Teen Riot - Storia di un amore ribelle.

di Camila Serpents
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Questa è la Mastricht High. ***
Capitolo 2: *** 2. Una lunga notte d'autunno. ***



Capitolo 1
*** 1. Questa è la Mastricht High. ***


Nuovo anno, nuove avventure, nuovi casini da combinare.
Era questo che frullava nella testa di Mia mentre stringeva fra indice e medio la sua cento's appoggiata con la schiena sulla portiera della sua auto.
In lontananza vedeva i Jo-Jo sbaciucchiarsi su uno dei muretti che formavano il perimetro della scuola, lei seduta con le gambe arpionate al bacino di lui, mentre ci davano dentro.
Jolene Morgan e Joshua Harris formavano da due anni quelli che tutti definivano i Jo-Jo: erano decisamente la coppia più invidiata dell'intero liceo. 
Si diceva che fossero indistruttibili, che nessuno potesse dividerli o provare a mettersi tra di loro, anche perché, Jolene, non era proprio mansueta e non si sarebbe fatta mai sfuggire l'opportunità di mettere le mani addosso a qualche puttanella che ci provava in modo scanzonato con il proprio uomo. I suoi lunghi capelli neri, il suo stile gotico e i suoi grandi occhi marroni tendenti al verde, facevano temere di lei quando si arrabbiava. Starle il più lontano possibile era la regola per salvare la pelle. 
La sua dolce controparte aveva due belle spalle larghe, piazzato e con una chioma che cambiava all'incirca ogni due mesi. Joshua amava tingersi i capelli ma adorava ancora di più abbinare un accessorio a questi ultimi: non importava se fosse il foulard o una cintura. Era il pupillo del professore di teatro, aveva preso parte a tutti i musical dal primo anno e veniva descritto come una stella nascente con un talento innato per le arti teatrali. 
Come è semplice immaginare, moltissime ragazze gli lasciavano infilate nel suo armadietto lettere dove gli esprimevano la loro ammirazione e il loro trasporto amoroso. Ma Joshua non aveva che occhi solo per la sua Jolene.
- Che si prendessero una camera quei due no? - la voce di Avril risuonò alle sue spalle.
- Sempre puntuale tu eh? Sono venti minuti che ti aspetto stronza. - Mia guardò la sua migliore amica e allargò le braccia per abbracciarla.
- Sai come sono fatti Jolene e Joshua. - disse sapiente. - Lui fuoco e lei benzina, pronti a dare fuoco ad ogni posto in cui si fermano per limonare. - Avril chiuse la macchina, prese l'amica sottobraccio e si avviarono ridendo verso il loro ultimo anno di liceo.

La Mastricht High era sempre la stessa: ordinata e pulita in modo maniacale. Era un istituto per ragazzi di famiglie borghesi, di un certo grado di ricchezza. Indubbio era che ogni studente avesse almeno qualcosa che costasse un occhio della testa.
Mia Castillo e Avril Bennett erano due di quelle; la prima, figlia di un architetto che aveva lavorato per i migliori progetti dell'intera città e di una chef che aveva incominciato come lavapiatti fino ad arrivare dove era ora: a possedere un ristorante gourmet di successo.
La seconda non era da meno: papà giudice del tribunale per i minorenni e mamma avvocato. Si erano conosciuti proprio nel loro ambiente, classica famiglia consolidata da una vita senza apparenti problemi, se non fosse per le innumerevoli corna che contava la signora Bennett, più di un cervo in primavera, per intenderci.
I bagni della scuola erano ampi e spaziosi: sulla sinistra un fila di lavandini dorati e poco sopra, attaccato al muro, uno specchio con un imponente cornice barocca che richiamava il colore dei rubinetti impegnava poco più della metà della parete. Sul lato opposto, c'erano le porte dei sanitari di colore rosso che davano un tocco pop all'ambiente lussuoso in cui erano immersi.
Jolene aprì una di quelle porte spazientita. - Queste calze mi faranno impazzire, ogni volta per tirarle su è un dramma. - sbuffò infastidita.
- Magari è venuto il momento che la tua estetista smettesse di assecondare la tua idea di farti le unghie a stiletto, rompi due paia di calze al giorno, sta diventando imbarazzante. - Brianna, guardò l'amica con fare ironico.
- Come se due spicci per le calze la rendessero povera, potrebbe comprare tutte le industrie tessili con tutti i soldi che ha il padre, quindi per favore. - disse Norah a mezza bocca, mentre era impegnata a girare a bandiera una canna. - Et voilà! - proferì mentre la stringeva sul lato della bocca e sistemava tutto l'occorrente nel borsello che le scendeva sul fianco legato alla cintura della sua gonna. 
- Andiamo a cercare quelle due trucide di Mia e Avril, ci staranno già aspettando al solito posto. - Jolene fu la prima ad uscire, seguita dalle altre due. 
Attraversarono il corridoio principale della scuola pieno di armadietti e di persone che si affollavano davanti alle aule dei propri corsi. Arrivarono ad uno slargo noto a tutti come la bocca del drago in quanto sul pavimento erano rappresentate le fauci spalancate di un dragone rosso e dorato, dove all'interno c'era scritto, in stile gotico, Mastricht High.
Quel punto della scuola portava in tre posti differenti: proseguendo ai due lati si usciva in due parti opposte del giardino che circondava l'intera scuola. Andando dritto invece, c'erano gli spogliatoi della squadra di football. 
Svoltarono a destra, scesero le scale bianche che portavano ai parcheggi accanto al campo dove si tenevano le partite dei Red Dragons. Dietro di loro l'edificio della scuola si mostrava imponente, mentre continuavano a camminare verso il luogo dell'incontro.
- Eccovi finalmente cucciole. - Norah aprì la porta di un vecchio scantinato ormai arrugginita. 
- Alla buon'ora! Siete state capaci di essere più ritardatarie della sottoscritta e voglio dire, ce ne vuole. - Avril rise di gusto, mentre salutava le amiche appena arrivate.
- Blaterate un po' troppo per i miei gusti, accendetela e poche chiacchiere. - Mia rise porgendo l'accendino all'amica che deteneva la canna. - Ah, ti busso Amò. - con le nocche la toccò su una spalla con fare giocoso, come se stesse chiedendo il permesso per entrare.
Una nuvola di fumo bianco e denso si sollevò nell'aria, Brianna mise una canzone di sottofondo, mentre tutte prendevano posto in quello scantinato che era diventata la loro tana. 
- Devo dire che dopo averlo ripulito non è così male. - Jolene si guardò attorno e si accomodò su quella che in passato era stata sicuramente la gabbia di una centralina elettrica ormai in disuso.
- Ci siamo impegnate tanto per sistemarla, sono felice del risultato! - disse entusiasta Avril. 
Tutto cominciò un anno fa, quando Norah andò in ricognizione per trovare un angolo della Mastricht che fosse non solo poco affollato da altri studenti ficcanaso, ma dove soprattutto, non ci fossero professori in costante passaggio. Era una scuola altolocata e il preside Brown era stato molto chiaro: il primo che fosse stato trovato a fare bravate illegali sarebbe stato punito severamente. 
Era da poco iniziato l'anno scolastico e tutti sapevano dell'apertura del piano superiore e della chiusura di quello inferiore per motivi che non erano stati ben spiegati: probabilmente per le poche finestre e la poca luce. D'inverno si gelava e d'estate di bolliva, nonostante i climatizzatori, ma si sapeva che sarebbe stata una situazione momentanea. Fatto sta che i genitori pagavano e volevano sempre che i loro soldi fossero ben impiegati ed anche in fretta. Così quell'anno ci fu una grande inaugurazione della biblioteca ai piani alti: Si godeva di una vista su tutta la città, le pareti che davano verso l'esterno erano completamente vetrate. C'erano computer, macchinette per il caffè e snack oltre che, ovviamente, scaffali pieni di libri di qualsiasi genere.
Dopo qualche giorno, Norah diede la buona notizia alle ragazze: era riuscita ad aprire la porta dello sgabuzzino della vecchia aula studio dove gli inservienti tenevano tutto l'occorrente per le pulizie. Era abbastanza grande, sebbene pieno di polvere. Quel lato della scuola era ormai poco frequentato e nessuno avrebbe mai pensato che un gruppo di ragazze benestanti e all'apparenza con la puzza sotto al naso, potesse infilarsi in un buco simile. 

- Non fare la stronza e passala dai. - Brianna guardò Jolene sbatterle davanti al naso la canna in modo provocatorio. - Tieni Bibi. - risero amichevolmente, lasciandole gli ultimi tiri.
- Togliete un secondo la musica. - Mia sventolò la mano a mezz'aria. - Sento un vociare. - proferì sospettosa.
Erano chiaramente dei ragazzi e avevano necessità di sapere chi erano. Avril prese uno sgabello, una volta salitaci sopra, si sporse dalla finestra in alto. Si girò verso le amiche muovendo le labbra, senza pronunciare alcun suono. Dal labiale intuirono che lì fuori c'era Derek Adams e i suoi tre compagni inseparabili: Ian Peterson, Noah Allen e Luke Torres.
- Ehi che ci fai lì Avril?!- la voce di Ian precedette il suono sordo di una caduta. 
- Ma che cazzo. - la faccia della bionda era assolutamente esplicativa, un misto fra dolore e incazzatura.
Brianna spense la cicca nel posacenere sopra una piccola mensola, e seguì Mia fuori alla porta.
Non aveva idea di quale balla avrebbe inventato, avrebbe improvvisato come al solito. Prima di uscire si soffermò davanti allo specchio che aveva portato Jolene. Indossava un cardigan over-size nero morbido, una canotta glitterata nera dentro ad un gonna leopardata a tubino. Ai piedi, degli stivaletti borchiati dorati. Spostò i capelli castani su un lato, facendo finta di non notare gli occhi leggermente rossi.
- Ciao Adams! - cercò di essere il più naturale possibile. Sorrise dolcemente senza sembrare in ansia.
- Ehi Mia, che combinate lì dentro? - disse curioso. 
Derek era alto almeno venti centimetri in più di lei, capelli lunghi castani con dei ricci meravigliosi, gli occhi erano dello stesso colore e gli conferivano un aspetto dolce assieme alle guance piene e sode. I baffi scuri e folti, assieme alla barba gli incorniciavano il viso, conferendogli un aspetto più maturo della sua età. Indossava un chiodo di pelle con la stampa di una gabbia toracica sul davanti, una maglietta di una band che lei non conosceva e dei pantaloni attillati neri da cui scendeva una cintura con dei proiettili. Per concludere, degli anfibi alti fino a metà tibia con la punta in metallo. 
- Noi stavamo...- appena cercò di spiegare, venne interrotta sul nascere.
- Fumando erba, chiaramente. - Luke si fece avanti con un sorriso sornione. - Non è carino farlo senza condividere! - il tono era quello fra un rimprovero e una presa in giro.
- E voi in cambio cosa ci date? - intervenne da lontano Norah mentre si avvicinava. - Io ho l'erba buona visto che la coltivo personalmente, ci vuole qualcosa che vale tanto quanto quello che abbiamo per avere uno scambio equo. - sorrise maliziosa. - Allora? - 
Mia e Derek si guardarono interrogativi. Infondo non capivano perché la discussione stesse andando a finire in quel modo.
- Mio padre ha il più grande birrificio della città. - disse calmo Luke. - Direi che abbiamo tutto il materiale per organizzare una serata come Dio comanda. Non credi? - con fare disinvolto si spostò i riccioli biondi, lasciando intravedere i suoi occhi azzurri come il cielo.
- Benissimo allora, domani è il mio compleanno, aspetto voi e la birra a casa mia per le sette e mezza. La festa è alle nove ma dovete come minimo aiutarci a preparare tutto. - Norah guardò i quattro ragazzi davanti a lei per qualche secondo poi si voltò verso Mia facendole l'occhiolino, la prese per un polso e la trascinò verso la porta.
Derek rimase a guardarla mentre si allontanava, mezzo imbambolato. 
- Fratello ci sei? Abbiamo le prove. - disse Ian passandogli una mano davanti agli occhi. - Sembra che tu abbia visto la Madonna. - rise beffardo.
- Sì, ci sono, stavo solo...- prese il basso che aveva appoggiato al muretto e lo mise in spalla. - Niente ragazzi, andiamo che è tardi. - terminò in modo netto allontanandosi verso la scalinata con passi più svelti rispetto a quelli degli altri componenti della sua band.


𝒞𝒶𝓂𝒾𝓁𝒶'𝓈 𝓅𝒾𝑒𝒸𝑒 𝑜𝒻 𝒸𝒶𝓀𝑒: ehi, se sei arrivat* fin qui, grazie per avermi letto. Spero ti sia piaciuto questo primo capitolo, se sì, fammelo capire votandolo e lasciando un commento. In cambio, ti lascio un pezzo di torta. Muah ♥


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Capitolo 2
*** 2. Una lunga notte d'autunno. ***


La casa di Norah era molto vicina alla Mastricht. Alcuni anni fa i suoi genitori avevano acquistato ad un prezzo stracciato e ristrutturato un vecchio casale ormai dismesso, trasformandolo in un enorme villa di lusso. Il cancello argentato si aprì e Mia attraversò il vialetto con l'auto che parcheggiò nell'apposito posto. Prese la sua Gucci dal lato del passeggero assieme al borsone con il cambio per la festa, chiuse la macchina alle sue spalle e si accese una sigaretta.
- Ecco la più tamarra della scuola. - Norah era sotto l'arco della porta.
- Ecco la più tossica di tutto l'istituto. - Mia sorrise lasciando in aria una copiosa nuvola di fumo.
- Dai entra, lo sai che dentro puoi fumare. - le fece cenno con la mano di seguirla e l'amica non tentennò.
Nella grande sala da pranzo c'erano già tutti: Avril stava attaccando i festoni ai muri e sulla faccia di Mia si disegnò un sorriso, ricordando quello che era successo il giorno prima a scuola.
- Vado a mettere il borsone nella camera degli ospiti, torno subito. - si avviò per le scale che portavano al piano superiore, entrò nella prima stanza a destra e notò la porta del bagno della camera socchiusa e un suono di acqua scrosciante; posò il borsone rosa sotto la specchiera e bussò alla porta.
- Avanti, non sono nudo. - una voce familiare rispose al suo gesto.
- Derek? - disse incerta. Davanti a lei, il bassista era a petto nudo intento a pulire la sua maglietta in modo arrangiato e confusionario.
- Ma che ti è successo? - Mia cercava di capire cosa avesse combinato.
- Stavamo sistemando i barili di birra che Luke aveva portato dall'azienda del padre, volevamo fare un brindisi per caricarci in vista della festa e del lavoro che ci aspettava. Io per fare il maestro l'ho voluto aprire e niente, mi è schizzato tutto addosso. - confessò divertito. - Menomale che avevo il cambio, adesso rimango così e mi vesto dopo direttamente per stasera. - terminò guardandola attraverso lo specchio.
- Complimenti per la furbizia Mr. Adams. - il tono di Mia era palesemente sarcastico.
- Tu hai fatto decisamente di peggio Miss. Castillo. - si voltò lasciando la maglia nel lavandino. - Come ad esempio quella volta che ti sei fatta il bagno in topless da ubriaca nella jacuzzi di casa di Ian quest'estate. - inclinò la testa verso destra e fece spallucce. - Un'ottima vista, ma non credo tu possa tanto prendermi in giro. - le rivolse uno sguardo provocatorio e si girò nuovamente verso il lavandino.
- Che dire, ti sento preparato sulle cazzate che faccio quando sono ubriaca, ma noto invece che sei impreparato per quanto riguarda il maneggiare con cura un barile di preziosa birra. - alzò il sopracciglio. - Almeno io ho la scusante dell'alcol, tu neanche quella. - si avvicinò al viso di Derek maliziosa. - Ci vediamo di sotto bel lavanderino. - gli toccò con l'indice una guancia e si voltò scostando i capelli dalle spalle, senza aspettare una sua risposta.
Percorse le scale velocemente come se avesse fretta, arrivò nell'ampio salone e cercò Avril con lo sguardo.
Luke e Noah erano fuori al giardino a sistemare i vari barili di birra proprio fuori dall'area piscina, Ian montava la postazione DJ facendo in modo che fosse collegata al sistema delle casse indoor e outdoor. Norah, Jolene e Brianna stavano decorando il corrimano delle scale con dei festoni in stile pastel-gothic che la festeggiata adorava particolarmente.
Mia si diresse in cucina e fu lì che trovò la sua migliore amica.
- Eccoti, ti sto cercando ovunque da dieci minuti. - disse sollevata. - Che stai facendo? - davanti a sé vide un centinaio di pirottini per muffin, alcuni già riempiti ed altri no con una sorta di impasto verde. Le due si intesero al primo sguardo.
- Sto preparando dei muffin alla marijuana! - esclamò fiera. - Ho fatto anche la crema al burro alla vaniglia come copertura. L'impasto è venuto di un bellissimo colore verde pastello in linea con il tema della festa. - sorrise soddisfatta. - Assaggia quanto cazzo è buono. - infilò un dito dell'impasto e lo porse all'amica. Mia assaggiò il composto ed effettivamente era delizioso.
- Cristo è buonissimo, ne potrei diventare dipendente. - scoppiò in una risata vivace, si infilò il grembiule e aiutò l'amica a finire la preparazione dei dolci. - Senti Avril, prima ho parlato con Derek. - sospirò. - E non so, abbiamo questo modo di cominciare a stuzzicarci ogni volta che parliamo, stiamo sempre a distanza zero, se non avessi un minimo di autocontrollo gli salterei addosso ogni volta. - seguì un'imprecazione.
Avril la guardò rassegnata.
- Ascoltami, tra di voi c'è sempre stata chimica, intesa, feeling chiamala come vuoi. - batté le mani volgendo un'occhiata rapida al forno per capire se si fosse preriscaldato abbastanza. - Quest'estate vi siete baciati, avete fatto sesso chissà quante volte, vi siete divertiti e dopo lui è sparito poco prima dell'inizio della scuola. - prese le teglie e le infilò con precisione nel forno. - Dato il vostro rapporto, le opzioni sono due. La prima: si è reso conto che si stava affezionando e non ha avuto il coraggio di dirti cosa davvero provava per paura di perderti. La seconda: si è rotto il cazzo ed è sparito perché non aveva le palle di affrontarti e di dirtelo chiaramente. - si voltò dando le spalle al grande forno che campeggiava nella cucina. Slacciò il grembiule suo e dell'amica, appendendoli al muro. - Andiamo a prepararci che sono le otto. Abbiamo un'ora e mezza prima che incominci la festa. - Avril prese la mano di Mia stringendola con premura trascinandola al piano superiore.
La casa era addobbata perfettamente: c'erano i classici bicchieri da beer-pong rosa e celesti, posate e bicchieri del medesimo colore. Un buffet ricco di qualsiasi cibo era distribuito nella zona limitrofa della piscina. Norah ne aveva addirittura cambiato i faretti che emanavano ad intermittenza regolari luci pastello. Se non si fosse inteso, sarebbe stato quello il tema della sua festa di compleanno.
Conoscendo la festeggiata non sarebbe stato un evento con milioni di invitati, ci sarebbero state le persone che lei avrebbe voluto vedere e basta. La squadra di football assieme a quella delle cheerleader non erano stati invitati. Le stavano tutti in modo indistinto sul cazzo in quanto non l'avevano trattata proprio benissimo quando era arrivata al secondo anno alla Mastricht High. Da contro, c'erano i ragazzi del corso di arte e di disegno che frequentava assieme a Jolene e Brianna, quelli di scrittura e ovviamente, tutta la truppa del corso di teatro capitanato da Joshua Harris.
- Ogni volta che arrivo ad una festa mi sento rinfrescato, come se mi fossi messo dell'intimo appena lavato il giorno di Capodanno. - Josh si passò una mano fra i capelli tinti di lilla tendenti al bianco. - Ciao tesoro. - prese per i fianchi la sua Jolene e le stampò un bacio sulle labbra. - Scusate il ritardo ma dopo le prove del musical Cats sono corso dal parrucchiere per farmi tingere i capelli a tema per questa fantastica festa! - esclamò compiaciuto.
- Sei sempre il solito eclettico. - Brianna si avvicinò per salutare l'amico sorridendo.
- Disse quella con una gonna rosa di tulle enorme con tanto di corsetto di pizzo alla Maria Antonietta di Francia. - risposte abbracciandola. - Ma Avril e Mia? - aggiunse curioso.
- Credo stiano per scendere. - intervenne Jolene. - Sai che ci mettono un'eternità e amano farsi attendere, anche perché mancano solo loro. - il tono era quello di una persona rassegnata.
- Qualcuno ha richiesto la nostra presenza bitches? - Avril si sporse dal corrimano, alzando la voce. - Ian alza sta cazzo di musica che voglio ballare, ora possiamo iniziare sul serio. - lei e l'amica afferrarono due bicchieri di birra appena scese dalle scale e si avvicinarono al loro gruppo.
Inutile dire che il buffet finì, la birra e gli alcolici erano praticamente così tanti che sembravano infiniti. Alcuni si erano buttati in piscina, altri avevano vomitato nel parcheggio, molto probabilmente era stato il mix letale tra alcolici e muffin stupefacenti. La musica dance invogliava a ballare e a liberare la mente, cosa che a casa di Norah era praticamente obbligatoria. Quando dava una festa non voleva sentire parlare di scuola o altri argomenti che andavano a ledere l'umore generale, mentre era sempre il benvenuto il drama.
Sicuramente qualcuno aveva usato i suoi tre bagni e gli angoli più nascosti del giardino per darci dentro e già immaginava che cosa avrebbe trovato. In virtù di ciò, le camere da letto erano state tutte chiuse a chiave.
- Bene signori e signore, adesso facciamo una partita al gioco della bottiglia, chi non parteciperà può andare anche a fanculo. - esclamò Joshua palesemente alticcio.
Gli occhi di Mia erano stati vigili su Derek senza un palese motivo. Durante la festa avevano fumato qualche sigaretta insieme e lui gli aveva riempito il bicchiere di birra senza che lei glielo avesse chiesto. I loro occhi come calamite, si incrociavano in silenzio nell'ampio salone fra la gente che ballava, mangiava, beveva e fumava. Fino a quando Madison Williams non decise di puntare anche i suoi piccoli occhi azzurri su Derek. Nella testa di Mia c'era già abbastanza confusione prima che quella tizia incominciasse a ronzargli attorno, si era accesa una canna seduta sulle scale, nascosta tra i festoni e le bottiglie vuote.
Della cenere le cascò sul top con sopra disegnate delle squame olografiche, come se fosse un pezzo di una coda di una sirena. Sbuffò imprecando. Ci voleva solo quella nana malefica di Madison a fare il filo a Derek.
Avevano fatto il primo anno di cheerleading assieme, poi aveva lasciato perché l'ambiente era eccessivamente velenoso e non lo sentiva suo. Madison invece, era rimasta e aveva fatto carriera fino ad arrivare ad esserne il caposquadra. Lei non dovrebbe essere qui. Pensò mentre si dirigeva verso la sala hobby, Jolene le aveva mandato un messaggio dove le chiedeva di raggiungerli. Aveva dovuto decifrarlo in quanto su quattro parole cinque era sbagliate, ovviamente era o strafatta o ubriaca o forse entrambe.
Scese le scale che portavano al piano interrato ed aprì la porta. - Devo darvi una notizia. - buttò fuori il fumo dalla bocca. - C'è Madison Williams che si intrattiene con Derek. - cercò di avere un tono ed un'espressione neutrale.
- Da quand'è che hai paura di un camaleonte? - disse sarcastica Avril. - Vai a farle il culo no? - domandò gettando l'ennesimo bicchiere nel cestino.
- Ma se non sono neanche fidanzati. - Noah prese parola in difesa dell'amico. - Non siate ridicole. - terminò serio.
- Si dia il caso che il tuo amico si è scopato la mia amica per tutta l'estate e poi è sparito, la saluta nei corridoi, fa tutto il carino e non si capisce che cazzo vuole da lei. - Brianna si avvicinò minacciosa al suo interlocutore. - Quindi ha tutto il diritto di fare scenate mio caro. - gli soffiò il fumo in piena faccia e tornò seduta.
- Non è carino fare ironia su un difetto fisico di una persona comunque. - Luke era sdraiato sul tappeto accanto al camino, alzò la mano lasciandola vorticare nell'aria con gesti lenti e circolari. Era fatto come una pigna.
- Gradirei che queste cose vengano dette anche a Madison. - intervenne Avril. - Visto che ha sempre preso in giro Norah ed è il motivo per il quale adesso le andiamo a dire di andarsene altrimenti le metto le mani in faccia. - spense la sigaretta e si alzò dalla poltrona su cui era seduta.- So che non dovrei appoggiare questa cosa, ma a casa mia decido io chi ci sta e chi no. Si presenta senza invito ed io la mando via a calci nel culo. - Norah poggiò Mochi nella sua cuccetta sebbene dal suo miagolio non ne pareva contento.
- Ragazzi, Madison mi ha inviato un messaggio dove mi chiede di incontrarla nel parcheggio. - Norah prese la sua giacca e si diresse verso le scale. Guardò i suoi amici per un secondo, poi tutti tranne Luke che dormiva accanto al camino, la seguirono di sopra.
Aprì la porta di casa, poco prima del parcheggio la squadra delle cheerleader e di football sembravano aspettarli, ma di Derek neanche l'ombra. Molti di loro avevano facce sprezzanti e arrabbiate, le ragazze erano tutte raccolte in modo apprensivo attorno a Madison.
- Bene, bene. - Logan Edwards si fece avanti e prese la parola. - Premessa: delle vostre feste di merda non me ne frega nulla, abbiate però la decenza di non combinare puttanate. - sciolse le braccia che teneva incrociate al petto, lasciando intravedere la maglietta della squadra di football.
- Non capisco a cosa ti riferisci. - disse Norah decisa.
- Chiedete a quel pezzo di merda del vostro amico. - sorrise beffardo il quarterback. - Ha avuto quello che meritava, così impara a mettere le mani dove non deve. - terminò sprezzante.
- Smettila di dire cazzate e dicci dov'è Derek. - il tono di Brianna era alterato.
- Trovatelo. - rise. - Ma credo che dopo quello che ha fatto a Madison, penso che farà schifo anche a voi. - finì serio. Tutti rientrarono nelle proprie macchine, Logan mise in moto mentre aspettava Madison intenta ad avvicinarsi all'auto.
Mia le corse contro afferrandola per una spalla.
- Dimmi che ti ha fatto Derek. - i loro occhi si incrociarono per qualche secondo.
- Levami le mani da dosso. - sibilò a mezza bocca mentre le si avvicinava all'orecchio sussurrandole qualcosa che lasciò sul viso di Mia un'espressione di stupore ed incredulità.
Il suono in sottofondo della macchina di Logan che usciva dal cancello si faceva sempre più distante, mentre gli occhi le si velarono di lacrime. Si girò verso i suoi compagni che la guardavano interrogativi, in cerca di una risposta che da parte di Mia non arrivò.
Sarebbe stata una lunga notte d'autunno quella che li stava per attendere, una notte lunga di un periodo altrettanto lungo e difficile che nessuno di loro avrebbe mai immaginato.

 

𝒞𝒶𝓂𝒾𝓁𝒶'𝓈 𝓅𝒾𝑒𝒸𝑒 𝑜𝒻 𝒸𝒶𝓀𝑒: eccomi qui con un capitolo molto sostanzioso e di cui sono molto fiera. Mi piace molto la piega che ha preso e spero sia altrettanto per voi. Se vi va lasciate un commento,vi aspetto nei prossimi, con tante sorprese. A voi il pezzo di torta.♥

 

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