Freedom.

di fulmineo
(/viewuser.php?uid=85629)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In a cage. ***
Capitolo 2: *** Il ***
Capitolo 3: *** La Resistenza. ***
Capitolo 4: *** Una persona vera. ***
Capitolo 5: *** Torturata. ***
Capitolo 6: *** Desperate. ***
Capitolo 7: *** Awake. ***
Capitolo 8: *** Rose e amore. ***
Capitolo 9: *** Lucky! ***
Capitolo 10: *** Assalto. ***
Capitolo 11: *** Freedom. ***



Capitolo 1
*** In a cage. ***


Era una giornata tranquilla nella Dallas degli anni Novanta e si sentiva una strana atmosfera, per le strade, visto che si era in piena guerra.

Chi possedeva un locale lo teneva sempre aperto, visto che i soldati erano una buona fonte di guadagno.

Ma non ci si divertiva solo nei piccoli locali, ma anche in quelli riservati alle classiche persone importanti.

Infatti, in uno di essi, il Generale Max Drumont, era impegnato a chiacchierare con altri altogradati, mentre una ragazza al bancone era stata lasciata sola proprio dal robusto uomo sulla cinquantina.

"Le andrebbe di farmi compagnia, bella signorina?"

La ragazza non sollevò nemmeno gli occhi dal bancone e scosse il capo "No... Mi spiace..."

"Non fatevi pregare..."

"Sparite!" Tuonó un soldato, allontanando l'altro uomo.

La ragazza, un'Omega, appena il soldato andò, inizió a piangere, perché si sentiva come se fosse in una gabbia, visto che il Generale, ovvero l'uomo che dovrebbe sposare, era molto geloso e possessivo.

Infatti non le erano permessi divertimenti né contatti con altre persone, ma solo una vita piena di solitudine, dolore e umiliazione.

I suoi pensieri furono interrotti da un fazzoletto bianco, che qualcuno posò sul bancone, davanti ai suoi occhi "Non dovreste piangere..."

"Andate via, vi prego..." Sussurró la mora, dando una rapida occhiata alla sua destra, ove stava il Generale.

"Perché dovrei?"

"Perché se dovessero vedervi accanto a me..."

"Credete che io abbia paura di quel pallone gonfiato di Drumont?"

La domanda fece sgranare gli occhi alla mora, che si fece coraggio e guardò alla sua sinistra, arrossendo innanzi a quella ragazza dai capelli biondi, un'Alpha e al suo sorriso, un gesto che mai nessuno le aveva rivolto, dopo la morte di sua madre.

"Dovreste temerlo... È un uomo molto cattivo..."

"Io non lo temo e non dovreste farlo nemmeno voi!"

La ragazza chinò il capo e si fece triste "Lui... Lui mi farebbe del male..."

La bionda rimase a fissarla "Se non sbaglio, dovrebbe partire per la Capitale domani... Se venissi a rapirvi?"

"Come rapirmi?"

"Si... Rapirvi! E portarvi ad una vera festa, in mezzo a gente vera."

La mora parve pensarci "Mi piacerebbe... Ma non vorrei che vi scoprissero e..."

"Tranquilla, io me la cavo sempre! E non abbiate timore, vi riporterò a casa prima dell'alba!"

"Non voglio mettervi in pericolo. Per favore, non insistete..."

"Voi non preoccupatevi, per questo..."

Allora l'Omega sorrise un poco "Siete davvero testarda..."

"Non mi piacciono le persone come il Generale, tutto qui. E poi, il fatto che vi tratti in certi modi... Non lo meritate! Siete troppo bella per piangere e per essere triste."

La mora arrossí "Grazie..."

"Non dovete ringraziarmi... Ma ditemi, come vi chiamate?"

"Diana... Diana Prince. Voi?"

"Carol Danvers." Rispose la bionda, notando poi due uomini che si stavano avvicinando "Devo andare... Domani sera, alle otto, sarò da voi."

"Ma..." Riuscì solo a dire, prima che l'altra se ne andasse.

I due uomini si fermarono dietro a Diana "Con chi parlavi?"

La voce di Drumont fece tremare Diana, che deglutí "Non so... Non mi ha detto il suo nome..."

"Voi due... Trovate quella tizia e uccidetela!" Se ne uscì l'uomo e i due in uniforme corsero verso la porta per uscore dal locale e cercare Carol.

E Diana sperava con tutta sé stessa che i due uomini fallissero.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il ***


Il giorno dopo, al termine della colazione, che Diana e il Generale Drummond non facevano mai insieme, l'uomo ordinò ai suoi Ufficiali di preparargli i bagagli necessari, visto che doveva partire per Washington.

"Starò via una settimana." Rivolse a Diana "Guai a te se esci. Farò fucilare in piazza chiunque tu veda!"

"Dove vuoi che vada? Non conosco nessuno..."

L'uomo se ne andò poi coi suoi Ufficiali, lasciando Diana sola coi dieci soldati di guardia alla sua proprietà, ovvero una casa piuttosto grande con un bel giardino ed una cancellata su tutti e quattro i lati.

E la ragazza prese il foglio che il Generale aveva lasciato sul tavolo, con scritto tutto ciò che lei era obbligata a fare in sua assenza.

Ed iniziò con il pulire la casa, bagnare le piante e concluse, nel pomeriggio, col comprare il necessario in città.

Si buttò poi esausta sul letto quasi a sera inoltrata e chiuse un po' gli occhi, così da riposare ed alleviare la stanchezza che l'affliggeva.

Quando sentí dei colpi dati leggermente sulla finestra e, guardando verso essa, si trovò davanti Carol, così si alzò e andò ad aprire "Buonasera!"

"Voi... Per fortuna gli uomini del Generale non vi hanno trovata..."

"Chi, quel manipolo di babbei? Non ne saranno mai capaci!" Rispose, entrando nella stanza.

Diana sorrise un poco, sollevata da quelle parole "Oggi è stata una giornata molto pesante..."

"Allora vi serve un po' di sano divertimento! Pronta per essere rapita?"

"Non proprio... E poi non voglio mettervi in pericolo... Ogni tre ore, poi, uno degli uomini di guardia passa a controllarmi..."

"Venite con me... Io voglio darvi la libertà!"

"Siete molto gentile ma..."

"Avete delle coperte pesanti?"

"Nell'armadio... Perché?"

Carol aprí l'armadio e prese tre coperte, quindi scostó le lenzuola e appallottoló quelle prese e poi sistemó il letto "Ecco! Così sembrerà che siete qui a dormire."

"Ne sapete una più del diavolo..."

"Me lo dicono spesso!" Rispose la bionda, facendole l'occhiolino "Adesso potete venire con me!"

Allora Diana sorrise un poco e cercò un abito nell'armadio, notando poi che Carol si era voltata, al fine di concederle privacy.

"Siete anche molto galante... Non è da tutti gli Alpha..."

"Io non sono come tutti gli Alpha... E chissà, magari avrete modo di scoprirlo..."

Nuovamente Diana sorrise ed iniziò a cambiarsi, ma prima di mettere il vestito, entrò nel suo bagno personale a rinfrescarsi e, qualche minuto dopo, fu pronta "Fatto!"

Allora Carol si voltò e sgranó gli occhi, pieni di meraviglia "Siete splendida..."

Diana arrossí un poco, non essendo abituata ai complimenti "Grazie..."

"Dobbiamo salire e scendere da quell'albero... Spero non si rovini!"

"Non sottovalutate il mio essere selvaggia!" Ironizzó la mora, facendo sorridere Carol.

La mora spense le tre candele che illuminavano la sua stanza, quindi seguí Carol fuori dalla finestra, lasciata vicina, come solitamente era, con la bionda che l'aiutó a passare tra i robusti rami, fino a scendere da quello che sporgeva sopra una delle quattro colonne ai lati della cancellata.

"Eccoci... Diamo fuori!"

"Facciamo presto o arriverà la guardia!"

"Ho pensato tutto nei dettagli! Tranquilla, potete fidarvi, di me!"

"Io mi fido di voi, Carol."

La bionda le sorrise teneramente, quindi la prese in braccio, come se fosse una principessa e corse, nel buio, salendo poi su una macchina parcheggiata poco lontano, che Carol accese e partí poi, diretta chissà dove.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La Resistenza. ***


Carol fermò la macchina fuori città e poi, una volta scesa, aprí la portiera per Diana e l'aiutó a scendere, dimostrandosi gentile e galante, anche se la mora questo l'aveva capito subito.

"Dove siamo?"

"Adesso lo vedrete..."

La bionda offrí il braccetto alla mora, che lo accettó, quindi la ragazza bussó ad una porta e un ragazzo biondo le aprí "Ben arrivata, Capitano! Lei è la ragazza di cui ci parlavi?"

"Esatto... Diana, lui è Clint Barton."

"Piacere di conoscervi!"

"Il piacere è tutto mio." Rispose lui, lasciandole entrare.

E Diana vide molte persone, in quel sotterraneo, una volta scese le scale e tutte salutarono Carol, anche se la mora ne riconobbe diverse, avendole viste in paese "Qui... Ci sono molte persone che mi conoscono..."

"Si, ma non preoccuparti! Noi siamo la Resistenza... Noi siamo quelli che si oppongono a Drummond e ai tiranni come lui."

Diana non credette alle sue orecchie "Ho sentito parlare di voi... Il Generale e molti altogradati cercano questo posto da molto tempo!"

"Per ucciderci tutti." Precisó Carol "Ma so che posso fidarmi, di voi."

"Certo che potete!"

Le due arrivarono poi in una grande sala, ove c'era della musica suonata da una vecchia radio e gente che si divertiva "Carol!"

"Kara! Ma non dovresti essere con Lena?" Chiese Carol.

"Infatti, infatti! Vieni a vedere..." Disse eccitata l'altra bionda "Ciao! Puoi venire anche tu!" Rivolse a Diana.

Le due allora seguirono Kara, che le condusse in una stanza "Eccoti..."

"Si, Bruce! Le ho trovate!" Sorrise Kara a Bruce Banner, uno dei medici del gruppo.

"Allora sono nati! Stanno bene?"

"Benissimo! Guardate." Se ne uscì la bionda Alpha, avvicinandosi al letto, sul quale era stesa una ragazza mora, che stava allattando due piccoli.

"Congratulazioni, Lena... Come li avete chiamati?"

"Jayden e Lukas!" Rispose la mora Omega, notando poi la ragazza arrivata con Carol e non credette ai propri occhi "Diana... Diana Prince! È lei la tua amica?"

"Si! Vi conoscete?"

"Non ci vediamo da molto, Lena Luthor... Come stai?"

"Bene! Ti unisci a noi?" Chiese la mora, ma Diana scosse il capo, spiegando loro del fortuito incontro con Carol il giorno prima.

"Qui con noi sei al sicuro! Non temere nulla, ok?" Chiese Kara, mentre faceva le fusa a Lena e ai due cuccioli.

"Qui, eventualmente, avrai sempre una casa!"

"Ben detto!" Sorrise Carol "Ma adesso andiamo a divertirci un po'."

Le due lasciarono sole le neo madri e tornarono nella grande sala, con Carol che venne avvicinata da due ragazzi e una ragazza "Bentornata, Capitano!"

"Ehilà!" Rispose la bionda, dando il cinque a Steve Rogers, Ray Palmer e Sara Lance "Diana, loro sono Steve, l'altro Capitano, Ray e Sara!"

"Piacere!"

"Wow... Il piacere è tutto nostro." Avanzó Sara, senza smettere di fissare la mora, dando poi un colpetto con la spalla a Carol "Che bel bocconcino..."

Carol arrossí un po', poi invitó Diana in pista, a ballare tra gli altri compagni "Mi concedi l'onore di questo ballo?" Chiese, tendendole la mano e facendo un piccolo inchino.

Diana sorrise e posò la mano su quella della bionda "Volentieri!"

Le due si mossero perfettamente, a tempo con la musica, dimostrandosi molto affiatate "Balli davvero bene!"

"Anche tu! E... Sinceramente, non ballavo da molto..."

"Con me ti divertirai sempre, te lo prometto!"

"Si, ma io non..."

"So che non volete mettermi in pericolo..." La interruppe Carol "Ma io non demordo!"

"Ho notato che siete piuttosto testarda!"

Carol sorrise divertita "Allora domani sera verrò a rapirvi nuovamente..."

"Non vedo l'ora, Carol Danvers!"

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una persona vera. ***


Diana, il giorno dopo, si svegliò piuttosto tardi, visto che la sera prima si era stancata, a ballare alla festa della Resistenza.

Visto che il Generale la portava a feste varie solo per la sua presenza, dal momento in cui non poteva divertirsi né interagire con altre persone, quindi non era abituata a ballare né tantomeno a ridere.

L'incontro con Carol era stato quasi ordito dal Destino, perché la bionda era stata una vera e propria boccata d'aria fresca, una scoperta continua.

Furono dei colpi dati sulla porta a riportarla alla realtà "Su, svegliatevi! Dovete prepararci la colazione, il pranzo e svolgere le vostre mansioni!"

Diana chiuse gli occhi e sospirò, alzandosi dal letto ed entrando nel suo bagno privato per darsi una rinfrescata, poi si cambiò e lasciò la sua stanza, pronta a svolgere la sua routine quotidiana.

Preparata la colazione per le guardie rimaste a sorvegliarla, tornò in camera sua per lavare i suoi vestiti, poi andò in giardino per lavare quelli delle guardie e stese poi tutto.

Già nel primo pomeriggio, Diana si rivelò essere piuttosto esausta e, dopo aver preparato con largo anticipo la cena, si ritirò nella sua stanza.

Le guardie, una volta che Diana aveva fatto tutto, non andavano più a disturbarla e si limitavano a fare il loro mestiere.

Presto il sole iniziò a tramontare, sparendo all'orizzonte e Diana, come al solito, lo guardava, stando affacciata alla finestra.

Ma qualcuno che dal ramo dell'albero saltò sul davanzale, la fece sobbalzare e spaventare parecchio "Accidenti... Che paura mi avete messo!"

"Scusatemi." Sorrise un poco Carol, mentre Diana si spostava, per farla entrare nella stanza "Mi piace la vostra camera!"

"Grazie..."

"Siete pronta?"

"Sono davvero stanca..." Ammise Diana, sedendosi sul letto e Carol prese posto alle sue spalle.

"Vi chiedo scusa..." Sussurró la bionda, all'orecchio della mora, che arrossí "Lasciate che vi coccoli..."

Carol iniziò un massaggio lento e molto accurato ed i muscoli tesi di Diana si rilassarono, con l'Omega che gemette lievemente "Non dovete... Mai nessuno mi ha coccolata..."

"Io non sono Drummond... Io so riconoscere ed apprezzare una bellissima Omega!"

La mora arrossí maggiormente e lasciò che Carol continuasse il suo massaggio "Grazie..."

"Di nulla! Pronta per andare?" Chiese Carol e Diana si ritrovó a sorridere.

"Si... Vado a prepararmi."

La ragazza non ci mise molto a cambiarsi, poi seguí Carol, salendo sul ramo e scendendo dall'albero, quindi raggiunsero la macchina, lasciata allo stesso posto della sera prima.

Salite sul veicolo, Carol guidò nuovamente in direzione del nascondiglio della Resistenza, arrivandovi in pochi minuti "Ciao!" Le salutò Wanda Maximoff, abbracciata a Natasha Romanoff "Mi raccomando, divertitevi!"

"Voi non esagerate!" Ribadí Carol.

Diana si limitò a sorridere e strinse la mano tesa di Carol, seguendola lungo la scala e poi nel bunker, venendo accolte dalla musica "Iniziano a piacermi queste feste clandestine..."

L'Alpha sorrise "Mi fa piacere." Rispose, tendendole l'altra mano per portarla a ballare.

Ovviamente Diana accettò e, stretta a Carol, si specchió nei suoi occhi verdi e pieni di sentimento "Sei una persona meravigliosa... Sono felice di averti conosciuta!"

"Anch'io! E ti estendo l'invito a venire a vivere qui con me..."

Diana la fissò seria, come se stesse pensando all'idea "Mi piacerebbe... Almeno non farei più da schiava al Generale e ai suoi uomini!"

"Meriti molto di più... E se potessi, farei l'impossibile, per renderti felice."

"Allora tienimi fra le tue braccia..." Disse solo Diana, cingendole il collo e poggiandosi a lei.

E Carol soddisfó più che volentieri la sua richiesta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Torturata. ***


Passò una settimana, durante la quale Carol e Diana continuarono a vedersi, finché non arrivó il giorno del ritorno di Drummond.

"Allora? Ti sei comportata bene?"

"Come sempre. Non ho molto da fare."

"Vieni qui." Disse lui.

Diana, un po' titubante, lo raggiunse e, appena fu vicina, lui le tiró un forte schiaffo "Ma...?"

Lui la prese per i capelli, la sollevó da terra e la sbattè contro il muro "Ah si?? E allora dimmi, perché uscivi ogni sera? Per di più con una dei leader della Resistenza! Sai che quei tizi vogliono uccidermi??"

"I-Io..."

"Taci!!" Ringhió lui, colpendola ancora poi, senza lasciarla, prese e la trascinó nei sotterranei della casa, ove Diana vide i dodici soldati che facevano la guardia alla villa durante il giorno.

"Signore..." Disse uno di loro.

"Andatevene." Ribadí lui e il drappello obbedí senza indugio.

Rimasti soli, Drummond sollevó Diana, tenendola per i capelli e le mostró l'interno della cella.

"No..." Sussurró la mora, sgranando gli occhi, quando vide Carol all'interno della cella.

La bionda era ferita, in conduzioni tremende, coperta di sangue e legata per i polso a delle catene che scendevano dal soffitto, al centro della stanza.

"La tua amichetta..." Disse, mentre gli occhi dell'Omega si riempivano di lacrime "Non hai mai pianto, per me! Ma non mi interessa, così come non mi interessi tu... E ora vattene in camera tua, prima che decida di ucciderti qui e ora!"

Diana, con le poche forze rimaste, lasciò il sotterraneo e corse verso la sua stanza, nella quale una guardia la rinchiuse.

E la mora, dopo essere corsa nel suo bagno privato a dare di stomaco, si buttò sul letto a piangere, perché sapeva che il Generale avrebbe di certo ucciso Carol.

Il pensiero di non vedere più gli occhi verdi dell'Alpha, il suo sorriso e il non divertirsi più con lei... Ma dopotutto sapeva che, se Drummond l'avesse scoperta, le avrebbe portato via tutto ciò che di bello possedeva.

Perse il conto delle ore che passavano, finché dei colpi dati sulla finestra non la svegliarono.

Pensò fosse Carol, prima di ricordare ciò che le era accaduto, tuttavia si alzò e vide nientemeno che Kara, Wanda, Natasha, Clint, Scott Summers, Logan, che tutti chiamavano Wolverine, Rogue e Laurel "Ciao..." Disse proprio Kara "Sappiamo cos'è successo a Carol e ci servirebbe il tuo aiuto per liberarla..."

"Assolutamente si!"

"Prepara le tue cose..." Continuó la bionda "Tu verrai con noi! Non resterai più qui o Drummond finirà per ucciderti!"

"Io resto qui con te... Prepara le tue cose." Disse Laurel.

"Spiegaci." Avanzó Logan e Diana annuí, spiegando per filo e per segno come arrivare al sotterraneo.

"Jean avrà fatto coi soldati e col Generale?" Chiese Wanda.

"Ho fatto." Rispose la rossa che, abilmente, aveva messo del sonnifero nel cibo.

"Bene... Andiamo!"

"Aspettate!" Disse Diana e tutti si fermarono "Il Generale sapeva delle mie uscite con Carol, anche se siamo sempre state molto prudenti... Credo che ci sia una spia, tra voi!"

"Clint, torna subito al rifugio e informa Steve e Oliver!" Se ne uscì Scott e il biondo se ne andò.

Allora, visto che le guardie e Drummond erano nel mondo dei sogni, Diana decise di andare con loro e liberare Carol.

Ma, una volta nel sotterraneo, innanzi alla cella in cui la bionda era rinchiusa, servì un grande sforzo a tutti per non vomitare, visto che le condizioni in cui versava Carol.

La bionda era stata torturata e sembrava aver perduto molto sangue "Ho le chiavi!" Esordí Wanda.

Nella cella, mentre Scott e Laurel tenevano le gambe di Carol, Logan e Natasha la liberarono "Logan, pensa tu a portarla al rifugio... Noi aspetteremo Diana e la scorteremo!"

"Si... Vado." Rispose il moto, correndo via con la bionda in spalla, priva di conoscenza.

E, quando Diana ebbe preso le sue pochissime cose, sparì nel buio della notte assieme alla sua nuova famiglia.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Desperate. ***


Nonostante le ferite, Carol venne portata nel nuovo rifugio da Logan, che la teneva in spalla, mentre gli altri controllavano che le strade fossero libere, visto che Drummond aveva molti amici.

Arrivati in un altro bunker molto ampio, Logan portò Carol nella sua stanza, ove Bruce Banner, il loro medico, la stava aspettando, assieme a Martin Stein.

"Povera piccola... Stendetela sul letto."

Logan obbedí, poi tutti se ne andarono, tranne Diana e Kara "È tutta colpa mia..."

La mora Omega piangeva disperata, ma Kara liberò un po' dei suoi feromoni calmanti e le fece le fusa "Stai tranquilla, ok? Carol è forte, vedrai che starà bene."

"È ridotta così a causa mia..."

"Carol si è subito innamorata di te, quando ti ha vista in quel locale. Sapeva a quali rischi andava incontro, ma le piacevi troppo."

Diana pianse maggiormente, sedendosi su una sedia, con le sue borse a terra accanto ai piedi e rimase a guardare i due medici che si adoperavano per salvare la bionda.

"Kara, aspetta." La fermò Martin.

"Dimmi..."

"Portala con te. È troppo scossa..."

Kara annuì e si avvicinò a Diana, prendendola in braccio come se fosse una sposa e la portò nella sua stanza, ove Lena era semidistesa sul grande letto e carezzava i loro due cuccioli.

"Kara!" La chiamò subito, alzandosi e ricevendo un bacio molto dolce dalla bionda, che si era avvicinata a sua volta per depositare Diana sul letto.

"Amore, puoi restare con lei?"

"Certo! Va tutto bene?" Chiese la mora e Kara le spiegò tutto, ricevendo un abbraccio dalla compagna.

"Vado ad aspettare notizie..."

"D'accordo."

Kara se ne andò, lasciando le due Omega sole e Lena cercò di fare forza all'altra "Mi spiace di essere qui a disturbarti..."

"Tranquilla, siamo sulla stessa barca!"

Diana fissò poi i cuccioli "Sono bellissimi... Come li avete chiamati?"

"Lea e Keegan."

"Mi piacciono." Sorrise un poco la mora, facendosi poi seria "Kara mi ha detto che Carol..."

"Che ti ama? È vero." Rispose Lena, calando un poco la veste, scoprendo così il seno e prese i cuccioli, per poterli sfamare e Diana le diede una mano a tenerli.

"Lei deve vivere."

"Vivrà, vedrai! E credimi... Se avrete dei cuccioli, non saranno solo bellissimi, ma tu sarai davvero fortunata."

Diana sorrise un poco "Si... Ma prima voglio conoscerla meglio."

"Giusto! Senti, perché non riposi un po'? Sembri essere stanca."

"Si... Grazie..."

La mora si coricó e si addormentò quasi subito, ma venne svegliata circa cinque ore più tardi.

"Diana, svegliati."

L'Omega riconobbe la vice di Steve Trevor e si svegliò, stropicciandosi gli occhi "Steve..."

"Martin e Bruce mi hanno mandato a chiamarti..."

La mora spalancò gli occhi e deglutí "Carol è..."

"Sta bene e si salverà. Puoi tornare nella tua stanza e stare con lei!"

Sul viso della ragazza e di Lena su dipinse un grande sorriso e, dopo un rapido abbraccio, Diana seguí il ragazzo sino alla sua camera.

Lì trovò solo Martin "Miss Prince... Carol starà bene, ma non sappiamo quando si sveglierà e avrà bisogno di molto riposo!"

"Farò ogni cosa per aiutarla!"

"Stalle accanto." Sorrise Martin, carezzandole le spalle "Miss Carol è molto affezionata a te!"

Lui la lasciò sola e Diana, prima di sistemare le sue cose, si avvicinò al letto e si fermò a pochi centimetri dalle labbra della bionda.

"Grazie..." Sussurrò prima di lasciarle un dolce bacio sulle labbra.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Awake. ***


Passarono tre giorni e Carol era ancora priva di conoscenza, ma stando a ciò che Martin e Bruce dicevano dopo ogni visita, era stabile e questo faceva piacere a Diana.

La bionda era sempre assistita dai due medici e tutti venivano a farle visita, visto che era una dei leader della Resistenza.

"Ehi..." Disse piano Lena, arrivata per sostenere l'altra Omega, con la quale aveva instaurato un buon rapporto di amicizia "Novità?"

"No, purtroppo..." Rispose sconsolata l'altra "È sempre stabile, non ci sono miglioramenti..."

"Vedrai che se la caverà. Tu, piuttosto... Hai mangiato qualcosa?"

"Non ho fame..."

"Devi pur mangiare! Dai, vado a vedere se è rimasto qualcosa dal pranzo, ok?"

"Dovresti restare coi tuoi cuccioli e con Kara..."

Lena sorrise teneramente "Kara ed i piccoli stanno riposando, quindi posso tenere compagnia ad un'amica!"

"Grazie..." Rispose Diana, sorridendo appena e Lena se ne andò.

La mora rimase seduta accanto a Carol e, quando Lena ritornò portandole un piatto con polpettone, patate ed insalata e un bicchiere d'acqua, Diana ringraziò e cercò di mangiare qualcosa.

Forzó letteralmente ogni boccone, cercando invano di gustare il cibo, finché la sua attenzione non fu nuovamente per Carol, che muoveva i piedi e aprí poi gli occhi.

"E-Ehi..." Sussurró appena la bionda.

Gli occhi di Diana si riempirono di lacrime "Carol! Stai meglio?"

"Si... Per quanto...?"

"Quasi una settimana." Rispose la mora "Vado a chiamare Martin e Bruce!" Disse, uscendo dalla stanza.

La mora andò ed arrivò Kara "Ehi, testa dura! Ti sei ripresa..."

"Si... S-Si... E grazie..."

"Per cosa? Non ho fatto niente."

"So c-che ti sei presa cura di lei e... E ringrazia anche Lena..."

Kara sorrise appena "Di nulla! Non ti ha mai lasciata, sai? È sempre stata qui con te."

Tali parole fecero sorridere Carol "Davvero?" Chiese, mentre la mora arrivava coi due medici.

"Diglielo." Sussurró Kara, prima di uscire con Diana, per permettere a Martin e Bruce di visitarla.

Dopo qualche minuto, i due uscirono dalla stanza "Sta bene, Miss Prince! Ma tienila d'occhio, Miss Carol è molto scaltra!"

L'Omega sorrise "Lo farò! Grazie."

Diana tornò da Carol, che era seduta sul letto, poggiata ai cuscini "Eccoti..."

"Mi hai fatta preoccupare, sai?"

"Perdonami, mi dispiace... Ma almeno tu stai bene e m'importa solo questo."

"Grazie a te... Solo grazie a te!"

Carol le fissava e indicò il bicchiere "Mi daresti il bicchiere? Ho un po' di sete..."

Diana annuì e glielo passò, sedendosi accanto a lei e Carol sorseggió piano poi, passatolo all'altra, che lo posó, incontrando poi gli occhi castano-verdi dell'altra "Carol..."

"È vero, sai?"

"Il fatto che tu mi..."

"Si." La interruppe l'Alpha "Io sono innamorata di te sin da quando ti ho vista in quel locale. Non il giorno in cui ti ho parlato, prima..."

Diana arrossí un poco "Anch'io sono innamorata di te. E non vedo l'ora di conoscerti meglio e se siamo compatibili..."

"Lo siamo, me lo sento!" Ammise sicura la bionda "Ma ora... Posso baciarti?"

"Se proprio insisti..."

"Eccome se insisto!" Rispose, carezzando il viso dell'altra con delicatezza e le regalò poi un bacio molto tenero, facendo sentire a Diana sentimenti e sensazioni che mai aveva provato "Wow..."

"È stato più che wow!"

"Allora vuoi provare?"

"Certo che lo voglio!"

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Rose e amore. ***


Dopo un paio di giorni, Carol iniziò ad alzarsi, nonostante il parere contrario di Martin e Bruce.

"Io... Vado a fare un giro in città con Kara, Clint e Jean."

"Ok, ma fai attenzione!" Disse Diana e la bionda le diede un bacio molto dolce, poi se ne andò.

Diana era con Lena ed i cuccioli, che avevano aperto gli occhietti, rivelandoli azzurri come quelli di Kara, che aveva fatto letteralmente i salti di gioia.

"Sono troppo belli e molto dolci..."

"Già! Ma dimmi... Tu e Carol..."

"No. Per ora ci baciamo e basta... Ci stiamo conoscendo."

Lena sorrise lievemente "Conoscersi è superfluo! Vi conoscete già bene... È ora di fare un ulteriore passo!"

"Si... Credo che tu abbia ragione! Anche perché sto per entrare nel mio periodo del calore..."

"Anche Carol, se non ricordo male."

Intanto, in città, Carol, Kara, Clint e Jean erano entrati nel negozio del fioraio "Ehilà, salve! Come posso aiutarvi?"

"Vorrei fare un bel regalo alla ragazza che amo..." Iniziò Carol "Cosa mi consiglia?"

"Allora... Ci sono fiori molto belli. Guarda tu, tranne quelli nell'angolo perché sono da portare sulle tombe dei defunti."

"Ok... Grazie!"

I quattro si avvicinarono alla parete coi vasi di fiori "Io sceglierei quelle!" Se ne uscì Kara, indicando le rose.

"Si... Si! Mi piacciono." Sorrise Carol "Mi farebbe un mazzo con dieci rose rosa e dieci rosse?"

"Ma certo!"

L'uomo le fece un bel mazzo e Carol pagò, quindi anche Kara se ne fece fare uno, ma chiese al negoziante di metterci tre gigli "E quelli?" Chiese Clint, indicando proprio i gigli.

"Questi simboleggiano i miei cuccioli!" Sorrise la bionda "I miei amori... I miei angioletti."

Clint, Carol e Jean sorrisero all'amica e si fermarono poi a comprare da mangiare all'emporio, poi tornarono al bunker.

Una volta lì, le due Alpha andarono nella stanza di Kara, ove Lena e Diana stavano chiacchierando ed i piccoli dormivano "Amore!" Sorrise Lena.

"Ehi... Questi sono per te!" Ammise la bionda e Lena prese i fiori, baciandola dolcemente, così Carol e Diana se ne andarono e tornarono nella loro stanza, chiudendosi dentro.

"Anch'io ho dei fiori per te..."

"Sono molto belli! Metto queste rose qui, nel vaso... E poi..." Sussurró, avvicinandosi a Carol e baciandola.

La bionda la corrispose, ma fu molto presa dalla mora "Il tuo profumo... Tu stai per..."

"Si... E anche tu..."

Carol le baciò e leccó il punto in cui avrebbe tanto voluto lasciarle il marchio e Diana gemette "Vado a preparare un cesto con delle provviste... C'è un posto in cui voglio portarti." Disse e Diana annuì.

L'Alpha tornò diversi minuti dopo col cesto in mano e lasciò il bunker con la mora, che aveva in mano una coperta.

Essendo il bunker in una foresta, le due non fecero molta strada e raggiunsero un lago "Wow..."

"Ti piace?" Chiese, prendendo la coperta e stendendola a terra, poi vi posó vicino il cesto.

Senza dire nulla, Diana si spoglió ed entrò in acqua, con Carol che la guardava e poi decise di privarsi dei vestiti ed entrare a sua volta.

Abbracció la mora da dietro, baciandole il collo e inspiró il suo profumo "Carol..."

"Ti voglio."

L'Omega si voltò semplicemente, saltando un po' goffamente in braccio a Carol, che la sorresse tenendola per i fianchi e poi si baciarono.

Uscirono dall'acqua e si stesero sulla coperta, ove i loro baci si fecero più appassionati e, scambiandosi uno sguardo ed un sorriso, sapendo di essere entrambe pronte per il passo successivo.

E fecero l'amore, senza risparmiarsi, donandosi totalmente l'una all'altra.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Lucky! ***


Carol e Diana tornarono al bunker prima che sorgesse il sole e si chiusero nella loro stanza, così da poter continuare lì la loro attività.

Infatti entrambe erano in pieno calore e il loro legame era diventato ancora più forte visto che si erano marchiate.

"Sei così bella... Hai un corpo fantastico!"

"E tu dei muscoli duri come la roccia..." Sussurró Diana.

Carol sorrise e le mostrò i bicipiti, portandole poi le mani sui suoi addominali e Diana li carezzó, mentre la bionda le baciava poi il collo "Ora che so quanto ti piacciono, mi alleneró più duramente!"

"Ci conto! Ma cerca di non stancarti troppo..."

"Farò del mio meglio!" Rispose la bionda, ribaltando le posizioni e lasciando sopra Diana, prima di mettersi seduta e baciarla con passione, sempre corrisposta.

Intanto, nella loro stanza, Kara si era appena svegliata per poter cullare i suoi cuccioli, che si erano svegliati piangendo e riuscì a calmarli, mettendo loro in bocca il rispettivo ciucciotto.

"Sei davvero brava..."

Kara si voltò e vide Lena sveglia, che la fissava col suo bel sorriso "Amore... Hai dormito bene?"

"Benissimo! Grazie a te."

Lena abbracció Kara non appena l'Alpha si sedette accanto a lei e la bionda la baciò dolcemente, carezzandole il ventre "Sai... Non vedo l'ora di avere altri cuccioli assieme a te!" Sussurró Kara.

"Anch'io, ma dammi un po' di tempo... Loro sono appena nati, non voglio che sia troppo presto."

"Ma certo... E poi bisogna comunque aspettare, no? Quindi non c'è problema..."

Lena sorrise, poggiandosi con la schiena contro il petto di Kara, che le circondó la vita con le braccia e le baciò il collo "Grazie per essere così comprensiva... Non tutti lo sarebbero..."

"Io non sono tutti."

"È vero... Tu sei molto di più!" Ammise Lena, voltandosi per abbracciare e baciare Kara.

"Anche tu!"

La mora rimase poi stretta alla sua Alpha "Sai... Non ho idea di cosa tu abbia visto in me, quel giorno..."

"Ho visto tutto, in te."

Lena guardava Kara in quegli occhi bellissimi che avevano fatto subito breccia nel suo cuore e che i loro piccoli avevano ereditato "Non avrei mai creduto di avere tutta questa fortuna, sai? Conoscerti, innamorarmi, avere dei cuccioli, una famiglia..."

"Anch'io! Ma ora sono felice, qui con te... Con voi. E un giorno, quando la missione contro Drumond sarà finita, ti sposerò!"

"Non vedo l'ora!" Disse Lena, riprendendo a baciare Kara, che le sfiló il lenzuolo dalle spalle, rivelando la pelle bianca e le curve perfette.

Però il bel momento venne interrotto "Kara, abbiamo... Oh... Oh!" Se ne uscì Alex, sorella adottiva di Kara che, com'era entrata, assieme a Ciclope e Logan, uscì di corsa.

"Alex! Bussa... Per fortuna sono io, quella che scorda sempre le buone maniere!" Ringhió Kara, mentre Lena, un po' divertita, si ricoprí.

La bionda sbuffó e si bagnó un po' il viso, poi diede un bacio a Lena e ai cuccioli ed uscì, raggiungendo gli altri "Eccoti e... Ehm... Scusa..."

"Fa niente. Che succede?"

"Abbiamo intercettato un carico di armi diretto da Drumont... Visto che Carol è impegnata col suo periodo del calore e con Diana, ci servi!"

"Ma certo."

"Così avremo qualcosa in più nel nostro arsenale!"

"Andiamo, armiamoci!" Avanzó Ciclope quelli pronti ad uscire si diressero verso l'armeria.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Assalto. ***


Steve Rogers, che guidava il gruppo di ribelli assieme a Carol, radunó una squadra per andare all'assalto del carico d'armi destinato a Drumont.

Ognuno prese delle armi e poi via, uscirono dal bunker per dirigersi coi loro mezzi a Nord, ove il perfido uomo avrebbe ritirato il carico.

Una volta giunti nei pressi del porto, i nostri si appostarono ed attesero l'arrivo dei trafficanti e del Generale.

Drumond arrivò con una scorta di venti uomini e, non appena arrivarono i trafficanti, lo scambio iniziò ed in quel momento i nostri attaccarono.

"Sparate! Ammazzateli!!" Gridò Drumont, mentre se la dava a gambe per non essere colpito da un proiettile.

"Non seguitelo! Lui sarà di Carol." Ordinò Steve e i suoi obbedirono.

I nostri, dalle rispettive postazioni, sparando uccisero quattro trafficanti, due fuggirono e sei guardie di Drumont, che costui aveva vigliaccamente usato come scudi umani per scappare.

Una volta che il perimetro fu libero, Steve ordinó ai suoi di caricare le armi, per lo più fucili, pistole e munizioni, sui loro mezzi, mentre lui ed Alex avrebbero controllato che il perimetro fosse evidentemente sgombro.

E i due trovarono delle guardie di Drumont appostate, ma tutti e sei fecero una brutta fine. "Pensavano di fregarci..." Disse la rossa, mettendo via la sua arma.

"Già..." Rispose Steve, notando poi qualcosa "Ehi, ma tu sei ferita!"

La rossa Alpha si guardò la spalla sinistra "Si... È un graffio!"

"Avresti dovuto dirmelo! Non voglio mettere in pericolo i miei amici!" La rimproveró il biondo.

"Scusa... Mi dispiace."

"Ok... Torniamo dagli altri."

Alex annuì ed anche Kara, notata la ferita, rimproveró la sorella, poi tutti salirono sui mezzi e tornarono al bunker, con Logan che controllava che nessuno li seguisse.

Una volta al bunker, i nostri vennero aiutati a scaricare il bottino da tutti, compresa Carol "Ehi... Finito il periodo del calore?"

"Si." Sorrise la bionda "Bel bottino!"

"Abbiamo preso anche un po' di denaro... Tanto ai morti non serve più!" Disse Gambit.

"Sia chiaro, va tutto nella cassa comune!" Se ne uscì Ciclope "Dai qualcosa alle donne affinché vadano a comprare delle provviste! Bisogna fare festa."

"Le accompagno io." Offrí Logan e Steve annuì, quindi l'Alpha andò con Jean, Jubilee, Kitty, Lena, Rogue e Laurel.

Kara raccomandó più volte al suo amore di stare attenta, poi accompagnò Alex da Bruce e Martin ed infine andò dai suoi cuccioli, addormentati ed in compagnia di Diana.

"Ciao... Grazie per averli guardati."

"Di nulla!" Sorrise la mora "Sono bellissimi e bravi..."

"Già! E chissà... Presto potresti averne di tuoi."

Diana sorrise al solo pensiero "Mi piacerebbe moltissimo! Credo proprio che Carol sarebbe una brava madre."

"Lei è eccezionale... Sei stata davvero fortunata, credimi!"

"Sono d'accordo con te!" Rispose e Kara notó il marchio che Carol le aveva lasciato.

"Vado a prendere qualcosa da mangiare... Posso portarti qualcosa? So per certo che le Omega, dopo il loro calore, hanno molta fame..."

"Si, in effetti ho un certo languorino... Non ho pretese, portami pure quello che vuoi."

Kara sorrise "Va bene... Torno subito!"

Nel corridoio, Kara trovò Carol "Ciao... Diana è coi tuoi cuccioli?"

"Si... Vai pure, io sto andando a prendere qualcosa da mangiare anche per lei."

Anche Carol sorrise "Vengo con te, così le porto io qualcosa. Così ho una scusa per baciarla..."

"Non ti servono scuse... È la tua compagna, l'amore della tua vita. Puoi baciarla quando vuoi!" Ammise la bionda e Carol fu d'accordo con lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Freedom. ***


Passarono un paio di settimane dall'assalto e si erano perse le tracce di Drummond, dopo che costui era stato richiamato sul campo di battaglia il giorno prima.

"Quel bastardo... Mi piacerebbe sapere dov'è finito..."

"Vedrai che tornerà presto." Ringhió Logan "Quelli come lui non combattono, ma scappano e mandano avanti gli altri."

"Porto notizie!!" Gridò Jubilee, arrivando di corsa e fermandosi per riprendere fiato.

"Jubilee... Di cosa si tratta?" Chiese Brainy, curioso.

"Drummond è stato ucciso! È morto in battaglia... Facevo spese con Jean e Andrea e abbiamo visto i suoi soldati portare in casa la bara!"

"Uno dei suoi vicini ha confermato che si tratta di lui." Avanzó Jean.

"Come dicevo..." Disse Logan "Visto che non combattono mai in prima linea perché sono dei vigliacchi, quando devono farlo spesso muoiono!"

Però la notizia lasciò l'amaro in bocca a molti, soprattutto a Carol, che avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani per quel che aveva fatto a Diana.

"Amore... Stai bene?"

"Non troppo... Volevo dargli io, una bella lezione."

Diana si avvicinò a Carol e le fece le fusa, con l'Alpha che la strinse a sé e la baciò "Non pensarci... È finita e possiamo smettere di nasconderci. Possiamo vivere il nostro amore alla luce del sole, passeggiare senza paura..."

"È vero." Sorrise un poco la bionda "E finalmente possiamo sposarci."

Diana sorrise alla compagna "Speravo che me lo chiedessi... Perché c'è una bellissima notizia, che devo darti."

Carol non capí all'inizio, ma tutto le fu chiaro quando Diana le prese le mani e se le portò sul ventre "Oddio... Tu..."

"Si! Avremo uno o più cuccioli!"

La bionda era al settimo cielo e strinse a sé la sua amata "Ti amo tanto!"

"Anch'io ti amo!" Rispose la mora, baciandola con passione.

Sentirono poi bussare alla porta della loro stanza, dalla quale fece capolino Steve "Noi siamo pronti... Se volete venire..."

Le ragazze seguirono Steve sino ad una grande stanza, quella in cui facevano i loro summit e la videro tutta agghindata con festoni e petali di rose "Ma..."

"Allora ci siete anche voi!" Sorrise Lena "Non ci andava l'idea di sposarci da sole..."

Diana fissò Carol, che le sorrise e si lanciò al suo collo "Tu... Tu lo sapevi?"

"Si. Io e Kara ne parliamo da un po'... Ed eccoci qui!"

Arrivó poi il prete della cittadina, che iniziò la cerimonia quando le due coppie furono innanzi a lui e gli altri dietro, allineati come se fossero sulle panche in chiesa.

Entrambe le coppie volevano una cerimonia semplice così, dopo l'inizio classico, si saltò lo scambio delle promesse e si passò subito al sodo.

"Col potere conferitomi, vi dichiaro moglie e moglie! Potete suggellare la promessa con un bacio."

E, tra gli applausi, le due coppie si baciarono dolcemente.

Gli anelli sarebbero arrivati poi, perché loro avevano l'amore e non volevano simboli che lo dimostrassero.

"È stato troppo breve..."

"Non volevamo perdere troppo tempo..." Rispose Kara.

"Non vorrete partire per chissà dove è mollarci?" Tentò Gambit.

"No no affatto! Ma ora che Drummond è morto, possiamo uscire e vivere il nostro amore alla luce del sole... Non saremo più costretti a stare sempre qui sotto!"

Detto questo, Kara prese per mano Lena ed i piccoli in braccio, con Carol che fece lo stesso con Diana e via, le due coppie corsero verso l'uscita del bunker, verso il sole.

Verso la libertà.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3936516