chiedevo se…Dopo la scuola ti andrebbe di andare da qualche parte.- esordì Liam, arrossendo.
Angelica si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio nervosamente.- Intendi tipo…Un appuntamento?-
Liam era più imbarazzato di lei.- S-se vuoi chiamarlo così…Insomma, potremmo andare al cinema o a mangiare qualcosa.-
Lei gli sorrise.- Mi piacerebbe molto.-
-Hai mai la sensazione che i tuoi genitori ti nascondano qualcosa?- le chiese Malia.
Angelica teneva nascosto il segreto della sua parentela con Peter da molto prima dei propri genitori: non sapeva per quanto si sarebbe trattenuta, soprattutto perché ormai Malia era diventata sua amica.
-Beh, io so sicuramente che loro non mi dicono tutto, ma so anche che lo fanno per il mio bene, perché vogliono proteggermi.- rispose Angelica.
Malia aggrottò le sopracciglia.- Io li ucciderei.- affermò, prima di entrare in classe.
Vicino al professore riccioluto e dall’aria tetra, c’era una signora elegante con i capelli rossi.
-Salve a tutti, mi chiamo Natalie Martin e sono la vostra nuova professoressa di biologia.- disse lei, era la madre di Lydia. -Avete 45 minuti per terminare il test.-
-Non ci dovrebbero essere due professori?- disse l’altro.
-Sì, dovrebbe esserci il coach Finstock, ma non si sente molto bene stamattina.- spiegò Natalie, guardando l’orologio.- Bene, 45 minuti a partire da…Ora!-
Angelica respirò molta tensione nell’aria, soprattutto nella ragazza che le stava accanto, pallida, con i capelli neri e una strana macchia sul polso.
Improvvisamente, cadde dalla sedia e Natalie si precipitò da lei.- Sydney, tutto bene?-
-S-Sì, sono solo nervosa.- balbettò, con la fronte sudata.
A quel punto, anche Natalie notò lo sfogo.- Sydney, da quanto tempo hai questa cosa?-
-Non lo so…-
Angelica capì che la donna era preoccupata ed uscì per fare una telefonata.
Si guardò insieme a Liam e Mason, non capendo cosa stesse succedendo.
Accadde tutto molto in fretta, la scuola venne messa in isolamento, quando anche ad altri studenti apparvero le stesse macchie.
Si parlava di vaiolo.
 
Intanto, quando Wendy varcò le porte dell’ospedale, Melissa le venne in contro.- Wendy, c’è qualcuno che vuole vederti.-
Sua madre la condusse nell’obitorio, dove sul tavolo c’era un lupo mannaro morto proprio come il resto del branco che aveva trovato con Derek.
Nella stanza c’era anche lui e Deaton, insieme ad un altro licantropo orientale: Wendy sapeva benissimo chi fosse. -Satomi, immagino…Mi spiace molto per il tuo branco.-
-Lo faranno anche con il tuo se non stai attenta.- ribatté Satomi, evidentemente dispiaciuta.
-Di che si tratta?- domandò Wendy, notando che Deaton aveva aperto la testa del licantropo.
-E’ un potente virus che colpisce al cervello…Decimerà tutti i lupi mannari.- spiegò il veterinario.
-Se non ci pensano gli Orfani o il Muto ad ucciderti, ci pensa il virus.- borbottò Derek.
In quello stesso momento, Stiles le telefonò.
-Wendy, ti prego, non dare di matto dopo quello che ti dirò…- le disse, cercando di mantenere un tono calmo.- La scuola è stata messa sotto quarantena, gli alunni stanno avendo dei sintomi simili al vaiolo, sono qui fuori con mio padre.-
Wendy sgranò gli occhi: il licantropo davanti a se era appena morto in seguito a terribili sintomi e alla perdita di sangue nero.
Nella sua mente si immaginò che succedesse ad Angelica e per la rabbia, frantumò il telefono tra la mano.
Dall’altra parte, Stiles si ritrovò senza una risposta.- Mh, l’ha presa bene.-
 
A scuola, la situazione stava degenerando: non solo c’erano die medici che giravano con delle tute sterilizzate, ma i licantropi stavano avendo brutte reazioni.
Liam sudava freddo e Malia non riusciva a ritrarre gli artigli.
Loro tre, insieme a Kira e Mason andarono negli spogliatoi: Angelica aprì l’acqua del lavandino e si strappò parte della maglia, usandolo come panno per asciugare la fronte di Liam.
-Questa cosa colpisce solo i licantropi?- domandò Mason.
-Non lo so, ma Sydney era decisamente un lupo mannaro, l’ho capito dal suo odore.- rispose Angelica.
-Perché tu non stai come noi?- bofonchiò Kira, con gli occhi che le si chiudevano.
-Non lo so, ma non possiamo rimanere qui, se non manterrete il controllo, potrebbe succedere come con la luna piena.-
-Possiamo portarli nel caveau degli Hale, nel seminterrato deve esseri un’altra entrata.- propose Mason.
Angelica le sorrise.- Sei un genio.- commentò, osservandogli poi il polso: c’era un evidente macchia che gli stava salendo fino al braccio.- Sta succedendo anche a te!-
-Ragazzi, dobbiamo andare!- ringhiò Liam, con le zanne di fuori.
I 5 si sorressero a vicenda mentre andavano nel seminterrato, in cerca dell’entrata nel caveau.
Anche se Mason iniziava a sudare, dietro uno scaffale, notò un disegno e con la forza che gli rimaneva, lo scansò: di fatti, disegnato sul muro, c’era una triscele con al centro dei fori per metterci gli artigli.
Angelica sapeva che solo gli Hale potevano accedervi e voltò lo sguardo verso Malia.
-Che c’è?-
-Servono gli artigli per aprirla.-
-E perché proprio i miei?-
Angelica guardò a terra, senza sapere cosa dire, notando che anche sulle proprie mani c’erano delle macchie. -Perché sei l’unica che ce li ha di fuori, presto impazzirò anche io, dobbiamo sbrigarci.-
Velocemente, Malia inserì gli artigli nelle fessure e, come ci si aspettava, la porta si aprì.
Si misero tutti seduti lungo gli scaffali, sentendosi deboli.
Malia si lasciò andare con la testa sulla spalla di Mason, imbarazzato.
-Dovremmo dirglielo.- mormorò Kira.
-Non fin che mia madre non mi dà l’ok.- replicò Angelica.
Anche Liam calò il busto a terra ed Angelica lo afferrò, stringendolo a se.
Il ragazzo la guardò negli occhi, con i brividi di freddo.- Non è così che immaginavo il nostro primo appuntamento.- balbettò, tremando.
Angelica fece un leggero sorriso e gli accarezzò la guancia.- Ci rifaremo, te lo prometto.-
-N-Ne sei sicura?-
-Te lo garantisco.-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** The power of being halfblood. ***


 
-I primi sintomi sono stati febbre e sudore freddo, gli sanguinavano le fessure degli artigli e gli occhi, ma la parte più terribile è stata la cecità.- spiegò Satomi.
Wendy girava per l’obitorio preoccupata. -Non si può trovare un antidoto?-
Derek osservò l’Alfa.- Perché a te non è successo niente?-
-Non lo so, ma vorrei poter fare qualcosa.- rispose, guardandolo negli occhi con un leggero sorriso.- Mi ricordi tanto tua madre…Scommetto che tu non ti ricordi di me.-
-Beh, mi ricordo quando preparavi quegli orribili funghi che puzzavano.- disse Derek.
-Che tipo di funghi?- domandò Deaton.
-Erano funghi Reishi neri del Giappone, Talia li adorava.-
Al veterinario venne un lampo di genio.- Ma certo! Ecco perché non sei stata colpita dal virus, perché sei vaccinata! I funghi Reishi sono un potente rimedio naturale per le malattie!-
Wendy rabbrividì.- Quindi si può curare? Ma dove li troviamo?-
-Mia madre ne aveva una scorta nel nostro caveau!- esclamò Derek.- Chiama Stiles, subito!-
 
Anche se più lentamente degli altri, Angelica iniziò a sentirsi piuttosto debole e percepì che i professori, dal piano di sopra, li stavano cercando.
-Qualcuno deve andare a chiedere aiuto.- disse, alzandosi a fatica.
-Sicura di farcela?- le chiese Liam.
-Sono quella che sta meglio.- affermò Angelica, coprendo le spalle di Malia con la propria felpa.
-E poi tornerai da me?-
Angelica lo guardò negli occhi, prendendogli il viso tra le mani.- Ma certo che torno da te.-
Liam mise la mano sulla sua e le sorrise appena.
Dopo avergli dato un bacio sulla fronte, Angelica salì le scale, anche se dovette reggersi per camminare meglio e raggiunse il corridoio.
Uno dei dottori stava analizzando il coach Finstock e la professoressa Martin si accorse di lei.
-Angelica, non hai un bel aspetto, perché non ti siedi un attimo?-
Angelica si ricordò che sin da prima dell’inizio del test, Natalie aveva detto che il coach non si sentiva bene.- Il coach è l’unico adulto che sta male?-
-Sì, crediamo che lui sia il primo contagiato.-
Per capire da dove venisse il virus, Angelica si avviò nell’ufficio del coach, non sapendo però cosa cercare.
-Avanti Angelica, pensa come papà, pensa come papà.- si disse fra se e se.
In quel preciso istante, sulla scrivania vide qualcosa di familiare: era la stessa matita che era stata distribuita agli alunni da quel professore dall’aria inquietante.
E tutti quelli che l’avevano toccata, ora erano malati.
-Ci sei arrivata, Angelica?- domandò una voce, fino ad allora, rimasta nell’ombra della stanza: era proprio lui, il professore.
-E’ stato lei.-
-Adesso mi dirai dove si trovano i tuoi amici, dato che il Benefattore ha bisogno di una prova visiva.- continuò, inserendo lentamente dei proiettili dentro una pistola. -E’ stupefacente come il virus si inneschi così piano nel tuo corpo perché sei una mezzosangue, ma morirai comunque…Anche se più lentamente degli altri.-
Angelica strinse i pugni con rabbia.- Non gli dirò mai dove sono.-
-Me li cercherò da solo e a te darò una morte veloce e indolore, al mio tre.- affermò, puntandola la pistola alla tempia.
Ma lei rimase rigida.- Non mi fa paura.-
-In realtà il countdown era solo per fare scena. Uno…Due…-
Angelica non sapeva cosa fare, non riuscendo a controllare la trasformazione, non poteva farlo altro che star ferma.
Improvvisamente, si udì uno sparo e una chiazza di sangue le volò sul mento e sul collo.
Il professore cadde a terra con un foro nella testa e, dietro di lui, Stiles con la tuta e la pistola calda in mano.- Tre.-
Angelica riprese fiato dallo spavento.- Papà!-
-Ascoltami Angelica, tua madre mi ha chiamato, sappiamo qual è l’antidoto: nel caveau degli Hale ci sono dei funghi.- spiegò Stiles, togliendosi la tuta velocemente.
-Gli altri, s-sono tutti lì, stanno morendo!- balbettò Angelica, accorgendosi ad un tratto che non riusciva a vedere suo padre.- P-Papà, non ci vedo!-
Stiles le strinse le spalle.- Ehi, sta calma, ricordi quello che ti ho detto?-
Angelica annuì più volte.- Il pericolo è reale, la paura è una scelta.-
-Sta tranquilla, li salveremo!-
Stiles prese in braccio sua figlia e scese nel sotterraneo, davanti al simbolo della triscele.
Angelica tastò il muro per capire dove si trovasse e ci diede delle botte.- Liam! I funghi neri, sullo scaffale! Ci guariscono, mi senti?!- gridò, ma non ottenne risposta.- Mason! Qualcuno mi sente?!- singhiozzò, cadendo lungo il muro.
Stiles la prese e la strinse a se, notando che stava lentamente svenendo.- No, Angelica, resta con me! Resta con me!-
Gli occhi le si stavano per chiudere definitivamente, quando il muro si aprì e Liam aveva il barattolo in mano: estrasse un fungo e lo porse a Stiles che glielo fece ingoiare.
Seguirono attimi di puro terrore, credendo che fosse troppo tardi.
Poi, d’un tratto, Angelica fece un bel respiro e spalancò gli occhi.
Stiles e Liam fecero un sospiro di sollievo. -Adesso mi piaci un po' di più.-
I malati stavano cominciando a guarire e la quarantena venne tolta.
Gli studenti poterono uscire e ricontrarsi con i genitori.
Wendy e Derek scesero dalla Camaro e Angelica corse ad abbracciare sua madre.
-E’ stata bravissima.- commentò Stiles, accarezzandole i capelli.
Anche Malia uscì dalla scuola e Wendy notò che aveva trovato parte della lista della morte nella felpa di Angelica: aveva la faccia sconvolta.
Aveva visto il proprio cognome.
-Malia…-
La coyote non disse niente, le spinse il foglio contro il petto e se ne andò.
-Che ha?- domandò Derek.
Wendy sospirò e gli passò il foglio.- Dovresti saperlo anche tu…E’ tua cugina.-
Derek sgranò gli occhi.- Cosa?! Vuol dire che qualcuno ha fatto una figlia con Peter?!-
-Già: e deve essere pazza quanto lui per esserci andata al letto.- commentò Wendy.
Poco dopo, giunse anche Lydia, con una foto in mano.- Meredith è morta.-
-Cosa? Quando?!-
-Si è impiccata ieri sera…- mormorò Lydia, abbassando lo sguardo.
-So che cosa pensi Lydia, ma non è colpa tua.- affermò Wendy.
Lydia tirò su col naso e le fece vedere la foto.- Tra le sue cose ho trovato questa…-
Wendy notò che, nella foto, Meredith si trovava in una stanza familiare.- Ma questa è l’ufficio che c’è nella tua casa al lago…Credi sia stata lì?-
-Sì…La domanda è: perché?-

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Juliet for a day. ***


Le porte dell’ospedale si spalancarono: il capo del pronto soccorso, il dottor Dunbar, era salito perfino sulla barella per fare il massaggio cardiaco, sperando che il paziente si salvasse.
Ma non c’era niente da fare, il monitor indicava che il cuore si era fermato.
-Dannazione! Era così giovane!-
-La conosceva?- chiese l’infermiere.
-Sì…Era Wendy McCall….-
***
Il giorno prima.
 
-Credi sia un buon piano?- le domandò Stiles, mettendosi di fianco dalla sua parte del letto.
-E’ pericoloso come tutti i piani che abbiamo avuto, ma sento che dobbiamo farlo: non voglio che altri della mia razza muoiono.- spiegò Wendy, stringendosi al suo petto. -Non preoccuparti, ci sarò all’appuntamento per scegliere la torta.-
Stiles ridacchiò e la baciò a stampo.
 
-La belladonna agisce in pochi secondi: ferma il cuore per circa un’ora, sarai all’apparenza morta.- raccontò Breaden, mostrandole la fiala di liquido.
-Io non so se ce la faccio.- balbettò Kira, agitata.
Wendy le prese la mano.- Io mi fido di te…Mi fido di tutti voi, siete il mio branco.- affermò, guardando intorno a lei Stiles, Angelica, Liam e Kira.
-Che cosa succede mentre sono, diciamo, addormentata?- le domandò Wendy.
-Sogni profondamente…E’ molto soggettivo, in realtà, non so come potrebbe reagire il tuo subconscio: potrebbe mostrarti i tuoi segreti più oscuri o le tue paure più grandi.- rispose lei. -Kira, tu dovrai rianimarla prima che scada l’ora.-
-E che succede se non ci riesce?- intervenne Stiles, torturandosi le mani.
-Lei morirà.-
***
Oggi.
 
Stiles, Liam ed Angelica si misero in una delle stanze vuote dell’ospedale con tre laptop.
Chris, intanto, stava montando delle telecamere nei vari corridoi e sul tetto.
Così, in poco tempo, i tre ebbero la visuale dell’intero ospedale.
-D’accordo: l’Alfa è morto, ma se non diamo una prova al Benefattore, dovrà venire lui qui.- affermò Stiles.
Chris ed Angelica controllarono il corpo: Wendy era pallida, sembrava davvero morta e per Chris, vedere un altro cadavere di una diciottenne dai lunghi capelli neri, non fu facile.
-Stai bene?- gli domandò Angelica.
-Sì, è solo che…E’ strano.- balbettò, abbassando lo sguardo.- Sai di chi era quel braccialetto?-
Angelica se lo rigirò nel polso.- Certo…Era di tua figlia…Non ricordo molto, ma so che Allison ha badato a me tante volte, mi sembra di ricordare la sua voce mentre mi cantava la ninna nanna…- raccontò, con un leggero sorriso.- Credevo che i cacciatori e i lupi mannari fossero acerrimi nemici.-
-E’ così…Lo è stato, fin che non è arrivata tua madre.- disse Chris, voltando lo sguardo su Wendy.- Mi ha convinto che non tutti sono cattivi.-
Improvvisamente, Stiles entrò nell’obitorio.- Qualcosa non va sul tetto!-
La telecamera posta sul tetto dell’ospedale era stata staccata, così Liam ed Angelica andarono a controllare.
Tutto d’un tratto, la rete elettrica esplose e la corrente saltò per l’intero ospedale.
-Qualcuno deve averla manomessa!- commentò Angelica, proteggendosi dalle scintille.
Liam sentì un ringhio alle proprie spalle e capì chi poteva essere stato.- O qualcosa.-
Un Berserker di 2 metri e con due lunghi artigli per mano li attaccò, ferendo Angelica al collo.
-Lasciala stare!- ruggì Liam, lanciandoglisi addosso.
Intanto, Chris e Stiles rimasero accanto al corpo, quando un altro Berserker spalancò la porta: dietro di esso, Kate.
Stiles afferrò l’arco e le puntò una freccia contro.
-Come osi usare il suo arco?- borbottò Kate, guardandolo male.
Chris estrasse una pistola e gliela mise sulla gola.- Come osi tu parlare di lei?!-
-Era anche mia nipote!-
-Vuoi una prova visiva?- le domandò Stiles.
-Tranquillo, tesoro, non sono il Benefattore…Mi sarebbe piaciuto vedere il suo corpo…- continuò Kate, girando intorno al tavolo.- La dolce Wendy indifesa…-
Stiles controllò l’orologio al polso che stava facendo il conto alla rovescia: mancavano 5 minuti prima che Wendy morisse davvero.
-Ho avuto anche uno scontro con la tua piccolina, sai?- proseguì, sorridendo al druido.- Meravigliosamente forte, mi mancava tanto così a squarciarle la gola.-
A quel punto, la freccia con la punta d’argento toccò la fronte del giaguaro mannaro. -La prossima volta…Questa freccia ti trapasserà il cranio.-
Kate ridacchiò.- Adesso sappiamo da chi ha ripreso.-
-Vattene via di qui, Kate, adesso!- la minacciò anche Chris.
 
Wendy dormiva profondamente, abbastanza da sognare, come le aveva detto Braeden.
Spalancò gli occhi e riprese fiato, ritrovandosi all’interno dei cassetti dell’obitorio, ma, da qualche parte, sentiva il vento soffiare.
Alzò lo sguardo e vide che c’era un’uscita, così ci si trascinò.
Quando uscì dal buco, era vestita diversamente: indossava un corto vestito bianco, si sentiva qualcosa nei capelli e un velo le cadeva sulle spalle.
Era vestita da sposa e sotto i propri piedi, aveva dell’erba finta.
Ai lati, dei petali di fiori che formavano un percorso.
Wendy lo seguì e ciò la condusse in una chiesa affollata: seduti alle panche c’erano tutti i suoi amici e la sua famiglia, ma, all’altare, vide qualcosa che non si sarebbe mai immaginata.
Non era lei che stava andando a sposare Stiles, erano lui e Derek che si stavano sposando.
Wendy versò una lacrima, capendo che quella era una delle sue paure.
Di scatto, si tolse il velo e scappò via, trovando una porta all’interno della chiesa.
Una volta aperta, si ritrovò uscire da uno degli armadietti della scuola, vestita di nuovo normalmente.
Da una delle aule, sentì provenire dei versi e quando ci entrò, Derek era legato ad una sedia che si dimenava, con la bocca, le caviglie e i polsi bloccati.
-Potremmo farlo Wendy.-
Una voce familiare risuonò alle sue spalle.
-Uccidere un Beta ti rende più forte, ma uccidere Derek ti libererà di tutte le tue paure.- continuò Peter, girandole intorno.
Fino a quel momento, Wendy aveva organizzato piani cercando di pensare: cosa NON avrebbe fatto Peter?
Peter era stato il suo Alfa.
-Io non sono un’assassina come te.- affermò Wendy, aggrottando le sopracciglia.
-E che mi dici del conducente del bus..? Del Muto…?-
-Non erano delle persone innocenti.-
-Perché credi che Derek lo sia? Sai che i suoi occhi sono blu perché ha ucciso Paige, ma chi ti dice che non abbia ucciso innocenti nei successivi anni?- le sussurrò, mettendole i capelli da un lato.- Uccidiamolo e saremo più forti.- continuò, passandole il frammento di uno specchio rotto.
Wendy percepì di non riuscire a ritirare gli artigli e, quando si guardò allo specchio, notò che le zanne erano molto più grandi del normale.
-Siamo predatori, Wendy.-
-Un momento…Ma tu che ci fai qui?-
Peter fece un ghigno.- Io sono sempre qui, Wendy.- affermò sorridendo, guardandole le mani: erano piene di sangue e Derek, davanti a loro, era morto

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** The last hug? ***


Kira era venuta in auto di Liam ed Angelica con la propria spada, ma non aveva avuto altrettanto successo.
-Che cosa facciamo? Mancano 5 minuti!- intervenne Kira, col fiatone, stesa a terra con gli altri.
-Papà dice che hanno della pelle scoperta, ma sono forti anche se li colpisci lì.- disse Angelica, mentre si nascondevano dietro una colonna. -A meno che…- pensò, voltandosi verso il Berserker e osservando che, sotto al teschio che aveva sul capo, la gola era completamente scoperta.
-Non lo colpiamo alla gola.- affermò Liam, con un ghigno sul volto.
-E’ troppo alto per me, devi lanciarmi.-
Liam sgranò gli occhi.- I-In che senso lanciarti?-
Angelica lo fulminò con lo sguardo.- Hai capito in che senso.-
Il lupo mannaro deglutì il nervosismo e i due si appostarono alla colonna dietro le spalle della creatura.
Lei si mise in posizione. -Sei pronto?-
Liam si preparò ad afferrarla.- Odio questo piano.-
Di scatto, Angelica gli corse in contro e poi Liam le diede la spinta necessaria per saltare in groppa al Berserker.
Egli cercò di dimenarsi, ma prima che le prendesse le gambe, Angelica gli tirò la testa all’indietro e gli tranciò la gola con gli artigli.
Infine, prima che cadesse, fece una capriola e atterrò sul pavimento.
Liam alzò le sopracciglia.- E’ stato dannatamente sexy.-
Mancavano 5 secondi allo scadere del tempo: Kira corse nell’obitorio e mise una mano sul cuore di Wendy.
L’orologio di Stiles bippò e dalla mano della Kitsune uscì talmente tanta elettricità da far ripartire il cuore dell’Alfa.
Wendy sobbalzò dal tavolo e riprese fiato.
-Grazie al cielo!- esclamò Stiles, abbracciandola.
-Ha funzionato?- domandò lei, col fiatone.
 
Il sogno che aveva fatto l’aveva fatta riflettere tutta la sera, mentre tornava a casa: era vero, Peter sarebbe stato sempre dentro la sua testa, dato che era stato lui a morderla.
Ma perché il suo nome non era sulla lista?
Quando tornò a casa da sola, sentì dei rumori provenire dalla cucina.
Si avvicinò lentamente, estraendo gli artigli.
Ma era solo Malia che si stava azzuffando sulla carne avanzata del compleanno di Angelica.
-Mi hai spaventata.- sospirò.
-Scusa, adoro la carne di cervo.- bofonchiò Malia, a bocca piena. -Il piano ha avuto successo?-
-No, non abbiamo idea di chi sia il Benefattore. Tu dove sei stata?-
-A parlare con Peter.-
-Malia, il motivo per cui non te l’ho detto è che avevo paura che saresti corsa da lui, una volta saputo. Io non mi fido, pensavo che ti avrebbe plagiato come fa con tutti.- spiegò Wendy.
Malia alzò un sopracciglio.- Anche con te?-
Per Wendy fu difficile ammetterlo.- Sì.-
-Ha detto che può aiutarmi a ritrovare mia madre, la mia vera madre…-
-E tu ti fidi?-
-Non mi interessa, voglio solo trovarla.-
-Sai che se ti serve il mio aiuto, io ci sono.-
Malia abbassò lo sguardo.- C’è una cosa che non ti ho detto…Di quella sera…-
-Della sera dell’incidente?- le domandò, avvicinandosi nel vederla triste.
-Prima di salire in macchina, io e mia madre litigammo pesantemente… Non ricordo nemmeno per che cosa, ma ricordo che le dissi: Vorrei che morissi.- singhiozzò, nascondendo il volto per non farsi vedere.
-Oh, piccola…- le sussurrò, abbracciandola.- Non eri tu a parlare, ma la luna piena. Adesso non vaghi più nei boschi da sola, ci siamo noi.-
Malia si asciugò gli occhi.- Io valgo 5 milioni, molto meno di te e di Angelica, quindi verranno a cercare prima voi.- continuò, alzando le spalle, come se non le importasse.
Wendy sorrise per il suo modo di fare burbero.- Sei proprio una Hale.-
Infine, prima di andarsene, Malia le passò un foglio.- Ah, ho trovato questo.-
Era la scrittura di Stiles.
Qualcosa non va con Derek, sono andato a trovarlo, non aspettarmi sveglia. -Stiles.
 
Con uno zaino in spalla, Stiles parcheggiò davanti a casa Hale.
-Che cosa ti è successo?- domandò a Derek, togliendogli un cerotto che aveva sul fianco.
-Mi sono ferito nel bosco e decisamente non sta guarendo.- spiegò Derek, facendo delle smorfie di dolore.
-Dov’è Isaac?-
-Sta dormendo di sopra.-
-Beh, fa decisamente dei bendaggi terribili.- commentò il druido, prendendo dallo zaino dell’acqua ossigenata.
-Ahi!-
Stiles sospirò.- Ora sai come ci si sente quando non si guarisce. Immagino che tu non sia abituato.-
-Non riesco a controllare la trasformazione…-
-Nemmeno con gli occhi?-
Derek lo guardò intensamente, ma il colore dei suoi occhi rimase scuro.- No..-
-Perché non lo dici a Wendy?-
-Perché sono affari miei.-
Stiles roteò gli occhi.- Beh, se non puoi usare zanne e artigli, dovrai appellarti a qualche altra cosa per proteggerti.- affermò, estraendo una pistola.
Derek scosse la testa.- Odio le pistole.-
-Come fai ad odiarle se non l’hai nemmeno provata?-
-Ehm, perché forse mi hanno sparato? Tante volte.-
Il ragazzo tirò fuori il caricatore e i proiettili, mettendocene dentro 10.- Questa spara 10 colpi, è bene ricordarsene prima di rimanere a secco e sembrare stupido.-
L’altro ridacchiò.- Da quanto sai queste cose?-
-Beh, quando la tua intera famiglia è segnata su una lista delle morte, devi sapere come proteggerla.-
Derek si leccò le labbra.- Parli anche di me?-
-Certo, idiota.- esclamò Stiles, mettendogliela in mano.- Dai, vediamo che sai fare: puntamela contro.-
Il licantropo non sapeva come funzionasse, infatti, poco attimi dopo, Stiles gli rigirò il polso e gliela prese di mano prima che potesse toccare il grilletto.
-Sei proprio un ninja.-
Stiles ridacchiò e tirò fuori dalla zaino altri proiettili.- Te la lascio, nel caso ti servisse.-
Derek prese un bel respiro e la riprese.- Riproviamo.- sussurrò, alzandola contro di lui.
Stiles riuscì a percepire della tensione calda tra di loro e arrossì.- D’accordo.-
Ancora una volta, Stiles fece la stessa mossa, ma Derek, con la mano libera, gli afferrò la maglietta, attirandolo a se e facendogli cadere la pistola.
-Hai barato.- mormorò Stiles, ad un passo dal suo naso.
-Fa parte del gioco.- rispose Derek, tentando di baciarlo.
Ma Stiles mise una mano tra le due bocche.
-Non sei venuto qui solo per curarmi la ferita, vero?-
Stiles scosse la testa, guardandolo negli occhi.- Io la sposerò…E l’amerò tutta la vita.-
Per Derek furono parole difficili da sentire.
-Ma sento che non posso farlo se prima non…Non ti dico addio.-
Derek annuì lentamente con un leggero sorriso.- Sarai un perfetto marito.-
Stiles lo abbracciò, posando la guancia sulla sua spalla.
-Rimarrai sempre il mio umano.- continuò Derek, accarezzandogli i capelli.- Il mio piccolo fragile umano…-
 
Quando Stiles tornò a casa, aprì la porta della camera da letto lentamente e si tolse i vestiti.
Sedendosi sul letto per sfilarsi le scarpe, senza che si fosse voltato, capì che Wendy era ancora sveglia.- Ti avevo detto che potevi non aspettarmi.-
-Come faccio a dormire se tu sei con Derek?- borbottò Wendy.
-Cosa credi che abbiamo fatto?- le chiese, stendendosi accanto a lei.
-Non lo so, ma il suo odore è ovunque su di te…-
-Ci siamo abbracciati.-
Wendy alzò un sopracciglio.- Vi siete abbracciati?-
-Non ti fidi di me?-
-N-non lo so, non so cosa dovrei pensare!-
Stiles le prese la mano e la mise sul proprio cuore.- Sono andato lui per dirgli direttamente in faccia che ho intenzione di sposarti e di vivere per sempre la mia vita con te.-
Il suo cuore batteva lentamente: era sincero.
-Non mi piace fare questa cosa…-
-Ascoltami: io ti amo… Più di quanto avrei immaginato.- affermò, accarezzandole la guancia.
Wendy mise la mano sulla sua.- Ti amo anche io.-
-Scusate, non riesco a dormire, ho fatto un brutto sogno…- intervenne Angelica, sulla soglia della porta.
-Vieni pure qui, tesoro.-
Angelica si stese al centro del letto e abbracciò i suoi genitori.- Vi voglio bene.-

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** The old banshee. ***


Il giorno dopo, Lydia volle vedere Wendy alla casa sul lago di sua nonna e aveva specificato di venire da sola.
Stranita da quella richiesta, Wendy la raggiunse nella camera dove la foto di Meredith era stata scattata: le pareti erano bianche come il tappeto, a fare colore c’erano un vecchio gira dischi rosso, uno scaffale nero e una scrivania con una macchina da scrivere.
-Hai scoperto qualcosa?- domandò Wendy.
Lydia annuì e prese un’urna dallo scaffare.- Questa casa è appartenuta sempre a mia nonna…Queste sarebbero dovuto essere le sue ceneri.-
Wendy aggrottò le sopracciglia.- Sarebbero dovuto essere?-
-Guarda.-
Wendy prese l’urna e l’aprì, capendo che all’interno non c’erano affatto ceneri umane.- Sorbo degli uccellatori.-
-Mia nonna è morta ad Eichen House, dicevano che non la smetteva di urlare.-
-Credi che fosse una banshee?-
-Non lo credo…Ne sono certa.- affermò Lydia, prendendo un foglio rovinato ed una foto.- Questo è l’ultima cosa che ha scritto prima di morire.-
Sul foglio c’erano scritti dei codici molto simili a quelli usati per trovare la lista della morte.
-Pensaci Wendy: chi è l’unica creatura sovrannaturale capace di predire le morte delle persone che sono su quella lista?-
-Una banshee.- capì Wendy.
-Io credo che mia nonna abbia potuto fingere la sua morte.-
-E perché se ne dovrebbe andare in giro a rubare 117 milioni di dollari per uccidere gli esseri come lei?- si chiese l’Alfa.
-Non lo so, ma sono certa che è stata lei a scrivere la lista…Non è detto che sia il Benefattore, ma è complice di questa cosa.-
-E Meredith che centra in tutto questo?-
-Dopo mio nonno, mia nonna ebbe una storia d’amore molto profonda con una donna, si chiamava Maddy.- spiegò Lydia, facendo un piccolo sorriso.- Poco prima che venisse rinchiusa ad Eichen House, Maddy e mia nonna vollero fare un giro in barca, ma lei disse che era troppo pericoloso: aveva questa sensazione che non dovevano farlo e litigarono. Maddy andò lo stesso e ci fu un temporale…Lei morì.-
-Ha predetto la sua morte.-
-A quell’epoca, più che adesso, non capirono come lei avesse fatto. Fece venire qui qualsiasi tipo si psicologi, scienziati e poi…Ci fu Meredith.- raccontò Lydia.- Ma quando cercò di capire cosa fosse successo, la procedura quasi non la uccise. E’ impazzita per colpa di mia nonna, è così che è finita ad Eichen House…E io le ho urlato contro...- mormorò, con gli occhi lucidi.
-Lydia, non è stata colpa tua.- replicò Wendy, stringendole le spalle. Infine, le fece la domanda che più la stava tartassando.- Perché mi hai detto di venire da sola?-
Lydia si asciugò la guancia e poi le passò la foto.- Queste sono Lorraine e Maddy…Guarda la donna al centro.-
Wendy era un po' piccola l’ultima volta che l’aveva vista, ma riconobbe il suo volto.- Ma questa è la madre di Stiles.-
 
-Verrai stasera al falò, vero? Dobbiamo ubriacarci, ballare e divertirci!- esclamò Mason, ormai da tutta la mattinata.
-Sì Mason, ci andremo e ti troveremo un bellissimo giocatore di Lacrosse.- affermò Angelica, dandogli una pacca sulla spalla.
In quello stesso momento, osservò Liam sulle scale con uno sguardo impaurito.
-Lo hai trovato prima tu.- le sussurrò Mason, con un sorrisetto ammiccante.
Angelica arrossì e gli diede una spintarella.- Ci vediamo dopo.- Si avvicinò a lui e gli si sedette accanto.- Stai bene?-
-Sì, è solo che…Lo scontro di ieri con quel…Coso…Non mi ha fatto dormire, stanotte.- balbettò Liam, torturandosi le dita.
-Beh, per essere il tuo primo combattimento, non è andata affatto male.- commentò Angelica.- Una volta una professoressa, che si è rivelata essere poi un druido, mi ha legata ad una sedia in un’aula e quasi non mi ha uccisa: è stato in quel momento che la mia vera natura è venuta fuori.-
Liam guardò spaventato il corridoio alla sua destra.- Li vedo ovunque, Angelica…-
Angelica gli prese una mano.- Non c’è niente di cui avere paura quando non si è da soli.-
Liam la guardò e sorrise appena, estraendo un foglio dalla tasca.- C’è un’altra cosa… Stanotte la mia stampante è impazzita e continuava a stampare questa lista…-
-Ma che diamine?!- urlò il coach dal suo ufficio.
Angelica e Liam andarono a controllare e videro che anche la stampante di Finstock continuava a stampare fogli fino a riempire il pavimento.
Angelica ne prese uno e li confrontò.
-Guarda cosa c’è di diverso.-
Lei l’analizzò.- Derek non c’è più…-
-E i nomi dei licantropi morti sono stati tutti sbarrati, ma guarda i nostri nomi…- le indicò.- Io prima valevo 5 milioni, ora… 18…E tu… 20 milioni.-
Questo la fece un po' preoccupare.- Dobbiamo chiamare mia madre.-
 
Wendy e Lydia raggiunsero la centrale di polizia per parlare con Stiles e suo padre.
-Sì…Claudia conosceva tua nonna, ogni tanto parlava di lei, diceva che doveva per forza andare a trovarla qualche volta a settimana per aiutarla.- spiegò lo sceriffo.
-Perché io non lo sapevo?- chiese Stiles, guardando la foto.
-Perché è successo qualche mese prima che morisse, tu eri piccolo…-
Wendy mostrò il foglio scritto da Lorraine.- Credo ci abbia lasciato un’altra lista e perciò un’altra chiave da trovare.-
-Usate pure il mio computer.- gli disse lo sceriffo, per poi uscire.
Lydia si sedette alla scrivania e digitò il codice: come chiave d’apertura, provò Maddy, ma le diede subito errore.
-Okay, riflettiamo bene, stiamo cercando qualcosa collegato a tua nonna…- esordì Stiles, iniziando a girare per tutto l’ufficio.
-Sei tu quello intelligente.- commentò Wendy.
-Ma le ceneri le ha lasciate a me: voleva che le lanciassimo nel lago.- intervenne Lydia.
-Quindi deve essere qualcosa anche collegato a te: c’era qualcosa di speciale che facevi con tua nonna?- le chiese Stiles.
Lydia alzò le spalle.- Quando ero piccola mi leggeva tanti libri, ma ricordo poco.-
-D’accordo, quali libri leggevamo ad Angelica?-
-Cenerentola, Dumbo, Cappuccetto Rosso, Biancaneve…Le piacevano la Bella e la Bestia e La Sirenetta.- rispose Wendy.
Lydia drizzò la schiena.- Quando andavamo in spiaggia mi leggeva La Sirenetta.-
Provò a digitare Sirenetta, ma niente.
-Era il mio libro preferito, per settimane ho voluto che tutti mi chiamassero Ariel…I miei genitori lo odiavano, ma mia nonna…- pensò, digitando poi in fretta Ariel.- Lei lo adorava.-
Successivamente, apparve un’altra lista e Lydia cliccò su stampa.
Wendy prese il foglio una volta uscito dalla stampante e sospirò.
-Che c’è?-
-Niente…- mormorò, piegandolo in fretta.
Stiles capì che gli stava nascondendo qualcosa.- Wendy, che c’è?- replicò, prendendole il foglio dalla mano: come ultimo nome, c’era quello di sua madre.
Improvvisamente, le porte della centrale si spalancarono: un uomo nudo ed interamente pieno di cenere, entrò e iniziò a prendere a pugni un poliziotto.
Stiles estrasse la pistola e gliela puntò contro, vedendo poi che quell’uomo non era altro che Parrish.
Nessuno sapeva cosa stesse succedendo, ma Parrish lo stava per uccidere.
-Parrish! Parrish basta!- gli urlò contro Wendy, andandogli in contro.
Lo prese per la spalla e lo girò verso di lui, ruggendogli contro e facendo brillare gli occhi rossi.
Parrish si bloccò.- C-che cosa è successo?- balbettò, col fiatone.
-Sei nudo…In mezzo alla centrale.-
Improvvisamente, l’uomo le svenne addosso.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** I don’t like this song. ***


In onore della prima partita di campionato, nel campo di LaCrosse si organizzò un falò.
Venne allestito un DJ e una statua a forma di saetta venne bruciata: per consentire che i ragazzi non bevessero, c’erano dei vecchi studenti degli anni precedenti e degli addetti alla sicurezza.
Non appena arrivò, Angelica vide Mason chiacchierare con un giocatore e ridacchiò, decidendo di lasciarli da soli.
-Ehi, vuoi da bere?- esordì Liam, porgendole una bottiglia di coca cola.
Angelica gli sorrise e diede un sorso, capendo subito che non si trattava affatto di coca cola.- Ma che cos’è?-
Liam scoppiò a ridere.- E’ vodka: un modo ingegnoso di sfuggire ai controlli! Vieni a ballare?-
Angelica annuì e sorseggiò un altro po', unendosi a Liam sulla pista da ballo.
Il ragazzo le prese i fianchi, muovendosi a ritmo di musica e guardandola intensamente negli occhi.
Angelica sapeva che prima o poi sarebbe successo e non vedeva l’ora: anche se non sapeva come comportarsi, lui le piaceva molto, così decise di lasciarsi andare.
Gli mise le braccia sulle spalle e appoggiò la fronte alla sua.
Liam la stava per baciare, ma d’un tratto la testa gli calò come se si stesse per addormentare.
Stranita, Angelica gliela tirò su.- Ti senti bene?-
-M-Mi gira la testa…- bofonchiò il ragazzo.
-Quanto hai bevuto?-
-Neanche mezza bottiglia, non credo di esser ubriaco!-
Angelica si guardò intorno, solo lui stava male.- Andiamo in bagno.-
Non appena fece un passo, tutto intorno a lei prese a girare e sentì che non riusciva a respirare bene.
Inciampò e cadde sul prato: riuscì ad alzare lo sguardo annebbiato verso la console, dove, il DJ, la fissava con un sorrisetto soddisfatto.
 
Wendy, Lydia e Stiles portarono Parrish a casa di Derek per dirgli tutta la verità e chiedergli se sapesse che tipo di creatura sovrannaturale fosse.
-Ti ha ricoperto di benzina?- gli chiese Wendy, analizzandogli le mani: sarebbero dovute essere piene di bruciature.
-E mi ha dato fuoco, dovrei esser morto a quest’ora.- affermò Parrish.
-Ne sai qualcosa? Sapevi del Kanima.-
-Direi che questo va oltre le mie conoscenze.- intervenne Derek.
-Credo che dovrebbe sapere della lista.- commentò Stiles, passandogli il foglio con il proprio nome.
Parrish lo guardò confuso.- Che cos’è?-
-E’ una lista di morte e il numero che vedi accanto al tuo nome, è quanto vali.-
-Valgo 5 dollari?-
-5 milioni.- puntualizzò Wendy, dandogli l’ultima lista scoperta.- Conosci alcuni di questi nomi?-
Oltre al nome di Claudia, c’era anche quello di Lorraine, ma degli altri non sapevano chi fossero.
-Uno, sì, è stato un caso di suicido successo ad Eichen House…Mentre Stiles era chiuso lì dentro.- rispose Jordan. -Wendy, mi spieghi che cosa sta succedendo? So che ci sono delle cose strane in questa città, ma non credevo di farne parte anche io.-
-Perché sei venuto qui, Parrish?-
-Mi sono trasferito perché sentivo di doverlo fare.-
-Come una sensazione?-
-Esatto.-
Wendy fulminò Stiles e Derek.- E’ stato il Nemeton.-
Parrish fu ancora più confuso.- Che cos’è il Nemeton?-
-E’ una specie di albero magico che attira gli esseri sovrannaturali e tu sei uno di quello.- continuò Wendy, estraendo gli artigli e facendo brillare gli occhi di rosso.- Noi siamo lupi mannari, non ti serve sapere altro per ora, so che sei spaventato e confuso, ma vedrai che ti spiegherò tutto.-
Lui le fece un leggero sorriso, tranquillo.- D’accordo.-
-Io devo andare a sorvegliare il falò degli atleti, voi due andate ad Eichen House e chiamatemi non appena avete scoperto qualcosa.- ordinò l’Alfa.
 
Stiles e Derek montarono sulla Jeep, diretti ad Eichen House.
-E’ da un sacco di tempo che non salgo su questa macchina.- commentò Derek, con un sorriso malinconico.
-Credo da quando Kate ti ha sparato…- ripensò Stiles, ridacchiando.- E siamo dovuti correre alla clinica veterinaria. Una delle tante volte in cui hai rischiato di morire.-
-Mi avete sempre salvato.-
Stiles si fermò davanti al cancello e lo guardò preoccupato.- E se questa volta non ci riuscissimo? Meredith ha predetto la tua morte…Mi sono venuti i brividi.-
Derek mise una mano sulla sua sul volante.- Semmai succederà, promettimi una cosa: non cercare vendetta…Non finire come me e Peter, questo ci ha distrutti, lo hai visto anche tu.-
-C-Come farei a non provare vendetta contro chi ti potrebbe uccidere?- replicò Stiles, accigliato.
L’altro fece un piccolo sorriso, scansandogli un capello dal viso.- Provaci.-
Successivamente, varcarono i cancelli del manicomio.
-Non credo che le mie abilità di persuasione funzionino qui dentro.- affermò Derek, guardandosi intorno con la pelle d’oca.
-No, ma forse conosco qualcuno da corrompere.-
I due proseguirono nell’ufficio di Brunski, colui che possedeva le chiavi di tutte le porte.
-Mille dollari.-
Stiles alzò le sopracciglia.- Mille dollari per entrare dentro l’archivio?-
-Affare fatto.- borbottò Derek, sospirando e prendendo il portafoglio.- Ne ho solo 800 con me.-
-Andranno bene.- confermò l’uomo, con un sorrisetto soddisfatto.
Così, Stiles e Derek entrarono nell’archivio e cercarono le cartelle con i nomi della nuova lista.
-Dovresti smetterla di spendere soldi per me.- gli disse Stiles.
-Dobbiamo capire cosa è successo a tua madre.-
Stiles sospirò, passandosi le mani sugli occhi.- Smettila!-
Derek lo guardò confuso.- Di fare cosa?-
-Di preoccuparti per me in questo modo! Non riuscirò ad essere meno innamorato di te se fai così!-
-E allora cosa dovrei fare? Ignorarti?!-
-Sì!-
-Bene!-
-Bene!-
Derek fece per andare verso l’uscita, mentre Stiles trovò tutti i fascicoli, leggendo che si era trattato per tutti di suicidio, anche sua madre.
-Non capisco, mia madre non si è suicidata! E’ morta perché aveva una malattia al cervello!-
-Forse qualcuno voleva insabbiare tutto.- commentò Derek.
-E poi che significa che voleva aiutare Lorraine?-
-Che stava sempre in mezzo!- esclamò Brunski, con un teaser in mano.- Proprio come te.-
Di scatto, l’uomo lo usò con Derek e il licantropo svenne.
 
Quando Wendy arrivò alla festa, notò subito che Angelica e Liam non stavano bene.
-Hanno bevuto?!- domandò a Mason, a voce alta, per via della musica.
-Non abbastanza da ridursi così!-
Tutto d’un tratto, anche Wendy sentì le gambe molli e la vista annebbiata.
-M-Mamma…- bofonchiò Angelica.- E’-E’ la musica.-
-Devo portarli via di qui!-
Con le ultime forze che le rimanevano, Wendy trascinò i due dentro la scuola, fin che non cadde lungo gli armadietti.
In quel momento, due addetti alla sicurezza si avvicinarono con delle taniche di benzina e li bagnarono tutti e tre.
-C-Che state facendo?- balbettò Wendy.
-Serve una prova visiva.- affermò uno di loro, estraendo un accendino: qualcuno cercava di ucciderli di nuovo.
Angelica stava per svenire definitivamente, ma cercò di strisciare fuori e vide che Mason aveva staccato la spina del DJ.
La musica si era fermata e lei si sentiva già meglio.
-Diventeremo ricchi!- esclamò l’altro uomo.
Wendy osservò qualcuno dietro le sue spalle e ridacchiò.
-Che hai da ridere? Stai per morire, puttanella.-
L’Alfa gli sorrise.- Con i mezzosangue funziona più lentamente.-
L’uomo non capì l’affermazione, ma udì un ringhio dietro di lui e, quando si voltò, Angelica gli ringhiò contro, prima di graffiargli la faccia.

Derek riaprì gli occhi lentamente, capendo di avere i polsi legati ad una colonna: dietro di lui, Stiles, nella stessa situazione.
-Sai Stiles, se ti fossi fermato un po' di più e non avessi fatto il cattivo, avrei potuto anche chiedertelo durante il tuo soggiorno.- disse Brunski, piegandosi su di lui.- Quando tua madre era rinchiusa qui, teneva un diario…Peccato che non ho idea di cosa ci sia scritto…E adesso tu lo leggerai per me.- gli ordinò, aprendolo all’ultima pagina.
Stiles si accorse che non erano parole, ma simboli.- Non so che lingua sia.-
Con rabbia, Brunski gli diede un pugno.
-Ti ha detto che non lo sa!- gridò Derek.
-Io credo di sì, invece, ma non si applica abbastanza.- borbottò l’altro, prendendo un walkman dagli scaffali.- Gli serve un po' di spinta.- continuò, mostrandogli una cassetta con sopra scritto Claudia Stilinski.
Stiles osservò che era lo stesso tipo di cassette usate dal Benefattore per dare indicazioni: non poteva essere una coincidenza.
Bronski inserì la cassetta e lui riconobbe subito la voce di sua madre.
Oggi è giovedì e sono le 16:45…Non potrei tenere questo registra cassette, ma sono riuscita a nasconderlo bene, lui non lo troverà. Ci sta uccidendo tutti, non vuole che la verità venga a galla. Sono malata e sto morendo, ma devo fare questa cassetta. Stiles, piccolo mio, so che inizialmente non capirai, ma non avere paura. Ti sembrerà di essere cieco, inizialmente, ma poi il resto verrà da solo. Sii forte Stiles, sii-
Che stai facendo? – Questa volta, la voce era di Brunski.
N-Niente.
La voce di Claudia si fece più debole e si sentì il suo respiro affievolirsi.
Brunski, t-t prego, no…Ho un figlio…
-Non ascoltare Stiles, ehi, concentrati sulla mia voce!- esclamò Derek, dimenandosi.
Stiles verso una lacrima, chiudendo gli occhi e cercando di concentrarsi su qualsiasi altra voce che non fosse quella della cassetta.
Brunski premette pausa e gli mostrò ancora una volta la pagina.- Che cosa c’è scritto?-
-Non lo so…- singhiozzò Stiles, scuotendo più volte la testa.
-Sì, invece!- gridò l’altro, prendendogli il viso tra due dita con forza.- Devi solo leggere con i tuoi veri occhi!-
Dalla spiegazione di Claudia, Stiles capì che anche lei era un druido.
Allora i suoi occhi si colorarono interamente di nero e le parole sul foglio furono più chiare.- Proteggete Ariel.-
Brunski aggrottò le sopracciglia.- Chi diamine è Ariel?!-
-Sono io.- intervenne Lydia, sulla soglia della porta.
L’uomo scoppiò a ridere.- E tu dovresti spaventarmi?-
-Sì.- confermò Stiles.- Ha un urlo da paura.-
Improvvisamente, Lydia gridò e Brunski venne scaraventato via contro un muro, così che Lydia potesse liberare entrambi.
Di scatto, Stiles si avventò su di lui e gli mise le mani alla gola.- Hai ucciso mia madre, lurido bastardo!-
Derek gli si avvicinò in fretta.- Stiles, no! Ricorda cosa ti ho detto! La vendetta lacera l’anima!-
Gli occhi del ragazzo si fecero di nuovo neri e apparvero anche delle vene lungo le guance.- Non mi interessa.-
Derek gli mise una mano sulla spalla.- Stiles, tu non sei un assassino.-
A quel punto, Stiles si allontanò piangendo.- E’ stato lui: ha fatto le cassette e ha ucciso anche Meredith, ne sono sicuro!-
-No…-
Comparve una vocina femminile dietro gli scaffali: una ragazza secca, pallida, dai ricci marroni: Meredith, con una pistola che puntò verso Brunski.
Con un unico gesto, gli sparò al cuore. -Non era sulla mia lista…Ma era una cattiva persona.-

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** You are not alone. ***


In seguito alla morte di Brunski, Meredith venne portata alla centrale e rimase in cella per tutta la notte.
Tra le cose dell’uomo, avevano trovato un registra cassette e un’altra cassetta con sopra il nome di Lorraine Martin.
Stiles passò quasi tutta la mattinata a leggere il diario di sua madre e, mentre Wendy gli portava una tazza di caffè, vide una lacrima rigargli il volto.
-Che c’è scritto?- gli chiese, sedendosi sul divano accanto a lui.
-Mi ha lasciato delle istruzioni…Se solo lo avessi avuto prima, non sarebbe stato così strano per me.- rispose, tirando su col naso.- Sperava che io trovassi un licantropo con la quale legarmi.- continuò, facendo un leggero sorriso a Derek, al suo fianco.
-Una cosa è certa: tua madre voleva aiutare Lorraine a fermare tutto questo.- affermò Wendy.
Stiles annuì, singhiozzando.- Ma era da sola e nessuno le ha creduto.-
-Mi dispiace….- sussurrò Wendy, mettendo la testa sulla sua spalla.
Derek gli afferrò la mano.- Ora tu non sei da solo.-
 
Nel pomeriggio, Lydia e Wendy andarono alla centrale di polizia per parlare con Meredith.
-Brunski ti faceva del male?- le domandò Lydia, guardandola negli occhi.
Meredith fece cenno di sì con la testa, ma non disse altro.
-Perché lo hai fatto? Perché hai costretto mia nonna a creare la lista?- continuò, ma non ottenne risposta.- Ascolta…Voglio solo aiutarti, questa volta, non ho intenzione di urlarti contro.-
-Parlerò solo con due persone…- sussurrò Meredith, alzando lo sguardo su Wendy.
La ragazza si indicò.- Con me?-
L’altra annuì.- Con te e con Peter Hale.- affermò.- Io e te, Wendy, siamo più simili di quanto pensi.-
 
Intanto, dopo la scuola, Angelica ricevette un messaggio da Kira.
Vieni alla clinica veterinaria. Li ho trovati…Li ho trovati tutti.
Così, lei e Liam si diressero lì e quando entrarono, all’interno trovarono una dozzina di lupi mannari, sporchi, sudati e spaventati.
-Satomi, questa è la ragazza di cui ti parlavo.- disse Kira, presentandola all’Alfa.
La donna fece un ghigno.- So chi è la mezzosangue.-
-Che cosa è successo?- domandò Angelica.
-Cacciatori…Probabilmente per la lista nera, stanno cacciando tutto il branco.- spiegò Kira.- Dobbiamo portarli in un posto sicuro.-
Angelica annuì.- So a chi chiedere aiuto.-
Dall’ultimo scontro con Kate, Chris aveva acquistato la vecchia fabbrica e accettò che il branco di Satomi venisse per nascondersi.
-Questi soni lupi molto pacifici, non sanno come si combatte.- puntualizzò Angelica.
Chris caricò un fucile e mise la sicura.- Allora li proteggeremo noi.-
 
Angelica sperò che non si venisse ad uno scontro e che suo padre riuscisse a fermare la diffusione della lista di morte.
Infatti, lui e Derek erano rimasti al loft con un vecchio stereo ad ascoltare la cassetta di Lorraine.
-Non è successo ad Eichen House.- intuì Derek.
-Allora dove?- chiese Stiles.
Derek rimise la cassetta da capo e cercò di ascoltare bene: anche se non aveva più il suo udito acuto, sentiva un rumore ben preciso.- Di sottofondo sento un giradischi.-
Stiles sapeva dove se ne trovasse uno.- La casa sul lago!-
Il giradischi rosso si trovava nell’ufficio dove le pareti erano tutte bianche.
Derek si guardò attorno. -Deve essere qui Stiles, è da qui che viene spedita la lista.-
 
Meredith si sedette nella sala degli interrogatori e Peter la osservò.- Quella è la ragazzina che mi ha rubato tutti i soldi?-
-E’ una banshee, sono creature pericolose.- commentò Lydia.
-Vuole parlare con noi.- intervenne Wendy, guardandolo male.- Quindi, ti conviene dirmi cosa centri in questa storia prima che entriamo.-
Peter alzò le sopracciglia.- Cosa centro in questa storia? Mi ha rubato 117 milioni di dollari e voglio sapere il perché!-
Wendy e Peter si sedettero davanti a lei sul tavolo. -Eccoci qui Meredith.-
La ragazza squadrò subito Peter dalla testa ai piedi e avvicinò una mano alla sua guancia.- Le ustioni…Sono sparite.-
Wendy aggrottò le sopracciglia.- Vi conoscete?-
Peter le afferrò il polso ringhiando.- Non l’ho mai vista in vita mia.-
Meredith ne sembrò offesa.- Non ti ricordi?-
-Affatto.-
Di scatto, Peter scansò il tavolo e conficcò gli artigli nel suo collo.
Parrish, Lydia e lo sceriffo spalancarono la porta per intervenire.
-Fermi!- esclamò Wendy.- Se interrompete il contatto, li ucciderete.-
-Che cosa stanno facendo?- chiese Parrish, nuovo a tutto questo.
-Sta vedendo i suoi ricordi.- rispose Wendy, postando una sedia vicino a Peter.- Vado anche io. Non fate niente.- ordinò, prendendo l’altra mano di Peter e mettendosela dentro la pelle della nuca.
 
Angelica, Liam e gli altri non poterono fare altro che aspettare e prepararsi ad un possibile combattimento con dei cacciatori.
-Quando tutto questo finirà, magari riusciremo ad uscire insieme.- esordì Liam.
Angelica sorrise, mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.- Mi piacerebbe molto.-
-Sei nervosa?-
Lei si strinse nelle spalle.- Cosa te lo fa credere?-
-Fai sempre questo gesto quando sei nervosa.- le rispose, aggiungendo un capelli dietro l’orecchio con delicatezza.
-E sentiamo…Dove mi porteresti?-
-In realtà ho le idee abbastanza chiare: ti vorrei portare sulla ruota panoramica…Mangiare un gelato…- le sussurrò, prendendole i fianchi.- Guardare le stelle con te.-
Angelica gli mise le braccia sulle spalle.- Sarebbe bellissimo.-
In quello stesso istante, la porta si spalancò ed entrarono svariati uomini armati di fucili, caschi protettivi e giubbotti anti proiettili: erano molto più che cacciatori.
Intimorito, Liam le afferrò il polso.- Prometti che sopravviveremo.-
Angelica lo fulminò con lo sguardo.- Te lo prometto!-
 
Quando Wendy riaprì gli occhi, si ritrovò in un corridoio dell’ospedale ed indossava un camice bianco come se fosse una specializzanda.
Un altro gruppo vestito come lei, insieme ad un dottore, la oltrepassarono e si diressero in una stanza, così li seguì.
Stesa su un letto, più giovane, c’era Meredith con gli occhi fissi verso il soffitto.
-Meredith Walker, in coma in seguito ad un trauma all’apparato uditivo.- disse il medico, spostandosi poi sul letto accanto.- Peter Hale: l’unico sopravvissuto di un incendio. Ha delle ustioni sulla maggior parte del corpo, non sappiamo bene come sia ancora vivo, ma tutt’ora è in coma.-
Mentre il gruppo proseguì, Wendy decise di rimanere: alla finestra davanti a lei, il sole e la luna passarono velocemente: giorno dopo giorno, Peter e Meredith erano stati compagni di stanza.
D’un tratto, Meredith iniziò a sussurrare qualcosa e dovette avvicinarsi per sentire cosa stesse dicendo.
-Quando uscirò di qui, tutti proveranno la mia ira. Io avevo avvisato Talia che sarebbero venuti, ma nessuno mi ha ascoltato.- stava mormorando, ma Wendy alzò lo sguardo su Peter e anche lui stava muovendo le labbra, come se lui fosse il burattinaio e lei il burattino.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** The real eyes. ***


- Ucciderò non solo i lupi, ma anche i Wandigo, le Banshee, qualsiasi cosa mi sbarri la strada! Userò i miei soldi, sì…Sì…-
Improvvisamente, il contatto si interruppe e Wendy capì tutto.
-Che cosa hai visto?- le chiese Lydia.
Wendy ringhiò verso Peter e gli afferrò la gola, spingendolo verso la porta e rompendo il vetro.- E’ stata una tua idea fin dall’inizio!-
-Ero in coma! In un limbo fra la vita e la morte, come pretendi che io mi ricordi di tutto questo?!- replicò Peter.
-Per questo diceva che siamo uguali, perché tu sei sempre stato nella mia testa.- borbottò Wendy, accigliata.
Peter fece un ghigno.- Io ti ho morso Wendy: sei diventata questa creatura straordinaria grazie a me e neanche mi hai ringraziato. Io sarò sempre nella tua testa.-
-Se pensi che ti darò un premio, ti sbagli. Io non sono come te.-
-Ne sei sicura? Ti sei guardata allo specchio, ultimamente?-
In effetti, dopo la rabbia provata con il Muto, Wendy stava sentendo che qualcosa dentro di lei era cambiato.
-Parrish, arrestalo.- ordinò lo sceriffo.
-Per cosa esattamente? Cosa direte al giudice? Che una ragazzina ha seguito il piano di un uomo in coma?- continuò Peter. -Non ci crederà nessuno.-
Peter aveva ragione, non avevano prove per incriminarlo e, purtroppo, senza che potessero fare nulla, lui se ne andò.
 
Derek e Stiles frugarono in ogni parte della stanza, ma non trovarono niente che solo si avvicinasse alla lista di morte.
-Aspetta, secondo me stiamo sprecando tempo.- commentò Derek. -Perché tua madre ti ha lasciato il suo diario?-
-Perché voleva che imparassi come controllare i miei poteri.- rispose Stiles, passandosi le dita negli occhi.
-Ma perché lasciartelo in lingua druida?-
Stiles batté il piede per terra, bagnandosi le labbra.- Forse perché voleva che lo leggessi solo io.-
-E se non ti avesse lasciato solo il diario come indizio? Se ci fosse qualcos’altro? In questa stanza?-
-Se fosse così…Dovrei…-
-Guardare con i veri occhi.- affermarono all’unisono.
Allora Stiles si concentrò e fece annerire gli occhi, guardandosi intorno.
Sulla parete dietro il giradischi, vide qualcosa nascosto dietro il muro.- Qui dietro!-
Derek scansò il giradischi e iniziò a prendere a pugni la parete: si rivelò essere ricostruita, perché al suo interno c’era un marchingegno che continuava a girare.
-Eccola…La lista della morte.-
Stiles vide un bottone rosso in cima e lo spinse: subito dopo, tutto si fermò.
-Ce l’abbiamo fatta?- si chiese Derek.
Stiles sorrise ampiamente.- Credo proprio di sì!-
I due si diedero il cinque entusiasti e successivamente arrossirono per il contatto fisico appena avuto.
La lista della morte era stata fermata.
 
Angelica, con il viso pieno di graffi e il petto che continuava a rigenerarsi dopo esser stato colpito da pallottole, atterrò un cacciatore e si avventò su di lui, prendendolo a pugni.
La situazione era degenerata e i licantropi erano circondati.
In quello stesso momento, dalla tasca dell’uomo, il suo cellulare vibrò.
Angelica lo prese e dopo aver letto il messaggio, voltò lo schermo verso di lui.
Benefattore: tutti i contratti cancellati.
 
Stiles tornò subito a casa per vedere se Angelica e Wendy stavano bene: si sentiva soddisfatto di se stesso per aver risolto l’enigma, ma Wendy non sembrava affatto contenta.
Se ne stava sul suo lato del letto, seduta, a testa bassa, davanti allo specchio.
-Wendy, stai bene?- le domandò, avvicinandosi lentamente.
-Non so se riesco a conviverci, Stiles…- mormorò lei, rigirandosi l’anello al dito.
-Non vuoi più che ci sposiamo?-
Wendy si coprì gli occhi con la mano.- No, non è questo…Non so se riesco a convivere con questa cosa di te e Derek…Ho così tanta paura che potrebbe succedere qualcosa, ho degli incubi addirittura.-
-Non ti fidi di me?-
Lei scosse appena la testa.- Non ci riesco.- affermò, singhiozzando.- Mi sento un mostro.-
-Non sei un mostro…-
A quel punto, Wendy alzò la nuca e si voltò verso di lui: i suoi occhi erano rossi, le zanne lunghe e la peluria sul viso era aumentata.
Si stava trasformando come Peter.
-Guardami!-
L’espressione di Stiles non cambiò.- Io non vedo niente.- mormorò, poggiandole una mano sulla guancia.- Guarda.-
Stiles la fece voltare verso il suo riflesso: dato che lui era la sua ancora, la trasformazione se ne andò pian piano e tornò ad essere Wendy.
-Io vedo questo.- continuò, baciandole la spalla.- Capisco che hai dei dubbi…Anche io ne ho milioni, ma non mi importa…Tra tre giorni c’è l’incontro con il pasticcere e se verrai anche tu, saprò che ne sei sicura.- gli disse, prima di uscire dalla stanza.
Wendy continuò a guardarsi allo specchio, quando la figura di Peter le apparve dietro le spalle, mettendole i capelli di lato e con un sorrisetto soddisfatto.
Con rabbia, la mano le divenne di nuovo piena di pelo e con uno scatto, ruppe lo specchio.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** The conspiracy. ***


La lista della morte era stata distrutta e finalmente le creature sovrannaturali di Beacon Hills potevano continuare a dormire in pace.
Lo stesso non si poteva dire di Liam che, con Kate ancora in giro, continuava ad avere dei brutti incubi sui Berserker.
Nel bel mezzo della notte, Angelica ricevette una telefonata dove Liam le chiedeva di venire a dormire insieme a lui, per da sentirsi più al sicuro.
Così, per la prima volta in vita sua, Angelica uscì dalla finestra di soppiatto e andò a casa sua.
-Mi sento un bambino di 6 anni ad avertelo chiesto.- commentò Liam, facendole spazio nel letto.
-Non preoccuparti, anche io ho avuto paura la prima volta che sono entrata in questo mondo.- replicò Angelica, sorridendogli.
-Perché ti hanno legato ad una sedia?-
-Quella donna era un druido e faceva sacrifici umani per avere più potere, però, quando ha capito che ero una mezzosangue, è stata abbastanza sorpresa. Forse non ce ne sono molti della mia specie, ma per qualche motivo sembrava aver paura di me, come se io avessi qualche specie di potere.- spiegò la ragazza, avvicinando i piedi ai suoi.
Liam arrossì ridacchiando.- Che stai facendo?-
-E’ una cosa che fanno i miei genitori…- rise lei.- Mia madre è molto calda, anche noi lo siamo, essendo lupi mannari e mio padre ha sempre sfruttato qualcosa nelle stagioni fredde. Io lo trovo come se…Lo facesse sentire al sicuro.-
Il ragazzo sorrise appena.- Va molto meglio adesso.-
 
Dato che non giravano più assassini, era arrivato il momento giusto di continuare con i preparativi del matrimonio.
Quella mattina, Wendy sarebbe andata con sua figlia, Lydia, Kira e Malia a provare abiti da sposa.
Mentre preparava la colazione, sentì Stiles urlare dalla camera di Angelica, notando che non era nel suo letto.- Ma che cazzo…?!-
In quello stesso momento, Angelica entrò dalla porta storcendo la bocca.
-Sei impazzita?! Dove sei stata?!- esclamò Stiles.
Angelica roteò gli occhi.- Papà, sto bene, sono andata a casa di Liam perché non riusciva a dormire.-
Stiles alzò un sopracciglio, rosso in viso.- Avete dormito insieme?-
Wendy rise sotto i baffi e gli mise una mano sul petto per calmarlo.- Va a prepararti, tra poco usciamo.-
Angelica corse in camera prima che cambiasse idea.
-La lasci andare così? Senza nemmeno una punizione?- replicò lui.
-Io credo che questo ragazzo le piaccia molto: quando l’abbiamo concepita, tu sei entrato dalla finestra.- puntualizzò Wendy.
Stiles si passò la lingua sul palato.- Già, è vero.-
-Dobbiamo accettare il fatto che sta crescendo.-
L’altro sospirò.- Troppo in fretta.-
 
-Non capisco perché una donna si dovrebbe mettere in un vestito tanto stretto solo per unirsi con un’altra persona.- borbottò Malia, mentre scorrevano i vestiti.
-Per amore, Malia.- rispose Wendy, ridacchiando.
-Deve essere molto stressante.-
-Non lo è.- intervenne Angelica, provandosi dei diademi.- Insomma…L’amore è quando capisci che la tua intera esistenza dipende solo da questo: gli studi dicono che siamo nati per riprodurci.-
-Anche nascere, crescere e morire.- aggiunse la coyote.
-Sì, ma è importante come affronti queste tappe…E viverle con qualcuno che ami, è la perfezione più assoluta.-
Wendy la guardò piuttosto sorpresa.
-Che c’è?-
-Lui deve piacerti molto.- commentò sorridendole.
Angelica arricciò il naso, arrossendo.- Sì, è vero…Oggi pomeriggio ha detto che andremo al luna park e sono un po' nervosa.-
-Sei bellissima, intelligente e coraggiosa, cosa vuole di più?- intervenne Lydia. -Sii te stessa.-
Dopo aver provato vari abiti con le ragazze sedute su un divanetto, Lydia si accorse che Wendy ci stava mettendo un po' troppo ad uscire dal camerino e andò a controllare.
Wendy indossava un vestito stretto a sirena, con le maniche leggere e la schiena scoperta.
-Tesoro, stai bene?- le domandò Lydia, vedendola piangere.
-Sì, è che…Avrei voluto che lei ci fosse oggi.- singhiozzò, abbassando lo sguardo.
Lydia le strofinò la schiena.- Lo so, anche io.-
-Scusa, è che sono un po' emotiva ultimamente.- continuò lei, asciugandosi le guance.
Lydia alzò le sopracciglia in modo sospetto.- Ti sono venute questo mese?-
Wendy spalancò gli occhi ridendo.- Lydia, non sono incinta!-
L’altra alzò le mani.- Chiedevo…Ti aspetto di là.-
Quando Wendy uscì dal camerino, alle altre ragazze si illuminarono gli occhi.
-Wow, ti sta benissimo!-
-E’ fantastico!-
Wendy si vide allo specchio e mentre Lydia aggiunse il velo, sentì di dover piangere ancora.- Beh, si dice che se piangi è quello giusto, no?-
In quello stesso momento, nel riflesso, Wendy vide avvicinarsi Chris.
-Sei bellissima.- le disse.
Wendy si voltò verso di lui sorridendo.- Grazie.- gli disse, notando che incastrata nella cintura aveva una pistola.- Non sei qui solo per vedermi con l’abito, vero?-
Il cacciatore scosse la testa.- Ho una pista.-
 
Quello stesso pomeriggio, Liam ed Angelica andarono al parco della città e dopo essersi presi dello zucchero filato, salirono sulla ruota panoramiche che si fermò ad una grande altezza.
Si stava facendo sera e la luna si stava alzando in cielo.
-Così bella e così letale per noi.- commentò Liam, guardandola.
-Può sembrare così, ma non lo è…La luna si sente molto sola.- disse Angelica.
-Ah sì?-
-Ho letto una storia una volta…Diceva che la luna si sentiva sola perché una volta aveva un’amante.- spiegò Angelica.- Era uno spirito errante del cielo che l’amava più di qualsiasi altra cosa…Però c’era un altro spirito che era molto geloso. Gli disse di scendere sul nostro mondo per coglierle dei fiori, ma non sapeva che una volta venuto qui, non sarebbe più potuto tornato indietro. Lo spirito prese la forma di un lupo e, ogni sera, ulula al cielo per chiamarla, perché non può toccarla.-
-Wow.- affermò Liam, stringendosi a lei di soppiatto.- Come fate tu e la tua famiglia? Voi proteggete questa città, come fate ad essere tutti vivi?-
Angelica sentì un colpo al cuore e si rigirò il braccialetto al polso.- Non lo siamo tutti.-
Liam capì che si era intristita.- Oh, scusa, se vuoi non ne parliamo.-
-No, è tutto okay…- mormorò lei.- Quasi un anno fa, la migliore amica di mia madre è morta per proteggerla. Si chiamava Allison, è la figlia di Chris, la A di questo braccialetto.- raccontò, mostrandoglielo.- Poi c’è stato Aiden, che si è sacrificato per salvarci tutti e poi…Jackson…- sussurrò, abbassando gli occhi.- E’ morto per salvarmi la vita e io non me lo dimenticherò mai.-
Liam intuì che le stesse molto a cuore.- Lo amavi?-
-Gli volevo molto bene, ma no…Non so bene cosa sia l’amore.- rispose, alzando gli occhi sui suoi.- Ma magari posso provare…Con… Te…-
Il ragazzo annuì appena, vedendo che Angelica si stava avvicinando a se col viso.
Fece un altro passetto in avanti e la baciò dolcemente sulle labbra per qualche minuto, fin che non scoppiò a piovere.
-Non ci credo!- esclamò Angelica, ridendo.
-Ehi, facci scendere!- urlò Liam al giostraio.
Liam la prese per mano e insieme corsero sotto un edificio coperto, continuando a baciarsi con tenerezza.
Ad un certo punto però, nonostante la pioggia, sentirono un ringhio.
Angelica voltò le spalle e, davanti a se, un enorme Berserker.
 
Wendy venne condotta da Chris nelle fogne della città: c’era un tratto di strada verso il muro a sinistra e a destra un fiumiciattolo dove scorreva l’acqua sporca portata dai tubi.
-Furba a nascondersi qui, non avrei mai sentito il suo odore.- commentò Wendy, camminando accanto a Chris che aveva la pistola pronta in avanti.
-Lei è del tutto estranea al vostro mondo, come faceva a saperlo?- chiese Chris.
Lei ci rifletté su.- Forse è stata aiutata. Da qualcuno come…- Svoltando verso un altro corridoio, davanti a loro apparve Peter.- Lui.- ringhiò Wendy, stringendo i pugni.
-Posto un tantino rivoltante dove incontrarsi, vero?- aggiunse Peter.
-La stavi aiutando per tutto questo tempo: i soldi, la lista, il furto, tutte cazzate.- replicò Wendy. -Il punto è: che ci guadagni tu?-
-Potere. E’ quello che ha sempre voluto.- rispose Chris.
-Credevi che ti avrei lasciato prendere tutto quello che era mio?- continuò Peter, mentre apparve un Berserker dietro di lui.- Ti sbagli di grosso.-
Wendy aizzò gli artigli contro di lui, ma prima che potesse colpirlo, la creatura le afferrò il polso e la gettò dentro l’acqua.
I proiettili di Chris non gli facevano niente e dopo che Peter gli conficcò un’asta di ferro nel petto, lanciò contro Wendy un enorme tubo di metallo, bloccandola dentro l’acqua.
Anche se stava usando tutta la forza possibile, Wendy non riusciva a scansare quell’enorme peso.
Sentì l’acqua riempirle il naso e i polmoni: stava affogando.
Improvvisamente, il peso si alzò e Parrish afferrò il suo corpo, iniziando a farle la respirazione bocca a bocca.
In seguito a diversi tentativi, Wendy sputò tutta l’acqua e si accorse di chi l’aveva salvata.- Parrish, come facevi a sapere dove eravamo?-
-Dopo la storia di Meredith, pedinavamo Peter.- rispose, aiutando ad alzarla.
-Beh…Ricordami di invitarti al mio matrimonio.- aggiunse col fiatone.
Si accorse poi che Chris stava grondando sangue dal petto: il pezzo di ferro era incastrato nella parete.
-Dovete andare ad avvertire gli altri che Kate e Peter stanno insieme.- bofonchiò Chris.
-No, non ti lascio qui a morire.- ribatté Wendy, prendendogli il viso tra le mani.- Resta con me.-
-Non ho niente per cui vivere…- mormorò, abbassando lo sguardo.
-Come credi che reagirebbe Allison se ti vedesse adesso? Sarebbe molto delusa!- esclamò Wendy, guardandolo negli occhi.- Devi vivere perché io ho bisogno di te! Avanti Chris!- gridò, afferrando il metallo e tirandolo verso di se con forza.
Parrish mise le mani sulle sue per aiutarla e anche se Chris gridava forte per il dolore, riuscirono ad estrarlo.
Chris si lasciò andare col corpo su Wendy che lo strinse a se. -Adesso ti porto in ospedale.-
 
Angelica riaprì gli occhi, ma non sapeva dove si trovasse.
Era tutto buio: c’era odore di vecchio, di polvere e aveva i polsi e le caviglie legate ad un tavolo di pietra.
-Sai qual è la storia dei Berserker, Angelica?- le chiese Kate, girandole intorno con un teschio di cervo.- Uomini guerrieri, che tramite un incantesimo venivano resi selvaggi e feroci.-
-Che cosa vuoi da me?-
-Voglio scoprire qualcosa di più sulla mia famiglia, Angelica. Capire il perché un insulsa ragazzina abbia rovinato tutto.- rispose Kate, con le zanne di fuori e gli occhi brillanti di giallo.- Nous chassons ceux qui nous chassent.-
-Sei rimasta indietro Kate, quello non è più il vostro motto.- commentò Angelica, dimenandosi.
-Scommetto che non sai qual è il vero potere di una mezzosangue, vero?-
-Tu sì?-
Kate le si postò dietro la testa.- Si dice che la loro parte umana sia fonte di ispirazione per il sovrannaturale.- spiegò, avvicinando il teschio alla sua testa, ridacchiando.- Divertiamoci un po', vediamo se è vero!-
Angelica cercò di girare la testa più volte, ma, alla fin fine, lo scheletro le si attaccò alla faccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** The plan. ***


Stiles aveva capito che sua figlia era scomparsa: a casa non c’era e dato che aveva detto che sarebbe andata al luna park con Liam, in un vicolo, Wendy trovò l’artiglio di un Berserker: Kate li aveva presi ed era diretta in Messico.
Breaden aprì la cartina geografica della Iglesia, la chiesa dove Kate aveva intrappolato Liam.
-Lo sapevo che non ci potevamo fidare di Peter.- borbottò Stiles, nervoso.
-Ehi, Angelica sa cavarsela, vedrai che sta bene.- gli disse Wendy.
-Il punto è: quel è il loro piano?- chiese Kira.
-Non ha importanza.- intervenne Derek, caricando una pistola.- Noi andremo in Messico.-
Breaden guidò la Jeep con all’interno Kira e Malia, dietro di loro, Wendy, Stiles e Derek con la Camaro.
-Lo sai che è una trappola vero?- continuò Stiles.- E’ te che vogliono.-
-Ha ragione: se c’è davvero Peter dietro questo, vuole di nuovo il suo potere, vuole di nuovo essere l’Alfa.- aggiunse Derek.
Wendy strinse le mani sul volante.- Allora lo affronterò.-
Non appena parcheggiarono davanti l’entrata della chiesa, Wendy vide qualcuno che si muoveva a fatica dietro una vecchia macchina bruciata.
Liam si alzò lentamente, ferito al fianco.
-Liam, stai bene? Dov’è Angelica?- gli chiese, aiutandolo.
-N-non lo so, ci hanno teso un’imboscata.- balbettò Liam, spaventato.
In quello stesso momento, dalla chiesa uscirono tre alti Berserker, seguiti da uno più basso e arrabbiato.
-So che sei diventata un vero Alfa senza uccidere nessuno.- esordì Kate, accarezzando la creatura al centro con un sorrisetto.- Vediamo se ci riuscirai anche con la tua piccolina.- continuò, portando poi la bocca al suo orecchio.- Uccidila.-
Essa si avventò contro Wendy e gli altri due verso il resto del branco.
-Come si uccidono?!- domandò Kira, agitando la spada.
Stiles scosse la testa preoccupato.- Non lo so.-
Liam, Stiles, Kira, Malia, Derek e Breaden li colpirono con tutte le armi a loro disposizione, ma non gli fecero nemmeno un graffio.
Wendy bloccò il Berserker davanti a se e dal braccialetto sul polso, capì che era sua figlia.- Angelica?-
Lei le ringhiò e la colpì alla testa, facendola cadere.
-Angelica, sono io!- continuò a ripeterle, evitando i suoi colpi e di farle del male.
Dopo aver atterrato Breaden, Stiles lo colpì alla pelle con la freccia, come aveva fatto con gli altri: ma egli se la tolse come fosse un piccolo aghetto.
-Uccidilo!- gli ordinò Kate.
Stiles fu pronto a scoccare un’altra freccia.- Provaci.-
Però Kate non si stava riferendo a Stiles.
La creatura prese Derek per i capelli e gli conficcò l’artiglio nel petto più volte.
Stiles percepì un dolore lancinante allo stomaco, quasi stesse colpendo lui stesso, tanto da fargli cadere l’arco.
Meredith aveva previsto la sua morte ed una Banshee ha sempre ragione.
Stiles non poté nemmeno andargli incontro, perché il Berserker lo colpì al volto, facendogli sputare sangue e trattenendolo per terra con il piede.
Fu in quel momento che arrivarono delle auto dal deserto: Chris Argent e i Calavera, comandati da Araya, iniziarono a sparare contro di loro.
Intanto, Angelica prese per il collo sua madre e la sbatté contro la dura pietra, fino a creare una crepa.
-A-Angelica, fermati.- bofonchiò, respirando a malapena.
La ragazza tolse la presa e si avvicinò con il volto al suo.- Sta tranquilla.- le mormorò.
Wendy la guardò confusa.- Cosa?-
A quel punto, Angelica andò verso Kate.
-Che stai facendo?-
-Facciamo un giochino, Kate.- le disse Angelica, togliendosi il teschio dalla faccia.- Tu sarai la bella…E io la bestia.-
Kate non capiva dove avesse sbagliato e tirò fuori gli artigli.- Impossibile!-
Angelica ruggì e le corse in contro per affrontarla: evitò i suoi colpi e con un unico calcio, le ruppe una gamba, facendola inginocchiare.
Le si mise poi dietro, stringendola per non farla scappare.- Chris, adesso!-
Il cacciatore caricò la pistola con un proiettile giallo e sparò verso la sorella.
La trasformazione di Kate se ne andò e si accasciò a terra. -Strozzalupo…-
-Esatto.- affermò Angelica.- Tu avevi un piano con Peter…Anche io avevo il mio.-
Wendy si rialzò e guardò la figlia sorpresa.
-Io e Chris abbiamo estratto l’aconito giallo dai miei fratelli uccisi e ci abbiamo fatto un proiettile.- spiegò poi, guardandola soffrire.- Quando sei scappata dai Calavera e sei venuta qui, hai preso il controllo dei Berserker, ma non sapevi bene la loro storia. Chris mi ha raccontato che i Berserker un tempo, erano dei semplici uomini alla quale era stato fatto un incantesimo. Loro si sono fidati di te e da quel momento in poi, sei stata anche capace di crearli. Per questo ti chiamano la lupa delle ossa…- raccontò Angelica, voltando lo sguardo verso suo padre.- La Loba.-
Allora Stiles capì a chi si riferisse Araya.
-Volevi sapere qual era il potere di un mezzosangue.- aggiunse Chris.
Angelica si avvicinò lentamente al Berserker e gli mise una mano sul cuore, senza paura.
-Ricordare la parte umana.- Angelica lo guardò tra le fessure del teschio.- 3 cose non si possono nascondere: il sole, la luna, la verità.- gli sussurrò, togliendogli il teschio.
A quel punto, i Berserker tornarono ad essere umani.
Stiles si alzò da terra e sorrise a sua figlia, abbracciandola.- Sei davvero cresciuta.- affermò, baciandole la nuca.
-Sì, tutto molto commovente.- intervenne Peter.
-Lascia stare loro, Peter. E’ una faccenda tra me e te.- gli disse Wendy.
-Puoi scommetterci.- ringhiò Peter, trasformandosi.- Mi riprenderò tutto! Pezzo dopo pezzo.-Peter iniziò a prenderla a pugni con tutta la forza e la rabbia che si era tenuto fino a quel momento, fino a farle sputare sangue.
-Perché non si ribella? Che sta facendo?- chiese Angelica, stranita.
-Si arrabbia.- confermò Stiles.
Il pugno successivo, Wendy lo bloccò e lo guardò negli occhi con le pupille che brillavano di rosso.
-Volevi che mi arrabbiassi, no?- gli disse decisa.- Ora mi hai fatto incazzare veramente.-
-Allontanatevi, tutti!- gridò Stiles.
D’un tratto, i vestiti di Wendy si strapparono: le crebbero un paio di zampe, il corpo le si ingrandì, si creò un muso al posto del naso e tutto il resto si riempì di peluria.
Peter la vide trasformarsi e alzarsi più di lui, ma non si arrese.
Cercò di combattere con lei, ma era ovvio che non c’era alcuna possibilità di vincere.
Anche se Peter l’aveva ferita alle gambe una dozzina di volte con gli artigli, Wendy gli prese il collo e lo tirò verso un muro, stordendolo.
A quel punto, col fiatone, si accasciò a terra, tentando di tornare umana: era una vera lotta contro i suoi due lati.
Stiles le si avvicinò lentamente.- Wendy…Sono qui, ascolta la mia voce.-
Wendy chiuse gli occhi e pian piano, il corpo tornò ad essere quello di una giovane donna.
-E’ finita.- gli disse sorridendo.
-No, non è finita.- bofonchiò Peter, tossendo.
-Io mi fidavo di te.- intervenne Angelica, pronta ad ucciderlo con gli artigli.
-No!- esclamò Wendy, bloccandole il braccio e voltandosi verso Malia: dopotutto era sempre suo padre e non voleva che lei vedesse un altro suo parente morire. -Pagherà per i suoi crimini.-
Successivamente, Stiles si guardò intorno e notò che, non solo Kate era scappata, ma che Derek non c’era più. -Dov’è Derek?-
Angelica trovò delle goccioline di sangue a terra.- Si dirigono nel deserto.-
Tutto il branco si avviò attraverso gli alberi secchi del Messico e Stiles gridò a squarciagola il suo nome.
Si stava facendo notte e aveva soltanto la luce del cellulare per cercare.
Ad un certo punto, vide delle tracce sulla sabbia: impronte di animale.
Sentì un ringhio davanti a se e alzò lentamente gli occhi: era un enorme lupo nero alto quanto lui.
Stiles decise che forse era meglio non fare movimenti bruschi, così mise un piede all’indietro e poi l’altro.
Di scatto, il lupo gli saltò addosso: credeva che sarebbe stato sbranato vivo, ma l’animale iniziò a leccargli la faccia come un cane che fa le feste al suo padrone appena tornato a casa.
-Oh, oh, smettila, ti prego! Mi fai il solletico!- esclamò, non riuscendo a smettere di ridere.
A quel punto, lo guardò negli occhi e quelli del lupo brillarono d’azzurro.
Stiles non riuscì a crederci.- Derek?-
Esso alzò le orecchie come se riconoscesse il nome e mosse appena la coda.
-Oh mio Dio!- commentò, ricordandosi poi il significato del suo tatuaggio.- Ma certo…Creazione, distruzione e rinascita.-
-Stiles, muoviti lentamente.- intervenne Chris, puntandogli la pistola.
-Dio, Stiles, sta attento!- balbettò Wendy, spalancando gli occhi.
-No, no, fermi! Non mi farà del male, è Derek!- gli disse, alzandosi velocemente e mettendosi davanti al lupo.
-Ma di che parli!?!-
-Wendy, non stava morendo…Si stava evolvendo.-
L’Alfa gli si avvicinò e lo guardò negli occhi, percependo che era davvero Derek.- Wow…Hai…Un bel culo da lupo.- affermò ridendo.
 
Quando il sole albeggiò, tutti si prepararono a tornare a casa.
-Andrai con loro?- chiese Wendy a Chris.
-Sì, abbiamo fatto un patto: loro vi lasceranno stare se io li aiuto a cercare Kate…Non ti preoccupare, la troverò.-
Wendy annuì e l’abbracciò.- Stai attento.-
-Ci vediamo al matrimonio.- le sussurrò, baciandole la fronte.
-L’aconito terrà Peter a bada per il viaggio di ritorno.- intervenne Angelica.
-Che ne facciamo di lui? Non voglio più vedere la sua brutta faccia per un bel po'.- continuò Malia.
-Conosco un posto.-

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Eternally yours, eternally ours. ***


Stiles affondò la forchettina dentro la torta e se ne mise in bocca un pezzo.- Cioccolata e nocciola è fantastica, lei adora la nocciola.-
-Provi anche quest’altra al limone.- gli disse il pasticcere.
Subito dopo averla assaggiata, fece una smorfia.- Troppo aspra: credo che adorerebbe quest’altra.-
-Vero.- intervenne Wendy, alle sue spalle, avvicinandosi lentamente. -Adoro la nocciola.-
Stiles le fece un piccolo sorriso e le fece assaggiare la torta al cioccolato.
-E’ fantastica.-
Il fatto che si fosse presentata a quell’incontro, voleva dire che si voleva davvero sposare: Stiles si sarebbe impegnato ad essere un marito fedele e Wendy a preoccuparsi un po' di meno.
 
Qualche mese dopo.
 
-Questo coso mi pizzicherà per tutta la giornata.- borbottò Wendy, mentre Lydia le faceva il trucco.
-Sssh, non fare smorfie!-
-Oh, piccola mia, sei stupenda!- esclamò Melissa, asciugandosi una lacrima con un fazzoletto già zuppo.
-Non lo so, quel vestito la ingrassa.- commentò Scott, arricciando il naso.
Wendy ridacchiò e gli diede una spintarella.- Mi accompagni all’altare?-
Il fratello le sorrise.- Sarebbe un vero onore.-
Wendy, Scott, Lydia ed Angelica salirono su una vecchia auto d’epoca che li avrebbe portati verso la chiesa.
Wendy sorseggiò un po' di champagne per festeggiare e poi guardò fuori, sperando che andasse tutto bene.
-Stiles mi ha chiesto di fargli da testimone, tu a chi lo hai chiesto?- le domandò Scott.
Wendy si morse un unghia nervosamente.- L’ho chiesto ad Isaac.-
Scott aggrottò le sopracciglia.- E non a Derek?-
La ragazza abbassò lo sguardo.- No, lui non viene oggi…-
 
Isaac si sistemò la cravatta e infine indossò la giacca, scendendo al piano inferiore, dove Derek stava guardando tranquillamente la tv.
-Non capisco perché non vieni.-
-Ho da fare.- rispose Derek, senza nemmeno guardarlo.
Isaac alzò un sopracciglio.- Noto…Non riesci a mentire quando si tratta di Stiles.-
Derek ringhiò.- Ho detto che non voglio venire…Ti basta?-
Isaac si passò la lingua sul palato, geloso.- Mi hanno chiamato da Parigi: dicono che hanno un lavoro per me.-
-Sono contento per te.- gli disse, senza far trasparire alcuna emozione.
-Hai qualche buon motivo per cui io non dovrei andare?-
Dato che avevano instaurato una specie di relazione, Isaac si aspettava che Derek dicesse qualcosa, invece, scosse appena la testa, continuando a guardare lo schermo.
Gli occhi di Isaac si fecero lucidi.- Va a fanculo, Derek.-
 
All’entrata della chiesa c’era un bellissimo arco argentato dove, incastonati, c’erano dei fiori di tutti i colori.
Wendy e Scott si fermarono sotto di esso e la ragazza prese dei bei respiri.
-Ehi, andrà tutto bene, sei bellissima.- le ripeté Scott.
-Come abbiamo fatto, Scott? A crescere così senza un padre, ad affrontare tutto questo?- gli chiese Wendy, tastandosi il sudore con la mano.
Scott la guardò negli occhi.- Perché siamo forti.- le rispose, baciandola delicatamente la fronte.- Ti voglio bene.-
-Anche io.-
Quando il piano iniziò a suonare una canzone armoniosa e lenta, Angelica entrò per prima e sparse dei petali bianchi sulla navata, sorridendo a suo padre.
Wendy si aggrappò al braccio di Scott e insieme a lui fece lo stesso percorso.
Non appena alzò lo sguardo verso Stiles, tutto il nervosismo se ne andò.
Era la cosa più bella che avesse mai visto: anche se all’apparenza era cresciuto, con il ciuffo aggiustato e lo smoking nero, a lei appariva ancora come il ragazzo buffo dai capelli rasati e le labbra a cuoricino.
Si sorrisero a vicenda, arrossendo e Scott unì le loro mani, per poi mettersi dietro il migliore amico, come suo testimone.
Nessuno dei due sapeva esattamente cosa dire.
-Ciao.- le disse Stiles, ridacchiando.
-Ciao.- ricambiò Wendy, facendo ridere anche tutti i presenti per la loro goffaggine.
Stiles le prese entrambe le mani e prese un bel respiro, guardandola negli occhi. – Sei molto bella.-
Wendy si scansò i capelli dalla spalla con sfacciataggine.- Lo so, grazie.-
-Sedetevi, prego.- esordì Deaton, facendo accomodare gli invitati. -Siamo qui riuniti oggi per celebrare l’unione tra Wendy McCall e…Miecz…Ehm...Come si pronuncia?-
-Stiles va più che bene.- gli disse lo sposo.
-Okay: tra Wendy McCall e Stiles Stilinski, ma…Prima di cominciare, devo chiedere se qualcuno è contrario a questa unione, parli ora o taccia per sempre.-
Nessuno disse niente, ma Wendy osservò il posto vuoto di Derek vicino a Malia e ne fu un po' triste.
Stiles le accarezzò le dita per rassicurarla.
-Molto bene, ora, Stiles, prendi l’anello e recita la promessa.- continuò Deaton.
Stiles prese la fede dal cuscinetto che teneva Isaac e lo avvicinò al dito di Wendy.- Io, Stiles Stilinski, prendo te, Wendy, come mia sposa…In salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, per amarti ed onorarti, fin che morte non ci separi.- le disse, guardandola negli occhi.- Eternamene tuo, eternamente nostri.-
Wendy si lasciò mettere l’anello e poi fece la stessa cosa con lui.- Io, Wendy McCall, prendo te, Stiles, come mio sposo… Quando starai male e quando starai bene, anche se vivremo per strada o in una villa a 4 piani…Per amarti incondizionatamente e onorarti in tutto quello che fai, fin che entrambi vivremo. Eternamente tua, eternamente nostri.- ripeté, mentre sentì Lydia tirare sul col naso.
-Bene, per il potere conferitomi da Oggisposi.com.- affermò Deaton, ridacchiando.- Vi dichiaro ufficialmente marito e moglie.-
Gli invitati si alzarono applaudendo ed urlando.
Wendy si avventò su Stiles che l’afferrò e la baciò passionalmente, sollevandola da terra e facendola roteare.
Il secondo giorno più bello della loro vita.
 
Per il pranzo, si riunirono tutti sotto un gazebo in pietra bianca: tavoli bianchi e fiori lilla, accompagnavano il paesaggio di collina intorno a loro.
Angelica, al tavolo con Liam, riempì di champagne i loro due bicchieri.- Ho scoperto una cosa terribile: i licantropi non si ubriacano.-
-Oh, accidenti! Come faremo a vivere con questa consapevolezza?- commentò Liam, ridacchiando. -Almeno abbiamo lo zucchero filato.-
-Adoro lo zucchero filato!-
Liam ripensò al loro appuntamento e si fece serio.- Ho avuto davvero paura di perderti…Non sapevo cosa ti avrebbe fatto.-
Angelica gli sorrise, accarezzandogli la guancia.- Ma adesso sono qui e non me ne andrò mai via.- gli mormorò, baciandolo dolcemente.
Durante la cena, alcuni parenti e amici, decisero di salire sulla pista da ballo per fare dei discorsi.
I primi furono i genitori, Mellissa e lo sceriffo, che fecero allestire un piccolo schermo.
-Ammetto che avrei tanti discorsi strappa lacrime da dire, ma non volevamo metterli in imbarazzo.- disse Melissa.
-Già, perciò abbiamo pensato che dei filmini di quando erano piccoli lo facciano abbastanza.- affermò lo sceriffo.
-No, non ci credo!- esclamò Wendy, coprendosi il viso per il rossore.
Partirono delle immagini di quando Stiles, Scott e Wendy erano molto piccoli e giocavano assieme.
Di quando salivano nella casa sull’albero, fin che reggeva il loro peso: Scott ci era caduto una volta e si era fatto una bella cicatrice sulla guancia, che era ancora ben visibile.
Di quando Wendy si era sbucciata un ginocchio e di come Stiles, senza esitazione, ci aveva dato un bacio sopra.
Wendy e Scott poggiarono entrambi la testa sulle spalle di Stiles e si asciugarono le lacrime.
Successivamente, Lydia salì sul palco con il bicchiere pieno.- Quando ho iniziato il liceo ero davvero una cattiva persona.- affermò, storcendo la bocca.- La prima della classe, con i vestiti sempre attillati, fidanzata con il capitano della squadra di LaCrosse e lo ammetto…Molto, molto altezzosa.-
-Solo un pochino!- commentò Wendy, sarcasticamente.
Lydia ridacchiò annuendo.- E poi c’è stata Wendy…Ha capito che mi comportavo in quel modo perché avevo paura di mostrare quanto realmente intelligente e straordinaria fossi. Ti sono così grata di esser diventata la mia migliore amica, ti voglio bene.-
Wendy le mandò un bacio.- Ti voglio bene.-
-Ma adesso non voglio parlare di me, voglio parlare di una persona che avrebbe tanto voluto essere qui oggi, ma che purtroppo non c’è più.- continuò Lydia, alzando il bicchiere.- Ad Allison.-
Wendy annuì e trattenne le lacrime, facendo lo stesso gesto.- Ad Allison.- ripeté, voltando lo sguardo verso il tavolo di Chris che le sorrideva.
Stiles le asciugò una lacrima dolcemente e le baciò la nuca per rassicurarla.- Tocca a me.-
Wendy non si aspettava che anche Stiles volesse fare un discorso.
Il ragazzo si tolse la giacca e salì sul palco, stringendo il microfono tra le mani.
Si morse un labbro per prendere coraggio e prese un bel respiro.- Non voglio fare un discorso troppo lungo e noioso, perché credo che la qualità delle parole non dipenda da quante ne dici, ma nel modo in cui le dici. Perciò…- esordì, guardandola negli occhi.- Ti amo, Wendy. Tu sei l’amore della mia vita e mi dispiace di averci messo tanto per capirlo, ero troppo stupido: in passato ti ho lasciata andare perché ero troppo orgoglioso per dirti cosa provavo. D’ora in poi non voglio sprecare più neanche un attimo, perché la vita è così breve, cazzo.- affermò, singhiozzando.- E io voglio viverla insieme a te, invecchiare sulla stessa poltrona, contarci le rughe e vivere avventure insieme.- proseguì, asciugandosi il volto.- Ti amo più di me stesso.-
Gli invitati applaudirono e Wendy si alzò per corrergli in contro e baciarlo con passione, fino a consumarsi le labbra.
Era tutto ciò che voleva.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** The two lines. ***


Il DJ mise una musica da lento e mentre Stiles ballava con Angelica, Wendy si strinse a suo fratello, dondolando.
-Non mi sarei mai immaginato che saremmo arrivato a questo.- commentò, intrecciando le dita alle sue. -E mi dispiace di non averti aiutato, sai…Con la faccenda del branco.-
-E’ tutto okay, Scott, lo capisco: vuoi vivere una vita normale e nessuno può dirti di fare il contrario.- puntualizzò Wendy.
-Deaton mi ha fatto ottenere una borsa di studio per la scuola di veterinaria a Boston.-
Wendy sorrise ampiamente.- Scott ma è fantastico!-
-Ti prometto che ti chiamerò tutte le sere.- le disse con gli occhi lucidi.
Wendy lo abbracciò.- Ti voglio bene, fratellino.-
A quel punto, Parrish si intromise timidamente.- Ti dispiace?-
Scott scosse la testa e le consegnò la mano della sorella.
-Deduco che non potrò invitarti più a cena.-
Wendy ridacchiò.- No, mi dispiace. Ma io e gli altri stiamo studiando bene il Bestiario…Ti prometto che capirò cosa sei Parrish.-
Jordan la guardò sorridendo.- Ora capisco perché tutti si fidano di te.-
Nonostante tutto, nonostante fosse felice, mentre Wendy vedeva Stiles e Scott ballare in pista, sentiva che le mancava qualcosa.
Si allontanò nel bosco per non far vedere che fosse scoppiata a piangere e si asciugò gli occhi velocemente.
-Una bella sposa come te non dovrebbe piangere.-
Wendy si voltò sorpresa, riconoscendo la voce di Derek: allora la tristezza se ne andò e sul suo viso comparve un bel sorriso.- Tutti piangono ai matrimoni.- affermò, correndogli in contro per abbracciarlo.- Sei venuto.-
-Mi dispiace di aver fatto tardi.- le mormorò, baciandole la guancia.- Vorrei solo che tu capissi come mi sento…-
Wendy sapeva che vedere Stiles insieme ad un’altra persona lo facesse soffrire.
-Mi dispiace…-
Derek le accarezzò la guancia.- Non possiamo scegliere chi amare.-
Anche se non si udiva nessuna canzone, Derek le prese i fianchi e poggiò la fronte sulla sua, iniziando a dondolare, in silenzio.
Finalmente era tutto perfetto.
 
Qualche giorno dopo.
 
Deaton accompagnò Wendy ad Eichen House, nel reparto in cui era stato rinchiuso Peter.
Era un piano che non conosceva affatto: rinchiusi in delle gabbie c’erano creature di ogni genere, molto cattive e all’apparenza spaventose.
Ma di Peter, Wendy non aveva affatto paura.
Giunta alla sua cella, l’Omega la guardò male.- Credi che un po' di aconito e quattro sbarre possano fermarmi?-
Wendy esaminò bene le pareti, toccandole con le dita.- Se sono fatte di frassino, credo proprio di sì.- replicò, avvicinandosi con il viso allo spazio tra le due sbarre.- Io mi sono fidata di te, ti ho fatto stare vicino a mia figlia…-
Peter abbassò appena lo sguardo.- Quello mi piaceva…-
-Nessun altro si fiderà più di te.-
L’altro fece brillare gli occhi di azzurro.- Io sono…-
-Fammi indovinare.- lo bloccò Wendy.- Io sono l’Alfa? Io sono sempre stato l’Alfa? No, tu non sei mai stato un Alfa, tu volevi solo il potere per i tuoi scopi.-
-Il sacrificio che avete fatto con il Nemeton ha attirato molte cose in questa città e credimi, prima o poi avrai bisogno di me.- affermò Peter, digrignando i denti.
Wendy alzò un sopracciglio.- Bene, allora che vengano: sono qui ad aspettarli.- disse, decisa, prima di voltargli le spalle.
-Wendy!! Non puoi lasciarmi qui!!- urlò a squarciagola.- Wendy!!-
***
Il giorno in cui Wendy aveva provato i vestiti fa sposa, Lydia le aveva messo una pulce nell’orecchio.
Con tutto quello che era successo, Wendy non aveva avuto il tempo di concentrarsi su se stessa.
Stiles bussò alla porta del bagno.- Tesoro, è pronta la cena!-
-A-Arrivo subito.-
Wendy batté nervosamente il piede a terra, mentre aspettava i 3 minuti che indicava la scatola, guardando continuamente l’orologio al polso.
Il timer bippò e sul test di gravidanza iniziò ad intravedersi qualcosa: due linee.
 
CONTINUA…

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3927045