a pretty good pair

di lawlietismine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 
e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà.
Non posso credere di essere di nuovo qui?? Boh, vabbè, stendiamo un velo pietoso. Io praticamente ogni anno o due me ne esco facendo l'apparizione mistica come la Madonna, solo per poi sparire di nuovo lol. Mi sembravano passati solo dei mesi dall'ultima volta in cui ho messo una sterek e invece sono passati due anni?? No comment. Il fandom qui è sempre attivo?? Spero di sì ugh. Io sarò pure sparita come autrice su efp, ma in questi anni ho continuato a vivere come lettrice accanita su ao3 lmao non ho mai abbandonato la sterek neanche per un istante. Questi due idioti me li porterò nella tomba.
Comunque, avevo iniziato a lavorare a questa fic tempo fa, solo per poi lasciarla nel dimenticatoio, fino a quando non mi ci sono rimessa e boh, forse ho beccato il momento giusto, perché oltre al prologo ho già altri due capitoli pronti e sto lavorando al terzo. Solo per questo ho deciso di pubblicarla. Anche se tbh ora mi sto sentendo un po' 
self-conscious uggghh 
Spero che il fandom qui non sia morto, rip, sennò vabbè lascio perdere tutto e torno a leggere e basta su ao3, bona. Ma sono contenta di essermi rimessa a scrivere, era da tanto che non riuscivo a farlo (cosa ovvia viste le numerose fic abbandonate) e mi mancava davvero molto, è una parte importante di me. 
Vabbé, spero semplicemente che vi piaccia/vi incuriosisca questo prologo! Lasciatemi un piccolo commento per farmelo sapere, se vi va^^ alla prossima, 

Lawlietismine 



 

A pretty good pair






 

b(i)atman – avviso: chiedo venia!! Ma il prossimo aggiornamento slitterà di qualche giorno perché sono stato troppo impegnato nell'ultima settimana uughh
 
thelonewolf: non ti preoccupare! Attendiamo con ansia, prenditi tutto il tempo che ti serve.

 
 

*

 
 

La vita a Beacon Hills è abbastanza tranquilla.
 
Anzi, senza "abbastanza": Stiles oserebbe definirla addirittura noiosa, onestamente. E se a dirlo è uno che ha a che fare con reati &co. per lavoro ogni singolo giorno, allora non può che essere vero, no?
 
C'è da dire, però, che fortunatamente qualche gioia anche Beacon Hills ogni tanto la dà. Una gioia discesa direttamente dal supremo monte Olimpo per graziare le vite dei poveri cittadini condannati altrimenti a un'esistenza misera e monotona. È una gioia scolpita nel marmo, probabilmente; una di quelle che quando passa rende perfino il tempo una nullità in confronto, perché anch'esso, proprio come le persone che circondano tale perfezione, si ferma: ogni sguardo la segue, ogni cosa sembra ruotargli attorno, attratta come una calamita, e Stiles giurerebbe di aver visto perfino la signora Dodds prestargli attenzione. E nessuno, nessuno attira mai l'attenzione della signora Dodds, tanto meno in modo positivo.
 
E per qualche casualità divina, per qualche incredibile gioco del fato, per qualche surreale ma fortunato responso delle stelle– la statua greca, sogno proibito di tutti e unica gioia di Beacon Hills ora come ora, non è altro che il vicino di casa di Stiles. E questa, sotto molti punti di vista, sarà pure una benedizione, sì, ma allo stesso tempo è per lui un'immensa tortura.
 
"Ugh" il lamento che lascia le labbra di Stiles è sofferente ma anche sognante, mentre se ne sta seduto in modo del tutto scomposto sul divano del suo appartamento. Con una mano si regge la testa, con l'altra sorregge vagamente il portatile che giace perlopiù abbandonato sulle sue gambe. "Ugh–" geme ancora. "Cosa diamine ho fatto di male nella mia vita precedente per essere costretto a subire questa eterna dannazione?"
 
Fuori dalla finestra, perfettamente nel suo campo visivo neanche a farlo apposta, c'è Derek.
 
Cioè– non proprio fuori dalla sua finestra. Magari! Derek Hale –nonché l'unica gioia di Beacon Hills, o così appunto è come Stiles lo definisce ripetutamente nella sua testa e a volte perfino quando parla di lui ad altri– se ne sta nel vialetto della propria casa, che per qualche stupenda coincidenza è proprio di fronte alla sua. Sta semplicemente scaricando la spesa dalla macchina, una delle cose più comuni e meno attraenti al mondo, ma Stiles è affascinato e ipnotizzato come avesse di fronte a sé il più grande spettacolo della giornata.
 
E in effetti è così, perché diciamocelo, quelle braccia sono qualcosa di grandioso. Stiles le ama. Le braccia, le mani, gli occhi e tutto il resto di quel corpo spettacolare.
 
"Ugh."
 
Derek Hale è troppo– troppo tutto, per essere di questo mondo. Per essere reale. E soprattutto per essere umano. Un comune mortale non può essere così perfetto, Stiles è quasi certo che sia illegale.
 
Forse… forse potrebbe arrestarlo per questo? In fondo è suo dovere combattere l’illegalità.
Potrebbe attraversare la strada, chiamare il suo nome per attirare la sua attenzione, perquisirlo con estrema cura ovunque, tirare fuori le manette che tiene attaccate alla cintura e unire il proprio petto alla sua schiena costringendolo tra sé e la sua bellissima Camaro così da elencargli i suoi diritti, sussurrandoli direttamente al suo orecchio– Diamine, quella sì che è una fantasia che sarebbe meglio non alimentare, se vuole preservare quel pizzico di sanità mentale che gli rimane. Un’erezione è l’ultima cosa che gli serve al momento e–
 
–e ovviamente troppo tardi, Stiles si rende conto che il bellissimo e profondissimo sguardo di Derek Hale non è più rivolto alla spesa né alla Camaro, bensì a lui, beccato in fragrante a fissare il vicino come uno stalker attraverso il vetro della finestra (e fantasticare su di lui come un maniaco, ma questo non può saperlo fortunatamente). Bene. Benissimo.
 
Stiles fa uno scatto così repentino per la sorpresa che per poco non gli vola a terra il pc e lui insieme a esso, ma per qualche miracolo riesce a recuperare l'equilibrio ed evitare il peggio. Quando alza di nuovo lo sguardo verso l'altro, sperando con tutto il cuore che si sia perso la scenetta imbarazzante, Derek lo sta ancora guardando, ora con un sopracciglio leggermente inarcato quasi a mo' di scherno (o probabilmente lo sta giudicando e basta) e Stiles vorrebbe sprofondare.
 
Dovrebbe chiuderla lì, distogliere di nuovo lo sguardo, definitivamente stavolta, ed evitare ulteriori figure, ma da idiota privo di qualsiasi controllo su di sé quale è, invece, esibisce un sorriso sbilenco e alza a mezz'aria la mano in un fallimentare saluto.
 
Derek, gentiluomo sempre e comunque, nonostante il palese disagio per fortuna ricambia il saluto con un cenno del capo quasi impercettibile, invece che ridergli direttamente in faccia a distanza e andarsene di fronte alla sua pateticità, poi riprende a  fare quello che stava facendo come niente fosse successo, non degnando Stiles della minima attenzione per un secondo di più.
 
"Bene, Stiles. Grandioso." borbotta Stiles tra sé e sé e poi cerca di prendere esempio da Derek: smette di fissarlo e torna ai suoi affari, perché l'ultima cosa che vuole è che il vicino chiami le forze dell'ordine per esporre un richiamo. Sarebbe umiliante. Anche perché Stiles è un agente del dipartimento. E soprattutto, suo padre è il fottuto Sceriffo. Sarebbe molto più che umiliante.
 
La sua attenzione allora torna sul portatile che tiene in grembo e allora sì che si sente patetico, perché ad accoglierlo trova quello a cui stava lavorando fino a poco fa, prima che l'arrivo dell'altro lo distraesse inevitabilmente: sullo schermo del pc se ne sta il capitolo incompleto di una stupidissima fanfiction che guarda caso, da fanboy imbarazzante quale è, non è altro che sull'ultimo libro scritto proprio da Derek.
 
Perché ovviamente Derek Hale, il suo  bellissimo, perfetto e irraggiungibile vicino di casa, protagonista una notte sì e l'altra pure di molti suoi sogni proibiti e non, non è altro che uno dei suoi scrittori preferiti.
 
Patetico è dir poco.



 



Penso di aggiornare una volta a settimana, partendo dalla prossima. Sempre che questo tentativo vada a buon fine e il fandom sia ancora attivo.   
Potete trovarmi su twitter per qualsiasi cosa!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 

e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà! 
I'm back con il primo capitolo e devo dire che mi mancava tantissimo la sensazione che si prova nell'aggiornare una fic TnT ma a parte questo, ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno messo la storia tre le preferite/seguite/ricordate e soprattutto chi ha speso un po' del suo tempo per lasciarmi una recensione e farmi sapere cosa ne pensava! Davvero, grazie mille, mi ha fatto tantissimo piacere.
Per quanto riguarda questo primo capitolo non ho niente da dire, spero solo che vi piaccia e che non ci siano errori, chiedo venia ma non ho un* beta, se mi è sfuggito qualcosa sentitevi liberi di farmelo notare e provvederò a correggere!  
Vabbé, come sempre spero che vi piaccia e lasciatemi un piccolo commento per farmelo sapere, se vi va^^ alla prossima, 
Lawlietismine 



 


Capitolo 1







b(i)atman – aggiornamento: ecco il capitolo!!! Scusate ancora per l'attesa dkfdjglf spero vi piaccia!!
 
 
*
 
 
Stiles se ne sta seduto malamente nella volante e non nella sua preziosissima Jeep come in realtà vorrebbe, visto che da fin troppo tempo è chiusa nel garage di suo padre: ogni tanto la usa giusto per non farle prendere troppa polvere e farle fare un giro, ma non è la stessa cosa, non è più come prima e questa è una delle cose che più gli spezza il cuore fra quelle a cui ha dovuto rinunciare quando ha iniziato a lavorare al dipartimento.
 
È parcheggiato fuori dalla clinica del Dr. Deaton, in attesa di Scott, che dovrebbe uscire da un momento all'altro così da passare insieme le loro rispettive pause dal lavoro, ma nell'attesa Stiles impiega il tempo mangiucchiando la ciambella che ha comprato poco prima al bar così da non farsi vedere da suo padre (e passare altrimenti da ipocrita, vista l’imperterrita campagna sulla necessità di mangiare in modo sano che gli impone da anni) e leggendo sul telefono le varie recensioni ricevute al nuovo capitolo postato la sera prima della sua fanfiction dedicata alla sua coppia preferita della sua saga preferita.
 
Cioè, in realtà non è proprio unicamente la sua saga preferita in assoluto, quanto il più recente progetto del suo autore preferito. E gli risulterebbe un po' difficile onestamente sceglierne uno preferito tra tutti quelli che ha seguito di Derek Hale.
 
Stiles lo adora. Passa quasi tutto il suo tempo libero a scrivere fanfiction sui suoi lavori ormai da anni.
 
(Quando non è troppo impegnato a fantasticare per ore sull'incredibile vita di coppia che potrebbero avere, se solo Derek non fosse così fuori dalla sua portata, ovviamente.)
 

 
thelonewolf: questo capitolo è fantastico, ne è valsa la pena di aspettare. Mi piace molto il modo in cui hai trattato la questione tra Dylan e Tyler, come sempre i personaggi sono caratterizzati alla perfezione e le sensazioni che riesci a trasmettere sono incredibilmente intense. Aspetto con ansia il prossimo aggiornamento per sapere cosa succederà, ma prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per scriverlo!
Alla prossima,
thelonewolf.
 

 
"Ce l'ho fatta!"
 
La voce di Scott lo riporta malamente alla realtà, allora Stiles blocca in fretta e furia il telefono, lo ripone alla cieca in tasca e cerca di placare l'entusiasmo che lo ha travolto come un fiume in piena leggendo le parole del suo recensore preferito e più attivo, puntuale come sempre nel lasciargli un pensiero sotto ciascun aggiornamento e ricoprirlo di complimenti che ingigantiscono efficacemente il suo ego ogni singola volta.
 
"Scotty! Bro! Finalmente" lo saluta, sperando di non essere rosso per l'imbarazzo nemmeno fosse stato beccato in fragrante a fare qualcosa di illecito. Per fortuna però il suo migliore amico è troppo innocente e con la testa tra le nuvole, ora proprio come quando erano due ragazzini, per poter anche solo sospettare qualcosa e senza neanche un secondo di perplessità, si lascia cadere sul sedile vuoto e inizia a raccontare la sua mattinata a lavoro.
 
“–per fortuna poi è arrivata la ragazza a riprenderselo, continuava a graffiarmi e va bene che tanto la ferita guarisce all’istante, ma se c’è una cosa che posso assicurarti è che fa lo stesso male! Non capisco perché mi odi così tanto!”
 
“Che ti aspetti dal tuo rivale naturale” sghignazza distrattamente Stiles, senza riuscire a controllarsi, mentre scorre sulla home di Tumblr (dopo 10 minuti di chiacchiere ininterrotte dell’altro, ha dovuto per la propria sanità mentale ritirare fuori il telefono, ringraziando la sua capacità di essere multitasking) alla ricerca di qualche nuova bella fanart su Tyler e Dylan, i personaggi del libro di Derek. L’unica cosa che lo costringe ad alzare lo sguardo verso l’amico è il verso confuso che riceve in risposta alla sua battuta: Scott lo sta fissando coi suoi occhioni splendenti, completamente spaesato e perso, e Stiles non può non alzare esasperato gli occhi al cielo perché al suo migliore amico, suo fratello, vuole un bene dell’anima ma non è per niente sveglio. Le sue battute sui cani collegate al suo essere un licantropo sono totalmente sprecate con lui. Ormai sono anni che va così, ma niente, non ne coglie mai neanche una.
“Come non detto, lascia perdere. Sarà gelosia, oppure pensava che la padrona l’avesse abbandonato, non prenderla sul personale! Ti amano tutti, lo sai, anche gli animali!”
 
E come per magia, Scott torna a splendere all’improvviso con un enorme sorriso stampato in faccia. Un secondo dopo sta già raccontando tutt’altro, il dispiacere per il gatto completamente dimenticato.
 
E Stiles torna a occuparsi della sua importante ricerca.
 
 
*
 
 
[ Il risveglio di Dylan è sempre un processo estremamente lungo.
Il suo corpo inizia a riconnettersi alla realtà ancor prima che lo faccia la sua mente: si rigira fra le coperte, si muove, mugugna inconsciamente versi sconnessi e incomprensibili. Di solito, però, quando succede è racchiuso in una presa ferrea, sovrumana e per quanto finga di volersene districare, in realtà fa di tutto per crogiolarcisi, facendosi più vicino a quella pura fonte di calore che è il corpo solitamente premuto contro il suo.
Lo stringe a sua volta fra le braccia, ci posa le labbra o ci appoggia la guancia, ci si nasconde contro come a farsi più piccolo: solo a quel punto inizia a svegliarsi davvero, abbandonando completamente il mondo dei sogni per riprendere conoscenza.
 
Stamani però, purtroppo per lui, si rende malamente conto che a quanto pare non si tratta di uno di quei giorni: il posto accanto al suo è vuoto, ormai freddo. Non c'è alcun corpo nudo a scaldarlo, nessuna mano a sfiorargli il fianco e nessun buongiorno sussurrato al suo orecchio ad attenderlo, nessun piacevole bacio. ]
 
Stiles picchietta sovrappensiero le dita contro il volante, mentre con l’altra mano tiene il telefono e rilegge ciò che ha scritto nelle note, cercando di capire quanto lo convinca o se sia meglio cancellare qualcosa. Poi, sempre con l’attenzione altrove, scende dalla macchina già parcheggiata davanti casa, la chiude e si incammina verso la porta d’ingresso, solo per fermarsi di nuovo sui gradini e mettersi a sedere lì per avere modo di aggiungere un semplice e veloce:
 
[ Il suo primo pensiero è che, beh, Tyler non c'è. Ed è palese. ]
 
Perché quando l’ispirazione colpisce, l’unica cosa da fare è cogliere l’attimo al volo. Troppe volte si è detto “nah, me lo segnerò dopo, tanto non me lo dimentico!, soprattutto nel bel mezzo della notte, solo per poi finire proprio per dimenticarselo e addio ispirazione, addio parti intere di fanfiction che mai hanno visto la luce, finite malamente nel dimenticatoio per sempre. Soprattutto per uno come lui, che pensa a mille cose al secondo e tenerne a mente una, importante o meno che sia, è impossibile. Ecco perché ora appena gli viene in mente qualcosa, si costringe a fermarsi e segnarsela, che sia sulle note del telefono o su un dannato tovagliolo al bar (sì, gli è capitato anche quello).
 
E quella che si è appena salvato non è neanche una parte della long che ha in corso, ma solo un’idea che gli è venuta per una one-shot che ha intenzione di scrivere prima di lavorare al capitolo dell’altra storia.
 
Si stava immaginando una scena del genere tra lui e Derek Hale, prima di decidere di trasformare quella bellissima e stimolante fantasia in una fanfiction? Beh, . Ovvio. In effetti è proprio così. E non è neanche la prima volta. Ma questo non dovrà mai saperlo nessuno.
 
Anche perché ormai sono quasi un paio di mesi che Derek si è trasferito nella casa davanti alla sua e anche se già da prima era stato fonte di estrema ispirazione per Stiles, da quando è diventato un soggetto reale, un soggetto che Stiles può guardare praticamente tutti i giorni in modo concreto anche se da lontano, non più solo su uno schermo grazie alle pochissime foto sfuocate e gli altrettanto rari video con pessima qualità fatti in modo fugace da qualche fan, beh… diciamo solo che il livello di ispirazione è salito alle stelle.
 
Sono quasi due mesi che cerca un modo per superare quella manciata di metri che li divide, per buttare giù quella barriera così fine che li tiene ancora separati, per smettere di fissarlo a distanza e finalmente, finalmente poterlo ammirare da vicino, anche se non sarà mai vicino abbastanza. Perché Stiles con Derek vorrebbe un tipo di vicinanza molto particolare, quello che richiede l’assenza di vestiti, una luce soffusa e–
 
“Ciao!”
 
Stiles non è per niente fiero del verso acuto che gli esce dalla bocca per lo spavento e negherà di essere stato lui a emetterlo per il resto della vita se necessario–
 
Ma la cosa perde totalmente importanza quando incontra lo sguardo del suo interlocutore: una bambina di sì e no 4/5 anni, gli occhioni verdi che lo scrutano incuriositi, i capelli un po’ mossi e neri lunghi fino alle spalle tenuti indietro da un cerchietto verde come gli occhi e con un piccolo fiocco laterale, le mani dietro la schiena mentre ondeggia sul posto con quel pizzico di timidezza non abbastanza forte da impedirle di approcciare uno sconosciuto ma abbastanza da farla sentire un po’ impacciata una volta fatto… Poi realizza cosa sta succedendo– la figlia di Derek è nel suo vialetto. Da sola.
 
“Ehm– Hey, piccola, che ci fai qui?” balbetta perplesso. “Dove hai lasciato–”
 
OLLY
 
La voce– o meglio, il grido che lo interrompe è impregnato di preoccupazione e Stiles guarda istintivamente dall’altra parte della strada, dove un Derek Hale palesemente arruffato come mai prima d’ora sta uscendo di corsa dalla porta di casa, guardandosi freneticamente intorno come un folle, lo sguardo terrorizzato. Stiles lancia un’occhiata veloce verso la bambina –e non può fare a meno di notare che i suoi occhi, al richiamo del padre, per un attimo si sono illuminati di una luce dorata del tutto inumana, dannazione, lo sapeva che Derek non poteva essere umano!– e fa per alzarsi, pronto a chiamare l’altro e rassicurarlo, ma Derek prende un respiro profondo e un istante dopo i suoi occhi trovano quelli di Stiles senza alcuna esitazione.
 
E, okay, a quanto pare d’ora in poi Stiles dovrà stare davvero molto attento alle cose che sospira in quel suo modo sognante sul proprio vicino, quando il suddetto vicino è nei paraggi.
 
“Olivia Hale” la chiama di nuovo, stavolta col tono serio tipico di una imminente sgridata, ma nonostante questo nella sua espressione il sollievo è palese, come anche un po’ di preoccupazione residua. Attraversa di corsa la strada, avvicinandosi ai due con un passo svelto ma che Stiles a questo punto capisce essere in realtà trattenuto, perché per esperienza, visto Scott e le infinite avventure per cui in passato si sono ritrovati a correre come matti per non rimetterci la pelle, sa benissimo che altrimenti sarebbe potuto arrivare al loro fianco in un batter d’occhio. “Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere–”
 
Stiles sente quasi l’istinto di mettersi tra i due e inventarsi qualcosa che giustifichi la situazione, così da evitare il rimprovero a Olivia e placare l’altro, per fortuna però se ne resta buono al suo posto. L’ultima cosa che gli ci vuole è mettersi tra un padre e una figlia, soprattutto licantropi, che di natura sono territoriali e hanno tutti i loro modi di fare particolari all’interno di un branco. Come minimo si ritroverebbe i denti di Derek alla gola e decisamente non nel modo in cui gli piacerebbe–
 
“Hey– Hey! Ehm– non ci siamo mai presentati e questo è decisamente il modo peggiore, ma che vuoi farci! Sono Stiles! Il tuo vicino– ovviamente, perché sto qui, in questa casa–” sbotta, restando al suo posto e smanacciando alla cieca per indicare l’appartamento alle sue spalle, come se non fosse del tutto scontato, ma come al solito è più forte di lui e l’agitazione ha ormai già preso il sopravvento. “E la bambina sta bene! È qui! Ma è ovvio anche questo, perché puoi benissimo vederla– Ma non l’ho rapita! Non– è venuta lei qui! Nessun rapimento, nessun motivo per agitarsi! Cioè– hai tutto il diritto di agitarti! Immagino lo spavento! Ma sta bene, è qui! Sono un agente del dipartimento, quindi era in ottime mani! Non che tu debba fidarti sulla parola, potrebbe benissimo essere un modo per depistarti, sono uno sconosciuto– Ma non è così! Giuro! Sta bene! È andata bene– e adesso è meglio se la smetto di parlare, sì, scusa, non lo faccio apposta!”
 
Stiles vorrebbe poter sprofondare nel nulla. Essere in grado di far aprire una voragine sotto di sé per essere risucchiato e arrivare direttamente negli Inferi, così da evitarsi questa agonia, perché Derek Hale lo sta fissando con un’espressione allibita, le sopracciglia corrucciate che quasi raggiungono l’attaccatura dei capelli da quanto sono su e– diamine, le numerose fantasie di Stiles non erano affatto esagerate, l’uomo che ha di fronte, adesso più vicino che mai, è bellissimo.
 
E sta continuando a guardare Stiles in silenzio, in un modo del tutto indecifrabile, senza muoversi di un centimetro, quasi pietrificato.
 
E beh, le sue possibilità (già estremamente basse) di conquistarlo a quanto pare sono irrimediabilmente sfumate sotto lo zero in un mero istante. Bene.
 
Poi però Olivia tira su col naso e Derek al solo sentirla piangere torna immediatamente alla realtà e si lascia sfuggire un verso sofferente, percependo sicuramente le sue emozioni negative miste al pianto, prima di lasciar perdere del tutto Stiles e accucciarsi per prendere tra le braccia la figlia, che subito nasconde il volto nell’incavo del suo collo in un gesto che Stiles riconosce benissimo nella sua intimità e riservatezza.
 
“È tutto okay, Olly, ma non devi farlo mai più” le sussurra all’orecchio, mentre la stringe forte in un abbraccio rassicurante. Stiles si sente quasi di troppo in questo quadro familiare e sta seriamente meditando se restare o sgattaiolare in casa senza dire nulla. Poi però Derek, dopo qualche secondo, alza di nuovo lo sguardo fino a incontrare il suo e Stiles potrebbe quasi giurare che le punte delle orecchie dell’uomo che gli sta di fronte si siano tinte un po’ di rosso, ma sarebbe assurdo, perché– “Scusa, mi sono addormentato per qualche minuto e l’ho persa di vista.” Spiega pacatamente, interrompendo il suo flusso di pensieri e Stiles non può fare a meno di squadrarlo per un brevissimo istante, apprezzando infinitamente il modo in cui i normalissimi pantaloni della tuta gli stanno addosso, prima di tornare a guardarlo negli occhi. Occhi che da vicino racchiudono una galassia intera: potrebbe restare ad ammirarli per una giornata senza stancarsi neanche un po’. E dannazione, Stiles spera con tutto il cuore che ciò che pensa e prova nei suoi confronti al momento non sia palese ai sensi sviluppati del licantropo. “E grazie per averla fermata, davvero.”
 
Stiles vorrebbe dirgli che non ha fatto niente, che è stata lei a piombargli sotto il naso all’improvviso e che lui ha fatto solo in tempo a pronunciare mezza frase. Non ha fatto letteralmente nulla. Ma Derek non sembra interessato a sentirsi dare una risposta, perché appena Stiles annuisce come il completo idiota quale è, scrollando le spalle a mo’ di figurati con l’aggiunta di un sorriso che probabilmente a vedersi sarà solo inquietante, Derek sorride lievemente a sua volta e poi come è arrivato, se ne va.
 
 
Non che a Stiles dispiaccia più di tanto guardarlo mentre si allontana: quei pantaloni gli stanno veramente da dio.



 


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 

e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Ehilà! 
OMG i'm back, scusate il ritardo aaaa!! Ho questo piccolo problemino: non mi accorgo del tempo che passa ugh!! E la mia memoria è pessima, quindi anche se mi accorgo che sono in ritardo, mi dico "ele, devi aggiornare" e poi rip me ne dimentico tre secondi dopo e passano altri 29483 secoli! Mai una gioia lmao però oggi sono entrata per caso su efp e mi sono accorta delle recensioni, quindi mi sono obbligata ad aggiornare! Davvero, grazie mille TnT♥♥♥♥ mi hanno dato la spinta di cui avevo bisogno. Poi questo mese è stato un periodo di alti e bassi, ma in questi ultimi giorni sono incredibilmente di buonumore quindi devo approfittarne! Il capitolo l'avevo già finito tempo fa, l'ho appena riletto velocemente ma non mi sono concentrata troppo sennò come minimo alla fine cambiavo idea e cestinavo tutto (infatti dopo la rilettura veloce, mi sono venuti duemila dubbi e non mi convince più granché ughhh)- ma spero vi piaccia e che non ci siano errori! ;-; 
Sono già a buon punto con il terzo, ma prima di pubblicarlo vorrei almeno iniziare il quarto, così da non rimanere troppo indietro!   
Lasciatemi un piccolo commento, se vi va, mi fa davvero sempre un immenso piacere leggerli e mi danno un sacco la carica per scrivere ancora^^ alla prossima, 
Lawlietismine 



 


Capitolo 2




 
 

 
Il fatto è che… Derek Hale non è solo attraente. Sì, Stiles fantastica per ore e ore e pensa a innumerevoli cose decisamente vietate ai minori con lui come protagonista. Ma non è solo questo.
 
Stiles pensa anche a Derek che scarica la spesa dalla macchina, una cosa così comune, domestica. Pensa a quando lo vede rientrare con la piccola Olivia in braccio, magari con lei addormentata contro la sua spalla, pensa a quando li vede giocare entrambi nel vialetto di casa con una complicità unica, prima di entrare definitivamente e chiudersi la porta alle spalle, lasciando il resto del mondo fuori. Pensa alla preoccupazione nel suo sguardo al pensiero di averla persa di vista, al modo in cui l’ha abbracciata riversandole addosso tutto il bene che le vuole. Pensa a quella volta in cui lo ha visto aiutare la signora anziana due case accanto alla sua, perché il gatto si era arrampicato sull’albero e non riusciva più a scendere– praticamente una delle cose più cliché tra i cliché, ma ugualmente così wow da lasciare Stiles a rimuginarci per ore con una sensazione quasi di dolore nel petto per la troppa dolcezza. E okay, va bene, ora Stiles sa che per lui deve essere stato un gioco da ragazzi visto che, insomma, la forza sovrumana e tutto il resto giocano a suo favore– ma il concetto è un altro. Derek è grande e grosso, quasi sempre con un’espressione seria stampata in faccia e sì, probabilmente riuscirebbe a intimidire chiunque. In più sembra (ed è) totalmente irraggiungibile. Ma superato questo aspetto esteriore, in realtà pare così premuroso, così amorevole.
Quando guarda la figlia, poi, i suoi tratti si addolciscono in una maniera unica che farebbe crollare definitivamente chiunque ne sia spettatore. E Stiles… Stiles non può fare a meno che immaginarsi stretto tra le sue braccia mentre se ne stanno sdraiati insieme sul divano, coperta sulle gambe, film di Star Wars in tv (–sì, Star Wars, questa è la sua fantasia e lui ama Star Wars!) e Olivia che scorrazza ridendo intorno a loro.
 
Quindi no– Derek Hale non è solo attraente ai suoi occhi.
 
Forse è questo il problema più grande. È addirittura peggio della questione Lydia ai tempi del liceo.
 
E a proposito di Lydia– “Sei un idiota” lo rimprovera lei come fosse un dato di fatto ormai appurato, la voce un po’ distante a causa del vivavoce. “Mi chiedo come sia possibile che tu non sia già andato a bussare alla sua porta, davvero. Sta lì da quanto? Due mesi? Tre? E non hai trovato un modo per interagire con lui che non sia osservarlo come uno stalker da lontano?” forse confidarle le disgrazie della sua (inesistente e irrealizzabile) vita amorosa non è stata un’idea geniale, ma con qualcuno doveva pur sfogarsi. E Scott è ancora meno adatto. Sì, qualche volta quando è con lui fa qualche commento, racconta alcune cose. Ma i consigli, soprattutto in questo campo, non sono il suo forte: è troppo ottimista e sognatore, un eterno romanticone che vive in una favola in cui tutto è perfetto e possibile. Doveva aspettarsi però che in Lydia, al contrario, non avrebbe trovato proprio una grande empatia. “Davvero, Stiles? Hai dovuto aspettare la fuga di una bambina per trovarti a meno di 30 metri da lui? Hai perso colpi dai tempi in cui avevi una cotta per me o cosa?
 
Stiles non sa se sprofondare maggiormente per il suo aver tirato in ballo i tempi oscuri in cui credeva di essere follemente innamorato di lei (tempi morti e sepolti, fortunatamente, perché quella che ha avuto l’occasione di nascere e crescere tra loro è una stupenda amicizia che non cambierebbe con altro per niente al mondo) o per il fatto che ha ragione.
 
Al liceo a volte era stato così spudorato e imbarazzante che ogni tanto ancora si sorprende che Lydia non gli abbia voltato le spalle disgustata.
Cioè– diciamocelo, sì, gli ha voltato le spalle disgustata, ma solo per quanto riguarda la sua patetica infatuazione fondata su poco o nulla di concreto. Non gli ha voltato le spalle all’idea di una possibile amicizia.
 
“Ho imparato dai miei errori, Lyds! Mi stai seriamente dicendo di comportarmi con lui come mi comportavo con te? Rovinerei tutto nel giro di mezzo secondo!” le risponde allibito, spalancando il frigo per trovare qualcosa da mangiucchiare. Oppure alcool. Vuole affogare tutti i suoi problemi nella vodka che non ha, possibilmente.
 
Ovviamente no. Ma neanche fare così come stai facendo. Ti stai comportando come–
Ma chi è? Stilinski?” la interrompe malamente la voce di Jackson in sottofondo e Stiles alza gli occhi al cielo, perché ci mancava solo lui in questo discorso. “Non ce ne frega niente dei tuoi problemi amoros–” il suono di una botta secca lo fa zittire e un secondo dopo gracchia un ahi! che dà a Stiles una vaga idea del fatto che probabilmente Lydia deve averlo colpito, più per l’essere stata interrotta che per la mancanza di grazia e tatto nelle cose dette.
Non mi interrompere, idiota–” sbotta infatti lei. “Ti stai comportando come un codardo, Stiles. Stai facendo l’adolescente patetico e direi che l’adolescenza dovresti essertela lasciata alle spalle già da un pezzo. Quindi tira fuori un po’ di carattere e fai qualcosa a riguardo, perché se riceverò l’ennesima chiamata solo per sentire i tuoi piagnistei, ti giuro che torno a Beacon Hills per porre fine alla tua miserabile vita.
 
“Wow Lyds, tu sì che sai come far eccitare un uomo–” (l’indignato “Stilinski, stai parlando con la mia ragazza!” viene bloccato da un altro suono secco e Stiles non può che esserne compiaciuto) “ma a parte questo, non ti prometto niente. Non hai davvero idea della divinità di cui stiamo parlando– cioè forse sì, qualche foto in giro c’è–” anche se pochissime e mai prese bene: Derek ha quasi sempre la testa bassa o gli occhi chiusi e ora Stiles capisce il perché. Farsi una dannata foto con Scott d’altronde è sempre un’impresa, visto che escono tutte rovinate per il bagliore innaturale agli occhi. “–Ma nonostante sia già wow in foto, beh, dal vivo…” terminare la frase è impossibile, Stiles non conosce termini adatti a descriverlo appieno, forse non esistono neanche, ma il sospiro tremolante che gli abbandona le labbra probabilmente trasmette l’idea.
 
A distanza, Jackson emette un verso strozzato come se stesse vomitando. Il bastardo.
 
Lydia invece resta per un attimo in silenzio, poi– “Dio mio, Stiles, sei già sul punto di non ritorno.”
 
E Stiles non può darle torto.
 
È spacciato, lo sanno entrambi.
 
 
*
 
 
Stiles è in cucina, fornelli accesi perché per una volta si sta concedendo di cucinare un pasto normale invece che qualcosa di surgelato e musica a volume medio, così da non beccarsi l’ennesima occhiataccia della signora Dodds o uno dei suoi biglietti di protesta lasciati sul cofano della macchina in quel suo modo totalmente passivo-aggressivo su cui Stiles vorrebbe consigliarle di lavorare un pochino con uno specialista. Quella donna non apprezza i suoi impeccabili gusti musicali, a quanto pare.
 
È troppo occupato ad assecondare Shakira e i suoi fianchi che non mentono, per poter realizzare che quando il campanello suona e lui si avvicina spensierato alla porta a tempo di musica, in mano un mestolo sporco di sugo con cui esibirsi in coro (perché chi è lui per non rispondere “sì!” al come se llama e bonita?) e passi di danza molto discutibili, forse prima di aprire dovrebbe ricomporsi un attimo.
 
Ma Stiles non è noto per la sua capacità di rendersi presentabile o fare una buona impressione.
 
E quindi, quando spalanca la porta di casa a suon di Shakira Shakira– ad attenderlo dall’altra parte con un’espressione indecifrabile c’è ovviamente Derek Hale in tutta la sua splendente gloria e Stiles si sente irrimediabilmente morire dentro, perché questo è proprio il riassunto della sua vita.
 
I due si guardano per un istante in completo silenzio, se non per la canzone che pian piano per fortuna giunge al termine in sottofondo. E Stiles vorrebbe attivare il cervello per dire qualcosa, qualsiasi cosa (o morire direttamente, sprofondare negli Inferi e non tornare più), ma nella testa ha incredibilmente il caos assoluto e il nulla cosmico allo stesso tempo, quindi l’unica cosa che riesce effettivamente a fare è spalancare la bocca senza emettere alcun suono.
 
Per fortuna, però, prima che possa ridicolizzarsi ulteriormente, Derek allunga le mani verso di lui, cogliendolo totalmente alla sprovvista, tanto che per poco non si ritrova malamente a terra inciampando nei suoi stessi piedi nell’indietreggiare per riflesso condizionato, e a quel punto potrebbe farsi qualche piccola domanda anche per quanto riguarda la sanità mentale dell’altro, ma si rende conto che il suo non è stato un tic nervoso: tra le mani ha qualcosa, che sta offrendo a Stiles.
 
Una torta.
 
Una torta?
 
Stiles la fissa come fosse materia aliena.
 
“Cosa–”
 
“Per ringraziarti. Per l’altro giorno.” Lo anticipa Derek e Stiles dal suo modo di parlare un po’ secco e dalla sua espressione seria non riesce a capire bene se il gesto sia volontario o se l’abbiano obbligato. Teme quasi la seconda. Ugh. “E per presentarmi. In ritardo.”
 
Beh. Forse un po’ del sugo che stava preparando è finito a terra mentre cucinava, ci è scivolato sopra e ha perso i sensi battendo la testa sul bordo del fornello, e questo in realtà è tutto frutto della sua fervida immaginazione mentre se ne sta morente sul pavimento. Non c’è altra spiegazione sensata a ciò che sta accadendo. Perché Derek Hale non può essersi presentato davvero alla sua porta. Tantomeno con una torta che sembra essere fatta in casa. Per Stiles.
 
Stiles, che solo ora si ricorda delle condizioni in cui è e che in un istante lancia alla cieca alle proprie spalle il mestolo che ancora teneva in mano, per poi poggiarsi con inesistente disinvoltura allo stipite della porta con un sorriso probabilmente squilibrato stampato in faccia.
 
“Ehm– Non devi!” È la prima cosa che gli esce dalla bocca, poi: “ringraziarmi, intendo!” aggiunge velocemente. “Sono–” inizia, porgendo la mano con cui un secondo prima si stava grattando distrattamente il collo un po’ nel panico, ma Derek lo interrompe ancora una volta.
 
“Stiles,” conclude al posto suo, cogliendolo totalmente alla sprovvista, perché, dannazione, Derek Hale si ricorda il suo nome. “Io sono Derek” continua, stringendogli la mano per un attimo, che nonostante duri più del dovuto per Stiles sembra durare comunque troppo poco.
 
Ed è già tanto che si sia trattenuto dal rispondergli istintivamente “lo so”, perché l’ultima cosa che vuole sinceramente è che Derek venga a sapere che il suo imbarazzante vicino è anche un suo fan. Però almeno si ricorda di prendere la torta che l’altro gli sta ancora porgendo con l’altra mano e addirittura di ringraziarlo come una persona normale. Ha un odore incredibilmente invitante. La torta, ovviamente. Ma Stiles è sicuro che la stessa identica cosa valga anche per Derek, se solo potesse avvicinarsi a lui quel tanto da accertarsene di persona. Oh, quanto lo vorrebbe.
 
Poi però si rende conto che il silenzio tra loro si sta prolungando in una maniera tendente all’imbarazzante, ma soprattutto–
 
“Hai lasciato qualcosa sul fuoco?” chiede Derek arricciando leggermente il naso, il suo super olfatto probabilmente disturbato, proprio nello stesso momento in cui anche Stiles si rende conto della cosa.
 
Stiles spalanca gli occhi, probabilmente anche la bocca, e non vuole pensare all’attraentissima immagine di sé appena dipinta di fronte a una delle persone più belle mai viste prima, ma l’istante dopo scatta verso la cucina (riesce perfino a raccogliere al volo il mestolo che aveva lanciato e su cui stava per cadere), abbandonando Derek sulla porta con un “il sugo!! Aspet– no! Entra pure! AH!” urlato alle proprie spalle senza un minimo di senso.
 
La torta in cucina ci arriva miracolosamente intatta.
 
E anche Stiles.
 
“Giusto in tempo,” sospira sollevato, prendendo un mestolo pulito. “Ci manca solo che arrivino i pompieri a far casino con le sirene a causa mia e allora sì che per me è la fine, la signora Dodds come minimo passerebbe dai biglietti minatori alle apparizioni sceniche da film horror davanti alle finestre. Già ce la vedo oltre il vetro, al buio, magari una torcia sotto il mento e con il suo sguardo inquietante dritto verso di me–” Stiles non sta necessariamente parlando a qualcuno, sono più le volte che farnetica tra sé e sé sinceramente, è una tremenda abitudine, ma si rende conto che Derek deve averlo sentito per forza  anche dall’ingresso –beh, super udito!– e vorrebbe schiaffeggiarsi da solo, perché peggio di così non potrebbe andar–
 
Quando si volta verso il tavolo per prendere il panno per asciugarsi le mani che si è appena lavato, Derek è lì. E Stiles sobbalza inevitabilmente per lo spavento, poi, ovviamente il suo cervello si concentra su un dettaglio importante e allora altro che spavento, Stiles inorridisce.
 
Perché in bella vista sul tavolo, dove prima di mettersi a cucinare aveva passato un’oretta lavorando, c’è uno dei libri di Derek. E accanto, rivolto proprio verso l’ospite a sorpresa, c’è lo stramaledetto portatile su cui stava lavorando alla fanfiction– Stiles scatta in avanti con una velocità che farebbe invidia a quella dei suoi cari licantropi e mezzo secondo dopo chiude lo schermo del pc con una violenza di cui si pente all’istante, sperando tra sé e sé di non aver rotto niente.

Per il libro non c’è nulla da fare. Vorrebbe tirare via pure quello, ma attirerebbe maggiormente l’attenzione. Inoltre, Stiles si rende tristemente conto che Derek, probabilmente per colpa della sua scenata per eliminare le prove della fanfiction, l’ha già notato.
 
“Derek! Hey! Ti ho già ringraziato per la torta? Davvero, sembra fatta in casa, sarà sicuramente buonissima, ma non dovevi! L’hai fatta tu? Sono certo che tu sia mille volte più bravo di me ai fornelli–” tenta invano di distrarlo, chiacchierando a manetta, una risata nervosa a fare da contorno al tutto. “Dovresti mangiarne un pezzo insieme a me, che dici? Accomodati pure in salotto, che te ne porto un po’!” 
 
Ma quando Derek distoglie finalmente lo sguardo dal libro, è solo per rivolgerlo a Stiles e sembra onestamente sorpreso.

“Hai letto il mio libro?” Chiede, ignorando del tutto i suoi discorsi deliranti, e dal modo in cui lo dice sembra quasi che la cosa lo destabilizzi, come se contemplarne la possibilità fosse surreale. Stiles non capisce se sia perché è uno di quelli che si straniscono all’idea che il proprio lavoro sia noto e apprezzato anche di fronte all’evidenza o, cosa che teme parecchio e che purtroppo è molto più probabile, perché non si aspettava che Stiles fosse uno dei tanti fan, andando a pensare di conseguenza che probabilmente sia meglio mantenere le distanze d’ora in poi.
 
E non può neanche mentire. Primo perché, beh, il libro è proprio lì in mezzo a loro come prova inconfutabile. Secondo, ancora– super udito: il battito sfalsato lo smaschererebbe all’istante.
 
L’unica cosa che può effettivamente fare è evitare di mostrargli che è un fan sfegatato, ma solo uno che sì, causalmente ha letto il suo libro, niente di più.
 
Almeno non si è accorto della fanfiction.
 
“Quello?” chiede con tono vago. “Sì– sì, l’ho letto, è un bel libro” continua, trattenendo a fatica la serie di elogi che gli riempiono la testa e che vorrebbe scaricargli addosso per trasmettergli quanto in realtà lo ami quello stramaledetto libro. Bello? Lo ha letto? È un eufemismo. Quel libro è stupendo e Stiles lo ha riletto così tante volte che l’ha praticamente consumato.
 
Ma nel suo farneticare, quando si ammutolisce e cerca di decifrare la reazione di Derek nella speranza che non l’abbia seriamente catalogato come fan psicopatico da evitare a tutti i costi nel giro di mezza frase, Stiles si rende conto che nonostante l’espressione sia in effetti seria e tendente al potrei spezzarti in due in un secondo se fai un solo passo verso di me, le punte delle sue orecchie dicono tutt’altra cosa–  
 
Derek è arrossito.
 
Proprio come qualche giorno fa.
 
Ed è impercettibile, una cosa che tra l’altro stona totalmente con quello che trasmette invece la sua espressione, ma è lì. Indiscutibile. Stiles lo nota al volo, perché notare i dettagli fa parte di lui in un modo ormai naturale, visto che, beh, è una parte importante del suo lavoro; ma anche perché i suoi occhi studiano Derek a fondo, lo ripercorrono con attenzione per catturare più dettagli possibili, per immagazzinare ogni singola cosa, ogni volta che si posano su di lui. Era impossibile che gli sfuggisse un particolare così fondamentale.
 
Ed è la cosa più dolce, tenera ed emozionante che abbia mai visto.
 
Derek arrossisce.
 
Stiles sente l’incessante bisogno di riempirlo di complimenti a ogni occasione possibile, d’ora in poi, solo per vederlo arrossire imbarazzato in risposta, perché scoprire la reazione di Derek ai complimenti è la cosa più affascinante che potesse capitargli oggi. Una scoperta elettrizzante. È la sua nuova cosa preferita. Un dettaglio che va dritto tra tutti quelli per cui ai suoi occhi Derek Hale non è solo attraente.
 
Ugh. Stiles sente una fitta al cuore di fronte a tanta tenerezza.
 
E diamine, quanto deve essere perso per poter associare Derek Hale a termini come dolce e tenero? È definitivo, Stiles è cotto a puntino più del sugo ormai finito nel dimenticatoio alle sue spalle.

 


 


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