Sognando L' Amore

di Lita_85
(/viewuser.php?uid=1149169)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Foglie d'inverno ***
Capitolo 2: *** Occhi Di Ghiaccio ***
Capitolo 3: *** Desiderio ***
Capitolo 4: *** Tempo e Spazio ***
Capitolo 5: *** Tormento ***
Capitolo 6: *** Tra le Onde ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni ***
Capitolo 8: *** Nel mio Cuore ***
Capitolo 9: *** Tra Le Sue Braccia ***
Capitolo 10: *** Verrò Da Te ***
Capitolo 11: *** Sonno Profondo ***
Capitolo 12: *** Un giorno... ***
Capitolo 13: *** Sensi Di Colpa ***
Capitolo 14: *** Sopravvivere ***
Capitolo 15: *** Dimenticare ***
Capitolo 16: *** Verità Nascoste ***
Capitolo 17: *** Inaspettato ***
Capitolo 18: *** Stringimi a te ***
Capitolo 19: *** Vane Speranze ***
Capitolo 20: *** Ti Proteggo Io ***
Capitolo 21: *** Amari Ricordi ***
Capitolo 22: *** Orizzonte ***
Capitolo 23: *** Stato Di Grazia ***
Capitolo 24: *** L' amore Sognato Da Sempre ***



Capitolo 1
*** Foglie d'inverno ***


"Chopin- mariage d'amor

Dicono che esiste la crisi dei cinque anni, una specie di scadenza per le coppie sposate. Diciamo quasi un pretesto per tradire per alcuni. Qualcosa nella loro mente scatta, come se ci fosse un timer, e ricorda loro, che la vita poteva essere diversa, se avessero fatto scelte diverse. Non si sa, se si tratta si scelte giuste o sbagliate, si tratta solo di scelte. Sicuramente nella mia vita ne avevo fatte di scelte, non sempre giuste, ma scelte che avano portato la mia vita in un vicolo cieco su molti aspetti. O almeno mi era sembrato quella mattina, quando misteriosamente anche io avevo sentito il suono di quel timer.
Matt ed io eravamo sposati ormai da cinque anni, e ci conoscevamo dal college. Era l'amore di cui avevo bisogno. Di lui mi avevano colpito il suoi occhioni azzurri e la faccia da bravo ragazzo. A quei tempi eravamo caldi e appassionati tutto quello che adesso mancava, tra il suo lavoro di poliziotto ed il mio di pianista, andavamo avanti per inerzia. La nostra vita scorreva tranquilla, e non sembrava andasse male, ma io non ero più felice. Quando avevo del tempo libero mi piaceva suonare anche a casa, avvolte Matt, si arrabbiava con me dicendomi che portavo spesso il lavoro a casa, ma per me non era solo un lavoro, era quel pezzo di vita che adoravo e che mi dava ancora la gioia di vivere. Proprio come quella mattina.
Le note mi portavano lontano, e mi rilassavano. Le mie dita volteggiavamo sui tasti, accarezandomi l'anima. Mi facevo cullare dalle note, i capelli accarezavano il mio viso ad ogni mio movimento, e ad occhi chiusi immaginavo di correre scalza tra le foglie d'inverno, con addosso un vestito leggero di seta azzurro, a braccia aperte cercavo di afferrare la brezza tra le mie dita, per poi sdraiarmi su di esse e addormentarmi rannicchiandomi come a volermi proteggere. Avrei voluto un giorno farlo veramente. Adoravo suonare alle prime luci dell'alba quando il silenzio del mattino mi accompagnava. Avevo indossato una vecchia camicia di Matt, solo quella. Quella camicia ormai usurata dal tempo, e assaporavo ogni volta il suo profumo, mi aiutava a non sentirmi sola. 
Proprio in quel momento sentii la porta dell'entrata aprirsi, doveva essere Matt che tornava dalla notte passata al lavoro.
Entrò in salotto sorridendomi, i suoi occhi stanchi accarezzarono i mei, e con un cenno del capo mi chiamò verso di lui. Smisi di suonare e mi alzai, richiamata da quel dolce ricordo di noi, avvicinai la mia mano destra al suo ciuffo scompigliato dal berretto, fino ad arrivare alla sua guancia rosa, lui protese le sue labbra dandomi un bacio dolce e delicato, come a non voler rompere la magia che si era creata. Avevo bisogno di sentirlo, di sentirci. I nostri gemiti e sospiri echeggiavano per tutta la casa. Il nostro muoversi tra le lenzuola dal suono impercettibile segnava la nostra unione, quell'unione che sembrava perfetta, ma che nella sua semplicità lo vedevo ormai imperfetta. Lo sentii addormentarsi girandosi dall'altra parte, la stanchezza sicuramente giocava brutti scherzi, ma io dopo mi sentivo sempre vuota. Stringendo il cuscino a me, una lacrima percorse tutto il mio viso, gli volevo sicuramente bene, ma qualcosa dentro di me si era rotto inevitabilmente.

Dopo una doccia fatta nel completo silenzio e immobile mi avviai a lavoro. Lasciando Matt ancora nelle braccia di Morfeo. Lo guardai dormire, sembrava un Angelo, il mio angelo pensai, ed uscì di casa. Dove il mio vecchio maggiolino mi aspettava. Era con me da qualche anno ma mi ero affezionata a quel piccolo catorcio. 
Arrivai come sempre per prima in teatro, ed iniziai ad accordare il piano, quando appoggiato alla porta vidi un ragazzo, aveva uno sguardo così penetrate, i suoi occhi entrarono prepotentemente dentro i mei. Occhi Azzurri come il cielo d'estate, capelli corvini che incorniciavano il suo viso perfetto color avorio. Mi sorrise mettendo in evidenza le sue fossette e le sue labbra perfette. Di scatto mi rigirai verso il piano, aprì la bocca come se stessi annaspando, cercai di deglutire la saliva che non trovavo. Avvicinai la mano destra alla bocca in cerca di aiuto. Ma cosa mi era appena successo? Ero completamente stata rapita da quello sconosciuto.
Sentii i suoi passi leggeri avvicinarsi a me, restai immobile, come segno di difesa. Lui appogiandosi al piano con il gomito e con molta nonchalance disse

- Posso aiutarti? - la sua voce, entro nelle mie orecchie facendomi bollire il sangue. 

Mi girai verso di lui, e con un cenno del capo risposi di no. Ero completamente di pietra. Era così sicuro di sé, che sorrise alla mia negazione

- Bene, vedo che vi siete già conosciuti! - la voce di Alaric Salztman echeggiò in tutta la stanza facendomi voltare verso di lui 

- Io sono Damon Salvatore, per servirti...- prese la mia mano sinistra e racchiuse le sue labbra perfette in un bacio socchiudendo gli occhi. Quando li riaprì alzò lo sguardo verso di me tenendo ancora le sue labbra sulla mia mano.
Lo guardai, come incantata. 

- Lui sarà il nostro nuovo violoncellista! - Dandogli due pacche sulla spalla e sorridendomi

Sorrisi anche io non sapendo che pesci pigliare. 
Iniziarono ad arrivare tutti gli altri, sistemandosi nei loro posti. Tra questi anche la mia migliore amica Caroline Forbes

Con passo veloce si avvicinò a me, guardando Damon e Alaric parlare che nel frattempo si erano spostati

- E questo chi è?! È bello da mozzare il fiato! - 

- È il nuovo violoncellista...- riposi prendendo gli spartiti tra le mani

- So io cosa gli farei sopra quel violoncello! - rispose Caroline strappandomi gli spartiti dalle mani e svendolandosi energicamente 

 All'improvviso, come se ci avesse sentito ci guardò schiacciandoci l'occhio destro. Caroline si girò verso di me portandosi le mani alla bocca

- Ho appena avuto un'orgasmo! - 

- Care!!! - togliendogli dalle mani gli spartiti - non credevo che Klaus ti facesse mancare qualcosa...- le sorrisi maliziosa

- No certo, Klaus non mi fa mancare proprio niente, ma con uno così...anche una monaca cadrebbe ai suoi piedi -

- Sei peccaminosa! - risposi cercando di non guardarlo. Ma aveva ragione, era bellissimo. Aveva una camicia grigia e dei pantaloni neri che gli cadevano a pennello, scarpe stringate e una giacca.
 
- Invece come và con Matt? - chiese diventando seria

- Và.. - risposi abbassando lo sguardo - ormai non parliamo quasi più della storia di avere un bambino, in questi anni ci abbiamo anche provato abbastanza.

- Tesoro, non è colpa tua...- sfregando la sua mano destra sul mio braccio destro coperto a malapena dalla manica di chiffon rosa. - 

- Vorrei tanto che fosse così, ma non lo sapremo mai...- 

I miei occhi, non volendo si erano riempiti di lacrime. Non avrei mai voluto, soprattutto in quella situazione. Cercai ricacciarli dentro nella speranza che nessuno avesse visto la scena. 
Ma lui si accorse di tutto, e guardandomi stupito abbassai lo sguardo

- Allora ragazzi, lui è Damon Salvatore, sarà il nostro nuovo violoncellista, non siate troppo duri con lui. Anche se come scoprirete voi stessi è un ragazzo testardo e caparbio che vi darà sicuramente filo da torcere. Adesso ci farà sentire qualcosa, dalla scuola di Parigi da dove proviene - 

Così dicendo lo fece accomodare davanti allo strumento. Lui si tolse la giacca, e con lo sguardo fisso su di me iniziò a suonare.

Bach - Cello Suite No. 1 in G mayor

Appoggiò il violoncello tra le gambe, e con la bacchetta tra le mani iniziò a suonare. Le sue mani decise iniziarono a volteggiare muovendo la bacchetta sulle corde e con l'altra mano accarezzava le stesse corde all'estremità. Ad ogni nota il suo viso si faceva trasportare, quasi ansimando. I capelli iniziarono a cadere sui suoi occhi che all'improvviso entrarono dinuovo nei mei. Gli occhi più belli che avessi mai visto. Rimasi a guardarlo, non potevo fare altro, il mio cuore galoppava ad ogni suo guardo. Era come se all'improvviso nella stanza non ci fosse nessuno...solo io e lui. Avrei tanto voluto essere quello strumento nelle sue mani, farmi accarezzare da quelle mani affusolate esperte ed abbandonarmi totalmente. Avvicinai la mano al colletto della camicette che indossavo, salendo verso il collo, come a volermi aggrappare. Mi sentivo come se non riuscissi più a respirare, una sensazione che mi abbandonò solo quando lui finì di suonare.
Fui portata totalmente alla realtà dai miei colleghi che iniziarono a battere le mani, e Caroline che iniziò anche a fischiare e a gridare. Tramortita da quel momento intenso, sorrisi come un'idiota, e iniziai anche io ad applaudire. 
Lui ringraziò tutti con un inchino, affondando la mano destra tra i suoi morbidi capelli, e sorrise ad ognuno di noi, soffermandosi per qualche istante su di me. Una vampata di calore mi colpì in pieno volto, non era da me perdermi così in un turbinio di emozioni, ma non volevo privarmene, perché finalmente dopo tanto tempo mi sentivo viva.






Note: Capitolo primo. Buongiorno a tutti/e con grande sorpresa ( e devo dire anche mia) eccoci con una nuova Fanfiction totalmente Delena ♥️ in questa nuova ff, vediamo una Elena matura, ormai donna in cerca di una felicità che crede perduta, e un Damon violoncellista che scopriremo presto nei prossimi capitoli. Fatemi sapere cosa ne pensate. E come sempre vi raccomando di ascoltare la musica che vi propongo per assaporare a pieno la lettura. Ps. Per chi volesse, sono presenti altre mie ff a tema TVD sul mio account. Grazie sempre a chi mi segue ♥️ e a presto

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Occhi Di Ghiaccio ***


- Beethoven moonlight  presto agitato - 

Dopo l'incontro con Damon mi sentivo un turbinio di emozioni. Totalmente ingestibili. Sicuramente aveva innescato in me qualcosa di intenso, inaspettato, qualcosa che non sapevo controllare minimamente. Agitavo le mani sul piano, quasi con rabbia, per quelle sensazioni provate. Mi sentivo anche un po' in colpa per desiderare quelle mani. Le sue mani su di me. E il suo sguardo...il suo sguardo è una di quelle cose che non dimentichi, neanche se fossi diventata cieca, sorda, muta o completamente folle avrei potuto farlo. Erano entrati dentro di me con una furia inaudita, e avevano distrutto tutto quello di cui credevo. Se mi sentivo così già con uno sguardo, come potevo pensare di interagire con lui? Mi accanivo contro il piano senza volerlo, era l'unico che in quel momento poteva darmi un po' di sollievo. Premevo sui tasti quasi a volerli distruggere, ero intrappolata in pensieri così peccaminosi da fare arrossire anche la più disinibita tra le donne. Cosa mi stava succedendo? Il mio respiro si fece corto, sentii la mia gola stringersi piano piano, stavo quasi per svenire. Quando all'improvviso sentii la mano di Matt appoggiarsi sulla mia spalla. Solbalzai  dallo spavento, schiacciando i tasti del piano alla rinfusa.

- Scusami Elena...non volevo spaventarti... - disse Matt guardandomi dispiaciuto

Lo guardai come se fossi appena caduta da una nuvola, e non mi ricordassi più dove mi trovassi. 

- Matt...io... è colpa mia...ero completamente immersa nei miei pensieri...- cercai di sorridere, ma avevo il cuore in gola

- Volevo solo ricordarti che stasera c'è Lakmé al teatro Astoria...e dobbiamo essere lì per le 20... - rispose Matt con un filo di voce, come a non volermi spaventare ulteriormente

- Oh santo cielo!! L'avevo completamente dimenticato!! Sarò pronta in 10 minuti promesso!! - risposi alzando i capelli  con un elastico e infilandomi dentro il bagno

In meno di 20 minuti fui pronta, per l'occasione molto formale indossai un tubino nero senza spalline accompagnato da un copri spalle ricamato in pizzo, tacchi a spillo, capelli raccolti in uno chignon e un filo di trucco con un rossetto rosso acceso. Capitava molto spesso, che gli altri teatri della città per farsi pubblicità ci invitassero ad assistere alle loro rappresentazioni, e poi noi ricambiavamo il favore. Matt ogni volta, preferiva prendere un taxi per questo tipo di occasioni, così da non dover cercare parcheggio, infatti il nostro taxi si fermò in leggero ritardo davanti al teatro Astoria, il più grande di tutta New Orleans.
Una folla si era formata davanti all'entrata, molti volti noti ed illustri si erano fermati a scambiare quattro chiacchere o a fumare una sigaretta prima di entrare. Cercammo di entrare senza disturbare nessuno, facendoci spazio tra di loro, fino a che ci ritrovammo nella Hall, Matt mi guardò con aria soddisfatta e divertita per aver arginato la montagna umana. Ricambiai il sorriso spostando una ciocca di cappelli che si era appoggiata sul suo sopracciglio.
Ogni tanto pensavo a noi come se fossimo gli stessi di 5 anni addietro...

- Elena! Finalmente! - si palesò davanti a noi Caroline prendendomi per le braccia, insieme a lei Klaus. Klaus era il componente di una delle famiglie più ricche di New Orleans, e sua sorella era la famosa Rebeka Michealson il soprano che avremmo ascoltato quella sera.

- Scusateci tanto ragazzi, è colpa mia...ho fatto un po' tardi...- cercando di nascondere lo sguardo

- Ok ragazzi, perché non andate a ritirare i biglietti? - propose Caroline ai nostri accopagnatori che si allontanarono subito - Allora, si può sapere che hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma! - cercando di portarmi vicino ad uno dei divanetti vicino alla Hall

- Non ho niente Caroline, e che... - non ebbi neanche il tempo di finire la frase che ci ritrovammo Damon e Alaric davanti a noi

Lui era stupendo, fasciato in uno smoking nero mi fissava trafiggendo la mia anima esposta. Rimasi ad osservarlo non so per quando tempo, pensandoci avvinghiati in un bacio appassionato.

- Elena hai capito cosa ha detto Alaric?! - cercò di riportarmi sulla terra ferma con una gomitata - La prossima settimana suoneremo a  Miami! - 

- Miami? - risposi non capendo esattamente cosa avesse detto

- Ragazzi sta per iniziare! - ci interruppe Klaus prendendo per una mano Caroline e tirandola a sé. Mi alzai in piedi cercando Matt con gli occhi, incrociando solo quelli di Damon che non si erano staccati neanche un secondo dai miei.
Con un movimento veloce e impercettibile si avvicinò al mio orecchio destro, e con voce calda sussurò - Sei bellissima...- quelle parole percorsero la mia spina dorsale facendomi tremare. Si spostò stringendo i denti al labbro inferiore, i miei occhi sostarono per un attimo su quelle labbra che sebrarono chiamarmi.

- Elena andiamo?! - disse Matt prendendomi per mano distogliendo finalmente lo sguardo
Come poteva essere così tremendamente affascinante? Non riuscivo a pensare ad altro...dovevo essere per forza impazzita.

Ci accomodammo ai posti assegnati sul palco io e Caroline al centro vicine e Klaus e Matt alla nostra destra.

Lakmé -  flowers duet

(Damon) 

Mi trovavo dall'altra parte del teatro sul palco assegnato, ma potevo vederla perfettamente. Non riuscivo togliergli gli occhi di dosso, qualcosa in lei mi aveva stregato. Quella sua aria da santarellina, quegli occhi nocciola che tanto mi ricordava la cioccolata calda d'inverno, quelle sue mani delicate con cui adesso stava sistemando una ciocca di capelli fuori posto, quel suo corpo perfetto tutto da accarezzare... sembrava un'angelo sceso sulla terra per farmi impazzire Come avrei voluto andare da lei e baciarla subito.

- Angelo mio...guardami...- iniziai a sussurrare piano, nella speranza che lei guardasse dalla mia parte. Appoggiai tutte due i gomiti al balconcino accarezzandomi le labbra, continuando a chiamarla. Volevo con tutto me stesso che si girasse verso di me, che mi guardasse come se fossi il suo unico Amore.
Continuai a chiamarla piano con il cuore che galoppava forte.

- Tu sei un pazzo, se credi che possa sentirti da qui, o notarti! - disse Alaric incrociando le braccia e guardando divertito

- Abbi fede amico mio, lei lo farà...- risposi non distogliendo lo sguardo.

Quando ad un tratto lei, come se avesse sentito la mia voce finalmente posò il suo sguardo su di me. I suoi occhi nocciola accarezzarono i miei, paralizzandomi.
Il cuore stava quasi per scoppiare, lo sentivo bene, ma non mi importava, potevo morire anche in quello stesso momento, non avrei mai distolto lo sguardo dal mio Angelo.

(Elena) 

Oddio, cosa stava succedendo, Damon mi guardava dal suo posto lontano da me. Avevo cercato inutilmente di nascondermi ma era riuscito ugualmente a trovarmi. Ed io inerme non potevo fare altro che assecondare i suoi occhi che mi avevano come rapita. O forse volevano proprio andare da lui.
Quando sentii gli occhi di Matt su di me,  abbassai lo sguardo cercando minimizzare la cosa, sperando che non avesse visto la danza che avevano fatto i nostri occhi.
La serata continuò con Damon che non smetteva di guardarmi e sorridere con le sue stupende fossette. E io che cercavo in tutti i modi di distrarre Matt.
Appena usciti dal teatro, dopo aver salutato Caroline e Klaus, chiamammo subito un taxi e ci avviamo verso casa. 
In macchina calò un silenzio gelido, che aveva formato tra di noi un muro,  fino a che Matt ruppe il ghiaccio

- Chi era quel ragazzo che ti ha osservata per tutta la serata? - 

- Ragazzo?...non so a chi ti riferisci...- cercai di nascondere la mia agitazione al suono di quelle parole

- Lo stronzo dagli occhi di ghiaccio per indenderci! - replicò alzando un po' la voce

- Matt, non so veramente di chi tu stia parlando...- cercando di fare uscire un sorriso di circostanza

- Elena non trattarmi sempre da idiota!! - rispose sbattendo il pugno contro il finestrino facendomi letteralmente saltare dal sedile. I suoi occhi azzurri si erano infuocati, quando lui si arrabbiava con me avevo sempre una certa paura, era un sentimento che non sapevo gestire dato il suo carattere docile e tranquillo.
Toccai con la mano destra il mio cuore che iniziò a battere veloce, e con la mano sinistra cercai di fermare le labbra che avevano iniziato a singhiozzare. 
Lui non mosse un muscolo verso di me, e continuando a guardare fuori dal finestrino mi ignorò deliberatamente. 
Arrivati davanti al vialetto di casa, scesi correndo via lasciandolo dietro di me, salì le scale velocemente alzando il tubino che mi rallentava la corsa. Sbattei la porta chiudendola a chiave. Non avevo intenzione di sentire le sue scuse dopo, perché arrivavano sempre. Iniziai a spogliarmi e liberando i capelli dallo chignon mi sedetti sulla toiletta. Mi liberai anche del filo di trucco che avevo, nell'istante i cui stavo pulendo le labbra con vigore si presentò lui alla porta. Avevo sentito i suoi passi.

- Elena, so di aver esagerato, ma non trattarmi da idiota...non lo sopporto... - sentii il suo sospiro dietro la porta e poi i passi che si allontanavano. Mi guardai allo specchio, e i miei occhi si riempirono di lacrime. Aveva pienamente ragione, Damon non mi aveva lasciata in pace neanche per un minuto, aveva torturato sapientemente i miei occhi come la mia anima. Ed io glielo avevo permesso, perché lo volevo ardentemente. Volevo che mi guardasse, volevo che mi desiderasse. Sapevo che tutto quello era sbagliato, ma non potevo andare contro me stessa anche questa volta, questa volta avrei deciso io.


Note: Capitolo secondo. In questo capitolo entriamo finalmente nei pensieri di Damon, e notiamo subito la forte attrazione che lui prova per lei. Elena dal canto suo non riesce a distogliere lo sguardo da Damon tutto questo sotto gli occhi di Matt...Il rapporto già in crisi, verrà messo a dura prova da questo nuovo sentimento? Sicuramente Damon non starà solo a guardare.. 🤐 Grazie sempre a tutti quelli che mi seguono❤️ alla prossima.




Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Desiderio ***


Con il viso immerso ancora sul cuscino, aprì gli occhi lentamente. La stanza era stranamente buia e non riuscì subito ad inquadrare la situazione. Con la mano destra mi avvicinai strisciandola verso il lato del letto di Matt, ma lui non c'era. La cosa mi turbò molto, di solito quando litigavamo io aprivo la porta e lui durante la notte tornava da me. Ma questa volta non fu così. Mi girai supina, e guardando il soffitto ripensai a tutto quello che era successo la sera prima. Lo sguardo magnetico di Damon e la sfuriata di Matt...pensando poi a mente lucida incominciai a capire le ragioni di Matt, ed il fatto che non avesse tutti i torti. Sapevo di  aver sbagliato ad assecondare gli occhi di Damon, ma era stato più forte di me, come se mi avesse stregata. Sapevo anche che le cose con Matt da un po' di tempo non andavano bene, ma non era una buona giustificazione, e la cosa doveva essere stroncata sul nascere, o almeno avrei dovuto provarci. 
Infilai la vestaglia di seta rosa ed uscì fuori dalla stanza, la casa era molto silenziosa e buia. Strinsi a me le braccia come a volermi proteggere e varcai la porta della cucina. La luce della finestra aperta mi fece strizzare gli occhi non abituati, e abbassando lo sguardo vidi sul tavolo da colazione un biglietto. Rimasi un attimo a guardarlo, sapevo che era di Matt, e sapevo che non era niente di buono. Mi avvicinai lentamente e girando il biglietto verso di me lo lessi velocemente nella mia mente.

- Scusami per ieri sera. Con amore Matt - 

Allontanai quel biglietto come se avesse preso fuoco, quelle poche parole mi avevano colpito in pieno. Appoggiai tutte due le braccia sul tavolo e abbassando il capo iniziai a piangere. Era diventato tutto così difficile con lui. Estenuate. Non riusciva ad avere una discussione di confronto con me, e non ci provava neanche, preferiva nascondersi dietro ad un biglietto. Anche io sicuramente non gli avevo dato diritto di replica, ma lui questa volta aveva proprio deciso di chiudere la situazione con il silenzio. Quel silenzio che  aveva sortito l'effetto contrario, mi aveva completamente disarmata. Decisi che era troppo anche per me quella mattina, e quindi lasciai correre. Mi vestii velocemente e mi avviai a lavoro. Mi accorsi solo quando stavo salendo le scale del teatro che forse il vestito nero di lanetta era un po' corto. Scacciai subito via quel pensiero, era solo un vestito dopo tutto.

(Damon)

Me ne stavo appoggiato al pianoforte, con le braccia incrociate, mentre Alaric mi spiegava senza sosta come si sarebbe evoluta la situazione a Miami. Non mi ero mai accorto quanto fosse logorroico nei nostri dieci anni di amicizia. Lo assecondavo abbassando la testa, quando all'improvviso la vidi arrivare. Vestitino corto, molto corto e ampio in lanetta nero con scollatura a barchetta, calze nere trasparenti che lasciavano intravedere la sua cantida pelle. Ed una collana lunga con un cameo. I capelli lunghi e lisci incorniciavano il suo dolce viso. Era la perfezione. 

(Elena) 

Mi avvicinai velocemente a Caroline che era seduta in platea mangiando una ciambella al cioccolato.

- Buongiorno  Miss occhiaie! - disse la bionda appena mi avvicinai a lei

- Si, non ho dormito molto bene questa notte...senti Care mi chiedevo...posso riavere gli spartiti che ti ho prestato l'altro giorno? Vorrei dargli un'occhiata... - 

- Oh ma certo, sono dentro il mio armadietto, prendili pure...- con la mano libera prese le chiavi dell'armadietto e con un sorriso me le porse.
Le afferai e mi diressi verso gli spogliatoi, quando sentii una presenza dietro di me, mi voltai e incrociai subito i suoi occhi. Era Damon, in tutta la sua bellezza. Camicia blu con risvolti e jeans .

- Ciao Elena...- disse avvicinandosi con nonchalance e le mani in tasca

Il mio cuore iniziò a battere forte, temevo che da lì a poco sarebbe successo irreparabile. 

- Ciao Damon... - riposi con un filo di voce - ti serve qualcosa? - senza rendermene conto Iniziai ad indietreggiare avvicinandomi agli armadietti

- Veramente Elena..non so che cosa dire, o fare o pensare...quello che so in questo momento - avvicinandosi a me facendo aderire la mia schiena ad uno degli armadietti e appogiando il braccio destro su uno di essi - e che vorrei strapparti i vestiti di dosso, trascinarti in una di queste aule e baciare ogni centimetro della tuo corpo, e vorrei che quelli che ci sentissero fossero invidiosi...-
 
Iniziai a respirare sempre più velocemente, mentre i suoi occhi si posarono sulla mia bocca, mordendosi il labbro inferirore

- Probabilmente è una pessima idea.. giusto? - 

- Giusto..- risposi quasi ansimando

- Certo...- 

In lontananza sentimmo Alaric chiamare tutti a raccolta

- Ci vediamo in aula...- disse prima di spostarsi da me lasciandomi di pietra ancora appoggiata all'armadietto.
Non riuscivo a muovere un muscolo, mi aveva spiazzata. Cercai di recuperare gli spartiti e con le mani ancora tremanti tornai dagli altri. Mi sedetti al mio posto, ma ancora scossa per l'accaduto feci cadere a terra gli spartiti, che furono raccolti da Damon. Mi guardò con fare malizioso e li avvicinò a me. Cercai di prenderli, ma lui li stringeva forte nella sua mano destra.

- Damon...ti supplico - chiesi piano

Lui si avvicinò a me e lasciando gli spartiti disse

- Mi supplicherai, ma non oggi... - si allontanò con un ghigno, lasciandomi praticamente a bocca aperta

Che intenzioni aveva? E che intenzioni avevo io? Quelle sue parole avevano attraversato la mia schiena dandomi una scossa. Con la salivazione azzerata mi girai verso il piano, e cercando di sistemare gli spartiti sul leggio, Alaric cercò la nostra attenzione.

- Buongiorno a tutti, come ben sapete, tra pochi giorni partiremo tutti per Miami, dove avremo l'onore di suonare, ed ascoltare i nostri colleghi dell teatro  Adrienne Arsht Center for the Performing Arts. Quindi cerchiamo anche noi di fare del nostro meglio!. Adesso vorrei che Elena ci deliziasse con il pezzo con cui dovrà fare l'assolo - 

Si girarono tutti verso di me, facendomi arrossire e pietrificare. Perché dovevo suonare da sola? Perché all'improvviso la cosa mi terrorizzava? Passai la mano destra tra i capelli, rilasciandoli da una parte, sistemai velocemente lo sgabello, ed avvicinandolo al pianoforte iniziai a suonare. Claire de lune - Debussy era il pezzo prescelto.

( Damon) 

Appoggiai il violoncello alla mia spalla, ed iniziai a seguire ogni suo movimento. Le sue mani volteggiavano sapientemente sul piano, quel tocco delicato mi fece vibrare. I suoi capelli ricaddero, tornando alla sua forma originale accarezandole il viso e le labbra. Come avrei voluto essere quei capelli solo per sfiorare quei boccioli di rosa. Strinsi più forte a me il violoncello come a volerlo distruggere, come aveva potuto farmi impazzire così, solo con uno sguardo. La desideravo con una forza inaudita.

(Elena) 

Dopo la mia performance e l'applauso che ne sussegui provammo altre sinfonie per tutta la mattina. E Damon non face altro che guardarmi tutto il tempo. Quello che mi aveva detto nei camerini rimbombava ancora nella mia mente, credo che qualsiasi donna con sangue nelle vene gli sarebbe saltata addosso, ed io lo volevo, lo volevo veramente, ma una vocina dentro di me sussurava il nome di Matt. Perché eravamo arrivati a questo? Perché le nostre vite sembravano prendere strade diverse? Tutto era iniziato un giorno di novembre, quando per l'ennesima volta il test aveva dato risultato negativo. Iniziai a sentirmi vuota e inappropriata. In tutti gli anni avvenire lui non aveva mai voluto indagare sullo stato della nostra feritilità. Dando, senza mai dirlo esplicitamente, la colpa a me. Solo litigate su litigate. Ero riuscita ad ottenere solo quello. E la fiducia verso di lui, iniziava sempre più a scemare... così come l'amore.
Venni riportata alla realtà da Caroline, che mi invitava ad uscire dalla stanza. Avevamo finito da poco la sessione, stanchi ma molto soddisfatti.

- Elena allora cosa ne pensi? - chiese Alaric affermandomi per il braccio

Lo guardai strizzando gli occhi e scuotendo la testa, riportando i neuroni al loro posto. Chiesi con lo sguardo di riformulare la domanda

- Vi ho appena chiesto se vi andava di prendere un aperitivo tutti insieme... -  riformulando la domanda in modo che io questa volta potessi capire

- Oh io...no Matt mi aspetta a casa...magari un'altra volta! - risposi con mezzo sorriso. 

Era una bugia bella e buona, non sapevo neanche se Matt se fosse tornato a casa. Ma la cosa non era un problema, volevo solo andarmene.

- Avete detto aperitivo? Io ci sto! - si palesò  davanti a noi il primo violinista Lorenzo St. John, conosciuto da tutti noi solo come Enzo.

- Bene, tu Caroline?! Ti unisci a noi? - chiese Alaric  prontamente alla bionda

- No, mi sa che passo anche io, Klaus mi aspetta! - 

- Bene, si preannuncia una bella serata tra maschietti! - rispose Enzo mettendo le braccia attorno a Damon e Alaric con un ghigno inequivocabile

- Bene maschi alfa, ci si vede! - rincarò Caroline prendendomi a braccetto e trascinandomi via da lì. 

Diedi ultima occhiata verso i ragazzi, trovando Damon a fissarmi, e con un mezzo sorriso si allontanò insieme agli altri. Mi girai dinuovo verso Caroline stringendo il cameo che avevo al collo. Dio quanto lo desideravo.

Note: Terzo Capitolo. Damon inizia ad avvicinarsi ad Elena, ma questa volta molto più "fisicamente" e questo manda in tilt Elena, che ripensa alla sua vita piena amarezza con Matt. Quel Matt che non aveva voluto sentire ragioni e che si era chiuso a riccio davanti al loro problema. Riusciranno mai a superare i loro problemi? Cosa combineranno invece i maschietti Alfa durante l'aperitivo? 😅 Al prossimo episodio. E grazie sempre a chi mi segue! ♥️



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tempo e Spazio ***


Dopo aver salutato velocemente Caroline, senza averle detto cos'era successo con Damon, entrai in macchina accendendo la radio.
 - Skinny love - Birdy - Mi diete il benvenuto. Legai i capelli in un chignon di fortuna, e guardando lo specchietto retrovisore incrociai il mio sguardo, uno sguardo che non mi apparteneva. Vuoto, come la mia anima. Presi dal cruscotto quel pacco di sigarette che ormai nascondevo da parecchi mesi. Non volevo che lui scoprisse questo piccolo vizio non salutare, ma ne avevo bisogno. Era stato di grande conforto nelle giornate buie e piene di lacrime, cose che lui non avrebbe capito, anzi che non voleva capire. La tenevo delicatamente  tra l'indice e il medio con il braccio appoggiato alla portiera tra le fessure del finestrino aperto, e l'altra appoggiata allo sterzo seguiva le movenze della strada. All'improvviso il sorriso beffardo di Damon inondo i miei pensieri, provocandomi una vampata di calore in pieno viso. Mi mancò quasi il respiro al pensiero di lui, e al fugace contatto tra gli armadietti. I suoi occhi azzurri come il cielo estivo, il suo profumo di dopobarba al bergamotto , quelle sue labbra morbide dove aveva affondando i suoi denti mordendosi, feci la stessa cosa ripensandolo. Non riuscivo più a pensare lucidamente, questo era chiaro. Ma come potevo resistere ad un'attrazione del genere?. Non potevo e non volevo.
Parcheggiai sul vialetto, quasi trascinandomi fuori, quando uscendo dalla macchina mi accorsi della luce accesa nel garage, Matt doveva essere lì.
Mi avvicinai piano, e stringendo la borsetta tra le mani entrai. Trovai Matt intento ad costruire una mensola.

- Ti avevo chiesto quella mensola 2 anni fa'..- dissi palesando la mia presenza avvicinandomi al piano da lavoro

- Ho pensato che fosse arrivato il momento di accontentarti! - rispose lui alzando lo sguardo dietro gli occhiali da lavoro e abbozzando un sorriso

Sapevo che lo stava facendo per scusarsi, e cancellare quello che era successo la sera prima. La cosa mi irritò molto, ma risposi lo stesso con un falso sorriso. In momenti come questo avrei voluto tanto buttargli tutto addosso e sfogare la mia frustrazione. Mi girai su me stessa, e senza dire una parola, mi avviai verso la cucina. Lì mi aspettava una tavola apparecchiata di tutto punto con un candela accesa al centro. Guardai tutto sbalordita...non mi aspettavo niente del genere. Arrivò lui da dietro abbracciandomi, e immergendo il suo viso tra i miei capelli disse 

- Ho pensato che trovare la cena pronta, fosse un buon modo per iniziare la serata... - 

Mi girai verso di lui, e con gli occhi di chi ci voleva riprovare ancora una volta, annuì senza dire altro.

( Damon )
Restless - Neja
Entrammo in uno dei locali preferiti da Enzo, un posticino piccolo e appartato. Appena varcammo la soglia le luci dei faretti colorati ci colpii in pieno, facendo gasare Enzo, che prima alzò le braccia in alto gridando, e poi girandosi verso di noi ed indicandoci si allontanò verso la pista da ballo che si trovava lì vicino. Lo conoscevo da poco ma mi era bastato per capire che fosse un pazzo come me. Si lanciò sulla pista da ballo, agitando le braccia a ritmo circondato da delle ragazze, la cosa mi fece sorridere, era un coglione vecchio stile, e la cosa mi piaceva. Con Alaric invece ci sedemmo al bancone  ed ordinano subito due martini con ghiaccio. 

- Penso che tu ed Enzo siate uguali!  Guardalo l'idiota...direi che è anche più idiota di te! - puntualizzò sorseggiando il suo drink guardandolo

- Il ragazzo sà come divertirsi, mi piace...- risposi con un sorriso - ma ora torniamo a noi - dissi appoggiando il drink sul bancone - Parlami di Elena... - 

- Non c'è molto da dire, figa di legno, laureata alla Julliard , sposata con il giustiziere della legge Matt Donovan da 5 anni e non hanno figli. - 

- Come mai? - chiesi riprendendo il drink tra le mani

- Mah, non sono mai entrato nei particolari, lei è molto riservata, ma si vocifera che lui spari a salve... - disse girandosi verso la pista da ballo appoggiando le braccia sul bancone

Bene...buon per me... - risposi bevendo tutto il contenuto del bicchiere

- Ma non hai sentito la parte della figa di legno? - replicò guardandomi

- Ho sentito forte e chiaro, caro amico mio,  ma sono sicurissimo che ti sbagli... - chiamai il cameriere per farci riempire dinuovo i bicchieri

- Tu sei fuori! - rispose scuotendo la testa - quella non te la fa neanche annusare! - 

- Uomo di poca fede... tu dammi tempo...- incalzai con un ghigno

- Amico, fatti un po' di figa e toglietela dalla testa! Hai l'imbarazzo della scelta! - guardando verso un gruppetto di ragazze che ci avevano preso di mira

Continuò a sorridere e bevendo tutto il contenuto del suo bicchiere si buttò anche lui in pista vicino ad Enzo che ballava avvighiato ad una ragazza. Con un leggero cenno del capo, mi invitò ad unirmi a loro. Così feci, mi avvicinai togliendo il giubbotto di pelle lasciandolo sulla sedia. Appena iniziai a ballare una delle ragazze in pista si avvicinò appoggiando la mano destra sulla mia spalla facendosi scivolare su di me arrivando fino alla mia cintura per poi risalire

- Puoi avere tutte le donne che vuoi...- rincarò Alaric avvicinandosi a me sorridendomi  con una ragazza tra le braccia

- Ma io voglio lei... - risposi facendo fare una giravolta alla graziosa ragazza che si era avvinghiata a me.
Avvicinai il suo bacino, facendolo aderire al mio prendendola per il sedere. Lei iniziò a sorridermi divertita, così passai alla mossa successiva, le infilai la lingua in bocca senza neanche darle il tempo di capire. L'attimo dopo aveva capito benissimo però, perché mi tirò a lei per i capelli. Adesso ero io che la guardavo divertito, le sorrisi compiaciuto e continuai a baciarla infilando la mia mano destra tra i suoi capelli afferrandole il collo. Aveva ragione Alaric, non avevo mai avuto problemi di donne, ma lei era diversa.
Lei mi piaceva proprio per questo, perché non era come le altre donne che avevo conosciuto. Lei era timida, riservata, aveva la mia stessa passione per la musica e mi aveva letteralmente stregato. Nessuna poteva competere con lei...Nessuna.

(Elena)

Era stato tutto molto carino, e lui si era comportato da perfetto gentiluomo. Aveva fatto tutto quello che era in suo potere per riuscire a strapparmi un sorriso. A tratti c'era anche riuscito, e per qualche secondo aveva anche annebbiato la figura di Damon che ormai aleggiava senza sosta nella mia mente. Aveva anche preparato il letto in grande stile,  come aveva fatto il primo anno di matrimonio quando le cose tra di noi andavano ancora bene. Aveva dei piani precisi, voleva farmi dimenticare la litigata del giorno prima, per poi tornare alla vita di tutti i giorni. Ma io questa volta avevo altri piani

- Matt, questo è tutto molto bello...ma io vorrei parlare... - dissi sedendomi sul letto cercando il suo sguardo

- E di cosa vorresti parlare di grazia?! - il suo viso angelico si trasformò in un attimo

- Di noi Matt! So che hai fatto tutto con le migliori intenzioni, ma io non riesco più a sopportare tutto questo! - 

- Tu non sopporti tutto questo?! Cosa dovrei dire io? Hai passato la serata a guardare uno sconosciuto che ti spogliava ad ogni sguardo - 

- Matt sai benissimo che non si tratta di quello! Vuoi dare la colpa a me come al solito?! Fallo! Non mi importa! - 

- So che non ti importa! E non ti importa da un po' ormai! Tu non mi ami più!  - 

- Forse è proprio questo il problema Matt!  Dovremmo capire cosa proviamo...e non fare finta che tutto vada bene...- 

- Elena...io so che voglio stare con te...- avvicinò le sue mani al mio viso e continuò - io ti amo Elena... - 

- Matt, io non sono più sicura di niente...e ho bisogno di tempo per pensare...ho bisogno di spazio - presi le sue mani e facendole scivolare via, mi allontanai avvicinandomi alla finestra

- Ti darò tutto il tempo e lo spazio che desideri... - ripose con voce flebile

Appoggiai le mani sul davanzale, e con un filo di voce risposi

- Tra qualche giorno partirò per Miami...spero che al mio ritorno avrai fatto chiarezza dentro di te...e spero di farlo anch'io... - Replicai stringendo tra le mie mani la tenda color lavanda

Dopo aver udito quelle parole Matt non replicò, rimase in silenzio, quel silenzio che ormai lo contraddistingueva. Solo pochi secondi dopo sentii i suoi passi allontanarsi ed uscire dalla stanza.
Ero riuscita a smuovere un po' le cose, sapevo che non era molto, ma era un inizio. Avrei avuto il tempo necessario per capire i miei sentimenti, e se ne valeva ancora la pena. Iniziai a piangere facendomi cadere sul pavimento, era tutto molto doloroso, ma era necessario per tutti e due.


Note: Capitolo Quattro. Vediamo finalmente Elena prendere posizione, e chiedere tempo e spazio. Matt come sempre non dice niente e acconsente Dall'altra parte vediamo un Damon disinibito e pronto a tuffarsi in questa storia complicata. Cosa succederà durante questo viaggio di lavoro che li aspetta? Ne vedremo delle belle... 🤣 Al prossimo capitolo e grazie sempre a chi mi segue ♥️


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tormento ***


Table for two - Abel Korzeniowski

I giorni passarono in fretta, tra le prove a teatro e i silenzi di Matt. L'ultima discussione avuta l'aveva mandato in confusione, e più era confuso e più il silenzio rimbombava nei nostri cuori. Avevo preparato la valigia in tutta fretta la sera prima, con lui che mi guardava appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte, sapevo che la questione lo faceva stare male, lo leggevo nei suoi occhi rossi. Gli stessi occhi che con la loro dolcezza mi avevano fatta innamorare. Ero  una ragazzina quando mi innamorai di lui, lo eravamo entrambi. Non cercavo l'amore,  ma lui con la sua simpatia e i suoi modi garbati mi aveva subito conquistata. Ed adesso lo guardavo come un estraneo.
Non ero riuscita a chiudere occhio quella notte. Mille pensieri affollavano la mia mente, tra cui Damon. Non riuscivo a non pensaci, ed ogni volta che lo facevo, mi tremava il cuore. Mi chiedevo, sorseggiando un caffè macchiato, se tutto questo avesse a che fare con Matt, e se non fosse stato proprio lui a fare scattare questo desiderio verso Damon. Quel desiderio che si era completamente impadronito di me. Il mio tormento. Ed ogni volta mi sentivo uno schifo... perché non era così che avevo sognato la mia vita. Poggiai la tazzina dentro il lavello, e con passo leggero mi infilai dentro il bagno. Una doccia veloce ed ero già pronta. 
Chiamai un taxi che mi portò in aeroporto. Il mio volo era previsto per le 9 del mattino mai io alle 7 ero già lì. Mi avvicinai alle sedie della sala d'attesa e scrutando dentro la borsa sperai di aver preso tutto l'occorrente. Avevo sempre la sensazione di dimenticare qualcosa. Quando all'improvviso lo vidi arrivare, era stupendo. Camicia nera, giubbotto di pelle,  jeans, anfibi e Ray ban neri, alle orecchie aveva gli auricolari e con il capo teneva il ritmo facendo strane smorfie con la bocca. Era così spensierato, sicuro di se e tremendamente sexy. Sorrisi come un'idiota quasi con la bava alla bocca. Cercai di sistemare la maglietta aderente blu a barchetta che avevo scelto e dei pantaloni skinny neri con stivaletto basso. Non so perché lo feci, ma volevo essere carina...carina per lui. 

(Damon) 

Mi era sempre piaciuto arrivare con largo anticipo in aeroporto. Mi piaceva ascoltare la musica a tutto volume con gli auricolari, con la gente che correva a destra e a manca, immaginando la loro destinazione. Tenevo il ritmo con la testa mentre mi avvicinavo alla sala d'attesa quando ebbi una piacevole sorpresa, lei era già lì. Lei che ormai era diventata il mio tormento. La guardai per qualche secondo e lei fece lo stesso. Abbassai gli occhiali per guardarla meglio, ma lei abbassò subito lo sguardo. Appoggiai di nuovo gli occhiali sul naso e continuando a tenere il ritmo, mi avvicinai lentamente e mi sedetti vicino a lei.

- Pop quiz, come mai una ragazza come te, e qui sola in largo anticipo? A. Non sei riuscita a dormire perché mi pensavi B. Non vedevi l'ora di vedermi. O C.  Che poi sarebbe la mia preferita - dissi abbassando gli occhiali nuovamente - Vuoi ardentemente baciarmi?  - conclusi con uno dei miei sorrisi

- Nessuna delle tre!! - rispose arrossendo e girandosi dall'altra parte

- Peccato, pensavo almeno di averne beccata una! - incalzai togliendo gli occhiali e il giubbotto di pelle

- Ti sei sbagliato di grosso! - 

Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurai 

- Beh, c'è sempre tempo per rimediare... - mi soffermai sulla sua spalla portando i suoi capelli dietro l'orecchio. Lei si girò lentamente verso di me guardandomi come rapita.


- Damon! - 

- Alaric! Tempismo perfetto amico mio...- lo guardai fulminandolo con gli occhi

- Alaric! - disse alzandosi in piedi -  Io..io vado un attimo in bagno! - così dicendo corse via verso i servizi igienici.

- L'hai fatto apposta, ammettilo! - chiesi appoggiando le braccia alle spalliere delle sedie e rimettendomi gli occhiali

-  Come potevo perdermi una scena di puro romanticismo!  - rispose sorridendomi e scuotendo la testa

- Sei solo un cazzone! - 

- E tu sei un mentecatto! Ti rendi conto in che situazione del cazzo ti stai infilando? -

- Lo so benissimo, e la cosa non mi interessa... - risposi portando indietro la testa e guardando l'ampio soffitto. Sapevo che era sbagliato, ed Alaric non aveva tutti i torti. Ma era più forte di me

- Ragazzi mi spiegate perché dobbiamo partire sempre così presto? Sto ancora dormendo!  - disse Enzo camminando verso di noi - poi si guardò in giro notando di fronte a noi un gruppetto di ragazze - Eh beh il richiamo delle sirene tentatrici, guardatele - 

- Le sto guardando... - risposi sorridendo alle belle signorine

- Sono quelle che mi rovinano la vita! - replicò Enzo guardandomi

- Beh amico, tu starai pure dormendo ma c'è qualcosa in te che è ben sveglia!! - rispose Alaric ridendo e guardandomi

- Oh cazzo! - si spostò velocemente verso di me sedendosi. 

Iniziammo a ridere, la giornata era iniziata proprio nei migliori dei modi

(Elena) 

Entrai in bagno quasi sfondando la porta d'entrata. Il cuore galoppava forte, così forte che strinsi a me la maglia come a volerlo calmare. Appoggiai le mani sul lavandino e guardai la mia immagine riflessa nello specchio davanti a me. Il mio viso si era completamente acceso. Avevo le gote rosso fuoco. Annodai i capelli con una mano ed iniziai a bagnarmi il viso con la mano che mi rimaneva. Passai la mano sulle labbra, che erano diventate calde e rosse. Iniziai a tremare..tremavo. Tremavo dalla paura.

- Elena sei qui? - chiese la bionda entrando

- Si Caroline...o almeno penso - 

- Che succede? Sembri un peperone... - 

- Niente...io.. è tutto ok! - sorrisi cercando di nascondere la motivazione

- Alaric mi ha detto che non ti sentivi bene...sicura che non mi nascondi qualcosa? - iniziò a scrutarmi con i suoi occhi azzurri in cerca della verità

- Damon...- risposi abbassando lo sguardo

- Damon?  Lo strafigo? - ribatté sgranando gli occhi

- Proprio lui...sta cercando in tutti i modi di sedurmi...l'altro giorno a teatro abbiamo avuto un incontro ravvicinato...- mi allontanai fino ad arrivare d'altra parte del bagno mettendomi le mani tra i capelli

- Ti ha baciata?! - 

- No, ma c'è mancato davvero poco... - 

-  Ma guarda un po' questo sfacciato! - sorridendo nervosamente

- Caroline, non so cosa fare... -
 
- Elena, tranquilla andrà tutto bene! - 

- No Caroline! Non andrà niente bene! - 

- Perché dici questo? - 

- Perché anche io lo voglio Caroline! Voglio le sue mani su di me dal primo momento che l'ho visto...-

- Quello lo abbiamo pensato tutte.. credo... -
 
- Care parlo sul serio...no so che fare! Ho paura..paura di me stessa..- 

- Non ti preoccupare ti aiuterò a tenere a bada Damon.. - disse prima di abbracciarmi

Era così convinta mentre mi diceva quelle parole, che un po' mi sentii sollevata. Avrei avuto Caroline ad aiutarmi, quindi avevo buona propabilita di uscire indenne da questo viaggio di lavoro. Ci avvicinammo al bancone per fare il check in quando ci accorgemmo che gli altri erano già in coda, in bagno il tempo era volato

(Damon) 
Con la coda dell'occhio seguivo Elena uscire dal bagno, quando la mora al check in attirò di nuovo la mia attenzione

- Salve, mi favorisce per favore i suoi documenti? - 

Tirai giù gli occhiali, e porgendo i documenti con modo affabile chiesi

- Scusi, potrei cambiare il mio posto? Vede la mia ragazza Elena Gilbert è finita seduta lontano da me, e lei odia tremendamente volare...vede è quella laggiù - feci segno indicandola e salutandola provocando la reazione da me attesa, anche lei alzò la mano. Se si potesse fare qualcosa, mi farebbe un grande favore... - sorrisi accentuando le fossette ed in men che non si dica la cara hostess mi cambiò di posto. Lanciai un'altro sorriso ad Elena e mi allontanai.

( Elena )

- Ma cosa avrà tanto da ridere?! - disse Caroline mettendosi le mani ai fianchi - e poi tu perché lo hai salutato?!

- Non lo so Caroline...non so cosa dirti! - risposi sistemando la borsa sulla mia spalla

In realtà una risposta non l'avevo veramente...non sapevo perché l'avessi fatto. Ci avviammo verso il check in e dopo averlo fatto salimmo sull'aereo. Mi sentivo tranquilla, avevo il posto vicino a Caroline avrei passato due ore nella tranquillità più totale...quando all'improvviso

- Cosa? Io sono seduta con questo idiota?  Non è possibile controlli dinuovo! - 

- Signorina la prego di prendere posto! - l'hostess incitava Caroline a sedersi vicino ad Enzo
Ad un tratto mi gelò il sangue...se lei era seduta con Enzo io con chi dovevo sedermi? 
Di botto mi ritrovai Damon dietro di me, e cingendomi i fianchi disse

- Angelo mio, vogliamo sederci? - 

Girai lentamente il capo verso di lui, quale mi regalò uno dei suoi mezzi sorrisi corredato di fossette. Tornai a guardare verso Caroline ma incontrai gli occhi di Alaric che prima rise scuotendo la testa e poi tornò alla lettura del suo giornale

- O..k...- riuscì a dire appogiandomi sui braccioli sedendomi al posto vicino al finestrino
Iniziai ad annaspare, e a sentire tremendamente caldo, molto caldo. Passai nervosamente la mano tra i capelli, portandoli tutti da un lato e prendendo uno dei fogli cartonati con le istruzioni di sicurezza iniziai a ventilare la zona del viso che ormai aveva preso fuoco. 
All'improvviso sentii il suoi occhi su di me, ed instivamente  mi girai verso di lui. Mi guardò scrutandomi e poi disse

- Non ti preoccupare, non ti salterò addosso...se è questa la tua preoccupazione... - 

- No, io..io veramente soffro un po' il mal d'aereo...- risposi deglutendo quel poco di saliva che mi era rimasta in bocca

Prese la mia mano destra e portandosela alla bocca aggiunse 

- Non preoccuparti, so fare benissimo la respirazione bocca a bocca.. - lasciando un bacio sul dorso della mia mano

- Ah...buono a sapersi...- risposi appoggiando la mano tremante alla bocca.

Non potevo credere che stava succedendo a me. Damon Salvatore seduto con me, e che mi bacia anche la mano. Per non parlare del profumo di bergamotto che allegiava nell'aria. Era tutto così irresistibile. Dovevo solo resistere, il volo sarebbe durato due ore, ed erano passati i primi cinque minuti. I cinque minuti più lunghi della mia vita.

Note: Capitolo Cinque. Elena è sempre più confusa da questo nuovo sentimento, e non si dà pace. Damon, anche lui tormentato da questo sentimento prova in tutti i modi di avvicinarsi a lei...cambiando anche il suo posto con quello di Caroline. Entrambi tormentati da questo nuovo sentimento, si sentono strani e spaventati.
Cosa accadrà in aereo? 😅 Grazie sempre a tutti quelli che mi seguono ♥️

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Tra le Onde ***


( Damon)

Con le cuffie ascoltavo Love Is a bitch - two feet. E nell frattempo mi torturavo le labbra inferiori con la mano sinistra. I miei occhi non riuscivano a staccarsi da lei.
Dopo i primi quaranta minuti di agitazione per una pertubazione riuscì addormentarsi, appogiando la sua testa involontariamente sul mio braccio. Il ricordo di lei avvinghiata a me, allegiava ancora nella mia mente e non si era fermato un secondo. Aveva stretto a sé la mia mano, appoggiata vicino al suo cuore, potevo sentirlo battere come un tamburo. In quel momento sentii dentro di me, che volevo proteggerla, che volevo farla sentire al sicuro. I miei occhi si erano tuffati più volte nei suoi nella speranza di calmarla. Poi come per magia, si era addormentata,  abbandonandosi totalmente a me. Era così bella quando dormiva. I miei occhi si fermarono sul suo morbido seno, dove avrei affondato volentieri le mie mani stringendolo a me, era avvolto da quella maglia blu che le stava d'incanto. La scollatura lasciava intravedere le bretelle del reggiseno dove avrei sostato volentieri accarezzando la sua pelle,  prima di farle scivolare dai lati per poi prenderla in un bacio appassionato. Quelle labbra mi chiamavano. Lo potevo sentire chiaramente dentro di me, ero rapito. Sentivo l'eccitazione salire sempre di più, ormai avevo il labbro gonfio, e anche qualcos'altro... Mi alzai silenziosamente, così da non svegliarla, e appoggiando il mio giubotto dietro la sua testa mi allontanai.

(Elena)

Mi svegliai con le labbra appiccicate a causa della saliva in eccesso che era uscita dalla mia bocca durate il sonnellino improvviso. Alzai il capo, accorgendomi del giubotto di Damon, ma lui non c'era. Asciugai con fazzolettino il tutto ed incominciai a connettere. Quella turbolenza mi aveva destabilizzata, ma Damon era stato veramente un gentiluomo, aveva tenuto la mia mano, e aveva sopportato i miei piagnistei... e adesso il suo giubotto. In quel momento pensai che forse non era solo un bellissimo idiota, c'era altro. Tirai fuori dalla borsa uno specchietto , e trovandomi inpresentabile pensai di andare in bagno. Davanti alla porta trovai Damon con il braccio appoggiato al muro adiacente che parlava in modo seduttivo con una delle hostess. Lo guardai, con occhi interrogativi mentre lui continuava con il suo siparietto.

- Non l'avrei mai detto che una ragazza bella come te, non ha il ragazzo - sorrise guardandomi con i suoi occhi cristallini.

Sicuramente lo faceva apposta.
Entrai in bagno strattonandolo, non so perché, ma fu insitivo. Davanti allo specchio del bagno, iniziai a pensare quanto fosse idiota, e quanto fossi stata ingenua. Avrei dovuto saperlo che un tipo così, sicuramente non era un tipo affidabile come...Matt. E che forse era stato tutto un terribile sbaglio.
Rifrescai il viso e i polsi, e mi incamminai verso il mio posto. Lui nel frattempo si era seduto al suo, e si alzò appena mi vide arrivare e si risedette al mio passaggio.

- Hai dormito bene raggio di sole? - chiese aprendo una rivista

- Perfettamente - risposi con un sorriso forzato

- Certo, mi stavi sognando...per questo sbavavi - rispose con un sorriso

- Idiota! - dissi prendendo la rivista dalle sue mani e tirandogliela in testa

- Hey, ho anche le prove! Hai sbavato su tutto il mio giubotto! - puntualizzo sorridendo e agitandolo

- Non avevi di meglio da fare invece di guardarmi?! -

- Veramente no... - iniziò a fissarmi e avvicinarsi pericolosamente alle mie labbra, quando all'improvviso la voce della hostess uscì fuori dai microfoni e ci avvisò che stavamo quasi per atterrare. Mi girai dalla parte opposta e dissi

- Hai sentito? Stiamo per atterrare! - 

- Evviva...- rispose lui lasciandosi cadere sulla sua poltrona indossando gli occhiali

Appena atterrati cercai in tutti i modi di uscire velocemente dall'aereo prendendo la mia valigia sistemata sopra le nostre teste. Aprì lo sportello tirandola, ma qualcosa sembrava la trattenesse, sembrava incastrata, ma non capivo da cosa. Continuai a tirarla chiamando Damon in mio soccorso.

- Damon invece di stare seduto non potresti aiutarmi? - 

- E perdermi la visone paradisiaca che mi stai regalando? - accentuò il suo sguardo sul mio fondo schiena, che praticamente gli avevo sbattuto in faccia durante la mia performance.

- Oh cavolo! -  Mi girai al contrario guardandolo in cagnesco

Fu in quel momento che si alzò sicuro di sé afferrando la mia valigia, e senza problemi, riuscì a farla uscire come per magia.

- Ecco a lei Signora Donovan!  - disse facendo un sorriso
 L' afferai strappandogliela dalle mani e mi avviai verso l'uscita dove c'era Caroline che mi aspettava.

- Finalmente siamo arrivati!! - disse la bionda  buttando gli occhi al cielo - È stato un viaggio terribile! Enzo non ha fatto altro che russare, mangiare e fare lo stupido con l'hostess! A te com'è andata con Damon..- chiese con sguardo preoccupato fermandosi

-  Bene... stranamente bene... è stato molto gentile e carino con me...- risposi abbassando lo sguardo. Parlare di lui mi metteva sempre agitazione

- Meno male, ero molto preoccupata per te...pensavo avesse fatto l'idiota -  rispose con voce veramente preoccupata.

- A tratti...ma nulla di insopportabile..- risposi sincera trascinando la valigia

Ero meravigliata anche io del suo comportamento, certo aveva fatto il cascamorto, ma nulla di così grave. Forse sarebbe stato veramente una viaggio di lavoro piacevole.

Ci smistammo nei taxi che ci portarono al nostro Hotel. Si affacciava proprio sulla baia di Biscayne, dove c'era una vista mozzafiato sull'oceano Atlantico. Uscì fuori sul piccolo balcone assaporando quel vento che mi accarezzava i capelli. Era Davvero una bella sensazione...una sensazione di libertà. Volevo lasciarmi tutto alle spalle per quei cinque giorni.

- Elena hai portato il costume?! - disse Caroline tutta elettrizzata

- Si perché? - risposi interrogativa guardandola

- Ho sentito i ragazzi, hanno noleggiato una barca con cabina! E ci aspettano giù per andare! - 

- Cosa?! No Caroline, non mi sembra una buona idea...dovrei chiamare Matt...- entrai portando i capelli dietro le orecchie sedendomi su uno dei due letti al centro della stanza

- Dai, non fare la guasta feste! Sarà una cosa tranquilla! Non preoccuparti! Lo chiamerai dopo!  Forza forza forza! - e avvicinandosi alla sua valigia incomiciò a cercare l'occorrente

Saremmo stati su una barca in mezzo all'oceano Atlantico...e ci sarebbe stato anche Damon. Cercai di tranquillizzarmi, cosa poteva mai fare davanti agli altri, e poi in aereo si era comportato abbastanza bene, quindi decisi di dargli e darmi questa possibilità. Indossai un bikini a triangolo blu con laccetti, e per completare un paio di shorts di jeans ed una canotta bianca, capelli raccolti in un chignon alto, e gli occhiali da sole sul naso. Quando scendemmo giù nella hall, erano già tutti li che ci aspettavano, compreso Damon in tutta la sua bellezza. Costume boxer neri, maglia nera Hard rock cafè, e occhiali da sole. Durante il tragitto ero molto tesa, lui non faceva altro che osservarmi girandosi verso di me, e anche se portavamo entrambi gli occhiali da sole, potevo vedere i suoi occhi cristallini attraversami il cuore. Arrivammo davanti alla barca in questione, era molto bella e grande. Prima salirono i ragazzi e poi porgendoci la mano, Alaric aiutò anche noi. Si avvicinò alla cabina di pilotaggio, e avviò il motore senza troppi problemi. Conoscevo Alaric da un po' di anni, ma non sapevo sapesse guidare anche barche. Ad ogni modo, io e Caroline ci avvicinammo alla prua, guardando il mare davanti a noi. Era davvero stupendo. Il sole si rifletteva sul mare creando tanti piccoli diamanti che brillavano. Caroline non perse tempo, e abbassandosi il vestitino da sopra si sedette come a voler prendere il sole e incitando anche a me a fare lo stesso. Mi guardai in giro e tolsi la maglia avvicinandomi a lei. All'improvviso sentimmo arrivare dalla cabina della musica. Mark Ronson feat Bruno Mars - Uptown funk attirando la nostra attenzione. Enzo iniziò a ballare sul posto ondeggiando a destra e a sinistra tenendo il ritmo facendo scrocchiare le dita e enfatizzando le parole, facendoci sorridere. Damon, sicuramente non voleva essere da meno, quindi iniziò stringendo il labbro inferiore muovendo le spalle e togliendosi la maglietta in modo sexy. Alzò maglia alzandola da sotto incrociando le braccia, anche lui ondeggiando. I suoi addominali erano come scolpiti, rimasi interdetta per qualche secondo. Con la maglia ancora tra le mani, continuò a ballare in modo sinuoso tenendo il ritmo con la testa per poi lanciare la maglia verso di noi. Regalandoci uno dei suoi stupendi sorrisi.
Ero completamente rapita. Rimise gli occhiali e sistemo i suoi capelli che si erano scompigliati sempre a passi di musica

- Elena chiudi la bocca o ti entrerà qualche moscerino! - mi riprese la bionda guardandomi maliziosa 

Tornai al mio posto imbarazzata. Dovevo smetterla di guardarlo come se fosse l'unico uomo sulla terra.

- Caroline ti và una birra?...analcolica ovviamente... - si affrettò a dire Enzo agitandola

Lei si alzò subito e andò verso di lui, ma  porgendogliela gliela versò tutta addosso
 
- Oh scusami tanto Caroline! - ridendo 

- Tu sei solo un mentecatto! - gridando e sbraitando andò subito sotto coperta per asciugarsi, lasciando il posto ad un Damon che non aspettava altro

- Penso che alcuni genitori tirino su dei veri propri babbei - appogiandosi sull'asciugamano accanto a me

- Quindi tu saresti esente? - chiesi curiosa sorridendo

- Oh Elena, così mi ferisci... - rispose portandosi la mano destra sul cuore

- Beh, non ti facevo così sensibile... - 

- Elena, ho perso la mia sensibilità quando mio padre mi ha buttato fuori casa perché volevo studiare al conservatorio...voleva che studiassi medicina...come lui - rispose serio guardando l'orizzonte

- Damon...io...- 

- No, non dispiacerti,  vedi alcune persone non hanno proprio la vocazione... - 

- Ed ad alcune non viene data neanche la possibilità di averla...- girai il mio sguardo verso il mare, all'improvviso volevo solo piangere.

(Damon) 
Potevo vedere benissimo i suoi occhi dietro gli occhiali riempirsi di lacrime, era vero quello detto da Alaric, non poteva avere figli, e la cosa la distruggeva.

- Che ne dici di fare un bel bagnetto? - provai a smuovere un po' la situazione che mi sembrò precipitare

- Co..sa?! - rispose come caduta da una nuvola

- Il Bagno...quello che si fa' quando c'è tanta acqua! - risposi cercando di farla sorridere 

- So cosa è il bagno...ma non mi và! - rispose sdraiandosi sul telo

- A me và! - gridò Caroline uscendo dalla cabina - cosa aspettiamo? - portando le mani in vita

- Se hai tanta fretta, posso aiutarti io! - così dicendo Enzo la prese sulla sua spalla e correndo verso la prua si lanciò con lei

Guardai sbalordito, neanche io avrei azzardato tanto. Ma la cosa fu molto divertente, tant'è che anche Elena iniziò a ridere appogiandosi alla piccola ringhiera. Così preso dall'euforia mi lanciai anche io, magari le avrei strappato un altro sorriso



Note: Capitolo Sei. In questo capitolo vediamo un Elena che cerca di godersi il viaggio in compagnia dei suoi amici. In aereo le cose sono andate bene, quindi spera in un viaggio di lavoro tranquillo....😅😅😅 Damon mostra un'altra parte di sé, destabilizzando Elena. Che non sia solo un'idiota sciupa femmine? Come procederà questa gita in barca? Grazie sempre a chi mi segue, alla prossima! ♥️

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Rivelazioni ***


( Elena )
I raggi del sole accarezzavano il mio viso, mentre guardavo i ragazzi giocare in acqua e divertirsi, la risata di Damon era contagiosa, e faceva sorridere anche me. Era da un bel po' che non mi sentivo così...bene. Volevo godermi quei cinque giorni in completa libertà. Mi avvicinai alla scaletta che dava direttamente sul mare sedendomi su uno dei gradini, così da potermi bagnare, ma non immergermi del tutto. Quando lui si avvicinò a me.

- Hai deciso di farmi morire allora? - disse salendo uno dei due gradini arrivando all'altezza del mio viso.

Aveva ancora il viso gocciolante, dal tuffo appena fatto, e passandosi la mano tra i capelli zuppi disse

- Non posso convincerti in nessun modo? -    continuò cercando i miei occhi che si erano nascosti dietro un sorriso sornione 

- Direi proprio di no...- risposi imbarazzata
 Fu allora che, alzando lo sguardo venni catturata dai suoi bellissimi occhi azzurri, che sembravano un prolungamento dell'oceano.

- Posso almeno provare?...-  mordendosi il labbro inferiore e stringendo i suoi occhi ai mei

Risposi con un si accennato dal movimento del mio capo, quando piano piano lo vidi avvicinare a me. Le sue labbra bagnate toccarono finalmente le mie calde, un contrasto che mi fece vibrare. La sua lingua massaggiava la mia, in una una dolce morsa dal gusto salato, le movenze lente delle sue labbra mi facevano morire. Salì di un'altro gradino e afferrò con la sua mano destra il mio collo accarezzandolo fino ad arrivare  a l'attaccatura dei miei capelli. Avvolsi con le braccia intorno al suo collo per avvicinarlo più a me, cosa che lo fece sorridere sulle mie labbra, era compiaciuto, e potevo sentirlo anche sotto. La sua erezione, accarezzava il mio costume facendomi impazzire.

- Elena?! Elena?!?! Ci sei?! - 

Mi svegliai di soprassalto, guardandomi intorno. Mi trovavo ancora sulla barca, e i ragazzi non stavano più facendo il bagno, ma erano tutti sistemati vicino alla zona di pilotaggio per mangiare delle piccole porzioni di sushi prese da Alaric. Toccai il mio viso sudato, e passandomi la mano tra i capelli cercai di ricompormi. Non potevo credere di aver fatto quel sogno con Damon. Caroline mi guardò con sguardo interrogativo, pensava avessi avuto un colpo di sole dal mio stato di coscienza.
Ma il mio non era un colpo di sole, sicuramente era un colpo di testa.. 
Mi avvicinai piano, e ancora tramortita mi  sedetti vicino a Caroline, ed iniziammo a mangiare

- Mi spieghi come fa un tipo come te a suonare il violino? - Chiese Damon ad Enzo interrompendo quel silenzio che ormai era calato su di noi

- È semplice amico mio...la figa! -

- Ma và! sei sempre il solito cretino! - rispose la bionda buttandogli un gamberetto che aveva nel contenitore

- Ma è la verità! Sono sincero, dovresti apprezzare questa mia dote! - scrollandosi il gamberetto dal costume

- Oh sì, adesso ho tutt'altra opinione su di te - Rincarò Caroline addendando un po' di salmone

- Vedi, Damon, quando ero piccolo c'era questo mio cugino, Mason Loockwood, che Dio lo benedica sempre, che suonava nei teatri come violinista. I miei genitori mi portavano spesso ai suoi concerti, ed io ero completamente rapito da come, dopo, le donne si approcciavano a lui. Sembrava un dio greco, erano tutte ai suoi piedi. E quando andava via, era sempre in compagnia di una donna diversa. Da quel momento ho deciso di intraprendere questa carriera, ed eccomi qua.- così dicendo portò la forchetta alla bocca

- Ed ha funzionato? - chiese Damon sorridendo 

- Secondo te? Tu dovresti saperlo meglio di me! - infilzando uno dei piccoli gamberetti

- Io non ho mai usato il mio essere Violoncellista...non ne ho mai avuto bisogno... - marcò l'ultima parola guardandomi malizioso - Ho sempre amato la musica, in tutte le sue sfaccettature...la musica è la mia vita.

Abbassai lo sguardo, riusciva sempre a destabilizzarmi, ma aveva perfettamente ragione, anche per me la musica era sempre stata vita
- Certo, hai quegli occhi del cazzo! - esclamò sincero Enzo

Iniziarono tutti a ridere, quando Caroline prese la palla al balzo

- Io invece ho sempre sognato di suonare il violino! Mia madre mi ha sempre fatto ascoltare la musica classica e sono cresciuta a pane e Vivaldi  - 

- Lode al nostro caro sceriffo Forbes! - intervenne Alaric alzando il braccio

- Quindi lavora con tuo marito? - chiese Damon guardandomi fisso

- Ehm...si...lavorano nella stessa centrale... - risposi con un filo di voce. Non mi piaceva parlare di cose mie private, e soprattutto non mi piaceva parlare di Matt...- 

- È uno dei migliori agenti! - Replicò Caroline guardandolo sorridendo

- Ne sono più che certo... - guardandola con un sorriso amaro

- Allora miei prodi, che ne dite se tornassimo sulla terra ferma? Non siamo venuti qui solo per divertirci - propose Alaric alzandosi in piedi

Fummo tutti d'accordo, e così ci posizionamento tutti sui posti a sedere. Mi   avvicinai di nuovo alla prua. Mi piaceva osservare le onde che la barca lasciava

- È davvero spettacolare...- 

- Si... è vero...- risposi perdendomi nei suoi occhi colore del cielo

- I ragazzi stasera vogliono farsi una pizza dopo il teatro...se ti và potresti unirti a noi...- Lo guardai titubante non sapevo cosa dire - ovviamente ci sarà anche Caroline... - aggiunse come a volermi tranquillizzare

- Io..non so...dobbiamo andare in teatro...- 

- Dai non farti pregare...- rincarò guardandomi dolcemente

Stavo quasi per cedere, quando venne in mio soccorso Caroline

- No stasera c'è ne staremo tranquille in camera, e poi Elena ha una videochiamata da fare...sai lei ha un marito! - 

- Ok, ok, capisco quando sono di troppo...Signora Donovan... - così dicendo si allontanò lasciandoci da sole.

- Quel damerino non si arrende proprio mai! Meno male che ci sono io! - fini prendendomi tra sue le braccia

- Già...- dissi sospirando
In realtà non sapevo realmente cosa volessi. Da una parte volevo andare, sarebbe sta solo una pizza tra amici, ma io e lui non eravamo amici, e forse non lo saremo mai stati. E questo mi fermava.

Arrivati in hotel, ci preparammo tutti e andammo in teatro, l' Adrienne Arsht Center for the Performing Arts. Era immenso, il nostro teatro in confronto sembrava un ripostiglio. Incontrammo l'orchestra che avremo affiancato due giorni dopo. Il pomeriggio passò intenso, loro erano una grande orchestra e suonavano meravigliosamente. Dopo averci spremuti come dei limoni per ore, uscimmo da lì introno alle venti, per poi rincontrarci l'indomani mattina.
Ci avviamo tutti verso l'uscita, e sostammo un'attimo sul marciapiede di fronte al teatro.

- Mi raccomando, domani mattina massima puntualità! E mi riferisco a te Enzo...- disse Alaric guardandolo in malo modo

- Tranquillo capo, sarò puntualissimo! - poi girandosi verso di noi disse - Allora non venite con noi per una pizza o magari un panino?

- No Enzo, preferiamo mangiare in camera stasera! - rispose Caroline guardandolo

- Non ti và neanche un gelato? - chiesi triste

- Veramente, ho un forte mal di testa e vorrei tornare in camera

- Che problema c'è? Ti accompagno io! - ripose Damon con gli occhi che gli brillavano

- Beh...io veramente...- 

-  Ti giuro che mangeremo solo un gelato! - rispose alzando le mani in segno di arrresa

- O..k.. - risposi un po' titubante

- Ok, allora ci vediamo domani mattina ragazzi!  - così dicendo Alaric girò i tacchi ed insieme a Enzo si incamminarono verso la pizzeria non molto lontana

Si avvicinò a me lentamente e alzando il braccio mi indicò la strada. Velocemente Caroline si avvicinò al mio orecchio e affermandomi il braccio disse

- Tieni sempre il cellulare a portata di mano, in caso chiamami! Verrò ovunque tu sia!!- concluse guardandomi negli occhi.
Abbozai un sorriso e la lasciai andare

Mi girai nuovamente verso Damon, trovando i suoi bellissimi occhi illuminati dalle luci del teatro, come il suo bellissimo sorriso con le fossette che mi piacevano tanto.
Rimasi impalata, una vocina dentro di me diceva di non andare, ma il mio cuore continuava a dirmi di si, e così mi incamminai con lui al mio fianco.
Appena attraversammo la strada, davanti al mare trovammo un piccola gelateria. Dopo aver preso due coni alla vaniglia, continuammo la nostra passeggiata lungo il litorale. L'imbarazzo iniziale fu spazzato via immediatamente, Damon mi mise subito a mio agio facendomi ridere a crepapelle.

- Quindi come hai ben capito, sono un coglione patentato! - rispose ridendo e assaggiando il gelato

- Dai, Damon non buttarti giù cosi! Ci saranno altri aggettivi per descriverti! - 

- Tipo? - 

-Tipo....- 

- Affascinante? Stupendo? Irresistibile?! - 
rispose scandendo le parole con sorriso finale guardandomi le labbra

Si percepiva che voleva baciarmi, guardai anche io le sue un secondo, per poi allontanarmi continuando

- Invece perché non mi racconti qualcosa di te? - chiesi cercando di cambiare discorso

- Ok...Sono Damon Salvatore, primogenito di Giuseppe e Lillian Salvatore. Ho trentadue anni, e ho un fratello della tua età di nome Stefan, che come avrai ben capito ha seguito le orme di mio padre alla perfezione, e quest'anno si laurea in medicina. Almeno qualcuno in famiglia non ha deluso le aspettative...- rispose sedendosi su una panchina li vicino - per mio padre sono stato proprio una delusione continua...- 

- Damon sono sicura che tuo padre, non voleva ferirti...- risposi sedendomi vicina a lui

- Eccome se voleva! Mi ha detto testuali parole" Vai a strimpellare fuori da questa casa" Non lo vedo da quel giorno...non è che poi io suoni così male...- puntualizzò facendo roteare il cono che aveva in mano con un mezzo sorriso

- Infatti..suoni meravigliosamente! - Risposi prendendo le sue mani nelle mie.
Un gesto del tutto improvviso, che sorprese tutti e due. Alzò lo sguardo su di me, e con un movimento lento, avvicinò le sue labbra alle mie. Il mio cuore iniziò a galoppare veloce. Non cercai di spostarmi, chiusi gli occhi aspettandolo, aspettando le sue labbra...quando all'improvviso il suono del mio cellulare mi fece sobbalzare. Era Caroline, che con il suo tempismo aveva rotto quel momento. O forse era meglio così...avrebbe solo complicato le cose...

- È Caroline...forse è meglio tornare in hotel...- dissi alzandomi in piedi

- Come vuole lei Signora Donovan...
Così dicendo chiamammo un taxi e entrammo in hotel. 

Un silenzio surreale era calato prima in macchina e poi lungo il corridoio che dava sulle nostre stanze. Arrivati quasi alla mia, lui si avvicinò a me chiedendomi

- Che ne pensi di fare colazione insieme domani, prima di andare a teatro?

- No...preferisco farla con Caroline..-

- E un caffè magari dopo? -

- Damon, non bevo caffè prima di suonare...- 

- Perché è così difficile provarci con te? - chiese con il sorriso tra le labbra

- Perché altrimenti smetteresti di farlo... -  risposi di getto senza pensarci, o perlomeno era proprio quello che pensavo, ma non avrei dovuto dirlo.

Fu in quel momento che mi guardò con uno sguardo interogativo misto ad un sorriso assimetrico. Aveva capito tutto. Lo guardai imbarazzata e fiondandomi verso la mia stanza entrai sbattendo la porta. Portai la mano destra alla bocca sbarrando gli occhi. Non potevo credere di averlo detto...non potevo credere a me stessa...non potevo credere a questo sentimento, che ormai, si stava impadronendo di me.



Note: Capitolo Sette. Riprendiamo questo capitolo da dove lo avevamo lasciato. Un capitolo di rivelazioni. Vediamo il sentimenti di Elena crescere sempre di più verso Damon...ormai è chiaro che non si tratta solo di infatuazione, ma qualcosa di più profondo. Ci addentriamo poco a poco nel passato di Damon...un passato che tutt'ora non riesce a dimenticare, e che gli brucia dentro. Finale con una frase si Elena, che fa' ben sperare Damon...cosa accadrà nel prossimo capitolo? Eeeeeh qualcosa di sicuro! 🤐 Grazie sempre a chi mi segue❤️ e alla prossima! 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Nel mio Cuore ***


- La valse D'Amèlie - versione piano -

L'acqua calda si infrangeva sul mio viso scendendo giù per tutto il mio corpo. Quel tepore avrebbe dovuto schiarirmi le idee, dare le risposte alle domande che giravano nella mia mente senza sosta. Cosa sentivo per Damon? Volevo davvero le sue attenzioni? Abbassai il capo, così che l'acqua cambiò percorso scendendo tra le mie spalle. Strinsi a me le braccia come a volermi proteggere da quel sentimento che cresceva sempre di più. Forse avrei dovuto cercarle da un'altra parte le risposte, nella mia mente non c'era traccia. Ma nel mio cuore...nel mio cuore c'era qualcosa. A quel pensiero mi mancò il respiro. Portai la mano destra alla bocca, cercando di non gridare. Perché avrei voluto gridarlo, sentivo qualcosa per lui. Non era la solita cotta, non era la sbandata di un momento, non era solo pura passione. Iniziai a piangere, sbattendo i pugni sul muro bagnato. Appoggiai il capo ad esso, e il ricordo di Matt tornò prepotente.
Dopo essere tornata in hotel, e aver fatto davvero la videochiamata con lui mi sentii vuota. Fu la chiamata più fredda di tutta la mia vita. Lui sembrava tranquillo e accomodante, chiedeva e sorrideva io fredda e distante quasi telegrafica. Non volevo mostrare i miei sentimenti verso di lui, l'indifferenza più totale...ma era stato più forte di me, adesso più che mai non riuscivo a togliermi dalla testa Damon. Quello che gli avevo detto, il suo sorriso dopo, il mio groppo in gola poi. Come avrei mai potuto dimenticare quegli occhi, sorpresi e felici. Non era solo un'idiota, quello stesso idiota che mi aveva fermata davanti agli armadietti, ed aveva detto esplicitamente come si sarebbe comportato con me. Uscì dal bagno, e  Avvicinai la mano alla tenda spostandola di qualche centimetro, il sole stava per fare capolino, ed io non vedevo l'ora di vederlo.

( Damon)
Me ne stavo seduto in veranda fumando una sigaretta. Rannicchiato a piedi scalzi con le ginocchia al petto aspettando l'alba. Quella notte non ero riuscito a chiudere occhio. Il ricordo di lei, le sue mani sulle mie, il suo profumo avevano tenuto sveglia la mia mente. Il ricordo delle sue parole. Com'era riuscita ad entrare così in profondità? Era il mio pensiero fisso. Presi l'ultimo tiro sfiorandomi le labbra, prima di lanciare lontano la cicca. Ed eccolo lì, il sole mi dava il buongiorno.


( Elena )

Come il giorno precendente, la giornata lavorativa fu pesante, pretendevano molto da noi, dovendoli affiancare al loro concerto. Soprattutto una certa Rose Jensen ci dava del filo da torcere

Finalmente la giornata finì ritovandoci come di consueto davanti all'entrata del teatro.

- Ragazzi oggi è stata davvero tosta, ho la mascella indolenzita! - iniziò Enzo facendo roteare il viso

- E domani sarà ancora peggio, quindi cercate per favore di concentrarvi! -  Disse Alaric guardando me e Damon

Sicuramente non era passato inosservato il nostro scambio di sguardi in teatro tra una nota e l'atra

- Ragazzi che ne dite di fare quattro salti stasera? - propose Enzo guardandoci speranzoso

- In effetti, dopo una giornata così impegnativa ci vorrebbe un po' di svago! - rispose Caroline - Che ne dici Elena? - guardandomi con occhi rassicuranti

- Beh io...non saprei..- 

- Stasera non accetto un no come risposta...- intervenne Damon sorridendomi.

Come potevo dire di no, a quei due cristalli azzurri, ed Enzo non aveva tutti i torti.
Accennai un si con il capo e ci avviamo verso l'hotel per fare una doccia e cambiarci. Caroline si era messa proprio in tiro, vestitino con scollatura a cuore con un fiocco centrale a pois bianchi a fondo nero e Chanel. Io sotto tortura decisi per un vestito con corpetto morbido bianco, con gonna a fiori blu e anche io Chanel. I ragazzi erano già scesi da un pezzo, non potendo aspettare i nostri tempi da ragazze.
 Caroline chiuse la porta dietro di sé e tirando la chiave elettronica ci dirigemmo verso la grande sala da ballo adiacente al bar. Scesi le scale, piano per paura di cadere, e fummo subito investite dalla musica e dalle luci psichedeliche.
Guardai tra la folla, intravedendo i ragazzi già in pista, compreso Damon. Arrivate giù Caroline si offrì di prendere qualcosa da bere, per smorzare un po' la tensione che avevo da quando eravamo uscite. Si allontanò velocemente,  quando vidi Damon avvicinarsi a passi di danza. I suoi occhi in un lampo furono dentro i miei catturandoli. Non ebbi molto tempo per pensarci, lui era già ad un passo da me

- Posso avere l'onore di questo ballo? - disse inchinandosi e alzando leggermente il capo

Era veramente stupendo, camicia grigia con risvolti, pantaloni neri con cintura e scarpe stringate.

Rimasi a guardarlo, cercando le parole giuste per non concedermi, non potevo ballare con lui, sarei morta sicuramente tra le sue braccia.

- Elena, vieni ho trovato un posto dove  sederci! Senza scocciatori! - puntualizzò guardandolo e trascinandomi via.
Lui sorrise tornando sulla pista da ballo insieme agli altri.
Caroline mi trascinò fino ad un piccolo tavolo non lontano dalla zona bar, ma che godeva di un'ottima vista sulla pista.
All'improvviso mentre i ragazzi ballavano, si avvicinò a loro Rose, che con fare disinibito, si buttò tra le braccia di Damon. 
Lui sorrise, come sempre compiaciuto, e
Iniziarono a ballare sensuali, lei infilò la sua coscia tra le gambe di Damon, e appoggiando la mano sinistra sulla sua spalla cominciò ad ondeggiare sensuale strusciandosi a lui. Damon la prese per i fianchi e la seguì in questa "cosa" che tutto mi sembrò tranne che un ballo. Li guardavo, impotente e invidiosa. Sapevo bene, che quel sentimento non era giusto, ma stavo ribollendo dentro.
Lui si avvicinò a lei come a volerle sussurare qualcosa, per poi sfociare in un bacio sul collo. Stringevo il bicchiere del mio drink forte, come a volerlo distruggere. Non mi ero neanche accorta che Caroline si era allontana, se non quando si avvicinò a me Alaric

- Come mai quello sguardo? - sedendosi al posto di Caroline sorseggiando il suo drink

- Quale sguardo?! -  lo guardai con aria di sufficenza prendendo un sorso del mio drink

- Damon sta flirtando...e tu sei...gelosa...- 
Sorrisi amaramente e risposi

- Io..non sono gelosa! - 

- Non fa niente Elena, sii gelosa! - sogghignando - Sono certo che Damon ne sarà entusiasta! - 

- Non sono gelosa Alaric! - Alzandomi in piedi mettendomi davanti a lui

- Va bene! Errore mio! - sorrise continuando a bere

Non so perché, ma lo scambio di battute con Alaric mi fece davvero innervosire. Io non ero gelosa, e non volevo esserlo. Ma allora perché la cosa mi bruciava? Recuperai la borsetta sul tavolinetto e abbozzando un sorriso di circostanza mi allontanai. Sentii in lontananza la voce di Caroline chiamarmi, ma io volevo proprio scomparire. Salì rapidamente le scale e mi avvicinai a passo veloce verso la nostra camera, con lei che mi seguiva come una forsennata. Arrivate davanti alla porta mi chiese.

- Elena! Ma cosa è successo? Perché sei scappata così? - cercando freneticamente la chiave in borsa

- Sinceramente non mi va di parlarne! - risposi incrociando le braccia e appogiandomi al muro adiacente alla porta

- Mi sei sembrata una furia! Ero al telefono con Klaus, e appena ti ho vista andare via ti sono corsa dietro!  - aprendo la porta e togliendosi le scarpe

- Lo so... è che non mi andava più di restare lì... scusami - risposi cercando di nascondere la mia frustrazione

- Ok..ok..ma non dirmi che c'entra Damon...- 
- Damon?... - dissi drizzandomi velocemente

All'improvviso bussarono alla porta, e Caroline avvicinandosi l'aprì

- Scusate l'intrusione, ma potrei parlare con Elena? - fece capolino Damon appoggiato allo stipite della porta con il gomito

Adesso cosa voleva? Voleva farmi l'elenco di tutte quelle che si era sbaciucchiato in pista? Senza dare il tempo a Caroline di formulare una risposta, mi precipitai fuori, volevo farlo nero, ero fuori di me. Chiusi la porta dietro di me, e incomiciai a camminare per il corridoio che portava alle  altre stanze, compresa la sua.

- Cos'è hai finito di sbacciucchiarti tutte le ragazze della pista? - dissi con tono ironico e guardando il pavimento.


- Veramente me ne manca ancora una! - così dicendo afferrò le mie braccia facendomi sbattere contro il muro.

- Man on a Mission - Oh the larceny -

Lo guardai un secondo negli occhi, prima che si fiondasse sulla mie labbra. La sua lingua entrò prepotende dentro la mia bocca, facendomi spalancare gli occhi. I suoi erano aperti e mi asservavano. Continuò a massaggiare la mia lingua sempre più veloce, intrappolando le mie labbra alle sue provocandomi un fremito. Era così impetuoso che le gambe sembrarono cedermi. Le sue mani viaggiavano lungo il mio corpo, come se lo conoscessero da sempre. Si staccò un attimo dalle mie labbra, facendomi riprendere fiato, ma lui aveva già raggiunto il mio corpetto tirandolo giù in colpo solo, lasciando il mio seno alla sua mercé. Sentì le sue labbra baciare il solco tra i due seni, stringendolo con tutte e due le mani tirando il reggiseno. Iniziai mio malgrado ad asimare forte, stringendo i suoi capelli tra le mani. Tornò da me guardandomi ansimando come se gli mancasse il fiato, per poi ributtarsi sulle mie labbra. Lo tirai a me stringendo la sua camicia tra le mani, quando lui scese giù per il collo baciandolo ripetutamente e gemendo, provocando in me la medesima reazione. Portò la sua mano destra all'estremità della gonna, alzandola fino al sedere prendendolo con forza e alzando la mia gamba sinistra. Sobbalzai ansimando ancora più forte. Afferai il suo viso riportando le sue labbra sulle mie. Ma il suo obbiettivo era il mio collo con annesso seno, riscendendo facendomi tremare. Iniziai ad invocare tutti i santi del paradiso, perché da lì a poco sarei morta. Sentendomi iniziò a sorridere sul mio collo, potevo sentirlo, sentivo il suo respiro cambiare. Ad un certo punto iniziò ad invocarli anche lui, passando il dorso della sua mano sulle mie mutandine ormai umide. 

- ELENA?!? C'è Matt al telefono! - Una Caroline spazientita gridava davanti alla porta della nostra stanza che si trovava lì vicino. Nel suo sguardo incredulità e sgomento. Guardai un secondo Damon negli occhi, che sembrava ormai prossimo all'orgasmo, aveva la bocca aperta e respirava affannosamente. Lo spinsi con quel poco di forza che avevo in corpo, e andai in contro a Caroline. Lei chiuse velocemente la porta dietro di sé, porgendomi il telefono della camera.

- Ma.. Matt? - risposi al telefono come se mi avesse investito un treno

- Elena...tutto ok? Mi sembri un po' strana...- chiese con voce interogativa

- Eh? Oh sì...si tutto ok...- risposi sedendomi sulla sedia vicino alla scrivania

- Ti ho chiamata un sacco di volte al cellulare, e non ricevendo risposta ho pensato di chiamarti in camera...- 

- Hai...hai fatto benissimo...e che...ero in bagno e stavo per fare la doccia...-
 
- Oook, quindi adesso devi staccare? - 

- Matt...si..ti richiamo fra poco...-

- Va bene...a dopo allora...- e non molto convinto chiuse la chiamata

Appoggiata la cornetta, sentii lo sguardo duro di Caroline su di me. Non avevo il coraggio di guardarla in faccia

- Elena, io non voglio farti la paternale ma... Mi spieghi che cazzo stavi facendo?! - 
- Caroline...io...- 

- Elena, ti ha fatto la gastroscopia! - 

Mi alzai in piedi, ancora con il corpetto abbassato, appoggiai il mio viso tra le mani, non sapevo che cosa dire, e come spiegare. Come potevo spiegare che era stata la cosa più bella che avessi vissuto fino a quel momento, come potevo spiegare che sarei andata fino in fondo, come potevo spiegare che mi stavo inesorabilmente innamorando di lui.



Note: Capitolo Otto. In questo capitolo vediamo come i sentimenti di Elena si stanno impadronendo di lei e i primi fuochi d'artificio 🤣 Ormai Elena non aspettava altro. Damon stufo di aspettare, complici anche le parole dette da Elena la sera prima, si tuffa su di lei. Cosa succederà adesso che entrambi hanno assaporato finalmente questa passione incontrollata? Eeeeeeeeh vedremo 😅
Grazie sempre a chi mi segue ❤️ Alla prossima! 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Tra Le Sue Braccia ***


( Damon) 

Mi incamminai lentamente e ancora sotto shock verso la mia camera, dove c'era Alaric che mi aspettava. Dopo aver detto che Elena era gelosa  per come mi stavo comportando, ero come impazzito. Complice anche l'alcol, volevo parlare con lei ad ogni costo, e spiegare una volta per tutte la situazione. Alaric preoccupato da tutta la faccenda, si era proposto di accompagnarmi per evitare il peggio. Aprii la porta trascinandomi dentro, l'erezione nei pantaloni faceva male, ma ero al settimo cielo. Sorridevo come un'idiota.

- Beh, vedo che le cose sono andate bene! - alzando lo sguardo dallo schermo del suo telefonino, alludendo al mio rigonfiamento

- Alaric, qualsiasi cosa tu dica, io non rinuncerò mai a lei...non dopo stanotte...-
 
- Ti ha ridotto male...- vedendomi entrare in bagno quasi trascinandomi

- È stata colpa della bionda...se non ci avesse interrotto...- risposi chiudendomi in bagno

- Damon...io se fossi in te, farei marcia indietro...- 

Uscì dal bagno due minuti dopo, con in mano la tovaglietta da bagno

- Alaric, l'ho sentita...lei lo voleva, come lo volevo io... - risposi buttandomi di getto sul letto - Cazzo sono completamente impazzito..- continuai guardando il soffitto con occhi sognanti mettendo una mano sulla fronte non riuscivo a smettere di sorridere 

- Come vuoi tu Romeo, io adesso torno giù  a farmi due birre...- 

- Vengo anche io, non riuscirei a dormire anche volendo, sono ancora su di giri! -

Era successo tutto così in fretta, stentavo ancora a crederci. La sua pelle così morbida a contatto con la mia. Il suo seno sotto le mie mani e i suoi baci al sapore di vaniglia. Ero totalmente inebriato da quel dolce ricordo da non capire più niente. Lei così passionale, così sicura nelle movenze. Questa volta era stata lei a stravolgere la mia mente...ed io non aspettavo altro.


( Elena ) 

Passai tutta la notte a guardare il soffitto, non riuscivo a togliermi dalla testa cosa era successo con Damon, ed ogni volta che il ricordo si faceva vivo in me, mi veniva la pelle d'oca. Una passione così impetuosa non l'avevo sperimentata neanche negli anni d'oro con Matt. Era una cosa totalmente nuova per me, che mi sentii travolgere l'anima . Le sue mani si erano fatte strada su di me con una facilità disarmante, e con la stessa facilità si era fatto strada nel mio cuore. Era un sentimento forte che ormai non potevo più nascondere a me stessa. Provavo questo sentimento forte per lui...un sentimento che mi faceva anche paura. Avevo paura di questo sentimento chiamato...Amore.

- Buongiorno Elena! - Disse Caroline svegliandosi

Mi girai verso di lei, con un sorriso accennato. La notte precedente non aveva fatto altro che elogiare Matt, e dirmi di tornare sulla retta via. Avevo abbassato il capo, più volte mentre lei parlava, e molte di quelle cose non le avevo neanche sentite,  ma in una cosa aveva ragione, dovevo parlare con Matt. Una volta per tutte.

Ci vestimmo e in tutta fretta e ci avviamo verso il teatro, trovando già tutti seduti a provare. Lo sguardo di Damon si posò immediatamente su di me, il mio cuore mancò un colpo, al pensiero della sera precedente. Era appoggiato sul violoncello e con la mano destra si torturava il labbro inferiore trafigendomi con i suoi occhi azzurri. Mi sedetti al mio posto, e cercando di non pensarci cominciammo le prove. Durante le pause, Damon cercò in tutti i modi di parlare con me, ma io cercavo sempre un pretesto per non rimanere da sola con lui. Anche Caroline, conoscendo bene la circostanza,  mi aiutò ad destreggiarmi in questa situazione che ormai si stava facendo complicata.
Eravamo tutti esausti, il concerto si sarebbe svolto l'indomani, quindi nessuno voleva lasciare niente al caso. Tornati in Hotel più tardi del solito ci buttammo sul letto a peso morto.

- Ho il collo indolenzito...non riesco proprio a muovermi! - Disse Caroline toccandosi la nuca

- Ed io ho le dita atrofizzate! - risposi massaggiandole 

- Elena, potresti farmi un favore? -

- Certo, dimmi pure...- 

- Ho notato che dentro l' hotel c'è un piccola parafarmacia, potresti scendere a prendere un antidolorifico? Io i miei li ho finiti... - 

- Care, credo che tu stia un po' abusando...-
 
- Lo so, è che quando sono in tensione, mi si irrigidisce il collo, e suonare diventa davvero doloroso...-  mi guardò con aria da cerbiatta in difficoltà e tirandogli il cuscino decisi di scendere giù. Non avevo neanche avuto il tempo di cambiarmi, indossavo ancora il vestitino scollato nero in jersey e un cardigan lungo in maglina. Passai oltre il bar, e a pochi metri trovai la parafarmacia, comprai l'occorrente ed uscì imbattendomi in qualcuno.

- Signora Donovan...non si sente bene? - disse subito Damon appena alzai gli occhi verso di lui

Mi scostai immediatamente e senza guardarlo negli occhi risposi

- Caroline...ha mal di testa...- continuai a camminare verso le camere cercando di evitare i suoi occhi, o sarebbe stata la fine

- Io ero seduto da solo al bar, e ti ho vista passare...- 

Continuai a camminare per il lungo corridoio, con lui che mi seguiva

 - Non mi serve la scorta per arrivare in camera..- risposi con mezzo sorriso

- Ma le nostre camere sono vicine...non ricordi? - 

- Si ricordo benissimo, ed adesso che sei arrivato alla tua, possiamo anche dividerci..- mi fermai davanti alla sua porta

- Certo...- rispose incrociando le braccia e guardandomi sorridendo

- Damon, non sto scherzando! - risposi sorridendo imbarazzata

- E chi scherza! - continuò sornione

- O..k, adesso io vado in camera mia, e facciamo finta che quello che è successo ieri non sia mai accaduto! - portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio cercando di essere convincente. Ma lui continuava a guardarmi sorridedo, e alzando le sopracciglia. Si notava che non credeva neanche ad una parola, ma dovevo almeno tentare

- Mi sembra giusto! -  accentuando la fossetta di sinistra

- Ok, allora...Damon..stammi bene...- 

- Laurel - Fire Breather - 

Toccai il suo braccio come per salutarlo, quando sentii una scossa percorrermi il braccio fino ad arrivare alla mia spina dorsale. Lo guardai un secondo e i suoi  occhi mi perforarono l'anima, avevano già capito tutto. Lui afferrò il mio braccio destro da sotto avvicinandomi velocemente a lui. Subito le nostre labbra si trovarono senza cercarsi. Presi il suo viso tra le mani, stringendolo forte, stringendo la sua mascella, baciandolo come se fosse l'unica cosa che mi tenesse in vita. Mi spostò davanti alla porta della sua camera facendomi sbattere contro di essa cercando di aprirla, non lasciando neanche per un secondo le mie labbra e ed ogni colpo sentivo premere il suo corpo sul mio, sentivo la sua erezione su di me annebbiando la mia mente. Finalmente riuscì a prendere la scheda dalla tasca riuscendo ad aprire la porta. Si aprì di botto, scivolai dentro tirandolo a me per la camicia nera, lui chiuse spingendola con il braccio destro. Mi aggrappai nuovamente a lui con le braccia intorno al suo collo accarezzandolo e baciandolo più forte di prima. Si scostò da me togliendomi la giacca in maglina e strappando il vestito che avevo centralmente, feci lo stesso con la sua camicia, la trappai di netto facendo volare i bottoni ovunque.  Si avvicinò di nuovo famelico alle mie labbra, spingendomi dolcemente verso il letto. Iniziai ad indietreggiare portandolo con me. Mi adagiai piano sul letto, mentre lui saliva con le ginocchia sul materasso, guardandomi con gli occhi di uno che la sapeva lunga. Poggiò le sue labbra sul mio collo baciandolo, scendendo prima sul reggiseno togliendolo, e poi continuò lungo il mio ventre sempre più veloce fino ad arrivare a quel filo di tessuto che ancora ci separava. Le sue labbra si poggiarono sul pube accarezzandolo, togliendo piano piano le mie mutandine. Un fremito mi investii in pieno invocando tutti i santi del paradiso. Si tolse immediatamente tutto quello che era rimasto dei suoi indumenti tornando su di me. Le sue mani viaggiavano sul mio seno stringendolo forte iniziai a gemere inarcando la schiena, sentii il suo sorriso sulle mie labbra, era compiaciuto, e questo mi eccitava ancora di più, volevo essere sua ad ogni costo. Incontrai i suoi occhi per un attimo, l'attimo prima di entrare dentro di me. Gemette forte a quel contatto, guardandomi intensamente negli occhi, iniziò a muoversi come in una danza. Continuavo a tenere il contatto visivo chiamandolo con tono di supplica ad ogni spinta. E più lo chiamavo e più lo sentivo ansimare. Continuò a farlo sul mio orecchio destro, volevo morire all'istante. Non ci volle molto, e l'orgasmo più intenso che io avessi mai provato arrivò, lasciandomi tremante e quasi senza forze. Lo guardai estasiata. Non capivo più nulla. Lui, mordendosi il labbro inferirore mi girò dolcemente verso il materasso prona, ed entrò nuovamente in me da dietro, ancora tremante dagli spasmi dell'orgasmo precedente, strinsi il lenzuolo sotto di me mordendolo e ansimando forte. Si avvicinò a me appoggiando il suo viso tra i miei capelli, sentivo il suo respiro caldo e ritmico. Cominciai a gemere ancora più forte di prima, alzando il mio braccio destro verso i suoi capelli, tirandolo verso di me. Potevo sentire la sua voce chiamarmi, come se fosse in una morsa dalla quale non voleva uscire. 
- Angelo mio vieni con me...- disse con voce strozzata provocando in me, proprio quello che lui voleva. Fu in quel momento che arrivammo tutti e due. Ero completamente stravolta da questo secondo orgasmo. Si accasciò sulla mia spalla stremato. I nostri respiri affannati, alleggiavano nella stanza. Lo sentivo tremare, accarezandomi la spalla e cospargendola di baci delicati. Mi girai verso di lui guardandolo incredula, respirando velocemente. Venne nuovamente verso di me posandosi sulle mie labbra. Io avevo ancora voglia di lui, e lui di me. Una cosa era sicura...volevo morire tra le sue braccia.



Note: Capitolo Nove. Ed eccoci finalmente al capitolo tanto atteso...o temuto 😅 Elena e Damon si lasciano andare finalmente a questa passione frenata e indomabile. Cosa succederà adesso? Sarà tutto rose e fiori? Elena dirà tutto a Matt? Cosa succederà nella mente e nel cuore di Elena adesso?  E il nostro caro Damon cosa penserà di tutto questo? Ci aspettano capitoli difficili... 😅 Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Verrò Da Te ***


- Main Title - Aaron Zigman

Quella mattina mi svegliai presto, non so bene che ora fosse ma il sole stava timidamente facendo entrare i suoi raggi attraverso le tende bianche. La lieve luce dell'alba inizio ad illuminare tutta la stanza, compreso il mio cuore. Mi ero persa nei meadri della mia mente, e gioravagavo tra i mille pensieri che  l'affollavano . Il pensiero di lui dentro di me mi fece accendere il viso. Il modo in cui mi toccava, sfiorando la mia pelle... Era troppo per me, troppo per la piccola Elena... Strinsi il lenzuolo tirandolo verso il mio mento. Mi sentivo così viva, lui aveva risvegliato in me quell'anima ormai assopita. La notte appena trascorsa era stata senza dubbio la più bella di tutta la mia vita. Damon era così bello dolce e passionale, ed io ero completamente persa tra le sue braccia. Sorrisi, non potevo credere a quello che avevo fatto, era riuscito a fare uscire la mia parte più selvaggia, la pudica Elena era sparita, e non sapevo se sarebbe più tornata. Con la mano sinistra spostai alcune ciocche che erano cadute sul mio viso, e fu in quel momento che notai la striscetta d'oro che avvolgeva il mio anulare. La guardai stringendo il pugno e avvicinandola alle mie labbra. Cosa avrebbe detto Matt  se l'avesse scoperto? Non volevo ferirlo, e soprattutto non meritava tutto questo. All'improvviso mi sentii tremendamente in colpa, lui aspettava il mio ritorno, ed io l'avevo tradito... quattro volte. La mia attenzione fu catturata dalla luce che proveniva dalla mia borsetta, era sicuramente Caroline che mi cercava. Sospirai forte, non avevo il coraggio di muovermi,  non volevo svegliarlo. 
Mi alzai piano, cercando di fare meno rumore possibile.

Buongiorno raggio di sole...-  disse non appena mi sedetti a bordo letto

- T..i..ho sve..gliato? - recuperando il reggiseno li vicino

- No...mi sono svegliato tre ore fa...- 

- Davvero..? Perché non hai detto niente? - 
Risposi imbarazzata

- Neanche tu l'hai fatto...ti ho sentita sospirare...- puntualizzo girandosi verso di me

- Beh...si vede che non avevo molto da dire... veramente non so proprio cosa dire...- risposi infilandomi velocemente la mia giacca in maglina l'unico indumento ancora intatto sorridendo imbarazzata

- Io avrei tante cose da dire...o da fare...- sorridendomi malizioso 
 
- Damon...questa notte è stata uno sbaglio...- recuperando sul letto il mio vestito strappato, ma lui lo tirò verso di se
Non lasciando la presa

- Continuiamo a sbagliare allora...per favore...- mi avvicinai a lui cercando di districare il tessuto, riuscendoci solo perché lui lasciò la presa
Mi avvicinai alla porta recuperando la borsa e le scarpe insieme alle medicine di Caroline. Ma lui mi si parò davanti

- Ti prego Damon...mettiti qualcosa...o spostati devo andare. - 

- Peggio per te...sto per fare una colazione da urlo...tutto nudo... perché non ti fermi?...- chiese portando una delle mie ciocche dietro l'orecchio guardandomi con i suoi occhi cristallini
 
- Damon...Caroline ha chiamato trenta volte...devo tornare da lei...- 


Aprìi la porta e sgattaiolai fuori tenendo in mano le scarpe e le medicine di Caroline, e con l'altra mano il vestito ridotto in brandelli da Damon.
Cercai di fare piano, nella vana speranza di non essere scoperta, ma lei era lì, davanti alla porta finestra con il telefono in mano mentre cercava di chiamarmi.

- Elena!!! - venne verso di me come una furia - Ma...cosa...ti ... è...successo?! - disse ad occhi sbarrati indicando il mio vestito

-  Io... è stato Damon...- 

- Damon?! Hai passato la notte con Damon?!?! -  

- Caroline...- 

- Elena?! Sei completamente impazzita?! Mi hai fatto morire di paura! Sei uscita per comprare l'antidolorifico e torni come se fossi stata ad un safari?!  - 

- Caroline...io non so veramente cosa dirti... Damon mi piace, mi piace veramente...provo qualcosa per lui... - 

- Elena...- rispose lasciandosi cadere sul suo letto e sospirando - Cosa farai con Matt? - 

- Dovrò dirglielo, lui si aspettava una risposta da me... - risposi balbettando

- Non si aspettava di certo le corna...- 

- Caroline! - dissi alzandomi di scatto

- Scusami...ma è la verità...- 

- Oh Caroline mi sento così..viva...ho passato una delle notti più belle della mia vita...io...voglio lui Caroline... -

- Elena...ti stai innamorando seriamente...ma stai attenta, questo non è da te...scoppierai prima o poi...- 

Annuì in segno di approvazione ed entrando in bagno mi infilai dentro la doccia. Aprì il rubinetto ripensando alle parole di Caroline, in effetti non era da me buttarmi così, io che avevo sempre pianificato tutto, io che non ero mai passata con il rosso e che avevo i maglioncino nell'armadio piegati in ordine di cromia. In realtà Damon non era proprio nei miei progetti, ma era capitato...sorrisi ancora una volta ripensandolo...tutto sarebbe andato bene. Avevo deciso..avrei detto tutto a Matt. Avevamo la mattinata libera prima della grande serata che ci attendeva, e io e Caroline avevamo deciso di uscire a fare shopping, mi avrebbe distratto sicuramente dalla situazione spinosa in cui mi trovavo. Tornammo in camera nel primo pomeriggio, e buttando sul letto le buste dello shopping sfrenato che avevo fatto, mi accorsi che il telefono vibrava 

Io schermo si illuminò, era un messaggio di Damon. " Ti aspetto giù"
Afferai il cardigan sul letto e mi fiondai sulla porta

- Elena..-  mi richiamò Caroline - Stai attenta...- annuì scendendo le scale quasi correndo fino ad arrivare davanti alla Hall.

- Bruno Mars - Grenade

 Dalle porte scorrevoli vidi Damon appoggiato con le braccia conserte ad una juagur rossa. Il suo viso si illuminò subito appena mi vide. 

- Sei pronta a fare un giretto? - disse accentuando le sue bellissime fossette.
Annuì sorridendo entrando subito in macchina lato passeggero. Lui ingranò la marcia, frecciando per il litorale. Il vento era così caldo, mi sfiorava la pelle ed i capelli facendomi sentire viva. Prese la mia mano sinistra portando il dorso alla sua bocca, baciandola. Lo guardai come a volerlo spogliare con gli occhi. Non pensavo si potesse desiderare un uomo così.  Poggiò la sua mano insieme alla mia sul cambio per cambiare la marcia stringendola in una dolce morsa. La voglia di lui si insinuò di nuovo nella mia mente.  Questa volta portai io la sua mano dalla mia parte, poggiandola sulla mia coscia accompagnandolo verso l'inguine. Strinse la mia coscia massaggiandola, per poi toglierla di scatto

- Elena...sto guidando...- mi guardò accentuando la fossetta di destra facendomi sciogliere. Quanto poteva essere bello.

Dopo alcuni minuti si fermò, sul punto più alto della scogliera, lontano da occhi indiscreti.

- Dove eravamo rimasti? - chiese avvicinando la sua mano sul mio viso accarezzandolo. Il suo pollice mi sfiorò le labbra fino al mio mento, per poi passare per la mia guancia ed arrivare alla mia nuca stringendola. Mi avvicinò alle sue labbra, lasciando un bacio dolce e casto

- Guarda come mi hai ridotto...- disse appoggiando la sua fronte alla mia

Sorrisi e alzandomi mi posizionai a cavalcioni su di lui portando la sue braccia sopra la sua testa. Mi guardò estasiato da questa presa di potere

Sorrise mordendosi il labbro inferiore
- Farei qualsiasi cosa per te... qualsiasi cosa...- disse aumentando il ritmo del suo respiro

- Bene...allora fai l'amore con me... - risposi sussurandogli all'orecchio senza neanche arrossire. Ero completamente sopraffatta dal desiderio

Iniziai a slacciargli la cintura e abbassare la zip. Cercò di abbassare le braccia verso di me, ma le riportai sopra la sua testa. Mi guardò un attimo, interrogativo, per poi intrecciare le sue mani dietro il sedile.
Volevo decidere io cosa fare e come.
Aprii la sua camicia in un secondo baciandogli il collo, per poi scendere sul suo torso. Il suo corpo era tutto un fremito, e il suo respiro irregolare.
Tornai sulle sue labbra intrecciando la sua lingua alla mia, fu in quel momento che lo feci scivolare dentro di me. Aprì gli occhi, che erano stati chiusi fino a quel momento, guardandomi asimando e chiamando tutti i santi del paradiso. Il mio corpo si muoveva ritmico su di lui stringendo le sue mani che erano sopra la sua testa.
Sempre più veloce, iniziai ad ansimare insieme a lui, poggiandomi sul suo viso sudato. Lui mi implorava di andare più piano, ma quelle parole mi facerò l'effetto opposto. Andai sempre più veloce, fino ad arrivare all'estasi più totale aggrappandomi a lui, in quel momento anche lui mi abbracciò stringendomi forte.

Mi scostai da lui, appogiando le mie mani sul suo viso mi guardava estasiato, sorrisi e lo baciai delicatamente sulle labbra

- Elena... So che è egoistico da parte mia...ma devo dirtelo... io..credo di amarti dalla prima volta che ti ho visto...sei il mio primo pensiero la mattina, e l'ultimo prima di addormentarmi...quando riesco a dormire - disse sorridendo - da quando ti conosco non ho più dormito più di due ore di fila... - 

- Damon...io...-

- Non devi rispondere adesso....ma il tuo amore è sempre quello che ho cercato...-

- Damon...io...quel giorno in teatro mi hai completamente rapita...anche io provo qualcosa...e...io lascerò Matt...non merita questo...e verrò da te... È una promessa...- conclusi avvicinandomi  nuovamente alle sue labbra

- Adoro le promesse...- rispose lui avvicinandosi di nuovo alle mie labbra baciandomi con passione

Uscimmo fuori dalla macchina, il sole stava per tramontare e ci stava regalando uno degli spettacoli più belli. Si sedette sul cofano, ed io sopra di lui. Mi abbracciò da dietro immergendo i suo viso tra i miei capelli. Restammo in silenzio assaporando finalmente quella felicità ritrovata. Avrei fatto di tutto per lui, non avrei rinunciato mai al mio sogno d'amore.

Note: Capitolo Dieci. Ed eccoci qui, capitolo interamente dedicato ad Elena ed ai suoi pensieri. Sembra essere decisa e sicura delle sue scelte... è completamente rapita e trasportata da questo nuovo sentimento...ma è davvero così? Diciamo che questo è un capitolo di passaggio, perché dal prossimo possiamo già notare, i primi dubbi e i cedimenti di Elena. Che sicuramente la porterà a fare degli errori...vedremo quali. Elena andrà veramente da Damon una volta atterrati? ....🤐 Scopriremo tutto nel prossimo capitolo! Grazie sempre a chi mi segue ❤️ E a presto! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Sonno Profondo ***


(Damon)

- Ludovico Einaudi - Nuvole Bianche -

Chiusi la porta entrando in camera, e mi adagiai ad essa poggiando il capo. Iniziai a guardare il soffitto perdendomi nei miei pensieri. Cosa avevo fatto? Avevo detto ad Elena che l'amavo. Era proprio così, l'amavo da perdere il fiato. L'amavo più di ogni altra cosa. L'amavo più di me stesso, ed essendo un egocentrico c'era molto da dire. Sentii il cuore iniziare a galoppare veloce, non lo sentivo spesso, ma quando succedeva era sempre una meravigliosa sorpresa. Adagiai la mano sul petto strofinando il tessuto che mi separava dalla pelle. Sorrisi. Piano mi avvicinai alla porta finestra aprendola, un leggero vento mi attraversò i capelli facendomi chiudere gli occhi assaporando il momento. Presi una sigaretta dal pacchetto, e l'appoggiai sulle mie labbra, quelle stesse labbra che si erano adagiate sulle sue. Sorrisi. Uscì fuori sul balconcino e sorreggendomi su di esso con i gomiti aspirai un po' di fumo. Lo tirai fuori guardando verso l'orizzonte, lo stesso scenario che avevo contemplato insieme a lei. Con la mano destra tenevo ferma tra le dita la sigaretta avvolta dal fumo, la guardai, mi persi ad osservare come bruciava il tabacco. Mi sentivo così, bruciavo dentro. Continuai a guardarla e tirando fuori il fumo la investì in pieno. Sorrisi. Abbassai il capo facendo cadere i capelli sul mio viso. I flashback del nostro incontro sulla scogliera continuava ad affollare la mia mente. Lei aveva promesso, una promessa che un uomo non avrebbe mai dimenticato. Ed io non l'avrei mai dimenticata.

(Elena) 

Ero da poco tornata in camera, e da quando ero rientrata mi ero adagiata prona sul letto con la testa sul cuscino con gli occhi sognanti. Sorridevo e sorridevo. L'unica cosa che il mio cuore mi suggeriva di fare. Quanti sorrisi avevo perso in questi anni, quante opportunità lasciate e perse...di una felicità che sembrava irraggiungibile. Il sole stava tramontando sui miei occhi, alzai la mano destra come per afferrare i raggi solari, che sparivano dietro di essa. Ero in estasi. Avrei lasciato Matt, e niente e nessuno avrebbe fermato la mia corsa verso la felicità.

Riuscì ad alzarmi da quella situazione di dolce stasi ed a vestirmi. Era finalmente giunta la serata dello spettacolo. Ci era stato detto di indossare un vestito formale nero. Il mio era lungo con spacco laterale ed un corpetto semi rigido con un'apertura centrale a V, capelli morbidi lisci e rossetto rosso porpora. Quello di Caroline era con corpetto a forma di cuore drapeggiato e morbido sulla gonna, capelli legati lateralmente e rossetto rosé.
Uscimmo dalla nostra stanza, quando vidi Damon uscire dalla sua in smoking. Era veramente stupendo. Chiuse la porta e sorridendo venne verso di me insieme ad Enzo ed Alaric.

- Hey Caroline, sei veramente bellissima! - Disse Enzo avvicinandosi a noi - se non fossi così antipatica potrei anche provarci con te! - 

- Scampato pericolo! Meno male! - rispose lei voltandosi e avviandosi verso le scale
Tutto il gruppetto di allontanò, lasciandoci da soli

- Dio, quanto sei bella...- sfiorandomi la guancia con il dorso della sua mano destra

- Anche tu non sei niente male...- mi avvicinai a lui sistemandogli il papillon

Avvicinò le sue labbra alle mie e le chiuse in un bacio casto per poi prendermi per mano portandomi verso l'uscita.
Alaric per l'occasione aveva chiamato una limousine. Ci sedemmo tutti nel salottino dell'auto.

- Cazzo c'è anche il mini bar! - esclamò Enzo aprendo il piccolo mobile nero

- Hey Hey, giù le mani! Quelle sono per dopo! - Rispose Alaric frenando il suo entusiasmo

- E dai! Non potremmo brindare all'inizio di questa spettacolare serata? - 

- E arrivare in teatro già brilli?! Non se ne parla! - 

Enzo fece spallucce e si sedette vicino a noi.
Arrivati davanti al teatro una folla ci aspettava. Era tutto surreale, stupendo. Mai vista tanta gente. 
Entrammo velocemente e posizionandoci tutti ai nostri posti iniziò la serata.
Era davvero tutto grandioso, il teatro lo era,  la gente lo era, noi e la nostra musica lo eravamo. Le sinfonie si susseguivano, una dopo l'altra, facendomi vibrare il cuore ad ogni nota, ero felice.
 
Lacrimosa - Mozart

Appena il maestro diete il via, per l'ultima sonata della serata ebbi subito un brivido. Una paura irrefrenabile.
All'improvviso quella sinfonia che avevamo provato e riprovato mi parse un presagio di sventura. Il cuore mi balzo in gola, iniziai a sudare. Il respiro iniziò a mancarmi. Mentre le mie mani volteggiavano tra i tasti, il mio sguardo si posò su Damon, lui suonava totalmente preso. Sembrava un'angelo. Ed io un peccato vivente...iniziai ad avere paura per lui...come se io lo avessi condannato a morte. A'll'improvviso a quel pensiero le lacrime iniziarono a scendere giù dal mio viso. Forse ero io il problema...la peccatrice. Le voci del coro diventarono all'improvviso assordanti, come se mi martellassero la testa. Il nome di Matt incominciò a volteggiare nella mia mente. Voleva tormentarmi per tutto quello che avevo fatto. Mi meritavo tutto. Ma non Damon. 
Cercai di nascondere il mio sguardo dietro i capelli, ma Damon si accorse di tutto. Iniziò a guardarmi spaventato, non capiva.  I suoi occhi azzurri si spalancarono, cercando i miei. Non poteva alzarsi per venire da me, lo vidi soffrire dentro la mia sofferenza. Tutto questo non fece altro che aumentare la mia angoscia. 
Anche il suo respiro si fece irregolare, e ad ogni nota, vedevo la sua disperazione. Eravamo come due specchi, ci riflettavamo a vicenda. Continuai a suonare cercando le note annebbiate dalle mie lacrime, e cercando di calmarmi.
Appena la sinfonia si concluse, e si alzarono tutti in piedi per i ringraziamenti, mi alzai di scatto e mi avviai verso l'uscita.   Correvo per i corridoi tirandomi su il vestito, quando mi sentii afferrare per un braccio

- Elena! Ti prego fermati! - la voce di Damon strozzata dal fiato corto mi fece fermare 

- Damon...- mi girai verso di lui con gli occhi pieni di lacrime
Lo strinsi forte a me, come se fosse l'unica salvezza 

- Hey, ma che succede? - disse ricambiando l'abbraccio e accarezzandomi i capelli

- Mi sento male per Matt...- risposi ancora con il viso appoggiato sulla sua spalla

- Capisco...- rispose irrigidendosi

Iniziai a sentire il suo cuore galoppare forte. Quel suono mi fece capire che anche lui era terrorizzato da questa mia affermazione. Alzai il capo verso di lui, incrociando il suo sguardo che era completamente cambiato. Aveva gli occhi rossi.

- Damon... io mi sento in colpa nei confronti di Matt...sono una pazza lo so.. io forse ho sbagliato...dovevo dirglielo fin dall'inizio...adesso non posso più tornare indietro...- mi scostai da lui allontanandomi di qualche passo

- Elena...- disse con filo di voce

- IO TI AMO DAMON! - gridai senza volerlo - Ti amo...ti amo da impazzire! Ma tutto questo è troppo per me! Scusami... - girai i tacchi ed uscì dal teatro lasciandolo lì

( Damon ) 

Strinsi i pugni, e gli occhi inevitabilmente si riempirono di lacrime. Avrei dovuto avere più tatto con lei. Capire che lei era già impegnata...capire che aveva già dei conflitti interiori. E non essere il solito egoista egocentrico. Passai le mani tra i capelli, mi sentivo un verme.

- Corri da lei... - 

Una voce femminile mi fece girare dalla parte opposta

- Adesso, più che mai ha bisogno di te...sapevo che sarebbe successo.. - continuò Caroline stringendo le braccia al petto

La guardai un secondo, e annuendo corsi via. Correvo per le scale nella speranza di trovarla ancora qui. Ma di lei nessuna traccia. Presi il primo taxi disponibile, e andai in hotel nella speranza di trovarla lì. Entrai come una furia, e salendo velocemente le scale la trovai seduta davanti alla mia porta. 

- Speravo tu venissi qui...- disse alzandosi in piedi

Corsi verso di lei prendendola per il viso
- So di essere stato un egoista del cazzo, e so di non meritarmi una come te, Dio solo sa quante cazzate ho fatto nella mia vita...ma quando sono con te io mi sento una persona migliore...e se c'è un pazzo qui..quello sono io. Ti amo Elena... - 
Avvicinai le mie labbra alle sue delicatamente. Lei ricambio accarezzandomi le mani che avevo sul suo collo.

- Damon...posso dormire con te stanotte? - 

- Certo...- risposi con sorriso ed aprii la porta

Lei entrò subito in bagno, ed io iniziai a togliere il vestito e le scarpe. Infilai i pantaloni del pigiama e aspettai che uscisse dal bagno. Quando lo fece, restai meravigliato. Era completamente struccata ed aveva indossato una mia camicia grigia e tra le mani aveva il suo vestito. Era ancora più bella di prima. La guardai estasiato alzandomi in piedi.

- Scusami...ma ho trovato questa tua camicia in bagno...e ho pensato...- 

- N..o..non c'è problema.. - risposi deglutendo

Appoggiò il vestito sulla sedia e i nostri sguardi si incrociarono. I suoi occhi non erano più arrossati. E risplendevano di una luce nuova. Mi avvicinai a lei e lasciandogli un bacio tra i capelli mi avvicinai al bagno quando lei disse

- Grazie...- la guardai sorridendo come un idiota e chiusi la porta del bagno.

Aveva ragione...avevamo bruciato le tappe...ma io, nella mia indole egoista, non mi pentivo di niente. L'unica cosa che mi aveva scalfito era il suo dolore. Non sopportavo vederla soffrire.
Mi lavai velocemente la faccia ed uscì con ancora l'asciugamano in mano. Guardai verso il letto, e la trovai addormentata. Mi accostai a lei piano, per non svegliarla. Sembrava un Angelo...o forse lo era. Ed io ero stato un Demonio. Spostai una delle sue ciocche che le erano cadute sul viso e dandole un bacio sulla fronte, mi abbandonai anche io ad un sonno profondo. Quella sera dopo tanto tempo, sarei riuscito a dormire... perché lei era lì con me.

Note: Capitolo Undici.  Ed eccoci arrivati al capitolo dei dubbi e delle incertezze di Elena. Lei è sempre stata la perfettina della situazione, ed adesso si ritrova a fare i conti con questo sentimento travolgente. E qualcosa che le provoca angoscia e disperazione, e praticamente non sa gestire il tutto! Damon anche lui travolto da questo uragano cerca di rassicurarla e proteggerla. Adesso cosa succederà? Dal prossimo capitolo sarà tutta una salita, e la prima bomba scoppierà proprio in faccia a nostri piccioncini! 🤣 Grazie sempre a chi i segue ❤️e alla prossima! ❤️

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Un giorno... ***


Spiegel in Spiegel - Arvo Pärt, Amy Dickson, Catherine Millerdge

( Elena ) 

Mi destai piano aprendo gli occhi, sentivo il suo respiro sul mio volto, un profumo dolce...profumo di lui. Apriì meglio gli occhi osservandolo in tutta la sua bellezza. Il suo incarnato colore avorio brillava a contatto con i raggi del sole che lo sfioravano. La sua bocca leggermente aperta faceva passare il suo angelico respiro su di me. I suoi capelli neri adagiati sulla sua fronte ricadevano un po' anche sulle sue palpebre chiuse...un angelo. Stringeva con la mano destra il cuscino e con la sinistra mi teneva il fianco. Era rimasto vicino a me tenendomi stretta tutta la notte. Avvicinai piano la mia mano destra, e con il dorso gli accarezzai la guancia fino a scendere sulle sue labbra. Il calore del suo respiro passò attraverso le mia dita, provocandomi un brivido. All'improvviso aprìi gli occhi entrando nei miei. Quegli occhi azzurri che mi avevano rapita fin dal primo momento... Il mio cuore mancò un colpo. La mia mano ancora ferma sulla sua bocca venne presa da lui in un bacio. Chiuse gli occhi mentre lasciava tanti piccoli baci su di essa, la mia pelle prese fuoco a quel contatto, fermando il mio respiro per un attimo.
Iniziai a respirare velocemente, lo volevo ardentemente. Deglutì quel poco di saliva che avevo in bocca. Mi tirò dolcemente verso di lui, poggiando la mia mano sopra la sua spalla ed io mi avvicinai senza indugiare. Adesso i nostri respiri erano l'uno dentro l'altro. Mi avvicinai alle sue labbra chiudendo gli occhi, volevo sentire le sue labbra sulle mie. Le sue labbra si chiusero sulle mie delicatamente, facendo scivolare la sua lingua andando incontro alla mia che l'aspettava. Infilò la sua mano sinistra tra i miei capelli per poi scendere lungo il mio collo fino arrivare al mio seno che si intravedeva dalla camicia aperta. Chiusi gli occhi a quel tocco, quando li riaprì lui si era avvicinato al mio capezzolo chiudendolo tra le sue labbra. Iniziai a respirare velocemente accarezzando i suoi capelli corvini. Tornò da me guardandomi come se fossi la cosa più bella che avesse visto in vita sua, e appoggiò il suo corpo sopra il mio. Accarezzai ancora un volta il suo volto, Dio quanto lo amavo. Lo amavo veramente. A quel pensiero i miei occhi non volendo si riepirono di lacrime, facendo lo stesso effetto a lui.

- Elena...se non vuoi io...- 

Negai con il capo

- Damon... ti amo...- risposi con un filo di voce

Lui tirò fuori il respiro che aveva trattenuto dopo aver parlato, e sorridendo accentuando la fossetta di destra si avvicinò a me. 

- Ti amo da impazzire Elena...- mi sussurro tra le labbra lasciandoci un bacio

Quelle parole entrarono dentro il mio cuore, facendo uscire le lacrime che avevo cercato di trattenere fino a quel momento. Adesso sapevo che sapore aveva la felicità...il suo.
Le sue labbra si incontrarono nuovamente con le mie delicatamente, posando baci a fior di labbra. In quel momento così magico entrò dentro di me, fermandosi su di esse, chiudendo gli occhi. Lo avvolsi con le braccia asimando a quel dolce tocco. Sentivo battere forte il suo cuore sul mio, e i suoi movimenti decisi ma delicati mi facevano vibrare l'anima. 
Continuò muovendosi sempre più veloce ansimando e gemendo sul mio orecchio destro. Accarezzavo la sua schiena delicatamente seguendo il suo corpo, i miei gemiti iniziarono a correre insieme a suoi, come in una prateria sperduta. Lui arrivò subito dopo, e seguendolo lo strinsi forte a me. Lo sentii respirare forte tra i miei capelli. Si scostò sdraiandosi vicino a me, passandosi la mano tra i capelli umidi facendo cadere le braccia sopra la sua testa.
Restammo a guardare non so per quanto tempo il soffitto, appoggiata con il viso sul suo torace. Quei cinque giorni erano volati, ed adesso dovevamo fare i conti con la realtà. Non sarei tornata a casa da Matt, avevo deciso di trasferirmi direttamente da Damon, non avrei avuto il coraggio di dormire con lui, adesso che nella mia vita e nel mio cuore c'era solo Damon. 

I miei pensieri furono interrotti dal suono incessante di un pugno che batteva sulla porta. Damon rimise i pantaloni del pigiama ed andò ad aprire.

- Beh?! Perché non siete ancora vestiti? Abbiamo l'aereo tra due ore! - chiese Caroline con aria contrariata guardando Damon

- È una lunga storia, aspetta che esca il film! - rispose con il suo solito sarcasmo

- Idiota! - ribatté la bionda buttando gli occhi al cielo - Elena, almeno tu puoi essere più collaborativa per favore? - continuò guardandomi con occhi sgranati e agitando le braccia

- Ok, ok! - risposi cercando di uscire sgattaiolando quando lui mi afferrò per un braccio

- Riportarmi la camicia, vorrei indossarla oggi...- disse un attimo prima di prendere nuovamente le mie labbra

Risposi annuendo con il capo, completamente estasiata

- Forza andiamo Giulietta! - disse Caroline tirandomi per il braccio e facendomi entrare in camera

Rimasi per qualche secondo appoggiata alla porta, sorridevo e sorridevo...sapevo fare solo quello

- Vedo che hai superato brillantemente il momento: "ho un marito a casa e sono distrutta!" - 

- Non tornerò a casa Caroline...- 

- Cosa?...-

- Andrò direttamente a casa di Damon...- risposi prendendo la mia valigia e poggiandola sul letto

- Elena, ma non puoi comportarti così...-

- Caroline è l'unica soluzione...io non posso tornare a casa come se nulla fosse...baciare Matt o fare altro...io amo Damon...- 

- Matt sarà devastato da tutto questo... - 

- Lo so, e mi dispiace...ma non c'è alternativa! Il nostro amore è finito da un po'...e con Damon ho riscoperto la gioia di vivere... -  

- Mi sa che tu hai scoperto altro! - 

- Caroline, ti prego cerca di essere felice per me...- mi avvicinai a lei prendendola per le braccia

- Ma io sono felice...ma non vorrei che questa storia con Damon sia solo un fuoco di paglia...- 

- Non lo è... - 

- Ok ok! Vai subito a fare la doccia Giulietta! O faremo tardi! - 

Mi infilai subito sotto la doccia, e vestendomi con jeans e canotta con volant blu andai da Damon per restituirgli la camicia. 

(Damon)

Avevo già messo tutto in valigia, aspettavo solo che Elena tornasse con la mia camicia. Volevo il suo profumo addosso. Sistemai un'attimo i capelli davanti allo specchio quando sentii bussare alla porta

- Servizio in camera Signor Salvatore, ecco la sua camicia...- porgendomela

- Grazie mille graziosa signorina, merita una mancia...- infilai la mano destra tra i suoi capelli baciandola

Buttai la camicia sul letto, e stringendola più forte a me continuai a baciarla.

- Damon...ci aspettano tutti di sotto...- 

- ...Ok...- Risposi deluso sfiorandole i capelli - Sei sicura di voler venire da me? -
 
- Più che sicura...- avvicinò il mio mio viso con entrambi le mani al suo baciandomi.

Ero al settimo cielo, lei sarebbe davvero venuta a vivere da me, e niente e nessuno si sarebbe messo in mezzo.
Raggiungemmo gli altri nella Hall dell'hotel mano nella mano. Ormai non avevamo alcun motivo per nascondere la nostra relazione.

- Eccoli finalmente i nostri piccioncini! Scommetto che avete perso tempo perché ci avete dato dentro! - Disse Enzo vedendoci arrivare. 

- Cos'è invidia quello che leggo nei tuoi occhi? - dissi sarcastico abbracciandola da dietro

- Ok basta così! - intervenne Alaric tagliando corto, e guardandomi con sguardo di disappunto si avviò verso l'uscita

Con Elena di comune accordo, questa volta, decidemmo di farci spostare di posto, così da poterci sedere insieme. Il volo di ritorno fu tranquillo questa volta e passammo due ore a parlare di noi e delle cose da fare una volta atterrati. 
Era tutto surreale, sentivo dentro di me una felicità travolgente. Sorridevo ogni volta che incrociavo il suoi occhi nocciola.
All'improvviso mi svegliò la voce della hostess che usciva dal microfono dell'aereo. Mi ero addormentato senza rendermene conto con lei appoggiata al mio braccio. Non mi capitava mai di dormire in aereo, ma con lei il mio corpo si sentiva pronto a rilassarsi. Ero pronto a cambiare vita. La destai con delicatezza sfiorandole il mento con il pollice, lei aprì subito i suoi meravigliosi occhi guardandomi dolcemente. Rimasi come un'idiota fissandola sorridendo, lei ricambiò il sorriso e dopo esserci alzati ci apprestammo a prendere le nostre valigie sopra le nostre teste. Come la volta precedente lei non riuscì a far uscire la sua valigia dal vano porta oggetti

- Damon potresti aiutarmi? Sono proprio una frana...- chiese portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mordendosi il labbro inferirore

Mi avvicinai sorridendo, e porgendogliela dissi

- Ecco a lei signora Salvatore... - Non so da dove fosse uscita quella frase, ma era quello che sentivo, volevo sposarla un giorno...

Mi guardò incredula e regalandoci sorrisi complici, si avvicinò a me senza dire una parola...era davvero meravigliosa. Quando all'improvviso lo sguardo di Caroline ci investii in pieno

- Elena, c'è mia madre al telefono...Matt è stato ferito gravemente in uno scontro a fuoco...aveva provato a chiamarti ma hai il cellulare spento...- 

- Cosa?! Matt?! Io..io devo andare... devo andare... da lui! - rispose Elena lasciando il mio braccio che aveva stretto fino a qualche secondo prima

All'improvviso la mia mente si svuotò,  sentii il ronzio nelle orecchie. Un ronzio così forte da non farmi capire più niente. Lei stava andando via, via da lui. Non curandosi minimamente di me, aveva lasciato anche la valigia, ed era sfrecciata fuori dall'aereo lasciandomi con gli occhi sbarrati. Cosa sarebbe successo adesso?  Guardai Alaric a bocca aperta, che dandomi una pacca sulla spalla si avvicinò all'uscita.
Sarebbe finito davvero tutto Così? 



Note: Capitolo Dodici. Buongiorno a tutti e Buon Anno! ❤️ Allora, come potete vedere anche io ho lasciato una bomba per iniziare questo nuovo anno! 🤣 Ma sarà solo la prima di tante altre! I nostri cari piccioncini sembrano fermamente convinti delle loro decisioni, e Damon già pensa in grande volendola sposare...ma il nostro caro Matt ci ha stupiti ( pur inconsapevolmente) restando ferito in uno scontro a fuoco. Questa situazione  innescherà una serie di eventi incontrollabili, che li porterà... eeeeeeeeh non posso anticiparvi nulla, ma non saranno cose piacevoli. 🤐 Non uccidetemi per questo! 😅 Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima! 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Sensi Di Colpa ***


(Elena)

Björk - Bachelorette

Correvo freneticamente attraverso l'areoporto investendo tutto quello che trovavo sulla mia strada. Correvo più veloce che potevo verso quell'uscita che sembrava innarrivabile. I miei polmoni si riempivano d'aria alla velocità della luce, sembrava stessero per scoppiare da un momento all'altro. Con il cuore in gola cercavo di rimanere lucida durante la mia corsa, avrei voluto fermarmi e piangere come una disperata, sentire quelle lacrime bagnarmi il viso che bruciava. Sentivo solo il rumore del mio respiro che si faceva sempre più pesante, rimbombava nelle mie orecchie. Volevo arrivare il più presto possibile all'ospedale, il più presto possibile da lui. Durante la mia corsa sfrenata avevo rintracciato Liz , la madre di Caroline per sapere altre informazioni. Mi indicò l'ospedale e mi spiego solo che era stato ferito da dei colpi di pistola durante una rapina. Non riuscivo a capire, lui era sempre stato molto attento, e usava sempre il giubbotto antiproiettile cosa era andato storto stavolta. Mi sentii tremendamente in colpa, io in un'altra città mi concedevo a Damon, e lui rischiava la vita lasciandoci quasi la pelle. Entrai nel taxi quasi senza fiato, e tenendo la testa fra le mani pregavo che lui stesse bene, doveva essere così...se fosse stato diversamente non me lo sarei perdonata. Il mio corpo fu pervaso da un tremolio incontrollato, le mie ginocchia andavano su e giù pur essendo ferma. Iniziai a singhiozzare guardando dal finestrino, tutto il mondo sembrava andare a rallentatore, il viaggio sembrò interminabile.
Scesi velocemente dal taxi, quasi lanciandomi.
Varcai la porta scorrevole dell'ospedale , precipitandomi verso l'infermiera della hall. Mi spiegò che Matt era appena uscito dalla sala operatoria e che lo avrei trovato al terzo piano. Presi l'ascensore, e dopo un'interminabile viaggio arrivai finalmente a destinazione. Trovandomi davanti Liz, Kelly la madre di Matt e Vicky sua sorella. 

- Elena finalmente sei qui! -  così Vicky si buttò tra le mie braccia. Con lei non c'era stato mai un buon rapporto, ma in quella occasione fu diversa con me - L' hanno appena portato in camera, ci hanno detto di aspettare e nient'altro...Oh Elena...io..- 

Vichy stava per dire qualcos'altro, quando arrivò un dottore con la cartella clinica di Matt.

- Salve, io sono il Dottor Giuseppe Salvatore, il chirurgo che ha operato il signor Donovan - 

Riconobbi subito gli occhi azzurri di Damon nel suo volto, e il mio cuore mancò un colpo...cosa ne sarebbe stato adesso di noi...adesso che Matt aveva la priorità su tutto

- L'operazione è riuscita perfettamente, ho estratto le due pallottole che si erano conficcate tra la clavicola e lo sterno. Fortunatamente non ha compromesso organi vitali, e non avrà bisogno a lungo della respirazione assistita. Adesso è ancora sotto anestesia, ma potete fargli visita una alla volta - così dicendo abbassò il capo per salutarci e si concedò

Aveva ragione Damon, suo padre era molto freddo e distaccato...e mi fece uno strano effetto conoscerlo in questa circostanza. La madre di Matt, si fiondò in camera del figlio, fregandosene di me.
Fu in quel momento che arrivarono tutti gli altri molto preoccupati, ed iniziai a spiegare la situazione.

(Damon)

Ero rimasto fuori dall'ospedale, non sapevo se era davvero opportuno che io entrassi. Mi sentivo fuori posto, ed un verme schifoso...ma io ormai c'ero dentro con tutte le scarpe quindi non potevo tirarmi indietro. Buttai la chicca lontano e mi apprestai a salire fino al terzo piano, appena uscito dall'ascensore però incontrai qualcuno che avrei preferito evitare.

- Damon?! - la voce di mio padre risuonò nelle mie orecchie come quando ero un ragazzino con mille sogni nel cassetto.

- Papà...- risposi infilando le mani in tasca e abbassando lo sguardo, non ci vedevamo da tanti anni ormai e avevo completamente dimenticato che lui lavorasse lì. Dapprima i suoi occhi sembrarono felici di vedermi, per poi richiudersi in due fessure fredde

- Damon, come mai sei qui? - chiese interrogativo schiarendosi la voce

- Il marito di una mia amica è stato ferito...ed io sono venuto a salutare...- risposi a testa bassa e cercando di superarlo

- Vuoi dire che te la fai con sua moglie...- ripose freddo e conciso

Fermai un attimo i miei passi, non potevo credere alle sue parole

- Damon, tu non fai mai niente per niente, figurati se ti prendi la briga di venire a salutare il marito di una tua "amica" - enfatizzando l'ultima parola - E poi diciamocelo, tu non hai amiche! Hai solo donne che ti porti a letto, una dopo l'altra! - rispose con sarcasmo.
Quello stesso sarcasmo che avevo ereditato da lui
 
- Sai, mi sa che hai sbagliato mestiere! Dovevi fare lo strizza cervelli! Comunque è sempre un piacere parlare con te! - così dicendo mi allontanai lasciandolo davanti all'ascensore

Parlare con lui mi destabilizzava sempre, mi faceva sentire sempre il ragazzetto che non fa mai la cosa giusta.
Presi un lungo respiro, e mi incamminai verso la stanza, dove vidi in lontananza tutti gli altri. Mi poggiai dall'altra parte del muro, e con la testa abbassata aspettai che Elena uscisse dalla stanza.

(Elena)

Entrai come in punta di piedi, come se non volessi destrarlo. I miei occhi lucidi lo guardavano con un senso di colpa e angoscia che mi logoravano l'anima. Avvicinai la sedia che era posta vicino al letto, e mi sedetti a rallentatore. Lui sembrava beato, aveva un viso tranquillo e non sofferente, pur avendo un tubo che gli entrava la trachea. Accarezzai la sua mano, e poggiandola sulla mia la strinsi in una dolce morsa, piano piano la portai alla mia bocca lasciandoci un bacio. Non potevo credere a quello che vedevo, non potevo credere che stava succedendo porprio a noi. Non mi perdonavo di averlo tradito, lui che adesso stava su un letto d'ospedale.  Il tempo passò inesorabile, e quando finì Vicky spuntò dalla porta per ricordarmelo. Le feci cenno con la testa, e lasciando la mano di Matt uscì fuori.

Con lo sguardo perso nel vuoto varcai la soglia, solo qualche secondo dopo mi accorsi che erano ancora tutti lì. Li guardavo come se non riuscissi a capire dove mi trovassi, fino a quando non incrociai i suoi occhi. Mi guardavano con aria triste e sconfitta, volevano dirmi qualcosa, qualcosa che in quel momento non volevo ascoltare. Mi buttai tra le braccia di Caroline ed iniziai a piangere, un pianto liberatorio, un pianto straziante, quello stesso pianto che avevo represso dalla notizia sull'aereo. Quando riaprì gli occhi Damon non c'era più...

( Damon )

Nervous - acoustic - Gavin James 

Scesi dal taxi, e prendendo la mia valigia mi avviai verso casa. Quella stessa casa che doveva diventare la nostra casa. Arrivato davanti alla porta aperta scaraventai la valigia verso il piccolo mobiletto basso, e sbattendo la porta presi una sigaretta dal pacchetto e mi avvicinai alla grande vetrata del salotto. Poggiai il capo su di essa, ed iniziai ad imprecare. Era davvero finita così? Lei aveva proprio evitato il mio sguardo, e non mi aveva cercato quando ero andato via. Mi sedetti sul davanzale appogiandomi ad esso, prendendo la testa tra le mani. Appoggiai li viso sulla mia spalla, ed iniziai a sentire il suo profumo provenire dalla mia camicia. Avvicinai il colletto al mio naso, respirandolo profondamente. I momenti trascorsi con lei passavano veloci nella mia mente.. Aveva detto di amarmi, aveva fatto una promessa...Ed io non volevo perdere nient'altro. Non volevo perderla.


( Elena )

Passeggiavo per i corridoi vuoti dell'ospedale, stringendo le braccia al petto. Avrei passato la notte lì...volevo essere la prima persona che gli occhi di Matt vedessero.  Mi sentivo veramente giù di corda...avrei tanto voluto parlare con Damon...avrei voluto spiegare...spiegare qualcosa che non sapevo neanche io bene...non potevo lasciare Matt. Non potevo comportarmi da egoista, adesso che lui aveva più bisogno di me. Stavo per rientrare in stanza quando ad un tratto sentii la sua voce

- Elena...- 

Drizzai le spalle e mi girai di scatto, le lampade notturne della corsia lo illuminavano, e i suoi occhi riflettevano quella luce sui miei

 - Speravo venissi...- 

- Elena...possiamo parlare? -  disse cercando di avvicinarsi ma indietreggiai subito lasciando ancora più spazio tra di noi - Che significa? -

- Damon...credo che non ci sia più niente da dire...- 

- Cosa? E noi? Di noi non ne vuoi parlare?- Rispose sgranando gli occhi

- Lo vuoi capire che non c'è più un noi? Oggi è cambiato tutto! - dissi alzando la voce

- Cosa è cambiato? Il tuo amore per me? Non è giusto! Tu non puoi decidere di lasciarmi così...hai detto di amarmi! - 

- So cosa ho detto! E so cosa ho fatto...e solo Dio sa cosa ho provato con te...- stringendo la maglia che portavo - Ed è proprio per questo che non possiamo andare avanti...mi dispiace Damon...io glielo devo...- feci per entrare in camera

- Elena tu non gli devi un cazzo! Tu hai promesso maledizione! - 

Lo guardai sgranando gli occhi facendo cadere le lacrime che stavo trattenendo. Mi accorsi che anche lui aveva gli occhi arrossati

- Addio Damon...- entrai velocemente chiudendomi la porta alla spalle. 

Bloccai la mia bocca con la mano destra, avevo voglia di gridare. Iniziai a piangere singhiozzando tenendo sempre la mano sulle mie labbra. Non volevo che Damon mi sentisse, non volevo che sentisse come il mio cuore si era rotto in mille pezzi. Mi lasciai cadere sul pavimento struggendomi dal pianto. Il mio cuore batteva forte, per quelle parole dette ma non sentite. Lo amavo ancora con tutto il mio cuore, ma dovevo prendere la decisione giusta, e quella era la decisione giusta. Sapevo che avrei rimpianto quella decisone ogni giorno della mia vita. Ma dovevo dare una seconda opportunità a Matt, lo dovevo a mio marito.



Note: Capitolo Tredici. Eccoci arrivati al capitolo che ci lascia l'amaro in bocca. Elena lascia Damon... Sembra che i sensi di colpa che l'attanagliano abbiano offuscato tutto. Quell'amore così forte si era già spento? In realtà lei sta soffreddo molto, e vedremo come reagirà a questa sofferenza interiore. Damon non sarà certo da meno...sappiamo com'è fatto...😅 Grazie sempre a chi mi segue. e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Sopravvivere ***


Dona Nobis pacem 1 - Max Richter

( Damon)

 Restai a guardare la porta per qualche secondo, nella vana speranza che lei aprisse la porta e tornasse da me. Speravo che si sarebbe gettata tra le mie braccia, e mi avrebbe baciato come quel giorno sulla scogliera quando aveva detto di amarmi...quando aveva fatto quella fottuta promessa. Passai le mani tra i capelli, per poi incrociarle sopra la mia testa. Le lacrime cadderò come macigni sulle mie guancie...poche volte nella mia vita avevo sperimentato questa brutta sensazione, poche volte avevo versato lacrime per qualcuno. Entrai nell'ascensore e passandomi le mani prima sulle guance e poi sulla nuca uscì da lì. Ero caduto come uno stupido davanti ad un'amore che sembrava reale...un amore che ti brucia dentro e ti lascia senza fiato...quell'amore aveva bruciato tutto, anche la mia anima. Potevo esserlo, potevo tornare Damon senza sentimenti, e tutto sarebbe tornato al suo posto. Nessuna si sarebbe più avvicinata al mio cuore così, nessuna l'avrebbe più visto, perché lei, l'unica che lo aveva fatto, lo aveva distrutto. 

( Elena)

Mi risvegliai al capezzale di Matt stordita, avevo dormito solo qualche ora, la mia mente mi dava il tormento. Avevo passato l'intera notte piangendo e distruggendomi l'anima. Amavo Damon, lo sapevo, e lo sapevo da quando i miei occhi si erano posati su di lui la prima volta, ma il senso di colpa nei confronti di Matt era diventato qualcosa che non riuscivo a gestire. Col tempo forse le ferite lasciate da quell'amore profondo si sarebbero rimarginate ed io sarei tornata alla mia solita vita con Matt. Sarei riuscita a sopravvivere senza di lui, almeno è quello che mi ripetevo durante la mia agonia notturna. Sarei sopravvissuta...niente di più. Nel frattempo una delle infermiere di turno tolse il respiratore artificiale, e mi comunicò che Matt si sarebbe svegliato da lì a poco. Iniziai a guardarlo, speravo di non perdermi l'istante esatto che i suoi occhi tornavano alla vita. Volevo che sapesse che ero lì per lui, volevo che sapesse che nonostante tutto ero ancora lì. Dopo un po' i suoi occhi azzurri come il cielo si aprirono piano, e fu in quel momento che il mio cuore mancò un colpo. Ero appena tornata di mia spontanea volontà nella mia gabbia dorata.

- Elena...- pronunciò il mio nome flebilmente, e allungando la sua mano verso il mio viso mi regalò uno dei suoi sorrisi.
L'afferai, e portandola sulla mia guancia, iniziai a piangere. Sfogai nuovamente la mia fustrazione, dettata dalla mia scelta sofferta. La mia mente, prima, piena di pensieri si fermò in un attimo. Un  solo pensiero aleggiava adesso... Damon. 

( Damon)

Avevo caminnato senza sosta e senza meta tutta la notte. Non riuscivo a capire, sentivo solo quel dolore pulsante sul petto. Un dolore che mi lacerava l'anima. Quando finalmente arrivai a casa, ero distrutto, o forse in qualche modo volevo distruggermi piano piano. Apriì la porta cadendo di peso a terra, mi rialzai con i pugni ben saldi sul pavimento, e le lacrime mio malgrado ricaddero fuori. Mi tirai su, con quella poca forza che mi rimaneva e avvicinandomi ad una bottiglia di bourbon riempì uno dei bicchieri vicino e lo bevvi tutto in un sorso. Davanti ai miei occhi, all'improvviso, il ricordo della mattina precedente. Io tra le sue braccia, la sua pelle liscia come la seta a contatto con la mia. I miei occhi dentro i suoi, e la sua voce d'angelo ecceggiava nelle mie orecchie chiamandomi. Era davvero troppo per me. Lanciai contro il muro il bicchiere che avevo in mano, e gridai, gridai con tutto il fiato che avevo in corpo. Mi feci cadere sulla poltrona che avevo dietro, e sperai con tutto me stesso di morire in quell'istante. Non sarei sopravvissuto, io non potevo vivere senza di lei.

(Elena) 

I giorni passavano, e Matt stava sempre meglio. Una parte di me era felice, finalmente sarebbe finito questo incubo, per il resto sapevo che un'altro incubo si sarebbe ripresentato...la convivenza con Matt. Come potevo solo pensare, di vivere o meglio sopravvivere, con Matt al mio fianco, dopo aver assaporato la vera vita con Damon...adesso lui cosa starà facendo? Chissà se lui mi pensa ancora, e chissà se mi ama, come io amo ancora lui.  
Lo amavo da sentirmi male, ma non potevo tornare indietro.


(Damon)

Therefore I Am Billie Eilish

I suoi occhi entrarono miei miei con la stessa facilità con cui si sedette a cavalcioni su di me. La mia voglia andava a paripasso con la sua, e con le mie mani che viaggiavano impetuose sul suo corpo. Volevo solo passare quei dieci minuti senza pensarla. Il mio cervello si fermava dandomi tregua, in quei dieci fottutissimi minuti. Ormai ero tornato alle mie vecchie abitudini, una donna diversa ogni sera e ubriacarmi fino a perdere la lucidità mentale. Lei si muoveva strisciando su di me come un serpente, fino ad arrivare al mio collo lasciato scoperto dalla mia camicia nera aperta 

- Fammi vedere cosa sai fare...- le sussurai avvicinandomi al suo orecchio

- Tesoro, farò del mio meglio per farti passare tutta la malinconia che hai nel cuore, ti farò dimenticare lei...- avvicinando le sue labbra alle mie

- Fermati!  Ma di cosa diavolo stai parlando? Mia cara, tu non sai un bel niente di me, quindi non parlare come se mi conoscessi! - 

- Oh tesoro siamo un po' nervosetti, rilassati un po'...alla fine se sei qui, siamo più simili di quanto credi...- 

- Noi non siamo simili in ogni caso! - la scaraventai verso il divanetto del privè ed uscì dalla tenda che ci separava con il resto del bar

- Damon! Ma dove cazzo vai? - la voce di Alaric mi richiamò riportandomi sulla terra

- Alaric vado via! Stasera...non è proprio serata! - 

- Hey ma sei voluto venire tu qui! -  inseguendomi fuori dal locale

Mi appogiai al cofano della mia macchina ed accendendo una sigaretta iniziai ad imprecare

- Tu devi smetterla! Lo capisci che ti stai rovinando cone tue mani? Ormai è una settimana che siamo tornati, dovrebbe esserti passata da un pezzo! E poi quando pensi di ritornare a lavoro?! - disse Alaric come un fiume in piena. 

Era arrabbiato con me, ed aveva tutte le ragioni per esserlo, aveva assecondato tutte le mie idee strampalate e le mie serate all'insegna dell'alcol e del sesso occasionale. Non ne poteva più, e neanche io...ormai ero completamente andato 

- Non posso coprirti ancora per molto! Tra un mese ci sarà il concerto di Natale e se tu non torni in te... -

- Se non torno in me? - 

- Sono costretto a sostituirti! - 

- Dammi ancora qualche giorno...- 

Sospirò e sedendosi vicino a me continuò

- Damon... capisco che sia stata una cosa forte per te...ma è arrivato il momento che tu vada avanti...-

- Alaric aveva detto di amarmi, lo capisci? Nessuna mai mi aveva detto quelle parole...poi quella promessa... - 

- Damon ripeti sempre le stesse cose ogni volta che ci vediamo...ed io ti dico sempre la stessa frase "e chi se ne fotte!" Ascolta, ti conosco troppo bene, e se continui così ti autodistruggerai! Un conto è uscire, bere qualche cosa e farsi una bella scopata, un conto è sbronzarsi e scopare con tutte quelle che ti aprono le gambe! - 

Lo so...lo so cazzo! - risposi intrecciando le mani sulla mia testa 

- Adesso basta! Adesso vai a casa, ti fai una bella doccia, e domani vieni a teatro! - 

- Proverò a fare come dici tu...-
 
- Damon, non devi provare! Voglio che porti il tuo culo domani a lavoro! Ci siamo capiti? -

Annuì cercando di essere convincente e ed entrai in macchina, salutai Alaric con la mano e mi avviai verso casa. Era passata solo una fottutissima settimana, ma per me era passata un'eternità, un'eternità senza di lei.


( Elena) 


Ormai le miei giornate erano scandite dalle visite delle infermiere che prendevano i parametri vitali di Matt. Da una settimana ero chiusa in quel ospedale, ero uscita solo per fare una doccia per poi tornare subito li. Un senso di colpa mi colpiva ogni volta che lasciavo Matt su quel letto d'ospedale, quelle colpe che credevo di avere, ma che pesavano sul mio cuore più di mille macigni. Mi fermai davanti al distributore d'acqua, mentre i miei pensieri erano solo per lui.

- Elena?...-

- Caroline...hey... - 

- Tutto bene?.. - 

- Si...credo di sì...- dissi accennando un sorriso, in realtà andava tutto male, stavo male

- Beh non si direbbe dalla tua faccia, perché non vai in po' a casa a riposare? -
 
- Io...no...non voglio lasciare Matt...- 

- Elena...ti stai distruggendo rimanendo qui...e non sei la sola... - 

- Damon...? - Quella parola uscì dalla mia bocca quasi strozzandomi

- Da quando siamo tornati, non si è fatto più vedere a lavoro...e si vocifera che faccia una vita del tutto fuori controllo...Alaric sta pensando di rimpiazzarlo...- 

- Cosa?! Non può...lui è perfetto!  Per lui la musica è tutto! Non posso avere anche Damon sulla coscienza...- 

- Vorresti farmi capire, che provi solo compassione per lui? E la Elena compattiva che avrebbe fatto tutto per lui? L'hai dimenticato? - 

- Caroline, non puoi capire...- 

- Cosa devo capire Elena? Se c'è qualcuno qui che deve capire, quella sei tu! Eri pronta a tutto, cosa è cambiato adesso? - 

- Praticamente tutto Caroline! - 

- Ami Matt?...- 

- Cosa? - 

- lo ami? - 

- Io...io...amo Damon da sentirmi male! ogni giorno che passa è un'agonia per me...- 

- E allora che ci fai qui?! - 

- Glielo devo Caroline...- 

- Tu non devi niente a nessuno! Smettila di fare la dolce infermierina! Pensa un po' a te stessa! So che all'inizio ero la prima a dirti di ravvederti, ma non posso stare così a guardarti morire giorno dopo giorno...- 

- Mi passerà, e tornerò ad...- 

- Ad essere infelice! - rispose Caroline a posto mio - Elena...ho visto i tuoi occhi quando guardavi Damon... -

- Scusami Caroline, Matt mi sta aspettando...- dissi toccandole il braccio e allontanandomi da lei 

Non avevo più la forza di contrabbattere, aveva ragione su tutto. Ma il mio senso di colpa superava tutto e tutti. Non sarei mai uscita da questa spirale, non sarei stata mai più felice. 



Note: Capitolo Quattordici. Capitolo pieno di angoscia per i nostri cari piccioncini, che devono fare i conti con i loro sentimenti. Damon come al solito è tornato alla sua vita di sempre, invece Elena continua a distruggersi per i sensi di colpa. Riusciranno a sopravvivere a questa nuova situazione? Elena riuscirà ed essere forte e lasciare una volta per tutte Matt? E Damon lotterà per questo amore? Vedremo... Grazie sempre a chi mi segue, e alla.prossima! 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Dimenticare ***


(Damon)

Diversi giorni dopo l'incontro con Alaric, decisi finalmente di tornare a lavoro. Quest'ultimo ogni giorno tempestava la mia segreteria di messaggi intimidatori e telefonate con parolacce. Il mio cuore sanguinava ancora, ma una strana forza mi fece alzare dal letto quella mattina...l'amore per la musica. Sicuramente lei non mi avrebbe mai lasciato, ed io non volevo lasciare lei.
Entrai in teatro, quasi in punta di piedi e con gli occhiali da sole per nascondere le occhiaie. Con una mano tenevo un caffè amaro lungo e con l'altra gli spartiti che mi aveva passato Alaric per convincermi.
Mi sedetti al mio posto, con la velocità di un bradipo ubriaco sotto gli occhi attoniti di tutti. Ogni movimento sembrava pesare quintali, come se avessi perso le energie. Mi avvicinai al caffè che avevo appoggiato su uno degli sgabelli vicino a me, e con un  movimento maldestro lo versai parzialmente sul sul mio maglione nero e un po' sui pantaloni dello stesso colore, facendomi alzare di scatto imprecando.

- Ok! Basta così! - disse Caroline esasperata prendendomi per un braccio e trascinandomi fuori dalla stanza

Mi portò subito nel bagno degli uomini e facendomi sbattere contro la porta disse

- È questo quello che vuoi fare? Il coglione? -  chiese la bionda guardandomi negli occhi

- Non lo sono sempre stato?! - risposi toccandomi la testa per la botta

- Si, ma non così! - alzando la voce gesticolando

- E questa attenta analisi mi viene fatta da Barbie felice violinista? -  chiesi incrociando le braccia al petto

- No, viene fatta da Caroline che vuole aiutarti! - 

- Ah, pensavo che tu tifassi per il nostro amato poliziotto super più! - 

- Era cosi...prima di capire che lei ti ama davvero...- rispose abbassando lo sguardo

 Iniziai a ridere in modo isterico guardandola ed avvicinandomi al lavandino scuotendo la testa. Lei si avvicinò a me, e prendendo un po' di carta bagnata iniziò a tamponare sul mio maglione

- Damon...lei non sta bene...- cercando il mio sguardo con il suo preoccupato

- Secondo te io sto meglio? Sono stato piantato in aereo, non mi ha degnato di uno sguardo in ospedale, e quando ci sono  ritornato mi ha detto fermamente che non c'era più un noi...cosa dovrei fare? -  risposi lanciandole uno sguardo infuocato

- Si sente in colpa nei confronti di Matt...- disse abbassando la voce

- Caroline, potevamo superare insieme questa cosa, lei invece ha scelto la via più facile, sbarazzarsi di me! - 

- È stata la via più sofferta...fidati...- 

Mi avvicinai a lei facendola aderire al muro, intrappolandola con le braccia  ai lati del suo viso

- Non mi fido di nessuno cara biondina, ti ringrazio per i tue perle di saggezza, ma adesso voglio solo suonare e dimenticarla piano piano, e se non dovesse succedere, mi strapperò io stesso il cuore dal petto, così da non soffrire più!  - mi allontanai velocemente e aprendo con foga la porta del bagno la lasciai appoggiata al muro impietrita

Avevo il cuore a pezzi, e non avevo bisogno di sapere altro.
Provammo tutta la mattina, con la biondina che mi lanciava occhiate di disappunto. Erano già usciti quasi tutti quando scendendo le scale del teatro la vidi. I suoi occhi nocciola, dopo tanto tempo si incontrano con i miei. Il mio cuore per un momento tornò a battere

- Damon...- sentii la sua voce flebile accarezzarmi l'anima

- Elena...- risposi abbassando il capo

- Come stai?... - disse stringendo le braccia al petto
 
- Potrebbe andare meglio...e tuo marito? - chiesi con sarcasmo

- Ormai...è quasi guarito... uscirà stasera...-

- Che fortuna! Buon per lui! - risposi sorridendo amaramente

- Damon...non fare così...- disse sospirando

- Non fare cosa? Il deluso? L'amareggiato? O l'arrabbiato? - chiesi avvicinandomi a lei al ritmo delle mie parole

- Sei arrabbiato... - 

- Si, sono furibondo perché ti amo! - ammisi spalancando gli occhi

- Forse è proprio questo il problema...- 

La guardai ad occhi sbarrati, le mie orecchie avevano sentito abbastanza. Iniziai a camminare verso la macchina superandola 

- No...io non volevo dirlo.. Damon...- 

- No...ho capito Elena, a te ci tengo troppo...devo iniziare a capire che sono un peso per tutti - risposi camminando come un gambero prima di tornare sulla mia strada

Indossai nuovamente gli occhiali sul naso e senza voltarmi indietro andaii via

(Elena)
My piano the Clouds  - Fabrizio Paterlini

- Ti amo anche io...- dissi sussurrando con il groppo in gola quando ormai lui era andato via sfrecciando con la sua macchina

Inevitabilmente i miei occhi si riempirono di lacrime, e cercando di non farle cadere entrai in teatro dove c'era Alaric ad aspettarmi. Scambiai quattro chiacchere con lui sempre con quel groppo in gola che non voleva scendere. Il problema non era che Damon mi amava, il problema ero io che avevo rinunciato a lui pur amandolo. Perché io non avevo mai smesso di amarlo neanche per un momento. Anche io ero arrabbiata...ero arrabbiata con me stessa. 
Andai in ospedale, ed dopo il momento burocratico  e le raccomandazioni del dottore  io e Matt uscimmo da lì. Durante il tragitto in macchina non dissi una parola, quell'incontro con Damon non aveva fatto altro che alimentare l'angoscia che avevo nel cuore. Maledicevo questa mia scelta ogni volta che incontravo gli occhi di Matt...perché sapevo che non avrei mai potuto amarlo come prima, non avrei mai potuto amarlo come adesso amavo Damon.
Arrivati davanti la porta di casa mi fermò con un gesto del suo braccio. Lo guardai subito negli occhi, i suoi occhi azzurri come il cielo d'estate.

- Elena, so che tutto questo è stato difficile per te...so quanto soffrivi in ospedale...ma vedrai che adesso le cose andranno meglio per noi! Sono fiducioso, perché tu mi hai dato questa seconda possibilità...e questa volta non ho intenzione di sprecarla!  - così dicendo avvicinò le sue labbra alle mie

Avrei tanto voluto scappare da quella situazione, ma era quello che volevo, sapevo a cosa andavo incontro.
Un secondo prima che le sue labbra si poggiassero sulle mie sentimmo la porta aprirsi davanti ai nostri occhi

- Sorpresa!! - si palesarono davanti a noi tutti i colleghi di Matt con Liz a seguito. Erano tutti lì per lui.

Iniziò a sorridere, e si avvicinò a loro abbracciandoli uno ad uno. Il suo viso si accese di felicità, e si immerse completamente tra i suoi colleghi. Scappò anche a me un mezzo sorriso, ero contenta per lui. Forse poteva ancora andare tutto per il meglio...

Luca D'Alberto - Wait for me

 Poggiai il giubbotto sulla sedia vicino all'entrata e mi avviai verso le scale, volevo rimanere un po' da sola. Entrai dentro la camera da letto, per poi avvicinarmi al bagno li vicino. Mi soffermai un attimo davanti alla porta per poi avviicinsrmi allo specchio della toilette. Lui rifletteva tutto di me, tranne il mio cuore spezzato. Appoggiai la testa tra le mani e iniziai a piangere. Le lacrime venivano giù copiose, complice quel groppo in gola che non era più sceso da quando lo avevo visto. Piangevo disperata portando i miei capelli dietro l'orecchio in un tic nervoso ingestibile. Qualche ciocca di capelli si impigliò tra le mie dita e la fede che portavo. Iniziai ad osservare quei capelli, intrecciati, quasi intrappolati su di essa. La mia mano iniziò a tremare a quella visione.  Mi sentivo così in trappola. Il mio cuore iniziò un folle corsa insieme al mio respiro. Scrutai quella mano, tremante, e prendendo una forbice dal cassetto del mobiletto iniziai a tagliare i capelli con furia. Guardai i capelli piano piano liberarsi e cadere sul pavimento, ed una piacevole sensazione investii il mio corpo. Una volta liberata la mano, cominciai a tagliare il resto. Non ero più io. E la cosa doveva vedersi. Continuai a tagliarli fino a farli diventare un taglio sopra le spalle. Mi sedetti sul water guardando i capelli riversi sul pavimento, e con ancora la forbice tra le mani, avvicinai il mio viso ad esse. 

- Elena, ti stai perdendo il brindisi! - Disse Caroline entrando in bagno

C'era anche lei, ma io non l'avevo notata. La guardai con lo sguardo perso nel vuoto

- Dio mio Elena... Ma cosa hai fatto? - venne verso di me quasi buttandosi sulle mie ginocchia

- Non sono più io Caroline, non so chi io sia...sono una bugiarda ipocrita...- 

- Tesoro vieni qui...- mi abbracciò forte facendo cadere a terra le forbici che avevo ancora in mano, li, riniziai a piangere

- Caroline, io lo amo! Lo amo da impazzire! Io...io...io non posso! - 

- Elena... lascia Matt... - 

- Come faccio? Io non posso tornare indietro...gli ho appena dato questa seconda possibilità!..- 

- E chi se ne frega?! Ascolta, devi stare bene con te stessa, e devi essere libera di amare chi vuoi...non per un senso di colpa stupido o seconde possibilità date a caso! Senti adesso scendo giù e glielo dico io! - 

- No Caroline! Hai visto quant'è felice? Non posso ferirlo...- 

- Però tu puoi fare Edward mani di forbice?! - chiese prendendo la forbice da terra

- Caroline...stasera l'ho visto.. -  dissi cercando di asciugare le lacrime sul mio viso

- E cosa vi siete detti? - chiese porgendomi un kleenex

- Solo cattiverie... -  ammisi asciugandomi il naso

- Elena...- 

- Va bene così...mi merito tutto, e lui merita la felicità che io non posso dargli... -  risposi convinta

Lui merita tutto. Mi ripetevo senza sosta nella mia mente. Non una bugiarda ipocrita come me.



- Vieni... ti sistemo i capelli...- e così dicendo mi fece sedere sullo sgabello davanti allo specchio e sistemò quel taglio senza senso che avevo creato 

Quando ebbe finito, mi sentii meglio. Come se mi fossi liberata di qualcosa di ingombrante. Potevo farcela, potevo ricominciare da quel taglio. Non ero la Elena di prima, e non ero neanche la Elena scesa da quell'aereo . Ero solo Elena la pianista, sarei stata solo quello per il resto della mia vita. Solo l'amore per la musica avrebbe potuto sanare le mie ferite piano piano, il pianoforte sarebbe stato il mio unico amore, perché era l'unico che mi aveva compresa in tutti quegli anni, l'unico che poteva darmi ancora uno po' di felicità. Ancora una lacrima scese sul mio volto a quel pensiero, ma sarebbe stata l'ultima della giornata. L'avevo promesso a me stessa, e almeno quella promessa dovevo mantenerla.



Note: Capitolo Quindici. Capitolo molto forte a livello emotivo per i nostri piccioncini, ma soprattutto per Elena, che scaglia la su frustrazione su se stessa. Si sente in trappola per una decisone presa per dare una seconda possibilità a Matt...ma ne varrà la pena?  🤐 Damon avrà davvero girato pagina? 🤔 Matt merita davvero questo seconda possibilità? Eeeeeeeeh staremo a vedere. Grazie sempre a tutti quelli che mi seguono ❤️ e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Verità Nascoste ***


Who i want to be - David Arnold, Micheal Price

( Elena) 

Quando scesi giù con il taglio nuovo restarono tutti a bocca aperta, nessuno si aspettava tale cambiamento. In realtà neanche io, ma era stato benefico, quasi terapeutico. Matt rimase a guardarmi incredulo, e quasi dispiaciuto. Sapeva che i miei capelli erano stati sempre importanti per me. Accennai un sorriso di circostanza e lo lasciai con i suoi amici. Dopo lo shock iniziale, tutti continuarono a divertirsi fino a notte fonda.
Arrivati in camera da letto mi avvicinai alla toilette per togliere la fede, dopo averla guardata per qualche secondo, il flashback del giorno del matrimonio mi invase. Io e Matt felici usciamo dalla chiesa, e sotto una pioggia di riso stringo il suo viso tra le mie mani affondando le mie labbra sulle sue. Come era cambiato tutto così in fretta, quell'amore che sembrava con la A maiuscola si era trasformato negli anni  in un surrogato. All'improvviso sentii le sue braccia avvolgere la mia vita appoggiando il mento sulla mia spalla, guardai la sua immagine riflessa sullo specchio e i nostri occhi si incontrarono.


- So che sei malinconica...non pretendo di sapere il perché...ma è da quando ho aperto gli occhi in ospedale che sei... così..diversa...pensavo che fosse il fatto che io fossi ricoverato...o c'è qualcos'altro? -  chiese guardando la mia immagine riflessa

- No io...non c'è niente che non và...- risposi sorridendo, un sorriso difficile da far uscire

Ricambiò il sorriso, e avvicinandosi al mio collo cominciò a baciarlo. Le sue mani, lentamente si avvicinarono al mio seno.
Sbarrai gli occhi, lo guardai attraverso lo specchio impietrita. All'improvviso quel contatto mi fece stare male, io non volevo le sue mani su di me...non le tolleravo. Chiusi gli occhi come per cercare la forza che non avevo

- Elena...ho aspettato tanto questo momento...- sentivo la sua erezione dietro di me e mi mancò il respiro

- Matt..io..no..non mi sento molto bene...- cercai di dissuaderlo, non volevo regalare quel pezzo di me a Matt. Non dopo averlo donato a Damon

- Magari, questo è quello che ci vuole per farti stare meglio...- mi strinse a sé ansimando continuando a baciarmi

Sapevo a cosa andavo incontro se decidevo di stare con lui. Sapevo che sarebbe successo, e lui non aveva tutti i torti. Ero sua moglie, e mi desiderava, ma io non avevo il coraggio di toccarlo, non volevo che lui mi toccasse, che mi toccasse dove era stato Damon. Il dolce ricordo di Damon  si impadroní di me. Iniziai a sentirmi male veramente, lo stomaco iniziò a farmi male, accompagnato da conati di vomito. Riuscì a svincolarmi dalla sua presa e correre in bagno. Vomitai quel poco che avevo assaggiato durante la festa, sotto i suoi occhi attoniti.
Mi appoggiai al muro adiacente, aspettando che la nausea passasse. Nel frattempo Matt aveva preso la mia giacca da camera e poggiandola sulle mie spalle  si sedette su uno sgabello vicino a me.

- Se vuoi andiamo in ospedale...- continuava a ripetermi muovendo freneticamente le ginocchia

- No.. Matt non ti preoccupare..credo che sia stato qualcosa che ho mangiato stasera...e poi và già meglio...- risposi sforzandomi di sorridere ma volevo solo morire

Mi alzai e con Matt alla mia destra tornammo in camera. Mi aiutò ad entrare a letto e caddi un un sonno profondo. Ero davvero stanca, la giornata era sta veramente pesante. Ed ero solo l'inizio del mio calvario. L'indomani sotto lo sguardo di disapprovazione di Matt, andai a teatro. Volevo suonare, e sentirmi bene.
Appena arrivata incontrai subito Caroline nel corridoio

- Buongiorno Elena, come stai oggi? - disse guardandomi preoccupata

- Sto...bene...- 

- Hai ancora la nausea? - 

- E tu come fai a saperlo? - 

- Matt ha chiamato mia madre, e lei ha chiamato me per tenerti d'occhio..- 

- Quindi sono una sorvegliata speciale? -
 
- Elena, siamo solo preoccupati per te...- 

- Beh non dovete! Io sto bene! E starò bene! - 

- Buongiorno Barbie...Signora Donovan...- disse Damon passandoci di fianco guardandomi distrattamente

Si rigirò velocemente appena vide il mio nuovo taglio mi guardò strano, si avvicinò come per dire qualcosa. I suoi occhi si spalancarono interrogativi. I suoi dolci e meravigliosi occhi.
Ricambiai il suo sguardo, stringendo le labbra. Si vedeva che voleva dirmi qualcosa, ed una parte di me lo voleva, ma poi strinse il pugno ed andò via

Tutta quella situazione mi faceva male, dovevo decidere se continuare così o morire d'amore.


Provammo le sinfonie per il concerto di Natale fino allo sfinimento, dato che sia io che Damon eravamo stati assenti. Erano già usciti tutti, quando tornai a sedermi davanti al pianoforte. Una forza mi spingeva a suonare ancora una volta.

Fantaisie - Impromptu - Chopin

Mi sedetti nuovamente al piano, e appoggiando le mie mani sui tasti, ricominciai a suonare. Le note volteggiavano per il teatro vuoto, dandomi un senso di pace . Correvo con le dita sul piano lasciandomi trasportare, facendo entrare la sinfonia dentro di me. Ebbi subito una piacevole sensazione di benessere ad invadermi . La musica poteva guarire per un po' quello squarcio che avevo nel cuore. Quell'amore che avevo rinnegato...quell'amore che aveva risvegliato la mia anima. Sentii di nuovo quel dolore riemergere dalle mie lacrime versate, era un dolore lancinante un dolore che non avrei sopportato ancora per molto.

All'improvviso sentii le sue mani ai lati delle mie braccia, accarezzarle con i polpastrelli fino ai gomiti. Cercai ancora di suonare, anche se il mio corpo aveva già reagito al suo tocco con la pelle d'oca. Il suo profumo di bergamotto entrò prepotente nelle mie narici, risvegliando tutti gli altri sensi. Il mio respiro si fece sempre più velocemente mentre risaliva con le sue mani sul mio collo fino alle clavicole. Lasciai il piano e girandomi velocemente verso di lui incontrai i suoi occhi. Il mio respiro si fece sempre più irregolare. La sua mano si poggiò sulla mia guancia destra per poi avvicinare il suo pollice al mio labbro inferiore prima di prendere le mia labbra con foga. Erano passate quasi tre settimane dall'ultimo nostro contatto, e presi subito fuoco. Oltrepassò lo sgabello spingendomi verso il pianoforte che prontamente chiuse facendomi sedere su di esso. Le sue labbra morbide si incontrarono con le mie muovendosi in sincronia insieme alle nostre lingue. Afferrò il mio seno stringendolo forte, facendomi allontanare ansimando con la bocca aperta. Avvicinai la mano destra alle mie labbra, guardandolo con occhi sbarrati. Non potevo credere di esserci ricaduta, non potevo dargli false speranze, non potevo illuderlo che tutto sarebbe andato per il meglio, perché non era così...neanche lontanamente. Uscì dal pianoforte indietreggiando senza perdere il contatto visivo. Mi guardava con le braccia cadute ai lati, e il fiatone, non si aspettava questa mia scelta. Mi girai verso le scale, fu in quel momento che sentii la sua voce.

- Elena ti prego fermati...- 

Mi fermai un secondo, in quel preciso istante pensai di tornare da lui, di tornare tra le sue braccia, di abbandonarmi alle sue labbra

- Cosa hai fatto ai capelli...- 

Quelle parole risuonarono nelle mie orecchie riportandomi alla realtà, e la realtà era che io stavo con Matt e basta. Ripresi la mia folle corsa fuori dal teatro e entrando in macchina ingranando la marcia e mi allontanai. Afferrai nuovamente quel pacco di sigarette che avevo nascosto da tempo e iniziai a fumare. Il tabacco passava per i miei polmoni per poi proseguire il suo viaggio fuori bruciando tutto al suo passaggio. Volevo sparire.


Arrivai a casa, dopo aver fatto il giro largo per poter finire quella maledetta sigaretta che aveva alleviato un po' il mio dolore

Entrai dentro trovando Matt sul divano intento a guardare la TV . Gli sorrisi un attimo prima rispondere al mio cellulare che squillava.

- Signora Donovan? - 

- Si, chi parla? - 

- Sono l'infermeria del Dottor Salvatore, volevo informarla che domani suo marito deve togliere i punti e fare la visita di controllo. Mi raccomando, deve avere con sé la cartella clinica - 

- Oh certo...- 

- Allora vi aspettiamo domani per le nove del mattino. - 

- Ok grazie...- 

Chiusi la chiamata, e mi avviai verso la camera da letto. Avevamo messo tutti i documenti inerenti al suo ricovero dentro il cassettone vicino alla porta. Aprì il cassetto e avvicinando la mano per prenderlo mi tagliati con la carta facendo cadere tutto a terra. Cercai di recuperare tutti i fogli chinandomi e mettendo il dito in bocca quando notai un foglio.

Matthew Donovan


Operazioni precedenti

- Criptorchidismo in età pediatrica

Responso finale:  infertilità bilaterale

Sbarrai gli occhi. Non potevo credere a quello che stavo leggendo. La mano con cui tenevo il foglio iniziò a tremare. Lui mi aveva nascosto questa sua condizione, era sempre stato suo il problema, e lui era sempre stato cattivo con me. Mi aveva fatto credere tutti questi anni che ero io il problema. Mi mancò la terra sotto i piedi. Iniziai a singhiozzare portandomi la mano sinistra alla bocca. Io avevo rinunciato a tutti per lui, e lui mi aveva presa in giro tutti quegli anni. Lui che diceva di amarmi. Fu in quel momento che lo vidi entrare. Lo guardai negli occhi, ed una lacrima solcò il mio viso

-  Elena che succede? - fece per avvicinarsi alzando le braccia

- Cos'è questo Matt? E non ingannarmi ancora! - 

- Io...avrei voluto dirtelo tantissimi anni fa...- disse  provando ad avvicinarsi 

- No! Non ti avvicinare! -  risposi tremante

All'improvviso un nuovo conato sali su per l'esofago e spingendolo mi chiusi in bagno. Iniziai a vomitare anche l'anima piangendo disperata

- Elena avrei voluto dirtelo, ma tu eri così bella, così dolce...non volevo perderti..non volevo perdere il tuo amore...- disse da dietro la porta

- Tu mi hai presa in giro Matt!  Questo non è amore! - stringendo i bordi del water - QUESTO NON È AMORE! - ribattei gridando

- Elena ti prego perdonami...io sono stato uno stupido, so di aver sbagliato credimi! - 

- Mi hai fatto sempre credere che era colpa mia...- risposi appoggiandomi al muro adiacente - Mi hai dato una colpa che non meritavo di avere...come hai potuto? COME HAI POTUTO?!...Io ti amavo...- appoggiai la testa sulle braccia che avevo appoggiato sulle ginocchia e continuando a piangere, speravo che fosse tutto solo un brutto sogno. 




Note: Capitolo Sedici. Ed eccoci qui alla vera bomba di tutta la storia. Matt è sterile, e non ha mai detto niente ad Elena, anzi le ha sempre fatto credere di essere lei il problema per scappare da questa triste verità. Adesso cosa succederà? Elena lascerà Finalmente Matt? E Matt accetterà la cosa? Damon tornerà su suoi passi dopo aver baciato nuovamente Elena? Il prossimo capitolo sarà molto forte! Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Inaspettato ***


Quella rivelazione fu un fulmine a ciel sereno. Uno squarcio nella mia anima. Avevo vissuto nella menzogna tutti quegli anni. E lui era l'artefice di tutto, dei miei pianti, dei miei sensi di colpa, del mio cuore spezzato. Sette anni di nulla...non potevo più chiamarlo amore...quello sicuramente non lo era mai stato. Come aveva potuto ferirmi così nell'animo, come aveva potuto farmi stare male ad ogni test negativo. Come... Non sapevo darmi una risposta, era solo uno schifoso egoista. Dovevo andare via da quella casa, dovevo uscire da quella casa costruita sulle menzogne. Aprii la porta del bagno piano, convinta più che mai a prendere la mia borsa e lasciarlo per sempre. 

- Elena cosa fai?... -  chiese Matt avvicinandosi a me che nel frattempo si era seduto sul divano

- Non si vede? Vado via...- risposi riluttante infilando alcune cose nella mia borsa

- Come vai via? Tu non  puoi...lasciarmi...non puoi!  - affermò prendendo il mio polso di forza

- Matt! Lasciami immediatamente! - lo guardai negli occhi, erano cambiati, non erano più dispiaciuti e impauriti
 
- No! Tu non andrai da nessuna parte! -  gridandomi contro in un modo che mi fece sbiancare

- Cosa? Tu sei completamente impazzito! Lasciami subito! - risposi cercando di divincolarmi

-  Dove vuoi andare? Dal bastardo con gli occhi azzurri?  - 

- Cosa?! Non lo nominare nemmeno! Non sei degno neanche di pulirgli le scarpe! - 

- Ti sei fatta scopare da lui non è vero? Non è vero?!  - 

- È vero! E lo rifarei altre mille volte! Perché io lo amo! -  riposi con tutta la ferocia che avevo in corpo 

Fu in quel momento che vidi una rabbia nei suoi occhi che non avevo mai visto. Iniziai ad avere seriamente paura. Mi guardava con lo sguardo di un diavolo. Senza rendermene conto mi ritrovai a terra dopo aver ricevuto un suo schiaffo da lui. Mi aveva colpito così forte che mi sentii stordita. Cercai di rialzarmi poggiando le braccia tremanti  sul pavimento, potevo sentire il sangue  del labbro inferiore scendere giù per il mento. I suoi occhi piano piano tornarono alla colorazione naturale, e guardandosi le mani disse

- Elena...io non volevo colpirti...io - 

A quelle parole ebbi la pelle d'oca. Non si sarebbe sicuramente fermato, ed io non volevo cadere sotto le sue mani. Inizia ad indietreggiare gattonando senza lasciare neanche per un momento il suo sguardo. Avevo troppa paura, dentro di me iniziai a pregare. Dovevo raggiungere il più in fretta possibile la macchina 

- Elena...ti prego io ti amo... - 

Continuai la mia camminata verso l'uscita, non mi sarei fermata per nessuna cosa al mondo. Arrivata davanti all'entrata, recuperai velocemente le chiavi e chiudendo la porta senza distogliere lo sguardo da lui mi fiondai sulla macchina. Ebbi il tempo di entrare nell'abitacolo quando lo vidi uscire fuori. Presa dal panico, chiusi tutte le sicure, e cercando di infilare la chiave nella fessura lo guardavo ad occhi sbarrati. Lui continuava a chiamarmi con voce rotta, ma io non avrei mai fermato la mia folle corsa. Finalmente riuscì ad accendere la macchina, e con una retromarcia veloce uscì dal vialetto. Matt mi guardava da lontano, non mi segui ed io mi allontanai a tutta velocità. In quel momento iniziai a pensare a seriamente a cosa era appena successo, ed iniziai a piangere come una disperata. Tremavo tenendo lo sterzo tra le mani, e con quel poco di lucidità che mi rimaneva pensai solo ad un posto sicuro e che si trovava lì vicino...casa di Caroline.
Arrivata davanti al suo portone iniziai a suonare il campanello quasi a volerlo distruggere, speravo con tutta me stessa che fosse in casa e non da Klaus, non avevo neanche potuto chiamarla avendo lasciato tutto a casa.
Finalmente lei rispose ed entrai velocemente dentro, appoggiandomi un'attimo al portone. Caroline abitava in un condominio in centro, il padre le aveva dato quell'appartamento quando si era laureata e ci conviveva già da un paio di anni con klaus. Lei scese come una furia e guardandomi esclamò

- Oddio Elena!  Cosa ti è successo?! - gridò avviandosi a me

L'abbracciai con tutta la forza che avevo in corpo e iniziai a piangere. 

- Elena saliamo in casa per favore, mi stanno tremando la gambe dalla paura...- 

Salimmo quei gradini lentamente, con lei che mi sorreggeva. All'improvviso avevo perso anche quel poco di forza che mi era rimasta. Entrammo detto il suo appartamento dal profumo di cannella. Mi appoggiai lentamente ad uno dei divanetti posti all'entrata in un piccolo salotto. Lei prese un panno bagnato e tornò da me sedendosi di fronte tamponando il mio labbro. 

- Mi dici per favore cosa è successo?...- 

- Caroline era tutta una bugia...la mia vita è stata una grande bugia...- 

- Non capisco... spiegati meglio...,- 

- È Matt quello che non può avere bambini...ho trovato un foglio nella sua cartella clinica...parlava di un'operazione che ha fatto da piccolo...- 

- Co...sa?  Ti ha ridotta lui così?...- 

-  Appena l'ho scoperto ho preso la borsa per andarmene, ma lui era una furia...ha nominato anche Damon...in qualche modo sapeva di noi...è stato in quel momento che non ci ha  visto più e mi ha colpita...- 

- Oddio Elena...- 

- Io...sono una stupida Caroline...- 

- Hey, tu non sei stupida...ti sei fidata di tuo marito....- 

- È tutto così surreale...io mi sento...mi sento male al solo pensiero...- il malessere si fece sempre più forte fino a provocarmi di nuovo dei conati

Mi avviai velocemente verso il bagno di  Caroline che si trovava dentro la camera da letto infilando la testa nel water. Lo stringevo dai lati cercando di non soccombere alla furia del mio corpo. Caroline si buttò subito vicino a me tenendomi per i capelli.

- Oddio Caroline...ma cosa mi sta succedendo...io sto così male... - 

- Elena...non vorrei che sei incinta...- 

- Cosa?! -  dissi sbarrando gli occhi

- Dato che Matt...non può averne...ma Damon si...- 

- Un figlio? Da Damon?...- 

- Beh non sarebbe improbabile dato le vostre effusioni...- 

- Oddio Caroline...non abbiamo usato alcun tipo di anticoncezionale...sapendo che non potevo averne...non vorrei che Damon si senta preso in giro...- 

- Ascolta, è inutile fasciarsi la testa prima del tempo prima devi fare un test...- 

- Oddio...si un test...dovrei averne uno in macchina dall'ultima volta...- 

- Ok corro a prenderlo...- 

In men che non si dica, Caroline tornò con il test, e con la stessa velocità lo feci. Quei minuti sembravano interminabili, quando all'improvviso sentimmo suonare alla porta di casa

- Oddio Caroline! Aspettavi Klaus? E se fosse Matt?! - 

- Tranquilla, tu rimani qui...- 

Lei uscì dal bagno socchiudendo la porta della camera da letto. Mi avvicinai piano, avevo paura che fosse Matt. Lei prima guardò dallo spioncino, e poi apri la porta tranquilla

- Damon! Cosa ci fai tu qui? - 

- Caroline, scusa se mi presento qui senza preavviso ma vorrei parlarti...- 

- Damon... Non mi sembra il momento adatto! - 

- Lo so,  lo so, ma tu oggi mi hai detto che volevi aiutarmi...ed io ho bisogno del tuo aiuto...- 

- Damon...io devo andare... scusami.. - disse cercando di chiudere la porta
 
- Mi ha baciato Caroline! - disse Damon  mettendo il piede tra la porta e lo stipite 

A quelle parole ebbi un brivido. La sua voce così tremante e dolce mi fece tremare il cuore. Avevo tanta voglia di uscire e abbracciarlo, ma non era sicuramente il momento giusto. Prima dovevo sapere se ero incinta o no. Accarezzai lo stipite della porta e appoggiando la fronte cercavo di resistere al quel dolce richiamo

- Damon... sto aspettando Klaus...che ne dici se ne riparliamo domani a lavoro...- 
- Ok...ok...scusami ancora per l'irruzione...- così dicendo giro i tacchi ed andò via

Caroline chiuse la porta e si avvicinò a me, che nel frattempo avevo aperto la porta 

- Come ti senti?... - chiese Caroline toccandomi il braccio destro che era intrecciato all'altro

- Un vero schifo...avrei tanto voluto parlare con Damon...- 

- Perché allora non sei entrata? - 

- Prima voglio sapere se avevi ragione...- risposi stringendo il test tra le mani ma non guardandolo

Nel momento in cui stavo per farlo sentimmo di nuovo bussare alla porta. 

- È di nuovo Damon! - affermò Caroline con occhi sbarrati

- Ok...io torno di là...- dissi mettendomi dietro la porta. Fu in quel momento che guardai il test stringendolo forte nella mia mano sinistra. Mi mancò il respiro ed il cuore iniziò a battere veloce

Caroline aprì nuovamente la porta, ma questa volta Damon era una furia, la aprì con violenza esclamando

- Ti sembro nato ieri? Lei dov'è?! - 

- Di cosa stai parlando?! - rispose Caroline cercando di depistarlo

- Vi ho sentite parlare Cagliostro! - 

Così dicendo aprì la porta della camera da letto, trovandomelo a due passi da me

- Elena...- disse guardandomi con gli occhi dolci di cui mi ero innamorata, ma quegli stessi occhi si chiusero subito in due fessure scrutandomi impallidito - Cosa ti è successo?! 

- Damon...- 

- È stato lui? - 

- Damon...io - 

- DIMMI, è stato lui? - chiese ancora con sguardo arrabbiato 

Rimasi in silenzio guardandolo negli occhi, così che lui potesse capire senza che io dicessi una parola

- Io lo ammazzo! - così dicendo uscì dalla stanza come una furia

- Damon! No! Ti prego! - dissi riuscendo a prenderlo per un braccio

- Elena io lo distruggo quel damerino! - cercando di svincolarsi dalla mia presa

- Damon ti prego... sono incinta! - 

Si girò di scatto verso di me, e mostrandogli il test che avevo tra le mani lasciai la presa

I suoi occhi diventarono subito rossi e si spalancarono facendo scivolare fuori una lacrima. Prese tra le sue mani in test scrutandolo meravigliato

- Ma come...?.. - 
- Damon..io..-  dissi cercando di trovare le parole giuste. Ero totalmente in balia delle emozioni. 

Lui si avvicinò a me prendendomi il viso tra le mani mi baciò stringendomi forte a lui. 

Forse sarebbe andato tutto bene, forse c'era ancora speranza per noi.


Note: Capitolo Diciassette. Finalmente vediamo cosa è successo dopo la scoperta del segreto di Matt. Sicuramente niente di buono... Adesso che tutte le carte sono in tavola Matt lascerà in pace Elena e Damon? Come affronteranno questa gravidanza inaspettata? Eeeeeeeeh lo vedremo nel prossimo capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Stringimi a te ***


Max Richter - Luminos

Guardai estasiata il suo viso a lungo. Non so da quando stavo lì a fissarlo ma non potevo fare altro. Le sue labbra perfette, qualla barbetta che era cresciuta a malapena, la sua mano destra appoggiata sul suo sterno nudo,  e l'altra aperta sopra il suo capo. Lui che aveva cambiato la mia vita, ed era diventato a sua volta tutta la mia vita. Lui che mi aveva regalato una parte di se, e quella  parte adesso, aveva un cuore  che batteva dentro di me. Lui l'uomo di cui mi ero innamorata follemente, e che mi aveva fatto compiere follie, follie che avevano un senso adesso. Ero sempre più convinta del fatto che lui mi avesse salvato da tutto, in tutti i modi possibili. L'avevo aspettato tanto... ed ora dormiva beatamente vicino a me inebriandomi con il suo profumo di bergamotto, ormai il mio preferito. Un raggio di sole mi accarezzò il volto illuminando l'iride destro destandomi da quella dolce stasi. Appoggiai i piedi delicatamente a terra, e con passo lento mi avvicinai alla finestra. Spostai la tenda bianca di qualche centimetro, stringendola tra le mani. Quel dolce tepore, mi riscaldò l'anima e chiudendo gli occhi, iniziai ad immaginare il viso del mio bambino sfiorandomi il ventre, una cosa che prima mi procurava solo dolore. Adesso potevo concedermi il lusso di farlo. Adesso tutto era perfetto. All'improvviso sentii le sue braccia stringermi i fianchi per poi proseguire sul mio ventre intrecciandosi con le mie mani. Avvicinò il suo viso al mio da dietro, sfiorandomi la guancia con le sue labbra delicatamente. Lo accolsi portando la mia mano verso o suoi capelli accarezzandolo. Lo guardai negli occhi, scrutandoli amorevolmente, lui ricambiò il mio sguardo sorridendo felice e dandomi un bacio casto prendendo tra le mani il mio mento. La sera prima, dopo la scoperta a casa di Caroline, parlammo molto di quello che era appena successo, e come lui non si fosse mai sentito preso in giro da me. Lui era a conoscenza, almeno in parte, della mia situazione. Sapeva, che qualcosa non andava, sapeva che quel desiderio di maternità non poteva essere realizzato. Ma non era entrato nei particolari, fino alla notte appena trascorsa, quando aprendomi il suo cuore trovai solo gioia e felicità per una notizia inaspettata. Come fu inaspettata anche la notte trascorsa con lui, abbracciati. Abbracciati, guardandoci negli occhi. Non potevo chiedere di più dalla vita, avevo sognato quel amore...e adesso era tra le mie mani. E per nulla cosa al mondo l'avrei lasciato andare. 

Sapevo che Matt aveva la visita in ospedale, e che quindi non sarebbe stato in casa. Chiesi a Damon di accompagnarmi a recuperare alcuni indumenti e degli oggetti di valore affettivo inestimabile. Aprìi la porta piano, avevo paura di entrare. Non avevo il coraggio dopo la mia uscita della sera prima. Damon mi prese per mano e guardandomi con sguardo rassicurante, entrai con lui al mio fianco. Quello che apparì ai nostri occhi ci lasciò sconcertati, tutti i miei vestiti era buttati alla rinfusa sul pavimento del salotto e alcuni di loro erano anche stati tagliati. Mi avvicinai ad essi con la mano sul cuore, che in quel momento sembrò uscire dal petto. Mi feci cadere sul divano vicino iniziando a tremare con lo sguardo perso nel vuoto. Damon che non aveva lasciato la mia mano neanche per un momento si avvicinò alle mi ginocchia

- Hey  guardami...-  disse cercando di recuperare il mio sguardo - non devi avere paura ci sono io con te! Mi hai capito? - continuò cercando di farmi forza 

Ma io ero completamente devastata, annuì solamente e nello stesso istante una lacrima solcò il mio viso. Dove poteva arrivare Matt? Io non lo riconoscevo più. Avevo davvero paura di lui

Damon avvicinò le sue labbra alla mia fronte dandomi un bacio stringendomi a sé e prendendo il suo piccolo borsone che avevamo portato con noi, iniziò a recuperare la mia roba, o almeno quelle che era sfuggita alla furia di Matt. 

(Damon) 

Era tutto surreale, anche io non potevo credere a miei occhi, e sicuramente non potevo nascondere il mio disprezzo per questo essere immondo, ma provai ugualmente a recuperare la roba di Elena. Entrai in camera da letto guardando velocemente nei cassetti e nel portagioie, arraffando tutto quello che vedevo. I miei occhi all'improvviso si alzarono verso lo specchio che rifletteva un letto disfatto e i cuscini squarciati. Restai a guardare  il copriletto tagliato e fatto a brandelli allibito.  Mi avvicinai con fare sicuro e veloce nel bagno in camera quando vidi  lo specchio rotto al centro e tracce di sangue ovunque.  Sbarrai gli occhi, il nostro poliziotto era davvero fuori di sé, e si era anche fatto male, ed Elena non poteva vedere questo scempio. Uscì velocemente dal bagno e mi precipitai giù per le scale, trovandola ancora seduta sul divano. Cercai invano di nascondere il mio viso devastato, però lei si accorse lo stesso di tutto.

- Cosa c'è Damon? Cosa hai visto di sopra? -  Chiese alzandosi di scatto e  venendo verso di me

Abbassai lo sguardo, e recuperando un po' di sangue freddo risposi

- Niente che possa interessarti...adesso andiamo ricompreremo tutto! - dissi cercando di tirarla per un braccio quasi strattonandola

- Damon cosa hai visto?! - chiese cercando di fare resistenza scandagliando il mio sguardo

- Elena! Andiamo via e basta! - dissi alzando la voce senza volerlo, mi avvicinai a lei accarezzandole la guancia e continuai - Ti prego, non fare altre domande...- 

Non sapevo come avrebbe preso la cosa, ma non volevo scoprirlo di certo restando lì dentro. Entrammo in macchina, e dopo qualche minuto di silenzio sentenziai

- Devi denunciare Matt...- 

- Cosa? - rispose buttando lo sguardo su di me

- È la cosa più giusta da fare... è per cautelarti...- 

- Damon mi dici cosa cavolo hai visto in camera da letto?! - 

- Elena è uno psicopatico! Tu non ti avvicinerai più a quella casa! E non uscirai più senza di me o comunque non da sola! - 

- Damon spiegami non trattarmi da stupida! - disse parlando in modo agitato

- Proprio perché non lo sei, io non ti dirò un bel niente! Sei davvero una testarda! Cazzo! - dissi gridando spegnendo davanti al vialetto di casa mia

Non potevo raccontarle cosa avevo visto, dovevo proteggerla ad ogni costo.

- È tu sei un idiota! - gridò guardadomi con gli occhi delusi e affranti. Avvicinò il dorso della sua mano destra alle sue labbra tremando

Mi accorsi di aver esagerato, ma lo facevo per il suo bene, non volevo che si sentisse male, e non volevo che sapesse cosa aveva combinato Matt in camera. Le sfiorai il braccio per attirare la sua attenzione, ma lei prontamente scosse il braccio ed uscì dalla macchina sbattendo la portiera. 

Ice Dance - Edward mani di forbice

Presi un respiro profondo e stavo per uscire pure io dalla macchina, quando vidi cadere dal cielo dei fiocchi di neve. Guardai meravigliato, era da tanto che non vedevo nevicare. Uscì incredulo dalla macchina poggiando il braccio sulla portiera e guardando verso di lei la vidi alzare le mani verso il cielo come a voler toccare tutti i fiocchi. Iniziò a girare su se stessa mentre la neve cominciò a scendere aumentando la sua caduta. Il suo viso si illuminò sorridendomi. Volteggiava tra i fiocchi, facendo alzare il suo vestito di seta azzurro come cielo. Sembrava un angelo che danzava tra le nuvole del paradiso. All'improvviso tolse il giubbotto di pelle che le avevo dato facendolo cadere a terra, continuando a danzare incurante del freddo e di quello che potevo pensare io. Io d'altro canto riuscivo solo a guardarla con il mio solito sguardo da ebete. Lei così bella, così delicata... così vera. Credo che neanche nei sogni più nascosti avrei aspirato a tanto, ed ora questo angelo, che danzava davanti a me sarebbe diventata anche la madre di mio figlio. 
Mi avvicinai a lei con passo leggero,  e togliendomi il giubbotto la avvolsi delicatamente tuffandomi nei suoi occhi. Le sorrisi come un idiota, e cercai di scusarmi per quello che le avevo detto prima quando lei avvicinò l'indice alla mia bocca sfiorando le mie labbra.

- Damon...stringimi forte...stringimi a te come non hai fatto mai...e amami con tutto te stesso...- 

- Elena...- 

- Proteggi il mio cuore Damon... È tuo per sempre...- 

La strinsi forte a me respirandolo fino alla fine. Appoggiò il sul viso all'estremità del mio collo, sentii le sue lacrime calde attraversarmi. Il mio respiro inizio a farsi irregolare accarezzando i suoi morbidi capelli, alzai il viso verso il cielo, e respirando a pieni polmoni tra la neve iniziai a piangere. Chiusi gli occhi, e per un'attimo tutto sembrò fermarsi. Potevo sentire distintamente il mio respiro nel suo. Il mio cuore iniziò a battere forte dall'emozione...lei aveva stravolto la mia vita, dandole finalmente un senso.



Note: Capitolo Diciotto. Vediamo come i nostri piccioncini si stanno avviando verso la strada della felicità. Ma c'è ancora un ostacolo da oltrepassare... Matt. Cosa succederà adesso che la follia di Matt è uscita allo scoperto. Lo scopriremo nel prossimo capitolo...ma nel frattempo godiamoci Elena e Damon tra i fiocchi di neve ♥️ Grazie sempre a chi mi segue! E alla prossima! ❤️

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Vane Speranze ***


Infra 4 - Max Richter

Fui svegliata dalla pioggia battente che si infrangeva contro il grande finestrone della camera da letto di Damon. Mi girai piano verso di lui, ma ancora dormiva beatamente stringendo il suo cuscino tra le mani. La sera prima non ero riuscita ad estorglierli nessuna informazione riguardante cosa avesse visto a casa mia in camera da letto, era irremovibile. Iniziai a guardare il soffitto pettinando nervosamente i capelli. Sospirai ripensando alle domande che ormai albergavano nella mia mente. Perché Damon era così riluttante? Perché non voleva che io sapessi? Solo una certezza, voleva che io denunciassi Matt. Sapevo cosa mi aveva fatto, e sapevo bene la paura che avevo provato in quel momento. Ma denunciarlo mi sembrava una mossa troppo avventata, troppo per me. Conoscevo bene Matt, anzi mi era sembrato di conoscerlo. In tutti quegli anni passati insieme, lui non aveva mai levato una mano su di me, mai. Ma poi i suoi occhi erano cambiati, i suoi occhi azzurri si erano come scoloriti ed un colore si era impadronito di lui. Il nero. Non so come, ma in quel momento le sue iridi diventarono nere. A quel ricordo sfiorai con l'indice la ferita ancora vivida sul mio labbro inferirore, per poi appoggiare la mano sul mio cuore che sembrò mancare un colpo. Lui mi aveva colpita, colpita con una ferocia che non conoscevo. Con una cattiveria indecifrabile, quasi a volermi cancellare dalla faccia della terra. Iniziai a tremare mio malgrado, un tremolio che mi scosse letteralmente. Sentii la mia gola chiudersi sempre di più,  come se avessi un cappio al collo. Le lancette dell'orologio a corda situato sul grande comò di Damon sembrò rimbombare sempre più forte nelle mie orecchie. Le  tappai con tutte due le mani nella speranza di non sentire più quel ticchettio. All'improvviso sentii le mani di Damon accarezzarmi il viso, mi girai repentina verso di lui incontrando i suoi occhi spaventati. Presi subito coscienza del fatto che avevo stravolto  la sua vita, e lui non meritava tutto questo. Lo abbracciai forte, prima di liberarmi completamente da quelle lacrime che spingevano per uscire. 

- Damon...io...non so cosa tu abbia visto...ma se...dici che...- 

- Ha squarciato tutto Elena...ha praticamente fatto a pezzi tutto quello che gli veniva a tiro...- 

- Cos..a..? - dissi guardandolo negli occhi

- E per quanto ne so, il nostro eroe si è anche fatto male dando un pugno allo specchio del bagno...- 

- Damon ma questo è...- 

- Da pazzi...lo so...ed è per questo che non volevo dirtelo...per non farti spaventare ulteriormente...- disse accarezzandomi la guancia sinistra

Lafferai accarezzandola con la mia chiudendo gli occhi. 

L'unica soluzione era andare da Liz forbes, la madre di Caroline. Lei avrebbe potuto aiutarci, senza destare troppi sospetti. Nel pomeriggio mi sincerai grazie a Caroline che fosse in casa, e con una scusa ci dirigemmo al suo domicilio che si trovava appena fuori città. Quella villetta era rimasta sempre uguale nel tempo, e portava con sé i dolci ricordi della mia infanzia passata con Caroline.

Suonai alla porta, e stringendo la mano di Damon aspettai pazientemente che 
Liz aprisse. Come potevamo ben immaginare Liz rimase sull'uscio guardandoci con aria interrogativa.

- Elena...cosa è successo? E chi è questo ragazzo? - 

- Liz...possiamo entrare? - chiesi con un filo di voce e guardandola con aria desolata

Mi sentivo così, desolata per qualcosa che però mi spettava: la libertà. La libertà da un uomo che ormai era il mio passato
Liz ci fece entrare e indicando il suo divano bianco in pelle dove potevamo accomodarci. Damon non mi lasciò la mano neanche per un secondo neanche quando sedendoci Liz continuava a guardarci interrogativa

- Liz ho bisogno del tuo aiuto...- 

- Elena...scusami ma io continuo a non capire...- 

- Matt mi ha picchiata...- dissi di getto indicando tremante la ferita sul labbro inferiore - e ha messo casa sottosopra...- 

- Matt?  Matt ti ha picchiata? Ma non è possibile! - disse con una smorfia, quasi ridendo incredula

- Cos'è, vuole dire che non crede ad Elena? - chiese Damon prendendo parola in tono tutt'altro che calmo

- Non volevo dire questo...- rispose Liz cercando di smorzare i toni, per poi continuare - Volevo dire che non riesco a credere che Matt...- 

- Beh deve crederci...il nostro caro poliziotto è uno psicopatico! -  continuò Damon alzando la voce

- Damon ti prego!  - dissi cercando di calmare la situazione

- Ascolti... Signor? - 

- Salvatore... Damon Salvatore...- 

- Signor Salvatore, io non so chi lei sia, ma credo che dovrebbe parlare Elena...-
 
- Io credo invece che lei non abbia capito la gravità della situazione! - rispose alzandosi in piedi

- Ti prego Damon cerca di calmarti!!   - dissi cercando di recuperare la situazione e sul punto di una crisi di nervi

- No Elena, io non mi calmo! La signora qui presente non ci sta ascoltando minimamente! - 

- Ma si può sapere chi è Elena?! - chiese ormai esasperata

- Lui... è il mio nuovo compagno Liz...-

- Tuo nuovo compagno? - 

- Con Matt le cose sono andate sempre peggio nell'ultimo periodo, mi ha anche mentito su delle faccende personali che lo riguardavano....che ci riguardavano...ed io ho riscoperto l'amore grazie a lui...- riposi a Liz guardando verso Damon con occhi sognanti e grati. Anche se sapevo che era una cosa pazzesca da raccontare

- Ok...Elena... comprendono bene la tua nuova situazione, ma non sarà cosa facile anche se gli estermi ci sono... -  disse Liz alzandosi in piedi

- In che senso? - 

- Mi spiego subito, Matt è uno stimato poliziotto, nonché molto amico del procuratore distrettuale Truman...se tu lo denunciassi non so fino a quanto potrebbe giovarti... - 

- Quindi...cosa possiamo fare? - 

- Fammi pensare a qualcosa...io...io cercherò di aiutarti... - disse con un sorriso sincero poggiando la sua mano destra sulla mia spalla

Annuì senza dire una parola, anche perché tutto quello che mi aveva detto Liz mi aveva completamente spiazzata. 


The end of the world - skeeter davis

Anche Damon che aveva dimostrato toni accesi e parlantina placò i suo animo. Come potevamo andavate avanti e lasciarci tutto alle spalle? Entrati in macchina il silenzio più totale calò su di noi. E l'incredulità per qualcosa che ci era sembrata facile da fare. Qualche minuto dopo la nostra partenza Damon ricominciò a parlare.

- Io non posso crederci! Non posso crederci!! - disse gridando e sbattendo la mani sullo sterzo

- Damon...- 

- Elena siamo ad un punto morto! Io non mi sento per niente al sicuro! - 

- Damon, magari è solo un fatto isolato, ed adesso mi lascerà in pace...- 

- Conosco i tipi come lui, non si arrenderà così facilmente...non dopo aver fatto Jack lo squartatore con il tuo piumone! - 

- Damon! - dissi mettendomi le mani tra i capelli - Adesso devi smetterla! Così mi fai solo paura! -

- Paura? Ma se non volevi neanche denunciarlo! - 

All'improvviso una macchina che stava dietro la nostra auto acesse gli abbaglianti su di noi infastidendo Damon

- Razza di coglione! Perché non passi e ti togli dai piedi!! - 

- Damon...- dissi con un filo di voce.

 All'improvviso capii che non era un semplice automobilista quello che avevamo dietro, ma qualcuno che ci aveva proprio puntati.
Damon sgranò gli occhi verso di me ed inserì la marcia schiacciando il piede più che poteva sull'acceleratore. 
Avevo letteralmente il cuore in gola, mentre sfrecciavamo lungo le strade desolate che portavano in città. Una paura irreale mi assalì stringendo il giubbotto di Damon. Non poteva essere Matt...e questo non stava succedendo mi ripetevo chiudendo gli occhi.

( Damon)

Ero in balia della paura più profonda, avevo paura di perdere Elena e il bambino. Spostai lo specchietto retrovisore così da togliere quel bagliore dai miei occhi. Tra poco avremmo varcato le porte della città, e con il traffico cittadino magari avrebbe smesso di correrci dietro. 

- Elena! Reggiti forte siamo quasi arrivati! - cercai di dire in un modo rassicurante. 

Un modo, che neanche io sapevo di avere. Ero terrorizzato. Ad un tratto sentii la macchina speronarci violentemente, facendomi perdere il controllo dell'auto. Cercai in tutti i modi di riprendere l'auto girando lo sterzo, ma invano. Uscimmo fuori strada sbattendo violentemente su di un albero perdendo i sensi. Mi risvegliai con il viso sullo sterzo, la cintura aveva attutito il colpo ma avevo comunque battuto la testa e mi sentivo stordito. Sentii il sangue che scendeva giù dalla mia fronte toccandola con la mano destra. Cercai di mettere subito a fuoco essendoci solo la luna ad illuminare tutto quello che mi circondava. Vidi Elena riversa verso lo sportello. Restai immobile. Non poteva essere morta, raggelai in un secondo al solo pensiero. Tolsi la cintura piano, quel gesto mi procuro un colpo di tosse, come se la cintura avesse liberato anche i miei polmoni. Mi avvicinai velocemente a lei spostando il mio corpo sopra il cambio. La presi tra le mie braccia, slacciandole la cintura. Anche lei avevo una ferita sulla fonte, da dove era uscito un po' di sangue. Inizia a scuoterla e massaggiarle con delicatezza le guance che sembravano fredde. Esplorai il suo collo spostando i capelli in cerca di una vena che pulsava, ma l'adrenalina che avevo in corpo non riusciva a farmi  attenzionare dove fosse situata. Cominciai a  chiamarla con tutta la forza che mi era rimasta stringendola a me. Era sicuramente un brutto sogno, non stava succedendo a me...ed Elena non era morta...lei non poteva lasciarmi così.




Note: Capitolo Diciannove. In questo capitolo vediamo finalmente Elena che decide di denunciare Matt, ma con scarsi risultati... Chi era il tizio che lo seguiva in macchina? Ed Elena è davvero morta come pensa Damon? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Grazie sempre a chi mi segue e alla prossima! ♥️

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Ti Proteggo Io ***


Flashback: New York, sette anni prima

Venus - Frankie Avalon

- Allora Elena come sono andate le vacanze estive? - chiese Caroline camminando al mio fianco per le vie della città di New York

- Devo dire abbastanza bene! Il sole e il mare dell'Europa sono fantastici! - affermai entusiasta pettinando i miei capelli con la mano destra

In realtà quel viaggio era stato così bello, che le mie parole non potevano di certo esprimere a pieno quello vissuto. I miei genitori non avevano badato a spese per la loro unica figlia, e quel viaggio insieme a loro ne era la prova. Quello era sicuramente il mio anno. Avrei iniziato da lì a poco l'università, e il mio sogno di diventare una pianista si sarebbe avverato. Ero entrata, con mia grande felicità alla Juilliard insieme a Caroline e tutto sembrava sorridermi. 

-  Invece hai conosciuto qualche bel ragazzo? - chiese Caroline sorridendomi maliziosa

- Ma..in realtà nessuno di così interessante...- risposi infilando le mani nei miei micro shorts sfiorando il mio top bianco ricamato

- Ma come? Dicono sempre che i ragazzi europei sono molto "calorosi" ! - esclamò sistemandosi il vestito corto fiorato sui toni dell'arancione

- Cioè lo erano, lo erano davvero! Ma non c'era nessuno che mi piacesse! - 

- Certo miss perfettina non ha trovato nessuno alla sua altezza! - 

- Ma dai Caroline! Così sembra quasi che io sia un tipo esigente! Quando poi invece ci vuole veramente poco per conquistarmi! -  risposi sorridendo avvicinandoci al cinema.

Dovevamo vedere la replica estiva di The Shining, anche se la cosa non mi entusiasmava  molto, odiavo proprio i film Horror.  Arrivate all'entrata ci apprestammo a fare i biglietti, quando all'improvviso lo vidi arrivare. Biondo, occhi azzurri come il cielo, sorriso d'angelo e lineamenti perfetti. Indossava una t-shirt a maniche corte blu scuro, jeans e sneakers bianche, un sogno a occhi aperti. 

- Matt?! - disse Caroline prontamente andando in contro al misterioso ragazzo

- Caroline! - rispose lui lasciando per un attimo i suoi amici avvicinandosi a noi

Si avvicinò a noi abbracciando Caroline  calorosamente e guardandosi felici continuarono

- Ma tu vivi qui?! - chiese lei tutta emozionata

- No, veramente sono venuto a fare visita a mia nonna con mia madre...sai che a lei non piace spostarsi! - 

- Oh sì sì ricordo! Tu nonna è una vera simpaticona!  - poi finalmente girandosi verso di me disse - Oh scusami Elena! Mi sono lasciata trasportare dai ricordi! Lui è Matt Donovan un mio vecchio amico, nonchè il mio primo bacio! - affermò trionfante indicandolo

- Scusala le piace sempre dire questa cosa, ma avevamo cinque anni e ci trovavamo in una piscina alta mezzo metro...- rispose porgendomi la sua mano imbarazzato

- Tranquillo, conosco bene Caroline, e i suoi modi di mettere a suo agio gli amici! - dissi stringendo la sua mano

Ebbi come un fremito nello stesso momento che le nostre mani si incontrano. Penso che anche lui ebbe la stessa sensazione, perché mi guardò subito negli occhi dove mi persi per un attimo. Era davvero molto bello, e i suoi occhi mi infondevano dolcezza. Lui doveva essere per forza così. Sorrisi come una scema lasciando la sua mano e abbassando lo sguardo. 

- Bene piccioncini entriamo? - chiese Caroline essendosi accorta di tutto

Diventai rossa come un peperone, la delicatezza di Caroline mi metteva sempre a disagio. Lui si spostò lateralmente e aprendo la porta mi fece cenno di entrare sorridendomi. Quel sorriso era proprio bello, e lui sembrava il ragazzo della porta accanto. 

- A me non sembra che tu ti accontenti di poco! - Affermò Caroline prendendomi a braccetto e trascinandomi verso l'entrata della sala

Buttai gli occhi al cielo sorridendo come un'idiota. In realtà Matt era stato davvero un colpo di fulmine. Qualcosa che non si poteva programmare. Qualcosa che aveva raggiunto subito il mio cuore.

Entrammo nella sala numero due, e ci accomodammo tutti ai nostri posti

- Elena perché non ti siedi al mio posto così puoi stare vicino a Matt? - chiese Caroline senza peli sulla lingua.

Non sapendo che pesci pigliare mi accomodai tra lei e Matt. Lui continuava a sorridere esasperato dal comportamento di Caroline, ed io avrei voluto sprofondare. 

The Shining - The Maine title

Il film iniziò facendomi rabbrividire fin dalla musica d'apertura. Quella musica così martellante mi metteva proprio i brividi. Non avevo il coraggio di guardare, e ad ogni scena chiudevo gli occhi o maledicevo il momento che mi ero fatta convincere. Erano tutti tranquilli nelle loro poltrone, e Caroline sgranocchiava tranquilla i suoi popcorn incurante del mio stato d'animo. All'improvviso una scena mi fece saltare dalla sedia stringendo il braccio di Matt e appoggiandomi con il viso alla sua spalla. Strinsi forte immergendomi totalmente nella sua maglietta aspirando quel profumo, quel profumo di menta che all'improvviso mi sembrò irresistibile. Fu tutto molto veloce, e appena mi resi conto di quello che stavo facendo alzai lo sguardo verso di lui che sorridendomi disse

-  Non ti preoccupare...ti proteggo io...-  con occhi dolci e rassicuranti

- Ti prendo in parola...- risposi sorridendo incantata


Quelle parole adesso risuonavano nella mia mente forte, sempre più forte fino a far svegliare la mia mente e riportandomi al presente. 

Why does my heart go on beating?

Perché il mio cuore sta battendo?

Why do these eyes of mine cry?

Perché i miei occhi piangono?

Don't they know it's the end of the world?

È finito quando hai detto addio.

Sentivo le sirene e il tocco deciso di qualcuno che mi spostava di peso, e la sua voce mi parlava, quasi sussurrando quelle parole. Cercai invano di aprire le palpebre che mi sembravano pesanti come macigni, riuscì vedere per un attimo i suoi occhi azzurri prima di ricadere nell'oblio.

Riaprì gli occhi piano per poi richiuderli, la luce era ancora troppo forte per i miei occhi, quando mi sentii chiamare

- Elena...- 

Aprì nuovamente le palpebre trovandomi di fronte il suo viso sorridente. Era contenta glielo leggevo nel suo sorriso a trantadue denti.

- Caroline... - risposi al suo sorriso con uno dei miei chiudendo gli occhi

- Tesoro, sono felice che ti sia svegliata...ero così in pena per te...- 

All'improvviso i ricordi iniziarono a farsi sempre più vivi, e spalancando gli occhi chiesi

- Dov'è Damon?!  Oddio il bambino! Il mio bambino! - dissi gridando toccandomi l'addome

- Elena...il bambino sta bene...- la guardai con sguardo perso, ero completamente persa

- Dimmi dov'è Damon!! - 

- Elena, forse è meglio che risposi...- disse Liz avvicinandosi al mio letto - hai avuto incidente, crediamo che vi abbiano speronati lateralmente...ci sono i segni di una macchina nera sulla fiancata della macchina di Damon...- 


- Credete?! Credete?!? Liz voleva ucciderci! E tu sai benissimo di chi sto parlando! - 

- Elena...per favore calmati, faremo tutte le indagini del caso...- 

- Voglio vedere subito Damon! Ditemi dov'è! - 

- Lui...- disse Caroline con un filo di voce

- Lui?! - dissi fermandomi e guardandola con il cuore in gola

- Lui sembrava non avesse niente...quando siamo arrivati era in piedi e..e..e voleva solo che ti portassimo subito in ospedale...- 

- Liz!! - 


( Damon )


- Elena...rimani con me ti prego...io voglio veramente sposarti...so che non ti aspettavi una proposta così...ma io ti amo... - dissi sfiorandole il viso con la mano destra. Sembrava caduta in un sonno profondo.

Appoggiai il mio viso al suo petto stringendola delicatamente a me. Sentivo il suo cuore battere, e quel dolce suono rassicurava il mio.

Feci segnale all'ambulanza che si avvicinò veloce a noi. Non avevo lasciato neanche per un secondo la sua mano e non avevo intenzione di farlo. Si avvicinarono a me i paramedici e Liz che si era precipitata non appena la centrale l'aveva avvisata dell'incidente

- Liz portate subito Elena in ospedale! Vi prego! - dissi gridando con tutta la forza che avevo in corpo

- Damon, stai calmo, adesso penseranno subito a lei...- disse toccandomi il braccio destro

- Liz è incinta...vi prego salvate il mio bambino...- dissi con un filo di voce e con occhi lucidi

Lei mi guardò stupita e aiutando i paramedici a metterla sulla barella le accarezzo il viso fece cenno a quest'ultimi di fare presto. Le sfiorai la fronte con un bacio e mi allontanai.
Passai la mano tra i capelli mentre la vedevo inerme trasportata dentro l'ambulanza. 
Iniziai a vederci sfocato e avvicinandomi alla macchina di Liz, mi appoggiai allo sportello della macchina stringendo i miei occhi tra le dita. 

- Hey tutto bene? - 

- Non credo proprio Liz...- dentro di me mi stavo sentendo morire. Sentii la vita scivolarmi tra le mani. E con quelle poche parole le caddi tra le sue braccia. Per qualche secondo ancora sentii la sua voce chiamarmi per poi cadere nel buio più totale.

Don't they know it's the end of the world?

Non sanno che é la fine del mondo?

It ended when you said "Goodbye"

È finito quando hai detto: ADDIO..


Note: Capitolo Venti. In questo capitolo  scopriamo come Elena ha conosciuto il nostro Caro Matt, e come lei si sia innamorato subito di lui. Il ragazzo della porta accanto...come lo ha definito lei stessa. Tornando al presente veniamo a conoscenza che in realtà è Damon quello ad essersi fatto male veramente... 😅😅😅 Conosceremo le sue sorti nel prossimo capitolo...Tenete duro! 🤣🤣🤣 Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Amari Ricordi ***


Intuition - Dan Levy

Vederlo lì in quella stanza da solo, lontano da me mi rubava il fiato. Non potevo ancora credere che lui avrebbe pagato il prezzo più alto, quel prezzo che dovevo pagare solo io. Le macchine che misuravano i suoi parametri con il loro suono ritmico e incessante, scandivano la sua vita e la mia stringendo il mio petto facendomi mancare l'aria. Avrei tanto voluto entrare e abbracciarlo, fargli sentire la mia presenza, fargli sentire il mio cuore. Sfiorai il vetro gelido che ci separava, gelido come tutto intorno a me. I toni del grigio ormai erano ovunque, mi circondavano trascinandomi in un vortice di angoscia. Ricordavo tutto di quella sera infernale, la paura e il suo sguardo pietrificato. Non riuscivo a togliermi dalla testa i suoi occhi impauriti mentre cercava invano di sfuggire al nostro amaro destino. Tutto mi riportava ai suoi occhi. Tutto mi portava a quella maledetta commozione celebrale che lo aveva allontanato da me. I miei pensieri furono interrotti da una voce che mi chiamava.

- Elena sei pronta? - 

- In realtà no...non voglio lasciarlo...-  affermai non spostando il mio sguardo da lui

- So cosa provi, ma non poi rimanere qui nelle tue condizioni...pensa anche al bambino...- 

- Infatti è per lui che vengo da te, altrimenti non l'avrei mai lasciato...- dissi guardandola in segno di gratitudine

- Tornerai domani... - rispose accarezzandomi il braccio destro

- Grazie Caroline per il tuo sostegno...- dissi con un filo di voce guardando nuovamente verso Damon

Mi allontanai sfiorando un'ultima volta il vetro che ci separava  e portando la mano al mio petto venni sorretta da Caroline. Durante tutto il tragitto in macchina non dissi una parola. Non ne avevo la forza né la voglia. Lo sguardo di Caroline ogni tanto si posava su di me, nella vana speranza di infondermi un po' di positività. Ma i suoi vani tentativi non facevano altro che ricordare a me stessa cosa avevo combinato. Era tutta colpa mia. Lo sapevo bene. Avevo trasformato io Matt, avevo fatto uscire io quel mostro che dormiva dentro di lui. 
Varcai la soglia di casa di Caroline con lei che mi sorreggeva e Klaus che ci aveva anticipato aprendo la porta. Erano diventati la mia ombra, e pendevano praticamente dalle mie labbra. Una situazione che non potevo reggere a lungo, dovevo molto a loro, ma questo loro essere così preoccupati non faceva altro che alimentare la mia ansia.
Dopo cena si raggiunse Liz, che aveva delle questioni urgenti da riferirmi. La cosa mi procurò subito un brivido, ma cercai di non farlo a vedere alle mie ombre.

- Elena...- 

- Liz...-  

- Sono qui per aggiornarti sulla situazione...-

- Ebbene? - 

- So che è passato solo qualche giorno, ma i miei uomini si sono messi subito a lavoro...ma...- 

- Ma? -

- Ma...non posso mettere Matt in stato di fermo come mi hai chiesto di fare...-
 
- Cosa? -  chiesi sbigottita

- Elena, non abbiamo nessuna prova a suo carico...e la sua macchina non ha neanche un graffio...e poi c'è un'altra cosa...- 

- Che altro c'è? - 

- Matt ti ha denunciata per abbandono del tetto coniugale...- 

- Che cosa?! - 

- Può farlo....e l'ha fatto...mi dispiace Elena...- 

- Ma non è possibile! Lui mi ha picchiata! - 

- Elena...adesso c'è anche la situazione bambino...mi ha detto Damon che è suo figlio...- 

- È suo figlio...- risposi con voce flebile e accarezzando il mio ventre

- Quindi non essendo di Matt avrebbe un'arma in più da usare contro di te...- 

- Ti prego Liz, non dire niente a nessuno! Lui non deve saperlo! Ha già provato ad ucciderci, non voglio che mio figlio sia in pericolo! -

- Ok... cercherò di aiutarti come posso...tu nel frattempo cercati un buon avvocato...- mi guardò un ultima volta con sguardo rassicurante

Ma questa storia non aveva nulla di rassicurante, portava con sé solo angoscia e tormento. Soprattutto il silenzio di Matt mi preoccupava molto. Non che lui fosse stato mai un grande paroliere, ma tutto questo silenzio era strano e inquietante.

Liz lasciò l'appartamento di Caroline, con una faccia desolata e con le mani legate. Sapevo che la situazione era pesante anche per lei, ma era meglio per me mettermi in contatto con un buon avvocato. Klaus si mise subito in contatto con un suo amico Marcel Gerard, a suo dire, uno dei migliori avvocati di New Orleans. Mi fidai ciecamente, anche perché non avevo molta scelta, e poi lo sguardo di Klaus era colmo di speranze, una speranza che quasi mi fece sorridere. Potevo farcela, e dovevo. Mi ritrovai nella camera da letto di Caroline, non volevo creare tanto scompiglio, ma lei era irremovibile, il meglio per il suo nipotino. - Già il suo nipotino... - pensai accarezzando il mio ventre ancora piatto. Lui, tutto quello che desideravo dalla vita, stava arrivando in un momento in cui la mia vita sembrava sgretolarsi giorno dopo giorno. Mi girai sul fianco destro, e stringendo il cuscino iniziai a piangere silenziosamente. Un pianto così silenzioso che io stessa percepivo a malapena. Quel pianto liberatorio mi portò finalmente tra le braccia di Morfeo dopo tanto tempo.



New Orleans cinque anni prima

Canone di Pachelbel

I miei occhi si persero per un attimo nella contemplazione del vestito da sposa che indossavo. Era stupendo. Il corpetto fiorato con sfumature rosate fasciava perfettamente la mia vita per poi allargarsi in una gonna di raso ampia e voluminosa. Mi avvicinai allo specchio e sfiorai i capelli raccolti in un chignon con dei piccoli boccioli di rosa alle estremità. Un velo di trucco illuminava il mio viso già raggiante, non stavo più nella pelle, volevo scendere giù da Matt. Volevo sposarlo subito.
Ad un tratto sentii la porta aprirsi facendomi girare lentamente dalla sua parte. I suoi occhi azzurri in un lampo furono dentro i miei facendomi sobbalzare.


- Dio, quanto sei bella... - 

- Matt esci immediatamente! Porta sfortuna vedere la sposa prima del matrimonio! - dissi gridando e nascondendomi dietro il separé adibito per l'occasione

Lui si avvicinò a me sfiorando la stoffa bianca che ci separava e disse

- Io...io...volevo dirti una cosa...- 

- Matt, ma non puoi dirmela dopo? - risposi dandogli le spalle sorridendo

- Elena... Tu mi ami? -

Quella domanda mi fece rizzare tutti i capelli in testa. Perché quella domanda così all'improvviso. Perché proprio adesso? Mi girai di scatto verso di lui con gli occhi lucidi cercando i suoi ugualmente commossi

- Certo che ti amo...- dissi con un filo di voce. Iniziai a respirare velocemente, dove voleva andare a parare

- E mi ameresti in qualsiasi circostanza? - 

- Matt...mi stai facendo paura...cosa c'è che non và? - 

- Elena, io credo di non meritarti...io...- 

- Matt...io non capisco...- 

- Elena...io...-

- Ascolta Matt, io ti amo...non pensare mai che sia diversamente...anche io a volte penso di non meritarti...- ammisi guardandolo negli occhi

- No, tu questo non lo devi pensare mai! - disse stringendo le mie mani che avevo appoggiato sul separé di cotone bianco

- Tu sei perfetto... non potrei mai desiderare di meglio...- 

Lui sorrise, provocando in me la stessa reazione e prendendo la mia mano sinistra mi accompagnò fuori dal separé. Accarezzò la mia guancia con il dorso della mano, per poi fermarsi sul mio mento. Si avvicinò piano quasi a volermi baciare, ed io chiusi immediatamente gli occhi. Aspettai quel bacio come a volermi sincerare che lui non avesse ripensamenti di nessun tipo

- Matt?! Cosa ci fai qui? Esci immediatamente! - gridò Caroline non appena mise piede nella stanza

Venne verso di noi come una furia, e prendendolo per il braccio cercò di farlo uscire spingendo la porta verso di lui

- Allora...ti aspetto in chiesa! - disse lui prima di scomparire dietro la porta spinta da Caroline

Rimasi ad osservare la porta. Non capivo la sua irruzione. Non capivo perché avesse così bisogno di sapere una cosa che sapeva benissimo. Che avesse dei dubbi? Non era più sicuro di amarmi? All'improvviso mi iniziarono a tremare le mani. Cercai di fermarle avvicinandomi alla toilette stringendo la sedia posta lì davanti

- Questi uomini non impareranno mai! Questa piccola stanza è troppo vicina alla chiesa per poter sfuggire allo sguardo del tuo sposo impaziente! -  esclamò Caroline avvicinandosi a me sfiorandomi le mani

- Elena tutto bene? Hai le mani gelate..- 

- Si, si, tutto bene! - risposi con un mezzo sorriso che in realtà non convinceva neanche me

- Forza mia dolce sposina! Quel impaziente di Matt ti sta aspettando! - 

Annuì sorridendo, e cercando di scacciare qualsiasi brutto pensiero mi avvicinai alla porta. Sicuramente la tensione del matrimonio lo aveva destabilizzato, era l'unica risposta che potevo darmi. L'unica che avesse un senso.


Mi svegliai di soprassalto gridando in un bagno di sudore. Portai tutte e due le mani sul viso per poi trascinarle tra i capelli. Il mio urlo così straziante fece precipitare Caroline e Klaus in camera che si sedette immediatamente sul letto abbracciandomi

- Caroline il suo ricordo mi perseguita! Io...io...dovevo immaginarlo che sarebbe finita così! - dissi stringendola più forte che potevo 

- Non dire così, ha preso tutti in giro...- 

- Caroline cosa farò se Damon non dovesse mai svegliarsi? Come potrò andare avanti? - 

- Elena non dire queste cose! Vedrai che lui si sveglierà presto, e tornerà da te...Damon non è un tipo che butta la spugna! Lo conosciamo tutti! - disse in tono scherzoso ricordando quando il mio Damon fosse testardo, idiota ed egocentrico. Ma io lo amavo proprio per questo.

Annuì come una scema sorridendo quando all'improvviso il mio cellulare si illuminò e su di esso comparve il suo nome: Damon


Note: Capitolo Ventuno. Buongiorno a tutti e bentrovati in questo nuovo capitolo, che devo dirvi la verità mi ha fatto sudare! Stiamo ormai per arrivare alla fine e le cose si mettono sempre peggio per i nostri piccioncini Elena ha dei ricordi/ incubi in dove Matt ne fa da padrone. E proprio in questo notiamo in lui, quasi un pentimento, quasi un volersi confessare. Ma sappiamo tutti com'è finita in realtà. 😅😅😅 Apprendiamo anche che Damon si è finalmente svegliato, e che tornerà presto tra le braccia della sua amata Elena. Cosa succederà adesso che Matt sta giocando le sue carte? Grazie sempre a chi mi segue ❤️ e alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Orizzonte ***


Tennessee - Hans Zimmer

Con ancora il cuore in gola presi immediatamente il primo taxi disponibile. Caroline aveva cercato in tutti i modi di farmi cambiare idea, ma io ero irremovibile, volevo vederlo ad ogni costo, anche alle quattro del mattino. Entrai correndo per il lungo corridoio del reparto fino ad arrivare davanti alla sua porta. 

Mi fermai all'entrata col magone. Lui era lì con il viso appoggiato sul cuscino e mi guardava con i suoi occhi da bambino spaurito. All'improvviso ebbi una stretta al cuore, vederlo così mi faceva tremendamente male, mi mancò letteralmente il fiato. Cercai di trovare la forza, e mi avvicinai lentamente a lui cercando di non sgretolarmi come un castello di sabbia ad ogni passo

- Damon...- 

- Amore mio...- 

- Damon...- continuai la mia camminata verso si lui iniziando a piangere singhiozzando. Volevo trattenere quella voglia di scoppiare in un pianto disperato, volevo farlo per lui

- Amore non piangere...sto bene...- rispose abbozzando un sorriso
 
- Damon...- Sfiorai la sua mano che aveva alzato piano verso di me intrecciandola delicatamente con la mia. Il calore della sua pelle riscaldò la mia con un dolce tepore. Mi lasciai cadere davanti a lui appoggiandomi al suo petto. Fu in quel momento che le lacrime si fecero sempre più prepotenti ed iniziarono ad uscire come un fiume in piena. Sentii la sua mano sfiorare i miei capelli come a volermi rassicurare

- Pensavi ti saresti liberata di me così facilmente? - disse con tono scherzoso

- Oh Damon! - mi avvicinai velocemente abbracciandolo sfiorando la mia guancia con la sua - Non avrei mai potuto vivere senza di te...non avremmo mai potuto...- risposi incrociando il suo sguardo che malgrado tutto si era successo. I suoi occhi azzurri erano l'unico posto dove mi perdevo sempre.

Mi avvicinai delicatamente a lui poggiando dolcemente le mie labbra sulle sue accarezzandogli il viso dove era cresciuta una leggera barbetta. Quel bacio mi restui il respiro che avevo preso per tutto quel tempo, e il mio cuore tornò a battere forte solo per lui. 

- Ti amo Damon...- 

- Ti amo anch'io Elena...- rispose sfiorandomi il viso con le nocche della mano destra.
La strinsi forte a me in una dolce morsa. Adesso niente e nessuno ci avrebbe più separato


- Signora, adesso è meglio che lei vada via. Il paziente si è appena svegliato da un coma, dovrebbe riposare...- si palesò davanti a noi l'infermiere di turno con voce autoritaria

Annuì con il capo e dandogli un altro bacio a stampo accarezzandogli il mento, mi alzai e mi allontanai uscendo dalla stanza.
Appena uscita fuori nel lungo corridoio  portai le braccia al petto stringendo forte, come a volermi dare coraggio. Dovevo essere coraggiosa, lui aveva bisogno di me.


- Signora Donovan? - 

- La prego, non mi chiami in quel modo...- risposi senza neanche voltarmi

- La prego di volermi scusare, ma volevo sincerarmi che fosse davvero lei. Quando l'ho vista arrivare in ambulanza con mio figlio dopo l'incidente, mi era sembrata una faccia familiare...e a quanto pare non mi sono sbagliato. Quindi lei è l'ultima conquista di mio figlio...- 

- Io non sono una conquista! - mi girai di scatto guardandolo dritto negli occhi. Quegli occhi azzurri che erano identici a quelli di Damon

- Mi rincresce avvisarla che mio figlio non è il tipo di uomo per lei...- 

- Lei non ha il diritto di parlare così! Lei non conosce Damon! - 

- Vedo invece che lei lo conosce bene, dato che il figlio che aspetta è mio nipote...dico bene? - 

- Lei non sa niente di lui!  Si è sempre comportato come se lui non esistesse! - 

- So bene di avere due figli mia cara signora, e so per certo com'è fatto Damon...- 

- È com'è fatto? - risposi avvicinandomi a lui con aria di sfida

- Lui è un egoista, egocentrico dongiovanni...- 

- Mi lasci dire una cosa Dottor Salvatore, avrà sicuramente azzeccato tutti e tre gli aggettivi, ma lei non sa che uomo forte, dolce e premuroso sia Damon, e come lui mi abbia salvata in tutti i sensi! Perciò si tenga per lei i suoi pensieri cinici e le sue battute ironiche!  - 

Lo oltrepassai e andando verso l'ascensore uscì dall'ospedale. Mai avrei pensato di avere quella conversazione con quell'uomo, ma ero più che sicura che lui non si sarebbe dimenticato delle mie parole. Come poteva essere così freddo e cinico? Damon aveva ragione su tutto.

Il tempo dentro il reparto era volato ed io dovevo recarmi all'appuntamento con l'avvocato amico di Klaus. Il suo ufficio si trovava all'interno di un grande edificio che faceva da spalla ad altri grandi studi associati. Bussai e attesi la risposta che non tardò ad arrivare. Un ragazzo moro e con un sorriso che la diceva lunga si presentò davanti a me. Mi diede la mano con una forte stretta e mi fece accomodare in una delle poltrone di fronte alla sua scrivania.

- Allora signora Gilbert, so bene che in questo momento ha molto a cui pensare e soprattutto nelle sue condizioni non avrei mai voluto che lei venisse fino a qui, ma dobbiamo parlare di cose molto personali, e ho preferito vederla di persona... - 

- Non si preoccupi, sono pronta a tutto pur di mettere la parola fine a tutto questo...- affermai guardandolo dritto negli occhi. Ero determinata a chiudere la partita una volta per tutte

- Bene, Klaus mi ha già spiegato, per sommi capi cosa è successo...ma io ho bisogno di sapere dell'altro...- 

- Mi chieda tutto quello che vuole! - 

- il Signor Donovan aveva alzato le mani su di lei prima di quella volta? - 

- No... è sempre stato un ragazzo tranquillo...non avrei mai pensato che sarebbe arrivato a tanto...- 

- È successo durante un litigio giusto? Come mai avete litigato? - 

- Lui mi ha nascosto un sua condizione...e io volevo lasciarlo...-

- Condizione di che tipo? - 

- Lui è sterile...- 

- Ok, avete litigato solo per quel motivo? - 

- No...io...io mi sono innamorata di un'altro uomo... - 

- Parliamo del signor Salvatore giusto? - 
- Si...- 

- Il padre di suo figlio? - 

- L'unico...- 

- Da quando va avanti questa storia d'amore con il signor Salvatore? - 

- Da tre mesi...- 

- Ok, sarò sincero con lei, la situazione è piuttosto delicata...ma cercheremo ugualmente di lavorarci il suo ex marito! - disse con sguardo rassicurante - Però mi serve una prova concreta che suo marito abbia questo problema...potrebbe in qualche modo procurarsi questi documenti? - 

- Penso di si, però non ne sono sicura...-  risposi un po' sconfortata

- Ok, io farò tutte le ricerche del caso, però mi raccomando stia attenta...- 

Lui mi guardò di nuovo con il suo sguardo rassicurante e dopo esserci salutati uscì dal suo ufficio. Pensavo e ripensavo a come poter reperire quei documenti, e al fatto che stupidamente dopo l'aggressione di Matt non ero neanche passata dall'ospedale per farmi medicare le ferite. I miei pensieri furono fermati da qualcuno che mi chiamava sottovoce

- Elena...ma che piacevole sorpresa...anche tu qui? - disse Matt tirandomi a sé nel corridoio adiacente

- Matt...- dissi con un filo di voce. Ero pietrificata dalla paura

- Vedo che ti sei ripresa alla grande dall'incidente...- affermò sfiorando una ciocca di capelli che era caduta sul mio viso - Certo,  non posso dire la stessa cosa del bastardo...non sai quando mi dispiace per lui...- continuò sfiorandomi il collo e poi il seno

- Matt...lasciami andare...guarda che mi metto ad urlare! - 

- Non lo faresti, non sei in una posizione favorevole... però io potrei  ritirare la denuncia se tu tornassi a casa di tua spontanea volontà...- affermò malizioso guardandomi negli occhi

- Scordatelo! - 

- Beh, se mai dovessi cambiare idea sai dove trovarmi...- disse sfiorandomi viso con il suo


- Signora va tutto bene? - chiese una guardia avvicinandosi a noi 

Lui prontamente si avvicinò al mio orecchio e disse 

- Di soltanto una parola e uccido Romeo nel sonno! - affermò stringendo  il mio braccio destro

- No, agente va tutto bene...ma potrebbe chiamarmi un taxi? - 

Mi svincolai velocemente da lui, e con passo spedito mi avvicinai all'uscita. Guardai un'ultima volta verso Matt per assicurarmi che lui non mi stesse seguendo, trovando il suo sguardo malefico su di me. Ebbi subito un brivido di paura. Il suo viso era completamente diverso dal Matt che avevo conosciuto e amato.

Abel Korzeniowski  - Juliet's Dream

Investii in pieno la porta girevole uscendo fuori quasi inciampando. Dovevo ritornare immediatamente in ospedale, dovevo tornare da Damon. Dopo aver visto Matt una paura incontrollabile si impossessò di me. Quelle parole rimbombavano nella mia mente senza sosta. Che lui volesse ucciderci era cosa risaputa, ma adesso  avevo la certezza che il suo obiettivo principale rimaneva Damon. All'improvviso sentii il mio corpo tremare, un tremolio che non riuscì a fermare neanche aprendo la portiera della macchina. Mi sedetti sul sedile posteriore cercando di fermare il mio corpo che rispondeva alle minacce di Matt. Chiusi la giacca di lana marrone che indossavo avvolgendola più che potevo al mio petto. Appoggiai il capo allo schienale e mi fermai per un attimo a guardare il tettuccio dell'auto, il cielo era scollato da un lato ed aveva una macchia nera intorno. Mi soffermai a guardarla benché non ci fosse niente di eccezionale in quello che stavo guardando mi rapi. All'improvviso mi sentii come senza speranza, come se Matt aveva prosciugato quel poco di ottimismo che avevo raccolto per strada. Una strada che ormai sembrava piena di buche e ostacoli, una strada che sicuramente ci avrebbe distrutti. Quella stessa strada che avevo deciso di percorrere il giorno in cui conobbi Damon. Non rinnegavo niente. Nessuna scelta, nessuna emozione, nessun bacio. Niente di quell'amore doveva essere solo sfiorato.

Entrai nuovamente nella stanza di Damon dove due infermieri lo stavano sorreggendo per farlo alzare. Lui alzò subito lo sguardo verso di me sorridendomi felice. E fu allora, proprio in quel momento, che vidi la strada davanti a me appianarsi e allungarsi verso un orizzonte felice. Quel orizzonte che per un'attimo avevo perso di vista, ma che aveva il suo sorriso.


Note: Capitolo Ventidue. Ed eccoci qui in questo capitolo struggente, ma a tratti pieno di speranza. Le speranze di Elena e la ripresa di Damon sono i punti cardinali di questo capitolo che ha tratti mi ha fatto sudare! Riusciranno davvero Elena e Damon a coronare il loro sogno? E Matt che intenzioni ha? Ormai siamo quasi in dirittura d'arrivo! Grazie a tutti quelli che mi seguono ♥️ e alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Stato Di Grazia ***


Heather - Conan Gray

Vederla ritornare fu come un'apparizione. Uno stato di grazia mi avvolse totalmente facendomi dimenticare tutto il resto. Mi sentivo fortunato nella sfortuna. Per lei avrei fatto di tutto, anche morire. La sua figura si avvicinò a me sfiorandomi il braccio destro nudo provocandomi un brivido. La guardai dritta negli occhi, quegli occhi nocciola che mi ricordavano tanto la cioccolata calda di inverno. Quegli occhi che sortivano sempre lo stesso effetto su di me, un sorriso da idiota. Ormai faceva parte del mio repertorio, ma a me non importava, lei era tutto quello di cui avevo bisogno. Rispose con quel sorriso angelico che mi aveva rapito fin dal primo sguardo. I suoi occhi si erano come accesi incontrando i miei, l'unica medicina di cui avevo bisogno. In quei giorni mi ero chiesto molte volte come una ragazza come lei fosse ancora al mio fianco, ed ogni volta, puntualmente, trovavo le risposte nei suoi occhi. In realtà, non ci conoscevamo da tanto, e questo era un dato di fatto, ma lei aveva stravolto la mia mente, la mia anima. Nel mio curriculum non spiccavo come ragazzo dell'anno, anzi, per dirla tutta non ero mai stato il ragazzo di nessuna. Non avevo mai superato il limite, non avevo mai superato il giorno dopo. Ma con lei era stata subito magia. I giorni si susseguivano, e il mio corpo reagiva bene alle terapie, mi sentivo sempre meglio. Tra gli esercizi sul tappetino, e le lunghe passeggiate fatte con Elena nel giardino dell'ospedale mi sentivo rinato, avevo avuto questa seconda possibilità, una possibilità che volevo vivere fino in fondo. Era quello che pensavo ogni volta che le mie labbra si incontravano con le sue. Il mio tutto.

(Elena)

Obbligai Damon a sdraiarsi sul letto, ogni volta che facevamo una passeggiata lui si sentiva stremato, anche se non voleva darla a vedere. Dopo avergli dato un bacio e averlo ammonito scherzosamente perché aveva allungato un po' le mani uscì fuori dalla stanza e mi avvicinai all'erogatore dell'acqua.

- Signora Gilbert, posso parlare un attimo? - 

- Mi sembrava che l'ultima volta che ci siamo visti, ci eravamo detti tutto...- risposi tenendo il bicchiere sotto il getto dell'acqua riempiendolo quasi fino all'orlo

- Ha ragione, ma se potessi parlare con lei un attimo, gliene sarei veramente grato...- 

Mi girai verso di lui, e quegli occhi azzurri questa volta non erano gelidi come l'ultima volta, questa volta avevano una luce diversa.

- Va bene, ma la prego di essere cellere, non voglio lasciare Damon da solo a lungo...- 

Lui annuì, e mostrandomi la strada con il braccio destro mi avviai verso il suo ufficio. Varcai la soglia con un po' di timore, l'ultima volta che ero entrata in quella stanza era stata con Matt durante le sue dimissioni. Giuseppe Salvatore mi superò, e avvicinandosi velocemente alla sua scrivania mi indicò una delle due poltrone poste davanti a lui. Mi avvicinai ad una delle due poltrone lentamente, e altrettanto lentamente mi sedetti in quella di destra. 

- So bene, che ultima volta non ci siamo lasciati pacificamente, ma mi premeva porgerle le mie scuse...- 

Rimasi a guardarlo incredula, i miei occhi che da prima si erano spalancati adesso si erano chiusi in due fessure scrutandolo con fare interrogativo cercando di capire dove volesse arrivare il primario.

- Non mi guardi così signora... - disse accennando un mezzo sorriso come quello di Damon - Riconosco i miei sbagli, benché sembri uno uomo senza scrupoli...- 

- Beh...io non volevo dire proprio questo...- risposi cercando di nascondere quel pizzico di imbarazzo che si era palesata sul mio viso

- E l'altro giorno, con lei, ho sbagliato di grosso...non avevo il diritto di parlare in quel modo. Aveva perfettamente ragione! - disse alzandosi e voltandosi verso la finestra che aveva alle sua spalle e incrociando le mani dietro la schiena continuò - Come ha potuto notare, mio figlio è un ragazzo caparbio e intelligente, che nella vita ha fatto le sue scelte, anche sbagliate, ma sempre con il cuore. In questo a preso sicuramente da sua madre... Ma altre scelte le ha fatte sicuramente con l'organo sbagliato, che non sto qui a dirle! E lei, cara signora, mi sembrava una di quelle scelte sbagliate! - affermò risedendosi di fronte a me - Ma quando si è svegliato dal coma è ha fatto il il diavolo a quattro per vederla, ho iniziato ad avere qualche dubbio su quello che pensavo, anche se poi ho avuto con lei quel colloquio spiacevole...- 

- Ascolti...- 

- No, mi ascolti lei Signora...in questi giorni vi ho osservato, e ho finalmente capito che Damon è davvero innamorato di lei...e io, anche se l'è sembrerà strano, sono felice per voi... - 

Lo guardai con gli occhi colmi di lacrime, avrei tanto voluto scoppiare in un pianto disperato, ma la presenza priva di emozioni e con un sorriso quasi accennato del primario mi fece desistere. Mi alzai di scatto portando i capelli dietro le orecchie in un vano tentativo di sembrare calma e rilassata e annuendo con il capo feci per uscire quando lui disse ancora qualcosa

- Elena, si riguardi, lo faccia almeno per mio nipote...- disse con un leggero sorriso che questa volta mi sembrò quasi dolce

Annuì nuovamente e mi chiusi la porta alle spalle. Alla fine il dottor Salvatore non era poi così diverso da lui. Anche Damon all'inizio aveva dato un'impressione totalmente diversa, ma sapevo che quegli occhi azzurri non mi avrebbero mai mentito. Cercai di ricacciare via quelle lacrime di commozione che erano quasi uscite e feci qualche passo quando mi accorsi che il mio cellulare stava suonando.

- Ciao Caroline che bella sorpresa! - 

- Ciao Elena! Che bello sentirti felice!  come sta Damon? - 

- Lui sta molto meglio, e dovrebbe uscire tra qualche giorno! - 

- Ma che notizia grandiosa! È poi ti sento veramente tranquilla e serena! - 

- Si, ho appena avuto un dialogo con una persona che non mi aspettavo, e diciamo che ho ritrovato un po' del mio buonumore, oltre che per Damon ovviamente!  - 

- Wow e chi è mai questo personaggio misterioso? - 

- Adesso non posso parlare, ma posso solo dirti che si tratta del primario...- risposi cercando di parlare sottovoce e avvicinando la mano al microfono

- Il padre di Damon? Mister iceberg? - 

- Proprio lui! - 

- No! Tu mi devi raccontare tutto! - 

- Tranquilla lo farò! Magari se sei libera, posso passare da casa tua più tardi...- 

- In realtà sto andando da mia madre ad aiutarla con i capelli...-

- Perché? -

- Stasera hanno una festicciola tutti quelli della centrale per un pensionamento, e mia madre non vuole sfigurare! - rispose ridendo 

- Capisco, quindi saranno tutti impegnati stasera...- dissi come a volere la conferma

- Elena...che intenzioni hai? - 

- Caroline, posso andare a casa di Matt senza problemi, e prendere quel documenti di cui ho bisogno! - 

- Elena non mi sembra una buona idea! -  
 - Matt sarà a quella festa, ed è l'unica opportunità che ho per andare a casa sua senza farmi vedere! -

- Elena ti prego non fare sciocchezze! - 

- Caroline è l'unica chances che ho per tornare a vivere! - 

- Damon non ti lascerà mai andare! - 

- Infatti Damon non ne deve sapere niente! - 

- Elena!!! - 

- Caroline conto sul tuo silenzio! - così dicendo chiusi la chiamata e mi incamminai verso l'uscita dell'ospedale 

Guardai verso la stanza di Damon, e vedendolo addormentato mi avviai verso l'uscita.

Entrai in macchina decisa e convinta quando all'improvviso ebbi un fremito di paura. Strinsi con con forza il colletto della giacca di lana marrone che indossavo con la mano sinistra e con la destra serrai lo sterzo. Il solo pensiero di ritornare in quella casa mi faceva terribilmente paura, ma non avevo altra scelta se davvero volevo liberarmi una volta per tutte di Matt.

Girai a destra entrando nel quartiere residenziale dove avevo vissuto per cinque anni, quelle strade illuminate dai lampioni mi davano il benvenuto e il mio cuore a quella vista mancò un colpo. Era tutto surreale, sembrava che ormai quelle strade non mi appartenessero più e che quasi gli occhi dei vicini mi scrutavano curiosi.
Arrivata davanti al vialetto notai subito che la macchina di Matt non c'era, quindi neanche lui doveva essere in casa. Per non destare sospetti parcheggiai in una traversa non troppo lontana e mi avviai verso " casa mia".
Arrivata davanti alla porta, notai con mio grande stupore che la chiave girava, e che quindi Matt non aveva cambiato serratura. Entrai di soppiatto, e senza neanche accendere la luce mi avviai verso le scale che portavano verso la camera da letto. Nel buio più totale, aiutata solo dalla luce dei lampioni fuori dalla casa iniziai a cercare velocemente dentro i cassetti dove ahimè non c'era traccia di quei documenti, sicuramente Matt li aveva spostati. Mi spostai dal cassettone per avvicinarmi al comodino di Matt quando schiacciai con i piedi qualcosa. Indietreggiare lentamente  il piede sinistro mettendo a fuoco spostando la tenda per aiutarmi a vedere meglio, quando vidi la foto del nostro matrimonio ridotta in mille pezzi con annessa cornice. Singhiozzai a quella vista mettendomi la mano sulla bocca, in quel momento una paura inspiegabile si impadronì di me facendomi tremare. Decisi che forse ero stata troppo avventata e che mi trovavo nella tana del lupo. Uscì dalla stanza velocemente quando al piano di sotto iniziai a sentire una musica, una musica che conoscevo bene che mi fece sbiancare all'istante. 

The Shining - Main title

Quella musica iniziò a risuonare nelle mie orecchie come una sentenza di morte. Continuai la mia discesa tenendomi allo scorrimano tremando come una foglia cercando di mettere a fuoco l'ambiente che mi circondava durante la mia discesa. La casa illuminata solo dai lampioni attraverso le finestre gli dava quel aspetto tetro che solo nei peggiori film dell'orrore avevo visto. Sapevo che lui era lì, ed io dovevo uscire immediatamente da quella casa. Mi avvicinai piano verso l'uscita di servizio nella speranza di non essere vista. Girai la maniglia lentamente iniziando a piangere quasi senza respiro deglutendo a fatica. La serratura girò su se stessa facendola aprire davanti ai miei occhi. Potevo ancora farcela. Quando all'improvviso fui presa per le braccia e stretta in una morsa dolorosa

- Elena vai già via?  Vedrai che ci divertiremo insieme...-  così dicendo con la voce da pazzo Matt mi scaraventò sull'isola della cucina.

Lo guardai pietrificata dalla paura stringendo tra le mani il piano da lavoro. Il mio respiro si fece sempre più pensate, mentre i suoi occhi mi guardavano sorridendo diabolicamente. Era arrivata sicuramente la mia ora...

Note: Capitolo Ventitré. Buongiorno a tutti e bentrovati! Come avere potuto capire da questo capitolo siamo agli sgoccioli. Matt è riuscito a mettere le mani su Elena, e Damon non sa nulla in ospedale...come pensate possa finire una scena del genere? Sicuramente non bene per qualcuno 😅 Il prossimo capitolo sarà abbastanza forte quindi preparatevi tutti 🤣🤣🤣🤣 Grazie a tutti quelli che mi seguono! ♥️ Siete in tantissimi e io vi adoro! Alla prossima ♥️

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** L' amore Sognato Da Sempre ***


Aprii gli occhi leggermente per poi richiuderli strizzandoli immediatamente. La luce, ancora dopo quelle due settimane passate in ospedale mi dava fastidio. Riprovai ad aprirli ancora più lentamente mettendo a fuoco la stanza verde pastello che mi circondava. La luce che si trovava sopra la mia testa era accesa e tutto intorno a me era stranamente silenzioso. Puntai i gomiti sul materasso dandomi lo slancio necessario a farmi alzare Il capo da quel letto che ormai odiavo. Continuai a scrutare la stanza cercando di capire dove fosse Elena, e come mai non era al mio capezzale, come ormai era consuetudine. Mi sedetti a bordo letto e passando  la mano destra tra i capelli scompigliati chiamai i sul nome timidamente, nella vana speranza che fosse in bagno o fuori dalla stanza a prendere un bicchiere d'acqua. La mia voce rimbombò dentro quella silenziosa stanza, come un ecco in alta montagna, per poi ritornare nelle mie orecchie provocandomi un brivido di paura. Quella scossa piena d'angoscia mi fece subito alzare in piedi, ma il mio corpo ancora intorpidito dal sonno pesante di prima stendeva a stare eretto facendomi barcollare vicino al comodino. D'impulso poggiai tutte due le mani su di esso scrutando il piano bianco che mi si presentò davanti. In ordine sparso c'erano le mie medicine, il pacco del kleenex e il mio cellulare che lampeggiava. Lo afferrai pregando il cielo che ci fosse un messaggio di Elena, ma davanti a miei occhi si presentò tutt'altra scena.


- Matt...ti prego...non farmi del male... - dissi con voce rotta dalla paura mentre i miei occhi lo guardavano pietrificata

- Cosa ti fa pensare che io possa farti del male? In fondo sei mia moglie no? - chiese sogghignando e avvicinandosi a me. Il suo sguardo era malefico e i suoi occhi azzurri glaciali, qualcosa di veramente  paralizzante - Una moglie che mi ha tradito con il primo che gli è passato davanti e che ha buttato al vento sette anni della nostra vita...Ma allora, forse, dovrei farti del male sul serio... - continuò sfiorandomi la guancia destra con il dorso della sua mano

- Ti prego Matt... - 

- Sai, mi sei piaciuta dalla prima volta che ti vidi davanti a quel cinema...non avrei mai pensato che una ragazza come te potesse interessarsi ad un ragazzo timido e schivo come me... - continuò il suo monologo sbottonando i bottoni che facevano parte del vestito in jersey fiorato che portavo - Ma tu con la tua bellezza e la tua simpatia avevi già
 conquistato tutti, compreso me...ti ricordi la nostra prima volta? - chiese avvicinandosi al mio orecchio destro infilando la sua mano sinistra tra le mie gambe - È stato bellissimo...- 

Sbarrai gli occhi a quel tocco non voluto e con le mani cercai di spostarlo. Il mio cuore iniziò a galoppare forte, lo sentii quasi fuori dal petto. Dentro di me la paura che lui volesse violentarmi divento reale. Cominciai a gridare con tutto il fatto che avevo in petto nella speranza che qualcuno sentisse le mie urla disperate.

- Grida quando vuoi mi piccola Elena, non credo qualcuno ti sentirà mai...i nostri vicini di casa sono fuori città, e come ben sai la signora Fleming è sorda come una campana... - disse girandomi di peso verso l'isola la quale era diventata la mia prigione. Strinse il mio corpo su di esso e con una mossa veloce e brusca alzò la mia gonna strapando il mio intimo. In quello stesso momento tornai a gridare più forte di prima, avevo le corde vocali in fiamme ormai ma non volevo essere toccata in nessun modo da lui.

- Lasciala verme schifoso!! - 

Alzai i miei occhi pieni di lacrime e lo vidi, lui era qui.

- Damon giusto? - chiese Matt facendomi alzare prendendomi per i capelli e avvicinando il mio viso al suo accarezzandolo - Finalmente sei arrivato! Non ci speravo  più! - 

- Ora che ti sei levato questo sfizio perché non la lasci andare? Tu vuoi me no? - 

- In effetti è proprio così! -  Disse con voce entusiasta  ed estraendo la pistola da dietro la schiena la punto su Damon. I suoi occhi aprirono dallo spavento. Alzò le mani come a volersi difendere guardandomi spaventato

- Hey, non vorrai farlo sul serio?...- 

- Credo proprio di sì.. - 

Ebbi solo il tempo di buttare un urlo agghiacciante prima di vedere Matt puntare alla gamba di Damon e sparare. Lui cadde subito a terra sanguinante e imprecando verso di lui.
Matt cominciò a ridere sguaiatamente grattandosi la testa con con la pistola.
Cominciai a chiamare Damon che si muoveva compulsivamente stringendo la gamba destra alle estremità.

- Adesso ti chiederai come mai ti ho colpito sulla gamba... giusto? -  

- Perché sei un figlio di puttana?! - esclamò Damon stringendo la sua gamba

- No mio caro Damon, è per non farti perdere lo spettacolo! - 

Così dicendo strinse nuovamente i miei capelli che aveva tra le mani e con   un mossa decisa mi fece di nuovo aderire al bancone dell'isola. Strinse la sua mano sul collo, e con l'altra alzò nuovamente il mio vestito cercando di avvicinarsi a me. 

- Matt ti prego! Ti prego!  Non lo fare sono incinta! - gridai dalla disperazione nella speranza che quella notizia lo avrebbe fatto desistere dai suoi propositi malsani

- Cosa...?! - disse allentando la presa con voce flebile

- Ti prego Matt...se mi amavi veramente lasciami andare! -

All'improvviso sembrò davvero che la notizia lo avesse sconvolto, ma sfortunatamente non nel senso che pensavo io.

- Così, ti sei fatta ingravidare da questo bastardo? - chiese guardandomi negli occhi per poi continuare spostando il suo sguardo verso Damon - Mi complimento con te caro Damon, sei riuscito finalmente a renderla felice, c'è solo un piccolo particolare...tu non vedrai mai tuo figlio! -  Il suo sguardo tornò ad essere malefico e ripuntando la pistola verso Damon disse - Guardalo Elena, il suo sguardo impaurito sarà l'ultima cosa che vedrai, prima che io lo faccia sparire dalla faccia della terra...tutto questo è quasi poetico non ti pare? - 

I miei occhi entrarono immediatamente negli occhi di Damon. Il suo sguardo si fece dolce e rassegnato e appoggiando il capo al pavimento sussurrò quelle parole che ormai erano diventate la colonna sonora della nostra vita...Ti amo
Iniziai a tremare sotto la presa di Matt, respirando velocemente, sentivo la testa come in un vortice. Cercavo di dimenarmi per sfuggire alla sua presa,  ricevendo in cambio un presa ancora più forte ai capelli. Chiusi gli occhi, non avevo il coraggio di vedere quella scena, non avevo il coraggio di dire addio al mio unico amore. All'improvviso sentii due colpi di pistola quei due colpi scandirono per sempre le nostre vite.

Baber: Adagio for Strings

Un ronzio assordante si fece spazio nelle mie orecchie e nella mia mente. Era davvero tutto finito così? Avevo davvero perso Damon? All'improvviso sentii la presa di Matt farsi sempre più leggera fino a lasciare completamente la presa. Aprì gli occhi flebilmente guardandomi in torno, incontrando gli occhi Liz che impugnava ancora la pistola verso di me. I suoi occhi erano sconvolti e lucidi per un gesto che aveva dovuto compiere suo malgrado. La guardai come un'apparizione, come un angelo sceso dal cielo. Stringendo il bancone guardai verso il pavimento dove c'era Matt colpito mortalmente. Per un attimo mi sentii mancare, e i ricordi di noi felici, del suo sorriso e della sua risata echeggiò nella mia mente, come se la sua anima prima di abbandonare il suo corpo mi avesse attraversata. Strinsi a me il colletto del mio vestito chiudendo gli occhi. Non avrei mai pensato che sarebbe finita così. Cercai di trattenere la mia voce che voleva gridare senza freni. Incominciai a camminare strisciando per il bancone così da non dover toccare Matt e andai verso Damon. I suoi occhi adesso erano anch'essi chiusi. Cominciai a chiamarlo accarezzando il suo viso

- Damon è tutto finito! Damon?! Damon?! - 

- Elena credo che il proiettile abbia colpito la arteria femorale! Dobbiamo fare presto! - affermò Liz avvicinandosi a me esaminando la ferita

- Cosa?! No! Non è possibile! Damon?! Damon?! - 

- Portatela fuori...c'è mia figlia Caroline...- Disse Liz ai suoi uomini che prontamente mi alzarono contro la mia volontà

Mi dimenavo tra le loro braccia, quasi senza forze. Non volevo lasciarlo adesso che potevamo essere felici. Le parole di Matt mi tornarono in mente prepotenti " Tu non vedrai tu figlio" e fu allora che cacciai un urlo di disperazione. L'ultimo urlo prima del buio totale 



Craig Armstrong  A.R Rahman - Opening "Elisabeth The Gold Edge"

Correvo veloce a piedi nudi lungo quel sentiero fiabesco, tempestato di fiori e petali andavo incontro al mio destino. L'erba con le sue goccie di rugiada mi accarezzava la pelle e le foglie bagnate sotto i miei piedi mi donavano quella frescura che il mio corpo ormai bramava da tempo. Il mio vestito azzurro pallido scollato in seta volteggiava ad ogni mio passo trasportato dal vento accarezzando la mie gambe. I miei capelli raccolti maldestramente con dei piccoli fiori di campo seguivano l'andamento del mio capo quasi a volersi ribellare facendo ricadere alcune ciocche sul mio viso. Mi fermai con il cuore in gola e spostandole  mi avvicinai ad un albero appoggiandomi ad esso. Potevo sentire il mio respiro forte e veloce attraversarmi il corpo. Iniziai a scrutare verso l'orizzonte quando finalmente lo vidi. Lui mi aspettava lì in quel campo di margherite con con le mani in tasca, camicia bianca e pantalone nero stava di spalle. All'improvviso come se avesse sentito la mia presenza si voltò lentamente verso di me, e finalmente i nostri occhi si incontrano. I suoi occhi azzurri entrarono nei miei facendomi perdere un battito. Mi avvicinai velocemente completamente rapita dal suo meraviglioso sorriso, e buttandogli  le braccia al collo lo baciai facendo incastrare perfettamente le mie labbra alle sue prendendo il suo viso tra le mani. Mi sorrise tra le labbra e abbassandosi sulle ginocchia accarezzò con le lebbre il mio piccolo pancino che ormai stava facendo capolino. Alzò nuovamente il suo viso verso di me con i suoi occhi azzurri e accentuando la fossetta di destra torno verso di me baciandomi delicatamente accarezzando il mio collo.

 Per tutta la vita avevo cercato questo tipo d'amore. Quello che ti entra dentro senza bussare e ti brucia l'anima, quello che ti fa mancare il respiro ad ogni bacio, quello che ti fa capire che nella vita anche le piccole cose sono importanti e che tutto succede per un motivo. Solo nei miei sogni avevo sognato questo amore. Lui che mi guarda sempre come se fosse la prima, che mi fa battere il cuore solo sentendo il suo nome, che mi fa rinascere ad ogni suo bacio. Adesso lo sapevo, l'amore aveva il suo volto, il suo respiro, il suo profumo il suo cuore. 

Era lui l'amore sognato da sempre.

Fine.

Note: Buongiorno a tutti! Oggi giornata dolce amara per me! Perché se da una parte sono felice di aver finito questa, dall'altra non posso che avere il magone... Questa storia mi ha accompagnata per tutti questi mesi, e in questo mesi sono stata totalmente assorbita da lei. Mi sono fatta trasportare come una foglia, che a volte non trovava in posto dove poggiarsi. È stata dura a tratti, ma anche questa è fatta! Non vi nascondo che mentre scrivo queste quattro righe le lacrime stanno venendo giù copiose, ma è questo l'effetto che ha su di me la scrittura...e spero che anche voi nel vostro piccolo vi siete emozionati con questa mia storia. Vi ringrazio uno per uno, perché senza di voi sicuramente non sarei qui. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore siete fantastici! E un grazie particolare va ad EleAB98 per avermi supportata nei miei pianti e deliri, e per essere stata sempre fonte di ispirazione eTroi_ontheHellmouth per il suo supporto costante e alle sue idee geniali leggendomi nel pensiero ❤️ Ragazze vi voglio bene!❤️ Grazie ancora a tutti! 

PS. Rimanete sintonizzati sul mio account, tra qualche giorno comincerò una nuova long! Vi aspetto come sempre! A presto Lita_85

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3940139