Fallen Moon di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Un sereno Natale ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Chichi viene ricoverata ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Raggi di luna ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Edera lunare ***
Capitolo 11: *** Cap.11 ***
Capitolo 12: *** Cap.12 ***
Capitolo 13: *** Cap.13 ***
Capitolo 14: *** Cap.14 ***
Capitolo 15: *** Cap.15 ***
Capitolo 16: *** Cap.16 ***
Capitolo 17: *** Cap.17 Hijo de la Luna ***
Capitolo 18: *** Cap.18 Insanity ***
Capitolo 19: *** Cap.19 ***
Capitolo 20: *** Cap.20 ***
Capitolo 21: *** Cap.21 Duplice patto ***
Capitolo 22: *** Cap.22 Goku viene trasformato in umano ***
Capitolo 23: *** Cap. 23 ***
Capitolo 24: *** Cap.24 ***
Capitolo 25: *** Cap. 25 ***
Capitolo 26: *** Cap.26 ***
Capitolo 27: *** Cap. 27 Specchio magico ***
Capitolo 28: *** Cap.28 Preparativi all’incantesimo ***
Capitolo 29: *** Cap.29 Nel mondo della luna ***
Capitolo 30: *** Cap. 30 ***
Capitolo 31: *** Cap.31 Vegeta, Piccolo e Goku si ritrovano ***
Capitolo 32: *** Cap.32 Il resto del gruppo ***
Capitolo 33: *** Cap.33 Il distruttore d’illusioni ***
Capitolo 34: *** Cap.34 ***
Capitolo 35: *** Cap.35 L’ago della bilancia ***
Capitolo 36: *** Cap. 36 La promessa di Lourth ***
Capitolo 37: *** Cap.37 La prova di Crilin ***
Capitolo 38: *** Cap.38 La mossa vincente ***
Capitolo 39: *** Cap.39 Selene VS Piccolo ***
Capitolo 40: *** Cap.40 La spada della fenice ***
Capitolo 41: *** Cap.41 Ritorno alla normalità ***
Capitolo 1 *** Cap.1 ***
Cap.1
Geta
arrise ai saiyan nei soli, temprando carne e forza.
Selene
ammaliò i loro spiriti nella luna tramutandoli in bestie.
Geta
donò al primo re il ciondolo della protezione.
Selene
donò alla prima regina il ciondolo della conquista.
Geta
non volle niente in cambio, perché niente oltre il ciondolo
gli venne chiesto.
Selene
invece ben altri patti racchiudeva in sé.
Per
il cuore di un re, un figlio venne promesso. Il più bel
principe è figlio della luna.
La
Dea mai ricevette ciò che le era stato promesso e fu
sventura per tutti.
Geta
impedì a Selene di provocare altro dolore, per quanto fosse
per lui pura sofferenza imprigionare sua sorella.
Ella
ora riposa.
Kamhara
si sistemò una ciocca di capelli rossi dietro
l’orecchio, dimenando la coda dalla morbida peluria rosa.
“Non
ho il permesso di salire sulle moto… o sulle
macchine” ammise. Accarezzò il sellino della
motocicletta, mordendosi l’interno della guancia.
“Dicono che io e mio fratello Kakaroth siamo delle minacce
sugli automezzi”. Sporse il labbro inferiore e i suoi occhi
divennero liquidi, le sue iridi color nocciola divennero azzurro
chiaro. “Tu cosa ne pensi? Sono così pericolosa
alla guida?” domandò e la voce le tremò.
John
le posò una mano sulla testa e si piegò in avanti.
“Tu
sei sempre pericolosa, streghetta” gli fece notare.
Kamhara
sbuffò e gli diede delle spinte delicate
all’altezza delle spalle.
“Principe!”
piagnucolò.
John
rise, passandosi una mano, coperta da un guanto candido, tra i morbidi
capelli neri. Avevano la forma di una fiamma che ricadeva di lato, ogni
ciocca era larga quattro dita, tranne quelle davanti alla sua fronte
larghe due dita.
“Amore,
affronterei la morte con te su uno di quei mezzi.
Meglio?”
domandò.
Kamhara
gonfiò le guance.
“Si
vede proprio che ti ha cresciuto Lord Freezer. Hai il suo
tatto” piagnucolò.
John
scoppiò a ridere. Avvolse la coda di lei con la propria, le
strinse i fianchi con un braccio e la trasse a sé.
“Oh,
ma io sono peggio. Sono un demone” sussurrò,
facendo apparire delle ali nere sulle spalle. Le fece fremere, mentre
ghignava.
Kamy
ridacchiò, posandogli la testa sul petto.
“Peccato
tu faccia ancor meno paura di Vegeta, e lui a me non ne fa
affatto” borbottò.
“A
te non voglio fare paura, tesoro” disse John. Chiuse gli
occhi e le posò un bacio sulla fronte. “Che ne
dici se infrangiamo le regole e la prendiamo lo stesso una moto? Guidi
tu” bisbigliò.
“Yuppie!”
strillò Kamy, sollevando un pugno verso l’alto,
saltellando eccitata sul posto.
***
Goten
si deterse la fronte con il dorso della mano, mentre cullava Dalyla al
petto. La bambina urlava con tutta la sua forza, tenendo gli occhi
serrati e i pugni stretti.
“Ha
decisamente ereditato l’appetito e i polmoni di mio
padre” gemette Goten.
Bra
mise il bavaglino alla figlia, tenendo sotto controllo Goshin con la
coda dell’occhio.
“Goshin,
amore, non ti allontanare” richiamò il figlio
più grande.
<
Anche Goshin ci ha fatto penare. Non posso dimenticare quando qualche
estate fa nostro figlio ha quasi ucciso zio Yamcha che si era offerto
di tenerlo per un po’ > pensò.
Dalyla
era diventata completamente rossa in viso, la sua bocca era spalancata
al massimo.
Bra
sentiva la testa dolerle.
“Non
esattamente questa la vacanza che immaginavo”
esalò.
Goten
la guardò recuperare un omogeneizzato e un cucchiaino,
avvolto in un tovagliolo, dalla borsa.
“Il
prossimo anno andiamo in un villaggio vacanze. Uno di quelli dove ti
tengono i figli e tu passi tutto il tempo a dormire al sole”
pregustò, chiudendo gli occhi.
Bra
fece scattare il tappo dell’omogeneizzato, rispondendo:
“Ci ho passato tutta l’infanzia. Non è
per niente come lo immagini. I bambini possono scappare dove vogliono e
rischiare la vita senza che le animatrici se ne accorgano,
perché spesso i marmocchi sono troppi e loro sono
sottopagate, oltre che troppo stanche o annoiate. I genitori,
d’altro canto, sono costretti a fare un sacco di noiose e
stancante attività”. Iniziò a imboccare
la figlia che smise di piangere.
“Allora
mi verrà in mente qualche altro modo per salvare le nostre
vacanze future, ‘principessa’” promise
Goten.
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Capitolo 2 *** Cap.2 ***
Cap.2
Junior
premette i seni sodi di Elly con entrambe le
mani. Le sue lunghe unghie aguzze e nere graffiarono la pelle chiara.
Il
demone ritrasse le mani, mentre rivoletti di sangue
scivolavano sulle coppe piene di lei.
“Non
ti fermare" lo pregò lei, stringendo le
ginocchia sui suoi fianchi.
<
Non per una volta che possiamo approfittare del
fatto che Jaden sia rimasto a dormire con un amico >
pensò.
Junior
la guardò, insieme alla sua lussuria crebbero i
suoi canini, scivolando fuori dalle sue labbra.
<
Il desiderio che provo per te, mia stella, temo
sempre possa divorarmi > pensò. Il suo corpo
muscoloso dalla pelle verde
svettava su quello pallido di lei.
Junior
le mordicchiò il collo, mentre le accarezzava
la schiena, graffiandola involontariamente.
<
Quando stiamo insieme sembra sempre esprimere una
guerra che ha dentro > si disse Elly.
“Non
posso continuare a permettere alla mia natura
demoniaca di avere il sopravvento” esalò Junior.
“Non
lo farai” rispose Elly. Gli accarezzò le labbra,
aveva gli occhi liquidi.
Junior
sospirò.
“Spero
tu abbia ragione” gemette.
***
Vegeta
si agitava nel sonno, mugolando e scalciando.
Rivoli di sudore gli scivolavano lungo il corpo.
Vegeta
impallidì, guardando
Winter avanzare con il capo chino, le scarpette candide che si
macchiavano del
sangue viola delle vittime che avevano creato delle pozzanghere.
“Imperatrice,
voi non
dovreste scendere dalla navicella” disse, raggiungendola.
“Vostro padre ha dato
ordini chiari”.
Winter
annuì, facendo
ondeggiare i lunghi capelli mori. Alzò lo sguardo ed
incontrò quello del
giovane principe, che arrossì.
Winter
arricciò la coda
bianca e si voltò, guardando le case.
“Qui
si stava svolgendo
una festa prima che iniziasse la conquista, vero?”
domandò. I suoi occhi
liquidi fissarono delle girandole di carta colorate, macchiate di
sangue. La
punta di due era annerita e bruciacchiata.
Braci
spente erano un po’
ovunque, tra gli edifici distrutti.
Vegeta
inghiottì saliva.
<
Non voglio che lei
veda tutto questo >. Si guardò i guanti sporchi di
sangue e strinse le
labbra fino a farle sbiancare. < Non voglio che veda quello che
ho fatto.
Lei
è troppo delicata per
questo > pensò.
Le porse il
braccio.
“Venite
con me, vi
riaccompagno” disse.
Winter lo
prese
delicatamente, una lacrima le rigò il viso lì
dove c’era la lunga striscia
nera.
“Po-possiamo
fare una
festa alla base… Per festeggiare questa vittoria”
propose il principe dei
saiyan.
Winter si
arrestò e
gl’indicò delle luminarie bianche che pendevano da
un albero, delle lunghe
strisce di luce color ghiaccio.
“Non
sono bellissime?”
domandò.
Vegeta
guardò come si
riflettevano nei suoi occhi e mosse nervosamente la coda dalla peluria
castana.
“Sono
molto belle, sì”
ammise. Tornò a condurla con sé.
“Ora
andiamo, prima che
prendiate freddo” si preoccupò.
<
Lei è così diversa da suo padre….
> pensò.
Vegeta
gridò.
“Non
morire… N-non…” gemette.
“Vegeta,
Vegeta svegliati! Vegeta è un incubo” lo
chiamò Bulma.
Il
principe dei saiyan aprì gli occhi e trovò il
viso
della donna a due dita dal suo.
“Tutto
bene, era solo un incubo” disse Bulma,
accarezzandogli il viso.
<
Mi sembra di essere tornati a quando eravamo
all’inizi della nostra relazione. Sembra non riuscire a
dormire senza avere un
incubo > pensò.
Vegeta
le fece un sorriso stanco.
“Sì,
era un incubo” mormorò. Si sporse e, chiudendo
gli occhi, le posò un bacio delicato sulle labbra.
<
Il ricordo dell’ennesima persona che ho lasciato
morire > pensò.
|
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Capitolo 3 *** Cap.3 ***
Cap.3
“Ti
prego. Ci serve
assolutamente un favore da cui dipende la nostra vita. Puoi
aiutarci” implorò Elly,
unendo le mani al
petto.
“Qualsiasi
cosa per degli
amici” rispose Crilin,
chiuse gli occhi e sorrise, mettendo le mani sui
fianchi.
Elly
sorrise sorniona,
giocherellando con la sua treccia bionda.
“Verrai
con noi su Nameck.
Partiamo oggi” disse.
“Cosa?!” gridò
Crilin.
Elly
rispose: “Ti ho scelto
come mio testimone di nozze alla cerimonia matrimoniale namecciana”.
“La
prossima volta devo
chiedere prima di accettare!” gemette
Crilin, nascondendosi il viso tra le
mani.
Elly
si piegò in avanti.
“Pensavo
mi avresti aiutato. Credevo
fossimo amici. Tu sei quasi come un mentore per
me…” gemette. I suoi occhi
erano liquidi.
Crilin
roteò gli occhi.
“Va
bene, ma se verrò ucciso da 18 la
colpa ricadrà su di te” mugolò.
Elly
lo abbracciò con slancio.
“Grazie!”
strepitò.
Crilin
domandò: “Per quanto tempo
staremo via?”.
Elly
assunse un’aria pensierosa.
“Fino
a Natale, all’incirca. Non solo
c’è il viaggio, ma dobbiamo anche fare un bel
viaggio” rispose.
Crilin
si mordicchiò il labbro.
“D’accordo.
Spero che a 18 non
dispiaccia l’idea di visitare Nameck”
borbottò.
***
Elly
si sporse in avanti, porgendo un cacciavite a
Bulma.
“Avete mai
pensato di avere altri figli, tu e Junior?”
domandò Bulma, da sotto la
navicella. Allungò il braccio e afferrò lo
strumento.
Elly
giocherellò con la sua lunga treccia di capelli
biondi.
“Ammetto
di no. Quel parto è stato già abbastanza
difficile e crescere Jaden non è una passeggiata.
È un bambino dolcissimo e
molto ubbidiente, ma ha dei poteri molto difficili da gestire.
Inoltre
fare la madre non è per niente semplice”
rispose.
“Mnh. Ti
capisco. Io e Vegeta non avevamo previsto di averne neanche
uno” ammise Bulma.
Elly
ridacchiò.
“Strano.
Vegeta è sempre circondato da mocciosi, mi
sembrava il tipo che non vedesse l’ora di averne
uno” sussurrò. Piegò di lato
il capo. “Pensi che questa navicella riuscirà a
portarci in fretta su Nameck?”
domandò.
“Ovvio.
Come tutto quello che inventa la grande Bulma
Briefs” si vantò la scienziata.
<
Di sicuro lei e Vegeta condividono lo stesso
orgoglio > pensò Elly.
“State
attenti. Re Yammer ha concesso a qualche altro
saiyan di vivere su Neo-Vegeta-sei. Parecchie specie aliene non
l’hanno presa
bene e potrebbero attaccare dei saiyan trovandone sulla loro
strada” spiegò
Bulma.
Elly
la rassicurò: “Staremo molto attenti”.
***
Sprout
si grattò la cicatrice all’altezza del naso e
si piegò in avanti, battendo un paio di volte le palpebre.
“Pà,
ma ti piace davvero?” domandò.
Indietreggiò,
posando le mani sui fianchi muscolosi.
Radish
sorrise al figlio, mentre continuava a girare
il sugo. Si voltò, facendo ondeggiare i capelli mori, che
gli arrivavano alle
ginocchia, legati in una coda che gli ricadeva sulle spalle.
“Sì,
certo”. Socchiuse gli occhi. “So che non
è una
cosa comune tra noi saiyan” rispose. Vide che il sugo stava
bollendo e mise il
coperchio sopra la pentola. “Però anche tua nonna
era una cuoca”.
Sprout
corrugò la fronte e si appoggiò contro una
parete, incrociando le braccia al petto.
“Cosa
ci trovi?” domandò. Posò il piede
contro il
muro.
Radish
guardò il figlio fissarlo con espressione
accigliata.
“A
me non piace solo mangiare, ma anche creare i cibi
più sfiziosi, sorprendenti. Sia per me stesso, che per farne
dono alle persone
a cui tengo” spiegò. Si abbassò e
controllò la torta che stava lievitando nel
forno.
Sprout
si grattò la testa, i suoi capelli mori
sparati, dalle ciocche larghe tre dita, gli ricadevano lungo tutta la
schiena.
<
A me non dispiace, devo dire. Mamma non sa
completamente cucinare e se non fosse per lui sarei morto di fame.
Solo
che non comprendo perché preferisca stare dietro
ai fornelli che su un campo di battaglia. L’unica cosa che
voglio creare sono
gli attacchi energetici più innovativi e potenti >
pensò.
“Beh,
io ho fame. Spero sia pronto presto” borbottò,
mentre il suo stomaco gorgogliava.
Radish
ridacchio, grattandosi l’orecchio. Al braccio
aveva una fascetta rossa.
“Non
temere. Puoi cominciare ad apparecchiare” disse.
Sprout
sbuffò.
“D’accordo,
pà” borbottò. Si allontanò,
dimenando la
coda dalla peluria castana. Indossava solo dei pantaloncini di tela blu
strappata, una cintura a placche oro scuro e un triangolo di metallo
all’altezza del suo inguine.
***
“Pensi
io stia facendo la scelta giusta?” domandò
Piccolo.
“Sposala,
prima che arrivi qualche altra principessa
elfica che ha intenzione di portarti via da lei”
ribatté secco Vegeta.
Il
namecciano sospirò.
“Bah,
ti ascolterò scimmione” borbottò.
Vegeta
gli posò una mano sulla spalla, rassicurandolo:
“Ottima scelta, muso verde. Staremo qui ad aspettarti,
tanto”.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Un sereno Natale ***
Cap.4
Un sereno Natale
Latys
teneva stretto a sé il puntale dell’albero di
Natale,
mentre con l’altra mano stringeva una mitraglietta.
“Maledetto!
Se non potrò metterla io, allora nessuno lo
farà!”
gridò. Si preparò a sparare.
Salva
sgranò gli occhi e corse verso di lei, la raggiunse
strappandole l’arma di mano. Diversi allievi di Tenshinhan la
guardava con aria
preoccupata, erano tutti privi di capelli e con dei volti espressivi.
Latys fece
una smorfia.
“Quel
maledetto non vuole collaborare!” gridò le sue
ragione.
Batté i piedi ed indicò l’albero di
Natale, caricò di palline, luci e dolciumi.
Salva
sospirò. La sua figura si rifletteva nel terzo occhio
sulla fronte della figlia Tenshinhan.
“Sì,
lo capisco, ma possiamo prendere la scala…”.
Cercò di farla
ragionare.
La piccola
starnutì, i suoi capelli divennero blu e la sua
espressione si addolcì.
Tirò
su con il naso, mentre i suoi occhi diventavano liquidi.
“I-io…
volevo mettere… la stella” piagnucolò.
Il suo labbro
inferiore iniziò a tremare.
Salva
posò sull’ultimo ripiano della libreria la piccola
mitraglietta.
“Facciamo
così, ti aiuto io” disse. Prese la bambina e se la
posò sulle spalle.
“Ora
ci arrivi?” domandò.
La piccola
si strinse con le gambette e si sporse, con una mano
si afferrò alla capigliatura riccia del ragazzo. Con
l’altra sistemò il puntale
sopra l’albero di Natale.
“Ci
sono riuscita!” gridò con voce gioiosa.
Salva
sorrise.
<
Un’altra catastrofe di Natale evitata >
pensò. Mise a
terra la piccola Latys e le accarezzò felice, contento che
gli sorridesse.
<
Elly, quando eravamo bambini, sull’albero si arrampicava
come un gatto. Ho sempre avuto paura che cadesse tutto.
Lo faceva
sempre di nascosto dai suoi zii. Loro sarebbero
impazziti a vederla fare qualcosa del genere > si disse.
Latys corse
via. “Papà! Papà! Vieni a vedere cosa
ho fatto”
richiamò l’attenzione del genitore.
***
Lunch era
addormentata nel divano, con la figlia abbracciata.
Entrambe avevano i lunghi capelli blu, un sorriso beato sul volto ed
erano
avvolte da un plaid colorato.
Tenshinan
si massaggiò la testa e sbadigliò.
<
Non avrei dovuto allenarmi sotto la neve ieri, sono veramente
distrutto. Sarebbe assurdo se mi ammalassi proprio la notte di Natale
>
pensò. Passò di fianco la cucina e
sgranò gli occhi, affacciandosi.
Nel terzo
occhio si rifletté la figura di Jiaozi.
“Non
dovresti lavare i piatti” gemette.
Il migliore
amico si voltò, sorridendo. Al posto del solito
cappello aveva quello da Babbo Natale.
“Lo
faccio con piacere” ribatté, salutandolo con la
manina
bianca.
Tenshinhan
gemette: “Almeno usa i guanti” si
lamentò.
Jiaozi
negò col capo.
“Sono
troppo grandi” ammise. Le sue gote, già gonfie e
rosse,
divennero ancora più accese.
Tenshinhan
arrossì a sua volta.
“Hai
ragione” sussurrò. “Mi raccomando, non
ti affaticare,
almeno” si raccomandò. Prese un fazzolettino di
carta e lo utilizzò per
detergersi il naso gocciolante.
Raggiunse
il salotto strascicando i piedi.
< I
miei allievi a quest’ora sono già tornati a casa.
Alcuni
si sono trattenuti fino all’ultimo. Salva, invece,
è stato il primo ad
andarsene.
Non lo
biasimo, la sua famiglia lo aspettava a casa per
festeggiare > si disse, grattandosi la guancia.
“Devo
comprare dei guantini in lattice anche per Jiaozi”
borbottò. Notò che suo figlio Gorin stava in
piedi davanti alla grande vetrata
della finestra.
Lo
raggiunse e gli posò la mano sulla testa.
“A
cosa pensi, piccolo?” domandò.
Gorin si
voltò, facendo ondeggiare la lunga treccia mora e gli
sorrise.
“Cerco
la stella cometa” spiegò.
Tenshinhan
lo prese tra le braccia, stringendolo al petto.
“Non
so se si veda da qui. Forse passando fa un altro tragitto.
Però, se vuoi, cerchiamo insieme per un
po’” propose.
Gorin
annuì, poggiandogli la testa contro i pettorali muscolosi
stretti da una giacchetta.
“Sarebbe
stupendo”.
Tenshinhan
socchiuse i due occhi inferiori.
<
Per me è fantastico stare con mio figlio a cercare la
stella cometa, in una notte di Natale serena, in una casa calda,
accogliente,
insieme a una famiglia mia. Quando ero ragazzo mai avrei sognato un
giorno di
poter vivere momenti così dolci e magici >
pensò.
***
Mary Jane
ridacchiò, posando una mano sulla cintura di pelle che
indossava e piegando in avanti il cappello da cowgirl con
l’altra mano.
“Quello
è per me?” domandò.
17
posò il fucile sulla spalla e ridacchiò, mentre
con l’altra
mano le porgeva lo zucchero filato.
“L’ho
vinto per te” spiegò.
Mary Jane
afferrò lo zucchero filato e vi diede un morso con
gusto, chiudendo gli occhi.
“Avrei
potuto vincermelo da sola” disse.
17
ridacchiò, guardandola girare su se stesso, facendo
ondeggiare la lunga treccia mora.
“Non
ne dubito, ma almeno a Natale fatti regalare qualcosa”.
La
guardò correre fino alla bancarella più vicina e
guardare con
i grandi occhi, dalle iridi blu, i vari dolciumi. La osservò
esaltarsi ad
un’esposizione di coltellini svizzeri di paese.
<
Più la guardo e più m’innamoro. La mia
figlia dello spazio
cresciuta sulla Terra, la mia principessa dal cuore di demone.
Lei
è tutto quello che uno come me può desiderare. Mi
sembro
quasi di nuovo umano. Quel ragazzo che era cresciuto tra queste
montagne con
sua sorella, che amava la vita. Prima di finire intrappolato in quella
montagna, prima di diventare una macchina ed essere ridotto ad un
burattino da
quel maledetto del Dr. Gero.
Dannato
Fiocco rosso! Ha fatto solo del male agli abitanti della
zona > pensò.
“Vuoi
farmi un regalo? Non utilizzare più quel fucile per andare
a caccia, ma solo per proteggere gli animali” disse Mary
Jane. Lo zucchero
filato diminuiva a vista d’occhio.
17 rispose:
“Promesso.
Ho
già fatto domanda per diventare un guardacaccia”.
Mary Jane
gli sorrise.
“Questo
sì che è parlare!”. Fece un grido in
stile americano e
saltò, alzando il pugno sopra la testa.
17
scoppiò a ridere.
***
Bulma
sistemò il vischio sopra Kamhara e John, ridacchiando.
“Bacio!
Bacio! Bacio!” iniziarono a ripetere gli ospiti.
Kamy
dimenò la coda, con aria imbarazzata, guardandosi intorno
spaesata.
“Dai,
piccioncini” gl’invogliò la padrona di
casa.
John
notò Mr. Satan che rideva, Yamcha che faceva le smorfie. Le
voci si accalcavano, divenendo un baccano cacofonico nelle sue orecchie.
“Tsk”
ringhiò. Si voltò e si allontanò a
passo di
marcia, con le braccia incrociate al petto.
Bulma
sospirò, scuotendo il capo.
“In
quella famiglia sono tutti dei veri musoni”
borbottò. Sporse
il labbro inferiore con aria offesa.
Kamhara
corse dietro lo sposino, la coda dalla peluria rosa
che ondeggiava.
Lo
raggiunse nel terrazzo, il demone era vicino al parapetto di
metallo, coperto di neve e guardava il cielo sopra di lui. Fissava due
stelle
che brillavano più luminose delle altre nel firmamento.
“Non
volevi baciarmi?” domandò la strega. Le iridi
verde-chiaro
molto liquide.
John si
voltò verso di lei e negò col capo, facendo
ondeggiare i
capelli mori a fiamma che gli ricadevano di lato al viso.
“No,
non era quello” borbottò.
Kamy si
massaggiò la spalla, stringendosi nella giacchetta viola
che indossava.
“Anche
a me non piace essere al centro dell’attenzione”
soffiò.
John la
strinse a sé, abbracciandola, sul viso una smorfia.
“Non
mi piace essere un fenomeno da baraccone. Odio essere
deriso.
Io sono un
principe dei saiyan! Ho dovuto sopportare anche
troppo alla base di Freezer” ringhiò.
Per un
attimo delle ali da pipistrello nere gli erano apparse
sulle spalle.
<
Ero sempre il fratello di Vegeta. Il mercenario che non
poteva essere all’altezza dell’ombra lasciata dal
maggiore. Persino Freezer era
schifato da me, perché non ne ero che la pallida imitazione
> pensò,
digrignando i denti.
Kamhara gli
accarezzò la guancia con dita tremanti.
“Non
devi baciarmi a comando. Fallo quando te la senti, quando
veramente ci sono i tuoi sentimenti in quel gesto”
sussurrò.
John
annuì.
“Il
mio amore è sincero, non è frutto di pura
ostentazione” le
disse, accarezzandole delicatamente le guance.
Kamhara
sorrise, le gote accaldate. Il fiato si condensava
davanti ai volti di entrambi.
“Lo
so” sussurrò.
|
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Capitolo 5 *** Cap.5 ***
Cap.5
La stanza
era illuminata dalla luce rossa proveniente da diverse
stufette di plastica bianca.
Azuki si
raddrizzò gli occhiali, digitando sul computer
portatile. Una mano a tener fermo l’apparecchio,
l’altra scattava sulla
tastiera.
La luce blu
dello schermo si rifletteva nelle sue lenti.
“Quella
del ceppo di Natale o ceppo natalizio o ciocco natalizio
è considerata una delle più antiche tradizioni
natalizie: si tratta di
un'usanza risalente almeno al XII secolo e che fino al XIX
secolo-inizio XX
secolo era molto diffusa in vari Paesi del Nord, dalla Città
del Nord e la Gran
vallata delle montagne fino alle città del Nord-est e le
penisole ghiacciate”
si mise a leggere.
Pan
sospirò, posando le mani sui fianchi e si sporse in avanti.
“Le
tradizioni natalizie vanno vissute, non cercate in un
monitor” gemette.
Azuki
batté un paio di volte le palpebre.
“Volevo
chiarezza” rispose. Chiuse il portatile e lo posò
sul
tavolinetto, posando le mani sui fianchi. “La nonna non fa
altro che ripetere
che è un dolce al cioccolato che quest’anno vuole
fare con le uova di
pterodattilo non fecondate. Papà, invece, è alla
disperata ricerca di un ciocco
di legno perfetto per i boschi.
Tu,
d’altro canto, hai intenzione di tirarne fuori uno di
plastica” enumerò.
Pan si
massaggiò la testa e sospirò, scompigliandosi i
capelli.
“Tu
sei davvero troppo analitico” gemette.
***
Vegeta
stava seduto sul prato.
“Kakaroth,
non capisci… Non so più neanche chi sono.
Qualcosa in me è cambiato profondamente”
sussurrò.
Goku si
grattò la testa, scompigliandosi i capelli mori a
cespuglio.
“Urca,
a me sembri sempre il solito” sussurrò.
Vegeta
schioccò la lingua sul palato.
“Non
è un cambiamento esterno. Lo sento, è nel mio
spirito che qualcosa è mutato” spiegò.
Goku
rispose: “Di sicuro sembri più gentile”.
“Tsk”
borbottò Vegeta, incrociando le braccia al petto.
“… Mi sento confuso, Kakaroth.
Ho bisogno di te
per comprendere chi sono, per ritrovarmi…”.
Ammise, arrossendo.
Goku lo
abbracciò. “Ti aiuto io”.
Vegeta
sbuffò.
“Non
lo fai sempre… mio generale?” domandò.
Goku
ridacchiò.
“Ci
provo” disse.
“Allora,
vuoi venire a casa mia per la festa? Bulma durante il
periodo pre e post Natale si comporta come se questa festa non finisse
mai”
disse il principe dei saiyan.
Goku
annuì.
“Con
piacere” rispose.
***
May
saltellò sul divano, ridacchiando. I capelli a
cespuglio mori le ondeggiavano intorno al viso e la goccia verde che
portava al
collo le batteva sopra la tutina da combattimento azzurra.
“Questo
divano è comodissimo!” trillò.
Vetrunks
la guardò con aria confusa, facendo una
smorfia.
“Non
si saltella sui divani” le fece notare.
May
si fermò con aria confusa.
“Papà,
non si saltella sui divani?” domandò.
Goku
la raggiunse, sedendosi accanto a lei ed iniziò a
saltellare, rimanendo seduto, a sua volta.
“Come
no? È così comodo che non si può farne
a meno”
ribatté.
<
Strani > pensò Vetrunks.
|
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Capitolo 6 *** Cap.6 ***
Cap.6
Kamhara
teneva gli occhi chiusi e le braccia
incrociate dietro la testa, i capelli vermigli formavano
un’aureola sul
cuscino.
La
saiyan ascoltava la melodia del sassofono che,
propagandosi dalla radio olografica sul mobiletto, risuonava nella
camera da
letto.
Matt
dormiva con la testa posata sulla pancia della
madre, steso sul letto accanto a lei. Le loro code dalla peluria rosa
erano
intrecciate.
Kamy
teneva una mano sulla testa del bambino, il
figlio aveva le labbra piegate in un sorriso.
Da
fuori provenivano i suoni dei clacson e della
macchina, dalla stanza accanto il ronzio della televisione che John
stava
guardando.
<
Anche queste feste sono passate > pensò.
***
Goku
si massaggiò la spalla e alzò lo sguardo,
osservando il cielo sopra di lui.
“Questo
è per te”. Si sentì dire. Si
voltò e vide che
Chichi lo aveva raggiunto, gli stava porgendo un asciugamano.
Son
le sorrise e lo prese.
“Per
pulirti dal fango” spiegò Chichi, indicando il
viso sporco del marito.
Goku
annuì, facendo ondeggiare i capelli a cespuglio.
“Urca,
non me n’ero accorto” ammise.
<
Siamo invecchiati insieme. Mi sembra ieri che
eravamo bambini e sfrecciavamo nel cielo con la mia nuvoletta
d’oro > pensò,
pulendosi.
“Stai
lavorando bene. Avremo un buon raccolto”
sussurrò gentilmente Chichi.
Gohan
atterrò.
“Indovinate
chi è tornato?” chiese.
Chichi
si voltò verso il figlio con aria
interrogativa.
“Elly?”
domandò Goku.
Gohan
confermò con un cenno del capo.
“Finalmente
si è sposata. Non riesco a crederci”
disse.
<
Mi sembra ieri che era solo una bambina >
pensò.
Gohan
si premette gli occhiali contro il naso, ingoiando uno sbadiglio. Era
seduto
sulla nuvola speedy, che brillava dorata alla luce del sole.
Si
stringeva le ginocchia con le mani e guardava sotto di sé,
la sua ombra era
nascosta da quella del palazzo.
Osservava
la piccola Elly appesa a un albero per le gambe, che si dondolava a
testa in
giù dal ramo.
“Volo!”
gridò la bambina, ridendo.
<
Bisogna dire che è una vera demonietta. Io alla sua
età ero spaventato da
tutti. Sono convinto che lei non avrebbe avuto problemi a superare
l’allenamento di sensei> pensò Gohan.
***
Freezer
era seduto sul selciato davanti alla propria
casa.
Zarbon
lo raggiunse, accomodandoglisi accanto.
“Mio
signore, credevo non voleste uscire. La caccia è
ancora in atto…” sussurrò.
Freezer
lo zittì, battendo la coda per terra,
schioccandola.
“Volevo
prendere una boccata d’aria”. Si passò
la mano
pallida sul volto, rabbrividì sentendo delle rughe
d’espressione.
<
Non so nemmeno io perché mi sto nascondendo.
Perché non sto semplicemente vendicandomi, combattendo per
difendere il mio
esercito.
Forse
perché qui mi sento in pace, perché avevo
bisogno di sfuggire persino da me stesso > pensò.
“Cercavo delle rime per un
mio nuovo componimento” spiegò.
***
Vegeta era
steso sul divano e guardava la televisione con gli
occhi socchiusi. Sbadigliò e allungò la mano,
prendendo una lattina di birra
che aveva lasciato su un tavolinetto.
Se la
portò alle labbra e ne sorseggiò il contenuto.
Sgranò
gli occhi e sputò, lo schizzò colpì in
pieno lo schermo
del televisore piatto.
“Che
diamine…” ringhiò, guardando la lattina.
Udì
una risatina e si voltò, vedendo Elly piegata in due, che lo
indicava.
“Dovevi
vedere la tua faccia. Era impagabile” biascicò.
Vegeta
schiacciò la lattina con la mano e divenne supersaiyan
blue.
“Corri”
ringhiò.
Elly
scappò via, continuando a ridere.
“Era
solo uno scherzo!” gli gridò.
“Sei
una dannata donna
adultaaaaa!” sbraitò Vegeta, proseguendo
a rincorrerla.
|
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Capitolo 7 *** Cap.7 Chichi viene ricoverata ***
“Questa
storia partecipa alla #SummerBingoChallenge
indetta sul gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction &
Fanart”.
Prompt:
Casella 69- Ospedale Goku.
Cap.7
Chichi viene ricoverata
Lourth
era seduto su un trono e guardava la scacchiera
erosa dal tempo davanti a lui. Le colonne intorno a lui sembravano
bruciate e
schegge nere volavano tutt’intorno a lui.
<
Richiamare quella Kamhara dalle tenebre è stata
una perdita di tempo > pensò, facendo cadere una
pedina rosa.
Afferrò
una regina nera e se la rigirò tra le dita. La
posò accanto ad un alfiere bianco dai bordi taglienti.
“La
prossima mossa…” sussurrò. Con la
regina fece
cadere l’alfiere.
Una
pallida luna era apparsa alle sue spalle.
“…
è pronta” sussurrò. Una stele, con
raffigurata una
dea, si erse dal terreno.
Piegò
le labbra in un sorriso.
<
Il corpo della regina Sarah sarà posseduto dalla
dea Selene per mano mia. L’io della sovrana sarà
frantumato >.
***
La
regina Sarah alzò lo sguardo.
Era
affacciata alla torre del suo palazzo e guardava
il cielo rosso degl’inferi. Una pallida luna dalla forma di
una falce apparve
in cielo.
“Che
diamine succede?” si domandò, accigliando
l’espressione.
I suoi occhi
color ambra si tinsero di color ossidiana e il suo viso
cambiò.
La
sua pelle abbronzata divenne chiarissima e la sua
aura mutò, incrementandosi e divenendo di un evidente bianco
latte.
***
<
Niente di grave… Niente
di grave… Non si preoccupi, non è niente di
grave…
Da
quando sono entrato non fanno
altro che ripetermi questo. Eppure non mi fanno vedere la
‘mia’ Chichi.
Perché
se non è niente di
grave?! > s’interrogò Goku. Era seduto su
una poltroncina di plastica e si
stringeva le ginocchia, il capo incassato tra le spalle e gli occhi
cerchiati
da delle rughe profonde.
“Papà,
stai tremando?”
domandò Gohan,
seduto accanto a lui.
“Ghhh ghhghh ghhh”
fu la risposta del genitore.
Il
primogenito corrugò la
fronte, vedendo il padre digrignare i denti e si massaggiò
il collo,
sospirando.
“Papà?”
domandò.
“Sto
bene” rispose Goku con
un filo di voce.
“Hai
sete?” lo interrogò il
figlio.
“No”
rispose in modo
meccanico Goku. Si protese verso un’infermiera e
cercò di attirarne
l’attenzione sfiorandole il braccio.
“Signor
Son, lei aspetti
qui. Sua moglie non ha niente di grave” gli rispose
quest’ultima, accelerando
il passo e allontanandosi.
“Papà,
sicuro che non vuoi
che ti prendo qualcosa? C’è una macchinetta per le
bibite qui vicino”
propose Gohan.
“No”
esalò Son nello stesso
modo meccanico.
<
Sono sempre stato io
quello che rischiava la vita. Non ero mai stato nei panni di Chichi,
non pensavo soffrisse
tanto a causa mia.
Tra
i due era lei quella
forte ora scopro essere lei, perché io,
senza di lei, non
c'è niente da fare, non riuscirei a
cavarmela nemmeno per dieci
secondi filati contati con il cronometro >
pensò.
“Allora
vuoi fare due passi?
Sono ore che aspetti qui in sala d’aspetto”
borbottò Gohan.
“No”.
Il tono di Goku non
variava, ogni volta che ripeteva quella parola il suo viso sembrava
più aguzzo,
i suoi occhi sporgenti segnati da delle rughette
d’espressione e occhiaie.
“Papà,
ho dato un senzu a
mamma dopo
l’incidente d’auto. Probabilmente si
sarà già ripresa ed i dottori vogliono
solo accertarsene”. Tentò di rassicurarlo Gohan,
posandogli una mano sulla
spalla.
“Signor
Son, ancora qui?
Vada a casa! Tanto sua moglie non ha niente di grave!”
gridò un medico,
sfrecciando davanti a loro. Il camice bianco svolazzava al suo
passaggio.
“Hai
sentito, papà? Ce ne
andiamo?” lo pregò Gohan.
“No”
rispose semplicemente
Goku.
Gohan sospirò
e utilizzò la
sua aura per accendere un piccolo televisore appeso sul muro del
corridoio.
“Le
perturbazioni che hanno
colpito le maggiori capitali e provocato le numerose frane nei
Monti Paoz sembrano
essersi
finalmente diradate.
Per
questo fine settimana ci
aspetta un clima sereno…”. Stava dicendo la
meteorologa.
“Già,
sembrava essere venuta
giù l’interna montagna quando è franata
la strada” borbottò Gohan,
grattandosi la guancia.
Guardò suo padre, la schiena curva ed il corpo rigido.
“Almeno
vuoi mangiare
qualcosa?” propose Gohan.
“Umh…
sì…” capitolò il genitore.
Gohan saltò
in piedi e con
l’aura spense nuovamente il televisore.
“Lo
sapevo che a questo non
potevi resistere. Senti, aspettami qui, non ti prendo una merendina,
vado
direttamente al bar qua sotto e prendo ad entrambi la cena”
propose.
Goku
annuì lentamente.
“Perfetto”
disse Gohan,
Goku lo vide correre con
la coda dell’occhio e tornò a guardare la porta
bianca della stanza della
moglie.
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Capitolo 8 *** Cap.8 ***
Cap.8
“Hot-dog”
disse Goten con tono categorico.
“Hamburger”
rispose secco Trunks.
I due si
guardavano negli occhi, digrignando i denti.
“L’hot-dog
è semplice e mantiene il suo calore. Sa di
qualcosa di intimo” ringhiò Son.
“L’hamburger
fa risaltare il panino, si accosta a un
trionfo di cibi e sapori diversi” ribatté Briefs.
Entrambi i
ragazzi erano diventati supersaiyan.
“Mentre
voi litigavate, Elly si è mangiata entrambi i
panini” fece sapere Kamy, indossava un grembiule da cucina.
“Noooo!
Elly!” gridarono i due ragazzi, alzandosi in
piedi di scatto.
“Ne
preparo degli altri” esalò.
< O
li faccio preparare a Radish > pensò.
Il
cellulare di Goten squillò e quest’ultimo lo
trasse
dalla tasca.
“Elly,
sei veramente terribile” brontolò a bassa voce. Si
portò l’apparecchio all’orecchio.
“Pronto”.
Il suo viso
s’incupì. “Sì, ho capito.
Sì, certo… Vengo
subito… Ah ah… No,
tranquillo…”. Man mano che parlava la sua pelle
divenne
sempre più grigia.
“Cosa
succede?” domandò Elly, con tono deciso,
avvicinandoglisi.
Trunks
guardò il migliore amico con aria preoccupata.
Goten
riattaccò e sospirò pesantemente.
“Bra,
Pan, venite presto, è successo qualcosa di grave!”
chiamò Kamhara.
Goten
guardò Elly negli occhi.
“Mia
madre ha avuto un incidente in auto mentre era con
Gohan. Ora è in ospedale…”.
“Cos’ha?”
chiese Trunks.
Goten si
passò la mano tra i capelli mori.
“Questa
è la cosa strana. I dottori dicono che non ha
niente. Hanno fatto esami ed accertamenti, ma… è
entrata in coma” mormorò.
“Non
è possibile…” esalò Kamy.
***
Yamcha si sdraiò su un
fianco ed alzò il capo, osservando la luce delle
stelle oltre la finestra. Sospirò, un lenzuolo copriva il
suo corpo nudo. Nei
suoi occhi si rifletté la luce della luna piena e strinse le
labbra, avvertendo
una fitta al petto.
Maron si sporse, gattonando sul
letto e gli mise una mano sulla spalla.
“Cosa
c’è che non va?” domandò. Ad
ogni suo movimento il suo seno
prosperoso, stretto dalla camicia da notte, ondeggiava.
L’ex-predone del deserto
si voltò verso di lei e le passò la mano tra
le ciocche di capelli azzurri.
“Sono preoccupato per
Goku. Non mi fido di questo fantomatico drago
dorato” sussurrò con voce roca.
Maron prese la mano di lui tra le
proprie e gli baciò la punta delle
dita con le labbra rosse e piene.
“Ti fidi sempre di meno
anche di Goku, ogni volta che scopri qualcosa
su di lui” sussurrò.
Yamcha si alzò seduto,
facendo scivolare il lenzuolo candido in modo da
coprirgli solo l’intimo.
“Mi fiderò
sempre di Goku. È del drago Zarma e di Vegeta che non mi
fido. E non mi fiderò mai” disse secco.
Maron le accarezzò la
guancia, si sporse e sfiorò le labbra dell’altro
con le proprie.
“Allora resta al suo
fianco, proprio perché tutto ciò che lo circonda
è
così terribile e spaventoso. Non farlo perdere tra dei e
battaglie” disse.
Yamcha le passò il
braccio intorno ai fianchi e la trasse a sé,
stringendola al petto.
“Mai.
Per me resterà sempre quel bambino affamato un po’
ingenuo” promise.
Il
verso di un uccello notturno risuonò nella camera da letto.
La
porta si aprì e Chidori corse dentro.
“Papà,
ho fatto un incubo” gemette la bambina.
Yamcha
lasciò andare la moglie e si alzò in piedi,
avvicinandosi alla piccola.
“Di
nuovo?” domandò.
La
piccola annuì.
“Però
questa volta c’è anche davvero qualcosa nella mia
stanza. Anche se non è un
mostro” ammise.
Maron
sussurrò: “Tesoro, ti prego. Vai a vedere
cos’è”, spronando il marito.
Yamcha
prese la mano della piccola nella propria e si lasciò
guidare nella stanza
accanto. Impallidì vedendo che dell’edera candida
cresceva su tutta la stanza,
allargandosi sulla parete.
La
luce argentea della luna bagnava la pianta, lì dove i raggi
s’infrangevano si
aprivano grandi foglie bianche.
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Capitolo 9 *** Cap.9 Raggi di luna ***
Scritta per: #keywordschallenge.
Indetto dalla pagina: Non solo
Sherlock ~ gruppo eventi
multifandom.
Prompt: 6. Fragilità
Prompt: 32. Casa vuota
Cap.9 Raggi di luna
< Anche se è notte
fonda non riesco ad appisolarmi.
Mi trovo da solo sulla terrazza di
casa mia, intento ad
ascoltare il silenzio. Non quello assoluto dello spazio, ma quello in
cui
nessun suono ti è conosciuto e anche quelli familiari sono
troppo attutiti e
confusi per poter essere riconosciuti.
Sono accomodato in una sedia a sdraio
sotto la volta
stellata. Però non è come fissare un planetario,
sembra che quei grandi spazi
mi vogliano divorare.
Questa è una notte
speciale: c’è un’eclissi parziale di
luna
piena.
Non sarà né
oscura, né al massimo della sua forza. Non
rischio che le Onde Bluets mi trasformino in Oozaru. Per quello ci
vogliono17
milioni di Zenos e comunque ormai col quarto livello potrei impedire la
mutazione.
Quando la luna è rossa
come il sangue perdo la mia natura e
quando l’oscurità la cela anche i saiyan mostrano
il lato più tenebroso.
L’aria è gelida.
Nonostante la luna vada rimpicciolendosi,
brilla di un bianco accecante.
Anni fa ho sentito una canzoncina
terrestre alla radio,
parlava di ‘tintarella di luna’.
Non le ho mai dato peso, ma questa
notte rimbomba tra i miei
pensieri.
‘Plin, plin, plin, raggi di
luna’. Questo perché sembra
proprio che la luce mi stia piovendo addosso in tante gocce
fosforescenti.
Nonostante non stia accadendo nulla,
mai come questa notte
mi sono sentito vulnerabile.
Non ho mai percepito così
tanto la mia ‘fragilità’.
Proprio adesso che scopro le mie
origini semi-divine, mi
rendo conto che basterebbe un niente per cancellarmi.
In diversi momenti la mia vita ha
rischiato di andare in
pezzi, ma non si è mai disgregata grazie al mio orgoglio.
In questa notte, invece, penso che
persino quello potrebbe
venire annientato.
Mi sento nudo ed inerme.
Mi sembra quasi di poter vedere le
Onde Bluets ad occhio
nudo, le stesse che Bulma riesce ad incanalare nei suoi macchinari.
Sento come se dovessi sbrigarmi a
fuggire in casa, scappare
da questa eclissi prima che arrivi al suo culmine.
Mi sento immobilizzato.
Come se fosse proprio la luce della
luna a tenermi bloccato
qui.
O forse sono io che non mi voglio
muovere…
Non ho mai visto una luna
così bella e ipnotica.
Forse è di fronte alla sua
maestosità che non si può fare a
meno di sentirsi fragili.
Non riesco a distogliere lo sguardo.
Io, re dei saiyan, mi abbandono.
Chiudo gli occhi, come
privo di forze o poteri. Mi lascio cullare da questa luce come un
bambino
farebbe come una madre amorevole.
Faccio ondeggiare la mia coda
pigramente, mentre mi
addormento. Non ho più consapevolezza del mio corpo.
Ormai l’eclisse
è al suo culmine > pensò Vegeta.
***
Bulma sorrise, guardando il marito
che si era addormentato
in terrazza.
< Non l’ho mai visto
dormire così bene, sembra un
bambino. Forse non dovrei disturbarlo.
Non l’ho mai visto neanche
così bello. I raggi di luna
sembrano accarezzare la sua pelle, facendola risplendere >
rifletté.
***
Goku era seduto a gambe larghe sul
divano, ascoltando il
rumore delle tapparelle che sbattevano contro le finestre mosse dal
vento,
dando vita all’eco.
< Sembrano suonare una melodia
triste. Non provavo una
simile melanconia da quando ho dovuto affrontare i primi tempi da solo
senza
nonno Gohan > pensò, facendo una smorfia.
Trasalì quando provenne un
tonfo dalla stanza adiacente. Si
alzò in piedi, camminando nella penombra.
Fuori dalla finestra il cielo era di
un nero-bluastro molto
luminoso.
< Non mi ero mai accorto di
quanto questa casa facesse
paura quando è deserta > si disse Son, mentre il
rumore prodotto dai suoi
stivaletti blu ad ogni passo rimbombava.
Il rumore prodotto dalle tapparelle
era sempre più sordo e
cupo.
“Oh, ecco cosa ha fatto
quel rumore” disse Goku. Raggiunse
il camino e si abbassò, recuperando la fotografia che era
caduta dal ripiano.
Ne ripulì con la manica la cornice dalla polvere e la
girò, sorridendo.
< Questa è la mia
preferita. L’abbiamo scattata poco
prima che venisse Radish a stravolgermi la vita, quando eravamo
soltanto una
famiglia serena > pensò.
La fotografia rappresentava sua
moglie Chichi con in braccio
Gohan ancora bambino e lui che l’abbracciava, sorridendo
all’obiettivo. <
L’aveva scattata Yuma. Diceva che Gohan sembrava una
scimmietta come me alla
sua età, ma mio figlio era molto più introverso,
timido e spaventato dal mondo.
Chichi mi stringeva il braccio, come sempre da quando ci eravamo
ritrovati al
torneo > si ricordò Son.
Gridò, mentre la
fotografia iniziava a sanguinare e la
lasciò andare di scattò.
La cornice si aprì e il
vetro andò in frantumi. Sulla sua
mano si era aperta una ferita e il sangue gocciolò sulla
fotografia.
Goku la raccolse e
sospirò, vedendo che si era macchiata.
< Non stava davvero
sanguinando. Come ho fatto ad avere
un effetto ottico così strano? >
s’interrogò.
“Urca, ora come la
ripulisco?” piagnucolò. La nascose sotto
un orologio posato sopra il caminetto e fece sparire i cocci con
un’onda.
“Ecco, così Chichi non si accorgerà di
nulla quando sarà tornata a casa” si
rassicurò.
Raggiunse il divano e vi si sedette
di nuovo, notando che la
luce della luna filtrava dalla finestra.
“Uffa, oggi sono stato
più distruttivo del solito” pigolò.
< Ho rotto il giocattolo
preferito di May perché mi era
sembrato camminasse nel corridoio. Quando ho rischiato di affogare
nella vasca
da bagno l’ho distrutta insieme a metà della
stanza.
Ho persino quasi demolito il
frigorifero con tutto il cibo
perché pensavo di averci sentito un’aura oscura
all’interno > pensò, con le
lacrime agli occhi.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Edera lunare ***
#keywordschallenge
Fandom: Dragon Ball
Prompt: 47. Magia pericolosa
Cap.10 Edera lunare
Elly accarezzò una delle
foglie luminose dell’edera che
cresceva intorno al palo della luce. Diverse altre piante avevano
invaso la
cittadina, soffocando gli edifici e infilandosi all’interno
delle macchine.
“Sembrano direttamente
fatti di luce lunare” sussurrò.
“Ha avuto ragione Whis a
farmi dare un’occhiata. Questa è
una magia pericolosa” disse Kamhara.
Reghina ne afferrò un
traliccio e lo strappò.
“Usiamo un po’ di
diserbante e via” abbaiò.
Elly vide che l’edera
scompariva dalle mani di Reghina e
riappariva al suo posto.
Borbottò: “Temo
ci voglia un incantesimo per distruggerla”.
Reghina fece una smorfia e
serrò i pugni.
“Che odio. Quasi quasi
faccio saltare tutto e vediamo se
rimane ancora al suo posto”.
“Rischiamo di fare vittime
inutile. Direi che ci conviene
studiare bene di cosa si tratta” disse Elly.
“Tsk”
sibilò Reghina, ma annuì.
“Tu non puoi fare
niente?” domandò Elly a Kamhara.
Quest’ultima
dimenò la coda dalla peluria rosa e sospirò.
“Purtroppo no. Questa
è una magia molto più potente della
mia, direi divina” spiegò.
Reghina assottigliò gli
occhi.
“Ci mancavano gli
dei” borbottò.
< Mi chiedo dove siano finiti
tutti gli abitanti di
questa zona e probabilmente anche loro se lo stanno chiedendo.
Abbiamo contattato Yamcha. Sono
apparse anche da loro, ma
non sembrano aver prodotto alcun cambiamento. Qui, invece, non si trova
nessuno
per le strade o nelle case.
Però non ci sono segni di
colluttazione > rifletté.
“Gli dei? Sicuramente non
Bills. Lui sembrava saperne meno
di noi. Anche se Whis ha accennato ai saiyan.
Che sia opera degli dei
polpi?” tentò Elly.
Reghina scoppiò a ridere.
“Quelli sono solo una
leggenda”. Scherzò.
Kamhara si fece rossa in viso e
strofinò uno stivaletto per
terra.
“Principessa, non mancate
di rispetto agli dei polpi”
borbottò.
Reghina alzò le mani
coperte dai guanti. “Scusa, scusa”.
Fece qualche passo verso di lei, alzando ancor di più le
braccia. “Però di
sicuro non è opera loro”.
Kamhara negò col capo, i
capelli vermigli le ondeggiavano
intorno al viso. Le sue iridi si erano tinte di un pallidissimo verde.
“No. Credo sia opera della
dea Selene.
Ultimamente la regina Sarah
è scomparsa ed è da anni che si
teme che quella ‘creatura’ volesse
possederla” spiegò.
Reghina
s’irrigidì.
“Dobbiamo salvarla,
immediatamente” disse secca.
< La madre di Vegeta
è stata una delle persone più
gentili che io abbia mai conosciuto > pensò.
Elly chiese:
“Perché una dea vorrebbe possederla?”.
Kamhara sospirò.
“Non si è mai
saputo. Questi sono segreti della famiglia
reale”.
“Allora vediamo di
scoprirlo” abbaiò Reghina.
Elly ghignò in risposta.
“Così mi piaci,
sorella. Ci sto” le fece eco.
Le iridi di Kamhara tornarono azzurre.
< Tra loro sembra essere nata
davvero una bella intesa e
un’ottima amicizia > pensò la strega
saiyan.
|
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Capitolo 11 *** Cap.11 ***
Scritta
per: #keywordschallenge.
Indetto
dalla pagina: Non solo Sherlock ~ gruppo
eventi multifandom.
Prompt:
35. Ospedale & Prompt: 30. Sogno
Scritta
sentendo: The chosen one dei Dream Evil.
Cap.11
Stavo
dormendo
profondamente e sono stato svegliato da una luce che mi feriva gli
occhi. Mi ha
ricordato quella che filtra tra le fronde degli alberi nelle radure
boscose di
questi monti, quella che tante volte mi ha destato in passato.
Era
veramente
fastidiosa, ma ricordava quella lunare.
Mi
guardo intorno e
deglutisco. Non capisco dove sono, ma mi trovo all’interno di
un cerchio creato
con delle fiaccole. Il loro fuoco è verde-viola, non di un
colore solito.
Che
ci sia del gas?
Tento
di alzarmi, ma non
ci riesco.
Ci
vuole un po’, per
colpa di questa luce, perché io mi accorga che sono ancora a
casa mia, sul mio
divano.
Però
sono assolutamente
convinto di non aver portato io quelle fiaccole.
Sono
legato da una
pianta come non ne ho mai viste. Si tratta di una pianta rampicante, ma
è
bianca. Si estende su tutta la casa, non conosco piante che crescano
così in
fretta da occupare una tale superficie in una sola notte.
Emana
uno strano
profumo, molto intenso. Mi confonde le idee.
Le
foglie sono luci
nella parte superiore e opache nella parte inferiore. Conosco molto
bene le
piante e capisco che si tratta di un’edera. Saranno aliene
visto la
fosforescenza che emana.
Mi
trasformò in
supersaiyan, ma neanche così riesco a divincolarmi e
liberarmi. Come possono i
tralicci di una pianta resistere a tutta questa potenza?
Incremento
sempre di più
la mia aura, ma ogni volta che lo faccio sento un dolore partire
dall’attaccatura della mia coda. Da lì si diffonde
in tutto il corpo e la
sofferenza è tale da lasciarmi sempre più stanco.
Grido,
anche se so
benissimo che qui nessuno può udire le mie urla. Chiamo
aiuto anche utilizzando
la mia aura, aumentandola e abbassandola di potenza in modo che si
capisca che
è un messaggio.
Spero
arrivi presto
qualcuno ad aiutarmi.
Mi
sento sempre più
spossato, prigioniero di una trappola assurda.
Sulla
parete, in un
cerchio formato da corna di cervo tramutate a loro volta in rampicanti
marroni,
vedo imprigionato il mio drago.
Non
l’ho mai visto così
piccolo. Inoltre lo sento come se fosse lontano. Da quando
può essere evocato
senza che il potere del drago sia attivo? Sono sicuro che il suo
simbolo sulla
mia fronte non c’è.
Lo
chiamo a voce e
telepaticamente, ma non succede.
Noto
che è ferito, dalle
sue squame dorate gocciola del sangue. Ha le fauci socchiusi e, oltre
un
respiro rantolante, gli sfuggono dei gemiti di dolore. Lo chiamo
ancora, ma i
suoi occhi restano chiusi, non si sveglia.
Le
gocce di sangue
precipitano su una grossa pigna di pietra, simile ad un altare, posata
sul
pavimento sotto di lui.
Dall’ombra
apparve una
figura massiccia che si può dire esca anche dalle ombre del
mio passato. Non
scorderò mai quello sguardo, il suo sorriso demoniaco o il
gioiello magico da
cui traeva la sua forza innaturale. Avanza in un mulinare di capelli
arancioni
che fanno contrasto con la sua pelle verde.
“Non
è possibile…”
biascicò. Invece quello davanti a me è proprio
Bojack.
Estrae
un pugnale,
un’arma che non gli ho mai visto usare. Lo lancia in aria,
facendolo roteare su
se stesso, e con maestria lo riafferra per il manico al volo.
A
cosa può mai servirgli
visto la potenza devastante dei suoi colpi?
“Lo
sai. Chi uccide un
drago diventa un predestinato” mi dice. Le sue parole suonano
ancora più
sinistre quando noto che avanza verso il mio animale simbolo, ancora
incosciente.
Le
torce danno vita a
giochi di luce ed ombre sul suo corpo massiccio.
“Codardo!”
grido.
“Combatti con me direttamente!”.
La
presa di queste
maledette ‘liane’ si fa sempre più
forte, fino a farmi sanguinare le carni.
“Può
darsi che io sia
predestinato ad essere uno di questi prescelti” mi dice il
mio avversario.
Da
quando fa discorsi
così intelligenti? Prima Broly ed ora lui. Sembra che
ultimamente abbiano dato
in regalo dei neuroni.
La
mia vista si
annebbia. Mi ritrovo bloccato a gemere di dolore. “Lascialo
stare!”. La mia
voce vorrebbe risultare intimidatoria, ma sembra solo una supplica.
“Dì
addio alla vita,
portatore del drago”.
La
lama trafigge il
cuore del mio drago. Chiudo gli occhi, mentre uno gemello si apre sul
mio
petto. Il mio sangue esplode tutt’intorno e il mio respiro
rallenta. Presto il
mio cuore smetterà di battere.
Mi
abbandono,
incrementando la mia aura al massimo.
Non
volevo venire
sconfitto così, senza una vera battaglia… Non
è giusto...
Goku
si svegliò di soprassalto, continuando ad urlare.
Si alzò seduto, il battito cardiaco accelerato e si
guardò intorno confuso.
Si
trovava nel suo salotto, illuminato dalla luce del
sole.
Gohan
si era avvicinato al divano con aria spaventata.
“Papà?”
domandò.
<
Pensavo che mi sarei ritrovato davanti il viso di
Re Kahio e non quella di mio figlio > pensò Son.
“Dov’è
finito?” ringhiò.
“Chi?”
gli chiese Gohan.
Goku
rispose: “Bojack”.
“Non
c’è mai stato papà. Da casa veniva solo
la tua
aura. Sicuramente è stato tutto un brutto sogno”
gli disse Gohan.
“No!
Ti dico che era qui!” gemette Goku.
<
Non c’è più niente! Né la
pianta, né le fiaccole,
né nulla!
Come
faccio a spiegargli che non poteva essere solo un
incubo?
Era
dannatamente reale > pensò.
“Figliolo…”
gemette.
“Papà,
sei solo stanco e agitato per quello che è
accaduto alla mamma.
Bojack
l’ho ucciso molti anni fa” disse Gohan con voce
analitica.
Goku
si alzò dal divano, con aria agitata.
“Non
me lo sono sognato” ringhiò. Il sudore gli
scivolò lungo il viso.
“Perché
non torni a riposare?” chiese Gohan, pulendosi
gli occhiali. < Papà, che ti succede? > si
domandò.
Goku
ruggì: “Tu non mi credi”. Si
allontanò a grandi
falcate.
***
Gohan
sospirò.
“Mio
padre ha iniziato ad avere delle allucinazioni”
mormorò, con tono affranto.
“Non
è da Son” disse Piccolo.
Gohan
rispose: “Lo so, ma non ci sono altre
spiegazioni”.
Era
intento a pulirgli gli occhiali nella camicia, con
sguardo gelido.
Piccolo
rabbrividì, intento a ondeggiare la culla di suo
figlio.
<
Sono tentato di chiamare Crilin. Non capisco come
mai, ma la presenza del mio allievo mi risulta insopportabile.
C’è qualcosa di
sbagliato in lui che mi fa ribrezzo, quasi raccapriccio.
Devo
essere sincero. In realtà c’è qualcosa
di
sbagliato in tutti i saiyan che conosco ultimamente. Non nel mio
bambino,
fortunatamente. Forse è il suo sangue demoniaco a
proteggerlo > pensò.
“Non
hai pensato possa centrarci con quelle strane
piante che sono cresciute in giro?” domandò.
Gohan
annuì.
“Sono
convinto centrino. Secondo me hanno come effetto
collaterale la pazzia e mio padre è incappato in questo
brutto male”. Sospirò.
“Dovrei convincerlo a farsi curare”.
***
<
Bianco, questo posto è totalmente e completamente
bianco. Troppo bianco.
La
luce è sempre accesa e tutto è così
maledettamente
bianco. Vorrei farlo a pezzi e sporcarlo almeno un po’.
Mi
distraggo e mi concentro su mia moglie, le
allontanò una ciocca di capelli corvini dal viso.
“Goku…
grazie…” sussurra. Arrossirebbe, se il suo viso
esangue glielo permettesse ancora. Non ha la forza nemmeno di alzare la
testa
dal cuscino.
“Quando
ti faranno uscire?” le chiedo in un sussurro.
So benissimo che neanche lei lo sa, ma voglio aggrapparmi alla speranza
assurda
che lei ne sappia di più di me.
“Presto”
mente.
I
dottori hanno detto che era normale si dovesse
svegliare dal coma. In fondo teoricamente sta bene. Solo che non
è proprio così
e devono ancora capire di che ‘complicanze’ si
tratta.
Tanti
paroloni, ma la verità è che mia moglie
è in un
letto di ospedale troppo debole per alzarsi
“Urca,
questo posto puzza” mi lamento. Scapperei da
qui anche soltanto per il terribile odore di morte e medicinali che
emana.
Sicuramente
è colpa di questo maledetto posto se
Chichi non guarisce. Si trova in mano a dei pazzi, carnefici, armati di
siringhe. Non capisco perché Vegeta ha tutta questa fiducia
nei medici.
A
tal punto che vuole diventarlo anche lui!
Sospiro.
Da parecchi giorni lo sto evitando.
Lui
me lo lascia fare. Non ama i falsi sorrisi e le
ipocrisie esattamente come me.
Rifuggo
da tutti, sentendomi asfissiare, ma allo
stesso tempo mi sento ‘solo’.
“Goku…”
mi chiama Chichi con voce flebile. Ho paura
che a furia di diventare sempre più pallida finisca per
confondersi con le
lenzuola. Vorrei strapparle di dosso quei tubi, tubicini, aghi e flebo.
Mi
sento male a guardarla troppo a lungo. Mi sforzo di
sorriderle.
“…
Se io dovessi morire…”. Inizia, con gli occhi
lucidi.
“Non
dirle queste cose” le dico in quello che è un
misto tra un imperativo e una supplica.
“Orario
delle visite finito” sancisce un’infermiera,
entrando a passo di carica. La guardo con astio. Finge di essere
più giovane
della sua età, ha i capelli tinti di biondo e degli ampi
orecchi d’oro di forma
rotonda. “Dobbiamo lavare la signora. Fuori” mi
intima.
Vorrei
spaccarle la faccia. Stringo un pugno, ma mi
trattengo dal colpirla. Anche se volentieri mi trasformerei in
supersaiyan per
far saltare in aria questo ‘postaccio’.
“Torno
domani” dico gentile a mia moglie,
accarezzandole una mano. Non è mai stata così
gelida.
Sembra
quasi che un soffio di vento possa spazzarla
via.
Sotto
gli occhi acidi dell’infermiera mi dirigo alla
finestra e balzò giù. So per certo di averla
sconvolta. Una piccola rivincita.
Volo
via.
Ormai
tutti credono che sono l’allievo di Mr. Satan,
nessuno si farà domande. Al massimo penseranno che ho usato
un trucco >
pensò Goku.
|
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Capitolo 12 *** Cap.12 ***
Scritta
per:
#keywordschallenge.
Indetto
dalla pagina: Non solo Sherlock ~ gruppo
eventi multifandom.
Prompt: 3.
Paralisi
Cap.12
Pan
si sfilò il kimono di tessuto rosso e lo appese
nel suo armadietto in palestra.
<
Non dovrei attardarmi così tanto in palestra, ma
quei due ragazzi sono i miei allievi più promettenti. Devo
fare in modo che
siano pronti per le prossime gare e hanno bisogno di me, la loro sensei, per allenarsi >
pensò.
Finì
di cambiarsi e controllò il suo cellulare, mentre
s’infilava un cappotto. Notò che il suo traffico
residuo era pari a zero e,
sospirando, aprì il messaggio che il marito le aveva mandato.
“Non
torno per cena. Ho parecchie carte da firmare in
ufficio e pratiche da sbrigare. Non aspettarmi alzata. Vetrunks dorme
da Gorin
stanotte” lesse. Chiuse l’apparecchio e lo mise in
tasca.
<
I miei non ci sono. Papà ha detto che voleva
sorvegliare nonno. Ultimamente è strano. Ammetto che anche
io mi sento nervosa.
Mamma
è via per la presentazione del suo nuovo libro e
si è portata anche mio fratello Azuki. Mi conviene andare da
nonno.
Vorrei
poter parlare con Bra, ma la mia migliore amica
è partita con zio Goten, e i piccoli Goshin e Dalyla per il
castello di Yuma.
In fondo quel gigante ha avuto poche occasioni per vedere la bambina
>
pensò, dirigendosi verso l’uscita.
***
Goku
si era recato in una radura in mezzo a una
foresta fittissima. Seduto con le gambe incrociate, meditava,
accumulando
energia grazie alla concentrazione.
Regolò
il respiro e si alzò, iniziando a fare una
serie di kata del karate. Controllava i colpi al millesimo, le sue
forme erano
stupende, le mani si muovevano in modo perfetto.
<
Devo rassicurare il mio animo > pensò. Sul
suolo c’era la gigantesca impronta della zampa di uno
scimmione. < Qui, dove
è morto nonno Gohan, devo ricordarmi cosa può
fare la mia furia se non è
controllata >.
Udì
il rumore di un ramoscello che veniva spezzato.
La
luce della luna invase la radura, dando a tutto dei
riflessi bianchi o argentati.
<
Quella strana ecclissi non era stata ieri? >
si domandò.
Sentì
qualcosa andargli addosso e balzò, appiattendosi
contro il terreno. Una coda saettò sibilando sopra la sua
testa, superandolo.
Fletté
i muscoli e si rialzò, guardandosi intorno
confuso.
“Quello
è un drago?” domandò, osservando la
creatura
davanti a lui.
<
Sembra uno di quei draghi che disegnano alle
volte, completamente diversi da Shenron. Sembra un incrocio tra un
gatto e una
salamandra, ma… è completamente bianco. Brilla!
>.
La
creatura spalancò le fauci, mostrando la chiostra
di denti, aveva le immense unghie ben visibili.
Goku
raggiunse il secondo livello e attivò il potere
del drago.
“Pugno
del drago!” urlò, mentre con il colpo evocava
il suo animale simbolo.
Quest’ultimo
balzò addosso alla creatura, l’altro
drago era molto più piccolo, ma nonostante le ali era
più agile.
“Stai
ferma, dannata lucciola!” ruggì il drago dorato.
<
Quel ‘nemico’ ha lo stesso colore di quella
pianta che mi aveva immobilizzato al divano > pensò
Goku.
“Dormi,
Draco” risuonò una voce femminile.
Il
drago dorato fece un basso mugolio e scomparve.
<
Cosa è successo? >. Goku sentì la sua voce
chiedergli telepaticamente nella sua mente.
<
Non lo so.
Aspetta,
ti chiami Draco? > gli chiese Son.
L’avversario
lanciò una fiammata e Goku saltò
all’indietro. La trasformazione si era annullata e aveva di
nuovo i capelli
corvini.
“D’accordo!
Vuoi combattere sul serio?! Allora
facciamolo!” gridò Goku.
<
Ti sconfiggo alla vecchia maniera, schifosa
creatura uscita da un libro delle favole scritto male. Ti prendo a
pugni >
pensò.
L’essere
gli saltò addosso. Con gli artigli delle
zampe possenti lo immobilizzò a terra.
Son
tentò di scrollarselo di sopra.
La
creatura spalancò le fauci, cercando di morderlo e Son
fu costretto a usare entrambe le mani per bloccarlo. Con le gambe si
aggrappò alla
creatura, cercando di immobilizzarla.
Il
drago di luce piantò i suoi artigli nel petto del
saiyan, strappandogli un urlo e dando vita ad un profondo taglio
trasversale,
sgusciando via.
Goku
ululò.
<
Non ho mai sofferto così tanto! Sembra che ogni
dolore si amplificato di mille volte!
Il
mondo inizia a slargarsi, a sfocarsi. La luce è
troppo forte, non vedo niente. Mi sfuggono solo gemiti debolissimi
>.
<
Goku! Goku! >. La voce del drago gli arrivava
sempre più ovattata.
<
Quella che mi ha colpito è una paralisi completa.
Non
riesco a capire. Che si tratta di veleno? Le sue
unghie ne erano impregnate?
Non
lo so, non capisco. Non riesco a muovermi, sono
completamente bloccato e sento le energie scemare.
Sto
per svenire alla mercé del nemico. Mi sbranerà?
Probabilmente, ma non posso fare nulla.
Sono
la vittima sacrificale per quest’incubo di pura
luce.
A
proposito di luce… Quella della luna è sopra di
me,
filtra attraverso gli alberi.
Così
lontana, stupenda, arcigna e inarrivabile. Il
terreno sotto di me è freddo e duro. Si può dire
arcigno? Quasi mi giudicasse
perché mi sto arrendendo così facilmente.
Sento
il respiro del mostro sul mio corpo.
Chiudo
gli occhi e perdo i sensi > pensò Goku,
accasciandosi.
|
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Capitolo 13 *** Cap.13 ***
Scritta
sentendo: BEERUS
SONG | "God" | Divide Music Ft. FabvL [Dragon Ball Super];
https://www.youtube.com/watch?v=xfZm8uIiOM0.
Storia
scritta per:
“Inchiostro di stelle Challenge”.
Tema
numero 2:
“MASCHERA”.
Prompt:
https://www.facebook.com/notes/stardustway/2-maschera-prompts/572515456989555/
Cap.13
“Così
il suo nome da
semidio è Jita” sussurrò Bills.
Piegò le labbra in un sorriso, mostrando i
denti candidi.
<
I semi-dei vengono
considerati dagli dei alla stregua di giocattoli. Deboli e fragili non
possono
vivere tra gli uomini. Vivono solo per servire gli altri dei.
Devo
averlo percepito,
ecco perché andavo sempre a trovare il suo pianeta. Lo
vedevo lì, spaventato e
inerme da bambino, mentre me la prendevo con quel codardo di suo padre
>.
“Esattamente.
Quindi non
possiamo intervenire su Selene ora che vuole prendere Vegeta con
sé. In fondo è
parte di un patto” spiegò Whis.
Bills
afferrò un budino
dal tavolo con la coda e se lo avvicinò al viso,
affondandovi un cucchiaino.
“Quale
patto?” domandò.
<
Sarò considerato il
dio della distruzione più potente. Non solo ho trovato un
supersaiyan degno di
diventare God come un tempo Vargas grazie al suo cuore puro. Sono anche
riuscito a rendere Goku in potenza più potente degli dei
normali stessi, grazie
all’Ultra-istinto.
Ora
scopro che posso
anche vantarmi di aver reso un semidio uno dei guerrieri più
potenti e
pericolosi dell’universo. Un po’ come dire di aver
trasformato una formica in
un distruttore di mondi > pensò.
“Sua
madre, la regina
Sarah, chiese alla dea della luna di non perdere l’amore del
suo sposo. Selene
salvò il loro amore, ma in cambio pretese il
primogenito” spiegò Whis,
stringendo con forza il bastone.
“Prima
i viaggi nel tempo
ed ora questo, divinità che ingannano mortali per i loro
scopi. Il nostro
universo è andato fin troppe volte contro le regole.
Dobbiamo
impedire che si
scopra” sibilò Bills.
Whis
annuì.
Rispose:
“L’anima della madre di Vegeta, in questo si
trova nel medaglione che porta al collo. Non si può uccidere
una dea. Far
scoprire il suo tradimento significherebbe aizzare Zeno-sama col
rischio che
cancelli l’intero mondo.
Quindi
l’unica cosa è d’imprigionare nuovamente
la dea
nel medaglione e liberare la regina”.
<
Non capisco come mai l’incantesimo del dio Geta
si sia rotto dopo così tanto tempo.
Che
sia opera di Lourth?
Mi
chiedo se devo davvero preoccuparmi per Goku e
Vegeta > pensò Bills.
“Abbiamo
fatto bene a mandare le nostre nuove allieve.
Avvertile di quello che devono fare, in modo che possano trovare
l’incantesimo
giusto” ordinò. Aveva svuotato il vasetto del
budino cucchiaiata dopo
cucchiaiata.
“Sarà
fatto” rispose secco Whis.
***
<
Sono preoccupata per il principe Vegeta, anzi, il
re. Ora è re!
Se John non
fosse stato un demone capace di andare e venire dagl’inferi
non avrei mai
saputo che la regina era scomparsa.
Re
Yammer si fa scappare fin troppo facilmente
un’anima o due dagl’inferi. In questo momento gli
orchi saranno a caccia per
riacciuffarla.
Non
penso che ci riusciranno visto che si è tramutata
in una dea” pensò Kamhara.
Elly
era seduta ai suoi piedi, con la schiena
appoggiata contro uno degli scaffali colmi di libri.
<
La biblioteca del Supremo è sempre la più
fornita.
Dende
ci ha fatto entrare senza problemi quando gli ho
detto che ci mandava Bills in persona.
Certo
che la mia vita è strana. Ora mi sembra normale
parlare di una divinità come di un conoscente. Anche se si
parla di una
creatura millenaria che può fare sonnellini di
trent’anni e potrebbe spazzar
via la Terra con la punta dell’unghia dell’indice
> si disse.
Reghina,
appoggiata ad una colonna con le braccia
incrociate, osservò Kamhara di fronte ad uno specchio.
“Cosa
fai?” la interrogò, avvolgendosi nella grande e
voluminosa coda dalla pelliccia blu.
Kamy
si voltò verso di lei. Indossava una maschera
grigiastra come una collana che si era messa.
“Sto
cercando una maschera che permetta di incanalare
al meglio i miei poteri da strega saiyan” spiegò.
<
Perfetto. Devo dipendere da una ‘mutante’ e una
‘strega saiyan’. Quando tutti su Vegeta-sei sanno
quanto sono stati pericolosi
quelli di quella specie >. Ghignò. <
Aggiungiamoci che io sono una
‘Tsufuru’, che i saiyan li hanno direttamente
schiavizzati e si sono macchiati
delle peggior colpe.
Possiamo
definirci il trio delle ‘reiette’.
Non
ci posso credere, ma inizio a vederle davvero come
delle amiche e delle anime affini >.
“Di
solito ho fortuna a individuare gl’incantesimi. Io
sono legata al supersaiyan blue, come tu al God ed Elly allo spirito
del
supersaiyan leggendario” spiegò Reghina.
Afferrò una maschera dorata, decorata
da delle morbide piume di pappagallo di diversi colori.
Kamy
la infilò e le sue iridi si tinsero di un rosa
acceso, dai riflessi violetti. Si guardò allo specchio e
sorrise.
“Ci
siamo” sussurrò.
|
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Capitolo 14 *** Cap.14 ***
Ha partecipato al:
#12DaysAfterChristmasChallenge
#Task8)
Della pagina: Hurt/Comfort Italia - Fanfiction &
Fanart
Prompt:
"Dai, vieni qui. Vieni
qui..."
Fandom:
Dragon Ball
Personaggi:
Goku; Vegeta
Pairing:
Goku/Chichi.
Titolo:
Ho messo via
Cap.14
<
Da quando si sono diffuse per tutta la
città quelle dannate piante dalle foglie lunari sono tutti
cambiati.
Tenshinhan è
distaccato con la sua
famiglia e maltratta gli allievi del tempio,
dove allena come
maestro. Yamcha si è rifiutato di
allenare Salva.
Mia
moglie dice che sto diventando paranoico,
a seguito di quello che era successo con Freezer e la faccenda
mercenari tutta, acuita dal casino successivo
con Majinbu.
A
me sembrano ugualmente tutti su
di giri.
Tutti
tranne Kakaroth… Lui è quello che
ne risente di più, ma sembra svuotato di ogni
volontà di vivere. Se gli altri
sono fuori fase, lui, invece, è parecchio
sottotono > pensò
Vegeta.
“Sei
dannatamente silenzioso. Sicuro di non
avere niente da dirmi?” domandò brusco.
Goku
negò, tenendo il capo chino.
“Ho
messo via un po’ di rumore, risparmio la
voce, dando pace alle mie tonsille. Ci pensa la sveglia sul mio
comodino a fare
abbastanza chiasso, è una sveglia da seimila watt”
borbottò roco.
“Neanche
a lavoro ti fai sentire?” domandò il
principe dei saiyan.
<
Sembra stia delirando, ma io non penso stia realmente
vaneggiando come mi hanno detto gli altri > pensò.
“Ultimamente
non ci sto andando. Riesco a
vendere bene con quello che produco dal mio orto. Aveva
ragione Chichi, potevo
mettere la testa a posto e coltivare da bravo contadino, abbiamo della
buona
terra” esalò Goku, con voce di gola.
<
Nel suo caso, però, a cambiarlo penso
sia stato il ricovero della moglie. I sensi di colpa lo stanno
divorando.
Ripensa a quello che ha fatto in passato > rifletté
Briefs.
Erano
entrambi seduti davanti alla
casetta dei Son, su una panchina di legno umida.
“Ho
sentito l’aura
di Gohan aumentare, pensavo ci fosse una
minaccia” sussurrò Briefs.
Goku
sospirò e si grattò la guancia, aveva
delle profonde occhiaie.
“Mnh…
Non era una minaccia. Mi
rimproverava perché sono troppo infantile. Nelle ultime
settimane succede
spesso, soprattutto da quando ha smesso di allenarsi”
esalò.
<
Eccone un altro che si comporta in modo
strano. Non è da lui fare così, soprattutto in
questo periodo. Era così felice
che sua moglie gli avesse dato un altro figlio >
rifletté Vegeta.
“Io
lo capisco, ha delle cose più importanti
da fare, come il suo lavoro” biascicò Goku,
curvando le spalle.
<
Sì, sono un uomo adulto, ultimamente me
lo ripetono tutti, tranne te e Junior. Vegeta, sbaglio a voler
giocare
ancora.
Ultimamente
leggo commiserazione persino
nello sguardo del mio migliore amico, Crilin.
Tu
e il namecciano siete così
diversi da com’eravate quando vi ho conosciuto. Voi non mi
dite di mettere via
gli scherzi. L’altro giorno mi avete scoperto a giocare a
nascondino con la
piccola May e non mi avete deriso. Volevo solo far
smettere di
piangere la mia bambina e distrarmi a mia volta.
Goten mi
ha ripreso anche solo per il
fatto che ho usato la nuvola speedy.
Ho
sentito Lunch parlare alle mie spalle del
mio ‘sorriso ebete’.
Pian
piano sto smettendo di allenarmi, mi
sento strano. Ho abbandonato la mia tuta da battaglia in fondo
a uno
scatolone > rifletté.
“Ultimamente
sei pieno di lividi e cicatrici,
ma è da un po’ che non ci alleniamo. Non
è che ti stai affaticando troppo col
lavoro?” lo interrogò Vegeta.
Goku
chiuse gli occhi e si strofinò l’occhio
sinistro con foga.
<
No, sono solo più imbranato, non faccio
altro che andare a sbattere con le cose. Ho iniziato ad avere anche le
allucinazioni!
Sbaglio
ogni cosa che faccio. Rompo tutto ciò
che tocco e mi sento di nuovo fuori posto: un alieno, cosa che per
altro
sono.
Ingoio
gli insulti, accantono i consigli
nella mia memoria.
Mi
sto sentendo perduto. I miei amati
Monti Paoz, da quando mi appaiono così
sconosciuti?
La
mia amata Terra da quando mi sembra così
estranea nel suo eterno dondolio in questo spazio
sconfinato?
Odio
i vestiti scomodi con cui ho iniziato a
vestirmi.
Mi
chiedo se ho accantonato anche la
sincerità verso me stesso.
Vorrei
andarmene.
Quanto
ancora resisterò così schiacciato da
un peso che incatena la mia anima? > si chiese Goku.
“Scusami,
ora devo rientrare…”
disse secco, rialzandosi.
“Kakaroth…”
lo richiamò il principe.
Goku
si rialzò in piedi, fece un paio di
passi, ma cadde in ginocchio, con aria smarrita.
<
Non posso obbligarlo a farsi aiutare, ha
anche lui un forte orgoglio, anche se non vuole ammetterlo.
Però, per questa
volta, posso consolarlo > pensò Vegeta e
allargò le braccia.
“Dai,
vieni qui. Vieni qui…” lo pregò.
Goku
si lasciò cadere all’indietro, ai suoi
piedi, fissandolo con aria smarrita.
Vegeta
gli avvolse le braccia intorno alle
spalle e gli fece appoggiare la testa sul suo petto, cullandolo contro
di sé.
<
Ora mi giudicherà anche lui? Non lo so.
So solo che non ero mai morto realmente, finché non ho
provato questa morte in
vita.
Se
solo ci fossi tu, Chichi, perché
posso mettere via tutto, ma non il ricordo di te >
pensò.
"Non
mi metterai da parte, io sarò qui.
Ti voglio aiutare" disse secco Vegeta.
Goku
ingoiò un singhiozzo, nascondendo il
viso contro il suo petto.
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Capitolo 15 *** Cap.15 ***
Cap.15
Goku alzò la mano verso il
soffitto e la fissò.
< Nessun segno o cicatrice,
non ho neanche un graffio. Mi
sono semplicemente risvegliato nella radura con Pan che mi chiamava.
Anche mia nipote non fa altro che
ripetermi che si è tratta
sicuramente di un sogno. Almeno non mi crede pazzo come suo padre
> pensò.
Il drago gli rispose: < Non
può essere qualcosa del
genere. O non li vivrei anche io. Posso testimoniare, mio caro
portatore, che
era tutto reale >.
< Io so solo che questa
faccenda sta iniziando a
nausearmi. Vorrei che Chichi si sentisse meglio e tornasse a casa
> pensò.
Si mise seduto sul letto matrimoniale e sospirò.
La finestra era aperta e provenivano
delle voci da fuori.
“Poverino, è
impazzito…”.
“Abbassate il tono della
voce”.
< Non sono sicuro di riuscire
a riconoscerli, ma sono
tutte note > pensò Goku.
“Ne ha passate davvero
troppe, quest’ultima non ci voleva”
gemette Pual.
Goku gemette: “Sicuramente
sono state quelle piante”
“Voi state diventando
idioti! Mio nonno non è pazzo!”. La
voce di Pan fu perfettamente riconoscibile.
< Probabilmente pensano che io
stia dormendo e mi tocca
origliare senza volerlo > pensò Goku. Si
spostò nel lato del letto della
moglie e affondò il viso nel cuscino di lei, inspirandone il
profumo. < Sta
scomparendo, ma ancora si sentono le tracce del suo shampoo alle
ciliegie >.
“Non è mai stato
particolarmente intelligente, ma da qui a
scoprire che è mentalmente instabile…”
mormorò Tenshinhan.
Gli occhi di Goku divennero liquidi.
< Io non sono stupido!
> pensò.
“D’altronde
è un saiyan. Cosa vi aspettavate?”
domandò
Yamcha.
< Traditori. I saiyan non sono
tutti pazzi ed io non sono
preda della follia.
Io so cosa ho visto >
pensò Goku. < … O almeno spero.
Avrei dovuto chiedere a Vegeta di rimanere qui da me per qualche giorno
>.
***
< Gohan si rifiuta di
lasciarmi May. Come se io potessi
far del male a mia figlia. Come se lui da piccolo non fosse rimasto da
solo con
me senza Chichi. Mi sembra sia vivo e vegeto > pensò
Goku, passeggiando per
il bosco.
Si guardò intorno e fece
una smorfia, assottigliando gli
occhi. < Non mi sembra di essere mai stato in questa parte di
foresta.
Eppure conosco questo bosco da quando
ero piccolo.
Non capisco… >.
“Ora riesco a perdermi
persino a casa mia” borbottò.
< Tremo, mentre sento salire
una paura terribilmente
simile alla smania.
Le mie mani vengono scosso da
sussulti, le dita dei miei
piedi si alzavano e abbassano come martelletti. I muscoli tirano, ma
cerco di
ostentare un sorriso.
Che anche questo fenomeno sia solo
frutto della mia mente?
Mi è diventato sconosciuto qualcosa che mi era perfettamente
chiaro >.
Si massaggiò il collo e
sospirò.
“Urca. Ora da che parte
è casa?” si domandò.
< Tutti sono convinti di
quello che dicono ed io non ho
mai capito niente. Magari è davvero tutto falso >.
Fu raggiunto da un pugno in pieno
viso e volò all’indietro.
Creò un solco nel terreno con la scia creata dal suo corpo e
si arrestò contro
una roccia, che andò in frantumi.
Il rumore coprì il
gorgogliare di una cascatella.
Goku si alzò a fatica e si
guardò.
< Nessun’aura.
Evidentemente questi avversari non la
possiedono, ma non sembrano cyborg.
Inutile chiedere aiuto. Nessuno mi
crederebbe nemmeno questa
volta > pensò, mettendosi in posizione di
combattimento.
Alzò lo sguardo,
trovandosi una figura avvolta in un
mantello dalle innumerevoli pieghe. Solo gli occhi, dalle intense iridi
nere,
erano scoperti.
“Tu non sei
reale…” gemette Son, con le lacrime agli occhi.
< Questo è solo un
altro sogno.
Magari se mi concentro abbastanza,
quest’incubo a sogni
aperti scomparirà > si disse.
L’aggressore
scoppiò a ridere e lo raggiunse con un calcio
al ventre.
Goku gridò sofferente e
cadde in ginocchio, col capo chino.
Alzò la testa con un’espressione di supplica.
“Kakaroth…”
lo chiamò l’altro.
Goku sgranò gli occhi.
“Alle volte i sogni
uccidono…” disse il nemico. Infierì su
Goku con un altro colpo.
Goku volò
all’indietro, creando una parabola. Le braccia
aperte e abbandonate. Precipitò nell’acqua gelida,
l’impatto con la superficie
gli fece sfuggire un gemito.
Affondò, tra i singhiozzi.
La corrente lo trascinò via, i
muscoli ardevano a causa dell’acqua gelida.
Respirava a fatica, tossendo e
dimenandosi per non annegare.
< No, non possono essere
semplici illusioni > pensò,
perdendo i sensi.
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Capitolo 16 *** Cap.16 ***
Cap.16
Goku si guardò con aria
confusa intorno.
“Finalmente ti sei
svegliato” disse Ub gentilmente.
Goku annuì,
l’odore di pesce arrostito gli pizzicò le
narici.
Domandò: “Questo
è salmone?”.
Ub annuì e gli
accarezzò la spalla, sorridendogli
gentilmente.
“So cosa vuol dire sentirsi
confuso. Vedere che gli altri ti
fanno sentire qualcosa che non sei. Sentirsi svilito e venir travolto
ora dalla
rabbia ora dallo sconforto” mormorò. <
Dodoria mi ha torturato a lungo
mentalmente. Separandomi così tanto dai miei affetti da
farmi perdere >.
“Maestro… Voi siete forte, non lasciatevi
ingannare da quello che vi state
succedendo” sussurrò. Lo sentì
sospirare. “Mr. Satan mi ha assicurato che
pagheremo noi le spese per le cure di tua moglie Chichi, stai
tranquillo. Io
sono il nuovo campione, i terrestri non ci rifiuteranno nessun favore.
Farò
chiamare i migliori dottori, a costo di cercarli per l’intero
pianeta”.
“Grazie”
sussurrò Goku con voce rauca.
Ub gli domandò:
“Maestro, sapete cosa sta succedendo?”.
< Non so più
niente. Non voglio rimanere solo, ho paura…
> pensò Goku.
Rispose con voce stanca:
“No”.
***
“Che sta
succedendo?” si domandò Piccolo, guardandosi
intorno. Si trovò davanti ad un grande specchio e
sgranò gli occhi, vedendo un
uomo simile a Vegeta. Aveva i capelli rossi ed una folta barba.
“Quello non può
essere mio figlio…” disse quest’ultimo,
guardando il neonato dalla pelle pallidissima, che brillava alla luce
della
luna.
Il piccolo aveva due grandi occhi
color laguna e
gorgogliava, dimenando le manine. I suoi capelli erano neri e a fiamma.
La madre lo teneva tra le braccia.
Una donna bellissima, dai
morbidi capelli neri e l’aria stanca, che lo cullava al
petto. Le sue iridi
color ambra erano liquide.
“Certo che è
tuo. Puoi fare tutti i testi del DNA che vuoi.
Questo è nostro
figlio” sussurrò con un filo di voce.
L’uomo creò un
pugnale di energia vermiglia e lo puntò al
collo della donna.
“Cosa hai fatto,
donna?” ringhiò.
La saiyan rispose: “Se vuoi
uccidermi, fai pure. Però ti
prego, credimi. Questo è tuo figlio”.
Il saiyan baciò con foga
la sua sposa, mentre le lacrime gli
rigavano il viso.
“Cosa hai fatto?”
supplicò.
“Ti ho impedito di tornare
dalla regina degli Tsufuru. Io ti
amo” mormorò la donna.
Piccolo si voltò di
scatto, ma si trovò davanti una porta
socchiusa attraverso cui filtrava della luce pallida.
L’attraversò col
cuore che batteva veloce.
< Questo è un
sogno? > s’interrogò.
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Capitolo 17 *** Cap.17 Hijo de la Luna ***
Piccolo ha una visione sui saiyan
dovuta alla dea della
luna.
Scritto per il #FridayPrompt di WW:
கைக்கிளை
(Kaikkilai)
Tamil, nome
Amore non corrisposto
Cap.17 Hijo de la Luna
“Le tue lacrime sono
eterne, come il vento che ti sfiora il
viso. Non ci saranno parole, urla o battaglie che potranno cambiare
questo
fato.
Tu hai rifiutato di donarmi le tue
labbra e ora il tuo
popolo conoscerà solo il sangue. I saiyan sono maledetti
dagli dei.
Incapace di provare un unico amore,
sarete sempre
incompleti”.
Una voce femminile risuonava
nell’aria.
Piccolo digrignò i denti.
“Chi è che
parla?! Sono stanco di questi giochetti? Io cosa
c’entro con i saiyan?!” sbraitò i demone.
“Un cuore innamorato sa
spingersi oltre il limite,
precipitando nel baratro dell’errore.
Le colpe ricadono sui figli in
eterno. Nessun oro della
leggenda potrà salvarli da questo”.
Proseguì la voce femminile.
Piccolo si guardò intorno,
camminando con passo veloce,
passando da un salone oscuro all’altro. Udiva nitido il suono
dei propri passi
e i fruscii del suo mantello. Muoveva le orecchie aguzze, cercando di
captare
da dove provenisse la voce.
< Goku e Vegeta hanno parlato
spesso con quel Vargas.
Però non vorrei fosse qualche demone come quello di Crilin.
Di sicuro non si
tratta dei tipici messaggi telepatici di Re Kahio. Quando ero
agl’inferi non mi
lasciava mai in pace > rifletté.
S’irrigidì
vedendo il riflesso che gli rimandava il
lucidissimo pavimento di marmo lì dove l’ambiente
era illuminato dalle candele.
Si toccò il viso e deglutì.
< Quello non sono io,
è mio padre: Al Satan. Come mai è
questa la mia immagine? Non credo si tratti di un sogno normale
> pensò.
“Voglio avere delle
spiegazioni decenti! Padrona di questo
luogo, mostrati!” sbraitò.
“Il bambino dorme bene tra
le braccia della luna, è per lui
una culla” rispose la voce femminile.
Piccolo si trovò davanti
un grande portone, lo spalancò ed
entrò. Si trovò dinnanzi una sala gremita di
persone vestite in maschera, con
abiti nobiliari riccamente ricamati e impreziositi da gemme preziose.
Una musica risuonava
nell’ambiente e le figure piroettavano
seguendola, ridendo.
< Non sembrano reali.
Più come i fantasmi di un qualche
ricordo… anche piuttosto antico direi >
rifletté Piccolo.
Il luogo era illuminato dalla luce di
una immensa luna piena
che filtrava da una grande vetrata.
“Chi suo figlio immola per
non stare sola non è degna di un
re”.
La voce femminile intenta a cantare
seguiva il ritmo della
canzone.
“Questo è un
tradimento!”. Piccolo riconobbe la voce di
Gohan e corse in quella direzione. Il mezzosangue stava venendo
trascinato via
da innumerevoli mani.
“Gohan!”
gridò Piccolo. Cercò di afferrare Gohan, ma
questo
venne inghiottito dall’oscurità di cui le mani
nere erano fatte.
“Il re folle di dolore,
colto proprio al centro
dell’onore…”.
Piccolo si ritrovò con le
mani vuote, ansimando
rumorosamente.
< Spero che questo sogno
finisca alla svelta. Piccoletta,
in che razza di guai si è cacciata la tua razza? >
pensò con gli occhi
liquidi.
“Vuole
prendermi… aiutami…”. Il pianto di un
bambino risuonò
alle sue spalle. Si voltò vedendo un Goku bambino, con una
divisa blu e un
bastone sulle spalle, intento a scappare via. Aveva il viso stravolto
dal
terrore e dimenava furiosamente la sua coda dalla peluria castana.
“Aiutami! Ti
prego, aiutami!” strillò.
Piccolo si guardò intorno
ansioso.
< Non riesco a vedere la
minaccia! Chi è che vuole
rapirlo? > si chiese. Si mise a correre verso di lui.
I raggi lunari gli ferirono gli
occhi, la luce dell’astro si
trasformò in un manto candido che lo avvolse.
Piccolo si ritrovò
immobilizzato, si lasciò andare ad un
ruggito selvaggio.
“Lei la supplicava:
“Fa che torni da me”. La luna rispose:
“Tu riavrai quell’uomo pelle
scura…”.
Una mano candida si posò
sulla bocca del piccolo Goku,
zittendolo.
“Lascialo
andare!” gridò Piccolo. La mano nivea aveva le
dita
sottili, affusolate.
Piccolo sentì un bacio sul
collo.
“Se urla così,
sveglierà mio figlio”.
Un unico raggio di luce
andò a posarsi in un angolo della
sala, nuovamente deserta.
Vegeta, vestito da sovrano, riposava
in un letto. Il suo
corpo immobile era pallido e rigido come quello di una statua.
< Sembra morto più
che dormiente > pensò Piccolo.
Piccolo sibilò:
“Quello non è tuo figlio… Cosa gli hai
fatto?”.
Il piccolo Goku era scomparso.
Il namecciano si divincolava,
cercando di liberarsi.
“Nacque a primavera un
bambino. Da quel padre scuro come il
fumo nacque un bambino con la pelle chiara come un figlio di
luna”.
Apparve la proprietaria della voce.
La donna si sedette accanto a Vegeta
ed iniziò ad
accarezzarlo con la delicatezza di un amante, un sorriso enigmatico sul
volto.
“… Figlio della
luna…”.
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Capitolo 18 *** Cap.18 Insanity ***
Scritto #TicTacToeChallenge per di
Hurt/Comfort Italia -
Fanfiction & Fanart.
Prompt: 2. In una foresta; 4. X e Y
hanno qualcosa di
importante in comune ma dopo un evento tutto viene messo in
discussione; 8.
Genere secondari: Angst; 5. Non farmi del male.
Cap.18 Insanity
Ub si guardò intorno
confuso, il battito cardiaco
accelerato.
“Sensei! SENSEI!”
gridò, correndo intorno.
< Ho sentito qualcosa che
cadeva in acqua. L’ho trovato
che stava annegando. Che vi si sia di nuovo tuffato?
Come ho fatto a distrarmi e a
perderlo? > si domandò, con
gli occhi arrossati.
“Maestro Goku! Vi prego
rispondete!” supplicò.
Udì un tonfo e si
voltò, trovandosi Gohan davanti.
Quest’ultimo lo
afferrò per la maglia e lo sollevò.
“Cosa hai fatto a mio
padre?” disse gelido.
Ub impallidì, cercando di
liberarsi dalla stretta ferrea.
Sussurrò: “Io
niente, te lo giuro. Dobbiamo cercarlo”.
Gohan lo lasciò cadere
malamente, massaggiandosi il volto.
< Non mi sentivo
così su di giri da quando ho perso il
mio sensei Piccolo a causa di Devil > pensò. Si
lasciò andare ad un lungo
sospiro.
“Non avrei dovuto farmi
sfuggire mio padre. Non è in sé, non
so cosa potrebbe fare. Si potrebbe far del male…”
disse con voce roca e stanca.
Ub serrò i pugni.
“Come fai a non credere che
ci possa essere qualcosa
d’altro?” lo interrogò.
Gohan lo guardò con una
smorfia sul viso.
“Mio padre non è
te. Lui non si trasformerebbe in un pazzo
assassino e non si farebbe possedere da qualche demone. In questo
è anche più
forte di sua sorella” disse con tono astioso.
Ub serrò i pugni.
“Però non
è abbastanza forte per non impazzire”
sibilò.
Gohan scrollò le spalle.
“Non posso negare che non
sia più l’uomo che ho conosciuto.
Lo stesso sangue scorre nelle nostre vene. Mi ha cresciuto in questi
boschi
insegnandomi quello che era veramente importante e a combattere per i
miei
cari.
Però alla fine non ce
l’ha fatta. La sua mente non è mai
stata molto sviluppat…”. Iniziò a dire.
“Goku non è uno
sciocco! Tu non puoi davvero perdere la
fiducia in lui per qualche visione!” sbraitò Ub
rosso in volto.
Gohan sospirò.
“Discuteremo dopo. Ora
troviamolo”.
***
< La stanchezza si sta
impossessando di me.
Ho davvero incontrato Ub? Non ero nel
fiume anche prima? Non
so cosa sia vero o cosa no.
Sono uno stupido ed un pazzo. Nessuno
mi darà conforto.
L’acqua è
ovunque, brucia. Tossire è inutile, ma non posso
fare a meno di farlo.
Muovo le mani, sono troppo
intorpidite. I muscoli non mi
rispondono.
Non riesco a volare, nuotare,
muovermi.
Meglio smettere di lottare. Voglio
lasciarmi andare.
Vedo tutto nero… Non
respiro più… > pensò Goku,
affondando nel fiume.
Due braccia lo afferrarono e lo
trassero fuori dall’acqua
gelida, stendendolo sul letto del fiume.
“Maledizione! Kakaroth,
svegliati!” gridò Vegeta. Lo
raggiunse con uno schiaffo.
Goku iniziò a riprendersi
dall’incoscienza, davanti ai suoi
occhi chiusi un’esplosione di pallide sfere di luce.
“Idiota!
SVEGLIATI!” sbraitò Vegeta. Lo continuò
a colpire.
Goku rimase rigido.
Vegeta urlò:
“Non puoi morire in un modo simile!”. Lo
raggiunse con dei colpi al petto, facendolo sussultare. Son
iniziò a tremare,
si voltò ed iniziò a vomitare acqua, tossendo
rumorosamente.
Vegeta si lasciò andare a
un sospiro di sollievo, mentre Son
si accasciava nuovamente.
“Kakaroth…”
lo chiamò il re dei saiyan.
Goku socchiuse un occhio, trovandosi
davanti uno stivaletto
bianco dalla punta dorata.
“Ve-Vegeta?”
biascicò.
Vegeta si sedette accanto a lui.
“Umphf. No, la fata
turchina” disse ironico, massaggiandogli
la schiena. Lo aiutò a mettersi seduto accanto a lui.
“Che ci fai qui?”
esalò Son. La testa gli scoppiava e
rischiò più volte di svenire.
“Testa a scodella senza
naso e Muso verde mi hanno detto che
eri scomparso” disse Vegeta, con una smorfia sul viso.
“Ho sbagliato io. Ho
capito che era tragica la cosa, ma non ti ho obbligato a venire alla
Capsule
corporation insieme a me”.
Goku sospirò.
“Sono felice che non mi
consideri pazzo, ma non offendere i
nostri amici” disse con voce esanime.
Vegeta negò col capo.
“Preoccupato per la tua
mente lo sono anche. Ti stavi
lasciando annegare” disse con voce rauca.
Goku singhiozzò.
“… Sono fuori di
testa…” pigolò.
< Mi sento come un sacco il
cui contenuto è stato buttato
dopo essere marcito ed ora viene trascinato via dal vento >
pensò,
massaggiandosi le tempie doloranti con entrambe le mani.
< Ho perso mia sorella di
recente, non voglio perdere
anche lui. L’universo ha un modo tutto suo di restituirmi
ciò che amo, altri
saiyan compresi > si disse Vegeta.
“Tu non sei pazzo. Solo
stanco” lo rassicurò. Incrementò
l’aura trasformandosi in supersaiyan ed utilizzò
il calore dell’energia dorata
per asciugarlo. “Dai, vieni a casa da me. Ti offro il
pranzo”.
“Non ho fame”
bisbigliò Goku.
“Kakaroth Bardackson, non
voglio sentire storie. Come mio
generale oggi verrai a mangiare dal tuo re” ordinò
secco Vegeta.
Goku fece l’ombra di un
sorriso.
< Vorrei solo riavere la mia
Chichi. Vorrei smettere di
fare disastri, sentendomi colpevole di ogni cataclisma. Ho addirittura
rischiato di mandare a fuoco la casa >.
“Forse mi farà
bene. Non riesco più a mangiare o a dormire”
commentò in tono amaro. “Gohan non aspetta altro
che io sia così instupidito da
farmi portare al manicomio senza opporre resistenza”.
Vegeta lo issò e se lo
fece sedere sulle gambe, cullandoselo
contro.
“Ti prego, raccontami cosa
ti sta succedendo, in modo più
preciso possibile” lo invogliò con tono compunto.
“Vedo cose che non
esistono. Sono attaccato da nemici
senz’aura che, invece di uccidermi, si divertono a deridere e
manipolarmi. Per
poi sparire prima che arrivi qualcun altro.
Sono sempre stato maldestro, ma ormai
rompo qualsiasi cosa.
Sono sempre stanco, assonnato, ma se
dormo ho degli incubi
atroci. Non capisco la differenza tra questi brutti sogni e le mie
continue
allucinazioni.
Mi trovo sempre da solo. Mi deridono,
mi sorridono in modo falso.
Sembra che il mondo intero mi odi.
Sono stanco di essere me…
sono stanco di vivere” gemette
Son.
< Non avrei mai potuto
immaginare che le labbra del mio
eterno rivale avrebbero mai potuto pronunciare parole simile. Eppure il
suo
tono rimane infantile, innocente e bambinesco > pensò.
Gli mise una mano sulla spalla.
“Io ti credo”.
Socchiuse gli occhi. “Non perché ci sia una
colpa nella follia. Non perché non potrebbe essere tutto
frutto della tua
mente. Io ti credo perché sento le stesse cose. Quello che
provi tu, lo stanno
provando tutti i saiyan. Come re io lo so, lo percepisco. Lo
affronteremo,
insieme, come sempre”.
Goku gli sorrise.
“Ammetto che se non ci
fosse stato il drago, anche io avrei
smesso di credermi già da un po’”
ammise, abbandonandosi contro il petto del
più grande.
Intorno a loro risuonavano i rumori
della foresta.
Goku chiuse gli occhi. < Ti
prego, Gohan, bimbo mio...
Non farmi del male. Non costringermi a prendere qualcosa che non so
neanche che
effetti avrebbe sul mio essere un saiyan Smettila di ferirmi. Voglio
tornare
alla vita di prima, mi manca persino il lavoro. Se Vegeta mi crede,
puoi farlo
anche tu >.
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Capitolo 19 *** Cap.19 ***
Cap.19
< Mi sento solo, abbandonato
dai miei amici che non mi
comprendono.
Vedo morire persone a cui tengo, solo
perché la mia razza
non invecchia. I vecchi clienti erano sempre di meno, mentre ora non ho
neanche
il coraggio di tornare a lavoro per non far vedere il mio viso
deformato dalla
sofferenza.
La mia buona stella è
ridotta ad un lumicino.
Cerco rifugio nel calore altrui, ma
non serve a niente.
Essere abbracciato, cullato e consolato non mi fa stare meglio. Non
riesco a
credere alle parole di Vegeta che mi assicura che tutto
andrà meglio.
Avverto il sapore del fiele in bocca
e le lacrime non smettono
di scendere > pensò Goku.
“Non mi fanno entrare in
terapia intensiva. Non mi fanno
andare a trovare la mia Chichi” ammise.
Vegeta lo cullò contro di
sé, poggiandogli il mento sulla
testa.
“Cercherò di
parlare col direttore dell’ospedale. Al massimo
la faremo trasferire in una clinica. Un amico del padre di Bulma ne
gestisce
una importante, ha solo medici di alto livello” lo
rassicurò.
< Gli occhi di Kakaroth sono
due vetri neri opachi e
spenti. La sua mente sembra non essere più sintonizzata su
questo universo.
La sua esistenza è
distrutta, in bianco e nero.
Prigioniero dei suoi incubi.
Lui che ha sempre salvato tutti non
riesce a salvare la sua
donna e non riesce a tornare in sé.
Potendo l’aiuterei io sua
moglie, ma non riesco a
comprendere cos’ha Chichi.
Non riesco a trovare una singola
malattia che abbia quei
sintomi. Sembra più un sonno incantato e forse si tratta di
quello >
rifletté.
Goku sospirò.
< Chichi… Vorrei
andarmene al tuo posto. Sarebbe più
giusto se, come un tempo, fossi io a cadere in un campo di battaglia.
Chichi non mi lasciare, senza te non
vivo.
Scusami se sono stupido. Se quando
parli spesso non ti
capisco perché usi parole troppo difficili.
Perdonami se ti faccio sempre
arrabbiare.
Giuro che non tenterò
più di rubare il cibo mentre cucini e
accetterò di buon grado, quando sei arrabbiata, di non
toccare nessuno dei tuoi
manicaretti.
Ti tratterò come una
regina. Intreccerò per te corone di
fiori, così da impreziosire i tuoi capelli corvini.
Tu sei la mia ninfa dei boschi, la
rappresentazione di Madre
Natura, della mia ‘Terra’.
Come posso crescere i nostri figli
senza il tuo aiuto? Come
potrò rimanere accanto a May se sono realmente pazzo? Senza
di te perderò
veramente la mia mente.
Sei la mia salvezza.
Scusami per tutto. Mi perdo senza di
te > implorò
mentalmente.
“Ho
paura…” ammise Son. Chiuse gli occhi.
“Scusa se
piagnucolo. Stai pagando tutte le spese per le cure, ti stai occupando
di
tutto. Io sono completamente inutile”.
Vegeta gli alzò il capo.
“Sono io che non ho fatto
abbastanza. Studierò il caso di
tua moglie. La curerò con le mie stesse mani se
sarà necessario.
Tu devi fare una cosa sola: non
arrenderti” ordinò.
Goku annuì.
“Sì, mio
re”.
Vegeta gli sorrise, accarezzandogli
le spalle.
Mormorò gentilmente:
“Bene”.
< Di solito è lui
che si prende cura di me quando sto
male, quando crollo e piango, ma inaspettatamente adesso sta accadendo
il
contrario > pensò.
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Capitolo 20 *** Cap.20 ***
Partecipa alla Hurt/Comfort Time
indetta dal forum Torre di
Carta.
Link Torre di Carta:
https://latorredicarta.forumcommunity.net/?t=61836712&fbclid=IwAR294FARX61iexs2ynwI2xvetU6Ym3yx7JQvKGC4YP1HhAfaySaK_a1RGA0.
Prompt: delle pagine strappate
Scritta sentendo: Lords of Iron
(Celtic metal);
https://www.youtube.com/watch?v=U5u9glfqDsc.
Ispirato a:
https://www.deviantart.com/mohasetif/art/Nani-853814004;
Nani? BY MohaSetif.
Cap.20
Goku notò che sul
pavimento erano sparpagliate delle pagine
bianche che brillavano di una luce lunare.
< Mi sono perso? Non conosco
questo corridoio della
Capsule corporation > pensò.
“Kakaroth…”
si sentì chiamare.
Goku si voltò, trovandosi
davanti un uomo dai lunghi capelli
neri, che ricadevano sinuosi sulle sue spalle, ma le cui punte finali
si
alzavano come delle fiammelle.
“Signore, ci
conosciamo?” domandò.
Lo sconosciuto indossava dei vestiti
principeschi, con
delicate trame che richiamavano i petali dei fiori. La sua pelle
pallidissima
era diafana. Il capo chino e l’aria abbattuta.
“Kakaroth…”
articolò l’altro nuovamente, con un filo di
voce. Si muoveva intorpidito, come se il suo corpo non rispondesse a
causa di
una forte sonnolenza.
< Ha un ki familiare,
però non è umano. Forse divino? Se
fosse così dovrebbe essere molto più potente. Che
sia celato? > si domandò
Son.
Lo sconosciuto rischiò di
cadere a terra, il figlio di
Bardack lo afferrò al volo e se lo poggiò contro.
< Come fa a conoscere il mio
nome saiyan? > si domandò
quest’ultimo.
“Che sia anche questo
frutto della mia mente?” domandò con
voce spaventata.
L’altro si
abbandonò contro di lui, poggiandogli la testa
sulla spalla, lasciando ricadere inerti le braccia.
Le pagine strappate emanavano un
bagliore sempre più forte,
quasi accecante.
Goku notò che
l’altro si era addormentato.
Chiese preoccupato: “Sta
bene?”. Lo scosse delicatamente.
“Signore, sta bene?!” chiamò
più forte.
< Signore, come faccio ad
aiutarla? Posso solo
sorreggerla! Forse dovrei chiamare aiuto e portarlo in infermeria, ma
se poi si
scopre che non esiste mi prenderanno ancor di più per pazzo
>.
L’altro alzò a
fatica la testa, svegliandosi e aprì gli
occhi.
< Sembrano due lagune
così profonde che la luce al loro
interno si perde. Però quel taglio degli occhi lo
conosco… > pensò Goku.
“Ve-Vegeta?”
chiese Goku confuso.
< Ormai è certo,
sono impazzito > si disse. < Come
può essere Vegeta? Il mio amico ha i capelli come i miei,
questi hanno una
consistenza quasi nulla, come quelli di un terrestre. Ha la coda e la
pelle
scura, un fisico imponente e muscoloso, nonostante l’altezza
minuta. Questo
invece è così leggero.
Ha la pelle bianca come la luce della
luna > rifletté.
“Tsk…
C-chi altri…
Kakaroth?” esalò di parlare l’altro,
piegando le labbra in un ghigno. Rischiò
nuovamente di addormentarsi.
“Che hai?!
Sveglia” lo pregò Goku, rialzandogli il capo con
malagrazia.
“… è
st-stata… la-a… luna…”
esalò Vegeta. Crollò
addormentato.
“Che cosa c’entra
la luna?!” gridò Goku. Lo schiaffeggiò,
ma
l’altro rimase inerte. “Vegeta! VEGETA
RISPONDIMI!”. Lo dimenò furiosamente col
cuore gonfio d’ansia. “Vegeta, ti prego,
svegliati!” gridò.
< Quello non è
Vegeta. Sento che il potere reale si trova
molto distante da qui, ma… Queste visioni devono avere un
qualche significato
> gli comunicò telepaticamente il drago.
Goku pensò: < In
questi giorni sono crollate tutte le mie
certezze.
Credevo di non aver paura della
morte, ma mi ero sbagliato.
Ero convinto di poter lottare
qualsiasi nemico, ma sono
stato sconfitto da quelli della mia mente >.
Sentiva l’energia provenire
dal corpo del ‘Vegeta’ che
teneva tra le braccia diventare sempre più debole.
Urlò di stanchezza e
disperazione, mentre quest’ultimo
svaniva in una nuvola di polvere.
“Quando diamine avranno
fine questi maledetti incubi?!”
ululò.
***
Crilin alzò il capo e
deglutì, trovandosi davanti gli occhi
color ghiaccio gelidi della moglie.
< Ai miei occhi sembra un
gigante, la cui ombra si
estende a dismisura, circondata da alte fiamme >
pensò, deglutendo.
“Diciottina,
parliamone…” esalò.
La cyborg serrò i pugni.
“Crilin, di
corsa” ordinò lei, porgendogli il tostapane
rotto.
Crilin fece una smorfia.
< Io ho fame e sonno. Non
voglio andare da Bulma, quella
pazza ho sempre paura che prima o poi mi faccia fuori >
pensò, afferrandolo.
Assunse un’espressione desolata, dirigendosi verso la
finestra.
18 disse secca: “Sulla
strada non ti fermare di nuovo a
combattere. Essere un saiyan non ti giustifica, hai già
rimandato tre volte”.
Crilin saltò dal davanzale
della finestra.
“Tranquilla”
disse.
< Tanto posso combattere anche
alla Capsule corporation
con il ‘re’. Da quello che so anche Goku
è lì. Sono convinto che un po’ di moto
gli farebbe bene.
Anche se non capisco
perché non possiamo semplicemente
comprare un tostapane nuovo e dobbiamo far aggiustare questo catorcio
>
pensò, sbuffando.
|
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Capitolo 21 *** Cap.21 Duplice patto ***
Scritta
sentendo: FUROR GALLICO - Canto d'Inverno;
https://www.youtube.com/watch?v=xpPGidXA_u8.
Ispirata
a: The Ultimate Fusion: Gokutto BY MohaSetif;
https://www.deviantart.com/mohasetif/art/The-Ultimate-Fusion-Gokutto-852089359.
Cap.21
Duplice patto
Vegeta
chiuse il libro in saiyan e si massaggiò il collo.
<
Quello che ha detto Vargas quadra perfettamente.
Probabilmente
tutto questo è causato dalla dea Selene. Ha posseduto il
corpo di mia madre e
sta togliendo la vita a Chichi attraverso quella strana malattia.
Inoltre
sta attaccando la mente di Goku e chissà di quanti altri
sulla Terra >. Era
inginocchiato nel fitto della foresta e stava tracciando dei simboli
sul
terreno.
<
Vorrei che Zarbon fosse qui ad aiutarmi. Forse avrei dovuto chiedere a
Nappa,
ma lui è un saiyan. Sicuramente è influenzato da
quella dea come tutti gli
altri della nostra razza. Zarbon ne sarebbe stato immune >.
“Forse
dovrei rimandare e chiedere almeno a Jeeth. Se dovessi sbagliare
qualcosa
potrei fare qualche disastro” borbottò.
<
Non ho tutto questo tempo. Ho promesso a Kakaroth che avrei salvato sua
moglie
> pensò. Iniziò a salmodiare un rituale in
saiyan antico.
“Figlio
mio… Lascia che t’insegni io la lingua dei tuoi
avi”. Una voce femminile, ma
sepolcrale risuonò tutt’intorno.
Il
battito cardiaco di Vegeta accelerò.
“Non
penso tu voglia aiutarmi” disse il saiyan.
“Al
contrario…” disse lei, con un tono dal retrogusto
materno. “Vuoi salvare la
moglie di Kakaroth, no? Ti prometto che la libererò
dall’incantesimo… ed
impedirò alla tua donna di caderci”.
<
La voce assomiglia a quella di mia madre, ma con un retrogusto oscuro e
dolciastro che non vi ho mai sentito > pensò Vegeta.
Si voltò e rabbrividì.
< Averla davanti è strano, è come vedere
mia madre, ma allo stesso tempo è
diversa da lei. Lo stesso effetto che dava Mirror Bulma >.
“Madre,
perché state facendo tutto questo? Vi prego tornate in
voi” la pregò.
L’altra
soffiò: “Te lo ricordi che sono morta nel
tentativo di salvarti da Freezer? Mi
devi qualcosa.
Non
ti va di assecondarmi?
Fidati
figlio mio, non lasciare che tutta questa gente si frapponga
all’affetto che
nutri per me”.
Vegeta
indietreggiò.
<
Non dimenticherò mai quel giorno.
Sento
la schiena bruciare. Lì dove quel mostro mi ha inferto le
prime frustate.
Ricordo
le mie urla da bambino, mentre i servi di Freezer mi trascinavano via.
Il
sorriso di quella lucertola albina, così demoniaco ed i suoi
occhi rossi.
Era
un altro me, un’altra vita… Forse perfino un altro
Freezer > pensò. Assunse
un’espressione di sfida.
“Sentiamo…
Qual è la tua proposta per mettere fine a questa
follia?” domandò secco.
La
dea piegò le labbra perfette in un tetro sorriso.
“Accetta
un piccolo patto” lo invogliò.
Il
re dei saiyan chiese sospettoso: “Di che genere?”.
<
Non penserà davvero che accetterò ad occhi chiusi?
Creando
magari dei guai più grandi di quelli che sto cercando di
lenire > pensò.
Selene
sussurrò: “Non danneggerò questo mondo
e soprattutto la tua famiglia. Non
temere neanche per i tuoi ‘amichetti’, figlio mio.
Non voglio ferirti”.
Vegeta
rabbrividì.
“Datemi
la vostra parola che non farete del male a Kakaroth”
sussurrò con voce cupa.
Un
lampo passò negli occhi della creatura. Gli posò
una mano sul capo, passandogli
le dita affusolate tra i capelli a fiamma.
Vegeta
chinò la testa, assumendo un’espressione
intorpidita. La sua coda ricadde
inerte e gli sfuggì un gemito.
Selene
fece scivolare la mano, sorridendogli gentile, e gli
accarezzò la guancia.
Scese ancora fino al suo mento e gli costrinse ad alzare il capo,
guardandolo
negli occhi.
“Ti
giuro che non tenterò più di uccidere
‘Kakaroth’. Non gli farò del
male” promise.
<
Mi sento così confuso > pensò il saiyan.
“Allora
accetto la vostra proposta”.
Le
sue gambe cedettero e precipitò in ginocchio, colto da un
dolore all’addome. Le
sue vesti divennero degne di un re dei saiyan, coi simboli della sua
casata.
Socchiuse
gli occhi e percepì una sola frase.
“Dormi
figlio mio, riposa in ‘eterno’”
sentì la voce di lei, mentre i suoi occhi si
chiudevano del tutto.
Un
sorriso involontario si dipinse sul viso di Vegeta.
<
Perdonami Bulma > pensò il re dei saiyan,
abbandonandosi al maleficio.
Crollando
al suolo addormentato.
|
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Capitolo 22 *** Cap.22 Goku viene trasformato in umano ***
Ispirato
a:
https://www.deviantart.com/princesindistress/art/Next-Time-on-Dragon-Ball-664332217;
Next Time on Dragon Ball... BY PrincesinDistress.
Cap.22 Goku
viene trasformato in
umano
Goku
si guardò intorno,
impallidendo, giganteschi rovi candidi avevano divorato i palazzi,
ciò che
rimaneva di essi era disseminato tutt’intorno, muri erano
franati addosso a
delle macchine ora ridotte a lamiere fumanti, finestre erano esplose e
pezzi di
vetro erano conficcati nel terreno, pali della luce e cartelloni ora
erano ricurvi.
Son
era atterrato tra pezzi
di rocce e intonaco, dovunque vedeva focolai di fiamme e volute di fumo
nero
che si alzavano.
“Come
hanno fatto a
distruggere la città così velocemente?”
chiese Goten.
Alle
sue spalle si trovavano le tre
saiyan addestrate da Bills.
“Li
abbiamo avvisati troppo tardi”
sussurrò Elly, sospirando.
Reghina
scrollò le spalle.
<
Io non avevo proprio pensato di
avvisarli. Secondo me saranno solo d’intralcio >
pensò.
Kamhara
si massaggiò il collo e si
voltò verso Elly, dicendole rassicurante: “No, non
è vero. Li abbiamo avvisati
appena possibile, ma queste piante erano già apparse quando
siamo arrivate”.
“Come
ha fatto... Tutto
questo è stato fatto per mano di una sola saiyan.
Qualcosa d’incredibile,
una grazia divina, ma con una potenza superiore anche a quella
di Broly”
esalò Tenshinhan.
Guardò
Goku di sottecchi e
si morse il labbro a sangue.
<
Ci siamo tutti scusati
con lui per come lo abbiamo trattato ultimamente. Nessuno voleva
credergli, è
stato come un veggente che tentava di mettere in guardia un manipolo di
sciocchi dall’apocalisse senza venire ascoltato >
pensò.
Yamcha al
suo fianco
aveva alzato la testa, guardando Selene levitare sopra la loro testa,
brillando
di luce lunare.
“Ragazze,
la saiyan posseduta di cui
parlavate… Eccola…” disse, indicandola.
<
Son non è in condizioni
di combattere. Fisicamente sta bene, ma ha perso la sua solita voglia
di
combattere. Lo abbiamo come svuotato. Capirei se non ci volesse neanche
proteggere, siamo un manipolo d’ingrati.
Inutile
ripetere che non
eravamo in noi, che è l’influenza di quella
creatura. Abbiamo comunque
sbagliato a lasciarci manipolare scagliandoci contro un nostro amico
>
pensò.
Goku
guardò Gohan intento a volare da una parte
all’altra, seguendo le
grida, liberando feriti dalle macerie, aiutando civili a mettersi in
salvo.
Vedeva le figure sfocate tra le ombre e le fiamme, le loro urla gli
arrivavano
ovattate.
<
Sembra
un’allucinazione, è difficile credere a tutto
questo > pensò.
“Urca,
tu, vieni giù e
combattiamo!” gridò, indicando
l’avversaria con l’indice. “Non posso
perdonarti
per quello che hai fatto a me e al mio pianeta! SOPRATTUTTO NON POSSO
PERDONARTI PER AVER ATTACCATO CHICHI!”. Le sue urla
risuonarono tutt’intorno,
coprendo in parte gli altri rumori.
< Non riesco a
stare vicino a Goku, non
come dovrei. Lui è mio amico, ma continuo a chiedermi se il
nostro
sangue saiyan non potrebbe portarci allo stesso.
Io stesso stavo per
venire travolto dal
potere demoniaco. Dopo tutte le prove a cui è stata
sottoposta la sua mente
ultimamente, si risveglierà la sua eccitazione guerriera? Ci
tradirà?
O lo farò
io?> pensò Crilin. Si
morse istericamente la guancia fino a sentire il sapore del sangue,
tremando.
< Se solo non mi sentissi così diverso. Mi chiedo se
quella maledetta dea
non stia ancora usando la nostra influenza su di noi.
Dannazione! Devo
reagire! Non posso
permettere che trasformi la Terra in un inferno! >.
“Diamoci
una mossa e attacchiamo! Non stiamo
qui impalati!” gridò. Partì
all’attacco, ma fu raggiunto da una serie di onde
di Selene, che lo fecero precipitare a terra con un urlo, mentre si
apriva un
cratere nell’asfalto della strada, dentro cui precipito
il saiyan senza naso.
< Ti senti
allucinato, vero? Sei sicuro
che t’interessi tutto questo? Il mondo alla fine non ti
tocca, tu lo trascendi.
Vero? Stai perdendo tempo qui, dovresti diventare più forte
>. Tenshinan rabbrividì sentendo la
voce della guerriera nella sua
testa.
< Sei morto
così tante volte nella tua
mente, che stavolta sei sicuro sia realtà? >. Goku
deglutì a vuoto, mentre
Selene gli parlava telepaticamente.
Yamcha si
portò le mani alle tempie,
mentre gli venivano rivolte queste parole dalla
dea saiyan della
luna:
< Miscredente,
non hai creduto neanche
a Goku, un eroe, un profeta perfino. Lui era l’unico che non
vedesse solo un
predone in te. Guarda come scorre lento il sangue, è colpa
tua. Torna a casa,
incapace >.
Gohan atterrò
accanto a Goten,
guardò la sua espressione vacua attraversarlo.
< Sembra quasi
abbia visto un estraneo
> pensò, scuotendo il fratello per una spalla. Vide
il padre rigido sul
posto.
“Papà?”
lo richiamò.
“Sì?” domandò quest’ultimo.
“Devi
trasformarti. Dobbiamo attaccare
tutti insieme” fece presente Gohan,
guardando anche gli altri.
“Già”
esalò Yamcha.
“Crilin è
appena stato
messo k.o.. Si può sapere cosa state
aspettando?” li richiamò Junior,
atterrando in mezzo a loro. “Trasformatevi!”
ordinò, mostrando i canini aguzzi.
< Sciocchi.
Son non era in condizione
di venire e loro sono troppo facilmente manipolabili >
pensò.
“Ha
ragione!” disse Yamcha,
incrementando l’aura.
“Datevi una
mossa!” rincarò la dose
il namecciano.
Goten e Gohan si
trasformarono urlando, mentre
anche Tenshinhan raggiungeva la sua
massima potenza.
Selene
cercò di raggiungerli con un’onda,
quest’ultima fu deflessa da Kamhara ed
Elly, in volo sopra il gruppo.
“Non dovrei
attaccare una dea, è contro la
mia religione. Poi quello è il corpo della regina, sono una
traditrice!”
sbraitò Kamhara.
“Tu stai
solo cercando di salvare la regina
Sarah. Non darti colpe!” le urlò in risposta Elly,
mentre tentavano di
mantenere alta una barriera di ki.
Selene
lanciò il colpo successivo contro
una scolaresca di bambini, la maestra strillò cadendo in
ginocchio, tentando di
abbracciare gli alunni.
Elly
e Kamhara dovettero
spostarsi con tutta la barriera, per proteggerli.
Selene scomparve,
ricomparve alle spalle
del gruppo. Raggiunse Yamcha con un pugno
all’addome, Tenshinan con una gomitata al
collo, facendoli svenire
entrambi.
Junior
schivò un calcio alla schiena, ma
l’incremento di aura della nemica lo fece volare
all’indietro, andò a sbattere
contro ciò che rimaneva di un grattacielo e si
rialzò con un mugolio
sofferente, si erano aperti alcuni tagli, da cui scivolavano rivoli di
sangue
viola.
“La magia
non funziona bene!”
gridò Kamhara.
“Me ne sono
accorto, non mi risponde il
potere del Demon Prince. Questa maledetta
interferisce” ringhiò
Junior.
< Stai
attenta, piccoletta >
comunicò mentalmente ad Elly.
< Fallo anche
tu, non sono stata io quella
che ha appena colpito > rispose l’allieva.
Goten tentò
di colpirla con un pugno
al viso, mentre Gohan con un calcio alto. Selene
fermò con una mano
il pugno di Goten, stringendolo nel proprio, e con
l’altra strinse
dolorosamente il polpaccio di Gohan. Lanciò via
entrambi i Son.
Junior li
afferrò al volo, seguendo il
rumore prodotto dai loro spostamenti d’aria con le orecchie
aguzze.
Kamhara ed
Elly dovettero fare altre
barriere per proteggere la Terra da dei colpi energetici devastanti
diretti al
suo nucleo.
Junior venne travolto
da una gomitata al
fianco, Gohan afferrò il sensei per
il braccio e lo strattonò via prima che un colpo di Selene
lo tranciasse in
due.
La dea
spalancò la bocca e lanciò un
raggio mortale verso Goten, Trunks apparve
alle spalle del
migliore amico e, afferrandolo, lo sollevò in volo,
facendoglielo scansare.
“Adesso
basta!” gridò Goku a pieni
polmoni. Le sue urla risuonarono tutt’intorno, mentre
raggiungeva il terzo
livello. Continuò la trasformazione, mentre spiccava il
volo, raggiunse
il ssj God mentre levitava di fronte
all’avversaria e il blue
mentre la colpiva al volto con un pugno.
Selene
incassò il colpo, saltando
all’indietro, e sorrise, mentre il suo viso violaceo per il
colpo tornava sano.
“Tutto
qui?” domandò.
<
L’ho destabilizzato troppo perché
possa raggiungere l’Ultra-instinct >
pensò.
Goku la
colpì con una serie di calci
all’altezza del petto, gridando: “Lascia andare
immediatamente il corpo della
madre del mio amico Vegeta!”.
La donna rise,
scomparve e gli riapparve
alle spalle, lo bloccò tra le braccia sottili e gli
avvicinò le labbra
all’orecchio.
< Questo
è un ‘colpo’ che non puoi
parare, piccolo sciocco. Sarai anche forte, ma la tua psiche
è debole ad ogni
tipo di attacco > pensò.
Creò una
barriera intorno a loro, di
energia blu scura, che schermò anche le urla esterne. Da
fuori si vedeva
l’interno, come se fosse una sostanza traslucida,
dall’interno era tutto
oscura, e il colore tendeva al nero.
“Vuoi
salvare quest’insulso
pianeta?” domandò, i suoi occhi
color ambra divennero color pece.
Son annuì.
“Non sei
degno di essere un saiyan.
Accetta il mio patto e salverai questa razza
inferiore” proseguì la
dea.
“Accetto”
sussurrò Goku, annuendo.
Sentì
l’energia defluire da dentro di lui,
il suo viso divenne affilato e cadaverico, apparvero delle occhiaie
profonde.
Avvertì
una sensazione strana scuoterlo e
solleticare il suo intero corpo, i suoi capelli a cespuglio scesero, le
ciocche
divennero dei capelli lisci.
I suoi occhi
divennero di un nero spento,
il suo corpo muscoloso divenne proporzionato, la tuta arancione gli
ricadeva
molto larga sul fisico più asciutto.
Il collo divenne meno
massiccio, le mani
meno callose, le forze lo abbandonarono e Selene lo lasciò
ricadere per terra,
seduto, con un tonfo sordo.
“Hai sempre
amato la Terra, ora sei un suo
abitante” sussurrò Selene.
Goku si guardava
confuso le mani e le
braccia più sottili.
“Che cosa
gli stai facendo, maledetta?!”.
L’urlo di Elly fu il primo a penetrare la barriera, mentre
questa scompariva.
“Dimenticavo
un’ultima cosa… Vegeta viene
con me” sussurrò la divinità con tono
ilare, mentre Son cercava di rimettersi
in piedi con gesti impacciati.
“Cosa?! Lui
non faceva parte dei patti!”
gridò Goku. La sua voce si era fatta più normale,
incapace di raggiungere la
sua solita sonorità.
Selene scomparve.
Goku ricadde carponi,
tremante per il
freddo, starnutendo.
< Mi sento
stanco e debole > pensò.
Gohan lo
raggiunse e lo prese tra le
braccia.
“Papà…
cosa ti hanno fatto?” gemette.
< Si
è trasformato in un terrestre!
Direi anche parecchio emaciato e malaticcio > pensò.
Goku gli
posò la testa sulla spalla, fu
colto da un fortissimo dolore all’addome e perse i sensi.
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Capitolo 23 *** Cap. 23 ***
Ispirato a:
Captured
BY Yuvena; https://www.deviantart.com/yuvena/art/Captured-536795953.
Cap. 23
Goku
mugolò nell’incoscienza, delle fitte al petto, le
gote in
fiamme, il suo corpo era scosso da tremiti di freddo, si
accucciò di più,
sentiva una coperta sopra di sé.
“N-no! No!
Vegeta!” gridò, allungando un braccio. Tra i
deliri
febbricitanti, si strofinava sul letto umido di sudore, si dimenava,
scalciando
e ansimando, respirava pesantemente alla ricerca d’aria.
< Non ho mai
sentito così freddo… >.
“… Chichi…”
gemette, mentre alcune ciocche di capelli gli
finivano davanti al viso.
< Toglietemi
questo peso… questo masso… di dosso! Mi
schiaccia,
pesa > pensò tra i singhiozzi. < …
un cerchio di metallo… sulla testa,
preme sulle mie tempie …>. I suoi muscoli in fiamme
formicolavano, il dolore
scendeva dal collo lungo tutto il corpo, in una serie di fitte,
facendogli
dolere le ossa.
“A-acqua…”
biascicò, aprendo e chiudendo la bocca. La lingua era
secca.
< La
gola… è come tagliata dall’interno
>. Proseguì a
balbettare, con versi sempre più confusi.
“Stai
buono, papà”. La voce lontana di suo figlio
rimbombò nelle
sue orecchie, martellandogli in capo, fastidiosa, strappandogli un
mugolio.
“A-aiuto”
implorò.
Una pezza bagnata e
rinfrescante gli fu adagiata sulla fronte.
Son sorrise
involontariamente al refrigerio, le fitte di dolore
successive lo fecero gemere in modo strozzato.
“Goten, va
a prendere dell’acqua, per favore”. La voce
di Gohan pulsò di meno, mentre le sue
orecchie iniziavano a
fischiare.
“Io…
pensavo che i senzu…”
piagnucolò Goten, mentre il fischio diventava
l’unico suono udito da Goku.
Quest’ultimo
fu colpito da una nuova serie di spasimi di dolore.
Il petto si alzava e abbassava velocemente, alla ricerca di
ossigeno.
“Non sono
state le ferite a farlo sentire male. Ora è un essere
umano che ha avuto troppe brutte esperienze e affrontato il freddo
della sera
mezzo nudo”.
La parola umano
arrivò alle orecchie di Goku, mentre il fischio
diminuiva.
< Umano?
Sì… ora sono umano… >.
Goku gridò
disperato, in modo folle, denso di terrore.
Gohan fu
obbligato a tenerlo bloccato a letto.
“Calmati,
papà, calmati” disse con tono pacato, a fatica,
mentre
cercava di dosare la forza.
Goku
invocò il nome della moglie.
< Sembrano gli
urli di un bambino che cerca la madre >
pensò Goten,
cercando con lo sguardo colmo di paura gli occhi del fratello maggiore.
Gli
porse il bicchiere d’acqua.
Gohan attese
che il padre smettesse di dimenarsi, prese il
bicchiere, pensando:
< Non avrei
mai voluto che il mio fratellino si ritrovasse a
vedere una scena simile >.
“Avremmo
dovuto dirlo alla mamma” gemette Goten,
guardando Gohan tentare di fare bere il padre a
piccoli sorsi.
Goku tossiva e
sputava, cercando aria.
“Nostra
madre è ancora in convalescenza. Non voleva più
stare in
ospedale, ma non può ancora affrontare tutto questo.
Starà bene a casa di nonno
Yuma” ribatté Gohan, negando col capo.
< Mamma non
deve scoprire che l’uomo che ama si è trasformato
in un tizio qualunque, fisicamente debolissimo e ancor più
fragile emotivamente
> si disse.
*********
Goku si
tirò seduto sul letto, la testa gli girava e vedeva
sfocato, si massaggiò la fronte e sospirò.
“Si
è già fatta notte” biascicò.
< Mi dispiace
essere diventato un peso per mio figlio >
pensò.
Gohan era
intento a legargli i capelli in una treccia.
Goku
sussurrò con un filo di voce: “Non dovresti
tornare a casa?”.
“Videl non
c’è in questo momento. Ha portato nostro figlio
Azuki da suo padre, sai che vuole essere un nonno molto presente. Le ho
chiesto
se rimaneva un po’ di più da
Mr. Satan così da poter
tenere May lì, con loro”
spiegò Gohan.
Goku si morse
l’interno della guancia.
< La mia
bambina, così buona, così bella. Innocente e
allegra
come una fresca cascata.
Non voglio soffra a
causa mia, non voglio capisca cosa sta
succedendo.
Non
son…>. Ebbe un capogiro e ricadde con la testa sul
cuscino.
“Vengono
tutti a farmi visita.
Urca, spero di non
essere un malato così grave” gemette.
“No,
tranquillo” disse Gohan.
< Sono io a
scacciarli via quando si attardano al tuo
capezzale. Voglio occuparmi di te, papà. Ora che sei fragile
e malato sento che
è il mio compito.
Non voglio che gli
altri ti guardino, ti giudichino.
Alcuni,
come Goten, ne soffrono troppo, e altri
come Yamcha temo ti possano considerare
l’ombra di ciò che eri.
Nessuno di noi ha
creduto a te, l’eroe della Terra quando era il
momento, ora è giusto che ne paghiamo le conseguenze; ma non
lo sarebbe
sfruttare la tua debolezza per considerarti meno di quanto tu sia
sempre stato
>.
Prese una camomilla
calda dal comodino ed aiutò il padre a
sorseggiarla, gli sprimacciò il cuscino e lo vide
addormentarsi. Si alzò in
piedi con la tazza in mano, ascoltandolo respirare pesantemente.
< Le erbe
rilassanti che Nappa vi ha aggiunto hanno avuto un
effetto immediato.
Non credevo potesse
cadere così facilmente preda del mondo dei
sogni >.
Son fece una smorfia
nell’incoscienza, ma il rantolo nel suo
respiro scomparve.
“Vedrai,
tra antibiotici e cure saiyan ti
riprenderai”
bisbigliò Gohan.
< So che con
simili dolori e spasmi ci vorrebbero anche degli
antidolorifici, ma finirebbero per sconvolgere ancor di più
il suo fisico
compromesso. Non voglio ucciderlo > pensò. Raggiunse
la cucina e posò la
tazza nel lavandino, chiuse gli occhi e si passò la mano sul
viso, sulle
occhiaie spesse e nere, oltre che sulle rughe d’espressione.
<
Fortunatamente mi hanno dato un periodo di permesso sul
lavoro. Me lo ero preso perché stavo diventando sempre
più aggressivo, per
l’influenza di Selene. Avevo quello per la
paternità di cui non avevo mai
usufruito prima.
Non voglio
giustificarmi solo perché ero controllato, rischio
ancora che quella dea mi renda aggressivo. Avrei dovuto credergli
> pensò.
Gli occhiali dalle
lenti appannate e ricoperte di macchioline
erano nella tasca della sua camicia spiegazzata, il bianco della stoffa
si era
ingiallito in diversi punti.
Gohan riaprì
gli occhi arrossati, il suo viso era pallido.
< Voglio fare
a menda, in questo periodo non sono stato me
stesso. Ho gridato contro persino a mia figlia, non ho mai visto Pan
avere
paura di me >.
Digrignò i
denti, raggiunse la finestra e controllò che non
filtrasse luce dalle tende tirate.
< Non mi avrai
mai più, luna maledetta!
Da piccolo mi rendevi
un Oozaru, ora un altro tipo di mostro
>.
|
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Capitolo 24 *** Cap.24 ***
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Prompt: Carezza
Ispirato a:
https://www.deviantart.com/chibidamz/art/Goku-sleep-556133101;
Goku sleep BY ChibiDamZ.
Scritto sentendo: Nebbia Della Mia
Terra;
https://www.youtube.com/watch?v=by8BZVEDFEI.
Cap.24
Gohan spalancò le ante
dell’armadio della camera da letto
dei suoi genitori e scosse il capo. Controllò dentro il
bagnetto e corse fuori.
Cercò nella camera che era sua quando era ragazzo, adesso
diventata la
cameretta di May. Aprì anche qui l’armadio e
scosse il capo con aria
preoccupata.
< Come ho fatto?! Si
può perdere un oggetto. Al massimo
far scappare un cane o un gatto.
Come si può perdere un
‘padre’?
Eppure quando sono entrato ho trovato
il letto vuoto >.
Con le lacrime agli occhi cercò nella camera che era di suo
fratello Goten, ora
utilizzata come magazzino.
< Sto per avere una crisi di
nervi > pensò, tremante.
Spalancò la finestra e lasciò che
l’aria fredda gl’investisse il viso.
Suo padre Goku, con aria
febbricitante, era in piedi sulla
nuvola speedy. Ballava seguendo le note di un valzer ideale, portato
dal vento,
stringendo Chichi a sé. La moglie lo cingeva a sua volta, ma
era lei a
sostenerlo stringendolo forte.
Si muovevano con gesti lenti, Chichi
impediva al marito di
cadere.
Gohan sorrise orgoglioso.
Chichi posò una carezza
sul viso del suo sposo.
< Mia madre lo sta aiutando a
superare anche questa. La
gente non sa quanto in realtà si amino. Sanno essere teneri,
ma lontani dagli
sguardi indiscreti. Per tutti sono un guerriero e una donna dura come
un
condottiero, solo io so la verità sin da quando ero piccolo.
Mio padre si rialzerà
anche questa volta. Perché ha speranza
verso questa vita e il suo spirito non cede mai >
pensò.
“Le cose si aggiusteranno
anche questa volta” sussurrò,
allontanandosi dalla finestra.
***
< Fa male, tanto.
Chichi è accanto a me, non
voglio nessun altro in questo
momento.
Mi sento come se mi pugnalassero a
causa dei crampi allo
stomaco > pensò Goku, seduto sul divano col capo
chino.
“Bravi, ora è
facile credergli! Dovevate farlo prima!” gridò
Chichi, serrando i pugni. Era in piedi davanti al marito.
Yamcha rispose: “Chichi, tu
non c’eri. Se ci fossi stata
avresti visto come si comportava. Era ovvio che pensassimo non fosse in
sé”.
Chichi sbraitò:
“Siete fortunati che è troppo buono per
odiarvi! Dovremmo fare come i suoi fratelli e gli altri. Lasciare la
Terra e
raggiungere il pianeta dei saiyan.
Lì forse lo
apprezzerebbero!”.
Goku la guardò di
sottecchi.
< Forse è colpa
dell’incantesimo di Selene che mi voleva
pazzo, ma… Al momento mi piace come idea. Vorrei davvero
andarmene. Peccato che
non sia in condizioni.
Mi sento vuoto, come se galleggiassi
nel nulla >
rifletté.
“CHIEDETEGLI
SCUSA!” ululò Chichi.
Piccolo vide Gohan annuire e gli
posò una mano sulla spalla.
< Lo so che ti stai dando
colpe anche tu, ma ti sei
ampiamente scusato > disse telepaticamente il namecciano.
Gohan gli rispose mentalmente:
< Mai abbastanza. Dovrei
farmi dare una strigliata anche da Elly. Se ci fosse stata lei, non
sarebbe
caduta così facilmente preda di Selene >.
“Abbiamo esagerato, hai
ragione. Ci siamo comportati male”
ammise Tenshinhan.
< Mi chiedo se adesso che sono
così debole, che non posso
più proteggervi, rimarrete miei amici. La mia vita non
è più degna di nota.
Sono la bieca imitazione
dell’eroe che sono stato.
Ammettetelo. Ora sono un patetico
omuncolo, un foruncolo che
deturpa questo mondo. La mia esistenza è fasulla >
pensò Goku, nascondendosi
il viso tra le mani.
“Chichi, invece di dare
colpe, perché non lo aiuti? Si vede
che sta deperendo” borbottò Crilin.
< Non ci sto a farmi accusare.
Io non gli ho mai detto niente!
> pensò.
“Purtroppo mio padre non
riesce a mangiare più di qualche
boccone. Ci proviamo a invogliarlo”. S’intromise
Goten con tono secco.
“Lui non è
l’unico nei guai. Potreste smetterla di fare i
codardi e andare a cercare mio marito” disse Bulma con tono
astioso.
< Vorrei gridare per ogni
contrazione. Non riesco ad
abituarmi a questo corpo malaticcio > pensò Goku.
“Bulma, non abbiamo idea di
dove sia”. S’intromise Olong e
Muten annuì alle sue parole.
“Nessun rancore?”
chiese Rif, avvicinandosi a Goku,
tenendogli la mano.
Quest’ultimo rispose solo
un: “Ahi, ahi, ahi”.
“Mi nauseate. Vieni amore,
andiamo a letto” ringhiò Chichi.
Si abbassò ed aiutò Goku a rimettersi in piedi.
< Voglio nascondermi sotto le
coperte.
Perdonami Vegeta, ‘fratello
mio’. Non ti sto potendo aiutare
> pensò Son.
|
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Capitolo 25 *** Cap. 25 ***
Ispirato a:
https://www.deviantart.com/phantomstudio-tommy/art/Commission-Vegetable-Season-605957037;
:Commission/ Vegetable Season BY PhantomStudio-Tommy.
Cap. 25
“Lascia stare quel bullone.
La macchina del tempo va
benissimo com’è, non ti devi
preoccupare” disse Mirai Trunks. Posò le mani sui
fianchi e si avvicinò alla donna.
“Avrò il diritto
di avvitare un bullone come mi pare e
piace” ribatté Mirai Marron. Puntò una
chiave inglese verso il marito e la
dimenò.
“Il piccolo cosa ne
pensa?” domandò Trunks, indicando il
pancione di lei, coperto da un grembiule sporco di gratto.
Marron sbuffò, incrociando
le braccia sopra il ventre
rigonfio.
Rispose secca: “Che odia
essere indicato”.
Trunks ridacchiò.
“Lo terrò
presente” rispose. Sulle spalle aveva legata una
spada.
Marron lo vide posarle un bacio sulla
guancia.
“Tornerò presto,
va bene?” chiese Trunks.
Marron lo fissò accigliata.
< Sono preoccupata >
pensò. “Sbrigati a tornare”
ordinò.
Trunk salì nella macchina
del tempo.
“Promesso” la
rassicurò.
***
Al centro di un pianeta deserto, vi
era un palazzo fatto di
luce lunare. Il luogo emanava un’aura di magia.
Visioni apparivano e scomparivano,
deformi, strisciando tra
i lunghi corridoio come guardie.
Addormentato in una teca di cristallo
stava adagiato Vegeta,
riccamente vestito.
Selene osservava il suo prediletto,
accarezzando la
superfice liscia del suo giaciglio.
“Dormi per i secoli a
venire, figlio mio” cantilenò.
***
May notò che Videl si era
addormentata sul divano. Incrociò
le mani dietro la schiena e socchiuse gli occhi.
< Lei è davvero
gentile, ma voglio stare con mamma e papà
> pensò.
Andò al tavolo e si mise
in ginocchio su una sedia, aprì il
suo portapenne coi panda e ne utilizzò le matite colorate
per scrivere su un
foglio: “Vado da papà”.
Annuì soddisfatta e
saltellò giù dalla sedia.
Si allontanò in punta di
piedi verso la finestra. Si
arrampicò sul davanzale e volò fuori. < I
parchi giochi qui in città non
sono divertenti come la foresta >.
I capelli mori le si stavano
allungando dietro le spalle.
< Mio fratello Gohan
è noioso, ma quel tipo… Mr. Satan lo
è ancora di più. Mi hanno portato spesso da lui,
ma è vecchio e non ci si può
giocare. Inoltre ha paura dei miei poteri >.
Fischiò e la nuvola speedy
la raggiunse. La piccola vi volò
insieme, ridacchiando e, facendo delle capriole in aria, vi si
accomodò.
“Persino in quella base
spaziale succedevano più cose di
qui. C’erano tantissimi alieni” disse.
Incrociò le gambe e
alzò il capo, guardando il cielo
puntellato di stelle.
“Io canto! Le mani in tasca
e canto!” iniziò ad intonare.
|
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Capitolo 26 *** Cap.26 ***
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Prompt: Gattino.
Scritta sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=D1CpWYU3DvA;
P!nk - Just Give Me a Reason;.
Ispirato a: Goku SSJ4 Limit Breaker
Render 2 (Alt.2) BY
SSJROSE890;
https://www.deviantart.com/ssjrose890/art/Goku-SSJ4-Limit-Breaker-Render-2-Alt-2-852534539.
Cap.26
Mirai Trunks finì di
parcheggiare la macchina del tempo e
aprì la cupola, prendendo un lungo respiro di aria fresca.
Si guardò intorno e
socchiuse gli occhi.
< Maestro Gohan diceva sempre
che i Monti Paoz sono
tesori inestimabili, gemme pure, in un mondo in cui la Natura sta
scomparendo.
Forse è per questo che mi trasmettono anche una leggera
malinconia > pensò,
mentre una brezza delicata gli accarezzava il volto. Si strinse nella
giacca
col simbolo della Capsule corporation.
Saltò giù.
< Mi sembra quasi di calpestare un luogo sacro
> pensò, avanzando tra il manto formato dalle foglie
secche.
Il sole filtrava tra gli alberi dando
al luogo un’aura
mistica.
Sentì una debole aura e la
raggiunse, una figura era seduta
su una roccia.
< Sembra parte di questo
paesaggio, come il protagonista
di un quadro > pensò.
Lo sconosciuto lo guardò
con due occhi spenti, ma un sorriso
bonario.
Si schiarì la voce e
disse: “Bentornato, Trunks”.
Quest’ultimo
corrugò le sopracciglia, notando che l’altro
aveva il simbolo di Goku sulla maglietta nera che indossava.
“Sei un amico del signor
Goku?” domandò.
L’altro fece un sorriso
melanconica.
“Io sono Goku”.
Mirai Trunks sentì il
sangue gelare nelle vene.
***
“Ecco come
andata” sussurrò Goku, infilandosi le mani in
tasca.
“Questa è una
storia incredibile” ammise Mirai Trunks.
Goku sgranò gli occhi,
sentendo che l’altro lo abbracciava,
stringendolo forte.
“Mi dispiace tanto, signor
Goku. Se posso aiutarla, mi
chieda pure quello che vuole. Voglio poterla aiutare” disse
Mirai.
Goku chiuse gli occhi e si
lasciò cullare.
< Ha lo stesso odore di sua
madre Bulma… Lo stesso
profumo > pensò.
Il bambino
stava
raggomitolato tra le braccia di Bulma, dimenando la coda da scimmietta.
Bulma gli
accarezzava
delicatamente la testa, passandogli le dita tra i capelli mori a
cespuglio.
“Guarda,
quello è
esattamente il modo in cui desidero il mio principe”
spiegò, indicando la
finestra. All’esterno la luce rosata dell’alba
stava illuminando il cielo
notturno, nel blu scuro s’intravedevano ancora parti
completamente nere
trapuntate di stelle.
Goku
sbadigliò,
stropicciandosi gli occhi.
“Vuoi
un cielo?”
domandò.
Bulma
sbuffò.
“No.
Lo voglio
nero e blu.
Ovviamente con la pelle rosa” spiegò.
Goku sorrise.
“Anche
a me piace il
nero. Io voglio una principessa rosa e nera”
stabilì.
“Bulma è stata
come una sorella per me. Si è occupata di me
quando ero un bambino.
Ti ringrazio per la tua offerta.
Urca, ho bisogno di qualcuno che mi
aiuti ora” ammise Goku.
< Ha proprio l’aria
di un ‘gattino’ indifeso > pensò
Trunks.
Goku cercò di mettersi in
piedi, ma le gambe gli cedettero.
Trunks lo afferrò al volo e si sedette insieme a lui su una
roccia.
“Non dovresti stare da
solo. Dai, raggiungiamo casa tua”
propose Mirai.
Goku annuì lentamente.
“Mi fa strano non avere la
coda. Cioè, è stata tagliata per
molto tempo, ma… Il mio corpo la percepiva sempre. Il
moncherino mi aiutava a
rimanere in piedi, paradossalmente.
Ora non riesco neanche a stare
dritto” gemette.
Trunks gli rispose: “Allora
t’insegnerò io a camminare di
nuovo”.
< Lui è come suo
padre, mi ha creduto > pensò Goku.
|
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Capitolo 27 *** Cap. 27 Specchio magico ***
Scritta per il:
#30dayshathseptember di: Non solo Sherlock ~ gruppo eventi multifandom.
Fandom: Dragon Ball
Prompt: 16. POV di un
animale
Ispirato a: 214 -
Second
Chance BY iamtabbychan,
https://www.deviantart.com/iamtabbychan/art/214-Second-Chance-850626052.
Cap. 27 Specchio
magico
Neko 3-1-3-2
miagolò,
accucciandosi ai piedi di Bra, intento ad accarezzarlo.
“Certo che
per essere una
strega così potente sei davvero pasticciona. Possibile che
tu non abbia ancora
trovato mio padre?” domandò la figlia di Vegeta.
Il micio le
balzò sulle
gambe, facendo le fusa.
< …
Coccole… > pensò.
La sua coda era piegata a punto di domanda.
“Si vede
che non ha mai
provato le pozioni di Nappa” borbottò Kamhara. Si
massaggiò il collo.
“Come
futura strega del
pianeta Vegeta…”. Iniziò.
< Croccantini
>
pensava Neko, miagolando sempre più forte.
“Vieni qui,
micio. Te la do
io la pappa” disse Pan, sbattendo un sacchetto di croccantini.
Neko corse verso di
lei,
passando vicino a Mirai Trunks.
Mirai stava
domandando: “Sei
una specie di Baba?”.
“Speriamo
che non diventi
brutta in quel modo” scherzò Goten. Chiuse gli
occhi e scoppiò vigorosamente a
ridere.
Trunks rise a sua
volta,
dando delle pacche sulla schiena al migliore amico.
Mirai Trunks
arrossì.
Neko
infilò la testa nella
ciotola di cibo, divorandone il contenuto. Il rumore prodotto dai suoi
dentini
intenti a masticare risuonava tutt’intorno.
< …
Poveri uomini…
mangiano e dormono poco … > pensò. Si
sedette e si accucciò sulle zampone.
Trasalì
alla voce di Reghina
che tuonò: “Ci sbrighiamo ad andare a salvare
Vegeta?”.
Soffiò,
abbassando le
orecchie. Il suo sguardo fu catturato da uno specchio che Kamhara
teneva in
mano, sulla superficie si rifletteva la luce solare.
“Lo vedete
questo?” domandò.
Neko raggiunse la
strega
saiyan, iniziando a fare degli agguati alla sua coda rosa, cercando di
afferrarla.
“Vieni qui,
Neko. Non ci si
comporta così” disse Bulma, prendendolo tra le
braccia.
Il gatto
miagolò infastidito
e cercò di liberarsi scalciando con le zampe inferiori.
<
Libertà! > pensava.
“Cosa ci
dobbiamo fare con
quello specchio impolverato? Sembra rotto…” chiese
Reghina.
< Anche se
è come se
l’avessi già visto in un sogno >
pensò.
Neko
riuscì a balzare giù
dalle braccia di Bulma e corse fino ai piedi di Bra, nascondendosi
dietro di
essi.
“…
Un incantesimo per raggiungere Vegeta?
Che aspettiamo!” s’intromise Elly.
Neko
miagolò, accucciandosi nuovamente. Si
acciambellò e, con uno sbadiglio che mostrò i
suoi canini, si appisolò.
|
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Capitolo 28 *** Cap.28 Preparativi all’incantesimo ***
Ispirato
a: 267
– Hello BY iamtabbychan;
https://www.deviantart.com/iamtabbychan/art/267-Hello-856095330.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=vs7VpoWm9Y8;
Dragonforce - Through The Fire and The Flames 🔥
( Cover by Minniva feat. Mr Jumbo).
Scritta
per: #30dayshathseptember
di Non solo Sherlock ~ gruppo
eventi multifandom.
Fandom:
Dragon Ball.
Prompt:
24. POV di un estraneo.
Cap.28
Preparativi all’incantesimo
Nacque
a primavera
Un bambino
Da quel padre scuro
Come il fumo
Con la pelle chiara
Gli occhi di laguna
Come un figlio di luna
«questo è un tradimento
Lui non è mio figlio
Ed io no, non lo voglio»
[Mecano
Hijo de la Luna]
L’uomo d’affari
si accomodò sulla poltrona.
“Come le ho detto,
purtroppo oggi mio marito è assente per
un imprevisto. Può trattare con me per quel
contratto” disse Bulma. Aveva un
pesante trucco a coprirle le occhiaie e giocherellava con i corti
capelli
azzurri.
< Dovrei essere fuori ad
aiutare gli altri e a fare gli
ultimi ritocchi alla navicella. Non ci voleva questa interruzione.
Dovrò
sbrigarmi alla svelta > pensò.
L’altro fece una smorfia e
rispose: “Avrei preferito
incontrare suo marito”.
Bulma si piegò in avanti e
assottigliò gli occhi.
“Non mi dirà che
ha problemi col fatto che sono una donna?”
domandò con tono diretto. Piegò le labbra in un
sorriso. “Di questi tempi è
meglio fugare ogni dubbio di sessismo”.
L’altro uomo si
passò un fazzoletto sulla testa, iniziando a
sudare.
Pensò: < Non ho
nessuna intenzione di farmi rovinare da
una delle donne più potenti di questo pianeta >.
“Certo che no.
Semplicemente avevo iniziato a mettermi
d’accordo con vostro marito” esalò.
***
L’uomo si
appoggiò al cancello della Capsule corporation.
“Quella sanguisuga non ha
voluto un accordo, ma un vero
furto…” ringhiò. Si mise il fazzoletto
madido di sudore nella tasca.
Udì dei rumori
all’interno del grande giardino.
< Forse se trovo del materiale
per ricattarla, potrò
riuscire a cambiare l’accordo in modo più
vantaggioso > rifletté.
S’intrufolò all’interno e, vedendo un
gruppo di persone riunite, si nascose
dietro un cespuglio.
Una giovane dai capelli biondi legati
in una treccia stava
dicendo: “Non ci sei ancora riuscita?”.
L’uomo impallidì
e tornò nuovamente a sudare vedendo un uomo
alto, massiccio, dalla pelle verde e l’espressione aggressiva.
< Quel tipo sembra pericoloso
> rifletté.
Una giovane dai lunghi capelli mori
ticchettò col piede per
terra.
Borbottò acida:
“Stiamo perdendo troppo tempo”. Sbuffò.
“Ve
l’avevo detto che era uno specchio rotto”.
Un giovane dai corti capelli color
glicine s’intromise
dicendo: “Se continuate a interromperla non finirà
mai”.
L’uomo sgranò
gli occhi.
< Quello lo riconosco >
pensò, guardando Trunks. <
Si tratta di Trunks Briefs. Il figlio della scienziata,
nonché uno degli
amministratori delegati. Non sapevo avesse un fratello maggiore. Si
assomigliano davvero parecchio >.
Una giovane dai lunghi capelli
azzurri e un gatto in braccio
s’intromise dicendo: “Io non sono neanche sicura
sia la formula esatta”.
< Quella assomiglia molto a
Bulma Briefs. Sarà la figlia.
Non è mai apparsa sui giornali.
Parlava di un rituale? Tipo di una
magia? Forse stanno
facendo uno spettacolo teatrale scolastico. Sembrano tutti molto
giovani.
Beh, il signor Vegeta sembra molto
più giovane della sua
età. Gira voce che Briefs abbia il difetto del padre e si
sposi persone con la
metà dei suoi anni. Però niente di confermato
> rifletté l’uomo.
“Magnus
energija
appareo” recitò una giovane dai capelli
rossi.
< Ha la coda? No, aspetta,
diversi di loro ce l’hanno!
Mai visto niente del genere > pensò l’uomo.
La sua attenzione si
spostò su un uomo privo di naso che era
atterrato.
S’intromise nel discorso
proponendo: “Sicuro non ci voglia
più energia?”. Si grattò la testa.
“Insomma, sembra qualcosa che oltre a
rifarsi ad un lato magico, si rifà anche ad energia
demoniaca”.
L’uomo dalla pelle verde si
spostò e posò una mano sulla
spalla di un giovane uomo con indosso degli spessi occhiali da vista.
“Tu per me sei sempre stato
come un figlio. Volendo fare
un’allegoria che richiama la mia razza: un uovo. Sarei
orgoglioso se per una
volta fossi tu ad utilizzare i miei poteri demoniaci” disse.
< Demoni? Allora ci sono,
è un semplice gioco di ruolo.
Anche se sembrano tutti dei palestrati.
Niente di utilizzabile >
pensò l’uomo tra i cespugli,
ingoiando un sospiro.
Il giovane con gli occhiali se li
sfilò.
“Questo è solo
un modo per farmi sfogare” borbottò a mezza
voce.
< Meglio allontanarmi e
lasciare perdere i miei progetti.
Questi sembrano dei pazzi pericolosi e tutto sommato
l’accordo è soddisfacente
anche per me > pensò l’industriale,
allontanandosi.
|
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Capitolo 29 *** Cap.29 Nel mondo della luna ***
Scritta per il #FallColorsChallenge
di Better than Canon.
Prompt: Arancio scuro; fuoco che arde
al buio.
Ispirato a: Piccolo and azuri BY
Yashika;
https://www.deviantart.com/yashika/art/Piccolo-and-azuri-761508304.
Scritta sentendo: Bismarck - Sabaton
( Cover by Minniva ft.
Quentin Cornet ); https://www.youtube.com/watch?v=20r8KXB3G8E.
Cap.29 Nel mondo della luna
Piccolo allargò le braccia
e indietreggiò, i capelli della
strega divennero completamente di fuoco arancio scuro.
< Ricorda moltissimo il potere
celato di Mary Jane. In
fondo quella ragazza nasconde in sé un potere demoniaco
pregno di magia. Sembra
quasi una divinità >. Fece una smorfia, serrando un
pugno. < Solo che di
Mary Jane mi fido molto di più. La sorella di Son ha
purtroppo già mostrato che
non sempre è affidabile > pensò.
Fu abbagliato dal bagliore sanguigno
delle fiamme. Chiuse
gli occhi di scatto.
Bra spiccò il volo e
posò Neko al sicuro sul davanzale della
propria finestra, raggiungendo nuovamente gli altri.
Riatterrando fece una smorfia,
vedendo che lo scenario
intorno a lei si sfocava. L’erba rigogliosa divenne
indistinta, quasi bianca,
tramutandosi in un pavimento a scacchiera.
“Aspettate, veniamo anche
noi! Papà sbrigati! Te l’ho detto
che ci lasciavano qui!”. La voce di May risuonò.
Piccolo riaprì gli occhi,
il cambio di luminosità era stato
tale che si ritrovò al buio.
Nell’oscurità ardevano solo i capelli della
strega. Batté le palpebre, mentre lentamente il luogo
diveniva più definito e
dall’oscurità si passava ad una penombra
illuminata da una luce argentea.
I capelli di Kamhara si spensero,
tornando delle ciocche
fulve.
Pan si strofinò gli occhi
con le mani, trovandosi davanti
May che stringeva per mano Goku. Sospirò pesantemente.
< Il nonnino non era in
condizioni di venire! Non lo
avevamo avvertito per questo > pensò, scuotendo il
capo.
Bra si guardò intorno.
Disse: “Siamo in una specie
di edificio in marmo”.
< Questo palazzo è
interamente fatto di luce solare
solidificata. Dove lo vedono il marmo? >
s’interrogò Reghina.
Trunks batté un paio di
volte le palpebre.
“Marmo? Pensavo fosse un
corridoio di cristallo. Certo che
quei ritratti alle pareti hanno una faccia proprio
inquietante” borbottò.
Mirai toccò un paio di
volte le pareti.
“Ritratti?”
domandò confuso.
“Urca, quanti
gatti!” disse Goku, grattandosi il collo.
Gohan si sporse, fissandoli. Era
pallido per la stanchezza
dell’energia catalizzata.
“Hanno degli occhi gialli
parecchio spaventosi. Sono
ovunque”.
“Gatti? Dove li vedete i
gatti? Quelli sono demoni deformi!”
gemette Crilin.
Si nascose dietro Goten,
rabbrividendo.
< Possibile che un micio non
posso mai essere un micio?
Anche quei gattini bianchi e rosa in realtà erano dei mostri
> pensò Elly,
mettendosi in posizione di combattimento.
“Non temete. Lo specchio
è caricato con l’energia di Crilin.
Durerà per parecchio e fino a quel momento non ci
attaccheranno” li rasserenò
Kamy.
< Probabilmente più
è alto il tasso demoniaco nel loro
sangue, più vedono oltre le illusioni di questo posto
> rifletté, vedendo
che Junior stava sudando copiosamente.
Goten sancì:
“Ognuno mi sa che vede qualcosa di diverso.
Magari alcune cose coincidono, ma mi sa che i nostri occhi
c’incannano”.
Elly annuì vigorosamente.
“In fondo abbiamo capito
che la dea della luna utilizza le
allucinazioni” ricordò.
Goku indicò il soffitto,
dove crescevano dei rampicanti
d’edera che brillavano di luce argentea, simile a quella
lunare.
“Quelle sono le piantine
delle mie visioni” disse.
“Sarà meglio non
toccarle o respirare l’aria vicino a loro,
potrebbero causare allucinazioni peggiori. Potremmo perdere il
controllo”
considerò Junior.
“Utilizzare qui il
supersaiyan o altri poteri legati alla
nostra razza potrebbe essere ugualmente anti-producente”
valutò Gohan. “Kamy,
riesci ad accendere di nuovo i tuoi capelli per illuminare la via?
Questo posto
ha fin troppi angoli in penombra”.
< Quello è un
albero o una statua di donna? Continua a
cambiare > s’interrogò, guardando una
figura in un angolo. Il pavimento a
scacchiera passava dall’essere bianco e nero,
all’essere argento e oro. < I
miei poteri demoniaci, potenziati dal Mystic, e la mia natura saiyan,
incrementata dal mio livello di potenza, stanno interferendo tra loro
>
rifletté.
“Posso provare”
rispose Kamy.
< Devo vedere se posso
utilizzare l’energia magica sopita
dentro May > si disse.
Reghina fece una smorfia.
“In fretta. Non voglio
stare ferma a chiacchierare in un
covo nemico” ricordò.
Goku guardò la sorella
riaccendere i suoi capelli come delle
fiamme.
< Voglio trovare Vegeta alla
svelta e tornare a casa.
Senza il supersaiyan mi sento nudo e inerme > pensò.
|
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Capitolo 30 *** Cap. 30 ***
» "Questa storia partecipa al
Writober di Fanwriter.it"
»
Prompt: 9. Inganno
» N° parole: 795
Lista: PumpInk 2020
Scritto sentendo: La Llorona;
https://www.youtube.com/watch?v=QP0JAApuh1o.
Ispirato
a:
https://www.deviantart.com/raurenred/art/Red-Sunset-Jesse-627724822;
Red Sunset
- Jesse BY RaurenRed.
Cap.
30
Alcune
mattonelle bianche e nere del pavimento a scacchiera
scomparvero e Son precipitò, con un urlo. Cercò
di aggrapparsi, ma non trovò
appigli, mentre dimenava le gambe.
<
Da umano non posso volare > pensò. Rovinò
a terra e, per
il colpo, perse i sensi.
Goku
batté un paio di volte le
palpebre e mugolò, avvertendo una fitta alla testa. Si
massaggiò il capo,
sentendo le dita sporcarsi di sangue e mugolò, fu colto
dalle vertigini e dalla
nausea. Serrò gli occhi, sentiva le dita formicolare e la
pelle della spalla
pulsare.
“Urca,
il pavimento è crollato”
piagnucolò. Tossì un paio di volte, la polvere
gli pungeva le narici.
<
Devo trovare gli altri,
soprattutto la piccola May > pensò.
Gattonò in avanti e faticò a rimettersi
in piedi.
“Ad
essere umani ci si sente
rotti come gli specchi. Tanti piccoli pezzi che tagliano e
feriscono” borbottò.
“Tu
ferivi gli altri anche
prima. La tua gentilezza è sempre stata un ‘inganno’”
soffiò una voce. Sembra un basso lamento.
Goku
si guardò intorno, massaggiandosi
il petto.
“Chi
è lì?” domandò. <
C’è
troppo buio e questo non mi piace… Odio
l’oscurità > si disse.
“Non
dirmi che è un’altra
visione” pigolò. Allungò le braccia
davanti a sé e qualcosa gli graffiò le
braccia, facendogliele sanguinare.
Indietreggiò,
avvertendo la
pelle bruciare.
Una
luce improvvisa lo accecò,
si nascose il viso tra le mani e mugolò sofferente. Il
terreno sotto di lui
iniziò a muoversi, cadde in ginocchio e cercò di
aggrapparsi, tutto sembrava
franare e rovinare giù.
Sotto
di lui c’era una roccia
rossastra che si elevò, trasformandosi in una montagna,
trasportandolo in alto
vertiginosamente, fino a farlo essere circondato da nuvole candide.
“Io
non ho ingannato nessuno!
Sei tu, stupida illusione, che ti prendi gioco di me!”
sbraitò Son, mentre i
suoi occhi si abituavano alla luce.
Si
sdraiò a faccia in su,
sentendo le rocce scomode sotto di lui e guardò il cielo
sopra di lui.
<
Tutto questo non è reale,
è più come un sogno.
Questo
posto lo riconosco, è il
luogo dove ho combattuto contro Vegeta la prima volta >
pensò. Si schermò
gli occhi con il braccio e sospirò.
“Kakaroth”.
Goku si tenne il
fianco, venendo colto da delle fitte. Le ferite alle braccia pulsavano
e il
fastidio gli dava alla testa, il capo era trafitto da stilettate di
dolore
acuto.
Alzò
il capo, era sovrastato da
un’ombra.
“Ve…”.
La
voce lo interruppe,
chiedendogli: “Ti sei mai chiesto cosa sarebbe successo se
durante il nostro
primo incontro tu mi avessi fatto uccidere?”.
Goku
allargò braccia e gambe, a
stella.
“Non
l’avrei mai potuto fare!
Io e te siamo fratelli, lo stesso sangue saiyan scorre nelle nostre
vene”
rispose.
<
Saresti stato pronto a
farmi trafiggere anche io dalla lama di Crilin.
Quando
Radish è morto, ho
pagato con la mia stessa vita. L’avrei fatto anche per te, ma
questa volta non
sarei tornato.
Noi
siamo uguali, Vegeta >
pensò.
Riaprì
gli occhi e trovò il re
dei saiyan inginocchiato accanto a lui.
“Se
fossi sempre stato sincero,
ti avrebbero creduto.
Invece
nessuno ti ha prestato
fede quando parlavi di foto sanguinanti, di mani che appaiono nella
vasca, di
draghi uccisi…
Ora
guardati. Sei ridotto qui
ad un essere miserabile e debole” gli soffiò
all’orecchio.
Son
rabbrividì.
“Vegeta…”
pigolò.
L’altro
proseguì dicendo:
“Gohan non ha mai perdonato quando l’hai mandato da
solo contro Cell. Non ti
stupire se ora tuo figlio ti considera solo un folle afflitto da
allucinazioni.
In
fondo era normale tu fossi
impazzito, dopo aver visto il viso di tua moglie esangue in
ospedale”.
Goku
mugolò di dolore.
<
La macchina era
completamente sfasciata. La ricordo quando l’hanno riportata
a casa, pioveva
ancora. I fulmini la illuminavano come dei flash >
pensò.
Vegeta
gli passò la mano tra i
capelli mori e alcuni capelli si staccarono, rimanendogli aggrovigliati
intorno
alle dita.
“Io
ti ho creduto” mormorò.
Goku
lo afferrò per il polso e
lo guardò con gli occhi liquidi.
“Non
voglio stare solo” lo
implorò. “Tu sei stato l’unico a
credermi”.
<
Lo sai che darei la vita
per la nostra amicizia > pensò.
Le
iridi color ossidiana del re
brillarono di luce rossastra.
“Come
posso volere uno sporco
traditore? Ho dato tutto per te e non ho ottenuto niente”
sibilò Vegeta.
Goku
si alzò a fatica seduta.
“Parliamone…
per favore…
Vegeta, non volevo succedesse tutto questo” lo
implorò. Una lacrima gli rigò il
viso.
Vegeta
l’accarezzò con l’indice
e la fissò.
“Non
sei più un saiyan, ma un
umano mentalmente instabile. Perché dovrei starti ad
ascoltare?” chiese. Si
alzò in piedi e leccò la lacrima.
“‘Vegetaaaa’!”
ululò il Son.
Vegeta
si svegliò di scatto, col battito cardiaco accelerato e
si guardò intorno confuso.
“Kakaroth?”
domandò con aria confusa.
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Capitolo 31 *** Cap.31 Vegeta, Piccolo e Goku si ritrovano ***
Scritta per Parolando di WW. Prompt:
macchina, occhiali,
albero e porta.
Cap.31 Vegeta, Piccolo e Goku si
ritrovano
Vegeta volava storto, vedeva sfocato
e gli doleva la testa,
gocce di sudore gli solcavano il volto e andavano a inumidire le
fossette ai
lati della sua fronte spaziosa.
"In
questo momento vorrei avere i miei occhiali,
così ci vedrei qualcosa. Anche
la mia macchina, mi piacerebbe
sedermi al volante e rilassarmi",
sospirò pesantemente. "Ho
dormito fino ad ora e continuo a sentirmi stanco"
pensò.
«Kakaroth!» chiamò, alzando
la voce. Superò in
volo una porta candida che si
trasformò in un albero
di cristallo. Il re
dei saiyan abbassò il capo e alcune
ciocche nere gli finirono davanti all’occhio destro,
nascondendolo. Individuò
un uomo incosciente e gli atterrò vicino, inginocchiandosi
accanto a lui, con
aria confusa. «Ehi,
tu! Svegliati! Cosa ci fai qui?!»
lo
interrogò, fino a farlo destare.
Lo sconosciuto socchiuse gli occhi
cerchiati da pesanti
occhiaie, si rialzò in piedi, ondeggiando, aveva dei lunghi
capelli neri.
"Ha
la stessa divisa di Kakaroth. O meglio, una che
gli assomiglia, ma molto più larga"
pensò Vegeta. L’altro lo
travolse in un abbraccio, gridando festante: «Vegeta!».
«Ci
conosciamo?» gli domandò il re dei saiyan.
L’altro
indietreggiò e lo guardò negli occhi,
rispondendogli: «Sono solo il vostro
generale e a tempo perso l’Eroe della Terra, quando non mi
considerano un pazzo
in tutto l’universo».
«Kakaroth…
Cosa diamine ti è successo?» lo
interrogò.
Goku
chinò il capo e i suoi occhi divennero spenti,
rischiò di
cadere in avanti e l’altro lo afferrò al volo.
«Tutta colpa mia… colpa mia…
colpa mia…» iniziò a ripetere Son
ossessivamente, Vegeta pensò: "Devo
distrarlo". «Piantala con questa storia! Ti prometto che se
la smetti la
prossima volta che mi rubi il sushi dal piatto non tenterò
di ucciderti» gli
propose.
«A
cosa mi servirebbe? Non sono più un saiyan»
gemette Goku.
Vegeta lo abbracciò. «Sei più saiyan tu
di molti con la coda» lo rassicurò,
strappandogli un sorriso.
«Eccovi!»
si sentirono dire e si allontanarono l’uno
dall’altro di
scatto. "Non voglio farmi trovare a fare smancerie" pensò
Briefs.
Entrambi
guardarono Piccolo atterrare davanti a loro.
«Io sono il Demon Prince,
nessuno può decidere per me,
perciò vi porterò fuori da qui che lo vogliate o
no…» dichiarò Junior.
Vegeta bisbigliò:
«Io …».
«Quella pazza ha tutta l’intenzione di
farti dormire in eterno,
sottomesso ai suoi voleri!» gli urlò Junior, le
orecchie a punta gli fremettero
e le sue gote verdi si tinsero di rosso.
Vegeta si diede la spinta e si
alzò in piedi. «Mi chiedo
come mi sia potuto svegliare…»
bofonchiò.
«Ho abbastanza poteri per
riuscire a farlo.
Mi sono stancato!
Ho avuto strane visioni di: mani,
Goku bambini terrorizzati
rapiti e strana gente intenta a ballare in maschera. Per me si
è già superato
il segno!» ululò Junior, avanzò e,
chinato il capo, inarcò la schiena piegando
le ginocchia.
«Rompendo il
patto…» ringhiò il re dei saiyan.
Junior si sporse. «Se temi
per Goku, ti ricordo che gli ha
fatto lo stesso del male, se non sbaglio» gli
sussurrò all’orecchio.
Vegeta avvampò e
rabbrividì. «Tu…»,
ansimò e deglutì, la
gola gli bruciava.
«Ho rotto il vostro patto,
so benissimo in cosa consisteva»
ringhiò Piccolo. "Non permetterò a quella donna
di giocare con te come se
fossi una barbie" pensò, si raddrizzò e gli diede
un pugno sulla spalla,
Vegeta se la massaggiò sbuffando.
Son s’inserì,
domandando: «Di cosa parlate?».
«Facevo presente che non lo
faccio per voi!» gridò il figlio
di Al Satan, ringhiò e mostrò i lunghi canini.
«Quella maledetta dea si sta
portando via Gohan, è irriconoscibile e furioso come un
animale pericoloso»
sibilò.
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Capitolo 32 *** Cap.32 Il resto del gruppo ***
Scritta per:
#ASPETTANDOCAPODANNOEVENT di Better than Canon.
Titolo: Il resto del gruppo
Fandom: Dragon Ball
Personaggi: Trunks; Nuovo personaggio
femminile
Trama: Trunks vuole salvare suo
padre, rapito dalla dea
della luna che ha posseduto la regina Sarah, nonna di uno e madre
dell’altro.
Avvertenze: Scritta sentendo:
Nightcore - Hate Me - Nico
Collins; https://www.youtube.com/watch?v=sBToaKzYtCs.
Prompt: La foto qui sotto
Cap.32 Il resto del gruppo
Trunks si guardò intorno
con aria confusa, passandosi la
mano tra i corti capelli color glicine, man mano che andava avanti la
luce
diminuiva ed era più difficile scorgere cosa si trovava
davanti. Si diresse
nella direzione dell’unica fonte luminosa.
"Non
ho idea di dove sono gli altri pensò Mi sono
perso quando zia Kamhara ha lanciato il suo attacco, i petali di
ciliegio mi
hanno oscurato la vista, erano ovunque e devo essermi separato dagli
altri"
rifletteva Trunks.
«Se
sono folle è solo per amore sussurrò tristemente
una
voce femminile». Il
figlio di Vegeta udì una voce femminile intenta a
lamentarsi.
Delle creature strisciavano
nell’oscurità, diverse di loro
erano ferite e lasciavano scie di sangue.
Trunks si arrestò
scorgendo una donna seduta ad una grande
scrivania, illuminata dalla luce delle candele era in penombra.
Nell’oscurità
il marmo sembrava nero.
Trunks si nascose dietro una colonna,
la figura femminile si
passò le dita sottili tra i lunghi capelli mori. "Assomiglia un po’ a Pan.
Credo proprio sia mia nonna, ma ora che è posseduta da
quella divinità si nota
di più l’aria di famiglia.
Certo che in questo momento non
sembra così minacciosa"
pensò. Iniziò a concentrare l’energia
nelle mani, tenendo sotto controllo la
sua aura in modo che non fosse percepibile. "Era
lei che parlava? A
quale amore si riferiva?".
«Ti
sei perso?» gli
domandò la dea della luna. Trunks
spiccò il volo, trasformandosi in supersaiyan.
La donna si alzò in piedi
con aria stanca, dicendogli: «Non
voglio farti del male. Non capisci, nessuno di voi capisce.
Ci sono anime che sono troppo fragili
per questo mondo».
I bordi della scrivania divennero fumosi, mentre si trasformavano in
una lunga
lancia intarsiata. La dea la utilizzò per sostenersi. «Perché non
leggete i segni?
Sta andando in pezzi e lo ha sempre fatto».
Trunks allungò la mano
davanti a sé e tremò, mentre lei gli
diceva: «Tu
lo hai giudicato un mostro. Hai fatto un errore imperdonabile,
uccidendo ogni
bel momento che avete passato insieme».
Trunks allungò il braccio
ed iniziò a lanciare una serie di
onde di energia, urlando: «Non
ti permetterò di portarmi via mio padre!».
Le
candele si spensero, i fili di fumo che si alzavano da esse si
confusero con l’ammasso creato dall’attacco. La
figura scomparve.
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Capitolo 33 *** Cap.33 Il distruttore d’illusioni ***
Cap.33
Il distruttore d’illusioni
Un
mostriciattolo verde balzò e afferrò Goku per le
braccia e lo fece cadere a terra, a faccia in giù,
premendogli le zampe
inferiori sulla schiena.
L’umano
serrò gli occhi, gorgogliando, il suo respiro
era pesante e vedeva sfocato.
"Lasciati
cullare dalla dolce paranoia…".
"Le facce…". "Gli incontri" gli sussurravano voci
mentalmente.
Vegeta
fece esplodere la creatura con una palla di
fuoco, sangue annerito si riversò tutt’intorno, il
re dei saiyan si piegò in
avanti, afferrò Son per le spalle e se lo poggiò
contro.
«Sono
completamente inutile» esalò Son, con gli occhi
arrossati.
Vegeta
se lo mise sulle spalle. «Tieniti»
ordinò. Una
volta morte, la pelle verde delle creature si scioglieva e le creature
si
rialzavano in piedi come scheletri cornuti dagli occhi luminosi. Vegeta
lanciò
una pioggia di sfere contro l’esercito cornuto che si stava
creando, evitò la
cornata del più alto di loro e lo decapitò con
una lama dell’anima.
Le
ossa si rimettevano in piedi e, se frantumate, si
ricostruivano, l’esercito di non-morti si continuava a
ripresentare.
«Smettila
di dire sciocchezze! Noi tre insieme
possiamo fare tutto!» gridò il saiyan
più grande.
Piccolo
ringhiò: «Ha ragione lui, Son. Ne
usciremo».
Di sottofondo si udivano le risate demoniache che provenivano dalle
creature
invincibili. Goku tentò di dire:
«A-amic…».
«Non
osare dirlo» lo zittì Piccolo, schivando
un’onda
di energia di colore violetto. Le creature dalla pelle verde ricoperta
di
pustole si erano tutte trasformate nella loro versione più
demoniaca.
Vegeta
rincarò la dose, aggiungendo: «Usa la bocca per
cose più utili. Cerca di farti venire un piano in
mente».
Son
gli sorrise grato. Propose: «Piccolo, se hai rotto
il patto, vuol dire che puoi distruggere queste illusioni. Carica la
tua
energia e spazzala via».
Piccolo
annuì, pensando: "Questa è un’ottima
idea", fece scattare le braccia che si allungarono a dismisura,
trapassarono l’avversario davanti a lui mandandolo in pezzi,
le dita dalle
unghie aguzze si tuffarono nel pavimento e le braccia continuarono la
loro
corsa divellendo le grandi mattonelle di marmo al loro passaggio.
Sbucarono
fuori, trafiggendo altri due avversari.
«Ho
capito. Mi tocca fare da esca come al solito»
borbottò Briefs.
«Già»
gli disse Son, abbandonandosi contro la sua
schiena, posandogli la testa sulla spalla.
Spero
di essere più veloce di Son con le sue genkidama
disse ironico Piccolo e corse via, si nascose dietro una delle tante
colonne
che stavano crescendo, diventando alte come titaniche sequoie di marmo
candido.
"Mi
dispiace per questi ‘mostriciattoli’, ma sono
abituato ad incassare. Posso andare avanti per anni!" pensò
Briefs.
«Fatevi
avanti!» gridò, schivando i colpi dei nemici,
volando tra dei pilastri di pietra che salivano dal terreno,
incalzandoli con
dei Final Flash e un cannone garlick.
Goku
afferrò un pezzo di mattonella che si era
spaccata e, rimanendo aggrappato a Vegeta, lo lanciò ad uno
degli avversari.
Questo lo prese al volo tra i denti e lo masticò, con un
rumore fastidioso e
stridente prodotto dalle sue mascelle, la polvere di marmo cadde
all’interno
del suo corpo cavo.
Il
re dei saiyan sentì Son rabbrividire e promise
mentalmente: "Ti giuro, Kakaroth, che non ti arriverà un
solo colpo. Ti
proteggerò col mio stesso corpo". Allargò le
braccia, la sua aura divenne
nera e si trasformò in una fenice dall’apertura
alare grande quanto la sala e
investì in pieno l’esercito nemico.
Le
creature furono cancellate, ma di nuove comparvero
al loro posto, dalle loro fauci sgorgava saliva e sui loro menti
sporgenti
c’erano delle pustole particolarmente virulenti.
"Continueranno
ad apparire, in eterno" pensò
Son.
Piccolo
alzò le braccia sulla sua testa, la corona
sulla sua testa pulsava di energia propria, aprì le dita e
lo scenario intorno
a loro fu completamente cancellato.
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Capitolo 34 *** Cap.34 ***
Cap.34
Il pavimento venne ricoperto da un
parquet rosso, con
rappresentato il simbolo della famiglia reale, il luogo si restrinse
diventando
un corridoio con dei soffitti bianchi, bombati e cesellati, delle porte
da
entrambi i lati incastonate tra delle piccole colonne.
Vegeta atterrò, schivando
le tante lanterne in ferro battuto
appese al soffitto che illuminavano l’ambiente, facendo
scendere Son dalle sue
spalle.
Piccolo si avvicinò ad
entrambi, notando che gli intagli nel
soffitto richiamavano dei tralci d’edera.
«Siete
proprio un bel gruppetto.
Non credevo che i tuoi
‘amichetti’ avrebbero avuto dei
riguardi per te, anche se le vostre parole non erano esattamente dolci»
disse una voce femminile, che provenne dal fondo del corridoio.
Selene avanzò, i suoi
passi attutiti, con le dita sottili
accarezzò una delle colonne. La sua veste nera divenne
d’argento, dimenò una
coda che brillava di un bianco lunare. Ad ogni suo movimento, i suoi
boccoli
mori ondeggiavano dietro le sue spalle e il medaglione che portava al
collo le
oscillava tra i seni.
La donna allungò una mano
e lanciò un’onda contro
Junior. Il demon
prince l’afferrò al
volo, digrignò i denti acuti e riaprì il pugno,
mostrando che dell’attacco
erano rimasti solo due sbuffi di fumo grigiastro.
Goku guardò Piccolo
caricare un attacco e Vegeta mettersi
davanti a lei, allargando le braccia.
«Che
cosa ti prende? Devo approfittare che i miei poteri
demoniaci siano al massimo per poterla sconfiggere!»
ruggì il namecciano.
Vegeta rispose: «Quella
è mia madre, non ti permetterò
di ucciderla. Dobbiamo solo rompere la possessione».
La donna gli apparve alle spalle e
gli posò una mano su
quella di sinistra, sussurrandogli all’orecchio: «Bravo bambino».
Il principe dei saiyan socchiuse gli
occhi, cadendo in
trance e con un gemito si lasciò cadere a terra,
abbandonandosi su un fianco.
Goku corse fino a lui, ma non riuscì a trascinarlo via. «Vegeta! Vuoi lasciarlo
stare,
megera?!»
sbraitò, pensando: "Non
credevo che i nostri muscoli saiyan pesassero
così tanto. Avrei dovuto chiedere a Tenshinhan di provare
allenarmi, prima di
venire qui. In fondo lui, anche se è umano, è un
maestro nel combattimento e
soprattutto nel volo".
Piccolo raggiunse la dea con un
pugno, l’altra si piegò con
un mugolio, un rivolo di sangue le scivolò dalla bocca.
Raggiunse il namecciano
con un colpo di coda, facendolo andare a sbattere contro una porta che
esplose
in numerose schegge di legno. Quello che ne rimase, appeso ai cardini
cigolanti, ondeggiò sinistramente.
La saiyan si piegò in
avanti, una spallina le ricadde di
lato lasciando intravedere la sua pelle abbronzata, prese Vegeta tra le
braccia
e lo cullò, posandogli un bacio sulla fronte spaziosa.
Goku cercò di
strapparglielo delle braccia, ma un incremento
dell’aura di lei lo fece volare via. Son rovinò a
terra con urlo sofferente.
L’osso della spalla si era dislocato, si piegò in
avanti sputando sangue e
crollò esanime a faccia in giù.
Piccolo si rimise in piedi e
gridando: «Goku!»
si lanciò contro l’avversaria, cercò di
raggiungerla al viso, ma quella schivò
spostandosi e il colpo fece franare una delle colonnine. Il tappeto si
ricoprì
di polvere candida e la nuvola che si venne a creare oscurò
la visuale di Son,
che si ritrovò a tossire.
Una porta si aprì e ne
uscì un agglomerato nero che inglobò
Son, teletrasportandolo altrove.
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Capitolo 35 *** Cap.35 L’ago della bilancia ***
Prompt di Piume d'Ottone - la
Cittadella degli Scrittori.
Prompt: Specchio.
Scritto sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=L7pJHXCGnD4; (Epic Adventure Music) -
Memory Of
A Dream -.
Scritta per Parolando.
Prompt: quadro, granello, dubbio e
locale.
Cap.35 L’ago della bilancia
Kamhara era nascosta dietro
un’alta torre di cristallo rosso
e stava accucciata per terra, il viso nascosto dai lunghi capelli rossi
e uno
specchio stretto spasmodicamente al petto, le labbra tremanti e la
schiena
curva.
Passi si ripetevano nelle sue
orecchie, serrò gli occhi e
rivoli di sudore le scivolavano lungo il viso. Aspettò che i
rumori si fossero
allontanati e rialzò la testa.
"Sento le auree di May e Mirai
Trunks, non sono troppo
lontani. Devo riunirmi almeno con loro, ma non devo assolutamente
perdere lo
specchio. Questo luogo maledetto non ha fatto altro che dividerci, ma
questo è
l’unica cosa che può ricondurci a casa"
pensò. Si accucciò per terra,
strisciando sul ventre, muovendo le gambe e dandosi la spinta con i
piedi e le
ginocchia, con una mano si aiutava ad avanzare, ma con
l’altra continuava a
stringere lo specchio.
In lontananza si udirono delle urla e
delle esplosioni, la
strega respirava il meno rumorosamente possibile, ma il suo battito
cardiaco
era accelerato.
Una deflagrazione fece tremare
l’ambiente circostante, un
quadro volante precipitò a terra e si frantumò in
innumerevoli granelli di
sabbia e perle.
Kamhara strisciò
più avanti e si arrestò, trovandosi davanti
dei pali di legno che erano sorti dal terreno. Alzò lo
sguardo e rimase a
terrificata, sgranò gli occhi boccheggiando: innumerevoli
teste di saiyan erano
conficcate in delle piche. Riconobbe la testa di suo padre, che
gocciolava
sangue dal collo e quella del vecchio re, con gli occhi bianchi e
ancora
sgranati in un’espressione di terrore.
"Non
voglio morire nuovamente. Non voglio vedere la
mia razza spazzata via in un colpo solo",
digrignò i denti fino a farsi
male e sentì l’energia crescere dentro di lei,
condensarsi all’altezza del suo
petto, facendole sudare le mani. "Devo
rimanere calma. La dea ci
sta mettendo alla prova, ma sono sicura che suo fratello, il dio Geta,
ci stia
proteggendo. Devo avere fiducia in lui e negli antenati. Vargas e gli
dei polpi
non permetteranno a Selene di distruggerci"
si rassicurò.
Riconobbe
la voce di Reghina: «Ho il dubbio che ci siamo
perse, come avevo detto io»,
Seguita dalla risposta sarcastica di Elly: «Aspetta che
‘fermo
in quel locale’ e chiedo indicazioni». Kamhara si
alzò in piedi e corse verso
di loro.
***
Mirai Trunks si appoggiò
alla parete, aveva una ferita sulla
guancia da cui colava sangue e una gamba gli pulsava,
ansimò, serrando gli
occhi e il suo corpo, ingrossato dalla trasformazione, si stava
sgonfiando, la
fascia della spada gli aveva arrossato la pelle per quanto lo aveva
stretto.
«Tu
vai avanti e continua a cercare mio padre. Io continuo ad
occuparmi di quelle creature, a breve si creeranno
nuovamente» propose l’uomo
del futuro.
Il figlio
di Toma gli rivolse uno sguardo scettico e guardò May.
"Neanche negli anni in cui vivevo dai monaci ho visto una bambina
così
piccola con così tanta energia spirituale e spiritica. Penso
che i suoi poteri
‘sopiti’ se la siano cavata egregiamente"
rifletté. La bambina era seduta,
trasformata in supersaiyan, su una mattonella in parte corrosa, intorno
a lei
c’erano delle creature in legno quasi del tutto distrutte. I
muri erano coperti
da spesso ghiaccio verde scuro.
«D’accordo,
riposate. Mi occupo io di Goku» disse, abbattendo una
porta con un calcio volante. "Sia mia moglie 18 che il maestro Muten
non
mi hanno mai lasciato il tempo per riprendere fiato, sono abituato".
Spiccò il volo e
levitò a massima velocità nei corridoi,
arrestandosi all’improvviso con uno scoppiettio di energia
blu quando udì un
ruggito nella sua testa. "Vuoi
salvare il tuo re?" si
sentì domandare dal
drago di Goku.
Crilin vide un grifone apparirgli
alle spalle ed evitò sia
una sua zampata da leone che un colpo di becco d’aquila,
rotolando di lato. "Non
sei stufo di essere inutile? Sei solo l’intermezzo
divertente. Non hai la forza
di Goku, l’astuzia di Piccolo o l’orgoglio di
Vegeta ". Crilin raggiunse
la creatura con delle onde, quest’ultima gliele
rispedì contro con un battito
d’ali e Crilin alzò una barriera che le fece
deflagrare in scoppiettii di fumo
grigio.
"Goku
è un amico, un fratello. Ho superato la mia invidia nei
suoi confronti. Ogni mia ira passata, ogni mia vergogna appartiene solo
a me.
Piccolo è un mio compagno d’avventure, non mi
giudicherebbe mai.
Per
quanto riguardava Vegeta?" rispose Crilin mentalmente.
Scivolò sotto la creatura per evitare un’altra
zampata e si rialzò in piedi,
lanciando un kienzan che tagliò a metà la
creatura, facendogli schizzare
addosso del sangue. Vide che in un muro si era aperta una frattura e,
superato
i resti della bestia con una tripla capriola in aria, si
tuffò nella fenditura.
"Lui è una guida. Ci ha mostrato quanto si può
cambiare in meglio".
Udì la risata del drago
rimbombargli in testa, facendogli
dolere le tempie. "Allora solo tu puoi far
tornare Kakaroth ciò che realmente
è. Riporta indietro le vestigie del generale. Io sono
l’emanazione del suo
potere, liberami dalle catene della regina. Aiuta il comandante a
salvare il
suo re.
Tutto
dipende da te" gli spiegò.
Crilin si
era messo a correre. «Sono pronto!» urlò.
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Capitolo 36 *** Cap. 36 La promessa di Lourth ***
Prompt
di Piume d’Ottone: La guerra è pace, la
libertà
è schiavitù e l'ignoranza è forza.
Cap.
36 La promessa di Lourth
Goku
gemette, sofferente: la testa gli pulsava, le
braccia e le gambe gli davano delle fitte, dall’addome in
giù sentiva un
formicolio indistinto e avvertì un sapore acido in bocca.
Socchiuse gli occhi,
per sgranarli quando scorse degli occhi rossi che brillavano
nell’ombra.
Cercò
di alzarsi in piedi, ma una mano nell’oscurità
lo afferrò per il polso e l’obbligò a
rimanere bloccato per terra,
avvolgendogli il petto con un altro braccio.
Goku,
immobilizato, domandò con voce tremante:
«Lourth?». Gli occhi della creatura emanarono una
luce verde, viola e infine
blu. Una voce cavernosa rispose: «Una sua
proiezione». La stretta della
creatura aumentò e Son si ritrovò a boccheggiare,
gemendo di dolore.
«Io
sono in divoratore di sei, supersaiyan God. Tu
solo potrai raggiungere la piena maturazione, giungendo
all’ultimo stadio
diverrai una divinità completa. Solo allora potrò
divorarti» spiegò la voce.
Son si accorse che la creatura nell’ombra era immensa, anche
se non riusciva a
scorgere i dettagli della sua figura gigantesca.
«O
potrò sconfiggerti» ringhiò Goku.
Lourth rispose:
«Molto presto c’incontreremo e lo
vedremo», la sua figura si ritirò,
scomparendo.
***
«Ehy
tu, lascia stare Goku!» gridò Crilin, rivolto a
Selene stava avanzando verso Son con passo delicato. Goku era sdraiato
su un
fianco, privo di sensi.
La
dea dovette scansarsi per evitare i kienzan che il
saiyan senza naso le stava lanciando contro. Crilin scattò e
raggiunse per
primo il migliore amico, lo sollevò, stringendolo al petto.
La
dea lo guardò con un sorriso storto: «Il
possessore
dell’antico demone. Che piacere conoscerti». Crilin
le gridò in risposta: «Io
non sono più un burattino di
quell’entità malvagia. Sono libero!» "Ho
perso fin troppo a causa di quella creatura" pensò.
«I-io…
non potevo controllare… quel
mostro… Lui mi ha mentito! Diceva cose strane come: La
guerra è pace, la
libertà è schiavitù e l'ignoranza
è forza. Sento ancora la sua voce dentro di
me ripeterlo» gemette Crilin.
«Sei
un credulone, piccolo mio» sussurrò
il maestro del tempio. Allungò la mano e
accarezzò a fatica la testa del
bambino vicino al letto, nel movimento fece ondeggiare la collana di
grandi
perle rosse che portava al collo.
Crilin,
con le lacrime che scivolavano
lungo le sue gote paffutelle, piagnucolò: «Non
potete morire maestro».
«Gli
uomini muoiono, gli dei permangono»
esalò il maestro. Sorrise a fatica mentre gli occhi gli
divenivano bianchi, il
cuore cessò di battere e la mano ricadde inerte.
Crilin
pensò: "Drago d’oro, questo penso sia il
momento giusto per sapere di preciso in cosa consiste la prova a cui
devi
sottopormi". Il drago gli rispose con una risata telepatica che gli
risuonò in testa.
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Capitolo 37 *** Cap.37 La prova di Crilin ***
Scritta
per #battleshipchallenge di Hurt/Comfort
Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO.
Prompt:
Dragon Ball; 4 - A ha una crisi di nervi tali
da aggredire B, che invece se ne occupa.
Cap.37
La prova di Crilin
Goku
si piegò in avanti e gridò, il suo urlo si
moltiplicò e rimbalzò. Son si vide vomitare
sangue e la sua immagine si
moltiplicò sulla parete come se fosse lo schermo di un
computer che la faceva
vedere sempre più piccolo, si abbatté su di essa
con entrambi i pugni e andò in
frantumi come vetro.
Son
si sentì spezzare a sua volta e cadde
all’indietro, si sentì precipitare nel vuoto e il
suo urlo divenne quello
stridulo di un uccello che viene soffocato da un serpente,
dimenò gambe e piedi
inutilmente. Gli spasmi dei suoi muscoli gli facevano dolore le gambe,
le
braccia e le spalle, persino il collo. Rotolò, la testa gli
girava, vedeva solo
bianco e non riusciva a distinguere niente precisamente, era costretto
a
boccheggiare per ingoiare più aria possibile. Si mise a
gattoni e vomitò, il
liquido per lui brillava di un rosso luminescente.
Udì
dei passi e alzò il capo, la figura era
indistinta: gli occhi neri brillavano in quel bianco accecante. Con un
urlo
disumano si lanciò su di essa, la sua forza saiyan stava
tornando nonostante
fosse ancora umano, ma era resa più furiosa e animalesca
dallo stato di
alterazione in cui si trovava. Gli apparivano decine e decine di figure
che
ridevano di lui sguaiatamente, indicandolo e sibilando parole
impercettibili
anche se di evidente scherno. Al contrario di quella con cui stava
combattendo,
erano fumose e impossibili da raggiungere.
Goku
ruggì selvaggiamente nel momento in cui uno
schizzo di sangue lo raggiunse al viso, era riuscito a raggiungere il
suo
nemico con un colpo e a ferirlo. Parò un calcio diretto al
suo viso, ci fu un
bagliore, ma Son era già accecato e vedeva in modo deforme
perciò non ebbe su
di lui l’effetto sperato. Le ossa del nemico scricchiolavano
sotto i suoi pugni
continui e impietosi, le mani di Son si muovevano così
veloci da sembrare delle
macchie indistinte.
La
creatura superò le sue difese raggiungendolo con un
calcio a piedi uniti al petto, Goku tentò di morderlo
selvaggiamente e riuscì
ad affondare i denti nella carne della sua spalla. Il nemico
urlò di dolore, ma
approfittò del momento per bloccarlo alla parete candida,
incatenandolo con
degli anelli dorati.
Son
cercò di liberarsi, ma il nemico brillava d’oro e
dimenava furiosamente qualcosa. Goku non riusciva a comprendere se
fosse una
serpe o una coda, ma sputò, gli occhi sgranati e
indemoniati. L’altro aveva
iniziato la litania di un incantesimo, Son ululò
selvaggiamente per coprire la
sua voce. Riuscì a riconoscere solo alcune parole:
“… protezione di Vargas…
purificare… drago… anima pura…
sorella…”.
Le
risate degli spettri intorno a loro andarono via
via scemando, finché non scomparvero del tutto. Goku si
sentì spossato e si
abbandonò contro la parete, braccia e gambe gli
formicolavano. L’ambiente si
trasformò in una semplice stanza bianca, in un angolo
c’era una pozza di succhi
gastrici rigurgitati.
Goku
impallidì, riconoscendo Crilin davanti a sé. Il
migliore amico aveva le vesti stracciate, un occhio nero, una ferita
profonda
sanguinante al viso e i segni di un morso profondo alla spalla,
lì la pelle era
violacea e sporca di altro sangue.
«Il
sole adesso ti proteggerà dalla luna, andrà tutto
bene» lo rassicurò Crilin. Lo liberò e
Goku cadde in ginocchio, lo abbracciò
con le lacrime agli occhi. «M-mi dispiace… Io
volevo sconfiggere ‘loro’… Non
vo-volevo…» piagnucolò.
Crilin
lo fece stendere a terra e lo abbracciò,
cullandolo a sé, accarezzandogli la testa e passandogli le
mani tra i capelli
mori. Son si abbandonò a quel movimento e a quelle cure,
continuando a piangere,
le lacrime salate gli finivano in bocca.
«Non
avrei mai permesso ti facessero del male» disse
Crilin, posandogli un bacio amorevole sulla fronte. Era trasformato in
supersaiyan e la sua coda dorata si muoveva dietro di lui.
«Ti proteggerò
sempre, amico mio».
Goku
si strinse con forza a lui, affondandogli la
testa nel petto. Crilin continuò a cullarlo, sussurrandogli:
«Va tutto bene con
voce gentile». Smise di parlare nel momento in cui Son,
esausto, si addormentò
su di lui.
Crilin
lo prese in braccio a fatica, per via delle
proporzioni, sorridendogli. «Ti porto via da qui,
vedrai» promise con voce
inudibile.
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Capitolo 38 *** Cap.38 La mossa vincente ***
Cap.38 La mossa vincente
Vegeta si arrestò dal
camminare e si guardò intorno.
«Quest’aura…»
sussurrò e un sorriso fiorì sulle labbra.
«Son ce l’ha fatta»
mormorò Piccolo, avvertendola a sua volta. Vegeta
incrociò le braccia al petto.
«Kakaroth è tornato» disse soddisfatto.
«Non è ancora il
momento di cantare vittoria» gli ricordò il
namecciano e si mise a correre nella direzione da cui proveniva
l’energia di
Goku. «Siamo ancora nella tana del nemico».
Il re dei saiyan gli corse dietro,
annuendo. «Andiamo a
dargli una mano, probabilmente Selene lo attaccherà a
breve». Piccolo si voltò
e controllò che il saiyan lo seguisse. "Si è
ripreso, ma sono preoccupato.
La magia di questo posto sembra indebolirlo e ne sta passando un
po’ troppe
ultimamente" pensò.
Vegeta socchiuse gli occhi, aveva
un’espressione decisa sul
volto. "Quella dea si è permessa di decidere fin troppo per
noi saiyan. Le
dimostrerò che il mio orgoglio vale cento volte lei, anche
se sono solo una
semidivinità.
La pagherà per aver
privato Kakaroth della sua natura,
derubandomi di un generale e di un caro amico. Le farò
restituire il corpo di
mia madre a qualsiasi costo!" si ripromise.
Piccolo spiccò il volo per
schivare i mostri che gli si
paravano davanti e il re dei saiyan lo seguì levitando a sua
volta con la
supervelocità. Le loro figure divennero due macchie
indistinte e al loro
passaggio spostavano dei banchi d’aria.
***
Kamhara si arrestò e si
guardò intorno con aria confusa. «Elly?» domandò
preoccupata. Iniziò a muoversi intorno, mentre il suo viso
si deformava per
l’ansia. «Elly?! Elly! ELLY» chiamò più forte.
Reghina la guardò con aria
piccata, borbottando: «Prima sei
sparita tu e ora lei. Questo posto non lo sopporto
più». Serrò un pugno e la
sua mano fu ricoperta da un alone di energia. «Ci manca poco
e lo faccio
saltare in aria» minacciò. Notò che
Kamhara aveva serrato gli occhi e si stava
concentrando. «Streghetta?» le domandò
e, avvicinatasi, aggiunse: «Kamy, che
fai?».
La figlia
di Bardack rispose: «Non si è allontanata,
è ancora qui.
Una magia la cela a noi, è come se fosse andata su un altro
piano ancora di
esistenza. Una magia ancora più potente di quella che ci
circonda». Reghina
schioccò rumorosamente la lingua sul palato. «Ci
mancava la magia matrioska»
borbottò.
***
«Kamy!
Reg!»
gridò Elly, guardandosi intorno.
"Questa magia sembrava diversa dalle altre, non un’illusione.
Nonostante
ci abbia separate, non sembra trasudare la stessa aura di magia
negativa.
Meglio non abbassare la guardia, potrebbe essere solo un diverso tipo
di
trucco" rifletté.
Una figura bassina e grassottella
corse fino a lei,
ondeggiando, dimenò le mani e sorrise. «Eccoti,
eccoti!». Il livello di energia che
emanava travolse Elly. La saiyan indietreggiò, stordita e
scosse la testa,
battendo diverse volte gli occhi.
"Sento
una paura atavica crescere dentro di me. Non ho mai provato niente di
simile".
Sutomu le rispose telepaticamente:
"Questo perché di
fronte a te hai il dio degli dei in persona".
Il viso di Elly divenne bluastro e la
ragazza sollevò la
gamba sinistra, rimanendo in piedi su quella destra. Con una smorfia,
alzò
entrambe le braccia e rimase in posa plastica, balbettando: «I-il…
D-di-dio… dio degli dei?»
esalò. Pensando: "…
Ed io che credevo di aver
raggiunto il massimo incontrando il dio della distruzione".
A fatica regolò il respiro e si calmò,
riprendendo una posizione più naturale. «Sembri
solo un bambino…».
Il piccolo sorrise, i suoi grandi
occhi neri fissavano la
ragazza. «In
realtà io non sono veramente qui! Io sono a casa a giocare».
«Giocare?» domandò Elly,
addolcendo
l’espressione. Zeno annuì, la sua pelle blu in
alcuni punti era violetta. «Sì,
sto cancellando dall’esistenza i pianeti rivoltosi». L’espressione
sul viso di
Elly si raggelò e le sue iridi azzurre assunsero sfumature
color ghiaccio. «…Cancellare…
Farai succedere questo anche al nostro mondo?».
Zeno negò con la testa
più grande del suo corpo, ondeggiando
con movimenti buffi. «Per
questo vi ho mandato il mio angelo. Puoi far finire
questa battaglia in un unico scontro definitivo, sarà
divertente».
«Angelo?» domandò Elly.
Alzò lo sguardo e vide
un angelo dai capelli corti, poco più alto di Zeno, avanzare
verso di lei. «Signorina,
se sarà così gentile da ascoltarmi, le
illustrerò la mossa vincente».
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Capitolo 39 *** Cap.39 Selene VS Piccolo ***
Scritto
per: springbreakhurtcomfortbingo di Hurt/Comfort Italia -
Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO.
Prompt:
Attenzione
Cap.39
Selene VS Piccolo
Selene
aveva indossato una lunga veste verde acido e aveva legato
la coda da saiyan alla vita con un nastro di raso di un colore
più scuro. Si
muoveva in modo elegante, i lunghi capelli mori le ondeggiavano dietro
la
schiena, estrasse una lunga lancia di cristallo argenteo, le sue
scarpette a
ballerina erano decorate da ricami d’edera di stoffa.
Piccolo
le stava di fronte, trasformato in Demon King, una corona
sul capo e dei vestiti viola di seta. Si mise in posizione di
combattimento,
stringendo l’elsa di una spada tra le mani.
«Quindi
sei convinto di potermi sconfiggere, sciocco namecciano?»
domandò la dea della luna, il suo corpo emanava della
candida luce argentea.
Piccolo
pensò: "Spero di aver compreso bene ogni passaggio di
quella tecnica" pensò.
«Non posso
crederci! Era proprio il dio degli dei e non mi è piaciuto
per niente» spiegò
Elly. Piccolo le rispose: «Hai detto che è solo un
bambino».
«Tu lo hai
conosciuto?» chiese Elly, passando le sue energie combattive
al ‘sensei’.
Reghina si era messa in un angolo e Kamy stava utilizzando le sue magie
curative su Vegeta, seduto sul pavimento. Gli occhi della strega erano
attenti,
Vegeta sentiva una sensazione di refrigerio invaderlo, la testa
svuotarsi, la
sua figura si rifletteva nelle iridi azzurre di lei.
«Sì,
entrambi» ammise Piccolo. «Entrambi?»
domandò secca la principessa degli
tsufuru.
«Quello
del nostro tempo e quello di un altro futuro che ha distrutto tutta la
sua
realtà corretta e si è «trasferito
qui» spiegò Piccolo. «Ah,
bene…» disse Elly.
«No, neanche
a me piacciono particolarmente, ma non ritengo saggio offenderli.
Inoltre se la
tecnica che mi stai per rivelare può davvero salvare il
mondo, dovremo
ringraziarlo» fece presente il namecciano.
«Smettetela
di fare i piccioncini, voi due» borbottò Vegeta,
rimettendosi in piedi.
Elly e
Junior arrossirono all’unisono, voltandosi in direzioni
opposte, bofonchiando
parole inudibili. Kamhara nascose una risatina dietro la mano.
«Questa
dannata tecnica non mi piace affatto. Tsk,
avrei preferito non averci niente a che fare»
brontolò il re dei saiyan,
incrociando le braccia al petto.
Elly
abbracciò Vegeta che sgranò gli occhi, con aria
confusa.
«Sei un
maledetto idiota, devi fare attenzione! Non fare mai più
patti assurdi» lo
rimproverò. Vegeta addolcì lo sguardo e le
accarezzò la testa, infilando le tra
i morbidi capelli biondi di lei, facendole ondeggiare la lunga treccia.
«La
prossima volta mi occuperò io di te e di Goku se finirete
nei guai, ve lo
prometto» borbottò Elly.
«Umphf, ci conto, mocciosa» borbottò
Vegeta.
Reghina gli rivolse uno sguardo incuriosito e Vegeta arrossì
leggermente.
«Beh, ci
penso io a curarvi in caso» propose Kamhara, osservando la
pelle del sovrano
completamente rigenerata.
Piccolo
partì all’attacco urlando, schivò la
punta aguzza della
lancia avversaria e la sua arma vi si scontrò, dando vita a
delle scintille.
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Capitolo 40 *** Cap.40 La spada della fenice ***
Cap.40 La spada della fenice
La lama di Piccolo roteava
rapidamente, emanava un’energia
pulsante nero-blu che spazzava via i fumi ipnotici dell’edera
pallida e
luminescente che cresceva tutt’intorno a loro.
Non potrai sconfiggermi con le tue
allucinazioni, mi
dispiace. La mia mente non sarà un’altra tua
vittima! Pagherai per tutto quello
che hai fatto soffrire al mio piccolo Gohan pensò il
namecciano.
La lunga lancia di cristallo argenteo
riuscì a ferirlo
superficialmente diverse volte, strappandogli anche i vestiti, ma non a
trapassarlo.
Piccolo balzò, evitando
una spazzata dell’avversaria. "Ancora
non riesco a credere a quello che è successo, si vede che
gli dei fanno riferimenti
a poteri che ancora non conosciamo abbastanza".
Vegeta si
arcuò
all’indietro e i suoi occhi divennero bianchi.
Piccolo
pensò: Ha
ragione lui. Non vorrei dovermi prestare a queste sciocchezze
pseudo-magiche e
molto strane. Però quella pazza deve pagarla per tutto il
male che ha fatto
patire a Goku
Questa cosa
è
dannatamente peggio delle fusion ringhiò, arrossendo. Un
portale di fiamme
blu-nere si era aperto sul ventre di Vegeta, illuminando
tutt’intorno, piume di
fuoco volavano tutt’intorno.
Il
namecciano infilò
il braccio al suo interno e sentì sotto le dita
l’elsa di una spada, la
estrasse, sollevandola sopra la propria testa.
Vegeta si
abbandonò
incosciente, il portale scomparve. Piccolo
gl’impedì di cadere a terra,
afferrandolo con l’altro braccio, passandoglielo dietro la
schiena.
Piccolo riuscì a ferire il
braccio dell’avversaria,
strappandole anche una parte della manica. La stoffa si
trasformò in farfalle
verde acide che scomparvero, dense gocce di sangue caddero a terra.
«Maledetto!
Me la pagherai!» urlò la saiyan, intensificando la
potenza dei colpi. La sua lancia si spezzò, andando in mille
pezzi.
Piccolo conficcò la lama
della spada nel pendente della
regina Sarah, gridando: “«Io,
Demon King, guidato da Zeno-sama ti purifico! Che tu
possa tornare ad essere una dea benigna per il tuo popolo, Selene!».
Il medaglione brillò e la regina urlò,
indietreggiando, cadde in ginocchio e le
iridi dei suoi occhi passarono dal color pece all’ambra. Le
vesti si ritirarono
e da verdi si tinsero di blu, trasformandosi in una battle-suit, il
tessuto di
raso che le stringeva la coda si sciolse, liberandola.
Il grido di Selene
continuò a risuonare, mentre il palazzo
intorno a loro svaniva. Le foglie dell’edera lunare
appassirono e il bagliore
si spense.
Piccolo cadde in ginocchio, il sudore
colava copioso dal suo
viso.
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Capitolo 41 *** Cap.41 Ritorno alla normalità ***
Prompt di Piume d’Ottone:
27. Delirio.
Ritorno alla normalità
Chichi si mise a correre verso il
marito, lo raggiunse in
lacrime e lo abbracciò, singhiozzò affondando il
capo nel suo petto muscoloso.
Goku arrossì, grattandosi il capo con una mano. La
rassicurò dicendo: «Su, su,
Chichi. Sto bene», le accarezzò la guancia umida
di lacrima.
Crilin, che lo stava sostenendo, lo
lasciò e indietreggiò.
Goku avvolse a sua volte la moglie
tra le braccia. «Sono
così felice che sei tornato quello di prima»
sussurrò Chichi. «È tornato
teppista, mamma» la punzecchiò Goten.
Gohan si pulì gli occhiali
sulla camicia, con aria stanca.
"Non potremo mai fargli abbastanza le nostre scuse" pensò.
Videl lo abbracciò
e gli posò un bacio sulla guancia.
Mirai Trunks recuperò May
da terra e la porse al padre, la
piccola sorrise al genitore e Goku la prese in braccio. Mirai
pensò: "Io
sono stato completamente inutile in tutto questo. Però quel
viaggio in quel luogo
divino mi ha fatto scoprire qualcosa di me stesso".
May asciugò il viso della
madre con un fazzoletto,
sorridendole, rimanendo poggiata contro il padre. «Non
scappare più» le disse
Chichi, posandole un bacio sui capelli mori.
Goku si guardò intorno.
"Ora che l’incanto è rotto non
vedo più estranei o persone ostili. Ci sono solo i miei
amici e la mia
famiglia. Troppo a lungo non li ho visti come tali" pensò.
Vetrunks
cullava il piccolo Goshin contro il petto.
«Vetrunks, resta con noi.
Gli dei ci hanno avvertito che la
vera minaccia deve ancora svelarsi» disse Elly. Vegeta fece
una smorfia,
pensando: "Sicuramente parlano di Lourth".
Goku diede una pacca sulla spalla di
Crilin, dicendogli:
«Non ce l’avrei fatta senza di te, amico
mio». Vide Tenshinhan e Yamcha
andargli incontro. «Non vedo l’ora di avere un bel
combattimento serio! Questa
volta sono rimasto in panchina fin troppo a lungo. Urca, voglio
divertirmi»
disse, facendo degli esercizi col collo e con le spalle.
"Sono tornato alla vita. Finalmente
il delirio è
finito. La mia famiglia è con me. Sarà difficile,
ma ricomincerò" pensò
Goku. Il drago gli rispose: "Come fai ancora a fidarti dei terrestri
dopo
quello che è successo?". Goku ribatté
telepaticamente: "Può anche
sembrarti di non ricevere rispetto a quanto dai, ma questa storia mi ha
insegnato che la vera amicizia esiste. Non cambierò
‘mai’, per nessuno, neanche
per te, drago".
Kamhara scoppiò a piangere
commossa a vedere il sorriso del
fratello. Reghina fece una smorfia schifata e le diede qualche pacca
sulla
spalla, Elly le avvolse entrambe in un abbraccio affettuoso.
«Kakaroth, ora che sei
tornato il solito, voglio sfidarti al
più presto! Non rimarrai il numero uno per sempre»
lo sfidò Vegeta e Goku
scoppiò a ridere.
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