Behind your gaze di kia84 (/viewuser.php?uid=4078)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** San Valentino ***
Capitolo 3: *** Un abbraccio di troppo ***
Capitolo 4: *** Come una coppia ***
Capitolo 5: *** La fine dei Damlec...o un nuovo inizio? ***
Capitolo 6: *** Essere possessivi ***
Capitolo 7: *** Nuovi problemi all'orizzonte ***
Capitolo 8: *** Hold me tight ***
Capitolo 9: *** Realtà o sogno? ***
Capitolo 10: *** Speciale video Fan meeting ***
Capitolo 11: *** Lucky to have you here ***
Capitolo 12: *** Distanza sociale? Ops... ***
Capitolo 13: *** Due piccole pesti ***
Capitolo 14: *** Non risponde ***
Capitolo 1 *** Il primo incontro ***
Behind your gaze
POV Damon
"Carino."
Questa fu la prima cosa a cui pensai appena posai lo sguardo su di lui.
Era un ragazzo solitario, seduto un po' in disparte rispetto agli
altri, che giocava con il suo cellulare. Si notava una certa timidezza
in lui, non voleva mettersi troppo in mostra ma restare nell'ombra.
Sembrava intoccabile e sulle sue, come se avesse innalzato un muro
divisorio tra lui e le altre persone. Un muro forse troppo alto da
riuscire a scavalcare anche per i più impavidi. Non dava
troppo nell'occhio e di certo quella stanza era piena di ragazzi anche
più belli e più spigliati che erano venuti con lo
stesso scopo, eppure per qualche strana ragione non riuscivo a staccare
gli occhi da quel tipo introverso. Mi incuriosiva. Alcune ragazze della
troupe mi si avvicinarono per chiedermi qualcosa in merito ai provini
ma non riuscii ad afferrare tutto in quanto continuavo a lanciare
occhiate verso quello strano ragazzo come se fosse un magnete. Era
più forte di me, cercavo di non dare troppo nell'occhio con
il mio interesse ma inesorabilmente il mio sguardo finiva sempre verso
la sua parte, finché notai che con quella finta indifferenza
anche lui stava guardando me con la coda dell'occhio. Sorrisi divertito
quando fu sgamato in pieno e tornò a guardare con troppo
interesse il cellulare tra le mani. Era arrossito fino alle orecchie.
"Damon stiamo parlando con te! Cosa guardi?"
Quelle parole riportarono la mia attenzione alle ragazze di fronte a me
che mi fissavano tra l'imbronciato e il sornione. A quanto pare ero
stato beccato anch'io con le mani nel vasetto della marmellata.
Ridacchiai imbarazzato sentendomi perforare la schiena da un paio di
occhi curiosi. Cercai di contenere la voglia di girarmi ancora e
incrociare il suo sguardo un'altra volta. La curiosità
uccideva il topo e forse in quel momento di topi ce ne erano due.
"Niente, stavo vedendo quante persone ci sono per fare i provini. Sono
molte."
"Si, la produzione ne ha chiamati molti per questo progetto.
Sarà un successo se prenderanno il cast giusto che
riuscirà a lavorare bene insieme."
"Damon per quale ruolo volevi proporti?"
"Per un ruolo secondario, ho letto il copione e sembra molto
interessante."
"E' da un po' di tempo che non partecipi attivamente a una serie
televisiva. Farò il tifo per te. Fighting!" la ragazza
strinse i pugni in aria per incoraggiarmi ad andare avanti. Avrei avuto
bisogno di tanta fortuna quel giorno per superare i provini.
"Grazie."
"La regista ci ha chiesto di fare un po' di foto ai partecipanti per il
casting. Tocca a te."
"Ah va bene. Dove mi metto?"
"Visto che ti stavi guardando intorno perché non scegli
qualcuno con cui fare qualche scatto? Lo abbiamo chiesto anche agli
altri e visto che sei arrivato in ritardo manchi solo tu."
"Ok."
Annuii e mi girai guardando tutti quei ragazzi, feci un cenno di saluto
ad alcune vecchie conoscenze ma il mio sguardo rimase puntato su quel
ragazzo solitario che faceva finta di ignorarmi. Era come un richiamo.
Non sapevo se qualcuno gli si fosse già avvicinato ma non
indugiai ulteriormente e mi feci avanti senza perdere d'occhio la mia
preda. Doveva essere lui. Alzò lo sguardo titubante e
corrucciato su di me, quasi a voler dire che lo stavo interrompendo con
i suoi affari, ma lo vidi spegnere immediatamente il cellulare e
riporlo nella tasca dei jeans.
"Ciao, il mio nome è Damon. Piacere di conoscerti, spero di
non disturbarti. Come ti chiami?" non gli strinsi la mano per paura che
si spaventasse e scappasse via.
"Sono Alec, piacere. No, tanto sono appena morto." mi rispose lui
stringendosi nelle spalle.
"A cosa stavi giocando?"
"A uno sparatutto ma non sono molto bravo. Perdo sempre e non riesco a
superare questo livello."
"Se vuoi posso darti una mano, forse non sarò imbattibile ma
penso che in due possiamo provare a capire come andare avanti. Ho
giocato a molti sparatutto grazie al mio ex coinquilino. Ti va un
aiuto?" mi offrii cercando di essere amichevole.
"Si grazie. Mi farebbe piacere."
"Come mai tutto solo?" gli chiesi guardandomi intorno nella speranza di
trovare qualcuno della sua agenzia nei paraggi.
"Stavo aspettando il mio manager ma non è ancora arrivato,
qui non conosco nessuno. E' la mia prima volta a un provino, si
conoscono tutti tra di loro. Non è facile per me
approcciarmi alle persone."
"Adesso conosci me. Baby non può essere messa in un angolo."
sorrisi citando un battuta famosa di uno dei film tanto amati da mia
madre.
"Non sapevo di essere sul set di Darty Dancing." ridacchiò
lui divertito capendo al volo la battuta. Non tutti i giovani avevano
mai visto i vecchi film, a quanto sembrava lui era una di quelle
eccezioni.
"Tutto può succedere qui dentro, non hai ancora visto
niente. Hai già fatto le prime foto?"
"Si alcune singole altre di coppia, ma non credo siano venute bene.
Sono un po' nervoso."
"Io ancora non le ho fatte. Ti va di farle con me? Prometto di non
morderti...al massimo ti farò fare il salto di Baby." lo
provocai ammiccando con fare scherzoso nella sua direzione.
"Non promettere cose che non puoi mantenere." ribatté lui
abbassando lo sguardo mentre le guance arrossivano lievemente. Era
divertente prenderlo in giro.
"Te l'ho detto, non hai ancora visto niente. Vieni!"
Gli feci l'occhiolino e lo presi per mano, tirandolo su, per portarlo
verso le ragazze che ci stavano aspettando mentre confabulavano tra di
loro facendo dei cenni verso di noi. Cos'avevano in mente quelle due?
Mi preoccupai appena fiutai aria di guai.
"Eccoci qua. Penso lo sappiate già, lui è Alec.
Faremo qualche foto insieme. Iniziamo?"
Dopo i primi scatti un po' imbarazzati decisi di rompere il ghiaccio
con qualche battutina che lo fece ridere e distese l'atmosfera tra noi.
Le ragazze fecero alcune domande ad entrambi sulle nostre vite e sui
nostri interessi, stavano venendo fuori delle cose interessanti e
alcuni punti in comune che nemmeno potevo immaginare. Mi trovavo bene
in sua compagnia, era come respirare aria fresca dopo essere stato per
diverso tempo immerso in una densa coltre tossica che a fatica ero
riuscito a togliermi di dosso. Restavano soltanto gli strascichi a
tormentarmi ancora, non ne ero del tutto uscito come speravo. Tornai al
presente e al mio compagno di scatti che, nonostante fosse ancora un
po' impacciato, aveva iniziato a sciogliersi. Lo osservai meglio e
notai che era piuttosto attraente non soltanto carino come pensavo
all'inizio. Era poco più alto di me, capelli scuri ordinati
in una rigida piega che sembrava pronto per un incontro di affari, i
suoi occhi erano di un sorprendente castano intenso nel quale affogare.
Aveva delle belle labbra carnose, sembravano succose ogni volta che
rideva. Seguii i nei sulle sue braccia come se fossero un disegno
astrale molto interessante, non era molto muscoloso ma aveva una bella
corporatura soda anche se il piccolo accenno della sua pancia dava un
senso di soffice. Ero tentato di toccarlo per capacitarmi della
veridicità dei miei pensieri, ma mi fermai prima di fare
qualche sciocchezza e metterlo in imbarazzo rompendo quella sorta di
intesa che si era creata tra di noi. Ero un ragazzo a cui piaceva avere
un contatto fisico con le persone con cui si trovava bene, era strano
da parte mia avere quel tipo di intenzione verso una nuova conoscenza
che non sapevo nemmeno se avessi rivisto dopo quel giorno. Quel
pensiero mi rese un po' triste ma cercai di accantonarlo facendo
un'altra battuta che lo fece ridere, mi piaceva il suo sorriso. Mi
faceva venire voglia di continuare a stuzzicarlo solo per vederlo di
nuovo. Quando ricevette un messaggio lo vidi adombrarsi un po' mentre
faceva una smorfia spazientita. Ringraziai le ragazze e decisi di darci
una pausa da tutte quelle chiacchiere, gli feci un cenno e mi
seguì fino al posto dove lo avevo prelevato.
"Grazie...mi stavano un po' stancando ma non volevo sembrare cattivo."
"Figurati, non preoccuparti. Ti lascio riposare prima del tuo provino.
Grazie ancora per le foto. Buona fortuna." lo salutai per poi dargli la
schiena con l'intenzione di allontanarmi.
"Damon!" il suo richiamo mi fermò di colpo e sentii il mio
cuore accelerare. Cos'era? Un principio di infarto? Mi voltai.
"Si?"
"Potresti...aiutarmi con il gioco? Forse abbiamo un po' di tempo prima
di essere chiamati. Ti va?"
"Certo, sono tutto tuo." sorrisi dolcemente rincuorandomi di non
dovermi subito separare dal mio nuovo amico.
Non seppi nemmeno quanto tempo passammo insieme a giocare con il
cellulare e a ridere come scemi ogni volta che perdevamo una vita. Ci
eravamo estraniati, esistevamo solo quello sparatutto e noi. Mi
sembrava essere tornato adolescente. All'improvviso si fece avanti uno
della troupe interrompendo il nostro gioco. Disse ad Alec di entrare
nello studio due e a me di seguirlo nel giardino. Ci salutammo con un
sorriso augurandoci il meglio e proseguimmo ognuno per la propria
strada. Raggiunsi il giardino e salutai i presenti, mi misero davanti
un copione e mi fecero provare alcune scene con Roy, un attore che
avevo sentito nominare a più provini ma che non avevo ancora
conosciuto. Lui stava provando la parte di uno dei protagonisti io in
quel momento facevo finta di essere un suo ex che ritornava per cercare
di riconquistarlo. Aveva del potenziale ed era bravo nella parte,
recitai la scena al meglio delle mie possibilità e la
ripetemmo varie volte di fronte la telecamera. Peccato che non riuscii
a trovare alcun feeling con Roy per rendere la scena più
fluida con qualche accenno di romanticismo. Ero sempre stato
professionale nei miei ruoli e riuscivo a trovare sempre qualcosa su
cui fissarmi per fingere di provare gli stessi sentimenti del
personaggio che interpretavo ma in quel momento non ci riuscivo. Avevo
troppi pensieri in mente ed ero preoccupato anche per il mio futuro.
Quella poteva essere per me l'ultima chance per tornare a girare una
serie televisiva e non potevo rovinarla in quel modo. Molti mi avevano
chiuso le porte in faccia dopo quello che era successo, era stato il
mio manager a convincermi a partecipare al casting per um ruolo
secondario. Mi sarebbe bastato benissimo fare soltanto un cameo pur di
tornare alla ribalta e non farmi sentire un fallito in tutto. Ci
fermammo appena portarono un altro attore per darmi il cambio e io
pensai che fosse tutto finito. Forse era meglio così. Forse
era meglio tornare a fare gli ultimi servizi fotografici fissati nel
calendario per poi cercarmi un lavoro in base al mio titolo di studio.
Magari potevo insegnare ingegneria. Per fortuna ero riuscito a finire
l'università in tempo tra una ripresa e un'altra, adesso
stavo facendo il master. Brian, il mio manager, si fece avanti per
darmi una bottiglietta d'acqua fresca. Lo ringraziai di cuore e bevvi
una lunga sorsata come se fossi appena tornato dal deserto, la finii in
fretta e mi ritrovai le mani vuote senza aver più niente da
fare. Gli dissi che forse era meglio tornare a casa e che quel provino
era andato male ma lui si rifiutò di ascoltarmi dicendo di
aspettare ancora un po'. Tutto poteva succedere, dovevo essere solo
paziente. Ormai questo era diventato un mantra che mi ripeteva ogni
volta che non ricevevo belle notizie. Tutto il nervosismo degli ultimi
mesi si fece sentire di colpo abbattendomi completamente. Cosa potevo
fare? Già mi immaginavo tornare a casa a consolarmi tra le
coccole del mio cane e una confezione di gelato al cioccolato. Forse ne
avrei dovuta comprare un'altra? Improvvisamente si fece avanti una
ragazza dicendomi che la regista mi stava aspettando nello studio due
per provare un'altra scena. Non mi sembrava vero. La seguii facendo un
lungo respiro per tranquillizzarmi ed entrai in quella stanza. La prima
cosa che notai fu Alec davanti a una telecamera che si mordicchiava
nervosamente le labbra, era come se cercasse di evitare il mio sguardo.
Cos'era successo li dentro? Salutai la troupe e mi presentai
brevemente con rispetto verso di loro. Meg, la regista, l'avevo
già conosciuta un anno prima durante un evento organizzato
dalla produzione e mi aveva fatto una buona impressione. Si era
complimentata per il mio lavoro e mi aveva augurato buona fortuna per
la mia carriera, probabilmente non si ricordava di uno dei tanti attori
che cercava di sfondare in quell'ambiente.
"Ciao Damon, te l'avevo detto che ci saremmo rincontrati un giorno. Ho
visto che hai provato la parte con Roy in giardino. Come ti
è sembrata?" esordì lei tutta allegra arrivando
subito al sodo.
"Beh, forse avrei potuto fare di meglio e studiare di più il
personaggio. Non si riesce subito ad avere una buona intesa sul set, ma
Roy è un bravo attore." mormorai cercando una qualche scusa
per non farle credere che fossi incompetente.
"Bene. Volevo proporti un'altra parte, solo per vedere come va. Ti
dispiacerebbe provare?" mi disse lei scarabocchiando con convinzione
qualcosa su dei fogli.
"Certo. Però non ho il copione."
"Non ti serve il copione. Vai ad intuito, mostrami il vero Damon."
A quelle parole mi prese il panico. Non avevo mai mostrato il vero me
stesso durante un provino, men che meno sul set. L'unica volta che ho
provato a lasciarmi andare avevo combinato un casino così
grosso che per un lungo periodo non mi avevano più chiamato
per fare i casting. Ero quasi finito nel dimenticatoio. Cosa dovevo
fare adesso? Meg mi diede qualche vaga traccia sulla quale improvvisare
la scena del bacio, annuii cercando di seguire le direttive quando in
realtà fissai con la coda degli occhi Alec che sembrava
sempre più nervoso e stanco. Incrociare quegli occhi da
vicino mi mise in allerta ma mi concentrai sull'interpretazione e sulla
mia esperienza lavorativa, questa volta doveva andare tutto bene. Era
raro dover baciare sul serio qualcuno durante il casting, di solito
facevano recitare parte dei dialoghi per vedere come interagivano tra
di loro gli attori. Questa volta era diverso. Cancellai il resto dei
presenti e tutti quegli occhi puntati su di noi, guardai solo lui. Era
visibilmente nervoso e in imbarazzo, era il suo primo provino e voleva
a tutti i costi superarlo ma non era facile per un tipo introverso come
lui. Mi ricordava la mia prima volta di fronte le telecamere, mi
assalì un moto di tenerezza verso quel ragazzo. Volevo
aiutarlo, volevo fare in modo che risaltassero le sue
capacità.
"Tranquillo. Guarda solo me."
Gli sorrisi dolcemente sussurrandogli quelle poche parole per ottenere
la sua completa attenzione. Tornai serio e cercai di immedesimarmi nel
personaggio, dovevo dimostrare il mio amore struggente in una sola
scena senza dialoghi. Dovevo essere il più espressivo
possibile in pochi attimi. Tornarono a galla vecchi sentimenti che
ancora non riuscivo a dimenticare e cantai mentalmente una delle
canzoni giuste per quella situazione. Optai per The blowes daughter di
Damien Rice. Avevo un repertorio completo che mi aiutava a
concentrarmi, la mia mente era come un jukebox sempre acceso. Ero
pronto. Alzai lo sguardo verso di lui e mi tremò la terra
sotto i piedi.
I
can't take my eyes off of you
I
can't take my eyes...
Cos'era quella sensazione? La sua espressione smarrita sembrava
riflettesse la mia. Ero li per un motivo e doveva prevalere la
professionalità, non stupidi e inutili pensieri fugaci che
nemmeno capivo e che di certo non volevo analizzare. Mi avvicinai e gli
misi una mano sulla guancia con fare possessivo mentre con l'altra mi
aggrappai alla sua camicia. Cercai di esprimere disperazione e
rimpianto e, mentre abbassavo gli occhi sulle sue labbra semiaperte, lo
vidi deglutire a vuoto. Un leggero rossore fece capolino sulle sue
morbide guance, nonostante la sua carnagione olivastra quel contrasto
si vedeva chiaramente almeno per me che ero a un palmo dal suo naso.
Annullai lentamente la distanza tra di noi fissando la sua bocca con
desiderio, era arrivato il momento. Lo baciai.
"Sono nella merda!"
----------------------------------------------------------------------------------------------------
POV Alec
Mi baciò e non capii più nulla. La pressione
delle sue labbra sulle mie si fece più intensa, sentivo
andare a fuoco il mio corpo. Senza nemmeno rendermene conto, chiusi gli
occhi e mi aprii a quel bacio ricambiandolo con tutto me stesso. Era la
prima volta che baciavo un uomo, era una strana sensazione...non
negativa, solo diversa. Mi sentivo io diverso. Cosa stava succedendo?
In un momento di lucidità e imbarazzo, lo spinsi via con il
fiatone. Incrociai il suo sguardo e vidi qualcosa di indefinibile e
profondo, mi ci stavo perdendo dentro. Cosa celava quello sguardo?
Durò solo alcuni secondi che sembravano secoli, poi lo vidi
ricomporsi e nascondersi dietro la stessa espressione amichevole che
avevo conosciuto la prima volta che si era fatto avanti per le foto.
Ero sconvolto. Come ci riusciva? Ero ancora agitato e imbarazzato per
un semplice bacio dato di fronte a tante persone, il mio cervello
sembrava fuso, e lui sembrava così tranquillo come se non
fosse successo nulla di eclatante. Dovevo darmi una calmata, stava
soltanto recitando e lui aveva decisamente troppa esperienza alle
spalle per potersi paragonare a me. Lui si che era un vero attore.
"Bravi ragazzi, era quello che volevamo." applaudì la
regista per attirare la nostra attenzione mentre la sceneggiatrice
accanto a lei annuiva soddisfatta scrivendo qualcosa su dei fogli.
"Andava bene?"
"Meglio di quello che speravamo. Va bene, qui abbiamo finito. Vi faremo
sapere quanto prima i risultati del casting. Grazie per il vostro
lavoro, potete andare."
Salutammo la regista e la troupe e lo seguii fuori ancora intontito da
quello che era successo. Osservai la sua ampia schiena solida che dava
un senso di sicurezza. Le sue braccia muscolose e quelle vene, che
risaltano e finivano sul dorso delle sue mani, mostravano una forza che
era in contrasto con la persona sorridente che si era fatta avanti. Me
ne sentivo stranamente attratto. I suoi capelli castano chiari erano in
disordine ma sembravano soffici e avevano un buon profumo come se fosse
appena uscito dalla doccia. Improvvisamente mi balenò in
mente una breve immagine di lui che usciva dal bagno con ancora le
goccioline d'acqua che gli scendevano dal petto muscoloso e un paio di
occhi azzurri che mi fissavano profondamente. Alt! A cosa stavo
pensando? Scacciai quell'immagine stringendo i pugni. Il mio cervello
era andato in tilt! Si avvicinò un uomo per chiedergli
com'era andata e Damon mormorò qualcosa di incomprensibile
per le orecchie umane ma vidi l'altro annuire e stringergli una spalla.
Mi sentivo strano assistendo a quel gesto confidenziale tra loro due.
"Damon!" lo chiamai all'improvviso cercando la sua attenzione. Non
volevo fare il terzo incomodo ma volevo che guardasse solo me. Non ero
mai stato un tipo che supplicava qualcuno di concentrarsi su di me ma
era come se ne avessi l'esigenza con lui.
"Dimmi pure." un paio di fari azzurri si posarono su di me mettendomi
in imbarazzo. Volevo la sua attenzione ma ogni volta che mi guardava
sembrava volesse scavarmi dentro. Ero agitato.
"Per prima...scusa se a un certo punto ti ho spinto. Non..." stavo
balbettando impacciato come un cretino. Abbassai lo sguardo prima di
diventare un peperone. La mia maledetta timidezza usciva sempre nei
momenti peggiori.
"Tranquillo, non c'è problema. Hai fatto la tua parte bene,
quello richiedeva il tuo personaggio."
"Si...non ti ho fatto male vero?"
"Tranquillo ho la pelle dura. Scusami piuttosto se sono stato troppo
irruento prima."
"Sei stato magnifico!" merda, lo avevo detto veramente in tono
adulatorio. Che imbarazzo, adesso avrebbe pensato che fossi soltanto
uno sfigato. Stupido Alec!
"Ah, grazie." mi sorrise lui grattandosi il collo di lato. Forse non
ero l'unico a sentirsi strano. Sentii dei passi pesanti farsi strada
verso di noi e mi girai di scatto per trovarmi davanti Paul che agitava
una mano verso di me.
"Alec eccoti finalmente! Sono stato trattenuto dai soci e ho fatto
tardi scusa. Ma ho parlato con la produzione. Com'è andato
il provino?" ero infastidito dai suoi modi di fare ma non potevo farci
niente.
"Tu sei il suo manager?" si fece avanti Damon allontanandomi di qualche
passo da lui. Il suo tono freddo e calmo sembrava più feroce
di una scenata piena di urla. Stava ancora sorridendo ma faceva paura,
mi si rizzarono i peli sulle braccia. Nonostante la situazione strana,
mi sentivo protetto.
"Si...tu sei Damon Williamson? E' un piacere conoscerti! Io sono Paul
Ramirez." il mio manager allungò la mano per stringere la
sua ma Damon non la considerò nemmeno. Era tosto quell'uomo.
"Si, certo. Dovresti prenderti più cura dei tuoi clienti e
non lasciarli allo sbando senza nessuno accanto specialmente il giorno
del loro primo provino. Non è professionale e Alec aveva
bisogno di qualcuno che lo aiutasse a calmarsi. Se non sai fare bene il
tuo lavoro lascia perdere."
"Damon adesso dobbiamo andare. Ha chiamato Alice." l'altro uomo gli
strinse il braccio, forse a volerlo calmare. Damon distolse lo sguardo
e annuì.
"Va bene. Alec passami il telefono."
"Come...tieni." ancora smarrito, gli consegnai il cellulare dopo averlo
sbloccato. Non capivo cosa stava succedendo. Lo vidi digitare
frettolosamente qualcosa e restituirmelo in mano.
"Questo è il mio numero. Se avessi bisogno di aiuto o anche
solo per parlare, chiamami. Non farti problemi. Ci vediamo. Buona
fortuna."
"Buona fortuna anche a te." mormorai attonito stringendo forte in mano
il cellulare come se fosse la cosa più preziosa al mondo
mentre lo guardai allontanarsi seguito dal suo amico.
"Wow...quello era Damon Williamson! Non ci credo! Hai fatto il provino
con lui?"
"Si. Lo conosci?"
"Chi non lo conosce nell'ambiente? Ha girato tre serie tv, era uno
degli attori più votati dal pubblico, era il volto di due
nomi grossi della pubblicità e spesso presente nelle
copertine di riviste di moda. Era il sogno di tutti. Poi è
successo quel casino e ha preferito allontanarsi dalla scena. Ha perso
molti contratti, non lo chiamavano più. So che ogni tanto
partecipa alle passerelle e a qualche servizio fotografico. Non so bene
cosa faccia adesso, probabilmente qualcuno è stato clemente
con lui se ha partecipato a questo casting."
"Cos'è successo?"
"E' una storia lunga, puoi trovarla su YouTube. Ormai è di
dominio pubblico fin da quando era successo. Chi ci ha rimesso di
più è stato proprio lui, un po' mi
dispiace ma così funziona questo mondo. Un giorno sei
all'apice della tua carriera e il giorno dopo a mala pena ti
riconoscono per strada. Adesso andiamo che abbiamo un po' di cose da
fare."
Due sere dopo, finita la cena insieme alla mia famiglia, mi chiusi in
camera e accesi il portatile. La mia mente era affollata da mille
domande e curiosità tutte incentrate sulla figura misteriosa
di Damon Williamson. Chi si nascondeva veramente dietro quello sguardo?
Sembrava una persona complessa. Quando aveva affrontato il mio manager
le mie pulsazioni erano aumentate di colpo, non me lo sarei mai
aspettato. Mi sembrava di essere stato una quattordicenne in piena fase
ormonale di fronte all'eroe del suo libro preferito. Stavo impazzendo.
Da quando mi aveva lasciato il suo numero non facevo altro che fissare
quelle cifre e il suo nome salvato, ormai lo avevo imparato a memoria.
Non lo avevo contattato quasi avessi paura di scoprire che quel suo
lato gentile e simpatico in realtà non esistesse per niente.
Che fosse solo uno dei tanti personaggi inventati a tavolino che
mostrava agli altri, perché quello che avevo visto finora mi
piaceva davvero e speravo di non essermi sbagliato su di lui. Quel
bacio mi aveva confuso del tutto e il suo sguardo subito dopo mi aveva
fatto dubitare che fosse solo per la scena. Non aveva sentito niente?
Ero io il novellino, dovevo imparare ancora molte cose come per esempio
nascondere i miei sentimenti. Ricordando le parole del mio manager,
aprii la pagina di YouTube e in automatico digitai il suo nome.
Spuntarono tantissimi video che nemmeno mi sarei aspettato. Video di
servizi fotografici, pubblicità, eventi pubblici, fan
meeting, serie televisive, trasmissioni e persino video fan made con
scritto miss you. Era diventato un'ossessione per i suoi followers, era
amato da così tante persone che mi chiesi il motivo per cui
aveva deciso di allontanarsi da quell'ambiente. Se eri sulla cresta
dell'onda perché dovevi per forza scendere dalla giostra in
corsa? La curiosità di andare oltre le anteprime e vedere
uno per uno tutti quei video mi stava mangiando dentro. Volevo saperne
di più, volevo conoscere di più quell'uomo che
era entrato di colpo nella mia vita e che mi aveva dato una
possibilità sia per la carriera sia per poterlo sentire
ancora. Speravo che fosse sincero. Cliccai sul cursore per far scendere
la pagina e mi imbattei nel volto di un ragazzo in lacrime. Cos'era
questo? Cosa centrava con Damon? Mi avvicinai con il mouse al video ma
mi fermai di colpo, mi stavano sudando le mani e qualcosa dentro di me
stava lanciando l'allarme rosso. Non aprire! Mi sembrava di spiare
nella vita di qualcuno invadendo la sua privacy. Era una cosa normale,
lo facevano tutti verso la vita dei personaggi pubblici dove ormai il
confine tra privato e pubblico non esisteva più ma, in quel
momento, non riuscivo ad andare oltre. Non potevo farlo. Il suono di un
messaggio interruppe le mie farneticazioni. Per un secondo mi aspettai
di leggere il nome di Damon sul display ma poi mi diedi dell'imbecille
perché ero il solo ad avere il numero, lui non sapeva il
mio. Era tutto nelle mie mani, se solo avessi deciso di compiere il
primo passo. Sospirando lessi il messaggio. Era Veronica, la mia
ragazza. Durante le foto con Damon mi aveva cercato ma mi ero
dimenticato di rispondere, erano passati due giorni e sicuramente era
arrabbiata. Ero un pessimo fidanzato. Selezionai il suo nome e la
chiamai. Rispose al primo squillo con tono lamentoso mentre in
sottofondo si sentiva la musica alta.
"Come mai non ti sei fatto sentire in questi giorni? Com'è
andato il provino?"
"Scusami, sono stato impegnato. Spero sia andato bene, mi hanno fatto
provare tante volte con diversi attori. Adesso sono un po' stanco."
"Hai conosciuto qualcuno di famoso?" la solita domanda che mi faceva da
quando avevo firmato con la mia agenzia.
"Damon Williamson, è piuttosto simpatico. Mi ha aiutato
molto." senza quasi rendermene conto sorrisi a quel nome e sentii le
mie guance scaldarsi. All'improvviso faceva caldo, andai ad aprire la
finestra.
"Lui? Oddio! Ti consiglio di stargli alla larga. Non ha una bella
reputazione e potrebbe infangare la tua se gli stai troppo vicino.
Porta solo guai." quelle parole spensero il mio entusiasmo scurendomi
il viso.
"Perché dici questo? Cos'ha fatto di male? Nemmeno lo
conosci!"
"Basta, non ne voglio parlare. Adesso devo andare a cena con gli amici.
Buona notte."
Perché all'improvviso si stava comportando in quel modo? Non
riuscivo proprio a capirla. Il giorno prima del provino avevo declinato
l'invito a cena con i suoi amici perché sarei tornato stanco
a casa e lei si era infuriata dicendo che non avevo più
tempo per stare con lei. Aveva ragione solo in parte, non era solo
questione di tempo ma anche di voglia. Non volevo uscire con i suoi
amici e quando finalmente riuscivamo a stare un po' insieme restava
attaccata al cellulare a scattarsi selfie inutili. Era un'influencer su
Instagram e spopolava su TikTok, era seguita da tanti followers e
quindi il telefono era diventata la sua ossessione. Tra dirette e foto
era una fortuna che non comparissi da nessuna parte sui suoi canali.
Non volevamo rendere pubblica la nostra relazione specialmente adesso
che avevo firmato con l'agenzia. Questo legame poteva essere di
intralcio per entrambe le carriere. Raramente parlavamo di cose serie e
sentivo che c'era qualcosa che mancava nella nostra relazione. Come se
non andasse più da nessuna parte. Mi piaceva Veronica, le
ero molto affezionato ma non mi suscitava più le stesse
emozioni di prima. Improvvisamente l'immagine di quel maledetto bacio
mi riaffiorò alla mente facendomi arrossire di nuovo.
Dannato Damon e il suo bacio! Tornai a fissare quel ragazzo in lacrime
al computer, forse la risposta di tutto stava in quel video postato un
anno prima. Ero pronto ad affrontare tutto ciò? Il telefono
squillò di nuovo, questa volta era il mio manager.
"Ciao, dimmi pure."
"Ho delle grandi notizie! Hai superato il provino, sei stato
selezionato per fare uno dei protagonisti della serie.
Congratulazioni!" mi urlò all'orecchio come se neanche lui
ci avesse creduto fino in fondo.
"Oddio! Che bella notizia! Non ci credo! Ho superato il provino!
Pensavo che fosse andato male!" esultai tirandomi in piedi mentre
alzavo un pugno in aria in segno di vittoria.
"Si sono persino complimentati per la tua performance piuttosto
naturale. La regista ha detto qualcosa sull'arrossire e sullo sguardo
confuso...non mi ricordo bene altro. Domani devi tornare per provare
altre parti del copione, non hanno ancora trovato tutto il cast. Solo
gli attori principali."
"Sai già chi farà l'altra parte?" gli chiesi un
po' in ansia nella speranza di sentire quel nome. Era l'unico che non
mi aveva fatto sentire a disagio nelle prove.
"Non ci crederai mai! Damon Williamson! Proprio lui! Dovrò
stare attento a come mi comporto prima di beccarmi nuovamente una
sgridata. Questa serie sarà un successo! Adesso devo parlare
con in capi, ti vengo a prendere domani mattina. Ciao."
Eravamo stati presi entrambi! Oddio! La regista aveva parlato di
rossore e sguardi? All'improvviso andai a fuoco chiedendomi cosa
avevano visto gli altri in quella scena. Durante quel bacio ero
talmente perso che non mi ricordavo nemmeno di avere telecamere e
pubblico di fronte a me. Non era successo mentre provavo con gli altri
ragazzi, il nervosismo aveva prevalso su tutto. Cosa mi aveva fatto
Damon Williamson? Corsi in salone per dare la bella notizia alla mia
famiglia e finimmo di brindare tutti insieme al mio inizio di carriera.
Non avevo mai visto mia madre così felice in tutta la mia
vita. Voleva soltanto che i miei sogni si avverassero. Mia sorella Hope
saltò come un canguro aggrappandosi alla mia schiena mentre
mi urlava nelle orecchie che avrei baciato più ragazzi di
lei e che avrei avuto la possibilità di ammirare quei corpi
muscolosi. Non sapevo cosa risponderle. Avevo la ragazza e sinceramente
non avevo mai fatto nessun apprezzamento sul corpo maschile
finché non avevo visto quei bicipiti e quelle vene che mi
avevano azzerato la salivazione. Era normale ammirare un modello come
lui. Speravo ci fossero anche delle belle ragazze con cui condividere
la scena e rifarmi gli occhi. Quando tornai in camera il mio primo
pensiero fu per lui. Chissà come aveva preso la notizia. Si
sarebbe trovato bene a recitare con me? Non riuscii più a
trattenermi e selezionai il suo numero. L'attesa mi stava rendendo
sempre più impaziente.
"Pronto?"
"Siamo stati presi tutti e due! Oddio...si, scusa. Sono Alec."
"So chi sei. Ti stavo aspettando." a quel tono di voce suadente le mie
palpitazioni aumentarono. Come faceva a dire una frase così
semplice e farmi immaginare tutt'altro? Avevo di nuovo caldo, per
fortuna non poteva vedermi in quel momento.
"Scusa, forse ti sto disturbando ed è troppo tardi..."
"Non scusarti. Puoi chiamarmi quando vuoi, tranquillo. Mi fa piacere
sentirti. Sei felice?"
"Non puoi immaginare quanto. La mia famiglia sta festeggiando. Tu sei
felice?" lo sentii ridacchiare divertito.
"Mia madre sta ringraziando tutti i nostri avi e chiunque la possa
sentire. Spero che i vicini non si lamentino troppo altrimenti domani
farà il giro dell'isolato per distribuire torte fatte in
casa come ringraziamento lasciando persino una copia delle mie foto,
mentre si vanterà orgogliosamente della carriera di suo
figlio. E' esuberante come donna ma l'adoro. Sono felice." lo sentii
sorridere e di rimando lo feci anch'io.
"Dovremmo girare molte scene insieme. Devo ammettere che sono un po'
nervoso a stare di fronte a una telecamera."
"Agli inizi è sempre così, pian piano ti ci
abituerai. Devi solo restare concentrato sul tuo obbiettivo, seguire i
consigli e dare sempre il meglio di te."
"Potresti darmi una mano? So che hai più esperienza e se mi
aiutassi..."
"Tranquillo, sarò al tuo fianco. Lavoreremo insieme da oggi
in poi. Prima però dovremo conoscerci meglio per iniziare a
creare le basi del nostro rapporto. Dovremmo diventare piuttosto
intimi, per le scene intendo."
"Già...intimi."
"Faremo un passo per volta e impareremo l'uno dall'altro. Non voglio
metterti a disagio."
"Grazie, allora prenditi cura di me. Passiamo alle presentazioni.
Piacere. Mi chiamo Alec Roberts sono del sagittario, mi piace nuotare e
giocare ai videogiochi. Ho una passione per il cibo piccante e ho una
sorella che pensa che diventerò un gigolò delle
serie BL."
"Persino un gigolò? Dovrei preoccuparmi?"
ridacchiò lui divertito.
"Non credo proprio."
"Piacere di conoscerti Alec, sono Damon Williamson e sono dei pesci. Mi
piace la musica e mangiare gelato al cioccolato. Un po' mi fa pensare a
te." dopo aver detto questo restammo qualche secondo in un silenzio
imbarazzante mentre le mie guance arrossirono di nuovo.
"Il gelato al cioccolato? Sono così freddo?"
"Intendevo il cioccolato...come il colore della tua pelle e dei tuoi
occhi e la sensazione di calore che mi dai."
"Wow...è la prima volta che me lo dicono." balbettai
sentendo che il rossore era arrivato alle orecchie. Portai una mano
alla guancia sentendola bollente.
"Sei in imbarazzo? Scusa non volevo, fai finta che non abbia detto
niente." si scusò lui facendo marcia indietro e facendomi
sentire strano.
"No Damon, va bene. A dire il vero mi è piaciuto. Tu invece
sei come il cioccolato al latte, il contrasto tra le nostre pelli
è interessante." lo sentii sorridere sollevato e sorrisi
anch'io.
"Si specialmente visto che continuiamo a parlare di cioccolata, adesso
mi è venuta fame. Ne voglio un po'! Peccato che è
finita."
"Beh la prossima volta che ci vediamo te ne porterò una
tavoletta intera."
"Mi stai già viziando?"
"Bisogna portare rispetto ai più anziani." lo presi in giro
ridendo.
"Piccola peste!" rise anche lui divertito e un po' sorpreso.
"Sto scherzando."
"Si sta facendo tardi. Forse è meglio andare a dormire,
domani dobbiamo svegliarci presto per raggiungere il casting e
presentarci a tutta la troupe. Probabilmente faremo anche delle prime
foto quindi dovremmo sembrare svegli e senza occhiaie."
"So che non riuscirò a dormire facilmente in questo momento.
Possiamo parlare un altro po'? Di solito non parlo così
tanto ma sono talmente eccitato che non riesco a stare zitto. Questo
per me è strano, mi piace parlare con te."
"Tranquillo, a me piace ascoltarti. Sono qui. Non vado da nessuna
parte."
-------------------------------------------------------------------
Ciao a tutti, non scrivo da un bel pò di tempo su questo
sito e ammetto che mi mancava pubblicare. Spero che questa nuova storia
vi piacerà. In realtà si basa sulla vita di due
attori Thailandesi ma ho cambiato i nomi e ho dato libero sfogo alla
fantasia da shipper ;)
Buona lettura
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** San Valentino ***
Behind your gaze 2
POV Damon
"E adesso è arrivato il momento che tutti stavamo
aspettando. Un
grosso applauso per Damon e Alec! E questo vi sembra un applauso? So
che potete fare di meglio!"
Mi voltai verso di lui e gli strinsi il braccio sorridendo con calore
per incoraggiarlo. Erano passati diversi mesi dal nostro primo incontro
eppure quel suo nervosismo non voleva sparire. Lo osservai attentamente
rubando ogni attimo che potevo. Era carino mentre si mordicchiava le
labbra e dondolava da una gamba all'altra, sembrava un bambino
impaziente. Se lo avessero ripreso in quel momento, tutte le sue fans
avrebbero gridato "Soo cute!" lanciando sospiri estasiati. Presi il
cellulare e gli scattai una foto. Ormai ne avevo una cartella piena
solo di immagini di lui, molte delle quali talmente imbarazzanti che
non le avrei
mostrate ad anima viva. Avevo diversi scatti persino di quando era
profondamente addormentato con la sua immancabile copertina azzurra
mentre io mi divertivo a mettergli il musetto di un cane o a inserire
qualche filtro divertente a sua insaputa. Era tenero. Mi
sentivo geloso di quelle foto,
rappresentavano squarci di vita di un Alec che non tutti conoscevano.
Una persona a me molto preziosa che volevo tenere solo per me, che
volevo proteggere. Lui si
accorse dello scatto rubato e si girò verso di me facendo un
mezzo sorriso buffo e sorpreso che si tramutò rapidamente in
finto broncio, lo fotografai di nuovo. Avevo voglia di
accarezzare quelle guace, ma non era il momento giusto per perdermi in
queste fantasie.
"Damon!"
"Cosa c'è? Eri carino." mormorai innocentemente archiviando
le
foto nel mio cellulare nella cartella preferiti con sopra il suo nome.
"Non pubblicarla!" mi intimò lui puntandomi un dito contro
come avvertimento.
"Solo se mi prometti di calmarti. Fai dei respiri profondi. Bravo." lo
vidi eseguire i miei consigli e gli sorrisi soddisfatto.
"Lo so, dovrei esserci abituato ormai ma ogni tanto l'ansia mi assale
lo stesso. Aspetta, ti sistemo il colletto." si avvicinò a
me
per mettere a posto la camicia, cosa che lo aiutò ad
alleviare il suo stato d'ansia.
Succedeva sempre così con lui, distrarlo per farlo
concentrare
su qualcosa dove potesse aiutarmi. A volte lavorava meglio lui di Brian
ed era persino gratis.
"Tranquillo, ricordati che non sei da solo qui. Abbiamo iniziato questo
viaggio insieme, non lascerò mai andare la tua mano. Se hai
un
momento di panico concentrati solo su di me, sarò sempre
accanto
a te."
"Grazie Damon." finalmente lo vidi sorridere molto più
rilassato rispetto a prima. Missione compiuta.
"Ricordati: sii solo te stesso e se hai problemi segui me. Io sono la
tua spalla e tu la mia." grida
concitate con i nostri nomi ci richiamò al presente. "Questo
è il nostro segnale. Andiamo."
Raggiungemmo gli altri membri del cast sul palco e un boato da parte
dei fans scatenati ci seguì per tutto il tragitto. A volte
sembrava un pò spaventoso ma era proprio grazie al loro
sostegno
se eravamo arrivati fin qui. Stavamo facendo un buon lavoro e quella
era la dimostrazione, la nostra ricompensa. C'eravamo impegnati tanto e
i fans erano persino
aumentati manifestando il loro amore verso di noi. Vivevamo per quello.
Era la nostra fonte di ispirazione, il nostro incoraggiamento per
andare avanti con le mete che ci eravamo prefissati. Dovevamo
dimostrare di ricambiare il loro amore.
Era San Valentino e sembravano tutti impazziti, noi stavamo al gioco
seguendo il programma già concordato con la regia. Flash a
destra e a sinistra, richieste urlate per attirare la nostra
attenzione, solite domande che ormai conoscevamo a memoria. La
stanchezza iniziò a farsi sentire. Feci finta di niente e
continuai a sorridere come se nulla fosse. Quello era il nostro lavoro,
lo avevamo scelto noi. Dovevo resistere un altro pò per
tutte le
persone che ci stavano osservando gridando i nostri nomi. Guardai con
orgoglio Alec al mio fianco.
Non sembrava più lo stesso ragazzo che avevo incoraggiato
dietro
le quinte. Era spigliato, giocherellone e innocente, a volte sembrava
un bambino un pò cresciuto. Mi faceva tenerezza e mi veniva
sempre più voglia di prendermene cura. Stavo forse
diventando
troppo dipendente da lui? No, lo facevo soltanto perchè
aveva
bisogno di una guida con più esperienza. Solo per quel
motivo.
"Damon sei single?" mi chiese il presentatore tirandomi in ballo.
"Certamente." qui un coro di urla seguì la mia risposta e
molti
gridarono il nome di Alec per negare ciò che avevo appena
detto.
"Come dovrebbe essere la tua anima gemella?"
"Qualcuno che mi completi, che mi comprenda e capisca il mio lavoro. Ho
poco tempo per me stesso e gestire una relazione sarebbe complicato,
è difficile trovare qualcuno paziente e comprensivo che
abbia il
coraggio di frequentare un attore con la vita frenetica che fa.
Qualcuno che mi faccia ridere e non pensare più a
nient'altro
che a noi, qualcuno di cui prendermi cura e che si prenda cura di me
anche solo con piccoli gesti quotidiani. Qualcuno che mi basta vedere
per rendermi
felice e migliorare la mia giornata." avevo sempre voluto trovare
qualcuno che potesse anche solo avvicinarsi al mio tipo ideale, o per
meglio dire a qualcuno che mi facesse provare certe sensazioni. Avevo
fatto tanti buchi nell'acqua, ormai non ci credevo più alla
famosa anima gemella.
"Wow è un elenco lungo e piuttosto dettagliato da
soddisfare."
"Sembra che tu stia descrivendo Alec." commentò Kevin
ridacchiando come un idiota.
"Cosa sentono le mie orecchie? Damon vuoi commentare?"
"Siamo solo amici molto affiatati." mormorai con un sorriso la nostra
frase di routine. Era la verità ma non tutti ci credevano
visto
che giocavamo alla coppia felice ogni volta che venivamo ripresi.
"Che si abbracciano spesso."
"Anche noi ci abbracciamo Kevin, vuoi un abbraccio adesso?" gli chiesi
facendomi avanti con le braccia aperte per smorzare la battuta. Ormai
erano da copione anche quelle mezze frasi per sottintendere che ci
fosse altro tra di noi. I nostri amici e colleghi ci andavano a nozze
prendendoci in giro. A noi stava bene perchè avevamo dato il
via
libera peccato che a volte risultava stancante sentire sempre le stesse
insinuazioni. Se solo i fans sapessero la verità cadrebbero
migliaia di castelli in aria in un secondo.
"Vieni qua fratello!" ci abbracciammo dandoci della pacche sulla
schiena in modo amichevole anche se forse io calcai un pò
troppo
forte la mano per fargli capire di andarci piano. Non volevo incasinare
troppo la vita di Alec.
"Hey! Adesso sono geloso! Hai detto che abbracciavi soltanto me!" si
intromise la voce imbronciata del mio partner incrociando le braccia al
petto. Era adorabile e dalle grida non ero il solo a pensarlo.
Maledetto broncio.
"Su su, non mettere il broncio Alec! Salta su!"
Non feci in tempo a finire la frase che lo vidi prendere una piccola
rincorsa per saltarmi al collo. Lo presi al volo mentre mi si
aggrappava come un koala ridendo come un pazzo. Lo fissai sorpreso da
quello slancio, il suono della sua risata allegra mi
contagiò e
iniziai a ricambiare senza riuscire a fermarmi. Ero felice, faceva
sempre qualcosa che migliorava la mia giornata. Sentii in sottofondo
degli strilli eccitati e tornai alla realtà.
"Cosa succede piccolo?" gli sussurrai mettendo da parte il microfono
per non farci sentire da tutti.
"Avevo soltanto voglia di saltarti addosso e ho voluto provarlo per la
prima volta. Volevo prendere l'iniziativa. Senti tutte quelle voci?
Sono per noi." la sua voce eccitata e ridacchiante e il suo caldo
respiro mi lasciarono i brividi.
"Si stanno risvegliando persino i morti." risi con lui
finchè
non avvicinò il suo volto al mio per strofinare i nostri
nasi,
con fare intimo, senza staccare gli occhi l'uno dall'altro. In quel
momento mi persi.
"Damon, non chiedermi più il permesso di prendermi in
braccio o
di baciarmi sulla guancia o di prendermi per mano. Fallo e basta, tanto
lo facciamo sempre anche dietro le telecamere. Altrimenti penseranno
che non
mi piace o che non mi piaci tu e questo non è vero." non
seppi
cosa rispondere ma quelle parole mi diedero sollievo, come se mi si
fosse smosso qualcosa sul petto. Mi stava dando il via libera ad essere
noi stessi senza filtri, senza aver paura che potessero fraintendere
ancora di più il
nostro rapporto. O almeno, di fregarcene del tutto e mostrare quello
che eravamo. Lui era d'accordo, dovevo soltanto stabilire un nuovo
limite per me stesso. Avevo un pò di paura per questa
fiducia
cieca. Se avessi rovinato tutto di nuovo? "Fammi fare
un giro stallone!" mi disse Alec parlando al microfono mentre
sventolava un pugno in aria per incitare la folla.
"Cosa vedono i miei occhi?" si intromise il presentatore mentre portavo
a spasso il piccolo koala tra le mie braccia per fare un pò
di
scena. Ci stavamo divertendo come dei bambini.
"Trovatevi una stanza!"
"James cosa mi dici di loro? E' la prima volta che vediamo Alec
prendere l'iniziativa."
"Avrà preso la pillola della felicità."
commentò ridendo il nostro amico per prenderci in giro.
"Era una pillola rossa a forma di cuoricino." rispose il mio partner
mentre lo facevo scendere e gli mettevo un braccio alla base della
schiena, gliela massaggiai senza rendermene conto come facevo sempre.
Era per fargli sentire la mia vicinanza.
"Sicuro che non era una pillola blu? Magari l'hai confusa con il
viagra." ribattei facendo ridere tutti mentre lui si voltava verso di
me lanciandomi una finta occhiataccia. Adoravo stuzzicarlo.
"A me non serve quella roba, sono forte e sano. Dovresti saperlo
proprio tu." mi sorrise ammiccando guardandomi intensamente. Stava
imparando a giocare la piccola peste.
"Oddio, questa non mi sembra più una festa di San Valentino
ma
un filmino a luci rosse. Mi sento di troppo." commentò il
presentatore mettendosi una mano di fronte agli occhi come a non
volerci vedere.
"Benvenuto nel club. Quando sono persi nel loro mondo di sguardi
battutine e sdolcinatezze varie gli altri fanno solo da tappezzeria."
alla battuta di Kevin tutti risero. Noi due sorridemmo staccandoci un
pò per andare avanti con lo spettacolo. Notai il rossore
imbarazzato di Alec come tutti i presenti, forse dovevamo rallentare le
cose.
"Alec come sarebbe il tuo appuntamento ideale di San Valentino?"
"Sono un ragazzo semplice senza molte pretese e, a dire la
verità, per nulla romantico. Ma per san valentino direi una
cenetta romantica a lume di candela in
un posto tranquillo. Essere soltanto noi due, senza essere disturbati
da altri fattori. Un film a casa accoccolati sul divano, massaggi con
olio profumato per distendere l'atmosfera. La mattina successiva
preparo per colazione i pancakes...anche perchè sono le
uniche
cose che so cucinare senza dar fuoco alla cucina." rise divertito
prendendosi in giro da solo.
"Che uomo romantico. Devi dire qualcosa Damon?" l'attenzione si
spostò improvvisamente verso di me come un fulmine a ciel
sereno.
"Volevo dire al mio manager di trovarsi un passaggio per il ritorno
stasera perchè porto io a casa Alec!" feci un cenno verso
Brian
mentre lui ridacchiava scattandoci alcune foto da un'angolazione
perfetta per poterle pubblicare quanto prima. Sicuramente era
già in
contatto con mia madre. Chissà quante cose si stavano
dicendo.
"Stasera qualcuno avrà un appuntamento! Damon
com'è la tua serata romantica ideale?"
"Porterei la mia persona speciale a vedere le stelle, le donerei delle
rose rosse...sarà un gesto scontato e classico ma penso che
le
rose rosse incarnino l'essenza dell'amore, come a voler donare il tuo
cuore all'altra persona. E' un simbolo intramontabile. Poi prenderei la
chitarra e le dedicherei una
canzone. Le farei capire cosa significa per me e quanto è
amata.
Me ne prenderei cura."
"Il livello di romanticismo qui ha superato certi livelli, sto per
diventare diabetico." commentò Kevin ridendo mentre alzava
gli
occhi al soffitto.
"A Damon piace prendersi cura delle persone a cui tiene. E' fatto
così." annuì James.
"Prima hai accennato al fatto di essere single. Questo non toglie il
fatto che potresti provare qualcosa per qualcuno. Sei innamorato?"
"No, al momento il mio cuore è libero." risposi prontamente
sapendo che non avrei fatto torto a nessuno in quanto avevamo
già concordato una linea di condotta reciproca.
"Hai parlato della persona speciale con cui passare una romantica
serata di San Valentino. Forse non sei ancora innamorato, ma esiste
quella persona speciale? Magari la lettera iniziale del suo nome
è A?" quella era una delle solite domande a trabocchetto.
Pensavo a qualcuno? Si. Ero innamorato? Non lo sapevo. Alec era una
persona speciale per me? Si, non lo avevo mai nascosto a nessuno.
"Forse...ne parliamo domani." risposi lasciando un pò di
suspence al pubblico senza affermare o negare niente. I fans urlarono
come pazzi perchè volevano sapere di più. Avevo
fomentato
una rivolta.
"Sento già un mucchio di cuori infranti in questa sala."
Il presentatore andò avanti con il programma e con dei
giochi
che ci coinvolsero e che finirono per divertire tutti. Una lunga
sessione di foto nella quale dovevamo pubblicizzare la nostra immagine
mi stancò ulteriormente ma tenni duro. Quello era un lavoro,
sapevo come muovermi come posare come rendere la mia immagine
più cool. Una cosa che avevo insegnato ad Alec, come giocare
con
l'obbiettivo. Stava diventando sempre più bravo, pensai
mentre
lo osservavo con la coda dell'occhio. A volte prendeva le mie stesse
mosse rendendole sue trasudando sex appeal da tutti i pori. Era un
bravo studente. Stavo sudando e stava diventando
un disagio ma non avevo nulla con cui asciugarmi senza fare brutte
figure. Improvvisamente mi si piazzò davanti il mio partner
con
un fazzoletto in mano e iniziò a tamponarmi la fronte con
sguardo concentrato mentre mi sorrideva. Sorrisi di rimando con
gratitudine. Si prendeva sempre cura di me. Ci chiesero di parlare
della serie televisiva e dei momenti divertenti dietro le quinte.
Chiesero anche di improvvisare alcune scene cambiando i caratteri dei
personaggi, mi ritrovai a dover interpretare uno stronzo che urlava
regole e punizioni e la mia vittima sacrificale era Alec. Vidi qualche
movimento strano da parte di James che mi guardava stralunato mentre
cercavo di non ridere davanti all'espressione sottomessa e imbarazzata
della mia vittima che chiedeva scusa e non riusciva a rimanere seria
per più di qualche secondo. Non riuscendo a reggere il gioco
per troppo tempo, risi mentre lo stringevo in un abbraccio per
cancellare la scena appena fatta. Eravamo quelli di prima,
ricambiò la stretta. Il presentatore continuò a
parlare
interagendo con noi finchè Alec non si fece avanti con una
mano
dietro la schiena.
"Scusate se interrompo ma volevo fare una sorpresa. Oggi è
il
giorno di San Valentino e volevo fare un regalo al mio amico speciale.
Questa è per te Damon."
Presi titubante la rosa che mi stava porgendo e lessi il bigliettino
che vi era attaccato.
"Non dimenticare mai quanto sei
amato. Buon San Valentino Jhonny dalla tua Baby."
Iniziai
a sorridere come un cretino mentre annusavo il
suo dolce profumo. Sentivo arrivare le lacrime ma chiusi gli occhi e le
mandai giù. Non volevo farmi vedere da tutti in quelle
condizioni, il mio stato emozionale stava diventando un colabrodo.
Dannazione ad Alec! Mi aveva preso in contropiede per la seconda volta
di fronte a migliaia
di fans e non sapevo come reagire. Non era da programma. Quando seppi
di riuscire a controllarmi, alzai lo sguardo su di lui e persi un
battito. Era adorabile. Sembrava un cucciolo in attesa
dell'approvazione del padrone. Mi sembrava quasi di vederlo
scodinzolare dalla felicità per avermi messo in
difficoltà e scombussolato completamente. Come si faceva a
tenere la mani a posto? Lo strinsi forte tra le braccia e gli affondai
il viso sul collo annusando il suo profumo. Era un odore
familiare,
mi faceva sentire bene. Stava diventando come una droga.
"Non dovevi." gli mormorai all'orecchio allontanando il microfono.
"Invece si. Grazie per prenderti sempre cura di me. Nemmeno tu sei
solo,
volevo farti capire quanto sei speciale." sentii il suo sorriso.
"Non era da programma."
"Tu e quei dannati programmi! Non sempre si deve seguire il copione, le
variazioni sono sempre piacevoli. Ti è piaciuta la
sorpresa?" sembrava ansioso di non aver sbagliato.
"L'adoro. Ti voglio bene piccola peste." gli sfiorai
l'orecchio con le labbra sentendo un brivido.
"Ti voglio bene anch'io." sentii la sua voce tremare e lo rimisi
giù.
"Finalmente si sono staccati! Damon lascialo un pò
respirare!"
commentò Kevin facendo finta di dividerci per riportarci
alla
realtà.
"A me non sembra che ad Alec dispiaccia più di tanto."
"James tu che conosci i retroscena meglio di tutti, puoi dirci qualche
pettegolezzo? I Damlec sono veri?"
"Se dovesse scapparmi qualcosa Damon mi manderebbe dritto all'ospedale
e si rifiuterebbe di farmi cenare a casa sua. Sa cucinare piuttosto
bene e ho un debole per il suo cibo." rispose il mio amico cercando di
evitare di dare una risposta sincera e spostare l'attenzione sulle mie
presunte abilità culinarie. Lo avrei ringraziato
più
tardi.
"Avete sentito? A quanto pare Damon è un ottimo partito.
Alec avrai tanti rivali."
"Forse solo il suo cane Choco." disse lui scambiando uno sguardo
d'intesa con me. Dovevo ancora fargli conoscere il mio cucciolo.
"James dai tuoi video su IG abbiamo visto molti dietro le quinte
Damlec."
"Si commentano da soli." altre risate da parte del pubblico. James era
un amico peccato che spesso parlava prima di connettere il cervello
alla bocca. Dovevo cancellare quei ringraziamenti. La maggior parte
delle volte lo faceva apposta per essere
divertente ma molte altre invece gli "scappava" sempre qualcosa di
troppo. A
volte temevo quando gli passavano il microfono per intervistarlo.
Avevamo già girato una serie televisiva precedente insieme,
conosceva molti dettagli della mia vita di quel periodo che volevo
dimenticare. Ma James era buono, riusciva a contenersi quando
voleva...o quando se ne ricordava.
"Se non ti piace me la riprendo e la dono a una delle nostre fans." mi
disse Alec allungando la mano verso la rosa come se volesse afferrarla.
"Non osare toccarla. E' mia!" la allontanai dalla sua traiettoria
scuotendo la testa con fare possessivo. Lui sorrise lusingato e
distolse lo sguardo arrossendo.
Quando finalmente salutammo i nostri fans eravamo ormai sfiniti.
Ringraziammo tutti e ci dirigemmo verso i camerini. Mi slacciai la
giacca, avevo una voglia matta di fiondarmi subito sotto una doccia e
poi crollare a dormire.
"Mi sento stordito, troppi flash e troppe grida." si lamentò
James stiracchiando la schiena.
"Ti sei già stancato della notorietà?" lo prese
in giro Kevin mentre si toglieva la cravatta.
"Mai, peccato che urlavano solo per il duo delle meraviglie."
"James ho visto molti cartelloni con su scritto il tuo nome. Non
lamentarti." commentò Alec all'amico.
"Ragazzi noi andiamo che ci aspettano le nostre fidanzate per
festeggiare. Ci sentiamo domani." Kevin e James ci salutarono e se ne
andarono via diretti ai loro appuntamenti. Almeno loro avevano una vita
sentimentale da godersi.
"Alec ti vedi con Veronica più tardi?" gli chiesi mentre ci
stavamo cambiando. Gli passai un'asciugamano prendendone uno anche per
me. Dopo essermi asciugato, indossai rapidamente la felpa con il
cappuccio rosso in quanto iniziavo a percepire un brivido di freddo.
"No, adesso vado a fare lezione di recitazione e poi torno subito a
casa. Veronica è impegnata a promuovere delle nuove creme
per il
brand di cui è testimonial. In compenso abbiamo
già
festeggiato in anticipo." si tolse il trucco dal volto facendo alcune
smorfie di fronte allo specchio lamentandosi di un piccolo brufolo
sulla sua guancia. Era molto carino anche senza tutta quella roba che i
truccatori ci mettevano ogni volta.
"Cena film coccole e divano?" mi strofinai un occhio, le lenti a
contatto iniziavano a darmi fastidio ma mi ero dimenticato gli occhiali
in macchina quindi dovevo resistere ancora un pò.
"Cena selfie Tick Tock e ognuno a casa propria."
"Stai bene?" lo guardai attentamente con apprensione mentre mi si
avvicinava per sistemarmi alcune ciocche dei capelli in disordine. A
volte sembrava il mio maggiordomo, ma io ricambiavo il favore con lui.
Ci prendevamo cura l'uno dell'altro in quel modo, con piccoli gesti.
Piccole attenzioni che rivolgevamo l'uno per l'altro.
Era un'abitudine per noi, fin da quando avevamo imparato a condividere
il nostro spazio personale durante le sessioni di prova. Dovevamo
creare una
certa intimità tra di noi per risultare il più
naturali
possibili come coppia nello schermo e così era stato, forse
anche meglio
del previsto. Eravamo diventati inseparabili con il tempo, migliori
amici. Forse un pò di più. L'uno completava
l'altro. Non che fosse sempre tutto rose e
fiori, i nostri scontri erano abbastanza esplosivi in quanto eravamo
entrambi orgogliosi e con caratteri diversi ma sapevamo sempre come
risolvere i problemi.
"Si, sono solo un pò stanco. Come hai detto tu prima, ho
poco
tempo per me stesso figurati per stare con lei. Cercare di fare
combaciare i nostri programmi è difficile. Finiamo sempre
per
discutere e poi non la vedo per altre due settimane e siamo di nuovo a
litigare. Non riusciamo mai a risolvere i nostri problemi, è
come mettere un cerotto su una ferita aperta e profonda.
Continuerà sempre
a sanguinare se non è medicata correttamente. Capisco la sua
frustrazione, a volte mi sento in colpa
perchè so di non fare mai abbastanza per noi."
"E' difficile, lo so. E' anche per questo che non si riesce a trovare
un partner, a volte ci si rinuncia fin da subito pensando che sia solo
una perdita di tempo e che porterebbe solo a troppi grattacapi."
"Tu cosa fai? Torni a studiare?" mi chiese distogliendo lo sguardo
mentre prendeva in mano il cellulare per controllare le notifiche.
"Mi riposo per un'oretta, poi torno sui libri. Devo recuperare tante
ore perse se non voglio perdere il dottorato."
"Siamo la coppia d'oro eppure passiamo la serata di San Valentino
barricati a casa in solitudine. Se lo sapessero i fans ne rimarrebbero
sconvolti." ridacchiò lui prendendoci in giro. Guardai
l'orologio e sbuffai controvoglia.
"Adesso vado, buon rientro a casa Alec. Saluta tua madre e ringraziala
per i biscotti che mi ha fatto. Quella donna mi vizia troppo. Grazie
ancora per la rosa." lo strinsi brevemente in un abbraccio carico di
affetto tenendo la rosa lontana da lui per non rovinarla.
"Te la meriti. Ci sentiamo domani." mi sussurrò lui
lasciandomi con un sorriso.
Mi svegliai all'improvviso più stanco di prima. Controllai
l'orologio, era ormai passata più di un'ora da quando mi ero
accasciato sul tavolo e avevo staccato la spina. Mi alzai per
rinfrescarmi la faccia e salutai con una smorfia quel viso spento e
disilluso che mi trovai davanti. Tutti lo adoravano, in quel momento mi
faceva solo pena. Tornai nella stanza, indossando gli occhiali da
vista, e accesi il portatile per
studiare le mie ricerche. Speravo di essere a buon punto ma ogni volta
che controllavo c'era sempre più materiale da aggiungere.
Per
fortuna amavo studiare e acquisire nuove informazioni, la mia pazienza
era illimitata o quasi. Rimasi
concentrato per diverso tempo a scrivere finchè non
squillò il cellulare. Controllai il display e sbuffai.
"Ciao Alice."
"Ciao fratellino, stavi studiando? Smettila di fare il secchione!"
"Mi hai messo una cimice da qualche parte?"
"Brian ti ha scattato una foto mentre dormivi chinato sul tavolo e l'ha
postata su IG mezz'ora fa. Conoscendoti adesso sei con la faccia sui
libri. Che sfigato! Proprio il giorno di San Valentino! Altro che latin
lover." mi derise lei come al solito.
"Sempre gentile Alice. Dove hai lasciato Bonnie e Bryce?" le chiesi dei
miei nipoti che non vedevo da qualche giorno. Mi mancavano.
"B&B sono da mamma, io almeno ho una vita sentimentale da
portare
avanti. Ho visto il vostro live, fratellino avete fatto il boom di
visualizzazioni! Numeri 1 del trend del momento. Quando ti ha dato la
rosa sembrava fosse esplosa una bomba."
"Non era nel copione." mormorai lanciando uno sguardo a quei petali
profumati poco distanti da me. Non l'avrei mai lasciata in macchina a
prendere troppo caldo.
"E' stato un bel gesto da parte sua. E' successo qualcosa tra voi due
recentemente? L'ho visto diverso, più rilassato quando si
è gettato tra le tue braccia. Ricordo ancora ai primi tempi
quando sembrava uno stoccafisso e non sapeva dove mettere le mani
quando lo tiravi su di fronte al pubblico." me li ricordavo anch'io
quei momenti. Cercavo sempre di mettere la nostra coppia sotto i
riflettori ma avevo paura di spingermi troppo oltre avvertendo il suo
disagio. Chiedevo sempre il suo permesso prima di coinvolgerlo per ogni
minimo tocco, io ero quello espansivo e avevo già fatto
troppi
errori in passato che non volevo che si ripetessero ancora. Ero sempre
cauto con Alec.
"Non è successo niente. E' stata una sorpresa inaspettata,
sono rimasto senza parole."
"Dovevi vedere la tua espressione, impagabile. Non ti ho mai visto in
quello stato con nessuno. E quando ti ha asciugato il sudore dalla
fronte? Sembrava che stessero tutti sanguinando dal naso per la troppa
eccitazione, ridevo a crepapelle." sghignazzò lei.
"Stavo sudando molto tra la giacca del completo i riflettori e il
trucco. E' una cosa che facciamo di solito, per noi è
normale.
Ci prendiamo cura l'uno dell'altro. Non è nulla di che, non
capisco perchè facciano così clamore per una
cavolata
simile."
"Perchè siete i Damlec, persino se gli facessi soffiare il
naso sulla tua mano creeresti un delirio cosmico."
"Che schifo Alice!" ero disgustato al solo pensiero di quella scena.
"Stai zitto che lo sai anche meglio di me! Chi è stato
quello
che gli ha slacciato apposta una scarpa per poi chinarsi e allacciare i
lacci solo per rendere i fan felici? Non se la sapeva allacciare da
solo? Dam qual è il limite del fan service? Dove finisce il
fan
service e inizia la vita reale? Guardandovi non è mai chiaro
quel confine. Siete troppo immersi in qualunque cosa state mostrando a
tutti,
finta o reale che sia. Amici fratelli o...? Certo per promuovere la
serie dovete sempre flirtare tra di voi, ma a volte vedo qualcosa di
più da entrambe le parti." eccola che riattaccava con quel
discorso. Sembrava un disco rotto, sempre a dire la sua su di
noi.
"Siamo come fratelli, ci vogliamo bene. Abbiamo imparato ad abituarci
l'uno all'altro. Lui ha Veronica."
"Certo, Veronica. Quanto ancora potrà durare quella
relazione? E tu?
Sei uscito con quella persona quanto? Tre o quattro volte in cinque
mesi? E' cambiato qualcosa nel vostro stato? No, perchè
probabilmente non è un interesse così profondo
come
pensi. Dovresti darti una svegliata fratellino, sono preoccupata per
te. Non vorrei che si ripetesse la stessa storia a senso unico
dell'anno scorso. Meriti di stare con qualcuno che ti renda felice, che
non si nasconda dietro a stronzate come fan service e dirette IG. Che
sia orgoglioso di stare con te e che sia presente quando hai bisogno.
La
stronzata dell'amico lasciala a chi ha tempo da perdere, sei
già
pieno di amici."
"Wow, ho quasi paura per quando B&B cresceranno."
"Non ho l'istinto materno della mamma. Parliamo di cose serie. Quando
mi presenterai mio cognato? Portalo a casa."
"Mai! Altrimenti scapperebbe via a gambe levate! E poi già
chattate alle mie spalle. Non è stata una bella scoperta."
le
risposi accigliato mettendomi una mano davanti agli occhi.
Quell'incontro non sarebbe mai avvenuto finchè ero in vita.
"Quel ragazzo è troppo timido per parlare con me, troppo
rispettoso."
"Sarà timido con te che sei un'impicciona senza peli sulla
lingua. Gli metterai ansia e poi sei vecchia. Bisogna rispettare gli
anziani, lo dice sempre la mamma." la presi in giro cercando di sviare
il discorso che stava prendendo una brutta piega conoscendola.
"Ripeti un'altra volta quella parola e giuro che ti laverò
la
lingua con il sapone! Adesso devo andare. Ti ho girato un link,
guardalo e fatti due domande. Ciao."
Appena riattaccò riuscii a respirare di nuovo. Speravo fosse
stata adottata, il pensiero di avere gli stessi suoi geni mi faceva
rabbrividire. Il suono di una notifica mi riportò a un link
esterno. Attesi pochi secondi per aprire una pagina di YouTube e rimasi
a fissare un video dei momenti più belli del fan meeting
appena
finito. Momenti di noi, della nostra chimica, dei nostri sguardi, dei
nostri abbracci con il
sottofondo di una canzone di Ed Sheeran. Una delle mie canzoni
preferite, Perfect. Quei momenti li avevo vissuti,
ma non dal quel punto di vista. Cos'era tutto quello? Vedere lo
spettacolo da un'altra prospettiva lo rendeva diverso, come se fosse
tutta un'altra cosa. Come se raccontasse la storia di una relazione tra
due amanti. Era così che ci vedevano i fans? Certo
l'aiuto del montaggio e della musica lo rendeva un bel video piuttosto
emozionante.
Ma...cos'era quella sensazione ogni volta che lo vedevo arrossire e
abbassare lo sguardo?
POV Alec
"Alec ti è arrivato un messaggio." una delle ragazze che
insegnava ballo mi indicò il cellulare sopra il borsone che
stava vibrando. Mi avvicinai e sorrisi immediatamente al nome che vi
era impresso.
"Hai finito la lezione?"
"Mancano ancora 10 minuti."
"Ti aspetto all'ingresso. Sono quello con il cappuccio rosso."
"Alec
tutto a posto?" mi chiese l'insegnante di recitazione,
bevendo dalla bottiglietta, senza staccarmi gli occhi di dosso mentre
quella di danza le tirava una gomitata cercando di nascondere un
sorriso.
"Possiamo finire prima? Giuro di recuperare questi minuti persi
esercitandomi a casa come un dannato. Farò anche il video."
la
pregai unendo le mani davanti a me. Finalmente c'era un cambio di
programma nella mia serata monotona.
"Non mi interessa il video dei tuoi esercizi ma puoi mandarmene uno
mentre quello stallone ti sorride."
"Quale stallone?" la fissai esterrefatto sperando che non dicesse
quello che già mi passava per la mente. Era telepatia?
"Non devi vederti con Damon? E' già qui sotto, ci
scommetto."
ridacchiò lei spalleggiata dall'altra insegnante. Mi sentivo
leggermente bullizzato in quel momento.
"Potrebbe essere un altro dei miei amici." ipotizzai io cercando di
arrampicarmi sugli specchi pur di non ammettere la verità.
"Alec, quando mai è successa una cosa del genere? Gli unici
che
vengono a prenderti sono tua madre, Paul e Damon e spero vivamente che
proprio questa sera sia quest'ultimo. Non ho ragione?" sentii di essere
arrossito dai loro sguardi gongolanti. Non sarei riuscito a scappare
dalle loro macchinazioni.
"Tra l'altro dall'ultimo aggiornamento di IG alcuni fans lo hanno
paparazzato qui fuori vicino alla sua macchina intento a scrivere al
cellulare."
"Anch'io ho visto quel video! Scriveva con un bel sorriso sulle labbra,
poi lo hanno chiamato e si è accorto che lo stavano filmando
e
ha salutato i fans per poi tornare in auto. Dopo che il suo manager ha
postato la foto di lui che dormiva e poi una che diceva che Brian se ne
stava
tornando a casa da solo senza il passaggio di Damon, internet
è
impazzito. Adesso tutti si stanno chiedendo con chi sarà
l'appuntamento di stasera. La serata è lunga, ne prevedo
delle
belle." quelle parole mi fecero imbarazzare, ma ridacchiai per non dare
troppo nell'occhio. Sembrava spionaggio.
"Fossi in te mi affretterei, non fartelo sfuggire. E' sempre paziente e
gentile quel ragazzo ogni
volta che si presenta qui per aspettarti, seduto in un angolino con gli
auricolari alle orecchie per ascoltare musica nell'attesa. Sono
invidiosa." si lamentò l'insegnante di ballo allontanandosi
mentre mormorava qualcosa sui poveri cuori single e le ingiustizie
della vita.
"Grazie. Ci vediamo la prossima volta."
"Ricordati la foto!" mi urlò dietro l'insegnante di
recitazione
mentre mi affrettavo ad uscire come se mi stesse rincorrendo un branco
di rinoceronti. Non volevo lasciarlo troppo in balia dei fans, sapeva
come gestirli ma era stanco quella sera e ci teneva alla sua privacy
per le cose
importanti. Era già costantemente sotto i riflettori da
anni,
dargli un pò di tregua ogni tanto lo avrebbe fatto soltanto
rilassare di più. Aveva bisogno di respirare.
Salutai con un cenno alcune persone che lavoravano in quel centro e
uscii velocemente dalla porta principale guardando in tutte le
direzioni per accertarmi l'assenza di gruppi di fans. Per fortuna via
libera, era strano visto che Damon doveva essere nei paraggi. Li aveva
seminati in qualche modo? Non mi feci più domande in merito
appena scorsi la sua auto che mi fece gli abbaglianti parcheggiata poco
distante da dove mi trovavo. Mi avvicinai mentre abbassava il
finestrino dal lato del passeggero e si chinava per sorridermi. Era un
colpo al cuore quel maledetto sorriso, decisamente un'arma pericolosa.
"Ciao cappuccetto rosso, cosa ci fai qui a quest'ora?"
"Ti porto a festeggiare fuori. Salta su, questo è un
rapimento
in piena regola. Per la cronaca, ho già avvisato tua madre.
Stasera farai tardi." mi fece l'occhiolino attirando sempre di
più la mia curiosità, quell'uomo era una
continua
sorpresa. Non passava
giorno senza riempirmi di piccole attenzioni, non ne potevo
più
fare a meno. Certo che poi i miei standard per la persona ideale non
potevano accontentarsi di qualcuno da meno. Sapevo di dovermela
prendere con lui ma non potevo, mi piaceva la nostra relazione. Avrei
fatto la firma per avere quel rapporto per sempre. Non me lo feci
ripetere una seconda volta e salii in auto con lui. Quello era il mio
posto, aveva sempre guidato lui quando uscivamo insieme e mi sentivo al
sicuro. Era un guidatore prudente, specialmente se a bordo aveva
qualcuno, odiava il traffico e imprecava sempre appena vedeva qualcuno
tagliare la strada e si accertava se la persona accanto si era fatta
male. Si prendeva sempre cura di tutti, ma chi si prendeva cura di lui?
Quel compito spettava a me, era mio di diritto. Non lo avrei lasciato
andare da solo.
"Un rapimento piuttosto meticoloso. Figurati se mia madre non era
d'accordo. Ti adora più di quanto faccia con suo figlio."
finsi
di lamentarmi mentre allacciavo la cintura di sicurezza. Effettivamente
mia madre stravedeva per il mio compagno, mi chiedeva sempre di lui e
mi faceva portare così tanti dolci da fargli venire il
diabete.
Come se non potesse procurarseli da soli in un qualsiasi supermercato.
Mia madre e mia sorella Hope erano innamorate del suo sorriso. Ne
potevo capire il motivo, era affascinante quando era serio e si metteva
in posa per i riflettori ma quando sorrideva stordiva chiunque fosse
nei paraggi. Nessuno si salvava.
"Conquisto sempre le madri. Andiamo al solito posto, va bene?"
"Non chiedo di meglio, ho tanta fame. Dam facciamo una foto? Devo
pagare una promessa." gli chiesi prendendo il cellulare.
"Non c'è problema vieni qua." si avvicinò e ci
mettemmo
in posa facendo gli scemi. Feci qualche scatto e poi scelsi la foto da
pubblicare su IG con una frase ad effetto mentre lui riprendeva a
guidare verso la nostra meta. Ormai i fans sapevano già che
Damon era uscito fuori, confermare i loro sospetti non era un problema.
Era una semplice cena tra amici, che ci vedessero quello che volevano
vedere. Non ci facevamo pensieri in merito. Appena pubblicata piovvero
talmente tanti cuoricini seguiti da innumerevoli commenti da parte di
chiunque. Erano tutti attaccati al cellulare? Risi divertito. "Adesso
saranno tutti più felici." mormorò lui svoltando
a destra.
"Oddio, forse dovevo mettere qualche filtro prima di postarla! Sono
senza trucco e mi si vede il brufolo!"
"Sei carino lo stesso, ti adoreranno tutti." affermò lui con
sicurezza sorridendomi. Mi stavo sciogliendo, mi affrettai ad abbassare
lo sguardo imbarazzato verso la foto sul cellulare. Il mio cuore
martellava così forte che lo sentivo nelle orecchie.
Perchè avevo sempre quelle strane reazioni quando ero con
lui?
"Siamo buffi. Wow! In pochi secondi tutti questi cuori? Siamo sulla
bocca di tutti. Tutti stanno commentando...James e Kevin stanno
incitando la massa. Hope ha messo la faccina con i cuoricini negli
occhi...hanno persino commentato le nostre madri che ci augurano buona
cena. Tua sorella...oddio!" lanciai un gridolino esterrefatto che lo
fece frenare di colpo prima di andare a sbattere contro la macchina di
fronte a noi ferma davanti al semaforo. Per fortuna non era successo
nulla.
"Così mi stai spaventando. Cos'ha scritto Alice?" il suo
tono terrorizzato mi fece quasi ridere.
"In realtà non ha proprio scritto, sono una serie di emoji
che
messe insieme parlano fin troppo. Un uomo una mano un pugno chiuso e un
altro uomo, ha scritto anche fighting. James le ha risposto a tono con
altre emoji con la faccina con gli occhiali da sole un applauso e anche
lui ha scritto fighting. Non sapevo andassero così
d'accordo."
"Quando si parla di spettegolare sono i primi a confabulare insieme. Se
non fosse mia sorella avrei già segnalato il suo profilo su
IG."
borbottò lui infastidito riprendendo il controllo dell'auto.
"Consolati con il fatto che ancora nessuno sa che è tua
sorella."
"Ancora per poco, se va avanti così non sarà
difficile da
scoprirlo. Giuro che appena ci riesco le prendo il cellulare e le
cancello il profilo."
"Arriveresti fino a quel punto? Alla fine era solo un
incoraggiamento...poco velato, ma un incoraggiamento per la nostra
coppia immaginaria." cercai di calmarlo.
"Se ti fa piacere pensarla così, anche se in
realtà le
sue intenzioni sono diverse. Dovresti smetterla di sentire mia sorella.
Mi mette i brividi."
Appena arrivammo, il proprietario del piccolo ristorante ci venne
incontro felice di rivederci. Ci conoscevamo da molto tempo,
appena potevamo ci rifugiavamo in quel posticino molto intimo e poco
pretenzioso dove cucinavano piatti deliziosi. Qui non ci trattavano da
persone famose ma da familiari e ci prendevamo in giro a vicenda.
Raggiungemmo il nostro solito tavolo, vicino alla grande vetrata che
portava a un verde e rigoglioso giardino interno, e salutammo la moglie
e la figlia del proprietario che presero i nostri ordini
complimentandosi per il nostro live. Anche loro erano nostre fans e di
solito facevano a turno per mandare via eventuali paparazzi in cerca di
qualche scoop sensazionale. Si poteva parlare di scoop una cena tra
migliori amici? Appena ci servirono i primi piatti, Damon ci
scattò un'altra serie di foto per commemorare il nostro
primo S.
Valentino insieme. Ne pubblicò una chiedendomi la conferma e
poi
si scusò per andare un momento in bagno. Entrai su IG e,
come
volevasi dimostrare, anche quella foto fece scalpore tra i fans. Avevo
quasi paura di vedere un'orda di gente radunarsi all'entrata del
ristorante a urlare i nostri nomi. Scorsi i vari messaggi e sorrisi
divertito leggendone alcuni dei nostri amici che ammiccavano troppo al
dopo cena e di non affaticarci che avevamo del lavoro da fare
l'indomani. James si
lamentava di non essere stato invitato visto che pagava Damon e lui
voleva scroccargli un pasto. Il telefono squillò e sperai
con
tutto me stesso di uscirne vivo il prima possibile.
"Ciao cognatino, tuo marito è nei paraggi o avete
già concluso?"
"Ciao Alice, Damon è andato in bagno."
"Che pivello! Stavo vomitando arcobaleni a forma di cuore durante la
diretta. Eravate teneramente imbarazzanti. Ho letto il labiale, lo hai
chiamato stallone! Stavo morendo dalle risate!"
"Grazie...del complimento?" ero confuso, non sapevo mai come prenderla.
"Si, era un complimento Alec. Siete stupendi insieme. Di che umore
è il mio fratellino? Ha letto il mio incoraggiamento su IG?"
mi
chiese lei con la voce divertita.
"Si e per poco stava per tamponare la macchina di fronte."
"E tu cosa ne pensi?" domanda insinuosa, come al solito decisi di
rispondere in modo pragmatico. A volte mi intimoriva quel lato del suo
carattere.
"Ammiro molto Damon, so che si sta vedendo ancora con Trevor. Non
vorrei che equivocasse le cose e che sorgessero dei problemi tra di
loro." mormorai menzionando il nome di quell'uomo che non avevo ancora
conosciuto ma che era presente nella vita del mio compagno. Il fatto
che non me lo avesse ancora presentato mi infastidiva un pò,
come se Damon volesse mettere distanza tra quei due lati della sua
vita. Non volevo farmi troppe domande perchè le risposte
potevano fare male.
"Sono grandi e vaccinati, se voleva frequentare un attore sapeva a
quali rischi andava incontro. Damon è sempre onesto sulla
sua
vita quando inizia a frequentare qualcuno, non nasconde mai nulla per
non ferire o essere ferito. Ne ha già passate fin troppe. E
poi
se ti fai tutti questi scrupoli perchè ti ritrovi a passare
la
serata romantica di S. Valentino con lui? Nessuno avrebbe equivocato se
non foste usciti insieme e pubblicato delle foto su IG confermando i
sospetti dei fans. Lo sai che domani mattina presto Damon deve trovarsi
a cinque ore di macchina da li per un servizio fotografico con
intervista? E' venuto li per te, per non lasciarti solo stasera e
perchè è un modo per dimostrarti quanto tu sia
importante." non c'era più traccia di ilarità nel
suo
tono di voce. Era una tigre quando doveva difendere il fratello.
Nonostante il loro rapporto da cane e gatto si supportavano entrambi
mostrando i denti.
"Lo so, lui ci tiene a me."
"Forse più di quanto riesca ad ammettere. Ma tu Alec? Quanto
veramente tieni a lui? Ti sta bene che veda Trevor?" quella era una di
quelle domande a cui preferivo non rispondere. Se Damon non me lo aveva
mai presentato che diritto avevo io di mettermi in mezzo in quella
relazione? Non conoscevo quell'uomo ma speravo veramente che fosse
serio nei confronti del mio partner.
"Se a lui fa stare bene frequentarlo, a me sta bene. Voglio vederlo
felice."
"E' più facile parlare con il muro. Cognatino adesso ti
lascio,
non sfinirlo troppo che domani mattina deve essere figo ed è
difficile togliere le borse sotto gli occhi. Ah dimenticavo! Ti giro un
link, ti piacerà. Buona serata."
"Buona serata Alice."
Appena misi giù, controllai il messaggio che mi era appena
arrivato con tante di quelle scritte in grassetto che mi urlavano di
aprire quel link subito. Mi sembrava il segnale di allarme prima di
un'esplosione. Diedi uno sguardo verso il bagno ma ancora non c'era
traccia di Damon. Che fine aveva fatto? Era stato risucchiato nello
scarico? Il cellulare squillò di nuovo. Prevedevo una lunga
ramanzina e non ne avevo voglia in quel momento. Presi coraggio e
risposi alla mia ragazza.
"Vedo che ti sei organizzato per stasera." il suo tono velenoso mi fece
capire quanto era arrabbiata in quel momento ma non ne aveva il motivo.
"E' stata un'improvvisata, tu non eri disponibile."
"Lo sai che sto lavorando, te lo avevo detto. Avevi detto che saresti
rimasto a casa."
"Sono uscito soltanto con Damon, non è la prima volta che
mangiamo insieme. Cosa c'è di male?" cercai di restare calmo
ma
era difficile. Cosa pretendeva?
"E' una cena di lavoro?"
"Una cena tra amici. Le fai anche tu ogni tanto."
"Si ma te lo dico in anticipo e ti invito persino!"
"Allora la prossima volta ti invito a pranzo con noi!" le venni
incontro per smorzare quella conversazione. Ero stanco di litigare con
lei. Avrei voluto trovare un punto di incontro per farle accettare
Damon nella mia vita ma lei sembrava sempre restia. Si era
già
fatta un'opinione sbagliata su di lui e, nonostante il fatto che
cercavo di mostrarle la persona reale dietro quei falsi pettegolezzi,
non ero riuscito a farle cambiare idea.
"Non voglio essere il terzo incomodo tra voi due."
"Perchè dovresti essere tu? Sei gelosa?" quella cosa mi fece
quasi ridere. Sinceramente non mi piaceva quell'idea. Non mi piaceva la
gelosia, mi infastidiva e mi dava noia. Non l'avevo mai provata e non
la capivo.
"Non mi fido di lui. Forse sta aspettando il momento giusto per
provarci appena volto le spalle."
"Fin da subito abbiamo chiarito che avremmo avuto soltanto una
relazione lavorativa. Adesso siamo soltanto amici, non c'è
nulla di
cui preoccuparsi. Hai finito di lavorare?"
"Non ancora. Ci sentiamo più tardi."
Sentii soltanto il segnale di interruzione della chiamata, poi
più nulla. Sicuramente avrebbe tirato fuori il discorso
appena
possibile, non mollava facilmente la presa. Odiavo litigare per delle
sciocchezze simili. Perchè non riusciva a capirmi?
Sconsolato,
tornai al link che mi aveva inviato Alice e aprii il video. Non era la
prima volta che la sorella di Damon mi inviava quei video fan made. Ad
essere sincero ogni tanto mi piaceva guardarli, mi davano una
sensazione di calore e conforto come quando lui mi prendeva tra le
braccia. Per me era ancora strano vedermi come protagonista di uno di
quei filmati. Quanti ricordi in quel breve video che partiva dal nostro
primo incontro. Quante cose erano cambiate in quei mesi, il nostro
rapporto era cambiato. Era un continuo evolversi verso qualcosa di
nuovo, verso qualcosa che mi faceva sentire bene e al sicuro. Qualcosa
che a lungo andare non sarei riuscito più a farne a meno. Mi
ricordavo ancora quanto ero impacciato le prime volte, in totale
imbarazzo mi affidavo a lui come se fosse un mio mentore. Lui mi aveva
insegnato molte cose, ero grato di averlo conosciuto. Nonostante
fossimo ancora due estranei si notava già l'inizio
dell'intesa
che ci aveva portato fino qui. Quando finii di vederlo, il mio
stato d'animo era cambiato all'improvviso. Qualunque irritazione era
sparita completamente dalla mia testa, mi sentivo felice e rilassato.
Questi eravamo noi, solo noi.
"Ti ha cercato qualcuno?" mi chiese Damon avvicinandosi mentre faceva
un cenno con il capo verso il cellulare tra le mie mani. Lo spensi
prima che potesse vedere qualcosa.
"Tua sorella voleva sapere se ci stavi dando dentro." ridacchiai
prendendolo in giro.
"Giuro che la disconosco! Non risponderle più. E'
inquietante
pensare che vi sentite alle mie spalle." fece una smorfia per poi
prendere in mano le posate e iniziare a servirsi scegliendo tra diversi
piatti.
"E' pur sempre tua sorella. La mia famiglia è la tua
famiglia,
non avevi detto questo?" gli ricordai prendendo il bicchiere di birra
davanti a me.
"Si ma non includeva quella lingua lunga." borbottò lui
mettendomi sul piatto un pò di pollo piccante che tanto mi
piaceva mangiare rifilandomi anche molte verdure. Un compromesso per
farmi mangiare più sano, ormai era una prassi per noi. Se
fosse
stato per me avrei mangiato pollo fritto piccante ogni giorno ma Damon
mi avrebbe bacchettato a dovere.
"Poi mi ha cercato Veronica. E' gelosa del nostro rapporto. Pensa che
mi terrai un agguato quanto prima."
"Non sapevo di essere diventato il Re Leone." ridacchiò con
la
bocca piena mettendosi una mano davanti per paura di sputacchiare.
"Il mio piccolo grande Simba." lo presi in giro facendo una vocetta
sdolcinata iniziando a mangiare.
"Mia cara Nala attenta al tuo collo, potrei morderti e metterti
incinta velocemente." ammiccò verso di me con un sorriso
malizioso, appena
incrociai il suo sguardo abbassai immediatamente il mio sul piatto.
Come faceva a dire cose del genere come se nulla fosse in pubblico? Ero
arrossito, dannazione a lui. Tutto di lui era da censurare.
"Spiritoso. Le ho detto che uno di questi giorni avremo pranzato
insieme tutti e tre. Ti va bene?" avevo bisogno di avere una conferma
da lui altrimenti non si sarebbe fatto nulla. Non volevo imporgli
niente contro la sua volontà. Era più importante
lui che
uno stupido pranzo.
"Certo, mi piacerebbe conoscere la ragazza del mio partner lavorativo.
Organizza e poi fammi sapere la data. Conosci il mio calendario. Adesso
mangiamo altrimenti si fredda." con quelle parole restammo in silenzio
a gustarci la nostra cena. Improvvisamente Damon si era chiuso in se
stesso di fronte a me, c'era fin troppo silenzio fra di noi. Non era
stata una
buona idea parlargli di Veronica, in qualche modo avevo guastato
l'armonia della serata a causa di quella stupida gelosia e di me che
cercavo di andarle dietro per calmare le acque. Mi tornarono in mente
alcune immagini di quel video e tanti di quei retroscena che non tutti
conoscevano, alcuni dei quali persino Damon ne era all'oscuro. Forse
potevo rivelarne alcuni per distrarlo dall'argomento di prima.
"Navigando su IG a tempo perso ho trovato uno dei tanti video che hanno
fatto i fans su di noi. Devo ammettere che era piuttosto interessante.
Mostrava l'evoluzione del nostro rapporto da quando ci siamo incontrati
fino ad oggi. Hanno fatto un buon lavoro con quell'omaggio." dissi con
finta non curanza mentre assaggiavo le zucchine e con la coda
dell'occhio continuavo ad osservarlo attentamente.
"Circolano tantissimi filmati su di noi. Per fortuna ci sono
più fans che ci amano piuttosto che haters che
sparlano, ma
è un
attimo per rovesciare le carte in tavola. Un semplice errore
può
essere una macchia indelebile che non si riesce più a
mandare
via, te lo ricorderanno sempre anche se ormai è nel passato.
Non
posso fare a meno di ringraziare tutte le persone che sostengono il
nostro lavoro e che ci amano." sapevo che aveva sempre paura di fare un
passo falso ed era sempre attento affinchè non succedesse
nulla
di tutto ciò. Programmava tutto fin nei minimi dettagli, era
meticoloso e serio per quanto riguardava il lavoro.
"Ricordi la prima volta che abbiamo provato insieme? Quando sei entrato
in quella camera con espressione sorpresa perchè non avresti
mai
immaginato che ti avrebbero chiamato di nuovo."
"Si ricordo ancora, eri nervoso e a disagio. Era la prima volta per
te." annuì lui concentrandosi su di me.
"La prima di tante volte. Avevo provato tre scene con altri candidati,
erano principalmente battute di litigate e provocazioni. Poche di
approcci fisici. Non so
nemmeno quanto tempo sono rimasto in quella stanza prima che ti
chiamassero. Ero esausto e nessuno li dentro era contento, non avevano
trovato quello che cercavano. Non c'era alchimia con nessuno, pensavo
già che avessi fallito quel provino."
"Poi mi hanno chiamato."
"In realtà io ti ho fatto chiamare." confessai dopo alcuni
secondi di silenzio.
"Come?" smise di mangiare guardandomi sorpreso.
"Meg ha visto le mie difficoltà ad approcciarmi agli altri.
Ha
detto che ero uno dei candidati migliori per quel ruolo ma che voleva
trovare qualcuno che potesse sconvolgermi al tal punto da farmi
arrossire. A quel punto avevano tirato delle foto che avevo fatto con
gli altri attori e tra quelle c'erano anche le nostre. Quelle ragazze
hanno parlato a raffica di quanto eravamo carini insieme e Meg
continuava a fissarmi. Sapevo che non sarei riuscito a recitare certe
scene con chiunque e sapevo anche che eri stato l'unico con cui sentivo
un certo feeling. L'unico che sentivo di poter baciare. L'unico che
avrei voluto baciare. Meg mi ha chiesto di scegliere e io ho scelto
te." mi sembrava di essermi liberato di un peso sulle spalle. Non avrei
mai pensato di raccontargli quella storia, adesso però mi
sentivo intimidito e temevo per ciò che avrebbe pensato.
Abbassai lo sguardo sentendomi arrossire.
"Non lo sapevo." mormorò lui con un mezzo sorriso dopo aver
bevuto una lunga sorsata di acqua.
"Ecco perchè ero così nervoso quando sei entrato
in
quella stanza. Ero imbarazzato al pensiero che tu potessi venirne a
conoscenza quindi non riuscivo a guardarti negli occhi. Ma avevo scelto
te fin da subito, eri l'unico che mi scombussolava dentro."
"A dire il vero quella sera, prima che ci confermassero come membri del
cast, Meg mi ha chiamato per chiedermi del
provino che avevo fatto con te. Di come mi ero sentito e di come ero
riuscito a farti arrossire con un solo sguardo. Poi mi ha chiesto degli
altri attori, che
bene o male conoscevo già, con i quali avevo già
interagito per altre parti in vari casting. Mi aveva detto che non mi
voleva nella
parte di un personaggio secondario ma che aveva intenzione di
riportarmi alla ribalta dandomi il ruolo di uno dei protagonisti
perchè lei credeva in me. Io ero meravigliato, solo un bacio
poteva valere come un provino? Cos'aveva visto la regista senza nemmeno
farmi dire qualche battuta? Alla fine mi ha chiesto con chi avrei
voluto fare coppia nella serie, chi sarebbe stato perfetto in quel
ruolo. Non avevo provato con gli altri candidati ma sapevo come
lavoravano. L'unico che mi era venuto in mente eri tu, eri alle prime
armi e
il personaggio era di gran lunga diverso dalla persona che avevo
incontrato ma sentivo che eri giusto per la parte. Eri riuscito a
seguirmi così facilmente con un solo bacio. Eri come creta
da
modellare nelle mie mani. Avevo già sentito una certa
chimica
tra di noi appena avevi incrociato il mio sguardo, mi incuriosivi.
Volevo lavorare con te...e baciavi veramente bene." il suo sorriso mi
stordì così tanto che per un momento non capii
più
nulla. Quel sorriso coinvolgeva ogni singola parte del suo volto, era
così carico di affetto che il mio cuore ne era colmo. Avrei
voluto immortalarlo in una fotografia in quel momento e tenerla sempre
accanto a me quando avevo bisogno di conforto. Mi stavo sciogliendo
come neve al sole. Mi portai una mano all'orecchio sentendolo bollente
e spostai il mio sguardo da un'altra parte mentre bevevo. Non riuscii a
trattenere un sorriso felice.
Dopo la nostra piccola ma importante confessione la cena
filò
liscia come al solito tra scherzi e risate. Non ero solito parlare
tanto ma con lui mi risultava facile, avevo sempre voglia di
confrontarmi con lui per qualsiasi cosa e raccontargli tutto quello che
mi saltava in testa. Ci scattammo altre foto che però non
pubblicammo. Salutammo i proprietari e tornammo alla sua auto. Mise la
playlist delle canzoni che piacevano ad entrambi e partimmo cantando
insieme sulle note di Walk this Way dei Run DMC. La sua voce era
stupenda, sempre intonata e melodiosa persino nella parte rock piena di
energia. La mia
aveva troppe stonature nonostante avessi iniziato a prendere alcune
lezioni di canto, quindi preferii cantare i versi rap. Avrei tanto
voluto che mi insegnasse lui.
Parcheggiò di fronte al mio condominio e abbassò
la
musica girandosi verso di me. Non avevo voglia di vederlo andar via ma
sapevo che lui era stanco e doveva lavorare.
"Grazie per questa serata Damon. Mi sono divertito."
"Mi sono divertito anch'io. Dovremmo organizzarne un'altra."
"Puoi sempre farmi una sorpresa. Mi piacciono le sorprese. Ti sto
facendo fare tardi. Tra qualche ora dovresti metterti in viaggio, forse
era meglio vederci un altro giorno." sospirai sentendomi in colpa.
"Non preoccuparti, non avrei rinunciato a questa cena. Apprezzo ogni
istante del tempo passato con te. Sei la mia ricarica personale
portatile." mormorò lui stringendomi una mano sul braccio
per
rassicurarmi delle sue parole. Sapevo che era sincero.
"Su su, adesso vai a dormire prima che domani mi darai la colpa delle
foto non riuscite. Brian si arrabbierà! Mandami un messaggio
appena arrivi." gli strinsi una spalla massaggiandola per qualche
secondo con le dita. I suoi muscoli si rilassarono e lui mi sorrise.
"Si mamma, sarà fatto. Buona notte."
Scesi dall'auto e lo salutai con la mano mentre lui ricambiava con un
cenno del capo facendo inversione. Lo osservai allontanarsi lentamente
e non rientrai a casa finchè non sparì dalla mia
visuale.
Ero preoccupato per la sua salute. Troppi lavori e poco tempo per
riposare. Non capiva quando doveva prendersi una pausa. Salutai mia
madre con un bacio sulla guancia raccontandole brevemente della cena,
non volevo rivelarle troppo in merito al mio rapporto con Damon anche
se in realtà lei capiva fin troppo. Arrivato in camera presi
il
cellulare e trovai un messaggio da parte di Veronica, non mi ero
nemmeno accorto che fosse arrivato.
"Ricordo
che
domani sera sei libero. Usciamo insieme Alec, solo io e te. Cena, film
e massaggio con olio. Ci sto! Ci vediamo domani. Buona notte."
A quanto pare aveva deciso tutto da sola senza interpellarmi come al
solito. Pazienza,
non era la prima volta che si comportava così. Forse avremmo
potuto chiarire la discussione che avevamo avuto prima. Volevo
risolvere il prima possibile così da non pensarci
più e
andare avanti con Veronica.
"Va
bene, ti chiamo domani per organizzarci. Buona notte."
-----------------------------------------------------------------------------------
Eccoci qua con il secondo capitolo. Spero che la storia fino a qui vi
piaccia.
Fatemelo sapere ;)
Ciao
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Un abbraccio di troppo ***
Behind your gaze 3
POV Alec
Erano quasi quattro ore che stavamo provando alcune scene ma c'era
sempre qualcosa che non andava bene. L'atmosfera sul set era
carica di tensione e stanchezza, di certo non aiutava il fatto che
avevamo l'aria condizionata fuori uso. Andavamo avanti tra bibite
fresche e ventilatori portatili. Forse non si erano ricordati che
avevamo diritto a una pausa. Nessuno fiatava, tutti troppo impegnati
per portare a termine il lavoro. Presi una bottiglietta di tea verde e
lanciai uno sguardo attento a Damon, intento a discutere con la regista
e Claire, la sceneggiatrice, per migliorare la scena in questione. Era
tutta la mattinata che
continuavo ad osservarlo, fin da quando era venuto a prendermi sotto
casa. Aveva detto di non essere riuscito a dormire bene quella notte,
il suo viso gonfio stanco e pallido diceva tutto. Mi ero preoccupato ma
lui aveva insistito dicendo che andava tutto bene e che ci stavano
aspettando. Era un uomo testardo e troppo gentile con chiunque, peccato
che in testardaggine io lo battevo in pieno. Appena lo vidi
massaggiarsi il collo e chiudere gli occhi, mi avvicinai di soppiatto e
gli allungai la bottiglietta aperta. Aprì gli occhi
sorpreso,
poi mi sorrise grato e bevve un lungo sorso. Mi misi alle sue spalle
per massaggiarle e sentii i suoi muscoli rilassarsi sotto le mie dita.
Gemette soddisfatto.
"Dam come ti senti?" mi avvicinai al suo orecchio sussurrando mentre le
due donne si allontanavano di una decina di passi. Ogni volta che ci
avvicinavamo qualcuno si allontanava sempre come a volerci lasciare
soli perchè si sentiva a disagio.
"Bene, non preoccuparti. Grazie per la bibita."
"Non sarebbe meglio fare una pausa? Sei esausto."
"Va tutto bene. Ho ancora energie. Tu hai bisogno di una pausa? Sei
stanco? Parlo con Meg per spostare la nostra scena insieme e andare
avanti con quella mia e di Kevin. Puoi andarti a riposare in camera,
sul letto sarai
più comodo." mi disse tutto ciò in tono
preoccupato
girandosi verso di me per afferrarmi una mano che strinse con
delicatezza. Il calore delle nostre mani strette l'una all'altra era
confortante e creava un legame.
"A volte ti darei tante di quelle craniate sui denti da obbligarti a
fare una dentiera." borbottai infastidito sciogliendo quel legame e
rimettendo le mani in tasca. Sentivo già la mancanza di quel
calore.
"Cos'ho detto di male?" mi chiese lui sorpreso e un
pò offeso dal mio allontanamento.
"Non ti prendi mai cura di te stesso e alla fine ti riduci in questo
stato. Questa volta non vincerai!" scossi la testa e lo superai.
"Che intenzioni hai? Alec!" cercò di fermarmi lui invano
mentre
mi piazzai di fronte alle due donne che smisero di parlare appena mi
videro.
"Meg scusa, possiamo fare una pausa? Tra un pò ci
ritroveremo
Damon svenuto a terra con la faccia spiritata. Poverino, ha una certa
età."
"Hey! Guarda che ti sento!" esclamò lui mettendosi al mio
fianco.
"Almeno l'udito è ancora buono." lo presi in giro facendo
una finta espressione schifata.
"Alec! Vuoi vedere cos'è ancora buono? Avvicinati e te lo
mostro!" mi affrontò lui raddrizzandosi per fare una delle
sue
pose fighe e naturali da super modello. Perchè dannazione
non
funzionava l'aria condizionata? Stavo andando in ebollizione sotto il
suo sguardo scuro.
"Disse il vecchietto della casa di riposo." mi ripresi in fretta
guardando da un'altra parte prima di fare una figuraccia.
"Sempre i soliti voi due! Comunque è vero, non hai una bella
cera." disse la regista mentre la sceneggiatrice annuiva concordando
con lei. Quelle due erano migliori amiche fin dal liceo ed erano
un'accoppiata vincente quando si parlava di trasposizione dalla novel
alla cinepresa. Erano talmente in sintonia che sembravano quasi gemelle.
"Meg io sto bene, posso farcela. Non devi preoccuparti." la regista
ignorò le sue proteste e si girò verso il cast e
la
troupe battendo le mani per richiamare l'attenzione di tutti.
"Ragazzi un'ora e mezza di pausa, il pranzo dovrebbe essere quasi
pronto! Alec è tutto tuo, prenditi cura di lui e non farlo
tornare prima di due ore."
"Agli ordini capo! Adesso sei tutto mio e non osare contraddirmi." gli
afferrai un braccio e lo trascinai via sotto gli occhi divertiti di
tutti. Li ignorai e proseguii per la mia strada senza dar retta a
nessuno.
"Dove mi stai portando? La mensa è da quella parte."
cercò di opporsi Damon strattonando la mia mano per farmi
fermare ma in quel momento tenni duro e continuai a trascinarlo con me
girando per un corridoio.
"Ma la nostra camera è di qua. Tu adesso dormi." aprii la
porta
che dava in una stanza in penombra, con un bel letto matrimoniale molto
invitante
piazzato in mezzo. Era la nostra stanza relax, tra una scena e un'altra
eravamo soliti riposarci la a meno che non fossimo talmente cotti da
addormentarci nei posti più insoliti e scomodi nonostante il
rumore che ci circondava. Lo spinsi dentro senza tante
cerimonie
e chiusi la porta dietro di noi. Almeno avremmo avuto un pò
di
privacy.
"Non ho sonno." cercò di lottare lui contro
l'ovvietà della situazione. In
quel momento sembrava un bambino piccolo che faceva i capricci, di
solito ero io quello a farli.
"Damon non farmi arrabbiare." lo minacciai lanciandogli un'occhiataccia
irritata.
"Non riesco a dormire." a quelle parole sbuffai e mi sdraiai sul letto
mettendomi comodo per poi picchiettare con la mano nel posto vuoto al
mio fianco.
"Vieni qui, sarò il tuo cuscino." dopo un attimo di
esitazione,
saltò sul letto posando il suo capo sul mio stomaco come
faceva
di solito. Era una delle sue posizioni preferite e a me non era mai
dispiaciuta.
"Non sono troppo pesante?" mi chiese con voce assonnata strofinando la
sua testa su di me facendomi lievemente il solletico. Sembrava stesse
facendo le fusa.
"Quando mai ti sei fatto scrupoli in merito? Adesso chiudi gli occhi e
riposati. Devo superare il livello e ho bisogno di concentrazione."
borbottai prendendo il cellulare dalla tasca e selezionando un gioco a
caso. Dopo qualche secondo di silenzio, mi posò una mano
sulla
pancia accarezzandola lentamente.
"Alec grazie. Scusa se sono testardo." lo sentii sorridere mentre
buttava fuori uno sbadiglio.
"La prossima volta ti lego alla testata del letto come punizione!
Dormi."
Quando sentii il suo respiro profondo, allungai la testa verso di lui
per accertarmi che era entrato finalmente nel mondo dei sogni. Dormiva
profondamente come un bambino. Misi da parte il cellulare e osservai il
suo profilo accoccolato a me. Il mio Teddy. Gli accarezzai dolcemente i
capelli, erano sempre soffici e profumati. Adoravo il suo profumo.
Osservai attentamente i suoi lineamenti, come faceva ad essere
così bello? Non mi stupiva che tutte le riviste
più
importanti volessero fare degli scatti con lui. Era bello, aveva
carisma e tutto di lui attirava l'attenzione. Sapeva come vendersi e lo
faceva con intelligenza, non voleva più essere fregato.
Tracciai
con le dita il suo volto, partendo dalle sopracciglia per poi seguire
la forte mascella. Gli sfiorai il naso e fissai quelle labbra carnose e
invitanti che non facevano altro che provocare. Stavo per accarezzarle
quando la vibrazione del mio cellulare mi fermò di colpo.
Come
al solito mi facevo distrarre dall'attrazione che provavo nei suoi
confronti. Dovevo smetterla subito. Presi il cellulare e guardai il
messaggio di Brian, il manager di Damon.
"Alec,
Damon è con te? Non riesco a contattarlo."
"Si,
l'ho portato in camera per riposarsi. Adesso sta dormendo."
"Grazie
Alec. Resta con lui, ne ha bisogno. Farò in modo che nessuno
vi disturbi. A più tardi."
Nel sonno Damon mi circondò la pancia con le sue forti
braccia e
mi strinse a se come se fossi il suo orsacchiotto. Adoravo i suoi caldi
abbracci. Iniziavo ad avere sonno pure io, mi abbandonai sul cuscino
con ancora la mano posata sulla sua testa.
Delle risatine soffocate che si allontanavano mi fecero svegliare
all'improvviso. Cos'era successo? Aprii gli occhi e mi ritrovai a
specchiarmi un due limpidi e profondi occhi azzurri, sembrava che mi
stessero aspettando. Perchè era così splendente
appena
sveglio? Era abbagliante.
"Ciao." mi sorrise lui massaggiandomi delicatamente il lobo di un
orecchio.
"Ciao. Che cos'era?" bofonchiai nascondendo uno sbadiglio con la mano.
Sentivo un'alitosi preoccupante, dovevo immediatamente lavarmi i denti
prima che se ne accorgesse. Mi stiracchiai tra le sue braccia
strofinando la testa sul suo torace. A quanto pareva mentre dormivamo
le
nostre posizioni si erano capovolte.
"E' appena entrato James con il suo dannato cellulare."
"Ha fatto un altro video di noi due che dormiamo insieme?" era inutile
fare quella domanda, non sapevo più nemmeno se ne ero
infastidito oppure no. Ormai circolavano già alcuni video di
noi
che, tra una ripresa e un'altra, ci accoccolavamo da qualche parte per
riposare. Tutti ci vedevano come una coppia e quella per loro era
l'ennesima conferma, un altro video del genere non faceva
più
tanta differenza.
"Si, mi dispiace. Mi sono svegliato tardi. Non ho potuto fermarlo." si
scusò lui massaggiandomi un fianco. Aveva l'espressione
contrita
ma non sembrava tanto dispiaciuto per quello.
"Che palle. E meno male che è nostro amico. Saremo di nuovo
su IG."
"Avrai ancora problemi?" mi tolse i capelli dal viso con attenzione
continuando a guardarmi. Mi sentivo viziato, nemmeno mia madre si
prendeva così cura di me. Sapevo che si stava riferendo a
Veronica e che non voleva minacciare in alcun modo la nostra relazione.
Voleva il meglio per me.
"Non importa, stavamo solo dormendo." minimizzai appoggiando di nuovo
la testa sul suo torace. Volevo tornare a dormire tra le sue braccia e
dimenticarmi del resto.
"Abbracciati."
"Non è la prima volta, finiamo sempre così quando
siamo
insieme. Sono piuttosto comodo." mi avvicinai all'incavo tra il collo e
la spalla e chiusi gli occhi respirando il suo odore. Ero ancora stanco.
"Anche il mio cuscino personale è abbastanza comodo."
mormorò lui massaggiandomi la pancia con un sorriso.
"Stai dicendo che sono grasso?" gli lanciai un'occhiataccia di sbieco
sentendolo ridacchiare.
"Sto dicendo che sei piacevolmente morbido. Grazie a te sono riuscito a
dormire bene."
"Bravo, ricordatelo che mi devi una cena. Sei crollato subito, eri
così tranquillo che avevo paura di disturbarti se mi fossi
mosso. Quanto abbiamo dormito?"
"Circa un'ora e mezza, ci resta giusto il tempo per mangiare qualcosa.
Forza andiamo." si mise a sedere di scatto guardando l'orologio al
polso. Lo vidi sistemarsi meglio la camicia spiegazzata, avrei voluto
dargli una mano ma in quel momento la voglia di restare disteso batteva
tutto.
"No, restiamo ancora un pò qui. Ho sonno."
"Alec alza il culo, ci siamo già riposati a sufficienza.
Dobbiamo andare a girare." cercò di tirarmi su prendendomi
per
un braccio. Resistetti trascinandolo di nuovo a letto con me.
"Uffa Teddy Bear. Nanna!" borbottai schiacciando la faccia sul cuscino.
Un attimo. Lo avevo fatto sul serio? Lo avevo chiamato veramente
così? Oddio! Adesso come avrei fatto ancora a guardarlo in
faccia? Non ne avevo il coraggio.
"Scusa, come mi hai chiamato?" lo sentii irrigidirsi per alcuni secondi
che mi sembrarono anni. Avevo appena commesso un errore.
"Hai sentito male, non ho chiamato proprio nessuno." mi nascosi ancora
di più tra le pieghe del cuscino stringendolo forte.
"Mi hai chiamato Teddy Bear?"
"Chi io? Naaa. Stai ancora dormendo." negai con tutto me stesso
cercando di allontanarmi da lui.
"Alec ammettilo!" l'infame iniziò a farmi il solletico,
faticai
a prendere fiato dal troppo ridere. Conosceva tutti i miei punti deboli
e li sfruttava a suo piacimento come al solito. Non potevo vincere con
lui quando ci si metteva. Fu una lotta impari. Io cercavo di scappare
dalla sua presa, lui mi agguantava nemmeno fosse una piovra. Mi mancava
il respiro.
"Va bene va bene! Basta mi arrendo. Ti ho chiamato Teddy Bear. Tu per
me sei Teddy Bear." sbottai arrendendomi a lui. Mi facevano male le
guance dal troppo ridere.
"Perchè?" aveva smesso di farmi il solletico ma ero stretto
ancora tra le sue braccia. Quella domanda mi solleticò
l'orecchio facendomi venire i brividi.
"Mi ricordi quel grande orso di peluche che avevamo visto al negozio di
giocattoli quando abbiamo preso il regalo per i gemelli. Il cartello
diceva: Ciao mi chiamo
Teddy, amo gli abbracci. Vuoi abbracciarmi?
Sei
coccoloso quanto quell'orso gigante. Ti dà fastidio questo
nome?" gli chiesi titubante azzardandomi a lanciargli uno sguardo.
"A dire la verità no. Mi piace. Quindi sono il tuo orso
coccoloso." sorrise lui sornione. Sembrava un gatto in procinto di
mangiare un topo e quel topo ero io. Mi agitai e distolsi lo sguardo
mettendomi a malincuore seduto. Creai una certa distanza tra di noi
sentendomi in imbarazzo. Mi sconvolgeva sempre con poco. In
realtà lui era il mio punto debole.
"Da oggi in poi ti chiamerò Teddy."
"Ricordati solo di tenerlo tra di noi. Che non salti fuori durante le
interviste, già chiacchierano fin troppo della nostra
relazione. Non alimentiamo ancora di più quel fuoco."
"Lo prometto."
"Beh, allora dovrò trovare io un nomignolo da darti." a
quelle
parole mi allarmai immediatamente. Sapeva come farmela pagare cara.
"Non osare metterti in testa strane idee o nomi assurdi."
"Ci penserò su. Adesso andiamo, non facciamoli aspettare
troppo.
Abbiamo ancora del lavoro da fare." si mise in piedi, pronto per
tornare ad essere professionale.
Sbuffando controvoglia, afferrai la sua mano che mi alzò
letteralmente dal
letto e lo seguii sbadigliando verso la mensa quasi deserta. Prendemmo
i vassoi che ci avevano messo da parte e ci sedemmo a un tavolo
iniziando a mangiare tranquillamente.
"Come va con Veronica? Avete fatto pace?" mi chiese lui prima iniziare
a mangiare il riso.
"Siamo arrivati a un punto in cui è inutile rincorrersi.
Abbiamo
tempi sbagliati, momenti di silenzio assoluto perchè non
abbiamo
più niente da dirci. Forse ci siamo stancati entrambi a
volerci
riprovare. Sono cambiati i nostri interessi." mormorai fiaccamente
mentre spostavo il cibo da una parte all'altra del piatto.
"Cosa vuoi fare?"
"Le ho chiesto un appuntamento per stasera per mettere le carte in
tavola. Tengo ancora a lei, non voglio farla soffrire."
"Qualunque cosa tu faccia, io sarò al tuo fianco. Fai solo
ciò che nel tuo cuore senti che sia giusto e che ti renda
felice. Il resto non conta, lo risolveremo passo dopo passo insieme."
la serietà delle sue parole e del suo sguardo mi fece
battere
forte il cuore. Era sincero, lo sapevo. Mi avrebbe protetto da
qualunque nuvola sarebbe comparsa all'orizzonte. Mi fidavo ciecamente
di lui. Ero sempre stato restio a fidarmi così ciecamente
delle
persone ma con lui era tutta un'altra storia.
"Grazie. Hai sentito più Trevor?" gli chiesi curioso di
sapere
che fine aveva fatto quel tizio che non avevo mai conosciuto. Non
pensavo che fosse stato così importante per Damon altrimenti
avrebbe sbandierato quella relazione di fronte a tutti. Era un tipo che
non riusciva a trattenere i sentimenti specialmente se era molto
coinvolto con l'altra persona.
"Da quando mi ha confessato di aver trovato qualcun altro di cui si
è innamorato non ho sentito più nulla. Mi sono
ritirato
lentamente nel mio angolino. Forse è stato un bene non aver
iniziato una vera relazione con lui. Sarebbe stato soltanto peggio dopo
per il mio cuore. Per
fortuna che non mi ha chiesto di rimanere amici."
"Ci mancava solo questo. Essere amico degli ex è la cosa
più sbagliata in assoluto." esordii io con decisione. Come
faceva quel tizio a preferire un altro a posto suo? Era fuori di testa?
Damon era praticamente perfetto, l'uomo che tutti volevano. Aveva
segatura a posto del cervello? Damon era stato fortunato a lasciarselo
alle spalle senza troppi traumi. Peccato che quella rottura era pur
sempre una tacca alla sua autostima.
"Aspetta, vado a prendere da bere."
Lo vidi allontanarsi all'improvviso come se volesse fuggire. Sentivo
che mi stava nascondendo qualcosa. Perchè si stava
comportando
in quel modo? Speravo fossero soltanto delle mie paranoie visto il
nostro legame e la promessa di dirci tutto senza nascondere niente.
Dovevo cercare di decifrare i suoi pensieri, ma non era sempre facile
con lui. Il cellulare di Damon
vibrò sul tavolo e come al solito diedi un'occhiata al
mittente
del messaggio. Mi si gelò il sangue nelle vene.
"Ciao
Dam, come stai? Posso chiamarti?"
Da quand'è che si sentivano ancora? Con che coraggio
continuava
a contattarlo dopo quello che gli aveva fatto? Come poteva Damon
accettare tutto ciò? Era questo che mi stava tenendo
nascosto?
Non voleva dirmi che sentiva ancora quell'uomo? Mi si chiuse lo
stomaco, ero completamente incazzato. Avrei voluto lanciare quel
dannato cellulare fuori dalla finestra e romperlo in mille pezzi
così come il proprietario di quel disgustoso messaggio. Mi
veniva da vomitare. Lo vidi tornare con in mano due bottigliette
d'acqua e me ne aprì una lasciandomela davanti. Se non stava
attento gliela avrei lanciata in testa maledicendolo di tutto.
"Alec va tutto bene?" mi chiese lui con fare preoccupato. Forse aveva
notato le scosse elettriche irradiate dal mio corpo?
"Meravigliosamente." il mio tono di voce risultò ironico e
acuto
mentre lasciavo le posate sul vassoio ancora pieno evitando il suo
sguardo.
"Perchè non mangi più?"
"Mi è andato qualcosa di traverso. Non credo di riuscire a
ingerire altro. Ti è arrivato un messaggio."
"Ah, grazie. Lo hai letto?" sbaglio o la sua voce sembrava allarmata
dopo aver scorto le notifiche? Adesso basta.
"No. Vado sul set, ci vediamo dopo." mi alzai di scatto buttando il
cibo nella spazzatura. Mi dispiaceva sprecare il cibo in quel modo ma
non
sarei riuscito a mandare giù più niente.
"Alec aspetta, vengo anch'io. Sei sicuro di stare bene?"
"Te l'ho già detto, va tutto bene. Andiamo."
Il mio umore non fece altro che peggiorare nelle ore successive. Lo
stavo evitando come la peste restando in disparte con la scusa di
leggere il copione. In tutto ciò lui era talmente
concentrato
sulle sue battute che nemmeno si era accorto del mio cambiamento. Che
razza di amico era? Solo James aveva avuto il coraggio di sedersi di
fianco per parlare con me.
"Hai litigato con Damon?" esordì lui tastando il terreno.
"No." ringhiai io lanciando mentalmente coltellate alla schiena del mio
partner che
stava parlando al cellulare. Era con lui? Rimpiansi di non aver
distrutto quel dannato cellulare.
"Ok...smettila di ringhiare altrimenti devo metterti una museruola.
Raccontami, ti ascolto."
"Tu conosci bene Chase?" gli chiesi di getto chiudendo il copione.
"Wow...non sento quel nome da un bel pò di tempo. Come mai
è saltato fuori?" mi chiese lui con cautela prendendo
l'argomento con le pinze mentre mi guardava attentamente.
"Gli ha mandato un messaggio."
"Cosa?" esclamò James con tono di voce acuto facendo voltare
alcuni membri della troupe.
"Si sentono ancora?"
"Che io ne sappia no, ma non prendiamo più quel discorso da
quando abbiamo iniziato questa serie. Cosa gli ha chiesto?"
"Se poteva chiamarlo. Com'è Chase?" volevo sapere di
più
di quel tizio. Volevo conoscere meglio la vecchia cotta di Damon,
capire cosa poteva aver visto in lui da fargli provare qualcosa.
"E' un ragazzo simpatico, gli piace giocare e fare lo scemo. Stava
molto sui social insieme a Damon, avevano aperto persino un canale
insieme. Erano molto in sintonia, ad entrambi piaceva la musica e
volevano diventare cantanti. Damon era molto preso da lui,
Chase...sinceramente non so cosa gli passasse per la testa. Era a
conoscenza dei sentimenti di Dam ma finchè lui restava in
silenzio in
merito, la
loro relazione non sarebbe cambiata. Chase non era mai stato chiaro e
tra l'altro era proprio lui a calcare la mano di fronte ai loro fans,
questo ha fatto immedesimare troppo Dam nel personaggio che
interpretava. All'epoca dividevano la stessa stanza nel condominio che
ci aveva affittato l'agenzia, avevano girato molti live li dentro.
Erano sempre appiccicati. Quella piccola cotta è diventata
amore
per Dam, ma in
realtà non penso che lo fosse veramente. Damon aveva trovato
qualcuno che lo accettava e sembrava che gli dimostrasse quell'affetto
che
lui agognava tanto, quindi ha confuso i sentimenti. Almeno secondo il
mio punto di vista. In apparenza Chase
sembrava la persona perfetta accanto a Dam, hanno ancora molti fans
inferociti al seguito che li rivogliono insieme."
"Lo so...ho letto tutti i commenti contro di me." borbottai chiudendo
gli occhi. Ero stanco di tutto ciò, non volevo sentire
altro.
Quelle cattive voci facevano male e non capivo come potessi
meritarmele. Non avevo fatto nulla di male eppure avevo persone che mi
odiavano dicendo che ero solo il rimpiazzo del vero partner di Damon.
Forse dicevano soltanto la verità visto come sembrava
l'intesa
tra di loro secondo il racconto di James.
"Mi dispiace, non riescono ad accettare il fatto che il passato ormai
è passato. Non si può più tornare
indietro e di
certo non credo che lo vogliano pure loro, almeno spero che usino il
cervello. Gran parte di quello che erano era fan service."
"Un pò come lo siamo noi." mormorai sempre più
scocciato.
"E' vero ma io conosco Damon da molto più tempo di te. So
che
dopo quella batosta lui è cambiato profondamente,
è
più cauto su tutto. Ha paura di lasciarsi andare ma con te
sembra diverso." perchè il suo tono convinto non riusciva a
coinvolgermi? Volevo veramente credere a James, ma volevo anche che
quell'idiota non soffrisse più per una cotta passata. Gli
lanciai un'altra occhiata vedendolo rimettere il cellulare in tasca e
tornare a parlare con la sceneggiatrice su alcune battute.
"Diverso in che modo? E' sempre e solo fan service. Nulla di
più."
"Questa è solo la rabbia a parlare, non sei veramente tu.
Fammi
capire bene. Sei arrabbiato per quel singolo messaggio, che
probabilmente non vuol dire niente, o perchè pensi che siano
ancora in
contatto?" quella domanda era subdola e lui lo sapeva bene.
"Perchè lui mi nasconde le cose dannazione! Non vuole
parlarmi
assolutamente di quella storia e ci sono molte cose che ancora non so.
Lui non si fida di me. Prima mi dice che non dobbiamo avere segreti poi
lui è il primo ad averne!" la rabbia mi assalì di
nuovo e
strinsi i pugni mentre la mia gamba aveva aumentato a muoversi con un
ritmo tutto suo. Sembrava posseduta.
"Calmati! Perchè invece di sbuffare qua in solitudine come
un
treno a vapore non vai ad affrontarlo?" si alzò in piedi
stirandosi la maglietta con una mano.
"Perchè dovrei se nemmeno si accorge che sono arrabbiato?"
forse
mi stavo comportando da bambino petulante ma in quel momento mi sentivo
così ed ero sempre più convinto di ogni mia
parola.
"A dire la verità, forse non te ne sei accorto tu, ma
è
da quando siete tornati dalla mensa che continua a lanciarti occhiate
da lontano. Non si è avvicinato perchè sta
lavorando,
però è stato proprio lui a chiedermi di venire da
te per parlarti. E'
turbato dal fatto che lo stai evitando e non ne capisce il motivo. Sii
onesto e sfogati con lui. Puoi dargli anche dell'idiota se serve a
farlo ragionare."
"Non voglio."
"Più tempo fai così più rischi di
perderlo e incrinare il vostro rapporto. Lui ci
tiene a te e la cosa è reciproca. Non fare il bambino e vai
da
lui."
A quelle parole mi bloccai di colpo. James si allontanò per
provare la sua scena con Kevin e l'attrice che interpretava sua cugina.
Come poteva andarsene in quel modo? Ero di nuovo da solo nel mio brodo.
Che palle. Quanto mancava ancora per tornare a casa? La voce di Meg
attirò la mia attenzione.
"Alec sei pronto? Giriamo la vostra scena adesso."
"Solo un minuto, devo prima parlare con Damon di una cosa." mi
avvicinai con calma, era ora di affrontare il toro per le corna e
finirla di mettere il broncio. Avevo bisogno di chiarire con lui, alla
fine James aveva ragione su una cosa. Ci tenevo così tanto a
quel rapporto che avrei fatto di tutto per non perderlo.
"Si va bene, però sbrigatevi che siamo già in
ritardo con
la tabella di marcia." mi disse un pò spazientita Meg mentre
si
organizzava con la troupe. Feci cenno a Dam di seguirmi e ci
allontanammo di qualche metro per avere una parvenza di privacy. Odiavo
dare troppo spettacolo per fatti personali.
"Mi vuoi finalmente dire cosa ti prende?"
"Si tratta di quel messaggio che ti è arrivato prima."
confessai
evitando ancora di guardarlo negli occhi. Misi le mani in tasca
stringendomi nelle spalle con insicurezza.
"Lo hai letto." non sapevo se fosse più sorpreso o mi stesse
accusando in qualche modo.
"Si...non mi vuoi dire niente?"
"Cosa ti devo dire? Era solo un messaggio come tanti altri." quando
azzardai a incrociare i suoi occhi lo vidi infastidito e in procinto di
arrabbiarsi. Dovevo essere io quello arrabbiato, non lui.
"Non mi sembra che Chase mandi messaggi come tanti altri. Lo senti
ancora?"
"Non penso che questi siano affari tuoi Alec." quelle parole mi fecero
male al petto.
"Sono il tuo partner, certo che sono anche affari miei." alzai la voce
con rabbia stringendo i pugni. Molte persone si voltarono verso di noi
ma li ignorai. Mi sentivo un vulcano pronto ad esplodere.
"Di lavoro, solo partner di lavoro. Non credere di poter interferire
con altre questioni. E' la mia vita." non stava urlando ma il suo tono
e il suo sguardo erano glaciali.
"Quindi non valgo proprio niente per te? Si tratta solo di lavoro.
Bene, grazie di avermelo chiarito. Adesso andiamo a lavorare collega,
ci
aspettano." detto ciò gli voltai le spalle per andare verso
Meg e i cameramen.
"Dannazione Alec!" lo sentii imprecare ma mi rifiutai di girarmi verso
di lui. Adesso dovevamo lavorare.
Il resto delle riprese continuarono con un'aria di tensione
palpabile. Se ne erano accorti tutti e nessuno sapeva come gestire
quell'atmosfera. Alcuni membri della troupe cercarono di farci fare
degli esercizi per scioglierci un pò e recuperare la nostra
intesa ma non sembravano dare i
loro frutti. Ci costrinsero a provare il copione tenendoci per mano e
guardandoci negli occhi. Peccato che in quel momento volevo incenerire
i suoi tanto acclamati occhi e mozzargli una mano. Ma quello era lavoro
e lo show doveva
andare avanti. Dovevo concentrarmi. Meg ci rinunciò e disse
che
per quel giorno ci saremmo fermati li e che avremmo ripreso l'indomani,
la prima scena era di nuovo la nostra. Coccole in vista, la scena
giusta in quel momento. La ringraziai con il capo
notando che Damon si alzava, voltando le spalle, ignorandomi
completamente. Questo mi ferì ulteriormente. Adesso faceva
lui l'offeso? James si fece avanti di nuovo ammiccando verso il nostro
collega in comune che stava scherzando con Kevin e Louise, un'altra
attrice del cast principale. Interpretava la mia ex ragazza nella serie
ma si era capito fino dalle audizioni che aveva un debole solo per lui.
Pendeva dalle sue labbra. Chi non lo faceva?
"Ti avevo detto di andare a parlargli non di litigare di fronte a tutti
come una moglie ferita." disse James raggiungendomi.
"E' colpa sua! A quanto pare devo farmi gli affari miei
perchè non sono altro che un collega di lavoro."
"Conosco Damon da anni, so che quello che ha detto non era
ciò
che pensava. Avete caratteri diversi e mentalità diverse,
lui
è anche più grande di te e con più
esperienza. E'
difficile che si apra del tutto ma con te ci sta provando. Non
è
facile per lui parlare di quell'argomento. Io c'ero durante quell'anno
e mezzo e ti dico che a fatica siamo riusciti a portare avanti la
seconda stagione, conta che è stata persino un mezzo flop.
Era difficile farli recitare insieme, hanno dovuto cambiare spesso il
copione e diminuire le scene insieme dei due personaggi. Meglio non
mescolare il lavoro con i sentimenti, l'ho sempre detto. Ormai era
tutto un
casino unico. Quasi tutti si erano schierati da una parte o dall'altra,
sembrava una disputa sportiva. Alec non voglio difenderlo, anche
perchè qui bisognerebbe sentire entrambe le campane e non
giudicare, ma so bene cos'ha passato. Gli erano rimasti pochi veri
amici e ha sofferto molto, tante porte gli si sono chiuse davanti senza
avere nemmeno la possibilità di dimostrare quanto valeva.
Forse
dovresti tentare di nuovo di parlargli senza andare subito con il piede
di guerra. Dovete risolvere la faccenda entro domani altrimenti Meg si
arrabbierà." mi avvisò lui con serietà.
"Come faccio a parlargli se mi sta ignorando? Guardalo! E' come se non
esistessi!" lo indicai con un cenno della testa in modo esasperato e
frustrato.
"Richiedi la sua attenzione come fai di solito, questo lo sai fare
piuttosto bene meglio di chiunque altro. Ha occhi solo per te. Comunque
Alec, secondo me questa è soltanto gelosia. Facci
un pensierino mentre decidi come fare un passo verso lui e porgere un
ramoscello di ulivo."
Io geloso? James stava di certo farneticando. Odiavo quando le persone
manifestavano gelosia e di certo io non ero assolutamente
geloso di
lui. James gli si avvicinò per sussurrargli qualcosa
all'orecchio, Damon annuì dandogli una pacca sulla spalla
come
saluto per poi tornare a parlare con Louise e Kevin. Decisi di alzarmi
per andare a parlargli quando Brian entrò in compagnia di un
altro uomo
che attirò completamente l'attenzione di Damon. Quest'ultimo
sorrise al nuovo arrivato con felicità mentre si chinava
leggermente per stringerlo in un
forte abbraccio ricambiato. E adesso chi diamine era quello? Aveva il
volto familiare ma non riuscivo a riconoscerlo. Vidi che
lo presentava ai due colleghi e la mia rabbia aumentò a
dismisura. Ed io cos'ero? Aria? Mi arrivò un messaggio da
Veronica che chiedeva se potevamo vederci in quel momento. Quella era
la mia via di fuga perfetta. Gli lanciai un'ultima occhiata prima di
superarli e lasciare definitivamente il set. Chiesi a Paul un passaggio
per andare al locale dove avrei poi incontrato la mia ragazza. In
silenzio, continuavo a guardare fuori dal finestrino con la mente
troppo confusa e agitata. La mia gamba non voleva stare ferma dal
nervosismo. Era per l'incontro con Veronica? O per il fatto che Damon
mi
aveva ignorato e trattato in quel modo come se non contassi nulla? Non
capivo più niente. Mandai un messaggio a
Veronica avvertendola di essere arrivato, misi un cappellino scuro con
visiera per cercare di non essere notato e scesi dall'auto. Dissi a
Paul che lo avrei contattato appena finito per farmi venire a prendere.
Ero pronto per affrontare uno dei miei problemi. Appena la vidi ad un
tavolo la raggiunsi guardandomi attorno.
"Potevi trovare un angolo un pò più buio.
Potrebbero
notarci." mi sedetti davanti a lei sentendomi a disagio. Mi calcai di
più il cappellino in testa con fare nervoso e mi incurvai
con le spalle.
"Non importa, ho fans ovunque. Sarebbe impossibile nascondersi con me
anche volendo."
"Ne abbiamo già parlato, eri stata proprio tu a dire di non
volerci far vedere insieme." le ricordai abbassando la voce mentre lei
sorseggiava tranquillamente il suo drink colorato. La vidi sorridere e
salutare qualcuno dietro di me e sperai che non si facessero avanti
fino ad arrivare al nostro tavolo per chiederle un autografo o una foto
insieme.
"Magari adesso ho cambiato idea. Magari voglio mettere in mostra la mia
proprietà."
"Non sono mai stato una tua proprietà, nè tua
nè
di nessuno. Eravamo una coppia...siamo una coppia." mormorai cercando
di correggermi all'ultimo momento. Stavamo ancora insieme.
"Finalmente mettiamo le carte in tavola. Siamo onesti una volta per
tutte, penso che sia arrivato il momento di farlo. Lo so che non sei
mai stato una mia proprietà, scusami per l'espressione. Le
cose
tra noi non vanno bene già da un bel pò, abbiamo
tirato
avanti finchè potevamo. Tu cosa ne pensi?" era la prima
volta
che mi parlava così apertamente del nostro rapporto. Non era
mai
successo. Se voleva l'onestà le avrei tirato fuori tutto,
cercando di non essere cattivo. Dopotutto avevamo avuto anche dei bel
momenti in passato, non potevamo dimenticarli.
"Mi piacevi molto, anche adesso mi piaci ancora. Mi dispiace ogni volta
che finiamo per litigare, ormai sembra che non sappiamo fare altro.
Questo sta
distruggendo il nostro rapporto."
"Ricordo ancora la prima volta che ti vidi in quel locale. Eri come un
pesce fuor d'acqua, ti avevano costretto a uscire i tuoi amici e tu
facevi finta di divertirti ma eri a disagio e continuavi a giocare al
cellulare. Nessuno se ne era accorto, troppo ubriachi per notare
qualcun altro oltre loro stessi che stavano facendo baldoria. Io ti
osservavo da lontano perchè mi
incuriosivi. Molte ragazze avevano provato ad avvicinarsi, ma tu le
mandavi via con qualche scusa senza farti scrupoli. Trovavo la cosa
interessante e poi eri piuttosto carino, quindi mi sono fatta avanti
portandoti un drink. Hai rifiutato persino me senza guardarmi in
faccia. Nessuno mi aveva trattata in quel modo, nessuno mi aveva mai
rifiutato. Ero famosa ma per te
ero come aria." ricordò lei indispettita osservando il
ghiaccio
sciogliersi nel suo bicchiere quasi vuoto. Mi tornò in mente
quella sera, sembravano passati anni.
"Non volevo essere li, ero a disagio. Era stata una giornata da
dimenticare e non ero di compagnia, stavo guardando IG per passare la
serata."
"Lo so, mi ricordo benissimo il servizio fotografico che stavi
guardando. Era di Damon. Ammetto che era piuttosto figo, come al solito
del resto." a quelle parole restai di sasso.
"Come?" mi raddrizzai sulla sedia. Di cosa stava parlando?
Perchè non ricordavo quel momento?
"Mi sembra strano che non te lo ricordi, stavi guardando gli scatti di
Damon. A quanto pare lui attirava già la tua attenzione
più di me fin dal principio. Siccome non volevo perdere, ti
ho incrociato mentre
uscivi dal bagno e ho fatto finta di scontrarti per poi macchiarmi il
vestito e dare la colpa a te. Finalmente mi guardavi. Poco
dopo abbiamo iniziato a frequentarci e adesso eccoci qui a fare il
resoconto della nostra storia. Com'è strano il mondo.
C'è
sempre stato lui fin dall'inizio, non lo sapevo nemmeno ma avevo perso
già in partenza."
"Non so..." ero smarrito.
"Alec, non mentire. Non farlo adesso. Cosa provi per Damon?" quella era
la domanda del secolo. Nemmeno io sapevo più cosa sentivo
per
lui.
"Non lo so. Sul serio...sono confuso. Oggi abbiamo persino litigato e
mi sento agitato. Ogni volta che sono con lui mi sconvolge
completamente." ammisi guardandomi le mani. Solo qualche ora prima ero
sdraiato tra le sue braccia sentendomi a casa, adesso mi sentivo vuoto
e spossato.
"Provi qualcosa di diverso rispetto a quello che provavi per me?
Qualcosa di più profondo?"
"Non lo so. Lui è più di un fratello per me."
perchè voleva sapere tutte quelle cose? Stava
scavando troppo a fondo per delle questioni che non volevo realmente
affrontare. Perchè le cose non potevano restare
così per
sempre? Litigata a parte. Tutti troppo curiosi di sapere qualcosa su
quella relazione, adesso ci si metteva pure lei.
"Dannazione! Come fai a non saperlo? Pensi a lui in continuazione? E'
la prima persona che chiami quando ti svegli? Parli sempre di lui? Ti
batte forte il cuore quando lo vedi? Arrossisci al suo sguardo? Sei in
trepida attesa mentre aspetti un suo messaggio? Ti senti solo quando
lui non è con te? E' la prima persona che vorresti vedere al
mattino e l'ultima che vorresti salutare prima di dormire?"
"Fermati, prendi fiato! Mi sembri una di quelle riviste rosa per donne
single in cerca di trovare qualcuno per accoppiarsi!" ridacchiai in
imbarazzo massaggiandomi un orecchio. Cosa era preso a
Veronica di
punto in bianco? Fino a cinque minuti prima stavamo ancora insieme e
adesso mi chiedeva dei miei sentimenti per Damon. Che strana.
"Alec! Se vuoi lasciarmi almeno fallo per un buon motivo. Le cose tra
di noi non vanno più bene da non so più quanto
tempo.
Più cercavamo di venirci incontro più ci
allontanavamo.
Sono sempre stata gelosa del tuo rapporto con Damon, non avevi tempo
per me ma non facevi altro che parlare di lui. Damon di qua, Damon di
la. Era come una terza persona sempre presente accanto a te anche se in
realtà c'ero solo io. Mi infastidiva solo sentirlo nominare.
Ero
io la tua ragazza o lo era lui? Amavi me o amavi lui? Ho sempre avuto
paura di farti queste domande perchè non volevo sentire la
risposta. Cosa provi per Damon? Non è una di quelle
interviste
che poi viene pubblicata on line, puoi essere sincero. Non rifilarmi la
solita solfa del siamo come fratelli. Detesto mio fratello e di certo
non
ho un rapporto così affettuoso con lui da abbracciarlo ogni
dieci minuti o dal dormire nello stesso letto."
"So solo che mi fa stare bene. Sentire la sua voce, vedere il suo
sorriso e incrociare il suo sguardo...mi fa sentire dannatamente bene.
Rende più colorata la mia giornata. Non so se sia amore o
un'amicizia stretta, so solo che voglio che restiamo così
per
molto tempo. Non voglio perdere quello che c'è tra di noi.
Quando ho letto il messaggio che ha ricevuto da un altro
mi sentivo così male. Non mi era mai successo." finalmente
ammisi anche a me stesso la verità. Era inutile nascondersi
ancora. C'era qualcosa tra di noi e non potevo più negarlo,
qualcosa a cui tenevo più di tutto.
"Finalmente il nostro Alec mostra segni di gelosia. Pensavo che non
l'avresti mai provata per nessuno e invece eccola qua. Tieni davvero a
lui così tanto. Ho provato più volte a farti
ingelosire
facendomi fotografare insieme ad altri ragazzi ma tu non reagivi mai
nel modo che speravo. Invece un solo messaggio ti ha sconvolto
così tanto che non ti da pace. Damon ha fatto centro senza
nemmeno saperlo." fece una risata amara annuendo con il capo. Avevano
ragione, sia lei che James.
"Sono geloso. E' vero. Mi sento strano." continuai a massaggiarmi
l'orecchio lanciando occhiate in tutto il locale. C'erano alcune
persone che ci stavano guardando. Era meglio chiuderla il prima
possibile e tornare a casa.
"Perchè non glielo dici? Hai paura del delirio che potrebbe
scatenarsi tra i fans quando verranno a sapere che la loro ship
immaginaria in verità è reale? Fregatene, questa
è
la tua vita. Non possono condizionare così tanto la vita di
una
persona."
"Lo dici proprio tu che hai migliaia di followers e che ha taciuto a
tutti per mesi la nostra relazione." la presi in giro.
"Ho controllato, i tuoi followers hanno battuto i miei per numero. Sei
diventato famoso piuttosto in fretta. Comunque non stiamo parlando di
me, ma di te e Damon. E' diverso. Noi siamo il passato, voi potreste
essere il futuro. Dipende da come te la giochi. Voi siete sulla bocca
di tutti, io avevo paura di dire che stavo con qualcuno che non era
ancora famoso. Poi quando lo sei diventato avevo paura dei confronti,
non volevo essere criticata."
"Veronica voglio chiarire una cosa. Non ti sto lasciando a causa di
Damon ma perchè tra di noi le cose non funzionavano.
Ciò
che provo per Damon è venuto dopo...è maturato
nel tempo,
un pò alla volta. Ma volevo stare con te. Tenevo molto a noi
ma so di non essermi dedicato abbastanza dopo essere stato scritturato
nella serie. Ho molte colpe se la nostra relazione non è
andata
bene." le chiesi scusa nell'unico modo possibile. Mi sentivo in colpa
nei suoi confronti.
"Non è stata solo colpa tua. Lo sapevo che sarebbe stato
difficile e non ho di certo aiutato a far funzionare le cose. Damon
forse non ne è la causa ma ha messo a dura prova delle basi
che
forse non erano così stabili come credevamo. Adesso voglio
dedicarmi a me stessa e ai nuovi progetti, niente storie clandestine
per un pò. Il mio ego deve rimettersi in sesto dopo che tu
hai
ammesso di provare qualcosa per un'altra persona. Certo, il fatto che
quella persona sia talmente figa per milioni di altre persone un
pò mi mette il cuore in pace. Adesso però tocca a
te
affrontare il drago. Avete litigato, cosa vuoi che sia? Gli innamorati
litigano sempre. Vai da lui e
chiarite la faccenda, digli che sei geloso e che ci siamo lasciati.
Sicuramente ne sarà contento." alzò gli occhi in
alto
facendo una smorfia. Non era facile per lei dire quelle cose lo sapevo.
"Perchè dovrebbe esserne contento?"
"Ti facevo più sveglio Alec. Adesso devo proprio andare, tra
un
pò devo fare una diretta su IG e mi devo preparare.
Accompagnami
fuori."
Mandai un messaggio a Paul e la accompagnai fuori mettendole una mano
dietro lo schiena per guidarla. Era tutto strano, quello era il nostro
addio eppure
non sentivo niente. Avevo creduto che ci saremmo lanciati accuse a
vicenda, arrabbiati l'uno con l'altra per fatti già
accaduti, eppure ero
tranquillo. Avevamo sistemato le cose e sembravamo dei vecchi amici in
partenza verso nuove avventure separate. Era un addio sereno. Di fronte
a noi accostò
la macchina della sua manager, era arrivato il momento di lasciarla
andare.
Veronica si voltò verso di me con un sorriso triste e mi
chiese
un ultimo abbraccio. Volevo ricordarla così. La strinsi tra
le
braccia e le sussurrai parole di incoraggiamento per il futuro. Lei mi
disse di non perdere tempo e prendere ciò che volevo.
L'istante
di un click e di schiamazzi allarmati e tutto quello che ero riuscito a
costruire esplose come una bolla di sapone.
POV Damon
Mark ed io entrammo in casa, lo vidi buttarsi sul divano con fare
stanco trascinando i piedi sul pavimento. Andai a prendere due
bottigliette di acqua nel frigorifero e
gliene lancia una addosso colpendolo in pieno. Borbottò,
lamentandosi dei miei modi
poco gentili, e si massaggiò lo stomaco. Mi appoggiai al
mobile
della cucina e bevvi un sorso, non facevo altro che pensare alla
litigata con Alec. Perchè avevo reagito in quel modo?
Perchè non avevo contato fino a mille prima di aprire bocca?
Avevo
bisogno di sentirlo, non volevo che si creasse troppa distanza tra di
noi. Non sapevo se dargli altro tempo o provare a chiamarlo.
"Finalmente un pò soli."
"Non ti ci abituare. Appena lo dici arriva sempre qualcuno o qualcosa a
disturbare la quiete. Ho bisogno di pensare." mormorai massaggiandomi
la tempia. Era arrivata persino l'emicrania come ciliegina sulla torta.
"E' per questo che mi hai chiamato in aiuto? Pensavo che volessi
finalmente presentarmi Alec eppure ho visto che è fuggito
senza
neanche salutarti. Se è per questo ho anche notato il tuo
sguardo spento e triste mentre lui usciva. Sembravi un cane bastonato."
"Abbiamo litigato."
"La coppia d'oro che litiga? Cos'è successo?" si mise seduto
correttamente dandomi tutta la sua attenzione. Mark era uno dei miei
migliori amici, sapeva quando concordare con me nelle cose giuste e
anche quando
bastonarmi se commettevo degli errori gravi come quello.
"Chase mi ha mandato un messaggio e Alec lo ha letto." ammisi cupamente
ricordando ogni dettaglio di quell'assurda scena.
"Cosa vuole quel coglione adesso?" il tono aggressivo del mio amico mi
fece capire come la pensava. Non era di certo un segreto che detestava
apertamente Chase, lo aveva persino affrontato fuori dal set una volta
dicendogli che si era comportato in modo infantile andando a
sbandierare
la vita privata di un'altra persona sui social media. Specialmente la
vita di una persona che dichiaravi a tutti di essergli amico e forse
qualcosa di più. Quella volta ero
riuscito a stento a portarlo via prima che gli tirasse un pugno in un
occhio. Mark era così, meglio averlo come amico che come
nemico.
Sapeva sempre come consolarmi dopo ogni rottura, insieme a Simon e
Trevis gli altri due amici. Non mi avevano mai lasciato solo e
continuavano
a sostenermi e a incoraggiarmi.
"Voleva chiamarmi ma non ho risposto."
"So che non è la prima volta che ti contatta dopo che sono
finite le riprese. Gli hai mai risposto?"
"Una volta sola, ma mi aveva fatto male sentirlo. Non ero ancora pronto
a lasciare andare quella storia."
"Dam hai intenzione di chiamarlo?" mi si avvicinò
scrutandomi
attentamente. Mi conosceva bene, sapeva che preso dal momento potevo
prendere il telefono e rivangare il passato con una sola chiamata.
Sapeva che una parte di me era tentata di farlo e sapeva che
l'altra
parte di me aveva bisogno di distrazione prima di commettere un'altra
cavolata.
"No...non lo so. L'unica cosa che ho in testa in questo momento
è il viso deluso e arrabbiato di Alec. Gli ho urlato che non
erano affari suoi e che lui è soltanto un partner di
lavoro."
mormorai prendendomi il viso tra le mani con fare sconsolato. Cosa
dovevo fare?
"Ma sei un imbecille? Perchè gli hai detto una cosa del
genere?
Se lo avessi detto a me ti avrei tirato un pugno. Ritieniti fortunato."
potevo credergli sulla parola. Lo avevo già visto in azione.
"Mi sentivo oppresso. Chase che mi voleva parlare, io che ero stanco
morto e Alec che mi chiedeva che intenzioni avevo. Non sapevo cosa
dirgli in quel momento così l'ho aggredito anch'io
verbalmente
di fronte a tutti. Non siamo più riusciti a girare una delle
nostre scene e Meg ci ha rispediti a casa esasperata. La cosa
più difficile per me è stata ignorarlo."
"Alec è un santo! Fratello lo so come sei fatto, che hai
bisogno
di sbollire un pò per paura di mangiartelo vivo ma arrivare
persino a ignorarlo no! Ignoravi lui mentre parlavi con due persone
alle quali evidentemente piacevi? Cosa c'è di sbagliato in
te?
Cosa credi che potesse pensare quel povero ragazzo?" Mark si
accalorò cercando di farmi ragionare. Aveva ragione, come al
solito avevo fatto un'altra cazzata mentre ero arrabbiato. A quanto
sembrava ne stavo accumulando parecchie negli ultimi tempi.
"Lo so, ho sbagliato."
"Damon ti voglio bene, ci conosciamo dal liceo e non ti ho mai visto
così sconvolto per colpa di uno stupido malinteso. Devi
andare a
chiarire subito con lui e a scusarti per tutte le cavolate che ti sono
uscite di bocca. Trova un modo di farti perdonare e poi finalmente
potrai presentarmi mio cognato. Ho bisogno di dirgli giusto due o tre
cose su come gestire il tuo caratteraccio, il più delle
volte
sei talmente adorabile da cariare i denti ma tendi a risultare
parecchio suscettibile in certi casi...e ovviamente minacciarlo di
morte in caso ferisca i tuoi sentimenti. Questa volta però
sono
ottimista." sorrise lui dandomi delle pacche sulla spalla sentendosi
fiero del proprio discorso.
"Cosa te lo fa pensare?" gli chiesi con curiosità
ricambiando tiepidamente il suo sorriso.
"L'adorazione piuttosto palese che mostra quando ti guarda negli occhi.
Se non riesci ad accorgertene mentre sei con lui, ti consiglio di farti
un giretto sul web e rivederti alcune scene. Per lui è come
se
camminassi sull'acqua."
"Se fosse un modo per tenerlo al sicuro da tutto quello che
c'è la fuori camminerei persino sui carboni ardenti per lui."
"Così mi spaventi, non esagerare. E' dannatamente fortunato
quel ragazzo."
"Sono io quello fortunato ad averlo incontrato." ammisi con voce
tremante incrociando lo sguardo del mio amico. Lui annuì
capendo
al volo tante altre cose che non volevo tirare fuori. Sapeva che non
era il momento per altre confessioni più profonde e che
probabilmente non lo sarebbe
mai stato, avevo paura di tirarle fuori e scavare nei miei stessi
sentimenti. Paura di ripetere gli stessi sbagli, paura di
perdere una persona importante. Mi strinse la spalla per confortarmi,
sarebbe sempre stato al mio fianco. All'improvviso arrivò
come
un fulmine a ciel sereno Brian con in mano il cellulare e con
espressione turbata.
Non preannunciava nulla di buono.
"Damon abbiamo un problema." addio momento di tregua.
"Cos'è successo?" mi raddrizzai con fare allarmato mentre il
mio
manager mi allungava il proprio cellulare per mostrarmi foto video e
dei commenti che non avrei mai voluto vedere. Stavano arrivando una
valanga di problemi all'orizzonte ed Alec era il centro del ciclone.
"I paparazzi hanno beccato Alec e Veronica uscire insieme da un locale
e abbracciarsi. Gli haters la stanno insultando sui social, ti stanno
arrivando tanti messaggi." gli restituii il cellulare e presi il mio
digitando nervosamente sul display.
"Dannazione! Chiama Paul e le riviste. Organizzate una conferenza
stampa per domani al più presto. Speriamo che mi risponda."
mormorai selezionando il nome del mio compagno. In un primo momento
risultò libero poi più nulla. Provai a chiamarlo
di nuovo
ma mi rispose la segreteria telefonica. Quanto odiavo sentire il suono
di quella voce metallica.
"Dam?" Mark cercò di attirare la mia attenzione ma avevo la
testa troppo incasinata per parlare con lui. L'unico con cui volevo
parlare non rispondeva ed io stavo cercando di ideare un piano per
risolvere la questione senza causare troppe vittime.
"Niente, forse lo ha staccato. Chiamo sua madre. Mi dispiace Mark ma
devo lasciarti io..." non mi fece nemmeno finire la frase che mi diede
le chiavi dell'auto in mano per poi spingermi verso la porta.
"Damon, va da lui. Resto qui ad aiutare Brian. Ci sentiamo
più tardi."
Non ebbi nemmeno il tempo di ringraziarlo come dovevo che mi precipitai
in macchina uscendo fuori dal garage con attenzione. Va bene la fretta
ma non volevo causare alcun incidente per disattenzione senza nemmeno
essere ancora uscito dalla proprietà. Mi immersi nel
traffico e
feci partire la chiamata con il vivavoce. Nell'attesa tamburellai le
dita con nervosismo sul volante mandando qualche imprecazione alle auto
davanti che stranamente quella sera volevano rispettare i limiti di
velocità in modo estenuante. Di solito sembravano
partecipare a
una gara di formula uno ma quella sera era più veloce un
bradipo
assopito.
"Mary!" esclamai felice mentre sentivo rumori provenienti dall'altro
interfono.
"Damon finalmente! Hai visto le foto?" la sua voce arrabbiata aveva una
vena accusatoria. Aveva ragione, avrei dovuto prendermi più
cura
di suo figlio.
"Si. E' a casa?"
"Si è rifugiato in camera, non risponde a nessuno. Non vuole
nemmeno aprire la porta."
"Com'è la situazione fuori? Ci sono i giornalisti?"
"Non qui sotto perchè fortunatamente non sanno dove abitiamo
ma
Paul li ha visti gironzolare nel quartiere. Ha detto che non dobbiamo
uscire per nessun motivo." per fortuna una cosa intelligente ogni tanto
la fa anche lui.
"Sono per strada, tra un pò vi raggiungo. Questa sera lo
porto
da me, staremo attenti a non farci vedere. Più tardi Brian
ti chiamerà per dirti tutto. Per favore, potresti
passarmelo? Ho bisogno di parlargli."
"Ha bisogno di te al suo fianco in questo momento, sei il suo compagno.
Lo avevi promesso." quelle parole mi fecero male perchè
erano
l'assoluta verità.
"Mantengo sempre le promesse. Devo prendermi cura di lui e della sua
immagine. Non mi tirerò indietro." affermai con sicurezza
credendo in ciò che avevo appena detto. Erano alcune delle
promesse che le avevo fatto la prima volta che l'avevo conosciuta,
aveva bisogno di sapere a chi stava affidando il proprio figlio e che
fosse al
sicuro e guidato da qualcuno di cui potesse fidarsi. Speravo di avere
ancora la sua fiducia. Sentii un pò di trambusto, Mary che
chiamava il figlio dicendo che lo stavo cercando. Non sentii alcuna
risposta da parte sua e pensai il peggio finchè non sentii
un
impercettibile sospiro che mi rincuorò di colpo.
"Pronto." la sua voce era flebile e rauca. Il suo tono senza energie mi
fece male.
"Alec sono io."
"Lo so."
"Probabilmente non vuoi parlare con nessuno adesso, specialmente con
me. Scusami per tutto, a volte mi comporto da perfetto imbecille senza
nemmeno accorgermene. Non ti meritavi quelle parole. Ne parleremo
meglio di persona, voglio chiarire tutto con te. In merito a quelle
foto e quei video non devi preoccuparti, ce ne stiamo occupando Brian
ed io. Tutto si risolverà in fretta. Abbi fede. Mi hai
sentito?
Lo so, può sembrare una frase fatta ma fidati di me. Sei
molto
importante." speravo accogliesse la mia supplica. Speravo che si
fidasse di me ancora una volta, avrei fatto di tutto per non deluderlo.
Lo sentii sospirare di nuovo, sembrava stesse
trattenendo le lacrime ma non potevo esserne certo.
"Teddy ho bisogno di te." sussurrò piano con voce spezzata.
Non
lo avevo mai sentito così. Aveva usato il nomignolo che mi
aveva
dato solo quella mattina. Quando lo avevo sentito la prima volta ne ero
rimasto sorpreso. Avevo adorato il suo tono burbero mentre cercava di
far finta di niente, ma in quel frangente fu agognante. Volevo essere
al suo fianco per confortarlo, fare miei i suoi problemi e aiutarlo ad
andare avanti con sicurezza. Volevo prendermi cura di lui.
"Dammi mezz'ora e sarò sotto casa dei tuoi. Ti mando un
messaggio appena arrivo. Scendi e poi ti porto a casa, non hai bisogno
di nient'altro. Stanotte resterai con me. Non te lo sto chiedendo."
"Va bene, ti aspetto. Stai attento."
Detto ciò, chiuse la chiamata lasciandomi solo con i miei
pensieri. Pensieri che andarono in mille direzioni e quasi nessuna di
quelle era bella. Vedevo scenari futuri per nulla allettanti. Ero
preoccupato per lui. Più ferivano lei
più lui si sarebbe tormentato dai sensi di colpa. Non doveva
andare a finire così. Feci una telefonata a Brian per avere
degli aggiornamenti e mi confermò su un'intervista singola
per
entrambi e una
di coppia. Aveva chiesto alla troupe di posticipare di un'ora le
riprese così da risolvere il problema, promettendo loro che
non
avremo fatto perdere tempo e che saremo stati diligenti come al solito.
Mark aveva cercato di calmare gli animi sui social commentando sul
nostro affiatamento come coppia e postando alcuni video di vecchie
uscite tra amici dove ci prendevamo in giro a vicenda mentre eravamo
vestiti da donne. Stava distraendo i fans dando loro altri scorci della
nostra vita pur di concentrare le loro menti su altro che non fosse il
nuovo scandalo del momento. Li ringraziai di cuore dicendo loro che
avrei portato Alec a casa per restare da soli in
tranquillità.
Giusto per fargli capire a chiare lettere di lasciare il campo libero.
Appena fui nei paraggi, mandai un messaggio dicendogli di farsi trovare
giù che stavo arrivando. Controllai attentamente la strada
ma in
apparenza non sembrava che ci fosse nulla di sospetto. Mi fermai giusto
il tempo di farlo salire in macchina e ripartii immediatamente senza
guardarmi indietro. Lanciai uno sguardo nella sua direzione
preoccupato. Guardava fuori dal finestrino con aria assorta mentre con
una mano stringeva la cintura stretta al suo petto. Chiaro segnale che
non voleva parlare, andava bene. Non volevo forzarlo in alcun modo.
Misi un cd di musica di sole chitarre acustiche per calmare un
pò gli animi. In
quel momento ne avevamo bisogno entrambi. Facemmo tutto il viaggio in
assoluto silenzio rispettando lo spazio personale l'uno dell'altro.
Aprii il cancello con il telecomando e parcheggiai l'auto nel garage.
Lo accompagnai dentro casa togliendomi subito le scarpe e preparando il
suo paio di ciabatte che posizionai vicino ai suoi piedi. Era immobile
e guardava il pavimento. Mi chinai a togliergli le Adidas bianche e le
misi accanto alle mie nel ripostiglio.
"Vai a farti una doccia, ti lascio il cambio in bagno. Qualunque altra
cosa di cui tu abbia bisogno dimmelo e te la procurerò. Non
ho
molto in
frigo, mi restano solo alcune confezioni di noodles istantanei. Dopo
ordiniamo qualcosa da mangiare. La prossima volta farò la
spesa
prima e ti cucinerò qualcosa di buono. Mi dispiace per
l'inconveniente." mi scusai prendendo dei dépliant di cibo
da asporto
che tenevo sul bancone in cucina. Li usavo raramente ma andavano
benissimo per le emergenze.
"Damon io..."
"Non dire niente adesso. Ne parliamo dopo e decideremo insieme come
muoverci. Vai a fare la doccia. Ti aspetto qui."
"Non ordinare. Vanno bene i noodles." mi disse lui tutto d'un fiato
arrossendo alle orecchie. Azzardai un sorriso, era tenero in quel
momento. Lasciai perdere i dépliant e annuii.
"Ok. Vada per i noodles. Adesso vai."
Lo osservai rifugiarsi in bagno e mi sentii più tranquillo.
Adesso era al sicuro, speravo che se ne rendesse conto e che iniziasse
a rilassarsi. Sentii l'acqua scorrere restai per alcuni secondi dietro
la porta chiudendo gli occhi. Perchè stavo iniziando a fare
pensieri assurdi sul mio partner? Pensieri come raggiungerlo sotto la
doccia per lavargli la schiena. No, basta! Non era la prima volta che
si facevano avanti nella mia testa ma ero sempre riuscito ad
accantonarli ritornando con i piedi per terra. Adesso che le cose si
erano complicate rispuntavano come funghi dopo un temporale, non era
proprio il momento ideale per pensare a certe cose. Andai in camera a
prendergli un asciugamano e un cambio per la notte. Bussai alla porta
del bagno, per non spaventarlo, ed entrai posando il tutto sul mobile
vicino allo specchio. Feci di tutto per resistere alla tentazione e
uscii immediatamente senza lanciare alcuna occhiata nel posto che
desideravo. Dovevo andare all'inferno in quel momento.
Perchè
pensavo a certe cose? Andai in cucina e iniziai a trafficare con la
pentola per preparare i noodles. Fortunatamente il frigo non era
completamente vuoto e misi alcuni ingredienti dentro che sapevo avrebbe
apprezzato. Conoscevo i suoi gusti. Quando uscì dal bagno
per
poco non mi scottai la mano con l'acqua calda della pentola. Erano solo
una stramaledetta maglietta vecchia e un paio di boxer grigi, ma era la
mia stramaledetta maglietta preferita e quei boxer erano abbastanza
aderenti da non nascondere nulla. Aveva ancora i capelli umidi che
stava tamponando con l'asciugamano e una gocciolina di acqua gli
scivolò sul collo per finire dentro la mia maglietta.
Perchè doveva essere così sexy in quel momento
con
indosso le mie cose? Se avessimo vissuto insieme sarei morto di infarto
un giorno si e l'altro pure. Come potevo sopravvivere? Si sedette al
bancone e mi affrettai a mettergli davanti la sua ciotola fumante con
le posate e un bicchiere di acqua fresca. Feci lo stesso per me e mi
sedetti di fronte a lui.
"Mangia, sono ancora caldi." lo vidi mescolare i noodles con interesse,
sembrava stesse evitando il mio sguardo.
"Grazie. Hai aggiunto le uova." lo vidi fare un mezzo sorriso e mi
sentii in paradiso.
"Erano le ultime rimaste in frigo, so che ti piacciono e le ho messe.
Però non avremmo niente per la colazione di domani. Mi
dispiace."
"Non fa niente. E' buono." vederlo mangiare con gusto era una
soddisfazione anche se era soltanto del cibo istantaneo. Mangiai pure
io sentendomi pieno quasi subito.
"Forse è ora di parlare."
"Non so da dove iniziare." posò le posate e
allontanò la
ciotola da se. Aveva lo sguardo di nuovo smarrito e mi pentii di aver
tirato fuori l'argomento ma sapevo di doverlo fare quanto prima. Non
potevamo restare in quel modo evitando di parlarne. Dovevo fare
l'adulto e affrontare il problema.
"Sarà una serata lunga. Possiamo iniziare a parlare di come
risolvere il problema principale. Domani mattina avremo delle
interviste singole e di coppia, saremo bombardati di domande su quelle
foto e sulla nostra relazione. Dobbiamo essere preparati a tutto.
Dobbiamo sapere cosa dire e concordare la stessa versione. Cosa
vorresti raccontare?"
"Vorrei essere il più onesto possibile senza entrare nei
dettagli. Glielo devo, l'hanno attaccata virtualmente senza nemmeno
sapere la verità. Non è giusto. Loro non sanno
niente
eppure giudicano appena vedono qualcosa di storto. Perchè?
Noi
stiamo lavorando a una serie televisiva...non possiamo avere una vita
privata al di fuori di quella lavorativa? Non ne capisco il motivo,
stanno distruggendo la vita delle persone solo perchè
mettono in
discussione la loro ship immaginaria. Perchè tutte quelle
parole
di odio? Veronica non ha fatto niente. Se proprio dobbiamo mettere i
puntini sulle i dovrebbero odiare te per aver rovinato la vera coppia."
queste parole mi colpirono in pieno. Ero stato veramente io la causa
della loro rottura? Non mi aveva mai detto niente di tutto
ciò.
Forse adesso mi odiava, non lo avrei sopportato.
"Ho rovinato la vostra coppia?" gli chiesi sentendomi inquieto.
"Damon, non adesso."
"Va bene scusa. Dirai che state ancora insieme?"
"Prima di prendere una decisione ho bisogno di parlarle. Ho bisogno di
sapere se sta bene. Scusami."
Si allontanò prendendo il cellulare e uscì fuori
in
balcone. Nell'attesa del suo ritorno mandai un messaggio a Brian
chiedendogli se poteva portarci la colazione l'indomani mattina.
Controllai le varie notifiche, troppe per guardarle tutte quindi ci
rinunciai. Non riuscivo a concentrarmi su niente che non fosse il
ragazzo che era sparito da troppo tempo. Sembravano secoli eppure erano
trascorsi poco più di dieci minuti. Quanto ancora dovevano
parlare? Appena sentii i suoi passi mi misi in allerta. Il suo volto
non esprimeva nulla mentre si sedeva di nuovo di fronte a me, stava
ancora evitando il mio sguardo.
"Sono riuscito a chiamarla. Era ancora arrabbiata per i commenti
velenosi, doveva fare delle dirette ma la sua manager le ha
sconsigliato di farsi vedere nel web per un pò. Almeno
finchè le acque non si saranno calmate. Mi ha chiesto di
dire la
verità ai giornalisti."
"Va bene, quale verità vuoi raccontare?"
"Che stavamo già insieme mesi prima della nostra audizione.
Che
eravamo felici come ogni altra coppia normale, non volevamo intralciare
il lavoro dell'altro ed è per questo motivo che nessuno
sapeva
di noi. La mancanza di tempo e altri impegni lavorativi ci hanno fatti
allontanare
gradualmente l'uno dall'altra. Abbiamo deciso di lasciarci di comune
accordo ma ci vogliamo ancora molto bene." sembrava tranquillo mentre
mi diceva quello ma la sua gamba raccontava tutta un'altra storia. Si
erano
lasciati, quella notizia non mi sorprese più di tanto
perchè conoscevo tutti i retroscena di quella relazione ma
mi
fece sentire strano.
"Ah...va bene." annuii con calma intrecciando le mani sul tavolo.
"Non dici niente?" finalmente incrociò lo sguardo con il mio
e
mi inchiodò sul posto. Adesso ero io quello che voleva
nascondersi dalla profondità di quegli occhi cioccolato fuso
ma
non ci riuscivo. Erano magnetici.
"Su cosa?"
"Sul fatto che ci siamo lasciati." restai in silenzio per diversi
secondi cercando di raccogliere qualche pensiero di senso compiuto
mentre mi sentivo perso. Cosa dovevo dirgli? Cosa voleva sentirsi dire?
Dove voleva arrivare? Il senso di colpa fece capolino nella mia testa
così come la litigata di quella mattina. Non ero riuscito
ancora
a farmi perdonare da lui.
"Mi dispiace...mi dispiace per tutto. Tu non sei soltanto lavoro per
me, non lo sei mai stato. Non è una scusante, ma ero
arrabbiato
e non sapevo cosa fare. Mi dispiace così tanto averti detto
quelle parole, avrei voluto rimangiarmele appena sono uscite fuori
dalla mia bocca. Vorrei dirti
che non reagirò più così ma non posso.
Posso
soltanto prometterti che farò di tutto per non comportarmi
di
più in questo modo, spero che tu possa ancora fidarti di me.
In
merito a quanto è successo con Veronica mi dispiace che sia
andata a finire in questo modo, ma devi dare la priorità a
te
stesso e al tuo lavoro. E specialmente alla tua felicità.
Non
è stata una decisione facile, ma se è quella che
ti fa
sentire più sereno è decisamente quella giusta.
Come ho
detto prima sarò sempre dalla tua parte. Resterò
al tuo
fianco e affronteremo insieme anche questo problema. Puoi ancora
fidarti di me?" lo supplicai stringendogli una mano con la mia. Avevo
sempre bisogno di avere un contatto con lui, mi faceva sempre sentire
bene.
"Non ho mai smesso di fidarmi di te. Forse tu non ti sei mai fidato
completamente di me per sentire di dovermi tenermi
nascoste alcune cose."
rafforzò la stretta delle nostre mani intrecciandole l'una
all'altra.
"Hai ragione, ho difficoltà a fidarmi delle persone. Ci sto
provando ma non è sempre facile. Non volevo nascondertelo,
non
so neppure io perchè non te l'ho detto. Non è
questo gran
segreto in realtà, non lo reputo di tale importanza. I miei
amici dicono che
è stupido averlo ancora tra i contatti dei social e che
dovrei
eliminarlo dagli amici, il suo nome è rimasto li fino adesso
quasi dimenticato. Non siamo in contatto, ma una volta eravamo amici."
"Forse in realtà è più importante di
quello che
stai dicendo. Il fatto di averlo ancora tra i contatti suggerisce che
non hai ancora superato quella storia. Il passato dovrebbe rimanere nel
passato, dovresti cercare di superarlo se fa ancora male. Vuoi parlarmi
di lui?" prese ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice come
a farmi tranquillizzare. In realtà avevo il cuore che
sembrava
una batteria a un concerto rock. Lo avevo saputo fin dall'inizio che
Alec mi avrebbe messo letteralmente nei casini.
"No. Non me la sento ancora, dammi un pò di tempo e lo
farò. Tu vuoi parlarmi di Veronica?"
"Non c'è molto da aggiungere, vorrei soltanto che superasse
la
nostra relazione in santa pace senza essere additata da tutti come
sfascia famiglie. Vorrei che trovasse un ragazzo migliore di me che le
presti attenzione e che si innamorasse. Le auguro il meglio."
"Sei ancora innamorato di lei?" gli chiesi con una punta di agitazione.
Volevo che non avesse rimorsi per la sua decisione.
"E' ancora importante per me, non posso negarlo. Prima di lasciarci
definitivamente mi ha
aperto gli occhi su qualcos'altro che cercavo di ignorare da tempo.
Nonostante
la stessi lasciando in pubblico lei pensava ancora a me e a un modo per
districare i miei sentimenti parecchio confusi. Ha sempre avuto gli
occhi da falco per
certe situazioni." fece un mezzo sorriso perdendosi al ricordo della
sua ex mentre continuava a massaggiarmi con il pollice.
"Cosa ti ha detto?" non sapevo se ero veramente sicuro di volerlo
sentire.
"Di non perdere tempo e prendere ciò che voglio prima che mi
sfugga di mano." il suo sguardo mi fece tremare. Così
risoluto e
intenso che mi rendeva sempre più confuso. A cosa si stava
riferendo?
"E cosa vorresti?" gli chiesi con un filo di voce fissando le sue
labbra carnose. Rimasi in attesa di una sua risposta. Mi concentrai di
nuovo sul suo sguardo, sembrava anche lui in attesa di qualcosa.
"Per il momento risolvere questo problema...poi forse ti
dirò il
resto. Sii paziente." sorrise arrossendo fino alla punta delle
orecchie. Che carino, mi sciolsi in un secondo. Volevo stringerlo in
un abbraccio.
"Va bene. Brian è in contatto con Paul per organizzare le
interviste di domani e parlare anche con la manager di Veronica. Mark e
gli altri ci stanno aiutando sui social..." gli spiegai cercando di
cambiare discorso e rispettare i suoi spazi.
"Chi è Mark?" mi chiese ritirando la mano dalla mia.
"Mark è uno dei miei migliori amici. Era venuto sul set
questo
pomeriggio perchè volevo presentartelo. Anche lui
è un
modello e partecipa a diversi spettacoli televisivi. Pensavo che lo
avessi riconosciuto."
"No, mi dispiace. Ero troppo preso a scappare per riconoscerlo. Pensavo
fosse un'altra persona della quale non mi hai parlato. Non esci
più con Trevor e quando è arrivato lui sul set
eri
talmente felice di vederlo che ho fatto due più due...nel
modo
errato a quanto pare." mormorò lui mordendosi il labbro. Mi
veniva da ridere alla sua supposizione.
"Non potrà mai succedere nulla tra di noi, è
etero fino
al midollo e
l'unica volta che ci siamo baciati per penitenza dopo una sbronza ha
avuto i conati di vomito per giorni al solo pensiero. E decisamente non
sa baciare bene come qualcun altro. E' di grande supporto arcobaleno e
lo dovresti vedere quando mi porta in certi locali di sua iniziativa
dicendo che è ora di pescare qualche nuovo pesciolino. E'
lui a
fare le selezioni e a scatenarsi in pista come una vera queen
trascinandomi nella mischia. " ridacchiai scuotendo la testa nel
ricordarmi quella
scena.
"Beh...non vuol dire nulla la parola etero. Molti cosidetti etero
cambierebbero sponda se solo ci provassi con loro. Sei piuttosto
affascinante." il mio cuore quella sera non poteva reggere. Era raro
sentirlo dire da lui, era sempre di poche parole ma quella sera
sembrava non volesse smettere di parlare. E quel suo tono morbido di
voce mi rendeva fin troppo ricettivo alla sua vicinanza.
"Grazie, ma non mi interessa nessuno di quei cosiddetti etero. E poi ho
già trovato un gran baciatore molto esigente. Mi piacciono
molto
le sue labbra." mormorai con un sorrisino sfrontato prendendolo in giro
mentre tornavo a fissare le sue labbra leccando le mie un pò
per
provocazione un pò come gesto involontario. Lo vidi
arrossire di nuovo, questa volta sembrava andasse a fuoco. Mi divertiva
prenderlo in giro e metterlo in imbarazzo come in quel momento. Come
volevasi a dimostrare, distolse di nuovo lo sguardo continuando a
spostarlo in tutta la cucina senza avere alcuna meta. Ridacchiai
sornione. Al gioco di flirtare ero imbattibile, non poteva competere
ancora al mio stesso livello.
"Ok...adesso cosa facciamo? Sono stanco ma non del tutto da dormire."
cambiò discorso lui portandolo su un terreno più
neutrale.
"Si potrebbero fare tante cose ma te ne propongo tre. O riproviamo la
scena di domani o passiamo la serata a giocare con i videogiochi oppure
proviamo a imparare delle risposte da rifilare domani ai giornalisti.
Scegli tu."
"Vada per i videogiochi. Ho bisogno di distrarmi, sinceramente
adesso non voglio più parlare delle interviste e il copione
lo
guarderemo domani mattina con gli altri. Credo che adesso siamo pronti
per girare di nuovo insieme."
"E' tutto risolto tra di noi?" gli chiesi per avere delle conferme.
"Fino ai prossimi colpi di testa, siamo entrambi cocciuti e reagiamo in
modo diverso e spesso eccessivo. Dobbiamo imparare a conoscerci meglio."
"Da quando sei diventato così adulto? Comunque hai ragione.
Dobbiamo lavorarci sopra, sulla nostra relazione intendo. Scegli il
gioco, io riordino la cucina e ti raggiungo." mi alzai per prendere
ciotole e posate dal bancone ma lui mi fermò piazzandosi
davanti.
"Aspetta, ti do una mano. Non mi rifilare la solfa che sono tuo ospite.
Come possiamo lavorare sulla nostra relazione se non siamo vicini?"
Lui si mise a lavare i piatti mentre io li asciugavo. Fu tutto portato
a
termine tra uno scherzo e un altro, come schizzarmi l'acqua addosso e
ridere come un bambino di cinque anni dopo aver commesso l'ennesima
marachella. Era adorabilmente dispettoso, come se non avesse alcun
pensiero in mente. Era cambiato radicalmente in un paio d'ore. Sembrava
felice e questo mi rendeva soddisfatto. In qualche modo ero riuscito a
distrarlo. Finito di riordinare la cucina, andammo in sala a scegliere
un videogioco da fare. Da quando faceva parte della mia vita, lo
scaffale dei videogiochi aveva acquistato innumerevoli titoli nuovi
rendendo felice Alec e il proprietario del negozio. Ormai
eravamo
diventati dei clienti abituali e sapeva sempre i gusti di Alec da
proporgli sempre nuovi affari che alla fine pagava il sottoscritto.
Avevo speso una fortuna per quei giochi ma ne era valsa la pena per
averlo così spesso a casa. Non sapevo nemmeno quanto tempo
restammo a pararci le spalle a vicenda per sconfiggere i nemici. Mi
sentivo stanco e, appena vidi i suoi primi sbadigli, riuscii a
convincerlo a chiudere la serata e andare a dormire. Lo lasciai nella
camera degli ospiti dandogli la buona notte e raggiunsi lentamente la
doccia per togliermi tutta la pesantezza di quella strana giornata.
Avevo proprio bisogno di dormirci su. Mi cambiai in fretta e tornai in
camera cercando di asciugare i capelli bagnati con il telo di spugna.
Mi bloccai di colpo appena vidi Alec seduto sul mio letto a gambe
incrociate mentre stringeva tra le braccia uno dei miei cuscini. Avevo
sbagliato stanza? Cos'era quella scena?
"Cosa ci fai qua? Non ti avevo lasciato nella camera degli ospiti?"
"Quando mai ho dormito nella camera degli ospiti?" mi chiese lui con
fare innocente mentre mi sorrideva in modo provocatorio sfidandomi
apertamente a contestarlo.
"Pensavo che dopo oggi volessi avere un pò di spazio."
"Ti ho chiesto spazio? Non mi sembra. Siamo sempre stati noi stessi
Teddy Bear, non cambiare proprio adesso altrimenti potrei pensare che
ti sei imposto certi limiti con me per chissà quale stupido
motivo. Non voglio fare passi indietro nel nostro rapporto, sarebbe
senza senso e io ho bisogno di averti vicino. Non avevamo concordato di
doverci conoscere meglio?" colpito e affondato dal suo sorriso. Lo
ricambiai posando il telo sullo schienale della sedia.
"Come darti torto? Hai vinto su tutti i fronti, mi arrendo piccola
peste. Dovrò trovare anch'io un nomignolo adatto per
chiamarti, ho tante opzioni in testa ma non so quale scegliere."
"Non pensarci adesso e vieni a letto. Ho bisogno di dormire." com'era
tenero in quel momento, sembrava quasi un bambino. Peccato che i miei
pensieri erano altri, dovevo tenerli a bada se voleva passare la notte
con me. Mi sdraiai sul letto prendendo la solita posizione al lato
destro e allungai il braccio per invitarlo.
"Vieni qua." non se lo fece ripetere e mi raggiunse in un lampo
accoccolandosi contro di me nel suo lato preferito, posandomi una mano
sul petto. Speravo non sentisse il battere accelerato del mio cuore.
Maledetto traditore. Lui sembrava troppo tranquillo per i miei gusti,
come se non gli facesse ne caldo ne freddo la mia vicinanza. Dovevo
riuscire a dormire in fretta e sperare di passare una notte indenne
senza troppe preoccupazioni.
"Come mai ogni volta che vengo a casa tua non vedo mai il tuo cane? Lo
nascondi da qualche parte per non farmelo vedere?"
"Il più delle volte se ne occupa mia madre quando sono
impegnato. Vorresti conoscerlo?" mi sembrava strano che lo tirasse in
ballo. Sapevo che aveva un pò di paura ad approcciarsi ai
cani e
questo era il motivo principale del perchè avevo evitato
accuratamente di farli conoscere. Il mio cane era piccolo ma molto
chiassoso ed esuberante, gli avrebbe abbaiato contro finchè
non
avesse instaurato un rapporto con lui. Temevo per le sue dita. Un
pò mi ricordava il carattere introverso e difficoltoso da
approcciare di Alec agli inizi. Forse quella era anche une delle
ragioni
per cui lo avevo approcciato il primo giorno. Volevo vedere cosa
nascondeva dietro a quella barriera che bloccava chiunque cercasse di
avvicinarsi.
"Beh, prima o poi dovrò farlo visto che fa parte della
famiglia." mormorò lui contro il mio collo.
"Mi organizzerò con mia madre per portare qui Choco uno di
questi giorni. Farò le presentazioni ufficiali."
"Morde?" quella domanda titubante mi fece sorridere. Prima voleva
conoscerlo e poi mi chiedeva quanto fosse feroce quel piccolo esserino.
"Dipende...di solito è più il padrone a mordere
rispetto
al cane. Vuoi provare?" lo presi in giro massaggiandogli un orecchio.
"Dormi Damon, quando sei stanco spari tante di quelle cavolate che
potrei scriverci un'enciclopedia. Adesso chiudi gli occhi e dormi."
borbottò lui sfuggendo dalla presa della mia mano.
"Buona notte piccola peste." gli sussurrai chiudendo gli occhi
continuando a sorridere felice.
"Buona notte Teddy Bear."
Finalmente potei chiudere gli occhi stringendo tra le braccia Alec. Ero
a casa, mi era mancato sentire il suo odore e il calore del suo corpo
accanto al mio. L'indomani mi risvegliai nella stessa posizione, con la
differenza che le nostre mani erano intrecciate l'una all'altra senza
volersi separare. Mi sentivo piacevolmente intorpidito e non volevo
districarmi da quella stretta. Nonostante fosse con la schiena contro
il mio torace e non potevo vederlo in faccia sentivo che era sveglio.
Strofinai il naso sul suo collo e ci appoggiai leggermente le labbra,
la tentazione di posare un casto bacio su quella pelle calda era fin
troppo forte. Annusai il suo odore, sapeva di buono. Lo sentii
sospirare profondamente e stringere più forte la mia mano.
La
sveglia del mio cellulare interruppe quel momento prezioso, sciolsi
l'abbraccio e mi stiracchiai mettendomi seduto. Lo vidi strofinarsi gli
occhi e sbadigliare, lo aiutai ad alzarsi e gli dissi di prendere
ciò che voleva dal mio armadio mentre andavo a farmi una
doccia
per
primo. Non era la prima volta che usava i miei vestiti e spesso
stavano meglio addosso a lui. Li rendeva in qualche modo migliori.
Questi scambi di
abbigliamento venivano subito notati dai fans che portavano a galla
foto vecchie rivelando nuovi scoop sulla nostra presunta
intimità. Erano peggio degli investigatori, dovevano
lavorare
per i servizi segreti. Uscii dalla doccia e mi specchiai togliendo lo
strato di condensa. Iniziai a lavarmi i denti quando sentii qualcuno
suonare alla porta. Strano, Brian sapeva la combinazione della casa.
Perchè suonare? Scossi la testa.
"Alec vai tu, dovrebbe essere Brian con la nostra colazione." sentii i
suoi passi sul corridoio mentre apriva la porta. Mi sciacquai la bocca
rimettendo lo spazzolino al suo posto.
"Ciao Brian, cosa..."
"Wow, cosa avete combinato stanotte? Sembra che Damon ti abbia
scaraventato a destra e a sinistra." appena sentii quella voce
rabbrividii di colpo allarmato.
"Dannazione!" esclamai uscendo immediatamente dal bagno prima che
succedesse un'altra catastrofe nell'immediato.
"Fratello potevi andarci più piano. Avete delle interviste
tra
un paio d'ore, non potete andarci con quelle facce stravolte." disse
Mark con un luccichio diabolico negli occhi. Potevo aspettarmi di tutto
da lui.
"Cosa ci fai tu qui? Dov'è Brian?"
"Sta parcheggiando. Volevo beccarvi in atteggiamenti sconci ma mi avete
fatto perdere l'attimo giusto. Avete già concluso. Quella
non
è la maglietta di Damon? Posso scattarvi una foto? Siete
così carini insieme." solo in quel momento mi accorsi del
cellulare nella sua mano, quanti danni aveva già fatto?
"Questo gran chiacchierone è uno dei miei più
vecchi
amici. Alec lui è Mark. Mark scordatelo! Fai una foto e ti
faccio saltare i denti." lo minaccia guardandolo male.
"Già fatto...in realtà era un video appena Alec
ha aperto
la porta. Non si è accorto di niente e nemmeno tu. Sei lento
Bro! Te la invio, puoi archiviarlo nella tua cartella speciale!" il suo
sorrisetto sfacciato mi fece arrabbiare.
"Mark!"
"Vatti a vestire Bro, altrimenti potrei pensare che ci stai provando
anche
con me! Sei mezzo nudo, che scostumato. Solo quell'asciugamano sui
fianchi che non nasconde praticamente niente." scosse la testa
fingendosi oltraggiato.
"Mark...potresti inviare il video anche a me?" si intromise timidamente
Alec guardando direttamente il mio ormai ex migliore amico. Rimasi
esterrefatto.
"Sicuro cognatino. Lasciami il tuo numero e ti aggiungo nei contatti di
Line." Mark allungò il proprio cellulare al mio partner che
prese a digitare il proprio numero.
"Cosa state facendo?" volevo urlare a quella scena, mi sembrava un
incubo.
"Zitto tu, vai a vestirti. Mark ha ragione, sei altamente
imbarazzante." oddio, il gattino stava mostrando gli artigli.
"Lo sai che stai arrossendo? Hai tutte le orecchie rosse. Bro mi stai
mettendo in imbarazzo tuo marito. Così non va proprio bene.
O ti
copri o lo porti in braccio verso il talamo nuziale."
"Oppure ti prendo a calci in culo fino all'infinito e oltre." decisi
che il suo nome era il primo che avrei tolto tra i miei contatti di
tutti i social. Come facevo ad essergli ancora amico?
"Che palle! Vai a vestirti, mi prenderò io cura di Alec."
"Tu ed Alice siete uguali. Non so se fidarmi a lasciarlo nelle vostre
mani. Alec tieni duro, tornerò presto." mi allontanai di
corsa
verso la camera da letto stringendo con una mano il nodo
dell'asciugamano sui fianchi in quanto aveva iniziato ad allentarsi.
Dopo altri battibecchi intimidatori con Mark e l'entrata in scena del
mio manager, finalmente uscimmo di casa entrambi vestiti e truccati a
dovere per
essere torturati dalle mille domande che ci aspettavano. Ci
portò Brian fino a destinazione e li ci riunimmo anche con
Mary,
la madre di Alec. Ovviamente era preoccupata per il suo bambino e
voleva essere presente per dargli tutto il sostegno di una madre. Era
sempre coinvolta negli eventi importanti come tutto il resto della sua
famiglia. Erano molto uniti tra di loro. Abbracciò Alec
sussurrandogli qualche frase di incoraggiamento all'orecchio. Lui
annuì facendo un mezzo sorriso non del tutto convinto
lasciandola andare. Ci fermammo davanti alle stanze, una di fronte
all'altra, dove si sarebbero tenute le interviste singole e aspettammo
che ci dessero il via per entrare. Non vedevo l'ora che tutto questo
finisse in fretta, odiavo l'attesa. Mi voltai verso Alec, aveva le mani
in tasca e si guardava le scarpe letteralmente in ansia e perso nei
suoi pensieri.
"Alec respira, andrà tutto bene." mi avvicinai a lui
afferrandogli le spalle per farlo stare fermo.
"Sono un pò nervoso."
"Lo vedo. Rilassati, rimani concentrato sul tuo obiettivo."
"Se sbagliassi a dire qualcosa?" sembrava un bambino spaventato. Stavo
male per lui.
"Non succederà. Devi essere tu a condurre l'intervista. A
loro
non resterà altro che seguire le notizie che getterai come
esche, sembreranno squali affamati. Ci siamo esercitati prima su cosa
dire, fidati di te stesso."
"Sarò solo." a quelle parole lo abbracciai sentendo i suoi
muscoli rigidi dalla tensione accumulata. Lui restava con le mani
affondate nelle tasche dei pantaloni senza ricambiare la mia stretta.
Volevo rassicurarlo di non essere solo. Volevo che prendesse un
pò della mia forza.
"Io sarò nella sala accanto a ripetere quanto tu sia
eccezionale
e che sarò sempre al tuo fianco qualunque decisione tu
prenda.
Smettila di agitarti, andrà tutto bene. Al massimo se
dovesse
esserci qualche problema improvviserò uno spogliarello per
distrarli. Qualcuno mi ha detto che funzionerebbe piuttosto bene." lo
stuzzicai per
vederlo sorridere. Centrai in pieno il mio obiettivo.
"Non osare fare una cosa del genere!" mi intimò lui cercando
di
trattenere inutilmente il suo sorriso mentre mi spingeva via. Adoravo
le sue labbra.
"Vieni qua piccolo." mormorai riprendendolo tra le braccia
massaggiandogli la schiena con una mano. Qualche secondo dopo lo sentii
rilassarsi e abbandonare la testa sulla mia spalla con un sospiro.
Quando ci separammo, ammiccai un'ultima volta verso di lui per
ricordargli di entrare in quella stanza con un sorriso e lo vidi
sparire inghiottito da una marea di flash. Era arrivato anche il mio
momento. Varcai la soglia e salutai i giornalisti presenti mettendomi
davanti a tutti quei microfoni che avrebbero intimidito chiunque.
"Buongiorno a tutti."
"Damon cosa puoi dirci dello scandalo che è uscito fuori con
Alec e l'influencer Veronica Smith?" come volevasi dimostrare, quella
era la
prima domanda della lista che avevamo messo giù quella
mattina.
Come erano prevedibili.
"Scandalo? In realtà io non lo vedo da nessuna parte."
affermai in tono rilassato scrollando le spalle.
"Sapevi della loro relazione?" altra domanda della lista.
"Certo, si frequentavano già molto tempo prima di fare
l'audizione per la serie televisiva. L'ho conosciuta, è una
ragazza simpatica e piena di followers che l'adorano. Piace a tutti.
Persino mia
madre la segue sui social." annuii sicuro di me con un sorriso. Evitai
di dire che persino mia sorella la seguiva per cercare di capire con
che razza di persona si era messo Alec. Quante volte mi aveva detto che
quei due non centravano niente l'uno con l'altra? Era la prima a
criticare aspramente i suoi balletti su Tik Tok.
"Cosa pensi della loro relazione?" cosa pensavano che avrei detto loro?
Che ero geloso marcio? Se lo sarebbero scordati. Potevano fantasticare
quanto volevano, non gli avrei servito nulla del genere su un piatto
d'argento.
"Non mi esprimerò in merito perchè una relazione
è
soltanto tra due persone che vogliono stare insieme e che si amano. Io
non centro niente con loro. Mi è dispiaciuto apprendere che
si
sono lasciati, non è mai bella una rottura. Spero che
entrambi
riescano ad andare avanti e trovare la felicità."
"Sei tu la felicità per Alec?" che fantasia queste domande.
Quello era il problema di essere un personaggio pubblico.
"Chi lo sa. Io resto qua, se vuole fare un fischio nella mia direzione
sa dove trovarmi." li abbagliai con il mio sorriso dicendo una mezza
verità. Non avrei mai fatto il primo passo anche
perchè
ero stato chiaro fin da subito che non sarebbe mai successo nulla tra
di noi, lo avevo detto per rassicurarlo da qualsiasi voce avrebbe
sentito in merito al mio passato. Ero rimasto in ballo con quella
specie di relazione non relazione con Trevor solo perchè
volevo
avere un motivo per non attaccarmi troppo ad Alec. Nonostante
ciò sapevo che stavo aspettando qualcosa. Maledetti desideri.
"E' per te che ha lasciato Veronica?" quella domanda mi fece restare in
silenzio alcuni secondi a riflettere. Non poteva essere una cosa del
genere. Vero?
"No, io non centro niente. Questa è stata una loro decisione
presa di
comune accordo. Sono cose che capitano ogni giorno a qualunque coppia
attraversi momenti difficili, non c'è
bisogno di parlarne troppo. Una rottura è pur sempre una
rottura, è brutto sparlare su una relazione tra due persone
senza sapere tutti i fatti. Non
è uno scandalo, non è uno scoop da cercare a
qualunque costo. Ci sono altre notizie di
certo più interessanti di cui parlare."
"Non avete mai litigato a causa sua? Non sei mai stato geloso della
loro relazione?" quella era proprio la domanda del secolo. Ero stato
geloso?
"Alec ed io siamo come fratelli, gli voglio bene. Non sono geloso,
auguro il meglio per la sua vita. Stiamo lavorando sodo per questa
serie televisiva, Alec è davvero un bravo attore che da
sempre
il meglio di se. Ha davvero tanta energia che trascina chiunque. E' il
miglior partner che potessi avere per quel ruolo che ha fatto suo."
ecco la mia strategia. Dare altre notizie più succose e
cambiare
la rotta dell'intervista.
"Come sta procedendo la serie?" avevano abboccato all'amo. Pur volendo
continuare a scavare a fondo sulla relazione tra Alec e Veronica non
potevano lasciar andare quelle informazioni.
"Abbiamo un'ottima troupe che ci aiuta per tutto. La regista e la
sceneggiatrice ci hanno dato un ottimo materiale da portare in scena,
abbiamo un buon affiatamento anche con il resto del cast. Stiamo
finendo di girare, tra circa un mese e mezzo uscirà la
seconda
parte della stagione. Speriamo che piacerà a tutti come sta
piacendo a noi."
"Stanno circolando dei video dove vai in giro vestito da donna." ecco
che andavano nella direzione giusta dove volevo portarli.
"Si, ricordo benissimo quella serata. Ero in compagnia dei miei amici,
stavamo festeggiando uno di noi e siamo usciti fuori a divertirci.
Abbiamo giocato a obbligo o verità e ovviamente ci
è
toccata la
penitenza di vestirci da donne. Meno male che l'ideatore della
penitenza non ci ha costretti a indossare anche tacchi e calze a rete,
posso solo
immaginare quanto possano essere fastidiosi. Abbiamo camminato per
strada
per
più di mezzora conciati in quel modo finchè non
ci ha
fermati una pattuglia della polizia per farci l'alcool test. Per
fortuna nessuno di noi aveva ancora bevuto. Abbiamo chiesto scusa e ci
siamo cambiati. Ovviamente chi ha ordito quell'idea geniale ha anche
immortalato la scena con una serie di video e foto al quanto
imbarazzanti. Per
fortuna non li hanno ancora postati tutti, vi sareste fatti due risate.
Il mio rossetto rosso con i brillantini splendeva persino al buio, non
è vero?" i
giornalisti risero al mio racconto come da copione.
"Eri con Mark Bound e Simon Chang?" tirarono in ballo le persone
più conosciute che si vedevano in quel video. Tra i due solo
Mark aveva subito la mia stessa punizione. Simon poteva ritenersi
fortunato.
"Si, loro facevano parte di quella compagnia. Sono due dei miei
migliori amici. Quando possiamo, tra un impegno e l'altro, cerchiamo di
vederci tutti insieme."
"Chiederai anche ad Alec di unirsi al vostro gruppo?"
"Se non è impegnato sarà il benvenuto. Ci
divertiremo di
più. Alec potrà dare qualche nuova idea brillante
per
metterci in imbarazzo." pensai veramente di farlo unire alla nostra
combriccola di fuori di testa, appena rotto il ghiaccio si sarebbe
trovato bene con loro. Una volta glielo avevo proposto ma doveva uscire
con Veronica e poi non era più venuta fuori l'occasione. Il
lavoro prima di tutto. Però volevo veramente che si unisse a
noi, volevo presentarglieli tutti e condividerli con lui.
"Damon, sei veramente sicuro che non sei tu la causa della rottura
della loro relazione? Alec sembra piuttosto preso da te."
"Veramente? Ne sarei più che felice, casa mia è
troppo vuota per restare da solo. Ho bisogno
di qualcuno che mi lavi i piatti e passi l'aspirapolvere. Alec
è
fantastico con il grembiulino addosso. Adesso scusate ma devo andare a
raggiungerlo, abbiamo la giornata piena. Grazie per essere venuti qui."
Dopo quella battuta, li salutai cortesemente con un sorriso e seguii
Brian che mi fece largo per andare a raggiungere l'altra stanza
accerchiata da molti più giornalisti rispetto alla mia.
Sembravano tutti degli avvoltoi che sentivano odore di sangue e carne
morta nell'aria. Per fortuna Alec se la stava cavando
egregiamente, non avevo avuto mai avuto dubbi su di lui. Era tranquillo
e
sicuro di se come desideravo. Feci un cenno a Mary e Paul dalla parte
opposta e attirai immediatamente l'attenzione che volevo. Incrociai lo
sguardo del mio partner e ci scambiammo un sorriso d'intesa. Mi
avvicinai a lui stringendogli una spalla per dirgli che era arrivata la
cavalleria e che andava tutto bene.
"Eccomi qui, sono passato a prenderti."
"Damon cosa pensi adesso che Alec è libero?" che domanda
stupida. Cosa pensavano? Che lo avrei segregato a letto stile 50
sfumature di grigio con tanto di punizioni e gemiti? Ormai la gente non
sapeva
più dove andare a parare.
"Che finalmente possiamo fare maratone di videogiochi. Mi deve
parecchie rivincite questo ragazzo." ammiccai verso di lui.
"Perdente." mormorò lui ridacchiando sotto i baffi.
"Come scusa? Ripetilo se hai il coraggio."
"Non sai giocare."
"Forse è perchè spesso ti lascio
vincere...altrimenti
metti il broncio e hai il cattivo umore." eravamo persi di nuovo nel
nostro mondo di botta e risposta, le provocazioni erano di norma per
noi.
"Non eri geloso della sua relazione?" i giornalisti tornarono alla
carica noncuranti del fastidio che davano.
"Perchè dovrei? Se lui è felice io lo sono per
lui.
Auguro tutto il meglio ad Alec. Lui si merita il meglio. Sostengo ogni
sua scelta perchè so che ci riflette sempre attentamente
prima
di prenderla. Sarò sempre al suo fianco e
appoggerò
chiunque entrerà nel suo cuore perchè
sarà lui a
sceglierlo." questo lo affermai con
sicurezza senza smettere di guardarlo negli occhi. Ero sincero e volevo
che capisse ogni mia singola parola. Non era solo.
"Grazie." mi sorrise lui felice. Leggevo troppe emozioni forti nei suoi
occhi. Era meglio finire li le interviste, non avrebbe retto ancora a
lungo.
"Adesso scusate ma ve lo devo portare via. Ci aspettano sul set per
girare alcune scene. Oggi ci sarà molto caldo sul set, ve lo
posso assicurare. Non è vero?"
"Molto, molto caldo. Oserei dire piccante." mi spalleggiò
Alec
alzando le sopracciglia alla parola piccante ottenendo l'effetto
desiderato con i giornalisti. Era proprio bravo.
"Vuol dire che oggi girerete una scena d'amore?"
"Chi lo sa? Dovrete aspettare ancora un pò per vedere.
Grazie per la vostra disponibilità." li salutai
lasciandoli con mille domande aperte non espresse. Presi il braccio di
Alec e lo trascinai verso l'uscita mentre i nostri manager e Mary ci
facevano da apri fila.
Finalmente eravamo fuori da quel delirio, potevamo respirare un
pò. Arrivati al parcheggio decidemmo di tornare sul set con
l'auto di Brian. Paul riportò Mary a casa dopo che
quest'ultima
parlò in disparte con il figlio per assicurarsi che andasse
tutto bene. Speravo che non ci fossero ancora dei problemi tra di noi,
non volevo farmela nemica. In auto, ci sedemmo nei posti dietro mentre
Brian accendeva la radio per darci un pò di privacy. Brian
mi
capiva sempre al volo, era molto bravo nel suo mestiere.
"Non mi sembra vero di aver finito." sospirò Alec slacciando
i
primi bottoni della camicia che indossava mentre si stravaccava sul
sedile. Era esausto.
"Ci saranno ancora delle voci in giro, le acque si calmeranno con il
tempo. Continuiamo a fare il nostro lavoro e spostiamo la loro
attenzione sulla serie. Possiamo fare soltanto questo."
"Mi dispiace averti creato dei problemi."
"Non dirlo nemmeno. Sono qui per aiutarti. Ero sincero prima,
sarò sempre al tuo fianco." lo osservai attentamente
catturando
ogni minima espressione del suo volto.
"Lo so grazie." sussurrò chiudendo gli occhi con un sorriso
stanco.
"Non pensarci più. Quando arriveranno altri problemi li
affronteremo insieme. Adesso andiamo sul set che devo limonarti un
pò.
Avrai le labbra gonfie prima di stasera." lo presi in giro schioccando
verso di lui un bacio all'aria.
"Si si, come vuoi. Lasciami riposare un pò prima. Un giorno
di
questi dovrei chiederti il rimborso dei danni per le mie labbra."
borbottò lui arrossendo mentre si girava verso il finestrino
per
darmi le spalle. Lo lasciai stare con un sorriso sulle labbra. La
giornata era ancora lunga.
--------------------------------------------------------------------
Eccoci arrivati al capitolo 3!!! Entrano in scena nuovi personaggi e
iniziano i primi screzi.
Spero che la storia vi piaccia. Fatemi sapere, aspetto i vostri
commenti. Al prossimo aggiornamento ;)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Come una coppia ***
Behind your gaze 4
POV Alec
Il suono del telefono mi risvegliò da un sogno piuttosto
bello
dove riuscivo finalmente a baciare Charlize Theron, durante la notte
degli Oscar,
dopo avermi consegnato la statuetta d'oro per aver vinto come miglior
attore protagonista. No Charlize, ritorna qui! Sbuffai
perchè
quel suono non cessava, forse avrei dovuto cambiare suoneria.
Sbadigliai grattandomi il collo e mi allungai per prendere quel dannato
cellulare. E adesso chi era di prima mattina che rompeva le scatole?
Appena lessi il nome, persi qualunque traccia di sonno esistente nel
mio corpo. Mi misi seduto di colpo, aggiustandomi come meglio potevo i
capelli, e mi affrettai ad accettare la videochiamata.
"Buongiorno splendore." mi salutò lui con un sorriso a mille
wat
lasciandomi abbagliato. Ormai era confermato che era sempre figo, ma
come poteva essere così cool a ogni ora del giorno? Era un
essere ultraterreno. Troppo affascinante per la sanità
mentale
dei poveri esseri comuni.
"Ciao."
"Sapevo che ti avrei ancora trovato a letto. Sono le dieci passate,
quando hai intenzione di svegliarti? Sei andato di nuovo a letto tardi.
Questo non fa bene alla tua salute." mi rimproverò lui
portandosi dietro i capelli che gli stavano dando fastidio agli occhi.
"Si papà. Tu avrai già fatto mille cose
stamattina...non
voglio nemmeno saperlo. Mi viene il mal di testa solo a pensarci."
borbottai facendogli la linguaccia.
"Su su, alzati e splendi raggio di sole. Il mondo ti attende." sorrise
lui, era più abbagliante lui che il sole fuori dalla mia
finestra.
"E' così comodo il mio letto." mi stiracchiai affondando con
la
testa sul cuscino. Mi misi sul fianco e sistemai meglio il cellulare
per continuare a parlare con lui.
"Se è per questo il mio lo è molto di
più. E' un
super size." ammiccò lui con fare sornione. Questo
continuare a
flirtare mi faceva sempre arrossire e battere forte il cuore. Maledetto
cuore traditore.
"Prima o poi ti sfratterò da quel letto e
diventerà solo mio."
"Sognatelo quanto vuoi. Il letto lo condivido, non lo cedo a nessuno.
Se vuoi dormirci sai a chi chiedere." a quelle parole mi andarono a
fuoco le orecchie.
"Rompiscatole. Sei in palestra? Sei tutto sudato." lo osservai
attentamente mentre qualche gocciolina gli scendeva sul collo per
cadere sempre più giù. In sottofondo si sentivano
rumori
di macchinari e suoni ansimanti. O era in un set porno o in palestra.
"Complimenti per l'acuta osservazione Sherlock. Sono qui con Brian,
Mark
e altri due amici. Dovevamo pompare un pò di bicipiti." mi
mostrò quello destro mettendolo in posa e la salivazione mi
si
azzerò di colpo. Quella poteva risultare come molestia? Il
solito che si metteva in mostra appena poteva.
"Penso che tu abbia fatto un buon lavoro." annuii mordendomi il labbro
inferiore.
"Grazie. Tra poco andiamo a fare una sauna. Non sarei riuscito a
chiamarti la dentro quindi ho deciso di svegliarti."
"Capito...non stai facendo un pò troppe saune ultimamente?"
"Dovresti provare a farla con me quando te lo propongo. Ti rigenera il
corpo." il mio corpo non era proprio da buttare via, conferma che
veniva dai miei fans, ma non era nulla paragonato a quello del mio
compagno. Damon e io chiusi da soli in una sauna? Mai! Sarebbe stato un
pericolo da bollino rosso. Damon insieme ad altri uomini in una sauna?
Mi stava saltando un embolo. Perchè ero nervoso? Dopotutto
si
parlava di Brian Mark e di altri amici. Perchè dovevo
preoccuparmi di qualcosa? Ma soprattutto, chi erano gli altri due amici?
"Magari la prossima volta, sei troppo mattiniero per i miei gusti."
feci un mezzo sorriso grattandomi una spalla.
"Non ti lamenti così tanto quando dormi da me." eccolo di
nuovo
alla carica. Partiva da zero a cento in un nanosecondo. Dovevo essere
già preparato alle sue battutine ma non lo ero mai
abbastanza.
"Certo perchè riesco a tenerti a letto più a
lungo e poi
ottengo sempre una magnifica colazione fatta dalle tue preziose manine.
Meglio di così non si può." mi girai sul letto
massaggiandomi la pancia con aria soddisfatta. Poteva dire di non
essere un bravo cuoco ma a dire la verità mi piaceva tutto
ciò che sfornava. Una volta gli avevo chiesto di insegnarmi
un
piatto semplice ma era finita con lui che cucinava e io con lo sguardo
attento per seguire ogni singolo movimento delle sue mani. Mi ero perso
e
avevo potuto fare solo l'assaggiatore. In compenso mi ero gustato
un'ottimo pranzetto.
"Per la colazione adesso è tardi e non potrei portartela ma
volevo invitare te e tua madre a pranzare da me oggi. Mamma ha chiesto
esplicitamente di fare un pranzo in famiglia, prepariamo noi due da
mangiare. Sei fortunato che non ci sarà Alice ma Brian e
Choco
faranno parte del pranzo. Ti va bene? Cucineremo i tuoi piatti
preferiti."
"A cosa devo l'onore?"
"E' ora che la famiglia si riunisca dal vivo non solo per cellulare. E
poi finalmente incontrerai l'altra piccola peste." mi sorrise lui
riferendosi al suo cane.
"Era ora. Ne ho sentito sempre parlare ma a volte dubitavo della sua
stessa esistenza."
"Damon vieni? Gli altri ci stanno aspettando. Dobbiamo farci la doccia
prima." interruppe un uomo del quale potevo notare solo i suoi bicipiti
pompati mentre stringeva una mano sulla spalla del mio partner. E
adesso chi diamine era quello? Perchè parlava di doccia?
Aveva
intenzione di farla insieme a Teddy?
"Si, vai prima tu ti raggiungo subito." annuì nella
direzione
del suo amico. Non guardava più la videocamera, sembrava
fossi diventato
inesistente.
"Mi presti il bagnoschiuma?"
"Si, te lo porto. Alec adesso devo andare. Ci sentiamo più
tardi
per organizzarci per pranzo. A più tardi piccolo." mi
sorrise
un'ultima volta salutandomi con la mano.
"A più tardi, cerca di non scioglierti troppo la dentro."
mormorai seccato chiudendo la videochiamata.
Voleva che gli prestasse il bagnoschiuma? Sapevo io dove poteva
metterselo il bagnoschiuma. Perchè dovevano fare la doccia
insieme? Quella palestra era così a corto di docce? Dov'era
Brian quando c'era bisogno di lui? Permetteva che il suo cliente
facesse una cosa del genere in pubblico? Poteva essere beccato da
chiunque munito di cellulare. Dovevo mandare un messaggio a Brian? No,
se lo meritava di essere paparazzato mezzo nudo e sudato in
compagnia di altri uomini. Questa sarebbe stata l'apoteosi dello
scandalo. Mi bloccai di colpo. Aveva parlato di pranzo di famiglia?
Controllai l'orologio sul comodino, erano le 10:30. Sarei riuscito a
preparate tutto in tempo? Non era un pranzo come tutti gli altri.
Iniziai a sentirmi ansioso. Mi alzai di scatto, quasi cadendo dal
letto,
e mi precipitai giù dalle scale per raggiungere mia madre
che
stava stendendo i panni in balcone.
"Mamma mamma!"
"Cosa è successo? E' uscito fuori un altro scandalo su voi
due?
Damon questa volta mi sente!" borbottò lei infastidita
sbattendo
una federa con tale forza da fare paura. Era un miracolo se in tutti
questi anni non si era stracciato ancora nulla.
"No mamma, tranquilla. Nessuno scandalo in vista...almeno per il
momento."
"Quindi cosa ti prende? Sembri posseduto."
"Damon e sua madre ci hanno invitato a pranzo a casa di Dam oggi." le
raccontai in fretta facendomi prendere dall'agitazione.
"Finalmente hanno fissato una data. Ne avevo già parlato con
Pat
al telefono, non è una sorpresa questo invito." disse lei
con un
movimento della mano come se nulla fosse. Perchè ero solo io
quello che stava per avere un infarto? Non era la prima volta che
andavo a casa sua eppure, in quel momento, mi sembrava una cosa
ufficiale.
"Quante volte vi parlate tu e Pat al giorno?"
"E tu e Damon? Passi ore al telefono con lui e poco dopo vi incontrate
sul set. Non state un pò esagerando? E poi noi mamme
dobbiamo
conoscerci meglio se i nostri figli sono così intimi tra di
loro. Non continuate a dire che siete come fratelli? Grazie a voi noi
stiamo diventando come sorelle." disse lei rientrando in casa con aria
saccente di chi la sa lunga.
"Va bene...possiamo preparare per loro una torta? Non è
bello
presentarsi a casa altrui a mani vuote." mi precipitai dietro di lei
cercando di convincerla.
"Questa è una novità. Non ti sono mai interessate
queste
cortesie da ospiti più di tanto in passato. Da quando vai a
trovare Damon così spesso svaligi sempre metà
casa. Non
mi sorprenderebbe trovare a casa sua metà del tuo
armadio...già nel tuo ci sono tanti dei suoi vestiti che
porti a
casa e non è nemmeno mai entrato qui dentro. Ti ricordo che
lavo
pure le sue cose, sarebbe ora che imparassi a fare il bucato. Penso che
Damon apprezzerebbe." mi lanciò un'occhiata acuta e seria
sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
"Mamma!" ero in imbarazzo.
"Va bene, sto zitta. Non mi intrometto ma sai bene come la penso in
merito. Adoro Damon, è come avere un altro figlio. Fa
già
parte della nostra famiglia, ma tu sei ancora giovane e devi
concentrarti sul tuo lavoro come fa lui. Non voglio che le persone
fraintendano
qualcosa che potrebbe poi ripercuotersi sul tuo futuro e sulle tue
scelte."
"Vorresti che mettessimo più distanza tra noi due?" le
chiesi
oscurandomi in volto. Non volevo nemmeno pensare a una situazione del
genere. Perchè avremmo dovuto essere distanti?
"No, lui è il tuo lavoro e non potete essere troppo
distanti. Ma
ognuno di voi ha la propria vita da mandare avanti e presto la stagione
finirà. Arriverà il momento di dirsi addio. Non
vorrei
vederti soffrire visto il vostro attaccamento. Mi dispiacerebbe vedere
soffrire anche lui, ma tu sei mio figlio e per me vieni prima di tutto.
Devi proteggere il tuo cuore." mi disse poggiandomi una mano sul petto.
"Lo so mamma." mormorai abbassando lo sguardo a quelle parole. In un
secondo era riuscita a distruggere tutti i pensieri felici che mi
venivano in mente al solo nominare Damon. Lei aveva ragione come
sempre, ma faceva male.
"Non manca molto alla fine delle riprese. Avrete ancora alcuni eventi
dove partecipare come coppia per promuovere la serie ma poi tutto
finirà. Ti proporranno altri progetti senza di lui. Devi
riuscire a cavartela da solo. Il fatto che tu sia introverso non
è di certo di aiuto ma devi sforzarti, è il
lavoro che ti sei scelto."
"Non voglio pensarci adesso. Voglio vivere quello che mi resta di
questo presente con lui. In questo momento mi sento bene, non voglio
rovinare tutto con pensieri negativi." replicai cercando di farle
capire quale era limite che non doveva superare. Era mia madre e non le
dicevo mai niente ma quando esagerava dovevo fermarla.
"Va bene. Chi dovrebbe preparare la torta?" lei annuì al
volo facendo marcia indietro mentre cambiava discorso.
"In realtà vorrei fare una sorpresa a Damon e a sua madre.
Vorrei provare a farla con le mie mani ma mi servirà il tuo
aiuto. Sai che non sono molto pratico in cucina." quello era proprio un
eufemismo. Se mi mettevano dietro i fornelli rischiavano di trovare la
casa bruciata. Ero un pericolo ambulante, avevo già dei
trascorsi che la mia famiglia non mancava mai di riportare alla luce
appena possibile.
"Lo so benissimo...stavi per intossicare tua sorella dopo aver
trafugato nel frigorifero e buttare tutto nella pentola. Siamo finiti
in ospedale per questo. Hope non mangia più niente di quello
che
le metti sul piatto. Ha paura di un'altra lavanda gastrica."
"Eravamo più piccoli e tu non eri ancora tornata a casa,
Hope
aveva fame e io ho improvvisato qualcosa. Apprezza lo sforzo di un
ragazzino che si prende cura della sua sorellina."
"Allora sarà meglio iniziare con qualcosa di facile, cerca
di
non portarci in ospedale e segui alla lettera le istruzioni. Ci
mancherebbe soltanto uno scandalo simile. Già immagino i
titoli dei
giornali: Giovane attore manda in ospedale il partner co-star
e sua madre.
Questa volta non ne usciresti bene per niente."
Passai quasi tutta la mattinata sotto le direttive tiranniche di mia
madre che cercava in tutti i modi di non farmi mandare a fuoco la
cucina. Fortunatamente per lei, a parte farina e cacao sparsi ovunque,
il suo regno era rimasto indenne. Le dissi frettolosamente di andarsi a
preparare altrimenti facevamo tardi e mi fiondai sotto la doccia per
rendermi presentabile. Durante la rasatura mi tagliai vicino al mento,
ero talmente di fretta che non stavo nemmeno attento. Damon mi
mandò una foto di lui e altri cinque uomini sudati appena
usciti
dalla sauna che salutavano l'obiettivo mettendosi in posa. Aveva
scritto: La sauna aspetta solo te, vedi quanto siamo diventati cool?
Gli mandai un'emoji con la faccina con gli occhiali da sole e una con
la faccina che dubitava guardando in alto. Quante arie che si davano,
però sembravano divertirsi parecchio. Guardai attentamente i
tre
uomini che ancora non conoscevo e mi chiesi com'era andata a finire la
storia del bagnoschiuma. Non se lo poteva portare da casa? Questa cosa
continuava a infastidirmi. Avevano fatto la doccia insieme? Quanto
erano intimi? Dalla foto sembrava un pò pompato con i
muscoli e
un'espressione un pò troppo spavalda mentre continuava a
stare
troppo appicciccato al mio partner. Cosa pensava di fare? Veramente a
Damon piaceva un tizio del genere? Non sembrava infastidito dalla sua
vicinanza. Ma non dovevo saltare subito alle conclusioni. Mi piazzai di
fronte all'armadio cercando qualcosa di carino da mettermi ma rimasi li
piantato per non so quanto tempo senza trovare qualcosa che potesse
soddisfarmi per fare una buona impressione. Conoscevo già
tutti i presenti a quel pranzo, eccetto Choco, ma avevo bisogno di
rendermi piacevole a tutti. Avevo un pò il timore di
incontrare
quel cane, la mia paura per la razza canina era difficile da
superare, ma
volevo farlo. Speravo soltanto che non fosse troppo traumatico. Sapevo
che Damon si sarebbe preso cura della faccenda e di me. Non lasciava
mai nulla al caso specialmente se sapeva che era qualcosa che mi
spaventava. All'improvviso Joker saltò sul letto miagolando
in
cerca della mia attenzione. Adoravo quel gatto, ne combinava sempre una
più del diavolo eppure sapeva ogni volta come cavarsela. Non
riuscivamo a sgridarlo più di tanto, specialmente quando era
in
vena di coccole. Tranne mia madre che non gliene lasciava vinte
nessuna, per questo le stava alla larga appena era nei dintorni quasi
prevedesse di prendersi un'altra ciabatta sul culo. Mi chinai a
grattargli il collo e lui fece le fusa sbattendo la coda a destra e a
sinistra. Sembrava un motore senza sosta, ridacchiai quando chiese
ancora più grattini spingendo il muso contro la mia mano.
Che
piccolo furfante. A Damon sarebbe piaciuto. Forse avrei dovuto
organizzare anch'io un incontro tra i due, peccato che poi forse sarei
stato ignorato da entrambi. Joker si faceva comprare dal cibo e da un
paio di grattini, Damon amava viziare chiunque respirasse. In pratica
un'accoppiata vincente. Joker si scostò dalla mia mano, a
quanto
pareva il tempo dei grattini era finito, e iniziò ad
annusare
ogni vestito che avevo buttato sul letto. Alla fine della sua
ispezione, come se niente fosse, si sistemò sopra un
completo
bianco. Cercai di toglierlo visto il tanto pelo che seminava per casa
ma non c'era verso. Al mio ennesimo tentativo mi soffiò
irritato
dandomi una zampata feroce sulla mano. Quel piccolo ingrato! Se li
poteva scordare i croccantini quel giorno. Presi una felpa li vicino e
lui mi assalì la mano mordendola per poi andarsene
indignato.
Dopo averlo maledetto a lungo, presi il completo bianco e me
lo infilai con una maglietta del medesimo colore in abbinamento, in
quanto quella che volevo mettere era stata appena travolta dalla massa
di peli che aveva rigettato il gatto. Volevo
indossarne un'altra ma a quanto sembrava la maggior parte erano ancora
da lavare. Dovevo dire che il gatto aveva scelto bene, decisi dopo
essermi guardato allo specchio. Raggiunsi mia
madre per metterle fretta e mandai un messaggio a Damon.
"Sei
già tornato a casa?"
"Appena
uscito dalla doccia. Vuoi verificare?"
"No
no, mi fido ciecamente."
"Ti
aspetto tra circa un'oretta. Mamma ha già portato Choco a
casa."
"Io
invece porterò una torta al cioccolato."
"Buona,
ma preferirei mangiare te! Scherzo."
"Divertente.
Ci vediamo dopo."
Mi accorsi di sorridere scioccamente appena incrociai il mio sguardo
allo specchio appeso alla parete. Cos'era quello sguardo? Ero davvero
io? Solo perchè Damon stava flirtando come al solito? Ero
diventato patetico. Altro che nascondere i sentimenti, non avevo
imparato niente dai suoi insegnamenti. Sentii il suono
di una notifica che mi riferiva di un nuovo post su IG di Damon
Michaelson. D'impulso cliccai immediatamente e mi si bloccò
il
respiro in gola. C'era una foto di lui che coccolava Choco guardando
dritto davanti alla fotocamera con un sorriso talmente abbagliante, che
prendeva persino quegli occhi azzurri, da accecare tutti. Era di una
dolcezza disarmante. Tutto quell'insieme doveva essere vietato. Sotto
c'era una sola frase.
"Ti
stiamo aspettando."
Il mio cervello andò in tilt. Non era passato nemmeno un
minuto
che piovvero così tanti commenti che menzionavano il mio
nome
che il mio cellulare iniziò a vibrare come un forsennato.
Cosa
dovevo fare? Decisi di rispondergli con una faccina sorridente che
schiacciava un occhiolino mentre arrossiva...o forse era meglio una
neutra con un
semplice sorriso che non sottolineava niente di sospettoso? Decisi per
la prima e la inviai. Mi risposero in migliaia ma quella che aspettavo
arrivò poco dopo. Una faccina sorridente che arrossiva con
di
fianco la faccina di un cane. Ero stato io a iniziare la tradizione di
mandare emoji, di solito lui scriveva papiri ma a me piaceva
disturbarlo con disegnini divertenti. Ero infantile ma di solito era il
mio modo per approcciarmi alle persone. Le prime volte me ne chiedeva
il
motivo dopo averlo tartassato con 25 stickers in 10 secondi, poi si era
abituato e aveva smesso di sorprendersi più di tanto per la
mia
mania. Si sarebbe sorpreso di più a vedermi rispondere con
qualche commento più lungo di tre parole. Misi da parte il
cellulare e mi controllai per l'ennesima volta allo specchio. Sembravo
passabile anche senza i make artist. Tornai da mia madre che mi chiese
il motivo di quel completo, visto che ormai conoscevo già
sua
madre da tempo quindi non dovevo fare bella figura. La lasciai parlare
senza darle ascolto dicendole di uscire adesso prima di trovare
traffico per strada. Presi la torta dalle sue mani e la spinsi verso
l'auto senza tante cerimonie. Quando arrivammo a destinazione eravamo
in anticipo di dieci minuti, mi sentivo in fibrillazione per
l'incontro. Appena scesi dall'auto la timidezza fece di nuovo capolino
e mi fermai di colpo aspettando con impazienza la lentezza di mia
madre. Non volevo entrare da solo in quella casa. Vidi qualcuno
avvicinarsi alla porta a vetri ed esitai a fare un altro passo. Il suo
sorriso mi sconvolgeva sempre, ricambiai sentendomi arrossire le
guance. Forse sembravo un cretino in quel momento ma questo era
l'effetto che mi faceva quella persona. Mi salutò con la
mano e
aprì la porta di scatto per accoglierci dentro.
Salutò
per prima mia madre con un bacio sulla guancia che la rese felice e poi
si girò verso di me facendomi sciogliere come neve al sole.
Lo
avevo detto che tutto di lui doveva essere vietato ai poveri
comuni mortali?
"Cosa ci fai ancora li? Non entri? Ti stanno aspettando tutti. Hai
paura di incontrare Choco?" mi chiese lui prendendomi in giro.
"Ho paura per le mie dita. Mi servono ancora quando devo darti dei
pugni sul set." strinsi una mano a pugno per far finta di tirargliela
sul mento.
"O anche quando devi toccarmi i pettorali e scendere più
giù in
qualche scena hot." ammiccò lui alzando le sopracciglia. Ne
sapeva una più del diavolo quando c'era da flirtare.
"Si si, se lo dici tu. Entriamo e tagliamo la testa al toro."
"Vieni, ha già mangiato. Non ti morderà di
sicuro." tenne
la porta aperta per farmi passare e salutai sua madre che mi venne
incontro con il cagnolino tra le braccia che mi guardava curioso
annusando l'aria con la lingua di fuori. Non sapevo se dovevo
preoccuparmi. Mi metteva un pò di ansia avvicinarmi troppo a
quell'esserino, nonostante le piccole dimensioni i suoi denti erano
affilati.
"Ciao Alec. Questo è Choco, non avere paura." si
avvicinò
lentamente con un sorriso tra le labbra molto simile a quello del
figlio. A quanto sembrava la genetica non era un'opinione. Avevo visto
anche le foto di Alice e la somiglianza era evidente, era bella tanto
quanto il fratello. Gli uomini non sarebbero stati a sicuro con loro
due a piede libero.
"Vieni con me. Fatti annusare, ha bisogno di sentire il tuo odore."
Damon mi prese la mano e lentamente l'avvicinò al naso del
cagnolino. Tremai leggermente di paura ma la vicinanza del mio partner
mi dava in qualche modo una certa sicurezza che tutto sarebbe andato
bene. Mi fidavo di lui. Con il dito sentii il suo naso freddo e appena
abbaiò ritrassi la mano di scatto con il cuore a mille.
"Ha abbaiato." esclamai ridacchiando in modo agitato. Damon non si era
staccato da me nemmeno per un secondo, i nostri corpi erano sempre in
contatto. Sapeva che avevo paura.
"E' normale. Dammi la mano, avvicinati. Choco lui è nostro
amico, è molto importante. Non aggredirlo altrimenti niente
cena." avvicinò di nuovo la mia mano tenendo il mio polso
fermo
nella sua stretta. Questa volta Choco rimase tranquillo e si fece
accarezzare la testolina.
"Che carino..."
"Gli piaci. Ha capito tutto, è un buon intenditore."
mormorò il padrone con un sorriso accarezzandolo a sua
volta,
sfiorando più volte la mia mano.
"Forse lo hai convinto con la minaccia di togliergli il cibo. Di solito
quello funziona sempre con chiunque."
"Anche con te se non ricordo male. Basta corromperti con un
pò
di cibo e acconsenti a tutto." Choco si stancò di stare
fermo e
spinse per farsi mettere a terra da Pat. Dandogli un ultimo buffetto al
muso per ringraziarlo della sua pazienza, lo mise giù e si
allontanò per chiacchierare con mia madre e Brian.
Sembravano
vecchie amiche eppure si conoscevano solo da qualche mese.
"Non è vero...quando mi hai preparato le enchiladas e mi hai
chiesto se potevo venire con te alle prove di canto in sala
registrazione io ti ho risposto di no perchè mi sarei
annoiato.
Però le enchiladas erano meravigliose." feci un sorrisetto
strafottente.
"Se non ricordo male è andata a finire diversamente. Due
giorni
dopo ti sei autoinvitato salendo in macchina, senza nemmeno avvisare,
dicendo che non avevi nulla da fare. Sono riuscito persino a
convincerti a cantare una canzone con me, ti vergognavi a fare sentire
la tua voce." sapeva leggermi troppo bene.
"Va bene va bene. Mi sentivo in colpa per averti detto di no e
così ti ho seguito, volevo farmi perdonare." ammisi
distogliendo
lo sguardo per guardarmi attorno.
"Ti sei annoiato?"
"Per niente, mi diverto sempre con te. Hai una voce fantastica quando
canti. Il nuovo progetto piacerà a tutti, sarà un
successo." confermai con sicurezza arrossendo mentre provai a
incrociare il suo sguardo. Non smettevo di sorridere in sua presenza.
"Grazie per le tue parole, speriamo sia così. Mi sei sempre
di gran sostegno." non sapeva quanto lo fosse lui per me.
"E' quello che penso."
"Allora sarai la mia groupie personale. Ti ci porterò altre
volte, magari ti convinco a fare un altro duetto." sorrise
scompigliandomi i capelli con dolcezza dopo averci messo più
di mezzora per
renderli praticamente perfetti.
"Non ne sono molto convinto...però potresti insegnarmi a
suonare
la chitarra. Così diventerò più cool
per le ragazze."
"Già lo sei abbastanza piccolo, mi ci mancano soltanto altre
orde di persone da mandare via da te. Sono un pò
territoriale."
"Solo un pò?" lo presi in giro sapendo chiaramente quanto
fosse
possessivo nei miei confronti. Durante il fan service a volte esagerava
platealmente ma era per divertire tutti sulla nostra ship, dietro le
telecamere era possessivo in altri modi.
"Mi spieghi perchè ti sei messo tutto in tiro per questo
pranzo?
Non ce n'era bisogno, andavi bene vestito come al solito. Sei tutto in
bianco, sei un incrocio tra un gelataio e un imbianchino."
cambiò discorso lui per evitare di addentrarsi troppo
nell'argomento.
"Non ti ci mettere pure tu, già mia madre mi ha fatto la
stessa
domanda. Non volevo fare brutta figura." mi stirai la giacca con le
mani per appiattirla meglio.
"Sei sempre carino piccolo. Adesso andiamo a mangiare che è
pronto, poi possiamo farti familiarizzare ancora con Choco."
"A volte mostri più adorazione verso quel cane che verso di
me.
Anche durante le interviste ne parli sempre, meno male che ancora non
ti hanno chiesto chi preferisci." borbottai un pò
infastidito.
"Ti sorprenderesti della risposta. Seguimi."
Lo seguii verso la tavola del salone già apparecchiata a
dovere
per il pranzo. Madre e figlio si erano superati. Chi sarebbe riuscito a
finire tutte quelle pietanze? Nemmeno stessimo facendo il cenone di
natale. Mi sedetti accanto a Damon con mia madre e Brian di fronte e
Pat a capotavola che iniziava a intavolare una discussione sui prossimi
eventi di promozione. Damon come al solito mi riempì il
piatto
in modo equilibrato, sembrava quasi un padre che si prendeva cura del
figlio. Rabbrividii al pensiero di aver baciato mio padre per tutto
questo tempo. Bleah! Divorai con gusto quello che potevo
finchè
il mio stomaco non chiese una pausa e poggiai stancamente la schiena
sul sedile. La tentazione di slacciare i pantaloni era molta ma mi
contenni per non fare una brutta figura con Pat ed evitare di ricevere
rimproveri da parte di mia madre. Damon mi lanciò
un'occhiata di sbieco mettendosi una mano davanti alla bocca per celare
un sorriso divertito. Gli diedi una sberla sul braccio per intimarlo di
smetterla ma questo lo fece ridacchiare di più attirando
l'attenzione di tutti su di noi. Arrossii all'improvviso mentre Damon
inventava qualche balla per distrarre i presenti che tornarono alle
proprie discussioni. Dam si avvicinò di più
mettendomi un
braccio attorno alle spalle e con la mano libera si mise a massaggiarmi
lentamente la pancia. A lui piaceva farlo, diceva sempre che era
morbida ed era il suo cuscino preferito. Stranamente lo trovavamo
entrambi rilassante. Le prime volte lo avevo trovato troppo intimo e
imbarazzante da parte di un uomo ma con il tempo mi ci ero abituato,
era un gesto
rassicurante e mi faceva sentire la sua presenza costante. In quel
momento mi stava aiutando la digestione, ci mancava soltanto un rutto
finale come ciliegina sulla torta. Lui lo sapeva e lo faceva apposta a
continuare. Mi alzai lentamente con la
scusa di andare a prendere la torta e Damon mi seguì in
cucina
per aiutarmi. Choco si ridestò dal suo sonnellino e
scodinzolò dietro al padrone nella speranza di ricevere
qualche
extra sul cibo.
"Scordatelo Choco. Hai già mangiato più che a
sufficienza, mamma come al solito esagera sempre con te. Non stai quasi
più nei vestiti." lo sgridò lui guardandolo con
fare
sconsolato mentre il cane si metteva seduto ai suoi piedi quasi a
supplicare. Damon scosse la testa puntandogli un dito contro per
avvertirlo e Choco abbaiò contrariato verso il suo padrone.
"Mi sa che ha qualcosa da ridire." ridacchiai divertito.
"Vuoi prendere le sue difese per caso?"
"No, il cane è tuo. Mi spieghi come mai lo vestite sempre?
Sembra un peluche in abiti cool che si trova nelle vetrine dei negozi
di giocattoli."
"A dire la verità mamma aveva visto una specie di felpina
con
cappuccio, l'aveva trovata adorabile quando gliel'aveva messa addosso e
da lì le è arrivata la fissa dei vestitini per
cane. Non
so quanto ci spende ma devo dire che a volte questo piccoletto
è
vestito meglio di me. Da quando mia madre ha iniziato a postare le sue
foto ha avuto così tanti fans che gli mandano sempre
qualcosa in
regalo."
"Cane fortunato." commentai guardando tra l'invidioso e il pauroso quel
piccolo idolo.
"Che ne dici se dopo lo portiamo un pò fuori a fare quattro
passi? Ha bisogno di movimento e anche tu, almeno ti aiuta a digerire."
sorrise lui toccandomi di nuovo la pancia.
"Non è colpa mia se il cibo era buono. Potevate cucinare
qualcosa a cui sono allergico, almeno avrei evitato di riempirmi in
questo modo. E poi sono fiero della mia pancia." gli dissi con
orgoglio. Non ero grasso ma ogni tanto spuntava quella piccola pancetta
che, nonostante tutta l'attività fisica che cercavo di fare,
restava li implacabile quasi a deridere i miei sforzi. Lui aveva la
tartaruga addominale invidiata da tutti io della pancetta da friggere
la mattina. L'ironia della sorte.
"Almeno ho qualcosa da toccare quando ho bisogno di coccolare qualcosa.
Hai un pancino antistress." il massaggio della sua mano si
intensificò.
"Comprati una palla di spugna, quella si che è antistress."
lo scansai allontanandomi di qualche passo.
"Non è la stessa cosa. Vuoi mettere un oggetto anonimo e
freddo
con il tuo calore?" mise il broncio, era talmente tenero che avevo
voglia di stringerlo in un abbraccio. Alec riprenditi! Quell'uomo era
più furbo di una volpe.
"Giuro che te la regalo a natale."
"Gliela darò a Choco. Anche lui ha bisogno qualcosa contro
lo stress da cibo. Che torta avete preparato?"
"Una semplice al cioccolato, spero sia buona. L'ho preparata io sotto
l'attenta supervisione di mamma."
"Adoro il cioccolato." il suo tono basso di voce mi fece rabbrividire.
Perchè improvvisamente mi sembrava che stesse parlando di
una
cosa peccaminosa? La mia mente stava vagando troppo su sentieri
pericolosi.
"Lo so bene, l'ho fatta per questo. Per ringraziarti di essere al mio
fianco sia nei giorni felici che in quelli bui." evitai di guardarlo
negli occhi prima di morire
dall'imbarazzo. Mi faceva ancora quell'effetto come se fosse il primo
giorno.
"Giuro che se dici qualcos'altro di così carino non ti
faccio
uscire da questa casa." mormorò lui con un sospiro facendomi
andare a fuoco il viso.
"Andiamo che stanno aspettando la torta."
A fine pranzo, le nostre madri ci cacciarono via dalla cucina e
decidemmo di portare fuori Choco. Più che altro, Damon quasi
mi
spinse fuori di peso appena vide il mio sguardo voglioso puntato su
quel divano invitante. Se fossi stato più veloce e non
avessi
mangiato così tanto mi sarei precipitato nel suo letto super
size
e mi sarei tuffato a braccia e gambe aperte. Ero pigro e lui mi capiva
al volo con un solo sguardo. Non avrei mai vinto con la sua
cocciutaggine in quel momento, la sonnolenza mi rendeva troppo stanco
per combattere. Mi
portò in camera per farmi cambiare, dandomi una sua tuta
più confortevole e meno appariscente, e uscimmo di casa.
Qualcuno ci riconobbe e ci
chiese di posare per qualche foto, dopo averli salutati proseguimmo con
la nostra passeggiata. Sicuramente quelle foto avevano già
fatto
il giro di internet in un nanosecondo. La cosa non mi
preoccupò
più di tanto, ero curioso di vederle. Potevamo sembrare una
di
quelle coppiette che portavano a spasso il cane. Una coppia normale,
senza fan service e ship immaginaria. Una coppia reale. Potevo
già immaginare la raffica di commenti che ci avrebbero
aspettato
al nostro ritorno. Guardai di sfuggita Damon ma lui sembrava
tranquillo, il suo sorriso era calmo e senza preoccupazione alcuna.
Perchè avrei dovuto averne io? Nell'arco di un'ora tornammo
a
casa dove ci stava aspettando Brian al varco della porta mostrandoci il
cellulare con sguardo scuro in viso.
"Ragazzi cosa devo fare con voi?" scosse la testa irritato.
"Sii il prete e benedici la nostra unione." lo prese in giro Damon con
un sorriso mentre toglieva il guinzaglio al cane che corse a casa tutto
felice.
"Dovessi mandare tutte le foto che ho di voi due insieme diventerei
ricco. Altro che continuare a fare il manager e a farmi venire il mal
di testa. Mi sento come un babysitter sotto pagato."
"Forza Brian, abbiamo solo portato a spasso Choco. Non c'era nessun
contatto fisico di alcun tipo."
"Non serviva, fidatevi. Guardate voi stessi." passò il
cellulare
a Damon che sorrise e mi mostrò le foto. Oltre le due foto
con i
fans ce ne erano altre scattate da lontano che ci mostravano felici
mentre parlavamo persi nel nostro mondo. Sembravamo più che
semplici fratelli, gli sguardi e i sorrisi dicevano tutt'altro.
Più tardi le avrei salvate sul mio cellulare.
"Siamo venuti piuttosto bene. Sono belle le foto." mormorai con un
sorriso continuando a fissare gli scatti.
"Brian pensala come una promozione in più per la serie.
Penso
che Meg e Claire sarebbero d'accordo. Siamo una coppia immaginaria,
perchè non far felici ulteriormente i nostri fans? Che ci
vedano
quello che vogliono vedere. Era solo un'uscita tra fratelli con il
cane. Punto." semplificò Damon ferendomi un pò
inconsapevolmente. Aveva ragione, era solo quello.
"Mia madre e Pat come l'hanno presa?" chiesi a Brian.
"A dire la verità hanno stampato varie copie della foto per
piazzarle da qualche parte in casa insieme a tutte le altre. In caso di
interviste casalinghe dove poter far vedere al meglio i loro figli.
Stanno
facendo più fan service loro che i fans stessi e voi due
messi
insieme. Si sono date
subito da fare per promuovere quelle foto appena sono sbucate sui
social. La prossima volta avvisatemi subito se vi scattano delle foto
insieme."
"Sarebbe troppo tardi lo stesso, cosa faresti? Erano solo delle foto
innocenti."
"Brian va tutto bene." cercai di consolarlo.
"Lo sapete che da delle semplici foto innocenti potrebbe uscire fuori
di tutto. I pettegolezzi e le male lingue sono pericolosi." ci
avvisò lui mostrandoci degli scenari per nulla entusiasmanti.
"Non abbiamo fatto niente di male, rilassati. E poi parli tu che sei
uno dei primi che appena può ci scatta foto e fa video a
manetta. Anche prima quando mamma teneva in braccio Choco e Alec
cercava di farci amicizia. Chi è che ha fatto il video e lo
ha
postato su IG?" Damon non voleva lasciare perdere e aveva le sue
ragioni. Eravamo costantemente ripresi da varie angolazioni da chiunque
munito di cellulare che poteva immortalarci e rendere pubblico ogni
nostro minimo gesto. Per questo il più delle volte, quando
potevamo, restavamo chiusi in casa.
"Ha già chiamato Paul per capire che razza di casino doveva
risolvere adesso." mi guardò Brian mettendomi un
pò in
ansia. Potevo solo immaginare la loro conversazione al telefono.
"Gli parlerò io, tranquillo. Non c'è nessun
casino."
"Alec vieni in camera. Lasciamo le nostre madri a confabulare tra di
loro sulla tua dote." ridacchiò Damon mettendomi le mani
sulle
spalle mentre mi spingeva verso l'entrata.
"Guarda che io non voglio meno di venti mila." lo avvertii scherzando
con tono minaccioso.
"Wow...sei piuttosto caro piccolo." mi sussurrò lui
all'orecchio facendomi venire i brividi.
"Io valgo tanto."
"Ci farò un pensierino. Andiamo. Choco vieni."
Il cagnolino ci seguì scodinzolando tutto eccitato. Un paio
di
volte dovetti fermarmi di colpo in quanto Choco continuava a infilarsi
in mezzo ai miei piedi, avrei rischiato di travolgerlo. Poi chi lo
avrebbe sentito il padrone? Feci prima passare quell'esserino a quattro
zampe, che ogni tanto si girava verso di me per controllare dove fossi.
Era buffo quel piccoletto. Damon mi disse di sedermi per terra, ai
piedi
del letto, e mi si affiancò con una bustina di croccantini.
"Non avevi detto che era ingrassato?"
"Qualche croccantino in più riesco a farglielo smaltire.
Voglio che sia tu a dargli da mangiare."
"Cosa? Perchè?" mi allarmai all'istante.
"Perchè voglio che facciate amicizia. Siete entrambi
importanti
per me. Non voglio che tu abbia paura di lui quando lo vedi. Deve
capire che anche tu fai parte della famiglia...certo, non ti
metterò una ciotola accanto alla sua ma potreste condividere
lo
stesso letto." disse lui sornione alzando le sopracciglia.
"Non condivido con lui la mia parte del tuo letto. Deve sapere qual
è il suo posto."
"A dire il vero lui dorme sul divano, soltanto la mattina presto si
intrufola sotto il lenzuolo per svegliarmi. Sei un pò
possessivo per quel posto
accanto a me."
"Parlavo del letto, solo del letto. Amo il tuo letto." sottolineai per
evitare che andasse avanti a prendermi in giro.
"Se lo dici tu. Tieni, avvicina la mano e resta fermo finchè
non
si avvicina lui." feci come mi disse, ero un pò titubante e
la
mia mano tremò facendo finire i due croccantini per terra.
Damon
rise e me li rimise in mano tenendo fermo il mio polso. Choco si
avvicinò continuando a scodinzolare come un forsennato e
annusò la mia mano, ci mise sopra il musetto e
iniziò a
mangiare i suoi croccantini raspando con la sua ruvida lingua.
Ridacchiai divertito e mi azzardai ad accarezzare il suo morbido pelo.
Era tranquillo e si lasciava toccare con facilità, forse le
mie
paure erano un tantino esagerate verso quella piccola palla di pelo.
Era diverso da accarezzare Joker ma sempre piuttosto piacevole in
più quel cane non sembrava riuscire a stare fermo. Damon si
complimentò con il suo cucciolo coccolandolo un
pò.
"Bravo Choco, lui è nostro amico. Gli vogliamo bene."
"Com'è ruvida la sua lingua...più di quella di
Joker." ridacchiai a un'altra passata umida sulle mie dita.
"Hai ancora paura?"
"No, sono più tranquillo."
"Adesso non ti libererai facilmente di lui. Vorrà giocare
fino a sfinirti."
"A me piace giocare."
"Come se non lo sapessi. Sei proprio un bambino."
"A chi hai dato del bambino? Io non sono un bambino!"
"Stai mettendo il broncio? Il mio piccolo bambino cresciuto." si
allungò per stringermi in un abbraccio mentre con una mano
mi
accarezzava i capelli. Essere preso in giro da lui mi faceva sentire un
pò speciale, avevo la sua completa attenzione. Mentre ero
distratto nel mio mondo, Choco si fece di nuovo avanti di scatto e mi
morse un dito a tradimento abbaiandomi contro. Tolsi la mano dando
una gomitata involontaria al mio partner e cacciai un urlo facendo
abbaiare ancora più forte quel piccolo mostro dai denti
affilati.
"Avevi detto che non mordeva." mi lagnai sentendo il mio dito dolorante.
"Di solito non lo fa, al massimo abbaia forte." il suo tono di voce era
preoccupato.
"O mi ha scambiato per una coscia di pollo oppure è geloso."
"Geloso? Di cosa? Non lo è mai stato prima d'ora." il suo
sguardo confuso la diceva lunga.
"Mi ha morso dopo che tu mi hai abbracciato."
"Mmh...strano. Forse era tentato dal tuo odore delizioso."
tornò di nuovo a prendermi in giro annusandomi il collo.
"Adesso sono diventato del pollo fritto?" gli lanciai un'occhiataccia
dandogli un'altra gomitata sul fianco questa volta volontaria.
"No, allo spiedo. Da leccarsi i baffi."
"Damon sii serio. Mi fa male il dito." glielo sventolai davanti per
fargli capire che veramente provavo dolore.
"Non esagerare, non te lo ha staccato. Fammi vedere." me lo prese tra
le mani e lo avvicinò per guardarlo attentamente
"Guarda, c'è ancora l'impronta dei suoi denti." mi
lagnai di nuovo sentendomi sempre più strano.
"Quando ero piccolo e mi sbucciavo qualcosa, dopo aver medicato la
ferita mamma ci soffiava sopra dicendo che tutto sarebbe passato.
Adesso come va?" mi chiese lui dopo averci soffiato sopra come se fosse
una candelina di compleanno.
"Meglio...grazie." balbettai turbato dimenticando quasi il mio nome.
"Vuoi anche un bacino? Magari passerà prima."
incrociò i miei occhi e mi sentii perso.
"No grazie. Va bene così." mormorai togliendo il dito dalla
sua stretta leggera.
"I rimedi della mamma sono sempre quelli giusti. Choco cattivo, ti
avevo detto di comportarti bene. Noi vogliamo bene ad Alec."
sgridò il cane mentre quest'ultimo gli abbaiò
contro per
tutta risposta.
"Forse non è tanto d'accordo."
"Si deve abituare. Choco non puoi mordere Alec, non è un
pezzo di carne. Al massimo posso morderlo solo io."
"Damon!"
"Stai zitto, sto cercando di insegnargli qualcosa di importante se
vuole ancora mangiare in questa casa."
"Non ti sembra di esagerare?" gli chiesi dando un'occhiata a quella
piccola palla di pelo che si sdraiò ai piedi del padrone con
il
musetto triste. Un pò mi sentii in colpa per aver causato
tutto
quel trambusto per un solo morso, ma il dito faceva ancora male.
"Da che parte stai? Non eri tu quello che esagerava prima? Vieni
più vicino."
"Più vicino di così mi siedo sulle tue gambe."
borbottai non sapendo più dove mettermi.
"Non è un problema, quante volte lo hai già
fatto? Choco
guarda, non devi sentirti offeso." richiamò l'attenzione del
cane mentre mi avvolgeva un braccio alle spalle.
"Sbuffa ancora." lo avvisai temendo il peggio.
"Non è niente. Avvicina la tua mano." titubante eseguii i
suoi
ordini e accarezzai il cagnolino tra le orecchie, in quel momento
sembrava più malleabile.
"Bravi i miei due cuccioli. Non litigate più altrimenti
metto
entrambi in punizione." iniziò ad accarezzare entrambi la
testa
nello stesso modo con aria soddisfatta.
"Da quando sono diventato un cucciolo?" lo guardai storto mentre lui
continuava a passarmi le dita tra i capelli in un massaggio lento. Mi
stava quasi venendo sonno.
"Sei il mio gattino. Non te lo ricordi? Vieni qui che ti faccio i
grattini." mi prese in giro lui ricordandomi una scena della serie che
avevamo recitato tra le lenzuola. Cercai di spingerlo via appena vidi
sua madre riprenderci con il cellulare. Da quanto tempo era rimasta a
filmarci? Volevo andare a nascondermi. Cos'avevo detto fino adesso?
"Damon lasciami! Tua madre ci sta filmando!" lo avvertii con tono
agitato.
"Te ne sei accorto adesso? Mia madre ha occhi ovunque." disse lui
sganciandomi dalla sua stretta mentre riprendeva Choco in braccio per
coccolarlo.
"Dovrei stare attento anche in bagno quando mi faccio la doccia?" il
pensiero di poter essere spiato anche in quei momenti mi metteva i
brividi e di certo non erano piacevoli per niente.
"Chi lo sa...resta sempre aggiornato su eventuali avvistamenti intimi.
Credo che il web andrebbe in visibilio quel giorno."
"Ma anche no, grazie."
Giocammo un altro pò con Choco e finalmente riuscii a
familiarizzare di più con lui senza venire azzannato. Forse
eravamo sulla strada giusta per un'amnistia. Pat, dopo essere stata
soddisfatta con i suoi video e le sue foto, se ne tornò da
mia
madre a parlare sicuramente di qualcosa inerente al nostro lavoro e ai
prossimi incontri. Non potevano parlare di altro? Avevano entrambe
altre due figlie a disposizione su cui sparlare. Passammo il resto del
pomeriggio a divertirci insieme, facendo progetti e discutendo sulle
battute delle ultime scene ancora da girare. Mancava veramente poco
alla fine delle riprese, ancora non riuscivo a capacitarmene. Cosa
avrei fatto dopo? Sarei riuscito a vedere ancora Damon o avremmo
tagliato definitivamente i ponti l'uno con l'altro? Finita la serie
finito il rapporto? Non ne avevamo mai parlato in verità ma
questa era una cosa che mi angosciava parecchio. Ero felice in quel
momento, racchiuso in quel bozzolo di amore e fama, ma dopo come mi
sarei sentito? Sarebbe sparito tutto così in fretta? Avevo
paura
ad affrontare l'argomento perchè non sapevo come avrebbe
risposto lui. Avrei creduto a ogni sua parola e conoscendolo sapevo che
manteneva una promessa, ma tra il dire e il fare c'erano di mezzo la
distanza e i futuri lavori senza la compagnia dell'altro. Sarei rimasto
da solo di nuovo e sarebbe stato difficile per me ricominciare da capo
per conoscere altre persone nuove. Odiavo il pensiero di dovermi
separare da lui e cavarmela da solo. Guardai Damon, sdraiato sul divano
con la testa posata sul mio grembo, mentre controllava dei testi per il
master che aveva scaricato sul cellulare. Anche quando era di riposo il
suo cervello continuava a lavorare implacabile. Avrei voluto che si
prendesse una vera pausa da tutto e riposasse sul serio. Lo vedevo ogni
giorno sempre più stanco, ero preoccupato. Presi ad
accarezzargli i capelli distrattamente come mia abitudine e pensai a
quanto fossi fortunato in quel momento. Avrei voluto che fosse per
sempre. Ripresi il cellulare sentendolo vibrare e controllai le
notifiche alle foto che ci avevano fatto quel giorno. Troppi commenti
anche solo per leggerli. Ne scorsi alcuni dove ci sostenevano
mandandoci tutto il loro affetto, rimasi emozionato da tutto quel
calore. Forse non lo sapevano del tutto ma le dimostrazioni dei fans
erano la miglior medicina per noi nei momenti bui. Un incoraggiamento
per andare avanti. Dovevamo tanto a loro e volevamo ringraziarli
facendo del nostro meglio in tutto. Andai più giù
e non
riuscii più ad andare avanti. Perchè tutto
quell'odio?
Perchè arrivare a quelle parole? Cosa avevamo fatto di male?
Perchè tirare in ballo il passato di qualcuno che stava
cercando
di dimenticare? Perchè essere così crudeli?
"Cos'è successo?" non mi ero accorto che il mio cambio di
espressione aveva attirato la sua attenzione. Non volevo che leggesse
quei commenti. Non adesso che stava andando tutto bene, avrebbero
soltanto rovinato tutto. Conoscevo Damon e sicuramente non avrebbe
lasciato perdere una cosa del genere. Non volevo farlo preoccupare.
"Niente." cercai di nascondergli il cellulare ma fu tutto inutile con
una sola occhiata mi fermò all'istante.
"Alec!"
"Le nostre foto fuori con Choco e i video che hanno fatto tua madre e
Brian hanno avuto tantissimi commenti...i fans sono entusiasti e
lasciano tanti di quei commenti positivi di incoraggiamento verso la
nostra coppia. Però sono sbucati fuori anche molti messaggi
degli haters piuttosto aggressivi." ammisi a malincuore concentrandomi
sul movimento delle mie dita tra i suoi capelli. Stavo evitando il suo
sguardo.
"Cosa dicono?" sentivo la tensione su ogni fibra del suo corpo.
"Mettono a confronto la nostra relazione con quella che avevi con
Chase. Per essere precisi, confrontano Chase a me ed io non ne esco per
niente bene. Ti preferivano con lui. Eri più sincero con lui
e
con me è solo fan service. Sei più serio e
calcolatore per
quanto riguarda le effusioni pubbliche. In pratica con me stai facendo
le stesse cose che facevi con lui solo che con lui erano vere, con me
ti stai sforzando e lo fai soltanto di fronte alle telecamere per
pubblicizzarci...stai
fingendo." quelle parole fecero male persino a me. Ero stato clemente,
gli avevo fatto un resoconto blando omettendo insulti e offese che
avevano scritto. Sapevo che non sarei riuscito a evitare che lui li
leggesse.
"Fammi vedere." gli porsi il cellulare con una smorfia. Dalla sua
espressione sembrava che volesse commettere un omicidio.
"Dai, non fa niente. Sai quanti commenti malevoli riceviamo al giorno
d'oggi. Non è importante."
"Si che è importante. Come possono dire una cosa del genere?
Li
segnalo." ringhiò alterandosi mentre si rimetteva seduto di
scatto continuando a leggere tutti quei commenti.
"Non puoi correre dietro a ogni utente che scrive cattiverie e
segnalarlo. E' impossibile. Lasciali parlare, prima o poi si
stancheranno e andranno a rompere le scatole a qualcun altro. Non
pensarci." cercai di calmarlo invano.
"Alec questo non va bene. Chi dà loro il diritto di
giudicare?
Il passato è passato, è inutile rivangarlo quando
fa loro
più comodo." sbottò lui sempre più
irritato. Mi
sorprendeva il fatto che Brian non si fosse fatto di nuovo vivo per
dire ve lo avevo detto.
"Il diritto glielo abbiamo dato anche un pò noi continuando
a mostrarci sempre sui social."
"Questo fa parte del lavoro lo sai bene. Abbiamo bisogno del supporto
dei nostri fans per andare avanti."
"Gli haters sono ovunque, non possiamo mica piacere a tutti." mormorai
cercando di farlo ragionare.
"Non pretendo questo ma non voglio che parlino male di te. Io ormai ci
sono abituato agli haters, ci faccio colazione con loro, ma il problema
arriva quando toccano te. Non hai
fatto niente per meritarlo. Non capiscono quanto sia stato fortunato a
incontrarti? Perchè si comportano così? Chase non
ha
più niente a che fare con me e stare li a mettervi a
confronto
non ha senso. Siete due persone completamente diverse, specialmente per
quanto riguarda il vostro rapporto con me. Ti hanno chiamato
insignificante e nullità per non dire altro, ti hanno
insultato." sembrava più arrabbiato di me in quel momento.
Mi
faceva una tenerezza infinita mentre cercava di difendermi a spada
tratta. Nessuno lo aveva mai fatto, a parte mia madre per ovvie
ragioni. Mi faceva sempre sentire protetto.
"Ci sono molti dei nostri fans che mi stanno difendendo. Non ho bisogno
che tu venga sempre in mio soccorso."
"Non vengo sempre in tuo soccorso però non mi piace questa
storia. Non riesco a starmene con le mani in mano senza fare o dire
niente." strinse i pugni restituendomi il cellulare ancora stranamente
intatto. Era così agguerrito che avrebbe fatto una strage e
io
avevo paura di ciò che potesse accadere, non volevo che le
sue
azioni gli si ripercuotessero contro. Non aveva bisogno si un altro
scandalo e non volevo esserne io la causa. Gli avrebbe fatto solo
più male. Non volevo che soffrisse ancora.
"Damon lascia stare."
"Tu credi a quello che dicono?" a quanto sembrava anche lui aveva le
sue paure e aveva bisogno di rassicurazioni. Peccato che quello che
avevo visto aveva turbato anche me.
"Hanno postato degli spezzoni di vecchi video...ci sono molte
similitudini con i nostri gesti quotidiani e i vostri." mormorai a
bassa voce distogliendo lo sguardo. Volevo fingere che quei video non
mi avessero scombussolato l'esistenza ponendomi mille domande, ma
sapevo che con lui era inutile mentire. Sembravamo la fotocopia
sbiadita di quello che un tempo erano stati loro. Ero diventato il
sostituto di Chase?
"Tu ci credi." la sua espressione ferita mi colpì in pieno
peggio dell'esplosione di una bomba. Non volevo vederlo così.
"Io credo in te. Se mi dici che non è così mi
fido." lo
rassicurai afferrandogli una mano per fargli capire la mia
sincerità. Nonostante alcuni miei dubbi io gli credevo.
"Alec..."
"Tranquillo. Mi fido. Cosa ne dici se ti concedo la rivincita al
videogioco di ieri? Io penso di riuscire a stracciarti di nuovo. Ci
riproviamo? Mettiamo una posta in gioco?" volevo distogliere la sua
attenzione da quel problema e focalizzarla su altro. Doveva smettere di
pensarci e io volevo aiutare a farlo.
"Va bene, spara." annuì lui ancora non del tutto convinto
dalle mie parole.
"Se vinco io lascerai perdere questa faccenda e non farai nulla per
risolverla. Promettilo." gli puntai il mignolino contro in attesa che
lui accettasse incrociandolo con il suo.
"Alec..."
"Promettilo!" sbuffando, Damon incrociò i nostri mignoli
sigillando la nostra promessa. Non poteva tirarsi indietro anche se
avrebbe fatto di tutto per imbrogliare e girare le carte in tavola a
suo favore.
"Despota. Va bene, lo prometto. Però se vinco io lasci che
me ne occupi a modo mio. Non la faranno franca."
"Non mi batterai mai vecchietto!" gli lanciai una frecciatina con
ghigno malefico.
"Come sta il tuo dito mezzo maciullato?"
"Riesce ancora a sconfiggerti. Iniziamo."
POV Damon
Gli sorrisi e lo salutai con la mano mentre lui ricambiava con calore.
Lo vidi allontanarsi dentro l'auto della madre e mi sentii di nuovo di
cattivo umore. Smisi di sorridere e tornai in casa dove incrociai lo
sguardo preoccupato di mia madre con in braccio Choco. Le presi il
cagnolino, che iniziò a leccarmi il mento, e andai a sedermi
sul
divano giocando con lui. La mia mente era persa tra vari pensieri
ombrosi che peggioravano soltanto il mio umore.
"Sono rimasta zitta fino adesso perchè non volevo essere di
troppo ed evidentemente lui non ne voleva parlare. Ma adesso non posso
più tacere. Sono preoccupata per entrambi. Quei commenti
sono
veramente feroci, come puoi restare tranquillo a non fare niente?"
"Ho promesso ad Alec di non fare nulla e mantenere il controllo. Anche
se sto lottando contro me stesso, voglio mantenere quella dannata
promessa. Lui ci rimarrebbe male altrimenti."
"In questo modo lo stanno facendo a brandelli con quelle cattiverie."
"Mamma ho le mani legate. Non posso fare niente." scossi la testa
esasperato mentre accarezzavo Choco come se fosse un antistress. Lui
rimase fermo a bearsi le carezze mentre iniziava a chiudere gli occhi.
Anche per lui era stata una giornata stancante.
"Tu e le tue dannate promesse. A quest'ora avresti già
ribaltato
il web per difenderlo. All'improvviso non ti importa così
tanto
di lui da volerlo fare?"
"E' proprio perchè mi importa di lui, di ciò che
pensa e
di ciò che prova, che non oso andare contro a quella
promessa.
Lui ha paura che con il carattere che mi ritrovo possa finire in
qualche guaio. Io non voglio più leggere quei commenti
assurdi su di lui.
Perchè le persone non capiscono? Certo, ognuno è
libero
di dire e scrivere ciò che pensa ma non capiscono che
c'è
un limite da non superare? Perchè continuare a fare questi
paragoni? Ho sempre saputo fin dall'inizio che c'erano in giro certe
voci ma è passato quasi un anno da quando ho incontrato
Alec...non è una cosa successa una settimana fa.
Perchè
non si mettono l'anima in pace e la smettono? Sono stanco di leggere
quelle frecciatine. Non voglio che per Alec sia lo stesso e decida di
mollare quello che abbiamo costruito insieme. Stanno per finire le
riprese della serie e
con ogni probabilità non faremo più parte della
vita
dell'altro. Questo pensiero mi distrugge e mi fa sentire solo
già adesso. Non voglio dargli una scusa in più
per
sparire." ero partito con tono aggressivo eppure avevo terminato la mia
ramanzina con un filo di voce depresso. Quella era una delle mie
peggiori paure, che mi lasciasse anche lui.
"Magari non succederà. Alec ti è molto
affezionato."
"Siamo sinceri mamma, quante volte è durata una storia anche
solo di amicizia fraterna come la nostra in un contesto simile? Lui
è ancora
giovane, ha tante esperienze da fare e incontrare nuove persone.
Sarà difficile all'inizio per via del suo carattere
introverso
ma sta migliorando, piano piano riesce anche lui ad approcciarsi alle
persone. E' cambiato, si è aperto di più con
gli altri da quando lo conosco. Riuscirà a fare tutto
ciò che vorrà, ha
un futuro promettente e migliora sempre di più.
Sarà
amato da tutti perchè è un piccolo dispettoso
adorabile.
Ci sentiremo sempre di meno finchè un giorno ci ricorderemo
soltanto dei nostri compleanni grazie alle notifiche di FB. Poi saremo
soltanto dei sbiaditi ricordi lontani del passato." a quelle parole mia
madre sbuffò sonoramente esasperata facendo svegliare di
colpo Choco che abbaiò come risposta.
"Quanto la fai tragica. So che finchè parlerai di lui con
amore e dedizione come hai fatto adesso farai di tutto
affinchè
restiate in contatto per molto tempo. Ti conosco bene figliolo. Sei
caparbio, non rinunci
facilmente a ciò che vuoi. E tu vuoi lui nella tua vita.
Secondo
me lui ha le tue stesse paure. Dovreste parlare del futuro, di quello
che accadrà dopo aver girato l'ultima scena. Il dialogo
risolve gran parte dei problemi in una relazione...l'altra parte li
risolve il sesso, ma non credo sia il vostro caso. Giusto?" le lanciai
un'occhiataccia mentre lei ridacchiava sotto i baffi.
"Voglio lasciargli i suoi spazi e non essere troppo invadente.
Già lo sono e a volte rischio di esagerare con i miei modi
di
fare. Sono fatto così ma con lui cerco di controllarmi."
"Te lo ha chiesto lui di farlo? Di controllarti intendo."
"No, sono io che non voglio metterlo a disagio specialmente quando
siamo in pubblico. Sono fin troppo espansivo. L'ho abbracciato fin da
subito quando lui ancora era in imbarazzo anche solo a guardare negli
occhi un altro uomo. C'è voluto molto tempo
affinchè lui
ricambiasse l'abbraccio volontariamente. Soltanto da poco ha iniziato a
farlo di sua iniziativa senza che glielo chiedessi. E' stato difficile
lasciarsi
andare per un tipo come lui. Non voglio fare due passi in avanti e
subito dopo dieci indietro per la mia impulsività."
"Lui dovrebbe amare ogni parte di te, anche le più
controverse."
"Mamma noi siamo solo amici molto intimi, niente di più. Lo
sai bene." le ripetei per l'ennesima volta mentre Choco era intento a
giocare con le mie mani.
"Fin troppo bene figliolo. Lo sai che io ti appoggerò
sempre,
qualunque scelta tu faccia...chiunque tu voglia amare. Mi basta sapere
soltanto che ti ama e che ti rende felice. Se poi ci aggiungi che
è amorevole con la tua famiglia, è adorabile e va
d'accordo con Choco...a parte il primo morso di prova per testare la
sua resistenza, approvo in pieno. Non chiederei di meglio per te." lei
mi si avvicinò accarezzandomi i capelli con dolcezza come
faceva quando ero piccolo e avevo bisogno delle sue coccole.
"Mamma ti voglio bene."
"Ti amo immensamente anch'io. Sarà difficile per te
rispettare quella promessa."
"Farò del mio meglio per non deluderlo. Mamma puoi restare
un
altro pò con me? Non voglio restare solo e Brian se ne
è
già tornato a casa."
"Tutto il tempo che vuoi figliolo. Sono qui per te."
Mia madre rimase a dormire per la notte nella stanza degli ospiti. Non
sapevo nemmeno da quanto avevo passato tutto quel tempo in sua
compagnia a sfogarmi su ogni cosa mi passasse per la testa. Nonostante
fossi ormai cresciuto passavo anch'io dei momenti dove solo l'affetto e
le coccole della mamma potevano aiutarmi a superare i problemi. Quello
era uno di quei momenti, era come tornare bambino nel suo abbraccio. Mi
aveva aiutare a non commettere pazzie sui social e a non insultare
nessuno. Da quando era andata a letto la solitudine mi avvolse come una
coperta fin troppo stretta e soffocante. Choco stava riposando sul
divano accanto a me ma era troppo stanco dalla sua giornata frenetica
per rimanere sveglio a distrarmi. Ero tentato di chiamare Alec ma era
tardi e volevo lasciarlo dormire in pace dopo tutti i casini che erano
successi quel giorno. Ero ancora turbato da quei commenti. Come
facevano a dire che fingevo nei confronti di Alec e che era tutto
fan service? Come potevano giudicare i sentimenti di una persona
conoscendola solo superficialmente attraverso uno schermo? Avevo sempre
cercato di essere me stesso con i fans, mostrargli il vero me ma forse
non ero riuscito a fargli vedere quello che volevo. Perchè
poi
mettere a confronto il passato con il presente? Come non faceva a
piacere Alec? Paragonarlo a Chase era completamente fuori luogo. Lo
riportavano a galla come un cadavere che galleggiava sul fiume. Avevo
sempre evitato di commentare qualsiasi riferimento a lui dopo quello
che aveva pubblicato sui social e, al termine della serie, avevamo
smesso
completamente di frequentarci. Finalmente persino nelle interviste non
veniva più menzionato il suo nome e all'improvviso eccolo di
nuovo li, associato alla nostra coppia. Alcuni vecchi fans avrebbero
preferito vedere Chase al posto di Alec al mio fianco. Ringraziavo ogni
giorno per aver incontrato la mia piccola peste che mi aveva aiutato a
risollevarmi dalle ceneri come una fenice. Conoscerlo, nonostante la
sua poca esperienza, mi aveva fatto scoprire molte cose anche di me
stesso che ancora non sapevo. Mi aveva spinto a desiderare di
più e a mettermi alla prova per nuovi progetti. Mi aveva
mostrato un futuro diverso che potevo avere se solo volevo,
perchè potevo fare tutto. Ai suoi occhi ero il migliore, non
volevo deludere le sue aspettative. Avrei voluto che mi guardasse con
la stessa espressione anche in quel futuro diverso. Un futuro nel quale
potevo solo sperare che fosse ancora insieme a lui. Non volevo
perderlo. Diedi un'ultima carezza a Choco e tornai in camera nella
speranza di chiudere occhio. Peccato che la mia testa non voleva
collaborare in alcun modo. Ogni due minuti mi ritrovavo con in mano il
cellulare e la finestra della chat con Alec sempre aperta. Decisi di
fare un giro su IG ma promisi a me stesso di non fare nulla di
sconsiderato. Era
stata una bella giornata e quei video e quelle foto ne erano la prova
lampante, Brian e mia madre avevano fatto proprio un bel lavoro ad
immortalare quei momenti. Per fortuna che non avevano postato proprio
tutto sul web. Uno di quei fastidiosi commenti cattivi mi
saltò
all'occhio, faticai a trattenermi da insultarli uno per uno. Andai un
pò più giù e mi si riempì
il cuore di
affetto verso i miei fans che difendevano a spada tratta Alec, il suo
lavoro e la nostra coppia.
"DamLec
per tutta la vita."
"Sosteniamo
Alec e il suo lavoro. E' davvero un bravo ragazzo."
"Siete
una coppia
davvero affiatata. Non fate caso a chi la pensa diversamente. Il vostro
amore e rispetto reciproco lo noterebbe anche un cieco."
"Il
loro
sostenersi a vicenda ogni volta che incontrano una
difficoltà
rende più forte la loro relazione. DamLec vi amiamo."
"Alec
non farebbe
mai la merda in pubblico come ha fatto Chase. Damon non preoccuparti
che il tuo piccolo ti ama come ti amiamo tutti noi."
"Alec
è così adorabile. Come fate a paragonarlo a
quella sottospecie di stronzo?"
"Ho
sempre
sostenuto Damon in ogni suo lavoro. Shippavo anche i DC
perchè
mi piacevano fuori dallo schermo. Poi non si è saputo
più
niente, soltanto loro due conoscono la verità dei fatti.
Chase
non si è comportato bene e Damon avrà anche lui
le sue
colpe, però ormai è tutto passato e Dam sta
cercando di
andare avanti così come Chase. Strade separate. Vi prego di
lasciarli stare in pace che ne avranno anche loro le scatole piene di
rivangare quella storia. Adesso Damon ha Alec e adoro il legame che si
è instaurato tra di loro. Forse all'inizio storcevo il naso
e
Alec sembrava troppo in imbarazzo a scambiarsi effusioni in pubblico ma
adesso qualcosa è cambiato. Che siano reali o meno hanno una
chimica pazzesca e Damon non sta fingendo."
"Sono
stati fortunati ad incontrarsi. Spero che restino così
insieme per molto tempo. Vi amiamo. Fighting!"
Avevo le lacrime agli occhi. Avevamo tanti di quei sostenitori che ci
amavano e che litigavano per noi. A causa della nostra posizione, era
difficile ribattere agli haters ma per loro era quasi un
dovere difenderci. Erano
talmente agguerriti che avevo persino paura di ciò che
poteva
succedere quando la serie sarebbe finita e non avremmo avuto
più
eventi ai quali partecipare insieme come coppia. Avrebbero fatto
rivoluzione. Non
mi ero mai sentito così ben voluto dai fans come in quel
momento. Meritavano il meglio di Alec e me. Come avrei potuto ripagarli
per quelle parole di incoraggiamento? Forse Alec aveva ragione e si
sarebbe risolto tutto senza dover intervenire in prima persona.
Maledetti gli haters! Spazientito, gettai il telefono da qualche parte
sul letto e presi in mano la chitarra iniziando a strimpellare qualche
nota a caso che presto si trasformò in una piacevole
melodia.
Suonai altri accordi per legarli insieme e ci buttai dentro qualche
parola che sentivo dentro. Ripensai a tutto l'amore che ci avevano
dimostrato i fans sui social, a tutto il loro sostegno e alla forza che
ci davano per andare avanti nel nostro lavoro. Volevo far capire loro
che quel sentimento era ricambiato. Avevo bisogno di ringraziarli
perchè esistevano. Le parole uscirono di getto, confuse ma
sentite. Presi carta e penna e mi misi all'opera,
tutto eccitato ormai completamente sveglio. Scrissi e cancellai
innumerevoli volte, gettai fogli accartocciati sul pavimento e rifeci
tutto da capo ancora non del tutto convinto. Provai tutta la notte
senza rendermi conto di quanto stanco fossi realmente, Brian mi avrebbe
sgridato ma speravo che con il risultato finale ne sarebbe valsa la
pena.
Alle prime luci dell'alba potevo finalmente ritenermi soddisfatto.
Forse la canzone non era del tutto finita e sicuramente dovevo
migliorare molte strofe, però mi piaceva. Rispecchiava in
pieno
le mie emozioni in quel momento. Quello che sentivo per loro e quello
che sentivo per il mio partner. Mi era venuta anche un'altra idea in
mente mentre scrivevo quel pezzo. Volevo far capire a tutti e ad Alec
stesso quanto lui fosse importante per me. Speravo soltanto che avrebbe
apprezzato il gesto. Mi alzai dal letto, stiracchiando tutti i muscoli
indolenziti, e andai a farmi un doccia calda. Quando mi guardai allo
specchio quasi mi spaventai dalle occhiaie profonde sotto gli occhi.
Cercai in qualche modo di camuffarle come meglio potevo ma non ero di
certo uno dei nostri truccatori che si prendevano sempre cura della
nostra immagine pubblica. Per il momento potevo accontentarmi. Dopo
essermi asciugato e cambiato, tornai in camera con al seguito Choco che
si era improvvisamente svegliato e chiedeva attenzioni. Presi il
cellulare e lo piazzai sulla scrivania in modo da potermi riprendere
bene mentre suonavo. Iniziai a registrare la mia cover per Alec.
"Thank
you for loving me, my love.
Thank
you for every time that you ever hugged me.
On
the days that the problems were swooping in on me.
How
can I repay the love I've gotten from you?
I
know it's not enough, but I want to do the best for you."
Cantai quelle strofe con il cuore guardando fisso verso il cellulare.
Alla fine del video sorrisi e terminai la ripresa. Lo guardai per
capire se dovevo rifarlo oppure no, ma andava bene. Vedevo l'emozione
nei miei occhi, non pensavo di essere stato così cristallino
riguardo i miei sentimenti. Forse dovevo esercitarmi di più
a nasconderli ma, quando si trattava di Alec, per me era praticamente
impossibile. Era il mio tallone di Achille. Lo pubblicai su
Twitter con qualche hashtag senza scrivere niente e uscii dal social
appena sentii l'allarme disattivarsi. Che ore erano? Andai verso
l'ingresso per trovarmi davanti Brian con in mano la colazione.
"Ciao Brian, sei già arrivato?" lo salutai prendendo al volo
il bicchiere colmo di caffè fumante. Brian era la mia
salvezza per la colazione.
"Che diamine hai fatto tutta la notte?"
"Tranquillo, va tutto bene. Non riuscivo a dormire."
"L'ultima volta che hai detto una cosa del genere è successo
un casino...e anche la volta prima." mormorò lui con tono
preoccupato.
"Giuro che non ho fatto niente." cercai di sembrare il più
innocente possibile mentre bevevo il caffè ma lui fiutava
sempre le mie bugie.
"Sembri un cadavere ambulante. Cosa devo fare con te?" fui sgamato in
pieno. Brian prese in mano il cellulare e iniziò a cercare
la fonte delle mie menzogne. Non era difficile da trovare.
"Non c'è bisogno di guardare sul cellulare..."
"E questo tu lo chiami niente? Hai appena postato un tuo video su
Twitter cantando una canzone per Alec?"
"Non c'è nessuna dedica ad Alec..." non feci nemmeno in
tempo a finire la frase che lui mi piazzò davanti agli occhi
il cellulare.
"#AlecRoberts che cos'è? Gli hai dedicato proprio quella
canzone? Perchè prima di postare qualcosa non ne parli con
me?"
"Su dai, non prendertela così. Pensala come a un modo per
ringraziarlo di essere sempre al mio fianco soprattutto nei momenti
difficili dove ho bisogno di avere qualcuno che plachi la mia
impulsività. Lui non lo sa ma da quando lo conosco ha
iniziato a
cambiarmi giorno per giorno in piccole cose a cui nemmeno facevo caso.
Mi fa sentire migliore e volevo ringraziarlo, il mio scopo era soltanto
quello." ammisi con sincerità stringendomi nelle spalle.
"Stai iniziando ad avere paura per la fine delle riprese? E' per questo
che ti ritrovo più emotivo e con una nota nostalgica?"
"Beh tutto ciò che ha un inizio ha sempre una fine. E'
quello che ho imparato."
"Altro che nostalgia, qui sta arrivando la depressione. Vai a fare
colazione che oggi hai l'agenda fitta e ho paura che in questo stato
non concluderai granchè." mi spinse a sedermi con forza
prendendo il bicchiere vuoto di caffè dalle mie mani. Mi
piazzò davanti un piatto, nel quale aveva messo
ciò che aveva appena comprato, e mi intimò con lo
sguardo di muovermi a mangiare.
"Brian, dobbiamo andare in sala registrazioni al più presto.
Ho
scritto qualcosa questa notte, volevo farla sentire al produttore e
agli autori. Ho bisogno di un loro parere. Non sto nella
pelle." gli dissi tutto d'un fiato in tono eccitato.
"Intanto mangia, poi ne riparliamo in auto. Guido io, non voglio finire
al pronto soccorso oggi."
"Va bene. Mi farò un riposino lungo il tragitto. Non
prendere buche mi raccomando." lo avvertii passandogli le chiavi
dell'auto.
"Questo ragazzino! Tua madre è ancora a casa?"
"L'ho sentita alzarsi un'oretta fa prepararsi il caffè.
Penso sia andata a fare yoga e ha portato via Choco."
"Se hai finito dobbiamo andare. Il tempo non aspetta."
ribadì lui iniziando a uscire dalla porta di ingresso
portandosi dietro il necessario per la giornata.
"Arrivo. Oggi è una bella giornata, non vedo l'ora di sapere
cosa ne pensa la piccola peste." mormorai guardando il regalo che mi
aveva fatto Alec un pò di tempo prima. Era un elefantino di
argilla, lo aveva modellato con le sue mani durante un programma che
aveva girato. Lo aveva portato ad un evento in cui avevamo partecipato
insieme e, sotto gli occhi dei fans, lo aveva tirato fuori
sorprendendomi. Era stata un'altra delle sue sorprese e mi aveva
lasciato emozionato e senza parole. Adesso era arrivato il suo turno
per ricevere un regalo. Toccai con un dito la proboscide un
pò deformata e sorrisi a quell'animaletto. Uscii di casa con
il sorriso sulle labbra.
----------------------------------------------------------
Ciao a tutti ecco a voi il 4 capitolo.
Spero che la storia fino a qui vi stia piacendo.
Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo?
Sicuramente un'altra bella cover ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate, buona lettura.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** La fine dei Damlec...o un nuovo inizio? ***
Behind your gaze 5
POV Alec
Feci qualche tiro con la palla da calcio facendo di tutto per non
perderla mai dai piedi. Rimasi concentrato sul mio esercizio, cercando
di non pensare a cosa mi aspettava da li a pochi minuti. Dovevamo fare
un live su IG con tutta la famiglia, era stata un'idea di Damon ed era
riuscito a convincermi a farla quasi subito. Era molto convincente
quando ci si metteva ed io non avevo molta resistenza nei suoi
confronti. Eravamo a casa sua e per la prima volta era piena di gente.
C'erano Pat ed Alice e tutta la mia famiglia, compresi Brian Paul e
altre persone del nostro staff. C'era fin troppo rumore li dentro.
Persino Choco sembrava impazzito, andava a sinistra e a destra senza
stare fermo un secondo perchè non sapeva da chi dover
andare. In quel momento, si fece avanti verso di me per guardare
attentamente il pallone ai miei piedi. Mi misi a giocare con lui mentre
abbaiava felice correndo accanto alla palla che era
più grossa di lui. Il nostro rapporto era migliorato, ormai
non mi mordeva più e mi cercava sempre più
spesso. Mi piaceva passare il tempo con lui. Damon me lo portava sempre
più spesso, specialmente quando sapeva che avevo bisogno di
distrazioni. Era sempre stato geloso di chiunque si avvicinasse al suo
cucciolo, aveva paura che per sbaglio qualcuno potesse farlo cadere
mentre lo aveva tra le braccia quindi evitava di darlo a chiunque. A
quanto sembrava si fidava di me al punto da lasciarmi stare con la
creatura più preziosa per lui. Stavo ancora combattendo
contro quella piccola palla di pelo per dividere le attenzioni del suo
padrone. Qual era la mia posizione in quella situazione? Ancora non era
certa ma ci stavo lavorando su. Almeno ero entrato nelle simpatie di
Choco.
"Alec sei pronto? Cinque minuti e iniziamo la diretta." mi raggiunse
Damon abbassandosi ad accarezzare la testolina pelosa del suo cucciolo.
"Ah, pensavo avessimo più tempo." fermai la palla e mi
passai una mano tra i capelli per metterli indietro.
"Sei nervoso? Sono con te, non ti lascio solo." si alzò
sorridendo mentre teneva tra le braccia Choco. Quest'ultimo mi fissava
con la lingua di fuori in attesa delle coccole che non gli
negai.
"Lo so, il mio cavaliere dall'armatura scintillante."
"Non troppo scintillante a dire il vero. Sei pronto a far vedere tutti
i nostri familiari riuniti in un posto solo?"
"Sinceramente no e nemmeno tu." ridacchiai nervosamente alla possibile
tragedia che forse ci aspettava.
"Alice ci aiuterà a preparare non so quale tipo di dolce,
facciamoci il segno della croce. Poi cucineremo insieme, gli altri
resteranno per poco."
"Dovresti avere più paura che sia io a non mandarti a fuoco
la cucina...non tanto la lingua lunga di tua sorella."
"Guardate che vi sento! Fratellino porta il culo di mio cognato dentro
che è ora!" urlò Alice da dentro per richiamare
la nostra attenzione nel suo solito modo delicato. Sapeva sempre come
farsi riconoscere.
"Tregua finita. Andiamo, sarà bello ritrovare tutti i fans."
Rientrammo in casa e iniziammo il nostro primo live in famiglia. La
nostra famiglia allargata, mancava soltanto il padre di Damon ma lui si
era allontanato quando il figlio era ancora piccolo e aveva trovato
un'altra donna con cui vivere. Nonostante la fine della loro relazione,
Pat aveva sempre cercato di insistere affinchè i figli
restassero in contatto con l'ex marito. Per il bene della madre, Damon
continuava a frequentarlo ma per lui era sempre più
difficile specialmente visto che il padre non approvava la sua scelta
di diventare attore. Per non parlare dei personaggi gay che gli davano
da interpretare o per il fatto che proprio lui era attratto da persone
del suo stesso sesso. Il padre non ne era felice e aveva avuto sempre
qualcosa da ridire, a volte sfociando in grandi litigate famigliari
senza fine. Perchè non poteva sostenere le scelte del
figlio? Perchè non poteva accettarlo per ciò che
era? Dov'era l'amore di un padre? Non conoscevo quell'uomo, ma sapevo
che faceva soltanto del male al mio partner e al resto della sua
vecchia famiglia. Loro non ne parlavano mai in mia presenza, come se
non fosse mai esistito. Non volevano manifestare il dolore che
sentivano dentro. Pat aveva cresciuto due figli forti e fragili allo
stesso tempo, entrambi in qualche modo nascondevano il proprio
malessere buttandosi a capofitto nella carriera per poi mostrarsi
sempre sorridenti. I fratelli Williamson si assomigliavano molto. Li
osservai attentamente interagire tra di loro, ridendo al loro
stuzzicarsi a vicenda. Sembravano due bambini. A
parte i miei dubbi iniziali, trovai il tutto divertente. Cucinare
insieme ad Alice i biscotti con le scaglie di cioccolato fu esilarante.
Lei si comportò in modo
impeccabile, a parte qualche battutina rivolta a noi, tenne a freno la
lingua evitando di esagerare. Vidi Damon molto più rilassato
e
di riflesso mi sentii meglio anch'io. Era la prima volta che incontravo
di persona quell'uragano di sua sorella e non avrei saputo cosa
aspettarmi dopo le nostre conversazioni al telefono. Eppure la prima
cosa che aveva fatto, quando io ero pronto a stringerle la mano,
è stata stringermi in un forte abbraccio come quelli che mi
regalava suo fratello. Come se ci conoscessimo da una vita e quello non
era altro che un rincontro dopo anni di lontananza. Mi piaceva quella
donna anche se minava troppo il mio spazio personale e il mio essere
introverso. Cercava in tutti i modi di spingerci a stare insieme, anche
durante il live trovava tutti i modi possibili per farci
tenere per mano o altro ancora. Era la nostra shipper numero uno, i
fans ne erano entusiasti.
Quando finimmo con Alice, facemmo
fare il giro della casa mentre Choco ci seguiva tutto entusiasta
abbaiando per attirare l'attenzione. Ormai era diventato una piccola
super star. Riprendemmo le nostre madri a
ridere insieme e mio padre e mia sorella che stavano passeggiando in
giardino. Ci fermammo a parlare con loro presentandoli al mondo mentre
mio padre iniziò a intavolare una discussione sul calcio e
finì poco dopo dicendo che ormai avevo soltanto maschi
intorno con cui flirtare e non più ragazze. Hope aggiunse
come ciliegina sulla torta che mi fermavo spesso a giocare a casa di
Damon fino a tardi, a volte ci passavo persino la notte. I fans
impazzirono nuovamente e Hope rise divertita dicendo che doveva restare
un segreto. Salutammo Brian intento a scattare foto a Choco e Paul che
cercò di nascondersi mentre parlava al telefono con qualche
sponsor per fissare un servizio fotografico. Altri lavori
all'orizzonte. Dopo aver risposto a innumerevoli domande, ci mettemmo a
giocare con i videogiochi facendo una sfida tra di noi. Piano piano, se
ne andarono via quasi tutti tranne Brian e Choco che ormai faceva parte
del live come co-star principale. Tutti adoravano quel cane. Era
diventato un piccolo idolo per la massa. Finalmente avevo
preso confidenza con lui e mi divertivo a chiamarlo per giocare
insieme, a volte lo vedevo confuso perchè non sapeva se
andare
dal suo padrone o venire da me. Era buffo quando non sapeva quale
decisione prendere e guardava da una parte all'altra sempre con la sua
lingua fuori e l'espressione persa. Spesso sembrava
contraddirmi quando dicevo qualcosa ma il più delle volte
dovevo
stare attento a non calpestarlo mentre camminavamo insieme. I fans
sembravano al settimo cielo quando misi i croccantini nella sua ciotola
e gli accarezzai la testa mentre era intendo a mangiare come non ci
fosse un domani. Damon aveva già preparato delle pentole e
tutto
il necessario per fare la grande prova culinaria e io lo seguii in ogni
fase della preparazione attendendo ogni volta le sue istruzioni.
Sembrava più una cenetta intima tra di noi che un live con
tutti
i fans che ci vedevano. C'era talmente tanta familiarità tra
di noi che a volte ci dimenticavamo di essere in diretta. Non sapevo
nemmeno dove fosse finito Brian, ero
concentrato soltanto sul mescolare e fare assaggiare a Damon per avere
una sua opinione. Lui mi ricompensava sempre con quei suoi dolci
sorrisi che andavano dritti al cuore e mi suggeriva qualche
accorgimento per migliorare la pietanza con l'aggiunta di qualche
ingrediente. Quando mi portò lui il cucchiaio alla bocca il
sapore speziato mi colpì le papille gustative, era davvero
buono. Annuii facendo un verso deliziato e alzai il pollice in su.
Invidiavo il suo riuscire a destreggiarsi tra i fornelli e creare
qualcosa di così buono da leccarsi i baffi...o almeno di
commestibile da non dover sempre ordinare o aspettare la cena in tavola
preparata da mia madre. A dire la verità, oltre a essere
negato, era
proprio per pigrizia il fatto di non aver imparato a cucinare, avrei
passato tutto il tempo a vederlo concentrato sui fornelli mentre io
facevo il suo assaggiatore e critico ufficiale. Ci avrei messo la
firma. Mi si avvicinò con un tovagliolino per pulirmi le
labbra e mi confermò con un cenno di essere pulito. Mentre
lui finiva di preparare, apparecchiai la tavola iniziando
a portare i primi piatti caldi. Per miracolo non me li rovesciai
addosso da quanto scottavano. Damon mi raggiunse portandosi dietro il
cellulare per continuare la diretta live e cenammo rispondendo ad altre
domande da parte dei fans. Giocammo con loro, ridemmo e scherzammo come
al solito flirtando apertamente e prendendoci in giro. Mi piacevano
quei momenti, se all'inizio ne ero imbarazzato adesso era tutto
diverso. Adesso stavo al gioco rispondendogli per le rime. Damon era
diventato come la mia coperta preferita, morbida e familiare. Certo,
non era bello paragonarlo a una coperta ma era pur sempre la mia
preferita ed io riuscivo ad addormentarmi sereno solo con quella o con
Damon al mio fianco. Mi stava viziando troppo. Salutammo tutti i fans
promettendo che ci saremmo visti prossimamente e terminammo il live.
Ci eravamo buttati sul divano con un sospiro. Eravamo entrambi stanchi
ma felici. Presi in braccio Choco, che stava
dormendo ai piedi del suo padrone, e lo coccolai mentre Damon mi
passava
una mano tra i capelli scompigliandoli.
"Abbiamo superato anche questo. Pensavo che potesse succedere qualcosa
da un momento all'altro." posò la sua testa sulla mia spalla
mentre si univa con me ad accarezzare il cane.
"Io pensavo di chiamare i pompieri ma per fortuna non ne abbiamo avuto
bisogno. E tua sorella si è comportata piuttosto bene."
"A parte quando ti ha chiamato cognatino e ha detto che mi soddisfi in
tanti modi...a parte questo è stato tutto perfetto."
"Non dimenticare la parte dove ha anche detto che tu sei il
mio daddy e mi sculacci se sbaglio qualcosa." ricordavo quella battuta
e la mia voglia di scomparire dalla faccia della terra in un nano
secondo. Stavo morendo dall'imbarazzo. Quello che aveva detto mia
sorella a confronto non era niente.
"Come dimenticarla? In quel momento volevo sotterrarla, però
poi ho pensato ai gemelli e non c'è l'ho fatta. Non volevo
rovinargli del tutto l'infanzia."
"Come mai non ha portato i bambini?" avrei voluto conoscerli. Damon
parlava spesso di loro e sapevo che anche a lui mancava molto il tempo
che passavano insieme.
"Ti immagini i bambini partecipare a una live? Avrebbero fatto
impazzire tutti." fece un sorriso tenero nel parlare di loro. Avrei
tanto voluto vederlo nei panni dello zio amorevole. Avrei visto
un'altra parte nuova di Damon che mancava al mio puzzle.
"Cos'è? Tieni nascosti anche loro come hai fatto con Choco?
Non ho paura dei bambini, mi piacciono."
"Allora ti chiamerò la prossima volta che me li
mollerà
nei miei giorni liberi. Perchè fidati, appena può
Alice mi molla i gemelli per andarsene alla spa o da qualche altra
parte a rilassarsi con gli amici, sempre se non deve lavorare. Per
quanto li adori, succhiano tutta l'energia
peggio dei vampiri. Sono due cariche esplosive che se si mettono
insieme ne combinano una al minuto. Ma forse tra bambini potreste
intendervela bene." mi prese in giro lui lanciandomi un'occhiata
provocatoria.
"A chi hai dato del bambino?" sbuffai picchiandogli la mano con fare
offeso.
"A te!"
"Io non sono un bambino!"
"Stai mettendo il broncio?" ridacchiò lui strofinando la
testa contro il mio collo.
"Io non...dannazione!" non ce la potevo fare.
"Come sei carino."
"Giuro che me la paghi."
"Parole parole, soltanto parole."
"Stai attento che le mie parole non vanno mai a vuoto." lui si rimise
in piedi, scoccandomi un sorriso di una dolcezza infinita mentre mi
scompigliava i capelli che ormai erano diventati un macello tutto
arruffato. Era consapevole dell'effetto che faceva alle persone?
Dell'effetto da infarto che faceva su di me? Cosa dovevo fare con lui?
"Vai a giocare con Choco che finisco di mettere tutto nella
lavastoviglie. Oggi ci sono troppi piatti in giro per lavarli a mano,
sono stanco."
"Ti do una mano."
"Non serve. Se vuoi andare a farti la doccia per primo falla pure, sai
dove sono i cambi."
"Grazie daddy, se non ci fossi tu non saprei proprio che fare." lo
presi in giro mentre Choco mi leccava le dita.
"Mi vengono i brividi se mi chiami così, sembro un pappone.
Maledetta Alice." borbottò lui andando in cucina.
Dopo aver coccolato un altro pò il cane, lo lasciai sul
divano e andai a farmi una doccia. Ero stanco ma avevo troppi pensieri
per la testa per riuscire a rilassarmi come si deve. Di solito, appena
riuscivo a trovare un momento tutto per me, crollavo su qualunque sedia
o divano che mi ritrovavo nelle vicinanze. Non dormivo bene, ma mi
accontentavo perchè ne sentivo l'esigenza. Quella notte
l'avrei passata in questa casa, finalmente avrei potuto riposare come
si deve. Mi avvolsi un asciugamano pulito intorno ai fianchi e andai in
camera di Damon per indossare qualcosa di più comodo per la
notte. Sentii l'acqua della doccia scrosciare di nuovo, segnale che da
li a poco sarebbe comparso il proprietario di casa in tutto il suo
splendore. Nell'attesa, continuai a tamponarmi i capelli per asciugarli
il più possibile mentre osservavo le foto che aveva messo in
camera sua. Ce ne erano molte della sua famiglia, sia in gruppo o
singoli elementi. A mala pena intravidi l'unica che aveva con un uomo
che non poteva essere altri che suo padre, si assomigliavano molto
fisicamente anche se i lineamenti li aveva presi da sua madre. In
quella foto, praticamente nascosta dietro le altre, un piccolo Damon
stava tenendo stretta la mano del padre mentre l'altra era impegnata a
stringere il filo che teneva legato un palloncino giallo. Il bambino
era così felice in quello scatto che mi fece ricambiare in
automatico il suo sorriso. Era adorabile.
"Trovato qualcosa di interessante?" non lo avevo nemmeno sentito
arrivare. Mi si piazzò dietro appoggiando il suo mento sulla
mia spalla per guardare cosa avevo tra le mani.
"Si, tu da piccolo."
"Così la consumi. E' meglio rimetterla via." riprese
possesso della cornice e la rimise al suo posto, nascosta dalle altre.
Forse un pò di più questa volta.
"Hai sentito tuo padre di recente?" gli chiesi tastando il terreno. Non
volevo calcare troppo la mano in quel momento.
"Il mese scorso. Volevo organizzare un pranzo per noi due per
festeggiare il suo compleanno però non se ne è
fatto più niente. Era impegnato con l'altra famiglia e anche
il mio calendario era pieno."
"Puoi sempre organizzare di nuovo. Non mollare." cercai di essere
incoraggiante. Non volevo che perdesse completamente quel rapporto. Lui
meritava di avere quel padre della foto che avevo appena visto.
"Già...parliamo d'altro. Non voglio deprimermi proprio
adesso."
"Hai più foto della tua famiglia...specialmente di Choco e i
gemelli. Di me non c'è traccia qui dentro." dissi osservando
attentamente la stanza con un finto broncio. Avevo già visto
quelle della sala e quelle appese ai muri dove eravamo insieme in vari
eventi ma mancavano quelle private.
"Uomo di poca fede. Guarda bene. Se ti concentri capirai che questa
stanza parla anche di te. E non dico soltanto riguardo alle foto ma a
tutto quello che c'è dentro. Comunque..." seguii il suo
sguardo e sorrisi. Come avevo fatto a non vederle prima? Erano una
serie Polaroid che ci eravamo scattati fuori scena quando ci avevano
regalato delle macchine fotografiche. Quel giorno ci eravamo divertiti
a fare gli scemi e a flirtare come al solito, anch'io avevo delle foto
simili in camera. Erano alcune delle mie preferite. Uno dei momenti
migliori...insieme ad altri mille.
"Quando le hai messe?"
"In realtà ne ho diverse sparse per casa ma le mie preferite
sono tutte qua dentro. Ce ne sono anche altre, devo trovare solo il
posto perfetto dove metterle. Non te ne sarai accorto ma sono li
già da un bel pò. Dovrei lamentarmi della tua
disattenzione."
"Ottima scelta. Almeno non hai messo quelle dove sei mezzo nudo." lo
presi in giro conoscendo la sua indole a spogliarsi ogni volta che
voleva attirare l'attenzione su di se. Aveva un bel corpo,
perchè non mostrarlo? Questo era il suo pensiero.
"Quelle le tengo da un'altra parte, in un posto un pò
più discreto...e comunque non sono il solo ad essere a torso
nudo." ammiccò lui con fare provocatorio alzando le
sopracciglia.
"Ma se già internet ne è pieno perchè
all'improvviso dici di voler essere discreto?"
"Perchè fanno già troppe illazioni su di noi, non
mettiamo troppa benzina sul fuoco. Qui scoppierà presto un
incendio."
"Ne stiamo mettendo già fin troppa Teddy. Ormai non siamo
più liberi di fare niente che non sia sotto gli occhi di
tutti. A volte mi manca l'anonimato, uscire con gli amici e andare ad
un appuntamento con qualcuno. Fare cose normali. Non fare soltanto
spettacolo e servizi fotografici come se fossimo soltanto un prodotto,
non siamo altro che questo per i nostri manager. Amo fare il mio
lavoro, sono stato io a sceglierlo, ma vorrei tornare per un
pò di tempo alla tranquillità." ammisi con un
sospiro. Certo, potevo ancora fare le uscite con gli amici ma sempre
seguito da fans o comunque dai live che la mia compagnia postava sui
social per dire che Alec Roberts era con loro. Questa parte della
serata non mi piaceva più di tanto.
"Beh, la serie è praticamente finita. Mancano soltanto due
scene e tra circa un mese ci sarà il fan meeting di
chiusura. Forse riuscirai a riposarti un pò prima del
prossimo progetto nel tuo calendario."
"So che stai riempiendo la tua agenda di nuovi progetti. Praticamente
non avrai quasi più tempo di staccare per un pò."
sapevo che se ci si metteva di impegno avrebbe fatto qualunque cosa
perchè si trattava di lavoro. Ero soltanto preoccupato per
la sua salute.
"Il telefono di Brian continua a squillare e la mia mente è
un continuo evolversi di idee nuove. Non sta mai ferma. Mi piace
cambiare."
"Lo so bene, ti conosco." feci un mezzo sorriso alle sue parole. Questa
era una di quelle cose che mi piaceva di lui. Non stava mai fermo, non
ci si poteva mai annoiare con lui e le sue idee. Presi l'asciugamano
che aveva appoggiato sulla sedia e mi misi alle sue spalle per
frizionargli i capelli ancora umidi. Lui chiuse gli occhi sotto il mio
tocco rilassandosi.
"Questo lo devo principalmente a te. Sei stato tu a spronarmi ad andare
avanti e a credere fermamente nelle mie idee. Se non fosse stato per
te, probabilmente sarei ancora con i miei sogni chiusi nel cassetto e
il timore di farli uscire fuori. Hai accettato chi sono e non mi hai
fermato nemmeno una volta. Hai detto soltanto io sono al tuo fianco."
"E lo sono ancora. Ti aspetta un futuro pieno di successi e te li
meriti tutti. Ignora chiunque ti dica il contrario. Sono solo invidiosi
di quello che sei diventato e vogliono solo sputare veleno
perchè non sanno fare altro."
"Ho sentito che anche Paul sta iniziando a lavorare di più.
Ci saranno nuovi progetti anche per te il prima possibile. Sei riuscito
a emergere in fretta, si sono accorti del tuo talento. Ne sono felice."
disse lui con soddisfazione.
"Hai fatto un buon lavoro maestro."
"E' merito tuo. Cosa vuoi fare adesso?" mi chiese riprendendo
l'asciugamano per buttarlo nel cesto dei vestiti sporchi. Si sedette
sul letto appoggiandosi sulle mani mentre tutta la sua attenzione era
rivolta verso di me. Cosa pensava quando mi fissava in quel modo? Il
suo sguardo profondo mi aveva sempre turbato, stuzzicando la mia
curiosità.
"Potresti insegnarmi a suonare qualche accordo con la chitarra? Me lo
avevi promesso."
"E io mantengo le promesse. Va bene piccola peste, vieni qui." disse
lui battendo una mano sulla coperta al suo fianco mentre si allungava
di lato a prendere la sua chitarra.
Iniziò dalle basi, cercando di inculcarmi qualche nozione
fondamentale. Era molto bravo a spiegare e fin troppo paziente ogni
volta che sbagliavo una nota. E dovevo ammetterlo, succedeva spesso.
Ero fermo su un accordo che non riuscivo a capire e Damon mi si
piazzò dietro per aiutarmi a mettere le dita nella posizione
corretta. Quella vicinanza mi confuse ulteriormente. Come pensava che
mi potessi sentire con lui che mi stava praticamente abbracciando
sussurrandomi all'orecchio parole che a mala pena il mio cervello
potesse capire? Cercai non andare completamente in tilt quando si
avvicinò ulteriormente. Quando finalmente si
staccò da me, decidendo che era ora di farmi provare da
solo, potei respirare di nuovo nonostante fossi incerto sul da farsi.
Damon mi sorrise incoraggiante scompigliandomi i capelli ed io mi
concentrai sulla chitarra. Stavo di nuovo arrossendo.
"Sei un bravo e paziente insegnante. Scusa se sono un impiastro."
mormorai restituendogli la chitarra.
"Devi solo esercitarti di più, non arrenderti. E'
così per tutti all'inizio. Sai quante volte ho sbagliato le
prime volte che tenevo in mano la chitarra? Avevo sempre le dita ferite
dalle corde ma imperterrito continuavo a suonare sbagliando tutte le
note finchè, piano piano, non sono riuscito a capire
qualcosa in più. Suonavo persino con i cerotti alle dita."
sorrise al ricordo mentre suonava qualche nota.
"Chi ti ha insegnato? Tua madre e tua sorella non sembra che ne
sappiano qualcosa."
"A dire la verità, mi ha avvicinato mio padre alla musica.
Fin da quando ero piccolo mi portava sempre al karaoke, passavamo le
ore a scegliere le canzoni che ci piacevano di più. Mi ha
fatto conoscere generazioni di musica, da quella più
sconosciuta ai classici di sempre, ci sono voluti anni per capirla e
ancora oggi sto imparando. Quando gli ho detto che volevo imparare a
suonare la chitarra e diventare un cantante lui mi ha regalato questa e
mi ha insegnato le basi che sapeva. Quando se ne andò via,
continuai ad esercitarmi da solo nella mia cameretta quando la mamma
non era in casa. Non volevo farle del male. Di lui mi rimanevano
soltanto questa chitarra e gli incontri sporadici che riusciva a
dedicarmi dopo che era andato a vivere con la sua nuova compagna.
Nonostante tutto quello che è successo con il divorzio,
questa chitarra per me è importante. Forse qualcosa di buono
l'ha pur fatta mio padre. Amo la musica grazie a lui." fece andare le
dita sulle corde senza alzare lo sguardo su di me, come a volersi
proteggere dai suoi sentimenti. Mi faceva male vederlo così.
Volevo dargli la mia forza.
"Ti amava tanto da condividere con te un dono così grande.
Per fortuna non hai mollato questa passione, fa parte di te.
Però tuo padre è ancora qui, forse non
più presente come quando eri piccolo ma quel legame esiste
ancora. Devi solo trovare un punto in comune e tenerlo stretto. Non
lasciare andare tuo padre." gli appoggiai una mano sulla spalla. Sapevo
che in quel momento aveva bisogno di un contatto tra di noi.
"Non è sempre facile Alec. Gli scontri continueranno sempre,
lui non mi approva ed io non so più da che parte girarmi. Le
mie scelte, la mia vita...lui avrebbe voluto altro per me. Mi dispiace
di non essere stato il figlio che avrebbe voluto avere. Sono il suo
fallimento più grande...seguito subito dopo dal divorzio.
Mia madre non ha mai detto una parola cattiva contro di lui, ha sempre
voluto che continuasse a fare parte delle nostre vite senza alcun
rancore da parte nostra. Alice inizialmente ha accettato, poi
è arrivato il momento in cui ha mandato al diavolo la
pazienza e si è rifiutata categoricamente di partecipare a
questa falsa ipocrisia. Lo contatta soltanto quando deve fargli qualche
scenata dopo aver sentito delle critiche nei miei confronti. Non riesce
a lasciar perdere e lo attacca sempre. Non esistono famiglie perfette,
ma il mio piccolo nucleo famigliare è quello che voglio e tu
ne fai parte." quando incrociò il mio sguardo fu come un
colpo al cuore. La profondità dei suoi occhi mi si
piantò proprio li, lasciandomi stordito. Stavo andando a
fuoco e questa era tutta colpa sua. Abbassai lo sguardo sulla chitarra
osservando attentamente la forza delle sue mani. Avevo un debole per
quelle mani.
"Quanto sei sdolcinato stasera."
"Quando vuoi."
"Cantami una canzone. Scegli tu." cercai di cambiare argomento per
togliermi dall'imbarazzo.
"A tuo rischio e pericolo. Poi non lamentarti." Damon mi sorrise e
iniziò a suonare una melodia. La riconobbi subito, era
Photograph di Ed Sheeran. La sua voce mi incantò fin dalle
prime note.
Loving
can hurt
Loving
can hurt sometimes
But
it's the only thing
That
I know
And
when it gets hard
You
know it can get hard sometimes
It
is the only thing that makes us feel alive
We
keep this love in a photograph
We
make these memories for ourselves
Where
our eyes are never closing
Hearts
are never broken
And
time's forever frozen still
So
you can keep me
Inside
the pocket of your ripped jeans
Holdin'
me closer 'til our eyes meet
You
won't ever be alone
Wait
for me to come home
Loving
can heal
Loving
can mend your soul
And
is the only thing
That
I know, know
I
swear it will get easier
Remember
that with every piece of ya
And
it's the only thing we take with us when we die
We
keep this love in a photograph
We
make these memories for ourselves
Where
our eyes are never closing
Hearts
were never broken
And
time's forever frozen still
La profondità del suo sguardo continuava a perforarmi
l'anima. Il testo di quella canzone mi aveva sconvolto ma la sua voce,
piena di sentimenti inespressi, mi aveva del tutto steso. L'emozione
era forte, palpabile per entrambi. Mi accorsi di una lacrima solitaria
bagnarmi la guancia e subito mi affrettai ad asciugarla rifuggendo il
suo sguardo.
"Stupenda." la mia voce tremò.
"Stai piangendo?" lui mi sorrise accarezzandomi una guancia.
Quel contatto mi fece venire i brividi.
"Mi è entrato qualcosa nell'occhio."
"Sei carino quando sei imbarazzato."
"E' colpa tua che mi fai emozionare." mi allontanai dalla sua mano
troppo imbarazzato. Non eravamo sul set, non c'era bisogno di tutta
quella vicinanza eppure io la volevo. Sentivo di volerla ogni giorno di
più. Forse era arrivato il momento di seguire il consiglio
di Veronica e prendere ciò che volevo. Ne sarei stato capace?
"Te l'ho detto prima. A tuo rischio e pericolo."
"Evita di invitarmi al tuo primo concerto."
"Scordatelo, salirai sul palco con me. Sempre al mio fianco, ricordi?"
"Maledette promesse. Dovrei ricordarmi di non farne più."
borbottai al suo tono canzonatorio.
"Dovremmo andare a dormire. Domani mattina ci dobbiamo svegliare
presto. Sarà una giornata importante." quelle parole
offuscarono ogni mio pensiero. Finalmente era arrivato quel temuto
giorno.
"L'ultimo giorno di riprese. Le ultime due scene." anche il suo tono
risultava triste.
"Il nostro ultimo giorno."
"Non ne abbiamo ancora parlato." mormorai non sapendo nemmeno da dove
iniziare. Avevo tante cose da dire ma l'insicurezza le aveva bloccate.
"A dire la verità non sapevo come affrontare l'argomento.
Avremo altri eventi dove parteciperemo insieme per promuovere la serie
ma poi finiranno anche quelli. Non sono molto bravo a dire addio...non
mi piace."
"Chi ha detto che deve per forza essere un addio?" gli chiesi in tono
agitato cercando di riprendere il controllo delle mie emozioni. A
quanto sembrava non ero il solo ad essere turbato dalla fine della
serie.
"Il nostro futuro è incerto. Abbiamo scelto una carriera per
nulla tranquilla e in continuo cambiamento, entrambi abbiamo nuovi
progetti all'orizzonte del tutto diversi l'uno dall'altro. Inizieremo a
vederci di meno, passeremo alle telefonate che presto diventeranno
anche quelle sempre più rare. Per poi finire a messaggi
scambiati ogni tanto con solo delle semplici faccine senza nemmeno un
testo di senso compiuto."
"Guarda che quelle faccine sono molto importarti, non sottovalutarle
che hanno del potenziale. Devi saperle interpretare nella maniera
giusta e ti si aprirà davanti un mondo tutto nuovo. E poi
scusa, quanto sei catastrofico! Sembra che tu abbia già
stabilito il nostro destino senza nemmeno consultarmi. Senza nemmeno
sapere cosa ne penso sulla questione." mi sentivo offeso da tutto
ciò ma effettivamente lo avevo fatto anch'io fino a poco
tempo prima. Non avevo tenuto in conto dei suoi sentimenti, non pensavo
che fossero gli stessi.
"Alec dopo questa serie i DamLec non esisteranno più. Per
tutto il bene che ti voglio e per quanto mi si spezzi il cuore anche al
solo pensiero...questa è la verità." ammise lui
sconfitto abbassando le spalle. Non volevo vederlo così
abbattuto. Questo non era da Damon.
"Non vuoi più che faccia parte della tua vita? E' questo che
mi stai dicendo?" sapevo che Damon avrebbe negato con
sincerità, ma temevo lo stesso una risposta che avrebbe
chiuso completamente ogni rapporto tra di noi. Non lo volevo.
"Come puoi pensare a una cosa del genere? Non l'ho mai detto. Mi
ritengo fortunato ad averti incontrato e non riuscirei a pensare alla
mia vita senza averti intorno." il suo tono accalorato mi fece fare un
sospiro di sollievo.
"Bene, allora continua a tenertelo in mente. Io da qua non me ne vado,
nemmeno se mi mandi via a calci nel sedere. Sarò la tua
palla al piede per molto tempo. Potremmo non essere più i
DamLec sulla scena ma potremmo esserlo nella vita privata come adesso.
Perchè le cose devono per forza cambiare?"
"Non vorrei essere io la tua palla al piede che ti ostacola la
carriera." alle sue parole sbuffai sonoramente.
"Si, tu sei proprio la mia palla al piede. Un rompiscatole possessivo e
serio con la sindrome delle coccole. Sei la palla al piede alla quale
non vorrei rinunciare. Quindi smettila con questi discorsi." tagliai
corto dandogli una spallata amichevole per sdrammatizzare tutte quelle
emozioni in sospeso tra di noi. Finalmente lui sorrise. Non un sorriso
pieno ma era pur sempre un inizio.
"Sono settimane che ci penso e avevo paura che per te fossi di troppo.
Sei giovane e hai bisogno di conoscere altre persone, non chiuderti
soltanto nel prodotto DamLec."
"Intanto abbiamo solo sette anni di differenza, non parlare come un
vecchio di ottant'anni. Poi per favore, non chiamarci un prodotto. Lo
siamo ma ti prego evita di farci diventare anche in momenti come
questo, quando siamo soltanto noi due. Non stiamo lavorando. Mi sembra
di sentire Paul e Brian che discutono su ciò che dobbiamo
dire o che dobbiamo fare. E poi si lamentano che non seguiamo il
copione quando ci sono interviste o eventi di coppia."
"Per uno che di solito parla poco stai parlando fin tanto stasera."
"E' sempre colpa tua, prenditi le tue responsabilità. Adesso
smettiamola con questi discorsi e cantami un'altra canzone."
"Vista l'ora optiamo per una ninna nanna." mi prese in giro lui alzando
le sopracciglia. Riprese tra le braccia la sua chitarra e
iniziò a toccare le corde.
"Qualcosa di allegro ti prego."
"Canta insieme a me. Hai una bella voce."
"Faccio schifo."
"Non sminuirti, siamo solo noi due. E poi a te piace cantare, non
essere timido. Seguimi." come al solito il suo sorriso mi fece
capitolare in pochi secondi e lo assecondai. Iniziò a
suonare le prime note di Señorita di Shawn Mendes e Camila
Cabello. Feci del mio meglio per seguirlo stonando un pò. Ci
divertimmo per il resto della sera facendo le ore piccole. Ebbi
pietà di Damon e lo misi a letto accoccolandomi a lui.
Girava una strana atmosfera sul set quel giorno. Tutti noi sentivamo la
fine avvicinarsi sempre di più. Stavamo girando l'ultima
scena e c'era silenzio ovunque. Erano tutti concentrati attentamente su
Damon e me. Mi avvicinai a lui afferrandogli il collo. Lo guardai
intensamente con un sorriso sulle labbra, lui ricambiò con
gli occhi lucidi stringendomi i fianchi. Una lacrima gli scese sulla
guancia. Quello fu il momento giusto. Lo baciai. Diedi tutto me stesso
in quel bacio, tutti i sentimenti che provavo per Damon. Erano tutti
li. Sembrava come respirare di nuovo. Mi persi in quel bacio come feci
al nostro primo incontro. Mi scostai quel poco da lui per unire le
nostre fronti e i nostri nasi. Tornammo a sorriderci guardandoci
dolcemente negli occhi. Ero innamorato.
"Stop!" gridò la regista dopo un lungo silenzio,
riportandoci alla realtà. Nessuno osava ancora fiatare.
Tornai al fianco di Damon e tutti i presenti si girarono a guardare Meg
e Claire. L'ultima parola era la loro.
"Com'è andata?" si azzardò a chiedere Damon.
"Ragazzi...è stata una splendida scena. Siete stati
magnifici." disse Claire con la voce emozionata portandosi un
fazzoletto agli occhi per asciugarli.
"Claire ha ragione. Adesso posso dichiarare ufficialmente finita la
serie. Grazie a tutti per il vostro duro lavoro e per l'entusiasmo che
ci avete messo per affrontare gli ostacoli che ci siamo trovati
davanti. Grazie per aver reso questo progetto come lo avevamo creato
Claire ed io nelle nostre menti. Abbiamo scelto le persone giuste con
cui lavorare. Abbiamo già ricevuto molti feedback positivi
per la prima metà di stagione, adesso ne aspettiamo altri
per la seconda metà. Spero che piacerà al
pubblico tanto quanto è piaciuto a noi. Ragazzi non ci sono
parole per descrivervi la gratitudine che provo per ognuno di voi."
disse Meg portandosi le mani al cuore come per ringraziarci. Iniziarono
i fischi, le urla felici e gli applausi sentiti da parte di tutti i
presenti. Quelle parole toccarono tutti e furono seguite da numerosi
abbracci.
"Siamo noi a dover ringraziare voi per averci scelto. Grazie per aver
avuto fiducia in me e avermi dato quest'opportunità per
riemergere e conoscere nuovi amici. E' stata un'avventura magnifica da
condividere insieme. Vi voglio bene ragazzi." affermò il mio
compagno con le lacrime agli occhi dopo aver stretto tra le braccia Meg
e Claire.
"Damon ti amiamo tutti!" commentò James abbracciandolo da
dietro.
"Alec non dici niente?" si intromise Kevin battendomi una mano sulla
spalla.
"Grazie a tutti per i vostri insegnamenti e la vostra pazienza. Ne
farò tesoro per il futuro. Vi voglio bene. Non perdiamoci di
vista."
Guardai Damon, era talmente emozionato che non riusciva a smettere di
singhiozzare e abbracciare tutti. Sembrava non riuscire a calmarsi.
Incrociò il mio sguardo e capii al volo di cosa aveva
bisogno in quel momento. La stessa cosa di cui avevo bisogno anch'io.
D'istinto lo abbracciai stretto e lui ricambiò affondando il
volto nel mio collo. Con una mano gli accarezzai la schiena per cercare
di dargli conforto e chiusi gli occhi sentendo le sue lacrime.
"Andrà tutto bene." gli sussurrai.
"Grazie piccolo." mormorò lui strofinando il naso sul mio
collo. Si poteva essere tristi e felici allo stesso tempo? In quel
momento mi sentii così. Quando riaprii gli occhi, mi accorsi
che Kevin ci stava facendo un video e sciolsi l'abbraccio.
POV Damon
Era arrivata la serata del fan meeting. Eravamo tutti in fibrillazione
per l'evento. Ci eravamo preparati con vari sketch, canzoni, balli e
tanto altro ancora. Ci aspettavamo il meglio da quella serata e avremo
dato tutto di noi stessi affinchè il risultato fosse quello
sperato da ognuno di noi. Volevamo ringraziare i fans per il loro
continuo sostegno. Avevano partecipato in molti, i biglietti ormai
erano andati sold out in poco tempo nemmeno fosse il concerto del
cantante del momento. Eravamo tutti nervosi ed eccitati e ci
sostenevamo a vicenda come una grande famiglia. Iniziarono a salire
quasi tutti sul palco appena sentirono i loro nomi. Io sarei entrato
per ultimo. Feci un sorriso di incoraggiamento ad Alec prima di vederlo
sparire. Mi si avvicinò Meg mettendomi una mano sul braccio.
"Damon hai un momento?"
"Finchè non mi chiamano in scena sono tutto tuo."
"Non dirlo troppo spesso altrimenti qualcuno potrebbe esserne geloso."
ridacchiò lei sistemandosi i capelli dietro le orecchie.
"Adesso non può sentire, è sul palco con gli
altri."
"Ma io non nemmeno nominato Alec." disse lei sibillina ridendo sotto i
baffi.
"Meg ti sei messa anche tu a fare gli scherzi adesso?"
"Sto soltanto aspettando come tutti gli altri che decidiate a fare
qualche mossa."
"Ci muoveremo parecchio sul palco questa sera." la presi in giro
cambiando discorso.
"E' frustrante parlare con te su quest'argomento. Hai qualche progetto
per il futuro?"
"Pubblicità, servizi fotografici qualche sfilata e programma
come ospite speciale. Adesso mi sto concentrando di più
sulla musica. Speriamo che questo progetto vada in porto."
"Piacerà a tutti. Hai molto talento, te l'ho detto fin dal
nostro primo incontro. Stare accanto ad Alec ti ha aiutato molto
così come tu hai aiutato lui. Ho avuto buon occhio con voi
due. Vi siete scelti a vicenda ed io ho scelto voi. Ho avuto fiducia in
quel bacio. E' stato il preludio di tutto." aveva pienamente ragione.
Quel bacio è stato l'inizio di tutto. Non poteva che essere
lui il mio co-protagonista, lo avevo saputo fin da subito. Quella parte
gli calzava a pennello.
"Grazie di aver scelto noi. Grazie di averlo fatto entrare nella mia
vita."
"Damon se venisse fuori qualche altro progetto da fare insieme ad Alec
cosa mi diresti?" quella domanda improvvisa mi sorprese. C'era da
chiedere? Peccato che nessuno ci avesse fatto alcuna offerta in merito.
"Sarebbe magnifico. Ci metterei la firma ma non sono sicuro per Alec."
"Sii più fiducioso di lui. Tutti vi adorano, sicuramente
uscirà fuori qualcosa all'orizzonte. So per certo che io
vorrò ancora lavorare con voi due insieme. Quindi tieniti
pronto per la chiamata." mi avvisò lei schiacciando un
occhiolino.
"Ci conto Meg. Grazie di tutto." mi chinai per abbracciarla.
"Grazie a te. Adesso sali sul palco che qualcuno ti sta chiamando con
quel tono dolce che lo avrà fatto arrossire d'imbarazzo. Per
la cronaca, quel tono lo usa solo con te." mi sussurrò lei
sorniona dandomi alcune pacche sulla schiena. "Vai a salvare il tuo
maritino."
Salii sul palco seguito da un boato proveniente dagli spalti. I miei
colleghi risero al mio ingresso stile modello da sfilata mentre facevo
finta di ignorare il mio partner, ormai tinto di ogni sfumatura di
rosso in viso. Poverino, avrei voluto toglierlo dall'imbarazzo ma
dovevo fare la mia parte e dare spettacolo. Mi sarei fatto perdonare
più tardi. Lo avrebbe capito.
"Damon."
"Qualcuno mi ha chiamato? Chi è stato?" feci il finto tonto
guardando tutti tranne Alec.
"La tua dolce metà. Non è così
carino?" mi chiese il presentatore dando il via a delle urla impazzite
dai fans. Sorrisi anch'io e finalmente incrociai lo sguardo di Alec con
orgoglio.
"E' di una dolcezza infinita, lo so bene." ammisi facendolo arrossire
ancora di più. Che tenero.
"Ti sveglia con questo tono anche la mattina?" il presentatore
andò subito dritto al punto.
"A dire la verità sono io a svegliarlo, lui è un
dormiglione in quanto va a letto tardi. Però mi risponde con
lo stesso tono dolce." confessai con sincerità. Evitai di
dire che mi stavo riferendo principalmente alle nostre videochiamate
mattutine, fomentando sempre di più l'entusiasmo delle
persone. Dovevamo giocare.
"Ahhhh...troppe informazioni tutte in una volta! Quante volte ti ha
fatto fare le ore piccole insieme?"
"Beh negli ultimi tempi parecchie volte. Di solito giochiamo ai
videogiochi o riguardiamo il copione. Oppure facciamo delle lunghe
videochiamate per raccontarci della giornata passata se quel giorno non
ci siamo visti."
"O giochiamo con Choco." si intromise Alec.
"Chi è Choco?" chiese il presentatore.
"E' il cane di Damon!" urlarono tutti i fans evitando di farci
rispondere. Alec ed io ridemmo divertiti.
"Wow...tutti in coro. Alec che rapporto hai con il cane di Damon?"
"All'inizio avevo un pò paura ma Damon mi ha aiutato molto
rendendomi le cose più facili. Mi ha anche morso un dito, ho
ancora i segni." rispose lui alzando in aria il dito in questione ormai
guarito da tempo. Si divertiva sempre a tirare fuori quella storia.
"Chi ti ha morso? Choco o Damon?"
"Choco. Ha denti piuttosto affilati. Per fortuna adesso non morde
più, però ogni tanto mi abbaia contrariato. Come
il padrone, anche lui è piuttosto possessivo."
"Ti vede come un rivale? Damon chi preferisci tra Alec e Choco?"
"Alec. Ogni tanto lo dico a Choco e lui mi abbaia contro. Non ne
è molto felice. Però adesso i loro rapporti sono
migliorati. Si cercano a vicenda per giocare." ridacchiai ripensando
all'ultima volta che li avevo visti rincorrere un pallone da calcio in
giardino. Alla fine aveva vinto Choco perchè aveva tagliato
la strada di Alec facendolo cadere per terra. La piccola peste si era
messa a lamentarsi del dolore al sedere per giorni, anche quando i
lividi erano ormai passati.
"Alec tu hai un animale domestico?"
"Ho un gatto di nome Joker."
"Lo hai già presentato a Damon?"
"Non ancora." lui scosse la testa.
"Sto ancora aspettando l'invito a casa sua." mi intromisi io un
pò contrariato. Effettivamente non ne avevamo mai parlato,
ma lui non mi aveva mai invitato. Avrei voluto andarci ma andava bene
lo stesso così. Bastava casa mia come posto dove stare. La
sua casa era sempre affollata dai suoi familiari.
"Alec siamo in ritardo con i tempi. Quando hai intenzione di portarlo a
casa?"
"Devo prima chiederlo a mia madre."
"Signora Roberts si sbrighi a dire si! Qui c'è da preparare
la dote!" urlò il presentatore girandosi verso il dietro le
quinte dove le nostre madri ci stavano guardando con orgoglio. Vidi
Mary annuire mentre mia madre se la rideva di gusto.
"La dote la deve preparare Damon." disse Alec in tono sfrontato
prendendomi in giro.
"Stasera ci saranno dei colpi di scena inaspettati!"
"I fuochi d'artificio." rise James applaudendo alla battuta di Alec.
"Però le presentazioni ufficiali con tutta la famiglia ci
sono state nel loro ultimo live." confermò Thorn, l'attore
che interpretava mio fratello.
"Damon deve iniziare a mettere i soldi da parte!" James
rincarò la dose dandomi una spallata amichevole. Quanto
erano simpatici quella sera.
"Tesoro devi proprio farmi fare la colletta tra gli amici? Poi
veramente sembrerò un morto di fame." finsi di lamentarmi
guardando Alec che a sentirsi chiamare in quel modo, per la prima volta
di fronte a tutti, arrossì di nuovo. Quell'appellativo mi
era sfuggito ma ormai non potevo farci niente, erano tutti euforici.
"Allora lavora sodo e porta a casa la grana. Visto che ti piace tanto
spogliarti in pubblico, potresti sfruttare il tuo corpo per fare
soldi." ecco la frecciatina da parte di Alec. Me la aspettavo, non
avrebbe lasciato stare a lungo.
"Era una nota di critica quella?"
"Io direi piuttosto gelosia." James annuì incrociando le
braccia al petto. Ormai tutti loro erano abituati alle nostre prese in
giro e ci facevano da spalla.
"Concordo." Thorn fece un finto sospiro sconsolato alzando lo sguardo
al soffitto.
"Lasciamo i due piccioncini a parlare della dote tra di loro. Voi
ragazzi invece cosa mi dite? Avete qualche animale domestico?"
Il presentatore ci diede un pò di tregua e
proseguì lo show parlando anche con gli altri membri del
cast. Iniziammo con una serie di scenette musicali dove cercavo di
lottare per l'amore di Alec, mentre i suoi amici cercavano di
riprenderselo invano. Ci divertimmo a interpretare quei ruoli, sembrava
tanto The west side story con tanto di litigi e scazzottate finte. Alla
fine Alec, come da copione, cedette alle mie attenzioni addolcendosi
nei miei confronti. Finchè, come colpo di scena finale, io
andai ad abbracciare Louise anzichè lui e la portai fuori di
scena conquistandola. L'espressione basita di Alec valeva oro. Troppo
divertente, non pensava che sarebbe andata a finire in quel modo.
Alla fine scoppiò a ridere con gli altri. Avevo
sorpreso tutti cambiando il finale della storia. Tutti si
complimentarono con me quando tornai di corsa ad abbracciare il mio
partner che mi battè i pugni sulle spalle con fare scherzoso
tra una risata e l'altra. Si stavano divertendo tutti, noi compresi. Lo
show andò avanti con altro intrattenimento da parte del
resto del cast mentre Alec ed io tornammo per circa una
mezzora dietro le quinte a riposarci un pò e
cambiare di abito per le canzoni successive. Qualche ritocco al trucco,
qualche sorso di acqua, e tornammo pimpanti sulla scena dove ci stavano
aspettando gridando i nostri nomi. Cantammo insieme due delle canzoni
della colonna sonora della serie. Avevamo imparato la scenografia a
memoria e finalmente persino Alec ebbe un pò di fiducia in
se stesso per cantare delle strofe da solo. Io continuavo a guardarlo
per fargli capire che non era solo e che poteva sempre contare su di
me. Lui ricambiò il mio sorriso. Era un gioco di sguardi il
nostro, il quasi sfiorarsi per poi allontanarsi divisi da un velo
praticamente trasparente. Quando il velo cadde al suolo,
anzichè atterrare ai miei piedi mi coprì del
tutto come se fossi un fantasma. Continuai a cantare il ritornello
cercando di non ridere dell'inconveniente ma la mia voce
tremò. Alec si chinò per aiutare a liberarmi da
quel tessuto pesante e mi sorrise divertito tendendomi la mano. La
afferrai al volo e la strinsi forte con la mia mentre non ci perdevamo
di vista. Alec aveva una bella voce, doveva soltanto avere un
pò più fiducia in se stesso e continuare a
provare. Ero orgoglioso di quel ragazzo. Aveva talento e un sex appeal
innato, ma aveva anche un lato innocente e quello lo rendeva veramente
carino agli occhi di tutti. Quando finimmo la canzone, ancora mano
nella mano, ci girammo verso il pubblico che gridava entusiasta i
nostri nomi. Sembravano impazziti. Alzammo le mani intrecciate e ci
inchinammo di fronte a loro per ringraziarli del loro sostegno.
Entrarono in scena anche gli altri e il presentatore che ci fece
un'altra serie di domande prese dai fans. Poi ci coinvolse in alcuni
giochi a coppie che fecero letteralmente impazzire tutti. Recitammo le
battute di alcune delle scene più famose della serie,
apprezzarono tutti e ci divertimmo a scambiarci i ruoli. Alla fine del
nostro spettacolo arrivò la parte più dolorosa.
Dovevamo dire addio alla serie e ai fans. L'atmosfera era cambiata
così come le nostre espressioni tristi e già
nostalgiche. Eravamo sul palco, uno accanto all'altro, con le lacrime
agli occhi dalle forte emozioni che stavamo vivendo in quel momento.
Nessuno era pronto a separarsi. Iniziarono uno per volta a ringraziare
il pubblico e tutte le persone che ci avevano portato fin li. Fu il
turno di Alec e la mia attenzione si focalizzò soltanto su
di lui. In quel momento era come se l'edificio fosse completamente
vuoto ad esclusione di noi due. Cercava di trattenere le lacrime, ma i
suoi occhi erano lucidi e la sua voce tremava. Gli misi un braccio
attorno alla vita affinchè mi percepisse al suo fianco.
Sapevo che aveva bisogno di avere un contatto con me quanto ne avevo
bisogno io.
"Vorrei dire di essere una delle persone fortunate che hanno avuto
l'opportunità di fare parte di questa grande famiglia. Ho
potuto conoscere tutti i miei nuovi fratelli qui, la troupe, quelle due
fantastiche donne che hanno creato questo mondo e tutti i fans
che ci hanno seguito fin dal primo giorno. Questa è stata la
prima volta in cui entro totalmente nell'industria
dell'intrattenimento. Voglio promettervi che darò tutto me
stesso e lavorerò sodo per ogni mio progetto futuro. Non
sprecherò questa opportunità che mi è
stata data. Grazie." tutti applaudimmo alle sue parole. Ero fiero di
quel ragazzo. Nonostante la timidezza era riuscito a risplendere quella
sera e il suo discorso aveva toccato tutti. Adesso toccava a me e mi
sentii il magone in gola. Avevo tanto da dire in così poco
tempo. Troppi pensieri in testa e troppo amore da voler ricambiare.
"Ringrazio tutti per aver dato vita a questo progetto. Meg e Claire
siete le migliori. Onestamente quello che provo ora è un
pò di vuoto, perchè questo fan meeting
è veramente l'ultimo evento per la serie. Vorrei dire
che...tutto quello che è successo finora è stato
davvero meraviglioso. Lasciatemi essere un pò egoista una
volta tanto..." presi alcuni secondi di silenzio per calmare la mia
agitazione e mi voltai verso Alec posandogli la mano dietro la schiena.
Avevo bisogno di parlare con lui. Volevo ricordargli che ci sarei
sempre stato e dirgli quanto profondi fossero i miei sentimenti per
lui. Volevo avere la conferma che non ci saremmo separati dopo quella
sera. "Grazie per esserci incontrati." sospirai con voce tremante. Lo
abbracciai commosso, con le lacrime a stento trattenute. Non sarei
durato così a lungo, mi staccai per guardarlo nuovamente
negli occhi. "Ti voglio un mondo di bene." lo strinsi forte in un
abbraccio con il cuore a mille. Sentivo il bisogno di stare solo con
lui per stare bene e continuare a respirare. Avevo troppe emozioni che
si agitavano in me, era l'unico che poteva aiutarmi a gestirle. Lui
ricambiò immediatamente l'abbraccio massaggiandomi la
schiena con una mano. Con le lacrime agli occhi annusai il suo odore e
iniziai a placarmi lentamente.
"Ti voglio bene anch'io. Resterò al tuo fianco." mi
sussurrò lui all'orecchio confortandomi. Restammo stretti
per alcuni interminabili secondi finchè non tornammo al
presente e lentamente sciolsi l'abbraccio lasciando il braccio attorno
al suo fianco. Non me la sentivo ancora di staccarmi da lui. Con le
lacrime agli occhi, tornai a guardare il pubblico con un sorriso
emozionato.
"Va bene, ho finito la parte egoista." tutti risero a quella battuta
per sdrammatizzare il momento triste. Tolsi la mano dal fianco di Alec
e mi impossessai di nuovo del microfono per terminare il mio discorso.
Questa volta fu Alec a portarmi una mano sulla schiena per
massaggiarla. Sapeva che avevo bisogno di lui ed io mi sentivo bene
perchè sapevo che sarebbe stato al mio fianco. Non ce
l'avrei fatta senza di lui. La mia voce era incrinata. "Grazie a tutti
quelli che sono stati con me in questa avventura. E' stato molto
divertente incontrarvi tutti, stare con voi. Grazie a ogni singolo
spettatore per averci sostenuto. Grazie per aver portato la nostra
serie sotto gli occhi di tutti al punto di essere stata di tendenza a
livello mondiale. Non avremmo mai pensato di arrivare a farci conoscere
in tutto il mondo, questo è un traguardo molto importante
per noi. Davvero grazie a tutti. Grazie per essere sempre stati al
nostro fianco. Anche nei momenti più grigi, siete sempre
rimasti tutti al nostro fianco per sostenerci con il vostro amore. Non
so davvero che altro dire se non grazie. Grazie mille." mi chinai verso
il pubblico e tutto il resto del cast mi seguì a ruota.
Gli applausi e le grida ci avvolsero come un caldo abbraccio amorevole.
Era una sensazione magica. Lo leggevo nel volto dei miei colleghi che
si unirono negli applausi abbracciandosi tra di loro. Il presentatore
tornò sul palco, seguito da Meg e Claire, e ci disse di
sederci per terra perchè anche la produzione voleva
ringraziarci del duro lavoro con un video sorpresa. Incrociai lo
sguardo smarrito di Alec e alzai le spalle in risposta
perchè non ne sapevo niente anch'io. Avevo una strana
sensazione ma non volevo dare parola a quei pensieri, soltanto godermi
la sorpresa come tutti gli altri. Per il momento la mia era soltanto
una speranza. Ci sedemmo l'uno accanto all'altro, incrociando le gambe,
mentre continuavamo a chiacchierare tra di noi. Alec era visibilmente
eccitato e contento per la serata appena trascorsa. Mi sorrise
felicemente dicendomi grazie. Avrei voluto scompigliargli i capelli ma
non potevo rovinare la piega del parrucchiere prima di ritrovarmi calvo
appena dietro le quinte. I make artist potevano risultare parecchio
vendicativi se si rovinava una loro creazione. Mi accontentai di
stringergli un ginocchio come dimostrazione di affetto. Mi ero
già spinto oltre. Rimasi soltanto fermo li, con la testa
appoggiata sulla mano, a guardarlo con orgoglio. Era magnifico. Non
avrei potuto desiderare un partner migliore di lui. Ero stato fortunato
a incontrarlo. Quasi fosse segno del destino. Le luci si abbassarono e
partì un video di ringraziamenti con alcuni momenti
registrati durante il nostro ultimo giorno di riprese. Ridevamo a
crepapelle dalle idiozie che venivano fuori da James e Kevin,
specialmente quando prendevano in giro Alec e me. O quando Kevin
cercava di insegnarci qualche balletto e soltanto io riuscivo a
seguirlo, mentre Alec e James sembravano due pezzi di tronco e si
rifiutavano a dare spettacolo. Quando la schermata si fece nera, con la
comparsa soltanto del titolo della serie, restammo in trepida attesa.
Ed eccola arrivare di colpo come una bomba.
"Season 2 coming soon."
Un'esplosione di grida entusiaste da parte di tutti ci
bombardò i timpani. Dall'alto spararono dei coriandoli
colorati che ci travolsero tutti. Scambiai di nuovo uno sguardo di
intesa con Alec, era prossimo a piangere di commozione con quel sorriso
che non scemava a scomparire. Io non riuscii a trattenere
qualche lacrima e mi passai una mano sul viso per asciugarle. Non
potevo più essere felice di quel momento. Incrociai lo
sguardo sornione di Meg che stava parlando al microfono riguardo alla
serie. Lei mi schiacciò l'occhiolino con fare d'intesa. Alla
fine avremmo lavorato di nuovo tutti insieme, questo era quello che
aveva cercato di dirmi dietro le quinte. Avere fiducia nelle persone
che mi circondavano. Avrei dovuto ascoltare i suoi preziosi consigli in
futuro. Alec si tirò in piedi e mi porse la mano per aiutare
ad alzarmi. L'afferrai, non l'avrei più lasciata andare
così facilmente. Lo strinsi forte a me chiudendo
gli occhi. Avrei avuto più fiducia in ciò che
eravamo diventati. I DamLec sarebbero stati insieme ancora per molto
tempo. Mi auguravo che fosse per sempre.
-----------------------------------------------------------
Eccoci finalmente al capitolo 5...qualcuno lo stava aspettando??
Speriamo di si.
Sono già a scrivere il sesto capitolo ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate. Spero che la storia vi piaccia
Buona lettura
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Essere possessivi ***
Behind your gaze 6
POV Alec
Avevo i minuti contati. Uscii dalla doccia e per poco non scivolai su
una piccola pozzanghera d'acqua. Mi aggrappai al volo al lavandino e
controllai di nuovo l'orologio della sveglia che mi ero portato in
bagno. Mi restavano ancora tre minuti. Pochi per mettermi un paio di
boxer e tornare in camera e troppi per asciugarmi i capelli. Scelsi la
prima opzione e corsi in camera come un dannato sotto l'occhiata
esasperata di mia madre e i risolini delle prese in giro di mia sorella
Hope. Le ignorai e chiusi di colpo la porta dietro di me gettandomi sul
letto. Presi in mano il cellulare e controllai per l'ennesima volta
l'ora. Quasi un minuto. Rimasi a fissare quei numeri e partì
nella mia testa il conto alla rovescia. Quando scattò l'ora
x
lui non aveva ancora chiamato. Perchè non chiamava? Era
successo
qualcosa? Stavo iniziando a innervosirmi. Dovevo contattare Brian?
Damon si trovava a 5 ore di volo da qui, per partecipare a una sfilata
di moda, e non sapevo come stava. Non lo sentivo dal pomeriggio
precedente. Aveva promesso di chiamarmi come ogni mattina allo stesso
orario, per non alterare le nostre abitudini giornaliere, eppure il
cellulare restava ancora muto. Tutto quel pensare mi fece passare altri
cinque minuti in agitazione. Se non mi avesse chiamato al
più presto lo avrei fatto io, ma era una questione di
orgoglio e
non volevo essere il primo a farlo. Non volevo fargli capire quanto
profondamente tenessi a lui. Non che non lo sapesse già ma,
in
realtà, la confusione dei miei sentimenti se ne era andata
ormai
da un pò di tempo e mi sentivo come se fossi una bomba ad
orologeria che sarebbe esplosa all'improvviso. Ormai non riuscivo
più a guardarlo in faccia senza arrossire vistosamente
peggio di prima,
all'inizio era imbarazzo adesso timore di
rivelare ciò che
provavo per lui. Non potevo più mentire. Era amore. Non era
una
sorpresa, ci stavo girando intorno ormai da troppo tempo, ma ammetterlo
era stato un passo importante e difficile per
me. Per quanto tempo ancora sarei riuscito a nasconderglielo? Avevo
paura che mi rifiutasse. Che non provasse i miei stessi sentimenti.
Più volte di fronte ai giornalisti avevamo detto di amarci
come
fratelli o un pò di più, ma era un gioco tra di
noi.
Questo era reale e avevo paura. Dannazione! Stavo per chiamarlo quando
all'improvviso comparve sul display la sua foto con il nome. Tirai un
sospiro di sollievo e accettai la videochiamata.
"Ciao piccolo." mi salutò lui con un sorriso stanco e
sciupato. Sembrava distrutto ma, nonostante tutto, aveva trovato lo
stesso il tempo di chiamarmi. Lo avrei capito se mi avesse mandato solo
un messaggio e posticipato la nostra chiamata, ma lui lo aveva fatto lo
stesso. La sua salute veniva prima di tutto.
"Come stai? Sei riuscito a riposare? Sembri stanco."
"Come mai tutte queste domande? Sto bene, tranquillo." il suo prendere
sotto gamba la situazione mi fece preoccupare e arrabbiare ancora di
più. Perchè faceva sempre così? Che
testardo.
"Damon devi prenderti cura della tua salute, ti prego. Non strafare e
riposati." gli dissi seriamente cercando di controllarmi per non dirgli
che era un idiota.
"Non preoccuparti. C'è Brian che si prende cura di me, sta
seguendo le tue raccomandazioni alla lettera." ridacchiò lui
strofinandosi un occhio.
"E' il suo lavoro. Deve farlo."
"Sei appena uscito dalla doccia? Sei sexy piccolo." all'improvviso, il
suo tono di voce si abbassò lievemente facendomi venire i
brividi. Oddio, eccolo li a flirtare di nuovo. Non potevo uscirne con
lui quando faceva così. Le mie orecchie stavano andando a
fuoco.
"Si..."
"Però ti conviene asciugarti i capelli e vestirti. Per
quanto ammiri il panorama ti preferisco in salute."
"Sto bene così, non ho freddo. Com'è andato il
viaggio?"
"Abbastanza bene, ho dormito tutto il tempo. Volevo leggere ma mi si
chiudevano gli occhi. Tu come stai?" mi chiese iniziando a sbadigliare.
Aveva gli occhi arrossati visto che continuava a strofinarseli.
"Tutto a posto. Stamattina andiamo a parlare con uno sponsor per
firmare il contratto. Poi ti farò sapere."
"Assicurati che sia tutto a posto nel contratto prima di firmare.
Adesso sto entrando nei camerini, mi aspettano per rendermi figo."
intravidi la sagoma di Brian entrare da una porta e lo sentii parlare
con qualcuno all'interno.
"Vedo che non c'è tanto lavoro da fare...a parte le occhiaie
da zombie." lo presi in giro facendogli la linguaccia. Lui
ridacchiò finalmente di buon umore come se si fosse
svegliato all'improvviso. Era felice e lo ero anch'io.
"Tu si che sai sempre come tirarmi su il morale. Adesso devo chiudere,
devo prepararmi per la sfilata. Ti manderò un messaggio
quando
arriverò in hotel stanotte. Sarà troppo tardi per
chiamare." sembrava dispiaciuto mentre lo diceva.
"No, tu chiama lo stesso. Non importa l'orario, ti
aspetterò. Ti prego prenditi cura di te."
"Lo farò. A più tardi piccolo. Vai subito a
vestirti!"
"A più tardi. In bocca al lupo."
Fu una chiamata breve rispetto alle solite ma almeno ero contento di
averlo rivisto. Ero preoccupato per la sua salute. Chi si sarebbe preso
cura di lui? Avrei voluto farlo io ma in quel momento mi era
praticamente impossibile. Mi tenevo costantemente in contatto con
Brian, lo avevo già tartassato da diversi messaggi fin da
quando
erano usciti di casa per raggiungere l'aeroporto. Continuavo a
chiedergli notizie del suo cliente e lui per tutta risposta mi mandava
foto e video di alcuni momenti della giornata di Damon. Aveva scattato
tante di quelle foto mentre dormiva che ne ero rimasto incantato.
Almeno un pò di riposo lo aveva fatto tra una cosa e
l'altra.
Avrei smesso di preoccuparmi una volta che fosse tornato tutto intero a
casa. Stavo diventando sempre più opprimente, non mi era mai
successa una cosa del genere. Perchè mi comportavo come una
mamma apprensiva con lui? Altro che cercare di farlo innamorare di me.
Se avessi continuato in quel modo mi avrebbe piantato in asso in due
secondi. Dovevo riprendermi. Mi rimisi in piedi e iniziai a prepararmi
per andare con mia madre e Paul a parlare con il nuovo sponsor per il
contratto. Quando arrivammo nel loro ufficio, furono tutti piuttosto
accoglienti. Ci mostrarono il prodotto e spiegarono per filo e per
segno ogni clausola che firmando avrei dovuto concordare. Mi sembrava
una buona proposta ma io non me ne intendevo molto di quelle questioni
e lasciai fare a mia madre che di certo ne sapeva meglio di me di
contratti in quanto una volta li stipulava lei stessa. Annuii
ascoltando le parole di mia madre e cercai di rimanere concentrato il
più possibile prima di venire sgridato da lei.
Già lo
aveva fatto qualche ora prima, dopo la videochiamata, per come avevo
lasciato il bagno in disordine e di come per me Damon venisse prima di
tutto il resto. Aveva ragione, ma cosa pretendeva? Avevo la testa
incasinata da innumerevoli immagini di lui. Sembrava l'album dei
ricordi. Dovevo concentrarmi sulla mia carriera
eppure anche il solo sentirlo nominare mi scombussolava. Ero un caso
perso in partenza, lo avevo già capito dalla prima volta che
lo
avevo visto in carne ed ossa. Mia madre mi convinse a firmare il
contratto e ci intrattenemmo a pranzo fuori con loro per parlare di
lavoro. Fu un pranzo tranquillo dove tornai ad essere il ragazzo
spiritoso e sorridente di sempre. Mia madre scambiò
un'occhiata
con me e mi sorrise approvando il mio comportamento, mi strinse forte
la mano sotto il tavolo sicuramente ringraziando il fatto che non
avessi fatto vincere la timidezza. Quando uscimmo dal ristorante li
salutai e mi appartai un attimo per mandare un messaggio a Damon.
"Contratto
firmato. Mamma e Paul lo hanno letto entrambi due volte e hanno detto
che andava bene. Sono ufficialmente il loro nuovo sponsor."
"Congratulazioni
tesoro. Hanno fatto un'ottima scelta. Sono contento per te."
"A te
come sta andando? Come ti senti?"
"Si
tutto bene.
Abbiamo fatto le prove e tra qualche ora si inizia. Ho incontrato
vecchie conoscenze, tra un pò vado con loro a mangiare un
boccone per poi tornare a lavoro. Alec ci sentiamo sul tardi, non so a
che ora però."
"Non
importa, basta che chiami. Ti aspetterò. Non frantumare
troppi cuori stasera."
"Me
ne interessa soltanto uno e adesso si trova a diverse miglia da me."
"Ok...ricordati
di chiamare stasera."
"Lo
farò. Ciao piccolo."
Qualche minuto dopo, mentre ero in macchina con mia madre per tornare a
casa, ricevetti una foto da Damon. Stava mangiando un'insalata con del
pollo mentre faceva una v di vittoria con le dita. La sua espressione
era stanca ma si vedeva che cercava di sorridere per mascherare il
bisogno di riposo. Quell'uomo era proprio uno stacanovista, non mi
ascoltava mai. Gli avrei fatto un'ennesima ramanzina al suo ritorno.
Tornati a casa, mi cambiai e mi misi a giocare ai videogiochi per
passare il tempo e cercare di non pensare troppo. Risposi a qualche
messaggio di James che mi chiedeva notizie sulla sfilata di Damon.
Ormai tutti chiedevano a me per sapere di lui. Come se sapessero
qualcosa o come se ormai ci avessero già classificato come
coppia. Ma non lo eravamo e Damon era anche amico loro eppure spesso mi
sentivo da intermediario perchè sapevo sempre dove si
trovasse.
Mi arrivò una notifica da parte di Brian e corsi a vedere
con il
cuore che mi batteva a mille. Visualizzai una foto di Teddy Bear al
trucco mentre ascoltava della musica con gli auricolari. Il cervello si
disconnesse dal resto del corpo e continuai a fissare quei lineamenti
praticamente perfetti che mi tenevano incatenato a lui. Non stava
facendo niente di particolare, nemmeno guardava l'obiettivo, eppure
suscitava in me certe sensazioni che faticavo a mandare via. Come
faceva sempre ad essere così figo? Doveva essere dichiarato
illegale. Giusto per farmi prendere un altro infarto, Brian mi
inviò un'altra foto. Avrei dovuto dire due paroline anche a
lui.
La seconda foto raffigurava Damon in piedi mentre un altro uomo gli
stava sistemando quella camicia, praticamente inconsistente, con una
scollatura a v così profonda che lasciava poco
all'immaginazione. Avrei preferito non vedere quella foto. Adesso chi
me la toglieva dalla mente? Per non parlare di quel tizio che
stava svolgendo il proprio lavoro, ma era fin troppo vicino al signor
sono troppo figo. E poi, se si guardava la sua espressione, stava
praticamente gongolando di piacere per quella vicinanza. Probabilmente
avrebbe trovato ogni scusa per stargli intorno come ogni persone degli
staff che incontravamo ad ogni evento o intervista. Il mio partner
piaceva a tutti e questo mi infastidiva parecchio ma facevo buon viso a
cattivo gioco. La nota positiva era che a Damon non interessava nessuno
di loro, quella negativa era che non gli interessavo nemmeno io dal
punto di vista amoroso. Era concentrato principalmente sulla sua
carriera e sui suoi nuovi progetti, ma, presto o tardi, qualcuno
sarebbe
comparso all'orizzonte attirando la sua attenzione e facendolo
capitolare al volo. Cosa avrei fatto in quel momento? Sarei riuscito ad
accettare anche quel nuovo sviluppo pur di non farlo uscire dalla mia
vita? Sbuffando contrariato mandai un pollice in su a Brian
ricordandogli di prendersi cura di lui. Lanciai con fare scocciato il
cellulare sul divano e uscii di casa per andare a dare qualche calcio
al pallone nel piccolo parco vicino. Non c'era quasi nessuno come al
solito, i ragazzi del quartiere erano quasi tutti cresciuti e i
genitori dei più piccoli li portavano al parco
più
distante in quanto più grande e con una vasta scelta di
giochi.
In questo a mala pena c'erano un canestro, due altalene e un paio di
panchine isolate. Un pò deprimente. Persino quando giocavo a
calcio con i miei vecchi compagni di scuola dovevamo buttare zaini e
felpe per terra per creare delle porte immaginarie. Che parco
deprimente. Ero solo con i miei pensieri e non avevo molto per
distrarmi. Avessi avuto almeno Choco intorno mi sarei divertito di
più. Mi mancava avere intorno quella piccola palla di pelo
vivace. Mi mancava persino quando mi abbaiava contro se non gli andava
bene qualcosa. Avrei potuto benissimo contattare Pat per chiederle se
potevo passare un pò di tempo con lui, ma che senso avrebbe
avuto se il suo padrone era via? Volevo il pacchetto completo. Mi
mancava anche quel latin lover che si faceva toccare da tutti e metteva
in mostra la mercanzia. Che uomo irritante. Calciai così
forte
il pallone che dovetti andarlo a riprendere dall'altra parte della
strada, scusandomi con una signora che stava passando di li e che si
era
spaventata. Tornai a giocare solitario finchè non arrivarono
due
vecchi amici di infanzia che si unirono a me. Non li vedevo quasi
più a causa dei miei impegni lavorativi e un pò
mi
mancava uscire con loro ma avevo poco tempo e preferivo dedicarlo a
dormire o a giocare ai videogiochi con Damon. O fare qualunque altra
cosa con lui, mi bastava che passassimo del tempo insieme e questo mi
avrebbe reso felice. Cosa potevo desiderare di meglio? Peccato che
adesso si trovasse a mille miglia di distanza perchè aveva
accettato un nuovo lavoro e di certo io non potevo mettermi in mezzo a
queste opportunità. Non lo avrei mai fatto, facevo il tifo
per
lui. Stavo diventando patetico.
"Alec tutto a posto? Sembri pensieroso."
"Non è nulla. Torniamo a giocare."
"Dov'è finito il tuo maritino oggi?" ma non si stancavano
mai di fare le solite domande? Sarà che ero di malumore
quindi risposi un pò bruscamente.
"Non è mio marito. Comunque Damon sta lavorando.
Tornerà a casa domani."
"Di solito siete sempre appiccicati. E' raro riuscire a uscire con te.
Ci dai sempre buca per stare con lui." si lamentò il mio
amico B lanciando la palla verso l'altro che si trovava a proteggere la
finta porta.
"Abbiamo molto lavoro da fare insieme e tra un pò dovremo
iniziare con la seconda stagione. Saremo ancora impegnati:"
"Quasi quasi mi manca quando stavi ancora con Veronica. Almeno ti
vedevamo più spesso. Adesso è più
facile vederti
attraverso le foto che posti sui social media."
"Comunque la sorella di Damon non è niente male. E' proprio
un bocconcino." si intromise l'altro costantemente arrapato quando si
trattava di donne.
"Faccio finta di non aver sentito." rabbrividii a quella battuta. Non
potevo negare che Alice fosse una bella donna, ma non mi andava di
parlare della sorella dell'uomo che desideravo.
"E' fidanzata?"
"Ha almeno nove anni in più di te e ha due figli. Non penso
che sia il tuo tipo."
"Sembra più giovane, ma a me piacciono le milf. Oppure ci
stai già facendo un pensierino tu?" oddio! Quello si che era
spaventoso.
"E' come se fosse una sorella più grande, mi sembrerebbe un
incesto." borbottai in tono schifato. Damon si sarebbe fatto due risate
a quella battuta perchè sapeva benissimo che era una cosa
ridicola.
"Non fai mai quella faccia disgustata quando dici che Damon
è come un fratello. Hai tutta un'altra espressione." mi
prese in giro B con un sorriso sfacciato in volto. Preso
dall'irritazione, mi impossessai della palla ai suoi piedi e lanciai
forte la palla verso la porta facendo punto.
"Goal! Invece di dire cavolate concentrati a parare altrimenti te ne
rifilo altri dieci di palloni."
"Questo non vale!"
Restammo a giocare insieme per un'altra oretta finchè non
tornai
a casa tutto sudato e stanco. Ero finalmente riuscito a distrarmi per
un pò dai miei pensieri. Ci voleva proprio quell'uscita.
Avrei
dovuto farlo più spesso. Andai in cucina a prendermi da
bere,
stavo morendo di sete. Se ci fosse stata mia madre nei paraggi mi
avrebbe obbligato a fare immediatamente una doccia. Joker mi si
strusciò tra le gambe in cerca di coccole o di croccantini.
Quando mi chinai su di lui per grattargli il collo, si
bloccò di
colpo annusandomi e scappò via schifato. Puzzavo davvero
così tanto? Di solito i gatti adoravano i forti odori, ne
rimanevano estasiati. Il mio no. Joker era abbastanza raffinato da quel
punto di vista. Il classico gatto con la puzza sotto il naso. Mi girai
e presi un colpo. Hope era proprio dietro di me, appoggiata al mobile,
con le braccia conserte.
"Joker ha proprio ragione. Puzzi da morire. Vatti a fare una doccia!"
le dolci parole di Hope mi seguivano sempre.
"Fatti gli affari tuoi! Ci vado dopo."
"Devo chiamare la mamma?" la classica minaccia di mia sorella. Se non
l'ascoltavo metteva sempre in mezzo nostra madre che probabilmente le
avrebbe anche dato ragione.
"Vuoi fare la spia?"
"Voglio solo che ti togli quella puzza micidiale di dosso." fece una
smorfia tappandosi il naso con le dita per confermare le sue parole.
"E' solo sudore. Nessuno se ne è lamentato così
tanto finora."
"Non sono Damon che accetta tutto di te e te le fa passare lisce.
Saranno gli ormoni impazziti. Qualcuno fa pensieri particolarmente
sconci." la sua vocina irritante e canzonatoria mi stava facendo
saltare i nervi.
"Hope! Smettila immediatamente!" la minacciai puntandole un dito contro.
"Sei giovane e in salute, è normale avere gli ormoni in
subbuglio...specialmente se si pensa a una certa persona. Fratellone ti
invidio. Cosa darei per baciarlo anche solo una volta...ma lui
preferisce te. Che spreco."
"Hope! Taci!" alzai la voce fulminandola con gli occhi.
"Mi tratti male fratellone, eppure ero venuta soltanto a dirti che
è iniziata la sfilata e Brian ha già avvisato che
ti
farà una diretta quando sarà il turno di Damon.
Non
dovrebbe mancare molto."
"Dannazione! Me lo potevi dire prima!" le urlai spingendola da parte
per fiondarmi nel corridoio.
"Ci ho provato ma tu non vuoi ascoltarmi. Come non detto. Io parlo e
lui se ne va." la sentii blaterare da lontano ma ormai non mi
interessava più.
Corsi in camera riprendendo il cellulare. Brian mi aveva mandato altre
foto e video. Risposi ai suoi messaggi dicendo che lo avrei aspettato e
rimasi fermo a guardare tutto ciò che avevo perso nell'arco
di
quell'ora e mezza. Più vedevo la sua immagine sul display,
più sentivo la sua mancanza. Ormai era un dato di fatto, non
potevo mentire. Avrei voluto essere con lui a guardarlo dal vivo per
poi restare al suo fianco dietro le quinte. Volevo assistere a ogni sua
vittoria, volevo vederlo risplendere di luce propria sotto i
riflettori. Volevo che tutti si rendessero conto di quanto valeva. Ero
il suo fan numero uno. Mezz'ora dopo Brian mi cercò tramite
videochiamata. Accettai e fui subito trasportato virtualmente tra il
pubblico a vedere sfilare il mio partner. La sua
professionalità, l'atteggiamento e il modo di muoversi lo
rendevano figo. Per non parlare del suo mezzo sorriso provocatorio e di
quello sguardo spiazzante. Il pubblico si animò all'istante
come
se si fosse appena svegliato. Sentivo i loro applausi e le grida di
estasi dei presenti che, per quanto lo staff della sfilata aveva
cercato di contenere, si udivano chiaramente mentre nominavano il
modello in passerella. Damon doveva esserne fiero ed io lo ero per lui.
Seguii la diretta fino a quando non tornò dietro le quinte e
persino il pubblico si calmò alla sua uscita di scena. Era
tornata una sfilata normale. Lo stilista ci aveva visto giusto
prendendolo nella sua squadra. Passò un'altra mezzora e
Brian mi
chiamò di nuovo mostrandomi il finale dell'evento, dove
Damon si
era cambiato d'abito ed era in prima fila, con in mano un mazzo di
fiori che diede allo stilista accanto a se ringraziandolo per
quell'opportunità. Adesso sarebbe arrivato il mio momento,
volevo godermelo fino in fondo. Si fece avanti una ragazza che porse un
grande mazzo di fiori al mio partner che li guardò sorpreso.
Non
se lo aspettava. Lesse il messaggio all'interno e gli si
illuminò il volto con un sorriso. Adesso era veramente
splendente. Guardò verso Brian, praticamente a pochi metri
sotto di
lui, e fece un cenno al telefono incrociando il pollice e l'indice per
dirmi che mi voleva bene. Sorrisi arrossendo da quel gesto mentre il
pubblico esplose in grida eccitate. Senza nemmeno avere la conferma
che quel mazzo di fiori veniva dal sottoscritto, già tutti i
fans urlarono il mio nome. Ridacchiai divertito mentre Damon annusava i
fiori, sembrava commosso e un pò in imbarazzo. Amava fare
lui le
sorprese agli altri e quel mazzo di fiori lo aveva spiazzato del tutto.
Erano sentimenti senza il suo controllo e non sapeva bene come
gestirli. Il suo sorriso era diverso da quello che aveva mentre
sfilava. Era adorabile. Avevo tanta voglia di abbracciarlo in quel
momento. Dopo altri dieci minuti di ringraziamenti e saluti, la diretta
di Brian si interruppe e io mandai subito un messaggio a Damon. Non ero
sicuro di quando lo avrebbe letto ma non importava.
"Sei
stato magnifico Teddy Bear. Goditi il resto della serata, te lo meriti.
Ti aspetto più tardi."
Con il sorriso sulle labbra, andai a farmi la seconda doccia della
giornata. Ero più sereno e fiero del successo che aveva
avuto il
mio compagno. Tutto era andato nel migliore dei modi. Quando tornai in
camera notai la notifica di un messaggio da parte di Damon.
"Grazie
dei fiori, sei riuscito a farmi arrossire. Era come se fossi con me su
quel palco. Aspettami."
Tornai a giocare con il cellulare per passare il tempo nell'attesa
della sua chiamata. Sparai contro altri utenti e venni ucciso pure io
almeno tre volte. Non era la serata giusta per vincere ma non mi
importava più di tanto. Quello che volevo vedere lo avevo
già visto, mi aspettava soltanto la ciliegina sulla torta.
Canticchiai qualche canzone mentre scorrevo gli aggiornamenti su IG.
Ero sdraiato sul letto e piano piano iniziò a venirmi sonno
ma
non potevo addormentarmi in quel momento. Mi tirai in piedi facendo un
pò di stretching. Dovevo vincere il sonno a tutti i costi.
Mia
madre entrò in camera mia, per portarmi dei vestiti stirati,
e
mi fissò basita. Non disse nulla, scosse la testa esasperata
e
uscì richiudendosi la porta alle spalle. Ormai mi aveva
etichettato come folle senza opportunità di recupero. E
forse un pò lo ero ma, dopotutto, fare
un pò di esercizio fisico faceva bene. Lo dicevano tutti.
Bisognava prendersi sempre cura di se stessi. Non mi accorsi nemmeno di
quanto tempo avessi trascorso finchè il suono della
videochiamata in arrivo non mi riportò sull'attenti e mi
precipitai a rispondere prima che mia madre tornasse lamentandosi
dell'ora tarda. Ero un caso senza speranza.
"Ciao."
"Ciao. Sono tornato appena adesso in hotel."
"Sei stravolto. Forse è meglio se ti fai una doccia e fili a
letto." la preoccupazione tornò a farsi sentire.
"Ho voglia di parlare un pò con te. Come hai passato la
giornata? Tutto bene con il contratto?" lo vidi sedersi sul divano
posizionando meglio il cellulare sul tavolino.
"Tutto a posto, Paul sta organizzando il mio calendario con quello
dello sponsor e poi mi farà sapere. Niente di nuovo oggi,
sono
andato al parco a fare due tiri e ho incontrato due vecchi amici. Si
sono lamentati che mi vedo solo con te." mi sdraiai sul letto per
essere più comodo.
"Vorrà dire che li frequenterai di più...sempre
se non ti
metti a dormire e ti dimentichi degli appuntamenti. Devi uscire con
loro, sono
amici della tua età e ti divertirai di più." non
era la prima volta che tirava in ballo quella storia. Non voleva che mi
isolassi dagli altri ed essere l'unico mio punto di riferimento.
"Io mi diverto con te." mormorai in tono scocciato.
"Sono noioso e troppo serio. Almeno con loro hai molte cose in comune."
"Stai cercando di mollarmi a qualcun altro? Ti sei già
stancato di me?" quel pensiero un pò mi metteva in ansia.
Sapevo che per il momento non era così, ma forse un giorno
sarebbe successo che sarei stato di intralcio in una sua futura
relazione. Chi avrebbe mai accettato di condividerlo con me? Sarei
stato messo da parte.
"Come faccio a stancarmi della mia palla al piede preferita? Non ti
mollo a nessuno, ma anche loro sono tuoi amici e tu hai bisogno di
uscire con loro. Noi ci vediamo fin troppo spesso." mi disse
grattandosi il collo.
"Sei diventato così improvvisamente altruista da
condividermi. Di solito sei più possessivo nei miei
confronti." mi lamentai con una punta di ironia.
"Non vorrei esagerare troppo e poi se i tuoi compagni di scuola non
hanno cercato di abbordarti in passato di certo non lo farebbe adesso.
Sono tranquillo." sorrise lui con soddisfazione. Sembrava lo stregatto
di Alice nel paese delle meraviglie. Volevo fargli smorzare quell'aria
irritante.
"Lo sai, ci sono delle belle ragazze nella compagnia...e anche ragazzi.
Ti dovrei mandare le foto? Magari mi potresti dare un consiglio per il
mio prossimo amore." lo presi in giro cercando di fare un'espressione
da angioletto. Lo vidi adombrarsi di colpo e il mio sorriso si
ampliò. Punto per me.
"Non tirare troppo la corda adesso. Ti ho dato la mano, non prenderti
tutto il braccio."
"Dovrei essere io a dire qualcosa. Stasera hai fatto fare la ola al
pubblico. Ti stavano mangiando tutti con gli occhi."
"Ma io ho occhi solo per una persona. Grazie per i fiori, sono
magnifici. Mi hai fatto proprio una sorpresa." il suo sguardo intenso
mi riscaldò il cuore. Erano in momenti come quello che
speravo succedesse qualcosa tra di noi, ma ne rimanevo sempre deluso.
Nessuno dei due si spingeva oltre e lui non mi sembrava molto
interessato. Flirtava come al solito, come un seduttore incallito.
"Non era niente. Volevo solo farti gli auguri. Hai letto il biglietto?"
ero sulle spine. Avrebbe veramente capito le mie parole? Le avrebbe
prese come un desiderio di concretizzare qualcosa tra di noi?
"Risplendi come il sole, io ti guarderò come un girasole.
Sempre al tuo fianco. A." mi recitò lui a memoria con voce
profonda. Ero perso. Non sapevo più cosa guardare, i suoi
occhi...la sua bocca. Non ce la potevo fare.
"La prima versione era un semplice congratulazioni fighting." mormorai
imbarazzato.
"Mi piace di più questa versione." il suo sorriso mi diede
il colpo di grazia.
"Dovresti andare a letto. Domani ti devi svegliare presto. Hai
controllato se il volo è in orario?"
"Si non preoccuparti. Sarò a casa in tempo per il servizio
fotografico del pomeriggio. Ci incontreremo allo studio."
"Si, mi porterà Paul. Adesso fatti la doccia e dormi. Voglio
vederti riposato domani."
"Va bene. A domani."
"A domani." lo salutai con la mano.
"Alec!" mi richiamò lui un secondo prima che il mio dito
interruppe la videochiamata.
"Dimmi."
"Mi manchi." quelle due parole mi fecero precipitare in un baratro
senza uscita. Come poteva farmi questo? Non gli era bastato il mezzo
infarto che mi aveva dato prima?
"Mm..." mugugnai sentendomi andare a fuoco. Non sapevo cosa
rispondergli.
"Io non ti manco?"
"Damon vai a dormire, sei stanco."
"Proprio non vuoi dirmelo? Va bene, come non detto." sbuffò
lui in tono deluso. Non volevo vederlo in quel modo e nemmeno lasciarlo
col pensiero che non mi importasse di lui.
"Mi manchi." mormorai d'istinto quasi a pentirmene dopo
perchè mi sentivo morire dall'imbarazzo.
"Come scusa? Puoi ripetere?" si rianimò all'istante con un
sorriso che gli illuminava il viso. Era stupendo.
"Lo hai sentito."
"Si, l'ho sentito. A domani piccolo. Buona notte."
"Buona notte Teddy."
Altro che fare le ore piccole, dopo quella chiamata dubitavo fortemente
che sarei riuscito a dormire. All'improvviso ero del tutto sveglio. Gli
mancavo. Il mio cuore sembrava mi stesse scoppiando nel petto. Anche
lui mi mancava un sacco e, nonostante i miei sentimenti fossero sinceri
e profondi, avevo faticato a rispondergli nello stesso modo. Come se
quelle parole fossero difficili da tirare fuori. Da quando avevo
ammesso con me stesso che ero innamorato mi sembrava di essere
diventato più imbranato e sempre più timido. Non
riuscivo
a dichiararmi. Praticamente una quindicenne in piena crisi ormonale.
Damon mi avrebbe preso in giro fino alla fine dei miei giorni.
Ricominciai a giocare nella speranza che mi venisse sonno.
Mi svegliai tardi, sentendo le lamentele di mia madre che non potevo
andare avanti così e che mi meritavo di dovermi svegliare
con il
gallo per andare a lavorare presto. Sbuffai e iniziai lentamente la mia
giornata, sorrisi quando il mio partner mi mandò un
messaggio
per confermarmi di essere arrivato a casa sano e salvo. Arrivai allo
studio in anticipo e rimasi in attesa. Ogni volta che si avvicinavano
dei passi continuavo a spostare lo sguardo verso l'ingresso come un
cane sull'attenti. Appena vidi entrare Brian il mio cuore
iniziò
a martellare sempre più forte. Finalmente era arrivato.
Damon
fece il suo ingresso salutando tutti con un sorriso sulle labbra. Era
bello come il sole. Si fermò a parlare col fotografo e altre
persone dello staff per qualcosa inerente al lavoro giornaliero. Lo
osservai attentamente, sembrava essersi riposato almeno un
pò.
Il suo viso era più rilassato e sereno. Quando
incrociò
lo sguardo con il mio, mi illuminai arrossendo vistosamente. Non potevo
fare a meno di sorridergli. Lui si fece avanti scompigliandomi i
capelli, per fortuna non mi avevano ancora preparato per il servizio
fotografico.
"Ti sono mancato?" si chinò verso di me per sussurrarmi
all'orecchio. Mi vennero i brividi.
"Non tirare troppo la corda." mormorai allontanandomi dalla sua mano.
"Ragazzi se siete pronti iniziamo a prepararvi."
E fu così che iniziò la nostra giornata
lavorativa. Il
fotografo ci diede delle linee guida su cosa voleva da noi e poi ci
disse che avevamo carta bianca su tutto. Ormai sapevamo giocare con
l'obbiettivo e insieme eravamo fantastici. Sempre più spesso
ci
chiedevano di posare in coppia proprio per la nostra chimica. Seguii i
movimenti di Damon e mi adeguai a lui come facevo di solito. Mi aveva
insegnato molto da quando ci eravamo conosciuti. All'inizio lo avevo
imitato per prenderlo in giro, poi ci avevo preso la mano e avevo reso
mie le sue pose migliori seguendo i suoi suggerimenti per come
migliorarle. Era come girare sulla stessa orbita. Se lui si muoveva, io
mi muovevo allo stesso ritmo e con la stessa sensualità. Ci
avvicinammo a un palmo di naso guardandoci negli occhi mentre lui mi
posava una mano sul fianco con possessività. Non c'era
bisogno
di fingere, ero perso nella profondità dei suoi occhi.
Sembrava
volesse mangiarmi quando li abbassò sulle mie labbra, sentii
i
brividi in tutto il corpo. Mi morsi un labbro in automatico con una
voglia matta di baciarlo. Sospirai deglutendo a vuoto e chiusi gli
occhi appena lo vidi fare lo stesso. Lo sentii avvicinarsi ancora di
più, il suo caldo respiro mi solleticò la
guancia. Se mi fossi
spostato di qualche millimetro avrei potuto rubargli un bacio. E poi un
altro. Quasi mi dimenticai dei presenti, nessuno stava fiatando, si
sentivano soltanto gli innumerevoli click del fotografo che ci stava
immortalando. Damon cambiò posizione e si mise alle mie
spalle
stringendomi da dietro. Il suo mento si incastrò vicino al
mio
collo e la sua mano si appoggiò al mio petto, sembrava
volesse
dire che ero suo. Quanto avrei voluto che fosse vero. Sentii il suo
sguardo su di me ed io abbassai il mio sulla sua mano, portai
lentamente la mia sulla sua per poi incrociare le nostre dita insieme.
Inclinai la testa verso di lui e ci rimasi un tempo interminabile,
finchè lui non tornò a guardare l'obiettivo ed io
rimasi
imbambolato verso di lui. Sapeva benissimo come giocare le sue carte,
provocava chiunque. Per lui era naturale come respirare. Fissai anch'io
l'obiettivo, volevo far vedere quanto anche lui fosse mio. D'istinto mi
girai verso di lui afferrandolo con una mano sul collo e avvicinai le
mie labbra alla sua mascella quasi a sfiorarla. Incrociai il suo
sguardo, sempre più voglioso di essere lasciato solo con
lui. Mi
fece un lieve sorriso ammorbidendo i lineamenti, quella micro
espressione valeva più di tutto. Era di nuovo il mio Teddy
Bear.
Strofinò il suo naso con il mio e ricambiai il sorriso, ero
felice di quel piccolo momento tutto nostro. Tornammo seri e lui si
voltò a fissare l'obiettivo. Cambiammo posizione, adesso lui
era
di spalle sempre con una mano appoggiata al mio petto. Chiusi gli occhi
quando mi sfiorò il collo con le labbra. Quanto ancora
sarebbe
durata quella tortura? Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria
prima di saltargli addosso come un assatanato. Dopo un bel
pò di
tempo, il fotografo ci interruppe per fare una pausa. Lo staff
sistemò il set per fare le altre foto e noi ci cambiammo i
vestiti aiutandoci a vicenda. Nessuno si avvicinava a noi se eravamo
insieme. I make artist fecero il loro lavoro rendendoci di nuovo
esteticamente perfetti. Non un capello fuori posto, nessuna
imperfezione sul viso. Il trucco c'era ma sembravamo naturali, le magie
delle loro mani facevano miracoli. Damon mi trascinò a
parlare
con il fotografo per capire come migliorare le foto o se voleva
qualcosa di diverso. Era rimasto zitto per tutto il tempo, continuando
a scattare foto, mentre il suo staff si muoveva con lui sapendo subito
ciò di cui aveva bisogno senza essere d'intralcio. Lui ci
disse
che andava bene e ci diede altri consigli su come interagire con i
nuovi oggetti che ci avevano piazzato davanti, dei fiori della frutta e
due sedie. Come fare l'amore con un'arancia? Quasi mi venne da ridere
alla sola idea, ma Damon era serio e annuiva concentrato. Se lui poteva
farcela lo avrei fatto anch'io. L'avrei sempre seguito. Mi fidavo
ciecamente di lui, specialmente se si trattava di lavoro. Ogni
consiglio che mi dava era per il mio bene. Proseguimmo a fare le altre
foto per un altro paio d'ore finchè finalmente ci dissero
che
avevamo terminato. Mi sentivo un pò indolenzito e vedevo che
per
Damon era lo stesso, non era facile mantenere le stesse posizioni per
tanto tempo. Mi girai a scambiare quattro chiacchiere con l'aiuto del
fotografo che mi stava facendo vedere alcuni degli scatti appena fatti
al computer. Dovevo ammettere che eravamo venuti piuttosto bene. Il
fotografo aveva catturato i momenti migliori, quelle foto mostravano la
nostra chimica. Era come se parlassero da sole di qualche segreto
nascosto. Ne ero affascinato. Eravamo belli insieme. Alzai lo sguardo
per fare vedere quegli scatti anche al mio partner ma non lo vidi nelle
vicinanze. Era andato a finire dall'altra parte dello studio,
attorniato
come al solito dalle persone dello staff che erano anche suoi fans. Lui
rideva facendosi scattare alcuni selfie mentre commentava divertito
alle loro battute. Era sempre stato un grande intrattenitore. Quando si
avvicinò un pò troppo una ragazza che gli mise
una mano
sul braccio, per chiedere la sua attenzione, mi affrettai a
raggiungerlo
piazzandomi tra di loro. Ignorai del tutto quella ragazza e finsi un
sorriso a quella calamita che avevo accanto, lui aveva capito al volo
cosa volevo dirgli e mi mise un braccio attorno alla spalla
avvicinandomi a se. Uomo intelligente. Brian venne in nostro soccorso
dicendoci che dovevamo andare perchè avevamo un impegno. Lo
ringraziai mentalmente e portai Damon nei camerini per cambiarci. Non
gli dissi niente e gli diedi le spalle per prendere le mie cose. Ero
ancora un pò irritato.
"Non mi parli più?" mi chiese lui con un sospiro.
"Parli già abbastanza per entrambi." borbottai continuando a
dargli le spalle.
"Alec...ero soltanto un pò socievole. Sono sempre dei fans e
probabilmente potremmo lavorare con loro in futuro. Essere gentile non
costa nulla. Dovresti provarci."
"Mmh..."
"Alec, guardami." ignorai deliberatamente la sua richiesta rimettendo
la mia maglietta scura. Da quando mi sentivo così possessivo
nei
suoi confronti? Specialmente, perchè temevo così
tanto le avances di una
ragazza? Sapevo già che se fosse stato un maschio mi sarei
comportato decisamente in modo peggiore. Era un dato di fatto, lo avevo
già provato di persona più di una volta e non era
per niente una bella
sensazione. E conoscendo bene il mio partner sarebbe capitato ancora e
ancora. Quanto altra gelosia avrei dovuto sopportare? Dovevo riuscire a
gestire quelle forti emozioni. "Tesoro ti prego, non fare
così.
Non è successo niente. Se non fossi arrivato tu l'avrei
allontanata io."
"Non mi piace che gli altri ti tocchino."
"Ripeto, non è stato niente. Cosa dovrei dire di te? Ti
mangiavano tutti con lo sguardo mentre facevamo il servizio
fotografico. Nemmeno a me piace questo."
"Non ho visto nessuno. Non era importante." mi strinsi nelle spalle
portandomi i capelli all'indietro con una mano.
"Appunto, non era importante nemmeno quel tocco. Stavi risplendendo
prima. Sei stato molto bravo." mi mise le mani sulle braccia per farmi
girare verso di se. Controvoglia, incrociai il suo sguardo.
"Ho imparato dal migliore."
"Sei più calmo adesso?"
"Sempre se la smetti di flirtare con chiunque ti si piazzi davanti."
"Io non flirto con chiunque. Solo con chi mi interessa veramente." mi
sorrise lui accarezzandomi un orecchio che era subito diventato rosso.
"Cretino."
"Sei arrossito. Sei sempre così carino." mi scostai dalla
sua mano impertinente e gli schiaffeggiai leggermente un braccio.
"Se hai finito, c'è Brian che ci sta aspettando."
"Gli ho detto che ti avrei portato con me allo studio di registrazione
e poi che avremmo cenato insieme. Ti va di sentire un pò di
musica? Magari ti convinco a cantare con me." mi disse lui prendendomi
tra le braccia come d'abitudine. Ogni volta che lo faceva era come
tornare a casa.
"Cantare scordatelo...ma sentirei volentieri te cantare. Mi piace la
tua voce."
"Spero non sia l'unica cosa che ti piaccia di me." cos'erano tutti quei
sorrisi quel giorno? Mi voleva proprio morto. Posai le mani sui suoi
bicipiti, un'altra parte di lui che tanto adoravo.
"No, fidati. Ma non mi addentrerò nel discorso, ti vanti
già fin troppo dei tuoi pregi."
"Non è vero!"
"Si invece mr. vanitoso che sa benissimo in quale posa mettersi per
farsi vedere più sexy. Sai di esserlo e lo metti in mostra."
le mie mani strinsero più forte i suoi muscoli mentre il mio
sguardo fu attirato dalle vene in evidenza delle braccia. Mi facevano
venire dei pensieri sconci.
"Dovrei chiudermi nello stanzino delle scope? E' il nostro lavoro,
è normale mettere in mostra il proprio corpo. Tu
però
cerca di non farlo troppo. Copriti." la sua espressione seria mi fece
ridere di gusto.
"Non vuoi vedermi mettere in mostra come te?"
"Puoi farlo ma non scoprire troppa pelle. Ti notano lo stesso anche se
sei coperto." la sua stretta si rafforzò.
"Il bue che da del cornuto all'asino. Vale lo stesso per te, mr. petto
di fuori."
"Hai finito mr. brontolone? Ti va di venire con me oggi?"
"Fammi strada." annuii ricambiando il suo sorriso. Lo avrei seguito
ovunque.
POV Damon
Amavo cantare, mi ci dedicavo anima e corpo come per ogni altra cosa
nella mia vita. Avevo grandi progetti per il futuro in quel campo e
speravo sinceramente che andasse tutto in porto. La strada sarebbe
stata lunga e di certo non facile ma non volevo arrendermi alle
difficoltà. Era stata la persona seduta a pochi passi da me
a
spronarmi ad andare avanti e a non abbandonare i miei sogni. Gli
lanciai un'occhiata di sbieco e lo vidi fissarmi attentamente con un
sorriso sulle labbra. Ogni volta che lo guardavo era sempre illuminato
da quel sorriso. Lui mostrava diversi sorrisi, ognuno di essi era come
un colpo al cuore. Per me restava sempre il mio piccolo adorabile
tesoro. Il sorriso adesso era un misto di adorazione ed eccitazione.
Sapevo che gli piaceva ascoltarmi cantare, si dichiarava il mio fan
numero uno e quel titolo se lo litigava con mia madre. Già
me li
immaginavo tutti e due sotto il palco a gridare il mio nome sventolando
striscioni al quanto imbarazzanti con la mia faccia sopra. Mia madre lo
convinceva sempre nelle
sue idee più folli per sostenermi e lui acconsentiva subito
con entusiasmo.
Era come un terzo figlio per lei e mia madre lo adorava. Spesso mi
stuzzicava sulla nostra relazione e, non sapendo cosa risponderle, ci
ridevo sopra facendo qualche battuta autoironica in proposito. Aveva
seguito tutti i miei lavori da vicino e guardato innumerevoli volte le
serie dove comparivo anche solo come comparsa. Aveva sempre detto la
sua sostenendomi ma, da quando lavoravo in coppia con Alec, queste
battutine erano
diventate sempre più sfacciate. Ecco da chi aveva preso
Alice, tale madre tale figlia. Non si era comportata allo
stesso modo quando ero in coppia con Chase. Era sempre gentile e
disponibile ma con Alec si era superata. Sapeva che suo figlio era in
buone mani e approvava in pieno qualunque cosa ci fosse tra di noi,
anche se avrebbe voluto che la nostra relazione si evolvesse in
qualcosa di più profondo. Era sempre stata trasparente nei
suoi
desideri verso di me. Terminata la canzone, chiesi dieci minuti di
pausa e mi voltai verso Alec.
"Come andava?" mi voltai verso di lui togliendomi le cuffie dalle
orecchie.
"Sei stato bravissimo."
"Ci sono dei passaggi dove devo migliorare, dovrò ripeterla
all'infinito finchè non sarà perfetta. Non sono
ancora
soddisfatto del risultato e nemmeno l'insegnante lo è."
commentai un pò abbattuto ricordando ogni volta che mi aveva
fatto ricominciare da capo quando sbagliavo tonalità o altro.
"Lei di certo ne saprà più di me. Per quanto mi
riguarda andava bene." lui restava sempre il mio miglior sostegno. Mi
tirava su di morale quando ne avevo bisogno.
"Vuoi provare a cantare insieme qualcosa?"
"Non ho una bella voce."
"Non sottovalutarti. E' solo per divertimento. Dai, vieni." gli porsi
una mano ma lui la ignorò guardando oltre le mie spalle,
dove c'era la vetrata che ci divideva dall'altra stanza.
"Brian e il suo tirapiedi ci stanno filmando." imbarazzato, lui
ammiccò verso le persone curiose che ormai non fingevano
nemmeno di starci osservando.
"Non importa, ignorali. A te piace cantare. Abbi un pò di
coraggio e vieni."
"Non ne sono molto convinto."
"Ci divertiremo. Cosa vuoi cantare? Scegli tu." lui annuì e
afferrò la mia mano. Lo aiutai a tirarsi in piedi
avvicinandolo al microfono.
"La canzone principale della serie? Però dovrei leggere il
testo."
"Non l'avevi già imparata a memoria quando abbiamo fatto
l'ultimo fan meeting co tutto il cast? Sei stato piuttosto bravo quella
sera."
"E' passato un pò di tempo e a dire la verità me
la stavo facendo sotto. Avevo paura di sbagliare. Fammi cercare quel
testo prima di fare una figuraccia di fronte a professionisti." scossi
la testa ma non volevo metterlo a disagio quindi la smisi di prenderlo
in giro.
"Non c'è problema. Potete mettere la base? Grazie." chiesi
alle persone dietro la vetrata che mi fecero un pollice in su.
"Mi sembra di essere stato manipolato." borbottò Alec
cercando il testo sul suo cellulare. Ridacchiai divertito confermando
il suo pensiero. Aveva ragione.
"Mr. brontolone a te piace essere manipolato da me. Non mi dici mai di
no. Non opponi così tanta resistenza quando ti propongo
qualcosa."
"Maledetto fascino magnetico." a mala pena riuscii a sentire le sue
parole. Quel ragazzo era costantemente una sorpresa per me.
"Cosa hai detto?"
"Niente. Cantiamo, ho trovato il testo."
Mi piaceva passare il tempo con lui. Mi divertiva e migliorava sempre
la mia giornata. Gli sorrisi mentre cantavo il mio pezzo, poi gli feci
un cenno col capo quando era il suo turno e lui iniziò
titubante
con un tono di voce basso. Era ancora insicuro e continuava a leggere
il testo sul suo cellulare. Non ne capivo ancora il motivo, quella sera
era stato fantastico. Ci eravamo impegnati tanto per portare a termine
lo spettacolo, giorni di prove che avevano portato al successo quel fan
meeting. Eppure, a volte, capitavano ancora dei momenti come quello.
Era talmente concentrato sulle parole che
non riusciva ad andare a tempo e quando temeva di sbagliare saltava la
strofa arrossendo per l'imbarazzo. Dovevo incoraggiarlo di
più
come lui aveva fatto con me. Aveva dei talenti nascosti che ancora non
conosceva, doveva prima scoprire meglio se stesso e avere
più
fiducia nelle sue capacità per poter superare certe barriere
che
si era costruito. Era diventato un personaggio pubblico e i suoi
followers aumentavano a vista d'occhio ogni giorno, doveva fare
qualcosa per mantenere e incrementare i suoi fans. Doveva sperimentare
cose nuove ed io volevo aiutarlo in quella ricerca. Volevo essere al
suo fianco e vederlo crescere. Essere una colonna portante
della sua
vita. Gli sorrisi, senza perderlo di vista un secondo, e cantai con lui
il ritornello. Finalmente incrociò il mio sguardo, era
talmente
tenero in quel momento. Avevo una voglia matta di abbracciarlo. A fine
canzone lo convinsi a rifarla di nuovo, più la cantava
più diventava sciolto e sicuro di se. Ignorammo
completamente
tutti quei cellulari che ci stavano filmando e continuammo a ridere tra
di noi chiusi in quella stanza. Eravamo nel nostro mondo, era
confortevole stare con lui.
"Stai migliorando piccolo." lo incoraggiai andando a sedermi sul
divanetto e gli tesi la mano affinchè mi raggiungesse.
"Non mentire. Ho steccato quasi tutto il tempo." si lamentò
lui avvicinandosi mentre gli mettevo le mani sui fianchi e lo facevo
accomodare sulle mie gambe come al solito. Ormai ero diventato la sua
sedia ambulante e questa cosa piaceva ad entrambi. Ci sentivamo a
nostro agio in quel modo.
"Non è vero. Ti serve solo un pò più
di pratica e
fiducia delle tue abilità. Ce la puoi fare, non demordere."
"Lo dici proprio tu. Hai una voce pazzesca. Se già le
persone si
innamoravano di te solo per il tuo bell'aspetto, quando farai uscire il
tuo primo singolo farai una strage di cuori." non riuscivo a vederlo in
volto ma sentivo che stava arrossendo. Sorrisi e rafforzai la stretta
sulla sua pancia appoggiando il mento sulla sua spalla.
"Non mi serve una strage di cuori. Vuoi cantare qualcos'altro?"
"No, preferisco ascoltare te. Cantami qualcosa."
"E' la prima volta che la faccio ascoltare a qualcun altro che non sia
qui presente. Nemmeno mia madre l'ha mai ascoltata. Ti va di sentirla?
E' importante per me."
"Voglio sentirla. Come si intitola?"
"Season of you."
Lo feci scendere dalle ginocchia e andai a prendere la chitarra, mi
sedetti accanto a lui. Pizzicai le corde e poi
iniziai a suonare l'introduzione. Mi sentivo nervoso ed emozionato,
speravo di non sbagliare proprio davanti a lui. Volevo che sentisse
quelle parole e che capisse la verità dietro di esse. Avevo
scritto la prima bozza di quella canzone per ringraziare dell'amore e
del supporto che i fans ci dimostravano, ma sapevo che una parte di
quelle strofe, o forse quasi tutta, l'avevo riscritta pensando a lui.
Non so se avrebbe
capito cosa provavo, ma forse un piccolo miracolo poteva accadere. Lui
era tutte le mie stagioni. Incrociai il suo sguardo e iniziai a cantare.
"You are the
warm breeze that pass through me when my heart is shaking.
Like a
morning sun that clear away my loneliness.
You are the
drizzle wind that blow to delighted my heart
Like a
shining star in the darkness night
You are every season that
I’m waiting for, the only one in my heart.
In
this world, there is any other words more than love
that
I can repeat to you, how good do I feel for you.
All
of my heart will be only for you.
You
are the love song that I always listen every night.
You are the sweet dream on my
longest night.
You
are my today, Tomorrow and everyday
You are the
last one that stop my heart.
You are every
season that I’m waiting for, the only one in my heart.
In
this world, there is any other words more than love
that I can
repeat to you, How good do I feel for you.
All
of my heart will be only for you.
In this
world, there is any other words more than love
that I can
repeat to you, How good do I feel for you.
All of my heart will be
In
this world (in this world) there is any other words more than love
(there is no other words)
that
I can repeat to you, How much I love you.
All
of my heart will be only for you."
Per
tutta la durata della canzone non avevo mai abbandonato il suo sguardo.
Era arrossito e l'emozione dei suoi occhi mi mise i brividi. Una
lacrima solitaria gli scese sulla guancia e lui si affrettò
ad
asciugarla abbassando lo sguardo sul pavimento. L'atmosfera che ci
circondava era alquanto elettrizzante. Se lo avessi abbracciato in quel
momento mi avrebbe rifiutato? Se avessi fatto qualcosa in
più di
un semplice bacio? Avevo paura di rischiare tutto anche se lui ne
valeva decisamente la pena. Se avessi incasinato la nostra relazione
avremmo perso
entrambi. Come avrei fatto senza di lui nella mia vita? Ci avevano dato
più tempo per stare insieme e non lo avrei sprecato a farmi
seghe mentali inutili. Dovevo accontentarmi. Dopotutto avevo
già
imparato dai miei errori, non volevo farne altri. Se si fosse
allontanato odiandomi? Non lo avrei sopportato. Lui continuava ad
ignorarmi ed io mi sentivo sulle spine. Dovevo fare qualcosa per
smorzare l'atmosfera.
"Era
così brutta?" gli chiesi appoggiando la chitarra al muro.
"No...io..."
"Ti
ho lasciato senza parole? Era veramente brutta allora." dissi
sconfortato stravaccandomi sul divano per poi chiudere gli occhi. Avevo
fatto il passo più lungo della gamba e quello era il
risultato.
O non gli piaceva la canzone o cercava un modo per rifiutare il
significato di quelle parole. In pratica avevo perso.
"Lasciami
parlare. Per chi hai scritto questa canzone?"
"Per
i fans che mi hanno sempre sostenuto e che continuano a farlo ancora,
sostenendo anche te."
"L'hai
scritta solo per i fans?" il suo tono di voce era quasi un sussurro.
Come se avesse il timore di fare quella domanda. Forse era arrivato il
momento di essere sinceri. Dovevo provarci.
"Inizialmente
si...però più scrivevo le varie bozze
più mi
venivi in mente tu. Era un ringraziamento per loro ma era una
dichiarazione per te. Per quello che sento per te." ammisi finalmente
togliendomi un grande peso di dosso.
"Cosa
senti per me?"
"Semplicemente
ti amo...e non sto parlando di essere amici o fratelli. Sei la persona
più importante della mia vita, non voglio perderti. Se
quello
che ti ho detto ti mette a disagio in qualche modo fai finta che tutto
questo non sia mai successo. Dimenticalo. E' più importante
essere al tuo fianco giorno per giorno che perderti per una canzone."
chiusi gli occhi abbandonando la testa sullo schienale. Quel silenzio
mi stava uccidendo, forse avrei fatto meglio a restare zitto. Io e
l'amore non potevamo andare di pari passo. Forse avrei dovuto
rinunciare a rincorrerlo.
"E
se io non volessi dimenticare?"
"Come?"
quelle parole mi fecero spalancare gli occhi e mi sporsi verso di lui
per capire se avessi sentito bene.
"Se
ti chiedessi di poter provare a fare andare il nostro rapporto in
quella direzione? Vorresti provare a vedere dove ci portano i
sentimenti?"
"Stai
cercando di dire..."
"Vorrei
provarci seriamente con te. Provo anch'io lo stesso per te." quando
riuscì finalmente a incrociare il mio sguardo rimasi senza
parole. Tutto ciò che sentivo era rispecchiato nella sua
espressione.
"Io..."
"Questa
volta ti ho lasciato io senza parole? E' raro che succeda. Forse dovrei
ritirare l'offerta e..."
"Scordatelo!"
lo strinsi tra le braccia così forte per paura che fosse
tutto
un sogno. Non riuscivo a crederci. Volevo che quell'abbraccio durasse
in eterno. Non volevo più staccarmi da lui. Avevo sentito
bene,
vero? Non era soltanto la mia immaginazione?
"Aspetta,
così non respiro!"
"Scusa,
scusa. Va meglio?" allentai la stretta dal suo corpo quel tanto da
poterlo guardare negli occhi ancora una volta. Non mi sarei mai
stancato di farlo.
"Si...i
tuoi abbracci sono abbastanza memorabili." ridacchiò lui
contento.
"Piccolo
sei sicuro di quello che hai detto? Su noi due intendo. Abbiamo una
certa differenza di età e non vorrei che magari a causa
della
serie ti lasciassi influenzare dai sentimenti dei personaggi o che
magari ti senti obbligato a dirmi di si perchè in qualche
modo
hai paura che ti volti le spalle e che avrai problemi con la tua
carriera. Non farei mai nulla per nuocerti, non voglio metterti a
disagio." ero felice ma allo stesso tempo spaventato da tutte quelle
novità. Quello poteva essere un nuovo inizio per noi, ma non
se ne sarebbe pentito più avanti? Quando lui mi prese il
volto tra le mani il mio cuore perse un battito.
"Hai
finito di dire scemenze? Se sono al tuo fianco in questo momento
è perchè ho deciso di restare. Non mi sento in
alcun modo
obbligato a farlo, smettila di metterti in testa cose che non esistono.
Io sono sicuro di questo." la sicurezza delle sue parole mi
confortava.
"Puoi
ancora tirarti indietro."
"Vuoi
essere picchiato? Resto qui...ma dove sono andati a finire tutti?"
inclinò la testa per vedere attraverso la vetrata la stanza
vuota.
"Ti
preoccupi di loro in questo momento?"
"Speravo
soltanto che non ci fossero occhi indiscreti...mi ero dimenticato di
loro prima." a dire la verità non era l'unico ad averlo
fatto, avevo abbassato la guardia per un momento cruciale della mia
vita infischiandomene di tutto e tutti come un novellino. Ed io dovevo
essere uno attento al pubblico che mi circondava.
"Vorrà
dire che hanno capito di doverci lasciare da soli. Quindi adesso noi..."
"Quindi
adesso noi...siamo più di fratelli che si amano?" la sua
battutina mi fece venir voglia di prenderlo a sberle.
"Seriamente
tesoro?"
"Ti
stavo prendendo in giro. Ci stiamo frequentando seriamente?"
"Si.
Faremo un passo alla volta, non affrettiamo niente. Verrà
tutto
con il tempo. Non voglio rovinare le cose ancor prima di iniziare.
Tengo troppo a te per incasinare tutto." mormorai affondando la testa
sul suo collo. Lo sentii massaggiarmi la schiena e mi rilassai sotto il
suo tocco.
"Va
bene, anch'io non voglio affrettare le cose. E' la prima volta che
provo un sentimento così forte e non so ancora come
gestirlo."
"Lo
faremo insieme un pò per volta. Abbiamo iniziato a
conoscerci
come colleghi, poi siamo diventati amici intimi. Adesso stiamo per
inoltrarci in una zona ancora inesplorata. Voglio tenerti al sicuro da
tutto, dovremo essere il più discreti possibile."
"Ma
se non lo siamo mai stati fino ad ora, come faremo adesso?"
"I
fans credono che stiamo già insieme e quelli che ci
conoscono ci
provocano sempre prendendoci in giro. Non cambierà
granchè, dovremmo tenere lo stesso comportamento di ogni
giorno." mormorai non resistendo a dargli un bacio sul collo. Lo sentii
rabbrividire e, imperterrito, continuai a provocarlo dandogliene altri.
"Beh,
questo sarà solo un vantaggio visto che ci abbracciamo
spesso.
Dicono sempre che siamo talmente sdolcinati tra di noi che ci
dimentichiamo persino di non essere soli."
"Per
me è così ogni volta che mi sorridi. Esisti solo
tu."
"E'
proprio vero, siamo troppo sdolcinati." gemette lui quando lo sfiorai
con la lingua. Mi strinse forte i bicipiti, come a volermi trattenere o
a mandarmi via.
"Non
me ne vergogno per niente. Sei troppo carino per non tenerti le mani
addosso."
"Sicuro
che nessuno ci stia filmando di nascosto?"
"Sicuro,
Brian sa benissimo fino a dove possono arrivare senza invadere la
nostra privacy. Avrà già informato tutti
minacciando di
denunciarli se qualcosa fosse stato postato senza il nostro consenso.
Come ben sai, Brian è molto meticoloso nel suo lavoro." gli
stuzzicai il lobo dell'orecchio con le labbra sentendolo andare a
fuoco. Lo volevo mangiare.
"Forse
è meglio rimetterci in ordine prima che qualcuno entri
all'improvviso e farci sgamare subito." in quel momento non sembrava
tanto convincente nel lasciarmi andare. Ridacchiai strofinandogli il
naso sul collo mentre gli scompigliavo i capelli.
"Chi
se ne frega! Cosa credi che stiano pensando in questo momento sapendo
che siamo chiusi qui dentro da soli?"
"Non
mi ci far pensare! Altro che essere discreti, qui è come
sbandierarlo in lungo e in largo a tutti."
"Siamo
carini come al solito, nessuno sospetterà che sia cambiato
qualcosa tra di noi."
"Ne
sei sicuro?" mi staccai lentamente da tutta quella tentazione e
incrociai il suo sguardo dubbioso.
"Sii
fiducioso. Non abbiamo mai dato conferma di niente e così
sarà ancora. Sarà divertente vederli fare
congetture
assurde. Probabilmente già ci credono sposati con prole al
seguito nascosta da qualche parte."
"Non
prima di aver trovato i soldi per la mia dote! Poi ne possiamo parlare."
ridacchiò lui abbandonando la testa sul mio petto.
"Ci
stiamo appena frequentando e tu già mi parli di dote? Non
stiamo affrettando un pò i tempi?"
"Non
è la prima volta che ti parlo della mia dote, la sto ancora
aspettando."
"Esigente
la mia piccola peste. In questo momento vorrei proprio baciarti ma
probabilmente è meglio che mi trattenga. Come hai detto tu
qualcuno potrebbe entrare da un momento all'altro."
"Potremmo
sempre far finta di recitare una scena del nuovo copione."
mormorò lui sconsolato sfiorando con le dita i miei
pettorali. Mi stava provocando e io stavo andando fuori di testa. Non
era lui quello che cercava di interrompere le nostre effusioni?
"Ancora
non ci hanno dato nessun copione. Non credo se la berrebbero. Dovremmo
rimandare. Non mi hai ancora detto cosa ne pensi della canzone." gli
ricordai con voce ansiosa. Volevo sapere la sua opinione, era molto
importante per me. Si allungò verso il mio collo con un
sorriso sulle labbra e mi sfiorò l'orecchio con le labbra.
"Amo
la canzone quanto amo te, Teddy Bear." mi sussurrò per poi
lasciarmi un lieve bacio sul lobo come a voler suggellare le sue
parole. Ero perso.
Pochi
minuti dopo, entrò Brian nella sala di registrazione e ci
fece
cenno per capire se poteva far entrare gli altri. Annuii tenendo ancora
Alec sulle ginocchia infischiandomene dei nuovi arrivati. Non stavamo
facendo niente di male e per noi quella posizione era normale, ormai
tutti ci avevano fatto l'abitudine. A dire la verità nessuno
dei
due voleva staccarsi dall'altro, non in quel momento. Avrei voluto
dirgli tante cose e
chiedergliene ancora di più ma gli avevo promesso di fare le
cose con calma. Avevo ancora paura di spaventarlo e vederlo scappare da
un momento all'altro. Dovevo calmare i bollenti spiriti per far
funzionare quella relazione. Avrei fatto di tutto per lui. Gli diedi
una pacca sulla coscia per farlo scendere e ripresi le prove di canto
da dove avevamo interrotto. Cercai con tutto me stesso di non girarmi
ogni volta verso Alec ma era come un magnete per me. Quando incrociavo
il suo sguardo, mi perdevo in quel maledetto sorriso così
dolce
da farmi accelerare i battiti cardiaci. Adoravo quelle labbra, ancor di
più quando dovevo baciarle. Adesso potevo farlo anche senza
la
scusa di provare una scena. Quante volte ci eravamo già
baciati?
Tutti baci veri fin dal primo, non avevamo mai finto ne durante
le prove e nemmeno sul set. Mi ero gustato quei baci fino all'ultimo
secondo, fingendo che fosse solo per lavoro e non solo per pura
egoistica passione. Tutto era cominciato da quel provino, poi ci
avevano detto che potevamo anche non baciarci in quel modo durante le
prove ma Alec non li aveva ascoltati e mi aveva baciato a sua volta con
trasporto. Quello era stato il nostro secondo bacio, mi aveva sorpreso
la sua impetuosità e lo avevo seguito più che
volentieri.
Adesso eravamo arrivati al punto di desiderare baciarci seriamente per
confermare la nostra relazione ma non poterlo fare liberamente
perchè altrimenti ci avrebbero scoperto. Mi mancavano quei
baci
imposti, non vedevo l'ora di iniziare le riunioni per la lettura del
copione. Almeno li avremo potuto essere noi stessi senza destare troppi
sospetti. Quando cantai nuovamente la mia canzone sorrisi
più
volte nella sua direzione per essere ripreso dall'insegnante di canto
che mi chiedeva più concentrazione. Forse non era stato un
bene
far restare li Alec, era solo una distrazione per me ed io dovevo
lavorare. Però ero talmente felice in quel momento che avrei
sorvolato sopra tutto. La piccola peste aveva detto di amarmi e questo
batteva tutto. Ero stato fortunato ad averlo incontrato quel giorno e
lo ero stato ancora di più quando aveva accettato i miei
sentimenti senza scappare o fare scenate strappalacrime sui social. Lui
non lo avrebbe mai fatto. Ne ero sicuro visto che era molto riservato
per le cose più importanti ed io sapevo di esserlo.
Quando
iniziai ad avere la voce rauca, dopo non so quanto tempo, dalla sala
registrazioni dissero che per quel giorno avevamo finito e che ci
saremmo rivisti tra qualche giorno. Li ringraziai di cuore mentre Alec
si faceva avanti per porgermi una bottiglietta d'acqua aperta. Il solo
sfiorarci le dita era una scarica di adrenalina per il mio corpo e dal
suo sguardo si capiva che era lo stesso. Era
meglio di un maggiordomo, almeno lui me lo potevo coccolare quanto
volevo. Adesso avevo il via libera, non vedevo l'ora di trovarmi da
solo con lui. Misi una braccio sulla sua spalla e lo guidai verso
l'uscita seguendo la figura di Brian a pochi passi da noi.
L'atteggiamento di quest'ultimo risultava un pò strano, ma
non
gli diedi molto peso. Conoscendolo, probabilmente già
sospettava
qualcosa. Era sempre stato abbastanza perspicace per alcune cose.
Fuori, concordai con il mio manager di ritrovarci l'indomani e feci
salire in auto Alec mentre Brian rimase ad aspettare il suo taxi.
Accesi
la nostra playlist preferita e avviai il motore. Non avevo nessuna
fretta di raggiungere la nostra destinazione, volevo godermi il viaggio
con lui e me la presi comoda. Non mi importava nemmeno del traffico.
"Dove
stiamo andando?"
"La
mia canzone ti ha fatto perdere la memoria? Non sapevo di fare questo
effetto su di te." lo presi in giro divertito vendendolo mettere il
broncio. Adoravo quel broncio.
"Non
saprai mai che effetto fai su di me. Non ti darò questo
vantaggio."
"Wow...stiamo
appena provando a fare un passo avanti nella nostra relazione e
già stiamo litigando per chi dei due è
più in
vantaggio sull'altro? Forse dovremmo rivalutare tutto e fare un passo
indietro..."
"Se
non la smetti te lo faccio fare io un passo indietro su un tombino
aperto." mi minacciò lui dandomi una manata sulla spalla.
"Il
gattino ha messo gli artigli."
"E
sono affilati, stai attento."
"Ti
porto a cena, poi decidi tu se vuoi essere riportato a casa oppure no."
"Preferisco
restare accoccolato a te sul divano mentre ci guardiamo un film che non
vedremo fino alla fine perchè ci addormenteremo di sasso
abbracciati." mormorò lui rischiando di farmi schiantare
contro un palo. Perchè doveva dire certe cose proprio in un
momento simile? Altro che cena, qui rischiavamo di andare al pronto
soccorso se non restava zitto.
"Di
altre cose del genere e giuro che saltiamo la cena e ti chiudo a casa
buttando via la chiave. Sei troppo carino!"
"Perchè
non lo facciamo? A me sta bene." il suo sguardo languido mi stava
perforando la testa. Non poteva essere così carino anche
quando ci stava provando così sfacciatamente. Feci un
respiro profondo per calmarmi.
"Tesoro
ti prego! Sto cercando di fare il bravo ragazzo romantico. Non tentarmi
in questo modo." lo supplicai distogliendo lo sguardo dal suo per
concentrarmi sulla strada.
"Chi
ha detto che voglio il bravo ragazzo?" la sua mano sul mio ginocchio
dopo aver posto questa fatidica domanda mi fece andare in tilt. I
pantaloni erano diventati di nuovo stretti.
"Basta...che
piccola peste sfacciata che sei diventato. Altro che timido e
introverso, ho creato un mostro. Adesso chiuderai quella dolce
boccuccia e mi farai seguire i piani. Mi stai mettendo in agitazione."
Avevo
prenotato un tavolo in un piccolo ristorante alla mano, poco
pretenzioso e decisamente il più discreto possibile. Ci
comportammo come al solito, era tutto nella norma a parte qualche
sfioramento in più sopra e sotto il tavolo. Fu lui a fare
piedino per primo e quasi mi caddero le posate dalle mani. Non riuscivo
a gustarmi la cena, avrei preferito gustare lui piuttosto. Cosa mi era
saltato in mente di portarlo a mangiare fuori? Potevamo benissimo farlo
a casa mia, poi però era come obbligarlo a fare sesso con me
ed io
non volevo iniziare così la nostra frequentazione. Volevo
andarci
piano. Peccato che le mie intenzioni si stavano scontrando duramente
contro quel suo mordersi il labbro e lo sguardo fisso sulle mie mani.
Stava giocando sporco. Decisi di fare altrettanto e rispondergli per le
rime. Chissà come avrebbe reagito. Iniziai a toccarmi il
collo
lentamente per poi scendere nella scollatura della camicia e fare
casualmente slacciare un altro bottone. Alzai lo sguardo verso di lui e
gli lanciai uno sguardo provocante, fissandogli apertamente quelle
labbra morbide come se volessi mangiarle in un sol boccone. Mi portai
una mano al petto, allargando la scollatura,
per metterlo ancora più in mostra. Vediamo chi vince. Lo
vidi
deglutire a vuoto mentre diventava tutto rosso, comprese le orecchie, e
abbassava lo sguardo al suo piatto per mangiare le patatine fritte. Non
poteva battermi a quel gioco.
"Tutto bene piccolo?" sorrisi con fare innocente.
"Si."
"E' buona la cena?"
"Non so nemmeno cosa ho ordinato." mormorò lanciando la
mezza patatina ormai fredda sul piatto. Gli era passato l'appetito e
per lui non era una cosa facile.
"Bene."
"Potresti riabbottonarti la camicia? Non c'è nessuno da
dover incantare con i tuoi pettorali." borbottò lui muovendo
una mano verso la mia scollatura. Me la stavo godendo.
"Una persona c'è."
"Non hai bisogni di incantarmi, ci sei già riuscito tempo
fa.
Adesso allaccia quel bottone o lo farò io e non
sarò
delicato." lo sguardo irritato che mi lanciò valeva
più di mille parole. La sua possessività aveva
vinto a mani basse.
"Va bene, ci rinuncio. Hai finito?"
"Si."
"Andiamo."
Questa volta schiacciai sull'acceleratore a manetta per arrivare a
casa il prima possibile. Mi sentivo uno di quei piloti di Formula 1, ma
quando vidi Alec stringere la cintura persi un pò di
velocità. Non volevo spaventarlo, lo volevo tutto intero e
con
ancora la voglia di stare con me. Ci mancava soltanto fare un incidente
che avrebbe rovinato la serata. Alec mi posò una mano sulla
coscia ed io sentii i brividi sotto il suo tocco. Quanto ci voleva
ancora per arrivare a casa? Ero nervoso. Era una situazione strana, non
era la prima volta che noi due ci trovassimo a un passo da metterci le
mani addosso ma era sempre stato sulla scena. Adesso cambiava tutto ed
io non sapevo come agire. Avevo una voglia matta di lui ma stavo
entrando in paranoia come uno che non avesse ancora mai consumato. Che
imbecille. Dovevo calmarmi. Finalmente parcheggiai, uscimmo in
contemporanea dall'auto continuando a fissarci negli occhi.
Perchè nella serie sapevo sempre cosa fare e in quel momento
mi
sentivo come un vergine in trepida attesa di vedere il suo primo porno?
Ero regredito così tanto? Cosa diamine mi stava facendo
Alec?
Raggiungemmo l'ingresso e restammo fermi li, come a decidere come
dovevamo muoverci. Lui si avvicinò di qualche passo
sfiorandomi
il colletto della camicia con un dito per poi fare lo stesso tragitto
che avevo fatto io a cena arrivando a raggiungere il primo bottone
chiuso. Lo slacciò lentamente ed io mi persi nei suoi gesti.
Il
gattino mi stava seducendo.
"Non avevi detto che dovevo coprirmi?"
"Adesso non serve più...è di troppo."
"Non siamo ancora entrati in casa."
"Mi porto già avanti...un bottone in meno...un altro..."
continuò a slacciare imperterrito la mia camicia.
"Tesoro stai giocando con il fuoco." mormorai con il respiro affrettato.
"E' quasi un anno che sto giocando con il fuoco. Adesso vorrei
bruciarmi. Dobbiamo iniziare qui o apri finalmente quella porta?"
"Al diavolo!"
Lo afferrai al volo e mi impossessai delle sue labbra con irruenza.
Quanto avevo desiderato farlo per tutta la serata...per tutto l'anno ad
essere sinceri. Sapevo già che sapore aveva la sua bocca, ma
il
quel momento era diverso. Era più dolce, più
intenso. Non
ne potevo fare a meno. Lo divorai toccandolo ovunque potessi, Alec
gemette e questo incrementò i miei ormoni. Lo spinsi contro
la
porta e mi avventai sul suo collo mordendolo. I gemiti aumentarono
mentre mi stringeva forte le spalle strattonandomi la camicia, il suo
corpo tremò tutto. Mormorò il mio nome facendomi
saltare
alcuni bottoni nella furia della sua stretta. L'abbaiare di un cane mi
riportò quel minimo di lucidità che mi fece
finalmente
aprire la porta di casa e trascinarlo dentro con me. Dovevo rallentare.
Dov'era finita la mia promessa di prenderla con calma? Alec si riprese
le mie labbra e iniziò a slacciarmi con mani tremanti la
cintura
dei jeans. Mi allontanai quel poco per riprendere fiato e misi le mie
mani sopra le sue per fermarlo.
"Aspetta."
"Pensavo che tu..." aveva il fiato corto e lo sguardo disorientato.
"Si, pensavi bene. Lo voglio, ma forse stiamo correndo un pò
troppo."
"Dam ti prego, quanto altro tempo ancora vuoi perdere per stare con
me?" mi supplicò lui stringendo l'elastico dei miei boxer.
"Non voglio rovinare tutto."
"Damon! Ti sembra il caso di dire una cosa del genere quando la mia
mano è dentro i tuoi pantaloni? Sul serio?"
"Eri tanto carino prima e innocente prima...cosa è successo?"
"Sei successo tu nel mezzo. Possiamo rimandare il discorso a dopo? Ti
prego!" cercò di nuovo di liberare le mie mani dalle sue e
scendere ma io strinsi i suoi polsi maledicendomi.
"Giuro, mi fai impazzire quando mi supplichi con quel tono di voce."
"Damon..."
"Aspetta. Inizia ad andare in camera...io devo andare un attimo in
bagno."
"Non metterci troppo." mi disse lui scontento prima di correre verso la
stanza padronale.
"Oddio, non ne uscirò vivo stasera!"
Mi chiusi in fretta in bagno e mi sciacquai il volto con l'acqua fredda
per schiarirmi le idee. Stava andando tutto troppo in fretta ed io non
riuscivo più a rallentare. Non volevo farlo. Aprii l'anta
dell'armadietto e presi un preservativo dalla scatola insieme al
lubrificante. Non li usavo da molto tempo, quindi mi misi a controllare
la data di scadenza. Andavano ancora bene per fortuna. Ci mancava
soltanto che dovevo andarli a comprare facendomi riconoscere da tutti
o, peggio ancora, mandarci Brian e subire la sua paternale. Ricordavo
ancora quando aveva comprato quel pacchetto sotto consiglio di mia
madre, non sapevo da che parte andare a nascondermi. Feci un lungo
sospiro per calmarmi e decisi che era arrivato il momento di affrontare
il gattino arrapato. Raggiunsi in fretta la stanza sventolando la
bustina del preservativo con la mano come se avessi vinto il primo
premio in una gara piuttosto ardua. Il sorriso mi morì sulle
labbra appena vidi la figura rannicchiata di Alec mentre dormiva dal
suo lato del letto. Un leggero russare mi fece quasi scoppiare a
ridere, era una situazione assurda. Scuotendo la testa, posai sul
comodino quello che avevo in mano e mi sedetti accanto a lui. Allungai
una mano per accarezzargli la testa e asciugargli un pò di
saliva caduta sul mento, era stremato. Non lo avrei svegliato neppure
con i cannoni, ormai la serata era finita. Gli tolsi le scarpe e lo
avvolsi nella coperta, mi cambiai rapidamente e andai a sdraiarmi al
suo fianco stringendolo tra le braccia. Affondai la testa nella sua
spalla e annusai il suo odore. Gli lasciai un bacio sul collo e chiusi
gli occhi.
------------------------------------------------------
Ciao a tutti, ecco a voi il 6 capitolo. Non ho ancora ricevuto nessun
commento quindi forse la storia non vi piace. Vorrei capire cosa ne
pensate e se andare avanti oppure no a postarla.
Fatemi sapere. Buona lettura
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Nuovi problemi all'orizzonte ***
Behind your gaze 9
POV Alec
Sentivo caldo. Cercai di stiracchiarmi ma ero bloccato da un paio di
braccia
che mi stringevano da dietro. Guardai la mano intrecciata alla mia e
sorrisi felice. Quella era una delle due mani per le quali impazzivo.
Rafforzai la stretta portandomela alle labbra per
posarvi un bacio. Sentii il suo fiato caldo soffiarmi sul collo e mi
vennero i brividi. Quello era il miglior risveglio della mia vita.
Qualcosa attirò la mia attenzione e aguzzai di
più la
vista verso il comodino. Un preservativo ancora chiuso e la confezione
di lubrificante erano in bella vista di fronte a me, quasi a
sbeffeggiarmi di quello che non era successo. All'improvviso, come un
flash, mi tornarono in mente tutte le cose che erano accadute il giorno
precedente. Mi ero addormentato! Non era possibile! Finalmente avevo
avuto il coraggio di confessare i miei sentimenti ed ero a un passo da
avere quel manzo prelibato di Damon Williamson tutto per me...ed io
finivo per addormentarmi sul più bello? No. Cosa avevo fatto
di
male? Che figuraccia che avevo fatto. Come avrei potuto guardarlo di
nuovo negli occhi dopo quello? Forse ero ancora in tempo a scappare
prima che si svegliasse. Quando lo sentii strofinare il suo naso sul
mio collo capii al volo che ormai era troppo tardi. Il manzo si era
svegliato.
"Buongiorno piccolo."
"Buongiorno." il suono della sua voce mi fece solleticare certe parti
del mio corpo ancora mezze dormienti. Perchè doveva essere
così sexy fin dalla mattina senza nemmeno averlo davanti
agli occhi?
"Come hai dormito?" quel suo continuare a strofinarsi addosso a me mi
stava facendo impazzire.
"Come un sasso...scusami."
"Per che cosa?"
"Lo sai...la notte scorsa." balbettai a fatica quando iniziò
a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio. Era uno dei miei punti deboli.
"Cos'è successo la notte scorsa?"
"Damon ti prego! Lo sai...mi sono addormentato proprio sul
più bello." stavo morendo dall'imbarazzo. Per fortuna che in
quel momento non era davanti a me, non sarei riuscito ad affrontare il
suo sguardo.
"Penso di essermene accorto mentre entravo in camera con quelli in
mano. Il tuo
russare era veramente carino...per non parlare della bava alla bocca."
lui ridacchiò divertito dandomi la mazzata finale.
"Ecco, adesso voglio veramente sotterrarmi." portai le mani agli occhi
per coprirli.
"Non nasconderti, vieni qua." mi strinse più forte tra le
braccia cercando di farmi girare verso di lui. Mi ribellai agguantando
il materasso come ancora di salvezza.
"No."
"Tesoro apri gli occhi." mi supplicò lui con una vena di
ironia quando finalmente riuscì a mettermi nella posizione
desiderata. Afferrò i miei polsi per allontanare le mani dal
volto ma non cedetti.
"No."
"Prometto di non prenderti in giro. Guardami." perchè non
riuscivo a resistergli?
"Lo hai promesso." gli lanciai un'occhiataccia puntandogli un dito
contro come avvertimento.
"Giuro. Non è finita così male la serata
dopotutto. Noi
due siamo ancora qua, abbracciati nello stesso letto, a parlare di
ciò che non abbiamo fatto. Non ci sono ritrattazioni o
fughe,
come a volte succede dopo aver fatto sesso perchè si pensa
di
aver commesso un madornale errore. A volte succede anche solo dopo un
bacio. Fidati. Quindi mi ritengo piuttosto soddisfatto di come
è andata
a finire la serata. Certo, era partita con un'idea fissa in mente ma va
bene così. Non bisogna sempre affrettare le cose." la
sincerità delle sue parole mi portò in uno stato
di calma. Era spiazzante quell'uomo.
"Teddy ma io volevo farlo! Non era per affrettare le cose ma dopo un
anno che ci giriamo intorno, annusandoci a vicenda come cani in calore,
non ti
sembra arrivato il momento di arrivare al sodo?" il mio tono petulante
lo fece ridere di gusto. Posò le testa sulla mia spalla.
"Tesoro...è un anno che mi annusi come un cane in calore?
Non so se trovarlo un complimento o sentirmi insultato."
"Idiota!" gli lanciai un pugno debole sul braccio per farlo finire di
ridere. Tornò a fissarmi negli occhi con quel sorrisetto
strafottente che faceva perdere la testa a chiunque, me compreso.
"Quindi è da un anno che ti piaccio?"
"Perchè fai domande stupide all'improvviso?"
"Perchè non me lo hai mai detto. Chiamami pure idiota, ma
è la prima volta che mi confessi una cosa del genere. Nelle
interviste dici di amarmi e giochiamo tra di noi ma questo è
diverso. E' una cosa nuova. Sapevo di piacerti, ma non in questo modo."
"Teddy fidati, non guardo altri che te. Ci sei solo tu." mi affrettai a
confermare fissandolo negli occhi. Volevo fargli capire la
profondità dei miei sentimenti.
"Come faccio a non amarti? Sei troppo carino." mi prese il volto tra le
mani sorridendomi felice. Avrei sempre voluto vederlo così.
Spensierato e felice mentre guardava soltanto me.
"Se continui a chiamarmi così mi sembra di essere un
bambino." finsi un broncio mentre mi lamentavo in modo infantile.
"Tu sei il mio piccolo." mi accarezzò la guancia con il
pollice.
"Teddy...possiamo farlo adesso?"
"Sei eccitato?" mi chiese in un sussurro avvicinandosi di
più a me.
"Non mi sembra di essere l'unico." mi strusciai su di lui mordendomi il
labbro per provocarlo. Lo volevo a tutti i costi.
"Se ti muovi in quel modo non usciremo più da questo letto."
"Chi ha detto che voglio uscirci?"
"Al diavolo! Recuperiamo il tempo perduto!"
Damon mi si mise sopra e attaccò le mie labbra con
ferocia.
Non potei fare altro che seguirlo con gioia. Gli strinsi le braccia
attorno al
collo, avvicinandolo sempre di più, mentre sentivo la sua
mano
intrufolarsi sotto la maglietta e palarmi il torace con pressione.
Oddio, mi sentivo morire. Avevo voglia di lui. Circondai il suo fianco
con una gamba per avere più attrito tra i nostri corpi.
Gemetti
quando passò a baciarmi la mascella per arrivare fino al
collo
dove mi diede un piccolo morso. Gli sfiorai un capezzolo e lo sentii
rabbrividire sotto il mio tocco. Avevo appena trovato uno dei suoi
punti deboli, me ne sarei servito in futuro nei momenti migliori. Gli
strattonai la maglietta facendola volare nella stanza mentre lui faceva
lo stesso con la mia lanciandomi un'occhiata vorace. Era bellissimo in
quel momento, mezzo nudo e con uno sguardo peccaminoso negli occhi.
Quello sguardo raccontava una storia tutta sua che volevo ascoltare a
tutti i costi. Gli toccai il petto per poi scendere sugli addominali,
volevo graffiarlo per rivendicarlo come mio ma non potevo,
presto avremmo avuto un nuovo servizio fotografico e non potevo
lasciargli dei segni così evidenti sul corpo. Damon sorrise
in
modo sfacciato, sicuramente immaginando i miei pensieri, e si
chinò di nuovo su di me lasciando tracce umide lungo il suo
sentiero che lentamente lo portò al bordo dei miei jeans.
Non
riuscivo a staccare lo sguardo da lui, faticavo a respirare
normalmente. Lui incrociò i miei occhi ed io non capii
più niente. Voleva una mia conferma per andare avanti.
Annuii
leggermente, non fidandomi delle mie stesse parole. Soddisfatto della
mia risposta, tornò a quello che stava facendo e
iniziò a
slacciarmi il bottone lasciandomi un bacio proprio sopra l'elastico dei
boxer. Mi lanciò un'altra occhiata della serie voglio
mangiarti
e si passò la lingua sul labbro superiore facendomi quasi
venire
un attacco cardiaco.
"Damon stai ancora dormendo?"
Questa domanda ci fece raggelare all'istante. Ci eravamo dimenticati di
Brian! Non lo avevamo nemmeno sentito entrare. Ci alzammo di scatto e
iniziammo a rivestirci alla rinfusa come
meglio potevamo nel tempo che ci rimaneva prima di essere scoperti. Lo
sentimmo trafficare verso la cucina e accendere la radio ad alto volume.
"Damon come preferisce mangiare le uova Alec per colazione?"
Ed ecco che sentivo la bomba esplodere in lontananza. Brian sapeva
tutto. Come avevamo potuto pensare di nascondere quel segreto a lungo?
Sicuramente a Brian era bastato uno sguardo durante le prove di canto
per capire subito cosa era successo tra di noi. Se lui lo aveva
scoperto in un attimo, agli altri quanto tempo ci sarebbe voluto per
fare altrettanto? Avevamo appena iniziato la nostra vera relazione e
già era in pericolo a venire rivelata a tutti. Dovevamo
stare
più attenti. Damon ed io uscimmo dalla camera per
raggiungere la
cucina, eravamo entrambi agitati.
"Eccovi finalmente. Non avendo avuto nessuna risposta le ho fatte
strapazzate per tutti. Vanno bene Alec?" mi chiese inutilmente visto
che aveva già diviso le uova in tre piatti aggiungendo del
pane appena tostato.
"Ah...si grazie." annuii nervosamente grattandomi un orecchio. Come
dovevo comportarmi?
"Ragazzi, la prossima volta che uscite dalla stanza prendetevi il tempo
per sistemarvi come si deve. Alec ha messo la maglietta al
contrario...e poi quello è il pezzo di sopra del pigiama di
Damon. E tu, mio caro,
sembra che qualcuno li sotto non si è ancora calmato." fece
un cenno al cavallo dei pantaloni del mio compagno.
"Merda!" Damon si portò le mani davanti cercando inutilmente
di nascondere l'evidente
sporgenza. Non sapevo se esserne lusingato o morire dall'imbarazzo. In
quel momento, forse la seconda opzione.
"Alec, dovresti trovare un modo per coprire quei succhiotti sul collo
prima di sbandierare tutto ai quattro venti. Ragazzi sembrate appena
usciti da un video porno. Labbra gonfie, segni rossi ovunque e capelli
in aria." Brian scosse la testa con un sospiro esasperato mentre si
sedeva al tavolo di fronte al suo piatto.
"Brian abbiamo capito! Basta adesso."
"Sedetevi a mangiare prima che la colazione si raffreddi. Damon questo
pacchetto è per te." gli disse allungandogli un sacchetto di
carta anonimo.
"Che cosa hai...dannazione! Brian!" Damon lanciò un urlo
rimettendo tutto dentro il sacchetto. Era stato talmente veloce che a
mala pena avevo visto di cosa si trattasse, ma dalla sua reazione era
facile intuirlo.
"Preservativi e lubrificante, prevenire è meglio che curare.
Vi
serviranno e, a quanto sembra, molto prima del previsto. Forse ne
dovrei comprare degli altri." mormorò il manager digitando
velocemente sul proprio cellulare. Stava facendo la lista della spesa?
Aggiungere al carrello materiale per il divertimento sessuale del mio
cliente? Quasi caddi dalla sedia mentre cercavo di sedermi.
"Alec attento!" Damon mi afferrò al volo aiutandomi.
"Grazie."
"Adesso è arrivato il momento di affrontare la questione
spinosa. Ho aspettato un anno intero per affrontare l'argomento. Sapevo
che ne avremmo parlato prima o poi. Per la cronaca, ho già
avvisato Paul che si è subito preso un ansiolitico. Allora,
chi inizia?"
"Alec ed io abbiamo deciso di iniziare a frequentarci sul serio. E tu
non puoi ostacolarci." lo mise in guardia Damon con voce seria mentre
l'altro lo osservava con tranquillità addentando la sua
colazione.
"Bene. Come pensate di fare?" la stava prendendo meglio di quanto mi
aspettassi.
"In che senso scusa?"
"Siete due attori sulla cresta dell'onda, tutti vi conoscono e non
potete passare inosservati da nessuna parte. Non potete avere degli
appuntamenti normali e, specialmente in questo momento, dovrete stare
più attenti a non farvi vedere spesso insieme dopo il
lavoro.
Diminuite gli abbracci, ogni effusione di alcun genere e gli occhi
languidi. Se vorrete vedervi dovrete farlo soltanto qui dentro, fuori
da
occhi indiscreti. Auto separate ed Alec potrà raggiungerti
soltanto dopo aver fatto un giro lunghissimo per depistare qualsiasi
fans o giornalista che lo stia seguendo. Non dovete dire niente a
nessuno ed
evitate di pubblicare troppe foto di voi due insieme. Se non
è
per lavoro, non presentatevi nemmeno nello stesso posto. Durante le
interviste ricordatevi di non essere visibilmente innamorati. Un
pò di distanza pubblica farà bene a tutti."
commentò Brian annuendo, sembrava fiero di se stesso.
Sicuramente questo era il comportamento standard che ci si aspettava
all'interno della cerchia dell'industria dell'intrattenimento, ma non
era troppo esagerato? Non mi sentivo del tutto a mio agio con quelle
parole. Era come forzare una relazione nella direzione opposta e
probabilmente avrebbe fatto più male che bene. Non potevamo
fingere ciò che non eravamo.
"Così sarebbe persino peggio. Si faranno domande su cosa sia
successo tra di noi, se abbiamo litigato e sul perchè siamo
così distanti. Questo non si può fare, mi
dispiace. Non lo accetto." Damon scosse la testa infastidito e vidi il
suo manager sbuffare e alzare gli occhi al soffitto. Sapevo che non era
del tutto sbagliato quello che aveva detto Brian, doveva pur esserci un
compromesso per cercare di mandare avanti quella relazione. Io la
volevo.
"Però Brian ha ragione."
"Vuoi mantenere le distanze? Così desteremo solo
più sospetti." il tono brusco del mio compagno mi mise
sull'attenti. Dovevo misurare le mie parole prima di parlare.
"Non questo, sono perfettamente d'accordo con te su ciò. Se
mi
hai abbracciato fino adesso e fatto sedere sulle tue gambe e
all'improvviso cambiassimo le nostre interazioni abituali, uscirebbero
dei titoli allarmanti sulle riviste di gossip. Brian però ha
ragione per quanto riguarda le auto separate ed io che ti raggiungo
senza farmi vedere da nessuno. Per me questa è come se fosse
casa mia, non voglio portare persone estranee che invadono la tua
privacy scattando foto che non vorresti veder pubblicate. Dovremmo
stare più
attenti...essere solo un pò più discreti senza
esagerate. Una via di mezzo c'è sempre." gli strinsi la mano
sul braccio per farlo ragionare. Lo vedevo ancora seccato ma, piano
piano, il suo sguardo si stava ammorbidendo.
"Finalmente un ragazzo con un pò di giudizio. Damon dovresti
ascoltare un pò di più il tuo fidanzato. Di
solito sei tu
quello più attento e scrupoloso su queste cose, mi
sorprendi. In una sola
notte hai fuso i neuroni del tuo cervello. Complimenti." la presa in
giro di Brian mi mise in panico.
"No, non abbiamo fatto niente!" mi affrettai a dire imbarazzato.
"Alec non serve."
"Allora la situazione è più grave di quel che
pensassi." sbuffò il manager passandosi una mano sugli occhi
con fare esasperato. Dopo qualche minuto di silenzio, iniziammo a
mangiare pure noi. Ormai era diventato quasi tutto freddo ma non
importava. Avevo fame e un grande bisogno di mettere qualcosa sullo
stomaco prima di far sentire a tutti il rumore di quella voragine vuota.
"Brian come hai capito che noi due..." provai a chiedergli ma fui
interrotto dall'incessante suono di notifiche provenienti dal suo
cellulare.
"Sul serio me lo chiedi? Basta guardarvi, sarebbe successo prima o poi.
Era solo questione di tempo. Sono sorpreso soltanto che ci abbiate
impiegato così tanto."
"Brian non dirlo ancora a mia madre. Vorrei dirglielo io quando me la
sentirò di farlo." si intromise il mio compagno. Sapevo
quanto tenesse a lei, era sempre stato onesto con sua madre su
qualunque cosa.
"Damon è tua madre, non avrà nemmeno bisogno che
glielo
dica. Comunque sei fortunato, per oggi sei salvo. Ha l'agenda piena.
Finite la colazione e andate a lavarvi, oggi c'è la riunione
con Meg e gli altri sulla prossima stagione. Presto daranno il via ai
casting per i nuovi personaggi."
"Brian anche tu hai dovuto prendere un ansiolitico?" gli chiesi con
curiosità, vedendolo fin troppo tranquillo. Esasperazione a
parte.
"Per il momento mi accontento dell'antiacido, anche se non sta
funzionando molto bene." rispose lui toccandosi la pancia con una
smorfia.
"Forse perchè l'acidità è nel
sangue..." borbottò ancora un pò seccato Damon
mangiando le ultime uova sul suo piatto.
"Nonostante la mia severità da manager volevo dirvi un'altra
cosa da amico. Sono felice per voi ed era ora che facesse questo passo.
A volte sarà difficile ma sono sicuro che insieme riuscirete
a
farcela."
Dopo colazione, ci preparammo velocemente aiutandoci tra di noi per
mascherare succhiotti e pelle irritata. Nonostante il trucco fai da te,
si
notavano a chiunque avesse aguzzato bene la vista. Magari eravamo
fortunati, cercai di pensare positivo ma avevo forti dubbi. Cosa aveva
a posto della bocca Damon? Una ventosa? Durante
le scene della serie mi lasciava sempre dei segni ma non erano niente
in confronto a quelli che vedevo allo specchio in quel momento. La
prossima volta gli
avrei graffiato la schiena, un pò per uno. Salimmo sui
sedili
posteriori dell'auto e Brian mise in moto accendendo la radio a volume
basso sul notiziario. La
giornata era iniziata in modo inusuale...almeno per quanto riguardava
le nostre effusioni tra le lenzuola e l'alza bandiera che ne era
derivato. Peccato che non eravamo riusciti a concludere niente, a parte
ricevere una grande frustrazione. Ero di malumore e, in più,
ci
si aggiungeva il nervosismo per incontrare i vecchi colleghi e fingere
davanti a loro che non fosse successo nulla di rilevante tra di noi.
Negare quello
che finalmente eravamo diventati, quello che avevo sempre desiderato.
Dovevamo farlo, ma non mi piaceva per niente. Sentii la sua mano
stringere la mia e mi voltai a guardarlo. Il suo sorriso mozzafiato mi
calmò all'istante. Mi girò la mano e
incrociò le
dita con le mie rafforzando la stretta per farmi sentire che non ero
solo in quella situazione, ricambiai il suo sorriso massaggiando con il
pollice il dorso della sua mano. Prese il cellulare dalla tasca e mise
un auricolare nel mio orecchio e uno nel suo, fece partire la
registrazione della sua canzone. Il ricordo del momento in cui l'avevo
ascoltata per la prima volta mi tornò in mente facendomi
emozionare di nuovo. Ero stato un momento prezioso per me, per noi.
Sentire la sua voce nelle mie orecchie mi fece venire i brividi.
Posò il capo sulla mia spalla e
chiuse gli occhi, la sua serenità contagiò la
mia. Mi
sembrava di essere dentro a una bolla, meravigliosa all'interno e
fragile se punta all'esterno anche solo con uno spillo. Volevo restare
in quella bolla. Posai la mia testa sulla sua e restammo in quella
posizione. Quando arrivammo a destinazione, ritornammo
ai
nostri posti prima di essere visti da occhi indiscreti. La bolla
scoppiò.
Salutammo tutti e fummo accolti
da abbracci e baci come se non ci vedessimo da anni. James si
buttò sulle spalle di Damon abbracciandolo da dietro ridendo
a
crepapelle per averlo spaventato. Non ero geloso del mio amico,
dopotutto si conoscevano da anni, ma mi
disturbava lo stesso vederlo così in intimità con
il mio
uomo. Mi imposi di non reagire ma a quanto sembrava non
servì a
nulla. Sentendosi osservato, James incrociò il mio sguardo e
mollò la presa in un secondo. Fece un cenno con il capo
nella
mia direzione e un mezzo sogghigno gli spuntò sulle labbra.
Non
prevedevo nulla di buono. Che avesse sospettato qualcosa? No,
impossibile. Meg e Claire iniziarono la riunione parlando dei nuovi
progetti per la seconda stagione e del copione che ci avevano dato in
mano. Quella era una prima revisione, come al solito ci sarebbero stati
alcuni cambiamenti tra dialoghi e scene. A volte ci lasciano persino
improvvisare, metterci qualcosa di nostro dentro la serie. Quando
Claire disse che aveva dovuto cambiare il finale della
novel,
perchè il personaggio di Damon moriva per un incidente
nell'ultimo capitolo, mi si strinse il cuore. Aveva veramente avuto il
coraggio di fargli fare una brutta fine su quelle pagine? Se me lo
avesse detto prima non sapevo se avrei accettato di firmare di nuovo
il
contratto. Per fortuna aveva cambiato idea, il solo pensiero di vedere
Damon raffigurare la sua morte mi faceva venire i brividi. Non sarei
mai
stato pronto a una cosa simile. Lui era un bravo attore e sicuramente
sarebbe riuscito a interpretare piuttosto realisticamente la scena.
Forse fin troppo realisticamente da farmi male. Avevo già
dovuto
assistere alle sue memorabili scene di pianto nella scorsa stagione,
dove avevo dovuto aiutarlo ad uscire dal personaggio perchè
non
riusciva a smettere di piangere. Aveva avuto troppe emozioni in corpo
per interpretare quelle scene. Aveva pianto per ore ed io non avevo
lasciato nemmeno per un secondo la sua mano. Aveva avuto bisogno di me.
Sicuramente Claire aveva aggiunto qualche altra scena strappalacrime di
pathos, ma il funerale no. Me ne sarei accertato in prima persona. Al
termine della riunione, ci disperdemmo nella stanza a fare rimpatriate
a piccoli gruppi. Mi erano mancati tutti, li sentivo in chat ma dal
vivo era tutta un'altra cosa. Nonostante la distanza, Damon ed io non
ci perdevamo mai di vista. Sapevamo entrambi dov'era l'altro e con chi
stesse parlando, era come flirtare da lontano con lo sguardo. C'era
molta aspettativa, era eccitante. Lo vidi ridere e sorrisi di rimando,
era stupendo. Quanto avrei voluto essere da solo con lui e stringerlo
tra le braccia. Una pacca sulle spalle mi distolse da pensieri
libidinosi e mi concentrai sul nuovo arrivato. Il ghigno ironico di
James mi mise di nuovo in allarme.
"E' da tanto che non parliamo un pò noi due da soli."
affermò lui mettendosi davanti a me. Cercai di allungare il
collo ma avevo perso di vista il mio obiettivo. Dov'era finito? Dannato
James!
"Già...hai visto Damon?"
"Appunto. E' andato a parlare con Meg, tornerà presto."
"Lo so, non sono preoccupato." annuii aggrottando la fronte continuando
a guardarmi intorno finchè non vidi di nuovo la sua ampia
schiena.
"Certo. Alec ti ricordi che abito a pochi passi da Damon?"
"Si, perchè?" non diedi troppo peso a quella domanda,
continuai a fissare quella schiena. Avrei tanto voluto esplorarla
minuziosamente tutta con le labbra. Mi mancava il suo sapore.
"Ieri sera stavo portando a spasso il cane e ho visto dei movimenti
strani verso l'ingresso di casa sua. Non era molto chiaro
perchè
c'era buio, ma ho sentito un pò di gemiti e il rumore di
qualcosa che sbatteva contro la sua porta. Tu ne sai qualcosa?" mi
voltai di scatto verso di lui guardandolo allarmato. Stava succedendo
quello che temevo di più.
"Sicuro che non fosse la porta sbagliata?" provai a insistere nella
speranza vana che credesse a quella scusa così banale. Lui
lo sapeva e sogghignò divertito.
"Conosco benissimo la casa di Damon. Anche da ubriaco riuscirei a
raggiungerla tranquillamente."
"Sei andato a casa di Damon quando eri ubriaco? Lo fai ancora?" gli
chiesi tornado serio mentre gli lanciavo un'occhiataccia di
avvertimento.
"Wow...sento una nota di gelosia nelle tue parole." alzò le
mani in aria con fare innocente. Se la stava godendo in quel momento.
"Non sono geloso, ma evita di andare da lui in quelle condizioni. E,
per ogni evenienza, avvisa prima di passare da casa sua."
"E' un consiglio o una vaga minaccia?"
"E' solo un dato di fatto. Anche Damon ha diritto alla sua privacy."
insistetti evitando di guardarlo negli occhi. Era durato un battito di
ciglia il segreto sulla nostra relazione. Se avessi continuato in quel
modo lo avrebbero scoperto tutti.
"Che tenero. Capisco perchè il mio amico è tanto
preso da
te. Quell'occhiataccia di prima era come essere trafitti da diversi set
di coltelli affilati. Ha fatto male." fece una finta smorfia dolorante
mentre si massaggiava una spalla per ribadire il concetto.
"Quanto parli. E' solo nella tua immaginazione." scossi la testa
esasperato mentre gli davo una piccola spinta.
"Allora, se in questo momento mi avvicinassi a Damon e lo abbracciassi
da dietro, come avevo fatto prima, posso farlo tranquillamente giusto?
Non è che dopo ritroverebbero il mio corpo senza vita in
qualche
cassonetto all'angolo?"
"Che esagerato. Dici tante scemenze James." ridacchiai divertito per
mascherare l'imbarazzo crescente.
"Ecco Damon, vado un attimo da lui..."
"Fermo!" lo bloccai immediatamente afferrandolo per un braccio. Sapevo
benissimo che stava giocando con me ma non era più
divertente. Eravamo amici e doveva capire anche lui certi limiti.
"Bene little Roberts, raccontami. Sono tutto orecchie."
"Non c'è nulla da dire...solo cerca di rispettare la sua
privacy."
"Va bene, rispetterò la vostra privacy. Se non vuoi dirmi
niente lo accetterò. Rendi felice il mio amico e fai in modo
di essere ricambiato, anche se dai sorrisi che avete non
c'è da preoccuparsi di questo. Cercate di non dare troppo
nell'occhio, siete troppo abbaglianti insieme. Rischiamo di rimanere
tutti accecati."
"Chi è che rimane abbagliato?" come un fulmine a ciel
sereno, Damon mi abbracciò da dietro appoggiando la testa
sulla mia spalla. Non avevamo detto di essere più discreti?
Cercai di scrollarmelo di dosso ma lui rafforzò la stretta.
Era inutile.
"Ed ecco arrivare il lupo alla ricerca del suo agnellino da mangiare.
Hai fame amico?" gli chiese James sornione alzando le sopracciglia
nella nostra direzione.
"Tanta fame, ma aspetterò. Prenderò giusto uno
stuzzichino prima del grande pasto." sfiorò il mio collo con
le labbra stando al gioco. Il mio cuore stava scoppiando.
"Oddio, ecco come ci si sente spaventosamente single e in astinenza in
un colpo solo. Siete il colpo di grazia per chiunque vi stia intorno.
Smettetela, siete troppo ovvi." sventolò una mano di fronte
a se come a volerci spazzare via con finto disgusto.
"Ovvi a fare cosa? Siamo sempre gli stessi. Noti qualcosa di diverso?"
"Praticamente tutto amico. Non credo nemmeno di essere l'unico ad
essersene accorto."
"Non confermo ne nego niente. Soltanto, la prossima volta, fai fare un
giro da un'altra parte al tuo cane...magari più lungo.
Riconoscerei il suo abbaiare
isterico lontano un miglio. Ha interrotto proprio sul più
bello." se non fosse stato ancora alle mie spalle avrei preso una pala
per sotterrarmi. Mi andarono a fuoco le orecchie.
"A dire il vero sono stato io a..." mi intromisi per non dare tutta la
colpa al cane di James ma il nostro amico mi interruppe non volendo
ascoltare le mie parole.
"Stop! Le mie orecchie vergini! Porterò il mio cane lontano
da quella casa infestata da assatanati."
"A tale proposito, James ci devi fare un favore per tutte le volte che
ci hai preso in giro e per quello che dirai in futuro."
"Non avevamo detto di essere discreti e non dire niente a nessuno?" gli
sussurrai picchettando sulla sua mano.
"Si ma lui è James, ci conosce entrambi piuttosto bene e poi
è la miglior copertura a nostra disposizione essendo un mio
vicino di casa."
"Adesso mi sfrutti come copertura? Ricordi la tua promessa?"
"Si, va bene. Ti preparerò un pasto al giorno per un mese
intero. Affare fatto?" gli chiese cambiando posizione per mettersi al
mio fianco, il suo braccio sulla mia spalla. Poteva sembrare uno dei
nostri gesti abituali, ma io di certo non lo sentivo tale.
"Ci sto."
"Aspettate un attimo...su cosa avete scommesso?" cosa diamine volevano
dire quei due? Mi stavano nascondendo qualcosa.
"Damon non credeva che tu volessi qualcosa di più di quello
che già avevate. Io gli ho detto che finchè
restava nello stanzino delle scope non lo avrebbe mai saputo e ho
scommesso che tutto questo sarebbe successo. Ho vinto."
raccontò con orgoglio James.
"Tu ci hai barattato per un mese di pasti fatti in casa?"
"Non è un problema tesoro, ci abbiamo guadagnato tutti da
questa scommessa." mi sorrise Damon rafforzando la stretta sulla mia
spalla.
"Il mio stomaco di certo si. Cosa mi cucini oggi di buono?"
"Un calcio in culo! Oggi Damon non cucina niente, è
impegnato." quasi ringhiai contro James guardandolo male.
"A cucinare te?" ci prese in giro il nostro amico annuendo.
"Sempre, ha un così buon sapore." il naso che
strofinò sul mio collo mi fece rabbrividire. Oddio, voleva
mangiarmi?
"Mi sta venendo il diabete. Leggerete il copione a casa insieme? Siete
pronti a interpretare i vostri personaggi dopo sette anni di vita di
coppia? A quanto ho capito ci darete dentro di brutto in praticamente
tutti gli episodi. Farete molta pratica a casa?"
"Tranquillo, ci eserciteremo appena tornati a casa. Non vedo l'ora."
perchè continuava a flirtare in quel modo?
"Dam taci!" gli diedi una gomitata sul fianco facendolo allontanare di
qualche passo.
"Cosa sta succedendo qui? Sento puzza di sdolcinatezze." si intromise
nel discorso Thorn mettendo un braccio sulla spalla di Damon.
"All'ennesima potenza!" annuì esasperato James.
"Si sono dichiarati finalmente?"
"Damon non conferma e nega niente."
"Allora è un si. Congratulazioni fratellino, era ora." il
mio cognato delle scene battè una mano sul braccio di Damon.
"Togli quel braccio da lui."
"Wow...possessivo baby A." Thorn ritirò immediatamente la
mano.
"Il mio piccolo gattino arruffato che mostra gli artigli. Sei
così carino tesoro." mi sussurrò all'orecchio
Damon.
Il segreto che doveva rimanere tale ormai non era più un
segreto. I membri della serie che ci erano più vicino
sapevano e gli altri lo sospettavano come al solito, forse un
pò di più. Dopo aver discusso un altro
pò del copione e ricevuto altre prese in giro dai colleghi,
decidemmo di andare a pranzare tutti insieme. Ci divertimmo
raccontandoci dei mesi passati in lontananza. Damon fece
l'intrattenitore e vidi molte persone pendere dalle sue labbra
divertite. Spesso diceva di se stesso che non era una persona
divertente ma non era vero, lui mi faceva ridere e non ero il solo a
reagire così. Era magnetico, non riuscivo a distogliere lo
sguardo da lui.
Avrei tanto voluto tornare a casa sua e ribaltare quel letto king size
con lui. Avevamo ancora qualcosa in sospeso e la frustrazione non era
scomparsa. Più continuavo a fissargli le mani più
mi veniva voglia di averle su di me. E quelle labbra...oddio, dovevo
finirla! Stavo uscendo fuori di testa e decisamente il cavallo dei miei
jeans si era fatto decisamente stretto. Presi con mano tremante il
bicchiere d'acqua per cercare di calmare la libido. Incrociai lo
sguardo attento di James dall'altra parte del tavolo che stava
sogghignando divertito. Che gli venisse un accidente! Non poteva
guardare da un'altra parte? Non eravamo lo spettacolo del giorno.
All'improvviso, una mano strinse la mia sotto il tavolo e tutto
cambiò. Sentii soltanto del lieve brusio come sottofondo, la
mia concentrazione era soltanto sul calore di quella mano. Evitai di
girarmi verso di lui ma intrecciai la mia mano alla sua e restammo
così. Mi sentivo in pace.
POV Damon
Nonostante ne fossimo entrambi contrariati, avevo dovuto riportare Alec
a casa dopo aver ricevuto una chiamata da parte di sua madre. Il suo
tono era urgente e non ammetteva repliche, la mamma prima di tutto. Lo
avevo lasciato di fronte alla porta senza avere nemmeno la
possibilità di salutarlo come volevo, dovetti accontentarmi
di un tocco leggero di mano e di sguardi carichi di promesse. Mi
incontrai con Brian e gli altri della compagnia per partecipare a
un'altra delle loro solite riunioni dove volevano impormi certi marchi
solo per incrementare i loro profitti. Non guardavano in faccia nessuno
quando si parlava di soldi e non facevano altro che sottolineare che
ero un loro prodotto e, finchè non fosse scaduto il
contratto,
dovevo stare alle loro regole. Certo, potevo scegliere alcuni sponsor
proposti da loro ma ero molto limitato e spesso costretto ad accettare
lavori che non volevo. Negli ultimi tempi il mio rapporto con l'agenzia
si stava facendo più burrascoso e loro sapevano di avere il
coltello dalla parte del manico, quindi sfruttavano al meglio la
situazione. Peccato che il loro meglio non era il mio. Nell'arco
dell'ultimo anno ero riuscito piano piano a mettermi un pò
di soldi da parte con l'intenzione di sciogliere quel maledetto
contratto che mi legava stretto come un cappio al collo. Ancora non lo
sapevano ma presto sarei stato libero di scegliere cosa veramente
volevo fare. Non avrebbero più avuto l'esclusiva. Avrei
finalmente fondato una casa di produzione a mio nome scegliendo
personalmente i miei collaboratori, dando la possibilità a
nuovi talenti di farsi avanti senza giocare al gatto e al topo come la
mia agenzia aveva fatto fino adesso con me. Le difficoltà ci
sarebbero state ma le avrei affrontate con calma e
professionalità man mano che si facevano avanti.
Nervosamente, girai l'anello al pollice nella speranza di calmarmi e
non sbottare irritato di fronte alla proposta del mio capo. Quanto
ancora avrei dovuto reggere quella situazione? Ero grato a loro di
avermi
aiutato con la carriera, ma era arrivato il momento di cambiare. Non
potevo
più stare fermo li. Scambiai un'occhiata d'intesa con Brian
e uscimmo da quella stanza promettendo di riflettere sulla proposta in
questione. Saliti in macchina, potei finalmente stravaccarmi sul sedile
e chiudere gli occhi per un secondo per riordinare le idee. La testa mi
pulsava e mi faceva male il collo. Avevo bisogno di una pausa.
"Damon tutto bene?" mi chiese Brian con tono preoccupato.
"Sono solo stanco di sentirli."
"Capisco. Presto lascerai l'agenzia e potrai fare i tuoi interessi."
oltre alla mia famiglia e ad Alec, lui era l'unico del mio staff a
sapere cosa stavo progettando. Non voleva darmi consigli in merito
perchè avrebbe remato contro il suo datore di lavoro ma
supportava la mia idea.
"Mi sembra di dover aspettare ancora molto. Loro parlano parlano ma
sembra sempre che non gli interessi così tanto il mio
giudizio. Dicono sempre tranquillo l'ultima parola è la tua
ma mentono così sfacciatamente senza nemmeno fare finta che
sia vero. Non ce la faccio più." sbuffai infastidito
prendendo il cellulare in mano.
"Oggi puoi rilassarti, non hai altri impegni in agenda. Domani hai
delle interviste con Alec per promuovere dei prodotti. Poi dovrai fare
le prove per la tua serata. Hai bisogno che
lo chiami per chiedergli di raggiungerti a casa?"
"Non c'è bisogno grazie, gli mando un messaggio. L'unica
cosa che mi disturba nel mollare l'agenzia è dover lasciare
anche te. Vorrei tanto che mi seguissi ma capisco che non puoi."
"Lo vorrei tanto anch'io Damon. Non sarò più il
tuo manager ma potrei essere tuo amico." incrociò il mio
sguardo nello specchietto.
"Tu sei già mio amico. E poi dove lo trovo qualcuno disposto
a comprarmi preservativi e lubrificante per fare sesso protetto?"
ridacchiai divertito.
"Stai zitto o la prossima volta te li faccio comprare da tua madre.
Sarà felice di prendersi cura delle esigenze del figlio e di
suo genero."
"Non dirlo nemmeno per scherzo." borbottai orripilato al solo pensiero
di quella minaccia.
Brian rise divertito e girò ad un incrocio. Aprii la chat
con Alec e digitai un messaggio nella speranza che rispondesse in tempi
brevi. Avevo voglia di vederlo.
"Sto
per tornare a casa. Hai finito con tua madre e Paul?"
"Si."
"Tutto
bene piccolo?"
"Diciamo
che volevo mandarti un SOS ma non sapevo se disturbavo."
"Non
disturbi mai. Riesci a venire a casa o hai bisogno di un passaggio?"
"No
grazie, mia madre deve passare da quelle parti. Mi darà un
passaggio lei."
"Va
bene, ci vediamo dopo."
"A
dopo."
Mi misi gli auricolari e selezionai una playlist per rilassarmi. Chiusi
gli occhi e mi lasciai andare. La musica mi trasportò
lontano, accantonai i problemi con l'agenzia e mi concentrai sulle
parole di una famosa canzone d'amore di John Legend. La
canticchiai
mentre immagini di Alec tra le mie braccia mi venivano in mente come
dei flash. Era come sentire ancora l'odore della sua pelle e il sapore
della sua bocca. Cavolo! Se non la smettevo con quei pensieri mi sarei
fatto venire un'erezione davanti a Brian e allora si che mi avrebbe
preso in giro a vita. Cambiai canzone e optai con Happy di Pharrel
Williams, decisamente più vivace senza che toccasse certi
argomenti. Abbastanza tranquilla per il momento per non avere certi
pensieri. Però avrei potuto sfruttare quella canzone
più tardi. Ridacchiando, intonai il ritornello facendo
cantare anche Brian a squarciagola. Quello era uno di quei ritornelli
che ti prendevano sempre.
Quando entrai in casa, decisi di preparare qualcosa di veloce da far
mangiare ad Alec, conoscendolo avrebbe avuto fame appena varcata la
soglia. Era meglio anticipare le sue voglie piuttosto che sentirlo
borbottare tutto il tempo. Non volevo che la piccola peste mettesse il
broncio, anche se quando lo faceva era adorabile. Talmente tanto da far
fatica a tenere le mani a posto. Adesso potevo anche non farlo
più visto l'evolversi del nostro rapporto. Diedi una rapida
sistemata alla camera e aspettai impazientemente il suo arrivo mettendo
un pò di musica pop. Iniziai a improvvisare qualche balletto
al ritmo dei BTS mentre prendevo la brocca d'acqua dal frigorifero.
Continuai a ballare cercando di non far cadere l'acqua per terra,
quando portai a termine il compito mi voltai canticchiando
finchè non mi trovai davanti l'espressione divertita di
Alec. Smisi di ballare all'istante.
"No ti prego, continua! Era interessante quel movimento di bacino. Me
lo faresti rivedere?"
"Intendevi questo?" iniziai a muovermi di nuovo a ritmo verso di lui,
però questa volta in modo provocante. Vidi le sue orecchie
arrossire vistosamente mentre continuava a fissarmi come se fosse
un'assetato nel deserto. Lo provocai ancor di più passandomi
la lingua sul labbro e guardandolo con occhi di fuoco. Lo vidi
deglutire a vuoto e sogghignai con perfidia. "Così va bene?
O vuoi vedere ancora?"
"Se me lo chiedi proprio in questo momento, vorrei vederti senza
vestiti e legato al letto alla mia mercè. Abbiamo ancora
qualcosa in sospeso se non ricordo male."
"Ed è proprio per questo che ci arriveremo con calma. Oggi
non abbiamo fretta. Nessuno dei due ha altri impegni e mi sono
assicurato che Brian restasse fuori da questa casa fino a domani per
pranzo. Poi ci raggiungerà con Paul per iniziare a fare le
interviste della giornata." gli strinsi la vita accorciando la distanza
tra di noi.
"Pensavo che saremmo passati al sodo." mise il broncio picchettando i
pugni contro le mie spalle. Era tenero.
"Ci arriveremo, te lo prometto. Volevo avere un primo appuntamento con
te. Non posso offrirti un'uscita fuori. Potresti accontentarti di una
cenetta tranquilla, noi due accoccolati sul divano a giocare e poi a
passare la notte insieme? Prometto che non te ne pentirai."
"Non mi sono mai pentito con te, non inizierò a farlo
adesso. Vada per il tuo appuntamento romantico...purchè
finisca con i cubetti di ghiaccio. Non so se ci siamo capiti."
alzò le sopracciglia sorridendo divertito. Come facevo a
dimenticarmi dei cubetti di ghiaccio? Quante volte avevamo dovuto
rifare quelle scene?
"Ci siamo capiti, non preoccuparti. Vieni a sederti sul divano e
rilassati. Al resto ci penso io."
Sembrava strano per due persone che si vedevano praticamente tutti i
giorni, ma trovavamo sempre degli argomenti su cui parlare. Dal
più sciocco al più serio, non mi stancavo mai di
discutere con lui anche delle minime cose più
insignificanti. Mise il broncio quando fui contrario su
alcune cose riguardanti gli sponsor che ci volevano come nuovo volto
per vendere i loro prodotti. Non sempre andavamo d'accordo, era
normale, ma non volevo che la serata si guastasse. Proprio non quella
sera. Lo presi tra le braccia, baciandolo sul collo per placare
qualunque risposta potesse venire dalle sue labbra. Riuscii
nell'intento di ammorbidirlo e lo girai in modo da fargli un massaggio
sulle spalle, che apprezzò con un mugolio felice. Lo sentii
rilassarsi sotto le mie dita. Lui si accoccolò meglio contro
la mia schiena giocherellando con una mia mano, gli erano sempre
piaciute. Molti dicevano di essere attratti dalle vene che partivano
dalle braccia per finire sul dorso delle mani, non ne capivo il motivo.
Per me erano soltanto delle vene varicose in superficie, nulla di
rilevante. Ma se era un motivo in più per essere
riconosciuto e attirare gli sguardi delle persone, allora
perchè non metterle in mostra? Mi stava bene. Ancora di
più adesso, visto che al mio uomo piacevano e le stava
toccando. Quella parola mi fece venire le farfalle nello stomaco. Il
mio uomo. Alec era diventato il mio uomo, ancora non mi sembrava vero.
Lo imboccai con della frutta mentre mi stava raccontando delle
barzellette assurde. Sembrava un bambino eccitato che parlava con la
bocca piena e gli occhi ridenti. Troppo carino per resistere a
toccarlo. Decidemmo di giocare con i videogiochi sfidandoci a vicenda,
chi perdeva una vita era obbligato a fare qualcosa che l'altro
voleva. Non poteva andare meglio di così. Era una sfida
all'ultimo sangue e ci divertimmo come non mai a fare cose sceme e
imbarazzanti. Non avevo mai riso così tanto.
"Sei un uomo fortunato." mi disse cercando di riprendere fiato dalla
sua metà del divano.
"In questo momento mi reputo tale...a parte quando mi hai fatto bere
del
latte con il ketchup. Era disgustoso." borbottai con una smorfia mentre
mi toccavo lo stomaco. Sentivo ancora il sapore di quella bevanda in
bocca, nonostante mi fossi fatto più volte gli sciacqui con
il collutorio.
"Ma non te l'ho fatto bere tutto, solo qualche sorso."
"Grazie tante." lui rise al mio broncio e mi posò una mano
sul ginocchio.
"Comunque stavo parlando di mia madre. Voleva venire a scambiare due
parole con te, è da quando sono tornato a casa che ho
cercato di convincerla a non farlo. Non so fino a quando
riuscirò a trattenerla." tornò serio
massaggiandomi il ginocchio lentamente.
"Ha saputo di noi?" mormorai sentendomi in colpa. Forse avremmo dovuto
gestire la faccenda diversamente. Mi dispiaceva averlo lasciato da solo
ad affrontare sua madre. Dovevo essere con lui.
"Paul le ha detto tutto."
"Va bene. Prima o poi lo avrebbe scoperto lo stesso. Forse avresti
preferito dirglielo tu."
"Forse...ma non avrei saputo come affrontare l'argomento. Non so se lo
abbia già detto a tua madre, ho pregato di non farlo ma la
sua faccia non era molto contenta. Mi dispiace."
"Tranquillo. Il fatto che il mio cellulare non stia squillando
è un buon segno. A meno che non si trovi già
nelle vicinanze e ce la ritroviamo a casa a farci il terzo grado."
sospirai scrollando le spalle.
"Beh, me lo sono beccato io per tutto il pomeriggio. Tante
raccomandazioni sull'essere previdenti in tutti i sensi. E' la prima
volta che la sento dirmi di stare attento e di usare molto
lubrificante. Stavo morendo." scoppiai a ridere al suo evidente
imbarazzo. Mi dispiaceva prenderlo in giro per questo ma immaginavo la
scena con Mary che gli puntava un mestolo contro impartendogli la
lezione su quale lubrificante fosse meglio comprare.
"Da quello che dice tua madre, sembra che io abbia un pitone nei
pantaloni che sta per deflorare il suo povero bambino innocente. Non so
se ridere o piangere." mi nascosi il viso tra le mani.
"Da quello che ho sentito finora, puoi benissimo nascondere un pitone
piuttosto vivace e rigido. E comunque, io sono innocente!" mi
tirò un leggero calcio alla gamba per affermare le sue
parole.
"Vallo a raccontare a qualcun altro, fino a ieri sera ribadivi il
concetto che volevi il cattivo ragazzo." gli afferrai il piede e
iniziai a massaggiarlo.
"E lo voglio ancora...voglio solo te. Quello buono, quello cattivo,
quello che si prende cura di me e quello che mi provoca il fuoco
dentro. Tu sei tutto questo. Sei come un fuoco d'artificio,
illumini la mia vita di mille colori. Sei il mio sole." la sua
espressione dolce mi colpì il cuore.
"Tu sei troppo tenero. E poi sarei io quello romantico?"
"Teddy hai preparato anche qualche canzone?" mi chiese indicando la
chitarra che avevo lasciato appoggiata alla parete.
"Non può mai mancare la musica."
"Uomo previdente. Stai un pò troppo sfruttando il fatto che
non so resistere alla tua voce."
"Quella è l'idea di fondo." sorrisi allungandomi per
prendere la chitarra e iniziando a pizzicarne le corde.
"Cosa mi canti?" la sua vocina tenera era nettamente in contrasto con
lo sguardo lussurioso dei suoi occhi.
"Vediamo se la indovini." mormorai suonando le prime note di All of me
di John Legend, la canzone che avevo ascoltato in macchina. Era
arrivato il momento di mostrare i miei assi nella manica e vedere
quanto avrebbe resistito.
"What would I do without your smart mouth?
Drawin' me in, and you kickin' me out
You've got my head spinnin', no
kiddin'
I can't pin you down
What's going on in that beautiful mind?
I'm on your magical mystery ride
And I'm so dizzy, don't know what
hit me
But I'll be alright
My head's under water
But I'm breathing fine
You're crazy and I'm out of my mind
'Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me, I'll give my
all to you
You're my end and my beginnin'
Even when I lose, I'm winnin'
'Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh-oh
How many times do I have to tell you
Even when you're crying, you're
beautiful too?
The world is beating you down
I'm around through every mood…"
Non lo avevo perso di vista un attimo dall'inizio della canzone. Le
parole di John Legend avevano fatto l'effetto sperato. Era eccitato
almeno quanto me. Lo vidi deglutire a vuoto mentre mi fissava le labbra
con desiderio. Volendo metterlo ancor di più a dura prova,
continuai a suonare la chitarra cambiando il ritmo e note. Intonai la
mia canzone mangiandomelo con gli occhi. Ormai era diventata la nostra
canzone, ogni volta che la cantavo pensavo alla prima volta che l'aveva
ascoltata. L'inizio di tutto. L'emozione era forte. Al termine
dell'ultima strofa, Alec si impossessò della chitarra
posandola per terra e mi si fiondò addosso facendomi
sdraiare sul divano.
"Adesso basta suonare la chitarra. Suona me. Mi sembra arrivato il
momento di farlo." mi afferrò la mano portandosela al petto.
Sentivo il suo cuore battere all'impazzata sotto le mie dita.
"Sei sicuro?"
"Mai stato più sicuro in vita mia. Mi hai fatto eccitare
tutto il tempo con quella tua voce sexy. Tu continui a provocarmi
signor so di essere troppo figo e lo sfrutto a mio piacimento. Devi
assumerti le tue responsabilità."
"Sono sempre stata una persona responsabile."
"Non l'ho mai messo in dubbio. Facciamolo Teddy Bear."
Quelle parole furono la perdita della mia sanità mentale.
Smisi di pensare e passai all'azione. Esisteva solo lui, sopra di me,
che si era impossessato delle mie labbra con voracità.
Ricambiai i baci con altrettanta irruenza, non potevo farne a meno. Era
come ossigeno. Mi mise una mano sotto la maglietta e boccheggiai quando
arrivò al mio capezzolo strofinandoci il pollice. Quel
ragazzo mi voleva morto.
"Ti piace?"
"Sei una piccola peste."
"Ho trovato una zona erogena. Voglio trovarne altre."
"Accomodati. Non sarò io a fermarti."
Con un sogghigno divertito e provocatorio, mi tolse la maglietta e
iniziò la sua lenta ed esasperante esplorazione del mio
torace. Passò tutto in perlustrazione con entusiasmo e
adorazione, guardandomi di tanto in tanto per vedere l'espressione del
mio viso. Voleva avere conferme che stava facendo tutto nel modo
giusto, io avevo perso le parole appena aveva posato le sue labbra
sulla mia pelle non mi restava altro che gemere e osservare ogni sua
singola mossa. Quando leccò il mio capezzolo, ormai
maltrattato e gonfio dopo il passaggio delle sue dita, mi vennero i
brividi in tutto il corpo, chiusi gli occhi nella speranza di calmarmi.
Se avesse continuato in quel modo non sarei durato altri cinque minuti.
A malincuore, spostai la sua testa dai miei pettorali e ribaltai la
situazione, mettendolo sotto di me. Adesso sarei stato io a guidare il
gioco, o almeno ci speravo.
"Adesso tocca a me." mormorai leccandogli la mascella.
"Non ti piaceva Teddy?" gemette lui.
"Fin troppo. Senti?" gli portai una mano al cavallo dei miei jeans per
fargli sentire che effetto faceva al mio corpo.
"Oh si."
"Sento anche te." gli sussurrai all'orecchio appena divaricò
la gamba per strofinarsi contro di me.
"Tutto merito del manzo prelibato."
"Chi sarebbe il manzo prelibato?"
"Vuoi andare avanti o continuare a parlare di scemenze? Vorrei
risolvere quel problema entro oggi, prima di colpire involontariamente
qualcuno con la mia erezione." borbottò lui scontrosamente
continuando a strusciarsi su di me.
"Me ne occupo io."
Mi alzai dal divano togliendogli la maglietta, lanciandola a casaccio
per la sala, e lo sollevai di scatto tra le braccia. Lui si
aggrappò al mio collo ridendo divertito dal mio gesto. Lo
trascinai velocemente in camera facendolo rimbalzare sul letto. Non
riusciva a smettere di ridere. Così non andava bene. Mi
avvicinai al letto, con movenze seducenti, mentre iniziavo a
sbottonarmi
lentamente i jeans, la sua ilarità scomparve in un secondo.
" 'Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me, I'll give my
all to you
You're my end and my beginnin'
Even when I lose, I'm winnin'
'Cause
I give you all of me
And you give me all of you, oh-oh"
Cantai
con un filo di
voce, gattonando sopra di lui, senza perdere per un secondo il suo
sguardo annebbiato dal desiderio. Mi afferrò al collo per
trascinarmi con lui in un bacio senza fine. Ci stavamo mangiando a
vicenda, assaporando tutto ciò che potevamo l'uno
dell'altro.
Era come una droga. Non ne potevo fare a meno. Il suo sapore sulla mia
lingua era inebriante, ne volevo di più. Lo feci stendere
sotto
di me e mi avventai sul suo collo. Lo morsi con gusto sentendolo
artigliarmi i bicipiti. Quel ragazzo era la persona più
erotica
che potesse capitarmi in tutta la vita. Gli succhiai il lobo
dell'orecchio e il suo gemito aumentò. Quella era un'altra
delle
sue zone erogene insieme al collo. Era facile mandarlo fuori di testa
ed io non volevo fare altro che quello. Lo stuzzicai con la lingua sui
pettorali, succhiai avidamente quei bottoncini, ormai diventati sempre
più scuri dopo il mio passaggio, e tracciai una scia umida
fino
all'ombelico. Adoravo il suo corpo. Gli slacciai i jeans e glieli
tolsi velocemente strattonandoli a forza, lo volevo nudo sotto di me.
Lui mi aiutò con entusiasmo, disfandosi anche dei miei con
impazienza. Eravamo rimasti con solo i boxer e tanta voglia di perderci
l'uno nell'altro. Ormai non sapevo più dove iniziavo io e
finiva
lui, i nostri corpi combaciavano alla perfezione insieme. Uno
richiamava l'altro in una danza sensuale senza fine. Perchè
avevamo perso tutto quel tempo? Sapevo fin da subito che mi avrebbe
stravolto la vita. Era il miglior casino nel quale potevo imbattermi.
Lui
mi si mise a cavalcioni, sfregando la mia erezione contro il suo
sedere, e mi succhiò il collo avvinghiandosi a me come a non
volermi più lasciare andare.
"La prossima volta che qualcuno
pensa di provarci con te vedrà
questo succhiotto e ci penserà due volte prima di fare
qualunque
mossa. Tu sei mio." mi ringhiò all'orecchio ripassando il
segno rosso con la lingua. Sentii la mia pelle pizzicare.
"Questa possessività
è eccitante. Tesoro lo sai che non possiamo andare in giro
con i succhiotti." gli passai le mani sulla schiena sentendolo sempre
più reattivo al mio tocco.
"Me lo dici dopo avermi ridotto il
collo in questo stato? Sei un pò in ritardo."
"Adoro il tuo collo. E' come un
banchetto a mia sola ed esclusiva disposizione." ci strofinai il naso
aspirando il suo odore inebriante.
"Ripeto. Tu sei mio!"
"Mai stato di nessun altro."
Mi spinse contro il materasso per
avere più facile accesso ai
miei boxer, li tolse con furia facendomi quasi male. Ero abbastanza
sensibile in quel momento nelle zone basse, doveva capire di essere un
pò più delicato. Non potei dire nulla a riguardo
in
quanto la sua mano passò a massaggiarmi, su e
giù,
facendomi impazzire. Chiusi gli occhi respirando a fatica. Per uno che
non era mai stato così in intimità con un altro
uomo, ci sapeva
fare piuttosto bene. Quando si staccò, aprii gli occhi con
confusione cercando di riprendere le funzioni cerebrali. Lo vidi
allungarsi verso il cassetto del comodino e prendere un preservativo e
il tubetto di lubrificante che avevo lasciato in camera da quella
mattina, in attesa proprio di quel momento. Mi mise in mano il tubetto
mentre, con un sorrisetto provocatorio, si portò alle labbra
la
bustina ancora sigillata. La aprì con deliberata lentezza,
alzando le sopracciglia, e si chinò verso il mio orecchio.
"Lascia fare a me e goditela."
quelle furono le ultime parole che
sentii prima di sentirlo mettermi il preservativo con deliberata
lentezza. Poi andai in
blackout e seguii il suo corpo.
Un bel pò di tempo dopo,
sudati e soddisfatti tra le lenzuola che ormai erano da cambiare,
finalmente riuscimmo a prendere fiato. Mi sentivo stravolto, non c'era
un muscolo che non fosse indolenzito. Allungai un braccio verso il suo
cuscino e lo feci rotolare nella mia stretta. Era una bella sensazione.
Non avevo mai provato nulla di simile con nessun altro. Da una parte mi
sentivo pieno di emozioni e dall'altra ne agognavo altre.
"Piccolo,
come stai?" gli chiesi strofinandogli il naso sul collo. Lui gemette
tendendosi ancora di più.
"Forse non mi potrò
sedere per un pò ma sto
meravigliosamente bene. Mamma aveva ragione, hai un pitone dentro le
mutande." ridacchiò divertito.
"Ti prego, evita di nominare tua
madre in questo momento." lo supplicai facendo una smorfia.
"Scusa."
"Non ti ho fatto troppo male?" gli
chiesi preoccupato dopo qualche secondo di silenzio. Sapevo di essere
stato attento quanto potevo ma aveva preso Alec il comando facendomi
saltare i vari piani dell'essere premuroso.
"Passerà, so
già chi mi farà un buon massaggio."
"Spero ti riferisca a me,
perchè non farò toccare a nessuno il tuo sedere."
gli strinsi tra le mani una chiappa per ribadire il concetto. Lui
mugugnò strofinandosi contro di me. Se avesse continuato in
quel modo non saremmo più usciti da quel letto.
"Ti è piaciuto? So che
hai più esperienza ed io sono alle prime armi con questo... "
"Fermati ti prego! Non farti
paranoie stupide. Sarai pure inesperto ma
fidati, il tuo entusiasmo a battuto tutto e mi hai sfiancato."
"Ho sbagliato qualcosa? Mi puoi
insegnare qualche tecnica per darti più piacere?" se avessi
dovuto insegnargli qualcosa mi avrebbe prosciugato completamente ogni
energia. Era pericoloso.
"Tesoro calmati, non c'è
fretta. Non hai sbagliato niente. Non
mi sono mai sentito così bene in tutta la mia vita. Tu mi
fai
stare bene, sempre. Mi sento completo." lo rassicurai guardandolo negli
occhi mentre passavo le dita tra i suoi capelli spettinati.
"Come se avessi trovato il pezzo
mancante del puzzle." sospirò lui. Il suo sguardo sincero
era disarmante.
"Giusto."
"Lo rifacciamo ancora?"
"Mi vuoi morto per caso? Dammi
tregua. Aspetta un altro pò. Fammi fare prima una ricarica
di energie, poi potremmo pensare al secondo round."
"Va bene vecchietto. Vado a
prenderti un succo d'arancia, magari ti riprendi in giornata." si
sciolse dall'abbraccio e si tirò in piedi dandomi una pacca
sul sedere.
"Che sfacciato." affermai
in tono sorpreso lanciandogli un cuscino che riuscì a
deviare con facilità ridendo a crepapelle, mi fece la
linguaccia.
Lo guardai allontanarsi in fretta,
forse per paura delle possibili ripercussioni. Risi a mia volta,
abbandonandomi alla testata del letto. La suoneria del mio cellulare
arrivò da qualche parte nella stanza. Controllai per capire
dove fosse finito e lo raccolsi dal pavimento, sotto una pila di
vestiti sparsa qua e la. Chi poteva essere a quell'ora? Speravo non mia
madre. Ero quasi convinto di lasciare perdere la chiamata quando vidi
il nome sul display. Strano.
"Ciao Mark, dimmi."
"Notizie brutte bro." quelle parole
mi fecero tremare la terra sotto i piedi. Era raro sentire Mark dire
una cosa del genere.
"Che tono lugubre. Cos'è
successo?"
"La tua cara conoscenza, che speravo
tanto non dovessimo nominare più, è tornata dal
regno dei defunti."
"Chase è tornato?"
"E c'è di più.
Si mormora che la tua agenzia stia facendo di tutto per ingraziarselo e
farvi lavorare di nuovo insieme. Qualcuno rivuole i DC alla ribalta."
"Non adesso..." persi le parole.
"Ne ora ne mai. Chiudi
immediatamente con quella gente!"
"Mark, ne parliamo più
tardi. Non dire niente ad Alec, me ne occuperò io. Ciao."
con un sospiro, chiusi la chiamata e per precauzione spensi anche il
cellulare. Avevo paura di ricevere altre chiamate indesiderate come
quella che sapevo sarebbero arrivate a momenti.
Tutte quelle nuove informazioni mi
bombardarono in testa. Non poteva succedere adesso. Dopo lo scandalo,
Chase aveva cambiato aria e si era dedicato alla sua musica senza fare
tanto scalpore sui gossip. La notizia del suo ritorno avrebbe fatto il
giro dei giornalisti in un attimo, riportando il suo nome a combaciare
con il mio. Non bastavano già gli haters che avevamo contro?
Sapere persino che la mia agenzia si era messa in mezzo a creare questo
casino era come la ciliegina sulla torta. Era diventata tossica.
"Cos'è che Mark non
dovrebbe dirmi?" tombola! Mi girai di scatto verso l'entrata con aria
colpevole. Non lo avevo nemmeno sentito entrare. Quanto aveva sentito
di quella conversazione? Forse non tutto ma fin troppo vedendo lo
l'espressione scura del suo volto. Non volevo farlo soffrire. Il
pensiero di esserne in parte responsabile mi tormentava. Mi avvicinai a
lui stringendolo in un forte abbraccio.
----------------------------------------------------------------
Eccomi un pò in ritardo ma ho veramente avuto un blocco su
come andare avanti. Spero di riuscire a postare quanto prima l'ottavo
capitolo.
Ringrazio per il commento lasciato. Spero di riceverne altri.
Buona lettura
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Hold me tight ***
Behind your gaze 8
POV Damon
Erano giorni che provavamo le varie coreografie di danza ed ero stanco
morto. La fatica si sentiva, ma ero un perfezionista e non mi
accontentavo di niente di meno. Avrei dato tutto me stesso su quel
palco e ne sarebbe valsa la pena vedere i volti contenti di tutti i
fans mentre gridavano il mio nome. Un pò di fatica in
più non mi avrebbe sotterrato. L'unica pecca era non
riuscire a passare un pò di tempo da solo con Alec. Ci
sentivamo più volte al giorno, dai semplici messaggini alle
interminabili videochiamate fino a notte fonda, ma mi mancava la nostra
intimità. Mi mancava toccarlo, agognavo il calore del suo
corpo. Sapevo che anche per lui era difficile la lontananza, ma per il
momento dovevamo accontentarci. Eravamo entrambi impegnati con dei
lavori singoli e l'unica possibilità di vederci sarebbe
avvenuta l'indomani quando avremo dovuto partecipare ai casting finali
dei nuovi personaggi della serie. Ero impaziente che passassero quelle
diciassette stramaledettissime ore. Bevvi un sorso di acqua e tornai a
lavoro dagli altri ballerini. Non ero bravo a ballare ma me la cavavo,
non mi perdevo d'animo e andavo avanti finchè io stesso non
mi consideravo soddisfatto. Fortunatamente avevo degli insegnanti
pazienti che sopportavano le mie fisse e la mia voglia di migliorare in
tutto quello che facevo. Stavamo preparando la mia serata speciale, un
grande spettacolo con esibizioni di canto e ballo e interazioni con i
fans. Se fosse andato tutto secondo i piani sarebbe stato grandioso.
Nella mia mente avevo già organizzato tutto. Dovevo soltanto
fare la proposta a qualcuno di partecipare come mio ospite speciale,
speravo di riuscire a convincere Alec a dire di si. Era l'unico con cui
volevo condividere veramente quel palco. Volevo che anche i fans lo
vedessero risplendere di luce propria. La stessa luce che vedevo ogni
volta che incrociava il mio sguardo e sorrideva. Era di una dolcezza
abbagliante che mi aveva conquistato il cuore. Volevo che tutti si
rendessero conto di quanto lui fosse speciale. Volevo far tacere le
voci di tutti quegli haters che ancora gli andavano contro. Sarebbe
stato magnifico se soltanto mi avesse detto di si. Avevo anche in mente
di preparare una sorpresa per i fans in previsione di un nostro fan
meeting di coppia. Avevamo già buttato giù alcune
idee ma c'era ancora tempo per decidere per quello. Volevo far tutto
coincidere con l'anniversario del nostro primo incontro. Doveva essere
un regalo per i fans ma soprattutto per noi. Sarebbe stato il nostro
giorno, uno dei tanti anniversari importanti che avremmo passato
insieme.
Per distrazione, inciampai sui miei passi e finii con lo sbattere il
sedere a terra facendomi male. Alcuni ballerini vennero a darmi una
mano, li ringraziai con un sorriso e dissi loro di andare avanti con la
coreografia e di non preoccuparsi. Non volevo dare troppo spettacolo
per una semplice botta, mi sarei reso ridicolo. Sarebbe
passata come tutte le altre. Una in più o in meno non faceva
differenza, il dolore lo avrei sentito più tardi. Voleva
soltanto dire che non ero ancora bravo abbastanza a seguire i passi
giusti. Dovevo continuare ad esercitarmi. Dovevo ancora capire come
ballare e cantare nello stesso momento senza perdere un polmone. O
forse entrambi. Seguii i consigli dell'insegnante ripetendo la sequenza
che avevo sbagliato, sembrava andasse meglio. Ad un certo punto Brian
si fece avanti dicendo che il tempo delle prove era finito e che dovevo
prepararmi per un'intervista. Controllai l'ora, non mi ero accorto del
tempo che era passato così in fretta però
mancavano ancora più di due ore all'intervista. Me la potevo
prendere comoda. Brian mi passò il cellulare e mi disse
buona fortuna, lasciandomi da solo nel mio angolino con espressione
confusa. Capii immediatamente le sue parole quando lessi un solo
messaggio seguito da una emoji con la faccina arrabbiata.
"Chiamami!"
Senza perdere ulteriore tempo, selezionai il suo numero e avviai una
videochiamata. Non feci nemmeno in tempo a dire ciao che mi interruppe
subito.
"Perchè le cose le devo sempre sapere da Brian?" i suoi
occhi mi stavano fulminando come se mi stessero facendo arrosto.
"Di cosa stai parlando?"
"Ti sei fatto male?"
"Era solo una caduta, va tutto bene. Stai tranquillo." lo rassicurai
con un sorriso. Non volevo farlo preoccupare per delle scemenze simili.
"Non è la prima volta che cadi o sbatti da qualche parte.
Ultimamente sei sempre più stanco, ti stai sforzando troppo.
Quante volte ti ho detto che devi prenderti una pausa?"
"Lo sai che non posso."
"Sono preoccupato per te." il suono di quelle parole quasi mi uccise.
Avrei tanto voluto prenderlo tra le braccia per sussurrargli che andava
tutto bene. Che a me serviva solo lui e nient'altro.
"Lo so piccolo. Io sto bene, ma mi sentirò decisamente
meglio domani. Anche soltanto vederti così in questo momento
mi da la ricarica."
"Idiota." borbottò lui abbassando lo sguardo imbarazzato con
un sorriso sulle labbra. Riuscivo a vedere persino le sue orecchie
andare a fuoco.
"Idiota innamorato." ridacchiai contento.
"Teddy!"
"Non c'è nessuno, posso dirlo quanto voglio."
"A parte che lo faresti lo stesso anche se ci fosse del pubblico
intorno...ma io non sono da solo. E' appena passata la mamma." mi
sussurrò lanciando delle occhiate di panico davanti a se.
"E ho sentito tutto!" urlò la voce di sua madre facendomi
scoppiare quasi a ridere, mi trattenni a stento ma stavo soffocando.
"Ciao Mary." la salutai appena me la ritrovai davanti con un'occhiata
torva.
"Tu ed io dobbiamo fare ancora un discorsetto sulle tue intenzioni con
mio figlio."
"Mamma, ti prego!"
"Mary, ho molto rispetto per te e tutta la tua
famiglia, accetterò qualunque cosa tu voglia dirmi
a proposito di questa relazione. Sono disposto a parlare con te quando
vuoi senza riserve. Non voglio mentire. Non so come sarà il
futuro, probabilmente avremo alti e bassi e ci saranno molti problemi
da affrontare. Siamo due teste calde. E' normale in una relazione avere
delle difficoltà, ma le supereremo insieme come coppia.
Posso prometterti che farò di tutto per renderlo felice. I
miei sentimenti per lui sono seri, lo giuro." speravo che riuscisse a
comprendere la sincerità delle mie parole.
"Quindi adesso mi chiamerai mamma?" era talmente seria che non sapevo
se stesse scherzando o altro. Avevo un pò di paura.
"Io...forse?"
"Mamma non avevi da fare con Hope? Forse dovresti andare." per fortuna
che c'era Alec a cercare di togliermi da una brutta situazione.
"Va bene, non c'è bisogno di cacciarmi via così.
Ti lascio al tuo uomo. E con te non ho ancora finito di parlare!" mi
puntò il dito contro prima di sparire dalla mia visuale.
Tornai a fissare con sguardo pieno di panico il figlio.
"Adesso sono in ansia."
"Non sei l'unico. Non sei obbligato a parlare con lei."
"Se la madre del mio compagno vuole essere rassicurata sulla relazione
del figlio di certo lo farò. Non sarà peggio di
affrontare mia madre e mia sorella messe insieme."
"Prevedo una riunione di famiglia quanto prima. Mi dispiace."
sospirò lui con fare sconsolato.
"A me no. Preferisco essere chiaro e non nascondermi con i tuoi
genitori. Vorrei che per loro vada bene la nostra relazione. E'
importante."
"Se ti dovessero dire che loro sono contrari mi lasceresti?" questa
domanda mi spiazzò in un attimo. Notavo una certa ansia nel
suo sguardo. Come poteva farmi una domanda simile? Dubitava di me e
questo mi fece un pò male.
"Nemmeno per sogno. Passerei al piano persuasione. Farò
tutto quello che vorrà tua madre per avere la sua
benedizione. Sarò il suo schiavo personale."
"Adesso si che mi spaventi sul serio." ridacchiò lui con
espressione orripilata, gli sorrisi.
"Almeno ti ho distratto."
"Idiota! Non mi sono mica dimenticato che dovresti prenderti
più cura di te."
"Era soltanto una caduta."
"Dam!"
"Va bene piccolo. Starò più attento. Comunque
questa cosa che tu e Brian continuate a messaggiarvi alle mie spalle
non è salutare per nessuno. Mi sento super controllato."
"Si assicura soltanto che vada tutto bene e che io non mi prenda un
infarto nel sentire certe notizie dai media. Non mi piace. Devi
prenderti più cura di te stesso e non soltanto continuare a
preoccuparti degli altri. Ricordati che non sei più da
solo...non lo eri nemmeno prima ma adesso devi prenderti più
cura di noi." la tenerezza della sua voce abbinata
all'intensità del suo sguardo mi fecero sciogliere come neve
al sole. Non potevo resistergli.
"Mi sento amato."
"Lo sei Teddy e anche tanto." ricambiò il mio sorriso. Era
stupendo.
"Mi prenderò più cura di me, te lo prometto. Tu
fai lo stesso. Adesso sei più tranquillo?"
"Lo sarei di più se fossi qui con me."
"Stasera faremo la videochiamata live su IG, domani ci potremmo
rivedere."
"Non saremo da soli." il suo broncio insoddisfatto era irresistibile.
"Troveremo un pò di tempo per noi, a costo di piazzare James
di fronte alla porta per dirigere il traffico e non fare entrare
nessuno." Alec ridacchiò divertito alla mia battuta.
"Me lo immagino già con il fischietto in bocca a sgridare
chiunque si fermi li davanti mentre blatera qualcosa su di noi e il
provare le nuove scene perchè devono essere molto
realistiche."
"Per quello ci vorrebbe molta pratica." alzai un sopracciglio con fare
ammiccante mentre lo vedevo arrossire vistosamente tutto eccitato.
"Quando possiamo iniziare? Ho visto che ci sono molte scene particolari
da provare."
"Tranquillo, le proveremo tutte." facemmo entrambi un sorriso d'intesa.
Ci saremmo divertiti parecchio per la nuova stagione. Avremmo avuto
tante scuse per amoreggiare liberamente.
"Devono essere perfette."
"La pratica è tutto. Piccolo adesso devo andare, Brian mi
sta aspettando."
"Va bene, ci sentiamo stasera."
"A più tardi."
Seguii Brian tutto il giorno, tra interviste e nuove proposte da
revisionare che erano molto allettanti. La botta al sedere iniziava a
farmi un pò male, conoscendo il mio pallido corpo
rischiavo di farmi venire un livido. Presi un antidolorifico dalla
borsa e cercai di rilassarmi tra un impegno e un altro. Misi il pilota
automatico e andai avanti tra sorrisi e pose ad effetto. Avrei tanto
voluto stringere tra le braccia Alec e addormentarmi con lui nel mio
letto. Avevo soltanto bisogno di quello e nient'altro. Una cosa
così semplice che sembrava impossibile. Mi mancava la sua
presenza al mio fianco, anche soltanto vedere il suo sorriso
illuminargli il viso. Non erano tanti giorni che avevamo lavori
singoli, eppure il bisogno di lui era diventato un'esigenza. Le
videochiamate non risolvevano il problema, tamponavano la ferita.
Bisognava accontentarsi. Presto lo avrei rivisto di nuovo.
L'intervistatore mi riportò al presente con le sue
domande.
"Damon avete già iniziato a leggere il copione?"
"Domani ci sarà la selezione finale dei nuovi personaggi e
verrà tutto il vecchio cast." mi sedetti più
comodamente incrociando le mani sul grembo.
"Siete tutti emozionati per la nuova stagione?"
"Si, non vediamo l'ora." sorrisi al ricordo della conversazione
precedente con Alec. Ci avrebbero aspettato tante di quelle prove che
l'unica pecca sarebbe stata avere l'intero staff che ci riprendeva con
le telecamere.
"Di cosa parlerà questa stagione? Alla fine della prima
abbiamo lasciato la tua coppia con un lieto fine e la promessa di
restare insieme per sempre. Cosa succederà dopo?"
"Non possiamo ancora parlarne, Claire e Meg stanno apportando delle
modifiche al copione. Nemmeno noi sappiamo granchè sulla
trama. E' un mistero."
"Come sta Alec?" ecco i campanelli di allarme. Dovevo stare ancora
più attento alle risposte.
"Sta bene, sta lavorando ad alcuni progetti."
"Non vi vediamo insieme ultimamente. Va tutto bene tra di voi? Ci sono
voci che dicono che avete litigato."
"Voci senza fondamento. Siamo entrambi impegnati con i nostri lavori
individuali che presto potrete vedere tutti. Ci sentiamo ogni giorno."
perchè il fatto di non vedersi per qualche giorno lo
prendevano sempre come una qualche rottura tra di noi? Non capivo.
"Quindi la vostra relazione va bene?"
"Come sempre. Ogni tanto discutiamo ma è normale, risolviamo
tutto abbastanza in fretta parlandone. Tra di noi va bene."
"Qual è lo stato attuale della vostra relazione?" ed ecco la
domanda del secolo. Avrei dovuto mentire un'altra volta. Chiesi scusa
mentalmente ad Alec.
"Siamo come fratelli, è una persona speciale per me." una
bugia aveva sempre bisogno di essere accompagnata da una
verità. Mi sarei sentito meno in colpa.
"Niente di più che fratelli?"
"Solo fratelli." sorrisi annuendo, mi sarei fatto perdonare quanto
prima.
Finalmente accettò la mia risposta senza insistere
più di tanto, come facevano altre persone, e l'intervista
durò un altro pò con un'altra serie di domande
riguardo la serie e il servizio fotografico appena fatto. Riuscii a
cavarmela come al solito, sviando le parti critiche. Ormai ero
diventato un maestro per quello, succedeva raramente che mi prendessero
in contropiede. Se prima dovevo proteggere solo l'interesse che provavo
nei suoi confronti, adesso avrei dovuto proteggere qualcosa di
più importante per me. Non avrei dato in pasto ai media la
nostra vera relazione. Avrei fatto di tutto per tenerla al sicuro.
Riuscii ad arrivare a casa senza troppo mal di testa e mi appisolai sul
divano senza nemmeno togliermi le scarpe. Quando mi risvegliai era
quasi buio e mi sentivo ancora stanco. Ormai rubavo il sonno ogni volta
che ne avevo l'opportunità. Non riuscivo a farmi una notte
intera di sonno da quando Alec aveva lasciato il mio letto l'ultima
volta...non che avessimo dormito più di tanto, ma almeno il
risveglio era stato decisamente migliore e più rilassante.
Andai a farmi la doccia e mi preparai un pò di frutta come
cena frugale. Non avevo voglia di mettermi ai fornelli e cucinare
soltanto per me non mi invogliava di certo a farlo. Diventavo pigro
quando ero da solo. Controllai l'orologio e inviai un messaggio ad Alec.
"Sei
pronto per la live?" non aspettai molto per la risposta,
probabilmente stava giocando come al solito.
"Ti
stavo aspettando."
"Stavi aspettando me o stavi giocando?"
"Ovviamente ti stavo aspettando per giocare. Cosa credi?"
"Il solito simpatico." lui mi mandò una emoji
con la linguaccia. Era dispettoso quella sera, sorrisi scuotendo la
testa. "Sei
nervoso? Parlerai con me."
"Visualizzato
da un numero non specificato di utenti. Se dovessi dire qualcosa che
non dovrei? Lo sai benissimo che a volte mi faccio scappare delle cose
di bocca."
mi ricordavo benissimo le sue improvvisate folli dove, quando aveva
capito di aver detto qualcosa di troppo, si girava dalla mia parte con
occhi sbarrati a ridere chiedendomi scusa e un aiuto per uscire fuori
dalla situazione. Ormai queste figuracce le conoscevano tutti, era
divertente la sua innocenza.
"Ci
sono abituato, salveremo la situazione come al solito."
"Quando
mai sei riuscito a salvarla? Ormai il web è pieno dei nostri
incidenti di percorso durante le interviste. Sono più le
volte che chiedo scusa imbarazzato piuttosto di quelle dove sembro
serio."
"I
fans apprezzano di più i tuoi spoiler. Ti trovano tenero
almeno quanto me."
"Stronzo."
"Rilassati,
saremo insieme. Tra poco iniziamo."
"Dam possiamo giocare un pò prima della live? Ti prego!"
"Va bene, ma cerca di non uccidermi subito."
"Ti farò il culo."
Quelle parole non furono altro che la verità.
Avevamo iniziato il gioco da alleati ed eravamo finiti a rincorrerci
come due pazzi in una lotta all'ultimo sangue. Come al solito, cercai
di imbrogliare in qualche modo ma lui fu più rapido e
iniziò a spararmi alle spalle ridendo come uno scemo al
microfono. Traditore! Passai al contrattacco ma morii poco dopo aver
sentito le sue lamentele per aver ferito il suo avatar. Sembrava
proprio un bambino che faceva i capricci e imprecava. Gli ricordai che
era ora della live e che i fans ci stavano aspettando. Lui
acconsentì terminando la chiamata in corso sussurrandomi con
fare tenero "a dopo". Scossi la testa
divertito e mi piazzai ai piedi del divano avvicinando il piatto con la
frutta. Posizionai meglio il cellulare e avviai la live, iniziarono
subito a partecipare i fans mandandomi i loro saluti e tanti cuoricini.
C'erano followers da tutto il mondo, fino a qualche anno fa non sarebbe
successa una cosa del genere. Mi sentivo speciale ad essere arrivato
così lontano fino a loro.
"Ciao a tutti. Vediamo se Alec è pronto. Alec dove sei?
Dov'è Alec? Eccoti. Ciao." sorrisi appena il mio compagno
accettò la mia richiesta di partecipazione alla live.
"Ciao. Ci sono tante visualizzazioni." mormorò lui
passandosi una mano tra i capelli.
"Sono tutti impazienti per farci domande. Sei pronto?"
"Iniziamo." lui annuì spostandosi.
"Non vedo ancora nessuna domanda." mormorai addentando una fetta di
mela.
"Probabilmente hanno paura di noi."
"Ecco la prima. Sei Alec o Alex adesso?" quella domanda era riferita a
quando, durante le interviste, Alec a volte diceva di essere il suo
fratello gemello così poteva dire scemenze a raffica senza
darci troppo peso. Quindi spuntava all'improvviso Alex, il suo alter
ego. Se ne inventava sempre di nuove per far ridere la gente.
"Adesso sono Alec." lo affermò facendo un cenno con il capo.
"Seconda domanda." tamburellai le dita contro il tavolino.
"Damon
cosa stai mangiando?" avvicinai il piatto alla fotocamera
del cellulare per inquadrare meglio il contenuto a beneficio dei fans.
"Sto mangiando una mela. Due domande già fatte." mentre
masticavo un altro pezzo scorsi una domanda che mi fece sorridere.
Volevo stuzzicarlo un pò. "Hanno chiesto diverse volte se
Alec ama Damon."
"Dov'è la domanda? Io non la vedo." invece di rispondere
cercò di prendere tempo avvicinandosi allo schermo del
telefono per cercare la fatidica domanda che aveva suscitato tanto
scalpore.
"E' proprio qui."
"Lo amo tanto quanto lui ama me." sorrise lui alzando un sopracciglio
come se volesse sfidare me a dire il contrario.
"Viene conteggiata come risposta?" chiesi ai fans continuando a fissare
la profondità dello sguardo di Alec. Ridemmo entrambi
divertiti capendoci al volo.
"Ci sono solo scimmie in giro." prese in giro lui i fans in tono
divertito. Ogni tanto le sue battute risultavano strane persino alle
mie orecchie.
"Damon
scegli tra Alec e Alexander."
"Che domande. Scelgo tutti e due." affermai con un sorriso sulle
labbra. Erano tutte e due parti della stessa medaglia, mi piaceva tutto
di lui.
"Quando
uscirà la seconda stagione?"
"Umm...non ne sono sicuro. Ci sono ancora molte cose da fare con la
produzione prima di iniziare a fare le prove. Nessuno sa ancora niente.
Dobbiamo aspettare."
"Per il momento siamo impegnati con altri lavori e Alec sta facendo il
tirocinio per l'università. Dobbiamo incastrare i vari
programmi delle nostre agende per poterci vedere. Sono diminuiti i
nostri incontri pubblici per il momento." spiegai semplicemente con una
scrollata di spalle.
"Avete
già letto il copione della seconda stagione?"
"Non l'ho ancora fatto. Stanno finendo di lavorarci su, dobbiamo
chiedere a Claire."
"Cosa possiamo dire? Sarà molto più intenso
rispetto alla novel." il suo mezzo sorriso sfrontato mi fece
ridacchiare.
"Molto intenso." alzai il sopracciglio per confermare e facemmo un
sorriso d'intesa. Conoscendo la mente perversa di Claire e la sua
voglia di accontentare alcune richieste dei fans, c'era da aspettarsi
di tutto da quel copione. Altro che 50 sfumature di grigio.
"Molto intenso. Lo stanno migliorando, tutti dovremmo aspettare per
avere il risultato finale dello script."
"Alec
quando incontrerai di nuovo Choco?"
"Quanto prima se i miei impegni me lo permetteranno. In questo momento
è un pò difficile."
"Alec hai
già mangiato?"
"Si, ho mangiato prima dei noodles piccanti. Perchè non
riesco a vedere queste domande?" scosse la testa disorientato.
"I commenti appaiono in modo differente."
"Veramente?"
"Si. Anche per i fans che ci stanno seguendo è lo stesso."
"Alec
e Choco hanno litigato?"
"Non siamo mai stati arrabbiati l'uno con l'altro."
"Ne hai già parlato con Choco?" gli chiesi prendendolo in
giro.
"Questa domanda dovresti farla a lui. Io non sono arrabbiato con Choco
ma a lui piace mordermi quando mi avvicino troppo a te."
borbottò lui arricciando le labbra.
"Allontana eventuali pretendenti dal suo amato."
"Qual è il suo amato?" mi fece la rima lui.
"Indovina." ricambiai il suo sorriso sfacciato.
"Alec
che cosa preferisci tra cani e gatti?"
"Mi piace giocare con entrambi, ma la mia famiglia ha un gatto e io mi
sento più a mio agio con lui. Mi piaccio anche i cani." come
al solito dava una risposta diplomatica senza andare contro a nessuno.
"Alec sta pregando sua madre per averne uno...o forse lo ha
già." sogghignai sotto i baffi riferendomi al sottoscritto.
"La
dote è ancora importante?"
"Si, è importante. Sono ancora 20 mila." ribadì
lui portandosi nuovamente i capelli indietro.
"Che tipo di persona sei? Non puoi essere incinto, sono stato attento."
commentai finendo l'ultimo pezzo di mela. Sempre a tirare in ballo la
storia della dote.
"Se
reciterete di nuovo insieme in un'altra serie, che genere vi piacerebbe
fare?"
"Un serie di azione, mi piacerebbe provare con quella. Ci vorranno
giorni per finire una scena. Però, quando sarà
tutto finito, la scena sarà d'impatto. Molto cool."
annuì lui con convinzione. Parlava sempre con tono
entusiasta per i film di azione e sapevo che chiedeva spesso a Paul se
ci fosse la possibilità di valutare qualche proposta in quel
genere.
"Ma le scene di azione ti faranno stancare." gli ricordai con tono
preoccupato. Forse sembravo un pò troppo mamma chioccia ma
ero sempre in pensiero che non si stancasse troppo.
"Si, ma sarebbero molto divertenti. Mi piacerebbe provare. Forse
farò pratica di arti marziali, mi ha sempre attirato quello
sport." già me lo immaginavo cadere mentre saltava per
tirare un calcio volante, a causa della divisa più grande di
lui, per poi imprecare contro i mulini a vento perchè era
finito a terra. La sola immagine mi faceva tanta tenerezza e un
pò di paura allo stesso tempo. Però con indosso
una divisa fatta su misura per valorizzare certi punti...wow. La mia
mente stava andando troppo avanti, adesso ero eccitato.
"Vale la pena provare." annuii cercando di togliermi dalla mente lui
con addosso una divisa attillata e semiaperta sul torace.
"Damon
chi scegli tra Choco e Alec?"
"Chi dovrei scegliere?" chiesi sorridendo lasciandolo in sospeso per
qualche secondo.
"Chi dovresti scegliere?" ricambiò il sorriso sfidandomi a
dire la verità.
"Se scegliessi Alec, lui non resterebbe lo stesso a casa con me."
"Se scegliessi me, Choco mi morderà di nuovo. Vorrei tenermi
intatte ancora tutte le dita."
"Visto che Alec non rimarrà a casa con me, scelgo
Choco. Almeno non resterò solo la notte e avrò
sempre qualcuno da abbracciare." peccato che la piccola palla di pelo
in questione era da una settimana a casa di mia madre a farsi viziare
da lei.
"Adesso non posso restare Dam, lo sai. E poi non abituarlo troppo al
tuo letto." ridacchiai divertito del suo avvertimento. Sapevo benissimo
a cosa si stesse riferendo. Era l'unico con cui potessi condividere il
mio letto e lui stava marcando il territorio.
"Silenzio..." mormorai dopo qualche minuto, nessuno parlava. Mandavano
soltanto cuoricini e la scritta DamLec come se ci stessero venerando in
qualche modo.
"Quando
farete il prossimo fan meeting di coppia?"
"Appena riusciremo ad organizzarci ve lo faremo sapere al
più presto. Non vediamo l'ora di rivedervi tutti."
"Ci mancate." annuì Alec di rimando confermando le mie
parole.
"Per il momento è tutto posticipato."
"Alec,
cosa mangeresti per una settimana intera se fossi confinato in casa?"
"Maiale croccante speziato tutti i giorni."
"Tutti i giorni? Non ti annoieresti?"
"Mai, lo adoro. Ne sono dipendente." sorrise serafico. Lui e le sue
dipendenze, ne sapevo qualcosa.
"Un pò come frequentare me?" il mio flirtare lo fece
arrossire. Sapevo di giocare sporco ma mi stavo divertendo a
stuzzicarlo.
"Chi ti ha detto che non mi sono annoiato? Andiamo avanti con le
domande." quasi gli risi in faccia a quel tono burbero.
"Prendetevi cura di voi. Ognuno deve prendersi cura si se stesso." mi
raccomandai con i fans. Tenevo anche alla loro salute.
"Non ci sono più domande?"
"Qualcuno ha detto che il maiale fritto lo si può cucinare
anche in un altro modo." gli dissi leggendo un commento con tanto di
spiegazione.
"Ha un buon sapore?" chiese lui subito interessato alla questione.
Quando si parlava di cibo non ascoltava più, specialmente se
era il suo piatto preferito.
"Leggendo la ricetta sembrerebbe di si. Lo potrei cucinare per te uno
di questi giorni." mi offrii volontario segnandomi mentalmente la lista
della spesa. Volevo cucinare per lui, sarebbe stato bello averlo di
nuovo in casa a infastidirmi mentre giocava con Choco per terra.
"Sai cucinare il maiale fritto? Lo sai che adoro il cibo piccante." lo
vedevo già con l'acquolina alla gola. Era affamato, almeno
tanto quanto me però di una cosa differente.
"Si." dovevo accontentarmi di saziare almeno quella fame se non potevo
fare altro.
"Pensavo che stessi scherzando."
"Assolutamente no, puoi noleggiarmi come cuoco personale quando vuoi.
Sono sempre disponibile per te."
"Vi
piace bere il tea al latte?" ma che razza di
domande tiravano fuori? Le persone avevano strane curiosità.
"Il tea al latte...potrei berlo ma se sarà troppo dolce
probabilmente non mi piacerà." affermò Alec con
espressione solenne. Dovevo complimentarmi con lui di non aver fatto
alcun verso di disgusto al solo pensiero di dover bere qualcosa di
troppo dolce. Ero l'unico a riuscire a convincerlo a mangiare qualcosa
di diverso dal solito e non sempre ottenevo buoni risultati, ma
accettava lo stesso e mi sorrideva grato. Ero innamorato perso del suo
sorriso.
"Si dovrebbe bere senza zucchero piccolo."
"Leggi i commenti...qualcuno ha detto che scegliamo di leggere soltanto
alcuni commenti e non tutti." quasi ridacchiai a quella lamentela. Ma
se mandavano soltanto faccine e cuori a cosa dovevamo rispondere?
"Dove sono le domande? Sono confuso. Vogliono vedere l'elefante che mi
hai regalato. Vado a prenderlo, ma ho qualcosa da dire." dissi in
anticipo nella speranza che non si arrabbiasse troppo con me. Mi alzai
e andai verso la vetrinetta dove mettevo le cose più
importanti e quel piccolo elefante lo era.
"Lo hai fatto cadere e si è rotto."
"La coda si è rotta. Questo è l'elefante. La coda
ha ceduto." dissi mostrando il piccolo oggetto in questione sul palmo
della mia mano. Ricordavo ancora il giorno che me lo aveva regalato
come se fosse stato ieri. Sorrisi a quell'animaletto con affetto.
"Come hai fatto a romperla?" la sua voce stava diventando spazientita.
"Non me lo ricordo, ma la tengo ancora qua. E' un pezzo di argilla. E'
caduta a pezzi, mi dispiace." presi la piccola coda e gliela feci
vedere. Avevo provato a incollarla ma non c'ero riuscito e quel pezzo
continuava a cadere come a sbeffeggiare la mia inutilità.
Avevo provato anche a chiedere aiuto a Brian ma, a parte prendermi in
giro dandomi del ridicolo, non lo aveva nemmeno toccato.
"Non eri tu l'uomo di casa?"
"A quanto pare fare bricolage è uno dei miei limiti. Ho
provato a riattaccarla ma è difficile. Comunque resta nella
mia vetrinetta delle cose importanti." confermai ciò
rimettendola al suo posto. Lo vidi sorridere e mi sentii più
sereno.
"Ciao
mi mancate, prendetevi cura di voi stessi."
"Guarda chi c'è! Ciao Run, anche tu ci manchi. Ci vediamo
domani." Alec salutò con la mano il nostro collega che si
era unito alla chat.
"Hanno detto di cantare una canzone. Non canti?" gli chiesi con fare
innocente. Sapevo che continuava ad essere imbarazzato per la sua voce,
ma prima o poi avrebbe dovuto superare quella paura.
"Che canzone?" sospirò rassegnato sapendo già
dove volevo andare a parare.
"Qualunque." scrollai le spalle. I fans sarebbero stati felici di
tutto, specialmente io.
"Waking
up the one morning
And
found out the world seems different
The
alarm clock I normally used is still the same as yesterday
You
are still peacefully sleeping
And
have no idea what is in my mind at this moment
I
should let you continuously sleep and have a nice dream
I'm
thinking the moment we look into each other eyes and say nothing
The
love we have I can see it through your eyes
The
good moments we have
Do
you feel the same way as I do?
Should
I keep this to myself
Or
should I say it out loud?"
Sorrisi fin dalle prime note continuando a guardarlo estasiato. Alec si
interruppe e mi fece un gesto con la mano affinchè
proseguissi il pezzo ma io scossi la testa. Volevo che continuasse a
cantare lui.
"Vai avanti fino alla fine." cercai di spronarlo.
"Questo è il tuo turno." il suo imbarazzo era palese.
"No, questa volta la canti tu fino alla fine. Voglio sentirti."
"Non voglio cantare altro, ho già cantato."
"Io ho finito di cantare per oggi, adesso tocca a te. Anche i fans
stanno aspettando." non sapevo chi dei due fosse
più cocciuto. Ridemmo entrambi esasperati l'uno dall'altro,
era una cosa normale per noi.
"Ho cantato con te ad ogni evento." si lamentò lui con una
vocina da bambino.
"Io ho già cantato nella serie varie volte. Hanno ascoltato
spesso la mia versione, si saranno stancati della mia voce."
"Questo non è vero, nessuno potrà stancarsi della
tua voce. Questa è la canzone di Damon così Dam
la deve cantare per tutti ancora una volta."
"Loro vogliono sentirti cantare."
"L'ho già cantata." sospirai scuotendo la testa con un
sorriso e la smisi di insistere.
"In
questo momento siete a casa, cosa stavate combinando?"
"Cosa stavi combinando?" gli chiesi sogghignando.
"Giocavo ai videogiochi."
"Con chi stavi giocando?"
"Chiunque." rispose lui serafico mandando indietro i capelli.
"E' una persona che mi ha fatto perdere molti giochi? Volevi dire
questo?"
"Non volevo, ma ha fatto tutto il mio miglior amico. Lo hai visto in
giro per caso?"
"Ma se ti è persino piaciuto essere ucciso senza motivo!"
gli rinfacciai con un'occhiataccia.
"Stavo fingendo."
"Mi hai deliberatamente fatto perdere le mie stelle? Ho perso 7 stelle
in 2 giorni a causa tua!"
"Non è vero."
"Cosa diavolo dici no? Stai mentendo. Mi hai fatto venire il mal di
testa."
"Di
che cosa avete paura?"
"Ho paura dei gechi." ammisi tristemente pensando a quegli esserini
dalla pelle strana. Potevano sembrare innocui, ma era tutto l'insieme
di quegli animali che mi spaventava.
"Io ho paura degli scarafaggi, ma solo quando volano."
"Come
sei cambiato adesso rispetto al passato?"
"In passato sono stato un tale fastidio per tanto tempo, mia madre lo
potrà confermare. Quando ho incontrato per la prima volta
Damon e le altre persone dello staff mi sentivo ancora imbarazzato a
parlare con persone estranee. Adesso sono diventato una persona
più tranquilla e ho iniziato ad aprirmi di più
anche grazie a Damon. Non ero bravo ad approcciarmi alle persone per
primo, ero piuttosto introverso."
"Di solito approcciavi estranei in passato?"
"Non l'ho mai fatto per primo. Ma se iniziassi a conoscere meglio una
persona e la frequentassi con una certa assiduità,
instaurando un buon rapporto con lei, inizierei a tormentarla con
messaggini e faccine. Sono stato un fastidio per molto tempo per la mia
famiglia, adesso mi piace infastidire le persone che sono molto vicine
a me. Cosa mi dici di te?" conoscevo molto bene quel suo lato nel
tormentare le persone. A volte mi ritrovavo il cellulare intasato dalle
sue emoji finchè non mi decidevo a rispondergli. Era un
chiaro bisogno di attenzioni e lui sapeva benissimo che non sapevo
dirgli no. Riflettei sulla sua domanda e mi tornarono in mente certi
comportamenti che avevo avuto solo qualche anno prima. Avevo fatto
molte cose di cui non andavo fiero a posteriori, ma speravo di aver
fatto ammenda in qualche modo ed essermi riscattato almeno per alcune
di esse.
"Come sono cambiato? Forse...come posso dirlo? Sono diventato
più riflessivo specialmente quando ho intenzione di fare
qualcosa perchè, ora come ora, ho diversi interessi nella
mia mente. In passato non ho sempre pensato a come mi sentivo veramente
e spesso agivo d'impulso senza neanche riflettere sulle mie azioni.
Adesso pondero attentamente le mie opzioni ma non mi tiro indietro
davanti alle sfide. Ho ancora l'istinto di fare subito tutto
ciò che mi passa per la mente, adesso ho anche
più opportunità per fare ciò che
voglio. Se non mi danno le opportunità me le posso creare da
solo e quindi le afferro al volo, sempre riflettendoci attentamente.
Non voglio più lasciarmi sfuggire nulla per paura di non
riuscirci. Ti sei mai sentito così?"
"Lo hai fatto perchè hai paura che si potrebbero dimenticare
di te?"
"Non è così. Diciamo che quando sei arrabbiato,
esprimi il tuo punto di vista in un certo modo. Prima lo facevo
più spesso senza guardare in faccia nessuno. Adesso ci
rifletto su e poi discuto con la persona in questione venendo a capo
del problema senza esagerare troppo."
"E' come una persona che pensa in fretta o qualcosa del genere? Vuoi
risolvere subito il problema."
"Alcune volte è così. Non riesco a fermare la mia
mente, raramente gli altri riescono a stare al mio passo e spesso non
vengo capito."
"E' come se in passato tu fossi stato uno spericolato."
"Sembra che tu stia usando delle buone parole per descrivere il mio
passato. Ero una persona ribelle e imprudente."
"Passionale."
"Quel momento è passato e sono successe molte cose che mi
hanno cambiato. Ho capito di essere stato così immaturo. Se
volevo ottenere dei risultati avrei dovuto cambiare metodo, altrimenti
sarei rimasto allo stesso punto di partenza. Alcune volte saltavo
subito alle conclusioni errate o facevo qualcosa di poco arbitrario.
Ero molto testardo."
"A volte lo sei ancora un pò. Adesso sei diventato molto
più prudente rispetto a prima?"
"Si e sono anche più consapevole nel fare certe cose. Ho
più responsabilità nei confronti delle persone
che mi seguono, devo a loro molto. Ne ho avuto abbastanza del me del
passato, ho avuto bisogno di cambiare. Adesso cerco di essere
più maturo."
"Si, è vero." lui annuì.
"Tu sei maturo?"
"Si lo sono."
"Veramente?"
"Andiamo avanti con le domande. Oh questa! Posso fare questa domanda?"
non mi risposte ma la sua espressione si animò di colpo.
"Quale domanda?"
"Quante volte i vostri personaggi nella serie hanno fatto sesso?"
"Perchè mi sembri così eccitato a questa domanda?
Ok conta."
"Partendo dal quarto episodio..."
"La scena del bagno non la conti? Te la sei dimenticata?"
"Chi se la scorda? Ricordo tutto." sorrise lui sistemandosi di nuovo i
capelli.
"Ci sono molte scene vietate ai minori. Per quanto riguarda il primo
episodio? Quando tu eri ubriaco sul mio letto..."
"Non so se il bacio in quella scena si possa definire vietato ai
minori."
"Abbiamo fatto così tante scene nc in ogni episodio? Negli
ultimi episodi ce ne sono state di meno."
"Si sono concentrati di più sulla parte drammatica della
storia. Pianti e pugni." annuì lui ricordando tutto il
lavoro che avevamo fatto per girare quelle scene. Ci eravamo dovuti
confortare a vicenda a causa dell'intensità che dovevamo
trasmettere in alcuni particolari momenti della serie.
"C'è qualcosa nell'ultimo episodio quando ci riconciliamo e
anche nell'episodio speciale."
"In pratica in ogni episodio ci diamo dentro." ridacchiammo entrambi un
pò imbarazzati.
"Hai
un modo per avvicinarti alle persone?"
"Questa domanda dovreste farla a Damon. Lui è bravo a fare
queste cose."
"Che cosa vuoi dire? Voglio conoscere la tua opinione su questa
domanda. Sono interessato."
"Il metodo per approcciare le persone? Farei prima qualche ricerca su
questa persona per capirla meglio. Giusto?"
"Ci vuole molto tempo?" aveva dovuto fare delle ricerche anche su di me?
"Si, ho bisogno di prendere il mio tempo. Di che tipo di approcci
stiamo parlando?"
"Stiamo parlando del primo passo che fai per conoscere una nuova
persona. Qualunque relazione tu possa avere con essa."
"Direi ciao, il mio nome è..."
"Il mio nome è Roberts. Alec Roberts." lo dissi facendo la
rima all'epica battuta di 007. Lui ridacchiò.
"Poi guardo le loro reazioni nei miei confronti. Se otterrò
un buon feedback e sentirò che ci si possa intendere a
vicenda, andremo d'accordo l'uno con l'altro." asserì lui
con sicurezza.
"Veramente? Io invece penso che, quando ci avviciniamo a qualcuno,
dovremmo abbattere tutte le barriere che ci troviamo davanti ed essere
pronti a conoscere quella persona. Perchè ne potrebbe valere
veramente la pena farla entrare nella propria vita. Hai notato che
quando ti parlo mi piace farti domande? Quando facciamo domande a
qualcuno, la persona che si ha davanti ha la possibilità di
parlare di qualunque cosa gli passi per la testa. Ovviamente in base
alla relazione che vi lega e all'interesse che dimostri
nell'ascoltarla. Più sei sincero più il vostro
feeling si rafforza."
"Dai loro l'opportunità di rispondere o parlare, giusto? Per
conoscersi meglio."
"Mostreranno la loro opinione o parleranno di più di se
stessi. Se siamo noi quelli che continuano a parlare senza dare alcuno
spazio agli altri, non otterremo mai nulla. Non conosceremo mai
veramente le altre persone. Se noi dovessimo incontrare una persona
introversa o che ha delle barriere veramente alte da superare, dovremmo
fare uno sforzo in più per capirli. Trovare qualcosa che ci
accomuna per creare l'opportunità di relazionarsi, come per
esempio i videogiochi. E il modo più semplice per farlo
è porre domande." risposi semplicemente.
"Hai ragione."
"Si. Vedo che ci stanno correggendo sulle scene nc della serie."
"Hanno una buona memoria, forse meglio della nostra. Ne abbiamo fatte
davvero tante...ancora e ancora. C'è una scena in cui ti
chiedo dove prendi tutta quella stamina? Ricordi?"
"Devo proprio rispondere?" risi apertamente ricordando quel momento.
"Vi
manca il resto del cast?"
"Mi mancano molto, siamo diventati una famiglia. Ci rivedremo tutti
molto presto."
"Alec
ama Choco?"
"Ho già risposto a questo. Adoro Choco." annuì
lui.
"Alec
ama Damon?"
"Si."
"Alec ama Damon?" gli chiesi nuovamente io per stuzzicarlo.
"Si."
"Veramente mi ami?" di feci d'impulso quella domanda dimenticandomi per
un attimo cosa stavamo facendo.
"Si" confermò lui con un dolce sorriso.
La live si concluse poco dopo con i nostri saluti a tutti i fans e un
augurio di buona salute. Avevamo fatto un buon lavoro tutto sommato. Le
visualizzazioni erano alle stelle e nonostante le poche domande alle
quali avevamo risposto, i fans avevano apprezzato di più le
interazioni tra di noi che altro. Avevamo ricevuto tante di quelle
faccine con gli occhi a forma di cuoricini che la chat stava andando
quasi in tilt. Ecco il motivo delle poche domande. Andava bene lo
stesso, avevo avuto più tempo ad ammirare il suo volto e
scambiare qualche sorriso d'intesa con lui. Eravamo riusciti a non
esporci troppo, almeno finchè non gli avevo chiesto se mi
amava veramente. Ad essere onesto, quella domanda era già
comparsa fin dall'inizio ma erano stati talmente curiosi da riproporla
e mi era venuta la curiosità di vedere come avrebbe
risposto. Come ne sarebbe uscito fuori da quel campo disseminato di
mine. La sua sincerità disarmante mi aveva spiazzato ancora
una volta. Non aveva accampato scuse o fatto battutine stupide per
cercare di non rispondere. Era stato diretto e semplice, senza nessuna
esitazione aveva dichiarato di amarmi davanti a milioni di persone.
Avevo persino dovuto chiedere se lo stesse dicendo seriamente oppure
tanto per dire qualcosa. Il suo sorriso di conferma aveva detto tutto.
Come facevo a non amarlo? La notifica di un messaggio mi
riportò al presente. Presi il cellulare e sorrisi al suo
nome. Mi aveva mandato due emoji una dove sbuffava il fumo dalle narici
un'altra con la cerniera chiusa a posto della bocca. Scoppiai a ridere
divertito. Solo lui poteva tartassarmi con delle ridicole faccine senza
senso e farmi divertire in un secondo.
"Cosa?"
"Mi
hai ingannato. Non avevano fatto quell'ultima domanda."
"Dovevi
controllare meglio la chat, è spuntata come un fungo fin
dall'inizio varie volte. L'ho tenuta come ciliegina sulla torta."
"Tu e
le tue ciliegine!"
"Perchè?
Hai mentito? Non mi ami?"
"Non
ti degno nemmeno di una risposta."
"Come
sei cattivo."
"Tu
di più."
"Ci
vediamo domani piccola pesta."
"Ricorda
di portare il pranzo per James. Mi ha già mandato un
messaggio in proposito. Non capisco perchè lo ha mandato a
me."
"Perchè
sei il mio adorato maritino."
"Almeno
non hai detto mogliettina."
"Se
vuoi lo faccio."
"Buonanotte
dannato Dam."
"Notte
e non fare troppo tardi. Vai a letto."
Per tutta risposta ebbi come emoji una faccina che mi faceva la
linguaccia per prendermi in giro. Diventava ogni giorno più
impertinente, ridacchiai tra me e me posando il cellulare sul comodino
della camera da letto. Quel ragazzo ormai mi aveva fatto perdere la
ragione. Spensi la luce e mi girai tra le lenzuola per trovare la
posizione più comoda. Sentivo la mancanza del suo corpo al
fianco del mio, il letto era troppo vuoto senza di lui. Presi il suo
cuscino e lo tenni stretto tutta la notte. Aveva ancora qualche vaga
traccia del suo odore. Chiusi gli occhi dalla stanchezza e mi persi in
un sogno con lui come co-protagonista.
Mi svegliai poco prima del suono della sveglia e corsi sotto la doccia
con tutto l'entusiasmo possibile per iniziare la giornata al meglio.
Sarei stato impegnato tutto il giorno a lavorare ma avrei rivisto Alec
tra poche ore. Avevamo già concordato entrambi di arrivare
in anticipo rispetto l'orario del programma che ci avevano inviato,
almeno saremo potuti rimanere un pò da soli. Avvertii Brian
di raggiungermi direttamente al casting in quanto me ne sarei andato
prima per vedere Alec. Il mio manager mi diede il via libera
avvertendomi soltanto di stare attento. Era inutile rifilargli una
balla, l'avrebbe scoperta in un secondo se solo ci avessi provato. Feci
colazione in fretta lasciando tutto nella lavastoviglie e, una volta
seduto in macchina, misi in moto addentrandomi nel poco traffico
davanti a me. Per fortuna non ero uscito nell'orario di punta,
altrimenti non sarei mai arrivato a destinazione. Ci impiegai
relativamente poco e parcheggiai con attenzione al solito posto. Lo
trovai accanto all'ascensore con in mano due bicchieri di tea ancora
caldo e un sorriso di benvenuto sulle labbra. Il miglior benvenuto
della mia vita. Mi porse un bicchiere e aspettammo tranquillamente
l'arrivo dell'ascensore lanciandoci delle occhiate con la coda
dell'occhio. Quando si aprirono le porte entrammo dentro ed Alec
selezionò il pulsante del terzo piano.
"Lo sai che se non fosse stato per questi due bicchieri bollenti ti
avrei già sbattuto alla parete?" mi avvicinai sussurrandogli
all'orecchio.
"Perchè non lo fai?" mi provocò lui spogliandomi
con gli occhi. Sarebbe stata una lunga tortura.
"Non tentarmi tesoro, sono al limite."
"Mi sto maledicendo per essere passato in caffetteria."
"Forse è stato meglio così. Altrimenti avrei
bloccato questo maledetto ascensore e fatto partire l'allarme.
Sarebbero resuscitati anche i morti."
"Uffa, poi chi le avrebbe più sentite Meg e Claire?" le
porte si aprirono e ci staccammo di scatto. Non c'era praticamente
nessuno nel corridoio.
"Ti ricordo che ci saranno anche molti giornalisti con tanto di
videocamere oggi." aprii la stanza dei truccatori e lo spinsi dentro
dopo aver controllato che non ci fosse nessuno. Eravamo fortunati.
Posai entrambi i bicchieri sul tavolino e lo presi tra le braccia
affondando il naso sul suo collo.
"Lo so, non ricordarmelo. Quando potremmo stare finalmente io e te da
soli?" sospirò lui aggrappandosi ai miei bicipiti.
"Non lo so piccolo, ma lo faremo succedere. Te lo prometto. Adesso
possiamo concederci qualche minuto nello stanzino del trucco. Non sono
ancora arrivati."
"Mi sei mancato Teddy." mi accarezzò la testa passando la
mano tra i miei capelli.
"Anche tu tesoro. Hai un buon profumo." un giorno sarei morto su quel
collo. Era come una droga per me.
"Non strofinarti troppo altrimenti non usciremo più da
questa stanza." mi avvertì lui gemendo. Iniziavo a sentire
anch'io qualcosa di duro.
"Allora mi stacco."
"Non provarci nemmeno. Voglio restare qua." rafforzò la
stretta al mio collo strofinandosi ancora di più.
"Lo sapevo che vi avrei trovati chiusi in questa stanza! Siete i
soliti." esordì il nostro amico entrando all'improvviso
facendoci venire un colpo.
"James esci!" esclamai irritato cercando di cacciarlo via.
"Non posso, tra poco saranno qui tutti. Meg mi ha detto di venirvi a
prendere ovunque vi troviate altrimenti verrà a pescarvi lei
con qualche giornalista attorno. Non so se vi convenga." il suo tono
ironico mi stava irritando ancora di più.
"Non puoi darci altri dieci minuti? Non ci vediamo da alcuni giorni."
si lamentò Alec posando il capo sulla mia spalla mentre io
gli stringevo un braccio attorno alla vita.
"Devo chiamare Meg?" ci minacciò James in tono ironico.
"Stai rischiando il tuo pranzo."
"Il mese non è ancora finito e tu sei sempre di parola."
"James li hai trovati?" chiese ad alta voce Meg fuori dalla porta
rovinando del tutto il nostro momento.
"Tempo scaduto. Andiamo a fare il nostro lavoro." sospirai
massaggiandogli il collo per mitigare la sua delusione.
"Come faceva a sapere che eravamo insieme?"
"C'è bisogno di chiedere? Siete sempre appiccicati peggio
della colla. Tutti lo sanno. Andiamo."
Controvoglia, dopo aver stretto per l'ultima volta Alec in un rapido
abbraccio d'incoraggiamento e avergli posato un bacio sul collo, ci
ricomponemmo seguendo James che ci portò al centro della
sala per salutare i vecchi amici. Era come fare una riunione di
famiglia. Nessuno aveva detto nulla del fatto che Alec ed io eravamo
arrivati insieme e un pò scompigliati ma le loro ammiccatine
verso di noi con tanto di sorrisi la dicevano lunga sui loro sospetti.
Alec cercò di tenersi un pò alla larga ma,
inevitabilmente, finivamo sempre per trovarci l'uno accanto all'altro a
sfiorarci senza quasi rendercene conto. Per noi era normale stare
insieme, sarebbe stato strano il contrario. Entrambi avevamo bisogno di
quel contatto tra di noi. Era un'esigenza, ci cercavamo senza nemmeno
accorgercene. Ci sentivamo bene quando eravamo vicini.
Seguimmo le direttiva di Meg e Claire e di altri personaggi importanti
che facevano parte del gruppo di selezionatori per il nuovo cast. Ci
presentarono i candidati finalisti e iniziammo a interagire con loro su
alcune battute che Claire ci aveva diligentemente scritto per
l'occasione. Dovevamo restare separati ancora per un pò per
provare le singole scene. Avevo già individuato l'attore che
poteva interpretare mio cugino nella serie e avevo capito che Claire se
ne era accorta e aveva scritto qualcosa alla sua amica che aveva
annuito. Chiamarono sul palco anche la possibile ship di quell'attore e
salutai piacevolmente sorpreso il nuovo arrivato. Lo avevo
già incontrato durante alcuni provini e anche in agenzia, mi
piaceva quel ragazzo. Mi sembrava si chiamasse Khai. Lui mi sorrise
entusiasta facendo un cenno con la testa. Era bello vederlo tra i
finalisti. Mi allontanai dal palco lasciandolo a loro. Dopo averli
visti insieme alzai un pollice verso Meg che annuì
soddisfatta. Mi piaceva dare una possibilità a chi se lo
meritava.
Finalmente chiamarono Alec insieme ad altri due attori, uno dei quali
aveva già partecipato alle selezioni per il cast della prima
serie e che poi era stato lasciato a casa per scegliere me. Speravo non
ne fosse troppo arrabbiato. Claire ci disse che dovevamo interpretare
la scena con l'arrivo del nuovo corteggiatore di Alec. Il mio sorriso
scemò di colpo diventando una mezza smorfia che cercai di
contenere il più possibile. Adesso ci si metteva pure lei!
Cosa avevo fatto di male? Va bene che era tutta una serie di fantasia,
ma dovevano per forza farmi vedere davanti agli occhi un possibile
tradimento? La cosa non mi entusiasmava per niente. Lanciai uno sguardo
di sbieco ad Alec e lo vidi sfregarsi le mani con entusiasmo. Se avessi
potuto farlo, gli avrei dato una sberla sulla testa. Mi stava
provocando? Iniziammo con il primo candidato ma sentivo che non c'era
molta sincronia di emozioni con lui, non suscitava a nessuno la vera
tensione che ci doveva essere con un estraneo che voleva a tutti i
costi mettersi in mezzo a una coppia per dividerla. Non ne erano
nemmeno convinti i selezionatori. Fecero salire sul palco anche la sua
possibile ship, un ragazzo alto e molto carismatico con molto talento
ma non vedevo nessun feeling tra di loro. Non erano visibilmente molto
affiatati. Fecero salire il secondo attore per ripetere le stesse
battute e Alec mi sembrava ancor più eccitato di prima. Che
diamine gli stava prendendo in quel momento? Il nuovo attore sembrava
più intraprendente del primo e decisamente più
sfacciato, anche quando fingeva di cadere con espressione innocente
cercando le attenzioni di un Alec che sembrava scocciato. L'interazione
tra i due era diversa da quella precedente. Adesso era il mio turno. Lo
affrontai apertamente seguendo a mala pena le battute che ci avevano
scritto. Lo vidi sorpreso per un attimo ma recuperò in
fretta e mi rispose in modo sfacciato entrando perfettamente nel
personaggio. Feci lo sguardo intimidatorio dandogli una spinta sulla
spalla, lui indietreggiò di qualche passo ma non si fece
abbattere continuando a ribadire che gli piaceva il personaggio di Alec
e che avrebbe fatto di tutto per averlo. Sapevo che era tutta una finta
ma qualcosa in me stava venendo alla luce e ad un certo punto lo vidi
persino impallidire e non sapere più cosa rispondermi
indietreggiando di nuovo. Capii veramente che gli stavo mettendo paura.
Frenai di colpo la mia gelosia e la scena in atto, intimandogli
qualcosa sul stare lontano dal mio fidanzato, e scesi dal palco per
andare ad abbracciare Alec che rise contento tra le mie braccia. Fu
più forte di me quel gesto. Avevo bisogno di
quell'abbraccio. Mi misi alle sue spalle, continuando a stringerlo
stretto, mentre affondavo il mento sul suo collo tranquillizzandomi nel
sentire il suo odore. Odore di casa. James si picchiò una
mano in fronte seguito dalle risate di Run e il sospiro esasperato di
Thorn. I selezionatori risero alla scena e Meg cercò di
ristabilire l'ordine parlando con il povero malcapitato ancora sul
palco che non sapeva che pesci prendere. Loro pensavano che avessi
fatto quella scena per puro divertimento, peccato che era il contrario.
Ero possessivo del mio fidanzato.
"Tutto bene Dam?" mi chiese a bassa voce Alec posando le sua mani sulle
mie.
"Magnificamente."
"Sei sicuro?" il suo tono era preoccupato.
"Adesso si."
"Facevi paura sul palco."
"Marcavo soltanto il territorio. Tesoro dopo volevo proporti un
progetto da fare insieme."
"Va bene." annuì lui.
"Cosa ne dici di andare a pranzo insieme dopo?"
"Andiamo a casa?" sentii il suo sorriso e lo ricambiai con
felicità.
"No, stavo pensando a un locale non molto lontano da qui. Ti
piacerà, l'ho scoperto di recente con Brian. Ti va di uscire
da solo con me?"
"Mi hai appena reso felice." quel nostro breve momento intimo fu
interrotto nuovamente da James che ci si piazzò davanti.
"Ragazzi, i giornalisti vi stanno aspettando e Brian mi ha appena
chiesto di dirvi di smetterla con tutte queste effusioni in pubblico."
"Rompi sempre le uova nel paniere James."
"Ragazzi io sono il vostro fan numero uno, il capitano della vostra
nave! E' il lavoro che vi rema contro. Andiamo."
Lo seguimmo di nuovo facendo un cenno di saluto a tutte le persone che
incontravamo nel tragitto. Sembrava che avessimo molti fans tra di loro.
"Damon! Damon! State insieme?" mi fermò una donna
all'improvviso ponendomi la classica domanda. Ormai era di rito, ma
ovviamente quell'abbraccio aveva dato loro la scusa per investigare
ancora di più sulla verità che tutti si volevano
sentir dire. Sembravano degli squali affamati che sentivano odore di
sangue a miglia di distanza. Più noi due ci mostravamo
intimi più la loro curiosità veniva stuzzicata.
"Il nostro status non è cambiato. Siamo fratelli che si
amano."
"Siete sicuri? Sembrate legati più che mai."
"Il nostro rapporto si è fatto più profondo ma
restiamo sempre due fratelli."
POV Alec
"Restiamo sempre due fratelli."
Quelle parole mi fecero male. Capivo il motivo per il quale Damon
continuava a insistere su quella frase, aveva paura delle ripercussioni
che ne potessero derivare per entrambi ma specialmente per me. Avevamo
concordato di insistere su quella frase e lo facevo anch'io ad ogni
intervista ma era come pugnalare alla schiena la nostra relazione.
Faceva male ogni singola volta e me ne sentivo talmente in colpa da
voler costantemente chiedere scusa a Damon, ma non lo facevo. Sapevo
che anche per lui non era facile. Dovevamo restare fratelli che si
amano per tutti, niente di più niente di meno. Avrei tanto
voluto gridare la verità. Le uniche cose che ancora mi
tradivano erano le risate imbarazzate e il rossore che arrivava fino
alle orecchie. Non ero molto convincente alcune volte e i fans spesso
ci prendevano in giro, ma il loro affetto verso di noi era talmente
forte da fingere a credere alle nostre palesi bugie. Rischiavamo sempre
di essere beccati in qualcosa di più di un semplice
abbraccio, che ormai tutti sapevano che tra noi era una cosa normale.
Ci avvicinammo ai microfoni che ci avevano piazzato da una parte della
stanza e iniziammo a rispondere alle mille domande riguardanti la serie
e alle nostre abitudini insieme. Nessuna domanda nuova. Qualcuno
provò a insistere nel chiedere di nuovo sulla nostra
relazione ma Damon riuscì a capovolgere la situazione a
nostro favore puntando l'attenzione su altro come al suo solito. Era un
maestro per sviare i discorsi. Dovevo ancora imparare tante cose da
lui, era un continuo insegnamento per me stare al suo fianco.
Dopo le interviste di rito, ci riunimmo con i selezionatori e gli altri
membri del cast originale per scambiare le nostre opinioni sui vari
partecipanti. Meg presentò una scaletta tutta sua dove
presenziava anche il nome di First, l'attore che aveva dovuto
rivaleggiare contro Damon per il mio amore. Speravo ne uscisse vivo
dalle prove e che il temperamento del mio compagno si calmasse di
più rispetto a quando stavano sul palco. Mi erano venuti i
brividi a guardare la recitazione fin troppo realistica di Damon, gli
aveva praticamente ringhiato contro e nemmeno se ne era accorto. Il
poverino in questione era sbiancato e se la stava quasi per fare
addosso davanti a tutti. Damon aveva messo paura a tutti, erano volate
scintille. Nemmeno a me era piaciuto vederli insieme sul palco. First
era stato il candidato migliore per quella parte, ma c'era stato
qualcosa che mi aveva disturbato nel vederli interagire tra loro. La
tensione era palpabile, ero rimasto in un angolo ad osservarli
attentamente per tutto il tempo. Ero nervoso e non ne capivo la
ragione. Quando era tornato in ed era corso ad abbracciarmi avevo
sentito tutta la tensione scomparire in un attimo, anche il suo corpo
si era rilassato. Mi erano mancati i suoi abbracci. Mi era mancato
tutto di lui. Chi lo avrebbe mai detto che sarei arrivato a quel punto?
Più andavamo avanti, più il nostro legame si
intensificava. Eppure non stavamo insieme da molto tempo. Da quando ci
eravamo confessati i nostri sentimenti tutto era cambiato. Non vedevo
l'ora di restare da solo con lui.
Dopo aver finito i nostri compiti e concordato per la data di inizio
del workshop, raggiungemmo l'auto Dam e ce ne andammo via insieme verso
il ristorante tranquillo di cui mi aveva parlato prima Brian non era
molto convinto di questa uscita improvvisata e voleva venire con noi ma
il mio compagno lo aveva preso in contropiede affrettandosi ad aprire
l'auto urlando che si meritava una pausa con il suo uomo. Poi mi aveva
trascinato dentro e avviato il motore facendo ciao ciao con la mano a
un Brian che scuoteva la testa con espressione accigliata. Risi a
crepapelle mettendo le mani giunte di fronte a me chiedendo scusa al
manager, non sembravo molto sincero in quel momento ma non riuscivo a
restare serio. Stare con Damon era come aver creato un mondo tutto
nostro e con lui mi sentivo libero di comportarmi come volevo,
diventavo come un bambino in cerca di affetto e attenzioni quando
eravamo insieme. Non ero mai stato spensierato e felice come in quel
momento. Avrei preferito rimanere da solo nelle mura familiari e intime
di casa sua, ma avere l'opportunità di uscire insieme come
se fossimo una coppia normale era un sogno. Non potevo lasciarmelo
sfuggire. Il locale era tranquillo e i proprietari molto affabili, dopo
qualche autografo e un paio di foto ci sistemarono ad un tavolo
tranquillo e appartato. C'erano poche persone intorno a noi, ma non ci
infastidirono in alcun modo e noi restammo isolati nel nostro mondo.
Non potevo chiedere di meglio. Ordinammo un bel pò di cibo
che nemmeno sapevo se lo avremmo finito. C'erano fin troppe cose buone
sul menù, magari sarei riuscito a convincerlo a passarci
un'altra volta. Speravo di avere ancora una possibilità.
"Cosa volevi dirmi prima?" gli chiesi dopo che ci avevano consegnato i
piatti.
"Lo sai che mi sto preparando per la serata speciale."
"Stai lavorando molto per quella serata. Sarà fantastica,
probabilmente la seguirò in streaming con James a casa sua."
"E se ti chiedessi di partecipare come ospite speciale? Alec vorrei che
tu fossi presente. Ho bisogno di te su quel palco, accanto a me.
Vorresti?" il suo sguardo ansioso mi fece sorridere. Capivo le sue
paure, aveva bisogno di tutto il supporto necessario, ma sapevo che
sarebbe stato magnifico su quel palco. Sarebbe stato abbagliante come
il sole. Il mio sole.
"Pensavo che al massimo sarei rimasto dietro le quinte a guardare lo
spettacolo."
"Non sarai mai dietro le quinte con me. Sarai sempre al mio fianco,
ovunque vada. Non ti lascerò mai indietro o in disparte. Il
tuo posto è accanto a me. Voglio condividere tutto con te.
Non mi hai ancora detto se accetti oppure no. Preferisci guardarmi a
casa con James?"
"Sai, visto che non ne avevi ancora parlato mi ero già
organizzato la serata. Avrei visto con lui la diretta per poi
aspettarti a casa quando fossi tornato. Volevo farti una sorpresa per
congratularmi del tuo successo e farti finalmente dormire come si deve
visto che sarai stanco morto da tutte quelle emozioni."
"Se dividerai il mio letto non credo proprio che riposerei quella
notte." mi sorrise lui allusivo prendendomi una mano sopra il tavolo.
"Stai zitto!" gli diedi un calcio. Fece una smorfia portandosi la mano
alla caviglia. Il calcio non era stato così forte come
faceva vedere lui, infatti si riprese velocemente.
"Salirai sul palco con me? Ti anticipo che dovrai cantare, qualunque
cosa tu voglia mi adeguerò. Lo faremo insieme."
"Ne sarei onorato Teddy, voglio essere al tuo fianco su quel palco ed
esserti di supporto. Voglio esserci Dam, voglio vederti emozionato di
fronte all'amore che ti darà ogni singola persona venuta al
tuo spettacolo."
"Ti amo piccolo." mi sorrise lui dolcemente. Avevo un debole per i
sorrisi che dedicava soltanto a me. Avrei fatto di tutto quando mi
guardava in quel modo.
"Ti stai emozionando già adesso? Non è presto?"
lo presi in giro.
"E cosa mi dici di te? Vedo anch'io quel luccichio nel tuo sguardo. Non
puoi mentirmi."
"Non l'ho mai fatto, il mio sguardo è sempre lo stesso
quando ti guardo." mi portai alla bocca qualunque cosa avessi messo
dentro il cucchiaio e continuai a fissarlo intensamente.
"Ok, adesso basta o ti bacio qui dentro facendoci scoprire. Passiamo
alla seconda idea che riguarda il video per la presentazione del fan
meeting. Visto che tra poco è il nostro primo anniversario
da quando ci siamo conosciuti ai casting...volevo far coincidere la
data di riprese con il nostro giorno. Cosa ne pensi?" tornò
un pò di tensione nel suo tono di voce, forse di
più di prima. Volevo sapere cosa gli passasse per la testa e
perchè fosse così preoccupato.
"Penso che sia un'ottima idea. Siamo già arrivati al nostro
primo anniversario. E' passato un anno...dal nostro primo bacio." lo
provocai riportando a galla la prima scena che avevamo recitato insieme
durante i provini. Quel bacio era stato memorabile. Era stata la prima
volta che baciavo un uomo e la prima volta che mi lasciavo travolgere
da qualcuno in quel modo. Mi aveva stravolto la vita.
"Già." sorrise lui al mio stesso ricordo.
"Ok...smettila di guardarmi le labbra adesso!" gli intimai sentendomi
arrossire sotto il suo sguardo ardente. Continuai a mangiare evitando
accuratamente tutta quella tentazione.
"Non ho fatto niente!" mi rispose lui fingendo innocenza mentre
mangiava il suo sashimi con gusto.
"Damon!"
"Va bene, va bene! Ma non è colpa mia! Sei tu cha hai tirato
fuori il nostro primo bacio. Prenditi le tue responsabilità!"
ridacchiò divertito.
"Forse era meglio pranzare a casa tua." mormorai quasi rimpiangendo di
aver accettato il suo invito.
"Sarebbe stato un vero peccato non sfoggiare il rossore del mio piccolo
grande uomo."
"Smettila! Comunque vorrei che nella serata speciale aggiungessi anche
il decorare una torta." gli dissi mentre mi veniva in mente una certa
idea. Volevo fargli una sorpresa, non era l'unico che poteva farle.
"E' meglio se non ti faccio domande, ma potremmo organizzarci in
merito. Non c'è problema. Per quanto riguarda invece il
video per il fan meeting avrei una proposta. Non vorrei che la
prendessi per il verso sbagliato, per come la vedo io potrebbe essere
un modo per ringraziare di esserci conosciuti. Ovviamente è
solo un'idea, se non ti va puoi dirlo tranquillamente e mettiamo
giù una lista di cose da poter fare al suo posto. Volevo
rendere diverso questo video rispetto a tutti quelli che di solito
trasmettono. Lo volevo più reale...più emotivo.
Che sapeva più di noi." la sua ansia stava condizionando
anche me.
"Damon calmati, ti ascolto. Dimmi pure." appoggiai la mia mano sulla
sua per cercare di tranquillizzarlo in qualche modo.
"Un matrimonio."
"Un matrimonio?" chiesi stupito non riuscendo a connettere il cervello.
Era andato momentaneamente in tilt. Cosa aveva detto? Avevo sentito
bene? Un'immagine mi entrò in testa senza riuscire
più ad uscirne.
"E' solo un'idea che mi frulla in testa da un pò. Un
matrimonio nella foresta stile il capitolo finale di Twilight con Brian
che ci aspetta all'altare come se fosse il prete. Noi in smoking che
raccontiamo il nostro primo incontro e...si insomma, una cosa del
genere. Ripeto, è solo un'idea. Possiamo optare per
qualcos'altro che..."
"Mi piace quest'idea. Sarà un forte impatto per
tutti...emotivo, culturale, sociale. Sarebbe un grosso passo per
entrambi." annuii pensando alle sue parole e immaginandomi la scena.
Sarebbe stato come raccontare un sogno.
"Alec riflettici bene. Io lo farei per diversi motivi ma se tu non
vorrai cambieremo programma. Non vorrei che un passo del genere rovini
la tua carriera e la tua reputazione, sei ancora agli inizi e saresti
tu a rischiare di più. Ho promesso di guidarti in questo
mondo e prendermi cura di te, forse ho puntato troppo in alto con
questa idea. E' una cosa da non prendere alla leggera. Fai finta che
non abbia detto niente." scosse la testa ritirando la sua mano sotto la
mia. Aveva paura per me. Non potevo negare che fosse una mossa un
pò azzardata per due uomini, ma quel matrimonio aveva un
significato importante per entrambi. Specialmente se girato in quel
giorno specifico.
"Damon facciamolo." dissi con convinzione guardandolo fermamente.
"Alec non darmi una risposta veloce..."
"Voglio farlo. Voglio raccontare di noi, di quanto tu sia speciale per
me. Forse non potremmo ammettere la nostra relazione ma con questo
finto matrimonio potremmo andarci molto vicino. Festeggiamo
così il nostro primo anniversario, se tu sei dentro ci sono
dentro anch'io."
"Stai citando in qualche modo Titanic? Lo sai che alla fine Jack muore,
vero?"
"Tranquillo, condividerò con te quel pezzo di armadio.
Sempre se non mi darai fastidio con scemenze assurde, allora potrei
seriamente tirarti un calcio e farti annegare nell'acqua ghiacciata. A
te la scelta."
"Allora ci sposiamo." finalmente il sorriso tornò ad
illuminargli il volto. La sua iperprotettività a volte
poteva essere un vero problema. Avremmo dovuto risolverla in qualche
modo.
"Quando lo racconterò a mia madre vedrai che
alzerà la quota della dote." lo presi in giro. In
realtà non sapevo come avrebbe reagito alla notizia.
L'avrebbe presa bene? Speravo che capisse le ragioni della mia scelta e
che accettasse la cosa.
"So già che mi spennerai. Vuoi solo i miei soldi!"
"Paga il conto daddy, così potremmo finalmente tornare a
casa."
"Quando mi chiami così mi fai venire voglia di sculacciarti."
"Puoi sempre provarci." gli sorrisi in modo sfacciato mordendomi il
labbro. Lui mi fissò le labbra come se volesse saltarmi
addosso da un momento all'altro. Non chiedevo altro, ero sempre pronto
per lui. Appena sentii tanti occhi puntati addosso, mi riscossi dai
miei pensieri licenziosi e tornai con la schiena appoggiata allo
schienale della sedia. Misi un pò di distanza tra di noi,
cosa che odiavo più di tutte, e tornai serio. Mi dispiaceva
rovinare quel momento ma saremo finiti sui social da li a pochi
secondi. "Dam forse è meglio andare. Iniziano ad esserci
troppe persone con in mano i cellulari."
"Andiamo a casa." lui annuì andando alla cassa a pagare il
conto.
Sorrisi alle persone che ci stavano salutando facendo probabilmente
delle dirette su Instagram. Augurai loro buon pranzo e seguii Damon
fuori dal locale per poi salire in macchina con lui. Si era
già formata una piccola folla di fans che ci chiamavano da
tutte le parti chiedendoci cosa ci facevamo insieme. Sviammo le domande
con dei sorrisi e degli auguri di buona salute. Selezionai una playlist
dal mio cellulare e rimasi tranquillo picchiettando a ritmo le dita sul
ginocchio. Sentii la vibrazione delle notifiche e vidi già
le nostre foto sui social. Quelle foto raccontavano una storia tutta
loro, la nostra storia. Sorrisi e sguardi di una coppia innamorata, i
fans ci avevano visto giusto e avevano scritto ogni minimo dettaglio
del nostro pranzo con precisione. Fortunatamente non avevano visto
proprio tutto e di certo non avevano ascoltato la nostra conversazione,
ma poco importava. Le prove erano li alla vista di tutti. Come fare a
continuare a dire che eravamo fratelli? Non riuscivamo a toglierci gli
occhi di dosso. Guardai meglio le immagini e le salvai sul cellulare,
eravamo belli insieme. Sorrisi e cambiai canzone. Damon
incrociò il mio sguardo e ricambiò il sorriso,
era magnifico. Non mi sarei mai stancato di lui.
"Sei libero oggi?" gli chiesi a bruciapelo. Sapevo che negli ultimi
giorni era pieno di impegni e prove. Questo era uno dei motivi per cui
avevo sentivo così tanto la sua assenza, oltre al fatto che
avevo iniziato da qualche settimana il mio tirocinio. Speravo che
riuscissimo a ritagliare un pò di tempo per noi.
"Più tardi devo andare alle prove per la serata speciale. A
questo punto, se sei libero, vieni con me. Dovremmo modificare alcune
cose del programma."
"Mi suona bene...tu, io, una chitarra, un letto..." mormorai con tante
aspettative.
"E tante altre persone che ci staranno intorno. Ho paura che per oggi
non riusciremo a stare troppo tempo da soli piccolo, mi dispiace."
"Dovrò accontentarmi." sospirai cercando di non accentuare
troppo la mia delusione che provavo.
"Pensa già a che canzoni ti andrebbe di cantare insieme.
Dovremmo esercitarci parecchio in questi giorni."
"Anche questo mi suona piuttosto bene, forse anche meglio."
Arrivati a casa, appena chiuse la porta dietro di noi, Damon mi chiuse
stretto nel suo abbraccio. Ricambiai la stretta e chiusi gli occhi
aggrappandomi alle sue spalle. Quello era l'unico posto dove mi sentivo
bene. Cavolo se mi era mancato. Sarei rimasto così tutto il
giorno. Ci sarebbero state tante cose di cui parlare, anche se ci
sentivamo più volte al giorno avevamo sempre qualcosa da
raccontarci a vicenda. Non ci stancavamo mai. Avrei voluto chiedergli
se avesse avuto notizie su Chase ma avevo paura di sentire la risposta.
Era diventato un argomento tabù dopo la telefonata di Mark.
Avrei voluto avere più informazioni in proposito ma Damon
non me ne aveva più parlato. Mi fidavo di lui ma questo
silenzio mi inquietava. Era come se si stesse per presentare una
catastrofe da un momento all'altro e io volevo esserne preparato.
Volevo difendere il mio compagno.
"Mi sei mancato tesoro."
"Anche tu Teddy. Non sai quanto. Possiamo stare così un
altro pò?"
"Non muoverti, questo è il tuo posto." mormorò
lui dandomi un bacio sul collo. Iniziò a dondolarci
lentamente, come se stessimo ballando un lento con una musica che
sentiva soltanto lui. Lo seguii ciecamente come facevo sempre.
Mugugnò qualche nota al mio orecchio e poi cantò
per noi.
"Waking
up the one morning
And
found out the world seems different
The
alarm clock I normally used is still the same as yesterday
You
are still peacefully sleeping
And
have no idea what is in my mind at this moment
I
should let you continuously sleep and have a nice dream
I'm
thinking the moment we look into each other eyes and say nothing
The
love we have I can see it through your eyes
The
good moments we have
Do
you feel the same way as I do?
Should
I keep this to myself
Or
should I say it out loud?
That
I want you to be my last
The
person who shares every single breathe with
I
promies I will never make you sad or cry
Do
you hear that? My dear love
And
please never let go of my hand
Whatever
is happening please trust me
No
matter how hard it is we will pass throught it together
Because
I knew when we first met
It's
not a coincident or just a dream
And
today is the day I finally make a decision
That
I'm letting you to be
To be
my last
The
person who shares every single breathe with
I
promies I will never make you sad or cry
Do
you hear that? My dear love
And
even if the world stop spinning, please remember
That
I would never change my mind from loving you
There
will be only us two, walking side by side
Only
if you love me forever
And
please never let go of my hand
To be
my last
The
person who shares every single breathe with
I
promies I will never make you sad or cry
Do
you hear that? My dear love
And
even if the world stop spinning, please remember
That
I would never change my mind from loving you
There
will be only us two, walking side by side
Only
if you love me forever
And
please never let go of my hand"
Perchè ogni volta che mi dedicava una canzone
mi faceva emozionare in quel modo? Sentivo i brividi, la sua voce mi
aveva completamente sciolto. Strofinai il volto sulla sua spalla,
asciugando la lacrima solitaria che mi era sfuggita dall'occhio.
Improvvisamente ebbi paura di perdere tutto quello che avevo. Di
perdere lui. Lo strinsi più forte non volendo lasciarlo
più andare via.
Ciao a tutti, scusate la lunga assenza ma ho avuto un pò di
problemi ultimamente. Forse il capitolo non sarà piccante
come il precedente ma spero che un pò di coccole vadano bene
lo stesso. Ci sarà tempo per il piccante.
Mi scuso se la live potrebbe risultare un pò confusa ma l'ho
tradotta e fatto molti tagli per aggiungere anche altro. Ho cercato di
renderla migliore. Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Ho omesso il lungo discorso sul Covid e che era anche per quello la
diminuzione di eventi pubblici e il blocco momentaneo delle riprese
della serie. Siccome non sto andando del tutto in ordine cronologico ho
anche cambiato alcuni eventi posticipandoli.
La canzone in questione è la bellissima Hold me tight
cantata nella versione di Mew Suppasit che adoro. Se siete curiosi
andate ad ascoltarla, vi ricordo che la canzone è in
Thailandese. Nel capitolo l'ho tradotta come anche molte altre che
canterà Damon (Mew).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, sono già alle prese
del prossimo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ho bisogno di leggere i vostri commenti.
Un bacio
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Realtà o sogno? ***
Behind your gaze 9.1
POV Damon
Un
fastidio al braccio mi svegliò di colpo. Aprii gli occhi e
mi
ritrovai sul mio letto, con Choco accoccolato al mio fianco a guardarmi
con la lingua di fuori. Sembrava che mi stesse facendo la guardia.
Appena allungai una mano per accarezzargli la testa abbaiò
di
colpo e mi si avvicinò per leccarmi con entusiasmo la mano.
Perchè mi stava facendo tutte quelle feste? Provai a muovere
l'altro braccio per mettermi seduto ma qualcosa stava tirando e
controllai per capire cosa fosse. Una flebo aveva bloccato i miei
movimenti. Perchè mi avevano attaccato una flebo? Cos'era
successo? Non ricordavo. Facendo attenzione a non tirare troppo il
tubo, mi sistemai meglio allo schienale del letto e cercai di ricordare
qualunque cosa mi avesse portato in quello stato. Mi sentivo debole e
la testa mi girava un pò, ma a parte questo mi sembrava
tutto a
posto. Allora perchè non ricordavo niente? Avevo avuto
qualche
trauma sbattendo la testa?
"Choco cosa diamine è successo?" gli chiesi mentre mi si
metteva sul grembo per ricevere più coccole. Come se lui
potesse rispondermi in qualche modo tra una leccata e un'altra.
"Perchè lo stai chiamando così?" la porta si
aprì di scatto per fare entrare il mio compagno con un
sorriso sulle labbra. Mi mancava il respiro ogni volta che entrava nel
mio raggio di azione. Era splendido.
"Alec!"
"Chi è Alec?" mi chiese lui spaesato.
"Chi deve essere Alec?" per caso era un nuovo gioco che non conoscevo?
Prendiamo in giro chi ha sbattuto la testa?
"Phi sei confuso."
"Perchè mi chiami Phi?" non so chi dei due sembrasse
più stranito da quell'assurda conversazione.
"Come dovrei chiamarti? Phi hai perso la memoria? Mi stai spaventando.
Devo chiamare di nuovo il dottore?" mi si avvicinò
portandomi le mani alla testa in cerca di qualunque cosa potesse
giustificare la mia confusione. Mi ispezionò minuziosamente
passandomi le mani fra i capelli con aria preoccupata.
"Cos'è successo?"
"Sei svenuto durante le prove per lo spettacolo. Hai fatto preoccupare
tutti. P' Boss ti ha riportato a casa dopo che il dottore ha firmato il
foglio di dimissioni e dopo ha chiamato un infermiere per farti mettere
la flebo e controllare i parametri. Hai chiesto tu di non restare al
pronto soccorso. Non ricordi niente?"
"Ricordo soltanto che stavo ballando e mi faceva male la testa. Poi
più niente, come se avessi avuto un black out."
più mi sforzavo a ricordare più i miei pensieri
diventavano inconsistenti. Forse avevo una qualche amnesia. Cercai di
mettermi seduto ma Alec mi fermò.
"Phi resta a letto e riposati, oggi penserà il tuo
Nong a
tutto. Non devi avere alcuna preoccupazione. Gioca con Chopper,
è la tua miglior medicina."
"Chi è Chopper? Ma soprattutto, chi sono Phi e Nong? Non
capisco di cosa tu stia parlando Alec."
"Mi hai affibbiato un nuovo nomignolo Boo? Perchè proprio
Alec?"
"Sono confuso..."
"Phi sei tu e Nong sono io...il tuo cane si chiama Chopper. Adesso mi
sto preoccupando seriamente. Ti riporto al pronto soccorso."
"Chopper? Come il personaggio di One Peace? Che cavolo di nome
è? Lui si chiama Choco!" tirai su il cane facendolo
penzolare tra le mie mani.
"Quella botta deve averti fatto proprio male! Tu sei un fans sfegatato
di One peace! Come fai a non ricordartelo? Boo guardami. Segui il mio
dito. Ti ricordi in che anno siamo?"
"Nel 2020, che razza di domande fai? Hai preso la licenza da
infermiere?" adesso veramente mi stava mettendo ansia. Mi chiedevo se
fossi finito veramente in qualche realtà parallela come si
leggeva nei romanzi di fantascienza.
"Almeno l'anno è esatto. Ti ricordi come mi chiamo?"
"Alec!"
"No. Sono Nong Gulf, il tuo Bii. Chiamo immediatamente P'Boss." si
alzò in piedi e prese a digitare furiosamente con il
cellulare. Non capivo più niente.
"Fermo! Mi sembra di essere entrato in una realtà
parallela." misi un mano sulla testa, iniziava a girarmi di nuovo. Lo
sentii rimettersi seduto al mio fianco e mettermi una mano sul braccio.
"Ricordi come ti chiami?"
"Damon Williamson."
"Che razza di nome è Damon? Siamo in The vampire diaries?
Dovrei controllarmi le spalle prima di vedermi sbucare
qualcuno che vuole addentare il mio collo? Come fa una madre a dare
quel nome al proprio figlio? Lo dovrebbe proprio odiare." pensai alla
scelta di mia madre quando diede il nome all'infermiera, per fortuna
che me ne aveva dati due. Avevo solo usato quello più facile
da ricordare per le testate giornalistiche.
"Come mi chiamo in questo incubo?" gli chiesi frustrato.
"P'Mew e ti assicuro che non è un incubo. Tutti i tuoi sogni
si
stanno realizzando e continui a lavorare duramente, sei la persona
migliore che conosco. Come fa questo ad essere un incubo? Se non ci
fossi tu io come farei?" mi azzardai a guardarlo in faccia e lessi la
sua espressione sincera e molto accalorata. Credeva nelle sue parole ed
io sapevo che non stava mentendo.
"Ale...no scusa, Gulf. Ho quasi paura a chiedertelo...in che rapporti
siamo?" quella era una domanda cruciale per me perchè
sentivo che c'era qualcosa di strano tra di noi. Era come una tensione
palpabile, l'intensità dello sguardo era la stessa di sempre
ma lo sentivo frenato.
"Sembra quasi uno scherzo, se non conoscessi bene il tuo sguardo
penserei che stessi fingendo tutta quella confusione. Eppure non stai
scherzando e questo mi mette paura. Sembri diverso. E' come se stessi
facendo la solita domanda dei fans e dei giornalisti. Siamo soltanto
Phi e Nong ovviamente. Cos'altro dovremmo essere?" il suo tono era
leggermente abbattuto ma non voleva darlo a vedere. Mi stava
nascondendo qualcosa, forse i suoi stessi sentimenti. Cos'era successo?
Dov'era finito il mio compagno? Era come essere tornato indietro di
alcune settimane a aver resettato tutto.
"Non stiamo insieme?"
"Noi abbiamo un rapporto molto speciale e intimo ma restiamo Phi e
Nong. Siamo entrambi single." quelle parole furono una bastonata
pesante al petto.
"Non ci credo! Mi sento male!" chiusi gli occhi vedendo sfocato
davanti a me.
"Boo stenditi ti prego! Penso che sia arrivata tua madre, si
prenderà cura di te." sentimmo la porta d'ingresso aprirsi e
dei passi farsi avanti.
"Dove stai andando?" gli chiesi allarmato quando lo vidi allontanarsi
di
scatto.
"Non ricordi? Avevamo un evento oggi, ci andrò da solo e
rassicurerò tutti sulla tua salute. Tu devi soltanto
riposare.
Stai facendo preoccupare tutti." non volevo che se ne andasse. Volevo
ancora parlare con lui, approfondire la nostra situazione. Cosa diamine
era successo? Questa era la realtà o il sogno? Oppure
l'altra sua versione che aveva giurato di amarmi era soltanto frutto
della mia fantasia? No, dovevo capire cosa mi stava succedendo.
"Non andartene!" lo supplicai afferrandogli una mano.
"Ti prometto che tornerò non appena avrò finito.
Chiamami
se hai bisogno di qualcosa, sentirò la tua mancanza Boo.
Prenditi cura di te. Ci vediamo dopo."
Mi lasciò solo con queste parole senza nemmeno guardarsi
indietro. Cosa diamine era successo? Dove ero finito? Perchè
mi aveva abbandonato a quel posto sconosciuto proprio lui?
Perchè sentivo che mi aveva taciuto qualcosa di importante?
Perchè avevo la sensazione di dover sapere quella
verità a tutti i costi? Dov'era finito il mio Alec? Troppe
domande senza risposta, mi faceva male la testa. Tornai a coricarmi e
Choco mi venne dietro per darmi il suo conforto. No, non era Choco. Era
Chopper. Come avevo fatto a dargli un nome simile? One Peace era il mio
manga preferito ma non mi sarei mai sognato di dare al mio cane il nome
di uno di quei personaggi. Forse la mia passione per la cioccolata
superava quella dei manga. Ero confuso. Accarezzai Chopper per cercare
di calmare i miei pensieri troppo incasinati persino per me. La porta
si aprì di scatto ed entrò mia madre con
espressione preoccupata sedendosi al mio fianco.
"Come stai Mew? Quando Nong Boss mi ha chiamata sono corsa da te.
Quante volte ti ho detto di staccare la spina e risposarti? Non mi stai
mai a sentire! Ti fermi soltanto quando Nong Gulf si impone e ti
supplica. Come fa sempre ad avere tutta questa influenza su di te?"
scosse la testa spazientita mentre mi rimboccava la coperta.
"Ascolto solo lui?" almeno quello non era cambiato, pensai con un mezzo
sorriso. Ovunque mi trovassi avrei sempre seguito Alec, era il mio
punto fermo.
"Prevalentemente si. Faresti tutto quello che ti chiederebbe senza
battere ciglio. Per fortuna è un bravo ragazzo che ti adora
e non
ti farebbe mai del male, altrimenti cadresti sul serio a pezzi e non
sarebbe per niente facile rimetterti in sesto questa volta. Sei
stato fortunato a conoscerlo." mi accarezzò i capelli
dolcemente.
"E' quello che ho sempre pensato."
"Figliolo dovresti restare a letto." mi disse appena cercai di
rimettermi seduto.
"Sto meglio mamma."
"Quanto sei testardo. Va bene ma oggi niente lavoro. "
"Lo prometto." annuii sapendo di certo che in quelle condizioni non
avrei fatto nulla di più che gironzolare per la stanza alla
ricerca di una spiegazione per quella strana situazione. La porta si
aprì di nuovo e mi trovai davanti l'ultima persona al mondo
che potessi aspettarmi. Dove diamine ero finito? Mi sentii in ansia al
solo trovarci tutti e tre nella stessa stanza, non avevo nemmeno la
forza di combatterlo in quel momento.
"Ecco, ti ho scaldato un pò di congee. Prova a mangiarne un
pò, ti farà bene." mi si avvicinò lui
con il piatto fumante.
"Papà? Cosa ci fai tu qui?" non potevo nemmeno scappare, le
mie vie di fuga erano inesistenti.
"Come, cosa ci faccio? Sono venuto per accudire mio figlio. Dove dovrei
essere?" la sua espressione stranita mi colpì.
Quello non era il padre che conoscevo, quello con cui avevo
litigato più volte e al quale non piacevo. Sentivo che
quell'uomo era diverso. Non mi stavo sbagliando...vero?
"Tu mi detesti..."
"Mew stai bene? Fammi provare la temperatura."
"Mamma è tutto a posto."
"Mew perchè dovrei detestarti? Sei mio figlio e ti amo
più di qualunque cosa al mondo insieme a tua madre e a tua
sorella. Non potevo chiedere un figlio migliore di te.
Perchè pensi questo?"
"Tu ci hai lasciato e hai sempre criticato aspramente tutto
ciò che sono..."
"Forse hai fatto un brutto incubo."
"Tu hai detto che non potevi vedere tuo figlio rovinarsi la vita in
questo modo seguendo certe inclinazioni." posò il piatto sul
comodino e scosse la testa. Sembrava avesse quasi il timore di
avvicinarsi troppo. Leggevo nel suo sguardo un'espressione ferita.
"Mew non direi mai una cosa simile!"
"Tuo padre ti ama sopra ogni cosa. Forse è meglio se vi
lascio un pò da soli. Porto Chopper a fare un giro fuori."
mia madre prese in braccio il cane si diresse verso quell'uomo, gli
strinse la mano come a volerlo incoraggiare. Non vedevo quello sguardo
affettuoso rivolto a lui da anni ormai, ne avevo soltanto un vago
ricordo grazie a vecchie fotografie. Era come se si capissero al volo
senza nemmeno parlare. Quello non era il mio mondo.
"Non so da dove è uscita fuori questa idea, spero solo che
sia
veramente un incubo. Non sono stato molto partecipe alla tua carriera
di attore, è vero. Ho sempre sperato per te un futuro come
dottore o insegnante, un lavoro più stabile che ti potesse
garantire una certa sicurezza economica. Non posso negarlo ma non ho
mai ostacolato le tue scelte. E' sempre stata tua madre a seguirti
negli eventi pubblici, io non sono fatto per quel mondo. Vederti
costantemente sotto i riflettori è una cosa che mi fa
preoccupare. Quanto tempo ancora potrai reggere? Quando riuscirai a
trovare un pò di tempo per te e la tua vita privata? Ho
avuto
sempre un sacco di dubbi in merito alla tua carriera, ma dopo averti
visto sullo schermo ho capito quanto tu ami il tuo lavoro e l'energia e
l'entusiasmo che ci metti ogni singola volta affinchè sia
tutto
perfetto. Non lasci mai niente al caso, rischiando persino di finire in
queste condizioni."
"Non è..."
"Non è niente di che, certo. Quanto ancora vuoi ripeterlo?
La
tua salute è importante. Appena Gulf ci ha chiamati
abbiamo
mollato tutto e siamo corsi da te. Per fortuna c'era lui con te."
"Era con me?" gli chiesi sorpreso. Perchè non me lo aveva
detto?
"Non ti ha lasciato un secondo. E' sempre rimasto al tuo fianco fin da
quando ha visto che non ti sentivi bene fino a poco fa. Boss e
Best hanno cercato di convincerlo a tornare a casa per prepararsi per
l'evento di oggi ma lui non voleva. Almeno finchè non ti
fossi
risvegliato e lui si fosse assicurato che stavi bene. Era
più
nervoso di tua madre e ti garantisco che non è facile. Bem
ha
cercato di farlo ragionare ricordandogli che aveva degli impegni
già presi in precedenza e che, se non potevate presenziare
entrambi,
almeno lui doveva farlo per rispettare i contratti. E' un caro ragazzo
che si preoccupa per te. Spero che resti nella tua vita molto a lungo."
mi sembrava ancora tutto surreale. Potevo fidarmi di quell'uomo?
"Non sei infastidito da questo?"
"Da questo cosa? Da Gulf?"
"Perchè lui è un uomo." annuii ancora titubante.
Avrei difeso Alec con i denti e con le unghie se soltanto quell'uomo
avesse osato dire qualcosa di brutto verso l'uomo che amavo.
"Siete Phi e Nong, giusto? Che problema deve esserci in merito a due
fratelli?"
"E se fossimo più di due fratelli? Se lo amassi di
più di un semplice fratello?"
"Stai ufficializzando qualcosa?"
"No...ma se dovesse succedere qualcosa tra di noi?"
"In quel caso sarà il benvenuto come genero. Ormai fa
già
parte della nostra famiglia, un titolo in più non cambia
quello che già
rappresenta per noi. Sappiamo quanto sia prezioso per te." mi sembrava
di sognare e in quel momento avrei preferito non risvegliarmi per
niente. Non lo avevo mai sentito dire delle parole del genere. Mi
sembrava di essere travolto da mille emozioni contrastanti che non
riuscivo a fermare.
"E a te sta bene?"
"Mew sappiamo della tua sessualità da anni ormai, ammetto
che
all'inizio ho avuto un pò di difficoltà a capire
tutta la
situazione lo ammetto. A volte posso sembrare vecchio stampo ma ti
assicuro che non lo sono. Chiunque tu voglia amare è il
benvenuto in questa famiglia, lo accoglieremo a braccia aperte.
Purchè ti ami e ti rispetti in egual modo. Sono sempre stato
preoccupato che gli altri non ti capissero, che venissi escluso e
deriso soltanto perchè volevi essere amato. Non sarei
riuscito a
sopportarlo. Non volevo vedere mio figlio infelice. Hai scelto una
strada difficile da percorrere, hai perso molto ma hai conquistato
ancora di più. Sono orgoglioso di essere tuo padre. Forse
non
sono mai stato capace di esprimermi come volevo con te e hai pensato a
me come a un genitore distante che non approvava le tue scelte. Avevo
soltanto paura che tu potessi soffrirne." ammise lui togliendosi gli
occhiali per strofinarsi gli occhi. Sembrava a un passo dalle lacrime
ed io mi sentivo allo stesso modo.
"Ho sofferto in passato."
"Ma adesso sei qui e, a parte alcune azioni come questa causate dalla
tua
testardaggine, sei ogni giorno più appagato dalle tue
scelte. Ti
sei creato delle opportunità quando altri ti hanno chiuso le
porte in faccia, non ti sei mai arreso. Questo ti fa onore. Poi sei
andato a quel provino e tutto è cambiato. Sei tornato a
sorridere. Non puoi nemmeno immaginare come tua madre ed io ci siamo
sentiti, nostro figlio era tornato. Più maturo, con
più
responsabilità ma con uno splendido sorriso sulle labbra.
Questo
era tutto quello che volevo vedere e devo ringraziare quel Nong per
questo. E' lui a renderti ogni giorno più felice. Sarei
orgoglioso di averlo come genero. Perchè stai piangendo?"
lui era riuscito a trattenersi nonostante gli occhi umidi, io no. Ero
scoppiato a singhiozzare come un bambino.
"Perchè non pensavo di sentire queste parole proprio da te.
Grazie papà."
"Il mio ragazzo ha bisogno di un abbraccio. Vieni qua." si
allungò verso di me ed io mi gettai tra le sue braccia come
facevo da piccolo.
"Mi sei mancato." mormorai tra un singhiozzo e l'altro non riuscendo a
fermarmi.
"Sono sempre stato qui. Un pò taciturno, poco espansivo, ma
sono
sempre stato qui. Tua madre ha ritirato il regalo per Gulf visto che
non potevi passarci tu oggi. Te lo ha lasciato sulla scrivania." mi
disse lui sciogliendo l'abbraccio quando capì di avermi
tranquillizzato.
"Regalo? Quale regalo?" gli chiesi confuso strofinandomi gli occhi.
"Non ricordi? Sei andato personalmente per ordinarlo e ieri ti hanno
chiamato per andarlo a ritirare oggi, poi sei svenuto e ci siamo
passati noi. E' il regalo per l'anniversario con Gulf."
"Gli ho fatto un regalo?"
"Glieli fai sempre, ormai non so più quante sorprese tu gli
abbia fatto. E lui ricambia sempre con entusiasmo perchè
vuole
renderti felice. A volte penso di dover aprire un vivaio con tutti i
fiori che vi regalate a vicenda. Comunque il biglietto è nel
cassetto. Adesso
vado di la, qui dentro ci sono troppe emozioni."
Lo vidi uscire di fretta visibilmente scosso dai nostri discorsi.
Quell'uomo era quello che un tempo fu mio padre. Dopo tutto quello che
era successo tra di noi, quasi mi ero scordato come era fatto
veramente. Non sapevo nemmeno come comportarmi. Perchè nella
mia realtà il nostro rapporto era stato stravolto in quel
modo? Perchè eravamo arrivati praticamente ad odiarci e a
detestare la presenza l'uno dell'altro? Sentivamo disagio nello stare
insieme e non lo nascondevamo. Perchè era stato questo Mew
ad avere la parte migliore di nostro padre? Perchè avevo
dovuto soffrire in quel modo per anni? Perchè non siamo mai
riusciti a capirci? O forse lui era rimasto sempre lo stesso ed ero io
quello ad essere cambiato. Se i nostri caratteri erano uguali nelle due
realtà forse anche il nostro rapporto poteva risanarsi in
qualche modo. Forse poteva esserci ancora una possibilità
per noi. Non volevo essere troppo affrettato, anche perchè
anni di litigi non se ne sarebbero andati via così in fretta
con un colpo di spugna. Potevo credere che ci fosse ancora speranza per
noi? Mi era mancata quella versione di lui. Avevo quasi paura a sperare.
Decisi di guardarmi intorno per capire se ci fosse qualche altra
differenza tra le nostre realtà. Era veramente tutto un
sogno? Oppure lo era quello che avevo vissuto finora? Ero questo Mew o
quel Damon? Mi sentivo un pò come Alice nel Paese delle
meraviglie. Forse qualcuno mi aveva dato dei funghetti allucinogeni la
sera precedente. Ero bloccato in un film di fantascienza di serie B,
peccato che si stava parlando sempre della mia vita da qualunque parte
la si volesse osservare. Anche se impercettibili le differenze si
notavano. Tolsi la flebo ormai finita e girai per la stanza. Era la mia
ma non lo era davvero. Era come ficcare il naso nella vita di un
estraneo. Mi persi a guardare le foto di Mew e Gulf insieme, avevano le
stesse espressioni di Alec e me quando ci riprendevano. Vedevo soltanto
amore e fiducia in quelle immagini, quanto tenessero l'uno all'altro.
Perchè Gulf mi aveva detto che erano soltanto Phi e Nong?
Come poteva essere? Persino un cieco si sarebbe accorto di come
splendevano l'uno accanto all'altro. Mi era costato tanto confessarmi
ad Alec, ma ora come ora mi era praticamente impossibile pensare a lui
soltanto come un fratello minore. Non avrei mai voluto tornare
indietro. Le paure adesso si erano moltiplicate ma sapevo che insieme
le avremmo superate tutte. Perchè Mew non si era esposto di
più con Gulf? Guardai il pacchetto sulla scrivania e lo
aprii. Era un braccialetto di metallo rigido, non aveva
nessuna chiusura. Era semplice e raffinato, perfetto per il polso
sottile di Gulf. La sua particolarità era quel nodo al
centro, sembrava che simboleggiasse l'infinito. Il legame forte di una
relazione. Lo presi tra le mani e lo osservai meglio. All'interno c'era
incisa una piccola M. Cosa voleva dimostrare con quel regalo? Sapevo
che in precedenza, ancora prima dell'inizio della nostra relazione,
avevo regalato dei bracciali di coppia ad Alec ma questo per me aveva
tutto un altro significato. Aprii il cassetto e trovai una busta con su
scritto al mio girasole. Questo non era cambiato, sorrisi a quel
nomignolo. Ne avevamo parlato spesso durante le interviste, lui era il
mio girasole ed io il suo sole. Non poteva esserci scelta
più azzeccata per noi. Anche i fans ne andavano matti. Aprii
la busta e mi sorpresi a leggere il testo incompleto di una canzone
scritta di mio
pugno. Era la stessa che continuava a ronzarmi in testa da un
pò di tempo a questa parte.
"I'm
just a normal person without any value
But
you walk into my life, changing my life
The
day that used to be normal, that used to pass away
From
now on it will be more valuable and meaningful
Because
of you
Because
of you
Make
me feel confident to move forward
Because
of you
Because
of you
Give
me strength to stand up again
Because
of you
Because
of you
Who
make my heart to find such great love
You,
oh...Only you"
"Grazie
di essere sempre al mio fianco Bii, mi rendi migliore. Questo
è il nostro primo anniversario, spero il primo di una lunga
serie. Forse non sarò libero di dirti apertamente quanto io
tenga a te, ma tu sei il mio tutto. Il mio prezioso girasole. Ti amo
Tua-aeng."
Quelle parole mi riportarono a qualche settimana prima, quando ancora
volevo mantenere lo stato attuale della nostra relazione. Mew aveva
deciso di non fare quel passo avanti, aveva deciso di non correre il
rischio di rovinare tutto. Aveva deciso che dovevano restare Phi e
Nong. Perchè? Perchè fare una cosa del genere e
poi fargli quel regalo? Non aveva senso. Mew amava profondamente Gulf
come io amavo Alec, perchè sottoporre entrambi ancora a
questa specie di tortura? A me sembrava di averci messo secoli a
confessarmi ad Alec, ma quel loro continuo stato di fingersi fidanzati
quando in realtà non lo erano era davvero frustrante. Quasi
ridicolo. Come potevano andare avanti così? A meno che Gulf
non fosse realmente interessato ad avere una storia con Mew. Forse lo
vedeva tutto come semplice fan service, niente più che
semplici amici
che giocavano tra di loro. Mi ero sbagliato sull'espressione di Gulf?
Avevo letto qualcosa che non esisteva? Impossibile, non potevo
sbagliarmi. In quel momento sentivo così tanto la mancanza
di Alec. Volevo tornare da lui. Decisi di scuotere un pò le
cose, nella speranza di dare una mano anche alla loro storia.
Meritavano di essere felici insieme. Presi una penna e completai la
canzone che era già tutta scritta nella mia mente. Parlava
di lui. Tutto quello che avevo scritto aveva sempre parlato di lui.
Il suono di un messaggio mi distrasse e andai a leggere. Un certo Best
mi aveva mandato il link della diretta di Gulf. Seguii il link e
guardai l'intervista con interesse. Se la stava cavando bene anche
senza Mew al suo fianco. Era proprio cresciuto, sorrisi ammirando la
sua bellezza. Al termine, mi rimisi seduto allo schienale del letto e
controllai il cellulare. Non mi accorsi nemmeno di che ore si erano
fatte quando la porta si riaprì mostrandomi il sorriso dolce
di Gulf. Cosa gli passava per la testa ogni volta che vedeva Mew?
"Sei ancora sveglio. Come ti senti adesso? Hai recuperato la memoria
Phi?"
"A...Nong sto meglio, tranquillo. Pensavo che saresti tornato a casa,
è piuttosto tardi."
"Te lo avevo promesso Boo. Volevo assicurarmi che stessi bene, non mi
hai chiamato. Di solito lo fai sempre." si sedette al mio fianco,
sembrava un pò dispiaciuto.
"Non avevo motivo per farlo, sto bene. Ho visto la tua intervista,
grazie di esserti scusato da parte mia. Ho già postato un
messaggio sui social per i fans."
"Erano tutti preoccupati. Lo ero anch'io. Mamma ti ha fatto gli auguri
di buona guarigione." posò il capo sulla mia spalla in cerca
di contatto. In automatico portai una mano ai suoi capelli
accarezzandoli. Era così facile l'intimità tra di
noi.
"Grazie. Domani c'è molto lavoro da fare. Forse è
meglio se ti fai riportare a casa dal tuo manager." mi misi a
massaggiargli l'orecchio come era da mia abitudine. In
realtà non avevo nessuna voglia di lasciarlo andare via ma
mi sarei preso cura di lui come avevo sempre fatto con Alec. Mew
avrebbe fatto la stessa cosa.
"Scordatelo, mi prenderò cura di te questa notte. Non ti
lascio qui da solo."
"C'è mia madre di la, non sarò da solo."
"Tua madre mi ha mandato un messaggio quando ero già a
metà strada per arrivare qua. Si è raccomandata
che mi
prendessi cura di te. Ha detto che hai bisogno di me." prese la mia
mano e la strinse nella sua accarezzandomi il dorso con il pollice.
"Non doveva disturbarti."
"Non è un disturbo. Anch'io ho bisogno di te. Non ti
chiederò se posso restare, lo farò e basta. Vado
a
prendere un cambio per la notte e faccio una doccia. Hai fame?" la
familiarità che aveva con quella casa mi rincuorava il
cuore. Mi sembrava di vedere Alec.
"Ho già mangiato grazie."
"Bene. Vado e torno. Tu resta a letto."
Dopo aver rovistato tra i miei cassetti e preso quello di cui aveva
bisogno, uscì dalla camera. A quanto sembrava, aveva passato
molto tempo in quella casa e non si faceva problemi a prendere i suoi
spazi li dentro. O a usare i vestiti di Mew. La piccola peste restava
la stessa in entrambe le realtà. Non feci in tempo a
sistemarmi meglio tra i cuscini che lo vidi ritornare con l'asciugamano
umido al collo.
"Hai fatto in fretta."
"Ero solo la sotto, quanto tempo pensavi ci mettessi?" mi
lanciò un'occhiata esasperata alzando le spalle.
"Ci siamo mai fatti la doccia insieme?" gli chiesi a bruciapelo volendo
capire quanto intimi fossero Mew e Gulf.
"Se hai bisogno di chiedermelo forse hai veramente qualche problemino
di memoria."
"Questo vuol dire che abbiamo fatto la doccia insieme o no?"
"Chi lo sa...resterai con il dubbio almeno finchè non ti
torna la memoria. Andiamo a letto Boo." mi sfilò da sotto il
sedere la coperta e si sdraiò al mio fianco avvolgendoci
entrambi nel suo calore.
"Sei sempre così diretto?"
"Abbiamo entrambi bisogno di dormire, questo letto è grande
e
comodo abbastanza per starci insieme. Dopotutto lo abbiamo
già
collaudato più che a sufficienza." perchè parlava
ad enigmi?
"Sei sicuro che siamo soltanto Phi e Nong? Non c'è
nient'altro tra di noi?"
"Siamo soltanto Phi e Nong. Tu sei la mia persona speciale. Vorresti
che fossimo qualcosa di più?" non mi guardava negli occhi ma
le sue dita continuavano ad accarezzarmi il braccio. Era la mia
immaginazione o dal suo tono sembrava veramente ansioso di avere una
mia risposta? Perchè diamine erano arrivati a quel punto?
"Non lo so."
"Nel tuo sogno...mi hai chiamato Alec giusto? Com'è il tuo
rapporto con Alec?"
"Ci amiamo, abbiamo iniziato la nostra relazione da poco. Non abbiamo
molto tempo per noi ma facciamo di tutto per prenderci cura l'uno
dell'altro. Non è sempre facile riuscire a stare insieme ma
ne
vale la pena. Ogni singolo momento è molto prezioso per noi.
Potevo lasciare le cose come stavano e rimanere fratelli che si amano
ma ci stavamo soltanto prendendo in giro. Non è stato facile
fare questo passo avanti nella nostra relazione ma avevamo entrambi
bisogno di avere qualcosa in più."
"Sembra che stai parlando di un altro mondo." mormorò lui
incredulo.
"E' così tanto differente da questa realtà? Non
vorresti che il tuo rapporto con Mew si evolvesse?"
"Tu sei P'Mew. Questa è la realtà, non il tuo
sogno. Siamo Phi e Nong,
nessuno potrà mai capire la nostra relazione. Il nostro
legame
è molto profondo." affermò lui con sicurezza.
"So che ti amo più di quanto riesca a dirtelo."
"Lo so. Lo sento ogni volta che siamo insieme."
"Tu mi guardi nello stesso modo." incrociai il suo sguardo perdendomici
dentro. Avevo voglia di baciarlo.
"Ti amo anch'io Phi. Lo sai, da quando ti sei risvegliato non mi hai
chiamato nemmeno una volta Tua-aeng. Mi manca."
"Vieni qui Tua-aeng. Sarò il tuo cuscino." gli sorrisi
allungando un braccio dietro il suo collo per stringerlo a me. Mi
posò la testa sul petto sospirando.
"Ero davvero preoccupato Boo, non fare mai più una cosa del
genere. Devi prenderti cura di te. Devi capire quando staccare la
spina. Mi sei mancato oggi, mi sentivo solo durante quell'intervista."
"Adesso sono qui, Tua aeng." posai un bacio sui suoi capelli e tornai
ad accarezzargli l'orecchio fino a quando sentii il suo corpo
rilassarsi tra le mie braccia. Il mio piccolo si era addormentato.
Chiusi gli occhi anch'io chiedendomi cosa avrei trovato al mio
risveglio.
Dei rumori fastidiosi mi destarono all'improvviso dal mio torpore.
Faticai ad aprire gli occhi, stesi il braccio al mio fianco ma trovai
lo spazio vuoto e il materasso decisamente ridotto. Dov'era finito
Gulf? Cercai di tirare via la coperta leggera ma non ci riuscii.
"Gulf dove sei?" mugolai con voce flebile e rauca.
"Chi è Gulf?"
"Alec!" aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai il volto dolce e
affettuoso del mio compagno. Non potevo sbagliarmi, questa volta era
lui.
"Chi altri dovrei essere? Hai dormito per diverse ore. Mi hai fatto
spaventare." mi strinse la mia mano tra le sue come a non volerla
più lasciare andare.
"Dove siamo?"
"Ancora in ospedale. Adesso chiamo il dottore per farti fare un
controllo, magari riusciremo a portarti a casa in poco tempo." stava
per rialzarsi dalla sedia ma rafforzai la presa della sua mano per
bloccarlo all'istante.
"Aspetta Alec! Noi due stiamo insieme vero? Non siamo rimasti al solo
fratelli che si amano?" poteva sembrare una domanda stupida ma avevo
bisogno di essere rassicurato di non trovarmi ancora in quello strano
sogno dove non potevo baciare liberamente il mio uomo.
"Damon, devo preoccuparmi di qualcosa? Questo svenimento ti ha fatto
avere dei ripensamenti su di noi?"
"Assolutamente no piccolo. Mi ha soltanto fatto capire quanto ti amo e
quanto ho bisogno che tu resti nella mia vita. Possibilmente il
più a lungo possibile." lo supplicai con lo sguardo
facendogli capire che non stavo affatto scherzando.
"Damon, sono qua. Non me ne andrò da nessuna parte. Hai
fatto un incubo?" mi accarezzò i capelli per
tranquillizzarmi.
"Non proprio. Era come se fossi in una dimensione parallela ma eravamo
sempre noi. Soltanto che non ci eravamo decisi a fare il grande passo,
preferivamo mantenere il nostro status nonostante il fatto che ci
amavamo a vicenda."
"E' stato brutto quel sogno?"
"A dire la verità no, mi ha fatto capire un pò di
cose. Alec ho bisogno del tuo aiuto."
"Chiedimi quello che vuoi."
"Vorrei provare a riallacciare i rapporti con mio padre. Forse stiamo
sbagliando entrambi approccio l'uno con l'altro. Forse non gli ho dato
la possibilità di spiegarsi e lui fatica ad esprimersi. Non
lo
so ma vorrei parlare di nuovo con lui. Magari non servirà a
niente oppure cambierà la situazione, non lo so. Vorrei
provarci."
"Ti aiuterò, sarò al tuo fianco in quel momento.
Qualunque cosa accada puoi contare su di me." sorrise lui con
tenerezza. Aveva gli occhi lucidi pieni di emozione, riusciva a capirmi
al volo. Lo amavo così tanto.
"Sono felice di averti incontrato." annuii ricambiando il suo sorriso.
Mi portai il dorso della sua mano alle labbra e posai un leggero bacio.
Quando riuscì a convincermi a fare entrare il dottore e
l'infermiere, fecero un rapido controllo delle mie funzioni vitali e
decisero di dimettermi per lasciare il letto vuoto a chi ne aveva
più bisogno. Ringraziai il personale medico per la loro
pazienza e il lavoro che svolgevano ogni giorno. Alec e Brian mi
aiutarono con le dimissioni e mi riportarono immediatamente a casa. Non
potevo chiedere di meglio. Mi sembrava di essere tornato da un lungo
viaggio durato un tempo inestimabile, troppe emozioni tutte in una
volta. Mi sentivo più spossato di prima. Mi sarei fatto
volentieri altre dieci ore di sonno ininterrotte. Ero troppo stanco
persino per farmi una doccia. Salutai Brian e andai a buttarmi di peso
a letto. Sentii qualcuno entrare in camera e mi sorpresi nel trovarmi
davanti un Alec al quanto spazientito. Pensavo avesse deciso di
tornarsene a casa.
"Cosa hai intenzione di fare?"
"Secondo te? Giocare a nascondino? Devi pure chiedere?"
"Non dovresti tonare a casa a riposarti? E' stata una giornata lunga
per te. Hai dovuto fare persino le mie veci."
"Abbiamo entrambi bisogno di dormire, questo letto è grande
e comodo
abbastanza per starci insieme. Dopotutto lo abbiamo già
collaudato."
"Mi sembra di assistere a un déjà-vu." mormorai
stranito dal
risentire la stessa battuta di Gulf.
"Cosa?"
"No, niente. So già che non ne uscirò vincitore e
nemmeno ci proverò. Questa è anche casa tua."
"Perfetto, lo avrei fatto anche se avessi insistito con la cavolata di
tornare a casa. Io resto qui con te, a forza di legarti a letto tu
domani scenderai soltanto per andare in bagno. Lascia che mi prenda
cura di te come hai bisogno." non sapevo se esserne felice o
terrorizzato. La mente perversa di Alec era in continua evoluzione.
"Sei diventato la mia crocerossina?"
"Se tu continui a fare di testa tua qualcuno deve pur prendere il
comando. Ne ho bisogno anch'io Dam." la serietà delle sue
parole fermò ogni eventuale battuta. Stavo tirando troppo la
corda e lui ne stava soffrendo. Anche se cercava di nasconderlo, la sua
preoccupazione era alle stelle.
"Va bene, sono tutto tuo. Da cosa vuoi iniziare?"
"Dalle spugnature ovviamente." come non detto. Mi voleva morto. Aveva
trovato un modo per farmi scontare le mie cavolate.
"Ovviamente...ti ricordi che il dottore ha detto che dovrei restare a
riposo e non fare troppi sforzi?"
"E' solo una spugnatura, di cosa dovresti aver paura? Hai tanta di
quella stamina in corpo da dover scaricare..." la sua finta aria
innocente mi mise i brividi. Avevo creato il mostro. Dov'era finito il
tenero piccolo Alec?
"Mi sa che domani mattina sarò completamente prosciugato."
"Non capisco a cosa tu ti stia riferendo. Resta pure sul letto, al
resto ci penso io. Fidati, sarò delicato." a quella battuta,
mi abbandonai sui cuscini chiudendo gli occhi. Avrei dovuto fare
testamento, maledizione.
POV Alec
Rimasi davanti alla porta chiusa della sua camera con in mano la
bacinella piena di acqua calda e un asciugamano posato sul braccio.
Indugiai
ad andare oltre, non ne conoscevo il motivo. Sapevo soltanto che avevo
paura di rovinare tutto con le mie idee ed autoinviti. Avevo paura che
si stancasse di me e mi indicasse la porta. Forse non sapeva
che
quello dei due che aveva più bisogno dell'altro ero io.
Quando
era svenuto proprio di fronte a me era come se il terreno mi fosse
crollato sotto i piedi. Non avevo fatto in tempo a raggiungerlo e
aveva sbattuto la testa per terra. La corsa verso il pronto soccorso
sembrava interminabile. I dottori avevano detto che lo svenimento era
dovuto alla stanchezza e alla poca idratazione. Quando era riuscito a
fare un pasto decente negli ultimi giorni? Non lo sapevo e me ne
sentivo in colpa. Eravamo sempre di fretta, tra prove nuovi progetti e
altro ancora. Ci vedevamo più spesso ma era sempre per
lavoro.
Gli attimi rubati per scambiarci qualche coccola erano sempre pochi.
Non
riuscivo più a controllare tutto. Perchè
continuava a
stancarsi in quel modo inutilmente? Non era mica un robot! Dannazione!
Non avevo mai avuto così tanta paura come vederlo in un
letto di
ospedale, immobile, bianco come un cadavere con tanto di flebo
attaccata
al braccio. Nonostante il dottore ci avesse assicurato che stesse
finalmente dormendo, io continuavo ad essere terrorizzato. Non avevo
lasciato la sua mano per tutto il tempo. Erano passate sua madre ed
Alice, persino i miei genitori e Paul avevano fatto visita per
conoscere le sue condizioni. Non era nulla di grave, mi ero ripetuto
tante volte quella frase ma non riusciva ad entrarmi in testa.
L'immagine di lui su quel letto sarebbe stato il mio peggior incubo nei
giorni ad avvenire. Come poteva essere stato così stupido?
Come potevo esserlo stato anch'io? Che razza di compagno ero se non mi
ero accorto delle sue condizioni? Avevo rifiutato di lasciare il suo
fianco ma Paul e Brian avevano insistito affinchè
partecipassi ad un evento a nome di entrambi. Acconsentii ma resistetti
per poco, giusto il tempo per farmi vedere e rilasciare una breve
intervista per tranquillizzare tutti sulle condizioni di salute di
Damon. Rimasi calmo e con il sorriso sulle labbra mentre spiegavo la
sua assenza al mio fianco, dissi di non preoccuparsi che lui stava bene
e che sarebbe tornato presto. Dannazione, perchè dovevo dire
una cosa del genere? Avrei preferito cavarmi un occhio piuttosto che
dire quella fesseria. Peccato che sapevo di avere le mani legate e che
avrei dovuto seguire il copione prima che persino Damon stesso se la
prendesse seriamente con me. Avrei voluto evitarlo. Appena finita
quell'intervista, ero tornato di corsa in ospedale accompagnato da mia
madre. Le avevo messo fretta per schiacciare sull'acceleratore, mi
aveva ripreso più volte perchè ero scontroso e
non volevo parlare se non per darle ordini. Aveva ragione, avrei dovuto
scusarmi con lei al più presto ma in quel momento mi
sembrava di stare per impazzire. Perchè era successo tutto
quello? Come potevo fare in modo che Damon si riposasse di
più? Dovevo arrivare a legarlo al letto? Se ciò
voleva dire sentirmi a posto con la coscienza lo avrei fatto subito.
Con un sospiro, misi in faccia uno dei miei sorrisi più
sfacciati e varcai quella porta. Lo ritrovai intento a
mettersi seduto sui cuscini con espressione affaticata, era proprio un
testardo. Come sarei riuscito a mettergli un pò di sale in
zucca?
"Cosa credi di fare?" gli chiesi in tono irritato.
"Volevo sedermi."
"Ti avevo detto di restare immobile, che mi sarei preso io cura di te.
Devo usare le maniere forti? Dimmelo così vado a prendere
delle corde e un paio di cravatte."
"Anche le cravatte?"
"Fanno più scena e sono indispensabili. Il signor Grey ha
lasciato una certa eredità da portare avanti, delle linee
guida da seguire." ammiccai verso di lui fissandogli le labbra con
desiderio.
"Stiamo girando 50 sfumature di nero?" la sua voce roca mi mise i
brividi. Come faceva ad essere sexy anche da malato? Forse ero io
quello malato a volare troppo in la con la fantasia.
"Non di nero, stiamo per arrivare al rosso. Devi essere un bambino
ubbidiente e seguire i miei ordini." le sue pupille si dilatarono
dall'eccitazione. La cosa si stava facendo molto interessante, peccato
che in quel momento era fuori uso. Anche se stancarlo in quel modo mi
avrebbe assicurato la sua immobilità a letto almeno fino
all'indomani.
"Alec ti ricordo che se facciamo qualcosa adesso è altamente
probabile che mi dovrai portare di nuovo in ospedale. Non penso di
potercela fare."
"Un passo per volta stallone. Adesso concentriamoci soltanto sulla
spugnatura. Fai il bravo e stenditi di nuovo." posai la bacinella sul
comodino e mi girai a guardarlo storto.
"Non mi stai rendendo le cose facili tesoro." mormorò con un
sospiro.
"Chi ha mai detto che lo avrei fatto? Non sono un santo."
"In questo momento non capisco se vorresti sedurmi o bastonarmi." in
realtà nemmeno io perchè avrei fatto entrambe le
cose, magari anche insieme.
"Quando avrò deciso ti darò una risposta. Adesso
comando io. Sdraiati." il mio tono non ammetteva regole.
"Agli ordini." si portò una mano alla fronte come se fossi
un suo superiore ed eseguì il comando senza più
fare storie.
"Parli un pò troppo. Stai zitto e chiudi gli occhi."
Appena lo fece iniziai con la mia ardua impresa. Ero io quello che lo
stava seducendo o era lui che lo stava facendo a me? Tutto quel ben di
dio a mia disposizione. Dovevo cercare di calmare i miei bollenti
spiriti prima di saltargli addosso. Gli tolsi la maglietta, non fece
resistenza e mi aiutò restando con gli occhi chiusi. Quella
fiducia incondizionata mi scaldò il cuore. Ero degno di
tutto ciò? Immersi l'asciugamano nell'acqua ormai tiepida e
la strizzai. Con delicatezza, iniziai a passargliela sul collo, lui
sospirò aprendo leggermente le labbra come ad un invito per
assaggiarle. Ero veramente tentato di farlo. Avrei voluto banchettare
con quelle labbra tentatrici a vita. Spostai l'asciugamano sui
pettorali sciacquandoli accuratamente, mi ci soffermai a lungo. Non
potevo mica tralasciare qualcosa di importante, dovevo fare bene il mio
lavoro. Non volevo ricevere lamentele e feedback negativi. Gli sfiorai
il capezzolo con il pollice e lo sentii rabbrividire al mio tocco.
Strinse i pugni e si sforzò di non aprire gli occhi e
allungare la mano verso di me, dovevo ammirare la sua forza di
volontà perchè io in quel momento la stavo
perdendo. Mi chinai a posargli un bacio sopra il cuore e indugiai con
le labbra su quel delizioso pezzo di pelle per poi dargli una leggera
leccata. Sapeva di buono come al solito. Lui mi afferrò un
braccio ma rimase immobile come gli avevo ordinato. Sentivo tutta la
sua tensione in quella stretta. Scesi ancora con il panno per
rinfrescargli anche gli addominali. Rifeci lo stesso tragitto con le
labbra per arrivare fino al collo e poi scesi di nuovo con lentezza,
soffermandomi ogni tanto ad approfondire con qualche morso e leccata. I
suoi gemiti s'intensificarono mentre il suo corpo si protendeva verso
la mia bocca. Voleva di più ed io ero li per soddisfare i
suoi desideri e anche i miei. Quando arrivai all'altezza dei suoi
pantaloni, iniziai a slacciargli la cintura e lo fissai attentamente in
volto. Lui aprì gli occhi di scatto e inchiodò i
miei, erano puro fuoco. Gli sorrisi sfacciatamente e continuai
slacciando il bottone e abbassando la zip, lui sembrava quasi a corto
di
fiato. Gli sfilai i pantaloni e i calzini e ripresi il mio
meticoloso lavoro con il panno umido. La sua espressione frustrata mi
fece
ridacchiare, mise il broncio sbuffando. Era adorabile il suo broncio,
lo avrei conservato per sempre con me per i momenti di sconforto. Dopo
aver posato il panno nella bacinella, partii a fare un massaggio dai
piedi per salire piano piano. Nonostante gli stessi sciogliendo un
pò di tensione, il broncio non lasciò la sua
deliziosa bocca. Le mie mani continuarono a massaggiargli caviglie e
polpacci, andarono su per raggiungere le cosce e intensificai la
pressione. Il suo respiro si fece ancora più pesante e
decisi di fare la mia mossa. Lentamente, infilai la mano dentro la
gamba dei suoi boxer e raggiunsi il trofeo più ambito,
già irrigidito e pronto all'uso. Era sempre sull'attenti
quando eravamo insieme. Lo fissai negli occhi con sguardo di
provocazione e mi morsi il labbro. Lui non perdeva ogni mio minimo
movimento, sembrava una tigre che osservava la sua preda pronta a fare
un balzo in qualsiasi momento per sbranarla. Mi sentivo la sua cena,
non aveva ancora capito che quella sera era lui il mio banchetto.
Rafforzai un pò di più la stretta della mia mano
e iniziai ad andare su e giù con deliberata lentezza per
mandarlo fuori di testa.
"Tesoro se fai così non riuscirò a resistere."
"Non ti ho detto che puoi parlare."
"Tesoro..."
"Puoi soltanto annuire o scuotere la testa. Hai capito?" sospirando di
frustrazione annuì mettendo il suo famoso broncio. Io
sorrisi e andai avanti, posando il pollice sulla cima umida. Mise la
testa indietro sopra i cuscini e gemette stringendo con i pugni la
coperta sotto di lui. "Ti piace?" lui annuì ancora spingendo
il bacino contro di me. Improvvisamente scansai la mano e lui
tirò su la testa spaesato per cercare di capire cosa stessi
facendo. "Vuoi che continui?" annuì, sembrava un cane
bastonato in quel momento. Quasi mi venne da ridere, se solo non fossi
stato nelle sue stesse condizioni. Mi tirai su e andai a stuzzicargli
il capezzolo con la lingua, lui sobbalzò di scatto per la
sorpresa. Tracciai una scia di baci sui suoi pettorali e mi dedicai
all'altro capezzolo mordendolo delicatamente. "Ancora?" nella
confusione prima annuì e poi scosse la testa. Ridacchiai
divertito. Scesi fino all'ombelico dove ci soffiai dentro facendolo
ridere per far calare un pò di tensione. Poi gli morsi un
fianco e si piegò leggermente da quel lato senza
fiato. "Vuoi che torno su?" scosse la testa. Indugiai sul
morso e ci passai la lingua per placare il dolore. Lui
tremò, era bello avere il controllo della situazione una
volta ogni tanto. "Devo scendere giù?" lui annuì
con vigore stringendo più forte i pugni sulla povera coperta
maltrattata.
Con un sorriso sornione, gli sfilai rapidamente i boxer mettendo tutta
la sua mercanzia in bella mostra. Mi avvicinai di più a lui
e, senza ulteriori indugi, glielo presi in bocca. Era la prima volta
per me, ma volevo farlo. Con lui c'erano state tante di quelle prime
volte, cose che non mi ero mai nemmeno sognato di fare.
Eppure avevo desiderato farle tutte, solo con lui. Volevo
ricambiare il modo in cui si era sempre preso cura di me e mi faceva
sentire speciale. Seguii tutti i suoi insegnamenti alla lettera, volevo
farlo stare bene. Non ero preparato a riceverlo tutto ma mi aiutati con
le mani e tra una leccata e l'altra riuscii a prendere fiato. Aveva un
buon sapore, non lo avrei mai creduto. Succhiai forte con entusiasmo,
lo sentii rabbrividire sotto di me. Mi porto una mano alla testa
afferrandomi per i capelli. Non reclamai nonostante non stesse
più seguendo le regole del gioco. Mi piaceva che mi guidasse
e mi mostrasse ciò che lo faceva stare bene. Volevo imparare
sempre di più da lui. I suoi gemiti di apprezzamento mi
dicevano che stavo facendo un buon lavoro. La sua carne pulsava nella
mia bocca, leccai la sua lunghezza e la stretta ai capelli si fece
più salda. Scesi su e giù con la mano mentre
succhiavo la punta passandoci la lingua. Stavo impazzendo per il suo
odore, per il suo sapore. Potevo esserne così assuefatto in
poco tempo? Cosa mi stava facendo Damon? Stavo impazzendo. Quando i
suoi gemiti si fecero più forti come la stretta della sua
mano capii che era arrivato al limite e mi preparai. Al termine,
continuai a sentirlo scosso dagli ultimi brividi e aspettai che si
riprendesse. Non l'avevo lasciato con lo sguardo neppure una volta.
Amavo le espressioni del suo viso. Si portò una mano agli
occhi e cercò di regolarizzare il respiro. Era stupendo in
quel momento e sapere di esserne io la causa mi rendeva ancor
più fiero di me stesso. Mi sarei dato le pacche sulle spalle
da solo, peccato che quella posizione mi aveva indolenzito un
pò i muscoli a parte qualcosa di duro e appiccicoso ancora
chiuso nei pantaloni. Quella sera era solo per lui, io potevo benissimo
aspettare. Non tanto a lungo però, anche il piccolo Alec
aveva le sue esigenze inespresse. Quando mi tirai su, Damon
incatenò i suoi occhi ai miei e mi persi per l'ennesima
volta. Ero un caso senza speranza. L'intensità di quello
sguardo mi rivelava sempre tutto quello che non esprimeva a parole. E
di solito parlava tanto. Mi
sentivo al caldo, sommerso da tanto amore e devozione. Mi sentivo a
casa, quello era il mio posto. Lui era il mio posto, il mio tutto. Un
pò metteva paura quella consapevolezza, ma quando ero con
lui tutto passava in secondo piano. C'eravamo solo noi. Volevo vivermi
appieno la nostra relazione, momenti brutti e momenti belli. Avrei
accettato di tutto pur di stare con lui. Volevo renderlo felice, volevo
che continuasse ad amarmi e a guardarmi nello stesso modo per tanto
tempo. Gli sorrisi e lui ricambiò con dolcezza tendendomi
una mano. La afferrai al volo e mi accoccolai al suo fianco mettendo la
coperta sopra di noi, avrei dovuto aiutarlo a rivestirsi. Avevo paura
che prendesse freddo. Damon mi posò un bacio sulla fronte
massaggiandomi un orecchio. Strofinai la testa sul suo petto e mi misi
più comodo. Stranamente mi sentivo un pò in
imbarazzo dopo quello che gli avevo appena fatto, avevo paura del suo
giudizio. E se mi avesse paragonato ai suoi ex? Avrei perso in
partenza per la mia inesperienza.
"Posso parlare adesso?"
"Si."
"Come mai all'improvviso sei diventato così timido? Hai le
orecchie rosse." lo sentii ridacchiare mentre continuava a massaggiarmi
l'orecchio.
"Smettila." gli diedi una piccola sberla al petto.
"Alec guardami." scossi la testa non volendo abbandonare il suo petto.
"Alec ti prego." titubante, alzai lo sguardo incrociando il suo. Dopo
tutto quel tempo riusciva ancora a farmi arrossire. Sarebbero mai
cambiate le cose? "Va meglio adesso?"
"Non dovrei essere io a chiedertelo?"
"Dimmi cosa ti preoccupa. Ho bisogno di saperlo."
"Ho paura che tu mi metta a confronto con i tuoi ex." mormorai
facendomi coraggio.
"Quanti ex pensi abbia avuto? Non metterei mai nessuno a confronto con
te, non sono quel tipo di uomo. Dovresti conoscermi."
"Lo so, ma visto che ancora sono inesperto tu..."
"Alec basta! Non voglio sentire più queste cavolate uscire
dalla tua bocca. Sei
stato magnifico, giuro che prima o poi mi lascerai completamente a
secco. Grazie tesoro. Adesso però tocca a te."
"Non c'è bisogno, questa sera era soltanto per te. Adesso
riposati che sarai stanco."
"Voglio prendermi cura di te." eccolo li, quel broncio micidiale che mi
avrebbe a fare qualunque cosa volesse.
"Domani, adesso sono soddisfatto così. Non pensarci." la
suoneria del suo cellulare ci distrasse.
"Questo è Brian." mormorò prendendo il cellulare
in mano con l'intento di accettare la chiamata.
"Potrà aspettare fino a domani. Questa sera non ci saranno
interferenze in alcun modo." presi il cellulare dalle sue mani e lo
spensi per poi riappoggiarlo sul comodino. Presi un cambio e lo aiutai
a vestirsi per poi coprirlo di nuovo con la coperta. Mi assicurai che
fosse tutto a posto prima di tornare al caldo tra le sue braccia nella
stessa posizione di prima.
"Sei diventato un piccolo dittatore."
"Hai bisogno di assoluto riposo Dam. Sono qui per assicurami
che tu segua i consigli del medico alla lettera."
"Non penso che il medico intendesse anche farmi certi lavoretti a Damon
junior." ridacchiò lui ammiccando alle proprie parti basse
facendomi arrossire.
"Stai zitto! Quella era una variante alla sua prescrizione. Va bene lo
stesso, non penso che il dottore farà storie. O vuoi
parlargliene tu?"
"No grazie. Però adesso non riuscirò a dormire."
"Sei già pronto per un secondo round?" gli chiesi sbalordito.
"Ti garantisco che per qualche oretta non riuscirei a muovere
più nulla. Intendevo dire che avrei bisogno di qualcuno che
mi cantasse qualcosa. Giusto per conciliare il sonno."
"Giusto per conciliare il sonno." annuii facendogli il verso.
"Perchè? Tua madre da piccolo non ti cantava la ninna nanna
per farti addormentare?"
"Sei un bambino un pò troppo cresciuto per la ninna nanna."
"Non si è mai troppo grandi per certe cose. Canteresti
qualcosa per me? Ti prego, sono malato." strofinò il naso
sul mio collo per supplicarmi e non capii più nulla. Sapevo
fin dall'inizio che avrei capitolato a ogni suo desiderio.
"Se i fans ti vedrebbero in questo momento non ti riconoscerebbero
più. Cosa vorresti sentire?"
"Tutto quello che vuoi."
"It’s
just another night, and I’m staring at the moon
I
saw a shooting star and thought of you
I
sang a lullaby by the waterside and knew
If
you were here, I’d sing to you
You’re
on the other side, as the skyline splits in two
I’m
miles away from seeing you
But
I can see the stars from America
I
wondered, do you see them too?
So open your eyes and see
The
way our horizons meet
And
all of the lights will lead
Into
the night with me
And
I know these scars will bleed
But
both of our hearts believe
All
of these stars will guide us home
I can hear your heart on the radio beat
They’re
playing “Chasing Cars” and I thought of us
Back
to the time you were lying next to me
I
looked across and fell in love
So
I took your hand back through lamp lit streets, I knew
Everything
led back to you
So
can you see the stars over Amsterdam?
You’re
the song my heart is beating to
So open your eyes and see
The
way our horizons meet
And
all of the lights will lead
Into
the night with me
And
I know these scars will bleed
But
both of our hearts believe
All
of these stars will guide us home
And oh, I know
And
oh, I know
And
oh
I
can see the stars
From America"
"Perchè stai sorridendo in quel modo? Non ti piace? Hai
chiesto tu una canzone." nascosi di nuovo il volto sul suo petto.
Sapevo di aver stonato su alcune parti, ma speravo lo stesso che gli
sarebbe piaciuta. Era uno dei suoi cantanti preferiti e mi sembrava
l'ideale in quel momento.
"Adoro la canzone e adoro te piccolo." mi prese il volto tra le mani
strofinando i nostri nasi insieme. Il suo sorriso era meraviglioso.
"Bene. Adesso è meglio mettersi a dormire. La ninna nanna
l'hai sentita, chiudi gli occhi."
"Manca ancora qualcosa."
"Che cosa?"
"Il bacio della buona notte." disse lui serafico.
"Quanto sei fastidioso." mi avvicinai di più a lui e gli
diedi un bacio a stampo sulle labbra. "Contento? Adesso dormi!" lo
sospinsi di nuovo tra i cuscini e mi riappropriai del suo petto prima
di chiudere gli occhi.
Dei rumori mi svegliarono all'improvviso. Aprii gli occhi ma uno
spiraglio di sole me li ferì e li richiusi immediatamente.
Strofinai il viso sul petto di Damon e mi rimisi comodo. Che ore erano?
Dei risolini e dei rumori di stoviglie mi rimisero sull'attenti. Cosa
stava succedendo?
"Damon c'è qualcuno in casa." lo scossi per svegliarlo. Lui
si stiracchiò e rafforzò il suo abbraccio attorno
al mio corpo. Non sarei più riuscito a muovermi in quel modo.
"Sarà Brian." mormorò lui strofinando il naso tra
i miei capelli spettinati.
"Gli ho detto di non venire."
"Forse ha lasciato un messaggio sul cellulare." presi il suo cellulare
sul comodino e lo riaccesi.
"Li ho spenti entrambi ieri sera. Merda!" esclamai tirandomi su di
scatto appena lessi un messaggio da parte di Brian.
"Cosa succede?" si sedette portandosi una mano alla bocca per
nascondere lo sbadiglio.
"Sono qui! L'incubo si sta avverando!"
"Di che incubo stai parlando?" era confuso.
"Le nostre madri in questo momento sono in cucina a prepararci il
pranzo. Riunione di famiglia."
"Oddio!" lo vidi sbiancare di colpo svegliandosi del tutto dalla
notizia.
"Te lo avevo detto che non era una buona idea."
"Se superiamo tutto questo ti prometto che sarò
più bravo."
"Non siamo a Natale. Però potresti promettermi di essere
più sensato quando stai male."
"Va bene...comunque non mi sono ancora dimenticato."
"Di cosa?"
"Che devo ricambiare la sorpresina di ieri." mi sorrise lui alzando le
sopracciglia.
"Tu pensi a fare sesso in un momento del genere? Con le nostre madri
insieme nell'altra stanza? Damon!" scesi dal letto per mettere un
pò di distanza e trovare dei cambi per entrambi.
"Provare è legittimo! Possiamo sempre fare
finta che non siamo in casa." si grattò la pancia con aria
ancora assonnata. Era adorabile.
"Tu non conosci mia madre. Potrebbe entrare da un momento all'altro
sbottando perchè non siamo ancora in piedi. Non te lo
consiglio."
"Uffa...possiamo almeno farci la doccia insieme? Faremo prima."
"Quando mai? Non ci sbrigavamo nemmeno quando non eravamo ancora una
coppia, pensi che adesso in dieci minuti saremo fuori? Giuro
che non riuscirò a guardare negli occhi nessuna delle due
quando usciremo da questa camera." borbottai in imbarazzo.
"Tanto sanno già che facciamo sesso insieme." si strinse
nelle spalle tirandosi su.
"Ma non lo faremo con loro in casa! Adesso muoviti e vai a farti la
doccia! Io userò l'altro bagno." gli lasciai tra le mani il
suo cambio e lo spinsi verso la porta.
"Ho bisogno che qualcuno mi lavi la schiena...sono ancora malato." ci
provò di nuovo girandosi verso di me mettendo il muso.
"Fila via adesso!" gli diedi una sculacciata sul sedere facendolo
uscire dalla camera. Ci avrebbe atteso una lunga giornata. Ce la
saremmo cavata?
---------------------------------------------------------------
Ecco il nuovo capitolo...spero vi piaccia.
La canzone scritta da Mew la riprenderò prossimamente e la
trascriverò per intero quando verrà cantata.
La canzone cantata da Alec è All of the stars
di Ed Sheeran, colonna sonora di Colpa delle stelle.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.
xoxo
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Speciale video Fan meeting ***
Behind your gaze - speciale matrimonio fm
https://POV Damon
Ero seduto accanto ad Alec ad aspettare pazientemente il nostro turno.
Lo vidi sbadigliare con gli occhi assonnati e gli presi delicatamente
la testa per appoggiarla sulla mia spalla. Lui si mise comodo chiudendo
gli occhi con tranquillità. Il fatto che si lasciasse andare
in quel modo con me, nonostante fossimo circondati da altre persone,
dandomi tutta la sua fiducia mi scaldava il cuore. Quel ragazzo si
abbandonava così facilmente a me. Come avevo fatto a
meritarlo? Gli passai una mano tra i capelli con fare rassicurante. Era
andato a dormire tardi la notte precedente, come al solito per colpa
dei videogiochi, e non era ancora del tutto sveglio. Presi a
massaggiargli un orecchio mentre controllavo le notifiche sul
cellulare. Quando il giornalista si sedette di fronte a noi con la sua
cartelletta, ci ricomponemmo e rimisi in tasca il telefono. Alec
cercò di trattenere uno sbadiglio ma non ce la fece e
aprì la bocca con una buffa espressione addormentata.
Sorrisi e gli rimisi a posto il ciuffo. Dopo qualche altro secondo tra
di noi, prestammo attenzione all'uomo seduto di fronte che aveva quasi
paura di interromperci. Non era nè il primo nè
l'ultimo che faceva così, o li mettevamo a disagio o si
gustavano la scena di normale quotidianità eccitati come se
avessero visto chissà cosa. Non li capivo.
"Bene ragazzi, iniziamo con l'intervista per il video. Siete pronti?"
"Si." annuii dando un'ultima occhiata ad Alec che mi sorrise per
confermare.
"Ottimo. Allora possiamo iniziare a registrare. Che cosa avete provato
la prima volta che vi siete incontrati?" lesse la prima domanda dai
suoi appunti. Avevamo concordato le domande in precedenza, almeno
sapevamo che risposte dargli.
"La prima volta che l'ho incontrato? Damon è sempre stata
una persona davvero premurosa. Mi ha dato molti consigli utili, su
molte questioni lavorative e private. Inoltre mi incoraggia sempre. E'
veramente una bella persona." il suo tono di voce dolce mi
riscaldò il cuore. Mi ricordai il nostro incontro e sorrisi.
"Ho avuto l'impressione che Alec fosse una persona riservata, difficile
da avvicinare. La prima volta che ci siamo visti, era come se Alec
stesse seduto lì da solo, mentre gli altri candidati
parlavano tra di loro o andavano in giro. Era come se avesse il suo
spazio personale e non volesse che gli altri lo invadessero. Quando gli
ho parlato la prima volta ho iniziato a conoscerlo, aveva
davvero il proprio angolo felice personale. Avevo quasi paura di
disturbarlo ma mi incuriosiva quel ragazzo solitario. Ad Alec piace
giocare con i videogames e anche a me piace giocarci. A quanto pare
abbiamo delle cose in comune che ci piace fare insieme e questo mi ha
aiutato a fare breccia all'interno del suo mondo." mi voltai verso il
mio compagno e gli accarezzai i capelli. Lui sorrise arrossendo
leggermente.
"Come immagini la tua cerimonia di nozze?"
"Ecco...pensandoci...vorrei...che la cerimonia si svolgesse in un
bosco. Mi ha sempre affascinato fare una cerimonia in mezzo alla
natura, con la famiglia e gli amici più intimi con cui
condividere quel giorno importante."
"Vorrei che ci fosse un arco di fiori, un prete e della musica per
ballare...sarebbe davvero romantico." annuì lui
avvicinandosi un pò di più a me. Sentire la sua
vicinanza mi mise i brividi, avrei tanto voluto farlo sedere sulle
gambe e stringerlo a me come facevo di solito.
"Se dovessi immaginare...che Alec ed io ci stessimo per sposare, credo
che la cerimonia sarebbe qualcosa del genere. Intima e romantica."
aggiunsi sorridendo mentre mi tornava in mente la scena del mio sogno.
Era stato tutto perfetto, almeno finchè non mi ero svegliato
con il cuore che mi batteva a mille e una lacrima che scendeva
dall'occhio. Ero emozionato e lo ero tutt'ora.
"La gente dice che sembrate uno sposo e una sposa." commentò
l'intervistatore.
"Credo che sia un pò strano, divertente e carino che tutti
ci vedano...l'uno adatto all'altro. E' come quando facciamo un servizio
fotografico insieme e, guardando le nostre foto, pensiamo che siano
belle così come sono venute. Senza artifici o altro, abbiamo
una buona chimica quando lavoriamo in coppia. E' veramente un bel
periodo questo, passato insieme." confermai con calma cercando di non
andare oltre quello che mi ero prefissato di dire. Non volevo rivelare
troppo di noi, anche se forse lo avevo già fatto senza
nemmeno accorgermene.
"Che cosa vi vorreste dire?"
"Io vorrei dire...che sono molto felice. Sono felice che ci siamo
conosciuti. Sono felice che Alec, quel giorno, sia venuto al provino e
che siamo finiti insieme, perchè il lavoro fatto insieme
è stato molto facile e divertente. Ogni volta che abbiamo
l'occasione di stare insieme e di lavorare insieme, sono molto felice."
sorrisi accavallando le gambe per mettermi più comodo.
"Innanzitutto, vorrei ringraziare per aver conosciuto Damon e vorrei
ringraziarlo per tante di quelle cose in cui mi ha aiutato e
dato consigli...ad esempio in questioni personali, ma anche di lavoro.
E' come se lui fosse sempre lì, al mio fianco, quando ho
bisogno di lui. Lo è sempre stato fin dall'inizio."
incrociò il mio sguardo e sorrise, poi lo distolse
imbarazzato.
"E lo sarò ancora." mi allungai per sussurrargli
all'orecchio vedendolo arrossire alle mie parole. Il mio piccolo grande
uomo era di una dolcezza infinita.
"Grazie ragazzi, l'intervista è finita. Poi la monteremo nel
video come da programma. Adesso siete liberi di andarvi a vestire per
il vostro matrimonio." ci disse lui con fare cospiratorio guardandoci
con occhi luccicanti.
"Forza Alec, andiamo a sposarci." gli battei una mano sulla coscia per
richiamare la sua attenzione.
"Non mi hai nemmeno fatto la proposta in ginocchio e già
pretendi che ti dica si all'altare? Stai volando troppo in alto
stallone." mi prese in giro Alec arricciando il naso.
"Potrei farci un pensierino per la proposta..." allungai la mano fino a
posarla sulla sua spalla per portarlo più vicino a me.
"Non prima di aver preparato la dote, altrimenti mia madre non ti
farà nemmeno entrare a casa."
"Tu vuoi solo i miei soldi." mi lamentai mettendo un finto broncio che
lo fece ridacchiare.
"Certo che si. Te ne sei accorto solo adesso?"
"Mi sento sfruttato. Devo andare a reclamare con tua madre."
"Vai pure, a tuo rischio e pericolo. Sarà lei a chiederti i
soldi." rise lui divertito alzando le spalle.
"Siete una famiglia di strozzini?" posai la testa sulla sua spalla
continuando a fare il broncio.
"Volevi la bicicletta? Adesso pedala. Prendere o lasciare."
"Diventi sempre più pestifero. Prendo, prendo. Non
vincerò mai contro di te vero?"
"Mai, però ci provi sempre."
"Non posso farne a meno." ricambiai il suo sorriso perdendomi nel suo
sguardo.
"Ragazzi mi sembrate proprio una vecchia coppia sposata che si stuzzica
ancora. Mi sento così solo a guardarvi flirtare in questo
modo. Vi assicuro che non ho mai visto una coppia dello schermo
interagire come voi anche fuori dalle telecamere. Siete troppo carini
insieme." quasi ci eravamo dimenticati della presenza
dell'intervistatore davanti a noi.
"Grazie." sussurrò Alec abbassando lo sguardo.
"Scusa se ti ho messo in imbarazzo."
"Non sei il primo a dirlo, ormai ci siamo abituati. A parte le orecchie
di Alec." presi in giro il mio compagno che si portò le mani
alle orecchie per coprirle. A lui non piacevano, diceva che erano
troppo piccole. Io le adoravo, come qualsiasi parte di lui.
"Dam!"
"Scusa piccolo, me l'hai servita su un piatto d'argento. Era troppo
invitante."
"Ragazzi siete veramente splendidi insieme. Si vede l'amore e il
rispetto reciproco tra di voi." sorridemmo entrambi e tolsi il braccio
dalla spalla di Alec. Forse ci eravamo spinti un pò oltre di
fronte a lui.
"E' normale dopo tutto il tempo che abbiamo lavorato insieme, ci
conosciamo meglio. Tra l'altro oggi è l'anniversario del
primo giorno che ci siamo conosciuti. Abbiamo scelto questa data
apposta per girare il video." affermai con sicurezza e
tranquillità. Era un dato di fatto che presto avrebbero
scoperto tutti i fans appena visto il video e collegato la data di oggi
con quella dei casting.
"Volevamo festeggiare e ringraziare tutti del supporto ricevuto."
confermò Alec con un cenno della testa.
"E' stato un giorno fortunato."
"Già."
"Siete sicuri che non state insieme? E' come se vi completaste a
vicenda. Siete belli da vedere insieme." quelle erano delle belle
parole, peccato che si stava avvicinando un pò troppo alla
verità e volevo mettere un pò di distanza a
quella curiosità.
"Adesso dobbiamo proprio andare a cambiarci prima di perdere la luce
giusta." dissi alzandomi seguito subito dal mio compagno che
capì al volo. Salutammo l'uomo che si allontanò a
parlare con le altre persone dello staff lasciandoci finalmente da soli.
"Lo sposo non deve vedere la sposa prima del matrimonio."
mormorò Alec con un cenno verso di me.
"Non vedo nessuna sposa. E' per questo che ho scelto lo sposo. Possiamo
cambiarci nello stesso camerino come al solito." gli dissi muovendo le
sopracciglia con espressione vogliosa. Un pensierino di infilarmi nel
camerino insieme a lui lo avevo fatto più volte, peccato che
poi sarebbe finita in un altro modo rispetto a quello che doveva
essere. Non saremmo più usciti da quella stanza.
"Scordatelo. Ho bisogno dei miei spazi prima di legarmi a te."
"Vai a farti bello. Ti aspetto all'altare. Sarò quello con
lo smoking nero."
"Veramente? Anch'io indosserò uno smoking nero."
Lo sentii ridacchiare mentre si allontanava seguito a ruota da Paul con
in mano il completo che lo sposo avrebbe dovuto indossare. Non vedevo
l'ora di vederlo con quello addosso. O anche senza. Lo volevo tutto per
me quel giorno. Volevo che festeggiassimo insieme più tardi,
da soli.
"Fratellino se continui a guardarlo così è meglio
per te seguirlo nei camerini e rivoltarlo come un calzino.
Però non fare troppo rumore, sua madre potrebbe essere nei
paraggi." si avvicinò mia sorella di soppiatto
facendomi venire un colpo. Perchè era sempre così
silenziosa quando arrivava?
"Alice dovresti metterti dei campanelli al collo ogni volta che
cammini! Mi stavi facendo venire un infarto."
"Suvvia non esagerare, se così fosse saresti morto almeno
cento infarti fa se non di più. Sei ancora vivo e vegeto,
ringraziami. Adesso vai a battere il chiodo finchè
è caldo. Hai portato il lubrificante?" mi prese in giro lei
battendomi una mano sulla spalla. Era fastidiosa come al solito.
"Alice! Smettila!"
"Se non pensi alle cose fondamentali di base potresti fare male al mio
cognatino, dovresti saperlo meglio di me. Devi essere gentile e
delicato con lui, è un piccolo fiore." mia madre se la
sarebbe presa troppo se avessi strozzato sua figlia?
"Perchè diamine sei venuta anche tu? Perchè?
Cos'ho fatto di male?"
"Dovevo partecipare al matrimonio del mio fratellino."
"E' un matrimonio finto. E' per il fan meeting."
"Ne sei sicuro? Qui stiamo facendo le cose un pò troppo in
grande per un finto matrimonio. A me sembra tanto la prova generale per
quello vero." commentò lei con aria sorniona.
"Ti sembra che Brian abbia veramente ottenuto la licenza per sposarci?"
"La licenza si può ottenere molto facilmente. Potrei
ottenerla persino io su internet. Vuoi che vi sposi?" ci mancava
soltanto quello. Perchè non era rimasta a casa?
"Voglio che tu te ne vada prima di rovinare la giornata."
"Hai detto giornata, non hai parlato di lavoro."
"Alice, oggi non voglio arrabbiarmi con te. Voglio godermi questo
giorno senza avere problemi per la testa. Ti prego, assecondami." la
supplicai con un sospiro esasperato.
"Farò la brava, ma non me ne andrò di qua. Voglio
condividere questo giorno con voi e non vedo l'ora di vedere Alec
attraversare quel sentiero e raggiungerti all'altare. Poi
ruberò qualche foto per fare le partecipazioni per il vero
matrimonio."
"Alice avevi promesso!"
"Questa era l'ultima battutina per oggi, te lo prometto. Buon primo
anniversario fratellino, spero che sia il primo di una lunga serie con
Alec. Ti voglio bene." mi strinse in un veloce abbraccio. Mi sentivo
strano in quel momento, era raro che mia sorella fosse così
in intimità nei miei confronti. Cos'era successo
all'improvviso? Perchè quelle parole?
"Ti voglio bene anch'io, anche se il più delle volte mi fai
impazzire." mormorai ancora stranito dal suo atteggiamento.
"Adesso vado a salutare l'altro sposo. Ti anticipo che B&B
vogliono giocare di nuovo con lo zio il prima possibile, gli manchi.
Magari potresti presentarli anche ad Alec. Potrebbero andare
d'accordo." il pensiero di vedere il mio compagno giocare con i miei
nipoti mi fece uno strano effetto. Sicuramente si sarebbero piaciuti a
vicenda.
"Tu vuoi soltanto qualcuno in più a cui poter mollare i
bambini quando più ne hai voglia. Non ti basta sfruttare tuo
fratello nei momenti liberi? Adesso devi adescare anche lui?"
"Ormai fate parte dello stesso pacchetto, prendi due paghi uno. Vedila
come un test di resistenza per capire come si comporta con i bambini.
Magari in futuro..."
"Non finire la frase per favore."
"Vado a congratularmi con il finto sposo. Ci vediamo dopo." mi
salutò con la mano allontanandosi da me. Sempre il solito
uragano.
Brian si fece avanti dicendomi che era ora di prepararsi. Salutai tutti
in camerino e mi sedetti per essere truccato e pettinato. Aspettai
pazientemente con gli auricolari alle orecchie mentre ricontrollavo le
notifiche sui social. I fans erano molto attenti alle date, ci avevano
mandato i loro migliori auguri per festeggiare il primo giorno che ci
eravamo incontrati. Erano tanto carine le loro dediche, l'amore che ci
mostravano migliorava la giornata. Speravo che con quel video li
avremmo resi felici, restituito loro un pò dell'amore che ci
avevano donato continuando a seguirci. Indossai i pantaloni e la
camicia dello smoking che mi avevano preparato e parlai con il regista
delle scene che dovevamo girare e di come le voleva. Doveva essere come
un vero matrimonio, il nostro matrimonio da favola. Quello che avevo
sognato una notte e dal quale avevo preso spunto per mettere in scena
quel progetto. Era un mio modo per spingere l'opinione pubblica ad
essere più aperta all'idea dei matrimoni dello stesso
genere. Volevo che fosse riconosciuta come un'unione normale,
perchè alla fine lo era e nonostante fossimo nel 2020 ancora
non era vista di buon occhio. C'era fin troppa discriminazione e
intolleranza in giro per rendere una cosa semplice e normale veramente
"normale". Le parole erano belle ma per i fatti era tutta un'altra
faccenda. Prima o poi avrei voluto anch'io festeggiare quel giorno con
la famiglia e gli amici più intimi, dichiarando con orgoglio
che amavo il mio compagno. Ero sempre stato molto riservato per la mia
vita privata, non avrei mai confermato di stare insieme a qualcuno ma
non lo avrei nemmeno negato. Avrei mostrato ogni giorno il mio amore
per quella persona speciale anche solo con i piccoli gesti, ero
piuttosto attento ai particolari per renderla felice. Se fossi arrivato
a quel punto della relazione, dove avrei avuto la certezza di aver
trovato la mia persona, avrei voluto fare quel passo importante. In
quel momento di sicuro lo avrei gridato a tutti, non sarei riuscito a
trattenermi. Il fatto che avessi fatto quel sogno con Alec che mi
raggiungeva all'altare era stata come una rivelazione, una luce di
speranza si era accesa. Amavo Alec, il fatto che avesse accettato la
mia proposta per quel video mi aveva reso felice. Aveva capito il
significato che volevo trasmettere filmando quel momento particolare e
aveva accettato consapevole di tutto ciò che avrebbe potuto
derivarne. Avevo paura per la sua carriera, ma lui aveva insistito a
partecipare approvando la mia idea su tutti i fronti. Mi aveva
accettato così com'ero senza pretendere nulla, ascoltava le
mie idee e ne discuteva con partecipazione. Per me era tutto
importante, quel video e lui. Avevo lasciato in auto il regalo che gli
avevo fatto. Lo avevo trovato per caso in un piccolo negozietto mentre
mi stavo recando a fare un'intervista per la radio, mi ero fermato di
colpo appena lo aveva notato in vetrina. Era lui, lo avevo
subito trovato senza nemmeno cercarlo. Lo avevo acquistato
immediatamente. Non vedevo l'ora di darglielo e guardare l'espressione
di Alec quando avrebbe aperto la confezione. Speravo gli piacesse e ne
capisse il significato, era perfetto per lui. Annuii alle
indicazioni del regista e presi la giacca che mi stava passando Brian.
Era ora di iniziare a girare.
Mi posizionai di fronte alla grande vetrata dove batteva il sole caldo
e indossai lentamente la giacca, abbottonandola davanti. Sistemai i
polsini e continuai a guardare fuori. Non avevo bisogno di qualcuno che
mi dicesse quali espressioni il mio viso doveva manifestare, le provavo
realmente. Alice aveva ragione. Era come se quella fosse la prova
finale del nostro matrimonio. Mi sentivo eccitato e speranzoso di poter
rivedere Alec in tutta la sua bellezza raggiungermi all'altare.
Ovviamente da copione doveva farlo, ma se fosse stata la vera
celebrazione del nostro amore Alec sarebbe stato al mio fianco? Avrebbe
accettato la mia proposta? Era ancora presto a pensare di fare una cosa
così in grande, non lo avrei di certo piazzato a una
decisione del genere subito. Era giovane e aveva ancora molte
esperienze da fare con o senza di me, era all'inizio della sua carriera
e di certo, in quel momento, mi sarei accontentato di quello che
eravamo diventati l'uno per l'altro. Non era una cosa da poco per noi,
era una relazione preziosa da custodire gelosamente insieme. Era una
bella giornata per prendere Alec per mano e scambiarci le promesse. Era
una bella giornata per sposarlo, anche se era soltanto una finzione.
Guardai fuori e sorrisi felice a quello che ci aspettava. Ero
impaziente di rivederlo. Uscii da quella stanza per raggiungere
l'altare e aspettare il suo arrivo.
POV Alec
Avevo gli occhi chiusi mentre il truccatore finiva di darmi gli ultimi
ritocchi al viso. Quando finì, lo ringraziai con un sorriso
e lo vidi allontanarsi per lasciarmi solo. Solo era una parolona visto
che c'erano altre sei persone dentro quella stanza che stavano
riprendendo la scena e assistendo il regista nel suo lavoro. Li ignorai
e andai avanti con il copione. Guardai la mia immagine riflessa allo
specchio e annuii soddisfatto. Aveva fatto un bel lavoro. Allacciai
l'ultimo bottone del colletto della camicia, volevo essere perfetto in
quel completo. Volevo che lui vedesse il meglio di me. Mi alzai in
piedi e finii di sistemarmi la giacca dello smoking. Avevano scelto
bene, mi stava proprio a pennello. Ero talmente elegante che non
sembravo nemmeno io. Presi il bouquet in mano guardando ogni singolo
fiore che lo componeva. Avevano un buon odore e sapevo, senza ombra di
dubbio, che ognuno di essi aveva un qualche significato profondo. Ormai
conoscevo bene Damon, non lasciava mai niente al caso. Era proprio da
lui prestare attenzione ai più piccoli dettagli. Aveva
organizzato lui quel matrimonio insieme ad altre persone dello staff,
ma il progetto era tutto suo. Vedevo le idee di Damon esprimersi in
ogni posto, a partire proprio da quel bellissimo mazzo di fiori. Aveva
fatto le cose proprio in grande per un semplice video. Anche se, a dire
la verità, non era semplice per niente. Il significato
dietro quel video era più che evidente, ma in
realtà quello che ci stava dietro era molto importante per
noi due. Era un grande passo che poteva ottenere risvolti positivi ma
molti negativi. Avevo deciso di seguirlo perchè mi fidavo di
lui. Avrebbe fatto di tutto per non mettermi in difficoltà o
causato danni. Lui ci teneva a me. Preso dagli scrupoli di coscienza,
aveva cercato di convincermi a cambiare idea ma io avevo rifiutato.
Volevo farlo insieme a lui. Volevo fargli delle promesse che tutti
avrebbero potuto ascoltare. Promesse che volevo mantenere ad ogni
costo. Nonostante fossi convinto delle mie scelte mi sentivo lo stesso
nervoso, come se fosse veramente il nostro matrimonio. Non avevo mai
pensato seriamente a una cosa del genere, ero troppo giovane per
quello. Le poche relazioni che avevo avuto erano state brevi e di certo
non mi avevano mai portato a immaginarmi un futuro del genere. Non ero
pronto. Chi lo sarebbe stato alla mia età? A parte mia
madre, ma quella era stata un'altra epoca. Forse un giorno sarei stato
pronto a fare quel passo, ma non di certo adesso. O forse non mi sarei
mai sposato, non sapevo cosa mi poteva riservare il futuro. Non era
così importante per me in quel momento, era un concetto
ancora strano. Perchè le persone volevano sposarsi? Cosa
c'era di così entusiasmante in quella cerimonia? Era solo la
firma su un contratto. Cambiava qualcosa in una relazione? Damon ci
stava pensando seriamente o era soltanto per mostrare ai fans quello
che volevano vedere? Però non stavamo parlando come i
personaggi della serie, bensì come noi stessi. Scrutai fuori
dalla vetrata, la giornata era splendida e il sole caldo. Perfetta per
una passeggiata nei boschi. Guardai il bouquet e pensai a quello che mi
attendeva varcata la soglio di quella stanza. Sarebbe stato un video
virale sul web, avrebbero visto due uomini, due attori, sposarsi in una
cerimonia che sembrava autentica mentre parlavano di loro e non come i
personaggi di una serie. Come l'avrebbe preso il pubblico? Ero
veramente pronto per quel passo? Tornai a guardare fuori, era arrivato
il momento. Mi voltai e feci qualche passo per poi fermarmi di colpo.
Mi portai il mazzo di fiori vicino al viso, osservandoli ancora una
volta. Cos'era quell'improvvisa incertezza? Perchè mi
sentivo agitato? Il pensiero di Damon, che mi stava aspettando
lì fuori, mi fece immediatamente calmare. La sua presenza
riusciva sempre a tranquillizzarmi. Volevo vederlo. Sospirai
incoraggiando me stesso e sorrisi con sicurezza. Uscii da quella stanza.
Appena mi fecero un cenno, procedetti lentamente lungo il sentiero che
mi avevano indicato. La cerimonia si stava svolgendo nel bosco, in
mezzo a tutto quel verde e all'odore intenso della natura. Era stata
tutta un'idea di Damon e vederla realizzata davanti ai miei occhi era
stato come dare una sbirciata ai pensieri del mio compagno. La sua
visione dell'intero video era fantastica, era proprio come essere in
una favola. Passo dopo passo, mi avvicinai sempre di più
alla meta stringendo tra le mani il bouquet. Sembravo una sposa in
procinto di dire si. Quando alzai lo sguardo non capii più
nulla, non percepii altro all'infuori di lui. Il mio cuore batteva a
mille e le farfalle nello stomaco stavano dando un party tutto loro.
Cos'era quella sensazione? Mi sentivo stordito. Era magnifico. Era la
luce? Era lo smoking? Era quel fottuto sorriso? Era un'emozione
fortissima quella che provavo, non sapevo nemmeno come spiegarla. Era
tutta riflessa nel suo sguardo profondo, un misto di adorazione e
amore. Lui era mio. Perchè all'improvviso volevo tutto
quello? Perchè sentivo il bisogno che ci fosse veramente lo
scambio delle fedi? Confuso dai miei stessi pensieri, abbassai lo
sguardo sul bouquet per cercare di riacquistare un pò di
lucidità. Cosa mi stava succedendo? Alzai lo sguardo e
incrociai quello sicuro e paziente di Damon e tutti i pezzi del puzzle
tornarono al loro posto. Mi calmai e capii che quello che stavamo
facendo era giusto. Lo stavamo facendo per chiunque avesse visto quel
video e per noi. Capii che quello era il mio posto, al suo fianco. Che
tutto quello che avevo di fronte era ciò che volevo. Non mi
sarei accontentato di nulla di meno. Mi fece un pò paura
quella consapevolezza ma mi diede il coraggio di ricambiare il suo
sorriso con fiducia e devozione. Avanzai verso di lui con tutta la
sicurezza che provavo, eravamo emozionati entrambi allo stesso modo.
Non stavamo fingendo. Ci amavamo. Potevo sentire il suo amore ad ogni
sguardo, ad ogni sorriso. Avevo una fiducia incondizionata in lui, lo
avrei seguito ovunque. Lo vidi venirmi incontro e fermarsi di fronte.
Il mio cuore stava battendo all'impazzata. Abbassò lo
sguardo verso il mazzo di fiori e lo feci anch'io, la mia stretta era
forte attorno a quei gambi. Mi porse la mano aspettando pazientemente
la mia mossa, incrociò il mio sguardo come se volesse
chiedermi ancora una volta se fossi sicuro di quello che stavamo
facendo. Il suo sguardo era fermo orgoglioso e pieno d'amore. Cos'altro
potevo chiedere alla persona che amavo? Non mi era mai capitato di
sentirmi così pieno dei sentimenti di un'altra persona.
Posai la mia mano sulla sua e lui la strinse come se fosse la cosa
più preziosa al mondo. Come se non volesse più
lasciarla andare. Restammo li per un tempo indefinito, occhi negli
occhi, mentre ci tenevamo per mano. Mi sentivo scoppiare dall'emozione.
Raggiungemmo Brian sull'altare che ci stava aspettando con un sorriso
sulle labbra. Sembrava veramente il prete che ci doveva dare la sua
benedizione. Eravamo sicuri che non si fosse preso veramente la licenza
per sposarci? Mi girai verso Damon e lui fece lo stesso. L'espressione
di orgoglio e di amore che aveva in volto rispecchiava appieno i miei
sentimenti.
"Prometti di essergli sempre fedele, nel bene e nel male, in salute e
malattia, di amarlo e rispettarlo, finchè morte non vi
separi?" ci chiese Brian con aria solenne. Ricambiai il sorriso di
Damon. Lui abbassò lo sguardo sulle nostre
mani, ancora strette l'una all'altra, e accarezzò
il dorso della mia con il pollice, quel massaggio era rassicurante.
Come se volesse dirmi che sarebbe rimasto sempre al mio
fianco, che non ero solo.
"Lo prometto." disse con sicurezza guardandomi di nuovo negli occhi.
"Lo prometto." risposi anch'io sorridendo mentre annuivo per confermare
le mie parole. Ero sincero e volevo che se ne rendesse conto.
Il regista ci fece fermare per alcuni minuti per sistemare tutto quello
che serviva per la prossima scena. Damon mi abbracciò da
dietro senza dire niente. Non c'era bisogno di parlare. Le emozioni
erano intense e a me bastava quel momento per riprendermi. L'abbraccio
durò poco, Brian ci interruppe per dirci che ci stavano
aspettando per girare l'ultima scena. Ci staccammo, il tempo necessario
per farci sistemare capelli e trucco, e raggiungemmo di nuovo il punto
che ci indicò il regista. Come se non ci fosse stata quella
pausa, riprendemmo da dove eravamo rimasti con la stessa atmosfera di
prima. Riuscivamo sempre a ritrovare il nostro feeling in pochi attimi.
Damon mi si avvicinò con un sorriso carico d'amore e mi
prese entrambe le mani posizionandole su di sè in modo da
iniziare a ballare insieme un lento. I nostri sguardi erano incatenati
l'uno all'altro, come se non esistesse nient'altro a parte noi. Il mio
compagno sorrise guardandomi le labbra voglioso. Aveva ripetuto tante
di quelle volte che gli piacevano, gli piacevano da baciare e quando
erano su di lui. Non perdeva occasione per stuzzicarle, anche soltanto
con quello sguardo che avrebbe incendiato chiunque. Sorrisi di rimando,
sapendo che in quel momento non poteva fare nulla riguardo alla sua
voglia. Ricambiò il sorriso con dolcezza e si
avvicinò così tanto da strofinare il suo naso con
il mio. Per qualche secondo mi persi in quel gesto tenero chiudendo gli
occhi, seguii le movenze lente del suo corpo. Mi sentivo
così bene tra le sue braccia. Riaprii gli occhi e mi
rispecchiai nei suoi sorridendo, ero felice. All'improvviso inciampai
su qualcosa nel terreno, Damon mi prese al volo stringendomi a
sè. Mi rimisi dritto grazie al suo sostegno e mi aggrappai
alle sue forti e salde spalle. Lo guardai ed esplosi in una risata
divertita, mi sembrava di essere in uno di quei film romantici dove la
protagonista veniva salvata da un aitante uomo che era proprio li per
lei. Damon rise con me alleggerendo l'atmosfera. Adoravo la sua risata.
Portai le mani dietro al suo collo stringendole, volevo che lo spazio
tra di noi si azzerasse. Strofinai il naso contro il suo continuando a
fissarlo negli occhi, lui rafforzò la stretta delle sue
braccia. Presi ad accarezzargli i capelli dolcemente, sembravano seta
tra le mie dita. Continuammo a ballare quel lento senza musica persi
tra i nostri pensieri, era un momento magico. L'unica cosa che
percepivo era lui, ormai non stavamo più seguendo il copione
da tanto tempo. Non che ci fosse proprio un vero copione ma solo
qualche riga da seguire, poi il resto lo avevano lasciato a noi. Non mi
ricordavo neppure cosa avevano scritto su quel pezzo di carta e non me
ne importava per niente. Sarei rimasto con lui per sempre in modo
infischiandomene di chiunque avessi avuto intorno. Quella era la nostra
favola e nessuno poteva distruggerla. L'emozione tra di noi si fece
palpabile e tornammo seri. Desideravo baciarlo con tutto me stesso e
sapevo che anche per lui era lo stesso, lui mi fissò le
labbra ed io quasi tremai di aspettativa. Guardai le sue e mi trattenni
a stento dal saltargli addosso. Chiusi gli occhi e mi avvicinai a lui
come una calamita attirata dall'altro polo. Percepivo il suo respiro
caldo sulla mia pelle e sentivo la vicinanza delle sue labbra alle mie,
ancora un soffio e le avrei baciate. Stavo andando a fuoco e il mio
cervello non connetteva più. Le sue labbra sfiorarono le mie
e...
"Stop! Abbiamo finito." gridò il regista riportandoci alla
realtà. All'improvviso tornai a sentire i rumori di tutte le
persone che ci circondavano. Non eravamo mai stati soli.
Mi staccai da Damon e sbattei le palpebre varie volte per destarmi da
quel meraviglioso sogno. Era successo veramente? Tornare alla
realtà fu un duro colpo. In modo professionale, Damon
parlò con il regista delle scene appena girate. Quest'ultimo
ci assicurò che avevamo fatto un ottimo lavoro e che
sembrava tutto reale. Con un pò di lavoro nel montaggio
sarebbe stato un video che avrebbe fatto invidia a qualunque wedding
planner che si rispetti. Brian mi battè una mano sulla
spalla congratulandosi per il nostro matrimonio dicendo di essere
orgoglioso di averlo celebrato. Ridacchiai nervosamente e cambiai
discorso velocemente. Ci vennero incontro le nostre madri, la sua
teneva in braccio un Choco piuttosto eccitato che stava reclamando le
attenzioni del suo padrone. Damon iniziò a coccolarlo
divertito rendendomi un pò geloso di quella piccola palla di
pelo. Perchè non poteva coccolare anche a me in quel modo?
"Non sei mica un cane."
"Oddio James! Smettila di sbucarmi intorno di soppiatto." esclamai
lanciandogli un'occhiataccia.
"Era quello che pensavi, giusto? Che anche tu volevi le sue coccole."
"Da quando mi leggi nel pensiero?"
"Amico sei un libro aperto. Dovresti mascherare di più le
tue emozioni." quante volte me lo aveva già detto?
"Cosa ci fai qui? Non pensavo che saresti venuto."
"E perdermi tutto questo? Mai! Mi ha invitato Alice ieri sera. Ha detto
che il capitano della nave non poteva mancare all'evento dell'anno. Mi
sono anche vestito di conseguenza. Non sono figo?" mi chiese mettendosi
in mostra lisciando la propria giacca rosso fuoco. Il solito buffone.
"Mai quanto il mio sole. E' abbagliante." risposi girandomi verso Damon
con sguardo adorante. Stava ancora giocando con Choco, vederlo
così spensierato e felice era una gioia per gli occhi.
"E ci risiamo. Il diabete mi farete venire prima o poi."
"Ho detto soltanto la verità. Nessuno può
batterlo." alzai le spalle per ribadire il concetto.
"Ho quasi paura a chiedertelo. Se lui è il tuo sole, tu cosa
saresti?" che domanda banale.
"Il suo girasole ovviamente." gli risposi semplicemente con un sorriso.
"Ovviamente. Qual è il numero del dottore?" prese il
cellulare tra le mani digitando qualcosa sul display.
"Molto spiritoso James."
"Auguri amico, ho letto che oggi è il vostro giorno. E'
già passato un anno." mi diede qualche pacca sulla spalla.
"A me sembra ancora ieri. E' passato tutto così velocemente."
"Gli hai fatto un regalo?"
"Si ma glielo darò a casa più tardi." sorrisi al
pensiero di quello che avevo architettato per Damon.
"Che cos'è?"
"Se glielo darò a casa più tardi ci
sarà un motivo." gli lanciai una frecciatina con lo sguardo
per rimettere in riga la sua curiosità.
"Giusto. Lui ti ha dato qualcosa?"
"No, ma non avevamo parlato di scambiarci alcun pensiero per oggi." lo
vidi scuotere la testa in modo esasperato.
"Alec, stiamo parlando di Damon. L'ultimo dei romantici esistenti. Non
mi sorprenderei se si stesse portando dietro il regalo da settimane. La
sua mente è sempre un passo avanti a tutti, è
machiavellica." ridacchiai alla veridicità delle sue parole.
La contorta mente del mio sole era sempre affascinante.
"Grazie per essere venuto amico."
"Altrimenti chi avrebbe potuto prenderti in giro?" rise lui divertito.
Gli diedi una spallata per farlo smettere.
"Posso rubarti il mio sposo?" si intromise Damon abbracciandomi da
dietro mentre strofinava il naso sul mio collo. Prima o poi quell'uomo
mi avrebbe fatto morire.
"E' tutto tuo amico." James alzò le mani in aria dandogli il
via libera.
"Lo è sempre stato." lo sentii sorridere mentre mi posava un
bacio sul lobo dell'orecchio. Ero morto e quello era il paradiso?
Damon non aspettò una mia risposta, mi prese per mano
trascinandomi via sotto gli occhi divertiti dei presenti. Vidi con la
coda dell'occhio Alice fare un brindisi con Brian mentre ridacchiavano
sornioni verso di noi. Cosa si stavano raccontando quei due? Li ignorai
quando capii che il mio compagno si era fermato proprio nel posto dove
tutti avevano parcheggiato le proprie auto. Che intenzioni aveva?
Aprì la sua macchina e prese qualcosa dal sedile posteriore,
poi tornò da me tutto eccitato e un pò nervoso.
"Perchè siamo finiti qui?"
"Siamo lontano da occhi indiscreti. Qui potremmo essere soltanto tu ed
io." allacciò le sue mani alla mia vita e si
avvicinò sempre di più. Non sarei riuscito a
resistere così a lungo a quello sguardo.
"Mi piace l'idea."
"Questo è per te. Un piccolo pensiero per festeggiare il
nostro primo incontro. Spero ti piaccia." mi diede una piccola scatola
blu e attese nervosamente che la aprissi. Dentro c'era un biglietto con
scritta sopra una canzone, se la sua intenzione era farmi piangere ci
stava di nuovo riuscendo facilmente. Era splendida, volevo tanto che me
la cantasse con la sua voce. Nella confezione era presente anche un
bracciale di metallo con al centro un nodo, era semplice ma pieno di
significato. Mi rigirai il bracciale tra le mani finchè non
mi accorsi dell'iniziale del suo nome all'interno, posizionata proprio
dietro al nodo. Mi sciolsi come neve al sole.
"E' fantastico Dam." mormorai con un sorriso raggiante.
"Non sei obbligato a indossarlo."
"Stai zitto e mettimelo al polso. Questo nodo rappresenta la nostra
relazione. Assomiglia al simbolo dell'infinito. E' perfetto." gli dissi
allungando la mano verso di lui affinchè me lo mettesse al
polso. Adoravo quel bracciale.
"Ogni volta che lo indosserai ricorderò questo giorno.
Saprò quanto tu tieni a me." mormorò lui passando
lentamente il pollice sul nodo del bracciale facendomi venire i brividi.
"Allora lo indosserò ogni giorno per ricordarti le promesse
fatte oggi."
"Volevo tanto baciarti prima." mugugnò strofinando il naso
contro il mio.
"Non ti impedisce nessuno di farlo adesso."
"Potrebbe venire chiunque in questo momento, non mi importerebbe
niente. Quelle labbra sono mie." disse fissandole con desiderio. Un
secondo dopo si fiondò su di esse per banchettare alla
nostra salute. Mi baciò lasciandomi senza fiato ed io
partecipai con entusiasmo lasciandomi andare contro di lui.
"Buon primo anniversario Teddy." mormorai ansimando sulle sue labbra
gonfie e rosse.
"Buon primo anniversario mio girasole." mi sorrise lui sfacciato prima
di riappropriarsi della sua proprietà. Mi spinse contro la
fiancata dell'auto e continuammo a perderci tra di noi come se il resto
del mondo non esistesse. C'eravamo soltanto noi. Il sole e il suo
girasole, ancora per molto tempo.
----------------------------------------------------------
Ciao a tutti, volevo lasciarvi un piccolo regalino per queste
festività un pò grigie.
Ho cercato di descrivere il video per il loro fan meeting (rimandato
causa Covid), spero di esserci riuscita almeno in parte. Vi consiglio
di darci una sbirciatina su YouTube (cercate video fan meeting 2020
MewGulf) è magnifico.
Spero vi piaccia, aspetto i vostri commenti.
Buone feste
xoxo
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Lucky to have you here ***
Behind your gaze 10
POV Alec
Guardai per l'ennesima
volta il
braccialetto che mi aveva regalato Damon una settimana prima. Amavo
quel bracciale e la sensazione che mi dava ogni volta che lo indossavo.
Mi dava conforto e mi faceva sentire meno solo, proprio come in quel
momento che Damon era di nuovo via per lavoro. Mi bastava guardarlo e
sentirlo al polso per sentirmi meglio. Avevamo passato insieme la notte
del nostro primo anniversario e la mattina successiva avevo
già
dovuto salutarlo perché doveva partire con Brian. Avevamo
avuto
un lungo saluto dove il suo manager ci aveva interrotto varie volte per
metterci fretta altrimenti avrebbero perso l'aereo. Per quanto fosse
stato lungo per lui, per me era durato troppo poco. Un attimo prima ero
tra le sue braccia e quello dopo ero rimasto a casa sua da solo a
lavare i piatti della nostra colazione. Che fine patetica avevo fatto.
Damon aveva mandato un messaggio di scuse subito dopo scrivendo che
avevo già iniziato a mancargli. Piccola consolazione. Sfilai
il
braccialetto e accarezzai con il pollice la piccola D incisa
all'interno. Quella singola lettera mi dava una sicurezza mai provata
prima d'ora, significava che io ero suo. Come marcare il territorio per
chi non lo avesse ancora capito. Questa cosa mi piaceva, qualcuno
avrebbe pensato che magari fosse un po' troppo eccessivo come
anche la possessività che a volte dimostrava nei miei
confronti
ma per me non lo era. Mi faceva sentire importante. Forse ero io quello
strano, non mi importava. Quel braccialetto rispecchiava noi. Aveva
scelto bene il mio Teddy Bear.
"Se continuerai a giocare con quel bracciale finirai per perderlo." mi
prese in giro James appena uscito dal minimarket con un sacchetto della
spesa in mano. Per fortuna eravamo nel suo quartiere e in quel posto
tutti lo conoscevano, non avremmo avuto il problema dei fans.
"Non lo perderò mai." affermai con sicurezza accarezzando il
nodo.
"Cosa ti da tutta questa certezza?"
"Il fatto che per me sia un regalo prezioso." evocai in mente il
ricordo del giorno in cui me lo aveva dato e sorrisi perdendomi in quel
meraviglioso sogno. Se non fosse stato per quel braccialetto avrei
creduto che stessi dormendo.
"Pensi che strofinandolo comparirà all'improvviso Damon con
la
pelle azzurra stile genio della lampada?" rise James ala sua stessa
battuta iniziando a incamminarsi.
"Strofina il mio culo." borbottai seguendolo controvoglia. Da li a poco
avremmo dovuto incontrare Meg e alcuni tizi della produzione per fare
una riunione sul copione e sui nostri calendari.
"Se lo facessi seriamente qualcuno verrebbe a mozzarmi le mani in un
batter d'occhio. Hai in mente il teletrasporto con la passaporta di
Harry Potter? Troverebbe il modo per usare una cosa del genere. Adora
quei libri."
"Lo so, li ho visti nella sua libreria." annuii sapendo quanto fosse
fanatico di certe cose. Ormai casa sua sembrava essere diventata un
luogo sacro per collezionisti nerd. Aveva mille passioni e ogni angolo
della sua abitazione era come se narrasse una storia tutta sua.
Specialmente i posti dove lasciava in bella mostra i miei regali per
lui o le nostre foto. Adoravo quella casa.
"Quante volte sei andato a casa sua? O praticamente ti ci sei
già trasferito?" pensai a tutte le cose che ci avevo
lasciato
dentro e a quante ogni giorno ne aggiungevo. Sembrava veramente che ci
abitassi, ormai sapevo il suo codice di sicurezza per aprire la porta
meglio del mio stesso pin del cellulare.
"Fatti gli affari tuoi! Di certo non lo verrò a dire a te."
"Vedo un sacco di movimento in quella casa." il suo ghigno era
terrificante. Con tutte le cose che sapeva e con quel maledetto
cellulare sempre a portata di mano, poteva tranquillamente venderci a
qualunque rivista scandalistica e farci i soldi fino alla vecchiaia.
Era pericoloso.
"Sarà Choco."
"Certo, sarà Choco. Prendiamola per buona. Lo hai
già
sentito oggi?" eccolo in modalità vecchia pettegola. Nessuno
sarebbe mai riuscito a spodestare il suo trono. Per fortuna era dalla
nostra parte.
"Si, in questo momento è alle prese nel girare la
pubblicità. Più tardi deve incontrare un
cantautore con
il quale iniziare una collaborazione, speriamo che vada tutto bene.
Damon si merita questa opportunità. Dovrebbe tornare
dopodomani in
serata, forse."
"Ti sei scaricato il suo calendario sul cellulare?"
"Non ne ho bisogno, io ricordo tutto." ammiccai con un sorriso
misterioso. Avevo intenzione di fargli una sorpresa al suo ritorno
facendomi trovare a casa con un regalo di bentornato solo per i suoi
occhi.
"Ecco qua il fan numero uno del nostro mister Williamson. Lo invidio un
pò, nessuno direbbe delle cose del genere a me." scosse la
testa
sconsolato.
"Non uscivi con qualcuno poco tempo fa?" gli chiesi cercando di
spostare l'attenzione su di lui. Era da un pò di tempo che
non
mi parlava più della sua vita sentimentale. Non volevo
essere un
pessimo amico.
"Uscivo, hai detto bene. Mi ha mollato poco tempo fa per un altro. A
quanto pare non ero abbastanza per lei." anche se cercava di non darlo
a vedere si notava che era giù di morale per quella
situazione.
Era rimasto di nuovo solo nonostante cercasse sempre di trovare
qualcuno con cui iniziare una storia seria. Aveva voglia di
innamorarsi, era stanco di restare da solo. Capivo benissimo come si
sentiva.
"Non sa cosa si è persa, tu sei un bravo ragazzo." gli misi
una mano sulla spalla per confortarlo.
"Forse non voleva il bravo ragazzo. Probabilmente le sembravo troppo
scemo."
"Probabilmente non aveva il senso dell'umorismo e non capiva un bel
niente. Meglio per te. Se vuoi metto una buona parola con quella
ballerina dell'altra volta..."
"No! Nè tu nè Damon vi dovete mai avvicinare a
qualcuno a
cui sono interessato. Mai, è tassativo. Altrimenti finisce
che
passo nel dimenticatoio in un lampo. Già il solo fatto che
le
persone sanno che siamo amici è diventato quasi un fardello
per
me, sempre a chiedermi di voi. Le ragazze me le cerco da solo, grazie."
si allontanò da me di qualche passo sventolando una mano in
aria
come a mandarmi via. Scoppiai a ridere.
"E' successo solo una volta con me e non volevo di certo provarci con
lei. Volevo fartela conoscere." gli dissi cercando di spiegare per
l'ennesima volta quella situazione assurda nella quale i eravamo
imbattuti tempo addietro.
"E alla fine sono stato io quello che è dovuto intervenire
per
scrollartela di dosso prima che i suoi artigli ti strappassero la
camicia. E mi sono persino beccato la ramanzina da parte del tuo
fidanzato perché non ti ho protetto meglio! E che dire di
lui?
Sono anni che appena entriamo da qualche parte ruba la scena e tutti
gli occhi sono puntati su di lui anche soltanto se beve un bicchiere
d'acqua."
"Stai facendo la vittima?" sapevo che il mio uomo era figo qualunque
cosa facesse, ma adesso James stava esagerando tirando in ballo cose
che non volevo nemmeno sentire. Questo era il problema a stare con
qualcuno che tutti volevano.
"Con voi due intorno lo sono sempre. Chiunque mi potrebbe capire."
"La prossima volta ti prenderò in giro io quando avrai
trovato una ragazza."
"Tranquillo non succederà nell'immediato. Stare dietro a voi
comporta già tanta fatica. Damon mi ha assegnato i compiti
da
fare a casa."
"Non sei la mia babysitter." borbottai infastidito.
"Zitto o non ti dò le caramelle dopo."
"Che pessima babysitter, dovrei lamentarmi. Vuoi fare cariare i denti
ai bambini?"
"Basta guardarvi insieme per farli cariare. Oh, giusto! Tu accetti le
caramelle solo da una persona! E' astuto il mio amico, ha fatto terra
bruciata attorno a te." ridacchiò lui divertito. Ormai
eravamo
diventati il suo spettacolo quotidiano di intrattenimento.
"Spiritoso!" gli diedi una spallata facendogli una smorfia mentre lui
continuava a ridere.
"James!" qualcuno lo chiamò a gran voce ed entrambi ci
girammo
per capire chi fosse. Rimasi impietrito all'istante. Il peggior incubo
era arrivato, silenzioso ma con tutta la sua forza, a stravolgere la
nostra quiete.
"Chi...Chase! Oh, ciao. Da quanto tempo." mormorò
imbarazzato
James guardandomi con la coda dell'occhio per capire in che stato mi
trovassi. Ero ancora sotto shock per metabolizzare la situazione.
"Sono tornato da poco. Volevo contattare i vecchi amici e fare una
rimpatriata uno di questi giorni." fece un sorriso smagliante mentre si
toglieva gli occhiali da sole. Chi credeva di essere quel coglione
spuntato fuori dal nulla? Nel nulla doveva ritornare!
"Si, possiamo provare a vedere quando gli altri saranno liberi."
sentivo il tono dal tono di voce del mio amico che non era del tutto
sincero. Era agitato e non sapeva più di chi dover avere
più paura. Era come se quel sorriso fosse solo a mio
beneficio.
"Mi farebbe piacere. Ciao, sono Chase Lancaster. Tu devi essere Alec.
Ti ho visto spesso nelle foto con Damon." si rivolse verso di me come
se si fosse appena accorto della mi presenza. Mi prudevano le mani.
"Sono il suo nuovo partner." ribadii con orgoglio digrignando i denti.
"Se i fans sapessero che i due rivali in amore si sono presentati
farebbero ribaltare il web. Sarebbe una notizia succosa.
Chissà
cosa ne penserebbe Damon." chissà come sarebbe stato il mio
pugno sul suo viso? Mi stava dando sui nervi. Stavo diventando sempre
più suscettibile in sua presenza.
"Evitiamo di alimentare pettegolezzi Chase. Abbiamo bisogno tutti di un
pò di relax." batté le mani James per richiamare
la nostra
attenzione e fece un passo in avanti, quasi volesse afferrarmi al volo
se solo avessi attaccato.
"Dov'è finito Damon? Ho provato a chiamarlo ma non ha
risposto.
Mi hanno detto che forse doveva parlare con un discografico." da chi
aveva ricevuto quelle notizie? Se pur inesatte si avvicinavano troppo
alla realtà e questa cosa non mi piaceva per niente.
"Non sapevo ti tenessi ancora aggiornato."
"Chi non segue Damon Williamson al giorno d'oggi? Il suo account
è uno di quelli più cliccati ovunque."
"Vuol dire che è amato dal pubblico per la persona che
è
e per il suo buon lavoro. Non lo hanno lasciato solo." volevo
aggiungere come hai fatto tu bastardo dopo il teatrino che hai fatto
con quel video, ma non lo feci. Mi trattenni a stento. Damon non
avrebbe voluto che quell'incontro finisse a botte, si sarebbe arrabbiato
con me. Nonostante la rabbia, lui riusciva a mantenere una certa calma
fredda e usava le parole per combattere. A volte invidiavo la sua
compostezza, altre volte avrei voluto scuoterlo con forza per farlo
reagire.
"E' stato fortunato allora. Probabilmente è meglio se lo
chiedo
direttamente a te, visto che mi hai sostituito. Potresti dire a Damon
di richiamarmi per favore? Ho bisogno di parlargli di una cosa
importante." come faceva ad essere così strafottente? Ci
provava
gusto? Strinsi il pugno più forte, la mia mano stava facendo
male.
"Si, glielo riferirò io quando torna." si intromise James
mettendomi una mano sul braccio per placarmi.
"Com'è fare coppia con Damon? E' ancora appiccicoso e dolce?
Mi mancano i suoi abbracci."
"Stai giocando con il fuoco." ringhiai inferocito facendo un passo
avanti, James mi bloccò immediatamente. Se qualcuno ci
avrebbe
visto mi sarei rovinato la carriera con le mie stesse mani, ma sarebbe
stata una soddisfazione spaccargli quel sorriso dalle labbra. La voglia
di colpirlo era troppa.
"Sarà meglio andare Alec, ci stanno aspettando."
"Ci rivedremo presto Alec. Ciao James, ricorda di avvisare Damon." lo
sentii ancora mentre il mio amico mi spingeva dalla parte opposta per
aumentare la distanza. Era una sensazione nuova per me, non avevo mai
voluto così tanto sfogarmi su qualcuno come in quel momento.
Stavo ancora tremando dalla rabbia.
"Cosa diamine voleva dire quel cretino?" sbraitai togliendomi le sue
mani di dosso. Non volevo essere toccato in quel momento.
"Non lo so e la cosa non mi suona tanto bene. Se è tornato
vorrà dire che si tratta di lavoro."
"C'è la seria possibilità che tornino a lavorare
insieme?" gli chiesi con tono agitato. Quello era il mio peggior
timore. Non volevo che Damon soffrisse di nuovo a causa sua, avrei
fatto di tutto per proteggerlo.
"Tutto è possibile in questo settore. Adesso però
le cose
sono diverse per Damon. Tra poco il suo contratto con l'agenzia
sarà terminato, avrà la
possibilità di rifiutare senza
alcun danno alla propria immagine."
"Tranne le male lingue appena sapranno che ha rifiutato un contratto
perchè nel cast era presente Chase. Poi metteranno in mezzo
anche me come colpevole di questa infausta decisione perchè
diranno che gli ho fatto il lavaggio del cervello e lo sto usando per i
miei fini. Ormai sappiamo
come andranno le cose sui social. E se Damon volesse tornare a fare
coppia con lui? Almeno sul set intendo." riuscii a controllare la
rabbia ma il mio tono di fece scoraggiato.
"Non essere ridicolo, non dopo tutto quello che è successo.
Ha
la memoria fin troppo lunga Damon, non passa facilmente sopra certe
cose. Specialmente non se rischia di fare male a qualcuno a cui tiene
particolarmente."
"Non stiamo parlando di me ma della sua carriera."
"Fidati di lui, sta per diventare un signor CEO molto importante. Sa
valutare cosa è meglio per lui e cosa non lo è.
Aspettiamo a vedere cosa accadrà. Non fasciamoci la testa
prima
del tempo. Scommetto che questo è il signor CEO." aggiunse
non appena il mio cellulare iniziò a suonare. Lo presi dalla
tasca dei jeans e annuii. Era diventato un veggente James?
"E' lui. Cosa faccio? Gli dico di Chase?" iniziai ad entrare in panico
in un secondo.
"Forse questo non è il momento migliore. Rimanda tutto a
quando
tornerà a casa, almeno ne potrete parlare faccia a faccia
con
calma."
"Come faccio ad essere calmo in questo momento?"
"Devi. Rispondigli prima di farlo preoccupare, altrimenti poi chiama
me." feci qualche lungo respiro per cercare di calmarmi, stampandomi
sul volto un sorriso che sperai risultasse il più sincero
possibile, e finalmente avviai la videochiamata.
"Eccoti. Va tutto bene?" mi chiese Damon osservandomi attentamente.
"Tutto bene." annuii rafforzando il sorriso.
"Sei sicuro? Sembri strano." la sua espressione corrucciata si
intensificò come le rughe sulla sua fronte. Mi dispiaceva
esserne la causa.
"Tranquillo. Come va da te?" gli chiesi cercando di portare la sua
attenzione su altro. Lui si accorgeva sempre di tutto, era
più che attento alle minime cose specialmente se mi
riguardavano.
"Per oggi abbiamo finito. Domani finiamo le altre riprese e staremo a
vedere. Adesso sono in pausa, tra un pò ho il pranzo per la
nuova collaborazione musicale. Incrociamo le dita." com'era bello
quando parlava con passione delle cose che gli interessavano, anche se
si trattava solo del suo lavoro. Sarei rimasto ad ascoltarlo per ore.
"Se sei li vuol dire che è già in parte
interessato
dell'offerta, altrimenti avrebbe subito detto di no senza perdere
tempo."
"Alec ha ragione. Non perderti d'animo, andrà tutto bene."
si intromise il nostro amico piazzandosi alle mie spalle.
"Ciao James. Va tutto bene li da voi?"
"Tutto perfetto." annuì lui sorridendo facendo l'okey con
la mano.
"Non ti fidi di me?" chiesi al mio compagno mettendo un finto broncio
per farlo sorridere.
"Sembri strano piccolo. Vorrei avere la certezza che vada tutto bene.
Ho come una strana sensazione." quelle parole mi fecero male, non ero
stato molto bravo a mentire.
"Non preoccuparti e rilassati, penso io al tuo fidanzato. E' al sicuro
con me."
"Perchè non mi sento del tutto rilassato?"
"Perchè conosci bene James." ridacchiai prendendo in giro il
nostro amico.
"Mi fido di James, so che ti starà accanto quando non
potrò esserci io. Non lo so, sarà per la distanza
o che
altro. Spero soltanto che non mi teniate nascosto qualcosa. Puoi
parlare con me di tutto, lo sai. Qualunque cosa ti passi per la testa
io sono qui." maledetto il suo sesto senso, non riuscivo mai a
mentirgli, mi sgamava sempre. Odiava le bugie e chi non era sincero,
gran parte di quei problemi erano arrivati con Chase. Le altre
insicurezze venivano dalle persone che si erano prese gioco di lui per
sfruttarlo a loro piacimento. Damon era sempre stato molto disponibile
e attento con tutti, non aveva mai detto di no ed era rimasto ferito.
"Vai a lavorare stallone e porta a casa quel contratto. Ti aspetto qui."
"Sicuro che vada tutto bene?"
"Damon pensa alla tua carriera adesso. Il resto non è
importante
per il momento, ci penseremo poi. Quando tornerai dovremo ricominciare
a provare per la tua serata."
"Certo, la data si avvicina. Va bene, non insisto oltre. Ci sentiamo
più tardi piccolo. Ciao James."
"Ciao Dam." ci salutammo tutti prima di chiudere la chiamata. Avevo
fatto una delle cose che lui odiava più di tutte e me ne
sentivo in colpa. Avevo preso la decisone giusta?
"Ero troppo evidente?"
"Non per tutti, ma stiamo parlando di Damon. Ti conosce meglio di
chiunque. Gli basta un'occhiata per capirti al volo, anche se siete a
chilometri di distanza."
"Non voglio che pensi ad altro in questo momento." affermai anche se la
mia sicurezza stava vacillando sempre di più. Il suono di un
messaggio arrivò dal suo cellulare e lui
controllò subito le notifiche.
"Parlando del diavolo, mi ha appena mandato un messaggio. Guarda." mi
lasciò il cellulare in mano.
"James
ti prego,
prenditi cura di Alec. Qualunque cosa succeda dimmelo. Ho bisogno di
sapere che si trova al sicuro e che stia bene. Ci risentiamo presto."
"Merda. Non riuscirò a nasconderglielo a lungo." mormorai
tormentandomi il labbro mentre continuavo a leggere quel messaggio.
"L'amore a volte è una cosa spaventosa, vero?"
"Terrificante." annuii restituendo il cellullare al legittimo
proprietario.
Cercò di farmi tornare il buonumore con qualche battutina
divertente, gli risposi per le rime ma la mia mente era altrove. Toccai
il braccialetto al mio polso per trovare un pò di conforto,
avrei voluto ritrovarmi nella calda stretta delle sue braccia mentre mi
sussurrava all'orecchio che sarebbe andato tutto bene. Mi mancava.
Tornammo negli studi della produzione, dove avevamo appuntamento con Meg
Claire e altre persone, per parlare di
alcuni dettagli riguardanti la serie e altre cose annerenti ad essa.
C'erano tanti impegni da svolgere nei prossimi mesi per pubblicizzare
il programma e il nuovo cast, per non parlare della nostra coppia. Il
prodotto di punta che avrebbe fatto scalpore. Fingere di stare insieme,
ribadire il concetto che eravamo soltanto fratelli che si amano e
tenere
segreta la nostra vera relazione. Mi stava venendo mal di testa, era
stancante quella situazione. Odiavo
quando volevano strumentalizzare la nostra coppia per i loro fini,
l'unica nota positiva era che non seguivamo mai i loro copioni. Erano
talmente stufi di noi che ormai per quello ci lasciavano spesso carta
bianca
perchè non potevano mai controllarci. Cercai di stare
attento
alle loro parole, ma il mio pensiero continuava a tornare imperterrito
a Chase e a quello che mi aveva detto. Sembrava quasi una sorta di
maledizione. Perchè doveva spuntare proprio nel momento in
cui
le cose tra Damon e me andavano bene? Era una risposta da parte del
karma? Avevo fatto qualcosa di male in passato che mi si presentava il
conto? Perchè poi era cambiato il suo atteggiamento da
quando
aveva iniziato a parlare con James a quando si era rivolto a me?
Perchè poi aveva continuato a nominare Damon ogni due
parole? Mi
aveva fatto innervosire il suo tono saccente, come se volesse dire che
lo conosceva meglio di me e che io ero soltanto un suo sostituto e di
certo non ero al suo livello. Che non era assolutamente preoccupato
della mia presenza, come se non contassi niente. Come a voler ribadire
il fatto che adesso che era ricomparso dal mondo degli spiriti io
potevo di nuovo farmi da parte. Non sapevo nemmeno
cosa mi disturbasse di più del suo comportamento. Dal giorno
della telefonata di Mark ero rimasto sull'attenti per ogni
eventuale risvolto della situazione. Era tutto rimasto calmo e
silenzioso, come la quiete prima della tempesta. Ed ecco la prima
scossa. Come l'avrebbe presa Damon? Cosa avrebbe fatto adesso che Chase
era tornato veramente? Non ne avevamo parlato e la cosa a lungo andare
mi stava logorando. Avevo fatto bene a non dirgli niente? Prima o poi
lo avrebbe scoperto lo stesso, però forse era meglio che lo
avesse sentito dalle mie stesse labbra. Se la sarebbe presa con me per
il fatto di averglielo taciuto? Sapevo che voleva sincerità
nel nostro rapporto. Mi sentivo un pò in colpa, come
se avessi la coscienza sporca eppure non avevo fatto niente di cattivo.
Sicuramente Chase se la stava godendo in quel momento, il suo ottimo
lavoro per stuzzicarmi lo aveva compiuto a dovere. Adesso non gli
restava altro che parlare con Damon. Cosa voleva dirgli? Era veramente
rimasto qualcosa su cui parlare tra loro due? Voleva chiarire la
situazione dopo tutto quel silenzio? Dopo tutto il male che gli aveva
fatto? Dopo tutta la diffamazione che aveva ricevuto per un solo attimo
di impulsività? Sapevo che i fans più accaniti e
tossici
gli avevano persino dato dello stupratore. Quella situazione sfiorava
il ridicolo, peccato che invece di risolversi parlando tra persone
intelligenti era esplosa sui social come una granata rovinando la vita
di entrambi. Forse Chase non aveva capito effettivamente
l'entità della stronzata che aveva fatto finchè
non aveva
ricevuto i primi contraccolpi pure lui. Non aveva soltanto messo in
cattiva luce Damon ma anche se stesso. Per fortuna che il karma aveva
lavorato bene quella volta. Avrebbe fatto più male sapere
che
per lui fosse andato tutto bene dopo quella dichiarazione in lacrime di
fronte alla telecamera. Continuavo ad essere irrequieto dopo quella
breve conversazione. Cosa diamine voleva ancora da Damon?
Perchè
dovevo proprio imbattermi in lui e rovinarmi la giornata?
Perchè dovevo sentirmi così fragile? Non lo ero
mai stato fin'ora.
"Smettila di pensarci e segui quello che sta dicendo Meg. Altrimenti
rischiamo di essere fucilati ancor prima di aver girato le prime
scene." mi avvisò James avvicinando la sedia alla mia per
sussurrarmi all'orecchio.
"Va bene, scusa."
"Adesso non puoi farci niente. Aspetta che ti richiami più
tardi
e ne parlate con calma. Magari non è niente di che e ha
voluto
soltanto provocarti."
"Sicuramente, ma uno che ti sputtana sui social e poi ricompare
all'improvviso dopo quasi due anni di silenzio, stuzzica apertamente
l'attuale compagno e dice che ha bisogno di parlare con la sua vecchia
ship...scusa ma io non ci vedo solo una banale provocazione.
C'è
qualcosa sotto e non mi piace questa sensazione." sbuffai infastidito
grattando in braccio. Mi stava venendo l'orticaria dall'irritazione.
"Abbi fiducia nel tuo uomo."
"Di lui mi fido, ma non delle persone tossiche che gli ronzano intorno.
Ne ha passate già tante e ancora adesso ne sta passando,
gran
parte di quei problemi attualmente arrivano a causa mia. Si fa carico
sempre di tutto senza mai
chiedere niente in cambio, odio quando fa così. Preferisce
essere attaccato lui piuttosto che mettere in mezzo me. Così
lui passa dalla parte del cattivo ricevendo tutti gli insulti. Va
sempre a finire così quando ci si mettono i finti fans
davanti a una tastiera."
"E' il modo per prendersi cura della sua persona speciale. Dovresti
esserci abituato. Il tuo uomo fa sempre le cose in grande."
cercò di consolarmi James mettendomi una mano sulla spalla.
"Mi farà impazzire prima o poi."
"Non lamentarti, te lo sei scelto tu contorto. Sapevi benissimo che
bagaglio emotivo aveva dietro di se prima di iniziare questa avventura
insieme. Eppure lo hai scelto lo stesso
perchè l'amore è cieco."
"A volte sarebbe carino leggere prima le istruzioni d'uso invece di
comprare a scatola chiusa." mi lamentai continuando a grattare
imperterrito il mio povero braccio.
"Sarebbe troppo facile amico. Perderesti subito l'entusiasmo e
probabilmente un grande amore. Se ci fossero state quelle maledette
istruzioni tu a quest'ora non avresti mai capito chi fosse veramente
Damon Williamson, ti saresti fermato solo all'opinione pubblica che
non è certo delle migliori. Avresti preferito non amare il
mio
amico?" che domande insensate stava facendo? Era impazzito.
"No. Non potrei mai immaginare uno scenario simile. Sarei rimasto lo
stesso
di prima non sapendo quanto mi avrebbero cambiato questi sentimenti.
Quanto mi avrebbe cambiato lui e reso più completo.
Adesso so che se non fosse nella mia vita sentirei un vuoto lacerante
dentro, non posso più fare a meno di lui." ammisi finendo di
tormentare il braccio ormai rosso. Sfiorai con il pollice il nodo del
braccialetto.
"Adesso che lo sai, smettila di preoccuparti. Abbi un pò
più fiducia in voi, insieme riuscirete a superare anche
questo.
Damon farà di tutto per tenere al sicuro quello che
c'è
tra di voi. Adesso silenzio, Meg ci sta guardando storto."
Tornammo a concentrarci sui nostri oratori e chiesi scusa a Meg per il
mio momento di crisi. Lei mi sorrise sgridandomi bonariamente di
restare più attento sul lavoro e mi chiese come stava
andando il tirocinio. Per fortuna non fece altre domande sul mio stato
mentale, non avrei saputo nemmeno come risponderle senza sembrare
troppo un coglione. Meg mi spinse a cercare di fare più
amicizia con il nuovo cast per farli sentire meglio all'interno di
quella strana e grande famiglia che aveva già stretto
nell'anno precedente un forte legame. James ed io decidemmo di
invitarli a pranzo fuori e finalmente passai un pò di tempo
a togliermi quel chiodo fisso in testa che avevo avuto per gran parte
della giornata. Ci divertimmo insieme e iniziai a imparare a
conoscerli. Non ero più così introverso come
prima e James mi aiutò facendomi da spalla nei vari anedoti
dietro le quinte della prima stagione. James era veramente un buon
amico, nonostante ci fossero state delle raccomandazioni da parte di
Damon, sapevo sempre di poter contare su di lui. Trovava sempre un modo
per farmi ridere e spazzare via i problemi per un pò. Poteva
sembrare un cretino alle volte ma era una delle persone migliori che
potessi reputare veramente come amico.
Tornato a casa mi feci una doccia, aiutai mia madre a cambiare le
lampadine fulminate e poi mi piazzai di fronte ai videogames per
passare un pò il tempo. Mi stavo annoiando da solo e persino
a giocare avevo perso l'interesse. Mi stava venendo mal di testa. Mia
madre mi chiamò per cena e rimasi in loro compagnia
finchè non rimisi a posto la cucina e lavato i piatti.
Persino le frecciatine di mia sorella le sentii a mala pena da quanto
la mia testa era un totale caos. Visto la mia mancanza di risposta,
Hope aveva perso il gusto a tormentarmi e aveva cambiato argomento per
parlare con mio padre dei suoi studi. Il fatto di essere distratto mi
aveva dato un pò di pace dal suo disturbo continuo. Forse
avrei dovuto ringraziare Chase per quello. No! Nemmeno morto! Il solo
nome mi faceva venire mal di stomaco. Tornai in camera e controllai le
notifiche del cellulare e vidi una foto che Damon aveva postato su
Twitter taggandomi. Mi tornò il buonumore in un secondo
appena mi accorsi della maglietta che stava indossando mentre si faceva
una foto allo specchio. Aveva nascosto il suo volto con un filtro ma si
vedevano chiaramente i capelli spettinati e un angolo della montatura
degli occhiali. Quella era una maglietta di coppia che i fans ci
avevano regalato, io ne avevo una identica nell'armadio. Gliela avevo
infilata in valigia a tradimento poco prima di vederlo andar via, non
se ne era nemmeno accorto. Nella mia c'era scritto Sono il suo
Baby mentre nella sua compariva la scritta Sono il suo
Daddy. Erano divertenti i fans. Ricordavo ancora quanto
Damon aveva borbottato per la parola Daddy ed io ero scoppiato a
ridergli in faccia prendendolo in giro. A volte era più
infantile di me.
"Qualcuno
ha infilato questa maglietta di coppia nella mia valigia. Ho avuto il
coraggio di indossarla, vedi quanto sono figo? Farai lo stesso
@AlecRoberts?"
Lessi quel post e ridacchiai divertito. Mi stava sfidando apertamente
ed io avrei accettato quella sfida, non potevo perdere contro di lui.
Presi la maglietta in questione e la indossai cercando una posizione
adatta per farmi un selfie simile al suo. Perchè quando lo
faceva lui sembrava terribilmente sexy e quando lo facevo io sembravo
un bambino appena uscito dalle elementari? No, così non
andava bene. Provai varie posizioni e angolazioni per mostrare quel
minimo di sex appeal che potevo avere in quel momento con tanto di
occhiaie e brufoletto sul mento. Perchè dovevo avere ancora
i brufoli in viso? Che palle. Finalmente trovai la posizione perfetta
alzando quel tanto un angolo della maglietta per mostrare un
pò di pelle sulla pancia e feci un sorriso sfrontato al
telecamera. Vediamo di chi era l'ultima parola adesso.
"Sono
più cool di te @DWilliamson. Bella maglietta Daddy."
Digitai in fretta aggiungendo una faccina con gli occhiali da sole e
pubblicai il post. Immaginavo già che sarebbe scoppiato a
ridere divertito dalla mia risposta.
"Abbassa
quella maglietta o prenderai freddo al pancino. Sei un provocatore nato
@AlecRoberts"
"Cosa?
Sono solo un bambino. @DWilliamson"
"@AlecRoberts
C'è scritto che sei il mio Baby. Ho la priorità
su tutto quello."
"Geloso?
Torna a casa e potrai vederlo."
"Cos'è?
Un modo contorto per dirmi che ti manco?"
"Smettetela
di flirtare davanti alle nostre insalate! @DWilliamson @AlecRoberts"
"Smettila
di fare il terzo incomodo! @JamesTee"
"@DWilliamson
Mi prendo cura del tuo bambino e mi tratti così? Comunque se
vuoi saperlo oggi @AlecRoberts si è comportato bene."
"Cosa
sono? Un cane?"
"No
un gattino. Dì miao!"
"@JamesTee
giuro che ti blocco l'account!"
"@DWilliamson
versione possessiva."
"@JamesTee
so dove abiti."
"@DWilliamson
anch'io! C'è molto traffico a casa tua ultimamente. Devo
aiutare con il trasloco?"
"Penso
che @JamesTee abbia bisogno di una ragazza. Dovremmo andare a trovargli
quella giusta."
"Penso
sia un'ottima idea. Potrei presentarti qualcuno @JamesTee."
"Perchè
non presenti a me qualcuno @DWilliamson? Conosci tante belle persone.
Sei sicuro di essere solo in quella stanza in hotel? @AlecRoberts
attento!"
"Quello
che si fa in hotel resta in hotel @KevT."
"@DWilliamson
Me le ricordo le tue notti in hotel. @AlecRoberts cambia uomo! Ti
farà lavare i piedi cinque volte prima di poter dormire
nello stesso letto!"
"Eravamo
in quattro a dividere lo stesso letto anni fa per il poco budget. Non
mettere in testa strane idee @JamesTee."
"A me
non li ha fatti mai lavare @JamesTee. Al massimo è stato lui
a pulirmeli."
"Che
bambino fortunato @AlecRoberts."
"@DWilliams
hai le preferenze!"
"E'
tutta questione di priorità @KevT @JamesTee.
Chissà se qualcuno penserà a me questa notte
@AlecRoberts."
"Nei
tuoi sogni @DWilliams. Notte."
"Sogni
d'oro @AlecRoberts."
Alla fine di questo scambio di battute, Damon mi mandò un
messaggio sulla nostra chat privata. Non aveva perso tempo. Mi chiese
se ero troppo stanco per sentirlo ed io per tutta risposta lo chiamai.
Ci aggiornammo sulla giornata appena trascorsa ma, all'ultimo momento,
evitai di raccontargli di Chase. Non ne capivo il motivo, sapevo di
sbagliare ma non volevo rovinare la serata in quel modo finalmente
adesso che potevamo restare da soli per un pò anche se a
miglia di distanza. Sentire la sua voce e la sua risata divertita mi
faceva stare bene. Mi faceva quasi scordare dell'incidente di percorso
con il suo ex partner lavorativo. La sua ex cotta. Basta! Almeno per
quella sera volevo spegnere il cervello e non pensare ad altro che a
lui. Era lui l'unica cosa importante. Rimanemmo a chiacchierare almeno
per un'altra mezzora poi gli dissi di essere stanco e gli diedi la
buonanotte. In realtà non lo ero così tanto ma
sapevo che lui avrebbe dovuto lavorare l'indomani mattina e preferivo
farlo riposare. Aveva così tanti lavori che appena si sedeva
da qualche parte partiva nel mondo dei sogni per poi risvegliarsi
subito pronto per il prossimo set. Non sapevo come faceva. Io avevo il
sonno profondo e quando mi svegliavo restavo intontito per
più di mezz'ora prima di riaccendere il cervello e capire
dove fossi e cosa dovevo fare. E a volte persino chi fossi in certi
momenti della giornata, dipendeva sempre da quanto stanco fossi. Mi
stesi sul letto con un sorriso sulle labbra, era una sensazione
meravigliosa ma strana allo stesso tempo come in pochi attimi Damon
riuscisse a cambiarmi l'umore. La notifica di IG mi fece riprendere in
mano il cellulare. Il mio sorriso si ampliò appena vidi il
selfie che si era fatto Damon, sdraiato sul letto con i capelli
scombinati e gli occhiali sul naso. Aveva l'espressione malinconica con
una mezza smorfia scontenta sulle labbra.
"Mi
manchi."
Quell'uomo voleva uccidermi! Quanto avrei voluto accoccolarmi tra le
sue braccia in quel momento.
"Mi
manchi anche tu."
"Lo
so."
Quella fu una vera buona notte per me. Sentivo la sua mancanza al mio
fianco ma avrei sopportato ancora un pò. Non potevo pesargli
troppo sulle spalle, il lavoro prima di tutto. Quella era una delle
promesse che ci eravamo fatti fin dall'inizio e, nonostante la nostra
relazione fosse andata oltre, la nostra priorità restava la
carriera. Damon ci teneva molto, si sarebbe arrabbiato se avessi in
qualche modo messo in pericolo le mie possibilità
lavorative. Per quanto volesse tenermi al sicuro da tutto
ciò che aveva passato lui all'inizio dei suoi contratti, non
poteva pretendere di vegliare sempre su di me come un padre protettivo.
Sapevo che era preoccupato ma prima o poi avrebbe dovuto lasciarmi
spiccare il volo da solo e vedermi volare da lontano, come stavo
facendo io con lui. Non ero geloso del suo successo, ne ero orgoglioso.
Sarei rimasto a guardarlo risplendere di luce propria per sempre.
Mi svegliai con il sorriso sulle labbra e con mia madre che mi scuoteva
a letto dicendomi che era ora di alzarsi prima di fare tardi al
tirocinio. Il sorriso si trasformò in smorfia e iniziai a
prepararmi per la giornata. Seguii con professionalità gli
ordini dei miei superiori e andai avanti a svolgere il mio lavoro.
Tutto andò bene finchè non ricevetti un messaggio
da Damon che cambiò il corso della giornata.
"Lavoro
finito in anticipo. Stiamo per raggiungere l'aereoporto. Tra qualche
ora sarò a casa. Ti piace la sorpresa?"
"Puoi
giurarci. Perchè non sei rimasto fino al giorno stabilito?"
"Perchè
ti mancavo."
"Cretino.
Avvisami quando atterri che ti chiamo."
"Sarà
fatto tesoro. Torna al tuo tirocinio, ci sentiamo più tardi."
Quei messaggi scombussolarono del tutto il mio lavoro. Mi chiesero
tutti dove avevo preso all'improvviso tutta quell'energia e per quale
motivo il mio sorriso era così luminoso rispetto a qualche
minuto prima. Quel segreto non lo avrei mai detto a nessuno. Nonostante
avessi un pò la testa tra le nuvole, riuscii a portare a
termine i miei compiti con spirito nuovo tenendo sempre a portata di
mano il mio cellulare. Mi mandò un messaggio quasi tre ore
dopo e mi presi una pausa nella terrazza, da solo, per poterlo chiamare
subito dopo senza orecchie indiscrete. Sentii il sorriso nella sua voce
appena mi chiamò piccolo. Oddio, quanto mi era mancato!
Restammo a parlare per una decina di minuti. Mi disse che c'erano dei
fans ad aspettarlo e che lo stavano riprendendo mentre stava parlando
con me. Sicuramente quei video erano già sui social con
tanto di didascalia di alcune parole rubate dalle labbra di Damon.
Amen. Concordammo di fare una live su IG quella sera e poi ci
salutammo. Tornai al lavoro e già sentii qualche collega
bisbigliare dei video di Damon in aeroporto, li ignorai e proseguii
con le mie mansioni. Non si sarebbero mai permessi di farmi delle
domande su di noi in quel contesto. La giornata passò troppo
lentamente per i miei gusti almeno finchè non vidi un video
che aveva postato Damon su IG. Era tornato a casa e diceva che era
andato tutto bene. Mi diceva di non preoccuparmi e che ci saremmo
rivisti presto. Mi salutò con la mano regalandomi un altro
di quei sorrisi micidiali. Perchè pubblicarlo e non mandarlo
nella nostra chat privata? Già i commenti stavano fioccando
a raffica come al solito. Era stato un gesto dolce da parte sua. Quando
arrivò l'orario per la live ero già tutto
preparato.
"Ciao a tutti i fans. Come vanno le cose? Mi
mancate anche voi."
"Dov'è
Damon?"
"Damon? Damon è a casa sua. Vedete? Sono solo. Chi vuole
incontrare Damon?" chiesi dopo aver girato la fotocamera per mostrare
il resto della camera. Ero da solo, almeno per il momento. Sapevo che
presto sarebbe arrivato Paul per parlare di lavoro. Provai a chiamare
Damon e aspettai finchè finalmente non rispose.
"Ciao." mi sorrise con espressione stanca stropicciandosi gli occhi.
Sembrava tornato un bambino assonnacchiato...se non fosse stato per il
fatto che era sexy da morire.
"Ta dam! Damon è arrivato, tutti lo stavano aspettando con
impazienza." dissi continuando ad osservarlo con attenzione.
"Ciao a tutti, scusate il ritardo. Mi sono appisolato." lo vidi
trattenere a stento uno sbadiglio.
"Sei a casa?" gli chiesi.
"Ovviamente, ti stavo aspettando. Guarda i miei capelli."
"Anche i miei capelli sono disordinati."
"Li ho
tagliati. Erano troppo lunghi." mi disse lisciandosi la frangia storta.
Che diamine aveva combinato?
"E' come se te li fossi tagliati da solo. Perchè sono troppo
corti e irregolari?"
"Li ho spuntati giusto un pò." il solito impaziente.
Piuttosto che aspettare l'appuntamento dal parrucchiere, se gli dava
fastidio qualcosa faceva l'autodidatta. Ed quello era il risultato.
"A
volte il piccolo Alec non smette di sorridere quando appare la sua
persona speciale."
"Amo Damon." ammisi con semplicità sorridendo ancora di
più.
"Ti amo anch'io." rispose lui ricambiando il sorriso stordendomi ancora
di più. Come dirsi ti amo di fronte ai fans per poi ribadire
il concetto che eravamo fratelli che si amavano. Era fastidiosa la
situazione.
"Come
faccio a flirtare con Alec se non legge il mio commento?"
"Non lo so."
"Semplicemente non lo fai." ridacchiai alle sue parole dette con
noncuranza. In realtà erano più che calcolate.
"Alec
cosa hai sentito quando hai preso in mano una rana?"
quella
domanda si riferiva al programma che avevo girato recentemente in un
piccolo villaggio agricolo. Mi ero divertito molto quel giorno e avevo
postato tante foto su IG con in mano i miei trofei, ovvero le rane in
questione. Iniziai a raccontare la mia esperienza televisiva di quando
ne avevo afferrata una per la prima volta. Era stata una sensazione
strana prenderla in mano. Chiesi a Damon se anche a lui era successa la
stessa cosa ma rispose che le uniche rane con cui aveva avuto a che
fare erano quelle fissate sui piani di lavoro della classe di biologia
in attesa di venire sezionate. A me non lo avevano mai fatto fare,
peccato.
"Aspetta un attimo! Le mie lenti a contatto danno fastidio. Non riesco
a mettere a fuoco." si strofinò gli occhi selvaggiamente
facendo delle smorfie.
"Come hai fatto? Non strofinare così tanto gli occhi che
peggiori la situazione. Va tutto bene?"
"Adesso si, inconvenienti della diretta. Dove eravamo rimasti?"
"Continuano a darti fastidio? Hai gli occhi arrossati."
"Devo sedermi bene, passerà presto." disse cambiando
posizione sul divano.
"Perchè hai dormito con le lenti a contatto? Lo sai che ti
irritano gli occhi, te l'ho ripetuto un sacco di volte." mi lamentai
esasperato scuotendo la testa.
"Me lo sono dimenticato, scusa."
"Che
cosa fate a casa? Io sono annoiato."
"Gioco ai videogames."
"La risposta è la stessa. Spesso giochiamo insieme."
"Se
Damon dovesse andare a catturare le rane, oserebbe farlo?"
"Chiederò al piccolo Alec di aiutarmi."
"Ho avuto anch'io qualcuno che mi ha aiutato in quel momento."
"Un bambino?"
"Una bambina, era veramente carina e non aveva paura di prendere le
rane. Ho pubblicato su IG una story dove lei prendeva una rana e se la
metteva in testa." raccontai divertito al ricordo della bambina.
"Alec
sei miope?"
"No, ho una vista perfetta. E' lui quello mezzo cieco." lo presi in
giro facendogli la linguaccia.
"Divertente. Qui continuano a dire che li stiamo ignorando. Stiamo
leggendo i vostri commenti."
"L'amore
è come un virus, non siamo ancora infetti ma è
tutto nella nostra testa. E' nell'aria. E' uno sguardo, un sorriso." lessi quel commento
e mi chiesi cosa in quel momento stavamo mostrando ai fans. Avevano
colpito nel segno. Leggevano l'amore nel mio volto ogni volta che lo
guardavo?
"Non
sei miope, vuol dire che sei molto fortunato."
"Si, molte persone me lo hanno detto. In passato volevo indossare gli
occhiali. Quando ero un ragazzino, pensavo che indossare gli occhiali
fosse cool."
"Si, anch'io pensavo che indossare gli occhiali mi potesse rendere
figo. Così ne ho comprati un paio."
"Com'è stato?" gli chiesi sorpreso che la nostra storia
fosse simile.
"Bene, ero rimasto lievemente miope fino a quel momento e
improvvisamente ci vedevo anche troppo. Non ti dico il mal di testa.
Non avrei dovuto farlo perchè avevo sbagliato le lenti e il
continuo portarli su mi ha peggiorato la vista. A quel tempo volevo
essere cool come i miei compagni quindi sono andato a comprarli
d'impulso. Avevo soltanto -0.25 di diottria."
"E adesso?"
"-10"
"Sul serio?"
gli chiesi esterrefatto. Sapevo già che se non aveva occhiali
o lenti a contatto ci vedeva poco e gli venivano forti emicranie
perchè non riusciva a mettere a fuoco, ma non mi aspettavo
che la sua miopia fosse così grave. Sicuramente aveva
esagerato un pò con il numero ma probabilmente era veramente
intorno al -10.
"Ho iniziato con -0.25 e sono arrivato a -10. Un primato di
intelligenza." si derise da solo di una stupidata che aveva fatto da
ragazzo.
"Così adesso puoi usare gli occhiali quando vuoi. So che sei
veramente cool quando li indossi." feci un mezzo sorrisetto misterioso.
Avevo giusto una decina di sue foto con gli occhiali nel cellulare...o
forse più. Cool non era la parola giusta.
"Quando sono cresciuto non ho più voluto indossarli. Ho
preferito passare alle lenti a contatto."
"Siete
in case differenti?"
"Si, ognuno a casa propria. Vedete? Le pareti non sono le stesse."
disse Damon mostrando il colore bianco dietro di se mentre le mie
pareti erano color crema. I fans non si fidavano, volevano mettere il
naso ovunque.
"Alec
puoi cantare Love you 24 hours per Damon?" sapevo che prima o
poi saremmo arrivati a quel punto. Durante una delle ultime interviste
che mi avevano fatto, mi avevano chiesto che canzone avrei voluto
dedicare al mio partner e io avevo tirato in ballo quel titolo. In quel
momento non ci avevo riflettuto molto, ma successivamente pensai di
avere un pò troppo esagerato. Adesso mi stavano chiedendo di
dedicargliela in diretta. Erano furbi.
"Canta per me." mormorò lui sorridendo dolcemente con
aspettativa.
"Love
you 24 hours." iniziai
a cantare una strofa ma mi fermai imbarazzato.
"Poi?"
"Morning,
afternoon an evening I still love you." invece di
continuare con le parole presi a canticchiare la musica. Un
pò perchè non la ricordavo tutta e un
pò perchè me ne vergognavo. Era Damon quello che
sapeva cantare bene, io mi dilettavo soltanto a seguire le note
cercando di non steccare troppo. Che figura! Sentivo le mie orecchie
andare a fuoco.
"Non sapevo facesse così." mi prese in giro lui
ridacchiando. Mi sarei vendicato prima o poi.
"Damon
puoi cantare una canzone d'amore al piccolo Alec?"
"Una canzone d'amore? Gliele canto sempre, sono il suo jukeboxe
personale. Quale canzone dovrei cantare?"
"Waking
up in this morning." canticchiai
a posto suo la canzone della serie che ci eravamo esercitati
più volte a cantare insieme. Era diventata la nostra canzone.
"In
this morning." finì lui il verso con un mezzo
sorriso d'intesa. Sapeva anche lui cosa voleva dire quella canzone.
"Perchè
non fate una live mentre giocate insieme?"
"Se dovessimo farlo sarebbe notte fonda."
"Vorremmo
tutti guardare Damon e Alec giocare a L.O.V.E."
"L.O.V.E.?"
"Questo gioco esiste?" chiese lui disorientato. Non sapevo
più se erano loro a prendere in giro noi oppure Damon a
farlo con i fans.
"L.O.V.E.?" domandai di nuovo io cercando di capire il loro gioco.
"C'è un gioco chiamato amore?"
"Stanno facendo uno scherzo?"
"Penso di si. Tranquilli, a quello ci giochiamo un'altra volta."
sogghignò Damon sornione. Sapeva sempre come stuzzicare la
curiosità altrui.
"Dov'è
Choco?"
"Choco sta dormendo a casa di mia madre in questo momento."
"Se
un giorno aveste un bambino, preferireste avere un maschietto o una
femminuccia?" ma
che razza di domanda era quella? Parlavano già di bambini?
Ero troppo giovane per pensarci. Mi piacevano i bambini, mi piaceva
coccolarli e giocare con loro ma non avevo mai immaginato a uno
scenario simile con me come padre nel prossimo futuro.
"Alec vorresti avere un maschio o una femmina?" mi chiese a quel punto
Damon con curiosità lasciando rispondere a me per primo. Era
un argomento che non avevamo mai affrontato e che non pensavo nemmeno
che lo avremmo fatto. Adesso però lui era curioso di
ciò che avrei detto.
"Se avessi un figlio?"
"Quanti bambini vorresti avere?"
"Non ne ho idea, non ci ho mai pensato. Sono ancora giovane. Ma se
dovessi scegliere tra un maschietto e una femminuccia vorrei che fosse
un bambino."
"Perchè? Così potresti giocare con lui?"
"Se dovesse essere una bambina sarei molto possessivo e preoccupato
quando avrà i ragazzi ronzarle intorno." conoscendo i
ragazzini e i loro ormoni avrei sofferto le pene dell'inferno.
"Questo è vero. Se fosse un bambino mi fiderei di
più a lasciarlo giocare fuori con gli amici."
"Sarebbe più facile giocare con lui."
"Se avessi una bambina sarei molto possessivo con lei." già
mi immaginavo una bambina con i suoi geni. Sarebbe stata stupenda.
Conoscendo la sua possessività, l'avrebbe rinchiusa in casa
in stile Rapunzel. Povera piccola.
"Sono d'accordo."
"Se avessi un bambino giochere ai videogames tutto il giorno con lui.
Finchè non sarà lui a dirmi che si è
stufato di
giocare con me."
"A tuo figlio piacerà leggere libri." ribattei in tono
sicuro. Nonostante il suo lato nerd dedito ai videogiochi ai manga e
alle action figure, a lui piacevano molto la musica e la lettura. I
suoi figli sarebbero stati dei piccoli intellettuali con tanti
interessi e un cervello al di fuori del normale. Sarebbero stati
adorabili.
"Se a lui piacerà leggere, li leggerò con lui."
avrebbe fatto di tutto per quei bambini.
"Supponendo
che voi avreste un bambino, che nome gli/le dareste?"
"E' difficile."
"Se fosse un maschio lo chiamerei Alexander. Mi è sempre
piaciuto quel nome." lui e la fissa per quel nome erano leggendarie.
Per fortuna non glielo aveva dato al suo cane.
"E se fosse una femmina?"
"Come dovrei chiamarla?"
"Scarlett!"
"La vedova nera? Scarlett Johansson, ti piace proprio quell'attrice. Io
vorrei chiamarla Emma, perchè preferisco Emma Watson."
"Stai
facendo ancora il tirocinio Alec?"
"Si, ancora qualche settimana poi lo finirò." per fortuna,
pensai nella mia mente senza pronunciarlo.
"Damon
hai finito il master?"
"In pratica si. Presto potremmo festeggiare." poco ma sicuro. Mi sarei
tenuto libero quel giorno per stare al suo fianco.
"Damon
hai qualche piano per tingerti i capelli?"
"Vorrei cambiare il colore."
"Grigio?"
"Si, volevo scegliere un colore simile a quello che avevo prima.
Però dovrei decolorarli."
"Stai attento a non rovinarli, comunque dovresti prima vedere come
stai. Altrimenti avrai una folla
inferocita di fans che ti seguirà ovunque maledicendoti per
il
tuo folle gesto." lo avvisai sapendo di essere il primo della fila se
succedeva qualcosa di orribilmente drastico alla sua folta chioma scura.
"Saresti anche tu tra loro?"
"Non sono un tuo fan ma so dove abiti. E' più facile per me
tirarti uno scappellotto se ti rovini i capelli. Lo faccio anche per
loro." feci un sorriso affilato architettando già un piano
se la situazione si fosse presentata. Mi sarei fatto aiutare da sua
sorella Alice.
"Damon
come ti senti dopo che Alec ti ha dedicato quella canzone?"
"Come mi sento? Stupendamente bene." sorrise lui con
sincerità. Era solo da riempire di baci quell'uomo.
"I
love you 24 hours..." cantai di nuovo la strofa solo per
lui. "Però devo fare il balletto." mi ripresi subito dopo
essermi perso per qualche istante nei suoi occhi.
"Puoi improvvisarla così?" rise lui divertito.
"Daddy
sta ridendo così tanto e di gusto. Solo con il suo Baby ride
così."
"La
tua risata è così forte Daddy."
"Quale
canzone canterà Damon al suo piccolo?"
"Quale dovrebbe essere?"
"Quale canzone?"
"Mi hanno chiesto quale canzone ti dedicherò."
"Thararat." improvvisai tirando fuori una parola in un'altra lingua che
mi avevano insengnato i fans internazionali in un'intervista. Speravo
di averlo detto giusto.
"Sei ubriaco?" mi chiese lui non capendo cosa in realtà
volessi dire.
"Vuol dire che ti amo? Non lo so, non ricordo." dissi cercando di
sbrogliarmi da quella situazione con un'alzata di spalle come se niente
fosse. Lo vidi sorridere dall'altra parte dello schermo.
"Alec
per favore potresti dire sono aggressivo, potresti gestirmi?"
"Sono aggressivo, potresti gestirmi?....Ma non è
così, non sono aggressivo in realtà."
"Questo tono sarebbe aggressivo? Sembri un gattino senza unghie che
cerca di fare l'aggressivo."
"Non so come fare l'aggressivo."
"Non mentire."
"Avete scambiato il mio carattere con quello del mio personaggio nella
serie."
"Damon
è aggressivo?"
"Non lo sono."
"Adesso chi è quello che mente?"
"Alec
hai mai preso in giro i tuoi compagni di scuola?"
"A volte, se sono facili da prendere in giro li stuzzico."
"Che cosa significa? Sei stato un cattivo ragazzo a scuola, non
è vero?"
"Non è vero. Chi te lo ha detto?"
"Tua madre."
"Mia madre mi ama troppo per dirti una cosa del genere."
"Ne sei sicuro? So che ama più me."
"Alec
puoi baciare Damon adesso?"
"Come faccio a baciarlo?" chiesi perplesso. Damon scoccò un
bacio alla telecamera come se nulla fosse.
"Un bacio come questo?" visto che ci aveva preso gusto, ne
scoccò un altro questa volta un pò più
sonoro del primo. Quanto avrei pagato per potergliene dare uno vero in
quel momento senza nessuno davanti.
"Posso
vedere le vene di Damon?"
"Mostriamo le vene." esclamai eccitato, volevo vederle anch'io.
"Devo tirarle fuori?"
"Io non ne ho." gli mostrai la mano.
"Qualche volta non si vedono. Devo fare così." stese la sua
mano per metterle in mostra. Sembrava strano dirlo, ma le sue vene
erano talmente sexy per chiunque. Erano un catalizzatore di
sguardi...oltre al resto di lui ovviamente.
"Oh, le tue sono molte! Io ne ho poche."
"Stanno chiedendo ancora di Choco."
"Oggi ho visto Brian accarezzare Choco." dissi riferendomi alla story
che il suo manager aveva pubblicato qualche ora fa su IG quando erano
tornati a casa.
"Oh, ultimamente Choco non fa altro che abbaiare senza sosta
inutilmente. Ho mostrato alcune foto di Choco, lui continuava ad
abbaiare come un ossesso. Non ha permesso a nessuno di toccarlo. Aveva
la luna storta." non vedevo quella piccola palla di pelo dal finto
matrimonio. Mi mancava averlo intorno.
"La
seconda stagione sarà sensazionale?"
"Molto più che sensazionale. Sempre quando manderanno lo
script definitivo da leggere."
"Cresceremo insieme, possiamo fare di tutto." annuii con fiducia.
Quando recitavamo insieme davamo tutto di noi stessi senza filtri,
rendendo più potente la nostra interpretazione. Specialmente
quando dovevamo scontrarci o amoreggiare tra di noi. Quelle erano le
scene migliori.
"E ovunque." alzò un sopracciglio come se volesse
sottintendere qualcosa di osceno e scoppiai a ridere.
"Damon le tue braccia mi fanno svenire."
"Qual'è
il vostro film preferito?"
"Mi piace Joker. Ha giocato molto con le emozioni del pubblico."
"Se fosse un drama...preferirei qualcosa che emozioni il pubblico..."
la sua frase rimase in sospeso per alcuni secondi come se stesse
raccogliendo i pensieri per decidere cosa dire. Era un patito di film.
"Se non sai la risposta puoi chiamarmi più tardi." lo presi
in giro.
"Okay, allora ti chiamerò stanotte. Mi piace The notebook.
Lo hai mai visto?"
"Che film è?" chiesi un pò stranito. Il nome mi
diceva qualcosa ma ancora ma non riuscivo a ricordare quel film.
"I protagonisti sono Rachel McAdams e Ryan Gosling."
"Non lo conosco."
"Questo film mi piace molto, quando avremo un pò
più
tempo te lo farò vedere. E' la storia d'amore di questa
coppia
che viene raccontata attraverso le pagine di questo taccuino. Tratta di
una signora che ha circa 70 anni, ha la demenza senile e ha perso la
memoria. Ogni giorno c'è un uomo che le legge un taccuino
per
cercare di farle recuperare i ricordi perduti richiamando memorie del
passato."
"E' simile a un film che mi piace."
"Veramente? C'è una scena che è molto cool. Posso
raccontartela? Questa scena è veramente fantastica. Non
voglio
rovinarti la visione del film."
"Continua, ma non sono sicuro se anche per loro sarà okay
oppure no." sarei rimasto li ad ascoltarlo parlare per ore. Si vedeva
quanto amasse quel film e il suo racconto risultava sempre
più appassionato. Come al solito attirava l'attenzione del
pubblico come fosse miele.
"E' un film vecchio, molte persone lo avranno già visto.
Questa
scena racconta uno di quei giorni dove l'anziano signore sta leggendo
il taccuino e all'improvviso, anche se per poco tempo, la moglie
ricorda il suo passato. Lui è molto felice che il suo sforzo
sia
stato ripagato. Lei era ritornata da lui, l'emozione era forte. Lui
aveva letto ogni giorno
per lei e finalmente la moglie aveva potuto ricordare tutto il loro
passato vissuto insieme. Se non ricordo male è la scena dove
ballano, la musica in sottofondo era quella del loro
matrimonio...oppure una canzone d'amore della coppia. E mentre stavano
danzando insieme, lei ha perso di nuovo la memoria. Improvvisamente lo
allontana come se lui fosse un estraneo perchè non lo
riconosce
più. L'attimo in cui lei lo spinge via è
incredibilmente
drammatico."
"E' triste non è vero?"
"Immaginiamo se tu fossi l'attore principale. Fai un sacco di sforzi
per far recuperare i ricordi alla persona che ami e finalmente ci
riesci. Sei felice in quel momento ma dura solo un frammento di tempo,
poi
improvvisamente tutto scompare di nuovo."
"Li ha persi di nuovo." annuii toccato dal suo racconto. Era triste
come storia, Damon era riuscito ancora una volta a farmi venire la
voglia di vedere anche quel film. Ormai la lista si allungava sempre di
più.
"Questa scena è incredibile."
"Dovrò vederlo."
"Quando vuoi." lui sorrise sapendo già come sarebbe andata a
finire. Ovvero noi due sul divano accoccolati, lui a toccarmi ovunque e
a parlare di alcune scene ed io a distrarmi facilmente dalle sue mani.
Poi lui a ribeccarmi di stare attento al film che alla fine mi avrebbe
fatto domande, tra un battibecco e un altro mentre ci saremmo tirati
addosso i popcorn sarebbe finita in due modi. O ci saremmo addormentati
l'uno tra le braccia dell'altro per la troppa stanchezza oppure ci
avremmo dato sotto come dei conigli in calore. Avrei preferito di gran
lunga la seconda dopo una settimana di lontananza.
"Avete
guardato Call me by your name?"
"Si perchè abbiamo dovuto interpretare alcune scene del film
durante il workshop."
"Ricordo bene." mormorai perdendomi nei ricordi delle innumerevoli
prime volte che avevo deciso di baciare veramente Damon sul set e
perdermici dentro a quei baci. Non che lui si fosse mai ribellato alla
mia decione, aveva sempre partecipato con gusto lasciandosi guidare da
me senza voler mettermi pressione in alcun modo.
"Mi
piace quando Damon racconta le storie così."
"Non
abbiamo bisogno di vedere il film, Daddy ci spoilera tutto."
"Che diavolo ho spoilerato? Non capisco. Se parlate del film
è
vero, ma ho raccontato solo una scena che era veramente grandiosa. La
pellicola è uscita qualche anno fa al cinema. Non
è
recente."
"Hai
guardato Parasite?"
"Si l'ho visto due volte."
"L'ho visto di recente."
"Era veramente buono. Mi piace perchè è un film
intelligente e simbolico. Lo sai? E' stato veramente difficile farlo e
lo script è così geniale. Se lo guardi con
attenzione
potrai goderti un buon film."
"Ha vinto l'Oscar."
"Si, sono stati tutti molto bravi. Lo sceneggiatore è un
vero un genio." affermò lui con convinzione. Sicuramente si
era già visto su internet tutti i film a cui aveva
partecipato nella scrittura del copione. Lo conoscevo bene da fanatico
qual'era.
"Damon
è un vero oratore. Può fare il critico
cinematografico. Lo ascolterei ogni giorno."
"Meglio di no." mormorai scuotendo la testa, ero nella loro stessa
situazione però la priorità da compagno era
sempre la mia. Ero l'unico che potesse farlo dal vivo. Paul
entrò in camera e feci un cenno nella sua direzione. Mi
sussurrò se stava andando tutto bene ed io annuii.
"Chi
c'è nella tua stanza?"
"Paul."
"Cosa c'è?" chiese il diretto interessato non capendo
perchè lo avessi chiamato.
"Volete dire ciao a Paul?" cercai di spostare l'obiettivo
verso di lui ma apparve per pochi secondi. Era sfuggente.
"Tutti dite ciao a Paul. E' scomparso? Ciao Paul." lo salutò
Damon quando finalmente il mio manager si fermò a pochi
passi per salutare tutti.
"Ciao Damon."
"Va tutto bene li?" mi sentivo quasi di troppo. Non si fidava delle mie
parole?
"Tutto sotto controllo." confermò lui facendo l'okey con le
dita.
"Potete continuare a parlare tra di voi se volete. Lascio la diretta a
lui."
"Sei geloso?" mi chiese alzando nuovamente quelle dannate sopracciglia
per provocarmi. Gliele avrei strappate un giorno o l'altro, giusto per
il puro piacere di farlo.
"Paul è il mio manager, vai a parlare con il tuo." borbottai
fingendomi infastidito dalla cosa, sapevo che stava scherzando.
"Alec
sembri assonnato."
"No Alec, tu non puoi andare a dormire stanotte." disse lui in tono
grave di avvertimento. Che intenzioni aveva?
"Non sono affatto assonnato." spalancai meglio gli occhi con le dita
per confermare quanto fossi sveglio.
"Stanotte mi devi aiutare a superare il livello di un videogames."
perchè dubitavo fortemente che quella fosse la
verità?
"Allora dovrò fare gli straordinari."
"Potete
andare a giocare adesso." si erano
già stancati di noi? Quasi risi all'assurdità
della situazione.
"Ci stanno dando la benedizione per lasciarli andare a dormire. Gli
stiamo rubando le ore di sonno, non ne possono più."
"Notte notte." salutai con la mano.
"Buona notte a tutti." fece lo stesso agitando la sua mano.
"Dobbiamo
dirci addio adesso?"
"Dobbiamo andare a giocare adesso. Ci vedremo presto." Damon
mandò loro un bacio ed io chiusi la live.
Sentii quello che voleva dirmi Paul sul programma dell'indomani e poi
mi rinchiusi in camera di nuovo non appena lessi sul display il nome di
Damon.
"Che intenzioni hai veramente?"
"In che senso? Te l'ho detto, devi aiutarmi a superare il livello.
Perchè? Cosa pensavi che volessi?"
"Non lo so...non di certo...questo." quasi balbettai in mancanza di
parole.
"Oh, sto leggendo certi pensieri sconci in quegli occhi. Volevi fare
sesso telefonico?" il suo sorriso sornione valeva più di
mille promesse sotto e sopra le coperte. E non solo li. Improvvisamente
mi sentii andare a fuoco.
"Dam!"
"Non sono più il tuo Teddy Bear? Però se vuoi
fare un pò di sesso potremmo..."
"Smettila o metto giù la chiamata! Paul e mia madre sono nei
dintorni, per non parlare di mia sorella." lo interruppi velocemente
abbassando la voce. Speravo che nessuno aprisse quella maledetta porta
all'improvviso.
"E allora? Sarà più eccitante. Poi comunque
l'idea è venuta alla tua perversa testolina, io sono
innocente." la sua finta espressione da angioletto adorabile faceva
ridere.
"Meglio giocare ai videogames!"
Restammo in contatto per un'altra ora prima di dirci addio per quella
sera e organizzarci per vederci l'indomani per le prove. Eravamo
entrambi eccitati di poterci vedere di nuovo.
POV Damon
Era arrivata finalmente la serata speciale che avevamo organizzato per
i miei fans. Non stavo più nelle pelle. Avevamo passato
settimane di prove per organizzare quella serata fin nei minimi
dettagli. Avevamo fatto tutti un ottimo lavoro, speravo che il pubblico
sarebbe uscito da li soddisfatto. Feci un breve discorso iniziale per
ringraziare ogni singola persona che stava partecipando a rendere
speciale quel fan meeting, dopo andai sul palco e diedi inizio allo
spettacolo cantando le prime canzoni della lista. Il pubblico si
riscaldò all'istante cantando insieme a me. Era sempre
un'emozione quando mi seguivano in quel modo. I biglietti erano andati
tutti sold out in poche ore dall'uscita dell'annuncio, quel posto era
strapieno di fans urlanti. Quando avrei lanciato il mio primo singolo
cosa sarebbe successo? Non vedevo l'ora di scoprirlo. Il presentatore
mi fu molto di aiuto per intrattenere il pubblico tra un'esibizione e
l'altra e farmi una serie di domande a raffica prese dai fans per
conoscere meglio Damon Williamson. Si divertì molto a
stuzzicare la loro curiosità e a provocare me con alcune
domande un pò troppo private nascondendosi sempre dietro
alla frase "ma io non sto facendo nomi". Non serviva a nessuno fare il
nome di Alec, lo sapevano tutti a chi si riferisse. Il suo nome era
nell'aria, tutti lo mormoravano con aspettativa. Non avevo detto chi
fosse il mio ospite speciale e c'erano molte supposizioni in merito ma
la maggior parte era convinta che ci fosse proprio lui nel backstage.
Continuai a fare il misterioso anche se ogni tanto lanciavo delle
occhiate al lato nascosto del palco dove potevo incrociare lo sguardo
divertito del mio partner che si stava gustando lo spettacolo. Era
molto sexy quella sera. Sapevo che a causa della stanchezza quella
notte non avremmo combinato niente, ma almeno potevamo tornare a casa e
dormire insieme. Mi era mancato addormentarmi stringendolo tra le
braccia. Anche se ero tornato da un pò di tempo, avevamo
concordato di restare ognuno a casa propria e vederci solo per le
prove. Era stato stressante ed esasperante in certi momenti, avevamo
anche discusso a gran voce per delle cavolate subito dopo
ridimensionate alla normalità, ma necessario per entrambi se
volevamo mantenere la relazione il più privata possibile e
concentrarci interamente sul lavoro. Prima il dovere poi il piacere,
avrei preso a sberle chi aveva inventato quel motto. Non aveva messo in
conto la frustrazione? Quando terminai le prime canzoni, rimasi qualche
secondo da solo per ricevere gli applausi dal pubblico e poi venni
raggiunto dal prensentatore che iniziò a intavolare qualche
discorso per animare la curiosità di tutti. Ci portarono due
sgabelli e ci mettemmo comodi interagendo con i fans.
"Molte persone vogliono sapere cosa ti piace fare quando non stai
lavorando."
"Se ho un pò di tempo libero giocherò,
dormirò e guarderò delle serie televisive."
"E se sei con qualcuno di speciale? Non ho detto chi fosse, parliamo
sempre in generale." si affrettò a chiarire sentendo il
pubblico gridare il nome di Alec. Era quello che tutti volevano sapere.
"Può sedersi sulle mie ginocchia." altre grida eccitate si
levarono dagli spalti.
"Va bene. Oggi non ne usciremo vivi. Cos'altro ancora?"
"Potrebbe sedersi sulle mie ginocchia e poi magari lo abbraccerei..."
"Per favore calmatevi!" il presentatore si rivolse al pubblico fingendo
di blandirli con poca convinzione.
"Se continuate a urlare così, vi farà male la
gola."
"Manca ancora qualche minuto alla riunione. Se perdete la voce adesso
cosa farete dopo?" indicò alcune file veramente chiassose.
"Quali sono i tuoi hobby? Cosa ti fa rilassare?"
"Mi piace la musica. Suonare strumenti musicali, come la chitarra e il
piano, e adoro cantare."
"Qualcuno di solito ti ascolta?"
"Si, a volte canto a quella persona e gli chiedo se suono bene. Se gli
piace quello che sta ascoltando." l'immagine di un Alec emozionato mi
comparve alla mente e sorrisi a quel ricordo. Avevamo passato ore in
sala registrazione insieme eppure mai una volta si era lamentato di
dover ascoltare sempre gli stessi pezzi.
"Cosa dice questa persona?"
"Ha detto che sono molto sexy quando canto."
"Ragazzi mettetevi l'anima in pace, è già
prenotato. Sentite il suo tono di voce quando dice che per quella
persona è sexy quando canta. Avete perso in partenza. Quindi
questo è il tuo hobby, cantare per quella persona. Usi
davvero così il tuo tempo libero...fortunata quella persona.
A parte i servizi fotografici e i social media, posso avere qualcosa di
più speciale? 3 foto che non hai mai pubblicato e devi anche
dirmi come ti sei sentito in quel momento." io annuii sapendo
già cosa mi sarebbe aspettato. Avevo dato loro alcune foto
che potevano mostrare ai fans, non sapevo esattamente quali avrebbero
scelto ma per fortuna non avevo dato loro in mano quelle troppo private
con Alec. La prima foto mi raffigurava con occhiali da sole e
cappuccio, si intravedeva un accenno di montagna dietro di me e il
cielo era così limpido. Ricordavo bene quel giorno, era
stata una gita di famiglia. Una delle ultime dove mia madre era
riuscita a trascinare anche mia sorella. Dopo qualche battibecco
c'eravamo gustati appieno quella gita.
"Questa è di quando sono andato in India. Volevo scattare
una foto ricordo per condividere la gioia di quel giorno e ringraziare.
Ma non avevo segnale su in montagna."
"Perchè non hai postato le foto quando sei sceso?"
"Perchè l'ho dimenticato." risi di me stesso e di quanto ero
stato scemo in quel momento.
"Seconda foto. Quel sorriso sembra carino." eccola! Me lo sentivo che
avrebbero indagato anche su quella. Non era nulla di particolare.
Sorridevo dolcemente alla telecamere mentre ero a fare shopping con mia
madre.
"Voglio scusarmi con tutti."
"Perchè?"
"Perchè questa foto è stata scattata per Alec."
ammisi con sincerità. Quel sorriso era tutto per lui.
"Okey...a qualcuno manca l'ossigeno? Abbiamo i paramedici nelle
vicinanze se serve. Quindi non l'hai postata?"
"Giusto."
"Cosa stavi facendo in quel momento? Perchè ridi
così felicemente?"
"Ricordo che stavamo chattando. Mi ha chiesto cosa stessi facendo e ho
scattato questa foto dicendogli che stavo facendo la spesa."
"Quindi voi due spesso scattate questo tipo di foto e ve le inviate a
vicenda?"
"Abbastanza di frequente."
"Non è privata? Perchè scegliere questa foto da
mostrare a tutti? Vi state frequentando?"
"Chi ha mandato questo presentatore così curioso?" cercai di
sviare il discorso.
"Mi hai assunto tu."
"Volevo soltanto condividere questo momento con tutti."
"Okey, diamogliela per buona e lasciamolo andare prima che mi licenzi."
tutti risero alla sua battuta. La terza foto era una di quelle
più recenti ed era stata scattata da Brian.
"Questa è stata scattata la notte scorsa. Stavo firmando i
poster per tutti come regalo per questa serata."
Dopo qualche altro botta e risposta, tornai finalmente a cantare. Per
quella serata, oltre ad Alec, avevo invitato anche altri due miei amici
a cantare con me. Il primo duetto andò piuttosto bene. Non
avevo avuto nessun problema con questo ospite nemmeno durante le prove
in quanto era già un cantante abbastanza noto nella scena
pop. Lo ringraziai di cuore per aver partecipato al mio spettacolo e
lui ricambiò i ringraziamenti dandomi tutto
l'incoraggiamento possibile per il futuro. Salutò i fans che
avevano cantato con noi e uscì di scena facendo comparire di
nuovo il presentatore.
"Siete stati molto bravi prima sul palco. Hai tanti amici che ti
sostengono Damon, ancora prima di diventare così famoso come
oggi. Torniamo a sederci." mi indicò gli sgabelli che lo
staff aveva riportato sul palco.
"Dobbiamo sederci di nuovo?" feci un finto sbuffo mentre mi accomodavo
al suo fianco.
"Adesso c'è il momento speciale dei tuoi fans. Hanno scritto
tutti una domanda da farti e l'hanno inserita in una scatola. Tu
risponderai a queste domande, sei spaventato? Ho sentito che ci sono
714 persone qui come pubblico, quindi risponderai a tutte le 714
domande oggi?"
"Tutte, abbiamo tempo fino a tarda notte."
"Non sono pagato per così tante ore. Quante domande dovremo
scegliere? Facciamo dieci domande fortunate. Va bene?"
"Va bene."
"Però devi seguire le mie direttive. Primo: rispondi in base
alla domanda e non divagare su altro eludendola. Secondo: non puoi
mentire. Terzo: devi essere molto chiaro con la tua risposta. Oggi
è il tuo fan meeting, devi essere sincero e limpido come
l'acqua." mi stava già dando dei vincoli ai quali non potevo
sottrarmi. Dovevo trovare un modo per sfruttare le domande
più insidiose e capovolgerle a mio favore. Speravo di
riuscirci.
"Perchè oggi il presentatore è così
spietato?"
"Hai qualche domanda a cui hai paura di rispondere?"
"La domanda che temo di più è quella se amo di
più Alec o Choco."
"Questo tipo di scelta multipla ti fa sentire sotto pressione?"
"Si, entrambe le scelte mi rendono molto stressato." ridacchiai
nervosamente quando il presentatore mi piazzò davanti la
scatola. Inserii dentro la mano e iniziammo la sessione delle dieci
domande.
"Sei
stanco lavorando tutti i giorni al tuo ritmo?"
"Non sono per niente stanco quando ho la possibilità di
incontrare tutti voi. Ma di recente mi sono ritrovato in ospedale
circondato da persone che mi sgridavano perchè dovevo
riposare un pò di più."
"Qual'è
la parte di te stesso che trovi più attraente?"
"Questo è difficile."
"E' difficile? Vuoi che ti faccia le altre 8 domande?"
"Alcune persone dicono che sono le vene in rilievo nelle braccia e
mani."
"Perchè i vasi sanguigni?"
"Come sta il mio vaso sanguigno?" appena mostrai la mano tesa con le
vene in evidenza si levò un urlo eccitato.
"Qualcuno in prima fila sta svenendo! Chiamiamo un'ambulanza."
"Qualcuno mi ha detto che i miei occhi sono sexy." mormorai con un
sorriso ripensando a quella piccola peste dietro le quinte.
Chissà se era ancora sveglia a guardarmi oppure se stava
riposando?
"Qualcuno dici? Perchè gli piacciono i tuoi occhi?"
"Lo ha detto perchè spesso ci guardiamo negli occhi."
"Oh...quindi è piuttosto vicino quando ti guarda?"
"Molto vicino. Come sono i miei occhi?" mi misi in posa a beneficio dei
fans mettendomi una mano sul volto per coprirne metà. Sapevo
di risultare sexy e infatti le urla lo confermarono. Mi divertivo a
giocare con loro.
"Solo una domanda. Perchè hai bisogno di metterti in posa?"
tutti risero divertiti.
"Cosa
faresti se potessi essere invisibile per un giorno?"
"Andare a casa di Alec!" gridarono i fans in coro.
"Di chi è la casa?"
"Casa di Alec." gli risposi ridacchiando sornione. Piuttosto che andare
a casa sua, lo avrei rapito dando a lui il mantello
dell'invisibilità di Harry Potter per poterlo portare sempre
con me e nasconderlo ad occhi indiscreti.
"In realtà, non hai bisogno di essere invisibile per andare
a casa sua. Non è vero?"
"Tutta la sua famiglia sarebbe li." dissi scuotendo la testa. Non
volevo essere beccato da sua madre in piena azione facciamo saltare il
materasso.
"Questo è vero. Quindi se fossi invisibile dove ti
piacerebbe andare?"
"Vorrei andare in un posto dove non sono mai stato. Vorrei andare nel
cuore di ognuno."
"Vorresti essere nel cuore di ognuno, ma nel tuo cuore c'è
già qualcuno?"
"I miei fans."
"Quando eri nel backstage hai detto qualcosa tipo che tutto il tuo
cuore appartiene a qualcuno." perchè continuava a insistere?
"Non dirlo a tutti."
"Ah, non posso dirlo vero? Come se non lo sapessero."
"Che
cosa fai prima di dormire?"
"Va a lavarsi."
"Ma è una domanda individuale o di coppia? Per esempio,
ascoltare la musica e giocare a videogames. A volte ci chiamiamo e ci
spediamo foto. Ci diamo la buona notte, ci mandiamo dei baci." risposi
in automatico con naturalezza. Questa era la mia
quotidianità con Alec.
"C'è altro? Perchè mi sento di troppo?"
"Tra
Daddy e papà come ti piacerebbe essere chiamato?"
"Daddy o papà? Non potreste chiamarmi semplicemente Damon?"
"Così
oggi hai incrociato lo sguardo del piccolo Alec?"
"Non devi mentire, devi rispondere seriamente. Quale sarà la
tua risposta?" mi chiese lui ridendo sotto i baffi.
"Te la dirò presto."
"Non puoi essere più chiaro?"
"Sei
impressionato dai tuoi fans?"
"Ogni volta che vado agli eventi o agli spettacoli, ognuno di loro mi
incoraggia sempre. Quando sono stanco trovano sempre delle parole di
incoraggiamento per il mio lavoro. Sono grato a ognuno di loro."
"E' fantastico."
"Vi amo tutti." affermai con sincerità regalando al pubblico
il mio miglior sorriso. Tutti applaudirono gridando a pieni polmoni.
Quella per me era una vittoria dopo tante sconfitte.
"Non potete innamorarvi di lui, ha già un proprietario."
"Posso essere condiviso." flirtai apertamente con il pubblico.
"Posso dirlo alla persona nel backstage?"
"Sta sicuramente dormendo in questo momento." e se non fosse stato
così, se la stava ridendo.
"Se
tu avessi una giornata libera e fossi con Alec, cosa vorresti fare?"
"Interessante, cosa vorresti fare?"
"Se succedesse davvero, probabilmente giocheremo insieme e dormiremo.
Ma se avremmo l'opportunità, vorremmo andare in vacanza
insieme. Vogliamo viaggiare insieme in paesi stranieri."
"Quando arriverà quel giorno dove usciranno foto del loro
viaggio insieme, Twitter esploderà sicuramente."
"Ci
ami? Se veramente ci ami puoi prometterci di prenderti più
cura di te stesso?"
"Aspetta! E' stato Alec a scrivere questa domanda?" effettivamente
poteva essere stato lui visto che combaciavano completamente con ogni
frase che mi aveva ripetuto più volte. Sembrava
più una supplica che una vera domanda.
"Qui c'è scritto un altro nome."
"Forse ha falsificato il suo nome."
"No, questa non è la scrittura di Alec. Prometto di
prendermi più cura di me stesso. Questo conta come
dimostrare il mio amore per voi?"
"Si!" urlò il pubblico in risposta.
"Qual'è
il tuo sogno?"
"E' quello di avere una persona accanto te."
"Vorrei fare un'altra serie con Alec."
"Se
un giorno Alec scomparisse..."
"Come? Come?"
"Che
cosa farai?" quello
era veramente un brutto scenario da mettere avanti. Sapevo che poteva
succedere di tutto nella vita e, prima di accettare e affrontare i
miei sentimenti per lui, ne avevo tenuto conto. Quella domanda era
spiazzante e faceva male, riportava a galla tante delle mie paure non
dette.
"Qesto è così doloro! Come l'ultima scena di
pianto!"
"Mi sentirei davvero male."
"E poi? Okey, lascia che ti faccia un esempio. Se tu sai che Alec
farà un film in un'altra città domani e lui non
fosse in grado di tornare a vederti per tanto tempo. Non potete
videochiamarvi e neppure incontrarvi. Cosa faresti?" già
quella era una situazione diversa da quella tirata fuori dai miei
oscuri pensieri. Potevo accettarlo visto che si parlava di lavoro,
sarebbe stato un lungo periodo di vuoto ma ce l'avrei fatta in quanto
avrei avuto anch'io il calendario pieno di impegni. Avrei sentito tanto
la sua mancanza al mio fianco ma avrei avuto la certezza che fossimo
ancora noi con gli stessi sentimenti di adesso. Se al contrario fosse
successo altro come una rottura o peggio ancora, quel vuoto sarebbe
stato incolmabile. Non volevo pensarci.
"Comprerei un biglietto aereo e volerei appena possibile da lui. Mi
godrei fino alla fine ogni istante possibile in sua compagnia."
"Tu sei il migliore."
"Quando
finirai di essere così carino?"
"Questa è l'ultima domanda."
"Mai!" feci un sorriso sexy al pubblico che urlò impazzito.
Ero stato fortunato con l'ultima domanda.
Andai a cambiarmi e tornai sul palco a cantare altre canzoni. Avevo
l'adrenalina in corpo a mille e ancora non sentivo la stanchezza.
Speravo durasse per l'intera serata. Quando cambiai canzone sapevo
già il delirio che avrei alimentato appena il prossimo
ospite fosse salito sul palco. Era uno dei miei migliori amici e
colleghi. La sua ship immaginaria durava ormai da diversi anni e
continuavano ad essere sulla cresta dell'onda, appena si nominava uno
dei due l'altro nome spuntava dal nulla come un fungo dopo la pioggia.
Li chiamavano i re dei bl, nonostante non lavorassero più
insieme da un bel pò di tempo. Appena arrivò la
sua strofa, Trevis salì sul palco in tutta la sua possente
presenza e mandò in escandescenza il pubblico. Mi aspettavo
tutto quello ed oltre, era sempre amato dai fans e aveva
così tanti followers che continuavano a seguirlo ovunque
andasse nonostante il suo allontanamento temporaneo dalle scene. Non
riuscivamo a incontrarci spesso, il più delle volte ci
sentivamo a telefono quando riuscivamo a far coincidere i nostri orari
tra un impegno e l'altro. Ci conoscevamo fin da prima di entrare in
quel settore, quasi a un anno di distanza l'uno dall'altro. Eravamo
sempre stati molto in sintonia da subito, adoravo quel ragazzo e il
fatto che non fosse cambiato di una virgola da quando lo avevo
conosciuto all'università diceva molte cose di lui. Eravamo
simili di carattere e ogni volta che uno dei due aveva bisogno di
supporto morale l'altro c'era sempre. Quando lo avevo invitato a
condividere il palco con me lui aveva subito accettato, posticipando i
suoi impegni presi in precedenza. Non voleva perdersi
l'opportunità per festeggiare con me quella serata
importante, così come anche altri amici che erano seduti
nella sezione vip che continuavano a postarmi sulle loro story di IG.
Erano folli quanto i fans, ma li amavo tutti. C'erano persino mia madre
e i genitori di Alec tra di loro. Il peso di quella serata era molto,
speravo di non deludere nessuno.
"Non ci vediamo da tanto tempo, guardarti dal vivo è ancora
più bello." disse Trevis al termine della canzone mettendomi
una mano sulla spalla.
"Chi potrebbe confrontarsi con mio fratello Trevis?" gli sorrisi di
rimando. Ero molto eccitato che fosse li con me a condividere
l'entusiasmo del pubblico.
"Mi sei mancato."
"Mi sei mancato anche tu." gli diedi un abbraccio veloce sentendo tutto
il suo supporto.
"Lo show che avete mostrato proprio adesso è letteralmente
di prim'ordine. Com'è stata la tua sensazione questa sera
che hai avuto modo di venire all'evento speciale di Damon?" gli chiese
il presentatore tornando sul palco.
"Sono davvero felice per il mio amico, non ci vedevamo da
così tanto tempo. E' più bello ogni giorno che
passa. La vecchiaia ti fa bene." mi prese in giro Trevis dandomi
un'altra pacca bonaria sulla spalla.
"Non lodatevi a vicenda in questo modo di fronte a tutti."
"Ho scelto la persona giusta per condividere questo palco."
"Voglio dire a tutti questo. Non amiamo la persona sbagliata, fidatevi.
Ci conosciamo da quando avevamo vent'anni, poco prima di entrare
nell'industria dell'intrattenimento a poca distanza l'uno dall'altro.
Era letteralmente l'esempio che tutti volevano seguire, un bravo
ragazzo e un ottimo studente"
"Come una sorta di pilastro." si intromise il conduttore, non sapevo se
ci stesse prendendo in giro o volesse aiutarlo.
"E' vero! E' davvero bello, un bravo studioso e possiede un corpo
caliente. Lo avete visto? E' un alieno, non sappiamo da dove sia venuto
fuori. Tutto di lui è così bello."
"Lui è perfetto." annuì il presentatore
riscuotendo il consenso del pubblico. Non mi ero mai sentito
così lusingato in tutta la mia vita e mi sentivo un
pò in imbarazzo in quel momento. Trevis stava un
pò esagerando. Non ero perfetto, non mi ci avvicinavo
neanche alla perfezione e sicuramente il mio carattere era piuttosto
difficile da gestire.
"Tutto il pacchetto intero è meraviglioso. Si può
solo dire OMG! Lui è quello giusto ragazzi. Lui è
una stella che devi continuare a guardare. Dai suoi esordi fino ad oggi
ci sono tante persone che lo amano. E' una brava persona e un buon
esempio per i giovani."
"Dove siamo adesso? Vuoi rubarmi il lavoro? Vuoi dirlo anche in
cinese?" per tutta risposta, Trevis iniziò a dire qualcosa in
quella strana lingua e il presentatore fece la parte di andarsene fuori
dalle scene per poi tornare subito dopo riattaccare con il discorso.
"Parlando della vostra amicizia, Damon perchè hai portato
Trevis su questo palco?"
"Le lodi che mi ha detto fatto Trevis è come se stesse
parlando di se stesso." incrociai il suo sguardo emozionato e mi
passarono in mente tutti i momenti difficili che eravamo riusciti a
superare insieme. Lo abbracciai di nuovo. "Lui è una persona
meravigliosa e sono felice di averlo come amico, anche se ci vediamo
raramente a causa degli impegni lavorativi. Trevis segue me come io
continuo a seguire lui. Possiamo contare sempre l'uno sull'altro."
"Dovremmo fare una videochiamata questa sera?" rise il mio amico
riscuotendo grandi consensi da parte del pubblico che sicuramente stava
già scrivendo sui social.
"Trevis prova a chiamarlo e io seguirò la live su IG. A fine
spettacolo inizieranno a shipparvi tutti come coppia." quella cosa era
ridicola. Potevamo essere solo grandi amici e nemmeno come coppia
immaginaria.
"Non credo proprio, le coppie sono già state fatte in
precedenza...e poi non vorrei incombere nella rabbia di qualcuno qua
fuori. Così se tu andrai in vacanza in Giappone con Alec,
fammi pure una videochiamata. Farò uno screenshot per voi
raggazzi." disse con un sorriso serafico Trevis girandosi verso il
pubblico delirante. Anche lui era un maestro nell'intrattenere il
pubblico.
"Vuoi andare così lontano?"
"Damon desidera andare in Giappone da sempre e prima parlava del fatto
che volevano andare a visitare altri posti interessanti."
"Vuoi dire qualcos'altro al tuo amico prima di andare via?"
"L'ho supportato fin dalla prima volta che ci siamo incontrati, nessuno
è come lui. Si prende sempre cura degli altri ed
è una delle persone più amabili che io conosca.
Sarà sempre il mio idolo. E' il migliore! Spero che lo
amiate così tanto quanto lo amo io."
"Grazie." mormorai con gratitudine prima di vederlo andar via.
Dopo un ennesimo cambio di vestiti, tornai sul palco a mettere in
mostra le mie doti, ancora un pò scarse, di ballerino
provetto. Il duro lavoro stava ripagando tutti gli sforzi che avevo
fatto per salire su quel palco, lividi sul sedere compresi. Non persi
il ritmo e seguii alla lettera tutti i passi della coreografia. Speravo
che gli insegnanti potessero essere orgogliosi di me, altrimenti avrei
dovuto subire qualche penitenza tipo esibirmi per strada in qualche
danza folcloristica locale. Mi sarei divertito parecchio ma poi sarei
morto dall'imbarazzo. Quanto ancora durava quella canzone? Sembrava
infinita. Come facevano a ballare con quel ritmo i ballerini dietro di
me? Io ero già spompato, se non collassavo sul palco in quel
momento era tutta fortuna. Finii l'esibizione ancora integro e il
presentatore mi raggiunse immediatamente per farmi da spalla e farmi
recuperare un pò di energie. Ero completamente zuppo di
sudore. Quanto desideravo una doccia in quel momento!
"Wow. Sei stato una bomba. Dove hai trovato il tempo per esercitarti?"
"Il progetto era in cantiere già da molto tempo. Sono mesi
che proviamo tra un impegno e un altro. Non è sempre facile
organizzarsi e far combaciare gli appuntamenti."
"Aspetta! Penso che il tuo viso sia molto sudato adesso."
"Si, molto. Posso chiedere al mio staff se qualcuno può
portarmi un asciugamano per favore?" chiesi con tono innocente. Era
tutto organizzato, quello era il segnale per far entrare il mio ospite
d'onore. L'ultima volta che avevo controllato era ancora sveglio ed
emozionato, speravo fosse ancora così.
Senza farsi attendere troppo, Alec arrivò sul palco bello
come il sole portando in una mano una salvietta e nell'altra una
bottiglietta d'acqua con la cannuccia. Sembrava l'aiutante perfetto.
Quasi quasi una mezza idea di assumerlo nel mio nuovo studio mi stava
venendo in mente, però non nel ruolo di aiutante
bensì di marito del CEO. Che pensieri assurdi che mi
venivano in mente, ma Alec era veramente uno splendore. Si
avvicinò con un sorriso mozzafiato iniziando a tamponarmi il
sudore dalla fronte tutto concentrato sul suo lavoro. Era arrossito e
la sua fossetta sulla guancia era da tempestare di baci. Era
così tenero in quel momento. Incrociai il suo sguardo e
sorrisi, gli andarono a fuoco le orecchie. Non riusciva a smettere di
sorridere, era talmente abbagliante che avrei mollato tutto per
stringerlo tra le braccia e portarmelo a casa per prendermi cura di
lui. Mi avvicinò la bottiglietta d'acqua ed afferrai la
cannuccia tra le labbra continuando a guardarlo. Si sarebbero
arrabbiati i fans se me lo fossi portato nei camerini in quel momento?
"Il personale presente è davvero molto bello da guardare,
non trovate?" si intromise il presentatore riportandoci al presente e
incitando sempre di più il pubblico. Gli misi un braccio
intorno alla vita e portai Alec poco più al centro del
palco. "Prendersi cura l'uno dell'altro...è come se
foste nati per stare insieme. Siete troppo carini. Guardate, sono
così simili non è vero?"
"Il personale che ho assunto è molto costoso." ridacchiai
divertito mangiandomi con lo sguardo Alec che fece tanto di occhi alle
mie parole. Non se lo aspettava.
"Perchè lo stai pagando con i soldi quando avresti potuto
pagarlo con..."
"Il tuo cuore!" urlarono i fans tutti in coro facendoci ridere.
"L'ho assunto con il mio cuore." ammisi con sincerità
sentendo tanti oh venire dal pubblico. "Vorrei chiedere al mio
personale qui presente di portarmi sul retro per aiutarmi a cambiare i
vestiti. Posso farlo?"
"Te ne stai andando via di nuovo?" mi chiese il conduttore con finto
fare sorpreso. "Vorrà dire che resterò qui da
solo visto che sono single. Ah! Vi prenderete cura l'uno dell'altro
prima di tornare?"
"Assolutamente si."
"Non voglio sentire altro. Andate, andate." agitò le mani
dalla nostra parte come a cacciarci via. Continuando a tenerlo stretto
a me, portai Alec fuori dal palco. Riuscivo ancora a sentire le ultime
parole del presentatore seguirci. "Non so nemmeno se dovremmo chiamare
il personale o direttamente Alec la prossima volta."
Ci cambiammo velocemente i vestiti, aiutandoci l'uno con l'altro per le
piccole cose, mentre eravamo circondati da truccatori e parrucchieri
che ci stavano dando l'ennesima ripassata per apparire al meglio. Era
arrivato il nostro momento sul palco e me lo sarei goduto fino in
fondo, volevo che risplendesse al meglio di sè sotto quei
riflettori. Lui si avvicinò alla mia schiena e mi mise le
mani sulle spalle cercando di farmi rilassare. Sorrisi al suo tocco
familiare. Mi si avvicinò all'orecchio dicendomi buona
fortuna e mi sfiorò il collo con le labbra. Non avevo
bisogno d'altro che di lui. Tornammo insieme sul palco, prima salii io
iniziando il brano poi si aggiunse lui arrivando dalla parte opposta.
Stavamo cantando una canzone di una delle sue band preferite, l'aveva
scelta proprio lui per l'occasione. Era una canzone d'amore che faceva
proprio al caso nostro, ci eravamo esercitati insieme ogni volta che
potevamo. Anche Alec ci teneva a fare una bella figura e aveva
continuato a seguire le lezioni di canto sempre più
entusiasta dei propri miglioramenti. Ultimamente non faceva altro che
parlare dei suoi insegnanti. Ero orgoglioso di lui. Duettammo
continuando a guardarci negli occhi, l'emozione era forte per entrambi.
"I DamLec! Siete stati fantastici su quel palco. La vostra chimica
è ancora tutta qui, riesco ancora a percepirla. Mi avete
fatto venire i brividi. Questo vostro feeling è
così potente perchè è vero? Aspettate!
Alec come hai fatto ad agganciarti così bene con la sua
strofa? Non è facile."
"Mi sono allenato parecchio e mi sono ricordato degli errori."
"So che sei stato tu a scegliere questa canzone. Che cosa volevi
dirgli?"
"Ci sono tante cose che gli ho detto e tante altre ancora che vorrei
dirgli. Non smetterò mai di provare ciò che provo
per lui, è meraviglioso." passai un braccio sulla sua spalla
per stringerlo più vicino a me e lo guardai con adorazione.
Stavo esplodendo di felicità in quel momento e lui aveva
preso tutte le tonalità del rosso sul suo viso. Quella
dannata fossetta mi stava facendo impazzire per non parlare del suo
sorriso. Avevo una voglia matta di coccolarlo.
"Io resterei vicino all'angolo del palco solo per lasciare tutto questo
spazio a voi. Mi sento di troppo. Ho visto come urlavano le persone
delle prime file, sembrava di essere a un matrimonio per il lancio del
bouquet della sposa. Qualcuno ha anche urlato bacio! Non avete sentito?
Siete così carini insieme. Così oggi sei venuto
come ospite speciale di Damon, come ti senti?"
"Molto felice, perchè questo è il primo evento di
Damon come solista. So che questo spettacolo è davvero
importante per Damon. Sono veramente felice di fare parte di questo
show." mormorò Alec senza smettere di sorridere. Quella voce
dolce mi stava facendo scogliere.
"Naturalmente dal momento che questo evento è importante per
me volevo invitare qualcuno di molto speciale che fa parte della mia
vita." affermai rafforzando la stretta sulla sua spalla.
"Non c'è nessun posto per me su questo palco. Avete qualche
sorpresa in serbo per noi questa sera?"
"Questa sera preparerò una torta per Damon."
"L'hai portata con te o la farai in diretta sul palco?"
"In realtà la base è stata già fatta,
la decorerò in diretta e Damon mi
aiuterà. Però non sono sicuro se sarà
commestibile da mangiare." l'idea della torta era venuta a lui ed io
avevo accettato. Non riuscivo mai a dirgli di no. Sembrava una cosa
divertente, tutto con lui lo era.
"Bene, se non sarà commestibile probabilmente
mangerò del cibo avvelenato. Abbiamo le ambulanze
disponibili."
"Non ci posso credere! Il tuo primo incontro da solista e hai
già intenzione di tagliare la torta qui? Stiamo celebrando
un matrimonio? Come sono adorabili!"
Mentre il presentatore continuava a parlare prendendoci in giro, il
resto dello staff aveva già sistemato il tavolino e tutto il
necessario che serviva ad Alec per mettere in pratica la sua
abilità improvvisata di decoratore di torte. Lui
aprì le braccia come fosse un bambino ed io lo aiutai a
indossare il grembiule e a legarglielo dietro. Poi lui fece lo stesso
per me. Gesti per noi abituali ma per i nostri fans ogni volta era come
se stessimo facendo chissà che cosa. A volte avevano una
fantasia così incredibile che spesso superava di gran lunga
la verità. Il presentatore chiese ad Alec da come voleva
decorare la torta e lui semplicemente sorrise dicendo che mi piacevano
le fragole quindi lui ne voleva preparare una con tantissime fragole
sopra. Era adorabile quando cercò di mettersi i guanti ma
trovò difficoltà a farli scorrere tra le dita. Mi
avvicinai e lo aiutai a sistemare i guanti. La sua risata felice e
sbarazzina mi riempì il cuore. Il presentatore
continuò a commentare il cambiamento drastico del mio
sguardo. Affermava che appena Alec mi aveva raggiunto sul palco i miei
occhi non lo avevano perso di vista un istante ed erano raggianti e
colmi di affetto mentre il mio partner non la smetteva di sorridere
felice. Presto gli avrebbero fatto male le mascelle da quanto fosse
ampio quel sorriso. Minacciai bonariamente il presentatore dicendogli
che lo avrei licenziato seduta stante se non avesse smesso di blaterare
cose inutili. Appena fu adocchiata una candelina strana sul banco da
lavoro di Alec, subito fu preso di mira e gli fu chiesto come mai su
quella candelina c'era la scritta Love you kiss kiss. Alec si morse il
labbro mentre cercava di sistemare le fragole intere ai bordi della
torta. Balbettò qualcosa di incomprensibile continuando a
concentrarsi su ciò che stava facendo. Si era dimenticato di
togliere la foglia verde su alcune di esse e cercò di
rimediare con il mio aiuto mentre tutti se la ridevano. Ne prese
un'altra e me la avvicinò alle labbra per poi deviare
traittoria alla fine e posizionarla sopra la glassa rosa.
Scoppiò a ridere come un bambino che combinava una
marachella. Dopo un'ennesima gaf da imbranato, mi piegai a ridere
tenendomi la pancia con le mani. Soltanto lui riusciva a spiazzarmi in
quel modo. Ero felice.
"Questa coppia...che cosa siete l'uno per l'altro? Basta strappare una
foglia e diventa già un momento memorabile. Sono
così confuso. Sentite cosa avete scatenato qui sotto?
Andiamo a intervistare l'altro chef. Chef Damon, se tu dovessi
paragonare Alec a una torta, quale sarebbe?"
"Sarà una buonissima torta al cioccolato." affermai tanto
desideroso do assaggiarlo di nuovo.
"Perchè pensi che Alec sarebbe una torta al cioccolato?"
"Perchè lui è scuro e anche dolce per il mio
cuore."
"Alec qual'è il concetto della decorazione di questa torta?"
"Questa è una torta al cioccolato e fragole, due cose che
Damon adora mangiare e volevo decorarla insieme a lui."
"A quanto sembrerebbe non stavano parlando della torta. Alec vede se
stesso come la torta al cioccolato. Vuoi farti mangiare da lui? E Damon
è la fragola, un mix perfetto insieme."
Gli strilli del pubblico erano talmente forti che non si distingueva
cosa stessero dicendo. Sicuramente stavano apprezzando la scena e la
dolcezza del mio compagno. Alec continuò a decorare la torta
aggiungendo alcuni mirtilli al centro e delle scaglie di cioccolato
come tocco finale. Tutto l'insieme non era male, forse un pò
troppo rosa. Il presentatore ci prese in giro paragonandoci allo
zucchero e di non metterne troppo perchè eravano
già noi una coppia troppo dolce da vedere. Ad Alec gli si
slacciò il grembiule ed io mi premurai per andare a
legarglielo di nuovo in vita. Nel mentre, mi avvicinai quel tanto per
annusare il suo collo e perdermi nel suo odore. Lo sentii trattenere il
respiro per qualche secondo quando la punta del mio naso
sfiorò la sua pelle e un brivido gli percorse la schiena. Mi
allontanai in fretta prima di essere beccato in pieno e non poterlo
spacciare come gesto amichevole.
"Non dimenticarti di una cosa. Love you kiss kiss." disse il
presentatore indicandogli la candelina che fu messa subito dopo al
centro della torta sotto le risate del pubblico.
"Chef Alec qual'è il nome di questa torta?"
"Questa è la torta DamLec. Dò dieci per la mia
attenzione nel decorare e più di cento su quanto sia
appiccicoso mio marito con me." mi prese in giro lui dopo avergli
passato un braccio in vita. Ridacchiai posandogli la testa sulla spalla.
"Me ne vado! Torno nel backstage e vi lascio da soli! Comunque
è arrivato il momento del taglio della torta. Prendete
insieme il coltello. Tutti voi pronti a scattare le foto? Via"
Proprio come durante un matrimonio, e incitati a gran voce dalla folla,
prendemmo in mano il coltello e iniziammo a tagliare una fetta
abbondante di torta. Alec prese il piattino in mano e iniziò
a imboccarmi come se niente fosse.
"Com'è? E' dolce?" mi chiese il presentatore.
"E' veramente dolce." sogghignai incrociando lo sguardo di Alec.
"Non intendevo la torta. Il suo volto è dolce?"
"E' dolce?" chiesi in tono provocatorio ai fans che urlarono divertiti.
"Adesso è il tuo turno per imboccarlo. Sicuri che il
biglietto di questa serata non era invece un invito per il matrimonio?
Abbiamo sbagliato a leggere?"
"Così dolce." mormorò Alec dopo aver assaggiato
il primo morso. Continuavo a fissargli le labbra sporche di cioccolato,
avevo una gran voglia di leccarglielo via e gustarmi quella crema sulla
sua pelle.
"Cosa? Cos'hai appena detto?" chiese all'improvviso il presentatore
mettendosi di fianco ad Alec per capire se aveva sentito bene.
"Così dolce."
"Volevi dire la torta?"
"Damon." sussurrò Alec al microfono con la sua vocina dolce.
Scoppiò il delirio e il presentatore fece finta di andarsene
non riuscendo più a reggere la nostra coppia.
"Giuro che appena finita la serata vado a farmi fare un controllo della
glicemia." tutti risero alla sua battuta. "Damon abbiamo una sorpresina
per te. Devi chiudere gli occhi." questa cosa mi
destabilizzò all'improvviso. Cosa aveva intenzione di fare?
Seguii la sua richiesta e chiusi gli occhi. Improvvisamente mi sentii
veramente solo su quel palco. Non sentivo più la presenza di
Alec al mio fianco. "Hai sentito qualche movimento? Chissà
cosa starà accandendo. Quando Alec sarà pronto,
basta che gli sussurrerà all'orecchio che può
riaprire gli occhi."
"Apri gli occhi." mi sussurrò Alec da dietro le spalle dopo
alcuni secondi interminabili. Potevo benissimo sentire il suo sorriso
sulle labbra. Quando riaprii gli occhi, me lo ritrovai davanti con un
grande mazzo di fiori. Era stupendo con quei fiori in mano. Mi porse il
mazzo e notai immediatamente quel cartoncino bianco con le lettere
stampate su color oro. Era una piacevole sorpresa.
"Alec leggi il biglietto che gli hai scritto." lo punzecchiò
il presentatore indicando il biglietto tra le mie mani. Incrociai il
suo sguardo se anche lui era d'accordo per rivelare a tutti il
contenuto e lui annuì allungando la mano per prenderlo.
"Ti auguro il meglio per questa serata e spero che tu sia felice.
Grazie per essere entrato nella mia vita e averla resa migliore. Ti
ringrazio per essere diventato l'altra metà della mia mela
nella serie e grazie per essere un'adorabile persona che si prende
sempre cura di me. Restiamo insieme così per molto tempo."
"Non ci dovrebbe essere qualche parola finale? Non è
incompleto?"
"I love you, I love you." gridò il pubblico.
"Ho disegnato un cuore." rispose Alec semplicemente facendo sciogliere
tutti i presenti. Li aveva conquistati tanto quanto aveva
già conquistato me.
Dopo qualche altro minuto, portai Alec nel backstage per fare l'ultimo
cambio di abito. La serata stava giungendo al termine e mi dispiaceva
doverli lasciare. Adesso sarebbe arrivato il momento più
difficile per me, sarei riuscito a superarlo bene? Ero nervoso. Alec mi
si avvicinò per stringermi le mani tra le sue cercando di
calmarmi. Sapeva benissimo come mi sentivo in quel momento, conosceva
la scaletta e sapeva cosa sarebbe arrivato da li a poco. Non era una
sorpresa per lui trovarmi in quello stato di tensione. Mi concentrai
sul suo sorriso calmo e sulle sue parole. Come avevo fatto a meritarmi
una persona speciale come lui? Lo strinsi in un abbraccio sentendo un
pò della tensione abbandonare il mio corpo. Lui mi sussurrò
all'orecchio che non mi avrebbe lasciato solo in quel momento e mi
portò sul palco ancora buio per sedersi al mio fianco sullo
sgabello del pianoforte. Quando le luci si accesero
ricominciò lo spettacolo.
"Questa canzone l'ho composta da solo per tutti voi. Spero di poterla
cantare fino alla fine." dissi al microfono con tono un pò
nervoso. Iniziai a suonare le prime note di Lucky to have you here, la
stessa canzone che aveva iniziato a scrivere P'Mew, l'altra versione di
me in quello strano sogno.
"I'm
just a normal person without any value
But
you walked into my life and changed my life
The
normal days passed and all passed days
Will be more valuable and meaningful from now on
Because
of you
Because
of you
Give
me confidence to go ahead
Because
of you
Because
of you
Give
me strength to stand up again
Because
of you
Because
of you
Let
my heart find such a great love
You,
oh...Only you
Without you that day, I would not
be here today
If I
don't have your company, my dream will not even come true
My
life used to be meaningless, but now you
make it so valuable
Thank
you for staying with me
I
will remember how lucky I
am to I have you
Without you that day, I would not
be here today
If I
don't have your company, my dream will not even come true
My
life used to be meaningless, but now you
make it so valuable
Thank
you for staying with me
I
will remember how lucky I
am to I have you"
Per gran parte della canzone, la mia attenzione si
divideva tra le mie dita sui tasti e l'espressione adorante che Alec
aveva ogni volta che incrociavo il suo sguardo. Sapeva benissimo cosa
volesse dire quella canzone per me, per noi. Sapeva a cosa si riferisse
quel testo. Il fatto che avesse preso la decisione di starmi accanto
mentre mi esibivo valeva più di mille parole. Ritornammo al
centro del palco dove ci stava aspettando il presentatore sorpreso
quanto i fans.
"Aspettate! C'è qualcosa su cui Damon ci sta
mentendo!"
"Si?"
"Hai detto di aver composto questa canzone per tutti i tuoi fans ma non
sapevo, quando hai fatto le prove, che anche Alec dovesse essere
presente con te sul palco in questo momento. Cos'è successo?
Vorrei avere qualche spiegazione."
"Spiegazione su cosa?"
"Sulla canzone. Come mai è andata così?"
"L'ha composta per Alec!" urlò il pubblico eccitato.
"E' una domanda così semplice. Siamo tornati al momento
speciale dei fans. Questa canzone per chi l'hai scritta veramente?"
"L'ho composta per ognuno di loro." con una mano indicai tutto il
pubblico per poi spostarmi alla fine su Alec. Aspettai che si
accorgesse di quel gesto per il solo gusto di vedere le sue orecchie
andare in fiamme. Era emozionato.
"Bene, dovremo farcelo bastare. Perchè hai scritto queste
strofe? Cosa volevi dire a tutti loro?"
"Volevo ringraziare ognuno di voi per tutto l'incoraggiamento che mi
date. Grazie a tutti per essere sempre con me." mi commossi guardando
il pubblico e rimasi per alcuni secondi senza parole. L'emozione era
forte e non riuscivo quasi più a gestirla. Alec mi si
avvicinò e iniziò ad accarezzarmi la schiena con
la mano in un gesto di affetto e conforto. Quello era il suo sostegno.
Strinsi le labbra cercando di non piangere.
"Non c'è bisogno di dire altro in questo momento. Chiederemo
invece al tuo partner. Visto che sei una delle persone che vuole
raggiungere con questa canzone, come ti sei sentito dopo averla
ascoltata?"
"So che era molto preoccupato per questa performance perchè
si trattava di una nuova canzone e poi doveva accompagnarla con il
pianoforte. Era un pò difficile per lui suonare questo
pezzo, è per questo motivo che volevo dargli il mio
incoraggiamento. Fargli sapere che sono sempre al suo fianco. Era
nervoso e sapevo che anche lui mi avrebbe voluto sul palco, quindi sono
salito con lui."
"Stai mostrando il tuo diritto di proprietà?"
"Damon è stato molto determinato nel comporre questa canzone
per ognuno di noi perchè lui vuole ringraziare tutti di
essere sempre al suo fianco. Grazie di cuore. Perchè sembra
che sto per piangere?" chiese Alec asciugandosi il volto. Quello che si
stava trattenendo a stento ero io ma alla fine era stato lui a versare
la prima lacrima. Aveva sdrammatizzato la situazione.
"Perchè il tuo partner è felice e tu provi le sue
stesse emozioni. Questo è comprensibile."
"Alec sa sempre come leggermi nel pensiero." mormorai scambiando uno
sguardo d'intesa con il mio compagno. Più tardi lo avrei
ringraziato di tutto quello che aveva fatto quella sera.
Alec tornò dietro le quinte ed io ritrovai la voce per
ringraziare tutte le persone che mi avevano dato sostegno per arrivare
fin li, su quel palco, a fare uno spettacolo da solo tutto per i fans.
Non potevo essere più felice e grato di così. Mi
mostrarono una serie di video che mi avevano fatto i fans come regalo
per quella serata. Le parole di quei messaggi mi riempirono il cuore.
Non mi sentivo più solo ed era una sensazione meravigliosa.
Intonarono alcune strofe della sigla della serie per dedicarmele. Le
lacrime scesero a tradimento ed io non le nascosi più, presi
un fazzoletto dalla tasca dello smoking e inizia ad asciugarle. Non so
se stavo piangendo più io sul palco o loro sotto, sembrava
quasi una gara all'ultima lacrima. Feci un profondo inchino verso di
loro in segno di riconoscenza. Non avrei mai dimenticato quella serata
in tutta la mia vita.
Quando riuscii a ricompormi, dissi loro che avevamo un ultimo regalo in
serbo per loro. Il video del matrimonio partì lasciando
tutti con il fiato sospeso. Quando si accorsero l'intervista era dei
DamLec e non dei personaggi della serie un coro sorpreso ed estasiato
di oh si levò dal pubblico. Il video si concluse con
l'annuncio del prossimo fan meeting DamLec, a quel punto, Alec ed io
ritornammo sul palco con un bouquet di fiori per concludere la serata
in bellezza. Li avevamo resi felici. Dopo gli ultimi saluti e
ringraziamenti, tornammo nel backstage dove ci aspettarono tutti i
membri dello staff per applaudirci. Dopo qualche oretta, ci ritrovammo
da soli su un divanetto del camerino a riposare in attesa di tornare a
casa. Ero sdraiato con la testa appoggiata sul suo grembo mentre lui
continuava ad accarezzarmi lentamente i capelli.
"E' stata una serata fantastica. Sono orgoglioso di te."
"Pensi che anche a loro sia piaciuto lo spettacolo?"
"Sei serio? Resterò sordo per almeno una settimana da quanto
hanno urlato come indemoniati a ogni minima cosa che facevi."
ridacchiò lui divertito scuotendo la testa.
"Mi sembra che abbiano urlato ancora di più quando sei
salito insieme a me su quel palco."
"Probabilmente i tuoi fans amano più me che te."
"Meglio così. Voglio che ti amino almeno una minima parte di
quanto io ami te. Voglio che ti accettino e la finiscano con tutte
quelle stronzate che scrivono sui social che servono solo a ferire le
persone. Non lo meriti." gli strinsi il ginocchio con la mano.
"Nemmeno tu, quindi smettila di fartene carico da solo. Comunque non
parliamone adesso, non roviniamo la bella serata. Non abbiamo seguito
il copione."
"E quando mai siamo riusciti a farlo quando siamo insieme? Non fa
niente, va bene così. Grazie di essere stato al mio fianco
questa sera. E' stato importante."
"Resterò sempre al tuo fiano, non ti sbarazzerai di me
facilmente. Eri talmente emozionato che ti mancavano le parole. Pensavo
che a un certo punto saresti scoppiato in lacrime."
"In quel momento ho quasi ceduto, ma tu mi hai dato la forza per non
farlo. Alla fine ho pianto dopo. Grazie tesoro." gli presi una mano e
vi posai sul dorso un bacio.
"Il video del matrimonio ha riscosso molto successo."
"Almeno quanto tu che buttavi il bouquet al pubblico. Stavano per farsi
la guerra per afferrare quel mazzo di fiori. Sono veramente agguerriti."
"Per fortuna eravamo sul palco."
"Adesso mi puoi dire cosa stai nascondendo?" gli chiesi improvvisamente
tornando serio.
"A cosa ti riferisci?" mi rimisi a sedere girandomi verso di lui.
"Mi stai nascondendo qualcosa da prima che tornassi a casa da quel
viaggio di lavoro. Non hai detto niente ed io non ho più
insistito nella speranza che me lo avresti detto quando te la fossi
sentita. Adesso che non siamo più impegnati con le prove
dello spettacolo e che abbiamo qualche giorno per stare insieme in
tranquillità, penso che sia arrivato il momento di vuotare
il sacco. Cos'è successo Alec? Sono preoccupato."
"James ti ha detto qualcosa?" sentivo il nervosismo nella sua voce.
"Ti sei trovato un buon alleato in lui, non ha spifferato nulla. Mi ha
solo detto di aspettarti."
"Abbiamo incontrato Chase gironzolare nel vostro quartiere. Non
è stato un incontro molto piacevole. Ti stava cercando,
visto che non gli rispondevi al telefono ha avuto la brillante idea di
chiedermi se potevo convincerti a telefonargli perchè aveva
qualcosa di importante da dirti. Ha detto che probabilmente mi avresti
ascoltato visto che sto facendo le sue veci al tuo fianco." il suo viso
si fece scuro e sfuggì al mio sguardo. Non aveva perso tempo
Chase, era andato direttamente da lui sapendo che fosse il mio punto
debole. Mi portai la sua mano al cuore per richiedere la sua attenzione.
"Anche se a quel tempo ho avuto una cotta per lui, questo non
è mai stato il suo posto. Questo posto è solo
tuo. Non devi ascoltarlo e sicuramente è meglio se gli stai
alla larga. Non voglio che ti ferisca con le sue parole." affermai con
serità. Volevo prendermi cura di Alec, non farlo sbranare
dal primo cannibale in giro.
"James ha dovuto fermarmi prima che lo prendessi a pugni in faccia."
borbottò lui ancora irritato dall'accaduto.
"Mi sa tanto che James si sia guadagnato un altro mese di pranzo
gratuito." ridacchiai allegramente intrecciando la sua mano con la mia.
"Se lo sarebbe meritato quel pugno."
"Non lo metto in dubbio, so come si comporta quando vuole fare lo
stronzo e ci riesce in pieno. Mi dispiace che tu abbia dovuto
conoscerlo in questo modo. E mi dispiace soprattutto che tu non ti sia
fidato di me per confidarmi come ti eri sentito."
"Non volevo distrarti dal lavoro. Scusami."
"Devo essere io quello a prendersi cura di te, non il contrario."
"E chi lo dice? In questa barca ci siamo insieme e affonderemo insieme
se dovesse succedere. Quindi smettila di fare l'eroe e scarica un
pò di pesantezza anche sulle mie spalle. Chase adesso
è diventato anche un mio problema, non solo tuo."
"Il mio piccolo grande uomo." sorrisi massaggiandogli un
orecchio.
"Promettimi che lo affronteremo insieme. Non accetto un no come
risposta."
"Te lo prometto."
"Adesso portami a casa. Penso di essermi meritato di dormire sul tuo
letto." disse lui tirandomi su dal divano.
"Pensavo che preferissi dormire tra le mie braccia."
"Cavolate, preferisco il tuo letto. Se vuoi puoi dormirci anche tu
altrimenti puoi benissimo scegliere la camera degli ospiti.
Sarò più comodo da solo." mi prese in giro lui
uscendo di corsa dal camerino.
"Piccola peste torna qua!" urlai rincorrendo la sua risata allegra.
--------------------------------------------------------
Eccomi tornata...sempre per chi legge e gradisce la storia ;)
Scusate il ritardo ma ho praticamente tradotto la live e il fan meeting
tagliando e aggiustando qualcosina per poi aggiungere il resto della
storia. Spero non sia venuto troppo un casino, è abbastanza
lunga come al solito. Rischio di dilungarmi troppo e annoiare, portate
pazienza.
Probabilmente ci saranno un pò di errori, quanto prima la
correggerò meglio. Non ho avuto tempo materiale per farlo
contando che ho postato il capitolo stanotte su Wattpad.
Bando alle ciance, spero che il capitolo sia stato di vostro
gradimento. Spero di leggere i vostri commenti e che mi facciate sapere
cosa ne pensate.
Se volete vedere gli edit dei vari capitoli e altro ancora, li trovate
tutti su IG al profilo @boobii_wanjaai1718
Ciao
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Distanza sociale? Ops... ***
Behind your gaze 11
POV Alec
La sua bocca era una vera delizia e in quel momento stava banchettando
con la mia a suo piacimento. Di chi era quel gemito? Mio o suo? Oddio!
Non gli concessi nemmeno quel secondo di tregua quando si
staccò
da me che subito mi rifiondai sulle sue labbra gonfie come a cercare la
mia fonte di ossigeno. Non riuscivo a staccarmi da lui e di certo
Damon era della mia stessa opinione. Mi portò le mani al
volto
per fare più pressione al bacio. Impazzivo quando faceva
così. Gli misi una mano sotto la maglietta per toccare i
suoi
addominali sodi, salii più su fino a sfiorargli il capezzolo
e
lo sentii rantolare tra le mie labbra. Le nostre erezioni si stavano
sfregando l'una con l'altra in modo allarmante, se avessi continuato in
quel modo saremmo venuti senza nemmeno svestirci. Stare con lui mi
faceva sempre perdere la cognizione del tempo e del luogo, come in quel
momento che a mala pena mi ricordavo che ci trovavamo nel bagno del set
e che fuori da quella porta c'erano persone che stavano facendo
workshop per la prossima serie e stavano lavorando sui nuovi
personaggi. Se ci avessero beccati in quel momento era la fine. Eravamo
proprio impazziti a rischiare così! Ma era troppo bello
impazzire insieme in quel modo quando l'unica cosa che sentivamo era la
pelle e il
respiro dell'altro. Il resto non contava. Quando l'attenzione di Damon
si concentrò sul mio collo, tirai la testa indietro in
automatico per dargli libero accesso mentre mi stringevo alle sue
spalle.
"Teddy non lasciarmi segni." mugugnai a corto di fiato chiudendo gli
occhi.
"Merda...sei una tentazione unica. Hai un così buon sapore.
Ho
tanta voglia di assaggiarti." mi leccò il collo lasciandomi
una
scia di saliva che mi fece venire i brividi. Avevo bisogno di
più da lui, ma non potevamo indugiare troppo nel piacere.
"La prossima volta prometto di aspettarti a letto ricoperto di
cioccolata."
"Vuoi farmi morire proprio ora? Stai giocando con il fuoco!"
ringhiò lui sfregando le nostre erezioni ancora di
più.
"Sei tu che hai attizzato l'incendio, non dare la colpa a me."
"Non staresti male con la divisa da pompiere...tutta da togliere strato
dopo strato." mi sussurrò all'orecchio per poi mordicchiarmi
il
lobo.
"Vorresti che ti facessi una lap dance con quella divisa?"
"Oddio! Adesso avrò il chiodo fisso di te vestito con quella
divisa sexy. Mi stai torturando! Lo sai che non possiamo andare oltre!"
"Allora perchè siamo arrivati a questo punto visto che non
possiamo andare oltre?" mormorai piazzando una mano sulla patta rigida
dei suoi jeans per stringerla attorno alla sua rigida erezione. Il
suono che uscì dalle sue labbra era il paradiso per le mie
orecchie.
"Perchè avevo voglia di baciarti dopo che ti sei morso le
labbra, eri così carino..."
"Da carino a sexy c'è un'enorme differenza." strofinai
ancora di
più il suo pene mentre lui posava la testa sulla mia spalla
ansimando.
"Fidati, il tuo essere carino per me è il miglior
afrodisiaco esistente. Non senti che effetto mi fai?"
"Lo sento eccome. Vuoi una mano?" sogghignai almeno finchè
lui
afferrò saldamente le mie natiche iniziando a massaggiare e
a
dividerle facendomi venire ancora più voglia di lui dentro
di me.
"Non tentarmi più del dovuto altrimenti resteremo bloccati
qui dentro."
"Non è poi una così brutta idea."
Tornammo a banchettare con le nostre labbra, mentre lui mi inchiodava
ancor di più alla parete per avere maggiore attrito tra i
nostri
corpi. Stavo per esplodere. C'erano troppi vestiti tra di noi. Gli
strattonai la maglietta quando lui, nell'impeto della passione, mi
morse il labbro inferiore per poi succhiarlo e passarci sopra la lingua
come a lenire il dolore causato. Passò a baciarmi la
mascella
per poi soffermarsi sul lobo dell'orecchio ormai ultra sensibile.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi alla sua bocca. Quante cose
dannatamente seducenti riusciva a fare con essa?
"...e vediamo qui cosa sta succedendo...dovrebbe esserci la coppia
d'oro che si sta preparando...merda!" esclamò allarmato
James
entrando di sorpresa nel bagno beccandoci in pieno. Noi ci staccammo di
scatto e Damon si piazzò davanti a me nascondendomi alla
vista
del nostro amico.
"James! Chiudi!" ringhiò lui sistemandosi la maglietta in
modo da coprire la sua evidente erezione.
"Oddio!" James fece come richiesto, abbassando il cellulare e
portandosi una mano agli occhi come a non voler vedere quello che aveva
di fronte. Come se non avesse già visto tutto!
"Spegni quella telecamera ed esci fuori da qui!"
"Io non ho visto niente! Era meglio se non entravo." spense del tutto
il cellulare rimettendolo nella tasca posteriore dei pantaloni.
"Già." mormorai del tutto imbarazzato ancora nascosto dalle
spalle possenti del mio uomo.
"Ragazzi, dobbiamo tornare fuori adesso. Stiamo girando delle clip da
aggiungere ai box set dei dvd. Ricomponetevi vi prego." ci mancava solo
quello.
"Come andiamo?" chiesi al nostro amico mentre davo un'occhiata a Damon
sistemandogli i capelli. Lui fece lo stesso con me con cura.
"Come due che stavano per scopare come conigli! Inutile. Usciamo di
qui...e vi prego, cercate di nascondere almeno quelle!"
blaterò
James indicando le nostre erezioni ancora in evidenza.
"Come se fosse facile." mi lamentai cercando di pensare a cose brutte
per fare scemare i bollenti spiriti ma la vicinanza e l'odore di Damon
ancora su di me erano troppi da spazzare via.
"Guastafeste. Dopo cancella quel video." borbottò il mio
uomo ancora contrariato rinfrescandosi il volto.
"Chiamatemi salvatore invece! Eccoci di ritorno...non potrete mai
sapere cosa hanno visto i miei deboli occhi!" esclamò James
come
se nulla fosse successo mentre usciva per primo dal bagno attirando
l'attenzione su di se. Quando lo seguimmo, notammo subito il cellulare
di Kevin e di altre persone che facevano parte del cast tutti puntati
su di noi. Nemmeno fossero giornalisti in cerca del nuovo scandalo. Mi
sentivo un pò a disagio, ma sapevo che eravamo in due. Non
ero
solo e Damon non mi avrebbe mai abbandonato in un momento simile.
"Cos'è successo lì dentro?" chiese Kevin
ridacchiando con fare malizioso.
"Stavano giocando alla lotta greco-romana...non so chi dei due fosse in
vantaggio. Sembrava un pareggio." ci prese in giro James.
"Damon chi stava vincendo?"
"Alec, vincerà sempre lui." mormorò il mio uomo
con un
sorriso soddisfatto mentre si grattava la pancia. In apparenza sembrava
quasi assonnato, ma sapevo benissimo che era tutto il contrario. Che
bravo attore.
"Ecco perchè siete così scombinati. Alec
cos'è successo alle tue labbra?"
"E' solo una reazione allergica alle stronzate."
"Quante ne hai dette finora?" mi chiese James dandomi un colpetto sulla
spalla.
"Quante ne ho sentire vorrai dire. Tante." dissi lanciando un'occhiata
carica di sottointesi al mio uomo. Lui era il re delle stronzate quando
ci si metteva.
"Perchè guardi me? Cos'ho detto?" mi chiese lui punto sul
vivo mentre mi fissava con espressione innocente.
"Tu dici sempre qualcosa."
"Qualcosa." ripetè lui facendo ridere i presenti.
"Vedi! Come sei irritante!"
"Qualche minuto fa parlavi di divise e cioccolata." rispose lui con un
sorriso sulle labbra e la voce soave. Giusto da prendere a schiaffi.
"Vedi che dici stronzate?"
"Ecco che ricominciano. Non la smetterete mai di flirtare voi due?" si
intromise James piazzandosi in mezzo tra Damon e me.
"Mai, mettiti l'anima in pace."
"Ecco i DamLec versione post lotta greco-romana...non voglio vederli
dopo aver giocato al dottore!"
"Sarebbe interessante vedere cosa ne verrebbe fuori da una visita
medica." sogghignò il nostro collega immaginandosi
già la
scena. Peccato che quella scena stesse venendo in mente anche a me e in
quel momento non era proprio il caso di fantasticare Damon con il
camice bianco e gli occhiali, che lo rendevano sexy da morire,
avvicinarsi a me con espressione seria per iniziare la visita di
controllo. Oddio! Non adesso! Stavo per andare a fuoco di nuovo.
"Hai bisogno di una gastroscopia Kev?" gli chiese Damon in tono
mellifluo.
"Forse la colon..."
"James se vuoi ti presento un dottore bravo. Il suo compagno di stanza
è anche urologo."
"Bene ragazzi, questo è uno dei miei migliori amici e mi
tratta
così. Che brutti amici che ho." si lamentò James
alla
poco velata minaccia del mio uomo.
"Possiamo sempre rimediare James. Ti mandiamo contro Choco."
"Quel cane è troppo feroce a volte. Non è molto
socievole
ed è possessivo del suo padrone. Alec devi difendermi da
quella
piccola bestiola feroce!"
"Pensi veramente che se mi piazzassi di fronte a Choco per difenderti,
lui non mi morderebbe lo stesso?"
"Dovrebbe andarci più leggero, ormai sei di famiglia
là dentro. Non avevi detto che non ti mordeva
più?"
"Va a giorni...e a vicinanza." sospirai portandomi i capelli
all'indietro.
"Ieri non faceva altro che abbaiare. Era molto scontroso."
annuì
Damon confermando le mie parole. Era un pò strano
nell'ultimo
periodo ma restava sempre il suo preferito, nessuno poteva prendere il
posto di Choco.
"Fammi capire Alec...quanto eri vicino a Damon per farlo innervosire in
quel modo?" cercò di indagare il nostro collega mettendo il
dito
nella piaga. Già avevamo detto fin troppo davanti a quei
cellulari accesi.
"Non lo saprai mai."
"Ne abbiamo una vaga idea."
"Allora non chiedere."
"Dam Alec venite che tocca a voi!" richiamò la nostra
attenzione la voce di un membro dello staff.
"Tempo scaduto, dobbiamo andare!" disse Damon mettendomi le mani sulle
spalle per guidarmi verso le persone che ci stavano aspettando con i
copioni in mano.
"Salvati in corner ragazzi! Ma non pensate di essere scampati al
pericolo, è solo una piccola tregua." sentii gridare James
alle
nostre spalle mentre Damon se la rideva di gusto.
Quella era una delle prime scene che provavamo insieme da molto tempo.
Era bello poterlo fare di nuovo. C'erano ancora le nostre insegnanti di
recitazione che ci stavano spiegando come dovevamo interpretare i
nostri ruoli e quali emozioni dovevamo provare in quel momento. Era
facile lavorare con Damon, ormai sapevamo entrambi come si sarebbe
comportato l'altro, quale gestualità avrebbe usato e come
reagire di conseguenza. Eravamo sempre professionali quando si parlava
di recitare, davamo tutti noi stessi dalla lettura del copione fino a
riprese ultimate. I fuori scena erano tutti nostri. Se avessero fatto
trapelare tutte le foto e i video privati del backstage saremmo rimasti
fregati. Altro che fratelli che si amavano. Per fortuna che tutte
quelle persone erano dalla nostra parte e prima di pubblicare qualcosa
ci chiedevano il permesso se fosse troppo compromettente oppure no. A
dire la verità, a parte comportarci come al solito davanti a
loro, lasciavamo i momenti veramente privati quando eravamo soli. Non
mi piaceva far vedere chi baciavo realmente e anche il mio compagno era
della stessa opinione, nonostante i suoi mille e più
abbracci
pubblici dei quali non riuscivo a farne a meno se pur restio a
contraccambiare di fronte a tutti. A Damon a volte era capitato, in
alcuni momenti di distrazione, di essere stato un pò
più
affettuoso del normale durante alcuni programmi live. I commenti sui
social ci rendevano sempre il trend della giornata. Non lo faceva
apposta, era più forte di lui. Bastava uno sguardo d'intesa
e un
sorriso dolce per farci dimenticare di non essere soli per qualche
istante. Ero la sua debolezza come lui la mia, sarebbe sempre stata per
entrambi. Ci mettemmo nelle mani delle esperte e provammo
più
volte la scena per risultare il più credibili possibile. La
nostra intesa era sempre la stessa, ci capivamo al volo senza dover
dire niente. Questa era la nostra magia. Lavorammo molto su alcune
parti importanti del copione. Quello era solo il workshop ma c'erano
anche gli altri membri del cast ad osservare attentamente la nostra
recitazione. I nuovi membri dovevano trovare un modo tutto loro per
interagire insieme come coppie e conoscersi meglio, intanto cercavano
di rubare quanto potevano dalla ship di punta. Avrei fatto lo stesso se
fossi stato nei loro panni. Mi faceva ancora strano pensarmi come la
coppia di punta, a volte mi sentivo ancora un novellino in quel
settore. Dopotutto era la mia prima serie e, a parte servizi
fotografici e qualche pubblicità, non avevo ancora fatto
altro.
Mi sembrava di stare rubando la scena a qualche attore decisamente
più bravo di me. Incrociare lo sguardo orgoglioso di Damon e
lavorare a stretto contatto con lui mi faceva accantonare certi
pensieri. Per questo volevo migliorare, non volevo perdere quello
sguardo. Non volevo che mi vedesse con occhi diversi ed era per quello
che spronavo me stesso a superare i miei limiti nella recitazione.
Quando finimmo le prove, potemmo ritenerci soddisfatti del lavoro
svolto. Si complimentarono con le nostre performance e ci chiesero di
riprovare le scene da soli così da interiorizzare ancor di
più la relazione tra i personaggi e le vere motivazioni
delle
loro litigate. Damon assicurò loro che ci saremmo esercitati
a
casa sua in tranquillità e loro annuirono fornendoci le
ultime
dritte di ciò che dovevamo fare. Mi chiesi se fosse giusto
da
parte del mio partner ribadire il concetto che ci saremmo visti a casa
sua, ma ormai non potevo dire più niente. A volte dava fin
troppe spiegazioni inutili che avrebbero suscitato nuovi pettegolezzi.
Sorrisi loro, senza tanto entusiasmo, e mi avviai per primo verso i
camerini con Damon alle calcagna che mi mise una mano sulla spalla. Ad
attenderci dentro quella stanza c'erano i nostri manager a lanciarci
occhiate di disapprovazione. Non prevedevo nulla di buono.
"Dobbiamo parlare! Tutti e quattro insieme." esordì Paul
dandoci
così il suo benvenuto. Era spaventoso con quello sguardo
scuro e
la sua pesante stazza mentre ci si piazzava di fronte.
"Di cosa si tratta?" chiese Damon chiudendo la porta e facendo un passo
in avanti come a volermi proteggere da eventuali attacchi alla mia
persona. Lo faceva sempre quando sentiva aria di guai come in quel
momento. Voleva difendermi ma lo stesso valeva anche per me nei suoi
confronti.
"Di voi due."
"Ahi...cos'è successo adesso?" si sedette sul divanetto e mi
trascinò sulle sue gambe agguantando la stretta alla mia
vita
per poi appoggiare il mento nell'incavo del mio collo. Quella era una
delle nostre posizioni abituali ma in quel momento non sembrava la
scelta migliore visto gli sguardi esasperati dei nostri manager. Volevo
sedermi al suo fianco ma Damon non mollò la presa e dovetti
restare su di lui.
"Sappiamo che James vi ha beccato in bagno prima."
"James sa già di noi." mormorai con cautela intuendo dove
volevano andare a parare.
"Si e per fortuna è un amico e ha acconsentito a non
pubblicare
quel filmato altrimenti a quest'ora sareste già sulla bocca
di
tutti."
"Conoscendolo di sicuro non lo avrà nemmeno cancellato."
commentò Damon massaggiandomi la pancia. Era il suo
antistress
preferito.
"Ci prenderà in giro a vita." sbuffai portandomi i capelli
all'indietro. Forse era ora di tagliarli.
"Sperate che nessuno gli rubi il cellulare!"
"Che catastrofico! James tiene più al suo cellulare che alla
sua stessa fame...o forse vanno di pari passo."
"Non ci sono problemi con James." ribadii appoggiandomi di
più al mio compagno con naturalezza.
"E' tutto un enorme problema da quando vi siete messi insieme,
è
quello che stiamo cercando di farvi capire già da un
pò di tempo. Già eravamo in
difficoltà quando non eravate una coppia e scambiavate
effusioni
come se fosse niente, adesso non sappiamo più da che parte
andare per cercare di nascondere quello che ormai anche i muri sanno.
Almeno finchè non lo confermerete ufficialmente e sappiamo
benissimo che questo non succederà mai." affermò
in tono deciso Brian.
"Non rovinereste le vostre carriere in questo modo, siete ragazzi con
la testa sulle spalle per fare una cavolata del genere. Specialmente tu
Damon, non puoi nuocere in questo modo ad Alec." continuò
Paul
guardando male la persona dietro di me come se fosse un criminale.
"Non c'è bisogno che tu me lo dica. Ho sempre messo la
nostra
carriera davanti a tutto, specialmente la sua." la voce di Damon era
tesa mentre affrontava il mio manager.
"Paul smettila!" lo avvertii stringendo le braccia muscolose del mio
uomo come a volerlo tranquillizzare.
"Perchè dovrei farlo? Sto dicendo la verità. La
tua
carriera si è avviata da pochi anni mentre la sua si sta
consolidando sempre di più con nuovi contratti, sei tu
quello
che ci rimetterebbe di
più tra i due se dovesse uscire fuori uno scandalo simile.
Non
ho detto nulla di male." cercò di giustificarsi Paul senza
essere troppo dispiaciuto dal suo attacco nei confronti di Damon. Non
mi piacevano i risvolti che stava prendendo quella conversazione.
"Paul..."
"No. Ha ragione lui. La nostra carriera prima di tutto, lo avevamo
stabilito fin dall'inizio quando ancora non ci conoscevamo bene. E' una
promessa che ho fatto ad entrambi dal
primo giorno, che mi sarei preso cura di te e del tuo futuro in questo
settore. Non volevo che potessi passare le stesse cose che ho passato
io agli inizi di questa carriera. Non volevo che persone senza scrupoli
ti manipolassero e ti sfruttassero a loro vantaggio. Volevo evitarti la
parte peggiore di questo lavoro." disse Damon facendomi scendere dalle
sue ginocchia per guardarmi in faccia.
"Non puoi farmi evitare sempre tutto."
"Non riesco ad evitare gli haters che sembra vogliano sbranarti senza
motivo." strinse la mia mano tra le sue. Sapevo che era frustrato
perchè le cose non stavano andando nel modo che voleva e se
ne
sentiva spesso in colpa.
"Come ho detto prima, non puoi evitare che certe cose accadano anche a
me. Non sono più un bambino, posso gestirli da solo certi
problemi." cercai di rassicurarlo invano.
"Non lo sei ma se posso evitarti spiacevoli avvenimenti lo
farò, non puoi ostacolarmi in questo."
"Te l'ho detto che sei cocciuto?" scossi la testa sbuffando infastidito.
"Innumerevoli volte, ma su questo non transigo."
"E quindi cosa vorresti fare per calmare la situazione? Se la tua
brillante idea fosse di lasciarci hai sbagliato di grosso. Scordatelo,
non mi farò da parte per questo."
"Non ho mai detto una cosa simile!"
"Forse sarebbe la soluzione migliore per tutti. Va bene avere degli
atteggiamenti affettuosi in pubblico fino a un certo limite, anche
perchè serve a pubblicizzare la serie, ma poi basta. Non
potreste fare come tutte le altre coppie immaginarie e mantenere una
certa distanza? Siete troppo appiccicati." blaterò Paul
controllando il suo cellulare.
"Questa è la differenza, non siamo una ship immaginaria. Noi
abbiamo una vera relazione e nessuno può mettersi in mezzo."
"Siete personaggi pubblici, tutti vi giudicheranno."
"Non abbiamo mai fatto fan service se è quello a cui ti
riferisci. Siamo sempre stati liberi di agire come meglio credevamo,
questi siamo noi. Questa è la nostra chimica. Se dovessimo
comportarci da semplici amici non saremmo più noi...sarebbe
troppo strano e tutti lo capirebbero. " mi sembrava tutto assurdo.
"Forse potreste abbassare i toni delle vostre effusioni pubbliche."
"Forse..." mormorò il mio compagno abbassando lo sguardo
pensieroso sulle nostre mani strette insieme.
"Damon gli stai dando corda? Accetti tutto questo senza dire niente?"
stavo iniziando ad arrabbiarmi seriamente.
"Stanno dicendo cose ragionevoli, ci sono molti fattori che dovremmo
tenere conto con la nostra relazione..."
"Damon!"
"Ma come hai detto tu, la nostra è una vera relazione e
sarebbe
strano non comportarci normalmente. Non stiamo mostrando il 100% di
noi stessi li fuori, ma solo il 10% di quello che possiamo e vogliamo
che gli altri vedano della nostra coppia. Voglio proteggere la nostra
relazione a tutti i costì come le nostre carriere. Se
ciò
vorrà dire diminuire le effusioni pubbliche allora lo
faremo."
"Non sono d'accordo." scossi la testa ostinato mentre cercavo di
disfare l'unione delle nostre mani ma lui rafforzò la
stretta
per ottenere la mia attenzione.
"Lo sto facendo per entrambi."
"Dopotutto, quando anche la seconda stagione finirà non
esisterà più la vostra ship immaginaria...quindi
cesseranno di esistere anche i DamLec. Avrete sempre meno progetti
insieme almeno finchè non avrete finito i contratti con gli
sponsor che
avete in comune. Poi ognuno dovrà pensare alla propria
carriera
solista e non ci saranno più apparizioni pubbliche insieme.
Nuovi contratti e nuove ship. Questo è il settore che
entrambi
avete scelto di intraprendere. Lo sapevate fin dall'inizio quali rischi
correvate quando avete deciso di intraprendere questa relazione.
Sarò crudele e mi dispiace perchè vedendovi ogni
giorno
sapevamo che era inevitabile, ma queste sono le regole. Adesso Damon
lascerà l'agenzia costruendo la propria società
per
diventarne il CEO, sarà più libero di fare
ciò che
riterrà meglio per se stesso e la propria immagine ma Alec
non
potrà farlo. Alec è legato ad un altro contratto
e
sarebbe lui a rischiare maggiormente su tutto. Se vuoi difendere
ciò che siete diventati Damon, devi stare più
attento su
tutto ciò che vi circonda. Il mio compito non
durerà
ancora per molto tempo e non potrò più aiutarvi.
Ci
saranno altre persone che ti circonderanno e delle quali dovrai
riuscire a fidarti per gestire la tua vita professionale. Avrai
più responsabilità da tener conto e lo sai bene
perchè ne abbiamo già parlato. Spero tu faccia la
scelta
migliore per entrambi." le parole di Brian sembravano quasi una
condanna a morte per un grigio e funesto futuro. Era spaventoso.
"Quale sarebbe la scelta migliore? Non voglio lasciarlo!" insistetti io
in tono allarmato.
"Potete lasciarci un attimo da soli?" chiese loro Damon con espressione
mortalmente seria. Mi stavo preoccupando.
"Penso che questa discussione riguardi anche noi due, visto che siamo
quelli che vi parano il culo."
"Paul, usciamo. So già la risposta di Damon, andiamo." disse
Brian all'altro manager portandolo fuori dal camerino per poi chiudere
la porta dietro di loro. Finalmente eravamo soli eppure non trovai la
cosa consolante.
"Quale sarebbe la risposta?" iniziai a chiedergli pronto a combattere
contro qualsiasi cosa lui stesse pensando.
"Adesso calmati e ascoltami. Non penso assolutamente di lasciarti,
fidati di me. Lo puoi fare?" la sincerità del suo sguardo mi
fece rabbrividire. Quello sguardo potevo leggerlo facilmente.
"Mi fido di te ma ho paura di quello che stai per dirmi."
"Hanno ragione e lo sai anche tu. Aspetta...lasciami parlare. Voglio
stare con te, sei la persona più preziosa nella mia vita e
non
ci rinuncerò proprio adesso che ti ho trovato. Restiamo
sempre
noi stessi, se le altre persone sapessero che in realtà ci
stiamo trattenendo dal non fare altro di fronte ai loro occhi se la
riderebbero e sarebbero ancora più curiosi. Pensa quanto ci
assillerebbero, la pressione su di noi aumenterebbe a dismisura.
Già controllano attentamente ogni nostra singola mossa
criticandoci per niente, figurati cosa diventerebbe se avessero delle
conferme certe sulla nostra relazione. Le nostre vite non sarebbero
più quelle di adesso. Mi capisci?"
"So cosa vuoi dire, ma io non ho intenzione di lasciarti e nemmeno di
rallentare la nostra storia."
"Non ti sto chiedendo questo. Dobbiamo solo stare più
attenti,
specialmente quando siamo fuori da casa. Per il momento agiremo
così però, se un giorno la situazione dovesse
peggiorare,
prenderemo altri provvedimenti. E non voglio sentire scuse,
promettimelo." disse lui in tono concitato che non ammetteva repliche.
In realtà non volevo acconsentire ai suoi termini ma sapevo
che
con lui non avevo scampo. Avrei provato a farlo ragionare quando
sarebbe arrivato il momento di decidere, quella era la mia unica
soluzione.
"Damon ti ricordi cosa tu hai promesso a me? Che qualunque cosa fosse
successa nella nostra relazione avremmo preso le decisioni insieme."
"Ricordo ma prima di tutto devo tutelare entrambi. Non voglio che altre
persone rovinino quello che abbiamo costruito insieme. Questa relazione
è nostra e di nessun altro. Però prima o poi
arriveremo a
un punto nel quale dovremmo prendere una decisione e le mie
priorità in quel momento saranno altre e più
importanti e
decisamente avranno tutte a che fare con il tuo futuro.
Finchè
non finiremo le riprese della seconda stagione andrà tutto
bene,
o almeno lo spero. Dovremmo preoccuparci del dopo, è quello
che
mi turba maggiormente."
"Non avevamo detto di viverla giorno per giorno? Perchè
pensare
già a un futuro così tetro? Mi stai facendo
salire
l'ansia. Non possiamo goderci quello che c'è tra di noi
senza
troppi traumi futuri? Mi sembri Nostradamus. Portava sfiga quell'uomo."
"Promettimi solo che quando arriverà il momento seguirai
quello
che ti dirò senza fare storie e io ti prometterò
un'altra
cosa."
"Cosa?"
"Passeremo momenti splendidi e altri momenti difficili in cui potranno
vacillare le nostre convinzioni e il nostro affetto reciproco,
è
un dato di fatto. Ti prometto che nella parte difficile io
sarò
sempre al tuo fianco, anche se non fisicamente, non dovrai mai dubitare
di quello che provo per te. Non sono un uomo facile e faccio fin troppi
errori, ma farò di tutto per custodire quello che abbiamo.
Anche
se questo dovesse dire basta più apparizioni pubbliche o
commenti sui social. Se la pressione a cui siamo sottoposti
arriverà a un punto tale da non poter fare altre, dovremmo
ufficialmente mantenere il privato nel privato allontanandoci
pubblicamente l'uno dall'altro. Quella separazione forzata
sarà
uno dei momenti più difficili che dovremmo affrontare, ma i
miei
sentimenti per te resteranno immutabili. Questa è la mia
promessa. Abbi fiducia in me anche quando tutti ti diranno il contrario
e mi punteranno il dito contro." le sue parole toccarono qualcosa nel
profondo della mia anima. Sentivo gli occhi lucidi, come se fossero in
procinto di piangere ma mi trattenni a stento. Perchè mi
stava
facendo quello?
"Se non avessi fiducia in te a quest'ora non mi troverei qui ad
ascoltarti cercando di non piangere." mormorai abbassando lo sguardo
sulla sua mano che stava di nuovo stringendo la mia. Non sapevo come
gestire le emozioni, avrei tanto voluto rifugiarmi in camera e
chiudermi dentro finchè il mio stato emotivo non fosse
tornato
normale.
"Piccolo piagnucolone. Vieni qui." spalancò le braccia ed io
mi
ci rifugiai nascondendo il mio volto sul suo petto. Potevo sentire il
battito accelerato del suo cuore e il calore del suo corpo. Mi strinse
a se accarezzandomi i capelli con dolcezza.
"Teddy Bear non voglio perderti." mormorai continuando a nascondermi
dai suoi occhi.
"Nemmeno io tesoro. Nemmeno io." cercò di rassicurarmi lui
sussurrandomi all'orecchio. La sua voce placò un
pò le
mie paure ma restavo lo stesso inquieto riguardo al nostro futuro.
"Dovremmo dire a quei due che se ne devono fare una ragione per il
prossimo scandalo? Avevo proprio intenzione di darci dentro nella hall
dell'albergo dove dobbiamo andare a fare lo shooting." borbottai
strofinando il viso contro il suo petto per poi aspirarne l'odore.
"Quanto sei crudele!" ridacchiò lui divertito dandomi un
bacio
sulla fronte mentre con la mano continuava a giocare con le ciocche dei
miei capelli.
Sarei rimasto volentieri un altro pò in quella posizione a
farmi
coccolare dal mio grande uomo, ma avevamo i tempi ristretti e dovevamo
raggiungere il set dove avremo preso parte al servizio fotografico
della serie. A mala voglia mi alzai e lo trascinai in piedi con me. Ci
cambiammo e sistemammo le nostre cose da portare via. Appena uscimmo
dalla stanza, vedemmo i nostri manager aspettarci a pochi passi di
distanza con aria impaziente. Chissà di che cosa avevano
confabulato tra di loro per quella mezzora che ci avevano lasciati da
soli. Se avessi scoperto che in qualche modo stavano remando contro la
nostra relazione mi sarei infuriato molto, in particolar modo con Paul.
Lo faceva per la mia carriera ma tutta quella situazione era molto
stressante. Non poter avere una relazione normale con l'uomo che si
amava stava diventando una tortura per me. Continuare a nascondersi e a
mentire in quel modo era logorante. Perchè non potersi
dichiarare semplicemente al mondo e venire allo scoperto? Non eravamo
di certo nè i primi ne gli unici e già qualcun
altro
aveva fatto coming out nel nostro ambiente, stava diventando quasi
normale ad un occhio esterno eppure per chi era dentro non era mai
facile dichiararsi. I rischi che si correvano erano molti, specialmente
se eri agli inizi. Era già difficile ufficializzare una
coppia
etero, ma una gay sembrava ancora una cosa dell'altro mondo. Non sempre
ben vista in quello stravagante settore, tutti sapevano ma restava lo
stesso un tabù. Ipocrisia allo stato puro.
Appena raggiungemmo la hall ricevetti un messaggio da James che mi
diceva che stavano aspettando soltanto noi. Che palle. Tutti a mettere
fretta, un impegno dopo l'altro e poco tempo per riposare o goderci
qualche attimo in santa pace da soli. A volte mi pentivo di aver scelto
quel lavoro, un secondo dopo mi riprendevo appena leggevo gli
incoraggiamenti dei fans. Ne valeva la pena lavorare duramente per
renderli felici, era un dare e avere reciproco. Mentre aspettavamo
l'ascensore, Damon mi si attaccò alla schiena e mi
circondò la vita con le sue forti braccia per poi posare il
mento sulla mia spalla. Annusò il mio collo con un sospiro
beato
e rimase in quella posizione di riposo come se fosse soddisfatto di se
stesso e del fatto che non me lo fossi tolto di dosso. E chi lo avrebbe
fatto? Forse se avessi avuto un pò più di
giudizio e la
paura di essere immortalato, sicuramente mi sarei scostato dal suo
calore ma in quel momento non ci pensai per niente. Mi sentivo bene
circondato dal suo abbraccio. Ne avevo bisogno dopo il discorso che
avevamo avuto prima, ero ancora un pò scosso e preoccupato
per
il nostro futuro. Saremmo riusciti ad averne uno insieme? A renderci
felici a vicenda e a crescere insieme? Io lo volevo ma adesso avevo
paura che non saremmo mai arrivati troppo lontani con la nostra
relazione. Chiusi gli occhi per qualche secondo abbandonandomi a lui.
Eravamo entrambi stanchi, per il lavoro e per quella situazione troppo
complicata da gestire. Quell'abbraccio era come una ricarica di energie
per entrambi. Era strano da dire ma era proprio così. Appena
l'ascensore arrivò, ci ricomponemmo ed entrammo dentro
preceduti
dai nostri manager e un tirocinante che aiutava Brian nelle sue
mansioni. Non riuscendo a reprimerlo, feci un grande sbadiglio che mi
fece lacrimare un occhio. Avevo tanta voglia di tornare nel letto di
Damon e chiudere gli occhi con lui che mi abbracciava da dietro. Quello
era solo un desiderio, in realtà in quel momento mi sarei
addormentato ovunque. Persino in piedi, appoggiato al muro di
quell'ascensore. Perchè era così lento? Arrivati
a
destinazione, salutammo tutti e ci spinsero senza troppe cerimonie a
prepararci per la sezione di foto alla quale altri membri del cast
stavano già partecipando. Prima toccò a me in
cucina in
compagnia di James ed altri colleghi. Poi fu il turno di Damon con
Kevin, successivamente ci furono altre foto di gruppo o singole. Ci
divertimmo molto tutti insieme scherzando tra di noi, tra una battuta e
un'altra riuscii a restare sveglio il tempo necessario per continuare a
lavorare. Poi mi dissero di mettermi comodo sul divano in compagnia di
Damon, quella fu una vera e propria sfida di resistenza. La tentazione
di stendermi su quel comodo divano era troppo forte e la vicinanza del
mio compagno di certo non aiutava affatto. Se mi fossi addormentato tra
le sue braccia proprio li, di fronte a tutti, qualcuno si sarebbe
lamentato? Ci avevano detto di metterci comodi e fare come se fossimo a
casa, in una situazione domestica di coppia. Chi voleva più
scendere da quel divano? Appena iniziai ad appoggiarmi a lui, il calore
del suo corpo si propagò fino ad arrivare al mio e quello fu
l'inizio della fine. Altro che distanza e privacy, se non avessi avuto
tutti quegli sguardi puntati addosso potevo benissimo dire di trovarmi
a casa di Damon in uno di quei rari ma indimenticabili momenti
di tranquillità dove il telefono non squillava e non c'era
alcun
programma in vista che ci avrebbe disturbati. Stavo troppo bene. Damon
stava fingendo di leggere un libro mentre io ero tra le sue gambe,
appoggiato al suo petto, a ridacchiare mentre lui mi soffiava
nell'orecchio. Posai una mano sulla sua coscia, stringendola giusto per
fargli avere lo stesso effetto che stava avendo su di me. Sapevo
anch'io giocare sporco quando volevo. Per alcuni istanti lo sentii
trattenere il respiro ed io sorrisi soddisfatto.
"Mi stai provocando?" mi sussurrò all'orecchio facendomi
venire i brividi.
"Chi ha iniziato per primo?"
Detto questo, mise da parte il libro e cambiò le nostre
posizioni posizionandoci l'uno di fronte all'altro. Adesso potevo
ammirare quel bel sorriso sfacciato e quegli occhi che sembrava mi
stessero nascondendo chissà quale scherzo. Dovevo restare
sempre
attento con la sua furbizia, la sua mente astuta era sempre un passo
avanti a tutti. Non resistetti per molto e ricambiai il sorriso, con
lui era sempre così. Sarei rimasto a guardarlo per sempre
con la
stessa espressione adorante di adesso, lui era il mio sole e non potevo
farne a meno. Sarebbero passati altri 10 20 30 anni ma il mio sguardo
su di lui non sarebbe mai cambiato. Speravo non cambiasse il suo verso
di me. Avrei anche potuto vivere senza di lui ma ne sarei uscito
devastato se e quando i suoi sentimenti nei miei confronti fossero
cambiati. Speravo che quel giorno non sarebbe mai avvenuto, ma dovevo
essere realista. Quanto ancora poteva durare l'amore di un tipo
meraviglioso come lui, costantemente circondato da persone decisamente
migliori di me? Non volevo pensare al peggio, ma la sua carriera lo
stava portando molto lontano, in luoghi che non sarei mai riuscito a
raggiungere nemmeno volendo. Non saremmo più riusciti a
camminare allo stesso passo, a volte mi sembrava di dover correre per
raggiungerlo. Per non essere lasciato indietro, per far si che non si
dimenticasse di me. Non volevo pensarci troppo, volevo godermi quei
momenti preziosi con lui senza avere alcun rimorso. Non volevo perdermi
niente della nostra relazione. Damon portò le sue mani al
mio
volto ed io feci lo stesso di rimando, avvicinandomi sempre di
più affinchè i nostri nasi non si strofinarono
tra di
loro. Damon mi massaggiò il lobo dell'orecchio appena si
accorse
che stava andando a fuoco. Com'era subdolo, sapeva benissimo come avrei
reagito alla sua vicinanza e lui stava sfruttando le mie emozioni. Misi
le mani dietro al suo collo e lo avvicinai di più a me. Era
come
se fossimo da soli. Mi rispecchiavo attraverso le emozioni forte che i
suoi occhi trasmettevano. Leggevo soltanto un amore immenso ed io ci
sprofondai dentro senza quasi accorgermene.
POV Damon
Il suo sguardo adorante mi scosse nel profondo. Meritavo davvero tutto
quello? Cos'avevo fatto per farmi guardare in quel modo? Mi sentivo
pieno di gioia ogni volta che i suoi occhi si posavano su di me, come
se fossi completo. Strofinai il naso contro il suo e chiusi gli occhi
godendomi il momento. Era raro potermi abbandonare a lui in quel modo
davanti a tutti. Mi mancava fare quelle semplici cose di normale
quotidianità con il mio compagno. Sembravano passati secoli
da
quando mi ero spinto un pò oltre in pubblico e le altre
relazioni non erano state così importanti come questa. Ormai
erano quasi dei ricordi sbiaditi nella mia testa ogni volta che
guardavo il suo sorriso. Ero follemente innamorato di quel sorriso.
Vinceva su tutto a mani basse. La sua espressione quando sorrideva
era talmente disarmante da non riuscire a restare lucido. Si
arrabbiava se gli dicevo che era carino, ma lui lo era davvero e tanto.
Non lo dicevo per prenderlo in giro, era adorabile sotto ogni punto di
vista. Adorabile e altrettanto sexy da farmi perdere la testa.
Cambiammo posizione nuovamente e mi sdraiai, con la testa appoggiata
alle sue gambe, mentre Alec giocherellava con la mano tra i miei
capelli. Ridacchiai divertito dimenandomi un pò quando
iniziò a farmi il solletico. Quella piccola peste stava
diventando proprio un demonio! Presi dei grandi respiri per cercare di
calmare le risate che uscivano fuori incontrollate. Meritava proprio
una bella punizione. Di scatto lo afferrai per il collo e lo avvicinai
pericolosamente alle mie labbra, lui allargò gli occhi
visibilmente allarmato. Con un ghigno malevolo, mi allungai per fargli
una pernacchia sul collo e questa volta toccò a lui ridere a
crepapelle dandomi dei deboli colpi alla spalla per spingermi via.
Cercando di non farmi beccare, gli diedi un rapido bacio per poi
lasciarlo ritornare dritto a coprirsi il collo. Sentivo ancora i suoi
brividi espandersi su tutto il corpo. Quello era uno dei suoi punti
deboli come il solletico ai fianchi era uno dei miei. Ormai sapevamo a
memoria il corpo dell'altro ma, nonostante questo, non mi stancavo mai
di continuare ad esplorarlo per trovare le mie parti preferite e
assaporarle tutte con gusto. Alec cercò di minacciarmi con
lo sguardo ma non ci riuscì perchè la sua
espressione era troppo divertita per sembrare seria. Tornammo a posare
per altri venti minuti continuando a flirtare con lo sguardo e con i
sorrisi mentre ci sfioravamo con piccoli gesti. Dovevamo dimostrare di
amarci, nulla di più facile. Al termine di quel set, ci
congedarono e fecero ancora qualche scatto ad altri membri del cast
cambiando il set. Presi una bottiglietta d'acqua che mi porse Brian e
andai a sedermi a guardare il lavoro altrui ridendo a qualche battuta
di James. Come al solito, sapeva sempre farsi riconoscere quando faceva
lo stupido. L'espressione fastidiosamente seria e irritata di Brian mi
fece incuriosire e gli feci un cenno con il capo. Lui sospirando
esasperato mi porse il proprio cellulare e andò verso la
cucina a prepararsi qualcosa da bere. Scrutai attentamente la sua
homepage di Twitter e mi passò l'allegria in un istante.
Perchè erano così rumorose le cattiverie delle
persone? Perchè facevano così male?
Perchè delle cavolate senza senso come quelle dovevano
rovinarmi la giornata? Perchè continuavano ad attaccarci con
le loro insinuazioni malevole? Mi veniva il voltastomaco soltanto a
leggere quei commenti. Alec non aveva ancora controllato il cellulare e
speravo che lo facesse il più tardi possibile. Non volevo
farlo preoccupare di nuovo, specialmente dopo la discussione sulla
distanza sociale che avevamo avuto soltanto qualche ora prima. Ogni
volta che leggevo quei messaggi sapevo che quel giorno si stava
avvicinando sempre di più. Capivo tutte le sue remore contro
quello che ero intenzionato a fare, anche io non ne ero entusiasta per
niente, ma quando le cose sarebbero risultate più difficili
nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Nemmeno lui, per quanto tenessi
alla nostra relazione la mia priorità restava sempre la
nostra carriera e il prendermi cura di lui. Non volevo che soffrisse
per delle cattiverie sparate da persone che si dichiaravano a gran voce
nostri fans per poi venderci a buon mercato per aumentare la critica e
l'odio nei nostri confronti. Ci provavano gusto a farlo? Non sapevano
come riempire la loro giornata e dovevano rovinare la nostra?
Il malumore era tornato così come il timore di
veder eclissare quello splendido sorriso che tanto avevo a cuore. Certo
che se poi continuavano così non avrebbero dovuto
sorprendersi se poi avessi preso seri provvedimenti anche se andavano
contro i miei stessi sentimenti. Lo avrei fatto facendomi chiamare
perfino stronzo, non mi sarebbe importato molto. Lo avrei fatto pur di
non leggere cattiverie sul conto di Alec. Forse qualcuno avrebbe capito
il motivo del mio gesto e avrebbe moderato i toni. Peccato che non si
potevano silenziare tutti con uno scrocchio di dita come aveva fatto
Thanos per distruggere tutto. Avrei tanto voluto avere quel potere.
"Come mi devo comportare?" mi chiese Brian riprendendosi il cellulare.
"Come al solito, per il momento non faremo ancora nulla." sospirai con
fare frustrato massaggiandomi le tempie.
"Ne sei sicuro?"
"Gliel'ho promesso."
"Non si possono mantenere sempre tutte le promesse anche se si hanno
buoni propositi. Alec capirà." mi porse un'altra
bottiglietta d'acqua anticipando come al solito le mie esigenze. Stavo
morendo di sete.
"Non siamo ancora pronti per fare una cosa così definitiva.
Ho promesso che ne avremmo parlato di nuovo insieme e concordato quando
e come farlo. Vorrei mantenere quella promessa."
"Non ha ancora visto le foto rubate e i commenti di odio che hanno
scatenato. Gli farà più male leggere di te e
sapere che ne starai soffrendo. Prima o poi capirà che
è la cosa giusta da fare."
"Non affrettiamo i tempi. Lasciaci godere la nostra relazione, ne
abbiamo bisogno entrambi."
"Va bene, la smetto di insistere. Però stai attento. Voi due
mi manderete fuori testa."
Brian mi fece un cenno con il volto verso la direzione opposta dove
c'erano Alec e James che stavano parlando con altre persone del cast.
Il mio compagno, ridendo a una battuta, stava prendendo il cellulare
per controllare le notifiche arrivate. Allarmato, mi alzai di scatto
per fiondarmi da lui peggio di una mamma chioccia e gli strinsi un
braccio attorno alle spalle per impedirgli qualsiasi movimento. Lui mi
guardò con un sorriso sorpreso mentre sembrava volesse
chiedermi il motivo di quel gesto. Gli sorrisi di rimando e fissai le
sue labbra con fare sfacciato per fargli capire, almeno in parte,
ciò che mi stava passando per la testa in quel momento. Era
facile avere dei pensieri peccaminosi su di lui appena mi soffermavo a
guardare quelle labbra carnose e rosee che mi urlavano di divorarle di
baci. Erano una mia dipendenza. Per qualche secondo lo vidi perdersi e
trattenere il respiro, per poi arrossire vistosamente e abbassare lo
sguardo sul pavimento. Mi piaceva riuscire a renderlo ancora nervoso e
imbarazzato con la mia sola presenza al suo fianco. Mi scusai con gli
altri e lo trascinai senza tante cerimonie verso una stanza, dove
avevamo posato borse e quanto altro poteva servire per il set
fotografico, e ci chiusi dentro spingendolo contro la porta per
intrappolarlo con il mio corpo. Lui gemette mentre mi fiondavo sulle
sue labbra come un assetato in cerca di acqua. Mi era mancato il suo
sapore. Era l'unico che riusciva ad acquietare i miei pensieri e a
placare la mia rabbia, era il mio porto sicuro dove potevo sempre
tornare e sentirmi veramente me stesso abbassando le mie difese.
"Non avevamo detto di doverci contenere in certi ambiti?" mi chiese lui
quando tornammo a prendere fiato. Non sembrava molto dispiaciuto dal
mio assalto visto come stringeva le sue braccia al mio collo come se
non volesse lasciarmi andare. In quel momento mi sentivo come se fossi
la sua ancora di salvataggio mentre eravamo circondati dal mare in
tempesta.
"Stai zitto, ho bisogno del tuo abbraccio. E poi siamo tra amici." gli
sussurrai all'orecchio strofinandomi contro di lui.
"Non tutti sono amici amici."
"Paul e Brian stanno facendo il loro lavoro. Nessuno vorrà
sentire Paul sbraitare minacce a destra e a sinistra." gli mordicchiai
il lobo dell'orecchio facendolo gemere e chiudere gli occhi.
"Ma se quei due sono i primi a postare nostre foto insieme dietro le
quinte. Lo hanno fatto anche prima. Hanno una coerenza spettacolare."
"Già...però hanno la scusante che tutti quei file
multimediali servono per promuovere la serie tv."
"Bugiardi." sussurrò lui appoggiando il capo alla mia
spalla. Il momento di erotismo sembrava finito ma andava bene
così. Lo strinsi tra le braccia cullandolo mentre gli
lasciavo un bacio sui capelli.
"Piccolo sei stanco?"
"Un pò, spero di non addormentarmi quando riprenderemo con
le foto più tardi."
"Ti aiuterò io."
"Allora sicuramente non mi addormenterò...resterò
eccitato tutto il tempo." si lamentò quando mi strusciai di
nuovo contro di lui facendo irrigidire alcune parti dei nostri corpi
che in quel momento era meglio lasciarle stare a riposo. Come facevo a
non eccitarmi quando lo avevo tutto per me tra le mie braccia?
"Non sarebbe meglio?"
"Se vuoi che gli altri notino qualcosa di duro e teso nei miei
pantaloni allora va bene. Vai avanti così. Facciamolo."
disse lui con spavalderia provocandomi con lo sguardo. Sapeva benissimo
che non avrei osato andare oltre.
"No! Questo è tutto mio! Sono possessivo delle mie cose." lo
strinsi ancora più forte per ribadire il concetto e calmare
in qualche modo i bollenti spiriti. Peccato che ancora non avevo capito
come farlo.
"Non sono una tua cosa!"
"Però sei mio e non ti condivido."
"Chi mai si azzarderebbe a provarci con me se tu hai lo sguardo omicida
e mostri i denti a tutti? Ringhi peggio di Choco nei suoi momenti di
follia." ridacchiò lui prendendomi in giro.
"Allora non lo farò più se ti da fastidio." dissi
seriamente con un piccolo broncio. Non volevo rendergli le cose
difficili o forzarlo a qualche mio comportamento che di certo lo
avrebbe infastidito. A volte potevo risultare un pò
invadente nei confronti delle persone a cui tenevo particolarmente.
"Non mi dai fastidio. Mi piace quando sei un pò possessivo."
ammise lui con un sorriso mentre strofinava il naso contro il mio con
dolcezza. Potevo impacchettarlo e fuggire a casa con lui? Era troppo
carino per il mio cuore inquieto. Perchè proprio lui doveva
farmi provare certe sensazioni?
"Beh, visto che il mio uomo non è per nulla
possessivo,
posso tornare di la con la camicia slacciata. Sai, inizio a sentire
caldo." dissi portando una mano alla mia scollatura per scuotere un
pò il tessuto come per farmi aria.
"Provaci e ti faccio cadere le palle in un colpo solo. Non è
così difficile." mi minacciò lui lanciandomi
un'occhiataccia mentre mi colpiva la mano per allontanarla dai bottoni.
"Quanto sei aggressivo piccolo, non eri tu quello carino e gentile?" lo
presi in giro con un sorriso diabolico.
"Quello che è mio è mio, e Teddy Bear
è tutto mio.
Posso condividere con i tuoi fans alcuni aspetti della tua vita e con
la tua famiglia altri, ma il resto è tutto mio.
Ricordatelo!" quelle parole mi esplosero dentro. Il mio piccolo e
adorabile possessivo, avrei potuto morire in quel momento. Ero felice.
"Non lo scorderò, sono tutto tuo. E tu sei tutti mio?" gli
chiesi stringendolo ai fianchi per avvicinarlo di nuovo a me.
"Non lo so, dovrei chiedere a mia madre."
"A tua madre continueranno a fischiare le orecchie da tutte le volte
che la nomini." ridacchiai divertito.
"Mi sa tanto che dobbiamo tornare dagli altri." disse lui controvoglia
mettendo il broncio.
"Ti sei un pò ricaricato?"
"Quel minimo per restare in piedi." annuì con un sospiro
mentre si staccava dal mio abbraccio trattenendo a stento uno sbadiglio.
"Più tardi ti ricaricherò a dovere." gli promisi
alzando più volte il sopracciglio per farlo ridere. Ci
riuscii in pieno e gioii nell'ascoltare la sua risata.
"Ci conto. Andiamo."
Ci riunimmo agli altri, i quali, cercarono di fingere che la nostra
piccola fuga non ci fosse mai stata ma vedevamo dalle loro espressioni
divertite che la loro immaginazione era corsa nella direzione giusta e
forse anche oltre. Finchè tutti tacevano il problema non
persisteva e passava in secondo piano. Era irrilevante e rendeva tutti
più tranquilli e in pace con se stessi. Dicevano che l'amore
era nell'aria. Solo qualche battutina, per niente velata, da parte di
alcuni colleghi fu detta scherzosamente per prenderci in giro, poi
più niente. Per fortuna sapevano fino a che punto potevano
arrivare senza oltrepassare la linea di demarcazione. Alcuni di quei
video e di quelle foto sarebbero rimasti privati per nostra fortuna ma
me li sarei fatti inviare per tenerli nelle mie cartelle dei preferiti.
Li avrei custoditi tra i miei ricordi. Tornai a sedermi mentre guardavo
da lontano il mio uomo parlare con James. Sembrava si stesse lamentando
di qualcosa e il mio amico lo ascoltava annuendo con serietà
concordando con lui. Cos'era successo questa volta? Che avesse letto
anche lui i commenti crudeli su Twitter? Sembrava non ci fosse
più un attimo di pace per noi due colpiti da ogni parte sia
se facevamo qualcosa sia se non la facevamo. Le persone non erano mai
contente e avevo paura che queste critiche un giorno avrebbero rovinato
la nostra relazione. Saremmo riusciti a superarle indenni?
Sarei riuscito ad ignorarle senza commentare nello stesso tono? A volte
ero fin troppo suscettibile su certe cose che mi logoravano dentro
all'infinito, dovevo ancora lavorare su alcune parti del mio carattere.
Rischiavo di prendermela troppo per delle cavolate che si potevano
risolvere in altro modo. Il fotografo mi fece vedere su un tablet
alcune foto che aveva scattato prima mentre eravamo sul divano a
giocare tra di noi. La nostra intesa era perfetta, traspariva in ogni
singola foto così come l'affetto che provavamo l'uno per
l'altro. Eravamo persi nel nostro mondo, sembravamo risplendere di una
luce tutta nostra. Questo era l'effetto che avevamo appena facevamo un
servizio fotografico insieme, eravamo piuttosto richiesti proprio per
quella strana e rara alchimia che ci legava. Non potei fare a meno di
sorridere. Quelle foto ritraevano due persone che non potevano
nascondere di essere profondamente innamorate l'una dell'altra. Come
potevamo far credere ai fans che eravamo soltanto come fratelli? Certo
che poi non ci credevano, avrei avuto dei dubbi pure io se fossi stato
al loro posto. Ma preferivo rimanere al mio e avere la
possibilità di sfruttare ogni momento possibile per
stringerlo tra le mie braccia. Era un privilegio al quale non avrei mai
rinunciato. La mia attenzione fu subito catturata da Alec che si stava
avvicinando stropicciandosi un occhio mentre si grattava la pancia.
Come faceva ad essere sempre così adorabile anche quando
sembrava un bambino assonnato? Se fossimo stati soli lo avrei riempito
di coccole.
"Tutto a posto piccolo?" gli chiesi scrutandolo attentamente per poi
posargli una mano alla vita.
"Ho sonno." mormorò lui assonnato asciugandosi una lacrima
sul viso che gli era caduta dopo l'ennesimo sbadiglio.
"Resisti ancora un pò e poi torniamo a casa. Magari dopo
puoi salire su a schiacciare un pisolino."
"Mi sa tanto che lo farò." annuì lui.
"Posso fare qualcosa per te? Vuoi bere qualcosa? Magari ti riprendi."
"No grazie, sono a posto così. Dam puoi aiutarmi? Mi si
è slacciata la cintura." in quel momento sembrava proprio un
bambino. Non mi importava ribattere il fatto che aveva due mani in
buone condizioni e l'età giusta per metterle al lavoro per
delle cose così semplici. Qualcuno avrebbe detto che forse
lo trattavo un pò troppo da bambino ma se lui non se ne
lamentava avrei continuato a prendermi cura di lui e delle sue
esigenze. Anche delle più stupide come quelle. Mi rendeva
felice essere a sua disposizione e aiutarlo. Erano le piccole cose, i
piccoli gesti che per me valevano più di tante altre cose.
Erano un modo per me di dimostragli quanto tenessi a lui e che lo avrei
sempre aiutato.
"Vieni qui, te la sistemo." lui si avvicinò di un passo ed
io gli feci il nodo facendo attenzione di non stringere troppo per
paura di fargli male e lasciargli il segno.
"Grazie."
"Vuoi sederti qui con me?"
"Si." annuì lui con gratitudine come se non aspettasse altro
che quella proposta.
"Vieni prima di svenire per terra dal sonno. Riposati un
pò." gli strinsi i fianchi con le mani e lo feci sedere sul
mio grembo tenendolo stretto.
"Grazie Teddy. Vorrei tanto essere a casa in questo momento."
mormorò lui abbandonandosi al mio petto mentre partiva un
altro sbadiglio.
"Lo so, ma non ci vorrà ancora molto."
"Lo sai che sicuramente in questo momento ci staranno riprendendo?"
"Non stiamo facendo nulla di insolito o compromettente. Vuoi una sedia?"
"Tu sei la mia sedia, non ho bisogno di altro. Fammi restare qui ancora
un pò. Ti prego." mugugnò lui con tono dolce. Chi
poteva resistere a quel gattino?
"Puoi stare tutto il tempo che vuoi."
"Hai visto le foto? Come sono venute?"
"Siamo fantastici come al solito. Tu...risplendevi di una luce tutta
tua, eri abbagliante quando mi guardavi." risposi con un sorriso
soddisfatto.
"Mi fa piacere tu l'abbia notato."
"Io noto tutto di te. Anche il più piccolo dei dettagli."
Restammo seduti in quel modo per molto tempo, a parlare tra di noi o
con altri colleghi che ogni tanto si avvicinavano quasi timorosi di
infastidirci in qualche modo. A parte James e qualcun altro che erano
talmente sfrontati ed in intimità con noi che se ne
fregavano altamente di interrompere il nostro idillio. Eravamo comodi
in quella posizione, io che gli accarezzavo la pancia e lui che
giocherellava distrattamente con le mie mani e con il mio anello al
pollice. Posizionò la sua mano sopra la mia e rimase a
guardarle unite per notare le differenze e sfiorarle con un dito. La
diversa tonalità di colore, la quasi assenza di vene
sporgenti nella sua e la dimensione. Nonostante fosse poco
più alto di me, quando eravamo insieme sembravo fisicamente
più grande di lui e questo includeva pure le mie mani che
riuscivano ad inglobare perfettamente le sue come se lo avessero sempre
fatto. A lui piaceva guardare le nostre mani insieme, lo faceva spesso.
Intrecciai la mia mano con la sua e strofinai il naso sul suo collo.
Aveva un buon odore, sapeva di casa.
Quando fu richiamato ai suoi doveri, Alec si rialzò a
malincuore per seguire le direttive del fotografo e posare accanto a
James con una padella in mano. L'accostamento di quei tre elementi
messi insieme era alquanto esilarante, prima o poi quella padella
sarebbe finita in testa a qualcuno. Brian mi invitò a
mangiare qualcosa con lui, ricordandomi che non mettevo niente nello
stomaco da diverse ore e che probabilmente avrei fatto bene a seguire
il suo consiglio. Avrei messo da parte un piatto anche per Alec per
quando avrebbe finito e gli sarebbe venuta fame. Conoscendolo avrebbe
divorato di tutto di più. Risi con Thorn e parlammo del
nuovo copione e delle scene che avremmo dovuto girare insieme. Thorn mi
indicò con un cenno del capo Run che stava facendo un video
per il suo vlog ad Alec e cercai di concentrarmi sulla loro
conversazione.
"Ti stai divertendo?"
"E' molto divertente oggi lavorare con tutti voi."
"Sei stanco?"
"Un pò, ho lavorato molto oggi ma abbiamo finito. Possiamo
finalmente riposarci." annuì Alec asciugandosi con un
fazzoletto il sudore dalla fronte. Le luci del set erano troppo forti e
spesso dovevamo interrompere per rifare il trucco e asciugarci.
"I fans chiedono se sei single." disse astutamente Run. L'argomento si
stava facendo interessante.
"Lo sono." rispose lui con un sorriso scherzoso. Stava andando bene il
ragazzo, però doveva sembrare un pò
più convincente.
"Veramente? Non vuoi chiedere conferma a qualcuno?" insistette il
nostro amico peggio di un notiziario di gossip.
"Non c'è bisogno. Sono libero."
"Anche il tuo cuore è libero? Attento alla tua risposta." lo
mise in guardia Run. Alec non rispose subito, sembrava cercare una
qualche risposta da dargli. Il mio sguardo catturò il suo in
cerca di aiuto e il suo sorriso si ampliò.
"Damon mi hanno chiesto se il mio cuore è libero." mi disse
lanciandomi la patata bollente per risolvere la situazione al suo posto.
"Come?"
"Chiedono se il mio cuore è libero." il suo sguardo era come
una sfida. Voleva vedere come avrei risposto e se avessi avuto il
coraggio di dire le cose come stavano.
"No!" esclamai in tono risoluto. Se voleva quello non mi sarei di certo
tirato indietro. Il suo cuore apparteneva a me, senza se e senza ma.
Era mio e avrei fatto di tutto per prendermene cura. Avrei voluto che
anche tutti gli altri se ne rendessero conto senza dover ammettere
pubblicamente che stavamo insieme.
"Qualcuno è un pò possessivo."
ridacchiò divertito Run. Magari potevo prendere in prestito
la padella e colpirlo una buona volta per tutte.
"Fatti gli affari tuoi." lo minacciai puntandogli una forchetta contro.
"Tutti i fans erano curiosi."
"Oppure lo sei tu? Ti ricordo che la curiosità uccise il
gatto."
"Così mi ferisci. Alec dove stai andando?" chiese il nostro
amico mentre il mio compagno si avvicinava alle scale accanto a me.
"Vado a riposare."
"Da solo?"
"Si." quando incrociò il mio sguardo mi sorrise ed io
ricambiai in automatico. Prima che facesse un altro passo in avanti gli
afferrai il polso e lo strinsi leggermente come per ribadire quel no a
chiare lettere. Il suo sorriso si fece più ampio mentre io
strofinavo il pollice nella parte interna per sentire i suoi battiti
cardiaci aumentare al mio tocco. Era una bella sensazione poter sentire
il ritmo galoppante del suo cuore perchè sapevo di esserne
la causa.
"Sei sicuro? Forse qualcuno vuole salire con te." ci
stuzzicò nuovamente Run osservando con un
sogghignò malizioso la mia presa sul suo polso. Era un
succoso scoop per il suo vlog. Nel giro di poco tempo lo avrebbero
visto tutti.
"Run lascialo andare a riposare altrimenti lo avrai sulla coscienza."
ribattei lasciando andare Alec che iniziò a salire
lentamente i gradini per raggiungere le camere al piano di sopra dove
avrebbe finalmente potuto chiudere un pò gli occhi.
"A dire la verità l'unico che lo stava trattenendo eri solo
tu. Damon vuoi rilasciare qualche dichiarazione ai nostri fans che ci
stanno guardando?"
"Saluto tutti, scusate ma ho fame. Torno alla mia cena."
Quando finalmente Run recepì il messaggio, si
spostò a filmare qualche altro mal capitato che gli
passò davanti tartassandolo di domande. Sapevo che con quei
cinque minuti di Alec e me i suoi picchi di ascolto erano saliti alle
stelle come al solito. Non mi stavo vantando ma erano tutti
morbosamente curiosi di sapere a che punto eravamo nella nostra
relazione quindi, appena comparivano immagini o video che ci
riguardavano, eravamo sempre sulla bocca di ogni utente che si
aspettava qualcosa sempre di più da vedere per confermare
qualunque voce su di noi. Avere tutti gli occhi puntati addosso non era
sempre una bella sensazione. Era difficile mantenere una vita privata
in quell'ambiente. Tornai al mio piatto e alla conversazione con Thorn
nella quale poi si aggiunse Kevin parlando di musica e della sua
recente cotta con la quale da poco condivideva un piccolo
appartamento offerto dalla loro agenzia. Volevano renderli
più uniti in previsione della prossima serie che avrebbero
girato insieme, peccato che così facendo li avevano resi
talmente inseparabili l'uno dall'altro che ormai non si capiva
più se era amicizia o altro. Avevo conosciuto il suo nuovo
"amico" qualche settimana prima e potevo tranquillamente affermare che
quella cotta era reciproca. Erano tanto carini da vedere insieme. Anche
loro non avevano reso ufficiale niente, nemmeno con noi che ancora ci
chiedevamo se potevamo affrontare l'argomento con Kevin o fare finta di
nulla e aspettare. La nostra situazione era simile però Alec
ed io ricevevamo più pressione da tutte le parti. A volte
invidiavo Kevin e la sua cotta, erano liberi di vivere come volevano
senza alcun problema di sorta. Potevano uscire insieme come compagni o
amici senza scatenare male lingue o altro. Perchè noi non
potevamo fare lo stesso? Mi mancava quella libertà.
Quando finalmente il fotografo mise fine al lavoro, tutti si fiondarono
sul cibo. Sembravano un branco di lupi affamati. In quel momento di
tranquillità decisi di andare a controllare Alec in camera e
magari stendermi al suo fianco. La stanchezza aveva iniziato a farsi
sentire e dopo essermi riempito la pancia gli occhi mi si stavano
praticamente chiudendo. Senza dare troppo nell'occhio, salii le scale
ed aprii un paio di stanze per vedere dove si trovasse il mio compagno.
Quando lo trovai sorrisi, non lo avrebbe svegliato nemmeno una bomba.
Era così inerme e tranquillo, girato sul suo lato preferito,
a dormire senza nessuna preoccupazione. Mi faceva venire voglia di
stringerlo a me e coccolarlo. Mi sdraiai al suo fianco, stando attento
a non disturbarlo troppo, e gli sistemai meglio il lenzuolo. Rimasi a
fissarlo per qualche secondo accarezzandogli i capelli
finchè la forza di gravità delle mie palpebre non
vinse la partita contro il mio sforzo di restare sveglio a guardarlo.
Chiusi gli occhi e rimasi in una sorta di dormiveglia. Era raro per me
riuscire a dormire a lungo, spesso avevo il sonno leggero anche
perchè ero talmente abituato a fare dei riposini brevi per
poi svegliarmi subito dopo e riprendere a lavorare. Ormai ero una
macchina che andava con il pilota automatico. Quella piccola e fragile
pace che ci eravamo ritagliati fu interrotta una ventina di minuti dopo
quando all'improvviso piombarono in camera Run James e quella maledetta
videocamera onnipresente.
"Ecco uno scoop in diretta. Chi sta dormendo insieme?" cercai di
nascondermi in qualche modo sotto il lenzuolo ma sapevo di avere i
secondi contati. Era tutto inutile. James mi abbassò il
lenzuolo ed io sorrisi un pò imbarazzato e decisamente
contrariato da quell'entrata.
"Sei sgattaiolato come un ninja per venire a dormire con Alec? Che
sporcaccione. E' inutile che tenti di nasconderti, tanto ormai abbiamo
visto tutti." me l'avrebbe pagata cara quel cretino. Evitai di
commentare per non mettermi ulteriormente nei guai. Ci mancava solo
quella diretta.
"Fai silenzio altrimenti si sveglia!" mormorai loro con un tono di
avvertimento che non ammetteva repliche.
"Non sarebbe meglio? Almeno non sei salito quassù invano!" a
quella battuta gli lanciai un'occhiataccia.
"Va bene va bene! Run scendiamo giù prima che a Sugar Daddy
partano saette dagli occhi. Lasciamoli riposare in pace che sono
stanchi." disse James in tono serio spingendo Run a seguirlo.
"Ragazzi, questi erano i veri DamLec che persino nei momenti di relax
sono sempre appiccicati e dormono persino insieme. Al prossimo scoop."
esclamò divertito Run mentre James lo spingeva fuori dalla
camera. Quel video sarebbe stato virale in pochi istanti. Ed ecco che
il problema si stava per ripresentare, ormai era un circolo vizioso. In
quel momento ero troppo stanco per fare qualunque cosa che non fosse
restare sdraiato su quel letto.
"Che cos'era?" mugugnò Alec ancora mezzo addormentato non
riuscendo nemmeno ad aprire gli occhi.
"Un altro problema che i nostri manager dovranno risolvere
più tardi. Non pensarci adesso. Torna a dormire piccolo, ti
sveglierò quando sarà ora di andare." gli dissi
accarezzandogli la testa.
"Va bene. Teddy Bear puoi stringermi?" a quella richiesta sorrisi.
"Ai tuoi ordini piccolo. Buon riposo." mormorai abbracciandolo da
dietro mentre gli posavo un bacio sul collo.
"Così caldo..." sussurrò lui con un filo di voce
per poi ripiombare nei suoi sogni. Speravo ci fossi anch'io tra di
essi. Rafforzai la stretta attorno al mio compagno e chiusi gli occhi
senza prendere del tutto coscienza del casino che sarebbe successo sui
social da li a poco. Morfeo mi prese a se ed io mi abbandonai al corpo
caldo di Alec.
----------------------------------------------------------
Finalmente tornata!!! Mi scuso per il ritardo per chi segue la storia.
Vorrei sapere cosa ne pensate, spero che qualcuno commenti e spero vi
piaccia.
Torno a scrivere il prossimo capitolo.
Ciao
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Due piccole pesti ***
Behind your gaze 12
POV Damon
"Zio Moon! Zio Moon!"
Con questo urlo primordiale, che avrebbe risvegliato persino i morti,
due bambini entrarono di corsa in camera mia saltandomi addosso come se
fossi un loro giocattolo. Choco arrancò dietro il loro
entusiasmo facendo feste con il suo continuo abbaiare. Cercò
di
saltare sopra il letto anche lui ma rimbalzò per terra
quando il
materasso fu mosso dai piedi di quei piccoli demoni. Guardai
l'espressione confusa del mio cane e quasi gli scoppiai a ridere in
faccia. Choco scosse la testa prima ma si riprese subito dopo come se
nulla fosse successo richiamando la nostra attenzione. Mi fece pena in
quel momento e mi sporsi per prenderlo in braccio e portarlo su con me.
Fu felice di quel gesto ma poi mi abbandonò per andare a
scodinzolare intorno ai bambini. Finiva sempre così quando
arrivano loro. Li adoravo, peccato però che non fossi stato
avvisato in tempo così da potermi organizzare per passare un
po'
di tempo con loro. Alice faceva sempre così, piombava
all'improvviso creando il caos dietro di sé. Osservai
attentamente i miei nipoti, Bryce e Bonnie, erano cresciuti dall'ultima
volta che li avevo visti. A volte avevo la sensazione di perdermi la
loro infanzia e questo pensiero non mi piaceva per niente. Non ero il
padre, ma se persino per loro avevo poco tempo cosa avrei fatto se un
giorno avessi avuto dei figli? Prima che arrivasse quel giorno avrei
dovuto cambiare molte cose nella mia vita, volevo essere una persona
costante nella loro esistenza e non uno di quei padri che si vedevano
una volta ogni tanto troppo impegnati con il lavoro da veder crescere i
propri figli. Non volevo essere uno di loro. Sapevo di volere una
famiglia tutta mia e prima o poi l'avrei avuta, ma non nell'immediato.
La priorità era la mia carriera, al resto avrei pensato
dopo.
Alec mi avrebbe detto di non fasciarmi la testa prima di romperla,
aveva ragione. Spesso pensavo sempre troppo in là quando non
ce
n'era bisogno. Li guardai saltare sul letto, gridando felici, e sorrisi
divertito a quei due piccoli uragani. Li adoravo. Almeno
finché,
con un salto di Bryce, Choco non venne catapultato di nuovo per terra.
Poteva sembrare una situazione comica ma avevo paura che senza volerlo
avrebbero attentato alla vita del mio cane. Lo raccolsi di nuovo dal
pavimento e lo accarezzai cercando di capire se fosse tutto a posto.
"Zio Moon! Choco è caduto!" gridò Bonnie
portandosi allarmata una mano alla bocca.
"Zio Moon! Si è fatto male? Non volevo."
"Choco sta bene però dovete stare attenti altrimenti
rischiate
seriamente di fargli male." li avvertii in tono serio accarezzando la
testolina del cane.
"Scusa zio Moon."
"Scusa." come si faceva a restare seri quando si aveva quei quattro
occhi dispiaciuti, che inspiravano tenerezza da tutti i pori, fissi su
di sé? Ero senza speranza. Con Alec era persino peggio.
"Bambini come mai non siete a scuola?"
"La maestra è malata."
"E non c'era la supplente?"
"Mamma ha detto che preferiva lasciarci a te. Zio Moon possiamo stare
con te?" mi supplicò Bonnie mettendosi in ginocchio davanti
a me.
"Dov'è la mamma in questo momento?"
"E' in cucina e sta parlando con la zia Hope."
"La zia Hope è molto carina." commentò Bryce
sedendosi
vicino alla sorella per accarezzare Choco che allungò la
testa
verso le sue manine.
"La zia Hope? Da quando la conoscete?" chiesi loro in tono sorpreso. Mi
ero perso qualche cosa?
"Mamma ha detto che zia Hope è simpatica e che potevamo
giocare
con lei. Ma che suo fratello è ancora più
carino." oddio,
e quello da dove era uscito? Non potevo crederci. Mia sorella era fuori
di testa.
"Quando ci farai giocare con il nuovo zio? Voglio giocare a calcio con
lui!" insistette Bryce.
"Deve giocare al karaoke con me! Voglio anche ballare!"
continuò
Bonnie parlando delle sue fisse. Prima voleva fare la veterinaria
adesso voleva seguire le orme dello zio. Non sapevo nemmeno cosa fare,
a volte avevo paura di influenzarla troppo. Volevo che si costruisse un
proprio futuro non che seguisse il mio perché magari le
sembrava
magnifico. Era ancora piccola, c'era del tempo per prendere delle
decisioni.
"E' vero che il nuovo zio è più carino di zia
Hope?" chiese con curiosità mio nipote.
"Devo scambiare due paroline con vostra madre. Potete restare qua a
giocare con Choco però promettetemi che non lo farete
saltare di
nuovo!"
"Promesso zio Moon!" dissero in coro come due angioletti. Speravo
sinceramente che facessero i bravi.
Li lasciai da soli in camera e andai a cercare la fonte originale dei
miei problemi. La trovai appoggiata al mobile della cucina con una
tazza fumante di caffè in mano. Seduta li vicino c'era una
ragazza più giovane che mi sorrise stringendosi nelle
spalle.
Notai alcune somiglianze fisiche e nella gestualità tra lei
e il
fratello. Peccato che lui non fosse lì in quel momento ad
affrontare al suo fianco le loro sorelle. Messe insieme sembrava come
avere l'inizio della catastrofe.
"Ecco qua il mio fratellino! Ti sei svegliato bene?" mi sorrise con
astuzia quella serpe con il mio stesso sangue.
"Ciao Hope." salutai la sorella di Alec con un cenno del capo.
"Ciao Damon. Scusa l'invadenza." sembrava un po' in imbarazzo per il
loro gesto. Almeno una delle due aveva del rimorso.
"Alice si può sapere cosa stai combinando? Perché
hai portato qua i bambini?"
"Non te lo hanno detto? Oggi saltano la scuola e resteranno tutto il
giorno con il loro amato zietto. Non sei contento?"
"Devo lavorare."
"Non è vero. Ho controllato la tua agenda con Brian e
abbiamo
rimandato l'intervista di oggi. Sei libero di goderti i tuoi nipotini."
com'era subdolo il suo sorriso. Si era persino messa d'accordo con il
mio agente per organizzarmi la giornata senza farne parola con me.
Potevo disconoscerla?
"Non dovresti essere tu a badare a loro? Non mi sembra tu stia
lavorando in questo momento."
"Ho deciso di prendermi la giornata libera. Porterò Hope
alla nuova SPA del centro. Ne avremo per diverse ore."
"Tu sei la madre!" esclamai arrabbiato dalla sfacciataggine di mia
sorella.
"E tu sei lo zio, non potrei lasciarli in mani migliori."
"Se hai qualche problema puoi sempre chiamare Alec. A lui piacciono i
bambini." si intromise Hope annuendo con il capo. Da quanto tempo si
erano preparate quella scenetta? Sembrava andassero in sincronia.
"Mi piacerebbe vedere Alec alle prese con B&B. Vedila come
un'esercitazione per il futuro."
"Non stiamo parlando di un'esercitazione anti incendio."
"No, prendila come un'esercitazione per diventare padri. Un giorno
servirà ad entrambi...dopotutto la tecnica già ce
l'avete, fratellino se ci metterai più impegno nelle vostre
questioni amorose vedrai che anche voi due procreerete."
ridacchiò lei con fare sornione.
"Alec non è una donna!" mi irritava ogni volta che si
parlava di quelle cose per prenderci in giro.
"Lo sapevo! Grazie di avermi confermato che è Alec quello
che riceve."
"Certe cose vorrei proprio non saperle." mormorò Hope
arrossendo dall'imbarazzo mentre mia sorella se la rideva di gusto.
"Alice smettila di parlare della mia vita sessuale!"
"Perché dovrei? E' la cosa più interessante di
cui
parlare in questi giorni. E poi siamo tutti adulti, possiamo
tranquillamente discutere di sesso e di quante volte lo fanno i nostri
cari fratelli. Non è vero Hope? Io penso che alla fine non
battete chiodo così tanto spesso. Mi sbaglio?" c'era una
fossa
dove nasconderne oppure sotterrare la mia consanguinea?
"Sinceramente vorrei evitare di immaginare scene di mio fratello che fa
sesso estremo con il tuo."
"Oddio! C'è un modo per scomparire proprio in questo
momento?" mormorai nascondendomi il volto tra le mani.
"Scene di sesso estremo? Hope hai letto qualche nuova fanfiction su
loro due?"
"Non mi sono addentrata fino ai particolari...ho letto la trama e
alcuni commenti. Praticamente è una storia bds dove Damon
sottomette Alec con pratiche...diciamo stravaganti e piuttosto potenti.
Hanno commentato che nemmeno una volta lo fanno a letto e che a Damon
piace molto legare il suo bottom." rispose seraficamente la ragazza con
le guance rosse. Da dove aveva preso tutto quel coraggio all'improvviso.
"Oddio...scrivono questo di noi?" ero sotto shock.
"Si e tanto altro ancora...c'è persino qualcuno con la fissa
di
sgusciare i gamberetti, ma sinceramente non l'ho capita bene."
"Wow! E chi dei due doveva sgusciare i gamberetti?"
"No! Basta! Ti prego zio Voldy, lanciami un Avada Kedavra in questo
momento! Fallo adesso!"
"Quanto sei drammatico! Comunque fratellino benvenuto nel complicato e
profondo mondo delle fanfiction, dove ogni fans ha libero arbitrio per
trascrivere la propria fantasia e dire cosa mettere dove e quando. Tra
l'altro penso che facciate più sesso in quelle scene
erotiche
che nella realtà. Ho letto di certe cose che tu faresti ad
Alec
ed altre di come lui ti ricambia con entusiasmo e..."
"Alice basta! Ci sono dei bambini di la!" esclamai allarmato guardando
verso il corridoio che portava alla mia camera da letto.
"Appunto, sono di la a giocare con Choco. E poi non è la
prima volta che ascoltano queste cose sul loro zio."
"Giuro che chiamo i servizi sociali se continui così." la
minacciai. Ero sconvolto da quelle parole. Cosa pensavano i bambini di
me? Avevo quasi paura a chiedere.
"Che paroloni. Tratto bene i miei figli."
"Povera infanzia. Non potevi lasciarli insieme al tuo ex?"
"C'è un motivo per cui è diventato il mio ex e
poi i
bambini volevano vedere zio Moon. Hai il coraggio di buttarli fuori di
casa?" a quelle parole, i bambini sbucarono fuori come se avessero
ascoltato tutta la conversazione. Per caso c'erano delle telecamere
nascoste e qualcuno che presto sarebbe uscito a gridarmi che era tutto
uno scherzo? Dov'era quella persona? La stavo ancora aspettando.
"Zio Moon ti prego!" mi supplicarono i bambini.
"Possiamo restare qua con te? Ti prego!"
"Zio Moon vogliamo stare con te!"
"Caro fratellino ti hanno fottuto." mi sussurrò Alice
dandomi
una gomitata. Sapeva benissimo che non avrei potuto dire di no. Mi
aveva fregato alla grande.
"Mamma cosa vuol dire fot..." iniziò a chiedere Bryce ma lo
bloccai appena in tempo prima che finisse di ripetere la frase della
madre.
"Mamma voleva dire che sono fregato perché sa benissimo che
non so dirvi di no." mi affrettai a replicare.
"Allora possiamo restare?"
"Si piccola. Sono tutto vostro oggi." asserii sorridendo mentre le
accarezzavo i capelli.
"Siiiiii!! Verrà anche zio Alec a giocare con noi? Voglio
giocare a calcio ma tu sei una pippa."
"Bryce! Chi ti ha imparato quella parola?"
"La mamma. Lo dice spesso su papà. Dice anche tante altre
cose." era meglio non venire a conoscenza di certe cose.
"Zio Moon quando chiami zio Alec?" mi chiese Bryce. Ormai era solo
interessato al mio compagno, sembrava non fossi più il suo
idolo.
"Non sono sicuro che sia libero."
"Tranquillo, gli ho mandato un messaggio dieci minuti fa. Gli ho
scritto che era urgente e che ti serviva aiuto perché eri in
difficoltà. Forse ho menzionato qualcosa come del fatto che
tu
ti sia fatto male. Penso che correrà più veloce
del
tempo." disse Hope consultando il proprio cellulare con aria
soddisfatta. Dov'era finita la timida ragazza che avevo conosciuto? Mia
sorella l'aveva trasformata in un mostro.
"Come sei astuta sorella, hai imparato in fretta." le batté
il
cinque Alice dopo aver risposto la tazza nella lavastoviglie.
"Se fosse preoccupato mi avrebbe chiamato ma non ho sentito niente..."
mormorai confuso cercando di ricordare dove avevo lasciato il cellulare
la notte precedente. Mia sorella si fece avanti prendendo dalla tasca
della giacca l'oggetto che tanto stavo cercando.
"17 chiamate e 33 messaggi. Ti ho sequestrato il cellulare. Ha chiamato
anche Brian che lo ha ignorato volutamente."
"Da quando voi due siete diventate così culo e camicia?" mi
sembrava un incubo. Controllai tutte le notifiche che mi erano arrivate
e mi preoccupai del tono allarmato dei messaggi che Alec mi aveva
lasciato. Volevo uccidere mia sorella!
"Da quando i nostri fratelli hanno finalmente deciso di togliersi le
fette di salame dagli occhi e iniziare una storia d'amore pari a un
film della Disney. Solo più hot...o almeno, lo spero per
voi."
volevo essere figlio unico.
"Alec ha ripreso a chiamarmi. Sembrerebbe davvero agitato."
commentò mostrandoci il nome si suo fratello nel display del
suo
cellulare.
"Questo è il segnale per noi di andarcene. Forza Hope
andiamocene. E' ora di lasciare improvvisare i bambini fare da genitori
ad altri bambini. Sai, uno di questi giorni dovremmo fare qualcosa
insieme...tipo un'intervista dove potranno chiederci di tutto sui
nostri fratelli. Sarebbe grandioso." ridacchiò Alice
prendendo
sotto braccio la giovane per dirigersi insieme verso la porta
d'ingresso. I bambini la salutarono a mala pena in quanto erano
impegnati a rincorrere Choco in salone.
"Sono d'accordo con te, non puoi immaginare quanti retroscena posso
spifferare su Alec e la sua cotta."
"Ferme!" tentai di bloccarle invano.
"Arrivederci fratellino, prenditi cura dei bambini. E mi raccomando!
Prima di fare cose sporche assicurati che stiano dormendo!" mi
salutò mia sorella allegramente prima di sbattermi la porta
in
faccia.
"Zio Moon cosa vuol dire fare cose sporche? Dobbiamo lavare qualcosa?"
mi chiese Bonnie spaesata.
Dopo l'uscita di scena di mia sorella e Hope, riuscii a contenerli per
i primi dieci minuti poi ci fu il caos. Ognuno voleva fare una cosa
diversa e nessuno sembrava volesse ascoltarmi in alcun modo, nemmeno
Choco che passava dall'uno all'altra scodinzolando con entusiasmo. Non
sapeva nemmeno da chi dover restare ma sembrava non importargliene, era
felice di giocare con i bambini che continuavo a chiamarlo. Persino
quando Bonnie gli mise una forcina con una farfalla rosa non fece
storie. Si sarebbe fatto fare di tutto da quei due. Peccato che ad Alec
ogni tanto abbaiava ancora, che cane ingrato. Cercai di star loro
dietro ma mi sembrava un'impresa ardua, sistemavo una cosa e subito
dopo mi si presentava un altro problema dalla parte opposta. Non
potevano giocare insieme? Dovevo escogitare un piano per attirare la
loro attenzione ed evitare che mi demolissero la casa e il cane, anche
se ormai per lui avevo poche speranze. Si sarebbe fatto comprare da un
paio di coccole e qualche croccantino. Ero sempre riuscito a stare con
loro senza troppe difficoltà, eppure in quel momento non mi
sentivo pronto. Cosa mi stava succedendo? Ero fuori fase? Recuperai
Bryce al volo mentre stava quasi per cadere a terra perché
aveva
avuto la brillante idea di salire sulla sedia, allungandosi verso il
mobile della cucina, per prendere la scatola di cereali. Mi ci mancava
solo quello. Nello stesso istante, Bonnie agguantò Choco
dicendo
qualcosa al riguardo di fargli il bagno e lavargli i denti con
spazzolino e dentifricio. Presi la bambina e il cane con il braccio
libero e rimasi in piedi a prendere finalmente fiato con tutti e tre
che penzolavano ai miei fianchi a mezz'aria. Per loro era divertente,
come essere su una giostra, per me era tutto sfiancante. Se dovevo
passare tutto il giorno con loro qualcosa doveva cambiare e subito.
All'improvviso qualcuno digitò il codice della porta ed
entrò di corsa in casa con il fiatone e sguardo allarmato.
Scandagliò la sala finché i suoi occhi non si
posarono
sulla scena che aveva di fronte e rimase interdetto per alcuni secondi.
"Chi sei? Zio Moon lo conosci?" mi chiese Bonnie continuando a guardare
il nuovo arrivato con curiosità.
"Zio Moon?" l'espressione del mio compagno sembrava un punto di domanda
vivente. Non aveva mai sentito il nomignolo con il quale mi chiamavano
i miei nipoti.
"Si, sono io. Ciao Alec." lo salutai con un cenno del capo e un mezzo
sorriso frustrato sulle labbra.
"Zio Alec? E' lui zio Alec?" continuò a chiedere Bryce
strattonandomi la maglietta. Li misi giù cercando di non
farli
cadere. L'espressione di Alec si fece sempre più stralunata
al
suono dell'appellativo con il quale lo aveva chiamato il bambino.
"Hope mi ha mandato un messaggio dicendo che era urgente...pensavo ti
fossi fatto male."
"Diciamo che rischio la vita di tutti qua dentro." sbuffai facendo
smuovere il ciuffo mentre mettevo le mani ai fianchi.
"Vedo che sei un po' in difficoltà." il mio compagno
finalmente ridacchiò rilassandosi.
"Da cosa lo hai capito?"
"Zio Alec possiamo giocare a calcio insieme?" Bryce gli si
piazzò davanti per richiamare la sua attenzione.
"Non state dimenticando qualcosa? Non vi siete nemmeno presentati e
già partono le richieste? Ricordatevi le buone maniere."
"Scusa. Io sono Bonnie e lui è mio fratello Bryce." disse la
bambina affiancando il gemello.
"Piacere, io sono Alec. Sono un amico di vostro zio Damon." sorrise
chinandosi verso di loro.
"Mamma ha detto che sei il suo fidanzato. Perché dici che
sei suo amico?"
"Mamma ha detto che non si deve mai mentire."
"Mamma ha detto questo?" boccheggiò Alec perdendo per un
secondo
la sua compostezza. Non se lo sarebbe mai aspettato quel risvolto e
nemmeno io. Ma i bambini non avevano peli sulla lingua e di certo non
sapevano quando fermarsi.
"Dovrò scambiare qualche parola con mia sorella." mormorai
massaggiandomi il collo.
"Si, sono il fidanzato di vostro zio." affermò il mio
compagno
con sicurezza. Sembrava si fosse liberato di un peso di dosso. Vedevo
l'orgoglio nel suo sguardo e nelle sue parole.
"Alec non..."
"Non si deve mentire, lo ha detto la mamma. E poi posso finalmente
dirlo ad alta voce senza dovermi guardare alle spalle per paura che
qualcuno ci riprenda. Mi piace poterlo dire a qualcuno, anche se si
tratta soltanto di due bambini. Però questi due piccoletti
sono
tuoi nipoti, quindi molto importanti per te. Mi basta per il momento.
Cosa stavate facendo?" chiese chinandosi di nuovo verso di loro per
cambiare argomento. Sorrisi al suo discorso. Capivo cosa voleva dire,
avrei tanto voluto dire al mondo intero la verità su di noi
ma
non potevo. Non ancora, forse mai. Ero con le mani legate e con il
desiderio di essere onesto fino in fondo sulla nostra relazione.
"Lo zio oggi non è divertente. Io volevo fare il bagnetto a
Choco e lavargli i denti."
"Io volevo mangiare i cereali."
"Più che mangiare i cereali li hai sparpagliati per terra.
Facciamo una cosa, adesso aiutiamo lo zio a riordinare quello che avete
combinato. Dopo faremo qualcosa tutti insieme...e cercheremo di
lasciare stare in pace il cane prima che azzanni qualcuno e penso
proprio che potrei essere io il mal capitato della situazione. Cosa ne
dite? Aiutiamo lo zio? Non facciamolo troppo disperare, altrimenti non
ci vorrà più con se." mormorò lui
lanciandomi un
sorriso micidiale che mi andò dritto al cuore. Quanto
adoravo
quel ragazzo.
"No! Zio Moon ti prego non lasciarci!"
"Zio Moon non ci vuoi più bene?"
"Vi vorrò sempre bene, anche se siete delle piccole pesti
come
qualcuno di mia conoscenza. E di certo non vi abbandonerò
mai,
ma dovete darmi una mano e ascoltarmi. E' meglio giocare tutti insieme
che da soli. Non è vero?"
"Si zio Moon."
"Zio, Choco si sta mangiando i cereali!"
Ripresi al volo il cane, che cercò di dimenarsi per tornare
a
scrofanare gli ultimi cereali ancora dispersi per terra, e vidi che i
bambini si misero ad aiutare Alec per pulire il disastro. Sperai che
Choco non si sentisse male più tardi per poi finire con il
vomitare il suo spuntino extra. Mi starnutì in faccia e una
terribile alitosi mi salì alle narici facendomi storcere il
naso
dal disgusto. Ma cosa diamine gli davamo da mangiare? Nemmeno una
confezione intera di mentine avrebbe potuto risolvere il problema. Lo
rimisi a terra non sapendo più chi sgridare, se lui o se
Bryce,
e per tutta risposta iniziò ad abbaiarmi contrariato da
quello
che gli avevo negato. Si prospettava una giornata alquanto incasinata.
Mentre Alec si dedicava ai bambini, rispondendo alle loro mille domande
con estrema pazienza, mi misi all'opera per preparare qualche spuntino
da dare loro da mangiare. Conoscevo le preferenze di tutti e tre e per
fortuna potevo accontentarli, peccato che poi avrei dovuto fare la
spesa altrimenti non ci sarebbe stato più niente per cena.
Rimasi ad ascoltare per alcuni minuti quel chiacchiericcio insistente
ridacchiando quando Alec dovette fare alcune pause lunghe per cercare
qualche risposta appropriata da dare loro senza entrare troppo nel
panico. Lo vidi più volte arrossire vistosamente, ma
riuscì sempre a cavarsela egregiamente. Il mio piccolo
grande
uomo messo alle strette da due bambini abbastanza tenaci da sfinirlo
con le loro richieste. Erano come un bel quadretto, vederli insieme mi
ispirava tenerezza. Come Alec mentre faceva sedere Bonnie sulle sue
gambe e accarezzava i capelli di Bryce, tutto quello mi rendeva sempre
più orgoglioso del mio compagno. Io volevo quel quadretto.
Avrei
voluto tutto quello con lui, un giorno. Il pacchetto completo, niente
escluso. Forse stavo andando troppo oltre, avevamo sette anni di
differenza e pensieri diversi. Per lui era fin troppo presto pensare a
certe cose, per me era diverso. Forse era l'età o la voglia
di
costruirmi una famiglia tutta mia. Ogni tanto questo desiderio faceva
capolino nella mia testa ricordandomi che c'era altro oltre la
carriera. Però non era il momento giusto. Chissà
quando e
se sarebbe mai arrivato. E specialmente con chi. Sapevo già
chi
avrei voluto al mio fianco, lo avevo già trovato da tempo ma
non
volevo fare il passo più lungo della gamba. Già
una volta
avevo commesso l'errore di credere che piacevo veramente a una persona,
non avrei commesso di nuovo lo stesso sbaglio imponendomi a qualcuno.
Di certo non lo avrei fatto con Alec. Li chiamai per dire loro di
mettersi a tavola e mangiare. Apprezzarono il cibo e continuarono con
le domande-risposte di prima includendomi nella discussione. Mi
sorprendeva la pazienza che aveva Alec nei confronti dei miei nipoti.
Sarebbe diventato un ottimo padre un giorno. Era bello dividere il
compito di prendersi cura di quei bambini con lui, era riuscito a
rendermi tutto più facile e divertente. Finalmente Choco si
era
messo a dormire ai piedi del divano, sembrava esausto. Peccato che non
succedesse anche a quei due di essere stanchi. Alla fine del pasto,
sparecchiarono la tavola e dissi loro di andare a giocare con lo zio
Alec che avrei pensato io ai piatti. Iniziai a sistemarli dentro la
lavastoviglie finché non sentii qualcuno dietro di me
abbracciarmi stretto. Sorrisi abbandonandomi al calore di quel corpo.
"Zio Moon? Perché ti chiamano così?" mi chiese
lui sussurrandomi all'orecchio.
"Quando hanno iniziato a parlare facevano fatica a dire il mio nome,
specialmente Bonnie. Riusciva a dire soltanto Mon per tanto tempo, da
li sono rimasto zio Moon dopo avermi sentito parlare della luna e delle
stelle." sorrisi raccontandogli quell'anedoto dell'infanzia dei miei
nipoti.
"Parlavi dell'universo a dei bambini piccoli?"
"In quel momento ero un po' in fissa. Diciamo che tra le ninna nanne e
i racconti fantastici di One Piece ci aggiungevo sempre qualcosa di
astrologico."
"Pensavo ci avresti messo anche i super eroi della Marvel."
"Fatto."
"Sei proprio un nerd." ridacchiò lui prendendomi in giro.
"Ma a te questo nerd piace." mormorai con sicurezza mettendo le mie
mani sulle sue. Mi piaceva la sua stretta si di me.
"Ne sei proprio convinto? Non mi sembra che tu mi piaccia poi
così tanto." quella piccola peste voleva essere sculacciato.
"Buono a sapersi, vorrà dire che se vorrai qualche favore
sessuale da me dovrai pregarmi in ginocchio e spera di essere
fortunato. Potrei anche non concedertelo."
"E a chi altri vorresti concederlo? Ti ricordo che è
proprietà privata." mi disse Alec, facendomi girare di
scatto
verso di sé per poi toccarmi il cavallo dei pantaloni.
Qualcuno
lì dentro si stava già risvegliando.
"Allora marca il territorio. I tuoi segni sul mio corpo stanno
sparendo." ribadii io fissandogli le labbra carnose. Avevo
così
tanta voglia di baciarlo.
"Se non la smetti ti mordo il culo."
"Parli parli ma fai mai quello che dici. Sono minacce fatte a vuoto?
Peccato." sbuffai girandomi di nuovo nel suo abbraccio per dargli le
spalle.
"Ci sono i bambini di la." mormorò lui mettendomi il mento
sulla spalla per guardare verso i miei nipoti.
"I bambini c'erano già quando mi hai abbracciato in questo
modo
strofinandoti sul mio culo. Hai iniziato tu. E' normale che poi
l'aspettativa sia alta." mi lamentai.
"Stai mettendo il broncio?"
"Ti stai strofinando ancora sul mio culo? Allora si, sto mettendo il
broncio perché sto sentendo quanto sei felice di essere in
questa posizione. Devo essere io questa volta a ricordarti che sono
presenti dei minori in questa casa?"
"Stanno disegnando, sono impegnati." sussurrò lui
mordicchiandomi il lobo dell'orecchio. Chiusi gli occhi perdendomi
nella sensazione della sua bocca su di me. Ero veramente frustrato.
"Lo sai che in questo momento sei incoerente? E poi lo sai che
è
meglio non iniziare una cosa che non puoi portare a termine."
"Odio tua sorella." sbuffò lui sciogliendo l'abbraccio per
mettersi al mio fianco appoggiato al bancone.
"Benvenuto nel club."
"Anche tu sei parecchio duro qua dentro." mi stuzzicò lui
sfiorandomi nuovamente il pacco. Sarei impazzito presto se non avesse
tolto la mano da li.
"Alec! Ti ho avvisato."
"Voglio solo toccare un po' ciò che è mio."
ridacchiò sfacciatamente continuando a fissare la sporgenza
nei
miei pantaloni che supplicava per avere un po' delle sue attenzioni.
"Non è il tuo joystick."
"Però ti piaceva come lo maneggiavo l'ultima volta."
"Mi piaceva di più la tua bocca." ribattei al suo orecchio
succhiandogli il lobo con fare lascivo. Sapevo giocare a quel gioco
meglio di lui.
"Oh, piace molto anche a me la tua." ansimò Alec portando
indietro la testa per lasciarmi libero lo spazio al suo collo. Era una
tentazione troppo appetibile. Lo sfiorai con le dita e lo sentii
rabbrividire al mio tocco, mi fermai prima di dare vita a un vietato ai
minori.
"Piccolo stiamo andando troppo oltre. Se i miei nipoti ci beccassero in
questo momento, come spiegheresti loro le nostre erezioni?"
"Direi loro che allo zio Moon piace molte quando lo zio Alec fa certe
cose e che lo zio Alec viene ringraziato a dovere a gran voce."
"Non eri tu quello che urlava di più qualche sera fa? Per
fortuna non c'era nessuno a casa...e il fatto di non aver ricevuto
ancora nessun reclamo da parte dei vicini forse è un bene.
Non
potrei mai dimenticare quelle grida e tu che mi artigliavi la schiena.
Il mio gattino ha gli artigli affilati." lo presi in giro avvolgendo il
mio braccio sulla sua spalla. Lui arricciò il naso
imbarazzato.
"Dovrei presentarti Joker, così potresti sentire quanto sono
affilati i suoi di artigli."
"Apprezzo solo quelli del mio gattino. Però forse
è
meglio staccarci un po' così poi potremmo andare a giocare
con
loro. Hai promesso a Bryce di giocare a calcio."
"E a Bonnie di farmi qualche acconciatura cool. Guardali, sono
bellissimi insieme in questo momento. E pensare che quando sono
arrivato c'era una confusione unica. Non sembrano nemmeno figli di
Alice. Vedo molto di te in Bonnie e qualcosa anche in Bryce." sorrise
con affetto Alec guardando i bambini. Avrei dovuto dirgli che prima mi
sembravano un quadretto di famiglia? Forse meglio di no.
"Sai, mia sorella mi ha detto che dovremmo farlo più spesso
se
vogliamo avere dei bambini nostri." gli dissi muovendo più
volte
il sopracciglio per fargli capire veramente a cosa mi riferissi.
"Che problemi ha?"
"Me lo sono sempre chiesto anch'io...però sono sempre
favorevole a farlo più spesso."
"Mi trovi sempre pronto Teddy Bear. Ha detto qualcos'altro?"
"Che se vogliamo fare delle cose sporche dovremmo farle dopo esserci
assicurati che i suoi figli stiano dormendo sul serio. Tua sorella era
d'accordo con lei. Hope ha tirato in ballo anche delle fanficion
erotiche su noi due. Lo sapevi che tua sorella leggeva queste cose?
Parlava di bsd...volevo nascondermi." scossi la testa cercando di
dimenticare quel ricordo che ormai era diventato un chiodo fisso nella
mia mente.
"Oddio! Certe cose non le voglio proprio sentire!"
"Sai...però mi è venuta qualche idea. Potrei
procurarmi un paio di manette. Dovrei chiedere aiuto a Brian."
"No ti prego! Dopo che ci ha comprato i preservativi la prima volta non
sono più riuscito a guardarlo in faccia per tanto tempo. Non
farmi questo." mi supplicò lui nascondendosi il volto con le
mani.
"Allora vada per la vendita on line...oppure vuoi interessartene
direttamente tu? A me sta bene." vidi le sue orecchie andare a fuoco e
ridacchiai divertito.
"Torno dai tuoi nipoti, almeno con loro posso parlare di qualcosa che
non sia manette e frustini."
"Non ho parlato di frustini...ti interessano? Non ti facevo
così
perverso." non sapevo che potesse arrossire ancora di più.
Era
troppo divertente metterlo in imbarazzo in quel modo quando eravamo da
soli.
"Tu! Taci! Se non alzi il culo e ci raggiungi entro due minuti te ne
pentirai amaramente. Allora si che rimpiangerai il frustino."
Ridacchiai divertito alla sua battuta e lo seguii appena avviata la
lavastoviglie. Choco si riprese nello stesso istante in cui mi unii a
loro, come se mi stesse aspettando, e andò da ciascuno di
noi
per chiedere le coccole. Aiutammo i bambini con i disegni e mi presero
in giro per come avevo riprodotto su carta il mio cane. Effettivamente
era riuscito male e persino lo stesso soggetto ebbe qualcosa da ridire
abbaiandomi contrariato come se fosse a conoscenza delle mie poche doti
artistiche. Scoppiai a ridere appoggiando la testa alla spalla di Alec
mentre lui mi accarezzava i capelli divertito. I bambini furono
impietosi verso il mio capolavoro e decidemmo di fare una gara su chi
avesse disegnato meglio Choco. La vinse a mani basse Bryce, a quanto
pareva aveva ereditato le doti artistiche del padre. Almeno una nota
positiva di quell'uomo che si vedeva raramente e del quale mia sorella
ne criticava ogni minima cosa fatta nella sua vita. Mi ero sempre
chiesto come mai lo aveva sposato, come mai ci era cascata con tutte le
scarpe. Parole sue, non mie. Bonnie mi si sedette in grembo per
aiutarmi a colorare il disegno, le posai un bacio sul capo e la feci
ridere facendole il solletico al fianco. Anche le soffriva facilmente
il solletico come sue zio. Quando la bambina convinse Alec a farsi una
nuova acconciatura, il mio compagno si sedette ai miei piedi e rimase
pazientemente fermo sotto le manine di Bonnie che si misero all'opera
per legargli i capelli in cima. Sembrava avesse una fontana in testa o
un piantina che stava crescendo, mi veniva da ridere. Spesso anch'io
glieli legavo in quel modo quando erano troppo lunghi e vedevo che gli
davano fastidio. Era carino e la scena era molto domestica, come se noi
cinque insieme stessimo formando una famiglia. Il mio compagno chiuse
gli occhi e sorrise quando gli accarezzai il collo con le dita. Quando
Bryce lo supplicò di andare a giocare a calcio, Alec
annuì e gli disse di andare a prendere il pallone mentre si
alzava e diceva che anche a Bonnie ed io avremmo dovuto partecipare
alla partita. Gli dissi che non era giusto e che avrebbero vinto a mani
basse, Alec mi prese in giro sfidandomi apertamente. Presi da parte mia
nipote e le dissi che avremmo dovuto batterli in astuzia per poter
avere una minima chance di vittoria. In pratica avremmo dovuto fare di
tutto per barare, forse era brutto insegnare certe cose a una bambina
ma in quel momento ne valeva la pena. Suggellammo il patto stringendoci
i mignoli e li raggiungemmo nel giardino seguiti da un Choco del tutto
esaltato. La partita iniziò e come da copione ci rifilarono
i
primi due goal senza nemmeno che li avessimo visti. Sbuffando
infastidito, feci un cenno con il capo a mia nipote e lei mi
schiacciò l'occhiolino. Appena partì l'azione,
lei si
fiondò verso Alec attaccandosi alla sua gamba mentre io
sollevai
in aria Bryce facendolo ridere a crepapelle mentre mi gridava di
rimetterlo giù e che lo stavo imbrogliando. Quando
riprendemmo a
giocare, ci scambiammo i ruoli. Bonnie salì sulle spalle del
fratello mettendogli le mani sugli occhi, per poco non caddero per
terra. Io presi in contropiede Alec, che cercò lo stesso di
puntare alla nostra porta, e lo abbracciai da dietro sollevandolo da
terra. Lui non fece resistenza, si lasciò andare al mio
abbraccio ridendo spensierato mentre gli soffiavo all'orecchio. Mi
disse che quello non era il modo di giocare e che lo stavo prendendo in
giro, ma non sembrava importargliene più di tanto.
L'importante
era che ci stavamo divertendo tutti e quattro insieme anche senza
seguire le regole. Choco giocava in entrambe le squadre e
più
volte lo vidi ribaltarsi su se stesso mentre saltava per cercare di
prendere inutilmente la palla. Quando non ce la fece più,
Bonnie
lo prese in braccio e lui le leccò la mano in segno di
riconoscenza. Io continuai a importunare Alec agguantandolo nella mia
stretta mentre Bryce aveva tutto il giardino libero per segnare il
goal. Non c'erano dubbi su quale squadra avesse vinto quella partita.
L'unico punto che avevamo segnato era stato perché il mio
compagno si era fatto da parte, per pura cortesia, quando Bonnie stava
tirando. Con me non aveva usato nessuna gentilezza, nemmeno quando per
distrarlo gli avevo dato un bacio sul collo e lui per tutta risposta mi
aveva spinto per passare la palla a mio nipote e farlo segnare. Poi mi
aveva scoccato un sorriso soddisfatto lanciandomi un'occhiata
lussuriosa che avrebbe fatto rabbrividire chiunque, sembrava stesse
scandagliando ogni parte di me con la luce a infrarossi. Mi sentivo
nudo sotto quello sguardo attento, poi quando si mise a mordersi il
labbro inferiore per me fu la fine. Non poteva farmi restare in quello
stato eccitato proprio mentre stavamo giocando con i bambini. Era
sadico! Che frustrazione, sbuffai voltandomi dall'altra parte per
cercare di calmare il fratello dei paesi bassi che si stava svegliando.
Fermo li! Ci mancava soltanto quello. Avrei dovuto seriamente cercare
quelle manette su internet, giusto per rendergli pan per focaccia.
Quelle fottutissime labbra dolci e carnose...troppo appetitose per non
assaggiarle. Giocava sporco e lo sapeva. Avrei voluto trovare un modo
in quel momento per tenerle occupate.
Bonnie mi supplicò, con ancora Choco in braccio, di suonare
la
chitarra così lei poteva cantare. Acconsentii di buon grado
e
presi il mio strumento, lasciando gli altri due bambini a fare passaggi
tra di loro. Mi sedetti in un angolo del giardino con mia nipote e il
mio cane e iniziai a pizzicare le corde. Bonnie riconobbe gran parte
delle canzoni che stavo suonando e iniziò a cantarle insieme
a
me battendo le mani a ritmo. Quella piccolina aveva grinta da vendere.
Poteva fare molte cose se quello era veramente il suo sogno e se
continuava ad esserlo. L'avrei aiutata se ce ne fosse stato bisogno, ma
poteva anche soltanto essere un desiderio momentaneo e in futuro
cambiare parere. Un po' lo speravo per lei. Speravo in un futuro
più tranquillo e felice per lei. Era troppo incasinata la
mia
vita tra alti e bassi e gli haters che dedicavano tutto il loro tempo
per buttarmi giù, di certo non avrei mai desiderato questo
per
mia nipote. Mai. Meritava tutto il meglio possibile che questa vita
poteva riservarle, lo stesso valeva per suo fratello con la fissa di
diventare un calciatore. Adesso Alec sarebbe stato il suo idolo in
eterno, aveva già messo da parte lo zio Moon. Pazienza, me
lo
sarei dovuto aspettare che prima o poi sarebbe successo ma un po'
faceva male passare in secondo piano per lui. Quasi senza neanche
accorgermene, le mie dita mi indirizzarono alle prime note di Season of
you.
"You
are the warm breeze that pass through me when my heart is shaking.
Like
a morning sun that clear away my loneliness.
You
are the drizzle wind that blow to delighted my heart
Like
a shining star in the darkness night
You
are every season that Im waiting for, the only one in my heart."
Iniziai a cantare la prima strofa e scambiai un sorriso d'intesa con
Alec. In quel sorriso ci leggevo un mondo intero. Ci leggevo il mio
presente e il mio futuro, avrei voluto che fosse l'ultima cosa da
vedere a fine giornata e la prima che mi desse il buongiorno. Era un
toccasana per le ferite del mio passato. Quel sorriso mi faceva sempre
rinascere, era contagioso per me. Continuai a cantare per Bonnie e lei
mi venne dietro con tutto il suo entusiasmo. Anche lei amava quella
canzone, nonostante a volte si lamentasse che fosse troppo lenta.
Voleva che ne scrivessi una più ritmata da ballare e
continuava
a chiedermi sempre quando poteva farla ascoltare alle sue amiche. Le
avevo detto che doveva aspettare come tutti gli altri e lei mi aveva
messo il broncio per un'ora accusandomi di essere uno zio cattivo.
Quella volta ero riuscito a rabbonirla portandola a cavalluccio sulle
spalle. La prossima volta cosa avrei dovuto fare? Alec e Bryce si
avvicinarono facendo dei balletti divertenti ad ogni brano che
cambiavo. Tra una risata e un'altra passammo gran parte del pomeriggio.
Ad un certo punto dissi loro che sarei andato a fare un po' di spesa ma
Alec ed i bambini insistettero per venire con me. Non potevo
rifiutarmi. Alec ed io cercammo di camuffarci in qualche modo tra
mascherine e cappellini, tolsi persino le lenti a contatto per
indossare gli occhiali nella speranza di sembrare meno riconoscibile ma
mi sentivo lo stesso tutti gli occhi puntati addosso. Non serviva a
niente nascondersi troppo, a quanto sembrava più si
è
coperti più si suscita l'interesse delle persone. Per
fortuna
quel mini market era vicino casa, almeno il gestore mi conosceva e non
faceva troppe domande anche se questa volta non ero da solo o in
compagnia di Brian. Mi ero portato dietro un quartetto che se fosse
stato ripreso insieme a me avrebbe fatto scalpore nelle riviste
scandalistiche nel giro di un nano secondo. "Famosi attori che
interpretano una coppia gay sono usciti allo scoperto! Sono una coppia
reale e questi sono i loro figli segreti!" Titoli del genere potevano
distruggere tutto. Una carriera, una vita. Dovevo proteggere
ciò
che avevo di più caro con le unghie e con i denti. Se
fossero
comparsi titoli come questo sarebbe stata la fine, anche se avessero
scoperto la vera identità dei gemelli lo scoop ci sarebbe
stato
lo stesso. Ricordai loro di fare in fretta e presi un cestino per poi
seguire i bambini dentro. Alec prese in braccio Choco visto che
all'improvviso non sembrava volesse camminare oltre, sfaticato di un
cane. Era arrivato al suo limite giornaliero, almeno finché
Bonnie non si fece avanti e lui si dimenò dalla presa del
mio
compagno per andare a seguire la piccola di casa con adorazione. Tutto
d'un colpo gli erano tornate le energie, mica stupido. A turno,
iniziarono a riempire il cestino anche di cose inutili che riposi di
nuovo al loro posto. Dopo un'attenta discussione su cosa volevano per
cena, i bambini insistettero per mangiare degli hamburger con patatine.
Io li obbligai a prendere anche delle verdure e alla fine raggiungemmo
un compromesso. Per fortuna Alec aveva smesso di fare tutti questi
problemi ed era più accomodante. Bryce continuava a cercare
di
infilarmi sacchetti di patatine nel cestino, vidi il mio compagno
schiacciargli un occhiolino d'intesa e, ogni volta che li rimettevo a
posto, Alec mi aggirava alle spalle per fare di nuovo canestro e
riprendere quelle dannate patatine. Bonnie rise di gusto vedendo quei
due scambiarsi un cinque e Choco si unì ai festeggiamenti
abbaiando. Quattro contro uno, avevo perso in partenza. Alec
continuò a fare canestro con altre confezioni che mio nipote
gli
passò, tutto questo sotto lo sguardo spazientito e spento
del
commesso che stava controllando che non gli rovinassimo la merce in
esposizione. Perché dovevo fare soltanto io la parte
dell'adulto? Bryce mi saltò sulla schiena per cercare di
bloccare ogni mia mossa mentre quella peste del mio compagno tirava
fuori dal cestino la verdura aiutato da Bonnie. Tradimento! Presi in
braccio mia nipote e minacciai Alec di aizzargli contro Choco se non
avesse rimesso a posto tutto ciò che avevano tolto. Lui
praticamente mi rise in faccia, almeno finché il cane non
gli si
piazzò ai piedi saltandogli alle ginocchia per abbagliargli
contro. Per fortuna avevo ancora un po' di ascendente su quella piccola
palla di pelo. Appena entrarono altre persone, tornammo in una sorta di
serietà unanime e concludemmo nel fare la spesa il
più
rapidamente possibile come se fossimo una famiglia normale. Bonnie mi
prese per mano e ci incamminammo tutti verso casa. Dopo aver cucinato
loro dei panini degni del miglior fast food in circolazione, ci
riunimmo insieme a divorare tutto ciò che avevo messo a
tavola.
Eravamo tutti affamati e alla fine mangiarono pure le verdure dopo aver
ricordato loro che avevamo il gelato come dessert. Alla fine i bambini
si piazzarono sul divano di fronte alla televisione per scegliere
qualcosa da guardare quella sera mentre noi adulti finivamo di
sistemare la cucina e avviare la lavastoviglie. Ci stuzzicammo persino
in cucina. Lui che prese lo strofinaccio per tirarmi una frustrata
sulle cosce, ridendo come un pazzo alla mia smorfia di dolore, ed io
che per tutta risposta dopo averlo rincorso attorno al tavolo gli
scoccai una forte e sonora sberla sul sedere che sicuramente avrebbe
lasciato la sua impronta. Dopo che lui lanciò un grido di
sorpresa mista a dolore, mosso dal rimorso, mi avvicinai per
massaggiargli la natica in questione abbracciandolo per chiedergli
scusa. Lui mi morse la spalla e sgusciò fuori dal mio
abbraccio
ridendo per poi raggiungere i bambini sul divano. Mi aveva preso in
giro ancora una volta. Sospirando esasperato, andai in sala dagli altri
mentre mi massaggiavo la spalla offesa. Portai con me una ciotola
grande di pop-corn appena fatti, il mio compagno aveva già
messo
sul tavolino delle bevande. Mi stravaccai sul divano accarezzando Choco
al mio fianco che finalmente chiuse gli occhi per il suo meritato
riposo. I bambini decisero di guardare un film della saga The Avangers
e si misero comodi a sgranocchiare e a gustarsi le scene di azione
alcune delle quali furono imitate da Alec e Bryce in chiave
melodrammatica. Bonnie mi si accoccolò in grembo quando
iniziò ad avere sonno ed io presi ad accarezzarle i capelli
con
affetto. Alec ci guardò e sorrise, gli feci un cenno come
per
chiedergli a cosa stesse pensando ma lui scosse la testa e
tornò
a guardare il film rispondendo a una battuta di mio nipote. Quando
finalmente anche Bryce iniziò a sbadigliare con la testa
sulla
mia spalla e i piedi sulle gambe di Alec. Restammo a guardare il film
fino alla fine e poi, di comune accordo senza parlare, portammo
entrambi uno dei gemelli in braccio fino alla stanza degli ospiti dove
li cambiammo per poi infilarli a letto e lasciarli dormire. Un Choco
tutto assonnato, arrancò a fatica al nostro fianco, lo presi
in
braccio e lo posai sul materasso dove si accoccolò ai loro
piedi
per riposare con loro. Presi in mano il cellulare e scattai una foto.
Ormai non sapevo più nemmeno quante ne avevamo fatte quel
giorno. Altri ricordi da portare con me da rivedere quando ne avrei
avuto più bisogno. Tornammo sul divano a fare un po' di
zapping
con la televisione, Alec mise un programma con i suoi comici preferiti
e restammo a ridere alle loro battute assurde. Mi sdraiai e posai la
testa sul suo grembo. Ero sfinito.
"Alice deve tornare per prendere i bambini?" mi chiese lui prendendo a
giocherellare con i miei capelli.
"No, le ho detto di passare domani mattina. Sarebbe stupido portarli a
casa adesso che stanno dormendo."
"Sembravano due angioletti."
"Da addormentati."
"Smettila, ti sei divertito tanto anche tu oggi. Ammettilo, sei
innamorato di loro." mi stuzzicò lui facendomi il solletico
sul
collo. Peccato che quello era un punto dove ne soffrissi poco.
"E' stata una bella giornata. E si, adoro quelle piccole pesti. Grazie
del tuo aiuto tesoro." mormorai stringendogli un ginocchio con affetto
e gratitudine.
"Puoi sempre chiamarmi quando vuoi una mano con loro. Magari potremmo
organizzarci a portarli in giro da qualche parte. Ne sarebbero felici."
"Potremmo provarci con le dovute precauzioni nel cercare di mantenere
la nostra privacy. Magari portarli all'acquario...sarebbe divertente.
Dovrò parlarne con la nuova squadra di supporto."
"Hai già trovato le persone giuste per il tuo studio?"
"Penso di si. Potremmo fare grandi cose insieme, sembrano promettenti."
"Un po' mi mancherà Brian."
"Lo so, anche a me. Specialmente il fatto che non potremmo
più
avere interazioni pubbliche insieme. Mi mancheranno i suoi post con
alcuni momenti rubati dietro le quinte."
"Si...come quelli dove ti scattava foto mentre dormivi."
ridacchiò lui divertito prendendomi in giro.
"Quello lo fai anche tu."
"Senti chi parla! Quante me ne hai scattate l'altro ieri sul set?"
"Non è colpa mia se ogni volta ti becco stai sempre a
dormire
sotto la tua copertina azzurra. A volte mi sento geloso di quella
copertina che può avvolgerti tutto e tenerti al caldo." misi
un
finto broncio.
"La prossima volta puoi raggiungermi, c'è spazio anche per
te
sotto quella coperta. E puoi sempre abbracciarmi e tenermi stretto.
Prometto di non lamentarmene." mi portò alla bocca una
manciata
di pop-corn ed io gli leccai le dita per provocarlo.
"Scemo. Verrai alla festa per Brian la prossima settimana?"
"Non me la perderei per niente al mondo. Verranno anche i miei genitori
e Paul. Brian è sempre stato un buon amico con tutti noi, ci
ha
dato una mano più volte senza chiedere niente in cambio." in
quelle poche parole, Alec aveva descritto alla perfezione il mio ormai
quasi ex manager. Mi ero appoggiato molto a lui in tutti questi anni,
adesso dovevo riuscire a costruire un rapporto lavorativo con altre
persone e cercare di fidarmi di loro lasciando parte della mia carriera
nelle loro mani. Era arrivato il momento del mio grande passo in
solitario, ero un po' in ansia.
"Vuoi andare a letto?" gli chiesi vedendolo stropicciarsi gli occhi. Mi
alzai dal divano stiracchiandomi la schiena.
"Possiamo restare un altro po' qui? Mi piacciono molto le coccole sul
divano."
"Va bene, però voglio prendermi cura di te anch'io. Alzati."
Alec eseguì la mia richiesta ed io tornai a sdraiarmi sul
divano
su un fianco battendo la mano sullo spazio libero accanto a me. Lui
sorrise e si accoccolò contro la mia schiena portando il mio
braccio sulla sua pancia. Si strusciò contro di me come un
gattino che voleva mettersi comodo e strinse la mia mano con la sua
dopo averla portata alle labbra per posarvi un bacio. Strinsi
più forte la sua mano e gli baciai il collo. Si poteva stare
meglio di così? Restammo in quella posizione per molto
tempo, a
prenderci cura l'uno dell'altro tra baci e carezze, senza prestare
nemmeno troppa attenzione al programma televisivo. Non seppi nemmeno
quando ci addormentammo, sapevo soltanto che la mattina successiva ci
svegliarono le urla eccitate dei bambini e il sorriso furbo di Alice
che ci guardava tra il vapore della sua tazza di caffè.
Cos'altro aveva combinato questa volta? Sbuffando mi stiracchiai
indolenzito mentre cercavo di risvegliare il mio compagno che, durante
la notte, si era girato affondando la sua testa sul mio petto. Era
bellissimo e il mio desiderio di baciarlo in quel momento era alle
stelle, ma non avrei dato soddisfazione alcuna a mia sorella. C'era un
modo per farli scomparire tutti e restare da solo con Alec? Con un
sospiro insoddisfatto, iniziai la mia giornata piena di impegni.
Stavo provando da ore lo stesso pezzo e l'insegnante non era ancora
soddisfatta e nemmeno io, sapevo di poter dare di più. Era
un
progetto a cui tenevo molto e volevo dare tutto me stesso in queste
canzoni, anche durante le prove. Volevo migliorare sempre di
più. Volevo mostrare il meglio di me stesso a tutti, anche
alle
male lingue per le quali non avevo alcun talento. Soprattutto a loro
volevo fare cambiare idea, dire loro che non ero solo un bel faccino
sorridente. Amavo quelle canzoni, le avevo scelte apposta per renderle
mie. Rispecchiavano molti momenti della mia vita e quelle che
ovviamente avevo più a cuore erano le mie. Season of you in
cima
a tutte, ricordavo ancora il giorno in cui l'avevo fatta ascoltare per
la prima volta ad Alec. Le sue lacrime erano state la mia
felicità. Non avrei mai potuto dimenticare quel giorno, con
quella canzone era iniziata ufficialmente la nostra relazione. Tra
pianti coccole e sorrisi eravamo arrivati fin lì, mi
sembrava
quasi un miracolo. C'erano già altre canzoni in fase di
lavorazione, alcune scritte interamente di mio pugno, ma nessuna
avrebbe battuto la prima. Ed era proprio su quella canzone che
puntavamo per lanciare il primo singolo. Ne stavamo provando varie
versioni per trovare accordi e intonazioni giusti. Il giorno della
presentazione per quella canzone si stava avvicinando e il lavoro che
ci stava dietro era lungo e complesso, anche perché non
avrei
soltanto intonato le mie strofe ma avrei portato sul palco anche alcune
cover. Con orgoglio della mia insegnante, mi ero impuntato anche a fare
una versione acustica di SOY con l'accompagnamento dell'artista che
avevo conosciuto tempo prima. I nostri sforzi stavano portando ad
ottenere un buon lavoro, ma io volevo migliorarlo ancora di
più
e il mio nuovo accompagnatore non era mai stanco di aiutarmi. Era molto
professionale e aveva anche suggerito, per un futuro, che avrebbe
potuto aggiungere una parte rap alla mia canzone. Aveva tante idee da
propormi, mi piaceva come lavorava e andavamo piuttosto d'accordo. Era
nel campo musicale da decenni, mi sentivo il signor nessuno a suo
confronto. Ero onorato del fatto che avesse accettato di collaborare
per il mio progetto e di sicuro avrei accettato da lui qualunque
suggerimento mi avesse voluto dare. Mi ritenevo molto fortunato per
aver conosciuto dei grandi nomi nel campo musicale che mi avevano preso
sotto la propria ala per aiutarmi con quella carriera. Credevano in me
ed io mi fidavo del loro giudizio, anche per questo motivo non volevo
deluderli in alcun modo. Quando finalmente prendemmo una pausa e Brian
mi porse il thermos, alcuni colleghi della mia insegnante mi
presentarono un ragazzo un po' strano che si faceva chiamare Nice. In
realtà conoscevo già la sua musica e mi piaceva,
l'avevo
ascoltata varie volte e il suo nome era uscito fuori varie volte con la
mia coach quando parlavamo di possibili collaborazioni. Non sapevo se
si potesse fare ma la sua presenza in quella stanza mi lasciava grandi
aspettative. Sembrava simpatico quel ragazzo e quando ci lasciarono da
soli, iniziammo a parlare tra di noi scambiandoci opinioni su canzoni e
interpretazioni. Spesso avevamo pareri simili, altre volte intavolammo
delle discussioni in merito. Lo ascoltai attentamente perché
volevo imparare a conoscerlo meglio come artista. Mi interessavano le
sue opinioni. Sentivo che potevamo instaurare una buona amicizia.
Parlammo dei miei progetti futuri in campo musicale e lui
sembrò
alquanto stupito delle mie idee. Scherzando, disse che avevo
più
fans di lui che mi seguivano sui social ed io gli diedi qualche dritta
su come comportarsi con loro, di essere più presente e
coinvolgerli di più nella propria carriera. Mi sembrava
strano
che dovessi dare io a lui dei suggerimenti in merito, ma se voleva
accumulare più fans doveva cambiare qualcosa. Io tenevo
molto al
mio rapporto con i followers, forse fin troppo a volte. Mi preoccupavo
più per loro che per me stesso. Gli feci ascoltare SOY e lui
si
complimentò dandomi la sua schietta opinione.
Cercò di
cantare il ritornello leggendo il testo che aveva in mano, aveva una
bella voce melodica anche se era più abituato ad altri ritmi.
"Com'è baciare un uomo?" esordì Nice con
curiosità guardando il cellulare. Che domanda del cavolo era?
"Com'è baciare una donna?" gli chiesi di rimando per capire
dove volesse andare a parare.
"Bello...morbido e dolce."
"Anche le labbra di un uomo sono così. Non c'è
molta
differenza. Il bacio può essere dolce come può
essere
rude, casto o bramoso con tanto di denti e risucchio. Dipende da chi
stai baciando e in che relazione sei con quella persona."
"Tu hai baciato diversi uomini sul set, hai molta esperienza."
"Sei curioso di sapere com'è baciare un uomo?"
"No grazie, preferisco ancora il sapore di una donna.
Perché?
Volevi farmi da cavia?" ridacchiò lui continuando a guardare
il
cellulare.
"Non credo proprio."
"Perché sei impegnato?"
"Tutto questo per sapere se le voci che circolano su di me sono vere?"
"Tutti sono curiosi. Siete sotto i riflettori e gli occhi di tutti.
Deve essere estenuante."
"Non pensavo ti interessassero queste cose...e nemmeno che conoscessi
le serie televisive dove ho partecipato."
"Mi sono informato quando mi hanno parlato di te. Alcuni miei fans
hanno persino la tua faccia nella foto del loro profilo. Ero curioso di
sapere chi fossi."
"Spero di non avere deluso le aspettative."
"Per niente, mi hai incuriosito ancora di più. Penso che
sarà molto interessante lavorare con te."
"Per me è lo stesso. Grazie di esserti unito al gruppo.
Facciamo un buon lavoro insieme."
Ci stringemmo la mano per siglare il nostro accordo e la nascita di una
nuova intesa professionale. Avremmo fatto grandi cose insieme, ne ero
convinto. Dovevamo lavorare molto e trovare un'intesa tra le nostre due
voci. Ero felice che il mio progetto stava prendendo forma sotto i miei
occhi. Adesso restavano da convincere altre persone del campo musicale,
avrei tirato un sospiro di sollievo soltanto a cose fatte. Speravo
soltanto di poter interessare ad altri cantanti che mi avrebbero dato
la loro fiducia. Forse Nice poteva darmi una mano in quello. Fui
impegnato tutto il giorno tra lo studio di registrazione e il mio nuovo
team da istruire sui vari programmi del calendario e su altre cose
annerenti. Volevo dare loro delle linee guida su come voler impostare
la mia agenzia. Adesso ero diventato CEO, per me era un nuovo compito
difficile. Speravo di non combinare disastri e fare i miei interessi e
quelli dello studio nel modo giusto. Non avrei seguito l'esempio di chi
prima mi comandava a suo piacimento per poi mollarmi e mettermi in un
angolo quando le cose si facevano complicate. Non lo avrei mai fatto
con chiunque fosse entrato nella mia agenzia. Era una promessa che mi
ero prefissato fin da subito. Sarei stato in grado di essere un buon
CEO?
Quando mi riportarono a casa, ebbi a mala pena il tempo di mandare un
messaggio a tutti quelli che dovevo vedere quella sera per confermare
l'orario e mi fiondai a farmi una doccia. Ero stanco e sapevo che avrei
avuto bisogno di riposo ma dovevo aspettare ancora un po'
perché
dovevo aiutare mia madre a sistemare la casa per il party. Choco non
era di certo di aiuto visto che continuava a starci tra i piedi.
All'ingresso di Alec e dei suoi genitori, mia madre li mise subito
all'opera. Non riuscii nemmeno a salutarlo come volevo, nessuno osava
contraddire mia madre. Persino la madre di Alec era d'accordo con
quello che diceva la mia. Sembrava si fossero trovate, come io avevo
fatto con il mio compagno. Peccato che erano due stacanoviste della
perfezione, peggio di me. A parte qualche sguardo languido e sorriso
sfacciato, Alec ed io restammo a fare i loro galoppini. Seppi solo
più tardi che aveva provato a contattarmi varie volte, tra
chiamate e messaggi, per sapere come stavo e cosa stavo facendo. Gli
chiesi scusa, tra una pausa e un'altra, raccontandogli che ero stato
impegnato tutto il giorno per lavoro. Volevo sapere se c'era qualcosa
di urgente che volesse dirmi ma lui si strinse nelle spalle con un
mezzo sorriso. Non voleva dire niente ma sentivo che sotto mi stesse
nascondendo qualcosa. Era strano il suo atteggiamento da "facciamo
finta di niente". Sembrava turbato da qualcosa ma continuava a
insistere solo sul fatto che gli ero mancato quel giorno e che adesso
dovevamo pensare alla festa di addio per Brian. Solo quello era
importante in quel momento. Sapevo di non dover insistere troppo con
lui, quando se la sarebbe sentita avrebbe condiviso con me le sue
preoccupazioni...peccato che durante tutta quell'attesa sarei rimasto
io quello con l'ansia addosso. Cos'era successo? Mia madre mi spinse
uno scatolone tra le braccia dicendomi di sistemare i festoni in sala
ed io automaticamente seguii l'ordine. Accantonai in un angolo della
mia testa lo strano atteggiamento di Alec e tornai al lavoro in attesa
dell'arrivo degli altri invitati e del festeggiato stesso. Quando
finalmente fu tutto pronto, nemmeno fosse il ricevimento di un
matrimonio, e tutti coloro che dovevano partecipare furono presenti la
festa poté iniziare. Doveva essere un party di addio ed
eravamo
tutti un po' tristi, ma facemmo di tutto per restare su con il morale.
Non era un funerale, Brian lo avremmo potuto rivedere in qualche
momento libero e di sicuro lo avrei chiamato ma non più come
prima. Le nostre strade si sarebbero divise dopo quella sera e a lui
sarebbe stato assegnato un altro artista da seguire. Magari uno
più facile da gestire e senza troppe pretese, che non
avrebbe
creato scandali come il sottoscritto. Lo speravo per lui, avrebbe avuto
meno grattacapi. Brian sembrava contento quella sera, ci
ringraziò più volte mentre James lo assordava
fischiandogli una trombettina per le feste di compleanno nelle
orecchie. Poverino, se avesse avuto voglia di uccidere il mio amico gli
avrei di certo dato una mano. Alec si avvicinò al mio ex
manager
insieme a sua madre per parlargli, sembrava fosse tornato spensierato
come prima. Mi tranquillizzai un po'. Finalmente potevo vedere quel
sorriso genuino spuntare sul suo bellissimo volto. Sorrisi anch'io e mi
mischiai alla folla unendomi al chiacchiericcio degli amici. Quella
sera stavo letteralmente chiudendo con il passato. Cosa mi sarebbe
aspettato l'indomani?
----------------------------------------------------------
In ritardo come al solito ma posto lo stesso. Spero vi piaccia e spero
anche che qualcuno commenti.
Comunque se volete trovare gli edit per i capitolo li trovate sul
profilo IG boobii_waanjai1718
Fatemi sapere cosa ne pensate.
xoxo
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Non risponde ***
Behind your gaze 13
POV Alec
Stavo aspettando nella sala riunioni dell'agenzia da tempo
insieme a Paul, ero decisamente annoiato e rischiavo di addormentarmi
su quella sedia se non avessi fatto al più presto qualcosa.
Quanto altro ancora ci avrebbero fatto aspettare? Uno dei superiori del
mio manager ci disse per la seconda volta che qualcuno era in ritardo e
di pazientare ancora un po', nel mentre ordinò alla sua
segretaria di portarci qualcosa di fresco da bere. Sorrisi alla donna
che mi servì una bibita del brand che stavo promuovendo. Mi
piaceva quel gusto fruttato, non era troppo dolce e in quel momento fu
una manna dal cielo. Presi in mano il cellulare e iniziai a guardare le
foto che avevo scattato quel giorno con Damon e i suoi nipoti. Mi ero
divertito un sacco quella giornata. Avevano orchestrato tutto le nostre
sorelle prendendoci in contro piede e cambiandoci i programmi con
l'aiuto dei manager. Hope mi aveva persino fatto perdere dieci anni di
vita quando mi aveva fatto intendere che Damon si era fatto male e
aveva bisogno di me. Ero corso a casa sua con l'agitazione in corpo per
paura di fare tardi e maledicendo tutti perché non
rispondevano al telefono. Non mi sarei mai aspettato di vedere la scena
che mi si presentò davanti. Il mio uomo con due marmocchi
sollevati ai suoi fianchi e Choco che mi diede il suo benvenuto
abbaiando mentre il suo sedere penzolava per aria. Era un nuovo tipo di
sollevamento pesi? Fu una scena epica, non sapevo nemmeno come avevo
fatto a non ridergli subito in faccia. Avrei dovuto ricevere l'Oscar
solo per quello! Poi finalmente avevo conosciuto i suoi nipoti, li
avevo adorati fin da subito. Mi aveva sempre incuriosito conoscere il
rapporto che legava zio e nipoti, sapendo com'era fatto Damon, attento
e premuroso per le esigenze degli altri, vederlo direttamente alle
prese con due bambini era stato esilarante e dolce allo stesso tempo.
Erano fortunati Bonnie e Bryce ad avere uno zio come lui, un giorno lo
avrebbero apprezzato di più. Il mio compagno stravedeva per
loro, avrebbe fatto qualunque cosa gli avessero chiesto senza dire di
no. Dopo aver visto quel quadretto era facile immaginare Damon felice a
giocare con i propri pargoletti a pendere dalle loro labbra amandoli
sopra ogni cosa. Sarebbe diventato un super papà. Peccato
che restando con me non avrebbe potuto avere dei figli, o almeno non
con il suo stesso DNA. Se non altro, almeno per tutto il tempo che
saremmo rimasti insieme. Non volevo gufare sulla nostra relazione ma
avevo sempre un po' di timore che sarebbe successo qualcosa di brutto
che ci avrebbe fatti andare ognuno per la propria strada senza avere
più la possibilità di vederci. Non volevo tutto
ciò, peccato che non tutti erano d'accordo con il mio
pensiero. Fattori esterni continuavano a mettersi in mezzo. Sembrava ci
fosse vietato avere una storia sana e normale come tutti gli altri. Ero
infastidito da tutto questo accanimento contro di noi.
Perché non potevano lasciarci un po' di spazio per respirare
ed essere liberamente noi? Non volevo dovermi costantemente nascondere
agli occhi di tutti se amavo una persona. Specialmente se si trattava
di Damon. Avrei voluto gridarlo al mondo intero che lui era solo mio.
Che schifo di vita. Se avessi scelto un'altra carriera forse avrei
avuto più libertà nell'amare la persona che
volevo, ma non potevo immaginare una carriera diversa per Damon. Forse
il professore? Se fosse andata così avremmo perso un vero e
proprio talento come lui. No, impossibile toglierlo da quel mondo.
Sarebbe stata impossibile lo stesso la nostra relazione. Sbuffai
alquanto insoddisfatto. L'arrivo improvviso di un messaggio da parte di
Alice fece fermare i miei tristi pensieri. Quando aprii la foto che mi
aveva inviato mi tornò il sorriso. Quell'immagine era
arrivata proprio al momento giusto, fu come una ricarica per me. Potevo
già immaginare tutte le cose che il mio compagno avrebbe
detto contro sua sorella e la sua mania di scattarci foto nei momenti
meno adatti e troppo intimi, senza nemmeno chiedere il nostro permesso.
Non mi sarei nemmeno sorpreso se l'avesse fatta scattare con furbizia a
uno dei suoi figli. La salvai subito tra i preferiti e rimasi a
guardarla per molto tempo. Ero innamorato di lui e adoravo le nostre
foto insieme, la chimica tra di noi era lampante anche se eravamo
addormentati sul divano stretti nell'abbraccio reciproco e
inconsapevoli di tutto ciò che ci circondava. Quello era
stato il mio risveglio la mattina successiva all'incontro con i
gemelli, eravamo entrambi ancora stravolti per riuscire a carburare
subito. Se non ci fosse stato nessuno probabilmente avremmo dormito
insieme per almeno altre dodici ore. E forse fatto anche altro avendo
un po' di tempo a nostra disposizione e nessuno che ascoltasse gemiti e
grida di estasi. Sarebbe stato troppo imbarazzante.
"Nel
vostro mondo dei sogni, sempre insieme. La prossima volta chiudetevi
nella vostra camera!"
Ridacchiai leggendo il suo messaggio e le spedii un'emoji
preferendo non commentare. La inoltrai a Damon, non riuscendo a
resistere. Quella era la parte migliore di noi. Vedevo solo amore in
quella foto.
"Insieme
siamo migliori. Con il mio calorifero personale non ho bisogno di una
copertina."
Gli inviai il messaggio poco prima dell'entrata in scena della persona
che tutti stavano aspettando. Chase, un nome e una garanzia per farmi
venire l'acidità di stomaco. Cosa ci faceva lui la dentro?
Rimisi il cellulare in tasca e mi sistemai sulla sedia in modo teso,
iniziando a picchettare ripetutamente con la gamba. Sembrava avessi un
tic, in realtà ero soltanto nervoso dalla sua presenza.
L'ultima volta non ci eravamo di certo lasciati in modo pacifico e con
Damon non ne avevo più parlato. Restava sempre il famoso
scheletro nell'armadio che nessuno aveva voglia di tirare fuori.
Dannato Chase. A mala pena gli feci un cenno con il capo continuando a
fissarlo in modo accigliato. Per tutta risposta, lui mi sorrise con
entusiasmo con un luccichio divertito nello sguardo. Cosa stava
combinando? Sarebbe stato maleducato da parte mia andarmene in quel
momento? Le opzioni erano tre: andarmene, fargli un occhio nero oppure
restare seduto ad ascoltare. Le prime due opzioni stavano vincendo
sull'ultima. Se la sarebbero presa quelli dell'agenzia che ci avevano
chiamato per parlare di un nuovo progetto?
"Adesso che siamo tutti presenti possiamo iniziare a parlare di lavoro.
Voi due vi conoscete già? Avete bisogno di presentazioni?"
"No, grazie. Ci siamo già presentati qualche tempo fa.
Abbiamo amici in comune. Come stai Alec?" la sfrontatezza di quel
ragazzo mi dava sui nervi. Come poteva comportarsi in quel modo come se
nulla fosse mai successo tra di noi?
"Magnificamente e tu?" quasi ringhiai mentre mi sforzavo a distendere
le labbra in una sorta di sorriso.
"Sempre al top. Grazie ad aver detto a Damon che lo stavo cercando.
Alla fine siamo riusciti a parlare." di cosa diamine stava parlando?
Quando era successa una cosa del genere? Non mi aveva detto niente? Era
vera quella notizia o mi stava prendendo in giro ancora una volta?
"Mi fa piacere che vi conosciate già. Non perdiamo ulteriore
tempo allora, il tempo è denaro. Alec volevamo proporti un
nuovo progetto dove dovrai affiancare Chase per il suo rientro nelle
scene. Il modo migliore per tutti, per far tacere le male lingue,
è quello di farvi collaborare insieme per dire che va tutto
bene e che siete amici. Il progetto in questione è molto
interessante. Qui c'è il copione di una nuova serie bl. Il
casting per te è praticamente pura formalità, ti
abbiamo già scelto fin dall'inizio. Sei perfetto per la
parte. Ti prego leggi la sceneggiatura." il grande capo spinse davanti
a me un plico di fogli e mi fissò con molta aspettativa.
Guardai il copione come se fosse un vassoio pieno di vipere. Stava
scherzando? Erano forse tutti impazziti li dentro?
"Perché avete scelto proprio me?" contai fino a dieci prima
di porre quella domanda. Mi aspettavo che all'improvviso saltasse fuori
qualcuno con la telecamera a dirmi che era tutto uno scherzo. Peccato
che nessuno stava entrando in quella stanza.
"Perché sei un attore giovane e di successo. Tutti ti amano.
Il personaggio che vorremo farti interpretare ti assomiglia molto."
quelle parole mi infastidirono.
"Non mi conoscete per dire una cosa del genere. Piuttosto che essere
riconosciuto come un attore giovane e di successo vorrei ricevere dei
commenti positivi sulle mie doti recitative. Mi renderebbe
più soddisfatto essere riconosciuto per i miei sforzi."
"Tu sei un bravo attore, è indiscutibile. Prova a leggere il
copione, te ne innamorerai subito." cercò di portare la mia
attenzione su quei fogli spingendoli ancora di più verso di
me.
"Non mi sembra giusto nei confronti degli altri attori che devono
superare i provini per ottenere una parte."
"E' vero ma tutti vogliono vederti in quella parte. Si ricrederanno
appena ti vedranno in azione."
"Perché proprio me? Perché non qualcun altro di
più famoso e bravo? Ce ne sono tanti di attori che
accetterebbero subito l'offerta."
"Ma noi vogliamo te." esclamò lui con fermezza e con un
sorriso da squalo. Pensava di essere convincente in quel modo?
"E' per via del mio rapporto con Damon? E' per questo che avete scelto
me?" andai direttamente al nocciolo della questione senza nascondermi
dietro a niente. Perché non essere onesti fino in fondo?
"Beh, si ma solo in parte. Noi vogliamo te."
"Lo avete già proposto a Damon? O avete avuto troppa paura
per chiederglielo dopo le presunte accuse di molestie sessuali mosse da
qualcuno presente in questa stanza? Pensavo che come al solito avreste
avuto pochi scrupoli in merito."
"Alec!" esclamò allarmato Paul mettendomi una mano sul polso
come a volermi fermare da qualunque cosa avessi fatto o detto. Era in
panico e cercava di avvertirmi con gli occhi di smetterla.
"Questo ragazzo non ha peli sulla lingua. Non mi avevano detto che
fosse così schietto."
"Infatti di solito non lo è." il mio manager
cercò di blandire il capo con un mezzo sorriso di scuse.
"Mi dispiace di risultare sfacciato, ma voglio mettere subito le cose
in chiaro. Non farò questa serie." dissi in tono risoluto
allontanando il copione sulla scrivania.
"Come puoi dire una cosa del genere senza nemmeno aver letto il
copione? Non può capitarti di nuovo una proposta del genere."
"Preferisco fare le cose nel modo giusto e ottenere certi ruoli per i
miei meriti. Me lo ha insegnato qualcuno di molto importante per me."
ribadii pensando all'espressione triste e turbata del mio compagno
quando pensava di non essere visto ed era perso tra i suoi pensieri.
Voleva farsi vedere sempre sorridente da me mentre io cercavo di fargli
capire che accettavo tutto di lui, anche le parti negative e oscure del
suo carattere. Vederlo triste mi faceva male al cuore.
"Potrebbe causarti dei problemi in futuro rifiutare così
questa offerta. Ripensaci." quelle parole sembravano come una minaccia.
"Leggeremo con calma il copione e poi vi faremo sapere. Scusate Alec,
oggi non si sente molto bene." Paul prese il plico di fogli e se lo
mise nella borsa a tracolla che si portava sempre dietro con tutto il
necessario che avrebbe potuto servirmi quando eravamo fuori.
"Forse è meglio. Parlatene tra di voi e prendete una
decisione."
"Sareste proprio una bella coppia immaginaria tu e Chase. Pensaci." si
intromise un'altra persona dell'agenzia che fino a quel momento era
rimasta zitta ad osservare attentamente la crescente rabbia del suo
capo verso di me.
"Grazie per questa opportunità. Adesso dobbiamo andare per
un altro programma nel calendario. Ci sentiamo presto. Andiamo Alec."
il mio manager si alzò in piedi di scatto tirandomi su.
Salutò tutti con un cenno di scuse e qualche promessa vana e
mi trascinò a forza fuori da quella stanza angusta e
dall'agenzia stessa. Stavo letteralmente fumando di rabbia.
Ci trovammo per strada e mi sentivo ancora come un leone rinchiuso in
gabbia. Continuavo ad andare a destra e a sinistra con la voglia di
rompere qualcosa. Potevo sempre tornare su e spaccare la faccia a
quella feccia infame.
"Che diamine ti è saltato in mente la dentro? Sei forse
impazzito?" mi affrontò Paul con fare esasperato piazzandosi
davanti a me per bloccarmi il passaggio.
"Non sono impazzito. Con quello li non voglio avere nulla a che fare!"
"Stiamo parlando di lavoro, non stiamo giocando e tu di certo non sei
più un bambino. Non puoi rifiutare delle proposte di lavoro
in questo modo. Sapevo che avrei dovuto portare tua madre per farti
ragionare."
"Lo sapevi che ci sarebbe stato anche lui?"
"Me lo avevano accennato." fece un profondo sospiro e annuì
mettendosi le mani sui fianchi.
"Lo sapevi e non mi hai detto niente! Lo sai cosa ha fatto quello
stronzo a Damon?" cercai di non gridare ma non riuscivo a contenere la
rabbia che avevo in corpo.
"So tutti i retroscena."
"E non ti importa? Non ti interessa cosa ha dovuto passare Damon a
causa sua? Quanto abbia sofferto dopo quel video?"
"Non pensi che forse Chase abbia avuto ragione?"
"Lo ha praticamente accusato di molestie sessuali! E tutti gli haters
gli sono andati dietro rovinando la sua vita e la sua carriera. Ti
sembra uno scherzo? Lo conosci anche tu, Dam non è
così!"
"Ne sei sicuro? Sei così sicuro della sua innocenza? Forse
Damon non ti ha detto proprio tutto."
"Lui non mi ha detto proprio nulla ed io gli sto lasciando i suoi
spazi. Quando se la sentirà me ne parlerà lui.
Non si è mai professato innocente e so che si sente in colpa
perché si prende sempre carico di tutti i problemi. Io mi
fido di lui. Non metto in dubbio il fatto che ci abbia provato senza il
suo consenso, ma da qui a bollarlo come molestatore no! Lui non lo
è." ribadii con sicurezza infastidito dalle sue insinuazioni.
"E per questo motivo tu vuoi rinunciare a un'offerta di lavoro come
questa?"
"Si. Assolutamente!"
"Quando la smetterai di combattere inutilmente delle battaglie per gli
altri? Questo non è un tuo problema. Lascia che se la
risolva il tuo partner per conto suo. Noi dobbiamo pensare alla tua
carriera, non alla sua. C'è già altra gente
pagata che lo segue per quel motivo. Inizia ad essere un po' egoista
una buona volta. Damon direbbe lo stesso se lo venisse a sapere."
quelle parole mi fecero agitare ancora di più. Era come una
pugnalata alle spalle da parte sua. Da quando si comportava in quel
modo?
"Vuoi raccontarglielo?"
"Se continui ad essere irragionevole si, lo farò. Almeno
sarà lui a sgridarti visto che è l'unico che
ascolti. Ha troppo potere su di te, non va bene. Non fare sciocchezze
Alec, adesso torni a casa e ti leggi tutto il copione. Non voglio
sentire altre scuse del genere uscire dalla tua bocca. Ripeto. Questo
non è un tuo problema. Se vuoi avere successo e farti
conoscere da tutti persino con il diavolo dovresti andare a firmare."
"Non mi trovo nella condizione di dover accettare tutto pur di fare
soldi."
"Ne sei sicuro? Eri tu quello che aveva accettato di entrare
nell'industria dell'intrattenimento sia perché ti
affascinava questo ambiente sia perché volevi aiutare
economicamente la tua famiglia. Ultimamente tuo padre non se la sta
cavando bene con la sua piccola impresa, quel mercato sta lentamente
morendo e non c'è molta richiesta. Non è vero?
Cosa faresti se la situazione peggiorasse e vi servirebbe un aiuto
economico in più per andare avanti? Pensaci Alec. Sei solo
all'inizio della tua carriera, una mossa sbagliata come questa ti
farebbe fare terra bruciata intorno a te. Damon ci è
già passato dopo l'errore che ha commesso qualche anno fa.
Ha avuto soltanto fortuna se Meg lo ha richiamato dopo quel provino, e
parte di quella fortuna la deve a te che lo hai scelto per la vostra
intesa. Rifletti attentamente sulle tue mosse Alec. Te lo direbbe pure
lui."
"Merda." sbottai frustrato portandomi i capelli indietro. Sapevo che
aveva detto la verità ma non riuscivo ad accettarlo lo
stesso. Aveva tirato fuori i problemi della mia famiglia sapendo
benissimo che erano il mio punto debole. Voleva ricordarmi cosa mi
aveva spinto a quella carriera e che non ero il solo a dover decidere i
miei progetti. In pratica ero con le mani legate ma avrei fatto di
tutto per rinunciare a quella serie che mi avevano proposto. Non mi
interessava leggere la trama.
"Sei ancora qui? Pensavo fossi già andato a piangere tra le
braccia di Damon." esordì all'improvviso una voce alle mie
spalle. Mi girai mentre l'acidità di stomaco tornava a farsi
sentire più forte di prima. Perché non la
smetteva di sorridere?
"E' meglio che tu stia zitto. Non sono dell'umore di scherzare." lo
avvisai lanciandogli un'occhiataccia malevola che su di lui non fece
nessun effetto.
"E' solo una serie televisiva. Cosa sarà mai? Al massimo
dovremo scambiarci qualche bacio. Certo, avrei preferito recitare
insieme a Damon visto il nostro affiatamento passato sulle scene ma
pazienza. Andrai bene pure tu. Non so come baci, ma sai benissimo come
bacia il nostro amico. Ricordo ancora i suoi baci come fosse ieri.
Spero tu sia alla sua altezza."
"Ti diverte così tanto provocarmi? Perché diamine
hai accettato quella proposta?"
"Perché per me va bene. E' stato già pianificato
tutto da un po' di tempo per il mio rientro nelle scene. Avevo proposto
Damon come co-protagonista ma la produzione voleva essere cauta e ha
proposto te per quel ruolo. Ho accettato, non ho alcun problema. Ma
forse quello che li ha sei tu. Sai, potresti dare una mano a un amico."
disse lui mettendomi una mano sulla spalla con nonchalance.
"Tu ed io non siamo amici e mai lo saremo." scrollai la sua mano.
Volevo darle fuoco.
"Va bene, non ti scaldare. Comunque ti ringrazio di nuovo per aver
parlato a Damon. Mi ha contattato dopo."
"Non ci credo." scossi la testa con sicurezza. Non poteva essere vero.
"Vuoi vedere la cronologia delle mie chiamate? Oppure ti accontenti dei
messaggi su Line? Sai, adesso non fa altro che cercarmi per chiedermi
di vederci. Lo farò penare un altro po', ma in
realtà non vedo l'ora di rivederlo. Mi è
mancato." quelle parole decretarono la sua morte. Altro che il suo nome
nella lista nera. Mi sarei goduto fino alla fine ogni dolore che gli
avrei inflitto e solo quando mi sarei stancato lo avrei ammazzato.
"Stai alla larga da lui!" gli ringhiai a un palmo di naso
strattonandogli il collo della maglietta.
"Non posso. Rivogliono vedere tutti i DC in azione e penso che presto
lavoreremo di nuovo insieme. Probabilmente la coppia DamLec
è agli sgoccioli. Quanto manca per la fine delle riprese
della seconda stagione?"
"Alec non reagire." mi sussurrò Paul allontanandomi dal
nemico. Cercai di ribellarmi dalla sua stretta, non riuscivo a pensare
ad altro che a mettergli le mani addosso per fargli male.
"Stai attento alle tue parole." lo avvertii puntando un dito nella sua
direzione non riuscendo a sbloccarmi dalla corporatura massiccia del
mio manager.
"Cos'ho detto di sbagliato?"
"Chase scusaci, adesso dobbiamo proprio andare. Alec ha il calendario
pieno. A presto."
"A presto." sorrise la feccia salutandomi con la mano. Era soddisfatto
di quella scenata, come se non aspettasse altro.
Paul mi trascinò verso la sua macchina intimandomi di tacere
e restare calmo. Eravamo ancora troppo vicini all'agenzia e i paparazzi
potevano essere sempre dietro l'angolo, non avrebbe giovato a nessuno
farmi vedere in quelle condizioni. Tranne a quegli avvoltoi che
fiutavano a metri di distanza uno scoop pronto per essere spiattellato
al pubblico. Mi prudevano le mani. Perché tutti cercavano di
fermarmi ogni volta che volevo prenderlo a pugni? Se lo meritava, se
non di peggio. La sua sfacciataggine era colossale e lui ci godeva a
farmi perdere le staffe. Ci riusciva così bene, senza dover
faticare tanto. Avevo bisogno di scaricare la tensione. Mi sentivo sul
punto di esplodere. Le parole di Paul erano come un brusio in
sottofondo, non mi diedi nemmeno la pena di ascoltarle. Chi volevo
sentire era un'altra persona. Avevo bisogno di lui, di capire cosa
stava succedendo. Dovevo sapere se quelle presunte chiamate e messaggi
fossero veri e quanto avessi dovuto preoccuparmi. Mi aveva mentito?
Aveva deciso di nascondermi delle cose? Mi aveva detto di non farlo ed
essere onesto nella nostra relazione e lui non lo era con me? No! Stavo
impazzendo. Presi il cellulare e selezionai il suo nome per avviare la
chiamata. La linea era libera, rimasi in attesa per parecchio tempo ma
non ci fu risposta. Ci provai altre volte ma niente da fare. Il
risultare era lo stesso e il mio malessere aumentava. Non volevo avere
dubbi su di noi, ma avevo bisogno di essere rassicurato. Avevo bisogno
di sentire dalla sua voce che quelle erano solo menzogne e che tutto
sarebbe andato bene. Anche i sospetti di Paul mi facevano male. Mi
stavano mostrando un uomo che a mala pena riconoscevo. Damon non poteva
essere così, io lo conoscevo bene e mi fidavo di lui. Allora
perché quelle parole continuavano a tormentarmi? Provai a
chiamarlo di nuovo ma partì la segreteria. Decisi di
lasciargli dei messaggi su Line nella speranza che li leggesse quanto
prima e che venissi richiamato. Con disappunto, notai che non aveva
nemmeno visualizzato la foto che gli avevo spedito prima.
Quel giorno le riprese non prevedevano la presenza del mio compagno sul
set. Era impegnato con i suoi progetti musicali e tanto altro ancora
con la sua agenzia emergente. Praticamente non aveva più
tempo libero per se stesso, figurarsi per me. Cercai di concentrarmi
sul copione, ma il mio pensiero continuava a finire sempre nello stesso
posto. James si accorse del mio nervosismo e fece di tutto per
distrarmi da quei problemi imponendomi di esercitarmi con lui per poi
propinarmi alcune delle sue battute stupide per alleggerire
l'atmosfera. Dovevo essergli grato, era un buon amico. Si prendeva
sempre cura di me quando non c'era Damon al mio fianco. Nell'arco della
giornata provai più volte a contattarlo ma non ci riuscii.
Mi sentivo sempre più abbattuto. Solo una volta Brian mi
rispose al suo posto dicendo che stava provando con un nuovo cantante e
che non aveva tempo. La conversazione era durata soltanto alcuni
secondi nel quale lo sconforto mi fece buttare ancora più
giù di morale. James non mi perse di vista un secondo, era
il mio unico conforto in quella disastrosa giornata. Non potevamo
ritornare indietro a quando eravamo felici e spensierati mentre stavamo
giocando con i bambini?
Meg mi richiamò più volte cercando di farmi
concentrare sulle battute. Mi chiese anche di dare una mano ad alcuni
attori del cast nuovo per interagire meglio tra di loro. Erano
imbarazzati, non era semplice fare certe scene con una persona dello
stesso sesso se non lo avevi mai fatto. Io ero stato fortunato. Damon
mi aveva aiutato molto fin dall'inizio. Un conto era flirtare davanti
le telecamere ma era diverso quando si trattava di baci e la scena in
questione era una di quelle. Dovevano girare il loro primo bacio. Per
entrambi era la prima volta con una persona dello stesso sesso ed erano
nervosi, come se non lo avessero mai fatto prima. Come potevo aiutarli?
Baciare Damon la prima volta era stato talmente naturale per me che a
mala pena mi ero reso conto di non essere da solo con lui. Sapevo di
volerlo baciare da subito, non ho avuto nessun dubbio a tal proposito.
Ero attratto da lui e in quel momento avevo seguito le mie emozioni.
Non mi ero posto troppi problemi di sorta, lo avevo fatto e basta
perché lo volevo. Non mi ero mai pentito di averlo baciato.
"Alec come hai fatto a baciare Damon la prima volta? Com'è
stato? Non ti sentivi in imbarazzo nel baciare un uomo?" mi chiese
Champ, il mio collega, guardandomi con un misto di espressione tra
l'ansioso e l'interessato. Gli mancavano un taccuino e una penna e
sarebbe stato il perfetto studente.
"In realtà, in quel momento non mi sono fatto domande.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto baciare un uomo, visto che mi
trovavo a un casting per una serie bl, quindi ho preso in mano la
situazione e ho seguito Damon. Poteva essere un semplice bacio a
stampo, non era previsto che lo facessimo sul serio in quel momento,
ma...diciamo che mi sono fatto prendere dall'entusiasmo." mormorai con
un mezzo sorriso sulle labbra al ricordo di quel fatidico giorno che
aveva cambiato tutto.
"In che senso ti sei fatto prendere dall'entusiasmo?"
"Stiamo parlando dei DamLec, certe cose non dovresti nemmeno chiederle
dopo averli visti insieme. Li conosci anche da più tempo di
me." ribatté Jaime, l'altra parte della sua ship e uno dei
nuovi membri del cast.
"Cosa centra? Voglio sapere come è riuscito a baciare un
perfetto estraneo con facilità. Ho bisogno di capirlo
perché nella prossima scena tocca a noi e sinceramente non
so come andrà a finire. Per me è la prima volta
con un uomo, la cosa mi imbarazza un po'. Ho bisogno di aiuto da chi ne
sa qualcosa in più. Ormai è un veterano nel
baciare Damon. Hai qualche consiglio da darmi?"
"Adesso si che sono un po' in imbarazzo. Comunque ho seguito le mie
emozioni. E' come se in quel momento stessimo comunicando con lo
sguardo, si era creata una sorta di intesa. Damon pensava di darmi un
semplice bacio, tipo solo lo sfiorarsi delle labbra, ma io mi sono
lasciato andare a ciò che sentivo in quel momento e l'ho
baciato. Un vero bacio che ha sorpreso entrambi. E come ben sai durante
le prove ho continuato a farlo perché ormai per me era
talmente naturale, non avevo più timori o altro. Siamo
attori, è normale avere pubblico intorno a noi mentre
giriamo delle scene. Devi solo superare l'imbarazzo iniziale e poi
tutto andrà bene con la pratica. E' questione di abitudine."
scrollai le spalle sentendo la nostalgia di quei giorni quando stavo
iniziando pian piano a innamorarmi di lui. Perché continuava
a non rispondere al telefono?
"Vedo ancora come continua a farti arrossire Damon e non parlo solo
delle scene. Non hai detto che con il tempo l'imbarazzo scompare?"
Champ continuava a insistere perché ancora non riusciva a
comprendere una cosa che per me era così naturale fare, era
diventata come una boccata di ossigeno puro.
"Ma stiamo parlando di Damon. Lui farebbe arrossire chiunque." Jaime
aveva ragione ma il nostro collega sembrava non riuscire arrivare al
nocciolo della questione.
"Beh se l'intimità è cresciuta così
tanto tra di loro non dovrebbe succedere ancora."
"Ma dove vivi? Non li hai visti insieme?" stavo iniziando a
spazientirmi. Diedi un'occhiata alla messaggistica del cellulare ma
ancora Damon non aveva visualizzato niente.
"Quindi anche noi dovremmo essere più intimi per baciarci?
Ma loro non lo erano stati all'inizio."
"Quindi cosa vorresti? Un appuntamento?"
"No grazie."
"Ragazzi, l'unico consiglio che posso darvi è di seguire le
vostre emozioni. Altro non saprei dirvi. Con me e Damon ha funzionato
alla grande." dissi loro con un sospiro. Non sapevo più cosa
dirgli, il malumore era tornato.
"E se non c'è emozione? Che razza di consiglio è?"
"Cercate di crearlo in qualche modo. Oppure andate a chiedere a qualcun
altro che ne sa di più." la mia uscita non era delle
più felici ma sinceramente non me ne importava nulla. Avevo
bisogno del mio spazio in quel momento.
"Magari possiamo chiedere a Damon se se lo ricorda ancora. Penso che
per lui sia passato un bel po' di tempo."
"Bravo, vallo a chiedere a quel pozzo di esperienza che è
Damon. Sempre se a te risponde al telefono." sbottai in collera al solo
pensiero della grande esperienza del mio compagno.
"Calma amico. Fai un respiro profondo e non agitarti." si intromise
James avvicinandosi e appoggiandomi una mano sulla spalla con fare
amichevole.
"Vuoi essere tu il loro mentore? Insegna loro come baciarsi con
naturalezza."
"Beh io non ho tutta questa esperienza...e di certo l'unica volta che
ho baciato un uomo non ero al livello tuo e di Damon. Voi siete
decisamente su un altro livello...hey!! Vengo in pace!" mise le mani in
avanti come a placarmi. Sapevo che non avrebbe mai detto niente contro
di noi e che quella non era una presa in giro, mi fidavo della sua
amicizia. Dovevo solo calmarmi, non potevo andare avanti
così. Non ero arrabbiato con loro, non si meritavano tutta
la mia rabbia. Feci un profondo respiro.
"Si...scusatemi tutti. Oggi non ci sto tanto con la testa. Scusami
ancora Champ."
"No...va bene. Non preoccuparti."
"Champ ed io ce la caveremo in qualche modo."
"Ragazzi, porto Alec a prendersi una boccata d'aria. Ci vediamo dopo."
James ed io camminammo per un po' e gli raccontai tutto ciò
che era successo con Chase quella mattina. Il mio amico sembrava
più frustrato di me per la situazione, ma cercò
lo stesso di calmarmi e farmi ragionare. Dovevo ancora ascoltare la
versione di Damon prima di giungere a conclusioni che probabilmente
erano errate solo perché mi ero fatto abbindolare dalle
parole di quell'idiota. Dalla sua espressione si capiva che aveva
qualche dubbio che il mio compagno non avesse realmente contattato
quella serpe ma non disse nulla al riguardo per non farmi essere ancora
di più in ansia. Era amico di entrambi e di certo non mi
avrebbe detto nulla contro Damon per alimentare i miei oscuri pensieri.
Almeno lui era leale, peccato che conoscesse meglio di me il mio
compagno e l'ascendente che Chase avesse su di lui. Per lavoro mi ero
dovuto vedere le scene hot che avevano girato nella loro serie e
sinceramente mi ero sentito fortemente a disagio. Non perché
fosse una brutta scena e non sapessero recitare, anzi era tutto il
contrario. La loro chimica sulla scena era spettacolare, dovevo
ammetterlo, non potevo di certo dire il contrario. Avevano iniziato con
il botto e di sicuro erano stati molto apprezzati dai fans che li
avevano shippati subito come coppia reale, un po' come avevano fatto
con noi. Dopo averli visti in azione potevo capire in che modo avessero
alimentato le fantasie dei fans. Subdolamente, qualcuno mi aveva anche
suggerito di vedere altri video di Damon e Chase fuori dalle scene per
notare quanto fossero reali e in sintonia ma non lo avevo fatto. Mi
erano già bastate le scene girate, non ero così
scemo da tormentarmi ancora di più per farmi venire la
voglia di cavarmi gli occhi e chiederne al mio compagno il
risarcimento. Si diceva lontano dagli occhi lontano dal cuore. Mai un
detto era stato così perfetto. Il lavoro era lavoro, la vita
privata era tutta un'altra storia e avevo già casini con la
mia in quel momento. Aggiungere altro sale nella ferita sarebbe stato
da pazzi masochisti ed io non ero ancora arrivato a quel punto. La cosa
che mi turbava maggiormente erano i confronti che facevano tra noi due,
passato e presente. Damon non me ne voleva parlare ed io non potevo
leggergli nella mente. Ero frustrato.
James mi portò in un piccolo locale vicino al set per
prenderci da bere e continuai a tormentarlo con le mie fisse. Poverino,
dovevano farlo santo. Quando Meg lo chiamò al telefono, mi
disse che doveva tornare subito indietro per girare la sua scena ma che
io potevo restare un altro po' li a far prendere aria al cervello. Per
distrarmi, presi a giocare con il cellulare e passai il tempo in quel
modo. Uccidere altri avatar mi aiutò a sbollire la mia
voglia di colpire qualcun altro. Iniziai ad annoiarmi presto, e provai
di nuovo a chiamare Damon. Niente. Non aveva nemmeno visualizzato i
miei messaggi, sembrava sparito. Che senso aveva continuare a cercarlo?
Mi arrivò la notifica di un fan che aveva menzionato il mio
account su IG, non ci facevo più caso ormai da quante ne
ricevevo al minuto. Fortunatamente quelle notifiche erano silenziose.
Per curiosità, andai a vedere di cosa si trattasse e il link
mi portò allo spezzone di una vecchia live di Damon dove
strimpellava con la chitarra e rispondeva alle domande dei fans. Questo
video risaliva a qualche mese prima del nostro incontro. Quando aveva
ancora il cuore infranto e tutti sparlavano sul suo comportamento
molesto e inaccettabile nei confronti del suo ex partner. Nonostante
facesse di tutto per sembrare normale, si notava una certa tristezza
nel suo sguardo. Era serio ma il suo sguardo profondo mi faceva capire
quanto in realtà in quel momento si sentisse solo. Veniva
voglia di andare accanto a lui e abbracciarlo per dire che sarebbe
andato tutto bene.
"Onestamente al giorno d'oggi, penso che l'argomento sul genere sia
molto discusso. Penso che se amiamo qualcuno sia una buona cosa non
avere limitazione di genere. Bisognerebbe aprire di più
mente e cuore quando si parla di amore. L'amore è amore. Per
quanto mi riguarda, la persona che vorrei avere al mio fianco
è qualcuno che mi faccia venir voglia di restare con lei per
sempre, che mi faccia ridere. Qualcuno che mi faccia sentire bene e con
cui so di voler passare il resto della mia vita. Quindi penso che
potrebbe essere di qualsiasi genere. Ciò che è
importante è sentirsi a proprio agio con questa persona e
voler crescere con lei. In quel momento capirai che è la
persona giusta con cui passare il resto della tua vita. Alla fine non
si tratta di scegliere quale genere preferisci ma si tratta se questa
persona è quella per te oppure no. Cosa provi quando stai
con lei, come ti fa sentire. Se vedi un futuro insieme. Se capisci che
è la tua persona giusta allora non hai bisogno d'altro."
Quelle parole mi fecero sorridere. Aveva ragione. Lui era la mia
persona giusta, lo era sempre stato e l'avevo capito fin dall'inizio
anche se non volevo ammetterlo. Avevo taciuto i miei sentimenti per lui
non perché fosse un uomo ma per paura che per lui fossi solo
un fratellino di cui prendersi cura e niente di più. Lui era
la persona con cui voler crescere e con la quale costruire qualcosa di
importante, ma dovevamo avere elle basi solide per farlo. Lui era la
mia persona, ma io ero la sua? Secondo le opinioni dei fans si. Sotto
il video avevano commentato che dopo i giorni tristi finalmente Damon
aveva trovato me. DamLec forever. Per me era una novità
essere così amato dai fans, c'era persino chi mi ringraziava
di essere entrato nella sua vita e averlo fatto ridere di nuovo.
C'erano anche quelli che mi dicevano che non ero nessuno paragonato a
Chase e che potevo solo andare a nascondermi perché Damon mi
stava solo usando e io usavo lui. Questi erano soltanto i commenti
più soft, gli insulti peggiori erano decisamente
più pesanti e crudeli. Risposi a un messaggio di mio padre
mentre sorseggiavo distrattamente il mio succo di frutta. Lo avrei
finito rapidamente e poi sarei tornato sul set dagli altri, quella era
la mia intenzione almeno finché non mi si piazzò
davanti un'ombra che cambiò all'istante i miei piani.
"Ciao straniero. E' da tanto che non ci vediamo." alzai di scatto lo
sguardo al suono della sua voce e rimasi sorpreso. Era la mia ex che mi
stava guardando con un sorriso felice e una borsa nuova di edizione
limitata che le penzolava dal braccio. A quanto sembrava le cose le
stavano andando bene dopo la nostra rottura.
"Veronica."
"Posso farti compagnia?" mi chiese indicando la sedia davanti a me che
James aveva lasciato libera.
"Accomodati. A quanto pare il mio amico mi ha lasciato solo."
"Come stai? Ho letto tante cose di te negli ultimi tempi."
"Non credere a tutto quello che leggi. Sai quante cose inventano per
fare un po' di gossip e aumentare le visualizzazioni per essere al top
dei trend del momento. Spesso è solo spazzatura." ribattei
accigliato facendo un gesto con la mano come se volessi scansare quella
roba li.
"Lo so bene per esperienza. Quindi anche i pettegolezzi sulla tua vita
amorosa con Damon sono falsi?" il suo sorriso sornione mi fece
arrossire. Voleva soddisfare la sua curiosità e confermare
chissà quali fantasie su noi due.
"No comment."
"Ah...no comment. Va bene, diamolo per buono. Sono contenta per te che
si sia risolta la questione."
"Non con pochi problemi. Ogni giorni se ne presentano di nuovi.
Com'è andata dopo lo scandalo dell'altra volta quando ci
hanno beccati? Non vorrei crearti di nuovo altri casini per il fatto
che siamo seduti insieme."
"Non preoccuparti. L'intervista che avete rilasciato entrambi ha
aiutato a smorzare l'attenzione su di me. C'è voluto un po'
di tempo, non è stato immediato, ma alla fine si
è normalizzato tutto. Sono passata da ragazza chiusa nello
stanzino delle scope a ragazza mollata per giusta causa. Il mio status
è cambiato. Almeno hanno smesso di chiamare Damon sfascia
relazioni." annuì con fierezza. Era bello vederla di nuovo
spensierata, mi sentii meno in colpa per come era finita tra di noi.
"Non ne sono tanto sicuro. Gli haters sono sempre in agguato e ci vanno
giù pesante per ogni minima cosa detta o non detta.
C'è chi mormora anche di peggio di un semplice sfascia
relazioni. Quello non è niente." feci una risata amara
giocherellando con il bicchiere di vetro quasi vuoto.
"Come vanno le cose tra di voi? Vedo che state ricevendo tante
pressioni da tutti i lati e siete sempre sotto i riflettori. Come
riuscite a gestire la cosa? Non è pesante?"
"Più di quanto immagini, ma finché siamo insieme
riusciremo a superare tutto."
"Perché non sembri tanto convinto delle tue stesse parole?
Cos'è successo Alec?" il suo tono si fece serio e
preoccupato.
"Niente. Lascia perdere." scossi la testa non volendo trascinarla in
mezzo alle mie paranoie.
"Alec, anche se non ci sentiamo spesso siamo rimasti amici. Puoi
raccontarmi tutto lo sai. Sono qui per ascoltarti e magari posso darti
qualche consiglio. Un punto di vista esterno potrebbe servirti per
capire meglio la situazione. Mi dispiacerebbe che tutto quello che ci
è successo in passato non sia servito a niente."
"Il suo vecchio partner è tornato dall'inferno e vuole
portarci dentro con se." affermai in tono esausto strofinandomi gli
occhi.
"Chase? Oddio! Adesso capisco la tua faccia." esclamò lei in
tono disgustato e battendo un colpo sul tavolo. Attirammo l'attenzione
dei presenti e chiesi scusa con un cenno del capo. Dovevamo essere
praticamente invisibili ma Veronica stava facendo di tutto per farci
notare. Maledizione. Ci mancava solo quello.
"La mia agenzia sta spingendo a farmi accettare una nuova serie bl con
lui come protagonista. Ho detto di no ma non so fino a quando
potrò rifiutarmi. Non lo sopporto...non sopporto lui e la
sua boria. Non sa quando smettere di parlare e continua a stuzzicarmi
finché non è soddisfatto della mia reazione. Odio
il suo sorriso."
"Ti capisco, la tua non è una bella posizione.
Però Alec, rifletti bene sul rifiutare quella proposta.
Nonostante la tua rabbia e il tuo disprezzo, quello è il tuo
lavoro. Non ti sto dicendo di accettare ma solo di valutare le tue
alternative e se ne vale veramente la pena. Così vincerebbe
quello stronzo. Dovresti fargli vedere quanto vali e che in
realtà c'è un motivo perché tu ti
trovi dove sei adesso, al fianco di Damon, e lui è finito
nel dimenticatoio per molto tempo e potrebbe anche restarci se vuoi la
mia opinione. Vali di più di lui." cercò di
risollevarmi il morale lei mettendo i capelli dietro l'orecchio. Forse
era strano da parte di un ex dire certe cose e non portare rancore
verso l'altra persona, ma sapevo che era sincera. Credeva seriamente in
ciò che mi aveva detto ed io ero grato per il suo supporto.
"Non credo che a lui importi. Vuole solo farmi arrabbiare e ci riesce.
E' impossibile scalfire le sue convinzioni su loro due."
"Magari se si comporta così è perché
è proprio lui quello insicuro sulla loro situazione. Tu hai
preso il suo posto e lui si ritrova con un pugno di mosche in mano. Ti
ferisce come si sente ferito lui. Sei riuscito a parlare con Damon?"
ecco la domanda del secolo.
"No, ho provato a chiamarlo tante volte ma non risponde
perché è impegnato con il lavoro." sbuffai
sconsolato.
"Cos'altro c'è che non ti fa stare tranquillo?"
"Ha detto che Dam lo ha contattato di recente e continuano a sentirsi."
"Tu gli credi?"
"Vorrei non farlo ma lui sa come influenzare le persone, è
bravo in questo. Mi ha fatto entrare in paranoia e il fatto che non
riesca a contattare Damon mi sta facendo andare fuori di testa."
"Ti fidi di Damon?"
"Si." annuii con sicurezza.
"Bene, allora continua a farlo. E' solo questo che conta. Dagli
credito. Chiarisci ogni cosa con lui e non nascondergli niente, nemmeno
le tue paure. Questo fa male in una relazione. Magari la storia
è diversa da quella che credi. A quell'ipocrita piace molto
incasinarti la testa, non abboccare sempre alle sue parole."
"Se dovessi scoprire che quello che ha detto è vero? Che si
sentono ancora?"
"Capita a tutti di sentire vecchi amici...anche quelli che ti hanno
sputtanato alle spalle. Non vuol dire niente. Dipende tutto dalle
persone in questione e da quanto si è disposti a perdonare
l'altro. Tutti commettiamo degli errori, l'importante è
ammetterlo e cercare di rimediare. Specialmente se l'altra persona
è importante."
"Penso che per Chase, lui sia importante."
"E per Damon?"
"Penso lo sia stato, almeno in passato. Non ne abbiamo mai parlato
seriamente. A volte ho paura del fatto che il motivo per cui non ne
voglia parlare è perché sta soffrendo e in
realtà tiene ancora a lui. Questo mi annienterebbe."
"Questo te l'ho già detto un po' di tempo fa e te lo
riconfermo adesso, relazione o non relazione. Sarà pure un
bravissimo attore ma il suo sguardo non mente quando si volta verso di
te. Tiene molto a te, nessuno può negarlo. Adesso io non so
esattamente cosa pensa di Chase e che rapporto ci sia ancora tra di
loro, ma posso garantirti che sei la sua priorità. Ucciderei
per avere qualcuno accanto che mi guardi nello stesso modo in cui lui
guarda te. Un misto tra amore incondizionato e voglio sbatterti subito
al muro."
"Quindi la prossima volta dovrò venire a incontrarti in
galera? Dovrò informarmi sugli orari di visita." ridacchiai
divertito dalla sua fervida immaginazione.
"Spiritoso come al solito." fece una smorfia che mi fece ridere di
più.
"Grazie per avermi ascoltato. Avevo proprio bisogno di parlare con
qualcuno."
"Spero di essere riuscita a calmarti un po'. L'unica cosa che posso
consigliarti è quella di non tormentarti troppo con questi
pensieri e parlarne direttamente con Damon senza girarci intorno. Prima
o poi dovrete affrontare il l'argomento. Non portarla troppo alle
lunghe, in questo modo ti logori soltanto e non ti fa bene. Non voglio
vederti soffrire. Ti voglio bene Alec." mi disse mettendo una mano
sopra la mia poggiata sul tavolo.
"Ti voglio bene anch'io. Grazie per esserci stata quando avevo
bisogno." le strinsi la mano facendole un sorriso di riconoscenza.
"Non dirlo nemmeno. A cosa servono a fare le ex amichevoli allora?
Adesso basta parlare di te. Parliamo di me. Chi è che
è riuscita ad ottenere un contratto con un nuovo brand?"
Restammo a parlare per un altro po' di tempo insieme, mentre lei mi
informava sulle sue ultime novità di carriera. Ero felice
per lei. Non la vedevo così contenta da molto tempo. Era
rilassante parlare con lei, come fare un salto nel nostro passato
quando non avevo ancora incontrato Damon e la nostra relazione andava
ancora abbastanza bene. Mi era mancata la sua compagnia. Adesso mi
sentivo più rilassato e meno ansioso rispetto a prima.
Certo, il grande problema non era ancora stato risolto. Avrei dovuto
aspettare un altro po'. Mentre scherzavo con Veronica mi
arrivò un messaggio nella chat che aveva creato Damon per
organizzare la festa di addio per Brian. Era il mio compagno che voleva
ricordare ancora una volta che il party sarebbe stato quella sera e che
dovevamo tutti prepararci. Lui e le sue manie di precisione non
cambiavano mai. Mandai una emoji di conferma e tornai a parlare con la
mia ex senza nemmeno accorgermi che qualcuno ci stava riprendendo di
nascosto in una live di IG. Il mio unico pensiero in quel momento era
se quella sera sarei riuscito a parlare con Damon.
----------------------------------------------------------------
Ciao, ero in dubbio se postare o meno l'altro capitolo. Non so se vi
piace oppure no la storia, vorrei avere qualche riscontro da chi la sta
leggendo. Su Wattpad sta andando avanti, per chi volesse seguirla.
Fatemi sapere
Kia
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3939323
|