30 Seconds to… Wyoming di KikiLurex (/viewuser.php?uid=83708)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ~ Benvenuti ***
Capitolo 2: *** 02 ~ La Ragazza dagli Occhi Grigi ***
Capitolo 3: *** 03 ~ Stiamo Diventando Amici? ***
Capitolo 4: *** 04 ~ Che Cosa Pensi di Me? ***
Capitolo 5: *** 05 ~ Fuori dal Residence ***
Capitolo 6: *** 06 ~ Primo Bacio ***
Capitolo 7: *** 07 ~ Tentazioni ***
Capitolo 8: *** 08 ~ Cuore Impazzito ***
Capitolo 9: *** 09 ~ Non Posso Innamorarmi ***
Capitolo 10: *** 10 – Nella Neve ***
Capitolo 11: *** 11 ~ Desiderio e Passione ***
Capitolo 12: *** 12 ~ Una notte ***
Capitolo 13: *** 13 ~ Non Posso Fingere ***
Capitolo 14: *** 14 ~ Andare Via ***
Capitolo 15: *** 15 ~ Benvenuta a L.A. ***
Capitolo 16: *** 16 ~ Sei Innamorato Jay? ***
Capitolo 17: *** 17 ~ Custode del Mio Cuore ***
Capitolo 18: *** 18 ~ C’è Un Problema ***
Capitolo 19: *** 19 ~ Sarò Papà ***
Capitolo 20: *** 20 ~ Gelosia? ***
Capitolo 21: *** 21 ~ Rabbia ***
Capitolo 22: *** 22 ~ Paura ***
Capitolo 23: *** 23 ~ Novità ***
Capitolo 24: *** 24 ~ Brutte Sorprese ***
Capitolo 25: *** 25 ~ Vai Via ***
Capitolo 26: *** 26 ~ Non È Finita ***
Capitolo 27: *** ~Epilogo~ ***
Capitolo 1 *** 01 ~ Benvenuti ***
Angolo
della Follia: Ed eccomi tornata, dopo secoli, a pubblicare
una "nuova" storia.
Ho messo la parola "nuova" tra virgolette perché, in
realtà, è una storia che avevo già
pubblicato anni fa, ma che ho deciso di riprendere da capo e
migliorare, almeno un po', quindi non stupitevi se, leggendola, vi
sembrerà familiare (sempre se qualcuno deciderà
di leggerla).
Detto questo, passiamo alle cose di rito.
I personaggi maschili, famosi, di questo parto psicotico della mia
mente, non mi appartengono minimamente. Non ho nessun contatto diretto
con loro e non voglio lucrare sul loro nome.
Come sempre, scrivo perché mi diverte, perché mi
fa svagare e vivere in un mondo magico, niente di più.
Detto ciò, eccovi i personaggi e il primo capitolo. Spero di
vedere segni del vostro passaggio.
Buona lettura!
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
Personaggi:
Kayley
Marie Parrish: 30 anni. Capelli castani, occhi grigi.
Perennemente in conflitto con il suo corpo di cui odia profondamente i
fianchi che vede, decisamente, troppo larghi.
Lavora in un residence di montagna appartenente alla sua famiglia da
sempre.
Dalla morte del padre, insoddisfatta del rapporto con la madre, trova
in Richard la figura paterna venuta a mancare troppo presto.
Richard
Booth: 60 anni. Omosessuale. Tremendamente affezionato a
Kayley.
Lavora alla reception nel residence della famiglia della ragazza.
È sveglio e spigliato, tanto da essere diventato il
confidente perfetto per Kayley.
Laura
Fincannon: 28 anni. Capelli castani, occhi nocciola.
È una cameriera nella sala da pranzo del residence della
famiglia di Kayley.
È una buona amica della ragazza con cui condivide la
passione per i film, i libri e la buona musica.
Brianna
Adams: Madre di Kayley e proprietaria del residence.
È una donna caparbia e dura. Completamente diversa dalla
figlia nell’aspetto, la rimprovera continuamente per la poca
attenzione dedicata al suo corpo.
Jared
Joseph Leto: 40 anni. Leader del gruppo statunitense 30
Seconds to Mars.
Annoiato e ferito nell’animo, imparerà a
riscoprire sé stesso grazie all’incontro con
Kayley.
Shannon
Leto: 41 anni. Batterista del gruppo statunitense 30
Seconds to Mars e fratello maggiore di Jared.
Serio e protettivo, capirà di dover permettere al fratello
minore di fare le sue esperienze senza intromettersi continuamente.
Grazie a questa rivelazione, scoprirà di potersi dedicare,
finalmente, a sé stesso.
•••
01 ~
Benvenuti
Quello era un periodo morto per il residence. L’estate aveva
lasciato il posto alle prime piogge autunnali che non avevano alcuna
attrattiva sui turisti, armati di sci, che aspettavano con trepidazione
l’arrivo della neve.
Non ci si poteva dedicare nemmeno all’escursionismo e
così, i pochi clienti rimasti, si stavano preparando a
tornarsene alle loro vite cittadine, dicendo addio alle vacanze estive.
Era tutto molto, molto noioso e Kayley non faceva che sbuffare mentre,
distrattamente, controllava twitter.
«Ciao musona» ridacchiò Laura,
avvicinandosi. «Forza dai… smetti di fare quella
faccia. Sembri un cane bastonato»
Laura era una delle cameriere lì al residence e
l’unica amica che fosse riuscita a farsi in quel posto.
Avevano pochi anni di differenza e moltissime cose in comune. Era stato
facile fare amicizia con lei.
Kayley fece spallucce. «È un mortorio questo
posto. Se ne stanno andando tutti. Vorrei davvero poter fare lo stesso,
giuro»
Proprio in quel momento, la pesante porta di legno scuro
dell’entrata si spalancò.
Le ragazze osservarono i nuovi arrivati cercando di trattenere una
risatina. Sembravano due yeti. Erano tanto imbacuccati da non riuscire
nemmeno a vederli bene. Due enormi giacconi imbottiti, con i cappucci
bordati di pelliccia, lasciavano intravedere ben poco dei nuovi
arrivati. I volti erano nascosti dietro a due chilometriche sciarpe
bianche e da enormi occhiali da sole che, con quel tempaccio, erano
veramente senza senso.
«Secondo me, pensavano di dover andare al polo»
mormorò Laura all’amica.
Kayley fece spallucce. «Oppure sono solo matti»
Laura annuì e se ne andò, lasciandola sola.
«Posso aiutarvi?» chiese poi, tornando a
concentrarsi sui due uomini delle nevi.
Quando, i due, raggiunsero il bancone e si tolsero gli occhiali, per
poco non si strozzò con la caramella che stava masticando.
Quegli occhi li avrebbe riconosciuti ovunque.
«Abbiamo prenotato» riuscì finalmente a
dire uno di loro, liberandosi dalla lunga sciarpa. «Jared e
Shannon Leto»
«Lascia Kayley, faccio io» Richard, il receptionist
del residence, era sbucato dal nulla e aveva immediatamente preso in
mano la situazione. «Bene, ecco qui la vostra prenotazione.
Due stanze doppie, comunicanti. Ecco le chiavi. Jonathan vi
aiuterà con i bagagli. Buona permanenza, signori»
Appena i due fratelli Leto furono fuori portata d’orecchio,
Kayley si mise a tamburellare rumorosamente con le dita sul piano del
bancone. «Rick…»
L’uomo di mezza età, che stava sistemando il
registro delle prenotazioni, fece un sorrisetto. «Dimmi
tutto, angelo»
«I Leto!»
Lui annuì, ridacchiando tra sé e sé.
La ragazza incrociò le braccia. «Non hai pensato
che, forse, avresti potuto farmelo sapere???
Dico…» diede un’occhiata alle sue
spalle. «Che cavolo ci fanno qui???»
«Bambina rilassati. Non sbavare che poi scivoli» la
punzecchiò lui. «Pensa piuttosto ad avvertire la
tua amica, prima che se li trovi davanti all’ora di cena e
caschi a terra svenuta»
La ragazza gli lanciò un’occhiataccia.
«Io non sto sbavando!»
Lui fece spallucce. «Come dici tu»
Kayley gli fece una linguaccia facendolo scoppiare a ridere e poi corse
via.
Arrivata in sala da pranzo, individuò l’amica.
«Credo sia meglio se posi quella pila di piatti per un
minuto» disse.
«Che succede?» chiese Laura, poggiando le stoviglie
sul carrello.
La ragazza si passò una mano tra i capelli. «Sai i
due tipi di poco fa?»
«I due Bigfoot? Sì. E allora?»
«Ecco… sono Jared e Shannon»
Laura ridacchiò. «Sì, certo»
scosse la testa, divertita. «Figurati se i fratelli Leto
vengono in un posto come questo. A fare cosa poi?»
Kayley la guardò, seria. «È
così!»
Quello sguardo fece gelare la ragazza. «Scherzi!»
sbottò improvvisamente. «Mi stai dicendo
che… Shannon Leto è veramente in questo
albergo???»
Lei annuì. «E ti ricordo che
c’è anche suo fratello e…»
fece un respiro profondo. «Cavolo… i suoi
occhi…»
Laura la guardò con un sopracciglio sollevato.
«Sì… e tu gli hai guardato solo gli
occhi, come no»
Kayley fece spallucce. «Be’ era difficile vedere
altro con tutta la roba che avevano addosso»
Rimasero in silenzio per un paio di minuti, assimilando la cosa, poi
scoppiarono a ridere al ricordo dell’entrata in scena dei due
Leto.
«Ridimmelo. Perché siamo qui?»
Shannon sospirò. «Dai Jay, fai uno sforzo. Siamo
qui per lasciarci alle spalle il casino di Los Angeles per qualche
giorno. Potremo rilassarci, respirare aria buona
e…»
«Ma proprio in un posto come questo dovevamo rifugiarci?
Dico… ma hai visto dove siamo?» lo interruppe
Jared. «Veramente… dove cavolo siamo???»
Il batterista scosse la testa, sconsolato. «Senti,
perché non provi a vederla da un’altra
prospettiva? In questo modo, non avrai la tentazione di imbarcarti in
qualcosa di assurdo»
Il fratello gli lanciò un’occhiataccia.
«Ma quali tentazioni, Shan??? Che tentazioni dovrebbero
esserci in questo posto dimenticato da Dio???» si
lasciò cadere sul letto. «Grazie tante,
fratello» sbuffò sarcasticamente.
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Capitolo 2 *** 02 ~ La Ragazza dagli Occhi Grigi ***
Angolo
della Follia: Buongiorno e buon sabato, bella gente.
Eccomi qui con il secondo capitolo. Questa volta viaggerò
più veloce, avendo già un testo completo che ha,
semplicemente, bisogno di una rinfrescata.
Nel frattempo, spero di riuscire a continuare anche le altre millemila
storie in sospeso da una vita. Vedremo.
Per ora... vi auguro una buona lettura e un fantastico weekend!
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
02 ~ La Ragazza dagli Occhi Grigi
Kayley se ne stava nascosta dietro una delle grandi colonne della sala
da pranzo.
«Ehi… Laura! Ehi!!!»
bisbigliò.
La ragazza si avvicinò, furtiva. «Che
c’è?» chiese.
«Sei assegnata al loro tavolo, giusto? Come ti
sembrano?»
Laura fece spallucce. «Oltre ad essere belli come nessun
altro?» sospirò trasognata, poi si fece seria.
«A parte gli scherzi, sono due persone veramente molto
gentili, ma… ecco…» portò lo
sguardo sui due musicisti. «Jared sembra essere
distante… distratto, direi. Non so…»
fece nuovamente spallucce. «Non sembra troppo felice di
essere qui, ecco»
Kayley seguì lo sguardo dell’amica. Era vero.
Jared sembrava un pesce fuor d’acqua in quella grande sala da
pranzo.
«Potresti almeno fare un po’ di conversazione, Jay.
Mi sentirei, decisamente, meno solo» borbottò
Shannon.
Il cantante sbuffò. «Oh scusa se non sono proprio
dell’umore» Si guardò attorno.
«Che devo dirti, eh? Insomma… guardaci! Che ci
stiamo a fare qui? Cosa c’entra tutto questo con
noi???»
Il batterista scosse la testa. Cercare di convincere il fratello di
quanto, quella vacanza, avrebbe fatto bene ad entrambi, sembrava essere
un’impresa impossibile.
«Non fare il bambino» sbottò poi, stanco
dei suoi capricci senza senso. «Abbiamo prenotato per un
intero mese e resteremo qui, che tu lo voglia o no. Abbiamo bisogno di
disintossicarci dal caos di L.A. quindi non farla tanto lunga e goditi
la vacanza!»
Jared si passò una mano tra i corti capelli biondo cenere.
«Okay» rispose. «Ma non aspettarti niente
più di questo da me»
Senza dargli il tempo di ribattere, si alzò e
uscì dalla sala da pranzo, lasciando il fratello solo ad
ultimare la sua cena.
Era così arrabbiato. Arrabbiato con suo fratello per averlo
trascinato in quel posto isolato. Arrabbiato con sé stesso
per non riuscire ad apprezzare i suoi sforzi. Sapeva bene che Shannon
stava tentando di fargli dimenticare la sua ultima delusione amorosa.
L’ennesima delusione amorosa, in effetti.
Sospirò chiedendosi, come gli accadeva spesso in
quell’ultimo periodo, se il problema vero, quello che portava
alla conclusione, solitamente catastrofica, di tutte le sue storie
d’amore, non fosse suo.
Forse, quello che non andava bene, era lui. Forse non riusciva a capire
i bisogni delle sue compagne. Forse era troppo concentrato su
sé stesso. Forse. Ma con i “forse” non
si andava da nessuna parte e l’unica cosa di cui fosse
davvero certo, era che quel posto non avrebbe curato il suo malumore.
Dopo essere tornato in camera sua, chiuse a chiave la porta che
comunicava con quella del fratello. Non avrebbe sopportato
un’altra ramanzina da parte sua, non quella notte.
Il leggero bussare alla porta che dava sul corridoio, lo fece
trasalire. Non poteva crederci.
«Che vuoi???» sbottò, spalancando la
porta con molta poca grazia.
Due occhi grigi, spalancati per la sorpresa, lo colpirono come uno
schiaffo in pieno volto. «Mi scusi»
«No, aspetta» disse subito, fermando la fuga della
ragazza che aveva già raggiunto le scale.
«Perdonami» mormorò, sentendosi un
idiota totale. «Credevo che…»
ridacchiò. «Credevo fosse mio fratello. Non volevo
aggredirti, giuro»
Kayley abbassò lo sguardo, imbarazzata. La sua voce, la sua
risata. Le aveva sentite tante volte, ma mai così. Non aveva
previsto quella reazione, ma ormai era lì e indietro non
poteva tornare. Inoltre aveva deciso di andare a bussare alla sua porta
per una consegna speciale. «Nessun problema»
riuscì a dire, senza far tremare troppo la voce.
«Non la volevo disturbare. Io…» quando
lo vide scuotere la testa, si zittì immediatamente.
«Ti prego, non darmi del lei. Non sono più un
ragazzino, è vero, ma non farmi sentire vecchio, ti
supplico. Chiamami Jared… o Jay. Chiamami Leto. Chiamami
anche “brutto stronzo” se preferisci, ma dammi del
tu… per favore» disse ridacchiando.
Kayley sorrise. Annuì. «Okay, Jared»
mormorò. «Sono passata per darti questa»
disse poi, mostrandogli la chitarra che aveva tenuto dietro la schiena
fino a quel momento. «Ho pensato che…»
fece spallucce. «Ti ho visto un po’ spaesato prima,
a cena. Forse questa può aiutarti a sentirti un
po’ meno… solo»
Jared spalancò gli occhi per la sorpresa.
«Grazie»
Finalmente si soffermò ad osservare attentamente gli occhi
grigi che lo avevano colpito appena aperta la porta. Erano
così particolari. Avevano lo stesso, meraviglioso colore del
mercurio liquido.
Lei annuì, sorridendo e quando tentò di
andarsene, lui la fermò un’altra volta.
«Come ti chiami?»
«Kayley» rispose lei prima di correre verso le
scale, sparendo in meno di un minuto.
«Kayley» mormorò lui, guardando la
chitarra. Sorrise, richiudendosi la porta alle spalle.
Occhi singolari, nome particolare, timida e gentile. Non
l’aveva nemmeno notata al suo arrivo. Lei, al contrario,
doveva averlo osservato bene ed era riuscita, chissà come, a
comprendere il suo stato d’animo. Incredibile.
«Credo proprio che ci rivedremo presto»
mormorò tra sé e sé. «Forse,
con il tuo aiuto, riuscirò a non dare di matto durante
questa dannatissima vacanza»
Shannon si stiracchiò. Era arrivato il momento di andare a
riposare un po’.
«Tutto bene, signor Leto?»
Il batterista sorrise. «Benissimo, grazie. Ma ti prego,
chiamami Shannon»
Laura, che stava iniziando a togliere i piatti dal tavolo, rispose al
sorriso. «D’accordo»
Shannon vide il suo sguardo farsi serio quando notò il
piatto di Jared, praticamente intatto. «Non farci
caso» disse. «Mio fratello non era… come
dire…» sospirò. «Non aveva
appetito. Ma domani andrà meglio, vedrai» sorrise
nuovamente. «Dimmi… come ti chiami, bella
cameriera?»
La ragazza arrossì. «Laura»
mormorò.
«Grazie per l’ottimo servizio, Laura» le
sussurrò lui all’orecchio. «A
domani»
«A domani» rispose lei in un mormorio.
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Capitolo 3 *** 03 ~ Stiamo Diventando Amici? ***
Angolo
della Follia: Buona domenica, raggi di sole =)
Eccomi qui con il terzo capitolo.
Ho visto parecchie visite, nei capitoli precedenti. Sono contenta, devo
proprio dirlo!
Certo, mi piacerebbe leggere qualche opinione in merito, ma va bene
anche così. Mi accontento di poco =)
Ringrazio chiunque sia passato e vi lascio alla lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
03 ~ Stiamo Diventando Amici?
Shannon squadrò il fratello. Finalmente si era degnato di
raggiungerlo.
«Invece di strimpellare per tutta la notte, avresti dovuto
dormire ed essere puntuale a colazione»
Come buongiorno non era male, ma Jared non diede peso alla
provocazione. Si mise seduto e iniziò a spalmare un
po’ di miele su una fetta biscottata.
Il batterista lo guardò sconcertato. «Hai sentito
quello che ho detto?» chiese, preso alla sprovvista dalla
mancanza di reazione del fratello.
«Sì, ma ho deciso di far finta che tu non abbia
parlato» rispose Jared, lasciando vagare lo sguardo
all’interno della sala da pranzo fino a quando non vide
Kayley. «Vuoi scusarmi?» disse al fratello, non
dandogli nemmeno il tempo di rispondere.
La ragazza sentì il cuore perdere un battito quando lo vide
puntarla. Il suo sorriso avrebbe assassinato chiunque.
«Ciao» la salutò lui.
«Ciao» rispose lei, abbassando lo sguardo. Le
riusciva davvero difficile restare occhi negli occhi con lui per
più di un paio di secondi.
«Kayley, giusto?» chiese Jared, tentando di
approcciarsi in qualche modo. Quando la vide annuire, non
riuscì a fare a meno di sorridere ancora.
«Kayley Marie Parrish, smettila di perdere tempo con i
clienti e torna al lavoro!»
La voce autoritaria di una donna attirò la loro attenzione.
La ragazza scattò quasi sull’attenti.
«Scusami» mormorò prima di scappare via.
Il cantante sbuffò. Era la seconda volta che gli sfuggiva
così.
«Voglia scusare mia figlia. Spero non l’abbia
importunata. È soltanto una sciocca ragazzina piena di
fantasie» disse la donna che aveva ripreso Kayley.
«L’avevo avvertita di non infastidirvi, ma
l’essere una vostra… come si dice… fan?
Sì insomma… a quanto pare l’idea che
siate qui non la fa ragionare a dovere»
Jared la guardò serio. «In realtà,
signora, sua figlia non mi ha importunato affatto. Sono stato io ad
avvicinarla» socchiuse gli occhi, squadrandola. «E
sì, si dice fan e non c’è niente di
male ad apprezzare il lavoro di qualcuno. Sono onorato che Kayley
ascolti la mia musica!» ribatté con freddezza.
Lei rimase lì, immobile come una statua di ghiaccio, presa
alla sprovvista da quella reazione. La comparsa di un facchino, le
diede l’occasione di allontanarsi dopo avergli rivolto un
breve sorriso di cisrcostanza.
Lui la osservò sparire in uno dei molti corridoi. Aveva i
nervi a fior di pelle. Come si era permessa di parlare così
di sua figlia. Di umiliarla in quel modo, davanti ad un estraneo. Che
fosse sua madre, non le dava il diritto di comportarsi così.
Si guardò attorno. Doveva trovarla. Doveva chiederle scusa
per averle creato dei problemi.
Facendo un profondo respiro per calmarsi, tornò sui suoi
passi per raggiungere, nuovamente, il fratello.
Quando guardò nella sua direzione, lo vide ridacchiare con
una cameriera. Rimase ad osservare la scena per un paio di minuti, poi
si avvicinò al tavolo. «Allora… posso
unirmi a voi e ridere anch’io?» chiese, sfoderando
il suo miglior ghigno da “questa
volta ti ho beccato” rivolto verso il fratello.
La cameriera arrossì. Fece un breve cenno con la testa e si
allontanò velocemente.
Shannon gli lanciò un’occhiata omicida, facendolo
scoppiare a ridere. «Sei incredibile, dico sul
serio!» sibilò.
«Non ti avrò mica disturbato, vero?» gli
chiese lui, con aria innocente.
Il batterista fece una smorfia, poi puntò gli occhi ambrati
in quelli del fratello. «Dimmi tu, piuttosto… chi
era la ragazza che ti ha fatto saltare come una molla appena
è entrata dalla porta?»
Jared fece spallucce. «Kayley» rispose tranquillo.
«È la figlia della proprietaria di questo posto in
cui tu mi
hai trascinato e dato che, ieri sera, è stata tanto gentile
da portarmi una chitarra per farmi sentire un po’ meno la
solitudine, ho voluto ringraziarla, tutto qui»
Shannon si fece pensieroso tutto ad un tratto.
«Ah… così è sua la chitarra
che hai suonato tutta la notte»
«Già» rispose il cantante che, allo
sguardo sospettoso del fratello, alzò gli occhi al cielo.
«Non cominciare!» sbottò. «Io
non vado in giro a scoparmi chiunque, chiaro? Non sono ancora
così disperato e anche se fosse
così…» si alzò di scatto.
«Be'... non sono affari tuoi. Finiscila di farmi da
balia!!!» sibilò prima di abbandonare la sala da
pranzo, lasciando del tutto intatta la colazione.
Quella era già la seconda volta in meno di ventiquattro ore.
Doveva aver stabilito una specie di record.
Richard vide Kayley correre verso di lui e, immediatamente,
l’accolse tra le sue braccia. «Ehi, che
è successo?»
La ragazza scosse la testa. «È insopportabile!
Perché c’è la con me? Cosa le ho
fatto?» singhiozzò contro il petto
dell’uomo. «Mi ha fatto fare una figura pessima
davanti a Jared»
Richard sorrise, carezzandole i capelli. «Non credo che lui
abbia dato molta importanza alla cosa, sai? Guarda»
sussurrò.
Kayley guardò nella direzione che l’uomo le stava
indicando e per poco non le prese un colpo.
Jared stava camminando a passo spedito verso di loro.
«Forza, vai a darti una sistemata. Non vorrai farti vedere
combinata così?» le mormorò dolcemente
il receptionist, facendole l’occhiolino. «A lui ci
penso io»
La ragazza gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia.
«Ti devo un favore, Rick» sussurrò prima
di correre via dal lato opposto a quello di Jared.
Proprio in quel momento, il cantante raggiunse la reception.
«Kayley è qui?» chiese, diretto.
Richard scosse la testa. «Tornerà tra un paio di
minuti»
Lui annuì. «Non disturbo se resto ad aspettarla,
vero?»
L’uomo fece spallucce. «Faccia come
crede» Sistemò un faldone dentro un cassetto, poi
tornò a concentrarsi su Jared. «Due parole,
dolcezza» esordì improvvisamente, passando dal lei
al tu, lasciando il cantante di sasso per la sorpresa.
«Quella bambina è come una figlia per me. Certo,
è cresciuta, è una donna ormai, ma è
anche molto sensibile e io non sopporto che le venga fatto del
male» si lisciò la giacca con le mani.
«Sono considerato un gentiluomo e mi reputo tale, ma posso
diventare una bestia quando qualcuno mina la felicità delle
persone che amo» Jared annuì, attento alle sue
parole. «Diciamocelo… tu sei molto carino.
Be’, se vogliamo essere del tutto sinceri, sei un vero
schianto ed è normale che le persone reagiscano in un
determinato modo quando ti hanno attorno. Ma per Kayley la cosa
è differente. Tu non sei solo attraente ai suoi occhi. Tu
sei speciale» gli fece cenno di avvicinarsi, sporgendosi un
po’ verso di lui. «Prova a farla soffrire e giuro
che te la farò pagare. Tutto chiaro, splendore?»
Il cantante gli tese la mano. Richard lo guardò per un
attimo, sorpreso, prima di stringerla
«Ha tutto il mio rispetto. Kayley è fortunata ad
avere accanto un uomo come lei»
Quando le loro mani si lasciarono, la ragazza riapparve.
Jared le rivolse un sorriso. «Ehi… posso
parlarti?» chiese.
Lei annuì. «Sì, certo»
Sfiorò il braccio a Richard, per ringraziarlo e fece cenno
al cantante di seguirla.
Si ritrovarono all’interno di una saletta proprio a lato
della reception. La moquette rossa ricopriva tutto il pavimento. Contro
una parete, c’era un grande divano nero. Ai suoi piedi, un
tavolino di cristallo.
«Questo è il mio piccolo rifugio»
rivelò lei. «Non ci viene mai nessuno a parte
me»
Jared sorrise, accomodandosi sul divano. «È molto
carino. Molto… intim0» La vide arrossire a quelle
parole così cambiò argomento.
«Senti… io volevo chiederti scusa per averti
creato dei problemi prima, con tua madre»
La ragazza scosse la testa. «Non devi. A mia madre piace
darmi ordini. Lei…» sospirò.
«È sempre stata così. Non abbiamo
esattamente un rapporto madre/figlia. Se non ci fosse
Richard…» fece spallucce, lasciando cadere
l’argomento.
Il cantante annuì. «Sembra proprio un uomo in
gamba»
«Lo è!» confermò lei.
Jared ridacchiò e Kayley lo guardò, curiosa.
«Mi ha chiamato dolcezza e anche splendore, oltre ad avermi
detto che sono uno schianto. Pensi che dovrei iniziare a
preoccuparmi?»
Lei scoppiò a ridere. «L’ha fatto sul
serio?» chiese. Quando lui annuì, divertito,
scosse la testa. «Che matto!»
«Sai… non so se dovrei sentirmi
lusingato» riprese lui, con una buffa espressione sul viso.
La ragazza si asciugò una lacrima sfuggita ai suoi occhi dal
troppo ridere. «Oh sì, devi assolutamente
sentirti lusingato, Mr. Leto. Rick non fa mai complimenti gratuiti, ma
tranquillo, non ti salterà addosso» gli
lanciò un’occhiatina divertita. «A meno
che tu non decida di permetterglielo»
Jared riprese a sghignazzare senza riuscire a smettere. Quella ragazza
era veramente divertente.
Dopo una decina di minuti, si fece serio.
«Comunque… volevo anche ringraziarti per ieri
sera. Sei stata davvero molto gentile a portarmi quella chitarra.
È stato un pensiero molto carino che ho apprezzato
seriamente»
Lei fece spallucce. «Figurati. Ho solo pensato che, un tipo
come te, potesse sentirti spaesato in un posto come
questo…» scosse la testa. «Comunque mi
fa piacere che l’abbia tu. Era la chitarra di mio padre e da
quando è scomparso è stata messa in un angolo a
riempirsi di polvere. Adesso, invece, tornerà a fare
musica... buona musica»
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Capitolo 4 *** 04 ~ Che Cosa Pensi di Me? ***
Angolo
della Follia: Nuova settimana, nuovo capitolo =)
Come sempre, ringrazio chi è passato anche solo a dare una
sbirciatina.
Vi auguro una buona serata e una buona lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
04 ~ Che Cosa Pensi di Me?
Laura aveva ascoltato, attentamente, ogni singola sillaba uscita dalle
labbra di Kayley. «E così, tu e Jared, state
facendo amicizia» disse con aria maliziosa.
La ragazza ridacchiò. «Non dirlo in quel modo,
dai. Io…» fece spallucce. «Non lo so.
Lui… sembra tanto diverso da come lo descrivono, sai?
Insomma… è gentile e dolce
e…»
«Strafigo?» l’anticipò Laura,
facendola scoppiare a ridere.
«Be’, sarei una bugiarda se dicessi il
contrario» ammise Kayley. «È davvero
bellissimo, porca miseria» Fece un sospiro, poi si
concentrò sulla sua amica. «Ma adesso tocca a te.
Raccontami. Come vanno le cose con Shannon? Mi sembrava che ci fosse
una certa sintonia tra voi, questa mattina, a colazione»
La ragazza arrossì. «Sì
be’… non so… però lui sembra
essere interessato ad approfondire la nostra conoscenza, non so se mi
spiego»
Kayley annuì. «Ti spieghi eccome!»
ridacchiò. «Se vuoi, posso provare ad indagare un
po’. Forse Jared si lascerà sfuggire
qualcosa»
Laura fece un sorrisone a trentadue denti. «Sei la migliore,
Kay»
Shannon sentì bussare alla porta che separava la sua stanza
da quella del fratello. «Sì?»
Jared spiò nella camera. «Ti disturbo?»
chiese. Quando lo vide scuotere la testa, si avvicinò al
letto. «Senti, io volevo scusarmi per prima. È
solo che mi sento ancora sottosopra. Non sono abituato a questa calma,
a questa… tranquillità»
Shannon sorrise. «Tranquillo, Jay. Sono abituato alle tue
crisi isteriche»
Il cantante gli lanciò un’occhiataccia, ma poi
scoppiò a ridere di gusto. «Hai ragione. A volte
mi rendo conto di essere un po’ isterico»
«Un po’???» ribadì il
batterista con un sopracciglio sollevato. «Jay, in questi
ultimi giorni sei stato veramente allucinante. Stavano iniziando a non
sopportarti più. Ecco perché ti ho portato via da
L.A.»
«Chi?» chiese lui, sorpreso dalle parole del
fratello.
Shannon fece spallucce. «In realtà…
tutti» sospirò. «Senti…
sappiamo il perché di questi tuoi momenti e dei tuoi
continui sbalzi d’umore, ma arrivi ad un certo punto in cui
diventi veramente intrattabile e vivere con te non è
più, fisicamente e mentalmente, possibile»
Aveva ragione. Assolutamente ed irrimediabilmente ragione. Si era reso
conto di aver passato il segno quella volta, ma più ci
provava, più non riusciva a smettere. Annuì.
«Hai ragione. Mi dispiace, Shan»
Il batterista si mise in piedi e gli diede una pacca sulla spalla.
«Dai fratellino, su con la vita. Vedrai che, dopo un periodo
lontano da ogni tipo di riflettore, andrà meglio»
Non gli piaceva vederlo così abbattuto. Era una cosa che,
nonostante fossero ormai adulti da un bel pezzo, non era in grado di
sopportare. «A proposito» disse poi, curioso.
«Dove sei stato finora? Prima ti ho cercato, ma non sono
riuscito a trovarti da nessuna parte»
Jared rimase in silenzio per un minuto, pensando ad una scusa da
raccontargli, ma con lui sarebbe stato inutile. Non avrebbe mentito a
suo fratello. «Ero con Kayley. Le dovevo delle scuse e
così…» fece spallucce. «Siamo
rimasti a chiacchierare per un po’. È una ragazza
davvero simpatica, sai? Credo che…»
ridacchiò, sorpreso di sé stesso.
«Credo che, in qualche modo, siamo diventati amici»
Shannon spalancò gli occhi a quelle parole.
«Amici? Veramente???» Quando vide lo sguardo
alterato del fratello, mise subito le mani avanti. «No,
aspetta, non fraintendere. Ma scusa… non ti ho mai sentito
parlare di una donna come di una semplice amica. Posso essere, almeno
un pochino, scioccato da questa novità?»
Jared gli fece il dito medio, ridacchiando. In fondo, aveva ragione.
Lui non era mai riuscito a mantenere una relazione puramente amichevole
con una persona del sesso opposto. Non da qualche anno, quanto meno. E
il fatto che Kayley fosse, appunto, una donna, non giocava certo a suo
favore. Inoltre non la conosceva affatto e, in più,
c’era la consapevolezza di non esserle del tutto
indifferente. Richard, il receptionist, era stato piuttosto chiaro su
quel punto, anche se non era riuscito a capire fino in fondo le sue
parole. Perché gli aveva detto che per lei non si trattava
semplicemente di attrazione?
Scosse la testa, cercando di scacciare tutti quei pensieri. Era inutile
rimuginarci sopra. Quello che lo stava spingendo a provarci era la
sensazione di potersi fidare completamente di lei e, per una volta,
avrebbe dato retta al suo istinto. Tornò a guardare il
fratello. «Sai… hai ragione. Ma le cose, a volte,
possono cambiare» fece spallucce. «Ora ti lascio.
Vado a fare quattro passi»
Shannon lo osservò uscire dalla stanza. Ancora non riusciva
a credere a quello che aveva sentito. Suo fratello e una ragazza,
amici. Pazzesco!
Se non fosse stato per i noiosi esercizi che sua madre le aveva imposto
di fare, non le sarebbe pesato essere chiusa in palestra. Ma le parole
che le diceva da mesi non facevano che risuonarle nella testa, come una
specie di cantilena. “Guardati
Kayley. Con quei fianchi, chi pensi si accorgerà di te?
Perché non ti sistemi un po’ quei capelli, invece
di lasciarli così lunghi, senza un minimo di
personalità. Dovresti anche cominciare a truccarti come si
deve e a vestirti con qualcosa di più femminile invece di
indossare sempre quegli insulsi pantaloni scoloriti e quelle felpe
informi»
Parole dolorose che, però, erano riuscite ad entrarle dentro
e che l’avevano convinta di quanto fosse poco attraente, di
quanto nessuno si sarebbe mai interessato a lei.
Sospirò avvicinandosi all’impianto stereo. La cosa
bella di avere la palestra tutta per sé, era quella di poter
ascoltare la sua musica a tutto volume e lasciarsi riempire di lei.
Niente, non l’aveva trovata nemmeno nel suo angoletto
privato. Ma dove diamine si era cacciata? L’aveva cercata
ovunque.
«Se è lei che cerchi, è in
palestra»
La voce di Richard lo fece saltare per lo spavento. Era lì,
ad un passo da lui e lo osservava con un sorrisetto malizioso stampato
in faccia.
«Diavolo» sbottò. «Avresti
anche potuto farti notare! Mi hai fatto quasi venire un
accidente!»
Sì, aveva deciso che, dopo quella loro prima chiacchierata,
gli avrebbe dato del tu.
L’uomo ridacchiò. «Forza, splendore, va
da lei. Oggi sembra essere la classica giornata no. Sarà
rintanata in un angoletto con lo stereo acceso e ti
avverto…» continuò, con ancora il
sorriso sulle labbra. «La musica sparata al massimo,
sarà senza dubbio la tua» gli fece
l’occhiolino e tornò alle sue faccende.
Jared rimase immobile a guardarlo per un minuto, poi scosse la testa e
si allontanò per raggiungere la palestra.
Un sorrisetto gli sfiorò le labbra. Richard aveva avuto
ragione. Poteva sentire la sua voce risuonare fino alla fine del lungo
corridoio. Era proprio vero, la piccola Kayley era una loro fan.
Arrivato alla porta della palestra, la socchiuse piano. Quello che vide
lo incantò. Lei era lì, totalmente rapita dalla
musica. Stava cantando mentre saltellava al ritmo di “Closer
to the Edge”. Sembrava essere così libera,
così viva.
Si ritrovò a camminare piano verso lo stereo, continuando ad
osservarla, non riuscendo a farne a meno.
«No no no no… I will never forget… No
no… I will never regret… No no… I will
live my life… No no no n… Jay!!! Che ci fai tu
qui?» chiese, con le guance in fiamme, correndo verso lo
stereo per spegnerlo.
Lui sorrise. «Ti stavo cercando. Ho sentito la musica
così sono venuto a dare un’occhiatina
e…» fece spallucce. «Ti ho
trovata»
«Mi stavi cercando? Perché?» chiese lei,
incredula.
«Perché mi piace la tua compagnia.
Perché siamo amici e gli amici passano sempre del tempo
assieme, o sbaglio?»
Kayley sentì per un attimo il cuore scalpitarle nel petto.
«Siamo… amici?» chiese, non riuscendo a
crederci.
Jared annuì, trovando adorabile il rossore sulle sue guance.
«Allora… che stavi facendo poco fa?»
La ragazza fece spallucce, giocherellando con una ciocca di capelli.
«Avrei dovuto fare un po’ di esercizio, ma
sai… ho preferito lasciarmi portare via dalla vostra
musica»
Lui sollevò un sopracciglio. «Esercizio?
Perché? Insomma… io sono un fan del tenersi in
forma, lo sanno tutti, ma tu…» le
misurò il corpo con uno sguardo. «Sei perfetta
così come sei»
«No… non è vero»
balbettò lei, imbarazzata a morte. «Ho i fianchi
troppo larghi»
Jared tornò ad osservarla per un minuto. Sbuffò.
«A me sembrano perfettamente in linea con tutto il resto.
Insomma tu…» Improvvisamente si rese conto del
corpo che aveva davanti e di quanto fosse attraente. Si
passò la lingua sulle labbra. «Stai bene, dico sul
serio» concluse poi, cercando di non pensare al fatto che,
fino a quel momento, si era sentito così a suo agio con lei
da aver, completamente, bypassato il suo aspetto. L’unica
cosa che l’aveva rapito fin dal primo momento, erano stati i
suoi splendidi occhi grigi.
«Sei gentile Jared, ma non devi mentire con me»
mormorò lei, passandosi la ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
Lui scosse la testa. «Non ti mentirei mai, Kay, lo
giuro»
Lei sospirò. «Come dici tu»
«Proprio così» rispose lui.
Si ritrovò a voler fare qualunque cosa fosse in suo potere
per dimostrarle quanto fosse sincero. Lei era davvero bellissima e
assolutamente perfetta. Sarebbe riuscito a convincerla, non aveva alcun
dubbio al riguardo. Avrebbe vinto contro la sua testardaggine
perché, sì, lui vinceva sempre.
«Ciao, bella Laura»
La voce di Shannon la fece trasalire. Non l’aveva
più visto dopo il pranzo e non si sarebbe certo aspettata di
ritrovarselo lì a guardarla sistemare i tavoli per la cena.
«Ciao» riuscì a mormorare.
Il batterista le si avvicinò. «Disturbo?»
Lei scosse la testa. «No, certo che no. Hai bisogno di
qualcosa?»
«Non esattamente» rispose lui.
«Sai… mi stavo domandando se le cameriere, in
questo posto, avessero un giorno libero, ogni tanto»
Laura spalancò gli occhi per la sorpresa. L’aveva
detto sul serio? Si schiarì la voce.
«Ecco… sì, certo. Abbiamo un giorno
libero»
Shannon sorrise. «Ottimo! E che mi diresti se ti invitassi ad
uscire?»
Uscire? Per andare dove? Quello non era esattamente un posto pieno di
locali. Ma Laura scosse la testa, ricacciando indietro quei pensieri.
«Mi… mi farebbe piacere» disse in un
mormorio.
Un enorme sorriso, molto più luminoso di tutti quelli che le
aveva rivolto fino a quel momento, si dipinse sul volto del batterista.
«Fantastico! Tu fammi sapere solo quando e al resto ci penso
io, okay?»
Lei annuì, ricambiando il sorriso.
«Certo»
|
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Capitolo 5 *** 05 ~ Fuori dal Residence ***
Angolo
della Follia: Ed eccomi qui con un altro capitolo.
Allora... forse non ve l'avevo ancora detto, quindi lo faccio adesso.
Il Jared che ho immaginato in questa storia è un Jared alla
"Hurricane". Almeno adesso potete vederlo come lo vedo io =)
Detto ciò, ringrazio chi è passato a dare uno
sguardo. Ora torno a scrivere.
Vi auguro una buona lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
05 ~ Fuori dal Residence
Quando, qualche ora più tardi, Laura gli disse che avrebbe
avuto il giovedì libero, il suo unico pensiero fu quello di
trovare un posto dove poterla portare.
«Ehi, fratellino»
Jared gli lanciò un’occhiata.
«Cosa?»
«Se tu volessi portare fuori una ragazza per farla divertire,
dove la porteresti?» chiese.
Il cantante fece spallucce. «Inizierei col portarla fuori a
cena e poi, magari, in un locale carino e poi… ma
perché me lo chiedi?»
Il fratello fece un gesto incurante con la mano.
«Curiosità»
Jared si catapultò al suo fianco. «Oh ma dai, a
chi la racconti???» un lampo di genio lo colpì
all’istante. «Aspetta… parli della
cameriera, vero?»
Shannon sbuffò. Com’era possibile che non
riuscisse a tenergli nascosto proprio niente?
«Senti… è sempre stata molto carina con
noi, nonostante il tuo comportamento da babbuino bisbetico
e non dire che non lo sei stato perché, se lo fai, giuro che
ti strangolo con le mie mani» disse tutto d’un
fiato. «Voglio solo ringraziarla, tutto qui»
Jared scoppiò a ridere. «Non devi giustificarti
con me, Shan. Sei adulto e vaccinato. Puoi fare tutto quello che
vuoi» si lasciò ricadere sul materasso con un
braccio piegato dietro la testa. «E poi non devi preoccuparti
per me. Il “babbuino
bisbetico” ha già chi gli allieta le
giornate»
Il batterista gli lanciò un’occhiataccia.
«Che stai combinando, Jay?»
«Ma che…» sbuffò il cantante.
«Niente! Non sto combinando proprio niente, Shan! Niente di
quello che, la tua mente malata e perversa, ha messo in moto in meno di
una frazione di secondo!» prese fiato. «Quella
ragazza è solo un’amica, okay? Mi piace passare il
tempo con lei. Mi fa stare bene»
Shannon rimase in silenzio per qualche minuto. Era così
strano sentirlo parlare così di una ragazza. Quella Kayley
doveva essere davvero speciale.
«Senti…» disse poi, colto da
un’idea improvvisa. «Perché non vi unite
a noi?»
Jared spalancò gli occhi per la sorpresa. «Cosa?
Io e Kay con te e la cameriera? Scherzerai! Che dovremmo fare con voi?
Reggervi il moccolo? No, grazie»
Il batterista gli diede uno scappellotto.
«Deficiente!» lo insultò.
«Punto primo, smettila di chiamarla “la
cameriera”. Si chiama Laura! Punto secondo, il moccolo lo
faresti se fossi solo, ma con la tua nuova amica a farti compagnia, non
vedo dove sia il problema»
Era una chiara provocazione, lo sapeva bene. Con quel “la tua
nuova amica” aveva voluto mettere in chiaro quanto poco
riuscisse a credere in quel rapporto tra lui e Kayley.
«Okay, ci sto» rispose allora, volendo dimostrargli
quanto si sbagliava. «Ma se percepisco anche solo una
piccolissima scintilla tra te e la tua bella Laura, io e Kay ce ne
andiamo via, chiaro?»
«Cristallino» dichiarò Shannon,
stringendogli la mano per sigillare il patto.
«Giovedì??? Ma… giovedì
è dopo domani!»
Quando Laura le aveva detto, con un entusiasmo assolutamente
trascinante, che Shannon l’aveva invitata ad uscire, Kayley
non aveva minimamente preso in considerazione l’idea che
l’invito si sarebbe esteso anche a lei e a Jared, ma quando
lui si era presentato alla reception, con il più raggiante
dei sorrisi, proponendole l’uscita a quattro, non era
riuscita a far altro che accettare.
«Tranquilla Kay. Se fiuteremo qualcosa tra quei due, ce la
fileremo» le aveva detto, ridacchiando.
«È solo che mi piacerebbe portarti fuori di qui
per un po’. Ci divertiremo, vedrai»
Certo che era proprio bravo. Un vero maestro della persuasione.
Le aveva fatto l’occhiolino prima di andarsene, lasciandola
lì, nel panico più totale.
«Ehi, bambina, che cosa c’è?»
chiese Richard, arrivato in tutta fretta dopo la sua chiamata.
Kayley si portò una ciocca di capelli dietro
l’orecchio. «Jared vuole portarmi fuori e
io…» Lo sguardo divertito dell’uomo che
le stava davanti, la fece sorridere. «Smettila di fare quella
faccia» bofonchiò. «La nostra
sarà una banalissima uscita tra amici. Sai bene che non
potrebbe mai…» sbuffò.
«Ancora stento a credere al fatto che mi parli!»
Richard scosse la testa, sospirando. «Tu ti sottovaluti,
tesoro. Datti una chance! Buttati per una volta. Mettiti in gioco. Che
hai da perdere?»
«Ma dai Rick… le hai viste le donne che
frequenta??? Mi dici cosa c’entro io con loro???»
mise il broncio per un minuto, poi fece spallucce.
«Comunque… non ti ho chiamato per questo. Ho
bisogno del tuo aiuto per… be’
ecco…» allargò le braccia, girando su
sé stessa. «Devi essere il mio stilista per una
notte»
•••
Giovedì era arrivato in un lampo. Laura era completamente
paralizzata dall’emozione e dall’ansia. Che avrebbe
potuto raccontare ad uno come Shannon Leto? E se l’avesse
trovata noiosa? E se avesse, semplicemente, voluto usarla?
«Ehi, bellezza» La voce del batterista,
bastò a cancellare tutti quei pensieri. Era lì,
bellissimo e le stava sorridendo.
«Ciao» lo salutò lei. «Kayley
scende tra un attimo»
Lui annuì. «Anche Jay»
Restarono in religioso silenzio ad aspettare, scrutandosi, sperando che
l’altro non lo notasse.
«Eccomi» La voce di Kayley spezzò il
silenzio. «Scusate il ritardo»
Laura spalancò gli occhi per la sorpresa. Era la prima volta
che vedeva la sua amica tanto diversa dal solito.
«Kay… sei bellissima!»
La ragazza sorrise. «Merito di Rick»
sussurrò.
Shannon si fece avanti, tendendole una mano. «Finalmente ti
conosco. Jay mi ha parlato molto di te, ma non ha mai avuto la cortesia
di presentarci, quel maledetto cafone»
Kayley sorrise. «È un piacere
conoscerti» disse, stringendogli la mano.
«Jared?» chiese poi.
«Sono qui»
Si voltò immediatamente, riuscendo a mantenere il sorriso
sulle labbra solo per forza di volontà.
Era bellissimo. Jeans neri, camicia candida, i capelli splendidamente
acconciati con un po’ di gel, il sorriso luminoso e gli occhi
più azzurri di un limpido lago di montagna.
«Ciao Kay» le mormorò contro la guancia,
dandole un leggero bacio a fior di pelle.
Quando si allontanò, per fare la conoscenza di Laura, le
parole di Richard le risuonarono nella mente. Mettersi in gioco? A che
scopo? Lui non si sarebbe mai interessato ad una come lei.
Dopo una cena elegante, i due fratelli Leto portarono le ragazze in un
piccolo locale molto carino.
Una band del posto intratteneva i clienti con della buona musica.
Shannon e Laura si erano lanciati nelle danze e stavano ballando sulle
note di Never Say
Goodbye dei Bon Jovi.
Jared e Kayley erano rimasti al tavolo ad asservarli.
«Sembra che stiano bene insieme, vero?»
mormorò la ragazza, continuando a guardare la coppia che
ballava.
Jared la scrutò per un minuto, poi annuì.
«Sì, pare di sì» Rimase in
silenzio per qualche secondo, continuando a guardarla, poi si
alzò e le tese la mano. «Vuoi ballare?»
Kayley spalancò gli occhi, sorpresa. «Cosa? No,
io… meglio di no» disse, ridacchiando imbarazzata.
Jared sorrise. «Oh andiamo» le prese la mano e
l’attirò verso la pista da ballo improvvisata.
«Forza Kay. Balla con me»
Shannon e Laura lasciarono spazio ai due nuovi ballerini, tornando a
sedersi al tavolo.
«Che ne pensi di quei due?» le chiese lui,
guardandoli attento.
Lei sorrise. «Stanno bene insieme» rispose.
«E tu? Cosa ne pensi tu?»
Il batterista fece spallucce. «Onestamente? Non lo
so» sospirò. «Vedi… mio
fratello ha subito tutta una serie di delusioni. La cosa non ha fatto
altro che renderlo cinico nei confronti dell’amore e, di
conseguenza, poco disponibile nel relazionarsi con le
persone» giocherellò distrattamente con il
bicchiere di birra sul tavolo. «Ma con la tua
amica… non lo so… sembra essere tutto
diverso»
Laura annuì. «Capisco cosa vuoi dire, ma sai che
ti dico? Kay è una ragazza semplice. È difficile
non volerle bene» sorrise. «Noi ci siamo conosciute
quando io ho iniziato a lavorare al residence. Ci siamo trovate subito
bene insieme. È diventata la mia confidente, la mia spalla
su cui piangere, la mia roccia. Se Jared sente di potersi fidare di
lei, lascia che lo faccia» gli prese una mano con la sua.
«Capisco che tu ti senta in dovere di proteggerlo.
È tuo fratello. Ma sai… non è
più un bambino, Shannon. Devi dargli modo di vivere la sua
vita come meglio crede»
Il batterista si sentì, improvvisamente, fragile. Lei aveva
capito tutto. Lo conosceva da meno di una settimana ed era riuscita ad
inquadrarlo alla perfezione.
Era dannatamente vero. Era sempre stato iperprotettivo nei confronti di
Jared, fin da bambini e non aveva mai, nemmeno per un attimo, smesso di
esserlo.
Laura aveva ragione. Era arrivato il momento di lasciarlo camminare con
le sue gambe e di provare a pensare un po’ più a
sé stesso. Jared era adulto ormai.
Il profumo dei capelli di Kayley stava iniziando a dargli alla testa.
Erano così vicini e quella vicinanza, mentre la teneva
stretta a sé, ballando piano, gli fece capire che qualcosa
era cambiato in quel loro rapporto che lui si ostinava a chiamare
amicizia.
«Sei bellissima questa sera Kay… non te
l’avevo ancora detto» mormorò, senza
riflettere.
Il cuore della ragazza perse un colpo a quelle parole.
«Grazie» rispose, evitando di sollevare lo sguardo.
«Anche tu non sei niente male» disse poi, seppur
imbarazzata a morte.
Jared sorrise. «Ti ringrazio» le
sussurrò all’orecchio, stringendola ancora un
po’ di più al suo corpo, desiderando, con tutto
sé stesso, che quel ballo non finisse mai.
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Capitolo 6 *** 06 ~ Primo Bacio ***
Angolo
della Follia: Okay... eccomi con un nuovo capitolo.
Non mi dilungherò troppo per cui... ringrazio tutti i
fantasmini che passano, forse leggono, e silenziosi se ne vanno. Fa
comunque piacere vedere qualche visita ad ogni capitolo.
Vi auguro una buona serata e una buona lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
06 ~ Primo Bacio
Tornando al tavolo, Jared si soffermò ad osservare quanto,
quell’abito rosso che aveva indossato per la serata, le
donasse.
Il corpetto in velluto, stretto dietro la schiena da un nastro di un
rosso leggermente più scuro, le metteva in risalto la vita
sottile. La gonna, morbida, ondeggiava ad ogni movimento, sfiorandole
le gambe in maniera seducente.
Si ritrovò, suo malgrado, a deglutire. Senza rendersene
conto, si ritrovò ad immaginare le proprie mani che le
accarezzavano la pelle, proprio come stava facendo quella stoffa.
Quando vide che lei lo stava guardando, curiosa, si riscosse dai suoi
pensieri e la raggiunse, fingendo che nulla fosse accaduto, cercando di
scacciare quell’immagine che non avrebbe nemmeno mai dovuto
sfiorargli la mente.
«Che ti succede, fratellino? Per un attimo, mi sei sembrato
in difficoltà» lo stuzzicò Shannon a
bassa voce, per non farsi sentire dalle ragazze.
Jared gli lanciò un’occhiataccia.
«Piantala» sibilò. «Vogliamo
parlare di te, invece? Sbaglio o hai avuto un attimo di smarrimento,
poco fa?»
Il batterista sbuffò. L’aveva notato.
«Finiscila»
Kayley si portò i capelli su una spalla. «Ragazzi,
mi spiace fare la guastafeste, ma forse sarebbe meglio rientrare. Si
sta facendo tardi»
Shannon lanciò un’occhiata al fratello che si
schiarì, immediatamente, la voce. «Senti
Kay… non ti andrebbe di fare due passi, prima di
andare?»
La ragazza, notando gli sguardi che si stavano scambiando Laura e
Shannon, sorrise. «Sì, mi sembra
un’ottima idea, Jared»
Con galanteria, lui si alzò e le offrì il
braccio. «Noi andiamo a fare una passeggiata. Ci rivediamo
tra un po’ alla macchina»
Shannon annuì, ringraziandolo con lo sguardo e Jared gli
fece l’occhiolino.
Appena usciti dal locale, Kayley respirò a pieni polmoni
l’aria fredda della sera. «È davvero
bello qui fuori» disse. «Non trovi?»
Il cantante annuì. «Sì, davvero
bello» mormorò, guardandola.
In quel momento si rese conto di quanto avrebbe voluto prenderla tra le
braccia e baciarla, cancellando la sua convinzione di non essere
attraente.
Lei era
attraente. In un modo del tutto differente da quello delle donne di Los
Angeles.
Era semplice, delicata e, forse, anche un po’ ingenua. Ma era
proprio questo che l’attirava di lei. Quel suo essere ancora
pura. Quel rossore che le colorava le guance quando lui la guardava.
Fece un respiro profondo per cercare di placare il desiderio bruciante
di cogliere l’occasione e dimostrarle cosa potesse regalare
ad un uomo con quel corpo che lei credeva essere imperfetto.
L’avrebbe aiutata a scoprire sé stessa. A
sbocciare. Le avrebbe fatto capire quanto gli uomini la trovassero
attraente. L’avrebbe aiutata a dimenticarsi di
quell’attrazione che provava per lui e a trovare qualcuno
adatto a lei. Nient’altro.
«Io non vado bene per te, piccola Kayley»
mormorò tra sé e sé.
«Riuscirei solo a sporcare quello che di innocente e puro
è ancora racchiuso in te»
Si conosceva troppo bene. L’avrebbe presa, esplorata e
consumata fin nel più piccolo angolo del suo corpo,
regalandole attimi di puro ed intenso piacere che, certamente, non
avrebbe mai dimenticato. Quello era il problema, però.
Così facendo, avrebbe perso tutto quello che era riuscito ad
ottenere fino a quel momento.
«Jay? Che ti succede?»
I suoi grandi occhi grigi, lo stavano guardando preoccupati.
Sorrise. «Niente. Stavo solo pensando a…
casa» mentì. Quello che, realmente, gli era
passato per la testa, era una verità che l’aveva
colpito come un pugno allo stomaco. Odiava sé stesso. Odiava
sé stesso per quello che era diventato. Odiava sé
stesso perché era un maledetto codardo. Sapeva di desiderare
Kayley più di ogni altra cosa, ma aveva troppa paura di
soffrire anche solo per tentare.
Si sfregò le mani fredde, avvicinandosi a lei.
«Allora… vogliamo andare a vedere che stanno
combinando mio fratello e la tua amica?»
Lei sorrise. «Andiamo»
Shannon sentiva il cuore battere forte. Era la prima volta, dopo tanto,
che provava quel genere di emozione.
Laura era lì, davanti a lui e lo guardava con quei due
grandi occhi scuri che sembravano riuscire a leggergli
l’anima. Era davvero bellissima.
«Voglio baciarti» disse, senza riuscire a
trattenersi.
Lei gli si fece più vicina. «Che aspetti a
farlo?» mormorò.
A quelle parole, il batterista, prese pieno possesso delle sue labbra,
baciandola con impeto, togliendole completamente il respiro.
Le labbra di Laura seguirono le sue con sincronismo perfetto, lasciando
che i loro respiri si fondessero in uno soltanto.
Quando lui le sfiorò la lingua con la sua, un gemito si
perse nella sua bocca, facendogli scorrere un brivido di piacere lungo
tutto il corpo.
Si lasciarono solo per riprendere fiato, guardandosi negli occhi,
sorridendosi dolcemente.
Le voci di Jared e Kayley, che si stavano avvicinando
all’auto, li fece ridacchiare.
Shannon le baciò le labbra ancora una volta, velocemente,
prima che potessero vederli. «Ehi, vi stavamo
aspettando»
Jared sollevò un sopracciglio, incuriosito dal sorriso a
trentadue denti del fratello che gli lanciò
un’occhiata d’intesa.
Il cantante ridacchiò, aprendo la portiera posteriore
dell’auto per far salire Kayley. «Buon per te,
fratello» mormorò.
•••
Arrivati al residence, Shannon lanciò uno sguardo verso i
sedili posteriori. Quello che vide, lo fece sorridere.
Jared e Kayley si erano addormentati. Lei aveva la testa poggiata sulla
spalla di lui e Jared teneva la sua su quella di lei.
«Ehi, fratellino» disse, scuotendogli leggermente
un ginocchio.
Il cantante spalancò gli occhi. «Sono
sveglio» bofonchiò, con la voce impastata dal
sonno. «Giuro»
Laura e Shannon ridacchiarono.
«Accompagno Kay» disse la ragazza, già
con la mano sulla maniglia.
Jared scosse la testa. «No, resta. Ci penso io ad
accompagnarla, non ti preoccupare»
Non le lasciò nemmeno il tempo di ribattere. Era
già sceso dall’auto con Kayley tra le braccia.
«Andiamo, piccola. È ora di andare a
letto» sussurrò, guardandola. «Laura,
è stato un vero piacere. Shan, ci vediamo dopo. Buon
proseguimento»
Lo guardarono allontanarsi. Laura sorrise. Shannon cercò di
non pensare a cosa sarebbe potuto accadere tra quei due e si
concentrò sulla ragazza al suo fianco.
«Allora… dov’eravamo rimasti?»
le chiese, prendendola tra le braccia.
Laura si perse per un attimo a guardarlo negli occhi. Quegli occhi
perfetti, magnetici, assolutamente unici. Occhi che
l’avrebbero fatta impazzire. Sorrise.
Lui rispose a quel sorriso, accarezzandole la guancia con la punta
delle dita. «Credo che questa volta tocchi a te»
mormorò, sfiorandole la bocca con il pollice.
La ragazza si morse il labbro. Shannon si fece più vicino.
«Baciami» sussurrò.
Laura annullò lo spazio rimasto a dividerli e lui la strinse
forte a sé.
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Capitolo 7 *** 07 ~ Tentazioni ***
Angolo
della Follia: Buona domenica, bella gente. Come ve la
state passando con il caldo asfissiante di questi ultimi giorni? Qui a
Brescia, le cose stavano diventando veramente insostenibili, ma oggi
sembra essersi rinfrescato almeno un po', per fortuna. Sto aspettando,
con il fiato sospeso, l'arrivo della pioggia. Incrociate le dita!
Comunque... tornando a noi... eccomi qui con un nuovo capitolo. Il
resto della storia procede bene, devo dirlo. Aveva proprio bisogno di
una risistemata e sono felice di aver iniziato a farlo. Mi mancava
scrivere dei Leto, lo ammetto =)
Allora... vi lascio alla lettura. Ringrazio i fantasmini che passano e
se ne vanno e auguro a tutti una buona giornata. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
07 ~ Tentazioni
Appena entrato dalla porta d’ingresso del residence, Richard
si era materializzato al suo fianco, con la chiave della camera di
Kayley tra le mani.
Gli aveva sorriso, dandogli una leggera pacca sulla spalla e Jared si
era chiesto cosa gli stesse passando per la testa. Sembrava essere
convinto che tra lui e Kayley potesse esserci qualcosa di
più di una semplice amicizia, ma lui era deciso a non cedere
al desiderio di provare a lasciarsi andare. Non poteva assolutamente
farlo.
Facendo un respiro profondo, entrò nella stanza della
ragazza e l’adagiò, delicatamente, sul letto.
Rimase a guardarla per un attimo, cercando di convincere sé
stesso che, il fatto che si sentisse assurdamente protettivo nei suoi
confronti, non significasse assolutamente nulla di tanto grave.
Si passò una mano tra i capelli. Ma a chi voleva darla a
bere? Era da tanto tempo che non provava un sentimento come quello per
una donna. Solo che lei era così diversa. Anche se, era
chiaro, conosceva bene la sua band, non si comportava affatto come una
fan. Non gli aveva nemmeno mai fatto domande sulla sua vita, pubblica o
privata. Non aveva mai cercato di tirargli fuori qualche informazione
troppo personale. Sembrava non importarle e questo era proprio quello
che apprezzava di più di lei. Quando erano insieme, lui non
si sentiva Jared “il
cazzo di cantante o attore” Leto. Si sentiva
solo Jared. Il Jared che aveva dimenticato di essere.
Si ritrovò a pensare a quante cose avrebbe voluto chiederle.
Tipo, come li aveva scoperti? Che cosa l’aveva messa sulla
loro strada? Qual era la sua canzone preferita? Aveva visto qualche suo
film? Le erano piaciuti? Sorrise senza nemmeno rendersene conto.
«Dormi bene, Kay» mormorò.
Senza riflettere, le sfiorò le labbra con le sue,
delicatamente. Un intenso profumo di lampone gli fece scorrere un
brivido lungo la schiena. Era il profumo del suo lucidalabbra e ora
poteva sentirne il sapore.
Si allontanò veloce, come se avesse preso la scossa. Doveva
uscire da quella camera. Doveva farlo prima di mandare al diavolo tutto
quello che si era imposto di non fare all’unica vera amica
che era riuscito a conquistare dopo tanto tempo.
Chiusa la porta, si avviò lungo il corridoio,
salì le scale e raggiunse la sua stanza.
«Jay, sei tu?»
La voce di Shannon lo raggiunse come il rombo assordante di un tuono.
Sollevò lo sguardo e l’espressione che vide sul
volto del fratello gli diede il colpo di grazia. Era chiaro che, tutto
quello che lo stava tormentando, fosse ben visibile sul suo viso e
Shannon era riuscito a capirlo con una sola occhiata.
Scosse la testa. «Non chiedere, Shan. Non è
proprio il momento giusto, questo»
Il batterista annuì. «Okay, niente
domande» Si avvicinò alla porta che divideva le
due stanze. «Solo una…» disse poi,
ripensandoci. «Stai bene?»
Jared annuì. «Sì»
mormorò. «Sì, sto bene. Devo solo
mettermi a letto e farmi una bella dormita. Sì…
è proprio quello di cui ho bisogno»
«Okay» disse Shannon, poco convinto.
«Buonanotte, fratellino»
•••
Si era concessa un lungo bagno caldo prima di scendere per la
colazione. Doveva assolutamente chiedere a Laura cosa fosse successo
dopo aver lasciato il locale.
Si era, stupidamente, addormentata in macchina, lo sapeva bene, ma non
riusciva assolutamente a capire come fosse arrivata in camera sua.
Si era risvegliata con l’abito rosso ancora addosso e con il
profumo del dopobarba di Jared che aleggiava nell’aria.
«Ehi, bambina, buongiorno» la salutò
Richard da dietro il banco della reception. «Ti sei divertita
ieri sera?»
Lei annuì, baciandogli una guancia.
«Sì, è stata davvero una bella
serata» disse, sbocconcellando una brioche. «Devo
solo capire come sono arrivata in camera mia»
L’uomo ridacchiò, divertito. «Oh te lo
posso dire io. Ti ci ha portato il tuo nuovo amico»
Kayley spalancò gli occhi, sconvolta. «Come hai
detto, scusa?»
«Ciao Kay»
La voce di Jared, le gelò il sangue. Il suo sguardo lo
raggiunse in un secondo, restando inchiodato sulla sua figura perfetta.
Gli rivolse un sorriso appena accennato.
«Sto andando a fare un salto in palestra. Mi raggiungi?
Possiamo allenarci un po’ insieme, se vuoi»
La ragazza annuì e lui sorrise, incamminandosi lungo il
corridoio.
«Ma come cavolo fa?» pigolò.
«Come fa a fare cosa?» chiese Richard, guardandola
battere la testa sul bancone.
Lei sospirò. «Come fa ad essere
così… così!»
Lui le strinse un braccio attorno alle spalle. «Bambina mia,
quello schianto rimarrebbe tale anche con un sacco della spazzatura
addosso. Rassegnati. La natura è stata veramente molto,
molto buona con lui»
Kayley si ritrovò a sorridere. Richard riusciva sempre a
stemperare qualunque situazione, facendole tornare il buonumore in un
attimo. Era fantastico.
Però aveva ragione. Jared sarebbe stato uno schianto in
qualunque modo. Anche vestito con un sacco della spazzatura.
«Okay, vado» disse poi, abbandonando la brioche per
raggiungere la palestra.
Quando aprì la porta, lo vide. Era lì, impegnato
in una serie di piegamenti.
Si ritrovò a pensare a quanto fosse assurdamente sexy.
Indossava un anonimo paio di pantaloni di una tuta grigi che gli
stavano, almeno, di una taglia più grande e una canotta
nera, così aderente da sottolineare anche il più
piccolo ed insignificante muscolo del suo torace.
«Ehi, eccoti» lo sentì dire. Gli sorrise
solo per forza di volontà. «Ecco,
prendi» le disse, lanciandole un sacchetto di un negozio di
articoli sportivi.
«Che cos’è?» chiese, curiosa.
Lui la esortò a guardare con un cenno del capo. Quando lo
aprì, trovò un paio di pantaloni grigi, proprio
come i suoi e un top rosso acceso.
Lo guardò, stupita. «Ma cosa…»
«Hai detto che non sei soddisfatta dei tuoi fianchi, giusto?
Bene… da oggi ci alleneremo insieme. Quella è la
tua tenuta sportiva. Forza, va a cambiarti»
Kayley era senza parole. «Jared… tu non sei
obbligato a…»
Lui la interruppe con un cenno della mano. «Non discutere con
me. Cambiati. Io ti aspetto qui»
Aveva deciso. L’avrebbe aiutata a vedersi per ciò
che era. Una bellissima donna che aveva solo bisogno di credere un
po’ di più in sé stessa.
In quanto al suo, improvviso, interesse molto più che
amichevole, l’avrebbe tenuto sotto controllo. In fondo, non
sarebbe rimasto in quel posto in eterno. Poteva farcela.
«Eccomi»
Quando la vide uscire dallo spogliatoio femminile, la sua certezza
vacillò per un istante.
Si maledisse per averle comprato quel top rosso. Le stava benissimo,
valorizzandole le forme invitanti.
Chiuse gli occhi per un minuto, cercando di riprendere la
concentrazione. Quando li riaprì, lei era lì che
lo osservava curiosa. Sorrise, cercando di essere il più
naturale possibile. «Io faccio un po’ di pesi, tu
che vuoi fare?»
La ragazza si avvicinò al tapis roulant. «Credo
che farò un po’ di corsa»
Dopo una buona mezz’ora, in cui lei non aveva mai smesso di
tenere gli occhi inchiodati su un punto fisso davanti a sé,
Jared lasciò i pesi e le si avvicinò.
«Senti Kay… che ne dici se, domani, io e te
andiamo a fare un po’ di shopping insieme?»
La ragazza rallentò la corsa.
«Shopping?» Quando lo vide annuire, fece
altrettanto. «Okay, va bene»
Ottimo. Quella sarebbe stata l’occasione perfetta per
dimostrarle quanto fosse attraente cambiando poco e niente del suo
aspetto. Più di un uomo l’avrebbe notata, ne era
certo. Quella consapevolezza, però, gli fece provare un
leggero senso di nausea.
Il profumo di Shannon le solleticava ancora il naso. La lunga doccia
non era servita a toglierglielo dalla testa.
Le sue labbra, così morbide. I suoi occhi d’ambra.
Le sue mani forti, ma delicate, tra i capelli.
«Ciao»
La sua voce le fece saltare il cuore in gola. Non l’aveva
sentito arrivarle alle spalle e, per la sorpresa, lasciò
quasi cadere i piatti che teneva tra le mani.
Il batterista la aiutò prontamente, prendendoli e
appoggiandoli sul bancone del buffet.
«Grazie» sorrise lei.
Lui le fece l’occhiolino. «Hai bisogno di
aiuto?»
Laura ridacchiò, scuotendo la testa. «Ho quasi
finito e comunque, perdonami, ma non ti ci vedo proprio tra piatti e
bicchieri. Ho il sospetto che potresti metterti a suonarci, in qualche
modo»
Shannon scoppiò a ridere. «Probabilmente hai
ragione» Si passò una mano tra i capelli.
«Senti… possiamo vederci un po’, appena
hai finito?» le si avvicinò piano, rubandole un
delicato bacio a fior di labbra. «Ho troppa voglia di
baciarti ancora»
La ragazza sentì il cuore scalpitare a quelle parole.
«Anche io» rispose poi, in un sussurro.
Lui sorrise. «Sarò in camera mia. A dopo, bella
cameriera»
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Capitolo 8 *** 08 ~ Cuore Impazzito ***
Angolo
della Follia: Eccoci qui. È iniziata una nuova
settimana e, finalmente, è arrivata la pioggia a portare un
po' di fresco.
In quanto a noi, ecco un nuovo capitolo.
Spero sinceramente che la storia vi stia piacendo almeno un po'.
Chiaramente parlo con i fantasmini che passano, leggono (almeno credo)
e se ne vanno senza dire niente. Ad ogni modo... grazie anche solo per
aver deciso di dare uno sguardo.
Detto ciò... buona lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
08 ~ Cuore Impazzito
Lo sguardo di Jared, perennemente su di lei, la stava facendo
impazzire. Poteva sentirlo e non riusciva proprio a capire
perché la stesse guardando con tanta insistenza.
«Vuoi smetterla, per favore?» sbottò
alla fine, non riuscendo a resistere oltre.
Lui la guardò, sorpreso. «Di fare cosa?»
chiese, innocente.
Lei sospirò. «Di guardarmi in quel modo. Mi stai
mettendo in imbarazzo, Jared»
«Oh… mi spiace» le rispose, mentre un
sorrisetto faceva capolino sulle sue labbra.
Kayley sbuffò. «Non importa» disse poi.
«È solo che io…»
«Kay, devo assolutamente parlarti!» disse Laura,
tutto d’un fiato, facendo la sua comparsa in palestra
riuscendo, senza saperlo, a salvare l’amica da una situazione
scomoda. «Da sola» precisò poi, notando
Jared in un angolo.
Il cantante fece un cenno con la testa. «Tranquille, vado a
prendermi qualcosa da bere al bar» Passandole accanto, le
accarezzò la testa e Kayley sentì il cuore
perdere un battito. «Ci vediamo dopo»
Laura lo guardò uscire. Appena la porta si chiuse,
portò lo sguardo sulla sua amica. «Sai…
da come ti stava guardando, credo proprio che tu gli piaccia
molto»
Kayley ridacchiò. «Sì, come
no» scosse la testa. «Dai… racconta. Che
succede?»
La ragazza le lanciò un’occhiataccia, ma poi fece
un enorme sospiro. «Si tratta di Shannon. Ecco…
ieri sera, quando tu e Jared ci avete lasciati soli,
be’… ci siamo baciati»
rivelò. «È stato…
wow!» mormorò. «Comunque…
poco fa è venuto da me e… mi ha chiesto se
potevamo vederci e, ovviamente, ho detto di sì»
«Be’? Qual è il problema?»
chiese Kayley, curiosa come non mai.
«Mi sta aspettando in camera sua» rispose Laura.
«E tu hai paura che possa chiederti di più,
vero?» Quando la vide annuire, Kayley fece spallucce.
«Io non mi preoccuperei, se fossi in te. Ho visto come ti
guardava ieri sera e non penso che voglia usarti» le strinse
le mani. «E tu lo sai che io non sbaglio mai»
Laura sorrise, rassicurata dalle sue parole.
«Grazie» le diede un veloce bacio sulla guancia
prima di raggiungere la porta. «Ah, Kay? Anche io lo vedo
come Jared guarda te e, per una volta, dammi retta. Tu gli piaci, amica
mia»
Kayley rimase ferma a guardare la sua migliore amica sparire in
corridoio, con ancora le sue parole che le ronzavano nelle orecchie.
Sospirò. «Ti sbagli» mormorò.
«Non può proprio essere»
Mentre tornava al tapis-roulant, Jared rientrò in palestra.
«Ti spiace se…?» chiese, indicando la
canotta.
Lei scosse la testa, distogliendo lo sguardo quando lui se la tolse.
Un’occhiatina veloce e le sue guance andarono in fiamme.
Jared ridacchiò, sentendosi profondamente appagato da tutto
quell’imbarazzo e, al tempo stesso, un grandissimo stronzo
proprio per lo stesso motivo.
Anche lui si sentiva attratto, ma era sempre riuscito a celarlo bene.
Per Kayley le cose erano molto diverse. Pur non avendo mai dichiarato
apertamente la sua attrazione nei suoi confronti, il suo corpo lanciava
dei segnali molto evidenti che, purtroppo per lei, non riusciva a
nascondere in nessun modo.
Doveva, assolutamente, rimettere quella loro storia in carreggiata.
Erano solo buoni amici, punto.
«Sai… credo che tuo fratello si sia preso una
cotta per Laura» disse lei ad un tratto, distogliendolo dai
suoi pensieri.
«Ah sì?» chiese lui, ridacchiando.
Finalmente Shannon avrebbe avuto qualcosa di meglio da fare che
stargli, perennemente, con il fiato sul collo tutto il tempo.
La ragazza annuì. «Così pare»
Divenne seria tutto d’un tratto, catturando la sua
attenzione. «Una cosa, Jay. Laura è la mia
migliore amica e io non voglio che soffra. Se tuo fratello intende solo
divertirsi con lei, ti prego di dirgli di essere chiaro fin da subito,
okay? Lo farai? Per me»
Lui si ritrovò ad annuire, ricambiando il suo sguardo serio.
Non avrebbe mai potuto dirle di no. Quegli occhi grigi, fissi nei suoi,
sarebbero riusciti a fargli fare qualsiasi cosa.
Quando lei sorrise, la luce che le illuminò il volto gli
diede le vertigini. Si sentì, improvvisamente, impotente.
Completamente. Una cosa che non gli era mai successa. Non a causa di
una donna.
Possibile che lei non si rendesse minimamente conto del potere che
riusciva ad esercitare su di lui? Avrebbe potuto distruggerlo se
l’avesse voluto e lui non sarebbe riuscito a salvarsi nemmeno
volendolo disperatamente.
«Allora» riprese lei, riportandolo, nuovamente,
alla realtà. «Hai altre sagge lezioni da
impartirmi, Obi-Wan,
o per oggi abbiamo finito?»
Lui scossa la testa. «No. No, direi che per oggi
può bastare» la guardò sorridere e una
nuova vertigine lo travolse. «Io…
be’… adesso devo proprio andare. Ciao Kay, a
più tardi» disse tutto d’un fiato
infilando la porta, correndo via, lasciando la ragazza, confusa, a
guardare il punto in cui era sparito.
Il leggero bussare gli fece quasi esplodere il cuore nel petto.
Perché doveva sentirsi tanto scombussolato
all’idea che lei fosse lì, in camera sua? Nemmeno
da ragazzo si era mai sentito così.
«Datti una calmata, Leto, o penserà di avere a che
fare con un pazzo scatenato» si disse.
Aprì la porta e, appena la vide, la calma scese su di lui.
La prese per mano, facendola entrare nella stanza, tenendo gli occhi
fissi nei suoi. «Dimmi cosa vuoi» le chiese poi,
guardandola intensamente.
«E tu?» rispose lei. «Cosa vuoi
tu?»
Shannon le accarezzò il viso, delicatamente.
«Baciarti» sussurrò. «Voglio
solo baciarti»
Laura sorrise, felice che Kayley avesse avuto ragione, ancora una volta.
Si avvicinò piano, lasciando che i loro corpi si sfiorassero
prima di poggiare le labbra sulle sue.
«Così lo uccidi un uomo»
mormorò lui, con il sorriso sulle labbra.
Lei scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi, poi lo
strinse forte. «Chiedo scusa»
Lui scosse la testa. «Non importa, va bene
così» le sfiorò il naso con il suo.
«Ma adesso baciami ancora»
Laura non se lo fece ripetere due volte. Era così bello
starsene tra le sue braccia mentre le loro labbra danzavano le une
sulle altre.
Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovarono stesi a letto,
accoccolati tra le morbide coperte a parlare.
«Dimmi Shan» disse lei ad un tratto.
«Cos’è che ti preoccupa tanto, riguardo
tuo fratello? Lo so che stai pensando a lui. Lo capisco dal tuo sguardo
lontano»
Il batterista sospirò. «Perdonami. Penserai che
sia un completo imbecille»
Lei lo zittì, poggiandogli una mano sulla bocca.
«Non dire così, non lo penso affatto. Voglio solo
capire cosa ti spaventa, tutto qui»
«Okay» rispose lui. «Carte in
tavola» si passò una mano tra i capelli.
«Tra poco più di due settimane, ce ne andremo da
qui. Torneremo a casa, a Los Angeles» L’atmosfera,
nella stanza, si fece subito pesante. «Non riesco nemmeno a
pensare di doverti dire addio. Mi piaci. Mi piaci moltissimo
e…» sbuffò. «Potrà
sembrare folle, ma è così e non posso proprio
farci niente»
La ragazza rimase in silenzio, presa alla sprovvista da quella
dichiarazione.
«Vorrei poterti assicurare che sarà semplice,
d’ora in poi, ma non posso farlo. Non posso promettere
qualcosa che, nemmeno io, so come andrà a finire»
fece spallucce. «So solo che vorrei poterti rivedere ancora
dopo che me ne sarò andato»
Dopo quelle parole, rimase immobile a guardarla nella speranza che lei
non gli scoppiasse a ridere in faccia. Sarebbe stato molto imbarazzante
e si sarebbe sentito un idiota totale.
Per la prima volta, dopo secoli, era riuscito ad aprire il proprio
cuore a qualcuno che sembrava essere interessato al vero Shannon, non
alla rockstar. Se si fosse reso conto di aver preso un enorme granchio,
sarebbe sprofondato in un abisso da cui difficilmente sarebbe riemerso
integro.
Passarono un paio di minuti, poi si ritrovò avvolto in un
abbraccio pieno di calore. «Anche tu mi piaci, Shannon Leto.
Sei una persona meravigliosa»
Il senso di oppressione che l’aveva tenuto sotto scacco fino
a quel momento, si dissolse in un istante. Lei era quella giusta, ne
era certo. Con lei, tutto sembrava più facile. Eppure,
c’era sempre quel fastidioso campanello d’allarme
nei confronti di suo fratello che non lo abbandonava mai.
«Avevi ragione prima» mormorò poi,
sciogliendosi dall’abbraccio della ragazza per poterla
guardare negli occhi. «Sono preoccupato per Jared. Ho paura
che…» sospirò. «Tu non lo
conosci. Non puoi nemmeno immaginare il casino che ha nella testa.
Questa amicizia che ha imbastito con la tua
amica…» abbassò lo sguardo,
rattristato. «Non funzionerà mai, Laura. Lui
non…»
«Aspetta» lo interruppe lei. «Shan, lei
non lo ferirebbe mai. Lei… non potrebbe mai farlo, devi
credermi»
Shannon la guardò intensamente. «Ne sei davvero
sicura?» le chiese, con così tanta preoccupazione
nella voce da fare male.
Laura annuì. «Sì, ne sono molto
più che sicura e sai perché?» Lui
scosse la testa. «Perché io, quella ragazza, la
conosco. Lei non potrebbe mai fare del male a tuo fratello
perché è…»
«Oddio, scusate!!!»
La voce di Jared, interruppe la loro conversazione.
Lo videro sparire in un lampo, dietro la porta ormai chiusa da cui
aveva fatto capolino solo un secondo prima.
Laura sorrise. «Credo sia meglio se vai da lui»
suggerì al batterista.
Lui annuì. «Ci vediamo a cena, dolce
Laura» la salutò, sfiorandole le labbra ancora una
volta prima di andare nella stanza del fratello.
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Capitolo 9 *** 09 ~ Non Posso Innamorarmi ***
Angolo
della Follia: Ed eccomi con un altro capitolo.
Ho notato che le visite sono aumentate in questi ultimi giorni. Mi fa
davvero piacere, anche se non ho idea di quanto possa interessare
questa storia.
Comunque... bando alle ciance. Vi auguro una buona serata e buona
lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
09 ~ Non Posso Innamorarmi
«Jay?» chiamò Shannon, non vedendolo.
«Jay, dove ti sei cacciato?»
«Sono qui»
Il batterista vagò con lo sguardo nella direzione da cui era
arrivata la voce e lo vide. Se ne stava rincantucciato in un angolo,
con la testa abbandonata contro la parete alle sue spalle, gli occhi
chiusi e la fronte corrucciata.
«Che diavolo ci fai lì?» gli chiese,
raggiungendolo.
Jared sospirò. «Scusami. Non volevo disturbare
prima»
Shannon sorrise, poggiandogli una mano sulla spalla. «Non hai
disturbato, Jay. Stavamo solo parlando» lo
rassicurò. «Di te, in realtà»
disse poi.
Il cantante gli lanciò un’occhiata perplessa.
«Di me? E perché stavate parlando di
me?» chiese, stupito.
Il batterista fece spallucce. «Be’, mi sembra
evidente. Guardati. Guarda come sei ridotto e poi dimmi, secondo te,
perché non avremmo dovuto parlare di te»
Jared rimase a guardare il fratello per un po’, in silenzio.
Era sempre andata così. Lui si incasinava la vita e Shannon
era lì, pronto a rimettergliela a posto, in qualunque
occasione.
«Non ti dovresti preoccupare ancora per me, Shan, lo sai.
Dovresti pensare a te» si rilassò, nuovamente,
contro la parete. «Sai… Laura mi piace. State
davvero bene insieme» sorrise. «Ma ti
ringrazio» mormorò poi, tornando serio.
«Sei un buon fratello. Lo sei sempre stato»
Il batterista si passò una mano tra i capelli. Era raro che
Jared si lasciasse andare ai complimenti e sentirgli dire certe cose lo
fece sentire in imbarazzo. «Be’ ecco,
io…» fece spallucce. «Anche tu sei un
buon fratello, Jay. Formiamo una bella squadra, noi due insieme,
no?»
Il cantante annuì. «Sì, credo di
sì»
Shannon si fece serio. «Allora… vuoi dirmi che ti
sta succedendo? Erano secoli che non ti vedevo con quella
faccia»
Jared sospirò. «Non lo so, Shan.
Io…»
«Si tratta di Kayley, vero?» azzardò il
fratello. «È per quella ragazza che stai
così»
Lui annuì. «Lei è…
diversa» fece un sorrisetto appena accennato.
«Sembra una frase sciocca, ma è
così» si passò una mano tra i capelli.
«Te l’avevo detto che è una nostra
fan?»
Shannon scosse la testa. «No, questa parte l’avevi
saltata» rispose. «È della
famiglia?»
«Non lo so» disse il cantante, facendo spallucce.
«Non gliel’ho chiesto e, se proprio vuoi saperlo,
non m'importa»
Il batterista non riuscì a trattenere un sorriso.
«Senti Jay… perché non le parli?
Perché non le dici quello che provi?»
«Di che diavolo stai parlando?»
«Oh andiamo» sbuffò Shannon.
«Non vorrai davvero portare avanti questa farsa
sull’amicizia, vero? È chiaro come il sole che
quella ragazza ti piace. Ti sei ascoltato quando parli di lei? Ti
brillano persino gli occhi!»
Jared scosse la testa. «No, ti sbagli»
sbottò.
«Jay…»
«Ho detto no!» lo interruppe lui. «Non
posso, Shan. Non deve succedere. Non con lei. No»
Il batterista sospirò, rialzandosi. «Come vuoi,
fratellino. Ti lascio ora, ma fammi un favore… riflettici
bene, okay?»
Jared si prese la testa tra le mani. «Cazzo»
mormorò. «Non sarei mai dovuto venire
qui»
Perché era corso via in quel modo? Kayley non aveva fatto
altro che chiederselo da quando era rientrata in camera.
Nella fretta di andarsene, aveva dimenticato la canotta abbandonata a
terra e lei non aveva potuto fare a meno di raccoglierla e portarsela
via, con tutta l’intenzione di restituirgliela non appena ne
avesse avuto l’occasione.
L’immagine di lui mentre la toglieva, le tolse il respiro.
Era così bello. Era consapevole di esserlo? Ma certo, era
ovvio. Eppure non aveva mai tentato di sedurla in alcun modo, come si
diceva facesse con tutte le donne che gli capitava di incontrare.
«Be’, che ti aspettavi, Kayley? Tu non sei
esattamente il suo tipo ideale di donna» si disse,
guardandosi allo specchio. «Tu non sei il tipo ideale di
nessuno»
E allora perché le parole di Laura continuavano a risuonarle
nelle orecchie? Perché aveva dovuto dirle quelle cose? E
perché le stava venendo voglia di assecondare Richard,
provando a lasciarsi andare, a civettare un po’ con lui per
vedere come sarebbe andata a finire?
Scosse la testa. «Smettila, Kayley»
sbottò. «Tutto quello che potresti ottenere da uno
come Jared Leto, sarebbe una notte e poi? Cosa ne resterebbe di
te?»
Non sarebbe mai sopravvissuta ad un’avventura con un uomo
come lui. Ne avrebbe sofferto, lo sapeva fin troppo bene. Per lui
sarebbe stata una notte di sesso, come molte altre, probabilmente. Per
lei, sarebbe stato un disastro.
Quando si ritrovò davanti alla porta della camera di Jared,
il cuore perse un battito. Chiaramente, il suo subconscio non era stato
del suo stesso parere.
La doccia era riuscita a sciogliergli un po’ i nervi. Dopo la
chiacchierata con Shannon, non aveva fatto altro che torturarsi ancora
più di prima.
Suo fratello aveva dannatamente ragione. Lei gli piaceva. In lei
c’erano tutte le qualità della donna perfetta per
lui. Era tranquilla, ma piena di vita. Riservata, ma di mente aperta.
Una donna a cui potersi mostrare senza paure. Una donna che sapeva
ascoltare anche un paranoico, lunatico e maniaco del perfezionismo come
lui. Eppure, quelle stesse qualità, lo spaventavano a morte.
Lei era riuscita a farsi spazio nel suo cuore senza averci nemmeno
provato, semplicemente essendo sé stessa, con quel sorriso
che riusciva a rincoglionirlo. Con quel profumo che, quando lo
respirava, gli dava subito alla testa. Con quei bellissimi occhi, dal
colore incredibile, che avrebbero potuto rubargli l’anima.
Scosse la testa. No, non si sarebbe lasciato coinvolgere. Non avrebbe
permesso a quella breve parentesi montana di incasinargli la vita.
Presto sarebbe tornato a casa, nell’amato caos della sua Los
Angeles e Kayley sarebbe rimasta solo un piacevole ricordo. Non le
avrebbe fatto del male solo per una stupida voglia momentanea. Non
avrebbe potuto.
Quando sentì bussare alla porta della camera,
scacciò tutti i pensieri e l’aprì senza
riflettere.
Sentì il cuore accelerare la sua corsa in meno di un secondo
quando vide lei, l’origine di tutto il caos che
c’era nella sua testa, proprio lì, con le guance
in fiamme e lo sguardo ben piantato a terra.
In quel momento, si rese conto di avere solo un grande asciugamano
bordeaux stretto attorno ai fianchi, mentre piccole gocce
d’acqua gli danzavano ancora sulla pelle umida dopo la doccia.
«Io… ecco io…» la vide
allungargli la canotta che teneva tra le mani.
«L’avevi dimenticata in palestra»
«Grazie Kay» mormorò lui.
«Vuoi… vuoi entrare?» chiese, pentendosi
immediatamente di averlo fatto.
Lei scosse la testa. «No… meglio di no»
sussurrò.
Jared fece un respiro profondo. Stava diventato tutto troppo difficile.
Tutto quello che si era detto, poco prima, si stava lentamente
sgretolando nella sua mente. Se non se ne fosse andata
all’istante, l’avrebbe presa, trascinata in quella
stanza e niente avrebbe più potuto fermare quel desiderio
pressante di baciarla che lo stava tormentando da quando aveva aperto
quella dannata porta.
Se solo avesse smesso di guardarlo. Anche solo per un minuto. Ma quegli
occhi, fissi nei suoi, erano un oceano in tempesta che chiedeva di
essere placato.
«Jared…»
«Vai via, Kay» sussurrò lui,
interrompendola. «Ti prego»
La vide irrigidirsi. Sapeva di averla ferita. Riuscì a
leggere la confusione sul suo volto prima di vederla correre via.
«Mi spiace Kay, ma non posso permetterlo»
mormorò. «Non posso innamorarmi di te»
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Capitolo 10 *** 10 – Nella Neve ***
Angolo
della Follia: Buon venerdì, bella gente. Oggi
inizia il fine settimana e io lo passerò, per la maggior
parte del tempo, a scrivere. Era una vita che non avevo così
tanta voglia di farlo e quindi devo, assolutamente, approfittarne. Voi
che farete? Be'... spero riuscirete a divertirvi e a passare uno
splendido weekend.
Tornando alla storia qui sotto... eccovi un nuovo capitolo. Qui le cose
si complicano un po' per il nostro Leto "junior" e, purtroppo per lui,
non si risolverà tutto in breve tempo. Che gusto ci sarebbe,
altrimenti?
Okay... vi lascio alla lettura. Ringrazio i fantasmini e auguro a tutti
una buona continuazione.
Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
10 – Nella Neve
Shannon non aveva voluto sentire ragioni. Si era presentato alla sua
porta e non l’aveva mollato fino a quando non si era deciso a
scendere per la cena. Aveva già saltato il pranzo quel
giorno e suo fratello lo avrebbe strangolato con le sue mani se si
fosse rifiutato di raggiungerlo almeno quella sera.
«Smettila di fare il bambino. Sei adulto, santo cielo,
comportati come tale!» lo aveva rimproverato.
Aveva sbuffato. Per lui era facile parlare. Lui non era terrorizzato
all’idea di sentire il cuore impazzire alla vista di una
ragazza. Di sentirsi fremere dentro quando gli rivolgeva uno sguardo o
intravedeva un suo sorriso. No. Lui era beato. Felice, sereno e tutto
per merito di Laura.
Sorrise. Era contento che Shannon avesse trovato compagnia. Lo era
davvero.
Quella ragazza sembrava essere riuscita a comprenderlo meglio di
chiunque altro ci avesse provato fino a quel momento e, trattandosi di
un Leto, l’impresa non era affatto facile.
Loro avevano un carattere davvero ostico e non molte persone erano
disposte ad accettarlo. Erano difficili, incoerenti, lunatici.
Be’, lui lo era sicuramente più di Shannon, ma
nemmeno suo fratello scherzava.
Eppure, Laura sembrava non curarsene. Era riuscita perfino a farlo
arrossire e questo le aveva fatto guadagnare almeno un centinaio di
punti ai suoi occhi.
Sì, era davvero felice per suo fratello.
«Ehi, Leto. Dobbiamo parlare»
Richard era lì, di fronte al loro tavolo e lo stava
guardando serio. Lo aveva davvero chiamato Leto? Brutto segno.
Lanciando un’occhiata a Shannon, si alzò e lo
seguì fuori dal residence. Faceva un freddo cane e Jared si
strinse nel morbido maglione nero che iniziò a ricoprirsi di
soffice neve. «Che succede?» chiese, con aria
ingenua.
Richard lo scrutò per un attimo. «Io non so cosa
ti stia passando per la testa, ragazzo, ma vedi di chiarirti le idee e
in fretta, chiaro? Ho visto come la guardi. E so quello che lei vede in
te. Sii sincero con lei»
«Richard io…»
L’uomo lo interruppe con un brusco gesto della mano.
«Kayley si è già sentita fare questo
discorsetto e ora lo faccio anche a te. Smettila di fare
l’adolescente frustrato. È da parecchio che sei
uscito da quell’età. Buttati. Quello che vi state
facendo non ha nessun senso. Il principe azzurro, o nel tuo caso la
bella addormentata, esiste solo nelle favole. Svegliati, dolcezza. Apri
bene i tuoi splendidi occhioni e guarda quello che hai davanti.
Potresti scoprire che ti piace»
Senza aspettare una risposta, rientrò all’interno
del residence tornando al suo posto alla reception.
Jared, al contrario, rimase lì, immobile, ad assimilare le
sue parole.
Richard aveva senz’altro ragione. Era pronto per donarsi
ancora a qualcuno, lo era da tanto ormai, ma la paura di donarsi alla
persona sbagliata lo terrorizzava.
Kayley, d’altra parte, sembrava essere la persona giusta. Lei
riusciva a vedere al di là del cognome Leto, ma non avrebbe
mai potuto funzionare. I loro mondi erano opposti. Lei non avrebbe mai
mollato tutto per andare con lui. O forse sì? Scosse la
testa. Non poteva saperlo, ma sapeva che se ci avesse provato e poi lei
avesse rifiutato, ne sarebbe morto.
«Jared!»
La voce di Kayley lo fece sussultare. «Cazzo»
mormorò.
«Che cavolo ci fai lì?» gli chiese,
avvicinandosi. «Ti congelerai! Dai, vieni dentro»
Con poco entusiasmo, varcò la soglia del residence,
togliendosi di dosso la neve che lo aveva ricoperto.
Quando la vide infilarsi nella sua stanzetta segreta, si
avvicinò a Richard. «Hai un giubbotto da
prestarmi? Voglio uscire a fare due passi. Ho bisogno di allontanarmi
da questo posto»
L’uomo annuì, passandogli un pesante giaccone
imbottito. «Copriti bene e non allontanarti troppo, mi
raccomando»
Il cantante annuì. Infilatosi il giubbotto, uscì
nuovamente nella neve. Non aveva idea di dove andare, ma ovunque
sarebbe stato meglio che lì.
«Dov’è lui?» chiese Kayley,
riemergendo dal suo rifugio.
Richard fece spallucce. «È uscito. Da
più di mezz’ora ormai»
La ragazza spalancò gli occhi a quelle parole.
«Vado a cercarlo. Potrebbe essersi perso. Perché
l’hai lasciato andare?»
In meno di un minuto si ritrovò fuori, immersa nella neve,
cercando di capire in quale direzione fosse andato il cantante.
Delle impronte fresche la fecero riprendere a respirare normalmente.
«Jared, aspetta» urlò, correndogli
incontro.
Lui si irrigidì. «Che ci fai qui?»
«Mi dici dove diavolo pensi di andare? Sta nevicando, te ne
sei accorto? Non si riescono più a distinguere i sentieri.
Come…»
«Non importa» borbottò lui, riprendendo
a camminare.
Kayley sentì la rabbia montargli dentro. «Non
importa? Jared Joseph Leto, fermati immediatamente!»
sbottò.
Suo malgrado, lui si ritrovò a sorridere. L’unica
altra persona che si azzardava a chiamarlo in quel modo era sua madre
e, quando lo faceva, non era mai un bene. «Cosa?»
chiese poi, lanciandole un’occhiata.
Lei gli si avvicinò. «Stai congelando»
disse. «Dai, vieni con me» lo prese per mano.
«Si è fatto troppo buio per tornare indietro. Qui
vicino c’è un capanno che viene usato in caso di
emergenza. Ci ripareremo lì e domani torneremo al
residence»
Jared si maledisse per essere stato tanto sconsiderato. Non aveva
pensato alle conseguenze delle sue azioni. Non aveva nemmeno preso in
considerazione l’idea che lei sarebbe potuta correre a
cercarlo e adesso, a causa del suo carattere maledettamente troppo
impulsivo, sarebbe stato costretto a passare un’intera notte
con lei, da solo, chiuso in un capanno nei boschi, circondato dalla
neve. “Bella
mossa, Leto” si disse.
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Capitolo 11 *** 11 ~ Desiderio e Passione ***
Angolo
della Follia: Buongiorno a tutti e buon sabato!!!
Questa mattina ho ricevuto una strana notifica da instagram: "jaredleto
vuole inviarti un messaggio". Allora... ero ancora mezza rinc********a
dal sonno e leggere una cosa così mi ha, un attimo,
spiazzata. Quando ci ho cliccato sopra, non è successo
niente. Non c'era nessun messaggio in attesa di essere confermato,
nulla.
O instagram si droga o, chiunque fosse, ha deciso di eliminare il
messaggio prima che potessi vederlo.
Resta il fatto che, quella notifica, sia stata il buongiorno
più carino di questi ultimi tempi, considerando il nome e la
fotografia che l'accompagnava (che era proprio la stessa del suo
profilo ufficiale)
Comunque... Jared o non Jared, eccovi un nuovo capitolo =)
Buona lettura e buona giornata. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
11 ~ Desiderio e Passione
Dopo il turno serale, Laura aveva raggiunto la stanza di Shannon. Lo
trovò che guardava fuori dalla finestra. «Stai
bene?» gli chiese, avvicinandosi.
Lui si voltò, sorridendo.
«Sì» rispose. «Ho saputo che
Kayley ha trovato Jared. Si sono fermati in un capanno per le
emergenze. Passeranno la notte lì»
Lei annuì. «Lo conosco bene quel posto.
È perfettamente attrezzato per situazioni come questa. Non
preoccuparti per tuo fratello, sarà al sicuro dalla neve e
dal freddo per tutta la notte»
«Non sono preoccupato» disse il batterista,
prendendole una mano. «Penso possa essere un fatto positivo
che Jared abbia deciso di uscire con questo tempaccio» Laura
lo guardò, confusa. Lui ridacchiò. «Ora
sarà costretto ad affrontare Kayley, faccia a faccia, senza
poter scappare via»
Era riuscita ad accendere il fuoco che, ora, scoppiettava allegro nel
caminetto. Sorrise, soddisfatta del suo lavoro.
«Vieni qui vicino. Ti scalderai in un attimo»
disse, voltandosi verso Jared.
Lui era ancora lì, fermo davanti alla porta
d’ingresso. Sembrava sul punto di spalancarla e scappare via.
«Senti…» sbuffò lei.
«O mi dici cosa diavolo ti sta passando per la testa, oppure
io…» lasciò cadere il discorso. Che
senso poteva avere “minacciare” uno come lui? Non
credeva nemmeno di esserne capace. Non mentre la guardava intensamente
come in quel momento.
«Oppure tu… cosa?» chiese lui,
improvvisamente incuriosito dal suo silenzio.
Kayley arrossì all’istante. Abbassò lo
sguardo, non riuscendo più a sostenere quello del cantante
che sorrise.
«Seriamente… che ti succede, Jay?»
riprese lei. «È da dopo la palestra
che… che mi eviti»
Lui annuì. «Scusami, Kay. Tu hai ragione, ma non
pensare che sia a causa tua. Non è così. Non
è affatto colpa tua»
La ragazza tornò a guardarlo. «E allora di chi
è la colpa? Se quello che hai detto è vero,
perché mi stai evitando? Perché scappi via da me?
Perché…»
«È solo che…»
L’aveva interrotta. Lo aveva fatto e ora non sapeva come
spiegare quello che sentiva dentro. Sospirò. «Mi
sono reso conto che tu… che…»
Kayley gli si avvicinò, ma lui fece un passo indietro,
cercando di mantenere le distanze.
«Perché hai paura di me, Jared?»
«Io non ho paura di te!» ribatté lui,
puntando gli occhi nei suoi.
«Allora perché stai scappando?» chiese
ancora lei, confusa da tutta quella situazione.
«L’altra sera mi hai tenuta tra le braccia per
ballare e adesso…» abbassò lo sguardo,
triste. «Ti allontani se solo provo ad avvicinarmi un
po’»
Jared alzò gli occhi al cielo, disperato, combattuto.
«Cazzo, Kay» mormorò. «Ho solo
paura di non riuscire a…» fece un respiro
profondo. «Non credo di potermi controllare, con te
così vicina»
Lei lo guardò, stupita. «Come hai detto,
scusa?»
Il cantante tornò a guardarla, serio. Tremendamente serio.
«Tu lo sai quello che si dice di me, vero?» chiese,
in un soffio. «Delle mie relazioni. Delle mie storie
di… sesso» avanzò lentamente,
continuando a guardarla, muovendosi come avrebbe fatto un predatore
davanti ad un cucciolo indifeso. «Di quanto io sia poco serio
con le donne. Di quanto mi piaccia conquistarle» Quando la
vide indietreggiare, un sorrisetto divertito gli si disegnò
sulle labbra. «Dove stai andando, Kay?»
«Da… da nessuna parte»
balbettò lei, finendo con le spalle al muro.
Jared la raggiunse. Stese le braccia ai lati della sua testa, poggiando
le mani sulla parete, impedendole qualunque via di fuga.
«Che cosa stai facendo?» la sentì
chiedere, in un mormorio appena accennato. «Perché
ti comporti così? Questo non sei tu. Non puoi essere tu. Io
non voglio credere a tutte quelle storie. Non… tu non sei
come dicono» chiuse gli occhi per un secondo, stordita dalla
sua vicinanza, dal suo atteggiamento, così diverso da quello
che aveva imparato a conoscere durante quei pochi giorni insieme.
«Perché mi fai questo?» disse alla fine,
combattuta.
Sapeva perfettamente che quello che stava facendo era sbagliato. Si
stava comportando male, ma voleva che lei lo disprezzasse. Aveva
bisogno che lei volesse tenerlo a distanza e se, l’unico modo
per farlo, era farle credere di volerla usare, di volerla prendere per
sfogare un istinto puramente maschile ed egoistico, per poi gettarla
via, lo avrebbe fatto.
«Cosa? Cosa ti sto facendo, Kay?»
Lei sollevò lo sguardo e, in quel momento, sentì
le sue certezze vacillare. Quelle guance arrossate, le labbra
semiaperte, il respiro leggermente affannato, la sua vicinanza, era
troppo. Sì, tutte quelle cose messe insieme, erano troppo
anche per uno come lui. Si era cacciato in un guaio enorme.
Qualcosa, in quel suo piano geniale, non stava andando come aveva
previsto.
«Mi stai… confondendo» rispose lei.
«Non riesco più a capire cosa…
perché…» si aggrappò al suo
maglione, con forza, facendolo avvicinare ancora di più.
«Cosa vuoi da me?» le chiese lui, rendendosi conto
di aver appena commesso un errore imperdonabile. Chiuse gli occhi per
un secondo, poggiando la fronte contro quella della ragazza.
«Kayley… dimmelo. Cosa vuoi da me?»
chiese di nuovo.
«Un bacio, Jay. Ti prego… baciami
adesso» rispose lei, in un soffio.
Jared esaudì la sua richiesta all’istante, senza
protestare. Lui stesso non avrebbe resistito ancora per molto. Il
desiderio era diventato insopportabile e se lo stava portando dietro
dalla sera prima, quando l’aveva portata in camera e le aveva
sfiorato la bocca con la sua, assaggiando il sapore dolce del suo
lucidalabbra al lampone.
Un gemito roco gli salì dalla gola quando lei gli diede il
permesso di approfondire quel bacio tanto desiderato, lasciando che lui
le accarezzasse la lingua con la sua.
La voleva. La voleva disperatamente, ma l’idea di perderla
dopo averla avuta, dopo aver lasciato vincere il suo stupido cuore, lo
terrorizzava a morte.
«Jay…» la sentì ansimare,
sulle sue labbra.
Lui le accarezzò il viso, sfiorandole il naso con il suo.
«Non parlare» mormorò.
«Baciami e basta»
Erano nuovamente stesi sul materasso morbido, come quel mattino. Lui
aveva lo sguardo perso e Laura gli accarezzò la guancia con
la punta delle dita.
«Torna da me» gli sussurrò
all’orecchio. «Lascialo andare, Shannon. Lascialo
andare»
Il batterista puntò gli occhi ambrati nei suoi.
«Resta con me, questa notte» disse di punto in
bianco.
«Okay» la sentì mormorare.
Lentamente, avvicinò il viso al suo, sfiorandole le labbra.
«Sei così bella»
Tornò a baciarla, delicato. Quando sentì le sue
mani sollevargli il maglione bianco che indossava, un brivido gli corse
lungo la schiena.
Lasciò che lei lo accarezzasse, permettendole di esplorare
la sua pelle, poi decise di fare la sua mossa.
Lentamente, iniziò a sfilarle la camicetta dai pantaloni.
Lei lo lasciò fare, sentendo il cuore accelerare il ritmo
ogni volta che lui la scopriva un po’ di più.
In breve tempo si ritrovarono pelle contro pelle, caldi, pieni di
desiderio.
«Ti voglio» le sussurrò lui, con voce
roca.
«Sono tua» rispose lei.
•••
Fare l’amore con lui era stata l’esperienza
più meravigliosa di sempre.
Shannon era stato di una dolcezza disarmante. Attento alle sue
esigenze. Premuroso. Pieno di attenzioni e coccole.
L’aveva venerata, accarezzandola e baciandola fino a quando
lei non era più riuscita a resistere. A quel punto, con
delicatezza, l’aveva fatta sua, muovendosi piano, continuando
a guardarla negli occhi.
Quando la passione si era fatta troppo forte per essere contenuta,
aveva iniziato a muoversi più rapidamente, prendendola e
lasciandola tra un gemito e l’altro, ansimando il suo nome.
Laura si era stretta ancora più forte al suo corpo,
aggrappandosi alle sue spalle forti, nascondendo il viso
nell’incavo del suo collo.
Nel momento in cui si sentì sopraffatta da
un’ondata di incredibile piacere, lui emise un gemito roco
che la fece vibrare fin nel profondo.
Rimasero immobili per qualche minuto, ancora uniti, cercando di
recuperare la consapevolezza di sé stessi, poi lui
tornò a guardarla. La baciò teneramente, poi la
lasciò andare per stendersi al suo fianco e stringerla a
sé.
«Laura»
«Mmm?»
Sospirò. «Lascia questo posto. Vieni a Los
Angeles. Vieni via con me»
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Capitolo 12 *** 12 ~ Una notte ***
Angolo
della Follia: Buona domenica, bella gente!
La volete sapere l'ultima? Se prima c'era stato quel messaggio fantasma
su instagram, oggi sono stata contattata su twitter, da ben 2 Jared Leto! Quasi
quasi mi sento lusingata 🤣🤣🤣
No, veramente. Perché la gente arriva a fare certe cose? A
fingersi questo o quel personaggio famoso? Insomma... cosa ne ricavano?
È un modo stupido per riuscire a divertirsi? Dico... non
hanno davvero niente di meglio? Perché, se è
così, sono messi/e male forte!!!
Sì, ho scritto messi/e perché non escludo mai che
possa trattarsi di una donna. Noi donne sappiamo essere anche
più perfide degli uomini.
Comunque... vi ho già annoiato abbastanza con le mie
avventure giornaliere. Vi lascio al nuovo capitolo che è
meglio 😉
Buon proseguimento di giornata e buona lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
12 ~ Una notte
Nella sua mente si stavano affollando pensieri di ogni tipo. La voce
della sua coscienza lo stava maledicendo, urlandogli di lasciarla
immediatamente, di scappare. Il suo corpo invece, ogni singola cellula
in lui, gli diceva di non fermarsi, di continuare a baciarla, tenerla
stretta, assaporare il momento, lasciarsi andare.
«Kay» mormorò, lasciandole le labbra per
un solo istante prima di tornare a baciarle. «Kay,
aspetta» Doveva riprendere fiato, riflettere.
La ragazza rimase immobile, il respiro accelerato, le labbra gonfie per
i baci.
Non riusciva a credere a quello che stava succedendo. Non riusciva a
credere di essere lì, imprigionata contro una parete dal
corpo dell’uomo più splendido che avesse mai
conosciuto, con ancora la sensazione di quelle morbide labbra sulle sue.
«Dimmelo Kay» lo sentì dire.
«Dimmelo davvero. Cosa vuoi da me?»
Gli accarezzò una guancia liscia. Lo vide alzare lo sguardo,
puntando gli occhi nei suoi. Era così serio.
«Voglio quello che vuoi tu» rispose.
Jared sospirò. Era tutto così assurdo.
«Non dovremmo…» sussurrò,
allontanandosi di un passo. Quando tornò a guardarla, quegli
occhi grigi che lo fissavano intensamente, fecero crollare ogni sua
convinzione.
«Al diavolo» disse, prendendole il viso tra le
mani, tornando a baciarla con forza.
Quando la sentì accarezzargli la schiena da sotto il
maglione, la lasciò andare velocemente, togliendoselo per
poi tornare a baciarla mentre le abbassava la zip dei pantaloni.
Kayley sentì un brivido attraversarle la schiena quando lui
si staccò dalle sue labbra per scendere lento, facendole
scorrere i pantaloni lungo le gambe, sfilandoglieli, per poi risalire
piano, sfiorandole la pelle con le labbra, togliendole le felpa,
andando poi a baciarle il collo, la spalla, scendendo di nuovo,
portandosi dietro le spalline del reggiseno, lasciandola immobile,
senza fiato, mentre le sue mani l’accarezzavano delicatamente.
«Jay…» mormorò, con le gambe
che le tremavano.
«Cosa?» chiese lui, tornando a sfiorarle le labbra
con le sue.
Kayley si lasciò andare a quel bacio, come se ne dipendesse
la sua stessa sopravvivenza.
«Toccami Kay» le sussurrò lui sulle
labbra.
La ragazza lasciò vagare le sue mani sul suo torace
perfetto, seguendo le forme dei suoi muscoli con la punta delle dita,
facendogli venire la pelle d’oca.
Quando gli toccò il bordo dei jeans, Jared se li fece
scivolare lungo le gambe, portandosi dietro anche gli stretti boxer,
per poi calciarli via.
Lei rimase ferma a guardarlo per un minuto. Non poteva esistere nessun
altro più perfetto di così. Non ai suoi occhi.
Quando lui stese una morbida coperta a terra, davanti al caminetto, lei
rimase incantata a guardare il suo corpo alla luce delle fiamme.
«Vieni qui, Kay» disse lui, stendendosi sulla
coperta, le braccia dietro la testa, totalmente esposto.
La ragazza lo raggiunse e lui la lasciò libera di fare
qualunque cosa avesse voluto.
Quando le sue mani iniziarono a vagare sul suo corpo, lente e delicate,
sostituite dalle sue labbra non appena accarezzavano un altro
millimetro di pelle, si ritrovò a trattenere il respiro.
Era stato uno stupido a pensare di doverle insegnare qualcosa. Lei era
perfettamente in grado di eccitare un uomo. La sua bocca lo stava
letteralmente mandando al manicomio. Se non l’avesse fermata,
sarebbe certamente impazzito.
«Kay» la chiamò, con voce roca, carica
di desiderio. Lei lo guardò e, in un attimo, si
ritrovò imprigionata sotto il suo corpo caldo, mentre le sue
mani le tenevano i polsi incrociati in alto, sopra la testa.
«Una notte, Kay. Solo una notte»
Lei annuì. «Solo una notte»
Lui la baciò con forza, mentre si faceva spazio tra le sue
gambe, scivolando in lei con un movimento veloce. Un gemito strozzato
gli sfuggì dalle labbra, perdendosi nella bocca della
ragazza.
In meno di un minuto, si ritrovò a spingersi forte dentro di
lei, incapace di trattenersi. Quella ragazza era peggio di qualunque
droga esistesse al mondo. Se l’assaggiavi eri fottuto
perché, dopo anche solo una piccola dose, non potevi
più farne a meno.
Laura sentiva il cuore batterle forte nel petto. Le parole di Shannon
erano state come un fulmine a ciel sereno. Le aveva dette seriamente?
Insomma, non le aveva chiesto di mangiare una pizza assieme, le aveva
chiesto di seguirlo a Los Angeles.
Lentamente, si sciolse dal suo abbraccio per poterlo guardare negli
occhi.
Lui era lì, immobile, in attesa di una risposta, con
l’espressione più tenera che gli avesse mai visto
dipinta sul volto. Un misto di speranza e paura.
«Lo sai cosa vuol dire, Shan?» gli chiese.
«Insomma… stai parlando seriamente? Voglio
dire… mi stai chiedendo davvero di venire a vivere a Los
Angeles? Di vivere… con te?»
Il batterista annuì, mettendosi a sedere, prendendole le
mani con le sue. «Ascolta» disse, con convinzione.
«Sarò sincero con te, okay?» Lei
annuì e lui riprese a parlare. «Non posso
promettermi cose che non so. Non posso assicurarti che sarà
facile stare con uno come me. Non posso darti la certezza di essere
sempre presente in tutti i momenti più importanti della
nostra vita» fece spallucce. «Proprio non posso
farlo, ma una cosa posso promettertela. Posso prometterti che ci
sarò sempre per te. Non dovrai mai dubitare di me, di
ciò che sono, della mia lealtà, di quello che
sento per te. Mai, Laura»
La ragazza rimase lì, ferma a guardarlo, senza riuscire a
dire niente.
Che avrebbe potuto dire, dopo le sue parole? Forse non era stata una
vera dichiarazione d’amore, ma allora che altro avrebbe
potuto essere?
Senza resistere oltre, gli gettò le braccia al collo,
stringendolo forte.
Lui sorrise, ricambiando l’abbraccio. «Questo era
un sì?» chiese.
Lei annuì contro il suo collo.
«Sì» rispose, baciandogli le labbra.
«Sì»
«Bene» disse lui, ricambiando i suoi baci con
dolcezza.
Sì, l’avrebbe portata a L.A. L’avrebbe
tenuta con sé fino a quando il destino
gliel’avesse concesso. Le sarebbe stato fedele sempre e,
finalmente, si sarebbe sentito completo.
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Capitolo 13 *** 13 ~ Non Posso Fingere ***
Angolo
della Follia: Ed è iniziata una nuova settimana.
Mentre la mia caccia al lavoro continua, va avanti anche la mia voglia
di scrivere. D'altra parte, fino a quando non riuscirò a
trovare qualcosa da fare, tenermi impegnata con la scrittura non
è una brutta cosa, no?
Detto questo... eccovi un nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
Ringrazio chiunque stia leggendo. Buona lettura. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
13 ~ Non Posso Fingere
Non sarebbe riuscito ad addormentarsi nemmeno se avesse ingurgitato un
intero flacone di sonniferi.
Aveva perso. Non era riuscito a resistere. Si era lasciato sopraffare
dal desiderio di averla. «Idiota» si disse.
Tornò a guardarla. Era così bella. Addormentata
placidamente al suo fianco, nuda, con i capelli scompigliati sparsi
attorno al viso.
Il ricordo della sua voce che ansimava il suo nome era ancora molto
vivido nella sua mente. I suoi occhi grigi che lo fissavano mentre le
regalava un nuovo spasmo di piacere. I suoi baci dolci e, al tempo
stesso, pieni di passione rovente. Le sue mani delicate che lo
accarezzavano, piene di desiderio.
Fece un respiro profondo per tentare di calmare la voglia improvvisa di
immergersi nuovamente nel suo calore.
Sì, gli era piaciuto. Gli era piaciuto più di
quanto avrebbe dovuto. Non si era risparmiato niente. L’aveva
fatta sua in tutti i modi a lui concessi. L’aveva respirata,
assaporata, assaggiata, lasciandosi annegare nel suo sapore dolce che
riusciva ancora a sentire sulle labbra.
«Basta» sibilò a sé stesso.
Un mugolio, attirò la sua attenzione. Si stava svegliando.
La vide muoversi appena e sfregare il naso contro il suo braccio.
Malgrado tutto, sorrise. «Buongiorno» le
sussurrò.
Lei ricambiò il sorriso, stiracchiandosi.
«Buongiorno» rispose.
«È mattina. Possiamo tornare al
residence» la informò lui, mettendosi a sedere.
In quel momento, Kayley si rese conto della situazione in cui si
trovava. Era ancora completamente nuda e Jared lo era tanto quanto lei.
Il ricordo della notte appena trascorsa la colpì
all’improvviso. Aveva tenuto stretto a sé quello
splendido corpo per tutto il tempo, toccandolo, baciandolo e Dio solo
sapeva che altro.
Un vistoso rossore le colorò le guance, facendo sorridere il
cantante.
«Che succede? Ti imbarazza essere nuda davanti a me? Dopo
quello che abbiamo fatto?»
Lei gli lanciò un’occhiataccia. «Non
è divertente» sbottò.
«È successo e non sarebbe dovuto accadere. Lo
avevi detto anche tu. Io…» le si spezzò
la voce.
Jared le si avvicinò piano, sfiorandole una spalla
delicatamente. «Kay…» Lei
sollevò lo sguardo, incontrando i suoi occhi. «Non
farlo. Non devi lasciarlo accadere, Kayley»
«Cosa?» chiese lei, con gli occhi lucidi.
«Non devi innamorarti di me» rispose lui.
«Non posso essere io l’uomo giusto per te, capisci?
Dai… guardami»
La ragazza sostenne il suo sguardo, trattenendo le lacrime che
minacciavano di scivolarle sulle guance da un momento
all’altro. «Ti sto guardando Jared e sai cosa
vedo?» Lui rimase in silenzio, in attesa. «Vedo un
uomo che ha paura. Una paura tanto grande da farlo scappare quando non
riesce a gestire le cose a modo suo. Che fa di tutto per farsi odiare
pur di non dover affrontare la verità. Ecco cosa
vedo»
Jared sentì una dolorosissima fitta allo stomaco. Le parole
di Kayley lo avevano colpito profondamente. Lei aveva capito tutto. Era
riuscita a smascherarlo.
Avrebbe dovuto rivestirsi e andare via, lasciare quel posto e tornare a
Los Angeles, subito, ma c’era una domanda che doveva
assolutamente avere una risposta.
«Quale verità, Kay?»
Lei sospirò. «Quale verità? Che
è l’amore a farti paura. Che sei così
spaventato da non riuscire nemmeno a vedere che
c’è qualcuno, a questo mondo, che sarebbe pronto a
tutto, disposto a fare qualunque cosa, pur di farti felice. La
verità è che fingi di essere qualcuno che non sei
pur di non lasciarti sopraffare dai tuoi stessi sentimenti»
«Kay…»
«Vattene!» lo interruppe lei. «Sono certa
che riuscirai a trovare la strada anche da solo, ormai»
«Ti prego, Kay, io…»
«Vattene via! Lasciami sola!» urlò,
interrompendolo nuovamente, mentre le lacrime avevano iniziato a
rigarle le guance.
Jared si pietrificò a quella vista. Scosse la testa.
«No» rispose secco. «Non esiste che io ti
lasci sola, scordatelo»
Tentò di toccarla, ma lei lo respinse bruscamente.
«Non farlo!» sbottò.
«Perché vuoi complicare tutto? Ti sto dando la
possibilità di tornare alla tua vita, dimenticandoti di
tutto questo. È stata solo una notte, giusto? Eravamo
d’accordo, no?» si strinse le ginocchia al petto.
«Vai via» mormorò. «Non
complicare tutto»
«È già complicato, Kay!»
disse lui. «Cristo… guardati. Guardami!»
continuò poi, alzando la voce. «Guarda quello che
ci sta succedendo! Noi… cazzo… noi stavamo bene
prima di questo. Era tutto perfetto. Potevo parlare con te,
dimenticando di essere un fottutissimo personaggio famoso. Ero tornato
ad essere semplicemente me stesso. E adesso?» si
passò una mano tra i capelli. «Adesso sta andando
tutto a puttane perché ho permesso ai miei cazzo di
sentimenti di intromettersi tra noi!»
Kayley rimase immobile a fissarlo, senza riuscire a dire niente.
Non l’aveva mai visto così. Era arrabbiato,
frustrato, disperato e lei non aveva idea di come calmarlo.
«Dio… Kay, io rivoglio la ragazza che mi ha
portato la chitarra quella prima sera in hotel» riprese poi,
accucciandosi davanti a lei, prendendole le mani. «Rivoglio
la ragazza che mi fa ridere come nessun altro, permettendomi di essere
un uomo qualunque, come tutti gli altri. Rivoglio la ragazza timida e
insicura che si sente a disagio per colpa dei suoi fianchi. Rivoglio
quello che avevamo prima. Io… non voglio litigare con
te» abbassò lo sguardo. «Non voglio
sentirmi un mostro per… questo» mormorò
poi.
«Jared» lo chiamò lei, liberando una
mano dalla sua stretta, cercando di fargli sollevare il viso.
Quando lui tornò a guardarla, il suo cuore perse un battito.
Quegli occhi azzurri, sempre così limpidi e pieni di luce,
erano arrossati e lucidi.
«No» sussurrò lei, stringendolo a
sé. «Tu non… tu non sei un mostro,
okay?» lo lasciò andare per prendergli il volto
tra le mani. «Ascolta… quello che è
successo qui, questa notte, è stato magico. Non mi pento di
niente… niente, hai capito?» Lui non rispose, ma
una lacrima solitaria gli scese lenta lungo la guancia.
«Ti prego… non farlo» mormorò
lei. «Non ne parleremo più, okay?
Tornerà tutto come prima, te lo prometto. Tu… tu
non mi hai persa. Io sono… ti sarò amica,
credimi. Tu potrai sempre contare su di me, lo giuro, ma ti
prego… ti prego, non piangere. Non credo di poter sopportare
tanto»
Lui chiuse gli occhi per un istante. Le sue parole erano la conferma a
tutti i suoi dubbi.
«Ci sono riuscito, vero?» chiese, mentre
un’altra lacrima sfuggiva ai suoi occhi, perdendosi sulle sue
labbra. «Sono riuscito a sconvolgerti la vita, non
è così?»
Kayley si morse il labbro. «Tu non hai fatto niente di male,
Jay. Non devi mai, nemmeno per un istante, sentirti in colpa, okay? Io
non… non lo avevo previsto. Non avrei mai potuto nemmeno
pensare che tu…» sospirò. «Tu
sei molto più di quanto avessi mai immaginato»
Lui si lasciò andare ad un sorrisetto appena accennato.
«Ho sognato così tante volte di sentirmi dire
certe cose» scosse la testa. «Ma tu hai ragione,
sai? Sono un codardo. Ho paura. Una paura fottuta di essere buttato via
ancora una volta e di non sapere come fare per tornare a
vivere»
«Lo so» disse lei, accarezzandogli il viso.
«Io non voglio che tu ti senta costretto a dire o a fare
qualcosa che…» sospirò. «Ma
io non sono una brava attrice, Jared. Io non riesco a fingere di non
amarti. Non ne sono capace» fece spallucce. «Ti
starò lontana, se è questo che vuoi. Non mi
vedrai nemmeno. Io…»
Le labbra del cantante le impedirono di continuare. Avevano raggiunto
le sue con tanta forza da averle tolto il respiro.
«Non parlare più» le soffiò
sulla bocca. «Se quello che hai detto è
vero… dimostramelo, Kayley Marie Parrish. Dimostrami che mi
ami» la baciò delicatamente. «E
insegnami a tornare ad amare ancora»
|
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Capitolo 14 *** 14 ~ Andare Via ***
Angolo
della Follia: Eccomi qui. Se avete pensato che mi fossi
dimenticata della pubblicazione giornaliera, vi siete sbagliati. Ho
solo ritardato un pochino =)
Va be'... forse nemmeno vi interessa, considerando che nessuno lascia
nemmeno una piccola traccia del proprio passaggio, ma non importa, io
lo scrivo lo stesso =D
Allora... i "Jared Leto" dei social, persistono nello scrivermi e io li
lascio fare, rispondendo qui e là perché mi sto
divertendo. Fino a quando restano sul vago e non chiedono cose troppo
personali, mi sta pure bene questo scambio di messaggi.
Ad essere del tutto onesta, questa cosa mi sta facendo venire qualche
idea per una futura storia, quindi ne approfitto =D Sono perfida, lo
so. Abbiate pazienza con me.
Ma adesso, passiamo al nuovo capitolo di oggi. Spero vi piaccia.
Ringrazio i fantasmini che passano e se ne vanno, augurandovi una buona
lettura e una buona serata. Alla prossima, bella gente.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
14 ~ Andare Via
Dopo le sue parole, non era riuscita a far altro che accarezzargli
dolcemente il viso, passandogli delicatamente le dita tra i corti
capelli biondo cenere.
Aveva sentito le sue lacrime sulla pelle e vederlo piangere era stata
una vera e propria pugnalata al cuore.
Lo aveva stretto a sé con tutta la forza di cui era capace,
cercando di calmarlo, di fargli sentire quell’amore di cui
aveva così tanta paura, ma di cui aveva un disperato bisogno.
Lui le aveva immerso il viso tra i capelli, lasciandosi abbracciare,
ricambiando la sua stretta.
«Fai l’amore con me» gli aveva sussurrato
lei, sfiorandogli la guancia con le labbra.
I suoi grandi occhi azzurri l’avevano guardata per un attimo,
tanto intensamente da averle dato i brividi.
«Cosa devo fare?» aveva mormorato.
«È da tanto tempo che non faccio davvero
l’amore con qualcuno, Kay»
«Oh Jared» disse, stringendolo nuovamente a
sé. «Dimentica chi sei diventato per tutti gli
altri. Dimentica tutto quello che hai fatto finora. Torna ad
essere… te, Jared. Solo Jared. Segui il tuo cuore»
Il cantante era tornato a guardarla. Le aveva accarezzato il viso.
L’aveva baciata una, due volte e poi ancora e ancora. Aveva
poggiato il viso sul suo seno, restandosene lì, immobile,
per un tempo indefinito, semplicemente tenendola stretta.
Lei aveva continuato ad accarezzargli i capelli, scendendo poi a
sfiorargli il collo e le spalle.
Quando si era risollevato e aveva ripreso a baciarla, aveva sentito la
sua mano accarezzarle la pelle, sfiorandole il profilo, scendendo lungo
i fianchi per raggiungerle le gambe che, automaticamente, gli avevano
lasciato lo spazio sufficiente per permettergli di unirsi a lei.
Ed ora, eccoli lì, distesi davanti al caminetto ormai quasi
totalmente spento, stretti in un abbraccio, a fare l’amore
lentamente, guardandosi negli occhi.
Shannon teneva gli occhi spalancati puntati su Richard. «Mi
stai dicendo che non sono ancora tornati?» L’uomo
scosse la testa e il batterista sbuffò irritato.
«Ma da quando in qua, quel deficiente, spegne quel
dannatissimo coso???» borbottò, alludendo al
blackberry del fratello.
Richard sghignazzò. «Magari lo ha spento per non
essere disturbato» bofonchiò con indifferenza.
«Ma figur…» Shannon si zittì
all’improvviso. Un enorme sorriso a trentadue denti si
allargò sul suo volto. «Ma certo!»
«Ancora nessuna notizia di Kayley e Jared?»
La voce di Laura gli fece scorrere un brivido lungo la schiena. Il
ricordo della notte appena trascorsa lo fece sospirare per un attimo,
poi si voltò verso di lei, le prese le mani e
puntò gli occhi ambrati nei suoi. «Jay ha il
blackberry spento e lui non lo spegne mai. Mai, Laura. Davvero
mai!» fece un respiro profondo, prima di continuare.
«Cosa ti suggerisce, questa cosa?»
La sua espressione, così raggiante, fece sorridere la
ragazza. «Be’…»
Lasciò la frase in sospeso perché, proprio in
quel momento, gli oggetti della discussione, fecero il loro ingresso
nella hall.
Kayley abbassò lo sguardo, arrossendo. Jared si
passò una mano tra i capelli, evidentemente in imbarazzo.
«Dove diavolo sei stata per tutta la notte?»
La voce di Brianna Adams, risuonò per tutto
l’ingresso. Si era materializzata, come per magia, aggredendo
la figlia come se non ci fosse nessun altro presente.
La ragazza impallidì. «Mamma,
io…»
La donna la prese per un braccio, facendola allontanare. «Non
parlare e vedi di darti una sistemata» la
rimproverò, guardandola dall’alto in basso, con
disprezzo. «Credi davvero che non abbia capito?» le
sibilò in faccia. «Credi davvero che, lasciarti
sbattere da quello, faccia cambiare le cose? Che ti renda
più importante? Ti sbagli. Qui, tu non sei
nessuno!»
Jared non riuscì a trattenersi. Il fatto che, quella donna
orribile, stesse trattando Kayley in quel modo, fregandosene altamente
di mantenere la discussione privata, gli fece ribollire il sangue nelle
vene.
«Ehi» sbottò, mettendosi tra la ragazza
e sua madre. «Come osa trattarla in questo modo? È
sua figlia!»
«Lei non si immischi» sbraitò Brianna,
infastidita dall’intromissione del cantante. «Non
sono affari che la riguardano»
Lui le rivolse un’occhiata glaciale. «Oh
sì invece, mi riguardano eccome. Tutto quello che riguarda
Kayley, riguarda anche me» le si avvicinò di un
passo. «Sono quello che se la sbatte, no?»
sibilò, infuriato.
La donna, sostenne il suo sguardo senza un’ombra di
cedimento. «Molto bene» rispose, calma.
«Se è vero che le interessa tanto, lo dimostri. Se
la porti via»
Kayley spalancò gli occhi, scioccata dalle parole della
madre. Praticamente la stava cacciando da casa sua, senza nemmeno
fermarsi a riflettere.
Richard ebbe un tuffo al cuore. «Signora Adams, non
può dire…»
«Ne resti fuori Booth» lo interruppe lei,
fulminandolo con lo sguardo. «O sarà
licenziato»
Jared teneva le mani chiuse a pugno. Nella sua mente non si era mai
fatta strada, nemmeno di sfuggita, l’idea di colpire una
donna, eppure in quel momento avrebbe voluto riempire di schiaffi
quell’essere orribile che Kayley si ritrovava come madre.
Cercò di calmarsi, facendo un respiro profondo.
«Kay» disse poi, finalmente calmo. «Fai i
bagagli. Ce ne andiamo da qui. Immediatamente»
«Come?» sussurrò lei, guardandolo,
confusa.
Il cantante si voltò a guardarla negli occhi. Le sorrise,
rassicurante. «Ti porto via da qui. Ti porto via con
me» le sfiorò una guancia con la punta delle dita.
«Forza tesoro, vai a preparare le tue cose»
tornò a guardare Brianna. «Non ho intenzione di
restare in questo posto un secondo di più. Shan…
tu cosa pensi di fare?»
Shannon, che non aveva ancora aperto bocca, troppo scioccato da quello
che era successo, scrutò Laura.
«Piccola?» le chiese, sperando che la sua risposta
non fosse negativa.
La ragazza si fece seria. Si avvicinò alla signora Adams e
le gettò ai piedi il tesserino che aveva appuntato alla
camicetta. «Mi licenzio» comunicò con
voce ferma.
Il batterista sorrise. «Sono con te, fratello»
Laura gli strinse la mano, poi gli baciò la guancia.
«Vado a fare le valige e ad aiutare Kayley»
Shannon annuì. «Stringila un po’ anche
da parte mia, okay?»
Jared, sentite le sue parole, sorrise. «L’avevo
detto. Sei un buon fratello» Si avvicinò a Laura,
prendendole una mano. «Puoi dirle che la
raggiungerò tra poco?»
La ragazza annuì. «Certo» gli sorrise.
«Kay ha sempre avuto ragione. Sei proprio un angelo, Jared
Leto»
Il cantante spalancò gli occhi a quelle parole. «E
quando l’ha detto questo?»
Lei fece spallucce. «L’ha sempre detto. La prima
volta che l’ha fatto è stata quando sei entrato
nella sua vita con la tua musica. Da allora non ha fatto altro che
ripeterlo» Gli fece l’occhiolino e lo
lasciò lì, a guardarla allontanarsi, ancora
incredulo.
«Tesoro» Aprì la porta della camera e
spiò all’interno.
Lei era lì, alle prese con due enormi valige che aveva
recuperato dal fondo di un armadio chiuso da anni. Non si
voltò nemmeno.
Laura sospirò. Poteva solo immaginare come si potesse
sentire, dopo le parole della madre, ma quel silenzio, quello sguardo
vuoto, non era da lei. Non l’aveva vista versare nemmeno una
lacrima.
Le si avvicinò lentamente. «Ehi»
mormorò, sfiorandole la spalla.
A quel lieve tocco, la vide sussultare. Un singhiozzo strozzato la
irrigidì. La vide accasciarsi sul pavimento, scossa dal
pianto.
Immediatamente corse fuori dalla camera e raggiunse, nuovamente,
Shannon e Jared.
«Jay ti prego… corri… è per
Kayley»
Senza aspettare spiegazioni, il cantante corse su per le scale, facendo
gli scalini due alla volta per fare prima.
Quando arrivò alla camera della ragazza e la vide
lì, a terra, le mani strette a pugno sul pavimento, scossa
dai singhiozzi, le si inginocchiò davanti e la strinse forte
tra le braccia. «Sono qui, Kay»
sussurrò. «Sono qui. Sarò sempre qui,
per te» le accarezzò la schiena, dolcemente.
«Coraggio, piccola, calmati»
Continuò a cullarla fino a quando non smise di piangere. Si
era stretta a lui con così tanta forza, facendosi piccola
tra le sue braccia, da sentire di essere diventato una cosa sola con
lei.
Richard, che aveva raggiunto la stanza, informato da Laura, era rimasto
a guardare la scena in silenzio.
Jared sollevò lo sguardo verso di lui. «Puoi
lasciarci soli per un minuto?» chiese. «Non ci
metteremo molto, promesso»
L’uomo annuì, chiudendo la porta e il cantante
tornò a concentrarsi sulla ragazza.
«Perché?» la sentì mormorare.
«Perché mi odia fino a questo punto?»
«Non lo so, Kay» ammise, con il cuore a pezzi. Che
altro avrebbe potuto dirle? Nemmeno lui riusciva a spiegarsi come una
madre potesse trattare in quel modo la propria figlia, sangue del suo
sangue. «Ma ehi… ci sono io con te, adesso. E
Laura. E Shan» le asciugò una lacrima con il
pollice. «E noi non ti lasceremo mai, capito?»
La ragazza sollevò il viso per incontrare i suoi occhi.
«Me lo prometti?»
Per un attimo, Jared sentì un nodo allo stomaco. Quella
promessa avrebbe cambiato tutto. Tutta la sua vita. Tutta la sua intera
esistenza. Completamente.
«Te lo prometto» rispose alla fine, sfiorandole le
labbra con le sue.
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Capitolo 15 *** 15 ~ Benvenuta a L.A. ***
Angolo
della Follia: Ed eccomi qui con un nuovo aggiornamento.
Ho appena finito di vedere "Alexander" quindi sono ancora,
momentaneamente, traumatizzata dalla dipartita del dolce Efestione
🥺🥺🥺
Abbiate pazienza. Non è che io non abbia mai visto quel
film... ma ogni volta è un trauma, non posso proprio farci
niente.
Vaaa be'... basta piagnistei. Torniamo a noi.
Ringrazio, come sempre, tutti quelli che vengono a farsi un giro, anche
solo per dare una sbirciatina.
E adesso... vi auguro una buona lettura e una splendida serata. Alla
prossima 😘
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
15 ~ Benvenuta a L.A.
L’aveva tenuta stretta durante tutto il viaggio per Los
Angeles. Era stato straziante vederla salutare Richard. Doverlo
salutare, era stato difficile anche per lui. Avrebbe voluto poter fare
qualcosa per liberare quell’uomo dalle grinfie di quella
donna senza cuore, ma in quel momento era più preoccupato
per la ragazza al suo fianco, la sua piccola dagli occhi grigi.
Sorrise, pensando a quando quell’espressione gli era sfuggita
dalle labbra.
Richard lo aveva pregato di prendersi cura di lei. Di farla felice.
Lui lo aveva stretto in abbraccio e aveva mormorato: «Tranquillo, Rick… mi
prenderò buona cura della nostra piccola dagli occhi grigi»
Sì, avrebbe aiutato quell’uomo ad allontanarsi da
quel residence in Wyoming. L’avrebbe portato a Los Angeles e
avrebbe reso Kayley felice.
«Ehi, piccola, siamo arrivati» le
sussurrò all’orecchio, baciandole la fronte.
La ragazza si stropicciò gli occhi, sbadigliando.
«Scusa… mi sono addormentata»
Lui sorrise. «Non c’è problema. Eri
sfinita» le portò una ciocca di capelli dietro
l’orecchio. «Appena sistemati, potrai riposarti
meglio. Vieni»
Kayley lo seguì all’interno dell’enorme
villa che, chiaramente, doveva essere casa sua. Salirono le scale e,
quando lui adagiò le valige ai piedi di un enorme letto, lei
gli rivolse un’occhiata sorpresa. «Questa
è… camera tua?»
Jared annuì, prendendole una mano, attirandola a
sé. «Non vuoi dormire con me?» le
chiese, sfiorandole il naso con il suo.
La ragazza sentì il cuore aumentare la sua corsa. Quella
domanda, la consapevolezza che non sarebbe stata solo una notte, di
essere lì, a casa sua, nella sua camera da letto, le fece
scorrere un brivido lungo la schiena.
Quegli occhi azzurri, limpidi come il cielo che si poteva vedere dalla
grande portafinestra a cui lui dava le spalle, la scrutavano con
attenzione.
Lentamente, si sollevò sulla punta dei piedi per raggiungere
le sue labbra morbide.
Quando lui la strinse forte, lasciandosi rapire da quel bacio, lei gli
affondò le mani nei capelli.
«Quello era un sì?» le chiese poi,
tornando a guardarla. «Dormirai qui con me?»
Kayley annuì. «Sì, dormirò
con te» rispose, tornando a baciarlo.
Laura era senza fiato. La casa era stupenda e l’idea di
essere lì, con Shannon, la stava facendo impazzire di gioia.
«Ti piace?» le chiese lui, abbracciandola da dietro.
La ragazza annuì. «È tutto
splendido» rispose.
«Senti… ti va di fare due passi? Ti faccio vedere
i dintorni» propose lui, prendendole una mano, lasciando che
le loro dita si intrecciassero con naturalezza. «Ho
l’impressione che mio fratello e Kayley abbiano bisogno di un
po’ di tempo per stare da soli»
Lei annuì. «Sì certo, mi piacerebbe
molto»
«Bene» disse lui, con un sorriso.
«Sai… sono davvero contento che tu sia partita con
me» continuò poi, serio.
«Sono contenta di essere qui» rispose lei, con
convinzione.
Il batterista l’attirò a sé,
stringendola tra le braccia forti. «Resterai?»
chiese, con gli occhi d’ambra inchiodati ai suoi.
«Resterai con me per sempre?»
Laura cercò di ritrovare la voce. Quegli occhi, fissi nei
suoi, avevano il potere di confonderla. «Dovrei…
dovrei essere io a farti questa domanda, non credi?»
Shannon scosse la testa. «Non ne hai motivo. Devi credermi.
Nessun motivo» Rimase in silenzio per un attimo, continuando
a guardarla serio. Non un’ombra di falsità gli
attraversava lo sguardo. Non un tremolio nella voce. «Se ti
ho portata qui, a casa mia, è perché per me sei
speciale. Io non faccio queste cose. Non le ho mai fatte,
perché iniziare proprio ora? Perché dovrei
complicarmi la vita?»
Lei scosse la testa, timidamente. «Non… non lo
so» ammise.
Lui sorrise. «Infatti. Non puoi saperlo perché per
me non avrebbe nessun senso farlo. Invece eccoti qui. L’ho
fatto e non me pento perché tu… tu sei diversa.
Tu sei speciale e sei mia. Solo mia»
Laura sentì il cuore sciogliersi. Sapeva essere di una
dolcezza disarmante e, al tempo stesso, eccitante come nessun altro.
«Però non hai risposto alla mia domanda»
riprese lui, riacquistando la sua attenzione. «Resterai con
me? O presto ti stancherai di avere accanto un uomo di tredici anni
più vecchio di te?»
La ragazza spalancò gli occhi a quelle parole.
«Dici sul serio? Tu credi veramente che
io…» sbuffò. «Ma dai,
Shannon, come puoi pensare che…»
«Non è una cosa tanto sciocca, sai?» la
interruppe lui. «Insomma, ammettiamolo… io non
sono più un ragazzino e tu…»
Lei lo interruppe baciandolo, lasciandolo completamente senza fiato.
«Ma davvero non hai capito che mi sono innamorata di te,
brutto zuccone?» mormorò poi, con le labbra che
ancora sfioravano le sue.
Il batterista fece un respiro profondo prima di parlare. «Ho
sperato di sentirti dire questa cosa» sussurrò,
accarezzandole il viso. «E lo sai? Anch’io mi sono
innamorato di te»
•••
Si ritrovò a sorridere, ripensando alla serata appena
trascorsa.
Shannon aveva confessato il suo amore per Laura lì, davanti
a tutto il ristorante in cui avevano portato le ragazze a cena. Era
stato emozionante e lui si era sentito così entusiasta
dell’espressione raggiante sul volto del fratello.
Aveva osservato quella coppia per tutta la sera, invidiando
l’intesa che si era stabilita tra loro in così
poco tempo. L’amore a prima vista doveva proprio esistere a
quanto pareva.
Poi aveva guardato Kayley, al suo fianco, che non aveva mai smesso di
sorridere. Nei suoi occhi aveva visto la gioia e l’emozione
provata dopo l’annuncio di Shannon.
Quando lo aveva guardato, con ancora il sorriso sulle labbra, era
riuscito solo a ricambiare il sorriso e a sfiorarle la guancia
regalandole un bacio leggero.
Si maledisse per non essere in grado di reagire come suo fratello, per
avere ancora così paura di tutta quella situazione.
«Ritorna sulla terra, Jared. Sei su Marte da troppo
tempo»
La voce della ragazza al suo fianco, lo scosse dai suoi pensieri. Si
sentì improvvisamente uno stupido.
Sospirò. «Scusami, Kay»
L’attirò a sé, lasciando che lei lo
abbracciasse, poggiandogli la testa sul petto.
«Non sei obbligato, lo sai?»
«Non sono obbligato a fare cosa?» chiese lui, con
il cuore già in tumulto.
La ragazza si sollevò, guardandolo negli occhi. «A
fare tutto questo» rispose.
«Io…» abbassò lo sguardo.
«Io mi sono innamorata di te, è vero, ma tu non
sei costretto a…»
Lui le prese il viso tra le mani. «Non parlare
così. Io non mi sento costretto a fare niente.
Io…» rimase incantato a guardare quegli occhi
grigi che lo scrutavano, attenti. «Fai l’amore con
me, Kayley» mormorò poi.
«Vuoi?»
Era stato più forte di lui. Il desiderio di quel corpo
caldo, appassionato, forte ma fragile al tempo stesso, lo aveva
sopraffatto.
Si era reso conto di voler davvero fare l’amore con lei. Era
stanco di tutto il resto. Con lei, ogni volta, sarebbe stato amore.
Sapeva di averla sorpresa. Quella mattina, nel rifugio, era stata lei a
chiedergli di fare l’amore e lui le aveva chiesto di
insegnargli come fare. Ma ora non aveva più bisogno che
qualcuno glielo spiegasse. Ora sapeva cosa fare. Con lei
l’avrebbe sempre saputo.
«Sempre» rispose lei, sfiorandogli le labbra con le
sue.
Incoraggiato dalla sua risposta, Jared lasciò che quel bacio
prendesse forza. La fece stendere e la liberò velocemente
dai vestiti.
Avrebbe voluto essere delicato e fare tutto con la massima calma, ma la
voglia di averla, di sentirsi parte di lei, lo fece agire con foga.
Senza sprecare altro tempo, si fece spazio tra le sue gambe,
spingendosi in lei con urgenza.
Quando la sentì irrigidirsi, capì di essere stato
troppo brusco, troppo violento. «Kay,
io…»
«No» lo zittì lei. «Non
fermarti adesso… ti prego»
Il suo sguardo si era fatto vacuo, le guance rosse e il respiro
affannato. Le era piaciuto.
Con rinnovato vigore, riprese a muoversi dentro di lei.
Ad ogni spinta, poteva sentire il suo corpo rispondere e
l’eccitazione crescere.
I suoi gemiti riempivano la stanza. Le sue mani gli stringevano le
spalle. I suoi occhi erano puro fuoco.
Avrebbe ucciso per quegli occhi, ne era certo.
«Non ti fermare» la sentì ansimare.
«Dio... Jared, non ti fermare»
Le chiuse la bocca con un bacio prepotente, esigente, al quale lei
rispose senza freni.
Quando il suo corpo venne attraversato da una forte scarica di piacere,
lui non diede segno di volersi fermare.
Aveva raggiunto il suo scopo. Era riuscito a darle piacere, ma il suo
momento non era ancora arrivato.
Iniziò a muoversi lentamente, lasciandosi scivolare fuori e
dentro di lei piano, quasi al rallentatore.
Quando la sentì sospirare, sorrise. «Ti
piace?» le chiese, sussurrandole all’orecchio.
Lei annuì. «Sì» rispose
mentre un gemito le sfuggiva dalle labbra. «Vorrei che non
finisse mai»
«Potrei continuare anche tutta la notte, Kay»
mormorò lui. «Dimmi che mi vuoi e lo
farò… per te»
La ragazza lo guardò negli occhi, trattenendo a stento un
nuovo gemito a causa del piacere che lui le stava regalando con quei
suoi movimenti sensuali. «Ti voglio, Jared»
ansimò. «Ti desidero così tanto da non
riuscire a respirare»
«Ti aiuto io a farlo» sussurrò lui,
poggiando le labbra sulle sue, soffiando piano dentro la sua bocca.
«Non ti preoccupare di questo»
Kayley non riuscì a resistere. Gli prese il viso tra le mani
e l’attirò a sé, impossessandosi
completamente delle sue labbra.
A quel punto, Jared riprese a muoversi velocemente, sempre di
più, fino a gemere nella sua bocca prima di lasciarla andare
e liberarsi contro il suo fianco, cercando di riprendere fiato, con il
cuore completamente impazzito.
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Capitolo 16 *** 16 ~ Sei Innamorato Jay? ***
Angolo
della Follia: Bene bene... eccomi con il consueto
appuntamento giornaliero.
Che posso dirvi? Sto ascoltando la colonna sonora di "Alexander".
Sì, il film non mi è bastato 😅
La verità è che io ho una vera e propria
ossessione per le colonne sonore. Sono come l'aria che respiro. Le amo
profondamente e così... oggi ho deciso di ascoltare questa
perché, effettivamente, è un vero capolavoro.
Okay... passiamo ai ringraziamenti di rito. Grazie a tutte le persone
che si fanno un giro da queste parti. Grazie a chi arriva e scappa.
Grazie a chi legge fino alla fine.
Detto ciò... vi auguro una buona lettura e una buona serata.
Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
16 ~ Sei Innamorato Jay?
«Buongiorno, fratellino»
Shannon entrò in cucina con un sorriso a trentadue denti
stampato in faccia, ma Jared riuscì a rivolgergli solo un
breve cenno con la testa.
«Ehi… che ti prende?» gli chiese,
avvicinandosi.
Il cantante lo guardò per un attimo, chiedendosi quanto
potesse essere giusto stressarlo con le sue paranoie, quando era chiaro
come il sole che lui fosse in una fase di totale ed assoluta
felicità.
Lo sguardo che gli lanciò, mentre si sedeva al suo fianco,
gli fece capire che non gli avrebbe dato tregua fino a quando non
avesse parlato quindi si mise seduto e fece un respiro profondo.
«Si tratta di Kayley» disse.
Shannon si appoggiò alla grande isola della cucina, accanto
a lui. «Che succede?» chiese, preoccupato dal suo
tono di voce.
Jared si passò una mano tra i capelli.
«Noi…» giocherellò con il
bicchiere che teneva tra le mani. «Questa notte, abbiamo
fatto l’amore» rivelò senza esitazioni.
Lui e Shannon si erano sempre detti tutto e non avevano mai avuto
problemi a confidarsi certi particolari anche se, solitamente, si
parlava di scopate memorabili, non certo di amore.
Il batterista annuì, cauto. «Qual è il
problema?» domandò, non riuscendo a capire bene
quello che affliggeva il fratello.
«È innamorata di me, Shan» rispose lui.
«Io…» sospirò.
«Dovrei essere felice, giusto? Insomma… lo
sono… credo» si prese la testa tra le mani.
«E se mandassi di nuovo tutto a puttane? Insomma…
lo sai come sono fatto. Non… non funzionerà mai,
Shan. Io…»
Il batterista lo interruppe, poggiandogli una mano sulla spalla.
«Smettila, Jay. Smettila di pensare.
Tu…» lo guardò fisso negli occhi.
«Stai permettendo al passato di tormentarti quando, invece,
dovresti provare a lasciarti andare, a vivere il momento. Lei ti piace,
no?»
Lui annuì, senza nemmeno pensarci.
«Sei innamorato di lei?»
«Io…» abbassò lo sguardo.
«Non lo so, Shan» ammise, combattuto. «So
solo che sento di aver bisogno di lei per ritrovare me stesso»
Il batterista gli strinse la spalla. «Dimentica il passato,
fratellino. Kay è qui, è adesso, è
tua. Lasciala entrare nella tua vita. Lasciaglielo fare davvero e
vivila, assaporala…» gli sorrise affettuosamente.
«Innamorati di lei. Innamorati come se fosse la prima volta.
Credimi, Jay, non c’è niente di cui aver
paura»
Il cantante annuì, ricambiando il sorriso del fratello.
Poggiò il bicchiere sopra un vassoio e lo riempì
di succo d’arancia. Gli diede un’occhiata veloce,
poi fece un respiro profondo. «Grazie, Shan» disse.
«Ora, se vuoi scusarmi, devo andare a dare il buongiorno a
qualcuno»
Shannon sorrise, guardandolo uscire dalla cucina con il vassoio tra le
mani. «Forza, fratellino. Forza» mormorò.
«Ciao»
La sua voce, ancora impastata dal sonno, gli scaldò il cuore.
Era lì, con i capelli scarmigliati, gli occhi ancora
assonnati, seduta al centro del letto.
«Ehi, buongiorno» la salutò.
«Sono sceso a prenderti qualcosa per colazione»
Kayley lo guardò, sorpresa. «Non ce
n’era bisogno, Jay»
Lui fece spallucce. «Mi andava di farlo, Kay»
Poggiò il vassoio sul comodino, poi si mise seduto sul bordo
del letto. «Dormito bene?»
Lei annuì. «Mi sarebbe piaciuto svegliarmi con te
accanto, ma non importa»
Jared rimase a guardarla per un minuto. Shannon aveva ragione. Il
passato era passato. Kayley era il presente. Era lì,
raggomitolata tra le sue lenzuola, nel suo letto, in casa sua ed era
lì per lui. Quella notte lo aveva amato come non aveva mai
fatto nessun’altra e lui si era sentito forte, potente, in
grado di fare qualunque cosa, di affrontare tutto.
Si rese conto in quel momento che il suo cuore spezzato stava
lentamente guarendo, grazie a lei. Si era innamorato davvero ed era
stato proprio il suo cuore a farglielo capire, molto prima che il suo
cervello arrivasse a quella stessa conclusione.
«Posso sempre tornare a letto, se vuoi» propose,
sorridendo.
Quando la vide trattenere il lenzuolo sopra il seno, allungò
una mano nella sua direzione, mentre un sorrisetto birichino si
disegnava sulla sua bocca. «Cosa nascondi qui
sotto?»
Lei gli diede uno schiaffetto sulla mano, arrossendo. «Sei
arrivato prima che riuscissi a rivestirmi» spiegò
con un leggero broncio.
Jared annuì. «Okay… pareggiamo i conti,
che dici?»
Kayley spalancò gli occhi, sorpresa.
«Cosa… cosa fai?» chiese, guardandolo
mentre si sfilava la semplice maglia bianca che aveva addosso.
Lui fece spallucce. «Mi sto spogliando» rispose,
tranquillamente, calciando via anche i pantaloni blu elettrico della
tuta.
Lentamente, tornò sul letto, gattonando nella sua direzione.
«Vuoi finire tu?» le chiese, sfiorandole
l’orecchio con le labbra.
La ragazza si sentì avvampare. Lo aveva visto nudo solo
poche ore prima, ma quel suo modo di parlare, di muoversi, la faceva
sentire una stupida ragazzina imbranata.
Quando Jared tornò a guardarla, lei sentì il
cuore perdere un battito alla vista del sorriso peccaminoso che gli era
apparso sulle labbra. Un sorriso che l’aveva sempre fatta
impazzire anche visto attraverso una banale fotografia.
Lentamente, prese coraggio e lasciò andare il lenzuolo che
le si arricciò intorno ai fianchi.
Lui rimase fermo a guardarla, aspettando che fosse lei a fare la prima
mossa.
Kayley allungò una mano, sfiorandogli gli addominali con la
punta delle dita, tracciando delle linee invisibili sulla sua pelle.
Arrivata all’elastico dei boxer, sollevò lo
sguardo per incontrare il suo.
«Sei così bella quando hai quella luce negli
occhi» sussurrò lui, avvicinandosi abbastanza da
riuscire a baciarla.
«Quale luce?» chiese lei, accarezzandogli le labbra
con la punta della lingua.
Jared trattenne il respiro per un attimo, poi si liberò
veloce dei boxer. «Desiderio» rispose, attirandola
sopra di sé. «Lussuria. Passione» le
baciò il seno, facendola gemere. «Voglia»
«Sì» ansimò lei.
«Voglia di te»
•••
Si tenevano stretti l’uno tra le braccia
dell’altra. La doccia insieme era stata
un’esperienza che avrebbero, sicuramente, ripetuto presto.
Shannon giocava con le dita di Laura, intrecciandole in continuazione
con le sue.
«E questo è quanto. Pensi che abbia fatto bene a
dirgli quelle cose?» chiese.
La ragazza annuì. «Sì, certo. Sei stato
sincero. Gli vuoi bene e lui lo sa, per questo si è
confidato con te, Shan»
Il batterista fece un respiro profondo. «Io lo so che si
è innamorato di Kayley. Conosco mio fratello. Non
l’avrebbe mai portata qui, a casa nostra, se non fosse
così. Ma lui… si fa prendere troppo dalle sue
paure»
«Puoi biasimarlo, Shan? Me l’hai detto tu stesso
che ha sofferto molto. Ha paura ed è normale, ma se
è davvero innamorato di Kay, tutto si metterà a
posto, ne sono sicura»
Shannon la strinse un po’ più forte. «Lo
sai? Finalmente posso dire di sentirmi completo. Grazie,
Laura»
|
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Capitolo 17 *** 17 ~ Custode del Mio Cuore ***
Angolo
della Follia: Buona vigilia di ferragosto, bella gente.
Che combinerete domani? Io me ne starò bella tranquilla a
casa, con il mio ventilatore, un bel libro, un po' di musica e tanto
sano relax.
A parte questo, sicuramente mi metterò anche a scrivere,
perché ultimamente non riesco proprio a farne a meno.
A questo proposito... eccovi un nuovo capitolo 😉
Ringrazio, come sempre, chi è passato di qui e vi auguro una
buona lettura e un buon proseguimento di giornata. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
17 ~ Custode del Mio Cuore
Era arrivato il momento di mettere il naso fuori da quella casa.
Nonostante la voglia pressante di tenerla nascosta al resto del mondo,
Jared si rese conto di non poter impedire a Kayley di ambientarsi in
quella città, nella sua nuova casa perché,
sì, Los Angeles era davvero una nuova casa per lei e lui
avrebbe fatto qualunque cosa per farla stare bene.
«Dove mi porti?»
Quando la guardò, rimase incantato per un attimo. Stava
ancora scendendo le scale ed era così splendidamente
semplice da togliergli il respiro.
Indossava un paio di jeans scoloriti, con uno strappo sul ginocchio
destro e il top rosso che le aveva regalato lui. Converse nere ai piedi
e i capelli raccolti in una semplice coda alta. Non c’era
ombra di trucco sul suo volto, tranne il lucidalabbra che usava di
continuo.
Sarebbe senz’altro stata la ragazza meno sofisticata eppure
più affascinante di tutta West Hollywood. Tutti
l’avrebbero notata e ammirata per quella sua bellezza pulita,
assolutamente non ricercata e completamente disarmante.
Quel pensiero lo colpì come uno schiaffo in pieno volto. E
se, lontana dalla sua vita di prima, sperduta in quel residence in
Wyoming, si fosse sentita finalmente tanto libera da scivolargli dalle
mani? E se qualcuno fosse riuscito ad affascinarla tanto da
portargliela via?
«Jay… stai bene?» la sentì
dire. «Ti sei incupito. Che è successo? Ho fatto
qualcosa di sbagliato?»
Rimase a guardarla, sentendosi uno stupido. La paura folle di essere
abbandonato da lei, si era ripresentata più forte che mai e
non sapeva come spiegarle quello che provava. Come mosso da fili
invisibili, la strinse a sé. «Promettimi che
resterai con me» mormorò.
La ragazza spalancò gli occhi, sorpresa dalle sue parole.
Aveva risposto al suo abbraccio senz’ombra di esitazione,
sapendo quanto lui ne avesse bisogno, ma quelle parole chiedevano molto
di più.
Gli accarezzò la schiena. «Certo che
resterò con te»
«Oh Kay» la sciolse dal suo abbraccio per poterla
guardare negli occhi. «Ho bisogno di parlarti. Parlarti
seriamente… lontano da questa casa… lontano da
tutto»
Lei annuì. «Portami dove vuoi. Mi fido di
te»
Jared fece un respiro profondo, cercando di calmare il battito
forsennato del suo cuore. «Andiamo» disse poi,
prendendola per mano, uscendo di casa.
•••
Dopo quasi un’ora in completo silenzio, Jared
parcheggiò l’auto.
«Ti vanno due passi sulla spiaggia?» le chiese.
Kayley annuì. «Sì, certo»
Sapeva che qualcosa stava cambiando in lui, ma sembrava non riuscire
ancora a lasciarsi andare. Stava combattendo una vera e propria guerra
interiore e lei poteva percepirlo soltanto guardandolo negli occhi.
Scesi dalla macchina, si incamminarono verso la spiaggia, fianco a
fianco, silenziosi.
Si trattenne più volte dal chiedergli cosa lo stesse
tormentando tanto, nonostante la tentazione di farlo fosse fortissima,
ma lui le aveva detto che doveva parlarle e lei avrebbe rispettato i
suoi tempi.
«Sai Kay…» La sua voce la fece
trasalire. «Da quella prima sera al residence, ho pensato che
tu fosse diversa. Insomma… era evidente che io avessi il
potere di imbarazzarti» le lanciò
un’occhiata. «O sbaglio?»
Lei scosse la testa. «No, affatto. Stava per venirmi un
attacco di panico quando hai spalancato la porta e mi hai urlato contro
pensando che fossi Shannon»
«Scusa»
«No…» lo interruppe lei. «Non
è stato per…» arrossì.
«È solo che io…
be’… mi piacevi tantissimo»
Lui sorrise. «Ecco, vedi? Io ti piacevo e…
perdonami… l’avevo capito e…»
fece spallucce. «Prima di allora non mi sarei fatto scrupoli
ad invitarti nella mia stanza per…» scosse la
testa. «Eppure quella sera non l’ho fatto. Ti ho
lasciata andare via e ho subito pensato che avrei voluto rivederti,
conoscerti meglio. Non mi era mai successo prima.
Be’… non mi succedeva da tanto»
Kayley rimase in silenzio ad ascoltare con attenzione. Finalmente
sembrava che lui volesse aprirsi con lei e niente le avrebbe impedito
di capire tutto quello che quell’uomo, che era riuscito a
rapirle cuore e anima, avrebbe voluto raccontarle di sé.
«Credevo fosse solo amicizia, Kay» riprese lui.
«Finalmente qualcuno si stava interessando a me per
ciò che ero davvero e non per il mio
“nome” ma… più i giorni
passavano, più capivo che c’era
dell’altro» lentamente, le prese la mano facendo
intrecciare le dita alle sue, continuando a passeggiare sul
bagnasciuga. «Tu, così convinta delle tue
imperfezioni, mi eri entrata dentro molto più di quanto
avessi voluto»
Si fermò improvvisamente, prendendola per le spalle.
«Quella notte, mi sono comportato davvero da stronzo con te e
ti chiedo scusa» abbassò lo sguardo.
«Io… speravo di allontanarti da me»
ammise. «Ero così preso dalle mie paure da non
accorgermi che…» tornò a guardarla
negli occhi. «Ho paura, Kayley. Sono spaventato a morte.
Io… ci sto provando, te lo giuro, è solo
che…»
Lei lo abbracciò di slanciò. «Ehi, va
tutto bene. Sono qui per te, okay? Non me ne andrò mai se
non sarai tu a chiedermelo» gli accarezzò i
capelli biondi. «Prenditi tutto il tempo che ti serve e, se
avrai bisogno di me, io sarò lì, al tuo fianco,
capito?»
Jared la strinse tanto forte da farle male, ma lei non disse niente.
Sapeva che aveva bisogno di quel contatto come sapeva che nessuno
avrebbe mai creduto a tutto il discorso che lui aveva fatto. Chi
avrebbe mai potuto immaginare che Jared Leto potesse avere paura di
qualcosa? Eppure era proprio così. Era terrorizzato
all’idea che un nuovo amore potesse distruggerlo
definitivamente.
«Jay?» Lui la lasciò andare per poterla
guardare negli occhi. Era così seria. «Vorrei
davvero che tu capissi che non potrei mai farti del male. Niente e
nessuno potrebbe anche solo farmi prendere in considerazione
l’idea di ferirti» gli prese il viso tra le mani,
lasciando che poggiasse la fronte contro la sua. «Tu
sei…» sospirò. «Sei il
custode del mio cuore e della mia anima. Sono tuoi. Puoi farne
ciò che vuoi perché nessuno potrà mai
portarteli via»
Il cantante sentì un calore intenso avvolgerlo. Sapeva
dell’amore di Kayley nei suoi confronti, ma non si era reso
conto di quanto fosse forte fino a quel momento.
Le sfiorò le labbra con le sue. «Il mio cuore
è tuo, Kayley Marie Parrish. Lo terrai al sicuro?»
mormorò, pienamente consapevole di aver appena fatto un
passo enorme.
Lei sorrise. Un sorriso che avrebbe potuto illuminare
un’intera galassia. «Per sempre, Jared. Fino alla
fine del mondo e oltre» rispose, stringendolo forte.
Lui ricambiò l’abbraccio, finalmente certo della
sua scelta. Si sarebbe fidato di lei. Lei lo avrebbe amato e lui
avrebbe ricambiato, totalmente.
Shannon aveva avuto ragione, come sempre. Avrebbe dimenticato il
passato e avrebbe imparato ad amare nuovamente, come se fosse stata la
prima volta. «Niente paura, Shan. Non
c’è niente di cui aver paura»
|
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Capitolo 18 *** 18 ~ C’è Un Problema ***
Angolo
della Follia: Buon ferragosto!!! Come ve la passate?
Io mi sono appena messa tranquilla a letto, pronta per dare inizio ad
una nuova storia perché, sì, questa mattina ho
finito di scrivere le avventure di Jay e Kay.
Ecco quindi il nuovo capitolo che, comunque, non è l'ultimo.
Per arrivare alla fine, mancano ancora 8 capitoli più un
epigolo.
Bene... detto questo, vi ringrazio tutti, augurandovi una buona lettura
e un buon pomeriggio. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
18 ~ C’è Un Problema
Erano ancora raggomitolati sul divano. Jared e Kayley erano usciti
quindi la casa era avvolta dal silenzio ed era tutta per loro.
«Ehi, bambina… racconta un po’, come ci
hai conosciuti?» chiese ad un tratto Shannon, curioso.
Laura sorrise, accoccolandosi ancora di più contro il suo
corpo. «È stata Kay» disse.
«Un pomeriggio vi ha visti in tv e si innamorata della voce
di Jared, all’istante» fece spallucce.
«Essendo internet dipendente, è andata a cercare
vostre notizie e così è nata la nostra passione
per la vostra musica»
Il batterista ridacchiò. «Quella ragazza
riuscirà a mettere a posto la testa di mio
fratello» poi tornò serio. «Ha davvero
bisogno di una ragazza come lei. Come io ho bisogno di te»
«Quanto sei dolce» mormorò lei,
sollevando il viso per baciarlo.
«Disturbiamo?»
La voce di Jared li fece scoppiare a ridere.
Laura si mise a sedere, subito imitata da Shannon.
«Bentornati»
Kayley fece un cenno all’amica e lei annuì.
«Torno subito» mormorò al batterista,
sfiorandogli nuovamente le labbra con le sue.
Lui la guardò allontanarsi, poi rivolse
un’occhiata al fratello. «Dove siete stati? Che
è successo? Sei… diverso» chiese con un
sorriso.
Jared sospirò, mettendosi seduto sul divano.
«L’ho fatto, Shan. Mi sono buttato. Le ho
consegnato il mio cuore, totalmente»
Il batterista gli diede una pacca sulla spalla, raggiante.
«Ben fatto, fratellino. Ben fatto»
Il cantante sorrise. «Grazie, Shan» disse.
«Grazie di essere mio fratello»
Laura faticava a stare dietro alla ragazza che camminava, a passo
spedito, davanti a lei. «Vuoi dirmi che succede?»
Kayley fece un respiro profondo. «Lui… lui credo
che abbia detto di amarmi»
La ragazza che le stava di fronte esplose in un gridolino di gioia.
«Devi raccontarmi assolutamente tutto!!!»
Si misero sedute sul letto e Kayley le raccontò tutto quello
che era successo da quando avevano messo piede in quella casa. Dalla
prima notte insieme fino a quel pomeriggio in spiaggia.
Laura sorrise. «È… stupendo»
L’amica annuì, ma poi si fece seria. «Ho
un ritardo» rivelò, mentre gli occhi le si
riempivano di lacrime. «Come faccio a dirglielo? Gli ho detto
che non l’avrei mai ferito, che non avrei mai fatto niente
per…» un singhiozzò le
sfuggì dalle labbra. «Gli ho fatto una promessa e
l’ho già infranta. Ti rendi conto di cosa vuol
dire?» nei suoi occhi si fece strada la paura. «Io
non posso perderlo, Laura. Non posso!»
La ragazza scosse la testa. «Andiamo, Kay… forse
è lo stress di quello che hai vissuto, il cambio di
clima…»
«E se non fosse così?»
Laura l’abbracciò, non sapendo che altro fare. Se
fosse successo a lei? Come l’avrebbe presa Shannon?
Scosse la testa. Non era il momento di pensare a certe cose adesso.
«Ascolta…» disse, prendendo per le
spalle l’amica. «Non lo perderai. Ti ha portata
qui. Ti ha permesso di entrare nella sua vita e di farne parte. Ti ha
dato il suo cuore, santo cielo. Dai… non può
lasciarti» la guardò con convinzione.
«Credimi, okay? Jared non ti lascerà
mai!»
«Dov’è Kay?» chiese Jared
quando vide Laura tornare in salotto, sola.
Shannon le si avvicinò, intuendo qualcosa.
Lei fece un respiro profondo prima di parlare.
«Lei… ecco…»
guardò Jared dritto negli occhi. «Abbiamo un
problema»
Lui spalancò gli occhi, terrorizzato. «Cosa
è successo? Dov’è?» chiese,
già pronto a salire le scale per raggiungere la camera da
letto.
«Jay» lo fermò la ragazza.
«È di sopra, non sta molto
bene…» quando lo vide fare un nuovo passo verso le
scale, gli poggiò una mano sul braccio. «Mi ha
raccontato di quello che le hai detto oggi in spiaggia. Non
l’ho mai vista così felice, Jay»
Lui scosse la testa, confuso. «Ma… allora cosa
c’è che non va? Cosa…»
«Ho un ritardo di due giorni, Jared»
La voce di Kayley lo paralizzò. Alzò lo sguardo
per incontrare il suo, ma lei non riusciva a guardarlo in faccia.
Shannon si schiarì la voce. «Ma…
insomma… può capitare, no?
Cioè… succede, vero?» chiese, cercando
di stemperare un po’ la tensione che si era venuta a creare.
Laura gli diede man forte. «Sì, certo.
È quello che ho detto anch’io»
«Allora cerchiamo di non saltare a conclusioni
affrettate» riprese il batterista che però si
zittì all’instante quando incontrò lo
sguardo glaciale del fratello che, lentamente, raggiunse Kayley.
«Dimmi, Kay… credi che ti sbatta fuori da casa mia
per un ritardo?» la costrinse a guardarlo. «Credi
questo?»
La ragazza non riuscì a trattenere le lacrime.
«Sei una sciocca» mormorò lui,
sorridendo dolcemente, asciugandole le lacrime. «Come hai
potuto pensarlo?» la accarezzò il ventre piatto,
delicatamente. «Io… non ti nascondo di non
sentirmi pronto per affrontare un compito tanto importante e, forse,
è successo tutto troppo in fretta, ma non mi spaventa
l’idea di diventare padre»
Lei sgranò gli occhi, sorpresa dalle sue parole.
«Jay…»
Lui si avvicinò ancora di più, sfiorandole le
labbra con le sue. «Ti ho dato il mio cuore. L’ho
fatto perché…» le accarezzò
il viso con la punta delle dita. Sorrise. «Ti amo,
Kay»
La ragazza sentì il cuore perdere un battito.
L’aveva detto. Lo aveva fatto davvero.
«Jay» lo strinse forte, lasciando che la paura
svanisse tra le sue braccia. «Ti amo»
Shannon sorrise a Laura. L’aveva abbracciata da dietro,
prendendo le sue mani, stringendole delicatamente.
«Ecco… finalmente è tutto sistemato e
niente potrà rovinare tutto questo»
La ragazza si lasciò andare contro il suo corpo.
«Ti amo tanto, Shannon Leto»
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Capitolo 19 *** 19 ~ Sarò Papà ***
Angolo
della Follia: Buon pomeriggio e buona domenica! Passato un
buon ferragosto? Spero di sì.
Allora... non mi dilungo, passo direttamente al nuovo capitolo.
Ringrazio, come sempre, tutte le persone che passano da queste parti.
Vi auguro una buona lettura e un buon proseguimento di giornata. Ci si
sente alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
19 ~ Sarò Papà
Era ormai passata una settimana dalla rivelazione di Kayley e niente
era cambiato. I due giorni di ritardo erano diventati nove e stava
diventando sempre più reale l’ipotesi che potesse
essere in attesa di un bambino. Un figlio. Di Jared. Jared che era
l’unico ad essere completamente cambiato.
Sembrava essersi lasciato completamente alle spalle ogni paura, ogni
preoccupazione. Era sempre lì, non la lasciava mai.
Disponibile e premuroso. Affettuoso e coccolone.
«Sei sempre così sorridente, in questi
giorni» disse il fratello, raggiungendolo in cucina.
Lui annuì. Era vero, non poteva fare a meno di sorridere per
qualunque cosa. Forse era stata la notizia di una possibile gravidanza
di Kayley ad averlo sbloccato, ma aveva deciso di smetterla di fuggire
quel sentimento che, con lei accanto, non riusciva a non provare. Lei
lo aveva travolto, totalmente. Il suo amore, forte e incondizionato, lo
avevano riportato alla vita vera ed ora, finalmente, poteva dire di
essere davvero felice. «Hai ragione» rispose.
«Ma non posso farne a meno. Sto bene, Shan. Non mi sono mai
sentito così. Io… mi sento completo»
spiegò.
Il batterista sorrise. «È bello vederti
così, dico sul serio»
«Ma?» chiese Jared, conoscendo il fratello come le
proprie tasche.
Shannon sospirò. «Sei sicuro di essere davvero
pronto ad affrontare la gravidanza di Kayley?» gli fece un
cenno con la mano, prima che iniziasse a ribattere.
«Insomma… un bambino, Jay… non
è uno scherzo. È una cosa seria, importante e
impegnativa» fece un respiro profondo per darsi una calmata.
«Intendiamoci… io sono eccitato come un ragazzino
alla sua prima cotta all’idea di diventare zio» i
suoi occhi si illuminarono a quelle parole. «È per
te che mi preoccupo»
Jared scosse la testa, ridacchiando. «Sai… se me
lo avessi chiesto un paio di giorni fa, ti avrei risposto che ero
terrorizzato a morte all’idea di avere un bambino»
fece spallucce. «Ma adesso… guardo Kay e
l’idea di diventare padre non mi spaventa più.
Io… lo voglio questo bambino, Shan» disse con
convinzione, guardando il fratello negli occhi. «Sento di
poter essere un buon padre. Voglio
essere un buon padre»
Shannon gli diede una pacca sulla spalla. «Lo sarai, Jay. Ne
sono più che sicuro. Sarai sicuramente un ottimo
padre»
Laura sorrise alla sua migliore amica. «Allora…
come ti senti?»
Kayley rispose al sorriso. «Bene. Sono così felice
che vorrei urlare. È tutto
così…» sospirò.
«Lui è… perfetto e
io…» sorrise, raggiante. «Lo amo
così tanto da non riuscire neanche a spiegarlo»
Laura annuì. «Capisco perfettamente come ti senti.
Io mi sento allo stesso modo» le prese una mano.
«C’è una cosa che voglio dirti, ma devi
promettere di non dire niente a Jared, almeno per il momento»
La ragazza annuì, curiosa. «Ti ascolto. Che
succede?»
«Io e Shan stiamo pensando di trovare una casa tutta nostra.
Sai… considerando come si stanno mettendo le cose, credo sia
giusto»
Kayley trattenne a stento un urlo di gioia. «Ma
è… meraviglioso!!! Insomma…
wow!»
Laura ridacchiò dell’entusiasmo
dell’amica. «Senti…» disse,
tornando seria. «Quando pensi di fare il test?
Sai… per esserne completamente certa»
La ragazza sospirò. «Credo che lo farò
oggi. Ormai sono passati nove giorni e il test dovrebbe essere
piuttosto preciso e Jared non sta più nella pelle»
«Sei pronta a diventare madre?» le chiese la sua
migliore amica, stringendole le mani tra le sue.
Kayley annuì. «Con lui accanto, sento di poter
affrontare qualunque cosa» mormorò. Poi
fissò lo sguardo in quello dell’amica.
«Credi che sarò una brava mamma?»
Laura l’abbracciò all’istante.
«Sì, Kay» rispose, convinta.
«Tu e Jared insieme, sarete i migliori genitori che un
bambino possa avere al mondo»
•••
Mentre con una mano teneva il test di gravidanza, con
l’altra stringeva forte quella di Jared. «Sei
pronto?» gli chiese, guardandolo.
Lui fece un respiro profondo, poi annuì.
«Sì» rispose, sorridendole prima di
baciarle la fronte.
Rimasero in religioso silenzio ad aspettare che accadesse qualcosa.
Jared scalpitava. «Ma quanto ci mette questo dannato aggeggio
a fare qualcosa?» sbottò.
Lei ridacchiò. «Abbi pazienza» gli
sussurrò, baciandogli una guancia.
«Kay» lo sentì mormorare.
Riportò immediatamente lo sguardo sul test di gravidanza.
Due linee colorate erano apparse improvvisamente, come per magia. Due
linee colorate che avrebbero cambiato tutta la loro vita.
«È…» Jared non riusciva a
staccare gli occhi da quel piccolo oggettino che gli aveva appena dato
la notizia più incredibilmente meravigliosa della sua vita.
La ragazza sollevò lo sguardo, per incontrare il suo.
«Positivo» mormorò.
Lui sorrise. Un sorriso immenso, vero, di totale gioia.
Senza riuscire a dire nient’altro, si strinsero forte,
scambiandosi un dolcissimo bacio.
«Jay…»
Lui la zittì, baciandola nuovamente. «Mi hai
appena reso l’uomo più felice
dell’intero universo» le sussurrò sulle
labbra.
Sarebbe diventato padre. Lui, Jared Leto, sarebbe stato presto
papà.
Sorrise ancora, accarezzandole i capelli. «Ti amo, Kayley. Ti
amo da impazzire»
|
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Capitolo 20 *** 20 ~ Gelosia? ***
Angolo
della Follia: Buongiorno bella gente. Ieri ho saltato
l'aggiornamento. Ero troppo presa dalla nuova storia, chiedo perdono.
Be'... mi rifaccio adesso, ad un orario abbastanza assurdo, ma
è dalle 6 che gironzolo per casa 🤷♀️
Spero che la vostra settimana sia iniziata nel migliore dei modi. Vi
auguro una buona lettura e una buonissima giornata.
Alla prossima 😘
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
20 ~ Gelosia?
Era fatta. Avevano finalmente firmato il contratto d’acquisto
della loro nuova casa.
Laura era al settimo cielo e Shannon non faceva che sorridere. Solo una
settimana di attesa e poi avrebbero potuto trasferirsi definitivamente.
«Jared come l’ha presa?» gli chiese,
accarezzandogli una guancia
Shannon fece spallucce. «È felice per
noi» rispose. «Credo che sia felice anche di avere
la casa tutta per sé, ora che Kayley aspetta un bambino e
che diventeranno presto una famiglia»
Lei annuì poi si guardò attorno. «Oh
Shan… è così bella»
tornò a guardarlo. «È davvero
nostra?»
«Sì, amore mio. È tutta
nostra» confermò lui, prendendola tra le braccia.
«Che stai facendo, Shannon Leto?» chiese lei,
ridacchiando.
Lui sollevò un sopracciglio, lanciandole
un’occhiatina maliziosa. «Voglio inaugurare la
nostra nuova casa» rispose.
Uscì nel giardino sul retro, dove spiccava una grande
piscina e una piccola depandance.
Appena chiusa la porta alle loro spalle, l’adagiò
su uno dei lettini bianchi presenti nella stanza, baciandola con foga,
armeggiando con la zip dei suoi jeans.
Laura si lasciò sfuggire un mugolio dalle labbra quando lui,
finalmente, riuscì a toglierle i vestiti.
«Shannon» ansimò, sotto le sue carezze.
«Shannon ti voglio. Ti voglio adesso»
Il batterista si spogliò velocemente, raggiungendola subito
dopo, facendosi spazio tra le sue gambe.
Quando si sentì scivolare dentro di lei, un gemito roco gli
salì alle labbra.
Iniziò a muoversi con vigore e Laura ansimò il
suo nome, incapace di trattenersi.
«Non fermarti» le sussurrò lui sulle
labbra. «Mi piace sentirti urlare il mio nome. Fammi sentire
che sei mia»
La ragazza inarcò la schiena, completamente in
balìa del suo corpo, dandogli quello che desiderava.
Quando lo sentì rallentare, scosso dalle ultime scariche di
piacere, lo strinse forte a sé. «Sarò
tua per sempre, Shan. Per sempre»
•••
Da quando Laura e Shannon si erano trasferiti, la grande casa di Jared
era diventata molto più silenziosa.
Kayley si soffermò a guardarlo. Era così bello
mentre dormiva al suo fianco.
Sapeva che lui non era il tipo di uomo che dormiva molto, ma erano
già un paio di notti che crollava risvegliandosi solo a
mattino inoltrato. Probabilmente, le mille emozioni di quegli ultimi
giorni, lo avevano sfiancato. Inoltre, lui sembrava essere molto
più preoccupato della sua gravidanza di quanto non lo fosse
lei stessa e il lavoro con la band aveva ripreso a pieno ritmo,
tenendolo fuori casa per parecchie ore al giorno. Questo
però non gli impediva di tempestarla di messaggini o
chiamate non appena ne aveva l’occasione. Sorrise,
sfiorandogli i capelli.
Quel momento sereno, venne interrotto all’idea di quanto
tutto il suo staff non fosse affatto felice della sua futura
paternità.
«Ehi»
La sua voce le fece tornare il sorriso. «Ciao»
mormorò.
Si sollevò per sfiorarle le labbra con le sue.
«Tutto bene?» chiese, preoccupato.
Kayley annuì. «Sì, è tutto a
posto. Torna a dormire»
Lui scosse la testa, attirandola a sé. «Ho dormito
abbastanza» le accarezzò i capelli, immergendovi
le dita affusolate. «Che ti succede? Eri così
pensierosa, poco fa»
La ragazza sospirò. «Com’è
possibile che non riesca mai a tenerti nascosto niente?»
Jared ridacchiò. «Nemmeno io ci riesco con te.
Siamo pari» le prese una mano, stringendola delicatamente.
«Allora… che c’è?»
«Io… ecco… mi stavo chiedendo se non
avessero ragione» rispose alla fine.
Il cantante si irrigidì. «Di cosa stai
parlando?»
«Lo sai» disse lei. «Emma,
Robert… tutti quanti. Loro credono che questo
bambino…»
«Questo bambino è la cosa più
meravigliosa che potesse capitare, Kay» la interruppe lui,
bruscamente. «Questo bambino non è affar
loro!» si passò una mano tra i capelli.
«Cristo santo, non sono un ragazzino! Sono un uomo e lo sono
da un bel pezzo. Avrò pure il diritto a farmi una cazzo di
famiglia, no?»
Lei lo abbracciò forte. «Non
arrabbiarti» mormorò con il viso nascosto contro
il suo collo. «Non arrabbiarti, ti prego»
«Scusa» disse lui, stringendola.
«Scusami, Kay»
La ragazza si sciolse dal suo abbraccio per guardarlo negli occhi.
«Jared io ti amo, ti amo tantissimo, lo sai» gli
sfiorò le labbra con la punta delle dita. «Non
voglio che tu…»
«No, non dirlo» la interruppe lui. «Non
farlo, ti supplico» Le prese il viso tra le mani e si
avvicinò abbastanza da sfiorarle le labbra con le sue.
«Siamo una famiglia io e te. Tu sei la mia
famiglia» la costrinse a tenere gli occhi puntati nei suoi.
«Io non abbandonerò mai i miei sogni e tu lo sai,
ma la mia vita adesso sei tu…» le
accarezzò la pancia ancora piatta. «Siete
voi»
Kayley sospirò. «Promettimelo, Jared. Promettimi
che non mollerai tutti i tuoi sogni a causa mia. Promettimi che,
qualunque cosa accada, andrai avanti. Che lotterai sempre»
Lui annuì. «Te lo prometto, Kay. Te lo
prometto» rispose stringendola a sé.
•••
«Ti pare una cosa possibile???» sbottò
Jared, incapace di trattenersi. «Sembra che Kay stia
riconsiderando la nostra storia, chiedendosi addirittura quanto sia
giusto far nascere il nostro bambino, per colpa
di…» fece un cenno furioso verso la porta chiusa
che li divideva da tutto il loro staff nell’altra stanza.
Il batterista scosse la testa, incredulo. «È
pazzesco! Ma che cazzo… invece di essere al settimo cielo
per te, cercano di distruggerti. Ma con che razza di persone stiamo
lavorando, Jay?»
Il cantante fece spallucce, non riuscendo a trovare una risposta alla
domanda del fratello.
Ancora non riusciva a credere a quello che si era sentito dire dopo
aver presentato Kayley a tutti e aver dato l’annuncio sulla
sua gravidanza.
«Insomma… è tanto sbagliato desiderare
una vita normale? Desiderare una famiglia? Una donna che ti stia
accanto, indipendentemente dal tuo conto in banca? Una donna che ti ami
così tanto da farti il più bel regalo del
mondo… un figlio?»
Shannon scosse la testa. «No, Jay. Non è
sbagliato. Non è sbagliato affatto» gli si
avvicinò, prendendolo per le spalle. «Sono
invidiosi della tua felicità, fratellino. Non stare ad
ascoltarli, okay? È probabile che…»
«Cosa?» chiese Jared quando il fratello interruppe
a metà la frase. «Shan?»
Il batterista sospirò. «È probabile che
qualcuno sia piuttosto geloso di tutta questa storia. Geloso di Kay e
di quanto ti rende felice»
Jared lo guardò, confuso. «Chi?
Insomma… perché…»
«Non ci pensare, fratellino» disse Shannon,
interrompendolo. «Lasciali parlare. Non li ascoltare.
Fregatene e continua a vivere la tua vita. Tu devi pensare solo a te,
Kayley e il vostro bambino, nient’altro, okay?»
Lui annuì. «Sì, certo. Lei…
io la amo, Shannon. La amo e voglio tenerla con me per sempre. Niente e
nessuno riuscirà a portarmela via. Mai»
Il batterista sorrise. «Bravo» gli diede una pacca
sulle spalle. «E ora esci da qui. Torna a casa. Torna da lei.
Avete bisogno di passare un po’ di tempo insieme»
Jared annuì. «Hai ragione. Vado. A domani,
Shan»
Kayley sorrise appena lo vide varcare la porta di casa.
Lui la raggiunse in meno di un secondo. «Mi sei
mancata» le mormorò sulle labbra.
Lei lo strinse forte. «Sono qui»
La prese tra le braccia e la portò di sopra, in camera da
letto. Aveva bisogno di sentire il suo corpo, il calore della sua pelle.
Lei lo lasciò fare, permettendogli di spogliarla piano,
godendo di ogni carezza, di ogni piccolo bacio.
Lo guardò spogliarsi per poi tornare da lei, seguendo il
profilo del suo corpo con la punta del naso.
«Jared» sussurrò poco prima che lui la
baciasse. «Stringimi»
Lui esaudì la sua richiesta, stringendola a sé,
lasciando che immergesse le dita tra i suoi capelli.
«Ti amo, Kay» le mormorò
all’orecchio.
«Non lasciarmi mai» disse lei.
Lui scosse la testa. «Mai»
•••
Laura lo guardò avvicinarsi con un’espressione
seria dipinta sul volto. Lo accolse tra le braccia, lasciando che lui
le immergesse il viso tra i capelli. «Che succede?»
chiese.
Shannon fece un respiro profondo. «Quegli stronzi che
lavorano con noi sono contro Jared e le sue scelte di vita. Non vedono
di buon occhio Kayley e men che meno il fatto che aspetti un
bambino»
«Cosa? Ma… nemmeno la conoscono!»
Lui fece spallucce. «Non dovrebbero neanche intromettersi
nella vita privata di mio fratello, se è per questo, ma
invece…» fece un respiro profondo per calmare i
nervi. «Jay è incazzatissimo e Kayley non fa che
preoccuparsi per lui e la sua carriera, cosa che non fa altro che
complicare tutto. Potresti provare a parlarle tu e cercare di farle
capire che mio fratello…»
«Ci penso io» lo interruppe lei. «Non
preoccuparti, Shan. Ci parlo io con Kay»
Sapeva che se Jared fosse crollato nuovamente, lui non sarebbe riuscito
a sopportarlo. Come avrebbe potuto rifiutare? Inoltre, si trattava
della sua migliore amica. Della sua salute e di quella del bambino. Non
avrebbe mai potuto dire di no.
«Grazie» disse lui, abbracciandola nuovamente.
Laura ricambiò il suo abbraccio. «Non
c’è di che» lo prese per mano.
«Dai vieni. Ti ho preparato un bel bagno rilassante»
Lui sorrise, scuotendo la testa. «Che farei senza di
te?»
|
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Capitolo 21 *** 21 ~ Rabbia ***
Angolo
della Follia: Eccomi! Non mi sono dimenticata di
aggiornare, giuro, sono solo stata un attimino impegnata =)
Comunque... la nuova storia sta procedendo bene, ma credo che
inizierò a pubblicarla quando sarò certa di
riuscire a portarla a termine. Mi spiacerebbe troppo abbandonarla
nuovamente, come mi era già successo in passato.
Al momento, quindi, accontentatevi di questa 😜 Non manca nemmeno molto
alla fine, ormai.
Bene, detto ciò, vi auguro una buona lettura e una ancora
più buona serata. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
21 ~ Rabbia
La rabbia di Kayley era palpabile. Laura poteva percepirla tutto
intorno a sé.
«Capisci? Lo stanno facendo impazzire con questa storia! Come
se lui non avesse già abbastanza pensieri per la
testa»
La ragazza si avvicinò all’amica.
«Kay… devi calmarti. Pensa al bambino»
le accarezzò un braccio. «E poi… non
potresti aver capito male?»
Era un azzardo, lo sapeva. Shannon le aveva detto chiaramente cosa,
tutto il loro staff, pensasse di Kayley e della gravidanza, ma avrebbe
tentato tutto pur di farla stare tranquilla.
«No» rispose la sua migliore amica, scuotendo
energicamente la testa. «No, loro mi odiano. Ho sentito, per
sbaglio, una conversazione di Jay al telefono e…»
puntò gli occhi nei suoi. «Me lo faresti un
favore?» le chiese. «Mi accompagneresti da
lui?» fece spallucce. «Non me ne frega niente di
quello che diranno o di come mi guarderanno. Io devo vederlo. Ne ho
bisogno»
•••
Jared si passò una mano tra i capelli, esasperato.
«Oh ma che cazz… senti… questi non sono
affari che ti riguardano, chiaro? Io sono innamorato di lei. La amo,
capito? Fattene una ragione!!!»
Stava seriamente iniziando a perdere il controllo. Subire tutte quelle
pressioni riguardo la sua relazione con Kayley, lo stavano facendo
ammattire.
Tomo era allibito. Non riusciva a spiegarsi quel comportamento, del
tutto non professionale, da parte dell’intero staff.
Non si erano mai comportati così. Con nessuno di loro. Con
Jared in particolare. Nessuno si era mai permesso di intromettersi in
quel modo nella loro vita privata.
Shannon batté un pugno sul bancone della cucina.
«Tu nemmeno la conosci, cristo santo. Come cazzo ti permetti
di giudicarla?» ringhiò. «Dovresti
essere felice per lui. Dovreste esserlo tutti, cazzo!!!»
Jared, che si era allontanato per un minuto, tornò alla
carica. «Non farmi dire cose che non dovrei»
sibilò, furioso. «Non farmelo fare. Non farmi
diventare stronzo per davvero perché tu lo sai quanto posso
esserlo e sai anche che posso diventarlo in un attimo e senza nessun
problema. Sono dannatamente bravo in questo»
«Jay…»
Il cantante si pietrificò all’istante nel sentire
il suo nome sussurrato dall’unica voce che non avrebbe voluto
sentire in quel momento.
«Merda» mormorò Shannon, voltandosi
verso la porta, trovandosi davanti Kayley e Laura.
Jared corse da lei. «Cosa fai qui?» le
sussurrò, stringendola tra le braccia.
La ragazza cercò il suo sguardo. «Che sta
succedendo? Ti ho sentito urlare da fuori»
Lui scosse la testa. «Non è niente, Kay.
Vieni… andiamo di là»
Lei si lasciò guidare in una grande stanza completamente
illuminata dalla luce del giorno che filtrava attraverso la grande
vetrata che ricopriva tutta una parete, poi si fermò
incrociando le braccia sul petto. «Dimmelo Jared. Voglio
saperlo. Che stava succedendo un attimo fa?»
Lui non rispose, ma lo sguardo triste sul suo volto scatenò
la furia che aveva tentato di trattenere.
Tornò indietro, con la stessa impetuosità di un
tornado. «Qual è il vostro problema, si
può sapere?» urlò contro tutti i
presenti. «Ti fa davvero tanto schifo saperlo
felice?» disse poi, rivolta ad Emma. «Sei
così egoista? Vuoi davvero che lui soffra? Per cosa??? Per
poter essere lì quando si sentirà troppo
giù per stare da solo? È questo il tuo problema?
Saperlo innamorato e non poterlo più… avere tutto
per te???»
Jared le si avvicinò, ma non fece nulla per fermarla. Era
chiaro quanto avesse bisogno di sfogarsi e gliel’avrebbe
lasciato fare. Dopo tutto, era giusto che si liberasse di tutta quella
rabbia nei confronti di chi, senza nessun senso, le stava marciando
contro.
«E il vostro problema, invece, qual è? Siete
così affiatati da odiarmi a prescindere??? Ma che razza di
persone siete???» li guardò con disprezzo.
«Mi fate schifo»
A quel punto, il cantante le sfiorò una spalla e lei si
rifugiò immediatamente tra le sue braccia, lasciando che le
lacrime, trattenute fino a quel momento, gli inzuppassero la canotta.
Sollevò lo sguardo verso Emma che era ancora lì,
immobile, con lo sguardo su di loro. Non era riuscita nemmeno a
ribattere alle parole di Kayley. Una conferma alle accuse che la
ragazza le aveva mosso.
«Sparite» sibilò.
«Ora!»
Shannon si avvicinò al fratello, poggiandogli una mano alla
base della schiena. «Ce ne andiamo anche noi, Jay.
È meglio se restate da soli per un po’. Ci
sentiamo più tardi, okay?»
Lui annuì, rivolgendo un sorriso spento anche a Laura e Tomo
che lo salutarono visibilmente preoccupati.
Kayley era ancora tra le sue braccia, scossa dai singhiozzi che non era
più riuscita a trattenere. Il suo dolore lo stava torturando.
«Andrà tutto bene» le
sussurrò tra i capelli, lasciandosi scivolare a terra
insieme a lei. «Calmati, piccola mia. Andrà tutto
bene, te lo prometto»
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Capitolo 22 *** 22 ~ Paura ***
Angolo
della Follia: Scusate l'assenza, ma sono stata un pochino
presa.
Oggi mi sono vista "The Outsider". Voi l'avete guardato? Be'... devo
ammettere che questo Jared mi è piaciuto parecchio. Io da un
sicario così mi farei anche uccidere, ma dettagli 🤣🤣🤣
Torniamo alle cose serie, che è meglio. Il nuovo capitolo.
Ringrazio tutte le persone che sono passate a sbirciare e vi auguro una
buona lettura e una buona serata.
Alla prossima!
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
22 ~ Paura
Quel posto, ormai deserto, lo fece sentire triste. Quello era il luogo
dove ogni cosa prendeva vita; una nuova canzone, un’idea, una
stupida festa organizzata in meno di un minuto. Ma in quel momento,
dopo tutto quello che era successo, provò un senso di
disagio nel trovarsi lì.
Com’era possibile che avesse iniziato ad odiarli?
Perché dovevano farlo sentire così?
Perché lo stavano spingendo a detestare la sua carriera?
Grazie alla musica era sempre riuscito a sfogare le mille emozioni che
gli turbinavano dentro, prime fra tutte la rabbia e la delusione, ma in
quel momento, quelle stesse emozioni gli stavano dicendo di mollare
tutto e di vivere una vita normale, come quella di migliaia di persone
che nemmeno potevano immaginare cosa si provasse a stare sopra un
palco, davanti a centinaia di persone che urlavano il tuo nome.
«Jared» Fu solo un bisbiglio, ma lo
riportò subito al presente. «Cosa fai qui tutto
solo?»
Distolse lo sguardo dalle sue dita, abbandonate sui tasti bianchi e
neri del pianoforte, per portarlo sulla ragazza che si stava
avvicinando.
Fece spallucce, regalandole un sorriso stanco. «Ero riuscito
a farti addormentare e non volevo svegliarti,
così…» fece un respiro profondo.
«Sono venuto qui per riflettere»
Kayley si mise seduta al suo fianco. Gli poggiò la testa
sulla spalla. «Canta per me» mormorò.
«Jared… canta per me»
Il cantante chiuse gli occhi. Lasciò che tutti i pensieri
scivolassero via, poi iniziò a muovere le dita sui tasti del
pianoforte creando una melodia che la ragazza riconobbe
all’istante.
«No warning
sign, no alibi… were fading faster than the speed of
light…»
La sua voce risuonò per tutta la stanza, limpida e
bellissima.
Kayley sollevò lo sguardo per poterlo osservare. Avrebbe
fatto qualunque cosa per poter vivere di quei momenti. Lui era la cosa
più bella su cui avesse mai posato lo sguardo.
Così assorto, così concentrato. Totalmente rapito
dalla musica.
«But got back
up again…» mormorò infine
lui, riaprendo gli occhi, cercando subito i suoi.
Kayley gli sfiorò una mano con la sua e Jared la strinse tra
le braccia, affondando il viso tra i suoi capelli. «Voglio
fare l’amore con te, Kay. Qui. Adesso» le
sussurrò all’orecchio mentre le sue dita avevano
già iniziato a farle scendere la zip dell’abitino
bianco che indossava.
«Jay…» sospirò lei, quando
sentì le sue mani sfiorarle la pelle nuda.
Il cantante la strinse nuovamente a sé, respirando il suo
profumo fresco. «Dimmi che mi ami. Dimmi che mi ami
adesso» le disse, avendo un disperato bisogno di sentire
quelle parole per convincersi, ancora una volta, che non fosse tutta
una sua fantasia, ma che ogni singolo istante vissuto fino a quel
momento fosse reale.
Kayley gli prese il viso tra le mani, puntando gli occhi nei suoi.
«Ti amo adesso. Ti amerò sempre»
Jared le baciò le labbra, la prese tra le braccia e la
portò sul grande divano bianco che troneggiava in mezzo alla
stanza. Lasciò che lo guardasse mentre si spogliava
lentamente, godendo del suo sguardo eccitato che vagava sul suo corpo.
«Vieni qui» mormorò, attirandola su di
sé.
Un gemito le sfuggì dalle labbra, quando i loro corpi si
fusero insieme.
In tutta la stanza, l’unico suono presente, era quello dei
loro sospiri, dei gemiti soffocati, dei respiri ansimanti, delle parole
sussurrate che si scambiavano l’un l’altro
guardandosi negli occhi.
Si lasciarono andare ad un ritmo lento, delicato, amandosi piano,
dolcemente, chiudendo fuori tutto il mondo, desiderando che quel
momento, in quella stanza, non finisse mai.
•••
«Dio… come ho fatto a pensare di tenerti lontana
da me, quel giorno?» disse lui, accarezzandole il viso.
Lei gli baciò il palmo della mano. «Se
l’avessi fatto, ora non saresti in questo casino,
Jay»
Lui scosse la testa. «No, tu non c’entri»
la baciò dolcemente, fino a farla sospirare.
Avrebbe voluto ricominciare tutto dall’inizio, ma sapeva di
dover chiarire la questione con lei. Era necessario per entrambi.
«Loro…» sospirò. «Lei… lei
non ha mai significato niente per me. Non in quel senso.
Insomma… mi spiace che l’abbia presa male, ma tra
noi c’è stata sempre e soltanto amicizia.
È una collaboratrice, un’amica appunto,
nient’altro»
Kayley gli accarezzò le labbra con la punta delle dita.
«Sai… in fondo la capisco e, lo ammetto, mi
dispiace di averla trattata male»
Jared la guardò sorpreso. «Ma
cosa…»
«Jay, tu forse non te ne sarai accorto, ma
lei…» fece un mezzo sorriso. «Lei ti
guarda proprio come ti guardo io. Tu sei… ai nostri occhi,
sei la cosa più preziosa che esista al mondo
e…» si morse il labbro. «Hai scelto
me»
«Kay, io…»
Lei lo interruppe, poggiandogli un dito sulle labbra. «Non
puoi nemmeno immaginare come io possa sentirmi al pensiero che tu abbia
scelto me. Non… non puoi capire cosa ho provato e cosa sto
provando ancora adesso all’idea di avere un figlio da te. Un
figlio nostro, che cresceremo insieme» scosse la testa.
«Ma allo stesso tempo, non posso non pensare a Emma
e…»
Il rumore di una porta che veniva chiusa, attirò la loro
attenzione.
Kayley si infilò velocemente il vestito, mentre Jared
scattò verso l’uscita.
«Se n’erano andati tutti» disse,
guardandosi intorno.
La ragazza lo raggiunse, prendendogli una mano. «A quanto
pare invece no, ma chiunque fosse, ormai se n’è
andato anche se…» tornò con lo sguardo
alla stanza da cui erano usciti. «Credo proprio che abbia
sentito tutto» si morse il labbro. «Davvero
tutto»
•••
Shannon gli lanciò un’occhiata sorpresa.
«Ehi, fratellino, che ci fai qui? Dov’è
Kay? Sta bene?»
Jared annuì. «Sì, sta bene.
L’ho lasciata a casa, ma io… ecco io…
dovevo parlarti»
Il batterista annuì. «Okay. Dai, vieni
dentro» Chiusa la porta di casa, riportò
l’attenzione sul fratello. «Allora… che
succede, Jay?»
Il cantante sospirò. «Noi… abbiamo
parlato un po’ e…» scosse la testa,
ancora incredulo. «Le dispiace per Emma, ti rendi
conto?» puntò lo sguardo in quello del fratello.
«Dice che la capisce perché io le piaccio
e…» sbuffò. «Ma questa storia
è assurda. Insomma…»
Shannon gli poggiò una mano sulla spalla. «Kayley
è una persona buona, Jay. Oggi ha sbottato perché
le cose stanno facendo ammattire te, tutto qui. Lei è
preoccupata per te e tu dovresti dirle tutto»
Jared spalancò gli occhi, terrorizzato alla sola idea.
«Non posso farlo» disse subito.
«Lei…» abbassò lo sguardo.
«E se non dovesse riuscire a sopportarlo? Se si allontanasse
da me?» scosse la testa. «No, non posso.
Io… io ho paura che lei possa smettere di amarmi,
Shan» mormorò.
Il batterista lo strinse in un abbraccio. «Non devi fare
così. Lei è forte e capirà. Non
smetterà di amarti, Jay»
«E se, invece, fossi io a non riuscire a
sopportarlo?» sussurrò il fratello, lasciando che
Shannon vedesse il turbamento nei suoi occhi.
«Che stai dicendo?» chiese lui.
«Jay…» lo prese per le spalle.
«Jay, non fare stronzate. Non puoi tirarti indietro. Non puoi
scappare. Sei un uomo, cazzo!»
Il cantante scosse la testa. «Sono solo un codardo e tu lo
sai»
Shannon lo scosse violentemente. «E a lei non pensi? A lei e
al bambino che porta dentro di sé? Il tuo
bambino!!!» si passò una mano tra i capelli.
«Tu… tu la ami, cazzo. La ami e questo ti fa
paura, ma tu…»
Jared si allontanò, scrollandosi di dosso il fratello.
«Io devo… devo tornare a casa adesso. Kay mi sta
aspettando»
Il batterista rimase immobile a guardarlo raggiungere
l’ingresso. «Parla con lei» disse prima
di vederlo sparire dietro la porta. «Non fare stupidi colpi
di testa, Jay. Te ne pentiresti per il resto della vita e sai che ho
ragione»
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Capitolo 23 *** 23 ~ Novità ***
Angolo
della Follia: Eccomi! Sono tornata con un nuovo capitolo.
Chiedo scusa per l'attesa, ma la nuova storia mi sta assorbendo
totalmente.
Comunque... ringrazio tutte le persone che si fanno un giro da queste
parti, anche solo per dare una sbirciatina.
Auguro a tutti una buona lettura e una buona serata. Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
23 ~ Novità
Era fuori, davanti alla porta di casa, ma non riusciva a trovare il
coraggio di entrare, di affrontare quello che l’aspettava
all’interno.
Shannon aveva ragione. L’amava. Ne era così
innamorato da avere paura di ammetterlo. Era terrorizzato
dall’idea che, facendolo, tutto si sarebbe potuto sgretolare
tra le sue mani.
Fece un respiro profondo. Lei non avrebbe dovuto leggere, nei suoi
occhi, quel turbamento. Non voleva che si preoccupasse anche per le sue
paure.
Si decise ad aprire la porta di casa. «Sono io»
disse ad alta voce, guardandosi attorno.
Il silenzio in cui tutto era avvolto, lo mise in allarme.
Poggiò le chiavi sul mobiletto all’ingresso e
lanciò uno sguardo verso il salotto. Kayley non
c’era.
«Kay?» chiamò, senza ricevere risposta.
Il suo cuore iniziò a battere più forte, ma si
impose di stare calmo.
Salì le scale per raggiungere la camera da letto. Quando
socchiuse la porta, la trovò lì, raggomitolata
tra le lenzuola. «Tesoro» mormorò,
sfiorandole la spalla.
Al suo tocco, la ragazza alzò lo sguardo. Aveva gli occhi
gonfi e irritati per le troppe lacrime versate.
Sentendosi un maledetto egoista, si stese accanto a lei, stringendola
tra le braccia.
L’aveva lasciata sola, credendo che fosse tutto sistemato. Si
era convinto che, dopo aver fatto l’amore, la sua rabbia e la
sua preoccupazione, fossero svanite.
In quel momento si rese conto di quanto aveva sbagliato.
Doveva assolutamente trovare una soluzione a tutto quel gran casino.
Non potevano continuare così. Nessuno dei due.
Lei gli si rannicchiò contro, stringendo la sua maglietta
tra le mani.
Lui le baciò la fronte, accarezzandole i capelli. A mezza
voce, intonò una melodia qualunque.
Era consapevole dell’effetto che la sua voce aveva su di lei.
Infatti, poco dopo, la sentì rilassarsi tra le sue braccia.
Continuò a cantare piano, fino a quando non capì
che si era addormentata.
Sospirò, lasciando che il battito del suo cuore, forte e
innamorato, lo cullasse nel mondo dei sogni.
•••
Sul cuscino accanto al suo, vide un iPod bianco con un bigliettino.
“Ascoltami”
c’era scritto nella grafia di Jared.
Kayley sorrise, infilandosi gli auricolari nelle orecchie.
“Ciao Kay.
Perdonami se non ti ho salutata prima di uscire, ma non me la sono
proprio sentita di svegliarti. Eri così tranquilla
e… bellissima. Comunque torno presto, promesso. Sono con
Shan e Tomo. Abbiamo un paio di cose di lavoro da fare, ma non ci
dovremmo mettere molto. Ah… questo pomeriggio
arriverà una sorpresa per te lì, a casa nostra.
Sono sicuro che ti piacerà”
Il suo tono, mentre diceva quelle parole, era cambiato. Sicuramente
aveva sorriso dicendole.
“Ti chiamo
più tardi. Tu riposati e non metterti a fare cose strane in
giro per la casa, da brava. Ti amo tanto, Kayley. A dopo”
Il suono di un bacio, dopo quelle ultime parole, la fece sospirare.
Riascoltò quel messaggio per, almeno, altre cinque volte,
avvolta dalle lenzuola che profumavano di lui.
Sapeva che l’aveva tenuta stretta per tutta la notte. Aveva
sentito le sue braccia stringerla. Si era sentita protetta tra quelle
braccia.
Sorrise, affondando il volto nel suo cuscino, respirando profondamente
la sua essenza.
«Forza Kay… è il momento di
alzarsi» si disse.
Recuperò un paio di cose e corse ad infilarsi sotto la
doccia.
“Casa nostra”.
Quelle parole non facevano che risuonarle nella mente.
Era la prima volta che si riferiva così a quella casa. Era
la prima volta che la definiva “loro”.
Un calore intenso le si sprigionò dal centro del petto.
Gioia. Entusiasmo. Amore.
Il suono del campanello la distolse dai suoi pensieri.
Finì velocemente di rivestirsi e corse ad aprire.
Il calore provato solo un attimo prima, si smorzò alla vista
di Emma.
«Possiamo parlare?» le chiese con un evidente
nervosismo nella voce.
Kayley si spostò, per permetterle di entrare in casa.
«Posso offrirti qualcosa da bere?» le chiese,
facendole cenno di accomodarsi sul divano.
Emma la guardò, per un attimo, sorpresa.
«Perché sei gentile con me?»
domandò, confusa dal suo atteggiamento. «Io
credevo che tu…»
«Mi spiace per ieri» la interruppe lei.
«Ho esagerato» fece spallucce.
«È solo che io… ero arrabbiata e
confusa e… preoccupata per Jared. Sai… non mi
importa di quello che pensate di me, ma lui…»
sospirò. «Io non riesco nemmeno ad immaginare
quanto possa essere difficile per te, ma…»
Emma scosse la testa. Un sorrisetto pieno di amarezza si dipinse sul
suo volto magro. «È innamorato di te. Lo
è davvero. E moltissimo» sospirò.
«So che anche tu lo ami. Si vede dal modo in cui lo guardi,
come gli sorridi. E lui ricambia, sempre» sollevò
lo sguardo, puntando gli occhi chiari in quelli di Kayley.
«Sei fortunata. Io… darei qualunque cosa per
essere guardata da lui, anche solo per un istante, esattamente come
guarda te»
«Lui ti vuole bene» mormorò la ragazza,
avvicinandosi di un passo.
Emma fece spallucce. «Forse. Non lo so. Lui è
sempre stato così enigmatico, così chiuso. Anche
quando ride e scherza, con noi, non è mai totalmente
sé stesso. Anche Shannon mi ha confessato di non riuscire a
comprenderlo fino in fondo, a volte.» sospirò.
«Forse tu riuscirai a conoscere il vero Jared, un giorno o
l’altro. Ma non è questo quello di cui sono venuta
a parlarti. Volevo scusarmi per ieri. La situazione ci è
sfuggita di mano e abbiamo esagerato» incrociò le
braccia. «È solo che siamo preoccupati.
Sai… non sarebbe la prima volta che una ragazza tenta di
farsi un nome usando lui, capisci?»
Kayley annuì. «Sì, certo, lo capisco
bene ma… Emma io… te lo posso giurare su
qualunque cosa, su Jared stesso, io non sono così. Io non
gli farei mai del male. Io…» fece spallucce.
«Io lo amo. Lui… lui è tutta la mia
vita»
Emma rimase immobile per un minuto, poi si avvicinò alla
porta d’ingresso. «Spero davvero che sia
così» disse, seria. «Ora me ne vado.
Confido che, questa conversazione, rimanga tra noi»
La ragazza annuì appena, guardandola uscire di casa proprio
come era entrata.
•••
Sentirlo al telefono l’aveva tranquillizzata. La sua voce era
calma e rilassata. Era bello sentirlo così.
Come aveva detto Emma, non gli disse della loro chiacchierata. Non
avrebbe mai potuto gettargli addosso un’altra preoccupazione.
Lui, dal canto suo, le aveva ribadito il concetto di starsene
tranquilla, di godersi la piscina e il sole.
Lei, ridacchiando del suo tono di voce risoluto, gliel’aveva
promesso. Ma lì, da sola, in quella casa così
grande, si stava annoiando a morte.
Laura non poteva raggiungerla quel pomeriggio perché era
riuscita ad ottenere un appuntamento per un colloquio di lavoro,
così niente compagnia.
Sbuffò, sentendosi inutile. Sapeva che trovare un lavoro,
nelle sue condizioni attuali, fosse praticamente impossibile, ma la
cosa la turbava molto.
Jared le aveva detto più volte di non preoccuparsi di nulla,
di pensare solo a sé stessa e al bambino, ma non avrebbe
resistito a lungo senza poter contribuire attivamente alle spese.
Quella situazione la metteva terribilmente a disagio.
Fortunatamente, il suo lavoro al residence, le aveva fatto guadagnare
un bel gruzzoletto e, suo padre, le aveva lasciato in
eredità un’ottima somma, ma Jared le aveva
impedito di toccarli. Voleva che lei avesse dei soldi suoi da parte,
per qualsiasi evenienza.
Sospirò. «Testardo di un Leto»
«Signorina Parrish? È in casa?»
Quella voce la fece scattare come una molla. Non poteva crederci.
Corse alla porta d’ingresso, spalancandola.
«Rick!!!» urlò, gettandosi tra le
braccia dell’uomo che le stava davanti, sorridente.
«Ciao, piccola mia» disse lui, stringendola a
sé, con gli occhi lucidi per l’emozione.
La ragazza lo trascinò dentro casa.
«Ma… ma cosa ci fai qui? Quando sei arrivato?
Perché non mi hai avvisata…
io…»
Lui la interruppe, mettendola una mano davanti alla bocca.
«Ha organizzato tutto il tuo super fascinoso fidanzato,
tesoro. Ha prenotato il volo, ha mandato un’auto a prendermi
all’aeroporto e poi… be’…
eccomi qui!»
«Non riesco a crederci» disse lei, con un enorme
sorriso. «Non sai quanto mi sei mancato»
L’uomo annuì. «Anche tu mi sei mancata
moltissimo, Kayley»
Rimasero a guardarsi per qualche istante, lasciando che i loro sguardi
parlassero più delle parole stesse, poi l’uomo si
guardò attorno.
«Vi trattate bene da queste parti, vedo»
fischiò in segno di apprezzamento.
La ragazza ridacchiò. «Già. Questa era
casa di Jared e Shannon prima che… lo sai»
spiegò. «Ma ormai Laura e Shan vivono in una casa
tutta loro e così io…»
«Tu sei incinta» la zittì lui.
«Oh Kayley, ma perché non me l’hai
detto? Un bambino! È una cosa stupenda!!!»
Lei sorrise, sfiorandosi il ventre che ancora non dava segno di voler
mostrare la sua gravidanza. «Volevo farlo,
ma…»
«Lo so, lo so… il tuo bello me l’ha
detto. Volevi farmi una sorpresa, presentandoti al residence con il
pupo in braccio» l’abbracciò.
«Oh Kayley… sono davvero felicissimo per voi
due» le sussurrò tra i capelli.
Lei ricambiò l’abbraccio, poi lo guardò
fisso negli occhi. «Quanto ti fermerai?» chiese,
curiosa.
«Per sempre»
Kayley portò lo sguardo nella direzione da cui era arrivata
la voce.
«Jay» mormorò, correndo tra le sue
braccia.
Lui l’accolse, sorridente, baciandole la fronte.
«Aspetta… hai detto per sempre?» disse
lei, guardandolo sorpresa.
Il cantante annuì. «Sì, l’ho
detto. Richard non tornerà in Wyoming. Vero Rick?»
L’uomo sorrise, annuendo. «Questa mattina ho dato
le dimissioni. Jared mi ha trovato un posto di lavoro in un facoltoso
hotel di Los Angeles e così…»
ridacchiò. «Temo che dovrete riabituarvi alla mia
presenza»
Kayley urlò di gioia. «Oh Jay» disse,
prendendogli il viso tra le mani. «Tu
sei…» gli stampò un bacio sulle labbra.
«Ti amo da impazzire»
Lui sorrise. «Farei qualunque cosa per te, tesoro»
le accarezzò il viso. «Ora vi lascio a
chiacchierare per un po’. Vado a farmi una doccia»
le fece l’occhiolino. «Mettiti comodo, Rick. Questa
notte sarai nostro ospite. Domani vedremo di trovarti una sistemazione
degna di te»
|
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Capitolo 24 *** 24 ~ Brutte Sorprese ***
Angolo
della Follia: Ed eccoci arrivati al ventiquattresimo
capitolo.
Ormai, di sapere cosa ne pensate, non ci spero nemmeno più.
Non importa, dico sul serio, tanto io continuo a scrivere e a caricare
comunque 😜
Detto questo, vi informo che ci saranno ancora due capitoli
più un epilogo al termine della storia.
Bene... vi saluto augurandovi una buona lettura e un buon pomeriggio.
Alla prossima.
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
24 ~ Brutte Sorprese
Quella sera, casa Leto era piena di gente che rideva e scherzava.
Shannon e Laura avevano raggiunto Jared, Kayley e Richard per passare
un po’ di tempo insieme e godersi una bella cenetta.
Kayley si muoveva, felice, nella grande ed immacolata cucina, aiutata
dalla sua migliore amica.
Gli uomini erano rimasti in salotto a chiacchierare.
«Senti, Rick…» disse Jared, attirando la
sua attenzione su di sé. «Lei… si
è più interessata di sua figlia?»
chiese. «Sai… Kay non ne parla mai, ma so che
è ancora molto turbata per il comportamento di sua
madre»
L’uomo sospirò.
«C’è una cosa che devi sapere, Jared, ma
devi promettermi di non dirlo a lei. Kayley non ne sa niente»
Il cantante annuì. «Ti do la mia parola»
«Kayley non è figlia di Brianna»
svelò l’uomo, lasciando Jared e Shannon a bocca
aperta per la sopresa. Fece spallucce. «Suo padre ha avuto
una relazione con una donna che lavorava al residence. Tra lui e
Brianna le cose non andavano bene da anni, ormai. Praticamente vivevano
vite separate»
«Perché non hanno chiesto il divorzio?»
chiese Shannon, dando voce ai pensieri del fratello.
Richard scosse la testa. «Non lo so. Forse per evitare tutti
i problemi burocratici che ne sarebbero venuti fuori a causa del
residence» fece spallucce.
«Aspetta…» mormorò Jared.
«Quindi Kay è la figlia…
dell’amante di suo padre?»
«Esatto» rispose l’uomo.
«Quando è nata, Brianna ha fatto qualunque cosa
per averla. Alla fine, è riuscita nel suo intento, buttando
fuori dal residence l’amante di suo marito. Naturalmente,
Roger amava alla follia la sua bambina e, pur di non perderla,
accettò le condizioni di sua moglie» fece un
lunghissimo respiro, prima di continuare. «Con il passare
degli anni, però, Brianna si rese conto di quanto Kayley,
crescendo, somigliasse alla sua vera madre. Nel momento in cui Roger si
ammalò, lei iniziò a covare un profondo rancore
nei suoi confronti. Lui voleva avere accanto solo la figlia. Le ha
anche ceduto in eredità la sua metà del residence
senza parlarne con la moglie. Quando alla fine è scomparso,
le cose non hanno fatto altro che peggiorare»
Jared scosse la testa, incredulo. Era una storia assolutamente pazzesca.
«Aspetta un attimo…» disse Shannon,
improvvisamente. «Stai dicendo che la nostra piccola Kayley
è, per metà, socia in affari di
Brianna?»
Richard annuì. «Proprio così, ma a lei
non è mai interessato. Quel posto è sempre stato
una prigione per lei. Adesso invece…» sorrise,
guardando Jared. «È così radiosa che
quasi non sembra vero. E tutto grazie a te, splendore»
Il cantante rispose al sorriso. «Voglio solo che sia felice,
tutto qui»
In quel momento, la ragazza raggiunse il salotto. «Forza
ragazzi, la cena è pronta. A tavola»
«Finalmente» disse Shannon, raggiungendo Laura.
«Ho una fame»
Jared si avvicinò a Kayley posandole, delicatamente, una
mano sul ventre. «Sei bellissima» le
sussurrò all’orecchio.
«Ti amo» rispose lei, baciandolo teneramente.
Richard rimase in disparte ad osservare la scena, sorridendo. Era
sinceramente felice di tutta quella situazione. La sua bambina era
innamorata di un uomo che la ricambiava totalmente. Poteva capirlo da
come la stava guardando. Erano davvero bellissimi, insieme. Giovani e
innamorati.
•••
«Buongiorno, Rick. Dormito bene?» lo
salutò Kayley, schioccandogli un bacio sulla guancia.
L’uomo sorrise. «Splendidamente, bambina»
Lei annuì. «Ottimo» prese del succo
d’arancia dal frigorifero. «Jay è uscito
presto, questa mattina, ma ci raggiungerà per pranzo. Noi,
nel frattempo, ci faremo una passeggiata fino alla tua nuova
casa»
Richard ridacchiò. «Non ti ho mai vista
così elettrizzata»
Kayley fece spallucce. «Sarà la
gravidanza» si fermò di colpo.
«Aspetta…» disse, mentre un sorriso a
trentadue denti le si disegnava sul volto. «Perché
non facciamo una sorpresa a Jay? Andiamo noi da lui!»
L’uomo annuì. «Sì, va
bene»
•••
«Oh Rick, devi vederlo per capire» disse la
ragazza, con entusiasmo. «È
così… splendido mentre crea la sua
musica»
Richard sorrise, ma quando la vide irrigidirsi, il suo umore
cambiò all’istante.
L’espressione di Kayley era agghiacciata e capì il
perché non appena gli arrivarono alle orecchie le voci che
lei stava sentendo.
«Sta facendo la più grossa delle stronzate. Un
figlio… ma vi rendete conto?»
La voce di Emma la raggiunse con la stessa intensità di un
tuono. «Quella stupida non sa niente di lui. Dovevate
sentirla ieri. Così comprensiva e zuccherosa da far venire
la nausea. Ma Jared si stancherà molto presto di lei.
È solo una cottarella passeggera la sua, come tutte le
altre»
«Ma c’è un bambino di mezzo adesso.
Credimi, quella non è affatto stupida. Ha calcolato tutto e
si è fatta mettere incinta per incastrarlo per
bene»
La risata aspra di Emma le diede i brividi. «Jay non
è uno sprovveduto. Sono sicura che ha tutto sotto controllo.
Sicuramente ha già pensato a come metterla a
tacere» ridacchiò nuovamente.
«Ammettiamolo… quella Kayley, si chiama
così, no… bè… quella Kayley
è un bel bocconcino e lui ha deciso di giocarci per un
po’. Sappiamo tutti com’è fatto. Se la
scopa fino a quando non gli darà più nessuno
stimolo e poi la congederà, cacciandola via. Non sarebbe la
prima volta che si comporta in questo modo con qualche sciacquetta
raccolta per strada, Robert»
«E tu lo accetti?» le chiese lui.
«Insomma… davvero non ti rompe che lui si sbatta
questa ragazza, permettendole di vivere a casa sua, facendole fare la
parte della quasi mogliettina perfetta?»
Emma ridacchiò ancora. «Lui è fatto
così. Prendere o lasciare. Il punto è che appena
si stancherà di quella nullità,
correrà da me e tutto tornerà come prima. Alla
fine, lui torna sempre da me»
«Stronza!!!» urlò Kayley, incapace di
trattenersi ancora, comparendo dal nulla, mettendosi di fronte alla
bionda che spalancò gli occhi per la sorpresa di vederla
lì. «Sei una grandissima stronza!!!»
Dopo un minuto però, Emma ritrovò tutta la sua
sicurezza. «Oh ma dai… ci hai creduto veramente?
Sei davvero tanto ingenua? Svegliati, dolcezza. Lui non sarà
mai tuo! L’amore eterno non esiste, con Jared Leto»
Un sorrisetto di vittoria le si dipinse sul volto, quando vide le
lacrime rigarle le guance. «Soltanto io posso averlo
perché non gli sto troppo addosso. Io non pretendo il suo
amore e lui lo sa. Gli lascio i suoi spazi, i suoi…
divertimenti» disse, guardandola dall’alto in
basso. «Così lui poi torna da me. Sempre. Ogni
volta» le si avvicinò, guardandola fisso negli
occhi. «Il suo giocattolo, per ora, sei tu, ma non illuderti
cocchina… tra non molto tornerà da me»
•••
«Lei dov’è?» chiese, appena
messo piede in casa.
Richard lo guardò con espressione seria, delusa.
«È chiusa in camera vostra da oltre
un’ora. Non vuole nessuno, nemmeno me. L’hai
combinata davvero grossa, ragazzo»
Jared scosse la testa. «Io… che
cosa…»
L’uomo lo zittì. «Emma» disse
semplicemente.
Il cantante sentì il cuore perdere un battito. Non poteva
essere vero.
In un attimo, salì le scale per raggiungere la camera da
letto. «Kay, sono io. Ti prego, fammi entrare»
La porta si aprì improvvisamente, ma quello che vide lo
paralizzò. Lei era lì. L’espressione
del suo volto gli diede i brividi. Non l’aveva mai guardato
così. Poteva leggere il disgusto nei suoi occhi e, a quella
vista, sentì un dolore acuto trafiggergli il cuore.
«Sei un bugiardo» sibilò lei,
mozzandogli il respiro. «Mi avevi detto che lei era una
collega, un’amica, che non contava niente per te»
alzò la voce ad ogni parola. «Ma in tutto questo
ti sei dimenticato di dirmi che te la scopavi anche!!!»
urlò alla fine, non riuscendo a trattenersi ancora.
«Kay…» mormorò lui, tentando
di prenderla tra le braccia.
«Non toccarmi!» sbottò lei,
allontanandosi. «Non toccarmi, Jared. Sei un bugiardo
e… mi fai schifo» La sua voce fu rotta da un
singhiozzo. «Sei un bugiardo» mormorò,
scoppiando in lacrime.
Il cantante la strinse a sé, ignorando il suo tentativo di
allontanarlo prendendo a pugni il suo petto. Ignorando la sua voce
strozzata che gli diceva di lasciarla andare.
«Ti prego, Kay» sussurrò tra i suoi
capelli. «Ti prego…»
Un lamento improvviso, lo allarmò. La sciolse dal suo
abbracciò e la vide scivolare a terra, piegata in due dal
dolore.
«Jay…» riuscì a mormorare,
con un filo di voce. «Jay, fa male… fa
male… il bambino, Jay…»
•••
Laura e Shannon raggiunsero il reparto di corsa. Trovarono Jared seduto
su una poltroncina con la testa tra le mani mentre si dondolava avanti
e indietro, ripetendo parole incomprensibili.
Richard camminava con passo nervoso, misurando tutta la sala
d’aspetto.
Il batterista si sedette accanto al fratello.
«Ehi… che è successo? Sei schizzato
fuori dalla sala prova come un fulmine e ora
questo…»
Il cantante continuò a dondolarsi, senza riuscire a
smettere. «È tutta colpa mia. È tutta
colpa mia»
«Jay, calmati e dimmi cosa sta succedendo. Che vuol dire che
è colpa tua? Cosa?»
Laura si avvicinò a Richard. «Rick, che
cosa…?»
L’uomo l’abbracciò. «Non
sappiamo ancora niente. Lei…» sospirò.
«Hanno avuto una brutta lite e poi Kayley si è
sentita male e…» fece spallucce, con espressione
triste. «Ci hanno dato poche speranze per il bambino,
Laura»
La ragazza si portò le mani alla bocca, sconvolta.
«Oh no…»
Lui annuì, accarezzandole la schiena. Shannon la raggiunse,
abbracciandola. Il silenzio si fece pesante, ma nessuno avrebbe
più fiatato fino a quando qualcuno non fosse venuto a dir
loro cosa fosse successo a Kayley.
|
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Capitolo 25 *** 25 ~ Vai Via ***
Angolo
della Follia: Penultimo capitolo. Quasi non ci credo! E vi
informo che ho quasi finito di scrivere anche la nuova storia su cui
sto lavorando. Pazzesco!!!
Comunque... mentre qui c'è il temporale a farmi compagnia,
io auguro a tutti una buona lettura e una buona serata. Alla prossima!
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
25 ~ Vai Via
Jared si ritrovò trascinato fuori dalla clinica dal fratello.
«Datti una calmata, Jay. Non risolvi niente, comportandoti
così»
Il cantante si strinse i capelli tra le mani, disperato.
«Avrei dovuto dirglielo!!! Avevi ragione tu, avrei dovuto
farlo, ma ero terrorizzato all’idea che
lei…» puntò gli occhi, pieni di
lacrime, in quelli del fratello. «Io la amo da morire,
Shan» mormorò. «E
se…»
Il batterista lo strinse a sé. «Non ti
lascerà» lo rassicurò. «Vi
appartenete e questo non cambierà, ma adesso tu dovrai
starle vicino anche più di prima. Quello che vi è
successo, non sarà facile da superare e Kay avrà
bisogno di te e del tuo sostegno»
Jared annuì, asciugandosi gli occhi.
«Sì, hai ragione» scosse la testa.
«Ma mi sento così in colpa, Shan»
Lui gli poggiò una mano sulla spalla, stringendogliela.
«Non devi. Hai sentito cos’ha detto il
medico»
Il cantante fece un respiro profondo. «È vero, ma
forse… se non avessimo litigato… se lei non si
fosse sentita tradita…» non riuscì a
finire la frase. Il pensiero che Kayley avesse perso il bambino proprio
dopo aver saputo della sua pseudo relazione con Emma lo tormentava.
Shannon lo strinse nuovamente. «Smettila di tormentarti,
fratellino. Devi farti coraggio… per lei. Andrà
tutto bene, vedrai» gli disse, sperando con tutto
sé stesso che lei non decidesse di abbandonarlo.
Laura non riusciva a credere alle sue orecchie. «Jared
e… Emma???» sussurrò.
Richard annuì. «A quanto pare è una
cosa che va avanti da parecchio. Sembra che ogni volta che
lui… be’…»
sospirò. «Dopo essersi divertito con la ragazza
del momento, sembra che torni scodinzolando da Emma»
La ragazza scosse la testa, incredula. «Non posso
crederci»
L’uomo fece spallucce. «Sai… in fondo lo
capisco. Quella Emma è solo una civetta brava a manipolarlo.
Ma non credo che lui…» fece un mezzo sorriso.
«È troppo innamorato di Kayley. Credo che abbia
solo avuto una gran paura di dirglielo. In fondo…
è umano»
Laura annuì. «Questo lo capisco, ma lei avrebbe
capito, ne sono certa» gli occhi le si riempirono di lacrime.
«Mentre adesso…»
Richard l’abbracciò. «Lo so, piccola. Lo
so»
In quel momento, Jared e Shannon rientrarono. Il batterista corse
subito da lei, sostituendosi a Richard, stringendola forte a
sé.
Il cantante si passò una mano tra i capelli. «Vado
da lei» annunciò. «Devo farlo io. Deve
sentirlo da me»
In silenzio, lo guardarono entrare nella stanza della ragazza
richiudendosi la porta alle spalle.
Eccola lì, stesa su un letto che non era il loro, con gli
occhi chiusi, il viso pallido segnato dalla stanchezza
Lentamente, le si avvicinò. Le sfiorò il braccio
con la punta delle dita.
«Perdonami» mormorò prima di baciarle la
fronte.
«Dimmi perché» la sentì
mormorare, mentre guardava fuori dalla finestra.
Si voltò immediatamente verso di lei. Quando vide i suoi
occhi, lucidi, sospirò. Prese una sedia e si mise seduto
accanto al letto. «Ti avevo avvertita, Kay. Ti avevo detto di
non essere un santo. Sapevi con che tipo di persona ti stavi mettendo,
ma tu non ti sei tirata indietro e io…» le prese
una mano, lasciando che le loro dita si intrecciassero. «Mi
sono innamorato, Kayley. Mi sono innamorato come non mi era mai
successo. Non ti avrei mai tradita, Kay. Mai!» si morse un
labbro. «Lei… lei non ha mai significato niente.
Non c’è mai stato sentimento, Kay…
nemmeno una volta»
La ragazza sospirò. «Mi hai fatto male, Jared. Ci
eravamo promessi di dirci sempre tutto. Non dovevano esserci segreti,
ricordi? Ma tu mi hai tenuto nascosta una cosa
che…» una lacrima le scivolò lungo la
guancia. «Perché?»
«Ho avuto paura» ammise lui. «Ero
terrorizzato all’idea di perderti se ti avessi raccontato di
Emma»
Lei scosse la testa. «Non mi avresti mai persa, Jared. Se ti
fossi fidato di me, io avrei capito»
Il cantante abbassò lo sguardo, incapace di sostenere il suo
così intenso. «Perdonami»
mormorò ancora.
Nella stanza calò un silenzio raggelante. Le loro mani erano
ancora unite, ma Jared riusciva a percepire la distanza immensa che li
stava separando.
«Non c’è più,
vero?» la sentì dire, debolmente.
«È così?»
Una lacrima gli scivolò lungo la guancia, perdendosi sulle
sue labbra. Scosse la testa. «Mi dispiace tanto,
Kayley»
La ragazza chiuse gli occhi, cercando di scacciare le lacrime.
«Ti prego…» mormorò.
«Lasciami sola. Vai via. Non voglio vederti mai
più»
|
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Capitolo 26 *** 26 ~ Non È Finita ***
Angolo
della Follia: Ed eccoci arrivati alla fine di questa
storia, ma aspettate a mollare tutto, c'è ancora l'epilogo 😉
Detto questo, non sto a dilungarmi troppo. Vi lascio al capitolo,
augurandovi una buona lettura e una buona domenica!
Alla prossima 🤗
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
26 ~ Non È Finita
Era passata una settimana da quel giorno orribile e nulla era cambiato.
Kayley si era trasferita da Laura e Shannon. Aveva lasciato che fossero
loro ad andare a prendere le sue cose. Non aveva più voluto
avere nessun contatto con lui, niente.
Jared si sentiva perso, finito, inutile. In un colpo solo, era riuscito
a distruggere la vita di ben tre persone: la sua, quella di Kayley e
quella del loro bambino mai nato.
Richard, insieme a Shannon e Laura, cercavano di stargli accanto.
Sembravano aver capito il perché del suo comportamento
passato e non lo lasciavano mai troppo a lungo da solo visto che,
ormai, il restare da solo era diventata la sua occupazione preferita.
Sì, perché da quando lei lo aveva lasciato, anche
la sua carriera aveva iniziato a colare a picco.
Non riusciva a concentrarsi su niente. La musica lo disturbava e
sentirsi cantare gli dava il voltastomaco.
Nessuno del suo staff, però, si era azzardato a dire una
sola parola al riguardo. Si sarebbero ritrovati senza un lavoro in meno
di un millesimo di secondo se ci avessero anche solo provato.
L’unica che sembrava essere immune alle sue minacce di
licenziamento, era proprio Emma.
«Jared, smettila di comportarti così. È
arrivato il momento di voltare pagina. Pensi veramente che ti faccia
sentire meglio, restartene seduto lì senza far
niente?»
Le lanciò un’occhiataccia. «Tu se
l’ultima persona al mondo che possa sentirsi in diritto di
dirmi cosa devo o non devo fare della mia cazzo di vita»
sibilò. «Se fossi in te, sparirei
all’istante»
La bionda fece spallucce. «Sei solo uno sciocco, Jay.
Possibile che quella stupida ragazza sia riuscita a rincoglionirti fino
a questo punto?»
«Smettila» ringhiò lui, stringendo i
pugni.
Emma gli si avvicinò, ignorando le sue parole.
«Pensaci, Jay. Alla prima occasione utile, è
fuggita lontano da te. Sei così cieco da non capire
che…»
Le labbra del cantante le impedirono di continuare a parlare.
Si era alzato velocemente, spingendola con forza contro la parete,
premendo la bocca sulla sua con rabbia.
Lei gli immerse le mani nei capelli, lasciandosi andare a quel bacio
violento che la stava eccitando, ma Jared si staccò da lei
improvvisamente, lasciandola a bocca asciutta.
«È questo che vuoi?» urlò,
iniziando a spogliarsi. «Avanti, dimmi, è questo?
Vuoi il mio corpo? Vuoi essere scopata? Vuoi essere usata? Okay, ti
accontento» la guardò con la furia negli occhi.
«Coraggio… togliti quella roba di dosso, che
aspetti? Ho proprio bisogno di sfogarmi e tu…»
ridacchiò, cattivo. «Tu sei sempre stata brava a
farmelo fare. È quello che ti riesce meglio. Lo sai come ti
chiamano tutti quanti? La puttana di Jared. È appropriato,
non credi?»
Lei rimase immobile, presa alla sprovvista dalla sua reazione.
«Io…»
Jared le lanciò un’occhiata di sfida.
«Avanti, Emma. Che ti prende? Non è questo che
vuoi?» chiese, allargando le braccia, mostrandosi nella sua
totale nudità.
Le si avvicinò lentamente, arrivando a sfiorarle il naso con
il suo. «Volevi allontanarmi da lei e ci sei riuscita, ma non
avrai mai il mio cuore, Emma. Quello è suo. Io non ho mai
smesso di amarla e non smetterò mai, è meglio che
tu lo sappia!» si allontanò nuovamente, dandole le
spalle. «E adesso vattene da qui»
«Jared…» mormorò lei, facendo
un passo nella sua direzione.
«Vattene!!!»
urlò lui, mandando a gambe all’aria la poltroncina
su cui era rimasto seduto fino a pochi minuti prima.
Emma corse via, spaventata da quella reazione violenta.
Quando sentì la porta chiudersi, Jared si lasciò
cadere in ginocchio, sbattendo i pugni a terra, completamente
sopraffatto dal dolore che albergava nel suo cuore da quando Kayley lo
aveva allontanato da sé.
•••
Il telefono non faceva che squillare e, ogni volta, sentiva Shannon
dire che doveva darle tempo.
Si sentiva malissimo. Sapeva che tutte quelle chiamate erano di Jared.
Sapeva di averlo ferito lasciandolo solo, abbandonando quella che, solo
qualche settimana prima, lui aveva definito “casa
loro”. Ma era difficile perdonare.
Lo amava ancora? Sì, profondamente, intensamente, con tutta
l’anima. Ma quella parte della sua vita che lui aveva deciso
di tenerle nascosta, l’aveva ferita molto più
profondamente di quanto avesse previsto.
Il loro bambino era volato via ancora prima di venire al mondo e, per
qualche strano motivo, aveva visto quel fatto come un segno simbolico
riguardante la sua relazione con Jared. Forse aveva sbagliato fin
dall’inizio. Forse non avrebbe dovuto seguirlo quella sera,
in mezzo alla tormenta. Non avrebbe mai dovuto chiedergli di baciarla.
Non avrebbe dovuto accettare di lasciare tutto e andare a Los Angeles
con lui
«Non mi sarei mai dovuta innamorare di te»
mormorò.
«Ehi… come ti senti oggi?»
La voce di Laura le fece tornare il sorriso.
«Meglio» rispose. «Ma vorrei essere a
casa… a casa mia… in Wyoming»
La ragazza non riuscì a dire niente perché
Shannon l’anticipò, entrando come una furia nella
stanza.
«Non puoi farlo!» disse con il panico nella voce.
«Non… non puoi abbandonarlo, Kay!»
Gli occhi di Kayley si riempirono di lacrime. «Non sono io a
volerlo abbandonare, Shan. Ma non capisci? Lui… lui non si
fida di me»
Il batterista l’abbracciò. «Non
è vero, piccola. Lui…» fece un respiro
profondo, prendendola per le braccia. «Jared ti ama, Kay. Ti
ama moltissimo. Ti ama davvero e tu puoi credermi perché io
lo conosco bene. Lui… lui era così felice di
diventare padre e quando ti sei sentita male…»
scosse la testa. «Si è visto il mondo crollargli
addosso. Si è dato tutte le colpe, Kay. Anche quelle
più assurde» puntò gli occhi ambrati
nei suoi. «Avrebbe dato tutto per vostro figlio. Anche la
vita. Se non ti ha detto di Emma è solo perché
aveva paura che tu lo abbandonassi. Era spaventato, Kay. Era
così spaventato che tu non puoi nemmeno
immaginarlo» tirò su col naso, cercando di
trattenere le lacrime che gli avevano riempito gli occhi. «Ti
prego… non lasciarlo. Se è vero che lo ami
ancora… non farlo. Non distruggerlo»
•••
Il suono delle chiavi nella serratura, attirò la sua
attenzione.
Jared si sollevò dal divano, guardando verso
l’ingresso. Per un attimo, pensò che il suo cuore
avesse smesso di battere. Lei era lì. Kayley era davanti
alla porta. Lo stava guardando con gli occhi pieni di lacrime.
«Kay» sussurrò, abbandonando il divano,
facendo un passo nella sua direzione, cauto, col timore che fosse solo
un brutto scherzo giocatogli dalla sua mente, ma quando la vide lasciar
cadere a terra le chiavi di casa e correre verso di lui, il cuore
riprese a battere forte. L’accolse tra le sue braccia,
lasciando che lo stringesse, permettendole di ritrovare la protezione
che lui le avrebbe sempre donato.
«Perdonami» le mormorò, baciandole il
viso, i capelli. «Ti amo, Kayley. Ti amo
tantissimo» la strinse forte a sé, per paura che
potesse sfuggirgli nuovamente. «Mi sei mancata da morire. Era
tutto così vuoto e senza senso, senza di te»
«Promettilo, Jared. Prometti che mi dirai sempre tutto. Che
sarai sempre sincero con me» disse lei, contro il suo petto.
Lui annuì. «Te lo prometto. Niente più
segreti. Mai. Non tra noi» le prese il viso tra le mani,
lasciando che i loro occhi potessero incontrarsi ancora.
«Credimi, amore mio, nella mia vita ci sei soltanto
tu»
Lei sorrise. «Ti amo tanto, Jared Leto»
mormorò, sollevandosi sulle punte per raggiungere,
finalmente, le sue labbra.
Il cantante chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel momento.
«Mi sono mancati i nostri baci» le
sussurrò sulle labbra.
Kayley gli accarezzò il viso. «Anche a
me» ammise. «Mi è mancato tutto di
te»
Jared la baciò ancora, poi la strinse tra le braccia.
«Adesso siamo insieme. Niente e nessuno riuscirà a
portarmi via da te, lo giuro»
La ragazza rispose al suo abbraccio. «Ti credo Jay»
•••
Era passato un anno da quando l’aveva quasi persa. Un anno in
cui avevano imparato a conoscersi di nuovo. A viversi totalmente
l’un l’altro. Un anno di grandi cambiamenti e, allo
stesso tempo, di ritorno alla normalità.
Lo staff di Jared e dei ragazzi, non si era più intromesso
nella loro vita. Due buone ragioni li avevano motivati a restarne
fuori. Punto primo, dopo più di un anno di relazione
stabile, era chiaro che i due facessero sul serio e che niente avrebbe
potuto separarli. Punto secondo, Jared aveva, seriamente e
pesantemente, minacciato di licenziare chiunque avesse anche solo preso
in considerazione l’idea di intromettersi nuovamente nella
sua vita o in quella di suo fratello o di Tomo.
Nemmeno Emma aveva più proferito parola
sull’argomento. Dopo il pomeriggio in cui Jared
l’aveva definita “la sua puttana”, dando
in escandescenze, spaventandola a morte, lei aveva cambiato
completamente atteggiamento nei suoi confronti. Finalmente aveva
iniziato a comportarsi da semplice assistente, esattamente quello che
avrebbe sempre dovuto essere.
Certo, Kayley aveva faticato ad accettare ancora la sua presenza nello
staff della band, ma dopo una lunghissima chiacchierata con Jared, si
era resa conto di quanto Emma fosse preziosa per loro. Conosceva tutto
ed era molto competente in quel lavoro. Loro non avrebbero avuto il
tempo materiale per addestrare qualcun altro a quel compito quindi,
seppur con scarso entusiasmo, aveva capito e accettato che continuasse
ad avere uno stretto rapporto di lavoro con lui.
«Lo sai che esisti solo tu per me» le aveva
mormorato una mattina lui, prima di uscire di casa.
«Kay… lo sai. Sei tutta la mia vita»
Lei aveva sorriso. «E la musica? Lei non è tutta
la tua vita?» gli aveva chiesto, sollevando un sopracciglio,
divertita.
Jared aveva sbuffato. «Ovviamente, ma verrà sempre
e comunque dopo di te» le aveva risposto, facendole una
linguaccia. Poi era salito in macchina, le aveva mandato un bacio e si
era allontanato per raggiungere i ragazzi nel loro quartier generale.
Quella stessa scena si era ripetuta quasi ogni giorno, per un anno
intero e, ogni giorno, Jared lo aveva raccontato a Shannon e Tomo,
facendoli sorridere alla vista del suo sguardo raggiante.
Il batterista era al settimo cielo. Alla fine, tutto si era sistemato
per il meglio per i fratelli Leto.
Jared era finalmente felice e lui… lui era così
innamorato da non riuscire nemmeno a ricordare come fosse stata la sua
vita prima di incontrare Laura.
Certo, le cose non erano sempre state facili. Anche loro avevano avuto
degli alti e bassi, ma avevano sempre affrontato tutto insieme e,
insieme, avevano vinto ogni battaglia.
Dall’anno del ritorno di Kayley tra le braccia di Jared, ne
erano passati altri due e la vita a Los Angeles non sarebbe potuta
andare meglio.
Fine ~
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Capitolo 27 *** ~Epilogo~ ***
Angolo
della Follia: E siamo arrivati alla conclusione definitiva
della storia di Jay e Kay.
Spero che, nonostante non vi siate mai espressi, vi sia piaciuta almeno
un po'.
Vi lascio con l'epilogo augurandovi una buona lettura e un buon inizio
di settimana.
Alla prossima 😘
~ Viola ~
•••
30 Seconds to… Wyoming
~Epilogo~
~Ti Amo,
Signora Leto
Kayley, Jared, Richard e Laura stavano ridendo come pazzi delle buffe
espressioni di Shannon che tentava di raccontare il rocambolesco
inseguimento di quella mattina, quando Sky aveva deciso di prendere di
mira un gatto che aveva avuto la più gigantesca delle
sfortune imbattendosi in loro.
«Lo giuro… non credo di aver mai corso tanto in
vita mia» sbuffò alla fine. «Ma quel
cane sembrava impazzito, dico sul serio!»
Jared aveva le lacrime agli occhi dal troppo ridere. «Ti
prego… dimmi che quel povero gatto è riuscito a
scamparla» chiese ancora sghignazzando.
Shannon annuì. «Sì, ma per un pelo. Sai
che gli faceva se lo acchiappava? Non voglio nemmeno pensarci»
Laura si alzò, andando ad abbracciarlo. «Povero
amore mio» gli schioccò un bacio sulle labbra.
«Guarda che Sky ti fa correre solo per tenerti in
allenamento» lo stuzzicò.
Il batterista le lanciò un’occhiataccia, ma non
riuscì a ribattere alla provocazione perché una
vocina squillante lo chiamò a rapporto.
«Papà, papà»
Un bimbo dai capelli castani e gli intensi occhi azzurri, corse verso
di lui con le braccia aperte. Shannon lo prese immediatamente in
braccio, sollevandolo in aria, facendolo ridere. «Non ho
bisogno di Sky per tenermi in allenamento. Ci pensa già
questa piccola peste» disse, mentre il bimbo si dimenava tra
le sue braccia.
«Ehi Christopher, vieni dallo zio» lo
chiamò Jared.
Il batterista lasciò andare il piccolo che corse tra le
braccia del cantante.
«Tuo figlio ha preso il meglio di noi. Guarda qui»
disse, mostrandolo al fratello. «Ha i tuoi occhi, ma con il
colore dei miei. Farà sicuramente strage di cuori»
Il bimbo si ribellò alle attenzioni dello zio, scivolandogli
dalle ginocchia, riprendendo così a correre per il giardino
con Sky all’inseguimento.
Laura, ridacchiando, iniziò a togliere piatti e bicchieri
per portarli in cucina.
Kayley tentò di alzarsi per aiutarla, ma Jared la
fermò. «Resta dove sei»
mormorò, prendendole la mano sinistra con la sua, baciandole
l’anulare su cui spiccava la semplice fede d’oro
bianco che le aveva messo al dito solo sei mesi prima, dopo aver
pronunciato il fatidico “Sì, lo voglio”.
«Ci penso io. Tu riposati» disse poi,
accarezzandole dolcemente il ventre.
Lei sorrise, poggiando la mano sulla sua.
Jared si chinò su di lei fino a sfiorarle le labbra in un
bacio delicato. «Ti amo, signora Leto»
~
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