Storie Brevi di Chi Resta

di BellaLuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Terra Bruciata ***
Capitolo 2: *** Fumo negli Occhi ***
Capitolo 3: *** Pesce Rosso ***
Capitolo 4: *** Umana Imperfezione ***
Capitolo 5: *** Luci a Primavera ***



Capitolo 1
*** Terra Bruciata ***


Terra Bruciata

§

#1Crack: Johanna/Gale
 

 

“È solo una questione di sesso.”
Johanna lo mette in chiaro sin da subito, troncando alla radice ogni possibilità di fraintendimento o di sentimentalismo inutile e poco gradito.
Gale la fissa con i suoi occhi di cenere, con i suoi occhi vuoti che dalla fine della ribellione sembrano non riuscire a vedere nient’altro, se non ragazzine dalle trecce bionde che saltano per aria.
(Boom. Boom. Boom.)
Non dice niente e la spoglia nel buio, la scopa nell’oscurità più totale di uno dei tanti appartamenti abbandonati di Capitol City, scavando dentro di lei come una volta aveva fatto dentro le cave di carbone del suo distretto ormai disintegrato.
(Boom. Boom. Boom.)
 
***
 
È un ragazzo dalle spalle larghe e di poche parole, Gale, ed è per questo che Johanna lo ha scelto – e non perché, dopo il cessate il fuoco, anche Gale sente di aver perso ogni ragione di esistere, di essere stato svuotato e derubato di qualsiasi ruolo in cui potersi calare ancora una volta a giocare; non perché, come lei, anche lui è solo come un cane, e vaga fra morti e ricordi, spezzato dentro come il paese in cui vivono e in cui sono costretti a ricominciare da capo.
Johanna non sa, invece, cosa lui veda in lei, - non ha nulla da spartire con Katniss Everdeen, se non una vanagloriosa corona d’alloro che un vecchio squallido e manipolatore una volta le aveva calcato sulla sua testa di ragazzina omicida -, e comunque, anche se qualcosa c’è, Johanna preferisce non saperlo, preferisce ripetersi ad alta voce che non le importi.
In fondo, sono entrambi due vagabondi, lei e Gale, che non hanno più una casa a cui appartenere e in cui poter tornare a guerra finita né, tantomeno, nulla da perdere. Due anime in pena che cercano riposo in uno schifo di mondo che è ancora in rovina. Perciò, fanculo, no?
“Non innamorarti di me, ragazzo bomba.”
“D’accordo.”
Nel buio, Gale riesce a contare le lentiggini che ha sul naso baciandole una a una con le sue labbra ruvide, e le racconta di un posto segreto, in mezzo ai boschi, in cui, se vogliono, un giorno potranno incontrarsi; un posto in cui non esistono uomini-serpenti fatti di neve che ti smontano pezzo dopo pezzo come un giocattolo rotto e difettoso fino a farti desiderare la morte, né palloncini che piovono giù dal cielo facendo esplodere in aria paperelle e bambini dai volti sconosciuti e agonizzanti.
Non stringe promesse da molto tempo Johanna, - non puoi fare promesse a nessuno quando sei nell’Arena -, perciò fa finta di pensarci, si gira fra le lenzuola di seta del letto che condividono clandestinamente, e cerca di colmare il vuoto che sente dentro attirando a sé il suo corpo da maschio e respirando il suo odore acre di sesso e terra bruciata, la stessa che entrambi hanno disseminato intorno a loro.
“Quando?” gli chiede, prima che il sonno e il languore la trascinino nell’oblio tanto agognato.
“A mezzanotte.”
 



 
FINE#1
 
 




N/A: Sebbene io sia da sempre una grande fan di Hunger Games, questa è la prima volta che mi arrischio a pubblicare qualcosa in questo fandom, perciò abbiate tutti un po' di compassione per me! ^-^”
L’idea di questa raccolta è nata grazie alla Challenge delle Sei Coppie ideata da Lady.Palma sul Forum di EFP, la quale prevede la stesura di sei storie, ognuna delle quali incentrata su sei coppie diverse di un unico fandom (Crack, Het, Slash/FemSlash, Canon, OTP e NOTP).
Per me si tratta di una vera e propria sfida perché, per chi ha già letto le mie storie, sa che normalmente tento a fare one-shot lunghissime in cui mi perdo fra infiniti flashback, parentesi e digressioni varie ed eventuali.
All’interno di questa raccolta voglio invece concentrarmi esclusivamente sulle Flash (questa qui conta 497 parole esatte, escluso titolo e sottotitolo), per sperimentare uno stile di scrittura più conciso e diretto.
Sulla Johanna/Gale non ho nulla d’aggiungere, se non che è stata la prima coppia crack, come dire, “sensata” che mi è subito venuta in mente! ^-^”
Spero vivamente che questo primo capitolo vi sia piaciuto e di poter ricevere presto le vostre opinioni positive o, ahimè, negative che siano al riguardo.
Alla prossima,
BellaLuna

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Capitolo 2
*** Fumo negli Occhi ***


Fumo negli Occhi

§

#2NOTP: Katniss/Gale
 
 



I baci di Gale hanno il sapore amaro della cenere.
Katniss si ritrova di nascosto ad assecondare i movimenti delle sue mani, delle sue labbra, e intanto chiude gli occhi e pensa a Rue, a Cato, a tutti gli altri ragazzini che come lei sono scesi nell’Arena e che a differenza sua e del ragazzo del pane non sono riusciti a tornare a casa.
Con i suoi baci impetuosi, Gale sembra volerle leccare via di dosso ogni ferita, ogni dolore, ogni colpa e, forse, pure l’odore e il sapore delle labbra di Peeta.
Non sa, Gale, che è per disperazione e non per amore che si aggrappa al suo abbraccio, che asseconda le sue carezze, perchè non può permettersi di crollare e di trasformarsi così nel guscio senz’anima che Haymitch le ha predetto che diventerà.

***

I baci di Gale hanno il sapore amaro della cenere, e non è la prima volta che Katniss si accorge che, quando la guarda, non è lei che vede, - la ragazzina schiva e taciturna con cui è cresciuto cacciando nei boschi-, ma il simbolo della rivoluzione che tanto ha atteso, che tanto ha bramato, in tutti quegli anni di indicibile miseria e nei mesi in cui è stato costretto a scendere dentro le viscere della terra, covando in silenzio il suo disprezzo.
Gale la guarda e non vede altro che una ragazza in fiamme, ed è lei che i suoi occhi invocano, affinchè abbia il coraggio di alimentare la scintilla di ribellione che ha scatenato, ignorando intanto non soltanto il tremito di paura che la percuote al solo pensiero, ma anche la gabbia di incubi e rimorsi all'interno della quale la sua coscienza e la sua mente rimarranno per sempre prigioniere.
Non sa, Gale, che la guerra che cerca non è altro che l’illusione galvanizzata di un bambino, non è che fumo nei suoi occhi grigi e stanchi; un sentiero fatale lastricato di morte, sangue e rose bianche, che Snow le ha già crudelmente mostrato.
E quando le chiede se lo ama, Katniss ingoia una risata che ha lo stesso sapore amaro dei suoi baci, perché la verità è che la giovane impavida di cui Gale crede di essere innamorato non esiste, la verità è che Katniss Everdeen, – la nuova eroina di Capitol City i cui abiti prendono fuoco ogni qual volta si cimenta in qualche goffa piroetta –, non è una ribelle, ma solo un altro giocattolo nelle mani di Snow, una bambola di pezza a cui Peeta ha dipinto un sorriso innamorato e Cinna un paio di ali pur di aiutarla a sopravvivere.
Non sa, Gale, che la ragazza che dice di amare, - e che un tempo lo ha amato -, è morta insieme a tutti gli altri tributi in quell’Arena, e che la Katniss che è tornata mano nella mano con il ragazzo del pane, è solo lo spettro della ragazzina che era stata una volta.
Solo l’ombra infelice e assopita di una ghiandaia imitatrice.
 
 


FINE#2
 
 


 
N/A: Modificando di poco il testo sono alle fine riuscita a rientrare nelle 498 parole. Spero che anche questa versione vi piaccia!
Per quanto riguarda la Gale/Katniss, non è una di quelle NOTP per cui mi strapperei i capelli dalla testa, semplicemente, l’ho scelta per esclusione, essendo io sempre stata Team Peeta ^-^”, ma non ho nulla contro questa coppia, e posso anche comprendere chi continua a shipparli. I gusti sono gusti, in fondo, e ciò che, come autrice, mi premeva di più era riuscire a rendere i personaggi quanto più IC possibile, facendo particolare attenzione al contesto cronologico in cui questi eventi sono ambientati, cioè all’inizio del secondo libro/film: La Ragazza di Fuoco.
Spero che anche questa flash vi sia piaciuta e di poter leggere tramite recensione i vostri pensieri a riguardo! ^-^
Alla prossima,
BellaLuna

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Capitolo 3
*** Pesce Rosso ***


Pesce Rosso

§

#3Canon: Finnick/Annie
 
 


“Amore mio,
il mio cuore è tuo per l’eternità.
E se...se morirò in quell’arena...
l’ultimo pensiero sarà per le tue labbra.”
 

***
 
Pesce rosso.
Finnick non sa perché gli venga in mente proprio in quel momento, ma ricorda bene che quello era il soprannome un po’ cattivo che alcuni ragazzini del Distretto 4 avevano affibbiato ad Annie quand’era ancora una bambina.
Pesce rosso: lo avevano scelto per via dei suoi capelli ramati che ricordavano le sfumature delle sue scaglie, ma anche perché, sin da quando era piccola, sembrava che in certi momenti Annie si alienasse totalmente dal mondo reale e si perdesse a osservare distrattamente il cielo, il mare e persino le persone che le erano intorno, con la tenera boccuccia tenuta socchiusa in una buffa espressione di muta sorpresa – e chissà già da allora che cos’era che vedevano i suoi occhi... quali erano i mondi dentro cui si rifugiava all’interno della sua mente; quali le isole, i mari, le avventure che sognava di vivere, se solo fosse nata con la coda di pesce anziché con due gambe e prigioniera dentro l’acquario in cui Capitol City l’aveva rinchiusa.
Ed è così che Finnick la ricorda a un sospiro di fiato dalla fine: Annie con perline colorate intrecciate fra i capelli e collane di conchiglie intorno al collo niveo; Annie che piroetta al tramonto sulla battigia a piedi nudi e braccia spalancate come se volesse spiccare il volo insieme ai gabbiani; Annie che gli fa la linguaccia e gli tira pugni sulle braccia e gli dice: “Sei proprio brutto, Finnick Odair!”
Annie. Annie. Annie.
Finnick chiude gli occhi e sente il sapore del sale sulle labbra: sono lacrime – le sue.
Ma ad occhi chiusi, mentre cade fra le braccia della morte e trattiene il fiato come se fosse immerso nelle acque limpide e azzurrissime del mare del suo distretto, Finnick finge che sia il tocco delicato delle labbra salmastre della sua Annie, del suo pesce rosso. Finge che sia l’ultimo bacio del suo amore.
Il bacio che una volta le ha promesso e con cui le dice addio.
 
 


 
FINE#3
 
 



N/A: Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna. Piccola e struggente, questa flashfic è il mio umilissimo omaggio a quell’incredibile personaggio che è Finnick Odair e al suo fragile e dolce amore, Annie Cresta.
La frase in corsivo che ho scritto all’inizio è una citazione del film “La ragazza di fuoco”, l’ultimo saluto che Finnick lascia ad Annie durante la sua intervista per l’edizione della memoria. Ed è da quel saluto che la mia storia è nata, dalla tenera dichiarazione che Finnick fa ad Annie prima di andare via.
In totale sono 348 parole, ma non me la sono sentita di aggiungerne altre, perché credo che queste 348 parole esprimano quello che penso sia stato l’ultimo addio di Finnick.
Spero che vi sia piaciuta e che mi farete sapere le vostre opinioni positive o negative a riguardo! :)
Alla prossima,
BellaLuna

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Capitolo 4
*** Umana Imperfezione ***


Umana Imperfezione

§

#4Het: Effie/Haymitch
 
 
 
 

La prima volta che finisce a letto con Haymitch avviene per sbaglio, è un gioco, si dice.
Sono entrambi ebbri di vino e di gloria, dopo la clamorosa e inaspettata vittoria dei loro protetti, e così, nell’attico del palazzo dei tributi, Effie si ritrova a bere vino rosso seduta sulle ginocchia di Haymitch, mentre entrambi ridono senza neanche più ricordarsi il motivo.
Il tono di Haymitch è cinico e provocatorio come sempre, le dice “Adesso Snow ha altri due assassini di bambini al suo servizio! Brindiamo!”, ma Effie scaccia via quelle parole ridicole con un gesto della mano e poi, dal nulla, decide di tappare quella bocca insolente con un bacio.
Chissà cosa si era aspettata, forse niente, forse era stato solo il vino ad aver acceso una scintilla che non aveva ragione di esistere, né altro se non l’alcool stesso di quella sera ad alimentarla.
Ma poi Haymitch aveva contraccambiato il suo bacio, - irruento, egoista e prepotente come sempre-, e non c’era stata alcuna dolcezza nel suo tocco, nessuna gentilezza: le aveva strappato di dosso i vestiti e le aveva aperto le gambe lì, sul divano dove stavano allegramente festeggiando.
Le era venuto dentro con un gemito che sembrava il ringhio di un animale tenuto in gabbia per troppo tempo, ed Effie ricorda ancora perfettamente il modo in cui aveva affondato le unghie nella sua schiena, urlando in estasi il suo nome.
Dopo che entrambi si erano ricomposti, non avevano avuto problemi a dirsi in faccia che era stato un errore, che erano ubriachi e che di certo, il fattaccio, non si sarebbe più ripetuto.
Effie però non ricorda, adesso, se l’avesse detto per lo shock, oppure perché aveva paura che il suo peccato potesse giungere dinanzi alla corte impietosa di Snow.
 
***

L’ultima volta che fanno l’amore, è prima della caduta di Capitol, dentro uno stanzino asettico del Distretto 13.
Effie è un fiore esotico che lontano dalla sua serra ha iniziato a perdere tutti i suoi colori, Haymitch è una delle fiere infernali che stanno dando il suo mondo alle fiamme.
Eppure, nonostante tutto, Effie non può fare a meno di ammirarlo, di ammirarli: ammira il loro coraggio e il loro ardore, e ora che ogni gioco è stato smascherato, Effie non può fare a meno di ammirare anche tutta la loro umanità. Quella che i cittadini di Capitol, come lei, per tanto tempo avevano preferito seppellire sotto abbigliamenti stravaganti e tanto sfarzo da bruciare gli occhi.
“Pensi che io sia un mostro?” chiede a Haymitch, stretta contro il suo corpo nudo e bollente, sotto lenzuola ruvide che puzzano di aria stantia.
Haymitch la bacia sulla bocca, mordendole le labbra e strappandole un gemito, prima di sussurrale un “no” stranamente sincero, stranamente vulnerabile.
Continua ad accarezzarle la curva dei fianchi, lentamente, come se volesse cullarla, e poi le chiede: “E tu, dolcezza? Pensi forse che io sia un mostro?”
Effie si tira su con il busto e appoggia entrambe le braccia sul suo petto, per una volta lascia che lui la veda per quella che è davvero, senza fronzoli a ornarla o trucchi a nascondere l’imperfezione del suo viso.
“Vedi, Haymitch...”, gli dice, impastando la voce con la stessa buona dose di provocazione che lui le ha sempre rivolto, “il vero problema è che non l’ho mai pensato. Ma resti un gran maleducato, comunque.
 



FINE#4
 
 


N/A: Ho sforato di brutto! >_< Perdonatemi, ho continuato a limare e a limare ma non sono proprio riuscita a rientrare nelle 499 parole, perciò vi chiedo di prendere come buona questa flash-fic molto allungata che conta ben 550 parole ^-^”
Stavolta i protagonisti sono Haymitch ed Effie, e i due missing moments da me raccontati sono ambientati: il primo, poco dopo la vittoria di Katniss e Peeta ai 74° Hunger Games, mentre il secondo durante il Canto della Rivolta Parte 2 (e in questo caso intendo proprio la pellicola cinematografica).
So che è veramente molto, ma molto improbabile che Effie e Haymitch potessero mettersi a fare cose nell’attico, (così come è molto improbabile che Haymitch si faccia sfuggire certi commenti ad alta voce), perché chissà quanto ogni stanza è perennemente controllata da Snow, perciò diciamo che questa è una mia semplicissima licenza poetica xD
Il mio amore verso questa improbabile coppia è nata solo grazie ai mitici Elizabeth Banks e Woody Harrelson, che nei film interpretano rispettivamente Effie e Haymitch e che sono diventati i leader di questa simpaticissima ship <3
Per il resto, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e di poter leggere qualche vostra opinione al riguardo!
Alla prossima,
BellaLuna

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Capitolo 5
*** Luci a Primavera ***


Luci a Primavera
 
§
 
#5OTP: Katniss/Peeta
 
 

Sotto la finestra della sua stanza, Peeta è tornato a piantare gemme di primule.
Katniss non sa come possa essere possibile che, dopo tutto quello che hanno subito, –  al buio, braccati dentro un’arena di mostri e di incubi –  Peeta riesca ancora a guardarla e a sorriderle e a tirar fuori dal suo cuore boccioli gentili, quando tutto ciò che Katniss sente crescerle dentro è edera velenosa dalla radice corrotta.
Ed è Peeta quello che è stato manipolato dentro un laboratorio di scienziati folli e non lei, è Peeta quello che dovrebbe vedere il mondo filtrato di odio e di grigio, invece, come il dente di leone di tanto tempo fa, è sempre Peeta a restituirle la speranza.
Seduta in un selciato inaridito dal ghiaccio, in mezzo al nulla che un tempo era il Distretto 12, Katniss pensa a Prim, alla sorella che ha amato e che ha perduto, e a Gale, che era stato il suo unico amico e il suo rifugio sicuro per tanto tempo, prima che la guerra finisse per spaccarli a metà e renderli estranei. Ripensa a tutto ciò che era prima degli Hunger Games, e a tutto ciò che di quella ragazza è rimasto adesso.
Forse niente: c’è ancora tanta cenere arida dentro il suo cuore, e c’è ancora un campo di fiori dove nessuna bambina dalle trecce bionde correrà più, intrecciando margherite per farne coroncine fra i capelli.
La notte, il tocco delicato delle dita di Peeta lenisce quei vuoti dentro di sé, la nebbia si dilata, le urla diventano ricordi di risa, il sapore della cenere pasta da zucchero con cui Peeta ha decorato l’ultima torta di compleanno di una bambina un tempo chiamata Primrose.
Ci sono cose a cui Katniss cerca di aggrapparsi, e ognuna di quelle cose le viene sempre suggerita dalla gentilezza di un ragazzo che non merita – ma che ama, ora lo sa, ora lo sente dentro, nell’anima straziata che le resta, quella luce che filtra e che riscalda e che spazza via l’inverno per far tornare la primavera.
È Peeta, è sempre stato Peeta.
Primule sotto la sua finestra, un tocco gentile al mattino e alla sera, una torta di compleanno con fiori di pasta di zucchero che formano il suo nome.
Peeta l’aiuta a rimettere insieme i pezzi, e Katniss sogna un mondo in cui non si è mai riempita la bocca di false promesse d’amore – sogna un mondo in cui, volente o no, non è mai riuscita a ferirlo.
Sogna un mondo in cui nessuna tempesta di neve si è mai infiltrata nei loro cuori, e sull’altare della libertà non sono stati costretti a sacrificare nulla.
Primule sotto la finestra, torte di pasta di zucchero, il tocco e i sorrisi gentili di Peeta.
Come la pioggia, il tempo lava via tutto: il fango scivola via insieme all’odore dei corpi, il vento spazza via la cenere, l’inverno ritira le sue dita di gelo, ed ecco, è di nuovo primavera.
“Tu mi ami. Vero o falso?”
La neve nel suo cuore spaventato si è ormai sciolta, e tutto ciò che Katniss sente crescerle dentro adesso sono immensi campi di dente di leone.
“Vero.”
 




FINE#5
 
 



N/A: quando ho iniziato questa raccolta, mi ero ripromessa di postare la storia basata sulla mia OTP in chiusura. Infatti, come avrete notato – spero – il titolo si ispira proprio a questa flash, a questi sprazzi di piccoli ricordi di storie di Katniss, che lei ci lascia intravedere a guerra finita.
Purtroppo però, l’ispirazione non è stata molto dalla mia parte in questo periodo, e visto che non ho ancora la più pallida idea su quale coppia Non-Het dovrò scrivere, (dal momento che in Hunger Games, correggetemi se sbaglio, ma di canonica non ce n’è nessuna), ho deciso di postare comunque questa piccola flash-fic allungata (524 parole), ambientata poco prima dell’Epilogo sia del film che dell’ultimo libro Il Canto della Rivolta, nella speranza che possa piacervi. Ho sempre un gran timore nel postare fanfiction sulle mie OTP, perché ho sempre paura di non riuscire a rendere loro la giustizia che meritano, perciò, se avete qualche parolina di conforto da offrirmi, o anche qualche severo consiglio, non esitate a lasciarmi un segno del vostro passaggio con un commento! <3
Alla prossima e ultima flash cari lettori,
BellaLuna

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