You are my best friend

di genxha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una visita inattesa ***
Capitolo 2: *** Riflessioni ***
Capitolo 3: *** Luka ***
Capitolo 4: *** Akuma ***
Capitolo 5: *** Battaglia ***
Capitolo 6: *** Alya ***
Capitolo 7: *** Decisioni ***
Capitolo 8: *** Pattuglia ***
Capitolo 9: *** Un brusco risveglio ***
Capitolo 10: *** Croissant ***
Capitolo 11: *** Adrien ***
Capitolo 12: *** Luka ***
Capitolo 13: *** Villa Agreste ***
Capitolo 14: *** Rivali ***
Capitolo 15: *** Duello ***
Capitolo 16: *** Torneo ***
Capitolo 17: *** Secounder ***
Capitolo 18: *** Eroi ***
Capitolo 19: *** A casa ***
Capitolo 20: *** Mattine ***
Capitolo 21: *** Un piano ***
Capitolo 22: *** Ragazzi contro ragazze ***
Capitolo 23: *** Ficcanaso ***
Capitolo 24: *** Segreti ***
Capitolo 25: *** Lucky Charm ***
Capitolo 26: *** Non dire gatto ***
Capitolo 27: *** Unire i puntini ***
Capitolo 28: *** La Coccinella, il Gatto e la Volpe ***
Capitolo 29: *** Scambi di regali ***
Capitolo 30: *** Vecchi e nuovi eroi ***
Capitolo 31: *** Natale ***
Capitolo 32: *** Regali inattesi ***
Capitolo 33: *** Fidélité ***
Capitolo 34: *** Un pizzico di fiducia ***
Capitolo 35: *** Doppio inganno ***
Capitolo 36: *** L'ombra di Chat Blanc ***
Capitolo 37: *** L'unione fa la forza ***



Capitolo 1
*** Una visita inattesa ***


Fanfic sulla serie: Miraculous: le storie di Ladybug e Chat Noir

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietá di Zagtoon, Method Animation, Toei Animation, SAMG Animation, De Agostini Editore, Nelvana, Cartoon Network Studios Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari.

Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Introduzione

Questa Fanfic è il seguito di Principessa (la trovate qui), se non l'avete ancora letta e non avete visto gli ultimi episodi della Stagione 3, contiene spoiler. Anche per questa devo ringraziare Jess che mi ha anche suggerito il titolo e fatto da beta tester per alcune parti.


 

best-friend-cover-2

Immagine della cover di https://www.instagram.com/kika.cosplay.ph/ con
https://www.instagram.com/martaaiala/ (Ladybug) e
https://www.instagram.com/gx_cosplay/ (Chat Noir).


You're the first one
When things turn out bad
You know I'll never be lonely
You're my only one
And I love the things
I really love the things that you do
Oh, you're my best friend

(You're my best friend - Queen)


Prologo

Marinette, per via della responsabilità di essere Ladybug e di dover mantenere il segreto, aveva avuto un crollo, ed era stata akumizzata da Papillon. Dopo il suo salvataggio da parte di Chat Noir e, apparentemente, di Ladybug, i genitori di Marinette le permettono di stare un paio di giorni a casa da scuola per riprendersi.



Capitolo 1 - Una visita inattesa

“Ma dov’è finito?” borbotta Marinette, mentre, ancora in pigiama, passa da un mobile all’altro nella propria stanza, aprendo i cassetti, frugando e richiudendoli. Apre il portagioie sulla toletta, lo richiude. Apre i cassetti accanto alla macchina per cucire, li richiude. Pur essendo a casa da scuola, Marinette si era svegliata presto, con un pensiero in mente: dove fosse finito il portafortuna che Adrien le aveva regalato per il suo quattordicesimo compleanno.
Mancava anche il plettro col logo di Jagged Stone che gli aveva regalato Luka e lei aveva attaccato a una catenina.

 

“Tikki, non è che hai visto il mio portafortuna?” fa, guardando la Kwami che svolazzava per la stanza “No Marinette, non mi pare… Hai guardato nella giacca?” risponde, posandosi sul bordo del monitor del computer. “E’ stato il primo pos…” Marinette si interrompe, stringendo le labbra “forse…. forse l’ho preso in mano ieri quando…” lanciandosi sul divanetto inizia a spostare i cuscini, infilando le mani nelle fessure del mobile “niente.” conclude.

“Aspetta Tikki, non è che l’avevo in mano quando sono stata akumizzata? E magari l’ho perso! Oppure l’ho usato chissà per farci cosa! E se l’ho perso mi andrà tutto male. Si certo non è che fino adesso mi sia servito a tanto però se non l’avessi avuto sarebbe andata sicuramente peggio e adesso che non ce l’ho mi andrà tutto male sicuramente quindi devo trovarlo!” dice tra sè, a raffica, Marinette, lo sguardo nel vuoto mentre si immagina le peggiori situazioni.

“Marinette! Calmati, stai facendo uno dei tuoi soliti film mentali!” le fa Tikki toccandole una guancia con una zampina e interrompendo i suoi ragionamenti “Ah eh già. Hai ragione Tikki!”, risponde Marinette “ma… qui in casa non c’è e chissà che fine ha fatto. Ed… era un regalo di Adrien, mi dispiace tanto averlo perso” conclude. “Stai tranquilla, se è qui salterà fuori quando non lo cerchi”, la tranquillizza, guardando Marinette negli occhi azzurri.

“Si Tikki, come al solito mi preoccupo per niente.” sentenzia. “Ora mi vesto” prosegue Marinette, calciando via le pantofole “e vado a fare colazione. Ti porto su qualche biscotto di papà”. “Assolutamente no”, la interrompe la kwami “Vengo giù anche io altrimenti te li sbafi dalla pasticceria a qua” continua sorridendo, facendo ridere entrambe.

 

Marinette si sentiva già meglio dopo gli avvenimenti del giorno prima, anche se cercava di non pensare troppo alla sua doppia identità. La giornata passa tranquilla, tra il pranzo coi genitori, che la riempiono di attenzioni, e qualche compito in preparazione del ritorno a scuola.

 

Per fortuna quel giorno nessuna Akuma era apparsa, e non era servito l’intervento di Ladybug. Lei e Chat Noir si erano organizzati per fare delle pattuglie, a serate alterne, e quella sera era il turno del ragazzo. Dopo cena, un film online, dopodiché, verso le 23, Marinette si prepara per andare a letto, visto che il giorno dopo non ha ancora scuola.

Già in pigiama, sta per salire sul soppalco dove ha il letto, quando un rumore insolito, simile a dei passi sul terrazzo la fa trasalire “Che cavolo…” pensa fra sé “nasconditi, Tikki!” sussurra, mentre Tikki si nasconde nella sua borsetta, appesa all’attaccapanni rosa.
Marinette allunga la mano ed afferra dal tavolo la riga di legno che solitamente usa per tagliare i tessuti, poi, tenendola come una mazza, in punta di piedi sale la scala per il soppalco e la botola del terrazzo, mentre il rumore attutito sembra avvicinarsi.

 

A piedi nudi per non fare rumore, Marinette raggiunge il letto e allunga la mano verso il chiavistello della botola, prende fiato, lo fa scattare e la spalanca, affacciandosi con un “Chi è là?” brandendo la riga.

 

Si trova davanti un paio di occhi verdi felini e l'espressione sorpresa e un po’ spaventata di Chat Noir, che è appena saltato indietro allontanandosi dalla botola “Aaaah! Prin… ehm Marinette, sono io! Scu-scu-scusami!” balbetta il biondo, mettendosi per un attimo una mano dietro la nuca, per poi alzarla  insieme all’altra.

Lei lo guarda, altrettanto sorpresa, poi abbassa l’arma improvvisata e scoppia a ridere “Chat Noir! Dovresti vedere la tua faccia!” Marinette appoggia le braccia incrociate all’apertura, posando il mento sull’avambraccio “Mi hai fatto paura, non dovresti arrivare così di soppiatto”, poi s’accorge di essere in pigiama e diventa rossa come un peperone, tuffandosi nell’apertura “Resta lì per favore”, gli grida mentre scende.

 

Chat Noir fa come gli viene detto, grattandosi la nuca un po’ confuso, finché Marinette non si riaffaccia, indossando, stavolta, una felpa. “Cosa porta qui uno dei due eroi di Parigi?” gli domanda Marinette incuriosita. Lui si siede per terra “Beh, volevo vedere come stavi”. La ragazza arrossisce leggermente “be-bene, grazie, Chat Noir, sto bene adesso. Grazie a te e a Ladybug”. i due si guardano per qualche istante, un po’ in imbarazzo. Chat Noir sposta lo sguardo sul terrazzo, ordinatissimo e poi riguarda Marinette “Non avevo notato che avesse le lentiggini sul naso” si stupisce di pensare poi “Ah e c’è un’altra cosa” dice, infilando la mano in una delle tasche sul davanti del costume “hai perso questo, ieri” porgendo a Marinette il portafortuna di Adrien.

Lo sguardo di Marinette si illumina, il viso si apre in un sorriso “L’hai trovato tu!” dice tutta allegra, mentre lo prende dalla mano dell’eroe, sfiorandogli le dita guantate “Grazie, Chat Noir! L’ho cercato dappertutto, e temevo di averlo perso, sai è un.. regalo di un a-amico” portando la mano con l’oggetto al petto “davvero, grazie” si allunga dalla botola e schiocca un bacio di ringraziamento sulla guancia di Chat Noir, che arrossisce sotto la maschera e distoglie lo sguardo, imbarazzato.

 

“oh… beh… è… è stato un piacere, Principessa” sussurra l’eroe, guardandola di nuovo e pensando, con sua stessa sorpresa  “è bella con questa luce” arrossendo ancora di più e finendo per voltarsi leggermente, sperando che Marinette non avesse notato le sue guance.

 

Marinette lo guarda, una mano davanti alla bocca in un gesto di stupore, diventando rossa per l’ennesima volta. “beh… ora… d-d-devo andare. B-buonanotte Chat Noir, s-salutami Ladybug” lo congeda, balbettando leggermente. La ragazza rientra, chiude la botola e fa scattare il chiavistello, cadendo in ginocchio sul letto.

 

Passano un paio di minuti, Marinette immobile, inginocchiata sul letto, il portafortuna in mano, il cuore a mille “Tikki….” mormora “davvero ho dato un bacio sulla guancia a Chat Noir?”. Tikki fa capolino da dietro la lampada da notte “Eh sì, l’hai proprio fatto..” conferma.

 

Marinette si butta di schiena sul cuscino, le mani sul viso “Omioddiochecosahofatto! Adesso lui penserà di nuovo che io… e che … “ Tikki interrompe il suo monologo “Marinette! Gli hai dato solo un bacio sulla guancia! Come ad un amico! Non esagerare adesso!”. La ragazza guarda la Kwami con la coda dell’occhio spostando un dito. “Si, ok. Mi calmo. non è successo niente…però ora chissà cosa penserà”. “Penserà che l’hai fatto perché è stato gentile, direi.” suggerisce Tikki.

 

Chat Noir è rimasto seduto sulla terrazza, la mano sulla guancia dove Marinette gli ha dato il bacio “Ma che...” pensa “... che accidenti mi succede? Lei aveva una cotta per me, ma poi ci siamo chiariti e beh.. siamo rimasti amici. Come Chat Noir. Ma, con quello che ha detto su di me.. cioè su Adrien..e adesso, come faccio?”. 

 

Adrien, o meglio Chat Noir sente la brezza della sera sul viso, si alza, spolvera il costume e in due salti è sulla terrazza dove ha regalato la rosa a Ladybug. L’eroe in nero si appoggia alla ringhiera, guardando Parigi illuminata dalla luna, sospirando. “Ieri però.. quando Marinette non mi rispondeva io.. Cavolo. E anche prima… non.. non mi ero accorto che fosse così.. bella.” riflette Adrien “Ok, Ladybug ha il ragazzo, mi ha già detto che non.. non le interesso. Ma.. Kagami… lei… accidenti, e ora cosa faccio? Mi servono dei consigli ma da chi? Non posso sicuramente chiedere a Marinette, perché lei.. accidenti. A quanto pare io le piaccio? Penserò a qualcosa. Meglio che torni a casa, adesso”.
 

Chat Noir si avvia verso casa seguendo il solito percorso, ritrasformandosi appena all’interno della stanza di Adrien, come sempre attento ad evitare di essere ripreso dalle telecamere di cui suo padre ha riempito la villa.

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Capitolo 2
*** Riflessioni ***


Capitolo 2 - Riflessioni

 

Marinette, ancora a casa da scuola, riceve la visita delle sue compagne dopo l’orario scolastico. Dopo averle chiesto come sta e averla salutata, tutte tornano a casa, tranne Alya, stranamente senza Nino.

“Io non mi ricordo niente di quando ero Lady Wifi! Tu ti ricordi qualcosa? Ah si da akumizzata eri una figata!” la incalza Alya appena le altre se ne sono andate “Alya, non è stato per niente ‘una figata’. Era come in un incubo, sai quando non puoi muoverti e tutto succede lo stesso?” si rabbuia “Ecco. io ricordo solo dei flash. Ed era così”. Alya si siede più vicina all’amica e l’abbraccia “oh.. Scusa Mari… Non volevo..” le dice, preoccupata. Marinette annuisce “Sto bene. Adesso.” risponde, ricambiando l’abbraccio “Grazie, Alya, sei davvero la mia migliore amica” una pausa “ma senti.. cosa ho fatto quando ero…” e si interrompe.

 

Alya riflette per qualche secondo “Sicura che vuoi proprio saperlo?” chiede a Marinette, ancora abbracciate. Lei annuisce di nuovo, quindi la rossa prosegue “Beh, il tuo potere era di.. uhm.. Nino mi ha detto che mi stava cercando e non mi vedeva, ma io ero qui vicino e vedevo lui. Poi non sono sicura, ci hai colpito e… beh è tutto un po’ confuso. Ci siamo ripresi dopo, in un vicolo qui vicino, quando il Miraculous di Ladybug ha rimesso le cose a posto”; si interrompe un secondo, poi pianta gli occhi nocciola negli occhi azzurri della sua migliore amica “Marinette! Lo so cosa stai pensando, beh no. Non è stata colpa tua, qualsiasi cosa tu abbia fatto”. Marinete si scioglie dall’abbraccio, distogliendo lo sguardo “Non è quello… è che …” esita “quando mi sono svegliata ero in braccio a Chat Noir” Alya spalanca gli occhi, curiosa “e… beh… lui stava piangendo. Ne sono certa. Devo avergli fatto o detto qualcosa di.. beh non lo so. Fatto sta che ieri è venuto a trovarmi.” spiega. Alya la guarda di nuovo, stavolta sorridendo “aspettaspettaspetta questo è uno scoop per il ladyblog” gesticola con le mani come se stesse componendo una scritta nell’aria “Chat Noir, l’eroe di Parigi, va a trovare l’akumizzata per cui piangeva dopo averla salvata” scandisce.
 

Marinette arrossisce vistosamente “Ma no Alya! P-piantala! Mi ha restituito il portafortuna di A-adrien. Lo s-sapevo che non dovevo dirti niente” si copre la bocca con una mano e guarda il pavimento. Alya le prende il mento e le fa alzare il viso per guardarla “Mari! Dai, non fare così, io scherzavo! Ma… aspetta un attimo… quale portafortuna? C’è qualcosa che non mi hai detto?” Marinette la guarda “Ma lo sai, A-adrien mi ha regalato un p-portafortuna, tipo quello che ...“ sussurra “gli ho regalato io”. La rossa la guarda di nuovo “Ma… che cosa dolce! Non è che Adrien….” e dà una leggera gomitata nelle costole a Marinette, che diventa ancora più rossa e sbotta, tutto d’un fiato “Ecco, lo sapevo che non dovevo dirti niente, adesso finisce che lo saprà tutta la scuola e poi anche Adrien che … tantol’hovistotuttocarinoconKagami! E’ un disastro!” si dispera Marinette. “Ma no dai, per chi mi hai presa? Non dirò niente a nessuno, tranquilla! E poi comunque… beh se proprio non riesci a dirglielo, dovresti riprovare con una lettera. Ma stavolta dagli quella giusta, benedetta ragazza!” la blocca Alya, poi guarda l’ora sul cellulare e annuncia “Si è fatto tardi, stasera mamma e papà escono e devo guardare le sorelline. Non ti chiedo se vieni anche tu perché so che tuo padre non ti lascerebbe”. Si alzano entrambe, Alya dà un ultimo abbraccio a Marinette “Ci vediamo domani a scuola!” le dice, mentre scende dalla botola “conosco la strada” fa, mentre la chiude.

 

Marinette sente le voci dei suoi genitori, attutite dalla botola chiusa, che salutano la sua migliore amica, si guarda in giro “Tikki? Sono andate, vieni fuori!” la Kwami rossa esce dal suo nascondiglio e si posa sulla spalla di Marinette, facendole il solletico. “sai, preferisco quando vado a scuola” sentenzia la ragazza “e stasera è il mio turno del giro di pattuglia, come sai. Non mi aspettavo che Chat Noir passasse a trovarci, ieri. E’ stato davvero carino da parte sua, devo sdebitarmi, che ne pensi se gli porto dei croissant di papà, dici che quelli con la crema al pistacchio gli piaceranno?” Tikki la guarda, pensierosa “Beh, l’hai visto come si sbafa i gelati quando il signor Ramier ve li offre? Gli piaceranno sicuramente!” “hai proprio ragione Tikki! Il problema è come fare a darglieli… domani il giro tocca a lui, farò in modo di essere per caso” fa il gesto delle virgolette sulle ultime due parole “sul terrazzo quando lui per caso passa accanto al parco!” 

 

Finita la cena, quando è certa che i suoi non si accorgano dei suoi movimenti, Marinette sistema un cuscino sotto le coperte e si prepara per il consueto giro di pattuglia, nonostante situazione la Akuma stranamente tranquilla.

 

 

“Fatto. Sei pronta, Tikki?” “Io si, tu te la senti, Marinette?” “Beh” risponde la ragazza “non posso fare diversamente, pronta o non pronta. Domani chiederò a Chat Noir di  incontrarci da qualche parte per decidere cosa fare in futuro. Non posso decidere tutto io, e lui…” “lui detesta essere tenuto in disparte” conclude per lei Tikki. Marinette annuisce sorridendole e poi “Tikki! Trasformami!”

 

Questa volta la trasformazione non è diversa dal solito e dopo pochi istanti Marinette è diventata Ladybug. L’eroina in rosso apre la botola del soppalco e dopo una rapida occhiata si è già lanciata usando lo yo yo, sul tetto dell’edificio accanto a quello della pasticceria, iniziando il consueto giro di perlustrazione.

 

Mentre vola tra un tetto e l’altro, Ladybug ha tempo di riflettere sugli avvenimenti degli ultimi giorni “Non sono sicura di farcela, salvare Parigi è una responsabilità enorme solo per me… forse dovrei lasciare gli altri Miraculous ai miei amici a cui li ho affidati temporaneamente. Papillon potrebbe attaccarli, sapendo che li hanno usati e potrebbero servire loro per proteggersi… Devo parlarne anche con Chat Noir” pensa, appoggiandosi a un comignolo per riprendere fiato, mentre fa spaziare lo sguardo sullo skyline di Parigi, scintillante nella notte limpida, la luna dietro la Torre Eiffel.

 

“Serata tranquilla. Anche troppo tranquilla, speriamo in bene” prosegue nelle sue riflessioni, lanciando lo yo yo verso il prossimo tetto e spiccando un salto. Ladybug sente la brezza fresca della notte sul viso, i codini blu scompigliati dal vento, la sensazione del costume del Miraculous sulla pelle “E’ sempre meraviglioso” commenta tra sé, proseguendo il giro.

Per un tratto costeggia la Senna, saltando sui tetti delle case sulla riva, fino ad arrivare al punto dove è ormeggiata la Liberty, la chiatta-casa galleggiante della sua compagna di scuola Juleka e di suo fratello Luka. Notando gli oblò illuminati, l’eroina in rosso si ferma, accucciandosi su un abbaino.

 

Ladybug rimane ad ascoltare il rumore dell’acqua e la leggera brezza le porta un altro suono, la musica proveniente dalla barca. La ragazza sospira “sarà Luka che compone qualcosa.. come la musica che ha scritto per..me” si scopre a pensare, sentendo le guance farsi rosse “è sempre così gentile… e poi mi ha detto quelle cose dolcissime” si trova, senza accorgersene, a seguire il ritmo malinconico della musica con la testa. “Potrei andarlo a trovare visto che è una serata così tranquilla” riflette Marinette, mordendosi leggermente le labbra. L’eroina in rosso consulta l’ora sul Bugphone “Meglio di no, devo completare il giro” dice tra sé, per ripartire pochi secondi dopo.

 

Il giro di pattuglia porta Ladybug a passare vicino a villa Agreste e senza quasi pensarci, si ritrova appollaiata su un albero, dal lato opposto della strada, oltre l’alto muro di cinta che protegge la casa da occhi indiscreti. Da dove si trova, Ladybug può vedere la grande finestra della stanza di Adrien, le luci spente e l’enorme TV a schermo piatto accesa, che illumina di una luce biancoazzurra tutta la stanza. “Marinette!” si rimprovera mentalmente “non intenderai mica fare la guardona?” ma quello che intravede la incuriosisce troppo, visto che sembra che Adrien stia guardando i filmati del Ladyblog gestito da Alya con la stessa Ladybug come protagonista. Marinette arrossisce, “Ma dai? Adrien è un fan di Ladybug… Beh d’altra parte pure io…. per lui.. insomma… “ pensa e poi sorride, imbarazzata. “Concentrati Marinette!” si rimprovera di nuovo mentalmente, lanciandosi col filo dello yo yo in direzione della Senna e poi finalmente a casa.

 

Marinette rilascia la trasformazione appena entrata in casa, mentre Tikki sta mangiando un biscotto e lei si infila sotto le coperte, commenta “Sono passata da casa di Adrien. Stava guardando i video sul Ladyblog. Ora capisco perché quando gli ho dato il miraculous del Serpente era così… strano. Credo che sia un… uhm… fanboy di Ladybug!” Tikki smette di mangiare e la guarda “hmm.. che è successo col Miraculous del Serpente?” Chiede, con la bocca piena “beh sai, dopo l’ho dato a Luka… Adrien sembrava… beh più preoccupato per Ladybug che per la missione” spiega Marinette “forse voleva fare bella figura per la responsabilità del Miraculous, chissà. Buonanotte Tikki! Ho scuola domani!” “Buonanotte Marinette” risponde la Kwami, svolazzando sul cuscino accanto all’amica.

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Capitolo 3
*** Luka ***


Luka

 

La mattina dopo, come al solito in ritardo, Marinette arriva a scuola. Entra in classe e parte il solito giro di saluti, con Chloé che la guarda male quando passa accanto ad Adrien, che la saluta con un sorriso.

 

Marinette va a sedersi al suo solito posto, in seconda fila di fianco ad Alya e dietro Adrien, poi bisbiglia all’amica “Hai visto? Adrien mi ha sorriso! Non mi ha chiamata in questi due giorni, forse temeva di disturbarmi e che non stessi bene ma ora mi ha sorriso è bellissimo” “Mari, smettila, ti ha solo sorriso! Non devi farti sempre sti filmini mentali!” la rimprovera Alya sottovoce e poi “Però sai… sei così tenera quando fai così che ti abbraccerei.” termina, proprio mentre la signorina Bustier entra in classe “Buongiorno ragazzi! Buongiorno anche a te Marinette, ti sei messa in pari con gli appunti? Fatteli poi passare da qualche compagno ed iniziamo la lezione di oggi, non serviranno!”. Appena la professoressa finisce, Adrien si volta verso Marinette e bisbiglia “Te li porto io oggi gli appunti della lezione oggi pomeriggio” poi si rigira verso l’insegnante. Marinette rimane immobile per qualche secondo, poi si riscuote, giusto quando la Bustier la richiama all’ordine con un colpo di tosse.

 

Il resto della mattinata prosegue tranquilla, all’uscita pomeridiana Marinette ferma Alya “Alya! Ti prego vieni da me più tardi, Adrien mi porterà gli appunti delle lezioni e io non… insomma… io… lui… a casa mia…. ecco” Alya la prende da parte “Calmati Mari! non succederà proprio niente, comunque se proprio vuoi, vengo anche io! In cambio però voglio dei croissant ripieni, di quelli che fanno i tuoi in pasticceria!” Marinette la guarda fissa “hmmm ok, andata! Ma solo due, che poi li metti tutti sui fianchi!” fa l’occhiolino alla rossa che le risponde con un’occhiataccia “E.. grazie Alya, sei una vera amica! A dopo!”.

 

Marinette sta scendendo le scale quando, dall’altro lato della strada, seduto sull’argine della Senna, nota Luka Couffaine, il fratello della sua compagna Juleka. Mentre lo guarda, la mora si inciampa sull’ultimo scalino e riesce a rimettersi in equilibrio proprio sull’orlo del marciapiede. Luka la nota e trattenendo una risata la saluta con la mano.

 

Pochi metri alla loro destra si ferma l’auto degli Agreste, pronta per accompagnare a casa Adrien, che sta scendendo le scale accanto a Nino, poco dietro Marinette che saluta con un gesto della mano, notando la presenza di Luka. “Quando gli ho chiesto aiuto come Chat Noir e Marinette akumizzata ce l’aveva con… me..  mi ha dato una mano dicendo che non ero come mi descriveva lei.. solo che.. un po’ forse lo sono stato. Ma pensavo che a Marinette piacesse Luka e che probabilmente la cosa vale per entrambi..” riflette Adrien, notando lo sguardo dell’altro ragazzo “però perché mi ha detto tutte quelle cose? Vuol dire che per lei non siamo solo amici? In due giorni non ho trovato un modo e Marinette è sveglia, sicuramente se glielo chiedo sospetterà che sono Chat Noir.” perso nelle proprie riflessioni, il biondino sale in macchina e si fa portare a casa.

 

Marinette ha infine raggiunto Luka “Ehi, ciao! Come mai da queste parti?” “In realtà, ti aspettavo” risponde lui, con la sua solita voce calma, infilando una mano in tasca per prendere qualcosa “scusa se non sono venuto a trovarti, ma c’erano mia sorella e le tue amiche e sarei stato di troppo” Lei lo guarda, arrossendo leggermente “No no Luka non devi sc-scusarti… Ma saresti stato il b-benvenuto, lo sai!” La ragazza si sistema una piega inesistente della giacca, poi torna a guardare Luka, ancora zitto “qualcosa non va?”.
“Beh, Mari, non lo so.. Comunque devo darti, o meglio ridarti questo” apre la mano e mostra il plettro di Jagged Stone che le aveva regalato, attaccato alla catenina “Non ricordo precisamente ma.. quando eri akumizzata l’hai… ehm.. perso” Marinette osserva l’oggetto “oh” allunga la mano ed esita un istante prima di riprenderlo “ma come mai l’hai di nuovo tu?” prende il plettro, apre la catenina e lo rimette al collo, girandosi per farselo allacciare da Luka, che si china leggermente in avanti per raggiungerla.  

“E’ un po’ confuso” spiega lui “tu.. cioè… lei… perché quella non eri tu.. Insomma eri volata dietro casa Agreste, e dicevi di chiamarti Principessa Solitudine e… a un certo punto hai gridato che non volevi più nessuno vicino” Luka si interrompe come se non trovasse le parole. Marinette si gira e lo guarda negli occhi, tesa, coprendosi la bocca con la mano “e ho fatto qualcosa di.. brutto, vero?” Luka ricambia lo sguardo “Non ricordo molto bene.. credo che tu… lei… mi hai lanciato il plettro e poi mi ha colpito con un raggio e… non sono sicuro di cosa è successo dopo. E’ tutto confuso.” sospira. 

Marinette prende la mano di Luka tra le sue “mi dispiace tanto per quello che ho fatto.. io volevo resistere ma..” cercando di trattenere le lacrime. Luka all’improvviso scende dal muretto e la stringe a sé “Va tutto bene Mari, va tutto bene. Non eri in te, non pensavi davvero quelle cose” “Quali cose?” chiede lei, staccandosi dal petto del ragazzo e fissandolo in viso “Ti prego Luka, dimmi cosa ho fatto, quello che ricor…” Luka l’interrompe, gli occhi lucidi  “hai detto che non volevi nessuno, che non mi volevi più vicino!”. La ragazza rimane impietrita “Oh.. no.. Luka io.. io.. non volevo.. non. non…” “sssh” fa lui, accarezzandole la nuca “Lo so. Non eri tu che parlavi. Non piangere, sei sempre la musica meravigliosa di quando ti ho conosciuta.” I due rimangono per qualche momento abbracciati, poi Marinette si divincola dall’abbraccio  “S-scusa… Devo.. devo andare a casa adesso.. ho.. ho delle cose da fare. Scusami..io..” continua, mentre si volta, attraversa la strada e inizia a correre per le poche decine di metri che la separano dalla pasticceria.

 

“Cosa ho fatto quando ero akumizzata? Quanti ho fatto soffrire? Sono la peggior Ladybug di sempre… e una pessima guardiana” continua a ripetere, tra sé, asciugandosi gli occhi blu mentre corre “Marinette… non è stata colpa tua..” la voce di Tikki che fa capolino dalla borsa che Marinette tiene al petto. La ragazza apre il portone, sale ignorando il cenno di saluto della mamma dalla pasticceria e si chiude in camera sua.

 

“Marinette… cerca di controllarti, potrebbe tornare un’altra Akuma” dice Tikki, seria, piazzata davanti al viso di Marinette per guardarla negli occhi lucidi “Si… lo so… ma… io… devo sapere cosa ho fatto da akumizzata!” la voce rotta. “Non eri in te! Non puoi rimproverarti per quello!” “E invece no Tikki. Dicevo quello che non ho il coraggio di dire.. perché io… ho paura di non essere all’altezza di.. di Luka, di Adrien… non lo so nemmeno io!”. Tikki carezza la guancia dell’amica umana con una zampina “Non fare così. Tu sei.. Tu hai fatto cose che nessuna Portatrice di Miraculous aveva fatto prima di te! Un momento di crisi capita a tutti, sono successe tante cose tutte insieme, hai bisogno di tempo” Marinette la guarda, i pugni stretti “E non ce l’ho! E poi Luka e… e Arien…e Kagami.. non so cosa fare! Non posso dimenticare Adrien. Non voglio. Ma non voglio nemmeno far soffrire Luka e… e Kagami, sono la sua sola amica! Se mi metto con Luka poi Adrien non mi vorrà più vedere e io non sono sicura, voglio bene a Luka è così dolce ma io non sono pronta” Tikki la interrompe, brusca “Marinette, smettila! Per favore! Lascia passare qualche giorno. Vedrai che andrà meglio! E sta per arrivare Alya, ricordati che le hai detto di venire qua!” “ah.. si. Mi… mi calmo.” Marinette respira a fondo, cercando di calmarsi “devo calmarmi, potrebbe sospettare qualcosa se no..” la ragazza si specchia nella toeletta “che disastro… “ commenta, sciacquandosi il viso. 

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Capitolo 4
*** Akuma ***


Capitolo 4 - Akuma

 

“Marinette? Tesoro, va tutto bene?” dalla botola chiusa della camera di Marinette arriva la voce della mamma, Sabine “Si mamma” risponde lei, facendo cenno a Tikki di nascondersi “Tutto a posto!” Marinette finisce di asciugarsi il viso, poi va alla botola e ne apre uno spiraglio. “Ti ho vista salire quasi di corsa, sicura che sia tutto a posto? Sai dopo l’altroieri io e tuo padre siamo un po’ … insomma preoccupati.” spiega Sabine alla figlia, che spalanca completamente la botola per farla salire dalla scaletta “No, mamma, davvero, non dovete preoccuparvi, sto bene. E’... è passato. Abbiamo avuto una settimana impegnativa e..  no, davvero, non preoccuparti. Sai che ti direi se ci fosse qualcosa che non va!” “Meno male” conclude Sabine “e tu sai che puoi sempre contare su di noi” “lo so, mamma, lo so” dice Marinette, dando un bacino alla madre “ah senti, dovrebbe venire Alya più tardi, dille pure di salire.. e credo verrà anche” una pausa, Marinette si guarda le scarpe “a-adrien a portarmi gli appunti di scuola”.Sabine guarda la figlia “oh che carino Adrien a portarti gli appunti, è proprio un bravo ragazzo, suo padre dovrebbe lasciarlo più libero.” Marinette arrossisce “g-già…” conclude, impacciata, chiudendo la botola dopo che la mamma è scesa.

 

Improvvisamente dalla strada arrivano rumori di frenata e grida di aiuto. Marinette si fionda sulla scaletta del soppalco, apre la botola per il terrazzo e si affaccia dalla ringhiera. Sul lato opposto della Senna c’è una scena decisamente insolita: tutte le auto parcheggiate lungo il fiume, così come quelle sulla strada, si stanno sciogliendo come un gelato al sole lasciando i loro occupanti, comprensibilmente terrorizzati, invischiati come nel miele.

“Ecco, mi pareva strano” commenta Marinette ad alta voce, proprio mentre il suo cellulare squilla “Si?” risponde lei “Mari! Sono Alya.. ti dispiace se ci vediamo più tardi? Stavolta non mi voglio proprio perdere Ladybug!” “Si Alya, non c’è problema” “Davvero non ti dispiace?” la rossa all’altro capo del filo aveva il fiatone “no, tranquilla, tanto Adrien non si è ancora vist… aspetta! mi sta chiamandoproprioadessoddiocosafaccio?” risponde Marinette “Rispondigli! E res-pi-ra” conclude Alya, scandendo le sillabe “Devo andare! A dopo!” e chiude la chiamata.

Marinette risponde all’altra chiamata, trovandosi di fronte un Adrien dispiaciuto “Ciao, Marinette… senti..  per oggi… mio padre non mi lascia uscire. Fa lo stesso se gli appunti te li do’ domattina a scuola?” “ah eh no certo che la scuola me la puoi dare agli appunt…. “la ragazza riprende fiato “ehm sì cioè certo che gli appunti me li puoi dare domani a scuola! Sei belliss.. ehm gentilissimo A-adrien”. L’imbarazzo dell’amica strappa un sorriso al biondo “allora a domani. Sogni d’oro, Marinette” e termina la chiamata. La destinataria della chiamata rimane imbambolata a fissare il telefono “Marinette?” la voce di Tikki la riporta alla realtà “Sai che dobbiamo intervenire, vero?” “eh ah eh…. Si certo Tikki! Ma… mi ha detto sogni d’oro” commenta, le mani a pugno sotto il mento “Ok, si, va bene! Andiamo!” conclude, risoluta, mentre salta nella botola per il soppalco con un  “Tikki! Trasformami!”.

 

Pochi istanti dopo Ladybug vola attraverso la Senna, lanciando lo yo yo sui lampioni dal lato opposto. “Chissà dov’è stavolta…” riflette, saltando da un lampione sul tetto di un edificio dalla parte opposta della strada. “Ma è lo stesso.. è la terrazza dove Chat Noir mi ha invitata quella sera. Concentrati, Marinette! Non è il momento!” pensa, guardandosi attorno per cercare l’Akumizzato che stava provocando tutto quel caos. “Ma dove cavolo è?” commenta Ladybug, mentre un leggero tonfo alle sue spalle la fa voltare, appena in tempo per vedere il suo collega in nero ritrarre il bastone e farle il, solito, teatrale inchino “Mylady, è un piacere vederti, proprio qui dove ti ho aperto il mio cuore”.
La ragazza ridacchia “Micetto, quando la finirai di essere così ... eccessivo?” “quando ti avrò conquistata” risponde lui, sicuro “Beh, sono lusingata, Chat Noir” risponde lei, facendo una riverenza all’amico “Ma adesso dobbiamo trovare l’Akumizzato! E in fretta, guarda come sta riducendo le strade!” indicando con un gesto la città.

 

A terra la situazione era decisamente confusa: i passeggeri delle auto erano riusciti a liberarsi, mentre quello che restava delle vetture liquefatte iniziava a colare nei tombini, lasciando le strade libere, i passanti fuggivano negli edifici in preda al panico. Il tutto lasciava anche la polizia appiedata e gli permetteva a malapena di gestire il flusso di persone.

 

“Guarda, qui sotto ci sono ancora auto solide!” Chat Noir indica la strada esattamente sotto di loro. “Hai ragione, quindi dev’essere verso la Torre Eiffel, andiamo, Micetto, seguimi!” Ladybug lancia lo yo yo e si tuffa nella direzione della Torre, seguita dall’eroe in nero “Non mi ha detto di piantarla” pensa Chat Noir, mentre la rincorre “e si è anche messa a ridere.. sarà mica perché le ho detto che ho una ragazza, ora?”. Le riflessioni del ragazzo vengono bruscamente interrotte: qualcuno sta chiedendo aiuto. Anche Ladybug si è fermata e i due vedono  un’auto che si sta sciogliendo su uno dei ponti della Senna. 

 

Quello che resta dell’utilitaria sta portando una giovane donna verso uno sgradito bagno fuori stagione. “Chat Noir! Il tuo bastone! Là!” ordina l’eroina in rosso, indicando il centro del ponte. Il ragazzo annuisce e lancia il bastone, facendolo appoggiare su due lampioni a metà della campata, mentre Ladybug usa lo yo yo arrotolando un’estremità del filo al bastone e lanciandosi verso la donna, prendendola per la vita e usando il filo come perno per depositare entrambe al sicuro sull’argine. “Grazie, Ladybug!” fa la biondina, ma lei l’ha salutata con un gesto ed è già ripartita verso la Torre Eiffel, affiancata da Chat Noir. 

 

In breve i due supereroi raggiungono la Torre, fermandosi sulla prima balconata “Mylady! Eccolo là! Sul ponte!” Chat Noir chiama la sua collega e gli indica un punto, non lontano dal Trocadero. Tutti i viali nei dintorni erano totalmente sgombri dalle auto, e una massa di liquido di vari colori, rimasuglio delle auto si stava riversando nella Senna, colando dai viali e trasformando il fiume in una tela astratta. Al centro del ponte su un velocipede dell’inizio del secolo con la ruota alta cinque metri, stava l’Akumizzato, vestito con un frac fucsia, gilet dello stesso colore, cappello a cilindro con un nastro viola, pantaloni a strisce nere e grigie e ghette bianche. Un paio di baffoni a manubrio biondi e un pizzetto completano l’aspetto dello strano tizio, che si guardava attorno sorridendo, sistemandosi un monocolo all’occhio sinistro.


“Tra poco finalmente potrò girare in bicicletta liberamente, senza quelle puzzolenti automobili a impedirmelo! Aaaaaah che meraviglia che saranno i viali della mia bella Parigi!” stava declamando lo strano tizio, rivolgendosi alla squadra di poliziotti in assetto anti-sommossa che stavano circondando il ponte, camminando con fatica nella melma acquosa in cui il potere dell’Akumizzato aveva trasformato ogni automobile della città.

 

“Senti, a parte che hai un pessimo gusto per i colori, non ti sembra il caso di essere un po’ fuori moda?” gli grida Chat Noir, proiettandosi col bastone su una delle spallette del ponte, subito raggiunto da Ladybug su quella dell’altro lato “Come fai ad andare in bicicletta con questa roba sulla strada? Rimettiamo le cose a posto, vuoi?” gli fa eco Ladybug, facendo segno ai poliziotti di spostarsi.

L’Akumizzato, dal suo trespolo a ruote, ride sguaiatamente “Ah, eccovi, Ladybug e Chat Noir! Vi aspettavo! Sono Le Grand Vélo e, ora che siete arrivati, mi consegnerete i vostri Miraculous!”

 

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Capitolo 5
*** Battaglia ***


Capitolo 5 - Battaglia

“Dovrai venirteli a prendere!” rispondono i due supereroi in coro, poi Ladybug lancia lo yo yo verso l’Akumizzato, che stacca una mano dal manubrio e con un gesto lancia una coppia ingranaggi verso di lei: uno colpisce lo yo yo, deviandolo, mentre l’altro si conficca nel marmo ai piedi della ragazza.


Chat Noir lo prende in giro “Beh dovrai aggiustare un po’ la mira se vuoi i Mira… culous. Gioca con me, adesso!” mentre parla si catapulta verso di lui allungando il bastone.

L’Akumizzato dà un colpo di pedale e imbocca il ponte per avvicinarsi agli eroi, con un altro gesto della mano crea nuovamente degli oggetti: una catena da bicicletta esce dalla sua giacca e si dirige verso le gambe di Chat Noir, imprigionandogli una caviglia.
L’eroe in nero, sbilanciato, dà un colpo di bastone per spezzare la catena e il contraccolpo lo fa ruzzolare, libero, sul marciapiede del ponte tra il suo avversario e Ladybug.

 

Ladybug nel frattempo è scesa dalla spalletta del ponte e avanza roteando lo yo yo per formare uno scudo luminoso davanti a sé “Tutto bene, Micetto?” chiede a Chat Noir, facendo un altro lancio di yo yo verso il velocipede. Le Grand Vélo per difendersi lancia altri ingranaggi verso i due eroi che stavolta vengono prontamente deviati da Chat Noir che impugna il bastone come una mazza da baseball “Certo Mylady, con te vicino è tutto purr-fetto” “Chat Noir… Non è il momento di queste battute, dove sarà l’Akuma?” Il ragazzo è indeciso “Il velocipede?”


“O mi date i Miraculous o vi togliete di mezzo, ho liberato le strade e voglio usarle” urla Grand Vélo, dando un’altra pedalata per raggiungere Ladybug e Chat Noir, che ha i riflessi più pronti e gli infila il bastone tra i raggi della grossa ruota anteriore, incastrandolo tra due lampioni ai lati del ponte. Ladybug approfitta dello sbilanciamento dell’Akumizzato, proiettato in avanti dalla brusca frenata, per lanciare lo yo yo e immobilizzarlo.
“Bel tentativo, ma me l’aspettavo!” sbraita quello, riuscendo chissà come a schivare l’attacco e a lanciare dalle maniche delle catene di bicicletta che immobilizzano le gambe di Ladybug sull’asfalto, impedendole di raggiungere il velocipede.

Chat Noir si lancia in un salto per placcare l’avversario prima che arrivi a terra, riuscendo ad afferrargli le ginocchia e facendolo rotolare sull’asfalto. Grand Vélo si divincola e lancia un’altra coppia di catene, immobilizzando il braccio destro di Chat Noir a terra: il Miraculous del Gatto è alla sua portata e allunga la mano per afferarlo, ma l’eroe in nero lo blocca con la mano sinistra prendendo il polso dell’altro.

 

Ladybug, roteando lo yo yo, è riuscita a spezzare le catene che la bloccavano e a raggiungere il velocipede, che è caduto di traverso sul ponte, la ruota appoggiata sulle ringhiere. L’eroina in rosso afferra il cerchione dell’enorme ruota e lo spezza facendo perno sulla gamba… ma non ne esce nessuna Akuma. 

 

Si volta e vede Chat Noir in difficoltà “Chat Noir!” Lo yo yo vola verso l’Akumizzato, legandosi attorno al suo braccio sollevato. Uno strattone della ragazza e Chat Noir è libero dallo scomodo avversario.

 

Grand Vélo ora fronteggia Ladybug e inizia a tirare il filo dello yo yo arrotolandolo intorno all’avambraccio per avvicinarsi a lei, ma senza successo: il filo si allunga man mano che lui lo tira. “Mylady, sarebbe mew-raviglioso se potessi essere al tuo fianco!” le grida Chat Noir, indicando il braccio immobilizzato. Ladybug passa al contrattacco e inizia a tirare lei il filo dello yo yo, con una forza insospettabile per il fisico minuto, cercando di sbilanciare l’Akumizzato che, con un cenno della mano libera, lancia altri ingranaggi nella sua direzione. La ragazza li schiva con una serie di capriole, calciando in una di queste il bastone di Chat Noir, che non blocca più l’intero ponte, verso il legittimo proprietario. Posati i piedi a terra, Ladybug spicca un altro salto verso il fiume e usando un lampione come perno per il filo dello yo yo, si riporta sulla carreggiata, ora con una carrucola improvvisata per immobilizzare Le Grand Vélo. L’uomo in fucsia la guarda in cagnesco “la mia bicicletta!”, tirando il filo che ha in mano con tutte le sue forze. Ladybug viene sbilanciata e gettata in avanti, giusto in tempo per essere afferrata da Chat Noir che si è liberato dalla catena. L’Akumizzato approfitta del momento e lancia nuove catene verso i due, legandoli insieme come salami, poi si libera con calma dal filo dello yo yo e con una buffa camminata a ginocchia larghe si avvicina agli eroi.

 

“Ops” commenta Chat Noir, il viso a pochi centimetri da quello di Ladybug. Le guance di lei diventano dello stesso colore della mascherina e Chat Noir prova a liberarsi, cercando senza riuscirci di resistere all’impulso di fare le fusa “Ma come accidenti faccio a farle?” si domanda Adrien, arrossendo violentemente. L’eroe in nero riesce faticosamente a liberare la mano in cui impugna ancora il bastone, ruotando il polso per usare l’arma come catapulta. “Pronta, Ladybug?” sussurra e lei, spalancando gli occhi e arrossendo ancora di più “P-per cosa?”.
Il loro avversario è ormai a pochi passi “Bene bene bene, guarda un po’ cosa ho preso” gongola, giusto in tempo per vedere i due ragazzi catapultarsi verso la balconata della Torre Eiffel grazie al bastone di Chat Noir.

 

Ladybug e Chat Noir raggiungono la balconata della Torre e rotolano sul pavimento metallico, ancora legati. I capelli di Ladybug sul viso di Chat Noir  “Che buon profumo che hanno i suoi capelli” pensa, quasi senza rendersene conto, Adrien “dove l’ho già sentito? Non è molto tempo...” il biondo scuote la testa e, ad alta voce “Mylady, passerei le mie nove vite così ma abbiamo da fare, e...”, dice, indicando col mento l’esterno della balconata “non so come liberarci senza usare il Cataclisma”. Ladybug, le guance in fiamme “C-Chat Noir non farti venire strane idee!” riesce a dire, imbarazzata dal contatto così stretto col compagno di avventure, mentre tenta di divincolarsi dalle catene “Niente. Non riesco a muovermi! Avanti, usa il Cataclisma”. Finisce la frase e all’improvviso le viene in mente quando, come Marinette, ha quasi baciato Adrien pensando che fosse una statua di cera “Ma perchè mi viene in mente ora?” si rimprovera, cercando di respirare normalmente nonostante la scomoda situazione.

“Cataclisma!” declama Chat Noir, e le scintille nere gli circondano la mano destra:  faticosamente sfiora le catene, riducendole in polvere. Il ragazzo balza in piedi e offre la mano sinistra a Ladybug che, spolverandosi con l’altra mano la tuta, l’afferra per alzarsi in piedi. “Grazie Micetto, non eri poi così scomodo, sai?” e gli fa l’occhiolino pensando “speriamo che non si accorga di quanto sono arrossita…”. 

 

Prima che Chat Noir possa ribattere, Ladybug è già arrivata alla ringhiera della balconata: Grand Velò cammina verso di loro, sul piazzale, sventolando con ampi gesti delle braccia il cappello a cilindro. Ai lati un rumore metallico fa voltare Chat Noir, che vede arrivare, dalle strade che costeggiano la Senna un vero e proprio fiume di biciclette: da corsa, a noleggio, coi seggiolini di sicurezza, da uomo, da donna, vecchie, nuove, sembrava che ogni bicicletta di Parigi fosse lì.
 

La massa si raduna davanti a Grand Velò e le biciclette si ammucchiano una sull’altra, un mucchio confuso su cui l’Akumizzato sale, che comincia a crescere in altezza. In breve avrebbe raggiunto la quota della balconata.

“Lucky Charm!” grida Ladybug, saltando per lanciare lo yo yo verso l’alto: un lampo rosato e la ragazza si ritrova in mano una grossa camera d’aria da bicicletta, sgonfia “E con questa che ci dovrei fare?” si chiede, come tutte le volte, Marinette, rigirando l’oggetto tra le mani.

“Devo pensare! Cerca di distrarlo!” ordina l’eroina in rosso “Sarà fatto, Mylady” risponde pronto Chat Noir, saltando sulla balaustra davanti a un cannocchiale a gettone. “Ehi, sono qua! Non volevi il mio Miraculous? Perché non te lo vieni a prendere?” grida a Grand Velò, che in risposta lancia altri ingranaggi dei pedali: alcuni vanno a vuoto, prontamente schivati da Chat Noir ed uno colpisce il cannocchiale, staccandolo dal suo supporto e scagliandolo a terra con un rumore di vetri rotti.

 

Ladybug si gira in mano la camera d’aria, guardandosi in giro “hmmm… primo dove sarà l’Akuma… devo pensare in fretta… “ fissa l’attenzione su Grand Velò, col cilindro quasi alla loro altezza “L’unica cosa diversa è il nastro del cilindro.. non era la bici.. Proviamo”. 

 

La ragazza fa due passi indietro mentre la pila di biciclette ha quasi raggiunto la balconata, poi nota i cannocchiali a gettone: si getta di corsa verso uno, infila la camera d’aria sul supporto “Aiutami, Chat Noir!” gli chiede, mentre tende la ciambella di gomma verso il supporto dell’altro cannocchiale, tagliato poco prima. 

Lui la guarda un attimo “Ho capito Mylady” e corre ad aiutarla, agganciando in fretta la camera d’aria, ora tesa come un elastico, sul supporto tagliato. Ladybug raccoglie il cannocchiale rotto, lo posiziona al centro della camera d’aria e, tirandola come una fionda, si prepara a lanciarlo verso il cappello di Grand Velò. L’eroina in rosso tende il grosso elastico, prende la mira e grida “Ora, Chat Noir! Il cappello!” mentre lascia la presa sul proiettile improvvisato.

 

Il cannocchiale vola ruotando su se stesso, colpisce in pieno il cilindro, prontamente afferrato al volo da Chat Noir che si è lanciato dall’angolo della balaustra verso la strada sottostante. L’eroe in nero lancia il cappello come un freesbee verso Ladybug, che lo afferra e strappa il nastro, liberando l’Akuma.

 

“Niente più malefatte, piccola Akuma” declama Ladybug, facendo rimbalzare lo yo yo e lanciandolo verso la farfalla viola “Ladybug sconfigge il male!” mentre la cattura “Presa! Ciao ciao, farfallina” conclude, rilasciando la farfalla ormai purificata. Con la coda dell’occhio Marinette vede la montagna di biciclette vacillare e corre a sfilare la camera d’aria dai supporti  “Miraculous Ladybug!” grida, lanciandola in alto. Un turbine di coccinelle magiche riporta tutto alla normalità e deposita l’ex Akumizzato sull’asfalto.

 

Si tratta di un giovanotto biondo, col pizzetto e gli occhiali tondi, jeans neri, giacca di pelle su t-shirt fucsia e un casco da ciclista. Appare seduto per terra, accanto a una costosa bici. 

Il giovane si guarda attorno spaesato, mentre Ladybug, usando il filo dello yo yo si cala accanto a lui, raggiunta da Chat Noir che le porge il pugno “Ben fatto!” dicono i due eroi in coro mentre le mani si toccano.

“Ma cosa è successo? Oh no sono stato Akumizzato!” borbotta il ragazzo biondo, levando il casco e grattandosi la testa. “Tranquillo, ci siamo noi” gli dice Chat Noir. “Si, ora va tutto bene” conferma Ladybug. Lui li guarda “Grazie, ragazzi, Parigi sarebbe perduta senza di voi” commenta, alzandosi da terra e riprendendo la bici. “Mi raccomando, vai solo sulle corsie riservate!” gli raccomanda Ladybug mentre si allontana, salutando con un gesto della mano.


Un insistente segnale acustico interrompe Chat Noir, proprio mentre raccoglie il bastone, caduto dalla balconata a pochi passi da loro “Ehm credo che mi stia per ritrasformare, devo andare!” dice un po’ dispiaciuto, grattandosi la nuca “Eh si, anche io” gli fa eco Ladybug, che rotea lo yo yo per lanciarsi su un tetto “Senti, Chat Noir, ci vediamo al solito posto dopo cena? Vorrei parlarti” chiede, seria. “Ma certo, Mylady mi vedrei ovunque con te!” accetta Chat Noir, il volto illuminato da un sorriso, poi i due si allontanano in direzioni opposte.

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Capitolo 6
*** Alya ***


Capitolo 6 - Alya

Ladybug non è ancora in vista della terrazza della pasticceria quando l’ultimo punto del Miraculous inizia a lampeggiare, segno che la trasformazione sta per terminare “Accidenti, proprio adesso” pensa Marinette, fermandosi dietro un comignolo di mattoni “se mi ritrasformo qui, qualcuno potrebbe vedermi, devo trovare un posto al riparo” prosegue guardandosi attorno in cerca di un nascondiglio in cui restare finché Tikki non ha recuperato le forze per trasformarla di nuovo. Finalmente la ragazza vede un posto che sembra adatto, un vicolo dietro il cinema. Mentre scende rapidamente con lo yo yo pensa “speriamo che non ci sia nessuno” e si tranquillizza notando che il vicolo è vuoto. Posa un piede per terra e la trasformazione finisce. Marinette fa posare Tikki sul palmo di una mano, mentre con l’altra le dà un biscotto “Dai Tikki, dobbiamo tornare prima che arrivi Alya.. anzi aspetta!” le dice, prendendo il telefono.

La ragazza tocca il contatto di Alya e attende che l’amica risponda, ma mentre il suo telefono le dà il segnale della chiamata sente una musica familiare provenire dalla strada illuminata al termine del vicolo: la suoneria del telefono di Alya. Marinette e Tikki spalancano gli occhi per la sorpresa, poi la ragazza si nasconde dietro un cassonetto e guarda la Kwami che annuisce sussurrandole “non riattaccare!”. In quel momento Alya, risponde, passando nel rettangolo di luce della fine del vicolo “Ehi, che succede Mari?” lei risponde a basa voce “Ciao Alya, senti, Adrien non viene, quindi non ho bisogno che ci sia anche tu”. La rossa, tutta contenta “no, assolutamente! Devo venire per forza! Devi vedere che video bellissimo che sono riuscita a fare di Ladybug e Chat Noir! Impazzirai quando li vedi! Ma…” ci pensa un attimo “qualcosa non va?” “No, è che ero scesa in cucina e la mamma s’è addormentata guardando la TV” si giustifica Marinette, abbassando ancora la voce “sali direttamente da me quando arrivi, ok?”. “Ricevuto!” risponde Alya “ci vediamo subitissimo!” e riattacca.

Marinette e Tikki si guardano, con un sospiro di sollievo “c’è mancato pochissimo” fa la kwami, finendo di mangiare un biscotto “ora sono pronta”. “Facciamo presto! Tikki! Trasformami!” e qualche istante dopo Ladybug esce dal vicolo, lanciandosi da un tetto all’altro fino ad arrivare alla terrazza della camera di Marinette nell’esatto momento in cui Alya entra dal portone al pianterreno, accanto all’ingresso della pasticceria.

Marinette entra dalla botola del terrazzo, atterrando in piedi sul letto, due passi e scende i gradini del soppalco mentre si ritrasforma nella sua versione civile, accorgendosi che le ballerine rosa che solitamente indossa sono macchiate. “Oh accidenti.. meglio nasconderle prima che Alya le veda, chissà che storia ci ricama” borbotta, sfilandole e infilando le pantofole. Due secondi dopo sente bussare alla botola “Mari? Posso entrare?” chiede Alya da sotto “Certo, vieni!” risponde Marinette, seduta al PC appena acceso.

La rossa entra praticamente di corsa e subito piazza il cellulare davanti a Marinette, avviando la riproduzione di un video. Leggermente traballanti, sul display scorrono le immagini della parte finale del combattimento, da quando Ladybug e Chat Noir si sono catapultati sulla balconata “E dove accidenti era Alya?” si domanda Marinette, un po’ nervosa “Devo stare molto più attenta, potrebbe scoprire la mia identità segreta.. però potrei anche..” riflette, mentre dice all’amica “Wow! Come hai fatto a riprenderli così bene? Non hai paura di rimanere coinvolta nella battaglia?”. “No, affatto…” le fa Alya “ok.. un pochino sì ma sono sicura che Ladybug verrebbe a salvarmi subito… A proposito, avete parlato quando ti ha salvata?”. Marinette riflette qualche secondo “hmmm non tanto, mi ha chiesto come mi sentissi, poi mi ha accompagnata subito qui.. e mi ha salutata. E’ stata molto gentile con me. Forse dovrei far avere un regalo anche a lei oltre che a Chat Noir”. Alya la guarda con tanto d’occhi “ehi ehi, frena… un regalo a Chat Noir? Ma questo è uno scoop!” punzecchia l’amica, ridendo. Marinette la guarda di sbieco, “hmmmm” poi le dà una gomitata nelle costole e ride anche lei. Mentre le due riprendono fiato, Marinette guarda l’amica con aria più seria “Alya, devi aiutarmi” inizia, sfilando le pantofole e accoccolandosi sulla sedia, le ginocchia al petto. La rossa la guarda, stupita dal cambiamento di umore “Che succede, Mari? Sono la tua migliore amica, sai che non devi nemmeno chiederlo. Che ti serve?”.

“Voglio sapere cosa ho fatto mentre ero akumizzata.” spiega Marinette “Devo saperlo. Devo sapere se ho fatto del male a qualcuno. Lo so che Ladybug ha rimesso tutto a posto ma io devo saperlo. Mi aiuterai, vero?”. Alya si siede per terra, su un cuscino afferrato dal divanetto davanti all’amica, pensierosa “Uhm… Beh io non ho filmato, ero impegnata a scappare, ma forse sul sito Internet del notiziario ci sono ancora i filmati, quando c’è un Akuma intervengono quasi sempre i reporter” spiega, balzando in piedi e afferrando il mouse del PC, giusto per finire nell’abbraccio di Marinette, che la circonda con le braccia da dietro dicendo “Grazie Alya! Sei mitica!”.
“Primo, non mi devi ringraziare, Mari. Secondo aspetta quando avremo trovato qualcosa!” ribatte l’altra, digitando sul PC.

“Hmmmm…. qui no… qui no…. Ecco!” Alya clicca un paio di pulsanti sul sito del notiziario e sullo schermo appaiono le immagini di Marinette akumizzata, in piedi sull’argine della Senna, di fronte alla pasticceria. Le ragazze la vedono lanciare dei raggi viola sulla piccola folla, disperdendola, poi appare Chat Noir che le dice qualcosa, l’audio è confuso dai rumori delle persone in fuga. Osservano Principessa Solitudine usare le catene come fruste per bloccare Chat Noir, dire qualcosa e poi venire avvolta dallo sbuffo grigio della nube. “Aspetta Alya, torna indietro, alza il volume” chiede Marinette, scossa da un brivido, la pelle d’oca sulle braccia. La rossa se ne accorge e le mette un braccio sulle spalle, avvicinandosi all’amica, mentre con la mano libera alza il volume del video e lo riavvolge. Dagli altoparlanti del PC, un pò confusa ma comprensibile, la voce di Principessa Solitudine dice “... dire un paio di cosette a quel pappagallo di Adrien Agreste!”. per poi sparire nella nube. Marinette spalanca gli occhi, una mano a coprire la bocca e un “oh..” di sorpresa. “Ho detto COSA?” sbotta, guardando Alya, incredula mentre l’altra non può far altro che annuire.

Marinette e Alya continuano a cercare i filmati della battaglia, ma ce ne sono solo frammenti, si vedono la figura grigia e Chat Noir sopra il giardino di villa Agreste, ma non c’è audio. A un certo punto Chat Noir fa cadere Principessa Solitudine dalla nube, mentre sulla strada si intravede Luka che grida qualcosa. Vedendo l’amico così preoccupato Marinette sente una stretta al cuore.

Qualche secondo e Chat Noir si catapulta fuori dal giardino, tirandosi dietro la sua avversaria, senza più la maschera. I due continuano a lottare, il reporter che riprende riesce ad avvicinarsi a portata di voce e Marinette esterrefatta e sull’orlo delle lacrime sente la sua versione akumizzata gridare “Adrien deve dimenticatmi! Come io devo dimenticare lui!”, Luka ribattere “Dai, non fare così” e venire colpito da un raggio viola. Marinette sussulta nell’abbraccio di Alya, una lacrima che le riga una guancia “no…” sussurra. Nel video Chat Noir e l’Akumizzata continuano a combattere, finché lei non scappa di nuovo.

Nell’ultimo spezzone di video Marinette vede se stessa svenuta, tra le braccia di Chat Noir. L’inquadratura non è perfetta ma si vede che lui piangere mentre accarezza dolcemente la testa di Marinette, poi l’abbraccia stretta e lei si riprende, divincolandosi spaventata.

“Fermalo, Alya, per favore. Ho visto abbastanza” chiede Marinette, asciugandosi le lacrime “Ho fatto… ho fatto del male a quelle persone. Ho fatto del male a Luka! E perché Chat Noir piangeva? E…. io non… non voglio dimenticare Adrien! Perché ho detto quelle cose?”. Alya le prende delicatamente il mento, facendosi guardare negli occhi nocciola “Mari. Ascolta. Non eri in te. Quelle cose le hai dette perché eri akumizzata. Non torturarti così, ormai è successo.” “Si ma… ma… “ balbetta Marinette “ma devo parlare con Luka! E con Adrien… e Chat Noir. Riesci a contattarlo?” “Farò del mio meglio, ora calmati, dai. Ti prendo dell’acqua? Non ce la faccio a vederti così.. ” Alya tenta di confortare l’amica, che la guarda, tirando su col naso e frugando nei cassetti della scrivania per prendere un fazzoletto. Marinette prende il bicchiere che le porge Alya e beve qualche sorso, poi si soffia il naso e si tampona le palpebre chiuse “Grazie, Alya, davvero. Va meglio adesso, mi sono sfogata.” “Bene” la rossa sorride “vedo se riesco a contattare il gattino, allora! Tu sistemati e ci vediamo domani a scuola, voglio vederti sorridere però” la esorta Alya, mentre si avvia verso la botola, uscendone poco dopo e lasciando Marinette accoccolata sulla sedia che la saluta con “ciao” e un mezzo sorriso, ancora pensierosa.

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Capitolo 7
*** Decisioni ***


Capitolo 7 - Decisioni

Marinette non riusciva a smettere di pensare a cosa avesse detto mentre era akumizzata “Ho detto che Adrien deve dimenticarmi. Ho trattato male Luka, che vuole solo starmi vicino… Ma non penso davvero queste cose. O si?” rifletteva, mordendosi il labbro inferiore “E poi ero a casa di Adrien, ma lui.. Non c’era. Ed è strano perché… Perché suo padre non lo lascia mai uscire. Forse aveva un servizio fotografico? A quell’ora? Magari si era nascosto però non è da lui, nascondersi. E se fosse… no, non può essere Chat Noir, li ho visti insieme…” la ragazza prosegue nei suoi silenziosi ragionamenti per qualche minuto.

Marinette cambia posizione sulla sedia e infine chiama “Tikki” “si, Marinette?” fa lei uscendo dal suo nascondiglio “Abbiamo corso un bel rischio a chiamare… ehm Volpe Rossa per fare quell'illusione di Ladybug. Ma cosa le hai detto? Devo andare anche da lei a ringraziarla personalmente, se Alya mi chiede qualcosa che le dico?” chiede Marinette alla kwami rossa, che la guarda con gli occhi socchiusi mentre riflette “Beh, le ho detto che in quel momento preciso non potevi trasformarti e che serviva un diversivo” “Capisco” concorda la ragazza “ma non credi che questo possa far sospettare Alya? Sappiamo cosa potrebbe succedere se qualcuno scoprisse chi sono e la cosa arrivasse a Papillon” Marinette deglutisce a vuoto, ripensando a quel viaggio nel futuro in cui Chat Noir era stato akumizzato, poi prosegue “Senti, pensavo che visto che Papillon sa chi sono stati i portatori sarebbe più sicuro se avessero i Miraculous per potersi difendere.” Tikki è pensierosa per qualche istante poi “Non so se sia una buona idea, anche se abbiamo visto che Papillon vuole solo quello tuo e di Chat Noir e sembra disinteressato agli altri.” “Devo sentire anche cosa pensa Chat Noir. Non è giusto che decida tutto io anche se...” Marinette si interrompe, sforzandosi di trattenere le lacrime “il Maestro Fu si fidava di solamente di me”. Tikki consola l’amica accarezzandole la guancia con una zampina “Marinette, tu sei la miglior Ladybug che io mi ricordi. Dico davvero! Farai sicuramente la scelta giusta.” “Grazie” risponde Marinette, guardando la creaturina volante “Ti voglio bene, Tikki. Sarei persa senza di te”. La Kwami rossa la guarda sorridendo “Anche io” e si posa sull’incavo tra la spalla e il collo dell’amica, facendole il solletico.

Il resto del pomeriggio e la cena scorrono come al solito, i genitori di Marinette sono ancora preoccupati per il fatto che lei sia stata akumizzata, ma la cosa è diventata ormai piuttosto comune a Parigi, visto che non passa giorno senza una o più scorribande di qualcuno soggiogato da di Papillon, tanto che la gente inizia a temere le farfalle. Salutati i suoi, la mora sale in camera sua e chiude la botola, preparandosi per andare a letto. Questa la versione che ha raccontato ai genitori. In realtà è pronta per trasformarsi e andare a parlare con Chat Noir, ma per guadagnare tempo al ritorno si è effettivamente infilata il pigiama: dei pantaloni rosa e una canotta bianca a pois rosa. “Bene, andiamo! Tikki! Trasformami!” l’ormai consueta luce rosata e la confortante sensazione del costume di Ladybug addosso avvolge Marinette, che apre la botola del terrazzo ed esce nella notte stellata parigina.

L’autunno insolitamente caldo aveva lasciato il posto ad un tempo decisamente freddo e, nonostante il costume proteggesse abbastanza bene, Ladybug rabbrividisce quando si lancia nell’aria col filo dello yo yo. Anche quella sera l’appuntamento era alla Basilica del Sacrée Coeur. Mentre si avvicina alla cupola, Ladybug riconosce la sagoma familiare del suo biondo compagno d’avventure, seduto in cima a una delle torri laterali. Raggiunta la chiesa, l’eroina in rosso sale sulla torre, senza che Chat Noir la noti. Avvicinandosi, Marinette sente la voce dell’amico, che sta canticchiando “Un petit chat…sur le toit” mentre tiene il tempo muovendo la testa “seul sans sa lady”. Era la stessa filastrocca che cantava quando era stato akumizzato. Marinette sente una stretta al cuore pensando al a Chat Blanc “per fortuna che quella cosa non è mai accaduta, ho sistemato tutto” pensa fra se, sedendosi accanto a lui, che l’accoglie col suo solito sorriso “Ehi ciao insettina! Mangiato bene?” il sorriso si smorza un po’ “Io, come al solito, da solo”. Ladybug si accorge del cambiamento improvviso e risponde “Benissimo, grazie! E ti ho detto di non chiamarmi insettina, Micetto!” e quasi senza pensarci gli stampa un bacino sulla guancia.
Chat Noir si volta stupito per quel gesto inaspettato, sentendo le guance avvampare. I ragazzi si guardano per un istante negli occhi e anche Ladybug sente le proprie guance scaldarsi, poi si voltano entrambi dall’altra parte, imbarazzati. Passa qualche interminabile secondo e poi Ladybug “scu-scusa, non volevo metterti in imbarazzo!” il ragazzo, sempre senza guardarla e grattandosi la nuca “Beh, Mylady, dovresti mew-termi in imbarazzo più spesso, sai? Comunque cosa mi volevi dire? Forse che...” e si volta, sorridendo sornione, mentre con le mani fa la forma di un cuore. Ladybug lo guarda “Chat Noir! Sei sempre il solito!” lo rimprovera, sorridendo “Però è bello stare con lui...” pensa Marinette mentre accavalla le gambe per mettersi più comoda, i piedi penzoloni nel vuoto.

“Senti, Micetto, dobbiamo fare un discorso serio” una pausa, trovando lo sguardo felino del ragazzo “ci ho pensato su e credo che dovrei affidare alcuni Miraculous a persone di cui mi fido, come fece il Maestro Fu con noi.” Chat Noir diventa serio “Ma.. Papillon ha scoperto le identità dei ragazzi a cui li avevi dati, non avevamo detto che non avrebbero più potuto averli?” Adrien ricorda la battaglia di qualche giorno prima, in cui Papillon sconfisse il Maestro Fu “ma...tra i portatori dei Miraculous soggiogati da Queen Wasp non c’era Marinette, nonostante Ladybug le avesse affidato un Miraculous…” pensa.

Ladybug cerca le parole giuste “Si, è vero. Ma ora la situazione è cambiata. Penso che affidare a qualcuno di loro i Mirauclous gli permetterà di difendersi se Papillon tenterà di nuovo il tutto per tutto. Il Maestro aveva molto insistito su questa regola, lo so bene, ma ha avuto fiducia in me, facendomi diventare la nuova Guardiana.” un’altra pausa, lo sguardo della ragazza si rabbuia “Pensavo di affidare i Miraculous della Volpe e del Drago, per ora.
E poi, se necessario, quello del Serpente. Ma..” Ladybug guarda negli occhi Chat Noir “voglio sapere anche cosa ne pensi tu. E’ una decisione che non posso prendere da sola, siamo una squadra, e tu sei mio amico” La ragazza mette entrambe le mani sulla destra di Chat Noir che per un istante ha l’impulso di ritrarla, ma lascia fare. Lei aveva le mani calde, lo sentiva attraverso il costume, era una bella sensazione. I due ragazzi restano in silenzio, riflettendo “Si” risponde Chat Noir, dopo un tempo che a Ladybug sembra interminabile “Sono d’accordo con te. Dovresti affidarglieli, è giusto che possano difendersi. E non dirmi a chi li darai”. Lei stringe la mano del compagno d’avventure “Grazie, Chat Noir. Sapevo che avresti capito”. Entrambi si voltano verso il panorama di Parigi, contemplando la vista della città illuminata, la mano sinistra di Ladybug ancora sulla destra di Chat Noir. Nonostante il freddo, nessuno dei due voleva realmente andarsene. Finalmente Chat Noir rompe il silenzio “Ladybug?” “Si, Micetto?” “Devo andare di pattuglia. Stasera tocca a me” “Già” sospira lei, alzandosi in piedi. “Buonanotte, Chat Noir” lo saluta la ragazza, i capelli scompigliati dal vento che si era alzato “Sogni d’oro, insettina” risponde lui, lanciandosi col bastone verso la città.

Ladybug rimane ancora in piedi per qualche istante, sospirando, sollevata “Meno male che Chat Noir è stato d’accordo” commenta tra sé, sentendo ancora il calore della mano dell’amico sul palmo. La ragazza prende lo yo yo dalla cintura e lo lancia verso un lampione, poi inizia il percorso sui tetti parigini per tornare a casa.

Verso metà strada, Ladybug si ferma a riprendere fiato nascosta dietro i comignoli sul tetto di un cinema “Non sono lontana da casa di Adrien, chissà cosa starà facendo adesso..” pensa. Senza quasi rendersene conto, un paio di minuti dopo Ladybug è in vista della grossa costruzione, protetta da un muro di cinta. “Uff… sarà già a dormire, la stanza è tutta buia.. Ma la finestra è aperta… Anche l’altra sera lo era.. “ La ragazza posa un dito guantato sulle labbra, pensierosa “Meglio che vada, qualcuno potrebbe vedermi” conclude, lanciando lo yo yo verso la Senna e casa propria. Ladybug ha appena attraversato il ponte quando nota, con la coda dell’occhio, un movimento nella direzione da cui proviene “Cos’era?” si domanda, fermandosi su un cornicione e aguzzando lo sguardo alla luce dei lampioni “boh” commenta alzando le spalle, riprendendo lo yo yo e usandolo come bugphone per vedere il canale delle notizie, ma era tutto tranquillo. Mentre riparte verso casa Marinette si chiede “Sarà mica stato… Chat Noir?”.


Dopo qualche minuto Ladybug entra nella botola sul terrazzo della stanza di Marinette e atterra sul letto, annullando subito dopo la trasformazione e ritrovandosi in pigiama, rabbrividendo nell’aria fredda che entra dall’esterno. Marinette chiude rapidamente la botola e si infila sotto le coperte, mentre Tikki si posa accanto al piattino di biscotti sul comodino e ne prende uno. “Buonanotte, Tikki” dice la mora, sottovoce, tirandosi le coperte fino al naso “Buonanotte Marinette” risponde la Kwami, tra un boccone e l’altro. “Domani mi spiegherai che ti ha detto Chat Noir”. “Sicuro” conferma Marinette, allungando il braccio per spegnere la luce.

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Capitolo 8
*** Pattuglia ***


Capitolo 8 - Pattuglia

Chat Noir, durante il giro di pattuglia serale, non ha fatto altro che pensare all’incontro con Ladybug “Non pensavo che Ladybug chiedesse il mio parere, finora mi hanno sempre tenuto in disparte.” pensa, in piedi su un cornicione, nel buio sopra una stradina. “E chi si aspettava che mi baciasse! Si, un bacio innocente, da amici ma… è la prima volta che Ladybug... No. E’ la prima volta che me lo ricordo” il biondo sospira ripensando alla foto sulla torre di Montparnasse in cui lui e Ladybug si scambiavano un tenero bacio “Ma c’era qualcosa ...” ad Adrien sembrava ancora di sentire le labbra tiepide dell’amica sulla guancia “... come se non fosse la prima volta che quelle labbra… No, impossibile, loro due non possono essere la stessa persona. Le ho viste insieme. Però... " un rumore improvviso proveniente dalla strada strappa il biondo dalle sue riflessioni.

Dalla via pochi metri sotto di lui arriva il rumore di un motore in brusca accelerata. Chat Noir guarda nella strada sottostante e vede una sagoma scura con una chioma fulva china su uno scooter rosso. Dalla parte opposta della strada arriva una voce femminile: “Al ladro! Polizia!”, una rapida occhiata e l’eroe in nero vede una giovane ragazza, con anfibi, jeans blu, piumino giallo e casco in testa sbracciarsi correndo nella strada da in cui sta passando lo scooter.

“Eh no, non si fa” dice fra sé Chat Noir: in un paio di balzi ha raggiunto la fine della via. Usando il bastone come pertica scende a livello dell’asfalto notando un palo della segnaletica ed un lampione giusto ai lati della fine della stradina, allunga il bastone e lo piazza, in orizzontale, tra i due pali incastrandolo alla meglio a mezzo metro d’altezza.
Il rumore del motore si avvicina e la luce traballante del faro dello scooter illumina l’eroe in nero e la trappola improvvisata.


Chat Noir si mette davanti al bastone, al centro della viuzza, aspettando che il ladruncolo si avvicini ma già lo vede chiaramente, è a pochi metri e sembra un ragazzino della sua età. “Fermati e restituiscilo, dai!” gli grida, mettendosi sulla traiettoria dello scooter. Il ragazzino alla guida si spaventa e frena bruscamente, finendo con sbandare e perdere l’equilibrio.
Lo scooter scivola per un paio di metri e si ferma sbattendo contro il bastone, mentre il ladro viene afferrato al volo, prima che possa cadere, da Chat Noir, che ora lo tiene per il collo del giubbotto marrone. “Lasciami andare!” si dibatte il rosso, trattenuto saldamente dall’eroe in nero che lo solleva da terra e gli risponde “Io ti lascio, e tu te ne vai a piedi e le chiedi scusa, prometti che non lo fai più e finisce qua, ok?” fa un cenno con la testa alla proprietaria dello scooter che corre verso di loro, il casco in mano.

La ragazza li raggiunge e si china, le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. Avrà più o meno sedici anni, mora, i capelli corti, molto carina.
Alza gli occhi verso i due, mentre il ladro appena catturato risponde, sprezzante “Se no cosa fai?” “Mah, posso chiamare la polizia o provare il Cataclisma sui… tuoi vestiti? Chissà se funziona, vuoi provare?” lo minaccia l’eroe. La mora e il ragazzino spalancano gli occhi, stupiti da quella minaccia. Il ragazzino prova ancora a dare un paio di strattoni, ma l’eroe in nero lo tiene a venti centimetri da terra poi finalmente si arrende, chinando la testa “D’accordo. Hai vinto!”. Chat Noir gli dà un’occhiataccia “Chiedi scusa adesso. E prometti”, girandolo verso la proprietaria dello scooter “Scu..scusa” mormora il ladruncolo “non dimentichi nulla?” l’eroe in nero gli dà un lieve scossone, l’altro tace “Cataclisma!” e la mano libera di Chat Noir si carica di scintille nere “Va bene! Non lo farò più!” fa il ragazzino “Lo prometto!”. Chat Noir lo lascia andare e gli fa segno di allontanarsi “Sparisci! La prossima volta questo lo uso subito!” gli grida, mentre il ladruncolo si allontana di corsa. Il biondo cerca qualcosa a terra, vede una lattina schiacciata e l’afferra con la destra, riducendola in polvere.

La mora si avvicina a Chat Noir e lo guarda da capo a piedi “Wow.. Uno degli eroi di Parigi che sventa il furto del mio scooter! Da non crederci! Grazie, Chat Noir” “Non mi devi ringraziare, normale amministrazione, non sia mai che Chat Noir lascia una damigella in difficoltà” si vanta lui, facendo un inchino in modo molto teatrale. La ragazza lo guarda e si mette a ridere, coprendosi la bocca con una mano “senti… ehm... posso fare un selfie con te? Altrimenti se lo racconto alle mie amiche non ci crederanno!” il biondo si raddrizza sorridendo e si mette in posa col petto in fuori “Ma certo! Con piacere!”. La ragazza mette un braccio attorno alla vita di Chat Noir e con l’altra mano scatta una foto “Grazie ancora!” dice, andando a riprendere lo scooter da dove era caduto “Dovere!”, risponde lui, agganciando il bastone alla cintura “e.. .beh…Devo andare! Ciao ehm….” si congeda dalla ragazza, che gli sorride prima di infilare il casco lo saluta con un “Martine! E’ stato un piacere, ciao!” e con un gesto della mano.

Chat Noir la guarda allontanarsi, “Però, era proprio carina...” pensa, poi canticchiando sgancia il bastone usandolo per salire sul tetto più vicino. Due minuti ed è in vista di casa: Sgattaiola dentro dalla solita finestra lasciata aperta e dopo un “Plagg! Ritrasformami!” al posto dell’eroe in nero riappare Adrien, che senza nemmeno accendere la luce, si lancia sul letto ancora vestito, atterrando di schiena, mentre Plagg svolazza verso il mobile dove c’è nascosta la scorta di Camembert. “Ehi, Plagg, avremo dei compagni d’avventura da oggi. Ryuko e Volpe Rossa.” annuncia Adrien “Eh? No aspetta un attimo! Vuoi dire che… Ladybug gli lascia i Miraculous? Ma il Maestro…” ribatte il Kwami, giusto per essere interrotto dalla mano alzata di Adrien “Lo so. Ma ora la guardiana è Ladybug. E io mi fido di lei. Era solo per avvisarti” “Va bene, basta che Trixx e Longg non prendano il mio camembert!” conclude Plagg. Adrien si copre il viso con una mano “Sei sempre il solito, Plagg. Andiamo a letto che domani c’è scuola” risponde, girandosi e borbottando, con la faccia contro il cuscino “poi c’è il servizio fotografico, poi scherma, poi piano, poi cinese… non ce la faccio più”.

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Capitolo 9
*** Un brusco risveglio ***


Capitolo 9 - Un brusco risveglio

“E come ci sono arrivata qui?” si chiede smarrita Ladybug, spostando lo sguardo sulle rovine che la circondano: macerie a perdita d’occhio “cosa è successo… no, non di nuovo” pensa, un nodo allo stomaco “Bunnix! Mi hai portata di nuovo nel futuro?” grida, a nessuno in particolare. Nessuna risposta, solo il vento. Guardandosi attorno, Marinette riesce a riconoscere pezzi dell’insegna della pasticceria, qualcosa del mobilio di camera sua “oh no! Mamma! Papà!” riesce a pensare, mentre inizia a frugare tra le macerie senza trovare nulla “ma cosa è successo?” dice fra se, girando su se stessa in cerca di segni di vita.


Da lontano, arriva una cupa risata e una voce “Allora, Ladybug, hai sbagliato di nuovo eh? Ma adesso nessuno potrà aiutarti! Nessuno! Nemmeno Chat Noir. Ti ho sconfitta, finalmente! Ora dammi i Miraculous! Tutti!” un attimo dopo un rumore di passi fa voltare Ladybug: a una decina di metri, in una nebbia violacea c’è Papillon, con due enormi ali di falena sulla schiena.

L’eroina si copre la bocca con le mani, spaventata e sentendosi inerme “no! Come… Come hai fatto a….” poi si accorge che l’uomo in viola ha qualcosa in mano. Sta tenendo qualcosa con la sinistra, la sagoma è confusa dalla nebbia che all’improvviso scompare: è Chat Noir, completamente inerte. Papillon lo lancia come un fagotto ai piedi di Ladybug che non riesce a trattenere un grido di sgomento e terrore “No! Chat Noir! No! Cosa... “ la ragazza si china sul corpo inerte dell’amico, gli occhi appannati dalle lacrime che non riesce a trattenere. Ladybug abbraccia Chat Noir che non dà alcun segno di vita mentre nell’aria riecheggia la risata di Papillon “No! Chat Noir! Ti prego, rispondimi! Non puoi lasciarmi!” ma il ragazzo sembra non respirare. Ladybug si asciuga le lacrime col dorso della mano, il viso deformato da una smorfia di rabbia. L’eroina in rosso si alza in piedi “Tu!” grida a Papillon “Me la pagherai, maledetto mostro!” e lancia lo yo yo contro Papillon, che scompare immediatamente “Hai sbagliato, di nuovo!” ora la voce è alle sue spalle, lei si volta e lancia di nuovo lo yo yo che di nuovo non colpisce nulla. All’improvviso il trillo degli orecchini la fa sobbalzare “Ma come? Mi sto ritrasformando? Non adesso!” pensa Ladybug, presa dal panico grida “Chat? Cosa faccio? Cosa faccio ora? Non lo so! Qualcuno mi aiuti!” poi scoppia in lacrime, le mani sul viso, impotente, mentre il suono degli orecchini si fa sempre più forte, fino a coprire ogni altro rumore….

Marinette si alza a sedere sul letto, sudata, il cuore che batte all’impazzata. Si guarda attorno, confusa, la sveglia del cellulare che suona “Tikki!” chiama, vedendo la Kwami sul cuscino accanto a lei “Si? Che succede?” chiede la piccola creatura, stropicciandosi gli occhi “Meno male che era solo un incubo!” Le dice Marinette, il fiato ancora corto, rabbrividendo ancora e sentendo, questa volta davvero, le lacrime salirgli agli occhi “C’era Chat Noir… era… era… Oddio, Tikki, era… non si svegliava! E io.. “ Tikki l’interrompe “Calmati Marinette! Era solo un incubo, non è successo nulla! Tranquilla!” Marinette si blocca, vedendo il cellulare. “Ah era la sveglia” borbotta, ormai completamente sveglia. “Sarà meglio che ci prepariamo per la scuola, adesso, non voglio arrivare tardi anche stamattina” così dicendo Marinette scende dal soppalco e va a lavarsi il viso, ancora scossa dall’incubo.

La campanella dell’inizio delle lezioni suona nel preciso istante in cui Marinette chiude la porta della classe, suscitando il solito sguardo di rimprovero da parte della signorina Bustier. La mora va a sedersi al suo posto accanto ad Alya senza quasi notare il sorriso a trentadue denti che le ha rivolto Adrien mentre gli passava di fianco. In compenso la ragazza nota il mazzetto di fogli sul suo banco, scritti in una calligrafia minuta e ordinatissima, ma soprattutto il post-it giallo con scritto, nella stessa calligrafia del resto: “Scusa se non te li ho portati ieri.” e una firma “ Adrien”. Marinette sta per lanciare un urlo di gioia quando sente la mano di Alya afferrarle la coscia, trasformando l’urlo in un “ahio, piantala! Mi fai male!” soffocato ed un’occhiataccia rivolta alla rossa.
“Ehm” la signorina Bustier si schiarisce la voce “Buongiorno ragazzi! Marinette! Va tutto bene?” “Si c-c-erto signorina, A-adrien mi ha portato gli appunti presi durante la mia assenza!” risponde la mora, balbettando leggermente, cercando di non guardare la testa bionda nel banco davanti, il cui proprietario si volta di sbieco mostrando il pollice alzato e lo stesso sorriso di prima.

“Bene, allora possiamo cominciare, aprite il libro di storia a pagina sessanta!” conclude l’insegnante, dando inizio alla lezione.

Marinete cerca di concentrarsi sulla lezione ma con scarsi risultati “Adrien mi ha copiato gli appunti. A mano. Solo per darmeli. Li metterò in una busta trasparente per non rovinarli…” poi una leggera gomitata di Alya la riporta in classe. “Ma è stato troppo gentile, ieri mi ha perfino chiamata.. sono tutti gentilissimi da quando sono stata akumizzata ma soprattutto Adrien che però non c’era...” La cosa va avanti per la prima ora di lezione, poi finalmente la mora torna sulla Terra e inizia a seguire l’insegnante.

Finite le lezioni Alya, Nino e Marinette si dirigono verso il portone della scuola, mentre Adrien va nello spogliatoio prima della lezione di scherma. Uscendo dall’atrio, il biondo incontra Kagami, anche lei iscritta allo stesso corso di scherma e anche lei, come Adrien, una degli schermidori più promettenti, già molto brava perché allenata personalmente dalla madre. “Ciao!” la saluta Adrien, senza troppo entusiasmo “oh, ciao” risponde la giapponese, incapace di trattenere un sorriso “va tutto bene? sembri giù” gli chiede. “Io? Ah? No, va tutto bene, è che ho un pò troppi impegni ultimamente.. vita da modello” Adrien ridacchia, mentre entrano nell’anticamera degli spogliatoi, una mano che sale dietro la nuca “Ah senti Adrien, ho saputo… cioè l’hanno saputo tutti… che anche Marinette è stata akumizzata e… sta bene adesso?”. Adrien si ferma, preso alla sprovvista da quella domanda “Beh.. si, credo di si. Mi sembra sempre la solita Marinette” spiega alla ragazza, che nota qualcosa nello sguardo di lui “sembra quasi dispiaciuto.. che si senta responsabile?” riflette Kagami ma dopo una pausa dice “Beh, sono contenta di saperlo, allora dopo la lezione la chiamo” “Si, credo che le farà piacere, a dopo, Kagami” fa Arien, entrando nello spogliatoio maschile. “Ciao, Adrien” lo saluta la ragazza entrando in quello femminile.

Marinette si attarda qualche istante e vede i due ragazzi parlare:la cosa la intristisce, facendole perdere tutto l’entusiasmo della mattina. Alya l’affianca facendo cenno a Nino di proseguire “Ehi, ragazza, che succede?” chiede alla sua migliore amica, ricevendo un poco convinto “Si.. tutto.. tutto bene” in risposta dalla mora. Alya guarda il cellulare e fa “accidenti… io devo di nuovo scappare a casa, Mari. mi dispiace ma non sono riuscita a contattare Chat Noir”, l’amica la guarda “va bene, non c’è problema. Grazie lo stesso”. Alya è un po’ dispiaciuta vedendola mogia quindi continua “Uno di questi giorni andiamo al cinema tutti e quattro!” Marinette cerca di far finta di niente, stringendosi nel cappotto “Ah sì, sarebbe bello, dì a Nino di convincere Adrien, ma non penso che” una pausa, guardando nella direzione in cui Adrien e Kagami si sono allontanati ”suo padre lo lascerà uscire. A domani Alya.” Marinette si volta, lo sguardo basso, poi prende a passo svelto la strada di casa. “Mari?” la rossa allunga una mano per fermarla, poi guarda di nuovo l’ora, alza le spalle e si infila nella scala della metro, raggiungendo Nino che l’aspetta. “Povera Mari.. non è lei da qualche giorno” commenta Alya tra se “Non so come ma devo aiutarla”.


Marinette sta per arrivare a casa, un groppo in gola pensando a Kagami e Adrien “Pensare che ha detto che sono sua amica… ma forse sbaglio io, è che proprio non ci riesco. Ogni volta che ci provo… e poi per lui sono solo un’amica, nient’altro” riflette, cupa, stringendosi ancora di più nel cappotto blu.Tikki fa capolino dalla tracolla “Marinette, che c’è?” “Niente, Tikki, sto bene.” minimizza lei, tirando su col naso “Devo star bene. Stasera abbiamo da fare!” conclude, fingendo una sicurezza che non prova davvero.

La ragazza e la Kwami rossa arrivano alla pasticceria, e Marinette apre la porta “ciao, mamma” saluta “ciao tesoro, com’è andata la scuola” le chiede Sabine “sai, le solite cose...” risponde lei “E Adrien che poi ieri non si è visto, ti ha dato gli appunti?” Marinette sente le guance scaldarsi “eh... ah… sì mamma” Sabine non riesce a trattenere un sorriso vedendo la reazione della figlia “dai, vieni qui” le dice, facendo due passi avanti e stringendo Marinette in un abbraccio, lisciandole i capelli. La mora non si sottrae e rimane lì qualche istante “grazie, mamma. Ti voglio bene.” ricambiando la stretta “anch’io, tesoro” sussurra Sabine, sciogliendo l’abbraccio. Marinette sale in camera sua chiudendo la botola.

“Ahhh, ora mi sento meglio” dice a Tikki togliendosi il cappotto e mettendolo sull’attaccapanni, senza guardare le foto di Adrien sulla bacheca. “Ora dobbiamo pensare a come fare a portare il Miraculous ad Alya. Ha detto che era a casa, ma probabilmente ci sono anche le sorelline… Qualche idea?” “hmmmm” Tikki è pensierosa “potresti usare il miraculous del Cavallo per teletrasportare il Miraculous da lei” Marinette la guarda, riflettendo “Vorrei darglielo personalmente”.

Tikki si posa accanto al PC “allora non ti resta altro che andare da lei, portarla da qualche parte e dargli il Miraculous in disparte” “credo sia l’unica” concorda la ragazza “lo faremo prima di uscire in pattuglia stasera”.

Il resto del pomeriggio passa tra ripasso della lezione e compiti di chimica, materia in cui Marinette non era tra le migliori della classe. Marinette, in pigiama e coi capelli neri legati in una coda di cavallo invece dei soliti codini, sta terminando l’ultimo esercizio del compito quando squilla il cellulare: la ragazza prende il telefono e vede che la chiamata arriva da Kagami. Incuriosita, risponde, attivando la videochiamata senza pensarci “Pronto?” “Ciao Marinette, sono .. ehm Kagami. Ti disturbo?” risponde l’altra “No, figurati, ho appena finito i compiti… Dimmi pure!” una pausa dall’altro lato, poi arriva l’immagine di Kagami, in divisa da scherma. Pensare che la ragazza avesse passato il pomeriggio con Adrien un po’ rattrista Marinette che tenta di non darlo a vedere mentre l’altra parla “Io, ecco.. volevo sapere come stavi dopo… quella cosa dell’altro giorno” Marinette non si aspettava la domanda, perciò esita un attimo “Beh… sto bene, ti ringrazio per averlo chiesto!” una nuova pausa dall’altro lato “Sono contenta di saperlo. E stai bene pettinata così. dovresti farlo più spesso” Marinette si imbarazza per il complimento inaspettato “ah.. grazie…” incespica un po’ nelle parole “ora devo andare” fa l’altra, togliendola dall’imbarazzo “a presto, ciao” e interrompe la chiamata. Marinette rimane a guardare il telefono pensando “E’ la prima volta che mi chiama…. non… me l’aspettavo proprio” poi con un sospiro termina i compiti, poi si infila una felpa e le pantofole prima di scendere in cucina per la cena e magari sfidare papà a Super Mecha Strike 3.

Finita la cena Marinette torna in camera e, una volta sicura che i suoi non se ne accorgano si trasforma in Ladybug, prendendo poi il miraculous della Volpe dalla Miracle Box, mimetizzata in una cappelliera sul soppalco. Ladybug apre la botola per il terrazzo e rabbrividisce: la notte era gelida, nonostante il costume magico il freddo si faceva sentire.

La ragazza si assicura che la botola si possa aprire dall’esterno, poi lancia lo yo yo verso un lampione, diretta verso casa di Alya, dove arriva pochi minuti dopo. Ladybug atterra sulla terrazza dell’ultimo piano della palazzina, circondando il corpo con le braccia per riscaldarsi “Accidenti che freddo! Spero di non prendere un raffreddore!” borbotta, tra sé mentre si riavvicina all’orlo, cercando di ricordare dove fosse la finestra della stanza di Alya.

Notando la luce accesa e contando i piani la individua: “eccola” dice, fissando lo yo yo ad un comignolo. Ladybug si sporge oltre il bordo della terrazza e inizia a calarsi a testa in giù sul filo, le gambe piegate, usando i piedi per rallentare la discesa. Arrivata alla finestra di Alya la vede seduta alla scrivania, davanti al PC e bussa al vetro. La rossa sussulta, sorpresa, spalancando gli occhi nocciola alla vista dell’eroina in rosso, che la saluta con la mano.

Alya si precipita ad aprire la finestra dicendo “Ladybug! Non ci credo! Che succede? Un’Akuma?”. Ladybug le sorride, poi si infila nella stanza “Ciao Alya! Calma, non c’è nessuna emergenza. Per adesso.” l’eroina in rosso fa una pausa, sedendosi per terra a gambe incrociate “Devo parlarti di una cosa importante” inizia, invitandola con un cenno a sedersi lì vicino “Vorrei affidarti il Miraculous della volpe.”. Alya spalanca la bocca, incredula, poi riprende fiato “cos… ma non avevi detto…” Ladybug la ferma con un gesto “Si, l’avevo detto ma… sono cambiate delle cose. Vorrei dartelo perché potresti essere in pericolo, Papillon potrebbe … tentare di colpire te o qualcuno a cui tieni.” Alya si copre la bocca con una mano “oh..” “ma non preoccuparti, Alya” la rincuora la mora, guardandola negli occhi “so che sei perfettamente in grado di difenderti. Mi fido di te. Intendi accettare?” la rossa annuisce, decisa. Ladybug si alza in piedi, apre lo yo yo ed estrae una scatola esagonale di legno scuro con delle decorazioni rosse e la porge all’altra ragazza. “Alya Césaire, ti affido il Miraculous della Volpe. Usalo per un bene superiore. E mantieni il segreto: nessuno deve conoscere l’identità di Volpe Rossa”. Alya prende la scatola e la posa sulla scrivania “Beh io… io non so davvero cosa dire. Grazie, Ladybug, è un grande onore poter combattere al tuo fianco.” Ladybug la guarda negli occhi, seria “Hai accettato un compito difficile, non te lo nascondo. Ma sono felice di avere alleati come te” una pausa “ora devo andare di pattuglia. Trixx ti spiegherà tutto.” l’eroina mette un piede sul davanzale, pronta per uscire “E grazie per aver accettato, Volpe Rossa!” la saluta, risalendo sul filo dello yo yo.

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Capitolo 10
*** Croissant ***


Capitolo 10 - Croissant

La giornata successiva torna alla solita routine e Marinette è in camera sua a disegnare nuovi modelli di abiti, dopo aver finito i compiti. “Marinette” le chiede Tikki “non volevi portare dei croissant a Chat Noir? Pensi di farlo questa sera” la ragazza riflette mettendo la parte posteriore della matita in bocca “Hai ragione, mi ero quasi dimenticata! Sono sicura che passa da queste parti verso le dieci, fa sempre lo stesso giro. Mi farò trovare casualmente sul terrazzo, potrei usare la scusa delle luci di Natale.” Marinette posa la matita e si alza in piedi “A proposito, Tikki!” fa, aprendo la cassapanca nell’angolo della camera “avevo già trovato il regalo di Natale per Adrien!” conclude sorridendo, prendendo un sacchetto rosso, mentre Tikki si avvicina, incuriosita “Sono dei guanti!” spiega la ragazza, mentre rimette via il sacchetto, senza aprirlo. “Però…” Marinette fa una pausa ”Però?” le chiede Tikki “Beh… insomma adesso lui e Kagami… eh non so se…” risponde, indecisa “Beh, siete amici, non c’è niente di male a fargli un regalo” commenta la Kwami “non preoccuparti, dai.. Vai a prendere i croissant per Chat Noir, prima che finiscano!”. Marinette chiude la cassapanca, ancora pensierosa “Si, hai ragione. Preoccupiamoci di una cosa alla volta.”



Adrien si stiracchia, appena finito di esercitarsi al piano “Anche questi esercizi li ho registrati, Plagg.. Così possiamo andare tranquilli se c’è qualche Akuma, sembrerà che stia studiando!” “Ma di che ti preoccupi, Adrien, tanto al di fuori degli orari dei tuoi impegni è come se non esistessi!” risponde Plagg “insomma nessuno ha mai sospettato niente!”.

“Certo, Plagg!” conferma Adrien “Però non si sa mai… per esempio è strano che Papillon non abbia akumizzato nessuno nell’ultimo paio di giorni. Temo che sia preparando qualcosa in grande stile, insomma il tizio là… il ciclista… insomma è stato davvero facile.” una pausa, mentre il biondo si sdraia sul letto, controllando il cellulare “Chissà se Ladybug ha dato i miraculous di cui abbiamo parlato. A proposito, stasera siamo di pattuglia. Sempre che non salti fuori qualcosa d’altro prima.”. “Non è un problema, abbiamo una scorta di Camembert! Possiamo affrontare qualsiasi cosa!” si vanta Plagg, volando per la stanza fino all’armadietto dove i due tengono la scorta di cibo per il Kwami, facendo ridere Adrien.



“Papà? Posso prendere qualche croissant di quelli nuovi al pistacchio?” chiede Marinette, scesa in pasticceria “Ma certo tesoro.. sono per qualche tuo amico, vero?” risponde Tom, mentre sforna l’ennesima placca di macarons “Eh.. beh si, a dire la verità sono per Chat Noir e Ladybug” risponde la ragazza, prendendo sei brioche e mettendole in un sacchetto di carta “per ringraziarli per l’altro giorno…” conclude, estraendone tre e mettendole in un secondo sacchetto. “Oh, che bel pensiero! E poi, posso dire di essere” il pasticcere alza le mani, come se indicasse le lettere di un’insegna, dicendo “fornitore ufficiale di Ladybug e Chat Noir!” poi scoppia in una risata fragorosa “ma come farai a farglieli avere?” le domanda il padre, incuriosito, passandosi le mani sul grembiule. Marinette esita un secondo “Ehm.. beh.. dal terrazzo a volte li vedo passare, credo facciano sempre lo stesso giro, dopo il tramonto.” “Sei veramente piena di risorse, figliola!” Tom si complimenta con la figlia “e già che ci siamo, non scappare! Appena faccio la chiusura, dopo cena ti aspetto a Super Mecha Strike 3!” sfida Marinette, alzando il pugno. “Papà!” la ragazza si mette a ridere “D’accordo, accetto la sfida! Se vinco, avrò un giorno in cui non devo riordinare camera mia!” “Andata!” accetta il pasticcere, iniziando a riordinare il retrobottega.



La botola della camera di Marinette si spalanca, seguita dalla ragazza, esultante “E Marinette Dupain-Cheng vince di nuovo a Super Mecha strike 3!” “Ehi, guarda che ti ho lasciata vincere!” le fa eco il vocione di Tom dal piano di sotto “Eh no papà, un patto è un patto! E io ho vinto!” risponde lei, chiudendo la botola senza aspettare la replica del corpulento genitore.

“Tikki, adesso devo solo aspettare Chat Noir.. di solito passa di lì” spiega Marinette indicando da una delle finestre circolari della soffitta, guardandosi intorno per cercare qualcosa di abbastanza pesante da indossare sulla terrazza, decidendo poi di mettere una felpa col cappuccio e un plaid “Ecco… ah si, le luci” dice tra sé prendendo un rotolo di luci natalizie “E tikki, aspettami qui, ok?” avvisa la ragazza, salendo sul soppalco “Certo Marinette!” risponde la Kwami rossa.

Sul terrazzo “Che freddo!” nota Marinette, nonostante si sia intabarrata e abbia il plaid tipo mantello sulle spalle “speriamo che Chat Noir arrivi in fretta” borbotta, mentre inizia a fissare le luci sul telaio dell’ombrellone chiuso e alla ringhiera del terrazzo, guardando di tanto in tanto dalla direzione da cui di solito arriva l’eroe in nero. La ragazza sta fissando una delle ultime porzioni di luci alla ringhiera quando nota un movimento su uno dei tetti dall’altra parte della strada: Chat Noir sta saltando tra un edificio e l’altro. Marinette si sposta verso l’unica parete del terrazzo e preme l’interruttore delle luci. Subito la ghirlanda di luci colorate si accende, illuminando il terrazzo. La mora si riaffaccia alla ringhiera, facendo un cenno con la mano.



Chat Noir, di pattuglia come d’accordo con Ladybug è appena passato sul tetto della scuola che frequenta come Adrien “Questi costumi sono indistruttibili, noi siamo quasi invulnerabili ma… accidenti se il freddo passa, mi pare di essere in mutande!” si lamenta tra sé l’eroe in nero, cercando di non pensare all’aria gelida. “Eh? Delle luci?” pensa il biondo, notando quelle sulla terrazza di Marinette “Mi pare presto per Natale… ehi ma quella è casa di Marinette! Vediamo come sta...” riflette, cambiando direzione e per dirigersi verso la terrazza della pasticceria. Pochi secondi dopo e i piedi di Chat Noir si posano sulla ringhiera “Ehi, Marinette! Sicura che non ci sia un momento mewgliore per mettere le luci di Natale?” esordisce, sornione.



Fissando le ultime due luci, Marinette si gira e lo guarda, sospirando per il pessimo gioco di parole “Ciao, Chat Noir. A dire il vero, ti stavo aspettando!”. Il biondo rimane per qualche secondo zitto, stupito dalla cosa ma si riprende subito dicendo “beh, certo, nemmeno tu sai resistere al mio fascino, principessa” sorridendo. Marinette si copre il viso con una mano “Chat….” borbotta, notando con la coda dell’occhio quel sorriso “Mi ricorda… il sorriso di Adrien stamattina?” si trova a pensare, stupita. “E-ecco… ho un… regalo per te!” riesce finalmente a dire, con qualche esitazione. Il ragazzo si siede sulla ringhiera, con un movimento fluido, alzando sopra la testa la coda del costume “un… regalo? Per me?” chiede alla mora, mettendosi l’indice sul petto. “Si, micetto” conferma Marinette "Micetto?" pensa Adrien, mentre lei prosegue “Sono dei croissant di papà. Per ringraziarti di avermi salvata e per aver ritrovato il mio portafortuna!” annuncia, prendendo il sacchetto dal tavolo, ricavato da un enorme rocchetto di cavo industriale, e porgendolo a Chat Noir “E ancora grazie!”. Chat Noir inizia a sentire caldo alle guance, mentre allunga la mano per prendere il sacchetto mettendosi l’altra dietro la nuca “Beh ma… insomma… normale amministrazione per me! E poi non è solo merito mio… però grazie pri.. ehm Marinette, sei troppo gentile”. Lei fa un passo verso la botola guardando l’eroe negli occhi verdi, illuminati dalle luci multicolori “no, Chat Noir, se non fosse stato per te…” esita “Te li sei meritati, davvero.” poi Marinette rabbrividisce per il freddo, facendo un altro passo verso la botola del soppalco, avvicinandosi al ragazzo, che fa mezzo passo indietro per farle spazio. “Ehi, torna dentro, o ti prenderai un malanno” le dice lui, ignorando il freddo. In quel momento Marinette inciampa nella coperta e Chat Noir allunga le braccia per impedirle di ruzzolare nella botola aperta. “Oh!” esclama Marinette, il viso contro il petto del ragazzo, sentendo sulla guancia il tessuto tiepido del costume, la coperta che le scivola dalle spalle. “Attenta, principessa” dice lui, mentre la ragazza si puntella sui suoi avambracci per staccarsi da quell'involontario e improvviso abbraccio “s...scusa scusa scusa scusa” balbetta, il viso in fiamme. Chat Noir la guarda, prova a trattenersi, ma scoppia a ridere “No Marinette… non… non rido di te.. davvero! Ti sei fatta male?” ma lei non lo sta ascoltando, persa nel suono di quella risata, accorgendosi che il ragazzo le sta ripetendo la domanda “Ah, si.. si sto.. bene.” rabbrividisce “E’ meglio se rientro, adesso.. E anche tu, non devi fare… cose… cose da supereroi?”. Chat Noir è tornato serio, la guarda di nuovo “Beh… Sì, dovrei. Ma sinceramente preferisco fare due chiacchiere...” abbassa la voce, quasi riflettendo “soprattutto con una ragazza come te”. Marinette rimane immobile, cercando di capire se lui stesse scherzando o cosa “g-grazie, Chat Noir… Ora d-devo proprio andare!” lo congeda, infilandosi nella botola del soppalco e allungando la mano per chiuderla. “Aspetta” fa lui, mettendosi in mezzo “sei davvero una ragazza fantastica, Marinette. Spero di rivederti presto.” poi si volta e salta giù dal terrazzo, riapparendo aggrappato al bastone, usato come molla.

Marinette chiude la botola, e casca a sedere sul letto, subito raggiunta dalla Kwami “Tikki!” la chiama Marinette, con una smorfia “l’hai sentito? Non mi dire che anche lui…” poi guarda Tikki, che si limita ad allargare le zampe, sconsolata. La ragazza inizia uno dei suoi soliti film mentali “Adesso si scorderà di Ladybug, mi farà una dichiarazione bellissima, poi mi porterà una rosa e io non potrò dire di no per non offenderlo quindi ci fidanzeremo in segreto anche se io in realtà amo Adrien anche se lui nemmeno mi vede ma non funzionerà mai perché lui è un supereroe. Ehi un momento anche io, quindi funzionerà benissimo e finiremo con sposarci! Ma in tutto questo amo Adrien che si sposerà con Kagami e andrà in Giappone e io rimarrò qua con Chat Noir” “Marinette!” scandisce la Kwami, piazzandosi direttamente davanti a lei “Stai facendo uno dei tuoi soliti film!” “Ah eh si ma… Tikki l’hai sentito? ha detto che sono una ragazza fantastica e che spera di rivedermi! Come faccio?”. Tikki ripete il gesto di poco prima “Prima di tutto ti calmi. Poi ti consiglio di aspettare, quel che succede succede.” Marinette sospira “Si, hai ragione. Come sempre.” una pausa “Grazie” sussurra, facendo annuire la Kwami rossa.

La mora accende il PC per distrarsi e cercare di non pensare agli avvenimenti degli ultimi giorni quando vede un messaggio di Alya su Instagram. Incuriosita lo apre e legge “Guarda il micetto che combina ;) uno scoop per il Ladyblog? A.” dice il testo, sotto c’è il repost di un selfie di Chat Noir in posa mentre una mora, sorridente, occhi grigoverdi, capelli corti, un piumino giallo gli circonda la vita con un braccio. Il post di martine.03 dice: “#ChatNoir sventa il furto del mio #scooter. Grazie #parisheroes”. La ragazza è decisamente carina e ha una mano parecchio vicina al fondoschiena dell’eroe. “Tikki, vieni un po’...” dice Marinette, con una smorfia “non ho motivo di essere gelosa ma… allora perché lo sono?”. Tikki guarda lo schermo e sorride “Beh, non devi essere gelosa.. sai cosa prova per te.. ehm Ladybug, no?” “Si Tikki, lo so. Ed è quello il problema” si lamenta la mora posando la fronte sulla scrivania.



Chat Noir si è appollaiato dietro i camini di un edificio poco lontano, il sacchetto di croissant posato sulle tegole, riflettendo “Cosa mi sta succedendo? Perché le ho detto quelle cose? Io… io non posso. Non è giusto, la illuderei… insomma io… Ladybug… e… accidenti anche Kagami. Come faccio a essere chiaro con loro se.. se non capisco nemmeno io cosa voglio? A chi posso chiedere consiglio? A Nino? Hm… sì ma rischio che spiattelli tutto ad Alya e… d’altra parte non so a chi chiedere, mi resta solo lui”. Il biondo si guarda attorno per capire dove si è fermato “Beh, riprendiamo il giro” borbotta, poi si avvia lungo il solito percorso, rientrando a casa pochi minuti prima di mezzanotte. “Plagg, ritrasformami” dice Adrien, appena rientrato nella sua stanza dalla finestra accostata, posando il sacchetto sulla scrivania. “Almeno, ho alcuni tra i migliori croissant di Parigi. Consoliamoci”, borbotta il biondo, prendendone uno dal sacchetto. “Ehi, Adrien? Sono per caso al camembert?” fa Plagg, volando verso l’armadietto dove tiene la scorta di formaggio. “No Plagg.. pistacchio. E sono deliziosi” risponde Adrien, addentandone uno “possibile che pensi sempre a mangiare?”, prosegue, ricevendo un’occhiataccia dal Kwami, stizzito “Certo, ti ricordo che se IO non mangio, TU non sei Chat Noir.. e poi li stai mangiando!”. L’avviso di un post su Instagram interrompe la discussione, con Adrien che afferra il mouse e va a vedere.

E’ la ragazza a cui Chat Noir ha recuperato lo scooter due sere prima: Il post “#ChatNoir sventa il furto del mio #scooter. Grazie #parisheroes”. Il ragazzo guarda la foto con un mezzo sorriso “Chissà se Ladybug lo vedrà..” pensa “Ehi guarda dove tiene quella mano… non me n’ero accorto! Chissà cosa penserà Ladybug...”.

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Capitolo 11
*** Adrien ***


Capitolo 10 - Adrien

Come al solito Adrien arriva a scuola dieci minuti prima dell’inizio delle lezioni, mettendosi a sedere tra i primi. Anche se un po’ gli pesa alzarsi presto, il biondo si gode ogni momento che può passare fuori dalle opprimenti mura di quella specie di gabbia dorata che è Villa Agreste. Pochi minuti dopo arrivano Alya e Nino che, come ogni mattina entrano tenendosi per mano e vanno a mettersi ai rispettivi posti, Nino accanto ad Adrien e Alya accanto a Marinette, che arriva sempre all’ultimo istante. Esattamente come quella mattina, quando la mora chiude la porta esattamente sul suono della campanella ricevendo la consueta occhiataccia dall’insegnante della prima ora, la professoressa di chimica.

Marinette passa accanto ad Adrien andando a sedersi al proprio posto, dietro il ragazzo. “Ha l’aria preoccupata da quando è stata akumizzata, chissà come mai” si domanda Adrien osservandola passare, perciò appena si è seduta si volta di tre quarti e le bisbiglia “Marinette, va tutto bene?”.

La ragazza quasi sobbalza, un po’ persa nei suoi pensieri ma riesce comunque a rispondere “s.. si.. tutto stanca sono un po’ bene! Ehm no tutto bene sono un po’ stanca.. ” sentendo le guance arrossare “Al diavolo! Ma perché non riesco di nuovo a parlargli normalmente?” pensa la mora, guardando Alya che trattiene a stento un sorriso e le prende la mano per incoraggiarla.

Adrien si sforza di non sorridere mentre pensa “Forse non dovevo chiederglielo, magari era qualcosa di imbarazzante..” finendo poi per fissare gli occhi azzurri di Marinette che lo nota e sente le guance scaldarsi ancora, perciò si volta di scatto fingendo di cercare qualcosa nella cartella, col cuore che batte all’impazzata.

Marinette parte con uno dei suoi film mentali “Mi stava fissando... con quello sguardo… oddio si è accorto che mi piace… adesso cosa faccio? Voleva sapere come sto quindi si è preoccupato per me… mi ha portato gli appunti scritti a mano, quindi forse ha sentito cosa ho detto mentre ero akumizzata… Ma io lo cercavo da akumizzata e non rispondeva…” fortunatamente il suo treno di pensieri viene interrotto dall’inizio delle lezioni mattutine.

All’intervallo per il pranzo i ragazzi escono dalla classe e si spostano nel cortile interno, Marinette ed Alya si siedono su una panchina dal lato illuminato dal sole. Mentre scartano i tramezzini che si sono portate per pranzo, notano che Adrien e Nino hanno iniziato a parlare fitto fitto tra loro dal momento in cui sono entrati nel cortile e si stanno dirigendo lentamente verso la cafeteria. “Chissà di che parlano così concentrati” si domanda Marinette, addentando il tramezzino, mentre Alya sta aggiornando il Ladyblog con lo smartphone in una mano e mezzo tramezzino nell’altra.

“Nino, ti devo parlare” inizia Adrien, serio, appena raggiunto l’amico fuori dalla porta della classe “oh, certo bro, nessun problema!” gli risponde l’altro, sistemando l’immancabile cappellino rosso. “Andiamo a mangiare, ti spiego subito” prosegue il biondo “Ehm… si tratta… eh… di ragazze” gli dice, a voce più bassa “e devo parlarne con qualcuno” Adrien fa una pausa, guardando Nino che risponde “oh, bella bro, vuoi dire che… “ si interrompe pensando “Alya mi ha raccomandato di non parlargli della cotta di Marinette… accidenti” perciò svicola “...ehm.. una delle tue fan ti ha mandato dei biglietti d’amore?”.
Adrien lo guarda “Eh, magari fosse così facile… senti” prosegue, continuando a camminare “Anzi è complicato… e promettimi che non riderai ma che soprattutto non lo dirai a nessuno!” “Ma certo bro, fidati di me” risponde Nino da dietro gli occhiali “beh allora … io... “ inizia a spiegare il biondo, titubante “io… sono innamorato di una ragazza che… beh, insomma” “ehi bro” lo interrompe Nino con una smorfia “Lei lo sa?”, affibbiando una gomitata nelle costole all’amico che esita “Beh… non esattamente…” “e chi è?” insiste l’altro “Oh, al diavolo, è Ladybug!” Nino sgrana gli occhi interrompendolo ancora “Cosa? Di Ladybug? Ma dai bro! Come fai a…. ” fissa Arien, che è serissimo “ok, continua”.

Adrien si mette la mano dietro la nuca mentre i due entrano nel locale e prosegue “Solo che ecco, visto che lei… insomma c’è Kagami che mi piace ma, non so se mi piace e basta, insomma hai visto quant’è carina no? O… c’è qualcosa d’altro.” Nino alza lo sguardo al cielo, prendendo fiato per dire qualcosa e Adrien lo blocca “Fammi finire! Kagami … beh credo che lei sia innamorata di me e non vorrei ferirla perché c’è un altro problema. Dai, sediamoci” si interrompe, indicando una sedia a Nino. I due ragazzi si siedono e il moro prende il menù. Adrien riprende fiato, sistemandosi delle pieghe inesistenti della camicia e prosegue “Mentre era akumizzata, Marinette ce l’aveva con me e… insomma lei” Nino sbarra di nuovo gli occhi e tossisce “Ehi bro, starai mica dicendo che…” Adrien lo interrompe “Beh.. non so, forse era l’Akuma... ma il fatto è che …. puoi capirmi, Nino, è successo anche a te! Mi sono accorto di quanto è speciale Marinette”.

Nino è praticamente senza fiato “Aspetta bro.. Tu mi stai dicendo che ami Ladybug… e questo è già una roba grossa, ma pure che Kagami ha una cotta per te e che … ti piace Marinette? E’ questo che mi stai dicendo?” sbotta, in crescendo.

Adrien lo guarda per un attimo, “non urlare!” gli fa, poi sposta lo sguardo a terra “Beh credo… credo di si. Nino, non lo so nemmeno io! Cosa accidenti faccio, adesso? Io amo davvero Ladybug, nemmeno mi interessa chi c’è sotto la maschera ma… cosa dico a Kagami? Lei è innamorata di me ma io… io non sono pronto per… insomma hai capito.” Adrien cerca di non farsi prendere troppo dal discorso, sentendo gli occhi vagamente umidi “E poi c’è Marinette.. siamo amici ma lei è … è speciale. E’ una ragazza fantastica, per certe cose mi ricorda Ladybug, non so perché. Ma … non so cosa prova per me. E comunque non posso, il mio cuore appartiene a Ladybug.”

Nino lo guarda fisso "Bro. Non puoi tradire Ladybug. Lei manco sa che ci sei." Adrien l'interrompe parlando d'un fiato "No, lo sa.. insomma mi ha salvato. Due volte." Nino lo blocca con un gesto e prosegue "Non è quello che intendo! Comunque, Adrien, non lo so manco io. Credo che tu... beh devi capire cosa provi. Parla con Kagami, magari dille che .... oh che ne so, io e Alya ci siamo piaciuti subito! Dille che ... che ci devi pensare!" fa una pausa, sistemandosi gli occhiali "Marinette invece... no, non dirle niente finché non sei sicuro". Adrien guarda l'amico "Ma io e Marinette... siamo solo amici, non voglio che poi... poi roviniamo tutto." "E appunto! aspetta!" ribatte Nino, contento di quell'assist. Il biondo riflette a lungo in silenzio, poi "Ok, mi pare una buona idea. Ci penso su. Dico a Kagami che ci penso su e cerco di capire. Grazie amico mio, mi ha fatto bene tirar fuori sta cosa." Nino si sistema il cappellino "Di niente, Bro. Se ti serve parlare ci sono sempre. Mangiamo adesso? ho una fame! E mangia anche tu, con lo stomaco pieno si pensa meglio!" conclude, passando il menù all'amico. "Hm... non ho granché appetito ma... credo che tu abbia ragione".

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Capitolo 12
*** Luka ***


Capitolo 12 - Luka

Finite le lezioni gli studenti escono alla spicciolata dal portone della Dupont. “Ciao Alya, ci vediamo domani!” Marinette saluta l’amica, cercando con lo sguardo la lunga chioma scura di Juleka, la sua compagna di classe e sorella di Luka, individuandola senza difficoltà accanto a Rose. Le due ragazze sembrano l’una l’opposto dell’altra: alta, mora e introversa Juleka, mentre Rose è minuta, bionda ed estroversa. Juleka si veste di scuro, vagamente Goth, Rose rosa pastello. Le due ragazze si tengono per mano mentre vanno verso il portone, Marinette è sicura che formeranno presto una coppia; accelera il passo per raggiungerle “Ciao Rose, Juleka.. “ “Marinette!” la saluta la biondina, con la sua voce squillante “Stai bene, vero? Sai, dopo quello che è successo…” Marinette la guarda sorridendo “Si Rose, grazie, sto bene adesso…” poi si rivolge a Juleka “Stai andando a casa? Sai se tuo fratello c’è? Dovrei parlargli”. Juleka si volta “Hm. Si, vado subito a casa. Luka dovrebbe essere a casa oggi”. Rose porta le mani al petto “Marinette ma tu e Luka…” tuba “... perché vi ho visti insieme e…” la ragazza con i codini arrossisce violentemente mentre Juleka dà un’occhiataccia a Rose “Beh… ecco… io” si schermisce Marinette, guardando la punta delle proprie scarpe e stringendosi nel cappotto “comunque, no” ridaccihia a disagio “Juleka, io vado avanti, ci vediamo poi” conclude allontanandosi dalle ragazze che la salutano con la mano.

Pochi passi e Tikki si affaccia dalla borsetta “Che cosa dirai a Luka?” Marinette la guarda “Non lo so ancora. Che mi dispiace ma mi serve del tempo per capire cosa provo. Spero che capirà”. la Kwami guarda l’amica negli occhi “si, credo di si. Ti ha già detto che ti aspetterà quando te la sentirai” “Si, Tikki ma… ecco io non... insomma non c’era Kagami. Li hai visti, lei e Adrien. Lei gli piace, si vede, ed è innamorata. Me l’ha… no, l’ha detto a Ladybug. Io non voglio rinunciare ad Adrien così ma… se lui non mi ama non posso farci niente. Però non sono pronta, capisci? Poi Luka è più grande e… beh sarebbe il mio primo ragazzo.” spiega la mora, ormai in vista della casa galleggiante dei Couffaine. “Non so proprio cosa suggerirti, Marinette. Però se non te la senti non puoi far altro che aspettare.” “Nasconditi, Tikki!” sussurra Marinette, salutando con la mano Luka in piedi a prua della barca, intento a pulire le assi del ponte. La ragazza scende la scaletta che porta sul pontile a cui è ormeggiata la casa galleggiante e sale a bordo.

Luka le va incontro allacciandosi la giacca blu sopra la felpa col cappuccio e spolverando i jeans strappati sulle ginocchia “Ciao Mari!” le sorride allegro “Cosa ti porta da queste parti?”. Marinette lo guarda, sentendo come sempre il cuore aumentare lievemente il ritmo, mentre si alza sulla punta dei piedi per salutare l’amico con due baci sulle guance “Ciao… beh ecco… vorrei finire il discorso dell’altro giorno… sai…” il ragazzo si fa serio “uhm.. capisco. Scendiamo di sotto, vuoi?” le indica il boccaporto per le cabine, cedendole il passo. “Va.. va bene… s-si” risponde lei, scendendo i pochi gradini.

I ragazzi scendono in una delle cabine e Luka si siede sul suo letto, spostando dal materasso la chitarra nera e appoggiandola alla parete. Marinette si siede accanto a lui, un po’ a disagio. “Senti Luka…” inizia Marinette “io… insomma scusa per l’altro giorno, sono andata via di corsa” “nessun problema Mari, tranquilla” le fa lui, sentendola tesa “vedi…” continua la mora “sai cosa provo per Adrien, no? E … beh l’hai visto anche tu con Kagami” una pausa, Luka la guarda negli occhi “E tu… insomma… la tua canzone e poi quello che mi hai detto quel giorno.” Marinette fissa il tappeto patchwork “io… io ti voglio bene, Luka ma… non sono… non voglio dimenticare Adrien. Non subito. Non ora.”

Nel silenzio che sembra interminabile si riescono a sentire gli scricchiolii del legno e il rumore dell’acqua della Senna attorno allo scafo, infine Luka sospira, allunga una mano per sfiorare il mento di Marinette e guardarle il viso, gli occhi umidi di lacrime. Lei si irrigidisce un po’ a quel contatto ma lascia fare guardando finalmente Luka “Va bene, Mari. Davvero. Ti capisco. Quando sarai pronta, ti aspetterò.”. La mora nota lo sguardo triste del ragazzo e non riesce a trattenere le lacrime “Mi dispiace, ora mi odierai...” lui abbassa la mano, sempre guardandola negli occhi e tenta un sorriso poco convinto “No. Non potrei mai”. Marinette sente una lacrima scivolare sulla guancia, si alza di scatto, dà un veloce bacio sulla guancia a Luka ed esce dalla cabina con la voce rotta “Tu no… ma io sì”.

“Oh, e questo? L’ho già sentito. Non è disperazione è… qualcosa d’altro! Rimorso? Pena? Devo approfittarne!” pensa Gabriel Agreste, premendo rapidamente il pannello nascosto nel ritratto di Emilie per scendere nel covo sotterraneo di Papillon. “Nooroo! Trasformami!” ordina, immediatamente, un turbine di farfalle bianche lo trasformi nel portatore del Miraculous della farfalla. Un tocco del bastone da passeggio e il rosone sul muro si apre, facendo entrare la luce del tardo pomeriggio nella stanza dalle pareti violacee.

Marinette attraversa rapidamente il molo e sale sulla scala dell’argine, raggiunge il marciapiede opposto, la vista offuscata dalle lacrime, Tikki fa capolino dalla borsetta sussurrando “Marinette! Calmati!” “Starò bene, Tikki” risponde la ragazza, a mezza voce, infilandosi in un vicolo “Tikki! Trasformami!” ordina appena è certa di essere sola.

Luka è ancora seduto, una mano sulla guancia dove Marinette l’ha baciato, spiazzato dalla reazione della ragazza “Non posso seguirla. Troppa pressione.” pensa “O forse mi sto solo giustificando perché non le sto correndo dietro? Devo riflettere. E anche lei.” conclude.

Sospira di nuovo, poi il ragazzo imbraccia la chitarra ed inizia a suonare delle scale sempre più veloci, per avere qualcosa su cui concentrarsi e non pensare troppo a quegli occhi azzurri e a quella musica che continua a sentire.

Un lampo rosa e Ladybug rotea lo yo yo, lanciandolo verso il cornicione dell’edificio sopra di lei. Subito dopo l’eroina in rosso si siede sulle tegole, la schiena contro un comignolo, le braccia a circondare le ginocchia piegate su cui ha appoggiato la fronte. “Calma Marinette” borbotta “respira… non è successo niente…” continua, cercando di respirare normalmente “non volevo farlo soffrire così… Luka dice che va bene per non farmi preoccupare ma lo so che… però non posso fare diversamente” riflette Marinette, concentrandosi sul senso di sicurezza che le dà indossare quel costume magico, sentendosi un po’ meno indifesa.

“Non la percepisco più… come mai?” borbotta fra sé Papillon, fermo con una mano a mezz’aria, pronto a infondere potere un una delle sue Akuma. “Dannazione! Quell’emozione è scomparsa!” sbotta l’uomo dopo qualche istante, battendo il bastone a terra.

Ladybug rimane seduta, abbracciandosi le ginocchia per non sentire troppo il freddo invernale e sentendosi meno oppressa ogni minuto che passa. Quando il sole inizia a tramontare la ragazza si alza e col solito percorso sui tetti arriva sulla terrazza della pasticceria.

L’eroina in rosso apre la botola, poi scende sul soppalco rilasciando la trasformazione e tornando ad essere Marinette. Tikki si posa sul comodino, vicino ai biscotti e senza dire nulla osserva l’amica, che le sussurra “Grazie” mentre si toglie il cappotto e scende dalla scala.

La suoneria dei messaggi costringe Marinette a prendere il telefono. C’è un messaggio da Luka
“Io non ti odio. Non farlo nemmeno tu. Dimmi solo se è tutto Ok. Luka”.

La ragazza si affretta a inviare una risposta
“Scusa se sono scappata, non volevo farti preoccupare, verrò a trovarti prestissimo, se vorrai vedermi. TVB”.

Pochi istanti e arriva la risposta di Luka
“Quando vuoi sono qui. :* ”


Nota dell'autore

Quando ho scritto questo capitolo non avevo ancora visto l'episodio Felix e quindi non potevo sapere che in pratica è quasi quello che succede in quell'episodio riguardo Luka, Adrien e Marinette. Insomma Luka le dice che lo sa che lei ama Adrien e non lui.

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Capitolo 13
*** Villa Agreste ***


Capitolo 14 - Villa Agreste

Tornato a casa, Adrien si mette ad esercitarsi al piano “Uff.” sbuffa, un treno di pensieri in testa “Ho sbagliato di nuovo. Accidenti a me, non riesco a concentrarmi… Kagami mi piace, è carina, per certi versi ricorda Ladybug, le ha dato perfino un Miraculous” il biondo sospira “però… C’è lei. Devo pensare a cosa dirle per non ferirla, già l’altro giorno quando… mi stava per baciare. Calma, Adrien. Tecnicamente il primo bacio l’ho dato a Ladybug, solo che non me lo ricordo. Ma anche così… E poi c’è Marinette che… cavolo anche lei ha tentato di baciarmi! Ma diceva che era uno scherzo, e poi le piace Luka, si vede. E anche a lui piace lei”. Il biondo mette l’iPod con dei suoi vecchi esercizi di piano, poi si stende sul letto, le braccia dietro la nuca “Plagg… Devo parlare con Kagami” dice, di punto in bianco. “Eh?” Il Kwami sbuca dal suo nascondiglio dietro i DVD “Ancora con queste cose sdolcinate, mi dai la nausea, Adrien…”, il ragazzo lo guarda male e continua “Sì Plagg, devo parlarle. E dirle che devo fare un po’ d’ordine. E parlare con Marinette” Adrien fa una pausa “Ma questo non lo dirò a Kagami” conclude a voce più bassa. “Domani dopo la lezione le parlerò!” esclama, risoluto. “Tra poco la cena, e mio padre non ci sarà come al solito e poi finalmente usciremo di pattuglia”.

Come aveva previsto il figlio, Gabriel Agreste a cena non si è visto. Lo stilista è chiuso nel suo studio, o almeno così pensa Adrien, mentre invece si trova nella stanza sotterranea ad accudire le Akuma “Nooroo! Non ho ancora trovato un bersaglio di mio gradimento da akumizzare. Però ora che il Miraculous del Pavone è stato riparato forse non ne ho più bisogno. Posso creare direttamente il mio seguace perfetto.” Il Kwami della Farfalla interviene, sommessamente “Padrone, avete già akumizzato un sentimostro una volta, ma il Miraculous non è stato creato per questo scopo...” l’uomo gli lancia un’occhiata furibonda “Sciocchezze! I Guardiani non hanno la minima idea di come si potrebbe sfruttare il potere dei Miraculous! E sai bene che sono il tuo padrone. E quindi se vorrò rifarlo...” poi fa una pausa “...però forse… forse hai detto una cosa giusta. Non ho bisogno di akumizzare un sentimostro se posso usarlo come esca per… Akumizzare Ladybug!” Il Kwami spalanca gli occhi, sorpreso, coprendosi la bocca con una zampina. “Ma non è ancora il momento, devo prima trovare l’esca giusta, poi dividere lei da Chat Noir… hmmm potrei sfruttare i sentimenti che provano l’uno per l’altra, dopodiché, finalmente, io e Mayura lanceremo il nostro attacco e potrò esaudire il mio più grande desiderio!” esclama Gabriel, voltandosi per imboccare la passerella verso l’uscita dal sotterraneo.

Dopo l’ennesima cena da solo Adrien si chiude nella propria enorme stanza e mette un esercizio al piano sull’iPod. Una rapida occhiata nell’atrio per assicurarsi che nessuno lo scopra e il biondo rientra in camera. “Stasera proprio non mi va di restare qui… Per fortuna che ci sei, Plagg, è ora di uscire! Plagg! Trasformami!” Il Kwami nero viene richiamato all’interno dell’anello di Adrien, che pochi secondi dopo assume l’aspetto di Chat Noir. L’eroe salta sul davanzale della finestra ed esce dalla villa, pronto per iniziare il consueto giro di pattuglia, che lo porta a passare vicino a casa di Marinette. Sul terrazzo sopra la camera Chat Noir vede le luci natalizie che la sua amica ha piazzato un paio di giorni prima “Se passassi a salutarla?” si chiede l’eroe in nero, ma, mentre attraversa un vicolo con un salto un movimento sui tetti dall’altra parte della Senna attira la sua attenzione “Hm?” Un Akumizzato? Possibile? Vediamo...” borbotta tra se cambiando direzione per verificare. Meno di un minuto e Chat Noir poggia i piedi sul tetto su cui ha visto il movimento, poi si guarda intorno usando il bastone come binocolo. “Eccolo!” esclama, notando una sagoma arancione e bianca che si allontana da Notre Dame e dal fiume “Ma non sembra un akumizzato… Anzi…” pensa, mentre riaggancia il bastone alla cintura e prende la rincorsa per raggiungere il suo bersaglio.

Due balzi, un paio di spinte col bastone e il biondo è a portata di vista della “preda” che si rivela essere Volpe Rossa. Un altro salto e Chat Noir l’ha raggiunta: “Ehilà, collega!” le fa, sorridendo. L’eroina volpe si volta di scatto verso la voce, finendo col ruzzolare sul tetto piatto di un hotel. “Accidenti, Chat Noir! Mi hai spaventata!” sbotta, mentre il ragazzo si avvicina con aria preoccupata. “Scusami! Davvero, non volevo…” sicuro che Volpe Rossa non si sia fatta niente prosegue “Devi stare più attenta, avrei potuto essere un malvagio akumizzato!” termina facendole l’occhiolino.

La ragazza si siede per terra a gambe incrociate, guardando Chat Noir “Hai ragione, micio… devo stare più attenta ma… è tutto nuovo per me ed avere questi superpoteri è… una figata!” gli dice, le mani a pugno sul petto. Lui si siede di fronte all’eroina volpe “Si, è bellissimo!” concorda “Ma dimmi… dove andavi di bello?” “Beh, un po’ a caso. Trixx, il mio Kwami, mi ha detto che tu e Ladybug fate dei giri di pattuglia e pensavo di darvi una mano intanto che mi abituo a questa cosa.” risponde Volpe Rossa. “Se pensi di poterlo fare come cosa fissa potremmo organizzarci per pattugliare in tre” dice Chat Noir grattandosi il mento “Di solito non succede molto, magari qualche ladruncolo”. “Si, ti ho visto su Instagram, sai?” fa Volpe Rossa, facendo l’occhiolino all’altro, che si mette una mano dietro la nuca “Ah si, quella ragazza… Ma non pensavo che l’avrebbe pubblicata!” “Ma non è un problema, micio, siamo supereroi no?” ribatte lei “Già” concorda il gatto “Senti, facciamo un giro? Fa freddo a stare qui fermi.” prosegue, guardando il cielo nuvoloso “Potrebbe anche nevicare” commenta, annusando l’aria “Prima che mi dimentichi, io e Ladybug abbiamo un posto in cui ci incontriamo, se non dobbiamo combattere akumizzati e c’è da parlare: alla basilica del Sacre Coeur”. Volpe Rossa si alza e si spolvera il costume “Ok, micio. Buono a sapersi.” poi si guarda attorno “Allora andiamo! Seguimi!” e spicca un salto in direzione della Torre Eiffel illuminata per Natale.


Nota dell'autore

La prima Nota che scrivo qui! Allora vediamo, oggi pubblico 2 capitoli e non uno solo perché mi sono accorto che questo che state leggendo è davvero breve. Vorrei ringraziare chi ha commentato e chi sta leggendo questa mia FF. Mi sono divertito a scriverla e spero che vi piaccia e che vi faccia passare un po' il tempo in questa strana situazione in cui ci troviamo ormai da 3 mesi.
Spero che voi che mi leggete (e le persone a cui tenete) stiate bene e che continuerete a seguire le avventure dei "miei" Ladybug e Chat Noir.

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Capitolo 14
*** Rivali ***


Capitolo 15 - Rivali

Il giorno prima Marinette aveva aiutato il padre a preparare dei dolci da portare a scuola per l’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie. La mora arriva a scuola quasi in orario e incontra Adrien nell’atrio. Il ragazzo la saluta con la mano, sorridendo “Buongiorno Marinette! Dove vai con quella scatola?” le domanda. Marinette si blocca, rischiando di cadere con la grossa scatola piena di croissant e altri dolci “Buonadr… ehm buongiorno Adrien! Ho p..portato un pò di dolci per oggi!” gli risponde, un po’ esitante, avvicinandosi alla porta della classe. “Aspetta, ti aiuto” esclama Adrien, sorpassandola e aprendo la porta per lei, facendola immancabilmente arrossire “G..grazie Adrien, sei gentile..” dice la ragazza entrando “ma di niente, figurati” risponde lui, incrociando lo sguardo degli occhi azzurri “oddio mi sta guardando” pensa Marinette cercando di ricordarsi come si respira e inciampandosi sulla soglia. Solo la prontezza di riflessi del biondo che afferra lei e la scatola impedisce ad entrambe di cadere.

“Oh scusascusascusa” cerca di dire Marinette ad Adrien che le ha messo un braccio intorno alla vita per non farla cadere, mentre Alya scavalca praticamente il proprio banco e afferra la scatola dei dolci e la deposita sul primo banco. “Stai bene, Marinette?” chiedono quasi allo stesso tempo lei ed Adrien. “Scusate, sono proprio maldestra” borbotta la mora rimettendosi in equilibrio e dedicando a Chloé e alla sua risata un’occhiataccia che l’avrebbe potuta incenerire sul posto. Adrien segue lo sguardo dell’amica e sbotta, gelido “Chloé, potresti smettere? Grazie.” la biondina lo fissa, sprezzante “Ma come, Adrienuccio, adesso difendi pure la.. panettiera?” lui di rimando “Non mi piace che trattino male i miei amici, Chloé. Dovresti saperlo. Te lo chiedo per favore perché anche tu sei mia amica. Piantala.”. Tutti gli altri assistono alla scena decisamente sorpresi, ma l’alterco viene interrotto dall’ingresso della signorina Bustier “Buongiorno ra… che sta succedendo?” chiede, guardandosi attorno “Adrien, Chloé, qualcosa non va?” prosegue, fissandoli “No, signorina, niente” fa Adrien, andando a sedersi, mentre Chloé si limita a guardare fuori con una smorfia “Ai vostri posti, su…” continua l’insegnante, mentre i ragazzi prendono posto “Marinette aveva portato dei dolci, a fine lezione li distribuirà, giusto Marinette?” “Ehm… si, certo signorina Bustier” risponde l’interpellata, un po’ in imbarazzo, prendendo posto di fianco ad Alya “Adrien ha preso le mie difese… e contro Chloé, non era mai successo. Ed è stato così gentile prima…” le riflessioni di Marinette vengono interrotte da una gomitata di Alya che la riporta in classe.

A fine lezione Marinette si prepara per distribuire i croissant ai compagni “Posso aiutarti?” si offre, inaspettatamente, Adrien “ehm… beh… se… se vuoi.. v...va bene!” riesce finalmente a rispondere la mora, aprendo la scatola e tirando fuori un vassoio di croissant che passa al ragazzo. Con una pinza da cucina Marinette porge un croissant a ciascun compagno, inclusa Chloé che ovviamente rifiuta “posso avere dei croissant migliori, pfui” dice, schifata “Beh, vorrà dire che ne mangerò due, questi al pistacchio sono deliziosi” risponde Adrien, lasciando Marinette senza parole “Ma… ma… che succede?” pensa la mora, cercando Alya e Nino con lo sguardo e ricevendo due alzate di spalle e due “boh” mimati in risposta. “Pfui” ripete Chloé, alzando il mento. La bionda guarda fuori dalla finestra borbottando “ridicolo, assolutamente ridicolo”.

Marinette e Adrien finiscono di distribuire i croissant e lui ne prende due come aveva annunciato “Questi al pistacchio sono veramente deliziosi” dice all’amica “li ho già assaggiati e sono fantastici” prosegue, addentandone uno. “S..sono felice che ti piacciano” risponde Marinette, guardandosi le scarpe “come mi piaci tu” borbotta poi tra sé, “Hai detto qualcosa?” le domanda Adrien con la bocca piena, facendola sobbalzare “ah no no dicevo che p..piacciono un sacco.. anche a me!” ridacchia per uscire dall’imbarazzo.

I ragazzi escono dall’aula e Marinette rimane a risistemare il vassoio e la scatola dei dolci per riportarla al forno. La ragazza sta finendo di chiudere la scatola quando nota che Adrien è rimasto alla porta ad aspettarla “Vai pure, non aspettarmi, Adrien” dice dopo aver tentennato per qualche interminabile istante, togliendo delle briciole inesistenti dal banco. Il biondo la guarda, mettendosi una mano dietro la nuca “Beh ecco… avevo pensato che magari ti serviva una mano, sai, tra scatola e libri, insomma hai solo due mani”. Marinette sente le guance scaldarsi di nuovo ma cerca di far finta di nulla voltandosi per infilare lo zainetto “G...grazie, Adrien, sei davvero gentile” gli risponde poi, prendendo la scatola e avvicinandosi alla porta, uscendo mentre lui la tiene aperta.

I due si avviano nel cortile, ancora affollato dagli studenti che stanno uscendo “Erano davvero buoni i croissant, fai i complimenti a tuo padre!” le dice Adrien mentre si avviano verso gli spogliatoi e gli armadietti “glielo dirò senz’altro” commenta la mora, puntando verso lo spogliatoio femminile “A proposito,” continua il biondo “chiederò a mio padre di mandare l’autista a prendere qualche cosa per Natale al negozio, così magari vengo anche io a farti gli auguri”. Marinette a momenti lascia cadere tutto ma riesce ancora a respirare abbastanza da dire, tutto d’un fiato “v.. va bene, siamo aperti fino alle 16 alla v..vigilia! Devo andare! Ciao Adrien” e infilarsi nello spogliatoio, lasciando il biondo con sopracciglio alzato e un mezzo sorriso.

Adrien si infila nello spogliatoio maschile per prepararsi alla lezione di scherma “Devo parlare subito con Kagami, se no non riuscirò a concentrarmi sulla lezione di scherma...” riflette, sospirando. “Ehi, Agreste, guarda dove vai! A momenti mi facevi cadere!” la voce di Marcel, un suo compagno di corso a scherma, lo riporta alla realtà e si accorge che entrando stava per scontrarsi con l’altro ragazzo che usciva “Oh, Marcel, scusa, ero distratto…” “Me ne sono accorto che eri distratto… Fà niente, ci vediamo a lezione!” dice l’altro con un sorriso, mentre va verso la palestra.

Marinette si è ripresa dall’idea di avere Adrien in negozio e sta indossando il cappotto quando vede Kagami, in uniforme da scherma, maschera e sciabola in mano, uscire dalla sezione degli spogliatoi riservata a chi segue i corsi ospitati dalla scuola. “Kagami!” la chiama “Buon Natale!”. La giapponese si gira e saluta l’amica con un cenno del capo e un sorriso “La mia famiglia non lo festeggia ma... grazie e buon Natale a te, Marinette! Scusa ma non voglio arrivare tardi all’ultimo giorno di lezione.” si congeda, uscendo.

Nell’atrio, Adrien vede Kagami uscire dagli spogliatoi e si affretta per intercettarla, anche lui in uniforme da schermidore “Ciao Kagami… “ esordisce sorridente, raggiungendo la ragazza “senti… abbiamo del tempo prima della lezione…” l’espressione del biondo si fa più seria “possiamo parlare un attimo?”. La mora lo guarda, perplessa “Oh ciao Adrien. Certo, va bene…” mentre il ragazzo si avvicina a una panchina accanto all’ingresso della palestra.


I due si siedono e Adrien si guarda attorno, nervoso poi inizia, eistante “Ecco… vedi, Kagami… io… cioè” fa una pausa, la mano dietro la nuca, guardando la ragazza negli occhi scuri “insomma… Mi piaci ” Adrien tace per un attimo e lei non riesce a trattenere un sorriso “Beh.. no cioè insomma è che io…” ora Adrien evita il suo sguardo “non mi sento… pronto ve...” Kagami lo interrompe con un gesto della mano “E’ per Marinette, vero?” chiede la ragazza, con una nota di preoccupazione nella voce. Adrien è preso alla sprovvista e si blocca “Ehm… no... lei.. è che...” Kagami si alza di scatto e si piazza di fronte al ragazzo “No? Se non c’è nessuna allora io non sono niente, per te?” fissandolo negli occhi verdi. Adrien distoglie lo sguardo, fissandosi le ginocchia senza dir niente. Kagami si volta e si allontana a passo svelto, tornando verso lo spogliatoio.

Marinette la vede tornare indietro, poi nota Adrien da solo, l’espressione della ragazza e si ferma sulla soglia “Kagami, cosa è successo?” ma l’altra si infila nello spogliatoio passando oltre. Marinette la raggiunge e le mette una mano sulla spalla “Vattene!” sbotta la giapponese “Proprio tu! L’unica che non voglio vedere ora!” guardandola negli occhi, il fiato corto. “Io… cosa… come...” ribatte Marinette “Adrien… è innamorato di te! Vattene!” esclama Kagami. Lei spalanca gli occhi azzurri, senza fiato “C-cosa?” risponde “no… lui… io…” la ragazza sente il sapore delle lacrime “Non mi ama! Nemmeno mi vede!” dice in un soffio, cominciando a piangere, le mani sul viso “Io… io morirei per lui ma… sono solo un’amica!” conclude, lasciandosi cadere seduta su una panca.

Kagami è colta alla sprovvista da quella reazione “Oh…” dice a bassa voce guardando l’altra, in cerca delle parole “Marinette... “ dice sedendosi accanto all’amica “senti.. mi.. mi dispiace, io non..”. Marinette continua a piangere “Adrien non mi ama” ripete “ma lo vedo come ti guarda! Si vede che gli piaci!” continua Marinette, mentre Kagami non sa cosa fare, azzarda a mettere una mano sulla spalla dell’amica “io… non… scusa, non volevo questo. Davvero. Sì, gli piaccio ma… non penso che lui voglia...” Marinette si asciuga gli occhi col dorso della mano, stupita da quel contatto inaspettato, guardando l’altra “lui… dice di no ma sono sicura che c’è un’altra ragazza!” conclude la giapponese, sottovoce. “Un’altra ragazza?” ripete Marinette tirando su col naso “Mi ha detto di una ragazza che gli piace ma io pensavo… che fossi.. che fossi tu!”. Le due si fissano negli occhi per un lunghissimo momento, poi arrossiscono entrambe, guardando altrove. “Scusa, Marinette” dice infine Kagami “non volevo ferirti. Ora so come ci si sente”. Marinette la guarda nuovamente “Non è colpa tua.” la mora sospira ”E’ mia, della mia indecisione.” dice, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto “Non voglio che Adrien mi veda così. Dovrei spiegare troppe cose.” conclude, fissando l’altra. Kagami si morde un labbro “Tu nasconditi in bagno, non si sa mai” dice, indicando una porta “Ma non penso che Adrien entrerebbe nello spogliatoio femminile”.

Adrien segue con lo sguardo Kagami che si allontana “Ecco lo sapevo, ho fatto un casino. Ma d’altra parte non potevo fare altro. Che faccio? La seguo? Forse è meglio lasciarla calmare, prima.. “ pensa, i gomiti sulle ginocchia e il viso tra le mani. “E faccio pure tardi a lezione. Ci penserò dopo. Magari la chiamo” prosegue le sue riflessioni, alzandosi e indossando la maschera, avviandosi verso la palestra..

“Tikki, aiutami! Cosa faccio adesso?” la kwami fa capolino dalla borsa di Marinette “e guarda l’amica “Uhmm… beh… non saprei, Marinette. Mi dispiace.” la ragazza guarda Tikki e prosegue “Lei lo sapeva già di me e Adrien, però così… Insomma io pensavo che fosse lei la ragazza che diceva Adrien ma… Chi altri potrebbe essere? Adrien non ha altri amici al di fuori di noi della scuola, suo padre lo tiene rinchiuso! E poi… perché è così gentile con me? Non è che … no non può essere, sono solo un’amica per lui”. Tikki la guarda “Cerca di calmarti adesso. Poi penseremo a uscire da questo spogliatoio.” “Hai ragione” risponde Marinette, con un respiro profondo “Mi calmo”.


Kagami pensava alla discussione di pochi istanti prima, camminando avanti e indietro “Non posso rinunciare a lui. Siamo fatti l’uno per l’altra, è evidente. Ma lui non… non se n’è accorto. Deve per forza esserci una ragazza di mezzo. O… se fosse un ragazzo? No, non mi pare il tipo. Mi dispiace tanto per Marinette, è l’unica amica che ho e si vede che lo ama ma non posso lasciar perdere. Aspettare? Gliel’ho già detto che sono disposta a farlo ma devo sapere chi è la mia avversaria.” la ragazza lancia un’occhiata all’orologio a parete “e farò tardi a lezione. Uff” borbotta, sbuffando, poi indossa la maschera e si avvia a passo di marcia verso la palestra, notando che Adrien non era più sulla panchina accanto all’ingresso.

“Eccolo là” pensa Kagami, guardando Adrien in divisa da schermidore con la maschera, come tutti gli altri allievi, mentre stanno provando degli assalti “Sta facendo un sacco di errori” riflette la ragazza “Se non c’è di mezzo una ragazza dev’essere successo qualcosa e sono certa che c’entra Marinette. Sembrava tutto a posto dopo l’attacco di Papillon, però Marinette era così triste… forse perché ci ha visti insieme. Magari ad Adrien dispiace per lei. Dovrò chiarire le cose”.

“Signorina Tsurugi! E’ con noi o altrove?” la voce dell’insegnate di scherma la riporta al presente. L’uomo la sta guardando lisciandosi un baffo “Vada anche lei a provare gli assalti e le parate con… con… Agreste!” continua, indicandolo. “Mi scusi, signor D'Argencourt! Certamente!” fa lei, mettendosi sull’attenti e avvicinandosi ad Adrien.


Nota dell’autore

Bene, ora le cose cominciano a farsi interessanti. Purtroppo dovrete aspettare domani per sapere cosa succede tra un confuso Adrien e una, se possibile, più confusa Kagami. Senza contare la povera Marinette.

Datemi qualche parere dai, cosa succederà adesso?

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Capitolo 15
*** Duello ***


Capitolo 15 - Duello

Kagami e Adrien si allontanano dagli altri allievi per poter provare attacchi e parate. I due si mettono in posa di guardia e Kagami dice “Quando vuoi, sono pronta” Adrien annuisce e lancia il primo attacco, basso a destra, prontamente parato dalla ragazza.

“Adrien, devi dirmi cosa non va” dice Kagami all’amico quando sono vicini. Adrien non risponde e si mette in posizione di guardia, aspettando l’attacco seguente, che Kagami porta in alto a sinistra. Adrien sbaglia il tempo e viene colpito sulla spalla “Punto mio” dice la ragazza “Avanti, non hai mai fatto degli errori così banali!” lo rimbrotta di nuovo.

Il biondo sospira, abbassando le spalle, poi si rimette in guardia, attaccando senza preavviso. Kagami neutralizza la stoccata al corpo senza difficoltà “Io… io non voglio che tu stia male per me” dice finalmente Adrien quando sono vicini. “Ma che vuoi dire? Non ti piaccio?” domanda Kagami, prima della successiva stoccata, stavolta neutralizzata da Adrien. “No… non è quello è che…” prosegue il biondo “...amo un’altra ragazza. Credo”. Kagami, colta alla sprovvista, non para l’assalto successivo “Credi?” sospira “e chi è? La conosco?” domanda, cercando di nascondere il tremito nella voce stringendo l’impugnatura della sciabola e iniziando un nuovo affondo, in un arco dall’alto puntando al fianco sinistro. Adrien neutralizza il colpo avvicinandosi “Ehm… in un certo senso… preferisco che tu non sappia chi è perché… è complicato”. Stavolta Kagami non aspetta un secondo attacco e chiede direttamente “Non ti capisco, Adrien. Almeno dimmi se è Marinette.” Il viso di Adrien è nascosto dalla maschera “No, lei è solo.. solo un’amica.” risponde immediatamente lui “Mi dispiace, Kagami. Scusami ma… non posso dirtelo”. Kagami esita un istante “Allora è un ragazzo?” “No” risponde Adrien, scuotendo la testa. La ragazza sospira pesantemente e si rimette in guardia, pronta alla stoccata, ma quando Adrien fa un passo avanti attaccando lei sbaglia i tempi e si fa colpire al fianco destro “Punto tuo” dichiara, ad alta voce, poi si avvicina ad Adrien “Però… senti, io… ho detto che aspetterò ma… “ alla ragazza trema la voce “ma non è… io ci sto male”. “So bene come ci si sente” le risponde Adrien e continua “Mi dispiace”, trattenendo le lacrime. Kagami cerca di decifrare il suo sguardo, ma è nascosto dalla maschera “Adrien, se lei non ti vuole stai sbagliando bersaglio, te l’ho già detto.”
I due si rimettono in guardia, Kagami col successivo affondo si porta molto vicino a Adrien, costringendolo a parare alzando il braccio verso il viso e scoprendo il corpo, restituendogli così la stoccata che le aveva sferrato prima “Punto mio. Due pari.” dice a voce alta.

La ragazza avvicina il viso a quello di Adrien e sussurra “Cambia bersaglio. Non puoi costringerla ad amarti.” poi fa un passo indietro per rimettersi in guardia “Io sarò sempre qui, noi siamo fatti l’uno per l’altra.”

Adrien rimane qualche secondo immobile, colpito dall’ultima frase della ragazza, poi si mette in guardia sbirciando il signor D'Argencourt che stava per rimproverarlo. Il biondo fa un respiro profondo, poi fa un passo verso Kagami, una rapida finta a destra che lei tenta di neutralizzare scoprendo il petto e ricevendo al petto la stoccata. “Punto mio. Tre su cinque.” dichiara Adrien a voce alta “Ma lei… lei mi ama. Ne sono certo” conclude in modo che solo Kagami possa sentirlo.

Kagami si allontana di un paio di passi “Allora se la pensi così non esitare.Come nella scherma. Sai come la penso.” risponde, alzando la sciabola in segno di saluto e poi puntandola verso terra, imitata da Adrien. L’insegnante guarda la coppia “Agreste, Tsurugi, basta così, siete entrambi con la testa fra le nuvole, certamente non l’atteggiamento migliore per la scherma.”. Il signor D'Argencourt fa una pausa, guardando tutti gli allievi “Ragazzi, per oggi la lezione è finita. Fate i miei auguri alle vostre famiglie e buon Natale.”

Né Adrien né kagami tolgono la maschera ed escono affiancati dalla palestra, dirigendosi verso i rispettivi spogliatoi.


Adrien apre il proprio armadietto e sfila la maschera, posandola sulla mensola superiore mentre apre la borsa, da cui fa capolino Plagg “non hai ricevuto messaggi” fa il Kwami, poi guarda il ragazzo “Che faccia da funerale, che è successo? TI hanno rimproverato?” gli chiede. Il biondo si passa una mano tra i capelli e si guarda attorno “No, Plagg” sussurra “Peggio, ho combinato un casino con Kagami. Ma tanto a te queste cose non interessano”. Plagg lo guarda male “Uno dei miei talenti è capire al volo, caro Arien. Ne riparliamo a casa” risponde, piccato. Adrien infila la maschera nella borsa ignorando le proteste del Kwami nero e chiude la zip, poi si siede sulla panca per cambiarsi. Pochi minuti dopo il ragazzo esce dal portone della scuola per salire sull’auto pronta per riportarlo a casa.

Kagami entra nello spogliatoio degli ospiti e si siede, ancora in uniforme da scherma, sulla panca, posando la sciabola accanto a sé. “Come fa a non capire che siamo fatti l’uno per l’altra?” riflette la ragazza, lo sguardo nel vuoto “Come fa a non capire che se quella non lo vuole deve cambiare obiettivo? Perché non vuole dirmi chi è? Forse ha paura che venga di nuovo akumizzata, ma non posso lasciare che accada. Ladybug si fida di me, non potrei aiutarla di nuovo se succedesse. Marinette dice che lui nemmeno la vede, ma la sua risposta su di lei è stata troppo pronta. Forse è il caso di raccontarle cosa ci siamo detti con Adrien prima. Anche perché non so a chi altro chiedere consiglio”. Finalmente la giapponese si alza e inizia a cambiarsi per tornare a casa “Di sicuro prenderò una sgridata. Sono in ritardo.” borbotta.



Marinette è uscita dallo spogliatoio subito dopo l’inizio della lezione di scherma senza farsi notare, nascondendosi dietro alla scatola dei croissant ed è ormai arrivata al forno. La mora apre la porta del negozio spingendola col fianco e suo padre prende subito in consegna la scatola vuota “Sono stati un successo come al solito i miei croissant, vero?” le chiede Tom. “Eh? Sì papà sono piaciuti un sacco e li hanno finiti tutti.” conferma lei, fingendo un sorriso “Senti, ma quelli al pistacchio li hai per caso mandati agli Agreste? Perché Adrien mi ha detto che li aveva assaggiati!”. Tom ci pensa “Beh no, non che mi ricordi. Curioso però, è poco che li faccio, chissà come li ha assaggiati!” poi guarda la figlia e “Va tutto bene, piccola?” le domanda. Marinette rimane un secondo interdetta “Sto bene, sono solo un po’ stanca, vado in camera mia a riposare”, “Vai pure che stasera ti sfido!” propone il fornaio “Chi perde lava i piatti?” lei lo guarda “Papà, stai esagerando con questa cosa eh… tanto lo sai che vinco io!” esclama, abbracciando a fatica l’omone e poi sparendo verso il piano di sopra.

"Tikki, l'hai notato?" chiede Marinette togliendosi il cappotto e appendendolo all'attacapanni rosa "Cosa?" risponde la Kwami uscendo dalla borsetta "Beh, Adrien ha detto che aveva già assaggiato i croissant al pistacchio di papà ma..." Tikki vola davanti al viso della ragazza "Accidenti Marinette, non ti sfugge proprio nulla" si complimenta "Grazie, Tikki! Dicevo, ma come è possibile? Il primo a cui li ho portati è stato Chat Noir e Adrien non è venuto in negozio da quando papà li fa". Tikki si siede a zampe incrociate sulla scrivania "Ma no, sarà venuto a prenderli qualcuno, tipo il cuoco, l'autista! Non esagerare col vedere misteri dappertutto!". Marinette la fissa "Ma no! E' che ... No, è impossibile, li ho visti insieme!" "Non penserai mica che Adrien possa essere... Chat Noir?" esclama Tikki, spalancando gli occhi per lo stupore.

La ragazza la guarda "Perché ti stupisci? Entrambi sanno tirare di scherma e... beh... sono bei ragazzi" commenta Marinette, arrossendo "Altruisti e coraggiosi... Certo, Chat Noir è molto più... sbruffone? No, non possono essere la stessa persona. Però... Però potrebbe essere uno studente della mia scuola!" "O uno degli ospiti del corso di scherma, o un qualsiasi allievo schermidore di Parigi" si intromette Tikki.

"Uff" Marinette sbuffa "Lasciamo perdere! Troppi 'se'. Di certo devo dare il regalo ad Adrien! E' pronto ma... non so quando darglielo. Non voglio che faccia la fine della sciarpa, spero tanto che venga in negozio!" "Penso proprio che verrà" conferma Tikki, felice che la sua amica abbia cambiato argomento.


Note dell'autore

Ho preso una lezione di scherma ed era una dimostrazione di scherma medievale, cosa di cui ho anche letto un manuale. Ma non posso definirmi esperto, quindi se vi intendete di scherma e trovate delle imprecisioni vi chiedo, per favore, di fatemelo sapere nei commenti così sistemo quella parte e la ripubblico.

Spero che la nuova Fanfic vi piaccia e penso di aver riattaccato un po' di fili della trama in questi ultimi capitoli. Manca ancora parecchio al finale e mi sa tanto che se la seguite dall'inizio avete già una mezza idea di come andrà a finire.

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Capitolo 16
*** Torneo ***


Capitolo 16 - Torneo

“No, non di nuovo!” sbraita Martine, un paio di cuffie volano sulla scrivania illuminata dal bagliore del monitor del computer, mancando di un soffio le due miniature chibi di due ragazze armate di pistole accanto allo schermo, ma finendo in pieno sui resti della pizza che la proprietaria delle stesse aveva mangiato per cena.

“Li trovo nella mia squadra quelli che abbandonano! Maledizione!” la ragazza si passa una mano tra i capelli corti, mentre con l’altra riprende le cuffie e le rigira pulendole con un tovagliolo di carta “Bleah… devo stare calma, se no qua... Non mi qualificherò mai per quel torneo se va avanti così” borbotta, poggiando la fronte sulla scrivania. “Proviamo a farne un’altra” dice poi fra i denti, sfilandosi la felpa col logo del gioco a cui giocava, un cerchio con la circonferenza bianca divisa in tre spicchi, quello inferiore giallo, rimanendo con una canottiera azzurra. La ragazza lancia l’indumento sul letto disfatto, poi si alza dalla scrivania col cartone della pizza, spostandosi nella minuscola cucina per buttarlo nella spazzatura.

Martine fa i pochi passi per tornare a sedersi e si inciampa negli anfibi che si era tolta lasciandoli in terra “Accidenti!” esclama, appoggiandosi per non cadere. Finalmente si siede, quindi preme un paio di tasti per avviare la partita e inizia a tamburellare sul mouse “Bella roba, adesso dovrò aspettare che trovi altri giocatori…” borbotta “Devo qualificarmi per partecipare al torneo, i 1000 euro del premio finale mi servono, devo sistemare lo scooter. Ma se non ho una squadra non posso, se non salgo in classifica nessuno mi prende, quando scoprono che sono una ragazza poi figurati, pensano che non sappia giocare”.
La mora si stira allungando le braccia sopra la testa sulla grossa poltroncina simile ad un sedile d’auto sportiva.

L’immagine dell’attesa finalmente cambia e Martine dice a mezza voce “Oh, ecco, finalmente posso giocare. Sono già le dieci... Speriamo di vincere almeno questa! Me ne mancano solo 4 per passare di categoria!”, digitando qualche parola di saluto sulla tastiera “Tsk, ti pareva che manco salutano…”. Da dietro una voce un po’ gracchiante “Ti pareva! Niubbi! Di nuovo!” la fa voltare “Zitto tu, uccellaccio” fa la ragazza, rivolgendosi ridendo a un pappagallino blu con un ciuffo di piume verdi che nella sua gabbietta ripete “Zitto! Marti! Bacino!” “Dopo! Sto giocando adesso!” lo zittisce la mora.

Cinque minuti dopo Martine si toglie le cuffie e si asciuga il sudore dal collo mentre riprende fiato e un sorriso le si allarga sul volto. “Cavolo! Ci hanno fatto penare di brutto ma l’abbiamo vinta noi. Per fortuna che il nostro healer era davvero bravo, diamogli un bel +1” commenta a bassa voce, cliccando sull’immagine del personaggio. “Capito Loki? Abbiamo vinto!” dice al pappagallino che gracchia “Marti! Bacino!” “Ti ho detto dopo, dai che ci sono quasi!”



“Alya, per favore, devi aiutarmi!” dice Marinette in videochiamata con l’amica che la guarda alzando un sopracciglio “Che suc..” prova a chiedere, ma la mora la interrompe “Senti, Adrien ama un’altra ragazza! E’ terribile! E… e quest’altra ragazza non è Kagami! Cosa faccio adesso?”. L’immagine di Alya spalanca gli occhi “cos… no no aspetta aspetta, calma. La ragazza che piaceva ad Adrien non era Kagami? Non ti aveva perfino chiesto consigli e siete usciti…” “Sì!” sbotta Marinette “Ma ieri beh… lui le ha detto che ama una ragazza! Hanno litigato e beh… è assurdo! Kagami era convinta che fossi io!” spiega, arrossendo leggermente. “Tu?” fa Alya, stupita “Aspetta Mari! Ma… se avesse ragione?” Marinette scuote la testa “Dai Alya, non essere ridicola, Adrien manco mi vede, si, d’accordo, abbiamo ballato alla festa di Chloé ma… insomma lui… io… oddiooddiooddio e se… E se Adrien non avesse il coraggio di dichiararsi? Lui non si dichiara e io non mi dichiaro ma in realtà noi due… sarebbe una cosa bellissima ma no, non potrà mai succedere! E poi io sono stata così stupida da non dirglielo quando ha visto le foto in TV… e poi anche dopo quando… al museo…”. Alya la blocca “Ok, questo non è uno dei tuoi film mentali! Al museo cosa? Mari, c’è qualcosa che non mi stai dicendo?”. Marinette riprende fiato, le guance in fiamme “beh ecco… è… è imbarazzante… e stupido e… sono un’idiota!” L’immagine di Alya si muove, nell’inquadratura entra il cuscino del letto: la rossa si è sdraiata e tiene il telefono davanti a sé “Raccontami, ragazza, qualsiasi cosa sia resterà tra noi due!”. Marinette sospira “ecco… al museo delle cere, ti ricordi? Insomma Adrien voleva farmi uno scherzo e si è finto una statua. Io… beh io.... “ la mora fa una pausa, poi si copre il viso con una mano “non ce la faccio Alya, mi vergogno troppo!” “Nononono adesso me lo dici!” Alya al telefono alza la voce sulle ultime parole, seguite dal silenzio della mora che finalmente dopo una lunghissima pausa racconta “allora… ho visto questa bellissima statua di Adrien, cioè pensavo che fosse una statua insomma… non c’era nessuno e… ecco…” Marinette si ferma ancora, l’immagine di Alya annuisce dal telefono “ho cercato di baciare la statua! Solo che la statua non era una statua ma era Adrien e siamo scappati! Ma dopo è arrivata l’akuma!” finisce il racconto, parlando tutto d’un fiato.

L'immagine dal telefono ondeggia in modo evidente mentre Alya si sforza di non mettersi a ridere, senza successo “Aahahahhahahah! No dai Mari non puoi averlo fatto! Aahahahahhahaha” poi fa una pausa “No, scusami, fa troppo ridere Mari… L’hai fatto sul serio? Non mi stai prendendo in giro?” chiede la rossa. “Ma! Alya! Secondo te mi invento una cosa del genere? Sono stata una stupida!” risponde Marinette coprendosi il viso con una mano, le guance roventi. Alya insiste “E poi? Ne avete parlato?” “Si… in macchina. Non potevo dirgli la verità così ho detto che volevo fargli uno scherzo e lui ha detto lo stesso. Poi… poi ha detto qualcosa su la ragazza che gli piace e io… io mi sono sentita morire” spiega Marinette, un groppo in gola. “E pensavo fosse Kagami. E invece no!”. La rossa la tranquillizza “Dai Mari, non fare così… non ci pensare, si lo so, non ci riesci. Che intendi fare ora?” Marinette rimane zitta per un po’, poi “Non lo so, davvero. Però voglio sapere chi è questa ragazza! E siccome il tuo ragazzo è il migliore amico di Adrien, magari lui...” “D’accordo, vedo cosa riesco a fare!” conclude la rossa al telefono “Grazie Alya, sei davvero un’amica” risponde Marinette, guardando l’ora “credo che ora me ne andrò a letto, sono quasi le dieci. A domani!” saluta, “Si, devo andare anche io! A domani. E non buttarti giù“ concorda Alya, chiudendo la chiamata.

Marinette posa il cellulare “Tikki… dobbiamo andare… devo anche portare il Miraculous a Kagami ma… non so se è il caso di farlo stasera”. Tikki fa capolino dalla borsetta appesa all’attaccapanni “Forse non è il caso. Non siete nella situazione migliore per una cosa così importante” concorda la Kwami rossa.



“Accidenti a voi! Non è possibile aver perso due partite di seguito!” Martine dà una manata alla scrivania “E perderle perché giochiamo così male! Ho fatto di tutto ma nessuno collabora mai in ‘sto gioco! Mi mancava così poco!” borbotta fra i denti, il volto arrossato per la frustrazione “Mi ero quasi qualificata! Devo trovare assolutamente una squadra! Quel premio mi serve!” si lamenta la mora ad alta voce, accompagnata dai fischi del pappagallino.
Martine si risistema le cuffie e inizia la ricerca dell’ennesima partita.

“Sconfitta” si legge al centro dello schermo dopo alcuni minuti di gioco frenetico e sommesse imprecazioni della giocatrice. “Un’altra!” esclama lei. Questo match sembra iniziato bene, la squadra di Martine conduce per due su quattro finché due giocatori iniziano a discutere tra di loro, abbandonando entrambi. “Ma no accidentaccio! Perché sempre a me capitano quelli che abbandonano! Ancora!” sbraita la ragazza. Senza due giocatori in squadra è inevitabile che in breve appaia nuovamente “Sconfitta” al centro dello schermo.

“Sconfitta”

“Sconfitta”

“Sconfitta”



“Nooroo! Trasformami!” ordina Gabriel Agreste, percependo l’ondata di rabbia e frustrazione “Una giocatrice frustrata che non riesce a esprimere la propria abilità! Non proprio quello che cercavo, ma andrà benissimo!” Papillon, di fronte al rosone affacciato sulla città illuminata a festa, apre le mani lasciando uscire la farfalla magica viola “Vola da lei, mia piccola Akuma! E oscura il suo cuore!”



“Basta! Non ne posso più!” Martine, in un bagno di sudore si alza di scatto, colpendo le miniature con il cavo delle cuffie e facendole volare a terra, in pezzi. Ancora imbestialita, con la tremarella per la rabbia, la ragazza si china ad osservare i pezzi delle due statuine “E ci mancava anche quello! Maledizione! Vi odio tutti, razza di incapaci!” poi ne raccoglie alcuni pezzi, cominciando, con difficoltà a rimontarle: una è una ragazza orientale coi capelli lunghi e una specie di tuta spaziale blu, bianca e nera, L’altra rappresenta una ragazza coi capelli corti, il ciuffo sulla fronte, occhialoni da pilota arancioni, giacca di pelle con le maniche arrotolate, pantaloni da runner gialli un oggetto rotondo blu e bianco fissato con delle bretelle al centro del petto. Da qualche parte ci sono le mani della statuina con due pistole dalla strana forma. “Accidenti, si saranno rotte!” sbraita ancora la ragazza, raccogliendo un portachiavi rosa a forma di testa di coniglio stilizzata.

In quel momento l’Akuma entra nella stanza e tocca il portachiavi. Immediatamente la ragazza è avvolta da un denso fumo violaceo, mentre il pappagallino fischia e sbatte le ali impaurito.


Nota dell'Autore

Il bello di Miraculous è che alterna momenti di azione a quelli della vita quotidiana dei nostri protagonisti, insomma ci ho provato anche io, perciò eccovi il secondo akumizzato di questa Fanfic! Vorrei sapere cosa ne pensate dei personaggi, se secondo voi sono ancora nei “binari” del cartoon o se sto cambiando troppo. Ah si, chi indovina il gioco a cui stava giocando Martine?

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Capitolo 17
*** Secounder ***


Capitolo 17 - Secounder


“Mayura, tocca a te! ordina l’uomo in viola che risponde al nome di Papillon “Sai cosa devi fare.” “Certo, Papillon” risponde la portatrice del miraculous del pavone, staccando una piuma dal ventaglio che ha aperto davanti a sé. Mayura posa la piuma candida sul palmo della mano, facendola diventare viola, e poi la soffia via.

“Io sono Papillon” dice con voce suadente il portatore del Miraculous della farfalla, il viso incorniciato dalla sagoma viola di una farfalla “Diverrai Secounder e potrai finalmente dimostrare la tua abilità. Ma invece del solito obiettivo, dovrai portarmi i miraculous di Ladybug e Chat Noir! E per questa missione avrai un alleato!”.



Martine, gli occhi circondati da un alone rossastro e la stessa sagoma luminescente attorno al viso annuisce “Certo Papillon, raggiungo sempre l’obiettivo, in un modo o nell’altro” accettando il patto, mentre la nebbia scompare.

Ora la ragazza si è trasformata in Secounder: indossa una tuta aderente, blu su busto e schiena, nera sui fianchi, le gambe sono bianche dal ginocchio in giù e all’esterno delle cosce, come gli stivali ed i guanti. Il resto è blu, con degli accenti viola sul passaggio tra i vari colori, le cuffie sono diventate viola, con due grosse antenne luminescenti. L’aspetto di Secounder è molto simile a quello di una delle due statuine, ora sul pavimento, compresa una pistola rosa e nera sul cui calcio è appeso il portachiavi in cui è entrata l’Akuma.

“Bene! Iniziamo!” Esclama la ragazza, mettendo la pistola nella fondina sul fianco.
“Non dimenticare il tuo alleato!” la avverte Papillon telepaticamente.

Secounder apre la finestra per far entrare l’Amok, la piuma soffiata da Mayura, che si posa su un altro modellino, una specie di robot bipede, dipinto di rosa con una grossa cabina ovoidale di vetro e due mitragliatrici al posto delle mani. Il modellino è avvolto da una luce violacea e inizia a ingrandirsi, facendo cadere mobili e suppellettili del piccolo appartamento. Il robot raggiunge i tre metri di altezza, abbattendo in parte la parete che dà sulla strada. La gabbia di Loki si rovescia e il volatile, terrorizzato, fugge dalla breccia nel muro. Secounder si infila a pancia in giù all’interno della cabina, che ha la metà inferiore aperta, impugna le due leve di comando, parallele alle “braccia” del robot e lo fa decollare abbattendo quel che resta del muro, in volo verso la Senna.

Le strade di Parigi sono illuminate dalle decorazioni per l’imminente Natale e l’Akumizzata si guarda intorno: casa di Martine non è molto lontana dal fiume e Secounder fa compiere al robot del lunghi salti usando i razzi di cui è dotato, sparando sull’asfalto dalle mitragliatrici nelle “braccia” del robot.

La polizia interviene Immediatamente ed alcune pattuglie iniziano a inseguire Secounder, finendo per essere colpite e rese inutilizzabili dai colpi delle mitragliatrici che perforano il cofano delle auto lasciando incolumi gli agenti.



“Hai sentito?” chiede Marinette alzando gli occhi dal diario e fissando Tikki “Cosa?” fa la Kwami. “Allarmi” dice semplicemente la ragazza accendendo la TV.

La giornalista Nadia Chamak dallo schermo legge su dei fogli “Ci è stata segnalata la presenza di un robot rosa in volo lungo la Senna” mentre dietro di lei appaiono le immagini del robot e di Secounder. Il trambusto si avvicina alla pasticceria e poco dopo Marinette vede volare il robot al centro del fiume, mentre decine di auto della polizia lo inseguono sulle strade lungo gli argini.

“Questo è un lavoro per Ladybug!” esclama Marinette “Tikki! Trasformami!”. Pochi istanti dopo l’eroina a pois è in piedi sul tetto dell’edificio di fronte alla pasticceria, le mani sui fianchi, aguzzando lo sguardo per capire dove stia andando quello strano akumizzato. “Oh no, sta andando verso casa di Luka! Devo sbrigarmi” borbotta fra sé, lanciando lo yo yo verso un lampione e usando il filo per catapultarsi verso quello successivo, seguendo la riva della Senna. Ladybug riesce a raggiungere rapidamente le auto della polizia, poi devia lateralmente, anticipando una curva del fiume per raggiungere la casa galleggiante dei Couffaine prima dell’Akumizzata.

L’eroina in rosso atterra sul tetto della cabina della Liberty, con un balzo è sul ponte e inizia subito a bussare alla porta che scende sottocoperta “Sono Ladybug, sta per arrivare un akumizzato! Dovete uscire subito! Fate presto!”. Quasi immediatamente la porta si apre e Ladybug si trova davanti il volto stupefatto di Luka “Cosa? Che succede? Ladybug! Che ci fai qua?” “Ehm… ecco…” Ladybug esita un attimo sentendosi arrossire “Non c’è tempo di spiegare, Luka, dovete andare via subito! Arriva un akumizzato lungo il fiume!” spiega rapidamente, mentre il trambusto comincia a raggiungere la curva alle loro spalle. Il ragazzo si affaccia verso l’interno e grida “Mamma! Juleka! Emergenza, dobbiamo andare via!” poi torna a guardare Ladybug “Grazie, Ladybug, andiamo immediatamente” le dice “Fate presto, mi raccomando!” conclude lei, prima di lanciarsi dal lato opposto del fiume con lo yo yo.

Ladybug attraversa la Senna e si ferma su uno dei lampioni della riva opposta, osservando Secounder completare la curva e sorpassarla, volando a pelo d’acqua in mezzo agli spruzzi sollevati dal robot. “Ma…. Mi ha ignorata!” esclama l’eroina, poi osserva la casa galleggiante, il battello scricchiola paurosamente mentre viene spinto contro la riva dal passaggio dell’akumizzata, ma i tre occupanti si stanno allontanando di corsa, salendo sulle scalette dell’argine. Con un sospiro di sollievo, Ladybug continua l’inseguimento quando un lampo arancione attira la sua attenzione: Volpe Rossa sta correndo sui tetti della riva opposta, saltando tra un edificio e l’altro, la chioma rossa agitata dal vento.




Secounder finalmente si è fermata su una piattaforma che si protende sul fiume, vicino ad alcuni locali notturni. Una folla di parigini e turisti sta abbandonando rapidamente la zona seguendo le indicazioni di numerosi poliziotti, le luci blu delle autopattuglie illuminano gli edifici addobbati per Natale. “Allora! Dove sono Ladybug e Chat Noir? Dai, che inizia lo spettacolo, vi ho portati qua apposta!” la voce di Secounder, amplificata dal robot, è metallica e gracchiante. La ragazza fa partire una raffica dalle braccia del robot, che hanno delle mitragliatrici rotanti al posto delle mani, facendo schizzare schegge di asfalto e sforacchiando qualche auto parcheggiata, per fortuna vuota.




Ladybug e Volpe Rossa raggiungono il posto qualche secondo dopo, fermandosi sullo stesso tetto piatto per riprendere fiato, nascoste dietro una fila di comignoli. “Allora…” inizia Ladybug “... dobbiamo impedire a quel coso di fare del male a qualcuno, qui mi sembra una zona abbastanza vuota, ma forse è meglio distrarla e portarlo… che so, allo stadio.” continua, osservando la situazione “Ma dov’è Chat Noir? L’hai per caso visto? chiede poi a Volpe Rossa, che scuote la testa “No, non l’ho visto… Beh arriverà! Intanto che facciamo?” risponde lei, le ultime parole coperte dal rombo di un’altra raffica di Secounder. “Direi di farci vedere e guadagnare tempo, mentre capiamo dove sta l’Akuma, giusto?” domanda Volpe Rossa “Sì! Andiamo!” concorda Ladybug, correndo verso la strada roteando lo yo yo, subito seguita dall’eroina volpe.

Atterrata di fronte alla piattaforma, Ladybug grida all’akumizzata “Ehi, non ti sembra il caso di esagerare? Avanti, parliamo!”, mentre viene raggiunta da Volpe rossa, che le si mette di fianco. Secounder gira il robot verso le due supereroine, puntando le mitragliatrici su di loro “Oh, eccovi! Ma… Dov’è il gatto? E che abbiamo qui, una volpe? Ah va bene lo stesso, per me. Datemi i vostri Miraculous!”. Ladybug cerca di intuire l’espressione di Secounder, illuminata dai display del robot “Non credo proprio” le risponde, facendo roteare lo yo yo e lanciandolo direttamente verso la cabina, ma il robot emette dei raggi che respingono l’arma di Ladybug che la recupera tirando il filo “Acc..” mormora, poi tenta un'altro attacco, questa volta lo yo yo colpisce una delle braccia del robot con un tonfo metallico ma senza grosse conseguenze.

Guardando con la coda dell’occhio Volpe Rossa “Andiamo, ci serve un diversivo” ordina, evitando subito dopo con una capriola una raffica del robot e rotolando insieme a lei dietro un’auto parcheggiata di fronte ad un ristorante. Ladybug usa lo yo yo per avvicinare alcuni tavolini dall’esterno del locale e creare una sorta di barricata, mentre Secounder continua a mitragliare, polverizzando i vetri dell’auto e le vetrine del locale.

“Smettetela di giocare a nascondino! Avanti! Avete paura?” sbraita Secounder, guardandosi attorno “Ah, eccoti!” esclama, vedendo la sagoma di Ladybug tra la polvere che sta cercando di aggirare l’avversaria per colpirla dal lato del fiume. L’akumizzata fa voltare il robot e con un colpo di una delle “braccia” fa cadere un lampione sul percorso dell’eroina in rosso, impedendole di avanzare. Quando la polvere si dirada il robot punta entrambe le mitragliatrici verso Ladybug, Secounder, dentro la cabina, sogghigna pregustando la vittoria mentre preme entrambi i grilletti, creando una pioggia di proiettili luminescenti verso l’eroina in rosso e una nuvola di polvere e fumo.

Il robot di Secounder fa un passo avanti con un rumore metallico mentre la polvere si deposita per controllare “Accidenti! L’ho mancata!” mugugna l’akumizzata, non vedendo tracce di Ladybug ma solo i segni dei proiettili sul muro.

“Ehi! Sono qui!” grida una voce alle spalle del robot, mentre il filo dello yo yo gli si avvolge attorno alle zampe posteriori. Secounder con la coda dell’occhio riconosce due figure, Ladybug che regge il filo dello yo yo e Volpe Rossa con le mani sui fianchi e un sorrisetto sarcastico. “Tsk, illusa” borbotta l’akumizzata, facendo decollare il robot e trascinandosi dietro Ladybug che grida, colta di sorpresa. L’eroina slaccia il filo dalle gambe del robot ma è troppo in alto per cercare appigli a cui legarlo “oh no” riesce a pensare chiudendo gli occhi prima di iniziare a cadere, poi Ladybug sente il familiare abbraccio di Chat Noir che l’afferra alla vita.
I due atterrano dietro un’insegna e l’eroe in nero fa “Ciao, Insettina, pensavo che le coccinelle sapessero volare!” sorridendo sornione. “Spiritoso… E non chiamarmi Insettina!” risponde lei, alzandosi in piedi, poi lo guarda “Comunque grazie, Micetto.” allungando la mano per far muovere il sonaglio al collo dell’amico.

Il rombo di una raffica del robot di Secounder li fa accucciare per proteggersi dalla pioggia di schegge e scintille dell’insegna dietro cui si sono fermati. Chat Noir alza la voce per farsi sentire “Mi sa che dobbiamo trovare il modo di farla uscire da quel’arnese, viene da un videogioco e se fa le stesse cose non abbiamo possibilità. Può uscire e farlo esplodere!”. Ladybug si affaccia per osservare l’avversaria al centro della piattaforma “Hmm.. pensi di poter usare il cataclisma su quel robot?” chiede al compagno in nero “Penso di si, ma poi non potrei fare nient’altro” risponde Chat Noir grattandosi la testa “Aspetta! Nel gioco dopo che lo fai esplodere devi aspettare per riattivarlo!” conclude. La ragazza si gratta il mento pensierosa “andiamocene da qui. Ho un’idea! Tu e Volpe Rossa distraetela tenendola al centro di quella piattaforma. Volpe Rossa ha già usato il potere speciale, quindi ha poco tempo prima di dover andare a nutrire il suo kwami. Tieni il cataclisma per dopo, ok?” spiega poi, spostandosi verso il bordo del tetto “Ricevuto” annuisce Chat Noir, saltando giù.

Secounder sta facendo girare il robot su se stesso “E dai… Dove siete?” borbotta, guardandosi intorno, poi si blocca notando un movimento “Beccato!” esclama, girandosi a sinistra. “Ehi, coso rosa!! Giochiamo!” grida Chat Noir, accovacciato su un lampione “Ci sono anch’io!” grida di rimando Volpe Rossa, dal lato opposto della piattaforma, in piedi su un cassonetto rovesciato. L’Akumizzata ruota le braccia del robot e spara rapidamente due raffiche,, mancando entrambi i bersagli, mentre i due eroi iniziano a saltare in direzioni opposte, girandole attorno e schivando le raffiche, che sollevano una fitta nebbia di polvere e detriti.

Ladybug, approfittando del diversivo sta lanciando rapidamente lo yo yo avanti e indietro, legandolo ai lampioni sui lati esterni della piattaforma a pochi centimetri da terra per chiudere Secounder in una rete sempre più stretta.
L’eroina in rosso fa un ultimo passaggio, poi afferra il filo, e lo tira con tutte le forze, puntellandosi coi piedi sui resti di un muretto. Il cavo inizia a piegare i lampioni, immobilizzando il robot al centro.

Secounder sobbalza all’interno della cabina e smette di sparare, aspettando che la polvere cada. Tenta di girarsi ma nota che il robot è completamente immobilizzato e vede con la coda dell’occhio i due eroi raggruppati accanto a Ladybug. “Ah, si?” esclama, digrignando i denti, poi preme un pulsante rosso a lato della plancia di comando gridando “Nerfa questo!”, mentre il meccanismo di espulsione la lancia fuori dall’abitacolo. L’akumizzata osserva il robot illuminarsi dall’interno, inglobato da una sfera di luce sempre più intensa, mentre atterra dietro un totem pubblicitario sforacchiato ma ancora integro, tappandosi le orecchie.




Vedendo Secounder volare fuori dall’abitacolo Chat Noir grida “Presto, dietro di me!” iniziando a far roteare velocemente il bastone davanti a sé.

Subito dopo un’esplosione illiumina a giorno la piattaforma, lo spostamento d’aria fa vibrare il terreno e sbriciola i vetri delle case, spostando alcune auto in sosta attorno alla piazzetta.



“Che stai facendo?” sbraita Papillon, in comunicazione telepatica con Secounder, il volto circondato dalla sagoma viola delle farfalla, illuminato dalla fioca luce che entra dal rosone “Hai distrutto il sentimostro!” la rimprovera, ma lei l’interrompe con voce piatta “Non preoccuparti Papillon, era esattamente il suo scopo. Ora vedrai il secondo potere che mi hai dato.”



Il bastone di Chat Noir ha creato uno scudo sufficiente a riparare i tre eroi dall’onda d’urto dell’esplosione. Ladybug chiede “State bene?” agli altri due, ma sente a malapena la propria voce, mentre vede gli altri muovere solo le labbra. Si indica le orecchie, e gli altri due fanno lo stesso, alzando poi il pollice per dire che a parte quello stanno bene. I tre si precipitano al centro della piattaforma, ma la collana di Volpe Rossa inizia a lampeggiare, e l’eroina saluta con un cenno e si allontana di corsa per nutrire il suo kwami.



Secounder esce dal suo nascondiglio, ridendo. Ora la ragazza ha un vestito simile a quello dell’altra miniatura rotta: pantaloni aderenti viola e bianchi, con elastici a zig zag lungo le gambe, una giacca di pelle con le maniche arrotolate al gomito e degli occhiali a visiera arancioni. Appeso al centro del petto ha una specie di scatola cilindrica fissata con delle specie di bretelle su cui campeggia la sagoma di una farfalla viola. In mano due specie di pistole dal design futuristico. Su una delle due è appeso il portachiavi geometrico a testa di coniglio. “Bravi, mi avete messo in difficoltà. Ma ora il tempo è dalla mia” esclama Secounder sprezzante, guardando i due eroi. Un istante dopo scompare e riappare al centro della piazza, lasciando una scia luminosa che si dissolve subito. Ladybug e Chat Noir si mettono in guardia, pronti ad affrontare l’akumizzata, ma lei scompare per riapparire alle loro spalle “Sono qui!”, scompare di nuovo “e ora qui!” riappare ancora al centro della piazza, poi ancora dietro, a sinistra, davanti. “Dobbiamo trovare il modo di fermarla!” grida Chat Noir, con le orecchie che ancora fischiano. “Finché salta avanti e indietro non è un problema” ribatte Ladybug, osservandone i movimenti.

L’eroe in nero prende l’iniziativa, allungando il bastone davanti a sé per far inciampare Secounder, ma lei lo schiva senza problemi, sparendo a sinistra dei due eroi. “Ma dove…” mugugna Chat Noir, notando un movimento dietro di sé “Attenta Insettina!” esclama, vedendo Secounder apparire dietro Ladybug, con le braccia tese verso gli orecchini della ragazza che si getta in avanti con una capriola, allontanandosi dall’akumizzata, mentre Chat Noir la colpisce col bastone alle gambe. Secounder accusa il colpo e tocca il dispositivo che ha sul petto e muovendosi all’indietro, si allontana, tornando alla sinistra dei due.

Ladybug si rimette in piedi e ordina “Distraila, micetto!”, lanciando lo yo yo per salire sulla tettoia di un ristorante, da cui spicca un salto sul posto, tirando in aria lo yo yo “Lucky Charm!” scandisce, poi si trova in mano un oggetto: una striscia di stoffa con una fibbia e due occhielli di cuoio alle estremità “Una tracolla per chitarra? E che ci faccio?” si domanda l’eroina osservando Chat Noir girarsi su se stesso roteando il bastone per parare i raggi sparati da Secounder che lo circonda, saltando qua e là attorno all’eroe.

“Ma certo!” pensa Marinette “Viperion!”, tenendo la tracolla in una mano lancia lo yo yo tentando di intercettare l’akumizzata, colpendola in pieno e facendola ruzzolare a terra: mentre sta per cadere a terra Secounder tocca di nuovo il dispositivo con la farfalla luminosa e ricompare dove si trovava cinque secondi prima, muovendosi all’indietro. Chat Noir ne approfitta per riprendere fiato, saltando accanto a Ladybug “Allora?” le chiede, tra un respiro affannoso e l’altro “Viperion” sussurra lei, mentre rotea lo yo yo creando uno scudo dalle raffiche di Secounder. I due scorgono la sagoma di Volpe Rossa “ecco Volpe Rossa… occupatevi di lei, io vado a prendere Viperion” continua a bassa voce l’eroina in rosso “ah… ma io…” inizia il ragazzo, poi si blocca “D’accordo. Fai in fretta, io ho finito le idee per tenerla occupata”. Ladybug annuisce, poi si lancia lungo il fiume con lo yo yo.

Secounder salta a pochi metri da Chat Noir “Ehi! Non vale! Dov’è Ladybug? Fa niente, inizierò a prendere il tuo Miraculous, gattaccio” esclama, saltando a pochi centimetri dall’eroe in nero, che si è già catapultato verso il centro della piattaforma “Non puoi usare sempre lo stesso trucco!” la canzona lui.

L’akumizzata fa ruotare le pistole e spara una raffica di colpi violacei verso Chat Noir, che li schiva con una serie di capriole. Approfittando della distrazione dell’avversaria Volpe Rossa lancia dal flauto un globo di luce arancione che colpisce Secounder e la fa cadere dalla tenda. Uno scatto e l’akumizzata è di nuovo accanto a Chat Noir cercando di afferrargli la mano destra, ma lui è pronto ad allontanarsi con un colpo di bastone a terra.

“Miraggio!” riecheggia la voce di Volpe Rossa e la piattaforma si popola di una ventina di Chat Noir e altrettante Volpe rossa “Vediamo come te la cavi adesso” dice fra sé Alya.



"Dove siete...." pensa Marinette, saltando da un lampione all'altro lungo la Senna, finché non nota un capannello di persone accanto a un camion dei pompieri in cui spiccano inconfondibili le chiome dei Couffaine. Ladybug li raggiunge in un balzo "Ladybug!" esclama Anarka "Hai sconfitto l'Akumizzato?" "Purtroppo no, signora. Ma potete tornare a casa, è sicuro adesso, andate pure!" spiega, poi fa un cenno a Luka, prendendolo in disparte "Luka, ho bisogno del tuo aiuto!" esordisce "Certo ma... come facciamo..." obietta lui, guardando la madre e la sorella "Non preoccuparti, faremo in fretta" risponde lei "Andate avanti, io arrivo!" alza la voce Luka per farsi sentire dai suoi familiari. Ladybug guarda il ragazzo e sentendosi arrossire gli dice "aggrappati a me" facendo girare lo yo yo e lanciandosi fuori vista appena lui obbedisce.

Arrivati al riparo la ragazza riapre lo yo yo estraendo una scatola ovale "Luka Couffaine, questo è il miraculous del serpente. Usalo per un bene superiore, finita la missione me lo dovrai riconsegnare" spiega, seria, allungando la mano con la scatola verso Luka. "D'accordo" risponde il ragazzo, poi apre la scatola e indossa il bracciale "Sass! Trasformami!" scandisce infine.

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Capitolo 18
*** Eroi ***


Capitolo 18 - Eroi

Ladybug e Viperion ripercorrono al contrario il tragitto precedente e arrivano in vista della piattaforma proprio mentre il terzo puntino scompare dagli orecchini di Ladybug che avverte l’altro eroe “Abbiamo solo due minuti prima che io debba nutrire il mio kwami. Dobbiamo fare in fretta. Lei, si insomma l’akumizzata può tornare dove si trovava tre secondi prima, circa.” “capisco” risponde Viperion, afferrando il bracciale e declamando “Seconda Chance!”.

“Oh, che bel diversivo” commenta tra i denti l’eroina in rosso guardando la piattaforma e le copie degli altri due bersagliate dai raggi viola di Secounder, che salta qua tra le figure nere e arancioni. Lei e Viperion vengono subito raggiunti da Chat Noir e Volpe Rossa che chiede “il tempo stringe, voi due ragazzi potete ancora combattere, noi no, Ladybug, hai qualche idea?”. L’eroina rigira tra le mani la tracolla della chitarra “Sì. Io faccio da esca, lascio che arrivi a toccare i miei orecchini, Viperion, tu torna indietro, così la seconda volta sappiamo come farà. Volpe Rossa, prendi questa” spiega Ladybug, dando la tracolla all’altra ragazza ”e immobilizzale le mani, mentre tu Micetto cacaclismi quel coso che ha sul petto”. Gli altri eroi annuiscono in silenzio “Poi semmai torniamo ancora indietro fino a trovare l’Akuma. Credo c’entri con la pistola, una ha un coso appeso sotto. Forza” conclude, saltando al centro della piattaforma, mentre la rossa dice “Realtà!” e tutte le copie scompaiono, lasciando Ladybug sola al centro dello spiazzo.

Prendendo posizione, l’eroina volpe prepara la tracolla, che ha una fibbia rettangolare e forma un anello, per poterne regolare la lunghezza, allungando o accorciando la distanza tra la fibbia e uno degli occhielli per fissarla allo strumento. Tirando indietro la fibbia l’anello si chiude, formando una specie di cappio.

Secounder vede Ladybug da sola e si ferma, mentre l’eroina inizia a parlare “Dai, arrenditi, non vedi che stai solo perdendo tempo?”. L’altra cade in pieno nella trappola e in due scatti si porta a sinistra di Ladybug, dietro i resti di un’auto rovesciata. L’eroina si volta dalla parte opposta, fingendo di averla persa di vista: con un terzo scatto le mani di Secounder arrivano a scompigliare i codini di Ladybug. In quel momento la voce di Viperion “Seconda Chance!” riporta tutti alla spiegazione di Ladybug.

“Oh, che bel diversivo” commenta tra i denti l’eroina in rosso guardando la piattaforma e le copie degli altri due bersagliate dai raggi viola di Secounder, che salta qua tra le figure nere e arancioni. Viperion fa un cenno a Ladybug e agli altri di avvicinarsi, poi spiega, sotto gli sguardi stupefatti degli altri “Ora Ladybug farà da esca, da sola, Volpe rossa, tu prendi quella tracolla e immobilizza l’akumizzata, si nasconderà dietro quell’auto” spiega, indicando il punto ”e farà uno scatto verso destra per prenderle gli orecchini”, Fai un salto dopo aver fatto sparire le illusioni, quando Ladybug inizia a parlare, e arriva con la tracolla a cappio dietro di lei. Chat Noir, tu invece cataclisma l’aggeggio che la fa saltare, ce l’ha sul petto. Abbiamo ancora un po’ di tentativi. Andiamo!”

Ladybug, di nuovo, salta verso il centro della piattaforma, accompagnata dalla voce di Volpe Rossa “Realtà!”. L’eroina in rosso tocca terra e inizia “Dai, arrenditi, non vedi che stai solo perdendo tempo?” Secounder scatta dietro l’auto, mentre Volpe Rossa e Chat Noir iniziano a correre. La portatrice del miraculous della volpe spicca un salto, le braccia tese col cappio davanti a sé, mentre Secounder scatta da dietro l’auto, allungando le mani per afferrare gli orecchini e infilando entrambe le braccia nel cappio, che si stringe immobilizzandone i polsi.

Ladybug si butta a terra con una capriola e grida “Adesso, Chat Noir!” nell’esatto momento in cui l’eroe in nero declama “Cataclisma!” e spicca un balzo che lo porta a mezzo metro da Secounder, poi rotola sul terreno, passando tra Volpe rossa e l’akumizzata, per toccare il dispositivo che ha sul petto con la mano, pulsante di energia nera.

Il dispositivo si sbriciola mentre la ragazza ruzzola a terra, lasciando le pistole.




“No! Un altro fallimento!” sbotta Papillon, guardando furioso Mayura che abbassa lo sguardo senza commentare. “Ladybug… tu e i tuoi alleati prima o poi verrete sconfitti! Li userò tutti contro di te!” ringhia l’uomo in viola mentre il rosone si cihude lasciando i due nella penombra violacea del covo sotterraneo.




Una prontamente fermata da un piede di Viperion mentre scivola verso la Senna e Ladybug afferra l’altra, strappando il ciondolo da cui emerge la farfalla viola. Secounder lancia un “No” di frustrazione mentre Ladybug scandisce “Niente più malefatte, piccola Akuma” lanciando lo yo yo aperto e catturandola con un “Presa!” soddisfatto.

Col sottofondo del suono dell’ultimo puntino che sta per scomparire l’eroina in rosso purifica l’Akuma che vola candida nel cielo. Ladybug lancia in aria la tracolla “Miraculous Ladybug!” e lo sciame di coccinelle magiche riporta tutto nella situazione di una mezz’ora prima: la casa di Martine, il piccolo Loki nella gabbietta, le miniature. Una nebbia violacea avvolge Secounder, scomparendo e lasciando una Martine spaesata in pantaloni della tuta, canottiera e senza scarpe. “Cosa… come....” domanda, guardandosi in giro, circondata dai portatori dei Miraculous, rabbrividendo nel freddo della notte parigina.

I miraculous delle due eroine lampeggiano furiosamente. Tutti gli eroi allungano un braccio, facendo toccare i pugni al centro del cerchio che formano “Ben fatto!” in coro. “Ragazzi, pensateci voi” dicono quasi in coro Ladybug e Volpe Rossa allontanandosi di corsa dalla piattaforma ed infilandosi poi in due vicoli distinti.

Chat Noir e Viperion le salutano con un gesto e si avvicinano alla ragazza a terra, chinandosi “Ehi! A quanto pare di ho salvata di nuovo!” inizia Chat Noir, sorridendo “Sei stata akumizzata da Papillon” continua Viperion, incontrando con lo sguardo gli occhi scuri della ragazza, ancora un po’ stordita “Ah… beh… Grazie Chat Noir e.. e tu?” chiede a Viperion, fissandolo in viso. “Che sguardo…” pensa Luka, riprendendosi subito “Ehm.. Viperion” si presenta il ragazzo, con un lieve imbarazzo nella voce. “Accompagnala tu” dice poi, rivolgendosi a Chat Noir “io devo andare!” mentre un segmento del bracciale si spegne. L’eroe in nero guarda il proprio anello e annuisce “Sarà meglio andare, non vorrei che ti prendessi un malanno” concorda, dando la mano a Martine per aiutarla ad alzarsi nonostante i brividi. “A..accidenti Chat Noir, sto.. c...congelando!” concorda mentre abbraccia l’eroe, che la prende in braccio come può, sollevandole le gambe: la ragazza è appena più alta di lui, Chat sente il viso in fiamme. “Ok ma dimmi dove abiti!” le chiede cercando di non pensare che una ragazza poco vestita lo stava abbracciando “Sto al 62 di Rue Taitbout” risponde lei. Chat Noir annuisce e spicca un salto dicendo “Reggiti forte! Saremo lì in un attimo”.

Viperion guarda i due attraversare il fiume, poi inizia a correre verso la casa galleggiante “Accidenti… Ladybug è andata… non posso renderle il Miraculous.. L’aspetterò a casa, verrà sicuramente a prenderlo” pensa Luka, già quasi in vista dell’ormeggio della Liberty.

Il ragazzo arriva presso l’ormeggio quando l’ultimo segmento del bracciale inizia a lampeggiare e si guarda in giro cercando un posto dove ritrasformarsi. Luka si infila in una strada laterale deserta, rilasciando la trasformazione dopo una rapida occhiata in giro; tornato normale corre verso la scaletta che porta all’ormeggio, entrando sotto coperta subito dopo. “Eccomi” annuncia, varcata la soglia, accolto dalla madre e dalla sorella e dal disordine che regna sovrano sulla Liberty, aumentato dalle ondate che ha subito. “Mamma, qualcosa si è rotto?” chiede “No, non sembra” risponde lei, scendendo dalla plancia “Ehi, sorellina, mi sa che qua dobbiamo deciderci a mettere in ordine!” prosegue, gettando lo sguardo nella cabina che divide con Juleka facendole l’occhiolino “Già” concorda lei in un sussurro.

Marinette mette le mani a coppa per far riposare Tikki quando la trasformazione termina, al riparo di un cassonetto dei rifiuti in un vicolo a pochi passi dal fiume. La Kwami rossa si adagia sulle mani dell’amica, sospirando. “Tranquilla Tikki, ce l’abbiamo fatta anche stavolta ma c’è mancato davvero poco” sussurra la mora, prendendo un biscotto dalla borsa e passandolo alla creaturina “Si, forse è una buona idea lasciare alcuni Miraculous, Papillon ha un’alleata e tu e Chat Noir potreste essere in difficoltà” commenta Tikki mangiando il biscotto “Si, ma devo riprendere quello del Serpente, non so ancora se Luka vorrà tenerlo.” spiega Marinette ”Non voglio dargli una responsabilità così grossa senza prima chiederglielo, proprio perché so cosa significa” fa una pausa, sentendo gli occhi umidi “speriamo che Tikki non si preoccupi” pensa, distogliendo lo sguardo. “Andiamo, Tikki, non è il caso di restare qui, fa un freddo cane” sussurra la mora alla Kwami, alzandosi in piedi e posandola delicatamente nella tracolla “sbrigati che ce ne torniamo a casa, al caldo”.

Tikki finisce le ultime briciole del biscotto e annuncia “Ecco, Marinette, ho finito!” poi osserva seria l’amica “Va tutto bene?”. Marinette ricaccia indietro le lacrime mentre la guarda “Si, è passato”. La Kwami esce dalla tracolla e vola accanto alla guancia della ragazza “Andiamo a casa, devi riposare, vedrai che dopo ti sentirai meglio” “Grazie Tikki, ti preoccupi sempre per me” le risponde la mora “Andiamo! Tikki, trasformami” assumendo di nuovo le sembianze di Ladybug. L’eroina lancia subito lo yo yo verso un lampione, sul viale che costeggia il fiume, poi seguendo il filo si sposta lungo la Senna, in direzione della Liberty.

Volpe Rossa scompare ed Alya si trova davanti un Trixx decisamente affamato “Tieni, te lo sei proprio meritato!” gli dice, allungandogli una barretta di cioccolato. “Grazie Alya” risponde l’esserino, mentre la rossa allaccia la zip del piumino che aveva indossato prima di trasformarsi “Dovresti avere abbastanza spazio per nasconderti un una delle tasche, se serve” spiega a Trixx “quando sei pronto però dovresti trasformarmi di nuovo, facciamo molto prima a tornare a casa”. “Certo, nessun problema” approva il Kwami arancione svolazzando, con con un ultimo pezzetto di cioccolato tra le zampe, intorno alla chioma fulva della ragazza “Sono pronto!” annuncia subito dopo, con voce allegra. “Bene… allora… Trixx! Trasformami!” esclama Alya, per poi assumere l’aspetto di Volpe Rossa e correre finalmente verso casa.




Chat Noir e Martine atterrano sul marciapiede di fronte a casa della ragazza mentre l’anello dell’eroe inizia a lampeggiare “Scusa” fa lui, depositando Martine a terra, che comincia a saltellare, i piedi nudi sul selciato gelido “Ma sto per ritrasformarmi! Hai qualcuno da avvisare?” “s-si” risponde lei, tremando “s-suono alla po-portinaia m.mi farà e-entrare lei.. brr che f-fre-ddo! G-grazie Chat Noir. E rirignrazia anche gli a-altri.” spiega la mora avvicinandosi di nuovo all’eroe in nero e schioccandogli un bacio sulla guancia. Il ragazzo rimane per un attimo interdetto per quel gesto improvviso, mentre l’anello inizia a suonare in modo insistente. Chat Noir si gira e saluta Martine “Buona fortuna! E non prendertela per un gioco!” poi usa il bastone come asta e salta sul tetto dell’edificio di fronte.

Adrien, appena raggiunto un tetto piatto, annulla la trasformazione rabbrividendo anche lui, in maniche corte. Subito dopo dà a Plagg un triangolo di camembert “Avanti, mangia che torniamo al caldo!” lo esorta, sfregandosi le braccia mentre il Kwami divora il pezzetto di formaggio. “Hai del rossetto sulla guancia, Adrien” gli fa Plagg con la bocca piena, “il sorriso da modello colpiasce ancora!”. Il ragazzo arrossisce violentemente, sfregandosi la guancia con la mano “accidenti…” borbotta mentre cerca nelle tasche dei jeans un fazzoletto “... meno male che me l’hai detto, Plagg!” “E perché, tanto mica vedi Ladybug dopo!” ribatte il Kwami, facendo una smorfia. Adrien lo guarda di sbieco “Ma che insolente! Plagg! Trasformami!” esclama: nonostante le proteste, Plagg viene attirato all’interno dell’anello e poco dopo Adrien ha ripreso l’aspetto di Chat Noir. L’eroe in nero guarda la città illuminata sotto di lui per orientarsi, poi con un balzo si dirige verso villa Agreste.


Ladybug si ferma su un albero lungo l’argine, in vista della casa galleggiante di Luka, appollaiata su un ramo “Uhm… non posso presentarmi a casa loro così… Come faccio?” riflette per qualche istante, poi afferra lo yo yo, in modalità bugphone e inserisce il numero di Luka, scrivendo rapidamente un messaggio “Sono sull’argine. Sali sul ponte. LB” inviandolo poi all’amico. L’eroina in rosso chiude lo yo yo e osserva la barca, cercando segni di movimento, fino a notare la familiare chioma nera e turchese di Luka. Un salto e Ladybug atterra sulla passerella dell’ormeggio “Luka…” esordisce “non so davvero come ringraziarti, sei stato prezioso. Devo però chiederti indietro il Miraculous, a meno che tu… beh non accetti di custodirlo e di tornare ad usarlo al prossimo attacco di Papillon. Prima che tu risponda, devi sapere che dovrai mantenere il segreto sulla tua identità e che custodire un Miraculous è una grossa responsabilità” Ladybug sospira. Lo sguardo di Luka incontra gli occhi azzurri di Ladybug per un lungo momento, poi il ragazzo dice, in tono tranquillo “Lo so. E credo che sia meglio… che lo tenga tu” ma Marinette quasi non lo ascolta “Oh no. L’ha capito. Sa chi sono” sta pensando, cercando disperatamente di non farglielo capire, mentre lui prosegue “finirei per essere scoperto se lo tenessi io. Ma puoi sempre chiamarmi se hai bisogno di me”. Ladybug riesce a ricomporsi e a riprendere la scatolina che Luka le sta consegnando “D’accordo. Grazie ancora, Luka” gli dice, sempre guardandolo negli occhi “Grazie a te, eroina di Parigi” risponde il ragazzo, sorridendo. Ladybug distoglie lo sguardo e lo saluta con un cenno, lanciandosi con lo yo yo verso Notre Dame.


Nota dell’autore

Capitolo un pochino più lungo degli altri (lo so che qualcuno l’ha già letto su Wattpad :D ma sarei curioso di sapere cosa ne pensate finora di questa mia fanfic che ho scritto e sto tuttora scrivendo a pezzi. Ci vorrà ancora un po’, ma non mi è ancora chiaro come arrivare al finale.

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Capitolo 19
*** A casa ***


Capitolo 19 - A casa

“Tikki, ritrasformami” la voce tremante di Marinette annulla la trasformazione e la ragazza si lascia cadere sul letto, chiudendo la botola. “Tikki….. sono la peggior Ladybug di sempre” si dispera la mora, le mani nei capelli “Luka…. Luka ha scoperto la mia identità segreta” continua, sull’orlo delle lacrime “cosa faccio adesso?”. “Marinette, cerca di calmarti. Ne sei certa?” prova a tranquillizzarla Tikki, volandole davanti al viso. “Si… ho visto come… come mi ha guardata e… ha capito che io sono Ladybug! Ora… ora succederà come… come come con Adrien… e… non so cosa fare, Tikki!” spiega Marinette, lo sguardo offuscato dalle lacrime.
La Kwami rossa la fissa negli occhi azzurri “Calmati, Mari… respira! Se fosse così Bunnix sarebbe già intervenuta! Luka non rivelerebbe mai il tuo segreto, sa quanto è importante. E poi… beh non sei la prima Ladybug di cui qualcuno scopre il segreto, fidati di me. Sono certa che non lo dirà a nessuno”.

La ragazza guarda la creaturina “Come fai ad esserne certa?” tira su col naso ”E Adrien… lui l’ha detto a qualcuno! Chat Noir ha saputo che io ero…” Marinette si interrompe di colpo e spalanca la bocca in un “Oh” incredulo. “No, non può essere. Non è possibile. Non possono… li ho visti insieme non….” la ragazza fissa la Kwami “Quando la guardia del corpo akumizzata ha rapito Adrien e poi siamo finiti sulla torre di Montparnasse e…” Marinette si copre la bocca con una mano “Quando è arrivato Chat, Adrien si stava mettendo in salvo… oppure era… No, no no non può essere. Tikki… se.. se Adrien fosse Chat Noir sarebbe…. sarebbe terribile! Significa che io… noi… Tikki, ho spezzato il cuore del ragazzo che amo perché amo il ragazzo che amo solo che non sapevo che lui era...” la kwami spalanca gli occhi, poi interrompe lo sproloquio dell’amica “Aspetta Marinette, non correre! Anche se Chat Noir fosse Adrien non cambierebbe niente! Perché nessuno lo saprebbe a parte te!”
“Si, hai ragione ma… ma cambierebbe per me” Marinette alza la voce sull’ultima parola “perché non riuscirei a combattere sap....” Tikki la interrompe di nuovo “Beh, no! Chat Noir, chiunque sia, ha dimostrato un sacco di volte di saper badare a sé stesso. Anzi se fosse qualcuno che conosci bene forse potreste battervi anche meglio. Già ora, a volte, è come se vi leggeste nel pensiero!”
“Dici davvero Tikki?” la ragazza è incredula “Ma certo Marinette! In ogni caso, se l’identità di Chat Noir non la conosce nessun altro a parte te è perfettamente al sicuro.” spiega la kwami, svolazzando intorno alla mora “E non ti preoccupare di Luka! Anche con lui il tuo segreto è al sicuro, non ti tradirebbe mai.”

Marinette si asciuga le lacrime ma l’espressione è ancora angosciata “Spero tu abbia ragione Tikki. Il Maestro Fu si è… beh ha fatto quello che ha fatto per proteggere il nostro segreto e… io non so se potrei fare lo stesso. Sai” l’espressione della ragazza si fa seria “io… io non voglio dimenticare tutto quanto. Non voglio dimenticare te, Plagg, Chat Noir, i miei amici.. lo so che è per uno scopo più grande ma… io non voglio essere costretta a farlo. Ci deve essere un modo per… perché non succeda.”.

Marinette china la testa, qualche lacrima scende a bagnare il copriletto, Tikki si appoggia alla sua guancia e non dice niente per un interminabile minuto “Marinette..” sussurra poi “Nemmeno io lo voglio. Non è giusto che succeda, è un sacrificio troppo grande da chiederti. Forse al Tempio dei Guardiani ne sanno di più, Ti ci porterò. Ma prima dobbiamo sconfiggere Papillon”

La ragazza si asciuga le lacrime col dorso della mano, tira su col naso e risponde “Grazie, Tikki. Non so cosa farei senza di te” conclude, stringendo delicatamente al petto la Kwami rossa, che la lascia fare senza dir nulla.




Luka si siede sul letto sospirando e imbraccia la chitarra, controllando l’accordatura. Afferra un plettro e inizia a strimpellare melodie a casaccio mentre riflette “Ne sono sicuro. Marinette è Ladybug. Non può essere che lei… un bel guaio, ha una responsabilità enorme e io non posso aiutarla senza metterla in pericolo. Non posso starle vicino come vorrei, sta ancora pensando ad Adrien, anche se forse non vuole ammetterlo nemmeno a sé stessa. O forse è solo confusa. Un po’ come me.”

Il ragazzo, preso dai propri pensieri, non si accorge che la sorella si è seduta sul letto finché lei non chiede “Ehi, va tutto bene?” fissandolo. “Ehm.. si, si sorellina è tutto a posto” risponde, passando a un motivetto più allegro rispetto alla serie di accordi in minore che stava facendo “stavo solo pensando…” “Pensavi a Marinette, vero?” lo interrompe lei. Luka la guarda in faccia sentendo le guance scaldarsi “Eh… si vede tanto?” “Già. Ma si vede anche che sei giù.” conclude Juleka, picchiettando l’indice sulle labbra chiuse “Hmm… Andiamo a pattinare uno di questi giorni? Rose è una settimana che me lo chiede, si è già messa d'accordo con Alix, voleva dirlo anche agli altri”. Il ragazzo continua a suonare per qualche istante poi finalmente posa la chitarra accanto al letto “Va bene, verrò anch’io. Grazie sorellina, ti voglio bene” risponde, allungandosi per dare un bacio sulla fronte a Juleka che risponde con uno dei suoi rari sorrisi, poi si alza dal letto e va verso la scrivania, da dove prende lo smartphone e scrive rapidamente un messaggio mentre guarda Luka commentando “Fatto”.




Chat Noir si ritrasforma, tornando ad assumere l’aspetto di Adrien, appena messo piede sul davanzale della finestra. Il biondo rabbrividisce nella corrente gelida che arriva alle sue spalle, salta sul pavimento e chiude la finestra con il grosso telecomando sul tavolino.

“Plagg… Ma tu dici che quella ragazza… insomma…” “Ehi, ma come faI? Non ti bastano tutte le pretendenti che hai come modello? Ora ne vuoi pure come Chat Noir? Sei strano, sai?” sbotta il kwami, guardando Adrien di sbieco “Non era aaaah mylady?” continua Plagg, canzonando il ragazzo mettendosi una zampa sul petto e tirando indietro la testa “Comunque no.” continua, tornando serio “Era solo perché l’hai riportata a casa, stava gelando”. Adrien guarda Plagg “sei sempre il solito… e che ho già abbastanza problemi di mio. Speriamo che mio padre mi lasci un po’ libero” il ragazzo si interrompe sentendo il suono di avviso di un nuovo messaggio,poi prende il cellulare per leggerlo.
“Ecco, appunto. E’ Nino.” spiega il biondo “dice che le ragazze hanno organizzato un’uscita a pattinare, tra due giorni.” prosegue, guardando la foto scattata al palazzo del ghiaccio con Marinette, Kagami e Luka sul salvaschermo del computer “E’ stato bello, l’altra volta a parte per l’Akuma che ci ha interrotti.” riflette, parlando fra sé “E sia. Vado a sentire Nathalie se trova 5 minuti” conclude ad alta voce, uscendo dalla stanza mentre Plagg si avventa su uno spicchio di Camembert.

“Nathalie?” domanda Adrien dalla porta dell’ufficio della segretaria fac-totum, nonché segreta portatrice del Miraculous del Pavone. La donna si volta, alzando gli occhi dal tablet “Adrien? Non dovresti essere a letto?” chiede, guardandolo da sopra gli occhiali “beh, in realtà… ci stavo andando” risponde lui a bassa voce, con una mano dietro la nuca “volevo solo sapere se… beh tra due giorni i miei amici vanno a pattinare e… insomma potresti chiedere se posso andarci anche io?”. Nathalie gira la poltroncina verso il ragazzo, poi consulta il tablet “Non hai servizi fotografici per qualche giorno. Sentirò tuo padre.” risponde in tono piatto, sotto lo sguardo speranzoso di Adrien che si congeda “Grazie Nathalie, ci terrei molto. Buonanotte” poi si volta senza attendere risposta e attraversa lo spazioso atrio per tornare in camera chiudendosi le porte alle spalle.

“Ha detto che chiederà a mio padre. Spero che mi permetta di uscire, non mi va di dovermi trasformare in Chat Noir per farlo di nascosto” dice Adrien, sedendosi sul letto mentre si slaccia le scarpe “Hm?” Plagg alza un orecchio sentendo le parole Chat Noir “ma allora ci tieni proprio tanto… Non so cosa ci trovi in quelle due ragazze” fa il Kwami, ricevendo in cambio l’ennesima occhiataccia dal suo portatore che borbotta “Mi chiedo perché continuo a parlarti, sai?” lanciando la camicia nella cesta della biancheria da lavare. “Forse perché non hai nessun altro con cui farlo!” esclama Plagg, nascondendosi per evitare la sneaker arancione che Adrien gli lancia.




“Oh sì, è proprio una bella idea!” esclama Alya, al telefono con Nino “Avviso subito Marinette che state organizzando per uscire a pattinare, credo che le farà piacere, sai in questi giorni è un po’ triste” prosegue, posando lo smartphone sulla scrivania e accendendo il vivavoce. “L’ho notato, e non solo lei” risponde il ragazzo “Che intendi?” domanda lei “Adrien. Da quando Marinette è stata akumizzata è strano anche lui, sempre con qualcosa per la mente”.

La voce di Alya arriva attutita mentre si sfila la maglietta per infilarsi il pigiama “Ah sì? Di cosa? Sai che non puoi dirmi una cosa così vaga e sperare che non ti chieda i dettagli!” Nino fa una lunga pausa, tanto che la ragazza si avvicina per vedere che sia ancora in linea “Nino” lo esorta, in tono perentorio “Dai… Lo sai che tanto prima o poi me lo dirai, tanto vale…” insiste, con un sorrisetto. “Uhm... eh…” il ragazzo esita “Ecco… Promettimi che non…” Alya è curiosissima “Non posso prometterti un bel niente se non so…” inizia. “D’accordo. Ha una cotta” la butta lì Nino, con un filo di voce, mentre Alya si frega le mani euforica “Per? Dai Nino, mi conosci… sai che...” insiste “Ma io non te l’ho detto… ecco dice che è per Ladybug” dice finalmente il ragazzo.

Alya rimane senza parole mentre pensa “Ah ecco perché allora era così indeciso, non posso dirlo a Marinette che andrà in panico perché non si sente all’altezza e allora sarà ancora più triste” saltando alle conclusioni peggio della sua migliore amica coi codini. “Alya, ci sei?” la voce di Nino la riporta sulla Terra “Eh? Certo che ci sono. Che casino, non posso mica dirlo a Mari, adesso” risponde, pronta “Sei partita con un film mentale? Stai troppo con Marinette!” ridacchia Nino dal cellulare “Scemo!” ridacchia Alya, poi continua ”Il fatto è che se glielo dico si deprimerà ancora di più. Però mi ha chiesto se ne sapevo qualcosa e… beh… ne so molto, adesso. Ci penserò su stanotte, intanto le scrivo per dopodomani.” spiega la rossa mentre riprende il telefono e lo porta all’orecchio ”Ciao tesorino, ci sentiamo domattina, ok?” si congeda in tono zuccheroso “Ok, buonanotte” risponde il suo ragazzo in modo altrettanto dolce.

Alya scrive subito un messaggio a Marinette

Alya: Rose e le altre hanno deciso di andare a pattinare dopodomani. I ragazzi ci saranno tutti e Adrien chiederà il permesso di venire. Ti chiamo domani. Baci,

lo rilegge un paio di volte e poi preme il tasto di invio. Due minuti dopo arriva la risposta dell'amica,

Mari: OMG non ho niente da mettermi!

che fa sorridere la rossa.

Quando la ragazza posa il telefono, Trixx, il Kwami del miraculous della Volpe, fa capolino dal suo nascondiglio e le chiede "Aspetta, il tuo amico Adrien avrebbe una cotta per Ladybug? Secondo me non è l'unico, un sacco di ragazzi della sua età l'avranno."
"Vero, Trixx, il mio dubbio è se dirlo o meno a Marinette. Sicuramente se sente una cosa del genere si deprimerà tantissimo." Alya fa una pausa, grattandosi una tempia pensierosa "Ma non è tanto quello, è che è strano che anche lui sia triste dopo che Mari è stata akumizzata. Insomma lei, da akumizzata, è andata a cercarlo a casa e lui non si è fatto vedere... Ok forse suo padre l'aveva chiuso da qualche parte, non è strano, conoscendolo. Magari è giù per quello. Sappiamo cosa ha detto di lui Mari... cioè lei akumizzata... Però..."
"Però ti suona strano perché è come se sapesse qualcosa che noi non sappiamo, dico bene?" il Kwami finisce la frase per lei "Ecco, l'hai detto. Io e te andremo d'accordissimo, lo sai?" Alya gli fa l'occhiolino "Ora andiamo a dormire, buonanotte, Trixx!" conclude la ragazza, infilandosi sotto le coperte. "Aspetta" esclama poi, subito dopo aver spento la luce "Dov'era veramente Ladybug? Tikki è venuta a cercarmi perché lei non poteva trasformarsi, ha detto" "Non lo so, Alya, non so proprio." risponde Trixx, facendo di nuovo capolino da dietro i libri "Lo chiederò a lei come Volpe Rossa, allora. Domani. Buonanotte" conclude Alya rigirandosi nel letto.

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Capitolo 20
*** Mattine ***


Capitolo 20 - Mattine

Adrien, con la solita borsa a tracolla, sta scendendo la scala che dalla sua camera porta al pianerottolo e poi all’atrio della villa “Che strana luce oggi… eppure davano bel tempo” pensa, notando la luce grigiastra che penetra dal lucernario che illumina l’ingresso coi marmi bianchi e neri mentre lo attraversa.

Il biondo sta per aprire la porta quando, dall’esterno, sente provenire delle grida, che sulle prime non riconosce ma è chiaramente la voce carica di disperazione di Ladybug “Chat Noir! Aiuto! Fai in fretta!”. “Oh, no, maledetto Papillon” pensa, poi il ragazzo si lancia su per le scale in camera sua, chiudendo a chiave la porta alle proprie spalle e scandendo “Plagg! Trasformami” appena all’interno.

Dopo il ben conosciuto lampo di luce verde, Chat Noir sta uscendo dalla finestra della camera di Adrien, diretto verso il giardino anteriore e la voce, ormai sull’orlo del pianto, di Ladybug che chiede aiuto.

In due salti l’eroe in nero è sul fronte della casa, che però è strano: al centro del vialetto c’è una specie di cupola di ghiaccio di cinque o sei metri di diametro. All’interno Chat Noir può vedere la figura rossa di Ladybug tremante, le braccia attorno al corpo, il viso livido per il freddo, che continua a chiedere aiuto e a chiamare il suo nome. “Mylady!” la chiama, lo sguardo della ragazza si illumina quando lo sente “Chat Noir! Finalmente! Aiutami!” gli dice, riuscendo a fatica a pronunciare le parole.

Chat Noir si guarda rapidamente intorno e non vede nessun altro, con un salto è a mezzo metro dalla cupola “Cataclisma!” grida, toccando la superficie di ghiaccio, che si sbriciola con un lampo di luce che lo acceca momentaneamente.

Quando il lampo finisce, l’eroe in nero esclama “Mylady! Sono qui!” e si avvicina a Ladybug, abbracciandola per riscaldarla.

In quel momento attorno a loro compaiono delle sbarre metalliche, che si perdono tra le nubi nere addensate sopra di loro. Ladybug lo fissa negli occhi, sorridendo “Grazie, Micetto…” e si affloscia, priva di sensi. “Oh no… No, no…” dice tra sé Adrien, scuotendo leggermente la ragazza “Ladybug… svegliati! Dobbiamo uscire di qui!” le dice, in preda al panico perché le sbarre si stanno avvicinando lentamente. Chat Noir regge Ladybug con una mano e tenta di afferrare il bastone dalla cintura, ma è scomparso. Travolto dal panico si lascia cadere sulle ginocchia, accarezzando la testa dell’eroina in rosso e continuando a parlarle “Mylady… per favore… svegliati! Non possiamo uscire senza il tuo yo yo”. Il ragazzo abbassa lo sguardo sui fianchi dell’amica ma non vede lo yo yo, anzi, nota che il costume rosso a pois inizia ad emettere una luce rosa “che cosa…” borbotta, confuso. Il costume di Ladybug emette sempre più luce, Chat Noir deve distogliere lo sguardo, guardando il viso della ragazza che tiene tra le braccia, finché la luce scompare ed il ragazzo si accorge che sta stringendo Marinette, priva di sensi mentre le sbarre li hanno praticamente raggiunti.



Adrien si sveglia di colpo, le mani che stringono la coperta in cui si è avvolto agitandosi nel sonno: è in camera sua e Plagg sta russando leggermente sull’angolo opposto del cuscino. “Ma che cavolo….” dice fra se, districandosi e scostandosi i capelli dalla fronte sudata “Era un incubo, ma… Ladybug era Marinette… Perché?” Il ragazzo cerca di snebbiare la mente dall’incubo e si mette a sedere, appoggiando i piedi sulla moquette che contorna il letto, poi afferra il cellulare e guarda il display segnare 4:01.

Dall’enorme finestra arriva il bagliore delle luci di Parigi, decorata per Natale. “Plagg?” azzarda Adrien “Hm? mugugna il Kwami “che succede? c’è del camembert?” chiede, la voce impastata.
“No. Scusa, ho avuto un incubo ma...“ “Ma?” ripete Plagg, ormai sveglio, gli occhi verdi leggermente luminescenti per le luci della stanza puntati su Adrien, che si dirige verso il bagno “Che razza di incubo… era come… sembrava vero! Come quando le paure diventavano vere e quando… ho salvato Marinette akumizzata.
C’era Ladybug prigioniera e la liberavo, poi perdeva i sensi ed eravamo in una gabbia. Poi” Il ragazzo fa una pausa per riempire un bicchiere e bere un sorso d’acqua “poi Ladybug si è ritrasformata e… beh era Marinette.”

Plagg spalanca gli occhi, voltandosi per evitare di farsi vedere da Adrien “Ah… eh… Marinette? Ma dai? Lo sai che non può essere!” butta lì il Kwami, fingendo indifferenza, mentre Adrien torna a sedersi sul letto posando il bicchiere semivuoto sul comodino. “Le ho viste insieme, si. “ prosegue, tirando indietro i capelli biondi “Lo so. Ma perché l’ho sognata, allora? Io...” Il Kwami nero lo interrompe con uno sbadiglio esagerato “Senti, Adrien! Non possiamo parlarne domani mattina? Ho sonno.” “Hm… sì. D’accordo Plagg. Scusa se ti ho svegliato” concorda Arien, mentre l’altro fa un gesto con una zampa “Lascia perdere. Torna a dormire e domani ne riparliamo!” conclude, osservando Adrien rimettersi sotto le coperte e dargli la schiena.



La sveglia strappa Marinette da un sonno inquieto “Hmmmm... “ mugugna, grattandosi la testa spettinata “Buongiorno Tikki... “ la mora sbadiglia “non ho dormito bene stanotte, ho troppe cose per la testa”.

“Buongiorno, Marinette” la saluta la Kwami, lo sguardo un po’ preoccupato “vuoi parlarne?” chiede, svolazzando davanti al viso dell’amica “Non preoccuparti, me la caverò anche stavolta. Però grazie” Marinette sorride alla creaturina rossa “Chissà cosa voleva dirmi Alya, ha detto che mi avrebbe chiamata” borbotta, prendendo il telefono e scorrendo le notifiche “devo trovare qualcosa di carino da mettere per andare a pattinare” prosegue poi, posando il telefono e aprendo l’armadio.

Tikki le si mette dietro “Non è un po’ presto per pensarci?” domanda “Beh, forse. Ma se non trovo niente ho il tempo di confezionare qualcosa! Devo anche finire i guanti per Adrien!” risponde Marinette, poi si rabbuia “Però non so se è il caso. Forse dovrei regalargli qualcosa di meno personale”. In quel momento il viso di Alya appare sul display dello smartphone e l’apparecchio inizia a squillare.

La mora l’afferra dallo spigolo, facendolo cadere dal tavolo e afferrandolo al volo con l’altra mano, fino a toccare il pulsante di risposta “Pronto?” dice infine, sentendo la voce della sua migliore amica “Ehi, dormigliona! Buongiorno! Io sono già in piedi da un’ora dietro alle due pesti” la saluta, tutta allegra, riferendosi alle due sorelle minori “Che stavi facendo?” domanda infine. “Niente. Cercavo qualcosa da mettere per pattinare” risponde Marinette, mogia “Oh… ma che ti succede Mari, dai, non è da te essere così! Senti, mamma torna tra un’ora, vengo là e parliamo, d’accordo? Ho scoperto una cosa e… beh devi saperla”.

La mora sospira “Sì dai, va bene. Grazie, Alya. Allora ci vediamo in negozio?” “D’accordo, Mari, a dopo” saluta Alya interrompendo la chiamata.



La rossa posa il telefono fuori dalla portata delle sorelle e riflette, giocherellando con gli occhiali “Hmmm. Quella cosa di Adrien è una bomba, ma se Mari è già giù di morale non so… Potrei chiamare anche le altre, così poi la trasciniamo da qualche parte e non avrà il tempo di essere triste. Andata!”. Alya riafferra il telefono e inizia a mandare messaggi alle amiche.



Tikki svolazza attorno a Marinette, osservandola mentre prende leggins felpe e maglioni dall’armadio e li ordina divisi per colore sul divanetto rosa.

Alcuni hanno una decorazione simile al tralcio di fiori della maglietta che la ragazza indossa di solito, altri sono lavorati con punti complessi, qualcuno ha un logo, altri ancora sono tinta unita. “Anzitutto, leggins o gonna e calze pesanti?” Marinette sbuffa, indecisa e di nuovo demoralizzata, sedendosi sulla sedia della scrivania per togliersi l’ennesimo paio di leggins, mentre la kwami rossa si posa sulla spalliera del divanetto a osservarla un po’ preoccupata.

“Mari…” inizia Tikki “non devi preoccuparti se pensi che Luka… puoi fidarti di lui, non lo dirà a nessuno”; la mora smette di andare avanti e indietro per guardare Tikki “spero proprio che tu abbia ragione” fa, poco convinta. La kwami rossa la guarda di rimando “Se fosse davvero grave sarebbe già arrivata Bunnix, non credi? Dai, lo dicevamo anche ieri sera.

Ora cerca di sorridere, altrimenti Alya potrebbe sospettare qualcosa, sai com’è fatta, se inizia non ti molla più”. Marinette si gratta, dubbiosa “Beh, lei ha detto che cerca di intervenire il meno possibile, quindi magari non verrebbe comunque” la ragazza sospira ”Non so come Luka possa aver capito però…”.

La voce di Sabine, dal piano di sotto, interrompe il ragionamento delle due “Marinette! Puoi scendere? Hai visite!”. “Accidenti, è già qui!” esclama Marinette, precipitandosi ad aprire la botola per rispondere “Arrivo!”, poi si volta, afferra un paio di pantaloni della tuta e se li infila “Tikki, aspettami qui” sussurra alla Kwami rossa mentre scende la scala.

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Capitolo 21
*** Un piano ***


Capitolo 21 - Un piano

Marinette scende la scala della camera allacciando il cordino dei pantaloni e si trova di fronte Alya, Alix, Mylene, Rose e Juleka. La mora si ferma di botto a metà scala rischiando di ruzzolare fino in fondo “R-ragazze? Che ci fate tutte qui? Non vi aspettavo!” Alya prende la parola mentre le altre salutano con un gesto “Beh, Mari, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vedere anche loro… o no?” fa la rossa, guardando l’amica un po’ di traverso “Ehm.. no no, mi fa piacere vedervi, ci mancherebbe!” risponde l’interpellata, un mezzo sorriso poco convinto, rivolgendosi poi alla mamma “Mamma, allora noi andiamo su… se ti serve aiuto in negozio facciamo in fretta, ok?”. 

 

Sabine, accanto alla porta sta scambiando due parole con Mylène, si volta verso la figlia “Certo, tesoro. Per ora non penso di aver bisogno, stai pure con le tue amiche” poi torna a rivolgersi a Mylene “Mi raccomando, chiedi a tuo padre a che ora dobbiamo consegnare la torta per la compagnia, domani!” “Certo, signora Dupain-Cheng, gli mando un messaggio subito” risponde la ragazza, scrivendo un messaggio sul cellulare “Sabine” fa la donna, sorridendo “chiamami pure Sabine”, ottenendo un sorriso in risposta.



Le ragazze salgono tutte in camera di Marinette, dove Rose, col suo solito entusiasmo, esclama “Marinette! Ma hai tirato fuori tutto dall’armadio! Stai scegliendo l’outfit per pattinare domani? Ti aiutiamo noi!” si avvicina al divanetto prendendo per mano Juleka e strappandole un sorriso.

“Eh.. si, grazie Rose… Grazie ragazze, davvero mi fa piacere vedervi ma non mi aspettavo anche voi!” Marinette guarda Alya “Cos’è che mi dovevi assolutamente dire che non potevi dire al telefono?” le chiede, facendo segno alle altre di sedersi. Alya si schiarisce la voce “Beh… ecco“ inizia, titubante “Vieni qui Mari” dice all’amica, sedendosi sul tappeto a gambe incrociate e aspettando che la mora si metta di fronte a lei, le sopracciglia aggrottate in una specie di punto interrogativo. La rossa prende fiato e poi a bassa voce, avvicinando il viso a quello dell’amica coi codini “Ho scoperto chi è la misteriosa ragazza di cui Adrien dice di essere innamorato!”.

Marinette quasi si strozza “Chi…” poi dà un paio di colpi di tosse “ok, ok, sto bene” riesce infine a dire, sentendo il battito del proprio cuore rimbombarle nelle orecchie, mentre tutte le ragazze si avvicinano alle due amiche “E… e… chi sarebbe? La conosco?” domanda. Alya pensa “Accidenti, lo sapevo che facevo un guaio.. ma ormai è andata” poi dice, con tono neutro “Beh, in un certo senso la conosci, insomma è famosa…” la rossa fa una pausa, Marinette sente quasi solo il battito del proprio cuore “è Ladybug” svela infine Alya, fissando l’amica negli occhi azzurri che si spalancano sentendo quel nome. 

“Cos… L-Ladybug?” sbotta, mentre le altre commentano tra “ooh” e “ma che cosa romantica” e Mylene mette una mano sulla spalla della mora “C-cioè mi stai d-dicendo che è innamorato di Ladybug?” ripete, incredula.

Ora è il turno di Alya di fare la faccia a punto di domanda, mentre Marinette prosegue “Ecco lo sapevo, almeno se era Kagami avevo qualche speranza ma così è impossibile insomma come faccio ad essere meglio di Ladybug! E’ un disastro, ragazze, Adrien non mi vedrà nemmeno se le piace lei…” dice tutto d’un fiato, abbassando la testa a guardare il pavimento. “Dai Mari, non fare così” tenta di consolarla Alya “Lei è la supereroina di Parigi”.

 

 “Appunto” borbotta Marinette “Fammi finire!” la blocca la rossa ”Proprio per questo non potrà mai accettare la corte di Adrien… né di nessuno! Ha la sua identità segreta da proteggere!” “si ma” prova dire Marinette, un turbine di pensieri “No ma … adesso che lo so come faccio? Cioè è innamorato di.. di.. Me, ma non di me.. di quella me. Di quell’altra me. Non mi vorrà mai.” pensa, senza ascoltare quasi le parole delle amiche che ora stanno parlando tutte insieme, finché non sente una mano sfiorarle il mento e sollevarle il viso “Mari” le dice Alya, in tono dolce “ho un piano, dai non fare così.”
La mora alza finalmente lo sguardo e vede Rose con le mani sotto il mento e lo sguardo perso, le altre che fissano lei e Alya, poi incontra lo sguardo preoccupato di quest’ultima. Tira su col naso per non piangere di nuovo e finalmente chiede all’amica “Che piano?”.

“Allora” comincia Alya “per prima cosa ti aiutiamo a scegliere come sarai vestita quando verrai a pattinare domani, e poi faremo in modo che tu e Adrien possiate pattinare insieme” “No Alya, no… non funzionerà mai!” protesta Marinette, bloccata subito dalla rossa “Ma si, fidati!” ma la mora la interrompe di nuovo “no, perché… se ci sarà anche Luka io…” poi abbassa lo sguardo e non dice altro.

 

Alya fa per parlare ma viene bloccata dalla voce di Juleka “Marinette, senti... “ quattro paia d’occhi si spostano sulla ragazza, nota tra le amiche per essere di pochissime parole “Beh… immagino che tu sappia cosa prova Luka per te” Juleka ignora lo sguardo delle altre e si siede sul tappeto vicino a Marinette, che alza lo sguardo su di lei “Però lui vuole solo che tu sia felice e sa cosa vuol dire per te Adrien” continua, a bassa voce “Insomma, non devi scegliere. Luka capirà”. Marinette trattiene a fatica le lacrime “juleka….” sussurra, “io… non so cosa fare. Adrien è… beh è Adrien e Luka… farebbe di tutto per me e io sono un’ingrata”.

 

Juleka distoglie lo sguardo e Rose le si avvicina prendendole la mano. “Mari” si intromette di nuovo Alya “non dire così… dai, sei solo… beh un po’ confusa.” poi si alza in piedi “hmmmm cambio di piano! Verrai con noi a pattinare, ti farai bella e il tema della giornata sarà ragazzi contro ragazze e vedrai che sarà Adrien a cadere ai tuoi piedi perché sarai anche meglio di Ladybug!” “Alya! Non puoi dire sul serio! Imbranata come sono!” sbotta Marinette, ancora seduta sul tappeto “Non dire sciocchezze, Marinette” arriva da dietro la voce di Alix “Ti insegerò io, la migliore di Parigi!” esclama con un sorriso “Diventerai bravissima in un lampo, garantito! E poi mi hanno detto che sei brava sui pattini! Dai!”. Tutte fissano Marinette che tenta di protestare e borbotta “Ma no io… farò brutta figura cadrò come l’altra volta con Kagami e poi...” ma ormai le altre ragazze la circondano scandendo “Ma-ri-net-te” e alla fine la mora accetta sussurrando un “...ok ci… ci proverò”.

Alya fa alzare Marinette dal tappeto e prendendola per un gomito la riporta sulla sedia davanti al PC “Resta qua. Sì lo so che la stilista sei tu ma… hey… siamo a scuola insieme, avremmo imparato qualcosa anche noi no?” le dice, mentre le altre si sono già fiondate verso l’armadio e il divanetto, passandosi i vari capi e commentando “questo sì” “no, quello no!”, escludendo man mano varie combinazioni.

 

Alla fine Mylene arriva scegliendo un cappotto verde petrolio, leggins neri e un maglioncino bianco bordato di nero, con lo stesso ricamo floreale che c’è sulla maglietta che di solito indossa la mora. “Che ne dici?” chiede a Marinette, che guarda la combinazione e “Hmmmm… si, potrebbe andare”.

“Aspetta di vedere cosa ho trovato io!” cinguetta Rose, porgendole il suo solito cappotto, un paio di leggins pesanti rosa tenue e un maglione di lana nero di maglia a trecce con le maniche lunghe e i buchi per i pollici. “Eh carino anche questo” concorda Marinette, un dito sulle labbra mentre riflette.

“E ora tocca a noi!” è il turno di Alix e Alya “Guarda!”. Le due ragazze hanno scelto un paio di leggins pesanti neri, un maglione aderente che scende sotto i fianchi rosso e una sciarpa coi pon pon nera.


Le ragazze attendono il verdetto della mora che le guarda una per una “Ragazze… siete… beh che dire siete… siete delle amiche meravigliose!”, poi riflette un attimo, titubante “Posso scegliere liberamente? Non è che ve la prendete poi?” “Ma figurati, Mari! Dai, il verdetto!” sbotta Alya.
Finalmente Marinette si decide “Ok allora scelgo… scelgo… Il completo di Alix e Alya!”, non fa in tempo a finire la frase che viene travolta dall’abbraccio delle amiche “No… ferme! Piano!” riesce a dire, cercando di non cadere dalla sedia.

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Capitolo 22
*** Ragazzi contro ragazze ***


Capitolo 22- Ragazzi contro ragazze

Marinette apre la botola e rientra finalmente in camera sua nel tardo pomeriggio, lamentandosi “Tikki, sono distrutta, mi fanno male muscoli che nemmeno sapevo di avere…” “Beh hai pattinato tutto il pomeriggio, senza contare le cadute” risponde la Kwami rossa. “Spiritosa” la ragazza le fa la linguaccia ridendo mentre si lascia cadere sul divanetto “però quando sono Ladybug… beh è tutta un’altra cosa” dice poi quasi parlando da sola.

Il telefono di Marinette fa un segnale “Ah, un messaggio di Alya” commenta la proprietaria, prendendolo in mano e guardando il video che le ha mandato l’amica. “Ma….. ma che sfacciata! guarda Tikki, ha fatto un video di quando… di quando sono caduta quasi in braccio a quel ragazzo!” la Kwami si avvicina al display e trattiene una risata “Marinette, però dai… guarda che faccia hai fatto!” “Ora non ti mettere anche tu!” sbotta la mora.

Marinette sposta lo sguardo su Tikki “Ma hai ragione, sono buffa…. non farò mai bella figura con Adrien! Domani faremo quella stupida gara, cadrò malissimo, lui non mi guarderà più, si sposerà con Kagami e andranno a vivere in Giappone e io resterò qui da sola per il resto della vita senza il mio Adrien, la casa i tre bambini ed il criceto… sono un disastro!” continua scivolando giù dal divanetto e mettendo la testa sul cuscino.

 “Marinette!” esclama Tikki, volandole vicino al viso “piantala di fare questi film mentali, non ti fa bene…” prosegue, sfiorando la guancia dell’amica “Lo so, Tikki. Lo so” conclude lei, mogia. Qualche istante dopo la mora si alza da terra “vado a fare la doccia prima che arrivi l’ora di cena, sperando che non ci sia niente che richieda l’intervento di Ladybug, non ce la farei”. 

 

Finita la cena, Marinette torna in camera sua per scrivere il diario e poi a dormire.
La ragazza, stanca per il pomeriggio sui pattini, si addormenta come un sasso fino alla mattina successiva, quando viene svegliata da un messaggio di Alya 

Alya: Allora sei pronta per oggi? Manda foto quando ti sei vestita <3

Marinette legge con un occhio aperto e l’altro chiuso, borbottando qualcosa di incomprensibile. Marinette passa la mattina a rimettere a posto il caos lasciato dalle amiche il giorno precedente, pranza e poi si prepara per uscire, indossando gli abiti che ha scelto con le altre ragazze e scegliendo lì per lì un’acconciatura diversa. 

La mora indossa il cappotto e sta per uscire quando si dà una manata in fronte “La foto! Tikki! La foto! Mi sono dimenticata!” Esclama, mentre prende il cellulare e l’appoggia sul tavolo “Mi aiuti?” chiede alla Kwami rossa, che si posa sulla scrivania facendo da fotografo per l’amica, che si sfila il cappotto e si mette in posa, sorridendo con una mano che fa il gesto della vittoria vicino al viso e l’altra sul fianco. “Ok, fatto” commenta poi, controllando il risultato e inviando lo scatto ad Alya.

 

“Sai, Tikki” dice Marinette mentre attraversa la strada stringendosi nel cappotto nero “visto cosa è successo l’ultima volta non sono così tranquilla” “ti preoccupa una possibile Akuma?” chiede la Kwami “eh.. anche. No che l’altra volta con Luka, beh e Adrien..” spiega la ragazza, scendendo le scale della metro “insomma avrei potuto dirgli un sacco di cose e non ci sono riuscita. E c’era solo Adrien, stavolta ci sono tutti. Insomma, ora so che Kagami non rinuncerà tanto facilmente, anche se hanno discusso. Oltretutto adesso Luka ci ha scoperte, sono sicura e… insomma non potrà finire bene!”. Tikki fa capolino dalla borsetta “Marinette, ascolta. Non puoi caricarti la responsabilità di cose a cui non puoi rimediare perché… beh perché non dipendono da te. Cerca solo di divertirti, ok?” finisce, rientrando nella pochette. “Ci proverò, grazie amica mia” le dice Marinette a bassa voce.

Arrivando al palazzetto del ghiaccio, Marinette nota l’auto degli Agreste allontanarsi.
La ragazza si lascia sfuggire un sorriso velato di malinconia pensando che ci sarebbe stato anche Adrien. Nota anche la bicicletta gialla di Luka attaccata alla rastrelliera vicino all’entrata e sospira. Dietro le porte a vetri la mora riesce a vedere tutti i suoi compagni di classe che si stanno avviando sulla pista: come al solito è arrivata in ritardo e quando finalmente apre la porta si trova di fronte Alya, le mani sui fianchi, una minigonna di jeans al posto dei soliti pantaloni, calze pesanti rosse e un maglione bianco con pupazzi di neve ricamati che sbotta “Sei in ritardo!” poi guarda l’amica fare una smorfia dispiaciuta e le fa la linguaccia “Scherzavo! Ehi, lo sai che con la treccia sei spettacolare?” esclama sorridendo a Marinette “Dai Mari, che ti aspettiamo tutti! Vai a prendere i pattini! Lui è già pronto, stavolta” la esorta, dandole una pacca sulla spalla “E Kagami non è ancora arrivata, muoviti!”. Marinette guarda Alya “Allora ti piace questa nuova acconciatura?” poi si dirige verso lo spogliatoio, seguita a ruota dall’amica.



Alya e Marinette arrivano sugli spalti del palazzetto poi entrano in uno dei varchi per raggiungere la pista. Alix, arrivata in anticipo sta già girando e nota le due amiche: attraversa la pista e si ferma accanto alle due in scivolata sollevando una nebbia di cristalli di ghiaccio “Benarrivate!” esclama, squadrando Marinette da capo a piedi “Ehi, stai bene con la treccia! dovresti portarla più spesso. Ti ricordi cosa ti ho insegnato?” l’altra la guarda “ehm… sì, più o meno… mi fanno ancora male le gambe!”. I loro discorsi vengono interrotti da Rose e Juleka, che arrivano tenendosi per mano, la prima con un maglione rosa oversize, la seconda col suo solito look goth. La biondina saluta le altre calorosamente e quando vede l’acconciatura di Marinette spalanca gli occhi “Oooh ma quanto sei carina così Marinette! ” “g...grazie” fa lei, imbarazzata “stai proprio bene” concorda Juleka.



Da dietro il gruppo Marinette sente una voce ben nota “Ehi ragazze, che succede?” dopodichè Adrien Agreste fa la sua comparsa dietro le compagne di scuola, con un maglione nero al posto della solita camicia. Adrien guarda il gruppo, poi vede Marinette e per un attimo non la riconosce, poi inghiotte a vuoto e “Ciao Marinette! Stai… stai benissimo così!”. Lei abbasta gli occhi, le guance in fiamme “A..Adrien! g...grazie sei… sei b… ehm genitle” balbetta, poi riprende un po’ il controllo “Anche tu stai benissimo, si cioè tu stai sempre benissimo ma oggi.. eh..” riesce a dire, finendo con una risata nervosa. Marinette arrossisce ancora di più vedendo avvicinasi la chioma turchese di Luka, che raggiunge il gruppo. Il ragazzo non sembra particolarmente felice di trovarsi lì ma sorride quando la vede. “Ciao ragazzi… ciao Marinette” saluta in tono neutro.



Alya approfitta del momento “Allora, ci siamo tutti? Dai, non ci vorrà molto a fare le squadre! Ragazzi contro ragazze! Andiamo!” esclama, prendendo Adrien e Marinette per un gomito, spostandosi verso il centro della pista “Ho già scelto i capisquadra!”. I due non protestano ma appena la rossa si allontana Marinette la guarda male “Alya!” esclama, mentre Adrien si mette una mano dietro nuca “eh, a quanto pare ha fatto tutto lei” commenta, senza guardare Marinette, che borbotta “fa sempre così…”. L’amica li ignora, impegnata a raccattare gli altri compagni e a dividerli nelle due squadre. “Problema” dice Alya grattandosi la testa “manca ancora Kagami! E c’è un ragazzo in più comunque!”. Max si fa avanti, non troppo sicuro sui pattini “Se volete io resto fuori… c’è un’elevata probabilità che possa cadere!” “Sciocchezze, Max!” lo interrompe la rossa “Adesso troviamo qualcuno, ci serve un volontario!” continua, guardandosi in giro sulla pista in cerca di qualcuno. Mentre Alya sta cercando qualcuno sulla pista che inizia ad affollarsi, arriva Kagami che raggiunge il gruppo e va subito a salutare Marinette “Ciao, Marinette. E grazie, Alya, per l’invito” esordisce la giapponese, con un piccolo inchino verso il gruppo. La nuova arrivata guarda tutti i ragazzi, poi saluta Adrien con un “Ciao” abbastanza freddino, infine osserva di nuovo Marinette con un sorriso “Ti sta bene la treccia. Dovresti portarla più spesso” facendola ovviamente arrossire.



Adrien ricambia il saluto di Kagami con un “ciao” carico di imbarazzo e inizia a guardarsi attorno, puntando Alya che sta seguendo una ragazza mora con una felpa nera e piumino giallo legato in vita per le maniche, quella Martine che era stata akumizzata due giorni prima.

“Forse ho trovato!” esclama la rossa mentre si avvia verso la ragazza. Le due cominciano a parlare e Martine accetta con entusiasmo di unirsi al gruppo.


Nota dell'autore

Capitolo breve ma l'ho scritto per non far passare troppo tempo tra il precedente e il successivo quando ho pubblicato questa fanfic su wattpad. Nel prossimo capitolo vedrete se le lezioni di pattinaggio di Alix sono servite :D

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Capitolo 23
*** Ficcanaso ***


Capitolo 23 - Bandiera

La nuova arrivata si unisce al gruppo dei compagni classe esordendo con “Ciao a tutti, io sono Martine! La vostra amica qui… ehm, Alya, mi ha chiesto se volevo unirmi a voi e beh, eccomi qua!” poi fa una pausa, guardando Adrien “Ehi aspetta tu… tu sei Adrien Agreste! Dobbiamo assolutamente farci una foto insieme!” lui si mette una mano dietro la nuca e “Eh… ok, non c’è problema”

 “Grazie, dopo le presentazioni che se no non mi ricord..” si blocca guardando Marinette, che deglutisce a vuoto. “E tu… aspetta… Lo so…. sei la ragazza che ha vinto il concorso di Monsieur Agreste! La bombetta! Sei stata bravissima! Anche io sono andata alla DuPont e..
“Mi chiamo Marinette, ciao” la interrompe lei, sentendosi avvampare le guance mentre sente la voce di Adrien “Sì lei è stata veramente bravissima, quel cappello è piaciuto un sacco a mio padre” “Ma no dai” ridacchia Marinette imbarazzatissima “non è stato niente, eh tu sei meg..ehm volevo dire anche gli altri lavori erano belli”. 

“Allora!” la voce di Alya li interrompe, salvando Marinette dall’imbarazzo “Vogliamo cominciare?  Nino, vieni qua che siamo troppi” “Ma come?” fa lui, sorpreso “Certo” spiega la rossa, lisciando il maglione sui fianchi “Dobbiamo giocare a bandiera, ricordi? Qualcuno deve tenere la bandiera e qualcun altro fare l’arbitro no?” “ah si hai ragione” concorda il ragazzo storcendo un po’ il naso, avvicinandosi alla fidanzata. 

 

I ragazzi si dispongono su due file, maschi da una parte e femmine dall’altra. La prima coppia è Marinette e Adrien, poi Alix di fronte a Kim, Mylene davanti a Nathaniel, Rose di fronte a Marc, Juleka davanti ad Ivan, Kagami e Max, a chiudere Martine e Luka. Alya e Nino sono ai due estremi della fila “Sapete tutti come si gioca, vero?” tutti fanno un cenno di assenso “Bene! i numeri vanno dai capisquadra in su, io dirò un solo numero per la prima manche, poi per la seconda ne dirò due, il primo per le ragazze, il secondo per i ragazzi. Ovviamente vince la squadra che fa più punti!”

 

Alya tira fuori un foulard rosso a pois neri da sotto il maglione, gli fa un nodo all’estremità e lo afferra lasciandolo penzolare, il braccio teso “Pronti? Numeri… Due!” annuncia la rossa. Subito i due chiamati si lanciano verso di lei, Alix è la più veloce e strappa il foulard dalle mani di Alya mentre Kim allunga il braccio, ma è in ritardo e rimane a mani vuote. 

La ragazza lo schiva di stretta misura con uno sbuffo di cristalli di ghiaccio mentre si ferma con un “hockey stop”, si volta verso Kim e li fa la linguaccia. I due tornano ai propri posti, pronti per la seconda chiamata.

 

Nino dichiara “primo punto per le ragazze” guardando Kim come dire “ti sei fatto fregare”.

 

 

“Molto bene, ragazze uno, ragazzi zero” conferma Alya, col foulard già di nuovo in mano “Numeri…. Cinque!” Ivan parte in leggero vantaggio, mentre Juleka, un po’ impacciata, lo raggiunge subito dopo “Forza, sorellina!” la esorta Luka, facendola arrossire. 

Entrambi rallentano avvicinandosi ad Alya: a mezzo metro Ivan allunga la mano per prendere il foulard e Juleka si ferma di colpo, rischiando di cadere, per non scontrarsi col corpulento batterista, che afferra la bandiera.Nino annuncia “Punto ai ragazzi, uno a uno!” mentre Ivan si avvicina a Juleka “scusa, ti ho quasi fatto cadere!” lei lo guarda da sotto il ciuffo e col suo solito tono tranquillo  “Non sei tu, sono io che non sono tanto brava coi pattini...” Anche loro due tornano ai propri posti

 

“Andiamo coi prossimi! Ricordo che chi arriva a cinque vince la prima manche!” fa Alya, mentre qualche altro pattinatore rallenta a guardare quel gruppo di ragazzi intenti a giocare.

“Tocca ai numeri… sei!” Max si spinge gli occhiali sul naso e parte in leggero vantaggio, ma Kagami è decisamente più veloce, prendendo il foulard dalla mano di Alya mentre imposta la curva per tornare al suo posto, lasciando il povero Max a mani vuote. 

La ragazza passa tra Alya ed Adrien con lo sguardo fisso in avanti. mentre lui è improvvisamente intento a sistemarsi la sciarpa di lana azzurra.“E direi punto alle ragazze!” annuncia Nino “siamo a due a uno!”

 

Dopo che i due chiamati sono tornati ai propri posti, Alya si prepara per chiamare un’altra coppia “E adesso tocca a….”  declama, col foulard nella mano tesa, guardando gli altri ragazzi “Numeri uno!” annuncia.Marinette e Adrien si lanciano contemporaneamente verso la rossa.  Marinette, grazie ai consigli di Alix, ad arrivare per prima al foulard, strappandolo dalla mano di Alya quando Adrien sta per sfiorarlo e chinandosi all’ultimo momento per non esser colpita dal braccio teso di lui, passando sotto le braccia tese di Alya e Adrien. la ragazza percorre un paio di metri, fermandosi poi con mezzo giro su se stessa, con gli altri ragazzi la guardano increduli, Alix che alza i pollici in segno di approvazione. Lei sente le guance diventare improvvisamente calde e si guarda i piedi mentre sposta la treccia che le è finta su una spalla.

“Ganzo!” commenta Nino, prima di annunciare “Un altro punto alle ragazze!  Tre a uno!” poi sposta la visiera dell’immancabile cappellino.  “Dai, ragazzi non possiamo perdere così!” sbotta rivolto alla fila maschile, ricevendo un’occhataccia dalla fidanzata.Adrien guarda l’amica passargli accanto per tornare al suo posto in linea di fronte a lui “Accidenti, è migliorata tantissimo dall’ultima volta sui pattini..” pensa, osservandola forse con un po’ troppa insistenza, tanto che Kim gli rifila una gomitata nelle costole quando gli si affianca.

 

Marinette torna al suo posto cercando di non guardare Adrien: così facendo nota un movimento nella zona dei posti a sedere, sopra cui lei e i compagni hanno lasciato le loro cose “che sia mica…” riflette, guardando meglio sopra le teste dei compagni di scuola “Lila? Cosa ci fa qui Lila Rossi?”.Adrien nota che la mora si è mossa per guardare qualcosa oltre la sua testa e si gira per guardarsi sopra la spalla, notando una chioma castana “Lila? Non sapevo fosse a Parigi dopo l’ultimo set che abbiamo fatto insieme” riflette. Il biondo si rigira verso gli altri compagni e incrocia gli occhi azzurri di Marinette con uno sguardo interrogativo, lo stesso che ha lui in quel momento.

Alya guarda i compagni “Ehi voi due, capisquadra! Che state guardando?” “eh?” fanno in coro Marinette e Adrien “No, niente, mi sembrava di aver visto una persona…” fa lei “Niente niente” minimizza lui. La rossa li guarda, poi alza le spalle “Allora continuiamo? Siamo tre a uno per le ragazze!” annuncia, cambiando posizione sui pattini “Andiamo coi numeri…. Quattro!”.

 

Rose e Marc partono insieme, entrambi un po’ impacciati sui pattini, ma è il moro ad arrivare prima, prendendo il foulard con una stretta curva per ritornare al proprio posto. Rose rimane a guardarlo, l’aria un po’ delusa mentre Nino declama “Punto ai ragazzi! Tre a due!”

 

“Bene, i ragazzi stanno recuperando!” annuncia Alya “Dai, ragazze fate vedere di che pasta siamo fatte!” fa un giro su se stessa, poi allunga il braccio con il foulard verso gli altri e chiama “Numeri cinque!”, dando il via a Luka e Martine. Sono entrambi bravi a pattinare e arrivano praticamente appaiati, Luka allunga una mano e riesce ad afferrare il foulard, ma si sbilancia e scarta a sinistra per non travolgere Alya, finendo praticamente in braccio a Martine che stava rallentando. La ragazza tende le braccia davanti a sé e mantiene l’equilibrio ma si ritrova a sorreggere Luka con le braccia infilate sotto le ascelle di lui e il viso a pochi centimetri dal suo.

“Ehi!” esclama, sorpresa, con Luka che arrossisce in una involontaria imitazione di Marinette e fa uno scatto all’indietro che fa sbilanciare entrambi, facendoli cadere col sedere sulla pista. Alya si è spostata indietro di un metro per non farsi travolgere, gli altri invece  si sono invece avvicinati “Luka! Stai… State bene?” chiede Marinette. Luka si volta verso l’amica, le guance ancora rosse dicendo “Sì, Mari, va tutto bene! Solo il mio orgoglio, magari... ” con un mezzo sorriso, poi si alza da terra e con un movimento fluido pattina verso Martine, circondata dalle altre ragazze e da Kim che l’aiutano a rimettersi in piedi “No, davvero, sto bene!” le tranquillizza, mentre anche Marinette la raggiunge e Luka si fa spazio “Mi dispiace, è colpa mia” si scusa il ragazzo “sicura che stai bene?”. “Si, grazie.. ma non scusarti, dai, fa parte del gioco” risponde Martine, sorridendo. 

 

Nel frattempo Alya si è avvicinata e chiede “Ragazzi, volete continuare?”. A un cenno affermativo dei due, che riprendono i loro posti si fa ridare il foulard da Luka e fa un cenno a Nino, che annuncia “Tre a tre!”

Adrien però non la sta ascoltando, voltandosi per tornare al suo posto in fila è certo di aver visto Lila entrare in pista passando vicino ai posti su cui lui e gli altri ragazzi hanno lasciato i cappotti e gli abiti pesanti. “La cosa non mi piace” riflette il biondo e si avvia verso quella direzione.

“Adrien? Dove….” inizia Alya, mentre Marinette prima e Kagami subito dopo le passano davanti seguendo il ragazzo “Scusate un attimo ragazzi…” dice “torno subito!” iniziando a pattinare dietro le altre due ragazze.


Passando accanto alla tribuna, Adrien osserva i cappotti “Plagg.. le tasche dei mio giaccone, che avevo lasciato chiuse, sono aperte, avevo lasciato lì il telefono” sussurra il ragazzo “questo non mi piace affatto, Lila deve averne combinata una delle sue” spiega “guarda.. quello nero è il cappotto di Marinette, ed è fuori posto”, poi inizia a spingere sul ghiaccio per raggiungere la ragazza, che sta pattinando al di là di un paio di gruppi di persone. Il kwami fa capolino da sotto la sciarpa “che vuoi fare?” “Sapere cos’ha combinato” risponde il ragazzo, serio.

 

Anche Marinette fa lo stesso percorso di Adrien ma non controlla i giacconi, le sue cose le ha nella pochette dove è nascosta Tikki, che la guarda dall’interno “Marinette, cosa succede?” domanda la creaturina rossa “Non lo so, ma c’era Lila, e questo vuol dire guai. Spero di non avere bisogno di te” sussurra lei accelerando il passo mentre cerca la chioma bionda di Adrien sulla pista che inizia ad affollarsi..



Gli altri ragazzi intanto si sono raggruppati e stanno cercando di capire cosa stia succedendo “Nino, perché non raggiungi Alya e vedi cosa sta succedendo?” propone Rose “Il primo ad andarsene è stato Adrien, vado a chiedere a lui!” interviene Alix, allontanandosi dal gruppo. 

Juleka intanto si è avvicinata al fratello “Sicuro che non ti sei fatto niente?” gli chiede “Tranquilla, sorellina, sono solo ferito nell’orgoglio… che figura che ho fatto!” minimizza lui, guardando  con la coda dell’occhio Martine, che a qualche passo si sta sistemando il piumino in vita, “Eh però cavolo, è davvero carina! Che figura, mai vista prima e io che le finisco in braccio”.

Anche Martine si avvicina al capannello di ragazzi “Ma che succede? Dove sono andati tutti?” chiede “Non ne ho idea” risponde Luka, son partiti tutti dietro ad Adrien che si è diretto verso gli spalti.. Spero non sia successo qualcosa.” poi ci pensa un attimo “Che ne dite se andiamo a controllare dove abbiamo messo le nostre cose? Magari Adrien ha visto qualcuno là”. I ragazzi si scambiano occhiate di assenso “Si, buona idea” concorda Max “è la cosa più probabile!”.




Adrien intanto ha deviato verso il centro e si sta dirigendo verso Lila, che pattina a un paio di metri dal bordo pista quando sente la voce di Marinette poco dietro “Adrien, che succede?”. Il biondo si volta leggermente “spero niente, credo di aver visto Lila passare dove abbiamo lasciato i giacconi”. “Ah” risponde la ragazza “sai che io di lei non mi fido, non vorrei ne avesse combinato una delle sue” “Lo so, Marinette, per questo voglio parlarle da solo, tu torna pure con gli altri”. La mora si rabbuia per un attimo “Ok ma... ” e rallenta il passo “d’accordo” lasciando allontanare il biondo.

Kagami la raggiunge e si ferma facendo una giravolta attorno a lei “Ehi che succede?” chiede la prima “Niente,” Marinette si volta verso la direzione da cui arrivava “Spero. Adrien ha visto Lila vicino alle nostre cose, e sa che Lila ce l’ha con me”. Arrivano anche Alya ed Alix e si fermano “Che succede, Mari?” chiede la rossa, Marinette la guarda “C’era Lila. Adrien vuole chiederle cosa ci faceva tra i nostri giacconi” spiega, in tono neutro. Alya so gira verso di lei “Ah… beh magari è solo passata.. Ma perché non è venuta a salutarci?”.
Marinette fissa l’amica “Lo sai che ce l’ha con me, vero? Comunque, non credo sia niente.” cerca di minimizzare “magari non ci ha visti, aspettiamo che Adrien torni?” propone poi, “Personalmente non ci tengo a vederla” borbotta, avviandosi verso il resto del gruppo. Le ultime arrivate si guardano, poi alzano entrambe le spalle e seguono Marinette “Sei strana, lo sai?” borbotta Alya all’indirizzo dell’amica, che continua a pattinare. Kagami rimane lì ferma con un’espressione decisamente confusa, poi si volta per seguire Adrien.




Nel frattempo l’italiana che ha creato tutto questo scompiglio sta cercando di tirare le fila di cosa ha appena scoperto sbirciando nel telefono di Adrien col codice di sblocco che le ha dato Nathalie. “Perché Adrien ha tutte quelle foto di Ladybug nel telefono? E gli appunti di quella poesia?” riflette Lila ” E’ per quella Marinette, di sicuro! Ma adesso vede…”


“Ehi, ciao Lila!” una voce nota interrompe il ragionamento della ragazza, che si volta mentre Adrien l’affianca. “Che combinazione!” fa lui “Non sapevo fossi qui! C’è tutta la classe, vieni anche tu?” le dice Adrien, sfoderando il suo sorriso da modello, guardandola da capo a piedi, dolcevita nero, cardigan marrone scuro a coste coi bottoni dorati e leggins neri
Lila quasi si strozza “Gh! Ah… c… ciao Adrien! Non sapevo foste qui! Che sorpresa!” risponde con un sorriso falso come una banconota da sette euro.

Il biondo vede con la coda dell’occhio Kagami e le fa cenno di aspettare, poi pianta gli occhi verdi in quelli di Lila diventando improvvisamente serio “Sorpresissima, eh? Mi dici cosa ci facevi tra le MIE cose?” lei viene colta alla sprovvista, alza un sopracciglio e inizia ad avvicinarsi lentamente al bordo della pista “Beh, vedi, quando siete arrivati vi ho visti, ma c’era la fila, allora ho impiegato più tempo a prendere i pattini e quando sono arrivata, ho visto che Marinette...” Adrien la interrompe, gelido “stai molto attenta a cosa stai per dire, Lila” “eh.. insomma aveva preso il tuo telefono e l’ha messo nel suo cappotto!” il biondo le lancia un’occhiataccia “Dico sul serio” prosegue lei “vai a controllare” insiste. Il ragazzo la guarda, chiudendo una mano a pugno “Ma con che coraggio si inventa una balla del genere” pensa Adrien “su Marinette poi”. I due sono arrivati al limite della pista, Adrien si ferma davanti a Lila, appoggiando la mano sulla parete di vetro con un lieve tonfo, guardando la ragazza negli occhi. Il biondo fa un respiro profondo e poi, poco più di un sussurro, scandendo le parole “Senti, Lila. Facciamo così. Adesso tu te ne vai e noi non ci siamo mai visti. TI rimborso l’ingresso. Se ti sento raccontare a qualcuno questa o altre balle su Marinette o su qualcuno dei miei amici ti giuro su mia madre che te la faccio pagare. Siamo d’accordo?”.
Lila lo guarda, spalancando gli occhi incredula “Allora tu... “ “Cosa, Lila?” fa lui con un mezzo sorriso “Te ne stavi andando, vero?” le dice in tono neutro. “Niente” conclude la ragazza, tra i denti, spostandosi da davanti ad Adrien verso l’uscita della pista.

 

Kagami ha raggiunto il biondo subito dopo “Ehi, che succede?” gli fa, mettendogli una mano sul braccio “ma stai tremando, Adrien che c’è?” lui la guarda, azzarda un sorriso  “Niente, va tutto bene, abbiamo solo chiarito un paio di cose. Torniamo dagli altri, ok?” spiega, scostandosi dalla parete. “Sicuro?” azzarda Kagami, Adrien si limita ad annuire.




“Ecco, proprio quello che cercavo, gelosia, rabbia, ripicca… E da chi poi?” gongola Papillon, appoggiandosi al bastone da passeggio “E stavolta non avrò nemmeno bisogno di Mayura. Vola da lei, mia piccola Akuma” declama l’uomo in viola, mentre una farfalla viola lascia il covo.



“Maledizione! Cosa cavolo ha in testa quel ragazzo! Adesso me la paga!” borbotta Lila, furibonda mentre si avvia verso gli spogliatoi “le foto di Ladybug, poi difende quella… QUELLA! E le poesie… LE SCRIVE POESIE! anche se… parla di maschere… E se fosse quell’odiosa perfettina di Ladybug? E come fa Adrien a conoscerla tanto da mandarle una poesia? AL DIAVOLO! Me la pagheranno!”





L’Akuma si infila nella finestra degli spogliatoi e Lila la osserva entrare, un sorriso le si allarga sul viso livido di rabbia. “Ciao, Lila” la voce di Papillon nella sua testa “sai già cosa ti sto per chiedere, vero?” “CERTO Papillon” risponde lei, il viso incorniciato dalla sagoma della farfalla.


Nota dell'Autore

Anche qua ho accorpato due capitoli rispetto a Wattpad e li ho leggermente revisionati. Scusatemi ma questo cliffhanger durerà un pochino, non so quando continuerò con quest'avventura. Potrei stupirvi e pubblicare domani, però. Voi restate connessi!

 

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Capitolo 24
*** Segreti ***


Segreti

“Allora, ricominciamo?” chiede Alya vedendo che i ragazzi si stanno riavvicinando al punto della posta dove stavano giocando “Certamente!” fa Adrien, mettendosi in cima alla fila dei ragazzi “Ok” conferma Marinette andando a sistemarsi di fronte a lui ma guardandolo con aria interrogativa.

Tutti gli altri si mettono ai loro posti, come prima, Nino e Alya alle due estremità delle file, al centro.

Alya alza il braccio col foulard e dice “Ricominciamo, assegneremo l’ultimo punto! Tutti pronti?” fa una pausa ad effetto e poi grida “Numeri TRE!”.

Tocca a Mylene e Nathaniel, che partono insieme, quando sono vicini ad Alya, Myléne si copre gli occhi con una mano, allunga l’altra e riesce ad afferrare il foulard tenuto dall’amica, davanti a Nathaniel che si ferma di botto la guarda alzando un sopracciglio “Ma…” prova a dire, interrotto da Nino “Tutto regolare! E fanno quattro a tre!” annuncia, un po’ deluso.

“A questo punto” declama Alya “posso dichiarare la vittoria delle ragazze per la prima manche!” e viene praticamente travolta da un abbraccio di gruppo delle amiche, a cui si aggiunge una leggermente imbarazzata Martine. I ragazzi invece si riuniscono in un capannello a qualche passo di distanza, in cui si sente la voce di Kim “Ehi che ne dite se adesso non andiamo tutti a mangiare qualcosa?”.



Nel frattempo, nello spogliatoio, l’Akuma ha raggiunto i paraorecchie di Lila, avvolgendola nel fumo violaceo, e quando il fumo scompare il suo aspetto è cambiato. I paraorecchie sono diventati delle grosse cuffie, collegate con dei cavi viola luminescenti a una specie di metal detector che ha in mano e ad uno strano zaino con due grossi altoparlanti ai lati. Ai piedi ancora i pattini da ghiaccio, leggins e dolcevita sono diventati una tuta intera simile a quella di Chat Noir con degli accenti viola fluorescenti. Sul viso una mascherina viola, anch’essa luminescente. I capelli non hanno cambiato colore ma sono raccolti in una coda alta, con linee fluorescenti che li attraversano nel senso della lunghezza.



Ficcanaso sfonda la doppia porta dello spogliatoio con un calcio, e pattinando, entra, attraverso le tribune, sulla pista, provocando un fuggi fuggi generale. Il gruppo dei compagni di Adrien e Marinette è dal lato opposto della sala, e i due ragazzi, appena capiscono che si tratta di un Akumizzato cercano di evitare il panico.

“Alya, prendi le ragazze e uscite, Adrien, tu prendi i ragazzi e seguile” dice subito Marinette, prendendo in mano la situazione. “Marinette, tu non vieni?” le chiede Alya, visibilmente preoccupata “Arrivo subito, tu vai!” la tranquillizza l’altra, avvicinandosi a un gruppo di persone attorno a qualcuno caduto a terra. Adrien la sorpassa, si volta e dice “Vai, ci penso io” lasciando la ragazza interdetta “Ma no, Adrien…” prova a dire, ma lui si è già allontanato.
“Fermi tutti e due!” si intromette Martine “mettiamoci tutti in salvo, l’uscita è di là” dice, piazzandosi tra i ragazzi e il gruppo, indicando l’uscita di emergenza.


- Devo trovare un posto dove trasformarmi! - pensa Marinette, pattinando nella direzione indicata dall’altra ragazza, mentre Ficcanaso si è piazzata al centro, ormai vuoto. L’akumizzata sta puntando il suo strano marchingegno verso un capannello di gente, facendogli emettere un globo di luce blu, che va a centrare un ragazzo con una giacca di pelle, che rimane per un istante immobile, gli occhi sbarrati. Immediatamente dallo zaino che indossa Ficcanaso si sente un crepitio, poi una voce maschile, leggermente metallica, dice “Ho lasciato l’auto in divieto di sosta”. Il giovane cade sulle ginocchia e viene aiutato da altri due ragazzi, che l’accompagnano fuori dalla pista, che si sta progressivamente svuotando.

“E adesso devo solo aspettare quella noiosa perfettina di Ladybug e quel gattaccio insolente di Chat Noir… peccato che sia così carino” grida Ficcanaso dal centro della pista. “Ah, se volete saperlo, voi che filmate, io sono Ficcanaso! E nessuno ha più segreti qui!”

“Mi dispiace per te, Ficcanaso, ma dovrai accontentarti di me!” dalla cima della platea viene una voce: Volpe Rossa è in piedi sull’ultima fila di sedili. Marinette e Adrien ne approfittano per cercare di allontanarsi, ma sono rimasti loro e pochi altri: Ficcanaso riesce facilmente a mettersi tra loro e l’uscita, puntando il suo strano metal detector su Marinette e lanciandole un globo di luce.

Marinette sente come una scarica elettrica e lancia un grido di dolore e sorpresa nel momento in cui il globo la colpisce, poi cade sulle ginocchia e si ritrova ad annaspare per respirare, senza più aria nei polmoni. Per un attimo vede tutto nero, poi riesce a fatica a riprendere fiato, la testa bassa tra le spalle e le mani appoggiate sul ghiaccio.

Dallo zaino di Ficcanaso arriva un suono gracchiante - oh no no no no no speriamo di no - pensa Marinette, ma sente la propria voce dire “Esco sui tetti dalla mia mansarda senza dirlo ai miei”. Tenta di alzarsi, subito raggiunta da Martine che le mette un braccio sotto l’ascella e la solleva “Marinette! Stai bene?” "S-ono sta-ta m-eglio" balbetta lei, guardandosi attorno confusa, notando Adrien immobile a un paio di passi, con quello che sembra uno strano sorriso sul volto, che le raggiunge, prendendola per mano "ce la fai a muoverti? Mettiamoci al riparo!".

A un cenno affermativo dell'amica, Adrien la prende per mano e la porta verso il bordo della pista, pensando - esce di nascosto… beh si, con me, o meglio con Chat Noir - mentre Martine si mette tra loro e Ficcanaso “Nascondetevi da qualche parte voi due!” dice, poi fischia “Ehi tu, con quel coso! Te la prendi coi ragazzini adesso?” grida a Ficcanaso, mentre Volpe Rossa salta sulla ringhiera che delimita la pista e la osserva stupita.


Adrien e Marinette hanno raggiunto il bordo della pista e lei scavalca per prima la ringhiera, lasciando la mano di Adrien che ancora la teneva nella sua destra, per poi accucciarsi dietro una fila di sedili. In quel momento un globo di Ficcanaso colpisce Adrien che sta scavalcando l’ostacolo facendolo cadere dal lato della platea.
Marinette soffoca un grido “No! Adrien!” sussurra, abbracciando le spalle di Adrien, rannicchiato a terra. “Respira, Adrien. Ora passa. Respira” gli sussurra dolcemente mentre sente la sua voce, dallo zaino di Ficcanaso, dire “Ho incontrato la mia amica Marinette sul suo balcone” La ragazza spalanca gli occhi, poi guarda l’amico, che alza lo sguardo su di lei e respirando affannosamente annuisce.

“S-ul mio b-alcone… M-ma tu…” balbetta Marinette, lasciando andare le spalle di Adrien che, col respiro ancora affannato “Non… Non essere mewravigliata, Principessa” dice Adrien, con lo stesso sorriso di Chat Noir “ma ti prego, non dire niente”, sussurra, guardando l’amica negli occhi azzurri.

“Perché non … non me l’hai detto quando io… cioè tu… quando papà…” balbetta di nuovo Marinette con gli occhi improvvisamente lucidi “Scusami, Marinette, davvero.” Adrien prende le mani della ragazza “Mi dispiace tanto ma... ma se te l’avessi detto non ci sarebbe più stato Chat Noir. Ti spiegherò tutto dopo.” Lei lo guarda, il labbro inferiore che trema leggermente “No, dai non piangere adesso” sussurra lui, mentre Marinette libera le mani e lo abbraccia, stringendolo per qualche istante, poi lo lascia, le guance più rosse del costume di Ladybug.

Al riparo degli schienali dei sedili della platea, Marinette si siede per terra e cerca di riprendersi dalla sorpresa respirando profondamente.

“Marinette, ascoltami. Capisco che è un po’ grossa da accettare... Mi devo trasformare, ma non posso farlo qui.” comincia Adrien, fissando la ragazza negli occhi “devo raggiungere..” fa una pausa, guardandosi intorno “quella porta. Tu resta qui, d’accordo?”
“No!” ribatte lei, tirando su col naso “vengo con te fuori da qui! Vado a cercare aiuto! Poi..” si ferma, guardandosi i piedi “Con questi ai piedi non andremo lontano” sussurra, mentre slaccia i pattini e li sfila per rimanere coi calzettoni infilati sopra i leggins.

Adrien non dice nulla, slacciandosi a sua volta i pattini “Ok, facciamo così. Scusami ancora, Marinette, ne parleremo quando saremo salvi, ne dobbiamo parlare.”. Si mette una mano dietro la nuca, accorgendosi di fissare con un po’ troppa insistenza le gambe fasciate di nero di Marinette, che gli dà le spalle a quattro zampe pronta ad uscire da dietro la fila di sedie.

Adrien si sporge dal lato opposto e vede Ficcanaso spostarsi dal centro della pista per andare verso Martine, in piedi a pochi metri dal bordo, ma Volpe Rossa intercetta l’akumizzata colpendo il metal detector col suo flauto, saltando sulla pista ghiacciata, in equilibrio precario sulla superficie scivolosa.

“Ci mancava anche la copiona!” ringhia Ficcanaso, gettandosi contro Volpe Rossa per sbilanciarla, facendola cadere a terra. L’akumizzata ignora l’altra ragazza che cerca di rimettersi in piedi, alza la sua arma e spara verso Martine, che chinandosi schiva il proiettile di energia.

Il globo azzurro va a colpire una delle uscite di emergenza, deformando la porta e bloccando la fuga di Kim, Alix e Luka.

Approfittando della confusione Adrien inizia a correre verso l’uscita di sicurezza libera a sinistra, mentre Marinette parte verso i bagni, sulla destra.

Adrien esce dalla pista e chiude la porta alle sue spalle, poi si infila in una stanza vuota “Avanti Plagg, dobbiamo intervenire! Credo di aver fatto un gran casino, con Lila. E lei non è stata da meno!” dice, gli occhi bassi. “Puoi dirlo, l’hai fatta akumizzare di nuovo!” concorda Plagg “E hai pure svelato il nostro segreto a Codi….”. Adrien lo interrompe “Plagg, si chiama Marinette! E ora ce l’avrà con me!” si mette una mano dietro la nuca “Che altro potevo fare? Lila era andata a mettere le mani nelle mie cose e poi la stava accusando di essere una ladra! Non potevo stare senza fare niente.” il kwami lo guarda di traverso “Certo, Adrien, lei è tua amica!” lo prende in giro Plagg e conclude “Adesso siamo proprio nei guai!” Adrien gli dà un’occhiataccia e ribatte “Non guardarmi così adesso! Ok, forse non avrei dovuto minacciarla ma.. mi ha mandato in bestia!” fruga sotto il maglione, poi estrae una scatoletta e ne toglie un triangolino di camembert dal blu acceso. “Diamoci da fare, devo assolutamente chiarire le cose con Marinette. E con Ladybug..” dice a Plagg, lanciando il pezzetto di formaggio al Kwami, che lo inghiotte al volo e in un lampo di luce compaiono dei cristalli di ghiaccio sulla sua fronte.
“Plaghiaccio! Trasformami!” esclama Adrien, trasformandosi in Chat Noir con un costume leggermente diverso, pattini da ghiaccio e decorazioni di pelliccia sul colletto.



Marinette riesce ad uscire e nascondersi in uno dei bagni “Tikki… “ sussurra, mentre la Kwami rossa vola fuori dalla borsetta “Hai sentito cosa ha detto Adrien?” sbotta, guardandola con gli occhi spalancati, poi si copre la bocca con una mano “LO SAPEVO! Prima i croissant che non poteva aver assaggiato, e adesso QUESTO!” La Kwami rossa le vola davanti al viso “Marinette, cerca di calmarti, non è il momento di farti prendere dal panico!”. “Tikki! Voglio morire!” continua la ragazza, in posa drammatica “Vorrebbe dire che io, che noi, insomma…e ora con che coraggio gli dico che lo amo? Dopo che l'ho rifiutato! Non vorrà più parlarmi! Un vero disastro!” esclama Marinette, coprendosi gli occhi con le mani “Adrien non mi perdonerà mai, non sarà più mio amico e NEMMENO Chat Noir vorrà più vedermi! Perché sono LA STESSA PERSONA!” prosegue.

“Marinette! Non fare così... sei Ladybug, non può non volerti più vedere!” esclama Tikki piazzandosi davanti al naso della ragazza, che la guarda e continua “Ma Tikki! Lui non lo sa! e…” Marinette si copre di nuovo la bocca con una mano “E poi quella e mi colpisce di nuovo potrei svelare chissà cosa!". “Calmati Marinette, non credo che possa costringerti a rivelare la tua identità segreta! Respira!” Tikki cerca di tranquillizzare l’amica, poi sbuffa e colpisce con una zampina il naso di Marinette “Marinette!” sbotta “Ci penseremo dopo, d’accordo! Dobbiamo prendere un’Akuma adesso!”. Lei finalmente la guarda, arrossisce, mettendosi una mano sulla guancia e riprende il controllo “Oh Tikki! Se non ci fossi tu! Andiamo!” prende dalla borsa un mini macaron azzurro e lo lancia a Tikki, che lo inghiotte al volo e anche su di lei appaiono cristalli di ghiaccio. “Stalatikki! Trasformami! scandisce la ragazza, trasformandosi in Ladybug con un costume diverso: pattini da ghiaccio, i pois a forma esagonale, tiara e dei bordi di pelliccia sul colletto.



Sulla pista, Volpe Rossa si è faticosamente rimessa in piedi, alle spalle di Ficcanaso, che sta ancora cercando di colpire Martine, mentre le sta girando attorno, il fiato corto, evitando un globo dopo l’altro. Volpe rossa approfitta della momentanea distrazione dell’akumizzata per colpire il suo zaino col flauto. Ficcanaso, sbilanciata dall’urto, si volta facendo perno su un piede e carica un globo di energia, centrando in pieno Volpe Rossa, che cade all’indietro, mentre dallo zaino dell’akumizzata giunge la sua voce “Mi sono appartata col mio ragazzo durante una gita scolastica”.

Senza fiato, usando il flauto per alzarsi da terra, la ragazza lancia a Ficcanaso un’occhiata che avrebbe potuto incenerirla sul posto. “Me… me la pagherai” ringhia, mentre vede con la coda dell’occhio un lampo nero alla sua destra e uno rosso a sinistra.

“Stavi per caso cercando me?” esclamano Ladybug e Chat Noir praticamente in coro, incrociando le traiettorie sul ghiaccio e fermandosi tra Ficcanaso e Martine, che cerca di guadagnare l’uscita.

“Oh, puoi scommetterci, miss precisina” dice Lila, lanciando un globo di energia verso Ladybug, che lo schiva facilmente chinandosi, ma il globo prosegue la sua corsa colpendo in pieno la povera Martine che con un grido strozzato cade a faccia avanti, le braccia tese in avanti per attutire l’urto.

Dallo zaino di Ficcanaso arriva la sua voce “Una volta ho toccato il sedere di Chat Noir!”.

I due eroi rimangono immobili, colti di sorpresa, soprattutto Chat Noir, che spalanca occhi e bocca ed arrossisce, facendo concorrenza al colore del costume di Ladybug. “C-cos..” balbetta, spostando lo sguardo alternativamente da Martine a Ficcanaso.

Ladybug fa una smorfia ma si riprende subito ed inizia a muoversi verso Martine a terra, fermandosi quando vede Luka ed Alix muoversi circospetti nella direzione della ragazza a terra. Quando lui si accorge che lei lo sta guardando, indica Martine e alza il pollice.


Chat Noir si gira verso Martine,“Fa piacere vedere che qualcuno mi trova… interessante!”, poi osserva la smorfia di Ladybug che gli si affianca in posizione di guardia “Che c’è Insettina, non sarai mica gelosa?” chiede, facendole l’occhiolino. Lei sbuffa “non chiamarmi Insettina!”. Ficcanaso approfitta della distrazione di Chat Noir, ed inizia a pattinare all’indietro, alza di nuovo la propria arma e spara un globo verso il ragazzo, che, colpito alle spalle barcolla in avanti e si appoggia al bastone per non cadere. Grazie al Miraculous il colpo risulta poco più di uno spintone, ma gli taglia comunque il respiro.

“Chat Noir!” si lascia sfuggire Ladybug, mentre si avvicina vedendolo annaspare, poi sente la sua voce provenire dal marchingegno di Ficcanaso “registro gli esercizi di pianoforte per poter uscire senza permesso”.

Il ragazzo riprende l’equilibrio e si mette anche lui in posizione di guardia, piegando le ginocchia.

Ladybug si allontana di una paio di metri, fa roteare lo yo yo e lo scaglia verso Ficcanaso, che lo deflette muovendo la sua arma.

La sagoma viola di una farfalla appare attorno al viso di Ficcanaso e lei sente rimbombare la voce di Papillon “Basta perdere tempo! Prendi i loro Miraculous!”. “Tranquillo Papillon, ho un piano” borbotta a mezza voce, caricando i due eroi mentre Volpe Rossa stava per colpirla alle spalle.

Senza la mobilità degli altri due sul ghiaccio, Volpe Rossa finisce faccia a terra con un grugnito. Chat Noir e Ladybug si separano, facendo passare Ficcanaso dove si trovavano pochi attimi prima. Il ragazzo guarda le altre e fa un cenno a Ladybug, che gira su se stessa facendo perno su una gamba e si volta verso l’akumizzata colpendola con lo yo yo sullo zaino, mentre lui scarta di lato e con sue spinte sulle gambe raggiunge e prende in braccio Volpe Rossa “Ehi, a quanto pare non sei molto agile sul ghiaccio, Rossa. E sei più soffice di Ladybug!” le dice, facendole l’occhiolino mentre la porta verso il bordo della pista “Mettimi giù e ti faccio vedere io, Gattino” risponde lei, toccando il campanello sul collo della tuta dell’altro. Arrivano al bordo e Chat Noir fa sedere Volpe Rossa sulla ringhiera “Il tuo ragazzo, quello con cui eri in gita, dev’essere uno fortunato” fa lui facendole ancora l’occhiolino, poi, pattinando all’indietro si allontana con un inchino. “Chat Noir!” fa Volpe rossa, arrossendo “Sei sicuro di essere un gatto? Perché sembri un altro animale, a volte” ribatte subito dopo, ridendo e ricevendo da lui uno sguardo interrogativo “VAI” gli grida.

Ficcanaso e Ladybug si muovono sulla pista in ampi cerchi, con la prima che lancia dei globi di energia cercando di colpire Ladybug, che li schiva, mandandoli a danneggiare la superficie di ghiaccio, che si riempie velocemente di piccole buche.



Luka, Alix e Martine si sono messi in salvo fuori dalla pista, mentre Chat Noir cerca di tenere Ficcanaso tra lui e Ladybug, schivando le buche sulla pista. - Devo capire dov’è nascosta l’Akuma - pensa Ladybug, osservando Ficcanaso. “Allora, Ladybug, vogliamo stare qui tutto il giorno?” la provoca l’Akumizzata “o vuoi giocare al gatto alla coccinella?” “Ehi! Non rubarmi le battute” si lamenta Chat Noir, schivando un globo e incrociando la sua traiettoria con Ladybug, che si sposta per girare lungo il perimetro della pista - Forse sono le cuffie - ragiona Ladybug - le tocca sempre prima di spara…- le sue riflessioni vengono interrotte dalla pista di ghiaccio che cede sotto i pattini, facendole perdere l’equilibrio “AH!” esclama, rimettendosi in piedi con una mezza capriola.

La distrazione però basta a Ficcanaso per lanciarle un globo, colpendola su una spalla. Marinette si ritrova senza fiato ma riesce a restare in piedi, barcollando non tanto per il colpo ma terrorizzata da quello che sta per sentire dalla propria voce voce che esce dallo zaino di Ficcanaso “Vedo Chat Noir di nascosto”

Ladybug sente le guance diventare roventi, ora dello stesso colore della maschera e si morde il labbro inferiore, lanciando di nuovo lo yo yo contro Ficcanaso, che lo respinge di un’altra volta con la parte terminale del suo marchingegno.

Chat Noir si lancia verso l’akumizzata, tenendo il bastone come una mazza da hockey, facendo una spazzata vicino alle sue gambe per sbilanciarla.Ficcanaso è più agile, ruota su sé stessa e lo colpisce dietro la nuca con l’impugnatura di quella specie di metal detector. Chat Noir incassa il colpo con un grugnito ma per un attimo vede nero. Si rannicchia sulle ginocchia e lascia che la spinta che si è dato lo faccia allontanare, tenendosi la testa con una mano. Ladybug lo raggiunge, chinandosi gli domanda “Tutto bene? Dobbiamo essere coordinati. Credo che l’Akuma sia nelle cuffie, ma dobbiamo prima neutralizzare quei glo.. ATTENTO!” grida, quando vede un nuovo globo in arrivo nella loro direzione e si butta a terra rotolando per evitarlo. Il ragazzo,ancora leggermente stordito viene di nuovo centrato, perdendo del tutto l’equilibrio e ruzzolando contro la balaustra del bordo.

La voce di Chat Noir dice “ho trascinato la mia migliore amica al cinema in pigiama”.

Ladybug arrossisce nuovamente, mentre si sposta dal lato opposto della pista, ormai quasi totalmente coperta di crepe - che figura quella volta… anche se… - ricorda, poi riporta l’attenzione al combattimento. Muovendosi nota che Ficcanaso, pur essendo abbastanza agile, rimane sempre nella stessa zona, verso il centro della pista, ancora abbastanza libera da crepe, buche e avvallamenti. Osservandola bene Ladybug si accorge che invece di colpire di nuovo Chat Noir, che si sta rimettendo in piedi, Ficcanaso inizia a sparare globi lungo il perimetro della pista - lo fa per ridurre lo spazio per noi - pensa Ladybug, mentre evita con un salto l’ennesimo buco.



“Ehi! Ci sono anche io, Ficcanaso! Prova a colpirmi ADESSO!” la voce di Volpe Rossa arriva dal lato della pista dove Marinette e Adrien erano scappati. La ragazza salta dalla balaustra, indossando un paio di pattini infilati alla meglio sopra le scarpe del costume e si dirige in piena corsa verso il centro della pista.

Chat Noir si sta rimettendo in piedi, appoggiandosi alla balaustra. La testa gli pulsa leggermente nonostante il miraculous lo renda meno vulnerabile, ma il colpo è stato duro. - cosa ha detto Ladybug? Mi vede di nascosto? Cosa intendeva? - riflette, aggrappandosi alla balaustra per sostenersi. Ladybug nel frattempo l’ha raggiunto e gli chiede “Tutto bene, Micetto?” “Sì, tutto bene” risponde lui, facendo una smorfia di fastidio quando si tocca la nuca. “Cerchiamo di colpirla tutti insieme, non potrà colpire tutti e tre” dice Ladybug, ma mentre Chat Noir si prepara a lanciarsi verso l’akumizzata lo vede esitare “Che c’è?” “Sto bene” le risponde, poi le si avvicina “senti, cosa voleva dire quella cosa che ha detto FIccanaso, prima? Mi vedi di nascosto?”. Ladybug distoglie lo sguardo “Beh... che… insomma siamo supereroi, non ci incontriamo alla luce del sole, no?” una piccola esplosione fa tremare il ghiaccio a pochi centimetri da loro “ Senti, possiamo parlarne dopo?” fa Ladybug schivando un globo di Ficcanaso. “Catturiamo quest’Akuma in fretta! Non vorrei dire altre cose di cui pentirmi dopo” concorda Chat Noir, iniziando a pattinare lungo un ampio arco, girando attorno alle buche. Ladybug fa la stessa cosa dal lato opposto per andare a raggiungere Ficcanaso da due lati.

Volpe Rossa, nel frattempo, ha dato un paio di colpi col flauto al “metal detector” di Ficcanaso, che non riesce a prendere la mira e lo usa come mazza per difendersi dalla furia dell’altra ragazza “Mi hai messo in imbarazzo!”, dice Volpe Rossa tra i denti, cercando di colpire Ficcanaso in testa. “Ma davvero?” ribatte quella, sarcastica, parando il colpo “Pensavo ti avrebbe fatto piacere!” risponde, colpendo Volpe Rossa con una gomitata allo stomaco, che lei prontamente neutralizza con mezzo giro su se stessa e uno spintone all’altra..

Ladybug e Chat Noir si fermano a qualche metro, osservando per alcuni secondi la rissa tra le due ragazze, cercando l’istante in cui attaccare “Ehi, Ficcanaso, ma non volevi i nostri Miraculous?” le grida Chat Noir.

Ficcanaso si gira, il fiato corto, poi si tocca le cuffie e spara verso il ragazzo, che evita facilmente il proiettile di energia e si dirige, a zig zag, verso la sua avversaria, imitato da Ladybug dal lato opposto, mentre da Volpe Rossa si è spostata verso il lato lungo della pista, prendendo la rincorsa.

L’akumizzata si dà una rapida occhiata intorno, valutando le distanze dai suoi antagonisti - stavolta non li evito … a meno che - rifllette per un istante, poi punta la sua arma in alto e lancia diversi globi sul soffitto, scattando immediatamente nell’unica direzione libera dagli avversari.

I globi di energia colpiscono l’impianto audio appeso al soffitto del palazzetto con dei tonfi cupi, facendo ondeggiare la pesante struttura degli altoparlanti e delle luci.

Ladybug nota lo scatto di Ficcanaso e cerca di deviare per intercettarla, ma la pista è troppo danneggiata ed è costretta quasi a fermarsi per non cadere. L’altra si volta e la vede esitare, quindi si tocca le cuffie tre volte, osservando Chat Noir con la coda dell’occhio: anche lui sta rallentando la sua corsa.

Ficcanaso alza la sua arma e conta mentalmente - uno… - Ladybug è quasi al centro della pista - due… - Chat Noir l’ha quasi raggiunta “Ora!” sogghigna, sparando un globo ciascun eroe ed un terzo sull’impianto audio, che ondeggia paurosamente.

Chat Noir si accorge troppo tardi della mossa dell’akumizzata e non gli rimane altro da fare che coprirsi la testa con entrambe le braccia, rotolando sul ghiaccio. Ladybug si piega all’indietro sulle ginocchia per rallentare, poi si butta anche lei sulla superficie gelata coprendosi la testa.

I globi di Ficcanaso li colpiscono assieme, togliendo loro il fiato e dallo zaino dell’akumizzata arrivano le due voci, quasi sovrapposte, quella di Chat Noir “mio padre mi sfrutta, mi tratta da schifo e non mi parla quasi mai” e quella di Ladybug: “Ho baciato il ragazzo che mi piace credendo fosse una statua di cera”.


Ladybug e Chat Noir rotolano vicini, si guardano ed esclamano allo stesso tempo “COSA?”, poi vengono travolti dai resti dell’impianto audio.


Nota dell'autore

Anzitutto, scusate TANTISSIMO per la lunga attesa ma ho dovuto catturare un "plot rabbit" che ha fatto nascere "Danzando sulla fune", che potete leggere sempre su wattpad, ma anche su ao3 altrove :D

Per quanto riguarda questa Fanfic invece, devo ringraziare tantissimo Giulia che mi sta facendo da beta reader (e che mi ha dato un sacco di dritte per farla "funzionare" meglio.

Se vi va, potete leggere le belle storie che scrive (in inglese) qui: @GiuliaClifford0 sempre su wattpad, ma solo DOPO che avete letto le mie ;) scherzo, naturalmente.

Tornando a noi, ci stiamo avvicinando ai capitoli finali, resta da capire quanto queste rivelazioni peseranno sul seguito e che cosa hanno in mente Papillon e Mayura: forse un nuovo attacco in forze a così poco tempo dall'ultimo, ovviamente fallito? Altri akumizzati?

Restate connessi!

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Capitolo 25
*** Lucky Charm ***


Lucky Charm

Sei paia di occhi puntano il centro della pista, su cui si è appena abbattuto qualche centinaio di chili di attrezzatura, sollevando una nube di cristalli di ghiaccio. Dall’impianto di raffreddamento della pista, danneggiato, inizia a uscire vapore condensato che ricopre l’area di una fitta nebbia bassa.

Volpe rossa si precipita al centro, ignorando Ficcanaso e tuffandosi nella nebbia.

Luka trattiene a stento un urlo, gli altri, come pietrificati, guardano il mucchio di materiale che ha appena sommerso Ladybug e Chat Noir. Ficcanaso, dal lato opposto, inizia a ridacchiare sommessamente.



Papillon, dal suo covo violaceo pregusta già il successo, raggiunto nel frattempo da Mayura “che succede, Papillon?” domanda Nathalie, fasciata nel lungo abito del suo alter ego. “Ho di nuovo akumizzato Lila Rossi. E stavolta ho praticamente vinto!” gongola lui, fregandosi le mani “quei due ragazzini impiccioni sono fuori combattimento, e ora basterà che Ficcanaso prenda i Miraculous!” conclude, agitando il bastone da passeggio.

Mayura alza un sopracciglio e lo guarda di traverso “E quando pensavi di farmi intervenire?” gli domanda, agitando leggermente il ventaglio. “Non era necessario il tuo intervento!” risponde Papillon, aggrottando le sopracciglia “Questo piano era semplice, e come tutti i piani semplici, si è rivelato molto efficace! Inutile sprecare il potere di un Amok adesso.”

“Ah, sì” controbatte lei, gelida “Ma non cantare vittoria prima del tempo, Papillon”.



Volpe rossa, nascosta dalla nebbia, attiva il suo potere speciale, creando l’illusione di altra nebbia per nascondere se stessa e gli altri eroi alla vista di Ficcanaso.

La ragazza si lancia verso il mucchio di rottami, rabbrividendo per il freddo improvviso - Non li vedo, dove sono? - pensa, il cuore in gola, poi vede qualcosa di rosso e inizia a spostare pezzi di metallo e plastica, scoprendo la gamba di Ladybug. Volpe Rossa scava furiosamente, chiamando “Ladybug! Chat Noir!”, finché non libera quasi completamente i due, privi di sensi. Chat Noir ha fatto scudo col proprio corpo a Ladybug, entrambi sono coperti di polvere e brina. Volpe Rossa ripulisce alla meglio il viso di Ladybug, che inizia a riprendere conoscenza.

Marinette sente un peso su metà del corpo - devo mettere un piumone più leggero, ma che freddo! - pensa confusamente, poi inizia ad avvertire un fastidioso mal di testa - oh, cavolo, ci mancava… - dice a se stessa - Ma… no, è troppo duro, non è il mio letto - finalmente, con fatica apre gli occhi e vede un’immagine confusa, mentre una fitta alle tempie la fa mugugnare dal dolore “hmmm…” poi prova a parlare, la vista ancora annebbiata “Cosa… chi… Al… no Volpe Rossa?” riesce infine a dire, mettendo a fuoco il volto dell’altra. “Che è successo? Mi fa male la testa.” Toccandosi la tempia, Ladybug sente sotto le dita un bernoccolo dolente, poi inizia a guardarsi attorno e vede la testa bionda di Chat Noir appoggiata sulla sua spalla, gli occhi chiusi “Micetto?” lo chiama, divincolandosi dall’abbraccio inerte dell’altro.

“L’akumizzata, ricordi? Vi ha fatto crollare della roba addosso” spiega rapidamente Volpe Rossa, spostandosi per aiutare Chat Noir “Aiutami, siete svenuti” dice, mentre lei e Ladybug, ancora leggermente frastornata, liberano l’eroe in nero e lo girano sulla schiena, appoggiandogli la testa in grembo a Ladybug, inginocchiata “non mi ricordo niente” dice quest’ultima “Mi sono trasformata… prima… credo” poi si occupa di Chat Noir. Il ragazzo è ancora svenuto e ha un grosso bernoccolo sulla nuca. “Chat Noir? Micetto?” lui non si muove ed è molto pallido “Chat Noir?” Ladybug alza un po’ la voce - no, ti prego no, per favore - continua a ripetersi Ladybug, sull’orlo del panico - è come nel mio sogno - pensa lei, insistendo “Micetto! Rispondi, PER FAVORE” chiama, iniziando ad accarezzare delicatamente una guancia di Chat Noir, il sapore delle lacrime in gola.

Volpe rossa la guarda senza dire nulla, stringendo i pugni, mentre uno dei segmenti della sua collana scompare ed emette un suono e da oltre la nebbia arriva la risata di Ficcanaso. Ma arrivano anche altri rumori indistinti.

“CHAT NOIR! NON PUOI FARMI QUESTO!” Ladybug sta gridando a pochi centimetri dal viso del compagno d’avventure, mentre le lacrime le appannano la vista. Chat Noir inizia a tossire, poi apre gli occhi di scatto “c-cosa non d-devo fare, Milady?” balbetta, poi comincia a rendersi conto di dove si trova “Uh, che posto mewraviglioso in cui svegliarsi!” commenta, col suo solito sorriso.

Il viso di Ladybug si apre in un sorriso e lei non riesce a trattenersi dal dare un bacio sulla fronte a Chat Noir, poi gli chiede “Meno male! Come ti senti?” subito prima di arrossire violentemente, imitata dall’altro che risponde “Beh.. benissimo, se resto qui” sussurra, la testa ancora appoggiata alle gambe di Ladybug “Ma che è successo… Ho un gran mal di test.. AHIO!” si interrompe quando lei indietreggia di colpo facendolo cadere sui resti della pista di ghiaccio. “Scu… scusa Micetto, scusa” inizia Ladybug, coprendosi la bocca con una mano, mortificata “Stavo meglio prima, Insettina, tu vuoi farmi del male” le dice Chat Noir facendole l’occhiolino, seguito da una smorfia quando si mette la mano sulla nuca e tocca il bernoccolo.

“Ragazzi! Non è il momento di flirtare! L’akumizzata, Ficcanaso, ha un coso che lancia globi di elettricità, se ti colpiscono riveli un segreto o una cosa imbarazzante!” riassume rapidamente Volpe Rossa, con una smorfia, mentre gli altri due si guardano senza capire “E cosa ho detto?” chiedono, all'unisono “Non importa adesso!” li blocca Volpe Rossa “Dobbiamo sconfiggerlo, io ho già usato il mio potere, Ladybug, vai col Lucky charm!”

“Ma non ho idea di dove sia l’Akuma! Non me lo ricordo!” si lamenta Ladybug, scuotendo la testa “Nemmeno io” concorda Chat Noir “Credo che abbiamo preso una gran botta in testa”.

“Già” conferma lei, toccandosi un bernoccolo “Ma che succede?”domanda poi, sentendo delle grida da oltre il muro di nebbia.
“Usa il Lucky Charm, io dissolvo l’illusione e poi sistemiamo la cosa!” la esorta Volpe Rossa “Ce la fai ad alzarti?” porge il braccio a Ladybug, che la prende per mano e si alza in piedi, barcollando sui pattini ormai praticamente inutili. La ragazza borbotta qualcosa e una luce rosa la percorre da capo a piedi, facendo apparire il consueto costume di Ladybug. “Ci penso io, Gattino, sei pronto?” lui annuisce e riprende il suo aspetto normale.

“LUCKY CHARM!” grida Ladybug, lanciando lo yo yo in aria. Immediatamente le appare tra le mani un grosso disco metallico, con un tubo attaccato a un lato, inclinato verso il centro del disco. All’altra estremità del tubo, un oggetto cilindrico, puntato verso il disco.
“Una parabola satellitare? E che me ne faccio?” si chiede, rigirando tra le mani l’oggetto, stupita di come come ogni volta le capitino in mano oggetti insoliti

Volpe rossa esclama “Realtà” e una parte della nebbia si dirada lasciando del vapore di condensa a circa un metro da terra e attorno a loro.

I tre eroi rimangono stupefatti vedendo che Ficcanaso sta lanciando globi di energia a caso, impegnata a schivare gli oggetti che Luka, Martine, Alix e Kim hanno trovato in terra, rimasti dal fuggi fuggi generale, gli stanno lanciando dalle tribune. “Ladybug!” gridano Luka e Alix, “Chat Noir!” gridano Martine e Kim appena li vedono emergere dalla nebbia

Volpe Rossa sbuffa, poi si mette in posa di difesa accanto agli altri due. Ficcanaso si volta verso i tre eroi, poi furibonda lancia una raffica di globi verso i ragazzi sulle tribune, che prontamente si riparano dietro le file di sedili.
Ladybug osserva di nuovo l’akumizzata, notando che si tocca le cuffie prima di ogni sparo e che i globi creano piccoli scoppi all’impatto. La ragazza lancia un grido quando si trova improvvisamente a terra, senza fiato: uno dei globi ha rimbalzato su un portello metallico e vola nella sua direzione, colpendola in pieno.

Un suono gracchiante e la sua voce, dalla schiena di Ficcanaso “Una volta ho smarrito un Miraculous!!”.

Volpe rossa e i ragazzi spalancano gli occhi per lo stupore, mentre Chat Noir si precipita ad aiutare Ladybug a rimettersi in piedi, raggiunto da una stupefatta Volpe Rossa “S-s-sto bene, Micetto” lo rassicura Ladybug, ansimando e guardandosi attorno “Deve avermi colpito di rimbalzo” borbotta, poi guarda la parabola satellitare che ha lasciato cadere e gli altri due eroi, accanto a lei.

“Carichiamola in tre” sussurra e continua, indicando la parabola “So come usarla. Quando ve lo dico mettetevi dietro di me e reggetemi”, poi la raccoglie e con l’altra mano inizia a roteare lo yo yo, per neutralizzare i globi che Ficcanaso, ignorando alla meglio la pioggia di oggetti dalle tribune, sta iniziando a lanciargli contro.

I tre eroi si lanciano in corsa verso Ficcanaso, Ladybug al centro e gli altri due ai lati. L’akumizzata decide di ignorare le due ali, tocca col palmo della mano mano sulle cuffie, poi poggia un ginocchio a terra, prende la mira verso la ragazza dal costume a pois e lancia un fascio continuo di energia azzurra, simile ad un arco elettrico.

Ladybug ritira lo yo yo e afferra la parabola con entrambe le mani, rivolgendola verso il fascio “ORA” grida, preparandosi per il contraccolpo, mentre gli altri due eroi si mettono dietro di lei, appoggiandosi alla sua schiena con le loro e puntellando i piedi.

Il fascio azzurro raggiunge la parabola, Ladybug sente l’impatto sulle braccia e a malapena riesce a tenerle tese - che botta…. non pensavo fosse COSI’ forte - pensa Marinette, stringendo i denti, poi viene riflesso verso la sorgente, impattando su quella specie di Metal Detector che Ficcanaso ha con sé. L’arnese esplode e l’akumizzata viene scagliata a tre metri di distanza. A terra, il suo zaino emette delle scintille ed inizia a fumare, staccandosi dalla proprietaria, immobile a faccia in su, forse priva di sensi.

“Chat Noir, le sue cuffie!” grida Ladybug.

“Cataclisma!” declama Chat Noir, scintille di energia nera appaiono attorno alla sua mano mentre corre verso Ficcanaso immobile e tocca le cuffie, riducendole in polvere nera e facendo emergere l’Akuma, violacea.

La farfalla viene immediatamente catturata dallo yo yo di Ladybug “Presa!” esclama lei, alzando la mano con la sua arma vicino al viso “ciao ciao, farfallina” commenta poi, mentre l’Akuma, tornata candida, viene liberata e l’ormai noto fumo violaceo circonda Ficcanaso, dissipandosi per rivelare una Lila Rossi immobile a terra.



“MALEDIZIONE! ANCORA QUEI RAGAZZINI IMPICCIONI!” grida Papillon dal suo covo, quasi spezzando il bastone da passeggio. L’uomo lancia uno sguardo furente a Mayura, che sostiene l’occhiataccia, chiude il ventaglio e lascia la stanza senza dire una parola.

“Almeno ho scoperto alcuni tuoi segreti, Ladybug, li userò contro di te” borbotta Papillon, mentre il rosone si chiude e riporta la stanza nella penombra



Ladybug si gira verso Volpe Rossa e le porge il pugno, imitata da Chat Noir che le ha raggiunte “Ben fatto!” esclamano in coro, coprendo il suono insistente del Miraculous di Volpe Rossa, mentre i ragazzi fuori dalla pista applaudono.

“Devo andare!” dice in fretta Volpe rossa, con un inchino verso il pubblico improvvisato, poi scappa verso una uscita di sicurezza.

“Miraculous Ladybug!” Grida Ladybug, lanciando in aria la parabola.

L’onda di coccinelle magiche li circonda, racchiudendo la pista di ghiaccio, Lila svenuta, le macerie e ripristinando la sala del palazzo del ghiaccio e lasciando l’italiana, notevolmente confusa, seduta al centro della pista, accanto a Ladybug e Chat Noir.

“Cos…” balbetta Lila, guardandosi attorno sbattendo le palpebre “Sei stata akumizzata” spiega Ladybug sorridendo, avvicinandosi alla ragazza. Lila la guarda con una smorfia, aggrottando le sopracciglia “Beh certo, se no cosa saresti qui a fare?” dice, in tono sprezzante, mettendo un ginocchio a terra per alzarsi. Chat Noir le sta per porgere la mano per aiutarla, la sente rispondere e cambia idea, ignorandola e guardando invece Ladybug il cui sorriso è diventato un’ottima faccia da poker indecifrabile. La ragazza guarda Lila e ribatte “Beh vedo che stai come al solito.”, con un tono più freddo della pista di ghiaccio su cui si trovano, dopodiché si volta, fa roteare lo yo yo e si lancia oltre l’ultima fila di tribune, seguita da Chat Noir.



Appena i suoi piedi si posano a terra si spegne il penultimo pallino degli orecchini, lasciandole solo un minuto prima di ritrasformarsi.
“Micetto, ho ancora mal di testa, forse dovrei farmi vedere. Credo di avere un bel bernoccolo” gli dice, cercando con lo sguardo l’uscita più vicina. “Anche io. Abbiamo preso una bella botta” concorda Chat Noir, poi la guarda in faccia “E… tu ti ricordi cosa è successo? Io ricordo solo una gran confusione” “Oh, anche io… Passerà, penso. Ora devo… andare” risponde Ladybug, ma per qualche ragione le riesce difficile staccare gli occhi da quelli di lui e le sembra che sia lo stesso per il ragazzo.

“Beh io…” dicono, insieme, Chat Noir si mette una mano dietro la nuca e incontra un fastidioso bozzo, mentre l’anello emette un beep “Meglio che vada. A presto, Insettina” riesce infine a dire voltandosi e salutandola puntando due dita alla tempia, sparendo subito dopo con un salto attraverso una finestra aperta. Ladybug rimane in piedi a guardare l’apertura “ciao…” sussurra, poi corre all'uscita di emergenza più vicina, ritrasformandosi nel breve spazio buio tra la porta interna e quella esterna.

Attorno al palazzetto si erano radunati alcuni furgoni dei notiziari e qualche ambulanza per medicare chi, scappando, si fosse ferito. Marinette dopo qualche minuto di ricerca individua il gruppo dei suoi compagni di scuola, a cui però nota che non si sono riuniti i tre che erano rimasti bloccati all’interno e la loro nuova amica Martine. La ragazza fa un cenno di saluto ad Alya, che guardava dalla sua parte, poi accanto a un’ambulanza nota Luka e si affretta a raggiungerlo “Luka! Stai bene?” gli chiede, preoccupata “Io? Io sto benissimo, Martine è stata colpita, dice di star bene ma dovranno visitarla… ehi aspetta, ma anche tu sei stata colpita, Marinette! Vieni qui!” il ragazzo si mette di fronte a lei, poi mette le mani sulle spalle di Marinette, osservandola “Dai, Luka, sto bene! Ho solo un bernoccolo!” ribatte lei, mentre il ragazzo l’accompagna accanto ad un altra ambulanza. Marinette ricorda, in un flash, lei e Adrien che saltano la balaustra “Aspetta, Luka, dov’è Adrien?” chiede, preoccupata, mentre un infermiere le fa alcune domande e la fa sedere sul mezzo “Ho visto che sono venuti a prenderlo” risponde Luka, poi prosegue, senza guardare l’amica negli occhi “Sì insomma, l’autista enorme che non parla mai e quella Nathalie appena prima che arrivassi tu...” “Marinette! Sei ferita? Come stai?” l’inconfondibile voce di Alya arriva da qualche metro alle spalle di Luka, che si allontana con un cenno di saluto, subito seguita dalla ragazza che si piazza di fronte alla sua migliore amica che la rassicura “Sto bene, sono solo un po’ confusa, ma credo di aver battuto la testa, mi vogliono visitare in ospedale”. “Hai già chiamato i tuoi?” le chiede Alya “Beh no, mando subito un messaggio a mamma dicendo dove mi portano” spiega l’altra “Brava ragazza! Ma vedrai che non è niente! Chiamami, che poi ti devo far vedere una cosa spettacolare… Quella Martine ha coraggio da vendere! Ho un video spettacolare!” dice Alya, salutando l’amica e lasciando fare ai soccorritori.



Adrien, dopo essersi ritrasformato rientra nel palazzetto, fingendo di essersi nascosto, poi esce di nuovo per riunirsi ai compagni. Raggiunge il gruppo “Adrien! Ma dov’eri! Ti abbiamo cercato dappertutto!” gli fa Nino appena lo vede “Eh.. dopo che Ficcanaso mi ha colpito mi sono nascosto in uno sgabuzzino”. risponde Adrien, guardandosi in giro “Dov’è Marinette?” chiede, non vedendola nel gruppo. “Non è ancora uscita..” fa Alya, avvicinandosi “Ah no aspetta, credo sia laggiù” esclama, indicando una delle uscite.

“Adrien!” la voce di Nathalie lo fa voltare dal lato opposto, verso il parcheggio, in cui vede l’auto con il Gorilla al volante e la donna ferma accanto allo sportello.

Adrien si volta verso gli amici, poi sbuffa “Ragazzi, devo andare. Dite a Marinette che la chiamo! Nino, ci sentiamo dopo online.” dice, poi si allontana per salire sull’auto.


Nota dell’Autore

E con questo capitolo si chiude il combattimento con Lila!

Ora c’è solo da capire se le succose rivelazioni che sono state fatte nel precedente sono ancora da qualche parte nella testa dei nostri eroi o se si tratta di amnesia permanente.

Non c’è che da continuare a leggere, fidatevi che le cose si faranno molto interessanti.

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Capitolo 26
*** Non dire gatto ***


"Certo Adrien, arriviamo subito" dice Nino interrompendo la chiamata con l'amico, poi guarda Kim, Max e Luka, ancora di fronte al palazzo del ghiaccio "A quanto pare Adrien è riuscito a liberarsi del Gorilla e di Nathalie. Mi ha mandato l'indirizzo, ho una mezz'oretta e possiamo fare due chiacchiere, dai" e il gruppo si avvia all'indirizzo, a pochi minuti a piedi dal palazzo del ghiaccio.

Arrivati alla caffetteria, individuano subito Adrien che si guarda in giro, nervoso, accanto alla porta "Ehi, Adrien!" lo saluta e gli fa un cenno, attraversando la strada.

"Ehi! devo dire grazie a Wayhem, sapete... il mio superfan, mi ha ceduto il suo posto in coda, ma Nathalie non lo sa" dice Adrien, mettendosi una mano dietro la nuca "Nemmeno mio padre può nulla contro le file al Pronto Soccorso dopo un attacco Akuma" il ragazzo fa una pausa, guardandosi attorno "Le ragazze sono andate a casa? Avete notizie di Marinette?"

Nino si avvicina all'amico "Si, bro, le ragazze sono andate, anche Alya. Mi ha detto che Marinette stava andando all'ospedale per farsi controllare la botta in testa e che l'avrebbe chiamata appena tornava a casa"

"Ah..." commenta Adrien, lo sguardo basso "mi dispiace che si sia fatta male.. Anche io ho un bel bernoccolo ma non ricordo quasi niente".

"Appunto, tu stai bene? Che ti hanno detto i dottori?" chiede Nino

"Tranquilli ragazzi han detto che sto bene e che andrà tutto a posto in qualche giorno" chiarisce Adrien.

"Ottimo, così potrai tornare da Marinette sul suo balcone! Mica lo sapevamo!" fa Kim "Ma come hai fatto?" incalza, assestandogli una gomitata nelle costole

"Eh? Sul balcone... Kim ma di che stai parlando?" Adrien spalanca gli occhi, stupito

"Ma si, dai, quando Ficcanaso là ti ha colpito, si è sentita la tua voce dirlo!" spiega l'altro,

"Vi ho detto che non mi ricordo!" ribatte lui, confuso, mentre Luka lo guarda di sbieco.

"Data l'altezza del balcone di Marinette, l'unico modo di raggiungerlo è dall'interno della casa" si intromette Max "a meno che tu non ti sia arrampicato!" conclude.

Adrien deglutisce a vuoto e sente le guance scaldarsi "Avrai capito male..." comincia, notando lo sguardo di Luka su di lui "arrampicarmi poi, figurati, manco fossi Chat Noir! Non avete visto a che piano sta il suo balcone?" risponde, imbarazzato sentendo Plagg agitarsi nella tasca - ma senti come se la ride, niente camembert dopo. E ora come ne esco? - pensa, guardando Nino con aria smarrita "eh, ok ragazzi, devo scappare prima che si accorgano della mia assenza!".

I ragazzi si scambiano occhiate complici "Eh sì, è meglio che tu vada!" fa Nino.

Luka si avvicina ad Adrien e gli dice "Ah, Adrien, non ci vediamo da qui a natale perciò, auguri". Mentre lo abbraccia rapidamente gli sussurra all'orecchio "Non so come stiano le cose, ma se fai soffrire Mari, te la faccio pagare" facendolo arrossire ancora di più.

Adrien guarda Luka, inghiotte a vuoto e attraversa la strada di corsa, salutando con la mano improvvisamente sudata. Adrien rientra nell'atrio della clinica, e raggiunge la sala d'attesa dove lo aspettano Nathalie e il Gorilla, che lo accompagnano all'auto dopo aver ritirato dei documenti alla reception. Per tutto il tempo, non fa altro che pensare a cosa gli han detto gli amici poco prima - Cosa accidenti ho detto? Se Marinette lo capisce, sono veramente nei guai, e grossi anche. Di sicuro Ladybug vorrà indietro il Miraculous. O forse no, dopotutto ne ha dato uno anche a lei. Calma Adrien, chiedi poi a Plagg cosa si ricorda -.

Adrien scende dall'auto nel garage della villa e rientra nella propria stanza senza far caso ad altro, chiude la porta e si lascia cadere sul letto, calciando via le scarpe. "Plagg! Ti ho sentito che ridevi, prima." dice, senza aspettare che il Kwami esca da sotto il maglione "cos'altro ho detto?".

"Beh, Adrien, hai praticamente svelato la tua identità a Codini Blu" risponde Plagg, volandogli davanti al viso.

"COSA?" sbotta Adrien, gli occhi spalancati "COSA HO FATTO? Plagg non prendermi in giro, è una cosa maledettamente seria! Devo chiamare Marinette!" prosegue, cercando il cellulare nella borsa.

"Calmati Gattino!" esclama Plagg, tuffandosi verso la borsa "Tu non ti ricordi cosa è successo, giusto? Di sicuro non se lo ricorda nemmeno Codini Blu"

Adrien lo interrompe, brusco "Si chiama Marinette! Ora non mi vorrà più parlare perché le ho mentito. E smetti di chiamarmi così."

"Ma ragiona! Non potevi dirle chi eri! Nessuno deve sapere che sei Chat Noir! Se le avessi detto chi eri avresti dovuto restituire il Miraculous!" ribatte Plagg, volando ancora davanti al naso del suo portatore

"Si Plagg, ma io ora... cosa devo fare? Se ha scoperto la mia identità, Ladybug vorrà il Miraculous indietro e... non ce la farei a tornare a essere solo Adrien Agreste." dice il ragazzo, lasciando andare la borsa

"Allora non dire niente, fai finta che non sia successo!" fa Plagg, secco.

"Non posso, Plagg. Non posso mentire a Ladybug, lei non lo far..."

Plagg lo interrompe "Ma tu non gli stai proprio mentendo mentendo. Non le stai dicendo qualcosa. Esattamente come hai fatto finora con la tua vera identità."

Adrien spalanca nuovamente gli occhi guardandolo "Plagg, sei sempre stato un imbroglione o è una cosa recente?"

"Mi offendi, Adrien" risponde Plagg, incrociando le zampe sul petto e scomparendo dentro l'armadietto "Mi rifugerò con la mia dispensa di Camembert per riprendermi!" dice poi, dall'interno.

Il ragazzo si copre il viso con una mano borbottando "Che guaio" poi continua a voce più alta, rivolto a Plagg "e tu non sei affatto d'aiuto!". Dopo qualche istante di riflessione, Adrien raccoglie la borsa, prende il telefono e scrive un messaggio

"Ciao Marinette, come stai? Io bene, anche se non ricordo cosa è successo da quando è arrivata l'Akuma ma mi hanno detto di non preoccuparmi che è normale per lo shock. Ci vediamo in negozio per gli auguri domani.
Adrien"

 

 

 

Marinette e i suoi genitori rientrano a casa dopo due ore passate all'ospedale, dove la ragazza viene visitata: a parte un bernoccolo in testa e qualche livido, dimessa e rimandata a casa senza problemi.

C'è ancora tempo per la cena, perciò, dopo aver mandato un messaggio ad Alya per tranquillizzarla, Marinette decide di fare una meritata doccia bollente: per visitarla l'avevano fatta spogliare e la stanza non era esattamente caldissima. Per di più nella fuga dal palaghiaccio, aveva perso gli stivali. Marinette scende in bagno, si spoglia ed entra nella doccia, aprendo l'acqua calda

"Ecco, lo sapevo" borbotta, osservando un livido che pian piano sta apparendo all'esterno di una coscia, vicino all'anca "è stato quando sono caduta.. beh è inverno, non si vede sotto i vestiti".

Mentre si lava i capelli, Tikki appare davanti a lei attraversando il soffitto e dicendo "Marinette, scusami... C'è un messaggio sul tuo Bugphone. No, aspetta" la kwami si ferma, come se stesse ascoltando un suono che solo lei può avvertire "sono due, uno è arrivato ora".

La ragazza si scosta la schiuma dagli occhi "Dobbiamo andare?" chiede, una nota di preoccupazione nella voce

"No, no" la tranquillizza Tikki "non ti preoccupare, finisci con calma" la creaturina rossa osserva l'amica commentando "Ma che bel livido!"

"hai visto eh..." concorda Marinette, sciacquandosi i capelli e sussultando leggermente quando le dita incontrano il bernoccolo. Mentre allunga la mano per chiudere l'acqua commenta "Anche una infermiera, prima, l'ha notato... Ma avesse notato solo quello! Tikki, è stato troppo imbarazzante, oltre ad aver notato il livido mi ha fatto i complimenti per il mio beh..." prosegue, arrossendo leggermente mentre si gira per guardarsi il fondoschiena "insomma, hai capito!".

Tikki le gira alle spalle e commenta "beh, a forza di rincorrere Akuma..." e le fa l'occhiolino, facendola arrossire di nuovo

"Ma! Tikki!" protesta. La ragazza si rigira "Torniamo in camera, devo pensare a una scusa per stasera" borbotta, infilando l'accappatoio rosso, mentre Tikki riattraversa il soffitto.

Poco dopo Marinette è seduta sul letto in pigiama a gambe incrociate, accanto a Tikki sul cuscino "La botola è chiusa... sentiamo questi messaggi! Tikki! Trasformami!" dice, venendo avvolta da una luce rosa e si trasforma in Ladybug, la mano va sullo yo yo per aprirlo in modalità comunicatore. Sullo schermo circolare appaiono le icone di due messaggi, uno di Volpe Rossa e uno di Chat Noir. Ladybug aggrotta la fronte, incuriosita, poi preme l'icona del primo, sentendo la voce di Volpe Rossa

"Ciao Ladybug! Sono A... ehm... Volpe Rossa! Senti, ci possiamo vedere al vostro posto d'incontro stasera alle undici? Avrei bisogno di parlarti. Io porto la cioccolata calda!"

Ladybug si gratta la tempia, riflettendo - hmmm cosa vorrà chiedermi?  - poi scrive rapidamente una risposta.

"Ok alle undici e mezzo stasera. Cercherò di portare qualcosa da una pasticceria che conosco.

LB" e preme l'icona dell'invio.

La ragazza fa un sospiro, poi passa al messaggio seguente. Chat Noir sorride sornione dall'icona mentre Ladybug tocca l'immagine.

"Ehi insettina! Come va il bernoccolo? Spero bene! Io sono ancora un pò confuso, non mi ricordo buona parte della battaglia" la voce di Chat Noir fa una lunghissima pausa tanto che Ladybug pensa che il messaggio sia finito, poi riprende "Ma sto bene. Tu ti ricordi qualcosa? Pensa che bello se ci fossimo baciati di nuovo... ok no. scherzo. Quella Lila sta diventando molesta." Chat noir ridacchia, poi fa una nuova pausa, come se volesse aggiungere qualcosa, invece conclude il messaggio: "Beh, buonanotte Milady. Fai bei sogni."

Ladybug non riesce a trattenere un sorriso - si è preoccupato di sapere come sto - pensa, un po' stupita nel ritrovarsi a sorridere ascoltando la voce di Chat Noir. Senza pensarci troppo, Marinette prova a chiamarlo, ma parte la voicemail e lei registra un messaggio "Sei gentile a chiedere, grazie! Sto bene anche io, confusione e bernoccolo a parte, ma dicono che è una cosa da poco, tranquillo. Ci vediamo in pattuglia, ok? Buonanotte anche a te, Micetto" chiudendo poi il Bugphone

Dalla botola arriva la voce attutita di Sabine "Marinette! E' pronta la cena, tesoro!" e il profumo del Yuxiang Giezi, il piatto preferito di Marinette a base di verdure speziate.

Super eccitata al pensiero della cena, la ragazza sussurra"Tikki, ritrasformami!" e risponde "Arrivo subito!".

"Quasi dimenticavo, cavolo!" esclama subito dopo, vedendo il proprio telefono lampeggiare "Il messaggio di Alya! Sarà arrivato mentre facevo la doccia" dice a Tikki "Ah è un video! Lo vedrò dopo, c'è un profumino... Oh, mi ha scritto anche Adrien." Marinette legge il messaggio, lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso "Ehi Tikki, anche lui vuol sapere come sto... e a quanto pare essere colpiti da Ficcanaso incasina i ricordi!" Scrive rapidamente una risposta e scende per la cena.

Finito di mangiare, Marinette non accetta la solita sfida a Super Mecha Strike 3 col padre "No, papà, stasera sono davvero stanca, Due giorni a pattinare e poi l'Akuma.. è stata una lunga giornata. Magari vi rubo la TV per un episodio delle Avventure di Ladybug che non ho ancora visto e poi vado di sopra" "ok tesoro" risponde Tom, un po' deluso. Marinette prende il telecomando, accende la TV e inizia a guardare il cartone..

Venti minuti dopo, ripassa il telecomando al padre sul divano che si stava per addormentare, le mani intrecciate sulla pancia, dà un bacio a lui e alla mamma e poi sale nella sua stanza "Buonanotte papà, mamma..." dice, salendo le scale.

 

 

 

Alya non ha avuto conseguenze dopo l'attacco di Ficcanaso, tornata a casa si fionda al computer "Vediamo un po' cosa è uscito... la batteria si è scaricata, purtroppo ma spero che abbia registrato abbastanza" dice a Trixx mentre collega il telefono al PC.

"Sono degli oggetti molto interessanti, questi" commenta Trixx, svolazzando dietro il monitor "anche non sono in grado di registrare la presenza di noi Kwami" conclude, posandosi accanto alla tastiera.

"Oh, eccoci qui, Trixx. Qua arrivano Ladybug e Chat Noir" commenta Alya guardando il video "accidenti, è caduto il telefono e l'audio è pessimo! Che fastidio! Devo farmi regalare una action camera!" la ragazza scollega il telefono dopo aver scaricato il video "però lo posso mandare a Marinette... Martine è stata grande, che ne dici se propongo a Ladybug di darle un Miraculous?"

Trixx si sposta dall'altro lato del tavolo, avvicinandosi al Alya "Beh, potrebbe essere una buona idea, è stata davvero molto coraggiosa, non è da tutti. Ma anche i tuoi amici non sono stati da meno!"

Alya incrocia le gambe mettendo i piedi sulla sedia "Adrien e Marinette spariscono sempre durante gli attacchi... non si vedono mai, purtroppo sono stati colpiti da quei globi. Il miraculous mi ha protetta ma, deve averle fatto davvero male, povera Marinette. E povero Adrien" commenta, pensierosa. In quel momento il telefono di Alya manda il segnale acustico dei messaggi e la ragazza prende il telefono, trovando il messaggio di Marinette in cui l'amica la tranquillizza e le dice che è tornata a casa e sta bene.

"Appunto, parli del diavolo... " commenta Alya, posando il cellulare " A proposito, hanno detto delle cose davvero strane, quei due. Marinette ha detto che... esce di nascosto dalla mansarda. Ma non vedo perché i suoi debbano vietarle di uscire sul terrazzo. Chissà cosa intendeva. Ma soprattutto Adrien,ha detto qualcosa tipo vedo Marinette sul suo balcone. Che è davvero strano, dato che suo padre lo tiene sempre sigillato in casa. Marinette mi avrebbe raccontato se fosse andato a trovarla. Ma non mi ha detto niente. Ficcanaso faceva dire dei.. ehm... segreti imbarazzanti ma... questi non mi sembrano molto imbarazzanti. Dev'esserci qualcosa d'altro."

Alya riprende il telefono e spedisce il video a Marinette, poi guarda Trixx "Senti, ce la fai a trasformarmi per qualche minuto? Voglio mandare un messaggio a Ladybug, voglio chiederle un po' di cose.. "

Trixx guarda la sua portatrice "Che vuoi chiederle?" domanda, curioso

"Beh... prima di tutto dov'era quando hanno akumizzato Marinette, e poi vorrei farle qualche domanda sulle cose che ha detto quando Ficcanaso l'ha colpita... ha detto che vede Chat Noir di nascosto, ma ero convinta che beh... si vedessero solo come... supercolleghi? E poi..."Gli occhi di Aya si spalancano all'improvviso, come se avesse appena avuto un'illuminazione "Cavolo, Trixx, ha detto che ha quasi baciato il ragazzo che le piace credendolo una statua! Ed è una cosa che mi ha raccontato Marinette! Quante possibilità ci sono che l'abbia fatto anche lei? "

il Kwami le si piazza davanti al viso "Non starai pensando che..."

Alya lo interrompe "Ma è impossibile, ok, Marinette è altruista, disponibile, pronta ad aiutare gli altri ma... è troppo maldestra per essere Ladybug... Anche se il Miraculous migliora le prestazioni atletiche, se lo fa per me lo farà per... e se fosse davvero. Sembra assurdo ma, ehi, questo spiegherebbe come ha fatto a trovarmi per darmi il Miraculous!"

Trixx continua a guardarla mentre parla "Lo so che non dormirai se non glielo chiedi! Le mandiamo questo messaggio?"

"Sì, hai ragione" concorda la ragazza declamando "Trixx, trasformami!" e trasformandosi in Volpe Rossa.

"Wow... non mi sono ancora abituata a... questo" dice a mezza voce, prendendo il flauto dalla schiena e toccandolo in alcuni punti, fa apparire uno smartphone arancione. Volpe Rossa tocca l'icona della chiamata a Ladybug, ma lei non risponde, quindi lascia un breve messaggio e si ritrasforma.

"E ora non ci resta che aspettare" commenta Trixx quando riappare dalla collana.

 

 

 

Sentendo il rumore della botola che si chiude, Tikki esce dal suo nascondiglio tra i ritagli di stoffa "Allora? Hai trovato una scusa per stasera?" chiede a Marinette, che si siede sul divanetto

"Hmm sì, è stato facile, con tutto quello che è successo ho semplicemente detto che ero stanca" si interrompe mentre le sfugge uno sbadiglio "e in realtà, Tikki, lo sono. Tienimi sveglia mentre aspettiamo che papà e mamma vadano a letto, è quasi ora." continua, guardando l'ora sul telefono "Vediamo il messaggio di Alya!" quindi apre al messaggio dellasua migliore amica che le ha mandato un video. Il testo dice "Martine è stata fantastica! E poi è arrivata Volpe Rossa. Peccato che scappando mi è caduto il telefono.. :( Funziona ma alla prossima caduta me ne servirà uno nuovo... Natale si avvicina <3"

Fa partire la riproduzione e inizia uno spezzone della battaglia del pomeriggio, si vede Ficcanaso ferma al centro della pista, nei momenti concitati del suo arrivo. L'audio è molto confuso per via del rimbombo del palaghiaccio, le parole si capiscono a fatica. Si vede Ficcanaso colpire prima un ragazzo che sta scappando e poi Marinette.

La ragazza osserva se stessa cadere in ginocchio sulla pista, sente la sua voce distorta, quasi coperta dalle grida degli altri presenti nel palazzetto dire "Esco ... mia mansarda ... ai miei", viene subito raggiunta da Martine e Adrien che la rimettono in piedi, dopodiché il ragazzo la prende per mano e la porta verso il bordo della pista.

Marinette è incuriosita ma ferma il video, commentando con Tikki "Ecco, mi ricordo che mi ha colpita. Quella roba fa davvero male, è come prendere la scossa. E ti toglie il fiato... poi però è tutto confuso, non ricordo cosa è successo dopo".

Il video riparte: si vede Martine mettersi di fronte all'akumizzata, le mani sui fianchi e gridare qualcosa, poi muoversi sulla pista, schivando i globi di Ficcanaso. Martine non smette di fare zig zag attorno a Ficcanaso, scappando solo dopo l'arrivo di Volpe Rossa, in serie difficoltà senza pattini, Ladybug e Chat Noir.

La ragazza viene colpita in pieno da un globo che Ladybug aveva schivato. Marinette fa una smorfia vedendola cadere a faccia in avanti, con un sospiro di sollievo quando vede arrivare Alix e Luka ad aiutarla. Dallo zaino di Ficcanaso si sente una frase che ha qualcosa a che vedere col sedere di Chat Noir, ma non si capiscono bene le parole.

Marinette fa ripartire il video con un sussulto dopo aver visto lei stessa ed Adrien scavalcare la balaustra, al margine dell'inquadratura, e il ragazzo stramazzare a terra, colpito da un globo di Ficcanaso. I rumori d'ambiente coprono quasi del tutto la frase che esce dallo zaino dell'Akumizzata. Le sembra di riconoscere il suo nome poi il telefono cade e il video si interrompe definitivamente

Tikki si strofina sulla sua guancia "Proprio non ti ricordi niente?" chiede la Kwami

"No..." risponde la ragazza, abbassando gli occhi.

"Marinette..." inizia Tikki, volando davanti al viso dell'amica, che la guarda negli occhi

"Cosa c'è, Tikki... cosa ho detto?" le chiede lei, in ansia.

"Ecco, non sono sicura di come la prenderai, devi sapere che comunque puoi contare su di me, ok?"

"Tikki! Mi fai solo stare peggio così! Parla!" ribatte Marinette, il cuore a mille

"Hai detto che a volte esci di nascosto dalla mansarda" la ragazza si copre la bocca con le mani "ma non è quello che hai detto tu" continua Tikki, mentre la sua amica spalanca gli occhi "Adrien ha detto che... si vede con te sul tuo balcone".

Marinette rimane immobile, gli occhi sbarrati "Ma Adrien non è mai..." poi lascia cadere il telefono e si copre ancora la bocca con le mani "Vuoi dire che...." la ragazza sposta le mani dalla bocca, si copre gli occhi, le tempie, le orecchie

"Stai calma Marinette, per favore" prova a tranquillizzarla Tikki, lei la guarda sconvolta poi sussurra

"Ok. Mi calmo. Sono calma...." alza la voce "NO CHE NON SONO CALMA, TIKKI! ADRIEN E' CHAT NOIR!".

La Kwami cerca di chiuderle la bocca con le zampine "Sssssh! Vuoi che i tuoi ti sentano?" le dice.

Proprio in quel momento, da dietro la botola chiusa, arriva la voce di Sabine "Tutto bene tesoro?".

"Ehm... sì mamma era un, uh telefono. Nel video, cioè un video dal telefono!" ribatte Marinette, pallidissima, guardando Tikki "Lo sapevo che sarebbe successo un casino! E adesso cosa facciamo?" le chiede, disperata.

Tikki si strofina di nuovo contro la sua guancia "Beh... la guardiana sei tu comunque... io non farei proprio niente, lascerei le cose come stanno"

"Ma Tikki... Fare finta di niente?" Marinette sbatte le palpebre "A parte che... a parte il casino tra ME e Adrien... e Ladybug, te l'ho già detto, NON POSSO permettere che Adrien rischi la vita per me!"

"Marinette" Tikki la guarda seria "Anzi, Ladybug. Ascolta. Adrien non è in pericolo è in grado di difendersi, voglio dire, non rischia più di quanto faccia TU, o non facesse da quando il Maestro Fu l'ha scelto. Siete due supereroi, avete i Miraculous, avete noi Kwami. Soprattutto, ricorda che i vostri Miraculous, sono legati: creazione e distruzione si completano a vicenda. Non si possono assegnare a chiunque, chi li porta dev'essere una persona in un certo modo speciale. E voi, tu e Adrien, lo siete, e vi completate. Tutto questo potrà solo rendervi più forti. Posso capire che sarà un po' dura da accettare, le prime volte. Ma ce la farai. Basta che non litighiate come Alya e Nino!" Tikki azzarda un sorriso dopo il monologo "Poi sai bene com'è fatto quel testardo di Chat Noir, anche se glielo chiedi, sarà sempre pronto a mettersi in mezzo"

La ragazza la guarda per un lunghissimo momento, asciugandosi velocemente l'angolo di un occhio con la mano "Tikki io... non so cosa dire."

"Non dire nulla, allora" risponde Tikki, con un sorriso " Però, anche se non posso dirti cosa fare, posso darti un consiglio: se decidi di dire qualcosa, niente segreti TRA VOI. Adrien merita che tu glielo dica."

"Sì Tikki." risponde lei, riflettendo, rinfrancata dal discorso della Kwami "Devo trovare il momento giusto. L'unica persona con cui potrei parlare adesso di 'sta cosa è... l'unica a cui forse non dovrei dire niente" conclude Marinette, seria, stropicciando il copriletto.

"Devo sapere cos'altro è successo, sarò io ad intervistare Volpe Rossa stasera..." poi Marinette guarda l'orologio "Mamma e papà saranno a dormire adesso, è ora di andare."

Fa per alzarsi, ma nota l'icona delle notifiche: C'è un post di instagram con hashtag #ladybug. Incuriosita lo apre: è di @lilarossiofficial e nell'immagine c'è Lila con una smorfia, Ladybug che si lancia con lo yo yo verso il tetto del palazzo del ghiaccio e Chat Noir girato di spalle che se ne va. Il testo, tutto maiuscolo ECCO GLI #EROI DI PARIGI #LADYBUG E #CHATNOIR CHE ABBANDONANO UNA #VITTIMA DI UNA #AKUMA. #INACCETTABILE.

Marinette spalanca gli occhi guardando lo schermo "Tikki! Ci mancava anche questa" sbotta "Guarda quella bugiarda patentata di Lila cosa ha appena pubblicato. Sta tentando di mettermi in cattiva luce anche come Ladybug! Non è giusto!".

La kwami vola di nuovo accanto a lei "Hai ragione ma... cosa possiamo fare?"

"Non lo so, Tikki, ma escogiteremo qualcosa. Alya ha detto che aveva un filmato della battaglia, magari ci può aiutare. Glielo diremo tra poco, quando la vediamo. Tikki! Trasformami!".

Qualche secondo dopo, Ladybug esce sul terrazzo sopra la camera di Marinette, lasciando la botola chiusa ma sbloccata e vola sul filo dello yo yo verso Sacre Coeur, luogo dell'appuntamento con Volpe Rossa.

 


Nota dell'autore

Questo capitolo era nato come prevalentemente "fluff" in cui i nostri protagonisti ripensano alla giornata e le scoperte sarebbero dovute essere tutte nel prossimo.

Però mentre lo rileggevo mi sono accorto che non aveva senso mettere un pezzo di riflessione qui e un pezzo altrove, specie per Alya e Marinette: insomma Inizialmente doveva essere completamente diverso, poi tra brain storming (grazie Giulia @GiuliaClifford0) e idee avute revisionandolo è diventato quello che avete appena letto. L'ho praticamente riscritto!

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Capitolo 27
*** Unire i puntini ***


Ladybug salta da un tetto all'altro nell'aria fredda della notte, ma quella sera il costume magico non la faceva sentire più sicura di sé. - Devo sapere cos'altro ho detto, potrei aver svelato la mia identità segreta. Non sono tagliata per essere un supereroe, - riflette, sentendo salire un nodo alla gola.
La basilica del Sacre Coeur era in vista, Ladybug aguzza la vista per vedere dove fosse Volpe rossa. Non vedendola, allarga il giro e con un ultimo strattone dello yo yo atterra sulla base di una delle cupole, dal lato posteriore dell'edificio. Appena Ladybug posa i piedi sulla pietra, dal lato opposto della cupola appare la sagoma arancione di Volpe Rossa, che si avvicina sorridendo.
"Ciao," esordisce, salutando con la mano.
"Ciao," risponde Ladybug, accigliata, cercando di decifrare l'espressione dell'altra. "Mi volevi parlare?" le chiede, sempre osservandone le reazioni.
Volpe Rossa la guarda di rimando. "Sì," risponde. "Ho un po' di cose di cui vorrei parlarti, ma dopo le Akuma non c'è mai tempo. Ci sediamo?" chiede, un po' preoccupata, sedendosi sulle pietre della base della cupola, imitata da Ladybug che le si mette accanto, prende lo yo yo e ne tira fuori un sacchetto di carta. L'altra la guarda stupefatta spalancando gli occhi "ma come fa? Non può essere più grande all'interno!" esclama.
Ladybug le sorride e spiega, "Beh non so esattamente come funzioni, ma posso metterci dentro delle cose, come una borsa. E le ritrovi subito, basta pensare a quella che vuoi."
Volpe Rossa prende un thermos da borsa che aveva posato lì accanto e riempie di cioccolata calda due bicchieri di carta, poi riconosce il sacchetto. "Ah ma questi vengono dalla pasticceria dei genitori della mia amica...." inizia, poi si ferma di colpo. "Come te li sei procurati? Ah già. Identità segreta, come non detto".
Ladybug rimette via lo yo yo e irrigidisce le spalle. - Eccola, la stoffa della reporter... - pensa "Ecco ho... Ho i miei contatti. Ma di cosa volevi parlarmi?" risponde, cercando di cambiare argomento.
Volpe Rossa va subito al sodo. "Per prima cosa, volevo sapere perché hai mandato Tikki a chiamarmi per ... ehm.. sostituirti quando Marinette era stata akumizzata."
Ladybug la guarda e inghiotte a vuoto. "Beh vedi..." inizia, avvicinandosi all'orecchio dell'altra. "Era...insomma mi erano venute in anticipo e stavo malissimo, non ce l'avrei fatta a trasformarmi!"
Volpe rossa si gira a guardarla. "Ma dai? Quindi mi stai dicendo che ... Ok che capita di stare veramente male ma... non hai pensato che trasformandoti ti saresti sentita meglio?" esclama, mentre Ladybug spalanca gli occhi e la guarda nei suoi. "Non me la racconti giusta, Ladybug..."
"Alya... " ribatte l'altra, seria. "Non è un gioco agli indovinelli, è una cosa veramente seria. Ti chiedo per favore di fidarti di me. Oppure, se non ti fidi di me, di darmi indietro il Miraculous della Volpe, anche se sarà difficile trovare qualcuno in grado di sostituirti," continua, mettendo una mano sulla spalla della ragazza nel costume arancione.
Volpe Rossa non distoglie lo sguardo dagli occhi blu di Ladybug - Quello sguardo determinato mi ricorda qualcuno. Se non mi vuol dire la verità, avrà dei buoni motivi, se il discorso è questo. E se fosse... No. Alya, è impossibile, ma potrebbe essere la mia occasione per scoprire la sua identità e... non dirla a nessuno! - riflette, prima di rispondere. "D'accordo. Hai ragione. Scusa. Non dovevo chiedertelo. Sono una ficcanaso."
"Ah, giusto... Hai visto quella ragazza, Martine, oggi? E' stata grande, non ha esitato a mettersi davanti all'akumizzata per dare tempo a due ragazzi di scappare!" risponde Volpe Rossa.
Ladybug la guarda. "Ehm.. no. Non mi ricordo molto," dice, abbassando lo sguardo. "Come mai me lo dici?"
"Pensavo che potrebbe essere una buona candidata per... per un Miraculous, anche Trixx è d'accordo!" prosegue Volpe Rossa. "Non ha esitato un istante a mettersi tra l'akumizzata e due miei amici dopo che una dei due era stata colpita!"
"Aspetta, ferma..." Ladybug interrompe l'altra. "Raccontami cosa è successo dall'inizio e con calma, ok? Se pensi di darle un Miraculous bisogna essere certi che sia la persona adatta" le chiede, fissandola. Alya riflette qualche istante e poi, sbocconcellando un croissant, inizia a riassumere la battaglia del pomeriggio, finché Ladybug non la interrompe di nuovo "Ah, quindi dopo è stata colpita anche lei, giusto?"
"Sì, e poi Ficcanaso ha colpito Chat Noir che si è distratto," spiega Volpe Rossa, pensierosa.
"Si è distratto? Per me?" chiede Ladybug, tesa.
"Oh, no, no! Vedi, quando Ficcanaso ti colpiva ti faceva svelare una cosa imbarazzante. Per esempio un mio amico ha detto che vede una ragazza sul suo balcone. E lei che esce sul balcone di nascosto!" Volpe Rossa, fingendo di soffiare il vapore dal bicchiere, osserva Ladybug di sottecchi e la vede irrigidirsi. "Nessuno se l'aspettava!" Si interrompe per bere un sorso di cioccolata, poi prosegue, "Chat Noir si è distratto per quello che ha detto Martine, che una volta gli ha toccato il sedere..." Ridacchia. "Invece lui ha detto che, fammi ricordare... Ah si! Ha detto che registra gli esercizi di piano per poter uscire di nascosto." La ragazza guarda Ladybug che fissa un punto sulla pietra accanto alla sua mano sinistra, le spalle rigide. "Deve avere una famiglia molto severa, te ne ha mai parlato?"
Ladybug sposta lo sguardo su Volpe Rossa. "Ehm... no, non parliamo mai della nostra vita privata," commenta, a bassa voce, accigliandosi - magari Chat Noir, cioè Adrien, voleva sfogarsi e io non gliel'ho mai permesso. Che razza di amica che sono - pensa, girandosi di lato ad osservare  la città illuminata.
"Ehi, tutto bene?" chiede Volpe Rossa, notando la reazione dell'altra - devo aver toccato un tasto dolente, se fosse qualcuno che conosce? Visto anche quello che Chat Noir ha detto dopo la sua famiglia dev'essere veramente terribile.- riflette.
"Sì... sì sto... bene, continua, per favore," risponde Ladybug, piegando le ginocchia al petto, sempre senza guardarla.
Alya sospira in silenzio e continua a raccontare, tralasciando le battute di Chat Noir su di lei. Ladybug la guarda di nuovo quando dice, "...e a questo punto ha colpito anche te! Ma sul serio non ti ricordi?"
Ladybug inizia a sudare freddo, dimenticando totalmente Martine e il suo possibile Miraculous, fissando l'altra negli occhi color ambra. "Eh.. no. Non ricordo niente, credo d'aver battuto la testa. Cosa... cosa ho detto?"
Volpe Rossa osserva Ladybug irrigidire la mascella e pensa - ecco che arriviamo al dunque... - "Beh... " dice, mentre beve l'ultimo sorso di cioccolata. "Hai detto che vedi Chat Noir di nascosto..." si interrompe allarmata, osservando Ladybug scattare in piedi e fare un passo indietro.
"Beh certo io... noi, insomma siamo colleghi! Non... non lo vedo alla luce del sole quindi... si... di nascosto, insomma... Da supereroi no?" balbetta Ladybug.
"Calmati, Ladybug! Non c'è niente che non va se lo vedi anche.... ASPETTA UN MOMENTO!" Volpe Rossa spalanca gli occhi per la sorpresa e si alza in piedi, facendo indietreggiare l'altra. "Stai forse dicendo che.. voi... Tu... Ok, senti, dopo hai detto che hai tentato di baciare il ragazzo che ti piace credendolo una statua! NON E' POSSIBILE! C'è una sola persona che può averlo fatto fatto, Ma..."
Ladybug balbetta qualcosa di incomprensibile, poi si lascia cadere sulle ginocchia come un sacco vuoto, la testa bassa, lo sguardo a terra. Volpe rossa sussulta, spaventata da quella reazione, fa un passo avanti e si china accanto alla ragazza. "Ehi, no aspetta, io..." borbotta, mettendo una mano sulla spalla di Ladybug, che la allontana con la sua.
Marinette sente il respiro farsi affannoso e trasformarsi in singhiozzi, mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. Alza lo sguardo su Volpe Rossa, la vista offuscata. "Vol... no... Alya," riesce a dire tra le lacrime. "Ti prego, non dirlo a nessuno. Ti scongiuro. A nessuno!" Una pausa. "Sono un disastro, io... io non sono riuscita a mantenere il segreto e ora... ora cosa faccio?"



Gabriel Agreste lascia cadere il pennino del tablet, travolto da una sensazione improvvisa. "Nooroo? Cos'è questa... è disperazione, non... non l'ho mai sentita così profonda e... Vergogna? Autocommiserazione..." esclama, stupito. "Ma è qualcosa di strano, mai sentita prima," prosegue a bassa voce.
Il kwami spalanca gli occhi, percependo anche la presenza di altri Kwami insieme a quell'ondata, potentissima, di emozioni. "Padrone?" esita, osservando Gabriel alzarsi e raggiungere il ritratto della moglie, che campeggia sulla parete dell'ufficio e toccare i punti per aprire il passaggio segreto.



Volpe Rossa stringe Ladybug in un abbraccio, ignorando le proteste dell'amica, ormai certa di chi ha di fronte. "Marinette," le sussurra. "Non fare così, Papillon potrebbe..."
"L'ha già fatto una volta, Alya!" dice lei tra i singhiozzi. "E' stato quando... Tikki è venuta a cercarti".
Alya la stringe più forte, facendole appoggiare la testa sulla sua spalla. "Tranquilla. Non sei sola, ci sono qui io. Non sei sola. Io non... non pensavo... il tuo segreto è al sicuro, sono la tua migliore amica, non ti tradirei mai," sussurra, accarezzando la testa dell'amica che continua a singhiozzare.
"Non posso essere Ladybug!" esclama tra le lacrime, stringendosi a sua volta a Volpe Rossa.
"Non dire così, Mari! Sei fantastica. Sei la persona più fantastica che conosca. Per tutto questo tempo sei... sei riuscita a fare delle cose meravigliose. Hai aiutato tante persone nel loro momento più buio. Mi hai salvata. Tre volte! Non sei un disastro, credimi."



Gabriel è impaziente di sfruttare quella inaspettata emozione negativa. "Nooroo, andiamo! Non c'è tempo di avvertire Nathalie!" ordina Gabriel. Mentre la botola si apre, improvvisa com'è iniziata, quella sensazione opprimente scompare, lasciando l'uomo sbigottito. "Cosa succede, Nooroo? Che fine ha fatto?" sbotta, guardando con rabbia la creatura che vola accanto a lui.
"Padrone è.... è passata. Qualcuno o qualcosa ha lenito quel sentimento negativo. Io... non la percepisco più," risponde il Kwami, temendo la reazione del suo portatore.
"Accidenti!" esclama Gabriel, alzando la voce, i pugni serrati. "Sarebbe stata una ottima occasione per rifarmi della... pfui... dannata ragazzina italiana."



Volpe Rossa fa una pausa, alzando il mento di Ladybug per guardarla negli occhi. "Ti fidi della tua migliore amica, Marinette? Ti porto a casa e parliamo, ok?" L'altra annuisce, cercando di riprendere il controllo di sé, stringendo Volpe Rossa ancora più forte. "Ehi.. Meno male che sono trasformata! Vacci piano!" protesta
"Scu... scusami." balbetta Ladybug "Grazie, Alya. Ti voglio bene," sussurra, lasciandola un po' andare mentre i singhiozzi lentamente si calmano.
Le due ragazze rimangono abbracciate finché Ladybug non torna a respirare normalmente e smette di piangere.
"Ma... ehm Ladybug, te la senti di tornare a casa? Ma non voglio sentire ragioni, tI accompagno!" chiede Volpe Rossa, con un tono che non ammette repliche alla seconda affermazione.
"Ehm... Ok, sì... è meglio che andiamo," concorda Ladybug, alzandosi in piedi mentre guarda, stupita, Volpe Rossa prenderle la mano destra tra le sue.
"Aspetta, Ladybug," inizia Volpe Rossa, guardandola negli occhi con espressione solenne. "TI prometto che non rivelerò mai a nessuno la tua identità, così come mantengo il segreto sulla mia".
"Lo so," risponde semplicemente l'altra, coprendo le mani dell'amica con la propria sinistra. "Andiamo? Tanto la strada la sai!" domanda poi, abbozzando un sorriso e lasciando le mani di Volpe Rossa, che annuisce e segue Ladybug verso casa di Marinette.



Ladybug si posa silenziosamente sul terrazzo, facendo segno all'amica con un dito sulle labbra di fare silenzio mentre sblocca la botola e scende sul letto, invitandola ad entrare con un gesto, poi Marinette rilascia la trasformazione, facendosi cadere seduta sul letto, in pigiama e con una coda di cavallo al posto dei codini di Ladybug.
Tikki riappare dagli orecchini, con un'espressione stupita nel vedere Volpe Rossa e Marinette. "Marinette? Cosa... Vuoi dire che lei?" domanda, sbigottita.
"Già," sospira Marinette. "Tutta colpa di Ficcanaso... ma anche un po' mia, temo," conclude, con voce un po' tremante, sentendo nuovamente gli occhi pizzicare. La ragazza mette i piedi sul materasso e si abbraccia le ginocchia.
"Trixx, ritrasformami!" sussurra Volpe Rossa, tornando ad assumere l'aspetto di Alya: scalza, in canottiera e pantaloncini e con una fascia sulla fronte che le tiene legati i capelli rossi.
Trixx esce dal ciondolo, un po' spaesato, volando subito accanto a Tikki e dicendole, "Ehi, Tikki! Era solo questione di tempo, vero?" facendo annuire la kwami. "Alya, hai portato qualcosa da mangiare? Ciao, Ladybug!"
"Si, Trixx", conferma lei, tirando fuori dalla tasca degli short un paio di acini d'uva, "ma ho solo questo.. " li porge al Kwami e si guarda attorno rabbrividendo.
"Forse è meglio chiudere! Casa mia è molto più calda!" constata, chiudendo per bene la botola e sedendosi sul letto dietro Marinette, circondando le spalle minute dell'amica con le braccia. "Dai, vieni qua dalla tua Alya, non piangere di nuovo, è tutto OK!" le sussurra.
Marinette irrigidisce le spalle, vagamente a disagio, poi lascia fare, rilassandosi nell'abbraccio con un lungo sospiro.
"Sai..." inizia Alya, "... non avrei mai detto che sarei stata... beh la migliore amica di Ladybug! Sei... oh, quasi non ci credo che sei tu!" prosegue, realizzando del tutto la cosa in quel momento. "Scusami, Marinette. Forse non avrei dovuto dirtelo così. Mi dispiace!"
"La... lascia perdere, ormai è fatta," le dice Marinette con una lacrima che scende lungo la guancia, ma sentendo sciogliere il nodo che aveva alla gola. "E' che sei la seconda persona ad averlo scoperto. E questo ti mette in pericolo."
"In pericolo? Scherzi? Con Trixx? E te e Chat Noir? Non vedo chi potrebbe essere più al sicuro di me! Mi hai affidato il Miraculous... " Alya ribatte, poi si ferma. "Devo ... devo restituirlo? Aspetta, chi è l'altra persona? Chat Noir?"
"No, non devi restituirlo, Alya. E no... non è... Non posso dirti chi è. Ma nessun altro deve sapere chi sono. Hai visto quanto poco c'è voluto..." spiega Marinette.
"Ma non è stata colpa tua! E poi solo io sapevo quella cosa della statua... A parte Adrien. Ma Adrien non c'era, quindi il tuo segreto è in buone mani. Non ti fidi della tua migliore amica?"
"Sì, Alya, io mi fido di te ma..." inizia Marinette - Invece Adrien c'era! - pensa, quando l'amica la interrompe.
"E allora non ti preoccupare. Anzi ti posso aiutare a trovare degli alibi per quando... devi trasformarti a scuola!"
"Forse hai ragione," concorda l'altra, ancora dubbiosa, troppi pensieri, troppi 'se' le affollavano la mente. "Scusami, mi fido di te. Solo che sono così stanca. Non puoi immaginare cosa ho passato nell'ultimo anno."
"No, non credo di poterlo fare," concorda Alya, guardando l'orologio. "Che ne dici di dormire? Resto qui a farti compagnia per un po', ti va?"
Marinette si gira a guardare l'amica, che non l'aveva ancora lasciata. "D'accordo Alya..." risponde, sciogliendosi dall'abbraccio e scostando il piumone per infilarcisi sotto con l'amica che si sdraia dietro di lei circondandola con un braccio.
Dopo parecchi minuti di silenzio in cui Marinette rimane immobile, Alya le chiede, "Non ti dà fastidio, vero?"
"Ehm... no. Credo che un abbraccio di una persona amica sia proprio quello che mi serve, adesso, grazie, amica mia." risponde Marinette, iniziando a sentire la stanchezza accumulata in quella giornata frenetica. "E... sai cosa? Quando ho avuto il Miraculous non volevo essere Ladybug. Non credevo di essere in grado di farlo. E a volte non lo credo nemmeno adesso."
"E cosa ti ha fatto cambiare idea?" domanda l'altra, spingendola a continuare a parlare.
"Beh.. Tu! Eri stata l'unica ad avermi difesa, e non mi conoscevi e... avevo pensato di lasciarlo a te," risponde, la voce impastata dal sonno. "E... ho cambiato... idea grazie a Chat Noir... che si è fidato di me. E... per salvare... te che eri in pericolo." Marinette smette di parlare, il respiro lento.
Tikki le vola davanti al viso, la osserva e si sposta verso Alya sussurrando, "Ora dorme, povera la nostra Ladybug!" Poi la guarda negli occhi la ragazza. "Non serve che ti dica che tutto questo è un segreto e che non deve uscire da qui. Devo dirti un'altra cosa, però. Marinette ha scoperto l'identità di Chat Noir grazie a Ficcanaso. Non posso dirti chi è se non vorrà farlo lei, da un certo punto di vista meno sapete meglio è. Ti chiedo di starle vicina, per favore. Anche tu, Trixx, aiuta Alya," spiega la Kwami. "La nostra amica ha bisogno di tutto il supporto possibile. Ha una responsabilità enorme tutta sulle sue spalle e... a volte poca fiducia in se stessa, ma è la miglior Ladybug che abbia mai conosciuto."
Tikki si posa sul comodino, mangiando un biscotto. Alya intanto, lentamente, si scosta da Marinette addormentata, poi la copre con il piumone. "Trixx, trasformami!" sussurra, assumendo l'aspetto di Volpe Rossa.
"Puoi contare su di me, Tikki. Voglio bene a Marinette e ora che so che ha questo peso su di sé e voglio fare il possibile per aiutarla. Ora vado. A presto! E scusami anche tu, mi sa che col mio intuito ho fatto un bel guaio!" si congeda, aprendo la botola e infilandocisi.
"Non scusarti, non è colpa tua, o di Marinette, ma di Papillon," le risponde Tikki, mentre la botola si chiude. "Ciao, Alya!" la saluta sullo scatto del chiavistello.

 

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Capitolo 28
*** La Coccinella, il Gatto e la Volpe ***


Per tutta la sera, Adrien non ha fatto altro che pensare a cosa han detto i suoi amici e Plagg su quel pomeriggio. Il Kwami, grazie a qualche spintarella gastronomica, ha detto ad Adrien tutto quello che ricordava, compresa la reazione di Marinette alla rivelazione dell'identità di Chat Noir, ma Adrien non era ancora soddisfatto.

“Plagg, sei certo che Marinette abbia semplicemente reagito così?” domanda il ragazzo, per l’ennesima volta

“Si Adrien, ti dico di sì. Poi le hai scritto e lei ha detto che non si ricorda nulla, stai tranquillo! E poi Ladybug non ti chiederà di restituire il Miraculous! Fidati di me! Adrien, non è nemmeno stata colpa tua. Ha fatto tutto lei! E comunque basta non dire niente a Ladybug!” risponde Plagg, ripetendo la stessa frase per la sesta volta consecutiva.

“Non fare niente,“ gli fa il verso Adrien, poi continua: “la fai facile tu… Ma scoprirò domani quando vado in negozio dai suoi come stanno davvero le cose. Sempre che Nathalie non abbia cambiato idea. Ora però resta l’altro problema! Cosa cavolo ho detto quando ero trasformato? Se tanto mi dà tanto ora mezza Parigi sa chi sono. Ma è impossibile, perché se no sarebbe pieno di giornalisti, qua fuori.”

“Ma sicuramente non hai detto niente di compromettente! Andiamo a dormire adesso che sono stanco?” si lamenta Plagg, posandosi sul cuscino del letto.

“Mah. Domani chiederò a Ladybug o a Volpe Rossa,” conclude Adrien, reprimendo uno sbadiglio. “Eh, hai ragione, è stata davvero una lunga giornata, forse è meglio che ti dia retta. Buonanotte Plagg,” lo saluta, entrando nel bagno per prepararsi per andare a dormire.




Chat Noir subito non capisce dove si trova, poi riconosce il museo delle cere. Non si ricorda come ci sia finito, ma sente un rumore alla sua destra: da una porta si affaccia Ladybug, l’aria decisamente triste. Chat Noir si mette in posa - adesso la farò ridere - pensa, mentre finge di essere una statua e resta immobile.

Ladybug si avvicina a Chat Noir e lo guarda incuriosita. “Non mi ricordavo di questa statua… Accidenti ma è proprio realistica…” commenta, girandoci attorno.

Questa cosa ad Adrien procura un senso di deja vu - ma… ma questa cosa io… l’ho già vista - pensa tra se sforzandosi di restare immobile mentre Ladybug lo sfiora.

“Ah, se fossimo due statue, potremmo essere vicini per sempre!” declama Ladybug, mentre Adrien sente le pulsazioni aumentare. “Occhi di vetro negli occhi di vetro, labbra di cera su labbra di cera!” prosegue la ragazza, abbracciando la nuca di Chat Noir e alzandosi sulle punte dei piedi per avvicinare le labbra alle sue.

Chat Noir tenta di muoversi, ma non ci riesce, è completamente immobilizzato. Le labbra di Ladybug sono sempre più vicine alle sue, lui riesce a sentirne il respiro, la ragazza chiude gli occhi e….




Adrien è seduto al cinema, accanto a Marinette; Sullo schermo stanno scorrendo i titoli di testa dell’ultimo film interpretato da sua madre. Il ragazzo distoglie lo sguardo dallo schermo, per sbirciare il profilo della ragazza che ha accanto. Minuta, i capelli acconciati con due codini, nel buio della sala l’aveva scambiata per Marinette, ma a guardarla bene, coi riflessi delle immagini sullo schermo, i capelli sembrano di un colore diverso e il viso sembra portare una maschera sugli occhi… Ladybug?

La ragazza si accorge dello sguardo di Adrien, e si volta sorridendo dolcemente e sussurra, “Una volta ho tentato di baciare quella che pensavo fosse la statua di cera del ragazzo che mi piace. Ma non era una statua”. La maschera si dissolve e Adrien si trova a fissare gli occhi azzurri di Marinette che senza staccare gli occhi dai suoi gli appoggia delicatamente le mani sulle guance e inizia a tirarlo a sé. Lui non riesce a distogliere lo sguardo dai suoi occhi e lascia fare, incapace di muoversi.




Adrien si sveglia di colpo, vedendo ancora l’immagine di quei meravigliosi occhi nella penombra della stanza.

“Wow,” sussurra, sentendo Plagg borbottare e cogliendo con la coda dell’occhio un riflesso verde. “Plagg? Mi sa che non sono stato l’unico a svelare la mia identità segreta...”


“Adrien? Che hai combinato adesso?” fa il kwami, volandogli davanti al viso.

“Devo parlare con Volpe Rossa, immediatamente”, fa lui, mettendosi a sedere sul letto e facendo spostare Plagg, che borbotta qualcosa di incomprensibile.

“Cioè tu vorresti che ti trasformassi ADESSO? Ma hai visto che ore sono?” chiede Plagg, sarcastico, incrociando le zampe sul petto. “E cosa sarebbe questa cosa importantissima che vorresti chieder….”

“Plagg! Trasformami!” lo interrompe Adrien, assumendo l’aspetto di Chat Noir. Il ragazzo prende il bastone e lo apre come telefono, tocca l’icona di Volpe Rossa e avvia una chiamata.

Inaspettatamente, dall’altra parte sente la voce di Volpe Rossa, leggermente affannata . “Chat Noir? Che succede? “ chiede lei, sorpresa, un leggero tonfo quando atterra su un tetto e continua, “Un’Akuma? Ci mancherebbe pure…”.

Adrien è preso alla sprovvista e la interrompe, “Ehi, ehi, Rossa… calma! Non… non pensavo che rispondessi! No, non c’è nessun’Akuma è che… senti, non è che ci possiamo vedere che so… adesso dietro la Dupont?” le chiede, mettendosi una mano dietro la nuca.

“Adesso?” risponde lei, ancora più sorpresa. “Sicuro che non possiamo parlarne qui? Anche se non credo che sia per farmi gli auguri di Natale.”.

Chat Noir si gratta la nuca, guardandosi allo specchio nota che una delle orecchie del costume si è abbassata “Ecco… hai indovinato. Non sono gli auguri. In realtà riguarda il combattimento di oggi, devo sapere una cosa.”

Qualcosa di simile a un sospiro arriva dall’altra parte, poi Volpe Rossa risponde, “Ok, gattino, dò da mangiare a Trixx e arrivo, ma… una cosa breve. A subito!” E interrompe la comunicazione.

Chat Noir rimane a guardare il bastone-telefono, perplesso, poi va alla porta in punta di piedi e controlla che sia chiusa, prima di aprire la finestra e saltare fuori dal giardino della villa.

Per essere le due del mattino le strade di Parigi sono ancora abbastanza trafficate, mancando due giorni a Natale sono illuminate a festa e molti locali sono aperti, anche se non in quel quartiere.

Godendosi la sensazione di libertà, Chat Noir fa un giro un po’ più lungo del solito, passando poco lontano da casa di Marinette. Il ragazzo si ferma su un tetto lì vicino, nascosto dai comignoli, e sbircia la mansarda dell’amica, vedendola buia. Sospira mentre pensa - starà dormendo. Spero davvero che non si ricordi che le ho svelato la mia identità, domani devo parlarle e scoprirlo - poi riprende la corsa verso la Dupont.




Qualche istante dopo Chat Noir si ferma sulla terrazza di un edificio dietro la scuola che frequenta in vesti civili, immediatamente raggiunto da un lampo arancione. Volpe Rossa.

“Ehi micio, si può sapere cosa c’è di così importante da farmi uscire a quest’ora?” chiede lei, avvicinandosi a Chat Noir a passo di marcia. Lui inghiotte a vuoto facendo istintivamente mezzo passo indietro.

“Ciao, Rossa… calma… aspetta… che ci facevi sveglia e trasformata a quest’ora?” risponde lui e vedendo l’altra interdetta continua, “Io sono stato svegliato un sogno”.

“Ok, hai ragione, non avevo motivo per essere trasformata a quest’ora della notte. Stavo facendo un giro di pattuglia!” risponde Volpe Rossa, alzando le mani. “Ma mica sono un’indovina…. dai, vieni al punto,” continua, ignorando la provocazione.

“Sì, scusami…” Di nuovo Chat Noir si mette una mano dietro la nuca. ”Senti, quello che ti dirò deve rimanere tra me e te, ok?” esordisce, fissando la ragazza negli occhi color ambra.

Alya è colpita dall’intensità di quello sguardo e annuisce. “O… ok”

“Promettimelo!” aggiunge Chat Noir, senza distogliere lo sguardo.

Volpe Rossa annuisce di nuovo “Promesso...”

“Ho bisogno di sapere cosa è successo durante la battaglia con Ficcanaso. Credo di aver fatto un casino! Vedi, ieri ero al palazzetto e mentre… mentre scappavo per trasformarmi, ecco forse...” Il ragazzo esita, guardando il pavimento. “Forse… ho rivelato la mia identità a una… ehm… civile,” spiega poi, facendo una lunghissima pausa. “Inoltre… credo che… è pazzesco ma penso di sapere chi è Ladybug sotto la maschera.”

Volpe Rossa spalanca gli occhi e balbettando leggermente tenta di rispondere, “O… ok. Aspetta c’eri anche tu? Oh... Potrebbe essere complicato, adesso. Sediamoci.” Mentre lo fa riflette - Ottimo Alya, dovevi pensarci che anche Chat Noir ti avrebbe fatto domande! Che casino, come faccio a dirglielo senza fargli capire… Oh al diavolo, magari non è nemmeno Adrien. Ma se lo fosse… Vabbé, io glielo dico, se non è lui non succede niente, respira, Alya.. No col cavolo, ha parlato di una civile… oddio se Mari cioè Ladybug lo sapesse gli toglierebbe il Miraculous. Fà che sia Adrien...-

“Sono seduto, Rossa? Sei qui? Anche io? Che intendi?” Volpe Rossa sente la voce di Chat Noir, accovacciato a terra, che la fissa perplesso e preoccupato e si riscuote.

“Ah, si, giusto… ecco… dunque…” esita la ragazza, seduta a gambe incrociate di fronte a Chat Noir. “Intendo che c’ero, per caso, c’era tanta gente... Comunque, Ficcanaso ha colpito me, ma non ti dirò mai cosa mi ha fatto dire,” inizia a raccontare. “Poi ha colpito Martine, te la ricordi?” Vede Chat Noir annuire e prosegue, “Ecco lei è stata fantastica… comunque l’ha colpita e…. ha detto che ti ha toccato il sedere, una volta,” butta lì, facendogli l’occhiolino. “E devo dire che ….” Chat Noir arrossisce come un peperone, “ha buon gusto, la ragazza”.


Volpe Rossa ridacchia, mentre Chat Noir diventa ancora più rosso e le lancia un’occhiataccia “Poi… beh abbiamo combattuto e… Hai detto che registri le lezioni di pianoforte.” Lo guarda di sottecchi con uno sguardo sornione. “Non ti facevo musicista”.

Chat Noir fa un gesto con la mano. “Lascia perdere. Continua, per favore” dice, visibilmente nervoso, afferrando la punta della coda del costume che si muove su e giù.

“Insomma… poi Ladybug ha detto che ti vede… di nascosto...” Volpe Rossa esita prima di proseguire, studiando le reazioni di Chat Noir, che ora è immobile, le mani premute sulle ginocchia. “E poi… Tu hai detto che hai… portato la tua migliore amica al cinema in pigiama? Qualcosa del genere.”

Chat Noir sussulta lievemente e si copre la bocca con una mano. “Oh, cavolo...” borbotta, mettendosi poi a quattro zampe, voltato verso Volpe Rossa. “E Ladybug?”

“E… beh lei.. non lo so, ero occupata a non farmi colpire dall’Akuma, scusami…” prosegue lei, spostandosi indietro mentre Chat Noir le si avvicina. “Ne sei sicura, Rossa?” insiste lui, facendola sussultare.

“Poi è successo un casino, stava crollando il palazzetto e voi due siete stati quasi sepolti…“” fa lei, e si ferma un attimo per riprendere fiato..

“Questo spiega il bernoccolo…” nota Chat Noir. “Rossa, va’ avanti!” la incalza, avvicinandosi un altro po’ e fissandola ancora negli occhi, con più intensità di prima.

“E… hai detto che tuo padre ti tratta da schifo!” esclama Volpe Rossa, appoggiando le mani dietro di sé per non cadere. Chat Noir impallidisce e si rimette seduto sulle ginocchia. “Che succede? Che ho detto?” chiede, pensando freneticamente - Ecco, lo sapevo che era Adrien! Adesso il problema è… come cavolo faccio ad evitare che lui scopra chi sono io. Che cavolo! - la ragazza si raddrizza e si china verso di lui.

Chat Noir la guarda e con un filo di voce le dice, “Niente...” poi pensa - Calma, non può aver capito chi è mio padre, respira, Adrien - facendo un paio di respiri profondi per calmarsi. “Va tutto bene… Vai avanti,” la esorta di nuovo.

Volpe Rossa inizia a sudare freddo pensando - Devo aver toccato un nervo scoperto. A questo punto sono quasi sicura che sia Adrien! O la va, o la spacca, glielo dico. Ma nel modo giusto altrimenti anche la MIA identità segreta salta, accidenti. - Poi guarda nuovamente il ragazzo e cerca di assumere un tono divertito. “Subito prima del crollo Ladybug ha detto una cosa assurda!”

“Tipo?” chiede Chat Noir

Alya pensa - ecco, ci siamo. Se ho visto giusto, la sua reazione sarà spettacolare - e invece dice, “Tipo… Tipo… che ha quasi baciato il ragazzo che le piace… pensando che fosse… una statua. Da non crederci è troppo assurdo, vero?” studiando le reazioni dell’altro.

Chat Noir inghiotte a vuoto e da pallido che era diventa istantaneamente paonazzo, gli occhi e la bocca spalancati. “Cosa… chi.... quando....” balbetta quando riprende il controllo, poi gli si riempiono gli occhi di lacrime e si getta al collo di Volpe rossa, abbracciandola. “Grazie!” esclama. “Grazie, Rossa, grazie! Avevo paura di aver rovinato tutto, invece… grazie!” La lascia andare e le stampa un bacio sulla guancia, poi balza in piedi, prende il bastone dopo un, “e buon Natale, Rossa!” sparisce verso la Torre Eiffel.

Volpe Rossa rimane immobile, allibita, la bocca aperta per lo stupore, sbatte le palpebre un paio di volte, poi si tocca la guancia e infine sorride, sorniona. “Di niente, Splendore…buon Natale anche a te...”. La ragazza si guarda intorno, rimettendosi in piedi e spolverando il costume “Accidenti!” sbotta. “Non posso nemmeno dirlo a Mari!”.

La ragazza guarda la Torre Eiffel illuminata, sospira e pensa - Che bel regalo di Natale sarebbe, per lei. Lo meriterebbe proprio. Ok Alya, torniamocene a casa, prima che mamma sospetti qualcosa - poi prende fiato e spicca un salto dal tetto, diretta verso casa.


Nota dell’autore

E anche questo capitolo è andato. Spero via sia piaciuto il fatto che finalmente Adrien faccia 2+2 e capisca che “la sua Lady” in realtà è la sua migliore amica. Non preoccupatevi, non è ancora finita. Vi avevo promesso un nuovo eroe e che avrete visto ancora Ryuko in azione. Arriveranno. :D

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Capitolo 29
*** Scambi di regali ***


“Buongiorno Tikki…” Marinette saluta la Kwami mentre si stiracchia, appena dopo aver spento la sveglia.
“Buongiorno Marinette!” risponde lei, volandole davanti.
“Dimmi che ieri ho sognato tutto, per favore”.
La Kwami fa una smorfia. “Temo di no, amica mia, temo proprio di no. Ma era solo questione di tempo, è molto raro che nessuno scopra chi sia Ladybug, o che lei non lo confessi a qualcuno. Ma ora, con Adrien, cosa pensi di fare?”
“Non farmici pensare, Tikki,” risponde la ragazza coprendosi il viso con le mani. “Penso… che per il momento manterrò il segreto. Non sarà facile, ma penso sia l’unica cosa che io possa fare. Solo mi domando se… se anche lui ora sappia chi sia Ladybug, cioè che sono io insomma. Che casino.”conclude, con un sospiro.
“Quindi pensi di non dirgli niente su Chat Noir?” chiede Tikki, curiosa.
Marinette si gratta la testa riflettendo “Per ora, no. Ha scritto che non ricorda la battaglia, quindi forse non ricorderà nemmeno quello. Invece, per quell’altra cosa… Io ho paura,Tikki. Ho paura che crei un altro...“ la ragazza si interrompe e rabbrividisce ”beh un altro Chat Blanc. Forse è l’occasione di dare il miraculous del coniglio ad Alix e chiederle di dare un’occhiata?”
“Non pensarci adesso, goditi il Natale, Marinette,” Tikki cerca di consolarla come può. “Domani verranno tutti per gli auguri in negozio, sei pronta? A proposito! Hai preparato il regalo per Adrien?” le chiede poi.
“Accidenti! Il regalo per Adrien!” sbotta Marinette, quasi saltando giù dal soppalco “Devo finire i guanti! Voglio aggiungere qualcosa a quelli che gli avevo già fatto… insomma ora che so… ci vuole qualcosa a tema, come delle zampe da gatto!” Si precipita alla macchina per cucire, ma il borbottio del suo stomaco fa scoppiare Tikki in una risata. “Ok, magari dopo colazione!” esclama, andando a prepararsi per scendere in cucina.





Adrien apre gli occhi prima della sveglia, si stira e si volta verso Plagg che dorme beatamente, acciambellato sul cuscino dopo la serata e l’extra di Camembert che si è sbafato. Senza svegliarlo, il ragazzo va in bagno: guardandosi allo specchio nota gli occhi rossi e le lievi occhiaie, frutto delle ore passate in giro la notte precedente. 

Mentre si lava il viso senza migliorare di molto la situazione, Adrien riflette sulla notte appena trascorsa - No, mi sa che le due ore di giro di pattuglia di ieri notte non sono state poi una così grande idea. D’altra parte, non avrei dormito, dopo quello che mi ha detto Volpe Rossa! Non riesco a crederci, per più di un anno è stata lì, letteralmente dietro di me e io non mi sono mai accorto di nulla. Beh no, mi ero accorto di che ragazza fantastica fosse - mentre pensa a Marinette non riesce a trattenere un sorriso -  ma… Cavolo questo è… troppo. Bene, Adrien, ora inizia la parte difficile. Mantenere il segreto e non dire questa cosa a nessuno, nemmeno a lei. - 

Perso nei propri pensieri, Adrien non si accorge di Plagg che, anche lui sveglio, ha attraversato la porta del bagno e lo sta guardando con una smorfia tra il divertito e il disgustato. “Ehi, gattino, non pensavo ti piacesse così tanto quello che vedi, con quelle occhiaie poi. O c’è qualcosa che mi dovresti dire?”, lo prende in giro il Kwami nero.

Il ragazzo si riscuote dalle sue riflessioni e arrossisce quando si rende conto dell’espressione sul proprio volto. “Speravo che tutto quel Camembert ti avrebbe messo KO ancora per un paio d’ore, Plagg,” lo rimbrotta, cercando di ignorare la provocazione.

Plagg incrocia le zampe sul petto. “Per tua informazione, posso mangiare almeno il triplo di quella quantità di Camembert e non avere nessuna conseguenza. Solo che sei stato due ore a saltare per i tetti, mi hai costretto a un sacco di lavoro extra, per di più dopo il combattimento con quell’antipatica.” Il Kwami fa una pausa, girandosi di lato, sdegnato e guardando il suo portatore di sbieco. “A proposito, ne è rimasto ancora di quella delizia?”

Dalla doccia Adrien risponde, “No, te lo sei sbafato tutto stanotte! Per fortuna, perché l’odore è insopportabile. Fammi preparare che oggi andiamo da Marinette per gli auguri... e non so ancora cosa regalarle per Natale”.

“Beh, Codini ti avrà sicuramente preparato qualcosa e tu non ci hai nemmeno pensato. Potresti regalarle del Camembert” risponde Plagg, poi, dopo qualche secondo di silenzio “Ma non il mio”.

"Aspetta, sotto la doccia ho avuto un'idea" esclama Adrien uscendo dal bagno già vestito, accendendo il computer e aprendo una pagina internet "potrei regalarle l'edizione da collezione di Super Mecha Strike 3, quella online, così possiamo sfidarci anche se mio padre non mi fa uscire.", spiega, mentre clicca e completa l'acquisto. "Per l’ora di pranzo dovrebbe arrivare" conclude. 
“Ma non è quel gioco in cui Codini ti batte ogni volta?” gli chiede Plagg, prendendolo in giro.
“Plagg, abbiamo giocato solo una volta. Per quel torneo e… beh ero distratto… dai… dai dolci che suo padre continuava a portare!” risponde Adrien, mettendosi una mano dietro la nuca, imbarazzato, facendo ridere il Kwami che si nasconde svelto dietro il calciobalilla per evitare la pantofola di Ladybug che il suo portatore ha appena lanciato.




Il suono della sveglia fa sobbalzare Alya, che si mette a sedere di scatto sul letto, cercando Trixx con lo sguardo  “Dimmi che non ho sognato, Trixx… Dimmi che i miei migliori amici non sono Ladybug e Chat Noir!” fa, inforcando finalmente gli occhiali. 

Il Kwami si affaccia  dal suo angolo dietro i libri per osservare con un sorriso la sua portatrice  “Eh no, Alya, sono proprio loro.” fa una pausa per volarle vicino,  poi prosegue “Non ti aspettavi che l’avresti scoperto così, vero?” le chiede infine.

“Oh no, proprio no…” Alya spalanca gli occhi, colpita da un pensiero improvviso “Ehi ma questo significa che Marinette…. Oh, cavolo! Insomma lei e Adrien…” guarda Trixx con aria sognante, le mani intrecciate vicino al viso “aaaah che cosa romantica! Ecco, QUESTO proprio non me lo sarei mai aspettata.” 
“Dai, Alya” la interrompe il Kwami, “non dirmi che non pensi che quei due siano fatti l’uno per l’altra! Basta guardarli, e, fidati, ne ho viste di Ladybug e Chat Noir. Certe volte sono coppie perfette, ma è anche capitato che non potessero sopportarsi.”
“Beh certo che lo penso, con tutte le volte che ho provato a far stare soli quei due piccioncini..” risponde lei, pronta, “Comunque non mi sarei mai aspettata di essere io a… beh a rivelare le loro identità in questa maniera.” 
La ragazza si toglie canotta e short per indossare una tuta grigia, continuando a parlare con Trixx, che si è spostato dietro alcuni libri per farla cambiare “Adesso però le cose diventano difficili perché… io credo che loro due debbano mantenere il segreto. DI sicuro non posso dire a Marinette che conosco l’identità di Chat Noir… Mi spellerebbero viva. Tutti e due.”
“Già, e conoscendoti, fremi di poter scrivere qualcosa sul Ladyblog!” aggiunge Trixx, facendo capolino.
“Puoi dirlo forte! Ma troverò qualcosa da scrivere, che so… intervista esclusiva al Kwami di Ladybug! A proposito, mi sembrava molto dolce, quando le ho parlato.. Tikki hai detto che si chiama?”
“Esatto, proprio così” conferma il Kwami arancione, annuendo.

Da dietro la porta si sentono le voci di Etta ed Ella, le sorelle minori di Alya, eccitate per il Natale imminente che stanno già litigando per i regali dalla sorella maggiore Nora.

“Nasconditi, Trixx, prima che….” inizia Alya, esattamente quando la porta si apre e le due piccole pesti si fiondano nella stanza. 
“Alya!” fa Etta, prendendola per la mano destra,
“Alya!” fa Ella, prendendola per la sinistra,
“Vero che oggi vai dalla tua amica Marinette?” le chiede Etta, salendo sul letto della sorella “Ci porti i macarons che fa?” esclama Ella, poi guarda la gemella e, in coro “Ne voglio più io!”.
Alya si mette tra le due, tirando giù Etta dal letto  “Certo, piccole pesti, ve ne porterò un sacco! Adesso però andate che mi stavo cambiando, su! Avete già fatto colazione?”
“Sì” rispondono entrambe
“Ecco allora tocca a me adesso, su su, andate!” conclude, spingendo fuori le due bambine e chiudendo la porta dietro di loro, appoggiandosi con la schiena all’anta e sbuffando. “Vabè mi ero già cambiata. Ma se no non uscivano!” borbotta “Dopo ti porterò qualcosa, Trixx.. “
“Non preoccuparti! Mi farò dare dei dolci da Tikki oggi” risponde lui dal suo nascondiglio, subito prima che la sua portatrice esca dalla stanza diretta in cucina.




Dopo colazione Marinette si mette all’opera e aggiunge delle impronte da gatto sui palmi dei guanti che aveva già preparato per Adrien. Mentre li infila nel sacchetto con le decorazioni natalizie Tikki le vola accanto “Marinette, ti sei ricordata il biglietto stavolta? E, senti, non pensi che il riferimento al gatto sia un po’... troppo?” chiede, sbirciando nel sacchetto.
L’altra la guarda di rimando “Ma certo Tikki che…. hai ragione, il biglietto! Lo stavo dimenticando DI NUOVO!” Marinette si dà una pacca sulla fronte “E ora… ora che gli scrivo?”
La Kwami, dopo aver alzato gli occhi al cielo  la guarda “Beh, per cominciare, che ne diresti di Buon Natale da Marinette?” propone, spostandosi su un blocchetto di foglietti colorati e passandone uno all’amica.
“Uhmmm” riflette Marinette “Sì, credo che sia la cosa migliore. Semplice ed efficace” commenta, prendendo il foglietto e scrivendoci sopra la frase suggerita da Tikki, aggiungendo un cuoricino come puntino della I di Marinette.
“Ecco fatto” commenta alla fine, infilandolo nel sacchetto “E speriamo che stavolta Nathalie non ci metta lo zampino come con la sciarpa” poi fa una pausa “Ah, e per il riferimento al gatto… posso sempre dire che mi sembra un tipo da gatti.”“O magari solo perché li trovavi carini?” suggerisce Tikki “Ma secondo me non ti chiederà nulla e gli piaceranno un sacco! 
E per Alya?”
Marinette prende un sacchetto arancione, togliendo una scatola dall’interno “Ah, per lei ho comprato questa cover rossa per il cellulare a cui ho attaccato un anello, se lo giri in questo modo” prende il telefono e infila un dito dentro l’anello “puoi usarlo con una sola mano senza paura che ti cada, invece se lo giri così” lo posa sul tavolo girando l’anello per sostenerlo “puoi filmare. Sarà contentissima”. Finisce di parlare e ripone cover e scatola dentro il sacchetto insieme a un bigliettino rosso, “insomma” conclude “per quest’anno sono a posto coi regali!” indicando un sacchetto di carta marrone accanto al tavolo.



Dopo pranzo Sabine riapre la pasticceria e mentre sta girando il cartello sulla porta si trova di fronte Alya, con una giacca a vento arancione e un sacchetto in mano che la saluta con la mano. Accanto a lei Nino con l’immancabile berretto rosso e le cuffie attorno al collo.


“Oh, ciao Alya, Nino, buon Natale” la saluta mentre le apre la porta.
La ragazza entra nel locale slacciando la giacca a vento “Buon Natale anche a lei signora Dupain-Cheng. Marinette è su? Ho il suo regalo!” 
“Certo” risponde Sabine, “sali pure, passa dal retrobottega, visto che in negozio non c’è ancora nessuno… attraversa il laboratorio e gira a sinistra! E te l’ho già detto, chiamami pure Sabine, ok?”
“D’accordo si... ehm Sabine” risponde Alya, guardando il fidanzato “Aspettami qui, torno subito eh!” facendogli l’occhiolino.

“D’accordo. Salutami Marinette!” fa lui, alzando le spalle, poi guarda Sabine “Grazie, Buon Natale signora!”.

I due iniziano a parlare del più e del meno mentre Alya si infila nel retrobottega,lo attraversa e imbocca le scale per il piano di sopra.



La voce di Alya arriva attutita dalla botola “Mari? posso entrare?” 
Il suono fa sobbalzare Marinette che si sta pettinando coi suoi consueti codini  “Eh? Alya? Non ti aspettavo! Vieni dentro!” risponde, appena ha ripreso fiato.

La ragazza apre la botola, entra nella stanza e si precipita ad abbracciare l’amica, che la guarda con gli occhi spalancati per lo stupore “Ehi e questo per cosa ...”
“E lo domandi? La mia migliore amica è… è… è il mio mito e… e una supereroina e... e non posso dirlo a nessuno, ma almeno posso essere super orgogliosa di lei!” Alya si stacca dall’abbraccio e la guarda “Sei fantastica, Marinette! Buon Natale!” esclama, passandole un pacchetto rosso “Da parte mia e di Trixx” dice, mentre il Kwami fa capolino dalla tracolla.

Marinette è ancora un po’ sbigottita dalla reazione della sua migliore amica ma si riprende subito “Eh… sì, il regalo… Ecco il mio” esclama, porgendogli il sacchettino arancione “Buon Natale, Alya!” poi va chiudere la botola “E a proposito dell’altra cosa… devo presentarti per bene qualcuno” dice, mentre Tikki esce dal suo nascondiglio “Lei è Tikki, il Kwami della Creazione” 
“Ciao Alya, sono felice di poter parlare con te, finalmente!” la saluta con tono allegro, volandole vicino, subito imitata da Trixx che saluta l’altra Kwami.
“E’ un piacere anche per me… ieri non abbiamo potuto presentarci! Volevo dirti che sono felice che Marinette possa contare su un’amica come te, Tikki.”

Alya si siede su un cuscino sul tappeto e sposta l’attenzione su Marinette “E ora parliamo di cose interessanti” esordisce, puntando gli occhi color ambra sulla sua amica e sfregandosi le mani “Cosa pensi di fare con… Splendore?”
Le guance di Marinette diventano rosse e roventi mentre la ragazza deglutisce a vuoto “E… e… ecco.. io… insomma” balbetta, poi sposta lo sguardo sul tappeto e abbassa la voce “Pensavo di non dirgli niente, per adesso.. ci sono delle cose che… che sono successe e..” fa una lunga pausa, l’espressione triste e preoccupata allo stesso tempo “Non posso dir nulla finché non sono sicura che non possano succedere. Scusami Alya, siamo amiche ma...  ma non mi va di parlarne, prima che me lo chieda.”
“Ah” fa l’altra, guardando Marinette e la sua espressione con aria interrogativa “Ma… Ok, scusami. Non dovevo impicciarmi” si ferma “Quando te la senti, sono qui, lo sai”.
“Lo so, grazie Alya…” concorda Marinette, asciugandosi velocemente una lacrima e cercando di ricomporsi. “Sto bene. Solo che sono successe un sacco di cose, da ieri. Quindi no, per ora non dirò nulla. Però chissà, magari riesco a non balbettare di fronte ad Adrien!”
“Ecco, questo è l’atteggiamento giusto!” esclama Alya, alzandosi di scatto “Scendiamo? penso che a minuti arriveranno gli altri, e poi le mie sorelline vogliono i macaron dei tuoi genitori!”





Pochi minuti dopo le due ragazze entrano in negozio, che nel frattempo si sta riempiendo di clienti che si affrettano agli ultimi acquisti per il Natale. Marinette vede il berretto di Nino e va a salutarlo, scambiando i due baci “Buon Natale, Nino!” a cui lui risponde “Buon Natale, amica mia”.
Vedendo il negozio affollato guarda l’amica “Alya, mi dicevi che le tue sorelle volevano dei macaron, ma mi sa che dovrai fare la fila come gli altri, siamo arrivate tardi” 
L’altra osserva la decina di clienti in attesa e sospira, notando che il suo ragazzo era già stato servito “Già… ti spiace se vado a mettermi in fila?”
“È meglio, sì...” risponde Marinette, guardando i genitori “Mamma? Ti do una mano!” esclama, passando dietro il bancone.

Dietro ad Alya si sono aggiunti mezza dozzina di clienti e la ragazza è quasi arrivata al suo turno quando Marinette, dalla finestra, vede arrivare un’auto grigia ben nota e inizia a sentire le pulsazioni aumentare. “Mi sa che sta arrivando qualcuno” sussurra Sabine alla figlia, facendola arrossire “vai pure, continuo io!”.
Marinette sorride alla mamma e si precipita dall’altra parte del bancone proprio mentre l’auto si ferma davanti al negozio e scende Adrien, con un giaccone grigio, un berretto calato sulla testa e la sciarpa azzurra confezionata da Marinette.
Il ragazzo apre la porta della pasticceria ed entra, passando accanto ad Alya e Nino. 
Li abbraccia rapidamente entrambi mentre si scambiano gli auguri, poi si volta, cercando con lo sguardo una Marinette un tantino più imbarazzata del solito, ed esordisce appena la vede con “Ciao Marinette, tutto bene dopo ieri?” mentre si sfila il berretto e rimane con la mano dietro la nuca, come fa sempre quando è a disagio. 
Lei lo guarda - È per il freddo o è diventato rosso? - si domanda, salutandolo “c...ciao, bene, tutto.. bene, stai.. ehm sto benissimo. Tu? ”. Anche Sabine e Tom si affacciano da dietro il bancone, salutando il ragazzo con un gesto.


Adrien risponde al saluto, poi fruga nella cartella per estrarne una scatola piatta e sottile, di circa 20 per 10 centimetri, incartata con un bel fiocco rosso e avvicinandosi a Marinette dice “Buon Natale!”, quindi le porge la scatola, fissandola negli occhi, pensando - Come ho fatto a non accorgermene prima… -  sentendo la guance scaldarsi e distogliendo lo sguardo. 
Lei lo nota e dopo una piccola esitazione, prende la scatola “Grazie..” dice a mezza voce “Anche io ti ho regalato un prepa… uff”  stringe a pugno la mano libera e si schiarisce la voce “Anche io ti ho preparato un regalo”. 

Marinette si sposta di un paio di passi verso la porta del retrobottega, infila il braccio all’interno e allunga la mano per prendere il regalo e facendolo urta una pala da forno che cade con un frastuono che fa sobbalzare tutti. “Scusate….” sussurra mortificata, più rossa del costume di Ladybug, mentre Adrien alza le spalle e le sorride di nuovo con la mano dietro la nuca..
Lei lo guarda e pensa - QUEL sorriso… voglio morire ora… - mentre dà al ragazzo il pacchetto. “Buon Natale, Adrien”, sussurra, cercando di guardarlo negli occhi senza balbettare.

“Adrien, scusa, qui fuori c’è il tuo... ehm... autista” il vocione di Tom fa sobbalzare i due ragazzi “Credo che abbia un po’ fretta, cosa ti dò?” 

Adrien si guarda in giro, notando che il negozio si è praticamente svuotato, salvo Alya e un altro paio di clienti “Oh, già! Scusi signor Dupain, ho qui la lista di Nathalie” gli dice, avvicinandosi al bancone e porgendo all’uomo un foglietto giallo. Lui lo prende, legge, annuisce e si china sotto il bancone, tirando fuori un paio di sacchetti di carta già pronti col logo della pasticceria.
“Ho un’ottima memoria per queste cose” dice, infilando i sacchetti in uno shopper e porgendolo al ragazzo “per i conti ci penserà la signorina Nathalie come al solito”.

“Grazie, signor Dupain, signora Dupain-Cheng… Buon Natale!” esclama Adrien, poi guarda Marinette “Beh… devo… devo proprio andare, ora… sai, il Gorilla…” esita un attimo e continua “Ciao Marinette, fammi sapere se … beh se ti è piaciuto il regalo”, poi si gira verso l’uscita, sentendosi di nuovo arrossire ed esce, passando proprio di fianco ad Alya,  sperando che lei non se ne sia accorta.
“Ciao, Adrien! Grazie per il regalo… si ci.. sentiamo” risponde Marinette, dicendo l’ultima parte della frase alla porta chiusa.

”Marinette, verresti un attimo di là che devo chiederti una cosa?” fa Sabine, appena Adrien è uscito dalla pasticceria.
“Sì mamma” annuisce Marinette andando nel retrobottega, “certo… che succede?” 
“Mi sapresti spiegare perché tra te e Adrien oggi l’imbarazzo si tagliava col coltello?” domanda Sabine, incrociando le braccia sul petto.
“Mamma! Ecco vedi… può essere che Adrien si sia accorto che mi piace..." risponde la ragazza
“Può essere, eh? E poi?” ripete Sabine, con un mezzo sorriso e un sospiro di sollievo
“Beh…” prosegue Marinette, arrossendo violentemente "e forse che io piaccio a lui” dice, tutto d’un fiato, diventando più rossa del costume di Ladybug “insomma, mamma, è imbarazzante, sai come sono queste cose no… Ti prego non dire niente a papà”
Sabine guarda la figlia con un sorriso e l’abbraccia “Ma quanto sei tenera, piccola mia…” poi allunga le braccia per guardarla fissa negli occhi “Guarda che quel ragazzo è cotto di te!” 
Marinette la guarda a bocca aperta, ma Sabine continua “ Fidati, sono i superpoteri da mamma” sorridendo.
La ragazza rimane senza parole, mentre la mamma le dà un buffetto sulla guancia “Tranquilla, quando troverai il momento glielo dirai… e vedrai che ricambierà! Torniamo di là, su”, conclude, tornando nel negozio seguita da una sbigottita Marinette.
 

Nota dell’autore

Scusate il ritardo per l’aggiornamento ma in quest’ultima settimana di ferie mi sono dedicato a un sacco di cose oltre alla scrittura delle fanfic. Ci avviciniamo a grandi passi al finale di questa fanfic (che da quello che ho trovato potrebbe definirsi “romanzo”, data la lunghezza). 

Tra parentesi, i riferimenti al Natale li ho messi perché… beh era Dicembre quando scrivevo. 

Nelle precedenti Note vi ho promesso che vedrete Kagami (o meglio, Ryuko) in azione, sono solo indeciso se mettere un’altra battaglia contro l’akumizzato prima di quella del finale o no, cosa vi piacerebbe leggere?

Spero che fin qua vi sia piaciuta e potete lasciarmi qualche commento su come vi aspettate che prosegua, o magari cosa vorreste leggere nel seguito. Perché sì, ci sarà un seguito! :D Almeno, spero.

Stay peachy (cit.)

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Capitolo 30
*** Vecchi e nuovi eroi ***


La botola della camera di Marinette si apre e lei sale i pochi gradini, chiudendola subito dopo “Uffa” sbuffa “Sai, Tikki è bello avere tanti amici, ma… che fatica con sti regali” si lamenta con la Kwami che esce dalla sua immancabile pochette per posarsi sulla spalliera della sedia, sorridendo all’amica.
“Hai proprio ragione. Non mi aspettavo che venisse Kagami, mi avevi detto che la sua famiglia non festeggia il Natale”
“Nemmeno io me l’aspettavo” concorda Marinette “A proposito, preparati perché stanotte andiamo a portarle il Miraculous del Drago. Ho deciso che come l’ho dato ad Alya, deve averne uno anche lei. Sono indecisa su cosa fare con quello della Tartaruga, ma penso che prima o poi l’affiderò a Nino. Papillon non ha ancora avuto il tempo per colpire i vecchi portatori ma potrebbe farlo in qualsiasi momento” spiega, sedendosi sul divanetto. 

“E pensavo anche al Miraculous dell’Ape. Insomma, Chloé ha fatto quello che ha fatto e per adesso non posso fidarmi di lei. Anche se, alla fine, mi ha restituito il Miraculous senza problemi. Temevo di doverglielo prendere con la forza, invece me l’ha dato… Non capisco. Forse avrei dovuto darglielo all’inizio, quando i suoi genitori sono stati akumizzati, ma è successo tutto così in fretta e io….” Marinette si interrompe di colpo, l’espressione improvvisamente cupa.

Tikki le si avvicina “Marinette? Non ci pensare, ormai quel che è fatto è fatto.”

“Sì Tikki, hai ragione, ma non posso fare a meno di pensare che tutti quegli errori hanno delle conseguenze” risponde lei, guardandola

“Certamente,” concorda la Kwami “ma tutti facciamo errori, l’importante è imparare a non ripeterli. Tu hai una responsabilità enorme e… Tu hai rischiato, usando tutti i Miraculous, per salvare me e Plagg e… sei stata magnifica.” Tikki continua a osservare Marinette, la sua espressione diventare meno cupa ”Dimmi, cosa pensavi di fare col Miraculous dell’Ape?”


Marinette arrossisce leggermente “Sei… sei sempre gentile con me Tikki. Grazie… Ah, sì… Alya è rimasta colpita dal coraggio di Martine e… volevo offrirlo a lei, temporaneamente. Lo so, non la conosco ma non è da tutti buttarsi in difesa di… beh degli sconosciuti! Tu che ne pensi?”

“Beh, la Guardiana sei tu, e io mi fido di te. Magari chiedi anche a Chat Noir cosa ne pensa, potreste andare insieme a parlarle, che ne dici?” Risponde Tikki, sentendosi orgogliosa del coraggio della sua portatrice.

“Mi sembra una grande idea!” risponde la ragazza “Spero di non essere imbarazzata con lui come prima in negozio però… Non sapevo cosa dire! Perfino la mamma se n’è accorta!” commenta, mentre arrossisce di nuovo.

Tikki ridacchia “Già… Ma per te è quasi normale, Invece è la prima volta che vedo Adrien così.”

“Eh, hai proprio ragione... “ concorda Marinette, non riuscendo a trattenere un sorriso. “Tornando al discorso di prima, stanotte andiamo da Kagami, e lungo la strada avviso Chat Noir, non so dove abita Martine ma lui l’ha accompagnata a casa quando l’abbiamo salvata.”




Per Adrien la cena della Vigilia di Natale è stata la solita cena noiosa. Gabriel ha cenato con lui senza praticamente dire una parola e Adrien, finita la cena e tornato in camera, trova semplicemente un pacchetto sul suo letto. Il ragazzo lo mette da parte e si siede sul materasso con un sospiro, guardando il pacchetto di Marinette “lo aprirò domani” borbotta “Chissà se ha già aperto il mio. Spero che le piaccia”.
“Oh, sicuramente sì!” commenta Plagg mangiando uno spicchio di camembert “cosa hai scritto nel biglietto?” chiede poi.
“Ho scritto… uhm… Buon Natale a un’amica speciale e poi ho firmato. Perché me lo chiedi?” risponde l’altro.
“Mah così, visto che oramai hai scoperto che Codini è l’amore della tua vita…”
Adrien lo interrompe “A parte che si chiama Marinette, e poi sai che ho deciso di mantenere il segreto!”
Plagg fa per ribattere ma si ferma, come se stesse ascoltando qualcosa che sente solo lui “Parli del diavolo… c’è un messaggio da Ladybug” dice pochi secondi dopo.
Il ragazzo lo guarda, incuriosito “Un messaggio?” Si alza dal letto, poi si ferma “Ehi, anche lo scorso Natale la notte della vigilia siamo usciti di nascosto! Stavolta sei pronto?”
“E chi se lo scorda…” brontola il Kwami ”Ma stavolta porta con te del Camembert!” esclama a voce alta.
Adrien alza gli occhi al cielo “Sempre a mangiare… Plagg! Trasformami!”

Un lampo di luce verde e Chat Noir afferra il bastone, aprendolo in modalità telefono. 
Un paio di tocchi e dall’oggetto arriva la voce di Ladybug “Ciao, Micetto, so che magari ti aspettavi Babbo Natale ma… son vestita di rosso anche io, mi sa che dovrai accontentarti.” Si sente un accenno di risata, poi la voce prosegue, “Ho pensato a chi potrei… ehm potremmo affidare il Miraculous dell’Ape, ci vediamo al nostro solito posto tra, diciamo un’ora? Decidiamo cosa fare e poi magari lo portiamo.” una pausa “Beh… a dopo”.
Chat Noir si gratta la testa, poi prova a chiamare Ladybug, ma il bugphone squilla e scatta subito la voicemail “Ah… certo Mylady, qualsiasi cosa per te. A dopo.” registra il messaggio e lo invia, rimanendo trasformato e iniziando a camminare per la stanza.

Passati 5 minuti senza risposta, Adrien rilascia la trasformazione prima di scavare un solco nel pavimento a forza di fare avanti e indietro e accende il computer in attesa dell’ora dell’appuntamento con la sua Lady.




Ladybug atterra su un tetto, e si guarda attorno cercando di orientarsi in quella parte della città che conosce poco - Casa Tsurugi dovrebbe essere una di quelle ville laggiù - pensa, osservando un paio di ville stile primo Novecento a un centinaio di metri da lì.
La ragazza rabbrividisce per il freddo e lancia lo yo yo sul lampione più vicino, fermandosi in equilibrio sull’asta orizzontale. Il cielo promette neve e la notte della vigilia di natale è tranquilla in quel quartiere di lusso. Ladybug scende di fronte al cancello della prima villa, ma non è quella che le interessa - Sarà l’altra - riflette, correndo al cancello successivo - bene, è questa - conclude, facendo girare lo yo yo per salire sull’edificio dal lato opposto della strada.

Ladybug borbotta “Dove sarà la sua stanza?” mentre osserva le finestre buie al piano superiore della villa. Quasi l’avesse sentita, una finestra si illumina e Ladybug, aguzzando la vista, vede una chioma nera e riconosce Kagami. La ragazza spicca un salto, lanciando lo yo yo e usandolo come pendolo per arrivare sul tetto della villa, in corrispondenza della finestra illuminata.

Pochi secondi e Ladybug bussa ai vetri, facendo sobbalzare la giapponese, che si precipita ad afferrare un Bokken dall’angolo della camera e in un balzo è accanto alla finestra.

“Kagami? Sono Ladybug, tranquilla!” sussurra l’altra dall’esterno sporgendosi da sopra l’apertura.

Kagami apre la finestra, gli occhi spalancati per la sorpresa “Ladybug? Che succede? Un’altra Akuma?” le chiede in un sussurro, allarmata. 

“No no, tranquilla nessuna Akuma” Ladybug sorride alla ragazza “Avresti accolto così anche Babbo Natale?” le chiede, per stemperare la tensione, poi la guarda più seria “devo parlarti, posso entrare?”.

La giapponese attraversa la camera, arredata in legno chiaro con accenti rossi e un letto all’occidentale, per chiudere la porta a chiave “Entra, ma fai piano.” sempre parlando a bassa voce. Indossa la solita gonna corta a pieghe col tartan della scuola, al posto della giacca ha un maglione a collo alto dello stesso colore dei calzettoni neri.

Ladybug prende una ovale dall’interno dello yo yo, sotto lo sguardo curioso di Kagami “Questo è il Miraculous del Drago, che hai già avuto modo di utilizzare. Sono qui per chiederti, se vorrai, di diventarne la portatrice, almeno temporanea. Lo terrai con te per autodifesa, in caso Papillon dovesse tentare qualcosa contro di te” fa una pausa, guardando l’altra ragazza negli occhi e studiandone le reazioni “Inutile dire che se ci sarà bisogno di Ryuko in combattimento, ti chiamerò.” un’altra pausa “Nessuno dovrà sapere che hai questo Miraculous, mi rendo conto che sia una grossa responsabilità, e se non sei costretta ad accettarla”.

Kagami sostiene lo sguardo di Ladybug, poi lo sposta sulla scatola e deglutisce a vuoto “Ecco, io... “ esita un attimo “Mi stai facendo un grandissimo onore, Ladybug, fidandoti di me fino a questo punto. Io… Non so cosa dire. Non credo di meritarlo”
L’altra non sposta lo sguardo e le dice, sempre a bassa voce “Invece credo proprio che tu sia la persona giusta per averlo. Autodifesa a parte, sei una delle poche persone a cui l’affiderei senza esitazione”.

Kagami riflette per qualche istante, seria “Io… D’accordo, Ladybug” risponde con un lieve inchino “Accetto.”

Il viso di Ladybug si apre in un sorriso e porge la scatola alla giapponese, dicendo in tono solenne “Kagami Tsurugi, ti affido il Miraculous del Drago. Lo terrai con te in segreto, per proteggerlo e proteggerti da Papillon. Usalo per un bene superiore.”

Kagami prende la scatola con entrambe le mani e si inchina “Grazie di questo onore. Mi dimostrerò degna”.

“Grazie a te” risponde Ladybug “sono sicura che lo sarai. Longg ti spiegherà tutto. Ah, è goloso di litchi, ma penso che troverete facilmente un cibo che gli piaccia, se non ne hai. E buon Natale.”

“Buon Natale anche a te, Ladybug…” risponde Kagami, quasi senza pensarci “Ora è meglio che te ne vada, mia madre ha un udito sopraffino, sarebbe un po’ complicato spiegare cosa ci fai qui” sussurra, aprendo la finestra per fare uscire la ragazza in rosso.

“Ciao, spero che non dovrai usarlo troppo presto, il Miraculous, ma è meglio essere prudenti. Fai attenzione” si congeda, saltando sul davanzale e legando lo yo yo a un lampione fuori dalla cancellata.

“Fai attenzione anche tu!” la saluta Kagami “Buona fortuna!” fa, mentre Ladybug si lancia verso il lampione.



La zona della basilica del Sacre Coeur è affollata per la Messa di Natale e Ladybug è costretta a nascondersi accanto a un abbaino, su un tetto vicino. Prende il Bugphone e chiama Chat Noir, che risponde immediatamente con un allegro “Ehi, Insettina, non vedevi l’ora di sentirmi eh?”
“Sei sempre il solito, Chat Noir” risponde lei, cercando di non ridere “cambio di programma, sono arrivata e c’è troppa gente qui.Grattacielo di Montparnasse? Dovrebbe essere chiuso! Se no, terrazza del palazzo della TV.”
“Montparnasse va bene, Mylady! Ci vediamo lì tra 10 minuti!” risponde immediatamente il ragazzo, chiudendo la comunicazione.

Ladybug osserva il bugphone vagamente frustrata, poi si avvia in direzione del grattacielo, illuminato coi colori della bandiera francese. Quando ci arriva l’edificio è deserto e Chat Noir è già arrivato, Ladybug lo vede seduto sul parapetto della terrazza e si avvicina senza fare rumore, con un groppo in gola quando lo sente canticchiare la stessa filastrocca che cantava quando era diventato Chat Blanc. La ragazza fa un profondo respiro per calmarsi e poi lo chiama “Micetto, sono qui!”.

Chat Noir si gira con un sorriso, alzandosi con un movimento fluido e facendo i pochi passi che li separano “Ehi, ciao…sono arrivato prima io” risponde, una mano dietro la nuca “E Buon Natale, Mylady”

“Grazie, anche a te.” risponde lei, sorridendo “Senti, non volevo farti perdere troppo tempo, sediamoci, che si parla meglio da seduti, e poi fa anche freddo” prosegue, avvicinandosi una delle panchine del belvedere “per il Miraculous dell’Ape, pensavo di andare a chiedere a Martine se voleva aiutarci.”

Chat Noir si siede accanto a lei “Hmmmm” riflette “Hai freddo?” chiede a Ladybug, che è seduta con le gambe piegate, i piedi sulla panchina e si abbraccia le ginocchia. “Ti spiace?” chiede, avvicinandosi e mettendole un braccio attorno alle spalle, mentre sente le guance diventare rosse, come quelle della ragazza. - Ok Adrien ma non esagerare - dice a sé stesso.

Anche Ladybug arrossisce, ma lo lascia fare, godendosi il tepore per qualche istante di silenzio, “Allora, che ne pensi?” insiste, girando la testa per guardare Chat Noir in faccia.

“Che ne penso… Beh come mai proprio a lei?” domanda lui

“Volpe Rossa mi ha detto che non ha esitato un attimo a difendere due ragazzi che erano stati colpiti da Ficcanaso, mettendosi in mezzo e attirando la sua attenzione. E poi l’abbiamo vista combattere da akumizzata e ci ha dato parecchio filo da torcere, ricordi?”

“Beh, hai ragione, sulla seconda cosa.” concorda Chat Noir “sull’altra proprio non ricordo, ma non vedo perché non dovremmo fidarci delle parole di Volpe Rossa” il ragazzo fa una pausa, giocherellando col sonaglio “Vuoi andare a parlarle? Mi ricordo dove abita e non è troppo lontano da qui” 

“Era proprio quello che pensavo di fare, Micetto” esclama Ladybug alzandosi in piedi e lasciando il partner a guardarla un po’ deluso.

Chat Noir alza le spalle “Allora andiamo, seguimi!”, prendendo il bastone dalla cintura e avvicinandosi alla balaustra della terrazza, da cui spicca un salto e rallenta la caduta roteando il bastone.

“Ehi! Non è una gara! Non so dove dobbiamo andare!” ribatte Ladybug, correndogli dietro.




Confermando la previsione di Chat Noir, pochi minuti dopo i due arrivano davanti al 62 di Rue Taitbout, o meglio sul tetto sopra il portone. “Eccoci, non so di preciso quale sia l'appartamento” dice Chat Noir appena Ladybug lo raggiunge “Ma forse… “ fa cenno a Ladybug di fare silenzio mentre si mette in posizione di ascolto, “dovrebbe essere quella finestra lì” esclama, dopo parecchi secondi, indicando una finestra sotto di loro con gli scuri spalancati “sento i suoni di un videogame.. i sensi di gatto, sai...”.
“Vediamo se le tue orecchie funzionano” ribatte lei, legando lo yo yo al camino e scendendo a testa in giù verso la finestra indicata, sotto lo sguardo stupito di Chat Noir.

Ladybug sbircia nella finestra illuminata dalla luce di uno schermo ed effettivamente, illuminata dallo schermo del PC e da una lampada da lettura a LED, riconosce la sagoma di Martine con un paio di cuffie: è più o meno vestita come quando l’hanno salvata dall’Akuma, solo una canottiera e pantaloni della tuta, altri vestiti sono ammucchiati su una sedia accanto al letto da rifare, nell’angolo opposto della stanza, una gabbia con un pappagallino.

Chat Noir guarda la sua partner appesa a testa in giù da un insolito punto di vista, inghiottendo a vuoto - Ma come ho fatto a non accorgermi che era Marinette? - si chiede, poi si riscuote e chiede  “Allora?”, ricevendo un pollice alzato come risposta da Ladybug, che subito dopo bussa alla finestra.

Il pappagallino di Martine fischia allarmato, mentre lei sussulta e si gira di scatto levando le cuffie. La ragazza, con un'espressione di totale stupore si precipita ad aprire la finestra, e quasi cade all’indietro quando Ladybug viene raggiunta da Chat Noir, che la saluta con la mano.

“La-Ladybug? Chat Noir? Che c-cavolo ci fate qua? Entrate, su” balbetta, facendosi da parte e liberando un po’ del pavimento della stanza, tra la porta d’ingresso, il letto e la poltroncina della scrivania c’è infatti una scia di indumenti, uno scarponcino, un calzino, l’altro scarponcino e l’altro calzino, una felpa nera stropicciata, una maglietta verde, da sotto la scrivania fa capolino la gamba di un paio di jeans scoloriti.

I due eroi si guardano attorno nel minuscolo appartamento “Scusa per l’intrusione, ma volevamo parlarti” esordisce lei, mentre Chat Noir si guarda intorno curioso, notando il pappagallino, con le piume arruffate, che fischia dalla gabbietta. 

“Ah, sì… wow.” Martine li guarda ancora stupefatta “ecco, io…  vi farei accomodare ma.. non saprei dove. Lui è Loki.” indica il pappagallino ”Basta, Loki, sono amici! Non ti mangia!” conclude, indicando Chat Noir

“Non preoccuparti” le risponde lui “stiamo anche in piedi.. carino il posto, comunque”

Martine lo guarda “Ok, allora… che vi porta da queste parti?” domanda, guardandoli entrambi.

“Beh” inizia Ladybug “Volpe Rossa ci ha detto che ieri al palazzo del ghiaccio, sei stata molto coraggiosa a metterti di fronte a Ficcanaso”

“Grazie ma… non è stato niente di che, sapete, vivo qui da sola da tre anni, da quando ne avevo 14, cosa volete che sia un’akumizzato!” risponde Martine, con un gesto della mano per minimizzare.

“Ah, davvero vivi sola?” fa Chat Noir, stupito 
“Chat Noir! Sei sempre il solito impiccione!” lo rimbrotta ladybug, mettendo le mani sui fianchi e facendo scoppiare a ridere Martine 

“Scusate, è che siete davvero una bella coppia!” fa lei, guardandoli arrossire, con Chat Noir che subito dopo fa la forma del cuore con le mani “Vedi? lei ha capito tutto!”, mentre Ladybug esclama “Ma noi non siamo una coppia!”, sbuffando verso il ragazzo.

“Ma tornando a te, Martine” Ladybug torna seria e la guarda “Volevo… ehm volevamo chiederti se te la sentivi di ricevere, temporaneamente e se ce ne sarà bisogno, il Miraculous dell’Ape.”

Martine si lascia cadere sulla poltroncina “Cosa? Io? Aspettate, ma Queen Bee non è la figlia del Sindaco?” sbotta, tutto d’un fiato.

“Beh ecco, diciamo che… Al momento non lo è” risponde Ladybug

“Ok, ma insisto: perché io?” ripete Martine, sempre più stupefatta

“Perché… non ti sei tirata indietro e non hai esitato un attimo per aiutare quei ragazzi, distraendo Ficcanaso per permetterci di intervenire. Non è da tutti.” l’altra fa una pausa “Naturalmente se dovessi accettare dovrai mantenere il totale segreto, Papillon sa già troppo”

“Eh… ma davvero non è stato niente! Ho fatto solo quello che era giusto fare!” ribatte, allargando le braccia

“Ed è proprio questo l’atteggiamento giusto!” si intromette Chat Noir “Sei intervenuta perché andava fatto! Saresti perfetta per il miraculous dell’Ape!”

“D’accordo… quanto tempo ho per pensarci?” fa Martine, improvvisamente seria

“Non c’è fretta.. quando te la senti, ti daremo modo di contattarci tramite...” risponde Ladybug, guardandola

Martine sposta lo sguardo su una foto incorniciata appesa sopra la scrivania, una coppia sorridente e una bambina con le trecce. poi la interrompe “Ho deciso. Accetto. Cosa devo fare?”

“Ah” fa Ladybug, seguendo il suo sguardo “Va bene”, annuisce, aprendo lo yo yo e ricevendo le solite occhiate stupefatte quando ne estrae una scatola ovale e la apre.

Dalla scatola, in un lampo di luce gialla emerge Pollen, la Kwami del Miraculous dell’Ape.

Pollen fa un piccolo inchino verso ciascuno degli altri “Ladybug.. Chat Noir.. Mia Regina.. i miei rispetti! Io sono Pollen, Kwami del Miraculous dell’Ape.”

Martine sobbalza sulla poltroncina e indietreggia contro la scrivania “C--ciao?” balbetta, colta di sorpresa.

“Pollen, come ti avevamo anticipato, lei è Martine. Sarà lei la tua Portatrice al posto di Chloé se serviranno i tuoi poteri” spiega Ladybug, porgendo la scatola alla ragazza

la Kwami annuisce alla Guardiana, “Mi dispiace per Chloé, ho fatto del mio meglio per convincerla”, poi si volta “Onorata di conoscerti, Martine”.

“Piacere..” fa la ragazza, prendendo il pettinino dalla scatola e cercando di fissarlo ai capelli corti “cosa devo fare adesso?”

“E’ semplice, devi indossarlo e dire Pollen, trasformami quando sarai pronta, dopodiché dovrai sceglierti un nome da eroe” spiega la Kwami gialla e nera .

“Un nome eh… Ce l’ho!” esclama Martine “credo… credo di essere pronta” prosegue, alzandosi dalla poltroncina “Posso provare?” chiede a Ladybug.

“Certo, poi mi restituirai il Miraculous e quando ci sarà bisogno, ti troveremo noi” spiega l’interpellata.

“D’accordo… allora Pollen! Trasformami!” declama Martine

Una luce dorata l’avvolge e la ragazza inizia a preoccuparsi, sentendo i già pochi vestiti dissolversi e diventare il costume da supereroina, preoccupazione subito sostituita da stupore e curiosità, mentre osserva nello specchio del piccolo armadio il risultato della trasformazione.

“Wow!” commenta, piacevolmente stupita. 
Ora indossa una tuta aderente gialla che ne evidenzia le forme, degli stivali neri e tre linee nere che si allargano sul dietro sulla parte superiore delle gambe. Gli avambracci e le mani sono coperte da guanti neri e sulle spalle ci sono altre linee nere che terminano sul colletto a listino. 
Alla cintura una piccola trottola gialla a strisce nere. I capelli si sono allungati, e ora sono acconciati in una coda alta, legata con un lungo nastro giallo. Due pettinini simmetrici a forma di ape sono apparsi sui lati della testa. Gli occhi sono circondati da una mascherina gialla bordata di nero.
“Wow…” ripete “sono… sono io? Spettacolo!”

“Già. E stai benone!” confermano gli altri due. “E pensa che non hai ancora provato a correrci.. Ma hai scelto un nome?” chiede Chat Noir

“Si: sarò Honey B” risponde lei, in tono solenne, poi, dopo una pausa “Ok, ragazzi, scusate ma… i miei vestiti che fine hanno fatto?”

“Tranquilla” risponde Ladybug con un sorriso “Ha fatto lo stesso effetto anche a me, la prima volta… Anzi, ad essere sincera ero terrorizzata!  Ma non poreoccuparti, ti basterà pensare Pollen ritrasformami e ritorneranno com’erano.”

“Ok” risponde Martine, mentre un altro flash di luce gialla la fa tornare in canottiera e pantaloni della tuta.

“Ora dobbiamo andare!” esclama Ladybug, riprendendo la scatola del Miraculous “Tu tieni d’occhio i notiziari, e se ci sarà bisogno di te, ti chiameremo!”

Martine apre la finestra “D’accordo, Ladybug… è… io.. non so cosa dire.” 

“Non è necessario che tu dica niente.” risponde Ladybug, sempre sorridendo “Ciao e buon Natale” Chat Noir si aggiunge ai saluti. I due escono dalla finestra da dove sono entrati, lasciando Martine guardarli sparire sui tetti.




“Chat Noir, sarà meglio tornare a casa, adesso, sta per nevicare!” dice Ladybug quando si sono allontanati e si fermano sul tetto di un hotel per riprendere fiato “non vorrei prendermi un malanno, per quanto sia bello girare così senza meta”.

Lui la guarda “Non mi preoccupa un raffreddore, se posso stare vicino a te, Mylady” risponde lui, spostando poi lo sguardo sulle le nuvole illuminate dalle luci della città.

“Sei sempre il solito melodrammatico, Micetto. Però ti ringrazio” ribatte Ladybug, sorridendo. “Adesso però devo andare davvero, i miei genitori potrebbero scoprire che sono fuori e sarebbe un grosso problema. A presto, Chat Noir” così dicendo Ladybug si avvicina all’amico e, dopo una breve esitaizone, gli dà i canonici due baci di saluto sulla guancia “Ancora Buon Natale!” sussurra, poi si allontana lanciando lo yo yo.

Chat Noir rimane immobile, le guance roventi, a guardare la sagoma della ragazza sparire dietro un palazzo.

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Capitolo 31
*** Natale ***


Ladybug scende sul terrazzo sopra camera sua sentendo ancora di più il freddo pungente sulle guance, dello stesso colore della maschera. Apre la botola e lascia la trasformazione nel momento in cui scende, arrivando sul letto già in pigiama e affrettandosi a chiudere la botola per non far entrare i primi fiocchi di neve
“Tikki!” esclama Marinette “Forse ho esagerato coi due baci.. ora sicuramente sospetterà qualcosa!”.
La kwami alza gli occhi al cielo “Ma no, Marinette, calmati. A parte che non è la prima volta che saluti Chat Noir così, ma non c’è niente di strano!”
“Ma sì, l’altra volta ero... cioè… “ tenta l’altra
Tikki la interrompe “Non iniziare uno dei tuoi film! Conosco quello sguardo!” vola davanti al viso dell’amica, poi continua “Hai visto, anche lui ti ha trattata come sempre, quindi sicuramente non si ricorderà del combattimento.” 
“Ma potrebbe aver parlato con Alya!” obietta la ragazza, infilandosi sotto le coperte.
“Potrebbe, certo. Ma potrebbe anche non averlo fatto o aver deciso di non dirti niente. Vuoi che vada a parlare con Plagg?” Tikki inizia vagamente a spazientirsi.
“No, no non è necessario…” Marinette fa una pausa picchiettando un dito sulle labbra “Forse hai ragione e mi preoccupo troppo” si ferma di nuovo, interrotta da uno sbadiglio.
La ragazza controlla l’ora sul display del cellulare: le due del mattino  “Ora è meglio dormire però, è davvero tardi.” commenta a mezza voce “Buonanotte, Tikki” allungando la mano per spegnere la luce.
“Buonanotte, Marinette” risponde la Kwami




Marinette sente suonare la sveglia del cellulare, borbotta, la spegne e si gira dall’altra parte, imitata da Tikki, che si infila sotto le coperte. Mezz’ora dopo, Sabine bussa alla botola “Marinette! Sei ancora a letto? C’è Nonna Gina!” 

La ragazza salta a sedere sul letto “Ah! Nonna Gina! Arrivo subito!” scendendo a due a due gli scalini del soppalco saluta Tikki “Buongiorno, dormigliona! Vado a salutare Nonna Gina, tu aspettami qui, ok?”
“Senti chi parla...” borbotta, poi in modo comprensibile “D’accordo Marinette!” risponde la creaturina, sbadigliando.

Marinette ignora le pantofole, apre la botola e scende la scala, lanciandosi ad abbracciare la nonna “Nonna! Quanto tempo! Buon Natale!”
Nonna Gina ricambia l’abbraccio, poi si allontana un po’ e osserva la nipote “Accidenti, quanto sei cresciuta! Mi chiedevo chi fosse questa signorina che mi stava abbracciando!” si volta a prendere un pacchetto natalizio e passarlo a Marinette “Buon Natale! E… e dove sono finiti i tuoi codini? Lo sai che con i capelli sciolti rischi di fare strage di cuori a scuola?”

Marinette diventa rossa “Ma Nonna! E’ che non vedevo l’ora di salutarti!” esclama, poi prende il pacchetto “Grazie del regalo!” 

Gina fa un gesto con la mano “Lo vedo, sei ancora in pigiama! È Il minimo che possa fare, non vedo mai la mia unica nipotina! Tuo padre mi ha detto che.. beh avevi una cotta per Chat Noir! E che anche lui e te siete stati colpiti da un’Akuma come è successo a me! Dimmi cara, hai avuto paura?” 

Marinette dà un’occhiataccia a Tom, poi si guarda i piedi nudi, in imbarazzo “Beh sì Nonna… è… è stato… Insomma sai, lui è un eroe, è un bel ragazzo… Ma era già innamorato di un’altra” Fa una pausa mentre pensa - Se avessi saputo chi era Chat Noir allora, papà non sarebbe stato akumizzato - poi continua “Paura? No, ero sicura che Ladybug e Chat Noir mi avrebbero salvata, come l’altra volta, e come è successo anche dopo, quando sono stata” la ragazza rabbrividisce “akumizzata io..”

“Lo sapevo che ho una nipote coraggiosa!” esclama la nonna, interrompendola con un abbraccio “Dopo mi racconterai tutto, ora vai a vestirti che rischi di prendere freddo! Intanto io ti preparerò la colazione, caffelatte con un po’ di cacao come so fare io.”

“D’accordo, faccio subito” conclude la ragazza, risalendo in camera.



“Tutto bene, Marinette? Sei tutta rossa!” chiede Tikki appena la vede salire
“Sì… papà e nonna mi hanno messo in imbarazzo ma va tutto bene” risponde lei con un sorriso, interrompendosi allo squillo del cellulare “Chi sarà la mattina di Natale?” chiede a mezza voce, poi vede l’immagine di Adrien sul display e rimane pietrificata “Oddio Tikki! Adrien! E ora che faccio?”
“Beh, rispondi!” fa la kwami, allargando le zampe pensando - e siamo alle solite -
“Ah si c-certo… rispondo” balbetta Marinette afferrando il telefono e facendolo quasi cadere, Infine, dopo un profondo respiro, riesce a toccare l’icona della risposta “P..pronto?” dice, attivando anche il video.
“Ehi ciao Marinette” dice l’immagine di Adrien in tono allegro “Ti disturbo?”
“Eh… no certo che tu non Adrien, distrub… ehm, non disturbi, Adrien!” la ragazza si impappina come al solito - Marinette, pensa che è Chat Noir e tu sei Ladybug! - dice a se stessa, mordendosi la lingua.
“Mi chiedevo se avessi già aperto il mio regalo e se ti era piaciuto” continua lui, il sorriso che si allarga “E… stai benissimo coi capelli sciolti!”
“Io? G-grazie...” balbetta lei, arrossendo di nuovo “Ehm. No, veramente no è che è arrivata mia nonna e non ho avuto tempo… Ma lo apro subito!” risponde Marinette, posando il telefono e prendendo il pacchetto rettangolare.

Lo apre con qualche lieve difficoltà, poi dimentica l’imbarazzo e spalanca gli occhi riconoscendo il contenuto “Adrien! Ma è l’edizione da collezione di Super Mecha Strike 3, quella con la modalità online! È… è bellissimo, grazie!”

“Ne ho comprata una copia anche per me, così possiamo giocare insieme! L’ha comprato anche Max!” aggiunge Adrien dal telefono “Se i tuoi ti lasciano” conclude poi.

“Ma… Penso che papà non farà problemi, dopotutto non sei uno sconosciuto, se giochiamo solo noi! Dovrò chiederglielo ma credo che ci vorrà giocare anche lui. Grazie davvero, sei stato troppo gentile!” spiega lei, tutta contenta “E tu? Hai aperto il mio?” chiede di rimando, dopo aver scambiato un’occhiata con Tikki.

“Ehm” Adrien mette una mano dietro la nuca “beh sì, l’ho aperto, sono dei guanti bellissimi, hai indovinato l’esatto filato della sciarpa che mi ha regalato mio padre, sei stata fantastica…” poi fa una pausa “come… come sempre, Marinette. Grazie davvero.”

“D-di niente, Adrien…” risponde Marinette, di nuovo in imbarazzo

“Ma… senti,” incalza lui, con aria sorniona “...perché le zampe di gatto?”

“Ehm… ecco vedi, mi sembri…” la ragazza si blocca, Tikki le fa cenno di respirare e di andare avanti “Beh… un tipo da gatti! Allora per quello non ti sono piaciuti?”

“No no, Marinette, tutt’altro! Mi piacciono un sacco!” esclama Adrien forse con un po’ troppa foga “Ero solo curioso!” taglia corto, guardando Plagg, dietro il telefono che rotea gli occhi verdi alzando lo sguardo al cielo "Dimenticavo, ti è tornato in mente qualcosa dell'attacco dell'Akuma? A me nulla." chiede lui, esitante. 

"No, niente!" risponde Marinette, improvvisamente tesa “a te è venuto in mente qualcosa?” poi inizia a dire qualcos’altro e si blocca mordendosi la lingua - Me l’ha appena detto, che accidenti di domande faccio? - riflette, mentre Tikki la guarda un po’ preoccupata.

"No, appunto, niente nemmeno a me, quindi… beh..." comincia Adrien, poi fa una pausa “Marinette, qualcosa non va?” chiede, notando la sua reazione improvvisa.

“Sì, sì, tutto bene!” si affretta a rispondere la ragazza, minimizzando

“No, perché ti sei fermata di colpo e...” insiste lui

Marinette distoglie lo sguardo dall’immagine nel telefono, poi abbassa la voce  “No, è che… scusami.” 

“Ma di che, non devi scusarti, non è niente!” risponde Adrien, a disagio, mettendo la mano dietro la nuca "E ancora buon Natale, Marinette. Ah, bel pigiama, anche se l’avevo già visto!” le fa l’occhiolino ”Ora, beh, devo andare, sai, Nathalie...” aggiunge, visibilmente nervoso.

Marinette sente le guance farsi roventi, disattiva il video e riesce a non balbettare dicendo “Ciao, Adrien! E grazie per aver chiamato!”, poi chiude definitivamente la chiamata e si fa aria con la custodia del gioco, lasciandosi cadere sul divanetto.

Guardando la Kwami, la ragazza esclama “Tikki! Mi ha fatto un regalo bellissimo e… il mio gli è piaciuto!” non riesce a trattenere un sorriso ”Forse ho esagerato con le zampe ma… gli è piaciuto! E sa che l’ho fatto io, stavolta” esclama, al settimo cielo. “Ok, non ho capito perché mi ha chiesto se mi ricordo qualcosa ma… non mi importa, sa che l’ho fatto io e gli è piaciuto il regalo!” ripete.
“Ora vestiti e apri gli altri, che sono curiosa di sapere cosa ti ha regalato Alya!” incalza la Kwami, finalmente sollevata vedendo Marinette felice.

“Giusto, e poi c’è la colazione speciale di nonna Gina!” conferma lei, posando delicatamente il gioco sulla scrivania e aprendo l’armadio per cambiarsi.




Dopo colazione Marinette torna in camera e finisce di aprire i regali degli amici: Alya le ha regalato un puntaspilli da polso a forma di coccinella, Nino una pendrive con un mix delle sue canzoni di Jagged Stone preferite, Kagami uno Yakuyoke, un portafortuna tradizionale giapponese che, secondo cosa le ha detto l’amica, servirebbe a scacciare gli spiriti maligni.
La ragazza allinea tutti i doni sulla scrivania, insieme a quello della nonna, un piccolo set per cucito e commenta “Tikki, però Luka non si è fatto sentire.”
“Beh, sarà stato impegnato, facendo il fattorino.” la Kwami cerca di minimizzare, avendo già ben chiaro dove Marinette voglia arrivare.
“Lo so ma…” inizia lei ma viene interrotta dalla voce della mamma “Marinette, tesoro, hai visite! C’è Luka!”
Marinette spalanca gli occhi “Ah, questa poi!” esclama “Arrivo subito, mamma!” risponde, sistemandosi la felpa e infilando le pantofole per scendere.
Tikki le fa l’occhiolino “Che ti avevo detto?” dice, con l’aria di chi la sa lunga.

Luka è sulla porta d’ingresso e sta parlando con Sabine “Ciao Marinette. Buon Natale!” la saluta, mentre si scambiano i due baci sulla guancia, “scusami se non sono passato ieri, ho lavorato...” 
Marinette lo osserva, riflettendo- Non abbiamo parlato molto dopo che gli ho detto che … insomma quella cosa, ma sembra che stia bene - “Ma non ti preoccupare, l’avevo pensato anche io che eri impegnato, sono contenta che sei passato oggi”
Luka mette una mano in tasca dicendo “Ti ho portato una cosina” poi porge a Marinette un pacchetto “è solo un pensiero, niente di che”.
Lei lo prende in mano e rimane un attimo immobile “Ah sì! E’ vero! Ho… un regalo anche io per te. Aspettami quì!” si volta e risale le scale a due a due, precipitandosi in camera e aprendo il cassetto della scrivania “Eccolo!” esclama, mentre Tikki la guarda stupita. Marinette chiude il cassetto di scatto e scende con in mano un CD.

Ridiscende e lo dà a Luka “Mi stavo dimenticando! E’ il primo CD di Jagged Stone, quello che fece fare in proprio quando non era ancora famoso! Autografato. Spero che ti piaccia”

Lui guarda il CD, un sorriso da un orecchio all'altro “Wow… è… è meraviglioso, Marinette! Sei… sei la migliore amica che potrei sperare di avere!” poi guarda il pacchetto che ha dato a Marinette e il sorriso si spegne “Il mio non è proprio all’altezza”.

La ragazza lo guarda “Ma no Luka! Non dire così… non è importante il regalo, ma chi lo fa!” poi apre il pacchetto, un semplice portacandela di vetro, con un bigliettino infilato all’interno.

Marinette srotola il bigliettino e lo legge, c’è scritto, in una calligrafia precisa e minuta:


“Questo per ricordare la luce che porti sempre. Ti voglio bene. Luka”

Alza gli occhi dal bigliettino, sull’orlo delle lacrime  “Beh è…. davvero bello Luka, ed è esattamente questo quello che intendevo dire.”


Luka la guarda di nuovo “Ti piace?” poco convinto

Prima che Marinette possa rispondere si intromette Gina “Ma certo, giovanotto! Mia nipote ha assolutamente ragione!” poi fa una pausa mettendo una mano sulla spalla di Marinette “E dalla faccia che ha fatto, il tuo regalo ha fatto centro.” 
Sabine e Marinette stanno per dire qualcosa, ma Gina continua 
“E comunque sono un po’ invidiosa, lo sai? Ci sono un paio di canzoni di quel disco che piacciono anche a me!”

I due ragazzi la osservano stupiti per qualche secondo, poi tutti e quattro scoppiano a ridere, Marinette pensa - Grazie Nonna per aver detto la tua -

“Beh, grazie tante degli auguri, e del regalo, Luka. L’apprezzo davvero. Uno di questi giorni ci vediamo da te, io e Juleka abbiamo una ricerca da fare per le vacanze natalizie” dice poi Marinette

“Ma di niente, anzi grazie a te. Ciao Marinette..” risponde Luka, pronto. Poi guarda le due adulte “signore...”

“Ma chiamami pure Sabine, non essere così formale, Luka!” lo interrompe la mamma di Marinette “Io sono Gina! Fai tanti auguri anche ai tuoi!” aggiunge la nonna.

“Ah allora… beh… ciao?” saluta Luka sulla porta, un po’ impacciato, poi esce.

Appena la porta si chiude, Marinette fa dietro front verso la scala per camera sua “Sì, nonna, ti racconto tutto dopo” dice, salendo e chiudendo la botola dietro di sé. Appena entrata in camera la ragazza si siede alla scrivania posando bigliettino e portacandela accanto agli altri regali con un sospiro.

Tikki si affaccia dal suo nascondiglio “Ehi, che succede?” chiede alla sua amica che, gomiti sul tavolo mento sulle mani intrecciate, osservava la fila di doni.

“Niente. Luka mi ha scritto un biglietto bellissimo e mi sento un po’ in colpa per… beh lo sai.” risponde lei, continuando a guardare gli oggetti.

“Marinette… non tormentarti così, non serve a niente. Prima o poi le cose si sistemeranno” risponde la Kwami

“Lo so, ma mi dispiace per lui, è un mio amico e non mi va di vederlo star male per colpa mia” commenta lei a bassa voce, prendendo il regalo di Nino e inserendolo nel computer “Mettiamo un po’ di musica così non ci penso” conclude poi, avviando la playlist.





La musica ha l'effetto sperato e il resto della giornata passa tranquillo, tra le chiacchiere con la nonna e il pranzo di Natale in famiglia. Sono le cinque del pomeriggio quando Marinette torna in camera, si siede sul divanetto e osserva pensierosa il nascondiglio della Miracle Box “Domani sera la nostra pattuglia sarà più lunga, Tikki. Voglio consegnare il miraculous della tartaruga a Nino” 
Tikki si avvicina a Marinette “Per me va bene” le dice, e lei annuisce.
“Questa sera spero non ci sarà bisogno di Ladybug, volevo stare con nonna Gina, di sotto. Non ti dispiace, vero?”
“Ma no, ci mancherebbe, non vi vedete mai!” risponde la Kwami.
“Grazie Tikki, allora scendo tranquilla, a dopo!” conclude Marinette, aprendo la botola per scendere.

Nota dell’autore

Altro capitolo prevalentemente “fluff” in cui non succede molto. Molto più succoso il precedente in cui abbiamo la consegna di ben due Miraculous.

Qua ci sono un po’ di cosette interessanti nascosti qua e là come i “detto e non detto” tra i nostri due protagonisti principali.

 Non manca moltissimo alla fine della nostra storia, ma devono ancora succedere un po’ di cosette.

Ma non preoccupatevi, sto preparando tutto per dare a questa storia un seguito, anche se non credo riuscirò a farlo altrettanto lungo e complesso. Spero, perché mi sto divertendo molto a scrivere e spero che a voi piaccia leggere il frutto delle mie fatiche.

Non lo faccio mai abbastanza, ma ringrazio tutti quelli che lasciano un commento e Giulia (@GiuliaClifford0 qui su Wattpad) che mi fa da beta reader. 

A presto

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Capitolo 32
*** Regali inattesi ***


Regali inattesi

 

Adrien, dopo l’ennesima noiosa cena da solo, torna in camera, indossa il pigiama, ovviamente della nuova collezione Gabriel, poi accende il computer per far passare un po’ di tempo. - Potrei sentire Max e Marinette per vedere se vogliono fare una partita al nuovo gioco - riflette, indeciso, vedendo che il suo compagno è connesso.

 

Mentre pensa, vede Plagg e fa “Sei pronto, Plagg? Più tardi andiamo in pattuglia” dice al Kwami che sta sonnecchiando sul cuscino del letto. 

 

“Hm?” fa lui, aprendo un occhio “Pattuglia?” poi si mette a sedere e guarda dalla finestra “Ma Adrien, ha smesso da poco di nevicare, dobbiamo proprio? Dai è Natale...”

 

“Beh, Plagg, è il nostro giorno di pattuglia, domani tocca a Ladybug e dopodomani a Volpe Rossa.” risponde Adrien, pronto. 

 

“Ma è tutto così tranquillo, non ci sono Akuma da due giorni…” piagnucola Plagg

 

Adrien lo blocca e gli risponde “Appunto per questo dobbiamo stare attenti. Adesso Ma… ehm … Ladybug.. ehm.. è la Guardiana e devo aiutarla. E poi voglio uscire, Natale con i tuoi un corno!” si rigira verso il PC “D’accordo, vedo se Marinette è online, così la sfido a Super Mecha Strike, poi Aspettiamo un paio d’ore che Nathalie e il Gorilla se ne vadano a letto e poi andiamo. Fino ad allora ti lascio dormire, se la smetti di protestare.”

 

Il Kwami risponde “Non fare troppo rumore quando Codini ti batterà per l'ennesima volta.” poi borbotta “Io torno a dormire”, rimettendosi a sonnecchiare.

 

Adrien prende il telefono sospirando e manda un messaggio a Marinette:

 

Adrien: Ciao, M sei pronta per una sfida a Super Mecha Strike 3? C’è anche Max, se vuoi ti aspettiamo. Io sono AlmighyChatNoir e Max è MaxxterBlaster.

 

La ragazza risponde pochi secondi dopo. Troppo pochi.

Marinette: Certamente, niubbi, preparatevi ad essere polverizzato da PrincessMDC! \o/

Adrien legge il messaggio e sospira di nuovo - Nei videogiochi è troppo competitiva, e capisco diverse cose -

Cinque minuti dopo i tre si trovano sulla chat del gioco:

 

AlmightyChatNoir: allora siete pronti?
MaxxterBlaster: Adrien che accidenti di nick sarebbe quello?

AlmightyChatNoir: sono un suo fan, che c’è di male?
PrincessMari: ciao ragazzi, siete pronti a PERDERE?

PrincessMDC:ashduiasdhuidasoy7nyiuh ehm… Adrien ma che nick hai preso?
AlmightyChatNoir: Anche tu O_o?

MaxxterBlaster: ci servirebbe un quarto per fare tag team, aspettate che c’è anche Kim
 

Passano due secondi e si aggiunge un altro giocatore

TheGreatKim: Ehlià ragazzi! Dai, giochiamo su che vi straccio.
PrincessMDC: Non sai contro chi ti stai mettendo, Kim. Ma anche tu poco presuntuoso.
TheGreatKim: Eddai Marinette, è solo un nick :) E il tuo allora?
PrincessMDC: Dai cominciamo :*


Il primo match trova PrincessMDC e TheGreatKim contro AlmightyChatNoir e MaxxterBlaster

 

Marinette sceglie subito il robot che conosce meglio, le cui tecniche sono basate sull’agilità e sulle schivate e il colpo speciale è un unico attacco portato da due direzioni diverse. In poche mosse riesce a mettere all’angolo il robot di Adrien che usa attacchi a distanza. 

Adrien ha già le mani sudate e il controller gli scivola leggermente mentre cerca di intuire la direzione dell’ennesimo colpo di Marinette, inclinandosi sul divano come se dovesse schivarlo veramente.

 

Il robot di Marinette ancora immacolato e quello di Adrien praticamente in pezzi. Prima che sia troppo tardi preme il tasto per cambiare con Max che grazie alla capacità di teletrasportarsi del suo robot riesce, con qualche difficoltà, a dimezzare l’energia del robot della ragazza.

Tocca a Marinette, vista la situazione, chiedere il cambio con Kim, che  ha scelto un robot lento ma resistente. Max riesce a danneggiarlo ma il tempo della partita si sta esaurendo, ed entrambi chiedono un altro cambio: Marinette distrugge il robot di Adrien col suo attacco speciale mentre la partita va al suo team per time out.

 

MaxxterBlaster: Bravi, avete sfruttato la situazione, anche se le probabilità erano a nostro favore perché il nostro DPS era maggiore.

AlmightyChatNoir: ….

PrincessMDC: che c’è micetto? ;) Dai, battuto ti ho battuto, rivincita o facciamo squadra insieme?

AlmightyChatNoir: Rivincita!

 

La seconda partita vede Kim e Max scambiarsi di posto, Kim riesce a mettere fuori combattimento il robot di Max e Marinette sconfigge per la seconda volta quello di Adrien.

 

Adrien posa il controller, frustrato, poi scrive


AlmightyChatNoir: Marinette, ma lo stai facendo apposta? :(
 

Marinette legge il messaggio “Tikki, a quanto pare ad Adrien non piace perdere!” commenta facendo l’occhiolino a Tikki che le risponde “Conosco quello sguardo! Cosa hai in mente di fare?”. La ragazza la guarda “Non lo so... “ e scrive rapidamente

 

PrincessMDC: Ma no, Adrien, è che sono più brava! :)  In questo gioco papà ha rinunciato a sfidarmi. Ma guarda che se vuoi ci alleniamo insieme :*

 

Tikki legge da sopra la spalla “Marinette? sicura di quello che scrivi?” lei ridacchia “in realtà… no, ma è divertente”

 

AlmightyChatNoir: COSa sarebbe quella faccina? :O

PrincessMDC: Niente, non ti preoccupare. Cambiamo squadre? Entri nella mia e impari dalla migliore?

MaxxterBlaster: LOL

TheGreatKim: LOL

AlmightyChatNoir: Non capisco cosa ci sia da ridere. Ok, ci sto.


Marinette è seduta a gambe incrociate sulla sedia del computer, i gomiti appoggiati alle ginocchia. Mentre gioca, in qualche combo molto difficile tira fuori la punta della lingua per concentrarsi - meno male che non c’è video, chissà come mi prenderebbero in giro - pensa, iniziando la terza partita, stavolta in squadra con Adrien ma con entrambi i giocatori del team in gioco contemporaneamente.


Adrien lancia un attacco a testa bassa verso il robot di Max, che scompare e gli si porta alle spalle, colpendolo e riducendone a ⅔ la barra della salute. Marinette l’aveva previsto e, ignorando gli attacchi di Kim grazie all’agilità del robot e alla sua bravura, danneggia pesantemente il robot di Max, tanto che Adrien riesce a distruggerlo con il suo attacco speciale.

 

Kim, rimasto da solo, passa a una strategia difensiva, puntando, come prima a far finire il tempo della partita, ma gli altri due sono coordinatissimi e non gli permettono di sfruttare la maggior resistenza né di attaccare per caricare il colpo speciale: il robot di Marinette schiva quasi tutti i suoi attacchi mentre quello di Adrien lo colpisce mentre attacca quello dell’amica.

 

Finalmente gli attacchi combinati di Adrien e Marinette esauriscono l’energia del robot di Kim che esplode.


Marinette è stupefatta dalla coordinazione che Adrien riesce ad avere “Tikki! E’ come… è come quando combattiamo le Akuma!”, le dice a mezza voce.
“Marinette, te l’ho detto, voi due avete un legame speciale” risponde la Kwami.


Adrien si ritrova in piedi sul divano “E vai! Finalmente! Che squadra!”

 


MaxxterBlaster: Ehi Adrien ma perché quando eri con me giocavi così male?


Adrien si rende conto solo allora della coordinazione che è riuscito ad avere con Marinette, quasi che si leggessero nel pensiero, - Non posso dirgli che abbiamo combattuto insieme migliaia di volte. E non me l’aspettavo nemmeno io, cavolo - riflette, prima scrivere la risposta:

 


AlmightyChatNoir: Scusa Max.. non so… Avrò fatto pratica perdendo: NON LO SO!!

TheGreatKim: Non è che volevi fare bella figura con Marinette? ;)

 

Adrien legge la risposta e arrossisce violentemente

AlmightyChatNoir: Ma no! Perché dovrei!

 

Marinette sbuffa leggendo la risposta di Kim “Ancora ‘sta storia” borbotta, poi scrive

 

PrincessMDC: Kim: :( Niente di tutto ciò: era in squadra con LA MIGLIORE :DDDDD
TheGreatKim: Ok ok me ne vado. Ciao ragazzi. Se volete giocare ancora ditelo.
MaxxterBlaster: Beh vado anche io. Saluti da Markov!


Marinette e Adrien rimangono a guardare lo schermo dei rispettivi computer, indecisi sul da farsi, entrambi colpiti dall'affiatamento che hanno dimostrato pochi istanti prima.
 

Finalmente Adrien scrive qualcosa


AlmightyChatNoir: vado a dormire, grazie delle partite

 

Marinette aspetta parecchi secondi, poi decide di salutare l’amico, scrivendo


PrincessMDC: grazie a te per avermi invitata :*

 

e chiude la connessione.
 



 

Due ore dopo, Chat Noir salta dal muro di Villa Agreste diretto verso Notre Dame, da cui solitamente prosegue il giro per la città quando è di pattuglia. 

 

Visto che la città sembra tranquilla, l’eroe fa un percorso diverso dal solito, più tortuoso, godendosi la sensazione di totale libertà che gli dà sempre essere il suo alter ego mascherato. Dopo tre quarti d’ora è in vista della cattedrale di Notre Dame, coperta dai ponteggi e con un ultimo salto si ferma su una delle impalcature più alte, osservando la città. Oltre al grattacielo di Montparnasse quello è uno dei punti da Chat Noir cui ama scrutare i tetti di Parigi e le impalcature gli danno un punto di vista privilegiato.

 

Chat Noir si volta verso la Senna e nota il terrazzo di casa di Marinette, l’unico illuminato dalle luci natalizie. Il ragazzo aveva visto Marinette fissarle alla ringhiera, la sera di un’altra pattuglia, e si era fermato a parlare con lei. Si ritrova, quasi  senza volerlo, a pensare alla sua amica - Chissà se davvero non si ricorda niente o sta fingendo anche lei - si domanda l’eroe in nero, scrutando le finestre buie della mansarda - Non è in camera - pensa, accovacciandosi sul ponteggio e cercando con lo sguardo una finestra illuminata, individuando subito il soggiorno dei Dupain.

 

Grazie alla vista migliorata dal Miraculous, Chat Noir intravede Nonna Gina ed un paio di codini ben noti. 

Facendo più attenzione riesce a vedere Marinette scoppiare in una risata. - Che bello vederla ridere. Ma come ho fatto a non riconoscere Ladybug, con lei seduta proprio dietro di me, a me a scuola? - si trova a pensare, sorpreso dalla propria riflessione - Anche se fingesse, se è felice a me va bene. Forse devo solo lasciare le cose come sono e aspettare, anche se ora so - rimugina, sbuffando. “Ripartiamo, non è bello sbirciare in casa d’altri” borbotta, lanciandosi col bastone verso il tetto del Liceo DuPont per completare il suo giro a Nord della città.

 

Sono le due passate quando i piedi di Adrien, annullata la trasformazione, si posano di nuovo sulla moquette di camera sua e Plagg appare accanto all’anello.

 

Il Kwami si precipita verso il mobile dentro cui è nascosta la scorta di Camembert e ne emerge con uno spicchio dall’odore caratteristico “Allora, passata la noia? O è perché Codini ti ha battuto?” chiede, sarcastico.

 

“Qual’è il problema, Plagg? Non abbiamo nemmeno dovuto combattere, o fermare un ladruncolo, o salvare un gattino, ho solo fatto un giro..” ribatte Adrien, seduto sul letto “Piuttosto, mi avrà anche battuto ma quando abbiamo giocato insieme era come… come quando combattiamo…”

 

“Il problema è che siamo stati più di due ore a congelare e non è successo nulla, solo perché volevi uscire..” lo ignora Plagg, ingoiando quel che resta del formaggio.

 

“Stavo parlando di un’altra cosa! Non meriti risposta, Plagg. Davvero,” taglia corto il ragazzo, guardando male il Kwami e entrando in bagno fa, “Buonanotte” da dietro la porta chiusa.





 

Finito di giocare, Marinette accantona le riflessioni su Chat Noir e Adrien e finalmente riesce a passare una serata coi genitori e la nonna senza troppe preoccupazioni. Complice forse l’atmosfera natalizia, Papillon sembra essersi preso una pausa e anche la giornata seguente, il giorno dopo Natale, non richiede l’intervento di Ladybug. 




 

Marinette, dopo aver dato la buonanotte ai suoi, sale in camera, aspettando che tutti vadano a letto per poter uscire in pattuglia. 

Finalmente, dopo un’ora passata a disegnare, la ragazza non sente più rumori dal soggiorno “Sono andati tutti a dormire, tocca a noi!” sussurra alla Kwami, poi declama “Tikki! Trasformami” ritrovandosi nel familiare costume magico di Ladybug. Subito dopo prende dalla Miracle Box il Miraculous della Tartaruga e infilandolo, nella sua custodia, dentro lo yoyo.

 

Ladybug apre la botola sul terrazzo, rabbrividendo per il freddo notturno. Aveva nevicato e tutta la città era coperta da uno strato di qualche centimetro, sciolto qua e là sui tetti dal calore dei camini - devo fare attenzione a non cadere da qualche tetto - riflette mentre chiude la botola in modo da poterla riaprire da fuori, poi la ragazza fa roteare lo yoyo e lo aggancia a un lampione, iniziando il suo solito giro sui tetti.

 

Il giro di pattuglia, come ogni sera, ha i suoi punti fissi, la città universitaria, Montparnasse, la Torre Eiffel, il Trocadero, l’Arco di Trionfo, poi passando sopra Saint Augustine, su verso il Sacre Coeur. 

 

Nonostante il tempo, le vie parigine sono affollate e quando Ladybug supera in volo qualche strada più larga, un paio di passanti la indicano e le rivolgono un gesto di saluto, che lei ricambia con un sorriso, pur sapendo che difficilmente chi l’ha salutata lo avrebbe notato.

 

Ladybug torna poi verso la Senna passando per il Louve, attraversando il fiume vicino all’ormeggio della casa galleggiante dei Couffaine. Da lì il giro tocca  il liceo DuPont, infine devia leggermente verso villa Agreste per poi tornare verso Notre Dame e la pasticceria. Ultimamente i giri di pattuglia si erano allungati verso Saint-Mandé, dove si erano trasferite Kagami e la madre, principalmente per tenere sotto controllo eventuali piani di Papillon che coinvolgessero la ragazza. Ladybug si era organizzata per controllare, durante il giro, tutti gli amici a cui aveva affidato i Miraculous per maggior sicurezza, ma avendo consegnato dei Miraculous in pianta stabile, avrebbe dovuto modificare di nuovo il giro d’accordo con gli altri Portatori.


Quella sera però c’è una tappa in più, Ladybug aveva deciso di portare il Miraculous della Tartaruga a Nino Lahiffe, quindi si dirige verso la casa del migliore amico di Adrien, arrivando davanti alla finestra della camera del ragazzo, che non aveva chiuso gli scuri,  verso mezzanotte.





 

Nino era al PC a cui aveva collegato la consolle da DJ, con le immancabili cuffie muoveva la testa a tempo di musica. Ladybug sbircia nella stanza, notando che il fratellino di Nino, Chris, dorme in un’altra camera - Meglio così - riflette, prima di bussare delicatamente al vetro. Nessuna reazione. Allora Ladybug bussa un po’ più forte, facendo sussultare per la sorpresa il povero Nino, che si gira di scatto, sorpreso e incredulo.

 

Il ragazzo si precipita ad aprire la finestra “Bella, Ladybug! Ma… ma c’è un’akuma? Alya sta bene?” le chiede, mentre si sposta per farla entrare.

 

Lei sorride e alza una mano “Tranquillo Nino, nessuna emergenza. Devo solo parlarti e darti una cosa. La faccio breve e vado subito al dunque, ma è meglio che ti siedi”

 

Nino la guarda ancora più stupefatto, allunga una mano e prende la sedia che aveva davanti al PC, sedendocisi sopra con lo schienale davanti. “Ok… “ dice a mezza voce.

 

“Sono qui per affidarti, se vorrai, il Miraculous della Tartaruga. Ne sto consegnando alcuni a persone di cui mi fido totalmente, e tu sei uno di queste. Naturalmente non dovrai parlarne a nessuno e mantenere il più assoluto segreto”

 

“Ah… Cioè… ganzo. Mi vuoi affidare il Miraculous… Ma come, ora che Papillon ha scoperto che l’ho già usato?” fa lui, riprendendosi.

 

“Beh no, lui sa che hai avuto un Miraculous, non quale. Sai, ci ho riflettuto molto, anche Chat Noir è d’accordo con me” spiega Ladybug, prendendo la scatola da dentro lo yoyo

 

Nino riflette, in silenzio, l’unico rumore il brusio della musica dalle cuffie che ha attorno al collo “E’ un bell’impegno ma… d’accordo, ci sto. Sarà bello rivedere Wayzz” conclude, spingendosi gli occhiali sul naso.

 

Ladybug gli porge la scatola aperta e dice, con tono solenne “Nino Lahiffe. Ti affido il Miraculous della Tartaruga. Non rivelare a nessuno che l’hai tu, ed usalo solamente per un bene superiore. Dovrai custodirlo finché non te lo chiederò indietro.”

 

Nino annuisce e prende il bracciale dalla scatola, indossandolo insieme a quelli colorati che già porta al polso. Immediatamente Wayzz appare e i due si scambiano una complicata serie di gesti, sorridendo. 

 

Il Kwami guarda Ladybug e poi Nino “Ciao Nino, è bello rivederti” fa, annuendo a Ladybug.

 

“Bella per te, Wayzz…. andremo alla grande!” risponde Nino, girando il cappellino con la visiera all’indietro

 

“Beh ragazzi, vi lascio. Wayzz ti spiegherà tutto quello che devi sapere sui Kwami, Nino. Grazie per aver accettato. E buon Natale!” si congeda Ladybug, mettendo un piede sul davanzale e preparando lo yoyo.

Il ragazzo la saluta  “Ciao LadyBi, e… spero di non deluderti!” 

 

“Sono sicura di no, e poi tu e Volpe Rossa siete una bella coppia! A presto!” risponde lei, lanciandosi dal lato opposto della strada.

 

Nino, rimasto con Wayzz, lo osserva, poi esordisce “Allora, amico, non ho mai avuto a che fare con un.. Kwami, giusto? Insomma, che ne so, tu dormi? cosa mangi? Cosa fai quando non … beh … trasformi nessuno?”

 

Wayzz lo guarda, serio “Dunque… Sì, dormo anche se non esattamente come fate voi. Mangio… posso mangiare più o meno di tutto ma preferisco le verdure. Quello che ti pare, mi adatto. Ma se capita una foglia di lattuga beh, è la mia preferita!” inizia a spiegare, volando per la stanza “Cosa faccio… beh niente di particolare. Di solito riposo. Fare da tramite per i poteri dei Miraculous stanca molto noi Kwami. “ Wayzz fa una pausa 

“Ma prima, le cose importanti, la priorità è trovare un posto dove potermi nascondere se entra qualcuno. Ma posso passare attraverso gli oggetti, quindi” continua, entrando in un armadietto e uscendone subito dopo “qui potrebbe andare, se per te va bene”.

 

Nino lo guarda, stupefatto e incuriosito “Grande… Passi attraverso gli oggetti… Ehm, sì lì va bene. Ho un sacco di cose da chiederti!” dice, dopo essersi seduto sul letto accanto all’armadietto su cui si era posato il Kwami. 

 

“Bene, chiedi pure, allora” approva Wayzz, rispondendo, per l’ora seguente, alle domande del suo nuovo Portatore e andando, infine a dormire.


 


 

Nota dell'Autore

Scusate per l'attesa tra il capitolo precedente e questo ma sto lavorando alla versione inglese di Danzando sulla fune  e inseguendo un paio di plot rabbit per una fanfic crossover tra Miraculous e il Dottor Who, il Decimo, per la precisione. Questo capitolo è prettamente fluff ma devo riscaldarmi per la battaglia finale, di cui ho già scritto la scena finale. In realtà la scena finale è stata la prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver finito Principessa, ma non pensavo che ci avrei messo così tanto, è praticamente un anno che sto scrivendo!

 

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Capitolo 33
*** Fidélité ***


Gabriel Agreste apre per l’ennesima volta il passaggio segreto per il covo di Papillon, sotto lo sguardo preoccupato di Nathalie. Dopo il fiasco di Ficcanaso, lo stilista era diventato più freddo del solito, perennemente accigliato.

La sua assistente l’aveva visto consultare più volte il grimorio dei Miraculous ma non le  aveva mai detto nulla a proposito dei suoi eventuali piani. 

 

Sbirciando da dietro lo stipite della porta l’uomo sparire nel passaggio segreto, Nathalie pensa - Forse non avrei dovuto dire nulla durante la battaglia con Ficcanaso. Gabriel non tollera che vengano messe in dubbio le sue decisioni -  

 

Nathalie si stacca dalla porta dell’ufficio di Gabriel, ormai vuoto e attraversa l’atrio per andare nel proprio ufficio quando sente Adrien chiamarla. Si ferma al centro dell’atrio, vedendolo uscire dalla porta di camera sua. “Senti, Posso andare a chiedere a mio padre se oggi pomeriggio posso uscire? I miei amici si troveranno al cinema e… Tornerei prima del film, ma era per salutarli”. 

Lei lo guarda, sollevando un sopracciglio. “Chiederò al signor Agre…” inizia, interrompendosi per un violento accesso di tosse. Adrien le si avvicina e lei si appoggia al ragazzo, riprendendo fiato. “Mi scusi”, dice, raddrizzandosi, mentre Adrien la guarda preoccupato e chiede, “Stai bene?”  

“Si, certo. Va tutto bene. La prego di scusarmi. Chiederò al signor Agreste, ora non vuole essere disturbato”, risponde, indicando la porta chiusa mentre si sposta nel proprio ufficio.
Adrien la guarda di nuovo. “D’accordo. Grazie Nathalie”, commenta, sospirando e tornando verso la camera - Anche la mamma stava bene, dicevano tutti - pensa, con un sospiro rassegnato, mentre la tristezza lo assale.




 

Nel covo di Papillon, Gabriel sta leggendo dal tablet una pagina del grimorio decifrato, su un tavolino davanti a lui le spille dei Miraculous della Farfalla e di quello del Pavone. Lo stilista borbotta,”Finalmente!” mentre legge ad alta voce, “...si possono fondere due Miraculous mantenendo i poteri di ciascuno e con la possibilità di usarli insieme. Utilizzarne un numero maggiore è pericoloso per il portatore...”

 

“Nooroo, Duusu, eravate a conoscenza di questo?” domanda Gabriel, secco, puntando uno sguardo gelido sui due Kwami fluttuano sopra i rispettivi gioielli.

 

Duusu fa una capriola in aria. “Certamente, Signore. Ma nessuno me l’aveva mai chiesto, prima!” cinguetta, ricevendo un’occhiataccia da Gabriel.

 

Nooroo la guarda, poi annuisce, serio. “Sì, padrone. Ne ero a conoscenza.”

 

Lo sguardo di Gabriel si indurisce ancora. “E perché non me l’hai mai detto?” chiede, spazientito

 

“Padrone, vedete, il Miraculous del Pavone era danneggiato e sarebbe stato pericoloso unificarlo con un altro. Anche quello della Farfalla avrebbe potuto risultare danneggiato nel processo, con conseguenze che non conosco. Avreste potuto perfino, ehm…” il Kwami esita, cercando le parole

 

“Avrei potuto COSA, Nooroo!” sbotta Gabriel

 

Nooroo abbassa lo sguardo. “Perdere la vita, Padrone”.

 

Gabriel non dà segni esteriori di reazione e dice, gelido “Capisco” poi si gira, le mani intrecciate dietro di sé. “Ma ora il Miraculous è reintegrato, quindi l’unione è possibile.”

 

“Sì, Padrone”, risponde Nooroo. “Certamente! Volete provare?” gli fa eco Duusu, sempre in tono allegro.

 

“No, per adesso no”, risponde Gabriel, stizzito, riappuntandosi la spilla della Farfalla. Fatto ciò lo stilista rimette il Miraculous del Pavone nella custodia e lo infila in tasca, uscendo dal covo. Arrivato nel proprio ufficio, apre la cassaforte e posa il tablet e il Miraculous all’interno, sedendosi poi su una delle poltrone di pelle bianca. Gabriel si sfila gli occhiali e chiude gli occhi, riflettendo sulle sue prossime mosse.
Lo stilista si appoggia allo schienale, pensando - Unire i due Miraculous...  chissà cosa potrei fare! - si riscuote dai suoi pensieri e guardando l’orologio si alza dalla poltrona passando accanto al tavolo di Nathalie per andare alla sua postazione di disegno, senza accorgersi che la sua assistente non c’è e borbottando, “Ma prima la nuova collezione, ho giusto avuto un’idea”.




 

Adrien è seduto sulla sedia davanti al computer e sta rigirando intorno all’anulare l’anello del Miraculous. “Plagg… forse dovrei sentire Ladybug. Non trovi che Papillon stia buono da troppo? Nessuno deluso per un regalo non ricevuto? Nessuno che ha passato un brutto Natale? In tutta Parigi? Non mi piace.”

Plagg, acciambellato sul divano alza un orecchio e commenta  “O magari è in vacanza, o si sta riposando, oppure è stato davvero un bel Natale! Non vorrai farmi uscire anche stasera, vero?”

“No, Plagg, non se non è necessario, però mi devi trasformare per mandarle un messaggio, stasera il giro tocca a Volpe Rossa.”

“Adesso?” fa Plagg, piagnucolando, alzando anche l’altro orecchio e volando oltre lo schienale del divano.
Adrien lo guarda con un sorriso sarcastico mentre si alza ed entra in bagno, aprendo la doccia, seguito dal Kwami con la coda bassa. Appena entrambi sono dentro, sempre con lo stesso sorriso, Adrien dice, “Plagg! Trasformami!”, e subito dopo apre il bastone come telefono e chiama Ladybug, lasciando un messaggio

“Ciao, Insettina, spero che tu abbia passato un mewraviglioso Natale. Che sarebbe stato ancora più purrfetto con me ma…” esordisce, camminando per la stanza da bagno, poi il tono diventa serio: “Pensi anche tu che Papillon sia stato troppo buono in questi giorni? Ho paura che dovremo tenerci pronti per la sua prossima mossa in grande stile. Ed è passato troppo poco tempo dall’ultima volta. Se non succede prima, vediamoci domani al solito posto. A presto”, e chiude il messaggio.

Chat Noir richiude il bastone. “Plagg, ritrasformami”, borbotta, riacquistando l’aspetto di Adrien. “Adesso non ci resta che aspettare la prossima mossa di Papillon”, dice a Plagg che lo guarda e nota l’espressione accigliata del ragazzo.
Il kwami gli vola vicino. “Che c’é, cosa ti preoccupa? Dai, avanti, parla.”

Adrien si allunga a chiudere il rubinetto della doccia. “Niente”, sbuffa, sotto lo sguardo degli occhi verdi di Plagg. “E’ che Nathalie non sta bene. Mi ricorda la mamma prima che… sparisse. A volte ce l’ho con lei per come mi tratta ma… fa solo quello che le dice papà. Non lo so Plagg”, spiega, sedendosi sul letto.

Plagg gli si posa su un ginocchio. “Vuoi che vada a dare un’occhiata nel suo ufficio?” chiede il Kwami, serio.

Adrien alza un sopracciglio. “No, Plagg, sei matto? Ti vedrebbe sicuramente. Di certo sono io che mi preoccupo per niente. La verità è che mi manca la mamma.” Poi sospira. “Ora devo solo aspettare che mio padre si decida a ricevere Nathalie, spero mi lasci uscire oggi pomeriggio”.


 

 

Sbrigato qualche lavoro, Nathalie si alza dalla propria postazione, attraversa l’atrio e sta per bussare alla porta dell’ufficio di Gabriel quando il suo cellulare vibra: è il suo principale che la chiama nella stanza. L’assistente dello stilista bussa comunque alla porta ed entra. “Signore? Avete chiamato?” chiede, in tono professionale, osservando l’uomo in piedi alla sua postazione di disegno, concentrato sullo schermo.
“Sì. Ho avuto alcune idee per la nuova collezione”, risponde lui, glaciale come al solito “Dovresti occuparti di far finalizzare i bozzetti al più presto”.

“Sì, signore, ma siamo in periodo festivo, potrebbe volerci un giorno più del consueto”, dice Nathalie, mentre consulta il calendario

“Hm. Un giorno è appena accettabile”, borbotta Gabriel. “Fai in modo che li veda appena pronti”, continua a voce più alta.
Nathalie annuisce. “Sarà fatto.” Abbassa il tablet e prosegue, “Signore? Adrien vorrebbe il suo permesso per andare a salutare i suoi amici al cinema, oggi pomeriggio. Ha detto che tornerà a casa subito dopo averli incontrati e che non andrà in sala con loro”.

Gabriel alza gli occhi dalla postazione e fissa Nathalie, gelido. “Assolutamente no!” esclama. “Dopo l’incidente al palazzo del ghiaccio è escluso che mio figlio stia in mezzo alla gente.”

L’assistente sobbalza leggermente, - Ma come? L’Akuma l’ha inviata lui - pensa, alzando un sopracciglio. “Ma, signore, se posso permettermi, forse è bene che Adrien vada. Lui stesso ha chiesto solo pochi minuti, non credo che possa essere un rischio”. Nathalie cerca di convincere l’uomo.

Lo stilista non si aspettava una risposta e rimane immobile per qualche istante, poi si volta verso il ritratto di Emilie e sospira. “D’accordo. Ma la guardia del corpo non dovrà perderlo di vista, e prima dell’inizio della proiezione dovrà tornare a casa. Grazie, Nathalie, puoi andare”. 

Nathalie cerca di nascondere lo stupore dietro la sua solita aria professionale. “Molto bene”, risponde, girando sui tacchi e uscendo dall’ufficio.




 

Nel pomeriggio, appena Adrien esce scortato dal Gorilla, Gabriel chiama Nathalie e scende nel sotterraneo, dove inizia a parlare, con uno strano sorriso. “Ho un piano e questa volta funzionerà.” Poi declama, “Nooroo, che le ali della notte si innalzino!”, trasformandosi, riapparendo da un turbine di Akuma bianche, in Papillon.

Nathalie si accorge che porta sul bavero anche il Miraculous del Pavone e prima che possa chiedergli spiegazioni, Papillon esclama, “Nooroo, Duusu, fusione!” e viene avvolto da un lampo di luce azzurra.

Quando Nathalie riporta lo sguardo su di lui, la spilla del Pavone è ancora sul bavero della giacca di frac dalle lunghe code arrotondate, sfumate dal viola al blu scuro secondo una serie di curve parallele. Un ovale nero è al centro di ciascuna delle due code. La camicia sotto la giacca, su cui è appuntata la spilla della Farfalla, è di un blu acceso, come il cappuccio, che attorno agli occhi ha una mascherina gialla bordata di nero. Il bastone da passeggio è decorato da una finissima incisione di piume di pavone.
 

“Ma… Signore, cosa…” chiede Nathalie, sbigottita e confusa.

“Ho fuso i due Miraculous, Nathalie. Ora posso creare il seguace perfetto”, spiega, soffiando una piuma viola davanti a sé, “un sentimostro che mi porterà i Miraculous di Ladybug e Chat Noir..” Papillon sogghigna e solleva il bastone per raccogliere la piuma. “E ora”, prosegue, sagomando un corpo umano con gesti delle mani, “creerò un guardiano dei Miraculous che li ingannerà tutti”. 

Di fronte a Papillon appare un giovane uomo, calvo, con gli abiti tipici dei monaci Shaolin e sulla schiena l’intricato simbolo che si trova sulla copertina del grimorio dei Miraculous.

Sotto gli occhi increduli di Nathalie, Papillon chiude le mani attorno ad una Akuma bianca, contaminandola di energia negativa, poi si blocca, sopraffatto da un’ondata di sentimenti negativi: tradimento, delusione, paura, profonda tristezza e poi rabbia.

 

Nathalie impallidisce e fa un passo indietro. “Ma… Gabriel… Io… io volevo… volevo aiutarti! Volevo aiutarti a riportare in vita Emilie… per.. per Adrien, per… te…” balbetta, con un filo di voce.


Papillon rimane sorpreso, aprendo le mani senza accorgersene - Non ho mai sentito una cosa simile! Dev’essere la fusione dei due Miraculous… queste emozioni negative sono… sono vicinissime… Nathalie? - pensa, colto alla sprovvista. L’uomo segue con lo sguardo l’Akuma che vola verso Nathalie. In quel momento un piano preciso prende forma nella mente di Papillon, la sorpresa sul suo viso che si trasforma in un ghigno.

 

La donna sussurra, “Io… mi fidavo…” e Nathalie non oppone resistenza mentre l’Akuma le si avvicina. Per un istante il suo sguardo si fissa su Papillon, diventando glaciale quanto quello dell’uomo, poi l’Akuma scompare negli occhiali che indossa. 

Nella sua mente risuona la voce di Papillon, che ha ripreso il controllo di sé. “Fidélité! Sei sempre la collaboratrice perfetta! Ti offro l’occasione di aiutarmi per quest’ultima volta, sono certo che avrò i miraculous! Dopo potrai fare quello che vuoi...”. 


Nell’oscurità violacea che ora vede, Nathalie accetta. “D’accordo, Papillon!” sussurra, e viene immediatamente avvolta da una nube di fumo viola turbinante.
 


 

 

L’auto si ferma nella piazza del il cinema, dove si sta formando un capannello di persone in attesa di entrare. Adrien nota subito Kim e Ivan svettare sugli altri compagni, mentre cerca con lo sguardo, senza trovarli, i codini di Marinette. Sorride, passandosi una mano tra i capelli biondi - come al solito è sempre l’ultima ad arrivare - pensa, aprendo lo sportello e scendendo dall’auto per avviarsi in direzione dei suoi compagni di classe.

 

Vedendo arrivare Adrien tutti gli si mettono intorno e gli rivolgono un saluto, a cui lui risponde con un gesto della mano. “Non credevo che mio padre mi avrebbe permesso di uscire”, esordisce sorridendo, poi scambia un bro-fist con Nino. “Ma purtroppo non potrò venire al cinema con voi, mi dispiace”. 

Alle spalle di Adrien il rumore di passi di corsa e la voce di Marinette. “Scusate per il ritardo ragazzi!” Nel preciso momento in cui Kim, che lo copriva con la sua mole, gli si sposta da dietro Marinette inciampa. “Ooooh....” esclama, finendo dritta sulla schiena di Adrien, abbracciandolo da dietro per non cadere. Adrien perde l’equilibrio e finisce addosso ad Alya, che era davanti a lui. Fortunatamente la ragazza riesce a non cadere ma si trova il viso dell’amico praticamente tra i seni “AHIA!” esclama, barcollando, poi osserva Marinette e Adrien scattare in piedi, le guance rosso fuoco. 

“Oddiooddioscusascusa” mugugnano in coro, lei guardando Adrien e lui guardando Alya.

La ragazza mette le mani sui fianchi. “Anche io sono felice di vederti, Adrien, ma bastavano due baci sulle guance!” e scoppia a ridere, imitata da tutti i compagni presenti, mentre Adrien e Marinette si scambiano uno sguardo imbarazzato e si uniscono alle risate.

 

il Gorilla assiste alla scena, spalanca lo sportello dell’auto, scende e fa per girare intorno all’auto per correre verso Adrien, poi nota che tutti ridono e si ferma, sorridendo a sua volta.


Nino si avvicina al suo migliore amico e gli sussurra all’orecchio, “Ma per essere pari, devo cascare in braccio a Marinette?" 

Adrien arrossisce ancora di più e si mette una mano dietro la nuca, ancora più imbarazzato, cercando di non guardare l’amica coi codini. “Dai, è stato un incidente…” borbotta, cercando di riprendere un contegno. Dopo un attimo però osserva Marinette e le si avvicina “Tutto bene?” le chiede.

Lei, distogliendo lo sguardo e prendendosi l’avambraccio sinistro col braccio destro “Sì, ormai ci sono Adr…. ehm sì ormai ci sono abituata, Adrien, scusa se ti ho urtato” risponde.
“Non devi scusarti, non è successo niente, dai! Se non se l’è presa Alya...” minimizza Adrien, guardando Alya e Nino che annuiscono, sorridendo entrambi. Osservando Marinette, Adrien nota che si era vestita come qualche giorno prima, al palazzo del ghiaccio, ma invece della treccia aveva i consueti codini e delle scarpe basse al posto degli stivali. Lui aveva indossato al posto della camicia un maglione pesante color panna e sopra un gilet imbottito nero, la sciarpa azzurra e i guanti che gli aveva regalato Marinette.

La ragazza vede i guanti e gli sorride. “Li hai messi! Sono c-contenta che ti siano piaciuti!” gli dice, lisciandosi le pieghe  del maglione rosso.
“Sì, Marinette, grazie, sono veramente belli”, concorda lui, cercando di non guardare troppo le gambe di Marinette.

 

“Bene, ci siamo tutti, entriamo?” propone Alya, con Adrien che la guarda sconsolato, mentre Nino gli mette una mano sulla spalla “Mi spiace che tu non possa venire con noi Adrien” aggiunge.

Marinette guarda i due “Come? Non vieni con noi?” chiede, guardando Adrien sorpresa. Lui si mette una mano dietro la nuca “Eh… no, mi dispiace ma mio padre non mi ha dato il permesso, devo tornare a casa”

“Non è giusto, tuo padre deve capire che il mondo non è così pericoloso, non può tenerti sempre rinchiuso” sbotta Marinette, le braccia lungo i fianchi e i pugni stretti.
Adrien guarda a terra “Lo so ma… oramai per oggi non posso farci niente” risponde a mezza voce, poi guarda gli altri “Allora io vado. Divertitevi ragazzi, e buon Natale!” conclude, voltandosi verso l’auto e passando accanto a Marinette, che gli mette una mano sul braccio “Mi spiace che tu debba tornare a casa. Ci.. ci sei su super mecha stasera?” gli dice, anche lei sconsolata. 

Adrien si ferma “Ehm… ah… Volentieri! Però giochiamo in squadra insieme stavolta.” fa una pausa, guardando l’amica negli occhi e distogliendo lo sguardo  “Ora vai che ti perderai il film.” Marinette toglie la mano dal braccio dell’amico e guarda a terra “Ah.. il film.. sì. Ciao Adrien, a più tardi.”.

 

I due ragazzi si avviano in direzioni opposte, Marinette verso l’entrata del cinema, Adrien verso l’auto e il Gorilla in paziente attesa.

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Capitolo 34
*** Un pizzico di fiducia ***


Un pizzico di fiducia

Mentre Adrien si avvicina all’auto del Gorilla, decine di telefoni lanciano un segnale: l’app di allerta Akuma si è attivata. Il Gorilla si precipita verso Adrien, lo afferra per la cintura dei pantaloni, da dietro, ed ignorando le sue proteste lo accompagna rapidamente verso l’auto, facendolo salire dietro.

L’enorme guardia del corpo si affretta a girare attorno al muso della grossa berlina e sale al posto di guida, infilandosi nel traffico verso Villa Agreste.

 

Adrien, dal sedile posteriore, toglie dalla tasca il cellulare e controlla l’App di allerta “Hm, l’akumizzato è all’Arco di Trionfo,” pensa e guarda fuori dal finestrino, vedendo che l’autista ha imboccato proprio uno dei viali che passa non lontano dal monumento “Devo trovare il modo di trasformarmi,” poi, mentre l’auto si infila in una strada laterale con uno stridere di pneumatici, Adrien si accorge che il Gorilla non ha intenzione di rallentare e lo sta riportando direttamente verso casa “A meno di aspettare di arrivare a casa e sgattaiolare dalla finestra,” riflette, tamburellando col dito sul lato dello smartphone.




 

Davanti al cinema Marinette ed Alya si scambiano uno sguardo precipitandosi, seguendo la folla, all’interno del cinema dirette rapidamente verso i bagni del pianterreno.

Guardandosi attorno, Marinette trova le indicazioni per i bagni “Speriamo che ci sia una finestra da cui poter uscire” pensa, infilandosi nei bagni femminili e chiudendosi all’interno di uno dei cubicoli che effettivamente ha una finestra.

 

Mentre la apre, Marinette sente dei passi concitati e la porta chiudersi, si china per sbirciare sotto la parete divisoria e vede le sneaker bianche e nere di Alya entrare nel cubicolo opposto, un flash arancione e sente la finestra aprirsi. 

Tikki emerge dalla pochette “Era Volpe Rossa.. che ne dici se la raggiungiamo?” chiede alla ragazza, che annuisce e risponde con “Tikki! Trasformami!”, infilandosi subito dopo nella stretta apertura che dà su un vicolo, dietro il cinema.




 

La scorciatoia che ha imboccato il Gorilla si rivela essere il contrario. Un cantiere costringe il bodyguard a svoltare e tornare su Avenue de Friedland, in direzione dell’Arco di Trionfo, mentre il traffico aumenta finché, in vista del monumento, l’auto è costretta a fermarsi.

Il Gorilla continua a guardare nervosamente negli specchietti, le mani strette sul volante, cercando inutilmente il modo di uscire dall’ingorgo. Adrien, sul sedile posteriore, aspetta un attimo di distrazione dell’uomo per scendere dall’auto, ma all’esterno non vede alcun posto dove potersi nascondere e trasformare. 

 

Finalmente l’auto arriva in vista dell’Arco e imbocca lentamente Place Charles De Gaulle. Adrien cerca di abbassare il finestrino per guardare fuori, ma è bloccato. Riesce a vedere una sagoma sull’Arco, sembra che si stia voltando verso di loro. Aguzzando lo sguardo riesce a distinguere meglio la sagoma: è sicuramente un Akumizzato. Precisamente, sembra essere una donna, difficile capirne l’età, di corporatura snella e altezza media.

 

La figura si volta verso l’auto guidata dal Gorilla e Adrien è certo che stia guardando verso di loro, poi alza un braccio dalla sua mano Adrien vede partire un lampo di luce che lo costringe a chiudere gli occhi. Quando li riapre vede delle piccole luci spegnersi attorno a lui, e si accorge di essere è a testa in giù, trattenuto dalle cinture di sicurezza, l’aria fredda che entra dai finestrini sfondati.

 

L’auto è rovesciata sul tetto, Adrien inizia a sentirsi stordito “Forse ho battuto la testa, mi sento strano” pensa, toccandosi la testa ma senza sentire nulla a parte il bernoccolo di qualche giorno prima. Il ragazzo cerca con difficoltà di sganciare la fibbia della cintura di sicurezza che lo lega al sedile.

“Ehi” chiama Adrien, guardando il Gorilla al posto di guida. Il corpulento autista è immobile, le cinture non l’hanno trattenuto sul sedile e sulla tappezzeria del tetto c’è una macchia scura vicino alla sua testa. “Accidenti” esclama, notando che fuori dall’auto  anche altre vetture sono rovesciate e che lentamente alcune persone si stanno avvicinando. “Plagg, stai bene?” chiede Adrien, a bassa voce, sentendo il Kwami muoversi nella sua tasca “Sto bene” risponde, attraversando il tessuto e apparendo davanti al ragazzo, che continua  “Riesci a sbloccare la cintura, prima che arrivi troppa gente? Dobbiamo intervenire!” chiede al Kwami.

 

Plagg scompare nell’imbottitura del sedile e un attimo dopo Adrien si sdraia sul soffitto dell’auto, ora diventato pavimento. La sensazione di stordimento si attenua e lui inizia a sentire le voci dei passanti “Ehi, state bene?”, quindi sussurra “Plagg, nasconditi, cerchiamo di uscire”.

“Io sto bene” risponde Adrien  “Ma l’autista credo sia ferito” risponde, guardandosi attorno dal finestrino rotto.

 

Ci sono mezza dozzina di auto, alcune semplicemente ammaccate, altre rovesciate sul fianco o sul tetto attorno a quella degli Agreste e una decina di persone con segni più o meno evidenti dell’incidente, sedute o appoggiate alle auto o a quel che ne rimane.

 

Adrien vede arrivare diverse paia di piedi e qualcuno commenta “C’è anche un ragazzo in quella macchina”, poi una voce femminile chiede “Riesci a muoverti?” mentre una voce maschile “ Aspetta che ti tiriamo fuori, cerco di aprire uno sportello”. 

Il ragazzo si accovaccia sul soffitto dell’auto “Sì avevo la cintura! Ma l’autista non si muove, forse è svenuto!”. Arriva qualcun altro e l’auto inizia a ondeggiare finché una delle due porte posteriori non si apre di scatto. Un piede di qualcuno cerca di togliere i pezzi di vetro dall’asfalto, mentre un paio di mani posano un cappotto per terra per permettere ad Adrien di uscire.

 

Subito una donna coi capelli scuri si avvicina ad Adrien e lo aiuta a strisciare fuori dall’auto “Ragazzino, sicuro di star bene? Ti accompagno in ospedale!” dice, indicando un’auto poco distante. 

“Oh.. no, no, grazie, io sto bene, davvero” risponde Adrien, mettendosi in piedi e stringendosi nella giacca a vento “posso andarci a piedi! Aiutate l’autista, per favore, ne ha più bisogno di me” risponde, indicando l’auto rovesciata. 

Altre persone si avvicinano ma vedendolo in piedi si dirigono ad aiutare i passeggeri delle altre auto coinvolte ad uscire e mettersi in salvo.

 

La donna guarda l’auto, seguendo il gesto di Adrien e lui ne approfitta per scappare in una via laterale, in cerca di un posto dove trasformarsi.

 

Finalmente Adrien trova un posto adatto e un paio di secondi dopo Chat Noir è tornato vicino all’auto rovesciata. Ci sono tre persone, due uomini e una donna che stanno cercando di aprire lo sportello del conducente. Qualcuno dei passanti lo indica, altri lo chiamano per nome ma lui li ignora mentre, dopo aver fatto allontanare i tre soccorritori,  facendo leva col bastone solleva l’auto per consentire alla donna che l’aveva aiutato di aprire lo sportello. Subito i due giovani si avvicinano es estraggono dall’abitacolo l’autista, svenuto e con un taglio sulla fronte “Occupatevi anche degli altri feriti!” esclama Chat Noir, gli occhi fissi sulla figura in cima all’Arco.

 

Chat Noir l’osserva attentamente, per quando possa vedere dal basso: I capelli neri sono sciolti e spettinati e scendono sulle spalle nude. la parte superiore del vestito sembra una tunica bianca, tipo quelle degli antichi Romani, drappeggiata su una spalla, strappata all’altezza dell’ombelico. Le gambe sono coperte da un paio di pantaloni eleganti viola, strappati poco sopra le caviglie, i piedi nudi, così come le braccia, hanno delle linee nere sulle giunture, come gli arti di un burattino. Sul viso ha un paio di grossi occhiali, o una maschera, che formano una sorta di becco sul naso e sporgono dai lati della testa come a formare due ali grigie e marroni. Gli occhi sono neri, contornati di rosso. La parte superiore del viso ricorda la testa di una tortora.

 

Fidélité ha notato la presenza di Chat Noir e grida “Ah eccoti, gattaccio! Adesso aspettiamo che arrivi la tua amica e poi mi darete i vostri Miraculous. Anzi, cominciamo col prendere il tuo!”. L’akumizzata muove una mano e alcuni raggi di luce scaturiscono dalle sue dita. Chat Noir si volta giusto in tempo per saltare di lato, ritrovandosi a guardare stupito delle spighe luminescenti infilate nell’asfalto, che scompaiono immediatamente.

 

Chat Noir riflette rapidamente “Qui c’è troppa gente, devo portarla da qualche altra parte” cercando con lo sguardo la Torre Eiffel per sfruttare lo spazio davanti al monumento “Tanto Ladybug come al solito si fa aspettare” prosegue nelle sue riflessioni, un vago senso di disagio allo stomaco. Fidélité, sempre dall’Arco, lancia altra spighe verso Chat Noir, che schiva anche queste ed usando il bastone si lancia sulla sommità del monumento. In cima, osserva nuovamente la sua avversaria “Nathalie?” si domanda, studiandone la corporatura e l’altezza, ma non riconosce nulla del suo aspetto. 

“Che ne dici se andiamo da qualche altra parte invece che qui a giocare con le macchine dei parigini?” esclama Chat Noir, guardandola negli occhi. 

“Certo, gattaccio, così mi trascini in una trappola, no?” ribatte Fidélité, lanciando altre spighe luminose verso Chat Noir, che rotola di lato per schivarle, lasciandosi cadere dall’orlo. Mentre risale spingendosi sul bastone “Allora se vuoi il mio Miraculous dovrai venire a prendertelo!” grida, saltando verso la Torre Eiffel.



 

Saltando da un tetto all’altro, usando il bastone come asta per superare i viali, Chat Noir arriva rapidamente in vista della Torre, controllando da sopra la spalla che l’Akumizzata lo stia seguendo. I movimenti di quest’ultima sono vagamente rigidi e quando salta sembra essere sospesa a dei fili invisibili. 

“Non so come farò a liberare l’Akuma stavolta ma sicuramente dovrò fare tutto da solo, figuriamoci” pensa il ragazzo, cercando con lo sguardo Ladybug.




 

Ladybug è salita col suo yo yo sul tetto del cinema e individua rapidamente Volpe Rossa, lanciandosi dietro di lei, cercando nei dintorni segni dell’Akumizzato. 

Secondo l’allerta Akuma era nella zona dell’Arco di Trionfo, ci vorrebbe Pegasus… ma il Miraculous è al sicuro” pensa Ladybug, poi vede in lontananza un puntino rosso che vola tra un tetto e l’altro nella sua stessa direzione “A meno che Ryuko ci possa dare una  spintarella” aggiunge tra sé, cercando di avvicinarsi alle altre due.

 

Ben presto le tre ragazze si fermano sullo stesso tetto, a metà strada per l’Arco.

“Ehi” fa Volpe Rossa, sorridendo alle altre due

“Allora ci siamo” risponde Ladybug

“Eccomi” fa Ryuko, rivolgendo un piccolo inchino alle altre due.

 

Ladybug apre il Bugphone “Chat Noir ci ha precedute, è quasi alla Torre Eiffel. Ryuko puoi usare il potere del vento per farci arrivare più in fretta?”

 

“Certamente, anche se non l’ho mai fatto prima di oggi” risponde l’interpellata, decisa. “Siete pronte?” 

A un cenno di assenso delle altre due, Ryuko declama “Drago del vento!” e tutte e tre spiccano un salto dall’orlo del tetto. Subito vengono sollevate e trasportate da un forte vento in direzione del monumento più famoso di Parigi.
“Bravissima! ha funzionato!” grida Ladybug per farsi sentire sopra il rumore del vento 

“E’ bellissimo!” commenta Volpe Rossa, ammirando la città dall’alto.

Ryuko si limita a sorridere ed annuire per non perdere la concentrazione, facendo diminuire l’intensità del vento per scendere lentamente su uno dei palazzi che danno sulla piazza davanti alla Torre Eiffel.

 

Ladybug si affaccia all’orlo del tetto per osservare meglio, vedendo Chat Noir che saltando e usando il bastone come leva, evita dei raggi dorati che l’Akumizzata sta lanciando e che lasciano infilate nell’asfalto delle piccole spighe luminescenti, che scompaiono subito. 

“Che facciamo?” chiede Volpe Rossa, avvicinandosi a Ladybug.

“Prima devo capire dov’è l’Akuma, cerchiamo qualche indizio, intanto andiamo ad aiutare Chat Noir” risponde lei, roteando lo yo yo per scendere.




 

“Avanti, gattaccio, dov’è la tua amica? Non ho tutto il giorno!” grida Fidélité, lanciando una raffica di spighe verso Chat Noir.

“Che c’è, Papillon ti interrotto durante una colazione di lavoro?” risponde lui, schivando i raggi con una capriola all’indietro. In quel momento sente un leggero tonfo dietro di lui, e guardando da sopra la spalla vede Ladybug che si sta rialzando dopo essere atterrata con una gamba piegata e l’altra tesa all’esterno.

 

“Ah, meno male che hai trovato il tempo di arrivare! Cos’è, adesso devo fare tutto da solo?” le dice Chat Noir, senza guardarla.

Ladybug alza un sopracciglio, confusa “Ehi, che succede, Micetto?”

“Mah, niente, tanto ormai sono specializzato a tenerli occupati” risponde lui, caricando l’avversaria col bastone.

 

Dagli alberi a lato del viale arrivano correndo Volpe Rosa e Riyuko, che guardano Ladybug con aria interrogativa. Lei alza le spalle, altrettanto confusa.


Fidélité salta su un autobus parcheggiato, le mani sui fianchi “Guardate, abbiamo compagnia! Anche voi pronte agli ordini di quella.. Fatevi colpire e datemi i vostri Miraculous!”, esclama, con tono sprezzante, poi lancia delle spighe luminescenti verso le tre ragazze, che le schivano prontamente tuffandosi in tre direzioni diverse.

 

“Te lo puoi scordare!” grida Chat Noir in risposta “Tanto, anche se glielo chiedessi, Ladybug non mi darebbe mai il Miraculous, anzi, sono sicuro che vuole riprendersi il mio!”

 

Lo stupore di Ladybug diventa preoccupazione sentendo quella frase “Chat Noir non direbbe mai una cosa del genere” riflette, sentendo un nodo di preoccupazione salirle alla gola “Chat Noir! Non è vero! Non voglio il tuo Miraculous, LEI invece sì!” esclama, cercando di cogliere una reazione nell’amico.

 

“Ah, davvero? E allora perché non mi avete mai detto niente, prima?” esclama lui, avvicinandosi, lo sguardo gelido. Ladybug sente un brivido lungo la schiena, vedendo per un attimo lo sguardo di Chat Blanc in quello del ragazzo.

 

“Ma guardali, litigano come due fidanzatini!” sbotta l’Akumizzata “Scoprirete a vostre spese che…” si interrompe, spiccando un salto fin sul tetto della biglietteria, scatenando un fuggi fuggi tra i turisti davanti alle bancarelle natalizie. “... un pizzico di fiducia ti porta lontano. Meno ne usi, e più ci andrai! Parola di Fidélité!”. 

 

L’Akumizzata lancia altre spighe verso Volpe Rossa e Ryuko che si sono messe ai lati di Ladybug ed usano le loro armi per parare l’attacco “E io sono qui per insegnarvi a non fidarvi di NESSUNO” grida alla fine, portando le mani alle tempie e poi stringendole a pugno, le braccia lungo i fianchi. Subito dopo, lancia altre raffiche di spighe su chiunque abbia in vista.

Gli eroi le schivano facilmente ma diversi passanti in fuga vengono colpiti ma continuano ad allontanarsi.

 

Ladybug guarda Chat Noir schivare i colpi, senza vedere nessuna differenza rispetto al solito “Non è il mio Chat Noir, Fidélité deve avergli fatto qualcosa. Devo capire dove sta l’Akuma e purificarla in fretta. Il mio… devo restare concentrata” riflette, preoccupata, poi fa segno agli altri di riunirsi per decidere una tattica. Chat Noir si allontana di nuovo, andando al centro del piazzale, facendo finta di non averla vista “Quando volete venire a darmi una mano, magari sarebbe utile!” esclama lui, lanciandosi a testa bassa contro Fidélité, che evita facilmente gli attacchi del bastone. L’Akumizzata tra una schivata e l’altra cerca di fare lo sgambetto a Chat Noir in modo da farlo cadere dal tetto del piccolo edificio su cui si trovano, ma entrambi sono abbastanza agili da annullare i rispettivi attacchi.

 

Mentre Ladybug, Volpe Rossa e  Ryuko si radunano dietro un cartellone pubblicitario sul viale, quest’ultima vede arrivare Carapace e fa un cenno alle altre, ma Ladybug è distratta da una figura che non si sarebbe mai aspettata di vedere in quel momento. 

Un giovane dai tratti orientali, i capelli rasati e le tipiche vesti arancioni dei monaci Shaolin si sta avvicinando al loro gruppetto, camminando come se niente fosse in direzione opposta ai passanti in fuga. Ladybug fa un gesto a agli altri nella sua direzione, Volpe Rossa e Ryuko controllano Fidélité e Chat Noir sporgendosi dal cartellone mentre Carapace le raggiunge con un salto e si prepara con lo scudo davanti a Ladybug. La ragazza  non ne è sicura, ma qualcosa nel giovane le ricorda le immagini del tempio misteriosamente comparso in Tibet quando hanno affrontato Divoratore. 

Il monaco si avvicina al gruppo, poi con calma si mette davanti a Carapace e fa un piccolo inchino, le mani giunte davanti a sé dicendo “Sono Zhong Wu, Guardiano dei Miraculous.”

 

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Capitolo 35
*** Doppio inganno ***


utti gli eroi spalancano gli occhi, sorpresi, Ladybug si volta verso Ryuko e Volpe Rossa e indicando lo spiazzo con la testa dice  “andate ad aiutare Chat Noir, io cerco di capirci qualcosa”, poi si gira di nuovo verso il nuovo arrivato “Zhong Wu… Cosa ci fai qui?”

 

Il monaco riprende a parlare “Non è il momento migliore, ma dobbiamo parlare dei vostri Miraculous” dice loro, in un ottimo francese.

 

Ladybug fa una smorfia sorpresa e lo osserva meglio, indossa le vesti arancioni dei monaci Shaolin, sul risvolto sinistro della veste c’è ricamato l’intricato simbolo che è inciso sulla Miracle Box. Sembra non sentire minimamente il freddo invernale sulle braccia nude. Attorno ad un polso ha arrotolata una lunga collana di palline di legno, alternate bianche e nere e tiene in mano una sfera più grande per metà bianca e per metà nera. Gli avambracci sono fasciati fino al gomito. Anche le caviglie sono avvolte da fasce e indossa delle scarpe di stoffa nera. Zhong non sembra minimamente turbato da quella sorta di ispezione e aggiunge “Sono il portatore del Miraculous del Panda”.

 

Carapace guarda il monaco, poi Ladybug, e infine le altre due ragazze, confuso. Senza abbassare lo scudo si avvicina a Ladybug e bisbiglia  “Ehi, Ladybi, dici che è davvero un guardiano? Cioè, ganzo che sia qua, ma mi pare il momento peggiore”. Lei lo guarda e annuisce senza dire una parola, poi guarda nuovamente Zhong “B-bene, Guardiano, possiamo parlare dopo aver sconfitto l’Akumizzata?”

 

Il monaco li guarda, senza cambiare espressione “Sarebbe meglio parlarne ora, potremmo non avere tempo dopo”. Ladybug voltandosi verso Chat Noir, in duello con Fidélité, spalancando gli occhi vedendo l’amico senza fiato, un ginocchio a terra. Subito Volpe Rossa e Ryuko gli sono accanto e la ragazza tira un sospiro di sollievo, poi si volta di nuovo verso il guardiano “Beh, allora dovremmo portare qui gli altri, se dobbiamo parlare anche con loro”, poi guarda di nuovo il giovane che alza le spalle e risponde con lo stesso tono tranquillo “Possiamo parlare benissimo noi, da Guardiano a Guardiano”.

La ragazza lo guarda di nuovo negli occhi  - Carapace ha ragione, c’è qualcosa non torna - pensa, fingendo di guardarsi attorno per un nascondiglio migliore mentre riflette - Il tempismo è sospetto, il Tempio dei Miraculous è riapparso da mesi e questo guardiano arriva adesso? Devo indagare - continua, arricciando il naso mentre pensa




 

Chat Noir si avvicina a Ryuko, il fiato corto “Fai attenzione, anche se non si sposta è veloce” le dice, Ryuko annuisce “Chat Noir, hai idea di dove sia l’akuma?” chiede al ragazzo, che scuote la testa mentre lei devia una raffica di spighe con un colpo di spada.
L’eroe in nero si guarda intorno, senza vedere Ladybug “Come mai Ladybug ha mandato voi? Non si fida di me?”
Ryuko lo guarda, un sopracciglio alzato “Chat Noir, Ladybug sta parlando con qualcuno che dice di essere” la ragazza fa una capriola per evitare una spiga, poi si riavvicina a Chat Noir  “un Guardiano dei Miraculous”.

Chat Noir la guarda con gli occhi spalancati “Un guardiano? Non ci credo nemmeno se lo vedo” ribatte, sprezzante “E poi io non mi fido”.


“Ehi micetto” dice Volpe Rossa, raggiungendo i due e mettendosi schiena a schiena con Ruyko, impegnata a guardare il nascondiglio di Ladybug. “Hai idea del suo potere?” chiede Volpe Rossa, facendo una capriola all’indietro per evitare una seconda raffica.

“Non lo so. Non mi ha ancora colpito ma mi sa che quelle cose fanno male” risponde Chat Noir, indicando le spighe che si dissolvono, lasciando piccoli segni bruciati sull’asfalto. “Ma “Lasciatela a me, ho un’idea” esclama poi, usando il bastone come asta per saltare sulle impalcature delle luci natalizie, qualche metro sopra Fidélité, che lo segue con lo sguardo “che c’è, gattaccio, hai paura che quelle due ti rubino il miraculous? Dammelo e facciamola finita!”

 

“Non è quello, è che non mi fido di nessuno, voglio fare le cose da solo!” taglia corto Chat Noir, lanciandosi dall’impalcatura facendo roteare il bastone davanti a sé come scudo e poi colpire Fidélité dall’alto. Lei lo vede e lancia una raffica di spighe, respinte dal bastone e para l’attacco con le braccia incrociate sopra la testa, piegandosi sulle ginocchia.

 

Ryuko e Volpe Rossa sono rimaste sbigottite dalla frase di Chat Noir e nessuna delle due riesce ad approfittare della distrazione di Fidélité, che con una spinta fa cadere Chat Noir dal tetto della biglietteria, scagliandolo nello spiazzo sotto la Torre.




 

Ladybug cerca di ignorare il combattimento alle sue spalle, continuando a fissare Zhong “D’accordo, allora.“ gli dice “Da Guardiana a Guardiano, devo chiederti alcune cose, prima. Tu e gli altri quattro Guardiani come siete tornati al Tempio dopo che il mio Miraculous Cure l’ha fatto riapparire?”  gli chiede.

L’altro risponde, sempre con lo stesso tono “Noi non ci siamo mai allontanati dal Tempio. Per noi tutto questo tempo non è passato. Quando ci siamo resi conto di cosa era successo abbiamo iniziato a cercare la Miracle Box con un rituale particolare e alla fine ho trovato te.”

 

Ladybug riflette - Iniziamo bene, i guardiani non erano quattro ma tre, in base ai racconti del Maestro Fu - ma prosegue, stando al gioco “Quindi… il giovane Fu ha evocato Divoratore e poi è scappato? Cos’è successo?”

“Esatto, Ladybug. E’ fuggito dal tempio per… proteggere la Miracle Box. Divoratore la voleva.” risponde il monaco, sostenendo il suo sguardo.
“Capisco. E ora perché ti hanno mandato qui?” chiede infine Ladybug.

“Per riprendere la Miracle Box e i vostri Miraculous e rimetterli al sicuro.” dice l’altro, imperturbabile.

 

Ladybug sussulta “Non… non posso darteli così. Ci servono, non vedi!” Indica il combattimento dietro di loro “Per cominciare, non ho con me la Miracle Box, e poi… come facciamo con Papillon? Lo sai cosa sta succedendo al Miraculos della Farfalla, vero? Lo sai che è stato rubato e ora chi si fa chiamare Papillon usa il suo potere per creare dei seguaci? E anche quello del Pavone!” sbotta, mentre Carapace si mette vicino a lei alzando lo scudo.

“Calma, Ladybug. Noi del Tempio sappiamo perfettamente cosa sta accadendo, sono qui apposta. Sappiamo che Papillon ha due Miraculous e che cerca i vostri. Ma possediamo un rituale con cui recuperare i Miraculous mancanti.” Zhong fa un passo indietro mentre parla.
“Davvero? Ma è una fantastica notizia!” esclama Ladybug “Aspetta, ma perché non l’avete fatto subito?” chiede subito dopo

“E’ necessaria la presenza dell’attuale Guardiano e della Miracle Box presso il Tempio per poter eseguire il rituale.” risponde il monaco.

E cosa succederà a me… a noi? ” chiede di nuovo Ladybug 

“Ci renderete i Miraculous, eseguiremo il rituale, ti riporteremo qui e tornerete ad essere ragazzi normali.” fa Zhong, mettendo le mani dietro la schiena.

 

Ladybug arriccia di nuovo il naso e si mette un dito sulle labbra “Come faremo ad andare al tempio?“ 

Zhong tocca la collana che ha al polso “Il mio Miraculous permette di aprire un passaggio magico tra qui e il Tempio” risponde “Ma nessuno oltre a voi due deve sapere che la possiedo.”

 

“Hmmmm…” Ladybug è pensierosa “Un po’ mi dispiacerà tornare ad essere una studentessa qualunque ma… Senti, Zhong, se mi assicuri che potete recuperare gli altri Miraculous, e farlo subito, ti porterò la Miracle Box. Ma non posso darti quelli degli altri finché stiamo combattendo. Andremo al Tempio, toglieremo i poteri a Papillon, torneremo e poi ti darò gli altri. D’accordo?”

 

Zhong riflette per qualche secondo, poi risponde “Certamente Ladybug, hai la mia parola”.

 

Lei annuisce, prende lo yoyo ed inizia a farlo girare per creare lo scudo, "Rimani nascosto qui!" lo avvisa, poi corre, seguita da Carapace, verso il centro del viale dove si trova la Torre Eiffel, dove gli altri stanno ancora combattendo.




 

Dal suo covo, Papillon pregusta la vittoria “Bene, Sentimostro, continua così! Quella ragazzina è così ingenua!” esulta, comunicando telepaticamente con il falso Guardiano “Attirala in un posto isolato quando avrà la Miracle Box e prendile il Miraculous. Io sarò lì ad aspettarti” Papillon sorride “Ora devo prepararmi al mio trionfo e a prendere i miei Miraculous”, si volta e raggiunge la botola che lo porta fuori dalla stanza col rosone.




 

Mentre parlava col giovane monaco, un piccolo gruppo si è formato vicino allo spiazzo, Ladybug nota la troupe televisiva del canale delle notizie, numerosi poliziotti con gli scudi, un gruppo di autocarri dei pompieri, due ambulanze e alcuni paramedici. Anche dagli edifici ai lati del viale iniziano ad affacciarsi delle persone.

 

Ladybug riflette, cercando di capire come affrontare i due avversari - Guardiano un cavolo! Deve far parte di uno dei piani di Papillon. - poi vede Chat Noir che attacca di nuovo Fidélité col bastone mentre Volpe Rossa e Ryuko cercano di avvicinarsi per prendere l’avversaria alle spalle.
 

Sembra che l’unica arma di Fidélité siano le spighe che lancia, ma quando Chat Noir e Ryuko l’attaccano direttamente schiva quasi tutti i colpi con grande agilità. Sferra un violento calcio al petto di Chat Noir e colpisce col gomito la spada di Ryuko, facendo ruzzolare entrambi sull’asfalto.

 

Fidélité vede Ladybug ed esclama “Oh, eccoti, cos’è lasci tutto il lavoro ai tuoi amici e poi vieni qua a prenderti il merito?”, poi chiude i pugni e affianca le mani, come se stesse estraendo qualcosa dalla sinistra e tra le sue mani appare una specie di daga, luminescente come le spighe.

 

Ryuko e Chat Noir si alzano con una capriola e la ragazza raggiunge Ladybug, a cui si sono affiancati Volpe Rossa e Carapace, mentre Chat Noir li guarda “Oh eccoti Mylady. Allora è vero che non conto niente per te, mi hai lasciato tutto questo tempo a combattere da solo.”  esclama, guardando Ladybug con una smorfia.

“Ma… Ma… Chat Noir! Cosa ti succede?” sbotta Ladybug, stupita, poi si volta leggermente verso Volpe Rossa “Dici che è stato colpito?” le chiede “Non che me ne sia accorta. No, non credo.”

“Niente, Mylady, solo me ne voglio occupare io. Se vuoi una cosa fatta bene, devi fartela da solo.” commenta Chat Noir, lanciandosi a testa bassa tenendo il bastone dietro di sé e spiccando un salto per raggiungere Fidélité sul tetto della biglietteria.
 

L’Akumizzata salta con una capriola all’indietro e Chat Noir si ritrova da solo sul basso edificio e con un altro passo salta anche lui a terra, caricando di nuovo l’avversaria, che con una finta a sinistra evita l’attacco, colpisce con la daga il bastone di Chat Noir, tagliandolo di netto in una pioggia di scintille e con lo stesso movimento dà una ginocchiata nella schiena all’eroe, scagliandolo verso gli altri.


Ladybug e gli altri osservano la scena paralizzati dalla sorpresa, poi lei si precipita verso Chat Noir, immobile, steso a terra dopo essere ruzzolato per qualche metro, un sospiro di sollievo quando lo vede alzarsi appoggiandosi a quel che resta del bastone “Ehi micetto, stai bene?” chiede.
“Sto bene. Me ne occupo io, ok?” risponde Chat Noir, mentre riprende fiato senza guardare Ladybug. Gli altri si raggruppano di nuovo e Ladybug si volta per bisbigliare qualcosa a Volpe Rossa “Poi mi serve il tuo potere. Il guardiano è in combutta con Papillon, avvisa gli altri.” le dice, poi lancia lo yoyo verso Fidélité, che in risposta scaglia una raffica di spighe, obbligando gli eroi a sparpagliarsi.

“Non puoi colpirci tutti!” grida Ladybug quando l’altra respinge lo yoyo con la daga con cui subito dopo para l’attacco di Volpe Rossa e dà un calcio allo scudo che Carapace ha lanciato come un freesbee, facendolo rimbalzare a terra. Il movimento la sbilancia e Chat Noir ne approfitta per accorciare il bastone e lanciarlo, colpendo Fidélité alla nuca.

 

Ladybug approfitta della distrazione dell’Akumizzata per raggiungere Chat Noir. “Sicuro di star bene, Chat Noir?” gli dice, mettendogli una mano sulla spalla. 

Lui si scosta “Ti ho detto che sto bene!”. 

Ladybug lo guarda, sempre più confusa ma prosegue “Senti, devo fingere di consegnare la miracle box a uno che dice di essere un guardiano. Ma è sicuramente un trucco di Papillon”. 

Chat Noir fa un salto indietro, coprendo l’anello del Gatto con la sinistra e sbotta “Allora mi vuoi togliere il Miraculous? Lo sapevo!”

“Ma no, Micetto. No. Calmati!” poi sussurra “Useremo il Mirage”.

Lui la guarda con un’espressione strana “Credo che questa” indica col mento Fidélité “sia una cosa più urgente. Non dovremmo purificare l’Akuma?”

“Si ma… una cosa alla volta!” risponde Ladybug, allontanandosi da Chat Noir con una capriola per evitare l’ennesima raffica di spighe dell’akumizzata.

 

La capriola riporta Ladybug vicino a Volpe Rossa “Chat Noir non è in sé. Dev’essere stato colpito.” dice, guardando gli altri, e facendo cenno di attaccare Fidélité, quindi prende Volpe Rossa per un braccio e si allontana, nascondendosi alla vista di Zhong che è rimasto immobile dietro il cartellone. 

 

Ladybug, quando sono nascoste, spiega “Devi creare un’illusione di noi due e della Miracle Box, una cosa ovale grossa più o meno così” la ragazza fa un gesto con le mani “coperta con della stoffa, non c’è tempo per i dettagli, spero che funzioni. L’illusione deve seguire il monaco e dargliela. Di sicuro è una trappola di Papillon, ma noi saremo più furbe, lo seguiremo a distanza e quando lui si farà vedere interverremo.” Volpe Rossa annuisce e chiude gli occhi, poi declama “Mirage!” e a pochi passi dalle due appare l’illusione. 

 

Qualche istante dopo Ladybug con l’involto e Volpe rossa arrivano di corsa dietro il cartellone dove era nascosto Zhong, che chiede semplicemente “È quella?”. Ladybug annuisce e il monaco fa cenno alle ragazze di seguirlo, iniziando ad allontanarsi verso una strada laterale. Zhong si guarda intorno, poi si infila deciso in un portone aperto che dà su un cortile interno, seguito dall’illusione delle due eroine. Le vere Ladybug e Volpe rossa osservano la scena dal cornicione del palazzo di fronte e vedono una strana figura uscire da dietro il portone e muoversi per entrare nel cortile. Sembra Papillon ma non è quello che hanno sempre visto, ricorda più un pavone. Ladybug riflette - deve aver unito i Miraculous del Pavone e della Farfalla - deglutisce a vuoto, scossa da un brivido, cercando la mano di Volpe Rossa e stringendola leggermente. L’altra risponde alla stretta per incoraggiare l’amica e annuisce. 

Volpe Rossa e Ladybug aspettano che Papillon sia sotto di loro e si tuffano nel vuoto, tenendosi per mano.

 

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Capitolo 36
*** L'ombra di Chat Blanc ***


Non appena Papillon varca il portone, Volpe Rossa e Ladybug atterrano, saltando dal cornicione due piani più, su esattamente alle sue spalle.

 

“Sorpresa!” esclama Ladybug, lanciando lo yoyo verso di lui e legandolo, mentre Volpe Rossa si lancia verso il cancello del cortile, chiudendo il sentimostro all’interno.

 

Papillon si divincola dal filo con un’inaspettata agilità e si mette in posizione di difesa, il bastone nella mano sinistra, il braccio teso all’indietro e l’altro piegato a proteggere il petto.

Volpe rossa prova a colpirlo col flauto ma Papillon si gira, colpendola allo stomaco con un calcio all’indietro. L’uomo si rigira e si lancia verso Ladybug, a pochi passi da lui, le mani tese verso il viso della ragazza, che si butta a terra, rotolando tra le gambe di Papillon per raggiungere Volpe Rossa, metterle un braccio attorno alle spalle, sollevarla e lanciarsi, agganciando lo yoyo ad un lampione, verso lo spiazzo dove sorge la Torre.

 

“G-grazie, L-Ladybug” sussurra a fatica Volpe Rossa, senza fiato, tenendosi una mano sullo stomaco “Non c-credevo facesse così male. Non so se ce la f-faccio a c-combattere così”. 

Le due sono atterrate dal lato opposto del viale e vedono che gli altri stanno ancora combattendo con Fidélité.

Ladybug guarda Volpe Rossa, preoccupata, dicendo “Respira profondamente! Ti ha colpita proprio per bene. Mi dispiace. Resta indietro finché non riprendi fiato, d’accordo?” continua, guardandola preoccupata. “E se devi ricaricare il tuo Kwami, vai pure, ci pensiamo noi qui.”. L’altra annuisce “Buona fortuna, amica mia” sussurra, mentre Ladybug corre verso gli altri eroi.




 

Papillon, ormai scoperto, pensa velocemente ad una strategia. - Ormai sono qui, guiderò direttamente Fidélité e il sentimostro contro di loro - stringe il bastone e ordina “Avanti, sentimostro, seguimi, quel cancello non è un ostacolo!” iniziando a correre nella direzione presa da Ladybug.

 

Fidélité para l’ennesimo attacco coordinato di Chat Noir e Ryuko ed esita un istante, i ragazzi vedono apparire la sagoma viola della farfalla attorno al suo viso, che scompare subito. Carapace lancia di nuovo lo scudo, colpendo Fidélité alla schiena, sbilanciandola in avanti. Lei asseconda il movimento e con mezza capriola si rimette in piedi in posizione di guardia, spostando lo sguardo tra i tre.

 

Ladybug salta oltre l’altezza degli altri e lancia lo yo yo verso Fidélité, che lo respinge con la daga mentre la ragazza atterra davanti al gruppetto di eroi. Da sopra la spalla avverte “Arriva Papillon. Da destra” - Devo scoprire dov’è l’Akuma - riflette Ladybug, osservando attentamente Fidélité - la sola cosa che spicca è la maschera, il resto sono solo vestiti, e pure pochi - rabbrividendo nota che Fidélité, eccetto maschera, tunica e pantaloni strappati, non indossa altro.

 La ragazza cerca di nuovo di immobilizzare l’Akumizzata legandola con lo yo yo, ma l’altra respinge di nuovo l’arma rossa a pois, mentre un rumore metallico attira l’attenzione di tutti. 

 

Un gruppo di cameramen si avvicina alla strada laterale, per fuggire subito nella direzione opposta, lasciando spazio a Papillon e al sentimostro, che ha appena scagliato dietro di sé un cancello, strappato dai cardini. L’uomo avvicina il pomo del bastone al viso e sussurra qualcosa, dopodiché quello che si è presentato come Zhong si lancia in carica a testa bassa verso il gruppo di eroi e Fidélité, mentre Papillon si avvicina al centro del viale, davanti alla Torre Eiffel.

 

Ladybug sposta lo sguardo tra i due avversari, si avvicina a Ryuko, in guardia, e le sussurra “Papillon. Il bastone.” lei annuisce e si allontana sul lato destro del viale per aggirare Papillon, poi guarda Chat Noir “Micetto, occupati di lei, io penso al sentimostro, Carapace, aiutalo”. Finisce di parlare e corre verso il lato sinistro del viale, attirando l’attenzione di Zhong. 

 

Quando arriva sul marciapiede, Ladybug lancia lo yo yo a pochi centimetri da terra, arrotolando il filo a un lampione dal lato opposto del viale e facendo qualche giro con il capo che ha in mano intorno alla base di un cartello di divieto di sosta “Vienimi a prendere, finto guardiano, dai!” grida. Zhong corre verso Ladybug, quando sta per raggiungerla abbassa lo sguardo per non inciampare nel filo teso, che lei tira in modo da tagliare il palo del cartello, dandogli un calcio con tutta la sua forza quando sta per cedere, colpendo in pieno viso il sentimostro col disco di lamiera, stordendolo.

 

Nello stesso tempo Ryuko sta affrontando Papillon, che è costretto a usare il bastone per difendersi. Papillon combatte piuttosto bene, Ryuko porta il primo attacco, un fendente diagonale da sinistra a destra, che l’uomo neutralizza parandolo col bastone, ma invece di rispondere con un colpo di bastone, tenta un calcio al volto di Ryuko, che lo schiva senza problemi. “Sei agile, ragazzina, ma io sono più forte” dice Papillon, tra i denti.

 

“La forza non è tutto” risponde Ryuko, mentre inizia un secondo attacco, stavolta dal basso verso l’altro, parato da Papillon con maggiore difficoltà. 

 

Ryuko fa un paio di passi all’indietro e, come nel Kendo, fa due passi di corsa e carica un fendente verticale, dall’alto in basso, alla testa di Papillon, che istintivamente lo para tenendo il bastone con entrambe le mani.
La spada di Ryuko spezza il bastone, le due metà rotolano sull’asfalto, liberando l’Amok. Papillon è sbilanciato ma, sfruttando la sua altezza, riesce comunque a colpire Ryuko con un poderoso calcio, facendola ruzzolare all’indietro con un gemito, tra lui e Fidélité, che dà loro le spalle.

 

Il sentimostro intanto si è ripreso e cerca di afferrare Ladybug, quando improvvisamente scompare, in una nube bluastra. Ladybug fa una smorfia quando vede Papillon colpire Ryuko, ma recupera lo yo yo e cattura l’Amok, purificandola, poi corre dalla ragazza a terra.

 

Ryuko è stesa su un fianco, ha lasciato cadere la spada e tiene una mano tra la spalla e il petto. Quando Ladybug le si avvicina, Ryuko alza la testa e le dice “Sto bene, non preoccuparti”, poi prende la mano dell’altra che l’aiuta a rimettersi in piedi. Si tengono ancora per mano quando devono chinarsi per evitare l’ennesima raffica di spighe luminescenti. Fidélité, impegnata a parare i colpi di Chat Noir con la daga e a tenere Carapace lontano, si è voltata e vede Papillon. Con un fendente inatteso l’Akumizzata taglia un altro pezzo del bastone di Chat Noir, che lui lascia cadere a terra, una smorfia di disappunto e rabbia sul volto, guardando Papillon da sopra la spalla. Carapace approfitta del momento e, lanciando lo scudo sul polso di Fidélité, le fa cadere la daga. Il combattimento è ad uno stallo.



 

 

Ryuko fissa Papillon che, indietreggiando per evitare le spighe, si allontana da loro per avvicinarsi alla Torre e corre a fronteggiarlo, mentre Ladybug lancia lo yo yo in aria esclamando “Lucky Charm”.

 

Tra le mani di Ladybug appare un oggetto decisamente insolito: un sonaglio come quello di Chat Noir, legato con un nastrino a due rose, dagli steli lunghi e coperti di spine.

Ladybug lo prende cercando di non pungersi borbottando “Ora di queste cosa me ne faccio?” ed inizia a guardarsi freneticamente attorno: - Papillon, no… - poi osserva gli altri eroi uno per uno - Hmmmm, no, nemmeno loro. Però il sonaglio…. - la ragazza guarda di nuovo le rose, poi nota che Fidélité è a piedi nudi mentre sta combattendo contro Chat Noir.

 

“Ci sono!” esclama Ladybug, correndo per mettersi alle spalle di Chat Noir e lanciando il Lucky Charm tra le gambe dell’eroe, davanti a Fidélité “Chat Noir! Tocca a te! La sua maschera!” ordina. Chat Noir si volta verso Ladybug e fa un passo indietro, mentre Fidélité avanza per colpirlo, calpestando le rose con una smorfia e chinandosi per liberarsi. 

 

Papillon è alle strette, vedendo Ladybug evocare il Lucky Charm decide di ignorare Ryuko davanti a sé e, continuando ad indietreggiare, infila una mano nel bavero della giacca.

 

L’uomo estrae una Amok, infonde nella piuma il potere e la soffia, evocando un altro sentimostro: alle sue spalle appare una falena gigante blu violacea, con ali piumate su cui spiccano i colori della coda di un pavone e un grosso pungiglione nella parte inferiore del corpo. La mostruosa falena muove le ali, creando una violentissima raffica di vento.

 

La raffica getta a terra Ryuko, Carapace e Chat Noir, che si rimette subito in piedi con una capriola. Ladybug, che si stava raddrizzando, mantiene l’equilibrio e riesce a voltarsi verso Papillon, roteando lo yoyo nella destra mentre col braccio sinistro alzato si ripara il viso dal vento.

 

La falena gigante si alza ancora e lancia una specie di scarica elettrica dal pungiglione. Ladybug alza il braccio con lo scudo dello yo yo per proteggersi, ma la scarica la investe ugualmente. La ragazza lancia uno straziante grido di dolore, la schiena inarcata all’indietro. Ladybug sente tutto il corpo contrarsi dolorosamente, non riesce a respirare e si rende vagamente conto che i capelli le si sono rizzati in testa, poi il buio. 

 

Gli altri eroi osservano la scena sgomenti, mentre la falena, con un altro battito di ali  si solleva sopra Papillon. Chat Noir e Volpe Rossa, di nuovo in piedi, si precipitano da Ladybug che è a terra, immobile, i capelli che le coprono il viso, la tuta rossa bruciacchiata in alcuni punti. Volpe Rossa esclama “Oh no! Non respira!” tra i denti mentre si inginocchia accanto a Ladybug e le solleva delicatamente la testa, posandola sulle proprie gambe. Chat Noir le scosta i capelli dal viso “Mylady! Rispondi! Svegliati, ti prego!” esclama, accarezzandole il viso, ma la ragazza resta immobile. Volpe Rossa sfiora il collo dell’amica, cercando i battiti del cuore, trattenendo le lacrime di sollievo quando li sente e vede Ladybug ricominciare a respirare “Hmmmm… male.. tutto” la sente lamentarsi debolmente. 

 

Chat Noir non se ne accorge, ha gli occhi chiusi, nelle orecchie solo il battito frenetico del proprio cuore. 

Il ragazzo si alza lentamente, stringendo le mani a pugno “Maledetto mostro!” grida con tutto il fiato che ha, voltandosi di scatto verso Papillon.

“Me la pagherai!” ruggisce, alzando la mano destra. Sussurrando “Cataclisma!” Chat Noir osserva l’energia della distruzione concentrarsi attorno alla sua mano con una strana espressione sul viso, lo sguardo diventato improvvisamente freddo e distante, ed inizia a correre verso Papillon, ma dopo due passi sente la voce di Ladybug, poco più di un sussurro “Gattino! N-No, non farlo!” e si blocca sul posto, a metà di un passo.

 

Chat Noir raddrizza la schiena e si volta di tre quarti, vedendo Ladybug che si alza in piedi a fatica, aiutata da Volpe Rossa “No!” le risponde “Questa volta no” esclama, poi gira di nuovo la lesta verso Papillon ma, prima che possa fare un altro passo, sente qualcosa che lo lega. Subito si trova legato a Ladybug, che gli ha afferrato il polso destro e lo tiene saldamente tra sé e il ragazzo. 

“Se proprio... vuoi usare il tuo... potere su una... persona, “ dice Ladybug, il respiro affannoso per il dolore e lo sforzo di trattenere Chat Noir e si regge in piedi solo perché è legata a lui “dovrai farlo su di me. Non posso permetterlo.”. 

Chat Noir la guarda spalancando gli occhi, incredulo “Ma, Mylady… lui ti ha…” “Ssh” lei lo interrompe, fissandolo negli occhi, una stretta al cuore vedendo nelle iridi verdi qualcosa che le riporta alla mente ricordi dolorosi - Lo fa per me ma... ma è come quando Chat Blanc mi chiedeva disperatamente di salvarlo e subito dopo tentava strapparmi il Miraculous con la forza - pensa Ladybug, sussurrando  “Lo so. E fa ancora male. Ma non devi farlo. E sono sicura che non lo farai, perché...” Ladybug sente le lacrime scenderle dalla maschera sulle guance “...perché il ragazzo che amo non lo farebbe mai.” ma lui continua a resistere.

 

“Non ti credo!” ribatte Chat Noir “Mi hai ingannato anche tu, per mesi. Non mi fido di nessuno, nemmeno di te. Tutti vogliono che io sia perfetto ma non gli interessa nient'altro. Mia madre non c'è più e mio padre mi espone come una sua creazione, un trofeo! Mi stai ingannando anche adesso! Nessuno mi controll…” ma non finisce la frase, Ladybug è riuscita con fatica a spostargli il polso,  le sue labbra sono su quelle di Chat Noir, che per un istante resiste, poi si abbandona alle sensazioni di quel bacio. 

 

Ladybug si sforza di tenere gli occhi aperti, travolta da troppe cose che succedono troppo in fretta, ferita dalla mancanza di fiducia del suo partner  “Povero Adrien. Papillon pagherà anche per questo. Lui non è così, dev’essere stato colpito, è l’effetto dell’Akuma a farlo parlare!”. Con la mano libera accarezza la nuca di Chat Noir, trattenendolo, finché non vede che quell’ombra di rabbia e solitudine è scomparsa dagli occhi, spalancati, del ragazzo. 

Tutti i muscoli le fanno male per la scarica elettrica che ha ricevuto e per lo sforzo di bloccare l'eroe, ma la cosa non le interessa. "Non può esserci Ladybug senza Chat Noir. Devo salvarlo un’altra volta." pensa, ignorando ogni altra cosa. 

 

Che mi succede?” si domanda il Chat Noir, come se stesse svegliandosi da un sogno “No, non mi stavi ingannando, come potresti farlo?" pensa, mentre lascia che Ladybug gli abbassi il braccio "Come ho fatto a pensare che avresti potuto?” riluttante stacca le labbra da quelle di Ladybug, entrambi ormai senza fiato e lei sussurra "io mi fido e sono sincera, mon minou" “O-ok Insettina… a-anche io ti amo.” sussurra Chat Noir, lo sguardo fisso negli occhi color del mare di lei “Ora lasciami, abbiamo una battaglia da finire!” esclama.

 

Ladybug srotola il filo dello yoyo, liberandoli, poi i due eroi si guardano attorno: Carapace sta usando il suo potere ed ha creato una bolla attorno a loro due e agli altri eroi, raggruppati vicino a lui. Chat Noir sposta lo sguardo su Fidélité, che si è rimessa in piedi ma è stranamente immobile con le braccia lungo i fianchi. Alle sue spalle un muro di fiamme e di fronte una cascata d’acqua la circondano, evocati da Ryuko. L’Akumizzata sta guardando lui e Ladybug, poi sussurra “io”, a voce più alta “io non” fa una pausa, lasciandosi cadere sulle ginocchia “Non posso.”.

Fidélité abbassa gli occhi, sussurrando “C’è qualcosa di più forte della fiducia”. 

Nathalie, nonostante il potere di Papillon riesce a pensare “I sentimenti di quei due ragazzi sono più forti del mio potere?” 

“Che ti succede? Ricordati il patto!” nella sua mente risuona la voce di Papillon, lei faticosamente la ignora, la sagoma della farfalla scompare dal suo volto “Forse ho capito chi è Chat Noir. Non posso fargli del male. Non a lui. Non ad Adrien.”. Con un evidente sforzo grida “Non voglio più questo potere!” 

 

Papillon la guarda, furibondo “Cosa?” esclama mentre Fidélité si porta le mani alle tempie, una smorfia sul volto.

“Non mi servi più, non me l’aspettavo da te.” commenta l’uomo, schioccando le dita. Immediatamente attorno a Fidélité appare una densa nube viola da cui emerge l’Akuma, che rimane a volare lì vicino e al suo posto appare Nathalie, che si accascia sull’asfalto priva di sensi. Ryuko dissolve la cascata davanti a lei. Mentre Volpe Rossa si avvicina alla barriera, l’ultima sezione del suo Miraculous inizia a lampeggiare e lei cerca con lo sguardo un posto dove nascondersi per poter nutrire Trixx.

 

 Ladybug e Chat Noir si scambiano un’occhiata, poi guardano la falena gigante. Ladybug si volta, dando le spalle a Papillon, mentre Chat Noir fa qualche passo indietro. La ragazza fa un cenno, Carapace dissolve la barriera, mentre Chat Noir corre verso di lei, che appoggia un ginocchio a terra e intreccia le dita davanti a sé. Chat Noir salta e appoggia un piede sulle mani di Ladybug, che si alza di scatto con una smorfia di dolore, dandogli la spinta necessaria a raggiungere il sentimostro. Il ragazzo allunga la mano destra e lo sfiora, riducendolo in polvere col Cataclisma. Papillon fa un salto all’indietro per evitare di finire in mezzo alla polvere, mentre Chat Noir atterra pochi metri davanti a lui “E adesso?” lo stuzzica.

 

Volpe Rossa fa un fischio di approvazione e si allontana di corsa verso gli edifici, lanciando un’occhiata preoccupata a Nathalie, immobile a terra.




 

Il volto di Papillon è contratto in una smorfia di rabbia “Dannati ragazzini!” sbotta “Se vuoi una cosa fatta bene, devi fartela da solo!” esclama.

Papillon aggrotta la fronte, concentrato, fa un respiro profondo incrociando le braccia sul petto, i pugni chiusi, poi le allarga verso il basso “Che le ali della notte si innalzino!” declama. In un lampo violaceo alle spalle di Papillon appaiono due mostruose ali di farfalla, Chat Noir fa un salto all’indietro per tornare accanto agli altri eroi e a Ladybug, che lo fronteggiano.

 

Ladybug ha ancora il fiato corto e rabbrividisce, quasi paralizzata dalla paura, vedendo la trasformazione di Papillon - No… è come nel mio sogno… e ho ancora male dappertutto… dobbiamo fare in fretta - riflette, cominciando a sentire un ronzio nelle orecchie.

 

“Mylady, va tutto bene?” gli chiede Chat Noir, affiancandola “sei pallida…” lei, senza togliere gli occhi da Papillon “Io sto… bene…” risponde, tra un respiro affannoso e l’altro, poi sente le gambe cedere e borbotta “No che… non sto bene” prima di riuscire ad appoggiarsi a Chat Noir si ritrova inginocchiata a terra “Mi… mi manca l’aria!” dice tra i denti Ladybug, lottando per non perdere i sensi.

 

Chat Noir vede la ragazza cadere “Ladybug!” esclama, chinandosi accanto a lei, che respira a fatica - No no no no no, Mylady no, non di nuovo - è la sola cosa a cui riesce a pensare, sentendo montare un’onda di terrore e rabbia “Maledetto”, sussurra, il viso contratto in una smorfia d’ira.

 

L’Akuma che era ancora sopra il corpo inerte di Nathalie inizia a volare rapidamente verso il gruppo di eroi, mentre Papillon ordina “Vola da lui, mia piccola Akuma! Sento la sua disperazione!”. 

 

Il gruppo di eroi rimane per un istante immobile per la sorpresa, Carapace si mette di fronte a Ladybug, Ryuko le si china accanto, mettendole un braccio sulle spalle. Ladybug riesce a non perdere conoscenza mentre vede l’Akuma avvicinarsi a Chat Noir - Mio Dio! No! Non può succedere! NON DEVE SUCCEDERE! - pensa, terrorizzata, rivendendo quegli occhi gelidi, la città sommersa, lei e Papillon in polvere. Raccogliendo le ultime forze, Ladybug riesce a mettersi in piedi barcollando e si getta su Chat Noir, abbracciandolo.

 

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Capitolo 37
*** L'unione fa la forza ***


L’Akuma che stava per raggiungere Chat Noir tocca lo yo yo che Ladybug porta al fianco, facendolo diventare viola. Attorno al viso della ragazza e a quello di Papillon appare la sagoma viola della farfalla e Ladybug, di nuovo, sente nella sua testa la voce di Papillon “Oh, che fortunata coincidenza! Ora sei MIA, Ladybug. Ora mi consegnerai il tuo Miraculous ed io ti libererò da questo peso”, osservando, paralizzata dal terrore, l’uomo circondato dalle enormi ali che, lentamente, si sta avvicinando.

 

Ladybug cerca di resistere a quella voce,  “mmmh… questa… volta… non… te… lo… lascerò fare…. Papillon” riesce a dire, ma si ritrova a pensare - come posso sperare di resistere… non ce la faccio. Ho… ho paura… - poi si accorge dell’abbraccio di Chat Noir, che sta ricambiando la sua stretta e le sussurra “Resisti, amore mio. Noi due contro il mondo, ricordi? Ci sono io. Resisti! Ci siamo tutti noi”. I singhiozzi salgono alla gola di Ladybug che cerca di ascoltare solo la voce del ragazzo. Con la coda dell’occhio vede che Carapace le si avvicina e sente che anche lui la sta abbracciando “Forza Ladybi, non dargliela vinta” sussurra, poi anche altre braccia la circondano: Ryuko, con le guance rosse dall’imbarazzo, sta abbracciando lei e Chat Noir, ma la disperazione si sta impadronendo della mente di Ladybug - amici miei… perdonatemi. Non ce la faccio. Non… ci…  riesco - pensa, mentre sta per abbandonarsi alla volontà di Papillon che, nella sua mente, continua “Avanti, ragazzina, non puoi resistere ancora a lungo… Dammi il miraculous e finirà tutto”.

 

Poi Ladybug sente anche qualcosa d’altro. La voce di Alya gridare “Avanti, gente! Ladybug ha bisogno di noi! La-dy-bug! La-dy-bug! La-dy-bug!“, poi dei passi, tanti. 

Faticosamente alza la testa e vede Papillon cambiare espressione, passando dal trionfo alla sorpresa: guidate dall’inconfondibile chioma rossa di Alya, decine di persone si stanno avvicinando a loro. Pompieri, poliziotti, semplici cittadini, almeno cinquanta persone, tutti stanno scandendo un nome: “La-dy-bug! La-dy-bug! La-dy-bug!” lei abbassa lo sguardo sul volto di Chat Noir che, tra le lacrime, stringendola in un abbraccio, continua a sussurrare “Ti amo, Mylady, resisti… ci sono io. Ci siamo noi… tutta Parigi ti sta supportando. Fatti forza!”. 

 

Le persone che raggiungono iniziano a dividersi, alcuni iniziano a raggrupparsi intorno a Papillon, che comincia a guardarsi intorno, preoccupato. “Dannazione” dice, digrignando i denti.

 

Ladybug non riesce più a trattenersi e scoppia in lacrime, stringendo ancora più forte Chat Noir, - tutte queste persone, tutti i Parigini che abbiamo aiutato e fino ad ora erano stati a guardare, mi stanno incoraggiando e proteggendo, sono qui per me - pensa e finalmente, tra i singhiozzi, riesce a dire “Te lo puoi... scordare, Papillon. Non mi lascerò usare di nuovo”.

 

Sotto gli occhi increduli dei Portatori e dei parigini che ormai sono compatti tra loro e Papillon, proteggendoli con uno scudo umano, l’Akuma esce dallo yo yo e inizia a sollevarsi sul gruppo. Ladybug sente scomparire la stretta di Papillon e, tra le lacrime, cattura l’Akuma.

Subito dopo ragazza purifica l’Akuma e la fa volare lontano, di nuovo bianca.

 

Dalla piccola folla raccolta nel piazzale viene un “Urrà!” mentre gli eroi abbracciano di nuovo Ladybug, che non ha la forza di divincolarsi, L’abbraccio le impedisce di vedere oltre la piccola folla e riesce solo a dire “Papillon”. Nel momento in cui si voltano verso la Torre, sotto cui si trovava, non lo vedono più, vedendo invece alcune persone che si rialzano imprecando, gettate a terra da una folata di vento delle ali di Papillon.

Ladybug sospira, ancora pallida, poi guarda dolcemente Chat Noir, il cui Miraculous emette un beep “Aiutami, Micetto, non ci riesco da sola” gli chiede, facendosi aiutare per lanciare in aria il Lucky Charm “Miraculous Ladybug!” esclama, di nuovo senza fiato.

 

Il turbine di coccinelle magiche vortica intorno a loro e finalmente Ladybug torna a respirare normalmente, mentre Nathalie si solleva su un gomito, massaggiandosi le tempie con l’altra mano.
Chat Noir non riesce a smettere di sorridere, mentre con gli altri eroi e Alya, che è sgattaiolata fino a loro, fanno toccare i pugni con un “Ben fatto!” di soddisfazione.

 

Attorno a loro si sono radunate almeno cinquanta persone, da cui arrivano diverse grida “Bravi!”, “Siete stati grandi”, “Forza, piccola Ladybug!”, mentre qualche mano si allunga per sfiorare gli eroi, che sono costretti a farsi largo.

Ladybug si asciuga le lacrime col dorso della mano, poi  guarda Nathalie, ancora a terra “Carapace, Ryuko, aiutate Na… ehm quella donna, noi stiamo per ritrasformarci! Grazie, ragazzi” dice, facendo roteare lo yo yo, seguita da Chat Noir che recupera il bastone, tornato intatto. “E grazie a voi tutti! Non ce l’avrei fatta senza il vostro supporto” si congeda Ladybug, rivolgendosi al capannello di gente che li circonda. Fa l’occhiolino ad Alya e subito dopo lei e Chat Noir stanno volando verso i tetti, accompagnati dagli applausi della gente.



 

Il miraculous di Chat Noir inizia a suonare, l’ultima porzione dell’impronta lampeggia, come il penultimo punto sugli orecchini di Ladybug. I due si sono ormai allontanati dalla Torre Eiffel e Chat Noir si ferma un istante sul tetto di un edificio un po’ più alto di quelli circostanti, ma quando fa per ripartire, sente afferrare la coda del costume “Fermo, Micetto, un attimo”. Lui si gira verso Ladybug “Mylady, mi sto per ritrasformare, l’identità segreta..” protesta, ma Ladybug lo guarda con un sorriso che avrebbe potuto sciogliere i ghiacci perenni “Lo so. Anche io. Però... “ dice, poco più di un sussurro, avvicinandosi al ragazzo “con quello che ci è successo, dopo quello che ci siamo detti…. “ le guance della ragazza sono del colore della sua maschera ”sarebbe il momento perfetto per un bacio, Adrien.”

Chat Noir spalanca gli occhi verdi, ma non è sorpreso. Deglutisce a vuoto “Ma…” inizia, mentre il miraculous inizia a suonare sempre più insistentemente “Oh, al diavolo, qui nessuno ci può vedere” borbotta, poi dice “Temevo che non me l’avresti più chiesto, Marinette”, perdendosi negli occhi della ragazza che ha di fronte. 

Chat Noir prende la mano di Ladybug, intrecciando le dita alle sue, allunga l’altra e attira la ragazza a sé, tenendola per la vita.
Ladybug si alza sulle punte dei piedi, socchiudendo gli occhi mentre un lampo verde circonda il ragazzo abbracciato a lei e sussurra “Tikki, ritrasformami” appena prima che le loro labbra si tocchino.

 

Il bacio non è come il precedente, che era forzato. Questo lo vogliono entrambi. 

Per Marinette è un po’ come ricevere un’altra scarica elettrica, molto diversa dalla precedente.

E a giudicare dalla stretta che le dà alla mano, dev’essere lo stesso anche per Adrien.

Quasi contemporaneamente, entrambi portano il braccio libero dietro la nuca dell’altro, Marinette si appoggia ad Adrien per non cadere, poi le loro labbra socchiuse si separano. Entrambi scoppiano a ridere ciascuno come ipnotizzato dalla risata dell’altro.

“Ehi, Insettina…” sussurra Adrien, lasciando la mano di Marinette e stringendola in un abbraccio “Ti ho detto di non chiamarmi insettina, Micetto” ribatte lei, prendendolo in giro, ma lui prosegue “Mi sa che abbiamo un altro segreto da mantenere, noi due”. Marinette lo guarda, poi appoggia la testa tra il suo collo e la spalla “Non importa. Era Io e te, contro il mondo, giusto?”. “Giusto” concorda Adrien, baciandole i capelli “dovevo capirlo prima” dice, sottovoce. La ragazza alza gli occhi su di lui “Cosa?” gli chiede, incuriosita; Adrien risponde subito “il vostro profumo. Tuo e di Ladybug. È lo stesso.”. Marinette arriccia il naso, come fa sempre quando riflette, e chiede “Se non è stato quello, cosa ti l’ha fatto capire che ero io?”. 

 

Adrien mette una mano dietro la nuca lasciando l’altra dietro la schiena di Marinette “Beh… A parte il fatto che sei coraggiosa, creativa, intraprendente, sempre pronta ad aiutare gli altri, dici?” sorride, guardandola di nuovo negli occhi ”La certezza me l’ha data Ficcanaso. Non mi ricordavo niente, perciò ho fatto il terzo grado a Volpe Rossa, non ce la facevo più.”

 Marinette arrossisce “grazie, Adrien” sussurra, mentre Adrien continua “Comunque è stata la cosa della statua che hai tentato di baciare.” fa una pausa “Ma poi mi hai detto che era uno scherzo, e io sono stato così stupido da averci creduto. Ah e ti ho sognata, sai? Invece tu, da… da cosa l’hai capito?”.

 

Marinette riflette, un dito sulle labbra “Anche per me la colpa è di ficcanaso. Sai, dopotutto Chat Noir è l’unico ragazzo che vedo di nascosto sul mio balcone!” lo stuzzica. 

Adrien ride, poi entrambi spalancano gli occhi, sorpresi dall’aver raggiunto la stessa conclusione “Vuoi dire che” inizia Marinette “dobbiamo ringraziare Papillon e Lila” continua Adrien “per... questo?” finiscono assieme. La ragazza guarda di nuovo Adrien per un lungo istante, poi “Sai cosa? Forse se non fosse stato per… beh, per te, perché eri tu quel ragazzo per cui io… insomma credo che se non ti avessi conosciuto, forse ci sarebbe stato… qualcosa con Chat Noir.”

 

Una voce li fa girare entrambi “Avete finito con queste smancerie? Io avrei fame.” si lamenta Plagg, volando  a qualche centimetro dai loro visi “Ciao, Codini” aggiunge, guardando Marinette, mentre Tikki dalla parte opposta è raggiante, cerca di dire qualcosa ma non riesce a dire nulla. 

“Codini?” chiede Marinette, poi sorride di nuovo “Mi piace” guardando Adrien “potresti chiamarmi così, Splendore. Sarà un altro dei nostri segreti”. 

Adrien sorride di rimando “Splendore? Come desideri, Codini, però preferisco Mylady”, risponde “Quello solo quando sono Ladybug, mon chaton” ribatte Marinette, poi i due si scambiano un’occhiata e si baciano di nuovo, incuranti delle proteste di Plagg, circondati da Tikki che fa capriole in aria.

Fine.


Nota dell'autore

E siamo finalmente arrivati all'ultimo capitolo di questa fanfic, che doveva essere semplicemente il seguito di Principessa e invece è cresciuta a dismisura.
spero che vi sia piaciuta, lasciatemi delle recensioni e dei commenti per dirmelo. O magari per dirmi che non vi é piaciuta!

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