30 Seconds to… Wyoming

di KikiLurex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ~ Benvenuti ***
Capitolo 2: *** 02 ~ La Ragazza dagli Occhi Grigi ***
Capitolo 3: *** 03 ~ Stiamo Diventando Amici? ***
Capitolo 4: *** 04 ~ Che Cosa Pensi di Me? ***
Capitolo 5: *** 05 ~ Fuori dal Residence ***
Capitolo 6: *** 06 ~ Primo Bacio ***
Capitolo 7: *** 07 ~ Tentazioni ***
Capitolo 8: *** 08 ~ Cuore Impazzito ***
Capitolo 9: *** 09 ~ Non Posso Innamorarmi ***
Capitolo 10: *** 10 – Nella Neve ***
Capitolo 11: *** 11 ~ Desiderio e Passione ***
Capitolo 12: *** 12 ~ Una notte ***
Capitolo 13: *** 13 ~ Non Posso Fingere ***
Capitolo 14: *** 14 ~ Andare Via ***
Capitolo 15: *** 15 ~ Benvenuta a L.A. ***
Capitolo 16: *** 16 ~ Sei Innamorato Jay? ***
Capitolo 17: *** 17 ~ Custode del Mio Cuore ***
Capitolo 18: *** 18 ~ C’è Un Problema ***
Capitolo 19: *** 19 ~ Sarò Papà ***
Capitolo 20: *** 20 ~ Gelosia? ***
Capitolo 21: *** 21 ~ Rabbia ***
Capitolo 22: *** 22 ~ Paura ***
Capitolo 23: *** 23 ~ Novità ***
Capitolo 24: *** 24 ~ Brutte Sorprese ***
Capitolo 25: *** 25 ~ Vai Via ***
Capitolo 26: *** 26 ~ Non È Finita ***
Capitolo 27: *** ~Epilogo~ ***



Capitolo 1
*** 01 ~ Benvenuti ***


Angolo della Follia: Ed eccomi tornata, dopo secoli, a pubblicare una "nuova" storia.
Ho messo la parola "nuova" tra virgolette perché, in realtà, è una storia che avevo già pubblicato anni fa, ma che ho deciso di riprendere da capo e migliorare, almeno un po', quindi non stupitevi se, leggendola, vi sembrerà familiare (sempre se qualcuno deciderà di leggerla).
Detto questo, passiamo alle cose di rito.
I personaggi maschili, famosi, di questo parto psicotico della mia mente, non mi appartengono minimamente. Non ho nessun contatto diretto con loro e non voglio lucrare sul loro nome.
Come sempre, scrivo perché mi diverte, perché mi fa svagare e vivere in un mondo magico, niente di più.
Detto ciò, eccovi i personaggi e il primo capitolo. Spero di vedere segni del vostro passaggio.
Buona lettura!

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming
Personaggi:

Kayley Marie Parrish: 30 anni. Capelli castani, occhi grigi. Perennemente in conflitto con il suo corpo di cui odia profondamente i fianchi che vede, decisamente, troppo larghi.
Lavora in un residence di montagna appartenente alla sua famiglia da sempre.
Dalla morte del padre, insoddisfatta del rapporto con la madre, trova in Richard la figura paterna venuta a mancare troppo presto.

Richard Booth: 60 anni. Omosessuale. Tremendamente affezionato a Kayley.
Lavora alla reception nel residence della famiglia della ragazza.
È sveglio e spigliato, tanto da essere diventato il confidente perfetto per Kayley.

Laura Fincannon: 28 anni. Capelli castani, occhi nocciola.
È una cameriera nella sala da pranzo del residence della famiglia di Kayley.
È una buona amica della ragazza con cui condivide la passione per i film, i libri e la buona musica.

Brianna Adams: Madre di Kayley e proprietaria del residence.
È una donna caparbia e dura. Completamente diversa dalla figlia nell’aspetto, la rimprovera continuamente per la poca attenzione dedicata al suo corpo.

Jared Joseph Leto: 40 anni. Leader del gruppo statunitense 30 Seconds to Mars.
Annoiato e ferito nell’animo, imparerà a riscoprire sé stesso grazie all’incontro con Kayley. 

Shannon Leto: 41 anni. Batterista del gruppo statunitense 30 Seconds to Mars e fratello maggiore di Jared.
Serio e protettivo, capirà di dover permettere al fratello minore di fare le sue esperienze senza intromettersi continuamente.
Grazie a questa rivelazione, scoprirà di potersi dedicare, finalmente, a sé stesso.

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01 ~ Benvenuti

Quello era un periodo morto per il residence. L’estate aveva lasciato il posto alle prime piogge autunnali che non avevano alcuna attrattiva sui turisti, armati di sci, che aspettavano con trepidazione l’arrivo della neve.
Non ci si poteva dedicare nemmeno all’escursionismo e così, i pochi clienti rimasti, si stavano preparando a tornarsene alle loro vite cittadine, dicendo addio alle vacanze estive.
Era tutto molto, molto noioso e Kayley non faceva che sbuffare mentre, distrattamente, controllava twitter.
«Ciao musona» ridacchiò Laura, avvicinandosi. «Forza dai… smetti di fare quella faccia. Sembri un cane bastonato»
Laura era una delle cameriere lì al residence e l’unica amica che fosse riuscita a farsi in quel posto.
Avevano pochi anni di differenza e moltissime cose in comune. Era stato facile fare amicizia con lei.
Kayley fece spallucce. «È un mortorio questo posto. Se ne stanno andando tutti. Vorrei davvero poter fare lo stesso, giuro»
Proprio in quel momento, la pesante porta di legno scuro dell’entrata si spalancò.
Le ragazze osservarono i nuovi arrivati cercando di trattenere una risatina. Sembravano due yeti. Erano tanto imbacuccati da non riuscire nemmeno a vederli bene. Due enormi giacconi imbottiti, con i cappucci bordati di pelliccia, lasciavano intravedere ben poco dei nuovi arrivati. I volti erano nascosti dietro a due chilometriche sciarpe bianche e da enormi occhiali da sole che, con quel tempaccio, erano veramente senza senso.
«Secondo me, pensavano di dover andare al polo» mormorò Laura all’amica.
Kayley fece spallucce. «Oppure sono solo matti»
Laura annuì e se ne andò, lasciandola sola.
«Posso aiutarvi?» chiese poi, tornando a concentrarsi sui due uomini delle nevi.
Quando, i due, raggiunsero il bancone e si tolsero gli occhiali, per poco non si strozzò con la caramella che stava masticando. Quegli occhi li avrebbe riconosciuti ovunque.
«Abbiamo prenotato» riuscì finalmente a dire uno di loro, liberandosi dalla lunga sciarpa. «Jared e Shannon Leto»
«Lascia Kayley, faccio io» Richard, il receptionist del residence, era sbucato dal nulla e aveva immediatamente preso in mano la situazione. «Bene, ecco qui la vostra prenotazione. Due stanze doppie, comunicanti. Ecco le chiavi. Jonathan vi aiuterà con i bagagli. Buona permanenza, signori»
Appena i due fratelli Leto furono fuori portata d’orecchio, Kayley si mise a tamburellare rumorosamente con le dita sul piano del bancone. «Rick…»
L’uomo di mezza età, che stava sistemando il registro delle prenotazioni, fece un sorrisetto. «Dimmi tutto, angelo»
«I Leto!»
Lui annuì, ridacchiando tra sé e sé.
La ragazza incrociò le braccia. «Non hai pensato che, forse, avresti potuto farmelo sapere??? Dico…» diede un’occhiata alle sue spalle. «Che cavolo ci fanno qui???»
«Bambina rilassati. Non sbavare che poi scivoli» la punzecchiò lui. «Pensa piuttosto ad avvertire la tua amica, prima che se li trovi davanti all’ora di cena e caschi a terra svenuta»
La ragazza gli lanciò un’occhiataccia. «Io non sto sbavando!»
Lui fece spallucce. «Come dici tu»
Kayley gli fece una linguaccia facendolo scoppiare a ridere e poi corse via.
Arrivata in sala da pranzo, individuò l’amica. «Credo sia meglio se posi quella pila di piatti per un minuto» disse.
«Che succede?» chiese Laura, poggiando le stoviglie sul carrello.
La ragazza si passò una mano tra i capelli. «Sai i due tipi di poco fa?»
«I due Bigfoot? Sì. E allora?»
«Ecco… sono Jared e Shannon»
Laura ridacchiò. «Sì, certo» scosse la testa, divertita. «Figurati se i fratelli Leto vengono in un posto come questo. A fare cosa poi?»
Kayley la guardò, seria. «È così!»
Quello sguardo fece gelare la ragazza. «Scherzi!» sbottò improvvisamente. «Mi stai dicendo che… Shannon Leto è veramente in questo albergo???»
Lei annuì. «E ti ricordo che c’è anche suo fratello e…» fece un respiro profondo. «Cavolo… i suoi occhi…»
Laura la guardò con un sopracciglio sollevato. «Sì… e tu gli hai guardato solo gli occhi, come no»
Kayley fece spallucce. «Be’ era difficile vedere altro con tutta la roba che avevano addosso»
Rimasero in silenzio per un paio di minuti, assimilando la cosa, poi scoppiarono a ridere al ricordo dell’entrata in scena dei due Leto.

«Ridimmelo. Perché siamo qui?»
Shannon sospirò. «Dai Jay, fai uno sforzo. Siamo qui per lasciarci alle spalle il casino di Los Angeles per qualche giorno. Potremo rilassarci, respirare aria buona e…»
«Ma proprio in un posto come questo dovevamo rifugiarci? Dico… ma hai visto dove siamo?» lo interruppe Jared. «Veramente… dove cavolo siamo???»
Il batterista scosse la testa, sconsolato. «Senti, perché non provi a vederla da un’altra prospettiva? In questo modo, non avrai la tentazione di imbarcarti in qualcosa di assurdo»
Il fratello gli lanciò un’occhiataccia. «Ma quali tentazioni, Shan??? Che tentazioni dovrebbero esserci in questo posto dimenticato da Dio???» si lasciò cadere sul letto. «Grazie tante, fratello» sbuffò sarcasticamente.

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Capitolo 2
*** 02 ~ La Ragazza dagli Occhi Grigi ***


Angolo della Follia: Buongiorno e buon sabato, bella gente.
Eccomi qui con il secondo capitolo. Questa volta viaggerò più veloce, avendo già un testo completo che ha, semplicemente, bisogno di una rinfrescata.
Nel frattempo, spero di riuscire a continuare anche le altre millemila storie in sospeso da una vita. Vedremo.
Per ora... vi auguro una buona lettura e un fantastico weekend!

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

02 ~ La Ragazza dagli Occhi Grigi


Kayley se ne stava nascosta dietro una delle grandi colonne della sala da pranzo.
«Ehi… Laura! Ehi!!!» bisbigliò.
La ragazza si avvicinò, furtiva. «Che c’è?» chiese.
«Sei assegnata al loro tavolo, giusto? Come ti sembrano?»
Laura fece spallucce. «Oltre ad essere belli come nessun altro?» sospirò trasognata, poi si fece seria. «A parte gli scherzi, sono due persone veramente molto gentili, ma… ecco…» portò lo sguardo sui due musicisti. «Jared sembra essere distante… distratto, direi. Non so…» fece nuovamente spallucce. «Non sembra troppo felice di essere qui, ecco»
Kayley seguì lo sguardo dell’amica. Era vero. Jared sembrava un pesce fuor d’acqua in quella grande sala da pranzo.

«Potresti almeno fare un po’ di conversazione, Jay. Mi sentirei, decisamente, meno solo» borbottò Shannon.
Il cantante sbuffò. «Oh scusa se non sono proprio dell’umore» Si guardò attorno. «Che devo dirti, eh? Insomma… guardaci! Che ci stiamo a fare qui? Cosa c’entra tutto questo con noi???»
Il batterista scosse la testa. Cercare di convincere il fratello di quanto, quella vacanza, avrebbe fatto bene ad entrambi, sembrava essere un’impresa impossibile.
«Non fare il bambino» sbottò poi, stanco dei suoi capricci senza senso. «Abbiamo prenotato per un intero mese e resteremo qui, che tu lo voglia o no. Abbiamo bisogno di disintossicarci dal caos di L.A. quindi non farla tanto lunga e goditi la vacanza!»
Jared si passò una mano tra i corti capelli biondo cenere. «Okay» rispose. «Ma non aspettarti niente più di questo da me»
Senza dargli il tempo di ribattere, si alzò e uscì dalla sala da pranzo, lasciando il fratello solo ad ultimare la sua cena.
Era così arrabbiato. Arrabbiato con suo fratello per averlo trascinato in quel posto isolato. Arrabbiato con sé stesso per non riuscire ad apprezzare i suoi sforzi. Sapeva bene che Shannon stava tentando di fargli dimenticare la sua ultima delusione amorosa. L’ennesima delusione amorosa, in effetti.
Sospirò chiedendosi, come gli accadeva spesso in quell’ultimo periodo, se il problema vero, quello che portava alla conclusione, solitamente catastrofica, di tutte le sue storie d’amore, non fosse suo.
Forse, quello che non andava bene, era lui. Forse non riusciva a capire i bisogni delle sue compagne. Forse era troppo concentrato su sé stesso. Forse. Ma con i “forse” non si andava da nessuna parte e l’unica cosa di cui fosse davvero certo, era che quel posto non avrebbe curato il suo malumore.
Dopo essere tornato in camera sua, chiuse a chiave la porta che comunicava con quella del fratello. Non avrebbe sopportato un’altra ramanzina da parte sua, non quella notte.
Il leggero bussare alla porta che dava sul corridoio, lo fece trasalire. Non poteva crederci.
«Che vuoi???» sbottò, spalancando la porta con molta poca grazia.
Due occhi grigi, spalancati per la sorpresa, lo colpirono come uno schiaffo in pieno volto. «Mi scusi»
«No, aspetta» disse subito, fermando la fuga della ragazza che aveva già raggiunto le scale. «Perdonami» mormorò, sentendosi un idiota totale. «Credevo che…» ridacchiò. «Credevo fosse mio fratello. Non volevo aggredirti, giuro»
Kayley abbassò lo sguardo, imbarazzata. La sua voce, la sua risata. Le aveva sentite tante volte, ma mai così. Non aveva previsto quella reazione, ma ormai era lì e indietro non poteva tornare. Inoltre aveva deciso di andare a bussare alla sua porta per una consegna speciale. «Nessun problema» riuscì a dire, senza far tremare troppo la voce. «Non la volevo disturbare. Io…» quando lo vide scuotere la testa, si zittì immediatamente.
«Ti prego, non darmi del lei. Non sono più un ragazzino, è vero, ma non farmi sentire vecchio, ti supplico. Chiamami Jared… o Jay. Chiamami Leto. Chiamami anche “brutto stronzo” se preferisci, ma dammi del tu… per favore» disse ridacchiando.
Kayley sorrise. Annuì. «Okay, Jared» mormorò. «Sono passata per darti questa» disse poi, mostrandogli la chitarra che aveva tenuto dietro la schiena fino a quel momento. «Ho pensato che…» fece spallucce. «Ti ho visto un po’ spaesato prima, a cena. Forse questa può aiutarti a sentirti un po’ meno… solo»
Jared spalancò gli occhi per la sorpresa. «Grazie»
Finalmente si soffermò ad osservare attentamente gli occhi grigi che lo avevano colpito appena aperta la porta. Erano così particolari. Avevano lo stesso, meraviglioso colore del mercurio liquido.
Lei annuì, sorridendo e quando tentò di andarsene, lui la fermò un’altra volta.
«Come ti chiami?»
«Kayley» rispose lei prima di correre verso le scale, sparendo in meno di un minuto.
«Kayley» mormorò lui, guardando la chitarra. Sorrise, richiudendosi la porta alle spalle.
Occhi singolari, nome particolare, timida e gentile. Non l’aveva nemmeno notata al suo arrivo. Lei, al contrario, doveva averlo osservato bene ed era riuscita, chissà come, a comprendere il suo stato d’animo. Incredibile.
«Credo proprio che ci rivedremo presto» mormorò tra sé e sé. «Forse, con il tuo aiuto, riuscirò a non dare di matto durante questa dannatissima vacanza»

Shannon si stiracchiò. Era arrivato il momento di andare a riposare un po’.
«Tutto bene, signor Leto?»
Il batterista sorrise. «Benissimo, grazie. Ma ti prego, chiamami Shannon»
Laura, che stava iniziando a togliere i piatti dal tavolo, rispose al sorriso. «D’accordo»
Shannon vide il suo sguardo farsi serio quando notò il piatto di Jared, praticamente intatto. «Non farci caso» disse. «Mio fratello non era… come dire…» sospirò. «Non aveva appetito. Ma domani andrà meglio, vedrai» sorrise nuovamente. «Dimmi… come ti chiami, bella cameriera?»
La ragazza arrossì. «Laura» mormorò.
«Grazie per l’ottimo servizio, Laura» le sussurrò lui all’orecchio. «A domani»
«A domani» rispose lei in un mormorio.

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Capitolo 3
*** 03 ~ Stiamo Diventando Amici? ***


Angolo della Follia: Buona domenica, raggi di sole =)
Eccomi qui con il terzo capitolo.
Ho visto parecchie visite, nei capitoli precedenti. Sono contenta, devo proprio dirlo!
Certo, mi piacerebbe leggere qualche opinione in merito, ma va bene anche così. Mi accontento di poco =)
Ringrazio chiunque sia passato e vi lascio alla lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

03 ~ Stiamo Diventando Amici?


Shannon squadrò il fratello. Finalmente si era degnato di raggiungerlo.
«Invece di strimpellare per tutta la notte, avresti dovuto dormire ed essere puntuale a colazione»
Come buongiorno non era male, ma Jared non diede peso alla provocazione. Si mise seduto e iniziò a spalmare un po’ di miele su una fetta biscottata.
Il batterista lo guardò sconcertato. «Hai sentito quello che ho detto?» chiese, preso alla sprovvista dalla mancanza di reazione del fratello.
«Sì, ma ho deciso di far finta che tu non abbia parlato» rispose Jared, lasciando vagare lo sguardo all’interno della sala da pranzo fino a quando non vide Kayley. «Vuoi scusarmi?» disse al fratello, non dandogli nemmeno il tempo di rispondere.

La ragazza sentì il cuore perdere un battito quando lo vide puntarla. Il suo sorriso avrebbe assassinato chiunque.
«Ciao» la salutò lui.
«Ciao» rispose lei, abbassando lo sguardo. Le riusciva davvero difficile restare occhi negli occhi con lui per più di un paio di secondi.
«Kayley, giusto?» chiese Jared, tentando di approcciarsi in qualche modo. Quando la vide annuire, non riuscì a fare a meno di sorridere ancora.
«Kayley Marie Parrish, smettila di perdere tempo con i clienti e torna al lavoro!»
La voce autoritaria di una donna attirò la loro attenzione.
La ragazza scattò quasi sull’attenti. «Scusami» mormorò prima di scappare via.
Il cantante sbuffò. Era la seconda volta che gli sfuggiva così.
«Voglia scusare mia figlia. Spero non l’abbia importunata. È soltanto una sciocca ragazzina piena di fantasie» disse la donna che aveva ripreso Kayley. «L’avevo avvertita di non infastidirvi, ma l’essere una vostra… come si dice… fan? Sì insomma… a quanto pare l’idea che siate qui non la fa ragionare a dovere»
Jared la guardò serio. «In realtà, signora, sua figlia non mi ha importunato affatto. Sono stato io ad avvicinarla» socchiuse gli occhi, squadrandola. «E sì, si dice fan e non c’è niente di male ad apprezzare il lavoro di qualcuno. Sono onorato che Kayley ascolti la mia musica!» ribatté con freddezza.
Lei rimase lì, immobile come una statua di ghiaccio, presa alla sprovvista da quella reazione. La comparsa di un facchino, le diede l’occasione di allontanarsi dopo avergli rivolto un breve sorriso di cisrcostanza.
Lui la osservò sparire in uno dei molti corridoi. Aveva i nervi a fior di pelle. Come si era permessa di parlare così di sua figlia. Di umiliarla in quel modo, davanti ad un estraneo. Che fosse sua madre, non le dava il diritto di comportarsi così. Si guardò attorno. Doveva trovarla. Doveva chiederle scusa per averle creato dei problemi.
Facendo un profondo respiro per calmarsi, tornò sui suoi passi per raggiungere, nuovamente, il fratello.
Quando guardò nella sua direzione, lo vide ridacchiare con una cameriera. Rimase ad osservare la scena per un paio di minuti, poi si avvicinò al tavolo. «Allora… posso unirmi a voi e ridere anch’io?» chiese, sfoderando il suo miglior ghigno da “questa volta ti ho beccato” rivolto verso il fratello.
La cameriera arrossì. Fece un breve cenno con la testa e si allontanò velocemente.
Shannon gli lanciò un’occhiata omicida, facendolo scoppiare a ridere. «Sei incredibile, dico sul serio!» sibilò.
«Non ti avrò mica disturbato, vero?» gli chiese lui, con aria innocente.
Il batterista fece una smorfia, poi puntò gli occhi ambrati in quelli del fratello. «Dimmi tu, piuttosto… chi era la ragazza che ti ha fatto saltare come una molla appena è entrata dalla porta?»
Jared fece spallucce. «Kayley» rispose tranquillo. «È la figlia della proprietaria di questo posto in cui tu mi hai trascinato e dato che, ieri sera, è stata tanto gentile da portarmi una chitarra per farmi sentire un po’ meno la solitudine, ho voluto ringraziarla, tutto qui»
Shannon si fece pensieroso tutto ad un tratto. «Ah… così è sua la chitarra che hai suonato tutta la notte»
«Già» rispose il cantante che, allo sguardo sospettoso del fratello, alzò gli occhi al cielo. «Non cominciare!» sbottò. «Io non vado in giro a scoparmi chiunque, chiaro? Non sono ancora così disperato e anche se fosse così…» si alzò di scatto. «Be'... non sono affari tuoi. Finiscila di farmi da balia!!!» sibilò prima di abbandonare la sala da pranzo, lasciando del tutto intatta la colazione.
Quella era già la seconda volta in meno di ventiquattro ore. Doveva aver stabilito una specie di record.

Richard vide Kayley correre verso di lui e, immediatamente, l’accolse tra le sue braccia. «Ehi, che è successo?»
La ragazza scosse la testa. «È insopportabile! Perché c’è la con me? Cosa le ho fatto?» singhiozzò contro il petto dell’uomo. «Mi ha fatto fare una figura pessima davanti a Jared»
Richard sorrise, carezzandole i capelli. «Non credo che lui abbia dato molta importanza alla cosa, sai? Guarda» sussurrò.
Kayley guardò nella direzione che l’uomo le stava indicando e per poco non le prese un colpo.
Jared stava camminando a passo spedito verso di loro.
«Forza, vai a darti una sistemata. Non vorrai farti vedere combinata così?» le mormorò dolcemente il receptionist, facendole l’occhiolino. «A lui ci penso io»
La ragazza gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia. «Ti devo un favore, Rick» sussurrò prima di correre via dal lato opposto a quello di Jared.
Proprio in quel momento, il cantante raggiunse la reception. «Kayley è qui?» chiese, diretto.
Richard scosse la testa. «Tornerà tra un paio di minuti»
Lui annuì. «Non disturbo se resto ad aspettarla, vero?»
L’uomo fece spallucce. «Faccia come crede» Sistemò un faldone dentro un cassetto, poi tornò a concentrarsi su Jared. «Due parole, dolcezza» esordì improvvisamente, passando dal lei al tu, lasciando il cantante di sasso per la sorpresa. «Quella bambina è come una figlia per me. Certo, è cresciuta, è una donna ormai, ma è anche molto sensibile e io non sopporto che le venga fatto del male» si lisciò la giacca con le mani. «Sono considerato un gentiluomo e mi reputo tale, ma posso diventare una bestia quando qualcuno mina la felicità delle persone che amo» Jared annuì, attento alle sue parole. «Diciamocelo… tu sei molto carino. Be’, se vogliamo essere del tutto sinceri, sei un vero schianto ed è normale che le persone reagiscano in un determinato modo quando ti hanno attorno. Ma per Kayley la cosa è differente. Tu non sei solo attraente ai suoi occhi. Tu sei speciale» gli fece cenno di avvicinarsi, sporgendosi un po’ verso di lui. «Prova a farla soffrire e giuro che te la farò pagare. Tutto chiaro, splendore?»
Il cantante gli tese la mano. Richard lo guardò per un attimo, sorpreso, prima di stringerla
«Ha tutto il mio rispetto. Kayley è fortunata ad avere accanto un uomo come lei»
Quando le loro mani si lasciarono, la ragazza riapparve.
Jared le rivolse un sorriso. «Ehi… posso parlarti?» chiese.
Lei annuì. «Sì, certo» Sfiorò il braccio a Richard, per ringraziarlo e fece cenno al cantante di seguirla.
Si ritrovarono all’interno di una saletta proprio a lato della reception. La moquette rossa ricopriva tutto il pavimento. Contro una parete, c’era un grande divano nero. Ai suoi piedi, un tavolino di cristallo.
«Questo è il mio piccolo rifugio» rivelò lei. «Non ci viene mai nessuno a parte me»
Jared sorrise, accomodandosi sul divano. «È molto carino. Molto… intim0» La vide arrossire a quelle parole così cambiò argomento. «Senti… io volevo chiederti scusa per averti creato dei problemi prima, con tua madre»
La ragazza scosse la testa. «Non devi. A mia madre piace darmi ordini. Lei…» sospirò. «È sempre stata così. Non abbiamo esattamente un rapporto madre/figlia. Se non ci fosse Richard…» fece spallucce, lasciando cadere l’argomento.
Il cantante annuì. «Sembra proprio un uomo in gamba»
«Lo è!» confermò lei.
Jared ridacchiò e Kayley lo guardò, curiosa. «Mi ha chiamato dolcezza e anche splendore, oltre ad avermi detto che sono uno schianto. Pensi che dovrei iniziare a preoccuparmi?»
Lei scoppiò a ridere. «L’ha fatto sul serio?» chiese. Quando lui annuì, divertito, scosse la testa. «Che matto!»
«Sai… non so se dovrei sentirmi lusingato» riprese lui, con una buffa espressione sul viso.
La ragazza si asciugò una lacrima sfuggita ai suoi occhi dal troppo ridere. «Oh sì, devi assolutamente sentirti lusingato, Mr. Leto. Rick non fa mai complimenti gratuiti, ma tranquillo, non ti salterà addosso» gli lanciò un’occhiatina divertita. «A meno che tu non decida di permetterglielo»
Jared riprese a sghignazzare senza riuscire a smettere. Quella ragazza era veramente divertente.
Dopo una decina di minuti, si fece serio. «Comunque… volevo anche ringraziarti per ieri sera. Sei stata davvero molto gentile a portarmi quella chitarra. È stato un pensiero molto carino che ho apprezzato seriamente»
Lei fece spallucce. «Figurati. Ho solo pensato che, un tipo come te, potesse sentirti spaesato in un posto come questo…» scosse la testa. «Comunque mi fa piacere che l’abbia tu. Era la chitarra di mio padre e da quando è scomparso è stata messa in un angolo a riempirsi di polvere. Adesso, invece, tornerà a fare musica... buona musica»

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Capitolo 4
*** 04 ~ Che Cosa Pensi di Me? ***


Angolo della Follia: Nuova settimana, nuovo capitolo =)
Come sempre, ringrazio chi è passato anche solo a dare una sbirciatina.
Vi auguro una buona serata e una buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

04 ~ Che Cosa Pensi di Me?

Laura aveva ascoltato, attentamente, ogni singola sillaba uscita dalle labbra di Kayley. «E così, tu e Jared, state facendo amicizia» disse con aria maliziosa.
La ragazza ridacchiò. «Non dirlo in quel modo, dai. Io…» fece spallucce. «Non lo so. Lui… sembra tanto diverso da come lo descrivono, sai? Insomma… è gentile e dolce e…»
«Strafigo?» l’anticipò Laura, facendola scoppiare a ridere.
«Be’, sarei una bugiarda se dicessi il contrario» ammise Kayley. «È davvero bellissimo, porca miseria» Fece un sospiro, poi si concentrò sulla sua amica. «Ma adesso tocca a te. Raccontami. Come vanno le cose con Shannon? Mi sembrava che ci fosse una certa sintonia tra voi, questa mattina, a colazione»
La ragazza arrossì. «Sì be’… non so… però lui sembra essere interessato ad approfondire la nostra conoscenza, non so se mi spiego»
Kayley annuì. «Ti spieghi eccome!» ridacchiò. «Se vuoi, posso provare ad indagare un po’. Forse Jared si lascerà sfuggire qualcosa»
Laura fece un sorrisone a trentadue denti. «Sei la migliore, Kay»

Shannon sentì bussare alla porta che separava la sua stanza da quella del fratello. «Sì?»
Jared spiò nella camera. «Ti disturbo?» chiese. Quando lo vide scuotere la testa, si avvicinò al letto. «Senti, io volevo scusarmi per prima. È solo che mi sento ancora sottosopra. Non sono abituato a questa calma, a questa… tranquillità»
Shannon sorrise. «Tranquillo, Jay. Sono abituato alle tue crisi isteriche»
Il cantante gli lanciò un’occhiataccia, ma poi scoppiò a ridere di gusto. «Hai ragione. A volte mi rendo conto di essere un po’ isterico»
«Un po’???» ribadì il batterista con un sopracciglio sollevato. «Jay, in questi ultimi giorni sei stato veramente allucinante. Stavano iniziando a non sopportarti più. Ecco perché ti ho portato via da L.A.»
«Chi?» chiese lui, sorpreso dalle parole del fratello.
Shannon fece spallucce. «In realtà… tutti» sospirò. «Senti… sappiamo il perché di questi tuoi momenti e dei tuoi continui sbalzi d’umore, ma arrivi ad un certo punto in cui diventi veramente intrattabile e vivere con te non è più, fisicamente e mentalmente, possibile»
Aveva ragione. Assolutamente ed irrimediabilmente ragione. Si era reso conto di aver passato il segno quella volta, ma più ci provava, più non riusciva a smettere. Annuì. «Hai ragione. Mi dispiace, Shan»
Il batterista si mise in piedi e gli diede una pacca sulla spalla. «Dai fratellino, su con la vita. Vedrai che, dopo un periodo lontano da ogni tipo di riflettore, andrà meglio»
Non gli piaceva vederlo così abbattuto. Era una cosa che, nonostante fossero ormai adulti da un bel pezzo, non era in grado di sopportare. «A proposito» disse poi, curioso. «Dove sei stato finora? Prima ti ho cercato, ma non sono riuscito a trovarti da nessuna parte»
Jared rimase in silenzio per un minuto, pensando ad una scusa da raccontargli, ma con lui sarebbe stato inutile. Non avrebbe mentito a suo fratello. «Ero con Kayley. Le dovevo delle scuse e così…» fece spallucce. «Siamo rimasti a chiacchierare per un po’. È una ragazza davvero simpatica, sai? Credo che…» ridacchiò, sorpreso di sé stesso. «Credo che, in qualche modo, siamo diventati amici»
Shannon spalancò gli occhi a quelle parole. «Amici? Veramente???» Quando vide lo sguardo alterato del fratello, mise subito le mani avanti. «No, aspetta, non fraintendere. Ma scusa… non ti ho mai sentito parlare di una donna come di una semplice amica. Posso essere, almeno un pochino, scioccato da questa novità?»
Jared gli fece il dito medio, ridacchiando. In fondo, aveva ragione. Lui non era mai riuscito a mantenere una relazione puramente amichevole con una persona del sesso opposto. Non da qualche anno, quanto meno. E il fatto che Kayley fosse, appunto, una donna, non giocava certo a suo favore. Inoltre non la conosceva affatto e, in più, c’era la consapevolezza di non esserle del tutto indifferente. Richard, il receptionist, era stato piuttosto chiaro su quel punto, anche se non era riuscito a capire fino in fondo le sue parole. Perché gli aveva detto che per lei non si trattava semplicemente di attrazione?
Scosse la testa, cercando di scacciare tutti quei pensieri. Era inutile rimuginarci sopra. Quello che lo stava spingendo a provarci era la sensazione di potersi fidare completamente di lei e, per una volta, avrebbe dato retta al suo istinto. Tornò a guardare il fratello. «Sai… hai ragione. Ma le cose, a volte, possono cambiare» fece spallucce. «Ora ti lascio. Vado a fare quattro passi»
Shannon lo osservò uscire dalla stanza. Ancora non riusciva a credere a quello che aveva sentito. Suo fratello e una ragazza, amici. Pazzesco!

Se non fosse stato per i noiosi esercizi che sua madre le aveva imposto di fare, non le sarebbe pesato essere chiusa in palestra. Ma le parole che le diceva da mesi non facevano che risuonarle nella testa, come una specie di cantilena. “Guardati Kayley. Con quei fianchi, chi pensi si accorgerà di te? Perché non ti sistemi un po’ quei capelli, invece di lasciarli così lunghi, senza un minimo di personalità. Dovresti anche cominciare a truccarti come si deve e a vestirti con qualcosa di più femminile invece di indossare sempre quegli insulsi pantaloni scoloriti e quelle felpe informi»
Parole dolorose che, però, erano riuscite ad entrarle dentro e che l’avevano convinta di quanto fosse poco attraente, di quanto nessuno si sarebbe mai interessato a lei.
Sospirò avvicinandosi all’impianto stereo. La cosa bella di avere la palestra tutta per sé, era quella di poter ascoltare la sua musica a tutto volume e lasciarsi riempire di lei.

Niente, non l’aveva trovata nemmeno nel suo angoletto privato. Ma dove diamine si era cacciata? L’aveva cercata ovunque.
«Se è lei che cerchi, è in palestra»
La voce di Richard lo fece saltare per lo spavento. Era lì, ad un passo da lui e lo osservava con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
«Diavolo» sbottò. «Avresti anche potuto farti notare! Mi hai fatto quasi venire un accidente!»
Sì, aveva deciso che, dopo quella loro prima chiacchierata, gli avrebbe dato del tu.
L’uomo ridacchiò. «Forza, splendore, va da lei. Oggi sembra essere la classica giornata no. Sarà rintanata in un angoletto con lo stereo acceso e ti avverto…» continuò, con ancora il sorriso sulle labbra. «La musica sparata al massimo, sarà senza dubbio la tua» gli fece l’occhiolino e tornò alle sue faccende.
Jared rimase immobile a guardarlo per un minuto, poi scosse la testa e si allontanò per raggiungere la palestra.
Un sorrisetto gli sfiorò le labbra. Richard aveva avuto ragione. Poteva sentire la sua voce risuonare fino alla fine del lungo corridoio. Era proprio vero, la piccola Kayley era una loro fan.
Arrivato alla porta della palestra, la socchiuse piano. Quello che vide lo incantò. Lei era lì, totalmente rapita dalla musica. Stava cantando mentre saltellava al ritmo di “Closer to the Edge”. Sembrava essere così libera, così viva.
Si ritrovò a camminare piano verso lo stereo, continuando ad osservarla, non riuscendo a farne a meno.
«No no no no… I will never forget… No no… I will never regret… No no… I will live my life… No no no n… Jay!!! Che ci fai tu qui?» chiese, con le guance in fiamme, correndo verso lo stereo per spegnerlo.
Lui sorrise. «Ti stavo cercando. Ho sentito la musica così sono venuto a dare un’occhiatina e…» fece spallucce. «Ti ho trovata»
«Mi stavi cercando? Perché?» chiese lei, incredula.
«Perché mi piace la tua compagnia. Perché siamo amici e gli amici passano sempre del tempo assieme, o sbaglio?»
Kayley sentì per un attimo il cuore scalpitarle nel petto. «Siamo… amici?» chiese, non riuscendo a crederci.
Jared annuì, trovando adorabile il rossore sulle sue guance. «Allora… che stavi facendo poco fa?»
La ragazza fece spallucce, giocherellando con una ciocca di capelli. «Avrei dovuto fare un po’ di esercizio, ma sai… ho preferito lasciarmi portare via dalla vostra musica»
Lui sollevò un sopracciglio. «Esercizio? Perché? Insomma… io sono un fan del tenersi in forma, lo sanno tutti, ma tu…» le misurò il corpo con uno sguardo. «Sei perfetta così come sei»
«No… non è vero» balbettò lei, imbarazzata a morte. «Ho i fianchi troppo larghi»
Jared tornò ad osservarla per un minuto. Sbuffò. «A me sembrano perfettamente in linea con tutto il resto. Insomma tu…» Improvvisamente si rese conto del corpo che aveva davanti e di quanto fosse attraente. Si passò la lingua sulle labbra. «Stai bene, dico sul serio» concluse poi, cercando di non pensare al fatto che, fino a quel momento, si era sentito così a suo agio con lei da aver, completamente, bypassato il suo aspetto. L’unica cosa che l’aveva rapito fin dal primo momento, erano stati i suoi splendidi occhi grigi.
«Sei gentile Jared, ma non devi mentire con me» mormorò lei, passandosi la ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Lui scosse la testa. «Non ti mentirei mai, Kay, lo giuro»
Lei sospirò. «Come dici tu»
«Proprio così» rispose lui.
Si ritrovò a voler fare qualunque cosa fosse in suo potere per dimostrarle quanto fosse sincero. Lei era davvero bellissima e assolutamente perfetta. Sarebbe riuscito a convincerla, non aveva alcun dubbio al riguardo. Avrebbe vinto contro la sua testardaggine perché, sì, lui vinceva sempre.

«Ciao, bella Laura»
La voce di Shannon la fece trasalire. Non l’aveva più visto dopo il pranzo e non si sarebbe certo aspettata di ritrovarselo lì a guardarla sistemare i tavoli per la cena.
«Ciao» riuscì a mormorare.
Il batterista le si avvicinò. «Disturbo?»
Lei scosse la testa. «No, certo che no. Hai bisogno di qualcosa?»
«Non esattamente» rispose lui. «Sai… mi stavo domandando se le cameriere, in questo posto, avessero un giorno libero, ogni tanto»
Laura spalancò gli occhi per la sorpresa. L’aveva detto sul serio? Si schiarì la voce. «Ecco… sì, certo. Abbiamo un giorno libero»
Shannon sorrise. «Ottimo! E che mi diresti se ti invitassi ad uscire?»
Uscire? Per andare dove? Quello non era esattamente un posto pieno di locali. Ma Laura scosse la testa, ricacciando indietro quei pensieri. «Mi… mi farebbe piacere» disse in un mormorio.
Un enorme sorriso, molto più luminoso di tutti quelli che le aveva rivolto fino a quel momento, si dipinse sul volto del batterista. «Fantastico! Tu fammi sapere solo quando e al resto ci penso io, okay?»
Lei annuì, ricambiando il sorriso. «Certo»

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Capitolo 5
*** 05 ~ Fuori dal Residence ***


Angolo della Follia: Ed eccomi qui con un altro capitolo.
Allora... forse non ve l'avevo ancora detto, quindi lo faccio adesso. Il Jared che ho immaginato in questa storia è un Jared alla "Hurricane". Almeno adesso potete vederlo come lo vedo io =)
Detto ciò, ringrazio chi è passato a dare uno sguardo. Ora torno a scrivere.
Vi auguro una buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

05 ~ Fuori dal Residence

Quando, qualche ora più tardi, Laura gli disse che avrebbe avuto il giovedì libero, il suo unico pensiero fu quello di trovare un posto dove poterla portare.
«Ehi, fratellino»
Jared gli lanciò un’occhiata. «Cosa?»
«Se tu volessi portare fuori una ragazza per farla divertire, dove la porteresti?» chiese.
Il cantante fece spallucce. «Inizierei col portarla fuori a cena e poi, magari, in un locale carino e poi… ma perché me lo chiedi?»
Il fratello fece un gesto incurante con la mano. «Curiosità»
Jared si catapultò al suo fianco. «Oh ma dai, a chi la racconti???» un lampo di genio lo colpì all’istante. «Aspetta… parli della cameriera, vero?»
Shannon sbuffò. Com’era possibile che non riuscisse a tenergli nascosto proprio niente? «Senti… è sempre stata molto carina con noi, nonostante il tuo comportamento da babbuino bisbetico e non dire che non lo sei stato perché, se lo fai, giuro che ti strangolo con le mie mani» disse tutto d’un fiato. «Voglio solo ringraziarla, tutto qui»
Jared scoppiò a ridere. «Non devi giustificarti con me, Shan. Sei adulto e vaccinato. Puoi fare tutto quello che vuoi» si lasciò ricadere sul materasso con un braccio piegato dietro la testa. «E poi non devi preoccuparti per me. Il “babbuino bisbetico” ha già chi gli allieta le giornate»
Il batterista gli lanciò un’occhiataccia. «Che stai combinando, Jay?»
«Ma che…» sbuffò il cantante. «Niente! Non sto combinando proprio niente, Shan! Niente di quello che, la tua mente malata e perversa, ha messo in moto in meno di una frazione di secondo!» prese fiato. «Quella ragazza è solo un’amica, okay? Mi piace passare il tempo con lei. Mi fa stare bene»
Shannon rimase in silenzio per qualche minuto. Era così strano sentirlo parlare così di una ragazza. Quella Kayley doveva essere davvero speciale.
«Senti…» disse poi, colto da un’idea improvvisa. «Perché non vi unite a noi?»
Jared spalancò gli occhi per la sorpresa. «Cosa? Io e Kay con te e la cameriera? Scherzerai! Che dovremmo fare con voi? Reggervi il moccolo? No, grazie»
Il batterista gli diede uno scappellotto. «Deficiente!» lo insultò. «Punto primo, smettila di chiamarla “la cameriera”. Si chiama Laura! Punto secondo, il moccolo lo faresti se fossi solo, ma con la tua nuova amica a farti compagnia, non vedo dove sia il problema»
Era una chiara provocazione, lo sapeva bene. Con quel “la tua nuova amica” aveva voluto mettere in chiaro quanto poco riuscisse a credere in quel rapporto tra lui e Kayley.
«Okay, ci sto» rispose allora, volendo dimostrargli quanto si sbagliava. «Ma se percepisco anche solo una piccolissima scintilla tra te e la tua bella Laura, io e Kay ce ne andiamo via, chiaro?»
«Cristallino» dichiarò Shannon, stringendogli la mano per sigillare il patto.

«Giovedì??? Ma… giovedì è dopo domani!»
Quando Laura le aveva detto, con un entusiasmo assolutamente trascinante, che Shannon l’aveva invitata ad uscire, Kayley non aveva minimamente preso in considerazione l’idea che l’invito si sarebbe esteso anche a lei e a Jared, ma quando lui si era presentato alla reception, con il più raggiante dei sorrisi, proponendole l’uscita a quattro, non era riuscita a far altro che accettare.
«Tranquilla Kay. Se fiuteremo qualcosa tra quei due, ce la fileremo» le aveva detto, ridacchiando. «È solo che mi piacerebbe portarti fuori di qui per un po’. Ci divertiremo, vedrai»
Certo che era proprio bravo. Un vero maestro della persuasione.
Le aveva fatto l’occhiolino prima di andarsene, lasciandola lì, nel panico più totale.
«Ehi, bambina, che cosa c’è?» chiese Richard, arrivato in tutta fretta dopo la sua chiamata.
Kayley si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Jared vuole portarmi fuori e io…» Lo sguardo divertito dell’uomo che le stava davanti, la fece sorridere. «Smettila di fare quella faccia» bofonchiò. «La nostra sarà una banalissima uscita tra amici. Sai bene che non potrebbe mai…» sbuffò. «Ancora stento a credere al fatto che mi parli!»
Richard scosse la testa, sospirando. «Tu ti sottovaluti, tesoro. Datti una chance! Buttati per una volta. Mettiti in gioco. Che hai da perdere?»
«Ma dai Rick… le hai viste le donne che frequenta??? Mi dici cosa c’entro io con loro???» mise il broncio per un minuto, poi fece spallucce. «Comunque… non ti ho chiamato per questo. Ho bisogno del tuo aiuto per… be’ ecco…» allargò le braccia, girando su sé stessa. «Devi essere il mio stilista per una notte»

•••

Giovedì era arrivato in un lampo. Laura era completamente paralizzata dall’emozione e dall’ansia. Che avrebbe potuto raccontare ad uno come Shannon Leto? E se l’avesse trovata noiosa? E se avesse, semplicemente, voluto usarla?
«Ehi, bellezza» La voce del batterista, bastò a cancellare tutti quei pensieri. Era lì, bellissimo e le stava sorridendo.
«Ciao» lo salutò lei. «Kayley scende tra un attimo»
Lui annuì. «Anche Jay»
Restarono in religioso silenzio ad aspettare, scrutandosi, sperando che l’altro non lo notasse.
«Eccomi» La voce di Kayley spezzò il silenzio. «Scusate il ritardo»
Laura spalancò gli occhi per la sorpresa. Era la prima volta che vedeva la sua amica tanto diversa dal solito. «Kay… sei bellissima!»
La ragazza sorrise. «Merito di Rick» sussurrò.
Shannon si fece avanti, tendendole una mano. «Finalmente ti conosco. Jay mi ha parlato molto di te, ma non ha mai avuto la cortesia di presentarci, quel maledetto cafone»
Kayley sorrise. «È un piacere conoscerti» disse, stringendogli la mano. «Jared?» chiese poi.
«Sono qui»
Si voltò immediatamente, riuscendo a mantenere il sorriso sulle labbra solo per forza di volontà.
Era bellissimo. Jeans neri, camicia candida, i capelli splendidamente acconciati con un po’ di gel, il sorriso luminoso e gli occhi più azzurri di un limpido lago di montagna.
«Ciao Kay» le mormorò contro la guancia, dandole un leggero bacio a fior di pelle.
Quando si allontanò, per fare la conoscenza di Laura, le parole di Richard le risuonarono nella mente. Mettersi in gioco? A che scopo? Lui non si sarebbe mai interessato ad una come lei.

Dopo una cena elegante, i due fratelli Leto portarono le ragazze in un piccolo locale molto carino.
Una band del posto intratteneva i clienti con della buona musica.
Shannon e Laura si erano lanciati nelle danze e stavano ballando sulle note di Never Say Goodbye dei Bon Jovi.
Jared e Kayley erano rimasti al tavolo ad asservarli.
«Sembra che stiano bene insieme, vero?» mormorò la ragazza, continuando a guardare la coppia che ballava.
Jared la scrutò per un minuto, poi annuì. «Sì, pare di sì» Rimase in silenzio per qualche secondo, continuando a guardarla, poi si alzò e le tese la mano. «Vuoi ballare?»
Kayley spalancò gli occhi, sorpresa. «Cosa? No, io… meglio di no» disse, ridacchiando imbarazzata.
Jared sorrise. «Oh andiamo» le prese la mano e l’attirò verso la pista da ballo improvvisata. «Forza Kay. Balla con me»
Shannon e Laura lasciarono spazio ai due nuovi ballerini, tornando a sedersi al tavolo.
«Che ne pensi di quei due?» le chiese lui, guardandoli attento.
Lei sorrise. «Stanno bene insieme» rispose. «E tu? Cosa ne pensi tu?»
Il batterista fece spallucce. «Onestamente? Non lo so» sospirò. «Vedi… mio fratello ha subito tutta una serie di delusioni. La cosa non ha fatto altro che renderlo cinico nei confronti dell’amore e, di conseguenza, poco disponibile nel relazionarsi con le persone» giocherellò distrattamente con il bicchiere di birra sul tavolo. «Ma con la tua amica… non lo so… sembra essere tutto diverso»
Laura annuì. «Capisco cosa vuoi dire, ma sai che ti dico? Kay è una ragazza semplice. È difficile non volerle bene» sorrise. «Noi ci siamo conosciute quando io ho iniziato a lavorare al residence. Ci siamo trovate subito bene insieme. È diventata la mia confidente, la mia spalla su cui piangere, la mia roccia. Se Jared sente di potersi fidare di lei, lascia che lo faccia» gli prese una mano con la sua. «Capisco che tu ti senta in dovere di proteggerlo. È tuo fratello. Ma sai… non è più un bambino, Shannon. Devi dargli modo di vivere la sua vita come meglio crede»
Il batterista si sentì, improvvisamente, fragile. Lei aveva capito tutto. Lo conosceva da meno di una settimana ed era riuscita ad inquadrarlo alla perfezione.
Era dannatamente vero. Era sempre stato iperprotettivo nei confronti di Jared, fin da bambini e non aveva mai, nemmeno per un attimo, smesso di esserlo.
Laura aveva ragione. Era arrivato il momento di lasciarlo camminare con le sue gambe e di provare a pensare un po’ più a sé stesso. Jared era adulto ormai.

Il profumo dei capelli di Kayley stava iniziando a dargli alla testa.
Erano così vicini e quella vicinanza, mentre la teneva stretta a sé, ballando piano, gli fece capire che qualcosa era cambiato in quel loro rapporto che lui si ostinava a chiamare amicizia.
«Sei bellissima questa sera Kay… non te l’avevo ancora detto» mormorò, senza riflettere.
Il cuore della ragazza perse un colpo a quelle parole. «Grazie» rispose, evitando di sollevare lo sguardo. «Anche tu non sei niente male» disse poi, seppur imbarazzata a morte.
Jared sorrise. «Ti ringrazio» le sussurrò all’orecchio, stringendola ancora un po’ di più al suo corpo, desiderando, con tutto sé stesso, che quel ballo non finisse mai.

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Capitolo 6
*** 06 ~ Primo Bacio ***


Angolo della Follia: Okay... eccomi con un nuovo capitolo.
Non mi dilungherò troppo per cui... ringrazio tutti i fantasmini che passano, forse leggono, e silenziosi se ne vanno. Fa comunque piacere vedere qualche visita ad ogni capitolo.
Vi auguro una buona serata e una buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

06 ~ Primo Bacio

Tornando al tavolo, Jared si soffermò ad osservare quanto, quell’abito rosso che aveva indossato per la serata, le donasse.
Il corpetto in velluto, stretto dietro la schiena da un nastro di un rosso leggermente più scuro, le metteva in risalto la vita sottile. La gonna, morbida, ondeggiava ad ogni movimento, sfiorandole le gambe in maniera seducente.
Si ritrovò, suo malgrado, a deglutire. Senza rendersene conto, si ritrovò ad immaginare le proprie mani che le accarezzavano la pelle, proprio come stava facendo quella stoffa.
Quando vide che lei lo stava guardando, curiosa, si riscosse dai suoi pensieri e la raggiunse, fingendo che nulla fosse accaduto, cercando di scacciare quell’immagine che non avrebbe nemmeno mai dovuto sfiorargli la mente.
«Che ti succede, fratellino? Per un attimo, mi sei sembrato in difficoltà» lo stuzzicò Shannon a bassa voce, per non farsi sentire dalle ragazze.
Jared gli lanciò un’occhiataccia. «Piantala» sibilò. «Vogliamo parlare di te, invece? Sbaglio o hai avuto un attimo di smarrimento, poco fa?»
Il batterista sbuffò. L’aveva notato. «Finiscila»
Kayley si portò i capelli su una spalla. «Ragazzi, mi spiace fare la guastafeste, ma forse sarebbe meglio rientrare. Si sta facendo tardi»
Shannon lanciò un’occhiata al fratello che si schiarì, immediatamente, la voce. «Senti Kay… non ti andrebbe di fare due passi, prima di andare?»
La ragazza, notando gli sguardi che si stavano scambiando Laura e Shannon, sorrise. «Sì, mi sembra un’ottima idea, Jared»
Con galanteria, lui si alzò e le offrì il braccio. «Noi andiamo a fare una passeggiata. Ci rivediamo tra un po’ alla macchina»
Shannon annuì, ringraziandolo con lo sguardo e Jared gli fece l’occhiolino.
Appena usciti dal locale, Kayley respirò a pieni polmoni l’aria fredda della sera. «È davvero bello qui fuori» disse. «Non trovi?»
Il cantante annuì. «Sì, davvero bello» mormorò, guardandola.
In quel momento si rese conto di quanto avrebbe voluto prenderla tra le braccia e baciarla, cancellando la sua convinzione di non essere attraente.
Lei era attraente. In un modo del tutto differente da quello delle donne di Los Angeles.
Era semplice, delicata e, forse, anche un po’ ingenua. Ma era proprio questo che l’attirava di lei. Quel suo essere ancora pura. Quel rossore che le colorava le guance quando lui la guardava.
Fece un respiro profondo per cercare di placare il desiderio bruciante di cogliere l’occasione e dimostrarle cosa potesse regalare ad un uomo con quel corpo che lei credeva essere imperfetto.
L’avrebbe aiutata a scoprire sé stessa. A sbocciare. Le avrebbe fatto capire quanto gli uomini la trovassero attraente. L’avrebbe aiutata a dimenticarsi di quell’attrazione che provava per lui e a trovare qualcuno adatto a lei. Nient’altro.
«Io non vado bene per te, piccola Kayley» mormorò tra sé e sé. «Riuscirei solo a sporcare quello che di innocente e puro è ancora racchiuso in te»
Si conosceva troppo bene. L’avrebbe presa, esplorata e consumata fin nel più piccolo angolo del suo corpo, regalandole attimi di puro ed intenso piacere che, certamente, non avrebbe mai dimenticato. Quello era il problema, però. Così facendo, avrebbe perso tutto quello che era riuscito ad ottenere fino a quel momento.
«Jay? Che ti succede?»
I suoi grandi occhi grigi, lo stavano guardando preoccupati.
Sorrise. «Niente. Stavo solo pensando a… casa» mentì. Quello che, realmente, gli era passato per la testa, era una verità che l’aveva colpito come un pugno allo stomaco. Odiava sé stesso. Odiava sé stesso per quello che era diventato. Odiava sé stesso perché era un maledetto codardo. Sapeva di desiderare Kayley più di ogni altra cosa, ma aveva troppa paura di soffrire anche solo per tentare.
Si sfregò le mani fredde, avvicinandosi a lei. «Allora… vogliamo andare a vedere che stanno combinando mio fratello e la tua amica?»
Lei sorrise. «Andiamo»

Shannon sentiva il cuore battere forte. Era la prima volta, dopo tanto, che provava quel genere di emozione.
Laura era lì, davanti a lui e lo guardava con quei due grandi occhi scuri che sembravano riuscire a leggergli l’anima. Era davvero bellissima.
«Voglio baciarti» disse, senza riuscire a trattenersi.
Lei gli si fece più vicina. «Che aspetti a farlo?» mormorò.
A quelle parole, il batterista, prese pieno possesso delle sue labbra, baciandola con impeto, togliendole completamente il respiro.
Le labbra di Laura seguirono le sue con sincronismo perfetto, lasciando che i loro respiri si fondessero in uno soltanto.
Quando lui le sfiorò la lingua con la sua, un gemito si perse nella sua bocca, facendogli scorrere un brivido di piacere lungo tutto il corpo.
Si lasciarono solo per riprendere fiato, guardandosi negli occhi, sorridendosi dolcemente.
Le voci di Jared e Kayley, che si stavano avvicinando all’auto, li fece ridacchiare.
Shannon le baciò le labbra ancora una volta, velocemente, prima che potessero vederli. «Ehi, vi stavamo aspettando»
Jared sollevò un sopracciglio, incuriosito dal sorriso a trentadue denti del fratello che gli lanciò un’occhiata d’intesa.
Il cantante ridacchiò, aprendo la portiera posteriore dell’auto per far salire Kayley. «Buon per te, fratello» mormorò.

•••

Arrivati al residence, Shannon lanciò uno sguardo verso i sedili posteriori. Quello che vide, lo fece sorridere.
Jared e Kayley si erano addormentati. Lei aveva la testa poggiata sulla spalla di lui e Jared teneva la sua su quella di lei.
«Ehi, fratellino» disse, scuotendogli leggermente un ginocchio.
Il cantante spalancò gli occhi. «Sono sveglio» bofonchiò, con la voce impastata dal sonno. «Giuro»
Laura e Shannon ridacchiarono.
«Accompagno Kay» disse la ragazza, già con la mano sulla maniglia.
Jared scosse la testa. «No, resta. Ci penso io ad accompagnarla, non ti preoccupare»
Non le lasciò nemmeno il tempo di ribattere. Era già sceso dall’auto con Kayley tra le braccia. «Andiamo, piccola. È ora di andare a letto» sussurrò, guardandola. «Laura, è stato un vero piacere. Shan, ci vediamo dopo. Buon proseguimento»
Lo guardarono allontanarsi. Laura sorrise. Shannon cercò di non pensare a cosa sarebbe potuto accadere tra quei due e si concentrò sulla ragazza al suo fianco. «Allora… dov’eravamo rimasti?» le chiese, prendendola tra le braccia.
Laura si perse per un attimo a guardarlo negli occhi. Quegli occhi perfetti, magnetici, assolutamente unici. Occhi che l’avrebbero fatta impazzire. Sorrise.
Lui rispose a quel sorriso, accarezzandole la guancia con la punta delle dita. «Credo che questa volta tocchi a te» mormorò, sfiorandole la bocca con il pollice.
La ragazza si morse il labbro. Shannon si fece più vicino. «Baciami» sussurrò.
Laura annullò lo spazio rimasto a dividerli e lui la strinse forte a sé.

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Capitolo 7
*** 07 ~ Tentazioni ***


Angolo della Follia: Buona domenica, bella gente. Come ve la state passando con il caldo asfissiante di questi ultimi giorni? Qui a Brescia, le cose stavano diventando veramente insostenibili, ma oggi sembra essersi rinfrescato almeno un po', per fortuna. Sto aspettando, con il fiato sospeso, l'arrivo della pioggia. Incrociate le dita!
Comunque... tornando a noi... eccomi qui con un nuovo capitolo. Il resto della storia procede bene, devo dirlo. Aveva proprio bisogno di una risistemata e sono felice di aver iniziato a farlo. Mi mancava scrivere dei Leto, lo ammetto =)
Allora... vi lascio alla lettura. Ringrazio i fantasmini che passano e se ne vanno e auguro a tutti una buona giornata. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

07 ~ Tentazioni

Appena entrato dalla porta d’ingresso del residence, Richard si era materializzato al suo fianco, con la chiave della camera di Kayley tra le mani.
Gli aveva sorriso, dandogli una leggera pacca sulla spalla e Jared si era chiesto cosa gli stesse passando per la testa. Sembrava essere convinto che tra lui e Kayley potesse esserci qualcosa di più di una semplice amicizia, ma lui era deciso a non cedere al desiderio di provare a lasciarsi andare. Non poteva assolutamente farlo.
Facendo un respiro profondo, entrò nella stanza della ragazza e l’adagiò, delicatamente, sul letto.
Rimase a guardarla per un attimo, cercando di convincere sé stesso che, il fatto che si sentisse assurdamente protettivo nei suoi confronti, non significasse assolutamente nulla di tanto grave.
Si passò una mano tra i capelli. Ma a chi voleva darla a bere? Era da tanto tempo che non provava un sentimento come quello per una donna. Solo che lei era così diversa. Anche se, era chiaro, conosceva bene la sua band, non si comportava affatto come una fan. Non gli aveva nemmeno mai fatto domande sulla sua vita, pubblica o privata. Non aveva mai cercato di tirargli fuori qualche informazione troppo personale. Sembrava non importarle e questo era proprio quello che apprezzava di più di lei. Quando erano insieme, lui non si sentiva Jared “il cazzo di cantante o attore” Leto. Si sentiva solo Jared. Il Jared che aveva dimenticato di essere.
Si ritrovò a pensare a quante cose avrebbe voluto chiederle. Tipo, come li aveva scoperti? Che cosa l’aveva messa sulla loro strada? Qual era la sua canzone preferita? Aveva visto qualche suo film? Le erano piaciuti? Sorrise senza nemmeno rendersene conto.
«Dormi bene, Kay» mormorò.
Senza riflettere, le sfiorò le labbra con le sue, delicatamente. Un intenso profumo di lampone gli fece scorrere un brivido lungo la schiena. Era il profumo del suo lucidalabbra e ora poteva sentirne il sapore.
Si allontanò veloce, come se avesse preso la scossa. Doveva uscire da quella camera. Doveva farlo prima di mandare al diavolo tutto quello che si era imposto di non fare all’unica vera amica che era riuscito a conquistare dopo tanto tempo.
Chiusa la porta, si avviò lungo il corridoio, salì le scale e raggiunse la sua stanza.
«Jay, sei tu?»
La voce di Shannon lo raggiunse come il rombo assordante di un tuono.
Sollevò lo sguardo e l’espressione che vide sul volto del fratello gli diede il colpo di grazia. Era chiaro che, tutto quello che lo stava tormentando, fosse ben visibile sul suo viso e Shannon era riuscito a capirlo con una sola occhiata.
Scosse la testa. «Non chiedere, Shan. Non è proprio il momento giusto, questo»
Il batterista annuì. «Okay, niente domande» Si avvicinò alla porta che divideva le due stanze. «Solo una…» disse poi, ripensandoci. «Stai bene?»
Jared annuì. «Sì» mormorò. «Sì, sto bene. Devo solo mettermi a letto e farmi una bella dormita. Sì… è proprio quello di cui ho bisogno»
«Okay» disse Shannon, poco convinto. «Buonanotte, fratellino»

•••

Si era concessa un lungo bagno caldo prima di scendere per la colazione. Doveva assolutamente chiedere a Laura cosa fosse successo dopo aver lasciato il locale.
Si era, stupidamente, addormentata in macchina, lo sapeva bene, ma non riusciva assolutamente a capire come fosse arrivata in camera sua.
Si era risvegliata con l’abito rosso ancora addosso e con il profumo del dopobarba di Jared che aleggiava nell’aria.
«Ehi, bambina, buongiorno» la salutò Richard da dietro il banco della reception. «Ti sei divertita ieri sera?»
Lei annuì, baciandogli una guancia. «Sì, è stata davvero una bella serata» disse, sbocconcellando una brioche. «Devo solo capire come sono arrivata in camera mia»
L’uomo ridacchiò, divertito. «Oh te lo posso dire io. Ti ci ha portato il tuo nuovo amico»
Kayley spalancò gli occhi, sconvolta. «Come hai detto, scusa?»
«Ciao Kay»
La voce di Jared, le gelò il sangue. Il suo sguardo lo raggiunse in un secondo, restando inchiodato sulla sua figura perfetta. Gli rivolse un sorriso appena accennato.
«Sto andando a fare un salto in palestra. Mi raggiungi? Possiamo allenarci un po’ insieme, se vuoi»
La ragazza annuì e lui sorrise, incamminandosi lungo il corridoio.
«Ma come cavolo fa?» pigolò.
«Come fa a fare cosa?» chiese Richard, guardandola battere la testa sul bancone.
Lei sospirò. «Come fa ad essere così… così!»
Lui le strinse un braccio attorno alle spalle. «Bambina mia, quello schianto rimarrebbe tale anche con un sacco della spazzatura addosso. Rassegnati. La natura è stata veramente molto, molto buona con lui»
Kayley si ritrovò a sorridere. Richard riusciva sempre a stemperare qualunque situazione, facendole tornare il buonumore in un attimo. Era fantastico.
Però aveva ragione. Jared sarebbe stato uno schianto in qualunque modo. Anche vestito con un sacco della spazzatura.
«Okay, vado» disse poi, abbandonando la brioche per raggiungere la palestra.
Quando aprì la porta, lo vide. Era lì, impegnato in una serie di piegamenti.
Si ritrovò a pensare a quanto fosse assurdamente sexy. Indossava un anonimo paio di pantaloni di una tuta grigi che gli stavano, almeno, di una taglia più grande e una canotta nera, così aderente da sottolineare anche il più piccolo ed insignificante muscolo del suo torace.
«Ehi, eccoti» lo sentì dire. Gli sorrise solo per forza di volontà. «Ecco, prendi» le disse, lanciandole un sacchetto di un negozio di articoli sportivi.
«Che cos’è?» chiese, curiosa.
Lui la esortò a guardare con un cenno del capo. Quando lo aprì, trovò un paio di pantaloni grigi, proprio come i suoi e un top rosso acceso.
Lo guardò, stupita. «Ma cosa…»
«Hai detto che non sei soddisfatta dei tuoi fianchi, giusto? Bene… da oggi ci alleneremo insieme. Quella è la tua tenuta sportiva. Forza, va a cambiarti»
Kayley era senza parole. «Jared… tu non sei obbligato a…»
Lui la interruppe con un cenno della mano. «Non discutere con me. Cambiati. Io ti aspetto qui»
Aveva deciso. L’avrebbe aiutata a vedersi per ciò che era. Una bellissima donna che aveva solo bisogno di credere un po’ di più in sé stessa.
In quanto al suo, improvviso, interesse molto più che amichevole, l’avrebbe tenuto sotto controllo. In fondo, non sarebbe rimasto in quel posto in eterno. Poteva farcela.
«Eccomi»
Quando la vide uscire dallo spogliatoio femminile, la sua certezza vacillò per un istante.
Si maledisse per averle comprato quel top rosso. Le stava benissimo, valorizzandole le forme invitanti.
Chiuse gli occhi per un minuto, cercando di riprendere la concentrazione. Quando li riaprì, lei era lì che lo osservava curiosa. Sorrise, cercando di essere il più naturale possibile. «Io faccio un po’ di pesi, tu che vuoi fare?»
La ragazza si avvicinò al tapis roulant. «Credo che farò un po’ di corsa»
Dopo una buona mezz’ora, in cui lei non aveva mai smesso di tenere gli occhi inchiodati su un punto fisso davanti a sé, Jared lasciò i pesi e le si avvicinò. «Senti Kay… che ne dici se, domani, io e te andiamo a fare un po’ di shopping insieme?»
La ragazza rallentò la corsa. «Shopping?» Quando lo vide annuire, fece altrettanto. «Okay, va bene»
Ottimo. Quella sarebbe stata l’occasione perfetta per dimostrarle quanto fosse attraente cambiando poco e niente del suo aspetto. Più di un uomo l’avrebbe notata, ne era certo. Quella consapevolezza, però, gli fece provare un leggero senso di nausea.

Il profumo di Shannon le solleticava ancora il naso. La lunga doccia non era servita a toglierglielo dalla testa.
Le sue labbra, così morbide. I suoi occhi d’ambra. Le sue mani forti, ma delicate, tra i capelli.
«Ciao»
La sua voce le fece saltare il cuore in gola. Non l’aveva sentito arrivarle alle spalle e, per la sorpresa, lasciò quasi cadere i piatti che teneva tra le mani.
Il batterista la aiutò prontamente, prendendoli e appoggiandoli sul bancone del buffet.
«Grazie» sorrise lei.
Lui le fece l’occhiolino. «Hai bisogno di aiuto?»
Laura ridacchiò, scuotendo la testa. «Ho quasi finito e comunque, perdonami, ma non ti ci vedo proprio tra piatti e bicchieri. Ho il sospetto che potresti metterti a suonarci, in qualche modo»
Shannon scoppiò a ridere. «Probabilmente hai ragione» Si passò una mano tra i capelli. «Senti… possiamo vederci un po’, appena hai finito?» le si avvicinò piano, rubandole un delicato bacio a fior di labbra. «Ho troppa voglia di baciarti ancora»
La ragazza sentì il cuore scalpitare a quelle parole. «Anche io» rispose poi, in un sussurro.
Lui sorrise. «Sarò in camera mia. A dopo, bella cameriera»

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Capitolo 8
*** 08 ~ Cuore Impazzito ***


Angolo della Follia: Eccoci qui. È iniziata una nuova settimana e, finalmente, è arrivata la pioggia a portare un po' di fresco.
In quanto a noi, ecco un nuovo capitolo.
Spero sinceramente che la storia vi stia piacendo almeno un po'. Chiaramente parlo con i fantasmini che passano, leggono (almeno credo) e se ne vanno senza dire niente. Ad ogni modo... grazie anche solo per aver deciso di dare uno sguardo.
Detto ciò... buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

08 ~ Cuore Impazzito

Lo sguardo di Jared, perennemente su di lei, la stava facendo impazzire. Poteva sentirlo e non riusciva proprio a capire perché la stesse guardando con tanta insistenza.
«Vuoi smetterla, per favore?» sbottò alla fine, non riuscendo a resistere oltre.
Lui la guardò, sorpreso. «Di fare cosa?» chiese, innocente.
Lei sospirò. «Di guardarmi in quel modo. Mi stai mettendo in imbarazzo, Jared»
«Oh… mi spiace» le rispose, mentre un sorrisetto faceva capolino sulle sue labbra.
Kayley sbuffò. «Non importa» disse poi. «È solo che io…»
«Kay, devo assolutamente parlarti!» disse Laura, tutto d’un fiato, facendo la sua comparsa in palestra riuscendo, senza saperlo, a salvare l’amica da una situazione scomoda. «Da sola» precisò poi, notando Jared in un angolo.
Il cantante fece un cenno con la testa. «Tranquille, vado a prendermi qualcosa da bere al bar» Passandole accanto, le accarezzò la testa e Kayley sentì il cuore perdere un battito. «Ci vediamo dopo»
Laura lo guardò uscire. Appena la porta si chiuse, portò lo sguardo sulla sua amica. «Sai… da come ti stava guardando, credo proprio che tu gli piaccia molto»
Kayley ridacchiò. «Sì, come no» scosse la testa. «Dai… racconta. Che succede?»
La ragazza le lanciò un’occhiataccia, ma poi fece un enorme sospiro. «Si tratta di Shannon. Ecco… ieri sera, quando tu e Jared ci avete lasciati soli, be’… ci siamo baciati» rivelò. «È stato… wow!» mormorò. «Comunque… poco fa è venuto da me e… mi ha chiesto se potevamo vederci e, ovviamente, ho detto di sì»
«Be’? Qual è il problema?» chiese Kayley, curiosa come non mai.
«Mi sta aspettando in camera sua» rispose Laura.
«E tu hai paura che possa chiederti di più, vero?» Quando la vide annuire, Kayley fece spallucce. «Io non mi preoccuperei, se fossi in te. Ho visto come ti guardava ieri sera e non penso che voglia usarti» le strinse le mani. «E tu lo sai che io non sbaglio mai»
Laura sorrise, rassicurata dalle sue parole. «Grazie» le diede un veloce bacio sulla guancia prima di raggiungere la porta. «Ah, Kay? Anche io lo vedo come Jared guarda te e, per una volta, dammi retta. Tu gli piaci, amica mia»
Kayley rimase ferma a guardare la sua migliore amica sparire in corridoio, con ancora le sue parole che le ronzavano nelle orecchie. Sospirò. «Ti sbagli» mormorò. «Non può proprio essere»
Mentre tornava al tapis-roulant, Jared rientrò in palestra.
«Ti spiace se…?» chiese, indicando la canotta.
Lei scosse la testa, distogliendo lo sguardo quando lui se la tolse. Un’occhiatina veloce e le sue guance andarono in fiamme.
Jared ridacchiò, sentendosi profondamente appagato da tutto quell’imbarazzo e, al tempo stesso, un grandissimo stronzo proprio per lo stesso motivo.
Anche lui si sentiva attratto, ma era sempre riuscito a celarlo bene. Per Kayley le cose erano molto diverse. Pur non avendo mai dichiarato apertamente la sua attrazione nei suoi confronti, il suo corpo lanciava dei segnali molto evidenti che, purtroppo per lei, non riusciva a nascondere in nessun modo.
Doveva, assolutamente, rimettere quella loro storia in carreggiata. Erano solo buoni amici, punto.
«Sai… credo che tuo fratello si sia preso una cotta per Laura» disse lei ad un tratto, distogliendolo dai suoi pensieri.
«Ah sì?» chiese lui, ridacchiando. Finalmente Shannon avrebbe avuto qualcosa di meglio da fare che stargli, perennemente, con il fiato sul collo tutto il tempo.
La ragazza annuì. «Così pare» Divenne seria tutto d’un tratto, catturando la sua attenzione. «Una cosa, Jay. Laura è la mia migliore amica e io non voglio che soffra. Se tuo fratello intende solo divertirsi con lei, ti prego di dirgli di essere chiaro fin da subito, okay? Lo farai? Per me»
Lui si ritrovò ad annuire, ricambiando il suo sguardo serio. Non avrebbe mai potuto dirle di no. Quegli occhi grigi, fissi nei suoi, sarebbero riusciti a fargli fare qualsiasi cosa.
Quando lei sorrise, la luce che le illuminò il volto gli diede le vertigini. Si sentì, improvvisamente, impotente. Completamente. Una cosa che non gli era mai successa. Non a causa di una donna.
Possibile che lei non si rendesse minimamente conto del potere che riusciva ad esercitare su di lui? Avrebbe potuto distruggerlo se l’avesse voluto e lui non sarebbe riuscito a salvarsi nemmeno volendolo disperatamente.
«Allora» riprese lei, riportandolo, nuovamente, alla realtà. «Hai altre sagge lezioni da impartirmi, Obi-Wan, o per oggi abbiamo finito?»
Lui scossa la testa. «No. No, direi che per oggi può bastare» la guardò sorridere e una nuova vertigine lo travolse. «Io… be’… adesso devo proprio andare. Ciao Kay, a più tardi» disse tutto d’un fiato infilando la porta, correndo via, lasciando la ragazza, confusa, a guardare il punto in cui era sparito.

Il leggero bussare gli fece quasi esplodere il cuore nel petto.
Perché doveva sentirsi tanto scombussolato all’idea che lei fosse lì, in camera sua? Nemmeno da ragazzo si era mai sentito così.
«Datti una calmata, Leto, o penserà di avere a che fare con un pazzo scatenato» si disse.
Aprì la porta e, appena la vide, la calma scese su di lui. La prese per mano, facendola entrare nella stanza, tenendo gli occhi fissi nei suoi. «Dimmi cosa vuoi» le chiese poi, guardandola intensamente.
«E tu?» rispose lei. «Cosa vuoi tu?»
Shannon le accarezzò il viso, delicatamente. «Baciarti» sussurrò. «Voglio solo baciarti»
Laura sorrise, felice che Kayley avesse avuto ragione, ancora una volta.
Si avvicinò piano, lasciando che i loro corpi si sfiorassero prima di poggiare le labbra sulle sue.
«Così lo uccidi un uomo» mormorò lui, con il sorriso sulle labbra.
Lei scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi, poi lo strinse forte. «Chiedo scusa»
Lui scosse la testa. «Non importa, va bene così» le sfiorò il naso con il suo. «Ma adesso baciami ancora»
Laura non se lo fece ripetere due volte. Era così bello starsene tra le sue braccia mentre le loro labbra danzavano le une sulle altre.
Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovarono stesi a letto, accoccolati tra le morbide coperte a parlare.
«Dimmi Shan» disse lei ad un tratto. «Cos’è che ti preoccupa tanto, riguardo tuo fratello? Lo so che stai pensando a lui. Lo capisco dal tuo sguardo lontano»
Il batterista sospirò. «Perdonami. Penserai che sia un completo imbecille»
Lei lo zittì, poggiandogli una mano sulla bocca. «Non dire così, non lo penso affatto. Voglio solo capire cosa ti spaventa, tutto qui»
«Okay» rispose lui. «Carte in tavola» si passò una mano tra i capelli. «Tra poco più di due settimane, ce ne andremo da qui. Torneremo a casa, a Los Angeles» L’atmosfera, nella stanza, si fece subito pesante. «Non riesco nemmeno a pensare di doverti dire addio. Mi piaci. Mi piaci moltissimo e…» sbuffò. «Potrà sembrare folle, ma è così e non posso proprio farci niente»
La ragazza rimase in silenzio, presa alla sprovvista da quella dichiarazione.
«Vorrei poterti assicurare che sarà semplice, d’ora in poi, ma non posso farlo. Non posso promettere qualcosa che, nemmeno io, so come andrà a finire» fece spallucce. «So solo che vorrei poterti rivedere ancora dopo che me ne sarò andato»
Dopo quelle parole, rimase immobile a guardarla nella speranza che lei non gli scoppiasse a ridere in faccia. Sarebbe stato molto imbarazzante e si sarebbe sentito un idiota totale.
Per la prima volta, dopo secoli, era riuscito ad aprire il proprio cuore a qualcuno che sembrava essere interessato al vero Shannon, non alla rockstar. Se si fosse reso conto di aver preso un enorme granchio, sarebbe sprofondato in un abisso da cui difficilmente sarebbe riemerso integro.
Passarono un paio di minuti, poi si ritrovò avvolto in un abbraccio pieno di calore. «Anche tu mi piaci, Shannon Leto. Sei una persona meravigliosa»
Il senso di oppressione che l’aveva tenuto sotto scacco fino a quel momento, si dissolse in un istante. Lei era quella giusta, ne era certo. Con lei, tutto sembrava più facile. Eppure, c’era sempre quel fastidioso campanello d’allarme nei confronti di suo fratello che non lo abbandonava mai.
«Avevi ragione prima» mormorò poi, sciogliendosi dall’abbraccio della ragazza per poterla guardare negli occhi. «Sono preoccupato per Jared. Ho paura che…» sospirò. «Tu non lo conosci. Non puoi nemmeno immaginare il casino che ha nella testa. Questa amicizia che ha imbastito con la tua amica…» abbassò lo sguardo, rattristato. «Non funzionerà mai, Laura. Lui non…»
«Aspetta» lo interruppe lei. «Shan, lei non lo ferirebbe mai. Lei… non potrebbe mai farlo, devi credermi»
Shannon la guardò intensamente. «Ne sei davvero sicura?» le chiese, con così tanta preoccupazione nella voce da fare male.
Laura annuì. «Sì, ne sono molto più che sicura e sai perché?» Lui scosse la testa. «Perché io, quella ragazza, la conosco. Lei non potrebbe mai fare del male a tuo fratello perché è…»
«Oddio, scusate!!!»
La voce di Jared, interruppe la loro conversazione.
Lo videro sparire in un lampo, dietro la porta ormai chiusa da cui aveva fatto capolino solo un secondo prima.
Laura sorrise. «Credo sia meglio se vai da lui» suggerì al batterista.
Lui annuì. «Ci vediamo a cena, dolce Laura» la salutò, sfiorandole le labbra ancora una volta prima di andare nella stanza del fratello.

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Capitolo 9
*** 09 ~ Non Posso Innamorarmi ***


Angolo della Follia: Ed eccomi con un altro capitolo.
Ho notato che le visite sono aumentate in questi ultimi giorni. Mi fa davvero piacere, anche se non ho idea di quanto possa interessare questa storia.
Comunque... bando alle ciance. Vi auguro una buona serata e buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

09 ~ Non Posso Innamorarmi

«Jay?» chiamò Shannon, non vedendolo. «Jay, dove ti sei cacciato?»
«Sono qui»
Il batterista vagò con lo sguardo nella direzione da cui era arrivata la voce e lo vide. Se ne stava rincantucciato in un angolo, con la testa abbandonata contro la parete alle sue spalle, gli occhi chiusi e la fronte corrucciata.
«Che diavolo ci fai lì?» gli chiese, raggiungendolo.
Jared sospirò. «Scusami. Non volevo disturbare prima»
Shannon sorrise, poggiandogli una mano sulla spalla. «Non hai disturbato, Jay. Stavamo solo parlando» lo rassicurò. «Di te, in realtà» disse poi.
Il cantante gli lanciò un’occhiata perplessa. «Di me? E perché stavate parlando di me?» chiese, stupito.
Il batterista fece spallucce. «Be’, mi sembra evidente. Guardati. Guarda come sei ridotto e poi dimmi, secondo te, perché non avremmo dovuto parlare di te»
Jared rimase a guardare il fratello per un po’, in silenzio. Era sempre andata così. Lui si incasinava la vita e Shannon era lì, pronto a rimettergliela a posto, in qualunque occasione.
«Non ti dovresti preoccupare ancora per me, Shan, lo sai. Dovresti pensare a te» si rilassò, nuovamente, contro la parete. «Sai… Laura mi piace. State davvero bene insieme» sorrise. «Ma ti ringrazio» mormorò poi, tornando serio. «Sei un buon fratello. Lo sei sempre stato»
Il batterista si passò una mano tra i capelli. Era raro che Jared si lasciasse andare ai complimenti e sentirgli dire certe cose lo fece sentire in imbarazzo. «Be’ ecco, io…» fece spallucce. «Anche tu sei un buon fratello, Jay. Formiamo una bella squadra, noi due insieme, no?»
Il cantante annuì. «Sì, credo di sì»
Shannon si fece serio. «Allora… vuoi dirmi che ti sta succedendo? Erano secoli che non ti vedevo con quella faccia»
Jared sospirò. «Non lo so, Shan. Io…»
«Si tratta di Kayley, vero?» azzardò il fratello. «È per quella ragazza che stai così»
Lui annuì. «Lei è… diversa» fece un sorrisetto appena accennato. «Sembra una frase sciocca, ma è così» si passò una mano tra i capelli. «Te l’avevo detto che è una nostra fan?»
Shannon scosse la testa. «No, questa parte l’avevi saltata» rispose. «È della famiglia?»
«Non lo so» disse il cantante, facendo spallucce. «Non gliel’ho chiesto e, se proprio vuoi saperlo, non m'importa»
Il batterista non riuscì a trattenere un sorriso. «Senti Jay… perché non le parli? Perché non le dici quello che provi?»
«Di che diavolo stai parlando?»
«Oh andiamo» sbuffò Shannon. «Non vorrai davvero portare avanti questa farsa sull’amicizia, vero? È chiaro come il sole che quella ragazza ti piace. Ti sei ascoltato quando parli di lei? Ti brillano persino gli occhi!»
Jared scosse la testa. «No, ti sbagli» sbottò.
«Jay…»
«Ho detto no!» lo interruppe lui. «Non posso, Shan. Non deve succedere. Non con lei. No»
Il batterista sospirò, rialzandosi. «Come vuoi, fratellino. Ti lascio ora, ma fammi un favore… riflettici bene, okay?»
Jared si prese la testa tra le mani. «Cazzo» mormorò. «Non sarei mai dovuto venire qui»

Perché era corso via in quel modo? Kayley non aveva fatto altro che chiederselo da quando era rientrata in camera.
Nella fretta di andarsene, aveva dimenticato la canotta abbandonata a terra e lei non aveva potuto fare a meno di raccoglierla e portarsela via, con tutta l’intenzione di restituirgliela non appena ne avesse avuto l’occasione.
L’immagine di lui mentre la toglieva, le tolse il respiro. Era così bello. Era consapevole di esserlo? Ma certo, era ovvio. Eppure non aveva mai tentato di sedurla in alcun modo, come si diceva facesse con tutte le donne che gli capitava di incontrare.
«Be’, che ti aspettavi, Kayley? Tu non sei esattamente il suo tipo ideale di donna» si disse, guardandosi allo specchio. «Tu non sei il tipo ideale di nessuno»
E allora perché le parole di Laura continuavano a risuonarle nelle orecchie? Perché aveva dovuto dirle quelle cose? E perché le stava venendo voglia di assecondare Richard, provando a lasciarsi andare, a civettare un po’ con lui per vedere come sarebbe andata a finire?
Scosse la testa. «Smettila, Kayley» sbottò. «Tutto quello che potresti ottenere da uno come Jared Leto, sarebbe una notte e poi? Cosa ne resterebbe di te?»
Non sarebbe mai sopravvissuta ad un’avventura con un uomo come lui. Ne avrebbe sofferto, lo sapeva fin troppo bene. Per lui sarebbe stata una notte di sesso, come molte altre, probabilmente. Per lei, sarebbe stato un disastro.
Quando si ritrovò davanti alla porta della camera di Jared, il cuore perse un battito. Chiaramente, il suo subconscio non era stato del suo stesso parere.

La doccia era riuscita a sciogliergli un po’ i nervi. Dopo la chiacchierata con Shannon, non aveva fatto altro che torturarsi ancora più di prima.
Suo fratello aveva dannatamente ragione. Lei gli piaceva. In lei c’erano tutte le qualità della donna perfetta per lui. Era tranquilla, ma piena di vita. Riservata, ma di mente aperta. Una donna a cui potersi mostrare senza paure. Una donna che sapeva ascoltare anche un paranoico, lunatico e maniaco del perfezionismo come lui. Eppure, quelle stesse qualità, lo spaventavano a morte.
Lei era riuscita a farsi spazio nel suo cuore senza averci nemmeno provato, semplicemente essendo sé stessa, con quel sorriso che riusciva a rincoglionirlo. Con quel profumo che, quando lo respirava, gli dava subito alla testa. Con quei bellissimi occhi, dal colore incredibile, che avrebbero potuto rubargli l’anima.
Scosse la testa. No, non si sarebbe lasciato coinvolgere. Non avrebbe permesso a quella breve parentesi montana di incasinargli la vita.
Presto sarebbe tornato a casa, nell’amato caos della sua Los Angeles e Kayley sarebbe rimasta solo un piacevole ricordo. Non le avrebbe fatto del male solo per una stupida voglia momentanea. Non avrebbe potuto.
Quando sentì bussare alla porta della camera, scacciò tutti i pensieri e l’aprì senza riflettere.
Sentì il cuore accelerare la sua corsa in meno di un secondo quando vide lei, l’origine di tutto il caos che c’era nella sua testa, proprio lì, con le guance in fiamme e lo sguardo ben piantato a terra.
In quel momento, si rese conto di avere solo un grande asciugamano bordeaux stretto attorno ai fianchi, mentre piccole gocce d’acqua gli danzavano ancora sulla pelle umida dopo la doccia.
«Io… ecco io…» la vide allungargli la canotta che teneva tra le mani. «L’avevi dimenticata in palestra»
«Grazie Kay» mormorò lui. «Vuoi… vuoi entrare?» chiese, pentendosi immediatamente di averlo fatto.
Lei scosse la testa. «No… meglio di no» sussurrò.
Jared fece un respiro profondo. Stava diventato tutto troppo difficile. Tutto quello che si era detto, poco prima, si stava lentamente sgretolando nella sua mente. Se non se ne fosse andata all’istante, l’avrebbe presa, trascinata in quella stanza e niente avrebbe più potuto fermare quel desiderio pressante di baciarla che lo stava tormentando da quando aveva aperto quella dannata porta.
Se solo avesse smesso di guardarlo. Anche solo per un minuto. Ma quegli occhi, fissi nei suoi, erano un oceano in tempesta che chiedeva di essere placato.
«Jared…»
«Vai via, Kay» sussurrò lui, interrompendola. «Ti prego»
La vide irrigidirsi. Sapeva di averla ferita. Riuscì a leggere la confusione sul suo volto prima di vederla correre via.
«Mi spiace Kay, ma non posso permetterlo» mormorò. «Non posso innamorarmi di te»

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Capitolo 10
*** 10 – Nella Neve ***


Angolo della Follia: Buon venerdì, bella gente. Oggi inizia il fine settimana e io lo passerò, per la maggior parte del tempo, a scrivere. Era una vita che non avevo così tanta voglia di farlo e quindi devo, assolutamente, approfittarne. Voi che farete? Be'... spero riuscirete a divertirvi e a passare uno splendido weekend.
Tornando alla storia qui sotto... eccovi un nuovo capitolo. Qui le cose si complicano un po' per il nostro Leto "junior" e, purtroppo per lui, non si risolverà tutto in breve tempo. Che gusto ci sarebbe, altrimenti?
Okay... vi lascio alla lettura. Ringrazio i fantasmini e auguro a tutti una buona continuazione.
Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

10 – Nella Neve

Shannon non aveva voluto sentire ragioni. Si era presentato alla sua porta e non l’aveva mollato fino a quando non si era deciso a scendere per la cena. Aveva già saltato il pranzo quel giorno e suo fratello lo avrebbe strangolato con le sue mani se si fosse rifiutato di raggiungerlo almeno quella sera.
«Smettila di fare il bambino. Sei adulto, santo cielo, comportati come tale!» lo aveva rimproverato.
Aveva sbuffato. Per lui era facile parlare. Lui non era terrorizzato all’idea di sentire il cuore impazzire alla vista di una ragazza. Di sentirsi fremere dentro quando gli rivolgeva uno sguardo o intravedeva un suo sorriso. No. Lui era beato. Felice, sereno e tutto per merito di Laura.
Sorrise. Era contento che Shannon avesse trovato compagnia. Lo era davvero.
Quella ragazza sembrava essere riuscita a comprenderlo meglio di chiunque altro ci avesse provato fino a quel momento e, trattandosi di un Leto, l’impresa non era affatto facile.
Loro avevano un carattere davvero ostico e non molte persone erano disposte ad accettarlo. Erano difficili, incoerenti, lunatici. Be’, lui lo era sicuramente più di Shannon, ma nemmeno suo fratello scherzava.
Eppure, Laura sembrava non curarsene. Era riuscita perfino a farlo arrossire e questo le aveva fatto guadagnare almeno un centinaio di punti ai suoi occhi.
Sì, era davvero felice per suo fratello.
«Ehi, Leto. Dobbiamo parlare»
Richard era lì, di fronte al loro tavolo e lo stava guardando serio. Lo aveva davvero chiamato Leto? Brutto segno.
Lanciando un’occhiata a Shannon, si alzò e lo seguì fuori dal residence. Faceva un freddo cane e Jared si strinse nel morbido maglione nero che iniziò a ricoprirsi di soffice neve. «Che succede?» chiese, con aria ingenua.
Richard lo scrutò per un attimo. «Io non so cosa ti stia passando per la testa, ragazzo, ma vedi di chiarirti le idee e in fretta, chiaro? Ho visto come la guardi. E so quello che lei vede in te. Sii sincero con lei»
«Richard io…»
L’uomo lo interruppe con un brusco gesto della mano. «Kayley si è già sentita fare questo discorsetto e ora lo faccio anche a te. Smettila di fare l’adolescente frustrato. È da parecchio che sei uscito da quell’età. Buttati. Quello che vi state facendo non ha nessun senso. Il principe azzurro, o nel tuo caso la bella addormentata, esiste solo nelle favole. Svegliati, dolcezza. Apri bene i tuoi splendidi occhioni e guarda quello che hai davanti. Potresti scoprire che ti piace»
Senza aspettare una risposta, rientrò all’interno del residence tornando al suo posto alla reception.
Jared, al contrario, rimase lì, immobile, ad assimilare le sue parole.
Richard aveva senz’altro ragione. Era pronto per donarsi ancora a qualcuno, lo era da tanto ormai, ma la paura di donarsi alla persona sbagliata lo terrorizzava.
Kayley, d’altra parte, sembrava essere la persona giusta. Lei riusciva a vedere al di là del cognome Leto, ma non avrebbe mai potuto funzionare. I loro mondi erano opposti. Lei non avrebbe mai mollato tutto per andare con lui. O forse sì? Scosse la testa. Non poteva saperlo, ma sapeva che se ci avesse provato e poi lei avesse rifiutato, ne sarebbe morto.
«Jared!»
La voce di Kayley lo fece sussultare. «Cazzo» mormorò.
«Che cavolo ci fai lì?» gli chiese, avvicinandosi. «Ti congelerai! Dai, vieni dentro»
Con poco entusiasmo, varcò la soglia del residence, togliendosi di dosso la neve che lo aveva ricoperto.
Quando la vide infilarsi nella sua stanzetta segreta, si avvicinò a Richard. «Hai un giubbotto da prestarmi? Voglio uscire a fare due passi. Ho bisogno di allontanarmi da questo posto»
L’uomo annuì, passandogli un pesante giaccone imbottito. «Copriti bene e non allontanarti troppo, mi raccomando»
Il cantante annuì. Infilatosi il giubbotto, uscì nuovamente nella neve. Non aveva idea di dove andare, ma ovunque sarebbe stato meglio che lì.

«Dov’è lui?» chiese Kayley, riemergendo dal suo rifugio.
Richard fece spallucce. «È uscito. Da più di mezz’ora ormai»
La ragazza spalancò gli occhi a quelle parole. «Vado a cercarlo. Potrebbe essersi perso. Perché l’hai lasciato andare?»
In meno di un minuto si ritrovò fuori, immersa nella neve, cercando di capire in quale direzione fosse andato il cantante.
Delle impronte fresche la fecero riprendere a respirare normalmente.
«Jared, aspetta» urlò, correndogli incontro.
Lui si irrigidì. «Che ci fai qui?»
«Mi dici dove diavolo pensi di andare? Sta nevicando, te ne sei accorto? Non si riescono più a distinguere i sentieri. Come…»
«Non importa» borbottò lui, riprendendo a camminare.
Kayley sentì la rabbia montargli dentro. «Non importa? Jared Joseph Leto, fermati immediatamente!» sbottò.
Suo malgrado, lui si ritrovò a sorridere. L’unica altra persona che si azzardava a chiamarlo in quel modo era sua madre e, quando lo faceva, non era mai un bene. «Cosa?» chiese poi, lanciandole un’occhiata.
Lei gli si avvicinò. «Stai congelando» disse. «Dai, vieni con me» lo prese per mano. «Si è fatto troppo buio per tornare indietro. Qui vicino c’è un capanno che viene usato in caso di emergenza. Ci ripareremo lì e domani torneremo al residence»
Jared si maledisse per essere stato tanto sconsiderato. Non aveva pensato alle conseguenze delle sue azioni. Non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea che lei sarebbe potuta correre a cercarlo e adesso, a causa del suo carattere maledettamente troppo impulsivo, sarebbe stato costretto a passare un’intera notte con lei, da solo, chiuso in un capanno nei boschi, circondato dalla neve. “Bella mossa, Leto” si disse.

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Capitolo 11
*** 11 ~ Desiderio e Passione ***


Angolo della Follia: Buongiorno a tutti e buon sabato!!!
Questa mattina ho ricevuto una strana notifica da instagram: "jaredleto vuole inviarti un messaggio". Allora... ero ancora mezza rinc********a dal sonno e leggere una cosa così mi ha, un attimo, spiazzata. Quando ci ho cliccato sopra, non è successo niente. Non c'era nessun messaggio in attesa di essere confermato, nulla.
O instagram si droga o, chiunque fosse, ha deciso di eliminare il messaggio prima che potessi vederlo.
Resta il fatto che, quella notifica, sia stata il buongiorno più carino di questi ultimi tempi, considerando il nome e la fotografia che l'accompagnava (che era proprio la stessa del suo profilo ufficiale)
Comunque... Jared o non Jared, eccovi un nuovo capitolo =)
Buona lettura e buona giornata. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

11 ~ Desiderio e Passione

Dopo il turno serale, Laura aveva raggiunto la stanza di Shannon. Lo trovò che guardava fuori dalla finestra. «Stai bene?» gli chiese, avvicinandosi.
Lui si voltò, sorridendo. «Sì» rispose. «Ho saputo che Kayley ha trovato Jared. Si sono fermati in un capanno per le emergenze. Passeranno la notte lì»
Lei annuì. «Lo conosco bene quel posto. È perfettamente attrezzato per situazioni come questa. Non preoccuparti per tuo fratello, sarà al sicuro dalla neve e dal freddo per tutta la notte»
«Non sono preoccupato» disse il batterista, prendendole una mano. «Penso possa essere un fatto positivo che Jared abbia deciso di uscire con questo tempaccio» Laura lo guardò, confusa. Lui ridacchiò. «Ora sarà costretto ad affrontare Kayley, faccia a faccia, senza poter scappare via»

Era riuscita ad accendere il fuoco che, ora, scoppiettava allegro nel caminetto. Sorrise, soddisfatta del suo lavoro.
«Vieni qui vicino. Ti scalderai in un attimo» disse, voltandosi verso Jared.
Lui era ancora lì, fermo davanti alla porta d’ingresso. Sembrava sul punto di spalancarla e scappare via.
«Senti…» sbuffò lei. «O mi dici cosa diavolo ti sta passando per la testa, oppure io…» lasciò cadere il discorso. Che senso poteva avere “minacciare” uno come lui? Non credeva nemmeno di esserne capace. Non mentre la guardava intensamente come in quel momento.
«Oppure tu… cosa?» chiese lui, improvvisamente incuriosito dal suo silenzio.
Kayley arrossì all’istante. Abbassò lo sguardo, non riuscendo più a sostenere quello del cantante che sorrise.
«Seriamente… che ti succede, Jay?» riprese lei. «È da dopo la palestra che… che mi eviti»
Lui annuì. «Scusami, Kay. Tu hai ragione, ma non pensare che sia a causa tua. Non è così. Non è affatto colpa tua»
La ragazza tornò a guardarlo. «E allora di chi è la colpa? Se quello che hai detto è vero, perché mi stai evitando? Perché scappi via da me? Perché…»
«È solo che…» L’aveva interrotta. Lo aveva fatto e ora non sapeva come spiegare quello che sentiva dentro. Sospirò. «Mi sono reso conto che tu… che…»
Kayley gli si avvicinò, ma lui fece un passo indietro, cercando di mantenere le distanze.
«Perché hai paura di me, Jared?»
«Io non ho paura di te!» ribatté lui, puntando gli occhi nei suoi.
«Allora perché stai scappando?» chiese ancora lei, confusa da tutta quella situazione. «L’altra sera mi hai tenuta tra le braccia per ballare e adesso…» abbassò lo sguardo, triste. «Ti allontani se solo provo ad avvicinarmi un po’»
Jared alzò gli occhi al cielo, disperato, combattuto. «Cazzo, Kay» mormorò. «Ho solo paura di non riuscire a…» fece un respiro profondo. «Non credo di potermi controllare, con te così vicina»
Lei lo guardò, stupita. «Come hai detto, scusa?»
Il cantante tornò a guardarla, serio. Tremendamente serio. «Tu lo sai quello che si dice di me, vero?» chiese, in un soffio. «Delle mie relazioni. Delle mie storie di… sesso» avanzò lentamente, continuando a guardarla, muovendosi come avrebbe fatto un predatore davanti ad un cucciolo indifeso. «Di quanto io sia poco serio con le donne. Di quanto mi piaccia conquistarle» Quando la vide indietreggiare, un sorrisetto divertito gli si disegnò sulle labbra. «Dove stai andando, Kay?»
«Da… da nessuna parte» balbettò lei, finendo con le spalle al muro.
Jared la raggiunse. Stese le braccia ai lati della sua testa, poggiando le mani sulla parete, impedendole qualunque via di fuga.
«Che cosa stai facendo?» la sentì chiedere, in un mormorio appena accennato. «Perché ti comporti così? Questo non sei tu. Non puoi essere tu. Io non voglio credere a tutte quelle storie. Non… tu non sei come dicono» chiuse gli occhi per un secondo, stordita dalla sua vicinanza, dal suo atteggiamento, così diverso da quello che aveva imparato a conoscere durante quei pochi giorni insieme. «Perché mi fai questo?» disse alla fine, combattuta.
Sapeva perfettamente che quello che stava facendo era sbagliato. Si stava comportando male, ma voleva che lei lo disprezzasse. Aveva bisogno che lei volesse tenerlo a distanza e se, l’unico modo per farlo, era farle credere di volerla usare, di volerla prendere per sfogare un istinto puramente maschile ed egoistico, per poi gettarla via, lo avrebbe fatto.
«Cosa? Cosa ti sto facendo, Kay?»
Lei sollevò lo sguardo e, in quel momento, sentì le sue certezze vacillare. Quelle guance arrossate, le labbra semiaperte, il respiro leggermente affannato, la sua vicinanza, era troppo. Sì, tutte quelle cose messe insieme, erano troppo anche per uno come lui. Si era cacciato in un guaio enorme.
Qualcosa, in quel suo piano geniale, non stava andando come aveva previsto.
«Mi stai… confondendo» rispose lei. «Non riesco più a capire cosa… perché…» si aggrappò al suo maglione, con forza, facendolo avvicinare ancora di più.
«Cosa vuoi da me?» le chiese lui, rendendosi conto di aver appena commesso un errore imperdonabile. Chiuse gli occhi per un secondo, poggiando la fronte contro quella della ragazza. «Kayley… dimmelo. Cosa vuoi da me?» chiese di nuovo.
«Un bacio, Jay. Ti prego… baciami adesso» rispose lei, in un soffio.
Jared esaudì la sua richiesta all’istante, senza protestare. Lui stesso non avrebbe resistito ancora per molto. Il desiderio era diventato insopportabile e se lo stava portando dietro dalla sera prima, quando l’aveva portata in camera e le aveva sfiorato la bocca con la sua, assaggiando il sapore dolce del suo lucidalabbra al lampone.
Un gemito roco gli salì dalla gola quando lei gli diede il permesso di approfondire quel bacio tanto desiderato, lasciando che lui le accarezzasse la lingua con la sua.
La voleva. La voleva disperatamente, ma l’idea di perderla dopo averla avuta, dopo aver lasciato vincere il suo stupido cuore, lo terrorizzava a morte.
«Jay…» la sentì ansimare, sulle sue labbra.
Lui le accarezzò il viso, sfiorandole il naso con il suo. «Non parlare» mormorò. «Baciami e basta»

Erano nuovamente stesi sul materasso morbido, come quel mattino. Lui aveva lo sguardo perso e Laura gli accarezzò la guancia con la punta delle dita.
«Torna da me» gli sussurrò all’orecchio. «Lascialo andare, Shannon. Lascialo andare»
Il batterista puntò gli occhi ambrati nei suoi. «Resta con me, questa notte» disse di punto in bianco.
«Okay» la sentì mormorare.
Lentamente, avvicinò il viso al suo, sfiorandole le labbra. «Sei così bella»
Tornò a baciarla, delicato. Quando sentì le sue mani sollevargli il maglione bianco che indossava, un brivido gli corse lungo la schiena.
Lasciò che lei lo accarezzasse, permettendole di esplorare la sua pelle, poi decise di fare la sua mossa.
Lentamente, iniziò a sfilarle la camicetta dai pantaloni. Lei lo lasciò fare, sentendo il cuore accelerare il ritmo ogni volta che lui la scopriva un po’ di più.
In breve tempo si ritrovarono pelle contro pelle, caldi, pieni di desiderio.
«Ti voglio» le sussurrò lui, con voce roca.
«Sono tua» rispose lei.

•••

Fare l’amore con lui era stata l’esperienza più meravigliosa di sempre.
Shannon era stato di una dolcezza disarmante. Attento alle sue esigenze. Premuroso. Pieno di attenzioni e coccole.
L’aveva venerata, accarezzandola e baciandola fino a quando lei non era più riuscita a resistere. A quel punto, con delicatezza, l’aveva fatta sua, muovendosi piano, continuando a guardarla negli occhi.
Quando la passione si era fatta troppo forte per essere contenuta, aveva iniziato a muoversi più rapidamente, prendendola e lasciandola tra un gemito e l’altro, ansimando il suo nome.
Laura si era stretta ancora più forte al suo corpo, aggrappandosi alle sue spalle forti, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
Nel momento in cui si sentì sopraffatta da un’ondata di incredibile piacere, lui emise un gemito roco che la fece vibrare fin nel profondo.
Rimasero immobili per qualche minuto, ancora uniti, cercando di recuperare la consapevolezza di sé stessi, poi lui tornò a guardarla. La baciò teneramente, poi la lasciò andare per stendersi al suo fianco e stringerla a sé.
«Laura»
«Mmm?»
Sospirò. «Lascia questo posto. Vieni a Los Angeles. Vieni via con me»

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Capitolo 12
*** 12 ~ Una notte ***


Angolo della Follia: Buona domenica, bella gente!
La volete sapere l'ultima? Se prima c'era stato quel messaggio fantasma su instagram, oggi sono stata contattata su twitter, da ben 2 Jared Leto! Quasi quasi mi sento lusingata 🤣🤣🤣
No, veramente. Perché la gente arriva a fare certe cose? A fingersi questo o quel personaggio famoso? Insomma... cosa ne ricavano? È un modo stupido per riuscire a divertirsi? Dico... non hanno davvero niente di meglio? Perché, se è così, sono messi/e male forte!!!
Sì, ho scritto messi/e perché non escludo mai che possa trattarsi di una donna. Noi donne sappiamo essere anche più perfide degli uomini.
Comunque... vi ho già annoiato abbastanza con le mie avventure giornaliere. Vi lascio al nuovo capitolo che è meglio 😉
Buon proseguimento di giornata e buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

12 ~ Una notte

Nella sua mente si stavano affollando pensieri di ogni tipo. La voce della sua coscienza lo stava maledicendo, urlandogli di lasciarla immediatamente, di scappare. Il suo corpo invece, ogni singola cellula in lui, gli diceva di non fermarsi, di continuare a baciarla, tenerla stretta, assaporare il momento, lasciarsi andare.
«Kay» mormorò, lasciandole le labbra per un solo istante prima di tornare a baciarle. «Kay, aspetta» Doveva riprendere fiato, riflettere.
La ragazza rimase immobile, il respiro accelerato, le labbra gonfie per i baci.
Non riusciva a credere a quello che stava succedendo. Non riusciva a credere di essere lì, imprigionata contro una parete dal corpo dell’uomo più splendido che avesse mai conosciuto, con ancora la sensazione di quelle morbide labbra sulle sue.
«Dimmelo Kay» lo sentì dire. «Dimmelo davvero. Cosa vuoi da me?»
Gli accarezzò una guancia liscia. Lo vide alzare lo sguardo, puntando gli occhi nei suoi. Era così serio.
«Voglio quello che vuoi tu» rispose.
Jared sospirò. Era tutto così assurdo. «Non dovremmo…» sussurrò, allontanandosi di un passo. Quando tornò a guardarla, quegli occhi grigi che lo fissavano intensamente, fecero crollare ogni sua convinzione.
«Al diavolo» disse, prendendole il viso tra le mani, tornando a baciarla con forza.
Quando la sentì accarezzargli la schiena da sotto il maglione, la lasciò andare velocemente, togliendoselo per poi tornare a baciarla mentre le abbassava la zip dei pantaloni.
Kayley sentì un brivido attraversarle la schiena quando lui si staccò dalle sue labbra per scendere lento, facendole scorrere i pantaloni lungo le gambe, sfilandoglieli, per poi risalire piano, sfiorandole la pelle con le labbra, togliendole le felpa, andando poi a baciarle il collo, la spalla, scendendo di nuovo, portandosi dietro le spalline del reggiseno, lasciandola immobile, senza fiato, mentre le sue mani l’accarezzavano delicatamente.
«Jay…» mormorò, con le gambe che le tremavano.
«Cosa?» chiese lui, tornando a sfiorarle le labbra con le sue.
Kayley si lasciò andare a quel bacio, come se ne dipendesse la sua stessa sopravvivenza.
«Toccami Kay» le sussurrò lui sulle labbra.
La ragazza lasciò vagare le sue mani sul suo torace perfetto, seguendo le forme dei suoi muscoli con la punta delle dita, facendogli venire la pelle d’oca.
Quando gli toccò il bordo dei jeans, Jared se li fece scivolare lungo le gambe, portandosi dietro anche gli stretti boxer, per poi calciarli via.
Lei rimase ferma a guardarlo per un minuto. Non poteva esistere nessun altro più perfetto di così. Non ai suoi occhi.
Quando lui stese una morbida coperta a terra, davanti al caminetto, lei rimase incantata a guardare il suo corpo alla luce delle fiamme.
«Vieni qui, Kay» disse lui, stendendosi sulla coperta, le braccia dietro la testa, totalmente esposto.
La ragazza lo raggiunse e lui la lasciò libera di fare qualunque cosa avesse voluto.
Quando le sue mani iniziarono a vagare sul suo corpo, lente e delicate, sostituite dalle sue labbra non appena accarezzavano un altro millimetro di pelle, si ritrovò a trattenere il respiro.
Era stato uno stupido a pensare di doverle insegnare qualcosa. Lei era perfettamente in grado di eccitare un uomo. La sua bocca lo stava letteralmente mandando al manicomio. Se non l’avesse fermata, sarebbe certamente impazzito.
«Kay» la chiamò, con voce roca, carica di desiderio. Lei lo guardò e, in un attimo, si ritrovò imprigionata sotto il suo corpo caldo, mentre le sue mani le tenevano i polsi incrociati in alto, sopra la testa. «Una notte, Kay. Solo una notte»
Lei annuì. «Solo una notte»
Lui la baciò con forza, mentre si faceva spazio tra le sue gambe, scivolando in lei con un movimento veloce. Un gemito strozzato gli sfuggì dalle labbra, perdendosi nella bocca della ragazza.
In meno di un minuto, si ritrovò a spingersi forte dentro di lei, incapace di trattenersi. Quella ragazza era peggio di qualunque droga esistesse al mondo. Se l’assaggiavi eri fottuto perché, dopo anche solo una piccola dose, non potevi più farne a meno.

Laura sentiva il cuore batterle forte nel petto. Le parole di Shannon erano state come un fulmine a ciel sereno. Le aveva dette seriamente? Insomma, non le aveva chiesto di mangiare una pizza assieme, le aveva chiesto di seguirlo a Los Angeles.
Lentamente, si sciolse dal suo abbraccio per poterlo guardare negli occhi.
Lui era lì, immobile, in attesa di una risposta, con l’espressione più tenera che gli avesse mai visto dipinta sul volto. Un misto di speranza e paura.
«Lo sai cosa vuol dire, Shan?» gli chiese. «Insomma… stai parlando seriamente? Voglio dire… mi stai chiedendo davvero di venire a vivere a Los Angeles? Di vivere… con te?»
Il batterista annuì, mettendosi a sedere, prendendole le mani con le sue. «Ascolta» disse, con convinzione. «Sarò sincero con te, okay?» Lei annuì e lui riprese a parlare. «Non posso promettermi cose che non so. Non posso assicurarti che sarà facile stare con uno come me. Non posso darti la certezza di essere sempre presente in tutti i momenti più importanti della nostra vita» fece spallucce. «Proprio non posso farlo, ma una cosa posso promettertela. Posso prometterti che ci sarò sempre per te. Non dovrai mai dubitare di me, di ciò che sono, della mia lealtà, di quello che sento per te. Mai, Laura»
La ragazza rimase lì, ferma a guardarlo, senza riuscire a dire niente.
Che avrebbe potuto dire, dopo le sue parole? Forse non era stata una vera dichiarazione d’amore, ma allora che altro avrebbe potuto essere?
Senza resistere oltre, gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte.
Lui sorrise, ricambiando l’abbraccio. «Questo era un sì?» chiese.
Lei annuì contro il suo collo. «Sì» rispose, baciandogli le labbra. «Sì»
«Bene» disse lui, ricambiando i suoi baci con dolcezza.
Sì, l’avrebbe portata a L.A. L’avrebbe tenuta con sé fino a quando il destino gliel’avesse concesso. Le sarebbe stato fedele sempre e, finalmente, si sarebbe sentito completo.

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Capitolo 13
*** 13 ~ Non Posso Fingere ***


Angolo della Follia: Ed è iniziata una nuova settimana.
Mentre la mia caccia al lavoro continua, va avanti anche la mia voglia di scrivere. D'altra parte, fino a quando non riuscirò a trovare qualcosa da fare, tenermi impegnata con la scrittura non è una brutta cosa, no?
Detto questo... eccovi un nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
Ringrazio chiunque stia leggendo. Buona lettura. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

13 ~ Non Posso Fingere

Non sarebbe riuscito ad addormentarsi nemmeno se avesse ingurgitato un intero flacone di sonniferi.
Aveva perso. Non era riuscito a resistere. Si era lasciato sopraffare dal desiderio di averla. «Idiota» si disse.
Tornò a guardarla. Era così bella. Addormentata placidamente al suo fianco, nuda, con i capelli scompigliati sparsi attorno al viso.
Il ricordo della sua voce che ansimava il suo nome era ancora molto vivido nella sua mente. I suoi occhi grigi che lo fissavano mentre le regalava un nuovo spasmo di piacere. I suoi baci dolci e, al tempo stesso, pieni di passione rovente. Le sue mani delicate che lo accarezzavano, piene di desiderio.
Fece un respiro profondo per tentare di calmare la voglia improvvisa di immergersi nuovamente nel suo calore.
Sì, gli era piaciuto. Gli era piaciuto più di quanto avrebbe dovuto. Non si era risparmiato niente. L’aveva fatta sua in tutti i modi a lui concessi. L’aveva respirata, assaporata, assaggiata, lasciandosi annegare nel suo sapore dolce che riusciva ancora a sentire sulle labbra.
«Basta» sibilò a sé stesso.
Un mugolio, attirò la sua attenzione. Si stava svegliando. La vide muoversi appena e sfregare il naso contro il suo braccio.
Malgrado tutto, sorrise. «Buongiorno» le sussurrò.
Lei ricambiò il sorriso, stiracchiandosi. «Buongiorno» rispose.
«È mattina. Possiamo tornare al residence» la informò lui, mettendosi a sedere.
In quel momento, Kayley si rese conto della situazione in cui si trovava. Era ancora completamente nuda e Jared lo era tanto quanto lei. Il ricordo della notte appena trascorsa la colpì all’improvviso. Aveva tenuto stretto a sé quello splendido corpo per tutto il tempo, toccandolo, baciandolo e Dio solo sapeva che altro.
Un vistoso rossore le colorò le guance, facendo sorridere il cantante.
«Che succede? Ti imbarazza essere nuda davanti a me? Dopo quello che abbiamo fatto?»
Lei gli lanciò un’occhiataccia. «Non è divertente» sbottò. «È successo e non sarebbe dovuto accadere. Lo avevi detto anche tu. Io…» le si spezzò la voce.
Jared le si avvicinò piano, sfiorandole una spalla delicatamente. «Kay…» Lei sollevò lo sguardo, incontrando i suoi occhi. «Non farlo. Non devi lasciarlo accadere, Kayley»
«Cosa?» chiese lei, con gli occhi lucidi.
«Non devi innamorarti di me» rispose lui. «Non posso essere io l’uomo giusto per te, capisci? Dai… guardami»
La ragazza sostenne il suo sguardo, trattenendo le lacrime che minacciavano di scivolarle sulle guance da un momento all’altro. «Ti sto guardando Jared e sai cosa vedo?» Lui rimase in silenzio, in attesa. «Vedo un uomo che ha paura. Una paura tanto grande da farlo scappare quando non riesce a gestire le cose a modo suo. Che fa di tutto per farsi odiare pur di non dover affrontare la verità. Ecco cosa vedo»
Jared sentì una dolorosissima fitta allo stomaco. Le parole di Kayley lo avevano colpito profondamente. Lei aveva capito tutto. Era riuscita a smascherarlo.
Avrebbe dovuto rivestirsi e andare via, lasciare quel posto e tornare a Los Angeles, subito, ma c’era una domanda che doveva assolutamente avere una risposta.
«Quale verità, Kay?»
Lei sospirò. «Quale verità? Che è l’amore a farti paura. Che sei così spaventato da non riuscire nemmeno a vedere che c’è qualcuno, a questo mondo, che sarebbe pronto a tutto, disposto a fare qualunque cosa, pur di farti felice. La verità è che fingi di essere qualcuno che non sei pur di non lasciarti sopraffare dai tuoi stessi sentimenti»
«Kay…»
«Vattene!» lo interruppe lei. «Sono certa che riuscirai a trovare la strada anche da solo, ormai»
«Ti prego, Kay, io…»
«Vattene via! Lasciami sola!» urlò, interrompendolo nuovamente, mentre le lacrime avevano iniziato a rigarle le guance.
Jared si pietrificò a quella vista. Scosse la testa. «No» rispose secco. «Non esiste che io ti lasci sola, scordatelo»
Tentò di toccarla, ma lei lo respinse bruscamente.
«Non farlo!» sbottò. «Perché vuoi complicare tutto? Ti sto dando la possibilità di tornare alla tua vita, dimenticandoti di tutto questo. È stata solo una notte, giusto? Eravamo d’accordo, no?» si strinse le ginocchia al petto. «Vai via» mormorò. «Non complicare tutto»
«È già complicato, Kay!» disse lui. «Cristo… guardati. Guardami!» continuò poi, alzando la voce. «Guarda quello che ci sta succedendo! Noi… cazzo… noi stavamo bene prima di questo. Era tutto perfetto. Potevo parlare con te, dimenticando di essere un fottutissimo personaggio famoso. Ero tornato ad essere semplicemente me stesso. E adesso?» si passò una mano tra i capelli. «Adesso sta andando tutto a puttane perché ho permesso ai miei cazzo di sentimenti di intromettersi tra noi!»
Kayley rimase immobile a fissarlo, senza riuscire a dire niente.
Non l’aveva mai visto così. Era arrabbiato, frustrato, disperato e lei non aveva idea di come calmarlo.
«Dio… Kay, io rivoglio la ragazza che mi ha portato la chitarra quella prima sera in hotel» riprese poi, accucciandosi davanti a lei, prendendole le mani. «Rivoglio la ragazza che mi fa ridere come nessun altro, permettendomi di essere un uomo qualunque, come tutti gli altri. Rivoglio la ragazza timida e insicura che si sente a disagio per colpa dei suoi fianchi. Rivoglio quello che avevamo prima. Io… non voglio litigare con te» abbassò lo sguardo. «Non voglio sentirmi un mostro per… questo» mormorò poi.
«Jared» lo chiamò lei, liberando una mano dalla sua stretta, cercando di fargli sollevare il viso.
Quando lui tornò a guardarla, il suo cuore perse un battito. Quegli occhi azzurri, sempre così limpidi e pieni di luce, erano arrossati e lucidi.
«No» sussurrò lei, stringendolo a sé. «Tu non… tu non sei un mostro, okay?» lo lasciò andare per prendergli il volto tra le mani. «Ascolta… quello che è successo qui, questa notte, è stato magico. Non mi pento di niente… niente, hai capito?» Lui non rispose, ma una lacrima solitaria gli scese lenta lungo la guancia.
«Ti prego… non farlo» mormorò lei. «Non ne parleremo più, okay? Tornerà tutto come prima, te lo prometto. Tu… tu non mi hai persa. Io sono… ti sarò amica, credimi. Tu potrai sempre contare su di me, lo giuro, ma ti prego… ti prego, non piangere. Non credo di poter sopportare tanto»
Lui chiuse gli occhi per un istante. Le sue parole erano la conferma a tutti i suoi dubbi.
«Ci sono riuscito, vero?» chiese, mentre un’altra lacrima sfuggiva ai suoi occhi, perdendosi sulle sue labbra. «Sono riuscito a sconvolgerti la vita, non è così?»
Kayley si morse il labbro. «Tu non hai fatto niente di male, Jay. Non devi mai, nemmeno per un istante, sentirti in colpa, okay? Io non… non lo avevo previsto. Non avrei mai potuto nemmeno pensare che tu…» sospirò. «Tu sei molto più di quanto avessi mai immaginato»
Lui si lasciò andare ad un sorrisetto appena accennato. «Ho sognato così tante volte di sentirmi dire certe cose» scosse la testa. «Ma tu hai ragione, sai? Sono un codardo. Ho paura. Una paura fottuta di essere buttato via ancora una volta e di non sapere come fare per tornare a vivere»
«Lo so» disse lei, accarezzandogli il viso. «Io non voglio che tu ti senta costretto a dire o a fare qualcosa che…» sospirò. «Ma io non sono una brava attrice, Jared. Io non riesco a fingere di non amarti. Non ne sono capace» fece spallucce. «Ti starò lontana, se è questo che vuoi. Non mi vedrai nemmeno. Io…»
Le labbra del cantante le impedirono di continuare. Avevano raggiunto le sue con tanta forza da averle tolto il respiro.
«Non parlare più» le soffiò sulla bocca. «Se quello che hai detto è vero… dimostramelo, Kayley Marie Parrish. Dimostrami che mi ami» la baciò delicatamente. «E insegnami a tornare ad amare ancora»

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Capitolo 14
*** 14 ~ Andare Via ***


Angolo della Follia: Eccomi qui. Se avete pensato che mi fossi dimenticata della pubblicazione giornaliera, vi siete sbagliati. Ho solo ritardato un pochino =)
Va be'... forse nemmeno vi interessa, considerando che nessuno lascia nemmeno una piccola traccia del proprio passaggio, ma non importa, io lo scrivo lo stesso =D
Allora... i "Jared Leto" dei social, persistono nello scrivermi e io li lascio fare, rispondendo qui e là perché mi sto divertendo. Fino a quando restano sul vago e non chiedono cose troppo personali, mi sta pure bene questo scambio di messaggi.
Ad essere del tutto onesta, questa cosa mi sta facendo venire qualche idea per una futura storia, quindi ne approfitto =D Sono perfida, lo so. Abbiate pazienza con me.
Ma adesso, passiamo al nuovo capitolo di oggi. Spero vi piaccia.
Ringrazio i fantasmini che passano e se ne vanno, augurandovi una buona lettura e una buona serata. Alla prossima, bella gente.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

14 ~ Andare Via

Dopo le sue parole, non era riuscita a far altro che accarezzargli dolcemente il viso, passandogli delicatamente le dita tra i corti capelli biondo cenere.
Aveva sentito le sue lacrime sulla pelle e vederlo piangere era stata una vera e propria pugnalata al cuore.
Lo aveva stretto a sé con tutta la forza di cui era capace, cercando di calmarlo, di fargli sentire quell’amore di cui aveva così tanta paura, ma di cui aveva un disperato bisogno.
Lui le aveva immerso il viso tra i capelli, lasciandosi abbracciare, ricambiando la sua stretta.
«Fai l’amore con me» gli aveva sussurrato lei, sfiorandogli la guancia con le labbra.
I suoi grandi occhi azzurri l’avevano guardata per un attimo, tanto intensamente da averle dato i brividi.
«Cosa devo fare?» aveva mormorato. «È da tanto tempo che non faccio davvero l’amore con qualcuno, Kay»
«Oh Jared» disse, stringendolo nuovamente a sé. «Dimentica chi sei diventato per tutti gli altri. Dimentica tutto quello che hai fatto finora. Torna ad essere… te, Jared. Solo Jared. Segui il tuo cuore»
Il cantante era tornato a guardarla. Le aveva accarezzato il viso. L’aveva baciata una, due volte e poi ancora e ancora. Aveva poggiato il viso sul suo seno, restandosene lì, immobile, per un tempo indefinito, semplicemente tenendola stretta.
Lei aveva continuato ad accarezzargli i capelli, scendendo poi a sfiorargli il collo e le spalle.
Quando si era risollevato e aveva ripreso a baciarla, aveva sentito la sua mano accarezzarle la pelle, sfiorandole il profilo, scendendo lungo i fianchi per raggiungerle le gambe che, automaticamente, gli avevano lasciato lo spazio sufficiente per permettergli di unirsi a lei.
Ed ora, eccoli lì, distesi davanti al caminetto ormai quasi totalmente spento, stretti in un abbraccio, a fare l’amore lentamente, guardandosi negli occhi.

Shannon teneva gli occhi spalancati puntati su Richard. «Mi stai dicendo che non sono ancora tornati?» L’uomo scosse la testa e il batterista sbuffò irritato. «Ma da quando in qua, quel deficiente, spegne quel dannatissimo coso???» borbottò, alludendo al blackberry del fratello.
Richard sghignazzò. «Magari lo ha spento per non essere disturbato» bofonchiò con indifferenza.
«Ma figur…» Shannon si zittì all’improvviso. Un enorme sorriso a trentadue denti si allargò sul suo volto. «Ma certo!»
«Ancora nessuna notizia di Kayley e Jared?»
La voce di Laura gli fece scorrere un brivido lungo la schiena. Il ricordo della notte appena trascorsa lo fece sospirare per un attimo, poi si voltò verso di lei, le prese le mani e puntò gli occhi ambrati nei suoi. «Jay ha il blackberry spento e lui non lo spegne mai. Mai, Laura. Davvero mai!» fece un respiro profondo, prima di continuare. «Cosa ti suggerisce, questa cosa?»
La sua espressione, così raggiante, fece sorridere la ragazza. «Be’…»
Lasciò la frase in sospeso perché, proprio in quel momento, gli oggetti della discussione, fecero il loro ingresso nella hall.
Kayley abbassò lo sguardo, arrossendo. Jared si passò una mano tra i capelli, evidentemente in imbarazzo.
«Dove diavolo sei stata per tutta la notte?»
La voce di Brianna Adams, risuonò per tutto l’ingresso. Si era materializzata, come per magia, aggredendo la figlia come se non ci fosse nessun altro presente.
La ragazza impallidì. «Mamma, io…»
La donna la prese per un braccio, facendola allontanare. «Non parlare e vedi di darti una sistemata» la rimproverò, guardandola dall’alto in basso, con disprezzo. «Credi davvero che non abbia capito?» le sibilò in faccia. «Credi davvero che, lasciarti sbattere da quello, faccia cambiare le cose? Che ti renda più importante? Ti sbagli. Qui, tu non sei nessuno!»
Jared non riuscì a trattenersi. Il fatto che, quella donna orribile, stesse trattando Kayley in quel modo, fregandosene altamente di mantenere la discussione privata, gli fece ribollire il sangue nelle vene.
«Ehi» sbottò, mettendosi tra la ragazza e sua madre. «Come osa trattarla in questo modo? È sua figlia!»
«Lei non si immischi» sbraitò Brianna, infastidita dall’intromissione del cantante. «Non sono affari che la riguardano»
Lui le rivolse un’occhiata glaciale. «Oh sì invece, mi riguardano eccome. Tutto quello che riguarda Kayley, riguarda anche me» le si avvicinò di un passo. «Sono quello che se la sbatte, no?» sibilò, infuriato.
La donna, sostenne il suo sguardo senza un’ombra di cedimento. «Molto bene» rispose, calma. «Se è vero che le interessa tanto, lo dimostri. Se la porti via»
Kayley spalancò gli occhi, scioccata dalle parole della madre. Praticamente la stava cacciando da casa sua, senza nemmeno fermarsi a riflettere.
Richard ebbe un tuffo al cuore. «Signora Adams, non può dire…»
«Ne resti fuori Booth» lo interruppe lei, fulminandolo con lo sguardo. «O sarà licenziato»
Jared teneva le mani chiuse a pugno. Nella sua mente non si era mai fatta strada, nemmeno di sfuggita, l’idea di colpire una donna, eppure in quel momento avrebbe voluto riempire di schiaffi quell’essere orribile che Kayley si ritrovava come madre.
Cercò di calmarsi, facendo un respiro profondo.
«Kay» disse poi, finalmente calmo. «Fai i bagagli. Ce ne andiamo da qui. Immediatamente»
«Come?» sussurrò lei, guardandolo, confusa.
Il cantante si voltò a guardarla negli occhi. Le sorrise, rassicurante. «Ti porto via da qui. Ti porto via con me» le sfiorò una guancia con la punta delle dita. «Forza tesoro, vai a preparare le tue cose» tornò a guardare Brianna. «Non ho intenzione di restare in questo posto un secondo di più. Shan… tu cosa pensi di fare?»
Shannon, che non aveva ancora aperto bocca, troppo scioccato da quello che era successo, scrutò Laura. «Piccola?» le chiese, sperando che la sua risposta non fosse negativa.
La ragazza si fece seria. Si avvicinò alla signora Adams e le gettò ai piedi il tesserino che aveva appuntato alla camicetta. «Mi licenzio» comunicò con voce ferma.
Il batterista sorrise. «Sono con te, fratello»
Laura gli strinse la mano, poi gli baciò la guancia. «Vado a fare le valige e ad aiutare Kayley»
Shannon annuì. «Stringila un po’ anche da parte mia, okay?»
Jared, sentite le sue parole, sorrise. «L’avevo detto. Sei un buon fratello» Si avvicinò a Laura, prendendole una mano. «Puoi dirle che la raggiungerò tra poco?»
La ragazza annuì. «Certo» gli sorrise. «Kay ha sempre avuto ragione. Sei proprio un angelo, Jared Leto»
Il cantante spalancò gli occhi a quelle parole. «E quando l’ha detto questo?»
Lei fece spallucce. «L’ha sempre detto. La prima volta che l’ha fatto è stata quando sei entrato nella sua vita con la tua musica. Da allora non ha fatto altro che ripeterlo» Gli fece l’occhiolino e lo lasciò lì, a guardarla allontanarsi, ancora incredulo.

«Tesoro» Aprì la porta della camera e spiò all’interno.
Lei era lì, alle prese con due enormi valige che aveva recuperato dal fondo di un armadio chiuso da anni. Non si voltò nemmeno.
Laura sospirò. Poteva solo immaginare come si potesse sentire, dopo le parole della madre, ma quel silenzio, quello sguardo vuoto, non era da lei. Non l’aveva vista versare nemmeno una lacrima.
Le si avvicinò lentamente. «Ehi» mormorò, sfiorandole la spalla.
A quel lieve tocco, la vide sussultare. Un singhiozzo strozzato la irrigidì. La vide accasciarsi sul pavimento, scossa dal pianto.
Immediatamente corse fuori dalla camera e raggiunse, nuovamente, Shannon e Jared.
«Jay ti prego… corri… è per Kayley»
Senza aspettare spiegazioni, il cantante corse su per le scale, facendo gli scalini due alla volta per fare prima.
Quando arrivò alla camera della ragazza e la vide lì, a terra, le mani strette a pugno sul pavimento, scossa dai singhiozzi, le si inginocchiò davanti e la strinse forte tra le braccia. «Sono qui, Kay» sussurrò. «Sono qui. Sarò sempre qui, per te» le accarezzò la schiena, dolcemente. «Coraggio, piccola, calmati»
Continuò a cullarla fino a quando non smise di piangere. Si era stretta a lui con così tanta forza, facendosi piccola tra le sue braccia, da sentire di essere diventato una cosa sola con lei.
Richard, che aveva raggiunto la stanza, informato da Laura, era rimasto a guardare la scena in silenzio.
Jared sollevò lo sguardo verso di lui. «Puoi lasciarci soli per un minuto?» chiese. «Non ci metteremo molto, promesso»
L’uomo annuì, chiudendo la porta e il cantante tornò a concentrarsi sulla ragazza.
«Perché?» la sentì mormorare. «Perché mi odia fino a questo punto?»
«Non lo so, Kay» ammise, con il cuore a pezzi. Che altro avrebbe potuto dirle? Nemmeno lui riusciva a spiegarsi come una madre potesse trattare in quel modo la propria figlia, sangue del suo sangue. «Ma ehi… ci sono io con te, adesso. E Laura. E Shan» le asciugò una lacrima con il pollice. «E noi non ti lasceremo mai, capito?»
La ragazza sollevò il viso per incontrare i suoi occhi. «Me lo prometti?»
Per un attimo, Jared sentì un nodo allo stomaco. Quella promessa avrebbe cambiato tutto. Tutta la sua vita. Tutta la sua intera esistenza. Completamente.
«Te lo prometto» rispose alla fine, sfiorandole le labbra con le sue.

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Capitolo 15
*** 15 ~ Benvenuta a L.A. ***


Angolo della Follia: Ed eccomi qui con un nuovo aggiornamento.
Ho appena finito di vedere "Alexander" quindi sono ancora, momentaneamente, traumatizzata dalla dipartita del dolce Efestione 🥺🥺🥺
Abbiate pazienza. Non è che io non abbia mai visto quel film... ma ogni volta è un trauma, non posso proprio farci niente.
Vaaa be'... basta piagnistei. Torniamo a noi.
Ringrazio, come sempre, tutti quelli che vengono a farsi un giro, anche solo per dare una sbirciatina.
E adesso... vi auguro una buona lettura e una splendida serata. Alla prossima 😘

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

15 ~ Benvenuta a L.A.

L’aveva tenuta stretta durante tutto il viaggio per Los Angeles. Era stato straziante vederla salutare Richard. Doverlo salutare, era stato difficile anche per lui. Avrebbe voluto poter fare qualcosa per liberare quell’uomo dalle grinfie di quella donna senza cuore, ma in quel momento era più preoccupato per la ragazza al suo fianco, la sua piccola dagli occhi grigi.
Sorrise, pensando a quando quell’espressione gli era sfuggita dalle labbra.
Richard lo aveva pregato di prendersi cura di lei. Di farla felice.
Lui lo aveva stretto in abbraccio e aveva mormorato: «Tranquillo, Rick… mi prenderò buona cura della nostra piccola dagli occhi grigi»
Sì, avrebbe aiutato quell’uomo ad allontanarsi da quel residence in Wyoming. L’avrebbe portato a Los Angeles e avrebbe reso Kayley felice.
«Ehi, piccola, siamo arrivati» le sussurrò all’orecchio, baciandole la fronte.
La ragazza si stropicciò gli occhi, sbadigliando. «Scusa… mi sono addormentata»
Lui sorrise. «Non c’è problema. Eri sfinita» le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Appena sistemati, potrai riposarti meglio. Vieni»
Kayley lo seguì all’interno dell’enorme villa che, chiaramente, doveva essere casa sua. Salirono le scale e, quando lui adagiò le valige ai piedi di un enorme letto, lei gli rivolse un’occhiata sorpresa. «Questa è… camera tua?»
Jared annuì, prendendole una mano, attirandola a sé. «Non vuoi dormire con me?» le chiese, sfiorandole il naso con il suo.
La ragazza sentì il cuore aumentare la sua corsa. Quella domanda, la consapevolezza che non sarebbe stata solo una notte, di essere lì, a casa sua, nella sua camera da letto, le fece scorrere un brivido lungo la schiena.
Quegli occhi azzurri, limpidi come il cielo che si poteva vedere dalla grande portafinestra a cui lui dava le spalle, la scrutavano con attenzione.
Lentamente, si sollevò sulla punta dei piedi per raggiungere le sue labbra morbide.
Quando lui la strinse forte, lasciandosi rapire da quel bacio, lei gli affondò le mani nei capelli.
«Quello era un sì?» le chiese poi, tornando a guardarla. «Dormirai qui con me?»
Kayley annuì. «Sì, dormirò con te» rispose, tornando a baciarlo.

Laura era senza fiato. La casa era stupenda e l’idea di essere lì, con Shannon, la stava facendo impazzire di gioia.
«Ti piace?» le chiese lui, abbracciandola da dietro.
La ragazza annuì. «È tutto splendido» rispose.
«Senti… ti va di fare due passi? Ti faccio vedere i dintorni» propose lui, prendendole una mano, lasciando che le loro dita si intrecciassero con naturalezza. «Ho l’impressione che mio fratello e Kayley abbiano bisogno di un po’ di tempo per stare da soli»
Lei annuì. «Sì certo, mi piacerebbe molto»
«Bene» disse lui, con un sorriso. «Sai… sono davvero contento che tu sia partita con me» continuò poi, serio.
«Sono contenta di essere qui» rispose lei, con convinzione.
Il batterista l’attirò a sé, stringendola tra le braccia forti. «Resterai?» chiese, con gli occhi d’ambra inchiodati ai suoi. «Resterai con me per sempre?»
Laura cercò di ritrovare la voce. Quegli occhi, fissi nei suoi, avevano il potere di confonderla. «Dovrei… dovrei essere io a farti questa domanda, non credi?»
Shannon scosse la testa. «Non ne hai motivo. Devi credermi. Nessun motivo» Rimase in silenzio per un attimo, continuando a guardarla serio. Non un’ombra di falsità gli attraversava lo sguardo. Non un tremolio nella voce. «Se ti ho portata qui, a casa mia, è perché per me sei speciale. Io non faccio queste cose. Non le ho mai fatte, perché iniziare proprio ora? Perché dovrei complicarmi la vita?»
Lei scosse la testa, timidamente. «Non… non lo so» ammise.
Lui sorrise. «Infatti. Non puoi saperlo perché per me non avrebbe nessun senso farlo. Invece eccoti qui. L’ho fatto e non me pento perché tu… tu sei diversa. Tu sei speciale e sei mia. Solo mia»
Laura sentì il cuore sciogliersi. Sapeva essere di una dolcezza disarmante e, al tempo stesso, eccitante come nessun altro.
«Però non hai risposto alla mia domanda» riprese lui, riacquistando la sua attenzione. «Resterai con me? O presto ti stancherai di avere accanto un uomo di tredici anni più vecchio di te?»
La ragazza spalancò gli occhi a quelle parole. «Dici sul serio? Tu credi veramente che io…» sbuffò. «Ma dai, Shannon, come puoi pensare che…»
«Non è una cosa tanto sciocca, sai?» la interruppe lui. «Insomma, ammettiamolo… io non sono più un ragazzino e tu…»
Lei lo interruppe baciandolo, lasciandolo completamente senza fiato.
«Ma davvero non hai capito che mi sono innamorata di te, brutto zuccone?» mormorò poi, con le labbra che ancora sfioravano le sue.
Il batterista fece un respiro profondo prima di parlare. «Ho sperato di sentirti dire questa cosa» sussurrò, accarezzandole il viso. «E lo sai? Anch’io mi sono innamorato di te»

•••

Si ritrovò a sorridere, ripensando alla serata appena trascorsa.
Shannon aveva confessato il suo amore per Laura lì, davanti a tutto il ristorante in cui avevano portato le ragazze a cena. Era stato emozionante e lui si era sentito così entusiasta dell’espressione raggiante sul volto del fratello.
Aveva osservato quella coppia per tutta la sera, invidiando l’intesa che si era stabilita tra loro in così poco tempo. L’amore a prima vista doveva proprio esistere a quanto pareva.
Poi aveva guardato Kayley, al suo fianco, che non aveva mai smesso di sorridere. Nei suoi occhi aveva visto la gioia e l’emozione provata dopo l’annuncio di Shannon.
Quando lo aveva guardato, con ancora il sorriso sulle labbra, era riuscito solo a ricambiare il sorriso e a sfiorarle la guancia regalandole un bacio leggero.
Si maledisse per non essere in grado di reagire come suo fratello, per avere ancora così paura di tutta quella situazione.
«Ritorna sulla terra, Jared. Sei su Marte da troppo tempo»
La voce della ragazza al suo fianco, lo scosse dai suoi pensieri. Si sentì improvvisamente uno stupido.
Sospirò. «Scusami, Kay» L’attirò a sé, lasciando che lei lo abbracciasse, poggiandogli la testa sul petto.
«Non sei obbligato, lo sai?»
«Non sono obbligato a fare cosa?» chiese lui, con il cuore già in tumulto.
La ragazza si sollevò, guardandolo negli occhi. «A fare tutto questo» rispose. «Io…» abbassò lo sguardo. «Io mi sono innamorata di te, è vero, ma tu non sei costretto a…»
Lui le prese il viso tra le mani. «Non parlare così. Io non mi sento costretto a fare niente. Io…» rimase incantato a guardare quegli occhi grigi che lo scrutavano, attenti. «Fai l’amore con me, Kayley» mormorò poi. «Vuoi?»
Era stato più forte di lui. Il desiderio di quel corpo caldo, appassionato, forte ma fragile al tempo stesso, lo aveva sopraffatto.
Si era reso conto di voler davvero fare l’amore con lei. Era stanco di tutto il resto. Con lei, ogni volta, sarebbe stato amore.
Sapeva di averla sorpresa. Quella mattina, nel rifugio, era stata lei a chiedergli di fare l’amore e lui le aveva chiesto di insegnargli come fare. Ma ora non aveva più bisogno che qualcuno glielo spiegasse. Ora sapeva cosa fare. Con lei l’avrebbe sempre saputo.
«Sempre» rispose lei, sfiorandogli le labbra con le sue.
Incoraggiato dalla sua risposta, Jared lasciò che quel bacio prendesse forza. La fece stendere e la liberò velocemente dai vestiti.
Avrebbe voluto essere delicato e fare tutto con la massima calma, ma la voglia di averla, di sentirsi parte di lei, lo fece agire con foga.
Senza sprecare altro tempo, si fece spazio tra le sue gambe, spingendosi in lei con urgenza.
Quando la sentì irrigidirsi, capì di essere stato troppo brusco, troppo violento. «Kay, io…»
«No» lo zittì lei. «Non fermarti adesso… ti prego»
Il suo sguardo si era fatto vacuo, le guance rosse e il respiro affannato. Le era piaciuto.
Con rinnovato vigore, riprese a muoversi dentro di lei.
Ad ogni spinta, poteva sentire il suo corpo rispondere e l’eccitazione crescere.
I suoi gemiti riempivano la stanza. Le sue mani gli stringevano le spalle. I suoi occhi erano puro fuoco.
Avrebbe ucciso per quegli occhi, ne era certo.
«Non ti fermare» la sentì ansimare. «Dio... Jared, non ti fermare»
Le chiuse la bocca con un bacio prepotente, esigente, al quale lei rispose senza freni.
Quando il suo corpo venne attraversato da una forte scarica di piacere, lui non diede segno di volersi fermare.
Aveva raggiunto il suo scopo. Era riuscito a darle piacere, ma il suo momento non era ancora arrivato.
Iniziò a muoversi lentamente, lasciandosi scivolare fuori e dentro di lei piano, quasi al rallentatore.
Quando la sentì sospirare, sorrise. «Ti piace?» le chiese, sussurrandole all’orecchio.
Lei annuì. «Sì» rispose mentre un gemito le sfuggiva dalle labbra. «Vorrei che non finisse mai»
«Potrei continuare anche tutta la notte, Kay» mormorò lui. «Dimmi che mi vuoi e lo farò… per te»
La ragazza lo guardò negli occhi, trattenendo a stento un nuovo gemito a causa del piacere che lui le stava regalando con quei suoi movimenti sensuali. «Ti voglio, Jared» ansimò. «Ti desidero così tanto da non riuscire a respirare»
«Ti aiuto io a farlo» sussurrò lui, poggiando le labbra sulle sue, soffiando piano dentro la sua bocca. «Non ti preoccupare di questo»
Kayley non riuscì a resistere. Gli prese il viso tra le mani e l’attirò a sé, impossessandosi completamente delle sue labbra.
A quel punto, Jared riprese a muoversi velocemente, sempre di più, fino a gemere nella sua bocca prima di lasciarla andare e liberarsi contro il suo fianco, cercando di riprendere fiato, con il cuore completamente impazzito.

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Capitolo 16
*** 16 ~ Sei Innamorato Jay? ***


Angolo della Follia: Bene bene... eccomi con il consueto appuntamento giornaliero.
Che posso dirvi? Sto ascoltando la colonna sonora di "Alexander". Sì, il film non mi è bastato 😅
La verità è che io ho una vera e propria ossessione per le colonne sonore. Sono come l'aria che respiro. Le amo profondamente e così... oggi ho deciso di ascoltare questa perché, effettivamente, è un vero capolavoro.
Okay... passiamo ai ringraziamenti di rito. Grazie a tutte le persone che si fanno un giro da queste parti. Grazie a chi arriva e scappa. Grazie a chi legge fino alla fine.
Detto ciò... vi auguro una buona lettura e una buona serata. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

16 ~ Sei Innamorato Jay?

«Buongiorno, fratellino»
Shannon entrò in cucina con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, ma Jared riuscì a rivolgergli solo un breve cenno con la testa.
«Ehi… che ti prende?» gli chiese, avvicinandosi.
Il cantante lo guardò per un attimo, chiedendosi quanto potesse essere giusto stressarlo con le sue paranoie, quando era chiaro come il sole che lui fosse in una fase di totale ed assoluta felicità.
Lo sguardo che gli lanciò, mentre si sedeva al suo fianco, gli fece capire che non gli avrebbe dato tregua fino a quando non avesse parlato quindi si mise seduto e fece un respiro profondo. «Si tratta di Kayley» disse.
Shannon si appoggiò alla grande isola della cucina, accanto a lui. «Che succede?» chiese, preoccupato dal suo tono di voce.
Jared si passò una mano tra i capelli. «Noi…» giocherellò con il bicchiere che teneva tra le mani. «Questa notte, abbiamo fatto l’amore» rivelò senza esitazioni.
Lui e Shannon si erano sempre detti tutto e non avevano mai avuto problemi a confidarsi certi particolari anche se, solitamente, si parlava di scopate memorabili, non certo di amore.
Il batterista annuì, cauto. «Qual è il problema?» domandò, non riuscendo a capire bene quello che affliggeva il fratello.
«È innamorata di me, Shan» rispose lui. «Io…» sospirò. «Dovrei essere felice, giusto? Insomma… lo sono… credo» si prese la testa tra le mani. «E se mandassi di nuovo tutto a puttane? Insomma… lo sai come sono fatto. Non… non funzionerà mai, Shan. Io…»
Il batterista lo interruppe, poggiandogli una mano sulla spalla. «Smettila, Jay. Smettila di pensare. Tu…» lo guardò fisso negli occhi. «Stai permettendo al passato di tormentarti quando, invece, dovresti provare a lasciarti andare, a vivere il momento. Lei ti piace, no?»
Lui annuì, senza nemmeno pensarci.
«Sei innamorato di lei?»
«Io…» abbassò lo sguardo. «Non lo so, Shan» ammise, combattuto. «So solo che sento di aver bisogno di lei per ritrovare me stesso»
Il batterista gli strinse la spalla. «Dimentica il passato, fratellino. Kay è qui, è adesso, è tua. Lasciala entrare nella tua vita. Lasciaglielo fare davvero e vivila, assaporala…» gli sorrise affettuosamente. «Innamorati di lei. Innamorati come se fosse la prima volta. Credimi, Jay, non c’è niente di cui aver paura»
Il cantante annuì, ricambiando il sorriso del fratello. Poggiò il bicchiere sopra un vassoio e lo riempì di succo d’arancia. Gli diede un’occhiata veloce, poi fece un respiro profondo. «Grazie, Shan» disse. «Ora, se vuoi scusarmi, devo andare a dare il buongiorno a qualcuno»
Shannon sorrise, guardandolo uscire dalla cucina con il vassoio tra le mani. «Forza, fratellino. Forza» mormorò.

«Ciao»
La sua voce, ancora impastata dal sonno, gli scaldò il cuore.
Era lì, con i capelli scarmigliati, gli occhi ancora assonnati, seduta al centro del letto.
«Ehi, buongiorno» la salutò. «Sono sceso a prenderti qualcosa per colazione»
Kayley lo guardò, sorpresa. «Non ce n’era bisogno, Jay»
Lui fece spallucce. «Mi andava di farlo, Kay» Poggiò il vassoio sul comodino, poi si mise seduto sul bordo del letto. «Dormito bene?»
Lei annuì. «Mi sarebbe piaciuto svegliarmi con te accanto, ma non importa»
Jared rimase a guardarla per un minuto. Shannon aveva ragione. Il passato era passato. Kayley era il presente. Era lì, raggomitolata tra le sue lenzuola, nel suo letto, in casa sua ed era lì per lui. Quella notte lo aveva amato come non aveva mai fatto nessun’altra e lui si era sentito forte, potente, in grado di fare qualunque cosa, di affrontare tutto.
Si rese conto in quel momento che il suo cuore spezzato stava lentamente guarendo, grazie a lei. Si era innamorato davvero ed era stato proprio il suo cuore a farglielo capire, molto prima che il suo cervello arrivasse a quella stessa conclusione.
«Posso sempre tornare a letto, se vuoi» propose, sorridendo.
Quando la vide trattenere il lenzuolo sopra il seno, allungò una mano nella sua direzione, mentre un sorrisetto birichino si disegnava sulla sua bocca. «Cosa nascondi qui sotto?»
Lei gli diede uno schiaffetto sulla mano, arrossendo. «Sei arrivato prima che riuscissi a rivestirmi» spiegò con un leggero broncio.
Jared annuì. «Okay… pareggiamo i conti, che dici?»
Kayley spalancò gli occhi, sorpresa. «Cosa… cosa fai?» chiese, guardandolo mentre si sfilava la semplice maglia bianca che aveva addosso.
Lui fece spallucce. «Mi sto spogliando» rispose, tranquillamente, calciando via anche i pantaloni blu elettrico della tuta.
Lentamente, tornò sul letto, gattonando nella sua direzione. «Vuoi finire tu?» le chiese, sfiorandole l’orecchio con le labbra.
La ragazza si sentì avvampare. Lo aveva visto nudo solo poche ore prima, ma quel suo modo di parlare, di muoversi, la faceva sentire una stupida ragazzina imbranata.
Quando Jared tornò a guardarla, lei sentì il cuore perdere un battito alla vista del sorriso peccaminoso che gli era apparso sulle labbra. Un sorriso che l’aveva sempre fatta impazzire anche visto attraverso una banale fotografia.
Lentamente, prese coraggio e lasciò andare il lenzuolo che le si arricciò intorno ai fianchi.
Lui rimase fermo a guardarla, aspettando che fosse lei a fare la prima mossa.
Kayley allungò una mano, sfiorandogli gli addominali con la punta delle dita, tracciando delle linee invisibili sulla sua pelle.
Arrivata all’elastico dei boxer, sollevò lo sguardo per incontrare il suo.
«Sei così bella quando hai quella luce negli occhi» sussurrò lui, avvicinandosi abbastanza da riuscire a baciarla.
«Quale luce?» chiese lei, accarezzandogli le labbra con la punta della lingua.
Jared trattenne il respiro per un attimo, poi si liberò veloce dei boxer. «Desiderio» rispose, attirandola sopra di sé. «Lussuria. Passione» le baciò il seno, facendola gemere. «Voglia»
«Sì» ansimò lei. «Voglia di te»

•••

Si tenevano stretti l’uno tra le braccia dell’altra. La doccia insieme era stata un’esperienza che avrebbero, sicuramente, ripetuto presto.
Shannon giocava con le dita di Laura, intrecciandole in continuazione con le sue.
«E questo è quanto. Pensi che abbia fatto bene a dirgli quelle cose?» chiese.
La ragazza annuì. «Sì, certo. Sei stato sincero. Gli vuoi bene e lui lo sa, per questo si è confidato con te, Shan»
Il batterista fece un respiro profondo. «Io lo so che si è innamorato di Kayley. Conosco mio fratello. Non l’avrebbe mai portata qui, a casa nostra, se non fosse così. Ma lui… si fa prendere troppo dalle sue paure»
«Puoi biasimarlo, Shan? Me l’hai detto tu stesso che ha sofferto molto. Ha paura ed è normale, ma se è davvero innamorato di Kay, tutto si metterà a posto, ne sono sicura»
Shannon la strinse un po’ più forte. «Lo sai? Finalmente posso dire di sentirmi completo. Grazie, Laura»

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Capitolo 17
*** 17 ~ Custode del Mio Cuore ***


Angolo della Follia: Buona vigilia di ferragosto, bella gente. Che combinerete domani? Io me ne starò bella tranquilla a casa, con il mio ventilatore, un bel libro, un po' di musica e tanto sano relax.
A parte questo, sicuramente mi metterò anche a scrivere, perché ultimamente non riesco proprio a farne a meno.
A questo proposito... eccovi un nuovo capitolo 😉
Ringrazio, come sempre, chi è passato di qui e vi auguro una buona lettura e un buon proseguimento di giornata. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

17 ~ Custode del Mio Cuore

Era arrivato il momento di mettere il naso fuori da quella casa.
Nonostante la voglia pressante di tenerla nascosta al resto del mondo, Jared si rese conto di non poter impedire a Kayley di ambientarsi in quella città, nella sua nuova casa perché, sì, Los Angeles era davvero una nuova casa per lei e lui avrebbe fatto qualunque cosa per farla stare bene.
«Dove mi porti?»
Quando la guardò, rimase incantato per un attimo. Stava ancora scendendo le scale ed era così splendidamente semplice da togliergli il respiro.
Indossava un paio di jeans scoloriti, con uno strappo sul ginocchio destro e il top rosso che le aveva regalato lui. Converse nere ai piedi e i capelli raccolti in una semplice coda alta. Non c’era ombra di trucco sul suo volto, tranne il lucidalabbra che usava di continuo.
Sarebbe senz’altro stata la ragazza meno sofisticata eppure più affascinante di tutta West Hollywood. Tutti l’avrebbero notata e ammirata per quella sua bellezza pulita, assolutamente non ricercata e completamente disarmante.
Quel pensiero lo colpì come uno schiaffo in pieno volto. E se, lontana dalla sua vita di prima, sperduta in quel residence in Wyoming, si fosse sentita finalmente tanto libera da scivolargli dalle mani? E se qualcuno fosse riuscito ad affascinarla tanto da portargliela via?
«Jay… stai bene?» la sentì dire. «Ti sei incupito. Che è successo? Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
Rimase a guardarla, sentendosi uno stupido. La paura folle di essere abbandonato da lei, si era ripresentata più forte che mai e non sapeva come spiegarle quello che provava. Come mosso da fili invisibili, la strinse a sé. «Promettimi che resterai con me» mormorò.
La ragazza spalancò gli occhi, sorpresa dalle sue parole.
Aveva risposto al suo abbraccio senz’ombra di esitazione, sapendo quanto lui ne avesse bisogno, ma quelle parole chiedevano molto di più.
Gli accarezzò la schiena. «Certo che resterò con te»
«Oh Kay» la sciolse dal suo abbraccio per poterla guardare negli occhi. «Ho bisogno di parlarti. Parlarti seriamente… lontano da questa casa… lontano da tutto»
Lei annuì. «Portami dove vuoi. Mi fido di te»
Jared fece un respiro profondo, cercando di calmare il battito forsennato del suo cuore. «Andiamo» disse poi, prendendola per mano, uscendo di casa.

•••

Dopo quasi un’ora in completo silenzio, Jared parcheggiò l’auto.
«Ti vanno due passi sulla spiaggia?» le chiese.
Kayley annuì. «Sì, certo»
Sapeva che qualcosa stava cambiando in lui, ma sembrava non riuscire ancora a lasciarsi andare. Stava combattendo una vera e propria guerra interiore e lei poteva percepirlo soltanto guardandolo negli occhi.
Scesi dalla macchina, si incamminarono verso la spiaggia, fianco a fianco, silenziosi.
Si trattenne più volte dal chiedergli cosa lo stesse tormentando tanto, nonostante la tentazione di farlo fosse fortissima, ma lui le aveva detto che doveva parlarle e lei avrebbe rispettato i suoi tempi.
«Sai Kay…» La sua voce la fece trasalire. «Da quella prima sera al residence, ho pensato che tu fosse diversa. Insomma… era evidente che io avessi il potere di imbarazzarti» le lanciò un’occhiata. «O sbaglio?»
Lei scosse la testa. «No, affatto. Stava per venirmi un attacco di panico quando hai spalancato la porta e mi hai urlato contro pensando che fossi Shannon»
«Scusa»
«No…» lo interruppe lei. «Non è stato per…» arrossì. «È solo che io… be’… mi piacevi tantissimo»
Lui sorrise. «Ecco, vedi? Io ti piacevo e… perdonami… l’avevo capito e…» fece spallucce. «Prima di allora non mi sarei fatto scrupoli ad invitarti nella mia stanza per…» scosse la testa. «Eppure quella sera non l’ho fatto. Ti ho lasciata andare via e ho subito pensato che avrei voluto rivederti, conoscerti meglio. Non mi era mai successo prima. Be’… non mi succedeva da tanto»
Kayley rimase in silenzio ad ascoltare con attenzione. Finalmente sembrava che lui volesse aprirsi con lei e niente le avrebbe impedito di capire tutto quello che quell’uomo, che era riuscito a rapirle cuore e anima, avrebbe voluto raccontarle di sé.
«Credevo fosse solo amicizia, Kay» riprese lui. «Finalmente qualcuno si stava interessando a me per ciò che ero davvero e non per il mio “nome” ma… più i giorni passavano, più capivo che c’era dell’altro» lentamente, le prese la mano facendo intrecciare le dita alle sue, continuando a passeggiare sul bagnasciuga. «Tu, così convinta delle tue imperfezioni, mi eri entrata dentro molto più di quanto avessi voluto»
Si fermò improvvisamente, prendendola per le spalle. «Quella notte, mi sono comportato davvero da stronzo con te e ti chiedo scusa» abbassò lo sguardo. «Io… speravo di allontanarti da me» ammise. «Ero così preso dalle mie paure da non accorgermi che…» tornò a guardarla negli occhi. «Ho paura, Kayley. Sono spaventato a morte. Io… ci sto provando, te lo giuro, è solo che…»
Lei lo abbracciò di slanciò. «Ehi, va tutto bene. Sono qui per te, okay? Non me ne andrò mai se non sarai tu a chiedermelo» gli accarezzò i capelli biondi. «Prenditi tutto il tempo che ti serve e, se avrai bisogno di me, io sarò lì, al tuo fianco, capito?»
Jared la strinse tanto forte da farle male, ma lei non disse niente. Sapeva che aveva bisogno di quel contatto come sapeva che nessuno avrebbe mai creduto a tutto il discorso che lui aveva fatto. Chi avrebbe mai potuto immaginare che Jared Leto potesse avere paura di qualcosa? Eppure era proprio così. Era terrorizzato all’idea che un nuovo amore potesse distruggerlo definitivamente.
«Jay?» Lui la lasciò andare per poterla guardare negli occhi. Era così seria. «Vorrei davvero che tu capissi che non potrei mai farti del male. Niente e nessuno potrebbe anche solo farmi prendere in considerazione l’idea di ferirti» gli prese il viso tra le mani, lasciando che poggiasse la fronte contro la sua. «Tu sei…» sospirò. «Sei il custode del mio cuore e della mia anima. Sono tuoi. Puoi farne ciò che vuoi perché nessuno potrà mai portarteli via»
Il cantante sentì un calore intenso avvolgerlo. Sapeva dell’amore di Kayley nei suoi confronti, ma non si era reso conto di quanto fosse forte fino a quel momento.
Le sfiorò le labbra con le sue. «Il mio cuore è tuo, Kayley Marie Parrish. Lo terrai al sicuro?» mormorò, pienamente consapevole di aver appena fatto un passo enorme.
Lei sorrise. Un sorriso che avrebbe potuto illuminare un’intera galassia. «Per sempre, Jared. Fino alla fine del mondo e oltre» rispose, stringendolo forte.
Lui ricambiò l’abbraccio, finalmente certo della sua scelta. Si sarebbe fidato di lei. Lei lo avrebbe amato e lui avrebbe ricambiato, totalmente.
Shannon aveva avuto ragione, come sempre. Avrebbe dimenticato il passato e avrebbe imparato ad amare nuovamente, come se fosse stata la prima volta. «Niente paura, Shan. Non c’è niente di cui aver paura»

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Capitolo 18
*** 18 ~ C’è Un Problema ***


Angolo della Follia: Buon ferragosto!!! Come ve la passate?
Io mi sono appena messa tranquilla a letto, pronta per dare inizio ad una nuova storia perché, sì, questa mattina ho finito di scrivere le avventure di Jay e Kay.
Ecco quindi il nuovo capitolo che, comunque, non è l'ultimo. Per arrivare alla fine, mancano ancora 8 capitoli più un epigolo.
Bene... detto questo, vi ringrazio tutti, augurandovi una buona lettura e un buon pomeriggio. Alla prossima.

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

18 ~ C’è Un Problema

Erano ancora raggomitolati sul divano. Jared e Kayley erano usciti quindi la casa era avvolta dal silenzio ed era tutta per loro.
«Ehi, bambina… racconta un po’, come ci hai conosciuti?» chiese ad un tratto Shannon, curioso.
Laura sorrise, accoccolandosi ancora di più contro il suo corpo. «È stata Kay» disse. «Un pomeriggio vi ha visti in tv e si innamorata della voce di Jared, all’istante» fece spallucce. «Essendo internet dipendente, è andata a cercare vostre notizie e così è nata la nostra passione per la vostra musica»
Il batterista ridacchiò. «Quella ragazza riuscirà a mettere a posto la testa di mio fratello» poi tornò serio. «Ha davvero bisogno di una ragazza come lei. Come io ho bisogno di te»
«Quanto sei dolce» mormorò lei, sollevando il viso per baciarlo.
«Disturbiamo?»
La voce di Jared li fece scoppiare a ridere.
Laura si mise a sedere, subito imitata da Shannon. «Bentornati»
Kayley fece un cenno all’amica e lei annuì. «Torno subito» mormorò al batterista, sfiorandogli nuovamente le labbra con le sue.
Lui la guardò allontanarsi, poi rivolse un’occhiata al fratello. «Dove siete stati? Che è successo? Sei… diverso» chiese con un sorriso.
Jared sospirò, mettendosi seduto sul divano. «L’ho fatto, Shan. Mi sono buttato. Le ho consegnato il mio cuore, totalmente»
Il batterista gli diede una pacca sulla spalla, raggiante. «Ben fatto, fratellino. Ben fatto»
Il cantante sorrise. «Grazie, Shan» disse. «Grazie di essere mio fratello»

Laura faticava a stare dietro alla ragazza che camminava, a passo spedito, davanti a lei. «Vuoi dirmi che succede?»
Kayley fece un respiro profondo. «Lui… lui credo che abbia detto di amarmi»
La ragazza che le stava di fronte esplose in un gridolino di gioia. «Devi raccontarmi assolutamente tutto!!!»
Si misero sedute sul letto e Kayley le raccontò tutto quello che era successo da quando avevano messo piede in quella casa. Dalla prima notte insieme fino a quel pomeriggio in spiaggia.
Laura sorrise. «È… stupendo»
L’amica annuì, ma poi si fece seria. «Ho un ritardo» rivelò, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. «Come faccio a dirglielo? Gli ho detto che non l’avrei mai ferito, che non avrei mai fatto niente per…» un singhiozzò le sfuggì dalle labbra. «Gli ho fatto una promessa e l’ho già infranta. Ti rendi conto di cosa vuol dire?» nei suoi occhi si fece strada la paura. «Io non posso perderlo, Laura. Non posso!»
La ragazza scosse la testa. «Andiamo, Kay… forse è lo stress di quello che hai vissuto, il cambio di clima…»
«E se non fosse così?»
Laura l’abbracciò, non sapendo che altro fare. Se fosse successo a lei? Come l’avrebbe presa Shannon?
Scosse la testa. Non era il momento di pensare a certe cose adesso. «Ascolta…» disse, prendendo per le spalle l’amica. «Non lo perderai. Ti ha portata qui. Ti ha permesso di entrare nella sua vita e di farne parte. Ti ha dato il suo cuore, santo cielo. Dai… non può lasciarti» la guardò con convinzione. «Credimi, okay? Jared non ti lascerà mai!»

«Dov’è Kay?» chiese Jared quando vide Laura tornare in salotto, sola.
Shannon le si avvicinò, intuendo qualcosa.
Lei fece un respiro profondo prima di parlare. «Lei… ecco…» guardò Jared dritto negli occhi. «Abbiamo un problema»
Lui spalancò gli occhi, terrorizzato. «Cosa è successo? Dov’è?» chiese, già pronto a salire le scale per raggiungere la camera da letto.
«Jay» lo fermò la ragazza. «È di sopra, non sta molto bene…» quando lo vide fare un nuovo passo verso le scale, gli poggiò una mano sul braccio. «Mi ha raccontato di quello che le hai detto oggi in spiaggia. Non l’ho mai vista così felice, Jay»
Lui scosse la testa, confuso. «Ma… allora cosa c’è che non va? Cosa…»
«Ho un ritardo di due giorni, Jared»
La voce di Kayley lo paralizzò. Alzò lo sguardo per incontrare il suo, ma lei non riusciva a guardarlo in faccia.
Shannon si schiarì la voce. «Ma… insomma… può capitare, no? Cioè… succede, vero?» chiese, cercando di stemperare un po’ la tensione che si era venuta a creare.
Laura gli diede man forte. «Sì, certo. È quello che ho detto anch’io»
«Allora cerchiamo di non saltare a conclusioni affrettate» riprese il batterista che però si zittì all’instante quando incontrò lo sguardo glaciale del fratello che, lentamente, raggiunse Kayley.
«Dimmi, Kay… credi che ti sbatta fuori da casa mia per un ritardo?» la costrinse a guardarlo. «Credi questo?»
La ragazza non riuscì a trattenere le lacrime.
«Sei una sciocca» mormorò lui, sorridendo dolcemente, asciugandole le lacrime. «Come hai potuto pensarlo?» la accarezzò il ventre piatto, delicatamente. «Io… non ti nascondo di non sentirmi pronto per affrontare un compito tanto importante e, forse, è successo tutto troppo in fretta, ma non mi spaventa l’idea di diventare padre»
Lei sgranò gli occhi, sorpresa dalle sue parole. «Jay…»
Lui si avvicinò ancora di più, sfiorandole le labbra con le sue. «Ti ho dato il mio cuore. L’ho fatto perché…» le accarezzò il viso con la punta delle dita. Sorrise. «Ti amo, Kay»
La ragazza sentì il cuore perdere un battito. L’aveva detto. Lo aveva fatto davvero. «Jay» lo strinse forte, lasciando che la paura svanisse tra le sue braccia. «Ti amo»
Shannon sorrise a Laura. L’aveva abbracciata da dietro, prendendo le sue mani, stringendole delicatamente. «Ecco… finalmente è tutto sistemato e niente potrà rovinare tutto questo»
La ragazza si lasciò andare contro il suo corpo. «Ti amo tanto, Shannon Leto»

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Capitolo 19
*** 19 ~ Sarò Papà ***


Angolo della Follia: Buon pomeriggio e buona domenica! Passato un buon ferragosto? Spero di sì.
Allora... non mi dilungo, passo direttamente al nuovo capitolo.
Ringrazio, come sempre, tutte le persone che passano da queste parti. Vi auguro una buona lettura e un buon proseguimento di giornata. Ci si sente alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

19 ~ Sarò Papà

Era ormai passata una settimana dalla rivelazione di Kayley e niente era cambiato. I due giorni di ritardo erano diventati nove e stava diventando sempre più reale l’ipotesi che potesse essere in attesa di un bambino. Un figlio. Di Jared. Jared che era l’unico ad essere completamente cambiato.
Sembrava essersi lasciato completamente alle spalle ogni paura, ogni preoccupazione. Era sempre lì, non la lasciava mai. Disponibile e premuroso. Affettuoso e coccolone.
«Sei sempre così sorridente, in questi giorni» disse il fratello, raggiungendolo in cucina.
Lui annuì. Era vero, non poteva fare a meno di sorridere per qualunque cosa. Forse era stata la notizia di una possibile gravidanza di Kayley ad averlo sbloccato, ma aveva deciso di smetterla di fuggire quel sentimento che, con lei accanto, non riusciva a non provare. Lei lo aveva travolto, totalmente. Il suo amore, forte e incondizionato, lo avevano riportato alla vita vera ed ora, finalmente, poteva dire di essere davvero felice. «Hai ragione» rispose. «Ma non posso farne a meno. Sto bene, Shan. Non mi sono mai sentito così. Io… mi sento completo» spiegò.
Il batterista sorrise. «È bello vederti così, dico sul serio»
«Ma?» chiese Jared, conoscendo il fratello come le proprie tasche.
Shannon sospirò. «Sei sicuro di essere davvero pronto ad affrontare la gravidanza di Kayley?» gli fece un cenno con la mano, prima che iniziasse a ribattere. «Insomma… un bambino, Jay… non è uno scherzo. È una cosa seria, importante e impegnativa» fece un respiro profondo per darsi una calmata. «Intendiamoci… io sono eccitato come un ragazzino alla sua prima cotta all’idea di diventare zio» i suoi occhi si illuminarono a quelle parole. «È per te che mi preoccupo»
Jared scosse la testa, ridacchiando. «Sai… se me lo avessi chiesto un paio di giorni fa, ti avrei risposto che ero terrorizzato a morte all’idea di avere un bambino» fece spallucce. «Ma adesso… guardo Kay e l’idea di diventare padre non mi spaventa più. Io… lo voglio questo bambino, Shan» disse con convinzione, guardando il fratello negli occhi. «Sento di poter essere un buon padre. Voglio essere un buon padre»
Shannon gli diede una pacca sulla spalla. «Lo sarai, Jay. Ne sono più che sicuro. Sarai sicuramente un ottimo padre»

Laura sorrise alla sua migliore amica. «Allora… come ti senti?»
Kayley rispose al sorriso. «Bene. Sono così felice che vorrei urlare. È tutto così…» sospirò. «Lui è… perfetto e io…» sorrise, raggiante. «Lo amo così tanto da non riuscire neanche a spiegarlo»
Laura annuì. «Capisco perfettamente come ti senti. Io mi sento allo stesso modo» le prese una mano. «C’è una cosa che voglio dirti, ma devi promettere di non dire niente a Jared, almeno per il momento»
La ragazza annuì, curiosa. «Ti ascolto. Che succede?»
«Io e Shan stiamo pensando di trovare una casa tutta nostra. Sai… considerando come si stanno mettendo le cose, credo sia giusto»
Kayley trattenne a stento un urlo di gioia. «Ma è… meraviglioso!!! Insomma… wow!»
Laura ridacchiò dell’entusiasmo dell’amica. «Senti…» disse, tornando seria. «Quando pensi di fare il test? Sai… per esserne completamente certa»
La ragazza sospirò. «Credo che lo farò oggi. Ormai sono passati nove giorni e il test dovrebbe essere piuttosto preciso e Jared non sta più nella pelle»
«Sei pronta a diventare madre?» le chiese la sua migliore amica, stringendole le mani tra le sue.
Kayley annuì. «Con lui accanto, sento di poter affrontare qualunque cosa» mormorò. Poi fissò lo sguardo in quello dell’amica. «Credi che sarò una brava mamma?»
Laura l’abbracciò all’istante. «Sì, Kay» rispose, convinta. «Tu e Jared insieme, sarete i migliori genitori che un bambino possa avere al mondo»

•••

Mentre con una mano teneva il test di gravidanza, con l’altra stringeva forte quella di Jared. «Sei pronto?» gli chiese, guardandolo.
Lui fece un respiro profondo, poi annuì. «Sì» rispose, sorridendole prima di baciarle la fronte.
Rimasero in religioso silenzio ad aspettare che accadesse qualcosa.
Jared scalpitava. «Ma quanto ci mette questo dannato aggeggio a fare qualcosa?» sbottò.
Lei ridacchiò. «Abbi pazienza» gli sussurrò, baciandogli una guancia.
«Kay» lo sentì mormorare.
Riportò immediatamente lo sguardo sul test di gravidanza. Due linee colorate erano apparse improvvisamente, come per magia. Due linee colorate che avrebbero cambiato tutta la loro vita.
«È…» Jared non riusciva a staccare gli occhi da quel piccolo oggettino che gli aveva appena dato la notizia più incredibilmente meravigliosa della sua vita.
La ragazza sollevò lo sguardo, per incontrare il suo. «Positivo» mormorò.
Lui sorrise. Un sorriso immenso, vero, di totale gioia.
Senza riuscire a dire nient’altro, si strinsero forte, scambiandosi un dolcissimo bacio.
«Jay…»
Lui la zittì, baciandola nuovamente. «Mi hai appena reso l’uomo più felice dell’intero universo» le sussurrò sulle labbra.
Sarebbe diventato padre. Lui, Jared Leto, sarebbe stato presto papà.
Sorrise ancora, accarezzandole i capelli. «Ti amo, Kayley. Ti amo da impazzire»

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Capitolo 20
*** 20 ~ Gelosia? ***


Angolo della Follia: Buongiorno bella gente. Ieri ho saltato l'aggiornamento. Ero troppo presa dalla nuova storia, chiedo perdono.
Be'... mi rifaccio adesso, ad un orario abbastanza assurdo, ma è dalle 6 che gironzolo per casa 🤷‍♀️
Spero che la vostra settimana sia iniziata nel migliore dei modi. Vi auguro una buona lettura e una buonissima giornata.
Alla prossima 😘

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

20 ~ Gelosia?

Era fatta. Avevano finalmente firmato il contratto d’acquisto della loro nuova casa.
Laura era al settimo cielo e Shannon non faceva che sorridere. Solo una settimana di attesa e poi avrebbero potuto trasferirsi definitivamente.
«Jared come l’ha presa?» gli chiese, accarezzandogli una guancia
Shannon fece spallucce. «È felice per noi» rispose. «Credo che sia felice anche di avere la casa tutta per sé, ora che Kayley aspetta un bambino e che diventeranno presto una famiglia»
Lei annuì poi si guardò attorno. «Oh Shan… è così bella» tornò a guardarlo. «È davvero nostra?»
«Sì, amore mio. È tutta nostra» confermò lui, prendendola tra le braccia.
«Che stai facendo, Shannon Leto?» chiese lei, ridacchiando.
Lui sollevò un sopracciglio, lanciandole un’occhiatina maliziosa. «Voglio inaugurare la nostra nuova casa» rispose.
Uscì nel giardino sul retro, dove spiccava una grande piscina e una piccola depandance.
Appena chiusa la porta alle loro spalle, l’adagiò su uno dei lettini bianchi presenti nella stanza, baciandola con foga, armeggiando con la zip dei suoi jeans.
Laura si lasciò sfuggire un mugolio dalle labbra quando lui, finalmente, riuscì a toglierle i vestiti.
«Shannon» ansimò, sotto le sue carezze. «Shannon ti voglio. Ti voglio adesso»
Il batterista si spogliò velocemente, raggiungendola subito dopo, facendosi spazio tra le sue gambe.
Quando si sentì scivolare dentro di lei, un gemito roco gli salì alle labbra.
Iniziò a muoversi con vigore e Laura ansimò il suo nome, incapace di trattenersi.
«Non fermarti» le sussurrò lui sulle labbra. «Mi piace sentirti urlare il mio nome. Fammi sentire che sei mia»
La ragazza inarcò la schiena, completamente in balìa del suo corpo, dandogli quello che desiderava.
Quando lo sentì rallentare, scosso dalle ultime scariche di piacere, lo strinse forte a sé. «Sarò tua per sempre, Shan. Per sempre»

•••

Da quando Laura e Shannon si erano trasferiti, la grande casa di Jared era diventata molto più silenziosa.
Kayley si soffermò a guardarlo. Era così bello mentre dormiva al suo fianco.
Sapeva che lui non era il tipo di uomo che dormiva molto, ma erano già un paio di notti che crollava risvegliandosi solo a mattino inoltrato. Probabilmente, le mille emozioni di quegli ultimi giorni, lo avevano sfiancato. Inoltre, lui sembrava essere molto più preoccupato della sua gravidanza di quanto non lo fosse lei stessa e il lavoro con la band aveva ripreso a pieno ritmo, tenendolo fuori casa per parecchie ore al giorno. Questo però non gli impediva di tempestarla di messaggini o chiamate non appena ne aveva l’occasione. Sorrise, sfiorandogli i capelli.
Quel momento sereno, venne interrotto all’idea di quanto tutto il suo staff non fosse affatto felice della sua futura paternità.
«Ehi»
La sua voce le fece tornare il sorriso. «Ciao» mormorò.
Si sollevò per sfiorarle le labbra con le sue. «Tutto bene?» chiese, preoccupato.
Kayley annuì. «Sì, è tutto a posto. Torna a dormire»
Lui scosse la testa, attirandola a sé. «Ho dormito abbastanza» le accarezzò i capelli, immergendovi le dita affusolate. «Che ti succede? Eri così pensierosa, poco fa»
La ragazza sospirò. «Com’è possibile che non riesca mai a tenerti nascosto niente?»
Jared ridacchiò. «Nemmeno io ci riesco con te. Siamo pari» le prese una mano, stringendola delicatamente. «Allora… che c’è?»
«Io… ecco… mi stavo chiedendo se non avessero ragione» rispose alla fine.
Il cantante si irrigidì. «Di cosa stai parlando?»
«Lo sai» disse lei. «Emma, Robert… tutti quanti. Loro credono che questo bambino…»
«Questo bambino è la cosa più meravigliosa che potesse capitare, Kay» la interruppe lui, bruscamente. «Questo bambino non è affar loro!» si passò una mano tra i capelli. «Cristo santo, non sono un ragazzino! Sono un uomo e lo sono da un bel pezzo. Avrò pure il diritto a farmi una cazzo di famiglia, no?»
Lei lo abbracciò forte. «Non arrabbiarti» mormorò con il viso nascosto contro il suo collo. «Non arrabbiarti, ti prego»
«Scusa» disse lui, stringendola. «Scusami, Kay»
La ragazza si sciolse dal suo abbraccio per guardarlo negli occhi. «Jared io ti amo, ti amo tantissimo, lo sai» gli sfiorò le labbra con la punta delle dita. «Non voglio che tu…»
«No, non dirlo» la interruppe lui. «Non farlo, ti supplico» Le prese il viso tra le mani e si avvicinò abbastanza da sfiorarle le labbra con le sue. «Siamo una famiglia io e te. Tu sei la mia famiglia» la costrinse a tenere gli occhi puntati nei suoi. «Io non abbandonerò mai i miei sogni e tu lo sai, ma la mia vita adesso sei tu…» le accarezzò la pancia ancora piatta. «Siete voi»
Kayley sospirò. «Promettimelo, Jared. Promettimi che non mollerai tutti i tuoi sogni a causa mia. Promettimi che, qualunque cosa accada, andrai avanti. Che lotterai sempre»
Lui annuì. «Te lo prometto, Kay. Te lo prometto» rispose stringendola a sé.

•••

«Ti pare una cosa possibile???» sbottò Jared, incapace di trattenersi. «Sembra che Kay stia riconsiderando la nostra storia, chiedendosi addirittura quanto sia giusto far nascere il nostro bambino, per colpa di…» fece un cenno furioso verso la porta chiusa che li divideva da tutto il loro staff nell’altra stanza.
Il batterista scosse la testa, incredulo. «È pazzesco! Ma che cazzo… invece di essere al settimo cielo per te, cercano di distruggerti. Ma con che razza di persone stiamo lavorando, Jay?»
Il cantante fece spallucce, non riuscendo a trovare una risposta alla domanda del fratello.
Ancora non riusciva a credere a quello che si era sentito dire dopo aver presentato Kayley a tutti e aver dato l’annuncio sulla sua gravidanza.
«Insomma… è tanto sbagliato desiderare una vita normale? Desiderare una famiglia? Una donna che ti stia accanto, indipendentemente dal tuo conto in banca? Una donna che ti ami così tanto da farti il più bel regalo del mondo… un figlio?»
Shannon scosse la testa. «No, Jay. Non è sbagliato. Non è sbagliato affatto» gli si avvicinò, prendendolo per le spalle. «Sono invidiosi della tua felicità, fratellino. Non stare ad ascoltarli, okay? È probabile che…»
«Cosa?» chiese Jared quando il fratello interruppe a metà la frase. «Shan?»
Il batterista sospirò. «È probabile che qualcuno sia piuttosto geloso di tutta questa storia. Geloso di Kay e di quanto ti rende felice»
Jared lo guardò, confuso. «Chi? Insomma… perché…»
«Non ci pensare, fratellino» disse Shannon, interrompendolo. «Lasciali parlare. Non li ascoltare. Fregatene e continua a vivere la tua vita. Tu devi pensare solo a te, Kayley e il vostro bambino, nient’altro, okay?»
Lui annuì. «Sì, certo. Lei… io la amo, Shannon. La amo e voglio tenerla con me per sempre. Niente e nessuno riuscirà a portarmela via. Mai»
Il batterista sorrise. «Bravo» gli diede una pacca sulle spalle. «E ora esci da qui. Torna a casa. Torna da lei. Avete bisogno di passare un po’ di tempo insieme»
Jared annuì. «Hai ragione. Vado. A domani, Shan»

Kayley sorrise appena lo vide varcare la porta di casa.
Lui la raggiunse in meno di un secondo. «Mi sei mancata» le mormorò sulle labbra.
Lei lo strinse forte. «Sono qui»
La prese tra le braccia e la portò di sopra, in camera da letto. Aveva bisogno di sentire il suo corpo, il calore della sua pelle.
Lei lo lasciò fare, permettendogli di spogliarla piano, godendo di ogni carezza, di ogni piccolo bacio.
Lo guardò spogliarsi per poi tornare da lei, seguendo il profilo del suo corpo con la punta del naso.
«Jared» sussurrò poco prima che lui la baciasse. «Stringimi»
Lui esaudì la sua richiesta, stringendola a sé, lasciando che immergesse le dita tra i suoi capelli.
«Ti amo, Kay» le mormorò all’orecchio.
«Non lasciarmi mai» disse lei.
Lui scosse la testa. «Mai»

•••

Laura lo guardò avvicinarsi con un’espressione seria dipinta sul volto. Lo accolse tra le braccia, lasciando che lui le immergesse il viso tra i capelli. «Che succede?» chiese.
Shannon fece un respiro profondo. «Quegli stronzi che lavorano con noi sono contro Jared e le sue scelte di vita. Non vedono di buon occhio Kayley e men che meno il fatto che aspetti un bambino»
«Cosa? Ma… nemmeno la conoscono!»
Lui fece spallucce. «Non dovrebbero neanche intromettersi nella vita privata di mio fratello, se è per questo, ma invece…» fece un respiro profondo per calmare i nervi. «Jay è incazzatissimo e Kayley non fa che preoccuparsi per lui e la sua carriera, cosa che non fa altro che complicare tutto. Potresti provare a parlarle tu e cercare di farle capire che mio fratello…»
«Ci penso io» lo interruppe lei. «Non preoccuparti, Shan. Ci parlo io con Kay»
Sapeva che se Jared fosse crollato nuovamente, lui non sarebbe riuscito a sopportarlo. Come avrebbe potuto rifiutare? Inoltre, si trattava della sua migliore amica. Della sua salute e di quella del bambino. Non avrebbe mai potuto dire di no.
«Grazie» disse lui, abbracciandola nuovamente.
Laura ricambiò il suo abbraccio. «Non c’è di che» lo prese per mano. «Dai vieni. Ti ho preparato un bel bagno rilassante»
Lui sorrise, scuotendo la testa. «Che farei senza di te?»

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Capitolo 21
*** 21 ~ Rabbia ***


Angolo della Follia: Eccomi! Non mi sono dimenticata di aggiornare, giuro, sono solo stata un attimino impegnata =)
Comunque... la nuova storia sta procedendo bene, ma credo che inizierò a pubblicarla quando sarò certa di riuscire a portarla a termine. Mi spiacerebbe troppo abbandonarla nuovamente, come mi era già successo in passato.
Al momento, quindi, accontentatevi di questa 😜 Non manca nemmeno molto alla fine, ormai.
Bene, detto ciò, vi auguro una buona lettura e una ancora più buona serata. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

21 ~ Rabbia

La rabbia di Kayley era palpabile. Laura poteva percepirla tutto intorno a sé.
«Capisci? Lo stanno facendo impazzire con questa storia! Come se lui non avesse già abbastanza pensieri per la testa»
La ragazza si avvicinò all’amica. «Kay… devi calmarti. Pensa al bambino» le accarezzò un braccio. «E poi… non potresti aver capito male?»
Era un azzardo, lo sapeva. Shannon le aveva detto chiaramente cosa, tutto il loro staff, pensasse di Kayley e della gravidanza, ma avrebbe tentato tutto pur di farla stare tranquilla.
«No» rispose la sua migliore amica, scuotendo energicamente la testa. «No, loro mi odiano. Ho sentito, per sbaglio, una conversazione di Jay al telefono e…» puntò gli occhi nei suoi. «Me lo faresti un favore?» le chiese. «Mi accompagneresti da lui?» fece spallucce. «Non me ne frega niente di quello che diranno o di come mi guarderanno. Io devo vederlo. Ne ho bisogno»

•••

Jared si passò una mano tra i capelli, esasperato. «Oh ma che cazz… senti… questi non sono affari che ti riguardano, chiaro? Io sono innamorato di lei. La amo, capito? Fattene una ragione!!!»
Stava seriamente iniziando a perdere il controllo. Subire tutte quelle pressioni riguardo la sua relazione con Kayley, lo stavano facendo ammattire.
Tomo era allibito. Non riusciva a spiegarsi quel comportamento, del tutto non professionale, da parte dell’intero staff.
Non si erano mai comportati così. Con nessuno di loro. Con Jared in particolare. Nessuno si era mai permesso di intromettersi in quel modo nella loro vita privata.
Shannon batté un pugno sul bancone della cucina. «Tu nemmeno la conosci, cristo santo. Come cazzo ti permetti di giudicarla?» ringhiò. «Dovresti essere felice per lui. Dovreste esserlo tutti, cazzo!!!»
Jared, che si era allontanato per un minuto, tornò alla carica. «Non farmi dire cose che non dovrei» sibilò, furioso. «Non farmelo fare. Non farmi diventare stronzo per davvero perché tu lo sai quanto posso esserlo e sai anche che posso diventarlo in un attimo e senza nessun problema. Sono dannatamente bravo in questo»
«Jay…»
Il cantante si pietrificò all’istante nel sentire il suo nome sussurrato dall’unica voce che non avrebbe voluto sentire in quel momento.
«Merda» mormorò Shannon, voltandosi verso la porta, trovandosi davanti Kayley e Laura.
Jared corse da lei. «Cosa fai qui?» le sussurrò, stringendola tra le braccia.
La ragazza cercò il suo sguardo. «Che sta succedendo? Ti ho sentito urlare da fuori»
Lui scosse la testa. «Non è niente, Kay. Vieni… andiamo di là»
Lei si lasciò guidare in una grande stanza completamente illuminata dalla luce del giorno che filtrava attraverso la grande vetrata che ricopriva tutta una parete, poi si fermò incrociando le braccia sul petto. «Dimmelo Jared. Voglio saperlo. Che stava succedendo un attimo fa?»
Lui non rispose, ma lo sguardo triste sul suo volto scatenò la furia che aveva tentato di trattenere.
Tornò indietro, con la stessa impetuosità di un tornado. «Qual è il vostro problema, si può sapere?» urlò contro tutti i presenti. «Ti fa davvero tanto schifo saperlo felice?» disse poi, rivolta ad Emma. «Sei così egoista? Vuoi davvero che lui soffra? Per cosa??? Per poter essere lì quando si sentirà troppo giù per stare da solo? È questo il tuo problema? Saperlo innamorato e non poterlo più… avere tutto per te???»
Jared le si avvicinò, ma non fece nulla per fermarla. Era chiaro quanto avesse bisogno di sfogarsi e gliel’avrebbe lasciato fare. Dopo tutto, era giusto che si liberasse di tutta quella rabbia nei confronti di chi, senza nessun senso, le stava marciando contro.
«E il vostro problema, invece, qual è? Siete così affiatati da odiarmi a prescindere??? Ma che razza di persone siete???» li guardò con disprezzo. «Mi fate schifo»
A quel punto, il cantante le sfiorò una spalla e lei si rifugiò immediatamente tra le sue braccia, lasciando che le lacrime, trattenute fino a quel momento, gli inzuppassero la canotta.
Sollevò lo sguardo verso Emma che era ancora lì, immobile, con lo sguardo su di loro. Non era riuscita nemmeno a ribattere alle parole di Kayley. Una conferma alle accuse che la ragazza le aveva mosso.
«Sparite» sibilò. «Ora!»
Shannon si avvicinò al fratello, poggiandogli una mano alla base della schiena. «Ce ne andiamo anche noi, Jay. È meglio se restate da soli per un po’. Ci sentiamo più tardi, okay?»
Lui annuì, rivolgendo un sorriso spento anche a Laura e Tomo che lo salutarono visibilmente preoccupati.
Kayley era ancora tra le sue braccia, scossa dai singhiozzi che non era più riuscita a trattenere. Il suo dolore lo stava torturando.
«Andrà tutto bene» le sussurrò tra i capelli, lasciandosi scivolare a terra insieme a lei. «Calmati, piccola mia. Andrà tutto bene, te lo prometto»

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Capitolo 22
*** 22 ~ Paura ***


Angolo della Follia: Scusate l'assenza, ma sono stata un pochino presa.
Oggi mi sono vista "The Outsider". Voi l'avete guardato? Be'... devo ammettere che questo Jared mi è piaciuto parecchio. Io da un sicario così mi farei anche uccidere, ma dettagli 🤣🤣🤣
Torniamo alle cose serie, che è meglio. Il nuovo capitolo.
Ringrazio tutte le persone che sono passate a sbirciare e vi auguro una buona lettura e una buona serata.
Alla prossima!

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

22 ~ Paura

Quel posto, ormai deserto, lo fece sentire triste. Quello era il luogo dove ogni cosa prendeva vita; una nuova canzone, un’idea, una stupida festa organizzata in meno di un minuto. Ma in quel momento, dopo tutto quello che era successo, provò un senso di disagio nel trovarsi lì.
Com’era possibile che avesse iniziato ad odiarli? Perché dovevano farlo sentire così? Perché lo stavano spingendo a detestare la sua carriera?
Grazie alla musica era sempre riuscito a sfogare le mille emozioni che gli turbinavano dentro, prime fra tutte la rabbia e la delusione, ma in quel momento, quelle stesse emozioni gli stavano dicendo di mollare tutto e di vivere una vita normale, come quella di migliaia di persone che nemmeno potevano immaginare cosa si provasse a stare sopra un palco, davanti a centinaia di persone che urlavano il tuo nome.
«Jared» Fu solo un bisbiglio, ma lo riportò subito al presente. «Cosa fai qui tutto solo?»
Distolse lo sguardo dalle sue dita, abbandonate sui tasti bianchi e neri del pianoforte, per portarlo sulla ragazza che si stava avvicinando.
Fece spallucce, regalandole un sorriso stanco. «Ero riuscito a farti addormentare e non volevo svegliarti, così…» fece un respiro profondo. «Sono venuto qui per riflettere»
Kayley si mise seduta al suo fianco. Gli poggiò la testa sulla spalla. «Canta per me» mormorò. «Jared… canta per me»
Il cantante chiuse gli occhi. Lasciò che tutti i pensieri scivolassero via, poi iniziò a muovere le dita sui tasti del pianoforte creando una melodia che la ragazza riconobbe all’istante.
«No warning sign, no alibi… were fading faster than the speed of light…»
La sua voce risuonò per tutta la stanza, limpida e bellissima.
Kayley sollevò lo sguardo per poterlo osservare. Avrebbe fatto qualunque cosa per poter vivere di quei momenti. Lui era la cosa più bella su cui avesse mai posato lo sguardo. Così assorto, così concentrato. Totalmente rapito dalla musica.
«But got back up again…» mormorò infine lui, riaprendo gli occhi, cercando subito i suoi.
Kayley gli sfiorò una mano con la sua e Jared la strinse tra le braccia, affondando il viso tra i suoi capelli. «Voglio fare l’amore con te, Kay. Qui. Adesso» le sussurrò all’orecchio mentre le sue dita avevano già iniziato a farle scendere la zip dell’abitino bianco che indossava.
«Jay…» sospirò lei, quando sentì le sue mani sfiorarle la pelle nuda.
Il cantante la strinse nuovamente a sé, respirando il suo profumo fresco. «Dimmi che mi ami. Dimmi che mi ami adesso» le disse, avendo un disperato bisogno di sentire quelle parole per convincersi, ancora una volta, che non fosse tutta una sua fantasia, ma che ogni singolo istante vissuto fino a quel momento fosse reale.
Kayley gli prese il viso tra le mani, puntando gli occhi nei suoi. «Ti amo adesso. Ti amerò sempre»
Jared le baciò le labbra, la prese tra le braccia e la portò sul grande divano bianco che troneggiava in mezzo alla stanza. Lasciò che lo guardasse mentre si spogliava lentamente, godendo del suo sguardo eccitato che vagava sul suo corpo.
«Vieni qui» mormorò, attirandola su di sé.
Un gemito le sfuggì dalle labbra, quando i loro corpi si fusero insieme.
In tutta la stanza, l’unico suono presente, era quello dei loro sospiri, dei gemiti soffocati, dei respiri ansimanti, delle parole sussurrate che si scambiavano l’un l’altro guardandosi negli occhi.
Si lasciarono andare ad un ritmo lento, delicato, amandosi piano, dolcemente, chiudendo fuori tutto il mondo, desiderando che quel momento, in quella stanza, non finisse mai.

•••

«Dio… come ho fatto a pensare di tenerti lontana da me, quel giorno?» disse lui, accarezzandole il viso.
Lei gli baciò il palmo della mano. «Se l’avessi fatto, ora non saresti in questo casino, Jay»
Lui scosse la testa. «No, tu non c’entri» la baciò dolcemente, fino a farla sospirare.
Avrebbe voluto ricominciare tutto dall’inizio, ma sapeva di dover chiarire la questione con lei. Era necessario per entrambi.
«Loro…» sospirò. «Lei… lei non ha mai significato niente per me. Non in quel senso. Insomma… mi spiace che l’abbia presa male, ma tra noi c’è stata sempre e soltanto amicizia. È una collaboratrice, un’amica appunto, nient’altro»
Kayley gli accarezzò le labbra con la punta delle dita. «Sai… in fondo la capisco e, lo ammetto, mi dispiace di averla trattata male»
Jared la guardò sorpreso. «Ma cosa…»
«Jay, tu forse non te ne sarai accorto, ma lei…» fece un mezzo sorriso. «Lei ti guarda proprio come ti guardo io. Tu sei… ai nostri occhi, sei la cosa più preziosa che esista al mondo e…» si morse il labbro. «Hai scelto me»
«Kay, io…»
Lei lo interruppe, poggiandogli un dito sulle labbra. «Non puoi nemmeno immaginare come io possa sentirmi al pensiero che tu abbia scelto me. Non… non puoi capire cosa ho provato e cosa sto provando ancora adesso all’idea di avere un figlio da te. Un figlio nostro, che cresceremo insieme» scosse la testa. «Ma allo stesso tempo, non posso non pensare a Emma e…»
Il rumore di una porta che veniva chiusa, attirò la loro attenzione.
Kayley si infilò velocemente il vestito, mentre Jared scattò verso l’uscita.
«Se n’erano andati tutti» disse, guardandosi intorno.
La ragazza lo raggiunse, prendendogli una mano. «A quanto pare invece no, ma chiunque fosse, ormai se n’è andato anche se…» tornò con lo sguardo alla stanza da cui erano usciti. «Credo proprio che abbia sentito tutto» si morse il labbro. «Davvero tutto»

•••

Shannon gli lanciò un’occhiata sorpresa. «Ehi, fratellino, che ci fai qui? Dov’è Kay? Sta bene?»
Jared annuì. «Sì, sta bene. L’ho lasciata a casa, ma io… ecco io… dovevo parlarti»
Il batterista annuì. «Okay. Dai, vieni dentro» Chiusa la porta di casa, riportò l’attenzione sul fratello. «Allora… che succede, Jay?»
Il cantante sospirò. «Noi… abbiamo parlato un po’ e…» scosse la testa, ancora incredulo. «Le dispiace per Emma, ti rendi conto?» puntò lo sguardo in quello del fratello. «Dice che la capisce perché io le piaccio e…» sbuffò. «Ma questa storia è assurda. Insomma…»
Shannon gli poggiò una mano sulla spalla. «Kayley è una persona buona, Jay. Oggi ha sbottato perché le cose stanno facendo ammattire te, tutto qui. Lei è preoccupata per te e tu dovresti dirle tutto»
Jared spalancò gli occhi, terrorizzato alla sola idea. «Non posso farlo» disse subito. «Lei…» abbassò lo sguardo. «E se non dovesse riuscire a sopportarlo? Se si allontanasse da me?» scosse la testa. «No, non posso. Io… io ho paura che lei possa smettere di amarmi, Shan» mormorò.
Il batterista lo strinse in un abbraccio. «Non devi fare così. Lei è forte e capirà. Non smetterà di amarti, Jay»
«E se, invece, fossi io a non riuscire a sopportarlo?» sussurrò il fratello, lasciando che Shannon vedesse il turbamento nei suoi occhi.
«Che stai dicendo?» chiese lui. «Jay…» lo prese per le spalle. «Jay, non fare stronzate. Non puoi tirarti indietro. Non puoi scappare. Sei un uomo, cazzo!»
Il cantante scosse la testa. «Sono solo un codardo e tu lo sai»
Shannon lo scosse violentemente. «E a lei non pensi? A lei e al bambino che porta dentro di sé? Il tuo bambino!!!» si passò una mano tra i capelli. «Tu… tu la ami, cazzo. La ami e questo ti fa paura, ma tu…»
Jared si allontanò, scrollandosi di dosso il fratello. «Io devo… devo tornare a casa adesso. Kay mi sta aspettando»
Il batterista rimase immobile a guardarlo raggiungere l’ingresso. «Parla con lei» disse prima di vederlo sparire dietro la porta. «Non fare stupidi colpi di testa, Jay. Te ne pentiresti per il resto della vita e sai che ho ragione»

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Capitolo 23
*** 23 ~ Novità ***


Angolo della Follia: Eccomi! Sono tornata con un nuovo capitolo. Chiedo scusa per l'attesa, ma la nuova storia mi sta assorbendo totalmente.
Comunque... ringrazio tutte le persone che si fanno un giro da queste parti, anche solo per dare una sbirciatina.
Auguro a tutti una buona lettura e una buona serata. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

23 ~ Novità

Era fuori, davanti alla porta di casa, ma non riusciva a trovare il coraggio di entrare, di affrontare quello che l’aspettava all’interno.
Shannon aveva ragione. L’amava. Ne era così innamorato da avere paura di ammetterlo. Era terrorizzato dall’idea che, facendolo, tutto si sarebbe potuto sgretolare tra le sue mani.
Fece un respiro profondo. Lei non avrebbe dovuto leggere, nei suoi occhi, quel turbamento. Non voleva che si preoccupasse anche per le sue paure.
Si decise ad aprire la porta di casa. «Sono io» disse ad alta voce, guardandosi attorno.
Il silenzio in cui tutto era avvolto, lo mise in allarme.
Poggiò le chiavi sul mobiletto all’ingresso e lanciò uno sguardo verso il salotto. Kayley non c’era.
«Kay?» chiamò, senza ricevere risposta.
Il suo cuore iniziò a battere più forte, ma si impose di stare calmo.
Salì le scale per raggiungere la camera da letto. Quando socchiuse la porta, la trovò lì, raggomitolata tra le lenzuola. «Tesoro» mormorò, sfiorandole la spalla.
Al suo tocco, la ragazza alzò lo sguardo. Aveva gli occhi gonfi e irritati per le troppe lacrime versate.
Sentendosi un maledetto egoista, si stese accanto a lei, stringendola tra le braccia.
L’aveva lasciata sola, credendo che fosse tutto sistemato. Si era convinto che, dopo aver fatto l’amore, la sua rabbia e la sua preoccupazione, fossero svanite.
In quel momento si rese conto di quanto aveva sbagliato.
Doveva assolutamente trovare una soluzione a tutto quel gran casino. Non potevano continuare così. Nessuno dei due.
Lei gli si rannicchiò contro, stringendo la sua maglietta tra le mani.
Lui le baciò la fronte, accarezzandole i capelli. A mezza voce, intonò una melodia qualunque.
Era consapevole dell’effetto che la sua voce aveva su di lei. Infatti, poco dopo, la sentì rilassarsi tra le sue braccia. Continuò a cantare piano, fino a quando non capì che si era addormentata.
Sospirò, lasciando che il battito del suo cuore, forte e innamorato, lo cullasse nel mondo dei sogni.

•••

Sul cuscino accanto al suo, vide un iPod bianco con un bigliettino. “Ascoltami” c’era scritto nella grafia di Jared.
Kayley sorrise, infilandosi gli auricolari nelle orecchie.
Ciao Kay. Perdonami se non ti ho salutata prima di uscire, ma non me la sono proprio sentita di svegliarti. Eri così tranquilla e… bellissima. Comunque torno presto, promesso. Sono con Shan e Tomo. Abbiamo un paio di cose di lavoro da fare, ma non ci dovremmo mettere molto. Ah… questo pomeriggio arriverà una sorpresa per te lì, a casa nostra. Sono sicuro che ti piacerà
Il suo tono, mentre diceva quelle parole, era cambiato. Sicuramente aveva sorriso dicendole.
Ti chiamo più tardi. Tu riposati e non metterti a fare cose strane in giro per la casa, da brava. Ti amo tanto, Kayley. A dopo
Il suono di un bacio, dopo quelle ultime parole, la fece sospirare.
Riascoltò quel messaggio per, almeno, altre cinque volte, avvolta dalle lenzuola che profumavano di lui.
Sapeva che l’aveva tenuta stretta per tutta la notte. Aveva sentito le sue braccia stringerla. Si era sentita protetta tra quelle braccia.
Sorrise, affondando il volto nel suo cuscino, respirando profondamente la sua essenza.
«Forza Kay… è il momento di alzarsi» si disse.
Recuperò un paio di cose e corse ad infilarsi sotto la doccia.
Casa nostra”. Quelle parole non facevano che risuonarle nella mente.
Era la prima volta che si riferiva così a quella casa. Era la prima volta che la definiva “loro”.
Un calore intenso le si sprigionò dal centro del petto. Gioia. Entusiasmo. Amore.
Il suono del campanello la distolse dai suoi pensieri.
Finì velocemente di rivestirsi e corse ad aprire.
Il calore provato solo un attimo prima, si smorzò alla vista di Emma.
«Possiamo parlare?» le chiese con un evidente nervosismo nella voce.
Kayley si spostò, per permetterle di entrare in casa.
«Posso offrirti qualcosa da bere?» le chiese, facendole cenno di accomodarsi sul divano.
Emma la guardò, per un attimo, sorpresa. «Perché sei gentile con me?» domandò, confusa dal suo atteggiamento. «Io credevo che tu…»
«Mi spiace per ieri» la interruppe lei. «Ho esagerato» fece spallucce. «È solo che io… ero arrabbiata e confusa e… preoccupata per Jared. Sai… non mi importa di quello che pensate di me, ma lui…» sospirò. «Io non riesco nemmeno ad immaginare quanto possa essere difficile per te, ma…»
Emma scosse la testa. Un sorrisetto pieno di amarezza si dipinse sul suo volto magro. «È innamorato di te. Lo è davvero. E moltissimo» sospirò. «So che anche tu lo ami. Si vede dal modo in cui lo guardi, come gli sorridi. E lui ricambia, sempre» sollevò lo sguardo, puntando gli occhi chiari in quelli di Kayley. «Sei fortunata. Io… darei qualunque cosa per essere guardata da lui, anche solo per un istante, esattamente come guarda te»
«Lui ti vuole bene» mormorò la ragazza, avvicinandosi di un passo.
Emma fece spallucce. «Forse. Non lo so. Lui è sempre stato così enigmatico, così chiuso. Anche quando ride e scherza, con noi, non è mai totalmente sé stesso. Anche Shannon mi ha confessato di non riuscire a comprenderlo fino in fondo, a volte.» sospirò. «Forse tu riuscirai a conoscere il vero Jared, un giorno o l’altro. Ma non è questo quello di cui sono venuta a parlarti. Volevo scusarmi per ieri. La situazione ci è sfuggita di mano e abbiamo esagerato» incrociò le braccia. «È solo che siamo preoccupati. Sai… non sarebbe la prima volta che una ragazza tenta di farsi un nome usando lui, capisci?»
Kayley annuì. «Sì, certo, lo capisco bene ma… Emma io… te lo posso giurare su qualunque cosa, su Jared stesso, io non sono così. Io non gli farei mai del male. Io…» fece spallucce. «Io lo amo. Lui… lui è tutta la mia vita»
Emma rimase immobile per un minuto, poi si avvicinò alla porta d’ingresso. «Spero davvero che sia così» disse, seria. «Ora me ne vado. Confido che, questa conversazione, rimanga tra noi»
La ragazza annuì appena, guardandola uscire di casa proprio come era entrata.

•••

Sentirlo al telefono l’aveva tranquillizzata. La sua voce era calma e rilassata. Era bello sentirlo così.
Come aveva detto Emma, non gli disse della loro chiacchierata. Non avrebbe mai potuto gettargli addosso un’altra preoccupazione.
Lui, dal canto suo, le aveva ribadito il concetto di starsene tranquilla, di godersi la piscina e il sole.
Lei, ridacchiando del suo tono di voce risoluto, gliel’aveva promesso. Ma lì, da sola, in quella casa così grande, si stava annoiando a morte.
Laura non poteva raggiungerla quel pomeriggio perché era riuscita ad ottenere un appuntamento per un colloquio di lavoro, così niente compagnia.
Sbuffò, sentendosi inutile. Sapeva che trovare un lavoro, nelle sue condizioni attuali, fosse praticamente impossibile, ma la cosa la turbava molto.
Jared le aveva detto più volte di non preoccuparsi di nulla, di pensare solo a sé stessa e al bambino, ma non avrebbe resistito a lungo senza poter contribuire attivamente alle spese. Quella situazione la metteva terribilmente a disagio.
Fortunatamente, il suo lavoro al residence, le aveva fatto guadagnare un bel gruzzoletto e, suo padre, le aveva lasciato in eredità un’ottima somma, ma Jared le aveva impedito di toccarli. Voleva che lei avesse dei soldi suoi da parte, per qualsiasi evenienza.
Sospirò. «Testardo di un Leto»
«Signorina Parrish? È in casa?»
Quella voce la fece scattare come una molla. Non poteva crederci.
Corse alla porta d’ingresso, spalancandola. «Rick!!!» urlò, gettandosi tra le braccia dell’uomo che le stava davanti, sorridente.
«Ciao, piccola mia» disse lui, stringendola a sé, con gli occhi lucidi per l’emozione.
La ragazza lo trascinò dentro casa. «Ma… ma cosa ci fai qui? Quando sei arrivato? Perché non mi hai avvisata… io…»
Lui la interruppe, mettendola una mano davanti alla bocca. «Ha organizzato tutto il tuo super fascinoso fidanzato, tesoro. Ha prenotato il volo, ha mandato un’auto a prendermi all’aeroporto e poi… be’… eccomi qui!»
«Non riesco a crederci» disse lei, con un enorme sorriso. «Non sai quanto mi sei mancato»
L’uomo annuì. «Anche tu mi sei mancata moltissimo, Kayley»
Rimasero a guardarsi per qualche istante, lasciando che i loro sguardi parlassero più delle parole stesse, poi l’uomo si guardò attorno.
«Vi trattate bene da queste parti, vedo» fischiò in segno di apprezzamento.
La ragazza ridacchiò. «Già. Questa era casa di Jared e Shannon prima che… lo sai» spiegò. «Ma ormai Laura e Shan vivono in una casa tutta loro e così io…»
«Tu sei incinta» la zittì lui. «Oh Kayley, ma perché non me l’hai detto? Un bambino! È una cosa stupenda!!!»
Lei sorrise, sfiorandosi il ventre che ancora non dava segno di voler mostrare la sua gravidanza. «Volevo farlo, ma…»
«Lo so, lo so… il tuo bello me l’ha detto. Volevi farmi una sorpresa, presentandoti al residence con il pupo in braccio» l’abbracciò. «Oh Kayley… sono davvero felicissimo per voi due» le sussurrò tra i capelli.
Lei ricambiò l’abbraccio, poi lo guardò fisso negli occhi. «Quanto ti fermerai?» chiese, curiosa.
«Per sempre»
Kayley portò lo sguardo nella direzione da cui era arrivata la voce.
«Jay» mormorò, correndo tra le sue braccia.
Lui l’accolse, sorridente, baciandole la fronte.
«Aspetta… hai detto per sempre?» disse lei, guardandolo sorpresa.
Il cantante annuì. «Sì, l’ho detto. Richard non tornerà in Wyoming. Vero Rick?»
L’uomo sorrise, annuendo. «Questa mattina ho dato le dimissioni. Jared mi ha trovato un posto di lavoro in un facoltoso hotel di Los Angeles e così…» ridacchiò. «Temo che dovrete riabituarvi alla mia presenza»
Kayley urlò di gioia. «Oh Jay» disse, prendendogli il viso tra le mani. «Tu sei…» gli stampò un bacio sulle labbra. «Ti amo da impazzire»
Lui sorrise. «Farei qualunque cosa per te, tesoro» le accarezzò il viso. «Ora vi lascio a chiacchierare per un po’. Vado a farmi una doccia» le fece l’occhiolino. «Mettiti comodo, Rick. Questa notte sarai nostro ospite. Domani vedremo di trovarti una sistemazione degna di te»

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Capitolo 24
*** 24 ~ Brutte Sorprese ***


Angolo della Follia: Ed eccoci arrivati al ventiquattresimo capitolo.
Ormai, di sapere cosa ne pensate, non ci spero nemmeno più. Non importa, dico sul serio, tanto io continuo a scrivere e a caricare comunque 😜
Detto questo, vi informo che ci saranno ancora due capitoli più un epilogo al termine della storia.
Bene... vi saluto augurandovi una buona lettura e un buon pomeriggio. Alla prossima.

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

24 ~ Brutte Sorprese

Quella sera, casa Leto era piena di gente che rideva e scherzava.
Shannon e Laura avevano raggiunto Jared, Kayley e Richard per passare un po’ di tempo insieme e godersi una bella cenetta.
Kayley si muoveva, felice, nella grande ed immacolata cucina, aiutata dalla sua migliore amica.
Gli uomini erano rimasti in salotto a chiacchierare.
«Senti, Rick…» disse Jared, attirando la sua attenzione su di sé. «Lei… si è più interessata di sua figlia?» chiese. «Sai… Kay non ne parla mai, ma so che è ancora molto turbata per il comportamento di sua madre»
L’uomo sospirò. «C’è una cosa che devi sapere, Jared, ma devi promettermi di non dirlo a lei. Kayley non ne sa niente»
Il cantante annuì. «Ti do la mia parola»
«Kayley non è figlia di Brianna» svelò l’uomo, lasciando Jared e Shannon a bocca aperta per la sopresa. Fece spallucce. «Suo padre ha avuto una relazione con una donna che lavorava al residence. Tra lui e Brianna le cose non andavano bene da anni, ormai. Praticamente vivevano vite separate»
«Perché non hanno chiesto il divorzio?» chiese Shannon, dando voce ai pensieri del fratello.
Richard scosse la testa. «Non lo so. Forse per evitare tutti i problemi burocratici che ne sarebbero venuti fuori a causa del residence» fece spallucce.
«Aspetta…» mormorò Jared. «Quindi Kay è la figlia… dell’amante di suo padre?»
«Esatto» rispose l’uomo. «Quando è nata, Brianna ha fatto qualunque cosa per averla. Alla fine, è riuscita nel suo intento, buttando fuori dal residence l’amante di suo marito. Naturalmente, Roger amava alla follia la sua bambina e, pur di non perderla, accettò le condizioni di sua moglie» fece un lunghissimo respiro, prima di continuare. «Con il passare degli anni, però, Brianna si rese conto di quanto Kayley, crescendo, somigliasse alla sua vera madre. Nel momento in cui Roger si ammalò, lei iniziò a covare un profondo rancore nei suoi confronti. Lui voleva avere accanto solo la figlia. Le ha anche ceduto in eredità la sua metà del residence senza parlarne con la moglie. Quando alla fine è scomparso, le cose non hanno fatto altro che peggiorare»
Jared scosse la testa, incredulo. Era una storia assolutamente pazzesca.
«Aspetta un attimo…» disse Shannon, improvvisamente. «Stai dicendo che la nostra piccola Kayley è, per metà, socia in affari di Brianna?»
Richard annuì. «Proprio così, ma a lei non è mai interessato. Quel posto è sempre stato una prigione per lei. Adesso invece…» sorrise, guardando Jared. «È così radiosa che quasi non sembra vero. E tutto grazie a te, splendore»
Il cantante rispose al sorriso. «Voglio solo che sia felice, tutto qui»
In quel momento, la ragazza raggiunse il salotto. «Forza ragazzi, la cena è pronta. A tavola»
«Finalmente» disse Shannon, raggiungendo Laura. «Ho una fame»
Jared si avvicinò a Kayley posandole, delicatamente, una mano sul ventre. «Sei bellissima» le sussurrò all’orecchio.
«Ti amo» rispose lei, baciandolo teneramente.
Richard rimase in disparte ad osservare la scena, sorridendo. Era sinceramente felice di tutta quella situazione. La sua bambina era innamorata di un uomo che la ricambiava totalmente. Poteva capirlo da come la stava guardando. Erano davvero bellissimi, insieme. Giovani e innamorati.

•••

«Buongiorno, Rick. Dormito bene?» lo salutò Kayley, schioccandogli un bacio sulla guancia.
L’uomo sorrise. «Splendidamente, bambina»
Lei annuì. «Ottimo» prese del succo d’arancia dal frigorifero. «Jay è uscito presto, questa mattina, ma ci raggiungerà per pranzo. Noi, nel frattempo, ci faremo una passeggiata fino alla tua nuova casa»
Richard ridacchiò. «Non ti ho mai vista così elettrizzata»
Kayley fece spallucce. «Sarà la gravidanza» si fermò di colpo. «Aspetta…» disse, mentre un sorriso a trentadue denti le si disegnava sul volto. «Perché non facciamo una sorpresa a Jay? Andiamo noi da lui!»
L’uomo annuì. «Sì, va bene»

•••

«Oh Rick, devi vederlo per capire» disse la ragazza, con entusiasmo. «È così… splendido mentre crea la sua musica»
Richard sorrise, ma quando la vide irrigidirsi, il suo umore cambiò all’istante.
L’espressione di Kayley era agghiacciata e capì il perché non appena gli arrivarono alle orecchie le voci che lei stava sentendo.
«Sta facendo la più grossa delle stronzate. Un figlio… ma vi rendete conto?»
La voce di Emma la raggiunse con la stessa intensità di un tuono. «Quella stupida non sa niente di lui. Dovevate sentirla ieri. Così comprensiva e zuccherosa da far venire la nausea. Ma Jared si stancherà molto presto di lei. È solo una cottarella passeggera la sua, come tutte le altre»
«Ma c’è un bambino di mezzo adesso. Credimi, quella non è affatto stupida. Ha calcolato tutto e si è fatta mettere incinta per incastrarlo per bene»
La risata aspra di Emma le diede i brividi. «Jay non è uno sprovveduto. Sono sicura che ha tutto sotto controllo. Sicuramente ha già pensato a come metterla a tacere» ridacchiò nuovamente. «Ammettiamolo… quella Kayley, si chiama così, no… bè… quella Kayley è un bel bocconcino e lui ha deciso di giocarci per un po’. Sappiamo tutti com’è fatto. Se la scopa fino a quando non gli darà più nessuno stimolo e poi la congederà, cacciandola via. Non sarebbe la prima volta che si comporta in questo modo con qualche sciacquetta raccolta per strada, Robert»
«E tu lo accetti?» le chiese lui. «Insomma… davvero non ti rompe che lui si sbatta questa ragazza, permettendole di vivere a casa sua, facendole fare la parte della quasi mogliettina perfetta?»
Emma ridacchiò ancora. «Lui è fatto così. Prendere o lasciare. Il punto è che appena si stancherà di quella nullità, correrà da me e tutto tornerà come prima. Alla fine, lui torna sempre da me»
«Stronza!!!» urlò Kayley, incapace di trattenersi ancora, comparendo dal nulla, mettendosi di fronte alla bionda che spalancò gli occhi per la sorpresa di vederla lì. «Sei una grandissima stronza!!!»
Dopo un minuto però, Emma ritrovò tutta la sua sicurezza. «Oh ma dai… ci hai creduto veramente? Sei davvero tanto ingenua? Svegliati, dolcezza. Lui non sarà mai tuo! L’amore eterno non esiste, con Jared Leto» Un sorrisetto di vittoria le si dipinse sul volto, quando vide le lacrime rigarle le guance. «Soltanto io posso averlo perché non gli sto troppo addosso. Io non pretendo il suo amore e lui lo sa. Gli lascio i suoi spazi, i suoi… divertimenti» disse, guardandola dall’alto in basso. «Così lui poi torna da me. Sempre. Ogni volta» le si avvicinò, guardandola fisso negli occhi. «Il suo giocattolo, per ora, sei tu, ma non illuderti cocchina… tra non molto tornerà da me»

•••

«Lei dov’è?» chiese, appena messo piede in casa.
Richard lo guardò con espressione seria, delusa. «È chiusa in camera vostra da oltre un’ora. Non vuole nessuno, nemmeno me. L’hai combinata davvero grossa, ragazzo»
Jared scosse la testa. «Io… che cosa…»
L’uomo lo zittì. «Emma» disse semplicemente.
Il cantante sentì il cuore perdere un battito. Non poteva essere vero.
In un attimo, salì le scale per raggiungere la camera da letto. «Kay, sono io. Ti prego, fammi entrare»
La porta si aprì improvvisamente, ma quello che vide lo paralizzò. Lei era lì. L’espressione del suo volto gli diede i brividi. Non l’aveva mai guardato così. Poteva leggere il disgusto nei suoi occhi e, a quella vista, sentì un dolore acuto trafiggergli il cuore.
«Sei un bugiardo» sibilò lei, mozzandogli il respiro. «Mi avevi detto che lei era una collega, un’amica, che non contava niente per te» alzò la voce ad ogni parola. «Ma in tutto questo ti sei dimenticato di dirmi che te la scopavi anche!!!» urlò alla fine, non riuscendo a trattenersi ancora.
«Kay…» mormorò lui, tentando di prenderla tra le braccia.
«Non toccarmi!» sbottò lei, allontanandosi. «Non toccarmi, Jared. Sei un bugiardo e… mi fai schifo» La sua voce fu rotta da un singhiozzo. «Sei un bugiardo» mormorò, scoppiando in lacrime.
Il cantante la strinse a sé, ignorando il suo tentativo di allontanarlo prendendo a pugni il suo petto. Ignorando la sua voce strozzata che gli diceva di lasciarla andare.
«Ti prego, Kay» sussurrò tra i suoi capelli. «Ti prego…»
Un lamento improvviso, lo allarmò. La sciolse dal suo abbracciò e la vide scivolare a terra, piegata in due dal dolore.
«Jay…» riuscì a mormorare, con un filo di voce. «Jay, fa male… fa male… il bambino, Jay…»

•••

Laura e Shannon raggiunsero il reparto di corsa. Trovarono Jared seduto su una poltroncina con la testa tra le mani mentre si dondolava avanti e indietro, ripetendo parole incomprensibili.
Richard camminava con passo nervoso, misurando tutta la sala d’aspetto.
Il batterista si sedette accanto al fratello. «Ehi… che è successo? Sei schizzato fuori dalla sala prova come un fulmine e ora questo…»
Il cantante continuò a dondolarsi, senza riuscire a smettere. «È tutta colpa mia. È tutta colpa mia»
«Jay, calmati e dimmi cosa sta succedendo. Che vuol dire che è colpa tua? Cosa?»
Laura si avvicinò a Richard. «Rick, che cosa…?»
L’uomo l’abbracciò. «Non sappiamo ancora niente. Lei…» sospirò. «Hanno avuto una brutta lite e poi Kayley si è sentita male e…» fece spallucce, con espressione triste. «Ci hanno dato poche speranze per il bambino, Laura»
La ragazza si portò le mani alla bocca, sconvolta. «Oh no…»
Lui annuì, accarezzandole la schiena. Shannon la raggiunse, abbracciandola. Il silenzio si fece pesante, ma nessuno avrebbe più fiatato fino a quando qualcuno non fosse venuto a dir loro cosa fosse successo a Kayley.

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Capitolo 25
*** 25 ~ Vai Via ***


Angolo della Follia: Penultimo capitolo. Quasi non ci credo! E vi informo che ho quasi finito di scrivere anche la nuova storia su cui sto lavorando. Pazzesco!!!
Comunque... mentre qui c'è il temporale a farmi compagnia, io auguro a tutti una buona lettura e una buona serata. Alla prossima!

~ Viola ~

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30 Seconds to… Wyoming

25 ~ Vai Via

Jared si ritrovò trascinato fuori dalla clinica dal fratello.
«Datti una calmata, Jay. Non risolvi niente, comportandoti così»
Il cantante si strinse i capelli tra le mani, disperato. «Avrei dovuto dirglielo!!! Avevi ragione tu, avrei dovuto farlo, ma ero terrorizzato all’idea che lei…» puntò gli occhi, pieni di lacrime, in quelli del fratello. «Io la amo da morire, Shan» mormorò. «E se…»
Il batterista lo strinse a sé. «Non ti lascerà» lo rassicurò. «Vi appartenete e questo non cambierà, ma adesso tu dovrai starle vicino anche più di prima. Quello che vi è successo, non sarà facile da superare e Kay avrà bisogno di te e del tuo sostegno»
Jared annuì, asciugandosi gli occhi. «Sì, hai ragione» scosse la testa. «Ma mi sento così in colpa, Shan»
Lui gli poggiò una mano sulla spalla, stringendogliela. «Non devi. Hai sentito cos’ha detto il medico»
Il cantante fece un respiro profondo. «È vero, ma forse… se non avessimo litigato… se lei non si fosse sentita tradita…» non riuscì a finire la frase. Il pensiero che Kayley avesse perso il bambino proprio dopo aver saputo della sua pseudo relazione con Emma lo tormentava.
Shannon lo strinse nuovamente. «Smettila di tormentarti, fratellino. Devi farti coraggio… per lei. Andrà tutto bene, vedrai» gli disse, sperando con tutto sé stesso che lei non decidesse di abbandonarlo.

Laura non riusciva a credere alle sue orecchie. «Jared e… Emma???» sussurrò.
Richard annuì. «A quanto pare è una cosa che va avanti da parecchio. Sembra che ogni volta che lui… be’…» sospirò. «Dopo essersi divertito con la ragazza del momento, sembra che torni scodinzolando da Emma»
La ragazza scosse la testa, incredula. «Non posso crederci»
L’uomo fece spallucce. «Sai… in fondo lo capisco. Quella Emma è solo una civetta brava a manipolarlo. Ma non credo che lui…» fece un mezzo sorriso. «È troppo innamorato di Kayley. Credo che abbia solo avuto una gran paura di dirglielo. In fondo… è umano»
Laura annuì. «Questo lo capisco, ma lei avrebbe capito, ne sono certa» gli occhi le si riempirono di lacrime. «Mentre adesso…»
Richard l’abbracciò. «Lo so, piccola. Lo so»
In quel momento, Jared e Shannon rientrarono. Il batterista corse subito da lei, sostituendosi a Richard, stringendola forte a sé.
Il cantante si passò una mano tra i capelli. «Vado da lei» annunciò. «Devo farlo io. Deve sentirlo da me»
In silenzio, lo guardarono entrare nella stanza della ragazza richiudendosi la porta alle spalle.

Eccola lì, stesa su un letto che non era il loro, con gli occhi chiusi, il viso pallido segnato dalla stanchezza
Lentamente, le si avvicinò. Le sfiorò il braccio con la punta delle dita.
«Perdonami» mormorò prima di baciarle la fronte.
«Dimmi perché» la sentì mormorare, mentre guardava fuori dalla finestra.
Si voltò immediatamente verso di lei. Quando vide i suoi occhi, lucidi, sospirò. Prese una sedia e si mise seduto accanto al letto. «Ti avevo avvertita, Kay. Ti avevo detto di non essere un santo. Sapevi con che tipo di persona ti stavi mettendo, ma tu non ti sei tirata indietro e io…» le prese una mano, lasciando che le loro dita si intrecciassero. «Mi sono innamorato, Kayley. Mi sono innamorato come non mi era mai successo. Non ti avrei mai tradita, Kay. Mai!» si morse un labbro. «Lei… lei non ha mai significato niente. Non c’è mai stato sentimento, Kay… nemmeno una volta»
La ragazza sospirò. «Mi hai fatto male, Jared. Ci eravamo promessi di dirci sempre tutto. Non dovevano esserci segreti, ricordi? Ma tu mi hai tenuto nascosta una cosa che…» una lacrima le scivolò lungo la guancia. «Perché?»
«Ho avuto paura» ammise lui. «Ero terrorizzato all’idea di perderti se ti avessi raccontato di Emma»
Lei scosse la testa. «Non mi avresti mai persa, Jared. Se ti fossi fidato di me, io avrei capito»
Il cantante abbassò lo sguardo, incapace di sostenere il suo così intenso. «Perdonami» mormorò ancora.
Nella stanza calò un silenzio raggelante. Le loro mani erano ancora unite, ma Jared riusciva a percepire la distanza immensa che li stava separando.
«Non c’è più, vero?» la sentì dire, debolmente. «È così?»
Una lacrima gli scivolò lungo la guancia, perdendosi sulle sue labbra. Scosse la testa. «Mi dispiace tanto, Kayley»
La ragazza chiuse gli occhi, cercando di scacciare le lacrime. «Ti prego…» mormorò. «Lasciami sola. Vai via. Non voglio vederti mai più»

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Capitolo 26
*** 26 ~ Non È Finita ***


Angolo della Follia: Ed eccoci arrivati alla fine di questa storia, ma aspettate a mollare tutto, c'è ancora l'epilogo 😉
Detto questo, non sto a dilungarmi troppo. Vi lascio al capitolo, augurandovi una buona lettura e una buona domenica!
Alla prossima 🤗

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

26 ~ Non È Finita

Era passata una settimana da quel giorno orribile e nulla era cambiato.
Kayley si era trasferita da Laura e Shannon. Aveva lasciato che fossero loro ad andare a prendere le sue cose. Non aveva più voluto avere nessun contatto con lui, niente.
Jared si sentiva perso, finito, inutile. In un colpo solo, era riuscito a distruggere la vita di ben tre persone: la sua, quella di Kayley e quella del loro bambino mai nato.
Richard, insieme a Shannon e Laura, cercavano di stargli accanto. Sembravano aver capito il perché del suo comportamento passato e non lo lasciavano mai troppo a lungo da solo visto che, ormai, il restare da solo era diventata la sua occupazione preferita.
Sì, perché da quando lei lo aveva lasciato, anche la sua carriera aveva iniziato a colare a picco.
Non riusciva a concentrarsi su niente. La musica lo disturbava e sentirsi cantare gli dava il voltastomaco.
Nessuno del suo staff, però, si era azzardato a dire una sola parola al riguardo. Si sarebbero ritrovati senza un lavoro in meno di un millesimo di secondo se ci avessero anche solo provato.
L’unica che sembrava essere immune alle sue minacce di licenziamento, era proprio Emma.
«Jared, smettila di comportarti così. È arrivato il momento di voltare pagina. Pensi veramente che ti faccia sentire meglio, restartene seduto lì senza far niente?»
Le lanciò un’occhiataccia. «Tu se l’ultima persona al mondo che possa sentirsi in diritto di dirmi cosa devo o non devo fare della mia cazzo di vita» sibilò. «Se fossi in te, sparirei all’istante»
La bionda fece spallucce. «Sei solo uno sciocco, Jay. Possibile che quella stupida ragazza sia riuscita a rincoglionirti fino a questo punto?»
«Smettila» ringhiò lui, stringendo i pugni.
Emma gli si avvicinò, ignorando le sue parole. «Pensaci, Jay. Alla prima occasione utile, è fuggita lontano da te. Sei così cieco da non capire che…»
Le labbra del cantante le impedirono di continuare a parlare.
Si era alzato velocemente, spingendola con forza contro la parete, premendo la bocca sulla sua con rabbia.
Lei gli immerse le mani nei capelli, lasciandosi andare a quel bacio violento che la stava eccitando, ma Jared si staccò da lei improvvisamente, lasciandola a bocca asciutta.
«È questo che vuoi?» urlò, iniziando a spogliarsi. «Avanti, dimmi, è questo? Vuoi il mio corpo? Vuoi essere scopata? Vuoi essere usata? Okay, ti accontento» la guardò con la furia negli occhi. «Coraggio… togliti quella roba di dosso, che aspetti? Ho proprio bisogno di sfogarmi e tu…» ridacchiò, cattivo. «Tu sei sempre stata brava a farmelo fare. È quello che ti riesce meglio. Lo sai come ti chiamano tutti quanti? La puttana di Jared. È appropriato, non credi?»
Lei rimase immobile, presa alla sprovvista dalla sua reazione. «Io…»
Jared le lanciò un’occhiata di sfida. «Avanti, Emma. Che ti prende? Non è questo che vuoi?» chiese, allargando le braccia, mostrandosi nella sua totale nudità.
Le si avvicinò lentamente, arrivando a sfiorarle il naso con il suo. «Volevi allontanarmi da lei e ci sei riuscita, ma non avrai mai il mio cuore, Emma. Quello è suo. Io non ho mai smesso di amarla e non smetterò mai, è meglio che tu lo sappia!» si allontanò nuovamente, dandole le spalle. «E adesso vattene da qui»
«Jared…» mormorò lei, facendo un passo nella sua direzione.
«Vattene!!!» urlò lui, mandando a gambe all’aria la poltroncina su cui era rimasto seduto fino a pochi minuti prima.
Emma corse via, spaventata da quella reazione violenta.
Quando sentì la porta chiudersi, Jared si lasciò cadere in ginocchio, sbattendo i pugni a terra, completamente sopraffatto dal dolore che albergava nel suo cuore da quando Kayley lo aveva allontanato da sé.

•••

Il telefono non faceva che squillare e, ogni volta, sentiva Shannon dire che doveva darle tempo.
Si sentiva malissimo. Sapeva che tutte quelle chiamate erano di Jared. Sapeva di averlo ferito lasciandolo solo, abbandonando quella che, solo qualche settimana prima, lui aveva definito “casa loro”. Ma era difficile perdonare.
Lo amava ancora? Sì, profondamente, intensamente, con tutta l’anima. Ma quella parte della sua vita che lui aveva deciso di tenerle nascosta, l’aveva ferita molto più profondamente di quanto avesse previsto.
Il loro bambino era volato via ancora prima di venire al mondo e, per qualche strano motivo, aveva visto quel fatto come un segno simbolico riguardante la sua relazione con Jared. Forse aveva sbagliato fin dall’inizio. Forse non avrebbe dovuto seguirlo quella sera, in mezzo alla tormenta. Non avrebbe mai dovuto chiedergli di baciarla. Non avrebbe dovuto accettare di lasciare tutto e andare a Los Angeles con lui
«Non mi sarei mai dovuta innamorare di te» mormorò.
«Ehi… come ti senti oggi?»
La voce di Laura le fece tornare il sorriso.
«Meglio» rispose. «Ma vorrei essere a casa… a casa mia… in Wyoming»
La ragazza non riuscì a dire niente perché Shannon l’anticipò, entrando come una furia nella stanza.
«Non puoi farlo!» disse con il panico nella voce. «Non… non puoi abbandonarlo, Kay!»
Gli occhi di Kayley si riempirono di lacrime. «Non sono io a volerlo abbandonare, Shan. Ma non capisci? Lui… lui non si fida di me»
Il batterista l’abbracciò. «Non è vero, piccola. Lui…» fece un respiro profondo, prendendola per le braccia. «Jared ti ama, Kay. Ti ama moltissimo. Ti ama davvero e tu puoi credermi perché io lo conosco bene. Lui… lui era così felice di diventare padre e quando ti sei sentita male…» scosse la testa. «Si è visto il mondo crollargli addosso. Si è dato tutte le colpe, Kay. Anche quelle più assurde» puntò gli occhi ambrati nei suoi. «Avrebbe dato tutto per vostro figlio. Anche la vita. Se non ti ha detto di Emma è solo perché aveva paura che tu lo abbandonassi. Era spaventato, Kay. Era così spaventato che tu non puoi nemmeno immaginarlo» tirò su col naso, cercando di trattenere le lacrime che gli avevano riempito gli occhi. «Ti prego… non lasciarlo. Se è vero che lo ami ancora… non farlo. Non distruggerlo»

•••

Il suono delle chiavi nella serratura, attirò la sua attenzione.
Jared si sollevò dal divano, guardando verso l’ingresso. Per un attimo, pensò che il suo cuore avesse smesso di battere. Lei era lì. Kayley era davanti alla porta. Lo stava guardando con gli occhi pieni di lacrime.
«Kay» sussurrò, abbandonando il divano, facendo un passo nella sua direzione, cauto, col timore che fosse solo un brutto scherzo giocatogli dalla sua mente, ma quando la vide lasciar cadere a terra le chiavi di casa e correre verso di lui, il cuore riprese a battere forte. L’accolse tra le sue braccia, lasciando che lo stringesse, permettendole di ritrovare la protezione che lui le avrebbe sempre donato.
«Perdonami» le mormorò, baciandole il viso, i capelli. «Ti amo, Kayley. Ti amo tantissimo» la strinse forte a sé, per paura che potesse sfuggirgli nuovamente. «Mi sei mancata da morire. Era tutto così vuoto e senza senso, senza di te»
«Promettilo, Jared. Prometti che mi dirai sempre tutto. Che sarai sempre sincero con me» disse lei, contro il suo petto.
Lui annuì. «Te lo prometto. Niente più segreti. Mai. Non tra noi» le prese il viso tra le mani, lasciando che i loro occhi potessero incontrarsi ancora. «Credimi, amore mio, nella mia vita ci sei soltanto tu»
Lei sorrise. «Ti amo tanto, Jared Leto» mormorò, sollevandosi sulle punte per raggiungere, finalmente, le sue labbra.
Il cantante chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel momento. «Mi sono mancati i nostri baci» le sussurrò sulle labbra.
Kayley gli accarezzò il viso. «Anche a me» ammise. «Mi è mancato tutto di te»
Jared la baciò ancora, poi la strinse tra le braccia. «Adesso siamo insieme. Niente e nessuno riuscirà a portarmi via da te, lo giuro»
La ragazza rispose al suo abbraccio. «Ti credo Jay»

•••

Era passato un anno da quando l’aveva quasi persa. Un anno in cui avevano imparato a conoscersi di nuovo. A viversi totalmente l’un l’altro. Un anno di grandi cambiamenti e, allo stesso tempo, di ritorno alla normalità.
Lo staff di Jared e dei ragazzi, non si era più intromesso nella loro vita. Due buone ragioni li avevano motivati a restarne fuori. Punto primo, dopo più di un anno di relazione stabile, era chiaro che i due facessero sul serio e che niente avrebbe potuto separarli. Punto secondo, Jared aveva, seriamente e pesantemente, minacciato di licenziare chiunque avesse anche solo preso in considerazione l’idea di intromettersi nuovamente nella sua vita o in quella di suo fratello o di Tomo.
Nemmeno Emma aveva più proferito parola sull’argomento. Dopo il pomeriggio in cui Jared l’aveva definita “la sua puttana”, dando in escandescenze, spaventandola a morte, lei aveva cambiato completamente atteggiamento nei suoi confronti. Finalmente aveva iniziato a comportarsi da semplice assistente, esattamente quello che avrebbe sempre dovuto essere.
Certo, Kayley aveva faticato ad accettare ancora la sua presenza nello staff della band, ma dopo una lunghissima chiacchierata con Jared, si era resa conto di quanto Emma fosse preziosa per loro. Conosceva tutto ed era molto competente in quel lavoro. Loro non avrebbero avuto il tempo materiale per addestrare qualcun altro a quel compito quindi, seppur con scarso entusiasmo, aveva capito e accettato che continuasse ad avere uno stretto rapporto di lavoro con lui.
«Lo sai che esisti solo tu per me» le aveva mormorato una mattina lui, prima di uscire di casa. «Kay… lo sai. Sei tutta la mia vita»
Lei aveva sorriso. «E la musica? Lei non è tutta la tua vita?» gli aveva chiesto, sollevando un sopracciglio, divertita.
Jared aveva sbuffato. «Ovviamente, ma verrà sempre e comunque dopo di te» le aveva risposto, facendole una linguaccia. Poi era salito in macchina, le aveva mandato un bacio e si era allontanato per raggiungere i ragazzi nel loro quartier generale.
Quella stessa scena si era ripetuta quasi ogni giorno, per un anno intero e, ogni giorno, Jared lo aveva raccontato a Shannon e Tomo, facendoli sorridere alla vista del suo sguardo raggiante.
Il batterista era al settimo cielo. Alla fine, tutto si era sistemato per il meglio per i fratelli Leto.
Jared era finalmente felice e lui… lui era così innamorato da non riuscire nemmeno a ricordare come fosse stata la sua vita prima di incontrare Laura.
Certo, le cose non erano sempre state facili. Anche loro avevano avuto degli alti e bassi, ma avevano sempre affrontato tutto insieme e, insieme, avevano vinto ogni battaglia.
Dall’anno del ritorno di Kayley tra le braccia di Jared, ne erano passati altri due e la vita a Los Angeles non sarebbe potuta andare meglio.

Fine ~

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Capitolo 27
*** ~Epilogo~ ***


Angolo della Follia: E siamo arrivati alla conclusione definitiva della storia di Jay e Kay.
Spero che, nonostante non vi siate mai espressi, vi sia piaciuta almeno un po'.
Vi lascio con l'epilogo augurandovi una buona lettura e un buon inizio di settimana.
Alla prossima 😘

~ Viola ~

•••

30 Seconds to… Wyoming

~Epilogo~


~Ti Amo, Signora Leto

Kayley, Jared, Richard e Laura stavano ridendo come pazzi delle buffe espressioni di Shannon che tentava di raccontare il rocambolesco inseguimento di quella mattina, quando Sky aveva deciso di prendere di mira un gatto che aveva avuto la più gigantesca delle sfortune imbattendosi in loro.
«Lo giuro… non credo di aver mai corso tanto in vita mia» sbuffò alla fine. «Ma quel cane sembrava impazzito, dico sul serio!»
Jared aveva le lacrime agli occhi dal troppo ridere. «Ti prego… dimmi che quel povero gatto è riuscito a scamparla» chiese ancora sghignazzando.
Shannon annuì. «Sì, ma per un pelo. Sai che gli faceva se lo acchiappava? Non voglio nemmeno pensarci»
Laura si alzò, andando ad abbracciarlo. «Povero amore mio» gli schioccò un bacio sulle labbra. «Guarda che Sky ti fa correre solo per tenerti in allenamento» lo stuzzicò.
Il batterista le lanciò un’occhiataccia, ma non riuscì a ribattere alla provocazione perché una vocina squillante lo chiamò a rapporto.
«Papà, papà»
Un bimbo dai capelli castani e gli intensi occhi azzurri, corse verso di lui con le braccia aperte. Shannon lo prese immediatamente in braccio, sollevandolo in aria, facendolo ridere. «Non ho bisogno di Sky per tenermi in allenamento. Ci pensa già questa piccola peste» disse, mentre il bimbo si dimenava tra le sue braccia.
«Ehi Christopher, vieni dallo zio» lo chiamò Jared.
Il batterista lasciò andare il piccolo che corse tra le braccia del cantante.
«Tuo figlio ha preso il meglio di noi. Guarda qui» disse, mostrandolo al fratello. «Ha i tuoi occhi, ma con il colore dei miei. Farà sicuramente strage di cuori»
Il bimbo si ribellò alle attenzioni dello zio, scivolandogli dalle ginocchia, riprendendo così a correre per il giardino con Sky all’inseguimento.
Laura, ridacchiando, iniziò a togliere piatti e bicchieri per portarli in cucina.
Kayley tentò di alzarsi per aiutarla, ma Jared la fermò. «Resta dove sei» mormorò, prendendole la mano sinistra con la sua, baciandole l’anulare su cui spiccava la semplice fede d’oro bianco che le aveva messo al dito solo sei mesi prima, dopo aver pronunciato il fatidico “Sì, lo voglio”. «Ci penso io. Tu riposati» disse poi, accarezzandole dolcemente il ventre.
Lei sorrise, poggiando la mano sulla sua.
Jared si chinò su di lei fino a sfiorarle le labbra in un bacio delicato. «Ti amo, signora Leto»

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