Don't you cry no more

di Dragonfly92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Febbre alta ***
Capitolo 2: *** Battito debole ***
Capitolo 3: *** Stupro ***
Capitolo 4: *** Rapimento ***



Capitolo 1
*** Febbre alta ***


Questa fanfiction è stata realizzata per la challenge #somanydiseases indetta nel gruppo facebook Hurt/Comfort Italia – Fanfiction & Fanart
 
Prompt: Febbre alta
 
 
 
Qualcosa di umido, di freddo, sulla pelle.
Sam prova a sottrarsi, ma quel qualcosa insiste e passa sulla fronte. Sugli zigomi, sul collo.
Sente pulsare, nella testa, ritmo insistente, profondo, bollente.
C'è un panno bagnato, sulle sue labbra. Che si schiudono, avide.
 
"Hai sete?"
Forse.
Sbatte le palpebre - pesanti, macigni che premono sugli occhi.
Riconosce la giaccia di Dean. O forse no. Ma sa che lui c'è. C'è sempre.
 
"Hai la febbre alta... ma niente che non si sistemerà in qualche giorno."
Non ce l'hanno, qualche giorno.
Questo Sam lo dice, forte e chiaro.
O forse non lo dice. Ma lo pensa urlando.
"Ti ti tiro su."
Vorrebbe che Dean non lo avesse fatto; la sua schiena, dio, ogni osso che c'è là dentro strilla, al tocco di Dean.
 
Sam cerca di respirare lentamente.
Fa male.
Dean gli toglie i capelli dalla fronte.
Fa bene.
"Bevi..."
Ancora non riesce ad aprire gli occhi.
"Luce...", sibila prima che Dean porti il bicchiere alle sue labbra aride.
"È spenta, Sammy..."
Quando si addormenterà, Dean troverà un modo per oscurare quelle dannate finestre.
 
Tossisce, Sam, il petto sconquassato da un attacco che, Dean crede, duri delle ore.
Poi i colpi di tosse diventano conati e i conati strazianti singulti senza sostanza.
Sam non mangia da giorni.
Eppure, Dean gli ha comprato pure quelle sue verdure strane...
 
"Ci sei, Sammy?"
"D-evo..."
Dean non lo lascia finire.
L'unica cosa positiva della sua condizione è l'incapacità di alzarsi da quel letto.
Dean è stanco di tirarlo su dal pavimento. 
Sam deve, deve, deve.
"Devi solo riposare."
 
Non protesta, quando lo riadagia sul materasso.
Mugola, qualcosa riguardo al salvare il mondo. Alle prove. Ai doveri.
Non ha importanza.
Dean bagna la pezza e sorride, quando Sam smette di parlare, rapito dalla sensazione.
 
Sam deve salvare il mondo, e Dean lo sa.
Ma non esiste mondo, se non esiste Sam.
Questo, Dean se l'è promesso.
 

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Capitolo 2
*** Battito debole ***


Questa fanfiction è stata realizzata per la challenge #somanydiseases indetta nel gruppo facebook Hurt/Comfort Italia – Fanfiction & Fanart
 
Prompt: Battito debole
 
 
"Devi correre! Mi senti? Andiamo!"
Ci prova, Sam.
Prova a correre, ad andare, a non chiudere gli occhi.
Dean urla che li stanno raggiungendo, i passi sono vicini!
Sam non sente niente.
 
"Starai bene, hai capito?"
Li hanno seminati.
Così dice Dean.
Dean che cammina frenetico nella grotta, mentre lui è sdraiato su pietre gli graffiano la faccia.
 
"Starai bene."
Sam sente le vibrazioni dei suoi passi.
Si sente spaventato.
Non sa perché.
Gli viene da piangere.
Non. Sa. Perché.
 
"Devi premere qui."
Forse ora sa, perché.
C'è un... Buco nel suo addome e le mani di Dean sono unte di sangue.
È umido, nella grotta.
Dean si toglie la giacca e gliela mette sul petto.
 
"Non dormire, non dormire!"
Stanno arrivando, dice Dean.
Chi, Sam non lo sa.
Sa solo che Dean lo ha messo seduto così non ti addormenti,
che lui è troppo lontano e Sam ha... Bisogno che si avvicini.
 
Lacrime, gli si impigliano alle ciglia.
"D-ean.", dice.
Non riesce a continuare.
 
Non occorre.
Perché Dean sente, guarda, vede e vorrebbe urlare.
Eppure, tutto quello che fa è avvicinarsi.
"Ho...", tenta Sam, ma la bocca trema, ogni muscolo trema e duole ed è difficile.
"... paura."
Una lacrima si lascia cadere. Dalle ciglia, alle sue labbra.
 
Dean si sistema tra la grotta e la schiena di Sam. Lascia che lui si appoggi al suo petto, all'altezza del cuore.
Quando era piccolo, funzionava.
 
"Batte f-orte."
Vaneggia, Sam.
Galleggia nelle sensazioni, nelle emozioni che non fanno più così male.
 
Dean gli prende il polso.
Si ripete che è colpa delle sue dita ormai insensibili, se la pulsazione pare così... Debole.
Struscia il naso tra i capelli di Sam.
Inspira forte.
"Andrà tutto bene.", mente.
"Lo so."
 
Ma mente anche Sam.

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Capitolo 3
*** Stupro ***


Questa fanfiction è stata realizzata per la challenge #somanydiseases indetta nel gruppo facebook Hurt/Comfort Italia – Fanfiction & Fanart
 
Prompt: Stupro
 
 
 
Le mani a stringere i capelli, forte, più forte a ogni ricordo.
Sam lo ha imparato presto: dolore fisico per annullare quello... Quello.
L'acqua purifica la pelle; ustiona, striscia e sembra bollire nei punti in cui quelle mani lo hanno stretto, costretto - Sam graffia.
Le unghie scavano la carne, la incidono e quel che ne rimarrà, sarà una voragine insufficiente ad inghiottire la vergogna.
 
Dean ha sfondato la porta. Di nuovo. Stavolta non la aggiusterà, dice, stavolta la lascerà così perché lui non può, chiudersi lì, non può, farsi questo, deve smettere, di farsi male - "Hai capito? Mi hai capito, Sammy?"
 
Ha capito. 
O forse no, non importa, non importa nulla se non il freddo che sente adesso e quelle... lacrime. Sta piangendo? 
Cola, il dolore dai suoi occhi, ma Dean lo raccoglie e lo culla.
E avvolge con l'accappatoio lui e i suoi vestiti bagnati.
Dean lo dondola, quel male, dicendo cose che Sam non sente, ma non importa, davvero, quel che conta è - Posso piangere un altro po', Dean?
Può.
E forse il dolore non se ne va. 
Ma si assopisce.
Soltanto dentro le braccia di Dean.

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Capitolo 4
*** Rapimento ***


Questa fanfiction è stata realizzata per la challenge #somanydiseases indetta nel gruppo facebook Hurt/Comfort Italia – Fanfiction & Fanart
 
Prompt: Rapimento/Ipotermia
 
 
 
"Svegliati, Sam! Bravo, guardami - ehi, no, no, devi stare sveglio!"
Non ci riesce.
Per cosa, poi?
Per quelle... Voci, sono solo voci che arrivano, illudono, stuprano la speranza e la riducono brandelli di dolore che pulsa, pulsa.
Sam ha smesso di ascoltare. 
 
Ha smesso il quarto giorno. O forse era il quinto, bo. Fatto sta che quell'uomo non è più tornato.
Neppure le sue botte, e questo è bene.
Neppure il pane. L'acqua. E questo non è bene.
"Sammy! Svegliati, svegliati!"
Oh, potrebbe piangere.
Ma gli si sono atrofizzate le emozioni; congelate. Ibernate. 
L'ultima volta che ha pianto è stato quando quel tipo gli ha tolto le scarpe. 
O forse quando si è accorto che non sarebbe riuscito a controllare la vescica.
No, è stato quando ha provato sollievo per quel calore.
E subito dopo un'immensa vergogna.
Ricorda la risata del tipo.
Impennarsi, ad ogni suo singhiozzo.
 
"SVEGLIATI!"
Vorrebbe disobbedire.
Ma i denti hanno ripreso a sbattere insieme e qualcuno lo scuote, forte, più forte; sembrano mani, quelle che strofinano il suo corpo e fanno quel... Calore.
È calore, quello?
 
"Sam! Stai sveglio, sono qui con te, mi senti?"
Vorrebbe ridere.
Ridere di sé, dell'illusione, del dolore, del freddo, dei piedi che non sente più, della fame che non sente più, eppure.
Eppure respira, inspira e sente, sente quell'odore e sa, che le allucinazioni non hanno profumo e soprattutto. Non hanno il profumo di Dean.
"Eccolo, il mio fratellino rompipalle, bravo! Stai con me, hai capito? Rimani con me!"
Continua a strofinare, Dean, strofinare quel blocco di ghiaccio che è diventato suo fratello, strofinare quelle gambe anestetizzate dall'immobilità, quelle braccia martoriate dal freddo e... Dio, non riesce a guardare i suoi polsi. Sono corrosi, sotto le catene.
 
"...spiace."
Sbatte le palpebre.
Non che come prima parola si aspettasse... Non sa, cosa si aspettasse, ma non delle scuse.
"Cosa..."
Sta per dire, ma Sam chiude un attimo gli occhi e le emozioni. Era meglio, quando non sentiva niente.
 
"No."
Questo è più chiaro.
Nonostante il tremore, la fatica, la gola raschiata.
Il 'no' di Sam esce deciso, quando Dean prova a sollevarlo.
"Non essere stupido, Sammy."
"No!"
Non si aspettava quel tentativo.
Ma Sam si divincola, vuole alzarsi e le gambe - pezzi di carne insensibile - crollano, trascinandosi dietro il suo peso. Tutta la sua vergogna.
Capisce, Dean.
Capisce perché Sam cerca di coprirsi, con la giacca che lui gli ha messo addosso, coprire la chiazza sui pantaloni, ignorando tutto il resto: Dean pensa si sia rotto un braccio, cadendo in quel modo.
 
"Non fare l'idiota, pensi sia la prima volta che ti vedo coi calzoni bagnati?"
Non si aspetta nemmeno quella reazione.
Quella lotta.
Quel Sam che inizia a dimenarsi e a ringhiare - urla che ostruiscono la gola.
Movimenti dolorosi un corpo che non risponde come dovrebbe.
"Piantala!"
"NO!"
Sam cerca di spingerlo e Dean di non ferirlo bloccando quelle mosse che sono così... Fa male.
Fa male il corpo, la voce. Il singhiozzo di Sam.
"È finita, è finita, Sammy."
Lo avvolge. Con le braccia, con l'odore, il cappotto, con la felpa.
Lo tiene.
"Mi dispiace. Mi dispiace, Sammy."
Lo tiene. Stretto.
E lascia che lui sia triste e arrabbiato e spaventato e sollevato e disperato.
"È tutto finito. Tutto."
Promette.
Ancora, di nuovo, ogni volta.
 
Poi lo prende.
E lo porta via.
 
 
 
 
 
 
Vorrei ringraziare Joy.
Che si è presa il tempo di leggere e di lasciare un pensiero sulle mie parole.
E che ha rattoppato le buche della mia memoria: pensavo di averla postata per prima, questa storia.
Ci vuole pazienza, con gli smemorati – faccina esasperata.
 
Ti abbraccio,
G.

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