1 VS 1 di Shadow Eyes (/viewuser.php?uid=42277)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tocco || {Son Goku e C-18}; ***
Capitolo 2: *** Brivido || {Freezer e Bulma}; ***
Capitolo 3: *** Demonio || {Vegeta e Chichi}; ***
Capitolo 4: *** Timore || {Piccolo e Videl}; ***
Capitolo 5: *** Proiettile || {Mirai!Mai e C-17}; ***
Capitolo 6: *** 404 || {Dottor Gelo e Bulma}; ***
Capitolo 7: *** Jǫtunn || {Lunch e C-16} ***
Capitolo 8: *** Lillà || {Nappa e Panchy}; ***
Capitolo 9: *** Traccia || {C-18 e Perfect!Cell}; ***
Capitolo 10: *** Sorpresa || {Trunks e Valese}; ***
Capitolo 11: *** Rimpianto || {Radish e Chichi}; ***
Capitolo 12: *** Eroe || {Goten e Darbula}; ***
Capitolo 13: *** Riconoscimento || {Ciccio!Bu e Baby!Bra}; ***
Capitolo 14: *** Mantide || {Mirai!Trunks e Marion}; ***
Capitolo 15: *** Budino || {Beerus e Lunch}; ***
Capitolo 16: *** Iniziativa || {Muten e Kid!Bu}; ***
Capitolo 17: *** Facsimile || {Son Goku e C-18}; ***
Capitolo 18: *** Resa || {Zarbon e Bulma}; ***
Capitolo 19: *** Ōkami || {Kid!Trunks e Yamcha}; ***
Capitolo 20: *** Serenità || {Crilin e Chichi}; ***
Capitolo 21: *** Dubbio || {Pan e Mr Popo}; ***
Capitolo 22: *** Contrattempo || {Mirai!Mai e Videl}; ***
Capitolo 23: *** Irragionevole || {Perfect!Cell e Chichi}; ***
Capitolo 1 *** Tocco || {Son Goku e C-18}; ***
1VS1 - C-18 & Goku
1 VS 1
Tocco ||
{Son Goku e C-18};
I don’t think she knows
She is such a gentle
touch
Duran Duran –
“She’s Too Much”
Un flash nero e la scarpetta da ginnastica gli sopraggiunse in viso;
Goku contrasse i muscoli della schiena con uno squittio, piegandosi
all’indietro appena in tempo per sentirne i lacci
solleticargli
la punta del naso, prima che sparissero con un guizzo oltre il suo
sguardo.
Rilasciò un sospiro tremolante, raddrizzandosi. A dispetto
della
fredda eleganza del suo portamento, rifletté, C-18 aveva uno
stile di combattimento brutale.
Non aveva la grazia, né la disciplina di Chichi –
era
estremamente pericolosa a distanza ravvicinata e lo stava attaccando
senza sosta da ore, con una forza tale da costringerlo a schivare i
suoi colpi, piuttosto che a incassarli. Onestamente, stava cominciando
ad
affaticarsi.
«Sono curiosa…», cominciò
la cyborg,
scostandosi una ciocca bionda dal viso, «Cosa speri di
guadagnarci?»
Saettando, i due si avventarono l’uno contro
l’altra,
l’impatto tra i loro avambracci destri
un’esplosione
d’aria che travolse il vicinato, scagliando in alto una
spirale
di fili d’erba.
«“Guadagnarci”?»,
ripeté Goku,
puntellando meglio i piedi a terra per opporsi alla spinta della donna.
«Non capisco.»
«Affrontarmi senza trasformazioni o ki—
perché?»
«Oh. È un test!»
Le labbra di C-18 s’aprirono senza emettere alcun suono,
prima di cucirsi in una linea pallida.
«Capisco.», annuì infine, rompendo lo
stallo tra
loro con una piroetta alla sua destra.
«L’importante
è che non dimentichi la promessa che mi hai fatto.»
Smarrito, il sayan si grattò il capo, prima di illuminarsi.
«Ah, già! Un pranzo da regina!»
«Esatto.»
«Ma… Posso mangiare anch’io?»
«Certo.» La cyborg fece spallucce.
«Finché paghi,
puoi fare quello che ti pare.»
«Perfetto!»
Con le iridi accese d’un bagliore ardente, Goku si
proiettò in avanti, pronto a colpirla, ma un improvviso
scintillio alla sua destra l’accecò, impedendogli
di
vedere il pugno di C-18 che gli si abbatté, spietato, contro
la fronte – cadde a gambe all’aria.
«Ops! Colpa mia!» Crilin comparve alle spalle della
moglie
ridacchiando, rifrangendo la calda luce del pomeriggio con la sua
pelata. «Comunque, Goku, capisco che vuoi testare i limiti
della
tua resistenza e tutto il resto…»,
proseguì,
«Ma sono quasi due giorni che ve le date di santa ragione. La
mia
adorata metà ha dalla sua un’infinita
quantità
d’energia ma tu, be’… Non sarebbe
l’ora di
fare una pausa?»
«Ѐ già passato più di un giorno?»,
fiatò stralunato il sayan, «Urca!»
«… Non se n’era manco accorto.»
Bruciore. Goku percepì qualcosa di umido scivolargli lungo
un
sopracciglio
e le voci dei suoi amici divennero un brusio di sottofondo: una
goccia di sangue gli cadde nell’occhio, tingendo tutto di
rosso.
Infastidito, lo chiuse, sfregandoselo con il dorso della mano.
«Fermo.»
In ginocchio davanti a lui, una figura tornò lentamente a
fuoco
mentre apriva una bottiglietta di disinfettante. Goku batté
ciglio, immobile, guardando C-18 versarne un po’ su una
garza,
prima di avvicinarsi per tamponargli la ferita.
«Uah!»
Si ritrasse appena,
d’istinto, rilassandosi solo quando la sentì
ridacchiare e poggiargli la mano sulla fronte.
C’era qualcosa,
nel tocco attento, di madre della donna. Una sensazione
familiare
che lo trasportò per un istante ad un’altra vita,
ad altre
mani, ruvide, indurite dal tempo e dagli allenamenti, che aveva dovuto
abbandonare troppo presto.
Flutti di ricordi gli salirono agli occhi, riempiendoglieli di
nostalgia.
Sorrise.
.:~*~:.
E niente, in questi giorni mi sono venute in mente tre mini-racconti che hanno
come tema principale lo scontro, non solo fisico ma psicologico
(più o meno...?).
(ง'̀-'́)ง Volevo scrivere scene random, d’azione e
non, con
personaggi che raramente si vedono insieme… Ma, prima che
apriate il fuoco, ci tengo a specificare che queste non sono coppie nel
senso romantico del termine hah hah hah! X°D Per quello ho
usato la
“e” tra i loro nomi nel titolo, e non la
“x”.
Volevo semplicemente levarmi qualche sfizio. Se vi viene in mentre
qualche altra accoppiata strana, magari non mi fermo a tre e ne scrivo
altre… Chissà!
Comunque sia, in questo breve racconto, Goku ha scelto di allenarsi
con C-18 primo perché è curioso di vedere come
combatte
e, secondo, perché vuole scoprire, in uno scontro
d’arti
marziali non-stop, quante ore sarebbe riuscito a resistere prima finire
tutte le energie. Un esperimento alla
Goku,
insomma. C-18 ha l’energia infinita dalla sua parte, quindi
ha
deciso di accontentarlo perché la cosa a lei non avrebbe
fatto
comunque alcun danno. E in più, cibo gratis. *fa
partire il suono del registratore di cassa*
Alla fine, il sayan scopre non solo che stile di combattimento usa
l’androide, ma anche un suo lato più gentile che
gli
riporta alla mente nonno Gohan.
Ringrazio chiunque abbia letto! (❁´▽`❁)*✲゚*
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 2 *** Brivido || {Freezer e Bulma}; ***
1VS1 Freezer & Bulma
1 VS 1
Brivido ||
{Freezer e Bulma};
I can feel your heart in your
neck
I can steal your heart
from your neck
Pearl Jam –
“Glorified G”
Le sfiorò la gola con la coda, attorcigliandone
l’estremità attorno a quel sottile velo di pelle
che
pulsava d’aria e sangue. Il colore era quasi diafano, la
superficie liscia, e poté subito avvertire la vibrazione che
le
corde vocali emisero sotto la sua presa. Un gemito, senza dubbio.
Impassibile, mosse lo sguardo su delle piccole vene celesti
che
stavano diventando sempre più visibili al suo sfiorare.
L’affascinava vederle gonfiarsi, tendendo i tessuti
tutt’attorno e fu una rara delizia scoprire quanto fosse
sensibile al suo tocco l’epidermide che le
rivestiva; gli
era bastato esercitare solo un po’ di pressione con la punta
affilata della coda, per lasciarci sopra tracce ceree.
Patetico.
«Fa’ pure il gradasso, tanto lo so che sono troppo
utile perché sia fatta fuori adesso.»
Freezer incrociò le braccia contro il petto, gli occhi di
brace
accesi da una malia perversa: sapeva bene che all’interno di
quel collo magro, sotto il guizzo dei muscoli e al di là
dei
nervi e delle arterie, si nascondevano le vertebre cervicali
–
così poche, così delicate, che avrebbe
potuto spezzarle tutte con una semplice torsione, ponendo fine una
volta per tutte alla hỳbris
di quell’umana.
«… Non fai paura a nessuno.»
Ancora quel
borbottio— ah, cosa non avrebbe dato per poter
osservare le iridi insolenti di quella donna perdere pian
piano la loro luce, spegnendosi con la sua maestosa immagine impressa
al loro interno! Gli sarebbe bastato un istante… Uno
solo.
«Le mie scuse, terrestre. Non era mia intenzione
turbarti.», disse invece.
Del resto il cervello di
Bulma Brief, come ci aveva tenuto più volte a ribadire lei
stessa, era un assetto da tenere in considerazione. Se il suo
grande potenziale non era sfuggito alle menti sottosviluppate dei suoi
alleati, figurarsi alla sua;
dire che una ricercatrice del suo calibro sarebbe potuta diventare una
risorsa preziosa
per i suoi piani di riconquista, era un mero eufemismo!
«Piuttosto, temo di avere ancora qualche
difficoltà a
decifrare il vostro linguaggio…»,
proseguì Freezer,
compassato, «Quando dite che: “non faccio
paura”, cosa intendete, esattamente? Perché devi
sapere, umana, che dalle mie parti chi non teme il nemico non trema.»
Sogghignò, avvertendo attraverso la pelle della coda le scie
di
brividi che le risalirono lungo la gola. La donna
agitò
quelle sue piccole mani glabre tra le leve rosse
e blu che usava per pilotare, in cerca, chiaramente, di un
qualche tipo
di supporto.
Pusillanime.
Soddisfatto, Freezer la lasciò andare, quando il pavimento
ebbe un
sussulto violento e i suoi piedi persero ogni appiglio, facendolo
ruzzolare a
terra. Ci fu poi un gran fracasso che lo stordì, animato da
grovigli rotolanti di
mani, piedi e voci che, in un battito di ciglia, vennero sparsi tra
finestrini e sedili dagli scossoni che stavano squassando la navicella.
«Che sta succedendo?!»
«Ah, un piccolo vuoto d’aria, ragazzi.
Capita!»,
spiegò Bulma, voltandosi con calma innaturale verso la
figura
supina dell’imperatore dell’Universo, gli occhi blu
pieni
d’una malizia così simile alla sua da lasciarlo
ammutolito.
«Non c’è nulla da
temere.»
.:~*~:.
Scommetto che non ve li aspettavate, questi due eh eh eh!
<( ̄︶ ̄)>
Dunque! Questa flash me l’ha ispirata DB FighterZ:
arrivati ad un certo punto [che non menzionerò per evitare
spoiler eccessivi], c’è una scena in cui il buon
imperatore nota con
interesse il
talento e l’intelligenza di Bulma, pensando davvero che una
come
lei potrebbe essere un’ottima risorsa per il suo esercito.
L’ambientazione è quindi quella del gioco, con
Goku &
The Gang nella navicella che serve a trasportare il
giocatore da un livello all’altro.
Per il resto, Freezer è orgoglioso, sì, ma anche
molto, molto furbo.
Dopo lo schiaffo morale che gli ha tirato la donna, facendogli notare
che non può farle del male al momento, sa che è
costretto
a starsene buono e la cosa ovviamente lo irrita (prendere ordini da
sporchi plebei…
Non sia mai!), quindi trova
un modo apparentemente innocuo, subdolo, per strapazzarla un
po’.
…
Pensando di poterla passare liscia. Pfff. Quel vuoto
d’aria non si è trovato da solo, se capite che
intendo. X°D
Comunque sia, chiudo ringraziando, come sempre, chiunque si sia
avventurato in questi
strambi lidi! °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°
See ya,
Shadow
Eyes
|
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Capitolo 3 *** Demonio || {Vegeta e Chichi}; ***
1VS1 Vegeta&Chichi
1 VS 1
Demonio ||
{Vegeta e Chichi};
I see nothing in your eyes
And the more I see the
less I like
Breaking Benjamin
– “Breath”
Qualcosa in lei c’era,
la percepiva a tratti; una vibrazione
lieve sotto la superficie stoica dei suoi occhi neri, una ferocia
dormiente in attesa di qualcuno che la risvegliasse.
Vegeta si piegò di lato e la gamba di Chichi gli
sfolgorò accanto alla guancia, lo spostamento
d’aria
un’onda d’urto che gli smosse i capelli, spazzando
via il
fogliame secco alle sue spalle.
Schioccò la lingua. Il potenziale della terrestre lo
incuriosiva, sì,
ma insulti, minacce— tutto
inutile. I suoi colpi continuavano ad essere precisi,
disciplinati, mirati a soggiogarlo e non a fargli del male. Non
seriamente,
per lo meno.
Infastidito, era lì lì per perdere ogni interesse
in quello scontro, quando
quel piccolo abominio di Gohan si presentò tra
loro
con un vassoio carico di bicchieri tintinnanti— ah, tempismo
perfetto!
Col volto deformato da un ghigno, il sayan gli piombò alle
spalle, afferrando quella sua testolina
ispida tra le dita e, ignorando le sue proteste, lo sollevò
da terra, esponendolo alla
madre
come un trofeo.
«Oh, non t’azzardare, Vegeta…!»
Una sferzata di vento lo investì in pieno, mozzandogli il
fiato il gola; il ki della
donna
era aumentato a dismisura, ardendo attorno al suo corpo nervoso come
una fiamma, mandando dei bagliori scarlatti che lo lasciarono
interdetto.
Possibile?
«Torci un altro capello al mio bambino e te ne
pentirai!»
A quelle parole tonanti, la sua stretta del principe si
serrò
ulteriormente sul
cranio di Gohan, che gli lanciò contro il vassoio e
cominciò a divincolarsi, finché non
riuscì a
sfuggirgli. Poco importava, aveva finalmente
ottenuto ciò
che voleva.
Ridendo della fuga precipitosa del moccioso tra i cespugli, Vegeta fece
per voltarsi e un pugno gli
comparve d’improvviso tra gli occhi: si
accosciò,
schivandolo. Qualcosa scoppiò sulla sua testa e una pioggia
di pezzetti di legno che
odorava di brace gli cadde addosso. Sollevò lo sguardo,
notando
con malsana soddisfazione che la mano di Chichi era incastrata in
un piccolo cratere fumante al centro della corteccia di un albero.
Si
rialzò per fronteggiarla, afferrandole
l’avambraccio.
«Lascia che ti aiuti.»
La divelse dal tronco, scagliandola contro l’albero accanto,
ma la donna fu lesta e roteò in aria, riuscendo ad atterrare
con
i
piedi contro il fusto, prima di avventarglisi contro, i capelli
un
roveto che le frustava il viso. Rabbrividì, sogghignando.
No, non c’era modo che quella
cosa fosse
ancora un
essere umano.
Ci fu uno schiocco e, con un sussulto, il sayan
annaspò – un fiotto di sangue gli salì
con un rigurgito tra i denti, colandogli lungo il
mento; il braccio di Chichi gli aveva
trapassato l’armatura e la sentì muovere la mano,
il graffio delle sue dita bianche sempre più vicino al
suo cuore che pulsava e pulsava. Masticò
un’imprecazione; poi, tutto fu nero.
Vegeta si svegliò di soprassalto, portandosi una
mano al petto: niente ferite, niente buchi.
Bene.
Alzò lo sguardo e, attorno
a lui, non c’era che il verde frusciante del monte Paozu.
… Che razza di
incubo!
Se erano questi gli effetti della sua cucina, era l’ultima
volta che accettava l’invito a pranzo
di quel demonio.
.:~*~:.
Questa è una campagna di sensibilizzazione per le Chichi che
non
combattono più da anni. Toei, fatele scatenare almeno una
volta
ogni decennio. Grazie.
Hah hah hah X°D Ben trovati! Questa flash me l’ha
ispirata una
mini scenetta
dell’episodio 54 di “DragonBall Z Abridged”,
creata dal TeamFourStar. In pratica c’è un botta e
risposta rapido tra Vegeta e Chichi e lui
resta (per una volta nella vita) senza parole di fronte
all’aggressività della donna, finendo per
replicarle tipo un minuto dopo e sottovoce.
Voi
direte: e da quella scenetta, tu crei questo?
Eeeh…
Vegeta mi ispira violenza a pacchi. ¯\_(ツ)_/¯ Mi ha
fatto pure cambiare il rating della raccolta.
Per il resto, l’ho ambientata qualche tempo dopo la sconfitta
di
Freezer e la saga di Cell. Quindi il principe dei due sayan
è ancora un po’
instabile & kattivo.
Ho immaginato una di quelle giornate in cui magari Chichi decide di
invitare tutti
a pranzo e Vegeta (trascinato da Bulma) si presenta lì con
gran sorpresa di tutti gli altri. E, magari, mangiando e bevendo nota
che la mogliettina di Kaarot nasconde un certo
potenziale distruttivo. Magari, poi, bello satollo, decide di
farsi una pennica sotto un albero e l’immaginazione prende il
volo tra sonno e veglia.
Nella prossima flash scopriremo quello che sogna quando mangia la
peperonata.
…
Pfff. XD Comunque! Le tre flash che avevo in
mente si concludono qui. Adesso, non mi resta che cimentarmi con i
vostri suggerimenti:
- Ale_Chan03: {Videl e Piccolo};
- Teo5Astor: {Mirai!Mai e C-17};
- felinala: {Dottor Gelo e Bulma};
Incrocio le dita e alla prossima! Grazie per aver letto!
(ノ´ヮ´)ノ*:・゚✧
P.S.: Buona
Pasqua/Pesce d’Aprile…?
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 4 *** Timore || {Piccolo e Videl}; ***
Piccolo e VIdel
1 VS 1
Timore ||
{Piccolo e Videl};
‘Cause when you have a
light that shines beside you
You know you will never
be alone
John Fullbright
– “Song for a Child”
Piccolo aveva osservato per anni gli esseri umani che lo circondavano;
interpretarli correttamente, tuttavia, gli risultava ancora
un’operazione complessa. Movenze del corpo, sguardi, parole,
silenzi, sott’intesi… Le loro interazioni erano
caratterizzate da fin
troppe sottigliezze, per i suoi gusti.
Forse fu proprio per quello, che accolse con una certa inquietudine
l’arrivo di un’aura familiare alle sue spalle.
«Videl.», la salutò, rimanendo seduto
sulla sporgenza a picco sul mare che aveva scelto per
meditare.
«Piccolo…»
Quel nome sospeso fu come un rullo di tamburi prima di una grande
rivelazione e il namecciano si irrigidì, avvertendo gli
occhi
grigi della donna conficcarglisi nel cranio.
Inspirò.
«Vorrei parlarti di Pan.»
Ah.
Dritta al punto.
Espirò.
«Sta bene?»
Videl atterrò e, cosa ancora più curiosa, gli si
accomodò accanto, stendendo le gambe pallide sulla roccia.
Piccolo aprì un occhio e la scorse mentre si mordicchiava il
labbro inferiore, passandosi una corta ciocca di capelli neri dietro
l’orecchio.
«Sì e no.»
La fronte gli si aggrottò, il suo silenzio un invito ad
elaborare una risposta chiarificatrice.
«Ha una caviglia lussata.»
«Cos—»
«Da quando le hai promesso quello scontro amichevole, ha
passato tutti i giorni ad allenarsi senza sosta.»
«… Capisco.»
«Ovviamente non mi ha detto nulla della caviglia
finché ha
potuto.» La donna fece un sorriso a metà che gli
trasmise
un sentimento formicolante sottopelle – senso di colpa.
«Voleva continuare ad esercitarsi.»
«Heh. Testarda come suo nonno.»
I due si scambiarono uno sguardo divertito e, per qualche motivo, il
namecciano intuì che non era per l’omissione di
Pan, che
Videl era venuta a cercarlo.
«Non ha versato una sola lacrima – è una
forza della natura, la mia piccolina.»
Tacque.
«Sai…»
E la sua voce si levò ancora, leggera come la spuma delle
onde che bruivano contro gli scogli sottostanti.
«Nel suo cuore, tu hai un posto speciale.»
Il mantello del namecciano fluttuò in un soffio di vento,
mentre
il sangue saliva a scaldargli le guance incavate. Chiuse gli occhi.
«Non vuole deluderti, e questo la spinge ad andare oltre i
suoi limiti. A volte, quando la guardo, rivedo la me stessa di un
tempo.», proseguì la donna e si portò
le ginocchia
al petto, appoggiandoci sopra il mento. «Pur di non fallire,
anch’io ho finto di essere più forte di quel che
ero
– che sciocca.»
«… Perché mi stai dicendo
questo?»
Nessuna risposta.
Piccolo si girò verso Videl, osservando il suo profilo
indorato
dal tramonto; lo sguardo era liquido, ostinatamente rivolto
all’orizzonte. Fu allora che comprese.
«Ora è tutto chiaro: il
tuo timore è che Pan segua le tue orme.»
Sospirò.
«A volte, voi umani mi date il mal di testa.»
«Eh…?»
«I fallimenti sono necessari, non ha senso averne paura. Non
c’è crescita, senza.», tagliò
corto lui, non
riuscendo ad impedire ad una nota concitata di intrufolarsi tra le sue
parole. «Imparare dai tuoi errori ti ha resa una persona
migliore. Permetti a Pan di fare lo stesso. Non ci sarà
ostacolo che non
riuscirà a superare, con
te e Gohan al suo fianco.»
«… Non dimentichi qualcuno?»
«Mh?»
«Ha anche te, Piccolo.»
Il namecciano fece una smorfia, distogliendo lo sguardo dal riso
affettuoso che trillò nella sua direzione.
.:~*~:.
Yoooo~! Ce l’ho fatta, Ale_chan03! Questo capitolo
è pour toi! ✧*。٩(ˊᗜˋ*)و✧*。
Nnnnnnnnargh, è impossibile far litigare Piccolo e Videl
alla
Goku e Vegeta; il rispetto di fondo che hanno l’uno
per
l’altra mi impedisce di immaginarmeli a spararsi kamehameha da uno
scoglio all’altro
hah hah hah XD Quindi, eccovi la flash più tranquilla della
raccolta. Un conflitto sicuramente più…
Sentimentale,
ecco, degli altri.
L’ambientazione, è quella della fine di DBZ, con
Pan
abbastanza
grandicella da poter partecipare al Torneo e Videl con quel taglio di
capelli corto, figo, che le stava d’incanto. E a proposito di
lei, qui, ha avuto un breve momento di fragilità.
Dopo
quello che le è successo durante il suo incontro contro
Spopovich, Videl sa che a volte essere testardamente orgogliosi
è pericoloso… E rivede questo lato di
sé in Pan.
Vuole proteggerla ma, chiaramente, non si può rinchiudere i
propri figli sotto una campana di vetro per sempre. Bisogna guidarli,
sostenerli ma lasciarli camminare con le proprie gambe, ed è
quello che Piccolo le ricorda, a modo suo. Poveretto, lui
già
era lì a pensare che Videl volesse dargli tutta la colpa
della
distorsione della figlia! X°D Invece, voleva solo avere una
rassicurazione.
Meglio così, va!
Ah, e grazie a tutti per aver letto fin qui! (*´▽`*)
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 5 *** Proiettile || {Mirai!Mai e C-17}; ***
C-17xMai
1 VS 1
Proiettile
|| {Mirai!Mai e C-17};
Human target, in my eyes
I’ve got you
well in my sights
Ratt –
“Wanted Man”
Mai stava correndo tra l’odore dei muschi e del legno umido,
pestando foglie secche e saltando radici contorte, lo sguardo che
saettava tra rami e cespugli, in cerca di una qualsiasi chiazza di
giallo elettrico.
«Mh?»
Si fermò di colpo, puntando la canna lucida del revolver che
stringeva tra le mani verso la cima di un albero, l’occhio
che si
precipitava ad allinearsi con la tacca di mira ed il mirino.
«Ma guarda… Me ne ha nascosto uno in alto e contro luce.»
Schioccò la lingua con un ghigno, facendo fuoco; pezzi di
plastica gialla calarono come un sipario lacero sulla sua figura
già lontana nella macchia.
Me ne manca uno solo.
Era stato con inaspettato entusiasmo che aveva raccolto il guanto di
sfida lanciatole da C-17. Le regole erano semplici: sua moglie aveva
sparso dieci palloncini – cinque rossi per lui e cinque
gialli
per lei – in una zona circoscritta della foresta e, chi tra
loro
li avrebbe trovati e distrutti per primo, avrebbe vinto. E, per
aggiungere un po’ di pepe al tutto, ciascuno di loro aveva
disposizione solo una pistola e cinque proiettili antisommossa in gomma.
Un flash dorato catturò l’attenzione di Mai,
conducendola
al bordo di un precipizio che s’affacciava su una radura
smeraldina.
«Eccolo!»
L’ultimo palloncino era legato ad un roveto poco distante. I
tronchi e le fronde che si trovavano nella sua linea di tiro, tuttavia,
erano un impedimento che rischiava di non farle centrare il bersaglio
– così, ignorando i polmoni brucianti e le gambe
indolenzite, la donna si lanciò di sotto, atterrando con
agilità felina sull’erba. Dopo il suo, ci fu un
altro
tonfo, più rumoroso, e Mai sussultò mentre
l’improvviso spostamento d’aria le scostava i
capelli dalla
fronte accaldata.
«Oh.»
In ginocchio al suo fianco, C-17 si voltò, fissandola in
silenzio; la corona d’oro che gli aleggiava attorno al capo,
a
causa della presenza del palloncino alle sue spalle, le aveva reso la
sua
apparizione bizzarramente surreale.
Entrambi sollevarono le armi, puntando le braccia oltre le spalle
dell’altro. Mai era stata più svelta
e fremette, l’indice già serrato attorno al
grilletto,
pronto a tirarlo.
Cosa…?
Il ritmo dei suoi battiti parve congelarsi assieme al tempo, i suoni un
rumore statico ovattato. La donna trattenne il respiro e
l’intera
foresta si ridusse al suo mirino, l’immagine di un
bracconiere
col fucile puntato contro un cervo il centro focale della sua pupilla,
che si dilatò. Fece leva sul grilletto e, il suo ultimo
proiettile, fuoriuscì
dalla fiammata della volata roteando, perforando l’aria con
il
suo sibilo fino a schiantarsi con violenza contro la canna del fucile
dello sconosciuto, che urlò. Mai sorrise quando vide
l’arma volargli via dalle mani e C-17 si
raddrizzò,
seguendo perplesso il suo sguardo.
«Notevole.», commentò e c’era rispetto in quelle
poche
sillabe. Poi l’androide si voltò di scatto,
sparando oltre
la testa della donna, che si girò appena in tempo per vedere
dei
frammenti di palloncino rosso cadere da un albero.
«Ho vinto.»
E, lasciandola sconvolta dinnanzi alla sua mirabile faccia di bronzo,
C-17 si scagliò a tutta velocità contro il
bracconiere.
… Altro che
angelo.
.:~*~:.
E, come sempre, alla fine vince
l’amicizia! °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°
…
No, eh? Hah hah hah! X°D Be’, oh, a C-17 il
galateo
degli shonen proprio
non va giù. Da buon pragmatico,
perché mai avrebbe dovuto rinunciare ad una sudata vittoria
per
onorare il gesto disinteressato di Mai? Mica glielo ha detto lui di
sparare al tizio, invece che al palloncino, eh.
Teo! Oh, Teo del quinto capitolo del destino! A te dono questa
flash, nella speranza che ti piaccia! (❁´▽`❁)*✲゚* Tra le
accoppiate strambe, sebbene la tua sia quella con zero interazioni nel
canon, è stata anche quella di cui mi è riuscito
più naturale scrivere! Ѐ stata un’esperienza
divertente e
me li vedo proprio, questi due, anche a cooperare come ranger!
Comunque! Per bilanciare la sfida tra i due, ho scelto le armi da
fuoco. Anche perché perché
C-17 aveva un revolver nel futuro. E, se non erro, ha un fucile alla
fine di
Z, quando dice ai tizi di alzare le mani e dare la loro energia a Goku.
Suppongo che, oltre alle automobili, gli piacciano anche le armi.
¯\_(ツ)_/¯
Il contesto è… Dopo il torneo tra universi di DB
Super.
Mai e Trunks sono nel passato per salutare tutti e ragguagliarli sui
progressi fatti con la ricostruzione. Magari hanno visitato C-18 e
Crilin, che erano in procinto di partire per andare a trovare C-17 e
famiglia. Così si sono accodati e tante belle cose [???].
Come sempre, ringrazio tutti i lettori che si sono avventurati fin qui!
X3
See ya,
Shadow Eyes
|
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Capitolo 6 *** 404 || {Dottor Gelo e Bulma}; ***
Gelo&Bulma
1 VS 1
404 || {Dottor Gelo e Bulma};
When we say “computer”, we mean the electronic computer
(Abort! Abort! Abort! Abort!)
Knife Party –
“404”
- Tonk! -
Il colpo di calcinaccio sulla testa era una nota stonata in una
sinfonia sincopata d’urla e scoppi, e Gelo non fece altro che
ignorarlo mentre gli rimbalzava via dai capelli e rotolava sul
pavimento costellato di fratture.
Cliccò su una cartella criptata e un botto improvviso gli
esplose nelle orecchie, vibrandogli
nei timpani finché non presero a fischiare – e ci
fu una
sirena, dei passi ed un’ondata d’aria bollente lo
investì in pieno ma lui serrò i denti e si
concentrò sulla tastiera, chiudendo tutti quei rumori
all’esterno della sua mente.
«Forza, catafalco dei miei stivali!»
Tamburellò con le dita sul pezzo integro di scrivania che
aveva davanti, l’azzurro smorto delle sue iridi uno specchio
che rifletteva le scritte che stavano comparendo sull’enorme
schermo del computer.
L’intero laboratorio tremò ancora ed una crepa
enorme
s’aprì sul soffitto, ricoprendogli le spalle
d’un velo di polvere bianca che gli fece lacrimare gli occhi
e pizzicare l’interno del setto nasale. Starnutì.
Andiamo, andiamo!
Un flash di luce verdognola gli illuminò il volto impaziente
e la barra di avanzamento del backup finalmente apparve, progredendo di
una singola, misera, lenta, lenta, l e n t a
–
troppo lenta, dannazione!
– tacca alla volta. Oh, non avrebbe
perso i dati delle sue ricerche, nossignore: per quel che gli
importava, il Fiocco Rosso poteva bruciare, sprofondare tra le viscere
incandescenti dell’inferno stesso, ma non avrebbe permesso a
nessuno, compreso quel marmocchio-scimmia, di portargli
via i suoi
progressi! Era ormai ad un passo dal superare la soglia che separava le
sue decadenti spoglie umane dal divino, dall’eterno, e non
c’era anima su quella terra che avrebbe potuto fermarlo!
Un otto seguito da uno zero ed un simbolo di percentuale gli fecero
strofinare le mani nodose. Sghignazzò, gongolando tra
sé, quando un glitch nell’immagine gli
mandò di traverso la saliva, facendolo quasi strozzare.
«C-Che diavolo…?», berciò,
annaspando.
La barra di avanzamento schizzò verso la meta e gli occhi
quasi gli fuoriuscirono dalle orbite: era quasi al
cento per cent— no! Stava tornando indietro!
Lo scienziato piantò le mani sulla tastiera, volando sui
tasti e
guardò quella linea blu ritrarsi ed avanzare, rimbalzando a
destra e sinistra, sinistra e destra, come la sua testa, che si muoveva
in perfetto sincro con quei folli picchi. Forse era la sua
immaginazione, forse lo stress, ma stava cominciando a percepire tutti
i gradevoli sintomi dell’infarto, mentre tentava
disperatamente di trovare la fonte di quell’errore.
Lo schermo si spense di colpo facendolo sussultare, riaccendendosi poi
con una singola icona al suo centro: un cuore rosa, pixellato.
Deglutì, cliccandoci sopra ed una serie di
“x” e
“o” gli comparvero davanti, seguite dalle iniziali
puntate:
“B. B.”.
… Un hacker?
«Maledizione!»
Furente, calciò i resti della scrivania, che
scricchiolò sotto il suo peso…
«Nonononon—»
… prima di collassare al suolo, facendo cadere in pezzi lo
schermo in un trionfo di cavi multicolori e scintille.
Gelo imprecò ancora, le narici frementi: un momento, era
puzza di fumo,
quella?
Alla malora! Non c’era più tempo per i rimpianti,
doveva squagliarsela!
Abbassò lo sguardo.
«Oh.»
Ma prima, forse era meglio spegnere le fiamme che gli stavano
rosicchiando i
calzoni.
.:~*~:.
E dall’ombra
dell’infera fiamma sorgo
Per portar a
sì felin creatura
Un’opra ahi
colma di disagio, or m’accorgo!
…
Shhh, va tutto bene, non lo faccio più.
Hah hah hah! X°D Oi, Nala~! Spero che questo capitolo, just 4
u, ti sia piaciuto! °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°
Ebbene *posa alla Alberto Angela* oggi facciamo un salto nel passato,
perché questa flash è una
“what-if?” ambientata durante il raid del piccolo
Goku nella base dell’esercito del Fiocco Rosso. Quindi,
mentre lui se la spassa a distruggere tutto, Bulma (che nel mio
scenario è sgattaiolata nella base assieme a lui, invece di
non andarci) approfitta del caos per “prendere in
prestito” i dati delle ricerche degli scienziati.
E sì, so che l’hackeraggio non funziona
così… Consideratela
una mia licenza poetica hah hah hah! X°D
…
Comunque ho fatto una cosa grave, una cosa a cui mai si rimedia~. ♪
Ho detto a Nala di mandarmi altri prompt. (;☉_☉)
*parte il violino horror*
Hah hah hah! X°D
E che ve lo dico a fare… Ho alle mie spalle un tabellone
stile scientifica di Las Vegas con ben altre undici/dodici coppiette
scoppiate che, forse, accompagneranno
– con sommo
gaudio e tripudio – le vostre giornate hah hah hah!
X°D
Allacciate le cinture! Ecco l’elenco completo:
- Teo5Astor: {C-16 e Lunch};
- DarkDarrik: {Chichi e Vegeta/C-18 e Goku};
- felinala: {Baba e Babidy};
- felinala: {Goten e Darbula};
- felinala: {Chichi (o Gohan) e Radish};
- felinala: {Ciccio-Bu e baby!Bra};
- felinala: {Valese e Trunks};
- felinala: {Whis e Dende};
- felinala: {Mini-Bu e Muten};
- felinala: {Beerus e Lunch};
- felinala: {La mamma di
Stifler
Bulma e Nappa}.
Voi direte: “missione impossibile,
Shadow”! Ma la
realtà dei fatti è che sono una paxerella e ho
già abbozzato sette/otto idee per sette/otto flash!
(╯✧∇✧)╯ Hah hah hah! X°D
Spero di riuscire a scrivere un capitolo per ogni prompt. Non dovessi
farcela, seppellitemi con delle pizze nella bara, perché
metti che poi mi viene fame, oh…
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 7 *** Jǫtunn || {Lunch e C-16} ***
Lunch C16
1 VS 1
Jǫtunn ||
{Lunch e C-16}
Coming closer, heart is frozen
Eyes are wide
NINA –
“Sleepwalking”
Avevano sfondato la porta come se fosse stata un pezzo di scenografia
da set cinematografico di quart’ordine.
«Ѐ qui?»
«Sì.»
Lunch si era scostata una ciocca di riccioli biondi dagli occhi, senza
staccarli dalla superficie lucida della bottiglia di birra che aveva
davanti. Oltre il suo riflesso, vide tre figure spostarsi e
seguì con discrezione i loro movimenti scivolare sul
vetro scuro. Quello con i capelli rossi si stava avvicinando a lei, gli
altri due si erano fermati all’ingresso. Che fossero
cacciatori di taglie?
Picchiettò le unghie sul bancone, sfiorando il suo fucile
mitragliatore.
Che avesse ragione o meno, quei tizi portavano guai, oh
sì – il suo istinto non sbagliava.
«Non mi avvicinerei, se fossi in te.»,
intimò al gigante alla sue spalle, ma le sue parole caddero
nello spazio vuoto tra loro, inascoltate. «… Come
ti pare.»
In un attimo, aveva allungato il braccio ed afferrato l’arma,
roteando su sé stessa; saltò giù dallo
sgabello, eseguendo gli ordini urlati dalla rabbia che le ribolliva in
corpo e sparò – la rosa infuocata che si
aprì attorno alla volata fu oro nelle sue iridi
sanguigne e la polvere da sparo le pizzicò le narici. Quanto
amava
quella sensazione.
La pallottola colpì l’uomo in fronte,
accartocciandosi contro sua la pelle, prima di cadere a terra con un
trillo che le gelò le budella.
… Era… Davvero
successo?
«Tu non sei…»
Trattenendo a stento l’isteria nella voce, Lunch strinse
l’indice contro il grilletto, continuando la raffica di
colpi; il bestione avanzò verso di lei, tra il tintinnio dei
bossoli e le scintille fumanti dei proiettili che gli costellavano ora
il corpo.
… U
m a n o.
Lentamente, abbassò il mitragliatore scarico nel silenzio
attonito del bar e, quando il mostro le fu finalmente davanti, la sua
ampia ombra la sommerse, tagliandole l’aria via dai polmoni;
allarmata, non poté che serrare la presa sul calcio del
fucile, i denti pressati tra loro fino a farle male. Che fare?
Il colosso le prese la mano, facendole schizzare i battiti del cuore
tra le pareti della gola – la sua pelle era ruvida e fredda,
quasi aliena
nel tocco, eppure la morsa in cui la stava trattenendo era talmente
delicata da lasciarla interdetta, incapace di reagire.
Lo fissò mentre le sfilava via l’arma con la mano
libera, per poi sbriciolarla tra le dita come se fosse stata un
giocattolo di plastica, gli occhi nivei cristallizzati nel verde dei
suoi. Le sorrise appena, soddisfatto, sparendo poi dalla sua vista.
Lunch chinò lo sguardo: quei pezzi di metallo a terra
avrebbero potuto essere le
sue ossa.
Imprecò.
«Datti una mossa, C-16! Mi sto annoiando!»
«Sì.»
Sentì un sfruscio dietro la sua testa ma non osò
muoversi.
«Ehi, ma ch—»
«Gli animali nel tuo furgone.
Liberali.»
Quella voce quieta, intensa, era raggelante.
L’essere
frankensteiniano le passò nuovamente accanto, trascinandosi
dietro il tizio grassoccio che un attimo prima era seduto
accanto a lei.
«A-Aiutatemi!»
… Non ero io
il suo bersaglio.
Guardandolo uscire dal locale come se fosse alla soglie di un
sogno, la donna si pizzicò con forza
l’avambraccio,
finché la pelle tra le dita non divenne rossa e palpitante.
«… Ahio.»
Accidentaccio, era sveglia.
.:~*~:.
Miracolo! Aggiornamento ultra rapido m e g a f o t o n i c o!
(☆▽☆)
Eh… La
triste realtà è che tra un po’ ho gli
esami e
sto facendo troppe robe in contemporanea: questa è
la mia calma prima della tempesta, mettiamola così.
。゚(゚´Д`゚)゚。 Hah hah hah! X°D Approfitto di questi
giorni per
rilassarmi un po’ e scrivere, così non
penso a linguistica e alle forche.
Ma e dico ma…! Ecco a voi, signore e signori, una
biondissima Lunch (come da
richiesta del signor Teo) VS un manzissimo C-16 che, a quanto pare, ha
dato in eredità a C-17 la sua passione per la natura. Spero
che il capitolo
vi abbia piaciutoh assaij~! ∠( ᐛ 」∠)_
Ah, povera Lunch… L’ennesimo personaggio gettato
da Toriyama nel domenticatoio. A me piace un sacco. Sigh.
Eeeee, per quanto riguarda il contesto della flash, ho scelto quello
della
caccia a Goku da parte degli androidi – i quali, cazzeggiando
di città in città, hanno notato ad un tratto
‘sto scugnizzo e l’hanno seguito in un bar di
Caracas, nel quale Lunch stava annegando i suoi piccoli problemi di
cuore nell’alcool perché Tenshinhan
è
‘no scemo. Voi direte, ma perché non
hanno distrutto direttamente il furgone? C-16 sa che i suoi fratellini
non sono molto delicati, quindi per questa side quest li ha
letteramente costretti a seguire le sue direttive, dando una
possibilità al tizio di redimersi. Cosa che non
accadrà,
ovviamente, ma almeno ci ha provato e potrà guardare,
senza rimpianti, C-17 e
C-18 mentre lo trasformano in un fuoco
d’artificio.
Ah, e “Jǫtunn”
sarebbe il singolare della parola “gigante”
nell’antica mitilogia norrena. Mi piaceva ‘na cifra
come suonava, così l’ho usata come titolo.
Grazie a tutti per aver letto/seguito/commentato fin qui! ( ´
▽ ` )ノ Alla prox.
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 8 *** Lillà || {Nappa e Panchy}; ***
Nappa e Panchy
1 VS 1
Lillà
|| {Nappa e Panchy};
When you’ve got to
choose
Every way you look at
it, you lose
Simon & Garfunke
– “Mrs. Robinson”
In attesa che la donna-scienziato tornasse alla navicella, Nappa
scrutò il giardino che circondava la sua enorme casa; non
era certo se aspettarsi un’imboscata o meno, ma tenere alta
la guardia non guastava mai.
«Mh?»
Una figura si mosse al limite del suo campo visivo, facendolo voltare;
c’era un’umana, bionda, che stava sfilando tra le
piante. In silenzio, il sayan la tenne d’occhio mentre
ancheggiava sotto i raggi di sole, avvicinandosi a lui con un sorriso.
Fu allora che notò un particolare: la terrestre aveva gli
occhi chiusi.
Ma che…?
A quale tipo d’allenamento s’era sottoposta, per
riuscire a camminare in quella maniera bizzarra con tanta sicurezza?
«Che vuoi, scartina?», le abbaiò contro,
tenendo le braccia incrociate sul petto.
«Ti sei perso?»
La voce che gli arrivò alle orecchie era accogliente e
sembrava quasi avere le bollicine, tant’era
frizzante. Per
qualche oscuro motivo, quel particolare gli fece chiudere la bocca
dello stomaco.
D’impulso, Nappa rizzò la schiena e si erse in
tutta la sua notevole statura, sovrastando la donna.
«No.»
«Oh, allora devi essere l’amico di cui mi ha
parlato la mia bambina!»
«Chi— Ah, sì, certo. Amico.»
Si era premurato di sottolineare con una certa ironia
l’ultima parola, ma lei non sembrò farci caso.
«Accipicchia, sei un bel ragazzone possente, eh?»
Tanta leggerezza e onestà lo spiazzarono. Il sayan
batté ciglio e scosse il capo, tentando di nascondere dietro
un’espressione torva la baldanza che gli era montata a quel
complimento. Per tutta la vita era stato l’ombra del re,
l’ombra di Vegeta, l’ombra di Freezer –
adesso, invece, aveva le attenzioni di quell’esseruncolo
tutte per sé. Era… Appagante.
«Come ti chiami?»
«… Nappa.»
«Ah, che nome esotico! Io sono la mamma di Bulma,
piacere!»
Il sayan si limitò a squadrarla dall’alto in basso
con diffidenza.
«Vuoi che ti porti un drink freddo, caro?»,
riprovò lei, per nulla turbata dal suo comportamento ostile.
«Fa’ molto caldo, oggi.»
E, con un sospiro, l’umana si portò
l’indice alla
scollatura del suo abitino lillà aderente, tirandola
leggermente in avanti prima di lasciarla ricadere sul seno adorno di
perle.
Nappa s’accorse di avere la bocca aperta solo quando un
insetto ci volò dentro, facendolo tossire.
«Cielo! Ti senti bene?»
«Che domande!», sbraitò lui, ingoiando
la mosca. «Sei alla presenza di un sayan, donna!»
«Oh, come Vegeta, allora!»
Una rabbia familiare prese a fermentargli nello stomaco a quel nome.
«Lo conosci?»
«Lavoravo… Per lui. Un tempo.»
«Incredibile! Allora devi essere anche tu molto
forte!»
«… Voi terrestri sapete blaterare solo
ovvietà?», sbottò Nappa, più
spavaldo di quanto non si sentisse.
«A volte, sì.», ridacchiò
lei e lo prese a braccetto, riempiendogli il naso del suo profumo
zuccherino.
Il sayan si irrigidì, disarmato da quel contatto improvviso.
«Quindi, per esempio, saresti in grado di sollevare questa
fioriera?» L’umana gli indicò una grande
cassa
di legno colma di piante. «E di spostarmela più in
là?»
«Scherzi? Quel coso è un bruscolino, per
me!»
«Oh!» La sentì miagolare
al suo fianco, mentre sollevava la cassa con la mano libera.
«Che meraviglia!»
Nappa si incamminò, guidato dalla presa gentile della donna
sul suo braccio. Una volta arrivato a destinazione, la sua nobile
impresa venne accolta da un entusiastico applauso ed da un
sorriso che lo fece sentire leggero.
«Sai, Signor Nappa… Un fusto come te potrebbe
farmi proprio comodo, qui.»
«Cosa…!?»
Fu più per fortuna che per prontezza che la
fioriera non gli scappò dalle dita a quella proposta,
cadendogli in testa.
.:~*~:.
Bulma’s mom has got it goin’ on
She’s all I want and I’ve waited for so long~
♪
Un duello verbale, questa volta, e Panchy ha rivoltato Nappa come un
calzino. ♥
Alzi la mano chi di voi sapeva che la mamma di Bulma si chiama Panchy!
…
Io, tipo, no,
prima di scrivere questa storia hah hah hah! XD Ora alzi la mano chi
sapeva che la donna ha ben SETTANT’ANNI suonati al tempo di
DB Super (anche Nappa credo che sia più o meno
lì, eh)! O____O Non invecchia mai! …
Leggere la sua pagina sulla wiki mi ha sconvolta hah hah hah!
X°D In più, mi sono rivista su youtube le scene in
cui flirta con tutti gli uomini che arrivano alla Capsule Corp,
Mirai!Trunks
compreso – quindi perché no, anche il
buon [???] Nappa si sarebbe sicuramente beccato qualche complimento
dalla signora, nel giusto contesto. (°◡°♡).:。
E, a proposito di contesto, questa storia è ambientata
durante gli eventi di DBFighterZ. Senza spoilerare troppo, vi dico solo
che ha senso che Nappa ci sia e che sia vagamente
più civile del solito.
Per il resto, la coppia è della splendida Nala e ci ho pure
ficcato tra le righe qualche citazione del primo American Pie, in onore
del buon Teo.
Ah! L’altra volta mi sono dimenticata di aggiungere due sue
nuove richieste:
- Teo5Astor: {Mirai!Trunks e Marion};
- Teo5Astor: {Kaioshin e Micio-Tama};
Ce la farò? Non ce la farò? Lo scopriremo nelle
prossime puntate! ᕕ( ᐛ )ᕗ
Nel frattempo, direi che anche questa è fatta.
Grazie per aver letto il
capitolo! Ah, e prima che mi dimentichi, ringrazio anche i
masochisti la anime impavide che hanno
messo la raccolta nelle seguite hah hah hah! Un po’ di
disagio alla settimana fa bene alla salute [??]! ( ̄︶ ̄)
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 9 *** Traccia || {C-18 e Perfect!Cell}; ***
C-18 & Cell
1 VS 1
Traccia ||
{C-18 e Perfect!Cell};
Oh, and what about the pain?
Don’t ask me how, I just know that it fades
st.
Vincent –
“Every Tear Disappears”
«Ah, ma chi abbiamo qui?»
Allungò un braccio, sfiorandole con eleganza il viso
accaldato.
«La mia sorellina
adorata.»
Cell le imprigionò il mento tra le dita bianche, di cadavere, tracciandole col polpastrello la linea tra le labbra con lo stesso tiepido interesse con il quale avrebbe potuto osservare un insetto inchiodato a una bacheca.
«Ma fammi il piacere…!» Ignorando il
dolore, C-18 sollevò furente gli occhi nei suoi e li vide corrugarsi
agli angoli, sorridendole con tenera accondiscendenza. «Non
siamo una famiglia.»
«Ah, so bene quanto guardare la realtà da vicino
possa far male, C-18.»
Il bio-androide fece risalire la mano lungo la tempia della donna,
percorrendole la superficie pulsante della vena temporale con le
unghie, prima di scostarle una ciocca ribelle di capelli dietro
l’orecchio. Un gesto studiato, mirato a turbarla.
«La
“realtà”…?»
C-18 raddrizzò le spalle; se l’obiettivo di
quell’abominio era trovare in lei tracce di sé
– un legame
–,
oh, avrebbe ottenuto solo una gran delusione!
Si ritrasse con un ringhio,
liberandosi da quel contatto.
«Sei nata per essere una parte di me.» Cell
aprì le braccia, quasi a volerla accogliere per quello che
era. Un
m o s
t r o come lui. «Niente
più, niente meno.» Le iridi magenta gli
lampeggiarono. «Il
fatto che respiri ancora in questo mondo non è che
un’anomalia… Ma di questo ne sei ben consapevole,
vero?»
La cyborg scoprì i denti e l’anima dentro di lei
tremò.
No—
Un tempo,
forse, ci sarebbe cascata ma un uomo, l’unico ad aver visto
la donna aldilà della maschera di Scilla, le aveva insegnato
che
persino da una come lei
avrebbe potuto nascere qualcosa di
meraviglioso, se solo avesse scelto di darsi una chance.
Reagisci!
Le sue nocche si schiantarono contro la bocca
irridente di Cell con fragore, lacerandosi, bruciando e
l’impatto
continuò a vibrarle lungo le ossa anche dopo che il
bio-androide venne spazzato via dalla violenza del suo pugno.
«Tu… Parli troppo.»
Senza esitare,
C-18 sfruttò l’impeto
d’adrenalina rimastole per propellersi in avanti, oltre il
velo di polvere che aveva sollevato con il suo colpo, trovando
dall’altra parte Cell con le dita aperte accanto agli occhi.
Con il fischio del vento nelle orecchie, la donna gli diede le spalle,
facendo
schizzare tutto il ki che poteva nel palmo della mano.
«Taiyoken!»
Fu investita da un flash, la sua figura un’ombra nera
impressionata nel bianco.
«Kienzan!»
Urlò e l’energia dorata le turbinò
sulle dita, rapida, formando una lama circolare che scagliò
alla cieca dopo aver roteato su sé stessa, direzionandola
verso il punto
in cui aveva visto per l’ultima volta il collo del
bio-androide— il gemito ed il tonfo liquido che seguirono, la
fecero
quasi scoppiare a ridere.
«Lo stesso trucco dell’ultima volta.»
C-18 arricciò una narice, atterrando. «Manchi di
fantasia, essere
perfetto.»
Cell la fissò col cranio aperto in due,
gorgogliando, mentre un liquido verdastro gli colava giù
dalla lamina orbitale; in un attimo, nervi, muscoli e tendini presero a
pulsargli grottescamente, allungandosi, intrecciandosi, ricostruendogli
il volto.
«Bel tentativo.», si complimentò lui,
una volta integro. «Ma io posso rigenerarmi,
rammenti?»
«E allora?», ribatté lei, sollevando un
braccio,
«Più carne per me da macellare!»
Lo stridio acuto che si innalzò dal Kienzan fu la melodia
più dolce.
.:~*~:.
Cell puzza.
E niente. Facciamo tornare un po’ di violenza, che se no lo
zucchero mi fa cariare i denti.
…
In realtà un po’ di zucchero ce
l’ho messo lo stesso, dai, anche se non sono grande fan della
ship… Però mi piace dare a Cesare quel che
è di Cesare, e Crilin ha sicuramente fatto un mondo di bene
a C-18.
…
Va be’, mi contraddico da sola ogni tre righe! Dettagli!
X°D
Oh, comunque, grazie al gioco Dragon Ball FighterZ, posso scrivere
qualcosa su quasi tutte le
accoppiate che mi
vengono in mente perché, con la scusa di questa
ambientazione, ci sarebbe un
briciolo di canon a reggere l’assurdità
del tutto a prescindere. Domo,
Arc System Works! d(・∀・○) Senza spoilerare, vi dico solo che
ho deciso di levarmi qualche sassolino dalla scarpa.
Grazie a tutti coloro che stanno ancora seguendo e leggendo questa
follia di raccolta! ლ(・ヮ・ლ) … Tutto bene
laggiù? No,
perché non so quanti danni alla salute facciano le mie flash
a
lettura, ma voi continuate sempre ad essere così gentili con
me che non so nemmeno
più che ‘sto a di’ hah hah
hah X°D
Sto perdendo colpi, mi serve un trapianto di neuroni.
P.S.:
*attiva il grammofono con la sigla di Ulisse* Scilla, nella mitologia,
era una ninfa dagli occhi azzurri, trasformata per gelosia da Circe in
un mostro orrendo. *spegne il grammofono* Ho usato il suo nome come
sinonimo di mostro, perché mi sentivo poetica hah hah hah!
X°D
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 10 *** Sorpresa || {Trunks e Valese}; ***
Trunks e Valese
1 VS 1
Sorpresa ||
{Trunks e Valese};
Daydreamer
With eyes that make you
melt
Adele –
“Daydreamer”
«Valese! Benvenut— Ah.»
Bardata di fuseaux neri, ballerine paillettate e fascia motivazionale
attorno alla fronte, la fanciulla aveva appena fatto il suo ingresso
nell’ampio giardino della Capsule Corporation, veleggiando
nell’aria tiepida del pomeriggio con
un’eleganza
bizzarramente surreale, data la sua discutibile scelta
d’abbigliamento.
… Cominciamo
bene.
«Buongiorno, Trunks!» Valese saltellò
sul posto da
un piede all’altro, facendo tendere la canotta d’un
giallo
evidenziatore che, al sol guardarla, gli fece sfrigolare le cornee.
«Ti ringrazio per aver
accettato la mia richiesta.»
«Nessun problema.» Trunks si passò una
mano
dietro al collo. «Allora… Ti stai interessando
alla difesa
personale, eh?»
«Oh, per nulla.»
«Cos—»
«Vorrei però fare una sorpresa a Goten!»
«Una… Sorpresa?»
«Sì!»
«Oh. Capisco.»
In realtà non aveva capito un accidente, ma
preferì fingere il contrario.
«Quindi… Ti va bene imparare una mossa
qualsiasi?»
«Esatto!»
«Oh. D’accordo.», annuì lui,
indeciso se
sentirsi deluso o sollevato dal candore della ragazza,
«Allora ti
mostrerò come ci si libera da una presa al polso, ok? I
movimenti da imparare sono pochi e semplici, adatti ad una
principiante.»
«Sì, maestro!»
Qualcosa gli si contorse nello stomaco a quell’appellativo
rispettoso, facendogli risalire un flusso di sangue caldo alle guance,
ora rosse.
«N-Non c’è bisogno di essere
così formali, puoi chiamarmi per nome.»
«Oh. D’accordo, maestro Trunks!»
«N—»
L’erede dell’impero Briefs dovette trattenersi
dallo schiaffarsi una manata esasperata
sulla faccia. «… Va bene, iniziamo. Afferrami il
polso.»
«Così?»
Odore di tiglio, un tocco di farfalla e le dita di Valese gli
erano chiuse sull’avambraccio, quasi incorporee nella loro
presenza.
«Può… Andare,
sì.», le concesse lui,
sgomento di quanto fosse disabituato a modi così,
be’, delicati.
«Adesso, per liberarmi, mi basta serrare il pugno,
così
– poi piegare il braccio verso l’alto e
indietreggiare
appena ruotando il busto.», le spiegò, eseguendo
lentamente ogni movimento, «Chiaro? Ora, se ti colpisco
appena
il braccio col palmo della mano, in questo modo…»
Le
spinse via il braccio ora teso, facendole perdere la presa sul suo
polso.
«Ecco fatto.»
«Oh! Incredibile!»
Suo malgrado, Trunks sorrise; c’era un che di tenero nella
meraviglia che caratterizzava le reazioni della ragazza, come se il
mondo attorno a lei fosse un eterno spettacolo di
magia.
«Ovviamente, bisogna praticare spesso
questi movimenti, perché diventino efficaci.», si
sentì di precisarle, facendo spallucce. «Nel tuo
caso,
tuttavia, non ha importanza.»
Valese annuì.
«Bene.», proseguì lui, prendendole con
gentilezza il polso tra le dita. «Adesso, prova tu.»
«Dunque…»
«Mano chiusa.»
«Ah, giusto!»
Assorta, Valese piegò in su l’avambraccio e fece
un passo indietro, girandosi.
«Non male. Ora colpiscimi con la mano libera.»
«… Non ti farò male, vero, maestro
Trunks?»
«Eh…?», commentò lui con
mirabile
perspicacia. «Oh, no… No, tranquilla,
è solo un
colpetto— fa parte dell’allenamento! L’ho
fatto
anch’io, ricordi?»
Annuendo rincuorata, la giovane sollevò la mano, vibrandogli
la
bellezza di due pacche devastantemente beneducate sul braccio. Carezzine, a voler
usare un termine tecnico.
«Evviva!»
Aveva un che di assurdo vedere Valese quasi brillare per la
riuscita della sua piccola impresa. Trunks decise di lasciarla andare.
Che altro avrebbe potuto fare? Una tale assenza di
spirito combattivo era… Disarmante.
«Ce l’ho fatta!»
«… Be’, tecnicamente
sì.», ridacchiò lui,
«Brava.»
Certe persone sono
davvero troppo
pure per
questo mondo.
.:~*~:.
Buonsalve, fagottini [???]! Pardonne-moi per il ritardo, ma ho gli
appelli
adesso. ;^; Comunque linguistica è andata. *lancia di
coriandoli*
Duuunque, oggi si fa un salto nel passato. E, nello
specifico, nell’universo di Dragon Ball GT!
(๑>ᴗ<๑)
Oh, non vi nasconderò che trovare una scusa per far
combattere questi due non è
stato semplice hah hah hah! Sono troppo bbbravi per menarsi
seriamente. Ho pensato anche ad un litigio verbale ma Valese
e Trunks sono due pezzi di pane. Non me li vedevo proprio a
bestemmiarsi contro, o a fare, che so, scenate di gelosia con Goten,
tanto per tenerci in sui classici intramontabili da shojo.
Eeeeee quindi, sì, eccoci qui, con un altro prompt della
nostra amichevole
Nala di quartiere che posso cancellare dalla lista! ღゝ◡╹)ノ♡
Ah, ovviamente
non prendete quel che dico sulla difesa personale come grasso che cola,
eh! Io per scrivere quelle tre righe sono andata a guardarmi alcuni
video su youtube e ho scelto la mossa più semplice in
assoluto
da descrivere, non sono assolutamente un’esperta. Non che ci
fossero dubbi a riguardo, ma preferisco specificare hah hah hah! XD
…
Eeeeee ultimo pensiero a caso prima di andare: ma avete notato che
tutti i
maschi della famiglia
Son si sono trovati pollastre ricche da sposare? Cioè, mi sa
che
fessi fessi proprio non
sono.
…
Lo so, sono una cretina. XD Comunque! Ringrazio di cuore tutti i
lettori, e chi continua a mette la raccolta tra le preferite/seguite.
Sono onorata di stare scrivendo qualcosa che vi piace così
tanto.
<( ̄︶ ̄)>
See ya,
Shadow
Eyes
|
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Capitolo 11 *** Rimpianto || {Radish e Chichi}; ***
Rasidh Chichi
1 VS
1
Rimpianto ||
{Radish e Chichi};
I’ve got too much time
on my hands, you’ve got too much blood on yours
You got what you asked
for, yeah
nothing, nowhere.
– “I’ve Been Doing Well”
C’era una sfumatura nell’aria, uno
squarcio tra i veli che lo fece rabbrividire.
Qualcosa
stava arrivando.
Una scossa elettrica gli scoppiò tra i follicoli, facendolo grugnire dal dolore; assecondando
lo strattone, Radish inclinò il capo all’indietro,
torcendo il collo ad un angolo quasi innaturale per vedere chi fosse il
suo assalitore.
«Ma che…!?»
«Tu…!»
Una donna occupò di prepotenza il suo campo visivo con il
suo volto furente.
«Ma che diavolo vuoi, femmina isteric— ahia!»
Il ringhio del sayan si perse tra le acque rosse dei laghi infernali,
mentre la sconosciuta abbandonava la sua criniera irsuta solo per
potergli pinzare un orecchio tra pollice e indice.
«Canaglia che non sei altro!»
«Tu sei pazza!», sbottò allora Radish,
afferrandole il polso con l’intento di farle mollare la
presa. «Oh...?»
L’arpia si era scostata immediatamente da lui con un
movimento fluido del braccio, sfuggendogli quasi fosse stata acqua tra
le sue dita.
Ma questa…
Chi è?
«Che faccia di bronzo!», si sentì
rimbrottare, «Prima rapisci il mio Gohan e poi fai il finto
tonto?»
Radish alzò gli occhi al cielo; se solo avesse potuto
levarsi quella stupida aureola dalla testa, l’avrebbe usata per strangolarl—
Un momento.
«Gohan...?»
U
n m o m e n t o.
«… Sei la donna di Kaarot.»
«Allora?», lo incalzò ancora la
terrestre, incrociando le braccia sotto il seno.
«Cos’è quell’espressione da
ebete?»
L’aveva finalmente trovata:
la fonte degli spaventosi scatti d’ira del marmocchio, era lei, non suo
fratello!
Radish raddrizzò le spalle. «Come hai fatto ad
arrivare qui?», le domandò imperiosamente,
ignorando l’insulto. «Dal tuo aspetto, dovresti
essere in paradiso… Quell’orco non farebbe mai un
simile errore.»
La donna si agitò sul posto, facendo oscillare la coda
evanescente che le sostituiva le gambe.
«Questi non sono affari tuoi!»
«Ah, sì?», sbottò lui con un
ghigno che gli deformò i lineamenti.
«D’accordo, allora. Se sei qui per vendicarti, accomodati pure.»
«No. Io non sono come te.», gli sibilò
contro la terrestre, tetra. «Ma sono anni che vorrei
chiederti una cosa...»
Radish la guardò puntellargli l’indice al centro
del petto e, per qualche motivo, la sua pelle percepì quel
tocco come una spina nel torace.
«Hai avuto la fortuna di ritrovare quel che restava della tua
famiglia... Eppure non hai esitato a rapire tuo nipote e a tentare di
uccidere Goku! Ma cosa sono, loro, per te?»
Al silenzio del sayan, la donna serrò i denti.
«Non ti è rimasto nulla.»
Una luce attraversò lo sguardo di Radish e l’uomo
sembrò quasi sul punto di dire qualcosa, la
vulnerabilità di una bestia ferita riflessa nelle sue iridi
nere; poi orgoglio e rabbia tornarono ad adombrarlo, soffocando e
spegnendo i suoi sentimenti dietro un’espressione torva.
«Sparisci.», ringhiò infine.
«Io e te abbiamo chiuso.»
Gli occhi della terrestre rimasero fermi nei suoi, senza scomporsi
né vacillare.
«Vedo che l’intolleranza alle regole è
di famiglia, Chichi.» Fluttuando sulla sua sfera di
cristallo, Baba la chiaroveggente comparve tra loro, facendoli
sussultare. «Su, vieni.»
Chichi si limitò ad abbozzare un mezzo sorriso, prima di
seguirla.
«Perdonami, Baba.»
Accigliandosi, Radish storse le labbra osservandole andar via – il
sospetto che quell’incontro non fosse il semplice frutto del
caso sempre più vivido nella sua mente.
.:~*~:.
Ed oggi, signore e signori, andiamo tutti all’inferno!
°˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°
Visto che la prode Nala mi aveva suggerito Radish, Chichi e Gohan come
protagonisti per un capitolo, ho cercato un sistema per includerli
tutti e tre nella flash… E mi è venuto in mente
questa “what if…?”. Vi ricordate quando,
nella saga di Bu, schiopparono quasi tutti? Be’, mi sono
detta: Chichi è in paradiso, Radish è
all’inferno, perché non farli incontrare? Se, ad
esempio, Chichi avesse chiesto il permesso a Re Yammer (o Enma che di
si voglia) di cantare
quattro note soavi al cognato per quello che ha fatto a Gohan e lui avesse accettato, magari per
testare un po’ le reazioni di Radish e vedere se
c’è speranza per il suo cuoricino nero?
Massì, mi sono detta poi perché parlo
da sola
come una pazza, non sarebbe la prima volta che il Re fa
degli strappi
alle regole a fin di bene, no? E quindi, con Baba che finge di non
sapere nulla dell’accordo e fa da taxi
spirituale per l’episodio, eccoci qui! (◡‿◡✿)
Mi dispiace che Radish si stato messo così tanto da parte,
nonostante sia il fratello di Goku. Lo youtuber MasakoX ha fatto tutta
una what if, raccontando, secondo lui, cosa sarebbe successo se Radish
fosse diventato buono e, devo dire, che gli do pienamente
ragione… C’è tanto potenziale
inespresso nel
capellone. Mannaggia!
Oh, comunque ho notato che nel paradiso di Dragon Ball i personaggi
hanno il tipico aspetto degli spiriti giapponesi… Senza
gambe, per intenderci, mentre all’inferno, invece, le gambe
ce le hanno... Mah! ¯\_(ツ)_/¯ Chissà
perché?
Oh, well… Grazie ai lettori, come sempre, e a chi sta anche
mettendo tra i preferiti/seguiti questa raccolta!
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 12 *** Eroe || {Goten e Darbula}; ***
goten e darbula
1 VS 1
Eroe ||
{Goten e Darbula};
Heart once bold
Now turned to stone
Nightwish –
“Romanticide”
Goten fremette di rabbia. Il suo cuore batteva e batteva le note
d’un canto di guerra, in un crescendo che gli aveva riempito
le orecchie, il suo corpo teso e pronto allo scontro, le
pupille con un’immagine al centro: il signore
degl’Inferi, Darbula.
Era certo che Gohan gli avrebbe perdonato questo suo capriccio. Prima o
poi.
Il bambino rimbalzò dai talloni alle punte dei piedi,
accovacciandosi prima di concentrare quanta più forza poteva
nella spinta che si diede per proiettandosi contro il suo avversario.
Il suo corpo tagliò il vento, prima d’incendiarsi
d’oro e la sua aura si espanse, mutandogli capelli e iridi,
ardendo nell’aria come la scia d’una cometa. Goten
piegò le braccia al suo fianco, unendo le mani e, con la
Kamehameha che gli cresceva e pulsava tra le dita, il sayan
piombò con un urlo davanti a Darbula, rilasciando la piena
potenza dell’onda contro il suo volto diavolesco, travolgendo
i rilievi vicini con l’esplosione che seguì
l’impatto.
Un fischio acuto gli ferì le orecchie e Goten
strizzò gli occhi nel polverone che aveva sollevato: il
demone era scomparso nella pioggia di detriti.
«Oh?»
Gli aveva lasciato colpire la sua immagine residua per ingannarlo! Era
veloce!
Girandosi, il bambino si trovò a fissare la bocca spalancata
di Darbula; vide delle scintille illuminargli le fauci di rosso,
avvertì calore e, poi,
ci fu fuoco ovunque.
Gonfio d’adrenalina, Goten
schizzò a sinistra, schivando per un soffio la fiammata del
demone, finendogli di fianco. Frastornato, alzò il capo
bruciante – fu allora che realizzò che, da quella
posizione, avrebbe potuto spezzargli un braccio. Gli sarebbe bastato un
singolo calcio.
Sì.
I muscoli gli si contrassero, facendolo saltare in avanti, i volti di
Kibith, Crilin e Piccolo a infestargli la mente.
Uno pari…
Fermati.
Piegò la gamba.
… Per i buoni.
F e r m a t i!
Si bloccò di colpo, le pupille dilatate, erratiche.
Ma che gli stava prendendo? Quei pensieri… Nessun eroe si
sarebbe
comportato così!
Darbula si voltò e i suoi occhi gialli, serpentini,
s’inchiodarono su di lui, s’allargarono, capirono.
Quando la saliva gli colpì il petto, Goten si
portò le mani alla casacca, toccandola senza pensarci,
sentendo il liquido umido, viscoso, attraversargli i palmi come se
fossero stati di carta.
«Temo ti sia andata male, ragazzo.»
Il bambino fissò smarrito il signore degl’Inferi
poi, d’improvviso, un dolore violento gli trapassò
il torace, facendolo sbiancare. Gli sfuggì un gemito mentre
la pietra cominciava a crescergli nel corpo, infestandogli gli organi
interni.
Annaspò, emettendo rantoli brevi, mozzi.
Era questo
quello che avevano provato i suoi amici?
L’aura che lo avvolgeva si dissolse e i capelli neri gli
ricaddero sugli occhi bagnati di lacrime.
Stava piangendo? Non capiva, ma quando…?
Serrò le palpebre, provando a portarsi le mani alla gola ma
le braccia non si mossero, gelide nel loro torpore che gli stava
risalendo lungo la testa, rendendogli difficile ragionare.
No—
Il bambino avanzò d’un passo e una serie di crepe
s’aprì lungo la sua gamba.
N o
n p o t e v
a f i n i r
e c o s ì.
«Pa… pà…»
Il cuore—
«Aiuta… mi.»
Non lo sentiva più.
Un guizzo aureo brillò tra le lesioni nella roccia, prima di
spegnersi definitivamente.
.:~*~:.
∠( ᐛ 」∠)_ Dopo questa, mi sono appena guadagnata un pass VIP per l’inferno.
…
Morale della favola, non si rubano le kill ai fratelli
maggiori.
Allora, Goten VS Darbula, eh? “Giusto per dare pretese
impossibili”, mi disse Nala ma lei non sapeva ancora
che, quando si crede nel cuore delle carte, nulla è
impossibile… Purtroppo
per il mini-Goku che, ogni tanto, avrà pure
qualche colpo di testa ma è un bravo bambino e, non
spezzando il braccio a Darbula, ha fatto la scelta eticamente giusta.
La scelta umana, la scelta da eroe. Sono io che sono
kattiva™.
*inserire registrazione di risata
malvagia* Ma, se vi può essere di consolazione,
tornerà “in vita” alla morte di Darbula,
*cough*contrariamente a
Kibith*cough*.
…
Eccovi un link per rimediare: ♥
Comunque! Visto che, questa volta, non potevo sfruttare i nemmeno
videogiochi per farli incontrare (mannaggia) in maniera
“credibile”, mi sono di nuovo avvalsa
del potere delle “what if”! In questo caso, Trunks
e Goten
hanno abbandonato il torneo e si sono uniti al gruppo di
Goku, Vegeta, Gohan etc. per inseguire Babidi & Co., invece di
raggiungerli più tardi. Un volta all’interno della
navicella, Goten ha deciso di affrontare Darbula prima che
potesse farlo il fratello, perché era arrabbiato per quello
che Darbula ha fatto a Kibith, Crilin e Piccolo. Voi direte:
perché nessuno l’ha fermato? Perché il
combattimento è stata una questione di secondi, in
realtà (e perché nessuno in
DB fa scelte sensate, la maggior parte delle volte).
Comunque, alla fine, Goten è stato travolto dalle sue
emozioni nella prima parte del
combattimento e poi la sua natura sayan e la sua natura umana sono
entrate in conflitto per un istante: è giusto che
un eroe, un buono, ferisca o uccida un cattivo pur di fermalo? Eh, qua
c’è da discutere per mesi, quindi mi fermo e me la
squaglio hah hah
hah! X°D
Grazie alle anime folli che sono ancora qui a leggere le mie storie!
(´∇ノ`*)ノ
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 13 *** Riconoscimento || {Ciccio!Bu e Baby!Bra}; ***
1 VS 1
Riconoscimento
|| {Ciccio!Bu e Baby!Bra};
Uh, would you please pass the
biscuits?
Uh, would you pass the
biscuits, please?
Jimmy Dean –
“Please Pass the Biscuits”
C’erano umani e alieni— voci delicate, ridanciane,
scorbutiche, profonde e c’era aria di festa,
c’erano musica e danze e chiacchiere; grazie a Bulma Brief il
mondo, per un giorno, era mutato in una fantasmagoria di colori e
sensazioni nelle quali sarebbe stata una goduria perdersi, non fosse
stato per la presenza di qualcosa di decisamente più
interessante nelle sue immediate vicinanze.
Il sorriso da folletto di Majin Bu s’allargò,
illuminandogli il faccione mentre si voltava a guardare la distesa
immensa di vivande e delicatessen d’ogni tipo distribuita sui
tavoli alla sua sinistra.
«Bu ha deciso!»
Afferrò un vassoio carico di biscotti ricoperti di gocce di
cioccolato, osservandoli con amorevole ingordigia, prima di sedersi a
terra per cominciare a trangugiarli. Ah, il loro aroma saccarino era
una festa per i sensi!
«Ba!»
«Mh?»
Il Majin sollevò il capo con aria perplessa, cacciandosi un
biscotto in bocca.
«Ba!»
Qualcosa gli toccò gli piede, facendogli chinare lo sguardo
volpino.
«Ba!»
«No, io sono Bu!»
La piccola umana piegò la testolina azzurra di lato e lo
fissò con occhioni pieni d’incanto.
«Ba!»
«Bu!»
«Ba!»
«No, no, no, si dice: “Bu”!»,
sfiatò il demone come una teiera abbandonata sul fornello
acceso. «Capito?»
Le manine della lattante gli si strinsero attorno allo stivale e, con
un ultimo sbuffo, lui prese a scrutarla, imbronciandosi.
«Cosa vuoi da Bu?»
Un indice minuto si sollevò verso il biscotto stretto nella
sua mano guantata.
«Vuoi… Questo?»
«Ah!»
Quasi si sciolse, ad osservare quel sorriso pieno d’ingenua
speranza. Quasi.
«No e poi no, questi biscotti sono per Bu!»
La creaturina emise un lamento acuto e il Majin sghignazzò
sotto i baffi, prima di ricominciare ad ingurgitare il contenuto del
vassoio— poi, d’un tratto, qualcosa
oscurò il sole, facendogli aggrottare la fronte.
«Oh?»
Un fagotto gli comparve davanti al naso, galleggiando in controluce.
Sobbalzò— stava volando. La
marmocchia stava volando! Com’era possibile?
…
Ma, soprattutto, perché stava percependo un picco
nell’aura di Vegeta?
«Bu non capisce…»
Perso com’era ad elucubrare sul potenziale delle unioni tra
umani e sayan, Majin Bu a malapena s’accorse che, ad un
istante dall’afferrare il suo biscotto, la piccina perse la
concertazione e precipitò con uno strillo verso il pavimento.
«Attenta!»
Allungò un braccio in avanti, facendola atterrare sul suo
palmo: era stata coraggiosa ad affrontarlo in quel modo, non
c’era che dire. Assorto, la squadrò per
quelli che parvero minuti e lei ricambiò il suo sguardo
senza timore, prima di allungare le braccine e indicare nuovamente il
biscotto, rivolgendogli un sorrisone sdentato che non riuscì
a non ricambiare. Proprio non voleva arrendersi, eh?
«E va bene, Bu pensa che te lo sia meritato.»,
decretò infine, accomodando la neonata sulla sua pancia
morbida. «Uno
solo, però!»
La piccina piegò il capo di lato, facendo oscillare i
ciuffetti di capelli ceruli.
«Bu!»
«Sì, Bu è il mio nome!»
Le porse il tanto agognato dolciume e ci fu un’esplosione di trilli vivaci, che si quietarono non appena la bambina decise assestarci le gengive sopra, sbavicchiando ovunque.
.:~*~:.
Guess who’s
back? Back again~ ♪
Eeeeeeeeee dopo le vacanze estive e natalizie, si torna in pista con
un’altra coppia proposta dall’amichevole Nala di
quartiere! ♥
…
Purtroppo, però, vi devo dire che non so quando
riuscirò a scrivere e pubblicare i prossimi
capitoli… I’m sorry. ;^; Tra studio e tesi, ho il
cervello che non vuole cooperare, quando ho il tempo libero per
mettermi all’opera.
Comunque, per il titolo ho scelto la parola riconoscimento nel senso di
acknowledgment,
ovvero “riconoscere il valore di qualcuno o
qualcosa”.
Oh, non sono voi, ma io una puntata filler con Bra e Bu che combinano
disastri me la guarderei volentieri, con magari Vegeta che ha un ictus
sullo sfondo hah hah hah XD
Un immenso grazie,
come sempre, va agli instancabili lettori e recensori! Mi fa piacere
vedere che la raccolta sia ancora visitata nonostante il coma di questi
mesi. (๑•̀ㅂ•́)و✧
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 14 *** Mantide || {Mirai!Trunks e Marion}; ***
1 VS 1
Mantide ||
{Mirai!Trunks e Marion};
The woman is wild, a she-cat
tamed by the purr of a Jaguar
Money’s the
matter – if you’re in it for love, you
ain’t gonna get too far
Daryl Hall & John
Oates –
“Maneater”
Accidenti…
Sarà passata quasi un’ora.
Trunks sbadigliò, stiracchiandosi pigramente, prima di
tornare ad appoggiarsi al muro che faceva ad angolo con
una boutique d’alta moda. Non era mai stato un appassionato
di shopping ma, ahilui,
aveva promesso a sua madre che
l’avrebbe accompagnata a fare un “giro di
ricognizione” – come l’aveva definito lei
– per i negozi della città.
Un flash di lunghi capelli turchini gli svolazzò davanti,
facendolo raddrizzare.
«Mamm—»
Quasi si morse la lingua, per evitare di finire
l’esclamazione prima che la passante lo sentisse.
No.
Oh, no.
A s s o l u t a m e n t
e n o.
Quella donna avrebbe potuto essere chiunque, fuorché sua
madre!
«Mh?»
Trunks sussultò non appena la sconosciuta si
voltò verso di lui.
«Oh!», esclamò, avvicinandosi.
«Wow!»
Stretta in un tubino rosa caldo che le risaliva pericolosamente lungo
le cosce ad ogni passo, la tizia lo raggiunse, superandolo quasi come
se fosse stato invisibile.
«Che abito splendido!», la sentì
miagolare al suo fianco.
Ah.
Non era interessata a lui ma alla vetrina della boutique.
Sollevato, Trunks fece per allontanarsi, quando la donna si
voltò a guardarlo con un sorriso.
«Non pensi mi starebbe d’incanto?»
«Oh?», preso in contropiede, il giovane non
poté che fare ricorso alla propria buona educazione,
«L’abito? … Immagino di
sì.»
Un bagliore volpino illuminò le iridi blu della sconosciuta,
che gli sorrise ancor più, coprendosi le labbra carnose con
la mano.
«Così mi fai arrossire…»,
cinguettò, quasi come se il suo fosse stato un complimento
spontaneo e non forzato dalla circostanza. «La tua ragazza
è una donna fortunata.»
«R-Ragazza?»
«Oh, non dirmi che non sei fidanzato, perché non
ci credo mica, sai?», continuò lei e gli si
affiancò, scrutandolo da sotto le ciglia setose. Un profumo
di miele e spezie gli inondò le narici. «I ragazzi
come te vengono accalappiati sempre per primi.»
«Sembra quasi che lei stia parlando di un
cane…», scherzò Trunks con un risolino
poco convinto.
«Ah! Io adoro
i cani. Farebbero di tutto per la loro
padrona.»
La donna gli passò le dita nell’incavo del
braccio, stringendolo a
sé come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Accigliandosi, Trunks si voltò per chiederle cortesemente
di lasciar— il suo sguardo cadde nella scollatura del tubino,
talmente profonda
da permettergli di vedere le linee morbide dello stomaco della
sconosciuta.
Avvampò fino alla punta delle orecchie, girando la testa
nella direzione opposta.
«Mi scusi, ma—»
«Io avrei un certo languorino.», lo interruppe lei
e il malessere che il giovane aveva
cominciato ad avvertire alla bocca dello stomaco crebbe. «Ce
lo prendiamo un caffè insieme?»
«Tesoro!»
«Ah, Dende, ti
ringrazio.»
Abbandonando ogni buona creanza, Trunks sgusciò via dalle
braccia della sconosciuta, precipitandosi ad alleggerire sua madre
delle
dozzine di buste e pacchetti che stava trasportando.
«Scusa l’attesa, ma ho trovato un maglioncino che
ti starebbe d’incant… Oh. È una tua
amica?»
«Non… Esattamente.»
La sconosciuta voltò di scatto il capo verso di loro e i
pendagli degli orecchini le tintinnarono al movimento.
«Quindi ti piacciono le ziette belle anziane, eh?»,
gli disse, imbronciandosi, «Peccato.»
E, con un occhiolino, sparì ancheggiando tra la folla.
«C-Cos’ha detto, quella strega
lì?» Ruggì Bulma, le narici frementi.
«… E perché mi sembra di
conoscerla?»
.:~*~:.
B E G O N E T H O T
!
Marion, quella brava ragazza™ hah hah hah! XD Ve la
ricordate? … Tra l’altro, quanti anni
avrà qui, una cinquantina? Mmh… I misteri di DB.
Comunque sia, rieccoci, questa volta con un suggerimento del mio
ladro gentiluomo preferito, aka Teo!
(ノ´ヮ´)ノ*:・゚✧ Aggiungiamo una spuzzata di pepe a
questa raccolta, va’, con un duello tra potere seduttivo e lo
spirito del si
salvi chi può! X°D … Ora che
ci
penso, povero Trunks, qui gli va sempre di sfiga con le donne.
X°DDD Devono farlo santo anche solo per la pazienza che ha.
Ma poi, fin da bambina mi sono chiesta
perché diamine quelli dello studio abbiano pensato avesse
senso creare un personaggio femminile identico, fisicamente, a Bulma.
Cioè, tra tante acconciature e colori tra cui
scegliere… Mah. ¯\_(ツ)_/¯ Sono sicura che
nessuno di loro si sarebbe aspettato che Crilin avrebbe sposato una tra
le donne più faiGhe
della serie… così
gli hanno voluto dare una mezza gioia con il filler di Marion.
Oh, well. Come sempre, prima di andare, ringrazio come sempre lettori e
recensori!
ヾ(○・ω・)ノ☆ È sempre un piacere vedere il movimento
tra i capitoli, anche perché da dietro le quinte scopro di
volta in volta quali delle accoppiate strambe interessano di
più oh oh oh! (๑☉ᴗ☉) *si accarezza la lunga barba* Affascinante.
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 15 *** Budino || {Beerus e Lunch}; ***
1 VS 1
Budino ||
{Beerus e Lunch};
But what’s inside of
me, you’ll never know
(We are) bipolar gods
Slipknot –
“I Am Hated”
Non solo gli aveva tagliato la strada verso il tavolo del buffet ma
l’aveva anche
colpito con il gomito quando le aveva intimato
di spostarsi.
«Gattaccio troppo cresciuto— ma chi ti credi
d’essere?»
«“Gattaccio”…?»
La donna si voltò di scatto, gli occhi verdi ardenti di
sfida.
«Sì, gattaccio.»
Lo fissò truce, brandendogli contro un cucchiaino mentre con
l’altra mano agitava un bicchiere colmo di budino. Il suo budino.
La maschera di severo contegno del Dio si sbreccò appena,
facendo intravedere l’irritazione nel suo sguardo.
Sospirando, Beerus piegò un braccio, portandoselo davanti al
petto con l’indice sollevato:
l’estremità del suo artiglio venne illuminata da
particelle viola, che presero a turbinare attorno ad un nucleo di luce
magenta.
L’umana fece un sorriso largo, quasi folle.
«Se pensi di farmi paur—»
Una folata di vento la interruppe, scarmigliandola.
«… Ah…!»
La bruta starnutì – fortunatamente non sul suo budino,
pensò con un certo sollievo Beerus, prima di strapparle di
mano il cucchiaino ed il bicchiere. Con fusa estasiate,
cominciò a mangiarselo. La punizione della mortale avrebbe
dovuto
attendere.
«… Cos’è successo?»
«Mh?»
La donna si strinse nelle spalle e si guardò intorno, prima
di sollevare gli occhi su di lui.
«Fai la finta tonta, adesso?»
Beerus raddrizzò la propria postura con fare
imperioso,
ignaro del baffo di budino che gli imbrattava il muso.
«Io?»
«Proprio così. Sei alla presenza di Lord Beerus, mortale. Non rammenti
d’avermi colpito?», la incalzò, la coda
che gli oscillava dietro la schiena come la lancetta di un
vecchio
metronomo. «Né di esserti appropriata del budino
che mi spettava di diritto?»
«Oh, no…» La donna si
rattristò. «Le chiedo perdono, mio signore,
dev’essere stata la mia altra metà!»
«Ah, sì?»
Gli occhi del Dio s’assottigliarono in due fessure gialle.
Effettivamente c’era qualcosa che non gli tornava: gli abiti
dell’umana erano gli stessi, la forza vitale era
immutata, eppure… I lineamenti non corrispondevano
più a quelli della selvaggia che l’aveva
insultato. Gli occhi di questa mortale erano più grandi e
d’un blu gentile, intenso, simile a quello dei suoi capelli.
… Un momento.
Ma non era bionda, un attimo fa?
Dunque non mentiva: era davvero una persona completamente diversa!
Interessante.
«La tua altra metà, ma certo! Errore
mio.», s’affrettò allora a scusarsi il Dio, mendace. «… E quando avrò il
piacere di rivederla?»
«Be’, dovrei starnutire di
nuovo…», replicò la donna,
chiaramente incapace di percepire l’intento maligno nella sua voce.
«Non mi pare il caso.»
«Capisco.»
«Le porgo ancora le mie scuse.»
«Ah, sciocchezze! Anzi, se mi è concesso, gradirei
la tua incantevole presenza al mio fianco per il resto della
serata.»
L’umana arrossì, coprendosi il viso con le dita
bianche.
«Ne è sicuro, mio signore?»
«Altroché. Vorrei… Farmi perdonare per il mio piccolo fraintendimento.»
«Oh, allora—»
«Meraviglioso.»,
la interruppe Beerus poggiandole una zampa sulla schiena, gli artigli
affondati appena nella sua pelle calda. La guidò con
assertivo garbo al tavolo a cui sedeva Whis, facendola accomodare
accanto all’Angelo. Si voltò poi verso la sala, sorridendo del puro terrore che questo evento aveva
diffuso nel resto degli invitati.
Forse avrebbe dovuto aspettare minuti per uno starnuto, forse ore— ma,
dopotutto, la vendetta era un piatto che andava servito freddo.
.:~*~:.
Galeotti furono il budino e il prompt di Nala~! (*˘︶˘*)
Non vi preoccupate, Bulma salverà Lunch con il potere della corruzione-tramite-cibo
hah hah hah! XD
Comunque! In questa flash ho approfittato del fatto che Lunch non ha
mai ufficialmente incontrato Lord Beerus e, quindi, non ha la
più pallida idea di chi
sia. La scena è ambientata durante una delle
tante feste fatte da Bulma e l’interazione me la sono un
po’ giocata sulla bipolarità che caratterizza i
comportamenti di
Lunch (che non può farci nulla, povera stella) e di Beerus,
che è maleducato e altezzoso, ma sa bene come comportarsi in
maniera dignitosa quando ce n’è bisogno, o gli conviene. Non so
se ricordate il suo primo incontro con Bulma, tutto vezzi e
galanterie… E ora si prendono a pizze ogni volta che
parlano. X°D
Aaah, grazie a tutti i lettori/recensori! (〜^∇^)〜
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 16 *** Iniziativa || {Muten e Kid!Bu}; ***
1 VS 1
Iniziativa
|| {Muten e Kid!Bu};
Monsters having fun
Happy, happy
R.E.M. –
“Shiny Happy People”
Tempo.
Lancette che s’inseguono, granelli che cadono— ma
non era il momento per le belle metafore. Il succo della questione era
che ne aveva ancora
a disposizione per fare un tentativo.
Schiarendosi la voce, Muten si posizionò alle spalle del
demonietto, sollevando le braccia al cielo con le dita incrociate,
un’espressione di sobrio decoro in viso.
«E un, due, tre!»
Le articolazioni delle braccia gli schioccarono come due rami secchi.
Con la pelata che riluceva sotto la luce del sole, l’uomo
continuò a fare stretching imperterrito, allungando i
muscoli messi a dura prova dall’età ed emettendo
grugniti che fecero sollevare più d’un
sopracciglio perplesso.
«Assistenti, prego!»
Goten e Trunks lo raggiunsero sgambettando, poggiandogli ai piedi una
bottiglietta di terracotta, prima di defilarsi con un inchino.
Muten si chinò per stapparla e lanciò
un’occhiata al Majin da sopra le lenti scure degli occhiali:
stava seguendo i suoi movimenti dal vetro della clessidra, senza
accennare a muoversi. Bene. Il suo cervello primitivo non interpretava
le sue azioni come una possibile minaccia.
L’uomo si raddrizzò, inspirando profondamente
prima d’infilarsi il tappo di sughero nel taschino della
camicia.
Si va in scena!
Batté le mani, concentrando il ki tra i palmi; poi
piroettò su sé stesso.
«Genio, ma che fai?»
«Silenzio in sala!»
Accidentaccio, stava sudando freddo!
Paura. Aveva paura.
Vergognati, vecchio
idiota.
… Be’, forse
un paio di minuti extra poteva pure concederseli, no?
Nella confusione degli astanti, Majin Bu s’alzò
finalmente in piedi, voltandosi – le iridi spettri rossi che
s’agitavano nella sclera nera.
«Ti piace il balletto, eh?», gli domandò
Muten, cordialmente sprezzante. «Scommetto che non sai
farlo!»
Col collo piegato di lato, il demone l’osservò
saltellare da una gamba all’altra e, dopo qualche istante,
prese a imitarlo. La sua capacità di mimesi era impressionante.
«Bravo!»
Il Genio gli rivolse un sorriso sdentato, smanioso, che avrebbe
terrorizzato
chiunque; ma il piccolo Bu non era chiunque.
Era un mostriciattolo completamente ignaro di quali abissi
potessero nascondere certe espressioni facciali. Infatti, gli sorrise
di
rimando e Muten si fermò, sollevando le braccia al cielo, i
palmi spalancati: era pronto.
«Onda Sigillante!»
«Uh?»
L’attacco a sorpresa travolse il Majin, spazzandolo via dal
pavimento del Palazzo del Supremo in una spirale verdastra.
Con la
pressione sanguigna che andava aumentando nelle tempie, il Genio
piegò le braccia, direzionando la traiettoria
dell’onda verso la bottiglia con il sigillo: doveva centrarla
a tutti i costi.
Un dolore insopportabile gli si irradiò nel petto, come
se fosse al centro di un rogo, ma Muten strinse i denti, concentrandosi sul
suo
compito. C’era
quasi.
Nel turbinare del vento, puntò il braccio destro in avanti,
scaraventando l’onda all’interno del contenitore di
terracotta e, senza esitare, ci saltò accanto, tappandolo
con
un gesto fluido.
«Perfetto.»
Senza fiato, l’uomo si sollevò raddrizzando la
schiena, gli occhi rivolti verso il cielo tornato nuovamente azzurro.
Tutto sommato, era una bella giornata, per morire.
E collassò a terra, mentre la bottiglia continuava ad
oscillare.
.:~*~:.
Finale alla Shutter Island! Bu uscirà dalla bottiglia? Non
uscirà? Ai posteri l’ardua sentenza!
…
Non vi mentirò: mi sono andata a leggere il riassunto della
storia di Kid!Bu per vedere se l’avessero fatta,
‘sta roba del sigillarlo con la tecnica del Genio delle
Tartarughe e non ho trovato una ceppa a riguardo. Quindi… No? Non riesco
nemmeno a ricordare personalmente se è successo o meno,
anche perché le puntate me le so’ viste oltre
dieci anni fa.
Ergo: ¯\_(ツ)_/¯
Questa è l’unica strategia che mi è
venuta in mente per rendere alla pari uno “scontro”
tra questi due. Una mini what-if che da un taglio netto a tutta la
follia che Toriyama ha riversato nell’ultima saga di Z,
grazie allo spirito d’iniziativa di Muten. X°D
Be’, tutto
è bene quel che finisce bene [????]! Grazie a
Nala per il prompt! ❤⃛ヾ(๑❛ ▿ ◠๑ )
E grazie a tutti per aver letto!
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 17 *** Facsimile || {Son Goku e C-18}; ***
Goku/C-18
1 VS 1
Facsimile ||
{Son Goku e C-18};
Mirror, mirror split in two
Look at me, who are you?
Helloween –
“The Dark Ride”
Un bagliore d’occhi vermigli.
Il Kienzan gli sfrecciò accanto al volto stridendo e Goku
rimase
a fissare, smarrito, la figura che comparve dalle rovine della
città. Una linea sottile gli si aprì lungo lo
zigomo,
cominciando a bruciargli non appena ne fuoriuscì il sangue.
«Ehi, C-18!»
La donna sollevò il braccio, puntandogli contro
l’indice
che sfolgorò d’una luce dorata— la mente
di Goku si
svuotò. Rapido, attivò il Kaioken e
scattò in
avanti con la furia del vento che gli ululava attorno, piroettando in
aria per scansare il raggio d’energia che gli era stato
scagliato
contro.
Non capisco…
Fu davanti alla cyborg in un istante ma lei non reagì alla
sua
vicinanza, lo sguardo incolore quanto la sua pelle. Mirando allora
all’incavo del collo, Goku la colpì di taglio con
la mano,
facendola collassare sull’asfalto.
«Ma… Che t’è preso?»
Nessuna risposta.
Il sayan si grattò il capo, studiandola mentre si rimetteva
in piedi; fu allora che se ne accorse.
Oh.
Le sue narici fremettero. Anche l’odore era…
Diverso. La
sua avversaria somigliava un sacco a C-18, ma non era davvero lei.
Doveva trattarsi di uno di quei cosi – i clown di cui gli
aveva
parlato Bulma!
Sogghignò.
«Vediamo che sai fare, allora.»
In un lampo, le sue nocche impattarono contro la guancia della donna,
spazzandola via in un turbine di polvere. La vide schiantarsi contro la
palazzina di fronte e corse in quella direzione, spiccando un salto che
lo ammantò di scintille rosse. L’aura del Kaioken
s’espanse all’aumentare della sua concentrazione,
sfrigolando e riempiendogli il petto di bruciante furore.
Eccola!
La falsa C-18 era incastrata tra detriti della facciata e, senza
esitare, Goku la
caricò urlando a pieni polmoni, i muscoli contratti, il
braccio
teso in avanti.
«Lo sapevo. Solo tu puoi fare così tanto casino.»
«Eh?»
Fece appena in tempo a scorgere un movimento alle sue spalle, che un
pugno piccolo, bianco, affiancò il suo nella picchiata. A
bocca
aperta, il sayan si voltò, realizzando solo in quel momento
la
presenza di un’altra C-18, una dagl’occhi azzurri e
vibranti di vita, che stava
saettando con lui
dritta contro la palazzina: la violenza del loro attacco combinato
sparò il clown attraverso il muro.
«Urca!»
I due atterrarono all’interno dell’edificio sotto
una
pioggia ticchettante di calcinacci.
«Che copia da quattro soldi.», commentò
C-18. «È imbarazzante.»
Con le mani poggiate casualmente sui fianchi, Goku annullò
il
Kaioken e mosse lo sguardo dal corpo steso a terra, alla donna al suo
fianco. Che situazione bizzarra! … Un po’ come
quella
volta che Mr Popo l’aveva fatto combattere contro una copia
in
cera di sé stesso.
Batté ciglio.
Sempre ammesso che questa
C-18 fosse—
Si piegò appena di lato, annusandola.
«Ah.»
«… Cosa?»
«Tranquilla, sei quella vera!»
Alla sua brillante constatazione, la cyborg si girò in un
flash
di capelli biondi, in volto l’espressione di chi ha
inghiottito
per sbaglio un insetto.
«Che c’è?»
«Sei fortunato ad essere il miglior amico di
mio marito.», ringhiò lei, incrociando le braccia
sotto il seno con un’alzata
d’occhi che lo fece quasi scoppiare a ridere.
«A proposito… È con te?»
«Chi?»
«Tua nonna.»
«Mia… Cosa!?»
«Oh, per l’amor— Crilin. Stavo
parlando di Crilin.»
«Aaah!»
C-18 emise il sospiro più affranto che Goku avesse mai
sentito.
.:~*~:.
Sì, Goku. I “clown”. Non i cloni. Sento Bulma
che fa facepalming
da qui hah hah hah! XD
…
Comunque! Esattamente un
anno fa, il 20
Marzo
2018, ho pubblicato la
prima flash
di questa raccolta! *lancia coriandoli* Che bellezza! Che il potere
della
procrastinazione sia sempre con me! Ora andate e mangiatevi una cosa
buona alla mia salute!
…
Ffffffffffffatto?
Dunque, ho approfittato del prompt che
DarkDarrik mi aveva lasciato eoni fa per
celebrare
l’anniversario simbolico della raccolta con la primissima
accoppiata, Goku e C-18. Alé! (ノ^ヮ^)ノ*:・゚✧
E si torna nel mondo di “Dragon Ball FighterZ”. Per
non
spoilerarvi nulla, vi dico solo che nel gioco sono presenti i cloni [X]
di quasi tutti i personaggi, che principalmente servono per fare gag
stupide o per farti fare i mirror match. Ed è proprio questo
quello che ho fatto io in questa flash, C-18 VS C-18 ma con un twissssst!
(〜 ̄▽ ̄)〜
Eeeeeee, dato che Goku non combatte per uccidere ma per
divertirsi/superare i propri limiti, ho deciso di fargli adoperare solo
il
Kaioken, che è un boost lieve rispetto alla trasformazione
in
super sayan (oltre a ritenerla personalmente una tecnica figa e usata
pochissimo).
Ma passiamo ai grazie, va’! Allora, non posso non
cominciare da quei due folli che mi hanno
seguita fin dall’inizio, continuando a regalarmi
suggerimenti, risate e certe idee
per
le accoppiate che, Will Hunting, levati per cortesia: Nala e Teo!
❤⃛ヾ(๑❛ ▿ ◠๑ ) Grazie, giovinotti! E, ovviamente, ringrazio tutti i
lettori che hanno messo la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate, che hanno
commentato (menzione specialissima per quelle sante donne di Martinagoten e Meeve, che se la stanno maratonando tutta… Siete incredibili! (♡ >ω< ♡)) o anche solo che continuano a seguire queste flash per puro
spirito masochista. Thanks! ˙ᘧ ͜ ˙
P.S.: Per
chi non ha mai visto la prima serie di DB, aggiungo una
piccola nota extra. Goku ha raggiunto il Palazzo del Supremo per la
prima volta da
bambino e, durante gli allenamenti fatti con Mr Popo (Nala
non
emozionarti), ha affrontato
anche una copia di sé stesso creata con la cera e
l’acqua
della vita.
See ya,
Shadow
Eyes
|
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Capitolo 18 *** Resa || {Zarbon e Bulma}; ***
bxz
1 VS 1
Resa ||
{Zarbon e Bulma};
(My, my, smile at least)
You can’t say
no to the beauty and the beast
David Bowie –
“Beauty and the Beast”
Atterrò davanti all’ammasso di rottami che
l’aliena aveva usato per affrontarlo, lanciandogli
un’occhiata obliqua. Era incredibilmente irritante che un
mecha dall’aspetto così goffo l’avesse
costretto a trasformarsi— Zarbon fremette, frenando a stento
l’impulso di farlo saltare in mille pezzi.
Piuttosto…
Sospirò, spostando lo sguardo
sull’oscenità
che erano le sue mani – lo
stomaco gli si contrasse. La sua tolleranza per quella forma era ormai
al limite, doveva abbandonarla: una pulsazione calda gli
attraversò il palmo, poi il corpo e scaglie e artigli gli si
ritrassero lentamente sottopelle. L’uomo contemplò
il proprio riflesso m e r
a v i g l i o s o sul vetro incrinato del robot, quando un
paio di occhi azzurri incrociarono i suoi.
«È finita, esci allo scoperto!»
Al suo richiamo improvviso, la creaturina sussultò,
appiattendosi contro il sedile. Zarbon le sorrise.
«… Come desideri.»
In un guizzo elegante, raggiunse e sradicò il portellone
della cabina di pilotaggio— uno scoppio lo travolse.
«Ah, maledizione!»
Ci fu un tintinnio ai suoi piedi e l’uomo annaspò,
muovendo istintivamente le dita sull’ammaccatura fumante che
il proiettile gli aveva appena lasciato sull’armatura:
fortunatamente, non l’aveva trapassata.
«Un’arma a colpo singolo in uno scontro
ravvicinato… Che tenerezza.», commentò
sardonico, accennando alla pistola stretta tra le mani tremanti della
donna. L’Armata Galattica non utilizzava quel modello e, in
secoli di viaggi interstellari, non gli era mai capitato di vedere
qualcosa del genere.
«Dove
l’hai preso quel giocattolino?»
«“Giocattolino”?»,
sbottò l’aliena, «Per tua informazione,
questa pistola— e il mecha, se è per questo, li ho
progettati e costruiti io.»
«Notevole.» Zarbon s’allungò
in avanti, afferrandole un braccio – le guance bianche della
donna s’arrossarono appena. «E dimmi: sapresti fare
di meglio?»
«Che domanda! Con un laboratorio tutto mio, non
c’è limite a quello che
potrei…!»
Il resto della frase le morì in gola non appena il soldato
la strattonò senza tante cerimonie fuori dai resti del
robot, conducendola alla riva del lago sul quale s’erano
affrontati.
«In ginocchio.»
«Cosa!?»
«Mi hai sentito.»
Dopo un istante d’esitazione, l’aliena
eseguì il suo ordine, poggiando a terra la pistola prima di
sollevare le braccia.
«Bene.»
Zarbon si spostò con deliberata lentezza alle sue spalle,
sovrastandola con la sua ombra.
«Una mente come la tua farebbe molto comodo al mio
signore…», cominciò, le pupille
immobili su di lei, piccole come aghi. «Sempre che tu non
mi abbia mentito
sulle tue capacità.»
«No! I-Io non—»
«Magnifico. Se ti arrendi e giuri fedeltà a Lord
Freezer, avrai salva la vita allora.», la interruppe
l’uomo,
puntandole contro la nuca l’indice carico
d’un’infinitesimale quantità di ki.
«Oppure farò in modo che la tua testa sia la
prossima a rotolare sul suolo di questo abietto pianeta. A te la
scelta.»
Non ci volle molto perché il veleno nelle sue parole facesse
effetto, riempiendo di brividi la figura china ai suoi piedi. Un
singhiozzo le sfuggì dalle labbra, poi un altro e fu allora
che
pronunciò un nome, invocandone l’aiuto come se
fosse inginocchiata ad un altare.
Zarbon abbassò la mano senza dar alcun peso a quelle
parole. Il pianto, dopotutto, poteva significare una sola cosa: resa.
.:~*~:.
Fa caldo,
ragazzi… Questa flash l’ho scritta di sera in sera
con il ventilatore dietro le orecchie~ hah hah hah!
(=´∇`=)
E siamo tornati~! Aggiornamento casuale per svagarmi e per dirvi che,
no, non sono mortah! It’s all good in the hood! (
•̀ω•́ )σ
Dunque! Oggi accoppiata proposta da Nala-chan e si torna su Namek, in
quel frangente di tempo in cui Crilin e Gohan vanno a cercare le sfere
lasciando, ahimé, Bulma sola. Nell’anime ci sono
alcune scenette in cui usa un robot per andare sott’acqua
(non ricordo a fare cosa, onestamente), quindi ho pensato ad uno
scenario what-if in cui lei incontra il principe Disney (ma
anche no)
Zarbon molto prima del canon, usando quel robot come ultima risorsa per
affrontarlo! (☆▽☆) … Ok, non le è andata bene e
Goku (il nome invocato) è in ritardo. Ma arriverà
e la salverà, eh. Come
sempre.
Eeeeeee… Niente. Questo è quello che potrete
aspettarvi
di trovare in questa raccolta nei prossimi mesi:
- Marcarita VS Vados | Baba VS Babidy | Whis VS Dende |
Kaioshin VS Tama | Baby VS Bulma | Cell VS Chichi | Chichi VS Crilin |
Kaioshin il Sommo VS Muten | Mai VS Pan | Videl VS Vegeta | Trunks (+
Goten) VS Whis | Yajirobey VS Vegeta | Goten VS C-17 | Whis VS C-18 |
Chichi VS Mirai!Trunks | Trunks VS Yamcha | Mr Satan VS Muten | Vegeta
VS Crilin | Gohan VS Re Enma | Stregone del Toro VS Beerus | C-18 VS
Mirai!C-18 | Goku VS Darbula | Mirai!Mai VS Videlconicodini | Sorpresa;
… O anni. Dipende da quanto velocemente riesco ad elaborare
il resto delle storie hah hah hah! X°DDDDDD Ovviamente non sono
in ordine di uscita. L’ispirazione a me va sempre a caso.
(❁´▽`❁)*✲゚*
Mi raccomando, nel frattempo rimanete idratati [???] e grazie per aver
letto~! ♥
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 19 *** Ōkami || {Kid!Trunks e Yamcha}; ***
1 VS 1
Ōkami ||
{Kid!Trunks e Yamcha};
The howl of the wolf, snow in
his eye
Waiting to take you by
surprise
AC/DC –
“Snowballed”
«… Cos’è, uno
scherzo?»
«Cos— no!», preso in contropiede, Trunks
decise immediatamente di vuotare il sacco. «Mamma mi ha
parlato di questa tua tecnica—»
«Bulma? … Davvero?»
«Sì, ha detto che l’hai usata contro
Goku nel deserto e che era in-cre-di-bile!
Oh, andiamo…» Il bambino prese a saltellare da una
gamba all’altra, implorante come un cagnolino in attesa del
biscotto. «Devo assolutamente vederla!»
«Be’, immagino che non ci sia niente di male a
mostrarti la Zanna di Lupo.», capitolò allora
Yamcha, posando a terra la mazza da baseball. «Anche se, a
dirla tutta, sono un po’ arrugginito…»
«Evvai!»
Trionfante, Trunks gli ballò tutt’attorno,
seguendolo mentre si spostava verso il centro del diamante; in
realtà sua madre non aveva affatto definito Zanna di Lupo
come una tecnica “incredibile”, ma questo dettaglio
Yamcha non aveva bisogno di saperlo. Il bambino se la rise sotto i
baffi.
Che pollo…
Con gli adulti le lusinghe non fallivano mai.
Aaah, non sto
più nella pelle!
Preso com’era dalle proprie fantasticherie Trunks a malapena
s’accorse della mano che Yamcha gli stava sventolando davanti
agl’occhi.
«Mi hai sentito? Zanna di Lupo è una tecnica che
prevede un avanzamento rapido verso l’avversario, quindi
dovresti allontanarti da me di qualche metro.»
«Oh, chiaro!»
Annuendo frettolosamente, il piccolo sayan si spostò, pronto
a farsi stupire.
«Mi raccomando, resta fermo lì… Se
no
chi la sente, tua madre.»
«Agli ordini!»
Con uno sbuffo divertito, Yamcha spostò il peso sulla gamba
destra, stendendo in avanti la sinistra. Trasse poi un profondo
respiro, sollevando le braccia, le dita contorte come artigli. Una
folata di vento spazzò il campo da baseball, animandogli i
capelli ispidi, che parvero rizzarsi come il pelo di un lupo
inferocito. Trunks deglutì mentre l’espressione
dell’uomo mutava un ringhio ferale, le pupille punte di
spillo conficcate nelle sue.
«Zanna di Lupo!»
Con i canini scoperti, la bestia gli si scagliò contro,
facendolo sussultare – ci fu un colpo d’aria e i
capelli gli vennero spazzati via dal viso sconvolto, poi la mano
dell’ex predone sparì e gli ricomparve accanto
alla guancia con movimenti talmente rapidi che gli ci volle un istante
a tracciarne la traiettoria attorno a sé.
Ma questo
qui… È sempre Yamcha!?
Trunks lo vide battere un piede a terra e la vibrazione
dell’impatto gli corse nel corpo, risuonandogli nel petto
prima che due palmi lo raggiungessero, bloccandosi ad un
centimetro dalla stoffa della sua T-shirt. Accidenti. In uno scontro
reale, un
colpo del genere gli avrebbe sicuramente spazzato tutta
l’aria via dai polmoni.
… Niente male!
Forse Yamcha non era poi un idiota innocuo come dava a vedere.
Dopotutto, nelle mani di un sayan, Zanna di Lupo avrebbe potuto
diventare una tecnica ancora più devastante!
«Allora, che te ne pare?»
Tornando in sé, Trunks alzò gli occhi e Yamcha si
passò la mano
dietro al collo, prima di rivolgergli un sorriso incerto e palesemente
imbarazzato. Il bambino ricambiò, ma con un sorriso a
trentadue denti, largo, sincero. Se fosse riuscito a padroneggiare
Zanna di Lupo— anzi, quando
sarebbe riuscito a padroneggiarla, sarebbe stata una cosa…
«Fighissima!»
.:~*~:.
Trunks versione bambino è una piccola peste, molto simile
alla mammina! XD … Da adulto non so che gli è
successo, non somiglia né a Bulma né a Vegeta.
Avrà preso dal nonnino… Bah. O___O
…
Coooooomunque, arieccoci in pista con un’accoppiata fresca
fresca, proposta dalla dolcissima Martinagoten!
(ノ´ヮ´)ノ*:・゚✧
Si torna nella timeline di Super! … Onestamente, la Zanna di
Lupo è una mossa davvero figa così mi sono detta,
sai che c’è, sono sicura che se Trunks
l’avesse vista da bambino, avrebbe pensato: “Wow!
Yamcha farà pure schifo come combattente ormai, ma questa
tecnica è fighissima, devo
impararlah!” hah hah hah XD Vede il potenziale,
il ragazzo! … Oltre a farsi un po’ suggestionare
dall’uomo lupo oh oh.
Ah, comunque il titolo della flash vuol dire “lupo” in
giapponese mentre, per chi fosse completamente ignorante del mondo del
baseball come moi, il diamante è, semplicemente, il campo da
baseball. L’ho scoperto leggiucchiando su wikipedia. XD
Eeeeeeee grazie a tutti per aver letto, e a chi ha messo la raccolta
tra le preferite/seguite~! ♪
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 20 *** Serenità || {Crilin e Chichi}; ***
C&C
1 VS 1
Serenità
|| {Crilin e Chichi};
I can’t surf
But neither can you
Reverend Horton Heat
– “Can’t Surf”
«Mi stai forse sfidando,
Crilin?»
Un barlume vermiglio attraversò gli occhi di Chichi e
l’ex shaolin indietreggiò d’istinto
sulla sabbia bollente, prima di recuperare il controllo delle proprie
gonadi, tornando sui suoi passi.
«S-Sai che c’è?»,
balbettò, battendo la mano sulla tavola da surf che teneva
sottobraccio. «Sì.
È proprio così!»
La donna accolse la sua schiettezza con un’alzata di
sopracciglia.
«Molto bene.», disse e la severità del
suo piglio si sciolse in un sorriso. «Accetto la
sfida.»
… Accidenti.
«Sai, ammetto d’essere colpita. Non pensavo avresti
avuto il coraggio di dirmelo apertamente.»
L’ometto si lasciò andare ad una risatina,
passandosi la mano dietro il collo sudato.
«Mamma mia, devi avere proprio un’opinione bassa di
me, se pensi una cosa del genere…»,
borbottò a mezza voce.
«Mh? Che hai detto?»
«Niente! …
Niente.»
Con la spuma che disegnava ghirigori attorno alle loro caviglie, i due
attraversarono il bagnasciuga, incamminandosi verso un punto del
fondale in cui l’acqua raggiungeva quasi i loro fianchi.
Quando si fermarono, Crilin inspirò a pieni polmoni
l’aria gonfia di salsedine.
«Pronta?»
«Certo, per chi mi hai presa?»
«Ok, allora… Prima
le signore.» Con ipocrita galanteria,
l’ometto cedette a Chichi la tavola da surf. «Chi
riesce a rimanerci sopra in piedi, vince.»
Ora voglio proprio
vedere come te la cavi.
«Perfetto.»
Irradiando risolutezza, la donna spiccò un balzo, atterrando
con le ginocchia sul surf; Crilin lo vide capovolgersi immediatamente
sotto il suo
peso, rovesciandola in mare.
«Oh, cavolo!»
Non appena Chichi riemerse, tuttavia, la sua preoccupazione
sfumò in ilarità e l’uomo
scoppiò a riderle in faccia, facendola diventare paonazza.
Per la propria incolumità sarebbe stato meglio non farlo,
ovviamente— ma vederla così, scarmigliata ed in
imbarazzo, era servito a ricordargli che Chichi
non era che un
essere umano,
proprio come lui. Accorgersene era stato quasi… Rassicurante.
«Bel tentativo!»
La donna si scostò con furiosa lentezza i capelli
dagl’occhi.
«Ti diverti, mh? Perché non
ci provi tu,
allora?»
«D-Dai, stavo scher—»
Ma la mano di Chichi s’era già agganciata alla sua
pelata e, un attimo dopo, Crilin si ritrovò a schizzare
nell’etere verso l’infinito e oltre. Con uno
starnazzo, l’uomo si schiantò di
pancia sulla tavola da surf, slittando
mollemente tra le onde. Questa volta, fu Chichi a ridere di gusto.
… Ok, me lo
merito.
E le ore passarono mentre i due continuavano a saltare e cadere,
inconsapevoli della presenza delle loro dolci metà sulla
riva.
«Che noia… Ma non sarà ora
di piantarla con questa sfida?»
«E perché mai? Saranno anni che non vedo Chichi
così spensierata!»
C-18 batté ciglio, focalizzando la propria attenzione
sull’espressione del marito e il trillo allegro della sua
risata. Il broncio le si ingentilì appena.
«Sei un buon osservatore… Chi l’avrebbe
mai detto.»
Goku ridacchiò, passandosi l’indice sotto il naso.
«Bambini, vi va un gelato?»
Marron e Goten sprizzarono in piedi in una nuvoletta di sabbia.
«Sì!»
«Gelato! Gelato!»
«Urca, questa sì che è una bella
idea!»
«… E da quando sei un bambino, tu?»
«Eh? Ma…!»
«Dai, mamma! Non possiamo lasciare zio Goku senza
gelato!»
Abbagliata da tre paia di occhioni sfavillanti, C-18 non
poté che distogliere lo sguardo con un sospiro, facendo del
suo meglio per nascondere il proprio divertimento.
«E va bene… Ma paga lui per tutti.»
.:~*~:.
Aggiornamento rapido perché mi sentivo ispirata e
voglio
andare al mare. *piange sangue*
Dunque! Cosa? Come? Dove? In questo capitolo, ho deciso di fare andare
la famiglia di Goku e quella di Crilin insieme al mare…
(´∇ノ`*)ノ
Quindi penso che temporalmente siamo tra la fine della saga di Bu e
l’inizio di Super. E quindi una semplice discussione tra
Chichi e Crilin sul surfare è diventata un fraintendimento
(da parte di Chichi…
“Mi stai
forSEH SFIDANDOH”), che è diventato
un modo per divertirsi
e passare il tempo. Sapete, a volte anch’io dimentico che Chichi è una persona e non un distributore di frustrazione materna. X°D … Fatela divertire ogni tanto, Toei! Fateci vedere il suo lato sbarazzino, perché c’è, cavolo, soprattutto in Z e GT (chi se lo scorda quando voleva combattere C-17 armata di padelle hah hah hah).
La coppia è stata gentilmente offerta dalla nostra Nala.
❤⃛ヾ(๑❛ ▿ ◠๑ )
Grazie a tutti per aver letto~! ♪
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 21 *** Dubbio || {Pan e Mr Popo}; ***
1 VS 1
Dubbio ||
{Pan e Mr Popo};
Shadow, shadow, shadow
Gotta fight the shadow
of doubt
Robin Thicke –
“Shadow of Doubt”
Si piegò all’indietro e il tappeto le
passò oltre il volto in un blur di fili colorati. Pan
serrò i denti, roteando su sé stessa appena in
tempo per vedere Mr Popo virare rapidamente in aria, pronto a
fronteggiarla nuovamente. Frustrata, la ragazzina gli si
scagliò contro, tagliando il vento con la propria aura in
espansione— il cono di visione ridotto alla sagoma del suo
mentore. Peccato che la minaccia, questa volta, le arrivò
alle spalle.
Le nocche della sua copia in cera si schiantarono contro il suo zigomo,
proiettandola a tutta velocità verso il suolo. Pan
serrò i denti, la mente sconnessa da ogni impulso che
potesse farle recuparare il controllo di quella caduta; poi il mondo
smise bruscamente di roteare, lasciandole un lieve senso di nausea e le
narici piene d’un odore salmastro.
«Ma che
diavolo…!?»
Non conosceva quella voce.
Aprì gli occhi, riaccogliendo un mondo sfocato e lucente al
loro interno; le ci volle un attimo persino per rendersi conto di non
essere a terra, ma in braccio a qualcuno. Pan piegò il collo
di lato, poggiando la guancia contro il braccio che la sorreggeva. Due
globi neri, incastonati nel bianco, l’osservarono di rimando.
«… Mr Popo?»
«Sia ringraziato il cielo!» Il semidio le sorrise.
«Temevo fossi svenuta.»
La ragazzina arrossì, distogliendo lo sguardo. Aveva
l’orgoglio talmente ferito da non riuscire nemmeno ad
inventarsi una scusa per la propria défaillance.
Altro che ripercorrere
le orme del nonno…
«Ehi, teppisti!»
Accigliandosi, Pan si voltò e per poco gli occhi non le
vennero sparati fuori dal cranio dalla sorpresa: a quanto pare, erano
atterrati in un canale. Su una gondola con tanto di gondoliere indignato,
per la precisione.
«Ci scusi, è stato un incidente!»,
esclamò, saltando giù dalle braccia di Mr Popo.
Il gondoliere fece per replicare, solo che l’arrivo di
un’ombra sulle loro teste gli fece immediatamente cambiare
idea. La copia in cera di Pan aveva preso infatti a seguirli
dall’alto, gli occhi vitrei fissi su di lui.
«Non si preoccupi. Toglieremo presto il disturbo.»,
gli garantì il semidio, imperturbabile. «Conceda
solo un po’ di tempo alla mia allieva per
riprendersi.»
«O-Ok…», mugugnò il
pover’uomo, arrendendosi.
Mr Popo piegò allora il capo, tornando a rivolgere la sua
attenzione su Pan.
«… Cosa ti turba? Non sei concentrata come
dovresti.»
La ragazzina sbuffò, incrociando le braccia sul petto; tanto
valeva vuotare il sacco.
«Io vorrei tanto…» Si morse le labbra e
tacque, sentendo l’imbarazzo colorarle ancora una volta il
viso. «Essere all’altezza di nonno Goku.»
«Ma…?»
«Ma lui ha scalato l’obelisco, ha superato la prova
di Balzar ed è arrivato fino al Palazzo del Supremo con le
sue sole forze! … Io non ho fatto niente di tutto
questo. Sono arrivata al Palazzo del Supremo volando.»
Stranamente, confessare la propria insicurezza non la fece sentire
meglio, anzi— la fece sentire ancora più piccola e sciocca.
«Capisco. Quindi non ritieni di esserti guadagnata
quest’occasione.»
Il sorriso di Mr Popo s’allargò e Pan
avvertì, in qualche modo, di essersi guadagnata un pizzico
del suo rispetto.
«E sia! Non ti addestrerò finché non
avrai completato l’intero percorso a piedi.»
.:~*~:.
Ehilà~!
Anno nuovo, capitoli nuovi! ヾ(⌐■_■)ノ♪ Apriamo col botto, con
un’accoppiata che Nala non vedeva l’ora di
ritrovare qui sul grande schermo [????]: Pan e Mr Popo! Con
l’obbligo di fare in modo che i due finissero, in un modo o
nell’altro, a fare un giro in gondola. No, perché
parlando di possibili accoppiate con Nala, io mi sono fatta scappare
l’esempio assurdo e lei, giustamente, ha colto immediatamente
la palla al balzo hah hah hah! X°DDDDDDD Ma a me piacciono le
sfide ed ecco il risultato! Spero vi piaccia~! ♡✧(
•⌄• )
Comunque! Per far funzionare, più o meno, il prompt in un
contesto di 1 VS 1, sono tornata nell’universo GT, pensando
che sarebbe stato interessante fare allenare Pan con Mr Popo, proprio
come aveva fatto il suo nonnino Goku secoli prima. E quindi copia di
cera creata con l’acqua della vita e via di mazzate!
Oh, comunque a quanto pare Mr Popo è una specie di semidio,
secondo la wiki? Onestamente non ne avevo idea. Ah, e per quanto
riguarda la gondola… Ci saranno città in DB che
hanno lagune e gondole, dai. Visto che tutto il mondo del manga
è un guazzabuglio di culture, ci sarà sicuramente
qualche pizzico di italianità da qualche parte.
…
Probabilmente.
X°D
Ringrazio di cuore, come sempre, i lettori e i recensori di questa
raccolta! Alla prossima~! (〃⌒▽⌒〃)ゝ
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 22 *** Contrattempo || {Mirai!Mai e Videl}; ***
1 VS 1
Contrattempo
|| {Mirai!Mai e Videl};
Just when it can’t get
worse
…
I’ve had a shit day
P!nk –
“Blow Me (One Last Kiss)”
La sfera d’energia nera le riempì
l’intero campo visivo— Trunks si parò
davanti alla macchina del tempo, davanti
a lei, restituendole quei preziosi secondi che le
servivano per digitare la data e decollare. Col cuore pesante, Mai
guardò la schiena del sayan svanire
nell’esplosione mentre le trame della realtà le si
sfibravano attorno, disfacendo il mondo al quale apparteneva.
Buio.
Tornerò
presto, Trunks, te lo prometto.
Un sipario di luce accecante le si aprì improvvisamente
dinnanzi, rivelandole un’epoca in cui Satan City era ancora
verdeggiante e piena di vita— poi ci fu uno scoppio ovattato
alle sue spalle e un odore acre, di fumo, cominciò a
filtrare all’interno dell’abitacolo.
«Ma che…?»
Mai afferrò la cloche e riuscì a far atterrare la
macchina del tempo al centro di un enorme giardino un istante prima che
si spegnesse. Accigliandosi, la giovane tentò inutilmente di
riavviarla, il panico un roveto che le si diramava nel petto ad ogni
respiro.
«Maledizione.»
Chinò lo sguardo sulla data impressa sul display: 10 aprile
774.
Lo stomaco le sprofondò ancora di più; era sbagliata. La
fretta e il panico e il terrore dovevano averle
fatto premere una
cifra per un’altra, facendola finire ben cinque anni prima
della data prestabilita!
Mortificata, Mai si liberò delle cinture di sicurezza e
sfoderò la pistola— doveva uscire da lì
al più presto e trovare l’unica persona che poteva
tirarla fuori da quel pasticcio:
Bulma.
Con un ringhio, la giovane colpì
ripetutamente la cupola di vetro con il calcio dell’arma,
aprendo a fatica un varco che le permise di saltare fuori
dall’abitacolo. Non appena atterrò
sull’erba, una grossa ammaccatura
lungo la fiancata della macchina del tempo le saltò agli
occhi.
L’esplosione
ravvicinata… Dev’essere stata quella la causa del
guasto.
«Ehi!»
Mai si voltò e un paio di ginocchia le batterono sulle
spalle, serrandosi attorno alla sua gola. Prima che potesse reagire,
l’aggressore le strattonò in avanti la testa con
le gambe, catapultandola sul prato. L’impatto della caduta le
spazzò via il fiato dai polmoni ma non ebbe tempo
di riprendersi, perché una
ragazzina con due svolazzanti codini neri le si gettò sopra
immediatamente.
«Ma chi ti credi d’essere?», le
abbaiò contro, «Questa è
proprietà privata!»
Le dita di Mai tremarono; nella foga della colluttazione, aveva
meccanicamente puntato la pistola contro lo stomaco della sua
avversaria. Serrò i denti con amarezza e abbassò
il braccio.
«Che c’è, il gatto ti ha mangiato la
lingua?», proseguì la ragazzina e i suoi occhi
grigi, tempestosi, saettarono, ignari del pericolo scampato.
«Allora? Sei una ladra? … Una giornalista?»
Mai batté ciglio.
Una ladra, forse… Un tempo. Quasi in un’altra vita, le venne
da dire, ma non lo fece.
Abbandonò l’arma tra i fili d’erba,
sollevando le mani a mo’ di resa.
«No. Mi chiamo Mai
e, be’, non era mia intenzione ma…»
Indicò la macchina del tempo
fumante. «A causa di un guasto sono stata costretta ad
effettuare un atterraggio
d’emergenza qui.»
«Quella carretta è della Capsule Corp.?»
La ragazza con i codini fece un verso incredulo.
«… Non ho mai visto un modello del
genere.»
«Ah, questo perché è… Un
prototipo.», le
rispose frettolosamente Mai,
sbriciolando qualche granello di verità su quella piccola
bugia.
«E penso che loro siano gli unici in grado di ripararmelo. Mi
dispiace
per—»
«Lascia stare.»
Mai guardò la sua aggreditrice alzarsi e, cosa ancora
più sorprendente, tenderle la mano, seppur con sguardo
torvo.
Accettò il suo aiuto, lasciandosi tirare in piedi.
Non fosse stato per l’arroganza, le avrebbe ricordato
molto—
«Io sono Videl, comunque.»
.:~*~:.
ENTRATA DINAMICA DI VIDEL E VIA~! (☆▽☆)
Eccoci tornati alla carica! In questa flash, ho inserito una delle
accoppiate suggeritami da Teo! Ovvero: Mirai!Mai VS Videl-con-i-codini.
X°DDDDD Ovviamente, per fare incontrare queste due precise
versioni di loro, ho dovuto far finire Mai un pelino più
indietro nel tempo del previsto (doveva arrivare nel 779, ma
è arrivata invece nel 774)… Zamasu
era ancora una
brava persona all’epoca. E quindi, bam!, ecco a voi una
what-if in cui Mai incontra la Videl testarda e impulsiva che tutti
amiamo hah hah hah! XD
Spero vi sia piaciuta! Come al solito, grazie a tutti per aver letto~! ♪
P.S.: Lo so
che la canzone di P!nk parla di una rottura, ma quella citazione ci
stava troppo e l’ho messa lo stesso! X°D
See ya,
Shadow
Eyes
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Capitolo 23 *** Irragionevole || {Perfect!Cell e Chichi}; ***
1 VS 1
Irragionevole
|| {Perfect!Cell e Chichi};
What you say, what you say, what
you say, what?
I’m calm like
a bomb!
Rage Against the Machine
– “Calm Like a Bomb”
Lo stridio di una frenata brusca gli fece aprire gli occhi.
«Mh?»
Ci fu un sonoro clack
alla sua sinistra e il portellone della jeep si
spalancò, rigurgitando nella polvere del deserto una figura
minuta. Con le braccia ancora conserte contro il petto, Cell si
limitò a sollevare l’indice per un istante,
indirizzando contro l’intrusa un raggio di ki che
tranciò il nastro dorato che le teneva legati i capelli. Con
sua grande sorpresa, tuttavia, la donna non se ne curò
affatto e continuò ad avanzare verso di lui.
Interessante.
A quanto pareva, la mera intimidazione non aveva alcun effetto su di
lei. Cell si voltò e la studiò con attenzione,
mentre i detriti dell’esplosione cadevano
tutt’attorno.
«Cell!»
Tenendo a bada l’improvviso picco d’irritazione che
quel richiamo gli provocò, il bio-androide rimase immobile,
concentrando i propri sensi sul linguaggio del corpo
dell’umana; i suoi movimenti erano sicuri, marziali e i suoi
passi battevano sul terreno con la determinazione di chi è
pronto a far cadere in ginocchio il proprio avversario.
…
La tracotanza di quegl’esseri imperfetti non avrebbe mai
smesso di meravigliarlo.
«Cell!»
… Ma sentila!
Persino il suo tono di voce annunciava una sfida.
La donna gli si fermò davanti. Vicino. Fin troppo, per i
suoi gusti.
«Ho un messaggio da parte
dell’umanità.»
Il ceffone lo colpì alla mandibola, lasciandogli una scia di
lieve bruciore sulla pelle. Nel silenzio che seguì, Cell
avvertì un mutamento nell’aura della donna, che
prese a ribollire, irradiando ondate di calore attorno a lei. Era
nervosa— no.
Era furiosa.
«Le nostre vite non sono giocattoli con i quali puoi fare il
bello e il cattivo tempo!», gli abbaiò contro, gli
occhi spalancati e immobili nei suoi. «Decidere chi deve
vivere e chi deve morire, così, come se fossi un
dio… Ma chi ti credi d’essere?!»
«Bene, bene, bene. Onorato di fare la tua conoscenza,
umana.», la schernì il bio-androide con un
inchino, guardando la sua mano abbassarsi, tremante. Senza dubbio lo
schiaffo aveva fatto più male a lei che a lui. «A
cosa devo questa tua visita? Qualcuno che conoscevi è
rimasto coinvolto nei miei preparativi per il torneo?»
«Brutto, schifoso mostro…! Non la passerai
liscia!»
Il ghigno di Cell s’allargò, snudandogli i denti.
Scoppiò a riderle in faccia.
«Hai fegato, te lo concedo.», le disse.
«Ma la tua presenza sta cominciando ad
infastidirmi.»
A quell’ultima sillaba, sollevò il braccio,
puntando il palmo contro il volto della donna. Particelle dorate
cominciarono fluttuargli tra le dita ma lei non si mosse, fissandolo
con un piglio ferale che le fece vincere un pizzico di rispetto da
parte sua. Non avere paura di morire, dopotutto, non era
un’impresa facile, soprattutto per un mero essere umano.
«Ciao, Cell!»
Il flash di un sorriso a trentadue denti lo lasciò
completamente spiazzato.
«Cos—»
Son Goku, il suo più temibile avversario, era comparso dal
nulla proprio lì, davanti a lui!
Troppo strabiliato per poter reagire, Cell lo guardò
poggiare la mano sul capo della donna e—
«Addio, Cell!»
L’aria si distorse e i due sparirono come se non fossero mai
esistiti.
Una vena pulsante comparve sulla fronte del bio-androide, gonfiandosi
al crescere della sua indignazione. Goku… Ma come aveva
osato interferire e, soprattutto, prendersi
gioco di lui a quella
maniera?!
Serrando il pugno con il ki che gli formicolava nei nervi, pronto a
straripare da ogni poro al suo comando, Cell trasse un profondo
sospiro, considerando invece l’idea di preservare la propria
energia per quando gli sarebbe davvero servita. Sarebbe stato meglio
riprendere a meditare nel silenzio del suo ring; dopotutto, gli sarebbe
bastato pazientare qualche altra ora per dar sfogo tutta la propria
frustrazione durante il torneo. Ma d’altra
parte…
Il bio-androide si voltò verso la jeep, che giaceva ora
abbandonata nelle sabbie che circondavano l’arena. Una scia
di scintille dorate gli colorò le nuovamente la punta delle
dita. Sorrise.
La sfera di ki si schiantò contro la vettura,
riducendola in un roboante cumulo di ferraglia incandescente.
«… Heh.»
.:~*~:.
E dopo la pausa estiva (perché il mio cervello
d’estate non collaborah), si ritorna in pista con un prompt
di
Nala~! ╭( ・ㅂ・)و ̑̑
Dunque… Visto che, se non erro, nel canon Cell e Chichi non
si incontrano mai, ho immaginato una scena what-if in cui Chichi
reagisce impulsivamente alla notizia del Cell Game, e decide di fare
una visita di cortesia al bio-androide. Dopotutto, ha preso a pizze in
faccia Majin Bu per aver sconfitto Gohan, perché non farle
prendere a pizze anche Cell per aver minacciato le vite di suo marito e
di suo figlio?? Eh???
… Come potete vedere la mia logica
è sempre i
n f a l l i b i l e (ma dove)!
X°D
No, ma poi provate a immaginarvi la scena al Palazzo del
Supremo, mentre Chichi fa la ramanzina a Cell!
…
Mi sa Trunks dovrà portare un’altra dose di
medicina per il cuore al povero Goku hah hah hah! X°DDDD
A proposito, per chi fosse curioso, [X]
questa è la jeep di Chichi. R.I.P., piccola angela.
Come sempre, prima di andare, ci tengo a lasciare qui un grazie a tutti
coloro che continuano a leggere e a seguire questa raccolta~!
♥
See ya,
Shadow
Eyes
|
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