Il Valzer

di Seiyako
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Valzer ***
Capitolo 2: *** Un altro valzer ***
Capitolo 3: *** Bacio rubato ***
Capitolo 4: *** Gelosia e Paso Doble ***
Capitolo 5: *** Vivir Mi Vida ***
Capitolo 6: *** Crema e Cioccolato ***
Capitolo 7: *** Quello è un cretino! ***
Capitolo 8: *** Sul bel Danubio blu ***
Capitolo 9: *** Festa di natale ***
Capitolo 10: *** Vai con l'house ***
Capitolo 11: *** valzer brillante ***



Capitolo 1
*** Il Valzer ***


                                   Il Valzer


La lezione di hip hop è appena terminata. Sono stanca e sudata. Ho il fiatone e le gambe indolenzite. Le ragazze (le mie compagne del corso hip hop) mi salutano sorridendo e poi vanno via. Ricambio il loro saluto con un sorriso a trentadue denti. Mi viene da ridere perché sono la più grande del corso. Loro sono ancora delle adolescenti pieni di sogni e di speranze... le sento chiacchierare in lontananza mentre parlano di interrogazioni e debiti formativi. Dio solo sa quanto vorrei tornare ad avere la loro età e preoccuparmi solamente della scuola e dei piccoli problemi di cuore che si hanno quando si è ragazzine. Bevo una lunga sorsata d'acqua dalla mia bottiglietta di plastica. Faccio una smorfia di disgusto. L'acqua è diventata calda perché l'ho tenuta un'ora nello zaino, non è più fresca come appena uscita dal frigo. Rimetto la bottiglietta nello zaino. Sto per andare via, ma qualcuno mi si para davanti impedendomi di uscire dalla sala. Alzo lo sguardo e rimango basita. È un ragazzo. Deve avere più o meno la mia stessa età. È alto. Biondo. Molto bello. Lo guardo dal basso del mio un metro e cinquantaquattro. Un lieve rossore mi imporpora le guance. Con la tuta da ginnastica e i capelli appiccicaticci di sudore non sono molto presentabile. Ma perché quando sei ben vestita e truccata non incontri mai nessuno e quando invece sei vestita come una 'casalinga disperata' incontri il mondo intero?
Faccio spallucce e cerco di scansarlo, ma lui è irremovibile. Non vuole farmi uscire. Ma che cosa vuole da me?
“Ehm, dovrei uscire. La lezione è finita”. Gli dico indispettita.
“Lo so” risponde sornione “ma aspetta ad andartene. Ho bisogno di una dama per provare il valzer. Sono già andate via tutte le ragazze, tu sei l'unica rimasta”.
Scoppio a ridere. Poi gli dico: “Il valzer? Hai sbagliato scuola di ballo. Qui non insegnano i balli standard. Ma se vuoi provare i latino-americani presentati domenica sera”.
Lui scrolla la testa. Come se non mi avesse sentita, posiziona il computer portatile sulla mensola e fa partire la musica. Subito la sala viene inondata dalle note di Come Walts With Me di Demis Roussos.
Si avvicina, fa un inchino e poi mi tende la mano. Non ammette scuse. Devo fargli da dama. Appoggio lo zainetto in un angolo, e accetto il suo 'invito'. Parto come un razzo. Lui mi ferma gridando: “NO, NO, ASPETTA. COSÌ NON VA!”
Torna al computer e fa ripartire la musica dall'inizio. Mi guarda attraverso i suoi occhi azzurri e dice: “È un valzer. Il primo passo deve partire da me. Da ora in poi ricordatelo sempre: è il cavaliere che deve condurre la dama, non viceversa. Sei anche troppo rigida, cerca di scioglierti un po', non sei una statua”.
Annuisco. Mi sembra di ritrovarmi nel film Take the lead con Antonio Banderas. Ci riprendiamo nuovamente per mano, mi fa appoggiare le braccia e i gomiti nel modo giusto, e poi mi fa inclinare leggermente la testa di lato. Stavolta lascio iniziare lui. Balliamo e volteggiamo leggiadri nella sala. Sembriamo due farfalle che volano leggere in un campo pieno di fiori. Incredibile, non credevo di essere così portata per il valzer. Quanto vorrei che in questo momento apparisse la fata madrina e trasformasse la mia tuta dell'Adidas in uno splendido abito, in modo da poter far girare l'ampia gonna di tulle. Ballare con questo ragazzo mi rilassa, non mi sento più stanca e affaticata, inoltre i suoi occhi azzurri mi ricordano la calma e la serenità del mare in bonaccia. Come Walts With Me  giunge al termine, e dopo aver fatto la mossa finale, ci applaudiamo a vicenda.
“Sei stata bravissima” sorride. Spegne il computer portatile e poi si prepara per andare via.
"Aspetta!” Esclamo delusa e un po' irritata “vai già via? Prima mi costringi a rimanere con te e adesso mi lasci da sola come se nulla fosse? Dimmi almeno come ti chiami e se tornerai di nuovo qui".
Mi guarda con un sorriso birichino e se ne va con il portatile sotto il braccio.

 SGRUNT!
 
Riprendo lo zaino. Mentre esco dalla porta principale incontro la titolare della scuola di ballo. È appena rientrata dopo aver svolto alcune commissioni.
“Ah, Licia. Aspetta”. Mi ferma prendendomi per un braccio.
“Cosa c'è?” Le domando, cercando di nascondere la stizza dal tono di voce.
“Ho introdotto il corso di valzer viennese, se vuoi iscriverti, rivolgiti alla segretaria. Ci penserà lei a darti un altro tesserino”.
Ho un fortissimo sospetto. Con un gruppo in gola, chiedo alla titolare: “L'insegnante è un uomo o una donna?”
“È un uomo”risponde, facendomi l'occhiolino “credo abbia la tua stessa età... ed è anche molto carino”.
Prende un volantino dalla borsetta e me lo fa vedere. Oddio. Non può essere vero. Il ragazzo sul volantino è lui!
“Qualcosa non va?” Chiede la titolare con voce preoccupata “se non vuoi partecipare alle lezioni di valzer non c'è problema, non sei obbligata”.
“No, no” rispondo prontamente “vado subito a compilare il modulo per il tesserino. Ah, la prima lezione gratuita l'ho già fatta”.
La titolare mi guarda con aria interrogativa. Poi solleva un sopracciglio. Credo abbia capito tutto.
Va nello sgabuzzino dove sono i riposti i costumi di scena e poi ritorna con un magnifico abito di colore blu. È un vestito da ballo da sala. Con i bordi della gonna piumati e i brillantini sul décolleté.
“La prossima volta indossa questo. Ma sta attenta a non rovinarlo. È solamente in prestito. Sai benissimo che serve per gli spettacoli”.
Sorrido riconoscente e prendo delicatamente il vestito dalle sue mani. Sto attenta a non spiegazzarlo. Steso sui miei avambracci ho un enorme tesoro fatto di velluto e paillettes.
Ringrazio ancora una volta e poi vado via.
Quello che ho ballato non è un valzer qualunque. È un valzer tutto mio. Mio solamente. Non appartiene a nessun altro. E sono certa che quel valzer lo ballerò ancora un'infinità di volte.

Ciao a tutti. Spero che questo racconto breve vi sia piaciuto. Ho immaginato così tante volte questa scena nella mia mente che ho deciso di raccontarla attraverso una storiella. Ovviamente è una storia inventata. Ma chi lo sa? Magari qualcuno mi inviterà per davvero a ballare un valzer ;)

 

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Capitolo 2
*** Un altro valzer ***


                                Un altro valzer


È sera. Mi sono nascosta nello spogliatoio della scuola di ballo. Ho indosso il vestito blu che mi ha prestato Stefy, la titolare. Mi guardo allo specchio. Sembro un'altra persona. Un bellissimo trucco mi ammorbidisce i lineamenti del viso e il verde dei miei occhi risalta sotto  questo ombretto color del cielo. Prendo il mascara dal mio zainetto e ne ripasso un altro filo sulle ciglia. Ho i capelli raccolti in uno chignon e ho degli sprazzi di brillantina che fanno luccicare le mie ciocche castane. Rimetto il mascara nella tasca dello zainetto, e poi stringo le labbra umettandole un po'. Faccio una piroetta davanti allo specchio e sorrido come non ho mai sorriso in tutta la mia vita. Attraverso la porta chiusa riesco a sentire la musica proveniente dalla sala e il vociare delle persone che stanno facendo lezione. Sento anche la sua voce, la voce del maestro. Apro la porta, e la musica da ovattata, giunge alle mie orecchie chiara e distinta. Qualcuno esce dalla sala ed io mi chiudo nuovamente nello spogliatoio. Non voglio essere vista da nessuno... tantomeno da lui. Riapro di poco la porta. Attraverso lo spiraglio intravedo alcuni clienti della scuola che raccolgono le loro cose, salutano la segretaria e poi vanno via. Non sento più la musica. Vuol dire che la lezione è finita. Pian piano vanno via tutti. Anche la segretaria. Stefy, oltre ad averle dato l'ordine di non far entrare nessuno nello spogliatoio, le ha anche dato il permesso di andarsene via prima, dicendole che ci avrebbe pensato lei a chiudere tutto a chiave. Non c'è più nessuno. Bene. Spalanco la porta ed esco. Mi fermo sulla soglia della sala. Lo vedo di spalle, sta trafficando con i fili del suo computer portatile. Sorrido e metto in atto il mio piano. Spengo la luce nell'anticamera e lascio solamente accesa quella della sala. Lui lascia cadere a terra i fili e si gira. Rimane interdetto. Mi viene da ridere quando lo vedo a bocca aperta. Forse, così truccata e con questo vestito da esibizione, non mi ha riconosciuta. Avanzo lentamente verso di lui. Nella sala rimbomba il rumore delle mie scarpette col tacco. Mi fermo davanti a lui e gli sorrido.
"Ciao" farfuglia sorpreso "niente tuta dell' Adidas oggi?"
Trattengo a stento una risata. Ci ha messo pochi minuti a riconoscermi.
"Ciao Mattia" rispondo "è così che ti chiami, vero?"
"Si, e tu ti chiami Licia. Stefy mi ha detto che ti sei iscritta al mio corso, ma oggi non ti ho vista a lezione, come mai non sei venuta?"
Restiamo per un po' in silenzio a guardarci negli occhi, poi mormoro: "perché avevo intenzione di ballare un altro valzer con un bellissimo principe".
"E sarei io il bellissimo principe?" Ride.
Lo guardo sorridendo, raccolgo i lembi del mio vestito e mi inchino piegando leggermente le ginocchia.
"Ah no" risponde "ricordi cosa ti ho detto? È il cavaliere che deve condurre la dama, non viceversa".
Scoppiamo a ridere. Lui si inchina e poi mi tende la mano: "Mademoiselle, mi farebbe l'onore di concedermi questo ballo?"
"Si" rispondo dolcemente "ma Monsieur, non mette la musica?"
"Ma siamo noi la musica, Mademoiselle".
Appoggio le mani sulle sue braccia, inclino leggermente la testa di lato e poi via... iniziamo a volteggiare nella sala. Mattia ha ragione, la musica siamo noi, o meglio, è dentro di noi. L'unico rumore che sentiamo è quello dei nostri passi e del fruscio del mio vestito che ogni tanto sbatte leggero sulle sue gambe. Questo valzer è addirittura meglio del primo che abbiamo ballato, è un valzer che sentiamo nelle nostre anime. Dopo innumerevoli giravolte, ci fermiamo a riprendere fiato. Siamo stanchi e stiamo anche ansimando. Mi batte forte il cuore, ma non per la fatica, ma per l'emozione che ho provato.
Mattia mi guarda divertito, non si aspettava questa sorpresa da parte mia, e non sembra affatto dispiaciuto. Mi accarezza la guancia.
"Vai a cambiarti, usciamo a prendere qualcosa da bere, avrai sicuramente sete".
"Va bene" rispondo "ma non  sparirai come l'altra volta, spero".
"No, no" ride "ti aspetto fuori".
Vado negli spogliatoi e mi cambio velocemente. Ho con me le salviettine struccanti, ma preferisco non togliere il trucco, sciolgo solamente i capelli dallo chignon. Ripongo il vestito da ballo bene ordinato nello sgabuzzino e sussurro 'grazie Stefy'. Schizzo fuori alla velocità della luce. Mattia è stato di parola. Mi ha aspettata. Mette il suo borsone da palestra nella macchina e dopo averla chiusa con l'antifurto, si gira verso di me.
"Andiamo?"
Annuisco sorridendo. 
"Sai una cosa?" Gli dico "dovremmo ballare molto più spesso da soli".
Lui non risponde, ma dal modo in cui mi guarda, credo che lo abbia capito dove voglio andare a parare. 
"Prima di tornare a casa ci scambiamo i numeri e chattiamo su whats ap, ti va?" Mi chiede. 
"Certo" gli rispondo vivacemente. 
Ci sorridiamo a vicenda e ci incamminiamo sottobraccio verso il bar.


Ciao a tutti, questa storia breve è piaciuta così tanto che mi hanno chiesto di scrivere un seguito. Eccovi accontentati. Ringrazio "Vento di luce" per il consiglio che mi ha dato. Un caloroso saluto dalla vostra Licia (Seiyako)

 

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Capitolo 3
*** Bacio rubato ***


                                 Bacio rubato

Siamo seduti al bar a ridere e scherzare. Mattia si diverte a fare battute sul mio nome, lo trova molto carino e non può fare a meno di pensare al cartone animato Kiss me Licia. La differenza è che lui non si chiama Mirko, ma Mattia, e anche se è biondo come il protagonista dell'anime non ha nessuna intenzione di tingersi una ciocca di capelli fucsia.
"Che scemo" rido "guarda che nessuno ti costringe a fare la tinta ai capelli. A me piaci anche così".
Arrossisco quando mi rendo conto di ciò che ho detto.
Lui sorride e finisce di bere la sua birra.
"Si è fatto tardi" mormora "ti riaccompagno a casa".
Finisco di bere il mio succo di frutta e poi mi alzo. Faccio per entrare dentro al bar a pagare il conto, ma Mattia mi ferma e dice: "lascia stare, pago io".
"Ma no, voglio pagare io la mia bevanda, non penserai che sono la solita donna che crede che deve essere l'uomo a pagare".
"Non l'ho mai pensato" mi risponde "allora facciamo così, oggi offro io e la prossima volta offrirai tu da bere".
"Ci sto!"
Ci stringiamo la mano confermando il nostro patto. Mattia entra dentro al bar, paga il conto alla cassa e poi esce. Ci incamminiamo verso l'auto. 
Prende le chiavi, apre le portelle ed entriamo nella vettura. Gli do indicazioni per informarlo quale strada deve prendere per riportarmi a casa.
"Ah, ma abiti poco distante dalla scuola di ballo"  ingrana la prima marcia.
"Già".
Proseguiamo tutto il tragitto in silenzio, si ferma sotto casa mia, esco dall'auto e lo saluto con un cenno della mano. Mentre rovisto nel mio zainetto alla ricerca delle chiavi, sento qualcuno avvicinarsi a me. Trasalisco. Alzo lo sguardo e vedo che è Mattia. Tiro un sospiro di sollievo. Mi ha fatto prendere un colpo. Pensavo fosse andato via. Ora che ci faccio caso non ho sentito il rumore dell'accensione dell'auto. Fisso Mattia e mi perdo nel suo sguardo, è così bello il suo volto bagnato dalla luce del lampione. 
"Non ti parte l'auto?" 
Provo a scherzare, ma lui non ride. Ha lo sguardo dolce e serio. 
"Ho dimenticato una cosa".
"Cosa?"
"Questo".
Mi prende delicatamente per le braccia, avvicina velocemente il suo viso al mio e poi... mi bacia!
Mi sta baciando veramente? Ed io glielo sto permettendo?
Si stacca lentamente, mi da ancora un altro bacio e poi sale in auto. Sono ancora troppo intontita da ciò che è appena successo per poter reagire.
Mattia gira la chiave dell'accensione, abbassa il finestrino e dice:"ti aspetto a lezione, non mancare, non posso fare a meno della mia dama".
Sorrido come un ebete e poi sussurro: "ci vediamo".
Ci guardiamo ancora una volta negli occhi, poi lui fa partire l'auto e va via.
Nelle mie orecchie risuonano le sue parole 'non posso fare a meno della mia dama'.
"Ed io non posso fare a meno del mio cavaliere" mormoro dolcemente mentre apro la toppa del portone di casa. Entro in ascensore, pigio il pulsante, la ante si chiudono e poi sento che l'ascensore sale verso l'alto portandomi fino al pianerottolo. Esco dall'ascensore, infilo le chiavi nella serratura della porta di casa, entro nell'anticamera del salotto, accendo la luce, mi tolgo le scarpe e poi mi infilo le pantofole. Vado al bagno. Mentre mi guardo allo specchio vedo che il trucco non si è sciolto. Prendo una salviettina e l'acqua micellare, mentre mi strucco penso al bacio che mi ha 'rubato' Mattia. Mi metto il pigiama e poi vado a letto. Mentre chiudo gli occhi ripenso di nuovo a quelle parole 'non posso fare a meno della mia dama'.
"Mio cavaliere" sussurro "sarò la tua dama per tutto la vita".
Mi addormento e sogno di ballare nuovamente tra le sue braccia.
 

CIAO, SPERO NON MI PRENDERETE PER PAZZA, STAVOLTA HO DECISO IO DI AGGIUNGERE UN ALTRO CAPITOLO A QUESTA FLASHFIC. L'IDEA DI QUESTA CONTINUAZIONE MI E' VENUTA IERI SERA MENTRE BEVEVO UN APERITIVO AL BAR :'D MI SONO DETTA "PERCHE' NO? PERCHE' NON CONTINUARE?" CREDO DI ESSERMI APPASSIONATA A QUESTA STORIA, MA NON SO SE CI SARANNO ALTRI CAPITOLI. NEL CASO DOVESSE VENIRMI IN MENTE QUALCHE ALTRA IDEA LA SCRIVERO', PROMESSO. ADESSO GUSTATEVI QUESTA BREVE STORIELLA, NELLA QUALE MI E' VENUTA LA FELICE IDEA DI INSERIRE ME STESSA COME PROTAGONISTA. :D SPERO VI PIACCIA. UN CARO SALUTO DALLA VOSTRA LICIA (SEIYAKO)

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Capitolo 4
*** Gelosia e Paso Doble ***


                                                                Gelosia e Paso Doble


"Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e otto... riproviamo di nuovo: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto. Forza ragazzi, più animo".
Mattia scandisce il ritmo mentre mi avvolge teneramente tra le sue braccia e mostra i passi di danza agli altri allievi. Gli sto facendo nuovamente da dama e lo sto aiutando con la lezione. Sono diventata abbastanza brava dopo solamente poche lezioni. Giriamo piroettando attorno alla sala, ogni tanto incespichiamo, ma poi riprendiamo subito. Prima di terminare, Mattia si rivolge ai suoi allievi:"Bene ragazzi, adesso proviamo con il 'cambio dama' ".
Si stacca velocemente da me e poi fa coppia con un'altra ragazza. Sono indispettita, ma non dico nulla. Cerco di non far trasparire la mia delusione e, nel frattempo, provo i passi di valzer con uno degli allievi. Ogni volta che Mattia grida 'cambio', balliamo con un altro partner.
La lezione finisce, facciamo un applauso, gli allievi raccolgono le loro cose e poi vanno via sorridendo e salutando il maestro. 
Rimaniamo soli nella sala. Mattia sorride, io invece gli volgo le spalle e mi asciugo la fronte con un panno.
"Hey, sono andati via tutti. Ora puoi anche darmi un bacio".
Fulmino Mattia con uno sguardo. Lui rimane interdetto.
"Che hai?" Mi domanda aggrottando la fronte "sei arrabbiata?"
"Ti diverti a fare il Casanova adesso?"
"Cosa?"
"Hai capito benissimo. Hai voluto fare il 'cambio dama' perché trovi attraenti le altre ragazze del corso?"
Scoppia a ridere, e con un ghigno divertito risponde: "guarda che sono un insegnante di ballo, mi pagano per insegnare a ballare."
Arrossisco. Mi sento imbarazzata. In fin dei conti ha detto la verità. È qui in veste di insegnante, non di un Casanova.
"Scusa" mormoro. 
"Sai, mi piaci quando fai la gelosa". Ride.
Gli faccio una linguaccia.
"Ti va di ballare ancora?"
"Oh si, con te non mi stanco mai".
"Perfetto, visto che oggi hai indossato la gonna lunga, questo tipo di ballo ci sta a pennello".
Mattia si avvicina al PC portatile e fa partire una musica spagnola, si sente anche il suono delle nacchere di sottofondo.
"Ma siamo a La corrida?" Rido.
Mattia sorride e sbatte i piedi sul pavimento imitando un torero. Scoppio di nuovo a ridere quando mi rendo conto che la gonna che indosso è perfetta, perché oltre ad essere lunga è anche rossa. Mattia si avvicina agitando le braccia e continuando a sbattere i piedi. Io cerco di muovere qualche passo a ritmo di musica, purtroppo non sono un'esperta di paso doble, ho solo seguito qualche tutorial su YouTube. Mi viene spontaneo pensare alla scena del film La maschera di Zorro, esattamente la scena del paso doble tra Antonio Banderas e Catherine Zeta Jones. La differenza è che Catherine è molto più brava di me, sigh. Però non mi perdo d'animo e continuo a fare qualche passo muovendo sinuosamente i fianchi. Mattia mi afferra per le anche, mi solleva da terra e dopo una rapida giravolta mi rimette giù. Lui è bravissimo, si muove con tanta leggerezza, è molto agile e riesce a mantenere perfettamente il ritmo. Io invece sono un po' impacciata, ma non mi arrendo, è come se fosse una sfida con me stessa. La musica procede velocemente e noi continuiamo a ballare senza andare fuori tempo. La musica giunge al termine. Ci fermiamo. Mi accascio sfinita sul pavimento. Sono stremata. Ho anche il fiatone. Mattia non sembra per niente stanco, mi porge una lattina di té freddo che ha preso dal distributore automatico della scuola. Stacco la linguetta e bevo avidamente.
"Bevi piano, la bibita è fredda, sei completamente sudata".
Dopo il suo rimprovero amorevole, bevo più lentamente. La sete si è placata. Mattia si inginocchia vicino a me e mi dà un lieve bacio sulle labbra. Mi metto a sedere e ricambio il bacio.
"Quello che provo mentre balliamo è esattamente ciò che provo per te" mormoro in un sussurro.
"Lo so, anche io provo le stesse emozioni adrenaliniche quando sono con te".
"Ma perché non chiedi a Stefy di inserire anche un corso di paso doble? Sono sicura che verranno in tantissimi".
"No" risponde serio.
"Come no?" Replico sorpresa.
"Questo paso doble è solo per te, solo ed esclusivamente per te".
Sorrido felicemente e lo abbraccio. Lui mi stringe forte a sé. Ci baciamo e poi usciamo insieme dalla scuola di ballo.


Ciao a tutti, ho creato un nuovo capitolo. Incredibile, vero? Doveva essere una semplicissima flashfic di un solo capitolo, adesso è diventata una raccolta "a puntate". I miei amici l'hanno trovata molto appassionante e hanno chiesto un altro seguito. Io li ho accontentati, spero di non averli delusi. E spero di non aver deluso neanche chi mi segue su efp. Vi ringrazio tanto per il sostegno e per la gioia che mi donate. Un forte abbraccio dalla vostra Licia (Seiyako)

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Capitolo 5
*** Vivir Mi Vida ***


                               Vivir Mi Vida

Siamo a cena fuori, in un bel ristorantino. Siamo seduti in una terrazza con vista mare e mangiamo a lume di candela. La musica è assordante e ,ogni tanto, dobbiamo alzare la voce per riuscire a capire ciò che  io e Mattia ci diciamo. Il Dj ha inserito una bachata, ma in pochissimi la stanno ballando in coppia. Se c'è una cosa che mi da fastidio è vedere una danza sudamericana ballata a mo di ballo di gruppo. Vorrei andare vicino alla consolle, strappare il microfono dalle mani del Dj e poi urlare: "LA BACHATA NON È UN BALLO DI GRUPPO! STATE RENDENDO RIDICOLO UN BALLO BELLISSIMO".
Ma mi trattengo e continuo a cenare. 
Obsesiòn degli Aventura giunge al termine. Meno male. Non ne potevo più di vedere quello scempio. Un vero insulto all'arte della danza. Mattia ride sotto i baffi, mi ha letto nel pensiero, è d'accordo con me. Si passa una mano fra i suoi capelli biondi, scuote la testa, taglia con forchetta e coltello un pezzo di Angus e poi lo mangia masticando lentamente. Io sono piena, non ho più appetito. Vorrei solamente digerire. Mi balena in mente un'idea. Mi alzo di scatto e raggiungo speditamente il Dj. Mattia mi guarda stranito, si sta chiedono che cosa ho intenzione di fare. Sussurro qualcosa all'orecchio del Dj, lui annuisce, scorre con il dito indice il touchpad del computer e clicca sulla canzone che ho richiesto. Subito il salone viene inondato dalle note di Vivir Mi Vida di Marc Anthony. Corro da Mattia e lo costringo ad alzarsi. Lui ride. Ha finalmente capito che voglio dare una bella dimostrazione su come si balla un vero caraibico. Ci mettiamo al centro della pista e iniziamo.

Voy a reír, voy a bailar
Vivir mi vida, la la la la
Voy a reír, voy a gozar
Vivir mi vida, la la la la...


Balliamo sinuosi, muovendo le anche. Facciamo dei volteggi e incrociamo le gambe. Tutti quanti rimangono a bocca aperta, non si aspettavano di vedere un vero spettacolo.
Terminiamo con un casquè. Tutti fischiano e applaudono. Ci inchiniamo in segno di ringraziamento e poi torniamo al nostro tavolo. Hanno appena portato il dolce.
"Era proprio necessario?" Ride Mattia, mentre affonda il cucchiaino nel gelato.
"Si, lo era" rispondo vivacemente.
"Sei pazza, Licia".
"Si, hai ragione. Sono una vera pazza".
Ridiamo e mangiamo il delizioso gelato cioccolato e nocciola.

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Capitolo 6
*** Crema e Cioccolato ***


                             Crema e Cioccolato


Sabato sera. Sono seduta su dei gradini e attendo pazientemente Mattia. Sta facendo la fila alla cornetteria artigianale, la fila è lunga e sembra non terminare mai. Sbuffo e mi guardo attorno. La piazza è affollata. Poco distante c'è uno spettacolo di artisti di strada. Ballano, fanno dei piccoli giochi con i bambini e cercano di intrattenere al meglio il pubblico che si è fermato a guardarli. Dopo mezz'ora, Mattia arriva con un sacchetto in mano. Si siede accanto a me, apre il sacchetto e mi porge un cornetto farcito con percoche e crema Chantilly, lui invece ha preso un cornetto farcito con il Kinder Bueno. 
"Mi dispiace" dice con voce desolata "ma i cornetti ai frutti di bosco erano terminati, ho pensato di prenderti la specialità di questa sera".
"Non importa" gli sorrido "andrà benissimo anche questo, sembra delizioso e il profumino che emana è davvero invitante". 
Inizio ad addentarlo, e subito il sapore dolce e vellutato della crema mi avvolge il palato. Mastico lentamente i pezzetti di pesca, alcuni pezzi scivolano dal cornetto e vanno a finire sul palmo della mia mano e, ridendo, li porto prontamente alla bocca cercando di non farli cadere a terra. Peccato però che un pezzettino di pesca è riuscito ugualmente a sfuggire dalla mia tenace presa cadendo sui miei jeans, macchiandoli leggermente, per poi spiaccicarsi sul marciapiede.
"Allora, com'è?" Mi chiede Mattia. Ha la bocca sporca di cioccolato.
"È buonissimo" rispondo "vuoi assaggiare?"
Gli porgo il cornetto davanti alla bocca, lui stacca un morso e lo mastica voracemente.
"Hai ragione, è buonissimo. Tieni, assaggia anche tu il mio".
Non me lo faccio ripetere due volte, subito ne assaggio un pezzo. Però, anche la crema al Kinder Bueno non è niente male.
Finiamo di mangiare, ci puliamo la bocca con i tovagliolini di carta, anche se più che tovagliolini mi sembrano carta vetrata, buttiamo il sacchetto nel cestino dei rifiuti e scrolliamo velocemente le mani per ripulirle dalle briciole. 
"Aspetta" mormora Mattia "hai ancora le labbra sporche".
Mi lecca le labbra imbrattate dal morbido liquido giallastro con la punta della lingua, mi ripulisce per bene la bocca non lasciando neanche la più piccola traccia di crema Chantilly. Io ripeto il suo stesso gesto. Traccio con la lingua una lunga scia sulle sue labbra, non voglio perdermi neanche una goccia di quella golosa crema alle nocciole. Ci baciamo e assaporiamo il nostro sapore misto di crema Chantilly, percoche e Kinder Bueno. È molto buono e bello. Ci stacchiamo e ci sorridiamo a vicenda. Mattia mi prende per mano e mi conduce verso gli artisti di strada.
"Ora tocca a me" dice.
In un primo momento non capisco, ma quando lo vedo sussurrare qualcosa all'orecchio di uno degli artisti di strada, mi è tutto più chiaro. Soffoco una risata.
Mi prende per mano, mi fa mettere al centro e poi fa cenno all'artista di strada che può far partire la musica. Dalle casse dello stereo fuoriescono le note della canzone Yeah di Usher.
Inizio a ballare muovendomi meccanicamente, poi sempre più velocemente. Agito agilmente le braccia e le gambe, piego leggermente le ginocchia e muovo la testa a ritmo di musica. È un ballo hip hop che mi fa impazzire e fa uscire fuori tutta la mia grinta. Mi sento energica come non lo sono mai stata, sono euforica, ho l'adrenalina a mille. Faccio una piroetta, mi genufletto, appoggio il pugno della mano sul mento e guardo il pubblico con aria da tosta. Scroscia un applauso. Mi alzo, mi inchino, sorrido agli spettatori e ringrazio gli artisti di strada. Mattia mi riprende per mano e mi porta via dalla calca di folla.
"Wow, sei stata bravissima!" Esclama, con espressione compiaciuta.
"Ma come ti è venuto in mente di corrompere gli artisti di strada?" Rido.
"E a te com'era venuto in mente di corrompere il Dj al ristorante?".
Ci guardiamo negli occhi. Scoppiamo a ridere. Siamo 1 a 1. 
"La prossima volta vorrei fare un ballo di coppia" mormoro.
"Per me va bene. Se vuoi possiamo ballare di nuovo il valzer, o un altro tipo di ballo standard".
Annuisco felicemente. Continuiamo a passeggiare mano nella mano e ci godiamo ogni attimo della meravigliosa serata che stiamo passando insieme.


Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo di questa raccolta a puntate. Come avete potuto notare ho cambiato il rating da verde a giallo e ho inserito la nota "Lime". Ho voluto fare questo cambio perchè i protagonisti si leccano mentre si baciano. Beh si, sono consapevole che non è una scena completamente osè, ma visto che su efp ci sono dei minorenni ho voluto inserire queste note per evitare problemi. Spero con tutto il cuore che questa storia vi stia piacendo. Un caloroso abbraccio. Licia (Seiyako).

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Capitolo 7
*** Quello è un cretino! ***


                                                                  Quello è un cretino!




...And I’ll be singing, la-la-la-la, la-la-la-la
You’re breaking me, la-la-la-la, la-la-la-la
You’re breaking me, la-la-la-la, la-la-la-la
You’re breaking me, la-la-la-la, la-la-la-la
You’re breaking me...


Ballo davanti allo specchio della scuola di ballo. Sono da sola. C'è solamente Topic con la sua Breaking Me a farmi compagnia. Ripeto mentalmente i passi di gestualità femminile muovendo elegantemente braccia e gambe. So perfettamente che la canzone che ho scelto non c'entra nulla con questa disciplina, Breaking Me è una canzone dance-elettronica ed è molto più adatta ad un ballo discotecaro... eppure riesco a muovermi sensualmente. Ma è davvero la mia immagine quella che vedo attraverso lo specchio? Il mio sguardo vaga sui miei leggings neri aderenti, fino alle mie caviglie, poi guardo il luccichio argentato delle mie scarpette da ballo. Si, sono davvero io; e sono fiera di me stessa. Anche se il tacco è basso, non è poi così facile muovere i piedi a ritmo di musica senza apparire goffa e impacciata.  
La musica giunge al termine... sto per farla ripartire dall'inizio... scorgo un ragazzo appoggiato con le spalle al muro e le braccia incrociate al petto. È rimasto tutto quel tempo a fissarmi lì ed io non me ne sono neanche accorta?
"Ciao" gli dico "hai bisogno di qualcosa?"
"Sei molto brava" mormora, passandosi una mano tra i suoi capelli castani.
"Grazie" rispondo "ma, ripeto, ti serve qualcosa?"
"Sei un'insegnante di ballo?"
"No, sono una semplice allieva, ogni tanto dò una mano con le lezioni."
"Oh, capisco."
Dopo una breve pausa di silenzio, riprende: "Ti vedo spesso con Mattia, sei la sua ragazza, vero?"
Tutte queste domande non mi piacciono. Cos'è? Un interrogatorio? È un agente della scientifica di C.S.I.?
"Scusa, non sono affari miei", mormora. "Comunque mi farebbe piacere se mi facessi lezione."
"Ti ho già detto che non sono un'insegnante, e poi quella che hai visto adesso si chiama 'gestualità femminile', è per le ragazze che vogliono imparare a ballare bene la salsa, se ti interessano dei corsi maschili chiedi informazioni alla segretaria."
"Ma lo so benissimo, infatti stavo pensando di iscrivermi al corso di salsa" risponde ironico "si può ballare anche in coppia, no? Sarebbe stupendo ballarla con te."
Lo fulmino con lo sguardo. Ma ci è o ci fa? 
"Piacere di averti conosciuta" dice "ci rivedremo presto. A proposito, io sono Luca. Ah, non dirmi il tuo nome, so già chi sei."
Mi porge la mano. Non gliela stringo. Lo guardo corrucciata. Luca ritira subito la mano, ha capito che non ho piacere di fare la sua conoscenza. Deve starmi alla larga. Non mi piace tutta questa spavalderia. 
"Adesso vado, non vorrei che Mattia si ingelosisse se ti vedesse con me. Lo conosco da tanti anni, non siamo amici intimi, ma è grazie a lui se adesso so ballare bene."
Sorride sornione, mi saluta con un cenno della mano e poi va via. Lo vedo allontanarsi e uscire dalla porta principale. Ho un brutto presentimento.
Lo squillo del cellulare mi ridesta dai miei pensieri. Rispondo. E' Mattia. Vuole sapere se sta andando tutto bene.
"Si, sta andando benissimo" mormoro sottovoce "però poco fa c'era un ragazzo in sala, si chiama Luca, ha detto di conoscerti e che è merito tuo se adesso sa ballare."
Silenzio di tomba. Poi Mattia dice: "hai detto Luca? È per caso un ragazzo di statura media, con i capelli e gli occhi castani?"
"Proprio lui, vuole iscriversi alla nostra scuola di ballo, precisamente al corso di salsa."
"Licia, stai attenta" risponde Mattia, con voce leggermente alterata "quello è un cretino!"
"L'avevo intuito" dico irritata "l'ho già mandato a quel paese, ma temo che tornerà alla carica."
"Su questo non preoccuparti" mi rassicura "ci sono io a proteggerti."
"Si" sorrido, commossa. Meno male che c'è lui.
"Ma adesso non parliamo più di Luca, ti va di andare a pranzo fuori oggi?"
"Certo" ride Mattia "aspettami in palestra, sto arrivando."
"Ok, non mi muovo di qui."
Chiudo la chiamata con un sorriso e poi vado in bagno a rinfrescarmi.

Luca spia attraverso lo spiraglio della porta principale e vede Licia entrare in bagno. Ha un sorriso malefico stampato sul volto.

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Capitolo 8
*** Sul bel Danubio blu ***


                            Sul bel Danubio blu


Stiamo facendo lezione sulle note del valzer di Strauss Sul bel Danubio blu . Mattia ha cominciato col mostrare i passi base, e man mano, ha mostrato i passi da livello intermedio-avanzato. Luca è tra gli allievi e sta danzando con una ragazza bionda. Il suo sguardo e il suo sorriso sghembo mi distraggono, sembra ce l'abbia con me per qualcosa: ma non so cosa. Forse è arrabbiato per il modo in cui l'ho trattato quando ci siamo conosciuti? Beh, non mi pare di aver fatto nulla di male, gli ho semplicemente fatto capire come stanno le cose. E poi trovo molto strano che lui sia qui. Non aveva detto che voleva iscriversi al corso di salsa? Cosa ci fa al corso di valzer? 
"Ahi!"
La voce di Mattia mi riporta alla realtà. Gli ho pestato involontariamente un piede. Arrossisco e farfuglio delle scuse. 
"Scusa, non l'ho fatto apposta." Sono mortificata.
"Ti vedo piuttosto distratta oggi" mi rimprovera "è per via di quel tronco di legno?"
La sua battuta mi fa ridere, ma cerco di trattenere la risata perché siamo nel bel mezzo della lezione.
"Beh si, non mi aspettavo di vederlo qui. Pensavo si fosse iscritto ai caraibici. "
"Non farci caso" mi ammonisce Mattia "piuttosto concentrati e fagli vedere come si balla per davvero. È sempre stato un pessimo allievo."
"Davvero?" Mormoro meravigliata "mi ha detto che è stato proprio grazie ai tuoi insegnamenti se adesso ha imparato a ballare come si deve."
"Certo, come no? In realtà prendeva lezioni solamente per rimorchiare, ma gli è sempre andata male. È stato cacciato via dalla scuola di ballo dove prima insegnavo proprio perché faceva lo scemo con le ragazze. Quindi tu e le altre fate molta attenzione quando c'è lui in giro, al primo movimento sbagliato andate subito a segnalarlo alla titolare."
Annuisco e mi volto a guardare Luca. Aggrotto la fronte quando vedo le sue mani scendere lentamente dalla schiena della ragazza con cui sta ballando fino alle natiche.
"Luca!" Esclamo nel bel mezzo della musica. Tutti trasaliscono. Persino Mattia. "Le mani devono essere posizionate sulle braccia!"
Mormora delle scuse e poi si affretta a togliere le mani dalla natica della ragazza. Noto che anche lei lo guarda accigliata. Mattia ha ragione: è uno che se ne approfitta un po' troppo. 
Mi rivolgo nuovamente verso Mattia e gli chiedo se possiamo fare il 'cambio dama'."
"Perché?" Domanda lui, un po' sorpreso.
"Sei stato tu a dire che devo fargli vedere come si balla, questa è l'occasione giusta per dimostrarglielo." 
Il mio tono di voce è minaccioso e pacato. Mattia sorride e grida: "Ragazzi, proviamo il 'cambio dama'."
Subito mi fiondo da Luca, mentre Mattia fa coppia con la ragazza bionda, lo sento mormorare divertito: "Adesso stai a vedere."
La ragazza bionda non capisce cosa intende dire, lui le fa cenno con il capo verso la mia direzione. 
"Finalmente ho l'onore di ballare con te" dice Luca, con un sorriso sornione. "Che musica è questa? L'ho sentita tante volte ai ricevimenti nuziali."
"Ma come?" Squittisco "non conosci Sul bel Danubio blu di Johann Strauss?"
"Ah già, Johann Strauss. Il padre o il figlio?"
"Il figlio" rispondo, sbattendo le palpebre.
"Capisco, anche Alexandre Dumas aveva un figlio omonimo, ha composto anche lui dei valzer?"
Lo guardo meravigliata. Lo ha detto per davvero? Mio Dio, è anche ignorante!
"I Dumas erano degli scrittori, non dei musicisti. " Ringhio tra i denti. Vorrei scoppiargli a ridere in faccia ma mi trattengo. Lui non sembra per niente intimidito dalla gaffe, è rimasto impassibile.
Beata ignoranza.
"Sai, stavo pensando di portarti a bere qualcosa dopo le lezioni. Non penso che a Mattia darà fastidio, so che è impegnato con altre lezioni."
Certo, come no?
Vorrei spaccargli la faccia. Reprimo la mia ira sorridendogli maliziosamente. Luca sembra incoraggiato dal mio sorriso e fa la stessa identica cosa anche con me. Toglie la mano dal mio braccio, la mette sulla mia schiena e pian piano la fa scivolare sul mio sedere.
Subito gli assesto una ginocchiata dove non batte il sole. Luca si ferma, si piega a metà tenendosi i testicoli tra le mani, urla e impreca dal dolore.
"Maledetta pu..."
"Maledetta, cosa?" Gli ringhio, con le mani appoggiate sui fianchi. "Spero tu abbia una buona assicurazione sulle tue palle!"
"Me la pagherai" sussurra. Poi scappa via, tra le risate di scherno degli altri allievi.
"NON TORNARE MAI PIÙ!" Gli urlo contro. 
La ragazza bionda applaude e mi abbraccia. 
"Brava, hai fatto benissimo. Stava diventando insopportabile."
Mattia mi guarda divertito e mi scompiglia i capelli.
"Accidenti, sai essere davvero pericolosa."
"E non hai visto niente." Rispondo divertita.
"Bene, ragazzi." Riprende Mattia "adesso che il nemico è stato neutralizzato che ne direste di riprendere la lezione?"
Tutti annuiscono. Riprendiamo a ballare il valzer, ma sento ancora le risatine soffocate degli altri.
"Hai fatto scalpore oggi" mormora Mattia.
"Spero non si faccia più vivo."
"Penso di no, Mi è bastato vedere il modo in cui è scappato per capire che è un gran codardo."
"Spero sia vero." Appoggio la fronte sul petto di Mattia e procedo con la danza; sperando di dimenticare l'accaduto. 

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Capitolo 9
*** Festa di natale ***


                                     Festa di natale


Nella sala della scuola di ballo c'è un gran trambusto: è un via vai continuo di allievi che portano ghirlande e adesivi di natale per decorare le finestre.
All'angolo della sala abbiamo messo un piccolo alberello e, al di sotto di esso, tanti piccoli pacchi regalo per dargli un tocco natalizio in più. 
È un'aria che mi piace. Si respira molta dolcezza e molta familiarità. 
Mi dispiace che alla maggior parte delle persone non piaccia questa festa... io invece ho sempre adorato il natale... dicembre è l'unico mese dell'inverno che mi piace. 
Amo le luci, gli addobbi, il presepe, la messa di natale, l'abete, i dolci, la maratona dei film della Disney, le fiction anni '90 riproposte ogni anno nel palinsesto dicembrino, il fervore dell'andare a scegliere i regali di natale, scartare i doni con la curiosità di sapere cosa c'è dentro, il bello di ricordare l'infanzia mentre ci si siede a tavola tutti insieme, l'odore delle bucce dei mandarini, i bisticci per contendersi l'unico schiaccianoci, la diatriba sul pandoro e sul panettone, la tombola, i giochi di società, vestirsi di rosso a capodanno, le risate in compagnia... 
"Hey!"
Mattia mi prende per un braccio e mi fa voltare verso di lui. Avvolge le braccia attorno alla mia vita e sorride sornione. Non capisco cosa vuole. Fino a pochi secondi fa stava aiutando i ragazzi a sistemare i finti bastoncini di zucchero sulle pareti, come mai ha abbandonato quello che stava facendo per correre da me? 
Mi indica un punto ben preciso al di sopra della mia testa. Guardo in alto e sorrido anch'io. Appeso sul soffitto c'è il vischio.
Ci baciamo. Anche se il bacio è stato casto non ha impedito agli allievi della scuola di fischiare maliziosamente verso di noi.
Ci stacchiamo delicatamente dall'abbraccio e riprendiamo a decorare la sala.
"Ragazzi, guardate cosa vi ho portato".
La voce Stefy fa eco verso di noi. Ci voltiamo e la vediamo entrare con un vassoio in mano. Lo scarta e lo appoggia sul tavolo lì vicino. Ci ha portato un cabaret di dolcetti natalizi!
L'entusiasmo è talmente grande che ci fiondiamo verso il vassoio e cerchiamo di arraffare i dolcetti che più ci piacciono. Stefy sorride compiaciuta, si vede che è divertita dalla scena.
"Che ne dite di mettere un po' di musica e di darci alla pazza gioia?" Dice sorridendo.
Annuiamo.
Va verso il portatile e fa partire "All I want for Christmas is you" di Mariah Carey. 
Mattia mi riabbraccia e mi sussurra teneramente all'orecchio le parole del testo: 

I don't want a lot for Christmas
There is just one thing I need
Don't care about the presents
Underneath the Christmas tree...


Sorrido, e anche se non ho una bella voce, canto anche io una strofa della canzone. Urliamo entrambi ad alta voce "ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS YOU! YOU, BABY!"
Scoppiamo a ridere e balliamo un freestyle improvvisato. 
Anche i ragazzi ci raggiungono al centro della pista e ballano come dei forsennati. Per fortuna il freestyle si può ballare anche se non si ha il partner.


"Ma senti come se la ridono" mormora Luca. Istintivamente si tocca le parti intime e ricorda il doloroso calcio che si è beccato da quell'insulsa ragazzetta. 
Guarda per l'ennesima volta la grande finestra della scuola di ballo; non può vedere l'interno perché i vetri sono coperti. Riesce solamente a vedere delle ombre che si muovono. Dalla musica, che gli giunge ovattata, capisce che si stanno preparando a festeggiare il natale. 
Oddio quanto odia il natale! Per lui è una festa falsa e inutile.
Tutti quei regali forzati, tutti quei sorrisi superflui, tutti quegli  'a te e famiglia' che tanto detesta! 
Dà un'ultima boccata alla sigaretta che sta fumando, la getta a terra e poi la spegne sfregandola sotto la suola della scarpa. Gliela pagheranno di averlo cacciato dalla scuola... oh, se gliela pagheranno! E sta rivolgendo un pensiero maligno verso lo spettacolo di fine anno.

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Capitolo 10
*** Vai con l'house ***


                             
                                     Vai con l'house

 

24 dicembre, vigilia di natale.

Nell'auditorium del teatro c'è un grande trambusto. 
Gli spettatori si stanno accomodando sulle poltroncine pieghevoli. Si avverte un gran brusio generale. Hanno tutti le videocamere, o i cellulari dell'ultimo modello che riesce a fare foto e video anche al buio.

Siamo dietro le quinte, siamo tutti molto agitati, abbiamo appena finito di cambiarci gli abiti e di truccarci. Io indosso un vestito da ballo di colore rosso, con i bordi di pelliccia bianca. Attorno alla vita ho una cintura nera con la borchia dorata e in testa ho un lungo cappello rosso con il pon pon bianco e ai piedi ho degli stivaletti neri con il tacco quadrato. Per l'occasione ho lasciato i capelli sciolti e ondulati, non li ho raccolti in uno chignon. 
Sono un babbo natale in versione femminile. 
Anche Mattia è vestito di rosso, ma il suo frac non ha i bordi impellicciati e poi non indossa nessun cappello, ai piedi a delle scarpe classiche, laccate di nero. 
"Sei nervosa?" Mi chiede, sorridendo.
"Un po' " rispondo, cercando di alleggerire la tensione.
Manca poco ormai. Stefy è entrata in scena con il microfono in mano, e adesso è al centro del palco a fare la presentazione. Dopo aver spiegato brevemente l'anteprima dello spettacolo e rivolto dei ringraziamenti ai coreografi, ai costumisti e ai truccatori, si fa da parte e da il via alle danze. Nell'auditorium scoppia un fragoroso applauso. Le luci si spengono. Solamente un unico riflettore illumina il palco.

Io, Mattia e tutti gli altri ci mettiamo in cerchio prendendoci per mano e urlando lo scongiuro: "Merda! Merda! Merda!"

I bambini sono i primi ad entrare in scena e, man in mano, gli adolescenti e poi gli adulti. Lo spettacolo sta procedendo benissimo. Spero non ci siano intoppi, anche perché io e Mattia saremo gli ultimi ad esibirici per chiudere al top.

"Tocca a noi" mormora Mattia, appoggiando una mano sulla mia spalla.
"Forza, spacchiamo il palco" rido.

Il palco si è liberato, adesso è il momento del valzer finale. Mattia ha scelto la canzone Come Walts With Me di Demis Roussos per ricordare la prima volta che abbiamo ballato insieme. Ci siamo posizionati e attendiamo che la musica inizi. Aspettiamo qualche minuto, ma la musica ancora non parte. C'è qualche disguido alle casse forse? Strano. Finora hanno funzionato benissimo. La luce del riflettore mi acceca, ma riesco ugualmente a scorgere una figura familiare vicino alla consolle. È Luca? 
Non ho neanche il tempo di rimuginarci che subito parte una musica house. E adesso? Mattia ha preparato una coreografia sul valzer, non su questo pezzo. Lo vedo sudare freddo, è chiaro che non sa che cosa fare. Tuttavia non mi perdo d'animo, gli sussurro all'orecchio se si ricorda i passi di una vecchia coreografia che avevamo preparato insieme ai ragazzi delle scuole medie. Lui annuisce, facendo di si con la testa.
Bene, nessun problema allora. Balleremo quella.
VAI CON L'HOUSE!

A fine esibizione, tutti ci applaudono e fischiano in segno di approvazione. Lo spettacolo è stato un successo. Ad uno ad uno si presentano sul palco tutti i ballerini, grandi e piccini, ci prendiamo per mano e ci inchiniamo davanti al numeroso pubblico.

BRAVISSIMI! SIETE STATI GRANDI! VAI! È STATO UN BELLISSIMO SPETTACOLO NATALIZIO! 

Alzo di poco lo sguardo e vedo Luca che esce infastidito dall'auditorium.
Prendi e porta a casa, Luca.
Stefy sarà felicissima di sapere quello che hai fatto per rovinare la nostra recita. Adesso è sicuro che non metterai più piede nella nostra scuola di ballo.

 


ciao a tutti, eccomi qui con un nuovo capitolo. L'ho scritto frettolosamente, ma spero vi piaccia ugualmente. Ne aprofitto per augurarvi buone feste e che il 2021 ci riporti alla normalità. Un bacione dalla vostra Licia (Seiyako)

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Capitolo 11
*** valzer brillante ***


                                                                         Valzer Brillante


È passata una settimana dall'esibizione natalizia. Stefy ci ha dato le chiavi della scuola e ci ha chiesto di ripulire la sala e rimettere a posto gli addobbi.
Abbiamo appena finito di sistemare l'ultimo scatolone nello sgabuzzino quando, improvvisamente, sentiamo dei rumori provenienti dalla pista da ballo. Oddio, che sia di nuovo Luca? 
No, non credo. 
Stefy gli ha dato una lezione memorabile. Ha provveduto lei stessa ad avvisare tutte le scuole di ballo e di non farlo più iscrivere a nessun corso, e in caso di resistenza da parte del ragazzo, avrebbe preso provvedimenti ancora più seri: una bella denuncia per molestie e sabotaggio.

Appena entriamo nella sala veniamo accolti da Stefy e dai ragazzi del corso di Valzer con tanto di scoppio di stelle filanti e con l'urlo: "SORPRESA!"
Sono tutti vestiti con abiti ottocenteschi... non riesco a capire il motivo di questa sorpresa.
Stefy si va avanti e si congratula con me e Mattia:
"Complimenti, ragazzi. Siete stati bravissimi allo spettacolo. Non vi siete lasciati prendere dal panico, così ho pensato di organizzare un bel valzer in grande stile. Anche se con dei giorni di ritardo siete disposti a chiudere il vecchio anno e iniziare l'anno nuovo in grande stile?"
"Non hai neanche bisogno di chiederlo" interviene Mattia, sorridendo. "La mia risposta è 'si'."
Stefy e Mattia mi guardano speranzosi.
"Certo" rispondo entusiasta.
"Perfetto" riprende Stefy "nello sgabuzzino troverete i costumi che ho fatto preparare apposta per voi, sbrigatevi, andate a cambiarvi."

"Che inizino le danze!" Urla Mattia dopo aver selezionato un brano dal pc portatile. Dalle casse risuona un valzer molto familiare. 
"È il 'Valzer brillante' di Giuseppe Verdi" risponde Mattia, come se mi avesse letta nel pensiero. "È tratto dal romanzo 'Il Gattopardo' di Giuseppe Tomasi di Lampedusa."
"Ah" mormoro "pensavo che  questo brano l'avesse composto Nino Rota."
"Nino Rota lo ha trascritto e orchestrato" riprende Mattia "ma in realtà il 'Valzer brillante' lo ha composto Verdi per la contessa Maffei. E adesso, madame, mi concede l'onore di questo ballo?"
Si inchina e poi mi tende gentilmente la mano. Rispondo all'inchino e inizio a ballare con lui. 
Ho sempre sognato di danzare un valzer come una dama dei tempi passati, adesso questo sogno è diventato realtà.
Siamo circondati dai ragazzi del corso e anche loro sembrano felici di immedesimarsi come se si trovassero ad un ricevimento di gala dell'ottocento. C'è così tanta grazia e bellezza.  
Vorrei che tornasse la gentilezza e la cavalleria di quell'epoca: cosa alquanto impossibile nel XXI secolo.
A un certo punto, Mattia, mi fa fermare al centro della sala e mi bacia delicatamente sulle labbra. Gli altri continuano a volteggiare attorno a noi e non sembrano per niente interessati al bacio che ci stiamo scambiando. Continuano a ballare, sono contenti di indossare quegli abiti e di sentirsi per davvero delle dame e dei cavalieri. 
Mattia mi bacia per la seconda volta. La musica prosegue inesorabile. Dovrei convincerlo a riprendere la danza, ma ora non mi va. Lo prendo per mano e lo conduco fuori dalla pista. 
"Vieni" gli dico "lasciamo la scena a loro."
Lui annuisce. Ci mettiamo in disparte e li guardiamo ballare con un sorriso stampato sul volto.
"Ragazzi" interviene Stefy "siete già stanchi?"
"No" rido "è che adesso preferisco un po' di sano romanticismo."
Mattia mi cinge la vita con le braccia, appoggia il mento sulla mia spalla e mi bacia la tempia.
Stefy sorride e guarda soddisfatta i ragazzi del corso.
"Avete fatto un buon lavoro."
Sorride nuovamente e poi va via... lasciandoci da soli a godere il nostro momento galante.


Spero vi sia piaciuta questa storia "a puntate"... scusatemi, ma non mi va più di scrivere, preferisco concludere questa storia così. Ho finito da poco di scrivere tante altre storie - compreso tre romanzi brevi- e adesso voglio riposare un po'. Magari più in là mi tornerà la voglia di farvi compagnia con le mie storie. Tranquilli, è un arrivederci, non un addio. A Presto.


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