Frammenti di noi di Ellygattina (/viewuser.php?uid=649673)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Luna ***
Capitolo 2: *** Day 2: Radio ***
Capitolo 3: *** Day 3: Scultura ***
Capitolo 4: *** Day 4: Rossetto ***
Capitolo 5: *** Day 5: Ghiaccio ***
Capitolo 6: *** Day 6: Scherzo ***
Capitolo 7: *** Day 7: Torre ***
Capitolo 8: *** Day 8: Sera ***
Capitolo 9: *** Day 9: Inganno ***
Capitolo 10: *** Day 10: Portafortuna / Magical girl AU ***
Capitolo 11: *** Day 11: Indecisione ***
Capitolo 12: *** Day 12: Vibrazioni ***
Capitolo 13: *** Day 13: Perso ***
Capitolo 1 *** Day 1: Luna ***
Attenzione:
spoiler per chi non ha letto il capitolo 111.
Day
1: Luna
Shiki
e Rebecca, appena usciti dal grazioso ristorante in cui erano andati
a cenare insieme nella piccola località turistica di Red
Cave, dove
stavano trascorrendo con degli amici le vacanze estive, decisero di
ritardare ancora un po' il momento in cui si sarebbero riuniti a
Homura e Weisz nel piccolo appartamento che avevano preso in affitto.
Era una serata bellissima, sia pure un po' fresca per la stagione, e
il cielo stellato sembrava quasi invitarli a sedersi da qualche
parte, possibilmente abbracciati, sotto lo sguardo benevolo della
luna.
La
giovane coppia, arrivata in pochi minuti nel luogo desiderato, si
sedette sull'erba con la schiena appoggiata a un albero e Rebecca, in
uno slancio di coraggio derivato dalla consapevolezza di essere soli,
ne approfittò subito per accoccolarsi tra le braccia del suo
ragazzo, che ben felice di accontentarla, la strinse a sé
con il
cuore che batteva forte, aspirando intanto il dolce profumo dei suoi
morbidi capelli biondi.
Felici
e rilassati, alzarono quindi gli occhi verso il cielo, le voci ormai
ridotte a dei semplici sussurri di fronte a quello spettacolo
maestoso, finché, chiacchierando, non si trovarono con i
volti
vicinissimi.
Ci
volle un attimo per decidere che era il momento perfetto per un
bacio, e mentre le loro labbra si toccavano dolcemente, sperarono
entrambi che la luna stesse vegliando su di loro come doveva aver
fatto secoli prima per Andrew e Nadia, la giovane coppia protagonista
della romantica leggenda di Red Cave, che in quello stesso luogo si
erano promessi amore eterno.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero vi sia piaciuta
questa storiella fluffuosa ispirata in parte agli ultimi capitoli di
Edens Zero. Non chiedetemi come mi sia venuto in mente di inserire
Red Cave e la triste storia di Andrew e Nadia (T-T), ma non ho saputo
resistere alla tentazione. <3
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo. Spero di non deludervi con le
prossime storie e che continuerete a seguirmi fino alla fine. :)
Come
ho accennato nell'introduzione, la raccolta è ispirata ai
bellissimi
prompt del Writober 2020, a cui sto provando a partecipare per la
prima volta con ben due tabelle (sì, amo mettermi nei guai
XD). La
prima è questa (di cui troverete i prompt in fondo), mentre
la
seconda è quella personale che sto ancora creando, ma so
già che
spazierà tra diversi fandom (Harry Potter, Naruto e le serie
tv
Supernatural e MacGyver 2016, se qualcuno se lo stesse chiedendo). Se
vi interessa, l'altra storia di oggi la trovate, sempre su AO3 ed
Efp, nella raccolta “Una vita insieme” nel fandom
di
Supernatural. Grazie in anticipo a chi deciderà di dare
un'occhiata
anche a quella. *^* <3
Se
a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime
opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di aver detto tutto, per il momento, quindi tolgo il disturbo prima
che l'angolo autrice diventi davvero più lungo della storia.
Appuntamento a domani con la prossima flash e grazie ancora per
tutto.
Un
bacio e buonanotte per dopo,
Ellygattina
https://i.postimg.cc/TwrhT9kK/Writober-2020-lista-classica.jpg
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Capitolo 2 *** Day 2: Radio ***
Day
2: Radio
Rebecca
non aveva mai amato
le faccende domestiche, ma a volte, purtroppo, era necessario farle.
Fortunatamente, negli anni, aveva trovato un modo per renderle meno
pesanti, e così anche quel pomeriggio, dopo aver radunato
l'occorrente, si armò di coraggio e accese la sua fedele
radio,
sintonizzandosi, dopo qualche tentativo, su un programma musicale
decente.
A quel punto alzò il volume
e le note si diffusero per tutta la casa, permettendole di iniziare
la sua personale battaglia contro la polvere con un sorriso sulle
labbra e qualche occasionale tentativo di canto che il piccolo Happy,
il suo gattino, non parve apprezzare particolarmente, visti i sonori
miagolii con cui sembrava risponderle in quei momenti.
Rebecca però non ci fece
molto caso e continuò imperterrita a deliziare lui e i
vicini finché
non fu soddisfatta del suo lavoro, decidendo quindi di spegnere per
andare a farsi una bella doccia rilassante e decisamente gradita dopo
tutta la sporcizia che aveva raccolto dai posti più
impensati.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche questa breve storia. Non
chiedetemi come mi sia venuta in mente questa Rebecca in versione
Biancaneve (?) moderna, ma l'idea mi piaceva troppo per non
realizzarla e spero vi abbia strappato almeno un sorriso. Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo. <3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo di aver fondato tempo fa un gruppo
facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buona serata!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 3 *** Day 3: Scultura ***
Day
3: Scultura
«Guarda
cos'ho fatto in
classe la settimana scorsa!» esclamò felice il
piccolo Taro appena
riuscì a raggiungere la madre che lo aspettava fuori
dall'asilo. E
così dicendo mostrò a Rebecca una piccola
statuetta di argilla che
la raffigurava con la coda e le orecchie da gatto che indossava
sempre nei suoi video da quand'era ragazzina.
«È
per te» annunciò fiero e la donna, presa alla
sprovvista, fissò a
bocca aperta il dono per qualche secondo prima di aprirsi in un dolce
sorriso. Il figlio non poteva saperlo, ma anche suo padre, anni
prima, gliene aveva regalata una molto simile in un impacciato
tentativo di dichiarazione. Sul momento avrebbe voluto sprofondare
per l'imbarazzo, visto che Shiki aveva pensato bene di dargliela
all'uscita da scuola senza curarsi della folla di studenti intorno a
loro, ma una volta capito che non si trattava di uno scherzo o di un
insulto ne era stata felicissima. Le sue scarse doti artistiche,
infatti, l'avevano portata inizialmente a credere che si trattasse di
un mostriciattolo, con l'ovvio risultato di offenderla per il
paragone, ma una volta chiarito l'equivoco (e minacciato di terribili
vendette chi si sbellicava dalle risate o li incitava a fare cose
irripetibili), aveva trovato il gesto di una tenerezza
indescrivibile. E dal momento che per ragioni tuttora incomprensibili
era stata subito attratta da quello strano ragazzo arrivato nel suo
liceo all'ultimo anno, quella scena a dir poco imbarazzante era stata
l'occasione per far evolvere il loro rapporto da semplici conoscenti
a qualcosa di più profondo, culminato, qualche anno dopo,
nel
matrimonio dei suoi sogni e nel bellissimo bambino biondo che la
fissava un po' deluso. Avendo solo cinque anni, era ancora troppo
piccolo per rendersi conto che la somiglianza tra la madre e la
statuetta non era poi molta, ma la reazione non era certo quella che
si sarebbe aspettato. Possibile che non le piacesse il suo regalo?
«È
bellissima, tesoro, grazie» si affrettò a dirgli
Rebecca,
chinandosi ad abbracciarlo, e Taro sorrise sollevato.
«Ti
piace davvero?» domandò per sicurezza quando si
staccarono.
«Certo!»
lo rassicurò lei con un gran sorriso e gli occhi lucidi,
immaginando
intanto la reazione di Shiki quando gli avrebbe raccontato di
quell'incredibile coincidenza.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Che ne pensate del
piccolo Taro Granbell? Ammetto che all'inizio non pensavo di inserire
nella raccolta un accenno di next generation, ma l'ispirazione
dell'ultimo secondo ha voluto il contrario. Se qualcuno se lo fosse
chiesto, il significato del nome dovrebbe essere “Campo di
rugiada”
o qualcosa del genere (almeno secondo internet, visto che il
giapponese non lo so XD).
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo.
Mi
ero dimenticata di dirvelo ieri, ma nel fandom di Supernatural
(sempre su AO3 ed Efp) sto continuando anche la raccolta “Una
vita
insieme” per la seconda tabella del Writober. Passate a
trovarmi
anche lì, se vi va, e grazie a chi le darà
un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 4 *** Day 4: Rossetto ***
Day
4: Rossetto
L'equipaggio
della Edens
Zero era appena arrivato su un nuovo pianeta e i ragazzi, divisi in
gruppi, erano andati a procurarsi il necessario per proseguire il
viaggio.
Rebecca si trovava con Shiki
in cerca di informazioni e i due, seduti al tavolo di un bar per
radunare le idee, stavano elaborando una strategia per evitare di
dare troppo nell'occhio. O, per meglio dire, era la ragazza a farlo,
visto che lui era troppo impegnato a fissarle le labbra, domandandosi
se fossero davvero morbide come sembrava. L'amica quel giorno si era
messa un nuovo rossetto che le rendeva ancora più invitanti
del
solito e il giovane Re Demone, seduto accanto a lei, non riusciva a
concentrarsi su altro.
«Insomma, si può sapere
dove hai la testa?» lo richiamò a un certo punto
la bionda,
decisamente contrariata, interrompendo così le sue fantasie.
«Sei molto bella, Rebecca»
le rispose piano lui, senza quasi rendersene conto.
«Che hai detto?» domandò
la ragazza sconvolta, certa di aver capito male. Un complimento del
genere da parte sua l'avrebbe mandata in brodo di giuggiole, ma non
poteva aver pronunciato davvero quelle parole...
«Ho detto che sei molto
bella» ripeté lui, serio, a voce un po'
più alta e la giovane
avvampò.
«G-grazie» balbettò
imbarazzata ma felice, cercando di non correre troppo con la
fantasia. «Io però ti stavo dicendo delle cose
importanti. Potresti
ascoltarmi quando ti parlo?» gli ricordò a
malincuore, ripetendosi
le considerazioni fatte da tutti sul pianeta prima di atterrare
mentre si sforzava di mostrarsi severa. Si erano ripromessi di stare
in guardia e fare ciò che dovevano il più in
fretta possibile e
Shiki non era certo d'aiuto con un simile atteggiamento.
Il ragazzo annuì con un
lieve sospiro, sforzandosi davvero di seguire i suoi discorsi con
risultati però abbastanza scarsi.
«Posso portarvi
qualcos'altro?» domandò poco dopo una cameriera,
avvicinatasi al
loro tavolo con un sorriso smagliante.
«Il conto, grazie» rispose
in fretta il giovane, prima che Rebecca, stupita dal tono fin troppo
scontroso, potesse aprire bocca.
La ragazza, visibilmente
delusa, si allontanò con un piccolo inchino, assicurandogli
che
l'avrebbe portato subito, ma Shiki andò a pagare di persona
per poi
trascinarla quasi all'esterno.
«Si può sapere che ti
prende?» protestò la bionda, preoccupata, quando
furono usciti ma
il compagno, dopo averla guardata intensamente negli occhi per un
attimo, le afferrò una mano e la portò con
sé in una vietta
laterale più tranquilla.
«C'è una cosa importante
che devo dirti» le spiegò a quel punto, fissandola
con una serietà
che la spaventò ancora di più.
«Dimmi» sussurrò lei, con
la voce che tremava appena e gli occhi che saettavano ovunque in
cerca di eventuali pericoli. Che avesse visto qualcosa di sospetto
mentre erano al bar?
«In realtà è da un po'
che ci sto pensando, ma non so bene come dirtelo»
confessò con un
leggero imbarazzo, distogliendo per un attimo lo sguardo.
Rebecca lo osservò con aria
interrogativa ma la risposta non fu esattamente quella che si
aspettava. Shiki infatti, dopo aver cercato invano le parole giuste
per qualche secondo, decise di passare all'azione, appoggiando
semplicemente le labbra sulle sue.
La ragazza, presa alla
sprovvista, rimase interdetta per qualche secondo, ma quando lo
sentì
chiedere timidamente l'accesso alla sua bocca, un angolino del suo
cervello le fece notare che avrebbe fatto meglio a rispondere in
qualche modo. Del tutto impreparata, si affidò a sua volta
all'istinto e schiuse appena le labbra, portando nel frattempo le
mani tra i capelli di Shiki per avere qualcosa a cui aggrapparsi. Era
il suo primo bacio e stava accadendo tutto così in fretta da
darle
quasi le vertigini.
A quel primo contatto ne
seguirono subito altri, con foga sempre maggiore, finché, in
un
momento di pausa, non arrivarono alle loro orecchie i commenti di
Happy e Pino, rimasti fino a quel momento ad osservare la scena con
grande confusione della robottina.
«Aspetta, Shiki... Cosa
significa tutto questo?» lo fermò a quel punto
Rebecca, imbarazzata
e confusa, nel debole tentativo di resistere all'impulso di
continuare all'infinito. Avevano una missione da compiere per il bene
di tutti e le labbra del compagno erano già diventate una
pericolosa
distrazione che non potevano permettersi in un momento simile.
«Che mi piaci, no?» le
rispose semplicemente lui, afferrandole le mani che gli aveva appena
appoggiato sul petto per trattenerlo. «Non è
così che si fa quando
ti piace qualcuno?» aggiunse poi, guardandola negli occhi con
aria
interrogativa.
«Suppongo di sì» disse
piano la ragazza, evitando il suo sguardo. «Ma tu come fai a
saperlo?» indagò sospettosa, con gli occhi ridotti
a due fessure.
«Me l'ha detto Weisz»
confessò tranquillo e Rebecca non poté fare a
meno di schiaffarsi
una mano sul viso.
«Avrei dovuto immaginarlo»
gemette sconsolata, sentendosi suo malgrado un po' delusa.
«Credo però che ti avrei
baciata comunque oggi» provò a rassicurarla il
ragazzo, sia pure
decisamente confuso dalla sua reazione. Che c'era di male se l'amico
gli dava consigli su come comportarsi con lei?
«Davvero? E perché?»
domandò stupita. Questa proprio non se l'aspettava...
«Te l'ho detto, era da un
po' che ci pensavo. Guardavo le tue labbra quando parlavi e mi
chiedevo come fossero. Poi oggi ti sei messa il rossetto ed erano
ancora più invitanti del solito e
così...» le spiegò impacciato,
arrossendo sempre di più, senza osare finire la frase, ma la
bionda
sorrise comunque intenerita e lo abbracciò felice.
«Sono contenta che tu
l'abbia fatto» gli disse dolcemente, stringendolo forte.
«Davvero? Non sei
arrabbiata?» domandò Shiki incredulo e la ragazza
scosse appena la
testa senza interrompere il contatto. Si stava bene lì e le
piangeva
il cuore all'idea di doversi staccare presto, ma purtroppo non aveva
scelta.
«Perché dovrei? Anche tu
mi piaci...» pronunciò a fatica, diventando sempre
più rossa.
Avrebbe voluto aggiungere molto di più ma era già
stata un'impresa
così e ci sarebbe stato sicuramente il tempo per farlo in un
momento
migliore. Non dovevano dimenticare infatti di essere in strada su un
pianeta probabilmente ostile, con due androidi che li fissavano
curiosi, lasciandosi sfuggire di tanto in tanto commenti decisamente
fuori luogo, visto che Pino, in particolare, diceva ad alta voce, nei
pochi attimi di silenzio, cose a dir poco imbarazzanti come
“Il
vostro battito cardiaco e la temperatura corporea sono in aumento,
signorina Rebecca”. Senza contare che i loro compagni li
stavano
aspettando per ripartire, e non voleva nemmeno immaginare l'imbarazzo
di farsi sorprendere da loro in un vicolo mentre si baciavano,
completamente dimentichi del loro compito.
Shiki le sorrise radioso e
la strinse di più a sé ma la ragazza, sia pure
dispiaciuta, si
costrinse a liberarsi e fare un passo indietro, cercando di non
badare alla sua espressione delusa.
«Credimi, piacerebbe anche
a me restare così in eterno, ma non possiamo fermarci a
lungo qui e
c'è il rischio che gli altri vengano a cercarci da un
momento
all'altro» disse seria e un attimo dopo, come volevasi
dimostrare,
Hermit li contattò tramite Pino, chiedendo loro dove fossero
finiti.
Il resto dell'equipaggio, infatti, era tornato già da un po'
sulla
Edens Zero, e se Homura, preoccupata, si offrì subito di
raggiungerli per dare loro una mano, a Weisz bastò
un'occhiata per
mettere su uno strano sorrisetto di trionfo che non le piacque per
niente. Per fortuna né lui né Shiki osarono
rivelare la ragione del
ritardo, ma Rebecca, sia pur consapevole di dover ringraziare il
futuro professore per l'accaduto, si ripromise di dirgli due paroline
al riguardo appena possibile. Da un lato era un bene, tutto sommato,
che desse consigli all'amico, ma quei due insieme continuavano a
farle decisamente paura, visto poi che sarebbe stata lei a subire in
prima persona le loro idee geniali.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia mi è
venuta
decisamente più lunga del previsto, ma anche se all'ultimo
secondo,
sono riuscita comunque a pubblicarla entro oggi. Come vedete non ce
l'ho fatta a non inserire di nuovo il mio headcanon di Weisz in
versione Cupido per questi due e sinceramente non posso dare torto a
Rebecca per la sua paura. Con la dichiarazione le è andata
bene, in
fondo, ma l'accoppiata Shiki & Weisz potrebbe diventare
pericolosa in futuro. XD (*immagina scene ai
“danni” di Rebecca*)
Scherzi
a parte, fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per
il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Per
tutti gli interessati, nel fandom di Naruto, sempre su AO3 ed Efp, ho
pubblicato anche una flashfic SasuNaru dal titolo
“Girasole” per
la seconda tabella del Writober. Passate a trovarmi anche
lì, se vi
va, e grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 5 *** Day 5: Ghiaccio ***
Attenzione:
spoiler per chi non ha letto il capitolo 110.
Day
5: Ghiaccio
Stavano
aspettando che Witch
tornasse da Blue Garden e Weisz era seduto accanto a Homura, che da
quando erano usciti dalla caverna infuocata nel tempio di Red Cave
giaceva a terra con del ghiaccio sulla fronte per cercare di
riprendersi. La ragazza soffriva moltissimo il caldo ed era svenuta
nella grotta costringendolo a prenderla sulle spalle per portarla
via. Per fortuna aveva ripreso i sensi una volta tornati in un posto
con una temperatura più accettabile, ma non era ancora in
grado di
alzarsi.
Il giovane si girava a
controllarla a intervalli regolari e a un certo punto la vide con gli
occhi di nuovo aperti, sia pure un po' persi, che si sventolava con
una mano in cerca di sollievo.
«Come ti senti?» le chiese
subito.
«Meglio, ma spero che Witch
arrivi presto» rispose piano lei e Weisz annuì,
controllando
intanto che il ghiaccio non si fosse sciolto del tutto. Non l'avrebbe
mai ammesso, ma si era spaventato parecchio quando era svenuta a un
nulla dalle fiamme e gli sarebbe piaciuto poter fare di più
per
aiutarla a riprendersi.
Non poteva sapere che per
Homura, invece, andavano benissimo la semplice vicinanza e l'andare
avanti e indietro per sostituire il sacchettino sulla sua fronte,
raccomandandole di stare sdraiata e riposarsi.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Questa volta i
protagonisti sono Homura e Weisz, e anche se la storia non mi
convince del tutto, spero che a voi sia piaciuta. Fatemi sapere che
ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete
dedicato anche solo leggendo.
Per
tutti gli interessati, nel fandom di MacGyver (2016), sempre su AO3
ed Efp, ho pubblicato anche una nuova raccolta, intitolata
“Imprevisti”, che svilupperà alcuni
prompt della mia seconda
tabella per il Writober. Passate a trovarmi anche lì, se vi
va, e
grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 6 *** Day 6: Scherzo ***
Attenzione:
spoiler per chi non ha letto gli ultimi capitoli.
Day
6: Scherzo
Capitava
a volte che Weisz,
nei momenti di noia, decidesse di divertirsi un po' a spese dei suoi
compagni, inventandosi qualche scherzo ai danni soprattutto di Shiki,
ma il suo preferito era fargli credere, in qualunque modo, che ci
fossero insetti nelle vicinanze. Era troppo divertente vederlo andare
nel panico, e da quando il giovane Re Demone aveva deciso di
accogliere a bordo della Edens Zero ben tre degli ex sottoposti di
Drakken Joe, al piacere dello scherzo si univa anche una sottile
vendetta. Si rendeva conto di essere infantile, ma per il momento era
l'unica cosa che lo facesse sentire meglio. Benché sapesse
che non
c'entravano nulla con la sua storia, non riusciva proprio ad
accettare la presenza di chi aveva collaborato con l'assassino di sua
madre e di chissà quanti altri, e non capiva come potesse
farlo
Rebecca, dopo ciò che lei stessa aveva raccontato del
cosiddetto
“mondo 29” in cui avevano fatto tutti una pessima
fine a causa
loro.
Per
sua sfortuna, però, la ragazza non gli dava il minimo
appoggio e si
mostrava anzi sempre più irritata dal suo atteggiamento,
finché un
giorno, dopo aver consolato Shiki per l'ennesima volta, lo
avvisò di
stare attento, prima che qualcuno decidesse di restituirgli il
favore.
Weisz
fece finta di nulla, ma si appuntò mentalmente di ascoltare
quella
minaccia non troppo velata. La bionda non conosceva il suo punto
debole, ma non era difficile intuire che potesse diventare tremenda
quanto lui se non peggio quando si arrabbiava, e negli ultimi tempi
la vedeva sempre più dolce e protettiva con Shiki. A quanto
pare,
iniziava a ricambiare l'interesse dell'amico nei suoi confronti ed
era meglio per tutti se avesse evitato di scatenare la sua ira.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Ammetto di aver fatto
molta fatica a trovare un'idea per questo prompt, ma spero che la
storia vi sia piaciuta, anche se a me non convince molto. Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo.
Per
tutti gli interessati, vi informo che nel fandom di Supernatural,
sempre su AO3 ed Efp, sto continuando anche la raccolta “Una
vita
insieme” per la seconda tabella del Writober. Passate a
trovarmi
anche lì, se vi va, e grazie a chi le darà
un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 7 *** Day 7: Torre ***
Attenzione:
vi informo che la storia, almeno fino a un certo punto, sarà
piuttosto dark (o almeno credo/spero, visto che è il mio
primo
tentativo u.u). Non leggete se non vi piace il genere.
Day
7: Torre
Per
la notte di Halloween,
Rebecca aveva deciso di fare un video su un'antica dimora, poco fuori
città, che secondo le leggende era infestata dai fantasmi
delle
vittime di un efferato delitto che si era svolto al suo interno,
portando in poco tempo alla fine della lunga dinastia che aveva
governato sul paese in tempi lontani. Quelle vecchie mura, che nei
secoli avevano ospitato diverse generazioni della famiglia prima di
essere abbandonate dai regnanti successivi per paura degli spiriti,
erano state in realtà frequente teatro di tragici eventi, ma
da
quando era avvenuto, nella torre dell'ala est, quell'ultimo massacro
ai danni di quattro giovani donne, sembrava fosse divenuto
impossibile viverci.
Sia pure un po' scettica
sulle numerose stranezze raccontate da chi diceva di aver passato la
notte anche solo nelle vicinanze per i motivi più svariati,
la
ragazza era convinta che una sorta di documentario dell'orrore girato
in un posto tanto famoso le avrebbe finalmente portato il numero di
visualizzazioni che sognava da anni. Del resto non era certo un
mistero che tanti giovani, soprattutto in quel periodo, arrivassero
addirittura da altre città per entrare in quella casa e
fornire al
mondo il loro resoconto di una serata di paura e Rebecca aveva deciso
di fare le cose in grande.
Armandosi di coraggio e
tanta determinazione, visto che l'idea di gironzolare per ore da sola
in un edificio pericolante non era certo il massimo, si
intrufolò
quindi all'interno, ignorando i cartelli che invitavano a stare
lontani dalla struttura nella speranza di non doversene pentire. Non
le sarebbe piaciuto concludere il tutto in ospedale con una gamba
rotta o peggio perché il pavimento, o qualsiasi altra cosa,
aveva
deciso di cedere proprio al suo passaggio. L'obiettivo che si era
prefissata, però, era molto importante per lei, e se in
tanti
entravano e uscivano di lì senza danni, poteva anche
permettersi di
rilassarsi un po' e godersi invece l'avventura che l'avrebbe resa
famosa, visto che di lì a poco avrebbe addirittura filmato
gli
spiriti che si diceva terrorizzassero i visitatori.
Leggermente rincuorata,
parcheggiò la macchina e indossò le orecchie da
gatto che la
caratterizzavano, parlando poi con sicurezza alla videocamera del suo
telefono per presentare l'impresa.
Soddisfatta di quel primo
passo, spinse quindi con cautela la pesante porta d'ingresso
principale, che si aprì con un cigolio per nulla
rassicurante, e
varcò la soglia ripetendosi per l'ennesima volta che sarebbe
andato
tutto bene.
Non credeva ai fantasmi, ma
percorso qualche metro nella più totale oscurità,
lievemente
rischiarata dalla luce della torcia che aveva portato con
sé,
dovette ammettere che il posto era davvero spettrale, e nella notte
di Halloween, sia pure inconsciamente, le paure ancestrali legate a
questa festa tornavano a galla, materializzando ovunque pericoli di
ogni genere. Si impose però di stare calma e comportarsi da
professionista, preparandosi a documentare la sua serata come una
vera e propria sfida tra se stessa e gli spiriti che infestavano la
torre. Non che si aspettasse di avere guai, in realtà, ma
con i
giusti accorgimenti, in fase di montaggio, ne sarebbe venuto fuori un
video degno di un film dell'orrore.
Facendo attenzione a dove
metteva i piedi, si incamminò lenta per i corridoi,
esplorando le
stanze piene di polvere e ragnatele che le trasmettevano una
malinconia infinita. Nonostante l'evidente abbandono, era chiaro
infatti che a suo tempo la casa doveva essere stata un luogo
meraviglioso, e mentre commentava ciò che vedeva,
premurandosi ogni
tanto di fingersi spaventata dove avrebbe inserito in seguito gli
effetti speciali, immaginava come dovesse essere vivere lì e
utilizzare quegli stessi oggetti che a lei, secoli dopo, sembravano
strani o addirittura ridicoli, ma che allora erano un lusso che ben
pochi avrebbero potuto permettersi.
Con il cuore che batteva
forte per l'agitazione, Rebecca si inoltrò sempre di
più, ma a un
certo punto si rese conto, suo malgrado, di sentirsi addosso degli
occhi che non avrebbero dovuto esserci.
Aggrottando le sopracciglia,
strinse forte la torcia, illuminando più che poteva l'enorme
spazio
intorno a lei. Si trovava infatti in un probabile salone per i
ricevimenti e la luce a sua disposizione non era abbastanza per
rischiarare tutti gli angoli. Che ci fosse qualcun altro intenzionato
a passare lì la notte di Halloween?
«C'è qualcuno?» domandò
con la voce che tremava appena, augurandosi che lo sconosciuto non
decidesse di farle uno scherzo. Si stava impegnando per non lasciarsi
sopraffare da quell'atmosfera tanto lugubre e non voleva rischiare
urla di terrore non previste che avrebbero rovinato il suo prezioso
video.
Per fortuna non accadde
nulla e Rebecca, aggrappandosi all'idea che si trattasse di una
normalissima presenza umana, proseguì a lungo
nell'esplorazione,
mostrandosi però, suo malgrado, sempre più
guardinga. Benché ci
avesse sperato con tutta se stessa, infatti, si rendeva conto che
difficilmente un gruppo di giovani, magari più grandi,
avrebbe
resistito alla tentazione di divertirsi un po' alle spalle di una
ragazza che si aggirava da sola per i corridoi di una casa infestata,
ma si rifiutava di prendere anche solo in considerazione l'ipotesi di
animali selvatici notturni o, peggio ancora, di spiriti inquieti.
Sebbene in quella casa fossero morte orribilmente delle persone, non
significava affatto che le loro anime vagassero ancora nelle stanze
che avevano popolato in vita...
Purtroppo, si rese conto con
un sussulto, più si avvicinava alla famosa torre,
più aumentava
l'orribile sensazione di essere spiata, tanto che per un attimo si
domandò se fosse davvero il caso di avventurarsi fin
là. Non
sarebbe certo stata la prima ad abbandonare l'impresa prima ancora di
arrivarci, ma la bionda era testarda e non poteva sprecare
così
un'ottima occasione per girare un video diverso dai soliti. Senza
contare che sapeva per certo che Lavilia Christy, la sua più
acerrima rivale, era stata invitata a una festa esclusiva in
città a
cui era abbastanza sicura che una come lei avrebbe partecipato con
orgoglio, lasciandole quindi campo libero su qualunque iniziativa.
Suo malgrado, doveva ammettere che non le capitava spesso di avere
idee originali ed era determinata a sfruttare questa per ottenere a
sua volta un minimo di popolarità in più.
Cercando di tenere bene a
mente i suoi obiettivi, cominciò a salire con attenzione le
scale
che portavano in cima. I gradini di pietra erano vecchi e scivolosi e
non sarebbe stato affatto piacevole cadere da lassù.
Le sembrò di metterci
un'eternità ad arrivare al corridoio che un paio di secoli
prima era
stato testimone del massacro e un brivido le corse rapido lungo tutta
la schiena al pensiero di quelle sfortunate ragazze, vittime
innocenti di un raptus di follia di uno dei fratelli che nessuno era
mai riuscito a spiegare in maniera convincente.
Con la voce che tremava
appena, spiegò alla videocamera dove si trovava, ma a un
certo punto
fu costretta a interrompersi con la netta impressione che il cuore le
si sarebbe fermato da un istante all'altro. Era sicura di aver
sentito un pietoso lamento provenire da qualche parte lì
vicino e il
suo cervello lo associò immediatamente a una delle giovani,
che si
diceva avesse agonizzato più delle sorelle prima che il loro
assassino, accortosi che era ancora viva, tornasse da lei per
finirla. Stava forse per incontrare il suo fantasma?
Se le cose stavano così,
sarebbe stata un'ottima idea togliere il disturbo, prima che
decidesse di farle pagare l'ardire di essere arrivata fin
lassù, ma
i suoi piedi erano come incollati al pavimento.
Alla disperata ricerca di
rassicurazioni, ricominciò a balbettare confusamente
qualcosa a
beneficio dei suoi futuri spettatori, nella speranza che il suono
della sua voce le desse un po' di coraggio. Razionalmente sapeva
infatti che il rumore che aveva sentito avrebbe potuto avere ben
altre spiegazioni molto più banali, ma era pur sempre
Halloween ed
erano ore che girava, apparentemente da sola, in un'enorme casa
abbandonata su cui circolavano da anni leggende spaventose. Era
quindi naturale che la suggestione prendesse facilmente il
sopravvento, ma doveva comunque trovare il coraggio, prima o poi, di
fare un passo da una parte o dall'altra.
Ovviamente, a questo punto,
propendeva di più per la fuga, ma mentre cercava di
obbligarsi a
spostare un piede in quella direzione, qualcosa le sfrecciò
accanto
a una tale velocità che si accorse a malapena del movimento.
Il
tocco gelido sulla guancia però, sia pure rapidissimo, lo
sentì fin
troppo bene e, terrorizzata, fece un salto all'indietro che la
portò
quasi al centro del breve corridoio, dove rimase ferma con le gambe
che minacciavano di cedere da un istante all'altro, tremando come non
mai mentre si sfiorava la pelle e scrutava invano gli angoli bui.
Cosa cercava di fare il fantasma, arrivandole addosso in quel modo?
Purtroppo adesso, a
giudicare dall'impronta insanguinata di una mano rimasta nei secoli
sul muro, si trovava proprio nel punto in cui la ragazza era stata
uccisa mentre cercava di allontanarsi con le sue ultime forze e
Rebecca rabbrividì violentemente al pensiero delle vane
suppliche
che doveva aver rivolto al suo assassino prima di ricevere l'ennesima
coltellata.
Alla vista della macchia che
nessuno, si diceva, era più riuscito a cancellare, le sue
ginocchia
toccarono dolorosamente il pavimento, ma la bionda quasi non vi
badò,
visto che un lugubre lamento a più voci, levatosi da
chissà dove,
annunciò l'arrivo improvviso dei fantasmi delle sfortunate
giovani.
Le quattro sorelle, avvolte
in lussuosi abiti chiari macchiati di sangue, apparvero davanti a lei
emettendo in continuazione quell'orribile suono che la stava facendo
impazzire e la bionda ansimò per la paura. Avrebbe voluto
scusarsi e
scappare via, promettendo di non tornare mai più e di fare
anzi il
possibile affinché nessuno andasse di nuovo in quella casa,
ma
poteva solo guardarle con il cuore a mille e le lacrime che
scorrevano rapide sulle guance. Come le era venuto in mente di girare
quello stupidissimo video? E nella notte di Halloween, per di
più,
quando era risaputo che gli spiriti fossero tutti in giro...
Con orrore vide una delle
ragazze, che riconobbe dalle vecchie immagini d'epoca come la
più
sfortunata, fluttuare rapida verso di lei con le braccia protese in
avanti, e a quel punto Rebecca urlò, con tutto il fiato che
aveva in
gola, la sua inutile supplica, alzando intanto le proprie in un
estremo tentativo di proteggere la testa mentre serrava gli occhi e
pregava tra sé che finisse presto. Una parte di lei sapeva
infatti
benissimo che niente avrebbe potuto impedire al fantasma di farle
ciò
che voleva, e per un attimo ripensò al suo gattino Happy e
alle
poche persone care che aveva al mondo, rimpiangendo di non poterli
vedere un'ultima volta. Che fine stupida avrebbe fatto per un
semplice video che, con ogni probabilità, non avrebbe retto
lo
stesso il confronto con quello di Lavilia sulla festa, ma non c'era
modo di sfuggire al suo triste destino. Perché mai uno
spirito
infuriato avrebbe dovuto avere pietà di lei?
«No, ti prego! Me ne andrò
subito, te lo prometto! Farò qualunque cosa!»
singhiozzò comunque
disperata, senza riuscire a trattenersi.
Non osò guardare la sua
reazione, ma dopo alcuni attimi di assoluto terrore, in cui si
domandò perché mai non sentisse nulla, una risata
soffocata la
convinse a rialzare lentamente la testa, scoprendo che si trattava
della sua rivale, uscita fuori da chissà dove con le mani
sulla
pancia e le guance inondate di lacrime per il troppo ridere.
Rebecca la fissò inebetita
per una manciata di secondi, domandandosi perché mai dovesse
vedere
una cosa simile se era morta, ma alla fine un orribile sospetto
iniziò a prendere forma nella sua mente sconvolta.
«Sei pazza? Mi è quasi
venuto un infarto!» le urlò contro a quel punto,
alzandosi in piedi
e avanzando verso di lei con tutta la dignità che poteva
avere in
quelle pietose condizioni mentre si asciugava rabbiosamente le
lacrime.
A risponderle fu però la
risata fragorosa di Lavilia, che si contorceva appoggiata al muro per
non cadere a terra.
«Non posso credere che tu
ci sia cascata! Avresti dovuto vedere la tua faccia!»
esclamò a
voce altissima, mentre la bionda cercava di resistere al fortissimo
impulso di strozzarla o di romperle qualcosa in testa. Mai che ci
fossero oggetti adatti nelle vicinanze quando servivano...
«Non dovevi essere alla
festa?» le chiese poco dopo, augurandosi che la domanda
bastasse a
distrarla. Non avrebbe risposto delle sue azioni se l'avesse sentita
ridere in quel modo un minuto di più e riconoscere man mano
gli
oggetti utilizzati per quella messinscena non la stava certo aiutando
a trattenersi.
«Sì, in effetti ero stata
invitata ma avevo di meglio da fare stasera» disse lei dopo
qualche
secondo mentre cercava di riprendere fiato.
«Ah, sì? E cosa?» soffiò
tra i denti Rebecca, stringendo con forza i pugni.
«Che domande che fai... Uno
splendido video nella casa infestata più famosa dello stato,
ovviamente» le spiegò altezzosa, facendole prudere
ancora di più
le mani dalla voglia di suonargliele.
«Questo doveva essere il
mio video, Lavilia. E tu l'hai
rovinato con i tuoi
stupidi scherzi» protestò la bionda con rabbia.
«Io non ho rovinato proprio
niente, mia cara. Secondo te quello era un video di Halloween?
Sembrava più una noiosa lezione di storia. Chi mai l'avrebbe
guardato?»
«Questa era solo la base,
l'avrei reso perfetto una volta tornata a casa. Come ti è
venuto in
mente di seguirmi?»
«Io seguirti? Sei tu che
sei venuta qui, rischiando di mandare tutto a monte.»
«Ma figuriamoci. E come
avrei fatto, sentiamo.»
«Blaterando di storia e
sciocchezze varie per i corridoi rovinando l'atmosfera, per esempio.
Davvero pensavi che un video del genere potesse avere
visualizzazioni? Dovresti essermi grata, piuttosto.»
«Grata? E per cosa? Per i
vent'anni di vita che ho perso per colpa tua?» le
urlò contro in
tono lievemente isterico. Davvero, non avrebbe potuto scegliere una
parola peggiore.
«Sei la solita esagerata.
Lo sai quante persone pagherebbero per apparire in un mio video? Tu
non hai neanche fatto le selezioni e sborsato un centesimo.»
«Come se me ne importasse
qualcosa... Io volevo girare il mio senza rischiare la vita!»
«Quante storie per un
piccolo scherzo innocente...»
«Piccolo scherzo
innocente? Hai una vaga idea di cosa significhino queste
parole?»
«Conosco benissimo la
nostra lingua, grazie.»
«Non si direbbe proprio. E
comunque sentiamo: ammesso che tu non mi abbia seguita per tendermi
una trappola di proposito, cosa di cui dubito, che avresti fatto se
stasera non fosse venuto nessuno?»
«C'è sempre
qualcuno che viene qui ad Halloween, mia cara. Se ti fossi informata,
lo sapresti anche tu.»
«Io non ho visto nessuno e
sono qui da parecchio.»
«Forse sono scappati tutti
sentendoti parlare. Davvero, non riesco a immaginare nulla di
più
noioso della tua lezione. Ho rischiato di addormentarmi mentre
preparavo il materiale» insistette Lavilia con un'aria da
vittima
innocente che la fece imbestialire ancora di più.
«Questo perché tu sei una
capra ignorante. Stavo preparando un video serio che non si limitasse
a divertire e basta. Hai idea di quante ricerche ho fatto nei giorni
scorsi?» le rispose con rabbia.
«Dovresti occupare meglio
il tuo tempo, Rebecca, sul serio. È un consiglio da
amica.»
«Non osare parlarmi di
amicizia dopo quello che hai fatto! Potrei correre subito a
denunciarti!»
«E per cosa? Per averti
impedito di perdere i tuoi pochi follower? O per averti aiutata a
realizzare, per la prima volta in vita tua, un video decente?»
«Come ti permetti? Guarda
che potrei farlo davvero! Scommetto che non hai pensato che il tuo
scherzo potesse fare danni sul serio.»
«Solo perché tu sei stata
tanto stupida da cascarci non significa che siano tutti
così»
insistette Lavilia, rifiutandosi di darle ragione per principio. In
realtà sapeva che la rivale non aveva tutti i torti, ma non
l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
«A volte mi chiedo davvero
come facciano i tuoi fan a sopportarti. Eppure lo sanno che sei
impossibile» sbottò a quel punto Rebecca.
«Forse perché porto
contenuti di qualità sotto tutti i punti vista?»
le suggerì
maliziosamente l'altra, godendosi l'ennesima ed evidentissima
scintilla di rabbia che le aveva attraversato per un attimo lo
sguardo.
«Avresti dovuto avvertire
prima sia me che chiunque altro avesse varcato quella soglia. Non
puoi fare scherzi del genere a qualcuno che neanche conosci»
insistette di nuovo la bionda, immaginando con orrore cosa sarebbe
potuto succedere, più che a se stessa, ad altri ragazzi e
ragazze
del tutto innocenti.
«E dove sarebbe il
realismo, sapendolo prima?» stava intanto chiedendo Lavilia
con
un'indifferenza a dir poco preoccupante.
«Ma davvero non capisci o
cosa?» strepitò la bionda esasperata, reprimendo a
fatica l'impulso
di scuoterla con tutta la forza che aveva, nella speranza di
riattivarle quel cervello bacato.
«Sei davvero noiosa,
Rebecca. Avevo la situazione perfettamente sotto controllo.»
«Certo, come no.»
«Non ti permettere. Anch'io
avevo preparato il video con largo anticipo»
affermò con orgoglio,
guardandola dall'alto in basso.
«Peccato ti mancassero
delle cavie...» borbottò l'altra a mezza voce.
«Non erano affatto cavie.
Si chiamano attori» la corresse piccata Lavilia.
«Chiamali come vuoi. Resta
il fatto che chiunque, sano di mente, ti avrebbe risposto picche
sapendo cosa avevi in serbo. Di' la verità: è per
questo che hai
preparato questa stupida trappola ai danni dei visitatori» la
accusò
con rabbia.
«Finiscila di farmi
sembrare un mostro, Rebecca! Una volta chiarita la situazione,
avremmo trovato sicuramente un accordo vantaggioso per tutti»
protestò furiosa la ragazza dai lunghi capelli blu,
iniziando suo
malgrado a stancarsi di quella conversazione che la stava mettendo
sempre di più con le spalle al muro.
«Credi che la gente sia
stupida, per caso? Mi spiace per te ma non tutti riuscirebbero a
passare sopra una cosa del genere e ti consiglio di ricordartelo la
prossima volta che ti verrà un'idea del genere»
insistette Rebecca.
«Adesso smettila! Tutte le
storie che stai facendo sono l'ulteriore dimostrazione che non sei
fatta per il mondo dello spettacolo. Non conosci nemmeno le basi di
questo mestiere e pretendi di avere successo. Sei proprio
un'ingrata!» la sgridò Lavilia, incapace di
sopportare oltre quelle
accuse.
«Cos'hai detto?» domandò
la bionda minacciosa, stringendo gli occhi.
«Che sei un'ingrata! Potrei
averti spalancato le porte per un'ottima carriera e ti arrabbi
pure!»
ripeté piccata.
«So io che porte hai
rischiato di spalancare, Lavilia, e la carriera non c'entra»
ribatté
cupa Rebecca.
«Non oso immaginare cosa
potresti aver capito, ma se il video venisse guardato dalle persone
giuste, potresti diventare un'attrice di successo. Hai idea di quanto
sia stata realistica quella scena?» le spiegò
infervorata l'altra,
fiera come sempre di poter sfoggiare le sue conoscenze di quel mondo
alla faccia della rivale. Era incredibile quanto le desse gusto.
«Per forza lo era! Mi hai
spaventata a morte!» protestò Rebecca incredula.
Davvero sperava di
farle cambiare idea in quel modo?
«Ripeto: solo perché sei
stata tanto stupida da cascarci. Chiunque altro, però,
penserebbe
che hai talento da vendere e ti farebbe subito un provino»
continuò
felice, godendosi la sua espressione, che aveva però
decisamente
frainteso. L'impressione della rivale di fronte al suo sapere,
infatti, era tutto fuorché positiva.
«Poi probabilmente ti
butterebbero fuori a calci dopo cinque minuti, ma intanto avresti,
grazie a me, il tuo momento di gloria» aggiunse
però Lavilia un
attimo dopo, accortasi che il discorso iniziava ad assomigliare un
po' troppo a dei complimenti che non aveva alcuna intenzione di
farle.
«Se speri che ti ringrazi
ti sbagli di grosso e bada a come parli. Non te la caverai con i tuoi
pseudo-complimenti da quattro soldi e comunque non me la bevo la
storia che hai inscenato tutto questo per fare un favore
disinteressato» borbottò Rebecca.
«Quanta fatica sprecata con
te. Non poteva capitarmi chiunque altro stasera?» si
lamentò
esasperata la blu.
«Chiunque altro te
l'avrebbe già fatta pagare cara, se fosse
sopravvissuto» le fece
notare la bionda.
«Non penso proprio. C'è
sempre la fila per partecipare ai video di Lavilia Christy e posso
darti quello che vuoi per ricompensarti di aver recitato per me.
Dovresti saperlo che sono una ragazza generosa» la corresse
l'altra,
facendo la buffa smorfia che incantava sempre i suoi fan.
«Solo quando ti fa comodo,
e comunque non voglio un bel niente da te» rifiutò
schifata
Rebecca, sentendosi quasi offesa da quelle parole.
«Oh, davvero? Beh, se ci
ripensi, sai dove trovarmi» disse Lavilia stupita, dando una
rapida
occhiata al cellulare, che aveva iniziato a emettere un promemoria.
«Si è fatto tardissimo ed è meglio che
vada, tornerò qui domani
con il mio staff per portare via tutto. Sappi però che
domani
mattina presto il video sarà sul mio canale e che, per
quello che
serve, cercherò di mettere una buona parola anche per il tuo
“Aoneko
Channel” o come si chiama. Sfrutta bene il mio aiuto,
Rebecca, mi
raccomando. Un'occasione del genere capita una sola volta nella
vita»
si congedò a quel punto, facendole l'occhiolino, prima di
allontanarsi con grazia mentre la bionda, rimasta sola nel corridoio,
iniziava ad apostrofarla con epiteti che avrebbero fatto impallidire
chiunque. Non era mai stata tanto umiliata in vita sua, e
considerando il fatto che ogni incontro con Lavilia si svolgeva
più
o meno in quel modo, era tutto dire.
Fremendo di rabbia, si chinò
a raccogliere il suo telefono, che era rimasto a terra per tutto il
tempo con la registrazione avviata. Ovviamente non aveva ripreso la
scena, ma le voci sì, e in caso di bisogno avrebbe potuto
sfruttare
la cosa.
Il mattino dopo avrebbe
guardato il video della sua rivale, ma avrebbe messo in rete anche il
suo, pubblicando anche, se necessario, quell'interessante
conversazione. Sarebbe stato un colpo basso, lo sapeva, ma dopo aver
rischiato di morire, si sentiva in dovere di informare in anticipo
altre possibili vittime.
Se non altro, per questa
volta, avrebbe potuto tornare a casa e riabbracciare Happy e tutti
gli altri con la rassicurante certezza che gli spiriti non
esistevano, ma se si fosse voltata per un attimo mentre scendeva a
sua volta le scale, avrebbe visto quattro figure evanescenti che
avevano seguito con attenzione tutto ciò che era avvenuto
sulla
torre, alternando indignazione e stupore mentre osservavano la vita e
gli strani oggetti di quelle ragazze tanto diverse da loro.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie mille per essere arrivati fin qui! Davvero,
meritereste un monumento solo per questo, vista la lunghezza di
questa follia. Vi assicuro che non avevo intenzione di farla
diventare una specie di romanzo diviso in due parti (che spero non
stonino troppo insieme, dal momento che la prima, a un certo punto,
ha spaventato anche me, mentre nella seconda sembravamo pronte tutte
e tre per un ospedale psichiatrico), ma la storia si è
scritta
praticamente da sola e non volevo rischiare di fare danni
rimettendoci mano. Purtroppo, essendo così lunga (come del
resto le
altre storie pubblicate oggi), mi ha fatto saltare un paio di
aggiornamenti, ma spero ne sia valsa la pena e di avervi strappato
almeno un sorriso. Non so voi, ma ce le vedo benissimo Rebecca e
Lavilia che litigano in quel modo dopo una scena degna di un horror
(o almeno spero, visto che non ho mai scritto nulla di così
dark XD)
e per quanto riguarda la conclusione... beh, manca poco ad Halloween,
e con quello che avevo scritto nelle prime pagine, non mi sembrava
giusto buttarla del tutto sul ridere e basta. Spero abbiate
apprezzato questo “piccolo” esperimento e che mi
farete sapere
che ne pensate, se vi va. Grazie intanto di cuore per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo. <3
Passando
ad altro, vi informo che nel fandom di Supernatural, sempre su AO3 ed
Efp, sto continuando anche la raccolta “Una vita
insieme” per la
seconda tabella del Writober. Passate a trovarmi anche lì,
se vi va,
e grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto. A tra
poco con la prossima storia, spero, e buona serata!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 8 *** Day 8: Sera ***
Day
8: Sera
Era
stata una giornata
difficile per l'equipaggio della Edens Zero, ma anche questa volta
erano riusciti a cavarsela e rimettersi in viaggio con tutto
l'occorrente per proseguire.
Rebecca, subito dopo cena,
era andata a trovare Shiki, ancora privo di sensi in infermeria dopo
l'ultimo colpo ricevuto in battaglia ore prima, mentre Homura e Weisz
si erano accomodati su uno dei divani del salotto.
C'era silenzio nella stanza,
ora che gli altri si erano allontanati, ma in quel momento era solo
gradita un po' di quiete. Lo scontro di quel giorno era stato molto
duro e tutti, chi più chi meno, si erano guadagnati lividi e
ferite
che Sister si era affrettata a medicare, ma c'erano cose che non si
potevano guarire così facilmente.
A un certo punto la
spadaccina sospirò e il ragazzo si girò a
guardarla, cingendole le
spalle con un braccio.
«Non è stata colpa tua»
le disse piano, intuendo i suoi pensieri, e la giovane
abbassò lo
sguardo, chiaramente poco convinta. Sapeva, in realtà, che
l'amico
aveva ragione, ma si sentiva comunque in difetto nel suo ruolo di
Stella Luminosa, visto che Shiki, in fondo, era stato ferito per
difenderla. Senza contare poi i danni, fortunatamente non tutti
imputabili a lei, subiti dalla città in cui si trovavano.
Quanti
morti e feriti avevano sulla coscienza senza neanche saperlo? E poco
importava che lo scontro, alla fine, li avesse liberati dal loro
oppressore; non avrebbero comunque dovuto coinvolgerli.
«La mia maestra non sarebbe
stata contenta di me oggi» ribatté tristemente,
tenendo gli occhi
bassi.
«Io invece penso di sì.
Sei stata incredibile prima con quell'orda di robot.»
«Con quelli forse»
concesse Homura, «ma non cambia che oggi sia stato Shiki a
dovermi
salvare e questo non sarebbe successo se fossi stata attenta come mi
ha insegnato lei.»
«Non potevi sapere che in
caso di sconfitta si sarebbe attivato un dispositivo di
autodistruzione» cercò di farla ragionare Weisz.
«Avrei dovuto stare in
guardia però. Mi sarei almeno spostata in tempo.»
«La prossima volta andrà
meglio, vedrai» la consolò il giovane.
«Tutti quanti abbiamo fatto
degli errori nello scontro di oggi, e purtroppo non siamo stati i
soli a pagarne le conseguenze, ma possiamo sfruttarli per
migliorare.»
Calò di nuovo il silenzio
dopo queste parole, pronunciate in un modo che stupì
entrambi.
«Sì» mormorò alla fine
la ragazza con un accenno di sorriso che venne subito ricambiato.
«Da
domani mi allenerò ancora più duramente. Non
succederà di nuovo»
riprese poi, con espressione determinata.
«Potremmo allenarci
insieme» propose a quel punto il biondo in tono fintamente
leggero e
la compagna lo osservò stranita. Poteva essere una buona
idea, ma i
loro Ether Gear non sembravano molto adatti per essere combinati...
«Dimentichi
Arsenal, e se servisse potrei provare a costruire anche qualcosa di
più specifico. È sempre un allenamento,
no?» si affrettò a dirle
Weisz, deciso a sfruttare l'occasione per passare un po' più
di
tempo con lei.
«Immagino di sì» sorrise
Homura, tutto sommato lieta di quell'inaspettata proposta. Non era
ancora pronta ad ammetterlo, ma iniziava ad apprezzare sempre di
più
quello strano ragazzo, che si era appena guadagnato ulteriori punti a
favore risollevandole il morale.
A quel punto la
conversazione si fece più rilassata, ma poco dopo Happy
arrivò ad
avvisarli, da parte di Rebecca, che Shiki si era svegliato e i due si
diressero a loro volta verso l'infermeria per passare un po' di tempo
tutti insieme prima di andare a letto, pieni di aspettative per il
giorno successivo.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche la seconda storia di oggi!
Spero vi sia piaciuta anche questa e che mi farete sapere che ne
pensate, se vi va. Grazie intanto per il tempo che mi avete dedicato
anche solo leggendo.
Passando
ad altro, vi informo che nel fandom di Supernatural, sempre su AO3 ed
Efp, sto continuando anche la raccolta “Una vita
insieme” per la
seconda tabella del Writober. Passate a trovarmi anche lì,
se vi va,
e grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto. A tra
poco con la prossima storia, spero, e buona serata!
Un
bacio,
Ellygattina
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Capitolo 9 *** Day 9: Inganno ***
Attenzione:
la storia si basa sugli avvenimenti del capitolo 53 (volume 7 del
manga).
Day
9: Inganno
Rebecca
non si era mai
sentita così umiliata come il giorno in cui Lavilia, su Sun
Jewel,
pensò bene di farle fare l'attrice per uno dei suoi video,
che si
concluse in bellezza con lei coperta di una zuppa maleodorante
cadutale addosso dall'alto e un coro di fragorose risate da parte di
chiunque avesse assistito alla scena. Solo il famoso b-cuber Nino,
per fortuna, lo trovò tutt'altro che divertente, ma ormai il
danno
era fatto. Se indossando il vestito di Poyo Poyo Ruby-chan si era
sentita stupida e ridicola, infatti, non era niente in confronto alla
vergogna che provava in quel momento. Soprattutto perché,
tra
l'altro, la sua rivale non sapeva affatto come raggiungere la zona
dei lavori forzati, dove la Dama Scarlatta aveva spedito poco prima
Shiki e Homura. L'umiliazione subita, quindi, non era proprio servita
a nulla, se non a farle perdere del tempo prezioso. Al contrario di
Happy, però, che un attimo dopo lo scherzetto con la zuppa
inveiva
già contro Lavilia, non aveva voglia di protestare
inutilmente.
Avrebbe dovuto conoscerla, ormai, ma si era illusa che per una volta,
date le circostanze, si sarebbe comportata da persona matura e ne
aveva pagato le conseguenze. Purtroppo la solida amicizia di un tempo
era svanita, per chissà quali motivi, già da
anni, e da allora la
sua rivale non aveva fatto altro umiliarla e metterla in
difficoltà.
Che sciocca era stata a fidarsi di lei quando le aveva proposto
quella collaborazione, a suo dire vantaggiosa per entrambe... E
pensare che a un certo punto si era anche sentita onorata mentre
imparava la sua parte e riceveva consigli utilissimi per migliorare
nelle sue produzioni, ma la terribile b-cuber dai capelli blu era
stata come sempre un'ottima attrice.
L'unica cosa positiva in
tutto questo era stato il vero aiuto da parte di Nino, ma l'ennesimo
inganno della rivale, nonostante la sua finta indifferenza di fronte
a tutti, avrebbe bruciato per molto tempo nel suo animo ogni volta
che ripensava, suo malgrado, a quelle parole di scherno, taglienti
come lame, e alle risate che le erano risuonate a lungo nelle
orecchie, ricordandole crudelmente che lei, in confronto a Lavilia
Christy, sarebbe stata sempre e comunque una perdente a dir poco
patetica.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche la terza (e ultima) storia di
oggi! Spero vi sia piaciuta anche questa e che mi farete sapere che
ne pensate, se vi va. Grazie intanto per il tempo che mi avete
dedicato anche solo leggendo.
Passando
ad altro, vi informo di aver ripreso anche la raccolta
“Imprevisti”
nel fandom di MacGyver 2016, sempre su AO3 ed Efp, per la seconda
tabella del Writober. Passate a trovarmi anche lì, se vi va,
e
grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Un
bacio e alla prossima!
Ellygattina
|
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Capitolo 10 *** Day 10: Portafortuna / Magical girl AU ***
Day
10 (a): Portafortuna
Rebecca,
riordinando la sua stanza, si trovò in mano, a un certo
punto, anche
la sua scatola dei ricordi, dov'erano custoditi tutti gli oggetti
particolari che raccoglieva da bambina, compreso il sasso liscio e
rotondo, di colore blu con striature azzurre, che aveva trovato una
volta in riva al lago, pochi mesi dopo essere stata adottata dal
professor Steiner. Quello era stato per anni il suo portafortuna, che
infilava sempre in una tasca o nella borsa per averlo con sé
ovunque
andasse.
Con
un sorriso, ricordò anche la disperazione delle poche volte
in cui
non riusciva a trovarlo per colpa del suo gatto Happy, che amava
giocarci quando di notte lo appoggiava sul comodino, o della signora
delle pulizie, che se dimenticava di controllare le tasche, finiva
inevitabilmente per fargli fare un giro in lavatrice insieme alla
felpa o ai jeans in cui era nascosto. Adesso ci pensava come a
qualcosa di divertente, ma allora erano state delle mezze tragedie
per cui suo “fratello” Weisz ed Hermit la
prendevano ancora
bonariamente in giro quando finivano per caso sull'argomento.
In
ricordo dei vecchi tempi, Rebecca lo prese e se lo rigirò
tra le
mani, sfiorandone più volte la superficie liscia di quel
colore
particolare che da bambina l'aveva attirata tanto. Di quanti ricordi,
belli e brutti, era stato testimone quel sasso?
Non
ricordava nemmeno quando e perché, qualche anno prima,
avesse smesso
di colpo di portarlo ovunque, ma mentre lo guardava, persa nei
ricordi, decise a un certo punto che in quel momento difficile della
sua vita, privata all'improvviso dell'uomo che l'aveva salvata da una
vita triste negli orfanotrofi, avrebbe potuto ricominciare a farlo,
almeno per un po'. Adesso, al contrario di allora, aveva un ragazzo e
degli amici meravigliosi sempre pronti a sostenerla, e razionalmente
sapeva che quella pietra non aveva alcun potere magico, ma aveva
bisogno di qualcosa in più che la facesse sentire protetta,
e il suo
vecchio portafortuna faceva proprio al caso suo.
Sorridendo
tristemente, lo infilò nella tasca della felpa che
indossava, e
vedendo entrare Happy, si affrettò a richiudere per
sicurezza la
scatola, prima che decidesse di giocare con i nastri e i fermagli
colorati che riposavano al suo interno. Più tardi magari
avrebbe
fatto un altro tuffo nel passato, ma per il momento era meglio
rimettersi al lavoro finché Weisz non fosse tornato a casa
dal
lavoro, probabilmente in compagnia della sua ragazza Homura, per
cenare insieme.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Inizialmente la storia
avrebbe dovuto essere tutt'altro che triste, ma mi è venuta
così e non aveva senso riscriverla. Spero di aver reso al
meglio i
sentimenti di Rebecca e di essere riuscita a emozionarvi almeno un
pochino. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per
il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Per
fortuna mia e vostra, la prossima fic avrà toni ben diversi.
Ci
vediamo in fondo, spero! ;)
Day
10 (b): Magical girl AU
Era
già da qualche giorno
che le b-cuber più famose venivano rapite e portate
chissà dove e
l'eroina Cat Girl voleva vederci chiaro. Per sua fortuna, almeno in
quel caso, conosceva di persona Lavilia Christy, considerata da molti
la migliore del momento, ed essendo sicurissima che i criminali non
avrebbero rinunciato alla stella più luminosa, aveva deciso
di
tenerla d'occhio con discrezione, nella speranza di arrivare a loro.
L'attesa fu lunga e
decisamente noiosa, ma alla fine fu ripagata quando un ragazzo dai
capelli verdi le si avvicinò minaccioso mentre tornava a
casa,
mettendo al tappeto in un attimo le sue guardie del corpo prima di
afferrarla e caricarsela in spalla come un sacco di patate.
A quel punto la bionda smise
rapidamente i panni di Rebecca Bluegarden, la sua vera
identità, e
cercò di bloccare l'aggressore con la sua arma magica.
Purtroppo, però, anche lui
aveva qualche asso nella manica, e controllando il vento, le
impedì
di avvicinarsi abbastanza da liberare la ragazza, che legata e
imbavagliata, la implorava con lo sguardo di salvarla.
Una folata più forte delle
altre la allontanò parecchio dal suo obiettivo,
permettendogli di
sparire con la sua “preda”, ma Cat Girl non si
arrese e
sfruttando le sue doti atletiche dovute alle trasformazione, si
lanciò all'inseguimento sui tetti, aggrappandosi poi
all'elicottero
che li aspettava, parcheggiato sul tetto di un lussuoso grattacielo
su cui si appuntò di indagare.
Dal momento che la posizione
non era certo comoda, tirò un sospiro di sollievo quando
atterrarono
a poca distanza da quello che sembrava un vecchio magazzino in disuso
in una zona malfamata, dove trovò le b-cuber rapite.
Fortunatamente nessuno dei
tre uomini all'interno si accorse di lei, che poté quindi
chiamare
la polizia per ottenere rinforzi.
Il suo piano era aspettare
il loro arrivo per poi attaccare insieme, nella speranza di evitare
il coinvolgimento degli ostaggi nello scontro, ma quando vide quello
che sembrava il loro capo minacciare una ragazza che piangeva
disperata, implorando la libertà, non ebbe altra scelta che
intervenire.
Usando un pezzo di cemento,
probabilmente staccatosi dall'edificio, che trovò a terra
accanto a
sé, mandò in frantumi il vetro della finestra e
si lanciò
all'interno impugnando i suoi Happy Blasters, così chiamati
in onore
del gatto parlante che un giorno, per ringraziarla del suo aiuto in
un momento di difficoltà, le aveva regalato il ciondolo che
da
allora la trasformava ogni volta che ce n'era bisogno. In
realtà
esso le permetteva di creare qualunque arma volesse, e persino
oggetti che l'avrebbero aiutata nella sua missione, come ad esempio
la corda che le aveva permesso di rimanere aggrappata all'elicottero
per tutto il viaggio, ma quelle pistole erano le sue preferite. Non
per niente era sempre stata un'amante dei videogiochi sparatutto, e
non rischiando di uccidere nessuno, dal momento che emettevano solo
potenti fasci di luce sufficienti a stordire il nemico, si sentiva
perfettamente a suo agio.
Peccato che anche i
criminali, giustamente, fossero tutti armati, e dopo il primo attimo
di stupore nel vederla entrare in quel modo e posizionarsi davanti a
Kopa, facendole scudo con il proprio corpo, passarono subito al
contrattacco.
Non fu facile per Cat Girl
evitare i loro proiettili, soprattutto perché il rapitore di
Lavilia, riconoscendola, non le diede un attimo di respiro. Era molto
veloce e il suo vento le creò non pochi problemi, dal
momento che,
in uno spazio chiuso, finì inevitabilmente per coinvolgere
le
sfortunate ragazze ancora legate. Non era pentita però di
essere
intervenuta, perché il sorriso di gratitudine di Kopa e il
sollievo
delle altre erano per lei il regalo più bello. Si
sforzò quindi di
contrastare il tizio, che i suoi compagni chiamavano Jin, dando fondo
a tutte le sue energie.
Peccato che la situazione si
complicò ancora quando arrivarono i rinforzi nemici, insieme
al loro
capo e al mandante dei rapimenti.
A quel punto Cat Girl non
ebbe più scampo e venne immobilizzata in un attimo.
«Era da molto che
desideravo sapere chi fossi, e finalmente ti ho in pugno»
disse
soddisfatta Sister, la donna che aveva organizzato tutto per ordine
di Illega, un eccentrico proprietario di industrie già
sospettato,
senza alcuna prova, di avere legami con la malavita.
Con orrore, la ragazza la
vide allungare la mano verso il ciondolo magico intorno al suo collo,
evidentemente consapevole che in quel modo avrebbe annullato la
trasformazione, ma solo lei e le b-cuber scoprirono il suo segreto.
Il provvidenziale arrivo dei poliziotti e del suo gatto Happy, che si
affrettò a recuperare le chiavi delle manette che la
legavano mentre
la donna mollava la presa sul prezioso oggetto, distrasse infatti
tutti gli altri.
Nella gran confusione che si
scatenò all'istante, il suo fidanzato Shiki, che
già conosceva la
sua reale identità, la liberò con evidente
sollievo per poi tornare
a occuparsi dei criminali e Rebecca, recuperata la fonte dei suoi
poteri, si trasformò di nuovo in un angolo prima di correre
dalle
ragazze.
Purtroppo fece solo in tempo
a chiedere loro di non tradirla, rivelandosi lei stessa una b-cuber
di scarso successo, prima che Ganof, l'uomo che aveva minacciato
Kopa, la attaccasse alle spalle, costringendola a lasciar cadere le
chiavi e iniziare una breve battaglia contro di lui.
Per fortuna non ci mise
molto a metterlo al tappeto, ma subito dopo dovette lanciarsi
all'inseguimento di Illega, che stava cercando di scappare dal
magazzino. Non poteva permettergli di far perdere le sue tracce, come
sicuramente progettava di fare una volta allontanatosi da
lì, e fu
costretta a colpirlo con i suoi Happy Blasters appena arrivò
alla
distanza giusta.
Dopo aver lanciato una
rapida occhiata al resto della stanza, in cui i poliziotti erano
riusciti a radunare quasi tutti i criminali anche grazie ad alcuni
colleghi dotati di poteri magici, trasformò la sua arma in
un paio
di manette, che assicurò subito ai polsi dell'uomo. In
teoria ci
avrebbe messo un po' a riprendere i sensi, ma era meglio essere
prudenti. Ora che avevano le prove per incastrarlo, non sarebbe certo
stata lei a permettergli di cavarsela per l'ennesima volta.
Un attimo dopo Shiki la
raggiunse facendole i complimenti e i due si sorrisero complici prima
che Cat Girl sparisse dalla circolazione. L'eroina della
città aveva
dato di nuovo un enorme contributo per la sicurezza di tutti.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche la seconda storia! Come avrete
capito, mi sono ispirata a Sailor Moon e Miraculous Ladybug per
creare (con grande fantasia XD) la mia Cat Girl. Spero che la fic vi
sia piaciuta e di essere riuscita a rendere bene il tutto. Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie di cuore per il tempo che
mi avete dedicato anche solo leggendo. <3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani per la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 11 *** Day 11: Indecisione ***
Day
11: Indecisione
Una
sera come tante altre,
Homura era andata a bussare alla porta della stanza di Rebecca sulla
Edens Zero e adesso era seduta imbarazzata sul letto dell'amica a
giocherellare con i bordi del suo kimono per tenere a bada il
nervosismo. Aveva bisogno di un consiglio e non avrebbe saputo a chi
altro rivolgersi, ma si sentiva comunque in imbarazzo. Quel
pomeriggio Weisz le aveva chiesto un appuntamento per il giorno dopo,
visto che, per una volta, non c'era motivo di ripartire in fretta e
furia dal pianeta tranquillo su cui erano approdati da poco, e la
spadaccina, sorpresa, gli aveva risposto che ci avrebbe pensato. Da
un lato, pur non avendo ancora le idee molto chiare su cosa provasse
per lui, le faceva più piacere di quanto fosse disposta ad
ammettere, ma sarebbe stata comunque la prima volta che usciva con un
ragazzo e tutto la metteva in agitazione.
Rebecca, inizialmente
preoccupata da quello strano comportamento, la ascoltò
attenta,
sorridendo intenerita e lusingata dal fatto che l'amica avesse deciso
di rivolgersi proprio a lei. La cosa in realtà non avrebbe
dovuto
sorprenderla più di tanto, visto che tutti, sulla Edens
Zero,
avevano capito che il suo rapporto con Shiki si era decisamente
evoluto da alcune settimane aquella parte, ma non si sentiva poi
così
esperta da poter dare consigli in materia ad altri.
Homura però, evidentemente,
era convinta del contrario e la bionda si sforzò di darle
qualche
consiglio, offrendosi poi di aiutarla nella scelta del vestito. La
compagna, infatti, aveva preso la cosa molto seriamente, com'era
tipico di lei, e sebbene le avesse ripetuto più volte che
non
sarebbe stato necessario scegliere qualcosa di particolare per un
pomeriggio al parco a prendersi un gelato, non volle sentire ragioni.
Dopo varie prove e
ripensamenti, riuscirono infine a trovare qualcosa che le convincesse
entrambe e il giorno dopo Homura, con il cuore che batteva forte come
non mai, raggiunse un raggiante Weisz dove si trovavano le navicelle
per scendere insieme sul pianeta.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto la prima storia di oggi! In
realtà
non mi convince del tutto, ma spero che a voi sia piaciuta e che mi
farete sapere che ne pensate, se vi va. Grazie intanto per il tempo
che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto. A tra
poco con la prossima storia, spero, e buona serata!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 12 *** Day 12: Vibrazioni ***
Day
12: Vibrazioni
A
volte Rebecca, durante i
lunghi viaggi nello spazio, si fermava a riflettere su quante cose
fossero cambiate, in poco tempo, da quando aveva conosciuto Shiki. Il
giorno che era andata su Granbell non poteva immaginare che scossa
avrebbe dato alla sua vita, ma a pensarci bene aveva capito subito
che quel ragazzo era speciale. Nonostante lo spavento che le aveva
fatto prendere al loro primo incontro, infatti, aveva avvertito
già
da allora delle vibrazioni positive che poco dopo, alla locanda,
l'avevano spinta a fermarsi a chiacchierare, scoprendo una persona
tutto sommato piacevole sotto diversi punti di vista, a dispetto
delle sue molte stranezze. Il colpo di grazia alle sue ultime
reticenze, però, era arrivato il mattino dopo, durante la
“rivolta”
dei robot, e appena ne aveva avuto la possibilità, l'aveva
trascinato con sé sull'Aqua Wing, dando inizio al loro
viaggio
insieme attraverso mille avventure.
Non poteva sapere che Shiki,
in maniera non del tutto cosciente, aveva provato la stessa
sensazione, decidendo di fidarsi di lei e seguirla in un mondo del
tutto sconosciuto.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche la seconda storia! Non
è stato
facile trovare un'idea per questo prompt e la fic non mi convince
molto, ma purtroppo non mi è venuto di meglio. Spero che
almeno a
voi sia piaciuta e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va.
Grazie intanto per il tempo che mi avete dedicato anche solo
leggendo.
Passando
ad altro, vi informo di aver ripreso anche la raccolta
“Imprevisti”
nel fandom di MacGyver 2016, sempre su AO3 ed Efp, per la seconda
tabella del Writober. Passate a trovarmi anche lì, se vi va,
e
grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto. A tra
poco con la prossima storia, spero, e buona serata!
Un
bacio,
Ellygattina
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Capitolo 13 *** Day 13: Perso ***
Attenzione:
spoiler sul capitolo 96.
Day
13: Perso
Il
piccolo Weisz, appena
uscito dall'ospedale di Norma, faticava ancora a credere che la sua
mamma, ricoverata lì fino a poco prima, non ci fosse
più, ma era
proprio così. Il suo cuore si era davvero fermato alla fine
e i
medici intervenuti d'urgenza al suono degli allarmi non avevano
potuto fare altro che constatarne il decesso. A cosa era servito
portarla da loro se non erano riusciti a curarla? Weisz era ancora un
bambino, e sebbene alcuni medici e sua madre stessa avessero cercato
di prepararlo a una simile eventualità, aveva voluto riporre
in loro
tutta la sua fiducia, sforzandosi di andare avanti al pensiero che di
certo, nonostante ciò che aveva sentito più volte
mentre era lì
con lei, avrebbero capito cosa la rendesse sempre più
debole.
Purtroppo ciò non era mai avvenuto e adesso era rimasto
solo. Cosa
avrebbe fatto, da ora in poi? Non aveva amici né parenti ed
era
troppo piccolo per lavorare. Sua madre, per fortuna, aveva dei soldi
da parte e per l'altro problema gli aveva consigliato più
volte di
avvicinarsi agli altri bambini del quartiere chiedendo loro di
giocare insieme per fare amicizia, ma sarebbe bastato per continuare
a vivere senza di lei?
Le lacrime non smettevano di
rigargli le guance mentre tornava alla loro povera capanna
trascinando i piedi, sentendosi solo e abbandonato come non gli era
mai accaduto nella sua breve vita. Perché tutto questo era
successo
proprio a lui? Perché proprio la sua mamma aveva dovuto
ammalarsi di
quella strana malattia che nessuno conosceva?
La strada per tornare a casa
non gli era mai sembrata così lunga, e una volta arrivato,
posando
senza volerlo gli occhi sui tanti oggetti della madre che vedeva
ovunque, scoppiò per l'ennesima volta, in poche ore, in un
pianto a
dirotto, buttandosi poi sul lettone in cui aveva dormito con lei
così
tante volte da perderne il conto.
Rimase a lungo su quelle
lenzuola che avevano ancora il suo profumo, pregando più
volte di
svegliarsi da quell'incubo e riaverla al suo fianco, di nuovo in
salute, ma non accadde nulla e il piccolo, a forza di piangere,
finì
per cedere al sonno con il viso affondato nel suo cuscino.
Al risveglio non ebbe più
lacrime da versare, e perso come non mai, si sforzò di
cominciare
una nuova vita da solo mettendo faticosamente in pratica i consigli
della madre.
Ci volle del tempo, ma piano
piano essi diedero i suoi frutti e persino il dolore della perdita
parve attenuarsi, ma nei suoi incubi peggiori non dimenticò
mai quel
periodo in cui il mondo gli crollò addosso all'improvviso,
lasciandolo a brancolare nel buio alla ricerca disperata di un
appiglio.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche la terza storia! Davvero,
meritereste un premio per essere arrivati alla fine di questa...
tragedia (non odiatemi, please!), ma purtroppo il prompt mi ha subito
ricordato il flashback sul piccolo Weisz e la storia si è
scritta da
sola. T-T
Spero
che la fic vi sia piaciuta, nonostante tutto, e di aver reso bene il
tutto. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie per il tempo
che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani per la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
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