Years Later

di AlekHiwatari14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
CAPITOLO 1
 
 
 
Questa non è una storia come tante. Questa è la mia storia, quella del numero 1, di Accelerator. Ormai questo nome è solo un titolo, poichè ho scoperto la mia vera essenza. La mia crescita personale è iniziata molto tempo fa, ma andiamo per ordine.
Sono il soggetto A, Accelerator, il bene e il male plasmato insieme, essenzialmente io.
Prima che arrivasse Last Order nella mia vita, neanche sapevo di essere buono dentro di me, ma c'è stato tutt'altro evento che mi ha turbato.
Durante la mia permamenza in ospedale, ho trovato un manga, Heavy Object. C'era un foglio dentro con scritto:"Sei molto di più di ciò che pensi."

Inizialmente pensai fosse uno scherzo, ma il manga lo lessi comunque. Dopotutto amavo ed amo ancora quel genere di fumetti, inoltre avevo un bel po' di tempo libero e quindi non mi dispiaceva.
Le cose hanno preso una strana piega qualche anno dopo aver realizzato il mio vero me, precisamente ai miei vent'anni, ovvero qualche settimana fa.
È successo tutto nel giro di poco tempo. Non ho avuto nemmeno il tempo di realizzare quanto stava accadendo.
Mi sono ritrovato a camminare per le strade della città studio. Ero di ritorno verso casa, quando la mia attenzione si focalizza su qualcosa. Stava piovendo e un corpo era a terra, coperto da una tunica con una cappa. Qualcuno stava male. Potevo vedere il suo sangue che scorreva a causa della pioggia.

Mi sono avvicinato per curiosare e capire se fosse qualcuno di mia conoscenza, ma con mia grande sorpresa vidi una ragazza, sdraiata sull'asfalto, stracolma di lividi e ferite. Cercava di raggiungere qualcosa con quel po' di forze che aveva. Poi sembrò abbandonarla del tutto. Aprii i suoi occhi, accorgendosi che ero lì. Li rivolse verso di me. Aveva gli occhi di chi aveva cercato a lungo e finalmente aveva trovato l'oggetto tanto ambito. Fece uno strano sorriso per poi mormorare qualcosa:"Yukio..."
La voce era così bassa che iniziai a pensare di aver capito male e che forse era solo una povera pazza ubriaca che aveva perso il senno della ragione.
Perse i sensi.
"Tsk..." Sdegnai, pensando che non ne valeva la pena stare lì a perder tempo.
Le diedi le spalle, pronto ad andarmene, quando dopo qualche passo mi accorsi dell'oggetto che cercava di raggiungere la tizia. Era una foto poco distante da lei. Mi incuriosii, intravedendo qualcosa di strano.
Con le mani nelle tasche, mi avvicinai a quella immagine completamente bagnata dalla pioggia, proprio come me.
Ero scioccato. Pensavo che fosse uno scherzo di cattivo gusto e che la mia mente mi stesse dando dei problemi, che avevo le batterie scariche e quello era solo uno dei sintomi manifestati successivamente, ovvero il delirio.
Mi accovacciai, prendendo quella foto tra le mani, mentre i miei occhi si spalancavano sempre di più, pensando in cuor mio che non poteva essere vero.
Era una foto di me da bambino. Cominciai involontariamente a tremare. Quella tizia mi conosceva in qualche modo e questa cosa mi turbava e non poco.
Era una foto della mia infanzia di cui non sapevo nemmeno l'esistenza.

 
Iniziai a sentirmi vulnerabile. Davanti all'ignoto, non sono mai riuscito a trattenere le mie emozioni.
La afferrai per i vestiti scuotendola energicamente e sbraitando:"Ehi! Che diamine significa?"
Ma lei non rispose. Era senza sensi, ma io continuai ancora:"Ehi! Niente scherzi! Svegliati e dimmi che diamine significa!"
Per quanto la scuotessi, non si svegliava in alcun modo. Non potevo lasciarla lì. Sapeva sicuramente qualcosa di me, del mio passato, che non ne ero a conoscenza.
"Tsk... che seccatura..." Brontolai, vedendo l'unica soluzione possibile e attuarla.
Ovvero, prenderla in spalla e portarla a casa.
Fortuna che non c'erano Kikyou e Aiho, specialmente quest'ultima, altrimenti avrei dovuto sopportare le loro ramanzine sul 'ti sei portato una in casa' senza neanche sapere la verità.
La misi nel mio letto, tirando un respiro di sollievo per poi toglierle la cappa e rendermi conto della situazione.
Rimasi un attimo a scrutarla. Aveva un viso giovane, probabilmente aveva la mia stessa età o qualche anno in meno di me. Aveva i capelli castani ricci e lunghi fino ai fianchi, un leggins nero con stivali neri borchiati e sopra una t-shirt corta, ma ciò che mi colpì era la trama della maglia. Era nera con le righe bianche, molto simile ad una delle mie t-shirt. Aveva un fisico snello, ma equilibrato con le sue forme. Inoltre era ricoperta di ferite ed erano profonde, proprio come le cicatrici che aveva sparse sul corpo.
Decisi di attendere il suo risveglio, dopo averle coperto le ferite. Non fraintendetemi. Non volevo che mi sporcasse il letto, solo per questo l'ho fatto.
Tenevo stretta tra le mani quella foto trovata, cercando di ricordare quando e come, ma nonostante gli sforzi, nulla mi tornava in mente.
Sorseggiai il mio caffé nero senza zucchero per un po', mentre guardavo e riguardavo quella immagine, quando sentii un lamento.
Mi voltai. La tizia si era svegliata. La vidi alzare il busto e toccarsi la testa, quasi come se la confusione regnasse in lei.
"Alla buon ora." Attirai la sua attenzione, mentre lei rivolse lo sguardo verso di me.
Aveva quegli occhi azzurri quasi lucidi non appena mi vide. Poi disse nuovamente ciò che avevano sentito le mie orecchie prima che ella perdesse i sensi:"Yukio..."
"Yukio?"
"Sono passati 15 anni." Farfugliò, confondendomi: "Huh?!"
"Davvero non ti ricordi di me? Sono io, Hana."
La guardai perplesso per un attimo, poi affermai:"Hai sbagliato persona."
Quelle parole, però, furono come buttare benzina su un incendio già in atto. Mi attaccò verbalmente iniziando ad agitarsi e non poco: "No, non ho sbagliato persona. Tu sei Yukio Suzushima. Ti ho cercato ovunque."
"Non mi chiamo Yukio. Il mio nome è Accelerator." Replicai, ma lei continuò:"Ti sbagli. Te lo hanno rimosso o semplicemente lo hai dimenticato. Se non ti chiamassi così, dunque, perchè avrebbero dovuto chiamarti Accelerator scritto in kanji con lo stesso significato del nome Yukio?!"
Quelle parole mi sorpresero.
Yukio, in giapponese colui che va nella strada di un eroe, Accelerator, i miei kanji di quel nome, significano colui che va in una direzione.
Poteva essere solo un caso, ma di certo quella tizia mi conosceva e anche abbastanza bene.
"Huh?!" Farfugliò, prendendo il manga che avevo trovato in ospedale per poi chiedermi:"Alla fine lo hai letto?!"
"Da quant'è che mi segui?" Domandai, essendo molto più che ovvio che centrasse lei.
"Da un po'..."
"Potrei denunciarti per stalkering."
"Fino ad ora non ti ho mai infastidito, come poi hanno fatto i cloni di Misaka."
"Servivano a rendermi un livello 6."
"Servivano a farti essere il villano che non sei."
"E tu che ne sai?"
"Se fossi cattivo, adesso non mi parleresti e non sarei qui. Mi avresti lasciata sotto la pioggia a farmi prendere una bronco-polmonite."
"Ti sei fatta un idea sbagliata di me."
"Yukio, noi siamo uguali. Siamo nati per essere ciò che vogliamo e non ci piegheremo all'oscurità del nostro passato."
"Parli come se ci conoscessimo."
"Ma infatti è così."
"Non mi pare."
"Ah... Che vuoi?! Che mi presenti nuovamente a distanza di 15 anni e facciamo come se oggi iniziasse la nostra amicizia?"
"Amicizia?!"
"Ok, mi chiamo Hana Yoriko, ho 19 anni e controllo il tempo. Da bambina nessuno voleva giocare con me perchè avevano paura del mio potere senza controllo che era in grado di far cessare di esistere una persona al solo tocco, ma poi anche un certo Yukio, iniziò ad essere preso di mira per il suo potere e dunque mi avvicinai per capire quale fosse il suo problema.Amicizia durata praticamente una settimana, visto che l'Anti-skull intervenne e Yukio venne portato via."
"Quindi ci saremo conosciuti anni fa?!"
"Ma sei scemo o cosa?! Certo che ci siamo conosciuti anni fa!"
"Non mi ricordo di te."
"Si, ma mi pare assurdo che non ti ricordi manco il tuo nome."
"Ricordo che erano 3 kanji il nome e 2 il cognome."
"Yu-Ki-O Suzu-Shima." Scandì lei per rivelare i kanji.
Sospirai. La situazione sembrava intrigata più del prevvisto. Volsi lo sguardo su di lei e sulla sua maglia. Mi sembrava del tuttto assurdo e patetico.
Tutto fin troppo complicato.
" 'Sono a casa!' dice Misaka Misaka aprendo la porta di camera." Affermò la piccola essendo tornata a casa.
Poi, realizzando la cosa, domandò guardando la tizia:" 'Chi è lei?!' chiede Misaka Misaka guardando con sguardo sospetto."
A quelle parole entrò pure Aiho. I guai erano vicini.
"Hai portato qualcuno a casa? Quante volte ti ho detto di non portare gente mentre non ci siamo?"
" ' Chi sei?' domanda Misaka Misaka avvicinandosi incuriosita alla tizia."
Per un attimo volse lo sguardo verso di me. Rimasi in silenzio. Dopotutto doveva vedersela lei, non io. Solo che... non mi aspettavo sparasse una cosa del genere.
"Ma come? Non ve l'ha detto? Mi chiamo Hana Yoriko. Sono la sua ragazza."
"Eh?!" Sbraitai, guardandola minacciosamente, ma lei continuò:"Mi meraviglia che tu non l'abbia detto."
"Tu non sei la mia ragazza."
"Sei il solito timidone che vuole nascondere le cose, eh? D'accordo. Farò finta di nulla."
"Ma non è vero! Tu non sei la mia ragazza!"
" 'Ragazza?' chiede Misaka Misaka confusa dalla situazione." Borbottò la bambina voltandosi prima verso di me e poi verso la tizia.
Aiho ebbe una strana reazione. Prese Last Order per le spalle, sembrando seriamente scossa da ciò che aveva rivelato la ragazza. Poi, balbettò:"R-rimarrai per cena?"
"Eh?! Certo che no! Non rimane!" Cercai di dire, ma lei continuò ad alimentare la cosa: "Sarebbe un piacere, signora."
"Allora apparecchio anche per te. Forza, andiamo di la." Disse, trascinandosi Last Order nell'altra stanza e chiudendo la porta.
Ci fu un secondo di silenzio, dovuto alla realizzazione di ciò che stava accadendo. Poi non riuscii a trattenermi.
"Qual è il tuo gioco, eh?!" Sbraitai, attivando il mio potere per soffocarla. Ero incavolato nero. Odiavo quella situazione.
"Pensavo lo sapessi..." Mormorò.
"Sapessi cosa?!"
"Se devi dire una cavolata, più la spari grande, più la gente ci crede."
"Perchè diamine mettere me in mezzo?!"
"Perchè nessuno si aspetterebbe che tu abbia una ragazza."
"Vuoi morire?"
"Idiota, sto solo dicendo che sei inavvicinabile. Non mi pare che tu abbia dimestichezza con le ragazze."
"Questi sono affari miei, non tuoi."
"Lasciami!" Gridò,toccando il vortice creato per soffocarla e spezzando il mio potere.
Rimasi fermo a guardarla per un istanto, poi compresi. Riusciva a bloccare il mio potere grazie al suo: "Giusto, tu hai il tempo."
"Yukio!" Richiamò, standosene seduta a terra a causa della caduta fatta dal rilascio del potere.
"Piantala di chiamarmi Yukio. Sei fastidiosa."
"Grazie del complimento, ma alle volte posso essere anche peggio." Rivelò con tono di sfida ed io la squadrai ribattendo: "Cos'è? Una minaccia?"
"No, voglio solo che te lo ricordi, nel caso potesse servirti qualcuno fastidioso più di una mosca."
"Tsk..." Farfugliai per poi incrociare le braccia. La tizia aveva qualcosa che non mi piaceva, ma al tempo stesso mi conosceva fin troppo bene, dunque non potei non richiedere:"Come hai detto che ti chiami?"
"Te l'ho detto tre volte già, mi chiamo Hana. Hana Yoriko."
"Hana... sappi che non mi interessa e voglio che te ne vada."
"D'accordo, come vuoi. Ti do del tempo per riflettere." Rispose, incuriosendomi: "Su cosa?"
"Su chi sei davvero. Tu non sei un mostro, Yukio. Tu sei molto di più di ciò che vedi e potresti fare grandi cose."
Non capivo cosa intendeva.
Non comprendevo e non volevo accettare la sua presenza lì, soprattutto dopo aver mentito spudoratamente a tutti facendosi passare per la mia ragazza.
Detestavo quella situazione e mi limitai a rimanere in silenzio poichè era tutto così snervante e non poco.
Fortunatamente, lei fece lo stesso, nonostante facessero domande su domande a tavola.
Se ne andò subito dopo cena, ringraziando e dicendo le solite sciocchezze che si dicono.
Sembrava falsa e doppiogiochista. Non mi piaceva affatto la sua presenza e nemmeno il suo modo di agire.

 
Passò una settimana da quell'incontro e di certo non mi aspettavo ciò che stava per accadere.
Last Order era nuovamente in pericolo. Le avevano messo un virus nel sistema ed io, ritrovandola in quel laboratorio, stavo cercando di riprestinare il tutto proprio come feci qualche tempo fa.
"È la tua fine." Sentii dietro di me. Mi voltai.
Una pistola puntava verso la mia fronte.
Questa scena l'avevo già vissuta, ma stavolta era diverso.
Se mi avessero sparato nello stesso punto, avrebbero intaccato il macchinario che mi dà l'energia necessaria per muovermi e fare tutte le azioni a me consentite.
Morte per emoraggia cerebrale era tra le cose che potevano accadermi, dopotutto già se non dosavo bene il mio potere incorrevo a danni, figuriamoci con un proiettile conficcato nell'apparecchio.
"Non scherziamo. Non posso farcela. Io non... non ne uscirò vivo se spara ora..." Pensai in quell'istante, vedendo quel colpo uscire dalla pistola.
Fu tutto molto veloce. Il proiettile che si avvicinava sempre di più, Last Order ancora da ripulire dal virus.
Non avrei salvato lei... non avrei salvato la mia di vita...
Poi, apparì una mano che sembrò afferrare il proiettile a pochi centimetri dal mio volto.
"State bene?"
Quella voce l'avrei riconosciuta ovunque. Era quella di Hana.
"Tu?!"
"Te l'avevo detto di ricordartelo che sarei stata fastidiosa più di una mosca." Ricordò con un sorriso, per poi continuare:"Salva Last Order. Ci penso io al tizio."
Riuscì a metterlo fuori gioco in poco tempo. Dopotutto è quello che controlla.
Il processo di salvataggio dal virus si concluse, ma Last Order non apriva ancora gli occhi.
"È esausta. Dobbiamo trascinarla fuori di qui." Disse, prendendola in spalle.
"Ehi!"
"Fammi strada." Affermò, comprendendo le mie preoccupazioni. Dopotutto non la conoscevo bene e non sapevo se volesse farle qualcosa anche perchè una domanda mi stava girando nella mente in quell'istante:"Come sai che il suo nome è...?"
"Usciamo di qui. Ne parleremo più tardi."
Riuscimmo ad uscire dal laboratorio e arrivammo in un parco distante dal laboratorio.
Hana mise giù la ragazzina, per poi dire con certezza:"Sta ancora dormendo."
"Non mi hai ancora detto come sai di Last Order."
"Beh, ho trovato questi tempo fa." Rivelò, dandomi dei fogli che aveva in una sottospecie di marsupio in cintura.
Non appena vidi quei fogli spalancai gli occhi domandando:"Come li hai avuti?"
"Erano nel laboratorio dove hanno creato lei e le sisters, insieme a..."
Abbassai lo sguardo, voltando la pagina e vedendo un fascicolo su di me.
"Ora mi credi?"
"Perchè chiamarmi Accelerator se il mio nome è Yukio e lo sapevano?"
"Per non darti ricordi del passato. Se avessi saputo che volevano utilizzarti come macchina da guerra, con il carattere che ti ritrovi, saresti andato contro i loro progetti."
" ' Uhm... che succede? Perchè sono qui?' dice Misaka Misaka aprendo gli occhi leggermente confusa."
"Oh, ti sei svegliata." Affermò la tizia, voltandosi verso Last Order e accovacciandosi per rassicurarla:"Sta tranquilla. Ti sei solamente appisolata."
" 'Appisolata?' dice Misaka Misaka strofinandosi gli occhi sempre più confusa."
"Ce la fai a camminare?"
La osservai per tutto il tempo. Dava un senso di tranquillità, sembrava quasi materna. Tornammo a casa e Aiho e Kikyou non c'erano ancora. Probabilmente erano a lavoro.
Ero estremamente confuso. La situazione stava in qualche modo degenerando e non capivo il come.
C'erano tante domande senza risposta. Rimasi seduto sul divano, quando Hana si avvicinò a me con del caffé nero senza zucchero, della marca che prendo sempre io, per poi chiedermi:"Ne vogliamo parlare, Yukio?"

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



CAPITOLO 2
 

"Ne vogliamo parlare, Yukio?" Queste furono le parole di Hana non appena si avvicinò a me. 
Ero confuso da tutta quella faccenda. C'erano tante domande nella mia mente.
Alzai lo sguardo verso di lei: "Chi diamine sei?"
La vidi sedersi dinanzi a me e stappare la linguetta di una di quelle lattine. La sorseggiò, forse per prendersi del tempo per schiarirsi le idee o chissà che.
Fece un respiro profondo e confessò: "Tu non sei nato come mostro, Yukio. Sei solamente te."
"Questo lo so, non c'è bisogno che me lo ripeti." Mi innervosii sentendo quelle parole, ma lei non si scompose:"Lo so che lo sai."
Abbassò lo sguardo verso la lattina. Sembrava molto tesa e io la incitai:"Parla! Sputa il rospo! Cos'è che sai?"
"Dai tempo al tempo, Yukio. Non è facile la situazione."
"Tempo al tempo?! Ma che diamine...?"
Fece un respiro profondo per poi alzare lo sguardo a me e dire chiaramente:"So che può sembrarti strano, ma è così. Ti ho conosciuto tempo fa e..."
"Perché diamine cancellarmi la memoria?"
"Perché probabilmente eri, anzi sei, inarrestabile e pericoloso. Ti volevano come macchina da guerra e non volevano assecondare i tuoi sogni e sentimenti."
"Tsk... sentimenti. Che diamine ne sai tu dei miei sentimenti?"
"Tutti ne hanno, Yukio."
"Non ho sentimenti."
"Però ti occupi di Last Order come se fosse una sorellina o una figlia. Per te questo è non avere sentimenti?"
Mi alzai di scatto, sbattendo le mani sul tavolo e urlando:"Non metterla di mezzo!"
"Non scaldarti, ok?! Non è con me che devi prendertela!" Aggredì verbalmente. Calò il silenzio per un istante. I nostri sguardi erano sempre più minacciosi.
Presi un respiro e tornai a sedermi per poi stappare la lattina e berne un po' prima che lei continuasse:"Il punto è che loro sapevano di te. Sapevano che li avresti ammazzati se avessi saputo tutta la verità, ecco perché ti hanno cancellato la memoria, ma qualcosa è andato sicuramente storto durante quel processo."
"Tsk... storto? Io non ricordo nulla prima che l'antiskull mi portassero con loro."
"Cos'è che ricordi? Solo cose frammentate giusto?"
"Che te ne frega?!"
"Me ne frega perché noi siamo uguali. Qualcosa è andato storto con entrambi." Mi disse guardandomi negli occhi e appoggiando la sua mano sulla mia. La cosa mi urtò e non poco. Me la tirai per poi guardarla minacciosamente: "Tsk... cos'è? Stai cercando di prendermi per il culo?"
Prese un respiro:"Ma perché parlare con te è così difficile? Non ti sto fregando ne prendendo per il culo, Yukio, ok?! Devo usare il tuo liguaggio volgare e i tuoi mezzi termini? Ok! Lo farò!"
Si alzò nervosamente gridando:"Tu sei nato umano e trasformato in ciò che sei in laboratorio. Prima di tutto questo eri umano e senza poteri, ma poi ti hanno iniettato qualcosa. I nostri genitori erano scienziati e noi siamo il prodotto dei loro esperimenti folli. Siamo state le loro cavie da bambini e per questo ricordiamo praticamente nulla, ma qualcosa è andato storto. Sai perché? Perché altrimenti io non ricorderei di te e tu non ricorderesti frammenti del passato insieme al vecchio nome tuo che non riesci a focalizzare."
Tornò a sedersi, sorseggiando tranquillamente quella bibita, come se non fosse successo nulla. Iniziai a pensare che fosse una pazza scatenata, probabilmente aveva qualche doppia personalità. Rimasi in silenzio per un po', per capire e metabolizzare il tutto, prima che lei aggiunse: "Voglio trovarli."
La guardai e lei mi fissò, sputando tutta la verità di cui non ero a conoscenza. Rimasi lì a parlare e molte cose mi furono chiarite, mentre altre erano ancora un mistero.
"Quindi è per questo che hai sparato quella cavolata."
"Beh, se sapessero che il numero 1, Accelerator, ha una ragazza, probabilmente la cercherebbero per colpire lui emotivamente, non trovi?"
"Si, ma perchè?"
"Perchè chiunque vuole colpire te, vuole sicuramente distruggerti e schiacciarti. E se vuole farlo è perchè sa che tu sei temibile e se decidesse di schiararti nel lato buono, saresti il peggiore di tutti."
Sentendo quelle parole, sorrisi: "Il peggiore?"
"Solo chi sa cos'è la sofferenza, può infliggerla al meglio. Non c'è buono migliore di un ex-cattivo e non c'è cattivo migliore di un ex-buono. Entrambi sanno cosa fa bene e cosa fa male."
Rimasi in silenzio per un po', guardando quella bibita tra le mani, mentre lei invece la sorseggiava.
Poi mi decisi: "Senti..."
"Huh?"
"Se non sai dove andare, stanotte puoi rimanere qui."
"Davvero?"
"Solo stanotte, ovviamente. Altrimenti cominciano a rompere."
"D'accordo. Grazie dell'ospitalità."
"Tsk... ma figurati. Lo faccio solo perchè il piano mi piace." Affermai, sorseggiando la mia bibita e lei sorrise: "Spaccare i culi alla gente è sempre stata la tua specialità."
"Si, ma anche tu non scherzi."
"Preferisco sdeviare mentalmente le persone. La gente confusa e spaventata è più facile da controllare."
"Subdola..."
"Più o meno, ma tu sei sadico. È peggio."
"Ognuno ha i propri difetti."
"Yukio."
"Huh?"
"Non cacciamoci nei guai, intesi? Già ne passeremo di tutti i colori. Poi ci sono tante altre cose che non sappiamo e che forse sarebbe meglio che cercassimo di saperle. Di me hanno perso ogni traccia, ma di te sanno ancora tanto perché sei in parte sotto il loro controllo."
"Peccato che sia la mia specialità cacciarmi nei guai."
"Per questo te lo sto dicendo. Inoltre ho scoperto anche un'altra cosa riguardo a noi ed è che..." Si fermò non appena sentì la porta di camera aprirsi. Kikyou e Aiho erano tornate. Le due rimasero sorprese di vederla nuovamente, ma lei mantenne la calma, fingendo un sorriso e salutando: "Buona sera signore."
"Oh?!" Farfugliò una, mentre l'altra domandò:"Sta di nuovo qui?"
Rimasi in silenzio. Sapevo che presto avrebbe detto l'ennesima cavolata.
"Accelerator mi ha invitato a dormire stanotte. Spero che per voi non sia un problema."
Le due urlarono di colpo. Era comprensibile. Sapere che avessi una ragazza e l'avessi invitata a restare a dormire di certo non era il massimo per loro, ma dovevo tacere per mantenere alto il nostro piano.
"Cosa?!"
"Ti ha invitato a dormire?"
"Tsk... quante storie!" Mi alzai, mettendo la mano in tasca per poi avviarmi verso la porta della stanza, quando Aiho iniziò a dare i numeri: "Come ti è passato di mente di...?"
"Dormirà con la mocciosa. È inutile scaldarsi tanto." Interruppi, avviandomi verso la mia stanza.

Tutto andò per il verso giusto. Non fecero tante storie a farla rimanere, anche perché sembrava che Hana riuscisse veramente a controllare le loro menti con il suo modo subdolo di fare.
Iniziai a chiedermi se lo stesse facendo anche con me, ma c'erano troppe prove evidenti. Anche se avesse mentito, c'era sempre quel fondo di verità.
Cominciai a sfogliare quei dossier che aveva lei nel borsello. Me li aveva dati mentre le due sistemavano il futon per farla dormire con Last Order.
Soggetto A, cancellazione di memoria, archiviazione del progetto iniziale e distruzione di massa. Questo era ciò che c'era riportato con tanto di foto. 
Per anni ho ammazzato gente pensando che quello fosse il mio addestramento per diventare un livello 6, ma non è mai stato così. Loro mi volevano per i loro scopi loschi e militari ed io li accontentavo solamente perché ero in preda alla confusione e ai dati che mi avevano fornito. 
Ero come un animale da circo, come un elefante che da cucciolo viene legato ad un palo e rimane legato al palo inconsapevolmente solo perché non sa il proprio potere. Mi sentivo preso in giro da tutti, ma ero consapevole che le persone che si prendevano cura di me non centravano in tutta questa faccenda.
"Yukio Suzushima..." Lessi ancora su quel fascicolo il nome originale per poi continuare a rileggere quel paragrafo: "Soggetto A, cancellazione di memoria, archiviazione del progetto iniziale e distruzione di massa. Nome in codice: Accelerator..."
Ero perplesso e non poco, ma quella era la realtà. 
Se non avessi incontrato Last Order, non avrei mai saputo del buono che c'è in me e queste carte avrebbero sicuramente meno senso di ora.
Nascosi le carte sotto al cuscino sentendo dei passi. La porta si aprì, era Aiho.
"Il bagno è libero se vuoi."
"Tsk..." Farfugliai, alzandomi e andando in bagno. 
Feci le mie cose e mi sciacquai il viso per poi guardarmi allo specchio e chiedermi mentalmente se quella fosse la realtà di tutto questo. Ero nato buono e mi avevano costretto ad essere il cattivo che ormai ho archiviato.
Le parole di Hana riecheggiavano nella mia mente. Non c'è cattivo migliore di un ex-buono.
Avevo ancora tante domande nella mia mente, ma cercai di distogliere il tutto per poi avviarmi verso la mia stanza. Nel corridoio la rividi. 
"Ancora alzato?"
"Vai a dormire e non rompere!" Esclamai sorpassandola.
"Yukio..." Chiamò ed io mi voltai verso di lei, mentre ella tentò nuovamente di dire qualcosa:"Io..."
Ma nuovamente fu interrotta da Kikyou che passò di lì per andare a letto:"Ancora in piedi?"
Hana mi guardò per poi sdeviare:"Beh, allora buona notte." 
"Notte..." Mormorai seccato per poi riprendere a camminare. Kikyou entrò nella sua stanza, quando sentii un rumore provenire da dietro.
Mi voltai e mi accorsi del marsupio della ragazza lasciato lì all'entrata che era caduto. Mi avvicinai, vedendo qualcosa che si intravedeva fuoriuscire da esso. C'erano troppe cose che non quadravano. Non sapevo cosa potesse nascondermi. Ero diffidente. Dopotutto una persona subdola come lei doveva per forza nascondere qualcosa. Mi chinai per prenderlo per poi aprirlo, trovando un foglio arrotolato.
Sbarrai gli occhi, leggendo quella singola voce che riuscii a leggere, ovvero Soggetto T.
"Che stai facendo?" Sentii dire da Aiho che era dietro di me. Posai immediatamente il tutto con estrema calma, nascondendo il foglio dietro di me.
"Mpf... Che domande? Sto andando a dormire."
Lentamente mi avviai in camera mia, chiudendo la porta e leggendo quel foglio: "Hana Yoriko, Soggetto T, cancellazione di memoria, archiviazione del progetto iniziale e distruzione di massa. Nome in codice: Timeliness..."
Questo significava solo una cosa. Io e lei avevamo avuto lo stesso destino. Possibile che allora era quello che cercava di dirmi prima?
"Se fosse così, allora la sua memoria non è stata intaccata. Come avrà fatto?" Mi chiedevo cercando una soluzione. Dopotutto aveva il potere del tempo, ma non credo che quel potere non abbia limiti. Sicuramente quegli scienziati lo sapevano molto bene, altrimenti non avrebbero preso neanche me. Già il fatto di essere stati presi entrambi e catalogati mi lasciava perplesso, ma ciò che mi lasciava ancora più pensare era la firma del nome di quello scienziato. Era lo stesso.
Avevo tante domande nella mia mente a cui non riuscivo a dare una spiegazione, ignaro che presto le avrei avute.




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