Il Peso della Responsabilità

di PGV 2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io Sono... (Thanos) ***
Capitolo 2: *** Io sono... (Tony Stark/Iron Man) ***
Capitolo 3: *** Quindi che Pensi di Fare? (Peter Parker/Spider-Man) ***



Capitolo 1
*** Io Sono... (Thanos) ***


Salve a tutti!!! :)
A chi sta leggendo la mia attuale fic “The Community” avevo promesso una sorpresa questo mese, e come avete potuto vedere ho mantenuto la parola :).
Spiego meglio cosa sta succedendo sia ai lettori delle mie fic e sia ai neofiti che sono entrati dentro una mia fic per la prima volta in assoluto. Circa all’inizio dell’estate mi sono reso conto che c’erano moltissimi pg di cui avrei voluto scrivere ma che alla fine ho scartato perché non trovavano spazio nelle mie fic.
Come alcuni di voi sanno, “The Community” sarà l’ultima fic che scriverò in assoluto, e prima di ritirarmi da scrittore di fan fiction ci sono alcuni pg di cui desidero scrivere quantomeno una one shot… ed ecco così che è nata l’idea!!
Da oggi fino alla fine dell’anno, quindi entro Natale, pubblicherò su EFP svariate one shot dedicate a diversi personaggi di diverse opere, pg che avrei voluto inserire nelle mie fic ma che non sono mai riuscito a mettere per mancanza di spazio e ruolo T_T.
Ho deciso di cominciare dai tre pg del Marvel Cinematic Universe di cui avrei tanto voluto scrivere, e come potete vedere la prima è dedicata a Thanos, il villain principale della Saga dell’Infinito del MCU.
Per il prossimo personaggio vi dico già che dovrete aspettare giovedì 24 Settembre, e che questa sarà l’unica volta in cui due mie one shot usciranno a così tanta distanza l’una dall’altra. Ho tante one shot e voglio finire prima di Natale, quindi devo muovermi u.u XD ;).
Ma ora basta chiacchiere e vi lascio direttamente alla one shot, buona lettura a tutti quanti!! :)


IO SONO…
ONE SHOT SU THANOS




Io sono…

Finalmente ci siamo, millenni di vita intera portati avanti a riequilibrare l’Universo stanno dando i suoi frutti.
Non avrei mai pensato che sarebbe successo in questa maniera, dopo qualcosa di così… insolito, come un viaggio nel tempo.
Ne ho passate tante durante la mia vita, alcune che gli abitanti dell’Universo possono anche solo sognare, senza sapere quanto sono fortunati che ci sia io a riequilibrare tutto quanto.

Io sono…

Tutto era cominciato sul mio pianeta, quando il cibo scarseggiava e non si vedeva altra soluzione che l’estinzione di tutti noi Titani.
Anche io ero uno di quelli che rischiava di morire, e per questo decisi di prendere una decisione unilaterale, uguale per tutti.
Sterminio.
Genocidio.
Una serie di omicidi casuali ed imparziali, la morte non avrebbe guardato in faccia nessuno, avrebbe selezionato chi doveva morire e chi doveva morire basandosi sul fato, la meritocrazia sarebbe morta, la democrazia avrebbe vinto.
Ma mi diedero del folle. Mi ripudiarono. Mi umiliarono. Mi cacciarono.
Persino i miei genitori testimoniarono contro di me, definendomi un pazzo genocida, e furono favorevoli ad esiliarmi su una Luna di Titano, dentro una squallida prigione mentre loro vivevano nell’illusione di risolvere la situazione senza di me.
Quanto sbagliarono.
Dalla mia prigione, potei vedere Titano bruciare, e la sua gente morire di fame e di stenti solamente perché non mi avevano dato retta, non avevano capito che io ero la soluzione a tutti i loro problemi, che il mio piano era l’unico che potessero attuare.
Stolti.
Hanno pagato caro con la vita il non aver compreso che io avessi ragione, ma non commetterò due volte lo stesso errore.
Non sono riuscito a salvare la mia gente, salverò le altre.
Noi Titani abbiamo un’aspettativa di vita lunga millenni, superiamo persino gli Asgardiani come longevità. Ne trarrò vantaggio, non sprecherò questa occasione che ho.

Io sono…

Fui molto rapido, fuggi dalla mia prigione e mi circondai di alleati, di servitori pronti ad ubbidire ad ogni mio comando.
Pedine sacrificabili per riportare equilibrio nell’Universo, un Universo che aveva rifiutato il mio metodo perché lo riteneva barbaro e indecente.
Ebbene, non avrei più proposto loro il mio metodo, non più, lo avrei imposto.
Con il mio esercito, iniziai a vagare per l’Universo, attaccando pianeti e sottomettendoli a me, dopo aver diviso in due gruppi ogni abitante. Chi doveva morire, e chi doveva vivere.
Potevano anche lamentarsi, piangere, implorare pietà, ma col tempo mi avrebbero ringraziato.
La mente è così, inizialmente ci fa credere che tutto ciò che va contro la propria morale sia sbagliato, ma basta razionalizzare per capire che è la soluzione migliore sia per sé stessi che per gli altri.
Egoisti.
A loro interessava unicamente che i loro cari non venissero toccati. Lo vedevo, bastava solamente che nessun amico o parente fosse nel gruppo che doveva morire affinché la disperazione sparisse nel giro di una giornata al massimo.
Ipocriti.
Ma tutto questo passava nel giro di qualche anno, quando finalmente si rendevano conto che il mio metodo era quello giusto. Che sterminare metà della popolazione avrebbe consentito loro di vivere, avrebbe consentito loro… di sopravvivere.
Il cibo nelle tavole delle famiglie povere finalmente c’era, le classi sociali si erano ridotte, i bambini ricchi e poveri erano felici, gli adulti erano tornati a vivere.
Il mio metodo è quello giusto.
Non potei salvare il mio mondo, ma ne salvai molti altri.

Io sono…

Un giorno però, venni a sapere dell’esistenza di sei artefatti, creati dalle Quattro Entità convogliando l’energia del Big Bang all’interno di alcuni cristalli che rappresentano una parte essenziale dell’Esistenza.
Tempo.
Spazio.
Realtà.
Anima.
Mente.
Potere.
Le Gemme dell’Infinito.
Chiunque le impugnava, poteva fare della vita ciò che voleva. Proprio quello di cui avevo bisogno.
Mi ero informato, avevo scoperto che fino a quel momento nessuno aveva mai avuto il coraggio di radunarle perché temeva l’ira dei Celestiali e dei loro nemici.
Ma io non avevo paura.
Avevo dovuto sopportare un dolore ben peggiore della morte, la consapevolezza dell’impotenza mentre il mio popolo moriva sotto ai miei occhi.
La bilancia cosmica andava riequilibrata, la missione era molto più importante del mezzo.
Se alla fine avrei dovuto accettare una morte lenta e dolorosa… così sia!

Io sono…

Fu questione di poco tempo.
Mi misi subito in marcia per cercare le Gemme dell’Infinito, ma non era facile trovarle.
Erano state nascoste in modo che nessuno potesse trovarle, evidentemente avevano paura che qualcuno le usasse per la decisione giusta, avevano paura che qualcuno potesse portare giustizia in un Universo malato.
Avevano paura di qualcuno come me.
Quando le avessi trovate, mi sarebbe bastato uno schiocco di dita e metà della popolazione universale sarebbe stata spazzata via.
Avrebbero cessato di esistere. Niente sofferenza, niente disperazione, solo… pietà.
Qualche stolto mi chiese se non fosse meglio aumentare le risorse.
Pazzi.
Dove sarebbe la consapevolezza? Dove sarebbe il sacrificio?
Aumentare le risorse renderebbe solo le razze più egoiste e le classi sociali diventerebbero ancora più distanti, i poveri sarebbero più poveri ed i ricchi sempre più ricchi.
Senza sacrificio, loro non capirebbero mai il valore delle risorse.
Metà delle popolazioni DEVE morire, è necessario.

Io sono…

Poi però, accadde qualcosa di strano…
Un Asgardiano mi promise la Gemma dello Spazio, ed io gli consegnai la Gemma della Mente per consentirgli di realizzare la missione.
Fallì miseramente. Le perse entrambe.
Uno smacco enorme che mi costrinse a modificare il piano, e tutto per colpa di un gruppo di ribelli, di un gruppo di esseri umani che non era codardo come aveva descritto, che combatteva, che si ribellava, che si vendicava.
Gli Avengers.
Miseri ribelli.
Quando poi riuscì a localizzare un’altra Gemma, quella del Potere, e mi preparai ad incaricare Ronan di andare a prenderla, ecco che accadde qualcosa di strano.
Un’altra Nebula.
Un’altra figlia.
Durante i miei lunghi viaggi, raccolsi sei ragazzi che avevo notato avere grandi capacità, li adottai, li allevai come figli, gli volli bene.
I miei figli. I Figli di Thanos.
Erano unici, non c’era nessun altro come loro in tutto l’Universo, eppure ecco che si era presentata un’altra Nebula, da nove anni nel futuro, che mi mostrò quello che sarebbe stato il mio futuro.
Quello che sarebbe stato il mio destino.
Già, avevo vinto, avevo riequilibrato la bilancia cosmica.
Cinque anni senza metà della popolazione avevano purificato i pianeti, garantito cibo a tutti, risolto il problema della sovrappopolazione. Aveva risolto tutto.
Ma ad un prezzo davvero enorme, per loro… e per me…

Io sono…

Anche se nelle registrazioni della Nebula del futuro non vi era traccia, avevo una brutta sensazione, riguardante la mia figlia preferita.
Gamora.
La mia versione del futuro era sola, debole, ferita. Dei miei figli e del mio esercito non vi era nessuna traccia, e Nebula ci aveva tradito.
Poteva solo significare una cosa. La persona a cui tenevo di più, l’unica che amassi davvero come un padre ama la propria figlia… non ce l’aveva fatta.
Non sapevo se fosse stato il prezzo da pagare per riequilibrare l’Universo, ma il dolore in me era immenso. L’avrei sopportato, ero pronto al massimo dei sacrifici per non ignorare il mio destino una seconda volta.
Ma lei non c’era più, ed era questo ciò che mi rattristava di più…

Io sono…

Con la stessa tecnologia con cui la Nebula del futuro aveva viaggiato nel passato, io ed il mio esercito ci spostammo nel futuro, per vedere i risultati delle mie azioni.
Per vedere il mondo che io avevo creato.
Ed il risultato fu… deludente. Immensamente deludente.
Pensavo che eliminando metà della popolazione, l’altra metà avrebbe prosperato, ero già pronto a vedere lo scenario che fino a quel momento avevo solamente immaginato palesarsi davanti ai miei occhi.
Ma così non fu. Niente di quello che avevo creduto era divenuto realtà.
Fino a quando la metà rimasta sarebbe stata incapace di rifiutare ciò che era stato, non avrebbero mai potuto accettare ciò che potevano essere. Si sarebbero ribellati.
Lasciare viva metà delle popolazioni era inutile, fino a quando l’altra metà non avrebbe accettato il suo destino, per questo bisognava prendere provvedimenti.
Bisognava cambiare strategia.
Avrei ridotto l’intero Universo in briciole, fino all’ultimo atomo, e poi con le Gemme ne avrei costruito un altro brulicante di vita, il numero sarebbe stato la metà di quelli esistenti, e con la sola consapevolezza di ciò che aveva ricevuto non avrebbero avuto problemi.
Avrebbero prosperato, avrebbero portato equilibrio.
Sarebbe stato un Universo grato… grato a me!
Rimaneva solo una cosa da fare… distruggere gli ultimi ribelli che si opponevano al mio piano. Quegli sciocchi Avengers.

Io sono…

Il loro stupido esercito non mi ha fermato.
Ho sconfitto tre di loro con qualche difficoltà, e quando ho schierato il mio esercito hanno tirato fuori l’artiglieria pesante, diverse razze da tutto l’Universo solo per contrastare me.
Uno sforzo inutile.
Quella strega che per poco non mi uccideva, quei due che avevano cercato di tagliarmi la testa, quella sciocca che ha distrutto la mia astronave e bloccato il mio guanto.
Nessuno di loro mi aveva fermato. La mia intelligenza mi aveva consentito di batterli tutti.
Anche Stark, che in un disperato tentativo di fermarmi ha agguantato il mio guanto, non è riuscito a fare nulla.
Ormai ho vinto.
L’Universo sta per essere distrutto e ricreato da zero.
E nel mio momento di massima gloria, non posso fare a meno di ripensare alle ultime parole pronunciate dalla mia controparte del futuro prima di morire.
Tre parole.
Tre semplici parole che riassumevano chi ero.
Un’onda anomala che travolgeva tutto ciò che si trovava sul suo cammino senza lasciare nessuna traccia.
La tempesta che sai che arriverà e che non puoi fermare.
Il destino che provi a riscrivere, ma che alla fine si presenta davanti alla tua porta.
Il tristo mietitore con la falce sulla tua testa, pronto a calarla nel momento in cui abbassi la guardia.

Io sono… ineluttabile!
Snap.


Spero che questa one shot vi sia piaciuta alla fine :).
Come avete potuto vedere, queste one shot alla fine non sono letteralmente nulla di ché. Le descrizioni non sono enormi, non sono molto lunghe e sono più una storia generica del personaggio, quindi qualcosa che si può anche non leggere.
Ed allora perché le ho scritte?
Come semplice tributo a dei personaggi che non toccherò mai nelle mie fic nonostante avessi voluto. Anche le prossime one shot saranno bene o male così, di conseguenza se non volete leggerle siete liberissimi di non farlo, tanto non sono niente di ché e sono il primo a dirlo ;).
Nel frattempo, spero che quella dedicata a Thanos vi sia piaciuta, e per la prossima one shot dovrete aspettare giovedì prossimo, sarà sempre sul Marvel Cinematic Universe e di conseguenza la pubblicherò sempre qui ;).
Su chi sarà? No, questo non ve lo dico. Lo scoprirete tra nove giorni quando sarà il momento u.u anche se tecnicamente un modo per scoprire in anticipo su chi saranno c'è, ed è sotto i vostri occhi XD ;).
Beh, credo di aver detto tutto quanto, di conseguenza vi ringrazio ancora tantissimo per aver anche solo dato un’occhiata a questa one shot XD ;) e ci risentiamo giovedì 24 Settembre per la nuova one shot sul Marvel Cinematic Universe!! :)

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Capitolo 2
*** Io sono... (Tony Stark/Iron Man) ***


Salve a tutti!!! :)
Come vi avevo promesso, oggi vi porto la seconda One Shot che ho scritto dedicata al Marvel Cinematic Universe, che questa volta sarà interamente dedicata a Tony Stark/Iron Man, uno dei protagonisti di quest'universo cinematografico fino all’anno scorso.
In teoria si poteva già supporre che avrebbe parlato di lui, basta vedere i protagonisti che ho segnato nella didascalia e capirete subito anche chi sarà il protagonista dell’ultima One Shot dedicata al MCU, non dico altro u.u XD ;).
Ma ora basta chiacchiere e vi lascio direttamente alla One Shot, buona lettura a tutti quanti!! :)


IO SONO…
ONE SHOT SU TONY STARK/IRON MAN




Io sono…

Dicono che quando stai per morire tutta la tua vita ti passa davanti in un lampo… beh, un consiglio spassionato, credete a chi ve lo dice.
È tutto vero… perché lo sto sperimentato con i miei occhi!
Sono qui, inginocchiato a terra davanti al mio nemico, con le nanomacchine della mia armatura che hanno creato un guanto su misura per contenere le Gemme dell’Infinito, pronto a schioccare le dita. Devo solo compiere un gesto, un unico semplice gesto.
Eppure… non posso fare altro che fermarmi un secondo, a vedere quello che ero, quello che sono stato, e quello che sarei sempre stato…

Io sono…

Partiamo subito da un presupposto, sentite come parlo?
Bene, fino a cinque anni fa non avrei mai pensato di essere così sobrio mentre cerco di fare un discorso.
Nessuna battutina, nessuna provocazione, nessuna frase scherzosa.
Solo… serietà.
Perché sarebbe stato strano? Un’ottima domanda, lasciate che ve lo spieghi per bene.
Credo che Bruce Banner mi ucciderebbe se fossi sul suo lettino e l’avessi obbligato ad una seduta psichiatrica per ascoltare quello che sto per dire, ma ehi dovrò pur sfogarmi con qualcuno, no?

Io sono…
Cominciò tutto quando nacqui come figlio del più grande fornitore d’armi degli Stati Uniti d’America, una bella gatta da pelare per un bambino che voleva solo l’approvazione del genitore e si vedeva la porta sbattuta in faccia continuamente.
Howard Stark non è mai stato il migliore dei padri, ma ci ha provato, ci ha sempre provato, e non ho potuto fare a meno di constatare come lui non fosse altro che una mia versione alla sua età, solo… meno bello, ovviamente.
Fui un prodigio della scienza fin dall’inizio, ma nonostante questo mio padre mi sbatté in college senza pensarci due volte, e poi morì in un incidente stradale.
Beh, incidente stradale si fa per dire… ma ci arriverò tranquilli, niente spoiler per ora.
Da quel momento dovetti cavarmela da solo, e dopo un lungo periodo in cui lasciai ad Obadiah Stane la dirigenza delle Stark Industries, la società di mio padre, feci ritorno.
Ero il figlio prodigo, ero il genio delle armi.
Ero… Tony Stark.
Il nuovo CEO delle Stark Industries.

Io sono…

Da quel momento la mia vita aveva preso una piega del tutto… affascinante, quasi seducente.
Nonostante fossi a Capo della più grande industria di produzione d’armi degli Stati Uniti d’America, pensavo solo alla bella vita, a divertirmi ed a spassarmela.
Come? Meglio se non lo sapete…
Poi però accadde qualcosa.
Un incidente in Afghanistan, che mi condannò a vivere con delle schegge che puntavano dritte al mio cuore per il resto della mia vita.
L’Inferno ebbe inizio.
Ad organizzare l’attentato era stata una cellula terroristica, i Dieci Anelli. Volevano la mia tecnologia, volevano le armi, volevano le MIE armi.
Illusi. Assassini.
Li ingannai, facendogli credere che avrei collaborato, ma alla fine costruì una grande armatura e riuscì a fuggire dalla caverna dove mi avevano esiliato, anche se persi il mio collega Yinsen durante l’operazione.
Un brav’uomo, mi manca ancora…
Da quel momento mi accorsi di quanto ero stato egoista, viziato ed immaturo nella mia vita, e decisi di fare del bene.
Decisi di rimediare agli errori che avevo commesso nella mia vita, mettere al sicuro gli innocenti che IO avevo messo in pericolo.
Per farlo fabbricai la più grande arma che il mondo avesse mai visto.
Un’armatura tecnologicamente avanzata. Il mio fiore all’occhiello.

Io sono…

Con quella riuscii a sbarazzarmi dei Dieci Anelli e di quel traditore di Obadiah Stane. Già, a quanto pare aveva pagato quei terroristi per uccidermi, una mossa alla Bruto.
E fu allora che pronunciai quella frase. Quella famosa frase.
Mi rimbomba sempre nella mente, era un qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto cambiare, qualunque cosa fosse successa…

Io sono…

Ma i problemi non erano di certo finiti.
Quel tipo con la benda sull’occhio, quel pirata… Nick Fury.
Mi propose di unirmi alla sua banda di sgangherati, gli Avengers.
Tsk, che idea folle. Rifiutai naturalmente.
Anche se a causa di alcune circostanze dovetti seriamente riprendere in considerazione tutto quanto, quando vidi la morte in faccia a causa del palladio.
Quel palladio che mi stava tenendo in vita mi stava anche uccidendo. Ironia della sorte.
Fortunatamente trovai il modo di creare un nuovo elemento, niente male, non mi smentisco mai. No, stavolta non mi prendo tutti i meriti, papà mi aiutò in questo processo.
E ci fu molto di più, perché da allora iniziai una relazione in pianta stabile con la mia ex segretaria ed ora amministratrice delegata delle Stark Industries.
Pepper Potts.
Che donna…

Io sono…

Neanche il tempo però di iniziare che tac, arrivano gli alieni e Shakespeare in estiva a rovinare la festa.
Già, a quanto pareva un Dio nordico voleva adoperare un’armata di alieni per conquistare la Terra e recuperare il Tesseract, un enorme fonte di energia, o almeno questo era quello che credevamo noi…
Ad aiutarmi c’erano gli altri Avengers. Un ghiacciolo sciolto, Point Break, due assassini provetti ed uno scienziato con problemi a gestire la sua rabbia.
Veramente una squadra di pazzi eravamo… eppure era ciò che serviva al mondo in quel momento.
Anche in questo caso la vittoria fu nostra, ma io pagai il prezzo più grande di tutti.
Finii nello spazio per pochi secondi, giusto il tempo per rimanerne traumatizzato abbastanza da avere degli attacchi di panico.
Ma ve lo immaginate. Io con gli attacchi di panico? Buffo, quasi paradossale.
Eppure, era successo, e sapete cosa mi aiutò a superarlo?
Un bambino, un solo bambino… e le mie armature, naturalmente.
Terminata questa brutta storia ed affrontati alcuni fantasmi del passato tornati a tormentarmi potei ricominciare la mia vita.
E per favore, non guardatemi male, ero molto svampito all’epoca, come tutti.
Ed ancora una volta mi tornarono alla mente quelle quattro parole, quelle che mi rimbombano nella mente da oltre quindici anni…

Io sono…

Ma ehi, sapete la novità? I fantasmi del passato tornarono ancora!
L’HYDRA, l’organizzazione che mio padre aveva combattuto con il Capitano durante la Seconda Guerra Mondiale, era sopravvissuta insidiandosi nello SHIELD.
Una bella gatta da pelare.
Dovemmo darci molto da fare per sistemare le ultime basi di quei Nazisti, e quando finalmente trovammo l’ultima radendola al suolo… accadde.
I traumi che mi avevano perseguitato da quel giorno tornarono, più violenti che mai.
Vidi tutti i miei amici morire e gli alieni invadere il pianeta… ma io no.
Io ero ancora vivo.
La parte peggiore di tutte.

Io sono…

No. Non potevo permetterlo. Non poteva accadere.
Presi lo scettro di Shakespeare in estiva e fabbricai un’armatura a protezione della Terra, qualcosa che avrebbe impedito agli alieni di tornare. Il risultato?
Oh beh, voi come giudicate un robot assassino che vuole estinguere il genere umano? Un risultato positivo? No? Lo immaginavo.
Tutto ciò in cui mettevo le mani si trasformava in un’arma contro di me, assurdo.
E per di più aveva con sé un biondo platinato veloce ed una punk abbastanza inquietante che ce l’avevano con me. Di male in peggio.
Tutti mi accusarono, ma alla fine riuscimmo anche in questo caso a vincere, ed ancora una volta grazie al mio intelletto.
L’anti-Ultron per eccellenza era una mia idea. Visione.
La mente di Jarvis, il programma che gestiva tutti i miei affari, unita al corpo creato da Ultron.
Un vero gioiello, un mio capolavoro.
Ma ehi, noi non siamo supereroi se non abbiamo una minaccia da affrontare, no?

Io sono…

A quanto pareva il governo non aveva gradito quanto accaduto con Ultron, e l’incidente a Lagos fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Accordi. Gli Accordi di Sokovia.
Gli Avengers avrebbero dovuto rispondere alle Nazioni Unite da quel momento in poi. E sapete la cosa buffa? Io accettai.
Avevo provocato troppa sofferenza nel mondo, era arrivato il momento di porvi rimedio, e quello era l’unico modo che conoscevo, ed anche quello più semplice.
Inutile dire che scaturì di nuovo un casino. Dov’è la novità?
Gli Avengers si divisero a metà, ci scontrammo in un aeroporto di Germania, scoprì che i miei genitori erano stati uccisi dall’HYDRA e mi separai definitivamente dal Capitano.
C’è altro da dire?
Oh sì, giusto una cosa. Qua c’è lo spoiler che vi avevo anticipato.
Trovatelo.

Io sono…

In tutto questo però ci fu una cosa positiva.
Conobbi un ragazzo. Si faceva chiamare Spider-Man. Era il classico ragazzino timido e impacciato come quelli della sua età, ma aveva una caratteristica in più.
Possedeva i poteri di un ragno ed una forza sovrumana.
Non so perché, ma col tempo mi affezionai a quel ragazzo. Vidi in lui una specie di allievo, forse addirittura un figlio…
Lo presi sotto la mia ala protettiva, fui l’unico a credere in lui, e anche se inizialmente mi deluse, alla fine riuscì a responsabilizzarlo.
La mia prima vittoria con un ragazzo. E non era neanche mio figlio.
Poi però… il dramma…

Io sono…

Non vi tartasserò con i particolari della nostra sconfitta, credo che l’uvetta viola abbia saputo spiegarvelo anche meglio di me.
Come dite? Ho spaccato la quarta parete? Ehi, sono Tony Stark, che vi aspettavate?
E poi ho preso qualche lezione da Deadpool, pare che qualche mese fa la Disney se lo sia comprato… ok, sto forse esagerando un tantino.
Comunque sia, il nocciolo della questione non cambiava. Avevamo perso.
Io, gli Avengers, il ragazzo, gli Stregoni ed i Back Street Boys avevamo provato a contrastare Thanos, il mandante degli alieni la prima volta a New York.
Ma non ci fu nulla da fare.
Lui era troppo forte. Noi troppo separati.
La vittoria di quel tipo fu netta, e metà dell’Universo venne eradicata dall’esistenza… compreso lui…
Anche il ragazzo fu una delle vittime.
Il ragazzo che avevo preso sotto la mia ala protettiva… era morto tra le mie braccia, e non avevo potuto fare nulla per aiutarlo…
I sensi di colpa mi distrussero, e come se non bastasse avevo un’emorragia dovuta ad una ferita mortale che mi aveva inferto quel Thanos.
Avevo vagato per quasi un mese nello spazio con un’assassina che non capiva nulla di medicina. Ci credo che fossi conciato così male, era già tanto che fossi sopravvissuto alla fine.

Io sono…

Ma non volli comunque gettare alle ortiche quest’ultima occasione che mi era stata data.
Tutte le esperienze che avevo dovuto affrontare durante la mia vita mi avevano profondamente cambiato, ed ora ero finalmente pronto.
Ero pronto a voltare pagina. Ero pronto a diventare un uomo.
Ero pronto… per essere un padre.
Già, la piccola Morgan.
Io e Pepper avemmo una bambina, e la trattai con tutto l’amore che potessi offrirle, cercando di essere il padre migliore che potessi essere.
Ciò che Howard non era stato con me… ciò che io non ero stato con il ragazzo.
Riuscii a voltare pagina, mi costruì una famiglia, una nuova casa, e iniziai a vivere la vita felice e salutare che evidentemente nel mio inconscio avevo sempre sperato.
Stabilità.
Che bella parola sottovalutata.

Io sono…

Ma poi mi si presentò un’occasione, un modo per rimediare agli errori che avevo commesso, per riportare tutti quelli che erano morti cinque anni prima indietro.
Viaggio nel Tempo. Che follia.
Pensai subito che fosse una fregatura, una pura utopia. Ma poi, analizzando i dati, trovai la soluzione. Era possibile.
Si poteva viaggiare nel tempo. Ed allora perché non approfittarne?
L’obiettivo era semplice, trovare le famose Gemme dell’Infinito indietro nel tempo, portarle nel presente, schioccare le dita e tac, riportare tutti indietro.
Sembrava impossibile, ma ce la facemmo.
Dovetti affrontare qualche problema, rivedere vecchi nemici, affrontare attuali amici, e scambiai pure un paio di parole con mio padre.
Dio solo sa quanto ho aspettato questo momento per un confronto finale con lui.
L’emozione prese il sopravvento in quel momento, ma in fondo a chi non succederebbe se avesse un’ultima occasione per scambiare due parole con il padre defunto?

Io sono…

A schioccare le dita ci pensò il verdone, ed in effetti la situazione ritornò quella di prima e tutti i morti tornarono in vita. Al tempo stesso, il resto rimase immutato, proprio come volevo.
Ma i problemi erano appena iniziati…
Thanos.
Quel maledetto era tornato.
Credevo che gli altri l’avessero ucciso cinque anni prima, ma a quanto pareva la sua versione del passato aveva viaggiato nel tempo giusto per rovinarci la festa.
Che seccatura, per una volta che sembrava star andando tutto bene…
Fortuna volle che a darci una mano arrivasse l’Universo intero praticamente, ed anche il ragazzo era tornato. Non avete idea della gioia che ho provato nel vederlo.
I sensi di colpa mi avevano attanagliato per cinque anni interi, ma ora lui era lì davanti a me, avevo rimediato al mio errore.
Finalmente…

Io sono…

La battaglia precipitò all’istante, e neppure l’intervento della carne fresca era servito a qualcosa.
Serviva qualcosa di più per vincere la battaglia. Serviva quell’unica possibilità indicata dal mago di Bleeker Street.
Come se mi avesse letto nella mente, quello Stregone mi fece segno che era il momento… e purtroppo bastò quell’unico gesto per farmi capire che cosa dovessi fare.
Evidentemente quella era l’unica possibilità che c’era per vincere.
Sacrificare la mia vita per il bene comune, per il bene dei miei amici… per il bene di Morgan…
L’io del passato probabilmente avrebbe esitato, sarebbe scappato a gambe levate, avrebbe trovato un’altra soluzione.
Ma non io. Non adesso.
Ero cambiato da quando avevo cominciato la mia carriera come fabbricante di armi, e rivedere tutta la mia vita in un lampo me lo aveva confermato.
Ero un uomo migliore, e se per dare un futuro a Morgan avessi dovuto sacrificare la mia vita, se per garantire a lei la vita che meritava dovevo privarla del padre… allora sarebbe stato un sacrificio che avrei compiuto!
Con fare tempestivo, ho privato il Titano delle sue Gemme, ed ora sono qui, pronto a schioccare le dita.
Il mio nemico ha detto “Io sono… ineluttabile”.
Inutile dire che mi sono subito tornate alla mente quelle quattro paroline magiche. Quelle che hanno caratterizzato tutta la mia vita fino a questo momento.
Quelle che non avrei mai pensato di dover pronunciare nell’ultimo istante della mia vita.
Ma in fondo, quale frase rappresenta meglio la mia vita?
Quale frase rappresenta meglio chi sono davvero?
Quale frase… rappresenta meglio ciò che mi circonda?
Tu sei ineluttabile, Thanos?
Bene…

E io… sono… Iron Man!!
Snap.


Spero che questa One Shot vi sia piaciuta alla fine :).
Come avete potuto vedere, questa One Shot è quasi complementare a quella precedente dedicata a Thanos, dato che la completa e segue a quanto raccontato la settimana scorsa. Ora capite perché ho postato prima quella di Thanos e poi questa XD ;).
Purtroppo, ho dovuto raccontare rapidamente alcuni eventi della vita di Tony perché la One Shot è narrata dal suo punto di vista… e sapete bene che anche lui avrebbe tagliato molto XD ;).
Anche i soprannomi che Tony ha dato agli altri pg in questa One Shot non sono inventati, potrete ritrovarli all’interno dei vari film questi nomignoli che ha dato loro XD. Naturalmente non significa che sono stato fedele al 100% al MCU, ma ho cercato di fare del mio meglio e spero che il risultato ne valga la pena alla fine :).
Beh, credo di aver detto tutto quanto, di conseguenza vi ringrazio ancora tantissimo per aver letto e spero apprezzato questa One Shot :) e ci risentiamo martedì 29 Settembre per l’ultima One Shot dedicata al Marvel Cinematic Universe!! ;)

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Capitolo 3
*** Quindi che Pensi di Fare? (Peter Parker/Spider-Man) ***


Salve a tutti!!! :)
Questa sarà l’ultima One Shot dedicata al Marvel Cinematic Universe che pubblicherò, anche se ammetto che avrei voluto scriverne una su Capitan America, ma è un personaggio di cui ho già trattato nelle mie fic e di conseguenza ho deciso di saltarlo ;).
In questa occasione il personaggio di cui parlerò sarà Peter Parker/Spider-Man, ed il motivo è molto semplice… è il mio personaggio dei comics americani preferito in assoluto, ed almeno una volta nella mia vita volevo poter scrivere qualcosa su di lui XD ;).
Mi spiace non averlo mai potuto inserire in una mia fic, ma almeno ho riparato parzialmente al torto con questa One Shot T_T.
Ma ora basta chiacchiere e vi lascio direttamente alla One Shot, buona lettura a tutti quanti!! :)


QUINDI CHE PENSI DI FARE?
ONE SHOT SU PETER PARKER/SPIDER-MAN




Quindi che pensi di fare?

Una bella domanda, posta nel momento peggiore della mia vita, quello in cui ho perso tutto…
C’era stato un tempo, anni fa, in cui avevo qualsiasi cosa che un ragazzo della mia età potesse desiderare. L’unica cosa che avrebbe potuto volere.
Amicizia. Amore. Fama. Potere.
Era tutto mio, tutto quanto… eppure non ho mai alzato la testa, mai una volta che mi sono vantato finendo per diventare uno sbruffone.
Però in fondo ho sempre avuto il miglior maestro per evitare certi comportamenti… il che è ironico se ci si pensa, dato che un tempo era lui il primo a adottarli…
Ma facciamo un passo indietro e torniamo all’inizio, quando ero ancora uno sbarbatello del Queens, a New York City…

Quindi che pensi di fare?

Vivevo una vita semplice. Da quando i miei genitori erano morti, i miei zii Ben e May avevano deciso di prendersi cura di me.
Mi trattarono con amore e rispetto, divennero i miei veri genitori e gli volevo un mondo di bene, anche se purtroppo erano l’unico raggio di luce della mia vita…
A scuola venivo bullizzato continuamente perché prendevo sempre voti alti e non ero molto bravo nelle tecniche di autodifesa, anche se quel bullo, quel Flash Thompson, non adoperava la violenza fisica.
No, lui preferiva una via più subdola e meschina. La violenza psicologica.
Mi faceva sembrare un idiota continuamente davanti a tutta la scuola, ridicolizzando il mio comportamento e schernendo la mia intelligenza. Anche per questo divenni lo zimbello della scuola, non era una situazione piacevole…
Fortuna che riuscii comunque ad ottenere un amico, un compagno leale e su cui potevo contare.
Ned Leeds.
Era il classico nerd che si esaltava all’uscita dell’ultimo film di Star Wars oppure quando un Avengers passava per caso sotto casa. Il mio tipo in pratica.
Già, condividiamo svariate passioni noi due, e tra queste c’è l’ammirazione per gli Avengers. Ma in fondo chi non li ammira?
Hanno salvato il nostro mondo talmente tante volte che ho ormai smesso di contarle. Erano i miei miti ed i miei eroi, e desideravo diventare come loro…
Chi l’avrebbe mai detto che effettivamente sarebbe successo?

Quindi che pensi di fare?

Fu un caso, solamente un caso.
Un ragno radioattivo che mi morse sul polso dette inizio a tutto.
Inizialmente stetti male, mi rintanai nel mio letto per tutta la notte. Sentivo una febbre altissima, avevo seriamente paura di morire…
Poi però, la mattina successiva, cambiò tutto.
Stavo bene, e per di più avevo acquisito dei poteri di ragno. Riuscivo a prevedere gli attacchi prima che potessero colpirmi. Potevo arrampicarmi. La mia forza fisica era aumentata.
Una situazione ai limiti dell’assurdo… ma era esattamente ciò che avevo sempre desiderato!!
Volevo diventare un eroe come gli Avengers, e finalmente avevo ottenuto il potere che tanto desideravo. Poteva andare meglio di così?
Certamente, così come poteva andare anche molto peggio… e purtroppo fu questa l’eventualità che si verificò…

Quindi che pensi di fare?

Bastò che mi facessi prendere troppo la mano per un secondo, un solo secondo, ed una delle persone più importanti della mia vita ne pagò il prezzo…
Zio Ben, mio zio, quello che era stato come un padre per me, fu ucciso perché non feci la cosa giusta. Ne rimasi distrutto, abbattuto, schiacciato.
Non avete idea di cosa si provi a sapere che si poteva impedire la morte di una delle persone più importanti della propria vita.
Fu davvero opprimente per me, ma anche rivelatore.
Quell’esperienza mi cambiò, mi fece crescere e mi fece comprendere l’importanza di usare i poteri per uno scopo benevolo, per aiutare il prossimo, per correggere le ingiustizie.
Perché se non lo fai, e poi succedono cose brutte… succedono per causa tua.
Già, le stesse identiche parole che, sei mesi dopo aver ottenuto i poteri, ripetei a qualcuno di inatteso. Qualcuno che si presentò in casa mia quando meno me l’aspettavo.
Qualcuno che non chiedeva mai il permesso e che aveva bisogno proprio di me.
Tony Stark.
Uno dei miei idoli di sempre era in casa mia. Ero letteralmente sbalordito.
Cosa ci faceva uno come lui a casa di uno come me?
Cosa voleva?

Quindi che pensi di fare?

Fu presto detto.
Aveva capito subito che io ero Spider-Man, e mi voleva a Berlino per combattere Capitan America e la sua squadra, che non volevano firmare gli Accordi di Sokovia.
Ne rimasi perplesso, io, un ragazzino di quindici anni, a combattere gli Avengers?!
Dovetti ammettere che non era proprio ciò che volevo incontrare per la prima volta i miei idoli da avversari, ma a quanto pareva avevano assunto atteggiamenti da criminali, ed andavano fermati assolutamente.
Il Signor Stark mi costrinse ad accettare in pratica.
Mi diressi a Berlino insieme ad Happy, il capoccia della sicurezza delle Stark Industries ed ex guardia del corpo del Signor Stark. Non dovevo stargli simpatico all’epoca, mi rimproverava per qualsiasi cosa…
Comunque sia, finii per ritrovarmi in mezzo agli Avengers. Un sogno che si avverava…
Peccato che alcuni di loro erano miei avversari, e mi ritrovai a dover prima dare la caccia ad un tizio con delle ali da falco e ad un altro tizio con il braccio d’acciaio. Fighissimo.
Dopo di loro, toccò addirittura a Capitan America in persona, a cui ero riuscito a rubare lo scudo per di più.
Era troppo forte per me. Ci provai a contrastarlo, ma riuscii a replicare ad ogni mia singola mossa grazie all’esperienza…
Però alla fine mi fece addirittura i complimenti. Che onore, complimenti da Capitan America…
Alla fine, dovetti abbandonare la battaglia dopo che un tizio gigantesco mi buttò giù. Effettivamente ero messo male, però contribuii a sconfiggerlo. Non potei di certo lamentarmi del risultato.
Potevo solo sperare di aver stupito il Signor Stark…

Quindi che pensi di fare?

Una volta tornato a casa, mi affidò la tuta che mi aveva preparato per la battaglia Berlino e disse che potevo rivolgermi ad Happy quando volevo.
Non avrei mai pensato che un giorno avrei combattuto il crimine con una tuta creata dal Signor Stark in persona. Andavo alla grande…
Solamente che Happy faceva finta che non esistessi, e di conseguenza dovetti tornare alla mia noiosa vita scolastica. O almeno, quella che allora credevo fosse noiosa.
Com’ero ingenuo allora.
Volevo solamente far parte degli Avengers e dare il mio contributo a rendere il mondo un posto sicuro, ignoravo addirittura i miei compagni e cercavo di sfuggirgli come potevo.
Solamente con Ned potevo parlare, anche perché non avevo scelta dato che aveva scoperto la mia vera identità. E voleva essere il tipo sulla sedia che dà una mano al supereroe…
Beh, conoscendo Ned come ruolo gli starebbe pure bene.
All’epoca seguii un caso particolare, dove una banda di criminali capitanata da un Avvoltoio rubava tutta l’attrezzatura che veniva prelevata dai luoghi degli incidenti. Un compito che il Signor Stark riteneva troppo pericoloso per me.
Cercò di tenermi il più lontano possibile dalla missione perché non voleva che finissi nei guai… allora però ero troppo ingenuo per capire l’insegnamento che voleva darmi, e finii per mettermi nei guai.
Rischiai di uccidere tanti innocenti su una nave solamente perché non avevo voluto aspettare il Signor Stark, che aveva chiamato l’FBI affinché si occupasse del caso dell’Avvoltoio.
Fui stupido, e il Signor Stark mi tolse la tuta. Questa cosa mi distrusse completamente.
Capii ciò voleva insegnarmi troppo tardi, ed ormai aveva perso la sua fiducia.
L’unica cosa che potevo fare era di concentrarmi sugli studi, quello che avevo rigettato da quando avevo ottenuto i miei poteri…

Quindi che pensi di fare?

Ancora una volta però, l’ironia fu davvero crudele con me: il padre di Liz, la ragazza che mi piaceva, era Adrian Toomes, l’Avvoltoio!!
Per di più conosceva la mia identità, e mi minacciò di morte se avessi fermato il suo prossimo colpo.
Dovetti prendere una decisione, andare al ballo con la ragazza che mi piaceva… o fermare suo padre dal rapinare gli oggetti dell’Avengers Tower…
A malincuore, dovetti fermare il Signor Toomes. Riuscii a consegnarlo alla giustizia, ed anche a salvargli la vita, ma in questo modo persi per sempre Liz, che fu obbligata a trasferirsi in un’altra contea.
L’orrendo prezzo da pagare per fare la cosa giusta…
Però ci fu un lato positivo in tutto questo. Finalmente capii la lezione che il Signor Stark voleva insegnarmi, e finii per rifiutare il posto negli Avengers che avevo sempre desiderato per rimanere un semplice “Spider-Man di quartiere”.
Capii l’umiltà che mi era mancata per tutto questo tempo, quella che mi avrebbe evitato di commettere quell’orrendo errore sulla nave… quella che mi aveva impedito di salvare Zio Ben…
E proseguii per due anni abbondanti ad essere un semplice Spider-Man di quartiere, dovetti ammettere che andavo alla grande, e pure il rapporto con Happy era notevolmente migliorato.
Non avevo idea di cosa stava per abbattersi su di me, sul mondo e sull’Universo intero…

Quindi che pensi di fare?

Mentre io e la mia classe andavamo in gita al MOMA di New York, gli alieni attaccarono la città… di nuovo…
Pare che stessero cercando una specie di Gemma incastrata nell’amuleto del Dottor Strange, un tipo davvero particolare che adoperava delle magie davvero fighissime.
Nell’occasione ottenni anche una specie di armatura, quella che il Signor Stark mi voleva donare quando mi aveva proposto di unirmi agli Avengers. Era davvero sensazionale.
Con una mia strategia, riuscimmo a sconfiggere l’alieno che aveva rapito il Dottor Strange, e il Signor Stark decise di affrontare il suo Capo direttamente nel suo mondo natale. Ammetto che era la prima volta che viaggiavo nello spazio e mi sentivo… nervoso.
Fu allora che il Signor Stark fece di me un Avengers a tutti gli effetti.
Wow, il sogno di una vita finalmente realizzato… nonostante la situazione non lo richiedesse, ammisi di essere molto orgoglioso del risultato ottenuto.
Anche se volevo rimanere un semplice Spider-Man di quartiere, le circostanze mi avevano portato ad essere un membro degli Avengers, e questo era… stupendo.
Andammo sul pianeta di questo tipo, questo Thanos, e ideammo un piano per sconfiggerlo insieme a tre tipi strampalati che si facevano chiamare “I Guardiani della Galassia”.
Che tipi strani, c’erano un Terrestre che era convinto che Footlose un tempo fosse il più grande film della storia, un omone che non sembrava capire nulla di quello che dicevamo, ed una specie di insetto umanoide.
Però devo ammettere che si rivelarono molto utili. Con il loro provvidenziale aiuto eravamo ad un passo dal disarmare quel Thanos.
Già, ad un passo… quel Terrestre, Quill, rovinò tutto, e Thanos finì per sconfiggerci e rubare la Gemma del Dottor Strange.
Poi, dopo che se ne fu andato, riuscii a portare a termine la sua missione. Schioccò le dita, e metà dell’Universo venne polverizzata.
Io rientrati in quella metà. Ricordo ancora la paura che provai mentre svanivo, fu una sensazione orribile, come se mi stessi disintegrando dall’interno.
Una sensazione che non augurerò mai a nessuno nella vita…

Quindi che pensi di fare?

La cosa buffa?
Mi dissero che, quando mi risvegliai, erano passati cinque anni... eppure a me sembrava passato giusto un attimo.
Così come mi ero polverizzato, ero tornato in un battibaleno. Certo che quel guanto e quelle Gemme funzionano in una maniera davvero curiosa…
Neanche il tempo di metabolizzare quello che era successo, che mi ritrovai catapultato di nuovo nella battaglia. Ma stavolta io, il Dottor Strange e quei Guardiani non eravamo da soli.
Ogni singolo Avengers sparso per tutto l’Universo era stato chiamato per partecipare alla battaglia finale contro Thanos ed il suo esercito. A quanto pareva aveva cambiato idea, e stavolta voleva polverizzarci tutti.
Pensai anche che finita la battaglia avrei dovuto ringraziare il Signor Banner per averci salvato, ma ammetto che ancora ora non ci sono riuscito. Bella riconoscenza che sto dimostrando nei suoi riguardi…
Ci schierammo tutti contro i nemici, e Capitan America pronunciò due semplici parole, ma che furono sufficienti per darci la carica. Credo di non essermi mai sentito così vivo come in quel momento.
Avevo attorno tutti i miei eroi, e stavo per combattere al loro fianco contro il nemico più pericoloso, fu qualcosa di fighissimo a voler essere riduttivi.
La battaglia però si rivelò più difficile del previsto, prendendo quel guanto per impedire che Thanos lo recuperasse rischiai parecchio. Quegli alieni quadrupedi per poco non mi fecero la festa.
Anche l’intervento di Capitan Marvel non servì a nulla, Thanos spazzò via anche lei e dovette intervenire il Signor Stark a distruggere lui e gli altri alieni…
A discapito della sua stessa vita…
Sì, avete capito bene. Il Signor Stark quel giorno morì… e io ne rimasi letteralmente distrutto.
Non potevo crederci, il mio mentore, l’uomo che dopo Zio Ben era stato come un padre per me… ci aveva lasciati.
Per sempre.

Quindi che pensi di fare?

Fu difficile accettare quanto gli era accaduto, neppure i nove mesi in cui dovetti recuperare l’anno perduto furono sufficienti a farmi passare il suo decesso.
Ogni volta che ci pensavo piangevo, e non potevo neanche evitare di pensare a lui perché il suo volto era dappertutto.
In suo onore, avevano creato dei murales in tutto il mondo, ed ovunque mi giravo vedevo la sua faccia. Era straziante ed al tempo stesso depressivo.
Fu difficile per me cercare di riprendermi e di andare avanti, ci riuscii solo grazie ai miei amici della scuola, e ad una ragazza che ammetto aveva iniziato a piacermi davvero molto.
Il suo nome era Michelle Jones. Abbreviato MJ.
Terminato l’anno scolastico venne organizzata una gita scolastica, ed io decisi di prendervi parte. Avevo bisogno di svagarmi, di pensare ad altro.
Dover sostituire il Signor Stark non era facile, e tutti continuavano a chiedermi se sarei stato io il nuovo Iron Man. Una domanda a cui non sapevo ancora dare una risposta.
Esisteva davvero qualcuno che potesse prendere il suo posto?
Io ci sto provando, ma non è per nulla facile riuscirci. Il Signor Stark era… il Signor Stark.
Forse un po’ di distrazione poteva solo farmi bene a questo punto… peccato che, per l’ennesima volta, mi sono ritrovato ad affrontare una situazione ai limiti del surreale!
Nick Fury, un tipo davvero inquietante oserei dire, mi ha ingaggiato per combattere questi Elementali insieme ad un uomo di un'altra dimensione, il Signor Beck…
O almeno, quello che credevo essere un uomo di un'altra dimensione…
Il Signor Beck ci ha ingannati tutti, dal primo all’ultimo. Ha sfruttato le sue invenzioni per farci credere che ci fossero questi mostri e convincermi a regalargli EDITH, l’intelligenza artificiale che il Signor Stark mi aveva donato come eredità.
Ed io come un idiota ci sono cascato.
Mi sono fatto ingannare dai suoi effetti speciali, e gli ho regalato l’unica cosa che il Signor Stark mi aveva donato. Mi sento uno schifo per questo.
Lui si fidava di me, ed io l’ho tradito donando EDITH ad uno dei suoi nemici. Ma come ho fatto ad essere così stupido?!
Ero troppo preso dal volermi dichiarare a MJ che non ho neanche pensato ad aguzzare il mio Peter Prurito. Ma come si fa ad essere così sciocchi?!

Quindi che pensi di fare?

Come se non bastasse ora Beck sa di MJ, Ned e di tutti gli altri. Credendo al suo ologramma di Nick Fury, gli ho rivelato chi conosce il suo segreto, ed è riuscito a fregarmi un’altra volta.
Ed ora sono qui, davanti ad Happy, che non so che cosa fare. Colto dalla disperazione di non poter adempiere al compito che il Signor Stark aveva pensato per me…
O almeno, era così fino ad un attimo fa.
Sono bastate poche parole, poche e semplici parole di Happy affinché capissi che forse non era ancora tutto perduto.
Secondo lui, io sono l’unica cosa su cui il Signor Stark non ha mai cambiato idea, quindi questo significa che anche quando aveva perso la fiducia in me… in realtà mi stava mettendo alla prova.
Voleva capire se fossi stato in grado di reggere alla pressione del momento, al peso del fallimento sulle mie spalle, un fardello che ogni eroe almeno una volta nella vita deve affrontare.
Il Signor Stark aveva sempre avuto fiducia in me, e ce l’ha ancora ora che non è più su questa terra, perciò non posso deluderlo, non posso assolutamente!!
Io non devo essere l’erede di Iron Man, di Iron Man ce n’era uno solo e ce ne sarà sempre e solo uno.
Io devo essere semplicemente… me stesso.
Lo Spider-Man di quartiere che ha protetto New York City per due anni. Lo Spider-Man che protegge gli indifesi ed affronta la criminalità nei limiti delle sue capacità.
Io devo essere… Spider-Man!!

Quindi che pensi di fare?

Gli farò il culo!!


Spero che questa One Shot vi sia piaciuta alla fine :).
Anche se questa One Shot non è complementare alle due precedenti, come invece lo erano quelle dedicate a Thanos ed a Stark, funge comunque da “seguito” quasi indiretto rispetto alle due venute prima di essa.
Difatti in questa One Shot Parker sta ripensando alla sua vita mentre è sull’aeroplano con Happy durante il film Far From Home, che si svolge dopo Endgame e che di conseguenza ripercorre anche quanto accaduto dopo i due “Io sono…” ;).
Alcune parti di questa One Shot non sono presenti all’interno dei film e neppure nei fumetti canonici del MCU, come ad esempio Zio Ben, ma fanno comunque parte della sua storia come confermato da Feige e le ho per questo inserite ;).
Anche se rimanendo sul vago dato che non sappiamo precisamente cos’è accaduto… ma è sempre meglio di niente alla fin fine XD ;).
Come ultima cosa, il fatto che Peter e la sua classe stessero andando al MOMA di New York all’inizio di Infinity War viene detto all’interno dei fumetti canonici del MCU, per chi se lo stesse chiedendo ;).
Beh, credo di aver detto tutto quanto, di conseguenza vi ringrazio ancora tantissimo per aver letto e spero apprezzato questa One Shot :) e ci risentiamo tra due giorni, giovedì 01 Ottobre, per la mia nuova One Shot singola che sarà pubblicata… nella sezione della categoria Film dedicata a Star Wars!! ;)

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