Calci di rigore

di LilaChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il takoyaki della verità ***
Capitolo 2: *** La scomparsa di Nabiki ***
Capitolo 3: *** Una nuova sfida ***
Capitolo 4: *** Il matrimonio (parte 1) ***
Capitolo 5: *** Il matrimonio (parte 2) ***
Capitolo 6: *** Il segreto di Shan Pu ***
Capitolo 7: *** Una trappola (im)prevista ***



Capitolo 1
*** Il takoyaki della verità ***


Nodoka fece un tenero sorriso, congiungendo le mani
- Ci vediamo domani piccole pesti! Auguriamo una buona serata a tutti -

Raccogliendo i propri asciugamani, Soun si rivolse all'amico - Accidenti! Quel piccolo Akira diventa ogni giorno più abile. Hai notato anche tu Saotome? -

- Eh già, amico mio! Ci sa proprio fare. È per quello che Ranma ha un occhio di riguardo. Non vedi come si diverte a stuzzicarlo? -
Sorrise, ammiccando al figlio.

Ranma ascoltava lo scambio di battute in silenzio, con la sua aria strafottente.

La madre gli pose una mano sulla spalla, con affetto - Ti vedo proprio bene accanto a tutti quei bambini, Ranma. Quando tu ed Akane riempirete la casa dei vostri figli, sarà divertente scoprire come te la caverai! -

I due padri seguirono il percorso al bagno ridendo complici alla vista di un Ranma color rosso peperone che li precedeva, bofonchiando.

...

Kasumi entrò in cucina - Sono tornata! - annunciò.
Spostando la tenda, vi trovò le due sorelle.
Nabiki la accolse con il suo sorrisetto sbieco - Cara sorellona, vedo che ti sta piacendo uscire con il Dr.Tofu. Non vi siete già visti due volte questa settimana? -

Akane s'intromise subito - Oh Nabiki, su, smettila. Così la farai sentire in imbarazzo. Io sono talmente contenta per loro! - disse tenendo i pugni stretti vicino al viso, illuminato da occhi sognanti.

Kasumi non diede peso alla frecciatina di Nabiki e sorrise amorevolmente alla minore. Se si aspettavano di ricevere dei dettagli, quello era il massimo che avrebbero avuto. Canticchiando, tirò fuori dalla busta della spesa la cena da asporto che aveva appena ritirato.

...

<< BUON APPETITO! >>

Seduti intorno alla grande tavola, la famiglia allargata iniziò a cenare.
- Mmm Kasumi! Questi takoyaki sono uno spettacolo! - le disse Genma masticando rumorosamente.
- Eh sì, non ne mangiavo di così buoni da quando ero un semplice apprendista - approvò il vecchio Happosai.
- Ne volete lasciare qualcuno anche a noi o pensate di divorare tutto??- Ranma si fece subito spazio tra i due con le bacchette.

Kasumi sorrise sbadata - Oh! Quasi dimenticavo.. Non le ho comprate al solito chiosco. Ho fatto un'altra strada ed ho scoperto un simpatico vecchietto che li vende vicino casa..-

... INIZIO FLASHBACK

Il vecchino le fece segno con la mano di avvicinarsi - Oh bella signorina, venga qui che le faccio assaggiare un takoyaki. Provi questi, la sfido a trovarne di migliori! -

Kasumi ne assaggiò uno e, sgranando gli occhi, sentì le proprie papille fare le capriole - Mamma mia che buoni!! Ha proprio ragione. Ne prendo una ventina: stasera ci abbufferemo -

Il vecchino scoppiò a ridere, contento. Poi, con una scintilla negli occhi, aggiunse - Visto che ne prende così tanti, ho deciso che gliene donerò uno speciale -

... FINE FLASHBACK

- .. e così me ne ha regalato uno che fa dire sempre e soltanto la verità a chi lo mangia. Ho pensato sarebbe stato divertente, stasera, giocare tutti insieme a Obbligo o Verità - concluse, con il suo sorriso ingenuo, la breve storia.

Un enorme gocciolone scivolò sulla schiena di tutti i convitati.

Soun, colto da un'improvvisa epifania, scattò in piedi tutto eccitato, affondando una gamba in avanti - Saotome, è l'occasione che stavamo aspettando! -

- Finalmente potremo costringere Ranma a dichiararsi ad Akane! - lo sostenne subito Genma, avendo intuito i pensieri del primo, sollevando metà tavolata ed affiancandosi all'amico.

"Qui si mette male.." intuì il povero Ranma - NON POTRETE COSTRINGERMI A MANGIARE QUALCOSA CONTRO LA MIA VOLONTÀ! - urlò, sulla difensiva.

- Anche perchè avete già spazzolato tutto - osservò in modo piatto Nabiki.
Ranma lanciò uno sguardo terrorizzato sul tavolo: la ragazza aveva ragione!
Un brivido freddo gli percorse la schiena.

- Quindi.. -proseguì la brunetta- ..non resta che scoprire se la polpetta sia stata mangiata dal Signor Genma, dal vecchio Happosai o da Ran..-

Non fece in tempo a terminare la frase che si sentì il rumore di un getto d'acqua versarsi per terra ed il solito inconfondibile odore di pelo: Genma era corso ai ripari trasformandosi in panda.
- SEI IL SOLITO CODARDO! - ringhiò Ranma al genitore.

<< È davvero una bellissima notizia! >> gracchiò la voce del giornalista dal vecchio televisore.

In un attimo l'attenzione fu rivolta alle immagini che scorrevano sul video.

Akane, rimase con le bacchette ferme sulle labbra stupite.

<< Ci colleghiamo dalla foresta di Ryugenzawa. C'è un bellissimo clima di festa qui attorno: tutti i giganteschi animali che popolano la zona sembrano letteralmente su di giri. Pare che ci si prepari a celebrare un matrimonio.. >> spiegò la collega, mentre si avvicinava con il microfono ad una giovane coppia.

Akane riconobbe subito un imbarazzatissimo Shinnosuke con il braccio piegato dietro la testa mentre, con l'altra mano, teneva stretta per le spalle una ragazza dal viso dolce.
- HeHem.. Sì, in effetti saremo io e la mia tenera Rei a sposarci domani - disse contento il ragazzo. Alle sue spalle si vedeva il nonno emozionato, che piangeva come una fontana.

Akane si rabbuiò "Non ha nemmeno pensato di invitarmi alla cerimonia.." pensò con un pizzico di delusione, mentre abbassava lo sguardo.

Nabiki colse l'espressione del suo viso e non si lasciò scappare l'occasione: - Sbaglio o si tratta di quel tipo per cui Akane stava per lasciare Ranma? Davvero un gran bel ragazzo! -

Il codinato la guardò indispettito ed aprí la bocca per risponderle male ma, senza rendersene conto, le parole che ne uscirono furono diverse da quelle pensate - Quella volta ho temuto di perderla sul serio! -

Sentì quel che aveva ruggito e si tappó immediatamente le labbra con la mano, smarrito.

Vide il sorrisetto malizioso affiorare sul viso di Nabiki e capì di aver ingoiato lui la polpetta che faceva dire la verità.
Un secondo dopo era già sparito sui tetti della città.

...

- Maledizione! Maledizione! Maledetti tutti!! - Continuava a ripetersi mentre saltava veloce.

Sapeva che Nabiki non avrebbe perso tempo a trarre profitto da quella situazione, informando le sue solite strambe pretendenti del nuovo maleficio. E lui doveva subito trovare un buon nascondiglio per le prossime ore.

"Già!" si domandò "Per quanto tempo durerà l'effetto di quell'accidenti di takoyaki?!"

Senza il suo zaino né delle provviste non poteva permettersi di allontanarsi per giorni da casa.

Tutto concentrato a ragionare, non fece caso alla ruota della bicicletta che gli arrivò dritta dritta sul naso.

...

- Sto uscendooo -annunciò Nabiki - Non aspettatemi, ho degli affari da sistemare -

- Dove te ne vai così carina? - le si paró davanti Akane con aria da segugio.

- Ehi! Ma quel vestitino che indossi è mio! - accusò puntandole il dito, scandalizzata.

- Akane, sei sempre un passo avanti! Mi hai beccata anche stavolta. - la rabboní Nabiki.
- Per sdebitarmi con te, cara sorellina, ti rivelerò gratis un'importante informazione: Ukyo e Shan Pu stanno battendo la città per cercare Ranma. Ti conviene raggiungerlo, prima che approfittino di lui! -.

- E come mai tu sei al corrente di questa curiosità? - le rispose lei, digrignando i denti, con le mani scricchiolanti.

- Beh! Ho pensato di fare un grosso favore a te e Ranma per prendere in mano la situazione e mettere in chiaro, una volta per tutte, le cose con le sue spasimanti. No? - Nabiki le strizzò l'occhiolino ed uscì facendole ciao ciao con la mano.

...

- SHAN PU LEVA LE TUE MANACCE DI DOSSO AL MIO RANCHAN!! SONO IO LA SUA FIDANZATA! LASCIALO PARLARE -
Ukyo sferrò il suo attacco lanciando le palettine contro la rivale.

- STUPIDA LAGAZZA SPATOLONA: È GIUNTA LA LESA DEI CONTI! IL MIO LANMA DILÀ FINALMENTE A TUTTO IL MONDO CHE AMA SOLO E SOLTANTO ME! - le rispose la bella cinesina, eludendo i colpi e bilanciandosi con i suoi Chuí.

Ranma si dimenava imbavagliato e legato come un salame, mentre le due combattevano sui tetti.

- NON TEMERE RANMA SAOTOME! TI LIBERERÒ IO DAGLI ARTIGLI DI QUELLE DUE FANATICHEEE -
Si intromise Mousse, lanciando le sue catene nel vuoto.

- MOUSSE, SANTO CIELO! LIMETTITI SUBITO GLI OCCHIALI SUL NASO E TLOVA LA STLADA DI CASA. LASCIAMI LISOLVELE LE MIE FACCENDE IN PACE - gli ordinò la ragazza.
Quei due stupidi cocciuti le stavano solo facendo perdere del tempo utile. Sua nonna le aveva garantito che l'effetto sarebbe durato per poche ore.

- SHAN PU, MIO DOLCE AMORE, IO SAPRÒ RENDERTI UNA DONNA FELICE! NON CAPISCI CHE QUEL MEZZO UOMO NON PROVA NEMMENO LA METÀ DEL MIO AFFETTO PER TE?? -
Fu l'ennesimo inutile tentativo di Mousse di aprire gli occhi alla sua adorata.

- È COSÌ SHAN PU! DEVI METTERTI IN TESTA, UNA BUONA VOLTA, CHE RANMA NON TI AMA. LASCIA CHE APPROFITTI DEL MOMENTO PER SUPERARE LA PROPRIA TIMIDEZZA. SARÀ LUI STESSO A PARLARE E A SPIEGARTI FINALMENTE LA VERITÀ - incalzò Ukyo.

Mousse si girò verso di lei con aria compassionevole - POVERA, INGENUA UKYO.. SEI DAVVERO CONVINTA DI VALERE PIÙ DI AKANE, PER LUI? -

Quelle parole furono come uno schiaffo per la giovane cuoca.

- MOUSSE, SEI TU CHE NON CAPISCI! SE IL MIO LANMA FOSSE STATO VELAMENTE INNAMOLATO DI QUEL MASCHIACCIO, A QUEST'OLA L'AVLEBBE SPOSATA! - sorrise Shan Pu con perfidia.

In quel momento si accorsero di un'altra presenza su quel tetto.
Akane era ritta in piedi ed aveva ascoltato l'ultimo scambio di parole.
Sentì calde lacrime rigarle il viso.

Ranma cominciò a dimenarsi più forte di quanto non avesse provato prima. Ma non servì a raggiungere la sua fidanzata, scappata via.

...

"È così! Sono una stupida! Come ho potuto credere che mi amasse??"

..SE IL MIO LANMA FOSSE STATO VELAMENTE INNAMOLATO DI QUEL MASCHIACCIO, A QUEST'OLA L'AVLEBBE SPOSATA!
Quella frase continuava a perseguitarla, rimbombandole nella testa.

Basta! Adesso era veramente giunto il momento di non prendersi più in giro. Era risoluta: lo avrebbe liberato dall'impegno del fidanzamento. Non voleva tenere legata a sé una persona che non le volesse bene, come lei aveva quasi sperato.
Ci aveva creduto..

...

Quel miserabile di un papero era finalmente riuscito a liberarlo!
E lui non riusciva nemmeno ad essergli grato. Era semplicemente furioso!
Avrebbe voluto staccare il collo ad entrambe quelle pazze, a mani nude!
Polpetta o no, avrebbe sparato a zero su tutti.

Ukyo notò subito il suo sguardo incattivito e ne ebbe paura - Ranchan.. -

Si sollevò in piedi e parlò loro diretto: - Mi avete stancato con le vostre sciocche fantasie e stupide convinzioni. NON AVETE ANCORA CAPITO CHE DI VOI NON ME NE FREGA UN BEL NIENTE?? PERCHÉ NON SPARITE UNA VOLTA PER TUTTE E NON MI LASCIATE VIVERE LA MIA VITA?! -

Non permise nemmeno alle due ragazze di poter replicare. Saltò via per cercare di raggiungere Akane.

...

Iniziava ormai ad essere tardi ed il cielo si faceva sempre più scuro. Ranma saltava agilmente guardando in basso, tra le strade, cercando di intravedere quella testolina mora. La sua testolina.
Fu attirato dalle luci di un mercatino allestito per una festa di quartiere. Gli sembrò di intravedere tra la gente anche Nabiki e Kuno. Ma non poteva fermarsi a controllare. Avrebbe sicuramente trovato il tempo, in un secondo momento, per ringraziare la sua cognatina.

Quando ormai stava per rinunciare, si accorse di essere arrivato a scuola.
Non aveva voglia di tornare a casa e dover raccontare tutto, obbligato dal siero della verità a rispondere alle domande che i suoi genitori e il Signor Tendo gli avrebbero rivolto.

Così decise di infilarsi in palestra. E di approfittarne per raccogliere le idee.
Notò che alcune luci erano accese dentro gli spogliatoi. Non si sarebbe mai aspettato di ritrovare Akane, affacciandosi lì dentro.

Lei era seduta per terra, che singhiozzava.
Gli si strinse il cuore a vederla sofferente. Per causa sua. Sempre per colpa della sua poca risolutezza.
Fece rumore per non spaventarla.

Akane si voltò di scatto verso di lui, con un singhiozzo strozzato e un'aria smarrita.
- Ranma! Cosa.. cosa ci fai tu qui? -

La semplice visione di quella ragazza era riuscita a dissipare le nubi dal suo viso.
- Mi dispiace.. - le disse subito - Akane, io non sopporto di vedere le tue lacrime. Per favore, torniamo a casa e non pensiamo più a questa giornata -

L'iniziale sorpresa per le scuse lasciò subito posto ad una nuova delusione per la giovane, che si voltò nuovamente dalla parte opposta
- È così che pensi di cavartela? Facendo ancora una volta finta di niente? Per quanto tempo dovremo andare avanti con questa situazione indefinita? -

L'espressione sul volto di Ranma passò dalla costernazione all'esterrefatto
- Cosa vorresti definire? Un altro matrimonio? Non ti sembra di correre troppo? Io ho soltanto 17 anni. Non mi sento pronto per un passo del genere. E pensavo che anche a te andasse bene così - le rispose netto.

"Wow! Non si aspettava un tono così deciso. Quando mai Ranma arrivava al dunque così diretto?
Ah già! La polpetta! Aveva dimenticato per un attimo il lato positivo di quell'incantesimo. Poteva essere arrivata finalmente l'occasione per.. per capire.. per chiedere..."
Sollevò lo sguardo e prese coraggio - Ranma.. Tu.. cosa.. - deglutì - Cosa provi per me? -

Di colpo il ragazzo sembrò prendere fuoco.
Non si aspettava altrettanta prontezza.
- Ecco.. ecco io.. - cominciò a balbettare imbarazzato - io.. vedi.. -

- CHI È LÀ?! - si sentì urlare da lontano. Era il custode che doveva aver notato sicuramente le luci accese.

I due, colti sul fatto, sgattaiolarono via imbarazzati.
Una volta affacciato nello spogliatoio, l'uomo pensò che qualche studente avesse dimenticato le luci accese, andando via dopo l'ultima lezione.

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Capitolo 2
*** La scomparsa di Nabiki ***


"Fiuuu c'è mancato un pelo!" Pensò Ranma saltellando sui tetti con Akane stretta a sé.

Per tutto il tragitto fino a casa, i due non fiatarono.
Stavano entrambi ragionando su quali fossero le parole giuste per non offendere l'altro. Per poter finalmente trovare quello spiraglio per il confronto, senza scadere nel solito litigio infantile.

Quando Ranma aprì la finestra della camera di Akane, per permetterle di entrare, lei si sentì ancora una volta coraggiosa
- Sai Ranma, penso che sia veramente giunto il momento che ognuno di noi prenda la propria strada -
Si voltò verso l'interno della sua camera, per proseguire il discorso senza dover incontrare il suo sguardo, che le metteva soggezione, e continuò
- Forse hai ragione tu: è davvero troppo presto per prendere un impegno simile. Però sarebbe già un passo avanti se tu decidessi almeno con quale delle tue fidanzate stare assieme.
Non puoi pretendere di tenere tutto in sospeso così.. Ed io.. - stava per dirgli qualcosa di importante e cercò di nuovo il suo sguardo - ..Ed io non voglio che tu sia costretto a stare con qualcuno che non am.. -
Ma si accorse che lui non era più lì.. Le tende si spostarono con un leggero soffio, per lasciare vuoto il posto in cui era stato.

...

Dal lato opposto, sulla strada, c'era una persona che teneva gli occhi fissi su quella finestra.
Vide uscire Ranma di soppiatto e fu come ricevere una coltellata in pieno petto.

Aveva sperato di non vederlo. Aveva atteso per essere smentita. Per soffocare quella vocina insistente nella sua testa.
Poi si piegò per terra e, reggendosi a stento sulle braccia, si lasciò andare ad un pianto liberatorio.

Rimase lì per un bel po'. Sola.
Ranchan aveva vomitato loro addosso quelle tremende parole, che adesso le sembrava non le permettessero nemmeno di respirare, ed era corso a cercare la sua Akane.

Cosa avrebbe dato per essere al suo posto!
Eppure non riusciva a provare odio nei confronti di quella ragazza..
Sapeva che lei lo amava ed era sempre rimasta lì, accanto a lui.
Mentre lei stessa aveva scelto di seguire il suo sogno e di anteporlo al suo amore per Ranma.

Avrebbe voluto fuggire via da quella città in quello stesso preciso istante. E invece si trascinó fino a casa, mentre le prime gocce cominciarono a scendere dal cielo, confondendosi con quelle del suo viso.

Una volta arrivata davanti alla porta del suo ristorante, vi trovò un tenero maialino con una buffa bandana ed un enorme zaino ad attenderla lì fuori.

...

"Akane.."
Si era sentito il solito vigliacco a scappare via mentre lei cercava un confronto, ma quella serata era stata un vero inferno e lui non se la sentiva di dover affrontare anche un discorso così serio in quel momento.

Seduto nella vasca, aveva solo voglia di prepararsi ed infilarsi a letto. Ma non riusciva comunque a frenare i suoi pensieri.
Aveva ragione da vendere a biasimarlo. Lui era quel tipo di persona che non si sarebbe mai tirato indietro di fronte ad una sfida. Ma era tutt'altra cosa doversi mettere a ragionare con le sue spasimanti.

"Per fortuna domattina l'effetto di quella polpetta sarà svanito" pensò per consolarsi "Ma dovrò comunque cercare di scusarmi con Ukyo e Shan Pu: sono stato un po' cattivo con loro".

Fu colto da un tremendo presagio "Così però finiranno di sicuro col travisare di nuovo le cose ed Akane si arrabbierà ancora con me"
- Oh mamma!! Come posso fare? - si disse tra sé, tirandosi le guance con le mani, disperato.

...

Il nuovo giorno fece saltare immediatamente giù dal letto tutti i membri in casa Tendo.

- NABIKIII! LA MIA POVERA NABIKI! - urlò per i corridoi Soun in versione oni.
- L'HANNO PORTATA VIA DA ME. QUALCUNO HA RUBATO LA MIA POVERA BAMBINAAAA -

- Coraggio papà, vedrai che non le sarà successo nulla di grave. Dopo tutto, Nabiki è una ragazza assennata. - provava a consolarlo Kasumi, ancora in tenuta da notte, con aria apprensiva.

- Si può sapere che diavolo succede? - chiese un assonnato Ranma, scendendo di sotto mentre stropicciava ancora gli occhi.

- Nabiki ieri sera non è tornata a casa - gli spiegò il padre con aria contrita, seduto a braccia conserte.

- Ma ne siete sicuri? - domandò stupito Ranma mentre veniva superato da Akane, già vestita con la sua divisa da allenamento
- Vado a cercarla! - annunciò la ragazza uscendo subito di casa e senza degnare di uno sguardo il fidanzato.

" Che strano.." pensò il ragazzo.

...

Ranma si affacciò di soppiatto da una delle grandi finestre della tenuta Kuno.
Pregava di non essere visto dalla Rosa Nera o sarebbe stata un'altra giornata da dimenticare.

- Oh mio adorato! Sei venuto a portarmi la colazione? -
Il codino gli si rizzó in testa.

...

Di primo mattino, un viso noto correva tra le vie di Nerima, per la sessione mattutina dell'allenamento.

"Mia dolce Akane, non ho nemmeno avuto il tempo di arrivare, che ho già deciso di abbandonare il Giappone.
Ieri notte Ukyo mi ha accolto in casa sua e mi ha offerto un riparo. Non potevo immaginare che fosse solo una scusa per poter strappare via il mio cuore dal petto.
Tu ne ignorerai la ragione, ma è proprio per te che ho deciso di rimettermi in viaggio. La sola possibilità di vedere Ranma e te insieme mi tormenta. E non sono pronto ad affrontare questo immenso dolore.
Partirò oggi stesso. E so già che sarà impossibile cancellare il tuo ricordo. Tornerò quando sarò pronto ad accettare la tua scelta, senza desiderare di porre fine alla vita di quel maledetto Ranma.."

Era talmente immerso nei propri pensieri, da non accorgersi di stare incrociando, in quel preciso momento, l'oggetto dei suoi desideri.
- Ehi Ryoga! Non sapevo fossi tornato.. - gli sorrise Akane.

- Oh.. eh.. ma.. Ciao Akane! Che sorpresa vederti! Come.. come te la passi? Che combinazione trovarsi così.. - le rispose in evidente imbarazzo.

- A dire il vero non tanto bene.. - stava per spiegargli lei.

- CHE COSA?! SI TRATTA DI RANMA, VERO? È STATO LUI A FARTI DEL MALE!?? SE È COSÌ IO... - sbraitò lui, interrompendola.

- Ma no , ma no.. - lo fermò lei con una goccia enorme sul capo - Vedi, stamane ci siamo accorti che Nabiki non era in casa. Deve aver trascorso la notte fuori senza dirci nulla. Sono molto in pensiero per lei - gli disse preoccupata.
- Ti andrebbe di aiutarmi a cercarla? - gli domandò candidamente.

- Certamente! - le rispose pronto lui, gettando alle ortiche tutti gli indugi di qualche secondo prima.
- Sai, ieri sera mi è sembrato che fosse in giro con quel Kuno. Magari potremmo andare a chiedergli se ne sappia qualcosa - e senza perdere tempo, inizió ad incamminarsi nella direzione sbagliata, svoltando l'angolo.

Proprio in quell'istante, un motorino gli passò accanto, spruzzandogli addosso i resti fangosi di una pozzanghera.

- Oh Ryoga! Non sai quanto te ne sia grata! - lo inseguì felice Akane.

- Ma.. ma.. dov'è finito? - si domandò la ragazza sbigottita, appena girato l'angolo.
La sua attenzione fu subito catturata da un grugnito indispettito.
- Oh P-chan! Per fortuna che ci sei tu.. -

...

Quando Akane arrivó alla magione dei Kuno, stringendo al petto il suo P-chan, riconobbe subito le urla di Ranma ragazza.

- AAAAAH! BRUTTA STREGA VUOI TENERE A BADA QUESTA STUPIDA BESTIA?! -
Ranma sbraitava inseguito dall'animale domestico di Kodachi: un docile coccodrillo.

- Solo se ti deciderai a svelarmi, una buona volta, dove hai nascosto il mio Ranma, malefica ragazzina! - le rispose di rimando la Rosa Nera.

- TE L'HO GIÀ SPIEGATO DIECIMILA VOLTE: NON HO IDEA DI DOVE SI SIA CACCIATO RANMA!
HO SOLO BISOGNO DI SAPERE SE TU ABBIA VISTO NABIKI IERI SERA! - inveií Ranma donna, con tono inacidito.

- È venuta anche lei, Signorina Akane Tendo, a cercare sua sorella? - comparve all'improvviso Sasuke accanto ad un'Akane e un P-chan presi dalla scenetta ridicola che gli si profilava davanti.

- Sì, Sasuke, saresti così gentile da dirmi se sia passata da qui, ieri sera? - domandò Akane, con un sorriso gentile, al ninja.

- È così: la Signorina Nabiki è stata ospite da noi questa notte - le spiegava il devoto servitore, mentre Ranma continuava a scappare inseguito e Kodachi rideva come una matta.
- Il Padroncino Tatewaki e lei sono usciti assieme ieri sera, dopo cena.
Il Padroncino aveva detto di dover discutere di alcune faccende personali con la Signorina Nabiki in merito ad un prestito.
I due sono rientrati in tarda nottata ubriachi fradici e sono crollati nel letto, sino al mattino seguente -

Ranma riuscì finalmente a mettere K.O. il piccolo Verdolino, assestando un pugno e dei calci sul muso della povera bestiolina.

Ancora ansimante per la dura battaglia, si sentì trascinare da due forti braccia, strette al suo seno.
Rabbrividì dal terrore.

- Dolce ragazza con il codino! Sei venuta a portarmi il buongiorno? - Kuno la strinse a sé con i soliti modi da polipone.
- Oh ma cosa scorgono i miei occhi! Ci sei anche tu, mia tenera Akane Tendo?
Non potevate più sopprimere la vostra insostenibile voglia di me? - domandò loro emozionato.

- NON PERMETTERTI DI TOCCARMI PIÙ IN QUEL MODO! - lo sistemò Ranma, con un calcio secco in faccia.

- E così, Kuno, Nabiki è rimasta tutta la notte con te, quindi? - domandò Akane, senza degnare attenzione al solito teatrino.

- Cosa mi stai dicendo, Akane Tendo? Io ignoro completamente i fatti accaduti ieri notte. I fumi dell'alcol hanno annebbiato la mia mente. Io non sono sicuro di cosa sia potuto succedere, con tua sorella, ieri sera - le rispose costernato.
- Ma qualsiasi funesto gesto io abbia potuto compiere, sono pronto ad assumermi le immediate conseguenze delle mie sconsiderate azioni - concluse lui, facendosi serio.

...

Nabiki aveva appena concluso le spiegazioni al genitore e agli altri membri di casa, quando si sentirono dei veloci passi pesanti provenire dall'ingresso.

- E adesso, chi sarà venuto a farci visita così di buon mattino? - domandò Kasumi ingenuamente.

- Padre! - esordì Kuno, sbucando dall'angolo - Sono venuto a fare ammenda e chiedere perdono per i peccati miei e della sua adorata figlia, Nabiki Tendo.
Se ho leso l'onore suo e della sua discendenza, le posso giurare di aver agito inconsapevolmente.
Nonostante le attenuanti, le do la mia parola che mi assumerò le dirette responsabilità della nostra imperdonabile e sconsiderata condotta - proferí solenne.

- Si può sapere cosa sta succedendo? - domandò allarmato Soun - Chi riesce a tradurre cosa sta dicendo questo ragazzo? -

- Credo si senta responsabile della notte trascorsa fuori casa da Nabiki - provó a spiegare incerta Akane.

- Responsabile di quale gesto sconsiderato? - indagò Soun, guardando dubbioso Nabiki

- È semplice! - rispose con gli occhi sfavillanti la scaltra figlia che, come un'illuminazione, aveva appena intuito la fantastica occasione che le si stava porgendo su un vassoio d'argento.

Con un microfono in mano, Nabiki dichiarò ad alta voce - RESPONSABILE PER LA NUOVA VITA CHE PORTO IN GREMBO! -

CHE COSA?!??
Urlarono tutti sbigottiti

- Ma.. ma.. ma.. Nabiki! Tu mi hai raccontato di..di..di - balbettò il padre

- Vi prego, caro padre! Cerchiamo di non mettere in imbarazzo la mia dolce Nabiki, nello stato in cui si trova adesso - lo invitò Kuno, in tono conciliante.

- Ma com'è possibile sapere sin da subito che Nabiki sia.. - provò a chiedere Genma

- Sappiamo tutti come funzionano le cose tra persone adulte e consenzienti - lo interruppe Tatewaki.

- Non dirmi che credi davvero che sia sufficiente dormire una notte con una donna per ingravidarla! - cercò di ironizzare Ranma.

- COME TI PERMETTI, TU, MISERABILE SAOTOME, DI MANCARE DI RISPETTO IN QUESTO MODO ALLA MIA FUTURA SPOSA!? - gli urlò veemente, il bello di casa.
- NON TE L'HANNO SPIEGATO A SCUOLA CHE CONDIVIDERE IL LETTO CON UNA SIGNORA COMPORTI LA FUTURA GENITORIALITÀ?? -

Ranma cadde a terra con le corna in alto.
"Questa è circonvenzione di incapace" pensò tra sé e sé.

Sì guardarono tutti un po' spaesati, per poi rivolgere gli occhi su Nabiki.
La ragazza aveva già iniziato ad accarezzarsi la pancia, sorridendo.

"Starà già immaginando tutto il patrimonio che potrà gestire!" continuò il codinato, tra i suoi pensieri.

- Per cui è deciso: tra una settimana, a partire da oggi, celebreremo il nostro matrimonio! - concluse Kuno risoluto.

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Capitolo 3
*** Una nuova sfida ***


Su un'enorme coperta patchwork stesa sull'erba umida, le ragazze Tendo se ne stavano distese supine ad ammirare il cielo, con le teste convergenti al centro ed i corpi distanti, come a comporre una grande stella.
Le loro risate genuine risuonavano per tutto il giardino.
Era una serata di ricordi e confidenze.

- ..e quella volta che papà si era infilato nella vasca trovando le anguille che Akane aveva deciso di salvare al mercato? - rievocò Nabiki, sorridendo.

< HaHaHaHaha >
- Ci volle una settimana intera per fargli passare la sensazione di viscido - rispose Kasumi

- .. Giusto in tempo per trovare la scimmietta nascosta nel santuario, che avevo requisito a quell'isterico domatore del Circo! - ricordò ridendo Akane
- Fu per un'ottima causa - concluse con uno scherzoso cipiglio.

< HaHaHaHaha >
Presero respiro, scostando le lacrime per il troppo riso.

- Hai sempre saputo il fatto tuo - riconobbe Kasumi alla sorella minore - Fiera e testarda, soprattutto con chi riceveva qualche sopruso. Proprio come la nostra cara mamma.. -

E in un attimo i sorrisi lasciarono spazio alla malinconia.

- Chissà cosa direbbe adesso, se sapesse che stai per sposare un uomo così bizzarro! - cercò Akane di sviare, tentando di riportare la conversazione sui toni leggeri.
Ma non le riuscì troppo bene.

- La mamma non si lascerebbe ingannare da giudizi frettolosi - rispose piccata Nabiki.

- Oh andiamo Nabiki! Non vorrai dirmi che ti senti offesa! Kuno è sempre stato un tipo stravagante.. - cercò di tamponare Akane, sollevando una spalla.
- Ok, ammetto che non mi stia sforzando troppo ad accettare in modo positivo il mio futuro cognato.. ma è perché lo considero veramente tanto distante da te...

Sentendola silenziosa, Akane si sollevò restando seduta e cercó lo sguardo della sorella.
- Il mio timore è che.. che tu non ti renda conto della scelta che stai per comp..

- Chi ti dice che io non ne sia consapevole? - la interruppe bruscamente Nabiki, sollevandosi anche lei a sedere

- Nabiki - proseguì ostinata Akane - È convinto che ti abbia messa incinta dormendo assieme! -

- Oh ma quello glielo spiegherò con modi dolci a tempo debito. Kuno è sempre stato un po' sulle nuvole - sorrise Nabiki, pensando a quanto fosse sempliciotto.

- E se non la prendesse tanto bene come credi? - la incalzò la minore.

- Te lo ripeto: il tuo è un giudizio frettoloso.
Sono praticamente cresciuta accanto a lui, ritrovandoci sempre in classe insieme. Kuno ha bisogno di essere guidato ed indirizzato. Non devi dimenticare che ha trascorso la vita da solo con la sorella, senza la vicinanza né l'affetto di un adulto, se non quello del povero Sasuke - spiegò lei quasi tenera.
Poi riprese subito il suo solito contegno e guardò con aria superiore Akane:
- Tu pensi che io non mi renda conto delle mie azioni. Invece sono perfettamente conscia della scelta che sto facendo.
E vuoi sapere perché?
Perché io mi conosco. So come sono e so quello che voglio. E non mi vergogno di me stessa. -

- Chiamalo arrivismo o opportunismo, ma la verità è che per me non c'è niente di meglio che godersi la vita in una grande villa, accanto ad un bel giovane e docile ragazzo come Kuno - concluse placida Nabiki.

- E se ti rendessi conto che non sia abbastanza?
Sei una ragazza troppo intelligente per vivere in questo passivo parassitismo.
- Cosa farai se e quando te ne sarai stancata? - le chiese Akane sconcertata.

- Tsè! Non dirmi che devo spiegarti che servono a questo i divorzi! - le rispose l'altra cinica.

- Nabiki - si intromise infine, pacatamente, la sorella maggiore, anche lei ormai seduta.
- Io non riesco a comprendere il tuo punto di vista: è semplicemente troppo lontano dal mio. - ammise subito
Ma se ci assicuri che tu sia felice così, allora non occorrono altre spiegazioni. Vero Akane? - cercò di conciliare con un sorriso Kasumi.

Akane non riusciva a nascondere la sua perplessità: l'espressione del suo viso parlava chiara per lei.
Le parole dirette della sorella l'avevano molto scossa.

Nabiki allora comprese che le domande di Akane non erano accuse, ma rivelavano una seria preoccupazione per il suo destino.

- Sai Akane, dicevamo poco fa che hai sempre avuto un animo testardo e altruista. Ma.. - e qui Nabiki cambiò tono e si fece più affettuosa
- La vera questione è: tu sai chi sei? Sai che cosa vuoi veramente? Cosa ne sarà di te appena ti sarai diplomata?
Con la fine della scuola, ti posso assicurare che la mente ti si affollerà con tutte queste domande. Non è sapere COME sei ma CHI sei che fa la differenza-

Kasumi, come per sostenere le parole della sorella, prese le mani di Akane e la guardò intensamente - Quando ti diciamo che sei cocciuta, irascibile e permalosa non vogliamo insultarti, sorellina, ma aiutarti a capire che sei ancora troppo acerba.
Siamo certi dei sentimenti che tu e Ranma proviate l'uno per l'altro. Molto di più di quanto lo siate voi stessi - sorrise, inclinando il capo.

- Per quanto tempo pensate di andare avanti con gli insulti, i pugni, le martellate e quelle esagerate scenate di gelosia? - proseguì Nabiki
- Ma soprattutto, sei ancora convinta di volerti occupare della palestra? O c'è altro che ti ispira, per cui pensi che varrebbe la pena spenderti per il resto della tua vita? -

...

Il suono della campanella sancì finalmente la conclusione della lezione: era arrivata l'ora di andare in pausa pranzo.

Akane salì sul tetto assieme a Yuka e Sayuri per lasciarsi andare un po' a del sano pettegolezzo, lontano da orecchie indiscrete.

- Ma quindi questo fine settimana tua sorella Nabiki e Kuno si sposeranno? - chiese allibita Yuka all'amica.

- Eh sì! Stiamo facendo le corse per i preparativi: Kuno è molto esigente - spiegò, ancora frastornata, Akane.

- Ma tu pensa! Ha fatto prima lui con tua sorella di quanto non ci stia impiegando Ranma: è davvero un impedito - sentenziò Sayuri.

- Piuttosto, Akane, perché tu e Ranma non venite una di queste sere con me e Mamoru a fare un giretto? Sarebbe elettrizzante combinare un appuntamento a 4! - le propose Yuka.

- Beh.. in realtà.. la vedo un po' difficile adesso accordarsi. Sai, con l'organizzazione del matrimonio.. - cercò di inventarsi come scusa, Akane
- Non uscite più insieme voi due con i vostri ragazzi? Ci sono stati dei problemi? - domandò ingenuamente la ragazza alle amiche.

- L'unico problema è che da quando Sayuri e Toru l'hanno fatto, non cercano più troppe scuse per andarsene in giro! - rispose, con un sorrisetto malizioso, Yuka.

- CHE COSA?! E non mi racconti nulla tu, Sayuri?? - le domandò Akane un pelo imbarazzata e, sì, anche con una punta di invidia.

- Oh dai! Non volevo mica appendere i manifesti! - fece l'amica di rimando, cacciando una linguaccia a Yuka
- Però.. ecco.. a te l'avrei detto. Aspettavo solo il momento giusto.. Mi sembrava poco delicato parlartene, visto il tuo rapporto con Ranma. Ad essere sincera, temevo anche che avresti potuto un po' giudicarmi, Akane - aggiunse, guardandola con aria mortificata.

- Giudicarti? - restò stupita Akane.

- Sì, beh.. sapendo del vostro fidanzamento esclusivamente platonico.. pensavo che per te fosse sconveniente avere rapporti fuori dal matrimonio - spiegò Sayuri, quasi in modo scontato.

- A meno che tu non ci nasconda qualche dettaglio, noi eravamo rimaste che l'unico bacio scambiato fosse quella volta che Ranma si comportó come un gatto - la sostenne Yuka.

- Oh.. - disse semplicemente Akane, abbassando lo sguardo.
La ferí ricevere quel giudizio, dalle sue amiche.
Le scocciava passare per bigotta. Ma non era proprio lei, in fondo, la prima a dare del pervertito al proprio fidanzato in ogni occasione?

Elaborò in fretta le proprie sensazioni. Quindi sollevò nuovamente il capo e con un sorriso conciliante rispose:
- Sì, in effetti abbiamo un po' dei tempi di attesa lunghi ..ma questo non significa che tutti debbano essere imbranati come noi, giusto?!
Allora, mi vuoi raccontare com'è stato?

...

Ukyo aveva scelto di starsene da sola, per conto suo, durante la pausa, sostando sotto le fronde di un grande Ginkgo. Non fece una piega quando si accorse di Ranma appeso su un ramo, a testa in giù, che la fissava.

- Cosa te ne fai lì sopra? Hai intenzione di pranzare capovolto? - gli domandò in tono provocatorio.

- Possiamo pranzare assieme, ti và? - le rispose lui, atterrando lieve accanto a lei - Vorrei parlarti Ukyo, se non ti dispiace -.

- Ma io non ho voglia di ascoltare un bel niente - rispose lei, categorica.

Ranma la guardò intensamente - Ukyo.. - insistette, avvicinandosi - Mi.. mid.. Mi dispiace per l'altra sera. Temo di avere un po' esagerato.. Ero molto arrabbiato - si scusò lui.

Ukyo lo guardò allibita. Non si aspettava di certo delle scuse.
- Ran.. Ranchan stai bene? - chiese mettendogli una mano sulla fronte.

- Ma ti pare?! - la guardò lui, arretrando, permaloso
- Cosa c'è di strano? Mi sono solo reso conto di essere stato un po' duro con te e Shan Pu l'altra sera -.

Il broncio di Ukyo si dissolse in un secondo, lasciando un sorriso emozionato
"Ecco che ricominciamo.. " si disse tra sé e sé, guardandola preoccupato.

- Ed io che mi aspettavo fossi venuto a parlarmi di te e Akane! - ammise lei sollevata.
Vedendo la sua fronte corrucciarsi, si prodigò in una spiegazione:
- Ti ho visto l'altra sera, Ranchan, mentre uscivi dalla sua camera. E non immagini quanto mi sia consumata a piangere quella notte.
Per fortuna non ero da sola: ho trovato Ryoga disperso, sotto casa mia. Mi ha aiutato tanto ad affrontare la delusione e il dolore. Si è comportato da vero amico.

Vedendo Ranma in difficoltà nel cercare delle parole adatte, continuò lei il discorso: - Mi ci è voluto un po' per rendermene conto, ma alla fine ci sono arrivata - disse, guardandolo negli occhi.

- Ranchan, ti ricordi per caso di Yukiko? -
La domanda lo colse di sorpresa. Iniziò a pensare a quale ragazza della scuola si stesse riferendo la sua amica.

- Era una bambina con cui ci trovavamo spesso a giocare da piccolini. Per un periodo i suoi genitori si unirono al viaggio con i nostri, ma non ricordo bene dove fossero diretti..
In realtà io giocavo assieme a Yukiko divertendomi molto. Ma tu non le lasciavi modo di fare granché, troppo impegnato a prenderla in giro e a farle terribili scherzi -.
Il viso di Ranma si illuminò: adesso ricordava anche lui!

- Eri davvero tremendo con lei, non la lasciavi mai in pace! E lo facevi perché ti eri preso una bella cotta per lei.
Eri stato tu stesso a dirmelo, quando pensavi di confidarti con il tuo migliore amico. -

- Ecco: Akane è la tua Yukiko di oggi - gli spiegò infine Ukyo, con un amaro sorriso e gli occhi gonfi.
- Sono stata davvero cieca a non realizzarlo sin da subito.
Forse non volevo riconoscerlo nemmeno a me stessa. Ma gli insulti che ogni giorno le dedichi, sono semplicemente.. strambe dichiarazioni.. di amore.

Una lacrima le scivolò sul viso.
- Ucchan.. - riuscì solo a dire Ranma.
Poi l'abbracció stretta.

Il momento era tanto delicato che il tempismo di Akane fu maledettamente inopportuno.
Era diretta in palestra per prepararsi all'allenamento di pallavolo.
Vide i due e Ranma fu percosso da brividi.
Poi lei proseguì per la sua strada come se nulla fosse.

Ukyo si accorse del cambiamento del ragazzo e si scostò da lui per comprendere. Poi, vedendo Akane allontanarsi, abbassò la testa avvilita.

Prese un enorme respiro e si ricompose.
- Ucchan, io non pensavo veramente quel che dicevo l'altro giorno. Sei la mia più cara amica.. e ti.. io ti.. sì, insomma.. tiv.. -

- Lo so Ranchan: è per questo motivo che sei esploso.
La tua timidezza ti è spesso di ostacolo. Ho capito che non trovavi il coraggio di dirmi che mi volevi bene solo come amica per non ferirmi.

Ranma la guardava ammirato: senza riuscire a spiccicare mezza parola, lei aveva finalmente compreso tutto.
Poi si accorse che la sua amica aveva cambiato espressione, facendosi grave:
- Non è sano tenersi tutto dentro, Ranchan.
Devi trovare il modo di reagire e di superare questo stallo: prendila come la tua nuova sfida. -

Ranma deglutì. Si rese conto di come avesse ragione e di quanto stesse cercando di spronarlo.
- Ucchan, mi aiuteresti.. -

- Te lo puoi togliere dalla tua bella testolina! - gli rispose lei, interrompendolo subito.

Ranma cadde indietro con le corna in alto, sconcertato dal repentino cambiamento dell'amica.

- Ho bisogno di risanare le mie ferite - gli spiegò Ukyo severa - Non puoi chiedermi di aiutarti ad aprirti con Akane: sarebbe sadico da parte tua.
Ho deciso che mi prenderò del tempo lontano da qui. Voglio partire assieme a Ryoga nel suo prossimo viaggio.
Lui mi aiuterà a recuperare con gli allenamenti ed io gli assicurerò un pasto ogni giorno.
Sarà un'ottima occasione anche per fare affari, muovendomi come ambulante - concluse sorridendo.

Il sorriso di lei riaccese anche il suo.
- Allora non mi tocca altro che augurarmi di rivederti presto - trovò il coraggio di dire lui, aggiungendo subito dopo un po' in imbarazzo - ..Mi mancherai! -

I due si congedarono in silenzio, stringendosi. Poi si separarono, prendendo strade opposte.

Dopo pochi passi, Ranma sentì di nuovo l'amica parlargli: - Non so se lo ricordi ancora, Ranchan, ma Yukiko alla fine pregò la sua famiglia di unirsi ad un gruppo di circensi che viaggiavano nella nostra zona, per non essere costretta a proseguire gli spostamenti con noi.
Era stanca marcia di venire trattata male.
Ranma si bloccò, angosciato, poi si voltò verso di lei.
Era già lontana.

...

Era davvero molto strano il comportamento di Akane negli ultimi giorni.
La ragazza doveva avercela con lui per qualche motivo e Ranma si arrovellava da un po' per cercare di capire cosa avesse potuto combinare di così grave da meritare un totale distacco.

Quel giorno la stava seguendo a distanza, durante la sua corsa mattutina.
Da quando era andata a fare shopping sfrenato con le amiche, la sua divisa di allenamento era stata messa in pensione.

Adesso Akane correva con un top striminzito che, non si spiegava come mai, sembrava le avesse aumentato di due taglie il seno, anziché evidenziare quanto fosse piatta, come amava ripeterle lui.
Inoltre indossava un paio di leggings neri aderenti, che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione.
Sembrava solo a lui o c'erano molti più ragazzi in circolazione, affacciati al balcone o alle finestre, a quell'ora del mattino??

Come se non bastasse, Ranma aveva iniziato ad avere un paio di risvegli << particolari >> nell'ultima settimana.
Gli era già capitato altre volte, ma adesso stava diventando una consuetudine molto imbarazzante.
Cercava di alzarsi sempre più presto, per fare in modo che i genitori non notassero quanto avesse bagnato il proprio futon.. e correva in bagno a lavare tutto.

Se Akane avesse potuto scrutare nei suoi sogni, avrebbe davvero pensato che fosse un pervertito!

Il solo ricordo della sera prima, dell'immagine di lei seminuda che si avvicinava con le sue calde labbra a lui..
D'un tratto diventò fosforescente e, distratto, andò a sbattere contro un muretto, anziché svoltare l'angolo.

"Per fortuna mancano altri due giorni e potrò finalmente approfittare della stanza libera di Nabiki" pensò sospirando, per cercare di consolarsi.

...

- Allora facciamo per la prossima settimana, deciso! - stava dicendo Yuka alle altre ragazze.

Ranma si avvicinava a loro, all'uscita da scuola. Tese le orecchie, con finta aria indifferente.

- Cosa dovete fare tra una settimana? Ve ne andate in gita nei dintorni? - le domandò lui, dopo pochi passi da soli.

- No, abbiamo deciso di andare a ballare - gli rispose lei, proseguendo senza guardarlo.

- Ma siete impazzite? In quale discoteca lasciano entrare delle minorenni? - si scaldò subito Ranma.

- Non ho parlato di nessuna discoteca. Andremo ad una festa privata a casa di uno degli amici di Mamoru, il ragazzo di Yuka.

Ranma mise le braccia dietro la schiena, tenendo la cartella stretta tra le mani e sollevò lo sguardo al cielo.
- E sono invitati anche i fidanzati a questa festa? - chiese con il tono più neutro che riuscisse a fingere.

- No, non ho intenzione di portarmi dietro un cane da guardia - gli rispose Akane, fermandosi di colpo.

Il ragazzo sussultò. Non si aspettava proprio una reazione così ostile.
- Si può sapere perché ce l'hai tanto con me? - le chiese fermandosi anche lui, di fronte a lei, pronto a tenerle testa.

- Ho intenzione di andare a quella festa per divertirmi e prenderne parte. Sono stanca di starmene in un angolino a guardare gli altri che si godono i propri anni. Anche io ne ho il diritto - gli rispose aggressiva.

- Ma sentitela! - sbottò lui - Da quando ti vieto di vivere la tua vita? -

- Non ho affatto detto che sia tu ad impedirmelo. Sto dicendo che non voglio nessuno dietro che mi controlli quando sono fuori casa e che mi senta libera di decidere se fare o non fare qualsiasi cosa mi passi per la testa - disse lei animosa.

Lo sguardo duro della ragazza si fece pian piano mesto.
- L'altra sera ho cercato di parlarti, Ranma. Ma tu, come al solito, sei fuggito via.
Se non ti senti ancora pronto a prendere determinate scelte o decisioni, non puoi pretendere che stiano tutti fermi ad attendere te, come il protagonista di un film - continuò a spiegare lei
- Io voglio crescere, Ranma.. - disse quasi in un sussurro.

- E poi.. - continuò, prendendo sicurezza -..poi fare esperienze, trascorrere momenti spensierati e leggeri, imparare, sbagliare, scoprire e scoprirmi..e sono stanca di restare indietro, guardando gli amici che si buttano nelle loro prime relazioni o nei primi approcci alla vita adulta, sperando che tu mi prenda per mano e decida di accompagnarmi.. -.

Quel discorso era totalmente imprevisto e Ranma, ancora una volta, non si sentì pronto ad affrontarlo.
Serrò i pugni, e cercò di trovare delle parole per difendersi e per provare a spiegare i suoi sentimenti.

Ma la rabbia e la frustrazione presero infine il sopravvento e l'unica cosa che riuscì a dirle in tono secco fu:
- Bene, allora buon divertimento!

Poi saltò via sui tetti.








***Spero di non essere stata troppo pesante con questo capitolo!!
La mia intenzione è quella di cercare di mantenere i personaggi vicini ai caratteristici modi strambi che conosciamo, ma pian piano sviluppare anche un nuovo percorso di maturazione e crescita.

Scrivetemi le vostre impressioni. Ogni consiglio è ben accetto! A presto ^-^

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Capitolo 4
*** Il matrimonio (parte 1) ***


Mentre rincasava a piedi da sola, si rese conto di essere stata dura con lui.

Nell'ultima settimana Akane aveva ricevuto tante critiche e aveva fatto una gran fatica a non tirare su il solito muro scontroso.
Si era impegnata ad accoglierle e a cercare di iniziare a lavorare un po' su sé stessa, provando a smussare quegli angoli spigolosi del suo carattere.
Kami se era difficile!

Inevitabilmente aveva riversato la propria frustrazione su Ranma.
Ma non era affatto sua intenzione attaccarlo in quel modo.

Appena tornata a casa, andò a cambiarsi e decise di sfogarsi con un po' di allenamento.

...

La osservava ormai da diversi minuti, dall'altro capo del giardino. Il suo viso corrucciato per la recente discussione lasciò posto ad un'aria stralunata mentre lei, concentrata, proseguiva con la nuova tenuta ad affondare colpi secchi, fermi e precisi nell'aria. Sempre più tenace, sempre più decisa, sempre più sexy..

"Oooh ma insomma!" si disse tra sé e sé, prendendosi a schiaffi.
Si sentiva come ammaliato. Aveva avuto persino il dubbio che fossero degli effetti collaterali prolungati di quella maledetta polpetta inghiottita, ormai, una settimana prima.

- Che peccato andare via proprio adesso che Akane inizia a prendere consapevolezza del proprio corpo.
Avrei guadagnato parecchi soldi con le sue foto in abiti succinti! - sbucò alle sue spalle Nabiki, con le braccia conserte e gli occhi socchiusi, cogliendolo di sorpresa.

- Eh? - saltò su Ranma, segnando corna con le mani - Nana..Nabiki co-cosa stai dicendo?! Sta.. stavo solo dando un'occhiata a quanto sia migliorata con gli allenamenti. No-non ti pare? - tentò lui di dissimulare.

- Oh udite udite! Anche qualcun'altro pare stia facendo dei passi in avanti: di norma non avresti perso tempo a sottolineare quanto poco sex appeal abbia la mia sorellina - gli scoccó un sorrisetto.

- Comunque resti ancora MOLTO impacciato - proseguì lei - Se andiamo avanti di questo passo, forse riuscirai a dichiararti ad Akane per i vostri primi cinquant'anni -
Ranma sentì un'enorme fitta trapassarlo, incrinandogli la schiena.

- Bisognerà che ti dia una mossa ad elaborare un piano di attacco. A proposito, non hai ancora comprato un abito da cerimonia per il matrimonio, vero? - domandò lei, senza attendersi una risposta.

- Forza, andiamo! Ti accompagno al Plaza a fare acquisti. Consideralo come il mio regalo di addio - fece una pausa e poi riprese - Anche se, ad essere sincera, ne avevo preparato un altro, ma lo scoprirai a tempo debito - facendogli l'occhiolino, lo invitò con la mano a seguirla.

...

Sulla strada del ritorno, i due passarono al Neko Hanten per ritirare il ramen ordinato da Kasumi.

C'era aria di festa nel ristorante.
- Oh ma che combinazione! È venuto a trovarci anche il futuro marito! Shan Pu, che ne dici di presentarlo subito? - li accolse Obaba.

- Oh mio adolato Lanma! - la nipote gli saltò al collo, come se nulla fosse successo dall'ultima volta che si erano visti.

Poi, prendendolo per le mani, si avvicinò ad una bellissima ragazza dalla chioma corvina, raccolta in una lunga treccia, e dai profondi occhi neri.
"È di sicuro un'amazzone" pensò Ranma, notando lo sguardo duro e fiero della loro ospite.

- Ti plesento Mei-Lan, mio dolce amole. Noi due siamo clesciute assieme nel villaggio fin da piccoline. È la mia migliole amica da semple. Come lo elano le nostle nonne. È venuta a tlovalmi pelché sentivamo la mancanza l'una dell'altla. - spiegò la cinesina affettuosamente, con un'enorme sorriso.

- Sono venuta per aiutarti a tornare a casa una volta per tutte - la corresse l'altra con tono secco. Poi squadrò dall'alto in basso Ranma e sentenziò - E sarebbe questo il futuro marito che sei riuscita a raccattare dopo tanta strada? Mi aspettavo qualcosa di meglio. Non capisco come ti sia fatta battere da un ragazzino così insignificante - furono le sue parole sprezzanti.

Ranma si sentì ferito nell'orgoglio -Come osi..- stava per risponderle, quando venne interrotto dall'arrivo di Mousse.
- Mei-Lan! Che piacere vederti - il ragazzo la accolse con un abbraccio.

Di colpo lei si sciolse come un cubetto di ghiaccio al sole, arrossì e ricambió il saluto stringendo Mousse.
- Che-che bello rivederti Mousse.. - disse con occhi vibranti.
- Che bello trovarsi finalmente riuniti - approvò lui.

- Nabiki, so che è scoltese fallo a poche ole dal matlimonio, ma salebbe un ploblema pel te se poltassi anche Mei-Lan? - chiese gentilmente Shan Pu.

- Hmm?
No, non ci sono problemi! Tanto ho ricevuto una disdetta da Ryoga e Ukyo - rivelò Nabiki.
Gli occhi di Shan Pu scintillarono - Bene! Vollá dile che ci salà meno da litigale, con la spatolona fuoli dai giochi - disse malefica.
Poi si rivolse a Ranma - Così avlemo il tempo pel fale tutte le coccole che vogliamo!! - avvinghiandosi a lui, lasciva.

- Shan Pu! Hai già dimenticato le parole di Saotome dell'altro giorno?? - si intromise Mousse.
La ragazza, inviperita, si vendicò lanciandogli contro un bicchiere d'acqua ed il ristorante si riempí di starnazzi in protesta.

- Come ti dicevo, Mousse pultloppo non è cambiato pel nulla: finisce semple pel fale il telzo incomodo - spiegò Shan Pu, rivolgendosi all'amica.
A Nabiki non sfuggì lo sguardo ostile di Mei-Lan nei confronti dell'altra cinesina.

...

Il fatidico giorno, infine, arrivó.
La cerimonia si svolse nell'enorme tenuta dei Kuno.

Tatewaki sembrava molto agitato, mentre si esercitava con Sasuke a ripetere le sue promesse. Si distolse dai propri pensieri quando vide arrivare Akane con la sua famiglia.

Lo sposo le andò incontro, prendendole le mani.
- Mio dolce bocciolo di rosa, è dunque giunto il giorno funesto, latore della nostra separazione. Promettimi, Akane Tendo, che oggi non ti lascerai sopraffare dallo sconforto e dall'angoscia per non aver potuto coronare il tuo virgínio sogno di condurre assieme un percorso di vita, per il resto della nostra reciproca esistenza.
Non temere: sono sicuro che anche tu, come tua sorella Nabiki, riuscirai a trovare un giovane e sapiente adone, che saprà onorarti e renderti una donna felice -.

- Piuttosto presuntuoso questo ragazzo - commentò con un sorriso il Dr.Tofu, che accompagnava Kasumi. Mentre Akane cercava di trovare una scusa per liberarsi dalle attenzioni di Kuno.

Avevano atteso tutti con molta curiosità di vedere Tofu accanto a Kasumi.
Il bel dottore non l'avrebbe mai svelato a nessuno, ma era riuscito finalmente a trovare un modo per mantenere il controllo davanti alla sua amata grazie a...ll'ausilio di un bel mix di potenti sedativi e ansiolitici!

Le prime volte non aveva riscosso il successo sperato: gli era capitato di addormentarsi sul piatto, mentre cenavano in uno dei locali più prestigiosi di Tokyo.
Ma Tofu non si era perso d'animo e l'aveva ritenuto comunque uno stimabile passo in avanti rispetto a quando volteggiava nello studio con la sua Betty.

- Kuno, sbaglio o quella lì in fondo è la ragazza col codino? - disse Ranma puntando il dito alle sue spalle, mentre con l'altra mano gli "sfilava" via Akane.

- RAGAZZA CON IL CODINO! NON SOFFRIRE IN QUESTO GIORNO PER LA MIA PERDITA! AFFONDA IL TUO VISO NEL MIO PETTO MARMOREO PER L'ULTIMA VOLTA E NON PORRE FRENO ALLE TUE LACRIMEEE!! - urlò il padrone di casa, correndo nella direzione indicata.

Akane sentì un forte fremito al tocco di Ranma, che le aveva appoggiato semplicemente una mano sulla schiena, mentre la spostava per distrarre Kuno.

I due incrociarono gli sguardi e arrossirono leggermente.
Poi Akane sorrise e lui lo prese come un incoraggiamento.

- Mio dolce Ranma, come sei elegante oggi! Un perfetto cavaliere per la sua perfetta dama - li interruppe Kodachi, porgendo a lui un calice di vino.

La Rosa Nera indossava un banale abito corto a balze, ovviamente nero. Ranma appena la vide pensò che non reggesse minimamente il confronto con Akane.

Quando l'aveva vista scendere dalle scale di casa, un attimo dopo averle urlato di darsi una mossa, era quasi rimasto deluso, aspettandosi di trovare la fidanzata con un abbigliamento provocante, in linea con la sua nuova "filosofia di vita".

Anche Akane portava un abito corto, color borgogna. L'unico dettaglio del vestito era uno spesso nastro nero che le cingeva il collo e che scendeva in giù, separando in due la parte davanti, per poi avvolgere sinuose le anche e sparire dietro.
Quando la ragazza si era voltata per andare verso il bagno, a Ranma erano quasi usciti gli occhi dalle orbite. Aveva notato che la fascia nera terminava in un enorme fiocco alla base del fondoschiena, senza null'altro che un profondissimo scollo ad evidenziare la sua pelle nuda.
Si sentì come l'amico Ryoga, con il sangue affiorargli dal naso, quando comprese che Akane non indossava il reggiseno.

- Brindiamo ai futuri sposi! - lo ridestò la Rosa Nera dai suoi pensieri - ..E che sia oggi l'occasione giusta per noi per starcene un po' in disparte - gli disse Kodachi, con un ambiguo luccichío negli occhi.

- Oooh finalmente qualcosa da bere! - Genma le passò davanti prendendo al volo il calice, trangugiandolo tutto d'un sorso.
In un secondo fu secco a terra.

- SORELLA! UNA VOLTA PER TUTTE! OGGI HAI PROMESSO.. - Si sentì urlare dal capo opposto della sala.
- Va bene! Va bene! - alzò lei le mani, colpevole - Oggi cercherò di essere brava.. - promise, rivolgendosi a Ranma -..ma solo fino alla conclusione del rito - precisó con un'occhiolino.

...

Sarebbe stato fin troppo inconsueto trovare Nabiki in abito bianco. Infatti la sposa, contrariamente alla tenuta tradizionale di Kuno, si presentó con un bellissimo e variopinto irouchikake ed i capelli raccolti con dei fiori che richiamavano i colori del suo kimono.

La cerimonia fu semplice e vivace.
Il celebrante aprí la funzione agitando sulla testa dei presenti un ramoscello di sasaki per purificarli e prepararli al rito.
I due futuri sposi si scambiarono e bevvero per tre volte ciascuno una tazza di sake.
Ormai appurata la scarsa capacità di Kuno di reggere l'alcol, fu divertente vederlo concentratissimo nel momento in cui dovette recitare le promesse per entrambi, grazie all'immancabile (e benedetto) sostegno di Sasuke.
Il sacerdote, a quel punto, donó il ramoscello di sasaki alla coppia, che venne infine fatto passare di mano in mano ai familiari presenti, dopo un tenero e impacciato scambio degli anelli.
Tatewaki e Nabiki erano diventati marito e moglie.

Akane cercò inconsapevolmente Ranma con lo sguardo.
Il ragazzo era stato appena marcato, con uno stretto abbraccio, da Shan Pu.

"Ecco come dovrebbe essere una cerimonia" si disse amareggiata "Quello stupido non è in grado nemmeno di rimanere serio durante il matrimonio di mia sorella" pensò tra sé, stringendo i pugni.

...

Era finalmente riuscito a defilarsi, nascondendosi in un angolino tranquillo del giardino, mentre Kodachi e Shan Pu si contendevano la sua compagnia, giocandosela a morra cinese.

Aveva perso di vista Akane poco prima della conclusione del rito.
Al ragazzo non era sfuggita un'evidente emozione nei suoi occhi al momento dello scambio degli anelli.
- Chissà dove si sarà cacciata.. - si domandò allungando lo sguardo attorno all'enorme gazebo, allestito per l'occasione.

- Sei veramente un tipo strano, Ranma Saotome - lo sorprese una voce femminile provenire alle sue spalle.
- Eppure Shan Pu è una fiera combattente, molto più abile e aggraziata di quella tua fidanzata..-
Si voltò e trovò Mei-Lan addossata ad un tronco, che lo guardava sorniona, con le braccia conserte.

Ranma acuì i propri sensi: quella ragazza non gli appariva trasparente e per questo non gli piaceva.
Cercò di celare la propria diffidenza con la solita aria da sbruffone.
- Eppure sei sua amica da una vita: chi meglio di te dovrebbe sapere che di Shan Pu non ci si può fidare? - le domandò, facendole il verso.

Mei-Lan lo fulminò con lo sguardo, come punta sul vivo.
- E tu cosa vorresti saperne della fiducia?
Da quello che mi hanno raccontato, ti piace giocare tenendo i piedi in tante belle scarpe differenti. O sbaglio? - fu la risposta provocatoria dell'amazzone.

- Si può sapere che intenzioni hai? Vuoi batterti? Per me non ci sono problemi: fatti sotto. Ma non credere che avrò un occhio di riguardo solo perché sei una donna - continuò a stuzzicarla Ranma.

Mei-Lan si lanciò in avanti e per un attimo sembrò svanire; poi ricomparve ad un palmo dal naso del codinato.
- Io sono pronta, Ranma Saotome - disse, cogliendolo alla sprovvista, con un sopracciglio sollevato - Avanti, mostrami la tua famosa tecnica. Ma ti avverto: se tu dovessi perdere, sposerai Shan Pu, a costo di doverti trascinare all'altare per quel tuo stupido codino -.

La ragazza fece un mezzo giro su sé stessa e poi sferrò un calcio, ma Ranma lo eluse facilmente.
Cercò ripetutamente di colpirlo con un pugno, alternando le braccia, mentre lui si spostava ora a destra ora a sinistra, come in una rapida danza.
Ranma la studiava. Si era sbagliato: non era astio quello che leggeva nei suoi occhi. Sembrava quasi che la ragazza stesse sogghignando.

- Non sapevo che esistesse un'altra stupida legge nel vostro villaggio che vi obbligasse ad aiutare le amiche rimaste zitelle - la prese in giro lui.
- Non scomodare il tuo cervellino in certi ragionamenti: sei solo un impertinente! E non potrai mai capire i motivi che mi spingono fin qui - gli rispose lei, sempre più aggressiva.

- Oh insomma Mei-Lan! Mi elo laccomandata di non dale fastidio ai nostli ospiti oggi. Lascia stale il mio Lanma! - intervení Shan Pu, fermando il loro scontro.
- Mi stavo solo presentando al tuo futuro marito. Sembra che se la sappia cavare, in fondo - le rispose l'amica, rivolgendogli per la prima volta un sorriso.

- Tutto questo movimento mi ha messo appetito - concluse lui, con aria indifferente. E incrociando le braccia dietro la nuca, si mosse verso la folla.

"Che tipa bizzarra l'amica di Shan Pu! Ci mancava solo lei in questa gabbia di matti" pensò Ranma, scrollando le spalle.

...

- La stai sottovalutando -
Nabiki lo avvertì, mentre il ragazzo addentava un onigiri appena preso dal buffet. - Secondo me quella ragazza ha un piano ben preciso - continuò lei - Non perderla d'occhio -

- A proposito! - cambiò subito argomento lui, masticando a bocca aperta - Hai visto Akane da qualche parte? -
- Era qui con me fino a un attimo fa.. - gli rispose la neosposina, vaga.

- Se non perdessi sempre tempo dietro a qualche seducente cinesina, magari ti accorgeresti che diversi miei ex compagni di classe l'hanno già invitata a bere e a scambiare due chiacchiere assieme - lo guardò allusiva.

...

- RYOGA! SEI UN IDIOTA! SIAMO TORNATI INDIETRO A NERIMA! - sbraitò una voce familiare.

- Ma..Ma com'è possibile?! Ero convinto di avere ormai lasciato il Giappone.. - tentava di scusarsi il povero disperso.

I due non si erano accorti di stare discutendo proprio davanti al portone di casa Kuno.
Kasumi si affacciò e li invitò ad unirsi alla festa: - Forza! Entrate dentro voi due, sarete affamati! - accogliendoli con un sorriso - Siete arrivati giusto in tempo per iniziare con i festeggiamenti -.

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Capitolo 5
*** Il matrimonio (parte 2) ***


Per tutta la giornata gli invitati si divertirono tra balli e canti.
Soun, Genma e il preside Kuno si dilettarono in un frizzante balletto hawaiano, corredato dal tipico gonnellino.
Fu un seguito del tutto inaspettato e imbarazzante, addirittura a tratti horror, vedere Happosai e Obaba lanciarsi in un tango sfrenato.
Nessuno si perse lo spassoso momento in cui Tatewaki cercò invano di fare una foto romantica vicino al laghetto, tenendo per mano Nabiki, senza accorgersi di starsene con le chiappe al vento ed i pantaloni impigliati tra le zanne di Verdolino.

Nell'allegro clima di festa Ranma fu al solito impegnato ad evitare le varie strategie di conquista da parte delle recidive Kodachi e Shan Pu.

La prima era infine riuscita ad anestetizzare gli arti del ragazzo e si preparava ad abusare di lui, dopo averlo trascinato sul tetto di casa, ma fu interrotta dalla seconda, accorsa armata fino ai denti.
La contesa terminò in un attimo, quando qualcosa catturò l'attenzione della bella cinesina, che si dileguò in un balzo, lasciando anche la Rosa Nera interdetta.

- HaHAHaHAHa anche quella povera sciocca si è resa conto di non potere nulla contro il nostro amore, mio adorato! - dichiarò, dopo essersi ripresa.
"Sono fritto" concluse tra sé il povero Ranma, senza scorgere alcuna via di fuga.

- Sei veramente una tremenda cocciuta, Kodachi!- la Rosa Nera sentì la voce provenire alle proprie spalle, mentre un'enorme spatola le fece perdere i sensi.

- Che diavolo ci fai quassù? - chiese Ukyo al ragazzo - Io decido di lasciarti campo libero con Akane e tu invece perdi ancora tempo con queste matte? -
- Come se avessi scelto di farmi avvelenare intenzionalmente! - sbraitò lui, già provato.

Il codinato poi cambiò espressione - Ucchan, ti prego, aiutami a tornare giù. Ho le gambe ancora intorpidite per colpa di un intruglio che mi ha fatto ingoiare quella strega - le chiese avvilito.
I due non fecero in tempo a toccare terra che furono raggiunti da un porcellino sconvolto.

Lanciato via il bollitore al volo, Ryoga inveií con le lacrime al viso:
- CHE TU SIA MALEDETTO, RANMA! - e lo aggredì sferrandogli un pugno nell'addome.
- Ryoga! - lo riprese Ukyo - Sei impazzito?! -

- Ukyo, non intrometterti! - la zittí lui - Ranma: si può sapere cosa è successo tra te e Akane? Sono stato via solo pochi giorni e la ritrovo accanto ad un ragazzo mai visto prima! -

Il volto smarrito di Ranma non portó all'amico le rassicurazioni che cercava.
- ALLORA? COSA LE HAI FATTO?? - lo afferrò per il bavero del suo abito elegante ed iniziò a scuoterlo - Ho deciso di abbandonare la mia dolce Akane, pensando di lasciarla alle cure della persona giusta, e un ometto qualunque le allunga le mani addosso come se nulla fosse?!? -

Ranma si riscosse e divenne nervoso, facendosi condizionare dall'agitazione di Ryoga.
Per tutto il giorno aveva fatto fatica a starle vicino e aveva perso tempo a nascondersi.
Adesso chi cavolo era questo tizio che ci stava provando con Akane? La SUA Akane!!

...

Sotto mille lanterne di carta colorata filtrava la luce del tramonto, che portava con sé la leggera e fresca brezza della sera.

- Hai freddo? Se vuoi posso prestarti la mia giacca - si offrì Rui, con un sorriso gentile.
- No, ti ringrazio. Sto bene. - scosse la testa Akane, ricambiando il sorriso.

Con il trascorrere della giornata, gli invitati pian piano si erano riuniti in gruppetti differenti, spostandosi in zone diverse della casa.
Mentre gli adulti continuavano a bere e a danzare sotto il tendone esterno, i ragazzi si erano defilati nel salone principale della tenuta, preferendo dedicarsi al gioco d'azzardo.
Addirittura, i più sfacciati erano andati ad appartarsi nel dedalo di camere di cui era ampiamente fornita la casa.

Dopo aver a lungo atteso e sperato invano che Ranma la raggiungesse, Akane alla fine aveva capitolato alle lusinghe di un ex compagno di classe di Kuno e Nabiki.
Era riuscita a combattere e a vincere la voglia di andare a cercare quello stupido e trascinarlo via dalle solite mentecatte.
"Basta intromissioni. È ora che lui prenda una benedetta decisione in piena autonomia!" continuava a ripetersi con convinzione. Anche se faticava a mettere a tacere quella vocina che insinuava " ..e se invece lui una scelta l'avesse appena presa?? Magari in questo momento potrebbe essersi appartato con una di loro, come stanno facendo tutti"

- Sicura di stare bene? - la voce di Rui la ridestò dai pensieri - Tutto ad un tratto sei di poche parole.. Sembri pensierosa. Oserei dire quasi incupita.
Poi il ragazzo le sorrise - Forza, vieni a darmi un altro po' di fortuna! Questi maledetti mi stanno mettendo alle strette - riferendosi ai suoi compagni di gioco.
Si allungò verso di lei, che gli sedeva accanto e, prendendola per le mani, la portò sulle sue gambe.

Akane si irrigidì come un ghiacciolo. Si sentiva decisamente poco a suo agio e del tutto sconveniente.
Schizzó subito in piedi, cercando di trovare una qualsiasi scusa per nascondere il suo imbarazzo, quando avvertì il gelo calare nella sala e i parlotii di sottofondo cessare.

Alzò lo sguardo e lo incroció negli occhi blu che tanto aveva atteso di vedere.
Ranma era fermo davanti al tavolo da gioco, con un'aria truce.

Non poteva credere ai suoi occhi.
Non era nemmeno più sicuro che la persona che le stesse di fronte fosse Akane.
Chi diavolo era questo bell'imbusto che si permetteva di toccare la sua fidanzata?
Ma soprattutto, come mai lei glielo lasciava fare?!

Squadrò male Rui e poi si rivolse a lei - Permetti una parola? - le disse torvo. E senza attendere una risposta, voltò le spalle e si allontanò dalla stanza, infilandosi nella prima camera libera.

...

- E SAREBBE IN QUESTO MODO CHE CERCHI DI CRESCERE? FACENDO L'OCA CON IL PRIMO TIZIO CHE TI PASSA DAVANTI?? - le chiese lui, lapidario.

- E A TE DA QUANDO IMPORTEREBBE COSA FACCIO?! SBAGLIO O SEI STATO APPARTATO PER L'INTERO POMERIGGIO CON LE TUE DONNINE? - sbottò lei.

- INFATTI TI SBAGLI! SONO STATE LORO A STARMI ADDOSSO TUTTO IL TEMPO, SENZA LASCIARMI UN MINUTO PER RESPIRARE! - precisó lui.

- OH, CAPISCO! - replicò Akane, portando l'indice in alto, come per fingere un'illuminazione - PERCIÒ A LORO È CONSENTITO FARE LE FACILINE CON TE MENTRE IO DEVO STARMENE IN DISPARTE A GUARDARE LE MOSCHE VOLARE!?
SCORDATELO! -gli urlò, arrabbiata.
Poi riprese subito - IO NON STAVO FACENDO NULLA DI MALE! E SONO PERFETTAMENTE IN GRADO DI METTERE A POSTO CHIUNQUE NON MI INTERESSI O SI PERMETTA DI TOCCARMI SENZA IL MIO CONSENSO! IO! -

- NE SEI PROPRIO SICURA? PERCHÉ A ME SEMBRAVA INVECE CHE TU NON AVESSI IL BENCHÉ MINIMO CONTROLLO DELLA SITUAZIONE! SE AVESSI ASPETTATO ALTRI CINQUE MINUTI, AVREI TROVATO LA SUA LINGUA A FARTI UN'ENDOSCOPIA! - rispose lui sprezzante.

- MA COME?! NON SONO IO QUELLA SENZA FASCINO E SENZA UN BRICIOLO DI SEX APPEAL? COME POTREBBE UNA COME ME ATTIRARE LE ATTENZIONI DEGLI ALTRI RAGAZZI?? - lo zittí lei - E POI TE LO RIPETO: DA QUANDO È DIVENTATO UN TUO PROBLEMA SE IO DECIDO DI BACIARE QUALCUNO?? SONO GIORNI CHE ELEMOSINO UNA MEZZA PAROLA, PER CAPIRE UNA VOLTA PER TUTTE CHI SIA LA TUA FIDANZATA E TU SAI SOLO SCAPPARE VIA!
VUOI PER CASO RISPONDERMI O VUOI APPROFITTARNE ANCHE STAVOLTA?
PREGO! LA VIA DI USCITA LA CONOSCI: È SEMPRE LA SOLITA - finì lei, aprendo di colpo la finestra.

Calò infine il silenzio.
Ranma rimase immobile a fissare la ragazza.
Non rivolse nemmeno un attimo gli occhi sulla finestra aperta. Lui non voleva scappare come un vigliacco, come lo aveva appena accusato lei di fare.
Con le gote infervorate e il respiro ansante, si incantó quasi ad ammirarla.

Poi Akane abbassò lo sguardo avvilito, smettendo di sostenere il suo, e si voltò per uscire dalla stanza.
Fu un attimo: "No, Akane! Aspetta.."
Sentì Ranma fermarla, afferrandole il polso con la sua presa salda. La trascinó a sé e la baciò.

Fu del tutto inaspettato.
Akane rimase con gli occhi sbarrati, sbalordita, come se cercasse di convincersi che stesse succedendo davvero.
Poi, sentendo pian piano la mano di lui scioglierle il polso, chiuse gli occhi e si abbandonò al bacio.
Lei lo desiderava. Voleva tenerlo stretto il più possibile a sé e non permettergli più di fuggire via. Schiuse le labbra e si lasció trasportare dalle emozioni. Lo voleva terribilmente. Si avvinghiò a lui, strusciandogli una gamba contro la sua e affondando le mani nei suoi capelli fino a raggiungere la base del codino.

Ranma aveva premuto le sue labbra a quelle di lei chiudendo gli occhi ed affidandosi ai suoi sensi. Aveva percepito la tensione iniziale di Akane dissiparsi non appena lasció il suo braccio libero.
Non lo aveva schiaffeggiato, anzi! Sentì le labbra di lei schiudersi e la sua lingua esplorarne la bocca. Ed ebbe la certezza di essere finalmente ricambiato. Che lei lo volesse. Che lo desiderasse tanto quanto la bramava lui.
Il profumo di lei, il suo odore, lo inebriava e lo stava mandando in tilt. Si accorse di aver iniziato a muovere le proprie mani inconsapevolmente, accarezzandole prima la schiena nuda e poi scendendo verso i fianchi.
Si rese infine conto che, senza riuscire a controllare le sue reazioni, anche il suo inguine stava rispondendo alla forte attrazione e agli inaspettati stimoli.
In un secondo fu colto dal panico: l'avrebbe sicuramente spedito in orbita.

Si staccò da lei di colpo, come se si fosse appena scottato, e cercò imbarazzato di trovare un modo per nasconderle il "problema".
Akane si separò da lui controvoglia, con le labbra che agognavano riunirsi alle sue, sentendosi completamente stordita.
Fu però difficile non notare la sua erezione.
Sgranò gli occhi, puntati sui suoi pantaloni e poi arrossì violentemente.

- No-No-Non è come pensi!! - cercò di difendersi lui, arretrando verso la finestra e agitando le mani per rinforzare le sue parole.
Non facendo caso a dove mettesse i piedi, urtò un tavolino con una boccia di vetro piena d'acqua e scivolò a terra con un sonoro tonfo.
Quando tirò su la testa un pesciolino richiamava l'attenzione saltandole sulla chioma rossa.

L'espressione sul viso di Akane era indecifrabile. Con gli occhi spalancati e le sopracciglia sollevate, aprì la bocca nello stesso istante in cui Ranma chiuse le palpebre, temendo che stesse per scatenarsi un uragano.
E invece.. lei scoppiò a ridere.
La ragazza esplose in una fragorosa risata lasciando in un primo momento Ranma basita. Poi anche lei si unì alla prima e tutta la tensione volò fuori dalla stanza.

...

- Eddai Ukyo! Tu non muori dalla curiosità?? - la stava pregando da un buon quarto d'ora. - E se invece che fare pace, stessero cercando di soffocarsi reciprocamente? Non dovremmo intervenire? - provò ad insistere ancora.

L'enorme vena pulsante sulla fronte della ragazza segnalava che il suo livello di sopportazione era vicino a sfiorare l'esaurimento - Ryoga, te lo dico per l'ultima volta: pensiamo a ballare e a goderci la festa. Quello che fanno quei due non ci deve riguardare. Anzi, siamo già intervenuti abbastanza!! -

- Ad essere precisi qui l'unica che si è impicciata sei stata tu. Avresti anche potuto lasciare Ranma nelle mani di quella pazzoide, per quanto mi riguarda - sorrise storto, con il suo canino in bella mostra.
- E comunque non ti capisco. Se sei ancora innamorata di lui, per quale motivo li stai aiutando ad avvicinarsi? Hai forse un piano di cui non mi hai voluto mettere al corrente? -

- Mmgggrrh - la bella cuoca si arrovellava, tenendo stretta la sua spatola tra le mani, ormai vicina ad una furia omicida.
- NO, Ryoga. NO! Non ho intenzione di andare dietro a Ranchan per tutta la vita aspettando che mi ricambi! Te l'ho già spiegato centinaia di volte in questi giorni. Non sto facendo il doppio gioco. Ho soltanto accettato di vedere le cose come stanno. Non tirerò fuori un coniglio dal cappello. Basta, mi sono stancata di inseguire qualcuno che non mi vuole. STOP. FINITO. NIEN. KAPUTT. -

- Ok, ok ho capito! - la interruppe lui, vedendola raggiungere il limite con la solita discussione che avevano affrontato da quando si erano visti quella fatidica sera.
- È davvero complicato accettare una cosa del genere. Insomma, un conto è dirlo a parole e un conto... Non so come tu ci riesca - sputò fuori affranto, sedendosi sull'erba umida.

Con il volto dolente, Ukyo prese un grosso respiro e poi sbuffò fuori l'aria sedendosi a terra in modo brusco, accanto a lui - Chi ha mai detto che sia una cosa semplice! -
Dopo una lunga pausa, ruppe il silenzio - Tieni a mente il consiglio della tua amica Ucchan: se lasci una ragazza ad attenderti a lungo, puoi star certo che al tuo ritorno non ritroverai più la stessa persona che hai salutato -.

Volse lo sguardo e vide Ryoga corrucciato, evidentemente concentrato sulle sue parole. La sua espressione buffa la fece sorridere.
- Siamo noi le prime a desiderare di cambiare e a sentirci, prima o poi, tutto stretto. E inevitabilmente ci trasciniamo dietro un turbine di sentimenti, bisogni e desideri da da cui è impossibile non lasciarsi investire - cercò di spiegarsi, Ukyo - Avevo avvertito che le cose stavano cambiando già con il tentativo, (poi fallito), di Akane di organizzare il loro matrimonio. Io non ero sul monte Hooh con voi, ma deve essere sicuramente scattato qualcosa in lei. Qualcosa che l'ha portata a reagire e a ragionare in modo ben preciso.
L'Akane che conoscevo io non si sarebbe mai sognata di esporsi in un certo modo, prima. Figurarsi organizzare una cerimonia! - disse con un sorriso afflitto - ..E per quanto riguarda me... ho recitato la parte di Penelope anche troppo a lungo! -

- Hmh? Penelope? Chi..chi è Penelope? - la interruppe Ryoga visibilmente sconcertato.
- Niente, fa come se non l'avessi nominata - scacciò via con la mano Ukyo mentre una gocciolina le scendeva dal capo.

- Il punto è.. - riprese lei - È che se fosse per Ranchan, potremmo tranquillamente ritrovarci tutte nell'aldilà ancora ad inseguirlo senza soluzione! -

- Maledetto Ranma! - Con lo sguardo verso il basso, Ryoga strinse i pugni, raccogliendo erba mista a terra - Ranma, sempre e solo Ranma! Ma cos'ha di così speciale da farvi morire tutte dietro a lui?? - domandò all'amica con amarezza.

- Beh potrei farti la stessa domanda su Akane. È una brava ragazza, ma non riesco davvero a trovarci un senso per tutta questa attrazione che provate per lei. - lo rimbeccó Ukyo.
Poi decise di spostare la conversazione su un altro soggetto - E di Akari, invece, che mi dici? Non siete più fidanzati? Sai, anche per lei vale lo stesso discorso della lunga attesa.. - poi assottigliò gli occhi con aria maliziosa - Sei davvero un bel tipo tu. Critichi tanto Ranchan ma mi sembra che ti piaccia praticare lo stesso sport -.

Ryoga avvampò in imbarazzo - Io.. ecco... In realtà no-non lo so nemmeno io -.
Fece una pausa per trovare le parole e prese un bel respiro - So di essere un ingrato: Akari mi ama e mi accetta per quello che sono. E non è così scontato trovare una persona tanto bella e sincera. Sembra quasi che mi veneri..
Ma.. è bizzarro sentirsi al centro delle attenzioni di una persona senza aver fatto nulla in particolare. Lei mi amava ancora prima di conoscermi. Ed io.. io cerco qualcuno che sia pronto a mettersi in discussione ogni giorno, non che accetti passivamente tutto - abbassò le spalle sconfortato.
- Mi piace che una ragazza abbia uno spirito combattivo e che sappia il fatto suo, come la mia dolce Akane... Ma so bene quanto lei appartenga a Ranma: sul monte Hooh quei due erano una cosa sola. - concluse mesto.

Ukyo cercò le parole adatte per scuoterlo ma i due furono interrotti da uno scambio animato che si svolgeva dietro una siepe, non molto lontano da dove erano seduti.
Lei fece segno a lui di rimanere in silenzio e pian piano si avvicinarono, a gattoni, per spiare bene.

- ..Per fortuna Shan Pu se n'è subito accorta ed è venuta ad avvertirmi. Che figura ci avremmo fatto con i nostri ospiti? - sembrava, dal tono, che Obaba stesse rimproverando l'amica della nipote.
La ragazza la fissava in rispettoso silenzio.
- Insomma Mei-Lan - continuò la vecchia - Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara con tua nonna: se sei venuta qui per il motivo che penso, voglio che stavolta il tuo comportamento sia irreprensibile e che tu non faccia altri subdoli scherzi. Ne va dell'onore della nostra tribù -.

- Perdonami Obaba-san, ti prometto che non succederà più. Ho anche io il mio onore e mi impegnerò con tutte le mie forze ad ottenere quello che desidero - le rispose Mei-Lan.

"Cosa staranno architettando queste qui? Che Shan Pu stia chiamando a raccolta dei rinforzi?" pensò tra sé Ukyo.

...

- Sei il solito Baka! - lo stava prendendo in giro Akane mentre gli versava addosso l'acqua appena scaldata - Riesci sempre a rovinare tutto - gli disse facendogli la linguaccia.

- Chi diavolo metterebbe un pesciolino in mezzo ad una stanza? - cercò di difendersi lui, con aria sufficiente.
- Anche se so che dovrei ringraziarlo. Se non fosse stato per lui, a quest'ora sarei un uomo morto - aggiunse poi, ricambiando la linguaccia.

- Chi ti dice che ti avrei ucciso? Ricordi, adesso sono "una che cresce in fretta facendo l'oca con i ragazzi". Magari sarei stata pronta.. -
- Ma finiscila! - la zittí lui tirandole un cuscino in faccia.

Ranma se ne stava seduto su una poltroncina mentre lei era poco distante, sul bracciolo del sofà coordinato.
- Direi che per oggi ti sei già impegnato troppo! - gli disse lei, con finta aria superiore - Che ne dici se tornassimo di fuori? -

Lo prese in contropiede - C-Che cosa? Qu-quindi vuoi già parlarne ai nostri genitori?? - le domandò allarmato.

- Eh? Ma no, Baka! Cosa hai capito?! Non avevi detto anche tu che sarebbe troppo presto sposarsi?? Io speravo c-che il nostro bacio significasse che.. che stiamo insieme ve-veramente - spiegò lei, arrossendo visibilmente - Co-cosa ne pensi tu? - gli chiese infine timida, con lo sguardo verso il pavimento e le dita attorcigliate.

- Che come 'femme fatale' fai ridere - e la tirò verso di sé, abbracciandola da dietro.
Entrambi cercavano di apparire il più possibile disinvolti, ma ogni reciproco contatto li faceva ancora fremere ed arrossire.

Per un po' si bearono di quell'abbraccio tenero. Ma temendo che i palpiti del proprio cuore diventassero sempre più rumorosi, Ranma decise di rompere il silenzio rivolgendosi con aria maliziosetta:
- Sbaglio o qualcuno non indossa un reggiseno??

- Credo tu ti stia un po' allargando, per essere il nostro primo bacio.. - gli rispose lei con una grossa vena pulsante, visibile sulle tempie.
- I-intendevo dire c-che oggi non sono riuscito a tenerti d'occhio! - cercò subito di tamponare il ragazzo - Dove ti eri infilata? Se qualcuno ha provato a sfiorarti con un dito, giuro che lo amm.. -
Akane si voltò, sospingendosi verso le sue labbra e lo zittí con un casto bacio.

Poi si staccò lentamente, cercando di trattenere il dolce sapore delle sue labbra e cambiò discorso - Vogliamo invece parlare delle tue spasimanti? A loro pensi di dire qualcosa? -
Questa volta fu lui a farla tacere e a richiedere la sua bocca.
Il reciproco desiderio e la voglia di sperimentare una nuovo tipo di conoscenza finalmente prevaleva sulla loro timidezza.

Ma Akane non demorse e, appena allontanati, riprese:
- Dico sul serio. Non cercare di sviare come al solito - insistette, tra il serio e il faceto.
- Beh..- ragionó Ranma - se vogliamo tenerlo ancora nascosto ai nostri genitori, non ha molto senso renderlo pubblico.. - ma vedendo la fidanzata cambiare espressione, corrucciando le sopracciglia, decise di aggiungere - I-in fondo si tratta di tenere a bada ancora per un po' solo Shan Pu e Kodachi -.

E le raccontó del discorso affrontato insieme ad Ukyo.
Akane si ricordò subito di quel giorno e del loro abbraccio. Decise infine di affidarsi alla scelta di Ranma e di prendersi un po' di tempo per loro, senza informare tutti i conoscenti del loro piccolo, grande segreto.

Tornarono fuori giusto in tempo per i fuochi d'artificio: Kuno aveva voluto sorprendere gli invitati e la sua sposa con un favoloso spettacolo pirotecnico.
Le scie colorate illuminarono i volti felici ed incantati di tutti i presenti. E due mani intrecciate che sancivano, silenziosamente, un nuovo inizio.










Allora, cosa ne pensate?? Ho cercato di fare il più in fretta possibile per concludere questo capitolo: non resistevo a non pubblicare il primo bacio della nostra coppia preferita!
Spero di essere riuscita ad emozionarvi un pochino.
Per il prossimo capitolo anticipo già che mi occorrerà più tempo. Spero tanto di riuscire a proseguire mantenendo il giusto interesse.
A presto!!

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Capitolo 6
*** Il segreto di Shan Pu ***


Ed eccoci con un nuovo capitolo!
Stavolta lascio un piccolo messaggio solo per i ringraziamenti.
Ho scelto di prendere una piega differente, su invito di alcune di voi, cercando di soffermarmi un po' più a lungo sulle descrizioni ed in particolare sulle parti introspettive dei personaggi.
E ne è uscito un capitolo leggermento più lunghetto del solito che però non mi sembrava giusto andare a separare in due parti.
.. Perciò spero di essere riuscita a rendere la lettura più interessante! E di continuare a ricevere le vostre preziosissime considerazioni.
Attendo impaziente! Nel frattempo vi ringrazio tantissimo per gli spunti ed i consigli che vorrete lasciarmi.
Buona lettura!!








Il giorno successivo Akane si sentiva stordita dalla notte trascorsa quasi insonne, travolta dalle emozioni e da un'irrefrenabile energia positiva. Temeva che, una volta riaperti gli occhi al mattino, si sarebbe accorta di aver fatto semplicemente un bellissimo sogno.

E invece, quando riuscí ad incrociare il suo sguardo di primo mattino, seduti a tavola per la colazione, cogliendo l'inconfondibile traccia imbarazzata nei suoi occhi, faticó quasi a controllare i fremiti del proprio corpo, sentendo un'euforia assalirla.
Era tutto reale: SI ERANO BACIATI!

Il suo primo bacio.
Il loro primo vero bacio.
Quello che aveva sempre aspettato e sperato di ricevere da lui.
Così bello.
Così appassionato.
Così intenso e travolgente..

Quando si soffermava a ripensarci le veniva automatico sfiorarsi le labbra, mentre provava a richiamare alla mente il suo sapore, il suo odore, cercando di trattenere il più a lungo possibile il momento vissuto poche ore prima e sentirlo ancora vivido.
Completamente estraniata da tutto ciò che la circondasse, appena si ridestava dai propri pensieri accorgendosi della mano appoggiata alla bocca, sentiva il calore avvamparle le guance e si ricomponeva, controllando che nessun componente della famiglia avesse scorto il suo strano atteggiamento.
"E Ranma?!" si interrogò ad un certo punto, sentendosi cogliere dall'ansia.
"Cosa ne penserà lui?".
"Come avrà trascorso la nottata?"
L'aveva pensata come lei aveva pensato a lui?
Il loro bacio gli era piaciuto veramente?
Avrà avuto dei ripensamenti?

Stava già per tuffarsi a picco nel baratro profondo della depressione quando un pensiero le fugó ogni timore: "Ranma si era eccitato".
Le riaffiorò un sorriso sulle labbra.
Ma il suo non era un sorriso malizioso.
Era sincera e candida sorpresa.
L'idea che lei, l'irriducibile maschiaccio privo di sex appeal, senza un briciolo di avvenenza avesse potuto scatenare in lui una reazione simile, la stupiva e la compiaceva.

L'instabilità delle proprie emozioni, in un folle turbinio di sali e scendi, come se fosse legata sulle più ripide montagne russe, la stava facendo impazzire.
Aveva bisogno di parlargli. Di confrontarsi e di cercare delle conferme. Ne andava della sua sanità mentale.

...

- Vieni qui! Non fare il vigliacco! - stava urlando Ranma, inseguendo un panda ghignante attorno al dojo.
- Ranma - si sentì chiamare da una voce. Proprio quella voce. - Sto per iniziare il mio riscaldamento. Ti andrebbe di venire con me? Avevo pensato ad un nuovo percorso da fare correndo -.
- Adesso non ho tempo di fare una stupida corsetta! - le rispose lui scocciato.

Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare il discorso del giorno prima. Ma lui si sarebbe guardato bene dal darle l'attenzione che meritava.
Non era riuscito a chiudere occhio per tutta la notte, in preda all'eccitazione.
All'inizio era talmente su di giri che aveva fatto fatica a trattenersi dall'andare a trovarla in camera sua, durante la notte. Gli sarebbe piaciuto infilarsi nel suo letto, baciarla dolcemente e abbandonarsi nelle braccia di Morfeo, tenendola stretta.
Poi però, complice lo stato di insonnia in cui si era ritrovato, l'entusiasmo aveva lasciato il posto all'agitazione. Il pensiero di doversi avvicinare ogni volta a lei, sentendosi espirare sul collo il fiato di chiunque; la consapevolezza che il matrimonio, presto o tardi, si sarebbe celebrato; le spiegazioni e le litigate che avrebbero dovuto affrontare con Shan Pu.. più si protraeva la nottata, più si tormentava con pensieri contorti.
Al mattino ciò che rimaneva del ricordo degli attimi stupendi, trascorsi poche ore prima, era solo l'irritazione verso sé stesso per non essere stato in grado di riuscire a trovare riposo.
Un artista marziale come lui non poteva arrovellarsi tutta la notte per un motivo simile. Avrebbe dovuto subito riassestarsi sui binari e procedere dritto verso il suo traguardo: doveva pensare solo e soltanto a migliorarsi e a diventare il miglior combattente del Giappone, senza altre futili distrazioni.

- Come vuoi! - si sentì rispondere dalla fidanzata, afferrando un evidente tono risentito - Vorrà dire che allungherò il percorso fino a casa di Rui, chiedendogli se voglia approfittare di un allenamento privato.. -
Non le permise di concludere la frase, sbucandole di fronte e cogliendola a ridacchiare. Si stava prendendo gioco di lui!

Era cambiata.
Se si fosse permesso di trattarla in quel modo solo sei mesi prima, l'avrebbe spiaccicato al muro con uno dei suoi martelli e non gli avrebbe più rivolto la parola fino ad ottenere le sue scuse.
E adesso se la rideva sotto i baffi, facendo consapevolmente leva sulla sua gelosia.
Ormai era inerme di fronte a lei, che aveva imparato a conoscerlo e a leggere ogni nota della sua voce.
Ed ogni stupido dubbio si sbricioló, rotolando via dalla sua mente.
"Kami, quanto è bella quando sorride"

Corsero affiancati per tutto il tragitto, lui tenendo il passo di lei e spintonandola di tanto in tanto, per pungolarla un po'.
Quando arrivarono infine in una radura, si stesero sull'erba sudati e felici. Poi, rossi come due pomodorini maturi, avvicinarono le loro mani cercandosi ed intrecciando le dita.
Con un grosso sospiro Akane si tirò su, puntellandosi sul gomito, e si mise a rimirarlo, perdendosi in quei profondi occhi blu.
Ranma non le diede neanche il tempo di parlare. Si protese verso di lei, tirandosi su con un netto colpo di reni, e chiuse la distanza che li separava, baciandola.

...

Nei giorni seguenti i due furono abbastanza abili nel celare i propri momenti intimi.
La natura clandestina del loro rapporto rendeva eccitante trovarsi in segreto, sebbene la loro timidezza non gli consentisse di andare mai oltre uno sfioramento delle dita o un piccolo bacio impacciato.

Alla sera, dopo cena, si instauró rapida l'abitudine di ritrovarsi nella camera di lei.
Ranma si annunciava sempre picchiettando alla finestra, per non spaventarla, anche se la trovava già aperta, mentre Akane cercava di tenere a bada le farfalle nello stomaco.
Parlavano della loro giornata e si confrontavano sulle piccole novità o i pettegolezzi della scuola. I momenti dolci furono dapprima frenati dalla loro inguaribile timidezza.
Il vero motivo per cui quel rito era tanto atteso da entrambi era per il momento del saluto, suggellato dall'agognato bacio.
Baci. Era diventato il loro nuovo allenamento prediletto.
La tenerezza e la castità delle loro effusioni, via via che trascorrevano i giorni, acquisivano sempre più dimestichezza, poi naturalezza ed infine audacia.

Ovviamente le vecchie abitudini erano troppo dure a morire e non mancavano mai le occasioni per litigare.
Come quando P-chan si affacciava nella stanza di Akane, bisognoso di reclamare qualche coccola, e Ranma, chissà per quale strano motivo, iniziava a fare il diavolo a quattro.
Oppure quando lui si lasciava scappare qualche commento gentile su una loro compagna di classe e lei, tutto ad un tratto, si chiudeva in un mutismo e teneva su il broncio.

Quelle erano le volte in cui il bacio della buonanotte veniva rimandato a data da destinarsi. Dipendeva tutto da chi dei due decidesse di capitolare.
Nonostante l'evidente inesperienza, Ranma aveva saggiamente optato di fare sua la famosa tecnica del padre, rinominandola il "Colpo della tigre addomesticata". E gliela dava vinta. Il grande Ranma Saotome si arrendeva e cedeva alle rimostranze della fidanzata, scendendo a compromessi anche con sé stesso, forte del fatto che la faccenda non fosse ancora di dominio pubblico.
Lo faceva non soltanto per poter tornare il prima possibile a ritagliarsi quei momenti speciali con la sua Akane, ma per godere dello spettacolo dei suoi occhi illuminarsi e del suo sorriso suadente, quando finalmente facevano pace.

La scuola era il luogo, tacitamente concordato, in cui decidevano di parlare dopo un litigio.
Al liceo si sentivano abbastanza liberi, non dovendo più subire le incursioni di Kuno, ormai diplomato e accasato. Però cercavano sempre di avere un certo riguardo nei confronti di Ukyo.
Gosunkugi, invece, era stato una volta lo spettatore indesiderato di un loro bacio riappacificatore. Per pura (s)fortuna aveva anche immortalato la scena, cliccando il tasto della sua macchina fotografica, come un tic nervoso in reazione a quella situazione inaspetatta. Ma nessuno gli diede credito, soprattutto a causa di Ranma, che aveva opportunamente provveduto ad eliminarne le prove.

La sera che però Akane si addormentò, con il capo appoggiato sulle sue spalle, provata da un'estenuante giornata di allenamenti, Ranma non se la sentì di sgattaiolare via subito, finendo con l'appisolarsi accanto a lei sul letto, dopo essere rimasto a lungo a contemplarla, sotto la fioca penombra dei raggi lunari.

La mattina successiva, fu quasi per puro miracolo che Kasumi non notò il suo tallone spuntare da sotto il letto. Si era svegliato un attimo prima che la maggiore delle Tendo aprisse la porta, per venire a dare la sua dolce sveglia alla sorellina.
Ma quello era stato solamente il preludio di ciò che sarebbe accaduto in quella giornata.

Una volta scesi al piano di sotto, trovarono già tutta la famiglia riunita attorno al grande tavolo, per la colazione. Mentre erano presi a fingere totale indifferenza l'una nei confronti dell'altro, una domanda scosse il loro pasto, facendoli di colpo raggelare.
- Potrei sapere, figliolo, dove tu sia stato questa notte? Il tuo futon era immacolato - proferí Genma, con lo sguardo distaccato, tra un boccone e l'altro. - Sia io che tua madre abbiamo fatto caso di non averti visto nel tuo letto nè ieri sera nè al risveglio, questa mattina - .

Ranma cercò in tutti i modi di controllare la propria reazione, tradita dal suo codino ritto in testa. Senza spostare un muscolo, mosse gli occhi verso Akane, seduta di fronte a lui al capo opposto della tavola, in cerca di un implicito soccorso.

- Ah! - intervení lei, sembrando quasi disinteressata - È per quello che stanotte mi è sembrato di sentire un rumore provenire dalla camera di Nabiki.. -
- CHE COSA?! - gridò lui, oltraggiato - Come ti permetti! Io non sono andato di certo a sbirciare tra le cose di tua sorella! - le urlò, sentendosi tradito.
- EHEM.. - schiarì la gola e spalancò gli occhi, Akane - ..ed io che ero convinta fosse un animaletto entrato apposta per cercare un posto sicuro dove riposare - con sguardo allusivo.

Erano giorni che Ranma continuava a fantasticare all'idea di chiedere a Soun di potersi spostare nella camera di Nabiki, ma non trovava mai il coraggio per potersi fare avanti. Lo stava incitando a cogliere l'occasione ma, come al solito, il ragazzo muoveva lento gli ingranaggi quando c'era da approfittare di una situazione.

- OH! Sì.. Ecco, in effetti, io..i-io avevo bisogno di riposare un po' meglio! - colse finalmente Ranma - Sono giorni che non riesco a chiudere occhio per colpa tua, papà! Sembra di dormire accanto ad una motosega -
- È questo il modo di rivolgerti al tuo amorevole padre? - ribatté piccato Genma - Non è colpa mia se.. -
- Caro, avresti potuto dirlo sin da subito che ti imbarazza dormire con i tuoi genitori.. - si intromise Nodoka, regalandogli inconsapevolmente un grandissimo assist.

- Va bene, ho deciso - sentenziò il padrone di casa. Era rimasto tutto il tempo in silenzio, a braccia conserte ed occhi stretti, ad ascoltare i battibecchi dei Saotome.
- Ranma, da questo momento, potrà spostarsi a dormire nella camera di Nabiki. Ormai la mia bambina ha lasciato questa casa e non ha senso che rimanga vuota. Oltretutto non è più consono che tu stia in camera con i tuoi: hanno anche loro diritto alla propria intimità - concluse soddisfatto, convinto di aver saputo prendere come sempre un'ottima decisione, da buon capofamiglia.
Solo Akane colse l'occhiolino che Nodoka fece al figlio, sorridendo.
"Che avesse capito qualcosa??"

- Ehilà! C'è nessuno?! - si sentì provenire dall'ingresso.
L'ex proprietaria della stanza di cui stavano parlando, si affacciò proprio in quell'istante facendo capolino dal corridoio, con un vassoio profumato tra le mani.

- Buongiorno! Arrivo troppo tardi per la discussione mattutina? - si presentò Nabiki, sistemando sulla tavola delle brioches ancora calde.
- Che bello averti qui con noi di buon mattino! - la accolse teneramente Kasumi - Sai che Ranma si sposterà nella tua stanza? - la ragguagliò subito, con placido candore.

- Oh era ora! - ribatté Nabiki con un sorrisetto indirizzato alla sorella minore.
- M-ma cosa ci fai tu qui a quest'ora? I vostri servitori non sanno cucinare una buona colazione? - insinuò Akane, sbattendo le palpebre accigliata, innervosita da tutti questi sguardi ammiccanti di primo mattino.
- In realtà sono venuta a distrarmi un pochino - replicò l'altra con aria vaga - Ho spiegato l'altro giorno a Kuno come avviene la riproduzione e l'ho piazzato davanti ad un video porno. Pare sia rimasto abbastanza sconcertato: non rivolge parola a nessuno e se ne sta in giardino a blaterare frasi sconnesse sull'onore, il pudore e il rammarico per le occasioni mancate con la ragazza col codino. Non ho capito se abbia collegato che non sia incinta. Ho preferito fargli assimilare con calma le cose. Quindi eccomi qui a farvi compagnia - spiegò con la sua tipica nonchalance.

- Per quale motivo gli hai fatto vedere un video di Rorno? Non c'è mai stato? - trasecolò Kasumi.
[NdA. Rorno è un ristorante giapponese]

- Accidenti, come si è fatto tardi!! Ranma, datti una mossa se non vuoi beccarti la solita punizione! - scattò su Akane, seguita immediatamente a ruota dal fidanzato, con un cornetto infilato alla svelta in gola.
- Oh quasi dimenticavo di avere un appuntamento stamane, tra meno di mezz'ora! - si scusò imbarazzato Soun, prendendo il largo.
- No-nodoka! Cosa dicevi a proposito dei lavori di casa nostra? Ah già: bisognerà andare a dare un'occhiata stamattina su come stiano procedendo! Forza andiamo - disse Genma, trascinando per un braccio la moglie.

In pochi secondi la sala da pranzo si era svuotata, sotto lo sguardo ingenuo di Kasumi.
Nabiki se ne stava con un braccio appoggiato sulla tavola e la testa posata sul palmo della mano aperta, mentre sbocconcellava un croissant rimanendo impassibile.

- Oh beh! - si disse la secondogenita Tendo, alzando le spalle - Ho fatto trenta, farò anche trentuno! Pretenderò almeno dei ringraziamenti da Tofu -.

...

A pochi isolati di distanza anche una bellissima ragazza dalla chioma violacea si preparava ad uscire di casa.
- Mousse, sto andando al melcato a fale spesa pel la nonnina. Ti selve qualcosa? - disse, scostando la tendina di perle colorate che separava la cucina dal ristorante.
Sì stupì di trovare l'ambiente buio e silenzioso. Di solito il ragazzo era già sveglio da un pezzo. Dopo il suo allenamento mattutino, rientrava per una doccia veloce e poi, una volta spalancate tutte le finestre della sala, iniziava meticolosamente le sue pulizie.

- ..Dico sul serio! Perché non chiedi a Obaba di lasciarti un giorno libero? - sentì ad un tratto, dal retrobottega.
Aveva subito riconosciuto la voce di Mei-Lan! Assottigliò gli occhi a due fessure e tese le orecchie, tornando in cucina e avvicinandosi alla porta che dava all'esterno, facendo attenzione a nascondersi bene.
'Così non sento niente. Pallano tloppo a bassa voce!' pensò, senza aprire bocca.
Poi si avvicinò rapida al lavandino aprendo l'acqua e, infilando la mano di traverso sotto il getto, si infradició tutta.

Scosse il pelo intirizzito, infastidita da quel bagno del tutto imprevisto. E, senza perdere altro tempo, sgattaiolò sul cortile esterno avendo cura di non dare nell'occhio.
Vide Mousse a torso nudo, con il sudore che gli imperlava gli addominali scolpiti, che se ne stava con aria imbarazzata di fronte alla loro amica, ancora in tenuta da notte.
Solo che Mei-Lan non indossava uno di quei pigiamoni con motivi puerili, come quelli che portava la ragazza violenta. Lei evidentemente dormiva con una canottierina nera in raso e un paio di pantaloncini corti rosa, anche quelli in raso, con un pizzo nero abbinato alla parte superiore.
A Shan Pu venne il sospetto che una parte del sudore che ricopriva Mousse non fosse causato dalle semplici flessioni mattiniere.

Piano piano si spostò lungo il muro del ristorante, in direzione opposta ai due, e poi con un balzò arrivò al davanzale della finestra della camera della nonna e si sistemò comoda a seguire la conversazione, in prima fila.
- Allora, cosa ne pensi? - le stava domandando lei, con occhi pieni di entusiasmo - Ti prometto che torneremo in tempo per preparare il servizio della sera. Per una volta non credo che a Shan Pu si spezzerà la schiena ad occuparsi della sala, per un semplice pranzo -
La micetta dovette fare un grandissimo sforzo per trattenersi dal soffiarle, arrabbiata.

- Va bene, mi hai convinto! - le rispose lui con un sorriso accondiscendente - Ma solo se sarai tu a chiederlo alla mummia essiccata - aggiunse, ridendo.
- Non devi preoccuparti di nulla: tu corri a fare un bagno e a cambiarti, al resto penso io! - e lo baciò civettuola sulla guancia.

'La lagazza ci sa ploplio fale' rimuginò Shan Pu, rimasta sola, muovendo la coda flessuosa, come se proiettasse le onde dei propri pensieri.
I primi approcci erano stati per lei evidenti sin dalla settimana del suo arrivo. I complimenti profusi per le scarse tecniche combattive di Mousse, le chiassose risate alle sue stupide battute e le ampie manifestazioni di interesse ad ogni suo insulso pensiero non le avevano minimamente scaturito alcun tipo di fastidio, se non il desiderio di dileguarsi all'istante per evitare di assistere a quelle patetiche scenette.
Poi al matrimonio era riuscita ad intervenire giusto in tempo per metterla al suo posto e richiamarla ai precetti del villaggio. Da quel momento sembrava avesse deciso di fare le cose sul serio.
Il corteggiamento di Mei-Lan era diventato molto più diretto e spudorato: all'inizio aveva puntato sulla gentilezza di Mousse per andare a sbrigare una commissione assieme; poi la supplica di essere accompagnata per scegliere i souvenir da portare al rientro a casa ed infine l'impellente necessità di farsi una passeggiatina al parco, al chiaro di luna.
'..Stavolta cosa si salá inventata?'

...

Mousse era appena uscito dalla vasca, dopo un bagno sbrigativo. Passò la sua grande mano sul piccolo specchio appeso al muro, sopra il lavabo, ripulendolo dai vapori generati dall'acqua calda.
Rimase lì a fissare la sua immagine riflessa, cercando di riordinare le proprie idee.
Ancora non riusciva a rendersi conto bene di ciò che gli stava accadendo attorno. Mei-Lan aveva apportato dei tali scombussolamenti nelle sue abitudini, che gli sembrava fossero trascorsi dei mesi anziché un paio di settimane.

Inizialmente non aveva affatto dato peso alle attenzioni particolari dell'amica. Poco abituato a ricevere considerazione, aveva semplicemente interpretato i suoi comportamenti come un'innocente ricerca dei ricordi e un richiamo al passato.
Solo quando si accorse di stare passeggiando con lei, mano nella mano, lungo il vialetto di ghiaia del parco vicino casa, si sentì folgorato da un'illuminazione: erano soli.
Shan Pu non era mai stata parte dei loro assidui incontri.
Che le ragazze avessero litigato?

Tornando indietro con la mente, quando tutti e tre vivevano ancora nel villaggio Joketsuzoku, ricordava che Mei-Lan era sempre stata molto gentile con lui, prendendosi cura delle sue contusioni quando Shan Pu lo maltrattava o ascoltando i suoi tristi sfoghi quando lui si sentiva affranto.
Non aveva mai pensato che dietro a quelle attenzioni potesse celarsi un sentimento ben più profondo dell'amicizia.
Come aveva fatto a non rendersene conto prima?
Ad un tratto gli parve che lui e Mei-Lan fossero molto più simili e vicini di quanto avesse mai potuto immaginare.

...

- Se continui ad andare così lenta, finiremo con l'arrivare a scuola per la fine delle lezioni! - la stava canzonando Ranma, con passo frettoloso, in bilico lungo la rete che delimitava il fiume.

Si scansò in un attimo quando sentí un sibilo provenire dalla direzione di Akane: era la sua cartella, lanciatagli contro in segno di disappunto.
- Se ti scoccia così tanto aspettarmi, perché non prosegui da solo? - gli rispose lei, inacidita.

- ..Oppure perché non vieni tra le mie braccia e con un paio di salti raggiungiamo la scuola? - rilanciò lui, facendole una linguaccia, per cercare di mascherare l'imbarazzo per la proposta che le aveva appena fatto.
Le si era parato davanti, obbligandola ad arrestarsi di colpo, proteso verso di lei con il viso a pochi centimetri dal suo, mentre le porgeva indietro la cartellina recuperata al volo, tenendola per il manico con un dito teso.

- Ni-Hao Lanma! - interruppe l'idillio la ruota di una bicicletta, tramortendo alle spalle il povero Ranma, che aveva abbassato la guardia nel momento in cui rivolgeva la sua tenera proposta alla fidanzata.
- Pelché oggi non salti la scuola e ce ne andiamo insieme a fale i piccioncini al lago? - gli chiese melliflua la cinesina.

Ancora sotto shock per la botta, al ragazzo parve di sentir intervenire Akane: - Te lo puoi scordare Shan Pu! Ranma non verrà da nessuna parte con te -.
La bella rimase stupita per la strana intromissione e, inarcando un sopracciglio, le rispose subito - Cosa vuoi lagazza maschiaccio? Tu puoi pule collele a scuola come al solito. Lanma ed io non abbiamo bisogno di te - la liquidó con insufficienza.
- O sei pel caso gelosa? - la aggiunse subito dopo, fiutando qualcosa di insolito.

- I-io? - Akane indietreggiò leggermente, rendendosi conto che la conversazione stava prendendo una piega indesiderata - N-no, niente affatto! È che questa mattina abbiamo un'esercitazione in classe suddivisa in gruppi e Ranma ed io facciamo parte dello stesso - mentì di sana pianta, stupendo anche sè stessa.
E gonfiando il petto, raccolse per il codino il suo fidanzato stordito, trascinandoselo dietro - Non ho alcuna intenzione di perdere punteggio utile per i voti di fine anno! Tu e Ranma potrete andarvene al lago nel pomeriggio, se non avrete nient'altro di meglio da fare - continuò il suo discorso, voltandosi con aria sostenuta.

Quando si rigiró la cinesina era già sparita.

...

- Ben trovato, futuro marito. È da un po' che non ti facevi vivo. Troppo impegnato in nuovi tipi di allenamento? - lo accolse Obaba, con una strana aria maliziosa nei maturi e profondi occhietti.

Non gli sembrava ancora vero di essere lì perché glielo aveva ordinato Akane.

... INIZIO FLASHBACK

- Ma per quale motivo dovrei andare a trovare Shan Pu?! Ti è andato di volta il cervello? - gli chiese lui, mentre se ne stava beatamente disteso sul tetto, dopo aver concluso l'incontro settimanale con i bimbi nel dojo.

Akane lo aveva raggiunto per parlargli a quattr'occhi.
- Te l'ho già spiegato. Ci dev'essere qualcosa di strano che le sta succedendo. Non è da lei fuggire via in quel modo. E non è la prima volta che capita: mi hai raccontato tu stesso che al matrimonio era scomparsa, di punto in bianco, abbandonandoti inerme tra le grinfie di Kodachi - gli rispose ponderata, lei.
- E poi oggi anche Hiroshi e Daisuke ti hanno confermato che è da un paio di giorni che non fa più consegne -.

- Mmmh - ragionava, poco convinto il codinato.

- Ranma.. - si fece seria Akane - Shan Pu è nostra amica. Devi scoprire se ci sia qualcosa o qualcuno che le stia facendo del male o le impedisca di essere la solita approfittatrice che conosciamo. Perciò stasera andrai al Neko Hanten e ti farai dire cosa sta succedendo - concluse con un tono che non ammetteva repliche.

- E se fosse una delle sue solite strategie per tendermi qualche trabocchetto? - insinuò il ragazzo.

- Se non ti vedessi tornare a casa entro un'ora, sai benissimo che ti verrei a cercare! Anzi, ti accompagnerei volentieri, ma sai meglio di me che non possiamo andarcene in giro come una coppietta serena sotto gli occhi di tutti. Men che meno sotto il suo naso - gli rispose pazientemente, come se parlasse ad un bambino.
- E poi.. - aggiunse incerta - non credo che si tratti di qualcosa che abbia a che fare con te. -

Ranma incrociò le braccia stizzito - E, sentiamo, cosa glielo farebbe pensare detective Akane? - la canzonó lui.

- Doveva essere evidentemente occupata a pensare ad altro. Non si è nemmeno accorta che mi eri ad un centimetro di distanza dalle labbra, quando ci ha interrotti -.

... FINE FLASHBACK

Ed eccolo lì. Di fronte ad Obaba, mentre risistemava il locale tutta da sola, ad un insolito orario.
- Chiudete già a quest'ora? Dove si sono cacciati Mousse e Shan Pu? - le domandò diretto, senza tanti preamboli.

La vecchia assottigliò gli occhi, facendoli sembrare due punte di spillo nere, e rimbalzò le domande al mittente - Come mai tanto curioso? Hai bisogno di ordinare qualcosa? - fingendo di non capire.

- Obaba, cosa sta succedendo? - insistette il ragazzo - Non vedo Shan Pu da settimane. Sai meglio di me che questo non è normale. -
- Shan Pu sa badare a sé stessa, non c'è bisogno che te lo dica. Si tratta di Mousse: è per lui che si preoccupa - gli rispose lei, rimanendo vaga.
- E da quando in qua si preoccupa per Mousse? - domandò scettico lui.
- Da sempre, Ranma. Tu conosci solo una piccola parte di loro e del passato che li lega - fu la risposta di Obaba, sempre più criptica.
Consapevole di avere la completa attenzione del ragazzo, decise di proseguire, accomodandosi su una delle sedie appena riposte.

- Mei-Lan e Shan Pu sono sempre state molto unite. È stata la prima cosa che ti ha detto mia nipote, presentandotela: la considerava davvero la sua migliore amica.
Erano le ragazze più forti e promettenti del villaggio. Per anni si contesero il primato. Ma mentre nel cuore di una albergava l'onore e il rispetto delle nostre leggi, nell'altra si faceva spazio un sentimento egoistico e meschino che non tardó presto a palesarsi.
Mei-Lan non riusciva a non tenere conto dei continui paragoni tra le due. E l'invidia per l'amica divenne sempre più difficile da gestire, sapendo bene in cuor suo quale delle due fosse la migliore.
Arrivò al punto in cui desiderava possedere tutto ciò che mancasse a lei e che appartenesse all'amica, compreso l'affetto di Mousse.
Non si trattava di amore, doveva semplicemente essere il suo trofeo. Ed accorgendosi che non sarebbe mai riuscita ad ottenerlo con le buone, decise di utilizzare un potente filtro d'amore, tramandato da generazioni nella sua famiglia. Si trattava di un terribile sortilegio: il ragazzo era diventato molto simile ad un burattino nelle sue mani.
Completamente in balia della sua padrona, Mousse aveva perso la propria identità e indipendenza.
Così Shan Pu si intromise, cercando di far ragionare Mei-Lan. Le due litigarono violentemente e alla fine mia nipote prese la decisione di liberarlo.
Hai presente quando Shan Pu venne in Giappone per la prima volta? Non fu soltanto per cercare te - lo fulminò con un sottile sguardo provocatorio al quale Ranma rispose stupito.
- Era venuta a recuperare un fiore di loto alle pendici del monte Fuji. - riprese a spiegare Obaba - Per poi riuscire a tornare in Cina giusto in tempo per evitare che l'effetto del filtro diventasse permanente.
Poi preferì sparire dalle loro vite.
Non dico che fu per quello che decidemmo di venire a vivere qui, anzi ero fermamente contraria all'idea di fuggire per una ragione simile. Ma Shan Pu voleva bene ad entrambi. Non sarebbe stata lei a rivelare la verità a Mousse, compromettendo per sempre il suo rapporto con Mei-Lan. La pozione con il fiore di Loto gli aveva restituito solo i ricordi felici dell'infanzia, cancellando quelli recenti.
La scelta di seguirci, in un secondo momento, fino in Giappone fu totalmente sua -.

- Quindi è tornata a riprendersi il suo giocattolino? - le domandò cupo Ranma.
- Al matrimonio stava per riprovarci. Shan Pu se n'è accorta giusto in tempo per fermarla. Ho dovuto riprenderla, chiarendo sin da subito che non avrei accettato altri subdoli giochetti.
Se è venuta a portarselo via, dovrà comportarsi correttamente: quel ragazzo se lo merita. - concluse la donna.

Ranma si sentiva a disagio. Non aveva minimamente saputo cogliere i segnali della difficile situazione che stava affrontando Shan Pu.
Alla luce delle parole appena ascoltate dalla vecchia, il gesto di Mousse sul monte Hooh aveva acquisito ancora più dignità e rispetto.
Aveva avuto la possibilità di risvegliare Shan Pu, schiudendosi da un uovo surikomi, rendendola sua per sempre. Ma non era stato in grado di approfittarne, riconsegnandole la libertà, ponendola di fronte ad uno specchio.
Entrambi, all'oscuro dell'altro, avevano agito nello stesso modo, dimostrando di nutrire amore e rispetto reciproco. Si volevano bene più di quel che immaginassero.

- Perciò, in questo momento Shan Pu li sta pedinando per controllare che Mei-Lan si comporti bene? - gli chiese infine, Ranma.
- È così, anche se mi sembra che dal matrimonio non abbia più fatto scherzi - ottenne come risposta.
- Allora, se Mei-Lan ha deciso di rigare dritto, per quale motivo Shan Pu continua a pedinarla? - domandò ingenuamente il ragazzo.
- Cosa vuoi che ti dica, Ranma.. - abbozzò uno stanco sorriso, facendo decadere definitivamente il suo nomignolo preferito - Io sono solo una povera vecchia a cui rimarranno a dir tanto altri 50 anni da vivere. Il mio unico desiderio è solamente quello di insegnare a mia nipote il rispetto per sé stessi, prima ancora di quelle assurde leggi del villaggio. Io stessa l'ho capito troppo tardi. Spero di riuscire a tornare in Cina, prima o poi, e di invecchiare circondata da qualche bel nipotino.
E pazienza se saranno miopi come delle talpe.. L'importante è che abbiano dei genitori innamorati e felici -.

Ranma poteva percepire l'aura rilassata e pacifica che si diffuse nel piccolo locale.
Aiutò con calma la vecchia Obaba a sistemare il ristorante e si congedó ossequioso.

La serenità inaspettatamente trovata in quell'incontro gli impedì di accorgersi di due profondi occhi neri, che erano rimasti nascosti e presenti per tutto il tempo, in attento ascolto.

"Devo decidermi a fare presto qualcosa per togliere di mezzo Shan Pu e quell'insulso ragazzino" meditò Mei-Lan nell'ombra.

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Capitolo 7
*** Una trappola (im)prevista ***


Una cosa che non ho mai sofferto, da lettrice, è la lunga ed infinita attesa per trovare un nuovo aggiornamento alla fanfiction che più mi appassiona in un determinato periodo.
Perciò, concluso il sesto capitolo, mi ero ripromessa che avrei aggiornato solamente quando sarei riuscita a terminare tutto, con infinita riconoscenza verso chi mi ha accompagnata in questa nuova esperienza, trovando qualcosa di piacevole nella lettura della mia ff e donandomi la propria attenzione.
Ma le settimane sono scivolate via ed il tempo per dedicarmi ai capitoli si è sempre più ridotto, per cui più che andare avanti, sono soltanto tornata più volte indietro, correggendo e rivedendo le poche righe scritte.
Pubblico questo nuovo aggiornamento con la speranza di riuscire a terminare entro l'anno.
A chi vorrà attendere la conclusione di questo racconto senza troppe pretese, rivolgo la mia piena gratitudine.
A presto.







- Adesso sì che ci siamo! - si disse Ranma, tuffandosi all'indietro, sulle morbide lenzuola profumate di pulito.
Fissando il soffitto, si crogiolava al pensiero dello starsene beatamente per conto suo.
Sapeva già che quello sarebbe diventato il suo nuovo posto preferito, decisamente più comodo e asciutto del tetto, anche se con un panorama nettamente inferiore.
Ma soprattutto, lo elettrizzava l'idea di dormire finalmente nella stanza accanto a quella di Akane.
E che avesse pieno via libera alle incursioni nella sua camera, a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza dover cercare inutili scuse.

Sì, perché la camera di Nabiki aveva rivelato un importantissimo segreto. E quando Ranma l'aveva scoperto, aveva finalmente potuto cogliere l'allusione nelle parole della neo Sig.ra Kuno, quando aveva dichiarato < < Consideralo come il mio regalo di addio.. Anche se, ad essere sincera, ne avevo preparato un altro, ma lo scoprirai a tempo debito > >.
Non aveva però avuto cuore di raccontarlo alla fidanzata, già visibilmente inviperita.
- Ecco come diavolo faceva a rubarmi tutti quei vestiti senza che me ne accorgessi mai!! - constatò Akane, con i nervi a fior di pelle.
La più scaltra delle sorelle Tendo aveva confermato ancora una volta il proprio primato: era riuscita a ricavare un passaggio nella parete, esattamente alle spalle dei rispettivi armadi.
Se ne erano accorti quasi per caso, mentre erano impegnati a riassettare l'ambiente e ad eliminare qualche oggetto, cercando di accomodarlo secondo lo stile sobrio e frugale del ragazzo.

Il primo istinto di Akane fu quello di andare subito a riportarlo al padre, come una bimbetta risentita, offesa per il dispetto della sorella.
Ranma però era riuscito a placcarla e a farle notare l'enorme opportunità che avevano per poter continuare a godersi molto più che semplici attimi insieme, del tutto indisturbati.

E così le loro serate avevano preso una piega decisamente più piccante.
Ad Akane piaceva da morire starsene distesa sul letto, lungo il fianco di Ranma, abbracciandolo e affondando il viso imbarazzato nel suo torace, mentre lui reggeva svogliato il libro di scuola con una mano, e l'altra piegata dietro la testa, con le gambe distese ed incrociate.
Giorno dopo giorno, le coccole di lei acquisivano sempre più coraggio, trovandosi infine a sbottonargli la casacca e seguire le linee dei suoi pettorali scolpiti, scendendo con la mano sempre più giù, fino al confine segnato dal lembo dei suoi pantaloni; mentre lui cercava con estrema difficoltà di non farsi distrarre, fingendo di concentrarsi sui capitoli assegnati a scuola, da studiare per il giorno successivo.

Ma il ragazzo sapeva prendersi le proprie rivincite e attendeva i momenti in cui lei sedeva alla scrivania a studiare o si metteva a terra, a gambe incrociate, per dedicarsi agli esercizi quotidiani con i manubri.
Le prime volte trovò l'occasione di guadagnare un nuovo contatto fisico divertendosi ad infastidirla con un innocuo solletico, cercando di soffocare le sommesse risate con lunghi baci appassionati.
Ma le sue mani si fecero sempre più avide e bramose e non appena Akane lasciava la guardia scoperta, lui le tendeva un agguato assaltandole il collo con le sue calde labbra e lei si trovó presto a cedere al piacere di sentire le sue bollenti dita scorrerle sotto la maglietta.

Pian piano i ragazzi si stavano lasciando andare e il desiderio predominava prepotentemente. Iniziava ad essere sempre più complicato allontanarsi o interrompere le loro effusioni.
Ranma si impegnava tantissimo nel cercare di fermarsi quando sentiva arrivare l'erezione. Non voleva in alcun modo imbarazzare Akane o farla sentire in obbligo di rispondere ai solletici del suo corpo.
Ma era una vera tortura allontanarla quando lei gli si strusciava addosso e gli lasciava esplorare il suo corpo a tentoni.

Fu comunque totalmente inaspettato per lui, sebbene quanto mai legittimo, ricevere dalla fidanzata l'invito a procurarsi dei preservativi.
La richiesta lo aveva talmente spiazzato da non riuscire a ribattere nulla.
Ed era talmente impegnato a maledirsi, mentre cercava di prendere coraggio, tracciando lunghi solchi dinanzi all'ingresso della farmacia, assalito dal panico, da non accorgersi di essere osservato da un paio di minuti da una presenza familiare, che si godeva lo spettacolo da vicino.

- Se ti servono un paio di calmanti posso anche prenderteli io - si sentì dire, da chi osava interrompere il flusso dei suoi pensieri.
- Nana-Nabiki! C-cosa ci fai tututu qui?! - saltò indietro spaventato, con le corna sollevate.
- Mi diverto a guardarti, cercando di capire cosa ti imbarazzi tanto comprare - disse lei sorridendo. Poi tirò subito ad indovinare - Non ti avranno mandato di nuovo a prendere degli assorbenti? -
- C-c-che COSA?? Hai capito male! Non mi serve niente - affermò lui, chiudendosi a riccio.
- Come vuoi, se ci ripensi mentre entro dentro a comprare dei preservativi, fammi sapere - gli disse lei, sventolando la mano per salutarlo.

Ranma sbiancò come un lenzuolo, ammutolito.
Ormai Nabiki aveva imparato a conoscere il suo quasi cognato, per cui seppe chiaramente leggere la muta espressione sul suo viso. Sgranò gli occhi, stupita: - Non dirmi che siete già a quel punto! - facendo dietrofront e piazzandoglisi davanti con le mani sui fianchi - O siete diventati molto bravi con i sotterfugi o in casa si sono decisamente rammolliti, senza il mio aiuto! - constatò, divertita.
Uno scabroso pensiero raggelò Ranma- M-ma tu perché devi andare a comprarli?! - puntandole contro un dito, terrorizzato dalla risposta che già conosceva.
- Sono abbastanza sicura che tu non muoia dalla voglia di conoscere i dettagli del risveglio ormonale di Kuno - lo liquidó Nabiki, entrando in farmacia allegra.

- Eccoti la tua scatola - lanciò al volo, un paio di minuti dopo.
Ranma la guardò con aria assai riconoscente, oltre all'evidente imbarazzo dipinto sulla faccia imporporata. Poi, senza attendere un secondo oltre, saltò via, col desiderio di non ripetere mai più un'esperienza simile.

...

- Sì, ok.. Ne parlo subito con papà e gli altri e ti faccio sapere. A presto! - Kasumi riattaccò la cornetta con il suo consueto e familiare sorriso.
- Era Nabiki - spiegó tornando in sala.
Quel pomeriggio il cielo rumoreggiava furente, riversandosi in un'impetuosa ed incessante pioggia.
La ragazza riprese a rammendare affiancata da Nodoka, impegnata con una delle casacche di Ranma. Akane guardava svogliata un programma in tv, mentre Soun e Genma sonnecchiavano davanti alla loro scacchiera preferita, cullati dal crepitio delle gocce di pioggia sul tetto.

- Ha chiesto se questo sabato vogliamo andare tutti assieme a fare un giro per il mercato della fiera d'autunno -
- Che idea carina! - le rispose la sorella, riscuotendosi - Durante il periodo della Golden Week ho comprato un nuovo abito tradizionale da poter sfoggiare per l'occasione. Non vedevo l'ora! - dichiarò felice e civettuola, alzandosi per andare ad informare l'unico assente.

Nonostante l'aria fosse ormai più umida e fredda, trovò Ranma madido, impegnato in affondi e calci all'interno del dojo, con una canottiera nera, aderente al torso sudato che si sollevava e abbassava ritmicamente, seguendo il respiro affannato.
- Non sapevo ti stessi preparando ad una nuova sfida - commentò turbata Akane, notando l'elevata concentrazione del ragazzo.
- Non .. Devo .. Affrontare .. Nessuna .. Sfida - gli rispose lui serio, scandendo una parola alla volta ad ogni singolo colpo inferto nell'aria.
- Eppure mi sembri molto teso.. Pensavo fossi venuto qui per un semplice allenamento. - continuò lei, ingenuamente.
Ranma si fermò di spalle nascondendole lo sguardo innervosito. Un rivolo di sudore scese giù lungo la fronte, tuffandosi sul petto in tensione.
Poi riprese con gli affondi, rivolgendosi a lei aspro: - Un artista marziale si dedica ai propri allenamenti con cura e passione. Io non confondo una semplice corsetta mattutina di riscaldamento con la sessione quotidiana dei miei esercizi -.

L'eco delle sue parole rimbombò con lo squarcio di un tuono.
- Stai forse dicendo che io non sono all'altezza di essere una combattente? - colse Akane risentita, completamente spiazzata da quel tipo di confronto.
- Sto dicendo che non prendi più sul serio la palestra e la tua eredità - l'accusò lapidario, lui.

Ranma non aveva mancato di metterla al corrente dei suoi incontri negli ultimi giorni. Le aveva parlato sia del recente ed imbarazzante episodio con Nabiki che di quello più saliente con la vecchia Obaba.
I due avevano sempre avuto un rapporto molto schietto e diretto, ancor prima di decidere di stare insieme.
A lei aveva confessato apertamente le sue preoccupazioni riguardo possibili intenzioni bellicose da parte di Mei-Lan o, più in generale, delle probabili future beghe scaturite dal gruppetto cinese.
E lo mandava fuori di testa constatare quanto la sua fidanzata risultasse incurante della situazione e non riuscisse a cogliere i suoi stessi presagi negativi.
In più, negli ultimi tempi, aveva notato scemare l'interesse della ragazza per gli allenamenti. Non c'era più la stessa grinta nei suoi colpi, quando simulava uno scontro. La scintilla nei suoi occhi si era oramai offuscata da settimane, se non addirittura da mesi.

Akane percepì l'affermazione del ragazzo come uno schiaffo in pieno viso.
L'iniziale buonumore, che l'aveva condotta in palestra, si era dissolto in un secondo.
Non riusciva a capire il motivo di quell'attacco duro da parte del fidanzato, ma si sforzó comunque di ricacciare indietro l'istintiva abitudine a rispondere in modo aggressivo ad un assalto bellicoso.
Infine abbassò lo sguardo, incupita, ammettendo con un filo di voce - Già.. forse perché non sono più convinta che sia quella la mia strada -.

- CHE COSA?! - le chiese Ranma, sbalordito - C-che cosa intendi dire? Che non ti interessa più della palestra? - le si avvicinò ed iniziò a scuoterla leggermente per le spalle
- Che non vuoi più sposarmi? Qual è il problema? Akane spiegami! - la incalzò, visibilmente agitato.

La sentiva fremere leggermente, mentre teneva ancora la testa rivolta verso il basso, nascosta sotto la frangetta.
- Io.. io non lo so - gli rispose affranta.
Poi tirò su il capo, rivelando gli occhi traboccanti di lacrime sul viso sofferente.
- Non si tratta di noi due, Ranma - cercò di chiarire subito, aggrottando le sopracciglia e ritraendosi dalla sua presa - Si tratta di me e di quello che sono. Tu pensi che io sia un'artista marziale? - gli chiese in tono neutro, fissandolo negli occhi - Ti prego, sii sincero -.

Ranma non fu veloce nel ribattere. Era spiazzato. Non l'aveva minimamente sfiorato il pensiero che Akane potesse covare delle insicurezze e dei dubbi così profondi.
Stava filando tutto così liscio tra loro. Come avrebbe potuto accorgersi del suo malessere se lei non gliene aveva fatto mai un accenno? Perché non si era aperta con lui prima? Cos'altro avrebbe potuto nascondergli?
L'esitazione alla domanda fu però per lei una risposta eloquente.
- Io non voglio essere solo la moglie di Ranma Saotome - sputò fuori, tutto d'un fiato, stringendo i pugni con le braccia tese lungo i fianchi.

Lo disse con una punta di acredine che non sfuggì al ragazzo. E, in un attimo, le sue preoccupazioni furono scacciate via come delle fastidiose mosche ronzanti.
La vecchia natura orgogliosa e permalosa di Ranma non tardó a manifestarsi, impedendogli di comprendere quanto le parole di Akane fossero affini al suo stesso carattere.
Lui, che da sempre desiderava essere il primo ed il migliore. Lui, che di fronte ad ogni nuova sfida si accendeva e coglieva l'occasione per dimostrare di non essere secondo a nessuno. Non avrebbe mai permesso a sé stesso di essere un combattente qualunque, uno tra i tanti.
Ma troppo turbato per essere lucido, aveva completamente frainteso le parole della sua ragazza.
L'idea distorta che Akane non si sentisse più sicura dei propri sentimenti lo aveva scaraventato nel più profondo degli abissi. E questo, sebbene non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, lo atterriva da morire. Sembrava come se gli fosse venuta a mancare la terra sotto ai piedi.
Raccolse l'asciugamano da terra, si tamponó il sudore sul viso teso ed uscì dal dojo senza proferire parola, lasciando la ragazza sola, abbandonarsi sulle ginocchia con i pugni ancora stretti nelle mani.

La sera stessa, ed anche quelle a venire, il passaggio nella parete rimase chiuso.
Così come i loro cuori, totalmente inesperti nel doversi misurare con le ferite di un primo, autentico litigio di coppia.
L'errore di Ranma fu quello di concentrarsi sulla propria cocente delusione, inconsapevole di quanto Akane si stesse tormentando sul proprio futuro e sui suoi desideri. Era davvero arrabbiata con lui per non aver nemmeno provato a comprendere la sua inquietudine, precludendole un sostegno, come si sarebbe aspettata facesse un ragazzo con la propria fidanzata.

...

- Accidenti! Quante belle leccornie!!! -
La voce eccitata di Ranma ragazza, eccheggiava tra le bancarelle del mercatino. Con gli occhi estasiati e gli spiedini stretti tra le mani, si agitava spostandosi ora in una banchetta, ora in un tendone allestito per qualche spettacolo, senza la misera ombra di un contegno.
Akane cercava di ignorare il suo comportamento sguaiato, camminando affiancata alla sorella maggiore che intrecciava le dita con quelle del bel dottore.
"Ha fatto presto a riprendersi, quello stupido" pensava amareggiata, tenendogli ancora il broncio.
Aveva quasi sperato che, per l'occasione, Ranma avesse cercato di trovare il modo per riavvicinarsi, complice una passeggiata tra le stradine colorate. E invece era rimasta ignobilmente delusa nel ritrovarselo in tenuta femminile, pronto a sfogare la propria ingordigia, facendo leva sulla sua bellezza, per farsi offrire qualsiasi cosa di commestibile.

- Avrei preferito rimanere nella mia candida ignoranza - commentò Kuno dolente, combattuto tra un miscuglio di sentimenti contrastanti e, allo stesso tempo, disgustato da quell'atteggiamento che una volta venerava.
Il senpai appariva provato dalle recenti scoperte delle ultime settimane, in un'alternanza continua di alti e bassi generata dalle tante rivelazioni da parte di Nabiki.
Non riusciva ancora a digerire il recente episodio in cui la sua dolce mogliettina aveva vuotato, senza tanti preamboli, un bicchiere d'acqua addosso a quel meschino di un Ranma Saotome.
Si era quasi strozzato con la saliva.
Infine, con una strana riluttanza, aveva ringraziato i kami per non essere mai riuscito a baciare la sua amata ragazza col codino.
Quel pomeriggio aveva accettato di rimanere a braccetto di Nabiki, che lo guidava placida senza scomporre il proprio sorriso, tirandolo leggermente di tanto in tanto per riscuoterlo dai cupi pensieri o dalle trame omicida.

Camminando tra la folla intravidero Ukyo, impegnata con una lunga coda di clienti, che indirizzó loro un sorriso promettendo di raggiungerli in tempo per il dopocena.
- Se trovate Ryoga, portatelo qui da me, per favore - gracchiò con la testa china sulle piastre - Gli ho chiesto di andare a rifornire le bibite ma dev'essersi perso come al solito!!

- Che razza di passeggiata noiosa è mai questa? - sbottò ad un certo punto la cognata di Nabiki, che si era lasciata convincere ad unirsi alla congrega solo per poter approfittare della compagnia del suo adorato.
- Andrò a cercare il mio Ranma per conto mio - annunciò, sfilando da non si sa dove il nastro di ginnastica artistica - Sono sicura che si sia nascosto da qualche parte per prepararmi una sorpresa -.
E in un paio di salti, videro sparire la Rosa Nera in tenuta tradizionale, lasciando dietro di sé la nota scia di petali scuri accompagnata dalla caratteristica risata isterica.

Ben presto persero di vista anche i genitori. Genma, con un sadico sbrilluccichio negli occhi, sfidó Soun ad una gara alcolica all'ultimo pesciolino rosso. Armati di retino e bottiglia di sake, la competizione prevedeva di bere ogni volta che si fosse rotto un retino.
La povera Nodoka rimase a fare loro da balia, con l'accordo di rintracciarsi una volta che i due fossero rimasti svenuti a terra.

L'attenzione del gruppetto, ormai ridotto, fu presto rivolta ad uno spettacolo di lotta che si stava svolgendo nella piazzetta principale, in cui convergevano le strade in festa.
Un bellissimo sconosciuto si era appena liberato dell'ultimo avversario, stordendolo a terra con una presa coi piedi, mentre riceveva i complimenti dal giudice di gara per essere riuscito in pochi minuti a battere tutti i concorrenti.

I lunghi capelli neri, raccolti in uno chignon spettinato, lasciavano ben visibile e scoperto il viso dai dolci lineamenti e i grandi occhi cerulei con la curvatura a mandorla, che catturavano l'attenzione e i sospiri delle spettatrici radunate attorno al piccolo ring.
Il ragazzo era vestito in abiti cinesi, esattamente come Ranma: sopra i pantaloni neri risaltava la camicia bianca dagli alamari dorati, con larghe maniche in cui si celavano le mani a riposo.

Con il suo cipiglio sbruffoncello ed un semplice balzo, Ranma saltò sul palco arrivando di fronte allo sconosciuto.
- Allora, qual è il premio se riesco a battere questo damerino? - chiese lei con il kimono colorato che le scendeva sulla spalla, smangiucchiando uno degli spiedini che teneva ancora in mano.
- Una fornitura di noodles per un mese, grazie al nostro sponsor - le rispose il presentatore, che si affrettò subito ad aggiungere - Ma questa, signorina, sarebbe una sfida tra uomini, a cui bisognava iscriversi prima e lei comunque non può introm.. -
Ma non ebbe il tempo di terminare la spiegazione che delle lunghe catene si slanciarono velocemente nella loro direzione, sfiorando Ranma, che le scansò agilmente.


Riuscì appena ad appoggiare il piede sul ring, per atterrare, che se lo sentì trascinare via in un secondo, rapido attacco. In un attimo la ragazza si trovò con la schiena a terra e le gambe all'aria, con i boxer in bella mostra, ed il giovane atleta appollaiato sul suo petto, a gambe incrociate e con le mani infilate nelle maniche.
- Tssk. Ti sei rammollito, Saotome - sogghignò il ragazzo a palpebre socchiuse.
Ranma era talmente spiazzata per aver intuito l'identità di quel bell'imbusto da non rendersi conto di esserne stata appena battuta.

- Àilén! Ti sei fatto male? -.
Un'affascinante chioma lavanda, in un costume succinto, accorse preoccupata avvicinandosi ai due.
- Ma.. MA ALLORA SEI DAVVERO TU?! - chiese Ranma indignata verso lo straniero, collegando la presenza della cinesina - LEVATI SUBITO DI DOSSO, STUPIDO PAPERO!! - latrò, arrabbiata.
- MOUSSE?! - comprese finalmente Akane, in mezzo al pubblico che aveva assistito alla scena.
Per poco non le cascò la mandibola a terra per lo stupore.

...

- Davvero un grazioso spettacolo - commentò Obaba divertita.
L'avevano studiata bene, i soliti affaristi cinesi: una settimana prima dell'inizio della fiera avevano diffuso i volantini per pubblicizzare la competizione, incassando una quota d'iscrizione per ciascun contendente.
Ovviamente le intenzioni della vecchia erano ben lontane da quella di regalare una fornitura mensile di spaghetti.
Si era lasciata convincere da Mei-Lan, affidandosi al misterioso lottatore che altri non era che il proprio dipendente.

E così gli sfidanti caduti nell'inganno erano adesso riuniti attorno ai tavolini, allestiti dietro al piccolo ring, gustando il premio di consolazione: una ciotola di ramen.
- Ehi ma.. MA TU CI VEDI?! COME DIAVOLO FAI SENZA OCCHIALI?? - sbraitava ancora la rossa, sbigottita, risucchiando scomposta dalla propria scodella.
- ..Grazie al mistico potere di un semplice paio di lenti a contatto - le spiegò Mei-Lan in modo scontato, seduta accanto a Mousse, dal lato opposto al suo.
A Ranma dava sui nervi quell'amazzone che, con gli occhi ed il sorrisetto beffardo, lo scherniva tacitamente per la sconfitta subita.

- È bastato veramente poco per farci l'abitudine - ammise il ragazzo con un sorriso sincero, a cui seguirono a distanza dei lunghi sospiri ammaliati, provenienti dal nuovo gruppetto di fan assiepato lì attorno.
- Ricordami di portarti Kuno per un restyling, uno di questi giorni - attestò Nabiki piacevolmente colpita, dal tavolino accanto, rivolgendo i complimenti direttamente a Mei-Lan.

Akane osservava in silenzio, seduta al tavolo con le sorelle ed i loro compagni.
Finalmente aveva modo di scrutare e analizzare per proprio conto gli atteggiamenti di Shan Pu.
Anche se lei aveva preso posto vicino a Ranma, in opposizione all'altra coppia, le sembrava che la ragazza rimanesse un po' più sulle sue, rispetto al solito.
Non si era ancora abbandonata a carezze lascive né pareva rivolgere grosse attenzioni al suo fidanzato.
Seguendo la linea immaginaria del suo sguardo, si accorse infine che i suoi occhi erano posati sulla grande mano di Mousse, che raccoglieva nella propria quella più piccola di Mei-Lan.
E sentì una fitta coglierla impreparata.

...

Quando Ranma chiese l'ennesimo bis cercó di apparire il più calma possibile, allungandogli una nuova ciotola di ramen fumante con i soliti modi bruschi.

L'aveva osservato e studiato a fondo da quando era arrivata lì e ormai non aveva più dubbi: il momento in cui il codinato abbassava la guardia era quando portava alla bocca del cibo.
Così aveva fatto scivolare dalla manica dell'abito il sacchetto con la polvere speziata, che aveva avuto cura di preparare per l'occasione.
Fu talmente rapida da non destare alcun sospetto nemmeno agli occhi attenti degli altri commensali.
Poi la squadró di traverso con l'ennesimo sorriso canzonatorio sul viso.
E lei, col capo chino sul piatto, risucchió dalle bacchette una nuova porzione senza battere ciglio.

Le sembró di vivere quel momento al rallentatore.
Sentiva il battito del cuore pompare sempre più forte il sangue nelle membra.
La gamba si tese sotto al tavolo, in direzione di Shan Pu. L'avrebbe colpita quel tanto che bastava per farla scomporre e richiamare l'attenzione della ragazza che le sedeva accanto.
Sarebbe stato sufficiente quello per creare il contatto visivo con la sua preda. Per legarla a lei tutta la vita.

...

- MA DOVE ACCIDENTI SI È CACCIATA UKYO CON QUEL CARRETTO?!?? - urlò Ryoga, sbucando all'improvviso tra i due tavoli, con due casse di bibite sulle spalle.

Ed i piani di Mei-Lan saltarono dalla finestra nell'esatto momento in cui gli occhi vacui di Ranma si posarono sull'amico, eterno disperso.
- Ehilàaa! - lo salutò la rossa, con uno strano tono seducente.
- Dove te ne vai solo soletto, bel fustacchione? -
E senza attendere una sua risposta, gli saltò letteralmente tra le braccia, facendogli perdere la presa sulle casse, che rovinarono a terra con un sonoro fracasso.

- CHE DIAMINE DI SCHERZI TI VIENE IN MENTE DI FARE, STUPIDO?! - le urlò contro Ryoga, spettinandola e rovesciandola ai suoi piedi.
Poi cambiò di colpo espressione, in preda alla disperazione - Per farmi scontare quelle casse Ukyo mi renderà come minimo suo schiavo!! - tirandosi, preoccupato, le guance smunte.

- Sei davvero uno sciocchino, Ryoguccio! - recuperò Ranma, rialzandosi e rassettandosi l'abito con un sorriso dolce.
Poi gli si fece di nuovo vicino e, accarezzandogli la guancia, si portò piano verso le sue labbra - Di cosa ti preoccupi? Lascia che sia io a parlare ad Ukyo..-

Gli occhi di Ryoga non furono gli unici a schizzare fuori dalle orbite, di fronte a quell'assurda scena.
E mentre Akane riuscì ad interrompere il quadretto assestando un pugno deciso sulla testolina rossa, Shan Pu assaltò subito l'artefice della nuova trama.
- NON L'AVLAI FATTO DAVVELO?? DIMMI CHE NON L'HAI DATA AL MIO LANMA!! -

A quelle parole la piccola Tendo sussultò: aveva capito benissimo a cosa si riferisse Shan Pu.
Ma no! Si rifiutava di credere che fosse vero..
- Shan Pu, cosa vai blaterando? Mei-Lan non ha fatto nulla! Era qui accanto a me - sentì Mousse replicare.
Ma voltandosi, Akane ebbe appena il tempo di scorgere la perfidia dipinta sul volto dell'amazzone mentre il ragazzo le faceva da scudo. Poi, in un attimo, mutó espressione. E sembrò di colpo intimidita dalla violenta reazione dell'amica.
- GLI HAI DATO QUELL'INTLUGLIO! NON TI HO VISTA MA NE SONO SICULA! - insisteva Shan Pu, veemente.
- Forza ragazza, ti conviene subito confessare - si intromise Obaba, incupita.
- Ma di cosa diavolo state parlando? - cercava di seguire Mousse.

Nel frattempo Ranma si era ripresa e, dopo un primo momento di smarrimento, si strusciò addosso a Ryoga, ricordando l'atteggiamento di una nota cinesina. Inutile precisare quanto i suoi modi confondessero il povero malcapitato, mettendolo a disagio:
- Qu-qualcuno mi vuole spiegare cosa sta succedendo?? -
- Che razza di pervertito sei, Saotome? - riuscì a sputare fuori Kuno, smarrito e scandalizzato tanto quanto Ryoga.

- I-io volevo semplicemente aiutarti.. - cercò di spiegarsi Mei-Lan, con aria innocente -
- Se non fosse apparso quel tipo strambo, a quest'ora sarebbe diventato finalmente il tuo.. -
- SICURO! RIDUCENDOLO AD UNO STUPIDO BURATTINO IMBAMBOLATO! - sbottò inaspettatamente Akane.
La ragazza tremava dal nervosismo.
Non poteva pensare di aver perso così il suo fidanzato, a causa del suo orgoglio e di una disattenzione. E dopo le ultime parole che si erano scambiati qualche giorno prima..
Guardò dritto negli occhi Mei-Lan, cacciando indietro le lacrime che spingevano sulle ciglia.
- Sei riuscita a fargli inghiottire quella pozione subdolamente, mentre lui mangiava ignaro. Senza curarti dei suoi sentimenti e cancellando la sua identità! -.
Poi alzando il braccio, le puntó l'indice addosso - Giuro che te la farò pagare così cara da farti desiderare di non aver mai messo piede qui a Nerima!

L'atteggiamento minaccioso di Akane aveva zittito tutti quanti, rendendo palpabile la tensione.
Soltanto Obaba si permise di contraddirla, con un tono conciliante - Sarà meglio rinviare la resa dei conti, giovane Tendo. Non avete un attimo da perdere, se volete che Ranma trattenga i propri ricordi. Più tempo farete trascorrere e più si annebbierà la sua memoria -.

Un urletto frivolo riscosse l'attenzione.
Era quello di Ranma che aveva appena tastato il sedere sodo dell'amico, causandone l'immediata reazione.
Con l'epidermide ormai tendente al rosso fosforescente, Ryoga mise k.o. la piccola infoiata - Datti una regolata, razza di maniaco -
Poi guardò dritto in direzione di Akane, greve - Se non l'ho ucciso è solo perché credo che non sia a posto con le rotelle. Avete parlato di una pozione? -.

- Immagino sia da recuperare subito il fiore di loto - si intromise Ono, avendo seguito attentamente.
- Dottore! - un barlume di speranza riaffiorò negli occhi di Akane - Lei ne ha per caso uno nel suo studio?? -.
Tofu abbassò il capo desolato - Purtroppo no, non è così semplice da reperire. Ma posso darti un libro dove viene spiegato come preparare l'infuso da somministrargli come antidoto. Vi converrà partire portandovelo dietro, se non vorrete correre il rischio di raddoppiare il tempo, tra l'andata e il ritorno -.

- Quanto ci vorrà per raggiungere il luogo esatto dove trovarne uno adatto? - proseguì Akane preoccupata.
- Tle giolni di cammino da qui - le rispose Shan Pu seria, scambiandosi per la prima volta uno sguardo d'intesa.
- Plepala lo zaino. Paltiamo domattina - concluse risoluta.

...

Il ritorno a casa non era stato dei più semplici, per cercare di convincere Ranma a separarsi da Ryoga.
Avevano addirittura provato a fargli recuperare la propria identità maschile, bagnandolo con un bollitore, sperando di riuscire a riottenere un po' della sua virilità.
Ma ciò non aveva fatto desistere il ragazzo dal rimanere attaccato come una cozza all'amico.

Alla fine avevano concluso che Ranma avrebbe dormito in tenuta femminile in camera con Akane, lasciando a Ryoga la stanza accanto.
La rossa scivolò facilmente nel sonno, russando della grossa per tutta la notte, sotto lo sguardo sofferente della fidanzata, che non riuscì a trovare riposo.
Non sapeva e non voleva perdonarsi per essere stata così ingenua e per non aver dato mai troppo peso alle parole del suo ragazzo.
E la paura di non poterne più sfiorare le labbra le attanagliava lo stomaco.

Le era mancato il coraggio di porre domande a Ranma su che genere di rapporto pensasse di avere con lei. Ciò che la faceva più stare male era l'amara consapevolezza di dover recuperare un legame che non avrebbe più fatto parte dei ricordi di lui. L'unica consolazione era il fatto che quel brutto litigio sarebbe stato presto cancellato.
Si risvegliò poco prima che i timidi raggi dell'alba facessero capolino, con il cuore in gola, scossa da un brutto sogno, mentre le dita di lui le scivolavano via dalle sue mani, cercando di salvarlo da un profondo precipizio.
Quando uscirono dal portone nella strada silenziosa, con Ryoga già stretto nella morsa di Ranma, non si aspettarono di trovare un gruppo così numeroso ad attenderli a ridosso di una pila di zaini, mentre si scambiavano tra le mani un thermos caldo per il caffè.

- Folza, ci aspetta un bel po' di stlada da fale! - sorrise Shan Pu, con uno strano entusiasmo.
- Akane Tendo, ci saremo anche io e Mei-Lan ad aiutarvi - spiegò Mousse, portando in spalla gli zaini di entrambi.
- Mia dolce cognatina, non ti abbandoneremo tra le grinfie di questi infidi individui - la rassicurò Kuno.
- Pensavate che vi avrei lasciato andarvene a zonzo senza il mio aiuto? Se pensate di affidarvi all'esperienza di Ryoga, non tornerete più indietro - si giustificò Ukyo, con finta aria indifferente.

Infine le andò incontro Nabiki, rivolgendosi a lei sommessa - Ieri sera Ono mi ha lasciato il libro con una nota molto interessante. Pare che, se trattato nel modo giusto, sia possibile evitare che il potere del Loto cancelli i ricordi.. soprattutto quelli recenti - le disse con affetto, leggendo i suoi occhi stanchi.
Ed un timido sorriso riaffiorò sulle labbra della moretta.

Poi, tra chiacchiere e battibecchi, si misero in cammino.




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