Chi sei?

di Cesca_Haibara20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Un'altra noiosissima giornata alla U.A. è cominciata. Siamo ancora al primo anno e tutto mi sta cominciando a stancare.
Mentre mi lavo i denti nel bagno maschile sento gli altri ragazzi bofonchiare allegramente tra loro entrando.
"Come fanno ad essere così felici? Di mattina poi!"

«Ehi Kacchan!» mi saluta Eijiro avvicinandosi a me. «Non sei emozionato per oggi?»
Dopo essermi lavato i denti sputo il dentifricio nel lavandino.
«Di che parli?»
«Non ricordi quello che ha detto ieri il professore Aizawa?»
«Sinceramente no.»
Eijiro sospira.
«Allora te lo ricordo io.» posa un braccio intorno alle mie spalle. «Oggi arriverà una ragazza nuova!» sorride.
«Ah. Bene. E quindi?» mormoro disinteressato.
«COME "E QUINDI"?!» esclama Minoru.
«Non è chissà che notiziona.» scrollo le spalle.
«Forse hai dimenticato la parte interessante Eijiro.»
Minoru si avvicina a noi due.
«La ragazza nuova starà nella nostra classe!»
«E cosa dovrebbe cambiare?»
«Non sei curioso nemmeno un po' di vedere come sarà?»
«Certo che sono curioso, ma non ne faccio un affare di stato. Spero solo che almeno sia forte, perché se è una mammoletta come quell'idiota di Deku, siamo messi malissimo.»

Recupero le mie cose e mi dirigo in camera mia pronto ad indossare l'uniforme scolastica.
"Ma vedi te se devono fare tutto 'sto cinema per una ragazza." penso tra me e me mettendomi le scarpe. "Sembra che non ne vedono una da anni e sono in astinenza. Sì, sono curioso anche io ma non mi comporto così."

Dopo essermi vestito, prendo il mio borsone, scendo nella sala comune a fare colazione e mi rendo conto, con mia grande sorpresa, di essere il primo dei maschi a scendere per fare colazione.

«Buongiorno Kacchan!» mi saluta calorosamente Ochako.
«Sì, buongiorno.» borbotto mettendomi a sedere.
«Come mai così mattiniero? Di solito scendi con Kirishima o inseguendo Deku.» ridacchia lei.
«Non c'è un motivo ben preciso. Mi sono alzato semplicemente prima.»
«Tieni, vuoi un po' di pancakes?» domanda porgendomi il piatto.
«E va bene...» sospiro e prendo il piatto.
«Come pensate che sia la nuova ragazza?» domanda Tsuyu. «Il professore non l'ha descritta per niente.»
«Probabilmente perché vuole mantenere la sorpresa.» replica Kyoka. «Magari sarà con un aspetto più semplice di quanto ci aspettiamo.»
«E secondo voi che quirk ha? Spero non abbia un quirk simile al mio!» esclama Mineta distruggendomi un timpano.

È difficile fare colazione circondato da ragazzine.

«Tu cosa pensi Kacchan? Come credi che sia?»
«Mh?» alzo lo sguardo verso Ochako.
«Come credi che sia la nuova ragazza?»
«Io spero solo che sia una tipa con un quirk potente, questa classe non ha bisogno di un'altra col quirk ingestibile.» commento disinteressato. «Abbiamo già Deku.»
«Ehi! Io cosa c'entro, Kacchan?»
Nel sentire quella voce alzo gli occhi al cielo.
"Non poteva rimanere a dormire?!" sbuffo.
«Stavo semplicemente dicendo che spero che la ragazza nuova non sia una sfigata come te.»
Sorrido.
«Non sei affatto giusto, Kacchan.» replica Deku con un lieve broncio.
«Puoi smettere di essere così palloso già di mattina?»
«Su ragazzi, non litigate.»
Ochako cerca di calmare gli animi.
«Mangia un po' di pancakes, Deku.» lo incita porgendogli il piatto.
«Grazie Ochako!» sorride.

Dopo aver fatto tutti colazione, ci siamo diretti nella nostra classe. Entro, mi dirigo al mio banco buttando il borsone su di esso e sedendomi disinteressato.
"Che palle... ora si deve aggiungere anche una ragazzina nuova. Come se questa classe non sia già fastidiosa di suo." penso tra me e me guardando l'esterno dalla finestra.
La campanella suona e il professore entra in classe.

«Buongiorno ragazzi. Come vi avevo già annunciato ieri, oggi ci sarà una nuova alunna nella vostra classe.» annuncia. «Spero che tutti voi la trattiate col rispetto che si merita, soprattutto tu Bakugo.»
Aizawa mi lancia uno sguardo di rimprovero che mi fa alzare gli occhi al cielo.
«Non la mangio mica!» sbuffo.
«Ci mancherebbe!» sposta la sua attenzione verso la porta.
Volto l'attenzione sulla finestra.
«Salutate tutti Yukiko Park.»
«Buongiorno Yukiko!» la salutano in coro seguito da dei mormorii di sorpresa.

Mi giro verso di lei e rimango, anche se lievemente, colpito. Dalle fattezze non sembra giapponese ma bensì coreana. Ha lunghi capelli lilla che arrivano ai fianchi, occhi color nocciola, un sorriso enigmatico ed un corpo magro.

«Prego, presentati.»
La ragazza fa un piccolo inchino.
«Buongiorno a tutti. Il mio nome è Yukiko Park, ho 15 anni e mi sono trasferita qui da Kamakura una settimana fa con i miei genitori.»

"Che barba... questa è una valanga di informazioni superficiali." penso alzando mentalmente gli occhi al cielo.

«Puoi parlarci del tuo quirk?» le domanda il professore.
«Oh... certamente...»
La ragazza sembra un po' a disagio dalla domanda, punta l'indice contro il soffitto e crea una fontanella con un getto d'acqua facendo ammaliare tutta la classe.
«Deduco che il tuo quirk sia dominare l'acqua.»
«Esattamente. Posso far uscire l'acqua dalle dita o da tutta la mano.»
«Molto bene. Ci sono domande?»
Ochako alza la mano.
«Sì, Uraraka?»
«Perdona la domanda molto personale, se non te la senti non sei obbligata rispondere. Ma il tuo viso e il tuo cognome sono poco comuni, per caso sei coreana?»
La ragazza sembra irrigidirsi alla domanda.
«Be'...» gira una ciocca di capelli intorno all'indice. «In verità, io sono nata e cresciuta in Giappone, ma i miei genitori sono coreani. Si sono trasferiti dalla Corea del Sud a Kamakura da adulti. Per questo ho tratti coreani.»
«Ah, grazie mille per aver risposto!»
«Bene.» borbotta Aizawa. «Ora che abbiamo fatto la tua presentazione e che abbiamo scoperto, anche se in modo singolare, il tuo quirk. Puoi metterti a sedere in uno dei banchi in più che abbiamo.»

Sbuffo nel sentire Minoru e Denki pregarla di sedersi accanto a loro così poggio la testa sul palmo e guardo altrove.
"Sono davvero così disperati? Fosse chissà chi, poi."

«Perché proprio accanto a Kacchan?!» esclama Denki attirando la mia attenzione.

Giro il viso e con mia grande sorpresa mi trovo la ragazza nuova sul banco vuoto affianco al mio.

«Ehi, che fai qui?» le domando sorpreso.
«Non lo vedi da te? Ho scelto un banco e mi sono seduta.»
"Che occhi Cristo... non mi ero accorto che ha delle pagliuzze verdi. Ehi! Riprenditi Katsuki!" riprendo il controllo dei miei pensieri.
«Sarà ma io non ti voglio qui.»
«Mi spiace per te, ma io non mi scollo.»
Stringo i pugni. Ha pure il coraggio di tenermi testa.
«Su Kacchan, non fare discussioni e lasciala sedere dove si vuole.» la difende Izuku.
«Tu stanne fuori, stupido Deku!»
«Midoriya ha ragione Bakugo.» si intromette il professore. «Quel banco non è tuo, quindi smettila di brontolare.»
Sbuffo pesantemente.
«Fai quel cavolo che ti pare, a me non interessa.» borbotto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La lezione inizia ed io continuo a guardare fuori dalla finestra.
"È appena arrivata e già mi da sui nervi."

«Ehi... psst! Psst!»

Giro il viso e vedo la ragazzetta nuova.

«Che vuoi?»
«Saresti disposto a passarmi gli appunti dopo le lezioni? Sai, non so dove siete arrivati.»
«Ti sembro una biblioteca per caso?! Scordatelo!»
«Andiamo.» sospira. «Non c'è bisogno di fare tanto gli antipatici.»
«Io non faccio l'antipatico. Sono così che ti piaccia o no.»
Sorride.
«Sai, mi piaci come tipetto. Hai un carattere forte.»
«Tsk!» sorrido. «E scommetto che tu sei tutta pizzi e merletti, vero?» la prendo un po' in giro.
«C'è molto su di me che devi ancora imparare, tesoro.» sorride e riprende a prendere appunti.

La osservo per pochi secondi leggermente incuriosito dal suo modo di fare. Sembra tanto una ragazza uscita da un manga: innocente, con un aspetto angelico, tranquilla e solare ma, secondo me c'è ben altro oltre questa "facciata". Ha un'aspetto misterioso.

Dopo le lezioni mattutine andiamo tutti alla mensa per pranzare.
Dopo essermi riempito il piatto cerco un tavolo dove sedermi.

«Kacchan! Vieni, qui c'è posto!»

Mi avvicino ad Eijiro e mi siedo accanto a lui senza calcolare che al tavolo ci sono Ochako, Shoto e la tipa nuova, Yukiko. Consumo il mio pranzo ascoltando le loro chiacchiere.

«Quindi fammi capire, tu puoi indurirti?»domanda Yukiko ad Eijiro. «Dev'essere parecchio fico!»
«Sì.» ridacchia grattandosi la nuca. «Ma ha anche i suoi difetti.» commenta.
«E dimmi, come ti sei fatto quella cicatrice?»
«Ah, questa?» indica la cicatrice situata sul suo occhio. «Me la sono fatta da piccolino, sfregando la mano sull'occhio ho scoperto improvvisamente il mio quirk e mi sono tagliato.»
«Oh no. Mi dispiace!»
Si stringe nelle spalle.
«Non devi dispiacerti.» sorride. «Col tempo mi ci sono abituato e non ci faccio neanche più caso.»
«Deve aver fatto male per un po'.»
«Sì, per i primi tempi ha fatto male e ogni tanto bruciava ma, poi col passare degli anni si è cicatrizzata del tutto ed adesso non mi da alcun fastidio.»
«Perché non mi parli un po' del tuo quirk, Kacchan
Alzo lo sguardo su di lei che mi guarda con la testa poggiata sul palmo della mano.
«Non c'è molto sapere... tieni a mente che se mi fai arrabbiare, potresti evaporare, bimbetta.» sorrido facendo uscire delle piccole esplosioni dai polpastrelli e le faccio l'occhiolino.
«Fai poco lo spiritoso con me, acqua spegne fuoco, testa calda.» fa anche lei l'occhiolino.

Alzo gli occhi al cielo sbuffando. Non si fa intimidire da niente e non so se questo mi piace o mi da semplicemente fastidio.

«Sai Yukiko, tu e Shoto potreste andare d'accordo.» le consiglia Ochako.
«Oh, davvero?»
«Metà del suo corpo può creare ghiaccio mentre, l'altra metà può creare fuoco. Diciamo che è il ghiaccio la versione solida del tuo quirk.»
«Sì.» ridacchia. «Potremmo considerarla una cosa del genere.»
«Non dev'essere stato facile trasferirsi qui da un'altra città. Come ti senti?» le domanda Shoto.
«In verità mi trovo abbastanza bene, più che altro non pensavo di riuscire a farmi ammettere qui.» si stringe nelle spalle.
"Informazione interessante!"
«A proposito di questo!» attiro la sua attenzione. «Come hai fatto? È difficile farsi ammettere qui, a metà anno per giunta. Cos'è, hai fatto un esame di ammissione più avanti o sei entrata per referenze come il bastardo a metà o la tipa con la coda di cavallo

Il suo sguardo si impanica per pochi secondi, come se questa domanda la mette a disagio o non sa come rispondere.

«In verità...» mormora giocando con le bacchette. «Ho... ecco... io ho fatto un esame più avanti... sì, sì.» annuisce.
Non ci casco.
«Oh, ma davvero?»
«Sì. È così.»
«E chi ha assistito all'esame?»
«All Might.»
«Puoi provarlo?»
«Certo che posso.»
«Voglio proprio vedere.»
"Avanti, lo so che la tua copertura può cedere."
«Perché ci tieni così tanto? Non ti fidi della mia parola?»
«Vuoi una risposta sincera o una risposta sarcastica?»
Alza gli occhi al cielo.
«Sei davvero incredibile! Capisco che non ti fidi di me, ci conosciamo appena, ma cazzo non c'è bisogno di fare tanto i detective.»
«Ha ragione, Kacchan.» concorda Ochako. «Prova a farci amicizia come stiamo facendo tutti.»
Sbuffo.
«Tsk! E va bene!»

Finiamo di pranzare e partecipiamo alle lezioni pomeridiane.

Oggi ci sarà un'esercitazione di salvataggio: si divide la classe in gruppi da 5, tranne il mio dove c'è la nuova e risultiamo in 6, un gruppo finge di essere in pericolo mentre l'altro il soccorritore e viceversa.
Il gruppo numero 1 è composto da: Yuuga, Mina, Tsuyu, Tenya e Ochako.
Il gruppo numero 2 è composto da: Mashirao, Denki, Eijiro, Koji e Rikido.
Il gruppo numero 3 è composto da: Mezo, Kyoka, Henta, Fumikage e Toru.
Ed infine, il gruppo 4 è composto da: Yukiko, Shoto, io, Izuku, Minoru e Momo.

Gli insegnanti che ci staranno dietro durante questa lezione sono All Might e Cementoss.

«Bene ragazzi! Durante questo primo girone il gruppo numero uno e tre saranno i soccorritori del gruppo due e quattro. Successivamente i gruppi due e quattro soccorreranno i gruppi uno e tre. Tutto chiaro?» ci spiega All Might.
«Sì!»
Rispondiamo in coro.

L'idea di stare in un gruppo con questa ragazzetta del cazzo non mi piace per niente, ma il professore Aizawa le ha detto di stare accanto a me o al bastardo a metà perché siamo stati i più forti durante il test d'ingresso e che può imparare da entrambe.

"Che scusa di merda... a 'sto punto faceva prima a dire che gli diverte vedermi infastidito. Non solo c'è la nuova, ma anche il bastardo a metà e Deku... un gruppo meno uniforme di così non è mai esistito."

«Secondo voi che strategia dovremmo utilizzare quando dovremmo soccorrere i nostri compagni?» domanda Yukiko.
«Visto che siamo un gruppo pari potremmo fare che tre si occupano di soccorrere mentre gli altri creano un piccolo posto al sicuro dove poter curare le eventuali ferite.»
«Giusto Shoto, è una grande idea!» concorda. «Ora bisogna solo scegliere chi va in avanscoperta a recuperare i superstiti e chi crea le base sicura.»
Prendo l'iniziativa.
«Io dico che tu, il grappolo d'uva e la ragazza con la coda di cavallo create la base operativa mentre io, Deku e il bastardo a metà andiamo a cercare i corpi. Con il quirk della ragazza potete creare delle bende, cerotti o fasce per dare un primo soccorso, con la tua acqua puoi pulire le ferite e con quello del grappolo d'uva potete... potete... non lo so, vi inventerete qualcosa insomma!»
«Ehi! Il mio quirk è utile!»
«Non mi interessa ora, nanetto
"Okay, lo ammetto, la mia idea è una scusa per stare alla larga dalla ragazzetta ma almeno ha un senso."
«Mi duole dirlo ma Kacchan ha ragione. Il suo ragionamento non fa una piega.»
«Visto Deku? Sono sempre un passo avanti a te!» ringhio.
«Per non sapere i nostri nomi sai bene i nostri quirk, eh?»
Sorride Momo.
«Smettetela! È comunque l'idea più sensata che potreste avere tutti voi assieme!»
«Sei sicuro di voler andare con Shoto?» domanda Yukiko.
«Osi contraddirmi?!»
«Sto solo dicendo che magari lui può esserci utile per creare delle sacche di ghiaccio per i lividi.»
«Usa la tua acqua!»
«Non posso ghiacciarla, testa calda
«Sei insopportabile!»

Mi avvicino a lei furioso e pronto a scagliarle contro un'esplosione da farla sparire dalla faccia della terra ma Momo mi ferma.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


«Ehi, ehi, ehi! Calmatevi adesso.»
Si mette tra me e lei.
«Spostati, voglio proprio vedere come evapora! Dovremo andare a cercarla nel cielo insieme alle altre nuvole!»
«Avvicinati se hai il coraggio, baka
«Lascia perdere Kacchan, dai.» mi prende le braccia facendomi indietreggiare di pochi passi. «In effetti, anche l'idea di Yukiko è sensata.»
«Cosa?!»
«Tutto sommato è un'idea. Shoto, tu sei in grado di creare piccoli pezzi di ghiaccio?» gli domanda.
Per tutta risposta, scrolla le spalle.
«Posso creare dei blocchi e farli a pezzi.»
«Allora è deciso!» sorride Izuku. «Io, Kacchan e Minoru andremo a cercare i feriti mentre Shoto, Yukiko e Momo creeranno un posto dove poterli curare. Siamo tutti d'accordo?»

Tutti posano lo sguardo su di me.
Per darle fastidio io potrei anche dire di non essere d'accordo ma per non penalizzare il mio gruppo sono costretto ad accettare l'idea.
«Sì. Siamo d'accordo.» alzo gli occhi al cielo.

Mentre aspettiamo che i nostri compagni finiscano il loro turno, Recovery Girl ci trucca facendo sembrare che perdiamo sangue, che abbiamo lividi o graffi.
«Ecco fatto!» sorride finendo con me. «Ora potete andare a fare i finti infortuati. State attenti e non mettetevi troppo vicini, okay?»

Annuiamo ed andiamo a metterci in buchi creati da alcune esplosioni o altri posti e urlare aiuto.
"Questa cosa di chiedere aiuto mi fa venire ribrezzo ma se non collaboro avrò un voto pessimo e il futuro eroe numero uno non fallisce mai!"
Mentre cammino per cercare un posto noto che Yukiko è dietro di me seguita da Shoto.

«Puoi smettere di starmi attaccata al culo, grazie!?» ringhio facendola fermare. «Così renderai la sfida più facile agli altri.»
Stringe i pugni pronta a rispondere.
"Mi piace stuzzicarla. Aspetta, che? Non mi piace affatto stuzzicarla!"
«Sturati bene le orecchie, primo: non ci sei solo tu in questo disgraziato pianeta ma ci sono anche io, secondo: se io voglio mettermi qui nessuno me lo impedisce.»
"Quando si impunta nessuno la ferma, eh?"
«Devi stami lontana o rovineremo tutto! Va bene che il professore ti ha detto di stare accanto a me o a lui, ma questo non ti giustifica a starmi appiccicata 24h su 24!»
«Non lo sto facendo apposta, lo vuoi capire sì o no?»

Attivo il mio quirk facendo scintillare i miei polpastrelli mentre lei forma una bolla d'acqua usando l'intero palmo ma Shoto la prende per mano fermando il suo potere.
«Ascoltami Yukiko, forse è meglio se troviamo un'altro posto. Ci andremo insieme, okay?»
A quelle parole abbassa la mano che stava usando per attivare il quirk e stringe la sua.
Non so perché, ma quel gesto mi irrita e non poco.
«Forse è meglio così...»
Mi osserva dalla testa ai piedi con un sguardo misto tra sfida e dispiaciuto per poi allontanarsi mano nella mano con Shoto.

"È fortunata che per ora non ho la mia tuta completa e che ci ha fermati quel bastardo perché l'avrei fatta evaporare in un batter d'occhio! Non capisco perché si impegna così tanto per darmi fastidio. La diverte l'idea di bruciarsi o semplicemente le piace affrontarmi?!" sospiro cercando un posto ottimale."Mancano cinque minuti e poi verranno a cercarci, devo sbrigarmi. Un'altra cosa che non capisco è perché mi attira l'idea di stuzzicarla e vedere che cosa risponde. Effettivamente è la seconda persona a riuscire a tenermi testa dopo Kirishima. Ecco, Kirishima sarebbe stato un compagno di gruppo perfetto! Poi ha quell'aria strana... quando mi guarda negli occhi sembra che abbia bisogno di me, come se fosse venuta a cercarmi lei. Ma magari mi sto inventando tutto e vedo cose che non esistono." scuoto il capo e trovo un luogo perfetto.

«Era ora!» mi nascondo in esso e trovo un piccolo megafono. «È un'idea. Potrebbe aiutarmi a farmi sentire se quegli sfigati sono troppo lontani o semplicemente sono sordi.»
Rimango in silenzio fino al suono del segnale dell'inizio della prova per poi prendere il megafono e chiamare aiuto.
"L'ho già detto che l'idea di chiedere aiuto mi fa schifo?! Spero che almeno venga a soccorrermi il tipo con la faccia da uccello o la ragazza con le cuffie."

Poco prima dello scadere del tempo la mia squadra viene soccorsa ed ho notato alcune falle nel sistema dei miei compagni. Forse mandare tre persone a cercare i feriti e lasciarne solo due al soccorso è un po’ poco, ma sarà anche perché il mio gruppo è l’unico pari. Hanno pulito le nostre ferite come potevano ed adesso la mia squadra è riunita per aspettare che vengano “truccati” i nostri compagni.

«Allora, vi hanno trovati subito?» domanda Izuku.
«No, con me e Shoto ci hanno messo un po’ e dire che non eravamo così ben nascosti.» replica Yukiko con una risata.
«Che strano.» borbotto. «Pensavo che con la vostra fantastica idea di andare insieme vi avrebbero trovato subito.» commento con un sorriso sul volto.

Improvvisamente sento un getto d’acqua venirmi in faccia e gli altri si mettono a ridacchiare.

«SMETTETELA! Non è divertente!»
«Oh no, baby Kacchan è arrabbiato.» mi prende in giro a lei.

Ora basta. La mia pazienza ha un limite.
La prendo per il polso, la trascino lontana dai ragazzi e la metto con la schiena al muro ed le mia gambe contro le sue in modo che non riesca a scappare.

«Lasciami andare! Andiamo Kacchan era solo uno stupido scherzo!»
Cerca di dimenarsi così prendo i suoi polsi e li blocco sopra la sua testa.
«Adesso stammi bene a sentire perché non lo ripeterò di nuovo, okay?»
Alza lo sguardo guardandomi intensamente negli occhi.
Wow… troppo intenso…
«Dimmi...»
«Non so perché tu mi irriti così tanto o perché ti piace tanto contraddirmi e rispondermi a tono, ma una cosa la so.»
«Aspetta Kacchan-...»
«No aspetta tu.» la zittisco. «Qualunque cosa tu stia cercando di fare, smettila subito. Io non sono un tipo con cui è facile stare o simpatico alla società, va bene? Lo dico per te: stammi alla larga.»
La ragazza sospira.
«Stammi a sentire Kacchan… devo dirti una cosa anche io...»
«Va bene, dimmi.»
«Io in veri-...»
Viene bloccata dalla voce di Izuku.
«Yukiko! Ti sta suonando il cellulare!»

Come lo sente sbianca improvvisamente, la lascio andare e si fionda a recuperare il cellulare.

«Hai per caso letto chi mi chiama?» domanda impaurita.
«No, no! Non lo farei mai.»
«Grazie.»

Risponde al cellulare e si allontana per non farsi sentire.

«Perché dovrebbe preoccuparsi così tanto per una stupida telefonata?» domando.
«Non lo so, ma sembrava abbastanza importante.»
«MerDeku, perché non hai spiato chi la stesse chiamando?»
«Perché è un comportamento scorretto Kacchan! Non si spia mai un cellulare!»
Alzo gli occhi al cielo.
«Come sei noioso!»
«Comunque, siamo d’accordo tutti sulla strategia da attuare, vero?» ci domanda Momo.

Annuiamo tutti contemporaneamente.
Piccolo Yukiko’s pov!!!
 
Prendo il cellulare e corro nel bagno femminile assicurandomi di essere sola.

«Pronto…?» esordisco rispondendo.
«Allora? Sei dentro?»
«Sì, sono dentro.»
«Eccellente. Sapevo di potermi affidare a te.»
«Libera mia sorella.»
«Non ancora bambolina. Prima rispondi: ti stai avvicinando a lui
«Sì, ma ha un carattere difficile. Non so quanto ci vorrà per ottenere la sua fiducia.»
«È per questo che ci serve, idiota! Il suo carattere è perfetto! Non mi interessa quanto tempo ci metterai, devi farlo punto e basta, chiaro?!»
Sussulto impaurita dalla durezza del suo tono.
«Chiaro...»
«Brava bambina.»
«Ora dimmi come sta mia sorella.»
«Puoi stare tranquilla, sta bene.»
Allontana la cornetta e sento una bambina singhiozzare.
«Kiki sei tu?»
«H-ho pa-paura...»
Dio mio Kiki… non sai quanto mi dispiace…
Senza rendermene conto inizio a piangere.
«Non preoccuparti Kiki, okay? Andrà tutto bene, mamma e papà come stanno?»
«Tempo scaduto. Ci vediamo stasera quando tornerai a casa.»
«No, aspetta! Fammi sentire-...»
Ha riattaccato. Mi porto le mani al volto piangendo disperata.
Perché io? Che cosa ho fatto di male?
«Yukiko...? Sei tu?»
È Shoto..
«Che ci fai qui…?» mi asciugo le lacrime.
«Tra poco tocca a noi.»
«S-scuami… adesso arrivo.»
«Stavi piangendo?»
«N-no… sto bene… davvero.»

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ritorno al Katsuki’s pov!!!

Shoto ritorna con Yukiko e noto che ha uno sguardo diverso, i suoi occhi sono rossi.
Ha pianto?!
Mi avvicino a lei e poso una mano sulle sue spalle.

«Ehi, tutto bene? Hai una faccia strana.»
Sposta la mia mano con la spalla.
«È la mia faccia.»
La sua voce sembra spezzata.
«È successo qualcosa?»
«Non è successo nulla, puoi lasciarmi in pace un’attimo?»
«Okay, okay, scusa!»

Sbuffo seccato.
Quando la infastidisco mi risponde male, quando cerco di essere carino mi risponde male. Io le donne proprio non le capisco!
La vedo lasciarsi consolare da Shoto e la cosa mi irrita.
Perché lui sì ed io no?!” sospiro. “Katsuki rilassati. Devi rimanere concentrato sulla prova di oggi, va bene? Non puoi farti distrarre da una ragazzina in preda alle turbe adolescenziali!
Chiudo gli occhi cercando di liberare la mente dai pensieri e concentrarmi solo sulla prova di oggi.

La sirena che annuncia l’inizio della prova suona e noi ci dirigiamo all'interno del campo.

«Facciamo così: io, Yukiko e Shoto prendiamo questa zona accanto alla porta visto che ci sono poche macerie ed è abbastanza piana e la teniamo come zona sicura mentre voi andate a recuperare i feriti. Va bene?»

Io, Izuku e Minoru annuiamo e ci dirigiamo a cercare i feriti.
Senza lasciare neanche passare cinque minuti trovo Mina sotto una macerie.

«AIUTO!» urla.
«Arrivo!»
Mi fiondo da lei.
«Tutto bene? Sei ferita?»
«Mi fa tanto male la gamba… credo che si sia rotta.»
«Non ti preoccupare, ora ci sono io.»
Mi fa strano essere così gentile. Che schifo…
Prendo la maceria sopra la sua gamba con entrambe le mani e la sposto in un attimo. La prendo in braccio stile principessa e la riaccompagno alla zona sicura.

«Ehi!» attiro la loro attenzione. «Non sembra avere ferite esterne, ma una maceria le è caduta sulla gamba e potrebbe essere rotta.»
«Va bene, falla poggiare qui.»
Yukiko indica una piccola barella.
«Tutto qua?»
«Lasciala e vai, per cortesia!»
«Sì, sì.»

La faccio sdraiare sulla barella e vedo Izuku tornare con Mezo sulla schiena.
Torno in mezzo alle macerie a cercare qualcun altro.

«C’È QUALCUNO?» urlo. «SE MI SENTITE RISPONDETE!»
«Kacchan…!»
Sento una voce in lontananza, è Ochako.
«OCHAKO!»
«Kacchan…!»
«CONTINUA A CHIAMARMI! STO ARRIVANDO!»
Mi faccio strada tra le macerie e dopo svariati minuti riesco a trovarla.
«Eccoti!» mi avvicino a lei.
Si è nasconsta tra due pilastri crollati intrappolandola in una specie di triangolo.
«Ti sei nascosta proprio bene, eh?»
«O lo si fa bene o non lo si fa proprio.»
Mi sorride facendo sorridere lievemente anche me.
«Senti dolore da qualche parte?» sposto una ciocca di capelli dalla fronte. «Stai sanguinando!»
So che è finto, ma bisogna comunque recitare bene.
«Riesci a muoverti?»
«Più o meno… mi sono incastrata bene.» ammette con un sorriso.
Cerca di darsi una mano ad uscire usando i piedi ma sembra in difficoltà.
«Cavolo...»
«Aspetta.»
Cerco di spostare un pilastro alla volta anche se pesano come se fossero di peccato mortale.
«Porca troia...» mormoro a denti stretti.
«Tutto bene Kacchan?»
«Sì, sì, tu stai tranquilla. Ci… ci penso io...»
Con ultimo sforzo riesco a liberarla.
«Fatto!» faccio un sospiro di sollievo. «Riesci a stare in piedi?»
Le prendo le mani aiutandola a stare in piedi.
«Sì, le gambe stanno bene.»
Si alza ma le sue gambe perdono la presa per un attimo così la afferro al volo tenendola contro il mio petto.
Okay… questo è strano…”
«S-scusa...» si tira su.
«Non devi scusarti per una simile sciocchezza su.» minimizzo io.
«AIUTO!»
La voce di Fumikage attira la mia attenzione.
«È signor faccia da uccello
Ochako ridacchia.

La faccio mettere sulla mia schiena e raggiungo Fumikage.

«SONO QUI!»

Lo raggiungo visto che era a pochi metri da Ochako e riesco a tirarlo fuori dal buco in cui si era infilato.
Ma che cos'è, si sono messi d’accordo per farsi sotterrare?!

Fortunatamente le sue gambe non sono compromesse, ha solo un braccio rotto ed alcune ferite superficiali, così posso tenere Ochako sulla schiena e farmi seguire da lui.
Quando raggiungiamo l’area sicura rimango sorpreso da come Momo, il bastardo a metà e Yukiko hanno collaborato. Sono riusciti a creare sedie o piccole barelle dove curano i feriti, ci sono già Toru, Yuuga e Tenya.
Siamo a buon punto allora.
Dopo aver lasciato Ochako, che mi ha ringraziato con un bacio sulla guancia, e Fumikage corro a perdifiato a recuperare gli ultimi.

«Ah, eccoti Kacchan!»

Vedo Izuku e Minoru che stanno portando Kyoka ed Henta.

«Manca qualcuno?» gli domando.
«Tsuyu.» risponde Minoru. «È vicino all’angolo ad est, si è nascosta in una buca.»
«Va bene, vado io.»

Mi allontano da loro per poi usare le mie esplosioni per darmi la spinta e raggiungere la zona più velocemente.
Guardo in basso ma non vedo molte buche così decido di proseguire a terra.

«RANOCCHIETTA!» la chiamo.
Niente.
«RANOCCHIETTA!»
Niente.
Mi guardo intorno e cammino.
«Andiamo… RANOCCHIETTA!»
Non la vedo da nessuna parte.
Dove cavolo si è nascosta?
Sbircio tra i vari buchi o le macerie ma non la vedo.
Com’è che si chiama…?
«TSUYU! TSUYU MI SENTI?»
Mi sto preoccupando per davvero.
«SE MI SENTI, FATTI SENTIRE!»

Finalmente, in lontananza, la sento.

«Cra...»

Finalmente!
Faccio un sospiro di sollievo e mi affretto per dirigermi verso di lei anche perché il tempo sta per scadere.

«Tsuyu!»
«Cra...»
«Ci sono, va tutto bene!»

La raggiungo finalmente e rimango bloccato: è in un buco con sopra una maceria molto grande e la sua ferita alla testa sembra piuttosto vera.
Spero che sia solo un trucco di Recovery Girl e che lei reciti bene.

«Finalmente ti ho trovata! Mi hai fatto preoccupare!» borbotto. «Ti fa male qualcosa?»
«La testa...» mormora.
Allungo una mano verso la zona insanguinata e vedo che quel sangue è vero.
«Porca puttana… Senti altri dolori?»
«No...»
«Bene. Adesso ti tiro fuori da qui.»

Mi allontano di pochi passi e controllo bene come poterla tirare fuori. Far esplodere la maceria peggiorerebbe solo le cose, quindi devo agire d’astuzia.
Porca troia! Che cazzo faccio?! Aspetta. Potrei allargare il buco dal basso in modo da poter aprire un varco e farla uscire.
Mi avvicino a lei ed inizio a scavare.

«Adesso cerco di allargare il buco in modo che tu possa uscire, va bene?»
«Cra...»

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


«Resta vigile, non chiudere gli occhi!»
«Va bene...»

Scavo, scavo, scavo. Scavo a perdifiato sia per finire prima dello scadere del tempo, sia per salvare Tsuyu perché la ferita che ha non mi sembra creata da Recovery Girl.
Interminabili minuti dopo riesco a scavare una piccola conca che mi possa aiutare a farla uscire.

«Okay. Ci sono, dammi le mani.»

Allunga debolmente le mani verso di me, le afferro dai polsi così da avere una presa più salda ed indietreggio riuscendo, finalmente, a liberarla. La prendo in braccio anche lei stile principessa e corro velocemente verso la zona sicura in modo che Momo o gli altri possano tamponare un po’ il sangue.
Teoricamente incidenti del genere non dovrebbero accadere o mi sbaglio? Ma ormai credo di averci fatto l’abitudine.
Alzo gli occhi al cielo e raggiungo i miei compagni.

«Eccoti Kacchan! Ce ne hai messo di tempo.»
«Statti zitto MerDeku che qua è una vera situazione di emergenza!»
«Perché?»
«Perché la ranocchietta qua-…»
«Tsu… chiamami Tsu...»
«O-Okay… Tsu ha una ferita vera alla testa! Non riuscivo a trovarla dove mi aveva detto il grappolo d’uva così mi sono messo a cercarla. Mi stavo preoccupando perché non rispondeva!»
«Aww, Kacchan preoccupato?» ridacchia Izuku.
«Stai zitto e soccorrila, idiota

La adagio sull'ultima barella libera e Yukiko si avvicina a lei prestandole soccorso.

«In effetti Kacchan ha ragione, la ferita di Tsuyu è vera.» commenta lei quasi preoccupata. «Fortunatamente non è così grave come sembra, probabilmente deve aver urtato contro qualcosa che l’ha tramortita.»
«Un masso...»
«Eh?»
«Un masso è caduto sopra il luogo in cui mi ero nascosta… non ho fatto in tempo...»
«Non agitarti Tsuyu.» le accarezza una mano. «L’importante è che non era grave, un cerotto e passa tutto. Fortunatamente Kacchan è venuto a cercarti.»
Ochako si avvicina a me dandomi un’altro bacio sulla guancia.
«L’hai salvata davvero.»

Indietreggio di un passo.

«Fatela finita! L’ho fatto per non perdere la sfida, tutto qua!»
«Oh, ma davvero? Secondo me tu sei buono e non lo vuoi ammettere.» sorride Yukiko.
«Smettila, idiota! Io non sono buono e non lo sarò mai!» stringo i pugni. «Aspetta di conoscermi bene prima di parlare.»
«Oh ma come sei permaloso!» sospira. «Non ti si può dire nulla che scatti come una molla!»

Prima che potessi replicare entra nell’arena il professor Cementoss.

«Silenzio.»

Ci voltiamo tutti e lo vediamo seguito da Recovery Girl.

«Potete andare tranquillamente a cambiarvi ragazzi, domani mattina vi comunicheremo i voti.» annuncia il professore.

Annuiamo e ci dirigiamo verso gli spogliatoi dove ci sono gli altri ragazzi già vestiti.

«Ehi Kacchan! Come è andata?» mi domanda Kirishima.
«Magnificamente, avevi dei dubbi?»
Mi avvicino al mio armadietto per prendere i vestiti.
«Quanti ne hai soccorsi?»
«La maggior parte.»
«Voi siete stati fortunati perché eravate in più.» commenta Kaminari.
«Il numero non c’entra un bel niente.» replico rivestendomi. «Bisogna solo sapere quello che fai. Se ci sono duecento persone a soccorrere una cittadina sottomessa da un terremoto ma non sanno come agire, faranno lo stesso numero che farebbe una persona sola.»
«Wow, come sei saggio!» ridacchia Izuku.

Dopo esserci cambiati siamo stati rimandati al dormitorio, tranne Tsuyu, lei è uscita dopo di noi per farsi controllare la ferita da Recovery Girl che è rimasta sorpresa di come Yukiko l’abbia curata bene col poco che avevamo.
Mentre passiamo sul vialetto diretti ai dormitori noto che la ragazzetta nuova non ci raggiunge.

«Ehi.»le prendo il polso fermandola. «Il dormitorio è di qua.»
«O-oh… emh...» ridacchia imbarazzata. «Veramente io non vengo al dormitorio.»
«E perché?»
«Io non ho una stanza.»
In effetti non ricordo di aver visto degli operai intenti a creare una camera in più per lei.
«Ah… e quindi… tu ora vai dai tuoi genitori?»
«Sì...» si stringe nelle spalle.
Forse non dovrei chiederglielo perché potrebbe rispondermi nuovamente male ma la curiosità è troppo alta.
«Senti...» mi metto di fronte a lei. «Chi ti ha chiamato oggi? Sembrava una chiamata abbastanza importante.»
Da i suoi occhi posso vedere chiaramente che questa mia domanda l’ha messa in difficoltà.
Che cosa nascondi?
«Ecco… in verità...»
Non ci prova neanche a guardarmi negli occhi.
«In verità mi ha chiamato mia madre… sì...»
«Ed era il caso di scappare?» scrollo le spalle. «Okay che non possono essere affari miei, ma visto che siamo compagni di classe, provo a fare amicizia come ha detto faccia tonda.»
«Hai ragione. Non sono affari tuoi ma...»
«Ma?»
«L’unica cosa che devi sapere è che mia madre vive in ospedale perché ha il cancro e quindi se mi chiama ho sempre paura che sia una brutta notizia.»
Oh cazzo…
«Ah… non ne avevo idea...»
«Lascia stare, non fartene un crucio.»
Libera il suo polso dalla mia presa.
«Ora posso andare?»
«S-sì… vai, vai...»
«Grazie Katsuki.»

Mi da un veloce bacio sulla guancia e si allontana con passo tranquilla.
Se qualcun’altro osa darmi un’altro bacio sulla guancia io giuro che lo ammazzo.
«Femmine… tutte uguali...» borbotto dirigendomi al dormitorio.
Yukiko’s pov!!!

Mi allontano dalla vista dei miei compagni di classe e faccio un profondo sospiro.
Non mi piace mentire, ma con Kacchan non avevo scelta… mia madre non ha il cancro ma ce l’ha quello stronzo…” stringo i pugni. “Chissà cosa ha fatto a mia sorella ed ai miei genitori… spero che abbia mantenuto la promessa e che non li abbia torturati o giuro che tento veramente di affogarlo!

Arrivo a “casa”, estraggo la copia delle chiavi che mi ha dato ed entro.

«Sono arrivata!»
«Eccoti qua bambolina!» sbuffa. «Ce ne hai messo di tempo.»
«È la U.A., non una passeggiata nei boschi. Come stanno i miei genitori?»
«Rilassati.» alza le mani. «Visto che hai fatto la brava ho mantenuto la promessa e non li ho folgorati.»
«Mia sorella?»
«Anche lei sta bene. Tieni.» mi porge un piatto con della zuppa di Miso.
Prendo il piatto e lo guardo con sguardo interrogativo.
«Dallo a tua sorella, no?»
«E ai miei genitori?»
«Ci ho già pensato io.» sorride.
«Quando li libererai?»
«Appena tu non mi avrai portato ciò che voglio.»
Sospiro.
«Quanto ci vorrà?» mi domanda.
«Non è così facile come sembra, okay? Ho bisogno di tempo.»
«Ricordati che ti tengo d’occhio ragazzina, se cerchi di fregarmi faccio saltare all'aria i tuoi genitori.»
«Non c’è bisogno di minacciarmi! Lo so già.»

Col piatto di zuppa tra le mani raggiungo lo scantinato dove ci sono tre celle: la prima per la vittima, la seconda dove ci sono i miei genitori e la terza dove c’è la mia sorellina Kiki.

«Ciao mamma, ciao papà.» mi fermo davanti alla loro cella. «Come state?»
«Yukiko...» mia madre sorride. «Noi stiamo bene… tranquilla...»
Li ha addormentati di nuovo… probabilmente per non fargli usare il quirk…
«Non vi preoccupate, okay? Tutto si risolverà in fretta e torneremo alla nostra vita di sempre.»
«Vai da tua sorella...»
Annuisco ed entro nella cella di Kiki.
«Ehi...» sorrido entrando.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Yukiko’s pov!!!
 
«Yukiko!» mi corre incontro e mi stringe. «Non voglio più vedere l’uomo cattivo!»
«Almeno ti ha tolto le manette. Non sai quanto mi dispiace Kiki.» le accarezzo una guancia. «Lo so che lui è cattivo e ti fa tanta paura ma devi cercare di restare positiva, okay? Resta positiva come la tua sorellona.»
«Va bene...»
Le asciugo le lacrime.
«Guarda cosa ti ho portato.» le porgo il piatto.
«Zuppa di Miso!» sorride.
«Esatto! Ed è anche tutto tuo!»

Mi siedo a terra di fronte a lei guardandola mangiare.
Non so se era sincero quando ha detto che ci ha pensato lui a far mangiare i miei genitori, ma almeno non è così stronzo da lasciare a digiuno una bambina di sei anni. Lei non si merita una vita del genere… perché ha scelto proprio me? La mia vita era perfetta come era prima; avevo i miei amici, andavo a scuola ed i miei genitori erano felici. Ora, per colpa sua, ho dovuto rinunciare a tutto per un suo capriccio infantile… io neanche ci volevo andare alla U.A.! Non voglio essere eroina, io volevo essere veterinaria.

«Sorellona?»

La voce di Kiki mi riporta alla realtà.

«Sì…?»
«Ma perché l’uomo cattivo vuole proprio lui
«Perché lui può essere l’eroe più forte di tutti, ma anche il villain più forte di tutti.»
«E vuole farlo diventare cattivo?»
Col carattere che si ritrova potrebbe riuscire anche da solo.
«Anche se a primo impatto non sembra, sì. Vuole farlo diventare cattivo.»
«E tu cosa c’entri?»
«Io servo per farlo avvicinare al ragazzo cattivo.»
«E se lui si innamora di te perché sei una bellissima principessa?»
Sorrido.
«Non ti preoccupare.» le accarezzo i capelli. «Non si innamora di me.»
«Ma se lui si innamora di te ti salverà come il principe azzurro?»
Quella frase, non so perché, mi scalda il cuore.
«Sì.» sorrido. «Mi salverà come fanno i principi azzurri. Ora però finisci il piatto.»
«Va bene!» sorride.
Katsuki’s pov!!!

Rimango seduto sul divano a fissare un punto nel vuoto.

«Tutto bene?»

Una voce femminile mi fa sobbalzare.

«E-eh?»
Mi volto e vedo Ochako.
«Che vuoi faccia tonda
«Sembri un po’ assente.» si siede accanto a me. «C’è qualcosa che ti turba?»
«Non c’è niente che mi turba!»
«Allora perché fissavi il vuoto?»
«Sono semplicemente stanco!» sbuffo.
«Va bene, non c’è bisogno di rispondere così...»
«Lascialo stare Ochako!» ci raggiunge Mina. «Lui è sempre così, lo sai.»
«Ecco, abituatevi!»

Alzo lo sguardo e noto Shoto allontanarsi. Stava confortando Yukiko stamattina, magari lui sa di cosa parlava la telefonata di sua madre. Mi alzo e lo raggiungo.

«Ehi, bastardo a metà
Si gira verso di me.
«Che c’è?»
«Stamattina ti ho visto molto vicino alla ragazzetta nuova, Yukiko.»
«Sì. E quindi?»
«Voglio sapere se ti ha detto di cosa parlava la telefonata che ha ricevuto prima della sfida. Dagli occhi sembrava che avesse pianto.»
«Effettivamente sì, quando sono andato a chiamarla al bagno l’ho sentita chiaramente singhiozzare ma non mi ha rivelato di cosa parlava la telefonata.»
Merda!
«Perché ti interessa saperlo?»
«Non sono affari tuoi.»
«Tu sai qualcosa che noi altri non sappiamo?»
«No. Ero solo curioso, tutto qua!»

Alzo gli occhi al cielo, raggiungo la mia stanza, chiudo la porta dietro di me e mi butto sul letto a fissare il soffitto.
Perché rivelare un’informazione così personale solo a me? Probabilmente il bastardo a metà non le ha nemmeno chiesto di cosa parlava la telefonata. Forse lo ha rivelato solo a me perché ho insistito per saperlo e lei voleva tenerlo per sé… anche io terrei una cosa così grande e personale per me… non vorrei far pena a nessuno soprattutto a quello stronzo di MerDeku! È qui da solo un giorno e ci ha scombussolati tutti subito.
Prendo il cellulare e cerco il suo nome su Instagram, così che posso avere più informazioni su di lei.
Sembra esserci… “little_girl_big_heart” nome interessante. Sbircio il suo profilo ma non c’è molto sulla sua famiglia o su di lei, l’unica foto in cui non è in compagnia è questa dove abbraccia una bambina. Non sembrano somigliarle molto, lei ha i capelli lilla mentre la bambina ce li ha castani… probabilmente sarà una cuginetta o simili. Provo a sbirciare nelle sue foto in evidenza ma ci sono solo foto o video di lei che si diverte, scrive o si allena col suo quirk. I look nelle foto sono stile e-girl.” sorrido. “Le si addice col caratterino che si ritrova. Peccato che non ci sono informazioni o fotografie sui suoi genitori o parenti, non ha nemmeno una foto con sua mamma in ospedale?” improvvisamente mi blocco. “Ma che sto facendo? Perché sto cercando di capire a tutti i costi com'è questa ragazza? Non è da me e di lei non è che mi freghi così tanto, non devo farmi intenerire solo perché mi ha rivelato che sua madre è in ospedale.” riposo il cellulare sul comodino e vado al bagno a lavarmi i denti.

Torno in camera mia, mi tolgo i pantaloni rimanendo in canotta nera e boxer; imposto la sveglia col cellulare, mi metto sotto le coperte e mi addormento come un sasso.

La settimana è stata veramente tosta, ogni giorno avevamo una verifica di teoria e nel pomeriggio la verifica pratica. L’unico voto di cui sono sicuro è l’88/100 preso con il professor Cementoss. Si è pure congratulato con me per essermi accorto della reale ferita di Tsuyu, ma per favore, chiunque se ne sarebbe accorto!
Yukiko mi è stata abbastanza lontana durante gli ultimi giorni, ha fatto più amicizia con Eijiro, Izuku, Momo e gli altri, anche con Shoto si è avvicinata molto ma, dopo avermi rivelato che la madre in ospedale non mi ha più rivolto la parola.
Oggi è sabato e al dormitorio gli altri stanno discutendo su cosa fare tutti insieme.

«E se andiamo a vederci un film?» propone Eijiro.
«Sì, ma dobbiamo trovare cosa fare prima!» replica Denki.
«Potremmo vedere un film nel pomeriggio e poi andare a mangiare qualcosa la sera, che ne dite?»
La proposta di Momo mi sembra l’unica decente.
«Che film guardiamo?»
«”Sul più bello”!» esclama Ochako seguita da Mina.
«No! Al cinema fanno una replica di “Birds of pray”, potremmo vedere quello.»

A quanto pare sembrano essere d’accordo sul più bello, ma sento che stanno mancando qualcuno.

«Non vi sembra che ci stiamo dimenticando di qualcuno?» domanda Tsuyu.
«Certo! Yukiko!» esclama Ochako. «Ora la chiamo e le dico di raggiungerci qui al dormitorio.»
«Hai il suo numero?»
«Sì, ci siamo scambiate i numeri. È così strano per te, Kacchan?»
Ridacchia.
«No. Domandavo soltanto.» sbuffo incrociando le braccia.
«Ehi Yukiko! Sono Ochako, ascolta oggi volevamo andare a vedere un film tutti insieme e mangiare qualcosa fuori, sei dei nostri?»
Rimane in silenzio per pochi secondi.
«Davvero?» sorride. «Perfetto! Allora raggiungici il prima possibile al dormitorio che prenotiamo i biglietti per il film. A dopo!» riattacca.
A quanto pare anche la nuova è dei nostri.

Dopo una ventina di minuti ed esserci preparati tutti, il telefono di Ochako suona.

«Oh, è Yukiko!» prendee il cellulare e legge il messaggio. «È sul vialetto, vai tu Kacchan?»
«Perché ci devo andare proprio io?»
«Dai, noi stiamo scegliendo i posti migliori.»
Sbuffo.
«E va bene!»

Esco dal dormitorio e appena la vedo avvicinarsi a me rimango a dir poco folgorato.
Ha i capelli piastrati, una riga di eyeliner, blush e rossetto rosa, al collo porta un choker con un cuore al mezzo, una maglietta corta nera con su scritto “Nirvana”, sotto una maglietta a maniche lunghe con strisce bianche e nere, jeans strappati neri a vita alta ed anfibi ai piedi.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Wow… è davvero bellissima, non posso negarlo…

Mi raggiunge e finiamo uno di fronte all'altro.

«Ehi...» mormora lei.
«Ehi.»
«Bella la felpa della “Trasher”.» accenna indicando la felpa con un cenno della mano.
«Oh...» abbasso lo sguardo sulla felpa. «Grazie. Anche la tua maglietta dei “Nirvana” non è male.»
«Grazie...»
Dopo quelle due frasi di cortesia cala un silenzio imbarazzante.
Perché mi sento così teso?
«Come sta tua madre?»
«Che?!»
«Tua madre è in ospedale, no? Come sta? È migliorata o…?»
«Oh...» ridacchia nervosamente. «Sta bene, sì, sì. Le cure sembrano cominciare a fare effetto e sembra anche migliorare.»
«Ah, bene.» annuisco.
«Già...»
Proprio non ti va di parlare con me, eh?
«Odio questo silenzio tombale.» borbotto. «Dimmi qualcosa.» metto le mani in tasca.
«E cosa vuoi che ti dica?»
«Non lo so, qualcosa!»
«Emh...» si gratta la nuca. «Oh, ce l’ho! Grazie per essermi venuto a dosso col tuo dolce peso a ginnastica ieri.»
Eccola che parte col sarcasmo!
Sospiro.
«Te l’ho già detto e te lo ripeto: non ti sono venuto addosso di proposito, okay? Quell’incapace di MerDeku è inciampato sui suoi stessi piedi cadendomi sulla schiena e l’impatto mi ha fatto cadere!»
«Sì, ma potevi anche chiedermi “Scusa” invece di dire “Spostati, perdente”!»
«Va bene, va bene, quello potevo risparmiarmelo. Ora accetti le mie scuse?»
Lei finge di pensarci ma alla fine parla.
«Sì, le accetto.» sorride.
Ha un sorriso così carino.
«Allora… che film andremo a vedere?»
«Quello nuovo di Harley Quinn.»
«Oh, sembra fico!»
«Vieni dentro, credo che abbiano prenotato i biglietti.»

Le apro la porta del dormitorio facendola entrare e attirando l’attenzione di tutti.
Come la vedono le ragazze le si avvicinano tartassandola di domande sui vestiti e di complimenti.
Femmine…

Mi avvicino ad Eijiro.

«Allora, ordinati i posti?»
«Sì, Kacchan!» sorride posando il braccio intorno alle spalle. «A quanto pare siamo stati i primi a prenotare e siamo riusciti ad accaparrarci i posti migliori!»
«Bene.»
«Come facciamo per i pop-corn?» domanda Mineta.
«Non mi sembra il caso di mangiare al cinema.» risponde Shoto.
«E perché?!»
«Se dobbiamo poi cenare è meglio non stuzzicare troppo prima o non avremo fame.»
«Il bastardo a metà ha ragione. Minimo una porzione di pop-corn o i soldi non ci bastano.»
«Dei soldi non dovete preoccuparvi.» si intromette Momo. «OFFRO TUTTO IO!»
Esclama facendo urlare e saltare tutti dalla gioia.
Contenti loro.

Dopo aver salutato le ragazze Yukiko si avvicina anche ai ragazzi salutandoli tutti, incluso Mineta, con un bacio sulla guancia. Tutti tranne me.
Perché io no? Mica la mangio! Non è che ci rimango male quando lo fa, è solo che voglio capire perché è diventata subito amica di tutti e con me fa fatica. Certo, credo che abbiamo cominciato entrambe col piede sbagliato ma dare una seconda possibilità è d’obbligo, no?

Usciamo tutti insieme dal dormitorio e ci dirigiamo verso il cinema. Tutti sono avanti a scherzare e ridere del più e del meno mentre siamo rimasti indietro io, Eijiro e Yukiko. La ragazza è in mezzo ad entrambe che parla con Eijiro mentre io rimango in silenzio ad ascoltarli.
Vederla così rilassata mi fa quasi strano. Ho notato che quando esce dalla scuola ha uno sguardo preoccupato e si guarda intorno come se si sentisse osservata.

Mentre sono nel bel mezzo dei miei pensieri una voce mi distrae.

«Oi Kacchan? Terra chiama Kacchan? Kacchan? KACCHAN!»
«E-eh?! Che c’è? Che vuoi?!»

Eijiro mi riporta sulla Terra.

«Ti abbiamo fatto una domanda ma tu non rispondi.»
«Non ho sentito, okay? Rifammela!»
«Da cosa ti travesti ad Halloween? E non vale dire All Might!»
«Perché questa domanda?»
«Denki vuole organizzare una festa di Halloween nel dormitorio.»
«Tanto il professore non ci darà il permesso.»
Sospira.
«Metti caso che ci da il permesso, da cosa ti travesti?»
Alzo gli occhi al cielo.
Che palle…
«Ho un paio di idee.»
«Tipo?»
«Mi piacerebbe travestirmi come il protagonista del film “Il Corvo”.»
«”Il Corvo”? E che razza di film è?»
«Il film parla di una coppia che si sta per sposare. Ma la notte prima, la Notte del Diavolo, chiamata così delle esplosioni in città solo in quella notte, una banda di teppisti entra nell'appartamento e violentano ed uccidono la ragazza. Il suo compagno entra nell'appartamento e viene accoltellato, sparato al petto e buttato giù dalla finestra. La compagna morirà in ospedale. L’anno dopo, nel'anniversario della sua morte, un corvo si posa sulla tomba di lui facendolo resuscitare e grazie a questo può pianificare la sua vendetta. Il corvo è una specie di tramite tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, sarà i suoi occhi in volo. Riesce a trovare la banda che aveva ucciso lui e la sua compagna, ma non riesce ad uccidere tutti per colpa dell’alleata del boss che scopre che la sua forza è nel corvo, per questo è invincibile. Infatti, dopo che il corvo rimane ferito, si indebolisce anche lui ma grazie ad un suo amico poliziotto riescono a catturare la banda e sbatterli in cella. Così lui può tornare dalla sua amata.»
«E l’altro costume?» domanda Yukiko.
«La seconda idea è Clyde Shelton di “Giustizia Privata”.»
«Stupendo “Giustizia Privata”! È uno dei miei film thriller preferiti!» esclama lei.
Ha buon gusto la ragazza.
«”Giustizia Privata”? Solo io non so che film è?»
«Kiri, però non sai niente!» scherza lei.
Ridacchio.
«E dai, ditemi di che parla!»
«No, questo te lo guardi con Kacchan.»
«Perché?» esclamiamo entrambe.
«È pesante da spiegare, poi magari non lo comprende a pieno.»
«Sì… in effetti hai ragione… anche io quando me l’hanno spiegato non lo avevo capito subito.» mormoro.
«E quindi che facciamo?» domanda Eijiro.
«Quando torniamo al dormitorio te lo faccio vedere.»
«Per forza? I thriller non mi fanno impazzire.»
«Vuoi essere un vero uomo sì o no?»
«Io sono un vero uomo!»
«Allora ti guardi “Giustizia Privata” con me e se ci avanza tempo anche “Il Corvo” punto.»
Sbuffa.
«E va bene, non c’è bisogno di essere così autoritari.»

Alla fine siamo andati a vederci ‘sto film su Harley Quinn. Devo dire la verità, pensavo che non mi sarebbe piaciuto perché sembrava troppo girl power e quindi avevo paura che non sarebbe risultato interessante ma, invece è stato divertente da guardare. Ne è valsa la pena.
Abbiamo iniziato il film alle 16:00, tra l’attesa del film e la pubblicità in mezzo abbiamo finito alle 17:30. Ora stiamo andando al fast food più vicino, volto l’attenzione su Yukiko che è di fianco a me.
Eccola che riprende a guardarsi intorno preoccupata. Prima che guardasse il cellulare era tranquilla. Ha ricevuto un brutto messaggio?

«Oi, tutto bene?» le domando attirando la sua attenzione.
Lei, per tutta risposta, stringe il mio avambraccio con entrambe le braccia.
«C-che fai b-baka? Molla!»
Cerco di liberare il braccio inutilmente e la vedo fissare un punto preciso, volto la mia attenzione verso la direzione in cui sta guardando ma non c’è nessuno.
«Stai bene? Sembri preoccupata...»
Nessuna risposta.
«Mi senti? Terra chiama Yukiko. Oi?»
Silenzio. Trema.
«Tutto okay?! Perché tremi?!»

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Yukiko’s pov!!!

Non ci credo… Lui… perché è qui? Non gli basta torturare i miei, ora deve pure seguirmi?

«Mi senti? Terra chiama Yukiko. Oi?»

Lui. Lui è qui. Di fronte a noi che mi fissa confondendosi tra la folla.
Come sapeva che io ero in questo centro commerciale? Non gli ho detto in quale cinema sarei andata.
Mi sorride in modo malvagio e passa il suo indice sul collo facendomi capire che è l’occasione giusta per allontanarlo e portarlo a casa.

«Tutto okay?! Perché tremi?!»

Cazzo! Senza accorgermene ho iniziato pure a tremare!

Improvvisamente sparisce tra la folla. Sono un tremolio. Tengo Katsuki a me e lo trascino lontano dal gruppo verso un vicolo nascosto dallo sguardo di tutti.

«Ma che fai?! Dove mi porti?»

Senza rispondergli ci nascondiamo coperti dall'ombra ed io mi metto contro al muro facendo mettere Katsuki di fronte a me. Posa entrambe le mani sul muro.

«Mi puoi spiegare che succede?» mi alza il mento con un dito. «Soffri di attacchi di panico?»
«Attacchi di panico…?»
«Hai cominciato a tremare e guardavi un punto imprecisato, pensavo stessi avendo un attacco di panico.»
«Non… non lo hai visto…?»
«Visto chi? C’era un sacco di gente!»
Si è camuffato così bene che Kacchan non l’ha visto…
«È stata colpa di quel messaggio che ti senti così?»
«Eh…?»
«Ho notato che hai cominciato a comportarti in modo strano quando hai visto il cellulare. Hai ricevuto una brutta notizia? C’entra tua madre?»
Oh Kacchan… se solo tu sapessi la verità…
«No… mia mamma non c’entra e non c’entra nemmeno il cellulare...»
«Allora cosa?»
Rimango in silenzio ed abbasso lo sguardo.
«Ti prego parlami. Non posso aiutarti se non mi parli.»
Se te lo dicessi mi daresti veramente fuoco…
«Non puoi aiutarmi...»
«Perché?»
«Perché…?»
«Sì. Perché? Perché non posso aiutarti?»
«Perché… perché è più grande di me e di te...»
Senza neanche volerlo i miei occhi diventano lucidi.
«Io… io non volevo nemmeno infilarmi in una situazione del genere...»
«Se hai bisogno di parlarne con qualcuno, perché non chiedi aiuto ai professori o addirittura ad All Might?»
Alzo lo sguardo rivelandogli i miei occhi lucidi e sul punto di piangere.
«Non lo vedi? Non posso.» singhiozzo. «N-non ho altra scelta...»

Scoppio in un pianto disperato, intreccio le braccia intorno al busto di Katsuki attirandolo a me in modo che possa nascondere il viso nel suo petto.
Se avessi avuto la possibilità di scegliere non mi sarei incappata in questa situazione… non sai nemmeno quanto mi sento in colpa per dover mettere in mezzo anche te…

Improvvisamente sento la mano calda di Katsuki accarezzarmi la schiena.

«Va bene… sfogati pure...»
«M-mi dispiace...»
«È normale doversi sfogare ogni tanto. Fa bene. Non devi sentirti in colpa di piangere.»
«Perché t-tu pi-piangi?»
Lo sento sorridere.
«Io? Certo che no. Però so che fa bene.»
Mi asciugo le guance col palmo delle mani sentendomi leggermente meglio.
«Davvero non hai mai pianto? Non hai mai sentito il bisogno di farlo?»
A quella domanda rimane in silenzio per alcuni secondi. Alzo lo sguardo verso di lui e noto che serra la mascella.
«In verità… sì. Ho sentito il bisogno di farlo.»
«Ma...»
«Ma non l’ho mai fatto. Almeno non di fronte ad altre persone.»
«Perché…?»
«Perché dimostrarsi debole, soprattutto davanti al nemico, comporta il fatto che nessuno riuscirà più a prenderti sul serio.»
Quanto hai sofferto in questi anni Kacchan…?
«Deku piange in continuazione ma alla fine si dimostra sempre forte.»
«MerDeku è un caso a parte!»
Il suo sguardo diventa quasi freddo.
«E perché sarebbe un caso a parte?»
«Perché lui non fa altro che piangere e piangere, piange sin da quando siamo piccoli!»
Evita il mio sguardo.
Perché improvvisamente i suoi occhi sono pieni di odio…? Cosa sarà mai successo fra te e Deku?
«Kacchan...»
Continua ad evitare il mio sguardo.
«Kacchan guardami...»
Ancora niente.
«Ti prego, guardami.»
Prendo il suo viso tra le mani costringendolo a guardarmi negli occhi.
«Deku ti vuole un gran bene. Ti ha sempre ammirato sin dall'infanzia, ti considerava un modello da seguire, un livello da raggiungere, ha sempre voluto essere alla tua pari ed ora che lo è, non alzargli un muro di fronte. Ti prego...»
Katsuki poggia la fronte contro la mia. Sento il suo respiro caldo contro la mia pelle causandomi dei brividi.
Perché questi brividi…?
«Capito Kacchan? Deku ti considera il suo migliore amico, non odiarlo.»
«No. Lui non mi considera come un amico, almeno non più. Ora mi considera come un qualcosa da superare ed io non posso permettere che accada.»

Rimaniamo in silenzio a guardarci negli occhi, non ha spostato le mie mani dal suo viso, deduco che non gli dia fastidio.
Wow, sono una dei pochi fortunati che possono toccarlo. Stando in classe con lui ho notato che non ama il contatto fisico o almeno lascia solo che una cerchia ristretta di persone si avvicini a lui come Denki o Kirishima. Non mi ha nemmeno allontanata quando ho pianto.

I nostri occhi continuano a scrutarsi, sembra che né io né lui vogliamo interrompere questo momento. Quando parliamo di Izuku i suoi occhi si riempiono di odio, ma ora sembrano tornare quelli del Katsuki di sempre.
Mi domando cosa successo tra loro due per fargli nascere questo sentimento di odio… sente così forte il bisogno di diventare l’eroe numero uno che è disposto addirittura a schiacciare un suo vecchio amico?

Noto che Katsuki posa per una manciata di secondi lo sguardo sulle mie labbra facendomi mordere involontariamente il labbro inferiore. Passa, a mio parere sensualmente, la lingua sulle labbra. Il mio cuore comincia a battere come una trivella contro il mio petto.

«Sento il tuo cuore correre come un treno...»
Sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra.
«Ti senti nervosa con me?»
Il mio viso diventa rosso tutto d’un colpo.
«Non… non sono nervosa è solo che...»
«Cosa?»
Non posso dire che sei l’unico ragazzo a cui mi sono mai avvicinata e che mi fai effetto, baka!
Sul viso compare un piccolo ghigno e mi accarezza una guancia.
«Non… non sono mai stata così vicina ad.. ad un ragazzo fin’ora...» mormoro imbarazzata.
«Oh, quindi ti faccio effetto?» mi domanda compiaciuto.
BAKA! Una cosa non dovevi dire Yukiko, una cosa!
«N-n-n-n-no… hai completamente frainteso...»

Il mio viso è ormai diventato un pomodoro e Katsuki non sembra farsene un problema. Prende i miei polsi mettendoli dietro il suo collo, il mio cuore non ne vuole proprio sapere di calmarsi, le mani di Katsuki passano lungo i miei fianchi e mi avvicina a lui facendomi sentire tutto il calore del suo corpo.
Forse lasciarsi andare non è una cattiva idea…

«Se vuoi che mi fermi, dillo subito.»
Faccio un piccolo cenno di “no” col capo.
«Non fermarti...»

Quelle due semplici parole escono dalle mie labbra come un ansimo facendo in modo che quel ghigno, sensuale ed intimidatorio allo stesso tempo, rimanga sulle sue labbra.

«Allora non mi fermo.»

Si bagna le labbra un’ultima volta mentre sento le mie sempre più secche ed assetate delle sue. Passo velocemente la lingua anche io sulle mie labbra.
Baciami… non lo vedi dai miei occhi che ti stanno letteralmente pregando?

Piega di poco il viso e mi bacia. Lungo il mio corpo sento una scossa di brividi di piacere.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Faccio scorrere una mano tra i suoi morbidi capelli ricambiando il bacio. Sento il suo corpo contro il mio facendomi impazzire sotto di lui, le sue labbra che cercano bramose le mie.

Dopo un bacio pieno di passione mi allontano per recuperare il fiato.

«Wow...» mormoro respirando affannosamente.

Katsuki non si ferma, allenta di poco il mio choker abbassandolo ed avvicina lentamente le sue labbra al suo collo.
Oh cazzo… non vorrà farmi un succhiotto?
Come percepisco le sue labbra sulla pelle sensibile del mio collo perdo ogni controllo ed inizio ad ansimare.

«Sembra che qualcuno sia sensibile qui...» sussurra contro la mia pelle.

Non riesco a replicare e l’unica cosa che mi viene da fare è mordermi il labbro cercando di soffocare i miei ansimi.

«Voglio sentirti, piccola

Nel sentire quel nomignolo mi sento completamente inerme ed un peperone fuso con un pomodoro sarebbe meno rosso di me.
Mi lascio completamente andare continuando ad accarezzargli i capelli, chiudo gli occhi mandando indietro il viso permettendo a Katsuki di proseguire i suoi baci sul collo.

«Kacchan...» ansimo.
«Mh-mh?»
«Ci verranno a cercare...»
«Goditi il momento...»

Goditi il momento Yukiko… almeno una volta che puoi fallo.
Il mio cervello non collabora. Mente e cuore sono completamente sotto il suo controllo.
Katsuki’s pov!!!

Mordicchio e succhio un lembo di pelle fino a formare un succhiotto. Mugola.
Mi sento come se fossimo in un nostro universo.
Non c’è un motivo preciso per il quale sto facendo quello che sto facendo. Sentivo il bisogno di farlo e, a quanto pare, a lei non dispiace. Sono quasi tentato di andare oltre.

Passo la lingua sui succhiotti formati, mordicchio altri piccoli lembi di pelle ma una voce ci fa tornare alla realtà.

«KATSUKI! YUKIKO! DOVE SIETE?!»

Merda.

Sono Eijiro e Ochako che ci sono venuti a cercare.
Ci fermiamo immediatamente guardandoci come se fossimo in guai seri. La aiuto a sistemarsi il choker per cercare di nascondere i segni del mio passaggio, vediamo i nostri compagni da lontano così usciamo dal vicolo e prendiamo una bibita nel bar di fianco e li raggiungiamo.

«KACCHAN? YUKIKO?»

Ci avviciniamo a loro da dietro fingendo naturalezza.

«Che avete da urlare, sfigati? Non ci siete solo voi qui.»
Esordisco facendoli sobbalzare e voltare verso di me.
«Eccovi! Ci avete fatto preoccupare, ma dove eravate finiti?»
«Non lo vedi da te, Kirishima?» mostro la lattina di Coca-Cola. «Avevo sete e mi sono trascinato dietro Yukiko.»
«E perché?»
«Non volevo andarci da solo.» scrollo le spalle.
Eijiro sospira insieme ad Ochako.
Fortunatamente se la sono bevuta.
«Dai, venite con noi.» Ochako prende Yukiko per mano. «Non abbiamo ancora ordinato per poter mangiare tutti insieme.»

Entriamo al fast food e ci comportiamo come se nulla fosse; fortunatamente nessuno ha notato i succhiotti grazie al choker e le mie labbra gonfie. Le opzioni sono due: sono cechi o fanno finta di non vederci. Anzi, meglio così, meno domande fanno e meglio è. Poso ogni tanto lo sguardo su Yukiko e la vedo un po’ assente.

«Ehi nanetta, tutto bene?»
Per poco Eijiro non si strozza mangiando il panino.
«Nanetta?! Così la chiami?»
«Embè? È più bassa di me, come la devo chiamare?»
«A ‘sto punto chiamala “nana da giardino” e fai prima.» replica ironico.
«Va bene.» scrollo le spalle. «Ehi nana da giardino, tutto bene?»
«Ehi! Scherzavo!»
Non so perché ma le attenzioni di Kirishima verso Yukiko mi stanno dando fastidio.
«Perché tu come la chiameresti?»
«Non lo so… le darei un nomignolo un po’ più gentile...»
«Tipo?»
«”Cucciola”, “piccola” o qualcosa del genere.»
Guardo Yukiko e vedo che arrossisce. Strigno i pugni.
«Aww! Kirishima è innamorato!» esclama Mina.
«No, no, no, no!» ridacchia. «Non è assolutamente vero, avete frainteso!»
«Guardati, sei tutto rosso!»
«Invece no!» cerca di nascondere l’imbarazzo. «Un vero uomo non arrossisce mai.»
«E non piange.» aggiunge Denki.
«Secondo me non è vero.» mormora Yukiko attirando l’attenzione mia, di Eijiro e di Denki. «Secondo me un vero uomo è in grado di esternare i propri sentimenti senza doversi sentire meno “uomo” degli altri. Almeno secondo il mio modesto parere.»
«Anche secondo me.» annuisce Ochako. «È okay che un eroe o un tuo potenziale fidanzato o addirittura marito voglia mostrarsi forte di fronte a te per non farti preoccupare e farti sentire al sicuro ma, è anche giusto che mostri i suoi sentimenti; se è triste, preoccupato o inquieto è giusto che lo mostri.»
«Gli eroi non devono mostrare emozioni negative o le persone non si sentono protette.» replico.
«Gli eroi sono esseri umani anche loro, se continuano a nascondere le emozioni negative è come se mentissero al popolo e finiranno per esplodere.»
«Per favore! Ma ti senti? Gli eroi hanno un codice d’onore da rispettare, se si mostrano deboli nessuno li prenderebbe più sul serio.»
«Che ne sai? Magari è proprio quando si mostrano deboli che il popolo crede più in loro.»
Alzo gli occhi al cielo.
«Io mi arrendo.» borbotto riprendendo a mangiare.
«Tu che pensi Yukiko? Pensi che il mio ragionamento sia sbagliato?»
«Non del tutto… quello che voglio dire è che, secondo me, è proprio quando un eroe cade che può dimostrare la sua vera forza e non solo con le botte.»

Dopo aver concluso l’argomento ed aver finito di mangiare, ci dirigiamo tutti verso il dormitorio.

«Quando verrai al dormitorio con noi?» domando a Yukiko.
«Perché?»
«Tutte le classe della U.A. hanno un dormitorio proprio e tu sei l’unica che manca.»
«Oh...»
«Se è per la stanza non ti devi preoccupare, sono arrivati gli operai e sono riusciti a crearla in poco tempo.» mi stringo nelle spalle. «Devi solo preparare la valigia e venire.»
«È… è un argomento delicato...»
«È perché non vuoi lasciare tuo padre da solo?»
«Una specie...»
Annuisco solamente.
«Ah, un’ultima cosa.»
«Dimmi Kacchan.»
La tengo il polso e rallento i passi in modo da rimanere un po’ più indietro rispetto ai nostri compagni e non fargli sentire la nostra conversazione.
«Riguardo a quello che è successo oggi...»
«Sì…?»
«Non ne devi parlare con nessuno, okay? Nessuno dovrà sapere. Sarà un nostro segreto.»
La vedo annuire.
«Va bene. Tanto non lo avrei detto a nessuno chiunque.»
«Volevo solo essere sicuro.»

So che forse non è carino baciarla, marcarle il collo e dirle di tenere un segreto simile, ma siccome mi sono lasciato prendere dal momento non voglio farle pensare che ho intenzioni serie.

Raggiungiamo il dormitorio.

«Vai a casa da sola?»
«Per forza.» stringe le spalle. «Finché mio padre non mi da il permesso di venire a vivere nel dormitorio, non ho altra scelta.»
Mi porge un piccolo sorriso.

«Ehi Yukiko.»

Eijiro si avvicina a noi.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


«Già pronta per andare a casa?»
«Sì.» sorride. «Papà ha bisogno di me.»
«Sei proprio una brava ragazza...» le accarezza i capelli. «Ti meriti solo gioie.»
A quella frase i suoi occhi diventano tristi e privi di vita.
«Anche voi… davvero...»
«Ehi, che ti è successo agli occhi?» le domando voltando il suo viso verso di me.
Sorride ma i suoi occhi sono comunque tristi.
«Non mi è successo niente, davvero. Sto bene.» sposta le mie mani dal suo viso. «Ci vediamo lunedì ragazzi.»

Ci saluta con un cenno della mano e si allontana lasciandoci da soli.

«È proprio carina, vero?» mormora Eijiro.
«E menomale che non ti piace, eh?» lo prendo un po’ in giro.
«Oh, smettila! Non è che mi piace, è solo che sento di doverla proteggere da qualcuno…»
«Anche tu?»
«Senti la mia stessa sensazione?»
Sembra più sorpreso di me.
«Più o meno… insomma, sento che c’è qualcosa che non quadra.»
«Che intendi dire?»
«Intendo dire che secondo me non ci sta raccontando tutta la verità.»
«Perché non dovrebbe farlo? Perché mentire?»
«Secondo me c’entra qualcosa sua madre o suo padre. Perché non la lascia venire al dormitorio con noi?»
«Forse perché ha un po’ paura? Anche la mamma di Deku non era sicura al 100%.»
«Va bene che sua madre è in ospedale, ma-...»
«Aspetta, aspetta, aspetta. Sua mamma è in ospedale?»
«Sì.» scrollo le spalle. «Non lo sapevi?»
«No, a me non l’ha detto. A te sì?»
«Magari me lo ha detto perché volevo sapere come mai è accorsa al telefono quando eravamo in squadra...» abbasso lo sguardo.
«Wow. Se ti ha detto una cosa così personale significa che si fida davvero tanto di te, sai?»
Mi stringo nelle spalle.
«Può essere...»
«Dai, andiamo dentro.» posa un braccio intorno alle mie spalle. «Dobbiamo vedere quei film, ricordi?»
«Già, è vero.»
Yukiko’s pov!!!

Mentre cammino per arrivare a casa tremo come una foglia.
E se scopre il mio succhiotto? Cosa gli dico? Non posso dirgli che è stato Kacchan a farmelo… dovrò camuffarlo più che posso e nasconderlo col trucco.

Quando entro in casa Lui non c’è.

«Ehi? Sono a casa.»

Mi avvicino al tavolo e noto che c’è un biglietto.

Sono dovuto andare a prendere qualcosa da mangiare, quella bimbetta di merda non smetteva di piagnucolare.

Sospiro. Sono salva per ora, ho il tempo di struccarmi e coprire il succhiotto.
Corro in bagno, mi tolgo il choker e arrossisco nel vedere i tre segni sulla pallida pelle del collo. Sono tre, tre cazzo. Due grandi e rossi ai lati ed uno più violastro al centro.
Voleva essere sicuro di lasciare la firma, eh? Qua ci vorrò più fondotinta del previsto…
Sospiro e dopo assermi tolta il trucco sul viso mi armo di fondotinta, spungetta e Santa pazienza.
Dopo una manciata di minuti riesco a coprire bene i segni e far sembrare il collo uniforme.
Spero che questo basti o sarò in guai seri...

Esco dal bagno e lo vedo entrare in casa con un paio di buste della spesa.

«Eccoti bambolina. Sappi che sono molto arrabbiato con te.»
Oh no…
Posa le buste sul tavolo e si avvicina pericolosamente a me intrappolandomi tra lui e la porta del bagno.
«Perché? Perché non hai portato a termine la missione, eh? Ce lo avevi lì, di fianco a te ed hai preferito scappare.»
«N-Non eravamo soli...»
«Non me ne frega un cazzo! Cos'è? Ci tieni a vedere i tuoi genitori bruciare? Eh?»
«No...»
Nel sentire quelle parole comincio a piangere.
«Non fargli del male...»
«Sai?» sorride. «Forse la scusa dei tuoi genitori è troppo debole. Che ne dici se marco un po’ la tua sorellina, uh?»
«Non osare.»
«E perché no? Scommetto che starà bene con una bella cicatrice sul viso. Tanto è piagnona e fastidiosa, sarebbe una liberazione.»
«Mia sorella non c’entra in tutto questo. Lasciala stare.»
Si avvicina al mio viso.
«Allora tu portalo da me.»
Abbasso lo sguardo.
«Ricevuto.»
«Brava bambolina.» mi accarezza una guancia.
Rabbrividisco a quel contatto. La sua pelle è calda ma non mi fa lo stesso effetto che mi fa lui, con lui è diverso.
«Ora prepara da mangiare. Sono affamato.»

Si allontana da me, si butta sul divano ed accende la televisione.
Vorrei tanto mettere una fine a tutto questo.
Mi avvicino al tavolo e metto a posto quel poco che ha comprato.
Devo inventarmi una scusa convincente per farmi stare al dormitorio con loro, anche se sarei sempre in ansia per mia sorella…

«Senti...»
«Che vuoi?»
«Mentre ero con loro, hanno nominato il dormitorio.»
«Mh-mh.»
«E mi hanno chiesto perché non sto con loro...»
«Inventati un’altra scusa.»
«In verità, io avevo pensato ad una cosa...»
Sposta lo sguardo dalla televisione verso di me.
«Se vado a vivere al dormitorio con loro potrei aumentare la fiducia nei miei confronti ed avvicinarmi a lui per portare a fine la missione, potrebbe essere più semplice.»
Mi ascolta attento e posa il pollice e l’indice sul mento riflettendoci su.
«Mmmh… in effetti, questa è un’idea abbastanza arguta per essere tua.» annuisce. «Però dovrai stare alla larga dai tuoi genitori e la tua amata, quanto rompicazzo, sorellina, sei in grado di resistere?»
«Basta che gli dai da mangiare e mi fai fare una telefonata ogni sera.»
«Piano con le condizioni bambolina, non sei nella posizione giusta per farle. Manterrò vivi gli ostaggi ma decido io quando chiamarti.»
Anche se non sono le migliori delle condizioni, non posso fare altro che accettare.
«D’accordo. Ci sto.»
Sorride malvagiamente.
«Splendido bambolina
Katsuki’s pov!!!

Da lunedì Yukiko si è unita a noi al dormitorio e la cosa mi rende sollevato, finalmente non deve più tornare a casa da sola al buio. Dopo quello che è successo tra di noi si tiene a debita distanza da me, mi saluta con un cenno della mano o con un “ciao” ma niente di più e non è che io mi sforzi così tanto per fare conversazione con lei.

«Che stanchezza...» mormora Mina buttandosi sul divano del dormitorio. «Non ho mai usato così tanto il mio quirk in tutta la mia vita.»
«Aizawa ci sta tenendo proprio sotto.» concorda Tsuyu. «Non sapevo che fossi così brava a creare mulinelli Yukiko.»
«Io non ne sono così soddisfatta Tsu…» sospira. «Ho iniziato da poco e, a parer mio, sono più deboli di quanto mi aspettassi.»
Le passo a fianco e noto che mi guarda sorridendo.
«Certo, sarebbe più facile se un qualcuno la finisse di farmi evaporare l’acqua.»
Alzo gli occhi al cielo mentre mi volto verso di lei.
«Fai poco la piagnina, te l’avevo detto che mi stavi troppo vicina e poi continuavi a schizzarmi.»
«Sì, ma io scherzavo.» ridacchia avvicinandosi a me. «Tu l’hai presa sul personale.»
«Io non l’ho affatto presa sul personale, idiota! Stavo cercando di farti allontanare perché stavi compromettendo sia la mia che la tua mossa speciale!»
Sorride.
«Ah sì?» arriccia una ciocca di capelli intorno all'indice. «Perché a me sembrava che ti stesse divertendo il fatto che continuavamo a stuzzicarci a vicenda.»
«E cosa te lo fa pensare?»
«Il fatto che ti ho visto sorridere, caro Kacchan.» sorride fiera.
Incrocio le braccia fingendo indifferenza.
«Io non stavo affatto sorridendo, devi farti vedere da un’oculista.»
Poso per poco lo sguardo sul suo collo e riesco ancora ad intravedere i segni sotto al trucco.
«Sicuro?»
«Sicurissimo.» fingo indifferenza. «Magari stavo sorridendo tra me e me perché ero felice di essere in grado di sconfiggerti.»
«Ah quindi ammetti che stavi sorridendo.»
«Ho detto “magari”.» preciso. «E se ho sorriso sicuramente non era per i motivi che credi tu.»

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Sorride.
«Certo, certo.»
Mi avvicino a lei.
«Comunque, a parte tutto, sono felice che sei riuscita a convincere tuo padre a farti venire qui.» sussurro al suo orecchio.
«Davvero…?» sussurra.
«So che sono una testa di cazzo ed irascibile, ma quando dico una cosa è perché la penso davvero.»
Mi allontano di poco per poterla guardare negli occhi.
«Kacchan...»
Sospira.
«Che c’è…? Ho detto qualcosa che non va?»
«No, no, è che…» si passa una mano sul viso. «Devo dirti una cosa molto, molto importante.»
«Okay.» scrollo le spalle. «Vuoi parlarne in camera mia?»
«Sì, sarebbe meglio.» annuisce.
«Andiamo allora.»

Mentre ci dirigiamo verso l’ascensore sento Denki scherzare.

«Fate poco casino o guardate che chiamo il professore Aizawa, eh!»
«Fai poco lo spiritoso o ti concio peggio dell’altra volta.»
«Sì, sì, piccioncini!»
Alzo gli occhi seccato, prendo Yukiko per il polso ed affretto il passo verso l’ascensore. Saliamo su di esso, premo il pulsante e mi appoggio al muro accanto a me.
«Ma vedi te cosa mi tocca sentire...» borbotto. «A volte Denki è proprio fuori dal mondo.»
«Non è così antipatico, dai.»
«Non-...» sospiro. «Non ho detto che è antipatico, okay? Dico solo che, a volte, certe battutine se le può tranquillamente risparmiare. Soprattutto se sono infondate.»
«Va be’, ma lo sai che lui scherza sempre, non voleva essere una cosa cattiva.»
«Sarà, ma per me non è stato divertente.»
«Per te niente è divertente...» mormora stringendosi nelle spalle.
«Che intendi dire?»
«Cosa intendo dire? Tu prendi tutto come una offesa personale o come una sfida! Rilassati Kacchan! Non c’è solo eroismo nella vita. Cazzo, abbiamo quindici anni e ci comportiamo come se fossimo dei ragazzi di venti.»
«Io sono fatto così...»
«Riesci a ridere di gusto?»
«Qualche volta ho riso!»
«Okay, riformulo la domanda: riesci a ridere di gusto senza che Deku si faccia male?»
Rimango in silenzio.
Mi ha beccato in pieno.
«Ah, allora no.»
«Perché? Cosa ti fa ridere, oltre il dolore altrui?»
«Il dolore altrui.»
Alza gli occhi al cielo sospirando.
«Sei incredibile.»
«Senti, non ti devi sforzare per rendermi una persona accettabile dalla società, okay? C’è molta gente a cui fa ridere vedere persone farsi male, non capisco perché con me devi farne un’affare di stato.»
«Non voglio farne un’affare di stato! Sto solo dicendo che non capisco il tuo modo di fare. Sono riuscita persino a sciogliere e a far ridere Todoroki, perché con te è così difficile?»
«Forse perché io non sono il bastardo a metà
«Ci sarà pur qualcosa che ti fa ridere.»
«Perché vuoi sapere così tanto cosa mi fa ridere?»
«Voglio vederti felice almeno per una volta.»

Improvvisamente l’ascensore si ferma e noi usciamo.

«Lo pensi sul serio?»
Ci incamminiamo verso la mia camera.
«Sì, Kacchan. Non ti vedo mai sorridere o ridere, sei sempre con quell'espressione imbronciata a insultare tutti.»
«Non solo il tipo a cui piace ridere e scherzare come gli altri. Tutto qua.» taglio corto facendola entrare in camera. «Allora, di cosa volevi parlarmi?»
Sospira e comincia a torturarsi le dita. Sembra abbastanza agitata e anche a disagio.
«Tranquilla, non ti mangio, eh.» sdrammatizzo. «Non sono cannibale fino a prova contraria.»
A quella frase la vedo sorridere anche se lievemente.
«Siediti pure, non sei costretta a stare in piedi.»
«Come mai sei così gentile…?»
«Sei visibilmente a disagio, voglio farti sentire a tuo agio.»
«Grazie...»
Si siede al bordo del letto e fa un profondo respiro.
«Allora…» inizia. «Lo so che quello che sto per dirti sembrerà assurdo e, magari, anche impossibile per essere vero ma, ti assicuro, che lo è.»
«Okay.»
Prendo la sedia della mia scrivania mettendola di fronte a lei, mi siedo su di essa con le gambe divaricate e poggiando le braccia sullo schienale.
«Io… ecco… c’è un motivo se io mi sono avvicinata a te così tanto. Ed è un motivo molto delicato e abbastanza personale.»
Dio… non vorrà dirmi che si è innamorata di me? Devo mettere subito le cose in chiaro.
«Scusa se ti interrompo ma, prima che tu finisca, voglio mettere subito una cosa in chiaro.»
«E cosa…?»
«Non mi piaci, okay?»
Lei mi guarda con un’espressione confusa.
«So che ci siamo baciati ma, non significa che tu mi piaccia o sono interessata a te.» mi lascio sfuggire una piccola risatina. «Non vorrei farti pensare cose tipo: “Oh mio Dio, gli piaccio!”, stai proprio fuori strada.»
«E questo che c’entra?»
«Ah… non era quello che mi volevi dire?»
«Assolutamente no.»
«Ah, meglio. Puoi proseguire.»
Sospira.
«Stavo dicendo che il motivo per cui mi sono avvicinata a te è delicato e personale. Parto col dire che non è stata una scelta mia, sono stata obbligata.»
Questa cosa mi sta facendo preoccupare.
«Voglio dirtelo perché mi sembra inutile continuare a mentirti su di me o sulla mia famiglia...»
«Che… che stai cercando di dirmi…?»
«Adesso ci arrivo, tranquillo.»
Come finisce la frase il suo telefono inizia a squillare. Sbuffa e lo afferra seccata.
«Chi cavolo è…?»
Sblocca il telefono e come vede lo schermo sbianca.
«Ehi… cos'è quella faccia?»
Si morde il labbro rimanendo in silenzio.
«È successo qualcosa a tua madre o a tuo padre?»
Fa cenno di “no” col capo.
«Allora cosa è successo? Parlami.»
Scendo dalla sedia per mettermi in ginocchio di fronte alle sue gambe. Sta tremando, di nuovo.
Che ci sia qualcuno che la ricatta?
«C’è qualcuno che ti da fastidio? Qualcuno che ti ricatta?»
Lei alza lo sguardo guardandomi con occhi spaventati a morte.
Bingo.
«Dimmi chi è che ti ricatta e ci penso io.»
«Non posso..-»
«Perché?»
«Se ne parlo con qualcuno fa qualcosa di terribile… non posso dirti altro...»
«Non accadrà nulla a te o ai tuoi genitori e non lo dirò al professore o ad All Might, te lo prometto. Ora dimmi chi ti sta ricattando.»
«Non posso Kacchan...»
Dio, sta piangendo…
«La posta in gioco è troppo alta, non posso fare altro che dargli ascolto.»
«Giuro su tutto quello che vuoi che finirà presto, devi solo dirmi il nome.»
Prendo una sua mano accarezzandola col pollice.
Poi le vado a dire che non mi piace… molto coerente...
«Vorrei tanto dirlo ma mi ha sgamata. Non posso espormi più di così… mi dispiace tanto.»
Mi da un bacio veloce sulla guancia ed esce dalla mia stanza in lacrime.
«Aspetta-...»
Cerco di fermarla afferrandole il polso ma non riesco a la lascio scappare.

Mi metto entrambe le mani tra i capelli.

«Cazzo… è in una situazione peggiore di quanto pensassi...» mormoro preoccupato. «Chi può farle una roba del genere…?»

Mi avvicino al portatile e mi metto a fare delle ricerche.
Non è che sono quattro gatti i villain ancora in circolazione, eh…” sospiro scrollando varia schede di Google. “Potrebbe essere chiunque, incluso qualcuno che non è schedato. Chissà da quanto è costretta a tenere per sé un segreto del genere e chissà come sta col pensiero di dover proteggere entrambe i genitori. Ed io che la stuzzico di continuo… ho anche pensato che lei fosse innamorata di me…” mi sbatto la mano sulla fronte. “Sono proprio un coglione!i sono vari villain schedati per violenza domestica e uso di ostaggi contro le proprie vittime ma non posso andare da ognuno e fracassarlo di botte fino a che non confessa… o sì?” alzo un sopracciglio. “Non è una brutta idea, certo, ci metterò un po’ prima che trovi quello giusto ma meglio andare sul sicuro, no?” scrollo le spalle. “E se ci fosse dentro la Lega dei Villain?” a quel pensiero rabbrividisco.
Mi affretto a cercare qualche informazione su di loro

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Ma l’obbiettivo della Lega dei Villain non era All Might? Perché minacciare una ragazzina che non ha nulla a che fare con lui? Non penso sia sua parente, si noterebbe la somiglianza e poi il suo quirk è totalmente differente al suo.” sospiro leggendo le varie informazioni. “Ha detto che si è avvicinata a me per un motivo… oh merda… e se l’obbiettivo della Lega dei Villain fossi ancora io…? Nah, è impossibile!” scuoto la testa a quel pensiero. “Al tipo mille facce non servo più dopo aver capito che non mi sarei mai alleato a loro. Allora chi potrebbe essere?
Yukiko’s pov!!!

Corro in camera in lacrime spaventata dai suoi messaggi.
Perché mi ha mandato una foto dove stringe il collo di mia sorella? Se le fai del male, giuro su Dio, che ti faccio fare una brutta fine!
Raggiungo la mia camera e mi chiudo dentro a chiave, compongo il suo numero e lo chiamo.

«Ce l’hai fatta a chiamare!» esordisce.
«Che hai fatto a mia sorella?! Giuro che se le hai lasciato il segno io-...»
«Vedi di fare meno la sbruffoncella che non ci metto tanto ad incendiarti come un cerino.»
Sospiro.
Piuttosto preferisco morire che soffrire così…
«Come sta andando la missione?»
«Bene.»
«Ti sei avvicinata abbastanza?»
«Non ancora...»
«La smetti di allungare la missione? Sto cominciando a perdere la pazienza con te, bambinetta. Non è così difficile!»
Mi stringo nelle spalle.
«È solo che… è imprevedibile… è difficile comprendere il suo umore… devo avvicinarmi con cautela...»
«Aspetta.» ridacchia. «Non ti sarai innamorata di lui, vero?»
Sono innamorata…?
Quella domanda mi lascia sorpresa, non so cosa rispondere.
Prima gli ho detto che non mi piace perché effettivamente non mi piace. Cazzo… no… io lo amo…
Mi porto la mano alla bocca sconvolta dalla realizzazione. Invece Lui, capendo il mio silenzio scoppia a ridere in una fragorosa risata.
«Non ci posso credere!» esclama tra le risa. «Voi adolescenti siete così emotivi!»
Ritraggo le labbra. Non voglio più mandare avanti questa cosa, non lo voglio più fare.
«Non lo voglio più fare...»
Come mi sente parlare finisce di ridere.
«Come prego?»
«Non voglio più portarlo da te. In fondo… è un ragazzo buono e tutto quello che vuole è essere un eroe. Non conviene, non si alleerà mai con te...»
«Stammi a sentire ragazzina. Non me ne frega un cazzo di quello che pensi tu di lui o cosa provi. Che sia un ragazzo buono o meno me ne sbatto. La sua energia, la sua rabbia, il suo quirk mi serve, okay? Lui si alleerà con me che ti piaccia o no.»
«Non riuscirai a fargli cambiare idea!»
«Tu portamelo e vedrai.»
Ora sono in guai seri…"
«Mia sorella sta bene?»
«Non lo so.»
«Posso sentire la sua voce?»
«No.» sorride.
«Andiamo...»
«Supplicami quanto vuoi ma non funzionerà. Anzi, se mi preghi, mi ecciti.»
Ridacchia
Che schifo…
«Non mi rimane molta pazienza, ti conviene adempire alla tua missione oppure rimarrai l’unica della tua famiglia.»
Una lacrima scorre incontrollata lungo la mia guancia raggiungendo immediatamente il pavimento.
«Ci sentiamo domani, bambolina
«A-aspetta ma i-...»
Ha riattaccato.
Lui aveva detto che mi avrebbe fatto parlare con mia sorella…

Mi butto sul letto triste e confusa.
Kacchan non mi è mai piaciuto, però non posso nemmeno negare l’effetto che mi fa. Il suo respiro caldo contro la mia pelle, il suo tocco che mi provoca brividi di piacere, le sue piccoli attenzioni, il fatto che si preoccupa subito se mi vede triste, il suo, anche se strano, modo di scherzare.” fisso il soffitto sconfitta su tutti i fronti. “Ha come un sesto sento quello stronzo… appena sono pronta a dire a Kacchan tutto fa sempre qualcosa per mettermi i bastoni tra le ruote e farmi tenere la bocca chiusa.
Improvvisamente ricevo una chiamata da Eijiro. Mi schiarisco la voce cercando di nascondere che è spezzata.

«Pronto Kiri?»
«Ehi.» ridacchia. «Sei in camera con Kacchan…?»
Sospiro.
«Senti, se sei di fianco a Denki o volete semplicemente sfottermi solo perché sono andata in camera con Kacchan, vi conviene sapere che non ho fatto nulla con lui.»
«Cosa c’entra Denki…?»
«Pensavo volesse prendermi in giro...»
Ridacchia.
«No, no, niente del genere.»
«Ah… allora perché hai chiamato?»
«Volevo sapere se eri in camera con Kacchan ma a quanto pare no.»
«Perché lo volevi sapere?»
«Perché ho bussato in camera sua per avvisarlo che è pronta la cena ma non risponde.»
«Prova ad entrare, no?»
Rimane in silenzio per alcuni minuti e lo sento bisbigliare un “merda”. Mi sto preoccupando.
«Kiri…? Tutto okay lì…?»
«Emh… ecco...»
Si blocca e sento una voce femminile ma non capisco cosa gli dice.
«Come non si trova nemmeno Todoroki?!»
«Kirishima che cazzo succede?!»
Mi alzo dal letto.
«Emh… te lo dico dopo.»
Riattacca.
Eh no, a me “te lo dico dopo” non lo dici!

Indosso le scarpe e corro verso la camera di Katsuki trovando di fronte Eijiro, Izuku, Ochako e Tenya.

«Che succede?» domando raggiungendoli.
«Sono spariti Todoroki e Kaccan.»
«Smettila di dirlo Deku!» lo zittisce Tenya. «Vedrai che saranno qui!»
«Avete provato a cercarli in giardino?»
«Li abbiamo chiamati più e più volte, ma non hanno risposto.»
«Al cellulare?»
«Stessa cosa. Squillano a vuoto.»
«Magari sono andati ad allenarsi…?» cerco di sdrammatizzare.
«Insieme? Impossibile, lo sai che loro due sono come cane e gatto. Poi la palestra è chiusa.»
Kirishima ha ragione. Kacchan non va tanto d’accordo con la calma di Shoto e quindi anche allenarsi, per loro, risulta difficile. Allora perché non si trovano entrambi?
«Quei due si divertono proprio a farci esasperare!» esclama Tenya. «Dove potrebbero essere?!»
«Da Kacchan me la aspetteri una cosa del genere ma da Shoto mai.» mormoro.
«Dove potrebbero andare a quest’ora?»
Pensa Yukiko, pensa! Cosa andrebbero a fare quei due a quest’ora? Perché Kacchan sarebbe usc-…
In quell'istante capisco.
«Forse ho capito dove sono!»
«Davvero?»
«Se però sono dove penso io, devo andarci da sola.»
«Assolutamente no. Non è sicuro, vengo con te.»
Eijiro posa una mano sulla mia spalla.
«Non preoccuparti Kiri.» sorrido accarezzandogli la mano. «Andrà tutto bene, davvero.»
«Sei sicura di volerci andare da sola? Se vuoi chiamiamo Denki o Tokoyami e ci andate insieme.»
«Stai tranquilla Ochako, so quello che faccio. Ve li porterò in poco tempo, promesso.»

Vado in camera a prendere il mio parka nero, lo indosso, tengo il cellulare in tasca per farmi luce ed esco dal dormitorio alla ricerca di quei due cretini.
Se siete dove penso io non so cosa vi faccio! Tra l’altro, come cavolo ha fatto Kacchan a convincere Shoto?!
Tengo la torcia del cellulare acceso mentre corro per i marciapiedi cercandoli.
Andiamo… non dovrebbero essere così tanto lontani!
Katsuki’s pov!!!

Non converrebbe andare da uno per uno a scazzottarli, anche se sarebbe divertente. Nella scheda degli studenti c’è scritto dove ognuno di loro abita, quindi mi conviene andare al cuore del problema e schiacciarlo come una formichina!

Afferro il cellulare, faccio lo screen dell’indirizzo di Yukiko e mando un messaggio a Shoto.
Oi, bastardo a metà!
Kacchan. Che ti serve?
Tu ci tieni a Yukiko?
Che domande fai?
Rispondi e basta!
Sì, certo che tengo a Yukiko.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Bene. Ho scoperto che a casa sua c’è un villain che la ricatta, vieni con me?
Subito.
Vediamoci fuori dal dormitorio, a quest’ora la maggiorparte di noi è nella stanza o in cucina a preparare la cena, non desteremo molti sospetti.
Perfetto. A dopo.

Bene, Shoto è con me. Mi cambio indossando una felpa nera con una scritta rossa al centro, jeans neri strappati e delle Adidas. Indosso il mio bomber nero ed esco dal dormitorio senza farmi vedere. Alzo di poco il cappuccio della felpa mentre aspetto Shoto e imposto le indicazioni per raggiungere la casa di Yukiko.
Pochi minuti dopo lo vedo uscire con la giacca a vento blu scura della “North Face”.

«Eccomi. Qual è il piano?»
«Entriamo, liberiamo suo padre, mettiamo k.o. il tipo e lo consegniamo alla polizia. Facile, no?»
«Sai chi è il ricattatore?»
Domanda mentre ci incamminiamo.
«No...» sospiro. «Ho un sospetto ma non ne sono sicuro. Lei appena tocco l’argomento si impanica e non ne vuole parlare.»
«Mh… non è da biasimare, chiunque eviterebbe l’argomento.»
«Così tanto da dirmi di lasciare perdere e non aiutarla?!»
«Cerca di capirla. È sola, impaurita, non vuole che qualcuno si faccia male.»
«L’unico che si farà male sarà quel figlio di puttana!» sbatto il pugno sinistro con la mano destra. «Giuro su Dio che gliela farò pagare!»
«Ci tieni davvero tanto a lei, vedo.»
«Eh?»
«Ti sei affezionato davvero in fretta a Yukiko. È successo qualcosa tra di voi?»
Certo, ma mica lo vengo a dire a te!
«No. Perché?»
«Perché fino a qualche settimana fa l’avresti mandata a cagare con tutte le scarpe e non avresti alzato un dito per lei, ma a quanto pare, ora è diverso.»
«È diverso perché la stanno ricattando, tutto qua!» taglio corto.
Sapere che è stata sotto ricatto per chissà da quanto tempo mi fa venire i brividi dallo schifo. Non ho mai capito la mente dei villain o dei criminali da quattro soldi. Usare qualcun’altro per i tuoi scopi è da viscido e incapace. Se vuoi una cosa te la prendi da solo, senza usare sotterfugi, altrimenti non la vuoi davvero.
«Yukiko ha sempre fatto questa strada per tornare a casa? Beh, rassicurante.» commenta sarcastico.
«Ecco perché ho insistito per farla venire al dormitorio.» tolgo la mappa dal cellulare. «Conosco questa zona.»
«Sì?»
«Ci venivo a giocare con MerDeku quando andavamo all'asilo. È pieni di vicoli nascosti e i palazzi sono molto alti, perfetto per giocare a nascondino.»
«Tu giocavi a nascondino con Deku?»
Sembra sorpreso.
«Sì, ma non mi piace parlarne, okay?! Ho solo alzato l’argomento per farti capire com'è questo quartiere, tutto qua!»
«Va bene, va bene. Non ti scaldare.»
«Non mi sto scaldando!»
«Ovviamente Yukiko non sa quello che stiamo facendo, vero?»
«Certo che non lo sa. Non lo accetterebbe mai.»
«In questa cosa è simile a te.»
«Uh…? Che intendi dire?»
«C’è qualcosa di te in lei e qualcosa di lei in te anche se non sembra.»
Abbasso lo sguardo sui miei piedi e calcio un sassolino.
In effetti spesso e volentieri noi collaboriamo insieme e sembriamo una bella accoppiata. Anche se il quirk è l’acqua ed il mio sono le esplosioni riusciamo a collaborare e a riuscire nell'intento. Oppure lei mi aiuta in inglese.” sorrido tra me e me. “Lei è una capra in matematica mentre io lo sono in inglese, ci completiamo ed aiutiamo. Anche se la stuzzico spesso o la prendo in giro, mi piace quando mi sta intorno, apprezzo la sua compagnia. È carina, gentile e sa farsi rispettare nel momento del bisogno. È il mio opposto ma, è un’opposto attraente.

La voce di Shoto mi riporta alla realtà.

«Ehi Katsuki.»
«Sì?»
«Manca tanto?»
Alzo lo sguardo e mi guardo intorno riconoscendo il posto.
«No, ancora un paio di palazzi e siamo arrivati.»

Dopo alcuni momenti di silenzio ci fermiamo di fronte al palazzo dove vive Yukiko.

«Eccoci qua. Qual è il suo piano?»
Prendo il cellulare, apro lo screen e leggo.
«Lei vive al terzo balcone dal basso.»
«Ricevuto.»
Dalle luci accese sembra esserci qualcuno.
«Come pensi di agire? La porta del palazzo è aperta e non c’è bisogno di farsi aprire.»
«Semplice. Prendiamo l’ascensore ed irrompiamo in casa.»
«Così?»
«Vedi altra alternativa? Non se lo aspetterà mai un attacco a sorpresa, fidati!»
«Dovremmo prima assicurarci che i prigionieri non siano nel salotto.»
«Appena sfondo la porta con un calcio tu puoi usare il tuo ghiaccio per immobilizzare tutti.»
«Sì ma-...»
«Niente ma! Fidati di me, okay?»
«È questo quello che mi preoccupa di più.»
Sbuffo.
«Senti bastardo a metà, lo sai che non chiedo mai aiuto a nessuno. Però ho chiesto aiuto a te perché so che sei il più forte della classe, i nostri quirk insieme potrebbero funzionare però mi devi dare una mano.»
Annuisce.
«Okay, ci sto.»
Yukiko’s pov!!!

Quando raggiungo il mio quartiere, li vedo bofonchiare tra loro a vari metri di distanza dal mio palazzo.
Che cosa avevo in mente queste due teste di cazzo?!

«Kacchan! Todoroki!»

Li chiamo attirando la loro attenzione correndogli incontro ed appena mi vedono sbiancano.

«Y-Yukiko?!» esclamano all'usino.

Li raggiungo e mi fermo davanti a loro col fiatone.

«C-che ci fai qui…?» domanda Katsuki con voce tremante.
«Che ci faccio qui? Che ci faccio qui?! Se permetti, io ci abito qui. Voi che ci fate qui?!»
Sono un vulcano dalla rabbia.
«Avete la minima idea di quello che avete fatto?! Al dormitorio sono tutti preoccupati!»
«Aspetta Yukiko, facci spiegare.»
Shoto fa un passo verso di me ma lo blocco.
Do uno schiaffo a Katsuki.
«Questo è per essere venuto qui allo sbaraglio senza dirmi nulla!»
Mi volto verso Shoto e do uno schiaffo anche a lui.
«Questo è per essergli andato dietro invece di fermarlo!»
Si bloccano stupiti.
«Adesso andiamo tutti e tre a casa, chiaro?» resto in silenzio per pochi secondi. «Bene.»
Li prendo per mano pronta ad incamminarmi ma Katsuki mi ferma.
«No!»
«Kacchan...»
«Ho detto di no!»
Alzo per pochi secondi lo sguardo verso la finestra e vedo la sua sagoma.
Merda! Non è più sicuro per lui!
«Per favore Kacchan, torniamo al dormitorio.»
«Io non mi muovo da qui finché non risolvo la situazione!»
Dai suoi polpasetrelli vedo esplodere piccole fiammelle, si sta innervosendo.
Sospiro.
Santo Cielo, come devo fare con te, eh? Lo sai che adoro il tuo carattere ma non è il momento di fare gli eroi.
«Todoroki, puoi cominciare ad andare tu al dormitorio?» gli domando intrecciando le mie mani. «Almeno tu, dammi ascolti.»
Lui mi sorride e mi accarezza una guancia.
«Perché sei così carina…?» mormora.
Arrossisco violentemente.
«E va bene.» sorride. «Ti do ascolto solo perché sei tu.»
«Grazie.» gli do un bacio sulla guancia vicino alla cicatrice.

Aspetto che si allontana abbastanza e riporto la mia attenzione su Katsuki.

«Allora? Hai intenzione di rimanere qui per tanto tempo?»
«Non me ne vado finché non ho risolto la tua situazione.»
Intreccia le braccia.
«Non te l’ha chiesto nessuno di farlo.»
«Invece sì. Me lo hanno chiesto i tuoi occhi più e più volte.»
Si avvicina a me in modo che lo guardi negli occhi e percepisca il suo respiro. Non so perché ma mi piace quando si avvicina a me così tanto, è di una decina di centimetri più alto di me quindi devo alzare la testa.
«Ogni volta che si tocca quell'argomento i tuoi occhi diventano pieni di paura e mi pregano per salvarti e non esiste che io non lo faccia.»
«Ti stai mettendo in un guaio molto più grosso di quanto pensi, il ricattatore non è un villain da quattro soldi, ma uno molto potente.»

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


«Ma fammi il piacere! Un villain che usa un’altra persona per i suoi scopi, è solo un coglione ed incapace!»
«Ti sbagli, è potente. Stammi a sentire.»
Fa cenno di “no” col capo.
Sospiro.
«Preferisci che ti ficchi l’acqua in gola e ti faccia svenire?!»
Magari così si calma.
Sorride.
Si avvicina ad una panca, si siede su di essa, posa i gomiti sulle gambe, la testa sui palmi delle mani ed apre la bocca incitandomi a farlo soffocare con l’acqua.
Baka.
Mi avvicino a lui, sono tentata ma non riesco.
La sua bellezza mi spezza, cazzo.
Sorrido, poso l’indice, il medio e l’anulare sulla sua guancia destra e gli sposto il viso facendolo sorridere.
«Allora non sei così crudele con me.»
«Smettila di fare così, baka. Sono in grado di risolvere la situazione anche da sola.»

Mi abbasso alla sua altezza per poter ammirare meglio il suo viso.
Improvvisamente una voce mi provoca brividi di paura lungo tutto il corpo.

«YUKIKO!»

Kiki…?
Mi giro di colpo e vedo la mia sorellina corrermi incontro in lacrime.

«KIKI!»
Le corro incontro e la abbraccio forte a me.
«P-papà...» mormora tra le lacrime.
«Papà…? Cosa è successo a papà?»
La prendo in braccio e mi avvicino a Katsuki che rimane spiazzato. A lui non avevo parlato di Kiki.
«L-lei chi è…?»
«Lei è mia sorella Kiki… ci sono un po’ di cose che non ti ho raccontato Kacchan...»
«P-papà… papà ha fatto… ha fatto puff…» mormora mia sorella piangendo, nota Katsuki e gli fa cenno di farsi prendere in braccio. «Lui è il ragazzo boom boom che il cattivo dagli occhi blu vuole!»
Anche se confuso Katsuki la prende in braccio.
«Ragazzo boom boom..? Ragazzo dagli occhi blu…?»
«Sì!» lo stringe lei.
«Ed è in casa adesso?»
Annuisce.
«Ha fatto diventare papà di colore nero con la sua fiamma blu.»
Basta Kiki!
«Non preoccuparti bimba, adesso ci penso io e finisce tutti.»
«Salverai mia sorella come una principessa?»
Lui posa per un attimo lo sguardo verso di me che sono in preda al panico.
«Sì. La salverò come una principessa.»
Posa mia sorella a terra e corre verso casa mia.
«KACCHAN NO!»
Cerco di fermarlo ma è troppo veloce.
Katsuki’s pov!!!

Adesso basta, devo prendere posizione!

Mi tolgo il bomber e corro verso la casa lasciando Yukiko indietro. Mi do un’ultima spinta con i miei poteri ed entro nel palazzo. Sono così furioso che faccio le scale piuttosto che l’ascensore. L’adrenalina mi percorre tutto il corpo e non sento la stanchezza.
Primo piano.
Secondo piano.
Terzo piano.
Eccomi.
Mi avvicino alla porta prima di fare un respiro profondo.
Do un calcio alla porta sfondandola.
Faccio due passi all'interno, sembra tutto tranquillo.

«Ora sei tutto mio.»

Una voce familiare mi fa voltare.
Lui!
Non mi da il tempo di reagire che mi inietta qualcosa nel braccio.

«AHI!»

Stringo il braccio ed improvvisamente tutto diventa nero.
Yukiko’s pov!!!

Mi metto all'altezza di Kiki e la prendo in braccio.

«Kacchan… così si farà ammazzare...»
Prendo il cellulare e chiamo Ochako.
Squilla.
Squilla.
Squilla.
Squilla.
Squilla.
«Pronto Yukiko?»
«Ochako! Finalmente!»
«Ma che fine avete fatto tu e Kacchan? Todoroki ha detto che sareste arrivati tra pochi minuti… ci state facendo preoccupare.»
«È questo il problema...»
«Cosa è successo?»
«Dove sono Kirishima e Todoroki?»
«Sul divano, perché?»
«Digli che domani si devo dirigere dove Kacchan giocava da piccolo.»
«Cosa?!»
«Fidati. Todoroki sa di cosa parlo.»
«Ma cosa succede?»
«Fidati di me e digli questo.»
«Okay, okay.»
«Kacchan si fermerà a casa mia per la notte perché mio padre non si fida a lasciarci tornare ai dormitori a ques’ora.»
«Ricevuto.»
«Grazie Ochako.»
«Figurati tesoro.»
Riattacco.

Quando entro in casa con Kiki in braccio mi trovo Lui di fronte alla porta con un sorriso trionfante.

«Finalmente ce l’hai fatta.»
«È tutta colpa tua! Hai mandato Kiki da me perché ci hai visti dalla finestra!»
«Stavi cercando di mandare a monte il mio piano con i tuoi stupidi sentimenti!»
«Sempre meglio che darti ascolto! È una pazzia pensare che Katsuki si allei con te, non lo capisci da te?»
Lui sorride e fa un passo verso di me.
«Pensa piuttosto a consolare la tua povera mammina.»
Ridacchia in modo malvagio.
Ho i brividi dalla paura.
«Avevi detto che non li avresti toccati...»
«Perché mi fidavo di te. Ricorda che mi hai costretto tu a fare fuori tuo padre, è colpa della tua incompetenza.»
«Ora che gli farai…?»
«Gli ho iniettato un calmante in modo da bloccargli il quirk e darmi il tempo di legarlo.»
«Fai schifo...»
«Non è un mio problema.»
«Posso andare a vederlo?»
Sorride.
«Divertiti.»

Gli lancio un’occhiataccia mentre mi dirigo da Katsuki con Kiki in braccio.

«Ferma un secondo.» mi blocca.
Lo guardo confusa.
«La marmocchia la riporti nella sua cella, intesi?»
Alzo gli occhi al cielo.
«D’accordo...»

Mi lascia il braccio. Sospiro e raggiungo le celle, riporto Kiki nella sua.

«Sorellona a me non piace stare qui...»
«Non preoccuparti Kiki, domani sarà tutto finito. Devi resistere ancora un po’...»
«Lo dicevi anche prima...»
Singhiozza.
«Ma stavolta è per davvero. Ti fidi di me?»
«Sì...»
Le asciugo le lacrime coi pollici.
«Allora cerca di resistere ancora un po’.»
Annuisce ed io esco dalla sua cella chiudendola.
Mi sposto entrando in quella di mamma.
«Mamma...»
Mormoro.
«Yukiko!»
Mi corre incontro e mi stringe in lacrime.
«Mi dispiace tanto...» mormoro con la voce spezzata. «Non volevo che accadesse… mi-mi aveva promesso che...»
«Non preoccuparti tesoro mio...» cerca di consolarmi. «L’importante è che non ha fatto del male a te o a Kiki.»
«Ma papà…? Posso usare il mio quirk per guarirlo...»
«Ho cercato di salvarlo ma non c’è stato nulla da fare… le bruciature erano troppo avanzate per i nostri quirk.»
Mi asciuga le lacrime con i pollici.
«Ascoltami, perché non vai a salutare il tuo amico dall’altra parte? Secondo me è già sveglio.»
Come finisce la frase sento dei lamenti provenire dalla cella di Katsuki.
«Più aspetti più non lo accetterà.»
Mamma ha ragione. Devo provare a spiegarli le cose anche dal mio punto di vista.
«Va bene. Vado mamma.»

Le do un bacio sulla guancia, esco dalla cella chiudendola e raggiungo Katsuki.
La vista che trovo di fronte a me mi lascia bloccata dallo sgomento.
Katsuki è la blocca coperta da una mascherina di ferro che ha vari fori per far passare l’ossigeno, il busto legato ad una sedia, braccia immobilizzate e alle mani ha dei blocchi che non gli permettono di utilizzare il quirk.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Katsuki’s pov!!!

Sento un dolore lancinante alla testa.
Dove Diavolo sono..?
Apro lentamente gli occhi rendendomi conto di essere in un luogo vecchio, sporco e, direi, abbandonato.
Cerco di muovere il busto ma sono legato ad una sedia, le mie braccia e mani sono bloccate, non posso usare il mio quirk.
Merda.
Cerco di aprire la mia bocca per urlare ma escono solo suoni ovattati dalla mascherina sopra la mia bocca.
È uno scherzo questo?! Se lo è non è affatto divertente!
Provo a dimenarmi il più possibile per liberarmi ed improvvisamente la porta si apre, alzo lo sguardo trovandomi di fronte una sconcertata Yukiko.
Yukiko…? Che sta facendo qui…?
Si avvicina lentamente a me con gli occhi lucidi.

«Kacchan...»

È l’unica parola che riesce a pronunciare come un sussurro.
Mi accarezza i capelli ma sono confuso.
Perché non mi libera? Chi era quella persona alla porta?

«Adesso ti abbasso la maschera...»
Allenta la presa ed abbassa la mascherina che mi bloccava la bocca permettendomi di respirare a pieni polmoni.
Molto meglio!
«Ci sono tante cose che ti devo raccontare Kacchan...» si inginocchia di fronte a me. «Ho cercato di dirtelo ma, lui trovava sempre il modo di agire prima di me bloccando ogni mio movimento.» sospira. «Inizio col dire che io non volevo che finisse così… almeno non all'inizio.»
La guardo confuso.
«Lo ammetto che all'inizio seguivo solo i suoi ordini ma, dopo è cambiato tutto. Dopo che ho imparato a conoscerti meglio e ho passato più tempo con te ho capito che dentro di te non sei davvero cattivo, hai solo sofferto e preferisci affrontare le cose di petto che ragionarci troppo su. I miei sentimenti verso di te sono mutati anche se ho provato a negarlo fino all'ultimo...»
Yukiko…
«Sono costretta da lui a fare tutto questo io-...»
«Lui chi…?»
Sono le unici parole che riesco a pronunciare.
«Ce l’hai proprio di fronte a te.»
Alzo lentamente lo sguardo verso la porta e finalmente collego tutto.
Dabi.
Ecco chi era il suo ricattatore.
«Vedo che ti sei svegliato.» sorride avvicinandosi a me. «Spero che la mia collega ti abbia intrattenuto abbastanza mentre io ero via.»
Collega?!
Sono confuso.
«Come non te l’ha detto?» ridacchia. «Devi ringraziare lei se tu sei qui ora.» da una pacca alla schiena di Yukiko.
Poso lo sguardo su di lei ma evita il mio.
È stata in combutta con lui fin dall'inizio, era questo che voleva. Ha preso tutti in giro, me compreso. Traditrice.
«Bambolina perché non prepari qualcosa da mangiare per il nostro ospite speciale?»
Lei annuisce e se ne va a testa bassa.
Mi sento tradito ed incazzato allo stesso tempo.
«Se sono così speciale perché non mi liberi, Dabi?»
«Non sono così tonto mio caro Katsuki.» sorride. «Voglio solo assicurarmi che tu non mi faccia alcun scherzetto.»
«Che cosa vuoi da me?»
«Voglio solo chiederti di allearti con me.»
«Ci ha già provato il tuo amichetto mille facce e sappiamo bene entrambe come è andata a finire. Perché stavolta deve essere diverso?»
«Vedi… ho visto che c’è un rapporto speciale, quasi intimo, con la bambolina e mi chiedevo se sei così eroe da salvare la sua vita alleandoti con me.»
«Non mi importa più niente di lei. Chi lavora con te è quasi viscido quanto te.»
«Davvero?» sembra sorpreso. «Perché, fino a pochi minuti fa, sembrava che volessi difenderla a spada tratta.»
«Non più.»
Stringo i pugni.
«Allora, perché non ti allei con me per poter, finalmente, sconfiggere il tuo amichetto Deku? Hai sempre detto che volevi batterlo. Tu sei più forte di lui, ma con gli allenamenti che fai alla U.A. rischi di indebolirti e noi non vogliamo questo, vero?»
Parla, parla, tanto non ti ascolto.
«MerDeku può anche morire.»
«Questo è lo spirito che mi piace! Combattivo fino alla fine!»
Sorride.
«È per questo che ho bisogno di te, ho bisogno della tua potenza. Il tuo quirk ed il mio insieme saranno inarrestabili. Saremo anche più forti di All Might.»
Alzo gli occhi al cielo seccato.
«Fammi andare via e forse non ti ridurrò in cenere.»
Ridacchia.
«Come sei spiritoso.» sorride. «Dimenati, urla, scatenati quanto vuoi. Tanto da qui, non puoi uscire.»
Sorride dandomi una pacca sulla spalla ed esce dalla cella chiudendo la porta a chiave.

Che cosa cazzo è successo…? Ditemi che è tutto un brutto sogno. Maledetto me e che mi sono fidato!” sono un tutt'uno con la rabbia. “Ha sempre cercato di fare la santarellina ai miei occhi mentre collaborava con lui! E dire che l’ho voluta difendere a tutti i costi perché mi sono innamorato…

«DANNAZIONE!»

Voglio andarmene. Voglio radere al suolo questa merda di posto. Purtroppo per me, queste strane manette blocca-quirk me lo impediscono.
CHE NERVOSO!
Mi dimeno, cerco di liberarmi ma è tutto inutile.

Svariati minuti dopo la porta si riapre nuovamente facendo apparire Yukiko.
Ora che vuole? Piagnucolare perdono?

«Lo so che ora sei confuso, spaventato, arrabbiato e non sai dove ti trovi-...»
«Ma va? Come sei intelligente.»
Sospira e si guarda dietro per alcuni secondi.
«Io posso aiutarti.»
Si avvicina a me con un piatto di noodles piccanti e fumanti in mano.
«E tu, dopo tutto questo, ti aspetti che ti creda? Sei proprio ingenua!»
«Devi ascoltarmi Kacchan...» sospira. «Se non vuoi farlo per me, fallo per mia madre o per mia sorella. Loro non c’entrano con tutto questo. Se fosse stato per me non avrei nemmeno accettato!>> i suoi occhi diventano lucidi. <<«Io volevo fare la veterinaria, non l’eroina! Dabi ha catturato la mia famiglia usandoli come ostaggi e costringendomi ad aiutarlo.»
«Non mi interessa! Salverò tua madre e tua sorella ma di te non mi interessa. Sei una sporca traditrice.»
Alle mie parole scoppia a piangere ma fa finte di niente.
«V-va bene… lo capisco...»
Passa il dorso della mano destra sulle guance asciugandole. Prende con le bacchette una manciata di noodles e li avvicina alla mia bocca.
«Visto che Dabi non vuole liberarti le mani, sono costretta ad imboccarti.»
Sposto il viso.
Sospira, si mette sulle mie gambe.
«E-Ehi!»
Avvicina le labbra al mio orecchio.
«Se vuoi che ti liberi stanotte devi collaborare. Dabi mi darà una fiala di tranquillante per farti passare la notte ma io la verserò a terra così che tu possa recuperare le forze e liberare mia sorella e mia madre domani mattina.»
«Perché domani mattina…?»
«Ho chiamato Kirishima e Todoroki.»
«Tu hai fatto cosa?!»
«Dovevo inventarmi una scusa per la nostra mancanza al dormitorio e dovevo avvertirli per farmi aiutare. Da soli non ce la faremo contro di lui.»
«Parla per te.»
«Non capisci che non ti voglio fregare?! Non potrei mai su questo. Ora zitto e mangia!»

Anche se dentro di me non mi fido di lei, se voglio aiutare sua sorella devo fare ciò che mi dice e mi lascio imboccare.
Chiamare il bastardo a metà e Kirishima… come l’è venuto in mente fare un’azione così tanto stupida? Va bene che ha detto che la nostra presenza la tranquillizza-… volevo dire… va bene che ha detto che la loro presenza la tranquillizza, non significa che doveva metterli in mezzo. Soprattutto lei che non voleva che nemmeno io ci finivo in mezzo… in effetti, ora che ci penso, lei ha sempre insistito nel tenermi fuori da questa storia, forse perché voleva davvero proteggermi e non farmi catturare da Dabi…
Sospiro.
Maledette ragazze che mi mandate in confusione!

Dopo aver finito il piatto, mi da un bicchiere d’acqua fresa.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


«Cercherò di farti visita stanotte o all'alba, okay?»
«Fai quello che vuoi.»
Sospira e mi accarezza un’ultima volta i capelli.
«Smettila. Non mi fa più effetto.»
Lei abbassa lo sguardo, recupera il piatto, il bicchiere e se ne va lasciandomi completamente solo, al buio.

Se non fosse per questi blocca-quirk sarei già fuori di qui! Maledizione! Provo una serie di sentimenti contrastanti che mi sento in colpa solo nel provarli!” scuoto la testa cercando di schiarirmi le idee. “Pensa Kacchan, pensa! Yukiko non ha mai voluto che finissi in questa situazione o sbaglio? Quando Dabi la contattava cercava di cambiare discorso o faceva finta di nulla, quindi forse non è così traditrice come sembra… magari Dabi l’ha chiamata collega solo per farmi provare rabbia, dev’essere il suo obbiettivo: portarmi alla rabbia più totale e farmi esplodere. Purtroppo per lui, non accadrà. Ci sono tante cose che Yukiko mi deve spiegare. Non so se proverò lo stesso dopo aver sentito il suo punto di vista ma, almeno saprò per filo e per segno perché l’ha fatto. Gli unici innocenti qui sono i suoi genitori e sua sorella che si sono ritrovati in questa situazione senza nemmeno volerlo. Dabi è stato un grande stronzo a chiuderli qua dentro ed usarli come ricatto e costringerla.
Uffa! La mia testa è piena di pensieri che ho quasi paura di impazzire.
Cerco di chiudere gli occhi e provare a dormire.

Non so quanto tempo dopo, sento delle mani accarezzare le mie. Apro lentamente ma non ci vedo molto bene, è tutto buio.

«Va tutto bene Kacchan...» sussurra la figura di fronte a me.

È Yukiko.

«Sono le cinque del mattino, ho chiamato Todorki e Kirishima, saranno qui tra una ventina di minuti.»
«Ma che…?»
«I tranquillanti che voleva somministrarti Dabi li ho somministrati a mia sorella così che riuscisse a dormire.»
«Perché…? Perché stai facendo tutto questo…?»
«Voglio salvare l’amore della mia vita, non è ovvio?»
Quella rivelazione mi spiazza.
«Sono cosa…?»
«Non c’è tempo per parlarne ora.» posa l’indice sulle mie labbra. «Dabi arriverà alle sei e per quell'ora tu sarai già libero e potrai scagliare tutto il tuo potere contro di lui, okay?»
«Mi piace.» sorrido.
«Todoroki e Kirishima rimarranno fuori finché non gli aprirò la porta e mi aiuteranno ad immobilizzare Dabi mentre tu porterai in salvo Kiki e mia madre. Tutto chiaro?»
«Quindi: tu mi liberi, io mi sfogo su Dabi, tu, il bastardo a metà e Kirishima tramortirete maggiormente Dabi per poi immobilizzarlo mentre io salverò tua madre e tua sorella?»
«Vedo che impari in fretta.»
Sorride.
Sorrido.
Quella frase gliela dico spesso io.
«Appena tutto questo sarà finito, voglio delle spiegazioni, okay? Non ti ho completamente perdonata, voglio solo sapere il tuo punto di vista.»
«Certo, te le devo delle spiegazioni.»
«Ecco. Brava.»

Yukiko mi libera completamente, mi alzo in piedi stirandomi i polsi e mi sento come rigenerato. Sono carico al 100%.

«Sono pronto.»
Sorrido facendo scoppiettare i miei polpastrelli.
«Adesso rimani seduto, tra poco arriverà Dabi.»
Si avvicina alla porta.
«Dove vai?»
«A liberare mia madre dalle catene. Se rimango in questa stanza prendo fuoco.»
«Giusto.»

Mi metto seduto fingendo di essere ancora legato e sto a testa bassa mentre Yukiko esce.
Una decina di minuti dopo arriva Dabi.

«Ehi, sveglia!»
Mi da un calcio contro lo stinco.
Non reagisco.
«Sorgi e splendi!»
Altro calcio.
Non reagisco.
«Mi senti? Devi svegliarti!»
Altro calcio.
Non reagisco.
«Eroe da strapazzo ti devi-...»

Non fa in tempo a finire la frase che lo colpisco in volto con un’esplosione enorme. Continuo a colpirlo con tutta la rabbia in corpo cercando di tramortirlo il più possibile.
Cade a terra ma non mi fermo, è anche un po’ uno sfogo personale.

Sento dall'altra parte del muro Shoto ed Eijiro chiamarmi.

«KACCHAN? KACCHAN?»
«SONO QUA!»

Li chiamo continuando a colpire Dabi.

«Eccoti dove-… che ci fa Dabi qui?»
«È una storia lunga che vi spiegherà Yukiko, intanto legatelo con le corde che ha usato con me e bloccategli il quirk o sarà un bordello. Io vado nelle altre celle.»
«D’accordo!»

Mi sollevo dal corpo tramortito di Dabi e mi avvicino alle altre celle che sono aperte. Entro in una di esse.

«Signora Park? Sta bene?»
«Oh Santo Cielo! Allora il piano di Yukiko ha funzionato!»
Mi avvicino a lei cercando di calmarla.
«Sì, ha funzionato ma, lei dov'è?»
«Ha detto che chiamava un certo Aizawa… non ho capito bene...»
«Okay, allora finirà tutto per il meglio. Venga con me, prendiamo sua figlia più piccola ed usciamo da qui. Dabi è fuori combattimento.»
«Va bene.»

Annuisce e mi segue fuori, entro nella cella accanto e vedo la bambina che piange.

«Kiki.»
Mi avvicino a lei che mi protende le braccia per essere presa in braccio.
«Ragazzo boom boom
La prendo in braccio e noto che stringe tra le mani la mia felpa.
«Non preoccuparti, ragazzo boom boom è qui. Usciamo da qui.»
«Hai salvato me e mia sorella come delle principesse.»
Sorrido.
«È questo che fa un’eroe.»

Quando esco dall'appartamento vedo Yukiko col cellulare tra le mani che trema come una foglia.

«Dabi è fuori pericolo. Il bas-… Todoroki e Kirishima lo hanno immobilizzato.»
«Ti ringrazio Kacchan...»
Prende sua sorella in braccio.
«Ti devo la vita.»
«Non fare la manfrina. Ho detto che non ti ho perdonata!»

Ore dopo, è arrivato Aizawa con All Might e la polizia al seguito. Sono rimasti sorpresi di come abbiamo maneggiamo la situazione e come siamo riusciti ad immobilizzare Dabi.
La madre e la sorella di Kiki sono andate in ospedale per curare le ferite causate dalle manette mentre il cadavere del padre è stato portato all'obitorio. Hanno interrogato me, Yukiko, Shoto ed Eijiro su come abbiamo bloccato Dabi e se sapevamo qualcosa prima che mi catturassero. Successivamente hanno interrogato i miei compagni e i professori.
La giornata ce la siamo presa libera, io sono tornato a casa scortato dalla polizia e mia madre era sia fiera che preoccupata per me perché, secondo lei, non la faccio stare mai tranquilla.

Il resto della giornata l’ho passata a casa. Yukiko ha cercato di chiamarmi ma l’ho deliberatamente ignorata, ho ignorato tutti i miei compagni di classe. Ho una confusione in testa. Devo prendere una boccata d’aria fresca.
Indosso un maglione nero con delle fiamme blu sull'orlo, jeans strappati e mi metto le scarpe. Prendo il cellulare, gli auricolari ed esco di casa in direzione spiaggia.

Mi piace stare qui. Mi siedo sulla calda e morbida sabbia. Il suono delle onde mi rilassa e riesce a riordinare i miei pensieri.
Metto gli auricolari e faccio partire “Fire” dei BTS, mi porto le gambe al petto, ci poggio sopra le braccia e guardo le onde avvicinarsi e me. Nessuno potrebbe rovinare questo momento.
Svariate canzoni dopo sento una mano picchiettarmi la spalla, mi tolgo un’auricolare e volto il viso.

«Ciao...»

Come ha fatto a trovarmi?

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


«Ho chiesto a Kirishima dove fossi e lui mi ha detto di cercarti qui...»
Non le rispondo riportando la mia attenzione sul mare.
«Ti… ti devo delle spiegazioni… volevo incontrarti oggi ma hai evitato tutti miei messaggi e chiamate, così sono venuta a cercarti io.»
«Chissenefrega.»
«Posso sedermi accanto a te?»
Stoppo la musica e metto il cellulare insieme agli auricolari nella tasca.
«Prego.»
«Grazie.»
Si mette accanto a me e riesco a percepire il calore del suo corpo.
Cazzo il suo corpo… ho una voglia matta di baciarla… no! Katsuki no! Resisti.
Sospira.
«Il mio quirk è l’acqua e posso usarla sia per attaccare sia per curare le ferite delle persone e degli animali. I miei genitori, infatti, lavorano in una clinica veterinaria ed io volevo studiare per diventare veterinaria come loro, non volevo essere una eroina. O meglio, volevo essere l’eroina degli animali.»
Rimango in silenzio ascoltandola.
«La sera prima ero a dormire da un’amica, quando sono tornata a casa la mattina dopo, mi sono trovata Dabi in casa mia che aveva legato i miei genitori e teneva mia sorella tra le braccia puntandole le fiamme contro il viso.» sento il respiro spezzarsi. «Mi aveva detto che mi avrebbe lasciata in pace non appena gli avrei portato te. Aveva bisogno di te perché il tuo quirk è potente e voleva un’alleato simile a lui. Io non ti conoscevo prima di entrare alla U.A., avevo solo sentito parlare di te solo perché sei-...»
«Sono resistito all'attacco di un villain di melma… sì, lo so...» sospiro.
«Già… era tutto ciò che sapevo. Mi aveva detto che dovevo avvicinarmi a te e conquistare la tua fiducia così che ti avrei convinto a portarti a casa mia e… e catturarti...»
La guardo e noto che sta singhiozzando.
«I-il fatto è che… stando così tanto a contatto con te mi-mi ha portato ad innamorarmi di te… quando mi hai detto che io non ero il tuo tipo e che il bacio doveva essere un segreto mi sono sentita sporca ed illusa… ma posso capire perché volevi tenerlo segreto.»
«Yukiko-...»
«No. Fammi finire. Per me quel bacio quei succhiotti significano tanto anche se ho negato tutto fino all'ultimo. Dabi lo aveva capito che mi ero innamorata così ha usato Kiki come pretesto per farti salire… e i-il resto lo sai...»
Non riesco ad essere arrabbiato con una ragazza così pura e bella come lei.
Prendo il suo mento tra le dita e le do un bacio. Diverso dal primo, più dolce, più sincero.
Mi allontano e lei mi guarda stupita.
«Mi… mi dispiace di essermi arrabbiato con te, tu hai cercato di tenermi alla larga da quella situazione occupandotene da sola ed io non riuscivo a capirlo. Perdonami.»
«Sei tu che dovresti perdonare me… in fondo ho tradito la tua fiducia.»
«Ma so che tu non volevi, sei stata costretta.»

La attiro a me facendola sedere sulle mie gambe e la bacio con foga.

«Puoi perdonare questa testa di cazzo?»
Sussurro tra i baci, lei sorride.
«Io amo questa testa di cazzo.»
Sorrido e riprendo a baciarla.
Fine<3

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