Il Dio Perduto (ο χαμένος θεός)

di ali04
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo (πρόλογος) ***
Capitolo 2: *** 1. Uno (ένας) ***
Capitolo 3: *** 2. Due (δυο) ***
Capitolo 4: *** 3. Tre (τρία) ***
Capitolo 5: *** 4. Quattro (τέτταρα) ***
Capitolo 6: *** 5. Cinque (πέντε) ***
Capitolo 7: *** 6. Sei (έξι) ***
Capitolo 8: *** 7. Sette (επτά) ***
Capitolo 9: *** 8. Otto (οκτώ) ***
Capitolo 10: *** 9. Nove (εννέα) ***
Capitolo 11: *** 10. Dieci (δέκα) ***
Capitolo 12: *** 11. Undici (ἕνδεκα) ***
Capitolo 13: *** 13. Tredici (τρεῖς καὶ δέκα) ***
Capitolo 14: *** 12. Dodici (δώδεκα) ***
Capitolo 15: *** 14. Quattordici (τέτταρες καὶ δέκα) ***
Capitolo 16: *** 15. Quindici (πέντε καὶ δέκα) ***
Capitolo 17: *** 16. Sedici (ἕξ καὶ δέκα) ***
Capitolo 18: *** 17. Diciassette (ἑπτά καὶ δέκα) ***
Capitolo 19: *** 18. Diciotto (ὀκτώ καὶ δέκα) ***
Capitolo 20: *** 19. Diciannove (ἐννέα καὶ δέκα) ***
Capitolo 21: *** 20. Venti (εἴκοσι) ***
Capitolo 22: *** 21. Ventuno (εἷς καὶ εἴκοσι) ***
Capitolo 23: *** 22. Ventidue (δύο καὶ εἴκοσι) ***
Capitolo 24: *** 23. Ventitre (τρεῖς καὶ εἴκοσι) ***
Capitolo 25: *** 24. Ventiquattro (τέτταρες καὶ εἴκοσι) ***



Capitolo 1
*** Prologo (πρόλογος) ***


Prologo
(πρόλογος)
 
 
Un lampo di luce. Poi un altro. Ed un altro ancora. 
Vari lampi si concentrarono in un'unica direzione: il Monte Olimpo. 
Il cielo era furioso, in tempesta. Quegli strani raggi, simili a fulmini, non destarono sospetti in chi, uscendo dalla propria casa o affacciandosi alla finestra, alzava lo sguardo verso il cielo, ma tutto ciò non era casuale: aspettavano sempre il cattivo tempo per riunirsi, così che i loro movimenti non insospettissero i mortali.
La sala in cui si sarebbero riuniti era di forma circolare. Grandi finestre permettevano una visuale dall’alto del mondo mortale, almeno in una giornata serena. Con quel tempo si vedevano solo nuvoloni scuri e minacciosi, lampi e pioggia fitta. Le rifiniture in oro delle finestre davano alla sala un’aria maestosa e sfarzosa.  Delle colonne bianche erano posizionate in circolo e, se si guardava verso l’alto, non si poteva scorgerne la fine.
Il pavimento era un enorme mosaico colorato: esso rappresentava uno degli avvenimenti di cui loro andavano più fieri: la sconfitta di Crono e dei Titani.
Il soffitto, invece, era un cielo sereno, in netto contrasto con ciò che si poteva vedere al di là delle finestre. L’azzurro del cielo ogni tanto veniva coperto da delle candide nuvole, ma non diventava mai minaccioso.
Alla sala si poteva arrivare attraversando una porta così grande che nessun mortale avrebbe nemmeno potuto immaginarla. Era in legno massiccio e anch’essa rifinita d’oro. Di questo materiale erano anche i due battenti e le maniglie.
Appena si entrava, si poteva notare subito una cosa: nella sala c’erano degli eleganti troni, posizionati a formare un cerchio.
Uno di essi era elevato da un piedistallo ed era grande il doppio degli altri, li sovrastava. Era in oro e le sue lavorazioni rappresentavano fulmini di varie grandezze e rivolti verso varie direzioni. Lo schienale non permetteva di certo la comodità, non avendo nessun cuscinetto a proteggere dal materiale dorato.
Solo il sedile aveva un morbido appoggio di un rosso acceso.
Un altro trono in oro era alla destra del primo, ma più piccolo ed elegante, adatto ad una donna. Questo era evidentemente più comodo, avendo degli appoggi morbidi anche sullo schienale e sui braccioli.
Alla sinistra del grande trono in oro, ce n'erano due in argento, uno accanto all’altro: il più vicino aveva lavorazioni rappresentanti grandi onde e l'altro, poco più lontano, teschi umani ed animali.
Quest'ultimo restava spesso, o per meglio dire sempre, vuoto. Ma in quelle riunioni era necessaria anche la presenza del suo proprietario, perciò non era abbandonato come al solito. 
Gli altri dieci troni erano di varie forme, materiali e grandezze, ma nessuno superava per maestosità il grande trono in oro o gli altri tre accanto.
Uno ad uno, essi iniziarono ad essere occupati e ciò succedeva ogni volta che un lampo di luce illuminava il cielo.
Ognuno si sedette al suo posto in rispettoso silenzio, prima dell'arrivo del loro padre.
Erano otto quelli occupati, quando arrivò colei che sedeva il piccolo trono in oro. Si stava ancora accomodando quando insieme arrivarono i proprietari dei due troni in argento. 
Quando furono tutti seduti, arrivò anche lui e prese posto sul suo grande trono in oro: Zeus.
Alla sua destra sedeva sua moglie, Era, la regina degli dei.
Invece, alla sua sinistra, c'erano i suoi due fratelli: Poseidone e Ade. 
Quando la riunione iniziò, solo due dei troni erano ancora vuoti.
Uno non distava molto da quello di Zeus ed era di un bianco candido, con delle piccole ali posate ai lati dello schienale, sui braccioli e anche sulle gambe.
Il secondo, invece, era dalla parte opposta della sala e, dalla sua postazione, Zeus poteva vederlo di fronte a sé: era forse il trono più piccolo. Il suo schienale formava un cuore, unica decorazione presente.
- Come ben sapete - iniziò Zeus, con voce tonante - Le difficoltà di questa missione ci stanno sfidando come non era mai accaduto. È necessario che discutiamo della strategia da utilizzare, perché così non è possibile continuare. 
Vari cenni di assenso confermarono a Zeus che tutti lo stavano ascoltando ed erano d'accordo con lui. 
- Atena - il padre degli dei richiamò l'attenzione di una dei suoi figli, la più preparata a rispondere alle sue domande. - Voglio un riepilogo della situazione.
Atena, dea dell'intelligenza, si alzò dal suo trono e parlò.
- Circa 50 anni fa, i titani rapirono Afrodite ed Eros, gli dei dell'amore. Il loro scopo era lasciare il Monte Olimpo e gli dei senza amore. Dopo molte ricerche tra i mortali, siamo riusciti a trovare Afrodite.
Lanciò un'occhiata alla diretta interessata, che stava alzando gli occhi al cielo.
- Mi ero trasfigurata in un'attrice parigina. Era una vita bellissima. - disse, con una punta di amarezza nella voce e, poi, ignorò volutamente lo sbuffare di Atena.
- Dicevo, abbiamo trovato Afrodite e l'abbiamo riportata con noi, ma ora... - si interruppe e il suo sguardo si posò su uno dei due troni vuoti, quello più piccolo - Non riusciamo a trovare Eros.
- Abbiamo cercato in tutti i continenti! - esclamò Ares, il dio della guerra, mentre Atena srotolava al centro della stanza una pergamena, con raffigurato il mondo dei mortali.
- Forse qualcuno non ha cercato bene. - disse Apollo, dio dell'arte e del sole, lanciando un'occhiata eloquente ad Ares.
- Già, tu, perché eri troppo occupato a fare strage di cuori tra i fanciulli mortali. - rispose il dio della guerra, mentre i suoi occhi sembravano voler incenerire il fratello.
- Basta! - intervenne Zeus, per fermare la disputa prima che potesse degenerare - Abbiamo una missione da compiere e vi voglio tutti concentrati. 
- L'avevo detto io che avevamo sbagliato a dividerci per cercare. - protestò Efesto, dio del fuoco.
- Ma così abbiamo controllato più territorio in meno tempo. - spiegò Demetra, la dea dell'agricoltura.
- Perciò ora cosa facciamo? Sono stanco di stare qui con voi. Voglio fare ritorno negli Inferi. - sbottò Ade, dio della morte, accarezzando uno dei teschi in argento che componevano il suo trono.
- Dobbiamo ricominciare le ricerche dall'inizio? 
- Non possiamo farlo.
- Abbiamo già cercato.
- Forse non è nel mondo dei mortali. 
Zeus faceva scorrere lo sguardo nella stanza, ascoltando le proteste e le proposte degli altri dei. Avevano cercato con attenzione, ma di Eros nessuna traccia. Forse Crono e gli altri Titani l'avevano nascosto meglio, visto che erano riusciti a ritrovare Afrodite in poco tempo.
Solo in quel momento, però, il dio si accorse del secondo trono vuoto.
- Dov'è Ermes? 
- Felice che vi siate accorto solo ora della mia assenza, padre.
Ermes stava entrando proprio in quell'istante nella grande sala. Le ali ai suoi piedi ancora sbattevano dopo la lunga corsa.
Il messaggero degli dei si inchinò davanti al padre e poi alzò lo sguardo, mentre sul suo viso appariva un ghigno trionfante.
- Credo di averlo trovato.
Esclamazioni di sorpresa riempirono la sala, ma a Zeus bastò alzare una mano, per far sì che tutti si zittissero.
- Hai trovato Eros?
Ermes si alzò e si avvicinò alla cartina che Atena stava esaminando.
- Più che altro, ho trovato il luogo in cui l'hanno nascosto. 
Detto ciò, toccò con il dito un preciso punto della cartina, nel Mar Giallo. 
- È diventato un pesce? - chiese Apollo, alzandosi per vedere.
- Non dire sciocchezze, fratellone - lo redarguì Ermes, togliendo il dito, che nascondeva una piccola isola.
- Si è trasfigurato in un'isola? - chiese allora Ares e, sia Ermes che Atena, alzarono gli occhi al cielo.
- No, si è trasfigurato in un umano che vive in quest'isola della Corea del Sud. 
- Abbiamo già cercato in Asia. - disse Artemide, la dea della caccia.
- Come l'hai scoperto? - chiese Poseidone, facendo finalmente sentire la sua voce profonda.
- Ho interrogato gli oracoli - spiegò Ermes - Cosa che avrebbe dovuto fare Apollo. 
- L'ho fatto! - protestò il diretto interessato - Io stesso sono un oracolo, ma non ho sentito nessuna energia particolare venire da quell'isola.
- C'è un motivo per cui ci sono riusciti solo adesso - continuò Ermes - Ed è perché lì, oltre ad Eros, ci sono anche alcuni dei Titani. 
- Cosa?! - tuonò Zeus, alzandosi dal suo trono.
- Non sanno né quanti, né quali. Ma hanno sentito una grande energia, quindi Crono è sicuramente tra loro. 
Il padre degli dei tornò a sedersi e scambiò uno sguardo con la moglie: tutto si stava complicando. 
- Perciò cosa facciamo? - chiese Artemide, guardando Atena che, essendo anche la dea della strategia militare, aveva probabilmente già elaborato un piano.
- Dobbiamo scendere nel mondo mortale e andare su quest’isola. Nonostante sappiamo dov'è Eros, dobbiamo andare tutti perché la presenza dei Titani rende chiaro il fatto che non ci lasceranno portarlo con noi tanto facilmente.
- Perché non hanno messo tutto questo impegno anche con me? - si lamentò Afrodite, ma nessuno le prestò attenzione. 
Nella sala si alzò un vociare tanto odiato da Zeus, che fece sentire nuovamente la sua voce.
- Silenzio!
A questa sua esclamazione, un tuono ruggì nel mondo mortale.
- Dobbiamo essere organizzati e portare a termine la missione nel minor tempo possibile. 
- Nonostante ciò che ha detto Atena, io propongo di formare una squadra - disse Efesto - Sapendo il luogo preciso dove si trova, possono andare i più forti di noi a riprenderlo. 
- Quindi io! - esclamarono in coro Apollo e Ares.
- Bene - disse Ade, alzandosi dal suo trono - Visto che sappiamo dov'è, non è più necessaria la presenza di tutti noi. Io torno negli Inferi. 
- No! - sbottò Zeus - Andremo tutti. 
- Non è necessario - protestò Artemide - Non dovete scomodarvi ancora, padre. 
- Su quell'isola, ci sono i Titani e c'è Crono. - Zeus fece scorrere lo sguardo tra i presenti nella stanza - Pensate che sapere dove Eros si trovi renderà tutto molto più semplice? Crono è lì con lui per impedirci di salvarlo. Solo se stiamo uniti e lavoriamo insieme potremmo sconfiggerlo.
- Sempre con questo spirito di squadra - Era sospirò - Passi troppo tempo tra le mortali. 
Zeus ignorò il commento della moglie e guardò gli altri Dei, uno ad uno.
- Zeus ha ragione - disse Poseidone, alzandosi dal suo trono - Non dobbiamo sottovalutare Crono né la difficoltà della missione. Andremo tutti in quest'isola, troveremo Eros e lo riporteremo nel Monte Olimpo. Fine della riunione.
Detto ciò, Poseidone lasciò la stanza, senza dare a nessuno il tempo di fermarlo. 
- Fine della riunione. - ripeté Zeus, accasciandosi sul suo grande trono. 
Sapevano tutti cosa sarebbe presto successo.
La trasfigurazione in esseri con sembianze umane; il viaggio verso il mondo mortale ed, in particolare, verso la Corea del Sud; una nuova identità e nuove bugie per gli uomini; la ricerca di Eros, che stava diventando via via più complicata. 
Zeus, quando fu solo nella sala, rifletté sulle prossime mosse. La sua priorità era, non solo trovare Eros, ma anche non perdere nessuno degli altri Dei.
E con Crono in gioco, le cose si complicavano enormemente.
 

 
ZEUS: Padre e re degli dei. Dio del cielo, dei tuoni e dei fulmini, dell’ordine e della giustizia.
Primogenito di Crono, vince la battaglia contro i Titani e, aiutato dai fratelli li manda nel Tartaro.
È sposato con Era, da cui ha un figlio: Ares. Gli altri figli, tra cui Apollo, Artemide, Atena e Ermes, sono tutti frutto di relazioni con donne mortali, dee o semidee.
 
POSEIDONE: Dio del mare, dei fiumi, dei laghi, delle alluvioni, dei maremoti e dei terremoti.
È secondogenito di Crono, che ha contribuito a mandare nel Tartaro.
 
ADE: Dio degli Inferi e della morte. Ha abbandonato il suo regno solo due volte: la prima per curare una grave ferita, la seconda per rapire Persefone, che poi ha portato con sé negli Inferi e ha sposato.
Terzogenito di Crono.
 
APOLLO: Dio della musica, delle arti, della bellezza maschile, del sole e delle arti mediche.
È figlio di Zeus, nato da una delle sue amanti, Leto. È un oracolo e ha una sorella gemella: Artemide.
 
ARES: Dio della guerra e della violenza.
Figlio di Zeus ed Era, è il dio più affascinante e bello, ma per questo è spesso in lite con Apollo, convinto di essere lui il più bello.
 
DIONISO: Dio del vino e delle feste, della follia, del caos, delle droghe e dell’estasi.
Appena nato è affidato alle cure di Ermes, che lo fa crescere dalle ninfe dei boschi.
 
EFESTO: Dio del fuoco e dell’artigianato.
È il fabbro degli dei e lavora nella sua fucina insieme ai Ciclopi.
È brutto, ma molto muscoloso e forte. Spesso cammina con un bastone a forma di martello, perché è zoppo.
 
ERMES: Dio dei viaggi, dei commerci e dell’atletica.
 È il messaggero degli dei e figlio di Zeus e di una delle sue numerose amanti.
È uno dei pochi che può entrare ed uscire dagli Inferi a suo piacimento.
 
ERA: Regina degli dei, del parto e del matrimonio.
È la moglie di Zeus, di cui è incredibilmente gelosa. La sua gelosia, appunto, ha ispirato molte leggende.
 
AFRODITE: Dea dell’amore, della bellezza e del desiderio.
La sua bellezza sconvolge le menti degli uomini e degli dei, ma solo due dee non ne vengono influenzate: Atena e Artemide.           
 
ATENA: Dea dell’intelligenza, della tessitura e della strategia militare.
La leggenda narra che nacque dalla testa di Zeus ed è la sua figlia prediletta.
 
ARTEMIDE: Dea vergine della caccia, degli animali e della luna.
È la sorella gemella di Apollo ed è la personificazione della luna crescente.
 
DEMETRA: Dea del grano, del raccolto, dell’agricoltura e della crescita.
È la madre di Persefone (la regina degli Inferi) ed è in grado di provocare carestie sulla terra.
 
EROS: Dio dell’amore fisico e del desiderio, è ciò che fa muovere verso la bellezza.
È una divinità primordiale senza genitori. È il protettore dell’amore omosessuale e il simbolo dell’amore e dell’amicizia tra uomini.
 

Ed eccomi qui, tornata con una storia incentrata sulla mia Otp suprema: la Baekyeol.
Stavolta ho voluto affrontare una storia mooolto più complessa delle precedenti e, prima di iniziare, ho dovuto studiare ed informarmi parecchio sugli dei e sulla mitologia dell'antica Grecia.
Sono già parecchi mesi che ci sto lavorando ed ora mi sento pronta per condividerla con voi.
Voglio però iniziare scusandomi per eventuali errori o disattenzioni. La mitologia greca è davvero difficile e ricordare o fare attenzione a tutto è quasi impossibile.
Sarò più precisa e attenta possibile, ma perdonate eventuali sviste.
Al contrario, i gradi di parentela tra gli Dei li ho di proposito non seguiti alla lettera. Molti li ho tenuti come sono davvero, altri no, per evitare ci fossero troppi incesti nella storia. 
Bene, non mi resta che da dire una cosa: buona lettura e buona avventura, spero che la storia vi piaccia e che mi farete sapere il vostro parere!

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Capitolo 2
*** 1. Uno (ένας) ***


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1. Uno
(ένας)
 
 
 
Due settimane dopo...
 
Non sapeva cosa fosse stato a svegliarlo, se il fastidioso suono della sveglia oppure il bussare alla porta. Fatto sta, che Baekhyun abbandonò il mondo dei sogni ed aprì gli occhi. La stanza era ancora immersa nell'oscurità e lui sperò fosse perché era notte, ma una breve occhiata alla sveglia fece sparire tutte le sue speranze.
Si alzò, ignorando i colpi alla porta che diventavano sempre più insistenti, ed aprì le finestre, lasciando che la luce del sole lo accecasse.
Solo quando si fu lavato e vestito in tutta calma, andò ad aprire.
Nonostante l'avesse fatto aspettare e bussare per più di venti minuti, il ragazzo davanti a lui sorrideva entusiasta.
- Buongiorno Baekhyun! 
Quest'ultimo alzò gli occhi al cielo, poi prese lo zaino ed uscì di casa, chiudendo la porta dietro di sé. Tutto ciò, con gli occhi dell’altro sempre puntati addosso.
Luhan. Come poteva descrivere Luhan? 
Era uno dei suoi due migliori amici ed ogni mattina, da quando avevano iniziato l'università, passava a prenderlo a casa. Luhan diceva che doveva passarci per forza, ma Baekhyun sapeva che non era solo quello il motivo: Luhan non voleva andare a scuola da solo.
Era di origine cinese e già questo bastava ad attirare su di lui le malelingue e gli sguardi carichi di ignoranza. Poi era talmente pieno di vitalità, da sembrare venire da un altro pianeta. Ed infine, Luhan era incredibilmente bello. 
Ma non una bellezza normale, comune. Luhan aveva una bellezza unica nel suo genere. I tratti del suo viso erano delicati, quasi femminili; i capelli erano di uno stravagante rosa pallido, rasati ai lati, da cui si poteva intuire il suo scuro colore naturale; le sue sopracciglia curate si inarcavano sopra due occhioni che, nonostante fossero pesantemente truccati, erano dolci, da cerbiatto; infine, il suo sorriso faceva cadere ai suoi piedi qualunque ragazzo o ragazza che trovasse sulla sua strada. 
Baekhyun ancora si chiedeva come poteva un ragazzo così, aver deciso di essere suo amico. 
Lui era così... normale. 
Era bassino di statura e i suoi capelli castani erano sempre fin troppo arricciati, quasi un disastro, nonostante provasse ogni mattina a sistemarli. I suoi occhi, al contrario di quelli di Luhan, erano vispi, vivaci, luminosi anche se, molto spesso, riuscivano a dargli un’aria adorabile da cucciolo. Aveva 22 anni e frequentava l'università dell'isola. Era nato in quel piccolo pezzo di terra in mezzo al mare e sapeva che ci avrebbe vissuto per il resto della sua vita, non come il suo amico, che molto probabilmente desiderava tornare sul continente o in Cina. 
- Quando inizierai ad aprirmi la porta al mattino? - stava chiedendo quest’ultimo - Aspettarti fuori per venti minuti mi fa fare la figura dell'idiota. 
- No - Baekhyun ridacchiò - È bussare senza tregua per venti minuti a farti fare la figura dell'idiota. 
Luhan gli diede uno spintone, mentre lui stava già ridendo a crepapelle.
- Sei sempre così simpatico, Baek. 
- Tanto lo so che mi vuoi bene. 
- E questo chi l'ha detto?
- Lo sappiamo tutti. 
Quell'ultima frase non uscì dalle labbra di Baekhyun: erano arrivati a casa di Doyeon.
Era una routine che si ripeteva da quando Luhan si era trasferito sull'isola.
Il ragazzo cinese passava a prendere Baekhyun, poi insieme andavano da Doyeon e, infine, a scuola.
Baekhyun e Doyeon erano amici d'infanzia. Erano vicini di casa ed entrambi troppo timidi ed impacciati per fare amicizia con altre persone. Il ragazzo non ricordava nemmeno chi era stato a fare il primo approccio, ma da quel momento Doyeon era stata parte della sua vita. 
Molte volte si era chiesto se tra loro potesse nascere qualcosa, ma poi aveva accantonato l'idea: lei era la sua migliore amica, nient'altro. 
Non aveva idea di cosa ne pensasse Doyeon al riguardo.
- Ora che ci siamo tutti - disse Luhan, mettendosi davanti a loro e camminando all'indietro - Ho una notizia da darvi!
- Di chi hai conquistato il cuore stavolta? - chiese Doyeon, sistemandosi una ciocca scura dietro l’orecchio.
- Dimmi che è un maggiorenne. - disse Baekhyun. 
- Dimmi che non è un vecchio. - concluse Doyeon e i due amici scoppiarono a ridere, alle spese di Luhan. 
- No! Niente di tutto ciò.
- Allora cos'è? - chiese Baekhyun, ma senza troppo curiosità.
Nella loro piccola isola non succedeva mai nulla. La novità più eclatante degli ultimi anni era stato proprio l'arrivo di Luhan, tre anni prima.
- Abbiamo dei nuovi inquilini nell'isola.
Doyeon e Baekhyun si guardarono, poi spostarono lo sguardo verso Luhan, increduli. 
- Ma davvero? Tu eri il primo nuovo isolano da... quanto, Baek?
Baekhyun ci pensò e ricordò le parole dei suoi genitori: - Almeno 50 anni.
- Già, ma ora è arrivata una famiglia molto numerosa - precisò Luhan - Almeno credo siano una famiglia.
- Che intendi? - chiese Baekhyun.
- Beh - Luhan fece spallucce - Da quello che ho scoperto, sono tutti molto vicini come età e i più grandi non lo sono abbastanza da essere i genitori degli altri.
- È strano - commentò Doyeon - Magari sono una specie di setta. 
Luhan rise: - Lo scopriremo presto, visto che alcuni di loro verranno nella nostra università.
- Davvero?
- Hanno più o meno la nostra età. 
Parlando, erano arrivati davanti alla scuola ed entrarono insieme nei corridoi.
Nonostante il traguardo dell'università potesse spingere i ragazzi ad andare nel continente, lì preferivano tutti frequentare quella presente sull'isola. 
I tre ragazzi avevano molte lezioni in comune e si diressero subito verso l'aula della prima ora. 
- Oggi non si parla d'altro che dei nuovi arrivati - stava dicendo Luhan - Vedrete che li incontreremo presto.
Baekhyun ridacchiò: - Perché sei così entusiasta per questi ragazzi? Ora che sono arrivati loro, perderai il tuo bonus da ultimo arrivato.
Luhan aprì la bocca per rispondere, ma la frase gli morì in gola. 
Baekhyun e Doyeon guardarono verso ciò che aveva fatto perdere la parola al loro amico e li videro.
Erano in tre. 
Il primo aveva i capelli neri, lisci, che incorniciavano il suo viso dalla pelle ambrata; era alto, ma non il più alto dei tre; il suo sguardo aveva un che di seducente e le sue labbra carnose, piegate in un ghigno, sembravano intente a protestare per qualcosa. 
Il secondo era totalmente diverso: i capelli erano biondi, quasi d'oro; era molto magro e il suo viso niveo aveva un'espressione svogliata, apatica. 
Il terzo, invece, era il più alto dei tre, con un fisico possente. I morbidi capelli ondulati sembravano  intralciare la vista dei suoi grandi occhi neri, le cui pupille scorrevano velocemente da uno all’altro dei suoi amici. La sua espressione era divertita e, quando scoppiò a ridere, quel suono riecheggiò per tutto il corridoio. Erano tre ragazzi totalmente diversi tra loro, perciò era chiaro che quel nuovo gruppo non era una famiglia.
Baekhyun si accorse di essersi imbambolato, solo quando Doyeon lo scosse.
- Tutto bene? - chiese e il ragazzo annuì. 
- Dobbiamo andare in classe. - disse, prendendo Luhan per un braccio e trascinandolo, con la forza, via dal corridoio.
- Ma li avete visti? - chiese Luhan, quando si sedettero ai loro posti. 
Baekhyun e Luhan si sedettero nei posti davanti a quello in cui si era seduta Doyeon.
- Abbiamo visto sia loro che la tua chiara eccitazione. - Doyeon rise, aspettandosi che Baekhyun la seguisse.
Ma il ragazzo era silenzioso e distratto.
- Baek? - lo chiamò, sporgendosi verso di lui, ma l'arrivo dell'insegnante la costrinse a zittirsi. 
Però non era entrato solo il professore, ma anche i tre nuovi arrivati.
Dopo una veloce occhiata, si accorsero che gli unici posti liberi erano proprio accanto a Doyeon.
Si sedettero vicino a lei e, contemporaneamente, Luhan e Baekhyun si voltarono a guardarli. 
- Baek? - bisbigliò Luhan, pochi minuti dopo, per attirare l'attenzione del suo amico. 
Baekhyun lo guardò con la coda dell'occhio, ma non rispose.
- Baek, dimmi che non sono l'unico ad aver avuto dei pensieri indecenti su quei tre.
Baekhyun arrossì: - Ma sei matto? Potrebbero sentirti.
I due amici lanciarono un'occhiata alle loro spalle, trovando i tre concentrati sulla lezione.
- lo dico che dobbiamo presentarci. - sussurrò ancora Luhan - Magari faremo amicizia. 
- L'amicizia è l'ultima cosa che tu hai in mente. - lo sgridò Baekhyun, ma il suo amico ridacchiò. 
- Allora, Baek, tu quale vuoi? 
Il ragazzo interpellato arrossì ancora di più e finse di dare tutta la sua attenzione alla lezione.
- Dai Baek, ce ne dev'essere uno che ti piace di più.
- Smettila. 
- Allora scelgo prima io - decise Luhan e, un'altra breve occhiata alle sue spalle, bastò per decidere - Io prendo quello biondo. 
Baekhyun alzò gli occhi al cielo: se l'aspettava.
- Tocca a te. 
Il ragazzo guardò male il suo amico: se non l'avesse accontentato non avrebbe mai smesso.
Si voltò per guardare i ragazzi dietro di sé, ma proprio in quel momento, i suoi occhi incrociarono quelli del ragazzo più alto. 
Come se avesse ricevuto una scossa elettrica, Baekhyun sussultò e si voltò di scatto, tornando a guardare la lavagna.
Con un gestaccio fece capire a Luhan di non voler più parlare e, per tutta l'ora, si sforzò di non voltarsi mai, nonostante sentisse come se quegli occhi scuri avessero una calamita.
Se si fosse voltato anche solo una volta, avrebbe visto il ragazzo alto sorridere sornione. 

 
***

- Sono tornato! - urlò Baekhyun, appena entrato in casa. 
La voce di sua madre lo guidò verso la cucina. 
I genitori di Baekhyun vivevano sull'isola da tutta la vita ed erano i proprietari di un supermercato. 
Per tutta la cena, l'argomento principale furono i nuovi arrivati: i suoi genitori dissero che un paio di ragazzi erano andati a chiedere un lavoro al supermercato. Avevano quasi tutti circa l'età di Baekhyun ma, a quanto pareva, non tutti andavano a scuola. 
Non era un segreto che il supermercato fosse il ritrovo perfetto per i pettegolezzi degli isolani, perciò i suoi genitori avevano molte più informazioni di lui. 
Erano in 13 ed erano andati a vivere nella grande villa sulla collina, una costruzione moderna e molto bella, ma da anni disabitata: una giovane coppia l'aveva fatta costruire come casa per le vacanze, ma evidentemente l'isola non era stata di loro gradimento perché, dopo solo un'estate passata lì, l'avevano messa in vendita. 
Dalla villa si aveva una bellissima vista sul mare e sulla scogliera. Baekhyun l'aveva sempre trovata stupenda. 
I due, che erano andati a chiedere un lavoro al supermercato, erano un ragazzo ed una ragazza. Si chiamavano Chen e Wendy e i signori Byun avevano deciso di assumerli part-time. Un aiuto in più non guastava mai.
Quando per Baekhyun fu ora di andare a dormire, diede la buonanotte ai suoi genitori e si rintanò nella sua stanza.
Per quel giorno non voleva più pensare ai nuovi arrivati. 


Il mare era in tempesta. 
Delle enormi onde si infrangevano contro la scogliera, producendo un suono forte e quasi insopportabile. 
Freddo. Sentiva tanto freddo. Era come se le sue mani e, soprattutto, i piedi si stessero congelando. 
Aveva la sensazione di camminare, ma non era possibile: stava dormendo. 
Inizialmente, sotto i suoi piedi, sentì la durezza del pavimento, o forse era altro... asfalto. All'improvviso diventò molto più morbido, come fosse in un prato. 
Poi più nulla. 
Il vento ululava e il mare era mosso. 
Il suo corpo pareva non avere nessuna consistenza, era come se stesse volando. 
Che strano sogno.
Le onde alte si schiantavano sugli scogli e lui ora aveva molto più freddo, ma un'altra sensazione si impadronì di lui.
L'orribile sensazione di soffocare. 
Non riusciva a respirare e, più ci provava, peggio si sentiva. 
Mentre lottava per cercare aria, sentì una cosa strana. 
Acqua. 
Poi più nulla.



- Ehi, stai bene?! 
Strano, quello non era il suono della sua sveglia. 
- Mi senti? Devi aprire gli occhi!
Quella non era la voce di sua madre e nemmeno quella di Luhan, fuori dalla porta. Era troppo profonda. E allarmata.
- Ragazzino, forza, apri gli occhi!
No, qualcosa non andava!
Baekhyun spalancò gli occhi e, istintivamente, iniziò a tossire. Gli mancava il fiato e stava tremando per il freddo.
Sentiva di essere bagnato fradicio e, appena la sua vista non fu più appannata, vide che sotto di sé c'era sabbia. 
- Sei impazzito?! Ma che ti salta in mente?
Baekhyun alzò lo sguardo e lo riconobbe subito.
Accanto a lui, altrettanto bagnato, c'era il ragazzo alto. 
- C-cosa succede? - la sua voce era flebile e tremante. Non stava capendo nulla.
Ricordava di essere andato a letto e... perché ora era sulla spiaggia, bagnato, e con quel ragazzo che sembrava molto spaventato e arrabbiato con lui?
- Cosa succede? - l'altro si passò una mano tra i capelli, per non averli davanti agli occhi - Succede che ti sei buttato giù dalla scogliera.
- Cosa?! - Baekhyun sgranò gli occhi - Non è possibile.
- Ti ho visto io - ribattè l'altro - Ti ho visto in cima alla scogliera e un attimo dopo non c'eri più. 
Il ragazzo alto sospirò e il suo sguardo si addolcì: - Stai bene? 
Baekhyun non sapeva cosa rispondere. Si era davvero buttato giù? Lui credeva di dormire e lo disse al ragazzo. 
- Se sei sonnambulo dovresti prendere delle precauzioni. - disse l'altro, alzandosi in piedi. 
Nonostante fosse fradicio, non sembrava congelare come Baekhyun che, solo in quel momento, si accorse che l'altro era a petto nudo.
Baekhyun non poté fare a meno di arrossire. 
- Mi hai salvato - disse e si alzò a sua volta, tremando - Grazie. 
- Non c'è di che. Ma stai più attento la prossima volta che vai a dormire. 
Baekhyun annuì, preferendo non correggerlo: lui non era mai stato sonnambulo in vita sua. 
- A proposito - disse il ragazzo alto, sorridendo - Mi chiamo Chanyeol. E tu? 
Baekhyun sorrise timidamente: - Baekhyun.
- Beh, Baekhyun, devi togliere quei vestiti bagnati o rischi di ammalarti. 
Il ragazzo raccolse da terra una felpa asciutta che, con ogni probabilità era sua, e la allungò a Baekhyun.
- Ma tu come fai? - chiese lui e l'altro fece spallucce.
- Tranquillo, io sto bene. 
Faceva troppo freddo in quei vestiti bagnati, perciò Baekhyun pensò che non era una cattiva idea accettare quell'aiuto. 
Prese la felpa e fece per spogliarsi, ma improvvisamente si fermò.
- Girati. 
Chanyeol rise, ma poi capì che l'altro non stava scherzando. 
- Davvero? - chiese e, quando Baekhyun annuì, si voltò, sbuffando.
Si stava infilando la felpa asciutta, quando alzò lo sguardo e vide per la prima volta la schiena del suo salvatore. 
Vi era tatuato un enorme tridente, che partiva dalle spalle ed arrivava al fondo schiena. 
Baekhyun restò incantato a guardare quella che poteva essere tranquillamente un'opera d'arte, finché Chanyeol non si schiarì la voce.
- Hai fatto? 
- Ehm... sì sì. - disse Baekhyun, raccogliendo il suo pigiama bagnato. 
Quella felpa era così enorme, che lo copriva fino a metà cosce. 
Chanyeol si voltò di nuovo, sorridendo: - Vieni, ti accompagno a casa. 
Baekhyun scosse la testa, in imbarazzo: - Non è necessario. Davvero. 
- Lo è, invece - decise Chanyeol per entrambi e, nonostante non sapesse dove fosse casa del ragazzo, si incamminò verso la strada - Sei palesemente sconvolto, perciò preferisco assicurarmi che arrivi a casa sano e salvo. 
Il suo tono non ammetteva repliche, perciò Baekhyun si affrettò a seguirlo, mentre nella sua mente si accendeva una lampadina: non ci aveva fatto molto caso inizialmente, ma era certo di non sbagliarsi. Nel poco tempo che lui ci aveva messo a cambiarsi, il corpo e i capelli di Chanyeol si erano completamente asciugati, al contrario dei suoi.

 
***

Camminarono fianco a fianco, nel più totale silenzio. Baekhyun era imbarazzato, confuso e ancora spaventato da ciò che era successo poco prima. Era davvero arrivato alla scogliera camminando da sonnambulo e poi si era buttato nel mare mosso?
Se non ci fosse stato quel ragazzo...
- Allora, sei sempre stato sonnambulo? 
La voce del più alto interruppe i suoi pensieri funesti e Baekhyun alzò la testa, per guardarlo.
- Io... se devo essere sincero, non sono mai stato sonnambulo. Questa era la prima volta. 
Chanyeol si fece pensieroso: - Non sono un grande esperto, ma forse c'è qualcosa che ti preoccupa.
- Non mi viene in mente niente di particolare. - disse Baekhyun, facendo spallucce e rallentando: era uscito a piedi scalzi e camminare così per la strada non era piacevole. 
Ma non si voleva lamentare, visto che, per dare la felpa a lui, Chanyeol era ancora mezzo nudo nel freddo della notte.
Baekhyun lo guardò con la coda dell'occhio e nella sua mente non poteva non pensare che era davvero sexy.
Scosse la testa arrossendo: ma a che pensava?!
- Tutto bene? - chiese l'altro, confuso.
- Sì, sono ancora sconvolto da quello che è successo. Se tu non fossi arrivato sarei... beh, sarei morto.
Chanyeol sorrise. Un sorriso rassicurante.
- Per fortuna sono arrivato allora. Non potevo accettare la dipartita di un ragazzo bello come te. 
Baekhyun sgranò gli occhi ed arrossì di colpo, facendo ridere Chanyeol.
- Non prendere fuoco.
- Zitto! Ci siamo conosciuti due minuti fa, non puoi dire certe cose.
- È vero, ci siamo conosciuti poco fa, ma ho visto che mi guardavi in classe. 
Baekhyun sbuffò sonoramente ed accelerò il passo, per sfuggire a quel discorso imbarazzante. 
- Perché scappi? È la verità.
Nonostante non stessero urlando, a quell'ora della notte non c'era nessuno in giro per le strade e le loro voci erano gli unici suoni nella notte silenziosa.
Solo quando furono quasi arrivati a casa sua, Baekhyun trovò il coraggio di fare una domanda.
- Cosa ci facevi sulla spiaggia a quest'ora? 
Chanyeol si prese un momento prima di rispondere.
- Passeggiavo.
- Di notte?
- Anche tu stavi passeggiando di notte, o sbaglio? 
Baekhyun non riuscì a trattenere una risata: - Ma io non ero cosciente! Non è la stessa cosa! 
Chanyeol alzò le spalle e sorrise: - Non riuscivo a dormire, così sono andato a fare una passeggiata sulla scogliera. Il mare riesce sempre a calmarmi. Ti ho visto sul bordo e poi sei scomparso, così mi sono buttato. 
Baekhyun stava per ringraziarlo di nuovo, quando si rese conto che qualcosa non andava. 
- Ma se eri sulla scogliera con me, perché la tua felpa era sulla spiaggia? 
Fu quasi impercettibile, ma Baekhyun notò che il corpo di Chanyeol si era irrigidito.
- Scogliera? Volevo dire che ero sulla spiaggia. 
Poi sorrise e cambiò discorso, chiedendo a Baekhyun dove fosse casa sua. 
Il ragazzo si guardò intorno e vide che erano nel suo quartiere, proprio davanti casa di Doyeon.
- Siamo arrivati.
Chanyeol lo accompagnò proprio davanti alla porta.
- Ti ridarò la felpa. - disse Baekhyun, aprendo la porta, ma l'altro scosse la testa.
- No, tienila pure. Ti sta meglio che a me. 
Baekhyun sorrise: - Grazie, per avermi salvato e per avermi accompagnato a casa. 
Chanyeol si allontanò dalla porta, camminando all'indietro.
- È stato un piacere, piccolo sonnambulo. E sappi che ora veglierò la scogliera ogni notte, per evitare che tu perisca in mare. 
Baekhyun non era sicuro del significato di quella parola così antiquata, ma rise e salutò Chanyeol con la mano, per poi entrare in casa.
Tornò nella sua stanza senza fare il minimo rumore e, appena chiuse la porta, ci appoggiò la schiena, scivolando poi a sedere.
Il suo cuore batteva impazzito e, nonostante fosse ancora leggermente bagnato e facesse freddo, non stava più tremando. 
Si rese conto che non aveva chiesto nulla a Chanyeol riguardo la sua... famiglia? O era davvero una setta? 
In ogni caso, la presenza di quel ragazzo altissimo aveva monopolizzato tutta la sua attenzione e non aveva minimamente pensato a curiosare un po'. 
Se non l'aveva ucciso il mare, ci avrebbe pensato Luhan.

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Capitolo 3
*** 2. Due (δυο) ***


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2. Due
(δυο)
 
 
Baekhyun si svegliò un attimo prima che la sveglia suonasse e che Luhan iniziasse a bussare insistentemente alla porta. Si mise a sedere sul letto e si passò una mano sul viso.
Aveva fatto davvero uno strano sogno: era sulla spiaggia, completamente bagnato e, accanto a lui, c'era il ragazzo nuovo, quello alto alto che aveva anche un enorme tatuaggio sulla schiena e gli aveva dato la sua felpa, perché...
Baekhyun sussultò e corse allo specchio. La sua immagine riflessa lo mostrava con i capelli arruffati e una grande felpa addosso.
Non era stato un sogno, era successo davvero! 
Stava indossando la felpa di... come si chiamava? 
Chanyeol. Si chiamava Chanyeol.
Per la prima volta in tre anni di conoscenza, Baekhyun andò ad aprire a Luhan prima di essere vestito e lavato.
Il ragazzo cinese lo guardò, confuso: - Non sei ancora pronto? 
- È successa una cosa strana. - rispose Baekhyun e lo fece entrare.
Luhan lo seguì in camera sua: - Sei tu ad essere strano stamattina. E quella felpa non è troppo grande per te?
Baekhyun gemette ed afferrò i vestiti per la giornata. Poi, senza un'altra parola, scappò a chiudersi in bagno.
Luhan si grattò la testa, confuso: ma che aveva quella mattina il suo amico? 
Quando uscì dal bagno poco dopo, lanciò malamente la felpa sul letto.
- Andiamo o faremo tardi. 
- Ma... - Luhan provò a protestare, ma il suo amico lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori casa.
- Mi spieghi che ti prende?- provò ancora a chiedergli, ma il mutismo dell’altro non finiva.
Arrivarono a casa di Doyeon, ma nemmeno lei riuscì a far parlare Baekhyun, a parte un timido saluto e un - Tutto bene. - molto affrettato e per nulla sincero.
A scuola la ragazza aveva una lezione diversa dalla loro, perciò si divisero davanti all’aula di storia.
- Baek, se non mi dici subito che ti prende…
- Sto bene.
- Non è vero! - esclamò Luhan e lo costrinse a sedersi accanto a lui. Baekhyun aveva provato a scappare in un posto più lontano, ma il suo amico cinese non glielo avrebbe mai permesso.
Poco dopo entrarono in aula anche due dei tre ragazzi nuovi.
- Hai scoperto come si chiamano? - chiese Luhan, ma Baekhyun non lo stava ascoltando.
Aveva notato che Chanyeol non c’era.
- Dovremmo scoprirlo. O almeno come si chiama il ragazzo biondo.
- Perché non glielo chiedi e basta? - bisbigliò Baekhyun, visto che i due ragazzi nuovi erano andati a sedersi proprio dietro di loro. - Non sei mai stato timido con i ragazzi. Va da lui e chiedigli il nome.
- Non posso farlo! - esclamò Luhan - Ma l’hai visto? Non so nemmeno se sono degno di parlare con lui!
- Sehun. Il biondo si chiama Sehun.
I due amici si voltarono lentamente verso la voce e furono costretti ad alzare la testa, per vedere in faccia chi aveva parlato: era stato Chanyeol.
- Ciao - salutò, prima di sedersi accanto a Baekhyun - Come stai?
La domanda era senza dubbio per lui, perciò Baekhyun si affrettò a rispondere: - Sto bene, grazie.
- Non ti sei preso un raffreddore, vero?
- No, io… mi sono asciugato subito, a casa.
Luhan passava lo sguardo dall’uno all’altro, incredulo del fatto che stessero parlando come se si conoscessero. Ma non era possibile, giusto?
- Scusate - li interruppe - Ma vi conoscete?
Baekhyun stava per rispondere di no: non aveva voglia di subire un terzo grado da Luhan.
Ma Chanyeol fu più veloce: - Ci siamo conosciuti ieri notte.
Baekhyun arrossì, vedendo lo sguardo sconvolto del suo amico.
- Non è come pensi, Lu. Lui mi ha…
- Salvato - concluse Chanyeol - A questo piccolo sonnambulo piace andarsene in giro di notte e fare bagni al chiaro di luna.
Né Luhan né Baekhyun poterono ribattere, perché l’insegnante di storia era entrata in aula proprio in quel momento.
- Cosa intendeva dire? - bisbigliò Luhan.
- Sicuro di stare bene? - bisbigliò Chanyeol.
Baekhyun, che si trovava in mezzo ai due, dovette decidere a chi dare la sua attenzione: ovviamente scelse Chanyeol.
- Sì - sussurrò di rimando - Non ho fatto sogni per il resto della notte.
- Ti va di raccontarmi quello che invece hai fatto?
Perché quel ragazzo nuovo mostrava tutto quell’interesse per lui e i suoi sogni? Sì, l’aveva salvato, ma ora non erano amici, giusto? Però forse Baekhyun poteva sfruttare la curiosità dell’altro a suo vantaggio.
- Te lo racconto se tu mi racconti della tua famiglia.
Chanyeol sembrò sorpreso da tanta sfacciataggine, ma poi sorrise: - La mia famiglia?
- Sì, le persone con cui vivi. Non capiamo se siete una famiglia o una setta.
Il ragazzo rise, ricevendo un’occhiata di ammonimento dalla professoressa di storia.
- Siamo una famiglia - bisbigliò poi - Una specie.
- Che intendi?
- Ah no. Ora la domanda tocca a me.
Baekhyun guardò il ragazzo accanto a lui: quando avevano iniziato il gioco delle domande?
- Raccontami il sogno.
- D’accordo - Baekhyun si sporse un po’ di più verso il suo interlocutore - Io… ricordo il mare, il mare in tempesta. Avevo tanto freddo e stavo camminando, ma non mi sembrava possibile, visto che ero a letto. Ricordo il vento, l’erba sotto i piedi, sempre il mare… poi la sensazione di soffocare.
Era consapevole che il suo racconto aveva poco senso, ma quello era ciò che ricordava. Chanyeol lo fissava con uno sguardo imperscrutabile e Baekhyun si sentì incredibilmente in soggezione. Visto che il ragazzo alto non sembrava avere intenzione di parlare, continuò lui.
- Tocca a me. Che intendevi con “una specie di famiglia”? Siete cugini? Figli adottivi?
Chanyeol finalmente sorrise: - Siamo una grande famiglia. Ci sono fratelli e cugini, zii e nipoti, padri e figli illegittimi.
Baekhyun sgranò gli occhi, facendo ridere Chanyeol.
- Siamo una famiglia strana. Nemmeno tanto simpatica, se devo essere sincero.
- Mi stai prendendo in giro…
- Può darsi. - disse Chanyeol, avvicinando improvvisamente il viso a quello di Baekhyun - Tocca a me. Vai a vedere le gare della squadra di nuoto?
Baekhyun lo guardò confuso: - Come?
- Io e Jongin faremo le selezioni per la squadra di pallanuoto questo pomeriggio. Verrai a vedere le partite?
L’università dell’isola aveva una squadra di nuoto molto famosa ed apprezzata. I ragazzi che ne facevano parte erano nati e cresciuti sull’acqua, perciò avevano fatto parecchi campionati di pallanuoto restando imbattuti.
Baekhyun non era assolutamente un tipo atletico, perciò non faceva parte della squadra, al contrario di Luhan, che invece era addirittura titolare.
- Sì, le vado a vedere perché Luhan fa parte della squadra.
Chanyeol sorrise sornione: - Ottimo, allora farai il tifo per me?
- Come fai ad essere così sicuro di entrare nella squadra? E chi è Jongin?
- Ehi ehi, una domanda alla volta! - Chanyeol ridacchiò - Come sei curioso.
Baekhyun arrossì e distolse lo sguardo dagli occhi del suo vicino di banco: gli stava facendo uno strano effetto.
- Jongin è quel ragazzo con il ghigno da stronzo - rispose Chanyeol, indicando il ragazzo con i capelli neri, l’unico di cui non sapevano ancora il nome - Ma non farti ingannare dall’aria da duro di cui si circonda.
Baekhyun arrischiò un’occhiata verso il ragazzo di cui stavano parlando, che non sembrava per nulla interessato alla lezione.
- Poi, sono sicuro di passare le selezioni perché sono un campione nel nuoto - continuò Chanyeol - Nessuno mi può battere.
Baekhyun ridacchiò: - Abbiamo tantissimi ragazzi bravi, sai? Il capitano della squadra è…
- Non vale quanto me - lo interruppe Chanyeol - In acqua non mi batte nessuno.
Sembrava così convinto, che Baekhyun non ebbe il coraggio di ribattere.
Nella squadra della scuola c’erano dei nuotatori incredibili e ben presto quel gigante avrebbe fatto un bagno di umiltà.
- Ora tocca a me. - disse Chanyeol, ma il suono della campanella interruppe il loro gioco.
Era passata un’intera ora e Baekhyun non aveva ascoltato una sola parola della lezione.
Luhan colse subito l’occasione per rivolgere la parola ai due: - Vi presterò gli appunti, visto che non avete fatto altro che bisbigliare tutto il tempo.
Detto ciò, lanciò un’occhiata a Baekhyun che stava sicuramente a significare “poi mi racconti tutto”.
- Non mi servono gli appunti, grazie - disse Chanyeol, alzandosi dal suo posto - So già tutto.
- Sai già tutto? Che significa? - chiese Baekhyun, ma il ragazzo non rispose e gli fece l’occhiolino.
- Gioco finito, piccolo sonnambulo. Ci vediamo alle selezioni.
Subito dopo venne raggiunto dagli altri due ragazzi nuovi ed insieme lasciarono l’aula.
- Byun Baekhyun! - esclamò Luhan - Ora tu mi racconti tutto!

 
***
 
Quando ebbe finito di raccontare a Luhan tutta la storia nei minimi particolari, Baekhyun si sentì esausto: erano davvero una marea di informazioni.
- Fammi capire: hai vagato incosciente per mezza isola di notte, ti sei quasi suicidato e quel ragazzone sexy ti ha salvato. Il biondo si chiama Sehun, il gigante Chanyeol e l’altro Jongin. La loro famiglia è una setta fatta di figli illegittimi e Chanyeol e Jongin faranno le selezioni per la squadra di pallanuoto. Ergo, me li vedrò mezzi nudi quattro volte a settimana, più la partita. Ho capito tutto?
Baekhyun alzò gli occhi al cielo: detta così suonava un po’ ridicola.
- Hai capito tutto, ma…
- Pensi che entreranno nella squadra? Io spero di sì, così potrò scoprire molte più cose su di loro.
I due ragazzi entrarono nel piccolo bar dell’università e, fortunatamente, trovarono un tavolino libero.
- Devi venire alle selezioni, Baek. Quel ragazzo alto ti vuole come porta fortuna!
- Non credo proprio che abbia bisogno di fortuna - rispose, poi imitò la voce roca e profonda di Chanyeol - Nessuno lo può battere in acqua.
Ridacchiarono e subito l'attenzione di Luhan venne attirata da un ragazzo seduto nel tavolino accanto al loro. Diede una gomitata a Baekhyun e glielo indicò.
- Lo conosci? 
Il ragazzo si voltò nella direzione che il suo amico stava indicando: seduto poco lontano c'era un ragazzo che effettivamente non aveva mai visto. Leggeva attentamente un enorme libro con la copertina nera e delle rifiniture in oro. Intorno a lui aleggiava un'aura di tristezza e Baekhyun rabbrividì istintivamente.
Il suo aspetto era reso ancora più cupo dal suo abbigliamento: il maglione e i pantaloni erano della stessa tonalità di nero, come anche la montatura degli occhiali. Nonostante non potesse vederle, era pronto a scommettere che lo erano anche le scarpe. I suoi capelli corvini gli cadevano sulla fronte divisi in una riga laterale, ma erano abbastanza corti da non intralciare la sua lettura.
- Non l'ho mai visto. - confermò a Luhan. 
- Che sia un altro dei ragazzi nuovi? Credevo che quei tre fossero gli unici a frequentare l'università.
- A quanto pare no. 
- Bene - Luhan si alzò, sorprendendo Baekhyun - Andiamo a conoscerlo.
- Luhan! - il ragazzo provò a fermare il suo amico, ma quello gli sfuggì ed andò a sedersi davanti al nuovo arrivato. 
- Ciao - lo salutò, con un enorme sorriso sulle labbra - Io sono Luhan. 
Il ragazzo vestito di nero alzò lentamente lo sguardo dal suo libro e fissò Luhan, serio ed imperscrutabile. 
Il sorriso di Luhan sparì improvvisamente: - Ti ho disturbato, scusa. 
- Non fa niente. - la voce dello sconosciuto era calma e atona e, ben presto, anche Baekhyun li raggiunse e si sedette accanto a Luhan. 
- Sei uno dei nuovi arrivati sull'isola, vero? - chiese Luhan, senza trattenersi minimamente. 
- Sì - rispose il ragazzo - Siamo arrivati da poco.
- Allora hai sicuramente bisogno di nuovi amici!
Baekhyun guardò stranito il suo amico ed improvvisamente capì perché tanto interesse per quel ragazzo: era la via più sicura per arrivare al ragazzo biondo, Sehun.
Ma perché Luhan era così impacciato quella volta? Da quando Baekhyun lo conosceva, non si era mai visto negare un appuntamento, un bacio… 
Nessuno diceva mai di no a Luhan. Era troppo bello, troppo simpatico, troppo bravo a... insomma, l'amore era il suo mondo. 
Ma con quel Sehun era completamente bloccato e ciò era molto strano.
- Io sono Kyungsoo - si presentò improvvisamente il ragazzo vestito di nero - Ma non sono interessato ad avere amici, grazie.
- Tutti vogliono degli amici. - insistette Luhan e Baekhyun gli toccò il braccio, per fargli capire di smetterla di importunare il nuovo arrivato. 
- Io no. Sto bene da solo. 
Luhan assottigliò lo sguardo e Baekhyun capì che quello era il momento di intervenire.
- Scusaci tanto, non ti disturberemo più. 
Poi si alzò, tentando di far alzare anche Luhan, ma il suo amico non volevo mollare l'osso. 
- Io e Baekhyun stiamo per andare alla piscina per le selezioni della squadra di nuoto - disse - Potresti venire anche tu.
Kyungsoo aggrottò le sopracciglia: - E perché mai dovrei? 
- Per... stai con Baekhyun e chiacchierate un po'! - esclamò entusiasta Luhan guardando il suo amico, che si era schiaffato una mano sul viso.
- È evidente che non vuole. - disse Baekhyun. 
- Già, non voglio. - confermò Kyungsoo.
- Ma ci saranno anche i tuoi amici... compagni... o qualunque cosa siate. - disse Luhan, come ultimo tentativo. 
Le sue parole sembrarono aver colto nel segno, perché Kyungsoo chiuse di scatto il libro, dal quale si sollevò una nuvola di polvere.
- In piscina? È per caso Chanyeol?
Sentendo il nome del ragazzo alto, Baekhyun sentì un brivido lungo la schiena: - Sì, e ehm... Jongin? 
Kyungsoo alzò gli occhi al cielo: - Sapevo che quel gigante idiota non avrebbe resistito al richiamo dell'acqua. E pensare che ne ha in abbondanza, visto che siamo su un'isola.
- Gli piace nuotare. - provò a difenderlo Baekhyun.
Non sapeva perché, ma gli era venuto istintivo.
- Gli piace mettersi in mostra - lo corresse Kyungsoo - Mio fratello è sempre stato così: egocentrico.
Sia Baekhyun che Luhan sgranarono gli occhi: - Tuo fratello?! 
- Sì, mio fratello maggiore. E quel Jongin è mio...
Kyungsoo si interruppe e scacciò la frase con un gesto della mano, come se fosse un insetto.
- Lasciamo stare. Ho sentito che la vostra squadra è tra le migliori.
Baekhyun e Luhan annuirono in perfetta sincronia.
- Bene, verrò con voi solo per vedere Jongin perdere contro i vostri nuotatori.
Detto ciò, Kyungsoo si alzò ed afferrò il suo zaino che, ovviamente, era nero.
- Anche Chanyeol potrebbe perdere. - disse Baekhyun, ma il ragazzo lo guardò come se avesse detto un'assurdità.
- In acqua? Chanyeol non perde mai in acqua. 
- Te l'aveva detto. - bisbigliò Luhan, alzandosi a sua volta e facendo strada a Kyungsoo, verso la piscina. 
Baekhyun non poté fare altro che seguirli.
La squadra di pallanuoto era l'orgoglio dell'università dell'isola, perciò gli spalti della piscina erano già in gran parte occupati. 
Appena entrati, Luhan lasciò Baekhyun e Kyungsoo per andare nello spogliatoio a cambiarsi.
- Mi dispiace per Luhan - provò a scusarsi Baekhyun, quando furono da soli - Lui è... un po' particolare.
Kyungsoo non rispose e seguì il ragazzo, alla ricerca di un posto libero. 
All'improvviso una mano si alzò, sovrastando le teste di tutti gli spettatori: Doyeon stava richiamando l'attenzione di Baekhyun e gli indicava i posti ancora liberi accanto a lei. 
I due ragazzi non tardarono a raggiungerla e lei sorrise subito al nuovo arrivato, che però non ricambiò.
- Io sono Doyeon. È un piacere... 
- Ciao. - la interruppe subito Kyungsoo, con l'evidente intenzione di bloccare subito qualsiasi tentativo di fare amicizia.
- Lui è Kyungsoo - lo presentò Baekhyun, alla sua amica d'infanzia - Si è trasferito qui da poco.
Il ragazzo accompagnò l'ultima frase con uno sguardo eloquente, che Doyeon capì al volo.
Era una delle cose che Baekhyun amava di più del loro rapporto: non servivano parole o spiegazioni, con un semplice sguardo potevano fare discorsi interi.
- Sono sicura che ti troverai bene qui sull'isola - provò ad essere amichevole la ragazza - Certo, può sembrare brutto essere in mezzo al mare, ma qui c'è tutto ciò che...
- Non è un problema - la interruppe ancora Kyungsoo - Anche prima vivevo isolato.
- Ah sì? - chiese Baekhyun - Dove stavate? 
Per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, sul viso di Kyungsoo si aprì un sorriso. Anzi, era molto più un ghigno inquietante. 
Il ragazzo però non potè rispondere, perché proprio in quel momento nella piscina entrò la squadra di pallanuoto titolare.
Erano solo quattro dei sette previsti, perché tre di loro si erano laureati l'anno precedente. 
Proprio per quel motivo, erano state aperte delle selezioni: servivano sia titolari che riserve. 
Luhan entrò chiacchierando animatamente, come suo solito, con uno dei compagni di squadra, mentre il capitano e un altro titolare li seguivano. 
Johnny era il capitano della squadra di pallanuoto da due anni ormai. Lui e Baekhyun erano coetanei, ma non avevano mai avuto la stessa cerchia di amici e, per questo motivo, probabilmente si erano parlati sì e no una decina di volte. Johnny si era meritato il ruolo di capitano quando, il primo anno, aveva guidato la squadra alla vittoria del campionato.
Ovviamente imbattuta.
I giocatori si sedettero nella prima fila di spalti, proprio mentre nella piscina entravano gli aspiranti pallanuotisti. 
Quando entrò Jongin, alzò una mano per salutare il pubblico, come se tutta la platea fosse lì per lui. Kyungsoo borbottò un - Sempre il solito egocentrico.- che fece ridacchiare Baekhyun.
Subito dopo, entrò Chanyeol.
Baekhyun non se ne rese subito conto, ma aveva trattenuto il fiato. 
Chanyeol indossava già il costume, come gli altri aspiranti giocatori e sembrò che la sua presenza avesse incanalato tutta l'attenzione del pubblico.
Infatti, delle ragazze nei posti davanti a Baekhyun iniziarono subito a parlottare tra loro.
Ma ciò che attirò l'attenzione e i commenti di mezza scuola, fu l'enorme tatuaggio che gli ricopriva quasi completamente la schiena: un tridente. 
Era davvero una strana immagine da farsi imprimere a vita sulla pelle, perciò Baekhyun approfittò del fatto di avere accanto proprio il fratello di Chanyeol. 
- Kyungsoo - richiamò la sua attenzione - Perché Chanyeol ha quel tatuaggio sulla schiena? Insomma... ha qualche significato particolare? 
Kyungsoo sembrò valutare le parole, prima di rispondere.
- È tipico di mio fratello. Se deve fare qualcosa, deve avere un bell'impatto. 
- Nel senso...
- Nel senso che per lui non andava bene un piccolo tatuaggio seminascosto e discreto. Lui doveva avere tutta la schiena coperta. 
Baekhyun ridacchiò nervosamente: - Beh, se voleva attirare l'attenzione, ci è riuscito. Anche tu ne hai uno? Tatuaggio intendo.
Kyungsoo annuì, sorprendendo Baekhyun: non l'avrebbe definito tipo da tatuaggi. 
- Ne ho uno proprio qui. - Kyungsoo si toccò il petto, all'altezza del cuore.
- E cosa rappresenta? - chiese incuriosito Baekhyun.
- Un teschio.
Il ragazzo rabbrividì involontariamente.
- Davvero?
- Certo - confermò il ragazzo nuovo, con orgoglio - Un teschio umano, per la precisione.
Baekhyun ridacchiò appena e tornò a guardare Chanyeol, che in quel momento stava parlando con Jongin.
Il ragazzo si accorse solo in quel momento che anche lui aveva un tatuaggio: tre graffi neri sul fianco. Graffi che parevano fatti da una belva.
Baekhyun deglutì a vuoto e spostò lo sguardo su Chanyeol, incrociando i suoi occhi.
Il ragazzo nuovo si era accorto della sua presenza e lo fissava ma, dalla sua espressione, era chiaro che non era felice di vederlo insieme a Kyungsoo.
- Iniziamo le selezioni! - la voce dell'allenatore della squadra interruppe il vociare e, con l'entrata in acqua degli aspiranti pallanuotisti, iniziò la gara. 

 
***
 
I ragazzi erano stati divisi in due squadre da sette giocatori, come prevedevano le regole della pallanuoto, ed avevano iniziato una partita. L’allenatore camminava a bordo piscina e, ogni volta che vedeva un giocatore particolarmente imbranato o per nulla portato, lo faceva uscire e lo sostituiva con un altro aspirante. Chanyeol e Jongin erano ancora in acqua e Baekhyun dovette ammettere che il ragazzo alto aveva ragione: era incredibilmente bravo.
Lui e Jongin si erano trovati rivali e spesso erano costretti a scontrarsi. In quei momenti si dimostravano senza pietà e tutto il pubblico tratteneva il fiato.
Chanyeol aveva segnato un numero indefinito di reti e, all’ennesimo goal, Kyungsoo sbuffò.
- Sta sicuramente imbrogliando.
Baekhyun si voltò verso di lui, sorpreso: - Cosa? A me non sembra.
- Già solo il fatto che sia in acqua è ingiusto.
Il ragazzo non capiva cosa intendesse il suo nuovo amico, ma la curiosità lo portò a prestare particolare attenzione al gioco di Chanyeol. Non gli sembrava stesse imbrogliando, ma era evidente che in acqua era a suo agio. Si muoveva senza ostacoli, come se l’acqua non esistesse.
Vennero scartati abbastanza aspiranti giocatori, da costringere l’allenatore a far entrare anche i ragazzi già titolari.
Luhan era finito nella stessa squadra di Chanyeol, mentre Johnny in quella di Jongin.
- Johnny è fortissimo - commentò Doyeon - Ora si vedrà davvero quanto sono abili.
Baekhyun annuì e, quando posò di nuovo gli occhi sulla piscina, vide che Chanyeol lo stava guardando e improvvisamente gli fece l’occhiolino.
Baekhyun non potè fare a meno di arrossire. Ma accanto aveva un’amica attenta.
- Sei arrossito? - chiese Doyeon, e ciò fece colorare ancora di più le guance di Baekhyun.
- Come? Cosa? No!
- Sì invece. - la ragazza ridacchiò e seguì lo sguardo del suo amico che, per quanto stesse tentando di evitarlo, si posava su Chanyeol troppo spesso.
Un sorrisetto malizioso spuntò sul viso della ragazza: - Quel ragazzo ti ha proprio colpito.
- Zitta - Baekhyun lanciò un’occhiata preoccupata a Kyungsoo, che però non stava badando a loro - Ti stai sbagliando.
- Certo - Doyeon alzò gli occhi al cielo - Non gli hai tolto gli occhi di dosso e, appena ti ha guardato, sei arrossito.
- Fa caldo, per quello sono…
Doyeon lo interruppe dandogli una gomitata. - Non mi freghi, Baek. Sei un libro aperto per me.
Il ragazzo non commentò oltre e si concentrò sulla partita, per sfuggire ad altri discorsi imbarazzanti.
In acqua si stava tenendo una vera e propria guerra.
Ora che erano entrati i titolari, il gioco si era fatto di tutt’altro livello e gli aspiranti giocatori dovevano mettercela davvero tutta.
Johnny aveva trovato in Chanyeol un degno avversario, infatti non gli stava dando tregua: lo placcava, lo bloccava, aveva anche rischiato un paio di falli, pur di fermarlo.
Ormai l’attenzione di tutti era rivolta a quei due, compresa quella dell’allenatore che aveva smesso di prendere appunti su una cartellina e si limitava a godersi lo spettacolo.
Andarono avanti per parecchi minuti, finchè Chanyeol riuscì a sfuggire al placcaggio di Johnny e, afferrata la palla che Luhan gli aveva appena passato, fece goal.
Un boato si alzò dagli spalti e molti ragazzi balzarono addirittura in piedi, per applaudire. Nonostante ciò, però, nessuno aveva capito come Chanyeol fosse riuscito a driblare Johnny.
Il ragazzo alto esultò in acqua e il suo sguardo cercò subito quello di Baekhyun. Quando lo trovò, gli sorrise. Baekhyun era felice per lui e ricambiò timidamente, ma appena si voltò verso Kyungsoo, lo sorprese a fissarlo.
- I-io… ehm… è stato bravo.
Non sapeva nemmeno lui perché si stesse giustificando, ma Kyungsoo l’aveva guardato così male…
L’allenatore fischiò per mettere fine alle selezioni ed annunciò che avrebbe affisso sulla bacheca fuori dalla piscina i nomi di coloro che erano riusciti ad entrare nella squadra.
I giocatori, usciti dall’acqua, si avviarono verso gli spogliatoi e Baekhyun notò quanto Johnny sembrasse furioso.
Anche lui e Doyeon si alzarono dagli spalti, ma si bloccò quando vide che Chanyeol si era avvicinato a loro e lo guardava stanco, ma felice. Si liberò subito della cuffia, passandosi la mano tra i capelli umidi per tentare di sistemarli. Le gocce d’acqua scorrevano lungo il suo addome scolpito, seguendo poi la pelle d’oca che si era formata sulle sue braccia muscolose.
Prima di parlare, si mise un asciugamano sulle spalle e si asciugò il viso.
- Non male, eh? Te l’avevo detto che ero bravo.
Baekhyun non rispose e Doyeon dovette dargli una gomitata per farlo riprendere.
- S-sì, sei stato abbastanza bravo.
- Abbastanza? - chiese Chanyeol, ridendo.
- Appena passabile.
Baekhyun sorrise, facendogli capire che stava scherzando. Quello scambio di sguardi venne interrotto da Kyungsoo, che si alzò e guardò serio il fratello.
- Ti sembra il caso?!
Poi se ne andò, senza salutare né lui né Baekhyun e Doyeon, che erano stati amichevoli con lui fino a quel momento.
- Non farci caso - disse Chanyeol - È sempre così.
- È simpatico. - provò a difenderlo Baekhyun, ma Chanyeol rise.
- Non è vero, ma sei gentile ad averlo detto.
Improvvisamente, la voce di Jongin rimbombò per tutta la piscina.
- Per festeggiare la fine delle selezioni, stasera tutti a festeggiare a casa nostra!
L’esultanza dei ragazzi non si fece attendere: non vedevano tutti l’ora di sfruttare quella grande casa per una vera festa.
- Verrai anche tu? - chiese Chanyeol a Baekhyun, che però tentennò un po’.
- Stasera non possiamo, vero Baek? - intervenne Doyeon - Abbiamo la serata film horror.
- Certo che verrò. - disse il ragazzo, contraddicendo la sua amica.
- Bene.  A dopo allora. - Chanyeol sorrise e li lasciò, per andare agli spogliatoi.
Doyeon non ebbe nemmeno il tempo di protestare, perché arrivò Luhan come una furia a parlare della festa e di quello che avrebbe dovuto indossare per attirare l’attenzione di Sehun.
Ma Baekhyun non lo ascoltava: i suoi pensieri erano occupati dal sorriso di Chanyeol e quell’immagine non voleva saperne di lasciarlo in pace.
 
 


 
Ade, il dio degli Inferi e della morte, abbandona il suo regno pochissime volte. Le più importanti sono per curare una grave ferita e per rapire Persefone, che poi diventerà sua moglie e regina degli Inferi.
 

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Capitolo 4
*** 3. Tre (τρία) ***


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3. Tre
(τρία)
 
 
 
Muui era una piccola isola della Corea del Sud, situata nel Mar Giallo. Era  abbastanza vicina alla costa da non far sentire i suoi abitanti totalmente isolati ma, allo stesso tempo, vivevano in un mondo tutto loro. Nella piccola isola avevano tutto ciò che poteva servire loro, come scuole e negozi. Nessuno desiderava abbandonarla per andare sulla terraferma e, allo stesso tempo, nessuno andava a vivere sull'isola, a parte qualche rarissima eccezione.
La spiaggia non era particolarmente affollata in estate e quei luoghi non erano mete turistiche. 
La scogliera sovrastava tutto ed era il punto più alto dell'isola.
E, proprio in cima ad essa, c'era una grande casa formata da ben tre piani. 
Era stata studiata come casa per le vacanze, ma abbandonata dopo una sola estate. Le grandi vetrate coprivano la maggior parte delle pareti esterne e permettevano di vedere ciò che accadeva all'interno. Da una si poteva vedere un grande salotto: due divani, una vecchia poltrona, il caminetto e un pianoforte a coda. Se si spostava lo sguardo verso destra, si poteva sbirciare nella spaziosa cucina, con il bancone e l'isola centrale, un grande tavolo che poteva ospitare una ventina di persone e il frigorifero più grande che si fosse mai visto.
In quel momento, ogni superficie disponibile era occupata da un bicchiere rosso o da un vassoio di stuzzichini. Ogni posto a sedere aveva un occupante o addirittura due insieme e, da delle casse che sembravano situate in ogni angolo, proveniva della musica a tutto volume. 
Baekhyun era rimasto incantato a guardare quello spettacolo, con Luhan al suo fianco.
- Questa sì che è una festa. - commentò il ragazzo e il suo amico cinese annuì. 
- E non siamo ancora entrati. 
Luhan fece voltare Baekhyun verso di sè e gli mise le mani sulle spalle.
- Amico mio, abbiamo un'importante missione stasera. 
- Dobbiamo conquistare il ragazzo biondo, lo so.
- No, io devo conquistare il ragazzo biondo. Giù le zampacce. 
Baekhyun ridacchiò e fece spallucce: lui non avrebbe mai conquistato proprio nessuno. Luhan invece... beh, quella sera aveva davvero dato il meglio di sè ed era ancora più bello del solito.
Baekhyun non aveva messo particolare attenzione nel prepararsi: jeans chiari, maglione blu e delle semplici scarpe di tela bianche, niente di più. Stranamente i suoi capelli erano meno arruffati del solito, ma in ogni caso lui non era lì per conquistare il cuore di nessuno, perciò...
Mentre si preparava aveva mandato un messaggio a Doyeon, per sapere se sarebbe andata anche lei alla festa, ma non aveva ricevuto risposta. La ragazza aveva il telefono spento, perciò Baekhyun aveva immaginato che, visto l'annullamento della loro serata horror, avesse trovato un altro impegno.
Luhan afferrò Baekhyun per un braccio e lo trascinò verso la porta d'entrata dove, ad accogliere gli ospiti, c'era Jongin.
- Ragazzi - li salutò - Prego, fate come se foste a casa vostra.
Luhan non se lo fece ripetere due volte ed entrò, ma Baekhyun non lo seguì subito.
- Ma i vostri genitori vi permettono di fare una festa così? - chiese a Jongin.
Il ragazzo fece spallucce: - Sì, mio padre non ha fatto obiezioni, ma è andato a nascondersi nel suo studio. 
- Baek. - Luhan tornò indietro e spinse Baekhyun verso il salotto. Era presente letteralmente tutta la scuola e non solo l'università: c'erano anche alcuni ragazzi del liceo.
- Wow! - esclamò Luhan e Baekhyun non poté essere più d'accordo. 
- Okay, Baek - disse ancora il ragazzo cinese - Dividiamoci. Io cerco Sehun qui in salotto e tu di là, in cucina. 
- Sei sicuro che sia prudente dividerci? - Baekhyun rabbrividì - Ho visto abbastanza film horror da sapere che non bisogna mai dividersi. 
Luhan alzò gli occhi al cielo ed indicò al suo amico il corridoio alle sue spalle, che portava alla cucina, poi si voltò ed entrò in salotto, facendosi spazio in quel mare di persone.
Baekhyun non poté fare altro che voltarsi e mettersi alla ricerca di Sehun.
In cucina non c'erano tante persone come in salotto, perché la grande porta finestra presente nella stanza portava al giardino, perciò molti ragazzi erano usciti. 
Baekhyun si guardò intorno, ma non vide nemmeno Kyungsoo o Chanyeol. 
Poco dopo però, nella stanza entrò un ragazzo: era palesemente di fretta e, quando il suo sguardo si posò su Baekhyun, gli sorrise amichevole. Era davvero adorabile: i suoi occhi erano tendenti al grigio e il loro taglio gli conferiva uno sguardo furbo, da gatto; era bassino di statura, alto poco meno di Baekhyun, ma la forma della sua maglietta stava ad indicare che fosse parecchio muscoloso; aveva i capelli di un colore curioso, che si intonava a quello dei suoi occhi, grigio. 
Dal momento in cui era entrato, quel ragazzo non era stato fermo un secondo: saltellava sul posto, come se stesse camminando sempre negli stessi pochi centimetri sotto le sue scarpe.
- Ciao! - salutò con voce squillante - Sto cercando mio fratello, l'hai visto?
Baekhyun scosse la testa, ma poi capì che non sapeva chi fosse suo fratello: quel ragazzo era uno dei nuovi, un abitante di quella casa.
- Chi è tuo fratello?
- Sehun. 
Baekhyun sussultò: - Ah, lo sto cercando anch'io! 
Il ragazzo finalmente si fermò: - Lo cerchi? 
- C-cioè non lo cerco io, ma un mio amico. Lui...
Baekhyun si zittì: forse era meglio non rivelare troppo. Perciò provò a cambiare argomento.
- Io mi chiamo Baekhyun. - si presentò, sorridendo. 
- Xiumin. - disse l'altro, facendo un piccolo inchino.
- Quindi Sehun è tuo fratello?
L'altro annuì: - Sehun e Jongin sono i miei fratelli maggiori. 
Baekhyun sgranò gli occhi: quindi non solo Kyungsoo e Chanyeol erano fratelli, ma anche Sehun, Jongin e Xiumin.
- Wow.
Xiumin rise: - In realtà siamo fratellastri. Jongin è figlio di mio padre. Ma io, Sehun, Seulgi e Yeri siamo…insomma, abbiamo mamme diverse.
A Baekhyun girava la testa: non ci stava capendo più niente e lo disse al suo interlocutore, che scoppiò a ridere.
- Tranquillo, è comprensibile. Siamo una famiglia strana.
Baekhyun annuì, poi fece la domanda che più gli premeva: - Anche Chanyeol è un tuo fratellastro? 
Xiumin scosse la testa: - Chanyeol è mio... 
- Piccolo sonnambulo! 
La voce del ragazzo alto fece sussultare entrambi, soprattutto Baekhyun. 
- Di cosa parlate? - chiese Chanyeol, raggiungendoli accanto al bancone della cucina. 
- Niente di importante, gli stavo parlando della famiglia - spiegò frettolosamente Xiumin, poi alzò una mano in segno di saluto - Ci vediamo, Baekhyun. È stato bello conoscerti.
Detto ciò, sparì velocemente com'era arrivato.
Baekhyun guardò il punto in cui fino a poco prima si trovava Xiumin. Perché lo faceva? Per ritardare il momento in cui avrebbe guardato Chanyeol in faccia.
- Sono felice tu sia venuto.
Baekhyun fece un respiro profondo e finalmente si voltò verso di lui.
- Luhan mi ha costretto.
Il ragazzo alto rise e versò da bere per sé e per Baekhyun.
- Ah, io non bevo. 
- Questo lo berrai. 
Chanyeol sorrise sornione e cercò qualcosa in uno scomparto della cucina, poi lo mise nei bicchieri.
- Cos'è? - chiese allarmato il più basso.
- Vodka.
- Non l'alcolico. Intendevo quella cosa che ci hai messo dopo.
Chanyeol allungò il bicchiere verso Baekhyun: - È un segreto.
Il ragazzo prese il bicchiere, ma poi lo posò sul bancone.
- No, grazie.
- Hai paura abbia messo una droga? - Chanyeol rise e si scolò tutto il contenuto del suo bicchiere.
- Visto? Non ho messo niente che ti faccia male. Ho solo messo una goccia di un ingrediente segreto, per renderlo più buono.
Baekhyun guardò negli occhi il ragazzo davanti a sé: non sembrava avere cattive intenzioni, perciò avvicinò lentamente il bicchiere alle labbra e bevve un sorso.
Era buonissimo! 
Baekhyun inclinò il bicchiere ed iniziò a bere avidamente, finché Chanyeol lo fermò.
- Piano, piano. Non bere così o ti darà subito alla testa! 
- Cosa ci hai messo? - chiese Baekhyun, entusiasta - Ne voglio ancora! 
Chanyeol rise e scosse la testa, allontanando il bicchiere dal ragazzo.
- Non posso dartene più di così. Se ne bevi troppa potresti diventare immortale e noi non lo vogliamo, giusto? 
- Smettila di prendermi in giro! 
Chanyeol rise e, senza pensarci troppo, prese la mano di Baekhyun.
- Vieni, ti faccio fare un giro della casa.
Purtroppo il ragazzo lasciò la mano di Baekhyun appena uscirono dalla cucina. Si avviarono al salotto, dove si teneva la vera festa.
C'erano ragazzi che ballavano ovunque, compreso sopra il tavolino che si trovava tra i due divani e il tavolo più grande, accanto al muro. Sopra ad esso stava ballando una ragazza alta e molto bella. Una ragazza che Baekhyun non aveva mai visto. 
Intorno a lei si era radunata una folla di ragazzi: quasi tutti gli occhi adoranti dei maschi presenti nel salotto erano rivolti verso di lei, come quelli invidiosi delle ragazze
Chanyeol si appoggiò, a braccia incrociate, sullo stipite della porta e si unì agli altri, con un sorrisetto indecifrabile sulle labbra. Baekhyun gli si affiancò e cercò di capire perché quella ragazza attirasse tanta attenzione. Certo, era bellissima. 
Lunghi e ondulati capelli neri, che lei sapeva muovere con maestria; gli occhi in quel momento erano chiusi, ma quando li aprì per un attimo si potè vedere che erano scuri e profondi, e il suo sguardo era malizioso e provocatore; l'abito, composto da paillettes rosso acceso, le arrivava sopra le ginocchia ed era parecchio scollato, lasciando intravedere la sua pelle chiara. 
Inoltre, quasi tutta la parte sinistra del suo collo era coperta da un vistoso tatuaggio: una rosa di colore verde.
Ma non era solo la sua bellezza e il suo modo di muoversi ad attirare gli sguardi. C'era qualcosa in lei, qualcosa che Baekhyun non sapeva spiegarsi.
Guardò Chanyeol e in un attimo gli fu tutto chiaro.
- È la tua ragazza? - chiese ad alta voce, per farsi sentire. 
Chanyeol sembrò ricordarsi solo in quel momento della presenza di Baekhyun e scosse la testa. 
- Chi, Joy? No, non è la mia fidanzata. Io non ho una fidanzata.
- Però ti piace, è evidente! 
Il più alto si staccò dallo stipite e si sporse verso di lui, guardandolo negli occhi.
- No, affatto. Certo, siamo stati amanti, ma niente di più. 
Baekhyun sgranò gli occhi, facendo ridere il ragazzo davanti a lui.
- Mi stai ancora prendendo in giro! - esclamò, ma Chanyeol non smetteva di ridere. 
- Perché pensi sempre che ti prenda in giro? È la verità.
- Beh, allora non sei geloso che tutti quei ragazzi la guardino? 
Il ragazzo alto fece spallucce: - No, perché dovrebbe?
Baekhyun era sempre più confuso da quei nuovi arrivati. Fratelli, figli, fidanzati... non ci capiva più niente e, in tutto ciò, aveva dimenticato il motivo per cui era lì: trovare Sehun.
Si guardò intorno, ma nel salotto gremito di persone non si vedevano né lui né tantomeno Luhan. 
- Devo andare. - disse, ma Chanyeol lo afferrò per un braccio.
- Dove?
- A cercare Sehun... e Luhan. 
Chanyeol aggrottò le sopracciglia: - Chi è Luhan? 
- Il mio amico. - Baekhyun provò a liberare il braccio, ma la presa dell'altro era ferrea. 
- Vengo con te.
- Non serve.
- Sì, invece. - concluse Chanyeol e, senza lasciarlo, lo trascinò lungo le scale, anche quelle piene di ragazzi.
Si fecero largo tra la folla e, finalmente, entrarono in una porta.
Appena Chanyeol accese la luce, rivelò in che stanza si trovavano: una biblioteca.
La luce non era forte e creava un’atmosfera accogliente. Era come se quell’ambiente fosse in un’altra casa, in un’altra isola: nessun suono filtrava dall’esterno e, quando Chanyeol chiuse la porta, i rumori della festa sparirono completamente.
Un grande tavolo lavorato era davanti alla finestra ed era in gran parte coperto da libri aperti e chiusi, fogli, documenti ingialliti…
Sulla sinistra iniziavano gli scaffali colmi di libri. Ad una prima occhiata, Baekhyun ne contò sette in tutto: non vedeva l’ora di potersi perdere lì in mezzo. Stava per muovere un passo ed inoltrarsi tra gli scaffali, quando si ricordò che non era lì da solo: Chanyeol si era seduto sul tavolo, con un piede appoggiato al sedile di una delle eleganti sedie e lo fissava, con un sorrisetto sul viso.
- Cosa c’è? - chiese Baekhyun, tentando di riprendere il controllo di sé.
- Niente, è solo che ti avevo portato qui per stare da soli. Non credevo restassi affascinato dalla biblioteca.
- Beh, è molto… - solo in quel momento, il ragazzo registrò le parole dell’altro - Da soli?!
Chanyeol ridacchiò ed alzò le mani, in segno di resa: - Non pensare male, volevo solo parlare con te. Mi sono informato sai? Sul tuo sogno.
Baekhyun fece un passo verso di lui: - E cosa hai scoperto?
- Sognare il mare in tempesta, significa che qualcosa dentro di te sta cambiando. Ti senti confuso e hai bisogno di qualcosa che ti dia emozioni e ti faccia sentire vivo. Almeno, questo è ciò che ho trovato sui libri.
Baekhyun ascoltò in silenzio e, anche dopo che Chanyeol ebbe finito la sua spiegazione, non disse nulla.
Era tutto così esatto! Lui effettivamente si sentiva diverso dal solito, anche se non aveva ancora capito perché; si sentiva confuso a causa di quella consapevolezza e anche per quei nuovi ragazzi che erano arrivati sull’isola. Ma aveva davvero bisogno di qualcosa che lo facesse sentire vivo e lo facesse emozionare?
Guardò il ragazzo davanti a sé, che aspettava paziente una sua reazione.
Più lo guardava e più la confusione aumentava.
- Ci sarebbe anche un’altra spiegazione - disse Chanyeol, cogliendolo di sorpresa - E cioè che tu hai fatto quel sogno proprio la notte dopo che io sono arrivato sulla tua isola.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia: - E con questo cosa vorresti insinuare?
Chanyeol rise ed ammiccò: - Che io e te siamo destinati.
Non se lo sarebbe mai aspettato. Certo, gli succedeva spesso, ma mai con così tanta intensità: Baekhyun arrossì fino alla punta delle orecchie.
- Ma cosa dici?! - esclamò, colpendo Chanyeol con un leggero schiaffo al braccio - Sono tutte stronzate!
L’altro scoppiò a ridere, piegato in due.
- Va bene, scusami. Stavolta ti stavo davvero prendendo in giro.
- Lo fai un po’ troppo spesso. - protestò Baekhyun ed andò a sedersi accanto a lui, sopra il tavolo.
Quando si fu ripreso dalle risate, Chanyeol lo guardò: - Parlami di te, Byun Baekhyun.
L’altro fece spallucce: - Non c’è niente di interessante da dire.
- Non ci credo. - disse Chanyeol.
- Beh… - Baekhyun sospirò - Vivo da sempre sull’isola e penso che resterò qui per il resto della mia vita. I miei genitori hanno il piccolo supermercato in centro e credo che due tuoi… fratelli lavorino lì.
- Chen e Wendy, ma non sono miei fratelli. - lo corresse Chanyeol.
- Poi, ehm… Luhan e Doyeon sono i miei migliori amici e…
- Te ne sei accorto, vero?
Baekhyun voltò lentamente la testa verso il suo interlocutore: - Accorto di cosa?
- Che quella ragazza ha una cotta per te.
Baekhyun sgranò gli occhi e scosse con forza la testa: - Doyeon? Ma no! Siamo amici da quando eravamo bambini. È come una sorella per me.
Chanyeol ridacchiò appena, ma non fece commenti su quella frase.
- Ti sei sicuramente sbagliato - continuò Baekhyun, con convinzione - Sicuramente.
- Come vuoi - il più alto si arrese - Io ho avuto questa impressione, ma se tu sei tanto sicuro…
- Sono tanto scuro!
- Va bene.
Dopo un attimo di silenzio, Baekhyun disse: - Ho finito.
- Non ci credo che è tutto qui.
Il ragazzo fece spallucce: - E invece tu? A parte avere una strana famiglia, andartene in giro di notte a salvare ragazzi sonnambuli e avere storie di passione con tua sorella, che altro hai da raccontare?
Chanyeol rise e scosse da testa: - Joy non è mia sorella!
- Va bene, allora spiegami - Baekhyun si voltò con il busto verso di lui - Come funziona la vostra famiglia?
Il più alto sembrava in imbarazzo, come se non sapesse come togliersi da quell’inghippo.
- Tu e Kyungsoo siete fratelli, no? - lo incitò Baekhyun.
- Sì, è vero. Io, Kyungsoo e Suho siamo fratelli.
Ecco un nome che ancora non conosceva.
- Altri fratelli o siete solo voi?
- Siamo noi - Chanyeol sembrava analizzare e valutare ogni parola, prima di pronunciarla - Poi ci sono Sehun, Jongin e Xiumin, che hai conosciuto prima, Seulgi e Yeri. Loro sono fratelli. Anzi, in realtà Sehun e Yeri sono gemelli.
Baekhyun sorrise: - Sehun ha una gemella?
Chanyeol annuì e rispose con un semplice: - Sì.
- Mio fratello Suho è sposato con Irene, e Jongin è loro…
Il più alto si interruppe bruscamente, lasciando Baekhyun sempre più incuriosito.
- Loro?
- Niente - Chanyeol recuperò il sorriso - Poi ci sono Wendy, Chen e Lay. Siamo in quattordici… cioè, in tredici.
- Wow! - esclamò Baekhyun - È davvero una grande famiglia! E vostro padre?
Chanyeol aprì la bocca, ma la richiuse senza che una risposta avesse lasciato le sue labbra.
- È complicato. - disse infine.
Baekhyun fece per chiedere altro, ma il rumore di una porta che si apriva lo bloccò. Alla fine della biblioteca c’era una porta e, da essa, era appena uscita una ragazza con le braccia piene di grossi e antichi volumi.
Lei alzò lo sguardo e, quando posò gli occhi su Chanyeol, il suo viso assunse un’espressione seria.
I suoi occhi erano attenti e intelligenti, ed erano del colore dell’ambra. I lunghi capelli scendevano dritti ed erano biondo scuro, colore del grano. Indossava un paio di pantaloni neri eleganti e ai piedi un paio di scarpe dello stesso colore, oltre ad una camicia bianca, a cui aveva arrotolato le maniche fin sotto il gomito, lasciando scoperto un tatuaggio rappresentante un filo, che le correva lungo l’interno del braccio.
Non aveva gioielli o trucco e Baekhyun non potè evitare di fare un confronto con l’altra ragazza che abitava in quella casa: erano totalmente diverse.
- Chanyeol. - disse lei e dal suo tono traspariva una certa irritazione.
- Baekhyun, ti presento Seulgi.
Il ragazzo balzò in piedi e fece un piccolo inchino: - Ciao, è un piacere conoscerti. Io sono…
- Ma insomma, con tutte le stanze che abbiamo in questa casa, dovevi proprio portarlo qui?! - esclamò lei, interrompendo Baekhyun.
Raggiunse a grandi falcate il tavolo e vi posò i libri che teneva in mano, poi iniziò a raggruppare tutto ciò che vi era posato, nascondendolo alla vista.
Chanyeol guardò Baekhyun: - Non farci caso, è sempre così simpatica.
- Senti - sbottò la ragazza - Qui in questa casa c’è qualcuno che cerca di lavorare.
- Solo tu.
- Già, il che mi infastidisce parecchio.
Chanyeol sospirò: - Mi dispiace, okay? Domani ti aiuterò.
- Non lo voglio il tuo aiuto! - esclamò lei - Certo, voglio che qualcuno mi dia una mano, ma non di certo tu!
- Non andate molto d’accordo, vero? - chiese Baekhyun, senza riuscire a trattenersi.
- Certo che andiamo d’accordo. Vero, Seulgi?
- Ti odio.
- Lo ammetto, è reciproco.
Chanyeol poi si alzò dal tavolo: - Scusa per l’interruzione, Baekhyun.
Il ragazzo stava per parlare, ma Seulgi fu più veloce.
- Questa festa è immorale ed è una stupida perdita di tempo!
Lo sguardo di Chanyeol si fece serio: - Tu lo sai perché Jongin l’ha fatta.
- Sì, lo so. - confermò Seulgi e Chanyeol le tolse dalle mani una pila di fogli.
- Allora saresti molto più d’aiuto di là. E se non vedi niente di interessante, beh divertiti una buona volta.
- Mio padre mi ha detto di…
- Parlerò io con tuo padre - Chanyeol afferrò nuovamente la mano di Baekhyun e lo trascinò verso la porta della biblioteca - Buttati nella mischia, Seulgi. La soluzione ai problemi non si trova solo nei libri.
La ragazza non fece in tempo a ribattere, che Chanyeol aveva già chiuso la porta.
- Quella ragazza è…
- Devi scusarla - disse subito Chanyeol e riaccompagnò Baekhyun al piano inferiore, senza lasciargli la mano - C’è una questione che le sta molto a cuore e… insomma, ha ragione a dire che è l’unica che si sta impegnando davvero.
- A cosa ti riferisci?
Arrivati alla fine delle scale, Chanyeol si voltò verso Baekhyun che, essendo rimasto sull’ultimo gradino, era alto quanto lui.
- Mi dispiace, ma questo non posso proprio dirtelo.
Baekhyun non protestò: non erano affari suoi e, quella sera, Chanyeol gli aveva davvero raccontato tantissime cose della sua famiglia.
Già, sulla sua famiglia. Ma di se stesso, cosa aveva detto??
- Baek!
Sentendosi chiamare da quella voce conosciuta, Baekhyun sussultò e, alla sua destra, c’era Luhan. Il suo amico però non lo guardava in faccia: fissava la sua mano, che era ancora stretta a quella di Chanyeol.
Il ragazzo si affrettò a lasciare la mano del più alto, ma era palese che ormai era troppo tardi.
Per far distrarre il suo amico, gli chiese se aveva trovato Sehun.
- Sì, ma ha parlato con un ragazzino del liceo per tutto il tempo - Luhan alzò gli occhi al cielo - Occasione fallita. Almeno con lui, perché ho rimediate almeno tre appuntamenti.
Tipico di Luhan.
- Mi dispiace - disse Chanyeol - Ma vedrai che Sehun si accorgerà di te.
- Certo… - Luhan fece passare lo sguardo dall’uno all’altro ed incrociò le braccia sul petto - Baek, vuoi tornare a casa con me, o stai qui?
Baekhyun fu sorpreso dalla voglia che aveva di restare ancora a parlare con Chanyeol. Aveva milioni di domande da fargli: la sua passione per il nuoto, il suo enorme tatuaggio e quelli della sua famiglia, dove avevano vissuto prima… ma si rendeva conto che ormai era tardi e che era ora di tornare a casa. Non poteva di certo passare la notte lì.
- Torno con te. - decise e notò subito l’espressione delusa di Chanyeol. Espressione che però sparì subito.
Il ragazzo alto sorrise: - È stato bellissimo parlare con te, Baekhyun. Potremmo rifarlo, qualche volta.
Baekhyun sorrise ed annuì: - Volentieri.
Luhan si schiarì la gola e quello fu per Baekhyun il segnale che doveva davvero andare.
Scese anche l’ultimo gradino e seguì il suo amico alla porta ma, prima di uscire, si voltò un’ultima volta a salutare Chanyeol con la mano e il ragazzo alto ricambiò, con un sorriso sincero sulle labbra.
Come immaginava, Luhan gli fece mille domande su ciò che era successo tra lui e Chanyeol e Baekhyun fu sincero, o quasi: disse che avevano chiacchierato in biblioteca e che aveva conosciuto alcuni dei componenti della famiglia, ma non scese troppo nei dettagli. Aveva come la sensazione che Chanyeol gli avesse confidato tutte quelle informazioni e che non avrebbe dovuto farlo. Perciò preferì non rivelare nulla e tenerle per sé.

 
***
 
La mattina dopo, la prima cosa che Baekhyun fece fu seguire Luhan in piscina e leggere i nomi di coloro che avevano passato la selezione per la squadra di pallanuoto.
C’era già una gran folla di studenti curiosi e i due ragazzi dovettero farsi largo a spintoni per riuscire a passare.
Quando furono davanti alla bacheca, Baekhyun sorrise: sia Chanyeol che Jongin erano entrati nella squadra.
Ma poi si accorse di una cosa e, sentendo imprecare Luhan accanto a sé, capì che se n’era appena accorto anche lui.
I vecchi titolari erano stati confermati, ma Johnny non era più il capitano della squadra.
Ora il capitano era Chanyeol.
 
 
 
 
Muui è una piccola isola davvero esistente, che fa parte della città metropolitana di Incheon, dove c’è l’aeroporto internazionale. Io l’ho descritta a mia immaginazione, per poterci ambientare la storia, ma sicuramente è molto diversa.
 
Ermes e Apollo sono fratellastri, entrambi nati da una relazione di Zeus con due delle sue amanti. La madre di Apollo, Leto, diede alla luce due gemelli: lui e Artemide.
 
L’Ambrosia veniva definita “il nettare degli dei” e si diceva che avesse il potere di rendere immortale chi la beveva.
 
Afrodite, la dea della bellezza e del desiderio, è in grado di sconvolgere le menti degli uomini e degli dei.
Poseidone è uno dei suoi numerosi amanti.
 
Atena, la dea dell’intelligenza e della tessitura, è la figlia prediletta di Zeus.
Con Poseidone ha un rapporto conflittuale, causato anche dal fatto che ebbero una disputa su chi dei due dovesse dare il nome ad una capitale. Decisero di fare dei doni agli abitanti della città così che fossero loro a decidere. La vincitrice fu Atena, che diede loro il primo albero di ulivo che poteva essere coltivato. Alla città fu dato il nome di Atene.
 


 
 
 

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Capitolo 5
*** 4. Quattro (τέτταρα) ***


Jongin

 
4. Quattro
(τέτταρα)
 
 
L’ululato del vento era così forte che nessun’altro suono era udibile. Provò a tapparsi le orecchie, ma non servì a nulla.
Eppure gli era parso di sentirla: un voce lo stava chiamando.
Tolse le mani dalle orecchie e provò a concentrarsi sulla voce.
Eccola! Sapeva di non essersi sbagliato.
“Sono qui!” provò ad urlare, ma il vento portava via con sé le sue parole.
Urlò ancora, ripetendo il richiamo, ma nulla.
Più il tempo passava, più la voce si allontanava.
Mosse un passo e poi un altro, per cercare di raggiungerla e, improvvisamente, sentì l’acqua sotto i suoi piedi. Guardò in basso e, in effetti, si trovava in uno specchio d’acqua così limpido che ci si poteva specchiare.
Quella che gli veniva restituita avrebbe dovuto essere la sua immagine, e invece… Luhan?
 
 
Baekhyun si svegliò di soprassalto e scattò a sedere nel letto. Aveva il fiatone, come se avesse corso, e la fronte madida di sudore. Si passò una mano tra i capelli e si prese la testa tra le mani.
Gli faceva così male. Martellava, martellava, martellava…
Baekhyun sussultò e guardò la sveglia, che sicuramente aveva già suonato, vista la luce che entrava dalla finestra: mancava poco meno di un quarto d’ora all’inizio delle lezioni. In quel momento si rese conto che il martellare non veniva dalla sua testa, ma da fuori.
Scese di corsa dal letto, inciampando sulle lenzuola, e si affrettò ad aprire la porta di casa.
Luhan e Doyeon erano entrambi lì fuori, con un’espressione preoccupata sul viso.
- Maledizione, Baek! Stavo per buttare giù la porta, o chiamare i vigili del fuoco. Credevamo ti fossi sentito male!
In quel momento, i due amici si resero conto che effettivamente Baekhyun non aveva una bella cera.
- Stai bene? - gli chiese Doyeon ed il ragazzo si limitò ad annuire.
- S-sto bene, io… siamo in ritardo.
- Ma non mi dire. - commentò sarcastico Luhan, incrociando le braccia al petto.
- Voi andate avanti, io mi vesto al volo e vi raggiungo.
- Ma… - provò a protestare la ragazza, ma Baekhyun aveva già richiuso la porta.
Non mosse un muscolo finché non fu sicuro che i suoi amici se n’erano andati, poi tornò nella sua stanza. La voglia di nascondersi sotto le coperte era molta, ma sapeva che, se l’avesse fatto, avrebbe corso il rischio di fare un altro incubo.
Si vestì più velocemente possibile ed afferrò lo zaino con i libri. Prima di uscire dalla stanza, l’occhio gli cadde sulla felpa di Chanyeol.
Avrebbe dovuto restituirgliela, ma…
Scosse la testa e si affrettò ad uscire di casa: lo aspettava una bella corsa.
Arrivò nel cortile della scuola proprio all’ora dell’inizio delle prime lezioni.
Baekhyun aumentò la velocità, ma improvvisamente si sentì chiamare.
- Ehi, Baekhyun!
Fermò bruscamente la sua corsa e si piegò, appoggiando le mani alle ginocchia: era senza fiato.
Alzò lo sguardo, appannato per la stanchezza, sul ragazzo che l’aveva chiamato e riconobbe Xiumin.
- Ciao, come stai? - gli chiese il ragazzo nuovo, avvicinandosi a lui.
Baekhyun fece un respiro profondo e si rimise dritto.
- B-bene, io… sono in ritardo, non posso fermarmi ora.
- Oh, mi dispiace - Xiumin sorrise e i suoi occhietti da gatto si chiusero leggermente - Cos’hai alla prima ora?
- Storia - rispose Baekhyun, facendo qualche passo verso la porta della scuola - Ci vediamo.
- Anch’io ho storia!
Sentì la voce di Xiumin lontana, mentre si avviava nel corridoio, di corsa.
Era vietato farlo, ma ormai era passato qualche minuto dall’inizio delle lezioni e magari non avrebbe incontrato nessuno…
- Byun Baekhyun!
Il ragazzo si fermò appena in tempo, prima di andare a sbattere contro la figura imponente che era appena uscita dal suo ufficio.
Imprecò mentalmente ma, vista l’occhiataccia che ricevette, l’aveva fatto anche a voce alta. Davanti a lui c’era il rettore dell’università.
Niente in lui faceva pensare che fosse un severo responsabile: non doveva avere più di 35 anni; fisico massiccio, grazie alle tante ore che sicuramente aveva passato in palestra; i capelli scuri erano pettinati in modo da non finirgli sugli occhi, anch’essi scuri e, in quel momento, caratterizzati da un luccichio che non lasciava presagire niente di buono.
Baekhyun l’aveva visto spesso con un sorriso gentile, mentre scherzava con i suoi studenti. Inoltre, quasi tutte le ragazze avevano un debole per lui.
Per sfortuna di Baekhyun, però, in quel momento il rettore non aveva evidentemente nessuna voglia di sorridere o di scherzare.
- Signor Byun…
- Lo so, sono in ritardo - si affrettò a spiegare Baekhyun - Stavo correndo…
- Nei corridoi.
- Per arrivare alla lezione.
Baekhyun sfoderò il suo miglior sorriso, ma l’uomo non sembrò badarci particolarmente.
- Vai in classe, Byun.
- Grazie.
Il ragazzo sfrecciò via più veloce che poteva, ormai esausto, ed arrivò finalmente all’aula di storia.
Poteva sentire la voce della professoressa fare la sua spiegazione, perciò si preparò mentalmente ad un’altra sgridata ed aprì la porta.
Ad ogni modo, se avrebbe sgridato lui, non osava immaginare cosa sarebbe successo a Xiumin, che era ancora tranquillamente fuori.
Appena mise un piede dentro l’aula, la professoressa interruppe la spiegazione e tutti si voltarono a fissarlo.
- Buongiorno. - salutò Baekhyun, sgambettando velocemente verso un posto vuoto.
Non osava nemmeno alzare lo sguardo, perché aveva già visto che la professoressa era furiosa a causa del suo ritardo.
Superò le prime due file per raggiungere Luhan, che gli indicava il posto vuoto accanto a sé, quando il suo sguardo venne attirato da una cosa davvero strana: Xiumin era comodamente seduto in seconda fila e la pagina del suo quaderno era già piena di fitti appunti. Baekhyun strabuzzò gli occhi e si guardò alle spalle, quasi in attesa che un secondo Xiumin entrasse in ritardo.
- Byun, vuoi seguire la lezione in piedi o stai solo cercando di farci perdere altro tempo?
La voce della professoressa lo riportò alla realtà e, messa da parte la confusione, raggiunse Luhan e si sedette accanto a lui.
Come spesso succedeva, alle loro spalle c’erano i tre ragazzi nuovi e, senza riuscire a controllarsi, Baekhyun si voltò e sorprese Chanyeol a guardarlo.
Il ragazzo alto gli fece l’occhiolino e mimò un saluto con le labbra, che Baekhyun ricambiò, prima che Luhan gli desse una gomitata sul fianco e gli sussurrasse di seguire la spiegazione.
 
***
 
La lezione era stata incredibilmente noiosa, il che era strano, visto che Baekhyun adorava la storia.
Quando finalmente finì, la folla di studenti si precipitò fuori: chi per andare in biblioteca o in aula studio, e chi per andare alla prossima lezione.
Baekhyun iniziò a sistemare le sue cose nello zaino e, piegato com’era, vide prima i suoi piedi, poi le gambe, il busto ed infine il sorriso.
- Ahi ahi, piccolo sonnambulo, non sai che non si arriva tardi alle lezioni?
Baekhyun sbuffò sonoramente, ma tenne la testa bassa, perché Chanyeol non si accorgesse che stava sorridendo.
- Si è svegliato tardi. - spiegò Luhan, affiancandosi al ragazzo alto.
In quel momento, passarono accanto a loro Jongin e Sehun e, la vista di quest’ultimo, portò Luhan ad ammiccare senza pietà.
- Ciao. - lo salutò, e Baekhyun si sorprese che finalmente fosse riuscito a fare il primo passo con il ragazzo biondo. Purtroppo per lui, Sehun continuò a camminare verso l’uscita dell’aula e fu Jongin a voltarsi e ricambiare il saluto.
Luhan sbuffò: - Ma insomma! Una volta ero bello ed irresistibile. Sono ancora bello, vero Baek?
Il ragazzo rise e Luhan si voltò verso Chanyeol: - Tuo fratello ha qualcosa che non va.
- Non è mio fratello.
- Non gli piaceranno… - Luhan rabbrividì - Le ragazze.
Chanyeol e Baekhyun scoppiarono a ridere per quel commento, ma Luhan era serissimo.
- A Sehun piace tutto. Anzi, di solito predilige i giovani fanciulli.
- Io sono un giovane fanciullo! - esclamò il ragazzo cinese, prima di borbottare delle imprecazioni.
Li precedette fuori dall’aula, mentre Chanyeol aspettava che Baekhyun richiudesse lo zaino. Stavano per uscire anche loro, quando la professoressa li richiamò indietro. O meglio, richiamò Baekhyun.
- Dove pensi di andare, Byun?
Il ragazzo sentì un brivido lungo la schiena: doveva immaginare che non l’avrebbe scampata liscia.
- Alla prossima lezione.
- E dopo quella?
Baekhyun si scambiò un’occhiata con Chanyeol, alla ricerca di un sostegno.
- A casa?
- Sbagliato. Dopo le lezioni ti fermerai in punizione.
Baekhyun provò a protestare, ma la professoressa non volle sentire ragioni.
- Andiamo, ha solo fatto tardi. - Chanyeol tentò di farla ragionare, ma lei gli lanciò un’occhiataccia.
- Vuoi finire in punizione anche tu?
Il ragazzo alto guardò Baekhyun, mordendosi il labbro: - Ho gli allenamenti di pallanuoto. Mi dispiace.
Baekhyun sospirò, rassegnato.
- D’accordo,  per quanto tempo?
- Un’ora, in quest’aula. E dovrai preparare un tema sulla lezione che ho spiegato oggi, compresa la parte che ti sei perso.
Detto ciò, la giovane donna prese le sue cose ed uscì, lasciando i due ragazzi definitivamente soli.
Baekhyun salutò Chanyeol con un cennò della mano e si avviò verso l’aula della lezione successiva.
Che giornata terribile.
 
***
 
Quando anche l’ultima lezione finì, Baekhyun si diresse verso l’aula per la punizione, trascinando i piedi. Era così ingiusto!
Se non avesse fatto quello stupido sogno, avrebbe sentito la sveglia e i suoi amici che lo chiamavano e bussavano alla porta. Beh, almeno quella volta non aveva vagato per l’isola come un sonnambulo.
Entrò nell’aula, certo di non trovarci nessuno, ma si sbagliava: dentro, seduti in due sedie ai lati opposti della prima fila, c’erano Sehun e Jongin.
Inoltre, in piedi accanto alla cattedra, c’era il rettore.
- Signor Byun, le ho trovato due compagni per la punizione.
Baekhyun fece qualche passo avanti e non poté non notare che Jongin aveva un occhio nero e Sehun si teneva del ghiaccio appoggiato al mento.
Ma che era successo?
- Byun, vai a sederti in mezzo a quei due e tienili d’occhio. So che tu devi fare una relazione di storia, ma loro devono scrivere mille volte “Non devo fare a botte nei corridoi”.
Baekhyun sgranò gli occhi e si affrettò a sedersi. La prima fila era composta da una decina di sedie e lui si trovava esattamente al centro, con Jongin alla sua sinistra e Sehun alla sua destra.
- Io vi lascio, cercate di evitare di fare altra confusione - disse il rettore, poi si avvicinò a Baekhyun - Se ricominciano a picchiarsi, vieni a chiamarmi.
Il ragazzo deglutì a vuoto ed annuì, così il rettore li salutò e lasciò l’aula.
Quando furono soli, Baekhyun guardò i due ragazzi, che però erano ognuno perso nei propri pensieri, così aprì il suo libro ed iniziò la relazione su un argomento di cui aveva perso una buona parte.
Lavorò per una ventina di minuti, quasi dimenticandosi dei due ragazzi presenti nell’aula, finché non si sentì chiamare.
- Ehi, hai una penna?
Si voltò verso Sehun, che lo fissava con un’espressione indecifrabile sul viso.
- La mia non scrive più. - continuò il ragazzo biondo e subito si sentì una risatina arrivare dall’altro lato della fila.
- Non porti nemmeno il materiale scolastico. - commentò Jongin.
- L’ho portato, ma è finita la penna.
- E ne hai portato solo una.
- Perché, tu quante ne hai portate?!
Baekhyun prese una penna dal suo astuccio e si affrettò a darla a Sehun: - Tieni. Non dovete litigare per questo.
I due ragazzi tornarono a concentrarsi sulla loro lista da mille punti, ma Baekhyun era troppo curioso. Non poteva farci niente.
- Vi siete davvero picchiati a scuola?
- È stato lui ad iniziare - subito Sehun incolpò Jongin - Risolve tutto con la violenza.
- Certo, e questo occhio nero me lo sono fatto da solo.
- Ringrazia che non ti abbia ustionato.
- E tu ringrazia che non avessi la mia lancia con me.
Baekhyun passava lo sguardo dall’uno all’altro, sempre più confuso.
- Non dovreste litigare tra fratelli. Perché siete fratelli, giusto?
- Fratellastri! - lo corressero i due, in coro.
- Già, se mio padre fosse riuscito a controllare i suoi impulsi, ora questo bamboccio biondo non esisterebbe.
- A chi hai dato del bamboccio?!
- Ragazzi! - esclamò Baekhyun - Perché non ne parlate con calma. Siete fratellastri, e tra fratellastri ci si vuole bene.
Jongin scoppiò a ridere sguaiatamente, mentre Sehun sbuffava.
- Sei proprio un mortale. - commentò con un filo di voce, tanto che Baekhyun fu sicuro di aver capito male.
- Sentite, perché non provate a parlarne e chiarirvi. Sono sicuro che niente è insuperabile.
- Se lui cedesse, sarebbe tutto risolto. - disse Jongin, lanciando un’occhiataccia al fratellastro.
- Perché devo essere io a cedere, se è chiaro che ho ragione? - protestò Sehun, mentre Baekhyun si prendeva la testa tra le mani.
- Ma riguardo a cosa? Perché litigate? È a causa di vostro padre?
I due ragazzi sbuffarono: - Nostro padre non c’entra.
- E allora, perché…
- Dicci, Baekhyun, chi tra noi due è più bello?
Il ragazzo restò qualche secondo in silenzio, tentando di registrare la domanda che gli aveva appena rivolto Jongin.
- Come scusa?
- È evidente che io sono il più bello tra i due, ma questo idiota pensa di esserlo lui. - continuò il ragazzo dai capelli neri.
- Certo, come no. Io sono molto più bello di te. - sbuffò Sehun.
Baekhyun non poteva crederci: quei due avevano qualche rotella fuori posto.
- Ma davvero avete litigato per questo? Vi siete picchiati per questo motivo?
- Certo! - risposero in coro i due ragazzi.
Baekhyun restò ancora qualche secondo in silenzio, prima di scoppiare a ridere.
- Sul serio?! Ma dai, è un motivo così stupido!
- Ehi, non è affatto stupido! Dobbiamo decidere chi è il più bello della famiglia.
Baekhyun si asciugò una lacrima invisibile: - Beh, non conosco tutta la vostra famiglia, perciò non posso dare un mio parere ora.
- Sono tutti più brutti di noi. - commentò Sehun.
Chissà per quale motivo, a Baekhyun apparve davanti agli occhi il viso di Chanyeol. Era vero, quei due probabilmente erano più belli di lui ma, se fosse stato un giudice e avesse dovuto scegliere, avrebbe scelto Chanyeol.
- Tanto a te piace Chanyeol.
Come se gli avesse letto nella mente, Jongin concluse il discorso con quella constatazione.
- A me non…
- Sì, come no.
Baekhyun arrossì e tornò a concentrarsi sulla sua relazione.
Per il resto dell’ora nessuno dei tre parlò e, quando il rettore andò ad avvertirli che la punizione era finita, i due fratellastri gli consegnarono le loro mille volte e si dileguarono senza nemmeno salutare Baekhyun.
Lui lasciò la sua relazione sulla cattedra della professoressa di storia ed uscì dall’aula.
Non si era quasi accorto della sua presenza, tanto era immerso nei suoi pensieri, ma quando lui si alzò in tutta la sua altezza, non poté non notarlo: Chanyeol era appoggiato al muro fuori dall’aula, con il borsone del nuoto in una spalla e lo zaino con i libri nell’altra.
Baekhyun capì che l’aveva aspettato seduto in corridoio, ma poi scosse la testa: si stava solo illudendo. In fondo, in quell’aula c’erano anche due suoi… quello che erano.
- Jongin e Sehun sono già andati via. - gli disse, dandogli poi le spalle.
Chanyeol si affrettò ad affiancarlo: - Non importa, aspettavo te.
- Perché?
- Per accompagnarti a casa.
Baekhyun voltò leggermente la testa, per impedire all’altro di vedere che era arrossito.
- Non è necessario. So tornare a casa, non mi serve la scorta.
- Non sono la scorta, ti faccio compagnia.
Baekhyun sospirò: era meglio arrendersi. Ovviamente, non gli dispiaceva avere un po’ di compagnia mentre tornava a casa…
- I tuoi… Jongin e Sehun si sono picchiati oggi.
- Lo so, sono due idioti. - commentò Chanyeol, sistemandosi il borsone sulla spalla. Sembrava pesante, ma il ragazzo alto lo portava senza evidente sforzo.
- Sai perché hanno litigato? Per chi dei due è…
- Il più bello. - concluse il ragazzo alto, e Baekhyun gli sorrise.
- Sono pazzi!
- E pensa che non sono i più pazzi della famiglia.
Baekhyun scoppiò a ridere, ma lo sguardo di Chanyeol gli fece capire che non stava scherzando.
- Un giorno ti presenterò Lay. Lui sì che è fuori di testa.
Chanyeol ridacchiò, seguito subito da Baekhyun.
- Per quanto riguarda quei due, ormai io mi sono arreso, come anche il loro padre. Hanno questo strano e stupido conflitto su chi sia il più bello, ma a nessuno a parte loro importa.
- Sono fratelli, dovrebbero volersi bene.
Chanyeol sorrise triste: - Tu hai fratelli, Baek?
Il più basso scosse la testa, così Chanyeol continuò: - Non sempre l’amore fraterno è come lo si vede in quelle scatole nere che vi piacciono tanto.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia: - Le cosa?
- Sì, quelle scatole strane che cambiano immagini se premi un pulsante.
- La tv?
- Si chiama così? Dovrò dirlo a Yeri, era curiosa di sapere come si chiamava.
Baekhyun aprì la bocca per ribattere, ma non gli venne niente da dire tranne: - Non capisco.
- Yeri è la gemella di Sehun.
- Non è questo che non capisco. Ma il fatto che non sapete cos’è la tv.
Chanyeol si irrigidì. - Perché, è un oggetto importante?
Baekhyun si fermò in mezzo al marciapiede: non capiva se il ragazzo accanto a lui stesse scherzando o no.
Eppure sembrava così serio…
- Non mi hai mai detto dove vivevate prima.
- Non ha importanza. - disse Chanyeol, ma per Baekhyun il discorso non era chiuso.
- Sì, invece, perché non sai cos’è la tv!
- E allora?
- È strano!
Chanyeol ridacchiò debolmente: - Dai, Baek, ti stavo prendendo in giro. Ancora.
Baekhyun lo fissò, certo che gli avesse appena detto una bugia, poi però non potè fare altro che seguirlo fino a casa sua.
Quando furono davanti alla porta, la mente di Baekhyun iniziò a riempirsi di mille domande.
Doveva invitarlo ad entrare? Non doveva? Doveva sicuramente ringraziarlo per averlo accompagnato a casa? O forse no?
- Ci vediamo domani. - disse Chanyeol, interrompendo così i suoi pensieri.
Baekhyun aprì la porta e poi si voltò verso di lui.
- Tu hai solo Kyungsoo come fratello, vero?
Il ragazzo alto scosse la testa: - No.
- Spero che tu voglia bene ai tuoi fratelli, perché sei fortunato ad averli. Parlo per esperienza personale da figlio unico.
Detto ciò, sorrise e rientrò in casa, lasciando Chanyeol solo con la sua espressione sorpresa e, allo stesso tempo, triste.
Lo spiò dalla finestra e lo vide restare fermo lì per qualche minuto ancora, prima di voltarsi ed avviarsi verso la scogliera e, quindi, casa sua.
Quel discorso sui fratelli lo aveva turbato, era evidente. Baekhyun si ripromise di costringerlo a parlarne e sfogarsi.
L’amore tra fratelli era fondamentale.
 
 


Ares e Apollo sono soliti litigare spesso su chi dei due sia il più bello ed affascinante tra gli dei.
L’arma di battaglia di Ares, dio della guerra e della violenza, è una lancia.
Ares e Apollo sono entrambi figli di Zeus. Il primo nato da Era, la moglie del Padre degli dei; invece Apollo è frutto di una relazione di Zeus con Leto. Insieme al dio del sole nasce anche Artemide, sua gemella e dea della caccia, degli animali e della luna.

 

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Capitolo 6
*** 5. Cinque (πέντε) ***


Chen

 
5. Cinque
(πέντε)
 

I genitori di Baekhyun avevano rilevato il piccolo supermercato dell’isola quando il precedente proprietario aveva deciso di andare in pensione. Era un lavoro duro ed occupava la maggior parte della loro giornata, ma allo stesso tempo lo adoravano. Più che un semplice supermercato, era un luogo di ritrovo per tutte le anziane signore che, tra lo scaffale dei detersivi e quello dei prodotti da bagno, si raccontavano gli ultimi pettegolezzi di quel piccolo pezzo di terra. Già, troppo piccolo perché potesse succedere chissà cosa, ma a loro bastava un “quella coppia divorzia”, “la figlia del meccanico si sposa”, “è arrivata una nuova famiglia sull’isola, ed è pure numerosa”.
I nuovi arrivati erano lì da qualche settimana ormai ed erano ancora l’argomento principale. Nessuno aveva ancora capito quanti erano in tutto; parevano avere almeno sette cognomi diversi, se non di più; alcuni erano alti e altri bassi; alcuni andavano a scuola, altri lavoravano ed altri ancora non si erano mai visti sull’isola, perché se ne stavano rinchiusi in quella grande e isolata casa.
Le donne di Muui non potevano essere più fortunate però, perché proprio due dei nuovi arrivati erano stati assunti dai Byun.
L’unica nota negativa era che, se i due ragazzi giravano per gli scaffali, dovevano fare molta attenzione a non far sentire che, l’argomento della conversazione, era la loro famiglia.
Naturalmente, i due ragazzi avevano ben intuito il tutto e, più di qualche volta, avevano proprio ascoltato interi spezzoni di conversazione, ma avevano sempre fatto finta di nulla.
Baekhyun dovette spostarsi perché la donna che stava uscendo in quel momento dal supermercato non lo colpisse con una borsa piena di verdure. Era intenta a parlare fitto fitto con la sua amica e il ragazzo sentì solo “molto belli”.
Chissà di cosa stavano parlando.
Entrò urlando un saluto, che venne ricambiato dal padre nel magazzino e dalla madre che si trovava nel reparto surgelati.
Baekhyun fece per andare dietro la cassa, dove di solito si sistemava per fare un po’ compagnia ai genitori, ma vide che il suo posto era già occupato da un ragazzo. A prima vista gli sembrò che avesse più o meno la sua età e, quando quest’ultimo alzò lo sguardo, sul viso gli spuntò un sorriso enorme.
- Tu devi essere Baekhyun.
Lui annuì, avvicinandosi.
- So che non ti ho mai visto, ma i tuoi genitori hanno fatto di te una descrizione molto precisa. - continuò il ragazzo, ridendo - Io mi chiamo Chen.
Baekhyun lasciò cadere a terra lo zaino e si appoggiò al rullo trasporta merce, che in quel momento era fermo.
- Quando iniziano a parlare di me, i miei genitori diventano noiosi.
Chen rise e Baekhyun approfittò di quel momento di distrazione per guardarlo meglio.
Avevano più o meno la stessa altezza e lo stesso fisico non troppo muscoloso. I suoi capelli erano leggermente mossi e scompigliati, con qualche sfumatura rossiccia, che si notava di più quando cambiava la luce intorno a lui. I suoi occhi scuri erano quasi completamente scomparsi in quel momento, mentre il ragazzo rideva. Aveva un sorriso davvero contagioso ed una voce squillante.
Baekhyun si ritrovò a sorridere quasi senza rendersene conto: quel ragazzo gli era stato simpatico immediatamente.
- Non sono noiosi, ma molto fieri di te. Dovresti esserne felice.
Baekhyun alzò teatralmente gli occhi al cielo, ma poi ridacchiò. In quel momento, il signor Byun arrivò, trascinando un carrello montacarichi pieno zeppo di casse di acqua.
- Ragazzi, per favore aiutatemi a sistemare queste.
I due si affrettarono a raggiungerlo e, sia Baekhyun che suo padre, presero la prima cassa e la sistemarono al suo posto. Erano abbastanza pesanti e Baekhyun sbuffò già dopo la prima ma, appena si voltò, vide Chen sollevarne quattro contemporaneamente.
Il ragazzo spalancò la bocca, incredulo, tanto che suo padre scoppiò a ridere.
- Sì, credo di aver avuto la stessa espressione anch’io quando Chen mi ha aiutato la prima volta. - disse l’uomo, dando una pacca sulla spalla al figlio.
Il diretto interessato fece spallucce: - Ho portato pesi ben peggiori.
Baekhyun cercò di darsi un contegno e riprese il suo lavoro, ma gli era impossibile non osservare Chen. Il suo fisico, abbastanza simile a quello di Baekhyun, era una delle prime cose che aveva notato in lui. Perciò com’era possibile che Chen sollevasse quattro casse e lui una, e anche a fatica?
Per lavorare meglio, il ragazzo nuovo si arrotolò le maniche della divisa da lavoro fino ai gomiti e Baekhyun poté notarlo proprio in quel momento: anche Chen aveva un tatuaggio. Era una fiamma grande qualche centimetro, disegnata sull’interno del suo polso.
Il suo stile era simile a quello degli altri tatuaggi che aveva visto nei ragazzi nuovi e prese mentalmente nota di chiedere a Chanyeol, una volta per tutte, perché li avessero tutti loro.
Quando il lavoro fu concluso, Baekhyun si ritrovò senza fiato, mentre Chen era ancora pimpante ed arzillo.
Il ragazzo lo guardò con una punta di invidia: - Fai palestra? Sollevamento pesi? Insomma, come fai?!
Chen scoppiò a ridere ed offrì a Baekhyun la sedia che era dietro la cassa, visto che sembrava averne davvero bisogno.
- Non sono sicuro di ciò che hai detto, ma credo di non fare nessuna di quelle cose. Sono abituato al lavoro pesante, quando stavo nella fucina…
Il ragazzo nuovo si interruppe e sorrise: - Tu invece studi, vero?
Baekhyun aggrottò le sopracciglia, frastornato da quell’improvviso cambio di argomento.
- Stavi dove? Lavoravi in una fucina?
- Lascia stare, a volte straparlo. - Chen sembrava avere una gran voglia di cambiare argomento, ma Baekhyun non era affatto d’accordo.
Per sua fortuna, il signor Byun si era volatilizzato di nuovo e i due erano rimasti soli.
- Ma perché dite sempre frasi a metà! - esclamò, spazientito. - Iniziate un discorso e poi vi interrompete improvvisamente. E io non ci capisco nulla!
Chen ridacchiò e gli batté dei colpetti sulla spalla: - So che tu e Chanyeol siete diventati amici.
Baekhyun, suo malgrado, arrossì: - E questo che c’entra adesso? Non stavamo parlando di Chanyeol.
- Beh, ti riferivi ad un ipotetico noi, quindi ho immaginato che l’altro che lasciava le frasi a metà fosse Chanyeol.
- Lui, Jongin, Xiumin…  e adesso tu.
Il ragazzo nuovo sorrise sornione: - Hai ragione, è molto maleducato. E mi sorprende tu abbia conosciuto così tanti di noi.
Baekhyun si mosse sulla sedia, facendola girare leggermente a destra e poi a sinistra.
- Tu sei l’altro fratello di Chanyeol?
Chen scosse la testa: - No, i suoi fratelli sono Suho e Kyungsoo. Ma non nominare quest’ultimo davanti a Wendy, perché potrebbe far andare a male tutto il reparto verdura.
Il ragazzo scoppiò ancora a ridere, mentre Baekhyun se ne stava lì, sempre più confuso.
- Wendy è…
In quel momento, la signora Byun apparve da dietro uno scaffale, seguita da una ragazza.
- Wendy è lei - Chen gliela indicò - Dolce, gentile, ma se la fai arrabbiare…
La ragazza, avvicinandosi, aveva sentito tutto e lanciò un’occhiataccia a Chen. Poi si rivolse a Baekhyun, con tutt’altra espressione.
- Ciao, come va? - gli chiese sorridendo.
- Bene, io… stavo chiacchierando con Chen.
Wendy aveva davvero un viso dolce ed un sorriso che trasmetteva fiducia. I capelli, di un castano ramato, erano raccolti un una coda disordinata ma, una volta lasciati sciolti, sicuramente le arrivavano a metà busto. La frangetta a volte le copriva gli occhi e la ragazza era costretta a spostarla con un gesto della mano, ma la tregua durava pochi secondi.
- Spero che Chen non abbia detto delle cattiverie su di me. - commentò, piegandosi ad allacciare una scarpa.
Baekhyun seguì con lo sguardo le sue mani e vide l’ennesimo tatuaggio: un spiga di grano sulla caviglia.
La sua curiosità aumentava ad ogni nuovo tatuaggio che scorgeva in quegli strani ragazzi.
Rimase ad aiutare, o meglio a fare sostegno morale e a chiacchierare con i clienti, per tutto il pomeriggio. Quando arrivò il momento di tornare a casa, salutò i due ragazzi, mentre altre domande si erano aggiunte alle precedenti, nella sua testa.

 
***
 
Il gran giorno era arrivato: la prima partita del campionato di pallanuoto.
Muui era contro Taegu, squadra che non aveva mai particolarmente spaventato i ragazzi dell’isola. Nonostante ciò, non osavano sottovalutare gli avversari perché i nuovi componenti della squadra erano al loro debutto e non era possibile prevedere come sarebbero andate le cose, visto e considerato che Muui aveva anche un nuovo capitano.
Baekhyun accompagnò Luhan allo spogliatoio e si salutarono davanti alla porta.
- Buona fortuna, so che sarai bravissimo come sempre. - disse Baekhyun, dando una pacca sulla spalla al suo amico.
- Taegu è una delle squadre più deboli del campionato. Insomma, dei ragazzi cresciuti in una valle circondata da montagne come possono pensare di battere noi?!
Baekhyun rise e spinse il suo amico dentro lo spogliatoio. Si era appena voltato per andarsene, quando sentì una voce chiamarlo. Una voce bassa, roca, molto molto conosciuta.
- Sei venuto ad augurarmi buona fortuna? - chiese Chanyeol, appoggiato a braccia incrociate allo stipite della porta dello spogliatoio. Indossava già la tuta blu e gialla della squadra e nella tasca dei pantaloni si poteva scorgere la cuffia.
- Veramente sono venuto ad accompagnare Luhan, ma visto che sono qui… - Baekhyun posò un pugno sul braccio di Chanyeol e parlò con finto entusiasmo  - Vai e sconfiggili.
Il ragazzo alto scoppiò a ridere: - Tu sì che sai incitare le truppe.
- Ho fatto tanto allenamento con Luhan.
Chanyeol scosse la testa, ridacchiando: - A parte il tuo evidente e contagioso entusiasmo, sono felice che tu sia qui. La tua presenza mi aiuterà a fare meglio.
Baekhyun quasi si strozzò con la sua stessa aria ed iniziò a tossire, mentre il suo viso diventava rosso fuoco.
- È davvero incredibile.
Entrambi i ragazzi si voltarono verso il corridoio che portava all’entrata della piscina e, fermo ad osservarli, c’era Kyungsoo.
Baekhyun riacquistò un minimo di controllo: - Ehi, ciao! Come…
- Sapevo che eri idiota, ma non fino a questo punto. - il ragazzo dai capelli neri l’aveva interrotto per rivolgersi a Chanyeol - Devi smetterla.
Il suo tono era calmo, quasi disinteressato, ma non per quello era meno severo. Infatti, Chanyeol si mise sull’attenti e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.
- Non sono affari tuoi.
- Davvero, ora non sono affari miei? Mi avete tormentato perché venissi ad aiutarvi, mi avete costretto a trasferirmi qui, e ora non sono affari miei?
- Questo non c’entra con Lui.
- Sì, c’entra se tu ti distrai con certe… - l’occhio di Kyungsoo scivolò verso Baekhyun che, compresa l’importanza di quella conversazione, se ne stava zitto nel suo angolino. - Certe questioni. Chanyeol, odio ammetterlo, ma se tu sei il primo a non dare importanza alla missione, mi dici come Suho può pretendere che lo facciano, che so, Jongin o Sehun, o magari Chen? Tu, io e Suho dobbiamo dare il buon esempio.
La mandibola di Chanyeol si irrigidì visibilmente e sibilò un - Va bene. - che aveva un’intonazione così minacciosa, che Baekhyun si ritrovò a rabbrividire.
Kyungsoo fissò ancora per qualche attimo il fratello, poi si voltò verso il loro spettatore.
- Andiamo, Baekhyun, altrimenti non troveremo posti liberi sugli spalti.
Il ragazzo annuì come un automa e lasciò che Kyungsoo lo precedesse lungo il corridoio.
Aveva tenuto la testa bassa per evitare lo sguardo di Chanyeol perché non l’aveva mai visto così arrabbiato. Ma, poco prima di entrare nella piscina, arrischiò un’occhiata alle sue spalle, trovando però il corridoio vuoto: Chanyeol era rientrato nello spogliatoio.
Non volendo far arrabbiare ancora di più Kyungsoo, si affrettò a seguirlo ed insieme cercarono dei posti vuoti.
In perfetta sincronia, due mani si alzarono per sovrastare la folla e, casualmente erano vicine: Xiumin e Doyeon.
I due ragazzi raggiunsero i loro amici e Kyungsoo si sedette accanto a Xiumin, mentre Baekhyun tra lui e Doyeon.
- Ehi, Baek, come va? - gli chiese il ragazzo nuovo, allegramente - Hai visto quanto entusiasmo? La pallanuoto qui è molto sentita.
- Sono solo dei fanatici. - commentò Kyungsoo, in tono lugubre.
Baekhyun sorrise debolmente e si sporse verso Doyeon: - Come stai? In questi giorni non ci siamo visti molto.
La ragazza alzò un sopracciglio: - Chissà perché, eh?! Mi hai deluso, Baek. Credevo avresti capito che certi ragazzi sono solo interessati a un po’ di divertimento.
Baekhyun aprì la bocca per ribattere, ma rimase impalato come un’idiota: - I-io…
- Quel Chanyeol - continuò la sua amica - Lo vedo che ti piace, ma puoi avere molto di meglio.
Il ragazzo spostò lo sguardo verso l’acqua, come a rallentatore. Non si aspettava quella sgridata dalla sua migliore amica, come sicuramente Chanyeol non si aspettava quella dal fratello.  Loro due si stavano solo conoscendo. Chanyeol gli era simpatico e… va bene, magari gli piaceva un po’ più di quanto osasse ammettere, ma non andavano in giro dandosi baci o tenendosi per mano. Stavano solo… stavano diventando amici.
Non capiva davvero tutto quell’astio, ma non era il momento di parlarne con Doyeon: avrebbe avuto altre occasioni.
Inoltre, nella sua mente cominciò a formarsi il ricordo di ciò che Chanyeol aveva detto in biblioteca: che Doyeon aveva una cotta per lui.
Baekhyun scosse la testa: non era assolutamente possibile.
Anche se avesse voluto parlarne in quel momento, l’ingresso dei giocatori glielo avrebbe impedito. Le due squadre si disposero di fronte alla piscina e poi iniziarono a togliere le tute, restando in costume. Baekhyun non poté trattenere un sorriso, quando dagli spalti si levarono commenti ed esclamazioni di ammirazione per il tatuaggio di Chanyeol. Non era certo l’unico ragazzo ad averne uno, ma quell’enorme tridente, che si contraeva ogni volta che Chanyeol muoveva le spalle per fare un po’ di riscaldamento, attirava l’attenzione.
Sentiva Kyungsoo esprimere commenti acidi e perfidi contro il fratello, ma decise di non dargli retta, perciò si rivolse a Xiumin.
Il ragazzo dai capelli e dagli occhi grigi sembrava l’unico ad essere ancora amichevole con lui.
- Anche nella vostra precedente scuola Chanyeol e Jongin facevano parte della squadra di pallanuoto? - gli chiese e Xiumin scosse la testa.
- No, ma Chanyeol vive in acqua.
Baekhyun trovò tenero quel modo di dire e sorrise. Intanto, le squadre erano entrate in acqua.
Chanyeol, oltre ad essere il nuovo capitano della squadra, era anche il centroboa, cioè il giocatore più vicino alla porta e colui su cui tutti maggiormente contavano per fare goal. Luhan era alle sue spalle, nel ruolo di centrovasca ed era il regista della squadra: era il migliore nel fare i passaggi ai compagni che poi avevano la possibilità di andare a rete. Jongin era uno dei due attaccanti, alla destra di Chanyeol, mentre Johnny era il secondo, alla sua sinistra. Dietro tutti si trovavano i due difensori e il portiere.
Con il fischio dell’arbitro, iniziò la partita.
Non giocavano nemmeno da venti secondi, che l’allenatore di Muui si stava già sgolando, gridando incitamenti ed insulti ai suoi giocatori.
Baekhyun aveva sempre temuto l’allenatore Lee: sembrava essere in grado di cogliere con un solo sguardo chi non aveva mai fatto sport in vita sua, ad esempio proprio Baekhyun. Si diceva fosse stato un campione olimpionico di pallanuoto, ma bastava una ricerca in rete per capire che era solo una leggenda metropolitana. L’allenatore Lee era severo, scurrile, tirannico, ma nessuno poteva negare che era la guida giusta per una squadra con tutto quel potenziale.
L’allenatore Lee adorava Johnny. Era il suo pupillo, il suo giocatore migliore, la sua stella… perciò, il fatto che gli avesse tolto il ruolo da capitano per darlo ad un ragazzo che aveva visto in acqua una volta sola, aveva dell’incredibile.
Il tutto era reso ancora più assurdo dal fatto che Johnny e l’allenatore Lee Hyukjae  erano fratelli.
- Vai Luhan, passa quella palla! Ti si è per caso incollata alla mano?!
- Ti sembra il modo di difendere la porta? Se do il ruolo di portiere a mia nonna sa fare meglio!
- Preferisci andare nella vasca per i bambini, Doyoung? Lì ti sapresti muovere meglio?!
Ad ogni critica, i giocatori di Muui si impegnavano di più, volendo smentire il loro allenatore. Baekhyun sapeva che, se quelle urla fossero state rivolte a lui, si sarebbe messo in un angolino a piagnucolare.
Chanyeol, Johnny e Jongin stavano facendo la loro personale gara a chi dei tre fosse il più forte, ma per il momento i tiri in porta che avevano fatto rispettivamente erano gli stessi. 
- La vostra squadra è davvero forte - commentò improvvisamente Xiumin - Chanyeol si starà divertendo un mondo.
Baekhyun ridacchiò e guardò il ragazzo alto: era concentrato e attento ad ogni mossa dei compagni e degli avversari e, raramente, le palle che Luhan gli passava non finivano in un tentativo di tiro in rete.
- Tu non hai provato ad entrare nella squadra? - chiese al ragazzo dai capelli grigi.
- No, il nuoto non fa per me. Avrei provato con la corsa, ma non avete una squadra di atletica.
Grazie a quell’ultimo commento, a Baekhyun tornò in mente ciò che era successo qualche giorno prima e colse l’occasione per avere dei chiarimenti.
- Xiumin, posso farti una domanda?
L’altro annuì, così Baekhyun prese coraggio: - L’altro giorno, quando ci siamo visti nel cortile della scuola e io ero in ritardo…
- Oh sì, me lo ricordo!
- Ecco, io… volevo sapere come hai fatto ad arrivare in aula prima di me.
Il sorriso di Xiumin tremò leggermente: - Come?
- Sì, insomma… io sono corso dentro e tu eri ancora fuori. Certo, mi sono fermato a parlare qualche secondo con il rettore Choi, ma tu non mi sei comunque passato accanto. Poi entro in classe ed eccoti lì, seduto tranquillo al tuo posto e con il quaderno pieno di appunti. È una cosa impossibile, no?
Il ragazzo dai capelli grigi non smise di sorridere: - Sono sicuro che ti sei sbagliato. Queste due cose devono essere successe in due giorni diversi.
- No! - esclamò Baekhyun, convinto - Sono successe lo stesso giorno. Non sono pazzo, io…
- Certo che non sei pazzo - disse Xiumin - Ma probabilmente ti sei sbagliato. Avrei dovuto usare il teletrasporto o essere così veloce da correre nella classe in pochi millesimi di secondo. Impossibile!
Baekhyun era assolutamente sicuro di ciò che aveva visto ed era certo di non essere pazzo, ma non voleva insistere. Annuì lentamente e le spalle di Xiumin si abbassarono, rivelando quanto era stato in tensione in quei momenti.
- Godiamoci la partita adesso.
- Posso farti un’altra domanda?
Xiumin sorrise, ma era evidente che ne fosse spaventato.
- Ma certo.
- Tu dove hai il tatuaggio?
Il ragazzo dai capelli grigi sospirò di sollievo e si indicò il piede: - Qui.
Tolse la scarpa e Baekhyun poté vedere due piccole ali tatuate. Erano davvero carine.
- So che in famiglia molti di voi hanno un tatuaggio.
- È vero - confermò il ragazzo nuovo - Lo usiamo per riconoscerci gli uni con gli altri.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia: non aveva capito il significato di quelle parole.
La sua attenzione però fu presto attratta dalla partita. Stavano ormai giocando il quarto dei cinque tempi e Muui si trovava in vantaggio ma, diversamente dalle previsioni, i punti di differenza erano solo due.
Sugli spalti, il pubblico era in tensione e nessuno riusciva a prevedere l’esito dell’incontro.
Con un movimento fulmineo, un giocatore di Taegu dribblò uno dei loro difensori ed andò a rete. L’allenatore Lee si colpì in testa con la cartellina dove segnava i suoi appunti.
Baekhyun ignorò tutte le sue domande e perplessità per concentrarsi solo sulla partita. Non passò molto tempo e si accorse che qualcosa non andava: Chanyeol sembrava… diverso.
Ogni tanto la palla gli sfuggiva, perdeva un avversario, falliva una rete. Era sempre un palmo sopra i suoi avversari e quasi tutta la sua stessa squadra, ma non era il ragazzo delle selezioni. Stava forse male? Ciò che aveva detto Kyungsoo l’aveva turbato così tanto da fargli perdere tutta la concentrazione?
Quando, davanti alla porta, lanciò la palla sopra la rete, a Baekhyun passò per la mente un pensiero: stava forse sbagliando apposta?
Si voltò per chiedere a Xiumin, ma lo trovò che parlottava con Kyungsoo, quindi doveva cambiare destinatario per i suoi dubbi, ma non se la sentiva di nominare Chanyeol con Doyeon.
Sbuffò e posò il mento su una mano, desiderando che la partita finisse presto.
Taegu pareggiò quando mancavano pochi secondi alla fine del quarto tempo e, nella brevissima pausa tra i due tempi, tutti gli spettatori assistettero alla lavata di capo che si presero i ragazzi di Muui dal loro allenatore.
Urlava così furioso, che nella piscina non volava una mosca, un po’ per la curiosità di ascoltare e un po’ per il terrore di essere ripresi.
Baekhyun tenne lo sguardo fisso su Chanyeol che, stranamente, per tutto quel tempo non gli aveva rivolto nemmeno un’occhiata.
Temeva forse che Kyungsoo se ne accorgesse? Non poteva dargli torto, ma nonostante ciò, provò ad infondergli energia positiva tramite lo sguardo.
Come se avesse sentito ciò che Baekhyun stava tentando di fare, Chanyeol alzò lentamente gli occhi su di lui e, ignorando la precedente sgridata del fratello, gli sorrise e gli fece l’occhiolino.
Baekhyun sorrise a sua volta: ora andava meglio.
Dalle labbra gli sfuggì una risatina e, voltandosi prima a destra e poi a sinistra, sorprese tutti i suoi amici a guardarlo.
Arrossì e provò ad ignorare quegli sguardi giudicanti, anche se la cosa non era affatto facile.
Il quinto ed ultimo tempo era iniziato e quelli sarebbero stati gli ultimi 8 minuti di gioco. Muui partì subito all’attacco e Luhan passò ai tre ragazzi davanti alla porta un numero indefinito di palle, ma nessuna andava a rete.
- Dai, dai. - bisbigliò Baekhyun, come se il suo tifo sussurrato potesse raggiungere i ragazzi nella vasca.
Il tempo scorreva e il risultato non cambiava. Mancavano tre minuti, poi due.
Quando l’ultimo minuto cominciò a scorrere, Chanyeol afferrò una palla destinata a Johnny e la lanciò verso la porta, con una forza e ad una velocità fuori dal comune.
Aveva lanciato da un’angolazione impossibile e senza nemmeno cercare di centrare lo specchio della porta. L’allenatore Lee si stava già preparando ad insultarlo, quando la palla andò in rete.
Sugli spalti calò il silenzio e, solo il fischio del goal unito al suono dello scadere del tempo, fecero esplodere le urla di gioia.
Xiumin e Doyeon saltarono in piedi applaudendo, come molti altri ragazzi della scuola, mentre Kyungsoo si limitava a sospirare, irritato da tutta quella felicità.
I ragazzi in vasca si strinsero intorno a Chanyeol e lo imprigionarono in abbraccio di gruppo, mentre dagli spalti tutta la scuola ripeteva il nome del loro nuovo capitano. Quando uscirono dall’acqua, i giocatori dovettero ritirarsi negli spogliatoio, ma ben presto tornarono per festeggiare insieme ai loro amici.
Luhan corse subito ad abbracciare Baekhyun e Doyeon.
- Giuro che non credevo avremmo vinto! La situazione era davvero tragica. Ma insomma, da quando Taegu è forte?!
Baekhyun rise e diede uno scappellotto sulla testa al suo amico: - Te l’ho sempre detto di non sottovalutare l’avversario.
Luhan alzò gli occhi al cielo e, in quel momento, si accorse della presenza di Xiumin e Kyungsoo. In un attimo i suoi occhi presero a vagare velocemente per la piscina, alla ricerca di un’apatica figura bionda.
- Non c’è Sehun?
Baekhyun e Doyeon scossero la testa, deludendo Luhan.
- Uffa, quel ragazzo è inarrivabile.
I tre amici ridacchiarono e, improvvisamente, una voce superò il mormorio eccitato che avevano intorno.
- Eccolo, il piccolo sonnambulo porta fortuna!
Chanyeol li raggiunse e, ignorando lo sguardo glaciale che gli stava rivolgendo Kyungsoo, si mise accanto a Baekhyun e gli scompigliò i capelli.
- È stata la tua presenza a farmi segnare, piccolo sonnambulo. Volevo dedicarti il goal, ma non volevo metterti in imbarazzo.
Baekhyun arrossì fino alla punta delle orecchie e cercò un po’ di sostegno dai suoi amici, ma Luhan li fissava a bocca aperta e Doyeon si mordicchiava nervosamente il labbro.
- Io, ehm… non credo sia necessario.
- Lo è, invece! - esclamò Chanyeol, poi lo afferrò per un polso - Scambiamo due parole?
Baekhyun non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che l’altro l’aveva già trascinato in un angolo più lontano dai loro amici. Certo, non avevano la minima privacy, ma almeno non potevano essere sentiti.
- Ascolta - iniziò Chanyeol, piegandosi leggermente verso di lui, per evitare di alzare la voce - Mi dispiace tanto per ciò che ha detto Kyungsoo prima. Tu gli sei simpatico, davvero. Era con me che era arrabbiato.
- Questo l’ho notato - disse Baekhyun - Ma perché? Noi… siamo solo amici, no?
- Vedi, Baek, io e la mia famiglia siamo venuti qui a Muui per una ragione e io al momento sto un po’ evitando di pensarci.
- Quale ragione? - Baekhyun era sempre più confuso da tutta quella storia.
- Non ha importanza - concluse velocemente Chanyeol - Volevo solo che tu non ti sentissi a disagio nel parlare con me per colpa di Kyungsoo. Lui è sempre arrabbiato con qualcuno, soprattutto con me o nostro fratello maggiore. Non è colpa tua.
Il ragazzo annuì: - Va bene, capisco. 
- Anche perché non potrei sopportare di non parlare più con te. - aggiunse Chanyeol e il più basso gli diede un pugno sulla spalla, che voleva essere forte e punitivo, ma era meno di un buffetto per lui.
Chanyeol scoppiò a ridere: - Ora è meglio se torno a casa. Stasera mi aspetta un discorsetto con Kyungsoo.
- Sei sicuro di voler litigare con tuo fratello per la nostra amicizia?
Chanyeol lo guardò negli occhi ed annuì: - Sono sicuro. E poi devo vegliare su di te ed evitare che provi ancora a suicidarti buttandoti dalle scogliere. Il mondo non può perderti, Byun Baekhyun, sei un ragazzo troppo speciale. 
Detto ciò, Chanyeol superò un inebetito Baekhyun e raggiunse i suoi parenti... o quello che erano. 
Baekhyun si voltò a guardarlo mentre usciva e, successivamente, il suo sguardo si posò su Luhan, poi su Johnny e sul portiere della squadra, infine su uno dei due difensori, Doyoung. 
Tutti loro avevano delle piccole goccioline d'acqua che scendevano sul viso, a causa dei capelli ancora bagnati. 
Chanyeol invece no. Era completamente asciutto. Di nuovo.
 

 

 
Efesto, il dio del fuoco e dell’artigianato, è brutto, ma molto muscoloso e forte. È il fabbro degli dei e lavora nella sua fucina, aiutato dai Ciclopi.
 
Demetra, dea del grano, del raccolto e dell’agricoltura, è in grado di provocare carestie.
 
Ermes è, tra le altre cose, il dio dell’atletica. 

 

Le cose si fanno sempre più strane per il povero Baekhyun. Riuscirà a capirci qualcosa, prima o poi?
Siamo già al capitolo 5 e non posso fare altro che ringraziarvi per le letture e le recensioni. Sono felicissima che la storia vi stia piacendo e appassionando e spero di non deludervi. 
Ora però, devo anche fare un ringraziamento speciale a mia sorella (qui su efp è Ilee404 e su instagram il2daaria) per i bellissimi disegni dei tatuaggi degli dei. La mia mente ha creato questa pazzia sui tatuaggi e lei è stata così gentile da accettare (senza alzare gli occhi al cielo lol) di disegnarli per me, che sono totalmente negata nel disegno.
Grazie mille Ily, sappi che ti sfrutterò ancora lol

Bene, detto ciò, buona lettura! Fatemi sapere se il capitolo vi piace! 

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Capitolo 7
*** 6. Sei (έξι) ***


Irene

 


6. Sei
(έξι)
 
 
 
Spalancò gli occhi e un gemito lasciò le sue labbra. Che strano sogno aveva fatto: era su uno scoglio sperduto in mezzo al mare e nessuno riusciva a sentire le sue urla.
Si stropicciò gli occhi e spostò una gamba per scendere dal letto, ma non trovò altro che roccia.
D'istinto si aggrappò a tutto ciò che trovava accanto a lui, ed erano rocce e rocce. 
Quello scoglio era fin troppo reale!
Iniziò a tremare in modo incontrollato ed aprì la bocca per urlare, ma nessun suono uscì.
No, doveva gridare. Doveva chiedere aiuto!
Si mise lentamente in piedi, ma improvvisamente tutto intorno a lui impazzì.
Il vento fischiò e diventò così forte e violento da rischiare più di una volta di sbalzarlo in acqua. Il mare diventò mosso e ora grandi onde si infrangevano sullo scoglio, bagnando lui dalla testa ai piedi. Il cielo si ricoprì di nuvoloni neri e dei fulmini lo illuminavano a tratti. 
Era terrorizzato da ciò che stava succedendo: sarebbe morto, ne era certo. 
"Baekhyun!"
Sentire il suo nome lo fece sussultare e si voltò freneticamente da tutte le parti, per capire da dove venisse la voce. 
"Baekhyun!"
Aprì la bocca: era lì, su quel maledetto scoglio! 
Ma perché non riusciva a parlare?! 
Ben presto si rese conto che, anche se ci fosse riuscito, la sua voce non avrebbe mai superato il frastuono delle onde e del vento, oppure i tuoni.
"Baekhyun!"
Lacrime di disperazione e frustrazione iniziarono a scorrere sulle sue guance senza che potesse fermarle. 
Ma non piangeva solo perché non riusciva a parlare o solo perché era certo di morire. 
Piangeva perché aveva riconosciuto quella voce.
"Baekhyun!"
"BAEKHYUN!"

 
 

- BAEKHYUN!
Baekhyun spalancò gli occhi pieni di lacrime e un gemito lasciò le sue labbra. Il vento gli colpiva la faccia e si sentiva intontito: quel sogno era davvero terrificante! 
- Baekhyun, maledizione, non ti muovere! 
Il tono allarmato della voce ora veniva dalle sue spalle e il ragazzo si voltò lentamente: dietro di lui c'era Chanyeol. 
Un'espressione spaventata gli sfigurava il viso e aveva le mani tese in avanti.
- Sta fermo!
Baekhyun non capiva cosa stava succedendo.
Si voltò nuovamente mettendosi dritto e scoprì che, davanti a lui, c'era il mare.
Non era in tempesta come all'inizio del suo sogno, ma era comunque mosso e le onde si andavano a scontrare contro lo scoglio su cui si trovava.
Il ragazzo si guardò: era in pigiama.
Quello non era un sogno, era la realtà.
La consapevolezza di aver camminato ancora da sonnambulo per l'isola lo fece tremare dalla testa ai piedi. 
Quella volta, però, si era avventurato tra gli scogli frastagliati ed era in equilibrio sopra uno di questi. Ad ogni movimento rischiava di scivolare, situazione peggiorata dal fatto che era a piedi nudi.
- C-Chanyeol? 
La sua voce era tornata, o meglio, nella realtà poteva usarla. Ma era così flebile e tremante da esprimere chiaramente tutta la paura e la confusione che provava in quel momento.
Fece un piccolo passo indietro, per allontanarsi dal baratro, ma i suoi piedi nudi scivolarono leggermente.
- Baek, sta fermo! - ordinò Chanyeol, facendo un passo verso di lui. 
Per raggiungerlo doveva superare alcuni scogli, resi bagnati dall'acqua.
- Non muoverti, okay? Sto arrivando!
- C-cos'è successo? - chiese Baekhyun, con la voce che tremava incontrollata.
- Stavi sognando - Chanyeol doveva urlare, per farsi sentire sopra il frastuono delle onde - Ti ho visto salire qui e sono corso, ma non ho fatto in tempo prima che ti avvicinassi così tanto al bordo.
Anche il ragazzo alto era in pigiama e, piano piano, lo stava raggiungendo. 
- Eccomi, allunga la mano. - disse quando gli arrivò più vicino, allungando la sua verso Baekhyun.
Non erano sulla stessa roccia, ma ancora un passo e Chanyeol sarebbe stato accanto a lui.
Baekhyun sollevò la mano, notando quanto stesse tremando. Doveva essersene accorto anche Chanyeol, perché fece un piccolo sorriso incoraggiante.
- Sono qui, adesso ti porto al sicuro.
Baekhyun annuì e allungò la mano verso quella di Chanyeol, spostando i piedi per voltarsi completamente verso di lui.
Ma lo scoglio era troppo bagnato: Baekhyun scivolò improvvisamente, cadendo in acqua.

 
***

La testa gli faceva così male: era pesante, dolorante... 
Non riusciva ad aprire gli occhi e si rendeva conto che stava passando dalla coscienza all'incoscienza. Sapeva di non essere più in acqua e una voce gli arrivava attutita, ma stava troppo male per badarci. 
Voleva solo che il mondo diventasse completamente nero, così avrebbe potuto riposare.
- Mettilo qui, svelto!
- Ma che gli è successo?! 
- È caduto in acqua. I-io... ero lì ma è scivolato e non sono riuscito a prenderlo. Ha battuto la testa. 
- Lo vedo. 
- Dobbiamo fare qualcosa! Perché non si sveglia? 
Questa la riconosceva: era la voce di Chanyeol, chiaramente agitato.
- Sta calmo, Chanyeol. È in buone mani.
Una voce di donna: calma, posata. Nel suo tono c’era un pizzico di irritazione, nascosta benissimo dalla sua pacatezza.
- Ci penso io. Tu stammi alla larga, sei troppo agitato.
Oh, possibile che quella fosse davvero la voce di Sehun? 
- Ma che diavolo hai fatto? Sei impazzito a portarlo qui?! 
Anche questa voce femminile gli era conosciuta, ma non ricordava dove l'aveva già sentita. Vaghi ricordi iniziarono a girovagare nella sua mente.
Lui e Chanyeol. Da soli. In biblioteca.
Seulgi!
- Cosa avrei dovuto fare? Lasciarlo annegare? 
Ora Chanyeol sembrava arrabbiato. Ma perché?
- Non era affare tuo!
- Chiudi la bocca, Seulgi!
Baekhyun odiava sentire le persone litigare, ma soprattutto odiava sentire Chanyeol così arrabbiato.
Con un enorme sforzo, aprì gli occhi, ma scoprì ben presto di avere la vista appannata. 
Nonostante ciò, capì subito dove si trovava: era steso su un divano, nel salotto della grande casa sulla scogliera.
- Bentornato tra noi.
Un sorridente Jongin fu la prima persona su cui i suoi occhi si posarono. Intorno a lui c'erano un numero indefinito di ragazzi e ragazze. 
Pochi istanti dopo, Baekhyun vide Chanyeol apparire accanto a lui.
- Ehi, mi hai fatto prendere un bello spavento.
La sua voce era tornata dolce, ma il suo tremito rivelava quanto fosse spaventato.
- C-cosa...
- Shhh non sforzarti - disse Chanyeol, spostandogli una ciocca di capelli che gli aveva momentaneamente coperto gli occhi.
Baekhyun provò ad alzarsi, ma i suoi tentativi furono resi vani dalla mano di Sehun che, appoggiata alla sua spalla, lo costrinse a tornare sdraiato. 
- Fermo. Hai battuto la testa e devo medicarti quella ferita sulla fronte. Torno subito. - disse poi, alzandosi e scomparendo dal campo visivo di Baekhyun.
Il suo posto venne subito occupato dalla donna più bella che Baekhyun avesse mai visto in vita sua: i lunghi capelli neri sembravano seta e la sua pelle era bianca e candida, come neve; il suo viso era di una bellezza eterea, caratterizzato da due dolci ma attenti occhi scuri e da una bocca carnosa, dipinta di rosa pallido; il suo esile collo era circondato da una striscia nera larga non più di tre centimetri, chiaramente un tatuaggio.
Se avessero chiesto a Baekhyun di descrivere quella donna, probabilmente non sarebbe riuscito a trovare le parole adatte.
Era davvero possibile che una creatura del genere esistesse? 
Doveva aver battuto la testa fortissimo.
- Dovresti andare ad aiutare Sehun. - le disse Chanyeol, ma la donna lo guardò come se dalle sue labbra fosse appena uscita un'incredibile assurdità.
- Può cavarsela benissimo da solo. 
- Irene, per favore. 
La donna, che a quanto pareva si chiamava Irene, assottigliò lo sguardo: - Potrei staccargli la testa se resto troppo tempo in una stanza da sola con lui. Ne sei consapevole? 
- Sì. Ora vai, grazie.
Irene raddrizzò le spalle con aria fiera e diede le spalle al divano su cui era steso Baekhyun, per poi andarsene. 
Le parole che la donna aveva pronunciato avevano in un attimo spazzato via tutta la calma e la dolcezza che il suo aspetto esprimeva. Ma stava scherzando, ovviamente.
Baekhyun spostò lo sguardo verso Chanyeol, che si stava passando una mano sul viso. 
- Mi dispiace tanto - gli disse, con voce flebile - Io... non so cosa mi sta succedendo. 
- Non preoccuparti - Chanyeol posò un braccio accanto alla testa di Baekhyun ed iniziò a giocare con le ciocche dei suoi capelli. - Scoprirò cosa ti succede e risolveremo questa cosa.
- Tu non risolverai proprio niente! Hai altro da fare.
La voce che era intervenuta apparteneva a Seulgi, non c'erano dubbi. 
Chanyeol non le prestò attenzione ed il suo sguardo non lasciò mai il viso di Baekhyun. Lui iniziava a sentirsi in soggezione per quegli occhi che lo scrutavano, ma non lo infastidivano, né gli creavano imbarazzo. Le carezze di Chanyeol lo stavano facendo rilassare e Baekhyun chiuse piano gli occhi...
- Eccomi, cosa sta succedendo? 
Il ragazzo venne riscosso dal suo sonno e riaprì gli occhi. Ora accanto a Chanyeol c'era un altro ragazzo e il ragazzo alto si scansò subito, per fargli spazio. Lo sguardo del nuovo arrivato era serio ma, appena si accorse che Baekhyun lo stava guardando, gli sorrise rassicurante. 
- Ciao, tu devi essere Baekhyun. Hai creato parecchio scompiglio in questa casa.
Baekhyun guardò Chanyeol alla ricerca di spiegazioni, ma lo sorprese arrossito fino alla punta delle orecchie. 
- Baekhyun, ti presento mio fratello maggiore: Suho.
Baekhyun spalancò la bocca sorpreso, ma si affrettò a richiuderla, per non fare la figura dell'idiota. 
Dunque quello era Suho, l'altro fratello. Se Chanyeol e Kyungsoo erano così diversi da non sembrare nemmeno parenti alla lontana, Suho lo era ancora di più. Mentre gli altri due avevano i capelli neri, quelli di Suho erano castano scuro. Kyungsoo era serio e sembrava sempre in collera con qualcuno, Chanyeol era sempre sorridente e allegro, invece quel Suho era posato e rigido, come se tutte le responsabilità del mondo gravassero sulle sue spalle. 
Ad un certo punto, comparve Kyungsoo accanto ai fratelli.
- Devo portarlo con me? 
Come se dentro di lui fosse scattata una molla, Chanyeol si alzò e diede al fratello uno spintone così forte da farlo finire a terra.
- Stai alla larga da lui! - gli intimò, furioso.
- Calma, calma - Jongin intervenne mettendosi in mezzo ai due, con una mano sul petto di Chanyeol e l'altra tesa per aiutare Kyungsoo a rialzarsi - Non dimenticate che abbiamo un ospite e che, da quello che ho saputo di lui, è parecchio curioso e sveglio. 
Kyungsoo accettò la mano di Jongin e si alzò. Dai suoi occhi non traspariva nessun sentimento, né emozione. Si avvicinò a Chanyeol, ma Jongin li stava ancora dividendo. 
- Ti avevo avvertito. Dovevi restare concentrato e ora guarda che è successo: l'hai portato qui! 
- Quindi qualcuno è d'accordo con me - disse Seulgi - Caspita, è una novità.
- State zitti! - esclamò Chanyeol - Non l'avrei mai lasciato annegare. 
- Non stiamo parlando solo di questo - disse Kyungsoo - Possibile che tu non riesca a controllarti? Persino Sehun riesce a tenersi a freno, nonostante quel ragazzino dai capelli rosa sia più che disponibile. 
- Io non sto...
- Tu stai facendo come tuo solito! - sbottò Seulgi - Vuoi qualcuno e lo fai tuo, senza pensare minimamente alle conseguenze! 
- Ora basta! - tuonò Suho e, come se la sua parola fosse legge, quella lite si concluse di colpo.
Nel salotto calò il silenzio e Baekhyun fissò i ragazzi nella stanza, ammutolito.
Aveva capito ogni parola, ne sapeva il significato, ma messe in quella successione non avevano senso. Non riusciva ad individuare il contesto della discussione e, per lo sforzo di provarci, la testa prese a fargli un male terribile.
Nessuno più parlava e quello era sicuramente un bene, in quel momento.
Baekhyun provò a guardarsi intorno, senza muoversi troppo. Era steso su uno dei due divani presenti nel salotto e sull'altro erano sedute due ragazze e un ragazzo. Una delle due la riconobbe subito: era Joy, la ragazza che alla festa ballava sul tavolo. Accanto a lei c'erano quelli che probabilmente erano gli ultimi due componenti della famiglia che Baekhyun non aveva ancora conosciuto. La ragazza aveva lunghi capelli biondi, quasi d'oro, come quelli di Sehun. Probabilmente era quella la gemella del ragazzo biondo e, se non ricordava male, si chiamava Yeri. 
Baekhyun la osservò attentamente: aveva un viso attento e sveglio, con due occhietti vispi e furbi. La cosa che confuse Baekhyun, fu che aveva l'aspetto di una ragazzina del liceo. 
Se era gemella di Sehun, avrebbe dovuto avere anche lei 22 anni, invece sembrava averne massimo 17. Baekhyun chiuse qualche secondo gli occhi: stava troppo male per riflettere, perciò si prese l'appunto mentale di chiedere spiegazioni a Chanyeol.
L'altro ragazzo era davvero carino ed il suo viso esprimeva fiducia e simpatia. Si muoveva continuamente sul divano e ogni tanto si spostava dagli occhi un ciuffo di capelli neri. Ogni volta che Baekhyun posava lo sguardo su di lui, il ragazzo gli sorrideva, rivelando una fossetta adorabile sulla guancia. 
In piedi dietro al divano dov'erano seduti i tre, c'erano Wendy e Xiumin e, nella poltrona, era seduto Chen. Tutti loro lo fissavano e Baekhyun poteva vedere nei loro occhi preoccupazione, ma anche una strana tensione e paura, come se Baekhyun, conciato com'era, potesse aggredirli. 
- Eccoci, questo dovrebbe andare bene. 
La voce di Sehun attirò la sua attenzione: il ragazzo biondo era entrato con una ciotola in mano, seguito da Irene, che portava una cassetta del pronto soccorso. 
- Riesci a sederti? - gli chiese Chanyeol, avvicinandosi per aiutarlo a sollevarsi.
Baekhyun accettò l'aiuto e, a fatica, si mise seduto. La testa gli girava, ma non osava lamentarsi per non disturbare ancora la famiglia.
Irene aprì la cassetta e prese del disinfettante: - Ora sistemiamo questa escoriazione. 
Appena posò il panno bagnato sulla ferita di Baekhyun, il ragazzo sussultò.
- Va tutto bene? - chiese Chanyeol, allarmato. 
Sehun alzò gli occhi al cielo ed avvicinò la ciotola alle labbra di Baekhyun.
- Bevi.
- Cos'è?
- Non posso dirtelo - decretò Sehun - Bevi. 
Baekhyun non osò non fidarsi e bevve tutto il contenuto della ciotola. Aveva un sapore strano, ma non cattivo. 
- Tra poco dovresti stare meglio - disse il ragazzo biondo e gli occhi di Baekhyun cercarono subito Chanyeol. 
- Grazie. Mi hai salvato, di nuovo. 
Sulle labbra di Chanyeol si formò un sorriso appena accennato.
- Yeol, parliamo. - l'ordine di Suho fece sparire anche quel piccolo accenno di sorriso, ma Chanyeol non lo ignorò. Sfiorò con un dito la guancia di Baekhyun e si affettò a seguire il fratello, preceduto da Seulgi. 
Irene gli mise infine un cerotto sulla fronte ed osservò il suo operato.
- Non male.
- Non era poi molto difficile. - commentò Sehun e la giovane donna lo fulminò con lo sguardo.
Baekhyun rabbrividì: non aveva mai percepito così tanto odio in un'occhiata.
Doveva essersene accorto anche Jongin, perché intervenne: - Stiamo calmi, d'accordo? A Baekhyun non interessano i nostri litigi di famiglia.
Il ragazzo dai capelli neri gli sorrise e Baekhyun ricambiò.
- Ragazzi - intervenne Irene, rivolta a coloro che stavano solo osservando la scena - Tornate nelle vostre camere. Lo spettacolo è finito. 
- Ma... - provò a protestare Joy, ma Irene le rivolse uno sguardo severo.
- Andate. Restiamo qui solo io e... Sehun. 
- E io - completò Jongin - Sia mai che gli stacchi davvero la testa.
Baekhyun ridacchiò, certo che stessero scherzando per farlo stare meglio. 
- Resto anch'io. - decise Kyungsoo, ma Irene scosse la testa. 
- Hai già fatto abbastanza guai con le tue parole. Se non vuoi che Chanyeol ti rispedisca da dove sei venuto, è meglio che non ti trovi qui quando torna. 
Kyungsoo ridacchiò malevolmente e fece spallucce: - Non vedo l'ora di tornare lì. Mi farebbe solo un favore. 
Detto ciò, se ne andò, senza salutare nessuno della sua famiglia, né Baekhyun. Ben presto, anche tutti gli altri se ne andarono ma, a differenza di Kyungsoo, salutarono il loro ospite.
Soprattutto il ragazzo con la fossetta fu gentile con lui. Si chiamava Lay e gli fece una riverenza, prima di dileguarsi. 
Rimasero in quattro e nessuno di loro parlava. Baekhyun si sorprese a pregare che Chanyeol tornasse presto.
Irene chiuse la cassetta del pronto soccorso e si alzò: - Vado a sistemare questa. Jongin vieni a darmi una mano, così prepariamo qualcosa per il nostro ospite.
- Sì, mamma. - rispose Jongin, con nella voce una punta di ironia. 
Baekhyun provò a protestare, ma i due se n'erano già andati. 
Rimasto solo con Sehun, arrischiò un'occhiata verso di lui: chissà cosa avrebbe detto Luhan se avesse saputo che in quel momento si trovava da solo con il suo sogno proibito. Probabilmente gli avrebbe dato la botta in testa definitiva per mandarlo all'altro mondo.
- Vado un momento in cucina - disse improvvisamente Sehun, alzandosi con la ciotola in mano - Resta seduto e non fare movimenti affrettati.
Baekhyun si limitò ad annuire e, come se non vedesse l’ora di andarsene, anche Sehun sparì. L’avevano lasciato solo senza tanti complimenti, ma al ragazzo non dispiaceva.
In poco meno di mezz’ora aveva visto e sentito troppe cose e più della metà non avevano senso. Tutta quella famiglia non lo aveva. Provò piano piano ad alzarsi, ignorando la testa che girava, per darsi un’occhiata intorno. Nonostante tutto, la sua curiosità andava soddisfatta.
Posò lo sguardo sull’orologio: erano le 2 di notte.
Aveva davvero svegliato tutti gli abitanti della casa e ciò lo fece sentire enormemente in colpa.
Tenendosi allo schienale del divano e poi ad un tavolino in legno, si avvicinò alla finestra e guardò fuori: il mare era una tavola piatta. Nessuna onda, nemmeno la più piccola. Eppure, fino a mezz’ora prima era agitato.
Baekhyun voleva andarsene da quella casa: non si sentiva molto a suo agio e non voleva disturbare ulteriormente. Inoltre, non vedeva l’ora di posare la testa sul suo cuscino e chiudere gli occhi, sperando che il martellare alla testa cessasse.
La porta d’uscita era lì, poco distante da lui, ma non poteva andarsene senza aver salutato e ringraziato gli abitanti di quella casa, soprattutto Chanyeol, che l’aveva salvato per la seconda volta.
Attraversò il salotto, dirigendosi verso un arco che divideva la stanza dal corridoio.
Fare quei pochi passi gli sembrò infinito e lo stancò enormemente ma, quando arrivò e si sporse per superare l’arco, fu costretto a fare un passo indietro e restare nascosto.
Nel corridoio c’erano Chanyeol, Suho e Seulgi.
La ragazza e Chanyeol erano chiaramente alterati e Baekhyun provò a concentrarsi, per capire cosa dicevano.
- Il tuo errore non è stato salvarlo - riconobbe la voce di Suho - Ma permettergli di lasciarlo entrare nella tua vita. Non siamo qui per divertirci.
- Perché pensate tutti che io voglia divertirmi con un mortale? Baekhyun è un ragazzo che ha bisogno di aiuto, io…
- Davvero ci chiedi perché pensiamo ti voglia divertire?- chiese Seulgi, ironica.
- Basta - intervenne Suho, severo - So che non andrete mai d’accordo, ma potreste almeno provarci, per il quieto vivere?
Chanyeol abbassò lo sguardo e sospirò: - Perché credete fossi in mare stanotte? Lo stavo cercando.
- In mare?
- Il mare mi guida, Seulgi. Come tu sei guidata dai tuoi stupidi libri! Pensi che Lui apparirà un giorno da uno di quei grossi e polverosi tomi?
Ora Chanyeol era chiaramente arrabbiato e si rivolse a Seulgi, puntandole un dito contro.
- Te la prendi con me, ma cosa stai facendo tu per trovarlo? Almeno io vado all’università, frequento quasi tutti i corsi per poter incontrare più ragazzi possibili, faccio parte della squadra di pallanuoto, cerco di farmi degli amici. Tu cosa fai? Te ne resti tutto il giorno in quella biblioteca.
- Quando lo troveremo, dovremo fargli ricordare chi è. Pensi che sarà così facile stavolta? Loro ce lo stanno nascondendo troppo bene, pensi che in un attimo Lui ricorderà chi è, come è successo ad Afrod…
- Joy. - la interruppe Suho - Come è successo a Joy.
Chanyeol assottigliò lo sguardo: - Baekhyun non ha colpe in tutto questo. Non devi prendertela con lui.
- Infatti non me la prendo con lui, ma con te. Se vuoi domani mi iscrivo all’università o cerco un lavoro come Chen e Wendy, ma se quando lo troveremo non saremo pronti a fargli ricordare chi è e a portarlo con noi, non lamentarti.
Suho sospirò e guardò i due accanto a lui, che si lanciavano ancora occhiate cariche d’odio: - Avete finito?
- Sì. - rispose Chanyeol, irritato.
- Sì, padre. - rispose Seulgi.
A quelle parole, Baekhyun sgranò gli occhi: padre?
Ma non era possibile, giusto? Suho e Seulgi dovevano avere più o meno la stessa età, lui non poteva essere il padre di Seulgi.
In quel momento a Baekhyun tornò in mente che, in biblioteca, Chanyeol gli aveva detto che Suho e Irene erano sposati. Certo, erano giovani, ma non troppo per sposarsi.
Perciò Seulgi era anche figlia di Irene. No, non aveva nessun senso.
La testa gli scoppiava e prese a vorticare paurosamente.
Doveva tornare seduto, sia per non cadere a terra, sia per non rischiare di essere sorpreso ad origliare.
Era appena riuscito a tornare al divano, quando Chanyeol entrò nel salotto.
- Ehi, ti hanno lasciato tutto solo?
Baekhyun si sforzò di sorridere ed annuì: - Sì, ma non potevo andare chissà dove.
Chanyeol ridacchiò e si sedette accanto a lui. Il modo in cui lo guardava, faceva sentire Baekhyun in soggezione, come se non fosse mai abbastanza per quegli occhi scuri.
- Mi hai fatto spaventare tantissimo, lo sai? Credevo di impazzire di paura e, credimi, non mi era mai successo.
- Mi dispiace tanto - sussurrò Baekhyun - Io… non so come fermare il sonnambulismo.
- Cercherò una soluzione e la troverò, fidati di me.
Il ragazzo aprì la bocca per rispondere, ma qualcosa glielo impedì: fidarsi di lui?! Come poteva fidarsi di un ragazzo così strano, con una famiglia di cui non avevano nessun senso né a gesti, né le parole? Niente nei nuovi arrivati aveva un che di logico.
Fidarsi di Chanyeol gli sembrava impossibile, ma… il ragazzo alto posò due dita sulla sua guancia ed iniziò a muoverle delicatamente, come se temesse di scalfirlo se ci avesse messo più forza.
- Ho parlato con Suho ed entrambi crediamo sia meglio se resti a dormire qui stanotte.
- Io… - Baekhyun deglutì a vuoto - Non posso, ho già disturbato abbastanza.
- Questo non è vero - Chanyeol sorrise - Non posso lasciarti tornare a casa in queste condizioni, hai preso una botta in testa troppo forte. Qui c’è Sehun e lui se ne intende parecchio di arti mediche.
- È un dottore?
- Una specie - Chanyeol ridacchiò - Voglio poterti tenere d’occhio ed evitare che tu te ne vada ancora in giro, almeno per questa notte.
Come poteva rifiutare? Annuì e, in quel momento, entrò nel salotto Irene.
- Baekhyun resta - le disse Chanyeol, con un tono che non ammetteva repliche - Fagli vedere la sua stanza, mentre io avverto tutti.
Irene annuì, palesemente scocciata, ma il ragazzo alto la ignorò.
- Vengo a darti la buonanotte. - disse a Baekhyun, prima di alzarsi, lasciandolo lì rosso dall’imbarazzo.
Irene se n’era accorta e, infatti, lo fissava seria: - Vieni, troviamoti la camera più lontana possibile da quella di Chanyeol.
 
***
 
La stanza che gli avevano dato era più grande del salotto di casa sua. La vista dava sul mare e dalla finestra entrava una leggera brezza. Il letto a baldacchino era enorme e sicuramente ci sarebbero stati comodi lui, Luhan e anche Doyeon. Di fronte al letto c’era un camino, al momento spento, e una piccola scrivania dall’aria antica.
- Spero la stanza sia di tuo gradimento. - commentò Irene, aprendo il grande armadio che si trovava nella parete alla sinistra del letto. - Qui ci sono asciugamani e un pigiama di Chen, che dovrebbe andarti bene.
Baekhyun abbassò lo sguardo sul suo aspetto: aveva dimenticato di essere caduto in acqua ma, sorprendentemente, l’essere bagnato fradicio non l’aveva infastidito. La botta alla testa aveva avuto la precedenza. In quel momento, però, sentiva un gran bisogno di cambiarsi e mettere dei vestiti asciutti.
- Il bagno è qui accanto, così non devi fare tanta strada. - continuò Irene, poi si fermò a fissarlo - Sai, sei davvero carino, perciò accetta un consiglio: ignora la mia famiglia e vivi la tua vita. Noi non resteremo qui per sempre e Chanyeol non ci abbandonerà per la sua amicizia con te.
La giovane donna aveva creato delle virgolette in aria alla parola “amicizia”.
Baekhyun si sentì incredibilmente fuori posto e in imbarazzo ma, per sua fortuna, Chanyeol fece il suo ingresso nella stanza.
Capì al volo che qualcosa non andava, perciò si affrettò a congedare Irene.
- Grazie, ora ci penso io.
La ragazza annuì e lanciò un’ultima occhiata a Baekhyun, prima di uscire e lasciarli soli.
Chanyeol chiuse la porta e si passò una mano sul viso: - Mi credi se ti dico che stasera hai parlato con i più antipatici?
A Baekhyun sfuggì una risatina: - Perciò non siete tutti come lei o Kyungsoo?
- No. - Chanyeol si avvicinò alla finestra - Jongin è simpatico, nonostante sia parecchio irascibile. Wendy è molto dolce, se non la fai arrabbiare e se non ti chiami Kyungsoo. Yeri è molto allegra ed è divertente passare il tempo con lei. È una vera forza della natura. Lay invece è pazzo, nel vero senso della parola. Gli piacciono i piaceri della vita, come l’alcol e le droghe, ma non farebbe male ad una mosca. Xiumin lo conosci, ti ho visto parlare con lui. È un buon amico e si fa in quattro ogni volta che c’è bisogno di lui. Sehun, beh, non parla molto, ma ci vado d’accordo più che con chiunque altro. Chen e Joy sono abbastanza pacifici, certo lei è spaventosamente egocentrica, ma qui lo siamo un po’ tutti.
Chanyeol si voltò a guardare un Baekhyun che, attento, registrava ogni parola che gli veniva detta.
- Il terzo fratello è molto serio, ma sembra gentile.
- Ha molte responsabilità e una preoccupazione che non lo fa stare tranquillo.
- Invece Kyungsoo…
- Lui è più complicato.
Baekhyun si sedette lentamente sul letto: - Ma sono i tuoi fratelli, perciò vuoi loro bene, no?
Chanyeol non rispose e fece spallucce.
- Perché tu e Seulgi vi odiate tanto? - chiese Baekhyun - Sembra proprio che non sopportiate la presenza l’uno dell’altra.
- È così.
- Ma perché? Vivete sotto lo stesso tetto.
- Non siamo gli unici che si odiano qui.
- Ma…
- È per una cosa successa tanti anni fa - Chanyeol incrociò le braccia sul petto - Volevamo la stessa cosa, ma lei ha vinto e non gliel’ho mai perdonato. Poi sono successe tante altre piccole e grandi cose che hanno aumentato l’astio tra di noi.
- E non potete rimediare?
Chanyeol sorrise debolmente e si avvicinò a Baekhyun, abbassandosi quanto bastava per poterlo guardare negli occhi.
- No, siamo così da troppo tempo ed entrambi siamo troppo orgogliosi per fare un passo indietro. So che non puoi capirlo e non ti chiedo di farlo.
Baekhyun aspettò che continuasse, ma il ragazzo alto aveva finito. Gli sorrise e sfiorò la mano di Baekhyun con le dita.
- È tardissimo, devi dormire un po’. Per tua fortuna domani non c’è scuola, quindi resta pure a letto tutto il tempo che vuoi. Nessuno verrà a disturbarti.
Baekhyun annuì: - Grazie, per tutto. Per avermi salvato, per l’ospitalità…
- Non devi ringraziarmi - Chanyeol si rialzò e fece un passo verso la porta della camera - Ci vediamo domani, piccolo sonnambulo.
- A domani. - Baekhyun ridacchiò e salutò il suo salvatore con la mano, prima che quest’ultimo uscisse.
Il pigiama di Chen gli stava perfetto e, in meno di cinque minuti, Baekhyun era sotto le pesanti e profumate coperte.  Aveva chiuso gli occhi da pochi secondi, quando cadde in un sonno profondo.
 
***
                             
Sentiva come se una forza lo stesse attirando. Una calamita.
Tutto in lui ne era attratto, ogni sua minima parte. Il suo cuore, la sua anima.
Sentiva che si stava avvicinando, sentiva la potenza crescere. Era così… indescrivibile.
Eccolo, nel buio poteva vederlo: uno spiraglio di luce. Ciò che attirava la sua attenzione era rinchiuso e lui doveva liberarlo, doveva prenderlo.
Era un forziere. No, un armadio.
In quell’armadio era rinchiuso il mare intero.
Allungò una mano ed afferrò una delle ante.
Il mare non poteva stare rinchiuso in un armadio.
 
 
- Cosa cazzo stai facendo?!
Baekhyun sgranò gli occhi e sussultò. Accanto a lui c’era Chanyeol e le sue dita si serravano intorno al suo polso. La mano del più basso era protesa in avanti, verso quello che Baekhyun riconobbe come un armadietto in legno scuro, molto massiccio e non totalmente chiuso.
Spostò lo sguardo sul viso di Chanyeol, ma ciò che vide lo fece sussultare nuovamente: il ragazzo alto era furioso.
- Cosa volevi fare, eh?! - gli urlò contro, stringendo ancora di più la presa sul suo polso.
Baekhyun sentì che gli faceva male e provò a liberarsi.
- Io non lo so, stavo dormendo! - tentò di difendersi e gli bastò darsi un’occhiata intorno, per capire che non era più nella stanza di prima.
Tutto in quella nuova stanza gridava Chanyeol: era la sua camera. Baekhyun non poté fare a meno di arrossire, nonostante il più alto sembrasse davvero arrabbiato con lui.
- Chanyeol, lasciami! - gli urlò contro e lui lo accontentò.
Baekhyun usò l’altra mano per massaggiare il polso dolorante e guardò Chanyeol, infuriato e spaventato.
- Sei impazzito? Stavi per rompermi un polso!
- Tu stavi per aprire il mio armadio!
- Mi dispiace, okay?! Sai che non lo faccio apposta!
Chanyeol sospirò a fondo e chiuse momentaneamente gli occhi che, quando riaprì, erano tornati quelli di sempre.
- Scusami, io…
- Non importa! - sbottò Baekhyun affrettandosi verso la porta della stanza.
Neanche la voce di Chanyeol che lo chiamava lo convinse a fermare la sua fuga. Non sapeva nemmeno lui come, ma alla fine arrivò nella stanza che gli era stata assegnata e si nascose sotto le coperte.
Era confuso, spaventato, sconvolto.
Perché era finito nella camera di Chanyeol e perché voleva aprire il suo armadio? Cosa che, a giudicare dal suo polso dolorante, il più alto non aveva apprezzato affatto.
Non voleva dormire, ma era così stanco. In un attimo si era nuovamente addormentato e non si accorse che, nella toppa della porta, una chiave girava per chiuderlo dentro.
 
 


  
Apollo, oltre ad essere il dio del sole, lo è anche delle arti mediche.
 
Era, moglie di Zeus, odia tutti i figli illegittimi del marito. Uno dei più odiati è Apollo.
Secondo una leggenda, Era condannò la madre di Apollo e Artemide, Leto, ad essere seguita da un serpente, perché nessuno la ospitasse nonostante fosse incinta. L’unico ad aiutarla fu Poseidone, che le diede rifugio in mare, sfidando così Era.
 
Ares è figlio legittimo di Zeus ed Era.
 
 

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Capitolo 8
*** 7. Sette (επτά) ***


Suho2


 
7. Sette
(επτά)
 
 
Nessun altro sogno aveva disturbato la notte di Baekhyun e, quando aprì gli occhi, era riposato e allo stesso tempo confuso su dove si trovasse. Gli ci volle qualche secondo per ricordare: era nella casa sulla scogliera, la casa di Chanyeol.
La luce del sole filtrava dalle tende bianco panna e illuminava a giorno l'intera stanza. Il letto su cui era steso era davvero comodo e i numerosi cuscini erano morbidi a contatto con la sua testa. 
Testa che, nonostante il sonno ristoratore, gli faceva ancora parecchio male.
Si mise a sedere e si stropicciò gli occhi. Una rapida occhiata al telefono gli rivelò che erano le 9 del mattino. Non aveva lezioni e i suoi genitori erano sicuramente andati già al lavoro: non lo disturbavano mai quando sapevano che poteva dormire qualche ora in più, perciò probabilmente non si erano accorti che non era a casa. 
Doveva scendere e affrontare quella famiglia che lo aveva salvato ma che, allo stesso tempo, gli faceva provare strane sensazioni. Non ne era spaventato, ma nemmeno si trovava a suo agio. 
Saltò giù dal letto e notò che, posati sulla scrivania, c'erano dei vestiti. Erano della sua taglia, perciò immaginò fossero di Chen, come il pigiama.
Mentre li indossava, gli tornò in mente il sogno che aveva fatto poco dopo essersi addormentato. Aveva sognato un armadio e poi Chanyeol, che gli stringeva il polso così forte da fargli male. 
Era stato anche quello un sogno? 
Si guardò il polso e li vide: dei piccoli segni scuri, dove provava un leggero dolore.
No, quello non faceva parte del sogno.
Nonostante Chanyeol gli avesse fatto male, si sentiva in colpa per aver violato la sua privacy: doveva assolutamente scusarsi.
Finì di indossare i jeans chiari e il maglioncino nero, poi posò la mano sulla maniglia della porta, che si aprì senza difficoltà. 
Gradino dopo gradino, sentiva aumentare il vociare che proveniva dalla cucina. Alcune voci le riconosceva, altre non le aveva mai sentite.
Nell’esatto momento in cui mise piede dentro la stanza, il vociare si interruppe bruscamente e dieci teste si voltarono nella sua direzione.
C’erano proprio tutti tranne Chanyeol, Kyungsoo e Suho.
- Buongiorno! - lo salutò amichevolmente Jongin, saltando giù dal bancone della cucina, dov’era seduto - Hai dormito bene?
Baekhyun si limitò ad annuire e lasciò che Jongin lo prendesse per un braccio e lo trascinasse verso una sedia, per poi spingercelo sopra.
- Lui è Lay. - disse, presentando a Baekhyun il ragazzo alla sua sinistra. Era quello che la sera prima gli aveva fatto l’inchino e a cui, quando sorrideva, gli si formava una fossetta sulla guancia.
- Ciao. - lo salutò Baekhyun: quel ragazzo gli era istintivamente simpatico.
- Ciao, io sono Lay. É un piacere conoscerti, finalmente. Chanyeol non fa altro che parlare di te.
Baekhyun arrossì per l’imbarazzo, mentre una risatina gli sfuggiva dalle labbra. Alla sua destra c’era Sehun, intento a osservare con sguardo annoiato la sua colazione.
Ai fornelli invece c’erano Chen, Wendy e Joy, che però era semplicemente appoggiata al bancone e parlava, senza davvero aiutare gli altri.
Irene camminava per la stanza e il suo sguardo scrutava ogni singolo viso, per poi fermarsi su quello di Baekhyun. Lui abbassò istintivamente il suo, per timore che potesse leggervi qualcosa di sbagliato.
Aveva la sensazione che non gli sarebbe affatto piaciuto vedere quella giovane donna arrabbiata.
- Davvero vi piace questa roba?
I pensieri di Baekhyun furono attirati dalla ragazzina seduta proprio di fronte a lui: Yeri.
I lunghi capelli biondi erano legati in due codine e i suoi occhi scuri guardavano ciò che teneva stretto nelle bacchette, ma il suo sguardo era più attento e vivace di quello di Sehun, il suo gemello.
Baekhyun temeva di sbagliarsi, perché quella ragazza sembrava davvero molto più giovane del ragazzo apatico al suo fianco. La curiosità gli impedì di stare zitto.
- Tu sei la sorella gemella di Sehun, vero?
- Che impiccione. - commentò Seulgi, seduta poco distante da lui.
Jongin scoppiò a ridere con davvero poca grazia: - Senti chi parla! Tu sei miss Curiosità e lo critichi se fa una domanda.
- Sì se quella domanda è rischiosa.
- Basta! - intervenne Irene - Possiamo fare colazione senza che voi litighiate, almeno per una volta?
- Sì, mamma. - rispose Jongin, ricevendo uno sguardo fulminante da Seulgi.
Yeri finalmente distolse l’attenzione dalla porzione di riso bollito che stava osservando e la dedicò a Baekhyun.
- Sì, io e Sehun siamo gemelli.
- Purtroppo. - commentò il ragazzo biondo, facendo ridere la gemella.
- Bugiardo! Mi adori.
- Sehun adora solo sé stesso. - disse Joy, alzando gli occhi al cielo.
- Oggi siamo tutti degli ipocriti, eh? - intervenne Chen, servendo a Baekhyun la sua colazione a base di riso bollito e uova - Miss Curiosità che critica Baekhyun per le sue domande e Miss Vanità che critica Sehun perché passa ore allo specchio. Abbiamo iniziato bene la giornata. Ora manca Kyungsoo che dice a me che sono triste e depresso e siamo a cavallo.
Baekhyun non poté fare a meno di ridere, seguito a ruota anche da Wendy e Xiumin.
Forse non tutti quei ragazzi nuovi erano male. Messa in bocca la prima porzione della sua colazione, si sentì subito meglio e più a suo agio.
Ma fu quando portò alle labbra il bicchiere di tè e bevve un sorso che iniziò a vedere le stelle.
- Wow, questa roba è buonissima! - esclamò, finendo tutto il bicchiere - Ne posso avere ancora?
- Non se ne parla - disse Irene - Te l’abbiamo data solo perché ieri sei stato a un passo dal morire. Se non ci fosse stato Chanyeol…
- Non avremmo avuto il piacere di conoscerti. - concluse la frase Suho, che era entrato proprio in quel momento nella cucina.
Kyungsoo lo seguiva e andò a sedersi sulla sinistra del tavolo, mentre Suho prendeva posto a capotavola. Il posto sulla destra era libero e nessuno aveva osato sedersi lì. Baekhyun ipotizzò che quello fosse il posto di Chanyeol.
- Allora, come ti senti? - gli chiese Suho, prendendo a sua volta una tazza di tè.
Ora erano tutti seduti intorno al tavolo e Baekhyun si sentiva osservato e al centro dell’attenzione.
- Io, ehm… mi sento molto meglio. La testa fa ancora un po’ male, ma è sopportabile.
- Irene ha ragione, sei stato davvero fortunato che Chanyeol si trovasse lì per caso.
- Per caso. - ripeté Seulgi. Suho la guardò così severamente, che la ragazza abbassò lo sguardo sulle sue mani.
- Io devo ringraziarlo - Baekhyun mangiò l’ultimo boccone e si alzò dalla sedia - Sapete dov’è?
- In biblioteca - rispose subito Kyungsoo - Stava cercando di capire perché sei sonnambulo.
Baekhyun sospirò e fece per uscire dalla stanza, ma la voce di Suho che lo chiamava lo fermò. Si stava alzando e con pochi passi fu accanto a lui.
- Permetti una domanda? - chiese e, senza aspettare la risposta, uscì dalla cucina.
Quando furono soli, Suho incrociò le braccia sul petto e guardò Baekhyun intensamente.
- Tu sei dell’isola, vero? Sei nato qui?
Baekhyun aggrottò le sopracciglia: - Certo che sì.
- Hai dei genitori? Credo di aver capito che sono i proprietari del supermercato…
- Sono loro.
Suho annuì: - Un’ultima cosa. Hai per caso un tatuaggio?
Baekhyun non capiva assolutamente il senso di quelle domande, ma rispondere gli sembrava la cosa migliore da fare.
- No, nemmeno uno. Quando avevo 16 anni provai a convincere i miei a farmene fare uno, ma la risposta fu un no categorico. - rispose sorridendo.
- Molto bene - Suho tornò a sorridere - Scusami per tutte queste domande ma sai, sono anch’io curioso.
Quella spiegazione non aveva molto senso, ma Baekhyun preferì dileguarsi in fretta e raggiungere Chanyeol.
Ma prima…
- Ora tocca a me - disse, costringendo Suho a tornare indietro - So che avete tutti un tatuaggio. Il tuo dov’è?
Suho scoppiò a ridere: - Chanyeol e Seulgi hanno ragione, sei molto curioso.
Detto ciò, si sollevò il lembo destro della camicia bianca, rivelando un tatuaggio a forma di saetta proprio sul costato. Baekhyun la poté osservare solo per qualche secondo, perché Suho abbassò subito la camicia.
- È stato un piacere conoscerti, Baekhyun.
- Anche per me. - rispose al nulla, visto che Suho era già tornato in cucina.

 
***
 
Baekhyun aprì lentamente la porta della biblioteca e bastò una rapida sbirciata al suo interno, per individuare Chanyeol. Sedeva al grande tavolo antico che, come la volta precedente che l’aveva visto, era ricoperto di libri. Gli ampi finestroni facevano entrare una luce fioca, che illuminava la figura di Chanyeol, china sui libri.
Baekhyun entrò tentando di fare meno rumore possibile, ma il suono della porta che si chiudeva alle sue spalle attirò l’attenzione del ragazzo alto, che puntò lo sguardo su di lui.
- Ciao. - lo salutò timidamente Baekhyun, facendo un passo verso di lui.
- Hai dormito parecchio. Dovevi essere proprio stanco. - commentò Chanyeol, osservandolo attentamente. Nessun sorriso illuminava il suo volto, né aveva risposto al saluto.
Era forse ancora arrabbiato con lui?
Baekhyun gli si avvicinò ancora di più e, con un movimento fulmineo e improvviso, il ragazzo alto gli afferrò il polso e lo avvicinò al suo viso.
Il segno della presa ferrea della notte prima non era molto evidente, ma c’era.
Chanyeol lasciò andare un lungo sospiro e chiuse gli occhi per qualche secondo: - Mi dispiace tanto. Non era mia intenzione farti male.
Baekhyun provò a togliere la mano dalle sue grinfie, ma l’altro non voleva lasciarlo andare.
- È stata colpa mia - disse - Non avrei dovuto entrare nella tua camera.
- Eri sonnambulo, non sapevi ciò che facevi. E io dovrei saperlo, ormai. Però ti ho fatto male lo stesso… e ti ho urlato contro.
Il suo dispiacere e il senso di colpa erano evidenti e, all’improvviso, il ragazzo alto scoppiò a ridere.
- Perbacco, ma questa sensazione è senso di colpa? Possibile?
Baekhyun sgranò gli occhi, confuso: - Ehm… direi di sì.
Chanyeol fece un’espressione così buffa, che anche il più basso iniziò a ridere.
- Perché ridi?
- Perché è come se tu non avessi mai provato senso di colpa. E poi stai ridendo anche tu!
- Perché non ho mai provato senso di colpa. Fa uno strano effetto, se devo essere sincero - Chanyeol portò l’altra mano, quella che non teneva ancora stretto il polso di Baekhyun, all’altezza del cuore - Fa uno strano prurito qui. Dici che è grave?
Baekhyun rise ancora più forte: - Smettila di prendermi in giro!
Lo sguardo di Chanyeol si addolcì e gli lasciò finalmente andare il polso: - Sì, scusami. È divertente vedere la tua espressione quando dico cose strane.
Il più basso gli diede un piccolo spintone e si sedette accanto a lui.
- Allora, cosa stavi facendo?
- Cercavo una spiegazione al tuo sonnambulismo - spiegò Chanyeol, indicando i grossi volumi posati sul tavolo - Ma qui non c’è nulla di interessante. O meglio, non c’è proprio nulla nulla.
Baekhyun lanciò un’occhiata ai libri che Chanyeol stava consultando e notò quanto fossero vecchi. Erano grossi tomi impolverati, alcuni erano stati consultati così tante volte da avere la copertina o il dorso rotti e rovinati.
In particolare quello che il più alto stava leggendo in quel momento era ingiallito e sulla copertina spiccava una parola dorata, che però era in una lingua sconosciuta.
- Non capisco. - disse Baekhyun, indicando a Chanyeol il titolo del libro.
- Oh, è greco antico. Significa “sogno”. - spiegò tranquillamente, come se non avesse appena tradotto una parola greca.
Baekhyun lo guardò esterrefatto: - T-tu… tu conosci il greco?
- É greco antico. C’è differenza.
Baekhyun sgranò ancora di più gli occhi e finalmente Chanyeol tolse i suoi dalle pagine ammuffite.
- Sei sorpreso.
Non era una domanda, ma Baekhyun annuì comunque: - Come fai a conoscere il greco… antico??
Chanyeol ridacchiò e si passò una mano tra i capelli: - Mio… mio padre me l’ha insegnato.
- Tuo padre? Era greco?
- Era… un uomo colto.
- Ah. E adesso dov’è?
L’espressione di Chanyeol si fece tutto a un tratto preoccupata: - Vorrei tanto saperlo.
Baekhyun avrebbe voluto dire qualcosa di intelligente, una frase per tirare su il morale a Chanyeol perché, era evidente, gli era appena andato sotto i piedi. Ma non trovò nulla, perciò preferì accantonare il discorso padre, almeno per il momento.
Se Chanyeol un giorno avesse voluto confidarsi con lui, sarebbe stato pronto ad ascoltarlo.
- Allora, greco antico eh? - disse allegramente, per far tornare il sorriso anche all’altro - Perché cerchi lì i miei problemi di sonno?
- Perché è un libro sulla vita di Morfeo.
Baekhyun fece una risata secca: - Eh?
- Morfeo, non l’hai mai sentito nominare? È la divinità dei sogni. - spiegò Chanyeol - Se Seulgi scopre che ne sto parlando con te…
- Aspetta un momento. Morfeo? Ma cosa c’entra?
La testa già dolorante di Baekhyun prese a martellare.
- Pensi che sia divertente? - esclamò - Credevo stessi seriamente cercando un modo per aiutarmi!
L’espressione confusa di Chanyeol fece pulsare ancora di più la sua testa.
- Ma lo sto facendo.
- Davvero? - chiese ironico Baekhyun - Leggendo la storia di uno stupido dio greco del sonno?
Chanyeol chiuse di scatto il grosso tomo, che fece un forte tonfo.
- Come dovrei fare allora, sentiamo?
Si stava arrabbiando, anche se Baekhyun non capiva perché.
- Guardare in internet, tanto per cominciare.
Nella biblioteca scese un silenzio tombale. Era così assoluto che, a un certo punto, riuscirono a sentire esplodere la risata di Chen.
- Internet - ripeté Chanyeol, scandendo bene la parola - Certo… e io dovrei sapere cos’è, immagino.
Baekhyun inarcò le sopracciglia: - Non avete internet qui?
- Sì. - rispose Chanyeol, ma scandiva le parole come se temesse di dirne una sbagliata.
- Allora va a prendere un computer o il telefono.
Il ragazzo alto annuì, ma non si mosse dalla sedia. Baekhyun alzò gli occhi al cielo e prese dalla sua tasca il cellulare, aprendo poi la schermata di ricerca.
- Allora, cause del sonnambulismo.
Chanyeol spostò la sedia più vicina a quella di Baekhyun e sbirciò ciò che stava facendo. Era ad una vicinanza spaventosa e lui non poté evitare di arrossire.
- Tu hai scritto quelle parole e adesso lui ti dà la risposta? - chiese curioso ad un Baekhyun sempre più color vermiglio.
- Ehm, sì - rispose, senza pensare a quanto fosse strana quella domanda fatta da un ragazzo di 22 anni - Adesso appaiono tutti i link collegati.
- Cos’è un link?
- Lascia stare. Ecco qui - Baekhyun aprì il primo e lesse - Il sonnambulismo è un disturbo del sonno e si risolve in modo spontaneo.
- Ah, beh, grazie tante. - commentò Chanyeol, per poi strappargli di mano il telefono. Osservò l’oggetto, incantato per qualche secondo, poi riprese a leggere - Chi soffre di sonnambulismo compie azioni e movimenti, ma sta ancora dormendo. Geniale.
- Va avanti.
- I sonnambuli possono parlare o emettere suoni incomprensibili e fanno tutto a occhi aperti.
Baekhyun arrossì imbarazzato: - Ho mai detto qualcosa di… sconveniente?
Chanyeol scoppiò a ridere: - No, ma i tuoi occhi aperti che fissano il vuoto sono stati parecchio inquietanti.
Baekhyun lo colpì al braccio con un leggero pugno: - Continua.
- Succede soprattutto ai bambini. È molto raro per gli adulti.
Chanyeol gli lanciò un’occhiata e Baekhyun lo fulminò con lo sguardo.
- Non fare battute.
- È scritto qui, eh. Va bene che sei un nanetto e hai il viso da cucciolo, ma credevo fossi almeno maggiorenne.
Baekhyun fece per colpirlo con un enorme volume che probabilmente pesava più di lui, ma Chanyeol mise le mani avanti.
- Stavo scherzando, perdonami - rise, ma poi tornò serio alla lettura - Ecco, ora elenca le cause. Stimolazioni sonore o luminose?
- Non credo.
- Poco sonno?
- Ehm, non so. Penso di no.
- Febbre?
- No.
- Stress?
- Vado all’università, quindi direi proprio di sì. Questa può essere una causa.
- Abuso di alcol o droghe?
- Decisamente no.
- Chissà perché Lay non è sonnambulo allora…
Baekhyun ridacchiò divertito: - Dai, smettila.
- Disagio psicologico?
Baekhyun non rispose, così Chanyeol lesse l’ultima: - Malattie neurologiche.
Il ragazzo alto posò lentamente il cellulare sul tavolo.
- È sicuramente colpa dello stress per le lezioni in università.
Il più basso sospirò affranto: - Non capisco. Pensi che io abbia qualche malattia?
- No - rispose prontamente Chanyeol, muovendo con il dito la schermata del telefono - Aspetta, qui è scritta un’altra cosa: sono più a rischio le persone che hanno un familiare con lo stesso disturbo. Sai se uno dei tuoi genitori è sonnambulo?
Baekhyun scosse la testa: - Però posso chiedere. Insomma, a quanto pare succede ai bambini e uno di loro può esserlo stato da piccolo.
Chanyeol sorrise rassicurante: - Sono sicuro che è così. Hai un precedente in famiglia, unito allo stress da scuola. Tutto spiegato.
Arrivato alla sua conclusione, fissò il telefono.
- Posso tenerlo?
- No - rispose prontamente Baekhyun, affrettandosi a far sparire l’oggetto nella sua tasca - Vai a compratene uno.
Il ragazzo alto rise e si voltò con il busto verso Baekhyun. Erano ancora molto vicini. Davvero troppo.
- Giusto perché tu lo sappia, non leggevo quel libro per perdere del tempo. Non sapevo bene cosa cercare e ho pensato che partire dal dio del sonno fosse una buona idea.
Baekhyun sospirò: - Mi dispiace, stavi cercando di aiutarmi e io sono stato uno stronzo.
- Un’altra cosa: Morfeo non è uno stupido dio. Forse è un po’ noioso e ti fa venire sonno ogni volta che parte con uno dei suoi sproloqui, ma stupido proprio no.
Il più basso scoppiò a ridere e lo stesso fece Chanyeol. Baekhyun era felice che tra loro gli screzi non durassero mai troppo, perché voleva davvero diventare amico del ragazzo alto.
- Me lo dirai mai? - chiese, mentre entrambi si alzavano.
- Cosa?
- Quello che c’è nel tuo armadio. So che è una cosa personale e non voglio fare l’impiccione, ma mi chiedevo se un giorno saremo abbastanza amici perché tu ti possa fidare abbastanza di me da dirmelo.
Chanyeol si appoggiò al tavolo e lasciò che il suo sguardo si perdesse nella biblioteca.
- Non credo lo farò mai. E non perché non mi fidi di te, ma perché scapperesti a gambe levate e non ti rivedrei mai più.
Baekhyun aprì la bocca per rispondere, ma non sapeva assolutamente come commentare. Fece un passo verso Chanyeol e gli sorrise.
- Non è una cosa illegale, vero?
Il più alto ridacchiò debolmente: - No, niente del genere.
- Allora non c’è nulla di male.
- Baekhyun…
In quel momento, la porta si spalancò e la figura di Suho comparve nella biblioteca.
- Allora ragazzi, come vanno le ricerche?
Chanyeol si irrigidì e fece istantaneamente un passo per allontanarsi da Baekhyun.
- Abbiamo capito che il piccolo sonnambulo è stressato. - rispose, liquidando il discorso.
Suho sorrise a Baekhyun e gli posò una mano sulla spalla: - Dovresti rallentare il ritmo, allora. Vedrai che questi episodi spariranno molto presto. E se possiamo esserti in qualche modo d’aiuto…
Il più basso sorrise debolmente e fece dei veloci passi verso la porta.
- Siete gentili, grazie davvero per tutto quello che avete fatto per me.
- Per noi è stato un piacere. - rispose Suho, mentre Chanyeol teneva lo sguardo fisso a terra.
Avevano riso e scherzato fino a un attimo prima, perché ora non lo guardava nemmeno in faccia? Era a causa di Suho?
Baekhyun fece un inchino e si affrettò ad allontanarsi dalla biblioteca. Raggiunta la porta d’entrata vide che, sopra un piccolo tavolino, era stato posato il suo pigiama ben piegato.
Baekhyun lo afferrò e, prima che comparisse anche solo uno di quegli strani ragazzi, si precipitò fuori dalla casa.
Ogni volta che erano soli, Chanyeol si comportava in modo amichevole e gentile con lui. Poi arrivava uno dei suoi… parenti, e lui cambiava.
Quella situazione non gli piaceva e lo faceva sentire come se ci fosse qualcosa di sbagliato nella loro amicizia.
Potevano essere amici, no?
 
 
 
Morfeo è una figura mitologica greca ed è figlio di Ipno e di Notte. È il dio greco dei sogni.
 

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Capitolo 9
*** 8. Otto (οκτώ) ***


Sehun2

 
8. Otto
(οκτώ)
 
 
Luhan e Doyeon avevano ascoltato attentamente ogni parola detta da Baekhyun, senza interromperlo nemmeno una volta. Erano nella biblioteca della scuola e lui aveva appena raccontato nei minimi dettagli ciò che era successo un paio di notti prima: la sua passeggiata notturna, gli scogli, la caduta, Chanyeol che lo salvava e lo portava a casa sua, dove i suoi strani parenti l’avevano medicato. Mentre raccontava si rendeva conto di quanto assurda suonasse quella storia, ma il cerotto che aveva ancora sulla fronte stava a provare che era tutto vero. Non se l’era sognato, né immaginato.
Era successo tutto davvero!
- Sembra un film. - commentò Luhan quando Baekhyun disse che la storia era finita con lui che letteralmente scappava dalla casa sulla scogliera.
- Quei ragazzi hanno qualcosa che non va. - disse invece Doyeon.
Baekhyun aveva tentato di omettere qualche dettaglio, ma aveva davvero bisogno di confidarsi con qualcuno.
- Non ti sembra strano? - chiese la ragazza.
- Sì, è incredibile che io abbia camminato ancora per mezza isola senza che…
- Non quello. Intendo il fatto che Chanyeol fosse lì, di nuovo.
Baekhyun la guardò confuso: - Beh, lui… è stata fortuna che fosse lì. Altrimenti…
- Ma per la seconda volta? Rischi di annegare e due volte su due lui è lì per salvarti?
Il ragazzo passò lo sguardo da Luhan a Doyeon e capì che pensavano esattamente la stessa cosa. Aveva raccontato loro tutta la storia perché lo aiutassero a capire il suo sonnambulismo, non perché se la prendessero con Chanyeol.
- Non abbiamo nulla contro di lui - rispose Luhan, quando glielo fece notare - Ci sembra solo molto strano.
- Potevo morire! - esclamò Baekhyun, ricevendo un’occhiataccia da alcuni ragazzi che studiavano nel tavolo accanto - Sono caduto in acqua due volte e lui mi ha salvato la vita.
- La prima ti sei buttato. - precisò Luhan e Baekhyun sospirò stizzito.
- Probabilmente mi sarei buttato anche la seconda volta, ma Chanyeol mi ha svegliato e ha provato a salvarmi. Si è buttato in acqua.
I suoi amici non dissero nulla e ciò fece arrabbiare ancora di più Baekhyun.
- Ma perché ce l’avete con lui?
- Perché ci sembra tutto una strana coincidenza - spiegò Doyeon, facendo segno a Baekhyun di abbassare la voce, visto che erano in biblioteca - Ti conosco da quando siamo bambini. Non sei mai stato sonnambulo nemmeno una volta, poi arriva questo ragazzo e tu inizi a fare passeggiate notturne e a tentare il suicidio?
- Non è di certo colpa sua!
- Come fai a esserne così sicuro?
- Ragazzi… - li ammonì Luhan, notando che più di una testa si era voltata nella loro direzione - Calmiamoci tutti, d’accordo? Non credo che litigare sia la soluzione migliore.
Baekhyun e Doyeon si guardarono negli occhi: stavano litigando?
Erano amici da una vita e avevano litigato sì e no due volte, alle elementari.
- Scusami - disse Baekhyun - È solo che non capisco perché, invece di ringraziarlo per avermi salvato, ve la prendiate con lui.
Doyeon abbassò lo sguardo: - E tu perché ti confidi e cerchi una soluzione ai tuoi problemi con lui e non con i tuoi amici? Sei qui da noi solo perché da lui sei scappato, l’ultima volta.
- Io… - Baekhyun si prese la testa tra le mani - Anche lui è mio amico.
Luhan scoppiò a ridere così rumorosamente che la bibliotecaria lo richiamò e minacciò di cacciarlo dalla biblioteca, se non avesse smesso di disturbare. Quando si calmò fissò Baekhyun, ammiccando.
- Sei così innocente e ingenuo… ti sei preso una cotta per Chanyeol.
- Non è vero! - esclamò Baekhyun, ma nulla gli impedì di arrossire.
Doyeon posò la testa sul tavolo, coprendola con le braccia: - Mi sa che ha ragione.
- Non ha affatto ragione.
- Sì, invece! - ribatté Luhan, poi si piegò sul tavolo perché i suoi bisbigli raggiungessero le orecchie del suo amico - Da quella prima notte in cui ti ha salvato hai un tabellone luminoso sopra la testa con scritto “Mi piace Park Chanyeol”.
Baekhyun assottigliò lo sguardo, ma non poté resistere e guardò sopra la sua testa, temendo che il tabellone ci fosse davvero.
- Spero per te che lui non l’abbia capito.
- Perché, altrimenti? - chiese Baekhyun - Sentite, tutto ciò, oltre che falso, non c’entra nulla con quello che vi ho raccontato. Volevo da voi dei consigli su come smettere di vagare per l’isola di notte e invece stiamo parlando di tutt’altro.
- Sei andato nella sua camera - gli ricordò Doyeon, risollevando la testa dal tavolo.
- Beh, quello l’avrei fatto anch’io - commentò Luhan, sorridendo malizioso - È un peccato che si sia svegliato prima che tu riuscissi a infilarti nel letto con lui.
Ecco l’unica parte che Baekhyun aveva omesso nel suo racconto: non aveva parlato della cosa misteriosa che Chanyeol teneva nel suo armadio. Era chiaro che fosse molto privata, perciò su quel punto Baekhyun aveva tenuto la bocca chiusa.
Il ragazzo si alzò di scatto dalla sedia e afferrò il suo zaino.
- Credevo di potermi fidare di voi - sibilò - Credevo mi avreste dato dei consigli.
- Vuoi un consiglio? - Doyeon lo fissò negli occhi - Stai lontano da Chanyeol. Lui e tutta la sua famiglia non sono normali e tu al momento sei vulnerabile, a causa di questo tuo problema di sonnambulismo.
- Doyeon ha ragione - confermò Luhan, ma poi sussultò - Questo non vuol dire che anch’io devo smettere di provarci con Sehun, vero?
Baekhyun alzò gli occhi al cielo e, senza salutare i suoi amici, si affrettò a uscire dalla biblioteca.
Era davvero troppo ed era stanco che la gente gli dicesse di stare lontano da Chanyeol. Il ragazzo alto l’aveva salvato ben due volte e solo Baekhyun aveva visto la sua reazione in entrambe quelle situazioni: era sinceramente spaventato e preoccupato per lui.
Aveva addirittura letto un libro in greco antico per cercare di aiutarlo!
I suoi amici non potevano capire, nessuno poteva capire come si sentiva. Inoltre, a lui non piaceva affatto Chanyeol, voleva solo essergli amico.
Tutto qui.
Senza rendersene conto, stava camminando per i corridoi alla ricerca proprio del ragazzo alto. Ciò che gli serviva in quel momento era solo vedere il suo sorriso.
Nonostante avesse controllato mezza scuola, di Chanyeol non c’era traccia.
Stava per arrendersi e tornare a casa, quando il suo sguardo si posò su Sehun. Se ne stava tutto solo alla finestra e guardava in alto, verso il sole.
Baekhyun si avvicinò piano e gli toccò una spalla con il dito.
- Ciao Baekhyun - lo salutò Sehun, senza nemmeno voltarsi - Cosa posso fare per te?
- Io… cercavo Chanyeol. L’hai visto?
In quel momento Sehun si voltò verso di lui e Baekhyun pregò mentalmente che almeno lui non gli dicesse di stare lontano da Chanyeol. Non ne avrebbe sopportato un altro quel giorno.
- Piscina. - disse semplicemente Sehun e Baekhyun ci mise qualche secondo per capire ciò che significava quella parola.
- È in piscina?
- Sì.
Accidenti, quel ragazzo era davvero di poche parole.
- Come va la testa? - gli chiese Sehun, quando lui stava già per ringraziarlo e andarsene.
- Oh, molto meglio grazie. Non fa male, ma devo tenere il cerotto ancora per un po’ - rispose, indicandosi la fronte - Sehun, non credo di averti davvero ringraziato per avermi aiutato l’altra sera. Sei stato gentile.
- È stato un piacere - rispose Sehun, senza che la sua espressione cambiasse minimamente - Siete così fragili. Se non ci fossimo noi…
Baekhyun lo fissò confuso: - Eh?
- Lascia stare - Sehun chiuse il discorso e tornò a voltarsi verso la finestra - Non ti sembra che il sole sia meraviglioso oggi?
Baekhyun sbirciò per riuscire a vederlo: - Beh, sì.
- Perdinci, ho fatto davvero un buon lavoro.
Baekhyun aprì la bocca per rispondere, ma non aveva idea di cosa dire.
Una domanda improvvisa gli attraversò la mente, ma non sapeva se farla davvero o no.
Beh, visto che era lì…
- Sehun posso chiederti qual è il tuo tatuaggio?
Senza voltarsi, l’altro si schiaffeggiò il sedere con così tanta forza che Baekhyun sussultò.
- Ce l’hai lì?
- Hai visto quanto è perfetto il mio sedere? Ed è molto più bello di quello di Jongin.
- Ah… - Baekhyun ridacchiò nervosamente - E cosa rappresenta?
- Un sole.
Aspettò che Sehun aggiungesse altro, ma non sembrava intenzionato a farlo.
Era ovvio che stavolta non poteva chiedere che glielo facesse vedere.
- Grazie. Ehm, ciao Sehun.
Il ragazzo biondo si limitò ad alzare una mano in segno di saluto e Baekhyun ne approfittò per dileguarsi.
 
***
 
La piscina era deserta e silenziosa. Baekhyun fece qualche passo all’interno e lasciò che il suo sguardo scivolasse per tutto l’ambiente, ma di Chanyeol non c’era traccia. Doveva arrendersi: era andato a casa.
Stava per uscire, quando notò un movimento dell’acqua della piscina. Si avvicinò lentamente, un passo dopo l’altro, e guardò all’interno.
Dentro, seduto sul fondo, c’era Chanyeol. Teneva gli occhi chiusi e l’assenza di bollicine indicava che non stava respirando.
- Chanyeol! - urlò Baekhyun, lasciando cadere a terra lo zaino e accucciandosi - Chanyeol!
Il ragazzo alto non si muoveva e Baekhyun iniziò a battere le mani sul bordo della vasca, continuando ad urlare il suo nome. Doveva buttarsi? Non ce l’avrebbe mai fatta a tirarlo fuori.
- CHANYEOL!
Il suo grido disperato sembrò raggiungere improvvisamente le orecchie del più alto, che spalancò gli occhi e guardò in su, verso Baekhyun. Gli sorrise come se nulla fosse e, finalmente, riemerse.
- Ehi, piccolo sonnambulo.
Baekhyun era troppo sconvolto per dire o fare qualunque cosa. Si posò una mano sul petto e sentì che il cuore batteva impazzito.
- Mi hai fatto spaventare! - gridò improvvisamente - Cosa diavolo stavi facendo lì sotto?
Chanyeol si appoggiò con le braccia al bordo della vasca e sorrise: indossava il costume della squadra, ma non la cuffia, quindi i suoi capelli bagnati gli ricadevano sugli occhi.
- Stavo pensando. - rispose, spostandoli indietro con le dita.
- Pensando? Sott’acqua? Potevi annegare!
Chanyeol scoppiò a ridere: - Annegare io?
- Sì, tu! Potevi morire! Oddio, non sarei mai riuscito a portarti fuori dalla vasca.
- Certo che ci saresti riuscito - lo contraddisse Chanyeol, con fare divertito - Stai forse insinuando che sono grasso?
- No, ma hai troppa massa muscolare.
Il ragazzo alto rise ancora più forte e Baekhyun piano piano si riprese dallo spavento.
- Davvero, che ci facevi sott’acqua?
- Davvero, stavo pensando - rispose Chanyeol - Mi riesce meglio così. Qui fuori c’è troppa confusione, troppe distrazioni.
- E da quanto tempo stavi pensando lì sotto?
Chanyeol diede un’occhiata al grande orologio appeso al muro: - Più o meno quaranta minuti.
Baekhyun ridacchiò, certo che stesse scherzando.
- Tu invece che ci fai qui?
Quella domanda colse impreparato Baekhyun: già, che ci faceva lì?
La sua idea era di fingere di aver incontrato Chanyeol per caso, ma il fatto che fosse lì in piscina faceva saltare il suo piano. Le strane parole di Sehun l’avevano distratto e non aveva pensato a una buona scusa.
- I-Io volevo…
- Mi cercavi? - chiese ancora Chanyeol, con un grande sorriso sul viso.
- Può darsi. Innanzitutto volevo scusarmi per essere scappato…
Chanyeol improvvisamente lo schizzò sul viso con l’acqua della piscina.
- Ehi, ma che fai?
- Smettila, non voglio sentire nessuna scusa. Io dovrei scusarmi per così tante cose che non basterebbe tutto l’anno per elencarle, ma non lo faccio e non voglio che lo faccia nemmeno tu.
- Ma bisogna sempre scusarsi se si ha fatto qualcosa di sbagliato! - ribatté Baekhyun e Chanyeol lo schizzò ancora.
- Basta!
- Basta a te! - esclamò il più alto, ridacchiando - Dai, piccolo sonnambulo, siamo a posto.
Baekhyun alzò le mani, in segno di resa: - D’accordo, fingiamo che io mi sia scusato e tu mi abbia perdonato.
- Come vuoi - disse Chanyeol - Bene, ora entra in acqua.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia: - Come?
- Ho detto: entra in acqua.
- Ma sei serio? Non posso farlo!
- Perché no? - chiese Chanyeol, sinceramente confuso - Questa è una piscina e in piscina si nuota, no?
Baekhyun avrebbe voluto contraddirlo, ma effettivamente il suo ragionamento non faceva una piega. A ogni modo, non poteva assolutamente entrare nella piscina.
Insieme a Chanyeol.
Mezzo nudo.
- Non posso - disse, arrossendo suo malgrado - Se ci beccano ci puniranno. E una punizione nella mia carriera scolastica mi basta e avanza.
- Ci inventeremo una scusa, diremo che vuoi provare a entrare nella squadra di nuoto.
- Le selezioni sono finite.
- Allora per l’anno prossimo.
Baekhyun si passò una mano tra i capelli: quel ragazzo non voleva proprio arrendersi e resistere stava diventando sempre più difficile.
- Non ho il costume. - fece un ultimo tentativo.
- E allora? Siamo solo io e te qui.
Già, c’erano solo loro due. Ultimo tentativo fallito.
Baekhyun si rialzò in piedi e iniziò a spogliarsi: - Se ci scoprono, lascerò che sia tu a spiegare cosa ci facciamo qui.
Chanyeol rise e i suoi occhi non lasciarono mai la figura di Baekhyun. Rimasto in boxer, il ragazzo rimase in equilibrio sul bordo.
- Era da un po’ che non mi buttavo in acqua volontariamente.
- Magari questo può aiutare. Dai, vieni.
Baekhyun non se lo fece ripetere ancora e si tuffò nella piscina. Riemerse ridendo, con Chanyeol che sorrideva accanto a lui.
- In miei amici pensano che tu abbia una cattiva influenza su di me.
- Mi sa che hanno ragione. - rispose il più alto, senza dare a intendere se si fosse offeso.
L’acqua era fantastica e Baekhyun sentì subito il suo corpo che si rilassava. C’era una strana calma intorno a loro e, nonostante la presenza del più alto, non si sentiva in imbarazzo.
- Quindi - iniziò, per rompere il silenzio - Se io volessi pensare, cosa dovrei fare?
Chanyeol ridacchiò e si avvicinò pericolosamente a lui.
- Devi andare sott’acqua e restarci per tutto il tempo che ti è possibile.
Baekhyun annuì: - Proviamo?
- Ma certo.
Presero entrambi un bel respiro e si immersero.
Come se fossero entrati in un altro mondo, i suoni diventarono ovattati e tutto intorno poteva vedere solo l’azzurro della piscina. Davanti a lui, Chanyeol gli stava sorridendo e non sembrava avere davvero nessuna difficoltà a stare in apnea. Cosa che non valeva per Baekhyun che, solo pochi secondi dopo, dovette riemergere.
- Ahi, pensavo che arrivassi al minuto, almeno. - disse Chanyeol, ridendo.
Baekhyun lo schizzò con l’acqua: - Non siamo tutti dei pesci come te.
Il più alto sorrise sornione: - Vuoi riprovare?
- Fai prima ad aspettarmi già qui fuori.
Chanyeol gli si avvicinò ancora di più, così tanto che Baekhyun poteva contare ogni singola gocciolina d’acqua sul suo viso. Poi, improvvisamente, gli prese la mano.
- Ora riproviamo, ma devi giurarmi una cosa.
L’altro annuì, così Chanyeol continuò: - Devi tenere gli occhi chiusi.
- Come?
- Qualunque cosa succeda - spiegò - Promettimi che terrai gli occhi chiusi.
Poteva davvero dirgli di no?
- Te lo prometto.
- È importante, Baekhyun.
- Ho capito. Giuro che tengo gli occhi chiusi finché non sentirò che devo respirare.
Dal sorriso del più alto, Baekhyun capì che la sua promessa gli bastava. Senza che le loro mani si separassero mai, presero entrambi un respiro e si immersero di nuovo.
Chanyeol aveva proprio ragione: stare sott’acqua permetteva, come per magia, che tutti i pensieri andassero al loro posto. Sarà stata la calma che si provava, sarà stato il silenzio, sarà stata l’effettiva assenza di distrazioni, ma Baekhyun si sentì totalmente in pace con sé stesso.
La mano di Chanyeol teneva ancora la sua e lui si sorprese nello stringerla più forte, per paura che decidesse di lasciarlo.
Sarebbe stato davvero bello poter avere le branchie e respirare lì sotto. Capiva davvero Chanyeol.
Già, ma… quanto tempo era passato?
Baekhyun era perfettamente rilassato e si sentiva a suo agio, ma non poteva aver perso in quel modo la cognizione del tempo. E poi non stava più trattenendo il respiro da un po’.
La tentazione di aprire gli occhi si fece sempre più forte. Magari poteva dare solo una sbirciatina…
- Non ci provare, piccolo sonnambulo. Hai promesso.
La voce di Chanyeol gli risuonò nelle orecchie, forte e chiara, come se non stesse parlando da sott’acqua. Ma lui era ancora lì, perché gli stava tenendo la mano.
Baekhyun si lasciò scappare un sorriso appena accennato.
- Se apri gli occhi saremo entrambi nei guai. Non fare scherzi.
La sua voce però era leggermente diversa: più profonda, più adulta. Ed era come se fosse direttamente dentro la sua testa.
Davvero, quanto tempo stava passando?!
Diede un paio di strette alla mano di Chanyeol per indicargli che voleva riemergere e, per sua fortuna, il ragazzo capì ed entrambi tornarono in superficie.
Baekhyun aprì subito gli occhi e guardò l’ora: se solo avesse casualmente guardato dov’erano le lancette quando si erano immersi!
- Quanto tempo siamo stati lì sotto? - chiese, con la voce arrochita.
- Non troppo, stai tranquillo. - rispose Chanyeol, tranquillamente, e gli lasciò lentamente la mano.
- Com’è possibile? Io non so tenere così tanto il respiro e poi sono sicuro che stavo respirando. Io…
- Tu devi rilassarti un po’ - lo interruppe l’altro - Non devi sempre chiederti perché? Cosa? Come? A volte le cose succedono e devi godertele e basta. Siamo stati sott’acqua esattamente 9 minuti e 15 secondi, se proprio vuoi saperlo, ma non ha nessuna importanza come sia possibile.
Chanyeol fece uno scatto e si parò di fronte a Baekhyun, con il viso a pochi centimetri dal suo.
- Ti è piaciuto? Ti sei rilassato? Sei riuscito a pensare?
Baekhyun deglutì a vuoto, fissando quelle iridi nere: - Sì, sì e sì.
Il più alto sorrise: - Allora l’esperienza ha avuto il suo scopo. Ma, piccolo, non farlo mai da solo. Non funziona se non ci sono io.
Baekhyun annuì come un automa e un pensiero gli attraversò la mente: Chanyeol l’aveva chiamato “piccolo”, senza far seguire quella parola da “sonnambulo”. Detta da sola aveva tutto un altro peso.
Arrossì e il ragazzo di fronte a lui se ne accorse immediatamente.
- Sai, Baekhyun, erano secoli che non nasceva un mortale bello come te.
Avrebbe tanto voluto capire ciò che Chanyeol stava dicendo, ma la sua mente non riusciva a ragionare lucidamente.
Chanyeol era così vicino, solo a pochi centimetri da lui.
Così vicino che…
Con uno scatto fulmineo, il più alto gli si allontanò e gli voltò le spalle.
- Andiamo, siamo stati fortunati finora. Non sfidiamo Tiche.
- Chi? - chiese un intontito Baekhyun.
- Tiche, la dea della fortuna. Ma vi insegnano qualcosa in questa scuola?
Chanyeol uscì velocemente dalla piscina e allungò una mano verso Baekhyun.
L’altro, però, non la afferrò.
- Ho detto qualcosa di sbagliato? - chiese confuso - Ho fatto qualcosa che non dovevo?
- No, perché lo pensi?
- Perché stai scappando! - sbottò Baekhyun e si odiò per il tremito della sua voce - Eri qui e adesso sei lì.
- Dobbiamo andare - spiegò Chanyeol - Potrebbero scoprirci.
- Non sembrava importarti quando mi hai chiesto di entrare in acqua!
Baekhyun si avvicinò al bordo e uscì da solo, rifiutando l’aiuto del più alto.
- Baek…
- Lasciamo stare, va bene. Ho capito: ci sono cose che non puoi spiegarmi e spesso ciò che dici non ha senso. Ma tanto io sono uno stupido ragazzino e non posso capire, giusto?
- Non sei affatto stupido.
- Devo esserlo se non riesco a dare un senso a metà delle parole che escono dalla tua bocca.
- Non lo sei. - ripeté Chanyeol, con un tono di voce severo, ma Baekhyun non ci stava più badando.
Raccolse le sue cose e si diede uno schiaffo mentale: come pensava di asciugarsi adesso?
- Sai che ti dico? I miei amici e la tua famiglia hanno ragione: non possiamo essere amici! - esclamò e si voltò a guardarlo.
I vestiti gli caddero nuovamente a terra per la sorpresa: Chanyeol era completamente asciutto.
- Non è possibile! - gli afferrò un braccio e lo toccò, fino alla spalla - Non puoi essere già asciutto. Io non lo sono e siamo usciti quasi nello stesso momento.
- Il calore del mio corpo…
- Ah, non ci provare! - sbottò e, ripresi i vestiti, si diresse bagnato fradicio verso la porta d’uscita.
- Baekhyun, non andartene.
Il tono con cui Chanyeol aveva parlato fu come un freno. Si fermò e lentamente si voltò verso di lui. Il più alto gli si avvicinò e lo avvolse con un grande asciugamano raffigurante il logo della squadra di pallanuoto.
- Ascoltami, tu sei intelligente, sveglio, curioso e ciò ti rende incredibilmente pericoloso per me e la mia famiglia.
- Perché?
- Non posso dirtelo.
- Ma siamo amici - protestò Baekhyun, ma Chanyeol scosse la testa.
- Non riesco a tenere la bocca chiusa, a controllarmi, a fingere che tu non esista. Non riesco a fare a meno di parlarti di ogni cosa che mi passa per la testa o a dare libero sfogo alle mie capacità e non posso farlo. Non con te.
- Non capisco.
- Tu non capisci perché io non ti do abbastanza per farti capire. Mi basterebbe dirti il mio nome per dare una risposta ad ogni tua singola domanda. Ma non posso farlo.
- Non ti chiami Chanyeol?
Il più alto sorrise e con le dita spostò una ciocca di capelli bagnati che era caduta sugli occhi di Baekhyun.
- È tardi, dobbiamo entrambi tornare a casa.
Baekhyun si mordicchiò nervosamente il labbro e fece un passo indietro, poi un altro. Ogni passo lo allontanava da Chanyeol.
Quando sentì che la schiena si era posata sulla porta dietro di lui, si voltò e uscì più velocemente che poteva.
***
 
- Mamma, sono a casa! - urlò appena messo piede oltre la porta.
Aveva passato il resto del pomeriggio a camminare su e giù per la spiaggia. Non aveva voglia di tornare a casa perché sapeva che sua madre era lì e avrebbe capito subito che qualcosa non andava. Non poteva nemmeno andare da uno dei suoi due amici a confidarsi, perché non aveva nessuna intenzione di vedere il loro sguardo giudicante e di sentire dei “te l’avevo detto”. Non sapeva davvero cosa fare. Non si era mai sentito così solo in vita sua.
Perciò aveva camminato sulla spiaggia e si era seduto lì a studiare, finché il sole era sparito ed era apparsa la luna.
La testa di sua madre spuntò dalla porta della cucina mentre Baekhyun si toglieva le scarpe.
- Ciao, sei tornato tardi.
- Scusa, mamma. - disse, ma non aggiunse altro. Faceva davvero schifo a mentire e non voleva parlare con sua madre di ciò che era successo con Chanyeol. Anzi, non poteva.
- Se avessi saputo che avresti fatto così tardi gli avrei detto di tornare un altro giorno.
Baekhyun si bloccò improvvisamente, come se fosse diventato di pietra.
- Come?
- Hai un ospite che ti aspetta in camera. - spiegò sua madre.
- Dimmi che è Luhan.
- No.
- Doyeon?
- No. - ripeté la signora Byun, ridacchiando.
Baekhyun sospirò: - Molto alto, orecchie da elfo, grande sorriso e vocione roco?
La donna sorrise e annuì: - Chi è?
Baekhyun non le rispose e si affrettò a raggiungere la sua camera. Dentro, intento a guardare i libri posati su uno scaffale, c’era Chanyeol.
Baekhyun si sentì subito in imbarazzo per l’aspetto che aveva la sua camera: il piccolo letto sfatto, con le lenzuola ancora stropicciate; la scrivania piena di libri, quaderni e penne; la tastiera elettrica che ogni tanto si divertiva a suonare; le foto di lui insieme ai suoi amici appese al muro dietro il letto; i peluche di quando era bambino, che di sicuro erano ciò che lo metteva più in imbarazzo. In confronto alla camera che Chanyeol aveva, con le sue lenzuola blu di seta, il letto enorme e la vista sul mare, la piccola camera di Baekhyun doveva sembrargli lo sgabuzzino di un bambino delle elementari.
Chiuse la porta dietro di sé, per evitare che sua madre li spiasse.
- Cosa ci fai qui?
Chanyeol lo guardò sorridendo, ma l’espressione sul viso di Baekhyun fece sparire ben presto il sorriso dal suo viso.
- Sei arrabbiato con me. - constatò e l’altro si coprì il viso con le mani.
- Te lo richiedo: perché sei qui?
- Perché volevo scusarmi per come ti ho trattato in piscina. - Chanyeol si sedette sul letto sfatto.
- Per esserti allontanato da me come se avessi avuto una malattia contagiosa? O per avermi fatto sentire un idiota con le cose strane che dici e che fai? - chiese Baekhyun, stizzito.
Chanyeol picchiettò con le dita sulle sue ginocchia: - Non mi sono allontanato da te per cattiveria. Io…
- Tu cosa?!
- Stavo per baciarti! - esclamò Chanyeol, cogliendo di sorpresa entrambi. La sua espressione rivelava che voleva evitare di dire la verità.
Baekhyun lo fissò a bocca aperta, incapace di dire o fare qualunque cosa. Ma Chanyeol non aveva ancora finito.
- Volevo baciarti e tu te ne sei accorto! Ecco perché io mi sono allontanato ed ecco perché tu sei così arrabbiato!
- Non è vero, io non… - Baekhyun si scompigliò i capelli, frustrato - Va bene, magari me n’ero accorto. Ma non sono stato io ad avvicinarmi in quel modo a te.
- Perciò non lo volevi? - chiese il più alto - Se io ti avessi baciato, cosa avresti fatto?
Il viso di Baekhyun divenne così rosso che sembrava sarebbe andato a fuoco da un momento all’altro. Cosa avrebbe fatto? Maledizione, era inutile negarlo: avrebbe ricambiato il bacio, pregando che non finisse mai.
Ma questo di certo non poteva dirlo a Chanyeol.
- Non ha importanza cosa avrei fatto io, il punto è che tu mi hai fatto sentire uno schifo, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato!
- Non era mia intenzione - provò a giustificarsi il più alto - Mi dispiace se il mio comportamento ti ha messo in imbarazzo, ma dovevo fermarmi, Baekhyun.
- Perché? - dopo quella domanda, abbassò lo sguardo, in imbarazzo - Sì, beh, immagino che Joy avrebbe avuto da ridire.
Chanyeol aggrottò le sopracciglia: - Joy? Che c’entra adesso lei?
- È la tua amante, no?
La risata fragorosa di Chanyeol esplose nella stanza e Baekhyun fu costretto a pregarlo di smetterla, per evitare che sua madre andasse a curiosare.
- Non ridere!
- Joy? Ma dai, parliamo di secoli fa!
- Ma…
- Niente ma - Chanyeol sospirò e guardò Baekhyun dritto negli occhi - Ti giuro che Joy non c’entra assolutamente nulla. Sono libero e, come dite voi?
- Single?
- Bravo, single. Solo che non volevo metterti in mezzo al casino che è la mia vita.
Baekhyun fece un passo verso di lui: - Magari ti posso aiutare.
- Non credo, piccolo sonnambulo, ma grazie per averlo proposto.
- Allora cosa facciamo ora? - chiese avvicinandosi ancora un po’. Ora Chanyeol doveva alzare la testa per guardarlo in faccia.
- Ora tu mi dici che mi perdoni.
- Ti ho già perdonato.
- E dici anche che non sei affatto stupido, ma sono io ad essere un ragazzo misterioso.
Una risatina scappò dalle labbra di Baekhyun, e alzò gli occhi al cielo: - Va bene, non sono stupido. É tutta colpa tua.
- Bene - concluse Chanyeol, alzandosi in piedi e sovrastando l’altro con la sua altezza. - Però adesso rispondi tu a una mia domanda, curiosone.
Baekhyun si sforzò di non fare istintivamente un passo indietro.
- Va bene.
- Non hai risposto prima e lo farai ora: cosa avresti fatto se ti avessi baciato?
Baekhyun alzò lo sguardo e lo fissò in quello di Chanyeol.
Com’erano finiti a quel punto? Quando era successo?
Dovette finalmente ammettere con sé stesso che quella scarica elettrica tra di loro non era apparsa in quel momento. Non era nata casualmente quel giorno.
C’era stata fin dal primo momento in cui i loro occhi si erano incrociati.
Baekhyun non aveva più intenzione di mentire a sé stesso e non aveva nessuna voglia di dare retta ai suoi amici o ai parenti di Chanyeol.
Nessuno aveva il diritto di dirgli cosa poteva o non poteva fare e chi potesse o non potesse piacergli.
Chanyeol aspettava ancora una risposta, paziente.
- Cosa avrei fatto? - Baekhyun ripeté la domanda - Non lo so. Scoprilo.
I loro occhi non si separarono nemmeno per un istante, finché Chanyeol non si piegò verso Baekhyun, nell’esatto momento in cui lui si alzava sulle punte dei piedi.
Le loro labbra si trovarono e Baekhyun sentì come se nella sua testa e nel suo cuore fosse esplosa una bomba. Le sue dita andarono subito ad infilarsi tra i capelli di Chanyeol, mentre le mani del più alto si posavano prima sui suoi fianchi e poi sulle sue cosce, per sollevarlo da terra.
Baekhyun sentì la sua schiena che si posava sul muro della camera e, per un momento, temette che sua madre entrasse e li sorprendesse.
Ma quei pensieri sparirono appena Chanyeol iniziò a coinvolgere la sua lingua in un gioco così straordinario da lasciarlo senza fiato.
Tutto ciò era giusto? Quel ragazzo era un problema?
Non aveva nessuna importanza, perché gli piaceva.
Gli piaceva da morire.
 
 
 
 
Apollo è il dio del sole. Secondo la leggenda, trasportava il sole su un carro trainato da quattro cavalli.

Tiche, nella mitologia greca, era la personificazione della fortuna.



 

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Capitolo 10
*** 9. Nove (εννέα) ***


Joy2




9. Nove
(εννέα)
 
 

- Ehi, tu! Ragazzino, stai bene? Svegliati!
Baekhyun iniziò piano piano a svegliarsi e a uscire dal torpore del sonno. Non aveva fatto nessun sogno quella notte e si sentiva molto riposato. Forse il sonnambulismo era finito.
- Mi senti? Stai male?
Ma… qualcuno stava parlando con lui?
Più il suo corpo e i suoi sensi si svegliavano, più capiva che qualcosa non quadrava. Sotto di sé non sentiva la morbidezza del suo materasso o del cuscino e non c’erano le lenzuola a coprirlo. Quello che le sue dita toccavano in quel momento era… sabbia.
Inoltre, sentiva chiaro e vivido il rumore del mare.
Oh no.
Baekhyun spalancò gli occhi e si mise a sedere, forse troppo velocemente, perché tutto intorno a lui prese a girare.
- Ti sei svegliato per fortuna. Stai bene?
Alzò lo sguardo verso la figura dalla quale proveniva la voce e, mano a mano che i suoi occhi si abituavano alla luce del sole, prese forma il viso di un uomo.
Era piegato accanto a lui e, quando vide che lo guardava, si inginocchiò. Visto da così vicino, Baekhyun capì che non doveva essere adulto come aveva pensato in un primo momento. I suoi capelli castani erano sudati e indossava una tuta da jogging.
Aveva un bel sorriso e occhi gentili.
Ma chi era?
- Come ti chiami? - chiese e Baekhyun capì che forse era meglio dire almeno una parola, per non farlo preoccupare inutilmente.
- Io… mi chiamo Baekhyun.
- E che ci fai a quest’ora del mattino addormentato sulla spiaggia, Baekhyun? - chiese, offrendogli la mano, che lui afferrò.
Una volta in piedi, si rese conto che indossava il pigiama, ma per una volta non era bagnato fradicio. Almeno non si era buttato in mare.
- Mi dispiace - disse - Ogni tanto sono sonnambulo.
- Capisco - rispose l’altro, sorridendo - Ma è pericoloso uscire così se non sei in te. Dovresti prendere dei provvedimenti.
- Sì, dovrei - ammise Baekhyun - Grazie per avermi svegliato.
- Figurati, è stato un piacere. Non capita spesso di incontrare ragazzini addormentati in spiaggia. Ammetto che, in un primo momento, ho pensato fossi ubriaco.
Baekhyun ridacchiò in imbarazzo e osservò meglio il giovane uomo accanto a lui: possibile che non lo conoscesse? Eppure conosceva ogni persona dell’isola, ne era certo.
- Scusami - lo fermò, mentre l’altro stava già per riprendere la sua corsa mattutina - Non credo di conoscerti, sei nuovo dell’isola?
L’altro sorrise e fece un piccolo inchino: - Mi hai scoperto. Sì, sono arrivato soltanto ieri, ma già adoro questo posto. Mi è stata offerta una cattedra di Storia dell’arte e non ho potuto rifiutare.
- Storia dell’arte? - Baekhyun sgranò gli occhi - Al liceo?
- No all’università. Se frequenti il corso, ci rivedremo - rispose lo sconosciuto e alzò una mano in gesto di saluto - Sono Minho, Choi Minho. È stato un piacere conoscerti, Baekhyun. Chiuditi in casa la prossima notte, almeno finché il tuo problema non sparirà.
Baekhyun ricambiò il saluto, senza proferire parola, mentre l’altro si allontanava di corsa.
Tutti quegli anni senza nessun nuovo isolano e poi, in meno di un mese, ben due arrivi: un’intera famiglia e ora questo nuovo insegnante.
Le pettegole dell’isola avrebbero avuto il loro bel da fare.
E anche Luhan.
 
***
 
Aveva fatto la strada da casa a scuola insieme a Luhan e Doyeon, quella mattina, ma nessuno dei tre aveva parlato molto. Luhan era sicuramente quello che aveva fatto maggiori sforzi per tenere alto il morale ma, ricevendo solo risposte a monosillabi, si era stancato.
Baekhyun non aveva detto a nessuno dei due ciò che era successo la sera prima, con Chanyeol. La sua mente ancora stentava a credere che fosse successo davvero ed era certa fosse stato un sogno, frutto della sua fantasia. Ma il suo cuore era certo che fosse stato tutto reale. Le labbra di Chanyeol, le mani di Chanyeol, il suo respiro, il suo profumo.
Quel bacio era stato reale.
Baekhyun arrossì e, toccandosi una guancia, si accorse che scottava. Doveva calmarsi, altrimenti il radar di Luhan si sarebbe acceso e non l’avrebbe più lasciato in pace.
La prima lezione era appunto Storia dell’arte e, per rompere il silenzio imbarazzante, Baekhyun decise di parlare ai suoi amici dell’uomo che aveva conosciuto quella mattina. Tralasciando, ovviamente, che l’aveva incontrato perché si era addormentato sulla spiaggia.
- Un altro nuovo arrivato? - chiese Luhan, quando Baekhyun finì il racconto - Il mondo ha riconosciuto che esistiamo?
- Ma perché stanno arrivando tutti ora? - si domandò Doyeon, pensierosa - Non vi sembra una strana coincidenza?
Baekhyun non riusciva ancora a darsi una spiegazione, perciò tenere la bocca chiusa gli sembrava la scelta migliore. Anche perché, ogni volta che apriva bocca, la frase “ho baciato Chanyeol” gli si fermava sulla punta della lingua e bloccarla diventava sempre più difficile. Non era abituato a tenere dei segreti con i suoi migliori amici.
- In ogni caso, lo incontreremo presto - concluse Luhan, mentre i tre entravano nell’aula ancora parzialmente vuota - Sicuro che non sia un altro degli abitanti della casa sulla scogliera?
Baekhyun scosse la testa e si sedette, lasciando accanto a sé un posto vuoto: inconsciamente, contava già che Chanyeol si sedesse accanto a lui.
- Sono sicuro. Li ho conosciuti tutti e lui non c’era.
Come aveva immaginato, appena i tre nuovi arrivati entrarono in aula, Chanyeol subito cercò il suo sguardo e, visto il posto vuoto, sorrise.
Luhan si piegò un po’ verso Baekhyun e sussurrò: - Ogni volta che ti vede, sembra un bambino con il cioccolato.
Baekhyun gli diede un piccolo spintone, arrossendo: - Sta zitto e non fare commenti quando arriva.
- Perché? È così divertente prendervi in giro.
- Luhan!
- Ciao.
I due ragazzi sussultarono e si voltarono verso Chanyeol, che si stava sedendo in quel momento. Luhan si sporse per dirgli qualcosa, ma Baekhyun gli posò la mano sul viso e lo spinse indietro.
Chanyeol ridacchiò al gesto e avvicinò il viso a quello di Baekhyun: - Come stai?
Il ragazzo arrossì suo malgrado e, nonostante dentro di lui stesse scoppiando una tempesta, cercò di darsi un tono.
- Sto bene, tu? - rispose, con voce gracchiante.
Il più alto rise e si piegò ancora di più verso di lui: - Sto molto meglio, dopo ieri sera.
Baekhyun si voltò di scatto verso Luhan, per capire se avesse sentito, ma il suo amico era intento a spiare Sehun, seduto alle sue spalle.
- Io… - si coprì il viso con le mani, per non dover guardare Chanyeol negli occhi - Non lo so.
- Non lo sai? Devo prenderla come una cosa negativa? - chiese, sorridendo - Ascolta, Baekhyun, noi…
La sua frase però venne interrotta dall’ingresso dell’insegnante. Choi Minho sembrava quasi un’altra persona ora: non indossava più la divisa da jogging, ma un elegante completo blu e una camicia bianca. I suoi capelli, prima scompigliati, erano perfettamente in ordine. Non era più un ragazzo che correva sulla spiaggia all’alba, era diventato un elegante professore universitario.
Baekhyun sorrise e si voltò verso Chanyeol, per raccontare anche a lui l’incontro di quella mattina, ma la vista che si trovò davanti lo fece sussultare.
Il corpo di Chanyeol era in tensione, le sue mani erano strette in un pugno così serrato che le nocche stavano sbiancando e i suoi enormi occhi erano sgranati in un’espressione incredula.
- Chanyeol - provò ad attirare la sua attenzione - Chanyeol, stai bene?
Il ragazzo alto sembrava non sentire nemmeno la sua voce: fissava il nuovo insegnante e, quando quest’ultimo puntò gli occhi su di lui, la sua mascella si serrò. Baekhyun si voltò verso Jongin e Sehun e fu sorpreso di vedere in loro la stessa reazione.
Improvvisamente, anche Chanyeol si voltò e i suoi occhi incontrarono subito quelli di Jongin.
- Com’è possibile? - chiese, in un sussurro.
- Non ne ho idea - rispose Jongin, per poi accorgersi che Baekhyun li stava guardando - Ma è meglio parlarne più tardi, a casa.
Chanyeol tornò lentamente a voltarsi verso il professore, che nel frattempo aveva iniziato la lezione.
- Chanyeol? - Baekhyun provò ancora a chiamarlo e, finalmente, l’altro gli prestò attenzione - Cosa succede?
- Niente di cui ti debba preoccupare. - rispose, con un falso sorriso sul viso.
- Lo conosci? Sembra di sì…
Chanyeol si passò una mano sul viso: - Sì, lo conosco.
Non disse altro e Baekhyun capì che in quel momento era meglio tacere. Provò a concentrarsi sulla lezione e, quando l’insegnante passò lì accanto durante la spiegazione, guardò verso di loro e dal suo sguardo fu certo che anche lui li conoscesse.
Anche Choi Minho aveva riconosciuto Chanyeol, Jongin e Sehun.
 
***
 
La lezione era stata infinitamente lunga e Baekhyun aveva faticato parecchio a prestare attenzione. Quando era arrivato il momento di uscire dall’aula, aveva proposto a Chanyeol di studiare insieme in biblioteca, ma lui l’aveva invitato a precederlo. Teneva lo sguardo sul nuovo professore e non si era mosso dal suo posto, come anche i suoi amici.
Baekhyun aveva preferito non fare domande e se n’era andato in biblioteca, con Luhan.
Camminò tra gli scaffali colmi di libri, alla ricerca del volume che gli serviva, ma la sua testa era da un’altra parte: erano ormai passati più di venti minuti e di Chanyeol ancora nessuna traccia.
- Ma dove si è cacciato? - si interrogò, facendo scorrere le dita sui dorsi dei libri. Individuò quello che stava cercando: era nello scaffale più alto, così si mise in punta di piedi e provò ad allungarsi al massimo delle sue capacità, ma le sue dita arrivarono appena a sfiorare lo scaffale, figuriamoci il libro.
Ma perché era nato così basso?
- Sei proprio un nanetto.
L’improvvisa voce di Chanyeol lo fece sussultare e si sbilanciò, finendo con il corpo appoggiato alla libreria.
Il ragazzo alto scoppiò a ridere, facendo imbestialire Baekhyun.
- Bravo, ridi delle disgrazie altrui. Non tutti siamo giganteschi come te.
- Ah sì? - Chanyeol era appoggiato con una spalla allo scaffale e teneva le braccia incrociate sul petto.
Baekhyun sbuffò e ritentò la sua impresa impossibile.
- Allora, hai fatto a botte con quell’insegnante?
Chanyeol abbassò lo sguardo, sorridendo appena. Poi decise di porre fine alla tortura di Baekhyun e si mise dietro di lui, per prendere il libro.
- Grazie. - si voltò e si trovò imprigionato tra il corpo di Chanyeol e lo scaffale.
- Non ho fatto a botte con nessuno. - il più alto rispose alla sua precedente domanda, porgendogli il libro. Ma non accennò a fare un passo indietro e liberare Baekhyun dalla sua posizione ristretta.
- Sembravi parecchio arrabbiato.
- Non ero arrabbiato, ero… sconvolto.
- Ma chi è quell’uomo? - chiese ancora Baekhyun - Era un professore anche nella tua vecchia scuola?
Chanyeol ridacchiò, mettendo le mani nelle tasche dei jeans: - No, ma Lay è stato tra i suoi allievi.
A Baekhyun tornò subito in mente il ragazzo carino con la fossetta.
- E tu come lo conosci?
Chanyeol sospirò e guardò Baekhyun, dispiaciuto: - Io…
- Non puoi dirmelo - concluse lui, abbassando lo sguardo - Ho capito.
- Mi dispiace, piccolo sonnambulo.
- Non fa niente, ormai ho accettato che ciò che puoi dirmi è niente in confronto a ciò che non puoi.
Chanyeol allungò una mano, ma Baekhyun piegò la testa perché non potesse toccarlo.
- Hai detto che sei rimasto sconvolto nel vederlo. Ma in senso positivo o negativo?
Chanyeol sorrise: - Positivo.
- Beh, a me sembrava molto negativo, invece. - borbottò Baekhyun.
Il più alto sorrise divertito e appoggiò le mani sullo scaffale alle spalle di Baekhyun, così da impedirgli ogni tentativo di fuga.
- Io e te dovremmo parlare.
- Ma stiamo parlando. - gli fece notare Baekhyun.
Chanyeol sghignazzò e si piegò verso di lui: - Sei arrabbiato con me?
- No. O forse un po’ sì.
- E perché?
- Perché io vorrei aiutarti, ma tu non mi dici niente. Perché hai delle reazioni esagerate verso certe cose, ma non me ne spieghi il motivo. Perché non sai niente di tecnologia, ma non mi hai ancora detto dove vivevi prima.
- Perché ti ho baciato e poi me ne sono andato.
- Perché mi hai baciato e poi… beh, te ne sei andato perché mia madre ha bussato alla porta.
Chanyeol sorrise malizioso: - E se non fosse entrata?
- Te ne saresti andato lo stesso. - rispose Baekhyun, pregando che il rossore delle sue guance non lo tradisse.
- Davvero? Non pensi che saremmo andati oltre?
Il ragazzo alto avvicinò le labbra all’orecchio di Baekhyun e parlò sussurrando.
- Non lo volevi?
- N-non sarebbe stato il momento - balbettò - E poi quasi non ti conosco.
- E allora?
- Allora? Mai sentito parlare di amore?
Appena finì di pronunciare quella parola, il viso di Baekhyun passò tutte le tonalità di rosso esistenti. Ma cosa stava dicendo?
Perché parlava di amore con Chanyeol?
Possibile che riuscisse sempre a mettersi in imbarazzo da solo?
- Amore… è un sentimento importante - commentò il ragazzo alto, guardandolo dritto negli occhi - È davvero pericoloso quando l’amore scompare.
Baekhyun aprì la bocca per chiedere cosa intendesse, ma le sue parole furono bloccate dalle labbra di Chanyeol, che si sporsero per sfiorare le sue. Era un contatto appena accennato, niente in confronto al bacio passionale della sera prima.
Ma quante emozioni gli stava dando.
- Come può l’amore scomparire? - chiese, ancora con le labbra di Chanyeol a pochi centimetri dalle sue.
- Bene, bene, bene.
I due ragazzi si voltarono nello stesso istante e, fermo a guardarli, c’era Luhan con un sorrisetto malizioso sulle labbra.
- Sapevo che mi nascondevi qualcosa, ma mai avrei immaginato questo.
Baekhyun allontanò Chanyeol e, per sua fortuna, il ragazzo non oppose resistenza.
- Luhan…
- Già, Luhan. Quando avevi intenzione di dirmi che passi il tempo a baciare questo gigante sexy?
Baekhyun arrossì e cercò con lo sguardo l’aiuto di Chanyeol, che però non poteva fare niente per lui. Luhan era amico suo e doveva occuparsene lui.
- Ci siamo baciati una volta sola. - chiarì.
- E ora?
- Ti sembrava un bacio questo? - intervenne Chanyeol, poi ghignò - Dovevi vedere quello di ieri sera.
Il viso di Baekhyun divenne porpora e colpì il braccio del più alto con uno schiaffo.
Luhan inarcò un sopracciglio: - Dunque state insieme.
Non era una domanda, ma Baekhyun scosse energicamente la testa.
- N-noi… no!
- No? - chiese Chanyeol e lui assottigliò lo sguardo, per fargli intendere di zittirsi.
- Sapete una cosa - intervenne Luhan - Ho come la sensazione che non vogliate che si sappia questa… cosa che c’è tra voi.
Chanyeol incrociò le braccia sul petto e sbuffò, mentre Baekhyun abbassava lo sguardo, in imbarazzo.
- Beh - continuò il ragazzo cinese - Ho una proposta da fare.
- No. - rispose subito Chanyeol.
- Quale? - chiese invece Baekhyun.
Luhan ridacchiò e indicò i due: - Voi organizzerete un’uscita a quattro. Voi due, io e Sehun.
- No - ripeté Chanyeol - Questo è una specie di ricatto.
- Può darsi - chiarì subito Luhan, senza vergogna. Poi però giunse le mani davanti al viso e parlò a Baekhyun, sapendo che era il più facile da convincere - Ti prego, Baek. Sai quanto mi piace Sehun e sai anche che non mi calcola nemmeno. Il che è incredibile e secondo me quel ragazzo ha qualcosa che non va. Perciò mi  serve un piccolissimo aiuto.
- Piccolissimo. - commentò Chanyeol, ma Luhan lo zittì con un gesto della mano.
- Per favore, solo una cena con cinema e passeggiata in riva al mare.
- Ti concediamo solo la cena. - disse Chanyeol.
- Cena e cinema.
- Cena e basta.
- Va bene! - esclamò Baekhyun, esasperato per quel bisticciare.
- Niente cinema. Puoi avere la cena e, se ti comporterai bene e non ci metterai in imbarazzo, andremo a fare la passeggiata in riva al mare.
Luhan batté le mani tra loro e strinse Baekhyun in un abbraccio.
- Sapevo che eri il migliore amico più fantastico del mondo.
- Ma non lo era Doyeon, dopo quella volta che ti ha portato la pizza a casa quando stavi male?
- Shhh… dettagli. - Luhan batté un colpetto sulla spalla a Chanyeol, che se ne stava zitto e aveva evidentemente accettato il suo destino.
- Grazie, ragazzi. Vi voglio bene.
Il più alto alzò gli occhi al cielo, ma non disse niente.
- Stasera - decise Luhan, già voltato per andarsene - Passate voi a prendere me e Baekhyun.
Deciso tutto si dileguò, lasciandoli finalmente soli.
Baekhyun si voltò verso Chanyeol, che si stava passando una mano tra i capelli, affranto.
- Vedrai che questa serata non sarà così male. - disse, per tirarlo su di morale.
- Certo, ci divertiremo tantissimo. - rispose l’altro, ironico.
Baekhyun sospirò: - Mi dispiace, ma… credevo che fossi dalla parte di Luhan, nel suo tentativo di conquistare Sehun.
Chanyeol abbassò lo sguardo: - Lo sono, Luhan mi è simpatico.
- Beh, a me sembrava stessi facendo di tutto per boicottare questa uscita.
Finalmente, Chanyeol puntò lo sguardo su quello di Baekhyun.
- Era il nostro primo appuntamento.
- Come? - chiese il più basso, sbattendo gli occhi.
- Di solito non è una cosa importante per voi? Almeno, Joy ha detto così e lei è un’esperta di queste cose.
- Il primo appuntamento?
- Già. Noi non abbiamo mai avuto un primo appuntamento e ora ce lo stiamo giocando.
Baekhyun aprì la bocca per rispondere, ma nessuna parola ne uscì.
Chanyeol aveva ragione: quello sarebbe stato il loro primo appuntamento ufficiale e lo avrebbero passato a fare da Cupido per Luhan e Sehun. Come se anche loro due non avessero bisogno di un Cupido che chiarisse la situazione.
- Ma tanto non stiamo insieme, giusto? - continuò Chanyeol, ripetendo la risposta che Baekhyun aveva dato alla domanda di Luhan sulla loro relazione.
- Mi dispiace, non credevo che tu pensassi che…
- Non lo penso, ma stavo cercando di cambiare il mio comportamento, una volta tanto.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia e fece un passo verso il più alto: - Che intendi?
- Beh, non sono un tipo molto romantico, sai? - rispose Chanyeol, facendo spallucce - Io di solito mi prendo quello che voglio senza tanti complimenti o carinerie sdolcinate.
Il suo tono era così serio che Baekhyun sentì un brivido lungo la schiena.
- Non sei un tipo da fiori e cioccolatini, eh? - ridacchiò nervosamente.
- Affatto, ma volevo provarci questa volta. Sai, fare tutte le cose che piacciono tanto a voi…
- Noi?
- Voi… ragazzini.
- Capisco, noi… - Baekhyun si interruppe quando l’ultima parola detta da Chanyeol si registrò nella sua mente - Scusami, a chi hai dato del ragazzino?
Il più alto scoppiò a ridere rumorosamente, tanto che la bibliotecaria non ci mise molto ad apparire al loro fianco e a sgridarli. Baekhyun sbuffò e, dopo che la donna se n’era andata e il ragazzo alto aveva smesso di ridere, provò a scappare. Una mano però gli afferrò subito il braccio e lo costrinse a voltarsi.
- Ascolta - disse Chanyeol, per richiamare la sua attenzione - Dicevo sul serio poco fa, volevo davvero provare a essere romantico questa volta. Per te.
Baekhyun arrossì e lasciò che la mano di Chanyeol scivolasse dal suo braccio fino alla sua mano.
- Potremmo andare a questo appuntamento a quattro, ma non contarlo come un vero appuntamento tra noi due. Insomma, fingere che siamo lì per fare da babysitter a Luhan ed evitare che salti addosso a Sehun.
La sua proposta sembrò piacere a Chanyeol, che sorrise: - Mi sembra perfetto.
- Poi - continuò Baekhyun, chinando il capo, per non far vedere a Chanyeol il rossore delle sue guance - Noi due potremmo avere un vero primo appuntamento.
Chanyeol gli afferrò il mento con le dita e lo costrinse a guardarlo negli occhi: - A te farebbe piacere? Uscire con me intendo.
Baekhyun deglutì a vuoto, perso in quegli occhi scuri, e annuì: - Assolutamente sì. Ma niente più baci, fino ad allora.
Chanyeol alzò un sopracciglio: - Come scusa?
- Volevi fare le cose con calma e in modo romantico? Il prossimo bacio lo avrai dopo il primo appuntamento.
- Ma…
- E non si discute.
- Joy non aveva detto nulla riguardo a questo!
Baekhyun rise e, a malincuore, tolse la mano da quella di Chanyeol.
- Ci vediamo stasera.
Il più alto si arrese e lasciò che sulle sue labbra si formasse un sorriso: - A stasera.
Baekhyun si voltò e si affrettò a tornare al tavolo dove lo aspettava Luhan, intento a studiare. Si sedette e sperò che il suo amico non notasse l’enorme sorriso sognante che era apparso sul suo viso rosso per l’emozione.
Speranza vana, perché Luhan se n’era subito accorto e gli stava facendo l’occhiolino.
Al suo amico malizioso non sfuggiva proprio niente.
 
 

 
 

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Capitolo 11
*** 10. Dieci (δέκα) ***


Yeri2
 
10. Dieci
(δέκα)
 
 
Un completo elegante? No, non andava affatto bene. Felpa e jeans? Troppo casual.
Cosa si indossava a un appuntamento?
Anzi, cosa si indossava a un finto appuntamento?
Baekhyun si scompigliò i capelli con le dita della mano e sospirò: ma cosa stava facendo? Perché aveva accettato il ricatto di Luhan?
Se non l’avesse fatto, ora non sarebbe davanti all’armadio, indeciso su cosa indossare all’appuntamento a quattro che il suo amico aveva voluto organizzare per conquistare Sehun.
Sapeva che per lui e Chanyeol quello non sarebbe stato vero, ma non poteva evitare di essere in ansia. Voleva fare bella figura perché, nonostante tutto, se non avesse fatto una bella impressione quella sera, magari Chanyeol non l’avrebbe nemmeno voluto un vero appuntamento per loro due.
Alzò lo sguardo verso il soffitto della camera e fece dei respiri profondi: calma, Baekhyun.
Se si fosse agitato avrebbe solo rischiato di fare qualche figuraccia e…
Il suono del campanello interruppe i suoi pensieri. Non poteva essere Luhan, era troppo presto. E, per lo stesso motivo, non poteva essere nemmeno Chanyeol.
Lasciò che fosse sua madre ad andare ad aprire e lui tornò a occuparsi del possibile abbigliamento per quella sera.
Non passò molto, però, prima che entrasse la persona che aveva suonato: Doyeon.
Appena messo piede nella stanza, la ragazza si fermò bruscamente.
- Cos’è successo qui? - chiese sorpresa, vedendo l’enorme confusione che regnava nella camera di Baekhyun.
C’erano abiti ovunque, letteralmente: sul pavimento, sopra il letto, sulla sedia della scrivania e una maglietta pendeva dalla lampada sopra il comodino.
- Sembra sia esplosa una bomba. - continuò Doyeon, per poi spostare un paio di pantaloni e sedersi sul letto.
- È tutta colpa di Luhan! - esclamò Baekhyun - Non ha un minimo di freno e mi ha incastrato.
- Di cosa stai parlando? - chiese la ragazza e Baekhyun la guardò per risponderle, ma si bloccò.
Solo quella mattina si erano rivolti sì e no due parole. C’era una strana tensione tra loro due, come se avessero litigato. Ma in quel momento, sembrava tutto passato. Baekhyun si ritrovò a sorridere: era sempre così tra loro due. Niente poteva distruggere la loro amicizia e, quando erano insieme, il loro legame li portava a dimenticare le possibili discordie e i litigi. Erano migliori amici e niente avrebbe cambiato questo fatto.
- Parlo di Luhan che mi ha incastrato in un appuntamento a quattro. - spiegò e, per un attimo, gli sembrò che Doyeon si fosse irrigidita.
- Un appuntamento a quattro? Immagino che uno dei quattro sia Sehun.
Baekhyun rise e iniziò a raccogliere la sua roba dal pavimento.
- Indovinato. Lui, Sehun, io e Chanyeol.
Non ricevendo nessun commento, alzò lo sguardo per guardare la sua amica: Doyeon lo fissava, seria.
- Chanyeol?
- Sì. È una storia lunga…
- Raccontamela.
Baekhyun si rimise dritto e sospirò: - Beh, Luhan ci ha…
Doveva davvero raccontare la verità? Doveva davvero pronunciare la parola “bacio” davanti a lei? Qualcosa nello sguardo di Doyeon gli impediva di farlo. Già una volta si era mostrata in disaccordo riguardo la sua amicizia con Chanyeol, figuriamoci se fosse nato qualcosa di più.
- Luhan ha pensato di sfruttare la mia amicizia con Chanyeol per provare ad approcciare Sehun. Così ha chiesto di fare un’uscita tutti insieme, per conoscerlo meglio. Ovviamente ha incastrato anche me. Te lo immagini Luhan da solo con quei due?
Baekhyun ridacchiò nervosamente, ma Doyeon restava seria.
- Allora è un’uscita di gruppo.
- Ma certo. Io che ho detto?
- Hai detto appuntamento a quattro.
- Ah, sì? - Baekhyun abbassò lo sguardo e si voltò verso l’armadio - Mi sono confuso.
Sentì Doyeon sospirare, ma non osò voltarsi: le sue guance erano arrossite ed era meglio che lei non lo vedesse.
- Cosa stai facendo, Baek? - chiese improvvisamente lei, in un sussurro - Ti comporti in modo strano da quando quel ragazzo è arrivato qui.
- Siamo amici. - rispose lui, tenendo gli occhi fissi sull’interno dell’armadio.
- Ho una notizia per te: questa è la spiegazione che ti sei dato per giustificare tutto il tempo che passi con lui, il fatto che pensi sempre a lui e staresti insieme a lui per tutte le ore del giorno e della notte.
Baekhyun si voltò a fissarla, a bocca aperta.
La ragazza aveva parlato con un astio che non le riconosceva e ciò che aveva detto… forse era la verità.
- Anche se fosse? - chiese Baekhyun, con voce lieve e le guance rosse per l’imbarazzo - Anche se ciò che hai detto fosse la verità? Non saresti felice per me?
Doyeon non rispose: i suoi occhi non abbandonarono mai quelli di Baekhyun, che stava facendo uno sforzo enorme per sostenere il suo sguardo e non comportarsi da vigliacco. Ormai aveva detto la verità, era inutile provare a tornare indietro.
- Non puoi dire sul serio! - esclamò la ragazza - Baekhyun, non puoi!
- Perché no? - chiese lui, alzando a sua volta la voce - Cosa ci sarebbe di male?
- Ma…
- Ascolta, Doyeon - la interruppe - So che pensate tutti male di Chanyeol, anche se non ho ancora capito perché. N-noi stiamo solo cercando di  capire se…
- Ti farà soffrire! - esclamò lei, alzandosi dal letto - Qualunque cosa sia, non durerà e tu poi starai malissimo e io non voglio vederti così!
- Che ne sai? - chiese Baekhyun, sentendo la rabbia iniziare a parlare per lui - Sei nella mia mente, nel mio cuore? Prevedi il futuro? No. Non sai ciò che provo e non puoi sapere cosa succederà. E sai una cosa? Sono stanco di essere giudicato. Chanyeol è gentile con me, mi trovo a mio agio con lui e so di piacergli, ma abbiamo quasi tutta la sua famiglia contro e il mio migliore amico sfrutta i miei sentimenti per arrivare al suo scopo. Sai, sarebbe bello se almeno tu, che mi conosci meglio di quanto mi conosca io stesso, fossi dalla mia parte. Sarebbe bello avere almeno una persona a me vicina che mi dica “Segui il tuo cuore, Baekhyun. Non stai sbagliando”! Invece no, anche tu mi dici di stare lontano da lui. Beh, ho anch’io una notizia per te, Doyeon: non lo farò. Chanyeol è strano, dice e fa cose senza senso, ma mi piace. Mi piace tanto.
Nella stanza calò il silenzio, interrotto dal secondo suono del campanello della serata.
- Metti i jeans e il maglioncino bianco che ti ha regalato Luhan - disse Doyeon, con voce atona - Ti stanno bene e non sarai né troppo elegante né troppo casual.
Detto ciò, la ragazza lasciò la stanza, rischiando per poco di scontrarsi con Luhan.
- Ehi, Doyeon, sei venuta ad aiutare il nostro Baekkie a farsi bello?
La ragazza ignorò la domanda dell’amico e si affrettò a raggiungere la porta di casa, senza degnare di un saluto nemmeno la signora Byun.
Quando lo sbattere della porta indicò che la ragazza se n’era andata, Luhan fece spallucce.
- Allora, pronto per una serata di follie?
 
***
 
I due ragazzi nuovi erano finalmente arrivati e l’auto sportiva era guidata da Chanyeol. Sehun sedeva davanti, al lato del passeggero ma, nonostante il più alto fosse sceso per salutare Baekhyun e Luhan, lui non l’aveva seguito.
- È il massimo della felicità che può dimostrare. - spiegò Chanyeol, facendo il giro della macchina per salutare i due ragazzi.
- E se non gli piaccio? Se non sono il suo tipo - Luhan afferrò Baekhyun per la manica del maglioncino bianco - Dici che sono abbastanza bello stasera?
Nonostante Luhan lo stesse strattonando, Baekhyun non gli prestava attenzione: fissava a bocca aperta Chanyeol, che sorrideva alla stravaganza del suo amico cinese.
Il ragazzo alto quella sera era incredibilmente bello; più del solito, se possibile.
I capelli scuri erano pettinati all’insù e per una volta non gli ricadevano sugli occhi; indossava una maglietta bianca sotto una giacca elegante nera; anche i pantaloni erano neri ed eleganti, ma nonostante ciò non dava l’impressione di essere troppo formale.
Baekhyun era letteralmente incantato e Luhan dovette schioccargli le dita davanti al viso per farlo tornare alla realtà.
- Ci sei, Baek? Non svenire proprio adesso. Aspetta almeno che io sia tornato a  casa con Sehun!
Baekhyun, rendendosi conto che aveva iniziato la serata con una figuraccia, arrossì violentemente e si affrettò a salire sul sedile posteriore dell’auto, lasciando gli altri due a ridacchiare divertiti.
Sentendo il rumore della portiera che si richiudeva, Sehun si voltò a salutarlo.
- Ciao Baekhyun.
- Ciao Sehun.
- Mi spieghi perché sono qui?
Baekhyun ridacchiò nervosamente: - Devi uscire con me, Luhan e Chanyeol.
- Sì, ma non ho capito perché. Tu e Chanyeol non preferite uscire da soli?
- Beh… - la risposta del ragazzo fu però interrotta dagli altri due che salivano in auto.
- Si parte! - esclamò entusiasta Chanyeol, voltandosi appena per fare l’occhiolino a Baekhyun.
Non erano partiti nemmeno da cinque minuti, prima che Luhan infilasse la testa tra i due sedili davanti.
- Allora… - iniziò, rivolto a Sehun - Come stai? Sono felice che tu abbia accettato di uscire con me… cioè, noi.
Il ragazzo biondo si scambiò un’occhiata con Chanyeol: - Sono stato costretto.
Luhan ignorò il commento poco gentile e non perse nemmeno una briciola del suo entusiasmo.
- Sono sicuro che ci divertiremo un mondo noi quattro! - disse con voce squillante, ma non ricevette nessuna risposta dagli altri.
L’atmosfera in auto non era delle più allegre, nonostante i tentativi di Luhan e, a tratti, di Chanyeol di far ridere e coinvolgere gli altri. Baekhyun sapeva di dover aiutare il suo amico a rendere la serata perfetta, ma il litigio con Doyeon l’aveva turbato. Loro due non avevano quasi mai litigato in tutti quegli anni, ma ultimamente lo facevano troppo spesso.
Chanyeol si era accorto che qualcosa non andava, perché ogni tanto gli lanciava delle occhiate attraverso lo specchietto retrovisore, ma Baekhyun non voleva turbare anche lui. Avrebbero passato una bella serata e, sperava, senza che Luhan si mettesse in ridicolo con Sehun o lui con Chanyeol.
Arrivarono al ristorante e il ragazzo alto dovette dare un pizzicotto sulla coscia al suo amico per farlo scendere dalla macchina, poi si affrettò ad aprire la portiera a Baekhyun.
- Va tutto bene, piccolo sonnambulo? - chiese sottovoce, perché solo lui potesse sentirlo.
- Sì, più o meno.
- Se vuoi possiamo mandare avanti loro e me ne parli.
Com’era gentile, sarebbe stato bello confidarsi con lui… ma non poteva farlo. Cosa gli avrebbe detto? Che aveva litigato con Doyeon a causa sua? Che in un impeto di follia aveva ammesso che lui gli piaceva?
- Non è necessario, è tutto a posto. - si sforzò di sorridere, ma dall’occhiata che gli lanciò Chanyeol si capiva che non ci era cascato.
- Entriamo?
Luhan li interruppe, indicando la porta del ristorante, dentro il quale era già sparito Sehun.
Baekhyun fece un passo verso di lui, ma Chanyeol lo afferrò per un braccio.
- Se hai bisogno di parlare, puoi venire da me.
Baekhyun sospirò: - A volte proprio non posso.
- E perché no?
- Sai, Chanyeol, come hai dei segreti tu, li ho anch’io.
Il più alto gli lasciò il braccio, sorpreso dalla risposta, e Baekhyun ne approfittò per sgusciare al sicuro dentro il locale.
Baekhyun lo conosceva bene, c’era andato spesso con i suoi genitori. Era un posto più per coppiette, in realtà, infatti lui si era sempre sentito un po’ in imbarazzo ad andarci con mamma e papà. Ma quella volta era diverso: quella volta era lì con un bellissimo ragazzo.
E Luhan e Sehun.
Il suo amico era già riuscito ad accaparrarsi il posto a sedere accanto al suo sogno proibito, perciò a Baekhyun non rimase che accomodarsi di fronte a lui. Pochi secondi dopo li raggiunse anche Chanyeol e, appena seduto, si scambiò uno sguardo d’intesa con Sehun.
Baekhyun avrebbe tanto voluto riuscire a decifrare i loro sguardi, ma non conosceva ancora abbastanza bene Chanyeol da poter leggere i suoi occhi come fossero stati un libro.
- Ci sono tante cose buone qui - la voce di Luhan ruppe il silenzio che era sceso tra loro - Tu sai già cosa prendere, Sehun?
Il diretto interessato aggrottò le sopracciglia, sorpreso che gli fosse stata rivolta la parola in modo così diretto.
- Non ne ho idea. Non amo particolarmente il vostro cibo.
- Beh nemmeno a me piace troppo la cucina coreana - rispose Luhan, più per non contraddirlo che per reale odio verso il cibo coreano. Poi il ragazzo dai capelli rosa sembrò rendersi conto di una cosa.
- Ma tu non sei coreano?
- Io prendo la carne con la salsa piccante! - intervenne Chanyeol, chiudendo il menù con uno colpo secco - Baekhyun?
- Ehm… anch’io. - rispose lui, posando il suo menù sopra quello di Chanyeol.
- Io avrei fame di una cosa - disse in tono mellifluo Luhan, e i suoi occhi si spostarono verso la figura di Sehun, ancora intento a scrutare il libretto rilegato che teneva in mano - Ma non c’è sul menù.
Sentendolo Baekhyun sgranò gli occhi e il suo viso divenne rosso fuoco: - Lu, ti prego.
- Prendo questa cosa - disse Sehun alla cameriera, che nel frattempo era arrivata per prendere i loro ordini, indicando il piatto da lui scelto con il dito - Sembra la meno peggio.
- La prendo anch’io! - si entusiasmò Luhan e, quando anche Baekhyun e Chanyeol ordinarono, si trovarono nuovamente soli.
Sehun sembrava avere davvero la testa da un’altra parte, anche se forse era proprio quello il suo modo di porsi, ma le occhiate che gli lanciava Luhan… Baekhyun pensò che prima o poi l’avrebbe spogliato solo con l’aiuto degli occhi.
- Tutto bene, piccolo sonnambulo?
Chanyeol aveva bisbigliato, per farsi sentire solo dal ragazzo accanto a lui.
- Luhan è così imbarazzante…
L’altro ridacchiò: - Sta provando a conquistare Sehun e credo non abbia ancora dato il suo meglio.
- Oh no - disse Baekhyun - Tu non immagini nemmeno com’è il suo meglio. Una volta si è letteralmente spogliato davanti a un ragazzo che gli piaceva.
Chanyeol trattenne a stento una risata: - Ma non sono molestie?
- Luhan fa quello che gli pare - sbuffò Baekhyun - Perciò preparati, perché se Sehun continua a non degnarlo di uno sguardo, lui passerà al piano B.
- Che sarebbe? Si spoglierà in mezzo al ristorante?
- Non sfidarlo. - rispose Baekhyun e guardò Chanyeol, sorridendo.
- Te l’ho già detto che sei bellissimo stasera? - chiese il più alto, ma un’improvvisa manata sul tavolo li fece sussultare.
- Allora - disse Luhan a voce così alta che ai tavoli vicini più di una testa si girò a guardarlo - Parliamo un po’ di te.
Si voltò poi verso Sehun che, se possibile, non mosse nemmeno un muscolo del viso.
- Ti piace vivere a Muui?
Sehun si scambiò un'altra occhiata con Chanyeol e poi, dopo un sospiro, finalmente aprì bocca e rispose: - Sì, non è male come posto in cui stare.
- È davvero bella - intervenne Chanyeol - C’è il mare.
Sehun alzò gli occhi al cielo: - A te interessa solo quello.
- E a te cosa interessa? - chiese ancora Luhan al suo obiettivo.
Il ragazzo biondo sembrava valutare attentamente le parole da usare, prima che queste lasciassero la sua bocca. Comportamento che aveva in comune con Chanyeol.
- Non lo so, mi interessano tante cose.
- L’arte. - rispose al posto suo Chanyeol.
- Oh, io adoro l’arte! - disse Luhan, entusiasta.
- Ma se non sei mai andato a una mostra d’arte in vita tua. - lo corresse Baekhyun, ricevendo un calcio sotto il tavolo.
- Non è necessario andare alle mostre per amare l’arte. Vero, Sehun?
- Ti addormenti sempre durante le lezioni di storia dell’arte. - continuò Baekhyun, ridacchiando.
Luhan afferrò il suo tovagliolo e lo lanciò contro l’amico, ma non gli impedì di scoppiare a ridere, seguito da Chanyeol. Anche sul viso di Sehun apparve un timido sorriso, ma non potevano dire di esserne sicuri.
- Sai cosa piace a me? - chiese Luhan, ammiccando.
Temendo la risposta, Baekhyun intervenne: - Ti piacciono i film d’amore. Perché non racconti l’ultimo che hai visto?
- Non mi piacciono affatto i film d’amore! - mentì Luhan, mentre le sue guance si coloravano di rosso - Amo i film horror e... quelli d’azione!
- Non sei affatto bravo a mentire. - intervenne Chanyeol, divertito da quella strana situazione.
Luhan gli lanciò uno sguardo glaciale: - Al prossimo allenamento ti affogo in piscina.
Il ragazzo alto scoppiò a ridere e anche lui ricevette il suo calcio sotto al tavolo.
Baekhyun ridacchiò a sua volta, ma uno strano pensiero gli si affacciò nella mente: si sentiva fuori luogo.
Non capiva come mai provasse quella strana sensazione, ma gli sembrava di non c’entrare affatto con quei tre. Nonostante Sehun se ne stesse per di più in silenzio, era lui quello che si sentiva messo da parte.
Era come se fosse il quarto incomodo in quell’uscita tra amici.
Quando finalmente la cena arrivò, Luhan tolse il broncio che aveva messo in quei pochi minuti.
- Voi due sembrate andare molto d’accordo. - disse, con la bocca piena di cibo. Per fortuna non gli piaceva la cucina coreana.
- Noi due? - chiese Chanyeol, indicando se stesso e Sehun.
- Ha ragione - intervenne Baekhyun - Sembrate molto legati.
- E lo siamo - la voce di Sehun sorprese tutti, visto che ormai avevano capito che il ragazzo biondo era davvero di poche parole - Chanyeol è quello che sopporto di più. Oltre a mia sorella.
- Hai una sorella? - chiese Luhan, sorpreso.
- Gemella, si chiama Yeri. - spiegò Baekhyun e Luhan gli lanciò un’occhiataccia.
- Tu ormai bazzichi parecchio quella famiglia.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, arrossendo.
- Ne abbiamo passate tante insieme, io e Sehun - disse Chanyeol.
- Già - confermò l’altro - Una volta abbiamo eretto le mura di una città insieme.
Il rumore delle bacchette di Chanyeol che cadevano sul piatto fu l’unico suono udibile nella tavolata improvvisamente silenziosa.
- Avete fatto cosa? - chiese Baekhyun.
- Nulla, stava solo scherzando. - chiarì subito Chanyeol.
- È stata una fatica incredibile, perché mai dovrei scherzarci? - ribatté Sehun, ma uno sguardo serio e ammonitore del più alto lo fece ammutolire. Senza togliere gli occhi dai suoi, cambiò versione.
- Certo, stavo scherzando.
Il silenzio era nuovamente calato sul tavolo e Baekhyun poteva chiaramente vedere le rotelle di Luhan girare per cercare un argomento di conversazione.
- Perché non ci parlate della vostra famiglia? - chiese infine.
- No. - sentenziò Sehun.
- Perché? - chiese allarmato Chanyeol.
La loro reazione sorprese Baekhyun e Luhan e, ovviamente, quest’ultimo non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di curiosare.
- Io e Baekkie…
- Non mettermi in mezzo.
- Vogliamo sapere se andate d’accordo, in quanti siete, chi sono i vostri genitori, se avete altri fratelli belli come voi…
- Quante domande - commentò Chanyeol, in imbarazzo - Perché invece non ci parli di te.
- No - intervenne Baekhyun - Non farlo parlare di se stesso.
- Stai forse insinuando che sono egocentrico? - chiese Luhan, scocciato.
- Ecco una cosa che avete in comune tu e Sehun. - disse Chanyeol, interrompendo la prossima sfuriata di Luhan - Anche lui ama incredibilmente se stesso.
- Ma mi hai visto? - commentò il diretto interessato - E questo non è nemmeno il mio aspetto migliore.
- Perché, com’è il tuo aspetto migliore? - chiese subito Luhan, felice di poter fare conversazione direttamente con Sehun.
- In realtà sono molto più bello di così. I miei capelli sono più verso il colore dell’oro e sono più lunghi.
- Sehun… - lo ammonì Chanyeol, anche se non era chiaro del perché.
- E poi non capisco perché ve ne andate sempre in giro con tutti questi vestiti. Io preferisco di gran lunga che il mio corpo nudo venga ammirato.
Chanyeol, che stava bevendo, iniziò a tossicchiare a causa dell’acqua che gli era andata di traverso.
- C-come? - chiese Baekhyun - T-te ne vai in giro nudo?
- In casa sì.
- Va bene basta così - lo interruppe Chanyeol - Non stava dicendo sul serio.
- Io credo di sì - intervenne Luhan e posò il mento sul palmo della mano - E dimmi, Sehun, quando posso venire a vedere questo tuo spettacolo?
- Dipende quanto sarai bravo ad attirare la mia attenzione. - rispose Sehun, posando i suoi occhi apatici su Luhan.
Il ragazzo cinese sembrò sorpreso da quella risposta, ma si riprese subito.
- Oh, dopo questa serata non mi potrai scappare più.
- Vedremo. - disse Sehun e tornò a mangiare, come se niente fosse.
Baekhyun era rimasto in totale silenzio, a osservare lo spettacolo che stavano facendo quei due e, doveva ammetterlo, non ci stava capendo un bel niente.
- Baekkie! - esclamò improvvisamente Luhan, facendolo sussultare - Mi accompagni in bagno?
Senza aspettare la risposta del suo amico, il ragazzo dai capelli rosa si alzò e scattò in direzione del bagno.
Baekhyun sospirò e, dopo essersi scusato con gli altri due ragazzi, lo seguì.
- Ci siamo! - esclamò Luhan, appena l’altro mise piede nel piccolo bagno - Ormai è mio!
- A me non sembra proprio. - commentò Baekhyun, appoggiandosi con il fondoschiena al lavandino.
- Ma l’hai sentito? Ha detto che posso vederlo nudo!
- Non ha detto così, Lu! E tu dovresti smetterla di essere imbarazzante.
Il suo amico però non lo ascoltava: camminava avanti e indietro, troppo felice per fermarsi un momento.
- Devo fargli capire che con me avrebbe la scopata della sua vita!
Baekhyun si coprì il viso con le mani, per nascondere il rossore: - E tu non saresti imbarazzante? Devi smetterla, Lu. Hai visto che il tuo solito approccio non funziona, perciò devi cambiare.
- E fare cosa, ignorarlo come stai facendo tu con Chanyeol?
- Io non sto affatto ignorando Chanyeol! Sto dando tutta la mia attenzione a te per evitare che ti faccia arrestare per atti osceni in luogo pubblico.
Luhan sospirò e si passò una mano tra i capelli, scompigliati alla perfezione: - Va bene, che devo fare allora?
- Smettila di fargli domande solo per avere la scusa di fare una battuta sconcia, o un doppio senso. Quando gli hai chiesto i suoi interessi, volevi saperli davvero o speravi che ti rispondesse “il sesso”??
- Beh… - Luhan alzò gli occhi al cielo - Va bene, va bene, mi arrendo e ammetto che hai ragione. Smetterò di provarci così spudoratamente con lui. Ma tu, per favore, flirta un po’ con Chanyeol! Quel povero ragazzo sta facendo la muffa!
Detto ciò, spalancò la porta del bagno e uscì, lasciando Baekhyun da solo. Il ragazzo si voltò verso lo specchio e guardò la sua immagine riflessa.
Si era fatto bello per Chanyeol, ma effettivamente aveva parlato pochissimo con lui. Tenere d’occhio Luhan e i suoi ormoni pazzi lo stava facendo stancare e non vedeva l’ora che quella serata finisse.
Fece un bel respiro e anche lui aprì la porta ma, dopo un primo passo, si trovò a scontrarsi contro un ostacolo molto alto e molto elegante.
Chanyeol gli sorrise: - Stai bene?
- Me l’hai chiesto un sacco di volte stasera. Sto bene! - sbottò Baekhyun, per poi accorgersi di aver usato un tono tutt’altro che gentile - Perdonami, non volevo parlarti così. Questa serata è incredibilmente stressante.
- Sì, sono d’accordo.
- Non capisco nemmeno come sta andando, in realtà. Non capisco cosa pensa Sehun. Tu lo conosci, pensi che Luhan gli piaccia?
Il ragazzo alto si abbassò verso di lui: - Luhan è il tipo di ragazzo che piacerebbe a tutti, per questo sono sicuro che non gli è indifferente. Inoltre, Sehun ha questa passione per i dolci fanciulli che mi fa chiedere perché non l’abbia ancora portato nel vicolo del locale.
Baekhyun arrossì a quelle parole, facendo ridere Chanyeol: - Ma evidentemente è più bravo di me a trattenersi.
- Cosa intendi?
- Che io mi sono lasciato andare subito - rispose, avvicinando il viso a quello di Baekhyun - Non dovevo, ma l’ho fatto. Invece Sehun, che di solito non si controlla nemmeno se lo leghi, stavolta sta facendo il bravo.
Baekhyun deglutì a vuoto e osservò Chanyeol tornare a sedere al loro tavolo.
Si mise le mani sulle guance e le sentì più calde del normale. Doveva tranquillizzarsi o la serata sarebbe finita con lui che andava a fuoco. Letteralmente.
 
***
 
A cena quasi finita, Chanyeol si schiarì improvvisamente la voce.
- L’altra sera ho visto una tastiera elettrica in camera tua, Baek. Suoni?
La domanda era arrivata così improvvisa, che a Baekhyun servì qualche secondo per capire che era riferita a lui e di cosa si trattava.
- Ehm, io…
- In camera tua? Sei stato in camera di Baekhyun?
Chanyeol alzò lo sguardo su Luhan e ripeté, scandendo bene le parole: - Suoni, Baek?
- Sì, suono - rispose lui, non capendo perché tirare fuori quell’argomento ora - Non molto spesso come una volta, ma…
- Prendevi lezioni? - chiese Sehun, incuriosito.
Baekhyun era così sorpreso che si dimenticò di rispondere e Luhan dovette farlo riprendere con l’ennesimo calcio sotto il tavolo. Ormai aveva perso il conto.
- Io, sì. Fino a un paio di anni fa prendevo lezioni regolarmente.
- Perché non l’hai più fatto? - chiese ancora Sehun.
- Non saprei. È iniziata l’università e lo studio mi teneva troppo occupato.
- Anche Sehun suona. - spiegò Chanyeol - La musica è…
- La mia vita - concluse il ragazzo biondo - Amo la musica. È una delle mie più grandi passioni.
- Anch’io la amo - intervenne Luhan, alzando la mano per l’entusiasmo - Suoni qualche strumento?
- Sì, parecchi - rispose Sehun e si voltò per parlare direttamente a Luhan - La fisarmonica, il flauto, la lira, la cetra…
- La cosa? - chiese Baekhyun, ma la sua domanda non ricevette risposta: Sehun era intento a rispondere al mare di domande che gli stava facendo Luhan, riguardo quegli strumenti e la sua passione per la musica.
Baekhyun si voltò verso Chanyeol e lo sorprese a fissarlo, sorridendo.
Finalmente i due avevano trovato un argomento di conversazione che interessava entrambi e che non sarebbe sicuramente sfociato nel malizioso.
- Abbiamo fatto centro.
- Siamo due bravi Cupido. - commentò Baekhyun e gli occhi del più alto si adombrarono per un istante, tornando però subito brillanti.
- Sehun ama la musica più di ogni altra cosa e, incredibilmente, anche più di se stesso. Mi è tornata in mente la tastiera in camera tua e mi sono buttato.
Baekhyun ridacchiò: - È stato un colpo da maestro.
I due ragazzi fecero scontrare i pugni sotto il tavolo.
- Davvero Sehun suona quegli strumenti? Sono un po’… singolari.
Chanyeol sorrise: - Sì, è anche molto bravo e sa di esserlo. Chi prova a dire di essere più bravo di lui non fa una bella fine.
Baekhyun sghignazzò, ma Chanyeol sembrava serio.
- Suona davvero la lira? Non so se ricordo bene, ma è uno strumento molto antico.
- L’ha inventato Xiumin - disse Chanyeol, per poi sussultare - V-volevo dire che l’ha costruita lui per Sehun.
- Xiumin ha costruito una lira?
- In realtà ha costruito tutti gli strumenti di Sehun.
Baekhyun lo ascoltava rapito: quella famiglia era incredibile.
- Anche la gemella di Sehun suona qualche strumento?
Chanyeol sembrò valutare la risposta: - No, lei è più per l’azione. Tira con l’arco.
- Davvero? - chiese Baekhyun, sorridendo - L’ho sempre trovata un’attività affascinante.
- E non l’hai mai provato?
- Ah, no - rispose, ridacchiando imbarazzato - Sarei una frana, la mia mira fa schifo.
- Magari posso chiedere a Yeri di insegnarti - propose Chanyeol - Ama così tanto il tiro con l’arco, che ha tatuata una freccia su un dito. L’avrai notato.
- Perché invece - la voce di Baekhyun si abbassò così tanto, che il più alto dovette sporgersi verso di lui per sentirlo - Non mi insegni tu? Ne sei capace?
Baekhyun era consapevole che il suo viso era diventato rosso fuoco, ma per qualche ragione aveva deciso di buttarsi e fare quella domanda.
Sul viso di Chanyeol si aprì un sorriso sornione: - Non è il mio forte, ma me la cavo. Ti insegno volentieri, piccolo sonnambulo.
Baekhyun sorrise e tornò a guardare Luhan e Sehun che, magicamente sparito tutto l’imbarazzo, parlavano fitto fitto di musica.
Improvvisamente, la mano di Chanyeol si posò per un breve istante sulla sua gamba e quel semplice contatto bastò a farlo andare a fuoco.
Forse quella serata non stava andando tanto male.
 
***
 
La promessa fatta a Luhan prevedeva anche una passeggiata in riva al mare. Così andarono nella spiaggia che ultimamente vedeva Baekhyun terrorizzato o sonnambulo, altro che veri bagnanti.
- Non c’è nessuno, che fortuna! - esclamò Luhan, piegandosi poi per togliere le scarpe.
- Non vorrai fare il bagno? - gli chiese Baekhyun, allarmato. Non c’era mai da fidarsi del suo migliore amico.
- Stai tranquillo, mio dolce e innocente Baekkie. Voglio solo camminare sul bagnasciuga.
- È una bella idea - commentò Chanyeol, togliendo le scarpe a sua volta - Dai, piccolo sonnambulo, non fare il timido. Ti ho già visto ben più dei piedi.
Le teste di Luhan e Sehun scattarono contemporaneamente e si voltarono a fissare Baekhyun, che era arrossito come mai prima.
- I-io… l-lui… sta scherzando.
- Ti ha visto nudo? - chiese Luhan, senza un minimo di ritegno.
- No! - esclamò Baekhyun sconvolto, mentre Chanyeol scoppiava a ridere.
- Visto, non solo l’unico che non ama i vestiti. - commentò Sehun, con voce atona, prima di avviarsi verso il bagnasciuga.
Luhan fece l’occhiolino al suo amico, per poi affrettarsi a raggiungere Sehun.
Baekhyun lasciò andare un lungo sospiro e chiuse gli occhi: non aveva la forza nemmeno di arrabbiarsi con Chanyeol.
Il più alto intanto ridacchiava: - La tua espressione è stata davvero memorabile.
- Molto divertente! - disse ironicamente Baekhyun e, finalmente, anche lui tolse le scarpe. Poi, senza aspettare il suo accompagnatore, si avviò verso il mare.
Sentiva la presenza di Chanyeol dietro di sé, ma voleva fingere di essere arrabbiato con lui, perciò non si voltò, né gli rivolse la parola.
La sua determinazione però durò solo fino al momento il cui i suoi piedi toccarono l’acqua salata del mare.
- Non è tanto male, vero? - chiese Chanyeol, affiancandosi a lui.
Baekhyun sorrise, tenendo lo sguardo perso nell’orizzonte: - Ho sempre amato il mare, ma d'altronde vivo su un’isola. Ultimamente mi ha spaventato, lo ammetto, ma lo amo comunque.
Chanyeol abbassò lo sguardo e mosse distrattamente il piede, giocando con l’acqua.
- Un giorno dovremmo farci una vera nuotata, noi due. Con te nel pieno delle tue capacità decisionali e io che non provo in ogni modo a salvarti la vita.
Baekhyun rise e lo colpì con un leggero pugno: - Ma nemmeno come quel giorno in piscina. Non ho ancora capito come…
- Un giorno capirai - disse Chanyeol, riprendendo a camminare - Non so se sarò io a dirtelo o se ci arriverai da solo, ma sei troppo sveglio per non capire.
- Allora dimmelo tu - borbottò Baekhyun - Se è una cosa così seria e misteriosa, è meglio che la senta da te, no?
- Suho si arrabbierebbe - Chanyeol ridacchiò - Anzi no, Seulgi si arrabbierebbe e mi torturerebbe senza tanti complimenti.
- Stai scherzando?
- No.
Baekhyun restò serio per un attimo, ma poi scoppiò a ridere: - Siete proprio strani.
- E tu sei proprio curioso. - ribatté Chanyeol e, improvvisamente, gli prese la mano.
Baekhyun era sicuro l’avrebbe subito lasciata, ma i secondi passavano e le dita di Chanyeol erano ancora intrecciate alle sue.
L’idea di lasciare la mano del ragazzo alto non gli passò per la mente nemmeno per un attimo e si ritrovò a sorridere sognante.
Luhan e Sehun camminavano solo a qualche metro di distanza da loro e, nonostante fosse evidente che buona parte delle chiacchiere arrivassero da Luhan, Sehun non sembrava disinteressato come a inizio serata. Forse quell’appuntamento era davvero servito a qualcosa, e non solo a Luhan e Sehun.
Baekhyun si chiedeva se tra lui e Chanyeol le cose non stessero andando troppo velocemente. Non si conoscevano da molto, eppure era inutile negare che non fossero legati. Ogni volta che si chiedeva se fosse meglio rallentare un po’, Baekhyun sentiva una strana stretta al cuore e tornava a farsi viva quella sensazione: che tutta quella felicità e quelle emozioni avessero una data di scadenza, che ben presto sarebbe tutto finito, che Chanyeol se ne sarebbe andato. Non sapeva perché, ma quell’impressione gli impediva di mettere un freno al treno che erano diventati lui e Chanyeol.
Ormai si stava facendo tardi e Baekhyun iniziava a sbadigliare sempre più spesso.
- Il piccolo sonnambulo è stanco, ragazzi. - disse improvvisamente Chanyeol, lasciandogli la mano. La mancanza di quel contatto fu più dolorosa di quanto Baekhyun osò ammettere con se stesso.
- Di già? - chiese Luhan, ma non protestò ulteriormente quando tutti e quattro si avviarono per tornare alla macchina.
Baekhyun si sentiva in colpa per dover interrompere la serata, ma non dormire bene in quel periodo stava riducendo il tempo in cui riusciva a stare sveglio la sera.
Chanyeol lasciò a Sehun il compito di guidare l’auto e, prima che il più alto potesse impedirlo, Luhan gli si era già seduto accanto nel posto del passeggero.
A Baekhyun, però, non dispiaceva fare il viaggio di ritorno seduto accanto a Chanyeol e, ben presto, chiuse gli occhi e lasciò che la testa si appoggiasse alla spalla del più alto.
Solo un momento, si disse, il tempo di riposare gli occhi.
Senza rendersene conto, però, si era addormentato e solo una lieve scrollata da parte di Chanyeol lo risvegliò.
- Siamo arrivati. - sussurrò con voce roca e Baekhyun si affrettò ad allontanarsi da lui, sussultando.
- Scusami, mi sono addormentato.
- Non importa, non mi dispiaceva averti così vicino. - commentò l’altro ma, a un’occhiata di Sehun attraverso lo specchietto retrovisore, alzò gli occhi al cielo.
- Ricevuto. Posso almeno accompagnarlo alla porta?
- Sì, ma sbrigati. - rispose Sehun e Luhan si voltò verso di loro.
- Grazie per la serata, ragazzi. Chanyeol, vuoi fermarti da Baek per la notte?
Baekhyun arrossì di colpo e prese il naso di Luhan tra le dita, storcendolo leggermente.
- Sta zitto!
- Buonanotte, Baek, ti voglio bene anch’io. - disse Luhan, con la voce resa particolare dal naso schiacciato.
Il ragazzo sbuffò e uscì dall’auto, seguito da Chanyeol. 
I due fecero appena in tempo a sentire Luhan dire a Sehun - Allora, siamo rimasti soli soletti... - prima di chiudere la portiera con un forte tonfo.
- Forse non è stata una buona idea accettare questa serata. Sehun dovrebbe scappare da Luhan.
- Invece penso stiano bene insieme - disse Chanyeol, sorridendo - Almeno, se Luhan sarà distratto da Sehun, ci lascerà in pace.
Baekhyun si fermò davanti alla porta di casa e si voltò verso Chanyeol. I due si fissarono per qualche secondo, in silenzio.
- Buonanotte. - disse il ragazzo con voce lieve.
Chanyeol fece un passo verso di lui e si piegò leggermente, per posare un bacio sulla sua fronte.
- Buonanotte, piccolo sonnambulo. Spero farai bei sogni, ma terrò d’occhio la scogliera.
Baekhyun ridacchiò divertito e, dopo aver aperto la porta, fece un passo dentro casa.
- Dovresti dormire, non preoccuparti per me.
- E secondo te, dopo questa serata, io riuscirò a dormire? Credo che invece andrò a farmi una nuotata.
- La prossima volta verrò con te.
- Promesso?
- Promesso.
Un angolo delle labbra di Chanyeol si alzò in un mezzo sorriso e Baekhyun chiuse lentamente la porta. Si trascinò fino in camera e si lasciò cadere sul letto, ancora vestito.
E lui, sarebbe riuscito a dormire quella notte? O l’avrebbe passata a pensare a Chanyeol?
Non aveva nemmeno finito quel pensiero, che si era già addormentato, immaginando di avere ancora la testa posata sulla spalla del ragazzo alto.
 
***
 
Chanyeol osservava il mare dalla cima della scogliera e sorrideva. Sapeva che stava facendo un errore, sapeva che avrebbe dovuto passare tutto il tempo possibile a cercare Lui, ma Baekhyun gli faceva provare delle emozioni fortissime.
Era mai successo? Forse un paio di volte, o forse no.
Chanyeol era al mondo da troppo tempo per ricordare ogni sua storia d’amore, ma sapeva che Baekhyun era diverso.
Baekhyun non era un mortale come tutti gli altri, lui era speciale.
Si tolse la giacca nera e la lasciò cadere a terra, poi fece la stessa anche con la maglietta bianca, i pantaloni e i boxer.
Una grande onda si alzò dal mare e arrivò fino alla cima della scogliera. Dalla sua cresta spuntò una testolina a lui conosciuta.
- Ciao, nemmeno tu riesci a dormire?
L’ippocampo lasciò libero il suo verso nella notte e Chanyeol salì sull’onda, per nuotare insieme a lui. Gli ippocampo non si facevano vedere dai mortali e solitamente restavano nascosti nelle profondità del mare, ma da quando lui era arrivato sull’isola, quell’esemplare coraggioso era uscito dal suo nascondiglio e, molte notti, andava a cercarlo.
Chanyeol provò a immaginare la faccia di Baekhyun se l’avesse visto. Ne sarebbe rimasto affascinato.
Magari avrebbe anche potuto trovargli un bel nome.
 
 


 
Apollo rappresenta la bellezza della gioventù e uno dei suoi epiteti è “dai capelli non tagliati”, simbolo appunto della sua giovinezza.
Il dio ha delle forme perfette, infatti spesso è rappresentato nudo.
Ciò non significa che girasse senza vestiti, ma spero mi perdonerete se ho giocato con questo particolare di Apollo.
 
Apollo e Poseidone collaborano spesso.
Infatti secondo il mito sono stati loro due a erigere le mura della città di Troia.
 
La lira è uno degli strumenti suonati dal dio Apollo. Un mito racconta che Ermes, appena nato, rubò una mandria del fratello Apollo.
Quest’ultimo e Zeus ebbero una discussione perché il padre degli dèi riteneva che Apollo non dovesse prendersela con il fratellino appena nato. Per fermare i due, Ermes iniziò a suonare la lira, strumento che aveva egli stesso inventato e costruito. Apollo se ne innamorò così tanto che, pur di averla, cedette a Ermes la mandria.
 
Artemide è la dea della caccia ed è abile nel tiro con l’arco. Le sue frecce e il suo arco, inventati e costruiti da Efesto, sono d’argento.
Al contrario, quelli di Apollo sono d’oro.
 
L’ippocampo è una figura mitologica legata a Poseidone. Hanno l’aspetto di un cavallo fino alla pancia, poi la coda da pesce. Hanno zoccoli o zampe palmate e spesso la loro criniera è costituita da alghe.

 

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Capitolo 12
*** 11. Undici (ἕνδεκα) ***


Wendy2


 
11. Undici
(ἕνδεκα)
 

 
Il mare era calmo e l’acqua si muoveva contro il suo corpo. L’unica fonte di luce era quella che proveniva dalla luna piena, una luce chiara che dava magia a tutto ciò che illuminava.
Baekhyun lasciò che il suo corpo si rilassasse e chiuse gli occhi: era in paradiso per caso?
- Non ti addormentare.
L’improvviso suono della sua voce lo risvegliò dallo stato di quiete a cui si era abbandonato e riaprì gli occhi: Chanyeol veniva verso di lui e, una volta raggiunto, lo attirò a sé e Baekhyun si affrettò ad aggrapparsi alle sue spalle.
Le sue dita cercarono subito i capelli di Chanyeol e ci giocarono, spostandoli e scompigliandoli. Perché quel gesto gli sembrava così familiare? Perché stare con Chanyeol gli sembrava così normale?
Il ragazzo alto avvicinò il viso al suo e fece sfiorare i loro nasi.
- Sei pronto?
Baekhyun sorrise e annuì: - Prontissimo. Non vedo l’ora.
- E ricorda…
- Non devo mai lasciarti la mano - completò la frase Baekhyun - Per nessun motivo.
- Bravo, piccolo sonnambulo.
Chanyeol sciolse l’’abbraccio e strinse la mano di Baekhyun nella sua.
- Al tre.
- Tre! - esclamò Baekhyun e, dopo aver preso un bel respiro, si immersero.
Quando sentì che l’acqua aveva coperto anche la sua testa, aprì gli occhi e sorrise: ciò che vedeva quando andavano sott’acqua era indescrivibile. Era come entrare in un’altra dimensione, in un altro mondo, dove loro due erano semplici ospiti.
Anzi, dove lui era semplice ospite. Chanyeol era così a suo agio da sembrare parte di tutto quello.
Nuotarono verso il fondo, senza che le loro mani si separassero mai. I pesci si muovevano intorno a loro e Baekhyun non poteva non esserne incredulo: era meraviglioso. Non si sarebbe mai abituato a quello spettacolo.
Guardò Chanyeol che, accanto a lui, sorrideva.
Era grazie a lui se poteva fare quelle esperienze, era grazie a lui se si sentiva così felice. Scivolò verso di lui e, prima di poter cambiare idea, lo baciò.

 
 
 
Baekhyun spalancò gli occhi. L’aria cercava di entrargli nei polmoni, come se avesse trattenuto molto tempo il fiato. Si guardò intorno, convinto che avrebbe visto la spiaggia, la scogliera, l’acqua del mare.
Invece davanti ai suoi occhi apparvero la sua scrivania, la libreria, la finestra…
Lasciò andare un sospiro di sollievo e si passò le dita tra i capelli.
Per una volta era nella sua stanza, nonostante avesse sognato il mare.
Che sogno incredibile aveva appena fatto! Lui e Chanyeol erano immersi nelle profondità del mare e lui, oltre a poter vedere ogni cosa, riusciva anche a respirare tranquillamente sott’acqua. Farlo gli era sembrato normale, una cosa che aveva già fatto altre volte.
Fece un respiro profondo e fissò il soffitto della sua camera. La sera prima era letteralmente crollato e aveva dormito un sonno profondo, come non gli succedeva da tempo e, oltretutto, non se n’era nemmeno andato a zonzo per l’isola.
Non c’era modo migliore per iniziare la nuova settimana.
Vestito e pettinato, aveva aperto la porta a Luhan, prima che quest’ultimo avesse avuto il tempo di bussare.
- Wow, siamo di buon umore oggi! - esclamò il ragazzo cinese, con il pugno ancora a mezz’aria.
- Sì. - rispose semplicemente Baekhyun, con il sorriso stampato sulle labbra.
Afferrò lo zaino e, chiusa la porta, si incamminò per la strada, senza aspettare Luhan.
- Perché tutta questa gioia? - chiese l’altro, raggiungendolo con una corsetta - Hai la mia stessa espressione dopo che sono andato a letto con…
- Luhan! - esclamò Baekhyun, arrossendo - Non ho affatto quella espressione. Sono solo felice.
- Perché?
- Ho dormito bene, non mi sono fatto una passeggiata notturna…
- Hai passato un bel appuntamento con il tuo gigante sexy.
Baekhyun quasi si strozzò con la sua stessa aria e diede uno schiaffetto sul braccio a Luhan.
- Sei un idiota! Smettila di prenderci in giro. Mi metti in imbarazzo, non lo capisci?
Luhan scoppiò a ridere e mise un braccio intorno alle spalle di Baekhyun.
- Sei così dolce, così innocente… andiamo, Baekkie, non puoi non esserti accorto che Chanyeol è completamente andato per te. Come tu sei andato per lui.
- Non chiamarmi Baekkie.
- Dovete solo lasciarvi andare. Un po’ di musica, petali di rosa, tu ubriaco…
Baekhyun si scrollò di dosso il suo amico e fece qualche passo velocemente, poi si voltò e iniziò a camminare all’indietro.
- Sai, fare tutte queste cose sarebbe bello senza avere te che metti pressione e ansia.
- Io non metto ansia.
- Pensa a Sehun, piuttos…
Baekhyun si interruppe perché, per errore, aveva finito per scontrarsi con qualcuno. Si voltò per scusarsi e i suoi occhi incontrarono quelli enormi e scuri di Doyeon.
I due ragazzi si fissarono per qualche secondo, poi contemporaneamente fecero un passo l’uno verso l’altra e si strinsero in un abbraccio.
- Mi dispiace tanto! - disse Baekhyun.
- No, è colpa mia. Mi sono comportata da vera stronza con te. - lo corresse Doyeon - Scusami, Baek. Sono solo preoccupata per te.
I due amici si guardarono sorridendo e ripresero a camminare insieme, scordandosi di Luhan, che li seguì sbuffando.
- So che sei preoccupata - continuò Baekhyun - Ma non devi. Io sto bene.
- Non voglio che tu soffra, Baek.
- Figurati se soffre. - commentò Luhan alle loro spalle e la ragazza gli lanciò un’occhiataccia che lo fece subito zittire.
- Farò attenzione, te lo prometto. - concluse Baekhyun, quando erano ormai arrivati a scuola.
Entrarono e Baekhyun si ritrovò a sorridere senza motivo. Anzi, un motivo c’era: era felice che lui e Doyeon fossero riusciti a parlare. Odiava litigare con lei, le voleva bene ed era la sua migliore amica. Senza di lei si sentiva perso e, quella mattina, appena si erano visti, tutta la rabbia della sera dell’appuntamento era scomparsa. Loro due erano così: non riuscivano a rimanere arrabbiati l’uno con l’altra e non litigavano mai.
Almeno, prima degli ultimi tempi.
Alla prima ora avevano lezione di storia dell’arte e Baekhyun non vedeva l’ora di iniziare.  Era una delle materie che amava e il nuovo insegnante, Choi Minho, gli era simpatico.
Entrando notò come la classe fosse già quasi piena e, insieme a Luhan e Doyeon, raggiunse il suo posto. Ovviamente, lasciandone uno libero accanto a sé per Chanyeol.
Quando il ragazzo alto entrò insieme a Sehun e Jongin e lo vide, sul suo viso si formò un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
- Ehi, ragazzi - li salutò, sedendosi accanto a Baekhyun - Come va?
Luhan non perse l’occasione di rivolgergli la parola: - Baekhyun è felice oggi.
Chanyeol spostò immediatamente tutta la sua attenzione verso di lui, che era arrossito visibilmente.
- Ah sì? E a cosa dobbiamo questa felicità?
- A te, probabilmente. - disse Luhan e Baekhyun gli arpionò il braccio, affondando le unghie nella pelle.
- Ahi, ahi, ahi! - gemette di dolore il ragazzo cinese.
- Chiudi la bocca. - sibilò Baekhyun e gli lasciò il braccio. Poi tornò a voltarsi verso Chanyeol, che aveva assistito alla scena ridacchiando.
- Mi sono svegliato nel mio letto. - spiegò.
- Questa è già una buona cosa.
- E ho… fatto un bel sogno.
Il ragazzo alto lo fissò negli occhi, molto attentamente: - E cosa hai sognato?
- B-beh…
In quel preciso momento entrò l’insegnante e Baekhyun fece un sospiro di sollievo: l’aveva salvato dal tentativo impacciato di inventare un sogno che non prevedesse lui, Chanyeol, il mare e un bacio.
- Buongiorno ragazzi. - li salutò il professor Choi e Baekhyun notò che faceva un cenno in direzione di Chanyeol, Sehun e Jongin.
- Oggi faremo una lezione che mi sta particolarmente a cuore. - disse l’insegnante, accendendo il suo computer portatile e collegandolo a un proiettore. Un attimo dopo, la luce si spense e sul muro di fronte a loro apparve un rettangolo bianco, ben presto sostituito da una scritta: Mitologia greca e romana nell’arte.
Baekhyun aprì il suo quaderno e afferrò la penna: quella lezione già gli piaceva. Accanto a lui, però, Chanyeol stava ridacchiando.
- Lo trovi divertente? - sussurrò e Chanyeol smise subito di ridere.
- Ah, scusa. È solo che… - si interruppe e guardò il banco di Baekhyun - Come pensi di prendere appunti al buio?
Baekhyun abbassò lo sguardo sul suo quaderno e notò che poteva vedere appena la pagina. Sbuffò e lo richiuse.
- Maledizione, speravo di scrivere qualcosa di interessante. E se poi non mi ricordo più la spiegazione?
Chanyeol si sporse verso di lui, forse un po’ troppo: - Tranquillo, puoi fare a me le domande su ciò che non ricordi. Sono un esperto di questo argomento.
- La mitologia greca e romana nell’arte?
- La mitologia greca in generale.
Baekhyun ricordò che Chanyeol sapeva addirittura leggere il greco antico, perciò una piccola parte di lui, forse non così piccola, si preparò a fargli delle domande su cose che non aveva capito. Anche se magari non era necessario.
- La mitologia greca e romana ha ispirato moltissime opere - il professor Choi iniziò la sua spiegazione, camminando avanti e indietro, di fronte al rettangolo luminoso - Ma ci sono delle opere che sono passate alla storia per la loro magnificenza.
L’immagine cambiò, mostrando uno dei quadri preferiti di Baekhyun: Venere e Marte di Botticelli.
- Chi sa dirmi qualcosa su questo quadro?
La mano di Baekhyun scattò in alto prima ancora che il ragazzo avesse finito di mettere in ordine le idee.
- Byun.
- Venere e Marte di Sandro Botticelli. È stato dipinto nel 1400, verso la fine. Lo possiamo trovare al Natonal Gallery, a Londra.
- Molto bene - commentò il professore. - Sai dirmi cosa rappresenta?
Alle sue spalle, Jongin disse qualcosa, ma Baekhyun non gli prestò attenzione e si concentro sulla risposta.
- Marte, o in greco Ares…
- Meglio Ares. - commentò Jongin, questa volta ad alta voce.
- Sta dormendo e la dea Venere, o Afrodite, lo… lo guarda. Lei è… - Baekhyun guardò il quadro.
Gli occhi di Afrodite non lasciavano Ares e lo osservavano con ammirazione. Era come se stesse guardando la cosa più preziosa che aveva.
- Lei è innamorata - continuò ad alta voce - Sta guardando colui che ama.
Il professor Choi sorrise: - E Ares, o Marte, perché si è addormentato in quel momento?
- Sembra esausto. - rispose Baekhyun, ma il professore sembrava volere di più. Lui però non sapeva che altro dire.
- Hanno appena fatto sesso. - disse la voce di Chanyeol accanto a lui, bisbigliando - Per questo è esausto.
- Hanno fatto sesso. - ripeté Baekhyun, non rendendosi subito conto di ciò che aveva detto e arrossendo.
Tutta la classe scoppiò a ridere, ma il professore li fermò con un semplice gesto della mano.
- Molto bene, Byun, è esatto. Marte e Venere sono dipinti dopo l’atto sessuale e, mentre lei lo guarda estasiata, lui si lascia vincere dal sonno, esausto.
- Estasiata - disse ancora Jongin e Chanyeol si voltò sghignazzando - Sentito? Estasiata.
- Ma sta zitto. - commentò il ragazzo alto e gli lanciò contro una gomma da cancellare.
Poi si rivolse a Baekhyun: - Non male, piccolo sonnambulo. Sono colpito.
- È uno dei miei quadri preferiti - spiegò Baekhyun - Come facevo a non sapere che li rappresenta dopo che… hai capito.
- Perché sei ingenuo e innocente. - disse Chanyeol e poi rise per l’occhiataccia che gli lanciò Baekhyun.
Il professore diede altre informazioni sul quadro di Botticelli, poi l’immagine cambiò di nuovo.
- Nessuno sa dirmi qualcosa? - chiese l’insegnante, notando che nessun alunno aveva alzato la mano.
Improvvisamente si sentì un forte sospiro e la voce di Sehun ruppe il silenzio:- Apollo e Dafne. Non so chi l’abbia fatto, ma conosco il mito.
- È di Bernini, del 1600 e qualcosa. - disse Luhan.
Il professor Choi alzò gli occhi al cielo: - 1622-1625. Oh, visto che conosci il mito, perché non ce lo racconti.
- Lo conosci già.
- Sehun.
Sehun sbuffò ancora, ma iniziò a raccontare: - Apollo, il dio del sole e il più bello tra gli dèi, aveva ucciso Pitone, un serpente che terrorizzava gli abitanti di alcuni villaggi. Quello stronzetto di Eros, però, era invidioso perché era convinto di essere lui il più bravo a tirare con l’arco, così decise di colpire con una freccia dorata dell’amore il bellissimo dio Apollo e con una freccia di piombo dell’odio la ninfa Dafne. Le frecce di Eros erano molto potenti e subito Apollo si innamorò di Dafne, ma lei lo odiava e lo disprezzava, preferendogli la caccia e le scorribande tra i monti. Come si può disprezzarlo, poi…
- Perché è un borioso. - commentò Chanyeol.
- Apollo cercò in ogni modo di farla sua, ma lei non ne voleva sapere. Le ricordò anche che lui era un dio, il figlio del grande e potente Zeus, ma lei era sorda ad ogni richiamo e continuava a sfuggirgli. Un giorno Apollo non volle arrendersi e la inseguì. Quando ormai stava per raggiungerla, Dafne chiese aiuto alla Madre Terra, che la trasformò in una pianta di alloro. I suoi capelli e le sue braccia diventarono rami carichi di foglie, il suo corpo si ricoprì di corteccia e diventò tronco, i suoi piedi divennero radici, il suo viso sparì sotto gli occhi di Apollo che, giunto proprio in quel momento, non poté fare altro che avvolgerla in un abbraccio disperato, incredulo che la sua amata gli sia sfuggita così.
Nell’aula non si sentì volare nemmeno una mosca, quando Sehun finì il suo racconto. Erano tutti rimasti attoniti e in religioso silenzio ad ascoltarlo.
- Un mito molto triste. - commentò il professor Choi.
- Tutta colpa di Eros - disse Luhan, ridacchiando - Se lui non avesse colpito i due con quelle frecce, tutto ciò non sarebbe successo.
Luhan si voltò verso Sehun, sicuro che sarebbe stato d’accordo con lui, ma il ragazzo biondo guardava dritto davanti a sé e dai suoi occhi non traspariva nessuna emozione.
- Visto che stiamo parlando del dio Apollo - disse il professor Choi, prima di cambiare nuovamente immagine - Chi sa dirmi che quadro è?
Accanto a Baekhyun, Chanyeol si sporse verso di lui: - Lo conosci? È un quadro di Tiziano, giusto?
Baekhyun annuì e abbassò il tono di voce, mentre il professore spiegava la tecnica usata per il dipinto.
- Conosco il quadro, è Punizione di Marsia, ma non il mito. E tu?
Chanyeol fece una risatina e sospirò: - Non è stato uno dei momenti migliori del dio Apollo.
Baekhyun lo invitò con lo sguardo a continuare.
- Dunque, sai che Apollo è il dio della musica. Un giorno un satiro, Marsia, si vantò di essere più bravo di lui a suonare il flauto. Apollo quindi lo sfidò e, dopo aver vinto, lo fece legare a un albero e scorticare vivo.
Chanyeol indicò con un cenno il dipinto, che ritraeva proprio quel momento. Baekhyun tenne gli occhi fissi sul quadro.
- Se aveva già vinto, perché farlo scorticare?
- Perché si era vantato, voleva punirlo per aver osato dire di essere più bravo di un dio.
Baekhyun spostò a fatica gli occhi da quelli sofferenti del satiro e li puntò sul viso di Chanyeol.
- Gli dèi fanno davvero queste cose? Insomma, è crudele.
Chanyeol ricambiò lo sguardo e prese un profondo respiro prima di rispondere.
- Sai, tendono a non sopportare chi li sfida. Marsia sapeva che avrebbe rischiato sfidando Apollo.
- Apollo poteva essere più clemente.
- E Marsia meno stupido.
Baekhyun sorrise appena: - Abbiamo opinioni contrastanti su questo argomento.
- Ma tanto ho ragione io. - concluse Chanyeol, facendo ridere Baekhyun che, ricevuta un’occhiata dall’insegnante, dovette chiedere scusa.
Il quadro successivo rappresentava una furiosa battaglia. Baekhyun non ricordava di averlo mai visto e, voltandosi verso Chanyeol per chiedergli se lo conoscesse, lo vide irrigidirsi e, un secondo dopo, la matita che stringeva tra le dita si spezzò.
- Stai bene? - gli chiese, leggermente spaventato.
Chanyeol, accortosi di essere osservato, sorrise nel modo più fasullo che Baekhyun avesse mai visto.
- Conosco questa battaglia.
- La Battaglia tra dèi e titani - disse il professor Choi - La terribile battaglia che vide i padri contro i figli. L’artista ha un nome complicatissimo che, perdonate, dovrò leggere: Joachim Wtewael.
Baekhyun si voltò ancora verso Chanyeol: - Cosa rappresenta?
- L’ha detto no? - sbottò il ragazzo alto, per poi passarsi una mano sul viso - Scusami, non è uno dei miei momenti preferiti.
- Momenti?
- Rappresenta la battaglia che gli dèi dell’Olimpo hanno combattuto contro Crono e i Titani. Crono era il padre dei tre dèi più importanti.
- Zeus, Ade e Poseidone. - completò la frase Baekhyun, e Chanyeol sorrise.
- Esatto, piccolo sonnambulo. Crono aveva mangiato i suoi figli, tranne Zeus, che riuscì a ingannarlo con l’aiuto della madre.
Baekhyun arricciò il naso: - Tremendo.
- Non era un padre particolarmente affettuoso. Comunque, Zeus salvò i suoi fratelli e, dopo la battaglia, mandò Crono e i Titani nel Tartaro. I tre fratelli si spartirono cieli, mare e inferi e, beh, il resto è troppo lungo da raccontare.
- Chissà come se li sono spartiti.- commentò Baekhyun, ridacchiando, certo che nemmeno Chanyeol sapesse la risposta.
- Oh, hanno fatto a sorte - rispose l’altro - Hanno sorteggiato cosa andasse a chi.
A Baekhyun sfuggì una risata secca: - Stai scherzando? Mi prendi in giro.
- No no - disse l’altro, ridacchiando - Hanno proprio fatto a sorte. Zeus ha avuto la fortuna di avere i cieli e l’aria. Piacevano anche a Poseidone, ma quando ha avuto il mare ne è stato più che soddisfatto. Ade invece era parecchio incazzato per aver sorteggiato il regno dei morti. Era depresso e antipatico già da prima, ma poi è peggiorato.
Baekhyun lo fissava a bocca aperta e Chanyeol fece spallucce: - Almeno questo è quello che ho letto nei libri.
- Ade mi ricorda un po’ Kyungsoo. - commentò in modo ironico Baekhyun, e Chanyeol si grattò la nuca, a disagio.
- Sì, beh, in effetti non hai tutti i torti.
Improvvisamente, sul rettangolo luminoso apparve una scultura e nella classe si levò un sospiro estasiato.
- Amore e Psiche - spiegò il professore - Di Antonio Canova. Realizzato nel…
- Fine 1700 - completò la frase Luhan e l’insegnante annuì.
- Esatto.
- È bellissimo. - commentò Baekhyun, sottovoce.
- Sì, sono d’accordo - disse Chanyeol - Conosci il mito?
Baekhyun annuì: - È triste, non trovi? Stare con qualcuno di cui non puoi sapere la vera identità.
Chanyeol si mosse nervosamente sulla sedia: - Già.
- Psiche poi lo cerca ovunque, vero? Dopo che lei aveva scoperto di amare Eros, lui era scappato. Così lei lo cerca ovunque, per riconquistarlo.
- Sei preparato. - commentò Chanyeol, facendolo arrossire.
- Guardali - disse Baekhyun, mentre il suo viso diventava ancora più rosso - Sono la rappresentazione dell’amore. È così…
- Romantico - completò la frase Luhan - Sì, sono d’accordo con te, Baekkie e no, non stavo origliando. Ho ascoltato solo il tuo commento entusiasta ad Amore e Psiche.
Baekhyun assottigliò gli occhi e colpì Luhan con un calcio, sotto il banco.
Un attimo dopo, sul muro comparve un altro quadro e Chanyeol si mise sull’attenti.
- Adesso si ragiona! - esclamò - Guardalo, non è fantastico??
- I cavalli di Nettuno di Walter Crane. - spiegò il professor Choi, per poi interrompersi improvvisamente e dare una veloce occhiata all’orologio.
- Ragazzi, temo di essermi dilungato un po’ troppo.
- No. - protestò Chanyeol.
- Credo sia meglio fermarci qui, altrimenti non riesco ad assegnarvi il compito.
- No! - esclamò ancora il ragazzo alto - No no, ma dai! Eravamo arrivati alla parte interessante.
Baekhyun ridacchiò, come il resto della classe.
- Mi dispiace, Park, sarà per un’altra volta - lo consolò il professore - Ora vi assegno un compito. Per la settimana prossima voglio che vi dividiate a coppie e che analizziate nei minimi, e dico davvero minimi, dettagli un’opera a scelta tra quelle che rappresentano la mitologia greca e romana. Potete scegliere un’opera tra quelle che abbiamo trattato stamattina o no, decidete voi. Voglio una relazione che mi soddisfi, altrimenti sarete insufficienti.
Dopo aver aspettato che la sua minaccia fosse chiara a tutti, il professor Choi annunciò che la lezione era conclusa.
Un istante dopo, Luhan si girò verso Sehun: - Ehi, ti va di fare la relazione insieme a me?
Baekhyun si voltò a guardare il suo amico: non aveva aspettato un attimo ad agguantare Sehun.
Il ragazzo biondo fece spallucce: - Sì, va bene.
Luhan guardò Baekhyun, con gli occhi che brillavano, poi tornò a concentrarsi su Sehun.
- Che opera preferisci?
- È lo stesso.
- Allora scelgo io: Apollo e Dafne mi piace. E poi voglio sentirmi libero di insultare Eros.
Baekhyun sentì accanto a sé Chanyeol che sospirava e si voltò a guardarlo: - Tutto bene?
L’altro annuì: - Sì, è stata una lezione impegnativa.
Baekhyun finì di mettere via le sue cose e, in quel momento, la luce si riaccese. Sbattè le palpebre per tentare di far riabituare gli occhi e non poté non puntarli su Chanyeol.
Era la sua occasione? Inconsapevolmente, il professor Choi gli aveva dato la possibilità di passare più tempo con lui, da soli.
Non doveva assolutamente lasciarsi sfuggire questa opportunità e, per una volta, doveva seguire l’esempio di Luhan.
- Chanyeol - richiamò l’attenzione del più alto, che subito si voltò a guardarlo - T-tu… vorresti fare il compito con me?
Chanyeol spalancò i suoi occhi già grandissimi: - Mi stai facendo una proposta indecente, piccolo sonnambulo?
Baekhyun arrossì fino alla punta delle orecchie e gli diede un debole pugno sul braccio: - Perché non puoi essere serio?
- Va bene, perdonami. Certo che faccio il compito con te. L’avevo già messo in conto.
- Ah - Baekhyun non poté evitare di sorridere a quella frase - Che opera vuoi?
- Scegli tu - rispose Chanyeol - Qualunque cosa vorrai andrà bene.
- Beh, allora voglio I cavalli di Nettuno.
Chanyeol, che si stava alzando dalla sedia, tornò al suo posto.
- Eh?
- Non ti va bene? Mi sembrava ti piacesse. - disse Baekhyun, sorridendo.
- Non preferisci Venere e Marte, o Amore e Psiche? Ti piacevano tanto.
Baekhyun scosse la testa e si alzò dal suo posto: - Facciamo il quadro sul dio del mare. Biblioteca?
- Casa mia - rispose Chanyeol - Oggi pomeriggio.
- Bene. - concluse Baekhyun e si avviò verso l’uscita dell’aula, senza aspettare nessuno.
Il cuore gli martellava nel petto e aveva bisogno di qualche minuto per farlo calmare.
Non era un appuntamento vero e proprio, ma sapere che di lì a poche ore avrebbe passato l’intero pomeriggio con Chanyeol gli faceva sentire come se stesse camminando a un metro da terra.

 

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Capitolo 13
*** 13. Tredici (τρεῖς καὶ δέκα) ***


Xiumin2


13. Tredici
(τρεῖς καὶ δέκα)
 


I suoi passi riecheggiavano nel corridoio deserto. Non c’era nessuno in vista, solo Baekhyun che, per sua sfortuna, aveva dimenticato l’orologio a casa e il telefono aveva finito la batteria.
Era così concentrato a studiare, che non aveva nemmeno fatto caso a Luhan che si alzava e se ne andava e, un’ora più tardi, lo aveva fatto anche Doyeon.
Solo quando, per sgranchirsi un po’, aveva alzato lo sguardo, si era accorto che la biblioteca era deserta.
L’unica presenza era la donna dietro il bancone.
- Dove sono andati tutti? - chiese ad alta voce a se stesso.
La donna lo guardò, abbassando i piccoli occhiali sul naso.
- Ma dove vivi? Sono alla partita.
Baekhyun aveva sgranato gli occhi ed era scattato in piedi: - Che ore sono?
La donna aveva guardato, a una lentezza estenuante, il suo orologio da polso: - Le 16.30.
Il ragazzo aveva così raccolto più velocemente possibile le sue cose, prima di correre fuori dalla biblioteca.
Per non finire ancora in punizione, aveva evitato di farlo anche nei corridoi, optando per una camminata così veloce da sembrare una corsa.
Ma come aveva fatto a dimenticare la partita?
Quella volta erano contro Busan, che era in assoluto la squadra che dava loro più preoccupazioni. L’anno precedente avevano faticato a portare a casa una vittoria contro di loro, perciò quella era una delle partite più importanti della stagione.
E lui se n’era già perso buona parte.
Entrò in piscina e il suo sguardo volò subito verso il tabellone. Muui era sotto di tre goal e stavano giocando il penultimo dei tempi.
Baekhyun guardò i giocatori in campo e non gli sfuggì la preoccupazione di Luhan: il suo amico era visibilmente esausto e le sue sopracciglia erano aggrottate per la concentrazione.
L’allenatore inveiva come Baekhyun non l’aveva mai sentito fare e Jongin si trovava fuori dalla piscina, nella zona apposita dedicata a chi commetteva dei falli gravi. Ciò dimostrava quanto fosse dura quella partita.
L’unico che non sembrava affatto preoccupato e incitava i compagni era Chanyeol.
Non si era forse accorto che stavano perdendo miseramente?
- Quel ragazzo salverà la partita anche stavolta.
Baekhyun sussultò sentendo una voce provenire dalle sue spalle. Dietro di lui c’era il rettore Choi, che osservava la partita a braccia incrociate.
- L’ultima volta ha segnato all’ultimo secondo, dici che lo farà anche stavolta?
Baekhyun fece spallucce: - Spero di sì, ma la situazione sembra disperata.
Proprio in quel momento, Chanyeol segnò un punto per Muui, che ora era sotto di soli due punti.
- D’accordo, forse ci salverà anche stavolta. - si corresse, facendo ridere il rettore.
Quando scadde il tempo, l’uomo si dileguò per raggiungere gli altri insegnanti che assistevano alla partita. Baekhyun invece restò dov’era: era inutile cercare un posto a sedere: tutta la scuola era lì e non ne avrebbe mai trovato uno.
I giocatori uscirono dall’acqua e le urla delle ragazze non si fecero attendere. Jongin si voltò verso le scalinate e salutò il suo pubblico con la mano, ricevendo uno scappellotto parecchio forte sulla testa dall’allenatore.
Stava ancora ridendo per lo sguardo indignato di Jongin, quando si accorse che Chanyeol continuava a guardare un punto preciso degli spalti.
Lo seguì e vide che guardava dov’erano seduti Xiumin e Kyungsoo. Poco distante da loro c’era Doyeon.
L’unico che mancava era proprio lui.
- Sono qui. - bisbigliò, guardando Chanyeol intensamente, come se il suo sguardo potesse battergli sulla spalla e costringerlo a voltarsi verso di lui.
- Dai sono qui, guardami.
Forse il ragazzo alto aveva un radar o le sue enormi orecchie sentivano i bisbigli in mezzo al frastuono del tifo, fatto sta che Chanyeol si voltò proprio verso di lui.
Quando i loro occhi si incrociarono, sul suo viso si aprì un sorriso enorme e non perse tempo ad alzare la mano per salutarlo.
Baekhyun fece altrettanto e gli mimò con le labbra il suo augurio di vincere la partita.
Il fischio dell’arbitro segnò l’entrata in acqua per giocare gli ultimi otto minuti.
Anche Jongin rientrò in campo, visto che la sua punizione era finita.
Muui riprese a giocare più agguerrita che mai, ma Busan non era intenzionata a perdere così facilmente.
La lotta in acqua era senza esclusione di colpi, tanto che sia Johnny che, nuovamente, Jongin furono costretti a uscire per venti secondi a causa dei falli che avevano fatto.
Chanyeol era placcato da un ragazzone enorme, forse addirittura più alto e muscoloso di lui. Non lo lasciava in pace e il ragazzo faticava a prendere anche solo uno dei passaggi che gli faceva Luhan.
Con Chanyeol impossibilitato a muoversi e gli altri due fuori, fu Luhan a segnare una rete e a portare Muui sotto di un solo punto.
Mancavano dieci secondi.
Jongin e Johnny erano rientrati, ma la situazione non era delle migliori.
Bastava un pari. Se avessero pareggiato, la loro posizione di primi in classifica non avrebbe subito cambiamenti.
Baekhyun urlò i suoi incoraggiamenti, come stavano facendo i suoi compagni di scuola.
Cinque secondi: ormai era finita.
Baekhyun sospirò affranto ma, improvvisamente, Chanyeol riuscì a seminare il colosso e, afferrata la palla che gli aveva prontamente passato Luhan, la mandò in rete.
Due salvataggi su due.
Baekhyun saltò per la felicità, ma ben presto la gioia di tutta la scuola venne interrotta dal ragazzone che protestava.
- Ha imbrogliato! - stava gridando contro Chanyeol e contro l’arbitro.
Il diretto interessato lo ignorò e uscì dalla piscina, insieme ai suoi compagni.
- Ehi, ha fatto qualcosa! - sbraitò ancora l’altro, uscendo a sua volta dalla piscina.
L’arbitro gli si avvicinò e ciò che il ragazzo gli diceva rimbombò per tutta la grande stanza, anche grazie al silenzio tombale che si era creato.
- Quello stronzo ha imbrogliato! - ripeté.
- Ehi, piano con le parole. - intervenne l’allenatore Lee e, finalmente, anche Chanyeol degnò di attenzioni il suo avversario.
- Cosa hai detto? - gli chiese, avvicinandosi a lui.
Era vero, Chanyeol era di qualche centimetro più basso e le sue spalle erano meno pompate di quelle dell’altro, ma la sua figura era così imponente da far sembrare il ragazzo di Busan un cucciolo in confronto.
- Hai fatto qualcosa sott’acqua. Un attimo prima mi muovevo liberamente, l’attimo dopo era come se l’acqua mi tenesse imprigionato.
La risata isterica di Jongin interruppe il silenzio che era venuto subito dopo: - Ma che assurdità!
- È vero! - esclamò ancora il ragazzo, fissando Chanyeol - Dillo che hai usato un trucco per non farmi muovere.
- Forse hai troppi muscoli e non ti muovi bene. Pompati di meno. - intervenne Luhan, facendo ridere il resto della squadra.
Baekhyun provò a riflettere: aveva visto qualcosa di strano? Effettivamente quel ragazzo stava placcando Chanyeol e, sullo scadere del tempo, era come rimasto bloccato al suo posto, permettendo all’altro di sfuggirgli.
Baekhyun chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi su ciò che era accaduto mentre Chanyeol andava a segno.
Il ragazzo gigante tentava di muoversi, ma non ci riusciva. Non poteva nuotare, nonostante ci provasse.
Per porre fine alle proteste, l’arbitro e i due allenatori erano entrati in acqua e avevano controllato la piscina, ma non avevano individuato niente di strano, nessun trucco per vincere.
Venne confermato il pareggio, tra le grida di gioia dei ragazzi sugli spalti, ma il colosso non voleva saperne di arrendersi. Continuò a protestare con il suo allenatore, anche mentre tutti indossavano gli accappatoi e si preparavano ad abbandonare la piscina. Il rettore Choi, capendo che la situazione rischiava di degenerare, si avvicinò agli avversari e si confrontò con loro.
Baekhyun non capiva come potesse Chanyeol essere così calmo: se avessero scoperto che aveva imbrogliato avrebbero potuto sospenderlo per chissà quante partite o addirittura buttarlo fuori dalla squadra.
Il ragazzo deglutì a vuoto quando si rese conto che, forse senza volerlo, aveva dato per scontato che Chanyeol avesse imbrogliato.
La squadra di Muui fu la prima a lasciare la piscina, convinti dall’allenatore a dileguarsi il più in fretta possibile. Ormai anche il ragazzone alto sembrava essersi arreso e, con un cipiglio furioso, uscì dal locale insieme ai suoi compagni di squadra.
Baekhyun cercò con lo sguardo Xiumin e Kyungsoo, per raggiungerli e chiedere spiegazioni, ma i loro posti sugli spalti erano vuoti. Incrociò invece gli occhi di Doyeon, che gli fece cenno di raggiungerla. Baekhyun scosse la testa e spalancò la pesante porta della piscina per uscire.
Il corridoio non era più silenzioso e deserto: ora una folla di studenti di due scuole lo invadeva.
Baekhyun si fece largo tra loro, con l’intento di raggiungere gli spogliatoi. Voleva parlare con Chanyeol anche se non sapeva nemmeno cosa gli avrebbe detto o chiesto. Non sapeva cosa pensare.
Una parte di lui gli diceva che Chanyeol non avrebbe mai imbrogliato e, inoltre, era così bravo a pallanuoto che non ne aveva nemmeno bisogno. Ma l’altra parte di lui, quella piena di dubbi e perplessità su chi fosse il ragazzo alto, gli urlava che c’era qualcosa di davvero strano e che, effettivamente, il ragazzo di Busan aveva tentato di muoversi, ma l’acqua lo teneva imprigionato.
E Baekhyun l’aveva visto.
Aveva quasi raggiunto la porta dello spogliatoio, quando una voce conosciuta lo convinse a fermarsi.
- Ma sei impazzito? Devi esserlo per aver fatto una cosa del genere!
Kyungsoo sibilava, ma il rimbombo della scala faceva arrivare la sua voce chiara.
Proveniva appunto dalla scala che portava al piano inferiore e Baekhyun, dopo essersi nascosto dietro l’angolo del corridoio, poteva ascoltare indisturbato.
Nel piccolo pianerottolo c’era non solo Kyungsoo, ma anche Chanyeol, Jongin e Xiumin.
Odiava origliare, non era giusto farlo, ma quella era la seconda volta che si trovava nella situazione di decidere se farsi gli affari suoi o se ascoltare conversazioni private.
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi: quel comportamento non era da lui. Stava per farsi vedere dai ragazzi, quando una frase detta da Jongin lo fece pietrificare.
- Stiamo calmi, non è successo nulla di grave. Nessuno crede che lo zio abbia fatto qualcosa di male. Pensano che quel ragazzo si sia sbagliato.
Lo zio? Stava forse parlando di Chanyeol?
- Non ho fatto nulla per tutta la partita - disse quest’ultimo, in tono tranquillo - Ma mi stava dando sui nervi. Mi stava troppo addosso, non ne potevo più.
- Jongin ha ragione - intervenne Xiumin - Nessuno crede che Chanyeol abbia fatto qualcosa di male.
- Ma li ha fatti sospettare! - sbottò ancora Kyungsoo e poi la sua voce si abbassò notevolmente, mentre si rivolgeva a Chanyeol - Tieni a freno le tue capacità, o finirai per metterci tutti in pericolo. Che faremo se le cose dovessero mettersi male e fossimo costretti a scappare da qui? Come faremo con Lui?
- Sono certo che Lo troveremo prima che la situazione ci sfugga di mano. - disse Jongin, ma Kyungsoo non aveva finito la sua ramanzina.
- Le tue azioni sono fuori controllo. Come se non bastasse il tuo attaccamento verso quel mortale, ora cominci anche a fare dei trucchetti con l’acqua. Smettila o Suho sarà costretto a rispedirti a casa.
- Come se ti dispiacesse. - ribatté Chanyeol, ma i passi di Kyungsoo riecheggiavano già sulla scala, segno che la stava salendo.
Baekhyun si affrettò a entrare nella stanza più vicina, uno sgabuzzino, per non farsi vedere. Da un piccolo spiraglio che aveva lasciato aperto vide Kyungsoo e Xiumin andarsene e, pochi secondi dopo, passò anche Jongin.
Baekhyun lasciò andare un lungo sospiro e si appoggiò con la schiena al muro dello stanzino. Non riusciva a dare un senso a ciò che aveva sentito.
Chanyeol a quanto pareva era lo zio di Jongin. Quindi anche di Sehun, Yeri e Xiumin. Forse allora il… no, Chanyeol aveva solo tre fratelli, che erano Suho e Kyungsoo.
Quei ragazzi erano figli di uno di loro?
Vista da quella prospettiva non aveva il minimo senso, ma se si pensava a…
Baekhyun scosse la testa e, piano piano, uscì dallo sgabuzzino. Non si vedeva nessuno in giro.
Lanciò un’occhiata al piccolo pianerottolo e lo vide: Chanyeol era seduto su un gradino e si teneva la testa tra le mani. Indossava la divisa blu e gialla della squadra e i suoi capelli erano più scompigliati del solito, segno che ci aveva passato le dita molto spesso in quei pochi minuti.
Scese la scala e si sedette accanto a lui. Il più alto doveva aver capito chi era, perché si limitò a sospirare, senza nemmeno controllare chi stesse scendendo.
- Mi dispiace di essermi perso quasi tutta la partita. - disse Baekhyun. Certo, non era la cosa che gli premeva di più dire, ma non poteva iniziare una conversazione con una sfilza di domande.
- Non fa niente, piccolo sonnambulo, tanto abbiamo giocato come al solito.
La voce del più alto era atona e priva di interesse o entusiasmo. Baekhyun gli posò una mano sul braccio.
- Cos’è successo alla fine della partita?
Chanyeol alzò la testa e prese un lungo respiro: - Non ho imbrogliato.
Baekhyun era certo che fino a quel momento il ragazzo gli avesse mentito più di una volta, ma era così bravo a farlo che non sapeva cosa fosse vero e cosa no.
Quella frase però era palesemente un’enorme bugia.
- Non mi piace che tu mi menta. - disse, in un sussurro - Non andrò di certo a denunciarti se ammetterai con me che hai imbrogliato.
- Non l’ho fatto - ripeté Chanyeol, ma sempre evitando accuratamente di guardare Baekhyun - Come avrei potuto? Ero in acqua e in costume. Dove potevo nascondere un eventuale trucco?
- Hai… - Baekhyun abbassò ancora di più la voce e, mentre poneva quella domanda, il cuore gli martellava nel petto - Hai fatto qualcosa con l’acqua? Hai bloccato quel ragazzo sfruttando l’acqua?
Finalmente Chanyeol puntò i suoi grandi occhi su di lui: il suo sguardo era un misto tra sconvolto e arrabbiato.
- Che cosa? - chiese, quasi sibilando.
- Beh… - Baekhyun abbassò la testa, incapace di sostenere quello sguardo - Mi chiedevo se tu avessi delle capacità sott’acqua che superano il semplice saper nuotare bene. Io, ecco, mi chiedevo se tu fossi…
- Basta così! - Chanyeol si alzò di scatto in piedi - Baekhyun, non sai nemmeno tu cosa stai dicendo.
Il ragazzo, indispettito, si alzò a sua volta: - Mi sono fatto un’idea, ma è così assurda che…
- Ecco, se è assurda allora è di sicuro sbagliata!
Chanyeol, quasi certamente senza rendersene conto, stava urlando, ma il suo tono non era arrabbiato: sembrava terrorizzato.
- Allora spiegami tu. - disse Baekhyun, facendo un passo verso di lui.
- Non posso! - esclamò il più alto e si passò nuovamente la mano tra i capelli - Sai che non posso spiegarti niente, quindi smetti di chiedere!
- Va bene, però… - Baekhyun salì di un gradino, così che potesse essere alla stessa altezza di Chanyeol - Ora mi guardi negli occhi e mi ripeti che non hai imbrogliato. Fallo guardandomi in faccia e ti crederò.
Sul viso del ragazzo alto passò un’ombra e le sue spalle si abbassarono, segno che si era arreso.
- Se ti dicessi che ho imbrogliato perché odio perdere e perché nessuno può permettersi di battermi, tu poi mi chiederesti come ho fatto e io non posso dirtelo.
- Non te lo chiederò - disse Baekhyun - Non ti farò nessun’altra domanda. Certo, mi rimarrà il dubbio, ma prometto che non ti torturerò oltre.
Chanyeol parve pensarci ancora qualche secondo ma poi, senza togliere gli occhi da quelli di Baekhyun, disse: - Ho imbrogliato. Non volevo perdere e mi innervosiva che quel mort… ragazzo mi stesse così addosso da non permettermi di muovermi.
Baekhyun sospirò e annuì: - D’accordo.
Chanyeol lo fissò, sorpreso: - Tutto qui?
- Ti avevo detto che non ti avrei fatto altre domande.
Il ragazzo alto sembrò sollevato e sul suo viso apparve anche un timido sorriso: - So che sono stato scorretto, ma…
- Non voglio più parlarne. - lo interruppe Baekhyun, mentre la sua mente registrava anche quella nuova informazione. Afferrò un lembo della tuta di Chanyeol e lo attirò più vicino a se.
- Per un momento ho pensato volesse picchiarti. - disse, mentre una risatina gli sfuggiva dalle labbra.
- Se lo avesse fatto non doveva preoccuparsi di me, ma di Jongin. Quando c’è una rissa non aspetta di certo un invito per buttarsi nella mischia.
- Grande e grosso com’era magari vi avrebbe battuto. - ribatté Baekhyun e, in uno slancio di coraggio, avvolse le braccia intorno al collo di Chanyeol. Farlo quando erano alla stessa altezza era senza dubbio più semplice.
Se il più alto ne fu sorpreso non lo diede a vedere e, anzi, gli posò subito le mani sui fianchi. Poi avvicinò il viso a quello di Baekhyun, ma lui salì di un altro gradino, sciogliendo l’abbraccio.
- Andiamo, i tuoi compagni vorranno festeggiare con te.
- Possono farlo anche senza di me. - commentò deluso Chanyeol, ma Baekhyun non voleva sentire ragioni.
- Tu sei il capitano, non puoi mancare! - disse e, dopo averlo preso per mano, lo trascinò su per la scala e poi lungo il corridoio.
Baekhyun stava per chiudere gli occhi e ricambiare il bacio che Chanyeol sembrava intenzionato a dargli, ma un attimo prima aveva cambiato idea e si era spostato.
Anche se aveva promesso che non gli avrebbe fatto nessuna domanda, non significava che non se ne sarebbe poste lui. Aveva bisogno di riflettere e provare a mettere insieme i pezzi di quello strano puzzle che era la vita di Chanyeol.
E per farlo aveva bisogno della calma e della tranquillità della notte.
 
***
 
I granelli di sabbia si infilavano tra le dita dei piedi e gli facevano quasi il solletico. Non sapeva se fosse notte o giorno, era come se nel cielo ci fossero sia il sole che la luna, come se sentisse sulla pelle sia il calore del giorno che il freddo della notte.
Fece un passo avanti e poi un altro, verso la sua meta: il mare.
Si presentava davanti a lui, calmo e limpido. L’acqua tranquilla non sembrava quella marina, rifletté. Era molto più simile a quella di una piscina.
Il suono delle onde era quasi inesistente e, più che una distesa d’acqua reale, sembrava un dipinto.
Baekhyun arrivo sul bagnasciuga e stava per mettere un piede in acqua, quando una mano afferrò la sua.
- Dove vai, piccolo sonnambulo?
Chanyeol si era materializzato accanto a lui e gli sorrideva.
- Volevo fare un bagno. - rispose Baekhyun.
Sul viso di Chanyeol scomparve ogni traccia del sorriso di poco prima e, quando parlò di nuovo, la sua voce era diversa: molto più profonda, più cupa, più adulta.
- È pericoloso, non puoi farlo mentre dormi. - disse, severo.
- Ma io non sto dormendo - ribatté Baekhyun, non riuscendo a trattenere una risata - Guardami, sono qui accanto a te.
- Devi svegliarti, Baekhyun. Immediatamente. - ordinò Chanyeol, stringendo più forte la mano che teneva nella sua.
Baekhyun trattenne a fatica un grido e provò a divincolarsi.
- Lasciami, mi fai male!
- Svegliati, Baekhyun! Subito!
Improvvisamente, anche l’altra mano del ragazzo venne afferrata, ma stavolta non era Chanyeol.
Baekhyun si voltò alla sua destra e, accanto a lui, c’era un sorridente Luhan.
 
***
 
Xiumin si asciugò il sudore dalla fronte, mentre cercava di riprendere fiato. Era esausto, ma anche felice e soddisfatto di non aver perso il suo talento in quelle settimane di inattività. Aveva rischiato molto a tornare a scuola dopo l’orario: non aveva idea se ci fossero dei guardiani notturni o se qualche insegnante fosse rimasto per finire di preparare le lezioni. Ma aveva tentato, perché la corsa gli mancava troppo.
A Muui era quasi impossibile correre alla velocità che desiderava lui senza che qualcuno lo vedesse. L’unico posto era il campo di atletica dell’università ed era lì che Xiumin era andato quella sera.
Per sua fortuna, l’isola era un luogo così tranquillo, che la scuola non aveva bisogno di guardiani notturni e nemmeno di chiudere bene le finestre, a quanto pareva. Infatti, lui era riuscito a entrare negli spogliatoi grazie a una finestra semiaperta.
Aveva corso a chissà quante miglia orarie e finalmente gli sembrava di essere tornato a respirare.
L’avrebbe fatto ancora, si ripromise.
Quel campo di atletica sarebbe diventato il suo regno, dopo il tramonto.
Xiumin si avviò verso la panchina dove aveva lasciato le sue cose e indossò il suo cappellino e il borsellino. Su entrambi spiccava il disegno di due piccole ali bianche che, sullo sfondo marrone del borsellino e quello verde del cappello, sembravano quasi muoversi.
Il ragazzo controllò di non aver dimenticato nulla e rientrò nello spogliatoio.
Stava per scavalcare la finestra e uscire, quando uno strano rumore lo fece bloccare. Restò qualche secondo in silenzio e, dopo poco, lo risentì. Era una porta che si apriva e si chiudeva sbattendo.
Una parte di lui gli diceva di scappare, perché forse si era sbagliato sull’assenza dei guardiani. Ma aveva una strana sensazione. E per nulla positiva.
Si affrettò a raggiungere la porta dello spogliatoio e aprì uno spiraglio.
Chiunque fosse entrato, gli era appena passato davanti e lui aveva colto solo parte della sua figura.
Aprì completamente la porta e, visto che aveva girato l’angolo, lo seguì. Facendo attenzione a fare meno rumore possibile, si avvicinò e gli bastò un secondo per riconoscerlo: era Baekhyun.
Xiumin tirò un sospiro di sollievo e uscì dal suo nascondiglio.
- Baekhyun, ma che ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo!
Il ragazzo però non gli rispose, non si voltò nemmeno. Raggiunse una porta e provò ad aprirla, ma quella era bloccata.
- Baekhyun? - riprovò a chiamarlo Xiumin e, dopo essersi avvicinato, gli posò una mano sulla spalla e lo voltò verso di sé.
Il ragazzo aveva gli occhi spalancati, ma privi di lucidità. Non lo vedeva, ne sapeva che lui era lì perché, era chiaro, Baekhyun stava dormendo.
- Baek, devi svegliarti - disse dolcemente Xiumin, provando a scuoterlo - Stai facendo il sonnambulo. Svegliati.
Baekhyun però non reagiva e tornò a voltarsi verso la porta, tentando nuovamente di aprirla. Nel suo stato non capiva che era chiusa a chiave e che, semplicemente abbassando la maniglia, non l’avrebbe aperta.
Xiumin valutò velocemente le scelte che aveva ma, appena alzò lo sguardo e vide quale porta Baekhyun stava cercando di aprire, capì che c’era solo una persona che poteva aiutarlo e, soprattutto, svegliarlo.
- Torno presto, Baek. Tu… fa il bravo.
Xiumin aveva appena corso alla velocità della luce per ore, ma tutta la stanchezza era già sparita e, in un attimo, era arrivato alla casa nella scogliera e, entrato, stava gridando il nome di Chanyeol.
Doveva correre. Baekhyun stava tentando di entrare in piscina.
 
***
 
Sfortunatamente, Chanyeol non era veloce come Xiumin, ma dalla sua parte aveva il mare. La scuola era a poca distanza da una piccola spiaggia, perciò il ragazzo alto sfruttò il fatto che nuotare gli risultasse molto più facile che camminare o correre.
Arrivò a scuola in pochi minuti e Xiumin lo stava già aspettando davanti alla porta dalla quale era entrato Baekhyun.
- Come ha fatto a entrare? - chiese allarmato Chanyeol, varcando la soglia.
- Non ne ho idea. Sono sicuro che questa porta fosse chiusa, perché anch’io ho provato a entrare da lì. - rispose Xiumin.
In un attimo erano nel corridoio che portava alla piscina e, con orrore, videro subito che la porta era spalancata.
- Non può essere entrato, era chiusa a chiave! - esclamò Xiumin, ma Chanyeol era già corso verso la porta ed era entrato.
Solo poche ore prima quella stanza era piena di urla, di incitamenti, di gioia e di canti d’incoraggiamento. Gli spalti erano gremiti e tantissimi ragazzi riempivano la piscina.
Ora il silenzio era assoluto e, l’unica presenza, era il corpo di Baekhyun in acqua.
Inerme.
Era a faccia un giù nell’acqua e non si muoveva.
- NO! - urlò Chanyeol e raggiunse con pochi passi il bordo della piscina. - BAEKHYUN!
Xiumin era attonito e non poteva credere ai propri occhi. Quella mattina aveva riso e scherzato con Baekhyun. L’aveva visto fare il tifo alla partita.
Non doveva lasciarlo solo poco prima.
Provò ad avvicinarsi a Chanyeol, che si era accasciato a pochi passi dall’acqua.
Il grande dio Poseidone stava piangendo. Xiumin non ricordava l’avesse mai fatto, nonostante ci fossero stati momenti di sofferenza nella vita di suo zio.
- Chanyeol, dobbiamo tirarlo fuori.
Improvvisamente, però, Chanyeol si alzò in piedi ed allungò le mani davanti a sé. Il suo viso era una maschera di dolore, ma le lacrime si erano fermate. Nei suoi occhi c’era una strana luce che Xiumin aveva visto ben poche volte.
Chanyeol lanciò un grido sovrumano, un grido di dolore e determinazione, di sofferenza e di speranza. L’acqua della piscina iniziò ben presto a sollevarsi, come attratta dalle mani di Chanyeol e volò in aria, formando uno strano serpente.
Nella vasca ce n’era sempre meno, mentre tutto intorno a loro si creavano delle figure e degli ammassi d’acqua.
Il corpo di Baekhyun cadde a terra, nel fondo piscina ormai quasi completamente asciutto. Chanyeol non aspettò nemmeno un istante e saltò dentro, raggiungendolo con pochi passi. L’acqua volava sopra di loro, ma non osava tornare al suo posto finché non glielo avesse ordinato il suo padrone.
Chanyeol si inginocchiò e prese tra le braccia il corpo di Baekhyun.
- Baek? - provò a chiamarlo - Piccolo sonnambulo, svegliati.
La sua voce era bassissima e arrochita, a causa del forte urlo di poco prima. Xiumin sospirò e, senza fare rumore, uscì dalla stanza per lasciare suo zio da solo con il proprio dolore. Quel momento non gli apparteneva e lo sapeva bene.
Inoltre non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per aver lasciato Baekhyun da solo, nonostante fosse sonnambulo.
- Ti prego, apri gli occhi - sussurrò Chanyeol, spostando una ciocca di capelli bagnati dal viso di Baekhyun - Non puoi essertene andato così. Non per colpa dell’acqua.
Chanyeol si maledisse per le lacrime che avevano ricominciato a scorrergli sul viso. Lui era un dio. E un dio non piange come un mortale qualunque.
Ma era più forte di lui: stava soffrendo come non gli succedeva da migliaia di anni.
Non aveva nemmeno fatto in tempo a dire a Baekhyun la verità, anche se sospettava che il ragazzo l’avesse intuita. Non aveva fatto in tempo a fargli vedere il fondo del mare, a farlo giocare con i pesci. Non aveva fatto in tempo a fargli conoscere il suo amico ippocampo e a dirgli di trovargli un nome.
Baekhyun era un ragazzino, non era giusto se ne fosse andato così.
- Addio, piccolo sonnambulo. - gli bisbigliò all’orecchio e posò le labbra sulla sua fronte.
Teneva gli occhi chiusi e non si accorse subito del leggero movimento di un dito, poi di quello delle palpebre.
Improvvisamente, il corpo di Baekhyun fu scosso da uno spasmo e il ragazzo iniziò a tossire, tentando di sputare fuori l’acqua che aveva ingerito.
Chanyeol era sorpreso, ma ebbe la prontezza di aiutarlo a girarsi e a dargli delle leggere pacche sulla schiena.
- Baekhyun! - lo chiamò, ma l’altro non riusciva a parlare.
La testa gli scoppiava e sentiva come se qualcuno avesse giocato a calcio con i suoi polmoni.
- Xiumin! - urlò ancora Chanyeol e tenne stretto Baekhyun a sé - Va tutto bene, piccolo sonnambulo. Sono qui.
Il ragazzo tremava incontrollatamente e si aggrappò alla maglietta di Chanyeol, come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Le sue labbra erano violacee e il suo viso cereo. I capelli gli ricadevano sugli occhi e il pigiama bagnato gli aderiva al corpo come una seconda pelle.
Alzò gli occhi sul viso di Chanyeol e, con un enorme sforzo, allungò la mano e gliela posò sulla guancia umida di lacrime.
- P-perché piangi? - la sua voce era così lieve che era difficile udirla e ogni parola sembrava uscire a fatica - C-credo di aver f-fatto un sogno.
Dalle labbra di Chanyeol sfuggì una debole risata, mentre i suoi occhi erano ancora lucidi: - Sì, te ne sei andato di nuovo a zonzo per l’isola. Giuro che da oggi ti lego al letto.
Baekhyun sorrise debolmente e i suoi occhi si spostarono su Xiumin, che era a bordo piscina e li fissava, incredulo e felice.
Fece un piccolo sorriso anche a lui, ma poi i suoi occhi colsero uno strano movimento sopra la sua testa. Spostò lo sguardo verso il soffitto e fu allora che vide quello spettacolo incredibile.
Una quantità indefinita di acqua volteggiava sopra le loro teste.
Baekhyun spalancò la bocca per la sorpresa e, in quel momento, anche Chanyeol alzò lo sguardo. Quando si rese conto di ciò che stava succedendo, capì che non poteva più mentire a Baekhyun.
Non avrebbe mai trovato una scusa per spiegare ciò che i suoi occhi stavano vedendo.
- Piccolo sonnambulo - disse, attirando la sua attenzione - Devo dirti una cosa.
 

 
Ermes, il messaggero degli dèi, è anche il dio dell’atletica.
È riconoscibile grazie al suo abbigliamento formato da un borsellino, sandali e cappello alati e, infine, il Caduceo, ovvero un bastone con due serpenti attorcigliati.
È anche lui uno dei figli illegittimi di Zeus ed è dunque nipote di Poseidone, come lo è Ares.


Eccoci finalmente arrivati al momento della verità. Baekhyun ha rischiato davvero grosso stavolta, ma per fortuna Chanyeol è arrivato in tempo per salvarlo.
Ora però non può più scappare e dovrà dirgli la verità. Come reagirà il piccolo sonnambulo? 
Per saperlo dovrete aspettare ancora un po'! 
Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi che leggete la storia e vi faccio i miei auguri di Buon Natale! 

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Capitolo 14
*** 12. Dodici (δώδεκα) ***


Lay2
 

 
12. Dodici
(δώδεκα)
 
 
 
La casa sulla scogliera aveva sempre attratto Baekhyun: le grandi vetrate, il vasto giardino, la vista mozzafiato. Tutto in quella casa gli piaceva.
Quando quel pomeriggio suonò alla porta, dentro di lui sperava avrebbe aperto Chanyeol, per evitare così di incontrare qualche altro membro di quella strana famiglia. Non voleva mettersi in imbarazzo e fare brutte figure, e non voleva nemmeno vedere nei loro occhi la tensione che la sua presenza in quella casa sembrava portare ogni volta.
Era già passato qualche minuto e ancora nessuno aveva aperto la porta. Baekhyun posò nuovamente il dito sul campanello, ma proprio in quel momento l’uscio si spalancò.
- Baekhyun, giusto?
Il sorriso di Lay lo accolse calorosamente e Baekhyun non poté fare a meno di ricambiarlo. Il ragazzo aveva un abbigliamento fuori dal comune: i pantaloni in pelle nera fasciavano le sue cosce muscolose, ma essendo corti, lasciavano scoperte le gambe toniche. Baekhyun notò subito il grande tatuaggio che il ragazzo aveva sul polpaccio sinistro: un grappolo d’uva. Inoltre, indossava una maglia a manica lunga leopardata, con un profondo scollo a V.
- Sì, ciao, sono qui per…
- Chanyeol - completò la frase Lay, facendolo entrare - Ci ha avvertiti che saresti venuto qui. Però devi aspettare qualche minuto, è in riunione con i suoi fratelli.
Baekhyun annuì e seguì Lay in salotto.
L’immagine della sera in cui Chanyeol lo aveva salvato dal mare e l’aveva portato lì per essere medicato, apparve vivida nella sua mente. Ora quella stanza non gli sembrava più sfocata e gli oggetti non erano doppi.
Sul divano, intenta a leggere, c’era Yeri. I lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle e la pelle chiara spiccava grazie all’abbigliamento verde scuro.
La ragazza non si accorse subito di Baekhyun e girò pagina, permettendogli di notare il tatuaggio, raffigurante una freccia, che aveva sul dito.
Quando alzò gli occhi e incrociò quelli di Baekhyun, gli sorrise.
- Ehi, ciao, siediti.
- Grazie.
Baekhyun fu felice di accettare l’invito e si sedette sul divano, poco distante da Yeri, mentre Lay prendeva posto sulla poltrona accanto.
- Allora, come va? - gli chiese la ragazza.
Per sua fortuna, aveva trovato due dei componenti della famiglia che gli erano più simpatici. Non osava immaginare l’imbarazzo se gli avesse aperto la porta la severa Irene.
- Sto bene - rispose - Sono qui per fare una relazione.
- Chanyeol ce l’ha detto, per questo ora sta parlando con Suho e Kyungsoo. - spiegò Lay e subito Yeri gli lanciò un’occhiataccia.
- Beh, almeno voi fate cose interessanti all’università. - disse la ragazza, posando sul tavolino accanto al divano il libro che stava leggendo. Solo in quel momento Baekhyun si accorse che era un libro sulla caccia.
- Perché, tu non la frequenti? - le chiese Baekhyun e lei scosse la testa e sbuffò.
- Magari! Mi hai vista? Devo andare al liceo!
Baekhyun aprì la bocca per rispondere, ma qualunque frase gli morì in gola.
Che intendeva dire?  Un momento: ma non era gemella di Sehun?
- Ti hanno bocciata per caso? - chiese, ritenendola l’unica spiegazione sensata.
- Bocc… che?
- Bocciata? - ripeté Baekhyun e guardò Lay in cerca di aiuto, ma anche lui lo guardava confuso.
- Significa che non hai superato un anno e hai dovuto ripeterlo.
- Ah, no no. - rispose Yeri, ma poi notò lo sguardo confuso di Baekhyun - O forse era meglio se rispondevo di sì?
Baekhyun non sapeva davvero se ridere o scappare a gambe levate. Ma dov’era finito Chanyeol?
Yeri fece spallucce: - Il liceo non è male però, devo ammetterlo. Ho anche fatto amicizia, sai?
Baekhyun ridacchiò: - Mi fa piacere.
- Mi fanno sentire una specie di capo. Dici che è normale?
- Ehm…
- Anche Lay ha trovato lavoro! - esclamò poi, indicando il ragazzo con la fossetta, che fino a quel momento non aveva quasi aperto bocca.
Il diretto interessato sorrise: - Oh sì, vedo un sacco di persone lavorando lì.
- E che lavoro hai trovato? - chiese Baekhyun, incuriosito da tutto quell’entusiasmo.
- È un bar notturno, si chiama Gravity.
Baekhyun rabbrividì visibilmente: il Gravity? Era uno dei peggiori locali dell’isola. Non aveva affatto una bella fama e si diceva che girassero anche droghe, oltre che alcol a fiumi.
- Lo conosco, ma non so se sia…
- Piccolo sonnambulo!
La voce profonda di Chanyeol lo interruppe e, come se fosse stato seduto su una molla, Baekhyun scattò in piedi.
- Da quanto sei qui? - chiese il ragazzo alto, osservando attentamente gli altri due, come se potesse leggere nella loro mente.
- Ah, non da molto.
- Gli stavamo raccontando del nuovo lavoro di Lay - spiegò Yeri - Baekhyun conosce il posto.
- Sì, ma Baekhyun adesso è impegnato - disse Chanyeol e lo afferrò per un braccio - Andiamo in biblioteca, lì non saremo disturbati.
Baekhyun fece appena in tempo a salutare con un cenno della mano i due ragazzi, prima che Chanyeol lo trascinasse via.
 
***
 
La biblioteca era silenziosa e l’atmosfera di pace e tranquillità era la stessa delle volte precedenti in cui Baekhyun ci era stato. Una grande differenza però c’era, e spiccava a un lato del tavolo in legno: un computer portatile.
- Wow, e quello? - Baekhyun ridacchiò e indicò l’oggetto che, in quel contesto, stonava non poco - Sono abbastanza certo che l’ultima volta tu non sapessi cosa fosse (?) un computer.
Chanyeol sorrise e seguì Baekhyun, che si era seduto e aveva aperto il portatile.
- Spero tanto che tu sappia usarlo, perché io non saprei nemmeno da dove cominciare - disse in imbarazzo - L’ho comprato appena finite le lezioni, perché sapevo che a te sarebbe servito.
Baekhyun tolse gli occhi dallo schermo del computer, che si stava accendendo, e guardò Chanyeol.
- L’hai comprato apposta? Chanyeol, non dovevi!
Il ragazzo alto fece spallucce: - Però a te serve, perciò… Anzi, quando abbiamo finito portatelo via. Se Seulgi lo vede qui, nel suo prezioso tempio dei libri, mi trafiggerà con la sua lancia e ci sono andato vicino già troppe volte.
Baekhyun lo guardò in silenzio per qualche secondo, prima che la luce proveniente dallo schermo acceso lo distraesse: ormai aveva smesso di provare a far avere un senso a tutto ciò che usciva dalle labbra di Chanyeol.
Appena apparve la schermata del motore di ricerca, il ragazzo alto si sedette accanto a lui e gli si avvicinò.
- Ma è fantastico! - esclamò, con gli occhi enormi per la sorpresa.
- Una vera magia, eh? - disse ironicamente Baekhyun e, voltandosi, si accorse di quanto Chanyeol fosse vicino.
Poteva percepire il calore del suo corpo e sentire la scossa elettrica che passava tra di loro.
- Allora - digitò il titolo del quadro, per tentare di ritrovare il controllo - I cavalli di Nettuno.
- Non mi è mai piaciuto particolarmente il nome romano - commentò Chanyeol, mentre l’immagine del dipinto appariva sullo schermo - Meglio Poseidone.
- Mi trovi d’accordo - disse distrattamente Baekhyun, cercando informazioni sul dipinto - Non c’è molto qui, dice solo che è stato dipinto nel 1892.
- Ma perché sempre con la barba e i capelli bianchi?
- Eh?
Chanyeol puntò il dito sul dio Poseidone, ritratto nel quadro.
- Guarda, sempre un vecchio!
Baekhyun ridacchiò: - Beh, è un dio dell’antica Grecia. Ormai avrà i suoi anni.
- Non è vecchio! È un bel giovanotto.
- Ed è rimasto così dall’antichità?
- È immortale! - Chanyeol sbuffò e appoggiò la schiena sulla sedia - Non lo trovi irrispettoso?
- Perché? - chiese Baekhyun - Temiamo che Poseidone si offenda?
Chanyeol si imbronciò e borbottò parole a Baekhyun incomprensibili. Lo ignorò e tornò a concentrarsi sul dipinto, aprendo varie pagine e leggendo diverse informazioni. Dopo alcuni minuti, in cui si era quasi dimenticato dove fosse, tanto era concentrato, si voltò verso Chanyeol.
- Ho una notizia bella e una brutta.
- Inizia con quella brutta, ho già l’umore sotto le scarpe.
- Non ci sono molte informazioni su questo quadro - disse, indicando le poche parti davvero interessanti - Anche con una biografia dell’autore non verrà comunque una relazione degna di essere chiamata tale.
- Ahi, questo è un problema. E la bella notizia?
Baekhyun sorrise: - Che potremmo concentrarci sul dio Poseidone e tu sembri essere un grande esperto.
Chanyeol scoppiò a ridere:- Davvero possiamo farlo?
- Beh, sì. Altrimenti preparati a un’insufficienza.
- No no, non avremo nessuna insufficienza! - esclamò Chanyeol e strofinò le mani l’una contro l’altra - Da cosa iniziamo?
- Da te che mi aiuti a mettere insieme le informazioni sul quadro, tanto per cominciare. - disse Baekhyun, e rise vedendo l’espressione delusa di Chanyeol.
Nonostante le poche informazioni, lavorarono un’intera ora per radunarle, riorganizzarle e scriverle. Le dita di Baekhyun volavano velocemente sui tasti e il loro ticchettio era spesso l’unico suono presente nella stanza. Chanyeol lo guardava incantato, facendo scorrere lo sguardo dalle dita alla pagina bianca, che si riempiva di parole.
- Caspita, è incredibile. Vi siete evoluti così tanto…
Baekhyun aggrottò le sopracciglia, ma non fece commenti.
Quando anche l’ultima parola fu scritta, si stiracchiò e fece dei movimenti con il collo irrigidito.
- Okay, la parte più noiosa è fatta.
- Stai bene? - gli chiese Chanyeol, osservandolo serio.
Baekhyun arrossì e smise subito di muoversi: - Sì, sono solo stato nella stessa posizione per troppo tempo.
- Vuoi che…
- No - rispose prontamente, anche se non era certo di quale sarebbe stata la domanda - Ora ho bisogno che tu dia libero sfogo a tutta la tua conoscenza sul dio Poseidone.
- Dillo di nuovo.
Baekhyun si voltò a guardarlo, confuso: - Come?
- Dillo, dai.
- Cosa? Conoscenza? Poseidone?
- Sì, ancora.
- Poseidone.
Chanyeol sospirò: - Mi piace sentire come lo dici.
Il viso di Baekhyun andò a fuoco e si alzò di scatto dalla sedia: - Puoi essere serio? Dobbiamo lavorare!
Chanyeol alzò le mani in segno di resa: - Scusami, ma dove stai andando?
Baekhyun, che si era già avviato verso gli scaffali colmi di libri, si bloccò: - Cerco dei libri sul dio Poseid… quello lì.
- Non è necessario - disse Chanyeol - Ti dico tutto io.
- Ma non puoi sapere tutto.
- Sì, invece.
- No, invece - protestò Baekhyun - È impossibile. Non voglio che ci sfugga niente.
Chanyeol sembrò titubare ancora, ma poi si arrese: - D’accordo, come preferisci, Baek.
- Hai dei libri sull’argomento? Non sono tutti in greco antico, vero?
- No, ci sono anche in sumero, arabo, etrusco, latino, antico persiano,  gallico e cinese antico.
Baekhyun spalancò la bocca per la sorpresa e la confusione: - E il coreano?
Chanyeol sorrise, trattenendo a stento una risata: - Terzo scaffale.
Dopo aver alzato gli occhi al cielo per l’irritazione, Baekhyun si avviò verso lo scaffale che gli era stato indicato. I libri, in quelli accanto, erano davvero tutti scritti in lingue a lui sconosciute. Anzi, non sapeva nemmeno distinguerle l’una dall’altra.
Appena riuscì a leggere i titoli dei volumi, si fermò e iniziò a cercare.
Quella biblioteca era davvero particolare: c’erano letteralmente solo libri che parlavano di antica Grecia!
Miti greci, profezie, storie sugli dèi… Baekhyun prese un libro dallo scaffale e lo aprì su una pagina casuale. Dopo una rapida occhiata, lo sguardo si fermò su una frase in particolare:
“Ares è il più affascinante e bello tra gli dèi dell’Olimpo, ma per questo motivo è spesso in lite con Apollo, convinto di essere lui il più bello”.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia e voltò pagina.
“Il dio Efesto lo si può trovare spesso nella sua fucina, dove lavora a nuove invenzioni insieme ai ciclopi. Nonostante sia brutto e deforme, è incredibilmente muscoloso e forte. È in grado di sollevare enormi pesi senza troppa difficoltà”.
- Ehi, ti sei perso?
La voce di Chanyeol, apparso accanto a lui, lo fece sussultare, tanto che il libro gli sfuggì di mano. Il ragazzo alto si piegò per raccoglierlo.
- Che stavi facendo?
- Io… cercavo libri sul dio Poseidone - rispose Baekhyun, odiandosi per il tremito della sua voce - Anzi, tieni e aiutami.
Detto ciò, afferrò ogni libro che recava il nome del dio, totalmente a caso, e li diede a Chanyeol. Tra le braccia del ragazzo alto la pila aumentava sempre di più.
- Non ci serve tutta questa roba, Baek.
- Ecco, iniziamo da questi. - rispose l’altro, ignorandolo.
Quando tornarono al tavolo, Chanyeol lasciò cadere la pila e i libri si sparsero su tutta la superficie.
- Iniziamo a leggere, poi quando troviamo qualcosa di interessante ci confrontiamo.
Chanyeol sbuffò, ma non oppose resistenza e, preso un libro, si sedette a leggere.
Anche Baekhyun si sedette con un libro aperto davanti agli occhi, ma aveva badato bene di essere il più lontano possibile da Chanyeol.
Lui gli aveva lanciato un’occhiata confusa, ma Baekhyun aveva evitato di incrociare il suo sguardo, fingendo di essere già immerso nella lettura.
Quel libro parlava della nascita del dio Poseidone, di come il padre Crono lo avesse ingoiato da neonato e di come il fratello Zeus lo avesse salvato.
Baekhyun scorse velocemente le pagine dove si parlava della battaglia contro i Titani e della divisione di cieli, mare e inferi tra i tre fratelli. Si fermò quando trovò un capitolo sulle caratteristiche di Poseidone e una sua immagine.
La prima cosa che Baekhyun notò fu che era davvero sempre ritratto come un uomo di mezza età, con capelli lunghi e barba.
La seconda cosa che notò, invece, fu…
- Il tridente! - esclamò e guardò Chanyeol, che in quel momento stava alzando lo sguardo dalle pagine a una lentezza estenuante.
- Cosa?
- È come il tuo tridente! Guarda. - Baekhyun voltò il libro, per fargli vedere l’immagine.
Chanyeol boccheggiò: - I-il mio c-cosa? N-non capisco. I-il mio…
- Tridente - Baekhyun alzò gli occhi al cielo e ridacchiò - Quello enorme che hai tatuato sulla schiena.
Chanyeol lasciò andare un lungo sospiro di sollievo, che fece alzare un sopracciglio a Baekhyun.
- Ah, già. Parlavi del tatuaggio.
- E di che altro avrei dovuto parlare?
Chanyeol fece spallucce e posò il mento sul palmo della mano, mentre tornava a dare tutta la sua attenzione al libro.
Baekhyun sospirò e prese a leggere ciò che era scritto nella pagina accanto all’immagine.
“Poseidone è il dio del mare, dei fiumi, dei laghi, delle alluvioni, dei maremoti e dei terremoti. Il suo simbolo è un tridente, arma che usa per combattere. I suoi animali sacri sono il delfino e il cavallo.
Poseidone vive principalmente in acqua, dove è imbattibile. Il mare è il suo regno e combattere nelle profondità marine per lui non è di nessuna difficoltà. Inoltre, non ha bisogno di riprendere fiato, ma può respirare tranquillamente sott’acqua”.
Baekhyun alzò leggermente gli occhi e guardò Chanyeol, che teneva lo sguardo fisso sulle pagine, ma sembrava annoiato. Si alzò dalla sedia e si spostò, per sedersi accanto a lui.
- Qui dice che i suoi animali sacri sono i cavalli. Potremmo scriverlo, visto il quadro.
Chanyeol sembrò risvegliarsi dal suo stato di torpore e sorrise.
- Sì, è un’informazione importante.
- D’accordo - Baekhyun riprese il computer e scrisse, osservando Chanyeol con la coda dell’occhio.
Le parole del ragazzo alto gli rimbombavano nella mente con così tanta intensità, da non permettergli quasi di concentrarsi.
 
- Sono sicuro di passare le selezioni perché sono un campione nel nuoto.
 
- In acqua non mi batte nessuno.
 
- Annegare, io?
 
Chanyeol che resisteva sott’acqua quaranta minuti. Chanyeol che era sempre in mare quando lui stava per annegare. Chanyeol che non rimaneva bagnato più di qualche secondo.
Chanyeol che faceva goal da una posizione impossibile.
Chanyeol che aveva due fratelli.
Chanyeol che viveva in mare.
- Non mi sembra sia venuta male, che ne dici? Baekhyun?
Il ragazzo fermò le dita sulla tastiera e si voltò verso Chanyeol, che stava sorridendo divertito.
- Ehi, a che stavi pensando?
- A niente, io… - Baekhyun spostò le dita dalla tastiera e rilesse le ultime cose che aveva scritto. Nonostante avesse avuto la testa da un’altra parte, aveva scritto cose di senso compiuto.
- Va bene così. Adesso dobbiamo stampare. Immagino tu non abbia una stampante.
- Immagini bene.
- E nemmeno una chiavetta USB.
Chanyeol ridacchiò: - Chiavi ne ho, ma che devi farci?
Baekhyun trattenne a fatica una risata: nonostante avesse la mente colma di dubbi e informazioni, l’ignoranza di Chanyeol per quanto riguardava l’era moderna non poteva non divertirlo.
- Lascia stare. Hai detto che posso portare via il computer.
- Sì.
- Allora stamperò io a casa.
Detto ciò, lo chiuse e si alzò dalla sedia, cercando con lo sguardo le sue cose.
- Vai già via? - chiese Chanyeol, alzandosi a sua volta.
- Sì, noi… abbiamo finito, no? - rispose Baekhyun, sentendosi improvvisamente in imbarazzo. Allungò una mano per afferrare il suo quaderno degli appunti, ma Chanyeol fu più veloce, e lo allontanò da lui.
- Aspetta, non andare via.
I due ragazzi si guardarono, senza che nessuno dei due avesse il coraggio di dire qualcosa. Alla fine, fu Chanyeol a parlare.
- Sei diventato improvvisamente strano.
- Non è vero. - ribatté Baekhyun, abbassando lo sguardo.
- C’è qualcosa che non va? Ho detto qualcosa di sbagliato?
Baekhyun fece un passo indietro, ma era bloccato dal tavolo.
- No, non hai fatto niente di male. Sono solo… sono confuso.
- Riguardo a cosa?
- A te. - rispose, ma la sua voce era stata così lieve che Chanyeol non aveva capito.
- Come?
- Devo andare a casa, Chanyeol. - disse poi Baekhyun, provando a far spostare l’altro, che però gli bloccava la strada.
- Se c’è qualcosa che non va, devi dirmelo.
- Oh beh, tu non mi dici mai niente, perciò…
Chanyeol sembrò ferito da quella risposta, ma si riprese in un attimo: - Va bene, hai ragione. Però voglio che tu ti senta libero di essere sincero con me.
- Dovrebbe essere una cosa reciproca, Chanyeol - senza rendersene conto, Baekhyun aveva alzato la voce - Io dico le cose a te e tu le dici a me. Sincerità e fiducia, è su questo che si basano le relaz…
Arrossì di colpo e, con tutta la forza di cui disponeva, spinse via Chanyeol, che per sua fortuna non oppose più resistenza.
- Su cui si basano le relazioni?
- Le amicizie - si corresse Baekhyun e, fatto il giro del tavolo, prese il suo quaderno - Siamo amici, no?
Chanyeol ridacchiò, con tono seccato: - Amici? Sì, forse prima. Ma credo che ormai siamo andati un po’ più in là dell’amicizia, non credi?
- Solo perché mi hai baciato?
- Tu mi hai baciato!
Baekhyun imprecò e si affrettò a raggiungere la porta, ma Chanyeol fu nuovamente più veloce e la bloccò con la mano.
- Dovremmo parlarne.
- Prima voglio che tu sia sincero con me. - ribatté Baekhyun.
La sua mente non faceva altro che ripetergli che era impossibile, che si stava immaginando tutto, che non erano in un film.
Ma tutte quelle prove… e se gli avesse semplicemente detto qual era il dubbio che lo attanagliava?
No, l’avrebbe preso per pazzo e addio Chanyeol.
- Vuoi che sia sincero? Vuoi la verità? - chiese Chanyeol - Va bene, ti accontento. Mi piaci, Baek. Mi piaci così tanto che mi sembra di camminare a un metro da terra. Mi piaci così tanto che ho passato l’ultima mezzora a leggere un libro noiosissimo su Poseidone, tutto sbagliato oltretutto, solo per farti piacere. Mi piaci così tanto che sto rimandando un compito fondamentale e ho litigato con i miei fratelli poco fa per questo, ma non me ne importa niente. Mi piaci così tanto che mi fai essere debole e io non lo sono mai, non posso esserlo. Ma nemmeno di questo mi importa qualcosa. Vuoi che siamo amici? No, te lo scordi che io sia tuo amico, Baek. Mi piaci troppo perché io possa essere solo questo per te.
Baekhyun aveva ascoltato tutto a bocca aperta, incredulo di fronte a quella che aveva tutta l’aria di essere una dichiarazione d’amore.
Lo era? Eccome se lo era!
- Io… non intendevo che dovevi essere sincero su questo. - disse, quasi bisbigliando.
Chanyeol sbattè le palpebre, confuso: - Ah no?
- Eh no.
Baekhyun sorrise, per poi scoppiare a ridere. Chanyeol rimase interdetto, ma non passò molto prima che iniziasse a ridere anche lui.
- La mia intenzione non era farti ridere, ma… - iniziò a dire il ragazzo alto, ma le sue parole furono interrotte dalle labbra di Baekhyun, posate sulle sue.
Si era alzato sulle punte dei piedi e gli aveva preso il viso tra le mani, lasciando cadere a terra il quaderno.
Chanyeol aveva subito ricambiato il bacio, avvolgendo le braccia intorno ai fianchi di Baekhyun e facendolo avvicinare a sé.
Il bacio sembrò durare all’infinito, ma improvvisamente Baekhyun lo interruppe.
- Adesso ti ho baciato io. - sussurrò, facendo ridere Chanyeol.
Poi si piegò velocemente per prendere il suo quaderno e sgusciò via, senza dare al più alto il tempo di fermarlo.
Chanyeol sistemò i libri, che avevano usato per la ricerca, come un automa: gli sembrava di essere in una bolla. Forse era quella la sensazione che i mortali provavano quando erano sott’acqua.
 
***
 
Stavano cenando intorno al grande tavolo della cucina.
Nonostante spesso avrebbero preferito saltare i pasti, quei corpi mortali avevano bisogno di nutrimento.
Improvvisamente, un forte urlo interruppe il loro vociare e, come una furia, Seulgi entrò nella stanza.
- Cos’è questo? - chiese, tenendo con solo due dita un oggetto. La sua espressione esprimeva disgusto e tutti si guardarono tra loro, confusi.
Chanyeol sospirò e si preparò mentalmente a una litigata che, sperava, si sarebbe conclusa con una scazzottata, vista tutta l’adrenalina che sentiva di dover scaricare.
Baekhyun si era dimenticato il computer.
 
 
 
Dioniso è spesso rappresentato vestito con pelle di pantera o leopardo. È il dio del vino, delle feste, delle droghe e dell’estasi.
 
Artemide è la dea della caccia e degli animali.
 
L’arma prediletta di Atena è una lancia.

 

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Capitolo 15
*** 14. Quattordici (τέτταρες καὶ δέκα) ***


 
14. Quattordici
(τέτταρες καὶ δέκα)
                                          

                                               
Baekhyun sentiva l’aria fredda della sera che gli solleticava il viso e rabbrividiva a causa dei vestiti bagnati. Si aggrappava a Chanyeol e cercava di scaldarsi un po’ grazie al suo abbraccio, ma essere completamente bagnato non gli rendeva il compito  facile.
Era così stanco. Fortunatamente Chanyeol l’aveva preso in braccio, altrimenti non sapeva per quanto sarebbe riuscito a camminare.
La sua mente era ancora confusa per ciò che era successo quella notte.
Ricordava di essere andato a dormire, con la testa piena di domande e dubbi.
Poi si era svegliato con la sensazione di non riuscire a respirare, con i polmoni doloranti e un freddo gelido in tutto il corpo. E Chanyeol era lì, che lo stringeva e gli diceva che sarebbe andato tutto bene.
Quando aveva alzato gli occhi, aveva visto quello spettacolo inspiegabile. Non riusciva davvero a capire come potesse l’acqua volare.
Chanyeol doveva dirgli una cosa, ma non l’aveva fatto subito. L’aveva preso in braccio e, con l’aiuto di Xiumin, l’avevano fatto uscire dalla piscina ormai vuota.
Non ricordava di aver visto l’acqua entrare di nuovo nella vasca, ma ne aveva sentito il frastuono.
Baekhyun sapeva che ora erano diretti alla casa sulla scogliera e sapeva che, di lì a poco, avrebbe saputo tutta la verità. Avrebbe saputo chi era davvero Chanyeol.
- Siamo arrivati. - disse Xiumin, aprendo la porta di casa.
Nel grande salotto la luce era accesa e, seduto sul divano, c’era Sehun. Il ragazzo biondo si alzò appena li vide.
- Sapevo che era successo qualcosa di brutto. - disse a Chanyeol.
Quest’ultimo appoggiò delicatamente Baekhyun sul morbido divano.
- Come ti senti?
Baekhyun sorrise appena: - Bene.
La sua voce era lieve e roca, come se uscire le costasse una gran fatica.
Sehun si sedette accanto a lui e gli posò una mano sulla fronte.
- Chanyeol - richiamò l’attenzione del ragazzo alto, con un tono di voce calmo e fermo - A Baekhyun servono dei vestiti asciutti.
Subito Chanyeol sembrò restìo a lasciarlo, ma poi si avviò di corsa su per le scale.
- Xiumin, prepara un bagno caldo. - ordinò Sehun e anche il ragazzo dai capelli grigi sparì dietro una porta.
Rimasti soli, Sehun voltò il viso di Baekhyun verso di sé e lo fissò attentamente.
- Dimmi davvero come ti senti.
Il ragazzo sospirò, ma farlo gli provocò un leggero dolore al petto: - I-io… ho mal di testa e faccio fatica a respirare.
- Dobbiamo toglierti subito questi vestiti bagnati o ti ammalerai - decise Sehun - Sai dirmi cos’è successo stanotte?
Baekhyun scosse la testa: - Non ne sono sicuro. Non ricordo quasi niente.
In quel momento nella stanza entrò Chanyeol, con in mano dei vestiti pesanti e, accanto a lui, comparve Xiumin.
- Bene - disse Sehun, alzandosi in piedi - Xiumin, saresti così gentile da occuparti del nostro ospite? Aiutalo a farsi un bagno e portalo in una stanza per gli ospiti.
- Posso farlo io. - intervenne Chanyeol, facendo un passo verso di loro, ma Sehun scosse la testa.
- No, ci pensa Xiumin.
Era evidente che il ragazzo alto voleva protestare, ma un’occhiata eloquente di Sehun lo fece desistere. Baekhyun venne aiutato ad alzarsi e poi affidato alle cure di Xiumin. Chanyeol non poté fare altro che guardarlo lasciare la stanza.
Quando sentirono la porta del bagno chiudersi, si lasciò cadere sul divano e si prese la testa tra le mani.
- Cos’è successo? - esclamò Sehun, perdendo tutta la calma dimostrata fino a poco prima.
- Era morto! - rispose Chanyeol, con voce tremante - Era… era nella piscina e non si muoveva più. Quando mi sono avvicinato a lui era così pallido…
Il solo ricordo lo faceva stare male.
La sensazione di tenere tra le braccia il corpo inerme di Baekhyun e di vedere il suo bel viso cereo gli metteva i brividi.
- Ero certo fosse morto, ma poi ha ricominciato a respirare. Com’è stato possibile?
Sehun si sedette accanto a lui: - Non ne sono sicuro. Forse era solo privo di sensi o…
Il ragazzo biondo si interruppe, facendosi pensieroso.
- L’ambrosia. Gliene abbiamo data parecchia, per un mortale. L’abbiamo usata per farlo stare meglio dopo la botta in testa e forse ne aveva ancora un po’ in circolo.
Chanyeol si passò una mano sul viso: - Perciò è stato fortunato.
- Moltissimo, direi. Ma deve prendere dei provvedimenti per questo sonnambulismo. Non credo che tutti i sonnambuli tentino di uccidersi.
- Il punto è che non so se il suo intento sia il suicidio. Sembra cerchi solo di entrare in acqua. Ma visto che dorme, non può nuotare.
- Come può camminare, può anche nuotare. Non credi?
I due ragazzi erano confusi e quelle domande erano troppo complicate per quella notte già così movimentata.
- Dove sono tutti? - chiese Chanyeol, cambiando argomento.
- A dormire. Sai come sono: la solidarietà non è il loro forte. Quando hanno visto che non tornavate, hanno pensato non fosse nulla di grave e se ne sono tornati a dormire.
Chanyeol sorrise debolmente: - Strano non l’abbia fatto anche tu.
- Io ti conosco e se hai quell’espressione allarmata sul viso significa che qualcosa non va.
- Se fossi un mortale ti direi che ti voglio bene. - disse Chanyeol, ridacchiando.
Sehun gli diede uno spintone e si alzò dal divano: - Vado a dormire, prima che te ne esca con qualche altra sciocchezza.
- Gli dirò la verità.
Quell’ultima frase fece bloccare Sehun quando aveva già un piede fuori dalla stanza.
- Per raggiungerlo ho svuotato la piscina - spiegò Chanyeol - E l’acqua fluttuava sopra di noi. Quando ha aperto gli occhi era troppo tardi per rimediare. Ha visto tutto.
Sehun non si voltò a guardarlo: - Devi dirlo a mio padre e a Kyungsoo.
- Lo farò.
A Chanyeol sembrò di aver visto Sehun annuire, poi il ragazzo sparì nel corridoio silenzioso.
Rimanere solo lo portava inevitabilmente al ricordo di ciò che era successo. Voleva scrollarsi di dosso quella brutta sensazione e voleva vedere Baekhyun. Il suo viso pallido gli avrebbe dato il tormento per chissà quanto tempo.
Certo che ormai avesse finito il bagno, salì al piano di sopra e si diresse verso la stanza che gli avevano affidato la volta precedente.
La luce che ne usciva indicava che ci aveva visto giusto.
Baekhyun era sotto le coperte, con addosso un grosso pigiama che lo faceva sembrare ancora più piccolo. Era seduto e una gran quantità di cuscini gli permettevano di stare comodo.
Seduta accanto a lui c’era Yeri, mentre Xiumin era poco distante.
- Sta bene - disse la ragazzina, intuendo di chi fossero i passi appena sentiti - Gli serve solo una bella dormita e domani sarà come nuovo. Almeno credo.
Baekhyun le sorrise, mentre lei si alzava: - Grazie.
- Sono nella camera qui accanto, se hai bisogno di me.
Yeri e Xiumin lasciarono la stanza, non prima di aver lanciato uno sguardo di ammonimento a Chanyeol.
- Credo vogliano che ti lasci riposare. - disse, chiudendo la porta.
- Credo anch’io, ma prima voglio parlarti.
Il più alto si avvicinò lentamente al letto. Baekhyun scivolò un po’ di più sotto le coperte e gli sorrise.
- Mi hai salvato. Di nuovo.
- Questa volta ero certo di non avercela fatta. - rispose, mettendo le mani nelle tasche dei jeans.
Avrebbe voluto sedersi accanto a Baekhyun, ma sapeva che se l’avesse fatto non si sarebbe rialzato più e l’avrebbe stretto a lui tutto il resto della notte. Ma Baekhyun doveva riposare.
Il ragazzo lo guardava senza dire una parola, ma con un’espressione dolce sul viso.
- Sono tanto stanco.
- Lo so, devi dormire.
- Volevo… - Baekhyun si interruppe, sfarfallando gli occhi per la stanchezza - Volevo parlare con te.
- Parleremo domani. - rispose Chanyeol e si piegò a dargli un bacio sulla fronte - Buonanotte, piccolo sonnambulo.
- Buonanotte. - disse Baekhyun, con la voce ridotta a un bisbiglio e gli occhi già chiusi.
Quella nottata era stata davvero troppo pesante per lui.
Chanyeol gli rimboccò meglio le coperte e gli sistemò i cuscini, poi uscì dalla stanza. Lasciò la porta socchiusa e, dalla sua posizione, riusciva a vedere la forma del corpo di Baekhyun sotto le coperte. Si sedette con la schiena appoggiata al muro e restò a guardarlo.
Per il resto della notte.  
 
***
 
Il mattino dopo, Baekhyun venne svegliato da un piccolo tonfo.
Aprì solo un occhio e la luce del giorno per poco non lo accecò, ma riuscì comunque a individuare la causa di quel rumore: una ragazza aveva posato un vassoio colmo di cibo sul comodino accanto al letto.
Il ragazzo si sforzò di concentrarsi e aprì entrambi gli occhi, così poté riconoscerla: era Joy e gli aveva appena portato la colazione.
- Grazie. - sussurrò Baekhyun, mettendosi faticosamente a sedere .
- Non ringraziarmi, l’ho fatto solo perché sei bellissimo. E io mi prendo cura di tutto ciò che lo è.
Baekhyun non poté fare a meno di arrossire: - C-come?
Joy gli passò una ciotola di riso e si sedette sul bordo del letto, a fissarlo.
Sul suo viso spuntò presto un sorriso estasiato e, l’ampia scollatura del vestito rosso, metteva in risalto la sua pelle candida. Inoltre, non notare il grande tatuaggio rappresentante una rosa che aveva sul collo, era impossibile.
- Capisco perché Chanyeol straveda per te e mi odio per non averti visto prima di lui. - commentò, mentre Baekhyun mangiava il suo riso, evitando lo sguardo malizioso della ragazza.
- Io… sai dov’è Chanyeol? - chiese, per cambiare argomento.
- Oh, sta facendo una nuotata. È rimasto qui fuori tutta la notte, per controllare che tu non scorrazzassi ancora per l’isola. Ti ha lasciato solo perché gli ho giurato sulla mia bellezza che sarei rimasta con te finché non tornava.
Baekhyun la guardò, finalmente. Giurare addirittura sulla sua bellezza? Quanto ci teneva, quella ragazza?
In effetti era davvero stupenda, con quei lunghi e lucidi capelli corvini, le labbra rosso fuoco, gli occhi neri e maliziosi…
Baekhyun sbattè le palpebre e arrossì violentemente. Ciò fece scoppiare a ridere la ragazza.
- Fai attenzione a guardarmi troppo: nessuno mi resiste. L’amore per me porta chiunque a cadere vittima delle passioni più impossibili e distruttive. A parte quelle due pazze di Seulgi e Yeri. E a volte Irene. È assurdo che riescano a non cadere ai miei piedi come tutti gli altri.
Baekhyun la fissò, con uno sguardo così confuso, che la ragazza rise di nuovo e, come sotto incantesimo, sorrise anche lui.
Immediatamente, lei sgranò gli occhi: - Accidenti, con quel sorriso puoi arrivare ovunque tu voglia. Hai mai sorriso così a Chanyeol? Se lo fai lui…
- Ferma! - la interruppe Baekhyun, imbarazzato - Possiamo non parlarne?
- Va bene - accettò Joy - Mentre aspettiamo Chanyeol possiamo parlare di quello che vuoi tu.
- Parliamo di voi - disse subito Baekhyun, mettendosi più comodo nel letto.
Era indolenzito e la sua voce era quasi irriconoscibile: molto più roca e gracchiante.
- Di noi?
- Di te e Chanyeol - le spiegò Baekhyun - Mi ha detto che, ehm, siete stati amanti.
Joy rise ancora, con quella sua risata cristallina, studiata anch’essa per conquistare.
- Amanti? Certo, ma è successo secoli fa! Anche se, se devo essere sincera, lo ricordo ancora oggi.
- Stavate insieme? - chiese Baekhyun, ma lei scosse la testa.
- Ma no! Jongin non c’era e Chen era come sempre impegnato in quella sua sporca e buia fucina. Chanyeol era lì, appena uscito dal mare… sai, anch’io ho un rapporto speciale con l’acqua.
- Beata te. - commentò Baekhyun, suo malgrado, rapito da quel racconto. E, doveva ammetterlo, anche dalla voce della ragazza e dal suo modo di sbattere le ciglia, muovere le mani, sorridere…
- Ho sempre avuto un debole per Chanyeol. Così possente e muscoloso. Insomma, quella volta non ho resistito e indossavo pure la mia cintura, così nemmeno lui ha potuto fare nulla per fermarmi. È stata una delle rare volte in cui ho faticato a tenere il ritmo del mio amante, tanto era appassionato.
Ormai Joy era un fiume di parole, ma la sua voce era ipnotica. Baekhyun non si sarebbe mai sognato di interromperla.
- Nessuno dei miei amanti successivi ha saputo fare altrettanto. Né Lay, né Xiumin e nemmeno Suho. Solo in due ci sono riusciti e uno è il mio Jongin. Nessuno mi fa fremere come fa lui.
Baekhyun ridacchiò. Aveva la sensazione di essere in una bolla. Forse stava ancora sognando.
- E l’altro?
Il sorriso sul bel viso di Joy sparì all’istante: - Dell’altro preferisco non parlare. Sto ancora cercando di dimenticarlo.
- Joy!
L’improvvisa voce di Chanyeol fece sussultare Baekhyun che, come se fosse stato scrollato con violenza, si risvegliò dall’incantesimo.
Joy invece sembrava perfettamente a suo agio, nonostante il più alto la stesse fulminando con lo sguardo.
- Io e Baekhyun stavamo chiacchierando. Ti sei accorto che è davvero bellissimo?
- Se hai finito di incantarlo, vorrei parlare con lui.
Joy si alzò dal letto e allungò una mano, per sfiorare una guancia di Baekhyun: - Se non volessi bene a Chanyeol, avrei già provato a farti mio.
- Joy.
Lei sbuffò e alzò gli occhi al cielo, poi si avviò verso la porta.
- Sta meglio. - informò Chanyeol, prima di uscire ancheggiando e chiudere la porta dietro di sé.
- Non dovevo lasciarti da solo con lei - disse il ragazzo alto, facendo un passo verso il letto - Spero non abbia detto niente che ti ha messo in imbarazzo.
- Ha detto solo tante cose senza senso, come fai tu. - scherzò Baekhyun e, finalmente, Chanyeol sorrise.
Indossava una felpa grigia con il cappuccio e un paio di jeans chiari. Quell’abbigliamento comodo fece tornare in mente a Baekhyun la scuola. Il ragazzo sgranò gli occhi.
- Accidenti, dobbiamo andare a lezione!
- Direi che per oggi saremo assenti. - Chanyeol si affiancò velocemente al letto e lo tenne fermo, mettendogli una mano sulla spalla.
- Ma… e i miei genitori? Si saranno spaventati stamattina, quando non mi hanno visto!
- Non devi preoccuparti nemmeno di loro. Wendy li ha chiamati molto presto per un’emergenza - Chanyeol fece le virgolette in aria per l’ultima parola - Qualcosa successo nel reparto frutta e verdura. Fatto sta che saranno usciti così presto che non avranno nemmeno pensato di controllarti.
Baekhyun si lasciò scappare una risata: - Siete stati bravi. E tutto questo per permettermi di riposare.
Chanyeol si sedette sul bordo del letto, dove fino a poco prima c’era Joy.
- Baekhyun.
- È arrivato il momento, vero? - chiese l’altro, senza poter nascondere un tremito.
- Temo di sì - Chanyeol fece per prendergli la mano, ma si fermò poco prima - Quello che sto per dirti è un grandissimo segreto e non l’avrei mai fatto se tu non fossi così sveglio e intelligente da esserci quasi arrivato da solo. E se io non fossi stato così stupido da fare quella cosa con l’acqua, ieri sera.
Baekhyun deglutì a vuoto e lasciò a Chanyeol il tempo di trovare le parole da usare.
Una parte di lui credeva di sapere cosa il ragazzo alto stava per dirgli, ma era tutto così incredibile, così assurdo. Assolutamente impossibile.
Chanyeol lo fissò negli occhi, serio: - Il mio nome non è Chanyeol. Mi è stato dato quando sono venuto qui a Muui sotto forma di mortale. Io sono il dio Poseidone.
Baekhyun boccheggiò, incapace di commentare.
- Sono il dio del mare, dei fiumi, dei laghi, delle alluvioni, dei maremoti e dei terremoti. Vivo sul Monte Olimpo, anche se buona parte del mio tempo lo passo in mare. Sono qui a Muui per una missione della massima importanza e, se devo essere sincero, non sto facendo il possibile per completarla.
Baekhyun deglutì ancora e si sforzò di aprir bocca: - Q-quindi tu sei un dio?
- Un dio dell’Antica Grecia, sì.
- E, ehm, lo sono anche gli altri?
Chanyeol annuì: - Suho è mio fratello Zeus e Kyungsoo è Ade. Tutti noi siamo divinità e ci siamo trasfigurati per poterci confondere con i mortali. Cioè voi.
- Trasfigurati?
- Sì - spiegò Chanyeol - Abbiamo cambiato il nostro aspetto per non dare nell’occhio. All’apparenza, siamo persone comuni.
Baekhyun si era posto così tante domande nel corso di quelle settimane e ora che poteva iniziare il suo terzo grado non gliene veniva in mente nemmeno una.
Era confuso, ma piano piano tutti i tasselli stavano andando al loro posto.
Il libro che aveva trovato in biblioteca l’aveva portato nella direzione giusta.
- Non è questo nemmeno il tuo aspetto? - chiese - Sei davvero un vecchio con capelli lunghi e barba bianca?
Chanyeol rise e Baekhyun vide scomparire dal suo viso un po’ dell’ansia di poco prima.
- Non sono affatto vecchio, nemmeno con il mio vero aspetto. Che poi, non è molto differente da questo - sorrise - Immagina un Chanyeol con vent’anni di più, la barba e le rughe intorno agli occhi. Ah, e la mia voce è molto più profonda di così.
- Credo di averla sentita - ricordò Baekhyun - Quando siamo stati sott’acqua insieme.
- Esatto, quella era la mia vera voce.
- In quel momento ti eri trasformato di nuovo in un dio?
- No, ma sott’acqua torno ad avere la mia voce.
Baekhyun annuì, ma era ancora molto confuso.
Aveva davanti a lui un dio dell’Olimpo, era davvero possibile?
La sua parte razionale gli stava gridando che erano tutte sciocchezze e che Chanyeol lo stava solo prendendo in giro. Che era stato tutto uno scherzo.
Ma ogni volta che stava per interromperlo e scappare da quella casa, si ricordava di ciò che aveva visto la notte prima.
E i suoi occhi non potevano avergli mentito.
- Perché siete venuti qui sull’isola?
Il viso di Chanyeol tornò serio: - Stiamo cercando Eros.
Baekhyun si spostò un po’ avanti con il busto: - Eros?
- Sì. I Titani molti anni fa hanno rapito i due dèi dell’amore. Afrodite l’abbiamo trovata poco tempo dopo, ma Eros è ancora disperso.
- Ed è qui? A Muui?
- Sì, ne siamo certi. Ma non abbiamo ancora capito chi è.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia, confuso: - Se è nuovo anche lui, come voi, sarà facile trovarlo.
- Lo pensavamo anche noi, ma poi abbiamo capito che un nuovo arrivato qui fa davvero notizia. E noi eravamo i primi da un po’.
Erano i primi dopo Luhan, ma questo Baekhyun lo tenne momentaneamente per sé.
- Perciò sospettiamo che gli abbiano cancellato la memoria e l’abbiano fatto passare inosservato in qualche modo, ma non abbiamo ancora capito come.
- Da quanto è sparito?
- Cinquant’anni - rispose Chanyeol - Ma è stato portato qui poco tempo fa. Forse pochi mesi o pochi anni, non ne siamo certi.
Baekhyun sgranò gli occhi: - Sono cinquant’anni che lo cercate?
Chanyeol sorrise e fece spallucce: - Io cercavo Eros quando tu ancora non esistevi.
Il ragazzo abbassò lo sguardo sulla coperta: - Quanti anni hai?
- Sono un dio - rispose Chanyeol - Esisto da milioni di anni.
- E i tuoi genitori? - chiese ancora Baekhyun, guardandolo timidamente.
Chanyeol si irrigidì e si alzò, andando poi alla finestra.
- Mio padre, Crono, è qui.
Baekhyun lo fissò sorpreso: - Vi sta aiutando anche lui?
- No, Crono è uno dei Titani. È grazie alla sua presenza qui sull’isola che abbiamo capito (che) c’era anche Eros.
- Sono un bel po’ di informazioni. - commentò Baekhyun, grattandosi la testa che aveva iniziato a fargli male.
Chanyeol sorrise e si voltò verso di lui: - Per ora basta così. Il resto te lo racconterò piano piano, o quando starai meglio.
- No no! - esclamò Baekhyun - Prima voglio sapere chi sono gli altri!
Il più alto rise: - Grazie a queste nuove informazioni, riesci a indovinarne qualcuno?
Baekhyun ci pensò qualche secondo: - Se Suho è Zeus, allora Irene è Era.
- La regina degli dèi, bravo.
- Quando Jongin la chiamava mamma non scherzava, vero?
Chanyeol ridacchiò: - No, Jongin è Ares. Dio della guerra e figlio legittimo di Zeus ed Era.
- Lui e Sehun sono fratelli.
- Fratellastri.
- Perciò Sehun è… Ermes?
Chanyeol sorrise e allungò una mano verso Baekhyun: - Vieni.
Il ragazzo la afferrò e scese lentamente dal letto. La testa gli girava terribilmente ed era certo non fosse solo per l’avvenimento della sera prima.
Tutte quelle informazioni e quella verità così incredibile erano difficili da mandare giù.
Forse sarebbe stato meglio scappare a gambe levate e chiudersi per sempre in casa. Ma ormai era consumato dalla curiosità e si fidava ciecamente di Chanyeol.
O meglio, di Poseidone.
Gli faceva uno strano effetto pensarla così.
Il ragazzo alto lo tenne stretto a sé, mentre scendevano le scale e, appena entrati in salotto, la famiglia al completo li fissò: c’erano tutti.
Baekhyun ricordò solo in quel momento di essere in pigiama e arrossì.
- Lo sa? - chiese Suho, alzandosi dalla poltrona.
Chanyeol annuì e il ragazzo più grande si avvicinò a loro due: - Allora è il momento di fare le presentazioni. Quelle vere, almeno.  
- Siamo sicuri che non dirà niente? - intervenne Seulgi - Lo conosciamo appena. Come possiamo fidarci di lui?
- Lui non farà la spia - disse in tono calmo ma fermo Chanyeol - Baekhyun è dalla nostra parte.
- Dalla nostra parte? - chiese ironica la ragazza e Chanyeol la indicò con un cenno della mano.
- Quella simpatica fanciulla è Atena.
- Come osi dirgli il mio nome senza permesso? - tuonò la ragazza, ma Chanyeol la ignorò volutamente.
- Dea della tessitura, della strategia militare e, in teoria, anche dell’intelligenza. Ma questo non posso confermartelo.
- Tu, maledetto…
- Basta - intervenne Suho e Seulgi si calmò immediatamente. Lanciò un’occhiata di fuoco a Chanyeol e andò in fondo alla stanza, lontano da tutti.
- Devi scusarla. Non è colpa tua, ma del suo odio verso Chanyeol - intervenne Xiumin e fece un piccolo inchino davanti a Baekhyun - Sono il dio Ermes, è un piacere poterti dire finalmente il mio vero nome. Sono il dio dei viaggi, del commercio e dell’atletica.
- E sei il messaggero degli dèi. - completò Baekhyun.
- Bravo. - Xiumin sorrise e si fece da parte, per dare anche agli altri modo di presentarsi.
Si fecero avanti Chen, o meglio Efesto, dio del fuoco e dell’artigianato; Wendy, cioè Demetra, dea del grano e dell’agricoltura; e Lay, Dioniso, dio del vino, delle feste e delle droghe.
 - Sì, mi spiego tante cose adesso. - Baekhyun ridacchiò, vedendo come davanti a lui tutto si faceva più chiaro.
Ogni suo dubbio aveva una spiegazione e ogni domanda una risposta.
Tutti i comportamenti e le strane frasi di Chanyeol ora avevano senso.
- Io sono la dea Afrodite - si presentò Joy, ammiccando maliziosa - Sono la dea dell’amore, della bellezza e del desiderio.
Baekhyun si trovò improvvisamente ad arrossire.
- Smettila di metterlo in imbarazzo, Joy - intervenne Yeri - Da quello che mi hai raccontato, l’hai già fatto abbastanza.
La ragazzina sorrise poi a Baekhyun: - Io sono Artemide, dea della caccia, degli animali e della luna.
Baekhyun annuì e guardò subito Sehun: - Apollo?
Il ragazzo biondo annuì, senza che la sua espressione cambiasse minimamente:- Sono io, il dio della musica, del sole, dell’arte, della bellezza maschile, del…
- Va bene, basta così - lo interruppe Chanyeol - Sei dio di più cose rispetto a me. Mi farai fare brutta figura.
- Non è il dio più bello dell’Olimpo, però - intervenne Jongin e mise un braccio intorno alle spalle di Baekhyun - Ciao, Baek. Io sono Ares, il bellissimo e sensualissimo dio della guerra e della violenza.
- E se ne vanta pure. - bofonchiò Sehun, ricevendo un’occhiataccia dal fratellastro.
- Bene, ora che la nostra mascotte sa tutta la verità, possiamo concentrarci sulla missione? - intervenne Kyungsoo, ovvero Ade.
- Lo faremo - rispose Irene e il suo sguardo glaciale fece tremare Baekhyun - Possiamo stare certi che non farai parola con nessuno di ciò che hai sentito qui oggi? Non dirai nulla di ciò che hai visto?
Il ragazzo tremò visibilmente e fece scorrere lo sguardo sui ragazzi nella stanza. Ancora stentava a credere di essere davvero al cospetto degli dei dell’Olimpo.
- Io non dirò niente - rispose - Lo prometto.
- Possiamo davvero fidarci della sua promessa? - chiese Seulgi e, sorprendentemente, fu Kyungsoo a rispondere.
- Sì, sono certo che ci possiamo fidare.
Il fatto che proprio Kyungsoo si fidasse di lui rese felice Baekhyun e, dal suo sguardo soddisfatto, capì che lo era anche Chanyeol.
- Io avrei una domanda. - disse poi il ragazzo - Devo chiamarvi con i vostri nomi da umani o con quelli veri?
- Con quelli mortali. - rispose Chen.
- Anche noi usiamo quelli - spiegò Wendy - In modo da abituarci a chi è chi e non sbagliare di fronte ai mortali.
- Abbiamo dovuto inserirci qui a Muui - intervenne Suho - Giriamo per le strade, andiamo a scuola, lavoriamo… tutto per trovare Eros. Dobbiamo tenere bene a mente il nostro nome mortale, perciò usa quello.
Chanyeol si piegò verso l’orecchio di Baekhyun e sussurrò: - Se vuoi chiamare me Poseidone, non mi lamento.
Il ragazzo arrossì e scansò Chanyeol con uno spintone.
- Credo che Baekhyun debba tornare a casa - disse ancora Suho - Lui ha bisogno di riposo e di riflettere. E noi dobbiamo fare una riunione.
- Oh che bello, adoro le riunioni! - esclamò ironicamente Jongin, lasciando il salotto insieme ad alcuni dei ragazzi.
- Suho ha ragione, devo tornare a casa. - disse Baekhyun.
- Ti accompagno. - propose Chanyeol, ma il ragazzo scosse la testa.
- No, non ti preoccupare. Avete una riunione importante.
Detto ciò, sparì al piano di sopra, per recuperare il suo pigiama e indossare dei vestiti, come sempre, prestati da Chen.
Chanyeol sospirò e si passò una mano tra i capelli.
- Non stargli troppo addosso - disse Sehun, affiancandoglisi - Ha appena scoperto una verità pesante e incredibile. È stato bravo a non svenire o mettersi a urlare. Lasciagli il suo tempo per assimilare e accettare tutto.
- E se non volesse più saperne niente di me?
Sehun gli mise una mano sulla spalla: - Non sarà così, vedrai.
Il loro discorso venne interrotto da dei veloci passi sulla scala e, pochi secondi dopo, comparve Baekhyun.
Indossava una tuta di Chen e teneva in mano il pigiama della sera prima, ormai asciutto.
- Io vado - disse, poi sorrise a Chanyeol - Mi accompagni fino alla strada principale?
Il ragazzo alto non se lo fece ripetere due volte e lo accompagnò fuori.
Camminavano l’uno accanto all’altro, ma nessuno dei due parlava. Baekhyun era immerso nei suoi pensieri e l’altro non si sentiva in diritto di disturbarlo.
Quando arrivarono nel punto in cui iniziava la strada principale che portava al centro dell’isola, Baekhyun finalmente parlò.
- Devo cercare di capire se ciò che ho visto e sentito è stato solo un sogno.
Chanyeol non rispose e lo guardò negli occhi, tenendo le mani sprofondate nelle tasche.
- È assurdo. - disse ancora Baekhyun.
- Lo so.
Si guardarono senza dire nulla. Nessuno dei due voleva salutare l’altro, ma allo stesso tempo avevano entrambi bisogno di stare un po’ da soli.
Improvvisamente, Baekhyun fece un passo e poi un altro, per buttarsi tra le braccia di Chanyeol. Il ragazzo alto tolse prontamente le mani dalle tasche e avvolse le braccia intorno al corpo di Baekhyun.
- Sono un po’ arrabbiato con te per avermelo tenuto nascosto. - sussurrò il ragazzo.
- Mi dispiace, ma so che non mi avresti creduto. Non subito almeno.
- Io voglio aiutarti - disse poi, sciogliendo malvolentieri l’abbraccio con Chanyeol - O meglio, aiutare tutti voi.
- E come?
- Io vivo sull’isola da quando sono nato - spiegò Baekhyun - Tutte le persone che vedete io le conosco, conosco le loro storie, la loro vita… posso aiutarvi a trovare Eros.
Chanyeol sorrise e posò una mano sulla guancia di Baekhyun.
- Per ora devi solo pensare ad accettare tutto questo. Per il resto si vedrà.
Il ragazzo sbuffò, facendo ridere il più alto.
- Devi però promettermi una cosa - disse ancora - Conoscendoti, appena arriverai a casa accenderai quella vostra macchina infernale.
- Il computer?
- Quello, e cercherai informazioni su di noi. Su di me.
Baekhyun abbassò lo sguardo, in imbarazzo: beccato!
- Non farlo - Chanyeol era incredibilmente serio - So che sei curioso, ma risponderò io a ogni tua domanda. Tu non cercare altrove notizie su di me.
- Perché?
- Perché ho fatto tante cose nella mia vita. E di molte di queste non vado orgoglioso. Mi odieresti.
- Perciò vuoi avere la possibilità di mentirmi per nascondermi quello che hai fatto?
Chanyeol sospirò:- No, piccolo sonnambulo, voglio solo raccontarti tutto nel modo meno traumatico possibile.
Baekhyun annuì e gli diede le spalle: - Va bene, te lo prometto.
- D’accordo. - rispose semplicemente Chanyeol, guardando la figura di Baekhyun fare i primi passi lungo la strada.
Sperava avrebbe mantenuto la promessa, altrimenti era certo che non l’avrebbe rivisto mai più.
 
 
 
Uno degli epiteti di Afrodite è “amante del sorriso”.
Essa viene anche venerata con il nome di “felice navigazione” (Euploia) ed è anche dea del mare tranquillo e del porto sicuro, infatti in molti luoghi della Grecia (come nell’isola di Cos), i marinai chiedevano a lei di far loro avere una buona navigazione. Perciò, come dea del mare, Afrodite si trova spesso in compagnia di Poseidone, a cui spetta il regno degli abissi.
 
Efesto è marito di Afrodite. Invece tra i vari amanti della dea spiccano Ares, Poseidone, Dioniso, Ermes e Zeus.
 
Afrodite possiede una cintura magica che ispira desiderio.

 
 

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Capitolo 16
*** 15. Quindici (πέντε καὶ δέκα) ***




15. Quindici
(πέντε καὶ δέκα)



La notte sembrava non finire mai. Baekhyun continuava a guardare l’ora, addormentarsi, svegliarsi, guardare l’ora…
Sapeva di essere nervoso per ciò che aveva da poco scoperto e sapeva di essere troppo agitato per addormentarsi. Temeva di aver accettato di andarsene troppo presto dalla casa sulla scogliera: avrebbe dovuto avere il tempo di fare tutte le domande che lo assillavano.
Domande che avevano deciso di aggredirlo proprio durante la notte, perciò dormire bene era fuori questione.
Provò a segnarne mentalmente il più possibile: il giorno dopo le avrebbe fatte a Chanyeol.
Stava finalmente per riaddormentarsi, quando un leggero rumore lo fece irrigidire. Provò ad ascoltare se si ripeteva e, quando effettivamente fu così, si mise a sedere sul letto. Il rumore non si sentì più, ma un’ombra apparve dietro la tenda che si muoveva grazie alla brezza della sera.
Baekhyun si maledisse per non aver chiuso la finestra e pregò che il malintenzionato non gli facesse troppo male.
Ma quando l’ombra rivelò due paraboliche orecchie, il ragazzo sussultò e saltò giù dal letto.
- Che fai? Mi spii adesso? - chiese scostando la tenda e scoprendo a chi apparteneva la misteriosa ombra.
Chanyeol sorrise: - Sbagliato, piccolo sonnambulo, passavo di qui per caso e così…
Il ragazzo alto si avvicinò di più al davanzale: non doveva nemmeno mettersi in punta di piedi per essere alla stessa altezza della finestra del primo piano. Indossava la stessa felpa che gli aveva visto quella mattina e, anche se non era minimamente bagnato, Baekhyun intuì che tornava da una nuotata grazie al sorriso enorme che gli illuminava il viso.
- Certo, passavi di qui per caso alle tre di notte. - protestò, ma poi si appoggiò con le braccia al davanzale - Cosa ci fai qui?
- Sono venuto a controllare che tu stessi bene. E che non avessi già fatto le valige.
Baekhyun ridacchiò, scuotendo la testa: - Punto primo: fare le valige per andare dove? Punto secondo: non mi spavento così facilmente.
Dalle labbra di Chanyeol uscì una risatina: - Non direi che facile sia l’aggettivo adatto a ciò che hai scoperto.
- Hai ragione, ma dimentichi che buona parte di ciò che mi avete detto io l’avevo già intuita. Certo, credevo di essere diventato pazzo, ma avevo dei sospetti su di voi.
- Sei un bravo investigatore - commentò Chanyeol - Bene, visto che è tutto a posto me ne vado e ti lascio dormire.
Baekhyun sentì un improvviso brivido lungo tutto il corpo: non voleva che Chanyeol se ne andasse già via, voleva parlare ancora con lui.
- Aspetta. - lo fermò, afferrandolo per la manica della felpa.
E ora? Doveva ammettere ad alta voce che voleva rimanesse ancora lì?
Per sua fortuna, Chanyeol sembrò intuire i suoi pensieri, perché sorrise e afferrò il bordo del davanzale: - Spostati, salto dentro.
- Attento a non farti male.
Il ragazzo non aveva nemmeno finito la frase, che Chanyeol era già entrato e si guardava intorno.
- Sei agile. - commentò e il più alto sorrise.
- Pensi forse che il dio Poseidone sia un ragazzone alto e scoordinato?
Baekhyun non rispose e Chanyeol si voltò a guardarlo: - Forse è ancora troppo presto per fare battute del genere.
- No - il ragazzo andò a sedersi sul letto - Ora puoi parlare senza doverti trattenere. Ora puoi essere te stesso.
Chanyeol si sedette accanto a lui gli prese la mano. Baekhyun arrossì e ringraziò il buio della stanza che lo nascondeva. Poi però si rese conto che indossava uno dei suoi pigiami preferiti, quello con i panda, e si maledisse per essersi fatto vedere così infantile.
- Credimi se ti dico che non vedevo l’ora di poter essere davvero me stesso con te. Mentirti, parlare a monosillabi, omettere informazioni… tutto ciò mi era odioso. Ora invece non devo più mettere un freno a ciò che dico o faccio. Almeno quando sono con te.
- Devi fidarti di me, non dirò nulla e dalla mia bocca non sfuggiranno cose che potrebbero mettervi in pericolo. - ribadì Baekhyun.
Il suo tono deciso fece sorridere Chanyeol, che poi allungò una mano per sforargli la guancia con le dita.
- Perché eri ancora sveglio a quest’ora?
- E tu perché passavi di qui per caso? - chiese a sua volta Baekhyun, facendo le virgolette in aria sull’ultima parola.
Chanyeol ridacchiò e si alzò: - Volevo essere certo fossi a letto e non in giro per l’isola. Ho tenuto d’occhio la scogliera, ma avevo lo stesso paura fossi da un’altra parte.
Baekhyun annuì e poi fu il suo turno di rispondere: - Non riuscivo a dormire. Quello che mi avete detto è incredibile e non posso fare a meno di pensarci e cercare di dare un senso a tutto ciò che è successo finora.
Chanyeol fece un passo verso la scrivania di Baekhyun, dov’era posato il suo computer.
- Hai cercato informazioni?
- No. - il ragazzo abbassò lo sguardo - Mi avevi detto di non farlo e non l’ho fatto. Ma voglio che tu mi racconti la tua storia.
- Ci vorrebbero anni.
- Va bene, allora solo le cose più interessanti.
Baekhyun ridacchiò, ma quando Chanyeol si voltò a guardarlo, la risata gli morì in gola. Il ragazzo alto era serio e visibilmente nervoso.
- Le più interessanti sono anche le più orribili. Non voglio che tu le sappia.
- D’accordo - disse Baekhyun, alzandosi a sua volta - Dimmi altre bugie. È così che vuoi continuare?
- Io non… - Chanyeol fece scorrere le dita tra i capelli scuri, frustrato - Non voglio mentirti, ma sono un dio dell’Olimpo. Non è che siamo famosi per le nostre opere caritatevoli.
- Hai ragione - Baekhyun gli prese la mano - Ma pensi che non terrò in considerazione il fatto che sei un dio? Non sono uno sprovveduto, conosco già alcuni miti su Poseidone. È vero, di certo non resterò indifferente a ciò che mi dirai, ma non scapperò urlando.
Finalmente le labbra di Chanyeol si piegarono in un piccolo sorriso: - Un tempo molti mortali ci adoravano, nonostante tutto ciò che facevamo.
- Mi avresti visto bene nell’antica Grecia? - scherzò Baekhyun, per smorzare l’atmosfera cupa che si era creata.
- Oh certo, saresti stato perfetto. Un fanciullo bello come te avrebbe fatto battere molti cuori. Anche con addosso un pigiama con i panda.
Baekhyun arrossì di colpo e scattò verso il letto, rintanandosi sotto le coperte.
- Quale pigiama con i panda?
Chanyeol scoppiò a ridere, ma si controllò subito per non svegliare i genitori del più basso.
- Fammi posto. - disse, provando a spostare un lembo della coperta.
Baekhyun però la tenne stretta: - C-come?
- Dai, Baek, vengo sotto le coperte con te.
- Non credo proprio!
Chanyeol rise e, lasciata la coperta, si tolse la felpa rivelando il suo petto nudo.
- Cosa stai facendo? - chiese Baekhyun, con il viso rosso fuoco.
- Non vorrai che dorma vestito.
- Ma non serve che ti spogli!
Chanyeol non lo ascoltò e si sbottonò i pantaloni: - Hai per caso un pigiama con i panda da prestarmi?
Baekhyun sbuffò: ovvio che non aveva un pigiama della misura di quel gigante.
Chanyeol restò in boxer e, approfittando della distrazione di Baekhyun, si infilò sotto le coperte.
- Pensa cosa dirà Luhan quando scoprirà che hai dormito con me.
- Non dirà nulla, perché non lo scoprirà - sbottò Baekhyun, ma in quel momento si ricordò di una cosa - Cosa ha intenzione di fare Sehun con lui? Insomma… Sehun è Apollo.
- Grazie per avermelo ricordato.
- Smettila, dico davvero! Luhan è il mio migliore amico, non voglio che soffra.
Chanyeol sospirò, ma non rispose. Baekhyun si girò di lato, per poterlo guardare meglio.
- Chanyeol?
- Luhan è esattamente ciò che è sempre piaciuto ad Apollo. È bellissimo, androgino, malizioso…
- E allora cosa c’è che non va?
- C’è che gli amori mortali di Apollo non sono mai finiti bene. Giacinto, Ciparisso… la loro morte ha fatto soffrire molto Apollo. Non so se sia la spiegazione del perché stia tenendo a distanza Luhan, ma sarei pronto a scommetterci.
Baekhyun restò in silenzio, perso nei suoi pensieri. Ora aveva tutto senso.
Sehun, o meglio Apollo, aveva visto i suoi amanti mortali morire tragicamente e il suo era solo un modo per proteggere Luhan.
- E tu, spero ti sia andata meglio con gli amori mortali.
Chanyeol tenne gli occhi fissi al soffitto e non rispose. Nella sua mente era in corso una battaglia: quanta verità poteva dire a Baekhyun? Doveva essere completamente onesto o tralasciare qualcosa?
- Credo che i miei amori non siano un argomento di cui parlare ora.
- Ma almeno puoi dirmi quanti ragazzi hai amato?
Chanyeol voltò finalmente la testa verso di lui e Baekhyun abbassò lo sguardo, incapace di reggere quello del più alto.
- S-se non vuoi rispondere non…
- Nessuno.
Quella semplice parola sorprese Baekhyun, che guardò il ragazzo accanto a lui.
- Cosa?
- Mi hai chiesto quanti ragazzi ho amato. Beh, nemmeno uno. Nonostante tutti gli altri dèi abbiano amato dei ragazzi e la cosa fosse anche parecchio di moda nell’antica Grecia, io non l’ho mai fatto.
- Perché? - chiese ancora Baekhyun, sempre più confuso.
- Non c’è un motivo in particolare. Semplicemente il mio interesse è sempre stato catturato dalle mortali, le semidee, le ninfe…
- Wow, che lista.
Chanyeol sorrise dolcemente: - Tu sei il primo ragazzo che ha fatto battere questo mio antico e divino cuore. La cosa ha sorpreso anche me, credimi, ma più ti conoscevo, più mi rendevo conto che eri assolutamente perfetto.
- Io non sono affatto perfetto - ribatté Baekhyun, evitando di guardare gli occhi scuri che aveva davanti - Sono un ragazzino normale che fa cose normali, tipo andare a scuola, uscire con gli amici, rischiare di annegare…
Chanyeol allungò una mano e la posò sulla guancia di Baekhyun. Quel contatto convinse il più basso a non tentare più di evitarlo e incatenò gli occhi ai suoi.
- Tu sei un ragazzino normale, ma sei anche sveglio, intelligente, divertente, dolce, altruista, amichevole e incredibilmente bello.
- Smettila di dirlo. - bofonchiò Baekhyun, in imbarazzo.
- Sai, l’ultima volta che è nato un mortale bello come te è scoppiata una guerra durata dieci anni. Sono morte moltissime persone a causa di quella bellezza, l’Olimpo si è diviso e quelle leggende sono tramandate ancora oggi.
- Stai parlando di…
- Elena di Troia, la donna più bella del mondo intero.
Baekhyun sorrise, in imbarazzo: - Non puoi paragonarmi a lei. Io non sono così bello.
- Hai per caso visto Elena? Perché io sì e credimi se ti dico che la tua bellezza eguaglia la sua.
Baekhyun non sapeva davvero cosa dire. Quello che Chanyeol gli aveva appena fatto non era un complimento convenzionale, ma nella sua stranezza era il più bello che avesse mai ricevuto.
Senza pensarci troppo e darsi il tempo di cambiare idea, si piegò avvicinando il viso a quello del più alto e posò le labbra sulle sue.
Fu un contatto appena accennato e il ragazzo lo interruppe quasi subito. Ma quando i suoi occhi incontrarono di nuovo quelli di Chanyeol, sembrò che i freni inibitori di entrambi fossero scomparsi.
Chanyeol infilò le dita tra i capelli di Baekhyun e lo attirò nuovamente a sé, impedendogli con la sua presa di spostarsi di nuovo. Non che Baekhyun ci avrebbe provato, comunque.
Il contatto di poco prima si era trasformato in un bacio passionale e Baekhyun si sentiva come se la sua mente non riuscisse a frenare il suo corpo. Erano soli, in un letto, e Chanyeol era praticamente nudo. Doveva fermarsi.
Ma ogni volta che pensava di farlo, il suo corpo e il suo cuore glielo impedivano.
Non sapeva quanto quel bacio fosse durato, ma quando a malincuore si separarono, erano entrambi senza fiato. Era evidente che Chanyeol si tratteneva a fatica dall’andare oltre e liberare Baekhyun da quel ridicolo pigiama, ma il rispetto che nutriva per il ragazzino lo fece desistere.
Lasciò che posasse la testa sul suo petto e che si addormentasse, finalmente senza pensieri che gli ronzavano nella mente.
Rimasto sveglio, Chanyeol ripensò ai suoi numerosi amori passati e si rese conto che ciò che provava per Baekhyun non era minimamente paragonabile alla semplice attrazione o alla brama di possedere che aveva provato in quelle occasioni.
Si chiese se fosse davvero quello l’amore di cui parlava tanto Afrodite.
E si chiese cosa sarebbe successo se non fossero riusciti a trovare Eros.
 
***
 
- E non dimenticate la raccolta fondi per la pulizia della spiaggia. Non vorrete che le nostre bellissime spiagge si riempiano di rifiuti, vero?
La voce squillante di Sunyoung superava anche il vociare dei ragazzi che riempivano l’atrio dell’università. La ragazza stava distribuendo a tutti un volantino e Baekhyun non riuscì a scappare abbastanza velocemente.
- Byun Baekhyun - la ragazza lo chiamò e gli allungò un volantino - La raccolta fondi.
Conosceva Sunyoung dall’asilo, anche se lei era un anno più grande, ma non avevano avuto molte occasioni per stringere amicizia. La ragazza era interessata a tutte le attività dell’isola e molte erano organizzate da lei, come appunto la raccolta fondi per tenere pulite le spiagge.
Baekhyun ammirava il suo lavoro, ma la sua pigrizia vinceva sulla voglia di fare volontariato.
- Va bene, Sunyoung, farò una donazione. - disse, per liberarsi velocemente di lei.
Ma la ragazza decise di seguirlo.
- Byun Baekhyun, per una volta potresti venire ad aiutare. Sai, un pomeriggio di lavoro comune e la spiaggia sarebbe pulita e…
- Ehi, piccolo sonnambulo!
Baekhyun si voltò di scatto verso Chanyeol, che si stava avvicinando a grandi passi, e provò a fargli capire con lo sguardo di voltarsi e andarsene, ma il ragazzo alto non colse il suo avvertimento.
- Park Chanyeol! - esclamò Sunyoung e mise un volantino davanti al suo naso - Vuoi anche tu offrirti volontario per pulire le spiagge?
Il ragazzo alto afferrò il volantino perché la ragazza lo teneva così vicino ai suoi occhi che per lui era impossibile leggerlo.
- Da casa tua si vede la spiaggia, no? Pensa che brutto spettacolo trovarla ricoperta di rifiuti.
Chanyeol sorrise accondiscendente e afferrò la mano di Baekhyun, senza preoccuparsi che lei vedesse quel gesto: - Ammiro davvero tantissimo il vostro lavoro, continuate così!
- Ma…
La ragazza non fece nemmeno in tempo a protestare, che Chanyeol si era già allontanato, trascinandosi dietro un confuso Baekhyun.
Si fermò solo quando girarono l’angolo e furono certi lei non li avrebbe seguiti.
- Non sono riuscito a evitarla, mi tende sempre degli agguati…
Le labbra di Chanyeol posate sulle sue misero un freno alle proteste di Baekhyun e, sopraffatto dalle sensazioni che stava provando, non si rese subito conto che erano a scuola in pieno orario di lezioni.
Allontanò più delicatamente possibile Chanyeol, posando le mani sul suo petto.
- Potrebbero vederci.
- E allora? - chiese l’altro - Ti imbarazza?
- Certo che mi imbarazza! - esclamò Baekhyun e il suo viso si colorò di rosso acceso - Vacci piano, d’accordo. Non sono il tipo che dà spettacolo.
- Ricevuto. - Chanyeol fece spallucce e si spostò, così che Baekhyun potesse muoversi liberamente - Vieni da me oggi pomeriggio?
Quella domanda improvvisa fece bloccare il più basso, che aveva già fatto qualche passo in direzione dell’aula.
- Perché?
- Beh, volevi aiutare nelle ricerche, no?
Un bellissimo sorriso comparve sul volto di Baekhyun: - Accetti il mio aiuto?
- Assolutamente.
- Porto il computer!
- Ah, per quello meglio evitare. Seulgi potrebbe accettare la tua presenza, ma quella di un computer proprio no.
Baekhyun ridacchiò e, controllato che nel corridoio non ci fosse nessuno, si mise in punta di piedi e posò le labbra su quelle di Chanyeol.
- Esibizionista. - lo prese in giro il più alto e la risata di Baekhyun riempì il corridoio mentre insieme raggiungevano la classe.
Alla prima ora avevano storia dell’arte ed era il giorno per consegnare le relazioni sui quadri. Baekhyun era certo che la loro fosse buona ma, se avesse saputo prima che Chanyeol era il dio Poseidone, avrebbe di certo sfruttato meglio le sue conoscenze.
Luhan era già seduto al suo posto e, appena Baekhyun si fu sistemato, partì all’attacco.
- Ti ho chiamato un sacco di volte ieri. Dov’eri finito? - Il suo tono era preoccupato, ma allo stesso tempo scocciato - Avevo una cosa importante da raccontarti!
- Cioè? - chiese Baekhyun incuriosito.
Luhan voltò leggermente la testa per guardare i due ragazzi seduti dietro di loro: Sehun e Jongin. Quando si accorse di Baekhyun, quest’ultimo gli fece l’occhiolino.
- Ieri sono andato in biblioteca con Sehun - raccontò il suo amico, sussurrando - Abbiamo fatto la nostra relazione e, a parte il fatto che Sehun era incredibilmente ferrato su Apollo e Dafne, l’ho sorpreso più di una volta a fissarmi con una strana espressione.
Il più basso si voltò di nuovo, per guardare Sehun.
- Aveva un’espressione diversa dal solito?
Luhan gli diede un piccolo pugno, facendolo ridere.
- Non scherzare, era strano! Baek, magari gli piaccio e non ha il coraggio di dirmelo.
Baekhyun cercò di sorridere, ma dentro di lui si stava insinuando il senso di colpa. Lui sapeva e Luhan no.
Doveva informarsi su quei miti di cui gli aveva parlato Chanyeol, quegli amori mortali di Apollo finiti male, per capire se poteva aiutare Luhan in qualche modo.
- Magari hai ragione - provò a tranquillizzare il suo amico - Perché non riprovi con l’appuntamento. Voi due da soli stavolta.
Luhan non sembrava convinto e, dopo aver controllato che Chanyeol non li stesse ascoltando, sussurrò: - Perché non mi fai entrare in casa loro? Potrei andare in camera di Sehun, spogliarmi e infilarmi nel suo letto.
Sconvolto, Baekhyun si strozzò con la sua stessa aria e iniziò a tossicchiare.
- Ma sei scemo? - esclamò e la sua voce attirò attenzioni indesiderate, cioè quelle dei tre ragazzi nuovi.
Luhan sorrise innocentemente, prima di bisbigliare a voce ancora più bassa: - Baekkie, ascoltami. Tu…
- Io non farò niente. Non provarci nemmeno. - lo interruppe subito Baekhyun.
Già immaginava la scena: Luhan in quella grande casa poteva anche entrare furtivamente, ma poi? Non sapeva che ci fossero così tante stanze al piano di sopra e Baekhyun non aveva la minima idea di quale fosse quella di Sehun.
Dubitava che sulla porta fosse appeso un cartello con scritto “Qui dorme Apollo”.
Inoltre, poteva succedere che un Luhan completamente nudo si infilasse nel letto di qualcun altro, tipo… tipo Kyungsoo.
Baekhyun scosse la testa: non voleva nemmeno pensare alle conseguenze.
Chissà se il ragazzo era in grado di spedire qualcuno negli Inferi solo con lo sguardo.
Era certo di sì.
- Credevo fossi mio amico - protestò Luhan - Volevo sfruttare il fatto che ormai sei di casa lì.
- Per prima cosa sono tuo amico, proprio per questo voglio evitarti una simile figuraccia. Per seconda cosa, non sono affatto di casa lì.
- Ah no? L’unica stanza che conosci è la camera di Chanyeol?
Baekhyun arrossì e guardò sconvolto il suo amico: - Questa era cattiva.
Luhan sbuffò, ma poi un sorriso spontaneo apparve sul suo viso: - Scusami.
In quel momento il professor Choi entrò in aula, ma Baekhyun voleva concludere quel discorso e non tornarci più.
- Ascolta - bisbigliò - Credevo avessi capito che il tuo solito modo molesto con lui non funziona. Devi far uscire il tuo lato romantico stavolta.
Luhan aggrottò le sopracciglia: - Il mio cosa?
- Invitalo a bere qualcosa dopo le lezioni. Se ti dice di no, riprovaci domani. Fai qualche gesto carino, tipo…
- Portargli dei cioccolatini? Lo fanno nei film.
Baekhyun ridacchiò: - Sì, prova con quelli.
Luhan si fece visibilmente pensieroso e Baekhyun ne approfittò per decretare che l’argomento era chiuso. Almeno per quel giorno.
Il professor Choi stava passando tra i ragazzi per raccogliere le relazioni e gli occhi di Baekhyun incrociarono quelli di Chanyeol. Il ragazzo alto gli fece l’occhiolino: era certo che la loro relazione sarebbe andata bene.
Quando il professor Choi arrivò a loro e prese la cartellina, lesse il titolo e sorrise spontaneo.
- I cavalli di Nettuno.
- Un quadro stupendo, ma non credo renda giustizia alla bellezza di Poseidone. - commentò Chanyeol, facendo ridere l’insegnante.
Baekhyun aspettò che si allontanasse, prima di parlare. Si era ricordato improvvisamente una cosa: Chanyeol, Jongin e Sehun conoscevano già da prima il professor Choi Minho.
- Chanyeol - afferrò un lembo della felpa del più alto e la tirò per farlo voltare verso di sé - Chi è lui?
- Il professor Choi. - rispose Chanyeol, fingendo di non aver capito il vero senso della domanda.
Baekhyun alzò gli occhi al cielo e tirò ancora la manica: - Dico davvero! È un altro dio?
Chanyeol si sporse verso Baekhyun: - Ci sono troppe persone qui, non posso parlartene.
- Ti prego.
- Quanto sei curioso - il ragazzo alto rise e bisbigliò ancora - Va bene, te lo dico. Minho è Chirone.
Baekhyun alzò un sopracciglio, confuso. Non ricordava bene chi fosse, ma era certo non si trattasse di un dio.
- Chirone è un centauro - spiegò Chanyeol - I centauri non sono affatto delle creature docili. Hanno un carattere irascibile, violento, rozzo, selvaggio e brutale. Ma Chirone è totalmente diverso.
- Non dovrebbe essere metà uomo e metà cavallo? - chiese Baekhyun e la sua ingenuità fece sorridere Chanyeol.
- Si è trasfigurato, esattamente come noi. Chirone è…
Il ragazzo alto fece una pausa e tentennò qualche secondo prima di parlare.
- È mio fratello.
Baekhyun sgranò gli occhi: non se l’aspettava proprio.
- Ma… come Suho e Kyungsoo?
- Non proprio. Io, Zeus e Ade abbiamo lo stesso padre, Crono, e la stessa madre. Invece ciò che ci lega a Chirone è solo lui, nostro padre.
- Perciò è il tuo fratellastro.
- Sì - confermò Chanyeol - Possiamo dire così.
- D’accordo. - Baekhyun era sconvolto da quelle nuove informazioni e posò lo sguardo sull’insegnante, provando a immaginarlo con metà del corpo come quello di un cavallo.
- Chirone è un esperto di arti, scienze e medicina. Quest’aula non potrebbe essere più perfetta per lui.
- Beh, sarà abituato a ben altri studenti.
Chanyeol sorrise: - Ha insegnato molto anche a Lay, cioè Dioniso. Ma tra i più famosi ci sono Achille, Ercole, Enea, Teseo…
Baekhyun spalancò la bocca, in un’espressione di sorpresa e incredulità.
- Mi stai prendendo in giro!
- Ormai dovresti aver capito che non ti ho mai preso in giro.
A Baekhyun girava la testa, ma avrebbe fatto meglio a tenersi pronto a quelle rivelazioni, perché era certo ce ne sarebbero state molte altre.
- Quindi ha insegnato a tutti quegli eroi?
- Certo - Chanyeol annuì - Erano i suoi allievi prediletti.
- E adesso perché è qui?
Il più alto sospirò e si passò le dita tra i capelli, scompigliandoli: - Non lo so. Intendo che non era previsto il suo arrivo qui. Nemmeno lui sa come ha fatto ad arrivare a Muui e stiamo cercando si capirlo. Ora che è qui però almeno ci aiuterà a trovare Eros.
Baekhyun era confuso: davvero Chirone una mattina si era svegliato e chissà come era a Muui?
- Ma se a lui è successo questo, allora…
- Esatto, piccolo sonnambulo - Chanyeol lo guardò e i suoi occhi erano carichi di preoccupazione - Significa che potrebbe non essere il solo e che altre creature mitologiche dell’antica Grecia potrebbero essere qui, a Muui.

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Capitolo 17
*** 16. Sedici (ἕξ καὶ δέκα) ***


 


16. Sedici
(ἕξ καὶ δέκα)

 


 
Da un paio di settimane, Baekhyun passava il suo tempo libero nella casa sulla scogliera insieme a Chanyeol. Si riunivano nella polverosa biblioteca e trascorrevano ore tra i libri antichi per cercare di capire come fosse possibile che altre creature mitologiche fossero arrivate a Muui senza che nessuno se ne fosse accorto.
Baekhyun ne era certo: gli unici nuovi isolani erano Chanyeol, la sua famiglia e il professor Choi.
Come avevano fatto gli altri a nascondersi? E com’era possibile che Eros fosse in mezzo a loro e un altro nuovo isolano passasse inosservato?
Baekhyun non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che, prima degli dèi, era stato Luhan il nuovo arrivato. Ogni volta che nella sua mente affioravano certi pensieri li scacciava subito. Luhan era il suo migliore amico da ben tre anni, nessuno lo conosceva meglio di lui e si sarebbe sicuramente accorto se fosse stato un dio. Anche perché si era reso conto quasi immediatamente che in Chanyeol e nella sua famiglia c’era qualcosa di strano. Non sarebbe dovuto essere lo stesso anche con Luhan?
No, era impossibile che il suo amico c’entrasse qualcosa con tutta quella storia.
Quando Baekhyun si svegliò quella mattina, il suono della pioggia che batteva sui vetri della finestra della sua camera fu il primo che sentì. Sarebbe stata una giornata cupa e piovosa, e lui aveva appuntamento alla casa sulla scogliera per continuare le ricerche con Chanyeol.
Sorrise tra sé e si chiese se, almeno per quel giorno, l’onnipresente Seulgi li avrebbe lasciati un po’ da soli. Andò in salotto trascinando i piedi, con addosso ancora il pigiama e trovò i suoi genitori intenti a fissare la televisione con uno sguardo attento e serio.
Nella stanza regnava una strana aria di apprensione e a Baekhyun bastò guardare lo schermo per capire perché.
Accanto alla giornalista della TV locale era apparsa una fotografia e il ragazzo riconobbe il vecchio signor Song, proprietario della gelateria nella piccola piazza dell’isola. La bella giornalista stava elencando le caratteristiche fisiche dell’uomo e gli abiti che indossava il giorno prima, cioè quando era scomparso.
- Che sta succedendo? - chiese Baekhyun, anche se la situazione gli era ben chiara.
- Il signor Song è scomparso - rispose sua madre, senza smettere di fissare lo schermo - Ieri è uscito per una passeggiata e non è più tornato.
- E non è il primo - continuò suo padre e, proprio in quel momento, sullo schermo apparvero una carrellata di nomi e di volti. Baekhyun li riconobbe tutti: c’era la sua vecchia insegnante di piano, il postino, il fattorino che gli consegnava la pizza, uno dei vicini di Doyeon…
- Sono tutti scomparsi? - chiese e suo padre spense la TV.
- Non so cosa stia succedendo, Baekhyun, ma voglio che tu sia a casa prima che faccia buio d’ora in poi.
- Ma… - provò a protestare, ma lo sguardo di ammonimento di suo padre lo convinse a trattenersi, così annuì. Se solo i suoi genitori avessero saputo che c’era il rischio che se ne andasse in giro di notte privo delle sue capacità decisionali.
Non avendo lezioni quel giorno, si preparò in tutta calma prima di avviarsi verso la casa sulla scogliera. Passando davanti alla casa di una delle persone scomparse, non riuscì a fare a meno di chiedersi dove potessero essere finite. Muui non era di certo un luogo pericoloso e la criminalità era al minimo.
Arrivò alla casa poco prima che un acquazzone si abbattesse sull’isola. La natura sembrava infuriata e Baekhyun decise che avrebbe chiuso bene a chiave porte e finestre quella notte: con il mare così agitato non voleva correre il rischio di farsi un tuffo.
Suonò alla porta e attese: Chanyeol sapeva che sarebbe arrivato, perciò non doveva aspettare tanto. O forse no.
Suonò ancora e, un istante prima che la porta si aprisse, sentì un cane abbaiare. Successe in un istante: appena la porta si aprì, un grosso cane nero balzò fuori e piombò addosso a Baekhyun, che lanciò un urlo davvero poco virile.
Non si aspettava la presenza di un cane in quella casa e, nonostante amasse gli animali, quello era comparso troppo improvvisamente e il suo aspetto non era affatto rassicurante.
- Sta giù! Buono!
La voce di Kyungsoo superò i latrati e i ringhi del cane, che era tenuto fermo proprio dal ragazzo nuovo grazie a un grosso collare rosso fuoco.
- Basta! - sbottò ancora Kyungsoo e il cane smise di abbaiare, ma un ringhio gutturale continuava a minacciare Baekhyun. Il ragazzo si teneva una mano sul petto e poteva sentire il cuore battere all’impazzata.
- Ma cosa…
- Mi dispiace - disse Kyungsoo, ma dal suo sguardo era evidente che non gli dispiaceva affatto - Di solito è un cucciolone, ma tu non gli piaci per niente.
Baekhyun deglutì a vuoto e guardò il cane di razza rottweiler: era possente e di un colore così nero che era difficile fissare a lungo il suo manto.
Lo sguardo era furente e i suoi occhi sembravano poter diventare rossi da un momento all’altro; i denti erano digrignati in un ringhio spaventoso; tutto il suo corpo era in tensione, pronto a sferrare il proprio attacco.
Al collo aveva legato un collare rosso fuoco, con appesi due ciondoli raffiguranti altre due piccole teste di rottweiler, con i musi furiosi tanto quanto quello vero.
Era certo che, se Kyungsoo non l’avesse tenuto, a quest’ora Baekhyun sarebbe stato sbranato. Quel cane era terribile, altro che cucciolone.
- C-carino. - commentò con poco entusiasmo e in quel momento sulla soglia apparve Chanyeol. Quando si accorse del cane, lanciò un’occhiataccia a Kyungsoo.
- Molto divertente - disse ironico - Se hai finito di spaventare Baekhyun, noi avremmo da lavorare.
- Certo - rispose Kyungsoo, con un ghigno malefico sul volto, poi si rivolse al cane - Saluta, Cerbero.
Baekhyun rabbrividì: - Ma è davvero…
Kyungsoo non gli lasciò nemmeno il tempo di terminare la frase, prima di trascinare via il cane, che stava ancora lanciando occhiate di fuoco a Baekhyun.
- Cerbero? - chiese a Chanyeol, una volta che i due si furono allontanati.
Il ragazzo alto fece spallucce: - In pelo e ossa. Di solito lo teniamo nascosto quando vieni, ma stavolta Kyungsoo ha voluto farti uno scherzo di cattivo gusto.
Baekhyun annuì, ancora sconvolto per aver appena visto il vero mastino infernale.
- Ma non dovrebbe avere tre teste?
- Sì, e il corpo ricoperto da serpenti velenosi, ma si è trasfigurato anche lui, grazie agli dèi. - rispose Chanyeol ridacchiando - Kyungsoo lo porta spesso a passeggio, terrorizzando tutti quelli che incontra, sarebbe stata dura se avesse avuto ancora le sue tre teste.
Baekhyun non commentò, sempre più sconvolto, e seguì Chanyeol fino alla biblioteca.
Erano soliti non rimettere a posto il materiale utile che trovavano, perciò il grande tavolo era già ricoperto di fogli, libri e matite. Sarebbe stato molto utile avere anche il computer ma, dopo che Baekhyun l’aveva portato al primo pomeriggio di ricerche, Seulgi l’aveva minacciato di infilzare l’oggetto infernale con la sua lancia, perciò il ragazzo aveva badato bene a non portarlo più.
Era dalle elementari che non faceva una ricerca con carta, penna e libri.
Si sedette su quella che ormai era diventata la sua sedia, mentre Chanyeol si metteva accanto a lui.
Di Seulgi nessuna traccia.
- Ho fatto vedere a Suho il materiale che abbiamo trovato - disse Chanyeol, serio - Ma, come pensavamo, non c’è nulla di utile. E ancora niente Eros.
- Ieri sera volevo fare una ricerca con il computer - confessò Baekhyun - Ma quando mi sono trovato di fronte alla barra di ricerca ho pensato a cosa avrei potuto scrivere. “Come aiutare il tuo ragazzo divino a trovare Eros” poteva essere un’idea, ma non ti dico cosa è uscito quando ho scritto solo Eros.
Chanyeol trattenne a stento una risata e si voltò con la sedia verso il ragazzo accanto a lui.
- Sono il tuo ragazzo divino?
Baekhyun arrossì e spiegò: - Non montarti la testa. Con “divino” intendo che sei un dio.
Guardò poi Chanyeol, sul cui viso si era formato un sorrisino malizioso.
- Cosa c’è? - chiese, leggermente spaventato.
- Hai detto che sono il tuo ragazzo.
Baekhyun aprì bocca per replicare e difendersi, ma Chanyeol aveva assolutamente ragione. L’aveva definito il suo ragazzo.
- Ah… l’ho fatto, eh?
- Sì, l’hai fatto piccolo sonnambulo, e non ti permetterò di rimangiarti la parola data.
Baekhyun sorrise imbarazzato e allungò una mano, posandola sulla guancia di Chanyeol.
- Va bene, Poseidone, non me la rimangio.
Il ragazzo alto ridacchiò e, avvicinato il viso a quello di Baekhyun, posò le labbra sulle sue. Fu un contatto appena accennato, perché poi un forte tonfo li fece sussultare entrambi e, d’istinto, si separarono l’uno dall’altro.
- Ottimo, vedo che la presenza di Baekhyun qui fa davvero la differenza per la nostra missione.
Uno sguardo scocciato li stava squadrando e il tonfo che li aveva spaventati proveniva da una pila di libri buttati sul tavolo.
Seulgi era arrivata e non sembrava per nulla felice di vedere come stavano usando il loro tempo.
Chanyeol sospirò di frustrazione e le lanciò uno sguardo altrettanto furioso: - Sei insopportabile, te l’hanno mai detto?
- Tu, un’infinità di volte - rispose Seulgi - Sei soltanto un maschio arrogante e presuntuoso, che pensa sempre di poter ottenere ciò che vuole.
- Sarei io l’arrogante? - sbottò Chanyeol.
- Certo, e sei anche stupido.
Baekhyun sgranò gli occhi: sapeva che i due non si sopportavano, ma non erano mai andati così pesanti con le parole.
- Ragazzi, perché non ci diamo tutti una calmata e…
- E sei anche permaloso - continuò Seulgi - Hai raccontato a Baekhyun cosa fai quando perdi o quando hai la giornata storta? Digli come sfoghi la tua ira.
A quelle parole, Chanyeol scattò in piedi e si lanciò contro Seulgi, imprigionandola contro il muro della biblioteca. Le teneva un braccio contro il collo e con l’altra mano teneva quelle della ragazza, con la sua stretta ferrea.
- Sta zitta! Non sono l’unico qui ad aver fatto cose orribili. Vogliamo parlare di ciò che hai fatto dopo che Paride ha dato la mela d’oro ad Afrodite, o a ciò che hai fatto ad Aracne.
- Taci! - urlò Seulgi e, con tutta la forza di cui era dotata, scagliò Chanyeol lontano da sé.
Se fosse stata una normale fanciulla indifesa, probabilmente la sua spinta avrebbe allontanato Chanyeol solo di qualche centimetro. Ma lei era la dea Atena.
Il ragazzo alto piombò sullo scaffale in prima fila che, per l’urto, cadde a terra insieme ai suoi libri.
Baekhyun si alzò in piedi e passò lo sguardo dall’uno all’altro, terrorizzato.
- Basta, smettetela! - li pregò, ma Chanyeol si era già alzato e aveva colpito Seulgi con un pugno così forte, da farla finire contro il muro alle sue spalle. Lei però non sembrò risentirne particolarmente. Si scagliò contro Chanyeol e gli restituì lo stresso trattamento.
Stava per colpirlo nuovamente, quando lui, con una mossa da lottatore, afferrò Seulgi per un braccio e la scaraventò sopra il grande tavolo, facendo volare ovunque i risultati delle loro ricerche. La schiena della dea che sbatteva sul legno del tavolo avrebbe potuto distruggerlo, se non fosse stato così massiccio.
- Chanyeol, fermo! - Baekhyun provò ad afferrare un braccio al ragazzo alto, ma lui se ne liberò senza troppi sforzi.
Fissava Seulgi, che ora era seduta sul tavolo e sghignazzava. Dal suo naso colava un rivolo di sangue e anche Chanyeol non era messo troppo bene. Aveva il labbro spaccato e teneva un occhio quasi completamente chiuso.
Nella stanza ora si sentivano solo gli ansimi esausti dei due dèi, oltre al respiro terrorizzato di Baekhyun.
Fu in quel momento che la porta si aprì ed entrarono Suho e Jongin. Il più grande osservò la scena che gli si presentava davanti con uno sguardo imperscrutabile e Baekhyun istintivamente abbassò il suo, come se fosse stato lui a combinare tutti quei guai.
- Voi due - disse dopo qualche secondo, con un tono di voce calmo e controllato ma, proprio per questo, terrificante - Nel mio studio. Jongin, accompagna il nostro ospite alla porta. Per oggi basta ricerche.
Jongin annuì e si affrettò ad afferrare Baekhyun per un braccio: - Andiamo, meglio che tu non veda cosa succede adesso.
Il ragazzo era restio ad andarsene e voleva restare per parlare con Chanyeol, ma lui non lo stava nemmeno guardando.
Fissava il pavimento coperto di fogli e non alzò lo sguardo nemmeno quando Baekhyun accettò di seguire Jongin.
Aveva lasciato lì il suo zaino e i suoi appunti sulle ricerche, ma non gli sembrava il caso di tornare indietro e assistere alla furia divina di Zeus.
Passarono dal salotto e Baekhyun notò come, coloro che erano riuniti lì, non fossero minimamente interessati a ciò che era successo nella biblioteca.
Joy si stava facendo le unghie, Wendy e Yeri facevano zapping in tv, ridacchiando a ogni cambio miracoloso di immagine e Xiumin stava leggendo.
Era surreale la scena che aveva davanti e proprio non riusciva a darsi una spiegazione.
- Ci sono abituati - spiegò Jongin, come se gli avesse letto nel pensiero - Tra quei due è sempre così e preferiamo lasciarli fare, o li fermiamo solo se rischiano di distruggerci casa. Stavolta siamo intervenuti subito perché c’eri tu.
Baekhyun annuì, pensieroso.
- Avevano appena iniziato, sai? Ciò che hai visto non era niente.
- Si erano fermati. - disse il ragazzo, ma Jongin scosse la testa.
- Quei due non si fermano così facilmente.
- Ma c’ero io - disse ancora Baekhyun, con la voce ridotta a un sussurro - C’ero io e Chanyeol non avrebbe mai fatto nulla di grave davanti a me.
Jongin rise senza trattenersi: - Forse non l’hai ancora capito. Chanyeol è un dio, per lui contano di più il suo orgoglio e la lotta per la vittoria di quanto potrai mai contare tu.
Vedendo lo sguardo ferito di Baekhyun, Jongin sospirò: - Scusami, so che lui ti piace e credimi se ti dico che ha perso la testa per te. Non ti dirò di stargli lontano, perché è evidente che siete due calamite peggiori di me e Afrodite, però ti do un consiglio: non restare mai più nella stessa stanza di due dèi che lottano tra loro. Scappa più veloce che puoi appena iniziano e, soprattutto, non provare a fermarli o a metterti in mezzo.
Baekhyun ricordò di come Chanyeol si era scrollato di dosso la sua mano, che cercava inutilmente di fermarlo.
- Poseidone non guarda in faccia nessuno quando si incazza, nemmeno te. Se sei sulla sua linea di tiro, finirai ammazzato.
Baekhyun deglutì a vuoto e seguì Jongin fino alla porta di casa.
Il ragazzo nuovo gli sorrise incoraggiante e gli posò una mano sulla spalla: - Benvenuto tra gli dèi dell’Olimpo, Baekhyun.
Detto ciò, chiuse la porta, lasciandolo fuori. Baekhyun la fissò ancora qualche istante e ci posò la fronte, mentre una miriade di pensieri gli affollavano la mente. Aveva appena assistito a uno scontro divino e aveva avuto un piccolo assaggio di com’era Chanyeol quando lo si faceva arrabbiare.
Anzi, Poseidone. Doveva ricordarsene e iniziare a pensare al ragazzo alto come a un dio dell’Olimpo e non come a un normale ragazzone simpatico e allegro.
Era un litigioso e infuriato dio del mare.
Baekhyun si avviò a passi svelti verso casa, con una missione ben precisa in mente: fare ricerche sul dio Poseidone.
 
***
 
Una volta trovatosi con le dita posate sulla tastiera del computer, Baekhyun aveva deciso di limitarsi a ricercare ciò di cui avevano parlato i due dèi durante il litigio. Non sapeva se avesse limitato la ricerca perché non voleva infrangere completamente la promessa fatta a Chanyeol o perché aveva paura di ciò che avrebbe scoperto.
Ricercò innanzitutto i nomi dei due dèi correlati e scoprì che avevano avuto una disputa riguardante quella che, ancora oggi, è la città di Atene. I due erano interessati a dare il proprio nome alla città, allora anonima, e avevano offerto dei doni agli abitanti. Poseidone squarciò la terra con il suo tridente e ne fece uscire il primo cavallo, animale a lui sacro. Baekhyun trovò però altre versioni della storia in cui si diceva avesse creato un lago salato. Solo Chanyeol avrebbe potuto dirgli qual era la versione corretta.
Atena, invece, aveva fatto spuntare dalla terra un ulivo e la popolazione la aveva proclamata vincitrice.
Nel racconto, era scritto che Poseidone aveva imposto la sua presenza nella città e che aveva ordinato che fosse concesso a lui l’onore di darle un nome. Atena, però, non si era lasciata intimorire dalle sue pretese e aveva lottato per ciò che voleva. Poseidone, con il suo lago salato, aveva creato uno spettacolare luogo in cui si poteva sentire il rumore delle onde marine quando soffiava il vento. Atena, al contrario, con l’ulivo non puntava a dare spettacolo. Aveva fatto nascere una pianta che proteggesse la città e che, se bruciata, potesse rinascere più forte di prima in un solo giorno, grazie alle sue resistenti e immortali radici. L’ulivo, inoltre, dava un frutto a chi era povero e voleva nutrirsi.
Atena non aveva usato la sua forza fisica o l’arroganza, ma l’intelligenza e l’arguzia per sconfiggere Poseidone.
Baekhyun continuò a scorrere il documento e trovò la reazione del dio del mare a quella sconfitta. Poseidone chiese che il giudizio dei mortali fosse rivisto e si appellò agli dèi dell’Olimpo, ma la sua sconfitta fu confermata.
Poseidone si arrese, ma niente riuscì a fermare la sua furia divina: il mare diventò furioso, distruggendo ogni cosa che trovò sul suo passaggio, e terribili terremoti scossero la terra. Usò gli elementi di cui era il dio per sfogare la sua furia.
Baekhyun appoggiò la schiena sulla sedia e sospirò, passandosi una mano sul viso.
Davvero quello era lo stesso ragazzo che conosceva lui? Il ragazzo sempre sorridente, allegro, gentile, pronto a salvarlo quando ne aveva bisogno e a vegliare su di lui perché non gli succedesse nulla di male? Erano la stessa persona?
Baekhyun aveva avuto una prova di quanto Chanyeol potesse arrabbiarsi, ma non voleva credere che potesse arrivare a distruggere la terra e a far soffrire così tante persone solo per una sconfitta.
Sempre più incuriosito, cliccò sul nome della dea Atena e subito apparve una sua immagine: vestita con una tunica dorata lunga fino ai piedi, brandiva la lancia dalla punta affilata e un grande scudo. Sulla sua testa era posato un elmo e il suo sguardo era minaccioso e combattivo. Una vera dea della strategia militare.
Poco sotto l’immagine, erano spiegati alcuni dei miti riguardanti la dea e Baekhyun andò a ricercare i due che Chanyeol aveva nominato durante la lite: Paride e Aracne.
Conosceva il mito di Paride e del pomo d’oro, l’aveva studiato al liceo e sapeva che il bel Paride era stato scelto per decidere chi era la dea più bella dell’Olimpo tra Afrodite, Atena ed Era. Baekhyun non riuscì a non ridacchiare immaginando Joy, Seulgi e Irene in una specie di concorso di bellezza divino.
Vinse la sfida Afrodite, grazie al potere della passione e alla promessa di dare a Paride, in cambio della vittoria, la donna più bella del mondo: Elena.
La furia di Atena non si fece attendere e la dea giurò inimicizia ai Troiani, di cui Paride era il principe.
Ma fu il mito di Aracne a sconvolgere Baekhyun.
La giovane fanciulla era un’abile tessitrice e, un giorno, ebbe la pessima idea di sfidare Atena, dea della tessitura. Ella non si fece attendere e scese nel mondo mortale per dimostrare che era lei la migliore.
Durante la sfida, Aracne si dimostrò bravissima e la sua tela raffigurava con scherno gli dèi. Ciò fece infuriare Atena, che prima distrusse la tela della ragazza e poi la colpì con la sua spola. Aracne, per la disperazione, decise di togliersi la vita, ma Atena non aveva ancora placato la sua ira: la trasformò in un ragno, costringendola per tutta la vita a tessere dalla bocca, per punire la sua arroganza.
Il ragazzo chiuse di scatto il computer e lo allontanò da sé, come se potesse esplodere da un momento all’altro.
Era senza parole, sconvolto da tutto ciò che aveva letto. Capiva perfettamente perché Chanyeol gli aveva detto di non fare ricerche da solo: ciò che gli dèi avevano fatto era incomprensibile e terrificante.
Baekhyun non osava nemmeno immaginare cosa avrebbe scoperto su Poseidone se solo avesse cliccato il suo nome invece di quello di Atena.
Si alzò dalla sedia e si sgranchì: senza rendersene conto era rimasto seduto per più di un’ora.
Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza dell’Olimpo.
Andò nella cucina vuota e silenziosa e si versò un bicchiere d’acqua. Mentre beveva, notò la posta posata sopra il bancone della cucina: probabilmente ce l’aveva messa sua madre prima di andare a dormire.
La scorse senza troppa attenzione finché vide che per lui c’era solo una lettera dell’università. La prese, scoprendo ciò che c’era sotto: un volantino di un orribile colore verde oliva.
Lo osservò e lesse di cosa si trattava: a Muui si stava tenendo una mostra d’arte, o meglio, di scultura. Piegò il volantino e lo mise in tasca. Magari sarebbe stata un’idea per il suo primo appuntamento con Chanyeol e, chissà, avrebbe avuto modo di parlare con lui senza la pressione degli altri dèi e della combattiva Seulgi.
Perché, nonostante tutto, il forte sentimento che provava per Chanyeol gli impediva di mettersi al riparo, finché era in tempo.
 
 

Cerbero è il mastino a guardia della porta degli Inferi. È gigantesco e ha tre teste; il suo corpo non è ricoperto di pelo, ma di serpenti velenosi e il suo latrato è più simile a un tuono che al verso di un cane.
 

 

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Capitolo 18
*** 17. Diciassette (ἑπτά καὶ δέκα) ***


17. Diciassette
(ἑπτά καὶ δέκα)

 
 
 
Baekhyun si assicurò di avere il dépliant color verde oliva nella tasca dei jeans prima di entrare in classe. Visto ciò che era accaduto in biblioteca il giorno prima, si aspettava di vedere Chanyeol con un occhio nero o altri lividi, ma quando incrociò lo sguardo con quello del ragazzo alto, sembrava non fosse accaduto nulla. Niente scazzottata tra dèi, niente pugni in pieno viso da parte di un’infuriata Atena, niente di niente.
Chanyeol era perfettamente sano e sorridente, come al solito.
- Buongiorno, piccolo sonnambulo - lo salutò quando Baekhyun andò a sedersi al suo posto - Dormito bene?
Il ragazzo alzò un sopracciglio e si assicurò che Luhan, accanto a lui, fosse distratto.
- Tu piuttosto, stai bene? Ieri Seulgi te le ha date di santa ragione…
Chanyeol si imbronciò: - Ehi! Io le ho date di santa ragione a lei!
- Non è questo il punto! Vi siete picchiati e oggi tu sembri stare bene.
- Sono un dio - chiarì Chanyeol, gonfiando il petto - Un buffetto del genere non mi fa niente. E poi, quella non è stata nemmeno la litigata più violenta che io e lei abbiamo avuto. E nemmeno la più divertente.
Baekhyun lo guardò come se fosse impazzito. Ma forse quella era la normalità per un dio dell’Olimpo.
- Ad ogni modo - disse, guardando dritto davanti a sé - Non mi piace la violenza.
Chanyeol aprì la bocca per rispondere, ma rimase impalato, frastornato.
- Oh, ehm… io…
- Non devi giustificarti - gli disse Baekhyun, senza però voltarsi a guardarlo - Sappi solo che se devi vantarti con me di quanti pugni dai ai tuoi amici, non riceverai delle congratulazioni e una pacca sulla spalla.
Non ricevendo risposte o commenti dal ragazzo accanto a lui, Baekhyun fece un respiro profondo e si voltò a guardarlo.
Chanyeol era visibilmente pensieroso: la sua fronte era aggrottata e gli occhi fissavano un punto indefinito davanti a lui. In più, aveva portato la matita alla bocca e la stava mordicchiando nervosamente.
Il ragazzo si sentì in colpa per avergli dato quella strigliata, ma un attimo dopo capì che era la cosa giusta: Chanyeol gli piaceva e la sua cotta per lui stava diventando sempre più forte e destabilizzante, ma non per questo avrebbe buttato all’aria i suoi principi e la sua educazione. I suoi genitori gli avevano insegnato a essere sempre gentile, educato e contrario alla violenza.
Lui non pretendeva che Chanyeol cambiasse il suo carattere per lui, anche perché era il dio Poseidone, non un ragazzo qualsiasi, ma almeno sperava di potergli trasmettere un po’ di buonsenso.
La lezione era iniziata da qualche minuto e la professoressa di storia stava iniziando la sua spiegazione, quando Baekhyun prese dalla tasca il volantino verde e lo mise sul banco di Chanyeol.
Il ragazzo alto lo fissò confuso, prima di afferrarlo per sfogliarne le pagine.
- Ti va di andarci insieme? - chiese Baekhyun, bisbigliando per non farsi scoprire a parlare.
Chanyeol accennò un sorriso: - Sembra carino: una mostra di sculture. È un appuntamento, Baek?
Baekhyun arrossì, suo malgrado: - Dobbiamo ancora avere il nostro vero primo appuntamento, perciò sì.
Il ragazzo alto ridacchiò e gli restituì il volantino: - Oggi pomeriggio, va bene? Ci vediamo lì?
Baekhyun annuì e lasciò comparire un enorme sorriso solo quando Chanyeol si voltò nuovamente verso la professoressa.
Finalmente avrebbero avuto il loro appuntamento e non ci sarebbero stati migliori amici imbarazzanti, strani parenti o nemici giurati. Sarebbero stati due timidi e imbarazzati ragazzi più o meno normali.
 
***
 
Quando Baekhyun arrivò al luogo dell’incontro, Chanyeol lo stava già aspettando. Il ragazzo fece gli ultimi passi rallentando, per avere il tempo di guardarlo prima che l’altro, con il suo sguardo, lo mettesse in soggezione.
Era evidente che aveva dato alla loro uscita la stessa importanza che le aveva dato Baekhyun, visto che la comoda e larga felpa che usava a scuola era sparita, lasciando il posto a un maglioncino grigio, sopra i jeans scuri. Chanyeol aveva pettinato i capelli sempre arruffati e le sue mani erano infilate nelle tasche dei pantaloni, mentre il suo sguardo era fisso a scrutare l’entrata della mostra.
Quel ragazzo era davvero troppo bello, troppo imponente, troppo… semplicemente troppo.
Baekhyun si arrestò e per un secondo gli balenò per la mente l’idea di fare dietrofront e inventare una scusa per annullare l’appuntamento.
Ma davvero lui credeva di poter avere una storia romantica con un dio dell’Olimpo?
Senza quasi che se ne rendesse conto, fece un passo indietro e poi un altro.
Improvvisamente, però, Chanyeol voltò il viso e i loro occhi si incontrarono e, come se fosse stato attratto da una calamita, Baekhyun abbandonò i suoi propositi di fuga e lo raggiunse.
- “La famosa ed eclettica scultrice Ahn Hani”, carino… - lesse Chanyeol, dal cartellone appeso fuori l’entrata della mostra - “Presenta la sua nuova mostra di sculture dedicata alla nostra bellissima isola: Muui”.
Baekhyun ridacchiò e indicò le righe successive: - A quanto pare questa Ahn Hani ha preso ispirazione da noi.
- Chissà, magari dentro troveremo anche una tua scultura - Chanyeol sorrise e si piegò leggermente, per dare a Baekhyun un bacio sulla guancia - Sei davvero carino, piccolo sonnambulo.
Baekhyun arrossì completamente e si concentrò a scacciare dai jeans chiari un granello di polvere invisibile, pur di non guardare Chanyeol negli occhi.
- Scusa per il ritardo, ma io…
- Ero io a essere in anticipo - lo interruppe il ragazzo alto - Ero impaziente di vederti.
Baekhyun gli diede un leggero spintone, facendolo ridere.
- Smettila di mettermi in imbarazzo.
Chanyeol rise ancora più forte e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, gli prese la mano. Baekhyun sentì una scossa elettrica attraversargli tutto il corpo e si lasciò guidare all’interno dello stabile, mentre la sua mente era irrimediabilmente in subbuglio.
Non era mai stato a una mostra di sculture e la vista di tutte quelle statue meravigliose lo lasciò a bocca aperta. L’atrio era circolare e, lungo tutto il diametro, erano ordinate delle statue dai dettagli perfetti.
Baekhyun lasciò la mano di Chanyeol per avvicinarsi a una di esse e ne rimase incantato: era come se quelle statue fossero solo momentaneamente ferme, pronte per muoversi da un momento all’altro e dargli il benvenuto.
In realtà non tutta la mostra era dedicata a Muui, ma era comunque divisa in base alle città del mondo: New York, Parigi, Mosca, Bombay, Tokyo…
Ogni sezione aveva le sue statue a tema. Nella sezione di Parigi. Baekhyun poté vedere i famosi artisti, con i baffi lunghi e il basco in testa, e le donne con la baguette sotto il braccio. Nella sezione di Tokyo. vide un gruppetto di geishe e dei bambini che mangiavano gli yakitori, indicando un punto sopra le loro teste.
Era come avere tutto il mondo racchiuso in quell’anonimo edificio.
Per Baekhyun, che non aveva mai lasciato la sua piccola isola, era come vivere in un sogno.
Quasi si era dimenticato di Chanyeol, che lo seguiva sorridendo.
- Sembra ti piaccia. - commentò il ragazzo alto, all’ennesima espressione di sorpresa da parte di Baekhyun.
- È bellissimo! Tu sei stato in tutte queste città?
Il ragazzo alto fece spallucce: - Certo che ci sono stato.
- Per cercare Eros?
- Non solo. Il mondo mortale era a nostra completa disposizione molti anni fa. Potevo andare ovunque volessi semplicemente seguendo la corrente del mare.
- Beato te - commentò Baekhyun, mettendo un leggero broncio - Mi piacerebbe così tanto viaggiare! Ogni sera in un luogo diverso, nuove persone da conoscere, cibi tipici da provare…
- Lo puoi fare, Baekhyun - ribatté Chanyeol, abbassandosi per avere il viso del ragazzo alla stessa altezza del suo - Prendi una nave e parti. La proteggerò io.
Baekhyun ridacchiò, ma poi si rese conto che Chanyeol non stava affatto scherzando.
- Non posso semplicemente andarmene. Qui ho la mia famiglia e i miei amici.
- Saranno qui ad aspettarti quando tornerai - rispose Chanyeol - Ulisse è stato via vent’anni, ma quando è tornato a Itaca sua moglie e suo figlio lo stavano aspettando. Pure il suo cane ha aspettato il ritorno del suo padrone, prima di morire.
- Non credo che sia la stessa cosa.
- È esattamente la stessa cosa - Chanyeol gli prese le mani e lo guardò negli occhi - Non permettere a niente di tenerti imprigionato qui. Tu hai il diritto di vedere il mondo e so che quella tua mente sveglia e brillante sarebbe saziata, mentre qui è bloccata in una quotidianità che prima o poi ti farà esplodere.
Baekhyun abbassò lo sguardo. Sapeva che Chanyeol aveva ragione, ma lui si sentiva un piccolo granello di sabbia nella sua isola. Non era pronto ad affrontare il mondo lì, sulla terra ferma. Non era pronto a solcare i mari in un viaggio come quello di Ulisse.
Ma cosa credeva Chanyeol? Che fosse così facile?
Sapere che il ragazzo che gli piaceva era un dio dell’Olimpo lo faceva sentire ancora più minuscolo e insignificante.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Chanyeol gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a risollevarlo.
- Tu sei coraggioso e lascerai questa piccola isola, Baekhyun. Ti prometto che, quando avremo trovato Eros e rispedito i Titani nel Tartaro, tu e io andremo a fare il giro del mondo.
Baekhyun si lasciò sfuggire una risatina incredula: - Non ci credo.
- Te lo sto promettendo. Non credi alle promesse di un dio? - chiese Chanyeol, per poi alzare gli occhi al cielo - Va bene, a questo non rispondere. Però dico davvero, andremo a vedere cosa c’è là fuori.
Baekhyun regalò a Chanyeol il suo luminoso sorriso, prima di abbracciarlo con quanta più forza aveva.
- Grazie.
- Non ringraziarmi, piccolo sonnambulo - rispose il ragazzo alto - E ti dirò di più: forse non sarà nemmeno necessario avere una nave per solcare i mari.
L’espressione confusa del più basso fece ridere Chanyeol: - Un giorno ti presenterò un mio amico.
- Mi lasci sempre con mille dubbi e domande - si lamentò Baekhyun, passando alla sala successiva - Quando mi chiarisci una cosa, me ne lasci altre dieci confusionarie.
La risata di Chanyeol spezzò il silenzio che era presente nella grande sala denominata “Roma”.
Baekhyun fece scivolare lo sguardo su tutte le sculture, per poi iniziare a camminare tra esse, ammirandole una dopo l’altra.
- Queste sculture sono… assolutamente magnifiche.
- A me sembrano solo inquietanti. - ribatté Chanyeol, fermandosi a fissare la statua di una donna, nella moderna Roma.
Non poteva avere più di vent’anni e guardava dritto davanti a sé. I lunghi capelli le fluttuavano intorno e le labbra erano semiaperte, come se stesse per dire qualcosa. Ma era stata la sua espressione a mettere i brividi a Chanyeol.
Era come se fosse sorpresa, sconvolta e confusa allo stesso tempo. Come se fosse spaventata.
- È magnifica, non trovate?
Quell’interrogativo improvviso fece sussultare entrambi i ragazzi, che subito si voltarono. Affacciata alla sala dedicata a Roma c’era una giovane donna fasciata in un lungo abito verde oliva, lo stesso brutto colore del volantino, e al collo aveva legato un foulard nero.
Voltava la testa a destra e a sinistra, ma era impossibile capire se stesse guardando Baekhyun o Chanyeol, perché i suoi occhi erano coperti da dei grandi e scuri occhiali da sole. I lunghi capelli castani, che le arrivavano a metà schiena, erano tinti sulle punte di verde scuro.
Teneva con la mano destra un bastone bianco e lo picchiettava a terra seguendo un ritmo indefinito. La donna fece scorrere le lunghe dita sul capo del bastone e solo in quel momento Baekhyun notò che vi era raffigurata la testa di un serpente, con la bocca aperta e la lingua biforcuta.
Nonostante gli occhiali le coprissero parte del volto, era evidente che era una donna molto bella e, quando sorrise, il suo viso sembrò illuminarsi.
- Non sono stati molti i visitatori oggi, perciò vi prego di scusare la mia interruzione. - disse, facendo un piccolo inchino.
- Oh, non si preoccupi - intervenne subito Baekhyun, sorridendo - Lei è l’artista, vero?
- Esatto, sono Hani. Ho creato io le sculture che state osservando.
La donna rispose a Baekhyun, ma il suo sguardo nascosto sembrava vagare per la sala, senza mai soffermarsi in un punto preciso.
- So cosa vi state chiedendo: come ha fatto a creare tanta meraviglia senza poter vedere nulla?
Baekhyun e Chanyeol si guardarono confusi, ma poi capirono quasi nello stesso momento: l’artista era cieca.
- Come ha fatto a sapere cosa stavo guardando? - chiese Chanyeol, indicando la statua della ragazza romana.
Ahn Hani entrò finalmente nella sala e si avvicinò a lui, facendo picchiettare il bastone sul pavimento. Nella grande sala, l’eco che creava aveva un che di inquietante.
La camminata di Hani era così fluente e delicata che sembrava stesse strisciando, più che camminando.
Una volta raggiunto, con un movimento fulmineo, posò le mani sulle guance di Chanyeol, facendolo irrigidire.
- Sentivo la tua voce, da quale punto della stanza proveniva. Conosco a memoria ogni mia creazione e il luogo esatto in cui è stata posizionata.
Incuriosito, Baekhyun si era avvicinato e osservava la donna, ammirato.
- Riesce a scolpire anche se non ci vede? - chiese incuriosito.
Sul viso di Hani si aprì un sorriso malizioso.
- Oh caro, io vedo con gli occhi della mente. Tocco ogni cosa con le mie dita e la immagino.
Mentre parlava, le sue lunghe e affusolate dita scorrevano sul viso di Chanyeol, toccandogli il mento, le labbra, il naso.
- Quando è tutto ben impresso nella mia mente, lo scolpisco.
- È affascinante! - commentò Baekhyun.
- Certo, meraviglioso. - disse ironicamente Chanyeol, facendo un passo indietro per sfuggire alle mani dell’artista.
La donna volse il viso verso di lui e al ragazzo alto sembrò lo stesse guardando dritto negli occhi.
- Sei sempre stato così scontroso e arrogante. - disse in un sussurro quasi impercettibile.
- Come, prego? - chiese Chanyeol, ma la donna gli aveva già dato le spalle.
- Sento che stanno arrivando dei nuovi ospiti.
Improvvisamente com’era arrivata, Hani lasciò la stanza scivolando via.
I due ragazzi rimasero immobili e confusi dalla stranezza di quella giovane donna.
- È da ammirare, non trovi? - disse Baekhyun - Nonostante le manchi la vista, riesce a creare qualcosa di bellissimo. Io non so se ci riuscirei.
- Meglio se non lo scopri mai. - commentò Chanyeol, facendo scorrere la propria mano sul viso, come per scacciare il tocco di Hani. - La prossima è proprio la sezione dedicata a Muui.
Baekhyun batté le mani tra loro e afferrò il braccio di Chanyeol.
- Non vedevo l’ora! Secondo te c’è davvero una statua che mi rappresenta? Oh, ma non ricordo che quella donna mi abbia mai toccato, perciò temo di no…
L’entusiasmo di Baekhyun era così contagioso, che Chanyeol dimenticò il turbamento che le mani di Hani gli avevano dato.
C’era qualcosa di ambiguo in lei e aveva una strana sensazione. La sensazione di averla già conosciuta.
Quando entrarono nella sala dedicata a Muui notarono subito la differenza con le altre: qui le sculture erano un numero minore ed era evidente che fossero più recenti, perché non c’erano i piccoli graffi o le scheggiature che avevano le altre statue, segno che erano state spostate molte volte da un luogo all’altro.
La mano di Baekhyun scivolò dal braccio di Chanyeol fino alla sua mano, mentre lo trascinava a guardare le opere d’arte.
- Wow! Queste persone le conosco! - esclamò Baekhyun - I dettagli sono incredibili.
- Deve aver toccato davvero bene ogni cosa. - borbottò Chanyeol e l’altro si voltò a guardarlo.
- Pessima battuta.
Il ragazzo alto sospirò e si costrinse a sorridere. Non voleva rischiare di distruggere l’entusiasmo che stava dimostrando Baekhyun e vederlo così felice lo faceva stare bene. Avevano ancora solo poche sale e poi se ne sarebbero andati lontano da quell’edificio che racchiudeva qualcosa di sospetto e che lo faceva sentire così strano.
- Perdonami. Hai ragione, queste statue sono fatte davvero benissimo.
Il sorriso si allargo sul viso di Baekhyun: - Chissà perché quella donna ha deciso di dedicare le sue opere proprio a Muui. Insomma, quasi nessuno sa che esistiamo.
- Evidentemente ti sbagli - commentò Chanyeol - Inoltre questa potrebbe essere un’occasione per Muui di farsi conoscere in giro per il mondo.
- Non so se voglio un’orda di turisti nella mia pacifica isola - disse Baekhyun ridacchiando - E poi, più gente nuova arriva, più sarà difficile trovare Er…
Le parole improvvisamente gli morirono in gola e il ragazzo impallidì: davanti a lui c’era una statua del signor Song.
Baekhyun si sentì invadere da una profonda tristezza e lasciò andare la mano di Chanyeol.
- Va tutto bene, piccolo sonnambulo?
Il ragazzo annuì lentamente: - Questo è il signor Song. È il proprietario della gelateria.
Chanyeol gli fece capire con lo sguardo di continuare: non gli era chiaro perché vederlo lì lo avesse turbato così tanto.
- Vedi, qualche giorno fa è scomparso. L’ho visto al telegiornale proprio ieri.
- Mi dispiace, Baek.
- È un uomo così gentile - continuò Baekhyun - Mi mette sempre il biscotto sul gelato, anche se non lo chiedo.
Chanyeol sorrise dolcemente e portò le dita alla nuca di Baekhyun, facendole scorrere delicatamente tra i suoi capelli.
- Vedrai che lo troveranno presto. Magari si è solo perso.
Il ragazzo annuì grato, ma entrambi sapevano che, essendo una piccola isola, scomparire non era così facile come sulla terraferma.
Su un’isola o ti trovavano subito, o eri finito in mare.
Baekhyun si allontanò dalla statua del signor Song e passò alla successiva.
La guardò attentamente e poi passò a quella dopo.
C’era qualcosa che…
- Che strano. - disse in un sussurro.
Chanyeol lo fissava confuso, mentre Baekhyun passava da una statua all’altra, ora febbrilmente.
- Io non… non capisco.
Le sculture rappresentavano la sua insegnante di piano, il giovane fattorino della pizzeria, il postino, il signor Min, vicino di casa di Doyeon.
Sapeva che quelle persone erano collegate tra loro, ma non gli era chiaro come finché il suo sguardo non si posò nuovamente sul signor Song.
- Sono gli scomparsi. - capì, incredulo.
Chanyeol gli si avvicinò: - Cosa?
- Tutte queste persone - spiegò - Sono scomparse da qualche giorno. Qualcuno anche da una settimana.
Il ragazzo alto si guardò intorno, silenzioso.
- È strano, non credi? Quante possibilità c’erano che quella donna scolpisse proprio tutte le persone che sono sparite misteriosamente?
- Nessuna. - rispose lievemente Chanyeol - Non è strano, è un attacco.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia: - Cos…
- Dobbiamo andare via! - esclamò improvvisamente il più alto, afferrando il braccio di Baekhyun - Presto!
- Aspetta, non capisco.
Baekhyun provò a fare resistenza, ma la presa di Chanyeol era ferrea e, più lui si divincolava, più l’altro stringeva. Erano arrivati alla sala di Bombay, quando Baekhyun non resistette più.
- Mi stai facendo male! - esclamò, con gli occhi lucidi di lacrime.
Come se quelle parole gli avessero dato la scossa, Chanyeol lasciò andare il braccio di Baekhyun, che se lo massaggiò subito.
- M-mi dispiace, io…
- Ma che ti prende? Perché invece di trascinarmi fuori non mi spieghi?
Chanyeol controllò che nessuno stesse arrivando, prima di tornare da Baekhyun e prendergli delicatamente il braccio.
- Scusa, non volevo farti male. - disse a bassa voce, poi prese un respiro profondo - Credo di aver capito chi è questa Hani. Ed è pericolosa, perciò devo portarti subito via da qui.
- Chi è? - chiese Baekhyun, incuriosito e spaventato allo stesso tempo.
Chanyeol si guardò ancora intorno, prima di parlare.
- Medusa.
Baekhyun sgranò gli occhi: - Medusa? Ma…
- Non c’è tempo per spiegare adesso. - si affrettò a interromperlo Chanyeol - Tienimi la mano e non la guardare.
- Ma l’ho già guardata - ricordò il ragazzo - Eppure sto bene.
- Quegli occhiali coprono il suo sguardo. È guardarla direttamente negli occhi che può ridurti in pietra.
Baekhyun sentiva la testa scoppiargli per la confusione e la paura, ma fece come Chanyeol gli aveva detto: gli prese le mano e tenne lo sguardo sulle proprie scarpe.
Il ragazzo alto riprese a camminare frettolosamente verso l’uscita, scrutando a destra e a sinistra per evitare l’incontro con Hani. Erano arrivati nel grande atrio, quando sentirono la voce della giovane donna.
- Andate già via?
Chanyeol si fermò e tenne lo sguardo puntato sulla porta che indicava la sicurezza.
- Abbiamo visto tutto, grazie. - rispose con un tono più calmo possibile ma, senza che la sentisse arrivare, Hani gli si parò di fronte.
Niente più picchiettio sul pavimento, ma le dita della donna stringevano ancora il bastone e ne accarezzavano la testa.
Chanyeol non spostò gli occhi da lei per non farle capire che aveva dei dubbi sulla sua identità.
- Vi è piaciuta la sezione di Muui? È in assoluto la mia preferita.
- Molto bella - rispose asciutto Chanyeol, stringendo più forte la mano di Baekhyun - Ora dobbiamo andare.
- Mi dispiace dobbiate già andare via. - disse Hani, afferrandogli il braccio e avvicinando le labbra al suo orecchio. La voce della donna diventò un leggero sussurro e Chanyeol sentì i suoi muscoli tendersi e prepararsi a combattere.
- Spero che presto poserete per una mia opera.
Baekhyun sentì un brivido lungo la schiena e, istintivamente, chiuse gli occhi.
Appena Hani fece un passo indietro, Chanyeol si affrettò a guadagnare l’uscita. Sentire il calore del sole sul viso convinse Baekhyun a riaprire gli occhi.
Nonostante fossero fuori, Chanyeol non aveva smesso di camminare velocemente, trascinandolo con sé.
- Come fa a essere qui? - chiese a nessuno in particolare.
- Sei stato tu a dirmi che forse altre creature mitologiche erano a Muui. - commentò Baekhyun - Mi sa che abbiamo trovato la prima.
- Ma non è possibile, non capisci? - esclamò l’altro, fermandosi improvvisamente in mezzo al marciapiede fortunatamente deserto.
- Medusa è morta! Perseo l’ha uccisa e le ha tagliato la testa.
Baekhyun arricciò le labbra, disgustato: - Temo sia risorta.
Chanyeol si passò le dita tra i capelli, frustrato.
- Impossibile.
- Beh, verifichiamo. Dove dovrebbe trovarsi ora questa testa tagliata?
 
***
 
- Atena!
Chanyeol entrò come una furia nella casa sulla scogliera, facendo sussultare visibilmente tutti coloro che erano in salotto.
- Atena! Seulgi!
Il ragazzo alto non attese che lei gli rispondesse e si avviò a grandi passi verso la biblioteca.
Avevano raggiunto in gran fretta la casa e Chanyeol aveva da subito messo in chiaro che, finché Medusa non fosse stata neutralizzata, Baekhyun non si sarebbe mosso da lì.
Il ragazzo guardò gli dèi presenti nel salotto e si sforzò di sorridere: - Ehilà.
- Cos’è successo? - chiese subito Wendy, allarmata.
- Ehm… è possibile che abbiamo incontrato un nemico. Ma lascerò che sia Chanyeol a parlarvene.
- Un nemico? Finalmente si combatte! - esclamò Jongin, balzando in piedi dal divano - Chi è? Uno che ho già affrontato?
L’entrata in salotto di Chanyeol, bloccò la risposta di Baekhyun.
- Dov’è Seulgi? - chiese agitato.
- Eccomi.
La ragazza apparve in quel momento, seguita da Suho e Irene. Ora nel salotto della casa c’erano tutti e Baekhyun si rintanò in un angolino. Era per l’ennesima volta in presenza delle maggiori divinità dell’Olimpo e vederli senza maschera gli faceva ancora un effetto terrificante. Chissà se si sarebbe mai abituato a quella situazione.
- Seulgi, dov’è il tuo scudo? - chiese Chanyeol, senza tanti giri di parole.
- Perché ti importa? - si mise subito sulla difensiva la ragazza, facendolo spazientire.
Baekhyun vide la sua mascella irrigidirsi e le sue mani stringersi a pugno.
Prima che Chanyeol facesse partire un’insensata litigata, gli posò la mano sul braccio.
- Abbiamo incontrato Medusa. - spiegò.
L’atmosfera nella stanza cambiò rapidamente e tutti si misero sull’attenti.
- Come? - chiese Suho, facendo un passo verso di loro - Non è possibile!
- Non ne ho la certezza assoluta, ma credo proprio sia lei. - disse Chanyeol.
Senza commentare nulla, Seulgi si affrettò a salire le scale e sparì al piano superiore.
Nella stanza tutti parlavano tra loro e facevano congetture e ipotesi. Alcuni davano delle spiegazioni plausibili, altri erano certi non fosse possibile.
Chanyeol si voltò verso Baekhyun e posò lo sguardo sulla sua mano, che gli toccava ancora il braccio.
- Se è lei, ti proteggerò. - sussurrò, guardandolo negli occhi.
Baekhyun sorrise e annuì: - So che lo farai.
Chanyeol stava per dire altro, ma i passi frettolosi di Seulgi lo costrinsero a voltarsi in direzione della ragazza.
Ora stringeva un grande e massiccio scudo, lavorato in ferro e rame. Le decorazioni erano dorate e brillavano alla luce del sole che entrava dalla finestra.
Il suo centro era totalmente piatto e vuoto.
- È sparita - disse Seulgi, con un filo di voce - La testa di Medusa che Perseo mi aveva donato è sparita.


 

Ciao a tutti, spero che la comparsa di Medusa sia stata un bel colpo di scena! 

Sono qui per, innanzitutto, ringraziare tutti voi che leggete la storia. Mi fa sempre molto piacere leggere i vostri commenti. 

Però, ho una cattiva notizia: purtroppo la Z e la Q del mio computer hanno deciso di abbandonarmi (non ridete). Anzi, a volte funzionano (tipo ora) e a volte no, perciò scrivere il nuovo capitolo è un'impresa più dura del previsto. Quindi dovrete avere un po' di pazienza per avere il nuovo capitolo, ma farò il possibile per tornare velocemente con tutte le lettere funzionanti :) 

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Capitolo 19
*** 18. Diciotto (ὀκτώ καὶ δέκα) ***


18. Diciotto
(ὀκτώ καὶ δέκα)
 
 
- Come può essere sparita? - esclamò Suho, afferrando lo scudo di Seulgi.
- Temevo fosse così - Chanyeol sospirò e si rivolse a tutti i presenti nella stanza - Io e Baekhyun siamo andati a una mostra di sculture in centro.
- Un appuntamento romantico? Ma che carini. - commentò ironicamente Kyungsoo, facendo arrossire Baekhyun.
Chanyeol gli lanciò un’occhiataccia che avrebbe benissimo potuto incenerirlo, ma non fece commenti, anzi continuò a spiegare ciò che era successo. Parlò agli altri dèi della mostra e della sezione di Muui, che aveva le statue di tutte le persone scomparse nell’ultimo periodo.
Ora Baekhyun capiva che non erano semplicemente spariti nel nulla: erano stati pietrificati da Medusa. Sperava che ci fosse un modo per riportarli alla loro forma umana e si ripromise di fare delle ricerche per tentare di salvarli.
- Sapevo di averla già vista - stava spiegando Chanyeol - Anche se non ricordavo dove. Finge di essere cieca per giustificare gli occhiali scuri che tiene anche al chiuso, ma sentivo che mi fissava dritto negli occhi.
- Peccato non li abbia tolti prima di farlo. - commentò acidamente Seulgi.
Prima che chiunque riuscisse a fermarlo, Chanyeol piombò su di lei e la spinse contro il muro, tenendo una delle sue grandi mani stretta intorno al collo della ragazza.
Baekhyun sussultò, ma fu l’unico a spaventarsi.
- Tu non devi permetterti di fare commenti in questa situazione. - sibilò il ragazzo alto.
Seulgi sogghignò e, quando parlò, sembrava senza fiato, segno che Chanyeol stava stringendo davvero forte sulla sua gola: - Lo sai che è colpa tua.
- Mia? Sei stata tu a…
- Basta così - intervenne Suho, posando la mano sul braccio di Chanyeol - Litigando e dandovi la colpa a vicenda non risolverete nulla. Dobbiamo capire un bel po’ di cose e ci servite entrambi.
Il ragazzo alto sembrava restìo a lasciare la presa, ma quando Suho pronunciò il suo nome, il vero nome, si decise a lasciare la ragazza. Seulgi portò subito una mano alla gola e tossì: - Tu sei fuori di testa! Vediamo che succederà la prima volta che userai questa stretta sul piccolo Baekhyun.
Tredici teste si voltarono all’unisono verso il diretto interessato e Baekhyun non riuscì a sostenere i loro occhi. Abbassò lo sguardo e, solo quando sentì la porta di casa sbattere, si accorse che Chanyeol era uscito dalla stanza.
- Dobbiamo fare il punto della situazione - disse Irene, con un tono di voce calmo ma glaciale - Andiamo in biblioteca.
Tutti obbedirono all’istante: la regina degli dèi aveva parlato.
Baekhyun non aspettò che se ne andassero tutti. Si avviò velocemente verso la porta e uscì in giardino, alla ricerca di Chanyeol.
Il ragazzo non si vedeva, ma Baekhyun sapeva perfettamente dove trovarlo.
Fece il giro della casa e scese una piccola pendenza che la divideva da una spiaggia privata. Chanyeol non gli aveva mai detto che casa sua dava su una spiaggia, ma quella era l’isola di Baekhyun e lui ne conosceva ogni angolo, anche il più nascosto.
Il ragazzo alto infatti era lì, con le mani nelle tasche e lo sguardo perso nella distesa d’acqua di fronte a lui.
- Chanyeol. - Baekhyun lo chiamò, ma lui non diede a vedere di averlo sentito. Se ne stava perfettamente immobile.
Il ragazzo si avvicinò e, una volta raggiunto, gli avvolse le braccia intorno alla vita, posando la testa sulla sua schiena.
- Cosa fai? - chiese l’altro, divertito.
- Ti ho intrappolato e ora dovrai rispondere alle mie domande. - spiegò Baekhyun e la risata roca di Chanyeol lo tranquillizzò un po’.
- Tu e la tua curiosità mi farete impazzire, prima o...
- Tu non mi farai male. - lo interruppe Baekhyun, sapendo che quello era il vero motivo per cui Chanyeol era così turbato - Fermarti sarebbe per me impossibile, ma so che non arriverai mai a quel punto.
- Come puoi esserne così sicuro? - chiese il più alto, in un sussurro - Come puoi sapere che un giorno non mi arrabbierò con te e ti ucciderò?
Baekhyun sentì un brivido lungo la schiena, ma nonostante tutto ne era certo: Chanyeol non sarebbe mai stato così violento con lui.
Lo costrinse a voltarsi e lo guardò dritto negli occhi. Era ben consapevole di non incutere molto timore, ma sperava che il suo sguardo serio bastasse.
- Hai sicuramente dei problemi di controllo della rabbia, ma possiamo lavorarci. In ogni caso so che saprai trattenerti se sarai arrabbiato con me, perché tu sai che puoi farmi male e mi vuoi bene e…
Baekhyun arrossì suo malgrado, mentre diceva quelle parole.
- Ti voglio bene? - chiese Chanyeol, allungando una mano per posarla sulla guancia del più basso. - Non si sente molto spesso che un dio dell’Olimpo voglia bene a un mortale.
- D’accordo, saremo i primi allora - concluse Baekhyun, sorridendo timidamente, ma poi tornò serio - Credo davvero che tu e Seulgi dobbiate fare pace, o almeno trovare il modo di sopportarvi a vicenda.
- Credimi, lo stiamo già facendo - rispose Chanyeol, facendo scorrere le dita tra i capelli - Se dessimo libero sfogo alla nostra furia, te ne accorgeresti.
- Però… io non capisco. Perché non riuscite a passarci sopra?
Il ragazzo alto sorrise per l’ingenuità di Baekhyun e fece spallucce: - Siamo dèi. Siamo arroganti, rancorosi, orgogliosi, competitivi. È la nostra natura e l’odio tra me e Seulgi dura da troppo tempo perché possiamo sistemarlo con una semplice stretta di mano.
- E in questo rapporto di odio, come c’entra Medusa? - chiese Baekhyun e notò subito come Chanyeol si fosse irrigidito.
Era evidente che quell’argomento fosse delicato, ma visto che dovevano sconfiggere Medusa, lui doveva sapere.
Chanyeol lasciò passare ancora qualche minuto, prima di sedersi sulla spiaggia e iniziare a raccontare.
- Medusa era una fanciulla bellissima e incredibilmente intelligente, con lunghi capelli castani e occhi dello stesso colore del profondo del mare. Si immergeva spesso in acqua e mi pregava per proteggerla e per difendere la sua casa dalle intemperie. Io, beh, essendomi molto devota la osservavo spesso ed era così bella che… mi sono invaghito di lei.
Baekhyun gli si sedette accanto, rapito dalla storia: - Ma non era un mostro con dei serpenti al posto dei capelli?
Chanyeol ridacchiò: - Quello è successo dopo. Inizialmente non era così.
- Oh, perciò ti sei innamorato di lei.
- Non mi sono innamorato - chiarì Chanyeol - Era bella e la volevo. Un giorno sono uscito dal mare dopo che lei c’era stata per pregarmi e l’ho seguita. Ha attraversato tutta la città per andare in un tempio: quello di Atena. Appena è entrata nel tempio deserto, sono uscito allo scoperto e le ho detto chi ero. Era sorpresa e spaventata, ma quando ha saputo cosa volevo da lei non ha opposto molta resistenza.
- E cosa volevi da lei? - chiese Baekhyun, ma appena posta la domanda lo capì e le sue guance si colorarono di rosso acceso - Ah.
- Già - Chanyeol alzò un sopracciglio - Sapevo che non era giusto nei confronti di Atena, ma non mi importava molto. Ero troppo preso dall’eccitazione e dal desiderio e Medusa non si impegnò molto per fermarmi. Oppose resistenza solo per qualche attimo, ma poi si lasciò andare e… beh, hai capito.
- L’avete fatto lì? Nel tempio di Atena?
A Baekhyun tornò improvvisamente in mente la sera in cui Luhan gli aveva elencato tutti i posti strani in cui aveva fatto sesso. Beh, Poseidone avrebbe sicuramente vinto.
- Esatto. Atena però ci sorprese e la sua furia colpì crudelmente Medusa. La ragazza le era molto devota ed era una delle sue predilette. Il fatto che avesse compiuto un tale atto nel suo tempio, per di più con me, l’aveva fatta infuriare. Trasformò Medusa in un orribile mostro, con ali d’oro, artigli di bronzo e zanne da cinghiale. I suoi lucenti capelli diventarono serpenti e i suoi bellissimi occhi blu si trasformarono in armi in grado di pietrificare chiunque la guardasse. La trasformò in una Gorgone.
- Una Gorgone?
Chanyeol annuì: - Le Gorgoni erano tre e Medusa era l’unica mortale tra loro. Ognuna di loro rappresentava una perversione. Steno la perversione morale, Medusa quella intellettuale ed Euriale…
Il ragazzo lanciò un’occhiata a Baekhyun: - La perversione sessuale.
Il ragazzo arrossì violentemente, facendo ridere il più alto.
- Smettila di mettermi in imbarazzo! Spiegami piuttosto cosa è successo dopo.
Chanyeol si asciugò una lacrima invisibile e continuò il suo racconto.
- Come puoi immaginare, Medusa non era più la dolce e devota fanciulla di un tempo, era diventata un mostro terribile e pietrificava senza pietà chiunque avesse la sfortuna di incontrarla. Perseo venne mandato a ucciderla e partì alla sua ricerca, con uno scudo donatogli da Atena e una falce di Ermes. Fu una battaglia furiosa e Perseo era svantaggiato, non potendo guardare direttamente il suo nemico. Stava per venire sconfitto, quando si accorse che l’immagine di Medusa si rifletteva sullo scudo che gli era stato donato, così lo sfruttò a suo vantaggio. Riuscì ad avvicinarsi abbastanza a Medusa da decapitarla. Mise subito la sua testa in un sacco, visto che il potere di pietrificare era rimasto, e la portò in dono ad Atena che la pose al centro del suo scudo. Come hai visto prima, ora la testa è sparita.
Baekhyun aveva ascoltato la storia a bocca aperta, incredulo. Non sapeva che parole usare per commentare.
Voleva dire qualcosa di intelligente o arguto, ma l’unica parola che riuscì a pronunciare fu: - Wow.
Chanyeol sorrise tristemente: - Lo so, non è una bella favola.
- Quel Perseo doveva essere molto coraggioso.
- Lo era. Un ragazzino furbo e abile. Atena lo adorava.
- Perciò, com’è possibile che ora Medusa sia tutta intera? - chiese Baekhyun e Chanyeol sospirò osservando il mare, come se da esso potesse arrivare la risposta.
- Non ne ho idea. Forse quando è arrivata nel mondo mortale si è annullato ciò che le è successo.
- Infatti i suoi capelli sono normali. - constatò Baekhyun e posò un dito sul mento, in un’espressione pensierosa.
Chanyeol lo guardò sorridendo e non riuscì a trattenersi dal dargli un buffetto sulla guancia.
- Torna a casa, piccolo sonnambulo, e non uscire per nessun motivo.
Baekhyun si voltò a guardarlo, come se avesse detto un’assurdità: - Non dire sciocchezze! Pensi davvero che andrò a chiudermi in casa?
- Sì.
- No! Io resto qui e ti aiuto a trovare un modo per uccidere Medusa.
Chanyeol si lasciò sfuggire una risata: - Temo che dovremo di nuovo tagliarle la testa.
Baekhyun arricciò le labbra, disgustato, ma la sua espressione tornò subito determinata.
- D’accordo, magari questo me lo risparmio.
Il ragazzo alto rise ancora, finalmente libero da brutti pensieri e si alzò, porgendo poi una mano a Baekhyun.
Entrarono in casa e raggiunsero subito gli altri in biblioteca. La stanza, che solitamente era semivuota e ospitava solo lui, Chanyeol e a volte Seulgi, ora era occupata da tutti gli dèi dell’Olimpo. Non stavano solo consultando i grossi volumi polverosi, ma la maggior parte di loro stava preparando un vero arsenale da guerra.
Il grande e antico tavolo era ricoperto da armi di ogni genere, sistemate ordinatamente dai loro possessori. Baekhyun poté vedere due archi, uno d’oro e uno d’argento, un numero incalcolabile di lance, spade, bastoni, scudi di ogni forma e misura.
Il ragazzo fissò a bocca aperta tutte quelle armi e improvvisamente sentì il peso di ciò che stava per succedere.
Allungò una mano verso il bellissimo arco dorato e lasciò che le sue dita si posassero sull’oggetto. Era freddo al tocco e ben presto si trovò a delineare con le dita le lavorazioni presenti. Era l’oggetto più bello che Baekhyun avesse mai visto, nonostante fosse un’arma mortale.
- È stupendo, non trovi?
Sentendo la voce atona che arrivava alle sue spalle, Baekhyun sussultò e spostò subito la mano dall’arco. Dietro di lui c’era Sehun che, in un attimo, afferrò l’arma e se la passò da mano a mano.
- È mio. L’ha fatto Efesto, volevo dire Chen, apposta per me.
Baekhyun arrossì per essere stato scoperto a toccare l’arma di Sehun: - Hai ragione, è davvero bellissimo.
Accanto a Sehun apparve Yeri, che si allungò sul tavolo per prendere l’altro arco, quello d’argento, e la sua faretra.
- Questo invece è mio, fatto sempre da Chen.
Baekhyun lanciò un’occhiata in direzione del ragazzo nominato, che stava limando una spada per Wendy.
- Ha costruito lui tutte le vostre armi? - chiese incuriosito.
- Non tutte - rispose Sehun - Ha costruito l’elmo e i sandali alati di Xiumin, lo scettro e lo scudo di Suho…
- E l’arco e le frecce di Eros. - completò Yeri, facendo cadere l’intera stanza in un silenzio assoluto.
Suho, che fino a quel momento era rimasto in disparte a parlare con Kyungsoo e poi con Chanyeol, si spostò al centro della stanza e l’attenzione di tutti fu subito catturata da lui.
- Ascoltatemi, so che la ricerca di Eros è la nostra massima priorità, ma per qualche motivo a noi ancora sconosciuto, altre creature mitologiche sono qui nel mondo mortale moderno. Ora, se lasciassimo libera Medusa, non solo sarebbero in pericolo tutti gli abitanti di Muui, ma lo sarebbe anche Eros. Medusa potrebbe pietrificarlo senza sapere che è lui o, invece, farlo proprio per impedirci di riaverlo indietro.
- Dobbiamo andare da lei e farla fuori! - esclamò combattivo Jongin.
- Certo, così da farci ammazzare tutti - ribatté Seulgi - Abbiamo bisogno di una strategia.
- Magari qui c’è anche Perseo. Non potremmo cercalo e lasciare che se ne occupi lui? - sbuffò Joy, spostando dietro alle spalle i lunghi capelli neri.
- No, dobbiamo occuparcene noi e fare il prima possibile. - concluse Suho.
- Scusate - Baekhyun alzò istintivamente la mano per fare la sua domanda e tutti nella biblioteca si zittirono - Sarebbe una così brutta idea se io facessi da esca?
Il silenzio diventò così assoluto che Baekhyun era certo di poter sentire il suo cuore battere all’impazzata.
- Non dire sciocchezze! - esplose improvvisamente Chanyeol - Sei impazzito? Non esiste che io ti permetta di fare da esca!
- In realtà non sarebbe una cattiva idea. - ribatté Irene e lo sguardo che le rivolse Chanyeol avrebbe potuto incenerirla.
- È fuori discussione!
- Prima di sbottare così - continuò la giovane donna - Forse dovremmo ascoltare il piano di Baekhyun. Sempre se ne ha uno.
Tutti gli dèi si voltarono a guardare il ragazzo mortale, che tremò visibilmente.
- Ecco, io… beh, pensavo che Medusa probabilmente conosce l’aspetto di tutti voi, visto come ha puntato immediatamente Chanyeol appena l’ha visto. Anche se ero in sua compagnia, sono certo che non sospetta che io sappia la verità su di voi. In fondo, sono un semplice mortale.
- E potresti avere altre domande sulle sue opere, che ti portano a volerla incontrare - concluse Kyungsoo - Non è una cattiva idea.
- Se ci vede arrivare tutti insieme avrà il tempo di scappare, o… - cominciò Yeri, ma fu subito interrotta.
- Di pietrificare Baekhyun! - esclamò Chanyeol - Lo potrebbe pietrificare prima che riusciamo ad entrare in azione, non capite?
Il ragazzo alto fece scorrere lo sguardo sui visi di tutti i suoi compagni, ma non ne trovò nessuno che lo supportasse.
- Chanyeol… - provò a intervenire Baekhyun, ma ricevette solo un’occhiata furente.
- No, chiaro? Il tuo piano è bocciato. Ora armiamoci per andare da Medusa e tu… - indicò Baekhyun, posandogli un dito sul petto - Resti qui, al sicuro.
Viste la rabbia e la determinazione che emanava Chanyeol, nessuno ebbe il coraggio di contraddirlo e, poco a poco, ognuno tornò alla propria occupazione.
Baekhyun sospirò: era certo che il suo piano fosse buono, perché faceva sì che Medusa abbassasse la guardia e permettesse agli dèi di prenderla di sorpresa e ucciderla. Ma in parte capiva Chanyeol: nemmeno lui avrebbe fatto nulla per mettere volontariamente in pericolo il ragazzo alto. Si voltò verso di lui, ma si rese conto che quest’ultimo aveva lasciato la biblioteca.
Baekhyun si affrettò a raggiungerlo e lo vide in cima alle scale che portavano alle camere da letto.
- Chanyeol! - provò a chiamarlo e, sentendolo, il più alto si bloccò ma non si voltò verso di lui.
Baekhyun fece due gradini alla volta per raggiungerlo e si fermò di fronte a lui, sul gradino più in alto.
- Non arrabbiarti. Mi dispiace tanto, io…
Chanyeol però non lo lasciò finire. Prese il suo viso con le grandi mani e lo attirò più vicino a sé, posando poi le labbra sulle sue.
Baekhyun rimase sorpreso da quella reazione, ma la sua confusione durò solo pochi istanti: ricambiò subito il bacio, permettendo alla sua lingua di giocare con quella di Chanyeol.
Appena le mani del più alto si spostarono sulla sua schiena, si infilarono subito sotto la felpa di Baekhyun e andarono a toccare la pelle liscia, facendolo rabbrividire. Il ragazzo afferrò con le lunghe dita i capelli di Chanyeol e li tirò appena, facendolo ansimare.
- Devo farti vedere una cosa. - sussurrò il più alto, con le labbra ancora posate alle sue.
Baekhyun arrossì suo malgrado: - Oh, c-cosa vuoi farmi vedere?
Quando Chanyeol capì che Baekhyun aveva frainteso, rise divertito.
- Vieni. - disse prendendogli la mano e lo guidò verso la sua camera da letto.
Una volta entrati, al ragazzo tornò in mente la notte che, sonnambulo, si era infilato in quella stanza per provare ad aprire l’armadio di Chanyeol. Ed era proprio lì che il più alto si stava dirigendo.
Baekhyun ricordava ancora benissimo le sensazioni che aveva provato quando si era avvicinato all’armadio. Ricordava l’energia che sembrava scaturirvi, ricordava il suo richiamo e di aver sentito che lì era racchiuso tutto il mare.
Appena Chanyeol aprì entrambe le ante e rivelò cosa ci fosse all’interno, Baekhyun capì il senso di tutto.
Dentro l’armadio di Chanyeol, o meglio di Poseidone, c’era il suo tridente.
Il ragazzo alto lo afferrò e lo tolse dalla sua posizione, portandolo davanti a Baekhyun.
Era un’arma davvero imponente e, nonostante sembrasse pesante, Chanyeol riusciva a maneggiarla senza problemi. Se la teneva dritta, posata a terra, gli arrivava alle spalle e perciò era alta quanto Baekhyun.
Il manico era decorato con rilievi raffiguranti le onde spumose del mare e il suo colore tendeva al blu cobalto, azzurro e grigio.
Era un oggetto davvero affascinante e Baekhyun se ne sentì immediatamente attratto. Allungò la mano per sfiorarlo e, stavolta, Chanyeol non lo fermò.
- È bello, vero? - chiese e il ragazzo annuì in risposta.
- È come un'altra parte del mio braccio. Senza il mio tridente mi sento perso e nel mondo mortale non posso usarlo quanto vorrei, perciò lo tengo nascosto qui.
- Non ho mai visto niente di così…
- Meraviglioso? Letale? Sexy?
Baekhyun si lasciò sfuggire una risata: - Da quando conosci la parola sexy?
- Oh - Chanyeol gonfiò il petto, orgoglioso - Me l’ha insegnata Joy che l’ha imparata guardando quella vostra scatola nera che si illumina.
- La tv?
- Sì! Ha detto che sexy significa molto sensuale e irresistibile.
Baekhyun rise ancora di più: - Vero, significa questo.
- Joy ha detto che allora Jongin è sexy. E che anche io lo sono.
- Va bene, basta parlare di questo - Baekhyun arrossì e scosse la testa - Confermo che il tuo tridente è sexy, ma stavo per dire che è molto imponente.
- È la degna arma del dio del mare.
Baekhyun non poteva essere più d’accordo. Fece un passo indietro e guardò Chanyeol.
- E adesso che si fa?
- Andiamo da Medusa e le tagliamo la testa, possibilmente prima che lei ci pietrifichi.
Baekhyun deglutì a vuoto: quella missione era pericolosa e lui se ne rendeva perfettamente conto. Chanyeol e gli altri erano dèi, ma non erano di certo immuni al potere di Medusa. Avrebbe tanto voluto poter fare qualcosa per aiutarli, qualunque cosa.
Invece doveva restare un passo indietro e guardare i suoi amici e, soprattutto, il ragazzo di cui si stava innamorando, che lottavano per sconfiggere una terribile creatura mitologica.
Baekhyun era ancora immerso nei suoi pensieri alla ricerca di un modo per aiutare gli dèi, quando nella stanza entrò Joy.
- State facendo sesso prima della battaglia? Ah no, che noia.
Baekhyun arrossì e puntò gli occhi sul pavimento.
- Cosa vuoi, Joy? - chiese Chanyeol, sbuffando infastidito dall’interruzione.
- Forse Seulgi ha capito come mai non ci rendiamo conto che certi isolani sono creature mitologiche, al contrario di Chirone, che avete subito riconosciuto. Oltre alla trasfigurazione usano un’altra cosa per nascondersi ai nostri occhi e a quelli dei mortali.
Baekhyun e Chanyeol la ascoltavano in silenzio, perciò la ragazza continuò.
- Avete mai sentito parlare della foschia?
 


Eccomi tornata! Le Z e le Q hanno ripreso a funzionare da sole, perciò sono riuscita a scrivere qualche capitolo. 
Dunque, le cose si fanno sempre più interessanti e inquietanti per i nostri eroi. Riusciranno a sconfiggere Medusa? Dovrete aspettare ancora un po' per scoprirlo!
Per ora Chanyeol sembra essersi aperto con Baekhyun, ma sarà andata proprio come ha detto lui? 
Lo scoprirete solo continuando a leggere la storia... 
Per ora vi ringrazio tutti e vi saluto, ci si sente presto!

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Capitolo 20
*** 19. Diciannove (ἐννέα καὶ δέκα) ***



19. Diciannove
(ἐννέα καὶ δέκα)

 
 
 
- Avete mai sentito parlare della foschia?
Baekhyun aggrottò le sopracciglia, confuso: - Credo che la foschia che intendi tu non sia la stessa che intendo io.
- Seulgi l’ha capito qualche minuto fa, se volete scendere possiamo parlarne. Sempre che non abbiate intenzione di fare altro.
La ragazza ammiccò, facendo arrossire Baekhyun, che abbassò lo sguardo.
- Arriviamo subito. - le rispose Chanyeol e aspetto che lei uscisse dalla sua camera, prima di rivolgersi a Baekhyun - Questa storia non mi piace per niente.
- Sono sicuro che riuscirete a sconfiggerla - disse il ragazzo, accennando un sorriso - Voi siete dèi olimpici.
Il più alto annuì, passandosi il tridente da una mano all’altra: - Andiamo.
Nonostante tentasse di sembrare tranquillo, era evidente che Chanyeol fosse nervoso e dubbioso su come affrontare il problema che si era creato.
Una volta scesi, tornarono in biblioteca. Baekhyun stava per entrare nella stanza, quando fu costretto a fermarsi, facendo così finire Chanyeol contro la sua schiena.
Gli dèi non erano più soli: con loro c’era anche Cerbero.
- Perché lui è qui, Kyungsoo? - chiese Chanyeol, irritato.
- Innanzitutto rilassati - gli rispose il fratello, calmo - L’ho portato qui perché protegga il tuo prezioso mortale.
- Non ho bisogno della guardia. - protestò il ragazzo, ma quella spiegazione sembrava aver convinto Chanyeol.
- E poi, un po’ di compagnia gli farà bene. - continuò il dio degli Inferi.
- Non mi serve avere la compagnia di qualcuno.
- Non parlavo di te, ma di Cerbero - Kyungsoo accarezzò il cane dietro le orecchie e quello socchiuse gli occhi, in estasi. - Se ne sta sempre da solo. Inoltre potrete fare amicizia, visto che ormai vivi qui.
Baekhyun arricciò le labbra, ma in fondo Kyungsoo aveva ragione: meglio fare amicizia con quella macchina di morte sbavante.
Si avvicinò lentamente a Cerbero, allungando una mano verso di lui. Il cane, ancora distratto dalle carezze di Kyungsoo, non se ne accorse subito, ma quando vide la mano che si avvicinava, digrignò i denti e abbaiò.
- Buono, cucciolo. - lo redarguì Kyungsoo.
- Non credo sia una buona idea. - disse Baekhyun, tremando.
- Certo che lo è. Forza, accarezzalo.
- Questo mi stacca una mano.
- Non lo farà. - ribatté Kyungsoo, sbuffando - Avanti.
Baekhyun si guardò intorno, notando come gli altri dèi presenti lo stessero fissando, in attesa. Non voleva fare una figuraccia davanti a loro e, soprattutto, a Chanyeol. Si fece coraggio e riprovò ad avvicinare la mano alla testa del mastino infernale.
Il cane ringhiava e lo fissava con occhio truce, ma quando finalmente la mano di Baekhyun si posò sulla sua testa e prese a muoversi lentamente, il verso finì e Cerbero si calmò.
- Ora conosce il tuo odore - spiegò Kyungsoo, mentre il cane leccava la mano di Baekhyun - Non ti farà più del male.
Il ragazzo ridacchiò per il solletico e il suo cuore riprese a battere a un ritmo normale.
In quel momento, la porta in fondo alla biblioteca si spalancò e ne uscì Suho, seguito da Irene e Seulgi.
- Eccovi qui - disse, rivolto a Baekhyun e Chanyeol - Vi hanno detto ciò che abbiamo scoperto riguardo alla foschia?
I due ragazzi scossero la testa, perciò Seulgi fece un passo avanti.
- La foschia impedisce ai mortali di percepire elementi mitologici. È una specie di incantesimo che nasconde tutto ciò che è anomalo.
- Ma noi non siamo mortali. - fece notare Chanyeol.
- Questo è vero, ma ci siamo trasfigurati in esseri mortali. Evidentemente la foschia ha effetto anche su di noi, se non siamo nella nostra forma divina.
- Questo cosa significa? - chiese Baekhyun - Che Medusa ha usato la foschia per sembrarvi una persona comune?
- Esatto - continuò Irene - Chirone era trasfigurato, ma la sua essenza mitologica era percepibile, come il suo potere. Medusa ci ha nascosto tutto ciò, quindi ai nostri occhi è una persona come un’altra.
- Perciò se non percepiamo nessun altro, non significa che non ci sia - disse Chen - Ma semplicemente che si sta nascondendo ai nostri occhi.
- Perciò potrebbe esserci chiunque! - esclamò Joy, con tono melodrammatico - Il panettiere potrebbe essere Achille e il fruttivendolo Teseo.
- Direi di sì. - concluse Seulgi, chiudendo il tomo da cui stava leggendo la definizione di foschia.
- Scusate - disse Baekhyun - Ma non dovrebbero essere anche loro persone nuove sull’isola?
- La foschia imbroglia la tua mente, ti fa vedere ciò che vuole - spiegò Suho - Il tuo vicino di casa potrebbe essere il Minotauro arrivato ieri e tu lo saluteresti come se niente fosse.
- Perciò anche Eros potrebbe essere nascosto dalla foschia. - notò Chanyeol, ma Seulgi scosse la testa.
- È possibile, ma dev’essere presente anche un potente incantesimo. La foschia è ingannatrice, ma da sola non è così potente da nascondere un dio. Con una creatura minore può andare, ma un dio ha troppa forza, troppa potenza per poterla nascondere dietro una nebbiolina.
- Stessa cosa vale per i Titani allora - disse Wendy, preoccupata - Anche loro stanno usando un incantesimo.
- Loro ed Eros sono più nascosti - Suho sospirò e guardò Baekhyun - Ci dispiace averti coinvolto in questa storia.
Senza rendersene conto, guardò Chanyeol, che però sostenne il suo sguardo senza il minimo segno di resa.
- I-io… non c’è problema. - balbettò Baekhyun.
- È meglio andare - disse il ragazzo alto - Prima facciamo fuori Medusa, meglio è.
Afferrò il tridente che aveva momentaneamente appoggiato al tavolo, ma Suho gli posò una mano sul braccio.
- Tu non vieni.
Quelle semplici parole fecero piombare la stanza nel silenzio più totale. Chanyeol si irrigidì impercettibilmente e, quando parlò, la sua voce era bassa e glaciale.
- Come hai detto?
- Ho detto - ripeté Suho, in tono pacato - Che tu non vieni. Né tu, né Seulgi.
Sentendosi nominare, la ragazza soffocò un verso di sorpresa.
- Che cosa?
- Non puoi lascarci qui! - sbottò Chanyeol - Medusa…
- Siete troppo coinvolti con lei - spiegò Suho - E siete troppo arrabbiati l’uno con l’altra in questo momento. Non voglio andare a battermi sapendo che potrebbe esserci il rischio che voi due vi mettiate a litigare e a picchiarvi a vicenda. Non metterò in pericolo gli altri a causa vostra.
Baekhyun era senza parole e, dalle espressioni di Seulgi e Chanyeol, capì che anche loro non sapevano che dire.
- Avrete bisogno di noi, Zeus, non puoi lasciarmi qui! - esclamò ancora Chanyeol, che per la rabbia aveva dimenticato di usare il nome mortale.
- Possiamo benissimo cavarcela. - ribatté Suho, facendo segno agli altri di armarsi ed uscire.
- Non lo accetto! - continuò a protestate e il suo tono di voce si faceva sempre più furioso.
L’istinto di Baekhyun gli diceva di provare a calmare Chanyeol, ma poi ricordò le parole di Jongin e capì che era meglio non mettersi in mezzo quando era così arrabbiato.
- Zeus! - urlò Chanyeol e afferrò un braccio del fratello, facendolo voltare verso di sé.
Suho non disse nulla e si limitò a guardarlo negli occhi per qualche istante, prima che l’altro gli liberasse lentamente il braccio. Era come se con quello sguardo lo avesse narcotizzato e Chanyeol non protestò più, mentre tutti gli altri prendevano le loro armi e uscivano dalla biblioteca.
- Padre, aspetta! - esclamò Seulgi, seguendo Suho, che nel frattempo era uscito dalla stanza. - Porta almeno me! La strategia di battaglia che volete usare è una mia idea!
Rimasto solo con Chanyeol, Baekhyun provò ad avvicinarsi a lui che non si era mosso di un passo e continuava a fissare la porta da cui erano usciti gli altri, come in trance.
- Chanyeol. - provò ad attirare la sua attenzione, ma lo vide solo irrigidirsi.
Gli dispiaceva che fosse stato escluso così, ma una parte di lui non poteva che esserne felice. Sapere che Chanyeol sarebbe andato a battersi contro Medusa lo faceva preoccupare ed era terrorizzato di dover riavere il ragazzo alto sotto forma di statua. Inoltre, era rimasto molto sorpreso dal modo in cui il fratello era riuscito a calmarlo: lo aveva semplicemente fissato negli occhi e Chanyeol si era ammansito.
Non osava dirglielo, ma la decisione di Suho gli fece tirare un sospiro di sollievo.
Si spostò di fronte a Chanyeol e gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarlo.
- Mi dispiace. - cercò di usare un tono credibile, ma dal sorriso debole che gli rivolse Chanyeol capì che aveva fallito.
- Sei davvero un pessimo bugiardo.
Baekhyun ridacchiò: - D’accordo è vero, non mi dispiace affatto che tu non vada a rischiare la vita contro quel mostro. Preferisco averti qui, al sicuro.
Il ragazzo alto si sporse e posò le labbra sulla sua fronte.
- È così ingiusto! - esclamò Seulgi, fiondandosi nella stanza e interrompendo così il momento - Io ho capito che si trattava di foschia, io ho ideato la strategia e sempre io ho un conto in sospeso con Medusa.
- Non ti sembra di averle fatto abbastanza? - sbraitò Chanyeol.
La calma di poco prima era completamente scomparsa, per dare spazio alla rabbia.
- Cosa vorresti farle ancora?
- Punirla! Le taglierei la testa ogni giorno per l’eternità se potessi.
Chanyeol alzò gli occhi al cielo: - Sei davvero crudele.
- Disse il dio più iracondo e terribile dell’Olimpo.
- Okay! - intervenne Baekhyun, mettendosi fisicamente in mezzo ai due. Sapeva che era rischioso farlo, ma non voleva che iniziasse una rissa - Perché adesso noi tre non andiamo in salotto e, non so, ci vediamo un film?
I due dèi smisero di guardarsi in modo truce solo per spostare uno sguardo confuso su di lui.
- Un cosa?
Baekhyun trattenne a fatica una risata. Spesso dimenticava che quei ragazzi erano fuori dal mondo.
- Un film. Sapete, nella scatola nera che vi piace tanto ci sono delle persone che si muovono e che raccontano una storia. Sapete cosa potremmo vedere? Percy Jackson.
Visto che i due non reagivano, Baekhyun continuò: - Ma sì dai, Percy Jackson, il figlio di Poseidone che pensavano avesse rubato la folgore di Zeus…
- La folgore di mio padre è stata rubata? - esclamò sconvolta Seulgi.
- È un film. - chiarì subito Baekhyun, mettendo le mani avanti.
- Non ho nessun figlio che si chiama Percy! - sbottò invece Chanyeol, facendo alzare gli occhi al cielo al più basso.
- Un film!
- Ha detto Perseo - ribatté Seulgi, con stizza - Credevo che quelle enormi orecchie ti servissero a qualcosa.
- Perseo non era mio figlio! - rispose Chanyeol - Era figlio di Zeus.
- Sicuro? Magari ti sfugge qualcosa.
- Almeno io mi sono divertito.
- Divertito? Se ti divertiva aggredire!
- Sei soltanto una bacchettona.
- E tu un bastardo.
Baekhyun passava lo sguardo dall’uno all’altro come se i due stessero giocando una partita di tennis.
- Io ci ho provato - disse, ma le sue parole vennero ignorate - Andiamo, Cerbero. Vediamo cosa fanno in tv.
Uscì dalla biblioteca seguito dal cane nero, lasciando i due dèi ai loro battibecchi.
 
***
 
L’edificio in centro era inelegante e solo qualche striscione faceva intendere che lì si sarebbe svolta una mostra scultorea. Arrivati di fronte, Zeus divise gli dèi in due gruppi: uno sarebbe entrato dalla porta principale, mentre l’altro avrebbe cercato il retro, così da prendere Medusa sia di fronte che alle spalle, e in più non lasciarle possibilità di fuga.
Dovevano stare molto attenti, perché se Medusa fosse passata subito all’attacco, prima che se ne rendessero conto li avrebbe trasformati in statue.
Zeus, insieme a Ermes, Ares, Afrodite, Apollo e Artemide si avviò all’entrata principale. Intanto Dioniso, Era, Efesto, Demetra e Ade avrebbero fatto il giro dell’edificio.
A quell’ora la mostra era aperta al pubblico, ma era evidente che non stava avendo successo: nessuna fila alla biglietteria, nessun mortale intento a fotografare le statue, silenzio totale. Ermes stringeva il suo caduceo, scrutando a destra e sinistra, mentre camminava al fianco di Zeus. Il padre degli dèi li guidava disarmato, ma consapevole che in un attimo la sua folgore sarebbe arrivata tra le sue mani più potente che mai. Chiudevano il gruppo Apollo e Artemide, già con la freccia incoccata nei loro archi oro e argento.
Al centro del piccolo gruppo, Ares restava accanto ad Afrodite, pronto a colpire con la sua lancia chiunque avesse provato a farle del male.
Procedettero lentamente, facendo attenzione a ogni movimento, a ogni respiro, a qualunque cosa potesse tradire la presenza di Medusa. Intorno a loro, le statue sembravano fissarli trattenendo il fiato.
Zeus ebbe l’impressione che il tempo si fosse fermato e che loro fossero gli unici a potersi muovere liberamente. Era tutto immobile, bloccato in un preciso istante.
Ares, il più combattivo e abituato alle battaglie, fu il primo a parlare.
- Forse dovremmo dividerci ancora. Controllare tutte le stanze.
- Lo faremo - spiegò Zeus - Ma insieme. Nessuno rimarrà da solo.
- Restare uniti, eh? - commentò Afrodite - Non succede tanto spesso.
- Dovevano venire anche Poseidone e Atena - disse Apollo - Saremmo stati più forti.
- Silenzio. - li zittì Zeus, in ascolto.
Tutti trattennero il fiato e riuscirono a sentirli: dei passi.
Le armi si alzarono, pronte a fare la loro battaglia. Gli dèi si sparsero per la stanza, restando poi in attesa. Medusa non aveva scampo.
Mano a mano che i passi si avvicinavano, però capirono che qualcosa non andava. Subito non l’avevano notato, ma non era una sola persona a camminare, bensì di più.
Zeus sospirò e uscì dal suo nascondiglio, fronteggiando chi adesso stava entrando nella sala espositiva. Il suo sguardo venne ricambiato da quello di sua moglie Era.
I passi che avevano sentito erano quelli degli altri dèi.
- Ma… non avete incontrato Medusa? - li interrogò Ares.
- No, c’è un silenzio assoluto e lei non c’è - spiegò Ade - Abbiamo guardato in tutte le sale.
- Anche noi l’abbiamo fatto - disse Ermes - Ma allora dov’è?
Appena il messaggero degli dèi aveva concluso il suo interrogativo, tutti avevano capito.
Sapevano bene dov’era Medusa.
 
***
 
Baekhyun aveva dovuto aspettare solo qualche istante, prima che Chanyeol arrivasse in salotto e si sedesse sul divano, accanto a lui.
Poco dopo li raggiunse anche Seulgi, che si sedette sulla poltrona, con le gambe piegate sotto il corpo.
Il più basso aveva trovato una commedia romantica in tv e, nonostante non era certo fosse il genere adatto a due dèi olimpici, non c’era di meglio.
La tensione era palpabile e gli sembrava di poter percepire delle scosse elettriche che passavano da Chanyeol a Seulgi e viceversa. A parte l’odio trattenuto a stento, era felice che i due non si fossero ammazzati a vicenda, per di più distruggendo la casa con lui dentro.
Nessuno dei tre parlava e anche Cerbero se ne stava mansueto ai piedi di Baekhyun. Sperava tanto che gli altri facessero in fretta e lo togliessero da quella situazione, perché gli sembrava sempre più di essere il babysitter di due bambini capricciosi e litigiosi.
Quanto avrebbe voluto allungare una mano e prendere quella di Chanyeol, ma non osava farlo: non voleva che Seulgi avesse una ragione in più per litigare o per fare i suoi acidi commenti su loro due.
Baekhyun guardò l’ora: probabilmente gli altri dèi erano appena arrivati alla mostra. Non poteva evitare di essere agitato e nervoso, ma sperava sarebbe andato tutto bene.
Anche Cerbero doveva essere agitato, perché improvvisamente alzo la testa dai piedi di Baekhyun e la mosse a destra e sinistra. Il ragazzo allungò una mano per accarezzarlo.
- Buono, Cerbero. Almeno tu fa il bravo.
In tutta risposta, il cane abbaiò e si alzò in piedi, ora in evidente tensione.
- Cerbero, a cuccia! - sbottò Chanyeol, ma il cane si mosse verso la finestra e, posando le zampe sul davanzale, guardò fuori dal vetro abbaiando. Ormai era scesa la sera e non si riusciva a vedere quasi più nulla.
Era visibilmente agitato e le due piccole teste decorative che aveva sul collare rizzarono le orecchie e aprirono la bocca, come se invece che in metallo fossero ancora attaccate al corpo del cane.
Oramai era impossibile ascoltare il film, perciò Chanyeol si alzò per provare a calmarlo.
Seulgi si mise a sedere sul bordo della poltrona, in ascolto: - È troppo agitato, c’è qualcosa che non va.
Aveva appena finito di pronunciare la frase, quando un forte fragore esplose in casa. Baekhyun si lasciò scappare un grido di sorpresa e, d’istinto, si abbassò ai piedi del divano. Con la coda dell’occhio vide solo Cerbero fiondarsi verso il rumore, con Chanyeol che gli urlava di fermarsi.
Gli bastò alzare un po’ la testa per vedere ciò che era successo: la porta di casa era stata distrutta e nel tappetino d’entrata ora c’erano solo grandi schegge e frammenti di legno. Chanyeol fu in un istante inginocchiato accanto a lui, mentre Seulgi si alzò in piedi visibilmente tesa.
L’abbaiare di Cerbero veniva dall’esterno ed era rabbioso, ma non passò molto prima che cessasse con un piccolo guaito.
Improvvisamente scese un silenzio tombale, interrotto dal suono di leggeri passi che si posavano sulle macerie della porta. La prima cosa che Baekhyun vide furono i suoi piedi, coperti da un paio di scarpe verdi con il tacco alto, poi l’abito lungo e nero, elegante, diverso da quello che aveva visto solo poche ore prima.
I lunghi capelli erano sciolti e le punte verdi sembravano risplendere su quello sfondo scuro. Il bastone bianco non ticchettava più a terra, perché non era mai stato necessario e la scenetta preparata era stata smascherata. Fortunatamente, però, indossava ancora gli occhiali da sole.
Hani entrò, guardandosi intorno e solo in un secondo momento i suoi occhi si posarono sui tre in salotto.
- Ciao.
Seulgi scattò subito verso di lei, cercando di colpirla al volto, ma Hani riuscì a parare il colpo e lo restituì alla dea, mandandola a sbattere contro il corrimano della scala.
- Non capisco perché dovete sempre iniziare una conversazione con la violenza. - disse Hani, raggiungendo Seulgi e afferrandola per i lunghi capelli color del grano. La sollevò con una forza sovrumana, finché la dea ebbe il viso all’altezza del suo.
- Divina Atena - sibilò - Quanto tempo è passato.
Seulgi provò a dimenarsi per sfuggirle, ma la presa di Hani era ferrea.
Chanyeol afferrò Baekhyun per un braccio e bisbigliò: - Tieni gli occhi chiusi, hai capito?
Il ragazzo, ancora accucciato accanto al divano, annuì e chiuse subito gli occhi: - Però…
- Devi ascoltarmi, ora. - lo interruppe Chanyeol, con un tono di voce che non ammetteva repliche - Qualunque cosa succeda, non aprire gli occhi. Qualunque cosa tu senta, non aprire gli occhi. Sono stato chiaro?
- D’accordo. - rispose Baekhyun, con un filo di voce e, prima che potesse dire altro, sentì venir meno la presa di Chanyeol sul suo braccio.
Il ragazzo alto si alzò e guardò Hani, con il corpo in tensione e la concentrazione al massimo: se lei avesse provato a togliere gli occhiali, avrebbe immediatamente chiuso gli occhi.
- Medusa. Lasciala andare.
Baekhyun non aveva mai sentito Chanyeol parlare con quel tono a qualcuno, e ciò gli fece venire i brividi.
Hani si voltò verso di lui, con un sorrisetto malizioso sul viso. Con la mano che non era stretta tra i capelli di Seulgi, afferrò la gola della ragazza, alla quale sfuggì un gemito di sorpresa e di dolore. Faticava a respirare e, nonostante i suoi tentativi di liberarsi, Medusa non accennava minimamente a lasciarla andare.
- Poseidone, ti ho riconosciuto immediatamente appena ti ho visto. È vero, il tuo aspetto è diverso, ma quel tuo sguardo non lo dimenticherei mai.
Chanyeol strinse le mani a pugno e si scagliò contro Hani, che per difendersi lasciò finalmente andare Seulgi. Chanyeol la intrappolò con il suo corpo contro il corrimano e poi la colpì, con quanta più forza aveva, sul viso.
Hani gemette di dolore ma Chanyeol le afferrò la gola con entrambe le mani, scostando leggermente il foulard che portava. Il collo della ragazza era visibile ora e Chanyeol vide una profonda cicatrice frastagliata nel punto in cui Perseo l’aveva colpita con la sua spada, decapitandola.
- Questo è ciò che mi avete fatto - ansimò Hani, senza fiato - Voi due avete giocato con me e poi Perseo mi ha finita. È tutta colpa vostra e ora me la pagherete.
La testa di Hani si piegò leggermente per guardare alle spalle di Chanyeol. Bastò un attimo perché il ragazzo alto si distraesse: Hani lo colpì allo stomaco e lo scagliò con forza nel salotto.
Nonostante il divieto assoluto di aprire gli occhi, Baekhyun non poté fare a meno di sbirciare, sollevando appena le palpebre. Chanyeol era accanto a lui, inerme.
- Chanyeol! - provò a chiamarlo e scuoterlo, ma il ragazzo alto non si muoveva.
Doveva aver battuto la testa sul tavolino.
- Chanyeol, ti prego.
Improvvisamente, Baekhyun si sentì afferrare per la felpa e in un attimo si ritrovò in piedi, di fronte ad Hani. Chiuse immediatamente gli occhi, ma sentiva che ormai non poteva fare niente. Seulgi e Chanyeol erano fuori combattimento e lui da solo non avrebbe potuto fare nulla contro Medusa.
- Sai, appena ti ho visto - disse la giovane donna, sollevando il mento di Baekhyun con le lunghe dita - Ho immaginato come sarebbe stato averti nella mia collezione.
Il ragazzo rabbrividì, facendola ridere.
- Sei così carino, saresti una vera attrazione.
- L-lasciami andare. - balbettò Baekhyun, tentando di liberarsi dalla stretta di Hani. Lei però gli teneva con forza le braccia.
- Ho capito subito che tra te e Poseidone c’era qualcosa. Si vedeva lontano un miglio e io non volevo crederci. Io, che ero sempre stata una brava ragazza, devota agli dèi, gentile con il prossimo. Io alla fine, per uno stupido errore, sono diventata un mostro. Invece lui, Poseidone, dopo quello che mi ha fatto, è ancora libero di andarsene in giro indisturbato, con il suo bell’aspetto e la sua boria. Lui ha anche la possibilità di amare e di avere qualcuno che lo ricambi. Lui non ha questo aspetto!
Hani lasciò un braccio di Baekhyun per portare le dita alla stanghetta degli occhiali da sole e toglierli. Liberi finalmente da ogni ostacolo, i suoi occhi si infiammarono e si rivelarono di un giallo acceso. I lunghi capelli con le punte verdi si trasformarono, diventando una chioma di serpenti sibilanti, di varie forme e misure, ma tutti ugualmente agitati. L’abito nero si strappò non appena sulla schiena di Hani spuntarono due ali d’oro e le mani, una delle quali teneva ancora stretto il braccio di Baekhyun, si imbruttirono con dei lunghi artigli di bronzo. La creatura sorrise, rivelando due zanne da cinghiale.
Baekhyun sentì dolore nel punto in cui gli artigli affondavano nella carne del braccio e urlò.
Quando Medusa parlò, anche la sua voce era cambiata: più bassa e terrificante.
- Ti sembra giusto, mortale? Che loro facciano tutto ciò che vogliono, si prendano tutto quello che desiderano e quelli puniti siamo sempre noi? Io ero come te, una ragazza normale, ma poi Poseidone mi ha presa con la forza e Atena mi ha trasformata!
- Non è vero - sussurrò Baekhyun - Non saresti dovuta stare con Chan... Poseidone nel tempio di Atena, se la rispettavi così tanto.
Medusa avvicinò ancora il viso a quello di Baekhyun: - È questo che ti ha raccontato? Che sono volontariamente stata con lui?
La risata di Medusa esplose così terrificante, che Baekhyun iniziò a tremare vistosamente. La creatura lo lasciò andare in malo modo e lui cadde a terra.
- Mi ha presa con la forza! Io gli chiedevo di smettere, perché eravamo nel tempio della divina Atena che io veneravo, ma lui non mi ha dato retta. Cosa poteva fare una ragazza come me, contro un dio come lui?
Baekhyun si sollevò leggermente sulle braccia e, tenendo lo sguardo basso, aprì gli occhi.
Le parole di Medusa l’avevano colpito come una pugnalata dritta nel cuore e, quando le sentì pronunciare, si rese conto che nel profondo aveva sempre saputo quella verità. Non era così disinformato sull’Antica Grecia e, quando Chanyeol gli aveva raccontato la sua versione della storia, una parte di lui non ci aveva creduto.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime, ma non poteva alzare lo sguardo e arrendersi: non sarebbe diventato pietra.
- Lascialo stare!
La voce di Seulgi gli fece d’istinto guardare nella sua direzione e vide la ragazza scagliarsi contro Medusa, brandendo una lunga lancia e il suo scudo.
- Divina Atena - sibilò Medusa, ridendo per il fatto che la dea tenesse gli occhi chiusi - Come pensi di battermi, se non mi vedi?
- Sono la dea della strategia militare. Vedrai che un modo lo trovo. - rispose Seulgi, per poi correre verso Medusa, con la lancia piegata verso di lei.
Baekhyun strisciò verso il muro, per essere lontano dall’attacco, ma non si voltò per vedere se Chanyeol fosse ancora steso a terra. Provava dei sentimenti contrastanti e, in quel momento, era troppo sconvolto e spaventato. Rimase a terra e chiuse di nuovo gli occhi, per non incrociare per sbaglio lo sguardo di Medusa.
Seulgi però non stava combattendo al meglio delle sue capacità: non vedere il nemico stava rendendo la battaglia impossibile. Fece volteggiare la lancia sopra la testa e cominciò a spingere la sua punta in diverse direzioni alla cieca, ma colpiva sempre e solo l’aria.
Medusa rise, spostandosi silenziosamente alle spalle della ragazza e, prima che quest’ultima se ne accorgesse, la spinse a terra con un colpo d’ali.
Le sue mani artigliate allontanarono velocemente la lancia e lo scudo, facendo finire quest’ultimo accanto a Baekhyun.
- Sei così debole - ringhiò, piegandosi sopra la dea e afferrandole il viso - Come potevo venerarti?
Seulgi era esausta e i suoi tentativi di liberarsi erano vani. Medusa posò un dito sulla sua palpebra e sforzò, per tentare di aprirla.
- Sarà bello avere una statua della dea Atena. - sussurrò, riuscendo finalmente ad aprire un po’ la palpebra.
- Ehi, Medusa!
La creatura alzò la testa, per guardare chi l’aveva chiamata: Baekhyun se ne stava in piedi, con gli occhi chiusi e lo scudo di Atena in mano.
- Vuoi sapere una cosa? - chiese aprendo un po’ gli occhi, ma tenendoli bassi, fissi sul suo viso riflesso nello scudo di Atena - La tua mostra faceva schifo.
Immediatamente alzò lo scudo e lo puntò sulla creatura, che non ebbe il tempo di reagire e si ritrovò a fissare il suo stesso sguardo attraverso lo scudo.
- No! - urlò Medusa, sollevando leggermente le mani per potersi coprire gli occhi, ma ormai era troppo tardi: il suo corpo si stava trasformando in pietra.
- Direi che sono d’accordo con lui. - la voce profonda di Chanyeol arrivò improvvisa alle spalle della creatura, e il dio non perse un istante prima di sollevare la spada che brandiva e tagliare la testa a Medusa.
Il corpo di pietra della creatura cadde a terra, distruggendosi in mille frammenti. La sua testa, anch’essa pietrificata, venne afferrata da Chanyeol prima che cadesse e facesse la stessa fine.
Il ragazzo alto la posò a terra, accanto ai piedi di Seulgi e le porse la mano, per aiutarla ad alzarsi.
- È finita. - disse, tenendo lo sguardo sulla sua avversaria di sempre.
La ragazza annuì e accettò la mano e l’aiuto.
Nella stanza che aveva visto un combattimento all’ultimo sangue, calò un silenzio improvviso e assoluto, interrotto solo dal rumore del mare udibile grazie all’assenza della porta d’entrata.
Chanyeol si avvicinò subito a Baekhyun, che teneva ancora lo scudo sollevato ed aveva il corpo scosso dai tremiti.
- L’abbiamo battuta - disse il ragazzo alto, togliendo delicatamente lo scudo dalle mani del più basso - Puoi aprire gli occhi adesso.
Baekhyun fece come gli era stato detto e la prima cosa che vide, fu il sorriso stanco di Chanyeol.
- Sei stato coraggioso, piccolo sonnambulo. - disse, sollevando una mano per toccargli la guancia.
Baekhyun però fece istintivamente un passo indietro, come se temesse quel tocco potesse scottarlo.
Prima che Chanyeol potesse dire qualunque cosa, sentirono altri passi e, subito dopo, in casa entrò Xiumin.
Era affannato per la corsa e si guardò intorno, con gli occhi sgranati, Quando vide la testa di Medusa posata sul pavimento, fece un sospiro di sollievo.
- Oh bene, vedo che avete già risolto.
 
***
 
Gli altri dèi arrivarono più tardi, maledicendo il fatto di non essere veloci come Ermes. Fortunatamente, Cerbero non era stato trasformato in pietra ma solamente colpito. Kyungsoo si prodigò a dargli tutte le cure necessarie, come se fosse stato lui il vero eroe della vicenda.
La testa di Medusa venne contemplata a lungo e il racconto della battaglia che si era svolta in casa fu ascoltato con attenzione da tutti.
Tutti, tranne Baekhyun, che non aveva più detto una parola ed era rimasto seduto sul divano, con le mani posate sulle ginocchia e lo sguardo basso.
Chanyeol non aveva nemmeno osato avvicinarsi, percependo che qualcosa non andava e sperando che, lasciandolo un po’ da solo ad accettare tutto ciò che era successo, poi sarebbe stato meglio.
Quando i primi dèi iniziarono a ritirarsi nelle loro stanze, anche Baekhyun si alzò.
- Vado a casa. - disse, a nessuno in particolare.
I ragazzi rimasti lo guardarono uscire dalla stanza e Chanyeol si affrettò a seguirlo fuori di casa.
- Aspetta, Baek. - provò a chiamarlo, ma lui non diede segno di averlo sentito.
Gli si parò di fronte e, solo in quel momento, vide che stava piangendo.
- Baekhyun - sussurrò tristemente - Mi dispiace tanto per quello che è successo oggi. Non avrei mai voluto che ti trovassi in mezzo a una battaglia contro Medusa.
Baekhyun deglutì a vuoto e si asciugò frettolosamente le guance. Quando guardò Chanyeol, il suo sguardo era furioso.
- Pensi che stia piangendo per questo? Pensi che sia sconvolto da ciò che ho visto? Non è solo questo! - esclamò, con la voce che tremava incontrollata - Piango per quello che tu e Atena avete fatto a Medusa!
Chanyeol barcollò all’indietro, come se quelle parole lo avessero fisicamente spinto: - Ma di cosa stai parlando?
- Hai anche il coraggio di chiederlo? - esplose Baekhyun - Sei così pieno di te da non capire che ciò che le avete fatto è malvagio, ingiusto e terribile? Quella ragazza è stata trasformata in un orribile mostro da Atena e violentata da te!
Chanyeol aprì bocca per ribattere, ma il più basso non aveva ancora finito.
- Lei ti aveva detto di smetterla, di lasciarla stare, ma tu non l’hai fatto perché ti prendi sempre ciò che vuoi. Questa parte non l’avevi specificata quando mi hai raccontato la favoletta, eh?
- Baekhyun…
- Lo farai anche con me, Poseidone?
A quella domanda, lo sguardo di Chanyeol si indurì: - Come puoi pensarlo?
- Non dirmi che io sono diverso - sbottò il ragazzo - Non dirmi che con me non faresti mai nulla di simile, Poseidone. Perché io non ci credo! Chi mi assicura che un giorno tu non sarai violento anche con me?
- Smettila… - sussurrò Chanyeol, supplicando.
- Magari io ti dirò di no, ma tu vorrai a tutti i costi possedermi e allora che farai? Accetterai di fermarti, di aspettare quando sarò pronto? No, non lo farai! Perché il dio Poseidone ottiene sempre ciò che vuole.
- Smettila di chiamarmi così - disse Chanyeol, provando a prendergli la mano, che però Baekhyun prontamente spostò - Sono Chanyeol per te.
- No, tu non sei Chanyeol il simpatico, gentile, dolce ragazzo nuovo. Tu sei il dio Poseidone, che violenta e distrugge, si arrabbia e uccide!
A quelle parole, Chanyeol lasciò andare le braccia lungo i fianchi in segno di resa.
- Lo sapevo - bisbigliò, con lo sguardo perso nel vuoto - Sapevo che ti avrei perso.
Baekhyun lo guardò ancora per un lungo istante, ma era più forte di lui: quello che aveva scoperto lo aveva sconvolto e terrorizzato. Stava soffrendo come mai in vita sua, ma in quel momento voleva solo allontanarsi da Chanyeol perché, nonostante con lui fosse sempre stato dolce e gentile, aveva paura a stare al suo fianco. Aveva paura di stare da solo con lui.
Lo superò e si allontanò verso la strada, con la vista annebbiata dalle lacrime. Aspettò di essere lontano e fuori dalla vista del più alto prima di mettersi a correre nel silenzio della notte, interrotto solo dal suo pianto disperato.
 



 
Poseidone è un dio iracondo, suscettibile e vendicativo, che causa morte e dolore. Un dio ambiguo, testardo ed esigente, libidinoso e vorace.
 
Nonostante la sua forza e il carattere irascibile, il dio del mare deve sempre sottostare al volere del fratello Zeus a cui spesso bastano una parola o uno sguardo per rendere mansueto il fratello, costretto a obbedirgli.
 
Poseidone è un seduttore instancabile e spietato e ha collezionato una lunga serie di amori rubati.
 

 

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Capitolo 21
*** 20. Venti (εἴκοσι) ***


20. VENTI
(εἴκοσι)
 

 
Doyeon stava studiando, quando sentì il campanello di casa suonare. Fuori era buio e silenzioso: ma chi poteva essere a quell’ora di notte?
Quando aprì la porta e si ritrovò davanti Baekhyun in lacrime e tremante, soffocò un gemito di sorpresa.
- Baek, ma cosa…
Il ragazzo non la lasciò finire e la abbracciò, scoppiando a piangere sulla sua spalla.
Da chi altri poteva andare se non dalla sua migliore amica? Doyeon era il suo punto di riferimento e, per quanto volesse bene a Luhan, era lei la sua confidente e l’unica a cui permettesse di asciugare le sue lacrime.
Doyeon lo fece entrare e lo portò subito nella sua stanza, che li aveva visti insieme a decine di pigiama party.
Aspettò che si calmasse e lo fece sedere sul suo letto. Sapeva che avrebbe parlato lui, quando fosse stato pronto.
Passarono minuti interminabili prima che le lacrime si calmassero abbastanza da dargli modo di parlare.
- C-Chanyeol… - balbettò e Doyeon dovette soffocare un “Te l’avevo detto”.
- Cosa ha fatto? - chiese dolcemente - Ti ha lasciato?
Baekhyun scosse la testa e si asciugò le lacrime: - Non voglio avere più niente a che fare con lui.
La ragazza sospirò, triste che il suo amico stesse soffrendo. Una parte di lei, però, non poteva che essere felice: odiava vedere Baekhyun con Chanyeol, perché era certa che fosse lei la persona perfetta per il più basso.
- Ma perché? Ti ha fatto qualcosa? Ti ha fatto del male?
A quelle parole, Baekhyun si irrigidì: - No, lui… è sempre gentile con me, ma… non lo so. Sono così confuso.
Era chiaro che qualcosa aveva sconvolto Baekhyun e parlarne in quel momento non avrebbe giovato. Dovevano dormirci su.
La ragazza aiutò il suo migliore amico a mettersi sotto le coperte e poi lo raggiunse.
- Domani mi racconterai tutto, d’accordo?
Non sentendo risposta, si voltò verso Baekhyun e lo trovò già addormentato. Gli spostò una ciocca di capelli dagli occhi e si accoccolò accanto a lui, felice che fosse finalmente tornato da lei.
 
***
 
Il boato delle onde che si infrangevano sullo scoglio era così forte che lui faticava a sentire i suoi stessi pensieri.
L’acqua era gelida e lo stava spingendo sempre di più contro quell’unico scoglio in mezzo al mare.
Non sapeva com’era finito in acqua, non ricordava nemmeno di essere andato alla spiaggia, ma ora si trovava a lottare per rimanere a galla e per non andare addosso alla sporgenza appuntita.
Gli mancava il fiato e stava bevendo grosse boccate d’acqua salata.
- Aiuto!
Provare a urlare era inutile: chi mai avrebbe potuto sentire la sua voce in mezzo a quel frastuono.
Ma lui non voleva arrendersi, non dopo tutto quello che era successo.
Forse solo una persona poteva aiutarlo in quel momento.
- Chanyeol! - cominciò a urlare, con tutto il fiato che aveva in gola - Chanyeol! Aiuto!
Il dio del mare era l’unico che poteva salvarlo in quel momento. Solo lui.
- C-Chanyeol!
L’acqua diventava sempre più violenta e ormai lo scoglio era vicinissimo.
- Baekhyun!
Ecco, finalmente qualcuno l’aveva visto!
- Chanyeol! - urlò ancora più forte - Aiutami!
- Baekhyun, svegliati!
- Chan…
- È un sogno, Baekhyun, svegliati!
 
***
 
Baekhyun spalancò gli occhi e riprese il fiato che doveva aver trattenuto a lungo.
Sedette sul letto tenendosi una mano all’altezza del cuore, che batteva impazzito. Era stato un sogno, ma quanto sembrava reale!
- Baek! Stai bene?
Voltò il viso verso la figura spaventata accanto a lui e capì che la voce che aveva sentito era stata trasformata in quella di Chanyeol dal suo subconscio. In realtà era Doyeon che lo chiamava.
- S-scusa, io… ho fatto un incubo.
Chiuse gli occhi e cercò di far tornare il suo respiro a un ritmo regolare. Era stato un sogno come molti altri, ma stavolta aveva sentito una stretta al petto quando si era svegliato e aveva ricordato che mai più avrebbe potuto chiamare Chanyeol per aiutarlo.
Prima che Doyeon potesse chiedergli qualcosa, scese dal letto e si fiondò in bagno. Aveva bisogno di stare solo in quel momento e, nonostante la ragazza fosse stata come sempre un’amica fantastica, ora non voleva nemmeno lei accanto a sé.
Quando alzò lo sguardo e incrociò i suoi stessi occhi allo specchio, quasi non si riconobbe: il viso era gonfio e giallognolo, gli occhi rossi e ancora lucidi e i capelli erano tutti scompigliati. Il pianto della sera prima e la battaglia che l’aveva anticipato non avevano giovato al suo aspetto. Era incredibile che una giornata potesse cambiare così improvvisamente.
Dal suo primo appuntamento con Chanyeol era passato ad allontanarlo nel giro di mezza giornata. Tutto ciò era troppo.
Si lavò il viso e si sedette sul bordo della vasca, per riflettere. Quale sarebbe stata la prossima mossa?
L’unica cosa che avrebbe voluto era scappare il più lontano possibile da quell’isola perché, per quanto ci avrebbe provato, era impossibile evitare Chanyeol. Già, ma lui voleva davvero evitarlo?
Sentì le lacrime pizzicargli ancora gli occhi: non voleva piangere, ma era più forte di lui. Era così spaventato, così deluso.
Cosa si aspettava, che il dio Poseidone sarebbe stato il fidanzatino ideale? Era stato davvero un povero illuso a pensarlo, a pensare che il dio Poseidone sarebbe cambiato per lui, un inutile e sciocco mortale.
Un timido bussare alla porta interruppe i suoi pensieri.
- Baek, tutto bene lì dentro?
Baekhyun sospirò e cercò di darsi un contegno. Odiava non poter parlare liberamente con Doyeon e non aveva nemmeno idea di cosa dirle quando gli avrebbe chiesto perché aveva rotto con Chanyeol. Cosa poteva inventarsi?
La versione originale era da escludere.
Uscì dal bagno e, quando vide lo sguardo preoccupato della sua amica, non poté fare a meno di sentirsi in colpa.
- Scusa - disse - Mi sto comportando in modo strano.
Doyeon sorrise incoraggiante e lo prese per mano: - Vieni, quello che ti ci vuole ora è una bella colazione.
I genitori di Doyeon avevano un piccolo ristorante sull’isola, perciò a casa sua si mangiava sempre benissimo. Il tavolo della cucina era pieno di piatti e ciotole, tutti carichi di cibo per la colazione.
A quella vista, Baekhyun dimenticò per un attimo tutti i suoi problemi.
- Avevo una fame!
- Non ne dubitavo. - disse divertita la ragazza, prima che entrambi si sedettero.
Aspettò che Baekhyun mangiasse un po’, prima di farlo parlare.
- Allora, me lo vuoi dire cosa è successo ieri?
Il ragazzo deglutì il boccone e posò le bacchette, mentre nella sua mente cercava una risposta esaustiva, ma che non rivelasse troppo.
- Ho capito che non andava.
- Raccontalo a qualcuno che non ti conosce da tutta la vita. Baek, eri troppo sconvolto, troppo disperato. Chanyeol ti ha fatto qualcosa di brutto?
Scosse la testa e si odiò per il pensiero che era balenato nella sua mente: “non ancora”.
- Non mi ha fatto nulla, anzi è sempre gentile con me. Ma io… non siamo destinati a stare insieme. Lui è troppo per me.
- Ma che cazzata! - sbottò Doyeon - Casomai tu sei troppo per lui.
A Baekhyun sfuggì una risata canzonatoria: - Stiamo parlando dello stesso Chanyeol?
- Certo. Essere un armadio sexy non significa essere troppo, Baek. Tu sei gentile, divertente, sempre disposto ad aiutare gli altri. Le tue doti sono da ammirare, perciò smettila di sottovalutarti. Chanyeol non era alla tua altezza, non il contrario.
- Sei carina a dire così. Hai appena aiutato la mia autostima.
I due amici risero insieme, come ormai non succedeva da un po’. Forse quello era il momento giusto per Doyeon di rivelare al suo migliore amico i sentimenti che provava per lui. D’accordo, stava male per quel ragazzo gigantesco, ma lei gli era stata accanto nel momento del bisogno e questo era certa non lo avrebbe dimenticato.
- Baekhyun…
- Accidenti, è tardissimo! - esclamò lui, interrompendola - Dobbiamo andare a lezione e… forse è meglio se torno a casa a cambiarmi.
- Oh, giusto. Le lezioni…
Baekhyun si alzò, finendo di mangiare gli ultimi bocconi: - Grazie mille per tutto, Doyeon. Sei la migliore amica del mondo.
La abbracciò forte, grato di avere una persona così al suo fianco e poi sgattaiolò verso la porta, urlando un: - Ci vediamo a lezione!
Doyeon rimase seduta anche dopo che la porta d’entrata si era chiusa. Non aveva importanza quando gli avrebbe rivelato i suoi sentimenti. Era certa che loro due fossero destinati a stare insieme.
 
***
 
L’ora di lezione era iniziata da qualche istante quando Baekhyun entrò in aula. Per sua fortuna l’insegnante non era ancora presente.
Fece un respiro profondo, prima di alzare lo sguardo verso il suo posto. Non si sbagliava: Chanyeol era lì e lo stava fissando. Il posto tra lui e Luhan era vuoto, in attesa che Baekhyun lo prendesse, ma lui non ne aveva la minima intenzione.
Ignorando anche la mano alzata di Luhan, si diresse dal lato opposto dell’aula, sedendosi in prima fila. Si voltò in tempo per vedere Chanyeol e Luhan parlare, ma poi entrò la professoressa Kim e preferì dare la sua attenzione a lei.
Era difficile non voltarsi per guardarli, per vedere se stavano ancora parlando e, soprattutto, se Chanyeol lo stava osservando. Più di una volta dovette costringere se stesso a tenere gli occhi fissi sull’insegnante.
Quando la lezione finì, Baekhyun si affrettò a mettere nello zaino le sue cose. Riusciva quasi a sentirlo fisicamente: uno sguardo fisso su di lui. E sapeva anche a chi apparteneva.
Era come se quegli occhi scuri gli stessero perforando la schiena, nel tentativo di attirare la sua attenzione.
Doveva andarsene da lì, prima che…
- Ciao.
Baekhyun si immobilizzò, con il corpo piegato verso lo zaino. Non era stato abbastanza veloce: Chanyeol era dietro di lui.
Lo sentì sospirare e sedersi nel posto accanto, ma lui si affrettò ad allontanarsi alzandosi dal suo posto. Chanyeol sembrò ferito da quel gesto, ma poi il suo viso tornò serio.
- Baekhyun, ascolta…
- No - lo fermò subito, scuotendo la testa - Non dire niente. Non voglio.
- Ma devi almeno lasciarmi spiegare. - lo pregò l’altro, rialzandosi e facendo un passo verso di lui.
- E pensi di potermi spiegare ciò che hai fatto? Non è giustificabile in nessun modo!
- Lo so, non sono qui per giustificarmi. Ma per ricordarti che stiamo parlando di una cosa avvenuta centinaia di anni fa.
- E allora? Eri sempre tu anche in quel caso! - sbottò Baekhyun, accorgendosi poi che la professoressa Kim era ancora in classe.
- Parliamone fuori - lo pregò Chanyeol, abbassando la voce - Lascia che ti spieghi.
- Non voglio. - disse risoluto Baekhyun, trovando finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. Quel gesto gli fece più male di quanto si aspettava.
Chanyeol sembrò sgonfiarsi e farsi più piccolo: - Va bene. Non posso costringerti ad ascoltarmi. Sappi solo che… sappi che con te sono sempre stato solo Chanyeol e non il dio Poseidone.
L’ultima parola fu un sussurro così lieve da essere quasi inudibile, poi il ragazzo alto lasciò la classe, trascinando i piedi.
Baekhyun rimase a guardare il punto dove fino a poco prima si trovava. Era stata la scelta migliore non permettergli nemmeno di spiegarsi?
- Byun Baekhyun, hai intenzione di uscire dall’aula o no?
La voce della professoressa lo riscosse dai suoi pensieri e si affrettò a finire di riempire lo zaino. La giovane donna lo guardò per tutto il tempo e sembrava sul punto di dire qualcosa, ma alla fine lui uscì dall’aula senza che lei avesse parlato.
I corridoi erano gremiti di ragazzi, ma a Baekhyun sembrava di essere solo: era tutto ovattato, confuso, privo di significato. Sapeva che stava camminando, ma non era certo di quale fosse la sua meta.
Senza rendersene conto, aveva raggiunto il corridoio che portava alla piscina. Posò la schiena contro il muro e sospirò: più ripensava allo sguardo ferito di Chanyeol, più si sentiva in colpa. Sapeva di non aver sbagliato, sapeva che il ragazzo era pericoloso… o almeno lo era stato.
Con lui però si era sempre comportato bene, era sempre stato gentile e dolce. L’aveva aiutato e, impossibile da dimenticare, gli aveva salvato la vita più di una volta.
L’immagine di loro due nel suo letto che dormivano abbracciati e, fino a poco prima, si baciavano come se fossero l’uno la fonte d’acqua dell’altro, si fece largo nella sua mente. In quel caso era evidente che volessero entrambi andare oltre, ma Baekhyun si era fermato.
E Chanyeol non aveva fatto nulla per fargli cambiare idea. Non aveva insistito.
Quanto sarebbe stato facile per lui aggredirlo, immobilizzarlo al letto e prenderlo? Chanyeol era molto più muscoloso e forte, gli sarebbe bastato un istante e Baekhyun sarebbe stato suo. Ma non l’aveva fatto e aveva rispettato la scelta del più basso.
Era vero allora, che il suo comportamento era diverso da quello di migliaia di anni prima?
Senza che se ne rendesse conto, le lacrime avevano iniziato a scorrere sul suo viso e un singhiozzo lasciò le sue labbra. L’allenamento di pallanuoto doveva essere iniziato, perché si sentiva il suono del fischietto dell’allenatore e il rumore dell’acqua mossa dai corpi dei ragazzi.
- Baekhyun?
Il ragazzo sussultò, sentendo la voce alle sue spalle. Accanto a lui, si era materializzato improvvisamente Kyungsoo. Il ragazzo dai capelli neri lo guardava con un sopracciglio aggrottato e si sistemò la spessa montatura degli occhiali sul naso.
- Tutto bene? - chiese, con un tono palesemente disinteressato.
Baekhyun si asciugò velocemente le lacrime con le dita. Di certo Kyungsoo non era la persona ideale a dargli consigli d’amore.
- Se vuoi spiare Chanyeol in costume, dovresti entrare almeno.
Il ragazzo arrossì improvvisamente: - I-io… no! Non sono qui per spiarlo. Anzi, non so perché sono qui.
Kyungsoo alzò gli occhi al cielo: - So che avete litigato, anche se quello scemo di mio fratello non vuole dirmi il motivo. Però io non sono idiota come lui e l’ho intuito. È per Medusa, vero?
Baekhyun sgranò gli occhi e annuì: - Sì, lei… insomma, quello che le ha fatto…
Improvvisamente, la risata di Kyungsoo riempì il corridoio vuoto e rimbombò tra le pareti. Baekhyun arrossì per l’imbarazzo, confuso dal comportamento del ragazzo sempre così controllato.
- Ah, mortale, tu non hai idea di ciò che abbiamo fatto tutti noi. Dimmi un nome e io ti elencherò una serie di azioni davvero discutibili e, credimi, alcune ti farebbero rizzare i capelli in testa. Ma siamo dèi, dèi dell’Antica Grecia. Al nostro tempo eravamo venerati, adorati, i mortali uccidevano per noi, rubavano per noi, torturavano per noi. Facevano guerre a nostro nome anche se a noi non fregava un accidente. Il vostro mondo era il nostro enorme parco giochi e niente poteva farci desistere dall’ottenere ciò che volevamo. Era tutto nostro.
Baekhyun lo ascoltava rapito. Le lacrime bloccate nei suoi occhi non avevano il coraggio di scendere per non interrompere Kyungsoo.
- Poi le cose sono cambiate e, piano piano, i mortali ci hanno sostituito. Non dimenticato, perché se pronunci i nostri nomi tutti li conoscono, ma non siamo più venerati. Non esistono più templi a nostro nome e, se ci sono, sono solamente mete per turisti. Con voi, siamo cambiati anche noi. Le nostre scorribande nel vostro mondo sono diminuite. In passato, tutti abbiamo fatto cose orribili. Sehun ha portato alla rovina molti dei suoi amanti, tra cui Dafne, costretta a trasformarsi in una pianta di alloro, Seulgi ha reso Medusa il mostro che era, Wendy ha lasciato la terra nella carestia per settimane, Yeri e Sehun hanno giocato al tiro al bersaglio con i quattordici figli di Niobe. Non inizio nemmeno a dirti cosa ha fatto mio fratello Suho, perché ci vorrebbero giorni, ma sappi che è stato un gran bastardo. Perfino il nostro adorato Eros, che tanto stiamo cercando, ha fatto delle cose davvero terrificanti, da piccolo stronzetto qual è sempre stato.
Baekhyun si accorse di avere la bocca aperta per l’incredulità.
- Tu… anche tu hai fatto qualcosa di brutto?
Kyungsoo sghignazzò: - Il nome Persefone ti dice niente? Volevo una moglie da portare con me negli Inferi e mi sono innamorato di questa stupenda fanciulla, figlia di Demetra. Con l’inganno, Afrodite l’ha fatta uscire e io l’ho rapita, per portarla nell’oltretomba con me.
Baekhyun rabbrividì: - L’hai davvero rapita?
- Certo. La volevo e me la sono presa.
- E lei cosa ha fatto?
- Non poteva molto contro un dio, perciò è ancora mia moglie ed è lì negli Inferi che mi attende. Dopo anni di lotte e sotterfugi per fuggire, si è arresa e oso dire che siamo innamorati.
Baekhyun abbassò lo sguardo, mentre cercava di immagazzinare tutte quelle informazioni.
- Quello che voglio farti capire - continuò Kyungsoo - È che non hai a che fare con un ragazzo normale. Chanyeol non è un mortale qualsiasi e di sicuro il tuo possibile futuro con lui non sarà una bella favola. Ma lui non è più il dio Poseidone di una volta, come io non sono più l’Ade di una volta. Siamo tutti cambiati e ci siamo, come dire, ammorbiditi. E credo che, in questo particolare caso, ciò dovrebbe renderti felice.
Baekhyun annuì, fissando dritto davanti a sé. In fondo Kyungsoo aveva ragione e lui aveva capito perfettamente ciò che voleva spiegargli.
Stare con Chanyeol non sarebbe stato facile, avrebbe sofferto e spesso si sarebbe chiesto cosa stava facendo. Ma l’idea di stare senza di lui gli era totalmente insopportabile.
Non era passato nemmeno un giorno da quando aveva detto al più alto di non volerlo vedere mai più e già sentiva che non avrebbe mantenuto il proposito.
Aveva paura di lui? Forse no, contrariamente a quanto credeva.
Temeva che potesse fargli del male? Il ricordo del comportamento del più alto quella particolare notte lo convinse che no, non lo avrebbe mai aggredito.
Ciò che Chanyeol, anzi Poseidone, aveva fatto anni prima era imperdonabile e ingiustificabile, ma era passato così tanto tempo…
- Io… io entro. - disse più a se stesso che a Kyungsoo, prima di aprire la porta della piscina ed entrare.
Il dio degli Inferi ghignò tra sé: il fratello maggiore gli doveva un enorme favore.
Baekhyun andò a sedersi sugli spalti, che ospitavano anche altri studenti. Ogni tanto alcuni ragazzi della scuola assistevano agli allenamenti per diversi motivi: spirito di squadra, passione per la pallanuoto, per passare il tempo in attesa dell’autobus, per guardare i giocatori in costume. Quest’ultimo era il motivo più frequente.
L’allenatore aveva diviso i giocatori in due squadre e stava facendo fare loro una partita, per provare dei nuovi schemi di gioco.
Chanyeol era in vasca, accanto a Luhan. Fu il suo migliore amico ad accorgersi della sua presenza e fece cenno al più alto.
Quando i loro sguardi si incrociarono, Baekhyun sentì il cuore esplodere nel petto. Aveva provato a negarlo a se stesso, ma era irrimediabilmente innamorato di Chanyeol.
Si fissarono per qualche istante e, prima che il più alto fosse sgridato dall’allenatore Lee, Baekhyun strappò una pagina dal suo quaderno e scrisse un breve messaggio. Poi si alzò e lo mise nella tasca dell’accappatoio di Chanyeol.
Quando uscì dalla piscina, un sorriso illuminava il suo viso e il corpo gli sembrava più leggero.
Aveva ricominciato a respirare.
 
Ti aspetto in spiaggia, dopo l’allenamento.
B.
 
***
 
Muui era circondata da promontori e spiagge, ma Baekhyun sapeva che Chanyeol avrebbe capito a quale spiaggia in particolare si riferiva.
Era quella dove gli aveva salvato la vita la prima volta, dove si erano parlati la prima volta.
Era schifosamente romantico e significativo, lo sapeva, ma lì si sentiva più forte. Chissà perché.
Stava guardando il mare, particolarmente calmo, quando sentì dei passi attutiti dalla sabbia alle sue spalle.
Non gli servì nemmeno voltarsi per capire che era Chanyeol.
Il ragazzo alto restò in silenzio, per dare a lui il tempo di mettere in ordine le idee e parlare.
Baekhyun si voltò e, in un attimo, tutto il discorso che aveva preparato sfumò.
Fece un passo verso Chanyeol e prese a torturarsi le dita, nervoso. Non sapeva cosa dire, perché vedere quegli enormi occhi scuri aveva fatto sparire ogni traccia di raziocinio. L’unica cosa che voleva fare era abbracciare Chanyeol e posare la testa sul suo petto.
Invece, allungò timidamente una mano e prese la sua.
- Mi avevi promesso una nuotata insieme. - disse, tenendo lo sguardo basso.
Chanyeol restò immobile, incredulo: - Sì, te l’avevo promesso.
- La vuoi ancora fare? Vuoi ancora nuotare con me?
Il più alto annuì, certo che se avesse aperto bocca tutto ciò sarebbe sparito e Baekhyun se ne sarebbe andato, ancora più arrabbiato con lui.
Il più basso non attese ulteriormente: tenne stretta la mano di Chanyeol e si liberarono entrambi delle scarpe, poi camminarono finchè le dita dei piedi toccarono l’acqua.
Era fredda, ma a nessuno dei due importava. Andarono avanti e l’acqua li avvolse sempre di più, bagnando i loro vestiti e le mani ancora unite.
 
 


 
Tra gli amori del dio Apollo c’è il giovane Giacinto con cui Apollo un giorno si stava allenando nel lancio del disco. A causa di un tiro maldestro del dio, il disco colpì il ragazzo in testa, uccidendolo. Un’altra versione del mito dice che sia stato un rivale in amore, il vento Zefiro, a far deviare l’oggetto per colpire Giacinto.
 
Il rapimento di Persefone si svolge con la complicità di altri dèi tra cui Zeus e Afrodite. La ragazza, figlia di Demetra, era diventata sempre più bella e iniziava a ricevere le attenzioni di molti pretendenti, tra cui Ares e Apollo. Ma Zeus la voleva come moglie del fratello Ade, sempre più infelice e furioso per non avere una compagna: nessuna donna, dea o ninfa avrebbe mai accettato di passare la propria vita negli Inferi.
Così il padre degli dèi convoca Afrodite e insieme ideano un piano per portare Persefone tra le braccia di Ade. La dea, con la compagnia di Atena e Artemide ignare del piano, porta Persefone a cogliere fiori.
Improvvisamente, mentre le quattro sono intente a divertirsi, dalla terra spunta un bellissimo narciso. Persefone non riesce a resistere e fa per coglierlo, ma Ade la attende: la terra si spalanca con un terribile boato e ne esce Ade, a bordo del suo carro. Afferra la ragazza e la porta con sé negli Inferi.
 
Quando Ade rapisce Persefone, sua figlia, Demetra provoca sulla terra una carestia che fa preoccupare anche gli dèi. Zeus così decide di ridarle la ragazza, però solo sei mesi all’anno.
Quando Persefone è con la madre, la primavera e l’estate sbocciano sulla terra. Quando la ragazza è negli Inferi con Ade abbiamo l’inverno e l’autunno.
 
Niobe aveva sette figli maschi e sette femmine e si vantava di essere più feconda di Leto, perciò di meritare lei gli onori degli dèi. Leto, offesa, mandò i due figli, Apollo e Artemide, a punirla. Apollo con il suo arco sterminò i maschi, mentre Artemide si occupava delle femmine.
 

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Capitolo 22
*** 21. Ventuno (εἷς καὶ εἴκοσι) ***


21. VENTUNO
(εἷς καὶ εἴκοσι)
 
 

Baekhyun si liberò in un attimo della maglietta colorata e contemporaneamente tolse le scarpe. Saltellando riuscì anche a sfilare i calzini, impresa più ardua del previsto.
La sabbia scottava in quella bellissima mattinata di sole e l’acqua del mare era di un azzurro indescrivibile.
Finalmente anche i jeans chiari andarono a fare compagnia al resto dei suoi indumenti, posati disordinatamente accanto a quelli di Chanyeol.
- Sapevo che avresti fatto tardi. - la voce del più alto arrivò da lontano, visto che lui era già in acqua.
- Non ho sentito la sveglia. - si lamentò Baekhyun, toccando con il dito del piede l’acqua.
Era fredda, ma sapeva che si sarebbe scaldata velocemente. Si fece coraggio e proseguì, immergendosi completamente e nuotando verso Chanyeol.
Il ragazzo alto lo aspettava con un enorme sorriso stampato in faccia.
Era passata poco più di una settimana dal loro incontro con Medusa e dalla fuga di Baekhyun. Il giorno in cui si era riavvicinato a Chanyeol, avevano fatto il bagno per un po’, senza parlare molto.
Baekhyun era pensieroso e in imbarazzo, Chanyeol invece sembrava terrorizzato all’idea di dire qualcosa di sbagliato e farlo scappare di nuovo.
Quando il giorno dopo il più basso era tornato nella stessa spiaggia, non aveva avvertito Chanyeol, ma lui era arrivato poco dopo che era entrato in acqua.
Si erano incontrati lì tutti i giorni successivi e, senza che se ne rendessero conto, alla fine avevano un appuntamento fisso. Il silenzio, però, non era più il protagonista: parlavano continuamente, senza sosta.
Non si toccavano quasi, né si avvicinavano troppo l’uno all’altro, né uno dei due aveva provato a baciare l’altro. Ma parlavano semplicemente, di qualunque cosa passasse loro per la testa.
Baekhyun finalmente riuscì a raggiungerlo, ma tremava leggermente.
- Hai freddo? - gli chiede Chanyeol, reprimendo l’istinto che gli urlava di abbracciarlo per scaldarlo.
- Un po’ - rispose Baekhyun, ridacchiando - Devo abituarmi all’acqua.
Senza che aggiungesse altro, Chanyeol fece scorrere le mani sott’acqua, muovendole come se stesse semplicemente nuotando. Invece poco alla volta, l’acqua divenne più calda e piacevole.
Baekhyun si lasciò sfuggire un sospiro estasiato e chiuse gli occhi, lasciando che l’acqua muovesse il suo corpo a suo piacimento.
- È bellissimo. - disse, quasi senza rendersene conto. - È comodo avere a portata di mano il dio del mare.
Chanyeol ridacchiò, limitandosi a guardare il ragazzo accanto a lui.
Sapeva di non essere un dio romantico e dolce. Sapeva di essere stato violento, crudele e irascibile. Ma non aveva ancora capito quanto tutti quegli anni l’avessero cambiato. Solo quando aveva rischiato di perdere Baekhyun si era reso conto che il Poseidone di una volta non avrebbe mai riconosciuto il Poseidone di oggi.
- Voglio farti vedere una cosa. - disse improvvisamente, squarciando il silenzio.
Baekhyun si mise subito sull’attenti e aprì gli occhi. Sulle ciglia erano posate delle goccioline d’acqua e i capelli bagnati erano più scompigliati del solito.
Quando era arrivato il labbro gli tremava leggermente, ora invece era solo piegato in su.
- Cosa? - chiese incuriosito.
Chanyeol prese coraggio e allungò una mano. Baekhyun rimase qualche istante a guardarla, ma alla fine la afferrò con la sua più piccola.
- Devi prendere un bel respiro. Al mio tre.
Baekhyun annuì e istintivamente strinse più forte la mano di Chanyeol.
- Uno. Due.
Fece un respiro profondo e serrò le labbra, poco prima che Chanyeol pronunciasse il tre.
Il ragazzo alto si immerse, portando Baekhyun con sé. Lui chiuse anche gli occhi, ma una voce nella sua testa iniziò a parlare.
Era profonda come il mare e roca, da uomo adulto. Una voce che ricordava di avere già sentito.
- Apri gli occhi, piccolo sonnambulo. E respira lentamente.
Erano giorni che Chanyeol non lo chiamava con il suo soprannome e l’averlo sentito di nuovo lo fece sorridere istintivamente. Fece come gli era stato detto e aprì gli occhi, trovando davanti il viso del più alto.
Chanyeol gli fece segno di respirare, ma Baekhyun scosse la testa. Come poteva respirare se erano sott’acqua?
- Fidati di me, puoi respirare e anche parlare. - disse ancora la voce.
Baekhyun era spaventato ma decise di fidarsi e aprì la bocca per prendere aria. Era convinto sarebbe entrata solo acqua, invece l’ossigeno gli riempì i polmoni e prese a respirare normalmente.
Guardò incredulo Chanyeol, che stava ridendo.
- Ricordi quella volta in piscina? Anche lì ti ho fatto respirare.
Baekhyun provò a parlare e si rese conto che ci riusciva: - Come è possibile?
- Dio del mare, hai presente?
- Puoi essere serio? Come fai?
Chanyeol indicò intorno a loro due. Baekhyun subito non capì cosa stava cercando di indicargli, ma poi lo vide: una specie di sfarfallio, come se l’acqua in alcuni punti fosse sfocata. Guardò con più attenzione e capì: erano come dentro un’enorme bolla. Non li proteggeva dall’acqua, perché Baekhyun ne era bagnato comunque, ma chissà come allo stesso tempo l’ossigeno arrivava.
Era così probabilmente che anche il dio Poseidone aveva sempre respirato sott’acqua.
- È fantastico. - disse, colpito da quella magia.
- Non hai ancora visto il meglio. - disse Chanyeol, con la sua voce da dio e lo guidò a nuoto verso il largo.
Aveva fatto immersione con la scuola o in estate qualche volta, ma nuotare senza l’impedimento della tuta e vedere senza gli ingombranti occhiali da sub era tutta un’altra cosa. Il fondo marino era un luogo magico, popolato di pesci e alghe. Baekhyun non aveva mai visto così tanti pesci tutti insieme, dei colori più diversi. Era convinto che la presenza del dio del mare fosse fondamentale per la fauna e flora marina in quel momento. Avere Poseidone lì li attirava.
Non sapeva quanto si fossero allontanati, quando Chanyeol improvvisamente fischiò.
- Cosa fai? - gli chiese Baekhyun, guardandosi intorno - Oddio, non è che hai chiamato il tuo squalo domestico per dargli la colazione, vero?
- E la colazione sarebbe…
- Io.
Chanyeol scoppiò a ridere e tirò Baekhyun più vicino a sé. Non si erano più trovati faccia a faccia a quella distanza ravvicinata e il più basso sentì il cuore accelerare il battito.
- Ascoltami - iniziò Chanyeol e dentro di sé Baekhyun fu grato che finalmente uno dei due avesse avuto il coraggio di affrontare l’argomento - Non ho ancora capito se tu mi abbia perdonato o no, ma il fatto che accetti di stare solo con me mi riempie di speranza.
Il ragazzo alto prese anche l’altra mano di Baekhyun e ora erano esattamente uno di fronte all’altro.
- So che quello che ho fatto è spaventoso, ma voglio che tu sappia che non ti farei mai del male.
- E se ti farò infuriare?
- Non ti toccherò con un dito, Baekhyun - rispose, risoluto - Ci ho pensato tanto e ho capito che farti del male non avrebbe senso. Prendevo ciò che volevo senza pormi nessun problema, ma poi? Restavo soddisfatto ma sempre e comunque solo. Il piacere arrivava una volta e poi quando finiva non mi rimaneva niente. Tu…
Chanyeol sorrise e allungò piano una mano verso il viso di Baekhyun. Visto che l’altro non si spostava, fece scorrere le dita sulla sua guancia.
- Tu sei diverso. Non voglio che sia un istante fugace, voglio poterti parlare ancora e ancora, abbracciarti ancora e ancora…
Baekhyun arrossì e abbassò lo sguardo, ma Chanyeol gli spostò le dita sotto il mento e lo costrinse a risollevarlo.
- Non voglio perderti a causa della mia impazienza e del mio carattere.
- Non succederà - rispose Baekhyun, con voce flebile - Faremo in modo che non succeda, entrambi.
Chanyeol sorrise e avvicinò impercettibilmente il viso al suo, ma un suono improvviso lo fece ridere.
- È arrivato.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia, confuso. Lo strano suono si ripeté e in quel momento capì che sembrava il verso di un animale, molto simile a quello di un delfino.
Stava per chiedere a Chanyeol se si trattasse proprio di un gruppo di delfini, quando la creatura apparve. Baekhyun sgranò gli occhi e spalancò la bocca, in un’espressione di autentica incredulità.
La creatura aveva metà corpo da cavallo e la metà inferiore era quella di un pesce. Era poco più grande di un normale cavallo e invece di trottare, nuotava.
Il suo manto scintillava di vari colori, quasi come se fosse ricoperto dall’arcobaleno e la criniera fluttuava nell’acqua. Quando li raggiunse, posò subito il muso sulla mano che Chanyeol aveva allungato verso di lui.
- Baekhyun, lui è un ippocampo.
Il ragazzo aveva ancora un’espressione incredula sul viso e ciò fece ridere il più alto.
- Non devi avere paura di lui, è molto buono.
- I-io n-non… non capisco. Cosa… come…
Chanyeol accarezzò il muso dell’ippocampo, che piegò la testa per il piacere.
- Non te lo so spiegare, in realtà. Gli ippocampo vivono nascosti dai mortali da secoli ormai e restano nelle profondità degli oceani, dove non corrono il rischio di incontrare qualche bagnante o pescatore. Pochi giorni dopo essere arrivato a Muui, però, ho incontrato lui. Probabilmente è stato attratto dalla mia presenza qui, ma deve stare molto attento, vero?
L’ippocampo fece ancora una volta il suo verso e nuotò intorno a Chanyeol, lasciando una scia di bolle intorno a sé.
- Lo vuoi accarezzare? - chiese il più alto, ma Baekhyun scosse la testa.
- No, io… ho paura. - ammise, in imbarazzo.
- Non ti farà nulla, coraggio. - insistette Chanyeol.
Il suo tono era molto persuasivo e, effettivamente, quella creatura non sembrava minacciosa. Era bella, colorata…
Baekhyun si maledisse, ma cercò di riunire tutto il suo coraggio e allungò timidamente una mano verso il manto dell’animale.
Chanyeol si spostò accanto a lui: - Vedrai che non morde.
Baekhyun gli lanciò un’occhiataccia e finalmente posò la mano accanto alla criniera dell’ippocampo.
Al tatto non era come se l’era immaginato, setoso e peloso come un cavallo. Al contrario era più simile a toccare un pesce. Era un po’ viscido, ma non fastidioso.
L’ippocampo mosse il manto e Baekhyun rise, prendendo coraggio.
- È una sensazione strana. - disse, sorridendo - Una volta ho toccato un delfino ed è più o meno la stessa cosa.
- Hai ragione - Chanyeol sorrise sornione - Pensa come sarà cavalcarlo.
Baekhyun ritrasse immediatamente la mano e sgranò nuovamente gli occhi: - Cosa?
- Avanti. - lo incoraggiò Chanyeol e salì per primo a cavallo della creatura.
Baekhyun scosse la testa, facendo fluttuare i capelli bagnati: - Non se ne parla!
- Perché? È divertente.
- Non ho mai cavalcato in vita mia!
- Beh, c’è sempre una prima volta, no? - Chanyeol ammiccò - Dai, piccolo sonnambulo. Non ti facevo così fifone.
Il ragazzo si imbronciò e incrociò le braccia al petto: - Non sono un fifone.
- Sì che lo sei, altrimenti saliresti su questo ippocampo.
Sentendosi colpito nell’orgoglio, Baekhyun decise di accantonare la sua paura e rischiare.
Era con Chanyeol, non gli sarebbe successo nulla di male.
Afferrò la sua mano e lasciò che l’altro lo aiutasse a salire in groppa all’ippocampo, poi si aggrappò con quanta forza aveva alla schiena di Chanyeol.
-Tieniti forte. - gli disse, prima di fischiare.
L’ippocampo si impennò e iniziò a muoversi, nuotando verso il largo. Era veloce, ma non troppo e Baekhyun sentì che piano piano la paura svaniva per lasciare posto a una gioia indescrivibile. Era una situazione così incredibile, magica. Nessuno gli avrebbe mai creduto e lui per primo stentava a credere di stare vivendo davvero un momento del genere.
Si sollevò un po’ con le gambe e posò per un istante le labbra sulla guancia di Chanyeol. Lo sentì irrigidirsi, ma poi cercò la sua mano, per stringerla.
- Ah, un’altra cosa - disse il ragazzo alto, alzando la voce - Dobbiamo trovargli un nome.
 
***
 
La risata cristallina di Baekhyun risuonava per tutta la spiaggia, attirando l’attenzione dei pochi presenti.
Non voleva dare spettacolo, ma era stato tutto così divertente! L’ippocampo era una creatura magnifica e cavalcarlo era stato come volare sott’acqua.
Indescrivibile.
- E se lo chiamassimo Mister Ippocampo? - Chanyeol propose un altro orribile nome - O Signor Metà Cavallo?
Baekhyun rise ancora più forte, sedendosi sulla sabbia, mentre con un asciugamano tentava di asciugarsi il più possibile.
- Sono nomi bruttissimi!
- Ma non è affatto vero! - esclamò Chanyeol, sedendosi sulla sabbia, accanto a lui.
- E se lo chiamassimo Diamond?
Chanyeol alzò un sopracciglio: - E questo sarebbe un bel nome?
- Sempre meglio di Mister Pesce, come hai proposto tu.
Il ragazzo alto sbuffò sonoramente e si sdraiò sulla sabbia, subito imitato da Baekhyun.
- E se gli dessimo il nome di qualche eroe greco? Sai, in tuo onore.
Chanyeol ridacchiò: - Per esempio?
Baekhyun ci pensò un po’ su, tentando di ricordare tutti gli eroi che aveva studiato o di cui aveva sentito parlare.
- Ettore?
- Ma sei matto? Sai che era mio avversario? Io stavo dalla parte dei greci, nella guerra di Troia.
- Ah, ops… Ulisse?
- Scherzi, spero.
Baekhyun si sollevò, appoggiandosi su un gomito. Per sua sfortuna, Chanyeol era ancora in costume e la vista del suo corpo muscoloso non lo aiutava di certo a concentrarsi. Al contrario suo, però, Chanyeol era già completamente asciutto.
- Ma se eri dalla parte dei greci, perché ce l’avevi tanto con Ulisse?
- Ulisse era un sapientone arrogante. - rispose semplicemente Chanyeol, come se stesse parlando di un suo rivale a scuola e non di uno dei più grandi protagonisti della letteratura mondiale.
Baekhyun ricordava di aver amato studiare l’Odissea e aveva sempre invidiato Ulisse per aver viaggiato così tanto e aver vissuto quelle avventure spaventose ed eccitanti allo stesso tempo.
- Ulisse puntava troppo sulla sua intelligenza, e quando ti credi il migliore rischi di fare dei passi falsi. Cioè far infuriare un dio.
- Cioè te, il dio più irascibile dell’Olimpo. - ribatté Baekhyun - Non è che magari avevi un tantino esagerato?
Chanyeol voltò il viso per guardarlo, aprì bocca per parlare, ma poi sembrò cambiare idea.
Visto che non diceva altro, Baekhyun riprese: - Chiamiamolo Ulisse. Sarà un modo per esorcizzare il vecchio Ulisse che tanto odi.
Chanyeol sbuffò.
- E per dimostrare che sei una persona migliore di quello che dicono gli altri.
A quelle parole, il ragazzo alto non poté fare a meno di ridacchiare: - Tu riusciresti a farmi fare qualsiasi cosa, piccolo sonnambulo.
Baekhyun arrossì e si mise seduto, a fissare il mare calmo.
- Allora è deciso? - chiese e anche Chanyeol si mise seduto.
Baekhyun arrischiò un’occhiata nella sua direzione e gli occhi non riuscirono più a spostarsi dalle braccia muscolose del più alto, dalle sue spalle larghe, dal petto scolpito.
Baekhyun era come in trance, non riusciva più a tornare lucido. Per sua fortuna, Chanyeol non si accorse di niente e, quando si alzò in piedi per rivestirsi, il più basso ebbe piena visuale anche del tatuaggio che gli ricopriva la schiena.
Tornò a sdraiarsi sulla sabbia e si coprì il viso con un braccio: se in quel momento qualcuno l’avesse toccato si sarebbe probabilmente scottato.
- Piccolo sonnambulo, rischiamo di fare tardi.
Baekhyun non se lo fece ripetere e scattò in piedi, ringraziando che Chanyeol ora fosse vestito.
- Ulisse ha fatto una cosa brutta a qualcuno a cui tenevo. - disse improvvisamente il ragazzo alto, sorprendendolo.
- Come?
- Sì, è stato quel gesto a farmi arrabbiare furiosamente con lui.
- E chi era?
Chanyeol tentennò, visibilmente in imbarazzo: era indeciso se parlare o no.
- Devi essere sincero con me, completamente. Altrimenti come facciamo ad essere sulla stessa lunghezza d’onda se tu mi tieni nascoste le cose? - chiese Baekhyun, risoluto.
- Ma certe cose, magari…
- Ho superato lo scoglio Medusa. Ti prego, sii sincero con me.
Chanyeol sospirò, arrendendosi di fronte a quel ragazzino coraggioso.
- D’accordo. Ulisse ha accecato Polifemo.
- Oh, il ciclope.
- Mio figlio.
Baekhyun sgranò gli occhi: - C-cosa?
Chanyeol cercò di non ridere all’espressione incredula del più basso: - Volevi che fossi sincero. Polifemo è figlio mio e di una ninfa.
Baekhyun mise una mano avanti: - Stop. Figlio. Tu hai un figlio.
Chanyeol fece spallucce: - Verità, Baekhyun? Ne ho molti.
- Q-quanti?
- Questo è meglio che non te lo dica. Sappi che da una donna mortale ne ho avuti una decina.
Baekhyun sussultò, ma Chanyeol gli prese subito la mano.
- Non devi pensarci. Molti di noi hanno figli, ma ricorda che secoli fa non badavamo molto a essere buoni genitori.
- Chi conosco tra i tuoi figli? Insomma, Polifemo lo conoscevo… anzi no, non voglio saperlo. - disse Baekhyun, scacciando con la mano l’immagine di Chanyeol circondato da bambini urlanti.
- Farò finta che tu non mi abbia parlato di figli.
- D’accordo, come preferisci. - rispose il più alto, seguendo Baekhyun che si stava avviando verso la strada.
- E l’ippocampo lo chiamiamo Diamond. - concluse il più basso, facendo ridere Chanyeol.
 
 
***
 
La creatura era rimasta in ascolto delle voci, nascosta dagli scogli. I lunghi capelli fluttuavano intorno a lei, i suoi occhi erano sopra la superficie dell’acqua e poteva vedere le due figure sulla spiaggia.
Parlavano e lei poteva sentire tutto.
Li osservò ridere, guardarsi, alzarsi e andare via, con le mani separate, ma che si sfioravano a ogni passo.
La creatura lentamente si immerse di nuovo e tornò nelle profondità marine, muovendo sinuosa la lunga coda da pesce.
 


 
Secondo alcune fonti, gli schieramenti degli dèi durante la guerra di Troia erano: con i greci combattevano Era, Atena, Poseidone, Ermes ed Efesto. Con i troiani invece Afrodite, Ares, Apollo e Artemide.
 
Ulisse accecò il ciclope Polifemo, figlio di Poseidone e della ninfa Toosa. L’uomo doveva salvare se stesso e i suoi compagni dal ciclope, dopo che erano sbarcati nelle sue terre.
 
Dalla mortale Clito, Poseidone ebbe dieci figli.
Tra i suoi figli più famosi ci sono Polifemo, Tritone, Pegaso (avuto da Medusa) e, secondo alcuni miti, Teseo.

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Capitolo 23
*** 22. Ventidue (δύο καὶ εἴκοσι) ***


 
22. Ventidue
(δύο καὶ εἴκοσι)
 

 
Non era stato lo scrosciare del mare a svegliarlo, ne era sicuro. Quando Chanyeol aprì gli occhi, ancora insonnolito, tutto intorno a lui era avvolto dal silenzio.
Eppure…
Riposò la testa sul cuscino e fece un lungo sospiro: chissà se sarebbe riuscito a riaddormentarsi.
Stava per chiudere gli occhi quando delle grida lo fecero mettere sull’attenti. Allora non se l’era immaginato: qualcosa stava davvero succedendo.
Scese velocemente dal letto e si affacciò alla finestra della camera. Bastò solo uno sguardo per capire la situazione.
Corse fuori dalla stanza e, lungo il corridoio, picchiò su tutte le porte che incontrava, per svegliare gli altri dèi.
Nonostante lui fosse il dio del mare, aveva bisogno di aiuto: una barca stava affondando.
Si precipitò fuori e, pochi istanti dopo, era già in mare e nuotava veloce verso quello che, visto da vicino, riconobbe come un peschereccio.
Sarebbe stato semplice sollevare l’acqua, farla muovere in modo da creare un varco che permettesse all’equipaggio di non affogare. Poteva salvare tutte quelle persone con uno schiocco di dita, ma non poteva mostrare così apertamente i suoi poteri.
Le urla dell’equipaggio risuonavano nella notte e Chanyeol si affrettò a raggiungere il primo pescatore, che si dimenava picchiando forte le mani contro l’acqua.
- Ora ti porto al sicuro! - gli urlò, per sovrastare le grida dell’altro. Afferrò l’uomo per il braccio e se lo issò sulla schiena. Era forte, poteva prenderne un altro.
C’era un ragazzo poco distante e Chanyeol raggiunse ben presto anche lui.
- Aggrappati a me! - gli ordinò, ma dovette afferrarlo lui, visto che l’altro era troppo terrorizzato per capire.
Fece per tornare verso riva, ma prima si guardò intorno: non ce l’avrebbe mai fatta a salvare tutti quegli uomini.
- Siamo qui!
La voce di Jongin lo fece sospirare di sollievo: stavano arrivando i rinforzi.
Lui e Sehun erano già lì e poco distante si vedevano anche Suho, Chen e Seulgi.
Nessuno di loro era veloce quanto Chanyeol, ma erano numerosi: se facevano in fretta potevano salvarli. Ritornò verso riva e lasciò i due uomini sulla spiaggia, ansimanti e spaventati. Controllò che stessero bene, prima di rituffarsi in mare. Nel frattempo erano arrivati anche tutti gli altri dèi e stavano portando i primi sopravvissuti sulla spiaggia.
Il mare era così calmo e piatto, l’unica anomalia era la barca che si stava inabissando e le persone in acqua che si dimenavano chiedendo aiuto.
Cosa l’aveva fatta affondare? Si guardò intorno e vide alcuni dei rottami che segnavano una specie di percorso verso lo scoglio più vicino.
Doveva essere stata quella la causa. Ma come avevano fatto a scontrarsi con quello scoglio, quando era così lontano da una possibile rotta?
Per tornare al peschereccio, ormai quasi completamente affondato, Chanyeol usò la forza del mare che gli permise di raggiungerlo in pochi secondi.
- Ci sono persone dentro? - gli chiese Suho, indicando la barca.
Senza rispondere, Chanyeol si immerse per verificare.
Essere sott’acqua gli diede subito la calma di cui aveva bisogno. Si avvicinò al peschereccio e guardò attraverso la finestrella che si affacciava sulla sala di controllo: fortunatamente era deserta, tutti erano riusciti a uscire in tempo. Stava per tornare in superficie quando un rumore lo fece pietrificare sul posto. Qualcuno stava battendo dei colpi per rivelare la sua presenza. Chanyeol nuotò alla ricerca di una botola o una scala che gli permettesse di andare sottocoperta e, una volta trovata, provò a usare tutta la sua forza per aprirla.
La pressione del mare la teneva bloccata ed evidentemente all’interno non era ancora entrata molta acqua, perciò per quanto si sforzasse, non ci riusciva. Batté dei colpi per far capire alla persona all’interno che stava arrivando, che era lì per salvarlo.
Fece per afferrare nuovamente la maniglia, ma improvvisamente la porta scomparì dalla sua vista, per finire in mezzo al mare. Chanyeol si voltò d’istinto, seguendo quello sportello di metallo sprofondare sempre di più. Era come se fosse stata divelta dai cardini.
Era esterrefatto, ma non poteva perdere tempo a riflettere: poco lontano da lui c’era la persona che fino a poco prima era rimasta bloccata.
Era un ragazzo giovane e, forse per l’adrenalina o lo shock, sembrava molto lucido. Chanyeol lo afferrò per un braccio e lo aiutò a riemergere.
Poter respirare aria a lui non cambiava nulla, ma il ragazzo ne prese una grossa boccata e cominciò a tossire.
- Ti porto a riva. - gli disse Chanyeol e quello annuì. Aveva le labbra violacee e il viso era bianco come un lenzuolo. Tremava e batteva i denti.
Chanyeol doveva sbrigarsi, prima che la situazione peggiorasse.
Buttò al vento i buoni propositi di non mostrare i suoi poteri e andò verso riva quanto più veloce gli era consentito per non destare sospetti.
Più si avvicinavano, più il ragazzo sembrava stare meglio e, infatti, quando arrivarono non stava più tremando e il viso aveva preso un po’ di colorito.
- Stai bene? - gli chiese Chanyeol, fingendo di ansimare per la fatica. Il ragazzo annuì e lo guardò negli occhi. Sembrava volergli dire qualcosa, ma non si decideva.
- Tutto bene? - la voce di Irene interruppe quel gioco di sguardi - Come ti senti?
- Bene, grazie - rispose il ragazzo, parlando per la prima volta - Mi… mi hai salvato.
- Non c’è di che - rispose Chanyeol e si alzò - Come ti chiami?
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui e, anche se notò che Chanyeol ormai era completamente asciutto, non fece nessun commento.
- Jungkook. Mi chiamo Jeon Jungkook.
 
***
 
Stava facendo un sogno bellissimo quando il pugno di sua madre si scontrò con la porta.
- Baekhyun! Svegliati, è successa una cosa spaventosa!
Dopo una frase del genere, il bel sogno di Baekhyun sparì completamente dalla sua mente e il ragazzo si mise a sedere sul letto. Cosa poteva mai essere successo di così spaventoso? Forse gli isolani avevano scoperto la vera identità di Chanyeol e della sua famiglia…
Incuriosito, Baekhyun si liberò delle coperte e scese dal letto. I suoi genitori erano entrambi in cucina a fare colazione e parlavano fitto fitto tra loro.
- Cos’è successo? - chiese, passando lo sguardo dall’uno all’altro.
- Un peschereccio è affondato stanotte. - rispose suo padre e Baekhyun sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
- Come sta l’equipaggio? Ci sono dei dispersi? Delle vittime?
I pescherecci raramente affondavano lì sull’isola, perché la pesca era una delle fonti di lavoro maggiori e veniva sempre fatta in tutta sicurezza. Poteva succedere, certo, ma era comunque un evento raro e terribile per tutti.
- Fortunatamente è andata bene e sono tutti in salvo.
Baekhyun tirò un sospiro di sollievo, ma suo padre non aveva ancor finito di parlare.
- Se non fosse stato per loro…
- Loro chi? - chiese Baekhyun, ma una piccola parte di lui già sapeva a chi si riferiva suo padre.
- Quella nuova famiglia che vive nella casa sulla scogliera. Sono stati loro a salvarli.
- Hanno dimostrato davvero molto coraggio. - commentò sua madre, ma Baekhyun si era già alzato ed era corso a vestirsi.
Non era certo che Chanyeol sarebbe stato in classe quel giorno, ma se aveva capito qualcosa di lui, sapeva che salvare un equipaggio era una sciocchezza per il dio del mare.
Non aspettò nemmeno l’arrivo di Luhan e Doyeon, prima di partire a passo spedito per raggiungere la scuola.
Come aveva sospettato, Chanyeol era lì, fuori dall’aula, in compagnia di Jongin e Sehun. Il ragazzo alto non si era accorto della sua presenza e forse non avere il suo sguardo puntato addosso facilitò Baekhyun, che mandò al diavolo l’imbarazzo per le persone che li potevano vedere e si lanciò letteralmente verso di lui, buttandogli le braccia al collo.
Chanyeol era palesemente sorpreso, ma sul suo viso apparve anche un sorrisino divertito: - Buongiorno anche a te. Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?
Rendendosi conto di ciò che stava facendo, Baekhyun arrossì e sciolse l’abbraccio, preferendo fissare le proprie scarpe piuttosto che il viso del più alto.
- Li hai salvati - spiegò - Quelle persone.
- Sul peschereccio? - chiese Jongin e Baekhyun annuì.
Chanyeol sorrise e fece per allungare una mano verso di lui, ma Baekhyun fece un passo indietro.
- Io… non li avrei di certo lasciati morire. - concluse.
- Lo so, ma… sei stato coraggioso.
- Siamo - puntualizzò Sehun - Siamo stati coraggiosi.
- C’eravamo tutti - spiegò Jongin, appoggiandosi con una mano al muro del corridoio - Abbiamo fatto tutti la nostra parte. Vuoi abbracciare anche noi?
Il dio della guerra allargò le braccia e fece un passo verso Baekhyun, ma la mano di Chanyeol si piazzò immediatamente sulla sua faccia e lo spinse via.
- Giù le zampe dal mio piccolo sonnambulo. - borbottò e, afferrato Baekhyun per un braccio, lo portò lontano dai due ragazzi.
Il suo piccolo sonnambulo. Suo.
Baekhyun era arrossito e sentiva il viso andare in fiamme per quell’appellativo. Non voleva ancora dare a Chanyeol quella soddisfazione, ma dovette ammettere con se stesso che sentirsi definire suo era stato bellissimo ed emozionante. Stava ancora fantasticando quando la voce roca di Chanyeol si abbassò sensibilmente mentre parlava.
- È stato strano, quello che è successo.
Finalmente Baekhyun riacquistò lucidità: - Come?
- Il peschereccio. Credo abbia sbattuto contro lo scoglio, ma il mare era così calmo.
- Le luci di navigazione? - chiese Baekhyun, aspettandosi che Chanyeol rispondesse che erano spente, perciò la barca era senza illuminazione.
- Funzionanti - disse invece lui - Almeno, finché non si sono inabissate.
- Allora perché sono andati addosso allo scoglio? Un errore umano?
- Non ne ho idea - rispose Chanyeol, abbassandosi di più verso Baekhyun - C’è anche un’altra cosa.
Il più basso gli fece cenno di continuare, incuriosito da tutto quel mistero.
- C’era un ragazzo intrappolato sottocoperta. Sono andato a salvarlo, ma la porta era bloccata e non riuscivo ad aprirla. Improvvisamente però è stata spazzata via.
- È esplosa? - chiese incredulo Baekhyun.
- Più che altro sembrava essere stata strappata via dai cardini e gettata in mare.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia, confuso.
- E non sei stato tu. - affermò.
- No.
Si guardarono in silenzio, entrambi pensando la stessa cosa, ma non riuscendo a dirla ad alta voce.
- Chi era il ragazzo intrappolato? - chiese finalmente Baekhyun.
Era impossibile strappare via una porta dai suoi sostegni, a meno che tu non fossi un uomo davvero forzuto. O un dio dell’Olimpo.
- Si chiama Jeon Jungkook, ti dice niente?
Baekhyun ci pensò un momento, sicuro di conoscere quel nome. Gli tornò in mente un ragazzino, con qualche anno meno di lui.
- Credo di conoscerlo, almeno di vista.
Chanyeol si passò una mano sul viso: - Nemmeno io riuscivo ad aprire quella porta. Magari prima o poi ci sarei riuscito, ma di certo non così facilmente.
- Pensi che… - Baekhyun sussurrò con un filo di voce - Sia Eros?
Chanyeol alzò le spalle, ma non fece in tempo a rispondere perché una voce conosciuta rimbombò nel corridoio.
- Byun Baekhyun! Non si aspetta più il proprio migliore amico?
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e si voltò, vedendo Luhan sorridere ammiccante a Sehun.
- Ehi, ciao. - lo salutò, ma Sehun lo degnò appena di un’occhiata.
- Luhan, ascolta… - iniziò Baekhyun, ma il suo amico gli diede un pizzicotto sul braccio, facendolo urlare.
- Questo è per non avermi aspettato stamattina. E sappi che Doyeon è ancora più arrabbiata di me.
- Mi dispiace, ma avevo una cosa importante da fare.
Luhan alzò un sopracciglio e fece scorrere lo sguardo da Chanyeol a Baekhyun e viceversa: - Certo, importante.
Baekhyun arrossì e si voltò verso Chanyeol, ignorando completamente Luhan.
- Dopo le lezioni andiamo a cercarlo?
Chanyeol guardò Luhan, che era palesemente scocciato per essere stato così brutalmente ignorato.
- Ehm… forse è meglio se ci vado con Sehun e Jongin.
- Uh, dove va Sehun voglio andare anch’io! - esclamò Luhan, battendo le mani tra loro.
- Pensaci - disse Baekhyun, ignorando ancora il suo amico - Lui non vi conosce, ma almeno un po’ conosce me. Forse per un primo approccio sarebbe meglio non andare con la cavalleria.
- Ma di cosa state parlando? - chiese confuso Luhan.
- Sì, forse hai ragione. Ma non gli diciamo nulla, ci facciamo solo spiegare cosa è successo la scorsa notte.
- Andata. - confermò Baekhyun, sorridendo, poi precedette Chanyeol dentro l’aula di storia.
Luhan li guardò incredulo e poi alzò le mani davanti al viso: - Ma sono diventato invisibile?
 
***
 
Jeon Jungkook era un ragazzino di diciannove anni ed era iscritto all’ultimo anno al liceo dell’isola. Baekhyun non l’aveva mai frequentato, ma ricordava di conoscerlo da anni ormai, se non da sempre.
Il che, rendeva più inquietante il sospetto che fosse lui Eros. Se Baekhyun era davvero convinto di conoscerlo da tutta la vita, allora i suoi ricordi e la sua percezione della realtà erano stati manomessi. Mentre camminava insieme a Chanyeol verso la scuola superiore, non poté fare a meno di guardarsi intorno e chiedersi se fossero reali i ricordi che aveva di tutte quelle persone.
Il signor Lee, che gli vendeva le caramelle da piccolo, l’aveva davvero fatto? O era una manomissione della foschia?
E la signora Jung, che portava a passeggio il suo cagnolino demoniaco, era davvero sempre stata lì sull’isola?
E i suoi insegnanti? I clienti dei suoi genitori? I suoi vicini di casa? I ragazzi della classe? La squadra di pallanuoto?
Si portò una mano al petto e si fermò in mezzo al marciapiede. Alcuni ragazzi rischiarono di andargli contro e perciò lo fissarono in malo modo. E loro, erano reali? Forse li stavano seguendo mentre li portavano inconsapevolmente da Eros!
Iniziò a respirare affannosamente, come se avesse corso una maratona. Chanyeol si piegò immediatamente davanti a lui, arrivando ad avere il viso all’altezza del suo.
- Cosa c’è, ehi - sussurrò, prendendo ad accarezzargli dolcemente i capelli - Cosa ti succede?
- N-non lo so, è che… - Baekhyun cercò di respirare lentamente - Non so più a cosa posso credere.
Stava avendo un attacco di panico, ne era certo. Chanyeol gli prese il viso tra le mani e incatenò gli occhi ai suoi.
- Va tutto bene, tranquillo.
- Ma…
- Ci sono io qui con te, andrà tutto bene.
Piano piano, la paura folle e la confusione sembrarono diminuire, fino a scomparire. Non completamente, ma almeno ora riusciva a respirare normalmente.
- Mi dispiace, non so cosa mi sia successo.
- La tua vita e tutte le tue certezze sono state messe sottosopra - rispose Chanyeol - È incredibile che tu abbia resistito così bene finora.
Gli sorrise e Baekhyun si sentì molto più calmo: il brutto momento era passato.
- Se preferisci, vado da solo. - propose Chanyeol, ma Baekhyun scosse la testa.
Anche se lui non era un dio, anche se non serviva poi a molto in quell’impresa, ormai ci era dentro e voleva dare il suo contributo.
Fece un respiro profondo e si avviò risoluto verso il cortile del liceo.
Le lezioni erano appena finite e i ragazzi si erano già riversati in strada. Quella folla urlante ricordò a Baekhyun i suoi anni al liceo, sempre in compagnia di Doyeon, mentre cercavano di sopravvivere alle lezioni e alla vita sociale. Ora tutto ciò gli sembrava una sciocchezza, nulla in confronto al motivo per cui era lì quel giorno: cercare un dio dell’Olimpo.
- Aspettiamo qui fuori? - chiese a Chanyeol, che faceva scorrere lo sguardo tra i ragazzi.
- Credo sia meglio. Dobbiamo parlargli mentre è solo e… - il ragazzo alto si interruppe, quando i suoi occhi incrociarono un volto conosciuto. Baekhyun seguì il suo sguardo e vide chi l’aveva colpito: Yeri.
La dea era circondata da un gruppetto di ragazze, che sembravano pendere dalle sue labbra. Anche lei vide Chanyeol, perché alzò la mano in un gesto di saluto e si affrettò a raggiungerli, seguita a ruota dalle sue amiche.
- Yeol! Ma che ci fai qui? - chiese con voce squillante, prima di sorridere anche a Baekhyun.
- Siamo venuti a cercare un ragazzo. - rispose quest’ultimo, visto che Chanyeol non parlava.
Il più alto stava fissando il gruppo di ragazze, che si erano tenute ben distanti da loro. Erano in sei e le loro risatine arrivavano distintamente alle orecchie di Baekhyun. Alzò gli occhi al cielo, certo che fossero così gioiose a causa del bel ragazzone accanto a lui.
Chanyeol però non era così tranquillo: assottigliò lo sguardo, puntandolo verso la ragazza bionda di fronte a loro.
- Yeri…
- Sì?
- Suho lo sa?
Yeri sospirò e si voltò solo un istante verso le altre ragazze: - Sehun lo sa. A Suho lo dirò, prima o poi.
Baekhyun passava lo sguardo dall’uno all’altro, confuso. Quei due stavano parlando nella loro lingua divina e lui non ci capiva un accidente.
- Mi rendete partecipe? - chiese, leggermente scocciato.
Prima che Chanyeol potesse impedirglielo, Yeri rispose: - Quelle sono le mie cacciatrici, le mie compagne in battaglia. Le Pleiadi.
Chanyeol la guardò male e abbassò il tono di voce, perché i ragazzi che ancora affollavano il cortile non li sentissero.
- Yeri non è stata così gentile da dirci che le sue amichette erano qui nel mondo mortale.
La ragazza posò le mani sui fianchi, con aria irritata: - Per prima cosa, dì ancora una volta amichette e ti infilo il tuo tridente sai dove.
A quelle parole, Baekhyun non riuscì a trattenere una risatina divertita, soffocata subito dallo sguardo accigliato di Chanyeol.
- Punto secondo: volevo tenerle un po’ per me, senza che Suho si facesse venire l’ansia perché anche loro sono qui. Ma non temere, hanno fatto le brave e non sono state colpite dall’incantesimo che ci impediva di riconoscerle. Le ho scoperte subito.
- Perciò da quanto lo sai? - chiese sconvolto il più alto.
Yeri fece spallucce: - Beh… dal primo giorno di scuola.
Erano passati mesi ormai! Chanyeol sembrava sempre più furioso.
- Io ho parlato subito quando ho incontrato Chirone.
- Io no. - ribatté Yeri, dimostrando che non temeva minimamente la furia di suo zio. Poi si rivolse direttamente a Baekhyun.
- Te le presenterei, ma hanno una paura tremenda dei maschi.
Detto ciò, si spostò accanto al ragazzo e gli indicò il gruppetto, che ora li guardava.
- Hanno tutte giurato fedeltà a me, la dea Artemide. Sono le mie alleate, abilissime nel tiro con l’arco e nella caccia. Ho promesso loro la giovinezza eterna, ma in cambio loro saranno le mie serve e compagne in battaglia.
Yeri indicò la prima ragazza, la più alta del gruppo: - Sono tutte sorelle, figlie di Atlante. Hanno anche loro dei nomi mortali, ovviamente, per potersi mischiare meglio tra voi. Lei è Sowon, cioè Maia, la primogenita. Poi abbiamo Eunbi, Elettra. Yerin, cioè Sterope, è stata amante di Jongin, perciò Joy la odia. Non dirle che è qui. Eunha è Taigete, che trasformai in una cerva perché mio padre non potesse… hai capito. Poi ci sono Umji, cioè Celeno, e Yuju, per noi Alcione. Loro…
Yeri si interruppe e lanciò un’occhiata a Chanyeol, che fissava proprio le ultime due che aveva nominato. Baekhyun si accorse di quello sguardo e istintivamente sapeva cosa Yeri stava per aggiungere.
- Sono state amanti di Poseidone.
- Molti secoli fa - precisò Chanyeol, distogliendo finalmente lo sguardo dalle due ragazze - Talmente tanti secoli fa che l’avevo quasi scordato.
Baekhyun gli lanciò un’occhiataccia: non gli credeva nemmeno un po’.
- Le sorelle delle Pleiadi sono sette però. Manca Merope.
- E dov’è? - chiese Baekhyun che, nonostante tutto, stava amando da impazzire quella situazione.
- Lei ci ha lasciate da molto tempo.
- È morta? - chiese il ragazzo, sconvolto.
- Peggio. Si è sposata! - rispose Yeri, schifata - Con un mortale e ha abbandonato me e le sue sorelle.
La ragazza poi li fissò: - Attenti voi due, vi tengo d’occhio. Sia mai che succeda la stessa cosa.
Baekhyun arrossì e aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse subito: non aveva senso ribattere ciò che gli dèi dicevano.
- D’accordo, basta con le sciocchezze - disse Chanyeol, che dopo l’imbarazzo cercava di far tornare la conversazione sulla strada giusta - Siamo qui per un motivo.
- Cioè? - chiese Yeri e i due ragazzi le spiegarono brevemente ciò che sospettavano riguardo Jungkook. Yeri lo conosceva, essendo che erano nello stesso liceo, ma lui era un anno più grande.
- So dove può essere. - disse la ragazza, poi andò a consultarsi con le sue amiche, che poco dopo si diressero verso la scuola.
- Le ho mandate a controllare se è dove immagino io. - spiegò ai due ragazzi - Pensi davvero possa essere Eros? Cioè l’avrei avuto sotto il naso tutto questo tempo? Pensa che Eunha ha persino una cotta per lui!
Chanyeol si fece pensieroso: - Non lo so, ma non voglio lasciare niente di intentato.
- Ed è un bene che lui sia qui? - chiese ancora lei, indicando Baekhyun con un cenno della testa.
Chanyeol sembrò dimenticare momentaneamente l’ansia e la tensione e si lasciò andare a un sorriso spontaneo.
- Ormai lo conosci, quando vuole mettersi in mezzo non lo ferma nessuno.
Baekhyun gli diede un piccolo schiaffo sul braccio, fingendosi offeso, ma in realtà sapeva che Chanyeol non intendeva farlo. L’aveva detto con una punta di tenerezza nella voce che Baekhyun non gli aveva ancora sentito. Le Pleiadi tornarono poco dopo, confermando ciò che Yeri sospettava: Jungkook si trovava nella palestra della scuola.
Le lasciarono ai loro risolini e seguirono la dea bionda dentro la scuola. Baekhyun ricordava bene dove fosse la palestra, ma si tenne comunque accanto a Chanyeol. Sia mai che saltasse fuori qualche creatura mitologica pronta a ucciderlo.
Quando arrivarono davanti alla porta della palestra, Chanyeol e Yeri si scambiarono un’occhiata di intesa. In quello sguardo si erano detti tutto ciò che dovevano sapere: come muoversi, cosa dire, come affrontare la possibile consapevolezza che Jungkook fosse davvero Eros.
Baekhyun provò invidia per loro, per quel modo di intendersi che lui e Chanyeol non avrebbero mai avuto. Rimase alle spalle del ragazzo alto e li seguì dentro.
Jungkook era l’unico ragazzo presente in palestra e stava tirando pugni contro un sacco da box. Il fisico scolpito era coperto da una tuta nera e la canotta lasciava scoperte le braccia muscolose. I suoi capelli, ricci e neri, gli ricadevano sugli occhi a causa della loro lunghezza. Le mani erano fasciate con delle bende consumate, necessarie per proteggere il più possibile dai colpi.
Non si accorse subito di loro e continuò a picchiare il sacco da box come se fosse stato il suo peggior nemico. Solo quando i tre ragazzi finirono sul suo campo visivo notò la loro presenza e si fermò.
- Dobbiamo parlare. - decretò Chanyeol, guardandolo dritto negli occhi.

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Capitolo 24
*** 23. Ventitre (τρεῖς καὶ εἴκοσι) ***


23. Ventitre
(τρεῖς καὶ εἴκοσι)
 
 

- Dobbiamo parlare.
Il tono di Chanyeol non ammetteva repliche, infatti Jungkook fermò l’ondeggiare del sacco da box con entrambe le mani. Guardò i tre nuovi arrivati con curiosità, ma anche con quella che Baekhyun riconobbe come accondiscendenza.
- Ce ne avete messo di tempo. Credevo mi sareste piombati addosso subito dopo avermi visto alla spiaggia.
Chanyeol e Yeri si scambiarono un’occhiata confusa.
- Tu…
- Ti ho riconosciuto subito, Poseidone. Non avresti dovuto nuotare così velocemente.
Chanyeol, punto sul vivo, si irrigidì: - Cercavo di salvarti!
Jungkook sorrise appena, abbassando lo sguardo, così che i suoi occhi fossero completamente coperti dai riccioli neri.
Baekhyun osservava quello strano quadretto e non capiva perché fossero tutti così calmi e perché nessuno aveva ancora fatto la domanda più importante.
Se non la facevano loro… beh, l’avrebbe fatta lui.
- Quindi tu sei Eros?
Tre paia di occhi si puntarono su di lui e Baekhyun rabbrividì: forse sarebbe stato meglio se fosse stato al suo posto.
- Eros? - chiese Jungkook, aggrottando le sopracciglia - Credete che io sia Eros? Non mi avete riconosciuto?
- La foschia è molto forte intorno a te - spiegò Yeri - Chanyeol si è accorto che qualcosa non andava perché hai divelto la porta del peschereccio.
- Allora, sei o no Eros? - chiese ancora Baekhyun, spazientito. Era curioso e quei tre stavano girando intorno alle cose più interessanti.
Jungkook finalmente si staccò dal sacco da box e prese a sciogliersi lentamente le bende banche che gli fasciavano le mani.
- No, non sono Eros. Vi sembro uno spiritello perfido e malizioso?
- Non dire mai una cosa del genere davanti a lui - borbottò Chanyeol, passandosi le mani tra i capelli - Non capisco chi tu sia. Non hai l’aura di un dio, ma non sei nemmeno un mortale.
- Forse non stai percependo con attenzione, zio. - Jungkook sorrise ancora, allargando le braccia - Sono Eracle.
- Oh… - biascicò Baekhyun, incredulo. Accanto a lui i due dèi erano immobili come statue.
Jungkook fece spallucce: - So cosa state pensando, avrei dovuto rivelarmi prima. Ma in realtà avevo incontrato solo Artemide e non sapevo ci foste tutti. Volevo valutare la situazione prima di uscire allo scoperto.
- È perfettamente comprensibile. - disse Baekhyun, prima di dare una gomitata al fianco di Chanyeol, perché si riprendesse.
- Eracle. - disse semplicemente quest’ultimo, come se constatandolo ad alta voce rendesse tutto più chiaro - Ecco come hai fatto a distruggere quella porta.
- Ed ecco perché non avevo bisogno di essere salvato. Ma tu sei stato molto gentile a provarci, zio.
- Zio? - chiese Baekhyun, che ormai nemmeno provava più a capire da solo le parentele tra i loro ospiti mitologici.
- Eracle è figlio di mio fratello Zeus e di una mortale, Alcmea.
- Sei un semidio? - gli chiese Baekhyun e Jungkook annuì, asciugandosi il sudore dalla fronte con l’avanbraccio.
- Sono il semidio per eccellenza. Il più forte, il più invincibile…
- Il più odiato dagli dèi - completò Yeri - Ti porteremmo a casa con noi, ma sai com’è.
- Com’è? - chiese Baekhyun, la cui curiosità stava facendo faville.
- Vedi - provò a spiegargli Chanyeol - Eracle non è molto simpatico a Era, essendo frutto di un adulterio di mio fratello. Lo ucciderà appena lo vedrà.
- Ci proverà, vorrai dire. E non sono sicuro di volerglielo permettere - disse Jungkook - Da quello che ho capito avete perso il volatile dell’amore. Posso aiutarvi se volete.
Yeri ridacchiò e fece per ribattere, ma Baekhyun la batté sul tempo: - Sarebbe fantastico! Ma prima ho una domanda.
- Sarebbe?
- Il peschereccio. Cos’è successo? Da quello che ho capito le condizioni del mare erano ottime e le luci di navigazione funzionavano. Allora come ha fatto a scontrarsi con lo scoglio?
Il volto di Jungkook si rabbuiò e il ragazzino sospirò, in un chiaro tentativo di prendere tempo.
- Facciamo un patto: io rispondo a questa domanda e vi racconto com’è andata quella notte e voi in cambio impedite agli altri dèi di farmi fuori. Sono forte e non ho paura di loro, ma la terribile Era ha sempre un crudele asso nella manica e voglio continuare a dormire sonni tranquilli e senza serpenti nel mio letto.
- Sarà impossibile. - commentò Yeri, ma Chanyeol aveva già allungato una mano e stringeva quella di Jungkook, sugellando il patto.
 
***
 
Jungkook e Yeri camminavano davanti a loro, intenti a conversare di chissà cosa. Baekhyun li osservava e piano piano i pezzi del puzzle andarono al loro posto: Jungkook e Yeri erano fratellastri, avendo lo stesso padre.
Guardò Chanyeol accanto a sé: il ragazzo alto fissava i suoi piedi mentre camminava e la fronte era aggrottata in un’espressione pensierosa.
- Tutto bene? - gli chiese Baekhyun, sfiorando la sua mano con le dita.
Chanyeol sembrò risvegliarsi in quel momento da uno stato di trance e arricciò le labbra in un mezzo sorriso.
- Sì, stavo solo pensando.
- A Jungkook?
- E alla delusione di non aver ancora trovato Eros.
Baekhyun sospirò dispiaciuto e, prima di poter cambiare idea, prese la mano di Chanyeol. Se il più alto voleva fingere di non aver apprezzato il gesto fallì miseramente, perché subito tutto il suo viso si illuminò.
- Lo troverete. Ci stiamo avvicinando, ne sono sicuro. In più credo che avere Jungkook dalla nostra parte…
- Tu non capisci - lo interruppe Chanyeol - Lui ha sempre diviso gli dèi. Irene lo odia a prescindere per ovvi motivi, Seulgi invece lo adora ed è la sua eterna protettrice. Kyungsoo lo odia, Jongin lo odia, Sehun lo odia…
Baekhyun sgranò gli occhi. Forse portarlo alla casa sulla scogliera era stata una pessima idea.
- E tu?
Chanyeol fece spallucce: - Non ho mai avuto un rapporto particolare con lui. Lui non ha mai fatto un torto a me e io non ne ho fatti a lui.
- E perché gli altri lo odiano tanto?
- A causa delle fatiche.
Baekhyun si diede dello stupido: come aveva fatto a non pensare alle famose dodici fatiche di Eracle.
- La prima è stata l’uccisione del Leone di Nemea, poi c’è stato l’Idra, la Cerva di Cerinea, a cui Yeri teneva particolarmente…
Baekhyun azzardò un’occhiata ai due davanti a loro, ancora immersi nella loro conversazione.
- E lei non lo odia?
- Non ne ho idea. Credevo di sì, ma mi sembra tranquilla.
Baekhyun sperò che Yeri non stesse fingendosi amichevole per far abbassare la guardia a tutti, prima di uccidere Jungkook.
- Ma Eracle la rapì viva, quindi forse non lo ritiene un grave affronto - disse Chanyeol - L’ultima fatica è stata rapire Cerbero.
A quelle parole, Baekhyun rabbrividì: - Ha rapito il cagnolino di Kyungsoo?
- Ti ricordo che al tempo aveva tre teste.
- Ma l’ha preso davvero?
- Oh sì - Chanyeol ridacchiò al ricordo - Kyungsoo era furente, ma quel ragazzino gliel’aveva fatta sotto il naso. Poi però gliel’ha anche riportato.
Baekhyun guardò Jungkook. Aveva sempre pensato che Eracle fosse un vero eroe e i fatti dimostravano che non aveva torto.
Inoltre, gli sembrava incredibile che quel ragazzino avesse davvero fatto cose come uccidere un Idra o rapire il mastino infernale. Lui non ci sarebbe mai riuscito.
- Sei sicuro sia una buona idea portarlo a casa vostra?
Chanyeol ridacchiò: - Non preoccuparti, non gli succederà nulla. Eracle inoltre sa difendersi molto bene dalla furia degli dèi. Pensa che è riuscito a tenere testa a Jongin e a ferire Kyungsoo, e nessuno ferisce mai Kyungsoo.
Baekhyun era sbalordito e, se possibile, ancora più spaventato. Arrivarono alla casa quando il sole stava già tramontando e in giardino, intento a osservare la sua discesa, c’era Sehun.
Diede loro una veloce e disinteressata occhiata, prima di tornare ad ammirare il suo amato sole. Poi però si accorse di Jungkook.
- Yeri, ci hai portato un fidanzatino?
La gemella alzò gli occhi al cielo: - Sai che non cado così in basso da innamorarmi.
Baekhyun ridacchiò convinto fosse una battuta, ma poi si ricordò che la dea Artemide non era particolarmente attratta dall’amore e dalla passione, perciò la risata gli morì in gola.
- Abbiamo un ospite. - disse Chanyeol e, nel mentre, si frappose tra Sehun e Jungkook. Poteva sembrare una cosa involontaria a un occhio disattento, ma Baekhyun capì subito che l’aveva fatto apposta.
Sehun provò a vedere il ragazzino alle spalle di Chanyeol, con aria sempre più disinteressata.
- Non è Eros.
- Lo so. È Eracle.
Se non l’avesse conosciuto bene, Baekhyun non avrebbe notato che l’immobile viso di Sehun si era contratto in una smorfia. Le sopracciglia si erano aggrottate, il naso arricciato, le labbra piegate all’ingiù e gli occhi si erano illuminati di una strana luce. Una luce per niente allettante.
- Eracle.
- Ciao Apollo - lo salutò Jungkook e si mise di fianco a Chanyeol - È passato un po’ di tempo.
- Irene ti ucciderà.
Baekhyun fece un passo avanti per entrare nel campo visivo di Sehun, che puntava solo su Jungkook.
- Magari no. Forse potremmo tutti provare a mettere da parte la rabbia e a collaborare.
- Oh, piccolo dolce sciocco mortale. - biascicò Sehun, facendo un passo avanti. Poi cambiò direzione, puntando verso la porta aperta di casa - Vado a chiamare Suho e Seulgi, così proveranno a fermare tutti gli altri quando tenteranno di uccidere il nostro ospite.
La voce glaciale del ragazzo biondo fece rabbrividire Baekhyun. Si prese un appunto mentale: fare ricerche sul perché Apollo odiasse Eracle. Aveva bisogno di un’agenda.
- Beh, è andata bene. - commentò Yeri, seguendo il fratello all’interno della grande casa. Prima di entrare a sua volta, Chanyeol si girò verso Baekhyun.
- Forse è meglio se vai a casa. Qui potrebbe succedere di tutto.
- Non ci penso nemmeno! - rispose il ragazzo, risoluto - Io non vado da nessuna parte. Non ora che le cose si fanno interessanti.
Chanyeol provò a rimanere serio e fermo sulla sua decisione, ma dire di no a un Baekhyun così determinato era una battaglia persa in partenza.
Sospirò e lo precedette, ripromettendosi di stare in allerta e allontanarlo appena fosse stato necessario.
Jungkook e Yeri avevano raggiunto il salotto ed erano in piedi, al cospetto degli dèi presenti: Wendy, Lay, Xiumin, Joy e Chen. I cinque fissavano Jungkook, che si guardava intorno ammirato.
- Bella casa. - commentò il ragazzo.
- Sta per esserci un bagno di sangue.- commentò Jongin, entrando in quel momento.
Appena lo vide, Jungkook si tese come una corda di violino.
- Eracle, sei qui per prenderle di santa ragione?
- Non sfidarmi, Ares, sai che sarei in grado di tenerti testa.
Jongin fece un gesto di stizza e si posò sul muro, a braccia incrociate.
- È davvero qui? Ne sei sicuro??
La voce allarmata di Seulgi precedette la sua padrona dentro la stanza. Quando lo sguardo della dea si posò sul viso di Jungkook, Baekhyun la vide sorridere per la prima volta da quando la conosceva.
Nello stesso istante, entrò nella stanza anche Suho e un’espressione incredula si aprì subito sul suo viso. Immediatamente, Jungkook si piegò davanti ai due dèi, posando un ginocchio a terra e piegando l’altro.
- Padre, divina Atena, è un onore essere qui per servirvi.
- Dov’è? - l’urlo furioso di Irene interruppe il silenzio che si era creato e la donna entrò nella stanza.
Baekhyun fece istintivamente un passo indietro: la furia le aleggiava intorno come se avesse avuto consistenza; la bocca era digrignata e gli occhi socchiusi. Quando vide Jungkook, un grido lasciò le sue belle labbra e si scagliò contro il ragazzo così improvvisamente e con tanta ferocia, da farlo impallidire. Chanyeol e Jongin però erano pronti: la afferrarono e la tennero saldamente, mentre la donna artigliava l’aria che la divideva dalla sua vittima.
- Come osi venire in casa mia? Tu, lurido mezzo dio!
Jungkook abbassò lo sguardo per un momento e Baekhyun provò pena per lui.
Capiva che Irene odiasse i tradimenti del marito, ma perché prendersela con quei figli e non con il diretto interessato. Per quanto i due si fossero fatti le peggiori cose, erano ancora insieme, sotto lo stesso tetto. Jungkook invece veniva cacciato, quando in realtà non poteva farci nulla se era figlio di un tradimento.
- Fatelo uscire da casa mia! - urlò Irene - Lo ucciderò!
- No, non lo farai. È qui per aiutarci - disse Chanyeol, con tutta la calma di cui era capace - Nessuno ucciderà nessuno, chiaro?
- Non ne sarei così sicuro.
Mancava solo lui all’appello, e infatti eccolo: Kyungsoo fece il suo ingresso nel salotto e rivolse lo sguardo glaciale al loro ospite.
- Ho messo al sicuro Cerbero.
- Non sono qui per lottare o per rapire - spiegò Jungkook, allungando le mani in avanti - Voi mi avete trovato e ho deciso di aiutarvi. So delle cose che potrebbero esservi utili.
- Tu te ne devi andare! - urlò ancora Irene, ma finalmente intervenne Suho.
- Ora basta!
Il padre degli dèi aveva parlato: nella stanza calò un silenzio di tomba. Perfino Irene si calmò e smise di agitarsi tra le braccia di Chanyeol e Jongin.
- Jungkook è nostro ospite e noi non uccidiamo chi è sotto il nostro tetto. Inoltre, se vuole aiutarci, accetteremo. Sono mesi che siamo qui e di Eros ancora nessuna traccia. Non possiamo perdere altro tempo.
Dei mormorii si alzarono nella stanza: c’era chi era d’accordo con le parole di Suho e chi invece avrebbe voluto la testa di Jungkook su un palo. Fatto stava che il padre degli dèi voleva che al figlio non fosse fatto alcun male, perciò nessuno l’avrebbe sfiorato.
Ovviamente da questo divieto era esclusa Irene, che non sempre ubbidiva ciecamente al marito. La giovane donna si liberò definitivamente dalla stretta di Chanyeol e Jongin e, dopo un ultimo sguardo infuocato a Jungkook, lasciò non solo la stanza ma anche la casa.
Chanyeol fece un respiro di sollievo: - Per ora abbiamo una tregua.
Baekhyun, che si era rintanato in un angolino sicuro, annuì tremando: - Siete ancora tutti vivi, il che è un bene. Sono vivo anch’io, quindi meglio.
Chanyeol sorrise e scompigliò i capelli al ragazzo.
Suho fece segno a Jungkook si accomodarsi sulla poltrona in salotto e lui accettò.
- Quando saprete ciò che devo dirvi, ci sarà poco tempo per i convenevoli.
- Voglio sapere prima di tutto come sei arrivato qui - chiese Suho - E quando.
Jungkook abbassò lo sguardo, sapendo che il padre si sarebbe arrabbiato: - Sono arrivato settimane fa.
Non aveva avuto torto, infatti Suho lo guardò adirato: - Cosa? Settimane fa?
Baekhyun era tentato di tornare nel suo angolino prediletto, ma Chanyeol gli afferrò un braccio e lo fece sedere accanto a sé.
- Piccolo curiosone, ora che è il momento delle domande te ne vai? - bisbigliò, avvicinando le labbra all’orecchio del più basso.
Baekhyun non poté evitare che un brivido gli scorresse lungo tutto il corpo. I sentimenti per Chanyeol erano più forti che mai, nonostante ci andassero ancora con i piedi di piombo. Doveva finire quella strana atmosfera che c’era tra loro, dovevano tornare quelli di prima e Baekhyun si ripromise di parlarne con il più alto. Sempre se ne avesse trovato il coraggio.
- È vero, ho sbagliato a non venire a cercarvi - stava dicendo Jungkook - Ma la foschia era così forte intorno a me che ho sfruttato la situazione per prendermi una vacanza dalla vita da eroe.
- Devi rispondere alla domanda di Baekhyun - disse Chanyeol, prima che qualcun altro facesse domande a cui potevano benissimo rispondere in seguito - Cos’è successo la sera del naufragio?
Jungkook spostò il peso sul bordo della poltrona e incrociò le dita sulle ginocchia.
- Lavoravo su quel peschereccio da quando sono arrivato qui. Era un lavoro pesante e duro, ma per me quasi come una passeggiata. Quella notte il mare era calmo, tranquillo, e non c’era un solo filo di vento. Stava procedendo tutto come sempre. Il capitano mi aveva mandato sotto coperta a preparare le casse per il pesce da scaricare, quando ho sentito un gran trambusto e da lì è successo tutto improvvisamente. La barca ha virato verso gli scogli e ci ha sbattuto contro, poi tutti si sono gettati in mare. Voi siete arrivati immediatamente e, prima che potessi uscire, la porta della stiva si era chiusa di colpo e bloccata. Ho provato ad aprirla finché sei arrivato tu, Poseidone.
- Ma perché ha virato verso gli scogli? - chiese Baekhyun - Così improvvisamente.
- Qui arriva la parte peggiore. - spiegò Jungkook, guardandoli uno a uno, scuro in viso - Poco prima che la barca virasse e ci fosse quel trambusto tra i marinai, mi è parso di sentire qualcosa.
Tutti gli dèi erano in ascolto, i corpi in tensione e le orecchie ben aperte.
Baekhyun vide le mani di Chanyeol stringersi a pugno e le sue spalle irrigidirsi per il nervosismo e la paura di ciò che avrebbe detto Jungkook.
- Subito non ne ero sicuro, ma poi l’ho sentito di nuovo. Un canto.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia: - Un canto?
- Un dolce, melodioso, infernale canto. - concluse Jungkook - Poi è successo il finimondo.
Baekhyun voltò lentamente il viso verso Chanyeol, che ora era impallidito.
- Sirene - disse Chen, parlando per tutti - Sono arrivate le sirene.
 
***
 
Il sole era tramontato da ore e nella casa sulla scogliera avevano tutti cenato seduti a un lungo e massiccio tavolo. Nessuno aveva fame, ma sapevano che dovevano essere in forze per affrontare quella nuova minaccia. Baekhyun era l’unico ad avere un appetito da lupo, infatti non aveva fatto complimenti e si era abbuffato: cosa poteva farci se la morte imminente gli faceva venire fame?
Era al dolce, quando Chanyeol si era alzato senza dire una parola ed era uscito dalla portafinestra della cucina, che dava direttamente sulla spiaggia.
Nessuno sembrava aver fatto caso a lui, tranne ovviamente Baekhyun, che era rimasto con le bacchette a mezz’aria e la bocca piena.
Deglutì rumorosamente e si affrettò a seguirlo, temendo che volesse buttarsi in mare e affrontare da solo le sirene.
Quando raggiunse la spiaggia, però, vide che si era fermato prima che i suoi piedi toccassero l’acqua. Lo sguardo era perso in lontananza, attirato da chissà cosa nell’orizzonte.
- Chanyeol? - Baekhyun gli si parò davanti e provò ad attirare la sua attenzione - Cosa ci fai qui fuori?
- Non me ne sono accorto. - disse in un sussurro così lieve che Baekhyun fece fatica a sentirlo.
- Di cosa?
- Delle sirene, ovviamente - spiegò, guardando finalmente il suo interlocutore - Sono creature marine e io sono il dio del mare, eppure non mi sono accorto della loro presenza.
- È una cosa grave? - chiese Baekhyun e Chanyeol si passò una mano tra i capelli.
- Salgo a prendere il tridente e vado a cercarle.
Prima che potesse mettere in atto il suo folle piano, Baekhyun gli mise la mano sul braccio.
- Non puoi. Non sai nemmeno quante sono.
- Io sono il dio del mare.
- E loro potrebbero essere centinaia. Sbaglio, o il loro canto ha effetti anche sugli dèi?
Chanyeol guardò sorpreso il più basso: - Ti sei informato?
- Beh, le sirene mi hanno sempre affascinato, perciò… - Baekhyun ridacchiò imbarazzato - La Sirenetta è il mio film Disney preferito.
Lo sguardo di Chanyeol era vuoto, perciò Baekhyun alzò gli occhi al cielo.
- Ma dai, Ariel la Sirenetta! Suo padre aveva un tridente come il tuo.
- Non capisco.
Il più basso si arrese: - Lasciamo perdere. Il punto è che sì, mi sono informato e so che saresti in pericolo contro delle sirene.
- Sono sempre più convinto che abbiamo sbagliato qualcosa nel venire nel mondo mortale stavolta - disse ancora Chanyeol, tornando a guardare l’orizzonte - Ti ho portato qui le peggiori creature. Ti ho messo in pericolo.
Baekhyun posò le mani sul viso del più alto e lo costrinse ad abbassare lo sguardo verso di lui.
- Non darti la colpa per questo. È successo e ora possiamo solo cercare di affrontare i pericoli che sono arrivati. Io non rischio nulla finché ci sei tu a proteggermi.
Aveva detto l’ultima frase arrossendo sempre di più a ogni parola. Il volto di Chanyeol venne illuminato da un sorriso e il più alto annuì.
- Di questo puoi essere certo. Non permetterò a nessuno di farti del male. - prese una pausa, guardando Baekhyun fisso negli occhi - Nemmeno io ti farò mai del male.
Baekhyun tenne gli occhi incatenati a quelli di Chanyeol, sforzandosi di non abbassare lo sguardo nonostante l’imbarazzo che provava.
- Lo so. - rispose, prima di alzarsi in punta di piedi e posare un bacio sulla guancia di Chanyeol.
I loro visi però erano vicini e le loro labbra a pochi centimetri di distanza. Come attratte da una calamita, si cercarono l’un l’altra nello stesso momento e, quando si incontrarono, fu come se i due ragazzi avessero ripreso a respirare. Le dita di Baekhyun si infilarono tra i capelli di Chanyeol e lo attirarono sempre più vicino a sé. Quest’ultimo posò le grandi mani sulla schiena del più basso, come a volersi convincere che fosse tutto reale e non un altro dei suoi sogni a occhi aperti.
Nessuno dei due voleva interrompere il bacio e nessuno dei due si accorse delle due creature che li osservavano ancora una volta, con i capelli sparsi sull’acqua e la coda che la faceva increspare.
 


 
Era aveva provato a uccidere Eracle fin da quando era un neonato. Una notte aveva fatto entrare due grossi serpenti nella sua culla, ma il neonato Eracle li aveva stretti tra le mani e strozzati, gettandoli poi a terra.
                                                                     
Le dodici fatiche sono:
Il leone di Nemea, che Eracle doveva uccidere; l’Idra di Lerna, il mostro acquatico con nove teste di serpente che, ogni volta che ne tagliava una, cresceva doppia; la Cerva di Cerinea, animale che Artemide considerava sacro e che le era stato dato in dono dalla pleiade Taigete. Eracle la rapì; il Cinghiale dell’Erimanto che l’eroe doveva portare vivo; gli Uccelli stinfalidi; il Toro di Creta, che si pensa fosse lo stesso che poi diede vita al Minotauro; le Cavalle di Diomede; la Cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni, donatale da Ares; i Buoi di Gerione; i Pomi d’oro delle Esperidi; il Cane Cerbero, che Eracle rapì dagli inferi.
Tutte le fatiche gli vennero ordinate dal re Euristeo, che voleva morisse in una delle impossibili imprese.
 
Ade lascia gli Inferi solo due volte, una delle quali è curare una ferita che gli aveva inferto proprio Eracle.

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Capitolo 25
*** 24. Ventiquattro (τέτταρες καὶ εἴκοσι) ***


24. VENTIQUATTRO
(τέτταρες καὶ εἴκοσι)
 
 
Quando Baekhyun e Chanyeol rientrarono in casa, il tavolo dove avevano cenato era vuoto e Yeri, Chen e Lay stavano lavando i piatti. Baekhyun dovette trattenere una risatina a quella vista: chi se lo sarebbe mai aspettato che dei potenti dèi greci facessero anche le faccende domestiche?
Jungkook si avvicinò a loro: - Mio padre ha detto che devo stare qui stanotte. Per la mia sicurezza.
Baekhyun e Chanyeol alzarono un sopracciglio in contemporanea, facendo ridacchiare Jungkook: - Lo so, sarei più al sicuro in un’arena con l’Idra piuttosto che qui, ma non voglio recare offesa a mio padre.
- È giusto - disse Chanyeol - Ti stanno preparando la stanza?
Il ragazzino annuì: - Volevo ringraziarvi prima di andare a dormire. Siete stati gentili con me e, zio, so che mi avresti protetto se qualcuno avesse provato a uccidermi.
Chanyeol annuì impercettibilmente e Jungkook sollevò la mano, in un gesto di saluto, prima di lasciare la stanza.
Che strana giornata, pensò Baekhyun guardando l’ora: era davvero tardi.
- È meglio che vada. - disse, ma Chanyeol gli afferrò la mano.
- Oh no, tu non vai da nessuna parte.
Baekhyun si sentì arrossire a causa del tono che il più alto aveva usato.
- Non posso andare a casa mia?
- Resti qui, almeno finché le sirene non saranno sistemate.
Chanyeol aveva un’espressione che non ammetteva repliche, ma Baekhyun ci provò comunque.
- Ma…
- I tuoi episodi di sonnambulismo sono diminuiti, ma non si sono fermati. Vuoi fare un tuffo mentre in mare ci sono delle sirene? Mai e poi mai te lo permetterei. Rimarrai qui, dove posso tenerti d’occhio.
Come dargli torto? Baekhyun sapeva che aveva ragione e annuì. Non si fidava di se stesso e sapere che c’era un’intera casa piena di dèi dell’Olimpo a tenerlo d’occhio lo faceva sentire meglio.
- C’è solo un problema - disse Chanyeol e un sorrisetto malizioso gli si formò sul viso. - Abbiamo una sola camera per gli ospiti e quella è andata a Jungkook.
Baekhyun aprì la bocca per dire che non capiva, ma poi capì e la richiuse.
- Posso dormire sul divano.
Chanyeol scoppiò a ridere così forte che i tre dèi intenti a lavare e asciugare i piatti, si voltarono a guardarli.
- Secondo te ho la possibilità di dormire insieme a te e ti faccio andare sul divano? - chiese Chanyeol in un sussurro, perché gli altri non potessero sentirlo.
- Sarà una nottata impegnativa. - commentò Baekhyun, facendo ridere ancora il più alto, che lo prese per mano e lo portò con sé fuori dalla cucina.
Dal salotto provenivano delle voci e Baekhyun non resistette alla tentazione di dare una sbirciata: Suho e Irene erano seduti su uno dei divani, intenti a parlottare tra loro. La giovane donna doveva essere rientrata mentre lui e Chanyeol erano fuori.
Era evidente che la sua furia non si era ancora placata, ma almeno non stava tentando di artigliare la faccia del marito.
Baekhyun li lasciò alla loro intimità e seguì Chanyeol al piano superiore.
Dèi e dee camminavano nel corridoio, chi in pigiama, chi con lo spazzolino da denti in bocca, chi mezzo nudo. Baekhyun non potè evitare di osservarli, ancora una volta incredulo di fronte al fatto che quei ragazzi all’apparenza così normali fossero dèi.
- Non abbiamo una camera per Baekhyun.
La voce di Joy lo fece fermare a metà del corridoio: la ragazza bloccava la strada a lui e Chanyeol.
- Lo so. - disse quest’ultimo, tranquillamente.
- Ma lui è ancora qui.
- Lo so.
Sul viso di Joy si aprì un sorrisetto così malizioso, che Baekhyun sentì le guance andare in fiamme.
- L’amore. Non è una cosa meravigliosa? - chiese, fissando Baekhyun che, senza rendersene conto, cercò riparo dietro la schiena del ragazzo alto.
- Ehm… certo.
- Sento così tanto amore aleggiare tra voi due - continuò lei, muovendo le mani come se stesse suonando un pianoforte invisibile - Aumenta ogni giorno che passa. Ah, che goduria per la dea dell’amore.
- Chi sta facendo godere la mia dea dell’amore?
Jongin si materializzò accanto a Joy e i due si scambiarono un sorrisino complice.
- Il nostro piccolo Baekhyun sta per conoscere il potere del dio del mare. - spiegò Joy e Baekhyun si coprì il viso con le mani.
- Voi due dovreste farvi gli affari vostri - brontolò Chanyeol - Ora lo avete spaventato.
- Ma no! - Joy afferrò una mano di Baekhyun, togliendola dai suoi occhi e il ragazzo non poté evitare di guardarla - Non avere paura. Chanyeol sarà gentile con te.
- Joy. - provò a fermarla il più alto.
- Quando ci avrai preso la mano, allora si scatenerà. E miei dèi se si scatena!
- Joy!
Chanyeol rubò alla ragazza la mano di Baekhyun, che la stava fissando a bocca spalancata.
- Non ascoltarla, non sa avere un minimo di sensibilità. - gli disse il più alto, trascinandolo via.
L’ultima cosa che Baekhyun sentì prima che Chanyeol chiudesse con un tonfo la porta della sua camera fu: - Hai presente quando il mare è in tempesta? Ecco com’è Chanyeol a letto.
Rimasti soli, Baekhyun poteva sentire l’imbarazzo che c’era tra loro. Chanyeol prese a camminare avanti e indietro, prima andando alla finestra, poi verso l’armadio, ma subito dopo verso il letto. Infine andò verso un cassettone e aprì uno degli scomparti.
- Non ho un pigiama per te. - disse, frugando frenetico tra la sua roba.
Baekhyun fece un passo verso di lui e prese coraggio, prima di parlare: - Chanyeol, guardami.
Il più alto però non lo fece e abbandonò la sua ricerca: - Vado a chiederlo in prestito a Xiumin.
- Chanyeol. - Baekhyun gli afferrò un braccio, prima che potesse lasciare la stanza.
Il ragazzo alto finalmente lo guardò, con un’espressione dispiaciuta negli occhi.
- Scusali, non sanno darsi un contegno - disse - Non volevo ti mettessero in imbarazzo.
- Non fa niente - rispose Baekhyun, arrossendo - Volevo solo dirti che… insomma, non dobbiamo sentirci in imbarazzo. In fondo stiamo insieme, no?
Chanyeol sembrò barcollare sul posto, come se quella frase gli avesse dato un forte spintone.
- Cosa?
- Sì, io… - Baekhyun abbassò lo sguardo e fece un respiro profondo: era chiaro a tutti che lui e Chanyeol si piacevano da impazzire e lui sentiva crescere un sentimento che non si azzardava ancora a definire amore, ma che gli assomigliava parecchio. Perciò, perché non rendere ufficiali le cose? Perché non poteva prendersi quello che voleva? Poseidone l’aveva fatto per secoli, ora l’avrebbe fatto lui.
- Vuoi essere ufficialmente il mio ragazzo divino? - chiese, guardando il più alto dritto negli occhi. La tentazione di andare a nascondersi sotto il letto era fortissima, ma cercò di arraffare tutto il suo coraggio e non permettere alla paura di fermare quel momento.
Chanyeol lo guardava sconvolto, immobile, silenzioso.
- V-voglio che tu sia il mio ragazzo - continuò Baekhyun - P-perché mi piaci tanto e, anche se sei un dio dell’Olimpo, quando sto con te quasi non ci penso. Nel senso che non sto con te perché con uno schiocco di dita potresti darmi qualunque cosa.
Il suo discorso non aveva molto senso, se ne rendeva conto, ma se si fosse fermato a mettere ordine ai pensieri sapeva che non avrebbe più avuto il coraggio di parlare.
- Mi sei piaciuto da prima di sapere che sei un dio. Questa è stata solo una tua particolarità, come se mi avessi detto “ehi, sai che sono mezzo americano?”. È una cosa che ha cambiato il mio modo di vedere quello che mi circondava, non il modo in cui vedevo te. Tu sei sempre stato Chanyeol e questo è dimostrato anche da quello che è successo dopo Medusa. Io ti ho perdonato perché avevo davanti Chanyeol, non Poseidone.
Il più alto continuò a fissarlo così immobile che Baekhyun pensò per un attimo di aver frainteso tutto, o che il potere di Medusa avesse fatto effetto a scoppio ritardato.
- Sarebbe un grande onore per me essere il tuo ragazzo divino. - disse infine Chanyeol, con un mezzo sorriso sul viso.
Sorriso che rischiò di far sciogliere Baekhyun.
Il ragazzo sfuggì agli occhi del più alto, arrossendo: - Bene, ora che abbiamo chiarito questa cosa io andrei da Xiumin a chiedergli un pigiama.
Chanyeol non fece nemmeno in tempo a dirgli che ci avrebbe pensato lui, perché Baekhyun era già scappato fuori dalla stanza.
 
***
 
Quando tornò nella camera, Baekhyun era pronto ad andare a dormire. Il pigiama di Xiumin aveva delle ali disegnate su tutti i pantaloni blu e un paio più grande era raffigurato sulla maglia bianca. Il ragazzo si sentiva un po’ in imbarazzo, ma se il messaggero degli dèi indossava quel pigiama, poteva farlo anche un comune mortale come lui.
Chanyeol era alla finestra, intento a osservare il mare con chissà quali pensieri ad affollargli la mente.
Indossava solo i pantaloni grigi del pigiama e, vedendo il tridente tatuato sulla sua schiena, Baekhyun sentì le farfalle nello stomaco. Si avvicinò e gli circondò la vita con le braccia.
- Non pensare alle sirene - disse, sentendo che Chanyeol si irrigidiva - Risolveremo domani quel problema. Ora devi svuotare la mente.
- Non è facile, piccolo sonnambulo. - replicò Chanyeol.
- Per me non è facile starti vicino se sei senza maglietta, eppure eccomi qui. Puoi farcela anche tu.
A quelle parole Chanyeol scoppiò a ridere e Baekhyun sentì che finalmente si rilassava.
- Hai ragione, basta pensare alle sirene.
- Bravo. - Baekhyun si allontanò da lui e raggiunse il cassettone in cui il più alto aveva frugato poco prima. Prese la prima maglietta che trovò e gliela lanciò. - Indossala.
Il ragazzo ridacchiò divertito: - Non dormo quasi mai con la maglietta.
- Beh, stanotte sarà una delle volte in cui lo farai - lo riprese Baekhyun, combattendo con se stesso per non arrossire.
Chanyeol scosse la testa sorridendo, ma indossò la maglietta nera senza protestare ancora.
- Bel pigiama - commentò poi, mentre Baekhyun si infilava sotto le coperte.
- Xiumin ha scoperto gli acquisti online, riesci a crederci? C’è tutta una serie di abiti dedicata al messaggero degli dèi. - il ragazzo ridacchiò, ma si accorse che Chanyeol lo fissava confuso, in piedi accanto al letto e con un lembo delle lenzuola in mano.
Doveva ricordarsi che per Chanyeol tutto ciò che riguardava la tecnologia era come per lui il greco antico.
- Noi mortali possiamo comprare delle cose grazie al computer.
- So cos’è un computer! - esclamò Chanyeol entusiasta e finalmente si infilò sotto le coperte.
- Ecco, beh noi premiamo un pulsante e qualche giorno dopo l’oggetto che abbiamo ordinato arriva a casa nostra.
- È una magia? - chiese Chanyeol e Baekhyun ridacchiò.
- È solo il ventunesimo secolo.
Chanyeol aggrottò la fronte, pensieroso. Era così adorabile quando era confuso, che Baekhyun si chiese se davvero quel ragazzone che rifletteva su cosa fosse il commercio online fosse il potente dio del mare.
- A quanto pare qualche casa di moda ha ideato una linea dedicata a Ermes, perché Xiumin aveva tutto a tema. Mi ha fatto anche vedere un cuscino a forma di caduceo.
- C’era qualcosa anche su di me? - chiese il più alto, speranzoso.
Baekhyun sorrise dispiaciuto: - No… ma sono certo che prima o poi avrai anche tu la tua linea di accessori.
- Acce… che?
- Lascia stare - concluse Baekhyun e si sdraiò, dopo aver spento la luce.
Rimasti al buio, il ragazzo si rese conto della situazione in cui erano. Tra le chiacchere la sua mente era riuscita a non fargli notare che stava per dormire accanto a Chanyeol. Ora invece, visto il silenzio nella camera, si sentì sopraffatto dalla situazione.
Chanyeol era accanto a lui, in silenzio, con gli occhi puntati al soffitto. Non lo toccava, non lo sfiorava nemmeno, e Baekhyun era convinto che aspettasse fosse lui a fare la prima mossa. Voleva che facesse quello che si sentiva di fare, senza costrizioni.
Era davvero cambiato.
Baekhyun si voltò con il corpo e si avvicinò a Chanyeol, abbracciando poi il suo braccio come fosse un peluche.
- Grazie per avermi costretto a restare. - disse in un sussurro.
- Non l’ho fatto solo per il pericolo delle sirene. - bisbigliò Chanyeol.
- L’avevo capito.
- Non volevo te ne andassi.
Baekhyun sollevò lo sguardo e i suoi occhi si incrociarono con quelli del più alto.
- Nemmeno io volevo andarmene, ma non potevo autoinvitarmi.
Chanyeol rise: - Invece qui puoi. Ti do io il permesso. Siamo dèi, siamo ospitali.
- Allora potrei restare qui più spesso.
- Ora che sei anche il mio ragazzo mortale, direi di sì.
A quelle parole, Baekhyun sorrise senza rendersene conto e abbracciò più stretto il braccio di Chanyeol, che a sua volta gli posò un bacio sulla testa.
E così si addormentarono. Baekhyun sapeva di essere al sicuro e aveva la sensazione che quella notte non solo non sarebbe uscito per una passeggiatina da sonnambulo, ma nemmeno avrebbe fatto brutti sogni.
 
***
 
Il leggero movimento del letto lo svegliò, ma gli occhi ancora rifiutavano di aprirsi.
- Maledizione!
Sentì esclamare e la voce era certamente quella di Chanyeol. Ma non fu l’imprecazione a svegliarlo, bensì il tono usato dal più alto: era allarmato.
Spalancò gli occhi e si trovò davanti un Chanyeol intento a correre fuori dalla stanza, urlando a tutti di svegliarsi.
Ma cosa stava succedendo?
Spostò le lenzuola blu e corse alla finestra: il mare era calmo e piatto, di un blu così scuro da sembrare quasi nero. Non tirava un filo di vento, non si muoveva una foglia.
Ma in mezzo alla distesa blu notte, c’era una barca che si stava inabissando.
Baekhyun si voltò e uscì a sua volta fuori dalla stanza, augurandosi che gli dèi riuscissero a portare in salvo chiunque occupasse l’imbarcazione.
Corse sulla spiaggia ancora scalzo e l’immagine che gli si presentò di fronte lo fece rabbrividire: era il caos più totale.
Gli dèi erano tutti presenti all’appello e la maggior parte di loro era in mare, compreso Jungkook. Sulla sabbia c’erano alcune persone e Sehun, che tra le altre cose era il dio delle arti mediche, prestava i primi soccorsi.
- Posso aiutare? - chiese Baekhyun, avvicinandosi.
Sehun annuì senza nemmeno guardarlo: - Ci sono delle ferite da medicare.
Non aggiunse altro, perciò Baekhyun provò a rendersi utile meglio che poteva.
Stava fasciando una caviglia, quando un debole canto si insinuò nelle sue orecchie e lo fece immobilizzare, come pietrificato.
L’uomo che stava medicando, fece lo stesso.
Il canto aumentò di intensità e, quando Baekhyun alzò lo sguardo, incrociò gli occhi allarmati di Jungkook. Il ragazzino aveva delle cuffie alle orecchie, di quelle impermeabili per ascoltare la musica in acqua. Anche da lì, Baekhyun poteva sentire il suono di una chitarra sparato a tutto volume.
- Baekhyun, tappati le orecchie! - urlò Jungkook, ma il ragazzo quasi non lo sentiva.
Il canto ora era così forte che risuonava per tutta la spiaggia.
- Dove vai? No!
Sentendo urlare, Baekhyun si voltò e vide Wendy tentare di tenere fermo un ragazzo che faceva di tutto pur di entrare in acqua. Anche l’uomo che stava medicando lui si alzò, ignorando il dolore che doveva avere alla caviglia.
Non sembrava una cattiva idea fare un tuffo.
Anche Baekhyun si alzò, ma subito una mano gli afferrò il braccio.
- Tappati le orecchie, le sirene ti stanno soggiogando!
Era ancora Jungkook che parlava. Ma non gli importava nulla, perché quel suono, quel canto, erano la cosa più meravigliosa che avesse mai sentito.
Doveva raggiungerlo.
Doveva seguirlo.
Provò a divincolarsi, ma un mortale come lui non poteva nulla contro Eracle.
Il ragazzino si tolse uno degli auricolari e lo infilò all’orecchio di Baekhyun, alzando ancora di più la musica.
Fu come se una secchiata d’acqua gelida gli fosse stata buttata in faccia per svegliarlo. Baekhyun sgranò gli occhi e si guardò intorno. Tutti i feriti, le persone che erano state salvate dal mare, ci erano già tornate. Nessuno degli uomini che era sulla spiaggia quando era sceso c’era ancora.
Wendy, Joy e Irene tentavano in ogni modo di tenere fermi Sehun, Xiumin, Lay e Kyungsoo, che bramavano per seguire il canto ed entrare a loro volta in mare.
Baekhyun guardò la distesa d’acqua di fronte a lui e il corpo iniziò a essere scosso dai tremiti.
Seulgi e Yeri erano le uniche dee in acqua. Non ce l’avrebbero mai fatta a salvare Chen, Jongin, Suho e…
- Chanyeol! - urlò Baekhyun, iniziando a correre verso l’acqua.
- No, Baekhyun! - gridò a sua volta Jungkook e lo raggiunse, sollevandolo da terra perché non toccasse l’acqua.
- Chanyeol! Devo andare da Chanyeol!
Quando Baekhyun era corso via, a Jungkook si era staccato l’auricolare, ma il ragazzo si aggrappò a Baekhyun come a un’ancora di salvezza e chiuse gli occhi.
Doveva concentrarsi su qualunque cosa non fosse il canto che, fortunatamente, piano piano finì.
Nella spiaggia il silenzio ora era angosciante e assoluto. Il mare era immobile e nessuna delle persone che ci era entrata provava a divincolarsi per salvarsi.
Jungkook e Baekhyun caddero sulla sabbia, con il ragazzino che ancora teneva stretto il più grande. I quattro dèi presenti erano visibilmente frastornati e confusi. Si guardavano intorno come se nessuno di loro si fosse reso conto di essere sulla spiaggia.
Joy, Irene e Wendy si tuffarono in mare e Baekhyun le vide allontanarsi e sparire all’orizzonte.
Non sapeva che dire.
Si strappò l’auricolare, che ancora trasmetteva un assolo di chitarra, dall’orecchio e si alzò in piedi.
- C-Chanyeol? - chiamò in un sussurro.
Accanto a lui, Jungkook si passava una mano sul viso: - Non si è salvato nessuno dei mortali.
- Ma… cos’è successo? - chiese, senza smettere un istante di fissare il mare.
- Un altro attacco delle sirene - rispose Jungkook, alzandosi a sua volta - Peggiore rispetto al precedente.
Il ragazzino gli posò una mano sulla spalla e lo lasciò per andare a vedere come stavano gli dèi rimasti.
Baekhyun intanto setacciava con lo sguardo la distesa d’acqua, sperando di veder spuntare qualcuno.
Non potevano essere morti anche gli dèi, giusto? Loro erano immortali. Chanyeol era il dio del mare, era nel suo elemento.
Tirò su col naso, ma si impose di non piangere. Doveva mantenere il controllo, essere il degno ragazzo mortale del dio del mare.
Ma chi voleva prendere in giro? Lui era solo un ragazzino.
Stava per urlare e scoppiare a piangere, quando all’orizzonte apparve qualcosa.
Era di un meraviglioso color arcobaleno e il suo manto scintillava alla luce dell’alba. La criniera si muoveva intorno a lui e un nitrito ruppe il silenzio.
Diamond, l’ippocampo, stava raggiungendo la spiaggia e, in groppa, teneva tutti gli dèi.
Le dee sembravano stare tutte bene, lo stesso non si poteva dire degli dèi.
Jongin aveva il viso ricoperto di lividi e lo sguardo assente. Chen si teneva una mano sul braccio e aveva del sangue che gli colava dalle orecchie. Suho sembrava il meno grave, ma annuiva a ciò che gli stava dicendo Irene come se non capisse davvero le sue parole.
Poi c’era Chanyeol. Quando scese dalla groppa dell’ippocampo, Baekhyun si accorse che anche lui era coperto di lividi e le mani erano insanguinate sulle nocche, come se avesse preso qualcosa a pugni.
Zoppicava, stringendo in una mano il suo tridente.
Baekhyun non aveva idea di come potesse averlo con sé, ma poco gli importava.
Stava bene, nient’altro contava.
Non riuscì più a restare fermo e aspettare. Senza che le potesse controllare, le gambe iniziarono a muoversi e in un attimo stava correndo incontro a Chanyeol.
Il ragazzo alto, che fino a un attimo prima stava guardando l’acqua ai suoi piedi, alzò lo sguardo.
Un sorriso spontaneo si aprì sul suo viso e lasciò il tridente, che cadde in acqua sollevando degli schizzi, per prendere al volo Baekhyun, che gli si era buttato tra le braccia.
 
 

Il caduceo è un bastone con i due serpenti attorcigliati sotto due ali aperte. È il simbolo di Ermes e quello dell’ordine dei medici.

 
Ciao a tutti, sono qui per ringraziarvi di leggere e recensire o commentare la storia con così tanto entusiasmo. La cosa non potrebbe farmi più piacere!
Però io ho una brutta notizia: la z e la q hanno ripreso a non funzionare (queste poche righe le sto scrivendo con copia e incolla delle lettere in questione lol). Perciò vi chiedo di avere un po' di pazienza e di attendere il prossimo capitolo. Arriverà prima possibile, promesso!
Grazie a tutti e vi saluto :)

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