Polvere di stelle

di rhys89
(/viewuser.php?uid=47997)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nella sua natura [accenni Luke/Rey] ***
Capitolo 2: *** Non erano i patti [Han/Luke] ***
Capitolo 3: *** L’ultimo volo [oneside!love Amilyn/Leia] ***
Capitolo 4: *** E all’alba ti perderò per sempre [Luke/Leia] ***
Capitolo 5: *** Diritti e doveri [Rey&Padmé, accenni Anakin/Padmé e Anakin/Obi-Wan] ***
Capitolo 6: *** Incidenti di percorso [Leia&Obi-Wan, Han/Leia, accenni Anakin/Obi-Wan] ***
Capitolo 7: *** Mostro [Luke/Rey, accenni Luke/Leia] ***
Capitolo 8: *** Attraverso i tuoi occhi [Poe/Finn] ***
Capitolo 9: *** Colpi di testa [Luke/Leia, accenni Anakin/Obi-Wan] ***
Capitolo 10: *** Scommesse perse e risvolti inaspettati [Ben&Rey, Ben/Hux] ***
Capitolo 11: *** Galeotto fu il vinile [Padmé/Rey] ***
Capitolo 12: *** Foto ricordo [Han/Luke, accenni Anakin/Padmé] ***
Capitolo 13: *** Attacco di panico [Luke&Ben] ***



Capitolo 1
*** Nella sua natura [accenni Luke/Rey] ***


Angolino dell'autrice

Salve a tutti! ^-^
Non contenta di avere in ballo già un progetto piuttosto ingombrante a tema Obikin (domenica inizierò anche una raccolta di storie autoconclusive su di loro), ho deciso di mettermi in gioco ancora di più iniziandone un altro che spaziasse invece sul resto di Star Wars: ho in progetto molte storie su molte coppie diverse, ma non escludo di scrivere anche storie senza la presenza di una coppia o comunque storie dove l'eventuale pairing è appena accennato.
Anche in questa raccolta ogni capitolo sarà introdotto da una scaletta in cui riporterò tutte le informazioni necessarie a capire meglio il capitolo stesso, e... niente, direi che è tutto.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 1/52]
[Partecipa alla challenge Slot Machine! indetta da Juriaka sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Nella sua natura
Prompt: 5- Luke scopre che Poe o Finn ha un suo ritratto nel comodino
Personaggi/pairing: Luke Skywalker, accenni Luke/Rey
POV: Luke
Rating: verde
Generi: commedia, introspettivo
Avvertimenti: //
Localizzazione: indefinita, può essere modern!AU o canon!divergence o quello che volete
Note: //
Conteggio parole (word): 220

Nella sua natura

 Luke nella vita si è sempre fatto gli affari propri. È nella sua natura, lo sanno tutti.
 Forse è per quello che sua sorella ha chiesto proprio a lui di recuperare certi moduli dal comodino del suo pupillo, perché ovviamente il suddetto pupillo era di nuovo sgattaiolato via senza averli consegnati… ma Luke avrebbe tanto voluto che non l’avesse fatto. E guardando dritto negli occhi la sua controparte in colori a cera la sua mente ovattata produce un’unica, semplice domanda: che diamine ci fa Poe Dameron con un suo ritratto nel cassetto?
 Annichilito da una confusione epocale che almeno ha il pregio di tenere a bada l’imbarazzo, Luke solleva la piccola tela e scopre quello che sembra un foglio di carta da regalo e un semplice cartoncino bianco, di quelli da mettere nelle buste pre-confezionate.
Tanti auguri Rey! c’è scritto con una grafia disordinata che ormai riconosce come quella di Poe. L’idea è stata mia, ma sappi che anche Finn è d’accordo… speriamo che possa farti buona compagnia finché non ti deciderai a farti avanti con l’originale.
 Luke nella vita si è sempre fatto gli affari propri. È nella sua natura, lo sanno tutti.
Ma mentre ripone con cura il ritratto al suo posto e richiude il cassetto, è ben consapevole del sorriso che gli si sta allargando in volto.



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Non erano i patti [Han/Luke] ***


Angolino dell'autrice

Buonsalve! ^^
Seconda settimana, seconda storia. Stavolta è una drabble, sempre con Luke (che non è il mio personaggio preferito ma per qualche motivo è il protagonista di un sacco di ship che adoro) ma stavolta con Han. La Han/Solo è stata la mia OTP di Star Wars per tutta la prima trilogia. E poi è arrivata la Obikin, e non c'è più stata partita, ma il primo amore non si scorda mai <3
E qui finiscono le notizie importanti, ora vi lascio alla storia (e ovviamente alla scaletta introduttiva).

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 2/52]
[Partecipa alla challenge Drabbles, Drabbles e ancora Drabbles indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Non erano i patti
Prompt: 17 Marzo: «Penso di amarti.»
Personaggi/pairing: Luke Skywalker, Han Solo, Han/Luke
POV: Han
Rating: verde
Generi: romantico, introspettivo
Avvertimenti: slash
Localizzazione: indefinita; anche qui potrebbe essere canon come modern!AU, a vostra scelta
Note: //
Conteggio parole (word): 110

Non erano i patti

 «Credo di amarti.»
 Apri pigramente gli occhi, ritornando al presente: Luke alterna lo sguardo da te al soffitto e poi di nuovo a te, così sospiri e ti volti verso di lui.
 «Non erano questi i patti, ragazzino» lo ammonisci e lui abbassa lo sguardo, colpevole.
 «Lo so» mormora. «E non mi aspetto nulla da te. È solo…» si mordicchia il labbro come per impedirsi di aggiungere altro di cui potrebbe pentirsi.
Orgoglioso, adorabile ragazzino.
 Gli sfiori il mento per riportare i suoi occhi su di te.
 «È solo che ti è andata bene» concludi per lui, accogliendo con un sorriso il suo sguardo confuso. «Perché credo di amarti anch’io.»



Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L’ultimo volo [oneside!love Amilyn/Leia] ***


Angolino dell'autrice

Salve a tutti! ^^
Eccomi di ritorno con un'altra drabble... il che in effetti è strano, perché era tantissimo che non ne scrivevo più e invece ora ce ne sono due a fila (e presto ne arriverà una terza), ma vabbè.
Un paio di cose importanti per la drabble: Amilyn Holdo è il vice ammiraglio della Resistenza (di grado subito inferiore a Leia) che conosciamo in Episodio VIII, dove è ambientata questa drabble. Il punto preciso viene chiarito nella scaletta della drabble, ma se non volete spoiler non leggetela.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 3/52]
[Partecipa alla Challenge delle Parole Quasi Intraducibili, indetta da Soly Dea sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: L’ultimo volo
Prompt: Sisu
Personaggi/pairing: Amilyn Holdo, Amilyn/Leia
POV: Amilyn
Rating: giallo
Generi: romantico, triste, introspettivo
Avvertimenti: fem-slash, oneside!love
Localizzazione: episodio VIII, quando il Primo Ordine bombarda la flotta di sgusci di salvataggio fuggiti dalla nave ammiraglia della Resistenza, rimasta ormai a corto di carburante.
Note: Sisu: determinazione di fronte alle avversità, forza di volontà, perseveranza, razionalità.
Conteggio parole (word): 110

L’ultimo volo

 C’è un’ultima, disperata mossa che può tentare, prima che tutto sia perduto per sempre. È una consapevolezza improvvisa che la colpisce con la violenza di un fulmine mentre osserva la flottiglia sempre più ridotta di sgusci di salvataggio e punta gli occhi su quello più indietro. Quello dove è imbarcata Leia.
La sua principessa, il suo generale, il più profondo e nascosto desiderio di quel cuore che batte a un ritmo forsennato, come se volesse esaurire in questi ultimi istanti tutta la vita che sta per essergli sottratta.
 Accende i motori senza esitare e vola sicura incontro alla morte, l’animo pieno di speranza e negli occhi il sorriso di Leia.



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** E all’alba ti perderò per sempre [Luke/Leia] ***


Angolino dell'autrice

Ciao ciaoino! ^^
Oggi vi propongo una flash su una delle pochissime coppie het di questo fandom che adoro, principalmente perché presenta notevoli possibilità di investigare sul disagio dei due poveri disgraziati coinvolti. Sto parlando della Luke/Leia e quindi troverete l'avvertimento incest, anche se trattato in modo molto soft.
Non sono una grande fan dell'incest in generale (in tutti questi anni solo due coppie incest mi sono piaciute davvero, in due fandom diversi), ma il fatto che, 1, Luke e Leia non sapevano di essere fratelli quando si sono conosciuti e, 2, prima di scoprirlo hanno pure iniziato una mezza tresca non può passare sotto silenzio. Insomma, ce l'hanno servita su un piatto d'argento, sfruttarla è quasi un obbligo morale!
Ok la smetto di delirare (sì oggi ero in vena di chiacchiere) e vi lascio alla storia.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 4/52]
[Partecipa alla Un amore di Challenge, indetta da AleDic sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: E all’alba ti perderò per sempre
Prompt: Citazione 1) “Dirti addio è la cosa più difficile che abbia mai fatto/che farò mai.”
Personaggi/pairing: Luke Skywalker, Leia Organa, Luke/Leia
POV: Luke
Rating: giallo
Generi: romantico, malinconico, introspettivo
Avvertimenti: incest
Localizzazione: dopo la fine di episodio V e prima di episodio VI.
Note: what if?
Conteggio parole (word): 280

E all’alba ti perderò per sempre

 Leia sta dormendo, il viso rivolto verso il tuo e il corpo teso a cercare il tuo calore anche nel sonno. Sorridi e le circondi la vita con un braccio, stringendola piano a te mentre preghi che l’alba non arrivi mai.
«Leia, noi siamo-» le hai detto solo poche ore fa, quando ti ha preso in disparte e ha cercato di baciarti. Lei ti ha tappato la bocca con una mano per non farti finire.
«No, non lo siamo» ha ribattuto ostinata, guardandoti fisso con quei suoi occhi grandi e ardenti. «Lo saremo domani e per tutta la vita, ma… non stanotte.»
 Pochi minuti dopo eravate entrambi nella sua stanza, preda di quella passione proibita che ha bruciato più intensamente che mai, consapevole che fosse l’ultima volta.
 Socchiudi gli occhi e affondi il viso tra i suoi capelli, inspirando il suo profumo.
 Han vi ha visto allontanarvi insieme, lo sai, ma non ha neppure provato a fermarvi. Secondo Leia è perché ormai sa di non aver più motivo di essere geloso di te, tu invece credi che volesse concederti di dirle addio come si deve.
C’è un motivo se quell’uomo è il tuo migliore amico, dopotutto.
 Abbozzi un sorriso e la stringi ancora di più a te, tanto da destarla. L’accarezzi, le baci la fronte, le guance, le labbra; cerchi di imprimerti a fuoco nella memoria ogni suo più piccolo dettaglio mentre lei ti lascia fare con un sorriso assonnato e malinconico, arrendevole tra le tue braccia come poche volte hai avuto il piacere di vederla.
 Il primo raggio del giorno ti trova ancora sveglio a contemplare quella bellissima donna al tuo fianco che d’ora in poi dovrai chiamare sorella.



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Diritti e doveri [Rey&Padmé, accenni Anakin/Padmé e Anakin/Obi-Wan] ***


Angolino dell'autrice

Buonanotte a tutti! xD
Oggi super in ritardo ma tecnicamente siamo ancora a giovedì (o almeno lo siamo mentre finisco di HTMLizzare il capitolo), quindi va bene così :P
Non mi perdo in chiacchiere, vi lascio alla scaletta per le note importanti e spero che questo capitolo decisamente lungo vi piaccia nonostante sia diverso dal solito ^^
Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 5/52]
[Partecipa alla challenge Slot Machine! indetta da Juriaka sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Diritti e doveri
Prompt: 14- Rey va a casa di Anakin o di Padmé. Quest’ultimo si assenta per qualche minuto, e Rey si guarda intorno (si trova nella sua stanza). Trova il suo diario segreto, sceglie di aprirlo.
Houston abbiamo un problema!Bonus: Anakin o Padmé lo scopre e si arrabbia
Personaggi/pairing: Rey, Padmé Amidala, Rey&Padmé, accenni Anakin/Padmé, accenni Anakin/Obi-Wan
POV: Rey
Rating: giallo
Generi: sentimentale, malinconico, introspettivo
Avvertimenti: tematiche delicate (si parla di aborto, ma è solo accennato e non vi è nulla di concreto)
Localizzazione: modern!AU
Note: in questa storia Rey ha la stessa età di Anakin.
Conteggio parole (word): 1989

Diritti e doveri

 Rey e Anakin ci avevano messo parecchio a legare: complici la ritrosia di lei e l’arroganza di lui, per i primi due anni di college in pratica si erano limitati a tollerarsi a vicenda.
 Tuttavia, poi c’era stato quel concorso di robotica cui avevano partecipato insieme – solo su insistenza del professore, ma comunque l’avevano fatto – e, insieme, avevano vinto; da allora, le cose erano decisamente cambiate. Non che adesso fossero amici del cuore o simili, beninteso, ma facevano parte della stessa comitiva e capitava spesso che uscissero insieme.
 È così che Rey aveva conosciuto Padmé. Tosta ma gentile, bella senza mai essere appariscente, in lei Rey aveva trovato l’incarnazione della perfetta sorella maggiore che avrebbe sempre voluto avere.
 Per questo c’era rimasta tanto male, quando Anakin l’aveva lasciata… almeno fino a quando Anakin stesso non era sbottato che “guarda che il suo numero ce l’hai, nessuno ti vieta di chiamarla se ti manca tanto”.
Per una volta, aveva ragione lui.
 «Ciao! Sei in anticipo» la saluta Padmé, ancora con indosso la tuta che usa sempre in casa.
 Rey arrossisce appena e si porta una ciocca dietro l’orecchio.
 «Scusa, sono uscita prima per riportare Bibi 1 a Poe e poi sono venuta direttamente qui a piedi, ma onestamente pensavo fosse più tardi… se hai da fare torno dopo.»
 Padmé sorride e le apre di più la porta.
 «Non dire sciocchezze, hai fatto bene a venire qui. Dai, entra» la invita, precedendola poi in camera sua. «Mi faccio una doccia veloce e usciamo, va bene?»
 Rey le sorride sollevata e annuisce, così Padmé recupera qualche vestito dall’armadio e la lascia sola invitandola a fare come se fosse a casa sua.
 Nonostante non sia la prima volta che Rey fa visita a Padmé non era mai rimasta abbastanza a lungo nella sua stanza da poterle dare più di un’occhiata veloce, quindi nell’attesa si mette a curiosare in giro. Sorride notando i numerosi DVD di film di fantascienza allineati sulla mensola – una passione che tutti e tre, lei, Padmé e Anakin, hanno in comune – e poi si sofferma a guardare la piccola pila di libri sul comodino. Quello in cima, un romanzo di uno scrittore dal nome impronunciabile, sembra averne un altro all’interno e Rey, spinta dalla curiosità, lo apre.
Probabilmente non avrebbe dovuto.
 Ritrovarsi tra le mani quello che ha tutta l’aria di essere il diario segreto di Padmé non era certo tra i suoi piani, e dal momento che Rey non è mai stata un’impicciona vorrebbe e dovrebbe rimetterlo al suo posto e fingere di non averlo mai trovato.
 Non lo fa. Esita a lungo, accarezzandone la copertina anonima fino all’inserto di metallo in cui a rigor di logica dovrebbe esserci il lucchetto, e intanto cerca di decidere se dare una sbirciata ai pensieri intimi di Padmé sarebbe davvero una cosa tanto meschina.
In fondo vuole solo conoscerla meglio… se legge giusto una paginetta o due non è la fine del mondo, no?
 Annuisce tra sé e apre il diario nel punto in cui è stata lasciata una penna; la toglie e inizia a leggere gli appunti che – stando alla data – sono proprio di oggi.
19 agosto
Caro diario,
che devo fare? Non l’ho ancora detto a nessuno… soltanto a te. La dottoressa dice che sono ancora in tempo per fare qualcosa a riguardo se voglio, ma devo decidermi in fretta perché il tempo sta per scadere e poi sarà troppo tardi pe


 La scrittura si interrompe bruscamente – probabilmente perché Padmé è venuta ad aprirle la porta – e la mente di Rey si affolla di domande: troppo tardi per cosa? Che diamine ha Padmé? È malata?
 Dimenticato ogni pudore e buonsenso, sfoglia febbrilmente le pagine indietro per cercare di capirci qualcosa di più. Scorre velocemente alcuni spezzoni tutto miele in cui parla della sua relazione con Anakin – troppo indietro – con l’intento di cercare soltanto il punto dove parla di questa misteriosa malattia senza ficcare ulteriormente il naso negli affari suoi. Solo che…
8 giugno
Caro diario,
credo che potrei essere incinta.


Che cosa?!

Cioè, ho solo un ritardo di due giorni, in realtà non è niente… ma mi sento strana. Non so se dirlo ad Anakin… secondo te che dovrei fare? Non vorrei allarmarlo inutilmente, ma d’altro canto ho bisogno di parlarne con qualcuno… solo che Anakin ultimamente mi sembra distante. È come se fosse sempre preoccupato per qualcosa, ma quando glielo chiedo nega tutto.
Forse è meglio se aspetto un po’ prima di dirglielo… dopotutto due giorni di ritardo non sono davvero niente, magari è colpa dello stress dell’ultimo periodo.


 Senza neanche pensarci, prosegue e legge anche il pezzo successivo.
12 giugno
Caro diario,
non ce la faccio più. So che anche sette giorni di ritardo sono pochi e ci possono essere mille motivi e anche lo stress per questo ritardo potrebbe essere lui stesso fonte del ritardo, lo so… ma sto impazzendo. Stasera lo dico ad Anakin.


 Il tredici giugno Anakin le ha detto di aver lasciato Padmé. Se lo ricorda bene, Rey, perché il giorno dopo avevano un esame importante e stavano studiando insieme in biblioteca; Anakin continuava a ricevere messaggi, e Rey era sbottata e gli aveva detto di dire a Padmé di lasciarlo in pace per un paio di dannatissime ore.
 «Non è Padmé, ci siamo lasciati» aveva ribattuto lui. «Comunque hai ragione, scusa. Gli dico che ci sentiamo dopo.»
Se solo non fosse stata così presa dallo studio, avrebbe forse dato più peso a quel “gli”.

13 giugno
Caro diario,
Anakin mi ha lasciata. Così, di punto in bianco… no, non è vero. Era strano da un sacco di tempo, l’avevo visto, ma non pensavo che
Gli ho chiesto se c’era un’altra, se è per quello che era così strano. Lui ha negato tutto, di nuovo… ma alla fine me l’ha detto. Ed è vero, non c’è nessun’altra… c’è un ALTRO. E lo sai chi è? Il professor Kenobi. Dio, se non stessi così male mi verrebbe quasi da ridere… quello stronzo mi lascia perché se la fa col professore di letteratura. Di letteratura, capisci? Anakin non l’ha mai sopportata, la letteratura! Ti prego, dimmi che è solo un incubo…
Ah, ovviamente non gliel’ho detto del ritardo. Non aveva senso, a quel punto… spero solo che non sia davvero niente.


 Rey si sente stringere il cuore: non osa nemmeno immaginare quanto Padmé abbia sofferto. Insomma, essere lasciati è già abbastanza brutto, esserlo per qualcun altro è ancora peggio… lo sa per esperienza, purtroppo.
 Sospira a fondo, Rey. Perché quando ha scoperto che Anakin tradiva Padmé col professor Kenobi e poi l’ha lasciata per lui Rey gli ha dato dello stronzo insensibile e gli ha tolto il saluto per giorni… ma poi li ha visti insieme, Anakin e il professore. Ha visto come si guardavano. E ha capito.
Anakin non ha mai guardato Padmé in quel modo.

18 giugno
Caro diario,
ancora niente mestruazioni, quindi ho fatto il test. È positivo.


Oh, porca…

Nella scatola dice chiaramente che non è attendibile al 100% e di fare comunque un esame del sangue per essere sicuri… farò così. Incrocia le dita per me.

 Continua a leggere ancora, e più legge più sente il cuore farsi pesante.

21 giugno
Caro diario,
ho fatto le analisi. Non ci sono più dubbi… sono incinta di Anakin. E lui adesso sta ufficialmente con Kenobi… lo so, li ho visti insieme. Sembrano così felici, caro diario… ti sembra giusto? Ti sembra giusto che lui sia felice senza di me mentre io mi ritrovo incinta di suo figlio?
Non so che fare… non so se tenerlo… non so niente!
Non so nemmeno come dirlo ai miei, perché mi


 «Che diamine stai facendo?!»
 Era talmente assorta nella lettura che si accorge del ritorno di Padmé solo quando lei le strappa dalle mani il proprio diario. Alza gli occhi per guardarla in viso: è a dir poco furiosa.
 «I-io…» comincia a balbettare, solo per venir subito interrotta.
 «Quando ti ho detto di fare come fossi a casa tua ho dato per scontato che conoscessi i limiti della decenza!» urla lei, rossa in volto e coi capelli che nella foga le sono usciti dal mollettone con cui li aveva raccolti.
 «Mi dispiace…» sussurra Rey. Non sa cos’altro dire che non suoni come una scusa patetica e poco credibile, quindi semplicemente non dice niente. Resta in silenzio mentre Padmé richiude il diario con il lucchetto e lo mette nel cassetto del comodino, ma quando la vede asciugarsi gli occhi di nascosto non resiste più. «Lo so che sei arrabbiata con me… al tuo posto lo sarei anche io. Al tuo posto probabilmente mi avrei dato un pugno, in effetti» aggiunge per sdrammatizzare, e quando la vede abbozzare l’accenno di un sorriso si sente un po’ più sicura. «Però… insomma, ormai so tutto, quindi se ancora ti va di parlarne con qualcuno… beh, io ci sono. Tutto qui.»
 Padmé sospira e prende un fazzolettino per tamponarsi il naso, si siede sul letto e sospira di nuovo. Poi alza gli occhi su di lei.
 «Non avresti dovuto leggere il mio diario. Non senza il mio permesso.»
 Rey china la testa, colpevole.
 «Lo so…»
 «D’altro canto,» continua Padmé «visto che ormai l’hai fatto… tanto vale che tu dica qualcosa.»
 Quelle parole la confondono non poco.
 «E cosa dovrei dire?» le chiede. Padmé sbuffa e accavalla le gambe.
 «Quello che vuoi. Sei tu che ti sei offerta di parlare, no?»
 La sta provocando, questo è ovvio… ma perché?
Oh, beh, non che sia davvero importante: non ha mai lasciato correre una provocazione, non importa da chi proviene.
 «Veramente intendevo più che altro che ero disposta ad ascoltare te, ma va bene. Se proprio devo parlare, allora ti dico che secondo me dovresti dire tutto ad Anakin.»
 Sul viso di Padmé compare subito una smorfia offesa.
 «Lui è un capitolo chiuso» ribatte con tono glaciale.
 «No, se hai intenzione di tenere suo figlio… e tu vuoi tenerlo, vero?»
 Padmé abbassa lo sguardo sul ventre e vi passa sopra una mano con un gesto che a Rey sembra quasi protettivo.
 «Non ho ancora deciso…» mormora, contraddicendo se stessa e il proprio istinto.
 «Andiamo, Pad!» esclama Rey. «Sei arrivata quasi al terzo mese… se davvero non l’avessi voluto avresti già fatto qualcosa, non credi?»
 Padmé resta in silenzio tanto a lungo che Rey inizia a pensare di aver esagerato, ma quando sta per scusarsi – di nuovo – lei riprende a parlare.
 «Non voglio la sua pietà» sussurra, le mani strette a pugno. «E non voglio che si senta obbligato a tornare da me… anzi,» si corregge, alzando la testa insieme con la voce «non voglio proprio che torni, visto che ha preferito un altro!»
 «E allora diglielo» ribatte Rey con semplicità. «Digli che non vuoi che torniate insieme, ma digli anche che aspetti suo figlio.»
 «Perché?»
 «Perché se vuoi tenerlo, lui ha il diritto di saperlo. E tu hai il diritto di avere qualcuno che ti aiuti a crescerlo… come lui o lei» e qui indica la sua pancia «ha il diritto di conoscere suo padre.»
 A quelle parole Padmé si mette di nuovo una mano sul ventre, e sospira.
 «Loro» sussurra dopo un po’. Rey la guarda confusa e Padmé abbozza un sorriso. «Ho fatto l’amniocentesi… sono due gemelli. Un maschio e una femmina.»
Disse quella che continuava a raccontarsi di non aver ancora deciso.
 «Una ragione in più per parlarne con Anakin: non puoi crescere due figli da sola… non è giusto per nessuno di voi quattro.»
 «Lo so… credimi, lo so. E non negherò ai miei figli di conoscere loro padre, solo… ho bisogno ancora di un po’ di tempo. E magari» aggiunge con un sorrisino «di un’amica che mi stia vicino.»
 Le sorride anche Rey, sedendosi sul letto al suo fianco.
 «Quella ce l’hai già… è un po’ impicciona e rompiscatole, ma ti prometto che farà del suo meglio.»
 Padmé le prende una mano e la stringe forte.
 «Sono sicura che sarà perfetta.»



Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incidenti di percorso [Leia&Obi-Wan, Han/Leia, accenni Anakin/Obi-Wan] ***


Angolino dell'autrice

Buonsalve! ^^
Torniamo con una storiella decisamente più leggera, la prima Han/Leia che scrivo in assoluto... anche se la coppia è praticamente solo accennata, ma vabbè, da qualche parte bisogna pur incominciare ^^"

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 6/52]
[Partecipa alla challenge Slot Machine! indetta da Juriaka sul forum di EFP.]
[Partecipa alla Challenge delle Parole Quasi Intraducibili, indetta da Soly Dea sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Incidenti di percorso
Prompt: 37- Leia e Obi-Wan vanno in un bar, Luke o Han fa il cameriere.
Imprevisto!Bonus: Luke o Han rovescia il succo\caffè\quello che è su Leia o Obi-Wan
Houston abbiamo un problema!Bonus: ‘sarà pure imbranato, ma è davvero carino!’ – Fika
Personaggi/pairing: Leia Organa, Obi-Wan Kenobi, Leia&Obi-Wan, Han Solo, Han/Leia, accenni Obi-Wan/Anakin
POV: Leia
Rating: verde
Generi: commedia, introspettivo
Avvertimenti: l’adorabilità di Obi-Wan in questa storia provoca un impellente e irresistibile desiderio di pizzicargli le guance. Siete avvisati.
Localizzazione: modern!AU
Note: sì, Obi-Wan e Anakin sono felicemente sposati e insieme a Luke e Leia formano un’allegra famigliola. Padmé non è dato sapere che fine abbia fatto. E, tanto per la cronaca, Obi-Wan ha sedici anni più di Anakin… capirete alla fine.
Fika: questa parola è un sostantivo, un verbo ma soprattutto un modo di vivere. Derivata da kaffi (termine svedese arcaico che indica il caffè) e nata dallo slang del XIX secolo, in cui le sillabe di una parola vengono invertite, fika in Svezia è ormai un’istituzione sociale: è una pausa caffè piacevole con i colleghi, gli amici o la famiglia. Nel fika il caffè, consumato spesso e volentieri dagli svedesi, o altre bevande calde possono essere accompagnati da biscotti, torte e dolci.
Conteggio parole (word): 1041

Incidenti di percorso

 Sono le sei passate quando entrano in un bar per bere qualcosa e riposarsi un po’. Obi-Wan appoggia tutte le borse su una sedia – si è rifiutato di lasciarle portare anche solo un singolo pacchetto – e si lascia cadere su quella a fianco con un sospiro stanco, facendola sentire terribilmente in colpa per esserselo trascinato dietro tutto il pomeriggio. Tuttavia, non appena alza gli occhi su di lei il suo patrigno le sorride con quell’affetto smisurato che le dimostra fin da bambina, e Leia gli sorride sollevata di rimando.
 «Mi dispiace,» gli dice sedendosi dall’altro lato del tavolino «non credevo che ci sarebbe voluto tanto per comprare tutto quello che mi serviva.»
 «Non ci pensare» la rassicura subito lui. «Un po’ di shopping non ha mai ucciso nessuno… anche se a sentire tuo padre non si direbbe» aggiunge con un sorrisetto.
 Leia ridacchia, ma non fa in tempo a rispondere perché vengono interrotti dall’arrivo del cameriere.
 «Buonasera, principessa» la saluta con un sorriso da dongiovanni. «Cosa posso fare per te?»
 Leia ignora ostinatamente sia il nomignolo che il modo spudorato in cui Han – stando alla targhetta appuntata alla sua giacca – le sta facendo la radiografia.
 «Solo un tè, per favore. E tu?» chiede a Obi-Wan, guardandolo interrogativo.
 «Per me un caffè, grazie.»
 Il cameriere annuisce e segna tutto sul taccuino, poi fa un occhiolino a Leia e li lascia soli.
Che tipo…
 Suo malgrado si ritrova a sorridere, e quando torna a guardare Obi-Wan lo vede alzare gli occhi al cielo e scuotere piano la testa… così, per cercare di distrarlo, intavola una conversazione sul suo argomento preferito.
 «Hai sentito papà?»
 Lui annuisce subito, e Leia sorride sotto i baffi nel vedere la sua espressione addolcirsi tutto in una volta.
Sedici anni di matrimonio e sono ancora innamorati persi… certe volte li invidia davvero.
 «Prima, quando eri a provarti i vestiti. Ha detto di fare con calma che alla cena ci pensa lui.»
 Quell’ultima frase la fa seriamente preoccupare per un momento, salvo poi notare lo scintillio divertito negli occhi di Obi-Wan: ma certo, l’unico modo in cui Anakin Skywalker potrebbe pensare alla cena è…
 «Pizza o cinese?» gli chiede sogghignando.
 «Nessuna delle due» la smentisce Obi-Wan. «Stasera thai.»
 «Oh, esotico…»
 Ridono entrambi e poi chiacchierano ancora un po’ prima che arrivino le loro ordinazioni. Solo che…
 «Io non ho ordinato dei biscotti» dice Leia al cameriere.
Soprattutto non ha ordinato dei biscotti a forma di cuore con la scritta “Princess” in glassa rosa.
 «Lo so» ribatte lui mentre le posa il tè davanti e prende il caffè di Obi-Wan dal vassoio. «Ma sembravi imbronciata, e ho pensato che così ti avrei fatto sorridere.»
 Come a confermare quelle parole, un sorriso non richiesto arriva ad arcuarle le labbra e Han – sì, nella sua testa è passata a chiamarlo per nome – le sorride di rimando…
 «Attento!» esclama Obi-Wan all’improvviso.
Troppo tardi.
 «Oddio, mi dispiace!» si scusa Han mentre posa il vassoio e cerca di tamponare il caffè che ha versato – in gran parte su Obi-Wan – con una manciata di fazzolettini presi dal centrotavola. «Sono mortificato, davvero… le vado subito a prendere una spugna e altri fazzoletti.»
 Il cameriere se ne va in fretta e furia – e senza occhiolino – e Leia lo sa che non dovrebbe ridere, ma l’espressione seccata di Obi-Wan è così in contrasto con quella scena tanto assurda che non è un’impresa da poco, soprattutto quando lo sente mugugnare qualcosa in cui riconosce soltanto “camerieri imbranati” e “altro lavoro”. Sa anche che il motivo principale per cui se l’è presa tanto è che un bel po’ di caffè è finito anche sulla giacca che gli ha regalato suo padre per il loro ultimo anniversario… ma la tentazione di stuzzicarlo è troppo forte per riuscire a resistere.
Dopotutto è pur sempre figlia di suo padre.
 «Sarà pure imbranato, ma è davvero carino!» commenta con finta nonchalance, con giusto quella punta di malizia che serve per attirare l’attenzione del suo patrigno. E infatti, come prevedibile, Obi-Wan alza subito gli occhi su di lei.
 «Non puoi dire sul serio!» esclama risentito – a vederlo sembra quasi che l’abbia offeso personalmente.
 Leia si stringe nelle spalle, sforzandosi di mantenere un’espressione neutra.
 «E perché no? Tu non credi che sia carino?» lo provoca.
 «Io credo che sia troppo vecchio per te.»
 Stavolta è il turno di Leia di essere sinceramente sorpresa.
 «Ma se avrà tipo massimo trent’anni!»
 «Sì, e tu ne hai solo venti… è troppo vecchio» ribadisce convinto.
Ah, la mettiamo così?
 «Oh, certo. Giusto, non ci pensavo…» ribatte con una calma glaciale; apre una bustina di zucchero e la versa interamente nel tè. «Ma visto che siamo in argomento,» riprende mentre mescola per farla sciogliere «mi ricordi per favore quanti anni ha papà e quanti ne hai tu?»
 È tornata a guardarlo negli occhi, adesso, giusto in tempo per vedere quelli di Obi-Wan sgranarsi appena – e potrebbe anche giurare di intravedere un rossore sospetto crescere sotto la barba.
 «Che c’entra, quello è diverso…» borbotta distogliendo lo sguardo dal suo. «Io e tuo padre… noi…»
 La fatica di trovare una conclusione sensata a quella frase gli viene risparmiata dal provvidenziale ritorno di Han.
 «Le chiedo ancora scusa per questo disastro» dice mentre finisce di ripulire. «Appena finisco le vado a prendere un altro caffè… e ha detto il proprietario di farci avere il conto della lavanderia per la giacca, la rimborseremo.»
E probabilmente glielo detrarranno dallo stipendio, pensa Leia.
 Vedere quel tipo che si era presentato sicuro di sé ai limiti dell’arroganza così contrito e sottomesso le fa un effetto strano. Strano e niente affatto piacevole, in effetti.
 Tuttavia non ha il tempo di dire nulla, perché Obi-Wan sorride e scuote la testa.
 «Non fa niente, è stato solo un incidente. Non è una tragedia.»
 Il viso di Han riprende subito colore e l’espressione passa in un lampo dal tragico al sorpreso al sollevato. Per qualche strano motivo si volta a guardare Leia – che per qualche motivo ancora più strano sta continuando a guardare lui – e le fa un altro occhiolino.
 «Tuo padre è un tipo in gamba, principessa» le dice.
 «Lo so» ribatte subito lei.
 «Per quanto riguarda il mio caffè,» li interrompe Obi-Wan «lo vorrei da portar via, per favore. Insieme al conto. Adesso.»



Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Mostro [Luke/Rey, accenni Luke/Leia] ***


Angolino dell'autrice

Salve a tutti! ^^
Dopo due storie piuttosto corpose eccomi tornare con una piccola drabble... che tra l'altro è credo la seconda o terza storia in assoluto che ho scritto su Star Wars (comprese le due raccolte Obikin), ma la cui pubblicazione ha continuato a slittare per via di varie challenge.
Non avevo praticamente considerato la Luke/Rey prima di scrivere questa drabble, ma dopo ho iniziato a shipparli alla follia (unica al mondo probabilmente, ma tant'è, ormai ci sono abituata xD)... quindi prendetevela con lei per questo crack!pairing che vi ripropongo in tutte le salse! :P
Ah, c'è un piccolissimo accenno ad una precedente relazione di Luke con Leia, quindi incest (anche se a malapena accennato, appunto).

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 7/52]
[Partecipa alla Infinity Prompt Challenge, indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Mostro
Prompt: #004. “It’s me, I’m a freak, but thanks for loving me ‘cause you’re doing it perfectly” / “Sono io, sono un mostro, ma grazie per amarmi perché lo fai perfettamente” – Adam Lambert, Whataya Want From Me
Personaggi/pairing: Luke Skywalker, Rey, Luke/Rey, accenni Luke/Leia
POV: Luke
Rating: Giallo
Generi: romantico, malinconico, introspettivo
Avvertimenti: incest accennato, what if?
Localizzazione: episodio IX, quando Rey è nell’isola con Luke e dopo che ha saputo cosa è accaduto davvero tra Luke e Ben.
Note: what if in cui il soggiorno di Rey dura più di una manciata di giorni e lei e Luke hanno quindi modo di conoscersi meglio.
Idealmente collegata a “E all’alba ti perderò per sempre” (Capitolo 4 di questa raccolta), ma può tranquillamente essere letta a sé stante.
Conteggio parole (word): 110

Mostro

 Luke guarda Rey dormire serena al suo fianco, solo un lenzuolo a coprirle il corpo nudo: è bella, giovane, testarda e abile nella Forza… è il fantasma di un ricordo proibito che ha il profumo di Leia, su cui nonostante tutto non riesce a smettere d’indugiare. Ed è anche la prima che ha risvegliato in lui desideri che credeva sopiti per sempre.
 Perché Rey conosce il suo più grande segreto e nonostante questo non lo giudica, ha abbracciato la sua oscurità con la stessa naturalezza con cui poi si è fatta abbracciare da lui.
 E in quegli splendidi, folli momenti, Luke è persino riuscito a dimenticare di essere un mostro.



Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Attraverso i tuoi occhi [Poe/Finn] ***


Angolino dell'autrice

Salve a tutti! ^^
Oggi vi propongo qualcosa di decisamente più leggero, che è anche l'unica storia Poe/Finn sia riuscita a scrivere finora nonostante come coppia mi piacciano da morire. Ma vabbè, la sfida è ancora lunga quindi ho tempo per recuperare ^_-

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 8/52]
[Partecipa alla Un amore di Challenge, indetta da AleDic sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Attraverso i tuoi occhi
Prompt: Citazione 15) “Chi l’avrebbe mai detto che baciando gli occhi di un uomo si possa vedere così lontano.” - Oceano Mare
Personaggi/pairing: Poe Dameron, Finn, Poe/Finn
POV: Poe
Rating: verde
Generi: romantico, fluff, introspettivo
Avvertimenti: slash
Localizzazione: indefinita
Note: established relationship
Conteggio parole (word): 449

Attraverso i tuoi occhi

 Finn ha preso l’abitudine di baciare le palpebre di Poe, quando hanno finito di fare l’amore e sono mollemente sdraiati sul letto. La prima volta era solo un gesto tenero come tanti altri, la seconda era curioso, la terza un po’ strano. La quarta volta Poe non resiste più e gliene domanda la ragione… e Finn arrossisce in modo delizioso, distogliendo lo sguardo dal suo per fissarlo ostinatamente sul soffitto.
 «Se ti dà fastidio non lo faccio più» borbotta, e con quell’espressione imbronciata e le guance accese è quanto di più adorabile Poe abbia mai visto.
Ma questo non significa che lascerà perdere.
 Allunga una mano per sfiorargli il mento e spingerlo a guardarlo di nuovo.
 «Non ho mai detto che mi dà fastidio» sussurra mentre passa ad accarezzargli una guancia. «Vorrei solo conoscerne il motivo… perché immagino che un motivo ci sia, giusto?»
 Finn si rilassa contro il suo tocco, ma sembra sempre a disagio.
 «È una cosa sciocca» si sminuisce, in un futile tentativo di troncare lì il discorso.
 «Niente di quel che ti riguarda è sciocco» ribatte invece Poe. «Non per me.»
 Finn lo guarda a lungo negli occhi, e quello che vede deve piacergli perché alla fine sorride.
 «Ok, allora… ma tu non prendermi in giro.»
 Sorride anche Poe e gli circonda la vita con un braccio.
 «Promesso.»
 Finn annuisce e si mordicchia il labbro, poi sospira e infine comincia finalmente a parlare.
 «Ecco… il fatto è che tu hai viaggiato così tanto, hai visto così tanti posti lontani… e lo so che è stupido, ma baciando i tuoi occhi mi sembra quasi di poterli vedere anch’io.» L’ultima parte è un sussurro così flebile che quasi si perde nel silenzio della loro stanza. E Poe… Poe resta in silenzio, ammaliato da quelle parole così profonde che gli hanno tolto il respiro.
 Finn però lo fraintende e si imbroncia di nuovo.
 «Vedi? Io te lo dicevo che era stupido, sei tu che hai insistito per-»
 «Non c’è nulla di stupido in ciò che hai detto, Finn» lo interrompe lui, serio come poche volte è stato in vita sua. «È anzi la cosa più dolce che abbia mai sentito. E ti giuro su quanto ho di più caro che quando finirà questa maledetta guerra ti porterò con me a visitare di persona ognuno di quei posti… così potrai vederli anche con i tuoi occhi, e non solo attraverso i miei.»
 Finn arrossisce leggermente, ma stavolta sorride e ricambia l’abbraccio.
 «Guarda che ci conto, eh?» mormora mentre appoggia la fronte sulla sua.
 Poe sogghigna.
 «Ci rimarrei male, se non lo facessi» soffia di rimando sulle sue labbra, prima di azzerare quell’ultima effimera distanza e farle di nuovo sue.



Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Colpi di testa [Luke/Leia, accenni Anakin/Obi-Wan] ***


Angolino dell'autrice

Buonasera! ^^
La storia di oggi è di nuovo una modern!AU incentrata su Leia, ma stavolta la coppia (oltre all'immancabile Obikin di sottofondo) è Luke/Leia e quindi incest... anche se in realtà anche quella non ha granché spazio nella storia: la trama ruota quasi tutta intorno a un altro personaggio misterioso :P

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 9/52]
[Partecipa alla challenge Slot Machine! indetta da Juriaka sul forum di EFP.]
[Partecipa alla Challenge delle Parole Quasi Intraducibili, indetta da Soly Dea sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Colpi di testa
Prompt: 1- Leia trova un gatto\cane abbandonato. Non può prendersene cura, così lo lascia di nascosto davanti casa di Obi-Wan o Rey. – Age-otori
Personaggi/pairing: Leia Organa, Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Anakin Skywalker, Luke/Leia, accenni Obi-Wan/Anakin
POV: Leia
Rating: giallo
Generi: romantico, commedia, introspettivo
Avvertimenti: incest
Localizzazione: modern!AU
Note: Luke e Leia hanno circa sedici anni.
Age-otori: l’apparire meno belli dopo essersi tagliati i capelli; una persona che, fresca fresca di parrucchiere, si sente più brutta di prima.
Conteggio parole (word): 1245

Colpi di testa

 La strada più breve che dal parrucchiere conduce a casa sua passa per il centro, e Leia ne approfitta ogni volta per fermarsi a guardare le vetrine… solo che oggi non riesce in nessun modo ad andare oltre al riflesso che vede nei vetri.
Dio, ma che diamine le è saltato in mente?
 Quelli che fino a un’ora fa erano stati dei capelli talmente lunghi che poteva acconciarli in ogni modo bizzarro che le venisse in mente adesso sono ridotti a un misero taglio pseudo sbarazzino che le copre a malapena il retro del collo.
 Lo odia. Lo odia e si odia perché in effetti non l’ha certo obbligata nessuno. No, lei ha fatto tutto da sola, perché – e qui arriva la parte di cui ora si vergogna come una ladra – voleva provare qualcosa di nuovo, qualcosa che dimostrasse anche all’esterno quanto si sente anticonformista dopo aver finalmente messo le cose in chiaro con Luke.
Salvo poi scoprire che avere iniziato una relazione clandestina col suo stesso fratello non significa automaticamente che adesso le stiano bene i capelli corti.
 Sospira e continua a camminare. Passa davanti a farmacie, supermercati e tre diversi negozi di vestiti in cui resiste a stento all’impulso di entrare per comprarsi un cappello con cui coprire quel disastro che si trova sulla testa, e solo perché le sue attuali finanze non glielo permettono.
Ha anche scelto un parrucchiere alla moda, Leia. Per fare una cazzata in grande stile.
 Gira a destra e prende la solita scorciatoia mentre – non richiesta – le risuona nitida tra i pensieri la voce di Luke che si raccomanda di non passare da lì perché “è stretta e sporca e sempre deserta e chissà chi ci potresti incontrare”. È davvero incredibile come, nonostante la conosca letteralmente da tutta la vita, Luke continui a fingere di non sapere che è perfettamente in grado di badare a se stessa.
E se solo Leia non trovasse segretamente adorabile questo suo lato protettivo ne sarebbe parecchio, parecchio irritata.
 È appena a metà vicolo – completamente fuori dalla vista delle due strade trafficate che unisce – quando sente dei rumori sospetti. Accelera istintivamente il passo senza guardarsi intorno, ma quei rumori aumentano facendola diventare sempre più inquieta… fino a che non ne scopre l’origine.
Ma cosa…
 «E tu che ci fai qui?» domanda sollevata, accucciandosi tra due secchioni dell’immondizia. Il micetto la guarda con sospetto da dentro il suo scatolone, e quando avvicina una mano per cercare di accarezzarlo si alza su tutte e quattro le zampine e le soffia contro a coda ritta.
Peccato per lui che il risultato sia tutto fuorché intimidatorio.
 Leia sorride e ritira subito il braccio.
 «Scusa, non volevo spaventarti» sussurra.
 La palletta di pelo continua a guardarla con diffidenza, ma almeno ha smesso di soffiare. È davvero piccolo, ma anche se Leia non conosce abbastanza dei gatti da poter ipotizzare la sua età dubita che lo sia così tanto da essere ancora alle dipendenze di mamma gatta. E siccome ha le costole sporgenti sotto il pelo sudicio e nessun collare, la conclusione purtroppo è soltanto una.
Ma chi è il bastardo che ha abbandonato un esserino così?
 Lentamente, stando attenta a non fare movimenti bruschi, avvicina ancora la mano al musetto del suo – spera – nuovo amico. Lui dapprima si ritira, poi si avvicina per annusarla e infine si lascia accarezzare. Leia sente il cuore stringersi in petto quando le mordicchia un dito in cerca di qualcosa da mangiare, e allora fruga nella borsa e tira fuori un pezzetto del tramezzino che le era avanzato a pranzo.
 «Non è molto, ma comunque è sempre meglio di niente» commenta mentre lo sbocconcella e glielo mette nella scatola, sorridendo rincuorata quando lui o lei spazzola tutto in pochi secondi. «Di certo l’appetito non ti manca… è un buon segno, credo.»
 Adesso, quando allunga la mano nella scatola, il micetto le va subito incontro strusciandoci la testolina, e dopo qualche carezza e grattino sotto il collo comincia anche a fare le fusa.
 E Leia è consapevole di essere nei guai, perché è già innamorata persa di quell’esserino bianco e nero, ma sa bene di non poterlo portare a casa con sé perché sua madre è allergica.
Però papà no, le viene in mente all’improvviso. E a lui i gatti sono sempre piaciuti.
 Sorride di quel pensiero, rallegrandosi di aver appena trovato una soluzione… solo per ricordarsi che suo padre ormai si è trasferito da Obi-Wan, e Leia non ha la più pallida idea di cosa il suo futuro patrigno pensi dei gatti né se sia allergico al loro pelo.
 Sospira e torna a guardare il micetto nella scatola, poi sorride tra sé.
Oh, beh, tentar non nuoce.

 Quando si stacca il piccolo dalla maglietta per rimetterlo nella scatola che ha avuto la lungimiranza di portarsi dietro, per poco i suoi miagolii di protesta non la fanno scoprire.
 «Shh, sta’ buono…» sussurra alzandosi in piedi. «Non ti sto abbandonando, giuro» aggiunge – e tuttavia sotto il suo sguardo accusatore si sente la persona peggiore dell’universo.
 Si china ad accarezzarlo un’ultima volta, poi suona il campanello e corre fuori dal cancello del giardino sperando vivamente di non essere vista. Non che sarebbe poi chissà quale dramma, riflette mentre cerca un punto tra le assi da cui poter guardare dentro – ma non le va che Obi-Wan si senta obbligato a tenere il micetto solo per fare un favore a lei.
Non vuole essere la causa di possibili litigi, ora che suo padre sembra essere finalmente felice.
 È proprio suo padre ad aprire la porta, e non appena vede la scatola e il suo piccolo occupante si illumina.
 «E tu che ci fai qui?» esclama gioviale, accucciandosi per guardarlo da vicino.
 Leia sorride nel vedere anche Obi-Wan affacciarsi alla porta e rimanere incantato a guardare il suo compagno cercare di relazionarsi con quell’ospite imprevisto, per poi ridacchiare divertito quando ritira indietro la mano di scatto.
 «Vedo che ti sei fatto un nuovo amico» lo prende in giro.
 Lui si volta a sorridergli, e nel modo in cui si fissano negli occhi in silenzio, come se comunicassero con un linguaggio tutto loro, Leia ha la conferma che voleva.
 Sorride di nuovo e si allontana per riprendere la strada di casa, certa che entro sera riceverà una chiamata di suo padre.
Chissà che nome sceglieranno, è l’unico dubbio che le rimane.

 Arriva a casa piuttosto tardi e trova Luke in cucina intento a preparare la cena.
Giusto, mamma ha il turno di notte.
 «Come mai così tardi?» le chiede suo fratello senza guardarla – il che è un bene, visto che sta finendo di tagliare le verdure per l’insalata e Leia non vuole passare la serata al pronto soccorso.
 «Ho avuto un contrattempo» gli risponde misteriosa. Luke posa il coltello e alza lo sguardo su di lei, e sul viso gli compare un’espressione che Leia non riesce a decifrare.
 «Che c’è?»
 Lui sembra scuotersi da una specie di trance.
 «Niente, è solo… i tuoi capelli.»
Oh.
 Era stata così presa dalla sua “missione di salvataggio” da essersi completamente dimenticata di quello. Si incupisce e mette un piccolo broncio.
 «Sì, lo so, sono-»
 «Sexy» la interrompe Luke, continuando a guardarla come ipnotizzato. Leia sorride e gli si avvicina lentamente.
 «Dici davvero?» domanda quando gli è a un passo.
 Lo vede sorridere malizioso di rimando mentre si abbassa fino a sfiorarle il naso col suo.
 «Davvero davvero» mormora sulle sue labbra.
Forse potrebbe prendere in considerazione l’idea di perdonare il suo parrucchiere, dopotutto.



Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Scommesse perse e risvolti inaspettati [Ben&Rey, Ben/Hux] ***


Angolino dell'autrice

Ri-eccomi qui! ^^
Oggi vi propongo una storia piuttosto lunga ma molto leggera, dai toni scanzonati della classica commediola che non vuole prendersi sul serio. Cosa per cui, tra l'altro, le caratterizzazioni dei personaggi potrebbero risultare un po' falsate dall'originale... ma a mia discolpa sono piuttosto sicura che trasportare quei ragazzuoli al di fuori di un contesto di morte e distruzione inciderebbe notevolmente sul loro modo di rapportarsi al prossimo.

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 10/52]
[Partecipa alla challenge Slot Machine! indetta da Juriaka sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Scommesse perse e risvolti inaspettati
Prompt: 3- Ben/Kylo perde una scommessa, deve invitare per finta un personaggio a vostra scelta ad un appuntamento.
Imprevisto!Bonus: quella persona finirà per piacergli sul serio.
Personaggi/pairing: Ben Solo, Rey, Armitage Hux, Rey&Ben, Ben/Hux
POV: Ben
Rating: verde
Generi: romantico, commedia, introspettivo
Avvertimenti: //
Localizzazione: modern!AU
Note: secondo le informazioni che ho trovato su internet, Hux è circa 10 anni più grande di Ben.
Conteggio parole (word): 1942

Scommesse perse e risvolti inaspettati

 Ben Solo non è mai stato un tipo particolarmente espansivo. Anzi, in realtà è stato sempre portato – come per un innato istinto di sopravvivenza – a nascondere le proprie paure e insicurezze dietro una maschera di arroganza che, comprensibilmente, gli ha impedito di farsi anche solo un vero amico in quasi venticinque anni di vita.
 Un’amica, però, ce l’aveva. Rey. Che più che un’amica era stata la sua personale spina nel fianco per gli ultimi anni dell’infanzia e gran parte dell’adolescenza: anch’essa allieva di suo zio Luke, Rey era molto dotata, molto diligente e molto, molto rompiscatole. Aveva sei anni meno di lui, Rey, e Ben ne aveva impiegati quasi altrettanti per capire che il motivo principale per cui continuava a provocarlo era che, per qualche motivo a lui ignoto, voleva essergli amica.
 Da quel momento, le cose erano state più semplici per entrambi… almeno per un po’. Poi anche Rey aveva fatidicamente raggiunto l’età dello sviluppo, e da ragazzina tutta pelle e ossa era diventata quella che a tutti gli effetti poteva essere chiamata una giovane donna.
 Una giovane donna molto carina, a detta di tutti, e che – sempre secondo questi tutti che non si facevano mai gli affari propri – era per giunta cotta di lui.
Peccato che a Ben piacessero i ragazzi.
 Era un sospetto che solo di recente si era tramutato in qualcosa che Ben era riuscito ad accettare come parte di sé, ma questo non significava che si sentisse pronto a sbandierarlo ai quattro venti.
 Per questo aveva ceduto alla pressione e l’aveva invitata ad uscire. Per questo, e perché sperava con tutto se stesso che una latente bisessualità di cui non era mai stato consapevole saltasse fuori all’improvviso permettendogli di innamorarsi della sua migliore amica, far felice sua madre e tutti i parenti a seguito e vivere per sempre con lei felice e contento.
Non era successo.
 Il primo appuntamento con Rey tuttavia non era stato così male come aveva temuto. Al contrario, era stato decisamente piacevole, perché fondamentalmente si erano limitati a fare quello che facevano quasi ogni sabato sera – pizza e film – con l’unica differenza che Rey si era messa un vestito e un po’ di trucco. In effetti era stato tutto perfetto… almeno fino al primo – e unico – bacio della buonanotte che si erano scambiati al momento di salutarsi: un impacciato e casto sfiorarsi di labbra che aveva dato a Ben quella conferma di cui in realtà non aveva bisogno.
 «Scusa, ma sono gay» le aveva detto non appena era tornato a guardarla negli occhi. Così, senza preamboli né esitazione né nessuna delle frasi che aveva provato allo specchio o nel buio della propria camera.
 E così, il primo coming out della sua vita si era concluso con una risata sincera di Rey, che l’aveva preso in giro perché “Dio, Ben, dovresti vedere la tua faccia!” – e poi l’aveva abbracciato stretto stretto, come se non volesse lasciarlo andare mai più.
 Erano passati due anni, da allora, e possiamo dire con un buon margine di sicurezza che dopo quell’esperienza che poteva essere disastrosa lui e Rey erano diventati ancora più amici di prima.
Ma questo non le ha impedito di giocargli un tiro veramente meschino.
 Ora, è vero che la colpa è anche sua, questo lo sa. Insomma, ormai – dopo anni e anni di sconfitte – dovrebbe aver imparato a non scommettere contro la sua migliore amica… e invece no, lui continua. La testardaggine è una dote di famiglia, dopotutto. Fatto sta che stavolta Rey ha davvero esagerato, e Ben ancora non riesce a crederci.
«Non puoi dire sul serio!» è sbottato non appena Rey gli ha fatto la sua assurda richiesta.
«Sì che posso» ha ribattuto lei. «E smettila di fare quella faccia! Sei tu che hai perso, ora paga pegno senza fare il bambino.»
 Il punto focale della questione è che Ben è un tipo di parola, e Rey lo sa. È anzi un caso quasi patologico, a volte, ma a sua discolpa il valore della parola data e dell’onore e di tutto ciò che gli è connesso gli è stato insegnato in tutte le salse fin da prima che sapesse parlare; impossibile crescere con altre convinzioni.
E quindi ora si trova a dover invitare Hux ad uscire senza avere la benché minima idea né di come fare né di come sopravvivere a una sua eventuale reazione violenta.
 Sospira e continua a bere il suo caffè perdendosi nei suoi pensieri.
 Armitage Hux lo odia e non ne ha mai fatto mistero. Ben da un lato – quello accuratamente nascosto che si guarda bene dal mostrare in pubblico – lo capisce anche: Hux è più grande di lui di quasi dieci anni e ne ha altrettanti di esperienza giornalistica in più, eppure Ben è stato promosso al suo stesso rango dopo appena un mese di gavetta.
 Per par condicio, però, Ben ammette senza problemi di mal sopportare a sua volta il suo co-capo redattore e le sue assurde manie di perfezionismo ai limiti dell’ossessivo compulsivo.
Delle ottime premesse per iniziare un qualunque tipo di rapporto.
 Sospira di nuovo, getta via il bicchierino di plastica e torna in ufficio chiedendosi come diamine farà a tirarsi fuori da questo impiccio.
 Non lo farà, ecco tutto. Getterà alle ortiche il poco rispetto che Hux ha iniziato a nutrire per lui, lo inviterà a uscire e accetterà il suo rifiuto con tutta la dignità di cui sarà capace.
E, se avrà davvero tanta, ma tanta fortuna, domani faranno entrambi finta di niente e nessuno ne parlerà mai più.

 Il pomeriggio prosegue tranquillo senza imprevisti di sorta, – cosa più unica che rara, nel suo lavoro – e dato che ormai sono quasi le otto – sfortunatamente essere uno dei capi comporta anche un bel mucchio di scartoffie in più, insieme all’aumento di stipendio – sono chiaramente soli nell’ufficio, senza nessuno che possa disturbarli in nessun modo.
 In poche parole, non ha più scuse.
Ok, universo, ho capito. Lo faccio.
 Respira a fondo per calmarsi e si avvicina all’attaccapanni da cui Hux sta riprendendo la sua giacca.
 «Ehi… hai un minuto?»
 Hux si volta a guardarlo interrogativo.
 «Ci sono problemi?» È l’immediata domanda.
In effetti sì, ma lasciamo stare.
 «No, nessun problema» lo rassicura. «È solo…» si interrompe senza riuscire a concludere la frase, e l’espressione seccata di Hux di certo non lo mette a suo agio. Quando però lo vede aprire la bocca – probabilmente per chiudere qui questo suo patetico tentativo di conversazione e andarsene per la propria strada – si decide a parlare. «Mi chiedevo se stasera avessi qualche impegno» butta fuori tutto d’un fiato.
Via il dente, via il dolore.
 Hux lo guarda alzando un sopracciglio.
 «E perché mai te lo stavi chiedendo?»
 «Perché volevo andare a bere qualcosa fuori, e mi farebbe piacere se mi facessi compagnia» risponde con tutta la naturalezza che riesce a racimolare.
 Lo sguardo di Hux è carico di scetticismo.
 «Mi stai chiedendo di uscire con te, Ren?» gli domanda, guardandolo di sottecchi.
Ancora Ben non ha capito se l’ostinazione di Hux a chiamarlo col suo nom de plume anche quando non stanno parlando dei suoi articoli sia positiva o negativa, ma per il momento sceglie di vedere il bicchiere mezzo pieno.
 «Beh, dato che siamo costretti a lavorare insieme ho pensato che non sarebbe una cattiva idea se ci conoscessimo meglio» si spiega, cercando di sembrare convincente.
 Hux lo fissa in silenzio a lungo, prima con sorpresa, poi con sospetto e infine con un’espressione che Ben non riesce a decifrare.
Bene, e la figura da idiota l’abbiamo fatta… Rey sarà contenta, adesso.
 «Sì… forse hai ragione.»
Che cosa?!
 Sotto il suo sguardo attonito, Hux finisce di mettersi il cappotto e controlla l’ora sul cellulare.
 «Avevi già in mente qualche posto? Uno dove servano anche qualcosa di decente da mangiare, magari.»
 Onore al merito, Ben si riprende dalla sorpresa prima ancora di tornare a incrociare i suoi occhi.
 «Qua vicino c’è un pub dove vado spesso con un’amica che non è male.»
 «Che intendi con “non è male”?» gli chiede Hux, guardandolo storto. «Non metterò piede in una bettola solo perché è qua vicino, sia chiaro.»
 Ben si trattiene a stento dallo sbuffare.
 «Intendo che è in grado di soddisfare pienamente i miei moderati standard di consumatore comune, ma temo che in cucina non ci siano cuochi stellati» lo rimbecca infastidito. Contrariamente a quanto si sarebbe aspettato, però, l’espressione di Hux si stempera in un sorrisetto.
 «Molto bene, allora fai strada.»
 Ben scuote piano la testa, suo malgrado intrigato dalla piega che sta prendendo la serata.
Certo che è proprio un tipo strano.

 Due ore, tre portate e troppe birre dopo, “strano” è solo il primo punto di una lunga lista di cose che Ben ha scoperto su Hux.
Hux che vive con tre gatti e ogni mattina passa almeno mezz’ora a pulire la divisa dai loro peli.
 Hux che mangia l’hamburger con forchetta e coltello ma si lecca le dita dal sale dopo ogni patatina fritta.
 Hux che ha fatto coming out a diciannove anni ed è da allora che non parla con suo padre.

 Parlano senza sosta di ogni argomento, dal più serio al più stupido, e Ben si sente a proprio agio come finora gli era successo soltanto con Rey.
Dio benedica l’alcol e il suo magico potere di socializzazione.
 «Perché mi hai chiesto di uscire proprio oggi? È un’occasione speciale?»
 Quella domanda lo ferma col bicchiere sollevato per metà, e Ben alza gli occhi sul suo nuovo compagno di bevute.
 «In realtà no» gli dice senza esitare. «È solo che una mia amica si era stancata di sentirmi parlare sempre di te e di come non andiamo d’accordo, e come pegno per una scommessa persa mi ha obbligato a chiederti di uscire.»
 L’espressione stranita che Hux mette su a quelle parole gli fa capire che probabilmente avrebbe dovuto pensare un po’ di più, prima di aprire bocca e darle fiato.
Stupido alcol e la sua infida tendenza a sciogliere troppo la lingua della gente.
 «Quindi mi hai chiesto di uscire solo perché hai perso una scommessa?»
 Detta così suona davvero male, – soprattutto visto lo sguardo serio che Hux ha messo su – ma il cervello di Ben è troppo intontito per inventarsi una qualche scusa di cui non è neppure certo di aver bisogno. Dopotutto non è una cosa così grave… no?
 Si ritrova ad annuire senza sapere cosa aggiungere, aspettando di vedere come reagirà Hux… e poi, contro ogni previsione logica, vede il suo viso rilassarsi totalmente mentre scuote piano la testa e comincia a ridacchiare.
Lo diceva che è un tipo strano.
 «Che c’è?» gli domanda con sospetto – lo sta prendendo in giro oppure no?
 Hux smette di ridere ma non di sorridere, e tra la nebbia dei suoi pensieri confusi Ben si ritrova a riflettere che dovrebbe farlo più spesso, perché il suo arcigno co-capo redattore è molto più bello quando sorride.
 «Niente… è solo che non credevo che lo ammettessi così tranquillamente.»
 «Ed è un bene o un male?»
 Hux esita qualche secondo, studiando la sua espressione.
 «È… inaspettato» sussurra infine.
 Il sorriso che gli aleggia ancora sulle labbra prende una chiara sfumatura maliziosa, e allora sorride anche Ben.
 «Beh, non è l’unica cosa inaspettata di questa sera» lo provoca con lo stesso tono.
 Hux non ribatte, ma continua a sorridere.

 La serata finisce fin troppo presto, nonostante escano dal pub decisamente più tardi di quanto entrambi normalmente avrebbero fatto in un giorno feriale qualsiasi, e Ben ha capito tre cose:
 • Non deve più scommettere con Rey, tanto perde sempre.
 • Deve imparare a bere di meno, perché è evidente che non regge l’alcol.
 • Probabilmente si è preso una bella cotta per Armitage Hux.



Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Galeotto fu il vinile [Padmé/Rey] ***


Angolino dell'autrice

Saaaaalve gente! ^^
Quest'oggi torniamo con una storia che rientra - anche se per un pelo - tra le flash-fic... il che ultimamente è una specie di record xD
Si tratta inoltre della prima fem-slash (più o meno esplicita) ricambiata della raccolta, e siccome è un genere a cui non sono affatto abituata (diciamo che in tutta la vita avrò scritto sì e no una decina in croce di fem-slash, forse) incrocio le dita e spero che vi piaccia comunque... nonostante oltretutto la coppia sia a dir poco inusuale ^^"

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 11/52]
[Partecipa alla challenge Slot Machine! indetta da Juriaka sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Galeotto fu il vinile
Prompt: 17- Primo incontro tra Padmé e un personaggio a vostra scelta: in un negozio di dischi, entrambi afferrano nello stesso istante l’ultimo vinile di un determinato gruppo\cantante\musicista.
Personaggi/pairing: Padmé Amidala, Rey, Padmé/Rey
POV: Padmé
Rating: verde
Generi: romantico, commedia, introspettivo
Avvertimenti: fem-slash
Localizzazione: modern!AU
Note: in questa storia Rey è poco più giovane di Padmé (diciamo che ha la stessa età di Anakin).
Conteggio parole (word): 498

Galeotto fu il vinile

 Sono ormai parecchi minuti che Padmé sta girando in lungo e in largo per quel piccolo negozio di dischi scovato quasi per caso, ma la ricerca sembra destinata a rivelarsi infruttuosa come tutte le altre.
Probabilmente dovrebbe arrendersi all’evidenza e smettere di perderci così tanto tempo.
 Prima di rinunciare controlla – giusto per scrupolo – anche nello scaffale delle offerte speciali, e lì…
Non ci credo!
 Sorride e allunga la mano verso quello che ha tutta l’aria di essere proprio il disco che ha cercato per mesi… ma non appena lo afferra si accorge di non essere stata la sola.
Ma cosa…
 «Accidenti, e io che pensavo che nessuno se li filasse più!»
 Si volta sorpresa verso quella voce e incrocia lo sguardo divertito di una ragazza che non ha mai visto prima. Sorride d’istinto anche lei.
 «Sì, in effetti credo che della nostra età siamo solo noi a conoscerli» ribatte, ritirando la mano.
 La vede fare un sorriso quasi colpevole.
 «In realtà io lo cercavo per regalarlo a un amico… ammetto che non li ho mai ascoltati» le rivela. Poi sorride di nuovo, prende il disco che Padmé aveva lasciato e glielo porge. «Ecco, prendilo tu… io gli comprerò qualcos’altro.»
 Sorride anche Padmé.
 «Sicura?»
 Lei annuisce.
 «Sicurissima.»
 Soltanto allora Padmé afferra la custodia, lasciandosi pervadere per un momento dall’esaltazione di averla finalmente tra le mani dopo averla cercata così a lungo.
 «Allora, grazie…?» la guarda interrogativa in una muta richiesta.
 «Rey» si presenta lei, tendendole una mano che Padmé stringe senza esitare.
 «Padmé. Vuoi che ti aiuti a cercare qualcos’altro di loro?»
 La vede scuotere la testa.
 «No, non ho idea di quali altri dischi gli manchino… ci tornerò dopo aver indagato.»
 Si avviano insieme alla cassa, continuando a chiacchierare.
 «Allora dimmi, tu come li hai scoperti?» le chiede Rey quando ormai ha pagato. «Non sono precisamente il tipo di gruppo che passa alla radio…»
  «No, infatti non li avevo nemmeno mai sentiti nominare prima che me ne parlasse il mio ex.»
 Negli occhi di Rey passa quello che sembra proprio un lampo di delusione, ma Padmé non può dirlo con certezza perché l’istante dopo sorride di nuovo.
 «Beh, comunque dovrò decidermi ad ascoltarli anch’io una volta o l’altra… almeno per capire come mai c’è chi è disposto a setacciare ogni angolo del mondo per trovare un loro vinile» conclude guardandola di sottecchi, sulle labbra un sorrisetto che intriga Padmé abbastanza da spingerla a buttarsi come mai si era arrischiata a fare prima d’ora.
 «Senti, che ne dici se ti offro un caffè per ringraziarti di avermi lasciato il disco?» le propone, accennando col capo al bar dall’altra parte della strada. È una mossa azzardata basata sull’impeto del momento e un’intuizione di cui ora comincia seriamente a dubitare, ma prima che possa dire qualcosa per rimangiarsi l’invito e cercare di salvare la faccia Rey sorride di nuovo e annuisce.
 «Solo se la prossima volta posso offrire io» ribatte, nella voce una sfumatura maliziosa che stavolta è impossibile da equivocare.



Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Foto ricordo [Han/Luke, accenni Anakin/Padmé] ***


Angolino dell'autrice

Buonasera! ^^
Stasera ho per voi una storiella leggera leggera senza pretese che però spero riesca a strapparvi un sorriso ^^

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 12/52]
[Partecipa alla challenge Just stop for a minute and smile indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Foto ricordo
Prompt: 9. “Che carino! Quanti anni avevi in questa foto?”
Personaggi/pairing: Luke Skywalker, Han Solo, Padmé Amidala, Anakin Skywalker, Han/Luke, accenni Anakin/Padmé
POV: Luke
Rating: verde
Generi: romantico, commedia, introspettivo
Avvertimenti: slash
Localizzazione: modern!AU
Note: //
Conteggio parole (word): 336

Foto ricordo

 Quando ha deciso di presentare Han ai suoi, Luke era consapevole che non sarebbe stato facile… ma non aveva idea che sarebbero arrivati a questo.
 «Oh, ma che carino!» cinguetta il suo ragazzo, rigirando il coltello nella piaga. «Quanti anni avevi in questa foto?»
 «Ne aveva tre appena compiuti» risponde subito sua madre. «Vedi che boccoli?»
 «Sembra un angioletto» rincara la dose Han mentre lo guarda di traverso e se la ride sotto i baffi.
 «Sì, lo so… ce l’ho avuta a morte con mio marito quando ha insistito per tagliarli più corti. Oh, eccola qui!» aggiunge all’improvviso, aprendo sul computer un file che evidentemente aveva cercato a lungo, a giudicare dal suo entusiasmo.
E che si rivela essere la foto del suo primo bagnetto.
 «Che fisicaccio, ragazzino!» lo prende in giro Han, mentre sua madre ridacchia.
 «Mamma!» esclama risentito Luke, rosso in viso per un imbarazzo che il suo adorabile fidanzato certo non contribuisce a diminuire quando fa lo zoom su di lui, escludendo sua sorella.
 «Oh, suvvia, Luke! Non credo che ci sia qualcosa che non abbia ancora visto, o sbaglio?»
 «Ben detto, signora Skywalker» ribatte Han.
È ufficiale, quei due si sono coalizzati contro di lui… quindi ci vogliono contromisure drastiche.
 Indispettito, incrocia le braccia e mette un piccolo broncio a cui sa che nessuno dei due può resistere… e come previsto poco dopo la foto sparisce, Han lo stringe a sé mentre sua madre gli accarezza i capelli e si alza per prendergli qualcosa da bere.
 Luke sorride soddisfatto, crogiolandosi nell’abbraccio del suo ragazzo.
 «Adoro tua madre, ragazzino, lo sai?» sussurra lui poco dopo, sollevandogli il mento per guardarlo negli occhi.
 «Tieni le mani a posto o suo padre ti piacerà molto meno» ribatte una voce glaciale.
 Han sbianca e si ritira subito indietro, alzando gli occhi verso qualcuno alle sue spalle.
È una cosa brutta se Luke gongola internamente per questa piccola, inattesa vendetta?
 Con nonchalance si gira a sua volta e sorride al nuovo arrivato.
 «Ciao, papà… sei tornato presto.»



Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Attacco di panico [Luke&Ben] ***


Angolino dell'autrice

Buonciao! ^^
La storia di oggi è una delle più assurde che abbia mai scritto... il che è tutto dire xD
Non mi cimento mai nel genere comico (preferisco inserire nelle storie al massimo sporadiche/i battute/siparietti), ma ridevo come una disperata mentre la scrivevo, immaginandomi la scena, e questo dovrebbe essere un buon segno... spero :P

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Star Wars”, settimana 13/52]
[Partecipa alla challenge Slot Machine! indetta da Juriaka sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Attacco di panico
Prompt: 16- Luke e Ben/Kylo restano bloccati in ascensore. Uno dei due è claustrofobico.
Personaggi/pairing: Luke Skywalker, Ben Solo, Luke&Ben
POV: Luke
Rating: verde
Generi: commedia, (tragi)comico, introspettivo
Avvertimenti: gli atteggiamenti di entrambi i protagonisti sono volutamente esasperati per creare questa specie di semi-parodia, quindi la caratterizzazione va riconsiderata di conseguenza.
Localizzazione: modern!AU
Note: sempre per l’esasperazione di cui sopra, in questo caso ho ipotizzato che la claustrofobia elevata ai massimi termini potesse dare il via anche ad un attacco di panico in piena regola.
Conteggio parole (word): 278

Attacco di panico

 «Te l’avevo detto!» singhiozza Ben, rannicchiato in un angolino.
 Luke sospira profondamente, maledicendo quella dannata abitudine che ha preso suo nipote a rinfacciare sempre tutto che ci scommette la testa gli ha trasmesso sua sorella.
 «Ben… non fare così» prova a rassicurarlo con voce pacata.
 «No! Io te l’avevo detto che non ci volevo venire in ascensore, ma tu mi hai costretto!»
Respira, Luke… respira.
 «Dobbiamo andare al quindicesimo piano e tu hai una gamba rotta, Ben. Come diamine avremmo dovuto fare?»
 «Ci sono le scale!» gli urla contro di rimando, la faccia stravolta e gli occhi così sgranati che Luke ha seriamente paura gli possano schizzare fuori dalle orbite.
 Prende un profondo respiro e si costringe lui per primo a mantenere la calma, perché evidentemente il suo adorabile nipotino ormai non ci sta più con la testa.
 «Ben, amore di zio… puoi calmarti un dannato secondo, per favore?» gli chiede esasperato, accucciandosi di fronte a lui. «Va tutto bene, ok? C’è stato solo un piccolo guasto, non stiamo precipitando-»
 «Vuoi dire che possiamo precipitare?!»
Stupido, stupido Luke!
 «No, certo che no!» si affretta a negare. «Andiamo, Ben! Cerca di ragionare… secondo te io sarei così tranquillo se fossimo in pericolo? Se tu fossi in pericolo?»
 Gli occhi spiritati di suo nipote lo fissano in modo inquietante, ma alcuni sospettosi secondi dopo non ha ancora ripreso ad urlare, e questo è già un notevole passo in avanti. Luke sorride incoraggiante e si siede al suo fianco.
 «Ecco, così… bravo ragazzo. Ora stiamo qui tranquilli e aspettiamo che i tecnici riparino il guasto.»
E speriamo che facciano in fretta, o dall’ascensore lo dovranno portare direttamente in galera per “nipoticidio”.



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3917065