Un senso di te

di Chiharu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


UN SENSO DI TE
CAPITOLO 1

“Non ti permetterò di ferire ancora Naruto-kun!”
Una voce – che lui ricordava sempre così gentile –  diffuse il suo grido nell’aria. Era sicura. Lui sgranò gli occhi per la sorpresa e si voltò a guardarla: non c’era paura nei suoi occhi chiari, non c’erano dubbi. Era determinata, era forte, era bella così. Gli sembrò quasi di vederla per la prima volta.
“Perché sei venuta? Non sei in grado di affrontarlo…” Si affrettò a dire nel tentativo di convincerla ad allontanarsi dal campo di battaglia.
“Lo so!”  Lo interruppe lei. Fissava Pain negli occhi con una risolutezza disarmante, finché dopo poco Hinata sembrò trasformarsi in un fiume in piena, senza più riuscire a trattenere i suoi sentimenti.
“Non facevo altro che piangere e arrendermi subito, ma tu mi hai aiutato a scegliere la retta via. Volevo diventare come te. Avrei voluto starti accanto in ogni momento, sempre. Naruto-kun, tu mi hai cambiata! Il tuo sorriso mi ha salvata. Ecco perché per proteggerti, non ho paura di morire.”
La ragazza si fermò per qualche istante. Naruto la fissava dal basso, con gli arti bloccati al suolo dai ferri infusi del chakra di Pain, incapace di muoversi. Dopo qualche istante vide le sue labbra incresparsi in un sorriso e riprese a parlare.
“E questo perché…io ti amo.”
A quel punto Hinata assunse la sua classica posizione da combattimento. Fissava Pain negli occhi  e senza battere ciglio ruotò sulla sua gamba destra e sferrò un calcio ad uno dei ferri che imprigionavano il biondo.
Il volto di Pain fu invaso dalla sorpresa e con un semplice movimento della mano scaraventò la corvina lontana da Naruto ripetutamente, incurante delle sue ferite. Hinata non si arrendeva, continuava imperterrita a rialzarsi. Era ormai ricoperta di sangue e ferite quando si trascinò dolorante in direzione di Naruto che la guardava sempre più sbigottito, implorandola di non avvicinarsi.
“Perché mi affronti pur sapendo che morirai?”  Pain la osservava indifferente mentre la ragazza si apprestava ad estrarre il ferro che bloccava le mani di Naruto. Teneva le mani strette, cercando di estrarlo con la forza che le rimaneva.
“Io non mi rimangio la parola data… perché è il mio nindo!” Disse sorridendo a Naruto che la fissò stupefatto. A quel punto il leader dell’Akatsuki la scaraventò nuovamente a terra trafiggendola con uno dei suoi ferri.
Tutto nel profondo dell’animo di Naruto urlava, la rabbia cresceva, era così forte che si impossessò del suo intero corpo fino a fargli perdere coscienza…
La Volpe si era risvegliata.
*
Il biondo si svegliò di scatto. La fronte imperlata di sudore, la gola secca. Si stropicciò gli occhi e si guardò meglio intorno. Era nel suo piccolo appartamento, era mattina inoltrata. Il sole filtrava i suoi caldi raggi dalla finestra per accarezzargli il volto. Naruto sospirò.

“Ma che diavolo..” Pensò tra sé e sé. Sentiva ancora la rabbia di quel giorno. Non capiva perché il suo inconscio lo avesse riportato all’attacco di Pain, alla devastazione che distrusse così tante vite, al giorno in cui divenne l’eroe della Foglia. Il volto di Hinata prese forma nella sua mente. Ricordava perfettamente la determinazione nei suoi occhi e il sorriso che le incorniciava perfettamente il viso. Ricordava la sua confessione. Si sentì turbato. Non le aveva mai dato una risposta.  Aveva sempre provato affetto per Hinata. Ricordava il giorno in cui si erano conosciuti: era sempre stata così taciturna, insicura ed arrossiva continuamente in sua presenza. Inizialmente l’aveva etichettata come una ragazzina strana e fragile. Poi, però, si dovette ricredere durante lo scontro con Neji. Sorrise a quel pensiero. La vide trasformarsi per la prima volta. Incredibile quanto fosse diventata forte e ferma nelle sue decisioni, ammirava il suo coraggio.

Naruto decise finalmente di mettere i piedi fuori dal letto. Si vestì in fretta ed uscì di casa. Iniziò a passeggiare per il villaggio, guardandosi intorno. Sorrideva. Finalmente regnava la pace. Non vedeva più i volti corrucciati e apprensivi dei tempi della guerra. Spensieratezza e allegria aleggiavano nell’aria. Pensò al maestro Jiraya. Fissò il cielo e sorrise ancora. Ce l’aveva fatta, aveva realizzato il suo sogno.

“Naruto!” Si sentì improvvisamente chiamare da una voce di donna che conosceva molto bene. Era arrivato inconsciamente da Ichiraku e lì si voltò in direzione della ragazza dagli occhi verdi che lo salutava energicamente. Le fece uno dei suoi grandi sorrisi e la salutò “Buongiorno Sakura-chan!”

“Buongiorno? Ma sai che ore sono? Sei sempre il solito zuccone, non fai altro che dormire e mangiare!”

“Perché sei sempre così dura con me Sakura-chan?” Sospirò il ragazzo.

Sakura rise brevemente e gli fece posto accanto a lei “Avanti, siediti e pranza con noi!”

Fu in quel momento che Naruto si accorse della presenza di un’altra ragazza al fianco di Sakura. Era seduta composta, con le mani incrociate sulle gambe, lo sguardo basso e i suoi lunghi capelli corvini che le nascondevano il viso. Gli rivolse un’occhiata fugace e  biascicò un timido “Buongiorno Naruto-kun”.
Le sorrise istintivamente e prese posto accanto a lei “Buongiorno Hinata!” esclamò a gran voce.

La giovane Hyuuga lo osservava di sottecchi mentre si torturava le mani e arrossiva leggermente. Si detestava per la sua maledetta timidezza. Avrebbe voluto essere come Sakura, più spigliata. Non ci sapeva proprio fare in questo genere di situazioni. Il ragazzo che amava fin da bambina era accanto a lei, sorrideva beato mentre ordinava il suo solito ramen e sembrava la persona più felice del mondo. Amava questo suo lato così positivo. Naruto era come un sole. Era capace di sciogliere il ghiaccio nel cuore delle persone e di scaldarla nel profondo con la sua genuinità. Quanto amava i suoi grandi sorrisi così pieni di vita. Spesso si ritrovava a pensare che il destino era stato davvero duro con lui. Aveva presto conosciuto sofferenza, solitudine ed odio. Era cresciuto nell’indifferenza e nel sospetto del prossimo, ma nonostante questo non si era mai dato per vinto. Aveva sempre avuto la forza di stringere i denti e rialzarsi dopo ogni caduta. La ragazza sorrise lievemente a questo pensiero. Grazie a lui, al suo esempio, alla sua forza d’animo era riuscita a migliorare, a credere finalmente in se stessa.

“Oh? Hinata non mangi?” Le chiese improvvisamente il biondo interrompendo i suoi pensieri.

“Eh? Oh, s-sì, c-certo!” Arrossì visibilmente e tentò disperatamente di nascondere il viso nella sua ciotola di ramen, affrettandosi a mangiare.

Sakura li osservava e sorrise fra sé. Trovava molto carino questo lato così timido di Hinata che pendeva sempre dalle labbra di quell’idiota di Naruto. Sperava che lei potesse coronare il suo sogno d’amore, se lo meritava. Mentre faceva questi pensieri, improvvisamente, si adombrò. Naruto si voltò verso di lei e notò il barlume di tristezza che ogni tanto spegneva quei suoi occhi color smeraldo. Sospirò e pensò “Sasuke! Ma quando si deciderà a tornare?” cercò di distrarre la sua amica, trangugiando rumorosamente il suo ramen, mentre la guardava di sbieco. La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e guardò male il biondino.

“Sei peggio di un bambino, Naruto! Ormai hai 20 anni, è giunta l’ora di crescere, smettila di sporcarti come un bambino dell’asilo!” La ragazza sospirò e poi scoppiò in una leggere risata, aggiungendo “Sei sempre la solita testa vuota!”

Naruto rise a sua volta “Ecco la Sakura-chan che mi piace, sorridi!”

Hinata li osservava e sentì una morsa stringerle il cuore. Era a conoscenza dei sentimenti che legavano il giovane ninja alla sua compagna di squadra. A volte invidiava Sakura e il legame che li univa. Avrebbe voluto avvicinarsi di più a lui ma la sua insicurezza glielo impediva. Temeva di non poter reggere il confronto. I suoi occhi divennero tristi.

“Hinata, non appena finisci possiamo incamminarci.” Sakura si rivolse alla giovane Hyuuga con un sorriso. Le due ragazze avevano approfondito di più il loro legame negli anni successivi alla guerra. Spesso si ritrovavano a sbrigare commissioni insieme. Hinata annuì e si affrettò ad ultimare il suo pasto.

“Mhm? Dove andate?” Chiese Naruto con ancora la bocca mezza piena.

“Hinata si è offerta di aiutarmi con alcune commissioni… Cose da ragazze!” Rispose lei.

“Oh, ma se ti serve una mano posso tranquillamente aiutarti io, Sakura-chan! Sai che mi fa piacere, su.” Disse lui ammiccando. Era sempre ben contento di passare del tempo con la rosa, soprattutto ora che Sasuke era impegnato col suo cammino di espiazione.

“Non dire sciocchezze, non puoi mica starmi appiccicato tutto il giorno!” Sakura notò l’occhiata triste di Hinata e si affrettò a tirare un pugno all’amico facendolo quasi strozzare col suo boccone. Sperava che quello stupido si decidesse ad aprire gli occhi una volta per tutte.

“Sei crudele Sakura-chaaan! Voglio davvero venire!” Lamentò il giovane biondino. Non si spiegava perché l’amica dovesse sempre essere così violenta con lui.

Hinata si alzò di scatto, scura in volto e  con ancora la testa bassa disse flebilmente “Ho finito.” Sakura si accorse immediatamente dello stato d’animo dell’amica e decise di trascinarla via di lì rivolgendo un’ultima occhiataccia al biondo “Sei proprio uno stupido!”

Naruto si accigliò, non capendo cosa avesse fatto di male stavolta. Voleva solo essere gentile. Non fece in tempo a replicare che Hinata si affrettò a salutarlo e guardò le due ragazze allontanarsi. Mentre agitava le bacchette nella sua ciotola di ramen mezza vuota, ripensò al sogno di quella mattina e alla gentilezza di Hinata. Pensava al suo sorriso mentre combatteva per la sua vita. Si chiedeva come mai la ragazza sembrasse così triste certe volte.

 
Hinata e Sakura camminavano fianco a fianco per le strade del villaggio. Regnava un silenzio un po’ imbarazzante, così Sakura prese la parola: “Che cosa succede?” Le chiese timidamente.

Hinata abbassò lo sguardo, concentrandosi sulle punte dei suoi piedi “Oh, nulla. Va tutto bene.”

“Coraggio, sai che puoi confidarti con me…” La invogliò la ragazza. Per qualche istante Hinata rimase in silenzio, senza saper bene cosa dire.
“Io… Io vorrei riuscire ad avvicinarmi di più a Naruto-kun, ma non ci riesco…” Disse flebilmente lei, quasi come un soffio.

Sakura sorrise e tentò di confortare l’amica “Lo capisco perfettamente, Hinata. Non devi preoccuparti, sono sicura che con un po’ di sforzo ci riuscirai. Naruto è una testa quadra, ma sono convinta che sarai capace di trasmettergli i tuoi sentimenti.”

Hinata si limitò ad annuire poco convinta. Fin da bambina ricordava come il giovane dagli occhi azzurri morisse dietro alla sua compagna di commissioni. Tuttavia, non aveva alcuna intenzione di arrendersi. Voleva che Naruto riuscisse finalmente a vederla come donna e prendesse atto dei suoi sentimenti. Ripensò alla sua confessione durante lo scontro con Pain: forse era stata avventata all’epoca. Era decisa a riprovarci. Con una nuove luce negli occhi fissò dritto davanti a sé e disse a Sakura “Io non mi arrendo.”

La ragazza le sorrise di rimando “Certo, conta pure su di me. Sarò sempre pronta ad aiutarti.” Le due ninja passarono gran parte del pomeriggio insieme, parlando del più e del meno. Sakura incoraggiava l’amica a farsi avanti ed essere più esplicita con Naruto. Le due giunsero di fronte la dimora degli Hyuuga e stavano per salutarsi, quando Hanabi corse fuori col fiatone avvinghiandosi alla sorella “Sorellona, sorellona! Hai spauto?”

“Uh? Cosa succede Hanabi?” Chiese Hinata accigliandosi.

“A breve tornerà Yuki-niichan!” Disse la ragazzina mentre le brillavano gli occhi dalla gioia.

“C-cosa..? Dici sul serio?” Hinata rimase paralizzata per la sorpresa.

“Certo! Non vedo l’ora!” Esclamò la ragazzina saltellando sul posto, per poi correre nuovamente in casa.

“Yuki-niichan?” Chiese con fare interrogativo Sakura, aspettandosi qualche spiegazione in più.

“Sì, è un amico di infanzia. Fa parte del nostro clan, credo che tu non lo abbia mai visto perché Yukki è spesso lonta…” La ragazza si interruppe bruscamente portandosi le mani alla bocca. Solitamente evitava di chiamarlo così in presenza di terzi, suo padre le aveva sempre imposto questa regola da quando era bambina. Doveva sempre mostrarsi formale.

“Yukki..?” Sakura la guardò con un sorrisetto ammiccante. Era strano sentir parlare Hinata così informalmente di qualcuno.

Hinata arrossì “Non c’è nulla da dire, è solo un amico d’infanzia!” Si affrettò a spiegare. Non capiva bene perché, ma ogni volta che qualcuno faceva allusioni a lei e il ragazzo, veniva sempre presa dall’imbarazzo.

“D’accordo, non dirò altro. Me ne starò buona! Torno a casa.” Disse la rosa ammiccando e voltandosi nella direzione opposta.

“Non vuoi restare a cena?”

“Assolutamente! Se tornasse Yukki non vorrei impedire la vostra felice riunione…” Disse la ragazza calcando apposta il nomignolo del ragazzo, ridendo brevemente. Senza voltarsi si allontanò in fretta da casa Hyuuga.

Hinata rimase bloccata sul posto e sospirò. Pensò a Yuki e sorrise. Da piccoli erano inseparabili, lui le era sempre stato vicino e aveva tentato di consolarla quando suo padre le dava della buona a nulla o la faceva sentire inferiore a suo cugino Neji. Yuki aveva un carattere molto forte, ma sapeva anche essere gentile, era come fuoco e ghiaccio insieme. Con questi pensieri decise di rientrare finalmente in casa.

“Hinata, sei tornata…” Suo padre sembrava la aspettasse sulla soglia di casa a braccia conserte. “Insolito” pensò lei. Non era da lui, anche se dopo la fine della guerra si era ammorbidito nei suoi confronti.

“Hanabi mi ha detto di Yuki-kun…”

“A tal proposito, avevo pensato che potrebbe affiancarti come guardia del corpo, come faceva Neji prima che…” Suo padre pronunciò l’ultima frase quasi soffocando la sua voce. Non aveva mai accettato la morte di suo cugino, si rimproverava di non essere riuscito a proteggerlo, rompendo la promessa fatta al fratello tempo addietro.

“Non ce n’è bisogno, ormai siamo in pace…” Provò lei ma suo padre la ghiacciò sul posto col suo solito sguardo da “non ammetto repliche” e lei non riuscì a continuare. Non voleva creare disturbo a Yuki inutilmente, soprattutto dopo tanto tempo che non si vedevano. Chissà com’era cambiato.

“Ti prego di accettare la mia decisione, Hinata.” Si limitò a dire lui allontanandosi verso l’ampio corridoio della loro casa.


Era ormai quasi l’alba quando due occhi grigi  si soffermarono ad osservare Hinata dormiente nel suo letto. La figura aprì la finestra silenziosamente e si sedette sul bordo, continuando a fissare la ragazza ignara di tutto. Il volto dell’intruso si aprì in un piccolo sorriso, mentre i suoi occhi si illuminavano sotto la fioca luce della luna che ormai stava per scomparire, mostrando la screziatura color ghiaccio che li rendeva più vividi e penetranti. Rimase fermo per qualche minuto, finché si decise a fare un passo verso il letto della giovane donna. Si accomodò piano ai bordi, accarezzando lievemente il volto di lei, per non svegliarla. Hinata dormiva di fianco, con le coperte che le arrivavano a mezzo busto ed indossava una leggera camicia da notte bianca che lasciava intravedere le sue forme floride. Lui sorrise di nuovo e avvicinò il proprio volto alla ragazza, lasciandole un leggero bacio sulla fronte.

“Sono tornato…” Sussurrò piano lui, rimanendo ancora qualche istante accanto al suo letto, finché non decise di uscire di nuovo dalla finestra da cui era entrato. Si voltò un’ultima volta a guardarla e con un piccolo sorriso si allontanò.
 



 
** SPAZIO AUTRICE **
Salve a tutti! Era da tempo che non mi ritrovavo a scrivere su Naruto. Diciamo che in me era nato il desiderio di approfondire un po' di più il NaruHina, la loro storia ed i loro sentimenti. Quindi, proverò a guidarvi in questo complicato mondo fatto di introspezione, dubbi, incertezze ed amore! E' da tempo che non mi cimento in un'avventura "letteraria" di questo genere, quindi, spero di non avervi deluso.
Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, spero che come inizio non sia stato troppo noioso. Mi farebbe davvero piacere conoscere la vostra opinione al riguardo e vi prego di segnalarmi eventuali errori, ripetizioni, discordanze e quant'altro. Sarò ben felice di correggere e migliorare. 
A presto!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

Le iridi chiare di Hinata si aprirono pigramente quella mattina. Si toccò la fronte. Aveva la sensazione che qualcuno avesse vegliato su di lei mentre dormiva, ma cacciò subito via questo pensiero. Si sentiva ancora un po’ intontita dal sonno quando la porta della sua camera si aprì di colpo e una voce squillante di donna la fece sobbalzare: “Buongiorno Hinata!”

La corvina si alzò di scatto ed osservò sorpresa il volto sorridente dell’amica bionda. Ino sprizzava energia già di prima mattina, mentre dietro di lei c’era Sakura che mimava delle scuse con la bocca, preoccupandosi dell’eccessiva esuberanza della Yamanaka.

“Coraggio, cosa ci fai ancora in questo stato da pesce lesso? Abbiamo un’importante missione affidataci dall’Hokage in persona, non c’è tempo!” Continuò la bionda liberando Hinata dalle lenzuola, quasi tentata dall’idea di trascinarla letteralmente giù dal letto.

“Oh, certo, Ino-sama ha necessariamente bisogno di rifarsi il guardaroba: indubbiamente una missione di rango S che richiede il massimo impegno!” Disse Sakura divertita, scuotendo la testa.

“Ovviamente, lo shopping non può assolutamente aspettare!” Le rispose la ragazza in un tono a metà tra l’ammiccante e il canzonatorio.
Hinata scoppiò in una piccola risata: era sempre divertente vedere quelle due prendersi in giro a vicenda e prese parola: “D’accordo, ho capito. Mi vesto subito.”

Dopo pochi minuti Hinata fu pronta per uscire e si diresse insieme alle due ragazze verso il centro commerciale di Konoha. Il clima di pace che si era instaurato dopo la guerra aveva portato una ventata d’aria fresca nella quotidianità di ogni villaggio. La ricerca scientifica proliferava grazie all’apparto avanzato della tecnologia, gli abitanti erano più sereni, il commercio era prospero grazie anche al crescente turismo, incoraggiato dal nuovo equilibrio politico. Erano passati solo due anni, eppure sembrava tutta un’altra epoca.

Le ragazze passarono ore a provare abiti e accessori, rincorrendo Ino per ogni negozio. Ormai la ragazza era colma di buste quando si soffermò a guardare torva la Hyuuga. Hinata si accorse dell’occhiata di disapprovazione della bionda che sospirava e scuoteva la testa rassegnata.

“Non ci siamo proprio Hinata. Come puoi andare in giro conciata in quel modo così… così inappropriato!” Disse la ragazza disgustata, mentre indicava con fare altezzoso la tenuta da combattimento di Hinata. Si sentiva a suo agio nella sua canotta lilla chiaro e i suoi pantaloncini neri. Non capiva cosa ci trovasse Ino di così sbagliato. Non fece in tempo a replicare che la ragazza bionda si animò nuovamente e con una rinnovata luce negli occhi le disse: “Non preoccuparti, ci penso io!”

Ino e Sakura trascinarono Hinata in un piccolo negozio d’abbigliamento del centro. Costrinsero la ragazza a provare indumenti di ogni sorta, mentre lei, imbarazzata e a disagio, non riusciva a rifiutare i consigli insistenti di Ino. Mentre quest’ultima tentava di convincere Hinata a provare l’ennesimo top super striminzito, Sakura urlò felice: “Ho trovatooo!”

La rosa si avvicinò alle due con in mano un abitino viola. Hinata osservò la gonna del vestito che Sakura reggeva e arrossì. Lo trovava troppo succinto per i suoi gusti, anche se le piaceva molto, ma non lo avrebbe mai ammesso. Sakura e Ino si scambiarono un’occhiata complice.

“Oh, ottima scelta Sakura! Questo violetto è l’esatto colore che Naruto adora sulle ragazze!” Disse la bionda, indugiando sapientemente sul nome di Naruto.

“Giusto! Ora che ci penso, qualche tempo fa, mi aveva detto di apprezzare questo colore. Strano per una testa quadra come lui notare certe cose…” Aggiunse Sakura fingendo disinteresse.

Hinata si riscosse al nome di Naruto e con un’espressione risoluta in volto si decise a provare l’abito annunciando “Per Naruto-kun!” e si chiuse nel camerino.

Dopo poco la corvina uscì fuori e le due amiche la guardarono sbalordite.
“Wow! Cioè… Wow!” Esclamarono all’unisono le due. Hinata si guardò allo specchio. Il corpetto le fasciava perfettamente i fianchi, una scollatura un po’ più ampia del previsto risaltava il suo petto generoso e la gonna le ricadeva morbida sulle gambe, arrivando sopra il ginocchio. Delle scarpe col tacco color perla slanciavano maggiormente la sua figura. La corvina arrossì e prese a fissarsi i piedi.
“Forse non è una buona idea…” Iniziò timidamente lei.

“Alt, fermati! Ti obbligo categoricamente a comprare questo vestito. Se non lo fai tu, lo farò io. Vuoi davvero alleggerire ulteriormente le tasche della tua cara amica?” Cinguettò Ino con aria fintamente innocente e sbattendo velocemente le ciglia. Sakura rise di sottecchi.

“Eh? N-no, assolutamente! Solo che…” Hinata non fece in tempo a finire che Ino la guardò male.

“Solo che…?” Disse quasi minacciosa lei.

“D’accordo, lo prendo!” Si arrese la Hyuuga coprendosi il viso con le mani.

Ino strizzò l’occhio a Sakura vittoriosa e la rosa aggiunse “Beh, credo sia il caso di truccarti un po’, no?”

Gli occhi dell’altra si illuminarono nuovamente “Ottima idea! Ci lascerai carta bianca, vero Hinata?” Disse la Yamanaka col suo finto tono accondiscendente. Hinata sospirò. Quando Ino si metteva in testa una cosa non c’era verso di farle cambiare idea, tanto valeva assecondarla.

Una mezz’oretta dopo Hinata era pronta. Un leggero ombretto del medesimo colore del vestito le metteva in risalto gli occhi chiari, contornati dalle sue folte ciglia, obbligatoriamente sottoposte al fantastico “mascara per ciglia più voluminose” di Ino. Un gloss di un rosso chiaro le colorava le labbra, dandole un’aria più matura. Sakura aveva pensato ai capelli che ricadevano in morbidi boccoli lungo la schiena dell’amica corvina. Hinata si guardò nuovamente allo specchio e sgranò gli occhi incredula. Stentava a riconoscersi.

“Perfetta!” Annunciarono soddisfatte Ino e Sakura.
Le tre amiche passarono il pomeriggio tra chiacchiere, risate e negozi, non accorgendosi dell’imbrunire. Hinata arrossiva continuamente a causa degli sguardi languidi che le riservavano gli uomini e le occhiatacce invidiose delle donne. Ad un certo punto le mancò un battito quando sentì una voce familiare chiamare i nome di Ino e Sakura. D’istinto affrettò il passo, distanziandosi dalle due ed entrò nel panico. Si vergognava a farsi vedere vestita in quel modo proprio da lui. Cosa avrebbe potuto pensare vedendola così?

Mentre faceva questi pensieri non si accorse dell’uomo che le si parò davanti, impedendole di proseguire.

“Sei uno schianto! Cosa ne dici di farmi un po’ di compagnia?” Le chiese l’uomo ammiccando.

“Eh? Non posso!” Disse timidamente lei e abbassò lo sguardo. Non era abituata a questo genere di attenzioni e non sapeva come comportarsi. L’uomo le mise un braccio intorno alla vita attirandola a sé.

“Oh, andiamo, che ti costa? Sei sola, no?” Disse lui insistentemente, mentre la stringeva con più forza.

“Per favore, lasciami!” Alzò la voce lei. Strinse gli occhi. Non capiva perché ma in quel momento le mancavano le forze, era troppo agitata per fare qualunque cosa, non riusciva a pensare lucidamente. La stretta dell’uomo si fece più opprimente finché due mani grandi la trascinarono via dalla sua morsa. Si ritrovò di schiena contro il petto di Naruto che le cingeva le spalle e l’agitazione che provava fino a pochi istanti prima svanì. Sentì le guance avvampare e il cuore che le batteva freneticamente nel petto.

“Lasciala stare!” Disse duro lui. Hinata sollevò la testa e vide le iridi blu di Naruto diventare più scure. Uno sguardo tagliente che intimorì l’uomo di fronte a lui. Sbuffò e senza dire una parola si allontanò immediatamente a passo a veloce.

“Hinata! Stai bene?” Accorsero le due ragazze poco dopo.

“S-sì…” Si limitò a dire lei.

 “EEEEEH? HINATA?” Naruto si avvicinò alle due amiche e prese a fissare la Hyuuga, non l’aveva minimamente riconosciuta nella penombra della sera appena scesa. La ragazza arrossì ancora di più e abbassò lo sguardo, fissandosi i piedi.

“Ma come? Non ti eri accorto fosse lei?” Disse curiosa Ino.

“I-io, non… V-voglio dire, non c-credevo…” Il biondo sgranò gli occhi. Era la prima volta che vedeva Hinata così. Il suo sguardo cadde sul corpo slanciato e diafano di fronte a lui. Le gambe snelle, le braccia della ragazza che impacciatamente si stringevano intorno ai fianchi, accentuando ancora di più la sua scollatura che metteva in mostra i suoi seni floridi. Naruto si soffermò sulle labbra lievemente tinte di rosso che la ragazza mordicchiava nervosamente. Arrossì di colpo. Il battito del suo cuore si fece improvvisamente più insistente e si costrinse a distogliere lo sguardo. “Ma che diavolo mi prende?” Pensò lui.

Ino e Sakura si scambiarono un’occhiata e sorrisero. Il vestito aveva sortito il suo effetto. Era la prima volta che Naruto arrossiva in presenza di Hinata. “Oh, accidenti! Devo tornare immediatamente a casa o avrò parecchie noie stasera!” Annunciò Sakura.

“Cavoli, anche io! È più tardi del previsto… Naruto perché non accompagni tu Hinata? Non vorrei incappasse in qualche altro strano energumeno!” Aggiunse Ino sorridendo.

“Eh? I-io? Sì, certo!” Disse lui ancora sconvolto dalla strana sensazione che provava. Si voltò nuovamente verso Hinata “Per te va bene?”

La ragazza si affrettò ad annuire timidamente, mentre un unico pensiero vorticava nella sua mente: “Saremo soli, saremo soli, saremo soli”. Non si accorse nemmeno che le sue amiche si fossero allontanate in tutta fretta, finché non si sentì due occhi blu addosso che la scrutavano in un misto di curiosità e imbarazzo.

“Allora… andiamo?” Chiese Naruto incerto. Era la prima volta che lo vedeva comportarsi in quel modo con lei, solitamente era molto più loquace. Ora sembrava quasi che evitasse il suo sguardo.

“Io…” Cominciò lei. Stava cercando il coraggio di dirgli che voleva passare ancora un po’ di tempo in sua compagnia, ma come avrebbe dovuto fare? Temeva di infastidirlo. Una serie di dubbi le invasero la mente e prese a mordersi nuovamente le labbra, finché il brontolare del suo stomaco non si fece sentire. Si portò istintivamente le braccia a coprirsi il ventre e arrossì per l’imbarazzo. “Sì, forse è il caso di tornare…” Dopo queste parole si affrettò a rimettersi in moto. Ancora imbarazzata non prestò attenzione a dove metteva i piedi e in un attimo perse l’equilibrio. “Dannati tacchi!” Pensò lei.

“Attenta!” Le braccia di Naruto la circondarono saldamente per la vita, l’attirò a sé, stringendola forte. In un attimo Hinata si ritrovò con il viso premuto contro il petto del biondo. Il profumo della sua pelle le riempì le narici, sentiva il torace muscoloso del ragazzo sotto le dita e si beò di quel breve contatto. La teneva ancora stretta quando le chiese “Stai bene?”

“S-sì, mi dispiace…” Disse flebilmente nascondendo il viso tra i capelli.

“Non devi scusarti, può capitare. Fai attenzione quando porti queste scarpe…”

“N-Naruto-kun…” Hinata arrossì e lo guardò brevemente negli occhi, poi distolse lo sguardo per l’imbarazzo. Non riusciva a ragionare, erano così vicini e lui la teneva ancora stretta. Il suo cuore non riusciva a reggere l’ondata di emozioni che stava provando in quel momento. Un piacevole formicolio la pizzicava in tutto il corpo.

Naruto sentiva il seno di Hinata premere contro il suo corpo. Era così leggera e minuta, abbassò lo sguardo verso di lei e si soffermò nuovamente sulle sue labbra piene ed avvertì come una scossa in tutto il corpo. Arrossì visibilmente quando si rese conto che il richiamo di Hinata mirava a fargli notare la loro vicinanza. Si staccò immediatamente da lei scusandosi. Naruto scosse la testa e si massaggiò lievemente le tempie “Va tutto bene, va tutto bene!” Si ripeteva mentalmente. La corvina lo osservava di sottecchi incuriosita. Possibile che al suo amato ninja piacessero così tanto gli abiti viola? Che avesse ragione Sakura? Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto quando Naruto riprese la parola.

“Ti va di mangiare insieme? Mi è sembrato avessi fame…” Propose lui. Questa volta non distolse lo sguardo.

“Certo!” Rispose lei senza smettere di fissarlo. Il cuore di Hinata si sciolse quando lui le fece uno dei suoi grandi sorrisi. Hinata sapeva che il ragazzo amava profondamente il ramen, così propose di andare da Ichiraku. Dopotutto a lei non dispiaceva. In casa si esercitava spesso nella sua preparazione, sperando che un giorno avrebbe potuto servirlo personalmente al biondino.

Mentre mangiavano, Hinata lo sorprese più volte ad osservarla di sottecchi. Era felice. Per una volta sentiva che lui stava davvero concentrando la sua attenzione su di lei.

“Questo vestito ti sta…” La ragazza si voltò a guardarlo sorpresa.

“…Davvero bene.” Continuò lui mentre la fissava. Sentì uno strano formicolio alle guance e per evitare che lei se ne accorgesse si fiondò sulla sua ciotola di ramen. Hinata era incredula, non riusciva a credere a ciò che aveva sentito e un “Come?” le scappò dalle labbra.

“Sei davvero bella, Hinata!” Ammise lui senza guardarla. Aveva completamente ripulito la ciotola del suo contenuto. Il suo tono era così serio che si sorprese da solo. Non ricevendo risposta si voltò verso la ragazza e la vide arrossire visibilmente, mentre stringeva le mani sulla sua gonna. Rendendosi conto di ciò che aveva detto con così tanta naturalezza arrossì anche lui.

Terminata la cena, Hinata annunciò di dover rientrare a casa. La corvina disse timidamente al ragazzo di poter andare via da sola. Non voleva disturbarlo ulteriormente, anche se in cuor suo sperava che lui l’accompagnasse a casa. I due battibeccarono goffamente finché Naruto non riuscì ad imporsi.

“Non dire sciocchezze, ti accompagno volentieri!” Disse lui risoluto.

Hinata non parlò ed i due si incamminarono verso la residenza della famiglia Hyuuga. La ragazza pensava continuamente a quell’ultima parola che lui aveva pronunciato. Volentieri, aveva detto. Era una parola speciale che riservava sempre a Sakura. Hinata era felice e un largo sorriso si fece spazio sul suo volto mentre camminava al fianco di Naruto. Lui interruppe nuovamente il suo silenzio.

“Il ramen era così buono da metterti buon umore?” Disse lui sorridendole di rimando. Hinata ridacchiò. L’ingenuità di Naruto era uno dei tratti che più preferiva di lui, lo rendeva adorabile. Non poteva credere di star passeggiando al suo fianco, era incredibile come la facesse sentire allegra e leggera semplicemente riaccompagnandola a casa.

“Sono felice di passare il tempo con te…” Presa dall’euforia disse ad alta voce ciò che stava pensando. Le sue guance si tinsero nuovamente di rosso. Cosa diavolo le era saltato in mente?

Naruto fu colpito dalla dolcezza delle sue parole. Lungo il tragitto avevano parlato poco. Lui aveva sproloquiato continuamente sul ramen ed i suoi ingredienti per dissimulare le strani sensazioni che sentiva unite all’imbarazzo e la povera Hinata non si era mai lamentata, anzi, gli aveva dato man forte. Non sapeva che anche lei fosse un’amante di quel piatto. Gli aveva raccontato che si dilettava in cucina nella sua preparazione e lui, entusiasta, le aveva detto che avrebbe voluto assaggiarlo volentieri.

Hinata era su di giri. Naruto le aveva detto nuovamente quella parola. Si sentiva sciocca ed era sicura che Ino avrebbe riso di lei se avesse saputo che una parola simile potesse farla sentire così viva e felice. Nel frattempo i due arrivarono di fronte casa di Hinata e si fermarono a guardarsi impacciati. Naruto portò una mano dietro la nuca, imbarazzato.

“Beh, eccoci arrivati…” Disse lui.

“Già…” Soffiò lei alzando lo sguardo verso di lui. I loro occhi sembravano incatenati gli uni agli altri ed i loro corpi si avvicinarono impercettibilmente. Era così vicina che Naruto riusciva a sentire il suo profumo di lavanda entrargli dentro. Guardava quel volto così bello e delicato ed ebbe quasi l’impressione che potesse frantumarsi alla minima distrazione. Quando gli occhi caddero sulla sua scollatura arrossì e distolse lo sguardo. Quello strano formicolio tornò a tormentarlo.

“Naruto-kun…” Lo richiamò lei. I loro occhi si incatenarono nuovamente. Il corpo di Naruto si mosse di riflesso, avvicinandosi pericolosamente al viso arrossato di lei. Indugiò con lo sguardo sui suoi occhi semichiusi e quelle sue labbra carnose. Il cuore prese a martellargli forte nel petto mentre la distanza tra le loro bocche si riduceva ancora. Il mondo intorno a loro sembrava scomparire. Erano due anime intrappolate in quel gioco di parole non dette e sguardi timidi.

“Bentornata a casa, Hinata.” Una terza voce fece ridestare i due che, sconvolti, arrossirono.

Naruto si accorse in quel momento di un ragazzo alle spalle di Hinata. Gli occhi di ghiaccio dello sconosciuto sembravano inchiodarlo con lo sguardo. Un brivido percorse la schiena del biondo. Quelle iridi erano così fredde ed al tempo stesso così vivide che pareva emanassero fiamme. In quel momento si accorse delle mani che cingevano le spalle di Hinata. Tornò a guardare il ragazzo. Era abbastanza alto, intravedeva la sua perfetta forma fisica attraverso gli abiti che indossava. Era slanciato, la carnagione pallida come quella della ragazza che gli stava davanti e con l’aria torva che aveva gli ricordava un po’ Sasuke. Gli sembrò che le sue braccia scivolassero sempre di più a circondare il corpo di Hinata, come a volerla proteggere da lui. Si sentì infastidito da quella vista e ricambiò lo sguardo duro dello sconosciuto.

Hinata riconobbe immediatamente quella voce e si voltò a guardare il nuovo interlocutore. “Yukki!” Disse lei sbalordita. Era cambiato tantissimo dall’ultima volta che lo aveva visto. Era ormai un uomo. I capelli scuri erano cresciuti e gli coprivano quasi metà viso. Le sue iridi color ghiaccio erano gentili, il suo corpo era più muscoloso e forte. Yuki era circondato da un’aura di sicurezza.

Il ragazzo le sorrise “Sono tornato, Hinata…” Pronunciò il suo nome con dolcezza e la abbracciò. La giovane sorrise di rimando ricambiando timidamente l’abbraccio.

Naruto rimase a guardarli in disparte. “Yukki…” Pensò. Era la prima volta che sentiva Hinata rivolgersi così informalmente a qualcuno, non lo faceva nemmeno con lui. Si diede dello stupido, cercando di scrollarsi di dosso quei pensieri strani.

“Naruto-kun, lui è Yuki Hyuuga. Fa parte della mia famiglia, probabilmente non lo hai mai visto prima perché è spesso lontano dal villaggio…” Spiegò lei.

Dopo un breve scambio di convenevoli Naruto forzò un sorriso e offrì la mano al suo interlocutore che lo guardò torvo, rifiutandosi di stringergliela. Il biondo si accigliò, infastidito.

“Si può sapere che diavolo hai da guardare in quel modo?” La voce di Naruto era distorta dall’irritazione. Riconosceva perfettamente quel tipo di sguardo. Era lo stesso sguardo carico di disprezzo che gli abitanti di Konoha gli riservavano quando era piccolo.

“Quale modo?” Chiese lui con un sorrisetto di sufficienza.

“Esattamente quello!” Disse Naruto puntandogli il dito contro.

“Sei proprio un idiota come immaginavo…” Disse Yuki a denti stretti.

“Che cosa hai detto?!” Si inalberò il biondo.

“Per favore, smettetela!” Disse Hinata frapponendosi fra i due.

A quel punto Yuki annunciò che sarebbe rientrato in casa, intimando a Hinata di fare lo stesso vista l’ora. Senza aggiungere altro scomparì nella residenza degli Hyuuga.

“Bastardo…” Sibilò Naruto a bassa voce. Proprio non tollerava più  la cattiveria gratuita nei suoi confronti. Che diavolo voleva da lui? A stento lo conosceva e già lo detestava così tanto. La voce di Hinata lo riscosse dai suoi pensieri.

“Naruto-kun, grazie per avermi accompagnata a casa…” Disse lei.

“Oh, figurati…” Rispose lui sorridendole “Beh, allora vado!” e si voltò, pronto ad incamminarsi verso casa sua. In quel momento ripensò alla serata appena trascorsa e a Hinata. I suoi modi di fare timidi ma attenti, la dolcezza nel suo sguardo e alla sua gentilezza. Era sempre stata gentile con lui, anche quando tutti lo prendevano in giro, lei era l’unica a non farlo mai. La corvina stava per rientrare in casa quando la richiamò.

Naruto si portò una mano dietro la nuca e disse “Anche io… Anche io sono felice di passare il tempo con te!” Il volto di Naruto assunse un’aria più dolce e le sue labbra si incresparono in un largo sorriso. Il ragazzo si voltò di nuovo e sparì nella penombra della sera.

Una volta entrata in casa, Hinata si avviò a passo svelto verso la sua camera. Chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò scivolare contro la sua superficie. Il cuore batteva all’impazzata e la sua mente era come in preda a un uragano. La voce di Naruto risuonava nelle sue orecchie: Anche io sono felice di passare il tempo con te. Quella notte si addormentò cullata dalla voce del del suo amato e con il sorriso sulle labbra.

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Salve a tutti i lettori! Eccomi qua, sono riuscita ad aggiornare prima del previsto. Allora, innanzitutto volevo ringraziarvi per aver letto fin qui. Spero vi sia piaciuto questo capitolo e che non sia stato troppo noioso. Il ritmo forse è un po' lento, ma non vorrei affrettare troppo il tutto. Fatemi sapere cosa ne pensate nel bene e nel male, sarò felice di ascoltare i vostri consigli. 
A presto!

Chiharu

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

Naruto stava rigirando le bacchette distrattamente nella sua ciotola di ramen da almeno mezz’ora. Insolito per uno con il suo appetito.

“Choji non sarebbe affatto fiero di te nel vederti rimuginare così tanto di fronte ad un buon pasto.” La voce di Sakura lo ridestò dai suoi pensieri. Diede un’occhiata più attenta al suo cibo e si rese conto che il ramen era quasi completamente freddo. Solitamente si scottava la lingua perché era troppo impaziente.

“Allora? A cosa stai pensando, Naruto?” Lo riprese Sakura.

“Eh? A nulla di particolare…” Si mantenne sul vago. Non era sicuro nemmeno lui della strana sensazione che lo accompagnava dalla sera precedente, dopo aver accompagnato Hinata a casa. Dopo aver visto quello sconosciuto. Si sentiva insolitamente nervoso e non aveva nemmeno così tanta fame.

Sakura roteò gli occhi “Oh, ti prego… Come se non ti conoscessi abbastanza bene!”

“Davvero, non è nulla…” Stufo lasciò cadere le bacchette nella ciotola e sbuffò.

“Ma sul serio?” Insisté lei lanciandogli uno sguardo eloquente. Naruto continuò ad ignorarla rimanendo in silenzio. Stava alzando un muro perfino con lei. La situazione doveva essere più complicata del previsto.

“Beh…” Cominciò nuovamente lei e si voltò verso di lui, studiando la sua reazione “…Come è andata con Hinata?”

Naruto ebbe un sussulto quando sentì il nome di Hinata e serrò i pugni, cosa che non sfuggì all’occhio attento di Sakura. La ragazza si accigliò in attesa di una risposta esaustiva.

“L’ho riaccompagnata sana e salva a casa, puoi stare tranquilla!” Disse lui rilassandosi e sorridendole.

“Qualcosa non quadra” pensò lei e si decise ad indagare più a fondo.

“Ovviamente…” sottolineò lei eloquente, per poi riprendere “A volte Hinata mi dà l’impressione di aver comunque bisogno di protezione con quel suo visino dolce e delicato, nonostante sia una ninja fortissima.”

“Ah! Indubbiamente non manca di protezione, stanne certa…” Proferì lui più serio. Sakura lo vide di nuovo serrare il pugno.
“Cosa vuoi dire? Mi sono persa qualcosa?” Chiese lei innocentemente.

Naruto forzò una risata “Voglio dire… Ha molti amici disposti a proteggerla!” Disse lui sottolineando inconsciamente la parola ‘amici’.

Sakura appoggiò un gomito sul tavolo, interessata. Era la prima volta che vedeva Naruto comportarsi così stranamente. Ormai era sicura che la sera prima fosse successo qualcosa. “Avrà sicuramente una fila di bodyguard degli Hyuuga pronti a salvarla…” Disse distrattamente lei. Vide la mascella di Naruto contrarsi leggermente e lo sguardo indurirsi non appena pronunciò il cognome di Hinata.

“Già…” Fu tutto quello che Naruto si decise a dire dopo una lunga pausa.

Improvvisamente un dubbio si insinuò nella mente di Sakura “Hai qualche problema con gli Hyuuga?” Tirò ad indovinare lei.

Vide il biondo sgranare gli occhi “Eh? A-assolutamente!” E distolse lo sguardo. Naruto sembrava comportarsi quasi come la sua amica corvina quando era in imbarazzo. Sorrise debolmente a quel pensiero. D’accordo, una cosa era certa: qualcosa non andava con gli Hyuuga.

“Andiamo Naruto, non sei per niente bravo a mentire!” Disse lei sbuffando.

“Va bene, ho capito!” Disse lui roteando gli occhi, sconfitto. Dopo una breve pausa riprese a parlare “Ieri sera ho riaccompagnato Hinata e mentre noi stavamo…” Naruto arrossì al ricordo dell’ambigua atmosfera della sera prima, ripensò alle labbra di Hinata.

Sakura era sempre più perplessa, mentre un velo di malizia apparve nel suo sguardo. Qualcosa era decisamente successo tra quei due. Naruto continuò a parlare, sperando che l’amica non si accorgesse del tremore nella sua voce e il rossore che gli imporporava le guance.

“Dicevo, improvvisamente è sbucato fuori dal nulla un idiota… Come cavolo si chiama quel bastardo? Yuki? Sì, lui! Mi guardava con disprezzo come facevano tutti tempo fa e poi si è messo sulla difensiva, con le mani addosso a Hinata, come se volesse proteggerla da me!” Disse lui calcando l’ultima parola.

Sakura non poteva credere alle sue orecchie. Il famoso Yuki che tenta di tenere Naruto e Hinata lontani? Decisamente strano. Decise di indagare ulteriormente, fingendo di non aver mai sentito prima quel nome “Yuki? Chi sarebbe?”

“Uno Hyuuga come Hinata. Lei ha detto che sono amici…” Naruto pronunciò l’ultima frase quasi sottovoce, costringendo Sakura a tendere l’orecchio verso di lui. “Ma che diavolo gli prende?” Pensò lei confusa. Dopo qualche attimo di silenzio la ragazza cominciò ad unire i punti ed un sorrisetto impertinente nacque sul suo volto.

“Capisco… Beh, Hinata è molto bella. Come hai notato ieri attira facilmente le attenzioni dei depravati, mi sembra ovvio che un suo caro amico voglia proteggerla.” Sakura calcò volontariamente quelle parole e vide il volto di Naruto storcersi in una smorfia contrariata.

“Beh, io non sono affatto un depravato! Non ha nulla di cui preoccuparsi!” Replicò lui con veemenza.

“Oh, ma davvero? Quindi non pensi che Hinata sia una bella donna?” Azzardò lei guardandolo con occhi maliziosi.

Naruto ripensò alla ragazza corvina, alle curve sinuose del suo corpo e alle sue labbra piene che si increspavano in un sorriso innocente. Rispose di riflesso, senza pensarci troppo “Eh?! C-certo che è una bella ra…” Sentì il sangue che affluiva verso le sue gote e si voltò di scatto dall’altra parte, evitando lo sguardo di Sakura. La rosa ridacchiò sottovoce, incuriosita da questa nuova versione dell’amico.

Poco dopo lui si voltò nuovamente verso di lei “Comunque questo non c’entra proprio un fico secco con l’essere depravati!”

Questa volta Sakura scoppiò in una sonora risata. Ormai non c’erano dubbi: Naruto stava cambiando.
 

Hinata canticchiava serena mentre schizzava da un lato all’altro dell’ampia cucina di casa Hyuuga, intenta a preparare il pranzo. Sulla soglia apparve la figura di Yuki, appoggiato allo stipite della porta che la osservava sorridendo. Lo sguardo di Hinata indugiò per pochi secondi sulla figura alta ed imponente del ragazzo. Non si era ancora abituata a quel fisico così allenato e più mascolino. Il ragazzino dai tratti infantili che ricordava lei era ben diverso.
Yuki avanzò di qualche passo, ritrovandosi alle spalle della ragazza. Appoggiò le mani sul bancone della cucina, incastrandola tra il suo corpo e la superficie di marmo su cui Hinata operava.

“Posso darti una mano?” Chiese lui quasi a bassa voce.

Hinata fu percorsa da un leggero brivido alla schiena non appena sentì il fiato di Yuki così vicino al suo orecchio e quasi strillò “No, non preoccuparti!!”

“Sicura?” Insisté lui senza dar segno di volersi allontanare.

“C-certo! La preparazione del ramen non è poi così difficile. Con un po’ di pratica ci ho preso la mano!” Disse lei fingendo disinvoltura. Non era abituata ad avere un ragazzo così vicino, si sentiva in imbarazzo.

“Oh, come quello di Teuchi-san? Non credevo potesse ispirarti a tal punto…”

“Beh, non è esattamente quella la ragione per cui ho cominciato…” Disse lei a bassa voce. Gli occhi blu di Naruto ed il suo sorriso sincero comparirono nella mente di Hinata. La ragazza arrossì visibilmente. Adorava l’espressione beata del biondo quando mangiava il suo piatto preferito e sperava che un giorno avrebbe potuto essere lei stessa a renderlo felice allo stesso modo.

Yuki si accorse delle guance rosee della ragazza e il suo sguardo divenne più affilato “Qual è la ragione, allora?” Chiese staccandosi da lei per osservarla meglio in volto.

“Io… lo faccio per N-Naruto-kun.” L’espressione di Hinata si addolcì non appena pronunciò il nome del ragazzo che le aveva rapito il cuore fin da bambina.

Yuki non poté non notare quel cambiamento. Si appoggiò al bancone a braccia conserte e chiese “Lui è davvero così importante per te?”

“Sì. Tutto ciò che sono oggi lo devo a lui…” Disse la ragazza. Dai suoi occhi traspariva una luce diversa che le infiammava lo sguardo. Aveva sempre ammirato quel ragazzino biondo e la sua forza di volontà. Col tempo la sua ammirazione si era trasformata in un sentimento più forte che cresceva con lei, giorno dopo giorno. Si era innamorata.

Yuki abbassò lo sguardo e i suoi occhi chiari divennero più freddi. Non importava quanto tempo passasse o se quel biondino senza cervello non la degnasse di uno sguardo, Hinata gli sarebbe sempre stata fedele. Lui lo sapeva bene, era una battaglia persa in partenza. Alzò lo sguardo e percorse con gli occhi la figura di Hinata. La sua pelle chiara creava un contrasto delizioso coi suoi capelli scuri che ondeggiavano ad ogni suo movimento, i suoi occhi chiari incorniciati dalle ciglia lunghe rendevano più maturo il suo sguardo. Poi si soffermò sulla sua bocca che mimava sottovoce i versi di una canzone che non conosceva ed ebbe l’impulso di afferrarla e baciarla lì, nella cucina della sua casa, dopo tutto quel tempo. Ripensò alla sera prima, quando vide quei due che stavano quasi per baciarsi, era intervenuto giusto in tempo. Ricordava il volto arrossato di Hinata e il suo sguardo quasi languido. Si sentì stringere il cuore in una morsa. Non poteva accettare di perdere in questo modo.

“Ti va di uscire con me stasera?” Chiese lui a bruciapelo.

“Eh? Davvero?” Fece sorpresa lei.

“Certo. Dopotutto manco dal villaggio da un po’…”

“D’accordo!” Esordì lei sorridendogli.
 

Qualche ora più tardi Hinata stava in piedi di fronte all’enorme specchiera della sua stanza, mentre si osservava da ogni angolazione, incerta. Non era sicura che indossare i capi scelti da Ino qualche giorno prima fosse una saggia idea, tuttavia voleva superare quella barriera di disagio che la costringeva a nascondersi dietro pantaloni larghi e maglioni di qualche taglia in più. Voleva sentirsi più donna. Indossava dei jeans attillati che le fasciavano perfettamente le gambe lunghe ed un top rosso che metteva in risalto le sue curve. Passò sulle ciglia un velo di mascara e si limitò a tingere di rosso anche le sue labbra. Si guardò allo specchio per qualche secondo, sorridendo al proprio riflesso.

“Spero di non aver esagerato..” Mugugnò tra sé afferrando la giacchetta che giaceva scomposta sulla sedia accanto a lei ed uscì dalla stanza.

Yuki la aspettava poggiato alla parete all’ingresso a braccia conserte.

“Sorellona sei bellissima!” Disse Hanabi battendo le mani.

Hinata arrossì lievemente e poi il suo sguardo cadde su Yuki. Il ragazzo sembrava aver perso la compostezza di qualche istante prima, anche lui era arrossito leggermente e la guardava stupefatto.

“Hanabi ha proprio ragione!” Commentò lui sorridendole.

“G-grazie!” Fu la risposta di Hinata che teneva lo sguardo basso.

“Noi andiamo, allora!”

I due ninja uscirono dalla proprietà degli Hyuuga, dirigendosi verso il centro del villaggio. Il sole era tramontato da poco, un venticello piacevole rinfrescava l’aria accarezzando dolcemente i capelli di Hinata. Yuki la osservava di sottecchi, mentre lei cercava di tenere lo sguardo basso per sfuggire agli occhi degli altri.

“Non cambi mai eh?”

Hinata si riscosse per la sorpresa e lo guardò interrogativa “Come?”

“Sei sempre sulle tue a rimuginare, a preoccuparti di cosa possano pensare gli altri. Perché? La vita è tua, il corpo è tuo. Decidi tu. Credi che non mi sia accorto del fatto che cerchi di evitare gli sguardi degli altri? Cosa ti importa di come ti guardano. Cammina a testa alta.”

Hinata rimase in silenzio per la sorpresa, non sapeva come reagire.

“Personalmente ritengo che tu possa essere soltanto fiera di chi sei adesso.” Continuò il ragazzo serio.

“Grazie mille, Yukki. Io non so cosa dire, davvero… Voglio cambiare, sto cercando di superare questi confini invalicabili che mi sono costruita intorno…”

“Beh, direi che stai andando già alla grande, no?” Sorrise lui divertito, accennando al suo abbigliamento.

La ragazza arrossì e abbassò nuovamente il volto “Sono strana?” Chiese quasi a bassa voce.

Yuki si fermò parandosi di fronte a lei.  Allungò le dita e le stringe delicatamente sul mento della corvina, costringendola a guardarlo negli occhi mentre proferì in tono quasi solenne “Sei bellissima, Hinata. I tuoi complessi esistono a causa della pessima percezione che hai di te stessa, ok?”

La Hyuuga arrossì violentemente ma si sforzò di sostenere lo sguardo di Yuki. I suoi occhi di ghiaccio erano davvero belli, brillavano di luce propria ogni volta che lui le sorrideva.

“Ce la farai, Hinata. Tu ce la fai sempre. Non ti arrendi mai, giusto?” Disse lui tenendole ancora il volto tra le mani.

Lei si limitò ad annuire continuando a guardarlo negli occhi. Con Yuki si sentiva al sicuro. Lui era la figura dietro la quale si riparava sempre da piccola, ogni volta che aveva paura, o che suo padre le rivolgeva sguardi di disprezzo e disapprovazione per le sue scarse abilità, nonostante fosse la primogenita. Yuki era il suo scudo contro il mondo. Le asciugava le lacrime, la invogliava a lottare ed aveva sempre parole di conforto per lei.

“Grazie per essere sempre dalla mia parte…” I lineamenti del volto di Hinata si distesero in un sorriso. Lo sguardo profondo, colmo di devozione per un ragazzo che era sempre stato al suo fianco e che non l’aveva abbandonata nonostante fosse lontano.

Il cuore di Yuki saltò un battito. Ogni volta che la guardava fare uno di quei sorrisi era sempre più dura tenere a freno le sue emozioni. Era sempre più dura dover reprimere l’uragano che gli sconvolgeva le viscere e gli intorpidiva le membra. Hinata era come un veleno insapore per lui. Rimani infettato senza accorgertene.

 “Hinata, ma allora sei davvero tu!” La voce squillante di Ino fece sobbalzare i due ragazzi, mentre Yuki ritirò in tutta fretta le mani, come un ladro colto in flagrante.

“Ciao Ino!” Salutò la corvina. In quel momento La figura di Yuki entrò nel campo visivo della bionda. La ragazza osservò la figura alta ed imponente del giovane. Si soffermò sul petto muscoloso del ragazzo, messo ampiamente in mostra dalla maglietta aderente che indossava. Lo fissò per qualche istante nei suoi occhi di ghiaccio e rimase così rapita da non poter non aprire e chiudere la bocca ripetutamente, incapace di parlare. Shikamaru dietro di lei ridacchiava, avendo compreso la situazione. Yuki era totalmente il tipo dell’amica. La Yamanaka riprese il controllo di se stessa lanciando un’occhiataccia all’amico.

“Ma chi è questo bel fusto, eh?” Chiese sottovoce la ragazza all’amica, cercando di non farsi sentire.

“Oh… vi presento Yuki! Siamo amici d’infanzia. Yuki, loro sono miei compagni d’accademia: Ino, Shikamaru e Choji.”

La bionda non perse tempo e si mise immediatamente in mezzo, stringendo convulsamente la mano del ragazzo ed aggiungendo in tono languido “Sono Ino, molto piacere!”

Shikamaru si girò dall’altro lato per non ridere apertamente in faccia all’amica, mentre Choji, confuso, si limitò ad una breve presentazione tra una manciata di patatine e l’altra.

L’espressione beata di Ino cambiò radicalmente quando si voltò verso i suoi amici “Choji, smettila di ingozzarti come un agnello il giorno di Pasqua, abbiamo una cena in programma!”

“Non preoccuparti, per gli snack fuori pasto ho uno stomaco a parte!”

“Esageri sempre, non credi di essere troppo…”

Shikamaru, intuendo che parola stesse per pronunciare l’amica, le bloccò la bocca con una mano. Choji la guardava torvo “Troppo cosa?” Chiese scuro in volto.

“Ha-ha, troppo affamato! Rischi di farti venire mal di stomaco! Vero Ino?” Rispose Shikamaru prontamente.

“Oh, sì… Mi preoccupo per la tua salute dopotutto!” Aggiunse frettolosamente la ragazza, mentre una risata scoppiò alle loro spalle. Era Yuki che divertito assisteva alla scena.

“Non sapevo avessi tutti questi amici così simpatici, Hinata!” Disse il ragazzo rivolgendosi alla corvina che era rimasta in silenzio fino a quel momento.

“Oh, perché non venite anche voi? Dovevamo incontrarci con Naruto e Sakura!” Propose Ino speranzosa. Yuki si irrigidì al sentir nominare Naruto. Non ebbe il tempo di riflettere che la bionda gli si attaccò al braccio, pronta a trascinarlo via.

“Ino, forse non è il caso…” Provò Shikamaru, al quale non erano sfuggiti quei dettagli.

“Hinata a te va, giusto?” Insisté lei, convinta che la Hyuuga non vedesse l’ora di incontrare il biondo ed ignorando bellamente Shikamaru.

“Certo!” Disse Hinata senza pensarci su due volte. Yuki li seguì controvoglia, con ancora Ino incollata al suo braccio.

“Ti dispiacerebbe mollare la presa?” Disse lui brusco. Ormai la sua uscita tranquilla era solo un ricordo ed in più avrebbe dovuto guardare Hinata fare gli occhi dolci ad un imbecille.

“Eh? Oh… S-sì, sc-cusami.” Ino si staccò, limitandosi a camminare al fianco del ragazzo in silenzio.

Dopo poco arrivarono di fronte al ristorante dove Naruto e Sakura li aspettavano. Il gruppo varcò la soglia d’ingresso, cercando con lo sguardo il tavolo con i due amici. Immediatamente sentirono una voce allegra richiamarli.

“Ragazzi, siamo qui!” Videro Naruto sbracciarsi come un bambino per farsi notare. Non appena si accorse della presenza di Hinata, il cervello del biondo sembrò andare in tilt. Nel ricadere mollemente sulla sua sedia sbatté inavvertitamente il ginocchio contro uno dei piedi del tavolo. Tentò di riflesso di tenersi il ginocchio con le mani, con l’illusione che il dolore potesse diminuire e tirò giù mezza tovaglia, facendo cadere rovinosamente a terra posate e bicchieri. Naruto imprecò.
Il gruppetto scoppiò in una fragorosa risata.

“Sei sempre il solito idiota, Naruto!” Commentò Ino che riprese a ridere.

“Non ho parole…” Aggiunse Sakura portandosi una mano alla fronte.

“Ci toccherà pagare anche quelli ora, che rottura!” Esclamò Shikamaru sbuffando.

“E piantatela di prendermi in giro, accidenti!” Sbraitò Naruto. Non appena si ricompose, riprese a fissare Hinata che lo guardava divertita.

“Penserà davvero che io sia un completo idiota ora, perfetto!” Disse tra sé e sé. Poi si accorse di Yuki che lo scherniva con lo sguardo. Mise il broncio e si voltò dall’altra parte.

“Andiamo, non fare il bambino! La smettiamo di ridere!” Disse Ino tra una risata e l’altra.

“Stai bene, Naruto-kun?” Chiese Hinata, premurosa come sempre.

“Eh? Oh, c-certo, figurati! Sono s-solo un po’ maldestro!” Il ragazzo prese a ridere nervosamente, portandosi una mano dietro la nuca.

Ino e Sakura notarono immediatamente il cambio di atteggiamento e si scambiarono uno sguardo eloquente. C’era qualcosa di sospetto nel modo di fare di Naruto ed erano decise a tenere sott’occhio la situazione. Scemata l’ilarità del momento, presero posto al tavolo.

“Hinata, non sapevo saresti venuta!” Cominciò Sakura.

“Abbiamo incontrato Ino, Shikamaru e Choji per strada e ci hanno invitati…” Disse lanciando uno sguardo in direzione di Yuki. La ragazza riprese la parola “…Oh, giusto, non vi ho ancora presentati. Sakura, lui è Yuki-kun.”

“Piacere mio, sono Yuki.” Si presentò il ragazzo con un lieve cenno del capo.

“Oh, il famoso Yuki! Finalmente!” Commentò lei ammiccando.

“Famoso?” Il moro inarcò un sopracciglio confuso.

“Ah, Hinata mi ha parlato di te…” Spiegò la rosa.

“Davvero?” Disse lui rivolgendo lo sguardo verso la corvina, la quale si limitò ad annuire abbassando la testa.

“Certo! Dunque vi conoscete fin da bambini. Immagino abbiate un rapporto molto intimo…” Sakura calcò volutamente l’ultima parola, lanciando una breve occhiata a Naruto per studiarne la reazione. Un’espressione indispettita comparve sul volto del biondo che squadrava Yuki con diffidenza.

“Beh, direi proprio di sì. Hinata è un’amica molto importante per me.” Affermò lui circondandole le spalle con un braccio. Quando si trattava di lei poteva diventare davvero infantile, come in quel momento. Voleva dimostrare a Naruto che lui era una presenza speciale per la corvina.

La ragazza arrossì lievemente a causa del contatto improvviso e con un’insolita voce stridula lo riprese, temendo in un fraintendimento del biondo: “Yukki!” Quel nomignolo le sfuggì di nuovo e lei si maledì mentalmente.

A quel punto, Choji, che ignorava bellamente ogni cosa che non avesse a che fare col cibo esordì “Che ne dite di ordinare da mangiare? Sto morendo di fame!”

Ino che era rimasta in silenzio fino a quel momento prese la parola “D’accordo, io direi di ordinare anche un bel giro di sakè!”

“Credo sia meglio se io e Hinata non…” Yuki non fece in tempo a finire la frase che la bionda lo interruppe bruscamente.

“Penso che Hinata possa tranquillamente decidere per sé!” Sbottò la ragazza inchiodandolo con lo sguardo. Era ancora irritata per come le aveva risposto poco prima. Tutti notarono il tono stizzito della Yamanaka, sorpresi.

“Ah, v-veramente io..” Cominciò Hinata.

“Andiamo! Un bicchierino non fa male a nessuno, festeggiamo la nuova amicizia con Yuki!” Le strizzò l’occhio Sakura, decisa a salvare la situazione.

“Inoltre, qualcuno qui mi deve una bevuta gratis!” Il volto di Ino si aprì in un sorrisetto mellifluo, mentre si voltò in direzione di Shikamaru.

“Che rottura! D’accordo, questo giro lo offro io!” Si arrese il ragazzo per evitare ulteriori discussioni. Gli stava già venendo mal di testa, meglio rilassarsi con un po’ d’alcol in corpo. Tra una chiacchiera e l’altra, Choji chiamò il cameriere e ordinò tutto ciò che conteneva la parola “carne” nel menù, porzioni doppie, giusto per permettere ai suoi amici di assaggiare qualcosa.

Arrivato il sakè, fecero un piccolo brindisi in onore del nuovo amico, il quale, poco convinto, buttò giù esasperato il contenuto del suo bicchiere, mentre cercava di evitare le occhiatacce di Ino.

Naruto fissava Hinata che con grazia sorseggiava la bevanda in piccole quantità, quasi come se temesse di far rumore. Le chiacchiere di Sakura e Shikamaru divennero ovattate, il frenetico masticare di Choji e il chiasso di una Ino troppo allegra – o forse troppo irritata – passavano in secondo piano. Si dimenticò dello sguardo torvo di Yuki, mentre guardava le dita pallide di Hinata stringersi intorno al bicchiere. Le ciglia folte le ingentilivano ancor di più lo sguardo. Poi si soffermò a guardare le sue labbra rosee che si appoggiavano delicatamente sulla superficie del suo bicchiere. Quando la ragazza piantò gli occhi nei suoi, arrossì violentemente. Perché non si era mai accorto prima di quanto fosse bella? Avvertiva una strana agitazione alla bocca dello stomaco e il suo cuore sussultò quando la ragazza gli sorrise, invece di distogliere lo sguardo come faceva sempre. Vide il volto di lei arrossarsi, mentre continuavano a bere. Naruto seguiva come ipnotizzato ogni movimento di Hinata che ora si arricciava nervosamente una ciocca di capelli tra le dita. Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dai lamenti di Ino.

“Ma perché gli uomini shono tutti c-c-rudeli??” Biascicò la ragazza ormai ampiamente alticcia, col volto arrossato dall’alcol. Ma da quanto stavano bevendo tutti quanti?

“Stai ferma, Ino, dove vuoi andare?” La bionda tentò di alzarsi, mentre Sakura la sorreggeva, tentando di calmarla. Tuttavia, lei non si arrese e si liberò della salda presa di Sakura. Barcollò pericolosamente mentre passava di fianco a Yuki, il quale  l’afferrò d’istinto prima che potesse cadere.

“Che d-diavolo vuoiiii?” Lamentò la ragazza che sembrava sull’orlo di un pianto isterico.

“Scusala Yuki, da brilla è ingestibile, ora la porto a prendere un po’ d’aria!” Disse Sakura.

Il ragazzo sospirò. “Non preoccuparti, la porto fuori io, non è un problema…” Bisbigliò qualcosa all’orecchio di Hinata per poi decidersi ad accompagnare Ino all’uscita. Si sentiva un po’ in colpa per come l’ aveva trattata prima. La cosa giusta da fare era scusarsi, sperando che la bionda si calmasse.

“Che rottura, finisce sempre per ridursi così quella stupida!” Si lamentò Shikamaru.

“Vado a dare una mano a Yuki, voi finite pure di mangiare!” Disse Sakura rivolgendosi ai tre.

“Sakura-san, veniamo noi con te!” Disse prontamente Hinata alzandosi, seguita a ruota da Naruto.
 
Poco lontano dal ristorante, Yuki sorreggeva Ino che si teneva lo stomaco con una mano. Il gruppetto si avvicinò ai due, per soccorrere l’amica. Non appena Sakura si avvicinò, la ragazza si sentì così male che non riuscì a trattenere i conati di vomito.

“Dannazione Ino!” Yuki la riprese stizzito. La bionda aveva brillantemente deciso di riversare anche l’anima sulle sue scarpe.

“Sh-shcusha!” Si sforzò lei cercando di reggersi in piedi.

“Ma quanto cavolo hai bevuto, stupida!” Sakura si mise al fianco dell’amica, sorreggendola col braccio, per poi rivolgersi al moro “Yuki, puoi darmi una mano a riportarla a casa? Così potrai darti anche una ripulita alle scarpe...”

Il ragazzo si incupì. Non voleva lasciare Hinata e Naruto da soli. Lanciò un’occhiata in direzione dei due ragazzi “D’accordo, venite anche voi, no?"

“C-certo!” Hinata cercò di mantenere un certo contegno. Sentiva la testa leggera come un palloncino. Tuttavia, non voleva far preoccupare Yuki, quindi si decise a seguirlo verso casa di Ino.

La corvina camminava lentamente al fianco di Naruto, tentando di non barcollare. Camminarono per un po’ in silenzio, finché l’andatura di Hinata non divenne più irregolare.

“Ohi, Hinata, stai bene?” Le chiese il biondo.

“S-sì” Si affrettò a rispondere lei, mentre la testa le girava sempre di più. Tuttavia, l’acol e le scarpe che portava non l’aiutarono per niente e rischiò di cadere poco elegantemente a terra.

“Accidenti, sono proprio stupida!” Si lamentò la ragazza, non accorgendosi di aver parlato ad alta voce. Le braccia di Naruto le si strinsero prontamente intorno, afferrandola prima che potesse cadere.

“A quanto pare non riesci proprio a stare in piedi…” Ridacchiò lui, sorpreso dall’insolita spontaneità della corvina. Hinata arrossì ancora di più.

“S-scusami Naruto-kun, ti do solo problemi!”

“Ma non è vero! Sta’ tranquilla!” Casa di Ino si trovava poco distante da un piccolo parco. Il biondo sentiva il corpo di Hinata premere contro il suo mentre la conduceva alla panchina più vicina per farla sedere. Si accomodarono insieme nella penombra del parco deserto. Hinata teneva la testa rovesciata all’indietro, mentre sorrideva beata. La brezza della sera le soffiava tra i capelli, cullata dal fruscio degli alberi. Il biondo la osservava e non poté fare a meno di sorridere. Prima di rendersene conto la sua mano si trovava già ad accarezzare quei capelli morbidi e lisci come la seta. La corvina si voltò piano, sorridendogli.
Istintivamente Naruto si avvicinò di più a lei, continuando a carezzarle i capelli.

“Le tue mani sono così gentili, Naruto-kun…” Hinata chiuse gli occhi, godendosi il contatto della pelle del biondo con la sua chioma corvina.

  “D-davvero?” Lui arrossì, mentre osservava rapito il volto della ragazza, illuminato dai raggi lunari.

“Certo! Anche i tuoi occhi lo sono...” Disse lei con voce più dolce. Aprì gli occhi e sorrise alle stelle sopra di lei. Era la prima volta che riusciva a parlare così tranquillamente con Naruto. Si sentiva così leggera e allegra. Le sue paure si erano dissolte e sentiva il corpo intorpidito da un piacevole calore.  Si voltò a guardare il ragazzo seduto accanto a lei e lo fissò. Non distolse lo sguardo nemmeno per un secondo mentre si avvicinava pericolosamente al viso di lui.

“Naruto-kun, io credo che i tuoi occhi abbiano una sorta di potere magico.”

Lui non parlò, sembrava pendere dalle sue labbra.

“Lo dico perché quando vedo il mio riflesso in questi occhi così limpidi, mi sento una persona migliore. Mi rendi una persona migliore…” Continuò lei portando una mano sulla guancia bollente del ragazzo che non riuscì a reprimere un sorriso.

“Anche il tuo sorriso è davvero bello. È caldo come il sole. E i tuoi occhi sono come il cielo. Proprio così!” Disse la ragazza ridendo.

Naruto sembrava incapace di parlare. La strinse a sé d’istinto, mentre il cuore gli batteva furioso nel petto. Ogni centimetro della sua pelle vibrava a ritmo con esso e aveva la gola secca. Sentiva improvvisamente molto caldo, troppo caldo. Non capiva cosa gli stesse succedendo, che fosse colpa dell’alcol?

Hinata si aggrappò a lui, appoggiando la testa nell’incavo della sua spalla e ne inspirò il profumo a pieni polmoni. Quando abbracciava quel ragazzo si sentiva sempre a casa. Era felice. Sorrise contro la pelle di Naruto, il quale fu percorso da un brivido. Il contatto delle labbra di Hinata con la sua pelle gli faceva uno strano effetto. Gli sembrava quasi di uscire di testa.

“Naruto-kun…” Soffiò la ragazza sul suo collo. Il biondo rabbrividì a quel contatto.
Il suo corpo sembrò essere percorso da una scarica elettrica e strinse Hinata ancora più forte. Abbassò lo sguardo e la vide con gli occhi chiusi mentre riposava su di lui, bella e indifesa. Il respiro della Hyuuga si fecein poco tempo più regolare. Si era addormentata. Il suo petto generoso premeva contro di lui, alzandosi ed abbassandosi ritmicamente. Gli occhi di Naruto si soffermarono sulle labbra dischiuse di lei e sentì nascere in lui delle emozioni nuove. Desiderava starle ancora più vicino. Abbandonata tra le sue braccia, gli sembrava così fragile che voleva proteggerla dal mondo intero. Voleva toccare quella bocca che poco prima lo aveva riempito di parole dolci. La voce di Hinata risuonava nella sua testa e improvvisamente si ritrovò ad accarezzarle le labbra con un dito. Erano soffici e lisce al tatto. I sensi di Naruto erano completamente rapiti dalla contemplazione di quella bellezza eterea. Ogni cellula del suo corpo sembrava gridargli di volere di più, di avvicinarsi di più.

Si avvicinò ancora di più al volto della ragazza e premette le labbra contro le sue, delicatamente. Fu un bacio casto, puro. La bocca di Hinata era piacevolmente morbida. Naruto sentì il suo cuore scaldarsi. Per la prima volta nella sua vita si sentiva pieno.

“Ma che cazzo fai?!” Il biondo era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse dell’arrivo di Yuki. Il volto dello Hyuuga era sconvolto dall’ira, il respiro affannoso, probabilmente dovuto alla corsa che aveva fatto per raggiungerli. Le sue iridi color ghiaccio lo fissavano così insistentemente che sembravano trapassargli l’anima.

“Volevi approfittarti di lei?!” Urlò colmo di rabbia Yuki, afferrandolo per il colletto della maglia.

“Io… No! Mi dispiace!” Disse il biondo confuso. Cosa diamine gli era preso?

Hinata si svegliò di colpo sentendo la voce furiosa del suo amico d’infanzia “Che succede Yukki?”

Il ragazzo lasciò andare la presa e si sforzò di ricomporsi “Nulla, torniamo a casa. È tardi e tuo padre sarà preoccupato.” Detto ciò le afferrò un polso e la trascinò lontano da Naruto. Lei, ancora confusa a causa del brusco risveglio, si limitò a salutare velocemente il biondo e a seguire il moro che quasi la strattonava.

Naruto li osservò allontanarsi impotente. Fece un profondo respiro e si lasciò ricadere sulla panchina con le mani tra i capelli. Si era comportato come un pervertito. Certamente il maestro Jiraya si sarebbe fatto una bella risata. Si sentiva a disagio. Come aveva potuto baciarla mentre era così inerme? Un unico pensiero gli vorticava nella testa: “Che cazzo ho fatto?! Sono un coglione!”

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Salve a tutti!
Innanzitutto mi scuso per il ritardo. Avrei voluto aggiornare prima, ma tra un impegno e l'altro, ho avuto un po' di difficoltà a scrivere in fretta. In più, stavo cercando il modo migliore di rendere certe situazioni. Spero non sia risultato tutto troppo confusionario. Sto cercando di rendere l'evolversi della storia il più naturale possibile. Come sempre, ringrazio chiunque sia arrivato a leggere fino a qui e spero mi facciate sapere cosa ne pensate! 
A presto!

Chiharu

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

Naruto era stravaccato su di una panchina in completa solitudine e fissava il cielo con la bocca mezza socchiusa, perso nelle sue elucubrazioni. Il sole brillava alto nel cielo, l’aria era pesante come il macigno che il biondino sentiva nel petto. Scosse rapidamente la testa, come a risvegliarsi da un brutto sogno e sospirò forte, senza accorgersi di due iridi scure che lo fissavano perplesso accanto a lui.
Il biondo si voltò di scatto, ritrovandosi a poche spanne dal viso dell’amico corvino.

“Aaaah! Che diamine, mi hai spaventato Shikamaru!”

“Che razza di ninja sei se non ti accorgi nemmeno della presenza di qualcuno accanto a te?” Chiese il ragazzo con tono scocciato.

“Hai proprio ragione…” Disse mesto il biondo sospirando di nuovo.

“Si può sapere che ti prende? È almeno mezz’ora che non fai che sospirare e sbuffare…”

Naruto rispose con un altro sospiro ancora più rumoroso.

“Esaustivo come sempre…” Shikamaru si portò una mano alla fronte, esasperato.

“Ho fatto un casino!” Sbottò all’improvviso l’Uzumaki.

“E quale sarebbe la novità? Sei un casinista da quando hai messo piede in questo mondo… Letteralmente!” Disse il ragazzo pensando alle insolite circostanze della nascita del biondo.

“Eh già…” Disse sorridendo tristemente il ragazzo dagli occhi color del cielo.

“Allora? Sputa il rospo! Che cosa hai fatto?” Si spazientì il Nara.

Naruto arrossì di colpo, sotto lo sguardo sempre più perplesso del compagno.

“C’entra una donna?” La buttò lì Shikamaru. Lui stesso stentava a credere che il biondo avesse davvero fatto qualche passo avanti con il genere femminile.

“Sì… Ok, la smetto di girarci intorno: ho baciato Hinata ma lei non lo sa!” Disse tutto d’un fiato e stringendo gli occhi.

“Come scusa?”

“Esattamente quello che ho detto!”

Shikamaru si fermò a riflettere per qualche secondo, cercando di processare le informazioni appena ricevute. Naruto e Hinata. Bacio. Lei ignara di tutto.

“Ma come fa a non saperlo?” Chiese il moro sconvolto.

“Dormiva…”

“Ma che diavolo hai fatto?? Spiegati!”

“E che palle! Ok, eravamo su una panchina, lei era brilla, si è addormentata sulla mia spalla e io… io l’ho… b-baciata!”

“Ah…” Shikamaru era rimasto senza parole.

“Ecco, ho fatto un casino perché poi il suo segugio mi ha beccato! Ora penserà che sia un pervertito!” Esclamò tenendosi la testa con le mani.

Il moro scoppiò in una leggera risata “Ne combini sempre qualcuna delle tue, non cambi mai! Andiamo, sei pur sempre il degno allievo di Jiraiya!”

“Non è divertente, Shikamaru! Cosa diamine faccio adesso?”

“Quante storie… Lei ti piace, giusto?”

Le guance di Naruto si colorarono immediatamente di rosso e rimase in silenzio.

“Perfetto, allora dovresti sapere esattamente cosa fare!” Continuò quasi annoiato l’amico.

“Invece no!” Ribatté il biondo.

“Hai mai preso in considerazione la possibilità di parlare e dirle quello che provi?” Chiese lui ironico.

“Eeeeeeh?? Ma sei impazzito? Mi rifiuterebbe di sicuro!”

“Per Dio, cosa mi tocca sentire…” Disse sottovoce Shikamaru, dandosi un sonoro schiaffo in fronte. Poco dopo riprese la parola “E fammi capire, vorresti continuare così ad oltranza? Diglielo, no??”

“Mi sento le gambe tremanti solo a pensarci…” Bofonchiò l’Uzumaki quasi impercettibilmente.

“Andiamo! Hai sconfitto nemici temibili, salvato il mondo da quella pazza di Kaguya, hai rischiato la vita Dio solo sa quante volte e adesso fai il poppante indeciso?”

“Aaaah, d’accordo! Ci penserò su… Dovrei prenderle dei fiori secondo te?” Chiese lui arrossendo.

Shikamaru risposte divertito “Perché no?”

Un enorme sorriso prese forma sul volto del biondo che esclamò euforico “D’accordo!”

La figura snella di Naruto si allontanava velocemente sotto lo sguardo divertito dell’amico.
 
Il cielo si era improvvisamente incupito, una pioggia fredda iniziò improvvisamente a cadere sul villaggio. Naruto imprecò mentre cercava di tenere al riparo i fiori che aveva appena comprato per Hinata.

“Dannazione, perché proprio adesso?!” Urlò spazientito il biondo al cielo. Accelerò il passo cercando di far scudo al mazzo di girasoli che teneva tra le braccia, quasi come se ne andasse della sua vita. Concentrato com’era sui fiori non si accorse della figura che gli si parò di fronte, sbattendoci contro. I fiori caddero in una pozza d’acqua.

“Accidenti, no!” Esclamò esasperato Naruto.

“Naruto-senpai! Stai bene? Mi dispiace tanto!” La ragazza prese i fiori con un braccio, tendendo l’altra mano verso il biondo per aiutarlo.

“Momo-chan! Ti ringrazio, sto bene, solo un po’ inzuppato.” Il ragazzo sorrise gioviale in segno di saluto e fece per avviarsi quando la giovane gli afferrò un braccio.

“Senpai, aspetta!”

“Mhm?” Naruto guardò la ragazza dai lunghi capelli castani interrogativo.

“V-vorrei parlarti, stavo venendo da te…”

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, finché la giovane si decise ad alzare lo sguardo e si avvicinò pericolosamente al viso del biondo.

“Senpai, sono innamorata di te!”

Accadde tutto nell’arco di pochi attimi: Naruto sgranò gli occhi mentre Momo lo attirò a sé, lasciando cadere nuovamente a terra i fiori. Le loro labbra si unirono in un caldo bacio, mentre la pioggia divenne via via più incessante.

A pochi metri di distanza Hinata aveva visto tutto. Irrigidita e con lo sguardo perso sembrava una bambola, mentre una lacrima solitaria le scivolava lungo la guancia. Perché era dovuta arrivare proprio in quel momento? Perché aveva dovuto assistere ad una scena simile? La frustrazione e la tristezza divennero la tempesta che agitava il suo cuore. Si voltò e iniziò a correre senza meta.

Il cielo si fece più cupo e un forte rombo sconquassò il cielo. Hinata correva ancora finché non inciampò e cadde rovinosamente a terra, mentre la pioggia cominciò a cadere e a mischiarsi alle sue lacrime. Si rialzò mettendosi in ginocchio. La testa le girava, mentre un sorriso amaro le apparve in volto.
“Possibile che debba sempre sconvolgermi così? Senza nemmeno accorgersene ogni volta?” pensò lei. Le immagini di poco prima si susseguivano vorticosamente nella sua mente, sembrava non riuscire a pensare ad altro. Si rialzò e prese a camminare lentamente, mentre le ferite bruciavano ad ogni passo. Aveva i capelli incollati al viso e i vestiti zuppi, ma sembrava non avvertire il freddo. Erano anni che fantasticava su loro due, sul loro primo bacio, sulla possibilità di stare al fianco di quel ragazzo che era sempre stato solo. Anche se in segreto lei era sempre stata la prima e l’unica a sostenerlo. Ora, però, le cose erano cambiate. Naruto era diventato un eroe riconosciuto da tutti e le ragazze che lo evitavano o lo additavano come spazzatura cadevano ai suoi piedi come nulla fosse. Strinse i pugni per la rabbia. Lei che era sempre così remissiva e non mostrava mai i suoi veri sentimenti aveva difficoltà a controllarsi.
Vagava per le strade del villaggio, mentre le note di una canzone le risuonavano in testa.

 
A un passo dal possibile
A un passo da te
Paura di decidere
Paura di me
Di tutto quello che non so
Di tutto quello che non ho

 
Per tutta la vita era sempre stata sempre un passo dietro di lui, come un’ombra invisibile. Aveva sempre voluto confessargli i suoi sentimenti, avrebbe voluto che lui si accorgesse di lei, che la vedesse finalmente come una donna. Tuttavia, la paura l’aveva sempre fermata. La sua timidezza e il suo essere un po’ goffa e impacciata non le avevano mai permesso di affrontare di petto la situazione.
“E se non fossi abbastanza?” era il pensiero che spuntava sempre dai meandri più reconditi della sua mente. Il suo senso di inferiorità era sempre pronto a tirare fuori gli artigli e a farsi spazio prepotentemente, condizionandole la vita. Ora, però, se ne pentiva. Qualcun’altra avrebbe potuto facilmente occupare quel posto a cui lei anelava da sempre.

Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto c'è (eppure sentire)

Ogni angolo del villaggio, ogni strada, ogni albero le ricordava Naruto. Le bastava semplicemente alzare gli occhi al cielo e l’azzurro cristallino di quell’immensità le ricordava gli occhi di quel biondino sempre allegro. I raggi del sole le ricordavano il calore dei suoi sorrisi. Lui era sempre presente in ogni angolo e in ogni momento.
“Stupida…” pensò. Nonostante quello che aveva visto il suo cuore continuava a battere per lui.  Sospirò forte tra le lacrime, vagava con lo sguardo intorno a sé cercando di capire dove fosse arrivata. Si trovava di fronte l’accademia ninja. Si soffermò sul cortile, c’era ancora la vecchia altalena su cui Naruto rimuginava sempre da bambino. La nostalgia l’assalì e si diresse verso quell’oggetto in legno usurato dal tempo.

Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio c'è


Un senso di te

 
Accarezzò le vecchie corde che sostenevano l’altalena e si sedette. Con un’espressione afflitta in viso iniziò a dondolarsi piano, proprio come faceva Naruto tanti anni prima. Circondata dal silenzio, la pioggia era la sua unica compagna in quel momento malinconico. Si prese il viso tra le mani e iniziò a singhiozzare più forte. Si sentiva sciocca e furiosa con se stessa perché sembrava essere rimasta la solita bambina indifesa di sempre. Avrebbe voluto urlare, andare da Naruto e gridargli contro ciò che provava e a cui lui non aveva mai fatto caso. Si sentiva stupida perché in una situazione simile l’unica cosa che riusciva a fare era frignare come una ragazzina.
Le gocce di pioggia divennero sempre più leggere, ora sembravano accarezzare la figura di Hinata ancora piegata su se stessa. Un lieve spiraglio di luce si fece largo tra le pesanti nubi grigie. Sentì riecheggiare dei passi, qualcuno le stava andando incontro. In pochi secondi vide pararsi una figura di fronte a lei, con lo sguardo basso ne distingueva solo i piedi. Alzò la testa e con gli occhi gonfi e ancora pieni di lacrime vide il suo amico d’infanzia. Yuki le sorrideva mestamente e si chinò verso di lei.

“Che succede? Perché piangi da sola sotto la pioggia? Ti beccherai un raffreddore!”

Hinata non rispose e tirò su col naso sentendosi ancora più patetica.
Yuki sospirò, con un movimento veloce si tolse la giacca e la posò con grazia sulle spalle della corvina. Si prese qualche secondo per esaminarla da capo a piedi e si accorse delle ferite sulle ginocchia. Spalancò gli occhi sorpreso.

“Ma che hai fatto? Sei ferita!” esclamò preoccupato.

“Eh? Ah, n-non preoccuparti. Non è successo nulla, davvero!” si affrettò a spiegare la Hyuuga nel vano tentativo di ingannare l’amico. Non aveva voglia di parlare di ciò che aveva visto.

 “Andiamo a casa, devi asciugarti.” Aggiunse Yuki e senza fare ulteriori domande. Hinata fece per alzarsi e senza darle il tempo di pensare la sollevò di peso prendendola in braccio.

“M-ma che fai Yukki??” Imbarazzata cercò di liberarsi.

“Smettila di fare la bambina e non muoverti!” Disse lui esasperato.

“Proprio perché non lo sono posso camminare da sola fino a casa!” Esclamò lei con stizza.

Yuki sorrise “Sei ferita, non voglio che tu ti faccia ulteriormente male. Lascia che ti porti io a casa, è vicina.”

Hinata non protestò oltre, sapeva che provare a fargli cambiare idea sarebbe stato solo una perdita di tempo e fiato. Si accoccolò contro il suo petto rilassandosi. La presenza di Yuki era sempre stata fonte di pace per lei, riusciva sempre a calmarla. Anche da piccoli lui era sempre stato una sorta di rifugio.
Yuki si incamminò verso l’uscita del cortile con Hinata in braccio. Il ragazzo procedeva con andatura lenta e strinse la giovane un po’ di più a sé. Dopo una decina di minuti arrivarono di fronte l’imponente tenuta degli Hyuuga e la posò in terra. Entrarono e si sedettero fuori, mentre Yuki iniziò a medicarle le ferite.

“Allora vuoi dirmi cos’è successo?” provò a chiedere nuovamente lui.

Hinata tenne lo sguardo basso senza rispondere.
Yuki sospirò nuovamente “Non sei un po’ cresciuta per il gioco del silenzio? Sono preoccupato per te, per favore parlami.”

“Io… sono patetica!” Sbottò lei mentre gli occhi si facevano nuovamente lucidi. Yuki alzò la testa e gli si strinse il cuore a vedere la sua espressione così triste e angosciata.

“Cosa dici? Spiegami…” disse lui quasi sottovoce. Aveva intuito la ragione dietro il turbamento della ragazza. La conosceva bene. Sapeva di doversi preparare psicologicamente a qualcosa che non avrebbe voluto sentire.

“Li ho visti… Si sono baciati e i-io.. io…” le parole di Hinata venivano spezzate dalla sua voce tremante. Una lacrima le rigò il viso. Si sentì ancora più stupida a comportarsi così di fronte a Yuki.

“Cosa?” il ragazzo sentì montare la rabbia dentro di sé. Non poteva credere che lei dovesse continuare a soffrire per quell’idiota insignificante, non accorgendosi mai di lui.

“Naruto-kun e…” Hinata non fece in tempo a finire la frase.

“Perché deve sempre essere lui?” il tono di Yuki divenne glaciale, prendendo Hinata alla sprovvista. Non l’aveva mai sentito rivolgersi a lei in quel modo.

“C-cosa?” balbettò lei senza capire.

“Perché devi sempre soffrire per lui? Perché non ti accorgi di nient’altro?” continuò lui imperterrito. La rabbia e la frustrazione stavano prendendo il sopravvento.

“I-io… Mi dispiace..” Fece lei ancora ignara di tutto.

Yuki la attirò a sé e con un movimento rapido l’abbracciò più forte. Hinata quasi sussultò per la sorpresa, ma non si mosse. “Non voglio più vederti soffrire per lui, non riesco più a sopportarlo!” piagnucolò quasi lui.

Si staccò lievemente da lei e la fissò negli occhi. Hinata non capiva, vedeva la profonda tristezza negli occhi del ragazzo che aveva di fronte e quasi non lo riconosceva, non l’aveva mai visto così. Lui alzò la mano e le accarezzò piano i capelli, poi con le dita le sfiorò una guancia, accarezzandola piano. Le guance della corvina si imporporarono leggermente.
Il cuore di Yuki batteva forte. Trattenersi era sempre più una tortura per lui, non riusciva più a frenare i suoi movimenti, né voleva farlo. Sentiva il bisogno di sentire la pelle di Hinata contro la sua, desiderava quelle labbra morbide per sé.

“Hinata…” La chiamò lui. Lei rimase in silenzio, non sapendo bene cosa fare. il ragazzo riprese dopo una breve pausa continuando a fissarla negli occhi, inchiodandola con lo sguardo sul posto.

“Non ti sei mai accorta di nulla… Io, però, non posso più fingere così. Ti ho sempre guardata da lontano, mi sono sempre imposto di non andare oltre per qualche assurda ragione, ma non riesco più ad arginare quello che provo. Sono innamorato di te. Da sempre.” Disse tuttu d’un fiato lui. Lo aveva fatto. Aveva confessato il suo segreto. Tremava leggermente.

Hinata ebbe un tuffo al cuore. Rimase interdetta, non se l’aspettava. Yuki era innamorato di lei. Da sempre. Arrossì di colpo mentre processò l’informazione. “Yukki, io non…”

“Lo so.” La fermò immediatamente lui. La strinse ancora più forte sorridendo lievemente. Almeno adesso lei sapeva, poteva guardarlo sotto una nuova luce e il rosso delle sue guance ne era già una prova. Si avvicinò pericolosamente al volto di lei, pochi centimetri e le loro labbra si sarebbero toccate. La osservava languidamente e riprese a parlare: “So tutto, ma non mi importa.”

Il cuore della ragazza accelerò. Mille pensieri iniziarono a vorticarle in testa, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, mentre il ragazzo che aveva di fronte sembrava un’altra persona. Come aveva potuto non accorgersi mai di nulla? Il volto di Yuki si faceva sempre più vicino. Hinata scattò in piedi e indietreggiò, ma il ragazzo non si perse d’animo e la seguì.

“Yukki.. fermati..” Disse lei con voce quasi inudibile.  Il moro non l’ascoltò e la bloccò contro la parete di  casa sua con le sue braccia, sembrava quasi stesse braccando una preda per impedirle la fuga.

“Non riesci proprio a vedermi come qualcosa di diverso da un amico di infanzia? Posso sembrare patetico ora, ma non mi importa. Sono anni che ti vedo cambiare umore a causa di un altro, ti vedo soffrire e piangere. Non lo posso accettare!” avvicinò il viso a pochi centimetri dalle labbra di lei.

“Hinata, guardami…” disse lui con voce roca mentre la fissava. La ragazza ricambiò lo sguardo e in una frazione di secondo Yuki azzerò le distanze tra loro. Premette le labbra contro le sue mentre la strinse nuovamente a sé. Era un bacio disperato. Hinata sgranò gli occhi e si liberò violentemente dalla presa di Yuki.


Poco lontano dai due stavano in piedi Ino e Sakura, attonite osservarono la scena. Si erano recate lì per far visita all’amica. Si scambiarono uno sguardo accigliato e decisero di allontanarsi senza far rumore.


** SPAZIO AUTRICE **
Salve a tutti! Vi chiedo scusa per il ritardo madornale nel pubblicare questo capitolo, ho avuto un po' di problemi di varia natura, ma non starò qui a soffermarmici. Intanto voglio ringraziarvi se siete arrivati nuovamente fin qui. Spero che questo capitolo possa piacervi o comunque soddisfare le aspettative dopo tanta attesa. Vi annuncio che il prossimo sarà l'ultimo e cercherò di pubblicarlo quanto prima. Se avrete voglia di recensire, fatelo pure. Attendo con ansia il vostro feedback. A presto!

Chiharu

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

“Aaaah, dannazione!” esclamò Naruto scompigliandosi nervosamente i capelli. Aveva i vestiti ancora inzuppati a causa della pioggia e il cervello in fumo a causa di quanto accaduto. Camminava nervosamente per la strada, frustrato per i fiori rovinati e il pessimo tempismo della sua kohai. Mentre avanzava si ritrovò a sbattere contro una donna che quasi cadde all’indietro.

“Fa’ attenzione, idiota! Hai gli occhi solo come decorazione??” Sbottò lei infastidita.

“Mi scusi, non l’avevo vi… Ah, sei tu Ino!” Naruto iniziò a ridere nervosamente.

“Testa quadra, guarda dove metti i piedi!”

“Calmatevi! Non è successo nulla” intervenne Sakura.

“Sei bagnato da capo a piedi, che cosa è successo?” domandò la bionda.

“Ah, non credevo potesse piovere…” Spiegò lui.

Sakura lo osservò meglio e con non poco stupore gli chiese “E quelli?” puntando il dito verso i girasoli malconci che l’Uzumaki si trascinava dietro.
Il ragazzo arrossì vistosamente e si irrigidì improvvisamente sul posto. Dopo un imbarazzante silenzio provò a dire “Beh, ecco, io… io v-volevo…”

Le due ninja si scambiarono un’occhiata: stavano pensando alla stessa cosa. Ino assunse un’espressione ammiccante e docilmente prese sottobraccio Naruto “Allora, signorino, che ne dici di fare quattro chiacchiere?” Fece lei trascinandoselo dietro. Sakura li seguiva in silenzio.

“Ma, ecco, i-io…” provò a protestare il biondo. Tuttavia non riuscì a divincolarsi dalla presa della ninja e fu costretto a seguirla. Poco dopo entrarono in un piccolo locale e presero posto. Naruto fissava la tazza fumante di caffè di fronte a lui con un sorprendente interesse, cercando inutilmente di sfuggire agli occhi curiosi delle sue amiche. Sbuffò.

“Allora?” Riprese Ino impaziente. Sakura le posò una mano sul braccio, facendole cenno di attendere.

Naruto sospirò nuovamente “io stavo cercando di darle questi…” disse timidamente rivolgendo uno sguardo rassegnato ai fiori malconci accanto a sé.

“A chi?” Continuò la bionda.

Naruto arrossì e prese a fissarsi le punte dei piedi mentre riuscì a dire “Hinata” quasi sospirando.

Ino balzò in piedi per la sorpresa “HINATA??” urlò lei felice. Sakura la riprese e la rimise a sedere intimandole di stare più attenta, mentre ormai era diventato difficile distinguere il ninja biondo da un peperone.

“Ino, non urlare così! Vuoi farti sentire da tutto il locale?” poi Sakura si rivolse a Naruto con tono più pacato “allora, dicci cos’è successo? Perché quei fiori sono in quello stato?”

Naruto raccontò quanto accaduto poco prima tra le risate e lo sgomento delle due ninja. Arrossì nuovamente, non era abituato a tutte quelle attenzioni da parte del genere femminile. Non importava quanto tempo fosse passato dalla prima volta in cui gli abitanti avevano iniziato a vederlo come un eroe, lui si sentiva sempre il ragazzino goffo che doveva ancora migliorare, per non parlare delle ragazze: un completo disastro.

“Smettetela di ridere! Cosa faccio ora?” Sbottò lui.

“Beh, che domanda sarebbe? Compra altri fiori e vai da lei, no?” Disse Ino in tono eloquente, come se stesse parlando con un bambino alle prime armi.

“Oddio!” Fece Sakura portandosi le mani alla bocca e subito si voltò verso l’amica bionda.

“Che c’è?” Chiese l’altra perplessa, mentre Naruto le osservava senza capire.

“Hinata, prima...!” Fece la ninja dagli occhi verdi e abbassò il tono di voce per non farsi sentire da Naruto. La Yamanaka sgranò gli occhi ricordando il bacio visto poco prima e scattò a guardare Naruto.

“Che succede? Cosa c’entra Hinata?” Chiese apprensivo lui.

Ino fece per parlare ma Sakura le coprì la bocca con una mano, tentando inutilmente di non far trasparire nulla.

“Sakura, per favore…” Implorò lui. Le due ninja si scambiarono un’occhiata preoccupata e iniziarono a parlare. Non appena Naruto sentì del bacio tra Hinata e Yuki divenne serio. Negli occhi aveva una strana luce che raramente gli avevano visto: rabbia. Si alzò dal tavolo con movimenti lenti e un’aura gelida lo circondava.

“Devo andare.” Disse, afferrò il mazzo di fiori malconci e senza attendere risposta si gettò fuori dal locale, mentre le due ninja lo osservarono correre a perdifiato in direzione di casa Hyuuga.
 
Naruto aveva il fiatone, con i fiori ancora stretti in mano fissava l’ingresso di casa di Hinata. Era arrivato fin lì e ora non sapeva più cosa fare. Sentiva ancora ribollire il sangue nelle vene dopo quanto raccontatogli da Sakura e Ino, ma che diritto aveva di infuriarsi tanto? Lui e Hinata non erano niente. Riprese fiato e si avvicinò all’entrata, quando improvvisamente vide Yuki uscire di casa e andargli incontro.

“Che cosa sei venuto a fare?” Chiese Yuki minaccioso gettando uno sguardo ai fiori malconci che Naruto si ostinava a non lasciare.

“Non ti riguarda, non sono qui per te.” Rispose freddo il biondo inchiodando l’altro con lo sguardo.

“Invece io credo proprio di sì… E credo tu sia un po’ in ritardo” lo sbeffeggiò il corvino con un sorrisetto beffardo.
 
Naruto strinse ancora di più il mazzo di fiori, avrebbe voluto spaccargli la faccia ma stava disperatamente tentando di mantenere il controllo.  Tirò un sospiro ed ignorò il commento sarcastico proseguendo calmo “Hinata dov’è?”

Yuki si irrigidì e non rispose. Fissava Naruto negli occhi e si mise istintivamente sulla difensiva, non voleva che Hinata lo vedesse. Il biondo iniziò ad avvicinarsi a lui arrivandogli a un palmo di naso e tuonò “Dov’è?”

Lo Hyuuga rimase sorpreso da questo lato così minaccioso del ragazzo che aveva sempre visto allegro e sorridente. Lo fissò duramente e rispose “Non ti riguarda. Non pensi di averle fatto già abbastanza male? Che altro vuoi da lei?” sbottò il corvino, quasi gridandogli in faccia.

Naruto lo afferrò per il colletto e a denti stretti disse “Ma di che diavolo parli?”

La tensione si poteva tagliare con un coltello e lo scontro sembrava ormai inevitabile. I due si fissavano in cagnesco pronti a scattare alla prima occasione. La frustrazione che Yuki aveva represso in quegli anni sembrò esplodere all’improvviso e urlò “Ma sei davvero così stupido o fingi di non capire?”

Un’espressione perplessa affiorò sul viso dell’Uzumaki e questo fece infuriare ancora di più il corvino. Tante piccole vene iniziarono ad ingrossarsi intorno agli occhi gelidi di Yuki che riprese la parola “Con che faccia vieni qui a cercarla dopo aver baciato un’altra?!”

Naruto rimase attonito e non si accorse del palmo ricolmo di chakra che lo colpì in pieno stomaco. Sgranò gli occhi per la sorpresa e cadde all’indietro poco distante dall’altro. Mille pensieri si affollavano nella testa del biondo. Come faceva Yuki a sapere del bacio? Lo sapeva anche Hinata? Il solo pensiero lo mandò in panico. Yuki stava per attaccarlo nuovamente quando una massa di lunghi capelli corvini si parò di fronte a lui. Hinata era in piedi davanti a lui sulla difensiva. Quella scena gli ricordava lo scontro alla Foglia con Pain di qualche anno prima. In quel momento Naruto si rese conto dell’importanza che quella ragazza aveva per lui, la ragazza che per lui c’era sempre stata.

“Che diamine sta succedendo?” Urlò lei. Entrambi i ragazzi ammutolirono. Non avevano mai sentito Hinata urlare da quando era bambina. La giovane fissò Yuki con rabbia attendendo una risposta.

Nel frattempo Naruto si alzò e prese la parola “Non è successo nulla, sta tranquilla…”

“Naruto-kun, sei ferito?” eccola di nuovo con la sua solita espressione dolce e preoccupata di sempre.

“No, sto bene. Possiamo…” il ragazzo non fece in tempo a finire la frase che lei si voltò verso Yuki continuando a chiedere spiegazioni. Il corvino si sentì ferito dallo sguardo duro della Hyuuga, non gliel’aveva mai visto fare in tutta la vita e distolse lo sguardo come un bambino sorpreso a rubare le caramelle.

“Hinata possiamo parlare?” Chiese Naruto in un soffio. La ragazza si mostrò sorpresa e notò i fiori che aveva visto poco prima ormai rovinati. Sentì un nodo alla gola e deglutì a fatica un ‘sì. Yuki assisté alla scena e decise di rimanere in disparte celando la sua presenza.

“Naruto-kun…” Hinata prese improvvisamente la parola e questo spiazzò il biondo.

“Sì?” Fece lui titubante.

“Perché sei qui?” Chiese lei mesta, quasi rassegnata.

Naruto si guardava le punte dei piedi, non riusciva a sostenere il suo sguardo e deglutiva a fatica. Si sentiva stupido perché non riusciva a dire qualcosa di tanto semplice come ‘mi piaci’.

Mentre lui indugiava, la Hyuuga prese nuovamente la parola. Si sentiva un po’ come un fiume in piena i cui argini sono ormai stati distrutti. Non aveva più voglia di reprimere ciò che sentiva, non voleva più essere invisibile, né fingere che i suoi sentimenti non esistessero.

“Ti ho visto prima. Con lei…” Hinata aveva lo sguardo perso nel vuoto.

“Ehh? Mi hai visto?” Fece lui sorpreso.

“Naruto-kun… sì, vi ho visti. Ho visto tutto! E quei fiori…” Disse indicandoli e spostò lo sguardo su di lui “perché li hai portati qui?”

Naruto spalancò la bocca. Non si aspettava che Hinata avesse assistito a quella scena e ora non sapeva come giustificarsi.

“Non è come pensi! È stata lei a baciarmi…” si affrettò a dire, ma Hinata non sembrava voler ascoltare e si voltò per andarsene. Lui la fermò afferrandole un braccio “Ascoltami…”

La ragazza rimase per un attimo interdetta e lui l’attirò a sé, stringendola da dietro.

“Sono qui per te, Hinata… Come questi fiori.”

Lei fece per voltarsi, ma lui la strinse ancora più forte tra le sue braccia e poggiò il mento sulla spalla e soffiò contro il collo di lei “Mi piaci, Hinata.”

La corvina spalancò gli occhi per la sorpresa e rimase immobile. Non riusciva a credere a ciò che sentiva. Aveva immaginato quel momento mille volte credendo che non sarebbe mai arrivato. Gli occhi le si inondarono di lacrime e stavolta riuscì a voltarsi e vide lo sguardo implorante dell’Uzumaki.

Lui le prese il volto tra le mani e la baciò teneramente. Fu un bacio dolce, a fior di labbra. Un bacio timido, tipico del ‘primo amore’, di quello che ti fa venire le farfalle allo stomaco e i palmi delle mani sudati. Hinata si strinse di più a lui e ricambiò il bacio. Sognava quel momento da anni e voleva goderselo fino in fondo.

Una lacrima solcò la guancia di Yuki, stava osservando la scena poco distante dai due, all’ombra del muretto di casa Hyuuga. Con un sorrisetto amaro, segno della sua sconfitta, decise di allontanarsi. Non aveva più motivo di restare lì.

I due si staccarono e Naruto si affrettò a parlare: “Hinata, ti prego, devi credermi! Prima non è successo nulla di importante! Non ero lì per…”

La ragazza gli mise un dito sulle labbra e sorridendo gli disse “Non devi spiegarmi nulla, ti credo.”

Il ragazzo raccolse da terra i girasoli malconci e fece per mostrarglieli, ma all’ultimo li ritirò, guardando dall’altra parte.

“Che c’è?” Chiese lei perplessa.

“Erano per te, ma sono tutti rovinati ormai. Te ne comprerò di più freschi.”

“Voglio questi.” Disse lei sorridendo, non le importava fossero rovinati, erano i primi fiori che riceveva da Naruto. Erano ugualmente preziosi per lei.

“Ma sei sicura?” Chiese lui titubante.

“Certo! Su, forza!” Disse lei tendendo le mani verso di lui. Naruto non se lo fece ripetere due volte e le porse i fiori soddisfatto. Hinata si strinse i girasoli al petto con un’espressione beata sul volto. Da quel preciso momento i girasoli divennero i suoi fiori preferiti.
 
Qualche settimana dopo Hinata e Yuki si trovavano su una panchina del parco a parlare. Lei sembrava avere un’espressione un po’ triste mentre gli parlava. Una serie di flash le si paravano davanti agli occhi mentre ricordava la loro infanzia, tutte le volte in cui lui l’aveva difesa dai giudizi di suo padre e dalle cattiverie della gente. Era sempre stato una colonna portante per lei e si fidava ciecamente di lui, ma capiva che doveva lasciarlo andare.
“Quindi hai deciso: te ne vai di nuovo?” Fece lei mesta.

“Sì, credo sia arrivato il momento. Ci ho riflettuto bene…”

“D’accordo allora, non posso certamente trattenerti.” Disse lei alzandosi in piedi e si voltò a guardarlo sorridendo.

“Grazie Hinata…” Disse lui sorridendole a sua volta, anche se il suo era un sorriso più amaro.

“Però, se ti dovesse venire voglia di tornare, fallo in qualunque momento. Ricordalo sempre, ok?”

Yuki si era già allontanato quando lei gli urlò dietro quelle parole. Si bloccò per un istante, mentre la tristezza prese il sopravvento, ma non voleva mostrarsi debole. Aveva preso la sua decisione, convinto fosse quella più giusta, ed era ormai pronto ad andarsene. Aveva bisogno di allontanarsi e capire meglio se stesso. Mentre rifletteva si accorse di una testa bionda che guardava nella sua direzione.

“Allora è vero, te ne vai?” Chiese l’Uzumaki.

“Così pare.” Fece lui beffardo, non riusciva ancora a farsi piacere quel testone.

“Va bene… Fa buon viaggio allora!” Disse Naruto sincero. Yuki non gli rispose e si incamminò per la sua strada, voltandogli le spalle.

“Quando ti sentirai pronto, però, torna!” Gli disse Naruto col sorriso sulle labbra.

Yuki si fermò e si voltò di poco a guardarlo con la coda dell’occhio. Quello stupido gli sorrideva e gli aveva detto di tornare. Era sincero. Il corvino rimase sorpreso e gli scappò una leggera risata. Dopo settimane era la prima volta che sentiva il cuore un po’ più leggero, mentre tra sé e sé pensava “Che idiota, è proprio senza speranza!

“Prenditi cura di lei, altrimenti sarà peggio per te!” Disse lui senza guardarlo e stavolta si mise in marcia verso le porte del villaggio.

Naruto fece per entrare nel parco dove aveva visto i due parlare, ma Hinata uscì in quello stesso momento.

“Naruto-kun!” Esclamò lei felice. Si avvicinò e lo prese per mano.

“Ti va di fare due passi?” Chiese lui dandole un bacio sulla fronte.

“S-sì!” Si affrettò a rispondere lei, cercando di nascondere il rossore sulle guance. Ancora non riusciva ad abituarsi alla nuova situazione e arrossiva per un nonnulla.

Pochi minuti dopo si ritrovarono seduti ad un caffè a mangiare i loro gelati, mentre chiacchieravano animatamente. Naruto aveva la solita abitudine di sporcarsi con qualunque cosa fosse commestibile e Hinata ne approfittava.

“Naruto-kun, non muoverti…” Fece lei seria.

“Mhm?” Mugugnò lui perplesso mentre si riempiva la bocca di gelato alla fragola.

“Fermo…” Fece lei quasi sottovoce mentre si avvicinava al suo viso.

“Va bene…” Fece lui sommessamente.

A quel punto Hinata si avvicinò ancora di più e gli diede un bacio all’angolo della bocca furtivamente.

“C-che fai?” Chiese lui arrossendo di colpo.

“Avevi dei rimasugli di gelato!” Fece lei innocentemente.

Per tutta risposta lui le diede un bacio sulle labbra, cosa che fece arrossire lei a sua volta.

“Avevi dei rimasugli anche tu!” Si giustificò lui con un sorrisetto soddisfatto. Poi si guardarono e scoppiarono a ridere insieme come due bambini, consapevoli del fatto che i loro cuori fossero finalmente connessi.  

**SPAZIO AUTRICE**
Ciao a tutti! Scusatemi per l'enorme ritardo, ma ho avuto parecchio da fare e ho scritto il capitolo a singhiozzi. Nonostante ciò ce l'abbiamo fatta! Non ci credo nemmeno io, ma a quanto pare è vero ahahah
Spero vi piaccia e, ovviamente, attendo un vostro riscontro. Fa sempre piacere ricevere feedback.
Alla prossima!
Chiharu

 

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