Behind your gaze

di kia84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** San Valentino ***
Capitolo 3: *** Un abbraccio di troppo ***
Capitolo 4: *** Come una coppia ***
Capitolo 5: *** La fine dei Damlec...o un nuovo inizio? ***
Capitolo 6: *** Essere possessivi ***
Capitolo 7: *** Nuovi problemi all'orizzonte ***
Capitolo 8: *** Hold me tight ***
Capitolo 9: *** Realtà o sogno? ***
Capitolo 10: *** Speciale video Fan meeting ***
Capitolo 11: *** Lucky to have you here ***
Capitolo 12: *** Distanza sociale? Ops... ***
Capitolo 13: *** Due piccole pesti ***
Capitolo 14: *** Non risponde ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


Behind your gaze
POV Damon

"Carino."

Questa fu la prima cosa a cui pensai appena posai lo sguardo su di lui. Era un ragazzo solitario, seduto un po' in disparte rispetto agli altri, che giocava con il suo cellulare. Si notava una certa timidezza in lui, non voleva mettersi troppo in mostra ma restare nell'ombra. Sembrava intoccabile e sulle sue, come se avesse innalzato un muro divisorio tra lui e le altre persone. Un muro forse troppo alto da riuscire a scavalcare anche per i più impavidi. Non dava troppo nell'occhio e di certo quella stanza era piena di ragazzi anche più belli e più spigliati che erano venuti con lo stesso scopo, eppure per qualche strana ragione non riuscivo a staccare gli occhi da quel tipo introverso. Mi incuriosiva. Alcune ragazze della troupe mi si avvicinarono per chiedermi qualcosa in merito ai provini ma non riuscii ad afferrare tutto in quanto continuavo a lanciare occhiate verso quello strano ragazzo come se fosse un magnete. Era più forte di me, cercavo di non dare troppo nell'occhio con il mio interesse ma inesorabilmente il mio sguardo finiva sempre verso la sua parte, finché notai che con quella finta indifferenza anche lui stava guardando me con la coda dell'occhio. Sorrisi divertito quando fu sgamato in pieno e tornò a guardare con troppo interesse il cellulare tra le mani. Era arrossito fino alle orecchie.

"Damon stiamo parlando con te! Cosa guardi?"

Quelle parole riportarono la mia attenzione alle ragazze di fronte a me che mi fissavano tra l'imbronciato e il sornione. A quanto pare ero stato beccato anch'io con le mani nel vasetto della marmellata. Ridacchiai imbarazzato sentendomi perforare la schiena da un paio di occhi curiosi. Cercai di contenere la voglia di girarmi ancora e incrociare il suo sguardo un'altra volta. La curiosità uccideva il topo e forse in quel momento di topi ce ne erano due.

"Niente, stavo vedendo quante persone ci sono per fare i provini. Sono molte."
"Si, la produzione ne ha chiamati molti per questo progetto. Sarà un successo se prenderanno il cast giusto che riuscirà a lavorare bene insieme."
"Damon per quale ruolo volevi proporti?"
"Per un ruolo secondario, ho letto il copione e sembra molto interessante."
"E' da un po' di tempo che non partecipi attivamente a una serie televisiva. Farò il tifo per te. Fighting!" la ragazza strinse i pugni in aria per incoraggiarmi ad andare avanti. Avrei avuto bisogno di tanta fortuna quel giorno per superare i provini.
"Grazie."
"La regista ci ha chiesto di fare un po' di foto ai partecipanti per il casting. Tocca a te."
"Ah va bene. Dove mi metto?"
"Visto che ti stavi guardando intorno perché non scegli qualcuno con cui fare qualche scatto? Lo abbiamo chiesto anche agli altri e visto che sei arrivato in ritardo manchi solo tu."
"Ok."

Annuii e mi girai guardando tutti quei ragazzi, feci un cenno di saluto ad alcune vecchie conoscenze ma il mio sguardo rimase puntato su quel ragazzo solitario che faceva finta di ignorarmi. Era come un richiamo. Non sapevo se qualcuno gli si fosse già avvicinato ma non indugiai ulteriormente e mi feci avanti senza perdere d'occhio la mia preda. Doveva essere lui. Alzò lo sguardo titubante e corrucciato su di me, quasi a voler dire che lo stavo interrompendo con i suoi affari, ma lo vidi spegnere immediatamente il cellulare e riporlo nella tasca dei jeans.

"Ciao, il mio nome è Damon. Piacere di conoscerti, spero di non disturbarti. Come ti chiami?" non gli strinsi la mano per paura che si spaventasse e scappasse via.
"Sono Alec, piacere. No, tanto sono appena morto." mi rispose lui stringendosi nelle spalle.
"A cosa stavi giocando?"
"A uno sparatutto ma non sono molto bravo. Perdo sempre e non riesco a superare questo livello."
"Se vuoi posso darti una mano, forse non sarò imbattibile ma penso che in due possiamo provare a capire come andare avanti. Ho giocato a molti sparatutto grazie al mio ex coinquilino. Ti va un aiuto?" mi offrii cercando di essere amichevole.
"Si grazie. Mi farebbe piacere."
"Come mai tutto solo?" gli chiesi guardandomi intorno nella speranza di trovare qualcuno della sua agenzia nei paraggi.
"Stavo aspettando il mio manager ma non è ancora arrivato, qui non conosco nessuno. E' la mia prima volta a un provino, si conoscono tutti tra di loro. Non è facile per me approcciarmi alle persone."
"Adesso conosci me. Baby non può essere messa in un angolo." sorrisi citando un battuta famosa di uno dei film tanto amati da mia madre.
"Non sapevo di essere sul set di Darty Dancing." ridacchiò lui divertito capendo al volo la battuta. Non tutti i giovani avevano mai visto i vecchi film, a quanto sembrava lui era una di quelle eccezioni.
"Tutto può succedere qui dentro, non hai ancora visto niente. Hai già fatto le prime foto?"
"Si alcune singole altre di coppia, ma non credo siano venute bene. Sono un po' nervoso."
"Io ancora non le ho fatte. Ti va di farle con me? Prometto di non morderti...al massimo ti farò fare il salto di Baby." lo provocai ammiccando con fare scherzoso nella sua direzione.
"Non promettere cose che non puoi mantenere." ribatté lui abbassando lo sguardo mentre le guance arrossivano lievemente. Era divertente prenderlo in giro.
"Te l'ho detto, non hai ancora visto niente. Vieni!"
Gli feci l'occhiolino e lo presi per mano, tirandolo su, per portarlo verso le ragazze che ci stavano aspettando mentre confabulavano tra di loro facendo dei cenni verso di noi. Cos'avevano in mente quelle due? Mi preoccupai appena fiutai aria di guai.
"Eccoci qua. Penso lo sappiate già, lui è Alec. Faremo qualche foto insieme. Iniziamo?"

Dopo i primi scatti un po' imbarazzati decisi di rompere il ghiaccio con qualche battutina che lo fece ridere e distese l'atmosfera tra noi. Le ragazze fecero alcune domande ad entrambi sulle nostre vite e sui nostri interessi, stavano venendo fuori delle cose interessanti e alcuni punti in comune che nemmeno potevo immaginare. Mi trovavo bene in sua compagnia, era come respirare aria fresca dopo essere stato per diverso tempo immerso in una densa coltre tossica che a fatica ero riuscito a togliermi di dosso. Restavano soltanto gli strascichi a tormentarmi ancora, non ne ero del tutto uscito come speravo. Tornai al presente e al mio compagno di scatti che, nonostante fosse ancora un po' impacciato, aveva iniziato a sciogliersi. Lo osservai meglio e notai che era piuttosto attraente non soltanto carino come pensavo all'inizio. Era poco più alto di me, capelli scuri ordinati in una rigida piega che sembrava pronto per un incontro di affari, i suoi occhi erano di un sorprendente castano intenso nel quale affogare. Aveva delle belle labbra carnose, sembravano succose ogni volta che rideva. Seguii i nei sulle sue braccia come se fossero un disegno astrale molto interessante, non era molto muscoloso ma aveva una bella corporatura soda anche se il piccolo accenno della sua pancia dava un senso di soffice. Ero tentato di toccarlo per capacitarmi della veridicità dei miei pensieri, ma mi fermai prima di fare qualche sciocchezza e metterlo in imbarazzo rompendo quella sorta di intesa che si era creata tra di noi. Ero un ragazzo a cui piaceva avere un contatto fisico con le persone con cui si trovava bene, era strano da parte mia avere quel tipo di intenzione verso una nuova conoscenza che non sapevo nemmeno se avessi rivisto dopo quel giorno. Quel pensiero mi rese un po' triste ma cercai di accantonarlo facendo un'altra battuta che lo fece ridere, mi piaceva il suo sorriso. Mi faceva venire voglia di continuare a stuzzicarlo solo per vederlo di nuovo. Quando ricevette un messaggio lo vidi adombrarsi un po' mentre faceva una smorfia spazientita. Ringraziai le ragazze e decisi di darci una pausa da tutte quelle chiacchiere, gli feci un cenno e mi seguì fino al posto dove lo avevo prelevato.

"Grazie...mi stavano un po' stancando ma non volevo sembrare cattivo."
"Figurati, non preoccuparti. Ti lascio riposare prima del tuo provino. Grazie ancora per le foto. Buona fortuna." lo salutai per poi dargli la schiena con l'intenzione di allontanarmi.
"Damon!" il suo richiamo mi fermò di colpo e sentii il mio cuore accelerare. Cos'era? Un principio di infarto? Mi voltai.
"Si?"
"Potresti...aiutarmi con il gioco? Forse abbiamo un po' di tempo prima di essere chiamati. Ti va?"
"Certo, sono tutto tuo." sorrisi dolcemente rincuorandomi di non dovermi subito separare dal mio nuovo amico.

Non seppi nemmeno quanto tempo passammo insieme a giocare con il cellulare e a ridere come scemi ogni volta che perdevamo una vita. Ci eravamo estraniati, esistevamo solo quello sparatutto e noi. Mi sembrava essere tornato adolescente. All'improvviso si fece avanti uno della troupe interrompendo il nostro gioco. Disse ad Alec di entrare nello studio due e a me di seguirlo nel giardino. Ci salutammo con un sorriso augurandoci il meglio e proseguimmo ognuno per la propria strada. Raggiunsi il giardino e salutai i presenti, mi misero davanti un copione e mi fecero provare alcune scene con Roy, un attore che avevo sentito nominare a più provini ma che non avevo ancora conosciuto. Lui stava provando la parte di uno dei protagonisti io in quel momento facevo finta di essere un suo ex che ritornava per cercare di riconquistarlo. Aveva del potenziale ed era bravo nella parte, recitai la scena al meglio delle mie possibilità e la ripetemmo varie volte di fronte la telecamera. Peccato che non riuscii a trovare alcun feeling con Roy per rendere la scena più fluida con qualche accenno di romanticismo. Ero sempre stato professionale nei miei ruoli e riuscivo a trovare sempre qualcosa su cui fissarmi per fingere di provare gli stessi sentimenti del personaggio che interpretavo ma in quel momento non ci riuscivo. Avevo troppi pensieri in mente ed ero preoccupato anche per il mio futuro. Quella poteva essere per me l'ultima chance per tornare a girare una serie televisiva e non potevo rovinarla in quel modo. Molti mi avevano chiuso le porte in faccia dopo quello che era successo, era stato il mio manager a convincermi a partecipare al casting per um ruolo secondario. Mi sarebbe bastato benissimo fare soltanto un cameo pur di tornare alla ribalta e non farmi sentire un fallito in tutto. Ci fermammo appena portarono un altro attore per darmi il cambio e io pensai che fosse tutto finito. Forse era meglio così. Forse era meglio tornare a fare gli ultimi servizi fotografici fissati nel calendario per poi cercarmi un lavoro in base al mio titolo di studio. Magari potevo insegnare ingegneria. Per fortuna ero riuscito a finire l'università in tempo tra una ripresa e un'altra, adesso stavo facendo il master. Brian, il mio manager, si fece avanti per darmi una bottiglietta d'acqua fresca. Lo ringraziai di cuore e bevvi una lunga sorsata come se fossi appena tornato dal deserto, la finii in fretta e mi ritrovai le mani vuote senza aver più niente da fare. Gli dissi che forse era meglio tornare a casa e che quel provino era andato male ma lui si rifiutò di ascoltarmi dicendo di aspettare ancora un po'. Tutto poteva succedere, dovevo essere solo paziente. Ormai questo era diventato un mantra che mi ripeteva ogni volta che non ricevevo belle notizie. Tutto il nervosismo degli ultimi mesi si fece sentire di colpo abbattendomi completamente. Cosa potevo fare? Già mi immaginavo tornare a casa a consolarmi tra le coccole del mio cane e una confezione di gelato al cioccolato. Forse ne avrei dovuta comprare un'altra? Improvvisamente si fece avanti una ragazza dicendomi che la regista mi stava aspettando nello studio due per provare un'altra scena. Non mi sembrava vero. La seguii facendo un lungo respiro per tranquillizzarmi ed entrai in quella stanza. La prima cosa che notai fu Alec davanti a una telecamera che si mordicchiava nervosamente le labbra, era come se cercasse di evitare il mio sguardo. Cos'era successo li dentro? Salutai la troupe e mi presentai  brevemente con rispetto verso di loro. Meg, la regista, l'avevo già conosciuta un anno prima durante un evento organizzato dalla produzione e mi aveva fatto una buona impressione. Si era complimentata per il mio lavoro e mi aveva augurato buona fortuna per la mia carriera, probabilmente non si ricordava di uno dei tanti attori che cercava di sfondare in quell'ambiente.

"Ciao Damon, te l'avevo detto che ci saremmo rincontrati un giorno. Ho visto che hai provato la parte con Roy in giardino. Come ti è sembrata?" esordì lei tutta allegra arrivando subito al sodo.
"Beh, forse avrei potuto fare di meglio e studiare di più il personaggio. Non si riesce subito ad avere una buona intesa sul set, ma Roy è un bravo attore." mormorai cercando una qualche scusa per non farle credere che fossi incompetente.
"Bene. Volevo proporti un'altra parte, solo per vedere come va. Ti dispiacerebbe provare?" mi disse lei scarabocchiando con convinzione qualcosa su dei fogli.
"Certo. Però non ho il copione."
"Non ti serve il copione. Vai ad intuito, mostrami il vero Damon."

A quelle parole mi prese il panico. Non avevo mai mostrato il vero me stesso durante un provino, men che meno sul set. L'unica volta che ho provato a lasciarmi andare avevo combinato un casino così grosso che per un lungo periodo non mi avevano più chiamato per fare i casting. Ero quasi finito nel dimenticatoio. Cosa dovevo fare adesso? Meg mi diede qualche vaga traccia sulla quale improvvisare la scena del bacio, annuii cercando di seguire le direttive quando in realtà fissai con la coda degli occhi Alec che sembrava sempre più nervoso e stanco. Incrociare quegli occhi da vicino mi mise in allerta ma mi concentrai sull'interpretazione e sulla mia esperienza lavorativa, questa volta doveva andare tutto bene. Era raro dover baciare sul serio qualcuno durante il casting, di solito facevano recitare parte dei dialoghi per vedere come interagivano tra di loro gli attori. Questa volta era diverso. Cancellai il resto dei presenti e tutti quegli occhi puntati su di noi, guardai solo lui. Era visibilmente nervoso e in imbarazzo, era il suo primo provino e voleva a tutti i costi superarlo ma non era facile per un tipo introverso come lui. Mi ricordava la mia prima volta di fronte le telecamere, mi assalì un moto di tenerezza verso quel ragazzo. Volevo aiutarlo, volevo fare in modo che risaltassero le sue capacità.

"Tranquillo. Guarda solo me."

Gli sorrisi dolcemente sussurrandogli quelle poche parole per ottenere la sua completa attenzione. Tornai serio e cercai di immedesimarmi nel personaggio, dovevo dimostrare il mio amore struggente in una sola scena senza dialoghi. Dovevo essere il più espressivo possibile in pochi attimi. Tornarono a galla vecchi sentimenti che ancora non riuscivo a dimenticare e cantai mentalmente una delle canzoni giuste per quella situazione. Optai per The blowes daughter di Damien Rice. Avevo un repertorio completo che mi aiutava a concentrarmi, la mia mente era come un jukebox sempre acceso. Ero pronto. Alzai lo sguardo verso di lui e mi tremò la terra sotto i piedi.

I can't take my eyes off of you
I can't take my eyes...

Cos'era quella sensazione? La sua espressione smarrita sembrava riflettesse la mia. Ero li per un motivo e doveva prevalere la professionalità, non stupidi e inutili pensieri fugaci che nemmeno capivo e che di certo non volevo analizzare. Mi avvicinai e gli misi una mano sulla guancia con fare possessivo mentre con l'altra mi aggrappai alla sua camicia. Cercai di esprimere disperazione e rimpianto e, mentre abbassavo gli occhi sulle sue labbra semiaperte, lo vidi deglutire a vuoto. Un leggero rossore fece capolino sulle sue morbide guance, nonostante la sua carnagione olivastra quel contrasto si vedeva chiaramente almeno per me che ero a un palmo dal suo naso. Annullai lentamente la distanza tra di noi fissando la sua bocca con desiderio, era arrivato il momento. Lo baciai.

"Sono nella merda!"

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POV Alec

Mi baciò e non capii più nulla. La pressione delle sue labbra sulle mie si fece più intensa, sentivo andare a fuoco il mio corpo. Senza nemmeno rendermene conto, chiusi gli occhi e mi aprii a quel bacio ricambiandolo con tutto me stesso. Era la prima volta che baciavo un uomo, era una strana sensazione...non negativa, solo diversa. Mi sentivo io diverso. Cosa stava succedendo? In un momento di lucidità e imbarazzo, lo spinsi via con il fiatone. Incrociai il suo sguardo e vidi qualcosa di indefinibile e profondo, mi ci stavo perdendo dentro. Cosa celava quello sguardo? Durò solo alcuni secondi che sembravano secoli, poi lo vidi ricomporsi e nascondersi dietro la stessa espressione amichevole che avevo conosciuto la prima volta che si era fatto avanti per le foto. Ero sconvolto. Come ci riusciva? Ero ancora agitato e imbarazzato per un semplice bacio dato di fronte a tante persone, il mio cervello sembrava fuso, e lui sembrava così tranquillo come se non fosse successo nulla di eclatante. Dovevo darmi una calmata, stava soltanto recitando e lui aveva decisamente troppa esperienza alle spalle per potersi paragonare a me. Lui si che era un vero attore.

"Bravi ragazzi, era quello che volevamo." applaudì la regista per attirare la nostra attenzione mentre la sceneggiatrice accanto a lei annuiva soddisfatta scrivendo qualcosa su dei fogli.
"Andava bene?"
"Meglio di quello che speravamo. Va bene, qui abbiamo finito. Vi faremo sapere quanto prima i risultati del casting. Grazie per il vostro lavoro, potete andare."

Salutammo la regista e la troupe e lo seguii fuori ancora intontito da quello che era successo. Osservai la sua ampia schiena solida che dava un senso di sicurezza. Le sue braccia muscolose e quelle vene, che risaltano e finivano sul dorso delle sue mani, mostravano una forza che era in contrasto con la persona sorridente che si era fatta avanti. Me ne sentivo stranamente attratto. I suoi capelli castano chiari erano in disordine ma sembravano soffici e avevano un buon profumo come se fosse appena uscito dalla doccia. Improvvisamente mi balenò in mente una breve immagine di lui che usciva dal bagno con ancora le goccioline d'acqua che gli scendevano dal petto muscoloso e un paio di occhi azzurri che mi fissavano profondamente. Alt! A cosa stavo pensando? Scacciai quell'immagine stringendo i pugni. Il mio cervello era andato in tilt! Si avvicinò un uomo per chiedergli com'era andata e Damon mormorò qualcosa di incomprensibile per le orecchie umane ma vidi l'altro annuire e stringergli una spalla. Mi sentivo strano assistendo a quel gesto confidenziale tra loro due.

"Damon!" lo chiamai all'improvviso cercando la sua attenzione. Non volevo fare il terzo incomodo ma volevo che guardasse solo me. Non ero mai stato un tipo che supplicava qualcuno di concentrarsi su di me ma era come se ne avessi l'esigenza con lui.
"Dimmi pure." un paio di fari azzurri si posarono su di me mettendomi in imbarazzo. Volevo la sua attenzione ma ogni volta che mi guardava sembrava volesse scavarmi dentro. Ero agitato.
"Per prima...scusa se a un certo punto ti ho spinto. Non..." stavo balbettando impacciato come un cretino. Abbassai lo sguardo prima di diventare un peperone. La mia maledetta timidezza usciva sempre nei momenti peggiori.
"Tranquillo, non c'è problema. Hai fatto la tua parte bene, quello richiedeva il tuo personaggio."
"Si...non ti ho fatto male vero?"
"Tranquillo ho la pelle dura. Scusami piuttosto se sono stato troppo irruento prima."
"Sei stato magnifico!" merda, lo avevo detto veramente in tono adulatorio. Che imbarazzo, adesso avrebbe pensato che fossi soltanto uno sfigato. Stupido Alec!
"Ah, grazie." mi sorrise lui grattandosi il collo di lato. Forse non ero l'unico a sentirsi strano. Sentii dei passi pesanti farsi strada verso di noi e mi girai di scatto per trovarmi davanti Paul che agitava una mano verso di me.
"Alec eccoti finalmente! Sono stato trattenuto dai soci e ho fatto tardi scusa. Ma ho parlato con la produzione. Com'è andato il provino?" ero infastidito dai suoi modi di fare ma non potevo farci niente.
"Tu sei il suo manager?" si fece avanti Damon allontanandomi di qualche passo da lui. Il suo tono freddo e calmo sembrava più feroce di una scenata piena di urla. Stava ancora sorridendo ma faceva paura, mi si rizzarono i peli sulle braccia. Nonostante la situazione strana, mi sentivo protetto.
"Si...tu sei Damon Williamson? E' un piacere conoscerti! Io sono Paul Ramirez." il mio manager allungò la mano per stringere la sua ma Damon non la considerò nemmeno. Era tosto quell'uomo.
"Si, certo. Dovresti prenderti più cura dei tuoi clienti e non lasciarli allo sbando senza nessuno accanto specialmente il giorno del loro primo provino. Non è professionale e Alec aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a calmarsi. Se non sai fare bene il tuo lavoro lascia perdere."
"Damon adesso dobbiamo andare. Ha chiamato Alice." l'altro uomo gli strinse il braccio, forse a volerlo calmare. Damon distolse lo sguardo e annuì.
"Va bene. Alec passami il telefono."
"Come...tieni." ancora smarrito, gli consegnai il cellulare dopo averlo sbloccato. Non capivo cosa stava succedendo. Lo vidi digitare frettolosamente qualcosa e restituirmelo in mano.
"Questo è il mio numero. Se avessi bisogno di aiuto o anche solo per parlare, chiamami. Non farti problemi. Ci vediamo. Buona fortuna."
"Buona fortuna anche a te." mormorai attonito stringendo forte in mano il cellulare come se fosse la cosa più preziosa al mondo mentre lo guardai allontanarsi seguito dal suo amico.
"Wow...quello era Damon Williamson! Non ci credo! Hai fatto il provino con lui?"
"Si. Lo conosci?"
"Chi non lo conosce nell'ambiente? Ha girato tre serie tv, era uno degli attori più votati dal pubblico, era il volto di due nomi grossi della pubblicità e spesso presente nelle copertine di riviste di moda. Era il sogno di tutti. Poi è successo quel casino e ha preferito allontanarsi dalla scena. Ha perso molti contratti, non lo chiamavano più. So che ogni tanto partecipa alle passerelle e a qualche servizio fotografico. Non so bene cosa faccia adesso, probabilmente qualcuno è stato clemente con lui se ha partecipato a questo casting."
"Cos'è successo?"
"E' una storia lunga, puoi trovarla su YouTube. Ormai è di dominio pubblico fin da quando era successo. Chi ci ha rimesso di più è stato proprio  lui, un po' mi dispiace ma così funziona questo mondo. Un giorno sei all'apice della tua carriera e il giorno dopo a mala pena ti riconoscono per strada. Adesso andiamo che abbiamo un po' di cose da fare."

Due sere dopo, finita la cena insieme alla mia famiglia, mi chiusi in camera e accesi il portatile. La mia mente era affollata da mille domande e curiosità tutte incentrate sulla figura misteriosa di Damon Williamson. Chi si nascondeva veramente dietro quello sguardo? Sembrava una persona complessa. Quando aveva affrontato il mio manager le mie pulsazioni erano aumentate di colpo, non me lo sarei mai aspettato. Mi sembrava di essere stato una quattordicenne in piena fase ormonale di fronte all'eroe del suo libro preferito. Stavo impazzendo. Da quando mi aveva lasciato il suo numero non facevo altro che fissare quelle cifre e il suo nome salvato, ormai lo avevo imparato a memoria. Non lo avevo contattato quasi avessi paura di scoprire che quel suo lato gentile e simpatico in realtà non esistesse per niente. Che fosse solo uno dei tanti personaggi inventati a tavolino che mostrava agli altri, perché quello che avevo visto finora mi piaceva davvero e speravo di non essermi sbagliato su di lui. Quel bacio mi aveva confuso del tutto e il suo sguardo subito dopo mi aveva fatto dubitare che fosse solo per la scena. Non aveva sentito niente? Ero io il novellino, dovevo imparare ancora molte cose come per esempio nascondere i miei sentimenti. Ricordando le parole del mio manager, aprii la pagina di YouTube e in automatico digitai il suo nome. Spuntarono tantissimi video che nemmeno mi sarei aspettato. Video di servizi fotografici, pubblicità, eventi pubblici, fan meeting, serie televisive, trasmissioni e persino video fan made con scritto miss you. Era diventato un'ossessione per i suoi followers, era amato da così tante persone che mi chiesi il motivo per cui aveva deciso di allontanarsi da quell'ambiente. Se eri sulla cresta dell'onda perché dovevi per forza scendere dalla giostra in corsa? La curiosità di andare oltre le anteprime e vedere uno per uno tutti quei video mi stava mangiando dentro. Volevo saperne di più, volevo conoscere di più quell'uomo che era entrato di colpo nella mia vita e che mi aveva dato una possibilità sia per la carriera sia per poterlo sentire ancora. Speravo che fosse sincero. Cliccai sul cursore per far scendere la pagina e mi imbattei nel volto di un ragazzo in lacrime. Cos'era questo? Cosa centrava con Damon? Mi avvicinai con il mouse al video ma mi fermai di colpo, mi stavano sudando le mani e qualcosa dentro di me stava lanciando l'allarme rosso. Non aprire! Mi sembrava di spiare nella vita di qualcuno invadendo la sua privacy. Era una cosa normale, lo facevano tutti verso la vita dei personaggi pubblici dove ormai il confine tra privato e pubblico non esisteva più ma, in quel momento, non riuscivo ad andare oltre. Non potevo farlo. Il suono di un messaggio interruppe le mie farneticazioni. Per un secondo mi aspettai di leggere il nome di Damon sul display ma poi mi diedi dell'imbecille perché ero il solo ad avere il numero, lui non sapeva il mio. Era tutto nelle mie mani, se solo avessi deciso di compiere il primo passo. Sospirando lessi il messaggio. Era Veronica, la mia ragazza. Durante le foto con Damon mi aveva cercato ma mi ero dimenticato di rispondere, erano passati due giorni e sicuramente era arrabbiata. Ero un pessimo fidanzato. Selezionai il suo nome e la chiamai. Rispose al primo squillo con tono lamentoso mentre in sottofondo si sentiva la musica alta.

"Come mai non ti sei fatto sentire in questi giorni? Com'è andato il provino?"
"Scusami, sono stato impegnato. Spero sia andato bene, mi hanno fatto provare tante volte con diversi attori. Adesso sono un po' stanco."
"Hai conosciuto qualcuno di famoso?" la solita domanda che mi faceva da quando avevo firmato con la mia agenzia.
"Damon Williamson, è piuttosto simpatico. Mi ha aiutato molto." senza quasi rendermene conto sorrisi a quel nome e sentii le mie guance scaldarsi. All'improvviso faceva caldo, andai ad aprire la finestra.
"Lui? Oddio! Ti consiglio di stargli alla larga. Non ha una bella reputazione e potrebbe infangare la tua se gli stai troppo vicino. Porta solo guai." quelle parole spensero il mio entusiasmo scurendomi il viso.
"Perché dici questo? Cos'ha fatto di male? Nemmeno lo conosci!"
"Basta, non ne voglio parlare. Adesso devo andare a cena con gli amici. Buona notte."

Perché all'improvviso si stava comportando in quel modo? Non riuscivo proprio a capirla. Il giorno prima del provino avevo declinato l'invito a cena con i suoi amici perché sarei tornato stanco a casa e lei si era infuriata dicendo che non avevo più tempo per stare con lei. Aveva ragione solo in parte, non era solo questione di tempo ma anche di voglia. Non volevo uscire con i suoi amici e quando finalmente riuscivamo a stare un po' insieme restava attaccata al cellulare a scattarsi selfie inutili. Era un'influencer su Instagram e spopolava su TikTok, era seguita da tanti followers e quindi il telefono era diventata la sua ossessione. Tra dirette e foto era una fortuna che non comparissi da nessuna parte sui suoi canali. Non volevamo rendere pubblica la nostra relazione specialmente adesso che avevo firmato con l'agenzia. Questo legame poteva essere di intralcio per entrambe le carriere. Raramente parlavamo di cose serie e sentivo che c'era qualcosa che mancava nella nostra relazione. Come se non andasse più da nessuna parte. Mi piaceva Veronica, le ero molto affezionato ma non mi suscitava più le stesse emozioni di prima. Improvvisamente l'immagine di quel maledetto bacio mi riaffiorò alla mente facendomi arrossire di nuovo. Dannato Damon e il suo bacio! Tornai a fissare quel ragazzo in lacrime al computer, forse la risposta di tutto stava in quel video postato un anno prima. Ero pronto ad affrontare tutto ciò? Il telefono squillò di nuovo, questa volta era il mio manager.

"Ciao, dimmi pure."
"Ho delle grandi notizie! Hai superato il provino, sei stato selezionato per fare uno dei protagonisti della serie. Congratulazioni!" mi urlò all'orecchio come se neanche lui ci avesse creduto fino in fondo.
"Oddio! Che bella notizia! Non ci credo! Ho superato il provino! Pensavo che fosse andato male!" esultai tirandomi in piedi mentre alzavo un pugno in aria in segno di vittoria.
"Si sono persino complimentati per la tua performance piuttosto naturale. La regista ha detto qualcosa sull'arrossire e sullo sguardo confuso...non mi ricordo bene altro. Domani devi tornare per provare altre parti del copione, non hanno ancora trovato tutto il cast. Solo gli attori principali."
"Sai già chi farà l'altra parte?" gli chiesi un po' in ansia nella speranza di sentire quel nome. Era l'unico che non mi aveva fatto sentire a disagio nelle prove.
"Non ci crederai mai! Damon Williamson! Proprio lui! Dovrò stare attento a come mi comporto prima di beccarmi nuovamente una sgridata. Questa serie sarà un successo! Adesso devo parlare con in capi, ti vengo a prendere domani mattina. Ciao."

Eravamo stati presi entrambi! Oddio! La regista aveva parlato di rossore e sguardi? All'improvviso andai a fuoco chiedendomi cosa avevano visto gli altri in quella scena. Durante quel bacio ero talmente perso che non mi ricordavo nemmeno di avere telecamere e pubblico di fronte a me. Non era successo mentre provavo con gli altri ragazzi, il nervosismo aveva prevalso su tutto. Cosa mi aveva fatto Damon Williamson? Corsi in salone per dare la bella notizia alla mia famiglia e finimmo di brindare tutti insieme al mio inizio di carriera. Non avevo mai visto mia madre così felice in tutta la mia vita. Voleva soltanto che i miei sogni si avverassero. Mia sorella Hope saltò come un canguro aggrappandosi alla mia schiena mentre mi urlava nelle orecchie che avrei baciato più ragazzi di lei e che avrei avuto la possibilità di ammirare quei corpi muscolosi. Non sapevo cosa risponderle. Avevo la ragazza e sinceramente non avevo mai fatto nessun apprezzamento sul corpo maschile finché non avevo visto quei bicipiti e quelle vene che mi avevano azzerato la salivazione. Era normale ammirare un modello come lui. Speravo ci fossero anche delle belle ragazze con cui condividere la scena e rifarmi gli occhi. Quando tornai in camera il mio primo pensiero fu per lui. Chissà come aveva preso la notizia. Si sarebbe trovato bene a recitare con me? Non riuscii più a trattenermi e selezionai il suo numero. L'attesa mi stava rendendo sempre più impaziente.

"Pronto?"
"Siamo stati presi tutti e due! Oddio...si, scusa. Sono Alec."
"So chi sei. Ti stavo aspettando." a quel tono di voce suadente le mie palpitazioni aumentarono. Come faceva a dire una frase così semplice e farmi immaginare tutt'altro? Avevo di nuovo caldo, per fortuna non poteva vedermi in quel momento.
"Scusa, forse ti sto disturbando ed è troppo tardi..."
"Non scusarti. Puoi chiamarmi quando vuoi, tranquillo. Mi fa piacere sentirti. Sei felice?"
"Non puoi immaginare quanto. La mia famiglia sta festeggiando. Tu sei felice?" lo sentii ridacchiare divertito.
"Mia madre sta ringraziando tutti i nostri avi e chiunque la possa sentire. Spero che i vicini non si lamentino troppo altrimenti domani farà il giro dell'isolato per distribuire torte fatte in casa come ringraziamento lasciando persino una copia delle mie foto, mentre si vanterà orgogliosamente della carriera di suo figlio. E' esuberante come donna ma l'adoro. Sono felice." lo sentii sorridere e di rimando lo feci anch'io.
"Dovremmo girare molte scene insieme. Devo ammettere che sono un po' nervoso a stare di fronte a una telecamera."
"Agli inizi è sempre così, pian piano ti ci abituerai. Devi solo restare concentrato sul tuo obbiettivo, seguire i consigli e dare sempre il meglio di te."
"Potresti darmi una mano? So che hai più esperienza e se mi aiutassi..."
"Tranquillo, sarò al tuo fianco. Lavoreremo insieme da oggi in poi. Prima però dovremo conoscerci meglio per iniziare a creare le basi del nostro rapporto. Dovremmo diventare piuttosto intimi, per le scene intendo."
"Già...intimi."
"Faremo un passo per volta e impareremo l'uno dall'altro. Non voglio metterti a disagio."
"Grazie, allora prenditi cura di me. Passiamo alle presentazioni. Piacere. Mi chiamo Alec Roberts sono del sagittario, mi piace nuotare e giocare ai videogiochi. Ho una passione per il cibo piccante e ho una sorella che pensa che diventerò un gigolò delle serie BL."
"Persino un gigolò? Dovrei preoccuparmi?" ridacchiò lui divertito.
"Non credo proprio."
"Piacere di conoscerti Alec, sono Damon Williamson e sono dei pesci. Mi piace la musica e mangiare gelato al cioccolato. Un po' mi fa pensare a te." dopo aver detto questo restammo qualche secondo in un silenzio imbarazzante mentre le mie guance arrossirono di nuovo.
"Il gelato al cioccolato? Sono così freddo?"
"Intendevo il cioccolato...come il colore della tua pelle e dei tuoi occhi e la sensazione di calore che mi dai."
"Wow...è la prima volta che me lo dicono." balbettai sentendo che il rossore era arrivato alle orecchie. Portai una mano alla guancia sentendola bollente.
"Sei in imbarazzo? Scusa non volevo, fai finta che non abbia detto niente." si scusò lui facendo marcia indietro e facendomi sentire strano.
"No Damon, va bene. A dire il vero mi è piaciuto. Tu invece sei come il cioccolato al latte, il contrasto tra le nostre pelli è interessante." lo sentii sorridere sollevato e sorrisi anch'io.
"Si specialmente visto che continuiamo a parlare di cioccolata, adesso mi è venuta fame. Ne voglio un po'! Peccato che è finita."
"Beh la prossima volta che ci vediamo te ne porterò una tavoletta intera."
"Mi stai già viziando?"
"Bisogna portare rispetto ai più anziani." lo presi in giro ridendo.
"Piccola peste!" rise anche lui divertito e un po' sorpreso.
"Sto scherzando."
"Si sta facendo tardi. Forse è meglio andare a dormire, domani dobbiamo svegliarci presto per raggiungere il casting e presentarci a tutta la troupe. Probabilmente faremo anche delle prime foto quindi dovremmo sembrare svegli e senza occhiaie."
"So che non riuscirò a dormire facilmente in questo momento. Possiamo parlare un altro po'? Di solito non parlo così tanto ma sono talmente eccitato che non riesco a stare zitto. Questo per me è strano, mi piace parlare con te."
"Tranquillo, a me piace ascoltarti. Sono qui. Non vado da nessuna parte."


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Ciao a tutti, non scrivo da un bel pò di tempo su questo sito e ammetto che mi mancava pubblicare. Spero che questa nuova storia vi piacerà. In realtà si basa sulla vita di due attori Thailandesi ma ho cambiato i nomi e ho dato libero sfogo alla fantasia da shipper ;)
Buona lettura

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Capitolo 2
*** San Valentino ***


Behind your gaze 2
POV Damon

"E adesso è arrivato il momento che tutti stavamo aspettando. Un grosso applauso per Damon e Alec! E questo vi sembra un applauso? So che potete fare di meglio!"

Mi voltai verso di lui e gli strinsi il braccio sorridendo con calore per incoraggiarlo. Erano passati diversi mesi dal nostro primo incontro eppure quel suo nervosismo non voleva sparire. Lo osservai attentamente rubando ogni attimo che potevo. Era carino mentre si mordicchiava le labbra e dondolava da una gamba all'altra, sembrava un bambino impaziente. Se lo avessero ripreso in quel momento, tutte le sue fans avrebbero gridato "Soo cute!" lanciando sospiri estasiati. Presi il cellulare e gli scattai una foto. Ormai ne avevo una cartella piena solo di immagini di lui, molte delle quali talmente imbarazzanti che non le avrei mostrate ad anima viva. Avevo diversi scatti persino di quando era profondamente addormentato con la sua immancabile copertina azzurra mentre io mi divertivo a mettergli il musetto di un cane o a inserire qualche filtro divertente a sua insaputa. Era tenero. Mi sentivo geloso di quelle foto, rappresentavano squarci di vita di un Alec che non tutti conoscevano. Una persona a me molto preziosa che volevo tenere solo per me, che volevo proteggere. Lui si accorse dello scatto rubato e si girò verso di me facendo un mezzo sorriso buffo e sorpreso che si tramutò rapidamente in finto broncio, lo fotografai di nuovo. Avevo voglia di accarezzare quelle guace, ma non era il momento giusto per perdermi in queste fantasie.

"Damon!"
"Cosa c'è? Eri carino." mormorai innocentemente archiviando le foto nel mio cellulare nella cartella preferiti con sopra il suo nome.
"Non pubblicarla!" mi intimò lui puntandomi un dito contro come avvertimento.
"Solo se mi prometti di calmarti. Fai dei respiri profondi. Bravo." lo vidi eseguire i miei consigli e gli sorrisi soddisfatto.
"Lo so, dovrei esserci abituato ormai ma ogni tanto l'ansia mi assale lo stesso. Aspetta, ti sistemo il colletto." si avvicinò a me per mettere a posto la camicia, cosa che lo aiutò ad alleviare il suo stato d'ansia. Succedeva sempre così con lui, distrarlo per farlo concentrare su qualcosa dove potesse aiutarmi. A volte lavorava meglio lui di Brian ed era persino gratis.
"Tranquillo, ricordati che non sei da solo qui. Abbiamo iniziato questo viaggio insieme, non lascerò mai andare la tua mano. Se hai un momento di panico concentrati solo su di me, sarò sempre accanto a te."
"Grazie Damon." finalmente lo vidi sorridere molto più rilassato rispetto a prima. Missione compiuta.
"Ricordati: sii solo te stesso e se hai problemi segui me. Io sono la tua spalla e tu la mia." grida concitate con i nostri nomi ci richiamò al presente. "Questo è il nostro segnale. Andiamo."

Raggiungemmo gli altri membri del cast sul palco e un boato da parte dei fans scatenati ci seguì per tutto il tragitto. A volte sembrava un pò spaventoso ma era proprio grazie al loro sostegno se eravamo arrivati fin qui. Stavamo facendo un buon lavoro e quella era la dimostrazione, la nostra ricompensa. C'eravamo impegnati tanto e i fans erano persino aumentati manifestando il loro amore verso di noi. Vivevamo per quello. Era la nostra fonte di ispirazione, il nostro incoraggiamento per andare avanti con le mete che ci eravamo prefissati. Dovevamo dimostrare di ricambiare il loro amore.
Era San Valentino e sembravano tutti impazziti, noi stavamo al gioco seguendo il programma già concordato con la regia. Flash a destra e a sinistra, richieste urlate per attirare la nostra attenzione, solite domande che ormai conoscevamo a memoria. La stanchezza iniziò a farsi sentire. Feci finta di niente e continuai a sorridere come se nulla fosse. Quello era il nostro lavoro, lo avevamo scelto noi. Dovevo resistere un altro pò per tutte le persone che ci stavano osservando gridando i nostri nomi. Guardai con orgoglio Alec al mio fianco. Non sembrava più lo stesso ragazzo che avevo incoraggiato dietro le quinte. Era spigliato, giocherellone e innocente, a volte sembrava un bambino un pò cresciuto. Mi faceva tenerezza e mi veniva sempre più voglia di prendermene cura. Stavo forse diventando troppo dipendente da lui? No, lo facevo soltanto perchè aveva bisogno di una guida con più esperienza. Solo per quel motivo.

"Damon sei single?" mi chiese il presentatore tirandomi in ballo.
"Certamente." qui un coro di urla seguì la mia risposta e molti gridarono il nome di Alec per negare ciò che avevo appena detto.
"Come dovrebbe essere la tua anima gemella?"
"Qualcuno che mi completi, che mi comprenda e capisca il mio lavoro. Ho poco tempo per me stesso e gestire una relazione sarebbe complicato, è difficile trovare qualcuno paziente e comprensivo che abbia il coraggio di frequentare un attore con la vita frenetica che fa. Qualcuno che mi faccia ridere e non pensare più a nient'altro che a noi, qualcuno di cui prendermi cura e che si prenda cura di me anche solo con piccoli gesti quotidiani. Qualcuno che mi basta vedere per rendermi felice e migliorare la mia giornata." avevo sempre voluto trovare qualcuno che potesse anche solo avvicinarsi al mio tipo ideale, o per meglio dire a qualcuno che mi facesse provare certe sensazioni. Avevo fatto tanti buchi nell'acqua, ormai non ci credevo più alla famosa anima gemella.
"Wow è un elenco lungo e piuttosto dettagliato da soddisfare."
"Sembra che tu stia descrivendo Alec." commentò Kevin ridacchiando come un idiota.
"Cosa sentono le mie orecchie? Damon vuoi commentare?"
"Siamo solo amici molto affiatati." mormorai con un sorriso la nostra frase di routine. Era la verità ma non tutti ci credevano visto che giocavamo alla coppia felice ogni volta che venivamo ripresi.
"Che si abbracciano spesso."
"Anche noi ci abbracciamo Kevin, vuoi un abbraccio adesso?" gli chiesi facendomi avanti con le braccia aperte per smorzare la battuta. Ormai erano da copione anche quelle mezze frasi per sottintendere che ci fosse altro tra di noi. I nostri amici e colleghi ci andavano a nozze prendendoci in giro. A noi stava bene perchè avevamo dato il via libera peccato che a volte risultava stancante sentire sempre le stesse insinuazioni. Se solo i fans sapessero la verità cadrebbero migliaia di castelli in aria in un secondo.
"Vieni qua fratello!" ci abbracciammo dandoci della pacche sulla schiena in modo amichevole anche se forse io calcai un pò troppo forte la mano per fargli capire di andarci piano. Non volevo incasinare troppo la vita di Alec.
"Hey! Adesso sono geloso! Hai detto che abbracciavi soltanto me!" si intromise la voce imbronciata del mio partner incrociando le braccia al petto. Era adorabile e dalle grida non ero il solo a pensarlo. Maledetto broncio.
"Su su, non mettere il broncio Alec! Salta su!"

Non feci in tempo a finire la frase che lo vidi prendere una piccola rincorsa per saltarmi al collo. Lo presi al volo mentre mi si aggrappava come un koala ridendo come un pazzo. Lo fissai sorpreso da quello slancio, il suono della sua risata allegra mi contagiò e iniziai a ricambiare senza riuscire a fermarmi. Ero felice, faceva sempre qualcosa che migliorava la mia giornata. Sentii in sottofondo degli strilli eccitati e tornai alla realtà.

"Cosa succede piccolo?" gli sussurrai mettendo da parte il microfono per non farci sentire da tutti.
"Avevo soltanto voglia di saltarti addosso e ho voluto provarlo per la prima volta. Volevo prendere l'iniziativa. Senti tutte quelle voci? Sono per noi." la sua voce eccitata e ridacchiante e il suo caldo respiro mi lasciarono i brividi.
"Si stanno risvegliando persino i morti." risi con lui finchè non avvicinò il suo volto al mio per strofinare i nostri nasi, con fare intimo, senza staccare gli occhi l'uno dall'altro. In quel momento mi persi.
"Damon, non chiedermi più il permesso di prendermi in braccio o di baciarmi sulla guancia o di prendermi per mano. Fallo e basta, tanto lo facciamo sempre anche dietro le telecamere. Altrimenti penseranno che non mi piace o che non mi piaci tu e questo non è vero." non seppi cosa rispondere ma quelle parole mi diedero sollievo, come se mi si fosse smosso qualcosa sul petto. Mi stava dando il via libera ad essere noi stessi senza filtri, senza aver paura che potessero fraintendere ancora di più il nostro rapporto. O almeno, di fregarcene del tutto e mostrare quello che eravamo. Lui era d'accordo, dovevo soltanto stabilire un nuovo limite per me stesso. Avevo un pò di paura per questa fiducia cieca. Se avessi rovinato tutto di nuovo? "Fammi fare un giro stallone!" mi disse Alec parlando al microfono mentre sventolava un pugno in aria per incitare la folla.
"Cosa vedono i miei occhi?" si intromise il presentatore mentre portavo a spasso il piccolo koala tra le mie braccia per fare un pò di scena. Ci stavamo divertendo come dei bambini.
"Trovatevi una stanza!"
"James cosa mi dici di loro? E' la prima volta che vediamo Alec prendere l'iniziativa."
"Avrà preso la pillola della felicità." commentò ridendo il nostro amico per prenderci in giro.
"Era una pillola rossa a forma di cuoricino." rispose il mio partner mentre lo facevo scendere e gli mettevo un braccio alla base della schiena, gliela massaggiai senza rendermene conto come facevo sempre. Era per fargli sentire la mia vicinanza.
"Sicuro che non era una pillola blu? Magari l'hai confusa con il viagra." ribattei facendo ridere tutti mentre lui si voltava verso di me lanciandomi una finta occhiataccia. Adoravo stuzzicarlo.
"A me non serve quella roba, sono forte e sano. Dovresti saperlo proprio tu." mi sorrise ammiccando guardandomi intensamente. Stava imparando a giocare la piccola peste.
"Oddio, questa non mi sembra più una festa di San Valentino ma un filmino a luci rosse. Mi sento di troppo." commentò il presentatore mettendosi una mano di fronte agli occhi come a non volerci vedere.
"Benvenuto nel club. Quando sono persi nel loro mondo di sguardi battutine e sdolcinatezze varie gli altri fanno solo da tappezzeria." alla battuta di Kevin tutti risero. Noi due sorridemmo staccandoci un pò per andare avanti con lo spettacolo. Notai il rossore imbarazzato di Alec come tutti i presenti, forse dovevamo rallentare le cose.
"Alec come sarebbe il tuo appuntamento ideale di San Valentino?"
"Sono un ragazzo semplice senza molte pretese e, a dire la verità, per nulla romantico. Ma per san valentino direi una cenetta romantica a lume di candela in un posto tranquillo. Essere soltanto noi due, senza essere disturbati da altri fattori. Un film a casa accoccolati sul divano, massaggi con olio profumato per distendere l'atmosfera. La mattina successiva preparo per colazione i pancakes...anche perchè sono le uniche cose che so cucinare senza dar fuoco alla cucina." rise divertito prendendosi in giro da solo.
"Che uomo romantico. Devi dire qualcosa Damon?" l'attenzione si spostò improvvisamente verso di me come un fulmine a ciel sereno.
"Volevo dire al mio manager di trovarsi un passaggio per il ritorno stasera perchè porto io a casa Alec!" feci un cenno verso Brian mentre lui ridacchiava scattandoci alcune foto da un'angolazione perfetta per poterle pubblicare quanto prima. Sicuramente era già in contatto con mia madre. Chissà quante cose si stavano dicendo.
"Stasera qualcuno avrà un appuntamento! Damon com'è la tua serata romantica ideale?"
"Porterei la mia persona speciale a vedere le stelle, le donerei delle rose rosse...sarà un gesto scontato e classico ma penso che le rose rosse incarnino l'essenza dell'amore, come a voler donare il tuo cuore all'altra persona. E' un simbolo intramontabile. Poi prenderei la chitarra e le dedicherei una canzone. Le farei capire cosa significa per me e quanto è amata. Me ne prenderei cura."
"Il livello di romanticismo qui ha superato certi livelli, sto per diventare diabetico." commentò Kevin ridendo mentre alzava gli occhi al soffitto.
"A Damon piace prendersi cura delle persone a cui tiene. E' fatto così." annuì James.
"Prima hai accennato al fatto di essere single. Questo non toglie il fatto che potresti provare qualcosa per qualcuno. Sei innamorato?"
"No, al momento il mio cuore è libero." risposi prontamente sapendo che non avrei fatto torto a nessuno in quanto avevamo già concordato una linea di condotta reciproca.
"Hai parlato della persona speciale con cui passare una romantica serata di San Valentino. Forse non sei ancora innamorato, ma esiste quella persona speciale? Magari la lettera iniziale del suo nome è A?" quella era una delle solite domande a trabocchetto. Pensavo a qualcuno? Si. Ero innamorato? Non lo sapevo. Alec era una persona speciale per me? Si, non lo avevo mai nascosto a nessuno.
"Forse...ne parliamo domani." risposi lasciando un pò di suspence al pubblico senza affermare o negare niente. I fans urlarono come pazzi perchè volevano sapere di più. Avevo fomentato una rivolta.
"Sento già un mucchio di cuori infranti in questa sala."

Il presentatore andò avanti con il programma e con dei giochi che ci coinvolsero e che finirono per divertire tutti. Una lunga sessione di foto nella quale dovevamo pubblicizzare la nostra immagine mi stancò ulteriormente ma tenni duro. Quello era un lavoro, sapevo come muovermi come posare come rendere la mia immagine più cool. Una cosa che avevo insegnato ad Alec, come giocare con l'obbiettivo. Stava diventando sempre più bravo, pensai mentre lo osservavo con la coda dell'occhio. A volte prendeva le mie stesse mosse rendendole sue trasudando sex appeal da tutti i pori. Era un bravo studente. Stavo sudando e stava diventando un disagio ma non avevo nulla con cui asciugarmi senza fare brutte figure. Improvvisamente mi si piazzò davanti il mio partner con un fazzoletto in mano e iniziò a tamponarmi la fronte con sguardo concentrato mentre mi sorrideva. Sorrisi di rimando con gratitudine. Si prendeva sempre cura di me. Ci chiesero di parlare della serie televisiva e dei momenti divertenti dietro le quinte. Chiesero anche di improvvisare alcune scene cambiando i caratteri dei personaggi, mi ritrovai a dover interpretare uno stronzo che urlava regole e punizioni e la mia vittima sacrificale era Alec. Vidi qualche movimento strano da parte di James che mi guardava stralunato mentre cercavo di non ridere davanti all'espressione sottomessa e imbarazzata della mia vittima che chiedeva scusa e non riusciva a rimanere seria per più di qualche secondo. Non riuscendo a reggere il gioco per troppo tempo, risi mentre lo stringevo in un abbraccio per cancellare la scena appena fatta. Eravamo quelli di prima, ricambiò la stretta. Il presentatore continuò a parlare interagendo con noi finchè Alec non si fece avanti con una mano dietro la schiena.

"Scusate se interrompo ma volevo fare una sorpresa. Oggi è il giorno di San Valentino e volevo fare un regalo al mio amico speciale. Questa è per te Damon."

Presi titubante la rosa che mi stava porgendo e lessi il bigliettino che vi era attaccato.
"Non dimenticare mai quanto sei amato. Buon San Valentino Jhonny dalla tua Baby."
Iniziai a sorridere come un cretino mentre annusavo il suo dolce profumo. Sentivo arrivare le lacrime ma chiusi gli occhi e le mandai giù. Non volevo farmi vedere da tutti in quelle condizioni, il mio stato emozionale stava diventando un colabrodo. Dannazione ad Alec! Mi aveva preso in contropiede per la seconda volta di fronte a migliaia di fans e non sapevo come reagire. Non era da programma. Quando seppi di riuscire a controllarmi, alzai lo sguardo su di lui e persi un battito. Era adorabile. Sembrava un cucciolo in attesa dell'approvazione del padrone. Mi sembrava quasi di vederlo scodinzolare dalla felicità per avermi messo in difficoltà e scombussolato completamente. Come si faceva a tenere la mani a posto? Lo strinsi forte tra le braccia e gli affondai il viso sul collo annusando il suo profumo. Era un odore familiare, mi faceva sentire bene. Stava diventando come una droga.

"Non dovevi." gli mormorai all'orecchio allontanando il microfono.
"Invece si. Grazie per prenderti sempre cura di me. Nemmeno tu sei solo, volevo farti capire quanto sei speciale." sentii il suo sorriso.
"Non era da programma."
"Tu e quei dannati programmi! Non sempre si deve seguire il copione, le variazioni sono sempre piacevoli. Ti è piaciuta la sorpresa?" sembrava ansioso di non aver sbagliato.
"L'adoro. Ti voglio bene piccola peste." gli sfiorai l'orecchio con le labbra sentendo un brivido.
"Ti voglio bene anch'io." sentii la sua voce tremare e lo rimisi giù.
"Finalmente si sono staccati! Damon lascialo un pò respirare!" commentò Kevin facendo finta di dividerci per riportarci alla realtà.
"A me non sembra che ad Alec dispiaccia più di tanto."
"James tu che conosci i retroscena meglio di tutti, puoi dirci qualche pettegolezzo? I Damlec sono veri?"
"Se dovesse scapparmi qualcosa Damon mi manderebbe dritto all'ospedale e si rifiuterebbe di farmi cenare a casa sua. Sa cucinare piuttosto bene e ho un debole per il suo cibo." rispose il mio amico cercando di evitare di dare una risposta sincera e spostare l'attenzione sulle mie presunte abilità culinarie. Lo avrei ringraziato più tardi.
"Avete sentito? A quanto pare Damon è un ottimo partito. Alec avrai tanti rivali."
"Forse solo il suo cane Choco." disse lui scambiando uno sguardo d'intesa con me. Dovevo ancora fargli conoscere il mio cucciolo.
"James dai tuoi video su IG abbiamo visto molti dietro le quinte Damlec."
"Si commentano da soli." altre risate da parte del pubblico. James era un amico peccato che spesso parlava prima di connettere il cervello alla bocca. Dovevo cancellare quei ringraziamenti. La maggior parte delle volte lo faceva apposta per essere divertente ma molte altre invece gli "scappava" sempre qualcosa di troppo. A volte temevo quando gli passavano il microfono per intervistarlo. Avevamo già girato una serie televisiva precedente insieme, conosceva molti dettagli della mia vita di quel periodo che volevo dimenticare. Ma James era buono, riusciva a contenersi quando voleva...o quando se ne ricordava.

"Se non ti piace me la riprendo e la dono a una delle nostre fans." mi disse Alec allungando la mano verso la rosa come se volesse afferrarla.
"Non osare toccarla. E' mia!" la allontanai dalla sua traiettoria scuotendo la testa con fare possessivo. Lui sorrise lusingato e distolse lo sguardo arrossendo.

Quando finalmente salutammo i nostri fans eravamo ormai sfiniti. Ringraziammo tutti e ci dirigemmo verso i camerini. Mi slacciai la giacca, avevo una voglia matta di fiondarmi subito sotto una doccia e poi crollare a dormire.

"Mi sento stordito, troppi flash e troppe grida." si lamentò James stiracchiando la schiena.
"Ti sei già stancato della notorietà?" lo prese in giro Kevin mentre si toglieva la cravatta.
"Mai, peccato che urlavano solo per il duo delle meraviglie."
"James ho visto molti cartelloni con su scritto il tuo nome. Non lamentarti." commentò Alec all'amico.
"Ragazzi noi andiamo che ci aspettano le nostre fidanzate per festeggiare. Ci sentiamo domani." Kevin e James ci salutarono e se ne andarono via diretti ai loro appuntamenti. Almeno loro avevano una vita sentimentale da godersi.
"Alec ti vedi con Veronica più tardi?" gli chiesi mentre ci stavamo cambiando. Gli passai un'asciugamano prendendone uno anche per me. Dopo essermi asciugato, indossai rapidamente la felpa con il cappuccio rosso in quanto iniziavo a percepire un brivido di freddo.
"No, adesso vado a fare lezione di recitazione e poi torno subito a casa. Veronica è impegnata a promuovere delle nuove creme per il brand di cui è testimonial. In compenso abbiamo già festeggiato in anticipo." si tolse il trucco dal volto facendo alcune smorfie di fronte allo specchio lamentandosi di un piccolo brufolo sulla sua guancia. Era molto carino anche senza tutta quella roba che i truccatori ci mettevano ogni volta.
"Cena film coccole e divano?" mi strofinai un occhio, le lenti a contatto iniziavano a darmi fastidio ma mi ero dimenticato gli occhiali in macchina quindi dovevo resistere ancora un pò.
"Cena selfie Tick Tock e ognuno a casa propria."
"Stai bene?" lo guardai attentamente con apprensione mentre mi si avvicinava per sistemarmi alcune ciocche dei capelli in disordine. A volte sembrava il mio maggiordomo, ma io ricambiavo il favore con lui. Ci prendevamo cura l'uno dell'altro in quel modo, con piccoli gesti. Piccole attenzioni che rivolgevamo l'uno per l'altro. Era un'abitudine per noi, fin da quando avevamo imparato a condividere il nostro spazio personale durante le sessioni di prova. Dovevamo creare una certa intimità tra di noi per risultare il più naturali possibili come coppia nello schermo e così era stato, forse anche meglio del previsto. Eravamo diventati inseparabili con il tempo, migliori amici. Forse un pò di più. L'uno completava l'altro. Non che fosse sempre tutto rose e fiori, i nostri scontri erano abbastanza esplosivi in quanto eravamo entrambi orgogliosi e con caratteri diversi ma sapevamo sempre come risolvere i problemi.
"Si, sono solo un pò stanco. Come hai detto tu prima, ho poco tempo per me stesso figurati per stare con lei. Cercare di fare combaciare i nostri programmi è difficile. Finiamo sempre per discutere e poi non la vedo per altre due settimane e siamo di nuovo a litigare. Non riusciamo mai a risolvere i nostri problemi, è come mettere un cerotto su una ferita aperta e profonda. Continuerà sempre a sanguinare se non è medicata correttamente. Capisco la sua frustrazione, a volte mi sento in colpa perchè so di non fare mai abbastanza per noi."
"E' difficile, lo so. E' anche per questo che non si riesce a trovare un partner, a volte ci si rinuncia fin da subito pensando che sia solo una perdita di tempo e che porterebbe solo a troppi grattacapi."
"Tu cosa fai? Torni a studiare?" mi chiese distogliendo lo sguardo mentre prendeva in mano il cellulare per controllare le notifiche.
"Mi riposo per un'oretta, poi torno sui libri. Devo recuperare tante ore perse se non voglio perdere il dottorato."
"Siamo la coppia d'oro eppure passiamo la serata di San Valentino barricati a casa in solitudine. Se lo sapessero i fans ne rimarrebbero sconvolti." ridacchiò lui prendendoci in giro. Guardai l'orologio e sbuffai controvoglia.
"Adesso vado, buon rientro a casa Alec. Saluta tua madre e ringraziala per i biscotti che mi ha fatto. Quella donna mi vizia troppo. Grazie ancora per la rosa." lo strinsi brevemente in un abbraccio carico di affetto tenendo la rosa lontana da lui per non rovinarla.
"Te la meriti. Ci sentiamo domani." mi sussurrò lui lasciandomi con un sorriso.

Mi svegliai all'improvviso più stanco di prima. Controllai l'orologio, era ormai passata più di un'ora da quando mi ero accasciato sul tavolo e avevo staccato la spina. Mi alzai per rinfrescarmi la faccia e salutai con una smorfia quel viso spento e disilluso che mi trovai davanti. Tutti lo adoravano, in quel momento mi faceva solo pena. Tornai nella stanza, indossando gli occhiali da vista, e accesi il portatile per studiare le mie ricerche. Speravo di essere a buon punto ma ogni volta che controllavo c'era sempre più materiale da aggiungere. Per fortuna amavo studiare e acquisire nuove informazioni, la mia pazienza era illimitata o quasi. Rimasi concentrato per diverso tempo a scrivere finchè non squillò il cellulare. Controllai il display e sbuffai.

"Ciao Alice."
"Ciao fratellino, stavi studiando? Smettila di fare il secchione!"
"Mi hai messo una cimice da qualche parte?"
"Brian ti ha scattato una foto mentre dormivi chinato sul tavolo e l'ha postata su IG mezz'ora fa. Conoscendoti adesso sei con la faccia sui libri. Che sfigato! Proprio il giorno di San Valentino! Altro che latin lover." mi derise lei come al solito.
"Sempre gentile Alice. Dove hai lasciato Bonnie e Bryce?" le chiesi dei miei nipoti che non vedevo da qualche giorno. Mi mancavano.
"B&B sono da mamma, io almeno ho una vita sentimentale da portare avanti. Ho visto il vostro live, fratellino avete fatto il boom di visualizzazioni! Numeri 1 del trend del momento. Quando ti ha dato la rosa sembrava fosse esplosa una bomba."
"Non era nel copione." mormorai lanciando uno sguardo a quei petali profumati poco distanti da me. Non l'avrei mai lasciata in macchina a prendere troppo caldo.
"E' stato un bel gesto da parte sua. E' successo qualcosa tra voi due recentemente? L'ho visto diverso, più rilassato quando si è gettato tra le tue braccia. Ricordo ancora ai primi tempi quando sembrava uno stoccafisso e non sapeva dove mettere le mani quando lo tiravi su di fronte al pubblico." me li ricordavo anch'io quei momenti. Cercavo sempre di mettere la nostra coppia sotto i riflettori ma avevo paura di spingermi troppo oltre avvertendo il suo disagio. Chiedevo sempre il suo permesso prima di coinvolgerlo per ogni minimo tocco, io ero quello espansivo e avevo già fatto troppi errori in passato che non volevo che si ripetessero ancora. Ero sempre cauto con Alec.
"Non è successo niente. E' stata una sorpresa inaspettata, sono rimasto senza parole."
"Dovevi vedere la tua espressione, impagabile. Non ti ho mai visto in quello stato con nessuno. E quando ti ha asciugato il sudore dalla fronte? Sembrava che stessero tutti sanguinando dal naso per la troppa eccitazione, ridevo a crepapelle." sghignazzò lei.
"Stavo sudando molto tra la giacca del completo i riflettori e il trucco. E' una cosa che facciamo di solito, per noi è normale. Ci prendiamo cura l'uno dell'altro. Non è nulla di che, non capisco perchè facciano così clamore per una cavolata simile."
"Perchè siete i Damlec, persino se gli facessi soffiare il naso sulla tua mano creeresti un delirio cosmico."
"Che schifo Alice!" ero disgustato al solo pensiero di quella scena.
"Stai zitto che lo sai anche meglio di me! Chi è stato quello che gli ha slacciato apposta una scarpa per poi chinarsi e allacciare i lacci solo per rendere i fan felici? Non se la sapeva allacciare da solo? Dam qual è il limite del fan service? Dove finisce il fan service e inizia la vita reale? Guardandovi non è mai chiaro quel confine. Siete troppo immersi in qualunque cosa state mostrando a tutti, finta o reale che sia. Amici fratelli o...? Certo per promuovere la serie dovete sempre flirtare tra di voi, ma a volte vedo qualcosa di più da entrambe le parti." eccola che riattaccava con quel discorso. Sembrava un disco rotto, sempre a dire la sua su di noi.
"Siamo come fratelli, ci vogliamo bene. Abbiamo imparato ad abituarci l'uno all'altro. Lui ha Veronica."
"Certo, Veronica. Quanto ancora potrà durare quella relazione? E tu? Sei uscito con quella persona quanto? Tre o quattro volte in cinque mesi? E' cambiato qualcosa nel vostro stato? No, perchè probabilmente non è un interesse così profondo come pensi. Dovresti darti una svegliata fratellino, sono preoccupata per te. Non vorrei che si ripetesse la stessa storia a senso unico dell'anno scorso. Meriti di stare con qualcuno che ti renda felice, che non si nasconda dietro a stronzate come fan service e dirette IG. Che sia orgoglioso di stare con te e che sia presente quando hai bisogno. La stronzata dell'amico lasciala a chi ha tempo da perdere, sei già pieno di amici."
"Wow, ho quasi paura per quando B&B cresceranno."
"Non ho l'istinto materno della mamma. Parliamo di cose serie. Quando mi presenterai mio cognato? Portalo a casa."
"Mai! Altrimenti scapperebbe via a gambe levate! E poi già chattate alle mie spalle. Non è stata una bella scoperta." le risposi accigliato mettendomi una mano davanti agli occhi. Quell'incontro non sarebbe mai avvenuto finchè ero in vita.
"Quel ragazzo è troppo timido per parlare con me, troppo rispettoso."
"Sarà timido con te che sei un'impicciona senza peli sulla lingua. Gli metterai ansia e poi sei vecchia. Bisogna rispettare gli anziani, lo dice sempre la mamma." la presi in giro cercando di sviare il discorso che stava prendendo una brutta piega conoscendola.
"Ripeti un'altra volta quella parola e giuro che ti laverò la lingua con il sapone! Adesso devo andare. Ti ho girato un link, guardalo e fatti due domande. Ciao."

Appena riattaccò riuscii a respirare di nuovo. Speravo fosse stata adottata, il pensiero di avere gli stessi suoi geni mi faceva rabbrividire. Il suono di una notifica mi riportò a un link esterno. Attesi pochi secondi per aprire una pagina di YouTube e rimasi a fissare un video dei momenti più belli del fan meeting appena finito. Momenti di noi, della nostra chimica, dei nostri sguardi, dei nostri abbracci con il sottofondo di una canzone di Ed Sheeran. Una delle mie canzoni preferite, Perfect. Quei momenti li avevo vissuti, ma non dal quel punto di vista. Cos'era tutto quello? Vedere lo spettacolo da un'altra prospettiva lo rendeva diverso, come se fosse tutta un'altra cosa. Come se raccontasse la storia di una relazione tra due amanti. Era così che ci vedevano i fans? Certo l'aiuto del montaggio e della musica lo rendeva un bel video piuttosto emozionante. Ma...cos'era quella sensazione ogni volta che lo vedevo arrossire e abbassare lo sguardo?


POV Alec

"Alec ti è arrivato un messaggio." una delle ragazze che insegnava ballo mi indicò il cellulare sopra il borsone che stava vibrando. Mi avvicinai e sorrisi immediatamente al nome che vi era impresso.

"Hai finito la lezione?"
"Mancano ancora 10 minuti."
"Ti aspetto all'ingresso. Sono quello con il cappuccio rosso."

"Alec tutto a posto?" mi chiese l'insegnante di recitazione, bevendo dalla bottiglietta, senza staccarmi gli occhi di dosso mentre quella di danza le tirava una gomitata cercando di nascondere un sorriso.
"Possiamo finire prima? Giuro di recuperare questi minuti persi esercitandomi a casa come un dannato. Farò anche il video." la pregai unendo le mani davanti a me. Finalmente c'era un cambio di programma nella mia serata monotona.
"Non mi interessa il video dei tuoi esercizi ma puoi mandarmene uno mentre quello stallone ti sorride."
"Quale stallone?" la fissai esterrefatto sperando che non dicesse quello che già mi passava per la mente. Era telepatia?
"Non devi vederti con Damon? E' già qui sotto, ci scommetto." ridacchiò lei spalleggiata dall'altra insegnante. Mi sentivo leggermente bullizzato in quel momento.
"Potrebbe essere un altro dei miei amici." ipotizzai io cercando di arrampicarmi sugli specchi pur di non ammettere la verità.
"Alec, quando mai è successa una cosa del genere? Gli unici che vengono a prenderti sono tua madre, Paul e Damon e spero vivamente che proprio questa sera sia quest'ultimo. Non ho ragione?" sentii di essere arrossito dai loro sguardi gongolanti. Non sarei riuscito a scappare dalle loro macchinazioni.
"Tra l'altro dall'ultimo aggiornamento di IG alcuni fans lo hanno paparazzato qui fuori vicino alla sua macchina intento a scrivere al cellulare."
"Anch'io ho visto quel video! Scriveva con un bel sorriso sulle labbra, poi lo hanno chiamato e si è accorto che lo stavano filmando e ha salutato i fans per poi tornare in auto. Dopo che il suo manager ha postato la foto di lui che dormiva e poi una che diceva che Brian se ne stava tornando a casa da solo senza il passaggio di Damon, internet è impazzito. Adesso tutti si stanno chiedendo con chi sarà l'appuntamento di stasera. La serata è lunga, ne prevedo delle belle." quelle parole mi fecero imbarazzare, ma ridacchiai per non dare troppo nell'occhio. Sembrava spionaggio.
"Fossi in te mi affretterei, non fartelo sfuggire. E' sempre paziente e gentile quel ragazzo ogni volta che si presenta qui per aspettarti, seduto in un angolino con gli auricolari alle orecchie per ascoltare musica nell'attesa. Sono invidiosa." si lamentò l'insegnante di ballo allontanandosi mentre mormorava qualcosa sui poveri cuori single e le ingiustizie della vita.
"Grazie. Ci vediamo la prossima volta."
"Ricordati la foto!" mi urlò dietro l'insegnante di recitazione mentre mi affrettavo ad uscire come se mi stesse rincorrendo un branco di rinoceronti. Non volevo lasciarlo troppo in balia dei fans, sapeva come gestirli ma era stanco quella sera e ci teneva alla sua privacy per le cose importanti. Era già costantemente sotto i riflettori da anni, dargli un pò di tregua ogni tanto lo avrebbe fatto soltanto rilassare di più. Aveva bisogno di respirare.

Salutai con un cenno alcune persone che lavoravano in quel centro e uscii velocemente dalla porta principale guardando in tutte le direzioni per accertarmi l'assenza di gruppi di fans. Per fortuna via libera, era strano visto che Damon doveva essere nei paraggi. Li aveva seminati in qualche modo? Non mi feci più domande in merito appena scorsi la sua auto che mi fece gli abbaglianti parcheggiata poco distante da dove mi trovavo. Mi avvicinai mentre abbassava il finestrino dal lato del passeggero e si chinava per sorridermi. Era un colpo al cuore quel maledetto sorriso, decisamente un'arma pericolosa.

"Ciao cappuccetto rosso, cosa ci fai qui a quest'ora?"
"Ti porto a festeggiare fuori. Salta su, questo è un rapimento in piena regola. Per la cronaca, ho già avvisato tua madre. Stasera farai tardi." mi fece l'occhiolino attirando sempre di più la mia curiosità, quell'uomo era una continua sorpresa. Non passava giorno senza riempirmi di piccole attenzioni, non ne potevo più fare a meno. Certo che poi i miei standard per la persona ideale non potevano accontentarsi di qualcuno da meno. Sapevo di dovermela prendere con lui ma non potevo, mi piaceva la nostra relazione. Avrei fatto la firma per avere quel rapporto per sempre. Non me lo feci ripetere una seconda volta e salii in auto con lui. Quello era il mio posto, aveva sempre guidato lui quando uscivamo insieme e mi sentivo al sicuro. Era un guidatore prudente, specialmente se a bordo aveva qualcuno, odiava il traffico e imprecava sempre appena vedeva qualcuno tagliare la strada e si accertava se la persona accanto si era fatta male. Si prendeva sempre cura di tutti, ma chi si prendeva cura di lui? Quel compito spettava a me, era mio di diritto. Non lo avrei lasciato andare da solo.
"Un rapimento piuttosto meticoloso. Figurati se mia madre non era d'accordo. Ti adora più di quanto faccia con suo figlio." finsi di lamentarmi mentre allacciavo la cintura di sicurezza. Effettivamente mia madre stravedeva per il mio compagno, mi chiedeva sempre di lui e mi faceva portare così tanti dolci da fargli venire il diabete. Come se non potesse procurarseli da soli in un qualsiasi supermercato. Mia madre e mia sorella Hope erano innamorate del suo sorriso. Ne potevo capire il motivo, era affascinante quando era serio e si metteva in posa per i riflettori ma quando sorrideva stordiva chiunque fosse nei paraggi. Nessuno si salvava.
"Conquisto sempre le madri. Andiamo al solito posto, va bene?"
"Non chiedo di meglio, ho tanta fame. Dam facciamo una foto? Devo pagare una promessa." gli chiesi prendendo il cellulare.
"Non c'è problema vieni qua." si avvicinò e ci mettemmo in posa facendo gli scemi. Feci qualche scatto e poi scelsi la foto da pubblicare su IG con una frase ad effetto mentre lui riprendeva a guidare verso la nostra meta. Ormai i fans sapevano già che Damon era uscito fuori, confermare i loro sospetti non era un problema. Era una semplice cena tra amici, che ci vedessero quello che volevano vedere. Non ci facevamo pensieri in merito. Appena pubblicata piovvero talmente tanti cuoricini seguiti da innumerevoli commenti da parte di chiunque. Erano tutti attaccati al cellulare? Risi divertito. "Adesso saranno tutti più felici." mormorò lui svoltando a destra.
"Oddio, forse dovevo mettere qualche filtro prima di postarla! Sono senza trucco e mi si vede il brufolo!"
"Sei carino lo stesso, ti adoreranno tutti." affermò lui con sicurezza sorridendomi. Mi stavo sciogliendo, mi affrettai ad abbassare lo sguardo imbarazzato verso la foto sul cellulare. Il mio cuore martellava così forte che lo sentivo nelle orecchie. Perchè avevo sempre quelle strane reazioni quando ero con lui?
"Siamo buffi. Wow! In pochi secondi tutti questi cuori? Siamo sulla bocca di tutti. Tutti stanno commentando...James e Kevin stanno incitando la massa. Hope ha messo la faccina con i cuoricini negli occhi...hanno persino commentato le nostre madri che ci augurano buona cena. Tua sorella...oddio!" lanciai un gridolino esterrefatto che lo fece frenare di colpo prima di andare a sbattere contro la macchina di fronte a noi ferma davanti al semaforo. Per fortuna non era successo nulla.
"Così mi stai spaventando. Cos'ha scritto Alice?" il suo tono terrorizzato mi fece quasi ridere.
"In realtà non ha proprio scritto, sono una serie di emoji che messe insieme parlano fin troppo. Un uomo una mano un pugno chiuso e un altro uomo, ha scritto anche fighting. James le ha risposto a tono con altre emoji con la faccina con gli occhiali da sole un applauso e anche lui ha scritto fighting. Non sapevo andassero così d'accordo."
"Quando si parla di spettegolare sono i primi a confabulare insieme. Se non fosse mia sorella avrei già segnalato il suo profilo su IG." borbottò lui infastidito riprendendo il controllo dell'auto.
"Consolati con il fatto che ancora nessuno sa che è tua sorella."
"Ancora per poco, se va avanti così non sarà difficile da scoprirlo. Giuro che appena ci riesco le prendo il cellulare e le cancello il profilo."
"Arriveresti fino a quel punto? Alla fine era solo un incoraggiamento...poco velato, ma un incoraggiamento per la nostra coppia immaginaria." cercai di calmarlo.
"Se ti fa piacere pensarla così, anche se in realtà le sue intenzioni sono diverse. Dovresti smetterla di sentire mia sorella. Mi mette i brividi."

Appena arrivammo, il proprietario del piccolo ristorante ci venne incontro felice di rivederci. Ci conoscevamo da molto tempo,  appena potevamo ci rifugiavamo in quel posticino molto intimo e poco pretenzioso dove cucinavano piatti deliziosi. Qui non ci trattavano da persone famose ma da familiari e ci prendevamo in giro a vicenda. Raggiungemmo il nostro solito tavolo, vicino alla grande vetrata che portava a un verde e rigoglioso giardino interno, e salutammo la moglie e la figlia del proprietario che presero i nostri ordini complimentandosi per il nostro live. Anche loro erano nostre fans e di solito facevano a turno per mandare via eventuali paparazzi in cerca di qualche scoop sensazionale. Si poteva parlare di scoop una cena tra migliori amici? Appena ci servirono i primi piatti, Damon ci scattò un'altra serie di foto per commemorare il nostro primo S. Valentino insieme. Ne pubblicò una chiedendomi la conferma e poi si scusò per andare un momento in bagno. Entrai su IG e, come volevasi dimostrare, anche quella foto fece scalpore tra i fans. Avevo quasi paura di vedere un'orda di gente radunarsi all'entrata del ristorante a urlare i nostri nomi. Scorsi i vari messaggi e sorrisi divertito leggendone alcuni dei nostri amici che ammiccavano troppo al dopo cena e di non affaticarci che avevamo del lavoro da fare l'indomani. James si lamentava di non essere stato invitato visto che pagava Damon e lui voleva scroccargli un pasto. Il telefono squillò e sperai con tutto me stesso di uscirne vivo il prima possibile.

"Ciao cognatino, tuo marito è nei paraggi o avete già concluso?"
"Ciao Alice, Damon è andato in bagno."
"Che pivello! Stavo vomitando arcobaleni a forma di cuore durante la diretta. Eravate teneramente imbarazzanti. Ho letto il labiale, lo hai chiamato stallone! Stavo morendo dalle risate!"
"Grazie...del complimento?" ero confuso, non sapevo mai come prenderla.
"Si, era un complimento Alec. Siete stupendi insieme. Di che umore è il mio fratellino? Ha letto il mio incoraggiamento su IG?" mi chiese lei con la voce divertita.
"Si e per poco stava per tamponare la macchina di fronte."
"E tu cosa ne pensi?" domanda insinuosa, come al solito decisi di rispondere in modo pragmatico. A volte mi intimoriva quel lato del suo carattere.
"Ammiro molto Damon, so che si sta vedendo ancora con Trevor. Non vorrei che equivocasse le cose e che sorgessero dei problemi tra di loro." mormorai menzionando il nome di quell'uomo che non avevo ancora conosciuto ma che era presente nella vita del mio compagno. Il fatto che non me lo avesse ancora presentato mi infastidiva un pò, come se Damon volesse mettere distanza tra quei due lati della sua vita. Non volevo farmi troppe domande perchè le risposte potevano fare male.
"Sono grandi e vaccinati, se voleva frequentare un attore sapeva a quali rischi andava incontro. Damon è sempre onesto sulla sua vita quando inizia a frequentare qualcuno, non nasconde mai nulla per non ferire o essere ferito. Ne ha già passate fin troppe. E poi se ti fai tutti questi scrupoli perchè ti ritrovi a passare la serata romantica di S. Valentino con lui? Nessuno avrebbe equivocato se non foste usciti insieme e pubblicato delle foto su IG confermando i sospetti dei fans. Lo sai che domani mattina presto Damon deve trovarsi a cinque ore di macchina da li per un servizio fotografico con intervista? E' venuto li per te, per non lasciarti solo stasera e perchè è un modo per dimostrarti quanto tu sia importante." non c'era più traccia di ilarità nel suo tono di voce. Era una tigre quando doveva difendere il fratello. Nonostante il loro rapporto da cane e gatto si supportavano entrambi mostrando i denti.
"Lo so, lui ci tiene a me."
"Forse più di quanto riesca ad ammettere. Ma tu Alec? Quanto veramente tieni a lui? Ti sta bene che veda Trevor?" quella era una di quelle domande a cui preferivo non rispondere. Se Damon non me lo aveva mai presentato che diritto avevo io di mettermi in mezzo in quella relazione? Non conoscevo quell'uomo ma speravo veramente che fosse serio nei confronti del mio partner.
"Se a lui fa stare bene frequentarlo, a me sta bene. Voglio vederlo felice."
"E' più facile parlare con il muro. Cognatino adesso ti lascio, non sfinirlo troppo che domani mattina deve essere figo ed è difficile togliere le borse sotto gli occhi. Ah dimenticavo! Ti giro un link, ti piacerà. Buona serata."
"Buona serata Alice."

Appena misi giù, controllai il messaggio che mi era appena arrivato con tante di quelle scritte in grassetto che mi urlavano di aprire quel link subito. Mi sembrava il segnale di allarme prima di un'esplosione. Diedi uno sguardo verso il bagno ma ancora non c'era traccia di Damon. Che fine aveva fatto? Era stato risucchiato nello scarico? Il cellulare squillò di nuovo. Prevedevo una lunga ramanzina e non ne avevo voglia in quel momento. Presi coraggio e risposi alla mia ragazza.

"Vedo che ti sei organizzato per stasera." il suo tono velenoso mi fece capire quanto era arrabbiata in quel momento ma non ne aveva il motivo.
"E' stata un'improvvisata, tu non eri disponibile."
"Lo sai che sto lavorando, te lo avevo detto. Avevi detto che saresti rimasto a casa."
"Sono uscito soltanto con Damon, non è la prima volta che mangiamo insieme. Cosa c'è di male?" cercai di restare calmo ma era difficile. Cosa pretendeva?
"E' una cena di lavoro?"
"Una cena tra amici. Le fai anche tu ogni tanto."
"Si ma te lo dico in anticipo e ti invito persino!"
"Allora la prossima volta ti invito a pranzo con noi!" le venni incontro per smorzare quella conversazione. Ero stanco di litigare con lei. Avrei voluto trovare un punto di incontro per farle accettare Damon nella mia vita ma lei sembrava sempre restia. Si era già fatta un'opinione sbagliata su di lui e, nonostante il fatto che cercavo di mostrarle la persona reale dietro quei falsi pettegolezzi, non ero riuscito a farle cambiare idea.
"Non voglio essere il terzo incomodo tra voi due."
"Perchè dovresti essere tu? Sei gelosa?" quella cosa mi fece quasi ridere. Sinceramente non mi piaceva quell'idea. Non mi piaceva la gelosia, mi infastidiva e mi dava noia. Non l'avevo mai provata e non la capivo.
"Non mi fido di lui. Forse sta aspettando il momento giusto per provarci appena volto le spalle."
"Fin da subito abbiamo chiarito che avremmo avuto soltanto una relazione lavorativa. Adesso siamo soltanto amici, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Hai finito di lavorare?"
"Non ancora. Ci sentiamo più tardi."

Sentii soltanto il segnale di interruzione della chiamata, poi più nulla. Sicuramente avrebbe tirato fuori il discorso appena possibile, non mollava facilmente la presa. Odiavo litigare per delle sciocchezze simili. Perchè non riusciva a capirmi? Sconsolato, tornai al link che mi aveva inviato Alice e aprii il video. Non era la prima volta che la sorella di Damon mi inviava quei video fan made. Ad essere sincero ogni tanto mi piaceva guardarli, mi davano una sensazione di calore e conforto come quando lui mi prendeva tra le braccia. Per me era ancora strano vedermi come protagonista di uno di quei filmati. Quanti ricordi in quel breve video che partiva dal nostro primo incontro. Quante cose erano cambiate in quei mesi, il nostro rapporto era cambiato. Era un continuo evolversi verso qualcosa di nuovo, verso qualcosa che mi faceva sentire bene e al sicuro. Qualcosa che a lungo andare non sarei riuscito più a farne a meno. Mi ricordavo ancora quanto ero impacciato le prime volte, in totale imbarazzo mi affidavo a lui come se fosse un mio mentore. Lui mi aveva insegnato molte cose, ero grato di averlo conosciuto. Nonostante fossimo ancora due estranei si notava già l'inizio dell'intesa che ci aveva portato fino qui. Quando finii di vederlo, il mio stato d'animo era cambiato all'improvviso. Qualunque irritazione era sparita completamente dalla mia testa, mi sentivo felice e rilassato. Questi eravamo noi, solo noi.

"Ti ha cercato qualcuno?" mi chiese Damon avvicinandosi mentre faceva un cenno con il capo verso il cellulare tra le mie mani. Lo spensi prima che potesse vedere qualcosa.
"Tua sorella voleva sapere se ci stavi dando dentro." ridacchiai prendendolo in giro.
"Giuro che la disconosco! Non risponderle più. E' inquietante pensare che vi sentite alle mie spalle." fece una smorfia per poi prendere in mano le posate e iniziare a servirsi scegliendo tra diversi piatti.
"E' pur sempre tua sorella. La mia famiglia è la tua famiglia, non avevi detto questo?" gli ricordai prendendo il bicchiere di birra davanti a me.
"Si ma non includeva quella lingua lunga." borbottò lui mettendomi sul piatto un pò di pollo piccante che tanto mi piaceva mangiare rifilandomi anche molte verdure. Un compromesso per farmi mangiare più sano, ormai era una prassi per noi. Se fosse stato per me avrei mangiato pollo fritto piccante ogni giorno ma Damon mi avrebbe bacchettato a dovere.
"Poi mi ha cercato Veronica. E' gelosa del nostro rapporto. Pensa che mi terrai un agguato quanto prima."
"Non sapevo di essere diventato il Re Leone." ridacchiò con la bocca piena mettendosi una mano davanti per paura di sputacchiare.
"Il mio piccolo grande Simba." lo presi in giro facendo una vocetta sdolcinata iniziando a mangiare.
"Mia cara Nala attenta al tuo collo, potrei morderti e metterti incinta velocemente." ammiccò verso di me con un sorriso malizioso, appena incrociai il suo sguardo abbassai immediatamente il mio sul piatto. Come faceva a dire cose del genere come se nulla fosse in pubblico? Ero arrossito, dannazione a lui. Tutto di lui era da censurare.
"Spiritoso. Le ho detto che uno di questi giorni avremo pranzato insieme tutti e tre. Ti va bene?" avevo bisogno di avere una conferma da lui altrimenti non si sarebbe fatto nulla. Non volevo imporgli niente contro la sua volontà. Era più importante lui che uno stupido pranzo.
"Certo, mi piacerebbe conoscere la ragazza del mio partner lavorativo. Organizza e poi fammi sapere la data. Conosci il mio calendario. Adesso mangiamo altrimenti si fredda." con quelle parole restammo in silenzio a gustarci la nostra cena. Improvvisamente Damon si era chiuso in se stesso di fronte a me, c'era fin troppo silenzio fra di noi. Non era stata una buona idea parlargli di Veronica, in qualche modo avevo guastato l'armonia della serata a causa di quella stupida gelosia e di me che cercavo di andarle dietro per calmare le acque. Mi tornarono in mente alcune immagini di quel video e tanti di quei retroscena che non tutti conoscevano, alcuni dei quali persino Damon ne era all'oscuro. Forse potevo rivelarne alcuni per distrarlo dall'argomento di prima.
"Navigando su IG a tempo perso ho trovato uno dei tanti video che hanno fatto i fans su di noi. Devo ammettere che era piuttosto interessante. Mostrava l'evoluzione del nostro rapporto da quando ci siamo incontrati fino ad oggi. Hanno fatto un buon lavoro con quell'omaggio." dissi con finta non curanza mentre assaggiavo le zucchine e con la coda dell'occhio continuavo ad osservarlo attentamente.
"Circolano tantissimi filmati su di noi. Per fortuna ci sono più fans che ci amano piuttosto che haters che sparlano, ma è un attimo per rovesciare le carte in tavola. Un semplice errore può essere una macchia indelebile che non si riesce più a mandare via, te lo ricorderanno sempre anche se ormai è nel passato. Non posso fare a meno di ringraziare tutte le persone che sostengono il nostro lavoro e che ci amano." sapevo che aveva sempre paura di fare un passo falso ed era sempre attento affinchè non succedesse nulla di tutto ciò. Programmava tutto fin nei minimi dettagli, era meticoloso e serio per quanto riguardava il lavoro.
"Ricordi la prima volta che abbiamo provato insieme? Quando sei entrato in quella camera con espressione sorpresa perchè non avresti mai immaginato che ti avrebbero chiamato di nuovo."
"Si ricordo ancora, eri nervoso e a disagio. Era la prima volta per te." annuì lui concentrandosi su di me.
"La prima di tante volte. Avevo provato tre scene con altri candidati, erano principalmente battute di litigate e provocazioni. Poche di approcci fisici. Non so nemmeno quanto tempo sono rimasto in quella stanza prima che ti chiamassero. Ero esausto e nessuno li dentro era contento, non avevano trovato quello che cercavano. Non c'era alchimia con nessuno, pensavo già che avessi fallito quel provino."
"Poi mi hanno chiamato."
"In realtà io ti ho fatto chiamare." confessai dopo alcuni secondi di silenzio.
"Come?" smise di mangiare guardandomi sorpreso.
"Meg ha visto le mie difficoltà ad approcciarmi agli altri. Ha detto che ero uno dei candidati migliori per quel ruolo ma che voleva trovare qualcuno che potesse sconvolgermi al tal punto da farmi arrossire. A quel punto avevano tirato delle foto che avevo fatto con gli altri attori e tra quelle c'erano anche le nostre. Quelle ragazze hanno parlato a raffica di quanto eravamo carini insieme e Meg continuava a fissarmi. Sapevo che non sarei riuscito a recitare certe scene con chiunque e sapevo anche che eri stato l'unico con cui sentivo un certo feeling. L'unico che sentivo di poter baciare. L'unico che avrei voluto baciare. Meg mi ha chiesto di scegliere e io ho scelto te." mi sembrava di essermi liberato di un peso sulle spalle. Non avrei mai pensato di raccontargli quella storia, adesso però mi sentivo intimidito e temevo per ciò che avrebbe pensato. Abbassai lo sguardo sentendomi arrossire.
"Non lo sapevo." mormorò lui con un mezzo sorriso dopo aver bevuto una lunga sorsata di acqua.
"Ecco perchè ero così nervoso quando sei entrato in quella stanza. Ero imbarazzato al pensiero che tu potessi venirne a conoscenza quindi non riuscivo a guardarti negli occhi. Ma avevo scelto te fin da subito, eri l'unico che mi scombussolava dentro."
"A dire il vero quella sera, prima che ci confermassero come membri del cast, Meg mi ha chiamato per chiedermi del provino che avevo fatto con te. Di come mi ero sentito e di come ero riuscito a farti arrossire con un solo sguardo. Poi mi ha chiesto degli altri attori, che bene o male conoscevo già, con i quali avevo già interagito per altre parti in vari casting. Mi aveva detto che non mi voleva nella parte di un personaggio secondario ma che aveva intenzione di riportarmi alla ribalta dandomi il ruolo di uno dei protagonisti perchè lei credeva in me. Io ero meravigliato, solo un bacio poteva valere come un provino? Cos'aveva visto la regista senza nemmeno farmi dire qualche battuta? Alla fine mi ha chiesto con chi avrei voluto fare coppia nella serie, chi sarebbe stato perfetto in quel ruolo. Non avevo provato con gli altri candidati ma sapevo come lavoravano. L'unico che mi era venuto in mente eri tu, eri alle prime armi e il personaggio era di gran lunga diverso dalla persona che avevo incontrato ma sentivo che eri giusto per la parte. Eri riuscito a seguirmi così facilmente con un solo bacio. Eri come creta da modellare nelle mie mani. Avevo già sentito una certa chimica tra di noi appena avevi incrociato il mio sguardo, mi incuriosivi. Volevo lavorare con te...e baciavi veramente bene." il suo sorriso mi stordì così tanto che per un momento non capii più nulla. Quel sorriso coinvolgeva ogni singola parte del suo volto, era così carico di affetto che il mio cuore ne era colmo. Avrei voluto immortalarlo in una fotografia in quel momento e tenerla sempre accanto a me quando avevo bisogno di conforto. Mi stavo sciogliendo come neve al sole. Mi portai una mano all'orecchio sentendolo bollente e spostai il mio sguardo da un'altra parte mentre bevevo. Non riuscii a trattenere un sorriso felice.

Dopo la nostra piccola ma importante confessione la cena filò liscia come al solito tra scherzi e risate. Non ero solito parlare tanto ma con lui mi risultava facile, avevo sempre voglia di confrontarmi con lui per qualsiasi cosa e raccontargli tutto quello che mi saltava in testa. Ci scattammo altre foto che però non pubblicammo. Salutammo i proprietari e tornammo alla sua auto. Mise la playlist delle canzoni che piacevano ad entrambi e partimmo cantando insieme sulle note di Walk this Way dei Run DMC. La sua voce era stupenda, sempre intonata e melodiosa persino nella parte rock piena di energia. La mia aveva troppe stonature nonostante avessi iniziato a prendere alcune lezioni di canto, quindi preferii cantare i versi rap. Avrei tanto voluto che mi insegnasse lui. Parcheggiò di fronte al mio condominio e abbassò la musica girandosi verso di me. Non avevo voglia di vederlo andar via ma sapevo che lui era stanco e doveva lavorare.

"Grazie per questa serata Damon. Mi sono divertito."
"Mi sono divertito anch'io. Dovremmo organizzarne un'altra."
"Puoi sempre farmi una sorpresa. Mi piacciono le sorprese. Ti sto facendo fare tardi. Tra qualche ora dovresti metterti in viaggio, forse era meglio vederci un altro giorno." sospirai sentendomi in colpa.
"Non preoccuparti, non avrei rinunciato a questa cena. Apprezzo ogni istante del tempo passato con te. Sei la mia ricarica personale portatile." mormorò lui stringendomi una mano sul braccio per rassicurarmi delle sue parole. Sapevo che era sincero.
"Su su, adesso vai a dormire prima che domani mi darai la colpa delle foto non riuscite. Brian si arrabbierà! Mandami un messaggio appena arrivi." gli strinsi una spalla massaggiandola per qualche secondo con le dita. I suoi muscoli si rilassarono e lui mi sorrise.
"Si mamma, sarà fatto. Buona notte."

Scesi dall'auto e lo salutai con la mano mentre lui ricambiava con un cenno del capo facendo inversione. Lo osservai allontanarsi lentamente e non rientrai a casa finchè non sparì dalla mia visuale. Ero preoccupato per la sua salute. Troppi lavori e poco tempo per riposare. Non capiva quando doveva prendersi una pausa. Salutai mia madre con un bacio sulla guancia raccontandole brevemente della cena, non volevo rivelarle troppo in merito al mio rapporto con Damon anche se in realtà lei capiva fin troppo. Arrivato in camera presi il cellulare e trovai un messaggio da parte di Veronica, non mi ero nemmeno accorto che fosse arrivato.

"Ricordo che domani sera sei libero. Usciamo insieme Alec, solo io e te. Cena, film e massaggio con olio. Ci sto! Ci vediamo domani. Buona notte."

A quanto pare aveva deciso tutto da sola senza interpellarmi come al solito. Pazienza, non era la prima volta che si comportava così. Forse avremmo potuto chiarire la discussione che avevamo avuto prima. Volevo risolvere il prima possibile così da non pensarci più e andare avanti con Veronica.

"Va bene, ti chiamo domani per organizzarci. Buona notte."

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Eccoci qua con il secondo capitolo. Spero che la storia fino a qui vi piaccia.
Fatemelo sapere ;)
Ciao

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Capitolo 3
*** Un abbraccio di troppo ***


Behind your gaze 3
POV Alec

Erano quasi quattro ore che stavamo provando alcune scene ma c'era sempre qualcosa che non andava bene. L'atmosfera  sul set era carica di tensione e stanchezza, di certo non aiutava il fatto che avevamo l'aria condizionata fuori uso. Andavamo avanti tra bibite fresche e ventilatori portatili. Forse non si erano ricordati che avevamo diritto a una pausa. Nessuno fiatava, tutti troppo impegnati per portare a termine il lavoro. Presi una bottiglietta di tea verde e lanciai uno sguardo attento a Damon, intento a discutere con la regista e Claire, la sceneggiatrice, per migliorare la scena in questione. Era tutta la mattinata che continuavo ad osservarlo, fin da quando era venuto a prendermi sotto casa. Aveva detto di non essere riuscito a dormire bene quella notte, il suo viso gonfio stanco e pallido diceva tutto. Mi ero preoccupato ma lui aveva insistito dicendo che andava tutto bene e che ci stavano aspettando. Era un uomo testardo e troppo gentile con chiunque, peccato che in testardaggine io lo battevo in pieno. Appena lo vidi massaggiarsi il collo e chiudere gli occhi, mi avvicinai di soppiatto e gli allungai la bottiglietta aperta. Aprì gli occhi sorpreso, poi mi sorrise grato e bevve un lungo sorso. Mi misi alle sue spalle per massaggiarle e sentii i suoi muscoli rilassarsi sotto le mie dita. Gemette soddisfatto.

"Dam come ti senti?" mi avvicinai al suo orecchio sussurrando mentre le due donne si allontanavano di una decina di passi. Ogni volta che ci avvicinavamo qualcuno si allontanava sempre come a volerci lasciare soli perchè si sentiva a disagio.
"Bene, non preoccuparti. Grazie per la bibita."
"Non sarebbe meglio fare una pausa? Sei esausto."
"Va tutto bene. Ho ancora energie. Tu hai bisogno di una pausa? Sei stanco? Parlo con Meg per spostare la nostra scena insieme e andare avanti con quella mia e di Kevin. Puoi andarti a riposare in camera, sul letto sarai più comodo." mi disse tutto ciò in tono preoccupato girandosi verso di me  per afferrarmi una mano che strinse con delicatezza. Il calore delle nostre mani strette l'una all'altra era confortante e creava un legame.
"A volte ti darei tante di quelle craniate sui denti da obbligarti a fare una dentiera." borbottai infastidito sciogliendo quel legame e rimettendo le mani in tasca. Sentivo già la mancanza di quel calore.
"Cos'ho detto di male?" mi chiese lui sorpreso e un pò offeso dal mio allontanamento.
"Non ti prendi mai cura di te stesso e alla fine ti riduci in questo stato. Questa volta non vincerai!" scossi la testa e lo superai.
"Che intenzioni hai? Alec!" cercò di fermarmi lui invano mentre mi piazzai di fronte alle due donne che smisero di parlare appena mi videro.
"Meg scusa, possiamo fare una pausa? Tra un pò ci ritroveremo Damon svenuto a terra con la faccia spiritata. Poverino, ha una certa età."
"Hey! Guarda che ti sento!" esclamò lui mettendosi al mio fianco.
"Almeno l'udito è ancora buono." lo presi in giro facendo una finta espressione schifata.
"Alec! Vuoi vedere cos'è ancora buono? Avvicinati e te lo mostro!" mi affrontò lui raddrizzandosi per fare una delle sue pose fighe e naturali da super modello. Perchè dannazione non funzionava l'aria condizionata? Stavo andando in ebollizione sotto il suo sguardo scuro.
"Disse il vecchietto della casa di riposo." mi ripresi in fretta guardando da un'altra parte prima di fare una figuraccia.
"Sempre i soliti voi due! Comunque è vero, non hai una bella cera." disse la regista mentre la sceneggiatrice annuiva concordando con lei. Quelle due erano migliori amiche fin dal liceo ed erano un'accoppiata vincente quando si parlava di trasposizione dalla novel alla cinepresa. Erano talmente in sintonia che sembravano quasi gemelle.
"Meg io sto bene, posso farcela. Non devi preoccuparti." la regista ignorò le sue proteste e si girò verso il cast e la troupe battendo le mani per richiamare l'attenzione di tutti.
"Ragazzi un'ora e mezza di pausa, il pranzo dovrebbe essere quasi pronto! Alec è tutto tuo, prenditi cura di lui e non farlo tornare prima di due ore."
"Agli ordini capo! Adesso sei tutto mio e non osare contraddirmi." gli afferrai un braccio e lo trascinai via sotto gli occhi divertiti di tutti. Li ignorai e proseguii per la mia strada senza dar retta a nessuno.
"Dove mi stai portando? La mensa è da quella parte." cercò di opporsi Damon strattonando la mia mano per farmi fermare ma in quel momento tenni duro e continuai a trascinarlo con me girando per un corridoio.
"Ma la nostra camera è di qua. Tu adesso dormi." aprii la porta che dava in una stanza in penombra, con un bel letto matrimoniale molto invitante piazzato in mezzo. Era la nostra stanza relax, tra una scena e un'altra eravamo soliti riposarci la a meno che non fossimo talmente cotti da addormentarci nei posti più insoliti e scomodi nonostante il rumore che ci circondava. Lo spinsi dentro senza tante cerimonie e chiusi la porta dietro di noi. Almeno avremmo avuto un pò di privacy.
"Non ho sonno." cercò di lottare lui contro l'ovvietà della situazione. In quel momento sembrava un bambino piccolo che faceva i capricci, di solito ero io quello a farli.
"Damon non farmi arrabbiare." lo minacciai lanciandogli un'occhiataccia irritata.
"Non riesco a dormire." a quelle parole sbuffai e mi sdraiai sul letto mettendomi comodo per poi picchiettare con la mano nel posto vuoto al mio fianco.
"Vieni qui, sarò il tuo cuscino." dopo un attimo di esitazione, saltò sul letto posando il suo capo sul mio stomaco come faceva di solito. Era una delle sue posizioni preferite e a me non era mai dispiaciuta.
"Non sono troppo pesante?" mi chiese con voce assonnata strofinando la sua testa su di me facendomi lievemente il solletico. Sembrava stesse facendo le fusa.
"Quando mai ti sei fatto scrupoli in merito? Adesso chiudi gli occhi e riposati. Devo superare il livello e ho bisogno di concentrazione." borbottai prendendo il cellulare dalla tasca e selezionando un gioco a caso. Dopo qualche secondo di silenzio, mi posò una mano sulla pancia accarezzandola lentamente.
"Alec grazie. Scusa se sono testardo." lo sentii sorridere mentre buttava fuori uno sbadiglio.
"La prossima volta ti lego alla testata del letto come punizione! Dormi."

Quando sentii il suo respiro profondo, allungai la testa verso di lui per accertarmi che era entrato finalmente nel mondo dei sogni. Dormiva profondamente come un bambino. Misi da parte il cellulare e osservai il suo profilo accoccolato a me. Il mio Teddy. Gli accarezzai dolcemente i capelli, erano sempre soffici e profumati. Adoravo il suo profumo. Osservai attentamente i suoi lineamenti, come faceva ad essere così bello? Non mi stupiva che tutte le riviste più importanti volessero fare degli scatti con lui. Era bello, aveva carisma e tutto di lui attirava l'attenzione. Sapeva come vendersi e lo faceva con intelligenza, non voleva più essere fregato. Tracciai con le dita il suo volto, partendo dalle sopracciglia per poi seguire la forte mascella. Gli sfiorai il naso e fissai quelle labbra carnose e invitanti che non facevano altro che provocare. Stavo per accarezzarle quando la vibrazione del mio cellulare mi fermò di colpo. Come al solito mi facevo distrarre dall'attrazione che provavo nei suoi confronti. Dovevo smetterla subito. Presi il cellulare e guardai il messaggio di Brian, il manager di Damon.

"Alec, Damon è con te? Non riesco a contattarlo."
"Si, l'ho portato in camera per riposarsi. Adesso sta dormendo."
"Grazie Alec. Resta con lui, ne ha bisogno. Farò in modo che nessuno vi disturbi. A più tardi."

Nel sonno Damon mi circondò la pancia con le sue forti braccia e mi strinse a se come se fossi il suo orsacchiotto. Adoravo i suoi caldi abbracci. Iniziavo ad avere sonno pure io, mi abbandonai sul cuscino con ancora la mano posata sulla sua testa.
Delle risatine soffocate che si allontanavano mi fecero svegliare all'improvviso. Cos'era successo? Aprii gli occhi e mi ritrovai a specchiarmi un due limpidi e profondi occhi azzurri, sembrava che mi stessero aspettando. Perchè era così splendente appena sveglio? Era abbagliante.

"Ciao." mi sorrise lui massaggiandomi delicatamente il lobo di un orecchio.
"Ciao. Che cos'era?" bofonchiai nascondendo uno sbadiglio con la mano. Sentivo un'alitosi preoccupante, dovevo immediatamente lavarmi i denti prima che se ne accorgesse. Mi stiracchiai tra le sue braccia strofinando la testa sul suo torace. A quanto pareva mentre dormivamo le nostre posizioni si erano capovolte.
"E' appena entrato James con il suo dannato cellulare."
"Ha fatto un altro video di noi due che dormiamo insieme?" era inutile fare quella domanda, non sapevo più nemmeno se ne ero infastidito oppure no. Ormai circolavano già alcuni video di noi che, tra una ripresa e un'altra, ci accoccolavamo da qualche parte per riposare. Tutti ci vedevano come una coppia e quella per loro era l'ennesima conferma, un altro video del genere non faceva più tanta differenza.
"Si, mi dispiace. Mi sono svegliato tardi. Non ho potuto fermarlo." si scusò lui massaggiandomi un fianco. Aveva l'espressione contrita ma non sembrava tanto dispiaciuto per quello.
"Che palle. E meno male che è nostro amico. Saremo di nuovo su IG."
"Avrai ancora problemi?" mi tolse i capelli dal viso con attenzione continuando a guardarmi. Mi sentivo viziato, nemmeno mia madre si prendeva così cura di me. Sapevo che si stava riferendo a Veronica e che non voleva minacciare in alcun modo la nostra relazione. Voleva il meglio per me.
"Non importa, stavamo solo dormendo." minimizzai appoggiando di nuovo la testa sul suo torace. Volevo tornare a dormire tra le sue braccia e dimenticarmi del resto.
"Abbracciati."
"Non è la prima volta, finiamo sempre così quando siamo insieme. Sono piuttosto comodo." mi avvicinai all'incavo tra il collo e la spalla e chiusi gli occhi respirando il suo odore. Ero ancora stanco.
"Anche il mio cuscino personale è abbastanza comodo." mormorò lui massaggiandomi la pancia con un sorriso.
"Stai dicendo che sono grasso?" gli lanciai un'occhiataccia di sbieco sentendolo ridacchiare.
"Sto dicendo che sei piacevolmente morbido. Grazie a te sono riuscito a dormire bene."
"Bravo, ricordatelo che mi devi una cena. Sei crollato subito, eri così tranquillo che avevo paura di disturbarti se mi fossi mosso. Quanto abbiamo dormito?"
"Circa un'ora e mezza, ci resta giusto il tempo per mangiare qualcosa. Forza andiamo." si mise a sedere di scatto guardando l'orologio al polso. Lo vidi sistemarsi meglio la camicia spiegazzata, avrei voluto dargli una mano ma in quel momento la voglia di restare disteso batteva tutto.
"No, restiamo ancora un pò qui. Ho sonno."
"Alec alza il culo, ci siamo già riposati a sufficienza. Dobbiamo andare a girare." cercò di tirarmi su prendendomi per un braccio. Resistetti trascinandolo di nuovo a letto con me.
"Uffa Teddy Bear. Nanna!" borbottai schiacciando la faccia sul cuscino. Un attimo. Lo avevo fatto sul serio? Lo avevo chiamato veramente così? Oddio! Adesso come avrei fatto ancora a guardarlo in faccia? Non ne avevo il coraggio.
"Scusa, come mi hai chiamato?" lo sentii irrigidirsi per alcuni secondi che mi sembrarono anni. Avevo appena commesso un errore.
"Hai sentito male, non ho chiamato proprio nessuno." mi nascosi ancora di più tra le pieghe del cuscino stringendolo forte.
"Mi hai chiamato Teddy Bear?"
"Chi io? Naaa. Stai ancora dormendo." negai con tutto me stesso cercando di allontanarmi da lui.
"Alec ammettilo!" l'infame iniziò a farmi il solletico, faticai a prendere fiato dal troppo ridere. Conosceva tutti i miei punti deboli e li sfruttava a suo piacimento come al solito. Non potevo vincere con lui quando ci si metteva. Fu una lotta impari. Io cercavo di scappare dalla sua presa, lui mi agguantava nemmeno fosse una piovra. Mi mancava il respiro.
"Va bene va bene! Basta mi arrendo. Ti ho chiamato Teddy Bear. Tu per me sei Teddy Bear." sbottai arrendendomi a lui. Mi facevano male le guance dal troppo ridere.
"Perchè?" aveva smesso di farmi il solletico ma ero stretto ancora tra le sue braccia. Quella domanda mi solleticò l'orecchio facendomi venire i brividi.
"Mi ricordi quel grande orso di peluche che avevamo visto al negozio di giocattoli quando abbiamo preso il regalo per i gemelli. Il cartello diceva: Ciao mi chiamo Teddy, amo gli abbracci. Vuoi abbracciarmi? Sei coccoloso quanto quell'orso gigante. Ti dà fastidio questo nome?" gli chiesi titubante azzardandomi a lanciargli uno sguardo.
"A dire la verità no. Mi piace. Quindi sono il tuo orso coccoloso." sorrise lui sornione. Sembrava un gatto in procinto di mangiare un topo e quel topo ero io. Mi agitai e distolsi lo sguardo mettendomi a malincuore seduto. Creai una certa distanza tra di noi sentendomi in imbarazzo. Mi sconvolgeva sempre con poco. In realtà lui era il mio punto debole.
"Da oggi in poi ti chiamerò Teddy."
"Ricordati solo di tenerlo tra di noi. Che non salti fuori durante le interviste, già chiacchierano fin troppo della nostra relazione. Non alimentiamo ancora di più quel fuoco."
"Lo prometto."
"Beh, allora dovrò trovare io un nomignolo da darti." a quelle parole mi allarmai immediatamente. Sapeva come farmela pagare cara.
"Non osare metterti in testa strane idee o nomi assurdi."
"Ci penserò su. Adesso andiamo, non facciamoli aspettare troppo. Abbiamo ancora del lavoro da fare." si mise in piedi, pronto per tornare ad essere professionale.

Sbuffando controvoglia, afferrai la sua mano che mi alzò letteralmente dal letto e lo seguii sbadigliando verso la mensa quasi deserta. Prendemmo i vassoi che ci avevano messo da parte e ci sedemmo a un tavolo iniziando a mangiare tranquillamente.

"Come va con Veronica? Avete fatto pace?" mi chiese lui prima iniziare a mangiare il riso.
"Siamo arrivati a un punto in cui è inutile rincorrersi. Abbiamo tempi sbagliati, momenti di silenzio assoluto perchè non abbiamo più niente da dirci. Forse ci siamo stancati entrambi a volerci riprovare. Sono cambiati i nostri interessi." mormorai fiaccamente mentre spostavo il cibo da una parte all'altra del piatto.
"Cosa vuoi fare?"
"Le ho chiesto un appuntamento per stasera per mettere le carte in tavola. Tengo ancora a lei, non voglio farla soffrire."
"Qualunque cosa tu faccia, io sarò al tuo fianco. Fai solo ciò che nel tuo cuore senti che sia giusto e che ti renda felice. Il resto non conta, lo risolveremo passo dopo passo insieme." la serietà delle sue parole e del suo sguardo mi fece battere forte il cuore. Era sincero, lo sapevo. Mi avrebbe protetto da qualunque nuvola sarebbe comparsa all'orizzonte. Mi fidavo ciecamente di lui. Ero sempre stato restio a fidarmi così ciecamente delle persone ma con lui era tutta un'altra storia.
"Grazie. Hai sentito più Trevor?" gli chiesi curioso di sapere che fine aveva fatto quel tizio che non avevo mai conosciuto. Non pensavo che fosse stato così importante per Damon altrimenti avrebbe sbandierato quella relazione di fronte a tutti. Era un tipo che non riusciva a trattenere i sentimenti specialmente se era molto coinvolto con l'altra persona.
"Da quando mi ha confessato di aver trovato qualcun altro di cui si è innamorato non ho sentito più nulla. Mi sono ritirato lentamente nel mio angolino. Forse è stato un bene non aver iniziato una vera relazione con lui. Sarebbe stato soltanto peggio dopo per il mio cuore. Per fortuna che non mi ha chiesto di rimanere amici."
"Ci mancava solo questo. Essere amico degli ex è la cosa più sbagliata in assoluto." esordii io con decisione. Come faceva quel tizio a preferire un altro a posto suo? Era fuori di testa? Damon era praticamente perfetto, l'uomo che tutti volevano. Aveva segatura a posto del cervello? Damon era stato fortunato a lasciarselo alle spalle senza troppi traumi. Peccato che quella rottura era pur sempre una tacca alla sua autostima.
"Aspetta, vado a prendere da bere."

Lo vidi allontanarsi all'improvviso come se volesse fuggire. Sentivo che mi stava nascondendo qualcosa. Perchè si stava comportando in quel modo? Speravo fossero soltanto delle mie paranoie visto il nostro legame e la promessa di dirci tutto senza nascondere niente. Dovevo cercare di decifrare i suoi pensieri, ma non era sempre facile con lui. Il cellulare di Damon vibrò sul tavolo e come al solito diedi un'occhiata al mittente del messaggio. Mi si gelò il sangue nelle vene.

"Ciao Dam, come stai? Posso chiamarti?"

Da quand'è che si sentivano ancora? Con che coraggio continuava a contattarlo dopo quello che gli aveva fatto? Come poteva Damon accettare tutto ciò? Era questo che mi stava tenendo nascosto? Non voleva dirmi che sentiva ancora quell'uomo? Mi si chiuse lo stomaco, ero completamente incazzato. Avrei voluto lanciare quel dannato cellulare fuori dalla finestra e romperlo in mille pezzi così come il proprietario di quel disgustoso messaggio. Mi veniva da vomitare. Lo vidi tornare con in mano due bottigliette d'acqua e me ne aprì una lasciandomela davanti. Se non stava attento gliela avrei lanciata in testa maledicendolo di tutto.

"Alec va tutto bene?" mi chiese lui con fare preoccupato. Forse aveva notato le scosse elettriche irradiate dal mio corpo?
"Meravigliosamente." il mio tono di voce risultò ironico e acuto mentre lasciavo le posate sul vassoio ancora pieno evitando il suo sguardo.
"Perchè non mangi più?"
"Mi è andato qualcosa di traverso. Non credo di riuscire a ingerire altro. Ti è arrivato un messaggio."
"Ah, grazie. Lo hai letto?" sbaglio o la sua voce sembrava allarmata dopo aver scorto le notifiche? Adesso basta.
"No. Vado sul set, ci vediamo dopo." mi alzai di scatto buttando il cibo nella spazzatura. Mi dispiaceva sprecare il cibo in quel modo ma non sarei riuscito a mandare giù più niente.
"Alec aspetta, vengo anch'io. Sei sicuro di stare bene?"
"Te l'ho già detto, va tutto bene. Andiamo."

Il mio umore non fece altro che peggiorare nelle ore successive. Lo stavo evitando come la peste restando in disparte con la scusa di leggere il copione. In tutto ciò lui era talmente concentrato sulle sue battute che nemmeno si era accorto del mio cambiamento. Che razza di amico era? Solo James aveva avuto il coraggio di sedersi di fianco per parlare con me.

"Hai litigato con Damon?" esordì lui tastando il terreno.
"No." ringhiai io lanciando mentalmente coltellate alla schiena del mio partner che stava parlando al cellulare. Era con lui? Rimpiansi di non aver distrutto quel dannato cellulare.
"Ok...smettila di ringhiare altrimenti devo metterti una museruola. Raccontami, ti ascolto."
"Tu conosci bene Chase?" gli chiesi di getto chiudendo il copione.
"Wow...non sento quel nome da un bel pò di tempo. Come mai è saltato fuori?" mi chiese lui con cautela prendendo l'argomento con le pinze mentre mi guardava attentamente.
"Gli ha mandato un messaggio."
"Cosa?" esclamò James con tono di voce acuto facendo voltare alcuni membri della troupe.
"Si sentono ancora?"
"Che io ne sappia no, ma non prendiamo più quel discorso da quando abbiamo iniziato questa serie. Cosa gli ha chiesto?"
"Se poteva chiamarlo. Com'è Chase?" volevo sapere di più di quel tizio. Volevo conoscere meglio la vecchia cotta di Damon, capire cosa poteva aver visto in lui da fargli provare qualcosa.
"E' un ragazzo simpatico, gli piace giocare e fare lo scemo. Stava molto sui social insieme a Damon, avevano aperto persino un canale insieme. Erano molto in sintonia, ad entrambi piaceva la musica e volevano diventare cantanti. Damon era molto preso da lui, Chase...sinceramente non so cosa gli passasse per la testa. Era a conoscenza dei sentimenti di Dam ma finchè lui restava in silenzio in merito, la loro relazione non sarebbe cambiata. Chase non era mai stato chiaro e tra l'altro era proprio lui a calcare la mano di fronte ai loro fans, questo ha fatto immedesimare troppo Dam nel personaggio che interpretava. All'epoca dividevano la stessa stanza nel condominio che ci aveva affittato l'agenzia, avevano girato molti live li dentro. Erano sempre appiccicati. Quella piccola cotta è diventata amore per Dam, ma in realtà non penso che lo fosse veramente. Damon aveva trovato qualcuno che lo accettava e sembrava che gli dimostrasse quell'affetto che lui agognava tanto, quindi ha confuso i sentimenti. Almeno secondo il mio punto di vista. In apparenza Chase sembrava la persona perfetta accanto a Dam, hanno ancora molti fans inferociti al seguito che li rivogliono insieme."
"Lo so...ho letto tutti i commenti contro di me." borbottai chiudendo gli occhi. Ero stanco di tutto ciò, non volevo sentire altro. Quelle cattive voci facevano male e non capivo come potessi meritarmele. Non avevo fatto nulla di male eppure avevo persone che mi odiavano dicendo che ero solo il rimpiazzo del vero partner di Damon. Forse dicevano soltanto la verità visto come sembrava l'intesa tra di loro secondo il racconto di James.
"Mi dispiace, non riescono ad accettare il fatto che il passato ormai è passato. Non si può più tornare indietro e di certo non credo che lo vogliano pure loro, almeno spero che usino il cervello. Gran parte di quello che erano era fan service."
"Un pò come lo siamo noi." mormorai sempre più scocciato.
"E' vero ma io conosco Damon da molto più tempo di te. So che dopo quella batosta lui è cambiato profondamente, è più cauto su tutto. Ha paura di lasciarsi andare ma con te sembra diverso." perchè il suo tono convinto non riusciva a coinvolgermi? Volevo veramente credere a James, ma volevo anche che quell'idiota non soffrisse più per una cotta passata. Gli lanciai un'altra occhiata vedendolo rimettere il cellulare in tasca e tornare a parlare con la sceneggiatrice su alcune battute.
"Diverso in che modo? E' sempre e solo fan service. Nulla di più."
"Questa è solo la rabbia a parlare, non sei veramente tu. Fammi capire bene. Sei arrabbiato per quel singolo messaggio, che probabilmente non vuol dire niente, o perchè pensi che siano ancora in contatto?" quella domanda era subdola e lui lo sapeva bene.
"Perchè lui mi nasconde le cose dannazione! Non vuole parlarmi assolutamente di quella storia e ci sono molte cose che ancora non so. Lui non si fida di me. Prima mi dice che non dobbiamo avere segreti poi lui è il primo ad averne!" la rabbia mi assalì di nuovo e strinsi i pugni mentre la mia gamba aveva aumentato a muoversi con un ritmo tutto suo. Sembrava posseduta.
"Calmati! Perchè invece di sbuffare qua in solitudine come un treno a vapore non vai ad affrontarlo?" si alzò in piedi stirandosi la maglietta con una mano.
"Perchè dovrei se nemmeno si accorge che sono arrabbiato?" forse mi stavo comportando da bambino petulante ma in quel momento mi sentivo così ed ero sempre più convinto di ogni mia parola.
"A dire la verità, forse non te ne sei accorto tu, ma è da quando siete tornati dalla mensa che continua a lanciarti occhiate da lontano. Non si è avvicinato perchè sta lavorando, però è stato proprio lui a chiedermi di venire da te per parlarti. E' turbato dal fatto che lo stai evitando e non ne capisce il motivo. Sii onesto e sfogati con lui. Puoi dargli anche dell'idiota se serve a farlo ragionare."
"Non voglio."
"Più tempo fai così più rischi di perderlo e incrinare il vostro rapporto. Lui ci tiene a te e la cosa è reciproca. Non fare il bambino e vai da lui."

A quelle parole mi bloccai di colpo. James si allontanò per provare la sua scena con Kevin e l'attrice che interpretava sua cugina. Come poteva andarsene in quel modo? Ero di nuovo da solo nel mio brodo. Che palle. Quanto mancava ancora per tornare a casa? La voce di Meg attirò la mia attenzione.

"Alec sei pronto? Giriamo la vostra scena adesso."
"Solo un minuto, devo prima parlare con Damon di una cosa." mi avvicinai con calma, era ora di affrontare il toro per le corna e finirla di mettere il broncio. Avevo bisogno di chiarire con lui, alla fine James aveva ragione su una cosa. Ci tenevo così tanto a quel rapporto che avrei fatto di tutto per non perderlo.
"Si va bene, però sbrigatevi che siamo già in ritardo con la tabella di marcia." mi disse un pò spazientita Meg mentre si organizzava con la troupe. Feci cenno a Dam di seguirmi e ci allontanammo di qualche metro per avere una parvenza di privacy. Odiavo dare troppo spettacolo per fatti personali.
"Mi vuoi finalmente dire cosa ti prende?"
"Si tratta di quel messaggio che ti è arrivato prima." confessai evitando ancora di guardarlo negli occhi. Misi le mani in tasca stringendomi nelle spalle con insicurezza.
"Lo hai letto." non sapevo se fosse più sorpreso o mi stesse accusando in qualche modo.
"Si...non mi vuoi dire niente?"
"Cosa ti devo dire? Era solo un messaggio come tanti altri." quando azzardai a incrociare i suoi occhi lo vidi infastidito e in procinto di arrabbiarsi. Dovevo essere io quello arrabbiato, non lui.
"Non mi sembra che Chase mandi messaggi come tanti altri. Lo senti ancora?"
"Non penso che questi siano affari tuoi Alec." quelle parole mi fecero male al petto.
"Sono il tuo partner, certo che sono anche affari miei." alzai la voce con rabbia stringendo i pugni. Molte persone si voltarono verso di noi ma li ignorai. Mi sentivo un vulcano pronto ad esplodere.
"Di lavoro, solo partner di lavoro. Non credere di poter interferire con altre questioni. E' la mia vita." non stava urlando ma il suo tono e il suo sguardo erano glaciali.
"Quindi non valgo proprio niente per te? Si tratta solo di lavoro. Bene, grazie di avermelo chiarito. Adesso andiamo a lavorare collega, ci aspettano." detto ciò gli voltai le spalle per andare verso Meg e i cameramen.
"Dannazione Alec!" lo sentii imprecare ma mi rifiutai di girarmi verso di lui. Adesso dovevamo lavorare.

Il resto delle riprese continuarono con un'aria di tensione palpabile. Se ne erano accorti tutti e nessuno sapeva come gestire quell'atmosfera. Alcuni membri della troupe cercarono di farci fare degli esercizi per scioglierci un pò e recuperare la nostra intesa ma non sembravano dare i loro frutti. Ci costrinsero a provare il copione tenendoci per mano e guardandoci negli occhi. Peccato che in quel momento volevo incenerire i suoi tanto acclamati occhi e mozzargli una mano. Ma quello era lavoro e lo show doveva andare avanti. Dovevo concentrarmi. Meg ci rinunciò e disse che per quel giorno ci saremmo fermati li e che avremmo ripreso l'indomani, la prima scena era di nuovo la nostra. Coccole in vista, la scena giusta in quel momento. La ringraziai con il capo notando che Damon si alzava, voltando le spalle, ignorandomi completamente. Questo mi ferì ulteriormente. Adesso faceva lui l'offeso? James si fece avanti di nuovo ammiccando verso il nostro collega in comune che stava scherzando con Kevin e Louise, un'altra attrice del cast principale. Interpretava la mia ex ragazza nella serie ma si era capito fino dalle audizioni che aveva un debole solo per lui. Pendeva dalle sue labbra. Chi non lo faceva?

"Ti avevo detto di andare a parlargli non di litigare di fronte a tutti come una moglie ferita." disse James raggiungendomi.
"E' colpa sua! A quanto pare devo farmi gli affari miei perchè non sono altro che un collega di lavoro."
"Conosco Damon da anni, so che quello che ha detto non era ciò che pensava. Avete caratteri diversi e mentalità diverse, lui è anche più grande di te e con più esperienza. E' difficile che si apra del tutto ma con te ci sta provando. Non è facile per lui parlare di quell'argomento. Io c'ero durante quell'anno e mezzo e ti dico che a fatica siamo riusciti a portare avanti la seconda stagione, conta che è stata persino un mezzo flop. Era difficile farli recitare insieme, hanno dovuto cambiare spesso il copione e diminuire le scene insieme dei due personaggi. Meglio non mescolare il lavoro con i sentimenti, l'ho sempre detto. Ormai era tutto un casino unico. Quasi tutti si erano schierati da una parte o dall'altra, sembrava una disputa sportiva. Alec non voglio difenderlo, anche perchè qui bisognerebbe sentire entrambe le campane e non giudicare, ma so bene cos'ha passato. Gli erano rimasti pochi veri amici e ha sofferto molto, tante porte gli si sono chiuse davanti senza avere nemmeno la possibilità di dimostrare quanto valeva. Forse dovresti tentare di nuovo di parlargli senza andare subito con il piede di guerra. Dovete risolvere la faccenda entro domani altrimenti Meg si arrabbierà." mi avvisò lui con serietà.
"Come faccio a parlargli se mi sta ignorando? Guardalo! E' come se non esistessi!" lo indicai con un cenno della testa in modo esasperato e frustrato.
"Richiedi la sua attenzione come fai di solito, questo lo sai fare piuttosto bene meglio di chiunque altro. Ha occhi solo per te. Comunque Alec, secondo me questa è soltanto gelosia. Facci un pensierino mentre decidi come fare un passo verso lui e porgere un ramoscello di ulivo."

Io geloso? James stava di certo farneticando. Odiavo quando le persone manifestavano gelosia e di certo io non ero assolutamente geloso di lui. James gli si avvicinò per sussurrargli qualcosa all'orecchio, Damon annuì dandogli una pacca sulla spalla come saluto per poi tornare a parlare con Louise e Kevin. Decisi di alzarmi per andare a parlargli quando Brian entrò in compagnia di un altro uomo che attirò completamente l'attenzione di Damon. Quest'ultimo sorrise al nuovo arrivato con felicità mentre si chinava leggermente per stringerlo in un forte abbraccio ricambiato. E adesso chi diamine era quello? Aveva il volto familiare ma non riuscivo a riconoscerlo. Vidi che lo presentava ai due colleghi e la mia rabbia aumentò a dismisura. Ed io cos'ero? Aria? Mi arrivò un messaggio da Veronica che chiedeva se potevamo vederci in quel momento. Quella era la mia via di fuga perfetta. Gli lanciai un'ultima occhiata prima di superarli e lasciare definitivamente il set. Chiesi a Paul un passaggio per andare al locale dove avrei poi incontrato la mia ragazza. In silenzio, continuavo a guardare fuori dal finestrino con la mente troppo confusa e agitata. La mia gamba non voleva stare ferma dal nervosismo. Era per l'incontro con Veronica? O per il fatto che Damon mi aveva ignorato e trattato in quel modo come se non contassi nulla? Non capivo più niente. Mandai un messaggio a Veronica avvertendola di essere arrivato, misi un cappellino scuro con visiera per cercare di non essere notato e scesi dall'auto. Dissi a Paul che lo avrei contattato appena finito per farmi venire a prendere. Ero pronto per affrontare uno dei miei problemi. Appena la vidi ad un tavolo la raggiunsi guardandomi attorno.

"Potevi trovare un angolo un pò più buio. Potrebbero notarci." mi sedetti davanti a lei sentendomi a disagio. Mi calcai di più il cappellino in testa con fare nervoso e mi incurvai con le spalle.
"Non importa, ho fans ovunque. Sarebbe impossibile nascondersi con me anche volendo."
"Ne abbiamo già parlato, eri stata proprio tu a dire di non volerci far vedere insieme." le ricordai abbassando la voce mentre lei sorseggiava tranquillamente il suo drink colorato. La vidi sorridere e salutare qualcuno dietro di me e sperai che non si facessero avanti fino ad arrivare al nostro tavolo per chiederle un autografo o una foto insieme.
"Magari adesso ho cambiato idea. Magari voglio mettere in mostra la mia proprietà."
"Non sono mai stato una tua proprietà, nè tua nè di nessuno. Eravamo una coppia...siamo una coppia." mormorai cercando di correggermi all'ultimo momento. Stavamo ancora insieme.
"Finalmente mettiamo le carte in tavola. Siamo onesti una volta per tutte, penso che sia arrivato il momento di farlo. Lo so che non sei mai stato una mia proprietà, scusami per l'espressione. Le cose tra noi non vanno bene già da un bel pò, abbiamo tirato avanti finchè potevamo. Tu cosa ne pensi?" era la prima volta che mi parlava così apertamente del nostro rapporto. Non era mai successo. Se voleva l'onestà le avrei tirato fuori tutto, cercando di non essere cattivo. Dopotutto avevamo avuto anche dei bel momenti in passato, non potevamo dimenticarli.
"Mi piacevi molto, anche adesso mi piaci ancora. Mi dispiace ogni volta che finiamo per litigare, ormai sembra che non sappiamo fare altro. Questo sta distruggendo il nostro rapporto."
"Ricordo ancora la prima volta che ti vidi in quel locale. Eri come un pesce fuor d'acqua, ti avevano costretto a uscire i tuoi amici e tu facevi finta di divertirti ma eri a disagio e continuavi a giocare al cellulare. Nessuno se ne era accorto, troppo ubriachi per notare qualcun altro oltre loro stessi che stavano facendo baldoria. Io ti osservavo da lontano perchè mi incuriosivi. Molte ragazze avevano provato ad avvicinarsi, ma tu le mandavi via con qualche scusa senza farti scrupoli. Trovavo la cosa interessante e poi eri piuttosto carino, quindi mi sono fatta avanti portandoti un drink. Hai rifiutato persino me senza guardarmi in faccia. Nessuno mi aveva trattata in quel modo, nessuno mi aveva mai rifiutato. Ero famosa ma per te ero come aria." ricordò lei indispettita osservando il ghiaccio sciogliersi nel suo bicchiere quasi vuoto. Mi tornò in mente quella sera, sembravano passati anni.
"Non volevo essere li, ero a disagio. Era stata una giornata da dimenticare e non ero di compagnia, stavo guardando IG per passare la serata."
"Lo so, mi ricordo benissimo il servizio fotografico che stavi guardando. Era di Damon. Ammetto che era piuttosto figo, come al solito del resto." a quelle parole restai di sasso.
"Come?" mi raddrizzai sulla sedia. Di cosa stava parlando? Perchè non ricordavo quel momento?
"Mi sembra strano che non te lo ricordi, stavi guardando gli scatti di Damon. A quanto pare lui attirava già la tua attenzione più di me fin dal principio. Siccome non volevo perdere, ti ho incrociato mentre uscivi dal bagno e ho fatto finta di scontrarti per poi macchiarmi il vestito e dare la colpa a te. Finalmente mi guardavi. Poco dopo abbiamo iniziato a frequentarci e adesso eccoci qui a fare il resoconto della nostra storia. Com'è strano il mondo. C'è sempre stato lui fin dall'inizio, non lo sapevo nemmeno ma avevo perso già in partenza."
"Non so..." ero smarrito.
"Alec, non mentire. Non farlo adesso. Cosa provi per Damon?" quella era la domanda del secolo. Nemmeno io sapevo più cosa sentivo per lui.
"Non lo so. Sul serio...sono confuso. Oggi abbiamo persino litigato e mi sento agitato. Ogni volta che sono con lui mi sconvolge completamente." ammisi guardandomi le mani. Solo qualche ora prima ero sdraiato tra le sue braccia sentendomi a casa, adesso mi sentivo vuoto e spossato.
"Provi qualcosa di diverso rispetto a quello che provavi per me? Qualcosa di più profondo?"
"Non lo so. Lui è più di un fratello per me." perchè voleva sapere tutte quelle cose? Stava scavando troppo a fondo per delle questioni che non volevo realmente affrontare. Perchè le cose non potevano restare così per sempre? Litigata a parte. Tutti troppo curiosi di sapere qualcosa su quella relazione, adesso ci si metteva pure lei.
"Dannazione! Come fai a non saperlo? Pensi a lui in continuazione? E' la prima persona che chiami quando ti svegli? Parli sempre di lui? Ti batte forte il cuore quando lo vedi? Arrossisci al suo sguardo? Sei in trepida attesa mentre aspetti un suo messaggio? Ti senti solo quando lui non è con te? E' la prima persona che vorresti vedere al mattino e l'ultima che vorresti salutare prima di dormire?"
"Fermati, prendi fiato! Mi sembri una di quelle riviste rosa per donne single in cerca di trovare qualcuno per accoppiarsi!" ridacchiai in imbarazzo massaggiandomi un orecchio. Cosa era preso a Veronica di punto in bianco? Fino a cinque minuti prima stavamo ancora insieme e adesso mi chiedeva dei miei sentimenti per Damon. Che strana.
"Alec! Se vuoi lasciarmi almeno fallo per un buon motivo. Le cose tra di noi non vanno più bene da non so più quanto tempo. Più cercavamo di venirci incontro più ci allontanavamo. Sono sempre stata gelosa del tuo rapporto con Damon, non avevi tempo per me ma non facevi altro che parlare di lui. Damon di qua, Damon di la. Era come una terza persona sempre presente accanto a te anche se in realtà c'ero solo io. Mi infastidiva solo sentirlo nominare. Ero io la tua ragazza o lo era lui? Amavi me o amavi lui? Ho sempre avuto paura di farti queste domande perchè non volevo sentire la risposta. Cosa provi per Damon? Non è una di quelle interviste che poi viene pubblicata on line, puoi essere sincero. Non rifilarmi la solita solfa del siamo come fratelli. Detesto mio fratello e di certo non ho un rapporto così affettuoso con lui da abbracciarlo ogni dieci minuti o dal dormire nello stesso letto."
"So solo che mi fa stare bene. Sentire la sua voce, vedere il suo sorriso e incrociare il suo sguardo...mi fa sentire dannatamente bene. Rende più colorata la mia giornata. Non so se sia amore o un'amicizia stretta, so solo che voglio che restiamo così per molto tempo. Non voglio perdere quello che c'è tra di noi. Quando ho letto il messaggio che ha ricevuto da un altro mi sentivo così male. Non mi era mai successo." finalmente ammisi anche a me stesso la verità. Era inutile nascondersi ancora. C'era qualcosa tra di noi e non potevo più negarlo, qualcosa a cui tenevo più di tutto.
"Finalmente il nostro Alec mostra segni di gelosia. Pensavo che non l'avresti mai provata per nessuno e invece eccola qua. Tieni davvero a lui così tanto. Ho provato più volte a farti ingelosire facendomi fotografare insieme ad altri ragazzi ma tu non reagivi mai nel modo che speravo. Invece un solo messaggio ti ha sconvolto così tanto che non ti da pace. Damon ha fatto centro senza nemmeno saperlo." fece una risata amara annuendo con il capo. Avevano ragione, sia lei che James.
"Sono geloso. E' vero. Mi sento strano." continuai a massaggiarmi l'orecchio lanciando occhiate in tutto il locale. C'erano alcune persone che ci stavano guardando. Era meglio chiuderla il prima possibile e tornare a casa.
"Perchè non glielo dici? Hai paura del delirio che potrebbe scatenarsi tra i fans quando verranno a sapere che la loro ship immaginaria in verità è reale? Fregatene, questa è la tua vita. Non possono condizionare così tanto la vita di una persona."
"Lo dici proprio tu che hai migliaia di followers e che ha taciuto a tutti per mesi la nostra relazione." la presi in giro.
"Ho controllato, i tuoi followers hanno battuto i miei per numero. Sei diventato famoso piuttosto in fretta. Comunque non stiamo parlando di me, ma di te e Damon. E' diverso. Noi siamo il passato, voi potreste essere il futuro. Dipende da come te la giochi. Voi siete sulla bocca di tutti, io avevo paura di dire che stavo con qualcuno che non era ancora famoso. Poi quando lo sei diventato avevo paura dei confronti, non volevo essere criticata."
"Veronica voglio chiarire una cosa. Non ti sto lasciando a causa di Damon ma perchè tra di noi le cose non funzionavano. Ciò che provo per Damon è venuto dopo...è maturato nel tempo, un pò alla volta. Ma volevo stare con te. Tenevo molto a noi ma so di non essermi dedicato abbastanza dopo essere stato scritturato nella serie. Ho molte colpe se la nostra relazione non è andata bene." le chiesi scusa nell'unico modo possibile. Mi sentivo in colpa nei suoi confronti.
"Non è stata solo colpa tua. Lo sapevo che sarebbe stato difficile e non ho di certo aiutato a far funzionare le cose. Damon forse non ne è la causa ma ha messo a dura prova delle basi che forse non erano così stabili come credevamo. Adesso voglio dedicarmi a me stessa e ai nuovi progetti, niente storie clandestine per un pò. Il mio ego deve rimettersi in sesto dopo che tu hai ammesso di provare qualcosa per un'altra persona. Certo, il fatto che quella persona sia talmente figa per milioni di altre persone un pò mi mette il cuore in pace. Adesso però tocca a te affrontare il drago. Avete litigato, cosa vuoi che sia? Gli innamorati litigano sempre. Vai da lui e chiarite la faccenda, digli che sei geloso e che ci siamo lasciati. Sicuramente ne sarà contento." alzò gli occhi in alto facendo una smorfia. Non era facile per lei dire quelle cose lo sapevo.
"Perchè dovrebbe esserne contento?"
"Ti facevo più sveglio Alec. Adesso devo proprio andare, tra un pò devo fare una diretta su IG e mi devo preparare. Accompagnami fuori."

Mandai un messaggio a Paul e la accompagnai fuori mettendole una mano dietro lo schiena per guidarla. Era tutto strano, quello era il nostro addio eppure non sentivo niente. Avevo creduto che ci saremmo lanciati accuse a vicenda, arrabbiati l'uno con l'altra per fatti già accaduti, eppure ero tranquillo. Avevamo sistemato le cose e sembravamo dei vecchi amici in partenza verso nuove avventure separate. Era un addio sereno. Di fronte a noi accostò la macchina della sua manager, era arrivato il momento di lasciarla andare. Veronica si voltò verso di me con un sorriso triste e mi chiese un ultimo abbraccio. Volevo ricordarla così. La strinsi tra le braccia e le sussurrai parole di incoraggiamento per il futuro. Lei mi disse di non perdere tempo e prendere ciò che volevo. L'istante di un click e di schiamazzi allarmati e tutto quello che ero riuscito a costruire esplose come una bolla di sapone.

POV Damon

Mark ed io entrammo in casa, lo vidi buttarsi sul divano con fare stanco trascinando i piedi sul pavimento. Andai a prendere due bottigliette di acqua nel frigorifero e gliene lancia una addosso colpendolo in pieno. Borbottò, lamentandosi dei miei modi poco gentili, e si massaggiò lo stomaco. Mi appoggiai al mobile della cucina e bevvi un sorso, non facevo altro che pensare alla litigata con Alec. Perchè avevo reagito in quel modo? Perchè non avevo contato fino a mille prima di aprire bocca? Avevo bisogno di sentirlo, non volevo che si creasse troppa distanza tra di noi. Non sapevo se dargli altro tempo o provare a chiamarlo.

"Finalmente un pò soli."
"Non ti ci abituare. Appena lo dici arriva sempre qualcuno o qualcosa a disturbare la quiete. Ho bisogno di pensare." mormorai massaggiandomi la tempia. Era arrivata persino l'emicrania come ciliegina sulla torta.
"E' per questo che mi hai chiamato in aiuto? Pensavo che volessi finalmente presentarmi Alec eppure ho visto che è fuggito senza neanche salutarti. Se è per questo ho anche notato il tuo sguardo spento e triste mentre lui usciva. Sembravi un cane bastonato."
"Abbiamo litigato."
"La coppia d'oro che litiga? Cos'è successo?" si mise seduto correttamente dandomi tutta la sua attenzione. Mark era uno dei miei migliori amici, sapeva quando concordare con me nelle cose giuste e anche quando bastonarmi se commettevo degli errori gravi come quello.
"Chase mi ha mandato un messaggio e Alec lo ha letto." ammisi cupamente ricordando ogni dettaglio di quell'assurda scena.
"Cosa vuole quel coglione adesso?" il tono aggressivo del mio amico mi fece capire come la pensava. Non era di certo un segreto che detestava apertamente Chase, lo aveva persino affrontato fuori dal set una volta dicendogli che si era comportato in modo infantile andando a sbandierare la vita privata di un'altra persona sui social media. Specialmente la vita di una persona che dichiaravi a tutti di essergli amico e forse qualcosa di più. Quella volta ero riuscito a stento a portarlo via prima che gli tirasse un pugno in un occhio. Mark era così, meglio averlo come amico che come nemico. Sapeva sempre come consolarmi dopo ogni rottura, insieme a Simon e Trevis gli altri due amici. Non mi avevano mai lasciato solo e continuavano a sostenermi e a incoraggiarmi.
"Voleva chiamarmi ma non ho risposto."
"So che non è la prima volta che ti contatta dopo che sono finite le riprese. Gli hai mai risposto?"
"Una volta sola, ma mi aveva fatto male sentirlo. Non ero ancora pronto a lasciare andare quella storia."
"Dam hai intenzione di chiamarlo?" mi si avvicinò scrutandomi attentamente. Mi conosceva bene, sapeva che preso dal momento potevo prendere il telefono e rivangare il passato con una sola chiamata. Sapeva che una parte di me era tentata di farlo e sapeva che l'altra parte di me aveva bisogno di distrazione prima di commettere un'altra cavolata.
"No...non lo so. L'unica cosa che ho in testa in questo momento è il viso deluso e arrabbiato di Alec. Gli ho urlato che non erano affari suoi e che lui è soltanto un partner di lavoro." mormorai prendendomi il viso tra le mani con fare sconsolato. Cosa dovevo fare?
"Ma sei un imbecille? Perchè gli hai detto una cosa del genere? Se lo avessi detto a me ti avrei tirato un pugno. Ritieniti fortunato." potevo credergli sulla parola. Lo avevo già visto in azione.
"Mi sentivo oppresso. Chase che mi voleva parlare, io che ero stanco morto e Alec che mi chiedeva che intenzioni avevo. Non sapevo cosa dirgli in quel momento così l'ho aggredito anch'io verbalmente di fronte a tutti. Non siamo più riusciti a girare una delle nostre scene e Meg ci ha rispediti a casa esasperata. La cosa più difficile per me è stata ignorarlo."
"Alec è un santo! Fratello lo so come sei fatto, che hai bisogno di sbollire un pò per paura di mangiartelo vivo ma arrivare persino a ignorarlo no! Ignoravi lui mentre parlavi con due persone alle quali evidentemente piacevi? Cosa c'è di sbagliato in te? Cosa credi che potesse pensare quel povero ragazzo?" Mark si accalorò cercando di farmi ragionare. Aveva ragione, come al solito avevo fatto un'altra cazzata mentre ero arrabbiato. A quanto sembrava ne stavo accumulando parecchie negli ultimi tempi.
"Lo so, ho sbagliato."
"Damon ti voglio bene, ci conosciamo dal liceo e non ti ho mai visto così sconvolto per colpa di uno stupido malinteso. Devi andare a chiarire subito con lui e a scusarti per tutte le cavolate che ti sono uscite di bocca. Trova un modo di farti perdonare e poi finalmente potrai presentarmi mio cognato. Ho bisogno di dirgli giusto due o tre cose su come gestire il tuo caratteraccio, il più delle volte sei talmente adorabile da cariare i denti ma tendi a risultare parecchio suscettibile in certi casi...e ovviamente minacciarlo di morte in caso ferisca i tuoi sentimenti. Questa volta però sono ottimista." sorrise lui dandomi delle pacche sulla spalla sentendosi fiero del proprio discorso.
"Cosa te lo fa pensare?" gli chiesi con curiosità ricambiando tiepidamente il suo sorriso.
"L'adorazione piuttosto palese che mostra quando ti guarda negli occhi. Se non riesci ad accorgertene mentre sei con lui, ti consiglio di farti un giretto sul web e rivederti alcune scene. Per lui è come se camminassi sull'acqua."
"Se fosse un modo per tenerlo al sicuro da tutto quello che c'è la fuori camminerei persino sui carboni ardenti per lui."
"Così mi spaventi, non esagerare. E' dannatamente fortunato quel ragazzo."
"Sono io quello fortunato ad averlo incontrato." ammisi con voce tremante incrociando lo sguardo del mio amico. Lui annuì capendo al volo tante altre cose che non volevo tirare fuori. Sapeva che non era il momento per altre confessioni più profonde e che probabilmente non lo sarebbe mai stato, avevo paura di tirarle fuori e scavare nei miei stessi sentimenti. Paura di ripetere gli stessi sbagli, paura di perdere una persona importante. Mi strinse la spalla per confortarmi, sarebbe sempre stato al mio fianco. All'improvviso arrivò come un fulmine a ciel sereno Brian con in mano il cellulare e con espressione turbata. Non preannunciava nulla di buono.
"Damon abbiamo un problema." addio momento di tregua.
"Cos'è successo?" mi raddrizzai con fare allarmato mentre il mio manager mi allungava il proprio cellulare per mostrarmi foto video e dei commenti che non avrei mai voluto vedere. Stavano arrivando una valanga di problemi all'orizzonte ed Alec era il centro del ciclone.
"I paparazzi hanno beccato Alec e Veronica uscire insieme da un locale e abbracciarsi. Gli haters la stanno insultando sui social, ti stanno arrivando tanti messaggi." gli restituii il cellulare e presi il mio digitando nervosamente sul display.
"Dannazione! Chiama Paul e le riviste. Organizzate una conferenza stampa per domani al più presto. Speriamo che mi risponda." mormorai selezionando il nome del mio compagno. In un primo momento risultò libero poi più nulla. Provai a chiamarlo di nuovo ma mi rispose la segreteria telefonica. Quanto odiavo sentire il suono di quella voce metallica.
"Dam?" Mark cercò di attirare la mia attenzione ma avevo la testa troppo incasinata per parlare con lui. L'unico con cui volevo parlare non rispondeva ed io stavo cercando di ideare un piano per risolvere la questione senza causare troppe vittime.
"Niente, forse lo ha staccato. Chiamo sua madre. Mi dispiace Mark ma devo lasciarti io..." non mi fece nemmeno finire la frase che mi diede le chiavi dell'auto in mano per poi spingermi verso la porta.
"Damon, va da lui. Resto qui ad aiutare Brian. Ci sentiamo più tardi."

Non ebbi nemmeno il tempo di ringraziarlo come dovevo che mi precipitai in macchina uscendo fuori dal garage con attenzione. Va bene la fretta ma non volevo causare alcun incidente per disattenzione senza nemmeno essere ancora uscito dalla proprietà. Mi immersi nel traffico e feci partire la chiamata con il vivavoce. Nell'attesa tamburellai le dita con nervosismo sul volante mandando qualche imprecazione alle auto davanti che stranamente quella sera volevano rispettare i limiti di velocità in modo estenuante. Di solito sembravano partecipare a una gara di formula uno ma quella sera era più veloce un bradipo assopito.

"Mary!" esclamai felice mentre sentivo rumori provenienti dall'altro interfono.
"Damon finalmente! Hai visto le foto?" la sua voce arrabbiata aveva una vena accusatoria. Aveva ragione, avrei dovuto prendermi più cura di suo figlio.
"Si. E' a casa?"
"Si è rifugiato in camera, non risponde a nessuno. Non vuole nemmeno aprire la porta."
"Com'è la situazione fuori? Ci sono i giornalisti?"
"Non qui sotto perchè fortunatamente non sanno dove abitiamo ma Paul li ha visti gironzolare nel quartiere. Ha detto che non dobbiamo uscire per nessun motivo." per fortuna una cosa intelligente ogni tanto la fa anche lui.
"Sono per strada, tra un pò vi raggiungo. Questa sera lo porto da me, staremo attenti a non farci vedere. Più tardi Brian ti chiamerà per dirti tutto. Per favore, potresti passarmelo? Ho bisogno di parlargli."
"Ha bisogno di te al suo fianco in questo momento, sei il suo compagno. Lo avevi promesso." quelle parole mi fecero male perchè erano l'assoluta verità.
"Mantengo sempre le promesse. Devo prendermi cura di lui e della sua immagine. Non mi tirerò indietro." affermai con sicurezza credendo in ciò che avevo appena detto. Erano alcune delle promesse che le avevo fatto la prima volta che l'avevo conosciuta, aveva bisogno di sapere a chi stava affidando il proprio figlio e che fosse al sicuro e guidato da qualcuno di cui potesse fidarsi. Speravo di avere ancora la sua fiducia. Sentii un pò di trambusto, Mary che chiamava il figlio dicendo che lo stavo cercando. Non sentii alcuna risposta da parte sua e pensai il peggio finchè non sentii un impercettibile sospiro che mi rincuorò di colpo.

"Pronto." la sua voce era flebile e rauca. Il suo tono senza energie mi fece male.
"Alec sono io."
"Lo so."
"Probabilmente non vuoi parlare con nessuno adesso, specialmente con me. Scusami per tutto, a volte mi comporto da perfetto imbecille senza nemmeno accorgermene. Non ti meritavi quelle parole. Ne parleremo meglio di persona, voglio chiarire tutto con te. In merito a quelle foto e quei video non devi preoccuparti, ce ne stiamo occupando Brian ed io. Tutto si risolverà in fretta. Abbi fede. Mi hai sentito? Lo so, può sembrare una frase fatta ma fidati di me. Sei molto importante." speravo accogliesse la mia supplica. Speravo che si fidasse di me ancora una volta, avrei fatto di tutto per non deluderlo. Lo sentii sospirare di nuovo, sembrava stesse trattenendo le lacrime ma non potevo esserne certo.
"Teddy ho bisogno di te." sussurrò piano con voce spezzata. Non lo avevo mai sentito così. Aveva usato il nomignolo che mi aveva dato solo quella mattina. Quando lo avevo sentito la prima volta ne ero rimasto sorpreso. Avevo adorato il suo tono burbero mentre cercava di far finta di niente, ma in quel frangente fu agognante. Volevo essere al suo fianco per confortarlo, fare miei i suoi problemi e aiutarlo ad andare avanti con sicurezza. Volevo prendermi cura di lui.
"Dammi mezz'ora e sarò sotto casa dei tuoi. Ti mando un messaggio appena arrivo. Scendi e poi ti porto a casa, non hai bisogno di nient'altro. Stanotte resterai con me. Non te lo sto chiedendo."
"Va bene, ti aspetto. Stai attento."

Detto ciò, chiuse la chiamata lasciandomi solo con i miei pensieri. Pensieri che andarono in mille direzioni e quasi nessuna di quelle era bella. Vedevo scenari futuri per nulla allettanti. Ero preoccupato per lui. Più ferivano lei più lui si sarebbe tormentato dai sensi di colpa. Non doveva andare a finire così. Feci una telefonata a Brian per avere degli aggiornamenti e mi confermò su un'intervista singola per entrambi e una di coppia. Aveva chiesto alla troupe di posticipare di un'ora le riprese così da risolvere il problema, promettendo loro che non avremo fatto perdere tempo e che saremo stati diligenti come al solito. Mark aveva cercato di calmare gli animi sui social commentando sul nostro affiatamento come coppia e postando alcuni video di vecchie uscite tra amici dove ci prendevamo in giro a vicenda mentre eravamo vestiti da donne. Stava distraendo i fans dando loro altri scorci della nostra vita pur di concentrare le loro menti su altro che non fosse il nuovo scandalo del momento. Li ringraziai di cuore dicendo loro che avrei portato Alec a casa per restare da soli in tranquillità. Giusto per fargli capire a chiare lettere di lasciare il campo libero. Appena fui nei paraggi, mandai un messaggio dicendogli di farsi trovare giù che stavo arrivando. Controllai attentamente la strada ma in apparenza non sembrava che ci fosse nulla di sospetto. Mi fermai giusto il tempo di farlo salire in macchina e ripartii immediatamente senza guardarmi indietro. Lanciai uno sguardo nella sua direzione preoccupato. Guardava fuori dal finestrino con aria assorta mentre con una mano stringeva la cintura stretta al suo petto. Chiaro segnale che non voleva parlare, andava bene. Non volevo forzarlo in alcun modo. Misi un cd di musica di sole chitarre acustiche per calmare un pò gli animi. In quel momento ne avevamo bisogno entrambi. Facemmo tutto il viaggio in assoluto silenzio rispettando lo spazio personale l'uno dell'altro. Aprii il cancello con il telecomando e parcheggiai l'auto nel garage. Lo accompagnai dentro casa togliendomi subito le scarpe e preparando il suo paio di ciabatte che posizionai vicino ai suoi piedi. Era immobile e guardava il pavimento. Mi chinai a togliergli le Adidas bianche e le misi accanto alle mie nel ripostiglio.

"Vai a farti una doccia, ti lascio il cambio in bagno. Qualunque altra cosa di cui tu abbia bisogno dimmelo e te la procurerò. Non ho molto in frigo, mi restano solo alcune confezioni di noodles istantanei. Dopo ordiniamo qualcosa da mangiare. La prossima volta farò la spesa prima e ti cucinerò qualcosa di buono. Mi dispiace per l'inconveniente." mi scusai prendendo dei dépliant di cibo da asporto che tenevo sul bancone in cucina. Li usavo raramente ma andavano benissimo per le emergenze.
"Damon io..."
"Non dire niente adesso. Ne parliamo dopo e decideremo insieme come muoverci. Vai a fare la doccia. Ti aspetto qui."
"Non ordinare. Vanno bene i noodles." mi disse lui tutto d'un fiato arrossendo alle orecchie. Azzardai un sorriso, era tenero in quel momento. Lasciai perdere i dépliant e annuii.
"Ok. Vada per i noodles. Adesso vai."

Lo osservai rifugiarsi in bagno e mi sentii più tranquillo. Adesso era al sicuro, speravo che se ne rendesse conto e che iniziasse a rilassarsi. Sentii l'acqua scorrere restai per alcuni secondi dietro la porta chiudendo gli occhi. Perchè stavo iniziando a fare pensieri assurdi sul mio partner? Pensieri come raggiungerlo sotto la doccia per lavargli la schiena. No, basta! Non era la prima volta che si facevano avanti nella mia testa ma ero sempre riuscito ad accantonarli ritornando con i piedi per terra. Adesso che le cose si erano complicate rispuntavano come funghi dopo un temporale, non era proprio il momento ideale per pensare a certe cose. Andai in camera a prendergli un asciugamano e un cambio per la notte. Bussai alla porta del bagno, per non spaventarlo, ed entrai posando il tutto sul mobile vicino allo specchio. Feci di tutto per resistere alla tentazione e uscii immediatamente senza lanciare alcuna occhiata nel posto che desideravo. Dovevo andare all'inferno in quel momento. Perchè pensavo a certe cose? Andai in cucina e iniziai a trafficare con la pentola per preparare i noodles. Fortunatamente il frigo non era completamente vuoto e misi alcuni ingredienti dentro che sapevo avrebbe apprezzato. Conoscevo i suoi gusti. Quando uscì dal bagno per poco non mi scottai la mano con l'acqua calda della pentola. Erano solo una stramaledetta maglietta vecchia e un paio di boxer grigi, ma era la mia stramaledetta maglietta preferita e quei boxer erano abbastanza aderenti da non nascondere nulla. Aveva ancora i capelli umidi che stava tamponando con l'asciugamano e una gocciolina di acqua gli scivolò sul collo per finire dentro la mia maglietta. Perchè doveva essere così sexy in quel momento con indosso le mie cose? Se avessimo vissuto insieme sarei morto di infarto un giorno si e l'altro pure. Come potevo sopravvivere? Si sedette al bancone e mi affrettai a mettergli davanti la sua ciotola fumante con le posate e un bicchiere di acqua fresca. Feci lo stesso per me e mi sedetti di fronte a lui.

"Mangia, sono ancora caldi." lo vidi mescolare i noodles con interesse, sembrava stesse evitando il mio sguardo.
"Grazie. Hai aggiunto le uova." lo vidi fare un mezzo sorriso e mi sentii in paradiso.
"Erano le ultime rimaste in frigo, so che ti piacciono e le ho messe. Però non avremmo niente per la colazione di domani. Mi dispiace."
"Non fa niente. E' buono." vederlo mangiare con gusto era una soddisfazione anche se era soltanto del cibo istantaneo. Mangiai pure io sentendomi pieno quasi subito.
"Forse è ora di parlare."
"Non so da dove iniziare." posò le posate e allontanò la ciotola da se. Aveva lo sguardo di nuovo smarrito e mi pentii di aver tirato fuori l'argomento ma sapevo di doverlo fare quanto prima. Non potevamo restare in quel modo evitando di parlarne. Dovevo fare l'adulto e affrontare il problema.
"Sarà una serata lunga. Possiamo iniziare a parlare di come risolvere il problema principale. Domani mattina avremo delle interviste singole e di coppia, saremo bombardati di domande su quelle foto e sulla nostra relazione. Dobbiamo essere preparati a tutto. Dobbiamo sapere cosa dire e concordare la stessa versione. Cosa vorresti raccontare?"
"Vorrei essere il più onesto possibile senza entrare nei dettagli. Glielo devo, l'hanno attaccata virtualmente senza nemmeno sapere la verità. Non è giusto. Loro non sanno niente eppure giudicano appena vedono qualcosa di storto. Perchè? Noi stiamo lavorando a una serie televisiva...non possiamo avere una vita privata al di fuori di quella lavorativa? Non ne capisco il motivo, stanno distruggendo la vita delle persone solo perchè mettono in discussione la loro ship immaginaria. Perchè tutte quelle parole di odio? Veronica non ha fatto niente. Se proprio dobbiamo mettere i puntini sulle i dovrebbero odiare te per aver rovinato la vera coppia." queste parole mi colpirono in pieno. Ero stato veramente io la causa della loro rottura? Non mi aveva mai detto niente di tutto ciò. Forse adesso mi odiava, non lo avrei sopportato.
"Ho rovinato la vostra coppia?" gli chiesi sentendomi inquieto.
"Damon, non adesso."
"Va bene scusa. Dirai che state ancora insieme?"
"Prima di prendere una decisione ho bisogno di parlarle. Ho bisogno di sapere se sta bene. Scusami."

Si allontanò prendendo il cellulare e uscì fuori in balcone. Nell'attesa del suo ritorno mandai un messaggio a Brian chiedendogli se poteva portarci la colazione l'indomani mattina. Controllai le varie notifiche, troppe per guardarle tutte quindi ci rinunciai. Non riuscivo a concentrarmi su niente che non fosse il ragazzo che era sparito da troppo tempo. Sembravano secoli eppure erano trascorsi poco più di dieci minuti. Quanto ancora dovevano parlare? Appena sentii i suoi passi mi misi in allerta. Il suo volto non esprimeva nulla mentre si sedeva di nuovo di fronte a me, stava ancora evitando il mio sguardo.

"Sono riuscito a chiamarla. Era ancora arrabbiata per i commenti velenosi, doveva fare delle dirette ma la sua manager le ha sconsigliato di farsi vedere nel web per un pò. Almeno finchè le acque non si saranno calmate. Mi ha chiesto di dire la verità ai giornalisti."
"Va bene, quale verità vuoi raccontare?"
"Che stavamo già insieme mesi prima della nostra audizione. Che eravamo felici come ogni altra coppia normale, non volevamo intralciare il lavoro dell'altro ed è per questo motivo che nessuno sapeva di noi. La mancanza di tempo e altri impegni lavorativi ci hanno fatti allontanare gradualmente l'uno dall'altra. Abbiamo deciso di lasciarci di comune accordo ma ci vogliamo ancora molto bene." sembrava tranquillo mentre mi diceva quello ma la sua gamba raccontava tutta un'altra storia. Si erano lasciati, quella notizia non mi sorprese più di tanto perchè conoscevo tutti i retroscena di quella relazione ma mi fece sentire strano.
"Ah...va bene." annuii con calma intrecciando le mani sul tavolo.
"Non dici niente?" finalmente incrociò lo sguardo con il mio e mi inchiodò sul posto. Adesso ero io quello che voleva nascondersi dalla profondità di quegli occhi cioccolato fuso ma non ci riuscivo. Erano magnetici.
"Su cosa?"
"Sul fatto che ci siamo lasciati." restai in silenzio per diversi secondi cercando di raccogliere qualche pensiero di senso compiuto mentre mi sentivo perso. Cosa dovevo dirgli? Cosa voleva sentirsi dire? Dove voleva arrivare? Il senso di colpa fece capolino nella mia testa così come la litigata di quella mattina. Non ero riuscito ancora a farmi perdonare da lui.
"Mi dispiace...mi dispiace per tutto. Tu non sei soltanto lavoro per me, non lo sei mai stato. Non è una scusante, ma ero arrabbiato e non sapevo cosa fare. Mi dispiace così tanto averti detto quelle parole, avrei voluto rimangiarmele appena sono uscite fuori dalla mia bocca. Vorrei dirti che non reagirò più così ma non posso. Posso soltanto prometterti che farò di tutto per non comportarmi di più in questo modo, spero che tu possa ancora fidarti di me. In merito a quanto è successo con Veronica mi dispiace che sia andata a finire in questo modo, ma devi dare la priorità a te stesso e al tuo lavoro. E specialmente alla tua felicità. Non è stata una decisione facile, ma se è quella che ti fa sentire più sereno è decisamente quella giusta. Come ho detto prima sarò sempre dalla tua parte. Resterò al tuo fianco e affronteremo insieme anche questo problema. Puoi ancora fidarti di me?" lo supplicai stringendogli una mano con la mia. Avevo sempre bisogno di avere un contatto con lui, mi faceva sempre sentire bene.
"Non ho mai smesso di fidarmi di te. Forse tu non ti sei mai fidato completamente di me per sentire di dovermi tenermi nascoste alcune cose." rafforzò la stretta delle nostre mani intrecciandole l'una all'altra.
"Hai ragione, ho difficoltà a fidarmi delle persone. Ci sto provando ma non è sempre facile. Non volevo nascondertelo, non so neppure io perchè non te l'ho detto. Non è questo gran segreto in realtà, non lo reputo di tale importanza. I miei amici dicono che è stupido averlo ancora tra i contatti dei social e che dovrei eliminarlo dagli amici, il suo nome è rimasto li fino adesso quasi dimenticato. Non siamo in contatto, ma una volta eravamo amici."
"Forse in realtà è più importante di quello che stai dicendo. Il fatto di averlo ancora tra i contatti suggerisce che non hai ancora superato quella storia. Il passato dovrebbe rimanere nel passato, dovresti cercare di superarlo se fa ancora male. Vuoi parlarmi di lui?" prese ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice come a farmi tranquillizzare. In realtà avevo il cuore che sembrava una batteria a un concerto rock. Lo avevo saputo fin dall'inizio che Alec mi avrebbe messo letteralmente nei casini.
"No. Non me la sento ancora, dammi un pò di tempo e lo farò. Tu vuoi parlarmi di Veronica?"
"Non c'è molto da aggiungere, vorrei soltanto che superasse la nostra relazione in santa pace senza essere additata da tutti come sfascia famiglie. Vorrei che trovasse un ragazzo migliore di me che le presti attenzione e che si innamorasse. Le auguro il meglio."
"Sei ancora innamorato di lei?" gli chiesi con una punta di agitazione. Volevo che non avesse rimorsi per la sua decisione.
"E' ancora importante per me, non posso negarlo. Prima di lasciarci definitivamente mi ha aperto gli occhi su qualcos'altro che cercavo di ignorare da tempo. Nonostante la stessi lasciando in pubblico lei pensava ancora a me e a un modo per districare i miei sentimenti parecchio confusi. Ha sempre avuto gli occhi da falco per certe situazioni." fece un mezzo sorriso perdendosi al ricordo della sua ex mentre continuava a massaggiarmi con il pollice.
"Cosa ti ha detto?" non sapevo se ero veramente sicuro di volerlo sentire.
"Di non perdere tempo e prendere ciò che voglio prima che mi sfugga di mano." il suo sguardo mi fece tremare. Così risoluto e intenso che mi rendeva sempre più confuso. A cosa si stava riferendo?
"E cosa vorresti?" gli chiesi con un filo di voce fissando le sue labbra carnose. Rimasi in attesa di una sua risposta. Mi concentrai di nuovo sul suo sguardo, sembrava anche lui in attesa di qualcosa.
"Per il momento risolvere questo problema...poi forse ti dirò il resto. Sii paziente." sorrise arrossendo fino alla punta delle orecchie. Che carino, mi sciolsi in un secondo. Volevo stringerlo in un abbraccio.
"Va bene. Brian è in contatto con Paul per organizzare le interviste di domani e parlare anche con la manager di Veronica. Mark e gli altri ci stanno aiutando sui social..." gli spiegai cercando di cambiare discorso e rispettare i suoi spazi.
"Chi è Mark?" mi chiese ritirando la mano dalla mia.
"Mark è uno dei miei migliori amici. Era venuto sul set questo pomeriggio perchè volevo presentartelo. Anche lui è un modello e partecipa a diversi spettacoli televisivi. Pensavo che lo avessi riconosciuto."
"No, mi dispiace. Ero troppo preso a scappare per riconoscerlo. Pensavo fosse un'altra persona della quale non mi hai parlato. Non esci più con Trevor e quando è arrivato lui sul set eri talmente felice di vederlo che ho fatto due più due...nel modo errato a quanto pare." mormorò lui mordendosi il labbro. Mi veniva da ridere alla sua supposizione.
"Non potrà mai succedere nulla tra di noi, è etero fino al midollo e l'unica volta che ci siamo baciati per penitenza dopo una sbronza ha avuto i conati di vomito per giorni al solo pensiero. E decisamente non sa baciare bene come qualcun altro. E' di grande supporto arcobaleno e lo dovresti vedere quando mi porta in certi locali di sua iniziativa dicendo che è ora di pescare qualche nuovo pesciolino. E' lui a fare le selezioni e a scatenarsi in pista come una vera queen trascinandomi nella mischia. " ridacchiai scuotendo la testa nel ricordarmi quella scena.
"Beh...non vuol dire nulla la parola etero. Molti cosidetti etero cambierebbero sponda se solo ci provassi con loro. Sei piuttosto affascinante." il mio cuore quella sera non poteva reggere. Era raro sentirlo dire da lui, era sempre di poche parole ma quella sera sembrava non volesse smettere di parlare. E quel suo tono morbido di voce mi rendeva fin troppo ricettivo alla sua vicinanza.
"Grazie, ma non mi interessa nessuno di quei cosiddetti etero. E poi ho già trovato un gran baciatore molto esigente. Mi piacciono molto le sue labbra." mormorai con un sorrisino sfrontato prendendolo in giro mentre tornavo a fissare le sue labbra leccando le mie un pò per provocazione un pò come gesto involontario. Lo vidi arrossire di nuovo, questa volta sembrava andasse a fuoco. Mi divertiva prenderlo in giro e metterlo in imbarazzo come in quel momento. Come volevasi a dimostrare, distolse di nuovo lo sguardo continuando a spostarlo in tutta la cucina senza avere alcuna meta. Ridacchiai sornione. Al gioco di flirtare ero imbattibile, non poteva competere ancora al mio stesso livello.
"Ok...adesso cosa facciamo? Sono stanco ma non del tutto da dormire." cambiò discorso lui portandolo su un terreno più neutrale.
"Si potrebbero fare tante cose ma te ne propongo tre. O riproviamo la scena di domani o passiamo la serata a giocare con i videogiochi oppure proviamo a imparare delle risposte da rifilare domani ai giornalisti. Scegli tu."
"Vada per i videogiochi. Ho bisogno di distrarmi, sinceramente adesso non voglio più parlare delle interviste e il copione lo guarderemo domani mattina con gli altri. Credo che adesso siamo pronti per girare di nuovo insieme."
"E' tutto risolto tra di noi?" gli chiesi per avere delle conferme.
"Fino ai prossimi colpi di testa, siamo entrambi cocciuti e reagiamo in modo diverso e spesso eccessivo. Dobbiamo imparare a conoscerci meglio."
"Da quando sei diventato così adulto? Comunque hai ragione. Dobbiamo lavorarci sopra, sulla nostra relazione intendo. Scegli il gioco, io riordino la cucina e ti raggiungo." mi alzai per prendere ciotole e posate dal bancone ma lui mi fermò piazzandosi davanti.
"Aspetta, ti do una mano. Non mi rifilare la solfa che sono tuo ospite. Come possiamo lavorare sulla nostra relazione se non siamo vicini?"

Lui si mise a lavare i piatti mentre io li asciugavo. Fu tutto portato a termine tra uno scherzo e un altro, come schizzarmi l'acqua addosso e ridere come un bambino di cinque anni dopo aver commesso l'ennesima marachella. Era adorabilmente dispettoso, come se non avesse alcun pensiero in mente. Era cambiato radicalmente in un paio d'ore. Sembrava felice e questo mi rendeva soddisfatto. In qualche modo ero riuscito a distrarlo. Finito di riordinare la cucina, andammo in sala a scegliere un videogioco da fare. Da quando faceva parte della mia vita, lo scaffale dei videogiochi aveva acquistato innumerevoli titoli nuovi rendendo felice Alec e il proprietario del negozio. Ormai eravamo diventati dei clienti abituali e sapeva sempre i gusti di Alec da proporgli sempre nuovi affari che alla fine pagava il sottoscritto. Avevo speso una fortuna per quei giochi ma ne era valsa la pena per averlo così spesso a casa. Non sapevo nemmeno quanto tempo restammo a pararci le spalle a vicenda per sconfiggere i nemici. Mi sentivo stanco e, appena vidi i suoi primi sbadigli, riuscii a convincerlo a chiudere la serata e andare a dormire. Lo lasciai nella camera degli ospiti dandogli la buona notte e raggiunsi lentamente la doccia per togliermi tutta la pesantezza di quella strana giornata. Avevo proprio bisogno di dormirci su. Mi cambiai in fretta e tornai in camera cercando di asciugare i capelli bagnati con il telo di spugna. Mi bloccai di colpo appena vidi Alec seduto sul mio letto a gambe incrociate mentre stringeva tra le braccia uno dei miei cuscini. Avevo sbagliato stanza? Cos'era quella scena?

"Cosa ci fai qua? Non ti avevo lasciato nella camera degli ospiti?"
"Quando mai ho dormito nella camera degli ospiti?" mi chiese lui con fare innocente mentre mi sorrideva in modo provocatorio sfidandomi apertamente a contestarlo.
"Pensavo che dopo oggi volessi avere un pò di spazio."
"Ti ho chiesto spazio? Non mi sembra. Siamo sempre stati noi stessi Teddy Bear, non cambiare proprio adesso altrimenti potrei pensare che ti sei imposto certi limiti con me per chissà quale stupido motivo. Non voglio fare passi indietro nel nostro rapporto, sarebbe senza senso e io ho bisogno di averti vicino. Non avevamo concordato di doverci conoscere meglio?" colpito e affondato dal suo sorriso. Lo ricambiai posando il telo sullo schienale della sedia.
"Come darti torto? Hai vinto su tutti i fronti, mi arrendo piccola peste. Dovrò trovare anch'io un nomignolo adatto per chiamarti, ho tante opzioni in testa ma non so quale scegliere."
"Non pensarci adesso e vieni a letto. Ho bisogno di dormire." com'era tenero in quel momento, sembrava quasi un bambino. Peccato che i miei pensieri erano altri, dovevo tenerli a bada se voleva passare la notte con me. Mi sdraiai sul letto prendendo la solita posizione al lato destro e allungai il braccio per invitarlo.
"Vieni qua." non se lo fece ripetere e mi raggiunse in un lampo accoccolandosi contro di me nel suo lato preferito, posandomi una mano sul petto. Speravo non sentisse il battere accelerato del mio cuore. Maledetto traditore. Lui sembrava troppo tranquillo per i miei gusti, come se non gli facesse ne caldo ne freddo la mia vicinanza. Dovevo riuscire a dormire in fretta e sperare di passare una notte indenne senza troppe preoccupazioni.
"Come mai ogni volta che vengo a casa tua non vedo mai il tuo cane? Lo nascondi da qualche parte per non farmelo vedere?"
"Il più delle volte se ne occupa mia madre quando sono impegnato. Vorresti conoscerlo?" mi sembrava strano che lo tirasse in ballo. Sapevo che aveva un pò di paura ad approcciarsi ai cani e questo era il motivo principale del perchè avevo evitato accuratamente di farli conoscere. Il mio cane era piccolo ma molto chiassoso ed esuberante, gli avrebbe abbaiato contro finchè non avesse instaurato un rapporto con lui. Temevo per le sue dita. Un pò mi ricordava il carattere introverso e difficoltoso da approcciare di Alec agli inizi. Forse quella era anche une delle ragioni per cui lo avevo approcciato il primo giorno. Volevo vedere cosa nascondeva dietro a quella barriera che bloccava chiunque cercasse di avvicinarsi.
"Beh, prima o poi dovrò farlo visto che fa parte della famiglia." mormorò lui contro il mio collo.
"Mi organizzerò con mia madre per portare qui Choco uno di questi giorni. Farò le presentazioni ufficiali."
"Morde?" quella domanda titubante mi fece sorridere. Prima voleva conoscerlo e poi mi chiedeva quanto fosse feroce quel piccolo esserino.
"Dipende...di solito è più il padrone a mordere rispetto al cane. Vuoi provare?" lo presi in giro massaggiandogli un orecchio.
"Dormi Damon, quando sei stanco spari tante di quelle cavolate che potrei scriverci un'enciclopedia. Adesso chiudi gli occhi e dormi." borbottò lui sfuggendo dalla presa della mia mano.
"Buona notte piccola peste." gli sussurrai chiudendo gli occhi continuando a sorridere felice.
"Buona notte Teddy Bear."

Finalmente potei chiudere gli occhi stringendo tra le braccia Alec. Ero a casa, mi era mancato sentire il suo odore e il calore del suo corpo accanto al mio. L'indomani mi risvegliai nella stessa posizione, con la differenza che le nostre mani erano intrecciate l'una all'altra senza volersi separare. Mi sentivo piacevolmente intorpidito e non volevo districarmi da quella stretta. Nonostante fosse con la schiena contro il mio torace e non potevo vederlo in faccia sentivo che era sveglio. Strofinai il naso sul suo collo e ci appoggiai leggermente le labbra, la tentazione di posare un casto bacio su quella pelle calda era fin troppo forte. Annusai il suo odore, sapeva di buono. Lo sentii sospirare profondamente e stringere più forte la mia mano. La sveglia del mio cellulare interruppe quel momento prezioso, sciolsi l'abbraccio e mi stiracchiai mettendomi seduto. Lo vidi strofinarsi gli occhi e sbadigliare, lo aiutai ad alzarsi e gli dissi di prendere ciò che voleva dal mio armadio mentre andavo a farmi una doccia per primo. Non era la prima volta che usava i miei vestiti e spesso stavano meglio addosso a lui. Li rendeva in qualche modo migliori. Questi scambi di abbigliamento venivano subito notati dai fans che portavano a galla foto vecchie rivelando nuovi scoop sulla nostra presunta intimità. Erano peggio degli investigatori, dovevano lavorare per i servizi segreti. Uscii dalla doccia e mi specchiai togliendo lo strato di condensa. Iniziai a lavarmi i denti quando sentii qualcuno suonare alla porta. Strano, Brian sapeva la combinazione della casa. Perchè suonare? Scossi la testa.

"Alec vai tu, dovrebbe essere Brian con la nostra colazione." sentii i suoi passi sul corridoio mentre apriva la porta. Mi sciacquai la bocca rimettendo lo spazzolino al suo posto.
"Ciao Brian, cosa..."
"Wow, cosa avete combinato stanotte? Sembra che Damon ti abbia scaraventato a destra e a sinistra." appena sentii quella voce rabbrividii di colpo allarmato.
"Dannazione!" esclamai uscendo immediatamente dal bagno prima che succedesse un'altra catastrofe nell'immediato.
"Fratello potevi andarci più piano. Avete delle interviste tra un paio d'ore, non potete andarci con quelle facce stravolte." disse Mark con un luccichio diabolico negli occhi. Potevo aspettarmi di tutto da lui.
"Cosa ci fai tu qui? Dov'è Brian?"
"Sta parcheggiando. Volevo beccarvi in atteggiamenti sconci ma mi avete fatto perdere l'attimo giusto. Avete già concluso. Quella non è la maglietta di Damon? Posso scattarvi una foto? Siete così carini insieme." solo in quel momento mi accorsi del cellulare nella sua mano, quanti danni aveva già fatto?
"Questo gran chiacchierone è uno dei miei più vecchi amici. Alec lui è Mark. Mark scordatelo! Fai una foto e ti faccio saltare i denti." lo minaccia guardandolo male.
"Già fatto...in realtà era un video appena Alec ha aperto la porta. Non si è accorto di niente e nemmeno tu. Sei lento Bro! Te la invio, puoi archiviarlo nella tua cartella speciale!" il suo sorrisetto sfacciato mi fece arrabbiare.
"Mark!"
"Vatti a vestire Bro, altrimenti potrei pensare che ci stai provando anche con me! Sei mezzo nudo, che scostumato. Solo quell'asciugamano sui fianchi che non nasconde praticamente niente." scosse la testa fingendosi oltraggiato.
"Mark...potresti inviare il video anche a me?" si intromise timidamente Alec guardando direttamente il mio ormai ex migliore amico. Rimasi esterrefatto.
"Sicuro cognatino. Lasciami il tuo numero e ti aggiungo nei contatti di Line." Mark allungò il proprio cellulare al mio partner che prese a digitare il proprio numero.
"Cosa state facendo?" volevo urlare a quella scena, mi sembrava un incubo.
"Zitto tu, vai a vestirti. Mark ha ragione, sei altamente imbarazzante." oddio, il gattino stava mostrando gli artigli.
"Lo sai che stai arrossendo? Hai tutte le orecchie rosse. Bro mi stai mettendo in imbarazzo tuo marito. Così non va proprio bene. O ti copri o lo porti in braccio verso il talamo nuziale."
"Oppure ti prendo a calci in culo fino all'infinito e oltre." decisi che il suo nome era il primo che avrei tolto tra i miei contatti di tutti i social. Come facevo ad essergli ancora amico?
"Che palle! Vai a vestirti, mi prenderò io cura di Alec."
"Tu ed Alice siete uguali. Non so se fidarmi a lasciarlo nelle vostre mani. Alec tieni duro, tornerò presto." mi allontanai di corsa verso la camera da letto stringendo con una mano il nodo dell'asciugamano sui fianchi in quanto aveva iniziato ad allentarsi.

Dopo altri battibecchi intimidatori con Mark e l'entrata in scena del mio manager, finalmente uscimmo di casa entrambi vestiti e truccati a dovere per essere torturati dalle mille domande che ci aspettavano. Ci portò Brian fino a destinazione e li ci riunimmo anche con Mary, la madre di Alec. Ovviamente era preoccupata per il suo bambino e voleva essere presente per dargli tutto il sostegno di una madre. Era sempre coinvolta negli eventi importanti come tutto il resto della sua famiglia. Erano molto uniti tra di loro. Abbracciò Alec sussurrandogli qualche frase di incoraggiamento all'orecchio. Lui annuì facendo un mezzo sorriso non del tutto convinto lasciandola andare. Ci fermammo davanti alle stanze, una di fronte all'altra, dove si sarebbero tenute le interviste singole e aspettammo che ci dessero il via per entrare. Non vedevo l'ora che tutto questo finisse in fretta, odiavo l'attesa. Mi voltai verso Alec, aveva le mani in tasca e si guardava le scarpe letteralmente in ansia e perso nei suoi pensieri.

"Alec respira, andrà tutto bene." mi avvicinai a lui afferrandogli le spalle per farlo stare fermo.
"Sono un pò nervoso."
"Lo vedo. Rilassati, rimani concentrato sul tuo obiettivo."
"Se sbagliassi a dire qualcosa?" sembrava un bambino spaventato. Stavo male per lui.
"Non succederà. Devi essere tu a condurre l'intervista. A loro non resterà altro che seguire le notizie che getterai come esche, sembreranno squali affamati. Ci siamo esercitati prima su cosa dire, fidati di te stesso."
"Sarò solo." a quelle parole lo abbracciai sentendo i suoi muscoli rigidi dalla tensione accumulata. Lui restava con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni senza ricambiare la mia stretta. Volevo rassicurarlo di non essere solo. Volevo che prendesse un pò della mia forza.
"Io sarò nella sala accanto a ripetere quanto tu sia eccezionale e che sarò sempre al tuo fianco qualunque decisione tu prenda. Smettila di agitarti, andrà tutto bene. Al massimo se dovesse esserci qualche problema improvviserò uno spogliarello per distrarli. Qualcuno mi ha detto che funzionerebbe piuttosto bene." lo stuzzicai per vederlo sorridere. Centrai in pieno il mio obiettivo.
"Non osare fare una cosa del genere!" mi intimò lui cercando di trattenere inutilmente il suo sorriso mentre mi spingeva via. Adoravo le sue labbra.
"Vieni qua piccolo." mormorai riprendendolo tra le braccia massaggiandogli la schiena con una mano. Qualche secondo dopo lo sentii rilassarsi e abbandonare la testa sulla mia spalla con un sospiro.

Quando ci separammo, ammiccai un'ultima volta verso di lui per ricordargli di entrare in quella stanza con un sorriso e lo vidi sparire inghiottito da una marea di flash. Era arrivato anche il mio momento. Varcai la soglia e salutai i giornalisti presenti mettendomi davanti a tutti quei microfoni che avrebbero intimidito chiunque.

"Buongiorno a tutti."
"Damon cosa puoi dirci dello scandalo che è uscito fuori con Alec e l'influencer Veronica Smith?" come volevasi dimostrare, quella era la prima domanda della lista che avevamo messo giù quella mattina. Come erano prevedibili.
"Scandalo? In realtà io non lo vedo da nessuna parte." affermai in tono rilassato scrollando le spalle.
"Sapevi della loro relazione?" altra domanda della lista.
"Certo, si frequentavano già molto tempo prima di fare l'audizione per la serie televisiva. L'ho conosciuta, è una ragazza simpatica e piena di followers che l'adorano. Piace a tutti. Persino mia madre la segue sui social." annuii sicuro di me con un sorriso. Evitai di dire che persino mia sorella la seguiva per cercare di capire con che razza di persona si era messo Alec. Quante volte mi aveva detto che quei due non centravano niente l'uno con l'altra? Era la prima a criticare aspramente i suoi balletti su Tik Tok.
"Cosa pensi della loro relazione?" cosa pensavano che avrei detto loro? Che ero geloso marcio? Se lo sarebbero scordati. Potevano fantasticare quanto volevano, non gli avrei servito nulla del genere su un piatto d'argento.
"Non mi esprimerò in merito perchè una relazione è soltanto tra due persone che vogliono stare insieme e che si amano. Io non centro niente con loro. Mi è dispiaciuto apprendere che si sono lasciati, non è mai bella una rottura. Spero che entrambi riescano ad andare avanti e trovare la felicità."
"Sei tu la felicità per Alec?" che fantasia queste domande. Quello era il problema di essere un personaggio pubblico.
"Chi lo sa. Io resto qua, se vuole fare un fischio nella mia direzione sa dove trovarmi." li abbagliai con il mio sorriso dicendo una mezza verità. Non avrei mai fatto il primo passo anche perchè ero stato chiaro fin da subito che non sarebbe mai successo nulla tra di noi, lo avevo detto per rassicurarlo da qualsiasi voce avrebbe sentito in merito al mio passato. Ero rimasto in ballo con quella specie di relazione non relazione con Trevor solo perchè volevo avere un motivo per non attaccarmi troppo ad Alec. Nonostante ciò sapevo che stavo aspettando qualcosa. Maledetti desideri.
"E' per te che ha lasciato Veronica?" quella domanda mi fece restare in silenzio alcuni secondi a riflettere. Non poteva essere una cosa del genere. Vero?
"No, io non centro niente. Questa è stata una loro decisione presa di comune accordo. Sono cose che capitano ogni giorno a qualunque coppia attraversi momenti difficili, non c'è bisogno di parlarne troppo. Una rottura è pur sempre una rottura, è brutto sparlare su una relazione tra due persone senza sapere tutti i fatti. Non è uno scandalo, non è uno scoop da cercare a qualunque costo. Ci sono altre notizie di certo più interessanti di cui parlare."
"Non avete mai litigato a causa sua? Non sei mai stato geloso della loro relazione?" quella era proprio la domanda del secolo. Ero stato geloso?
"Alec ed io siamo come fratelli, gli voglio bene. Non sono geloso, auguro il meglio per la sua vita. Stiamo lavorando sodo per questa serie televisiva, Alec è davvero un bravo attore che da sempre il meglio di se. Ha davvero tanta energia che trascina chiunque. E' il miglior partner che potessi avere per quel ruolo che ha fatto suo." ecco la mia strategia. Dare altre notizie più succose e cambiare la rotta dell'intervista.
"Come sta procedendo la serie?" avevano abboccato all'amo. Pur volendo continuare a scavare a fondo sulla relazione tra Alec e Veronica non potevano lasciar andare quelle informazioni.
"Abbiamo un'ottima troupe che ci aiuta per tutto. La regista e la sceneggiatrice ci hanno dato un ottimo materiale da portare in scena, abbiamo un buon affiatamento anche con il resto del cast. Stiamo finendo di girare, tra circa un mese e mezzo uscirà la seconda parte della stagione. Speriamo che piacerà a tutti come sta piacendo a noi."
"Stanno circolando dei video dove vai in giro vestito da donna." ecco che andavano nella direzione giusta dove volevo portarli.
"Si, ricordo benissimo quella serata. Ero in compagnia dei miei amici, stavamo festeggiando uno di noi e siamo usciti fuori a divertirci. Abbiamo giocato a obbligo o verità e ovviamente ci è toccata la penitenza di vestirci da donne. Meno male che l'ideatore della penitenza non ci ha costretti a indossare anche tacchi e calze a rete, posso solo immaginare quanto possano essere fastidiosi. Abbiamo camminato per strada per più di mezzora conciati in quel modo finchè non ci ha fermati una pattuglia della polizia per farci l'alcool test. Per fortuna nessuno di noi aveva ancora bevuto. Abbiamo chiesto scusa e ci siamo cambiati. Ovviamente chi ha ordito quell'idea geniale ha anche immortalato la scena con una serie di video e foto al quanto imbarazzanti. Per fortuna non li hanno ancora postati tutti, vi sareste fatti due risate. Il mio rossetto rosso con i brillantini splendeva persino al buio, non è vero?" i giornalisti risero al mio racconto come da copione.
"Eri con Mark Bound e Simon Chang?" tirarono in ballo le persone più conosciute che si vedevano in quel video. Tra i due solo Mark aveva subito la mia stessa punizione. Simon poteva ritenersi fortunato.
"Si, loro facevano parte di quella compagnia. Sono due dei miei migliori amici. Quando possiamo, tra un impegno e l'altro, cerchiamo di vederci tutti insieme."
"Chiederai anche ad Alec di unirsi al vostro gruppo?"
"Se non è impegnato sarà il benvenuto. Ci divertiremo di più. Alec potrà dare qualche nuova idea brillante per metterci in imbarazzo." pensai veramente di farlo unire alla nostra combriccola di fuori di testa, appena rotto il ghiaccio si sarebbe trovato bene con loro. Una volta glielo avevo proposto ma doveva uscire con Veronica e poi non era più venuta fuori l'occasione. Il lavoro prima di tutto. Però volevo veramente che si unisse a noi, volevo presentarglieli tutti e condividerli con lui.
"Damon, sei veramente sicuro che non sei tu la causa della rottura della loro relazione? Alec sembra piuttosto preso da te."
"Veramente? Ne sarei più che felice, casa mia è troppo vuota per restare da solo. Ho bisogno di qualcuno che mi lavi i piatti e passi l'aspirapolvere. Alec è fantastico con il grembiulino addosso. Adesso scusate ma devo andare a raggiungerlo, abbiamo la giornata piena. Grazie per essere venuti qui."

Dopo quella battuta, li salutai cortesemente con un sorriso e seguii Brian che mi fece largo per andare a raggiungere l'altra stanza accerchiata da molti più giornalisti rispetto alla mia. Sembravano tutti degli avvoltoi che sentivano odore di sangue e carne morta nell'aria. Per fortuna Alec se la stava cavando egregiamente, non avevo avuto mai avuto dubbi su di lui. Era tranquillo e sicuro di se come desideravo. Feci un cenno a Mary e Paul dalla parte opposta e attirai immediatamente l'attenzione che volevo. Incrociai lo sguardo del mio partner e ci scambiammo un sorriso d'intesa. Mi avvicinai a lui stringendogli una spalla per dirgli che era arrivata la cavalleria e che andava tutto bene.

"Eccomi qui, sono passato a prenderti."
"Damon cosa pensi adesso che Alec è libero?" che domanda stupida. Cosa pensavano? Che lo avrei segregato a letto stile 50 sfumature di grigio con tanto di punizioni e gemiti? Ormai la gente non sapeva più dove andare a parare.
"Che finalmente possiamo fare maratone di videogiochi. Mi deve parecchie rivincite questo ragazzo." ammiccai verso di lui.
"Perdente." mormorò lui ridacchiando sotto i baffi.
"Come scusa? Ripetilo se hai il coraggio."
"Non sai giocare."
"Forse è perchè spesso ti lascio vincere...altrimenti metti il broncio e hai il cattivo umore." eravamo persi di nuovo nel nostro mondo di botta e risposta, le provocazioni erano di norma per noi.
"Non eri geloso della sua relazione?" i giornalisti tornarono alla carica noncuranti del fastidio che davano.
"Perchè dovrei? Se lui è felice io lo sono per lui. Auguro tutto il meglio ad Alec. Lui si merita il meglio. Sostengo ogni sua scelta perchè so che ci riflette sempre attentamente prima di prenderla. Sarò sempre al suo fianco e appoggerò chiunque entrerà nel suo cuore perchè sarà lui a sceglierlo." questo lo affermai con sicurezza senza smettere di guardarlo negli occhi. Ero sincero e volevo che capisse ogni mia singola parola. Non era solo.
"Grazie." mi sorrise lui felice. Leggevo troppe emozioni forti nei suoi occhi. Era meglio finire li le interviste, non avrebbe retto ancora a lungo.
"Adesso scusate ma ve lo devo portare via. Ci aspettano sul set per girare alcune scene. Oggi ci sarà molto caldo sul set, ve lo posso assicurare. Non è vero?"
"Molto, molto caldo. Oserei dire piccante." mi spalleggiò Alec alzando le sopracciglia alla parola piccante ottenendo l'effetto desiderato con i giornalisti. Era proprio bravo.
"Vuol dire che oggi girerete una scena d'amore?"
"Chi lo sa? Dovrete aspettare ancora un pò per vedere. Grazie per la vostra disponibilità." li salutai lasciandoli con mille domande aperte non espresse. Presi il braccio di Alec e lo trascinai verso l'uscita mentre i nostri manager e Mary ci facevano da apri fila.

Finalmente eravamo fuori da quel delirio, potevamo respirare un pò. Arrivati al parcheggio decidemmo di tornare sul set con l'auto di Brian. Paul riportò Mary a casa dopo che quest'ultima parlò in disparte con il figlio per assicurarsi che andasse tutto bene. Speravo che non ci fossero ancora dei problemi tra di noi, non volevo farmela nemica. In auto, ci sedemmo nei posti dietro mentre Brian accendeva la radio per darci un pò di privacy. Brian mi capiva sempre al volo, era molto bravo nel suo mestiere.

"Non mi sembra vero di aver finito." sospirò Alec slacciando i primi bottoni della camicia che indossava mentre si stravaccava sul sedile. Era esausto.
"Ci saranno ancora delle voci in giro, le acque si calmeranno con il tempo. Continuiamo a fare il nostro lavoro e spostiamo la loro attenzione sulla serie. Possiamo fare soltanto questo."
"Mi dispiace averti creato dei problemi."
"Non dirlo nemmeno. Sono qui per aiutarti. Ero sincero prima, sarò sempre al tuo fianco." lo osservai attentamente catturando ogni minima espressione del suo volto.
"Lo so grazie." sussurrò chiudendo gli occhi con un sorriso stanco.
"Non pensarci più. Quando arriveranno altri problemi li affronteremo insieme. Adesso andiamo sul set che devo limonarti un pò. Avrai le labbra gonfie prima di stasera." lo presi in giro schioccando verso di lui un bacio all'aria.
"Si si, come vuoi. Lasciami riposare un pò prima. Un giorno di questi dovrei chiederti il rimborso dei danni per le mie labbra." borbottò lui arrossendo mentre si girava verso il finestrino per darmi le spalle. Lo lasciai stare con un sorriso sulle labbra. La giornata era ancora lunga.


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Eccoci arrivati al capitolo 3!!! Entrano in scena nuovi personaggi e iniziano i primi screzi.
Spero che la storia vi piaccia. Fatemi sapere, aspetto i vostri commenti. Al prossimo aggiornamento ;)

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Capitolo 4
*** Come una coppia ***


Behind your gaze 4
POV Alec

Il suono del telefono mi risvegliò da un sogno piuttosto bello dove riuscivo finalmente a baciare Charlize Theron, durante la notte degli Oscar, dopo avermi consegnato la statuetta d'oro per aver vinto come miglior attore protagonista. No Charlize, ritorna qui! Sbuffai perchè quel suono non cessava, forse avrei dovuto cambiare suoneria. Sbadigliai grattandomi il collo e mi allungai per prendere quel dannato cellulare. E adesso chi era di prima mattina che rompeva le scatole? Appena lessi il nome, persi qualunque traccia di sonno esistente nel mio corpo. Mi misi seduto di colpo, aggiustandomi come meglio potevo i capelli, e mi affrettai ad accettare la videochiamata.

"Buongiorno splendore." mi salutò lui con un sorriso a mille wat lasciandomi abbagliato. Ormai era confermato che era sempre figo, ma come poteva essere così cool a ogni ora del giorno? Era un essere ultraterreno. Troppo affascinante per la sanità mentale dei poveri esseri comuni.
"Ciao."
"Sapevo che ti avrei ancora trovato a letto. Sono le dieci passate, quando hai intenzione di svegliarti? Sei andato di nuovo a letto tardi. Questo non fa bene alla tua salute." mi rimproverò lui portandosi dietro i capelli che gli stavano dando fastidio agli occhi.
"Si papà. Tu avrai già fatto mille cose stamattina...non voglio nemmeno saperlo. Mi viene il mal di testa solo a pensarci." borbottai facendogli la linguaccia.
"Su su, alzati e splendi raggio di sole. Il mondo ti attende." sorrise lui, era più abbagliante lui che il sole fuori dalla mia finestra.
"E' così comodo il mio letto." mi stiracchiai affondando con la testa sul cuscino. Mi misi sul fianco e sistemai meglio il cellulare per continuare a parlare con lui.
"Se è per questo il mio lo è molto di più. E' un super size." ammiccò lui con fare sornione. Questo continuare a flirtare mi faceva sempre arrossire e battere forte il cuore. Maledetto cuore traditore.
"Prima o poi ti sfratterò da quel letto e diventerà solo mio."
"Sognatelo quanto vuoi. Il letto lo condivido, non lo cedo a nessuno. Se vuoi dormirci sai a chi chiedere." a quelle parole mi andarono a fuoco le orecchie.
"Rompiscatole. Sei in palestra? Sei tutto sudato." lo osservai attentamente mentre qualche gocciolina gli scendeva sul collo per cadere sempre più giù. In sottofondo si sentivano rumori di macchinari e suoni ansimanti. O era in un set porno o in palestra.
"Complimenti per l'acuta osservazione Sherlock. Sono qui con Brian, Mark e altri due amici. Dovevamo pompare un pò di bicipiti." mi mostrò quello destro mettendolo in posa e la salivazione mi si azzerò di colpo. Quella poteva risultare come molestia? Il solito che si metteva in mostra appena poteva.
"Penso che tu abbia fatto un buon lavoro." annuii mordendomi il labbro inferiore.
"Grazie. Tra poco andiamo a fare una sauna. Non sarei riuscito a chiamarti la dentro quindi ho deciso di svegliarti."
"Capito...non stai facendo un pò troppe saune ultimamente?"
"Dovresti provare a farla con me quando te lo propongo. Ti rigenera il corpo." il mio corpo non era proprio da buttare via, conferma che veniva dai miei fans, ma non era nulla paragonato a quello del mio compagno. Damon e io chiusi da soli in una sauna? Mai! Sarebbe stato un pericolo da bollino rosso. Damon insieme ad altri uomini in una sauna? Mi stava saltando un embolo. Perchè ero nervoso? Dopotutto si parlava di Brian Mark e di altri amici. Perchè dovevo preoccuparmi di qualcosa? Ma soprattutto, chi erano gli altri due amici?
"Magari la prossima volta, sei troppo mattiniero per i miei gusti." feci un mezzo sorriso grattandomi una spalla.
"Non ti lamenti così tanto quando dormi da me." eccolo di nuovo alla carica. Partiva da zero a cento in un nanosecondo. Dovevo essere già preparato alle sue battutine ma non lo ero mai abbastanza.
"Certo perchè riesco a tenerti a letto più a lungo e poi ottengo sempre una magnifica colazione fatta dalle tue preziose manine. Meglio di così non si può." mi girai sul letto massaggiandomi la pancia con aria soddisfatta. Poteva dire di non essere un bravo cuoco ma a dire la verità mi piaceva tutto ciò che sfornava. Una volta gli avevo chiesto di insegnarmi un piatto semplice ma era finita con lui che cucinava e io con lo sguardo attento per seguire ogni singolo movimento delle sue mani. Mi ero perso e avevo potuto fare solo l'assaggiatore. In compenso mi ero gustato un'ottimo pranzetto.
"Per la colazione adesso è tardi e non potrei portartela ma volevo invitare te e tua madre a pranzare da me oggi. Mamma ha chiesto esplicitamente di fare un pranzo in famiglia, prepariamo noi due da mangiare. Sei fortunato che non ci sarà Alice ma Brian e Choco faranno parte del pranzo. Ti va bene? Cucineremo i tuoi piatti preferiti."
"A cosa devo l'onore?"
"E' ora che la famiglia si riunisca dal vivo non solo per cellulare. E poi finalmente incontrerai l'altra piccola peste." mi sorrise lui riferendosi al suo cane.
"Era ora. Ne ho sentito sempre parlare ma a volte dubitavo della sua stessa esistenza."
"Damon vieni? Gli altri ci stanno aspettando. Dobbiamo farci la doccia prima." interruppe un uomo del quale potevo notare solo i suoi bicipiti pompati mentre stringeva una mano sulla spalla del mio partner. E adesso chi diamine era quello? Perchè parlava di doccia? Aveva intenzione di farla insieme a Teddy?
"Si, vai prima tu ti raggiungo subito." annuì nella direzione del suo amico. Non guardava più la videocamera, sembrava fossi diventato inesistente.
"Mi presti il bagnoschiuma?"
"Si, te lo porto. Alec adesso devo andare. Ci sentiamo più tardi per organizzarci per pranzo. A più tardi piccolo." mi sorrise un'ultima volta salutandomi con la mano.
"A più tardi, cerca di non scioglierti troppo la dentro." mormorai seccato chiudendo la videochiamata.

Voleva che gli prestasse il bagnoschiuma? Sapevo io dove poteva metterselo il bagnoschiuma. Perchè dovevano fare la doccia insieme? Quella palestra era così a corto di docce? Dov'era Brian quando c'era bisogno di lui? Permetteva che il suo cliente facesse una cosa del genere in pubblico? Poteva essere beccato da chiunque munito di cellulare. Dovevo mandare un messaggio a Brian? No, se lo meritava di essere paparazzato mezzo nudo e sudato in compagnia di altri uomini. Questa sarebbe stata l'apoteosi dello scandalo. Mi bloccai di colpo. Aveva parlato di pranzo di famiglia? Controllai l'orologio sul comodino, erano le 10:30. Sarei riuscito a preparate tutto in tempo? Non era un pranzo come tutti gli altri. Iniziai a sentirmi ansioso. Mi alzai di scatto, quasi cadendo dal letto, e mi precipitai giù dalle scale per raggiungere mia madre che stava stendendo i panni in balcone.

"Mamma mamma!"
"Cosa è successo? E' uscito fuori un altro scandalo su voi due? Damon questa volta mi sente!" borbottò lei infastidita sbattendo una federa con tale forza da fare paura. Era un miracolo se in tutti questi anni non si era stracciato ancora nulla.
"No mamma, tranquilla. Nessuno scandalo in vista...almeno per il momento."
"Quindi cosa ti prende? Sembri posseduto."
"Damon e sua madre ci hanno invitato a pranzo a casa di Dam oggi." le raccontai in fretta facendomi prendere dall'agitazione.
"Finalmente hanno fissato una data. Ne avevo già parlato con Pat al telefono, non è una sorpresa questo invito." disse lei con un movimento della mano come se nulla fosse. Perchè ero solo io quello che stava per avere un infarto? Non era la prima volta che andavo a casa sua eppure, in quel momento, mi sembrava una cosa ufficiale.
"Quante volte vi parlate tu e Pat al giorno?"
"E tu e Damon? Passi ore al telefono con lui e poco dopo vi incontrate sul set. Non state un pò esagerando? E poi noi mamme dobbiamo conoscerci meglio se i nostri figli sono così intimi tra di loro. Non continuate a dire che siete come fratelli? Grazie a voi noi stiamo diventando come sorelle." disse lei rientrando in casa con aria saccente di chi la sa lunga.
"Va bene...possiamo preparare per loro una torta? Non è bello presentarsi a casa altrui a mani vuote." mi precipitai dietro di lei cercando di convincerla.
"Questa è una novità. Non ti sono mai interessate queste cortesie da ospiti più di tanto in passato. Da quando vai a trovare Damon così spesso svaligi sempre metà casa. Non mi sorprenderebbe trovare a casa sua metà del tuo armadio...già nel tuo ci sono tanti dei suoi vestiti che porti a casa e non è nemmeno mai entrato qui dentro. Ti ricordo che lavo pure le sue cose, sarebbe ora che imparassi a fare il bucato. Penso che Damon apprezzerebbe." mi lanciò un'occhiata acuta e seria sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
"Mamma!" ero in imbarazzo.
"Va bene, sto zitta. Non mi intrometto ma sai bene come la penso in merito. Adoro Damon, è come avere un altro figlio. Fa già parte della nostra famiglia, ma tu sei ancora giovane e devi concentrarti sul tuo lavoro come fa lui. Non voglio che le persone fraintendano qualcosa che potrebbe poi ripercuotersi sul tuo futuro e sulle tue scelte."
"Vorresti che mettessimo più distanza tra noi due?" le chiesi oscurandomi in volto. Non volevo nemmeno pensare a una situazione del genere. Perchè avremmo dovuto essere distanti?
"No, lui è il tuo lavoro e non potete essere troppo distanti. Ma ognuno di voi ha la propria vita da mandare avanti e presto la stagione finirà. Arriverà il momento di dirsi addio. Non vorrei vederti soffrire visto il vostro attaccamento. Mi dispiacerebbe vedere soffrire anche lui, ma tu sei mio figlio e per me vieni prima di tutto. Devi proteggere il tuo cuore." mi disse poggiandomi una mano sul petto.
"Lo so mamma." mormorai abbassando lo sguardo a quelle parole. In un secondo era riuscita a distruggere tutti i pensieri felici che mi venivano in mente al solo nominare Damon. Lei aveva ragione come sempre, ma faceva male.
"Non manca molto alla fine delle riprese. Avrete ancora alcuni eventi dove partecipare come coppia per promuovere la serie ma poi tutto finirà. Ti proporranno altri progetti senza di lui. Devi riuscire a cavartela da solo. Il fatto che tu sia introverso non è di certo di aiuto ma devi sforzarti, è il lavoro che ti sei scelto."
"Non voglio pensarci adesso. Voglio vivere quello che mi resta di questo presente con lui. In questo momento mi sento bene, non voglio rovinare tutto con pensieri negativi." replicai cercando di farle capire quale era limite che non doveva superare. Era mia madre e non le dicevo mai niente ma quando esagerava dovevo fermarla.
"Va bene. Chi dovrebbe preparare la torta?" lei annuì al volo facendo marcia indietro mentre cambiava discorso.
"In realtà vorrei fare una sorpresa a Damon e a sua madre. Vorrei provare a farla con le mie mani ma mi servirà il tuo aiuto. Sai che non sono molto pratico in cucina." quello era proprio un eufemismo. Se mi mettevano dietro i fornelli rischiavano di trovare la casa bruciata. Ero un pericolo ambulante, avevo già dei trascorsi che la mia famiglia non mancava mai di riportare alla luce appena possibile.
"Lo so benissimo...stavi per intossicare tua sorella dopo aver trafugato nel frigorifero e buttare tutto nella pentola. Siamo finiti in ospedale per questo. Hope non mangia più niente di quello che le metti sul piatto. Ha paura di un'altra lavanda gastrica."
"Eravamo più piccoli e tu non eri ancora tornata a casa, Hope aveva fame e io ho improvvisato qualcosa. Apprezza lo sforzo di un ragazzino che si prende cura della sua sorellina."
"Allora sarà meglio iniziare con qualcosa di facile, cerca di non portarci in ospedale e segui alla lettera le istruzioni. Ci mancherebbe soltanto uno scandalo simile. Già immagino i titoli dei giornali: Giovane attore manda in ospedale il partner co-star e sua madre. Questa volta non ne usciresti bene per niente."

Passai quasi tutta la mattinata sotto le direttive tiranniche di mia madre che cercava in tutti i modi di non farmi mandare a fuoco la cucina. Fortunatamente per lei, a parte farina e cacao sparsi ovunque, il suo regno era rimasto indenne. Le dissi frettolosamente di andarsi a preparare altrimenti facevamo tardi e mi fiondai sotto la doccia per rendermi presentabile. Durante la rasatura mi tagliai vicino al mento, ero talmente di fretta che non stavo nemmeno attento. Damon mi mandò una foto di lui e altri cinque uomini sudati appena usciti dalla sauna che salutavano l'obiettivo mettendosi in posa. Aveva scritto: La sauna aspetta solo te, vedi quanto siamo diventati cool? Gli mandai un'emoji con la faccina con gli occhiali da sole e una con la faccina che dubitava guardando in alto. Quante arie che si davano, però sembravano divertirsi parecchio. Guardai attentamente i tre uomini che ancora non conoscevo e mi chiesi com'era andata a finire la storia del bagnoschiuma. Non se lo poteva portare da casa? Questa cosa continuava a infastidirmi. Avevano fatto la doccia insieme? Quanto erano intimi? Dalla foto sembrava un pò pompato con i muscoli e un'espressione un pò troppo spavalda mentre continuava a stare troppo appicciccato al mio partner. Cosa pensava di fare? Veramente a Damon piaceva un tizio del genere? Non sembrava infastidito dalla sua vicinanza. Ma non dovevo saltare subito alle conclusioni. Mi piazzai di fronte all'armadio cercando qualcosa di carino da mettermi ma rimasi li piantato per non so quanto tempo senza trovare qualcosa che potesse soddisfarmi per fare una buona impressione. Conoscevo già tutti i presenti a quel pranzo, eccetto Choco, ma avevo bisogno di rendermi piacevole a tutti. Avevo un pò il timore di incontrare quel cane, la mia paura per la razza canina era difficile da superare, ma volevo farlo. Speravo soltanto che non fosse troppo traumatico. Sapevo che Damon si sarebbe preso cura della faccenda e di me. Non lasciava mai nulla al caso specialmente se sapeva che era qualcosa che mi spaventava. All'improvviso Joker saltò sul letto miagolando in cerca della mia attenzione. Adoravo quel gatto, ne combinava sempre una più del diavolo eppure sapeva ogni volta come cavarsela. Non riuscivamo a sgridarlo più di tanto, specialmente quando era in vena di coccole. Tranne mia madre che non gliene lasciava vinte nessuna, per questo le stava alla larga appena era nei dintorni quasi prevedesse di prendersi un'altra ciabatta sul culo. Mi chinai a grattargli il collo e lui fece le fusa sbattendo la coda a destra e a sinistra. Sembrava un motore senza sosta, ridacchiai quando chiese ancora più grattini spingendo il muso contro la mia mano. Che piccolo furfante. A Damon sarebbe piaciuto. Forse avrei dovuto organizzare anch'io un incontro tra i due, peccato che poi forse sarei stato ignorato da entrambi. Joker si faceva comprare dal cibo e da un paio di grattini, Damon amava viziare chiunque respirasse. In pratica un'accoppiata vincente. Joker si scostò dalla mia mano, a quanto pareva il tempo dei grattini era finito, e iniziò ad annusare ogni vestito che avevo buttato sul letto. Alla fine della sua ispezione, come se niente fosse, si sistemò sopra un completo bianco. Cercai di toglierlo visto il tanto pelo che seminava per casa ma non c'era verso. Al mio ennesimo tentativo mi soffiò irritato dandomi una zampata feroce sulla mano. Quel piccolo ingrato! Se li poteva scordare i croccantini quel giorno. Presi una felpa li vicino e lui mi assalì la mano mordendola per poi andarsene indignato. Dopo averlo maledetto a lungo, presi il completo bianco e me lo infilai con una maglietta del medesimo colore in abbinamento, in quanto quella che volevo mettere era stata appena travolta dalla massa di peli che aveva rigettato il gatto. Volevo indossarne un'altra ma a quanto sembrava la maggior parte erano ancora da lavare. Dovevo dire che il gatto aveva scelto bene, decisi dopo essermi guardato allo specchio. Raggiunsi mia madre per metterle fretta e mandai un messaggio a Damon.

"Sei già tornato a casa?"
"Appena uscito dalla doccia. Vuoi verificare?"
"No no, mi fido ciecamente."
"Ti aspetto tra circa un'oretta. Mamma ha già portato Choco a casa."
"Io invece porterò una torta al cioccolato."
"Buona, ma preferirei mangiare te! Scherzo."
"Divertente. Ci vediamo dopo."

Mi accorsi di sorridere scioccamente appena incrociai il mio sguardo allo specchio appeso alla parete. Cos'era quello sguardo? Ero davvero io? Solo perchè Damon stava flirtando come al solito? Ero diventato patetico. Altro che nascondere i sentimenti, non avevo imparato niente dai suoi insegnamenti. Sentii il suono di una notifica che mi riferiva di un nuovo post su IG di Damon Michaelson. D'impulso cliccai immediatamente e mi si bloccò il respiro in gola. C'era una foto di lui che coccolava Choco guardando dritto davanti alla fotocamera con un sorriso talmente abbagliante, che prendeva persino quegli occhi azzurri, da accecare tutti. Era di una dolcezza disarmante. Tutto quell'insieme doveva essere vietato. Sotto c'era una sola frase.

"Ti stiamo aspettando."

Il mio cervello andò in tilt. Non era passato nemmeno un minuto che piovvero così tanti commenti che menzionavano il mio nome che il mio cellulare iniziò a vibrare come un forsennato. Cosa dovevo fare? Decisi di rispondergli con una faccina sorridente che schiacciava un occhiolino mentre arrossiva...o forse era meglio una neutra con un semplice sorriso che non sottolineava niente di sospettoso? Decisi per la prima e la inviai. Mi risposero in migliaia ma quella che aspettavo arrivò poco dopo. Una faccina sorridente che arrossiva con di fianco la faccina di un cane. Ero stato io a iniziare la tradizione di mandare emoji, di solito lui scriveva papiri ma a me piaceva disturbarlo con disegnini divertenti. Ero infantile ma di solito era il mio modo per approcciarmi alle persone. Le prime volte me ne chiedeva il motivo dopo averlo tartassato con 25 stickers in 10 secondi, poi si era abituato e aveva smesso di sorprendersi più di tanto per la mia mania. Si sarebbe sorpreso di più a vedermi rispondere con qualche commento più lungo di tre parole. Misi da parte il cellulare e mi controllai per l'ennesima volta allo specchio. Sembravo passabile anche senza i make artist. Tornai da mia madre che mi chiese il motivo di quel completo, visto che ormai conoscevo già sua madre da tempo quindi non dovevo fare bella figura. La lasciai parlare senza darle ascolto dicendole di uscire adesso prima di trovare traffico per strada. Presi la torta dalle sue mani e la spinsi verso l'auto senza tante cerimonie. Quando arrivammo a destinazione eravamo in anticipo di dieci minuti, mi sentivo in fibrillazione per l'incontro. Appena scesi dall'auto la timidezza fece di nuovo capolino e mi fermai di colpo aspettando con impazienza la lentezza di mia madre. Non volevo entrare da solo in quella casa. Vidi qualcuno avvicinarsi alla porta a vetri ed esitai a fare un altro passo. Il suo sorriso mi sconvolgeva sempre, ricambiai sentendomi arrossire le guance. Forse sembravo un cretino in quel momento ma questo era l'effetto che mi faceva quella persona. Mi salutò con la mano e aprì la porta di scatto per accoglierci dentro. Salutò per prima mia madre con un bacio sulla guancia che la rese felice e poi si girò verso di me facendomi sciogliere come neve al sole. Lo avevo detto che tutto di lui doveva essere vietato ai poveri comuni mortali?

"Cosa ci fai ancora li? Non entri? Ti stanno aspettando tutti. Hai paura di incontrare Choco?" mi chiese lui prendendomi in giro.
"Ho paura per le mie dita. Mi servono ancora quando devo darti dei pugni sul set." strinsi una mano a pugno per far finta di tirargliela sul mento.
"O anche quando devi toccarmi i pettorali e scendere più giù in qualche scena hot." ammiccò lui alzando le sopracciglia. Ne sapeva una più del diavolo quando c'era da flirtare.
"Si si, se lo dici tu. Entriamo e tagliamo la testa al toro."
"Vieni, ha già mangiato. Non ti morderà di sicuro." tenne la porta aperta per farmi passare e salutai sua madre che mi venne incontro con il cagnolino tra le braccia che mi guardava curioso annusando l'aria con la lingua di fuori. Non sapevo se dovevo preoccuparmi. Mi metteva un pò di ansia avvicinarmi troppo a quell'esserino, nonostante le piccole dimensioni i suoi denti erano affilati.
"Ciao Alec. Questo è Choco, non avere paura." si avvicinò lentamente con un sorriso tra le labbra molto simile a quello del figlio. A quanto sembrava la genetica non era un'opinione. Avevo visto anche le foto di Alice e la somiglianza era evidente, era bella tanto quanto il fratello. Gli uomini non sarebbero stati a sicuro con loro due a piede libero.
"Vieni con me. Fatti annusare, ha bisogno di sentire il tuo odore." Damon mi prese la mano e lentamente l'avvicinò al naso del cagnolino. Tremai leggermente di paura ma la vicinanza del mio partner mi dava in qualche modo una certa sicurezza che tutto sarebbe andato bene. Mi fidavo di lui. Con il dito sentii il suo naso freddo e appena abbaiò ritrassi la mano di scatto con il cuore a mille.
"Ha abbaiato." esclamai ridacchiando in modo agitato. Damon non si era staccato da me nemmeno per un secondo, i nostri corpi erano sempre in contatto. Sapeva che avevo paura.
"E' normale. Dammi la mano, avvicinati. Choco lui è nostro amico, è molto importante. Non aggredirlo altrimenti niente cena." avvicinò di nuovo la mia mano tenendo il mio polso fermo nella sua stretta. Questa volta Choco rimase tranquillo e si fece accarezzare la testolina.
"Che carino..."
"Gli piaci. Ha capito tutto, è un buon intenditore." mormorò il padrone con un sorriso accarezzandolo a sua volta, sfiorando più volte la mia mano.
"Forse lo hai convinto con la minaccia di togliergli il cibo. Di solito quello funziona sempre con chiunque."
"Anche con te se non ricordo male. Basta corromperti con un pò di cibo e acconsenti a tutto." Choco si stancò di stare fermo e spinse per farsi mettere a terra da Pat. Dandogli un ultimo buffetto al muso per ringraziarlo della sua pazienza, lo mise giù e si allontanò per chiacchierare con mia madre e Brian. Sembravano vecchie amiche eppure si conoscevano solo da qualche mese.
"Non è vero...quando mi hai preparato le enchiladas e mi hai chiesto se potevo venire con te alle prove di canto in sala registrazione io ti ho risposto di no perchè mi sarei annoiato. Però le enchiladas erano meravigliose." feci un sorrisetto strafottente.
"Se non ricordo male è andata a finire diversamente. Due giorni dopo ti sei autoinvitato salendo in macchina, senza nemmeno avvisare, dicendo che non avevi nulla da fare. Sono riuscito persino a convincerti a cantare una canzone con me, ti vergognavi a fare sentire la tua voce." sapeva leggermi troppo bene.
"Va bene va bene. Mi sentivo in colpa per averti detto di no e così ti ho seguito, volevo farmi perdonare." ammisi distogliendo lo sguardo per guardarmi attorno.
"Ti sei annoiato?"
"Per niente, mi diverto sempre con te. Hai una voce fantastica quando canti. Il nuovo progetto piacerà a tutti, sarà un successo." confermai con sicurezza arrossendo mentre provai a incrociare il suo sguardo. Non smettevo di sorridere in sua presenza.
"Grazie per le tue parole, speriamo sia così. Mi sei sempre di gran sostegno." non sapeva quanto lo fosse lui per me.
"E' quello che penso."
"Allora sarai la mia groupie personale. Ti ci porterò altre volte, magari ti convinco a fare un altro duetto." sorrise scompigliandomi i capelli con dolcezza dopo averci messo più di mezzora per renderli praticamente perfetti.
"Non ne sono molto convinto...però potresti insegnarmi a suonare la chitarra. Così diventerò più cool per le ragazze."
"Già lo sei abbastanza piccolo, mi ci mancano soltanto altre orde di persone da mandare via da te. Sono un pò territoriale."
"Solo un pò?" lo presi in giro sapendo chiaramente quanto fosse possessivo nei miei confronti. Durante il fan service a volte esagerava platealmente ma era per divertire tutti sulla nostra ship, dietro le telecamere era possessivo in altri modi.
"Mi spieghi perchè ti sei messo tutto in tiro per questo pranzo? Non ce n'era bisogno, andavi bene vestito come al solito. Sei tutto in bianco, sei un incrocio tra un gelataio e un imbianchino." cambiò discorso lui per evitare di addentrarsi troppo nell'argomento.
"Non ti ci mettere pure tu, già mia madre mi ha fatto la stessa domanda. Non volevo fare brutta figura." mi stirai la giacca con le mani per appiattirla meglio.
"Sei sempre carino piccolo. Adesso andiamo a mangiare che è pronto, poi possiamo farti familiarizzare ancora con Choco."
"A volte mostri più adorazione verso quel cane che verso di me. Anche durante le interviste ne parli sempre, meno male che ancora non ti hanno chiesto chi preferisci." borbottai un pò infastidito.
"Ti sorprenderesti della risposta. Seguimi."

Lo seguii verso la tavola del salone già apparecchiata a dovere per il pranzo. Madre e figlio si erano superati. Chi sarebbe riuscito a finire tutte quelle pietanze? Nemmeno stessimo facendo il cenone di natale. Mi sedetti accanto a Damon con mia madre e Brian di fronte e Pat a capotavola che iniziava a intavolare una discussione sui prossimi eventi di promozione. Damon come al solito mi riempì il piatto in modo equilibrato, sembrava quasi un padre che si prendeva cura del figlio. Rabbrividii al pensiero di aver baciato mio padre per tutto questo tempo. Bleah! Divorai con gusto quello che potevo finchè il mio stomaco non chiese una pausa e poggiai stancamente la schiena sul sedile. La tentazione di slacciare i pantaloni era molta ma mi contenni per non fare una brutta figura con Pat ed evitare di ricevere rimproveri da parte di mia madre. Damon mi lanciò un'occhiata di sbieco mettendosi una mano davanti alla bocca per celare un sorriso divertito. Gli diedi una sberla sul braccio per intimarlo di smetterla ma questo lo fece ridacchiare di più attirando l'attenzione di tutti su di noi. Arrossii all'improvviso mentre Damon inventava qualche balla per distrarre i presenti che tornarono alle proprie discussioni. Dam si avvicinò di più mettendomi un braccio attorno alle spalle e con la mano libera si mise a massaggiarmi lentamente la pancia. A lui piaceva farlo, diceva sempre che era morbida ed era il suo cuscino preferito. Stranamente lo trovavamo entrambi rilassante. Le prime volte lo avevo trovato troppo intimo e imbarazzante da parte di un uomo ma con il tempo mi ci ero abituato, era un gesto rassicurante e mi faceva sentire la sua presenza costante. In quel momento mi stava aiutando la digestione, ci mancava soltanto un rutto finale come ciliegina sulla torta. Lui lo sapeva e lo faceva apposta a continuare. Mi alzai lentamente con la scusa di andare a prendere la torta e Damon mi seguì in cucina per aiutarmi. Choco si ridestò dal suo sonnellino e scodinzolò dietro al padrone nella speranza di ricevere qualche extra sul cibo.

"Scordatelo Choco. Hai già mangiato più che a sufficienza, mamma come al solito esagera sempre con te. Non stai quasi più nei vestiti." lo sgridò lui guardandolo con fare sconsolato mentre il cane si metteva seduto ai suoi piedi quasi a supplicare. Damon scosse la testa puntandogli un dito contro per avvertirlo e Choco abbaiò contrariato verso il suo padrone.
"Mi sa che ha qualcosa da ridire." ridacchiai divertito.
"Vuoi prendere le sue difese per caso?"
"No, il cane è tuo. Mi spieghi come mai lo vestite sempre? Sembra un peluche in abiti cool che si trova nelle vetrine dei negozi di giocattoli."
"A dire la verità mamma aveva visto una specie di felpina con cappuccio, l'aveva trovata adorabile quando gliel'aveva messa addosso e da lì le è arrivata la fissa dei vestitini per cane. Non so quanto ci spende ma devo dire che a volte questo piccoletto è vestito meglio di me. Da quando mia madre ha iniziato a postare le sue foto ha avuto così tanti fans che gli mandano sempre qualcosa in regalo."
"Cane fortunato." commentai guardando tra l'invidioso e il pauroso quel piccolo idolo.
"Che ne dici se dopo lo portiamo un pò fuori a fare quattro passi? Ha bisogno di movimento e anche tu, almeno ti aiuta a digerire." sorrise lui toccandomi di nuovo la pancia.
"Non è colpa mia se il cibo era buono. Potevate cucinare qualcosa a cui sono allergico, almeno avrei evitato di riempirmi in questo modo. E poi sono fiero della mia pancia." gli dissi con orgoglio. Non ero grasso ma ogni tanto spuntava quella piccola pancetta che, nonostante tutta l'attività fisica che cercavo di fare, restava li implacabile quasi a deridere i miei sforzi. Lui aveva la tartaruga addominale invidiata da tutti io della pancetta da friggere la mattina. L'ironia della sorte.
"Almeno ho qualcosa da toccare quando ho bisogno di coccolare qualcosa. Hai un pancino antistress." il massaggio della sua mano si intensificò.
"Comprati una palla di spugna, quella si che è antistress." lo scansai allontanandomi di qualche passo.
"Non è la stessa cosa. Vuoi mettere un oggetto anonimo e freddo con il tuo calore?" mise il broncio, era talmente tenero che avevo voglia di stringerlo in un abbraccio. Alec riprenditi! Quell'uomo era più furbo di una volpe.
"Giuro che te la regalo a natale."
"Gliela darò a Choco. Anche lui ha bisogno qualcosa contro lo stress da cibo. Che torta avete preparato?"
"Una semplice al cioccolato, spero sia buona. L'ho preparata io sotto l'attenta supervisione di mamma."
"Adoro il cioccolato." il suo tono basso di voce mi fece rabbrividire. Perchè improvvisamente mi sembrava che stesse parlando di una cosa peccaminosa? La mia mente stava vagando troppo su sentieri pericolosi.
"Lo so bene, l'ho fatta per questo. Per ringraziarti di essere al mio fianco sia nei giorni felici che in quelli bui." evitai di guardarlo negli occhi prima di morire dall'imbarazzo. Mi faceva ancora quell'effetto come se fosse il primo giorno.
"Giuro che se dici qualcos'altro di così carino non ti faccio uscire da questa casa." mormorò lui con un sospiro facendomi andare a fuoco il viso.
"Andiamo che stanno aspettando la torta."

A fine pranzo, le nostre madri ci cacciarono via dalla cucina e decidemmo di portare fuori Choco. Più che altro, Damon quasi mi spinse fuori di peso appena vide il mio sguardo voglioso puntato su quel divano invitante. Se fossi stato più veloce e non avessi mangiato così tanto mi sarei precipitato nel suo letto super size e mi sarei tuffato a braccia e gambe aperte. Ero pigro e lui mi capiva al volo con un solo sguardo. Non avrei mai vinto con la sua cocciutaggine in quel momento, la sonnolenza mi rendeva troppo stanco per combattere. Mi portò in camera per farmi cambiare, dandomi una sua tuta più confortevole e meno appariscente, e uscimmo di casa. Qualcuno ci riconobbe e ci chiese di posare per qualche foto, dopo averli salutati proseguimmo con la nostra passeggiata. Sicuramente quelle foto avevano già fatto il giro di internet in un nanosecondo. La cosa non mi preoccupò più di tanto, ero curioso di vederle. Potevamo sembrare una di quelle coppiette che portavano a spasso il cane. Una coppia normale, senza fan service e ship immaginaria. Una coppia reale. Potevo già immaginare la raffica di commenti che ci avrebbero aspettato al nostro ritorno. Guardai di sfuggita Damon ma lui sembrava tranquillo, il suo sorriso era calmo e senza preoccupazione alcuna. Perchè avrei dovuto averne io? Nell'arco di un'ora tornammo a casa dove ci stava aspettando Brian al varco della porta mostrandoci il cellulare con sguardo scuro in viso.

"Ragazzi cosa devo fare con voi?" scosse la testa irritato.
"Sii il prete e benedici la nostra unione." lo prese in giro Damon con un sorriso mentre toglieva il guinzaglio al cane che corse a casa tutto felice.
"Dovessi mandare tutte le foto che ho di voi due insieme diventerei ricco. Altro che continuare a fare il manager e a farmi venire il mal di testa. Mi sento come un babysitter sotto pagato."
"Forza Brian, abbiamo solo portato a spasso Choco. Non c'era nessun contatto fisico di alcun tipo."
"Non serviva, fidatevi. Guardate voi stessi." passò il cellulare a Damon che sorrise e mi mostrò le foto. Oltre le due foto con i fans ce ne erano altre scattate da lontano che ci mostravano felici mentre parlavamo persi nel nostro mondo. Sembravamo più che semplici fratelli, gli sguardi e i sorrisi dicevano tutt'altro. Più tardi le avrei salvate sul mio cellulare.
"Siamo venuti piuttosto bene. Sono belle le foto." mormorai con un sorriso continuando a fissare gli scatti.
"Brian pensala come una promozione in più per la serie. Penso che Meg e Claire sarebbero d'accordo. Siamo una coppia immaginaria, perchè non far felici ulteriormente i nostri fans? Che ci vedano quello che vogliono vedere. Era solo un'uscita tra fratelli con il cane. Punto." semplificò Damon ferendomi un pò inconsapevolmente. Aveva ragione, era solo quello.
"Mia madre e Pat come l'hanno presa?" chiesi a Brian.
"A dire la verità hanno stampato varie copie della foto per piazzarle da qualche parte in casa insieme a tutte le altre. In caso di interviste casalinghe dove poter far vedere al meglio i loro figli. Stanno facendo più fan service loro che i fans stessi e voi due messi insieme. Si sono date subito da fare per promuovere quelle foto appena sono sbucate sui social. La prossima volta avvisatemi subito se vi scattano delle foto insieme."
"Sarebbe troppo tardi lo stesso, cosa faresti? Erano solo delle foto innocenti."
"Brian va tutto bene." cercai di consolarlo.
"Lo sapete che da delle semplici foto innocenti potrebbe uscire fuori di tutto. I pettegolezzi e le male lingue sono pericolosi." ci avvisò lui mostrandoci degli scenari per nulla entusiasmanti.
"Non abbiamo fatto niente di male, rilassati. E poi parli tu che sei uno dei primi che appena può ci scatta foto e fa video a manetta. Anche prima quando mamma teneva in braccio Choco e Alec cercava di farci amicizia. Chi è che ha fatto il video e lo ha postato su IG?" Damon non voleva lasciare perdere e aveva le sue ragioni. Eravamo costantemente ripresi da varie angolazioni da chiunque munito di cellulare che poteva immortalarci e rendere pubblico ogni nostro minimo gesto. Per questo il più delle volte, quando potevamo, restavamo chiusi in casa.
"Ha già chiamato Paul per capire che razza di casino doveva risolvere adesso." mi guardò Brian mettendomi un pò in ansia. Potevo solo immaginare la loro conversazione al telefono.
"Gli parlerò io, tranquillo. Non c'è nessun casino."
"Alec vieni in camera. Lasciamo le nostre madri a confabulare tra di loro sulla tua dote." ridacchiò Damon mettendomi le mani sulle spalle mentre mi spingeva verso l'entrata.
"Guarda che io non voglio meno di venti mila." lo avvertii scherzando con tono minaccioso.
"Wow...sei piuttosto caro piccolo." mi sussurrò lui all'orecchio facendomi venire i brividi.
"Io valgo tanto."
"Ci farò un pensierino. Andiamo. Choco vieni."

Il cagnolino ci seguì scodinzolando tutto eccitato. Un paio di volte dovetti fermarmi di colpo in quanto Choco continuava a infilarsi in mezzo ai miei piedi, avrei rischiato di travolgerlo. Poi chi lo avrebbe sentito il padrone? Feci prima passare quell'esserino a quattro zampe, che ogni tanto si girava verso di me per controllare dove fossi. Era buffo quel piccoletto. Damon mi disse di sedermi per terra, ai piedi del letto, e mi si affiancò con una bustina di croccantini.

"Non avevi detto che era ingrassato?"
"Qualche croccantino in più riesco a farglielo smaltire. Voglio che sia tu a dargli da mangiare."
"Cosa? Perchè?" mi allarmai all'istante.
"Perchè voglio che facciate amicizia. Siete entrambi importanti per me. Non voglio che tu abbia paura di lui quando lo vedi. Deve capire che anche tu fai parte della famiglia...certo, non ti metterò una ciotola accanto alla sua ma potreste condividere lo stesso letto." disse lui sornione alzando le sopracciglia.
"Non condivido con lui la mia parte del tuo letto. Deve sapere qual è il suo posto."
"A dire il vero lui dorme sul divano, soltanto la mattina presto si intrufola sotto il lenzuolo per svegliarmi. Sei un pò possessivo per quel posto accanto a me."
"Parlavo del letto, solo del letto. Amo il tuo letto." sottolineai per evitare che andasse avanti a prendermi in giro.
"Se lo dici tu. Tieni, avvicina la mano e resta fermo finchè non si avvicina lui." feci come mi disse, ero un pò titubante e la mia mano tremò facendo finire i due croccantini per terra. Damon rise e me li rimise in mano tenendo fermo il mio polso. Choco si avvicinò continuando a scodinzolare come un forsennato e annusò la mia mano, ci mise sopra il musetto e iniziò a mangiare i suoi croccantini raspando con la sua ruvida lingua. Ridacchiai divertito e mi azzardai ad accarezzare il suo morbido pelo. Era tranquillo e si lasciava toccare con facilità, forse le mie paure erano un tantino esagerate verso quella piccola palla di pelo. Era diverso da accarezzare Joker ma sempre piuttosto piacevole in più quel cane non sembrava riuscire a stare fermo. Damon si complimentò con il suo cucciolo coccolandolo un pò.
"Bravo Choco, lui è nostro amico. Gli vogliamo bene."
"Com'è ruvida la sua lingua...più di quella di Joker." ridacchiai a un'altra passata umida sulle mie dita.
"Hai ancora paura?"
"No, sono più tranquillo."
"Adesso non ti libererai facilmente di lui. Vorrà giocare fino a sfinirti."
"A me piace giocare."
"Come se non lo sapessi. Sei proprio un bambino."
"A chi hai dato del bambino? Io non sono un bambino!"
"Stai mettendo il broncio? Il mio piccolo bambino cresciuto." si allungò per stringermi in un abbraccio mentre con una mano mi accarezzava i capelli. Essere preso in giro da lui mi faceva sentire un pò speciale, avevo la sua completa attenzione. Mentre ero distratto nel mio mondo, Choco si fece di nuovo avanti di scatto e mi morse un dito a tradimento abbaiandomi contro. Tolsi la mano dando una gomitata involontaria al mio partner e cacciai un urlo facendo abbaiare ancora più forte quel piccolo mostro dai denti affilati.
"Avevi detto che non mordeva." mi lagnai sentendo il mio dito dolorante.
"Di solito non lo fa, al massimo abbaia forte." il suo tono di voce era preoccupato.
"O mi ha scambiato per una coscia di pollo oppure è geloso."
"Geloso? Di cosa? Non lo è mai stato prima d'ora." il suo sguardo confuso la diceva lunga.
"Mi ha morso dopo che tu mi hai abbracciato."
"Mmh...strano. Forse era tentato dal tuo odore delizioso." tornò di nuovo a prendermi in giro annusandomi il collo.
"Adesso sono diventato del pollo fritto?" gli lanciai un'occhiataccia dandogli un'altra gomitata sul fianco questa volta volontaria.
"No, allo spiedo. Da leccarsi i baffi."
"Damon sii serio. Mi fa male il dito." glielo sventolai davanti per fargli capire che veramente provavo dolore.
"Non esagerare, non te lo ha staccato. Fammi vedere." me lo prese tra le mani e lo avvicinò per guardarlo attentamente
"Guarda, c'è ancora l'impronta dei suoi denti." mi lagnai di nuovo sentendomi sempre più strano.
"Quando ero piccolo e mi sbucciavo qualcosa, dopo aver medicato la ferita mamma ci soffiava sopra dicendo che tutto sarebbe passato. Adesso come va?" mi chiese lui dopo averci soffiato sopra come se fosse una candelina di compleanno.
"Meglio...grazie." balbettai turbato dimenticando quasi il mio nome.
"Vuoi anche un bacino? Magari passerà prima." incrociò i miei occhi e mi sentii perso.
"No grazie. Va bene così." mormorai togliendo il dito dalla sua stretta leggera.
"I rimedi della mamma sono sempre quelli giusti. Choco cattivo, ti avevo detto di comportarti bene. Noi vogliamo bene ad Alec." sgridò il cane mentre quest'ultimo gli abbaiò contro per tutta risposta.
"Forse non è tanto d'accordo."
"Si deve abituare. Choco non puoi mordere Alec, non è un pezzo di carne. Al massimo posso morderlo solo io."
"Damon!"
"Stai zitto, sto cercando di insegnargli qualcosa di importante se vuole ancora mangiare in questa casa."
"Non ti sembra di esagerare?" gli chiesi dando un'occhiata a quella piccola palla di pelo che si sdraiò ai piedi del padrone con il musetto triste. Un pò mi sentii in colpa per aver causato tutto quel trambusto per un solo morso, ma il dito faceva ancora male.
"Da che parte stai? Non eri tu quello che esagerava prima? Vieni più vicino."
"Più vicino di così mi siedo sulle tue gambe." borbottai non sapendo più dove mettermi.
"Non è un problema, quante volte lo hai già fatto? Choco guarda, non devi sentirti offeso." richiamò l'attenzione del cane mentre mi avvolgeva un braccio alle spalle.
"Sbuffa ancora." lo avvisai temendo il peggio.
"Non è niente. Avvicina la tua mano." titubante eseguii i suoi ordini e accarezzai il cagnolino tra le orecchie, in quel momento sembrava più malleabile.
"Bravi i miei due cuccioli. Non litigate più altrimenti metto entrambi in punizione." iniziò ad accarezzare entrambi la testa nello stesso modo con aria soddisfatta.
"Da quando sono diventato un cucciolo?" lo guardai storto mentre lui continuava a passarmi le dita tra i capelli in un massaggio lento. Mi stava quasi venendo sonno.
"Sei il mio gattino. Non te lo ricordi? Vieni qui che ti faccio i grattini." mi prese in giro lui ricordandomi una scena della serie che avevamo recitato tra le lenzuola. Cercai di spingerlo via appena vidi sua madre riprenderci con il cellulare. Da quanto tempo era rimasta a filmarci? Volevo andare a nascondermi. Cos'avevo detto fino adesso?
"Damon lasciami! Tua madre ci sta filmando!" lo avvertii con tono agitato.
"Te ne sei accorto adesso? Mia madre ha occhi ovunque." disse lui sganciandomi dalla sua stretta mentre riprendeva Choco in braccio per coccolarlo.
"Dovrei stare attento anche in bagno quando mi faccio la doccia?" il pensiero di poter essere spiato anche in quei momenti mi metteva i brividi e di certo non erano piacevoli per niente.
"Chi lo sa...resta sempre aggiornato su eventuali avvistamenti intimi. Credo che il web andrebbe in visibilio quel giorno."
"Ma anche no, grazie."

Giocammo un altro pò con Choco e finalmente riuscii a familiarizzare di più con lui senza venire azzannato. Forse eravamo sulla strada giusta per un'amnistia. Pat, dopo essere stata soddisfatta con i suoi video e le sue foto, se ne tornò da mia madre a parlare sicuramente di qualcosa inerente al nostro lavoro e ai prossimi incontri. Non potevano parlare di altro? Avevano entrambe altre due figlie a disposizione su cui sparlare. Passammo il resto del pomeriggio a divertirci insieme, facendo progetti e discutendo sulle battute delle ultime scene ancora da girare. Mancava veramente poco alla fine delle riprese, ancora non riuscivo a capacitarmene. Cosa avrei fatto dopo? Sarei riuscito a vedere ancora Damon o avremmo tagliato definitivamente i ponti l'uno con l'altro? Finita la serie finito il rapporto? Non ne avevamo mai parlato in verità ma questa era una cosa che mi angosciava parecchio. Ero felice in quel momento, racchiuso in quel bozzolo di amore e fama, ma dopo come mi sarei sentito? Sarebbe sparito tutto così in fretta? Avevo paura ad affrontare l'argomento perchè non sapevo come avrebbe risposto lui. Avrei creduto a ogni sua parola e conoscendolo sapevo che manteneva una promessa, ma tra il dire e il fare c'erano di mezzo la distanza e i futuri lavori senza la compagnia dell'altro. Sarei rimasto da solo di nuovo e sarebbe stato difficile per me ricominciare da capo per conoscere altre persone nuove. Odiavo il pensiero di dovermi separare da lui e cavarmela da solo. Guardai Damon, sdraiato sul divano con la testa posata sul mio grembo, mentre controllava dei testi per il master che aveva scaricato sul cellulare. Anche quando era di riposo il suo cervello continuava a lavorare implacabile. Avrei voluto che si prendesse una vera pausa da tutto e riposasse sul serio. Lo vedevo ogni giorno sempre più stanco, ero preoccupato. Presi ad accarezzargli i capelli distrattamente come mia abitudine e pensai a quanto fossi fortunato in quel momento. Avrei voluto che fosse per sempre. Ripresi il cellulare sentendolo vibrare e controllai le notifiche alle foto che ci avevano fatto quel giorno. Troppi commenti anche solo per leggerli. Ne scorsi alcuni dove ci sostenevano mandandoci tutto il loro affetto, rimasi emozionato da tutto quel calore. Forse non lo sapevano del tutto ma le dimostrazioni dei fans erano la miglior medicina per noi nei momenti bui. Un incoraggiamento per andare avanti. Dovevamo tanto a loro e volevamo ringraziarli facendo del nostro meglio in tutto. Andai più giù e non riuscii più ad andare avanti. Perchè tutto quell'odio? Perchè arrivare a quelle parole? Cosa avevamo fatto di male? Perchè tirare in ballo il passato di qualcuno che stava cercando di dimenticare? Perchè essere così crudeli?

"Cos'è successo?" non mi ero accorto che il mio cambio di espressione aveva attirato la sua attenzione. Non volevo che leggesse quei commenti. Non adesso che stava andando tutto bene, avrebbero soltanto rovinato tutto. Conoscevo Damon e sicuramente non avrebbe lasciato perdere una cosa del genere. Non volevo farlo preoccupare.
"Niente." cercai di nascondergli il cellulare ma fu tutto inutile con una sola occhiata mi fermò all'istante.
"Alec!"
"Le nostre foto fuori con Choco e i video che hanno fatto tua madre e Brian hanno avuto tantissimi commenti...i fans sono entusiasti e lasciano tanti di quei commenti positivi di incoraggiamento verso la nostra coppia. Però sono sbucati fuori anche molti messaggi degli haters piuttosto aggressivi." ammisi a malincuore concentrandomi sul movimento delle mie dita tra i suoi capelli. Stavo evitando il suo sguardo.
"Cosa dicono?" sentivo la tensione su ogni fibra del suo corpo.
"Mettono a confronto la nostra relazione con quella che avevi con Chase. Per essere precisi, confrontano Chase a me ed io non ne esco per niente bene. Ti preferivano con lui. Eri più sincero con lui e con me è solo fan service. Sei più serio e calcolatore per quanto riguarda le effusioni pubbliche. In pratica con me stai facendo le stesse cose che facevi con lui solo che con lui erano vere, con me ti stai sforzando e lo fai soltanto di fronte alle telecamere per pubblicizzarci...stai fingendo." quelle parole fecero male persino a me. Ero stato clemente, gli avevo fatto un resoconto blando omettendo insulti e offese che avevano scritto. Sapevo che non sarei riuscito a evitare che lui li leggesse.
"Fammi vedere." gli porsi il cellulare con una smorfia. Dalla sua espressione sembrava che volesse commettere un omicidio.
"Dai, non fa niente. Sai quanti commenti malevoli riceviamo al giorno d'oggi. Non è importante."
"Si che è importante. Come possono dire una cosa del genere? Li segnalo." ringhiò alterandosi mentre si rimetteva seduto di scatto continuando a leggere tutti quei commenti.
"Non puoi correre dietro a ogni utente che scrive cattiverie e segnalarlo. E' impossibile. Lasciali parlare, prima o poi si stancheranno e andranno a rompere le scatole a qualcun altro. Non pensarci." cercai di calmarlo invano.
"Alec questo non va bene. Chi dà loro il diritto di giudicare? Il passato è passato, è inutile rivangarlo quando fa loro più comodo." sbottò lui sempre più irritato. Mi sorprendeva il fatto che Brian non si fosse fatto di nuovo vivo per dire ve lo avevo detto.
"Il diritto glielo abbiamo dato anche un pò noi continuando a mostrarci sempre sui social."
"Questo fa parte del lavoro lo sai bene. Abbiamo bisogno del supporto dei nostri fans per andare avanti."
"Gli haters sono ovunque, non possiamo mica piacere a tutti." mormorai cercando di farlo ragionare.
"Non pretendo questo ma non voglio che parlino male di te. Io ormai ci sono abituato agli haters, ci faccio colazione con loro, ma il problema arriva quando toccano te. Non hai fatto niente per meritarlo. Non capiscono quanto sia stato fortunato a incontrarti? Perchè si comportano così? Chase non ha più niente a che fare con me e stare li a mettervi a confronto non ha senso. Siete due persone completamente diverse, specialmente per quanto riguarda il vostro rapporto con me. Ti hanno chiamato insignificante e nullità per non dire altro, ti hanno insultato." sembrava più arrabbiato di me in quel momento. Mi faceva una tenerezza infinita mentre cercava di difendermi a spada tratta. Nessuno lo aveva mai fatto, a parte mia madre per ovvie ragioni. Mi faceva sempre sentire protetto.
"Ci sono molti dei nostri fans che mi stanno difendendo. Non ho bisogno che tu venga sempre in mio soccorso."
"Non vengo sempre in tuo soccorso però non mi piace questa storia. Non riesco a starmene con le mani in mano senza fare o dire niente." strinse i pugni restituendomi il cellulare ancora stranamente intatto. Era così agguerrito che avrebbe fatto una strage e io avevo paura di ciò che potesse accadere, non volevo che le sue azioni gli si ripercuotessero contro. Non aveva bisogno si un altro scandalo e non volevo esserne io la causa. Gli avrebbe fatto solo più male. Non volevo che soffrisse ancora.
"Damon lascia stare."
"Tu credi a quello che dicono?" a quanto sembrava anche lui aveva le sue paure e aveva bisogno di rassicurazioni. Peccato che quello che avevo visto aveva turbato anche me.
"Hanno postato degli spezzoni di vecchi video...ci sono molte similitudini con i nostri gesti quotidiani e i vostri." mormorai a bassa voce distogliendo lo sguardo. Volevo fingere che quei video non mi avessero scombussolato l'esistenza ponendomi mille domande, ma sapevo che con lui era inutile mentire. Sembravamo la fotocopia sbiadita di quello che un tempo erano stati loro. Ero diventato il sostituto di Chase?
"Tu ci credi." la sua espressione ferita mi colpì in pieno peggio dell'esplosione di una bomba. Non volevo vederlo così.
"Io credo in te. Se mi dici che non è così mi fido." lo rassicurai afferrandogli una mano per fargli capire la mia sincerità. Nonostante alcuni miei dubbi io gli credevo.
"Alec..."
"Tranquillo. Mi fido. Cosa ne dici se ti concedo la rivincita al videogioco di ieri? Io penso di riuscire a stracciarti di nuovo. Ci riproviamo? Mettiamo una posta in gioco?" volevo distogliere la sua attenzione da quel problema e focalizzarla su altro. Doveva smettere di pensarci e io volevo aiutare a farlo.
"Va bene, spara." annuì lui ancora non del tutto convinto dalle mie parole.
"Se vinco io lascerai perdere questa faccenda e non farai nulla per risolverla. Promettilo." gli puntai il mignolino contro in attesa che lui accettasse incrociandolo con il suo.
"Alec..."
"Promettilo!" sbuffando, Damon incrociò i nostri mignoli sigillando la nostra promessa. Non poteva tirarsi indietro anche se avrebbe fatto di tutto per imbrogliare e girare le carte in tavola a suo favore.
"Despota. Va bene, lo prometto. Però se vinco io lasci che me ne occupi a modo mio. Non la faranno franca."
"Non mi batterai mai vecchietto!" gli lanciai una frecciatina con ghigno malefico.
"Come sta il tuo dito mezzo maciullato?"
"Riesce ancora a sconfiggerti. Iniziamo."

POV Damon

Gli sorrisi e lo salutai con la mano mentre lui ricambiava con calore. Lo vidi allontanarsi dentro l'auto della madre e mi sentii di nuovo di cattivo umore. Smisi di sorridere e tornai in casa dove incrociai lo sguardo preoccupato di mia madre con in braccio Choco. Le presi il cagnolino, che iniziò a leccarmi il mento, e andai a sedermi sul divano giocando con lui. La mia mente era persa tra vari pensieri ombrosi che peggioravano soltanto il mio umore.

"Sono rimasta zitta fino adesso perchè non volevo essere di troppo ed evidentemente lui non ne voleva parlare. Ma adesso non posso più tacere. Sono preoccupata per entrambi. Quei commenti sono veramente feroci, come puoi restare tranquillo a non fare niente?"
"Ho promesso ad Alec di non fare nulla e mantenere il controllo. Anche se sto lottando contro me stesso, voglio mantenere quella dannata promessa. Lui ci rimarrebbe male altrimenti."
"In questo modo lo stanno facendo a brandelli con quelle cattiverie."
"Mamma ho le mani legate. Non posso fare niente." scossi la testa esasperato mentre accarezzavo Choco come se fosse un antistress. Lui rimase fermo a bearsi le carezze mentre iniziava a chiudere gli occhi. Anche per lui era stata una giornata stancante.
"Tu e le tue dannate promesse. A quest'ora avresti già ribaltato il web per difenderlo. All'improvviso non ti importa così tanto di lui da volerlo fare?"
"E' proprio perchè mi importa di lui, di ciò che pensa e di ciò che prova, che non oso andare contro a quella promessa. Lui ha paura che con il carattere che mi ritrovo possa finire in qualche guaio. Io non voglio più leggere quei commenti assurdi su di lui. Perchè le persone non capiscono? Certo, ognuno è libero di dire e scrivere ciò che pensa ma non capiscono che c'è un limite da non superare? Perchè continuare a fare questi paragoni? Ho sempre saputo fin dall'inizio che c'erano in giro certe voci ma è passato quasi un anno da quando ho incontrato Alec...non è una cosa successa una settimana fa. Perchè non si mettono l'anima in pace e la smettono? Sono stanco di leggere quelle frecciatine. Non voglio che per Alec sia lo stesso e decida di mollare quello che abbiamo costruito insieme. Stanno per finire le riprese della serie e con ogni probabilità non faremo più parte della vita dell'altro. Questo pensiero mi distrugge e mi fa sentire solo già adesso. Non voglio dargli una scusa in più per sparire." ero partito con tono aggressivo eppure avevo terminato la mia ramanzina con un filo di voce depresso. Quella era una delle mie peggiori paure, che mi lasciasse anche lui.
"Magari non succederà. Alec ti è molto affezionato."
"Siamo sinceri mamma, quante volte è durata una storia anche solo di amicizia fraterna come la nostra in un contesto simile? Lui è ancora giovane, ha tante esperienze da fare e incontrare nuove persone. Sarà difficile all'inizio per via del suo carattere introverso ma sta migliorando, piano piano riesce anche lui ad approcciarsi alle persone. E' cambiato, si è aperto di più con gli altri da quando lo conosco. Riuscirà a fare tutto ciò che vorrà, ha un futuro promettente e migliora sempre di più. Sarà amato da tutti perchè è un piccolo dispettoso adorabile. Ci sentiremo sempre di meno finchè un giorno ci ricorderemo soltanto dei nostri compleanni grazie alle notifiche di FB. Poi saremo soltanto dei sbiaditi ricordi lontani del passato." a quelle parole mia madre sbuffò sonoramente esasperata facendo svegliare di colpo Choco che abbaiò come risposta.
"Quanto la fai tragica. So che finchè parlerai di lui con amore e dedizione come hai fatto adesso farai di tutto affinchè restiate in contatto per molto tempo. Ti conosco bene figliolo. Sei caparbio, non rinunci facilmente a ciò che vuoi. E tu vuoi lui nella tua vita. Secondo me lui ha le tue stesse paure. Dovreste parlare del futuro, di quello che accadrà dopo aver girato l'ultima scena. Il dialogo risolve gran parte dei problemi in una relazione...l'altra parte li risolve il sesso, ma non credo sia il vostro caso. Giusto?" le lanciai un'occhiataccia mentre lei ridacchiava sotto i baffi.
"Voglio lasciargli i suoi spazi e non essere troppo invadente. Già lo sono e a volte rischio di esagerare con i miei modi di fare. Sono fatto così ma con lui cerco di controllarmi."
"Te lo ha chiesto lui di farlo? Di controllarti intendo."
"No, sono io che non voglio metterlo a disagio specialmente quando siamo in pubblico. Sono fin troppo espansivo. L'ho abbracciato fin da subito quando lui ancora era in imbarazzo anche solo a guardare negli occhi un altro uomo. C'è voluto molto tempo affinchè lui ricambiasse l'abbraccio volontariamente. Soltanto da poco ha iniziato a farlo di sua iniziativa senza che glielo chiedessi. E' stato difficile lasciarsi andare per un tipo come lui. Non voglio fare due passi in avanti e subito dopo dieci indietro per la mia impulsività."
"Lui dovrebbe amare ogni parte di te, anche le più controverse."
"Mamma noi siamo solo amici molto intimi, niente di più. Lo sai bene." le ripetei per l'ennesima volta mentre Choco era intento a giocare con le mie mani.
"Fin troppo bene figliolo. Lo sai che io ti appoggerò sempre, qualunque scelta tu faccia...chiunque tu voglia amare. Mi basta sapere soltanto che ti ama e che ti rende felice. Se poi ci aggiungi che è amorevole con la tua famiglia, è adorabile e va d'accordo con Choco...a parte il primo morso di prova per testare la sua resistenza, approvo in pieno. Non chiederei di meglio per te." lei mi si avvicinò accarezzandomi i capelli con dolcezza come faceva quando ero piccolo e avevo bisogno delle sue coccole.
"Mamma ti voglio bene."
"Ti amo immensamente anch'io. Sarà difficile per te rispettare quella promessa."
"Farò del mio meglio per non deluderlo. Mamma puoi restare un altro pò con me? Non voglio restare solo e Brian se ne è già tornato a casa."
"Tutto il tempo che vuoi figliolo. Sono qui per te."

Mia madre rimase a dormire per la notte nella stanza degli ospiti. Non sapevo nemmeno da quanto avevo passato tutto quel tempo in sua compagnia a sfogarmi su ogni cosa mi passasse per la testa. Nonostante fossi ormai cresciuto passavo anch'io dei momenti dove solo l'affetto e le coccole della mamma potevano aiutarmi a superare i problemi. Quello era uno di quei momenti, era come tornare bambino nel suo abbraccio. Mi aveva aiutare a non commettere pazzie sui social e a non insultare nessuno. Da quando era andata a letto la solitudine mi avvolse come una coperta fin troppo stretta e soffocante. Choco stava riposando sul divano accanto a me ma era troppo stanco dalla sua giornata frenetica per rimanere sveglio a distrarmi. Ero tentato di chiamare Alec ma era tardi e volevo lasciarlo dormire in pace dopo tutti i casini che erano successi quel giorno. Ero ancora turbato da quei commenti. Come facevano a dire che fingevo nei confronti di Alec e che era tutto fan service? Come potevano giudicare i sentimenti di una persona conoscendola solo superficialmente attraverso uno schermo? Avevo sempre cercato di essere me stesso con i fans, mostrargli il vero me ma forse non ero riuscito a fargli vedere quello che volevo. Perchè poi mettere a confronto il passato con il presente? Come non faceva a piacere Alec? Paragonarlo a Chase era completamente fuori luogo. Lo riportavano a galla come un cadavere che galleggiava sul fiume. Avevo sempre evitato di commentare qualsiasi riferimento a lui dopo quello che aveva pubblicato sui social e, al termine della serie, avevamo smesso completamente di frequentarci. Finalmente persino nelle interviste non veniva più menzionato il suo nome e all'improvviso eccolo di nuovo li, associato alla nostra coppia. Alcuni vecchi fans avrebbero preferito vedere Chase al posto di Alec al mio fianco. Ringraziavo ogni giorno per aver incontrato la mia piccola peste che mi aveva aiutato a risollevarmi dalle ceneri come una fenice. Conoscerlo, nonostante la sua poca esperienza, mi aveva fatto scoprire molte cose anche di me stesso che ancora non sapevo. Mi aveva spinto a desiderare di più e a mettermi alla prova per nuovi progetti. Mi aveva mostrato un futuro diverso che potevo avere se solo volevo, perchè potevo fare tutto. Ai suoi occhi ero il migliore, non volevo deludere le sue aspettative. Avrei voluto che mi guardasse con la stessa espressione anche in quel futuro diverso. Un futuro nel quale potevo solo sperare che fosse ancora insieme a lui. Non volevo perderlo. Diedi un'ultima carezza a Choco e tornai in camera nella speranza di chiudere occhio. Peccato che la mia testa non voleva collaborare in alcun modo. Ogni due minuti mi ritrovavo con in mano il cellulare e la finestra della chat con Alec sempre aperta. Decisi di fare un giro su IG ma promisi a me stesso di non fare nulla di sconsiderato. Era stata una bella giornata e quei video e quelle foto ne erano la prova lampante, Brian e mia madre avevano fatto proprio un bel lavoro ad immortalare quei momenti. Per fortuna che non avevano postato proprio tutto sul web. Uno di quei fastidiosi commenti cattivi mi saltò all'occhio, faticai a trattenermi da insultarli uno per uno. Andai un pò più giù e mi si riempì il cuore di affetto verso i miei fans che difendevano a spada tratta Alec, il suo lavoro e la nostra coppia.

"DamLec per tutta la vita."
"Sosteniamo Alec e il suo lavoro. E' davvero un bravo ragazzo."
"Siete una coppia davvero affiatata. Non fate caso a chi la pensa diversamente. Il vostro amore e rispetto reciproco lo noterebbe anche un cieco."
"Il loro sostenersi a vicenda ogni volta che incontrano una difficoltà rende più forte la loro relazione. DamLec vi amiamo."
"Alec non farebbe mai la merda in pubblico come ha fatto Chase. Damon non preoccuparti che il tuo piccolo ti ama come ti amiamo tutti noi."
"Alec è così adorabile. Come fate a paragonarlo a quella sottospecie di stronzo?"
"Ho sempre sostenuto Damon in ogni suo lavoro. Shippavo anche i DC perchè mi piacevano fuori dallo schermo. Poi non si è saputo più niente, soltanto loro due conoscono la verità dei fatti. Chase non si è comportato bene e Damon avrà anche lui le sue colpe, però ormai è tutto passato e Dam sta cercando di andare avanti così come Chase. Strade separate. Vi prego di lasciarli stare in pace che ne avranno anche loro le scatole piene di rivangare quella storia. Adesso Damon ha Alec e adoro il legame che si è instaurato tra di loro. Forse all'inizio storcevo il naso e Alec sembrava troppo in imbarazzo a scambiarsi effusioni in pubblico ma adesso qualcosa è cambiato. Che siano reali o meno hanno una chimica pazzesca e Damon non sta fingendo."
"Sono stati fortunati ad incontrarsi. Spero che restino così insieme per molto tempo. Vi amiamo. Fighting!"

Avevo le lacrime agli occhi. Avevamo tanti di quei sostenitori che ci amavano e che litigavano per noi. A causa della nostra posizione, era difficile ribattere agli haters ma per loro era quasi un dovere difenderci. Erano talmente agguerriti che avevo persino paura di ciò che poteva succedere quando la serie sarebbe finita e non avremmo avuto più eventi ai quali partecipare insieme come coppia. Avrebbero fatto rivoluzione. Non mi ero mai sentito così ben voluto dai fans come in quel momento. Meritavano il meglio di Alec e me. Come avrei potuto ripagarli per quelle parole di incoraggiamento? Forse Alec aveva ragione e si sarebbe risolto tutto senza dover intervenire in prima persona. Maledetti gli haters! Spazientito, gettai il telefono da qualche parte sul letto e presi in mano la chitarra iniziando a strimpellare qualche nota a caso che presto si trasformò in una piacevole melodia. Suonai altri accordi per legarli insieme e ci buttai dentro qualche parola che sentivo dentro. Ripensai a tutto l'amore che ci avevano dimostrato i fans sui social, a tutto il loro sostegno e alla forza che ci davano per andare avanti nel nostro lavoro. Volevo far capire loro che quel sentimento era ricambiato. Avevo bisogno di ringraziarli perchè esistevano. Le parole uscirono di getto, confuse ma sentite. Presi carta e penna e mi misi all'opera, tutto eccitato ormai completamente sveglio. Scrissi e cancellai innumerevoli volte, gettai fogli accartocciati sul pavimento e rifeci tutto da capo ancora non del tutto convinto. Provai tutta la notte senza rendermi conto di quanto stanco fossi realmente, Brian mi avrebbe sgridato ma speravo che con il risultato finale ne sarebbe valsa la pena. Alle prime luci dell'alba potevo finalmente ritenermi soddisfatto. Forse la canzone non era del tutto finita e sicuramente dovevo migliorare molte strofe, però mi piaceva. Rispecchiava in pieno le mie emozioni in quel momento. Quello che sentivo per loro e quello che sentivo per il mio partner. Mi era venuta anche un'altra idea in mente mentre scrivevo quel pezzo. Volevo far capire a tutti e ad Alec stesso quanto lui fosse importante per me. Speravo soltanto che avrebbe apprezzato il gesto. Mi alzai dal letto, stiracchiando tutti i muscoli indolenziti, e andai a farmi un doccia calda. Quando mi guardai allo specchio quasi mi spaventai dalle occhiaie profonde sotto gli occhi. Cercai in qualche modo di camuffarle come meglio potevo ma non ero di certo uno dei nostri truccatori che si prendevano sempre cura della nostra immagine pubblica. Per il momento potevo accontentarmi. Dopo essermi asciugato e cambiato, tornai in camera con al seguito Choco che si era improvvisamente svegliato e chiedeva attenzioni. Presi il cellulare e lo piazzai sulla scrivania in modo da potermi riprendere bene mentre suonavo. Iniziai a registrare la mia cover per Alec.

"Thank you for loving me, my love.
Thank you for every time that you ever hugged me.
On the days that the problems were swooping in on me.
How can I repay the love I've gotten from you?
I know it's not enough, but I want to do the best for you."

Cantai quelle strofe con il cuore guardando fisso verso il cellulare. Alla fine del video sorrisi e terminai la ripresa. Lo guardai per capire se dovevo rifarlo oppure no, ma andava bene. Vedevo l'emozione nei miei occhi, non pensavo di essere stato così cristallino riguardo i miei sentimenti. Forse dovevo esercitarmi di più a nasconderli ma, quando si trattava di Alec, per me era praticamente impossibile. Era il mio tallone di Achille. Lo pubblicai su Twitter con qualche hashtag senza scrivere niente e uscii dal social appena sentii l'allarme disattivarsi. Che ore erano? Andai verso l'ingresso per trovarmi davanti Brian con in mano la colazione.

"Ciao Brian, sei già arrivato?" lo salutai prendendo al volo il bicchiere colmo di caffè fumante. Brian era la mia salvezza per la colazione.
"Che diamine hai fatto tutta la notte?"
"Tranquillo, va tutto bene. Non riuscivo a dormire."
"L'ultima volta che hai detto una cosa del genere è successo un casino...e anche la volta prima." mormorò lui con tono preoccupato.
"Giuro che non ho fatto niente." cercai di sembrare il più innocente possibile mentre bevevo il caffè ma lui fiutava sempre le mie bugie.
"Sembri un cadavere ambulante. Cosa devo fare con te?" fui sgamato in pieno. Brian prese in mano il cellulare e iniziò a cercare la fonte delle mie menzogne. Non era difficile da trovare.
"Non c'è bisogno di guardare sul cellulare..."
"E questo tu lo chiami niente? Hai appena postato un tuo video su Twitter cantando una canzone per Alec?"
"Non c'è nessuna dedica ad Alec..." non feci nemmeno in tempo a finire la frase che lui mi piazzò davanti agli occhi il cellulare.
"#AlecRoberts che cos'è? Gli hai dedicato proprio quella canzone? Perchè prima di postare qualcosa non ne parli con me?"
"Su dai, non prendertela così. Pensala come a un modo per ringraziarlo di essere sempre al mio fianco soprattutto nei momenti difficili dove ho bisogno di avere qualcuno che plachi la mia impulsività. Lui non lo sa ma da quando lo conosco ha iniziato a cambiarmi giorno per giorno in piccole cose a cui nemmeno facevo caso. Mi fa sentire migliore e volevo ringraziarlo, il mio scopo era soltanto quello." ammisi con sincerità stringendomi nelle spalle.
"Stai iniziando ad avere paura per la fine delle riprese? E' per questo che ti ritrovo più emotivo e con una nota nostalgica?"
"Beh tutto ciò che ha un inizio ha sempre una fine. E' quello che ho imparato."
"Altro che nostalgia, qui sta arrivando la depressione. Vai a fare colazione che oggi hai l'agenda fitta e ho paura che in questo stato non concluderai granchè." mi spinse a sedermi con forza prendendo il bicchiere vuoto di caffè dalle mie mani. Mi piazzò davanti un piatto, nel quale aveva messo ciò che aveva appena comprato, e mi intimò con lo sguardo di muovermi a mangiare.
"Brian, dobbiamo andare in sala registrazioni al più presto. Ho scritto qualcosa questa notte, volevo farla sentire al produttore e agli autori. Ho bisogno di un loro parere. Non sto nella pelle." gli dissi tutto d'un fiato in tono eccitato.
"Intanto mangia, poi ne riparliamo in auto. Guido io, non voglio finire al pronto soccorso oggi."
"Va bene. Mi farò un riposino lungo il tragitto. Non prendere buche mi raccomando." lo avvertii passandogli le chiavi dell'auto.
"Questo ragazzino! Tua madre è ancora a casa?"
"L'ho sentita alzarsi un'oretta fa prepararsi il caffè. Penso sia andata a fare yoga e ha portato via Choco."
"Se hai finito dobbiamo andare. Il tempo non aspetta." ribadì lui iniziando a uscire dalla porta di ingresso portandosi dietro il necessario per la giornata.
"Arrivo. Oggi è una bella giornata, non vedo l'ora di sapere cosa ne pensa la piccola peste." mormorai guardando il regalo che mi aveva fatto Alec un pò di tempo prima. Era un elefantino di argilla, lo aveva modellato con le sue mani durante un programma che aveva girato. Lo aveva portato ad un evento in cui avevamo partecipato insieme e, sotto gli occhi dei fans, lo aveva tirato fuori sorprendendomi. Era stata un'altra delle sue sorprese e mi aveva lasciato emozionato e senza parole. Adesso era arrivato il suo turno per ricevere un regalo. Toccai con un dito la proboscide un pò deformata e sorrisi a quell'animaletto. Uscii di casa con il sorriso sulle labbra.

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Ciao a tutti ecco a voi il 4 capitolo.
Spero che la storia fino a qui vi stia piacendo.
Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo? Sicuramente un'altra bella cover ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate, buona lettura.

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Capitolo 5
*** La fine dei Damlec...o un nuovo inizio? ***


Behind your gaze 5
POV Alec

Feci qualche tiro con la palla da calcio facendo di tutto per non perderla mai dai piedi. Rimasi concentrato sul mio esercizio, cercando di non pensare a cosa mi aspettava da li a pochi minuti. Dovevamo fare un live su IG con tutta la famiglia, era stata un'idea di Damon ed era riuscito a convincermi a farla quasi subito. Era molto convincente quando ci si metteva ed io non avevo molta resistenza nei suoi confronti. Eravamo a casa sua e per la prima volta era piena di gente. C'erano Pat ed Alice e tutta la mia famiglia, compresi Brian Paul e altre persone del nostro staff. C'era fin troppo rumore li dentro. Persino Choco sembrava impazzito, andava a sinistra e a destra senza stare fermo un secondo perchè non sapeva da chi dover andare. In quel momento, si fece avanti verso di me per guardare attentamente il pallone ai miei piedi. Mi misi a giocare con lui mentre abbaiava felice correndo accanto alla palla che era più grossa di lui. Il nostro rapporto era migliorato, ormai non mi mordeva più e mi cercava sempre più spesso. Mi piaceva passare il tempo con lui. Damon me lo portava sempre più spesso, specialmente quando sapeva che avevo bisogno di distrazioni. Era sempre stato geloso di chiunque si avvicinasse al suo cucciolo, aveva paura che per sbaglio qualcuno potesse farlo cadere mentre lo aveva tra le braccia quindi evitava di darlo a chiunque. A quanto sembrava si fidava di me al punto da lasciarmi stare con la creatura più preziosa per lui. Stavo ancora combattendo contro quella piccola palla di pelo per dividere le attenzioni del suo padrone. Qual era la mia posizione in quella situazione? Ancora non era certa ma ci stavo lavorando su. Almeno ero entrato nelle simpatie di Choco.

"Alec sei pronto? Cinque minuti e iniziamo la diretta." mi raggiunse Damon abbassandosi ad accarezzare la testolina pelosa del suo cucciolo.
"Ah, pensavo avessimo più tempo." fermai la palla e mi passai una mano tra i capelli per metterli indietro.
"Sei nervoso? Sono con te, non ti lascio solo." si alzò sorridendo mentre teneva tra le braccia Choco. Quest'ultimo mi fissava con la lingua di fuori in attesa delle coccole che non gli negai.
"Lo so, il mio cavaliere dall'armatura scintillante."
"Non troppo scintillante a dire il vero. Sei pronto a far vedere tutti i nostri familiari riuniti in un posto solo?"
"Sinceramente no e nemmeno tu." ridacchiai nervosamente alla possibile tragedia che forse ci aspettava.
"Alice ci aiuterà a preparare non so quale tipo di dolce, facciamoci il segno della croce. Poi cucineremo insieme, gli altri resteranno per poco."
"Dovresti avere più paura che sia io a non mandarti a fuoco la cucina...non tanto la lingua lunga di tua sorella."
"Guardate che vi sento! Fratellino porta il culo di mio cognato dentro che è ora!" urlò Alice da dentro per richiamare la nostra attenzione nel suo solito modo delicato. Sapeva sempre come farsi riconoscere.
"Tregua finita. Andiamo, sarà bello ritrovare tutti i fans."

Rientrammo in casa e iniziammo il nostro primo live in famiglia. La nostra famiglia allargata, mancava soltanto il padre di Damon ma lui si era allontanato quando il figlio era ancora piccolo e aveva trovato un'altra donna con cui vivere. Nonostante la fine della loro relazione, Pat aveva sempre cercato di insistere affinchè i figli restassero in contatto con l'ex marito. Per il bene della madre, Damon continuava a frequentarlo ma per lui era sempre più difficile specialmente visto che il padre non approvava la sua scelta di diventare attore. Per non parlare dei personaggi gay che gli davano da interpretare o per il fatto che proprio lui era attratto da persone del suo stesso sesso. Il padre non ne era felice e aveva avuto sempre qualcosa da ridire, a volte sfociando in grandi litigate famigliari senza fine. Perchè non poteva sostenere le scelte del figlio? Perchè non poteva accettarlo per ciò che era? Dov'era l'amore di un padre? Non conoscevo quell'uomo, ma sapevo che faceva soltanto del male al mio partner e al resto della sua vecchia famiglia. Loro non ne parlavano mai in mia presenza, come se non fosse mai esistito. Non volevano manifestare il dolore che sentivano dentro. Pat aveva cresciuto due figli forti e fragili allo stesso tempo, entrambi in qualche modo nascondevano il proprio malessere buttandosi a capofitto nella carriera per poi mostrarsi sempre sorridenti. I fratelli Williamson si assomigliavano molto. Li osservai attentamente interagire tra di loro, ridendo al loro stuzzicarsi a vicenda. Sembravano due bambini. A parte i miei dubbi iniziali, trovai il tutto divertente. Cucinare insieme ad Alice i biscotti con le scaglie di cioccolato fu esilarante. Lei si comportò in modo impeccabile, a parte qualche battutina rivolta a noi, tenne a freno la lingua evitando di esagerare. Vidi Damon molto più rilassato e di riflesso mi sentii meglio anch'io. Era la prima volta che incontravo di persona quell'uragano di sua sorella e non avrei saputo cosa aspettarmi dopo le nostre conversazioni al telefono. Eppure la prima cosa che aveva fatto, quando io ero pronto a stringerle la mano, è stata stringermi in un forte abbraccio come quelli che mi regalava suo fratello. Come se ci conoscessimo da una vita e quello non era altro che un rincontro dopo anni di lontananza. Mi piaceva quella donna anche se minava troppo il mio spazio personale e il mio essere introverso. Cercava in tutti i modi di spingerci a stare insieme, anche durante il live trovava tutti i modi possibili per farci tenere per mano o altro ancora. Era la nostra shipper numero uno, i fans ne erano entusiasti.
Quando finimmo con Alice, facemmo fare il giro della casa mentre Choco ci seguiva tutto entusiasta abbaiando per attirare l'attenzione. Ormai era diventato una piccola super star. Riprendemmo le nostre madri a ridere insieme e mio padre e mia sorella che stavano passeggiando in giardino. Ci fermammo a parlare con loro presentandoli al mondo mentre mio padre iniziò a intavolare una discussione sul calcio e finì poco dopo dicendo che ormai avevo soltanto maschi intorno con cui flirtare e non più ragazze. Hope aggiunse come ciliegina sulla torta che mi fermavo spesso a giocare a casa di Damon fino a tardi, a volte ci passavo persino la notte. I fans impazzirono nuovamente e Hope rise divertita dicendo che doveva restare un segreto. Salutammo Brian intento a scattare foto a Choco e Paul che cercò di nascondersi mentre parlava al telefono con qualche sponsor per fissare un servizio fotografico. Altri lavori all'orizzonte. Dopo aver risposto a innumerevoli domande, ci mettemmo a giocare con i videogiochi facendo una sfida tra di noi. Piano piano, se ne andarono via quasi tutti tranne Brian e Choco che ormai faceva parte del live come co-star principale. Tutti adoravano quel cane. Era diventato un piccolo idolo per la massa. Finalmente avevo preso confidenza con lui e mi divertivo a chiamarlo per giocare insieme, a volte lo vedevo confuso perchè non sapeva se andare dal suo padrone o venire da me. Era buffo quando non sapeva quale decisione prendere e guardava da una parte all'altra sempre con la sua lingua fuori e l'espressione persa. Spesso sembrava contraddirmi quando dicevo qualcosa ma il più delle volte dovevo stare attento a non calpestarlo mentre camminavamo insieme. I fans sembravano al settimo cielo quando misi i croccantini nella sua ciotola e gli accarezzai la testa mentre era intendo a mangiare come non ci fosse un domani. Damon aveva già preparato delle pentole e tutto il necessario per fare la grande prova culinaria e io lo seguii in ogni fase della preparazione attendendo ogni volta le sue istruzioni. Sembrava più una cenetta intima tra di noi che un live con tutti i fans che ci vedevano. C'era talmente tanta familiarità tra di noi che a volte ci dimenticavamo di essere in diretta. Non sapevo nemmeno dove fosse finito Brian, ero concentrato soltanto sul mescolare e fare assaggiare a Damon per avere una sua opinione. Lui mi ricompensava sempre con quei suoi dolci sorrisi che andavano dritti al cuore e mi suggeriva qualche accorgimento per migliorare la pietanza con l'aggiunta di qualche ingrediente. Quando mi portò lui il cucchiaio alla bocca il sapore speziato mi colpì le papille gustative, era davvero buono. Annuii facendo un verso deliziato e alzai il pollice in su. Invidiavo il suo riuscire a destreggiarsi tra i fornelli e creare qualcosa di così buono da leccarsi i baffi...o almeno di commestibile da non dover sempre ordinare o aspettare la cena in tavola preparata da mia madre. A dire la verità, oltre a essere negato, era proprio per pigrizia il fatto di non aver imparato a cucinare, avrei passato tutto il tempo a vederlo concentrato sui fornelli mentre io facevo il suo assaggiatore e critico ufficiale. Ci avrei messo la firma. Mi si avvicinò con un tovagliolino per pulirmi le labbra e mi confermò con un cenno di essere pulito. Mentre lui finiva di preparare, apparecchiai la tavola iniziando a portare i primi piatti caldi. Per miracolo non me li rovesciai addosso da quanto scottavano. Damon mi raggiunse portandosi dietro il cellulare per continuare la diretta live e cenammo rispondendo ad altre domande da parte dei fans. Giocammo con loro, ridemmo e scherzammo come al solito flirtando apertamente e prendendoci in giro. Mi piacevano quei momenti, se all'inizio ne ero imbarazzato adesso era tutto diverso. Adesso stavo al gioco rispondendogli per le rime. Damon era diventato come la mia coperta preferita, morbida e familiare. Certo, non era bello paragonarlo a una coperta ma era pur sempre la mia preferita ed io riuscivo ad addormentarmi sereno solo con quella o con Damon al mio fianco. Mi stava viziando troppo. Salutammo tutti i fans promettendo che ci saremmo visti prossimamente e terminammo il live. Ci eravamo buttati sul divano con un sospiro. Eravamo entrambi stanchi ma felici. Presi in braccio Choco, che stava dormendo ai piedi del suo padrone, e lo coccolai mentre Damon mi passava una mano tra i capelli scompigliandoli.

"Abbiamo superato anche questo. Pensavo che potesse succedere qualcosa da un momento all'altro." posò la sua testa sulla mia spalla mentre si univa con me ad accarezzare il cane.
"Io pensavo di chiamare i pompieri ma per fortuna non ne abbiamo avuto bisogno. E tua sorella si è comportata piuttosto bene."
"A parte quando ti ha chiamato cognatino e ha detto che mi soddisfi in tanti modi...a parte questo è stato tutto perfetto."
"Non dimenticare la parte dove ha anche detto che tu sei il mio daddy e mi sculacci se sbaglio qualcosa." ricordavo quella battuta e la mia voglia di scomparire dalla faccia della terra in un nano secondo. Stavo morendo dall'imbarazzo. Quello che aveva detto mia sorella a confronto non era niente.
"Come dimenticarla? In quel momento volevo sotterrarla, però poi ho pensato ai gemelli e non c'è l'ho fatta. Non volevo rovinargli del tutto l'infanzia."
"Come mai non ha portato i bambini?" avrei voluto conoscerli. Damon parlava spesso di loro e sapevo che anche a lui mancava molto il tempo che passavano insieme.
"Ti immagini i bambini partecipare a una live? Avrebbero fatto impazzire tutti." fece un sorriso tenero nel parlare di loro. Avrei tanto voluto vederlo nei panni dello zio amorevole. Avrei visto un'altra parte nuova di Damon che mancava al mio puzzle.
"Cos'è? Tieni nascosti anche loro come hai fatto con Choco? Non ho paura dei bambini, mi piacciono."
"Allora ti chiamerò la prossima volta che me li mollerà nei miei giorni liberi. Perchè fidati, appena può Alice mi molla i gemelli per andarsene alla spa o da qualche altra parte a rilassarsi con gli amici, sempre se non deve lavorare. Per quanto li adori, succhiano tutta l'energia peggio dei vampiri. Sono due cariche esplosive che se si mettono insieme ne combinano una al minuto. Ma forse tra bambini potreste intendervela bene." mi prese in giro lui lanciandomi un'occhiata provocatoria.
"A chi hai dato del bambino?" sbuffai picchiandogli la mano con fare offeso.
"A te!"
"Io non sono un bambino!"
"Stai mettendo il broncio?" ridacchiò lui strofinando la testa contro il mio collo.
"Io non...dannazione!" non ce la potevo fare.
"Come sei carino."
"Giuro che me la paghi."
"Parole parole, soltanto parole."
"Stai attento che le mie parole non vanno mai a vuoto." lui si rimise in piedi, scoccandomi un sorriso di una dolcezza infinita mentre mi scompigliava i capelli che ormai erano diventati un macello tutto arruffato. Era consapevole dell'effetto che faceva alle persone? Dell'effetto da infarto che faceva su di me? Cosa dovevo fare con lui?
"Vai a giocare con Choco che finisco di mettere tutto nella lavastoviglie. Oggi ci sono troppi piatti in giro per lavarli a mano, sono stanco."
"Ti do una mano."
"Non serve. Se vuoi andare a farti la doccia per primo falla pure, sai dove sono i cambi."
"Grazie daddy, se non ci fossi tu non saprei proprio che fare." lo presi in giro mentre Choco mi leccava le dita.
"Mi vengono i brividi se mi chiami così, sembro un pappone. Maledetta Alice." borbottò lui andando in cucina.

Dopo aver coccolato un altro pò il cane, lo lasciai sul divano e andai a farmi una doccia. Ero stanco ma avevo troppi pensieri per la testa per riuscire a rilassarmi come si deve. Di solito, appena riuscivo a trovare un momento tutto per me, crollavo su qualunque sedia o divano che mi ritrovavo nelle vicinanze. Non dormivo bene, ma mi accontentavo perchè ne sentivo l'esigenza. Quella notte l'avrei passata in questa casa, finalmente avrei potuto riposare come si deve. Mi avvolsi un asciugamano pulito intorno ai fianchi e andai in camera di Damon per indossare qualcosa di più comodo per la notte. Sentii l'acqua della doccia scrosciare di nuovo, segnale che da li a poco sarebbe comparso il proprietario di casa in tutto il suo splendore. Nell'attesa, continuai a tamponarmi i capelli per asciugarli il più possibile mentre osservavo le foto che aveva messo in camera sua. Ce ne erano molte della sua famiglia, sia in gruppo o singoli elementi. A mala pena intravidi l'unica che aveva con un uomo che non poteva essere altri che suo padre, si assomigliavano molto fisicamente anche se i lineamenti li aveva presi da sua madre. In quella foto, praticamente nascosta dietro le altre, un piccolo Damon stava tenendo stretta la mano del padre mentre l'altra era impegnata a stringere il filo che teneva legato un palloncino giallo. Il bambino era così felice in quello scatto che mi fece ricambiare in automatico il suo sorriso. Era adorabile.

"Trovato qualcosa di interessante?" non lo avevo nemmeno sentito arrivare. Mi si piazzò dietro appoggiando il suo mento sulla mia spalla per guardare cosa avevo tra le mani.
"Si, tu da piccolo."
"Così la consumi. E' meglio rimetterla via." riprese possesso della cornice e la rimise al suo posto, nascosta dalle altre. Forse un pò di più questa volta.
"Hai sentito tuo padre di recente?" gli chiesi tastando il terreno. Non volevo calcare troppo la mano in quel momento.
"Il mese scorso. Volevo organizzare un pranzo per noi due per festeggiare il suo compleanno però non se ne è fatto più niente. Era impegnato con l'altra famiglia e anche il mio calendario era pieno."
"Puoi sempre organizzare di nuovo. Non mollare." cercai di essere incoraggiante. Non volevo che perdesse completamente quel rapporto. Lui meritava di avere quel padre della foto che avevo appena visto.
"Già...parliamo d'altro. Non voglio deprimermi proprio adesso."
"Hai più foto della tua famiglia...specialmente di Choco e i gemelli. Di me non c'è traccia qui dentro." dissi osservando attentamente la stanza con un finto broncio. Avevo già visto quelle della sala e quelle appese ai muri dove eravamo insieme in vari eventi ma mancavano quelle private.
"Uomo di poca fede. Guarda bene. Se ti concentri capirai che questa stanza parla anche di te. E non dico soltanto riguardo alle foto ma a tutto quello che c'è dentro. Comunque..." seguii il suo sguardo e sorrisi. Come avevo fatto a non vederle prima? Erano una serie Polaroid che ci eravamo scattati fuori scena quando ci avevano regalato delle macchine fotografiche. Quel giorno ci eravamo divertiti a fare gli scemi e a flirtare come al solito, anch'io avevo delle foto simili in camera. Erano alcune delle mie preferite. Uno dei momenti migliori...insieme ad altri mille.
"Quando le hai messe?"
"In realtà ne ho diverse sparse per casa ma le mie preferite sono tutte qua dentro. Ce ne sono anche altre, devo trovare solo il posto perfetto dove metterle. Non te ne sarai accorto ma sono li già da un bel pò. Dovrei lamentarmi della tua disattenzione."
"Ottima scelta. Almeno non hai messo quelle dove sei mezzo nudo." lo presi in giro conoscendo la sua indole a spogliarsi ogni volta che voleva attirare l'attenzione su di se. Aveva un bel corpo, perchè non mostrarlo? Questo era il suo pensiero.
"Quelle le tengo da un'altra parte, in un posto un pò più discreto...e comunque non sono il solo ad essere a torso nudo." ammiccò lui con fare provocatorio alzando le sopracciglia.
"Ma se già internet ne è pieno perchè all'improvviso dici di voler essere discreto?"
"Perchè fanno già troppe illazioni su di noi, non mettiamo troppa benzina sul fuoco. Qui scoppierà presto un incendio."
"Ne stiamo mettendo già fin troppa Teddy. Ormai non siamo più liberi di fare niente che non sia sotto gli occhi di tutti. A volte mi manca l'anonimato, uscire con gli amici e andare ad un appuntamento con qualcuno. Fare cose normali. Non fare soltanto spettacolo e servizi fotografici come se fossimo soltanto un prodotto, non siamo altro che questo per i nostri manager. Amo fare il mio lavoro, sono stato io a sceglierlo, ma vorrei tornare per un pò di tempo alla tranquillità." ammisi con un sospiro. Certo, potevo ancora fare le uscite con gli amici ma sempre seguito da fans o comunque dai live che la mia compagnia postava sui social per dire che Alec Roberts era con loro. Questa parte della serata non mi piaceva più di tanto.
"Beh, la serie è praticamente finita. Mancano soltanto due scene e tra circa un mese ci sarà il fan meeting di chiusura. Forse riuscirai a riposarti un pò prima del prossimo progetto nel tuo calendario."
"So che stai riempiendo la tua agenda di nuovi progetti. Praticamente non avrai quasi più tempo di staccare per un pò." sapevo che se ci si metteva di impegno avrebbe fatto qualunque cosa perchè si trattava di lavoro. Ero soltanto preoccupato per la sua salute.
"Il telefono di Brian continua a squillare e la mia mente è un continuo evolversi di idee nuove. Non sta mai ferma. Mi piace cambiare."
"Lo so bene, ti conosco." feci un mezzo sorriso alle sue parole. Questa era una di quelle cose che mi piaceva di lui. Non stava mai fermo, non ci si poteva mai annoiare con lui e le sue idee. Presi l'asciugamano che aveva appoggiato sulla sedia e mi misi alle sue spalle per frizionargli i capelli ancora umidi. Lui chiuse gli occhi sotto il mio tocco rilassandosi.
"Questo lo devo principalmente a te. Sei stato tu a spronarmi ad andare avanti e a credere fermamente nelle mie idee. Se non fosse stato per te, probabilmente sarei ancora con i miei sogni chiusi nel cassetto e il timore di farli uscire fuori. Hai accettato chi sono e non mi hai fermato nemmeno una volta. Hai detto soltanto io sono al tuo fianco."
"E lo sono ancora. Ti aspetta un futuro pieno di successi e te li meriti tutti. Ignora chiunque ti dica il contrario. Sono solo invidiosi di quello che sei diventato e vogliono solo sputare veleno perchè non sanno fare altro."
"Ho sentito che anche Paul sta iniziando a lavorare di più. Ci saranno nuovi progetti anche per te il prima possibile. Sei riuscito a emergere in fretta, si sono accorti del tuo talento. Ne sono felice." disse lui con soddisfazione.
"Hai fatto un buon lavoro maestro."
"E' merito tuo. Cosa vuoi fare adesso?" mi chiese riprendendo l'asciugamano per buttarlo nel cesto dei vestiti sporchi. Si sedette sul letto appoggiandosi sulle mani mentre tutta la sua attenzione era rivolta verso di me. Cosa pensava quando mi fissava in quel modo? Il suo sguardo profondo mi aveva sempre turbato, stuzzicando la mia curiosità.
"Potresti insegnarmi a suonare qualche accordo con la chitarra? Me lo avevi promesso."
"E io mantengo le promesse. Va bene piccola peste, vieni qui." disse lui battendo una mano sulla coperta al suo fianco mentre si allungava di lato a prendere la sua chitarra.

Iniziò dalle basi, cercando di inculcarmi qualche nozione fondamentale. Era molto bravo a spiegare e fin troppo paziente ogni volta che sbagliavo una nota. E dovevo ammetterlo, succedeva spesso. Ero fermo su un accordo che non riuscivo a capire e Damon mi si piazzò dietro per aiutarmi a mettere le dita nella posizione corretta. Quella vicinanza mi confuse ulteriormente. Come pensava che mi potessi sentire con lui che mi stava praticamente abbracciando sussurrandomi all'orecchio parole che a mala pena il mio cervello potesse capire? Cercai non andare completamente in tilt quando si avvicinò ulteriormente. Quando finalmente si staccò da me, decidendo che era ora di farmi provare da solo, potei respirare di nuovo nonostante fossi incerto sul da farsi. Damon mi sorrise incoraggiante scompigliandomi i capelli ed io mi concentrai sulla chitarra. Stavo di nuovo arrossendo.

"Sei un bravo e paziente insegnante. Scusa se sono un impiastro." mormorai restituendogli la chitarra.
"Devi solo esercitarti di più, non arrenderti. E' così per tutti all'inizio. Sai quante volte ho sbagliato le prime volte che tenevo in mano la chitarra? Avevo sempre le dita ferite dalle corde ma imperterrito continuavo a suonare sbagliando tutte le note finchè, piano piano, non sono riuscito a capire qualcosa in più. Suonavo persino con i cerotti alle dita." sorrise al ricordo mentre suonava qualche nota.
"Chi ti ha insegnato? Tua madre e tua sorella non sembra che ne sappiano qualcosa."
"A dire la verità, mi ha avvicinato mio padre alla musica. Fin da quando ero piccolo mi portava sempre al karaoke, passavamo le ore a scegliere le canzoni che ci piacevano di più. Mi ha fatto conoscere generazioni di musica, da quella più sconosciuta ai classici di sempre, ci sono voluti anni per capirla e ancora oggi sto imparando. Quando gli ho detto che volevo imparare a suonare la chitarra e diventare un cantante lui mi ha regalato questa e mi ha insegnato le basi che sapeva. Quando se ne andò via, continuai ad esercitarmi da solo nella mia cameretta quando la mamma non era in casa. Non volevo farle del male. Di lui mi rimanevano soltanto questa chitarra e gli incontri sporadici che riusciva a dedicarmi dopo che era andato a vivere con la sua nuova compagna. Nonostante tutto quello che è successo con il divorzio, questa chitarra per me è importante. Forse qualcosa di buono l'ha pur fatta mio padre. Amo la musica grazie a lui." fece andare le dita sulle corde senza alzare lo sguardo su di me, come a volersi proteggere dai suoi sentimenti. Mi faceva male vederlo così. Volevo dargli la mia forza.
"Ti amava tanto da condividere con te un dono così grande. Per fortuna non hai mollato questa passione, fa parte di te. Però tuo padre è ancora qui, forse non più presente come quando eri piccolo ma quel legame esiste ancora. Devi solo trovare un punto in comune e tenerlo stretto. Non lasciare andare tuo padre." gli appoggiai una mano sulla spalla. Sapevo che in quel momento aveva bisogno di un contatto tra di noi.
"Non è sempre facile Alec. Gli scontri continueranno sempre, lui non mi approva ed io non so più da che parte girarmi. Le mie scelte, la mia vita...lui avrebbe voluto altro per me. Mi dispiace di non essere stato il figlio che avrebbe voluto avere. Sono il suo fallimento più grande...seguito subito dopo dal divorzio. Mia madre non ha mai detto una parola cattiva contro di lui, ha sempre voluto che continuasse a fare parte delle nostre vite senza alcun rancore da parte nostra. Alice inizialmente ha accettato, poi è arrivato il momento in cui ha mandato al diavolo la pazienza e si è rifiutata categoricamente di partecipare a questa falsa ipocrisia. Lo contatta soltanto quando deve fargli qualche scenata dopo aver sentito delle critiche nei miei confronti. Non riesce a lasciar perdere e lo attacca sempre. Non esistono famiglie perfette, ma il mio piccolo nucleo famigliare è quello che voglio e tu ne fai parte." quando incrociò il mio sguardo fu come un colpo al cuore. La profondità dei suoi occhi mi si piantò proprio li, lasciandomi stordito. Stavo andando a fuoco e questa era tutta colpa sua. Abbassai lo sguardo sulla chitarra osservando attentamente la forza delle sue mani. Avevo un debole per quelle mani.
"Quanto sei sdolcinato stasera."
"Quando vuoi."
"Cantami una canzone. Scegli tu." cercai di cambiare argomento per togliermi dall'imbarazzo.
"A tuo rischio e pericolo. Poi non lamentarti." Damon mi sorrise e iniziò a suonare una melodia. La riconobbi subito, era Photograph di Ed Sheeran. La sua voce mi incantò fin dalle prime note.

Loving can hurt
Loving can hurt sometimes
But it's the only thing
That I know

And when it gets hard
You know it can get hard sometimes
It is the only thing that makes us feel alive

We keep this love in a photograph
We make these memories for ourselves
Where our eyes are never closing
Hearts are never broken
And time's forever frozen still

So you can keep me
Inside the pocket of your ripped jeans
Holdin' me closer 'til our eyes meet
You won't ever be alone
Wait for me to come home

Loving can heal
Loving can mend your soul
And is the only thing
That I know, know
I swear it will get easier
Remember that with every piece of ya
And it's the only thing we take with us when we die

We keep this love in a photograph
We make these memories for ourselves
Where our eyes are never closing
Hearts were never broken
And time's forever frozen still

La profondità del suo sguardo continuava a perforarmi l'anima. Il testo di quella canzone mi aveva sconvolto ma la sua voce, piena di sentimenti inespressi, mi aveva del tutto steso. L'emozione era forte, palpabile per entrambi. Mi accorsi di una lacrima solitaria bagnarmi la guancia e subito mi affrettai ad asciugarla rifuggendo il suo sguardo.
"Stupenda." la mia voce tremò.
"Stai piangendo?" lui mi sorrise accarezzandomi una guancia. Quel contatto mi fece venire i brividi.
"Mi è entrato qualcosa nell'occhio."
"Sei carino quando sei imbarazzato."
"E' colpa tua che mi fai emozionare." mi allontanai dalla sua mano troppo imbarazzato. Non eravamo sul set, non c'era bisogno di tutta quella vicinanza eppure io la volevo. Sentivo di volerla ogni giorno di più. Forse era arrivato il momento di seguire il consiglio di Veronica e prendere ciò che volevo. Ne sarei stato capace?
"Te l'ho detto prima. A tuo rischio e pericolo."
"Evita di invitarmi al tuo primo concerto."
"Scordatelo, salirai sul palco con me. Sempre al mio fianco, ricordi?"
"Maledette promesse. Dovrei ricordarmi di non farne più." borbottai al suo tono canzonatorio.
"Dovremmo andare a dormire. Domani mattina ci dobbiamo svegliare presto. Sarà una giornata importante." quelle parole offuscarono ogni mio pensiero. Finalmente era arrivato quel temuto giorno.
"L'ultimo giorno di riprese. Le ultime due scene." anche il suo tono risultava triste.
"Il nostro ultimo giorno."
"Non ne abbiamo ancora parlato." mormorai non sapendo nemmeno da dove iniziare. Avevo tante cose da dire ma l'insicurezza le aveva bloccate.
"A dire la verità non sapevo come affrontare l'argomento. Avremo altri eventi dove parteciperemo insieme per promuovere la serie ma poi finiranno anche quelli. Non sono molto bravo a dire addio...non mi piace."
"Chi ha detto che deve per forza essere un addio?" gli chiesi in tono agitato cercando di riprendere il controllo delle mie emozioni. A quanto sembrava non ero il solo ad essere turbato dalla fine della serie.
"Il nostro futuro è incerto. Abbiamo scelto una carriera per nulla tranquilla e in continuo cambiamento, entrambi abbiamo nuovi progetti all'orizzonte del tutto diversi l'uno dall'altro. Inizieremo a vederci di meno, passeremo alle telefonate che presto diventeranno anche quelle sempre più rare. Per poi finire a messaggi scambiati ogni tanto con solo delle semplici faccine senza nemmeno un testo di senso compiuto."
"Guarda che quelle faccine sono molto importarti, non sottovalutarle che hanno del potenziale. Devi saperle interpretare nella maniera giusta e ti si aprirà davanti un mondo tutto nuovo. E poi scusa, quanto sei catastrofico! Sembra che tu abbia già stabilito il nostro destino senza nemmeno consultarmi. Senza nemmeno sapere cosa ne penso sulla questione." mi sentivo offeso da tutto ciò ma effettivamente lo avevo fatto anch'io fino a poco tempo prima. Non avevo tenuto in conto dei suoi sentimenti, non pensavo che fossero gli stessi.
"Alec dopo questa serie i DamLec non esisteranno più. Per tutto il bene che ti voglio e per quanto mi si spezzi il cuore anche al solo pensiero...questa è la verità." ammise lui sconfitto abbassando le spalle. Non volevo vederlo così abbattuto. Questo non era da Damon.
"Non vuoi più che faccia parte della tua vita? E' questo che mi stai dicendo?" sapevo che Damon avrebbe negato con sincerità, ma temevo lo stesso una risposta che avrebbe chiuso completamente ogni rapporto tra di noi. Non lo volevo.
"Come puoi pensare a una cosa del genere? Non l'ho mai detto. Mi ritengo fortunato ad averti incontrato e non riuscirei a pensare alla mia vita senza averti intorno." il suo tono accalorato mi fece fare un sospiro di sollievo.
"Bene, allora continua a tenertelo in mente. Io da qua non me ne vado, nemmeno se mi mandi via a calci nel sedere. Sarò la tua palla al piede per molto tempo. Potremmo non essere più i DamLec sulla scena ma potremmo esserlo nella vita privata come adesso. Perchè le cose devono per forza cambiare?"
"Non vorrei essere io la tua palla al piede che ti ostacola la carriera." alle sue parole sbuffai sonoramente.
"Si, tu sei proprio la mia palla al piede. Un rompiscatole possessivo e serio con la sindrome delle coccole. Sei la palla al piede alla quale non vorrei rinunciare. Quindi smettila con questi discorsi." tagliai corto dandogli una spallata amichevole per sdrammatizzare tutte quelle emozioni in sospeso tra di noi. Finalmente lui sorrise. Non un sorriso pieno ma era pur sempre un inizio.
"Sono settimane che ci penso e avevo paura che per te fossi di troppo. Sei giovane e hai bisogno di conoscere altre persone, non chiuderti soltanto nel prodotto DamLec."
"Intanto abbiamo solo sette anni di differenza, non parlare come un vecchio di ottant'anni. Poi per favore, non chiamarci un prodotto. Lo siamo ma ti prego evita di farci diventare anche in momenti come questo, quando siamo soltanto noi due. Non stiamo lavorando. Mi sembra di sentire Paul e Brian che discutono su ciò che dobbiamo dire o che dobbiamo fare. E poi si lamentano che non seguiamo il copione quando ci sono interviste o eventi di coppia."
"Per uno che di solito parla poco stai parlando fin tanto stasera."
"E' sempre colpa tua, prenditi le tue responsabilità. Adesso smettiamola con questi discorsi e cantami un'altra canzone."
"Vista l'ora optiamo per una ninna nanna." mi prese in giro lui alzando le sopracciglia. Riprese tra le braccia la sua chitarra e iniziò a toccare le corde.
"Qualcosa di allegro ti prego."
"Canta insieme a me. Hai una bella voce."
"Faccio schifo."
"Non sminuirti, siamo solo noi due. E poi a te piace cantare, non essere timido. Seguimi." come al solito il suo sorriso mi fece capitolare in pochi secondi e lo assecondai. Iniziò a suonare le prime note di Señorita di Shawn Mendes e Camila Cabello. Feci del mio meglio per seguirlo stonando un pò. Ci divertimmo per il resto della sera facendo le ore piccole. Ebbi pietà di Damon e lo misi a letto accoccolandomi a lui.

Girava una strana atmosfera sul set quel giorno. Tutti noi sentivamo la fine avvicinarsi sempre di più. Stavamo girando l'ultima scena e c'era silenzio ovunque. Erano tutti concentrati attentamente su Damon e me. Mi avvicinai a lui afferrandogli il collo. Lo guardai intensamente con un sorriso sulle labbra, lui ricambiò con gli occhi lucidi stringendomi i fianchi. Una lacrima gli scese sulla guancia. Quello fu il momento giusto. Lo baciai. Diedi tutto me stesso in quel bacio, tutti i sentimenti che provavo per Damon. Erano tutti li. Sembrava come respirare di nuovo. Mi persi in quel bacio come feci al nostro primo incontro. Mi scostai quel poco da lui per unire le nostre fronti e i nostri nasi. Tornammo a sorriderci guardandoci dolcemente negli occhi. Ero innamorato.

"Stop!" gridò la regista dopo un lungo silenzio, riportandoci alla realtà. Nessuno osava ancora fiatare. Tornai al fianco di Damon e tutti i presenti si girarono a guardare Meg e Claire. L'ultima parola era la loro.
"Com'è andata?" si azzardò a chiedere Damon.
"Ragazzi...è stata una splendida scena. Siete stati magnifici." disse Claire con la voce emozionata portandosi un fazzoletto agli occhi per asciugarli.
"Claire ha ragione. Adesso posso dichiarare ufficialmente finita la serie. Grazie a tutti per il vostro duro lavoro e per l'entusiasmo che ci avete messo per affrontare gli ostacoli che ci siamo trovati davanti. Grazie per aver reso questo progetto come lo avevamo creato Claire ed io nelle nostre menti. Abbiamo scelto le persone giuste con cui lavorare. Abbiamo già ricevuto molti feedback positivi per la prima metà di stagione, adesso ne aspettiamo altri per la seconda metà. Spero che piacerà al pubblico tanto quanto è piaciuto a noi. Ragazzi non ci sono parole per descrivervi la gratitudine che provo per ognuno di voi." disse Meg portandosi le mani al cuore come per ringraziarci. Iniziarono i fischi, le urla felici e gli applausi sentiti da parte di tutti i presenti. Quelle parole toccarono tutti e furono seguite da numerosi abbracci.
"Siamo noi a dover ringraziare voi per averci scelto. Grazie per aver avuto fiducia in me e avermi dato quest'opportunità per riemergere e conoscere nuovi amici. E' stata un'avventura magnifica da condividere insieme. Vi voglio bene ragazzi." affermò il mio compagno con le lacrime agli occhi dopo aver stretto tra le braccia Meg e Claire.
"Damon ti amiamo tutti!" commentò James abbracciandolo da dietro.
"Alec non dici niente?" si intromise Kevin battendomi una mano sulla spalla.
"Grazie a tutti per i vostri insegnamenti e la vostra pazienza. Ne farò tesoro per il futuro. Vi voglio bene. Non perdiamoci di vista."

Guardai Damon, era talmente emozionato che non riusciva a smettere di singhiozzare e abbracciare tutti. Sembrava non riuscire a calmarsi. Incrociò il mio sguardo e capii al volo di cosa aveva bisogno in quel momento. La stessa cosa di cui avevo bisogno anch'io. D'istinto lo abbracciai stretto e lui ricambiò affondando il volto nel mio collo. Con una mano gli accarezzai la schiena per cercare di dargli conforto e chiusi gli occhi sentendo le sue lacrime.

"Andrà tutto bene." gli sussurrai.
"Grazie piccolo." mormorò lui strofinando il naso sul mio collo. Si poteva essere tristi e felici allo stesso tempo? In quel momento mi sentii così. Quando riaprii gli occhi, mi accorsi che Kevin ci stava facendo un video e sciolsi l'abbraccio.

POV Damon

Era arrivata la serata del fan meeting. Eravamo tutti in fibrillazione per l'evento. Ci eravamo preparati con vari sketch, canzoni, balli e tanto altro ancora. Ci aspettavamo il meglio da quella serata e avremo dato tutto di noi stessi affinchè il risultato fosse quello sperato da ognuno di noi. Volevamo ringraziare i fans per il loro continuo sostegno. Avevano partecipato in molti, i biglietti ormai erano andati sold out in poco tempo nemmeno fosse il concerto del cantante del momento. Eravamo tutti nervosi ed eccitati e ci sostenevamo a vicenda come una grande famiglia. Iniziarono a salire quasi tutti sul palco appena sentirono i loro nomi. Io sarei entrato per ultimo. Feci un sorriso di incoraggiamento ad Alec prima di vederlo sparire. Mi si avvicinò Meg mettendomi una mano sul braccio.

"Damon hai un momento?"
"Finchè non mi chiamano in scena sono tutto tuo."
"Non dirlo troppo spesso altrimenti qualcuno potrebbe esserne geloso." ridacchiò lei sistemandosi i capelli dietro le orecchie.
"Adesso non può sentire, è sul palco con gli altri."
"Ma io non nemmeno nominato Alec." disse lei sibillina ridendo sotto i baffi.
"Meg ti sei messa anche tu a fare gli scherzi adesso?"
"Sto soltanto aspettando come tutti gli altri che decidiate a fare qualche mossa."
"Ci muoveremo parecchio sul palco questa sera." la presi in giro cambiando discorso.
"E' frustrante parlare con te su quest'argomento. Hai qualche progetto per il futuro?"
"Pubblicità, servizi fotografici qualche sfilata e programma come ospite speciale. Adesso mi sto concentrando di più sulla musica. Speriamo che questo progetto vada in porto."
"Piacerà a tutti. Hai molto talento, te l'ho detto fin dal nostro primo incontro. Stare accanto ad Alec ti ha aiutato molto così come tu hai aiutato lui. Ho avuto buon occhio con voi due. Vi siete scelti a vicenda ed io ho scelto voi. Ho avuto fiducia in quel bacio. E' stato il preludio di tutto." aveva pienamente ragione. Quel bacio è stato l'inizio di tutto. Non poteva che essere lui il mio co-protagonista, lo avevo saputo fin da subito. Quella parte gli calzava a pennello.
"Grazie di aver scelto noi. Grazie di averlo fatto entrare nella mia vita."
"Damon se venisse fuori qualche altro progetto da fare insieme ad Alec cosa mi diresti?" quella domanda improvvisa mi sorprese. C'era da chiedere? Peccato che nessuno ci avesse fatto alcuna offerta in merito.
"Sarebbe magnifico. Ci metterei la firma ma non sono sicuro per Alec."
"Sii più fiducioso di lui. Tutti vi adorano, sicuramente uscirà fuori qualcosa all'orizzonte. So per certo che io vorrò ancora lavorare con voi due insieme. Quindi tieniti pronto per la chiamata." mi avvisò lei schiacciando un occhiolino.
"Ci conto Meg. Grazie di tutto." mi chinai per abbracciarla.
"Grazie a te. Adesso sali sul palco che qualcuno ti sta chiamando con quel tono dolce che lo avrà fatto arrossire d'imbarazzo. Per la cronaca, quel tono lo usa solo con te." mi sussurrò lei sorniona dandomi alcune pacche sulla schiena. "Vai a salvare il tuo maritino."

Salii sul palco seguito da un boato proveniente dagli spalti. I miei colleghi risero al mio ingresso stile modello da sfilata mentre facevo finta di ignorare il mio partner, ormai tinto di ogni sfumatura di rosso in viso. Poverino, avrei voluto toglierlo dall'imbarazzo ma dovevo fare la mia parte e dare spettacolo. Mi sarei fatto perdonare più tardi. Lo avrebbe capito.

"Damon."
"Qualcuno mi ha chiamato? Chi è stato?" feci il finto tonto guardando tutti tranne Alec.
"La tua dolce metà. Non è così carino?" mi chiese il presentatore dando il via a delle urla impazzite dai fans. Sorrisi anch'io e finalmente incrociai lo sguardo di Alec con orgoglio.
"E' di una dolcezza infinita, lo so bene." ammisi facendolo arrossire ancora di più. Che tenero.
"Ti sveglia con questo tono anche la mattina?" il presentatore andò subito dritto al punto.
"A dire la verità sono io a svegliarlo, lui è un dormiglione in quanto va a letto tardi. Però mi risponde con lo stesso tono dolce." confessai con sincerità. Evitai di dire che mi stavo riferendo principalmente alle nostre videochiamate mattutine, fomentando sempre di più l'entusiasmo delle persone. Dovevamo giocare.
"Ahhhh...troppe informazioni tutte in una volta! Quante volte ti ha fatto fare le ore piccole insieme?"
"Beh negli ultimi tempi parecchie volte. Di solito giochiamo ai videogiochi o riguardiamo il copione. Oppure facciamo delle lunghe videochiamate per raccontarci della giornata passata se quel giorno non ci siamo visti."
"O giochiamo con Choco." si intromise Alec.
"Chi è Choco?" chiese il presentatore.
"E' il cane di Damon!" urlarono tutti i fans evitando di farci rispondere. Alec ed io ridemmo divertiti.
"Wow...tutti in coro. Alec che rapporto hai con il cane di Damon?"
"All'inizio avevo un pò paura ma Damon mi ha aiutato molto rendendomi le cose più facili. Mi ha anche morso un dito, ho ancora i segni." rispose lui alzando in aria il dito in questione ormai guarito da tempo. Si divertiva sempre a tirare fuori quella storia.
"Chi ti ha morso? Choco o Damon?"
"Choco. Ha denti piuttosto affilati. Per fortuna adesso non morde più, però ogni tanto mi abbaia contrariato. Come il padrone, anche lui è piuttosto possessivo."
"Ti vede come un rivale? Damon chi preferisci tra Alec e Choco?"
"Alec. Ogni tanto lo dico a Choco e lui mi abbaia contro. Non ne è molto felice. Però adesso i loro rapporti sono migliorati. Si cercano a vicenda per giocare." ridacchiai ripensando all'ultima volta che li avevo visti rincorrere un pallone da calcio in giardino. Alla fine aveva vinto Choco perchè aveva tagliato la strada di Alec facendolo cadere per terra. La piccola peste si era messa a lamentarsi del dolore al sedere per giorni, anche quando i lividi erano ormai passati.
"Alec tu hai un animale domestico?"
"Ho un gatto di nome Joker."
"Lo hai già presentato a Damon?"
"Non ancora." lui scosse la testa.
"Sto ancora aspettando l'invito a casa sua." mi intromisi io un pò contrariato. Effettivamente non ne avevamo mai parlato, ma lui non mi aveva mai invitato. Avrei voluto andarci ma andava bene lo stesso così. Bastava casa mia come posto dove stare. La sua casa era sempre affollata dai suoi familiari.
"Alec siamo in ritardo con i tempi. Quando hai intenzione di portarlo a casa?"
"Devo prima chiederlo a mia madre."
"Signora Roberts si sbrighi a dire si! Qui c'è da preparare la dote!" urlò il presentatore girandosi verso il dietro le quinte dove le nostre madri ci stavano guardando con orgoglio. Vidi Mary annuire mentre mia madre se la rideva di gusto.
"La dote la deve preparare Damon." disse Alec in tono sfrontato prendendomi in giro.
"Stasera ci saranno dei colpi di scena inaspettati!"
"I fuochi d'artificio." rise James applaudendo alla battuta di Alec.
"Però le presentazioni ufficiali con tutta la famiglia ci sono state nel loro ultimo live." confermò Thorn, l'attore che interpretava mio fratello.
"Damon deve iniziare a mettere i soldi da parte!" James rincarò la dose dandomi una spallata amichevole. Quanto erano simpatici quella sera.
"Tesoro devi proprio farmi fare la colletta tra gli amici? Poi veramente sembrerò un morto di fame." finsi di lamentarmi guardando Alec che a sentirsi chiamare in quel modo, per la prima volta di fronte a tutti, arrossì di nuovo. Quell'appellativo mi era sfuggito ma ormai non potevo farci niente, erano tutti euforici.
"Allora lavora sodo e porta a casa la grana. Visto che ti piace tanto spogliarti in pubblico, potresti sfruttare il tuo corpo per fare soldi." ecco la frecciatina da parte di Alec. Me la aspettavo, non avrebbe lasciato stare a lungo.
"Era una nota di critica quella?"
"Io direi piuttosto gelosia." James annuì incrociando le braccia al petto. Ormai tutti loro erano abituati alle nostre prese in giro e ci facevano da spalla.
"Concordo." Thorn fece un finto sospiro sconsolato alzando lo sguardo al soffitto.
"Lasciamo i due piccioncini a parlare della dote tra di loro. Voi ragazzi invece cosa mi dite? Avete qualche animale domestico?"

Il presentatore ci diede un pò di tregua e proseguì lo show parlando anche con gli altri membri del cast. Iniziammo con una serie di scenette musicali dove cercavo di lottare per l'amore di Alec, mentre i suoi amici cercavano di riprenderselo invano. Ci divertimmo a interpretare quei ruoli, sembrava tanto The west side story con tanto di litigi e scazzottate finte. Alla fine Alec, come da copione, cedette alle mie attenzioni addolcendosi nei miei confronti. Finchè, come colpo di scena finale, io andai ad abbracciare Louise anzichè lui e la portai fuori di scena conquistandola. L'espressione basita di Alec valeva oro. Troppo divertente, non pensava che sarebbe andata a finire in quel modo.  Alla fine scoppiò a ridere con gli altri. Avevo sorpreso tutti cambiando il finale della storia. Tutti si complimentarono con me quando tornai di corsa ad abbracciare il mio partner che mi battè i pugni sulle spalle con fare scherzoso tra una risata e l'altra. Si stavano divertendo tutti, noi compresi. Lo show andò avanti con altro intrattenimento da parte del resto del cast mentre Alec ed io tornammo per circa una mezzora dietro le quinte a riposarci un pò e cambiare di abito per le canzoni successive. Qualche ritocco al trucco, qualche sorso di acqua, e tornammo pimpanti sulla scena dove ci stavano aspettando gridando i nostri nomi. Cantammo insieme due delle canzoni della colonna sonora della serie. Avevamo imparato la scenografia a memoria e finalmente persino Alec ebbe un pò di fiducia in se stesso per cantare delle strofe da solo. Io continuavo a guardarlo per fargli capire che non era solo e che poteva sempre contare su di me. Lui ricambiò il mio sorriso. Era un gioco di sguardi il nostro, il quasi sfiorarsi per poi allontanarsi divisi da un velo praticamente trasparente. Quando il velo cadde al suolo, anzichè atterrare ai miei piedi mi coprì del tutto come se fossi un fantasma. Continuai a cantare il ritornello cercando di non ridere dell'inconveniente ma la mia voce tremò. Alec si chinò per aiutare a liberarmi da quel tessuto pesante e mi sorrise divertito tendendomi la mano. La afferrai al volo e la strinsi forte con la mia mentre non ci perdevamo di vista. Alec aveva una bella voce, doveva soltanto avere un pò più fiducia in se stesso e continuare a provare. Ero orgoglioso di quel ragazzo. Aveva talento e un sex appeal innato, ma aveva anche un lato innocente e quello lo rendeva veramente carino agli occhi di tutti. Quando finimmo la canzone, ancora mano nella mano, ci girammo verso il pubblico che gridava entusiasta i nostri nomi. Sembravano impazziti. Alzammo le mani intrecciate e ci inchinammo di fronte a loro per ringraziarli del loro sostegno. Entrarono in scena anche gli altri e il presentatore che ci fece un'altra serie di domande prese dai fans. Poi ci coinvolse in alcuni giochi a coppie che fecero letteralmente impazzire tutti. Recitammo le battute di alcune delle scene più famose della serie, apprezzarono tutti e ci divertimmo a scambiarci i ruoli. Alla fine del nostro spettacolo arrivò la parte più dolorosa. Dovevamo dire addio alla serie e ai fans. L'atmosfera era cambiata così come le nostre espressioni tristi e già nostalgiche. Eravamo sul palco, uno accanto all'altro, con le lacrime agli occhi dalle forte emozioni che stavamo vivendo in quel momento. Nessuno era pronto a separarsi. Iniziarono uno per volta a ringraziare il pubblico e tutte le persone che ci avevano portato fin li. Fu il turno di Alec e la mia attenzione si focalizzò soltanto su di lui. In quel momento era come se l'edificio fosse completamente vuoto ad esclusione di noi due. Cercava di trattenere le lacrime, ma i suoi occhi erano lucidi e la sua voce tremava. Gli misi un braccio attorno alla vita affinchè mi percepisse al suo fianco. Sapevo che aveva bisogno di avere un contatto con me quanto ne avevo bisogno io.

"Vorrei dire di essere una delle persone fortunate che hanno avuto l'opportunità di fare parte di questa grande famiglia. Ho potuto conoscere tutti i miei nuovi fratelli qui, la troupe, quelle due fantastiche donne che hanno creato questo mondo e tutti i fans che ci hanno seguito fin dal primo giorno. Questa è stata la prima volta in cui entro totalmente nell'industria dell'intrattenimento. Voglio promettervi che darò tutto me stesso e lavorerò sodo per ogni mio progetto futuro. Non sprecherò questa opportunità che mi è stata data. Grazie." tutti applaudimmo alle sue parole. Ero fiero di quel ragazzo. Nonostante la timidezza era riuscito a risplendere quella sera e il suo discorso aveva toccato tutti. Adesso toccava a me e mi sentii il magone in gola. Avevo tanto da dire in così poco tempo. Troppi pensieri in testa e troppo amore da voler ricambiare.
"Ringrazio tutti per aver dato vita a questo progetto. Meg e Claire siete le migliori. Onestamente quello che provo ora è un pò di vuoto, perchè questo fan meeting è veramente l'ultimo evento per la serie. Vorrei dire che...tutto quello che è successo finora è stato davvero meraviglioso. Lasciatemi essere un pò egoista una volta tanto..." presi alcuni secondi di silenzio per calmare la mia agitazione e mi voltai verso Alec posandogli la mano dietro la schiena. Avevo bisogno di parlare con lui. Volevo ricordargli che ci sarei sempre stato e dirgli quanto profondi fossero i miei sentimenti per lui. Volevo avere la conferma che non ci saremmo separati dopo quella sera. "Grazie per esserci incontrati." sospirai con voce tremante. Lo abbracciai commosso, con le lacrime a stento trattenute. Non sarei durato così a lungo, mi staccai per guardarlo nuovamente negli occhi. "Ti voglio un mondo di bene." lo strinsi forte in un abbraccio con il cuore a mille. Sentivo il bisogno di stare solo con lui per stare bene e continuare a respirare. Avevo troppe emozioni che si agitavano in me, era l'unico che poteva aiutarmi a gestirle. Lui ricambiò immediatamente l'abbraccio massaggiandomi la schiena con una mano. Con le lacrime agli occhi annusai il suo odore e iniziai a placarmi lentamente.
"Ti voglio bene anch'io. Resterò al tuo fianco." mi sussurrò lui all'orecchio confortandomi. Restammo stretti per alcuni interminabili secondi finchè non tornammo al presente e lentamente sciolsi l'abbraccio lasciando il braccio attorno al suo fianco. Non me la sentivo ancora di staccarmi da lui. Con le lacrime agli occhi, tornai a guardare il pubblico con un sorriso emozionato.
"Va bene, ho finito la parte egoista." tutti risero a quella battuta per sdrammatizzare il momento triste. Tolsi la mano dal fianco di Alec e mi impossessai di nuovo del microfono per terminare il mio discorso. Questa volta fu Alec a portarmi una mano sulla schiena per massaggiarla. Sapeva che avevo bisogno di lui ed io mi sentivo bene perchè sapevo che sarebbe stato al mio fianco. Non ce l'avrei fatta senza di lui. La mia voce era incrinata. "Grazie a tutti quelli che sono stati con me in questa avventura. E' stato molto divertente incontrarvi tutti, stare con voi. Grazie a ogni singolo spettatore per averci sostenuto. Grazie per aver portato la nostra serie sotto gli occhi di tutti al punto di essere stata di tendenza a livello mondiale. Non avremmo mai pensato di arrivare a farci conoscere in tutto il mondo, questo è un traguardo molto importante per noi. Davvero grazie a tutti. Grazie per essere sempre stati al nostro fianco. Anche nei momenti più grigi, siete sempre rimasti tutti al nostro fianco per sostenerci con il vostro amore. Non so davvero che altro dire se non grazie. Grazie mille." mi chinai verso il pubblico e tutto il resto del cast mi seguì a ruota.

Gli applausi e le grida ci avvolsero come un caldo abbraccio amorevole. Era una sensazione magica. Lo leggevo nel volto dei miei colleghi che si unirono negli applausi abbracciandosi tra di loro. Il presentatore tornò sul palco, seguito da Meg e Claire, e ci disse di sederci per terra perchè anche la produzione voleva ringraziarci del duro lavoro con un video sorpresa. Incrociai lo sguardo smarrito di Alec e alzai le spalle in risposta perchè non ne sapevo niente anch'io. Avevo una strana sensazione ma non volevo dare parola a quei pensieri, soltanto godermi la sorpresa come tutti gli altri. Per il momento la mia era soltanto una speranza. Ci sedemmo l'uno accanto all'altro, incrociando le gambe, mentre continuavamo a chiacchierare tra di noi. Alec era visibilmente eccitato e contento per la serata appena trascorsa. Mi sorrise felicemente dicendomi grazie. Avrei voluto scompigliargli i capelli ma non potevo rovinare la piega del parrucchiere prima di ritrovarmi calvo appena dietro le quinte. I make artist potevano risultare parecchio vendicativi se si rovinava una loro creazione. Mi accontentai di stringergli un ginocchio come dimostrazione di affetto. Mi ero già spinto oltre. Rimasi soltanto fermo li, con la testa appoggiata sulla mano, a guardarlo con orgoglio. Era magnifico. Non avrei potuto desiderare un partner migliore di lui. Ero stato fortunato a incontrarlo. Quasi fosse segno del destino. Le luci si abbassarono e partì un video di ringraziamenti con alcuni momenti registrati durante il nostro ultimo giorno di riprese. Ridevamo a crepapelle dalle idiozie che venivano fuori da James e Kevin, specialmente quando prendevano in giro Alec e me. O quando Kevin cercava di insegnarci qualche balletto e soltanto io riuscivo a seguirlo, mentre Alec e James sembravano due pezzi di tronco e si rifiutavano a dare spettacolo. Quando la schermata si fece nera, con la comparsa soltanto del titolo della serie, restammo in trepida attesa. Ed eccola arrivare di colpo come una bomba.

"Season 2 coming soon."

Un'esplosione di grida entusiaste da parte di tutti ci bombardò i timpani. Dall'alto spararono dei coriandoli colorati che ci travolsero tutti. Scambiai di nuovo uno sguardo di intesa con Alec, era prossimo a piangere di commozione con quel sorriso che  non scemava a scomparire. Io non riuscii a trattenere qualche lacrima e mi passai una mano sul viso per asciugarle. Non potevo più essere felice di quel momento. Incrociai lo sguardo sornione di Meg che stava parlando al microfono riguardo alla serie. Lei mi schiacciò l'occhiolino con fare d'intesa. Alla fine avremmo lavorato di nuovo tutti insieme, questo era quello che aveva cercato di dirmi dietro le quinte. Avere fiducia nelle persone che mi circondavano. Avrei dovuto ascoltare i suoi preziosi consigli in futuro. Alec si tirò in piedi e mi porse la mano per aiutare ad alzarmi. L'afferrai, non l'avrei più lasciata andare così facilmente. Lo strinsi forte a me chiudendo gli occhi. Avrei avuto più fiducia in ciò che eravamo diventati. I DamLec sarebbero stati insieme ancora per molto tempo. Mi auguravo che fosse per sempre.

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Eccoci finalmente al capitolo 5...qualcuno lo stava aspettando?? Speriamo di si.
Sono già a scrivere il sesto capitolo ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate. Spero che la storia vi piaccia
Buona lettura

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Capitolo 6
*** Essere possessivi ***


Behind your gaze 6
POV Alec

Avevo i minuti contati. Uscii dalla doccia e per poco non scivolai su una piccola pozzanghera d'acqua. Mi aggrappai al volo al lavandino e controllai di nuovo l'orologio della sveglia che mi ero portato in bagno. Mi restavano ancora tre minuti. Pochi per mettermi un paio di boxer e tornare in camera e troppi per asciugarmi i capelli. Scelsi la prima opzione e corsi in camera come un dannato sotto l'occhiata esasperata di mia madre e i risolini delle prese in giro di mia sorella Hope. Le ignorai e chiusi di colpo la porta dietro di me gettandomi sul letto. Presi in mano il cellulare e controllai per l'ennesima volta l'ora. Quasi un minuto. Rimasi a fissare quei numeri e partì nella mia testa il conto alla rovescia. Quando scattò l'ora x lui non aveva ancora chiamato. Perchè non chiamava? Era successo qualcosa? Stavo iniziando a innervosirmi. Dovevo contattare Brian? Damon si trovava a 5 ore di volo da qui, per partecipare a una sfilata di moda, e non sapevo come stava. Non lo sentivo dal pomeriggio precedente. Aveva promesso di chiamarmi come ogni mattina allo stesso orario, per non alterare le nostre abitudini giornaliere, eppure il cellulare restava ancora muto. Tutto quel pensare mi fece passare altri cinque minuti in agitazione. Se non mi avesse chiamato al più presto lo avrei fatto io, ma era una questione di orgoglio e non volevo essere il primo a farlo. Non volevo fargli capire quanto profondamente tenessi a lui. Non che non lo sapesse già ma, in realtà, la confusione dei miei sentimenti se ne era andata ormai da un pò di tempo e mi sentivo come se fossi una bomba ad orologeria che sarebbe esplosa all'improvviso. Ormai non riuscivo più a guardarlo in faccia senza arrossire vistosamente peggio di prima, all'inizio era imbarazzo adesso timore di rivelare ciò che provavo per lui. Non potevo più mentire. Era amore. Non era una sorpresa, ci stavo girando intorno ormai da troppo tempo, ma ammetterlo era stato un passo importante e difficile per me. Per quanto tempo ancora sarei riuscito a nasconderglielo? Avevo paura che mi rifiutasse. Che non provasse i miei stessi sentimenti. Più volte di fronte ai giornalisti avevamo detto di amarci come fratelli o un pò di più, ma era un gioco tra di noi. Questo era reale e avevo paura. Dannazione! Stavo per chiamarlo quando all'improvviso comparve sul display la sua foto con il nome. Tirai un sospiro di sollievo e accettai la videochiamata.

"Ciao piccolo." mi salutò lui con un sorriso stanco e sciupato. Sembrava distrutto ma, nonostante tutto, aveva trovato lo stesso il tempo di chiamarmi. Lo avrei capito se mi avesse mandato solo un messaggio e posticipato la nostra chiamata, ma lui lo aveva fatto lo stesso. La sua salute veniva prima di tutto.
"Come stai? Sei riuscito a riposare? Sembri stanco."
"Come mai tutte queste domande? Sto bene, tranquillo." il suo prendere sotto gamba la situazione mi fece preoccupare e arrabbiare ancora di più. Perchè faceva sempre così? Che testardo.
"Damon devi prenderti cura della tua salute, ti prego. Non strafare e riposati." gli dissi seriamente cercando di controllarmi per non dirgli che era un idiota.
"Non preoccuparti. C'è Brian che si prende cura di me, sta seguendo le tue raccomandazioni alla lettera." ridacchiò lui strofinandosi un occhio.
"E' il suo lavoro. Deve farlo."
"Sei appena uscito dalla doccia? Sei sexy piccolo." all'improvviso, il suo tono di voce si abbassò lievemente facendomi venire i brividi. Oddio, eccolo li a flirtare di nuovo. Non potevo uscirne con lui quando faceva così. Le mie orecchie stavano andando a fuoco.
"Si..."
"Però ti conviene asciugarti i capelli e vestirti. Per quanto ammiri il panorama ti preferisco in salute."
"Sto bene così, non ho freddo. Com'è andato il viaggio?"
"Abbastanza bene, ho dormito tutto il tempo. Volevo leggere ma mi si chiudevano gli occhi. Tu come stai?" mi chiese iniziando a sbadigliare. Aveva gli occhi arrossati visto che continuava a strofinarseli.
"Tutto a posto. Stamattina andiamo a parlare con uno sponsor per firmare il contratto. Poi ti farò sapere."
"Assicurati che sia tutto a posto nel contratto prima di firmare. Adesso sto entrando nei camerini, mi aspettano per rendermi figo." intravidi la sagoma di Brian entrare da una porta e lo sentii parlare con qualcuno all'interno.
"Vedo che non c'è tanto lavoro da fare...a parte le occhiaie da zombie." lo presi in giro facendogli la linguaccia. Lui ridacchiò finalmente di buon umore come se si fosse svegliato all'improvviso. Era felice e lo ero anch'io.
"Tu si che sai sempre come tirarmi su il morale. Adesso devo chiudere, devo prepararmi per la sfilata. Ti manderò un messaggio quando arriverò in hotel stanotte. Sarà troppo tardi per chiamare." sembrava dispiaciuto mentre lo diceva.
"No, tu chiama lo stesso. Non importa l'orario, ti aspetterò. Ti prego prenditi cura di te."
"Lo farò. A più tardi piccolo. Vai subito a vestirti!"
"A più tardi. In bocca al lupo."

Fu una chiamata breve rispetto alle solite ma almeno ero contento di averlo rivisto. Ero preoccupato per la sua salute. Chi si sarebbe preso cura di lui? Avrei voluto farlo io ma in quel momento mi era praticamente impossibile. Mi tenevo costantemente in contatto con Brian, lo avevo già tartassato da diversi messaggi fin da quando erano usciti di casa per raggiungere l'aeroporto. Continuavo a chiedergli notizie del suo cliente e lui per tutta risposta mi mandava foto e video di alcuni momenti della giornata di Damon. Aveva scattato tante di quelle foto mentre dormiva che ne ero rimasto incantato. Almeno un pò di riposo lo aveva fatto tra una cosa e l'altra. Avrei smesso di preoccuparmi una volta che fosse tornato tutto intero a casa. Stavo diventando sempre più opprimente, non mi era mai successa una cosa del genere. Perchè mi comportavo come una mamma apprensiva con lui? Altro che cercare di farlo innamorare di me. Se avessi continuato in quel modo mi avrebbe piantato in asso in due secondi. Dovevo riprendermi. Mi rimisi in piedi e iniziai a prepararmi per andare con mia madre e Paul a parlare con il nuovo sponsor per il contratto. Quando arrivammo nel loro ufficio, furono tutti piuttosto accoglienti. Ci mostrarono il prodotto e spiegarono per filo e per segno ogni clausola che firmando avrei dovuto concordare. Mi sembrava una buona proposta ma io non me ne intendevo molto di quelle questioni e lasciai fare a mia madre che di certo ne sapeva meglio di me di contratti in quanto una volta li stipulava lei stessa. Annuii ascoltando le parole di mia madre e cercai di rimanere concentrato il più possibile prima di venire sgridato da lei. Già lo aveva fatto qualche ora prima, dopo la videochiamata, per come avevo lasciato il bagno in disordine e di come per me Damon venisse prima di tutto il resto. Aveva ragione, ma cosa pretendeva? Avevo la testa incasinata da innumerevoli immagini di lui. Sembrava l'album dei ricordi. Dovevo concentrarmi sulla mia carriera eppure anche il solo sentirlo nominare mi scombussolava. Ero un caso perso in partenza, lo avevo già capito dalla prima volta che lo avevo visto in carne ed ossa. Mia madre mi convinse a firmare il contratto e ci intrattenemmo a pranzo fuori con loro per parlare di lavoro. Fu un pranzo tranquillo dove tornai ad essere il ragazzo spiritoso e sorridente di sempre. Mia madre scambiò un'occhiata con me e mi sorrise approvando il mio comportamento, mi strinse forte la mano sotto il tavolo sicuramente ringraziando il fatto che non avessi fatto vincere la timidezza. Quando uscimmo dal ristorante li salutai e mi appartai un attimo per mandare un messaggio a Damon.

"Contratto firmato. Mamma e Paul lo hanno letto entrambi due volte e hanno detto che andava bene. Sono ufficialmente il loro nuovo sponsor."
"Congratulazioni tesoro. Hanno fatto un'ottima scelta. Sono contento per te."
"A te come sta andando? Come ti senti?"
"Si tutto bene. Abbiamo fatto le prove e tra qualche ora si inizia. Ho incontrato vecchie conoscenze, tra un pò vado con loro a mangiare un boccone per poi tornare a lavoro. Alec ci sentiamo sul tardi, non so a che ora però."
"Non importa, basta che chiami. Ti aspetterò. Non frantumare troppi cuori stasera."
"Me ne interessa soltanto uno e adesso si trova a diverse miglia da me."
"Ok...ricordati di chiamare stasera."
"Lo farò. Ciao piccolo."

Qualche minuto dopo, mentre ero in macchina con mia madre per tornare a casa, ricevetti una foto da Damon. Stava mangiando un'insalata con del pollo mentre faceva una v di vittoria con le dita. La sua espressione era stanca ma si vedeva che cercava di sorridere per mascherare il bisogno di riposo. Quell'uomo era proprio uno stacanovista, non mi ascoltava mai. Gli avrei fatto un'ennesima ramanzina al suo ritorno. Tornati a casa, mi cambiai e mi misi a giocare ai videogiochi per passare il tempo e cercare di non pensare troppo. Risposi a qualche messaggio di James che mi chiedeva notizie sulla sfilata di Damon. Ormai tutti chiedevano a me per sapere di lui. Come se sapessero qualcosa o come se ormai ci avessero già classificato come coppia. Ma non lo eravamo e Damon era anche amico loro eppure spesso mi sentivo da intermediario perchè sapevo sempre dove si trovasse. Mi arrivò una notifica da parte di Brian e corsi a vedere con il cuore che mi batteva a mille. Visualizzai una foto di Teddy Bear al trucco mentre ascoltava della musica con gli auricolari. Il cervello si disconnesse dal resto del corpo e continuai a fissare quei lineamenti praticamente perfetti che mi tenevano incatenato a lui. Non stava facendo niente di particolare, nemmeno guardava l'obiettivo, eppure suscitava in me certe sensazioni che faticavo a mandare via. Come faceva sempre ad essere così figo? Doveva essere dichiarato illegale. Giusto per farmi prendere un altro infarto, Brian mi inviò un'altra foto. Avrei dovuto dire due paroline anche a lui. La seconda foto raffigurava Damon in piedi mentre un altro uomo gli stava sistemando quella camicia, praticamente inconsistente, con una scollatura a v così profonda che lasciava poco all'immaginazione. Avrei preferito non vedere quella foto. Adesso chi me la toglieva dalla mente? Per non parlare di quel tizio che stava svolgendo il proprio lavoro, ma era fin troppo vicino al signor sono troppo figo. E poi, se si guardava la sua espressione, stava praticamente gongolando di piacere per quella vicinanza. Probabilmente avrebbe trovato ogni scusa per stargli intorno come ogni persone degli staff che incontravamo ad ogni evento o intervista. Il mio partner piaceva a tutti e questo mi infastidiva parecchio ma facevo buon viso a cattivo gioco. La nota positiva era che a Damon non interessava nessuno di loro, quella negativa era che non gli interessavo nemmeno io dal punto di vista amoroso. Era concentrato principalmente sulla sua carriera e sui suoi nuovi progetti, ma, presto o tardi, qualcuno sarebbe comparso all'orizzonte attirando la sua attenzione e facendolo capitolare al volo. Cosa avrei fatto in quel momento? Sarei riuscito ad accettare anche quel nuovo sviluppo pur di non farlo uscire dalla mia vita? Sbuffando contrariato mandai un pollice in su a Brian ricordandogli di prendersi cura di lui. Lanciai con fare scocciato il cellulare sul divano e uscii di casa per andare a dare qualche calcio al pallone nel piccolo parco vicino. Non c'era quasi nessuno come al solito, i ragazzi del quartiere erano quasi tutti cresciuti e i genitori dei più piccoli li portavano al parco più distante in quanto più grande e con una vasta scelta di giochi. In questo a mala pena c'erano un canestro, due altalene e un paio di panchine isolate. Un pò deprimente. Persino quando giocavo a calcio con i miei vecchi compagni di scuola dovevamo buttare zaini e felpe per terra per creare delle porte immaginarie. Che parco deprimente. Ero solo con i miei pensieri e non avevo molto per distrarmi. Avessi avuto almeno Choco intorno mi sarei divertito di più. Mi mancava avere intorno quella piccola palla di pelo vivace. Mi mancava persino quando mi abbaiava contro se non gli andava bene qualcosa. Avrei potuto benissimo contattare Pat per chiederle se potevo passare un pò di tempo con lui, ma che senso avrebbe avuto se il suo padrone era via? Volevo il pacchetto completo. Mi mancava anche quel latin lover che si faceva toccare da tutti e metteva in mostra la mercanzia. Che uomo irritante. Calciai così forte il pallone che dovetti andarlo a riprendere dall'altra parte della strada, scusandomi con una signora che stava passando di li e che si era spaventata. Tornai a giocare solitario finchè non arrivarono due vecchi amici di infanzia che si unirono a me. Non li vedevo quasi più a causa dei miei impegni lavorativi e un pò mi mancava uscire con loro ma avevo poco tempo e preferivo dedicarlo a dormire o a giocare ai videogiochi con Damon. O fare qualunque altra cosa con lui, mi bastava che passassimo del tempo insieme e questo mi avrebbe reso felice. Cosa potevo desiderare di meglio? Peccato che adesso si trovasse a mille miglia di distanza perchè aveva accettato un nuovo lavoro e di certo io non potevo mettermi in mezzo a queste opportunità. Non lo avrei mai fatto, facevo il tifo per lui. Stavo diventando patetico.

"Alec tutto a posto? Sembri pensieroso."
"Non è nulla. Torniamo a giocare."
"Dov'è finito il tuo maritino oggi?" ma non si stancavano mai di fare le solite domande? Sarà che ero di malumore quindi risposi un pò bruscamente.
"Non è mio marito. Comunque Damon sta lavorando. Tornerà a casa domani."
"Di solito siete sempre appiccicati. E' raro riuscire a uscire con te. Ci dai sempre buca per stare con lui." si lamentò il mio amico B lanciando la palla verso l'altro che si trovava a proteggere la finta porta.
"Abbiamo molto lavoro da fare insieme e tra un pò dovremo iniziare con la seconda stagione. Saremo ancora impegnati:"
"Quasi quasi mi manca quando stavi ancora con Veronica. Almeno ti vedevamo più spesso. Adesso è più facile vederti attraverso le foto che posti sui social media."
"Comunque la sorella di Damon non è niente male. E' proprio un bocconcino." si intromise l'altro costantemente arrapato quando si trattava di donne.
"Faccio finta di non aver sentito." rabbrividii a quella battuta. Non potevo negare che Alice fosse una bella donna, ma non mi andava di parlare della sorella dell'uomo che desideravo.
"E' fidanzata?"
"Ha almeno nove anni in più di te e ha due figli. Non penso che sia il tuo tipo."
"Sembra più giovane, ma a me piacciono le milf. Oppure ci stai già facendo un pensierino tu?" oddio! Quello si che era spaventoso.
"E' come se fosse una sorella più grande, mi sembrerebbe un incesto." borbottai in tono schifato. Damon si sarebbe fatto due risate a quella battuta perchè sapeva benissimo che era una cosa ridicola.
"Non fai mai quella faccia disgustata quando dici che Damon è come un fratello. Hai tutta un'altra espressione." mi prese in giro B con un sorriso sfacciato in volto. Preso dall'irritazione, mi impossessai della palla ai suoi piedi e lanciai forte la palla verso la porta facendo punto.
"Goal! Invece di dire cavolate concentrati a parare altrimenti te ne rifilo altri dieci di palloni."
"Questo non vale!"

Restammo a giocare insieme per un'altra oretta finchè non tornai a casa tutto sudato e stanco. Ero finalmente riuscito a distrarmi per un pò dai miei pensieri. Ci voleva proprio quell'uscita. Avrei dovuto farlo più spesso. Andai in cucina a prendermi da bere, stavo morendo di sete. Se ci fosse stata mia madre nei paraggi mi avrebbe obbligato a fare immediatamente una doccia. Joker mi si strusciò tra le gambe in cerca di coccole o di croccantini. Quando mi chinai su di lui per grattargli il collo, si bloccò di colpo annusandomi e scappò via schifato. Puzzavo davvero così tanto? Di solito i gatti adoravano i forti odori, ne rimanevano estasiati. Il mio no. Joker era abbastanza raffinato da quel punto di vista. Il classico gatto con la puzza sotto il naso. Mi girai e presi un colpo. Hope era proprio dietro di me, appoggiata al mobile, con le braccia conserte.

"Joker ha proprio ragione. Puzzi da morire. Vatti a fare una doccia!" le dolci parole di Hope mi seguivano sempre.
"Fatti gli affari tuoi! Ci vado dopo."
"Devo chiamare la mamma?" la classica minaccia di mia sorella. Se non l'ascoltavo metteva sempre in mezzo nostra madre che probabilmente le avrebbe anche dato ragione.
"Vuoi fare la spia?"
"Voglio solo che ti togli quella puzza micidiale di dosso." fece una smorfia tappandosi il naso con le dita per confermare le sue parole.
"E' solo sudore. Nessuno se ne è lamentato così tanto finora."
"Non sono Damon che accetta tutto di te e te le fa passare lisce. Saranno gli ormoni impazziti. Qualcuno fa pensieri particolarmente sconci." la sua vocina irritante e canzonatoria mi stava facendo saltare i nervi.
"Hope! Smettila immediatamente!" la minacciai puntandole un dito contro.
"Sei giovane e in salute, è normale avere gli ormoni in subbuglio...specialmente se si pensa a una certa persona. Fratellone ti invidio. Cosa darei per baciarlo anche solo una volta...ma lui preferisce te. Che spreco."
"Hope! Taci!" alzai la voce fulminandola con gli occhi.
"Mi tratti male fratellone, eppure ero venuta soltanto a dirti che è iniziata la sfilata e Brian ha già avvisato che ti farà una diretta quando sarà il turno di Damon. Non dovrebbe mancare molto."
"Dannazione! Me lo potevi dire prima!" le urlai spingendola da parte per fiondarmi nel corridoio.
"Ci ho provato ma tu non vuoi ascoltarmi. Come non detto. Io parlo e lui se ne va." la sentii blaterare da lontano ma ormai non mi interessava più.

Corsi in camera riprendendo il cellulare. Brian mi aveva mandato altre foto e video. Risposi ai suoi messaggi dicendo che lo avrei aspettato e rimasi fermo a guardare tutto ciò che avevo perso nell'arco di quell'ora e mezza. Più vedevo la sua immagine sul display, più sentivo la sua mancanza. Ormai era un dato di fatto, non potevo mentire. Avrei voluto essere con lui a guardarlo dal vivo per poi restare al suo fianco dietro le quinte. Volevo assistere a ogni sua vittoria, volevo vederlo risplendere di luce propria sotto i riflettori. Volevo che tutti si rendessero conto di quanto valeva. Ero il suo fan numero uno. Mezz'ora dopo Brian mi cercò tramite videochiamata. Accettai e fui subito trasportato virtualmente tra il pubblico a vedere sfilare il mio partner. La sua professionalità, l'atteggiamento e il modo di muoversi lo rendevano figo. Per non parlare del suo mezzo sorriso provocatorio e di quello sguardo spiazzante. Il pubblico si animò all'istante come se si fosse appena svegliato. Sentivo i loro applausi e le grida di estasi dei presenti che, per quanto lo staff della sfilata aveva cercato di contenere, si udivano chiaramente mentre nominavano il modello in passerella. Damon doveva esserne fiero ed io lo ero per lui. Seguii la diretta fino a quando non tornò dietro le quinte e persino il pubblico si calmò alla sua uscita di scena. Era tornata una sfilata normale. Lo stilista ci aveva visto giusto prendendolo nella sua squadra. Passò un'altra mezzora e Brian mi chiamò di nuovo mostrandomi il finale dell'evento, dove Damon si era cambiato d'abito ed era in prima fila, con in mano un mazzo di fiori che diede allo stilista accanto a se ringraziandolo per quell'opportunità. Adesso sarebbe arrivato il mio momento, volevo godermelo fino in fondo. Si fece avanti una ragazza che porse un grande mazzo di fiori al mio partner che li guardò sorpreso. Non se lo aspettava. Lesse il messaggio all'interno e gli si illuminò il volto con un sorriso. Adesso era veramente splendente. Guardò verso Brian, praticamente a pochi metri sotto di lui, e fece un cenno al telefono incrociando il pollice e l'indice per dirmi che mi voleva bene. Sorrisi arrossendo da quel gesto mentre il pubblico esplose in grida eccitate. Senza nemmeno avere la conferma che quel mazzo di fiori veniva dal sottoscritto, già tutti i fans urlarono il mio nome. Ridacchiai divertito mentre Damon annusava i fiori, sembrava commosso e un pò in imbarazzo. Amava fare lui le sorprese agli altri e quel mazzo di fiori lo aveva spiazzato del tutto. Erano sentimenti senza il suo controllo e non sapeva bene come gestirli. Il suo sorriso era diverso da quello che aveva mentre sfilava. Era adorabile. Avevo tanta voglia di abbracciarlo in quel momento. Dopo altri dieci minuti di ringraziamenti e saluti, la diretta di Brian si interruppe e io mandai subito un messaggio a Damon. Non ero sicuro di quando lo avrebbe letto ma non importava.

"Sei stato magnifico Teddy Bear. Goditi il resto della serata, te lo meriti. Ti aspetto più tardi."

Con il sorriso sulle labbra, andai a farmi la seconda doccia della giornata. Ero più sereno e fiero del successo che aveva avuto il mio compagno. Tutto era andato nel migliore dei modi. Quando tornai in camera notai la notifica di un messaggio da parte di Damon.

"Grazie dei fiori, sei riuscito a farmi arrossire. Era come se fossi con me su quel palco. Aspettami."

Tornai a giocare con il cellulare per passare il tempo nell'attesa della sua chiamata. Sparai contro altri utenti e venni ucciso pure io almeno tre volte. Non era la serata giusta per vincere ma non mi importava più di tanto. Quello che volevo vedere lo avevo già visto, mi aspettava soltanto la ciliegina sulla torta. Canticchiai qualche canzone mentre scorrevo gli aggiornamenti su IG. Ero sdraiato sul letto e piano piano iniziò a venirmi sonno ma non potevo addormentarmi in quel momento. Mi tirai in piedi facendo un pò di stretching. Dovevo vincere il sonno a tutti i costi. Mia madre entrò in camera mia, per portarmi dei vestiti stirati, e mi fissò basita. Non disse nulla, scosse la testa esasperata e uscì richiudendosi la porta alle spalle. Ormai mi aveva etichettato come folle senza opportunità di recupero. E forse un pò lo ero ma, dopotutto, fare un pò di esercizio fisico faceva bene. Lo dicevano tutti. Bisognava prendersi sempre cura di se stessi. Non mi accorsi nemmeno di quanto tempo avessi trascorso finchè il suono della videochiamata in arrivo non mi riportò sull'attenti e mi precipitai a rispondere prima che mia madre tornasse lamentandosi dell'ora tarda. Ero un caso senza speranza.

"Ciao."
"Ciao. Sono tornato appena adesso in hotel."
"Sei stravolto. Forse è meglio se ti fai una doccia e fili a letto." la preoccupazione tornò a farsi sentire.
"Ho voglia di parlare un pò con te. Come hai passato la giornata? Tutto bene con il contratto?" lo vidi sedersi sul divano posizionando meglio il cellulare sul tavolino.
"Tutto a posto, Paul sta organizzando il mio calendario con quello dello sponsor e poi mi farà sapere. Niente di nuovo oggi, sono andato al parco a fare due tiri e ho incontrato due vecchi amici. Si sono lamentati che mi vedo solo con te." mi sdraiai sul letto per essere più comodo.
"Vorrà dire che li frequenterai di più...sempre se non ti metti a dormire e ti dimentichi degli appuntamenti. Devi uscire con loro, sono amici della tua età e ti divertirai di più." non era la prima volta che tirava in ballo quella storia. Non voleva che mi isolassi dagli altri ed essere l'unico mio punto di riferimento.
"Io mi diverto con te." mormorai in tono scocciato.
"Sono noioso e troppo serio. Almeno con loro hai molte cose in comune."
"Stai cercando di mollarmi a qualcun altro? Ti sei già stancato di me?" quel pensiero un pò mi metteva in ansia. Sapevo che per il momento non era così, ma forse un giorno sarebbe successo che sarei stato di intralcio in una sua futura relazione. Chi avrebbe mai accettato di condividerlo con me? Sarei stato messo da parte.
"Come faccio a stancarmi della mia palla al piede preferita? Non ti mollo a nessuno, ma anche loro sono tuoi amici e tu hai bisogno di uscire con loro. Noi ci vediamo fin troppo spesso." mi disse grattandosi il collo.
"Sei diventato così improvvisamente altruista da condividermi. Di solito sei più possessivo nei miei confronti." mi lamentai con una punta di ironia.
"Non vorrei esagerare troppo e poi se i tuoi compagni di scuola non hanno cercato di abbordarti in passato di certo non lo farebbe adesso. Sono tranquillo." sorrise lui con soddisfazione. Sembrava lo stregatto di Alice nel paese delle meraviglie. Volevo fargli smorzare quell'aria irritante.
"Lo sai, ci sono delle belle ragazze nella compagnia...e anche ragazzi. Ti dovrei mandare le foto? Magari mi potresti dare un consiglio per il mio prossimo amore." lo presi in giro cercando di fare un'espressione da angioletto. Lo vidi adombrarsi di colpo e il mio sorriso si ampliò. Punto per me.
"Non tirare troppo la corda adesso. Ti ho dato la mano, non prenderti tutto il braccio."
"Dovrei essere io a dire qualcosa. Stasera hai fatto fare la ola al pubblico. Ti stavano mangiando tutti con gli occhi."
"Ma io ho occhi solo per una persona. Grazie per i fiori, sono magnifici. Mi hai fatto proprio una sorpresa." il suo sguardo intenso mi riscaldò il cuore. Erano in momenti come quello che speravo succedesse qualcosa tra di noi, ma ne rimanevo sempre deluso. Nessuno dei due si spingeva oltre e lui non mi sembrava molto interessato. Flirtava come al solito, come un seduttore incallito.
"Non era niente. Volevo solo farti gli auguri. Hai letto il biglietto?" ero sulle spine. Avrebbe veramente capito le mie parole? Le avrebbe prese come un desiderio di concretizzare qualcosa tra di noi?
"Risplendi come il sole, io ti guarderò come un girasole. Sempre al tuo fianco. A." mi recitò lui a memoria con voce profonda. Ero perso. Non sapevo più cosa guardare, i suoi occhi...la sua bocca. Non ce la potevo fare.
"La prima versione era un semplice congratulazioni fighting." mormorai imbarazzato.
"Mi piace di più questa versione." il suo sorriso mi diede il colpo di grazia.
"Dovresti andare a letto. Domani ti devi svegliare presto. Hai controllato se il volo è in orario?"
"Si non preoccuparti. Sarò a casa in tempo per il servizio fotografico del pomeriggio. Ci incontreremo allo studio."
"Si, mi porterà Paul. Adesso fatti la doccia e dormi. Voglio vederti riposato domani."
"Va bene. A domani."
"A domani." lo salutai con la mano.
"Alec!" mi richiamò lui un secondo prima che il mio dito interruppe la videochiamata.
"Dimmi."
"Mi manchi." quelle due parole mi fecero precipitare in un baratro senza uscita. Come poteva farmi questo? Non gli era bastato il mezzo infarto che mi aveva dato prima?
"Mm..." mugugnai sentendomi andare a fuoco. Non sapevo cosa rispondergli.
"Io non ti manco?"
"Damon vai a dormire, sei stanco."
"Proprio non vuoi dirmelo? Va bene, come non detto." sbuffò lui in tono deluso. Non volevo vederlo in quel modo e nemmeno lasciarlo col pensiero che non mi importasse di lui.
"Mi manchi." mormorai d'istinto quasi a pentirmene dopo perchè mi sentivo morire dall'imbarazzo.
"Come scusa? Puoi ripetere?" si rianimò all'istante con un sorriso che gli illuminava il viso. Era stupendo.
"Lo hai sentito."
"Si, l'ho sentito. A domani piccolo. Buona notte."
"Buona notte Teddy."

Altro che fare le ore piccole, dopo quella chiamata dubitavo fortemente che sarei riuscito a dormire. All'improvviso ero del tutto sveglio. Gli mancavo. Il mio cuore sembrava mi stesse scoppiando nel petto. Anche lui mi mancava un sacco e, nonostante i miei sentimenti fossero sinceri e profondi, avevo faticato a rispondergli nello stesso modo. Come se quelle parole fossero difficili da tirare fuori. Da quando avevo ammesso con me stesso che ero innamorato mi sembrava di essere diventato più imbranato e sempre più timido. Non riuscivo a dichiararmi. Praticamente una quindicenne in piena crisi ormonale. Damon mi avrebbe preso in giro fino alla fine dei miei giorni. Ricominciai a giocare nella speranza che mi venisse sonno.
Mi svegliai tardi, sentendo le lamentele di mia madre che non potevo andare avanti così e che mi meritavo di dovermi svegliare con il gallo per andare a lavorare presto. Sbuffai e iniziai lentamente la mia giornata, sorrisi quando il mio partner mi mandò un messaggio per confermarmi di essere arrivato a casa sano e salvo. Arrivai allo studio in anticipo e rimasi in attesa. Ogni volta che si avvicinavano dei passi continuavo a spostare lo sguardo verso l'ingresso come un cane sull'attenti. Appena vidi entrare Brian il mio cuore iniziò a martellare sempre più forte. Finalmente era arrivato. Damon fece il suo ingresso salutando tutti con un sorriso sulle labbra. Era bello come il sole. Si fermò a parlare col fotografo e altre persone dello staff per qualcosa inerente al lavoro giornaliero. Lo osservai attentamente, sembrava essersi riposato almeno un pò. Il suo viso era più rilassato e sereno. Quando incrociò lo sguardo con il mio, mi illuminai arrossendo vistosamente. Non potevo fare a meno di sorridergli. Lui si fece avanti scompigliandomi i capelli, per fortuna non mi avevano ancora preparato per il servizio fotografico.

"Ti sono mancato?" si chinò verso di me per sussurrarmi all'orecchio. Mi vennero i brividi.
"Non tirare troppo la corda." mormorai allontanandomi dalla sua mano.
"Ragazzi se siete pronti iniziamo a prepararvi."

E fu così che iniziò la nostra giornata lavorativa. Il fotografo ci diede delle linee guida su cosa voleva da noi e poi ci disse che avevamo carta bianca su tutto. Ormai sapevamo giocare con l'obbiettivo e insieme eravamo fantastici. Sempre più spesso ci chiedevano di posare in coppia proprio per la nostra chimica. Seguii i movimenti di Damon e mi adeguai a lui come facevo di solito. Mi aveva insegnato molto da quando ci eravamo conosciuti. All'inizio lo avevo imitato per prenderlo in giro, poi ci avevo preso la mano e avevo reso mie le sue pose migliori seguendo i suoi suggerimenti per come migliorarle. Era come girare sulla stessa orbita. Se lui si muoveva, io mi muovevo allo stesso ritmo e con la stessa sensualità. Ci avvicinammo a un palmo di naso guardandoci negli occhi mentre lui mi posava una mano sul fianco con possessività. Non c'era bisogno di fingere, ero perso nella profondità dei suoi occhi. Sembrava volesse mangiarmi quando li abbassò sulle mie labbra, sentii i brividi in tutto il corpo. Mi morsi un labbro in automatico con una voglia matta di baciarlo. Sospirai deglutendo a vuoto e chiusi gli occhi appena lo vidi fare lo stesso. Lo sentii avvicinarsi ancora di più, il suo caldo respiro mi solleticò la guancia. Se mi fossi spostato di qualche millimetro avrei potuto rubargli un bacio. E poi un altro. Quasi mi dimenticai dei presenti, nessuno stava fiatando, si sentivano soltanto gli innumerevoli click del fotografo che ci stava immortalando. Damon cambiò posizione e si mise alle mie spalle stringendomi da dietro. Il suo mento si incastrò vicino al mio collo e la sua mano si appoggiò al mio petto, sembrava volesse dire che ero suo. Quanto avrei voluto che fosse vero. Sentii il suo sguardo su di me ed io abbassai il mio sulla sua mano, portai lentamente la mia sulla sua per poi incrociare le nostre dita insieme. Inclinai la testa verso di lui e ci rimasi un tempo interminabile, finchè lui non tornò a guardare l'obiettivo ed io rimasi imbambolato verso di lui. Sapeva benissimo come giocare le sue carte, provocava chiunque. Per lui era naturale come respirare. Fissai anch'io l'obiettivo, volevo far vedere quanto anche lui fosse mio. D'istinto mi girai verso di lui afferrandolo con una mano sul collo e avvicinai le mie labbra alla sua mascella quasi a sfiorarla. Incrociai il suo sguardo, sempre più voglioso di essere lasciato solo con lui. Mi fece un lieve sorriso ammorbidendo i lineamenti, quella micro espressione valeva più di tutto. Era di nuovo il mio Teddy Bear. Strofinò il suo naso con il mio e ricambiai il sorriso, ero felice di quel piccolo momento tutto nostro. Tornammo seri e lui si voltò a fissare l'obiettivo. Cambiammo posizione, adesso lui era di spalle sempre con una mano appoggiata al mio petto. Chiusi gli occhi quando mi sfiorò il collo con le labbra. Quanto ancora sarebbe durata quella tortura? Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria prima di saltargli addosso come un assatanato. Dopo un bel pò di tempo, il fotografo ci interruppe per fare una pausa. Lo staff sistemò il set per fare le altre foto e noi ci cambiammo i vestiti aiutandoci a vicenda. Nessuno si avvicinava a noi se eravamo insieme. I make artist fecero il loro lavoro rendendoci di nuovo esteticamente perfetti. Non un capello fuori posto, nessuna imperfezione sul viso. Il trucco c'era ma sembravamo naturali, le magie delle loro mani facevano miracoli. Damon mi trascinò a parlare con il fotografo per capire come migliorare le foto o se voleva qualcosa di diverso. Era rimasto zitto per tutto il tempo, continuando a scattare foto, mentre il suo staff si muoveva con lui sapendo subito ciò di cui aveva bisogno senza essere d'intralcio. Lui ci disse che andava bene e ci diede altri consigli su come interagire con i nuovi oggetti che ci avevano piazzato davanti, dei fiori della frutta e due sedie. Come fare l'amore con un'arancia? Quasi mi venne da ridere alla sola idea, ma Damon era serio e annuiva concentrato. Se lui poteva farcela lo avrei fatto anch'io. L'avrei sempre seguito. Mi fidavo ciecamente di lui, specialmente se si trattava di lavoro. Ogni consiglio che mi dava era per il mio bene. Proseguimmo a fare le altre foto per un altro paio d'ore finchè finalmente ci dissero che avevamo terminato. Mi sentivo un pò indolenzito e vedevo che per Damon era lo stesso, non era facile mantenere le stesse posizioni per tanto tempo. Mi girai a scambiare quattro chiacchiere con l'aiuto del fotografo che mi stava facendo vedere alcuni degli scatti appena fatti al computer. Dovevo ammettere che eravamo venuti piuttosto bene. Il fotografo aveva catturato i momenti migliori, quelle foto mostravano la nostra chimica. Era come se parlassero da sole di qualche segreto nascosto. Ne ero affascinato. Eravamo belli insieme. Alzai lo sguardo per fare vedere quegli scatti anche al mio partner ma non lo vidi nelle vicinanze. Era andato a finire dall'altra parte dello studio, attorniato come al solito dalle persone dello staff che erano anche suoi fans. Lui rideva facendosi scattare alcuni selfie mentre commentava divertito alle loro battute. Era sempre stato un grande intrattenitore. Quando si avvicinò un pò troppo una ragazza che gli mise una mano sul braccio, per chiedere la sua attenzione, mi affrettai a raggiungerlo piazzandomi tra di loro. Ignorai del tutto quella ragazza e finsi un sorriso a quella calamita che avevo accanto, lui aveva capito al volo cosa volevo dirgli e mi mise un braccio attorno alla spalla avvicinandomi a se. Uomo intelligente. Brian venne in nostro soccorso dicendoci che dovevamo andare perchè avevamo un impegno. Lo ringraziai mentalmente e portai Damon nei camerini per cambiarci. Non gli dissi niente e gli diedi le spalle per prendere le mie cose. Ero ancora un pò irritato.

"Non mi parli più?" mi chiese lui con un sospiro.
"Parli già abbastanza per entrambi." borbottai continuando a dargli le spalle.
"Alec...ero soltanto un pò socievole. Sono sempre dei fans e probabilmente potremmo lavorare con loro in futuro. Essere gentile non costa nulla. Dovresti provarci."
"Mmh..."
"Alec, guardami." ignorai deliberatamente la sua richiesta rimettendo la mia maglietta scura. Da quando mi sentivo così possessivo nei suoi confronti? Specialmente, perchè temevo così tanto le avances di una ragazza? Sapevo già che se fosse stato un maschio mi sarei comportato decisamente in modo peggiore. Era un dato di fatto, lo avevo già provato di persona più di una volta e non era per niente una bella sensazione. E conoscendo bene il mio partner sarebbe capitato ancora e ancora. Quanto altra gelosia avrei dovuto sopportare? Dovevo riuscire a gestire quelle forti emozioni. "Tesoro ti prego, non fare così. Non è successo niente. Se non fossi arrivato tu l'avrei allontanata io."
"Non mi piace che gli altri ti tocchino."
"Ripeto, non è stato niente. Cosa dovrei dire di te? Ti mangiavano tutti con lo sguardo mentre facevamo il servizio fotografico. Nemmeno a me piace questo."
"Non ho visto nessuno. Non era importante." mi strinsi nelle spalle portandomi i capelli all'indietro con una mano.
"Appunto, non era importante nemmeno quel tocco. Stavi risplendendo prima. Sei stato molto bravo." mi mise le mani sulle braccia per farmi girare verso di se. Controvoglia, incrociai il suo sguardo.
"Ho imparato dal migliore."
"Sei più calmo adesso?"
"Sempre se la smetti di flirtare con chiunque ti si piazzi davanti."
"Io non flirto con chiunque. Solo con chi mi interessa veramente." mi sorrise lui accarezzandomi un orecchio che era subito diventato rosso.
"Cretino."
"Sei arrossito. Sei sempre così carino." mi scostai dalla sua mano impertinente e gli schiaffeggiai leggermente un braccio.
"Se hai finito, c'è Brian che ci sta aspettando."
"Gli ho detto che ti avrei portato con me allo studio di registrazione e poi che avremmo cenato insieme. Ti va di sentire un pò di musica? Magari ti convinco a cantare con me." mi disse lui prendendomi tra le braccia come d'abitudine. Ogni volta che lo faceva era come tornare a casa.
"Cantare scordatelo...ma sentirei volentieri te cantare. Mi piace la tua voce."
"Spero non sia l'unica cosa che ti piaccia di me." cos'erano tutti quei sorrisi quel giorno? Mi voleva proprio morto. Posai le mani sui suoi bicipiti, un'altra parte di lui che tanto adoravo.
"No, fidati. Ma non mi addentrerò nel discorso, ti vanti già fin troppo dei tuoi pregi."
"Non è vero!"
"Si invece mr. vanitoso che sa benissimo in quale posa mettersi per farsi vedere più sexy. Sai di esserlo e lo metti in mostra." le mie mani strinsero più forte i suoi muscoli mentre il mio sguardo fu attirato dalle vene in evidenza delle braccia. Mi facevano venire dei pensieri sconci.
"Dovrei chiudermi nello stanzino delle scope? E' il nostro lavoro, è normale mettere in mostra il proprio corpo. Tu però cerca di non farlo troppo. Copriti." la sua espressione seria mi fece ridere di gusto.
"Non vuoi vedermi mettere in mostra come te?"
"Puoi farlo ma non scoprire troppa pelle. Ti notano lo stesso anche se sei coperto." la sua stretta si rafforzò.
"Il bue che da del cornuto all'asino. Vale lo stesso per te, mr. petto di fuori."
"Hai finito mr. brontolone? Ti va di venire con me oggi?"
"Fammi strada." annuii ricambiando il suo sorriso. Lo avrei seguito ovunque.


POV Damon

Amavo cantare, mi ci dedicavo anima e corpo come per ogni altra cosa nella mia vita. Avevo grandi progetti per il futuro in quel campo e speravo sinceramente che andasse tutto in porto. La strada sarebbe stata lunga e di certo non facile ma non volevo arrendermi alle difficoltà. Era stata la persona seduta a pochi passi da me a spronarmi ad andare avanti e a non abbandonare i miei sogni. Gli lanciai un'occhiata di sbieco e lo vidi fissarmi attentamente con un sorriso sulle labbra. Ogni volta che lo guardavo era sempre illuminato da quel sorriso. Lui mostrava diversi sorrisi, ognuno di essi era come un colpo al cuore. Per me restava sempre il mio piccolo adorabile tesoro. Il sorriso adesso era un misto di adorazione ed eccitazione. Sapevo che gli piaceva ascoltarmi cantare, si dichiarava il mio fan numero uno e quel titolo se lo litigava con mia madre. Già me li immaginavo tutti e due sotto il palco a gridare il mio nome sventolando striscioni al quanto imbarazzanti con la mia faccia sopra. Mia madre lo convinceva sempre nelle sue idee più folli per sostenermi e lui acconsentiva subito con entusiasmo. Era come un terzo figlio per lei e mia madre lo adorava. Spesso mi stuzzicava sulla nostra relazione e, non sapendo cosa risponderle, ci ridevo sopra facendo qualche battuta autoironica in proposito. Aveva seguito tutti i miei lavori da vicino e guardato innumerevoli volte le serie dove comparivo anche solo come comparsa. Aveva sempre detto la sua sostenendomi ma, da quando lavoravo in coppia con Alec, queste battutine erano diventate sempre più sfacciate. Ecco da chi aveva preso Alice, tale madre tale figlia. Non si era comportata allo stesso modo quando ero in coppia con Chase. Era sempre gentile e disponibile ma con Alec si era superata. Sapeva che suo figlio era in buone mani e approvava in pieno qualunque cosa ci fosse tra di noi, anche se avrebbe voluto che la nostra relazione si evolvesse in qualcosa di più profondo. Era sempre stata trasparente nei suoi desideri verso di me. Terminata la canzone, chiesi dieci minuti di pausa e mi voltai verso Alec.

"Come andava?" mi voltai verso di lui togliendomi le cuffie dalle orecchie.
"Sei stato bravissimo."
"Ci sono dei passaggi dove devo migliorare, dovrò ripeterla all'infinito finchè non sarà perfetta. Non sono ancora soddisfatto del risultato e nemmeno l'insegnante lo è." commentai un pò abbattuto ricordando ogni volta che mi aveva fatto ricominciare da capo quando sbagliavo tonalità o altro.
"Lei di certo ne saprà più di me. Per quanto mi riguarda andava bene." lui restava sempre il mio miglior sostegno. Mi tirava su di morale quando ne avevo bisogno.
"Vuoi provare a cantare insieme qualcosa?"
"Non ho una bella voce."
"Non sottovalutarti. E' solo per divertimento. Dai, vieni." gli porsi una mano ma lui la ignorò guardando oltre le mie spalle, dove c'era la vetrata che ci divideva dall'altra stanza.
"Brian e il suo tirapiedi ci stanno filmando." imbarazzato, lui ammiccò verso le persone curiose che ormai non fingevano nemmeno di starci osservando.
"Non importa, ignorali. A te piace cantare. Abbi un pò di coraggio e vieni."
"Non ne sono molto convinto."
"Ci divertiremo. Cosa vuoi cantare? Scegli tu." lui annuì e afferrò la mia mano. Lo aiutai a tirarsi in piedi avvicinandolo al microfono.
"La canzone principale della serie? Però dovrei leggere il testo."
"Non l'avevi già imparata a memoria quando abbiamo fatto l'ultimo fan meeting co tutto il cast? Sei stato piuttosto bravo quella sera."
"E' passato un pò di tempo e a dire la verità me la stavo facendo sotto. Avevo paura di sbagliare. Fammi cercare quel testo prima di fare una figuraccia di fronte a professionisti." scossi la testa ma non volevo metterlo a disagio quindi la smisi di prenderlo in giro.
"Non c'è problema. Potete mettere la base? Grazie." chiesi alle persone dietro la vetrata che mi fecero un pollice in su.
"Mi sembra di essere stato manipolato." borbottò Alec cercando il testo sul suo cellulare. Ridacchiai divertito confermando il suo pensiero. Aveva ragione.
"Mr. brontolone a te piace essere manipolato da me. Non mi dici mai di no. Non opponi così tanta resistenza quando ti propongo qualcosa."
"Maledetto fascino magnetico." a mala pena riuscii a sentire le sue parole. Quel ragazzo era costantemente una sorpresa per me.
"Cosa hai detto?"
"Niente. Cantiamo, ho trovato il testo."

Mi piaceva passare il tempo con lui. Mi divertiva e migliorava sempre la mia giornata. Gli sorrisi mentre cantavo il mio pezzo, poi gli feci un cenno col capo quando era il suo turno e lui iniziò titubante con un tono di voce basso. Era ancora insicuro e continuava a leggere il testo sul suo cellulare. Non ne capivo ancora il motivo, quella sera era stato fantastico. Ci eravamo impegnati tanto per portare a termine lo spettacolo, giorni di prove che avevano portato al successo quel fan meeting. Eppure, a volte, capitavano ancora dei momenti come quello. Era talmente concentrato sulle parole che non riusciva ad andare a tempo e quando temeva di sbagliare saltava la strofa arrossendo per l'imbarazzo. Dovevo incoraggiarlo di più come lui aveva fatto con me. Aveva dei talenti nascosti che ancora non conosceva, doveva prima scoprire meglio se stesso e avere più fiducia nelle sue capacità per poter superare certe barriere che si era costruito. Era diventato un personaggio pubblico e i suoi followers aumentavano a vista d'occhio ogni giorno, doveva fare qualcosa per mantenere e incrementare i suoi fans. Doveva sperimentare cose nuove ed io volevo aiutarlo in quella ricerca. Volevo essere al suo fianco e vederlo crescere. Essere una colonna portante della sua vita. Gli sorrisi, senza perderlo di vista un secondo, e cantai con lui il ritornello. Finalmente incrociò il mio sguardo, era talmente tenero in quel momento. Avevo una voglia matta di abbracciarlo. A fine canzone lo convinsi a rifarla di nuovo, più la cantava più diventava sciolto e sicuro di se. Ignorammo completamente tutti quei cellulari che ci stavano filmando e continuammo a ridere tra di noi chiusi in quella stanza. Eravamo nel nostro mondo, era confortevole stare con lui.

"Stai migliorando piccolo." lo incoraggiai andando a sedermi sul divanetto e gli tesi la mano affinchè mi raggiungesse.
"Non mentire. Ho steccato quasi tutto il tempo." si lamentò lui avvicinandosi mentre gli mettevo le mani sui fianchi e lo facevo accomodare sulle mie gambe come al solito. Ormai ero diventato la sua sedia ambulante e questa cosa piaceva ad entrambi. Ci sentivamo a nostro agio in quel modo.
"Non è vero. Ti serve solo un pò più di pratica e fiducia delle tue abilità. Ce la puoi fare, non demordere."
"Lo dici proprio tu. Hai una voce pazzesca. Se già le persone si innamoravano di te solo per il tuo bell'aspetto, quando farai uscire il tuo primo singolo farai una strage di cuori." non riuscivo a vederlo in volto ma sentivo che stava arrossendo. Sorrisi e rafforzai la stretta sulla sua pancia appoggiando il mento sulla sua spalla.
"Non mi serve una strage di cuori. Vuoi cantare qualcos'altro?"
"No, preferisco ascoltare te. Cantami qualcosa."
"E' la prima volta che la faccio ascoltare a qualcun altro che non sia qui presente. Nemmeno mia madre l'ha mai ascoltata. Ti va di sentirla? E' importante per me."
"Voglio sentirla. Come si intitola?"
"Season of you."

Lo feci scendere dalle ginocchia e andai a prendere la chitarra, mi sedetti accanto a lui. Pizzicai le corde e poi iniziai a suonare l'introduzione. Mi sentivo nervoso ed emozionato, speravo di non sbagliare proprio davanti a lui. Volevo che sentisse quelle parole e che capisse la verità dietro di esse. Avevo scritto la prima bozza di quella canzone per ringraziare dell'amore e del supporto che i fans ci dimostravano, ma sapevo che una parte di quelle strofe, o forse quasi tutta, l'avevo riscritta pensando a lui. Non so se avrebbe capito cosa provavo, ma forse un piccolo miracolo poteva accadere. Lui era tutte le mie stagioni. Incrociai il suo sguardo e iniziai a cantare.

"You are the warm breeze that pass through me when my heart is shaking.
Like a morning sun that clear away my loneliness.
You are the drizzle wind that blow to delighted my heart
Like a shining star in the darkness night
You are every season that I’m waiting for, the only one in my heart.

In this world, there is any other words more than love
that I can repeat to you, how good do I feel for you.
All of my heart will be only for you.

You are the love song that I always listen every night.
You are the sweet dream on my longest night.
You are my today, Tomorrow and everyday

You are the last one that stop my heart.
You are every season that I’m waiting for, the only one in my heart.

In this world, there is any other words more than love
that I can repeat to you, How good do I feel for you.
All of my heart will be only for you.

In this world, there is any other words more than love
that I can repeat to you, How good do I feel for you.
All of my heart will be

In this world (in this world) there is any other words more than love (there is no other words)
that I can repeat to you, How much I love you.
All of my heart will be only for you."

Per tutta la durata della canzone non avevo mai abbandonato il suo sguardo. Era arrossito e l'emozione dei suoi occhi mi mise i brividi. Una lacrima solitaria gli scese sulla guancia e lui si affrettò ad asciugarla abbassando lo sguardo sul pavimento. L'atmosfera che ci circondava era alquanto elettrizzante. Se lo avessi abbracciato in quel momento mi avrebbe rifiutato? Se avessi fatto qualcosa in più di un semplice bacio? Avevo paura di rischiare tutto anche se lui ne valeva decisamente la pena. Se avessi incasinato la nostra relazione avremmo perso entrambi. Come avrei fatto senza di lui nella mia vita? Ci avevano dato più tempo per stare insieme e non lo avrei sprecato a farmi seghe mentali inutili. Dovevo accontentarmi. Dopotutto avevo già imparato dai miei errori, non volevo farne altri. Se si fosse allontanato odiandomi? Non lo avrei sopportato. Lui continuava ad ignorarmi ed io mi sentivo sulle spine. Dovevo fare qualcosa per smorzare l'atmosfera.

"Era così brutta?" gli chiesi appoggiando la chitarra al muro.
"No...io..."
"Ti ho lasciato senza parole? Era veramente brutta allora." dissi sconfortato stravaccandomi sul divano per poi chiudere gli occhi. Avevo fatto il passo più lungo della gamba e quello era il risultato. O non gli piaceva la canzone o cercava un modo per rifiutare il significato di quelle parole. In pratica avevo perso.
"Lasciami parlare. Per chi hai scritto questa canzone?"
"Per i fans che mi hanno sempre sostenuto e che continuano a farlo ancora, sostenendo anche te."
"L'hai scritta solo per i fans?" il suo tono di voce era quasi un sussurro. Come se avesse il timore di fare quella domanda. Forse era arrivato il momento di essere sinceri. Dovevo provarci.
"Inizialmente si...però più scrivevo le varie bozze più mi venivi in mente tu. Era un ringraziamento per loro ma era una dichiarazione per te. Per quello che sento per te." ammisi finalmente togliendomi un grande peso di dosso.
"Cosa senti per me?"
"Semplicemente ti amo...e non sto parlando di essere amici o fratelli. Sei la persona più importante della mia vita, non voglio perderti. Se quello che ti ho detto ti mette a disagio in qualche modo fai finta che tutto questo non sia mai successo. Dimenticalo. E' più importante essere al tuo fianco giorno per giorno che perderti per una canzone." chiusi gli occhi abbandonando la testa sullo schienale. Quel silenzio mi stava uccidendo, forse avrei fatto meglio a restare zitto. Io e l'amore non potevamo andare di pari passo. Forse avrei dovuto rinunciare a rincorrerlo.
"E se io non volessi dimenticare?"
"Come?" quelle parole mi fecero spalancare gli occhi e mi sporsi verso di lui per capire se avessi sentito bene.
"Se ti chiedessi di poter provare a fare andare il nostro rapporto in quella direzione? Vorresti provare a vedere dove ci portano i sentimenti?"
"Stai cercando di dire..."
"Vorrei provarci seriamente con te. Provo anch'io lo stesso per te." quando riuscì finalmente a incrociare il mio sguardo rimasi senza parole. Tutto ciò che sentivo era rispecchiato nella sua espressione.
"Io..."
"Questa volta ti ho lasciato io senza parole? E' raro che succeda. Forse dovrei ritirare l'offerta e..."
"Scordatelo!" lo strinsi tra le braccia così forte per paura che fosse tutto un sogno. Non riuscivo a crederci. Volevo che quell'abbraccio durasse in eterno. Non volevo più staccarmi da lui. Avevo sentito bene, vero? Non era soltanto la mia immaginazione?
"Aspetta, così non respiro!"
"Scusa, scusa. Va meglio?" allentai la stretta dal suo corpo quel tanto da poterlo guardare negli occhi ancora una volta. Non mi sarei mai stancato di farlo.
"Si...i tuoi abbracci sono abbastanza memorabili." ridacchiò lui contento.
"Piccolo sei sicuro di quello che hai detto? Su noi due intendo. Abbiamo una certa differenza di età e non vorrei che magari a causa della serie ti lasciassi influenzare dai sentimenti dei personaggi o che magari ti senti obbligato a dirmi di si perchè in qualche modo hai paura che ti volti le spalle e che avrai problemi con la tua carriera. Non farei mai nulla per nuocerti, non voglio metterti a disagio." ero felice ma allo stesso tempo spaventato da tutte quelle novità. Quello poteva essere un nuovo inizio per noi, ma non se ne sarebbe pentito più avanti? Quando lui mi prese il volto tra le mani il mio cuore perse un battito.
"Hai finito di dire scemenze? Se sono al tuo fianco in questo momento è perchè ho deciso di restare. Non mi sento in alcun modo obbligato a farlo, smettila di metterti in testa cose che non esistono. Io sono sicuro di questo." la sicurezza delle sue parole mi confortava. 
"Puoi ancora tirarti indietro."
"Vuoi essere picchiato? Resto qui...ma dove sono andati a finire tutti?" inclinò la testa per vedere attraverso la vetrata la stanza vuota.
"Ti preoccupi di loro in questo momento?"
"Speravo soltanto che non ci fossero occhi indiscreti...mi ero dimenticato di loro prima." a dire la verità non era l'unico ad averlo fatto, avevo abbassato la guardia per un momento cruciale della mia vita infischiandomene di tutto e tutti come un novellino. Ed io dovevo essere uno attento al pubblico che mi circondava.
"Vorrà dire che hanno capito di doverci lasciare da soli. Quindi adesso noi..."
"Quindi adesso noi...siamo più di fratelli che si amano?" la sua battutina mi fece venir voglia di prenderlo a sberle.
"Seriamente tesoro?"
"Ti stavo prendendo in giro. Ci stiamo frequentando seriamente?"
"Si. Faremo un passo alla volta, non affrettiamo niente. Verrà tutto con il tempo. Non voglio rovinare le cose ancor prima di iniziare. Tengo troppo a te per incasinare tutto." mormorai affondando la testa sul suo collo. Lo sentii massaggiarmi la schiena e mi rilassai sotto il suo tocco.
"Va bene, anch'io non voglio affrettare le cose. E' la prima volta che provo un sentimento così forte e non so ancora come gestirlo."
"Lo faremo insieme un pò per volta. Abbiamo iniziato a conoscerci come colleghi, poi siamo diventati amici intimi. Adesso stiamo per inoltrarci in una zona ancora inesplorata. Voglio tenerti al sicuro da tutto, dovremo essere il più discreti possibile."
"Ma se non lo siamo mai stati fino ad ora, come faremo adesso?"
"I fans credono che stiamo già insieme e quelli che ci conoscono ci provocano sempre prendendoci in giro. Non cambierà granchè, dovremmo tenere lo stesso comportamento di ogni giorno." mormorai non resistendo a dargli un bacio sul collo. Lo sentii rabbrividire e, imperterrito, continuai a provocarlo dandogliene altri.
"Beh, questo sarà solo un vantaggio visto che ci abbracciamo spesso. Dicono sempre che siamo talmente sdolcinati tra di noi che ci dimentichiamo persino di non essere soli."
"Per me è così ogni volta che mi sorridi. Esisti solo tu."
"E' proprio vero, siamo troppo sdolcinati." gemette lui quando lo sfiorai con la lingua. Mi strinse forte i bicipiti, come a volermi trattenere o a mandarmi via.
"Non me ne vergogno per niente. Sei troppo carino per non tenerti le mani addosso."
"Sicuro che nessuno ci stia filmando di nascosto?"
"Sicuro, Brian sa benissimo fino a dove possono arrivare senza invadere la nostra privacy. Avrà già informato tutti minacciando di denunciarli se qualcosa fosse stato postato senza il nostro consenso. Come ben sai, Brian è molto meticoloso nel suo lavoro." gli stuzzicai il lobo dell'orecchio con le labbra sentendolo andare a fuoco. Lo volevo mangiare.
"Forse è meglio rimetterci in ordine prima che qualcuno entri all'improvviso e farci sgamare subito." in quel momento non sembrava tanto convincente nel lasciarmi andare. Ridacchiai strofinandogli il naso sul collo mentre gli scompigliavo i capelli.
"Chi se ne frega! Cosa credi che stiano pensando in questo momento sapendo che siamo chiusi qui dentro da soli?"
"Non mi ci far pensare! Altro che essere discreti, qui è come sbandierarlo in lungo e in largo a tutti."
"Siamo carini come al solito, nessuno sospetterà che sia cambiato qualcosa tra di noi."
"Ne sei sicuro?" mi staccai lentamente da tutta quella tentazione e incrociai il suo sguardo dubbioso.
"Sii fiducioso. Non abbiamo mai dato conferma di niente e così sarà ancora. Sarà divertente vederli fare congetture assurde. Probabilmente già ci credono sposati con prole al seguito nascosta da qualche parte."
"Non prima di aver trovato i soldi per la mia dote! Poi ne possiamo parlare." ridacchiò lui abbandonando la testa sul mio petto.
"Ci stiamo appena frequentando e tu già mi parli di dote? Non stiamo affrettando un pò i tempi?"
"Non è la prima volta che ti parlo della mia dote, la sto ancora aspettando."
"Esigente la mia piccola peste. In questo momento vorrei proprio baciarti ma probabilmente è meglio che mi trattenga. Come hai detto tu qualcuno potrebbe entrare da un momento all'altro."
"Potremmo sempre far finta di recitare una scena del nuovo copione." mormorò lui sconsolato sfiorando con le dita i miei pettorali. Mi stava provocando e io stavo andando fuori di testa. Non era lui quello che cercava di interrompere le nostre effusioni?
"Ancora non ci hanno dato nessun copione. Non credo se la berrebbero. Dovremmo rimandare. Non mi hai ancora detto cosa ne pensi della canzone." gli ricordai con voce ansiosa. Volevo sapere la sua opinione, era molto importante per me. Si allungò verso il mio collo con un sorriso sulle labbra e mi sfiorò l'orecchio con le labbra.
"Amo la canzone quanto amo te, Teddy Bear." mi sussurrò per poi lasciarmi un lieve bacio sul lobo come a voler suggellare le sue parole. Ero perso.

Pochi minuti dopo, entrò Brian nella sala di registrazione e ci fece cenno per capire se poteva far entrare gli altri. Annuii tenendo ancora Alec sulle ginocchia infischiandomene dei nuovi arrivati. Non stavamo facendo niente di male e per noi quella posizione era normale, ormai tutti ci avevano fatto l'abitudine. A dire la verità nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro, non in quel momento. Avrei voluto dirgli tante cose e chiedergliene ancora di più ma gli avevo promesso di fare le cose con calma. Avevo ancora paura di spaventarlo e vederlo scappare da un momento all'altro. Dovevo calmare i bollenti spiriti per far funzionare quella relazione. Avrei fatto di tutto per lui. Gli diedi una pacca sulla coscia per farlo scendere e ripresi le prove di canto da dove avevamo interrotto. Cercai con tutto me stesso di non girarmi ogni volta verso Alec ma era come un magnete per me. Quando incrociavo il suo sguardo, mi perdevo in quel maledetto sorriso così dolce da farmi accelerare i battiti cardiaci. Adoravo quelle labbra, ancor di più quando dovevo baciarle. Adesso potevo farlo anche senza la scusa di provare una scena. Quante volte ci eravamo già baciati? Tutti baci veri fin dal primo, non avevamo mai finto ne durante le prove e nemmeno sul set. Mi ero gustato quei baci fino all'ultimo secondo, fingendo che fosse solo per lavoro e non solo per pura egoistica passione. Tutto era cominciato da quel provino, poi ci avevano detto che potevamo anche non baciarci in quel modo durante le prove ma Alec non li aveva ascoltati e mi aveva baciato a sua volta con trasporto. Quello era stato il nostro secondo bacio, mi aveva sorpreso la sua impetuosità e lo avevo seguito più che volentieri. Adesso eravamo arrivati al punto di desiderare baciarci seriamente per confermare la nostra relazione ma non poterlo fare liberamente perchè altrimenti ci avrebbero scoperto. Mi mancavano quei baci imposti, non vedevo l'ora di iniziare le riunioni per la lettura del copione. Almeno li avremo potuto essere noi stessi senza destare troppi sospetti. Quando cantai nuovamente la mia canzone sorrisi più volte nella sua direzione per essere ripreso dall'insegnante di canto che mi chiedeva più concentrazione. Forse non era stato un bene far restare li Alec, era solo una distrazione per me ed io dovevo lavorare. Però ero talmente felice in quel momento che avrei sorvolato sopra tutto. La piccola peste aveva detto di amarmi e questo batteva tutto. Ero stato fortunato ad averlo incontrato quel giorno e lo ero stato ancora di più quando aveva accettato i miei sentimenti senza scappare o fare scenate strappalacrime sui social. Lui non lo avrebbe mai fatto. Ne ero sicuro visto che era molto riservato per le cose più importanti ed io sapevo di esserlo.
Quando iniziai ad avere la voce rauca, dopo non so quanto tempo, dalla sala registrazioni dissero che per quel giorno avevamo finito e che ci saremmo rivisti tra qualche giorno. Li ringraziai di cuore mentre Alec si faceva avanti per porgermi una bottiglietta d'acqua aperta. Il solo sfiorarci le dita era una scarica di adrenalina per il mio corpo e dal suo sguardo si capiva che era lo stesso. Era meglio di un maggiordomo, almeno lui me lo potevo coccolare quanto volevo. Adesso avevo il via libera, non vedevo l'ora di trovarmi da solo con lui. Misi una braccio sulla sua spalla e lo guidai verso l'uscita seguendo la figura di Brian a pochi passi da noi. L'atteggiamento di quest'ultimo risultava un pò strano, ma non gli diedi molto peso. Conoscendolo, probabilmente già sospettava qualcosa. Era sempre stato abbastanza perspicace per alcune cose. Fuori, concordai con il mio manager di ritrovarci l'indomani e feci salire in auto Alec mentre Brian rimase ad aspettare il suo taxi. Accesi la nostra playlist preferita e avviai il motore. Non avevo nessuna fretta di raggiungere la nostra destinazione, volevo godermi il viaggio con lui e me la presi comoda. Non mi importava nemmeno del traffico.

"Dove stiamo andando?"
"La mia canzone ti ha fatto perdere la memoria? Non sapevo di fare questo effetto su di te." lo presi in giro divertito vendendolo mettere il broncio. Adoravo quel broncio.
"Non saprai mai che effetto fai su di me. Non ti darò questo vantaggio."
"Wow...stiamo appena provando a fare un passo avanti nella nostra relazione e già stiamo litigando per chi dei due è più in vantaggio sull'altro? Forse dovremmo rivalutare tutto e fare un passo indietro..."
"Se non la smetti te lo faccio fare io un passo indietro su un tombino aperto." mi minacciò lui dandomi una manata sulla spalla.
"Il gattino ha messo gli artigli."
"E sono affilati, stai attento."
"Ti porto a cena, poi decidi tu se vuoi essere riportato a casa oppure no."
"Preferisco restare accoccolato a te sul divano mentre ci guardiamo un film che non vedremo fino alla fine perchè ci addormenteremo di sasso abbracciati." mormorò lui rischiando di farmi schiantare contro un palo. Perchè doveva dire certe cose proprio in un momento simile? Altro che cena, qui rischiavamo di andare al pronto soccorso se non restava zitto.
"Di altre cose del genere e giuro che saltiamo la cena e ti chiudo a casa buttando via la chiave. Sei troppo carino!"
"Perchè non lo facciamo? A me sta bene." il suo sguardo languido mi stava perforando la testa. Non poteva essere così carino anche quando ci stava provando così sfacciatamente. Feci un respiro profondo per calmarmi.
"Tesoro ti prego! Sto cercando di fare il bravo ragazzo romantico. Non tentarmi in questo modo." lo supplicai distogliendo lo sguardo dal suo per concentrarmi sulla strada.
"Chi ha detto che voglio il bravo ragazzo?" la sua mano sul mio ginocchio dopo aver posto questa fatidica domanda mi fece andare in tilt. I pantaloni erano diventati di nuovo stretti.
"Basta...che piccola peste sfacciata che sei diventato. Altro che timido e introverso, ho creato un mostro. Adesso chiuderai quella dolce boccuccia e mi farai seguire i piani. Mi stai mettendo in agitazione."

Avevo prenotato un tavolo in un piccolo ristorante alla mano, poco pretenzioso e decisamente il più discreto possibile. Ci comportammo come al solito, era tutto nella norma a parte qualche sfioramento in più sopra e sotto il tavolo. Fu lui a fare piedino per primo e quasi mi caddero le posate dalle mani. Non riuscivo a gustarmi la cena, avrei preferito gustare lui piuttosto. Cosa mi era saltato in mente di portarlo a mangiare fuori? Potevamo benissimo farlo a casa mia, poi però era come obbligarlo a fare sesso con me ed io non volevo iniziare così la nostra frequentazione. Volevo andarci piano. Peccato che le mie intenzioni si stavano scontrando duramente contro quel suo mordersi il labbro e lo sguardo fisso sulle mie mani. Stava giocando sporco. Decisi di fare altrettanto e rispondergli per le rime. Chissà come avrebbe reagito. Iniziai a toccarmi il collo lentamente per poi scendere nella scollatura della camicia e fare casualmente slacciare un altro bottone. Alzai lo sguardo verso di lui e gli lanciai uno sguardo provocante, fissandogli apertamente quelle labbra morbide come se volessi mangiarle in un sol boccone. Mi portai una mano al petto, allargando la scollatura, per metterlo ancora più in mostra. Vediamo chi vince. Lo vidi deglutire a vuoto mentre diventava tutto rosso, comprese le orecchie, e abbassava lo sguardo al suo piatto per mangiare le patatine fritte. Non poteva battermi a quel gioco.

"Tutto bene piccolo?" sorrisi con fare innocente.
"Si."
"E' buona la cena?"
"Non so nemmeno cosa ho ordinato." mormorò lanciando la mezza patatina ormai fredda sul piatto. Gli era passato l'appetito e per lui non era una cosa facile.
"Bene."
"Potresti riabbottonarti la camicia? Non c'è nessuno da dover incantare con i tuoi pettorali." borbottò lui muovendo una mano verso la mia scollatura. Me la stavo godendo.
"Una persona c'è."
"Non hai bisogni di incantarmi, ci sei già riuscito tempo fa. Adesso allaccia quel bottone o lo farò io e non sarò delicato." lo sguardo irritato che mi lanciò valeva più di mille parole. La sua possessività aveva vinto a mani basse.
"Va bene, ci rinuncio. Hai finito?"
"Si."
"Andiamo."

Questa volta schiacciai sull'acceleratore a manetta per arrivare a casa il prima possibile. Mi sentivo uno di quei piloti di Formula 1, ma quando vidi Alec stringere la cintura persi un pò di velocità. Non volevo spaventarlo, lo volevo tutto intero e con ancora la voglia di stare con me. Ci mancava soltanto fare un incidente che avrebbe rovinato la serata. Alec mi posò una mano sulla coscia ed io sentii i brividi sotto il suo tocco. Quanto ci voleva ancora per arrivare a casa? Ero nervoso. Era una situazione strana, non era la prima volta che noi due ci trovassimo a un passo da metterci le mani addosso ma era sempre stato sulla scena. Adesso cambiava tutto ed io non sapevo come agire. Avevo una voglia matta di lui ma stavo entrando in paranoia come uno che non avesse ancora mai consumato. Che imbecille. Dovevo calmarmi. Finalmente parcheggiai, uscimmo in contemporanea dall'auto continuando a fissarci negli occhi. Perchè nella serie sapevo sempre cosa fare e in quel momento mi sentivo come un vergine in trepida attesa di vedere il suo primo porno? Ero regredito così tanto? Cosa diamine mi stava facendo Alec? Raggiungemmo l'ingresso e restammo fermi li, come a decidere come dovevamo muoverci. Lui si avvicinò di qualche passo sfiorandomi il colletto della camicia con un dito per poi fare lo stesso tragitto che avevo fatto io a cena arrivando a raggiungere il primo bottone chiuso. Lo slacciò lentamente ed io mi persi nei suoi gesti. Il gattino mi stava seducendo.

"Non avevi detto che dovevo coprirmi?"
"Adesso non serve più...è di troppo."
"Non siamo ancora entrati in casa."
"Mi porto già avanti...un bottone in meno...un altro..." continuò a slacciare imperterrito la mia camicia.
"Tesoro stai giocando con il fuoco." mormorai con il respiro affrettato.
"E' quasi un anno che sto giocando con il fuoco. Adesso vorrei bruciarmi. Dobbiamo iniziare qui o apri finalmente quella porta?"
"Al diavolo!"

Lo afferrai al volo e mi impossessai delle sue labbra con irruenza. Quanto avevo desiderato farlo per tutta la serata...per tutto l'anno ad essere sinceri. Sapevo già che sapore aveva la sua bocca, ma il quel momento era diverso. Era più dolce, più intenso. Non ne potevo fare a meno. Lo divorai toccandolo ovunque potessi, Alec gemette e questo incrementò i miei ormoni. Lo spinsi contro la porta e mi avventai sul suo collo mordendolo. I gemiti aumentarono mentre mi stringeva forte le spalle strattonandomi la camicia, il suo corpo tremò tutto. Mormorò il mio nome facendomi saltare alcuni bottoni nella furia della sua stretta. L'abbaiare di un cane mi riportò quel minimo di lucidità che mi fece finalmente aprire la porta di casa e trascinarlo dentro con me. Dovevo rallentare. Dov'era finita la mia promessa di prenderla con calma? Alec si riprese le mie labbra e iniziò a slacciarmi con mani tremanti la cintura dei jeans. Mi allontanai quel poco per riprendere fiato e misi le mie mani sopra le sue per fermarlo.

"Aspetta."
"Pensavo che tu..." aveva il fiato corto e lo sguardo disorientato.
"Si, pensavi bene. Lo voglio, ma forse stiamo correndo un pò troppo."
"Dam ti prego, quanto altro tempo ancora vuoi perdere per stare con me?" mi supplicò lui stringendo l'elastico dei miei boxer.
"Non voglio rovinare tutto."
"Damon! Ti sembra il caso di dire una cosa del genere quando la mia mano è dentro i tuoi pantaloni? Sul serio?"
"Eri tanto carino prima e innocente prima...cosa è successo?"
"Sei successo tu nel mezzo. Possiamo rimandare il discorso a dopo? Ti prego!" cercò di nuovo di liberare le mie mani dalle sue e scendere ma io strinsi i suoi polsi maledicendomi.
"Giuro, mi fai impazzire quando mi supplichi con quel tono di voce."
"Damon..."
"Aspetta. Inizia ad andare in camera...io devo andare un attimo in bagno."
"Non metterci troppo." mi disse lui scontento prima di correre verso la stanza padronale.
"Oddio, non ne uscirò vivo stasera!"

Mi chiusi in fretta in bagno e mi sciacquai il volto con l'acqua fredda per schiarirmi le idee. Stava andando tutto troppo in fretta ed io non riuscivo più a rallentare. Non volevo farlo. Aprii l'anta dell'armadietto e presi un preservativo dalla scatola insieme al lubrificante. Non li usavo da molto tempo, quindi mi misi a controllare la data di scadenza. Andavano ancora bene per fortuna. Ci mancava soltanto che dovevo andarli a comprare facendomi riconoscere da tutti o, peggio ancora, mandarci Brian e subire la sua paternale. Ricordavo ancora quando aveva comprato quel pacchetto sotto consiglio di mia madre, non sapevo da che parte andare a nascondermi. Feci un lungo sospiro per calmarmi e decisi che era arrivato il momento di affrontare il gattino arrapato. Raggiunsi in fretta la stanza sventolando la bustina del preservativo con la mano come se avessi vinto il primo premio in una gara piuttosto ardua. Il sorriso mi morì sulle labbra appena vidi la figura rannicchiata di Alec mentre dormiva dal suo lato del letto. Un leggero russare mi fece quasi scoppiare a ridere, era una situazione assurda. Scuotendo la testa, posai sul comodino quello che avevo in mano e mi sedetti accanto a lui. Allungai una mano per accarezzargli la testa e asciugargli un pò di saliva caduta sul mento, era stremato. Non lo avrei svegliato neppure con i cannoni, ormai la serata era finita. Gli tolsi le scarpe e lo avvolsi nella coperta, mi cambiai rapidamente e andai a sdraiarmi al suo fianco stringendolo tra le braccia. Affondai la testa nella sua spalla e annusai il suo odore. Gli lasciai un bacio sul collo e chiusi gli occhi.


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Ciao a tutti, ecco a voi il 6 capitolo. Non ho ancora ricevuto nessun commento quindi forse la storia non vi piace. Vorrei capire cosa ne pensate e se andare avanti oppure no a postarla.
Fatemi sapere. Buona lettura

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Capitolo 7
*** Nuovi problemi all'orizzonte ***


Behind your gaze 9
POV Alec

Sentivo caldo. Cercai di stiracchiarmi ma ero bloccato da un paio di braccia che mi stringevano da dietro. Guardai la mano intrecciata alla mia e sorrisi felice. Quella era una delle due mani per le quali impazzivo. Rafforzai la stretta portandomela alle labbra per posarvi un bacio. Sentii il suo fiato caldo soffiarmi sul collo e mi vennero i brividi. Quello era il miglior risveglio della mia vita. Qualcosa attirò la mia attenzione e aguzzai di più la vista verso il comodino. Un preservativo ancora chiuso e la confezione di lubrificante erano in bella vista di fronte a me, quasi a sbeffeggiarmi di quello che non era successo. All'improvviso, come un flash, mi tornarono in mente tutte le cose che erano accadute il giorno precedente. Mi ero addormentato! Non era possibile! Finalmente avevo avuto il coraggio di confessare i miei sentimenti ed ero a un passo da avere quel manzo prelibato di Damon Williamson tutto per me...ed io finivo per addormentarmi sul più bello? No. Cosa avevo fatto di male? Che figuraccia che avevo fatto. Come avrei potuto guardarlo di nuovo negli occhi dopo quello? Forse ero ancora in tempo a scappare prima che si svegliasse. Quando lo sentii strofinare il suo naso sul mio collo capii al volo che ormai era troppo tardi. Il manzo si era svegliato.

"Buongiorno piccolo."
"Buongiorno." il suono della sua voce mi fece solleticare certe parti del mio corpo ancora mezze dormienti. Perchè doveva essere così sexy fin dalla mattina senza nemmeno averlo davanti agli occhi?
"Come hai dormito?" quel suo continuare a strofinarsi addosso a me mi stava facendo impazzire.
"Come un sasso...scusami."
"Per che cosa?"
"Lo sai...la notte scorsa." balbettai a fatica quando iniziò a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio. Era uno dei miei punti deboli.
"Cos'è successo la notte scorsa?"
"Damon ti prego! Lo sai...mi sono addormentato proprio sul più bello." stavo morendo dall'imbarazzo. Per fortuna che in quel momento non era davanti a me, non sarei riuscito ad affrontare il suo sguardo.
"Penso di essermene accorto mentre entravo in camera con quelli in mano. Il tuo russare era veramente carino...per non parlare della bava alla bocca." lui ridacchiò divertito dandomi la mazzata finale.
"Ecco, adesso voglio veramente sotterrarmi." portai le mani agli occhi per coprirli.
"Non nasconderti, vieni qua." mi strinse più forte tra le braccia cercando di farmi girare verso di lui. Mi ribellai agguantando il materasso come ancora di salvezza.
"No."
"Tesoro apri gli occhi." mi supplicò lui con una vena di ironia quando finalmente riuscì a mettermi nella posizione desiderata. Afferrò i miei polsi per allontanare le mani dal volto ma non cedetti.
"No."
"Prometto di non prenderti in giro. Guardami." perchè non riuscivo a resistergli?
"Lo hai promesso." gli lanciai un'occhiataccia puntandogli un dito contro come avvertimento.
"Giuro. Non è finita così male la serata dopotutto. Noi due siamo ancora qua, abbracciati nello stesso letto, a parlare di ciò che non abbiamo fatto. Non ci sono ritrattazioni o fughe, come a volte succede dopo aver fatto sesso perchè si pensa di aver commesso un madornale errore. A volte succede anche solo dopo un bacio. Fidati. Quindi mi ritengo piuttosto soddisfatto di come è andata a finire la serata. Certo, era partita con un'idea fissa in mente ma va bene così. Non bisogna sempre affrettare le cose." la sincerità delle sue parole mi portò in uno stato di calma. Era spiazzante quell'uomo.
"Teddy ma io volevo farlo! Non era per affrettare le cose ma dopo un anno che ci giriamo intorno, annusandoci a vicenda come cani in calore, non ti sembra arrivato il momento di arrivare al sodo?" il mio tono petulante lo fece ridere di gusto. Posò le testa sulla mia spalla.
"Tesoro...è un anno che mi annusi come un cane in calore? Non so se trovarlo un complimento o sentirmi insultato."
"Idiota!" gli lanciai un pugno debole sul braccio per farlo finire di ridere. Tornò a fissarmi negli occhi con quel sorrisetto strafottente che faceva perdere la testa a chiunque, me compreso.
"Quindi è da un anno che ti piaccio?"
"Perchè fai domande stupide all'improvviso?"
"Perchè non me lo hai mai detto. Chiamami pure idiota, ma è la prima volta che mi confessi una cosa del genere. Nelle interviste dici di amarmi e giochiamo tra di noi ma questo è diverso. E' una cosa nuova. Sapevo di piacerti, ma non in questo modo."
"Teddy fidati, non guardo altri che te. Ci sei solo tu." mi affrettai a confermare fissandolo negli occhi. Volevo fargli capire la profondità dei miei sentimenti.
"Come faccio a non amarti? Sei troppo carino." mi prese il volto tra le mani sorridendomi felice. Avrei sempre voluto vederlo così. Spensierato e felice mentre guardava soltanto me.
"Se continui a chiamarmi così mi sembra di essere un bambino." finsi un broncio mentre mi lamentavo in modo infantile.
"Tu sei il mio piccolo." mi accarezzò la guancia con il pollice.
"Teddy...possiamo farlo adesso?"
"Sei eccitato?" mi chiese in un sussurro avvicinandosi di più a me.
"Non mi sembra di essere l'unico." mi strusciai su di lui mordendomi il labbro per provocarlo. Lo volevo a tutti i costi.
"Se ti muovi in quel modo non usciremo più da questo letto."
"Chi ha detto che voglio uscirci?"
"Al diavolo! Recuperiamo il tempo perduto!"

Damon mi si mise sopra e attaccò le mie labbra con ferocia. Non potei fare altro che seguirlo con gioia. Gli strinsi le braccia attorno al collo, avvicinandolo sempre di più, mentre sentivo la sua mano intrufolarsi sotto la maglietta e palarmi il torace con pressione. Oddio, mi sentivo morire. Avevo voglia di lui. Circondai il suo fianco con una gamba per avere più attrito tra i nostri corpi. Gemetti quando passò a baciarmi la mascella per arrivare fino al collo dove mi diede un piccolo morso. Gli sfiorai un capezzolo e lo sentii rabbrividire sotto il mio tocco. Avevo appena trovato uno dei suoi punti deboli, me ne sarei servito in futuro nei momenti migliori. Gli strattonai la maglietta facendola volare nella stanza mentre lui faceva lo stesso con la mia lanciandomi un'occhiata vorace. Era bellissimo in quel momento, mezzo nudo e con uno sguardo peccaminoso negli occhi. Quello sguardo raccontava una storia tutta sua che volevo ascoltare a tutti i costi. Gli toccai il petto per poi scendere sugli addominali, volevo graffiarlo per rivendicarlo come mio ma non potevo, presto avremmo avuto un nuovo servizio fotografico e non potevo lasciargli dei segni così evidenti sul corpo. Damon sorrise in modo sfacciato, sicuramente immaginando i miei pensieri, e si chinò di nuovo su di me lasciando tracce umide lungo il suo sentiero che lentamente lo portò al bordo dei miei jeans. Non riuscivo a staccare lo sguardo da lui, faticavo a respirare normalmente. Lui incrociò i miei occhi ed io non capii più niente. Voleva una mia conferma per andare avanti. Annuii leggermente, non fidandomi delle mie stesse parole. Soddisfatto della mia risposta, tornò a quello che stava facendo e iniziò a slacciarmi il bottone lasciandomi un bacio proprio sopra l'elastico dei boxer. Mi lanciò un'altra occhiata della serie voglio mangiarti e si passò la lingua sul labbro superiore facendomi quasi venire un attacco cardiaco.

"Damon stai ancora dormendo?"

Questa domanda ci fece raggelare all'istante. Ci eravamo dimenticati di Brian! Non lo avevamo nemmeno sentito entrare. Ci alzammo di scatto e iniziammo a rivestirci alla rinfusa come meglio potevamo nel tempo che ci rimaneva prima di essere scoperti. Lo sentimmo trafficare verso la cucina e accendere la radio ad alto volume.

"Damon come preferisce mangiare le uova Alec per colazione?"

Ed ecco che sentivo la bomba esplodere in lontananza. Brian sapeva tutto. Come avevamo potuto pensare di nascondere quel segreto a lungo? Sicuramente a Brian era bastato uno sguardo durante le prove di canto per capire subito cosa era successo tra di noi. Se lui lo aveva scoperto in un attimo, agli altri quanto tempo ci sarebbe voluto per fare altrettanto? Avevamo appena iniziato la nostra vera relazione e già era in pericolo a venire rivelata a tutti. Dovevamo stare più attenti. Damon ed io uscimmo dalla camera per raggiungere la cucina, eravamo entrambi agitati.

"Eccovi finalmente. Non avendo avuto nessuna risposta le ho fatte strapazzate per tutti. Vanno bene Alec?" mi chiese inutilmente visto che aveva già diviso le uova in tre piatti aggiungendo del pane appena tostato.
"Ah...si grazie." annuii nervosamente grattandomi un orecchio. Come dovevo comportarmi?
"Ragazzi, la prossima volta che uscite dalla stanza prendetevi il tempo per sistemarvi come si deve. Alec ha messo la maglietta al contrario...e poi quello è il pezzo di sopra del pigiama di Damon. E tu, mio caro, sembra che qualcuno li sotto non si è ancora calmato." fece un cenno al cavallo dei pantaloni del mio compagno.
"Merda!" Damon si portò le mani davanti cercando inutilmente di nascondere l'evidente sporgenza. Non sapevo se esserne lusingato o morire dall'imbarazzo. In quel momento, forse la seconda opzione.
"Alec, dovresti trovare un modo per coprire quei succhiotti sul collo prima di sbandierare tutto ai quattro venti. Ragazzi sembrate appena usciti da un video porno. Labbra gonfie, segni rossi ovunque e capelli in aria." Brian scosse la testa con un sospiro esasperato mentre si sedeva al tavolo di fronte al suo piatto.
"Brian abbiamo capito! Basta adesso."
"Sedetevi a mangiare prima che la colazione si raffreddi. Damon questo pacchetto è per te." gli disse allungandogli un sacchetto di carta anonimo.
"Che cosa hai...dannazione! Brian!" Damon lanciò un urlo rimettendo tutto dentro il sacchetto. Era stato talmente veloce che a mala pena avevo visto di cosa si trattasse, ma dalla sua reazione era facile intuirlo.
"Preservativi e lubrificante, prevenire è meglio che curare. Vi serviranno e, a quanto sembra, molto prima del previsto. Forse ne dovrei comprare degli altri." mormorò il manager digitando velocemente sul proprio cellulare. Stava facendo la lista della spesa? Aggiungere al carrello materiale per il divertimento sessuale del mio cliente? Quasi caddi dalla sedia mentre cercavo di sedermi.
"Alec attento!" Damon mi afferrò al volo aiutandomi.
"Grazie."
"Adesso è arrivato il momento di affrontare la questione spinosa. Ho aspettato un anno intero per affrontare l'argomento. Sapevo che ne avremmo parlato prima o poi. Per la cronaca, ho già avvisato Paul che si è subito preso un ansiolitico. Allora, chi inizia?"
"Alec ed io abbiamo deciso di iniziare a frequentarci sul serio. E tu non puoi ostacolarci." lo mise in guardia Damon con voce seria mentre l'altro lo osservava con tranquillità addentando la sua colazione.
"Bene. Come pensate di fare?" la stava prendendo meglio di quanto mi aspettassi.
"In che senso scusa?"
"Siete due attori sulla cresta dell'onda, tutti vi conoscono e non potete passare inosservati da nessuna parte. Non potete avere degli appuntamenti normali e, specialmente in questo momento, dovrete stare più attenti a non farvi vedere spesso insieme dopo il lavoro. Diminuite gli abbracci, ogni effusione di alcun genere e gli occhi languidi. Se vorrete vedervi dovrete farlo soltanto qui dentro, fuori da occhi indiscreti. Auto separate ed Alec potrà raggiungerti soltanto dopo aver fatto un giro lunghissimo per depistare qualsiasi fans o giornalista che lo stia seguendo. Non dovete dire niente a nessuno ed evitate di pubblicare troppe foto di voi due insieme. Se non è per lavoro, non presentatevi nemmeno nello stesso posto. Durante le interviste ricordatevi di non essere visibilmente innamorati. Un pò di distanza pubblica farà bene a tutti." commentò Brian annuendo, sembrava fiero di se stesso. Sicuramente questo era il comportamento standard che ci si aspettava all'interno della cerchia dell'industria dell'intrattenimento, ma non era troppo esagerato? Non mi sentivo del tutto a mio agio con quelle parole. Era come forzare una relazione nella direzione opposta e probabilmente avrebbe fatto più male che bene. Non potevamo fingere ciò che non eravamo.
"Così sarebbe persino peggio. Si faranno domande su cosa sia successo tra di noi, se abbiamo litigato e sul perchè siamo così distanti. Questo non si può fare, mi dispiace. Non lo accetto." Damon scosse la testa infastidito e vidi il suo manager sbuffare e alzare gli occhi al soffitto. Sapevo che non era del tutto sbagliato quello che aveva detto Brian, doveva pur esserci un compromesso per cercare di mandare avanti quella relazione. Io la volevo.
"Però Brian ha ragione."
"Vuoi mantenere le distanze? Così desteremo solo più sospetti." il tono brusco del mio compagno mi mise sull'attenti. Dovevo misurare le mie parole prima di parlare.
"Non questo, sono perfettamente d'accordo con te su ciò. Se mi hai abbracciato fino adesso e fatto sedere sulle tue gambe e all'improvviso cambiassimo le nostre interazioni abituali, uscirebbero dei titoli allarmanti sulle riviste di gossip. Brian però ha ragione per quanto riguarda le auto separate ed io che ti raggiungo senza farmi vedere da nessuno. Per me questa è come se fosse casa mia, non voglio portare persone estranee che invadono la tua privacy scattando foto che non vorresti veder pubblicate. Dovremmo stare più attenti...essere solo un pò più discreti senza esagerate. Una via di mezzo c'è sempre." gli strinsi la mano sul braccio per farlo ragionare. Lo vedevo ancora seccato ma, piano piano, il suo sguardo si stava ammorbidendo.
"Finalmente un ragazzo con un pò di giudizio. Damon dovresti ascoltare un pò di più il tuo fidanzato. Di solito sei tu quello più attento e scrupoloso su queste cose, mi sorprendi. In una sola notte hai fuso i neuroni del tuo cervello. Complimenti." la presa in giro di Brian mi mise in panico.
"No, non abbiamo fatto niente!" mi affrettai a dire imbarazzato.
"Alec non serve."
"Allora la situazione è più grave di quel che pensassi." sbuffò il manager passandosi una mano sugli occhi con fare esasperato. Dopo qualche minuto di silenzio, iniziammo a mangiare pure noi. Ormai era diventato quasi tutto freddo ma non importava. Avevo fame e un grande bisogno di mettere qualcosa sullo stomaco prima di far sentire a tutti il rumore di quella voragine vuota.
"Brian come hai capito che noi due..." provai a chiedergli ma fui interrotto dall'incessante suono di notifiche provenienti dal suo cellulare.
"Sul serio me lo chiedi? Basta guardarvi, sarebbe successo prima o poi. Era solo questione di tempo. Sono sorpreso soltanto che ci abbiate impiegato così tanto."
"Brian non dirlo ancora a mia madre. Vorrei dirglielo io quando me la sentirò di farlo." si intromise il mio compagno. Sapevo quanto tenesse a lei, era sempre stato onesto con sua madre su qualunque cosa.
"Damon è tua madre, non avrà nemmeno bisogno che glielo dica. Comunque sei fortunato, per oggi sei salvo. Ha l'agenda piena. Finite la colazione e andate a lavarvi, oggi c'è la riunione con Meg e gli altri sulla prossima stagione. Presto daranno il via ai casting per i nuovi personaggi."
"Brian anche tu hai dovuto prendere un ansiolitico?" gli chiesi con curiosità, vedendolo fin troppo tranquillo. Esasperazione a parte.
"Per il momento mi accontento dell'antiacido, anche se non sta funzionando molto bene." rispose lui toccandosi la pancia con una smorfia.
"Forse perchè l'acidità è nel sangue..." borbottò ancora un pò seccato Damon mangiando le ultime uova sul suo piatto.
"Nonostante la mia severità da manager volevo dirvi un'altra cosa da amico. Sono felice per voi ed era ora che facesse questo passo. A volte sarà difficile ma sono sicuro che insieme riuscirete a farcela."

Dopo colazione, ci preparammo velocemente aiutandoci tra di noi per mascherare succhiotti e pelle irritata. Nonostante il trucco fai da te, si notavano a chiunque avesse aguzzato bene la vista. Magari eravamo fortunati, cercai di pensare positivo ma avevo forti dubbi. Cosa aveva a posto della bocca Damon? Una ventosa? Durante le scene della serie mi lasciava sempre dei segni ma non erano niente in confronto a quelli che vedevo allo specchio in quel momento. La prossima volta gli avrei graffiato la schiena, un pò per uno. Salimmo sui sedili posteriori dell'auto e Brian mise in moto accendendo la radio a volume basso sul notiziario. La giornata era iniziata in modo inusuale...almeno per quanto riguardava le nostre effusioni tra le lenzuola e l'alza bandiera che ne era derivato. Peccato che non eravamo riusciti a concludere niente, a parte ricevere una grande frustrazione. Ero di malumore e, in più, ci si aggiungeva il nervosismo per incontrare i vecchi colleghi e fingere davanti a loro che non fosse successo nulla di rilevante tra di noi. Negare quello che finalmente eravamo diventati, quello che avevo sempre desiderato. Dovevamo farlo, ma non mi piaceva per niente. Sentii la sua mano stringere la mia e mi voltai a guardarlo. Il suo sorriso mozzafiato mi calmò all'istante. Mi girò la mano e incrociò le dita con le mie rafforzando la stretta per farmi sentire che non ero solo in quella situazione, ricambiai il suo sorriso massaggiando con il pollice il dorso della sua mano. Prese il cellulare dalla tasca e mise un auricolare nel mio orecchio e uno nel suo, fece partire la registrazione della sua canzone. Il ricordo del momento in cui l'avevo ascoltata per la prima volta mi tornò in mente facendomi emozionare di nuovo. Ero stato un momento prezioso per me, per noi. Sentire la sua voce nelle mie orecchie mi fece venire i brividi. Posò il capo sulla mia spalla e chiuse gli occhi, la sua serenità contagiò la mia. Mi sembrava di essere dentro a una bolla, meravigliosa all'interno e fragile se punta all'esterno anche solo con uno spillo. Volevo restare in quella bolla. Posai la mia testa sulla sua e restammo in quella posizione. Quando arrivammo a destinazione, ritornammo ai nostri posti prima di essere visti da occhi indiscreti. La bolla scoppiò.
Salutammo tutti e fummo accolti da abbracci e baci come se non ci vedessimo da anni. James si buttò sulle spalle di Damon abbracciandolo da dietro ridendo a crepapelle per averlo spaventato. Non ero geloso del mio amico, dopotutto si conoscevano da anni, ma mi disturbava lo stesso vederlo così in intimità con il mio uomo. Mi imposi di non reagire ma a quanto sembrava non servì a nulla. Sentendosi osservato, James incrociò il mio sguardo e mollò la presa in un secondo. Fece un cenno con il capo nella mia direzione e un mezzo sogghigno gli spuntò sulle labbra. Non prevedevo nulla di buono. Che avesse sospettato qualcosa? No, impossibile. Meg e Claire iniziarono la riunione parlando dei nuovi progetti per la seconda stagione e del copione che ci avevano dato in mano. Quella era una prima revisione, come al solito ci sarebbero stati alcuni cambiamenti tra dialoghi e scene. A volte ci lasciano persino improvvisare, metterci qualcosa di nostro dentro la serie. Quando Claire disse che aveva dovuto cambiare il finale della novel, perchè il personaggio di Damon moriva per un incidente nell'ultimo capitolo, mi si strinse il cuore. Aveva veramente avuto il coraggio di fargli fare una brutta fine su quelle pagine? Se me lo avesse detto prima non sapevo se avrei accettato di firmare di nuovo il contratto. Per fortuna aveva cambiato idea, il solo pensiero di vedere Damon raffigurare la sua morte mi faceva venire i brividi. Non sarei mai stato pronto a una cosa simile. Lui era un bravo attore e sicuramente sarebbe riuscito a interpretare piuttosto realisticamente la scena. Forse fin troppo realisticamente da farmi male. Avevo già dovuto assistere alle sue memorabili scene di pianto nella scorsa stagione, dove avevo dovuto aiutarlo ad uscire dal personaggio perchè non riusciva a smettere di piangere. Aveva avuto troppe emozioni in corpo per interpretare quelle scene. Aveva pianto per ore ed io non avevo lasciato nemmeno per un secondo la sua mano. Aveva avuto bisogno di me. Sicuramente Claire aveva aggiunto qualche altra scena strappalacrime di pathos, ma il funerale no. Me ne sarei accertato in prima persona. Al termine della riunione, ci disperdemmo nella stanza a fare rimpatriate a piccoli gruppi. Mi erano mancati tutti, li sentivo in chat ma dal vivo era tutta un'altra cosa. Nonostante la distanza, Damon ed io non ci perdevamo mai di vista. Sapevamo entrambi dov'era l'altro e con chi stesse parlando, era come flirtare da lontano con lo sguardo. C'era molta aspettativa, era eccitante. Lo vidi ridere e sorrisi di rimando, era stupendo. Quanto avrei voluto essere da solo con lui e stringerlo tra le braccia. Una pacca sulle spalle mi distolse da pensieri libidinosi e mi concentrai sul nuovo arrivato. Il ghigno ironico di James mi mise di nuovo in allarme.

"E' da tanto che non parliamo un pò noi due da soli." affermò lui mettendosi davanti a me. Cercai di allungare il collo ma avevo perso di vista il mio obiettivo. Dov'era finito? Dannato James!
"Già...hai visto Damon?"
"Appunto. E' andato a parlare con Meg, tornerà presto."
"Lo so, non sono preoccupato." annuii aggrottando la fronte continuando a guardarmi intorno finchè non vidi di nuovo la sua ampia schiena.
"Certo. Alec ti ricordi che abito a pochi passi da Damon?"
"Si, perchè?" non diedi troppo peso a quella domanda, continuai a fissare quella schiena. Avrei tanto voluto esplorarla minuziosamente tutta con le labbra. Mi mancava il suo sapore.
"Ieri sera stavo portando a spasso il cane e ho visto dei movimenti strani verso l'ingresso di casa sua. Non era molto chiaro perchè c'era buio, ma ho sentito un pò di gemiti e il rumore di qualcosa che sbatteva contro la sua porta. Tu ne sai qualcosa?" mi voltai di scatto verso di lui guardandolo allarmato. Stava succedendo quello che temevo di più.
"Sicuro che non fosse la porta sbagliata?" provai a insistere nella speranza vana che credesse a quella scusa così banale. Lui lo sapeva e sogghignò divertito.
"Conosco benissimo la casa di Damon. Anche da ubriaco riuscirei a raggiungerla tranquillamente."
"Sei andato a casa di Damon quando eri ubriaco? Lo fai ancora?" gli chiesi tornado serio mentre gli lanciavo un'occhiataccia di avvertimento.
"Wow...sento una nota di gelosia nelle tue parole." alzò le mani in aria con fare innocente. Se la stava godendo in quel momento.
"Non sono geloso, ma evita di andare da lui in quelle condizioni. E, per ogni evenienza, avvisa prima di passare da casa sua."
"E' un consiglio o una vaga minaccia?"
"E' solo un dato di fatto. Anche Damon ha diritto alla sua privacy." insistetti evitando di guardarlo negli occhi. Era durato un battito di ciglia il segreto sulla nostra relazione. Se avessi continuato in quel modo lo avrebbero scoperto tutti.
"Che tenero. Capisco perchè il mio amico è tanto preso da te. Quell'occhiataccia di prima era come essere trafitti da diversi set di coltelli affilati. Ha fatto male." fece una finta smorfia dolorante mentre si massaggiava una spalla per ribadire il concetto.
"Quanto parli. E' solo nella tua immaginazione." scossi la testa esasperato mentre gli davo una piccola spinta.
"Allora, se in questo momento mi avvicinassi a Damon e lo abbracciassi da dietro, come avevo fatto prima, posso farlo tranquillamente giusto? Non è che dopo ritroverebbero il mio corpo senza vita in qualche cassonetto all'angolo?"
"Che esagerato. Dici tante scemenze James." ridacchiai divertito per mascherare l'imbarazzo crescente.
"Ecco Damon, vado un attimo da lui..."
"Fermo!" lo bloccai immediatamente afferrandolo per un braccio. Sapevo benissimo che stava giocando con me ma non era più divertente. Eravamo amici e doveva capire anche lui certi limiti.
"Bene little Roberts, raccontami. Sono tutto orecchie."
"Non c'è nulla da dire...solo cerca di rispettare la sua privacy."
"Va bene, rispetterò la vostra privacy. Se non vuoi dirmi niente lo accetterò. Rendi felice il mio amico e fai in modo di essere ricambiato, anche se dai sorrisi che avete non c'è da preoccuparsi di questo. Cercate di non dare troppo nell'occhio, siete troppo abbaglianti insieme. Rischiamo di rimanere tutti accecati."
"Chi è che rimane abbagliato?" come un fulmine a ciel sereno, Damon mi abbracciò da dietro appoggiando la testa sulla mia spalla. Non avevamo detto di essere più discreti? Cercai di scrollarmelo di dosso ma lui rafforzò la stretta. Era inutile.
"Ed ecco arrivare il lupo alla ricerca del suo agnellino da mangiare. Hai fame amico?" gli chiese James sornione alzando le sopracciglia nella nostra direzione.
"Tanta fame, ma aspetterò. Prenderò giusto uno stuzzichino prima del grande pasto." sfiorò il mio collo con le labbra stando al gioco. Il mio cuore stava scoppiando.
"Oddio, ecco come ci si sente spaventosamente single e in astinenza in un colpo solo. Siete il colpo di grazia per chiunque vi stia intorno. Smettetela, siete troppo ovvi." sventolò una mano di fronte a se come a volerci spazzare via con finto disgusto.
"Ovvi a fare cosa? Siamo sempre gli stessi. Noti qualcosa di diverso?"
"Praticamente tutto amico. Non credo nemmeno di essere l'unico ad essersene accorto."
"Non confermo ne nego niente. Soltanto, la prossima volta, fai fare un giro da un'altra parte al tuo cane...magari più lungo. Riconoscerei il suo abbaiare isterico lontano un miglio. Ha interrotto proprio sul più bello." se non fosse stato ancora alle mie spalle avrei preso una pala per sotterrarmi. Mi andarono a fuoco le orecchie.
"A dire il vero sono stato io a..." mi intromisi per non dare tutta la colpa al cane di James ma il nostro amico mi interruppe non volendo ascoltare le mie parole.
"Stop! Le mie orecchie vergini! Porterò il mio cane lontano da quella casa infestata da assatanati."
"A tale proposito, James ci devi fare un favore per tutte le volte che ci hai preso in giro e per quello che dirai in futuro."
"Non avevamo detto di essere discreti e non dire niente a nessuno?" gli sussurrai picchettando sulla sua mano.
"Si ma lui è James, ci conosce entrambi piuttosto bene e poi è la miglior copertura a nostra disposizione essendo un mio vicino di casa."
"Adesso mi sfrutti come copertura? Ricordi la tua promessa?"
"Si, va bene. Ti preparerò un pasto al giorno per un mese intero. Affare fatto?" gli chiese cambiando posizione per mettersi al mio fianco, il suo braccio sulla mia spalla. Poteva sembrare uno dei nostri gesti abituali, ma io di certo non lo sentivo tale.
"Ci sto."
"Aspettate un attimo...su cosa avete scommesso?" cosa diamine volevano dire quei due? Mi stavano nascondendo qualcosa.
"Damon non credeva che tu volessi qualcosa di più di quello che già avevate. Io gli ho detto che finchè restava nello stanzino delle scope non lo avrebbe mai saputo e ho scommesso che tutto questo sarebbe successo. Ho vinto." raccontò con orgoglio James.
"Tu ci hai barattato per un mese di pasti fatti in casa?"
"Non è un problema tesoro, ci abbiamo guadagnato tutti da questa scommessa." mi sorrise Damon rafforzando la stretta sulla mia spalla.
"Il mio stomaco di certo si. Cosa mi cucini oggi di buono?"
"Un calcio in culo! Oggi Damon non cucina niente, è impegnato." quasi ringhiai contro James guardandolo male.
"A cucinare te?" ci prese in giro il nostro amico annuendo.
"Sempre, ha un così buon sapore." il naso che strofinò sul mio collo mi fece rabbrividire. Oddio, voleva mangiarmi?
"Mi sta venendo il diabete. Leggerete il copione a casa insieme? Siete pronti a interpretare i vostri personaggi dopo sette anni di vita di coppia? A quanto ho capito ci darete dentro di brutto in praticamente tutti gli episodi. Farete molta pratica a casa?"
"Tranquillo, ci eserciteremo appena tornati a casa. Non vedo l'ora." perchè continuava a flirtare in quel modo?
"Dam taci!" gli diedi una gomitata sul fianco facendolo allontanare di qualche passo.
"Cosa sta succedendo qui? Sento puzza di sdolcinatezze." si intromise nel discorso Thorn mettendo un braccio sulla spalla di Damon.
"All'ennesima potenza!" annuì esasperato James.
"Si sono dichiarati finalmente?"
"Damon non conferma e nega niente."
"Allora è un si. Congratulazioni fratellino, era ora." il mio cognato delle scene battè una mano sul braccio di Damon.
"Togli quel braccio da lui."
"Wow...possessivo baby A." Thorn ritirò immediatamente la mano.
"Il mio piccolo gattino arruffato che mostra gli artigli. Sei così carino tesoro." mi sussurrò all'orecchio Damon.

Il segreto che doveva rimanere tale ormai non era più un segreto. I membri della serie che ci erano più vicino sapevano e gli altri lo sospettavano come al solito, forse un pò di più. Dopo aver discusso un altro pò del copione e ricevuto altre prese in giro dai colleghi, decidemmo di andare a pranzare tutti insieme. Ci divertimmo raccontandoci dei mesi passati in lontananza. Damon fece l'intrattenitore e vidi molte persone pendere dalle sue labbra divertite. Spesso diceva di se stesso che non era una persona divertente ma non era vero, lui mi faceva ridere e non ero il solo a reagire così. Era magnetico, non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. Avrei tanto voluto tornare a casa sua e ribaltare quel letto king size con lui. Avevamo ancora qualcosa in sospeso e la frustrazione non era scomparsa. Più continuavo a fissargli le mani più mi veniva voglia di averle su di me. E quelle labbra...oddio, dovevo finirla! Stavo uscendo fuori di testa e decisamente il cavallo dei miei jeans si era fatto decisamente stretto. Presi con mano tremante il bicchiere d'acqua per cercare di calmare la libido. Incrociai lo sguardo attento di James dall'altra parte del tavolo che stava sogghignando divertito. Che gli venisse un accidente! Non poteva guardare da un'altra parte? Non eravamo lo spettacolo del giorno. All'improvviso, una mano strinse la mia sotto il tavolo e tutto cambiò. Sentii soltanto del lieve brusio come sottofondo, la mia concentrazione era soltanto sul calore di quella mano. Evitai di girarmi verso di lui ma intrecciai la mia mano alla sua e restammo così. Mi sentivo in pace.

POV Damon

Nonostante ne fossimo entrambi contrariati, avevo dovuto riportare Alec a casa dopo aver ricevuto una chiamata da parte di sua madre. Il suo tono era urgente e non ammetteva repliche, la mamma prima di tutto. Lo avevo lasciato di fronte alla porta senza avere nemmeno la possibilità di salutarlo come volevo, dovetti accontentarmi di un tocco leggero di mano e di sguardi carichi di promesse. Mi incontrai con Brian e gli altri della compagnia per partecipare a un'altra delle loro solite riunioni dove volevano impormi certi marchi solo per incrementare i loro profitti. Non guardavano in faccia nessuno quando si parlava di soldi e non facevano altro che sottolineare che ero un loro prodotto e, finchè non fosse scaduto il contratto, dovevo stare alle loro regole. Certo, potevo scegliere alcuni sponsor proposti da loro ma ero molto limitato e spesso costretto ad accettare lavori che non volevo. Negli ultimi tempi il mio rapporto con l'agenzia si stava facendo più burrascoso e loro sapevano di avere il coltello dalla parte del manico, quindi sfruttavano al meglio la situazione. Peccato che il loro meglio non era il mio. Nell'arco dell'ultimo anno ero riuscito piano piano a mettermi un pò di soldi da parte con l'intenzione di sciogliere quel maledetto contratto che mi legava stretto come un cappio al collo. Ancora non lo sapevano ma presto sarei stato libero di scegliere cosa veramente volevo fare. Non avrebbero più avuto l'esclusiva. Avrei finalmente fondato una casa di produzione a mio nome scegliendo personalmente i miei collaboratori, dando la possibilità a nuovi talenti di farsi avanti senza giocare al gatto e al topo come la mia agenzia aveva fatto fino adesso con me. Le difficoltà ci sarebbero state ma le avrei affrontate con calma e professionalità man mano che si facevano avanti. Nervosamente, girai l'anello al pollice nella speranza di calmarmi e non sbottare irritato di fronte alla proposta del mio capo. Quanto ancora avrei dovuto reggere quella situazione? Ero grato a loro di avermi aiutato con la carriera, ma era arrivato il momento di cambiare. Non potevo più stare fermo li. Scambiai un'occhiata d'intesa con Brian e uscimmo da quella stanza promettendo di riflettere sulla proposta in questione. Saliti in macchina, potei finalmente stravaccarmi sul sedile e chiudere gli occhi per un secondo per riordinare le idee. La testa mi pulsava e mi faceva male il collo. Avevo bisogno di una pausa.

"Damon tutto bene?" mi chiese Brian con tono preoccupato.
"Sono solo stanco di sentirli."
"Capisco. Presto lascerai l'agenzia e potrai fare i tuoi interessi." oltre alla mia famiglia e ad Alec, lui era l'unico del mio staff a sapere cosa stavo progettando. Non voleva darmi consigli in merito perchè avrebbe remato contro il suo datore di lavoro ma supportava la mia idea.
"Mi sembra di dover aspettare ancora molto. Loro parlano parlano ma sembra sempre che non gli interessi così tanto il mio giudizio. Dicono sempre tranquillo l'ultima parola è la tua ma mentono così sfacciatamente senza nemmeno fare finta che sia vero. Non ce la faccio più." sbuffai infastidito prendendo il cellulare in mano.
"Oggi puoi rilassarti, non hai altri impegni in agenda. Domani hai delle interviste con Alec per promuovere dei prodotti. Poi dovrai fare le prove per la tua serata. Hai bisogno che lo chiami per chiedergli di raggiungerti a casa?"
"Non c'è bisogno grazie, gli mando un messaggio. L'unica cosa che mi disturba nel mollare l'agenzia è dover lasciare anche te. Vorrei tanto che mi seguissi ma capisco che non puoi."
"Lo vorrei tanto anch'io Damon. Non sarò più il tuo manager ma potrei essere tuo amico." incrociò il mio sguardo nello specchietto.
"Tu sei già mio amico. E poi dove lo trovo qualcuno disposto a comprarmi preservativi e lubrificante per fare sesso protetto?" ridacchiai divertito.
"Stai zitto o la prossima volta te li faccio comprare da tua madre. Sarà felice di prendersi cura delle esigenze del figlio e di suo genero."
"Non dirlo nemmeno per scherzo." borbottai orripilato al solo pensiero di quella minaccia.

Brian rise divertito e girò ad un incrocio. Aprii la chat con Alec e digitai un messaggio nella speranza che rispondesse in tempi brevi. Avevo voglia di vederlo.

"Sto per tornare a casa. Hai finito con tua madre e Paul?"
"Si."
"Tutto bene piccolo?"
"Diciamo che volevo mandarti un SOS ma non sapevo se disturbavo."
"Non disturbi mai. Riesci a venire a casa o hai bisogno di un passaggio?"
"No grazie, mia madre deve passare da quelle parti. Mi darà un passaggio lei."
"Va bene, ci vediamo dopo."
"A dopo."

Mi misi gli auricolari e selezionai una playlist per rilassarmi. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare. La musica mi trasportò lontano, accantonai i problemi con l'agenzia e mi concentrai sulle parole di una famosa canzone d'amore di John Legend. La canticchiai mentre immagini di Alec tra le mie braccia mi venivano in mente come dei flash. Era come sentire ancora l'odore della sua pelle e il sapore della sua bocca. Cavolo! Se non la smettevo con quei pensieri mi sarei fatto venire un'erezione davanti a Brian e allora si che mi avrebbe preso in giro a vita. Cambiai canzone e optai con Happy di Pharrel Williams, decisamente più vivace senza che toccasse certi argomenti. Abbastanza tranquilla per il momento per non avere certi pensieri. Però avrei potuto sfruttare quella canzone più tardi. Ridacchiando, intonai il ritornello facendo cantare anche Brian a squarciagola. Quello era uno di quei ritornelli che ti prendevano sempre.
Quando entrai in casa, decisi di preparare qualcosa di veloce da far mangiare ad Alec, conoscendolo avrebbe avuto fame appena varcata la soglia. Era meglio anticipare le sue voglie piuttosto che sentirlo borbottare tutto il tempo. Non volevo che la piccola peste mettesse il broncio, anche se quando lo faceva era adorabile. Talmente tanto da far fatica a tenere le mani a posto. Adesso potevo anche non farlo più visto l'evolversi del nostro rapporto. Diedi una rapida sistemata alla camera e aspettai impazientemente il suo arrivo mettendo un pò di musica pop. Iniziai a improvvisare qualche balletto al ritmo dei BTS mentre prendevo la brocca d'acqua dal frigorifero. Continuai a ballare cercando di non far cadere l'acqua per terra, quando portai a termine il compito mi voltai canticchiando finchè non mi trovai davanti l'espressione divertita di Alec. Smisi di ballare all'istante.

"No ti prego, continua! Era interessante quel movimento di bacino. Me lo faresti rivedere?"
"Intendevi questo?" iniziai a muovermi di nuovo a ritmo verso di lui, però questa volta in modo provocante. Vidi le sue orecchie arrossire vistosamente mentre continuava a fissarmi come se fosse un'assetato nel deserto. Lo provocai ancor di più passandomi la lingua sul labbro e guardandolo con occhi di fuoco. Lo vidi deglutire a vuoto e sogghignai con perfidia. "Così va bene? O vuoi vedere ancora?"
"Se me lo chiedi proprio in questo momento, vorrei vederti senza vestiti e legato al letto alla mia mercè. Abbiamo ancora qualcosa in sospeso se non ricordo male."
"Ed è proprio per questo che ci arriveremo con calma. Oggi non abbiamo fretta. Nessuno dei due ha altri impegni e mi sono assicurato che Brian restasse fuori da questa casa fino a domani per pranzo. Poi ci raggiungerà con Paul per iniziare a fare le interviste della giornata." gli strinsi la vita accorciando la distanza tra di noi.
"Pensavo che saremmo passati al sodo." mise il broncio picchettando i pugni contro le mie spalle. Era tenero.
"Ci arriveremo, te lo prometto. Volevo avere un primo appuntamento con te. Non posso offrirti un'uscita fuori. Potresti accontentarti di una cenetta tranquilla, noi due accoccolati sul divano a giocare e poi a passare la notte insieme? Prometto che non te ne pentirai."
"Non mi sono mai pentito con te, non inizierò a farlo adesso. Vada per il tuo appuntamento romantico...purchè finisca con i cubetti di ghiaccio. Non so se ci siamo capiti." alzò le sopracciglia sorridendo divertito. Come facevo a dimenticarmi dei cubetti di ghiaccio? Quante volte avevamo dovuto rifare quelle scene?
"Ci siamo capiti, non preoccuparti. Vieni a sederti sul divano e rilassati. Al resto ci penso io."

Sembrava strano per due persone che si vedevano praticamente tutti i giorni, ma trovavamo sempre degli argomenti su cui parlare. Dal più sciocco al più serio, non mi stancavo mai di discutere con lui anche delle minime cose più  insignificanti. Mise il broncio quando fui contrario su alcune cose riguardanti gli sponsor che ci volevano come nuovo volto per vendere i loro prodotti. Non sempre andavamo d'accordo, era normale, ma non volevo che la serata si guastasse. Proprio non quella sera. Lo presi tra le braccia, baciandolo sul collo per placare qualunque risposta potesse venire dalle sue labbra. Riuscii nell'intento di ammorbidirlo e lo girai in modo da fargli un massaggio sulle spalle, che apprezzò con un mugolio felice. Lo sentii rilassarsi sotto le mie dita. Lui si accoccolò meglio contro la mia schiena giocherellando con una mia mano, gli erano sempre piaciute. Molti dicevano di essere attratti dalle vene che partivano dalle braccia per finire sul dorso delle mani, non ne capivo il motivo. Per me erano soltanto delle vene varicose in superficie, nulla di rilevante. Ma se era un motivo in più per essere riconosciuto e attirare gli sguardi delle persone, allora perchè non metterle in mostra? Mi stava bene. Ancora di più adesso, visto che al mio uomo piacevano e le stava toccando. Quella parola mi fece venire le farfalle nello stomaco. Il mio uomo. Alec era diventato il mio uomo, ancora non mi sembrava vero. Lo imboccai con della frutta mentre mi stava raccontando delle barzellette assurde. Sembrava un bambino eccitato che parlava con la bocca piena e gli occhi ridenti. Troppo carino per resistere a toccarlo. Decidemmo di giocare con i videogiochi sfidandoci a vicenda, chi perdeva una vita era obbligato a fare qualcosa che l'altro voleva. Non poteva andare meglio di così. Era una sfida all'ultimo sangue e ci divertimmo come non mai a fare cose sceme e imbarazzanti. Non avevo mai riso così tanto.

"Sei un uomo fortunato." mi disse cercando di riprendere fiato dalla sua metà del divano.
"In questo momento mi reputo tale...a parte quando mi hai fatto bere del latte con il ketchup. Era disgustoso." borbottai con una smorfia mentre mi toccavo lo stomaco. Sentivo ancora il sapore di quella bevanda in bocca, nonostante mi fossi fatto più volte gli sciacqui con il collutorio.
"Ma non te l'ho fatto bere tutto, solo qualche sorso."
"Grazie tante." lui rise al mio broncio e mi posò una mano sul ginocchio.
"Comunque stavo parlando di mia madre. Voleva venire a scambiare due parole con te, è da quando sono tornato a casa che ho cercato di convincerla a non farlo. Non so fino a quando riuscirò a trattenerla." tornò serio massaggiandomi il ginocchio lentamente.
"Ha saputo di noi?" mormorai sentendomi in colpa. Forse avremmo dovuto gestire la faccenda diversamente. Mi dispiaceva averlo lasciato da solo ad affrontare sua madre. Dovevo essere con lui.
"Paul le ha detto tutto."
"Va bene. Prima o poi lo avrebbe scoperto lo stesso. Forse avresti preferito dirglielo tu."
"Forse...ma non avrei saputo come affrontare l'argomento. Non so se lo abbia già detto a tua madre, ho pregato di non farlo ma la sua faccia non era molto contenta. Mi dispiace."
"Tranquillo. Il fatto che il mio cellulare non stia squillando è un buon segno. A meno che non si trovi già nelle vicinanze e ce la ritroviamo a casa a farci il terzo grado." sospirai scrollando le spalle.
"Beh, me lo sono beccato io per tutto il pomeriggio. Tante raccomandazioni sull'essere previdenti in tutti i sensi. E' la prima volta che la sento dirmi di stare attento e di usare molto lubrificante. Stavo morendo." scoppiai a ridere al suo evidente imbarazzo. Mi dispiaceva prenderlo in giro per questo ma immaginavo la scena con Mary che gli puntava un mestolo contro impartendogli la lezione su quale lubrificante fosse meglio comprare.
"Da quello che dice tua madre, sembra che io abbia un pitone nei pantaloni che sta per deflorare il suo povero bambino innocente. Non so se ridere o piangere." mi nascosi il viso tra le mani.
"Da quello che ho sentito finora, puoi benissimo nascondere un pitone piuttosto vivace e rigido. E comunque, io sono innocente!" mi tirò un leggero calcio alla gamba per affermare le sue parole.
"Vallo a raccontare a qualcun altro, fino a ieri sera ribadivi il concetto che volevi il cattivo ragazzo." gli afferrai il piede e iniziai a massaggiarlo.
"E lo voglio ancora...voglio solo te. Quello buono, quello cattivo, quello che si prende cura di me e quello che mi provoca il fuoco dentro. Tu sei tutto questo. Sei come un fuoco d'artificio, illumini la mia vita di mille colori. Sei il mio sole." la sua espressione dolce mi colpì il cuore.
"Tu sei troppo tenero. E poi sarei io quello romantico?"
"Teddy hai preparato anche qualche canzone?" mi chiese indicando la chitarra che avevo lasciato appoggiata alla parete.
"Non può mai mancare la musica."
"Uomo previdente. Stai un pò troppo sfruttando il fatto che non so resistere alla tua voce."
"Quella è l'idea di fondo." sorrisi allungandomi per prendere la chitarra e iniziando a pizzicarne le corde.
"Cosa mi canti?" la sua vocina tenera era nettamente in contrasto con lo sguardo lussurioso dei suoi occhi.
"Vediamo se la indovini." mormorai suonando le prime note di All of me di John Legend, la canzone che avevo ascoltato in macchina. Era arrivato il momento di mostrare i miei assi nella manica e vedere quanto avrebbe resistito.

"What would I do without your smart mouth?
Drawin' me in, and you kickin' me out
You've got my head spinnin', no kiddin'
I can't pin you down
What's going on in that beautiful mind?
I'm on your magical mystery ride
And I'm so dizzy, don't know what hit me
But I'll be alright
My head's under water
But I'm breathing fine
You're crazy and I'm out of my mind
'Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me, I'll give my all to you
You're my end and my beginnin'
Even when I lose, I'm winnin'
'Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh-oh
How many times do I have to tell you
Even when you're crying, you're beautiful too?
The world is beating you down
I'm around through every mood…"

Non lo avevo perso di vista un attimo dall'inizio della canzone. Le parole di John Legend avevano fatto l'effetto sperato. Era eccitato almeno quanto me. Lo vidi deglutire a vuoto mentre mi fissava le labbra con desiderio. Volendo metterlo ancor di più a dura prova, continuai a suonare la chitarra cambiando il ritmo e note. Intonai la mia canzone mangiandomelo con gli occhi. Ormai era diventata la nostra canzone, ogni volta che la cantavo pensavo alla prima volta che l'aveva ascoltata. L'inizio di tutto. L'emozione era forte. Al termine dell'ultima strofa, Alec si impossessò della chitarra posandola per terra e mi si fiondò addosso facendomi sdraiare sul divano.

"Adesso basta suonare la chitarra. Suona me. Mi sembra arrivato il momento di farlo." mi afferrò la mano portandosela al petto. Sentivo il suo cuore battere all'impazzata sotto le mie dita.
"Sei sicuro?"
"Mai stato più sicuro in vita mia. Mi hai fatto eccitare tutto il tempo con quella tua voce sexy. Tu continui a provocarmi signor so di essere troppo figo e lo sfrutto a mio piacimento. Devi assumerti le tue responsabilità."
"Sono sempre stata una persona responsabile."
"Non l'ho mai messo in dubbio. Facciamolo Teddy Bear."

Quelle parole furono la perdita della mia sanità mentale. Smisi di pensare e passai all'azione. Esisteva solo lui, sopra di me, che si era impossessato delle mie labbra con voracità. Ricambiai i baci con altrettanta irruenza, non potevo farne a meno. Era come ossigeno. Mi mise una mano sotto la maglietta e boccheggiai quando arrivò al mio capezzolo strofinandoci il pollice. Quel ragazzo mi voleva morto.

"Ti piace?"
"Sei una piccola peste."
"Ho trovato una zona erogena. Voglio trovarne altre."
"Accomodati. Non sarò io a fermarti."

Con un sogghigno divertito e provocatorio, mi tolse la maglietta e iniziò la sua lenta ed esasperante esplorazione del mio torace. Passò tutto in perlustrazione con entusiasmo e adorazione, guardandomi di tanto in tanto per vedere l'espressione del mio viso. Voleva avere conferme che stava facendo tutto nel modo giusto, io avevo perso le parole appena aveva posato le sue labbra sulla mia pelle non mi restava altro che gemere e osservare ogni sua singola mossa. Quando leccò il mio capezzolo, ormai maltrattato e gonfio dopo il passaggio delle sue dita, mi vennero i brividi in tutto il corpo, chiusi gli occhi nella speranza di calmarmi. Se avesse continuato in quel modo non sarei durato altri cinque minuti. A malincuore, spostai la sua testa dai miei pettorali e ribaltai la situazione, mettendolo sotto di me. Adesso sarei stato io a guidare il gioco, o almeno ci speravo.

"Adesso tocca a me." mormorai leccandogli la mascella.
"Non ti piaceva Teddy?" gemette lui.
"Fin troppo. Senti?" gli portai una mano al cavallo dei miei jeans per fargli sentire che effetto faceva al mio corpo.
"Oh si."
"Sento anche te." gli sussurrai all'orecchio appena divaricò la gamba per strofinarsi contro di me.
"Tutto merito del manzo prelibato."
"Chi sarebbe il manzo prelibato?"
"Vuoi andare avanti o continuare a parlare di scemenze? Vorrei risolvere quel problema entro oggi, prima di colpire involontariamente qualcuno con la mia erezione." borbottò lui scontrosamente continuando a strusciarsi su di me.
"Me ne occupo io."

Mi alzai dal divano togliendogli la maglietta, lanciandola a casaccio per la sala, e lo sollevai di scatto tra le braccia. Lui si aggrappò al mio collo ridendo divertito dal mio gesto. Lo trascinai velocemente in camera facendolo rimbalzare sul letto. Non riusciva a smettere di ridere. Così non andava bene. Mi avvicinai al letto, con movenze seducenti, mentre iniziavo a sbottonarmi lentamente i jeans, la sua ilarità scomparve in un secondo.

" 'Cause all of me loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me, I'll give my all to you
You're my end and my beginnin'
Even when I lose, I'm winnin'
'Cause I give you all of me
And you give me all of you, oh-oh"

Cantai con un filo di voce, gattonando sopra di lui, senza perdere per un secondo il suo sguardo annebbiato dal desiderio. Mi afferrò al collo per trascinarmi con lui in un bacio senza fine. Ci stavamo mangiando a vicenda, assaporando tutto ciò che potevamo l'uno dell'altro. Era come una droga. Non ne potevo fare a meno. Il suo sapore sulla mia lingua era inebriante, ne volevo di più. Lo feci stendere sotto di me e mi avventai sul suo collo. Lo morsi con gusto sentendolo artigliarmi i bicipiti. Quel ragazzo era la persona più erotica che potesse capitarmi in tutta la vita. Gli succhiai il lobo dell'orecchio e il suo gemito aumentò. Quella era un'altra delle sue zone erogene insieme al collo. Era facile mandarlo fuori di testa ed io non volevo fare altro che quello. Lo stuzzicai con la lingua sui pettorali, succhiai avidamente quei bottoncini, ormai diventati sempre più scuri dopo il mio passaggio, e tracciai una scia umida fino all'ombelico. Adoravo il suo corpo. Gli slacciai i jeans e glieli tolsi velocemente strattonandoli a forza, lo volevo nudo sotto di me. Lui mi aiutò con entusiasmo, disfandosi anche dei miei con impazienza. Eravamo rimasti con solo i boxer e tanta voglia di perderci l'uno nell'altro. Ormai non sapevo più dove iniziavo io e finiva lui, i nostri corpi combaciavano alla perfezione insieme. Uno richiamava l'altro in una danza sensuale senza fine. Perchè avevamo perso tutto quel tempo? Sapevo fin da subito che mi avrebbe stravolto la vita. Era il miglior casino nel quale potevo imbattermi. Lui mi si mise a cavalcioni, sfregando la mia erezione contro il suo sedere, e mi succhiò il collo avvinghiandosi a me come a non volermi più lasciare andare.

"La prossima volta che qualcuno pensa di provarci con te vedrà questo succhiotto e ci penserà due volte prima di fare qualunque mossa. Tu sei mio." mi ringhiò all'orecchio ripassando il segno rosso con la lingua. Sentii la mia pelle pizzicare.
"Questa possessività è eccitante. Tesoro lo sai che non possiamo andare in giro con i succhiotti." gli passai le mani sulla schiena sentendolo sempre più reattivo al mio tocco.
"Me lo dici dopo avermi ridotto il collo in questo stato? Sei un pò in ritardo."
"Adoro il tuo collo. E' come un banchetto a mia sola ed esclusiva disposizione." ci strofinai il naso aspirando il suo odore inebriante.
"Ripeto. Tu sei mio!"
"Mai stato di nessun altro."

Mi spinse contro il materasso per avere più facile accesso ai miei boxer, li tolse con furia facendomi quasi male. Ero abbastanza sensibile in quel momento nelle zone basse, doveva capire di essere un pò più delicato. Non potei dire nulla a riguardo in quanto la sua mano passò a massaggiarmi, su e giù, facendomi impazzire. Chiusi gli occhi respirando a fatica. Per uno che non era mai stato così in intimità con un altro uomo, ci sapeva fare piuttosto bene. Quando si staccò, aprii gli occhi con confusione cercando di riprendere le funzioni cerebrali. Lo vidi allungarsi verso il cassetto del comodino e prendere un preservativo e il tubetto di lubrificante che avevo lasciato in camera da quella mattina, in attesa proprio di quel momento. Mi mise in mano il tubetto mentre, con un sorrisetto provocatorio, si portò alle labbra la bustina ancora sigillata. La aprì con deliberata lentezza, alzando le sopracciglia, e si chinò verso il mio orecchio.

"Lascia fare a me e goditela." quelle furono le ultime parole che sentii prima di sentirlo mettermi il preservativo con deliberata lentezza. Poi andai in blackout e seguii il suo corpo.

Un bel pò di tempo dopo, sudati e soddisfatti tra le lenzuola che ormai erano da cambiare, finalmente riuscimmo a prendere fiato. Mi sentivo stravolto, non c'era un muscolo che non fosse indolenzito. Allungai un braccio verso il suo cuscino e lo feci rotolare nella mia stretta. Era una bella sensazione. Non avevo mai provato nulla di simile con nessun altro. Da una parte mi sentivo pieno di emozioni e dall'altra ne agognavo altre.

"Piccolo, come stai?" gli chiesi strofinandogli il naso sul collo. Lui gemette tendendosi ancora di più.
"Forse non mi potrò sedere per un pò ma sto meravigliosamente bene. Mamma aveva ragione, hai un pitone dentro le mutande." ridacchiò divertito.
"Ti prego, evita di nominare tua madre in questo momento." lo supplicai facendo una smorfia.
"Scusa."
"Non ti ho fatto troppo male?" gli chiesi preoccupato dopo qualche secondo di silenzio. Sapevo di essere stato attento quanto potevo ma aveva preso Alec il comando facendomi saltare i vari piani dell'essere premuroso.
"Passerà, so già chi mi farà un buon massaggio."
"Spero ti riferisca a me, perchè non farò toccare a nessuno il tuo sedere." gli strinsi tra le mani una chiappa per ribadire il concetto. Lui mugugnò strofinandosi contro di me. Se avesse continuato in quel modo non saremmo più usciti da quel letto.
"Ti è piaciuto? So che hai più esperienza ed io sono alle prime armi con questo... "
"Fermati ti prego! Non farti paranoie stupide. Sarai pure inesperto ma fidati, il tuo entusiasmo a battuto tutto e mi hai sfiancato."
"Ho sbagliato qualcosa? Mi puoi insegnare qualche tecnica per darti più piacere?" se avessi dovuto insegnargli qualcosa mi avrebbe prosciugato completamente ogni energia. Era pericoloso.
"Tesoro calmati, non c'è fretta. Non hai sbagliato niente. Non mi sono mai sentito così bene in tutta la mia vita. Tu mi fai stare bene, sempre. Mi sento completo." lo rassicurai guardandolo negli occhi mentre passavo le dita tra i suoi capelli spettinati.
"Come se avessi trovato il pezzo mancante del puzzle." sospirò lui. Il suo sguardo sincero era disarmante.
"Giusto."
"Lo rifacciamo ancora?"
"Mi vuoi morto per caso? Dammi tregua. Aspetta un altro pò. Fammi fare prima una ricarica di energie, poi potremmo pensare al secondo round."
"Va bene vecchietto. Vado a prenderti un succo d'arancia, magari ti riprendi in giornata." si sciolse dall'abbraccio e si tirò in piedi dandomi una pacca sul sedere.
"Che sfacciato." affermai in tono sorpreso lanciandogli un cuscino che riuscì a deviare con facilità ridendo a crepapelle, mi fece la linguaccia.

Lo guardai allontanarsi in fretta, forse per paura delle possibili ripercussioni. Risi a mia volta, abbandonandomi alla testata del letto. La suoneria del mio cellulare arrivò da qualche parte nella stanza. Controllai per capire dove fosse finito e lo raccolsi dal pavimento, sotto una pila di vestiti sparsa qua e la. Chi poteva essere a quell'ora? Speravo non mia madre. Ero quasi convinto di lasciare perdere la chiamata quando vidi il nome sul display. Strano.

"Ciao Mark, dimmi."
"Notizie brutte bro." quelle parole mi fecero tremare la terra sotto i piedi. Era raro sentire Mark dire una cosa del genere.
"Che tono lugubre. Cos'è successo?"
"La tua cara conoscenza, che speravo tanto non dovessimo nominare più, è tornata dal regno dei defunti."
"Chase è tornato?"
"E c'è di più. Si mormora che la tua agenzia stia facendo di tutto per ingraziarselo e farvi lavorare di nuovo insieme. Qualcuno rivuole i DC alla ribalta."
"Non adesso..." persi le parole.
"Ne ora ne mai. Chiudi immediatamente con quella gente!"
"Mark, ne parliamo più tardi. Non dire niente ad Alec, me ne occuperò io. Ciao." con un sospiro, chiusi la chiamata e per precauzione spensi anche il cellulare. Avevo paura di ricevere altre chiamate indesiderate come quella che sapevo sarebbero arrivate a momenti.

Tutte quelle nuove informazioni mi bombardarono in testa. Non poteva succedere adesso. Dopo lo scandalo, Chase aveva cambiato aria e si era dedicato alla sua musica senza fare tanto scalpore sui gossip. La notizia del suo ritorno avrebbe fatto il giro dei giornalisti in un attimo, riportando il suo nome a combaciare con il mio. Non bastavano già gli haters che avevamo contro? Sapere persino che la mia agenzia si era messa in mezzo a creare questo casino era come la ciliegina sulla torta. Era diventata tossica.

"Cos'è che Mark non dovrebbe dirmi?" tombola! Mi girai di scatto verso l'entrata con aria colpevole. Non lo avevo nemmeno sentito entrare. Quanto aveva sentito di quella conversazione? Forse non tutto ma fin troppo vedendo lo l'espressione scura del suo volto. Non volevo farlo soffrire. Il pensiero di esserne in parte responsabile mi tormentava. Mi avvicinai a lui stringendolo in un forte abbraccio.

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Eccomi un pò in ritardo ma ho veramente avuto un blocco su come andare avanti. Spero di riuscire a postare quanto prima l'ottavo capitolo.
Ringrazio per il commento lasciato. Spero di riceverne altri.
Buona lettura

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Capitolo 8
*** Hold me tight ***


Behind your gaze 8
POV Damon

Erano giorni che provavamo le varie coreografie di danza ed ero stanco morto. La fatica si sentiva, ma ero un perfezionista e non mi accontentavo di niente di meno. Avrei dato tutto me stesso su quel palco e ne sarebbe valsa la pena vedere i volti contenti di tutti i fans mentre gridavano il mio nome. Un pò di fatica in più non mi avrebbe sotterrato. L'unica pecca era non riuscire a passare un pò di tempo da solo con Alec. Ci sentivamo più volte al giorno, dai semplici messaggini alle interminabili videochiamate fino a notte fonda, ma mi mancava la nostra intimità. Mi mancava toccarlo, agognavo il calore del suo corpo. Sapevo che anche per lui era difficile la lontananza, ma per il momento dovevamo accontentarci. Eravamo entrambi impegnati con dei lavori singoli e l'unica possibilità di vederci sarebbe avvenuta l'indomani quando avremo dovuto partecipare ai casting finali dei nuovi personaggi della serie. Ero impaziente che passassero quelle diciassette stramaledettissime ore. Bevvi un sorso di acqua e tornai a lavoro dagli altri ballerini. Non ero bravo a ballare ma me la cavavo, non mi perdevo d'animo e andavo avanti finchè io stesso non mi consideravo soddisfatto. Fortunatamente avevo degli insegnanti pazienti che sopportavano le mie fisse e la mia voglia di migliorare in tutto quello che facevo. Stavamo preparando la mia serata speciale, un grande spettacolo con esibizioni di canto e ballo e interazioni con i fans. Se fosse andato tutto secondo i piani sarebbe stato grandioso. Nella mia mente avevo già organizzato tutto. Dovevo soltanto fare la proposta a qualcuno di partecipare come mio ospite speciale, speravo di riuscire a convincere Alec a dire di si. Era l'unico con cui volevo condividere veramente quel palco. Volevo che anche i fans lo vedessero risplendere di luce propria. La stessa luce che vedevo ogni volta che incrociava il mio sguardo e sorrideva. Era di una dolcezza abbagliante che mi aveva conquistato il cuore. Volevo che tutti si rendessero conto di quanto lui fosse speciale. Volevo far tacere le voci di tutti quegli haters che ancora gli andavano contro. Sarebbe stato magnifico se soltanto mi avesse detto di si. Avevo anche in mente di preparare una sorpresa per i fans in previsione di un nostro fan meeting di coppia. Avevamo già buttato giù alcune idee ma c'era ancora tempo per decidere per quello. Volevo far tutto coincidere con l'anniversario del nostro primo incontro. Doveva essere un regalo per i fans ma soprattutto per noi. Sarebbe stato il nostro giorno, uno dei tanti anniversari importanti che avremmo passato insieme.
Per distrazione, inciampai sui miei passi e finii con lo sbattere il sedere a terra facendomi male. Alcuni ballerini vennero a darmi una mano, li ringraziai con un sorriso e dissi loro di andare avanti con la coreografia e di non preoccuparsi. Non volevo dare troppo spettacolo per una semplice botta,  mi sarei reso ridicolo. Sarebbe passata come tutte le altre. Una in più o in meno non faceva differenza, il dolore lo avrei sentito più tardi. Voleva soltanto dire che non ero ancora bravo abbastanza a seguire i passi giusti. Dovevo continuare ad esercitarmi. Dovevo ancora capire come ballare e cantare nello stesso momento senza perdere un polmone. O forse entrambi. Seguii i consigli dell'insegnante ripetendo la sequenza che avevo sbagliato, sembrava andasse meglio. Ad un certo punto Brian si fece avanti dicendo che il tempo delle prove era finito e che dovevo prepararmi per un'intervista. Controllai l'ora, non mi ero accorto del tempo che era passato così in fretta però mancavano ancora più di due ore all'intervista. Me la potevo prendere comoda. Brian mi passò il cellulare e mi disse buona fortuna, lasciandomi da solo nel mio angolino con espressione confusa. Capii immediatamente le sue parole quando lessi un solo messaggio seguito da una emoji con la faccina arrabbiata.

"Chiamami!"

Senza perdere ulteriore tempo, selezionai il suo numero e avviai una videochiamata. Non feci nemmeno in tempo a dire ciao che mi interruppe subito.

"Perchè le cose le devo sempre sapere da Brian?" i suoi occhi mi stavano fulminando come se mi stessero facendo arrosto.
"Di cosa stai parlando?"
"Ti sei fatto male?"
"Era solo una caduta, va tutto bene. Stai tranquillo." lo rassicurai con un sorriso. Non volevo farlo preoccupare per delle scemenze simili.
"Non è la prima volta che cadi o sbatti da qualche parte. Ultimamente sei sempre più stanco, ti stai sforzando troppo. Quante volte ti ho detto che devi prenderti una pausa?"
"Lo sai che non posso."
"Sono preoccupato per te." il suono di quelle parole quasi mi uccise. Avrei tanto voluto prenderlo tra le braccia per sussurrargli che andava tutto bene. Che a me serviva solo lui e nient'altro.
"Lo so piccolo. Io sto bene, ma mi sentirò decisamente meglio domani. Anche soltanto vederti così in questo momento mi da la ricarica."
"Idiota." borbottò lui abbassando lo sguardo imbarazzato con un sorriso sulle labbra. Riuscivo a vedere persino le sue orecchie andare a fuoco.
"Idiota innamorato." ridacchiai contento.
"Teddy!"
"Non c'è nessuno, posso dirlo quanto voglio."
"A parte che lo faresti lo stesso anche se ci fosse del pubblico intorno...ma io non sono da solo. E' appena passata la mamma." mi sussurrò lanciando delle occhiate di panico davanti a se.
"E ho sentito tutto!" urlò la voce di sua madre facendomi scoppiare quasi a ridere, mi trattenni a stento ma stavo soffocando.
"Ciao Mary." la salutai appena me la ritrovai davanti con un'occhiata torva.
"Tu ed io dobbiamo fare ancora un discorsetto sulle tue intenzioni con mio figlio."
"Mamma, ti prego!"
"Mary, ho molto rispetto per te e tutta la tua famiglia, accetterò qualunque cosa tu voglia dirmi a proposito di questa relazione. Sono disposto a parlare con te quando vuoi senza riserve. Non voglio mentire. Non so come sarà il futuro, probabilmente avremo alti e bassi e ci saranno molti problemi da affrontare. Siamo due teste calde. E' normale in una relazione avere delle difficoltà, ma le supereremo insieme come coppia. Posso prometterti che farò di tutto per renderlo felice. I miei sentimenti per lui sono seri, lo giuro." speravo che riuscisse a comprendere la sincerità delle mie parole.
"Quindi adesso mi chiamerai mamma?" era talmente seria che non sapevo se stesse scherzando o altro. Avevo un pò di paura.
"Io...forse?"
"Mamma non avevi da fare con Hope? Forse dovresti andare." per fortuna che c'era Alec a cercare di togliermi da una brutta situazione.
"Va bene, non c'è bisogno di cacciarmi via così. Ti lascio al tuo uomo. E con te non ho ancora finito di parlare!" mi puntò il dito contro prima di sparire dalla mia visuale. Tornai a fissare con sguardo pieno di panico il figlio.
"Adesso sono in ansia."
"Non sei l'unico. Non sei obbligato a parlare con lei."
"Se la madre del mio compagno vuole essere rassicurata sulla relazione del figlio di certo lo farò. Non sarà peggio di affrontare mia madre e mia sorella messe insieme."
"Prevedo una riunione di famiglia quanto prima. Mi dispiace." sospirò lui con fare sconsolato.
"A me no. Preferisco essere chiaro e non nascondermi con i tuoi genitori. Vorrei che per loro vada bene la nostra relazione. E' importante."
"Se ti dovessero dire che loro sono contrari mi lasceresti?" questa domanda mi spiazzò in un attimo. Notavo una certa ansia nel suo sguardo. Come poteva farmi una domanda simile? Dubitava di me e questo mi fece un pò male.
"Nemmeno per sogno. Passerei al piano persuasione. Farò tutto quello che vorrà tua madre per avere la sua benedizione. Sarò il suo schiavo personale."
"Adesso si che mi spaventi sul serio." ridacchiò lui con espressione orripilata, gli sorrisi.
"Almeno ti ho distratto."
"Idiota! Non mi sono mica dimenticato che dovresti prenderti più cura di te."
"Era soltanto una caduta."
"Dam!"
"Va bene piccolo. Starò più attento. Comunque questa cosa che tu e Brian continuate a messaggiarvi alle mie spalle non è salutare per nessuno. Mi sento super controllato."
"Si assicura soltanto che vada tutto bene e che io non mi prenda un infarto nel sentire certe notizie dai media. Non mi piace. Devi prenderti più cura di te stesso e non soltanto continuare a preoccuparti degli altri. Ricordati che non sei più da solo...non lo eri nemmeno prima ma adesso devi prenderti più cura di noi." la tenerezza della sua voce abbinata all'intensità del suo sguardo mi fecero sciogliere come neve al sole. Non potevo resistergli.
"Mi sento amato."
"Lo sei Teddy e anche tanto." ricambiò il mio sorriso. Era stupendo.
"Mi prenderò più cura di me, te lo prometto. Tu fai lo stesso. Adesso sei più tranquillo?"
"Lo sarei di più se fossi qui con me."
"Stasera faremo la videochiamata live su IG, domani ci potremmo rivedere."
"Non saremo da soli." il suo broncio insoddisfatto era irresistibile.
"Troveremo un pò di tempo per noi, a costo di piazzare James di fronte alla porta per dirigere il traffico e non fare entrare nessuno." Alec ridacchiò divertito alla mia battuta.
"Me lo immagino già con il fischietto in bocca a sgridare chiunque si fermi li davanti mentre blatera qualcosa su di noi e il provare le nuove scene perchè devono essere molto realistiche."
"Per quello ci vorrebbe molta pratica." alzai un sopracciglio con fare ammiccante mentre lo vedevo arrossire vistosamente tutto eccitato.
"Quando possiamo iniziare? Ho visto che ci sono molte scene particolari da provare."
"Tranquillo, le proveremo tutte." facemmo entrambi un sorriso d'intesa. Ci saremmo divertiti parecchio per la nuova stagione. Avremmo avuto tante scuse per amoreggiare liberamente.
"Devono essere perfette."
"La pratica è tutto. Piccolo adesso devo andare, Brian mi sta aspettando."
"Va bene, ci sentiamo stasera."
"A più tardi."

Seguii Brian tutto il giorno, tra interviste e nuove proposte da revisionare che erano molto allettanti. La botta al sedere iniziava a farmi un pò male, conoscendo il mio pallido corpo rischiavo di farmi venire un livido. Presi un antidolorifico dalla borsa e cercai di rilassarmi tra un impegno e un altro. Misi il pilota automatico e andai avanti tra sorrisi e pose ad effetto. Avrei tanto voluto stringere tra le braccia Alec e addormentarmi con lui nel mio letto. Avevo soltanto bisogno di quello e nient'altro. Una cosa così semplice che sembrava impossibile. Mi mancava la sua presenza al mio fianco, anche soltanto vedere il suo sorriso illuminargli il viso. Non erano tanti giorni che avevamo lavori singoli, eppure il bisogno di lui era diventato un'esigenza. Le videochiamate non risolvevano il problema, tamponavano la ferita. Bisognava accontentarsi. Presto lo avrei rivisto di nuovo. L'intervistatore mi riportò al presente con  le sue domande.

"Damon avete già iniziato a leggere il copione?"
"Domani ci sarà la selezione finale dei nuovi personaggi e verrà tutto il vecchio cast." mi sedetti più comodamente incrociando le mani sul grembo.
"Siete tutti emozionati per la nuova stagione?"
"Si, non vediamo l'ora." sorrisi al ricordo della conversazione precedente con Alec. Ci avrebbero aspettato tante di quelle prove che l'unica pecca sarebbe stata avere l'intero staff che ci riprendeva con le telecamere.
"Di cosa parlerà questa stagione? Alla fine della prima abbiamo lasciato la tua coppia con un lieto fine e la promessa di restare insieme per sempre. Cosa succederà dopo?"
"Non possiamo ancora parlarne, Claire e Meg stanno apportando delle modifiche al copione. Nemmeno noi sappiamo granchè sulla trama. E' un mistero."
"Come sta Alec?" ecco i campanelli di allarme. Dovevo stare ancora più attento alle risposte.
"Sta bene, sta lavorando ad alcuni progetti."
"Non vi vediamo insieme ultimamente. Va tutto bene tra di voi? Ci sono voci che dicono che avete litigato."
"Voci senza fondamento. Siamo entrambi impegnati con i nostri lavori individuali che presto potrete vedere tutti. Ci sentiamo ogni giorno." perchè il fatto di non vedersi per qualche giorno lo prendevano sempre come una qualche rottura tra di noi? Non capivo.
"Quindi la vostra relazione va bene?"
"Come sempre. Ogni tanto discutiamo ma è normale, risolviamo tutto abbastanza in fretta parlandone. Tra di noi va bene."
"Qual è lo stato attuale della vostra relazione?" ed ecco la domanda del secolo. Avrei dovuto mentire un'altra volta. Chiesi scusa mentalmente ad Alec.
"Siamo come fratelli, è una persona speciale per me." una bugia aveva sempre bisogno di essere accompagnata da una verità. Mi sarei sentito meno in colpa.
"Niente di più che fratelli?"
"Solo fratelli." sorrisi annuendo, mi sarei fatto perdonare quanto prima.

Finalmente accettò la mia risposta senza insistere più di tanto, come facevano altre persone, e l'intervista durò un altro pò con un'altra serie di domande riguardo la serie e il servizio fotografico appena fatto. Riuscii a cavarmela come al solito, sviando le parti critiche. Ormai ero diventato un maestro per quello, succedeva raramente che mi prendessero in contropiede. Se prima dovevo proteggere solo l'interesse che provavo nei suoi confronti, adesso avrei dovuto proteggere qualcosa di più importante per me. Non avrei dato in pasto ai media la nostra vera relazione. Avrei fatto di tutto per tenerla al sicuro.
Riuscii ad arrivare a casa senza troppo mal di testa e mi appisolai sul divano senza nemmeno togliermi le scarpe. Quando mi risvegliai era quasi buio e mi sentivo ancora stanco. Ormai rubavo il sonno ogni volta che ne avevo l'opportunità. Non riuscivo a farmi una notte intera di sonno da quando Alec aveva lasciato il mio letto l'ultima volta...non che avessimo dormito più di tanto, ma almeno il risveglio era stato decisamente migliore e più rilassante. Andai a farmi la doccia e mi preparai un pò di frutta come cena frugale. Non avevo voglia di mettermi ai fornelli e cucinare soltanto per me non mi invogliava di certo a farlo. Diventavo pigro quando ero da solo. Controllai l'orologio e inviai un messaggio ad Alec.

"Sei pronto per la live?" non aspettai molto per la risposta, probabilmente stava giocando come al solito.
"Ti stavo aspettando."
"Stavi aspettando me o stavi giocando?"
"Ovviamente ti stavo aspettando per giocare. Cosa credi?"
"Il solito simpatico."
lui mi mandò una emoji con la linguaccia. Era dispettoso quella sera, sorrisi scuotendo la testa. "Sei nervoso? Parlerai con me."
"Visualizzato da un numero non specificato di utenti. Se dovessi dire qualcosa che non dovrei? Lo sai benissimo che a volte mi faccio scappare delle cose di bocca." mi ricordavo benissimo le sue improvvisate folli dove, quando aveva capito di aver detto qualcosa di troppo, si girava dalla mia parte con occhi sbarrati a ridere chiedendomi scusa e un aiuto per uscire fuori dalla situazione. Ormai queste figuracce le conoscevano tutti, era divertente la sua innocenza.
"Ci sono abituato, salveremo la situazione come al solito."
"Quando mai sei riuscito a salvarla? Ormai il web è pieno dei nostri incidenti di percorso durante le interviste. Sono più le volte che chiedo scusa imbarazzato piuttosto di quelle dove sembro serio."
"I fans apprezzano di più i tuoi spoiler. Ti trovano tenero almeno quanto me."
"Stronzo."
"Rilassati, saremo insieme. Tra poco iniziamo."
"Dam possiamo giocare un pò prima della live? Ti prego!"
"Va bene, ma cerca di non uccidermi subito."
"Ti farò il culo."

Quelle parole non furono altro che la verità. Avevamo iniziato il gioco da alleati ed eravamo finiti a rincorrerci come due pazzi in una lotta all'ultimo sangue. Come al solito, cercai di imbrogliare in qualche modo ma lui fu più rapido e iniziò a spararmi alle spalle ridendo come uno scemo al microfono. Traditore! Passai al contrattacco ma morii poco dopo aver sentito le sue lamentele per aver ferito il suo avatar. Sembrava proprio un bambino che faceva i capricci e imprecava. Gli ricordai che era ora della live e che i fans ci stavano aspettando. Lui acconsentì terminando la chiamata in corso sussurrandomi con fare tenero "a dopo". Scossi la testa divertito e mi piazzai ai piedi del divano avvicinando il piatto con la frutta. Posizionai meglio il cellulare e avviai la live, iniziarono subito a partecipare i fans mandandomi i loro saluti e tanti cuoricini. C'erano followers da tutto il mondo, fino a qualche anno fa non sarebbe successa una cosa del genere. Mi sentivo speciale ad essere arrivato così lontano fino a loro.

"Ciao a tutti. Vediamo se Alec è pronto. Alec dove sei? Dov'è Alec? Eccoti. Ciao." sorrisi appena il mio compagno accettò la mia richiesta di partecipazione alla live.
"Ciao. Ci sono tante visualizzazioni." mormorò lui passandosi una mano tra i capelli.
"Sono tutti impazienti per farci domande. Sei pronto?"
"Iniziamo." lui annuì spostandosi.
"Non vedo ancora nessuna domanda." mormorai addentando una fetta di mela.
"Probabilmente hanno paura di noi."
"Ecco la prima. Sei Alec o Alex adesso?" quella domanda era riferita a quando, durante le interviste, Alec a volte diceva di essere il suo fratello gemello così poteva dire scemenze a raffica senza darci troppo peso. Quindi spuntava all'improvviso Alex, il suo alter ego. Se ne inventava sempre di nuove per far ridere la gente.
"Adesso sono Alec." lo affermò facendo un cenno con il capo.
"Seconda domanda." tamburellai le dita contro il tavolino.
"Damon cosa stai mangiando?" avvicinai il piatto alla fotocamera del cellulare per inquadrare meglio il contenuto a beneficio dei fans.
"Sto mangiando una mela. Due domande già fatte." mentre masticavo un altro pezzo scorsi una domanda che mi fece sorridere. Volevo stuzzicarlo un pò. "Hanno chiesto diverse volte se Alec ama Damon."
"Dov'è la domanda? Io non la vedo." invece di rispondere cercò di prendere tempo avvicinandosi allo schermo del telefono per cercare la fatidica domanda che aveva suscitato tanto scalpore.
"E' proprio qui."
"Lo amo tanto quanto lui ama me." sorrise lui alzando un sopracciglio come se volesse sfidare me a dire il contrario.
"Viene conteggiata come risposta?" chiesi ai fans continuando a fissare la profondità dello sguardo di Alec. Ridemmo entrambi divertiti capendoci al volo.
"Ci sono solo scimmie in giro." prese in giro lui i fans in tono divertito. Ogni tanto le sue battute risultavano strane persino alle mie orecchie.
"Damon scegli tra Alec e Alexander."
"Che domande. Scelgo tutti e due." affermai con un sorriso sulle labbra. Erano tutte e due parti della stessa medaglia, mi piaceva tutto di lui.
"Quando uscirà la seconda stagione?"
"Umm...non ne sono sicuro. Ci sono ancora molte cose da fare con la produzione prima di iniziare a fare le prove. Nessuno sa ancora niente. Dobbiamo aspettare."
"Per il momento siamo impegnati con altri lavori e Alec sta facendo il tirocinio per l'università. Dobbiamo incastrare i vari programmi delle nostre agende per poterci vedere. Sono diminuiti i nostri incontri pubblici per il momento." spiegai semplicemente con una scrollata di spalle.
"Avete già letto il copione della seconda stagione?"
"Non l'ho ancora fatto. Stanno finendo di lavorarci su, dobbiamo chiedere a Claire."
"Cosa possiamo dire? Sarà molto più intenso rispetto alla novel." il suo mezzo sorriso sfrontato mi fece ridacchiare.
"Molto intenso." alzai il sopracciglio per confermare e facemmo un sorriso d'intesa. Conoscendo la mente perversa di Claire e la sua voglia di accontentare alcune richieste dei fans, c'era da aspettarsi di tutto da quel copione. Altro che 50 sfumature di grigio.
"Molto intenso. Lo stanno migliorando, tutti dovremmo aspettare per avere il risultato finale dello script."
"Alec quando incontrerai di nuovo Choco?"
"Quanto prima se i miei impegni me lo permetteranno. In questo momento è un pò difficile."
"Alec hai già mangiato?"
"Si, ho mangiato prima dei noodles piccanti. Perchè non riesco a vedere queste domande?" scosse la testa disorientato.
"I commenti appaiono in modo differente."
"Veramente?"
"Si. Anche per i fans che ci stanno seguendo è lo stesso."
"Alec e Choco hanno litigato?"
"Non siamo mai stati arrabbiati l'uno con l'altro."
"Ne hai già parlato con Choco?" gli chiesi prendendolo in giro.
"Questa domanda dovresti farla a lui. Io non sono arrabbiato con Choco ma a lui piace mordermi quando mi avvicino troppo a te." borbottò lui arricciando le labbra.
"Allontana eventuali pretendenti dal suo amato."
"Qual è il suo amato?" mi fece la rima lui.
"Indovina." ricambiai il suo sorriso sfacciato.
"Alec che cosa preferisci tra cani e gatti?"
"Mi piace giocare con entrambi, ma la mia famiglia ha un gatto e io mi sento più a mio agio con lui. Mi piaccio anche i cani." come al solito dava una risposta diplomatica senza andare contro a nessuno.
"Alec sta pregando sua madre per averne uno...o forse lo ha già." sogghignai sotto i baffi riferendomi al sottoscritto.
"La dote è ancora importante?"
"Si, è importante. Sono ancora 20 mila." ribadì lui portandosi nuovamente i capelli indietro.
"Che tipo di persona sei? Non puoi essere incinto, sono stato attento." commentai finendo l'ultimo pezzo di mela. Sempre a tirare in ballo la storia della dote.
"Se reciterete di nuovo insieme in un'altra serie, che genere vi piacerebbe fare?"
"Un serie di azione, mi piacerebbe provare con quella. Ci vorranno giorni per finire una scena. Però, quando sarà tutto finito, la scena sarà d'impatto. Molto cool." annuì lui con convinzione. Parlava sempre con tono entusiasta per i film di azione e sapevo che chiedeva spesso a Paul se ci fosse la possibilità di valutare qualche proposta in quel genere.
"Ma le scene di azione ti faranno stancare." gli ricordai con tono preoccupato. Forse sembravo un pò troppo mamma chioccia ma ero sempre in pensiero che non si stancasse troppo.
"Si, ma sarebbero molto divertenti. Mi piacerebbe provare. Forse farò pratica di arti marziali, mi ha sempre attirato quello sport." già me lo immaginavo cadere mentre saltava per tirare un calcio volante, a causa della divisa più grande di lui, per poi imprecare contro i mulini a vento perchè era finito a terra. La sola immagine mi faceva tanta tenerezza e un pò di paura allo stesso tempo. Però con indosso una divisa fatta su misura per valorizzare certi punti...wow. La mia mente stava andando troppo avanti, adesso ero eccitato.
"Vale la pena provare." annuii cercando di togliermi dalla mente lui con addosso una divisa attillata e semiaperta sul torace.
"Damon chi scegli tra Choco e Alec?"
"Chi dovrei scegliere?" chiesi sorridendo lasciandolo in sospeso per qualche secondo.
"Chi dovresti scegliere?" ricambiò il sorriso sfidandomi a dire la verità.
"Se scegliessi Alec, lui non resterebbe lo stesso a casa con me."
"Se scegliessi me, Choco mi morderà di nuovo. Vorrei tenermi intatte ancora tutte le dita."
"Visto che Alec non rimarrà a casa con me, scelgo Choco. Almeno non resterò solo la notte e avrò sempre qualcuno da abbracciare." peccato che la piccola palla di pelo in questione era da una settimana a casa di mia madre a farsi viziare da lei.
"Adesso non posso restare Dam, lo sai. E poi non abituarlo troppo al tuo letto." ridacchiai divertito del suo avvertimento. Sapevo benissimo a cosa si stesse riferendo. Era l'unico con cui potessi condividere il mio letto e lui stava marcando il territorio.
"Silenzio..." mormorai dopo qualche minuto, nessuno parlava. Mandavano soltanto cuoricini e la scritta DamLec come se ci stessero venerando in qualche modo.
"Quando farete il prossimo fan meeting di coppia?"
"Appena riusciremo ad organizzarci ve lo faremo sapere al più presto. Non vediamo l'ora di rivedervi tutti."
"Ci mancate." annuì Alec di rimando confermando le mie parole.
"Per il momento è tutto posticipato."
"Alec, cosa mangeresti per una settimana intera se fossi confinato in casa?"
"Maiale croccante speziato tutti i giorni."
"Tutti i giorni? Non ti annoieresti?"
"Mai, lo adoro. Ne sono dipendente." sorrise serafico. Lui e le sue dipendenze, ne sapevo qualcosa.
"Un pò come frequentare me?" il mio flirtare lo fece arrossire. Sapevo di giocare sporco ma mi stavo divertendo a stuzzicarlo.
"Chi ti ha detto che non mi sono annoiato? Andiamo avanti con le domande." quasi gli risi in faccia a quel tono burbero.
"Prendetevi cura di voi. Ognuno deve prendersi cura si se stesso." mi raccomandai con i fans. Tenevo anche alla loro salute.
"Non ci sono più domande?"
"Qualcuno ha detto che il maiale fritto lo si può cucinare anche in un altro modo." gli dissi leggendo un commento con tanto di spiegazione.
"Ha un buon sapore?" chiese lui subito interessato alla questione. Quando si parlava di cibo non ascoltava più, specialmente se era il suo piatto preferito.
"Leggendo la ricetta sembrerebbe di si. Lo potrei cucinare per te uno di questi giorni." mi offrii volontario segnandomi mentalmente la lista della spesa. Volevo cucinare per lui, sarebbe stato bello averlo di nuovo in casa a infastidirmi mentre giocava con Choco per terra.
"Sai cucinare il maiale fritto? Lo sai che adoro il cibo piccante." lo vedevo già con l'acquolina alla gola. Era affamato, almeno tanto quanto me però di una cosa differente.
"Si." dovevo accontentarmi di saziare almeno quella fame se non potevo fare altro.
"Pensavo che stessi scherzando."
"Assolutamente no, puoi noleggiarmi come cuoco personale quando vuoi. Sono sempre disponibile per te."
"Vi piace bere il tea al latte?" ma che razza di domande tiravano fuori? Le persone avevano strane curiosità.
"Il tea al latte...potrei berlo ma se sarà troppo dolce probabilmente non mi piacerà." affermò Alec con espressione solenne. Dovevo complimentarmi con lui di non aver fatto alcun verso di disgusto al solo pensiero di dover bere qualcosa di troppo dolce. Ero l'unico a riuscire a convincerlo a mangiare qualcosa di diverso dal solito e non sempre ottenevo buoni risultati, ma accettava lo stesso e mi sorrideva grato. Ero innamorato perso del suo sorriso.
"Si dovrebbe bere senza zucchero piccolo."
"Leggi i commenti...qualcuno ha detto che scegliamo di leggere soltanto alcuni commenti e non tutti." quasi ridacchiai a quella lamentela. Ma se mandavano soltanto faccine e cuori a cosa dovevamo rispondere?
"Dove sono le domande? Sono confuso. Vogliono vedere l'elefante che mi hai regalato. Vado a prenderlo, ma ho qualcosa da dire." dissi in anticipo nella speranza che non si arrabbiasse troppo con me. Mi alzai e andai verso la vetrinetta dove mettevo le cose più importanti e quel piccolo elefante lo era.
"Lo hai fatto cadere e si è rotto."
"La coda si è rotta. Questo è l'elefante. La coda ha ceduto." dissi mostrando il piccolo oggetto in questione sul palmo della mia mano. Ricordavo ancora il giorno che me lo aveva regalato come se fosse stato ieri. Sorrisi a quell'animaletto con affetto.
"Come hai fatto a romperla?" la sua voce stava diventando spazientita.
"Non me lo ricordo, ma la tengo ancora qua. E' un pezzo di argilla. E' caduta a pezzi, mi dispiace." presi la piccola coda e gliela feci vedere. Avevo provato a incollarla ma non c'ero riuscito e quel pezzo continuava a cadere come a sbeffeggiare la mia inutilità. Avevo provato anche a chiedere aiuto a Brian ma, a parte prendermi in giro dandomi del ridicolo, non lo aveva nemmeno toccato.
"Non eri tu l'uomo di casa?"
"A quanto pare fare bricolage è uno dei miei limiti. Ho provato a riattaccarla ma è difficile. Comunque resta nella mia vetrinetta delle cose importanti." confermai ciò rimettendola al suo posto. Lo vidi sorridere e mi sentii più sereno.
"Ciao mi mancate, prendetevi cura di voi stessi."
"Guarda chi c'è! Ciao Run, anche tu ci manchi. Ci vediamo domani." Alec salutò con la mano il nostro collega che si era unito alla chat.
"Hanno detto di cantare una canzone. Non canti?" gli chiesi con fare innocente. Sapevo che continuava ad essere imbarazzato per la sua voce, ma prima o poi avrebbe dovuto superare quella paura.
"Che canzone?" sospirò rassegnato sapendo già dove volevo andare a parare.
"Qualunque." scrollai le spalle. I fans sarebbero stati felici di tutto, specialmente io.

"Waking up the one morning
And found out the world seems different
The alarm clock I normally used is still the same as yesterday
You are still peacefully sleeping
And have no idea what is in my mind at this moment
I should let you continuously sleep and have a nice dream
I'm thinking the moment we look into each other eyes and say nothing
The love we have I can see it through your eyes
The good moments we have
Do you feel the same way as I do?
Should I keep this to myself
Or should I say it out loud?"

Sorrisi fin dalle prime note continuando a guardarlo estasiato. Alec si interruppe e mi fece un gesto con la mano affinchè proseguissi il pezzo ma io scossi la testa. Volevo che continuasse a cantare lui.
"Vai avanti fino alla fine." cercai di spronarlo.
"Questo è il tuo turno." il suo imbarazzo era palese.
"No, questa volta la canti tu fino alla fine. Voglio sentirti."
"Non voglio cantare altro, ho già cantato."
"Io ho finito di cantare per oggi, adesso tocca a te. Anche i fans stanno aspettando." non sapevo chi dei due fosse più cocciuto. Ridemmo entrambi esasperati l'uno dall'altro, era una cosa normale per noi.
"Ho cantato con te ad ogni evento." si lamentò lui con una vocina da bambino.
"Io ho già cantato nella serie varie volte. Hanno ascoltato spesso la mia versione, si saranno stancati della mia voce."
"Questo non è vero, nessuno potrà stancarsi della tua voce. Questa è la canzone di Damon così Dam la deve cantare per tutti ancora una volta."
"Loro vogliono sentirti cantare."
"L'ho già cantata." sospirai scuotendo la testa con un sorriso e la smisi di insistere.
"In questo momento siete a casa, cosa stavate combinando?"
"Cosa stavi combinando?" gli chiesi sogghignando.
"Giocavo ai videogiochi."
"Con chi stavi giocando?"
"Chiunque." rispose lui serafico mandando indietro i capelli.
"E' una persona che mi ha fatto perdere molti giochi? Volevi dire questo?"
"Non volevo, ma ha fatto tutto il mio miglior amico. Lo hai visto in giro per caso?"
"Ma se ti è persino piaciuto essere ucciso senza motivo!" gli rinfacciai con un'occhiataccia.
"Stavo fingendo."
"Mi hai deliberatamente fatto perdere le mie stelle? Ho perso 7 stelle in 2 giorni a causa tua!"
"Non è vero."
"Cosa diavolo dici no? Stai mentendo. Mi hai fatto venire il mal di testa."
"Di che cosa avete paura?"
"Ho paura dei gechi." ammisi tristemente pensando a quegli esserini dalla pelle strana. Potevano sembrare innocui, ma era tutto l'insieme di quegli animali che mi spaventava.
"Io ho paura degli scarafaggi, ma solo quando volano."
"Come sei cambiato adesso rispetto al passato?"
"In passato sono stato un tale fastidio per tanto tempo, mia madre lo potrà confermare. Quando ho incontrato per la prima volta Damon e le altre persone dello staff mi sentivo ancora imbarazzato a parlare con persone estranee. Adesso sono diventato una persona più tranquilla e ho iniziato ad aprirmi di più anche grazie a Damon. Non ero bravo ad approcciarmi alle persone per primo, ero piuttosto introverso."
"Di solito approcciavi estranei in passato?"
"Non l'ho mai fatto per primo. Ma se iniziassi a conoscere meglio una persona e la frequentassi con una certa assiduità, instaurando un buon rapporto con lei, inizierei a tormentarla con messaggini e faccine. Sono stato un fastidio per molto tempo per la mia famiglia, adesso mi piace infastidire le persone che sono molto vicine a me. Cosa mi dici di te?" conoscevo molto bene quel suo lato nel tormentare le persone. A volte mi ritrovavo il cellulare intasato dalle sue emoji finchè non mi decidevo a rispondergli. Era un chiaro bisogno di attenzioni e lui sapeva benissimo che non sapevo dirgli no. Riflettei sulla sua domanda e mi tornarono in mente certi comportamenti che avevo avuto solo qualche anno prima. Avevo fatto molte cose di cui non andavo fiero a posteriori, ma speravo di aver fatto ammenda in qualche modo ed essermi riscattato almeno per alcune di esse.
"Come sono cambiato? Forse...come posso dirlo? Sono diventato più riflessivo specialmente quando ho intenzione di fare qualcosa perchè, ora come ora, ho diversi interessi nella mia mente. In passato non ho sempre pensato a come mi sentivo veramente e spesso agivo d'impulso senza neanche riflettere sulle mie azioni. Adesso pondero attentamente le mie opzioni ma non mi tiro indietro davanti alle sfide. Ho ancora l'istinto di fare subito tutto ciò che mi passa per la mente, adesso ho anche più opportunità per fare ciò che voglio. Se non mi danno le opportunità me le posso creare da solo e quindi le afferro al volo, sempre riflettendoci attentamente. Non voglio più lasciarmi sfuggire nulla per paura di non riuscirci. Ti sei mai sentito così?"
"Lo hai fatto perchè hai paura che si potrebbero dimenticare di te?"
"Non è così. Diciamo che quando sei arrabbiato, esprimi il tuo punto di vista in un certo modo. Prima lo facevo più spesso senza guardare in faccia nessuno. Adesso ci rifletto su e poi discuto con la persona in questione venendo a capo del problema senza esagerare troppo."
"E' come una persona che pensa in fretta o qualcosa del genere? Vuoi risolvere subito il problema."
"Alcune volte è così. Non riesco a fermare la mia mente, raramente gli altri riescono a stare al mio passo e spesso non vengo capito."
"E' come se in passato tu fossi stato uno spericolato."
"Sembra che tu stia usando delle buone parole per descrivere il mio passato. Ero una persona ribelle e imprudente."
"Passionale."
"Quel momento è passato e sono successe molte cose che mi hanno cambiato. Ho capito di essere stato così immaturo. Se volevo ottenere dei risultati avrei dovuto cambiare metodo, altrimenti sarei rimasto allo stesso punto di partenza. Alcune volte saltavo subito alle conclusioni errate o facevo qualcosa di poco arbitrario. Ero molto testardo."
"A volte lo sei ancora un pò. Adesso sei diventato molto più prudente rispetto a prima?"
"Si e sono anche più consapevole nel fare certe cose. Ho più responsabilità nei confronti delle persone che mi seguono, devo a loro molto. Ne ho avuto abbastanza del me del passato, ho avuto bisogno di cambiare. Adesso cerco di essere più maturo."
"Si, è vero." lui annuì.
"Tu sei maturo?"
"Si lo sono."
"Veramente?"
"Andiamo avanti con le domande. Oh questa! Posso fare questa domanda?" non mi risposte ma la sua espressione si animò di colpo.
"Quale domanda?"
"Quante volte i vostri personaggi nella serie hanno fatto sesso?"
"Perchè mi sembri così eccitato a questa domanda? Ok conta."
"Partendo dal quarto episodio..."
"La scena del bagno non la conti? Te la sei dimenticata?"
"Chi se la scorda? Ricordo tutto." sorrise lui sistemandosi di nuovo i capelli.
"Ci sono molte scene vietate ai minori. Per quanto riguarda il primo episodio? Quando tu eri ubriaco sul mio letto..."
"Non so se il bacio in quella scena si possa definire vietato ai minori."
"Abbiamo fatto così tante scene nc in ogni episodio? Negli ultimi episodi ce ne sono state di meno."
"Si sono concentrati di più sulla parte drammatica della storia. Pianti e pugni." annuì lui ricordando tutto il lavoro che avevamo fatto per girare quelle scene. Ci eravamo dovuti confortare a vicenda a causa dell'intensità che dovevamo trasmettere in alcuni particolari momenti della serie.
"C'è qualcosa nell'ultimo episodio quando ci riconciliamo e anche nell'episodio speciale."
"In pratica in ogni episodio ci diamo dentro." ridacchiammo entrambi un pò imbarazzati.
"Hai un modo per avvicinarti alle persone?"
"Questa domanda dovreste farla a Damon. Lui è bravo a fare queste cose."
"Che cosa vuoi dire? Voglio conoscere la tua opinione su questa domanda. Sono interessato."
"Il metodo per approcciare le persone? Farei prima qualche ricerca su questa persona per capirla meglio. Giusto?"
"Ci vuole molto tempo?" aveva dovuto fare delle ricerche anche su di me?
"Si, ho bisogno di prendere il mio tempo. Di che tipo di approcci stiamo parlando?"
"Stiamo parlando del primo passo che fai per conoscere una nuova persona. Qualunque relazione tu possa avere con essa."
"Direi ciao, il mio nome è..."
"Il mio nome è Roberts. Alec Roberts." lo dissi facendo la rima all'epica battuta di 007. Lui ridacchiò.
"Poi guardo le loro reazioni nei miei confronti. Se otterrò un buon feedback e sentirò che ci si possa intendere a vicenda, andremo d'accordo l'uno con l'altro." asserì lui con sicurezza.
"Veramente? Io invece penso che, quando ci avviciniamo a qualcuno, dovremmo abbattere tutte le barriere che ci troviamo davanti ed essere pronti a conoscere quella persona. Perchè ne potrebbe valere veramente la pena farla entrare nella propria vita. Hai notato che quando ti parlo mi piace farti domande? Quando facciamo domande a qualcuno, la persona che si ha davanti ha la possibilità di parlare di qualunque cosa gli passi per la testa. Ovviamente in base alla relazione che vi lega e all'interesse che dimostri nell'ascoltarla. Più sei sincero più il vostro feeling si rafforza."
"Dai loro l'opportunità di rispondere o parlare, giusto? Per conoscersi meglio."
"Mostreranno la loro opinione o parleranno di più di se stessi. Se siamo noi quelli che continuano a parlare senza dare alcuno spazio agli altri, non otterremo mai nulla. Non conosceremo mai veramente le altre persone. Se noi dovessimo incontrare una persona introversa o che ha delle barriere veramente alte da superare, dovremmo fare uno sforzo in più per capirli. Trovare qualcosa che ci accomuna per creare l'opportunità di relazionarsi, come per esempio i videogiochi. E il modo più semplice per farlo è porre domande." risposi semplicemente.
"Hai ragione."
"Si. Vedo che ci stanno correggendo sulle scene nc della serie."
"Hanno una buona memoria, forse meglio della nostra. Ne abbiamo fatte davvero tante...ancora e ancora. C'è una scena in cui ti chiedo dove prendi tutta quella stamina? Ricordi?"
"Devo proprio rispondere?" risi apertamente ricordando quel momento.
"Vi manca il resto del cast?"
"Mi mancano molto, siamo diventati una famiglia. Ci rivedremo tutti molto presto."
"Alec ama Choco?"
"Ho già risposto a questo. Adoro Choco." annuì lui.
"Alec ama Damon?"
"Si."
"Alec ama Damon?" gli chiesi nuovamente io per stuzzicarlo.
"Si."
"Veramente mi ami?" di feci d'impulso quella domanda dimenticandomi per un attimo cosa stavamo facendo.
"Si" confermò lui con un dolce sorriso.

La live si concluse poco dopo con i nostri saluti a tutti i fans e un augurio di buona salute. Avevamo fatto un buon lavoro tutto sommato. Le visualizzazioni erano alle stelle e nonostante le poche domande alle quali avevamo risposto, i fans avevano apprezzato di più le interazioni tra di noi che altro. Avevamo ricevuto tante di quelle faccine con gli occhi a forma di cuoricini che la chat stava andando quasi in tilt. Ecco il motivo delle poche domande. Andava bene lo stesso, avevo avuto più tempo ad ammirare il suo volto e scambiare qualche sorriso d'intesa con lui. Eravamo riusciti a non esporci troppo, almeno finchè non gli avevo chiesto se mi amava veramente. Ad essere onesto, quella domanda era già comparsa fin dall'inizio ma erano stati talmente curiosi da riproporla e mi era venuta la curiosità di vedere come avrebbe risposto. Come ne sarebbe uscito fuori da quel campo disseminato di mine. La sua sincerità disarmante mi aveva spiazzato ancora una volta. Non aveva accampato scuse o fatto battutine stupide per cercare di non rispondere. Era stato diretto e semplice, senza nessuna esitazione aveva dichiarato di amarmi davanti a milioni di persone. Avevo persino dovuto chiedere se lo stesse dicendo seriamente oppure tanto per dire qualcosa. Il suo sorriso di conferma aveva detto tutto. Come facevo a non amarlo? La notifica di un messaggio mi riportò al presente. Presi il cellulare e sorrisi al suo nome. Mi aveva mandato due emoji una dove sbuffava il fumo dalle narici un'altra con la cerniera chiusa a posto della bocca. Scoppiai a ridere divertito. Solo lui poteva tartassarmi con delle ridicole faccine senza senso e farmi divertire in un secondo.

"Cosa?"
"Mi hai ingannato. Non avevano fatto quell'ultima domanda."
"Dovevi controllare meglio la chat, è spuntata come un fungo fin dall'inizio varie volte. L'ho tenuta come ciliegina sulla torta."
"Tu e le tue ciliegine!"
"Perchè? Hai mentito? Non mi ami?"
"Non ti degno nemmeno di una risposta."
"Come sei cattivo."
"Tu di più."
"Ci vediamo domani piccola pesta."
"Ricorda di portare il pranzo per James. Mi ha già mandato un messaggio in proposito. Non capisco perchè lo ha mandato a me."
"Perchè sei il mio adorato maritino."
"Almeno non hai detto mogliettina."
"Se vuoi lo faccio."
"Buonanotte dannato Dam."
"Notte e non fare troppo tardi. Vai a letto."

Per tutta risposta ebbi come emoji una faccina che mi faceva la linguaccia per prendermi in giro. Diventava ogni giorno più impertinente, ridacchiai tra me e me posando il cellulare sul comodino della camera da letto. Quel ragazzo ormai mi aveva fatto perdere la ragione. Spensi la luce e mi girai tra le lenzuola per trovare la posizione più comoda. Sentivo la mancanza del suo corpo al fianco del mio, il letto era troppo vuoto senza di lui. Presi il suo cuscino e lo tenni stretto tutta la notte. Aveva ancora qualche vaga traccia del suo odore. Chiusi gli occhi dalla stanchezza e mi persi in un sogno con lui come co-protagonista.
Mi svegliai poco prima del suono della sveglia e corsi sotto la doccia con tutto l'entusiasmo possibile per iniziare la giornata al meglio. Sarei stato impegnato tutto il giorno a lavorare ma avrei rivisto Alec tra poche ore. Avevamo già concordato entrambi di arrivare in anticipo rispetto l'orario del programma che ci avevano inviato, almeno saremo potuti rimanere un pò da soli. Avvertii Brian di raggiungermi direttamente al casting in quanto me ne sarei andato prima per vedere Alec. Il mio manager mi diede il via libera avvertendomi soltanto di stare attento. Era inutile rifilargli una balla, l'avrebbe scoperta in un secondo se solo ci avessi provato. Feci colazione in fretta lasciando tutto nella lavastoviglie e, una volta seduto in macchina, misi in moto addentrandomi nel poco traffico davanti a me. Per fortuna non ero uscito nell'orario di punta, altrimenti non sarei mai arrivato a destinazione. Ci impiegai relativamente poco e parcheggiai con attenzione al solito posto. Lo trovai accanto all'ascensore con in mano due bicchieri di tea ancora caldo e un sorriso di benvenuto sulle labbra. Il miglior benvenuto della mia vita. Mi porse un bicchiere e aspettammo tranquillamente l'arrivo dell'ascensore lanciandoci delle occhiate con la coda dell'occhio. Quando si aprirono le porte entrammo dentro ed Alec selezionò il pulsante del terzo piano.

"Lo sai che se non fosse stato per questi due bicchieri bollenti ti avrei già sbattuto alla parete?" mi avvicinai sussurrandogli all'orecchio.
"Perchè non lo fai?" mi provocò lui spogliandomi con gli occhi. Sarebbe stata una lunga tortura.
"Non tentarmi tesoro, sono al limite."
"Mi sto maledicendo per essere passato in caffetteria."
"Forse è stato meglio così. Altrimenti avrei bloccato questo maledetto ascensore e fatto partire l'allarme. Sarebbero resuscitati anche i morti."
"Uffa, poi chi le avrebbe più sentite Meg e Claire?" le porte si aprirono e ci staccammo di scatto. Non c'era praticamente nessuno nel corridoio.
"Ti ricordo che ci saranno anche molti giornalisti con tanto di videocamere oggi." aprii la stanza dei truccatori e lo spinsi dentro dopo aver controllato che non ci fosse nessuno. Eravamo fortunati. Posai entrambi i bicchieri sul tavolino e lo presi tra le braccia affondando il naso sul suo collo.
"Lo so, non ricordarmelo. Quando potremmo stare finalmente io e te da soli?" sospirò lui aggrappandosi ai miei bicipiti.
"Non lo so piccolo, ma lo faremo succedere. Te lo prometto. Adesso possiamo concederci qualche minuto nello stanzino del trucco. Non sono ancora arrivati."
"Mi sei mancato Teddy." mi accarezzò la testa passando la mano tra i miei capelli.
"Anche tu tesoro. Hai un buon profumo." un giorno sarei morto su quel collo. Era come una droga per me.
"Non strofinarti troppo altrimenti non usciremo più da questa stanza." mi avvertì lui gemendo. Iniziavo a sentire anch'io qualcosa di duro.
"Allora mi stacco."
"Non provarci nemmeno. Voglio restare qua." rafforzò la stretta al mio collo strofinandosi ancora di più.
"Lo sapevo che vi avrei trovati chiusi in questa stanza! Siete i soliti." esordì il nostro amico entrando all'improvviso facendoci venire un colpo.
"James esci!" esclamai irritato cercando di cacciarlo via.
"Non posso, tra poco saranno qui tutti. Meg mi ha detto di venirvi a prendere ovunque vi troviate altrimenti verrà a pescarvi lei con qualche giornalista attorno. Non so se vi convenga." il suo tono ironico mi stava irritando ancora di più.
"Non puoi darci altri dieci minuti? Non ci vediamo da alcuni giorni." si lamentò Alec posando il capo sulla mia spalla mentre io gli stringevo un braccio attorno alla vita.
"Devo chiamare Meg?" ci minacciò James in tono ironico.
"Stai rischiando il tuo pranzo."
"Il mese non è ancora finito e tu sei sempre di parola."
"James li hai trovati?" chiese ad alta voce Meg fuori dalla porta rovinando del tutto il nostro momento.
"Tempo scaduto. Andiamo a fare il nostro lavoro." sospirai massaggiandogli il collo per mitigare la sua delusione.
"Come faceva a sapere che eravamo insieme?"
"C'è bisogno di chiedere? Siete sempre appiccicati peggio della colla. Tutti lo sanno. Andiamo."

Controvoglia, dopo aver stretto per l'ultima volta Alec in un rapido abbraccio d'incoraggiamento e avergli posato un bacio sul collo, ci ricomponemmo seguendo James che ci portò al centro della sala per salutare i vecchi amici. Era come fare una riunione di famiglia. Nessuno aveva detto nulla del fatto che Alec ed io eravamo arrivati insieme e un pò scompigliati ma le loro ammiccatine verso di noi con tanto di sorrisi la dicevano lunga sui loro sospetti. Alec cercò di tenersi un pò alla larga ma, inevitabilmente, finivamo sempre per trovarci l'uno accanto all'altro a sfiorarci senza quasi rendercene conto. Per noi era normale stare insieme, sarebbe stato strano il contrario. Entrambi avevamo bisogno di quel contatto tra di noi. Era un'esigenza, ci cercavamo senza nemmeno accorgercene. Ci sentivamo bene quando eravamo vicini.
Seguimmo le direttiva di Meg e Claire e di altri personaggi importanti che facevano parte del gruppo di selezionatori per il nuovo cast. Ci presentarono i candidati finalisti e iniziammo a interagire con loro su alcune battute che Claire ci aveva diligentemente scritto per l'occasione. Dovevamo restare separati ancora per un pò per provare le singole scene. Avevo già individuato l'attore che poteva interpretare mio cugino nella serie e avevo capito che Claire se ne era accorta e aveva scritto qualcosa alla sua amica che aveva annuito. Chiamarono sul palco anche la possibile ship di quell'attore e salutai piacevolmente sorpreso il nuovo arrivato. Lo avevo già incontrato durante alcuni provini e anche in agenzia, mi piaceva quel ragazzo. Mi sembrava si chiamasse Khai. Lui mi sorrise entusiasta facendo un cenno con la testa. Era bello vederlo tra i finalisti. Mi allontanai dal palco lasciandolo a loro. Dopo averli visti insieme alzai un pollice verso Meg che annuì soddisfatta. Mi piaceva dare una possibilità a chi se lo meritava.
Finalmente chiamarono Alec insieme ad altri due attori, uno dei quali aveva già partecipato alle selezioni per il cast della prima serie e che poi era stato lasciato a casa per scegliere me. Speravo non ne fosse troppo arrabbiato. Claire ci disse che dovevamo interpretare la scena con l'arrivo del nuovo corteggiatore di Alec. Il mio sorriso scemò di colpo diventando una mezza smorfia che cercai di contenere il più possibile. Adesso ci si metteva pure lei! Cosa avevo fatto di male? Va bene che era tutta una serie di fantasia, ma dovevano per forza farmi vedere davanti agli occhi un possibile tradimento? La cosa non mi entusiasmava per niente. Lanciai uno sguardo di sbieco ad Alec e lo vidi sfregarsi le mani con entusiasmo. Se avessi potuto farlo, gli avrei dato una sberla sulla testa. Mi stava provocando? Iniziammo con il primo candidato ma sentivo che non c'era molta sincronia di emozioni con lui, non suscitava a nessuno la vera tensione che ci doveva essere con un estraneo che voleva a tutti i costi mettersi in mezzo a una coppia per dividerla. Non ne erano nemmeno convinti i selezionatori. Fecero salire sul palco anche la sua possibile ship, un ragazzo alto e molto carismatico con molto talento ma non vedevo nessun feeling tra di loro. Non erano visibilmente molto affiatati. Fecero salire il secondo attore per ripetere le stesse battute e Alec mi sembrava ancor più eccitato di prima. Che diamine gli stava prendendo in quel momento? Il nuovo attore sembrava più intraprendente del primo e decisamente più sfacciato, anche quando fingeva di cadere con espressione innocente cercando le attenzioni di un Alec che sembrava scocciato. L'interazione tra i due era diversa da quella precedente. Adesso era il mio turno. Lo affrontai apertamente seguendo a mala pena le battute che ci avevano scritto. Lo vidi sorpreso per un attimo ma recuperò in fretta e mi rispose in modo sfacciato entrando perfettamente nel personaggio. Feci lo sguardo intimidatorio dandogli una spinta sulla spalla, lui indietreggiò di qualche passo ma non si fece abbattere continuando a ribadire che gli piaceva il personaggio di Alec e che avrebbe fatto di tutto per averlo. Sapevo che era tutta una finta ma qualcosa in me stava venendo alla luce e ad un certo punto lo vidi persino impallidire e non sapere più cosa rispondermi indietreggiando di nuovo. Capii veramente che gli stavo mettendo paura. Frenai di colpo la mia gelosia e la scena in atto, intimandogli qualcosa sul stare lontano dal mio fidanzato, e scesi dal palco per andare ad abbracciare Alec che rise contento tra le mie braccia. Fu più forte di me quel gesto. Avevo bisogno di quell'abbraccio. Mi misi alle sue spalle, continuando a stringerlo stretto, mentre affondavo il mento sul suo collo tranquillizzandomi nel sentire il suo odore. Odore di casa. James si picchiò una mano in fronte seguito dalle risate di Run e il sospiro esasperato di Thorn. I selezionatori risero alla scena e Meg cercò di ristabilire l'ordine parlando con il povero malcapitato ancora sul palco che non sapeva che pesci prendere. Loro pensavano che avessi fatto quella scena per puro divertimento, peccato che era il contrario. Ero possessivo del mio fidanzato.

"Tutto bene Dam?" mi chiese a bassa voce Alec posando le sua mani sulle mie.
"Magnificamente."
"Sei sicuro?" il suo tono era preoccupato.
"Adesso si."
"Facevi paura sul palco."
"Marcavo soltanto il territorio. Tesoro dopo volevo proporti un progetto da fare insieme."
"Va bene." annuì lui.
"Cosa ne dici di andare a pranzo insieme dopo?"
"Andiamo a casa?" sentii il suo sorriso e lo ricambiai con felicità.
"No, stavo pensando a un locale non molto lontano da qui. Ti piacerà, l'ho scoperto di recente con Brian. Ti va di uscire da solo con me?"
"Mi hai appena reso felice." quel nostro breve momento intimo fu interrotto nuovamente da James che ci si piazzò davanti.
"Ragazzi, i giornalisti vi stanno aspettando e Brian mi ha appena chiesto di dirvi di smetterla con tutte queste effusioni in pubblico."
"Rompi sempre le uova nel paniere James."
"Ragazzi io sono il vostro fan numero uno, il capitano della vostra nave! E' il lavoro che vi rema contro. Andiamo."

Lo seguimmo di nuovo facendo un cenno di saluto a tutte le persone che incontravamo nel tragitto. Sembrava che avessimo molti fans tra di loro.

"Damon! Damon! State insieme?" mi fermò una donna all'improvviso ponendomi la classica domanda. Ormai era di rito, ma ovviamente quell'abbraccio aveva dato loro la scusa per investigare ancora di più sulla verità che tutti si volevano sentir dire. Sembravano degli squali affamati che sentivano odore di sangue a miglia di distanza. Più noi due ci mostravamo intimi più la loro curiosità veniva stuzzicata.
"Il nostro status non è cambiato. Siamo fratelli che si amano."
"Siete sicuri? Sembrate legati più che mai."
"Il nostro rapporto si è fatto più profondo ma restiamo sempre due fratelli."

POV Alec

"Restiamo sempre due fratelli."

Quelle parole mi fecero male. Capivo il motivo per il quale Damon continuava a insistere su quella frase, aveva paura delle ripercussioni che ne potessero derivare per entrambi ma specialmente per me. Avevamo concordato di insistere su quella frase e lo facevo anch'io ad ogni intervista ma era come pugnalare alla schiena la nostra relazione. Faceva male ogni singola volta e me ne sentivo talmente in colpa da voler costantemente chiedere scusa a Damon, ma non lo facevo. Sapevo che anche per lui non era facile. Dovevamo restare fratelli che si amano per tutti, niente di più niente di meno. Avrei tanto voluto gridare la verità. Le uniche cose che ancora mi tradivano erano le risate imbarazzate e il rossore che arrivava fino alle orecchie. Non ero molto convincente alcune volte e i fans spesso ci prendevano in giro, ma il loro affetto verso di noi era talmente forte da fingere a credere alle nostre palesi bugie. Rischiavamo sempre di essere beccati in qualcosa di più di un semplice abbraccio, che ormai tutti sapevano che tra noi era una cosa normale. Ci avvicinammo ai microfoni che ci avevano piazzato da una parte della stanza e iniziammo a rispondere alle mille domande riguardanti la serie e alle nostre abitudini insieme. Nessuna domanda nuova. Qualcuno provò a insistere nel chiedere di nuovo sulla nostra relazione ma Damon riuscì a capovolgere la situazione a nostro favore puntando l'attenzione su altro come al suo solito. Era un maestro per sviare i discorsi. Dovevo ancora imparare tante cose da lui, era un continuo insegnamento per me stare al suo fianco.
Dopo le interviste di rito, ci riunimmo con i selezionatori e gli altri membri del cast originale per scambiare le nostre opinioni sui vari partecipanti. Meg presentò una scaletta tutta sua dove presenziava anche il nome di First, l'attore che aveva dovuto rivaleggiare contro Damon per il mio amore. Speravo ne uscisse vivo dalle prove e che il temperamento del mio compagno si calmasse di più rispetto a quando stavano sul palco. Mi erano venuti i brividi a guardare la recitazione fin troppo realistica di Damon, gli aveva praticamente ringhiato contro e nemmeno se ne era accorto. Il poverino in questione era sbiancato e se la stava quasi per fare addosso davanti a tutti. Damon aveva messo paura a tutti, erano volate scintille. Nemmeno a me era piaciuto vederli insieme sul palco. First era stato il candidato migliore per quella parte, ma c'era stato qualcosa che mi aveva disturbato nel vederli interagire tra loro. La tensione era palpabile, ero rimasto in un angolo ad osservarli attentamente per tutto il tempo. Ero nervoso e non ne capivo la ragione. Quando era tornato in ed era corso ad abbracciarmi avevo sentito tutta la tensione scomparire in un attimo, anche il suo corpo si era rilassato. Mi erano mancati i suoi abbracci. Mi era mancato tutto di lui. Chi lo avrebbe mai detto che sarei arrivato a quel punto? Più andavamo avanti, più il nostro legame si intensificava. Eppure non stavamo insieme da molto tempo. Da quando ci eravamo confessati i nostri sentimenti tutto era cambiato. Non vedevo l'ora di restare da solo con lui.
Dopo aver finito i nostri compiti e concordato per la data di inizio del workshop, raggiungemmo l'auto Dam e ce ne andammo via insieme verso il ristorante tranquillo di cui mi aveva parlato prima Brian non era molto convinto di questa uscita improvvisata e voleva venire con noi ma il mio compagno lo aveva preso in contropiede affrettandosi ad aprire l'auto urlando che si meritava una pausa con il suo uomo. Poi mi aveva trascinato dentro e avviato il motore facendo ciao ciao con la mano a un Brian che scuoteva la testa con espressione accigliata. Risi a crepapelle mettendo le mani giunte di fronte a me chiedendo scusa al manager, non sembravo molto sincero in quel momento ma non riuscivo a restare serio. Stare con Damon era come aver creato un mondo tutto nostro e con lui mi sentivo libero di comportarmi come volevo, diventavo come un bambino in cerca di affetto e attenzioni quando eravamo insieme. Non ero mai stato spensierato e felice come in quel momento. Avrei preferito rimanere da solo nelle mura familiari e intime di casa sua, ma avere l'opportunità di uscire insieme come se fossimo una coppia normale era un sogno. Non potevo lasciarmelo sfuggire. Il locale era tranquillo e i proprietari molto affabili, dopo qualche autografo e un paio di foto ci sistemarono ad un tavolo tranquillo e appartato. C'erano poche persone intorno a noi, ma non ci infastidirono in alcun modo e noi restammo isolati nel nostro mondo. Non potevo chiedere di meglio. Ordinammo un bel pò di cibo che nemmeno sapevo se lo avremmo finito. C'erano fin troppe cose buone sul menù, magari sarei riuscito a convincerlo a passarci un'altra volta. Speravo di avere ancora una possibilità.

"Cosa volevi dirmi prima?" gli chiesi dopo che ci avevano consegnato i piatti.
"Lo sai che mi sto preparando per la serata speciale."
"Stai lavorando molto per quella serata. Sarà fantastica, probabilmente la seguirò in streaming con James a casa sua."
"E se ti chiedessi di partecipare come ospite speciale? Alec vorrei che tu fossi presente. Ho bisogno di te su quel palco, accanto a me. Vorresti?" il suo sguardo ansioso mi fece sorridere. Capivo le sue paure, aveva bisogno di tutto il supporto necessario, ma sapevo che sarebbe stato magnifico su quel palco. Sarebbe stato abbagliante come il sole. Il mio sole.
"Pensavo che al massimo sarei rimasto dietro le quinte a guardare lo spettacolo."
"Non sarai mai dietro le quinte con me. Sarai sempre al mio fianco, ovunque vada. Non ti lascerò mai indietro o in disparte. Il tuo posto è accanto a me. Voglio condividere tutto con te. Non mi hai ancora detto se accetti oppure no. Preferisci guardarmi a casa con James?"
"Sai, visto che non ne avevi ancora parlato mi ero già organizzato la serata. Avrei visto con lui la diretta per poi aspettarti a casa quando fossi tornato. Volevo farti una sorpresa per congratularmi del tuo successo e farti finalmente dormire come si deve visto che sarai stanco morto da tutte quelle emozioni."
"Se dividerai il mio letto non credo proprio che riposerei quella notte." mi sorrise lui allusivo prendendomi una mano sopra il tavolo.
"Stai zitto!" gli diedi un calcio. Fece una smorfia portandosi la mano alla caviglia. Il calcio non era stato così forte come faceva vedere lui, infatti si riprese velocemente.
"Salirai sul palco con me? Ti anticipo che dovrai cantare, qualunque cosa tu voglia mi adeguerò. Lo faremo insieme."
"Ne sarei onorato Teddy, voglio essere al tuo fianco su quel palco ed esserti di supporto. Voglio esserci Dam, voglio vederti emozionato di fronte all'amore che ti darà ogni singola persona venuta al tuo spettacolo."
"Ti amo piccolo." mi sorrise lui dolcemente. Avevo un debole per i sorrisi che dedicava soltanto a me. Avrei fatto di tutto quando mi guardava in quel modo.
"Ti stai emozionando già adesso? Non è presto?" lo presi in giro.
"E cosa mi dici di te? Vedo anch'io quel luccichio nel tuo sguardo. Non puoi mentirmi."
"Non l'ho mai fatto, il mio sguardo è sempre lo stesso quando ti guardo." mi portai alla bocca qualunque cosa avessi messo dentro il cucchiaio e continuai a fissarlo intensamente.
"Ok, adesso basta o ti bacio qui dentro facendoci scoprire. Passiamo alla seconda idea che riguarda il video per la presentazione del fan meeting. Visto che tra poco è il nostro primo anniversario da quando ci siamo conosciuti ai casting...volevo far coincidere la data di riprese con il nostro giorno. Cosa ne pensi?" tornò un pò di tensione nel suo tono di voce, forse di più di prima. Volevo sapere cosa gli passasse per la testa e perchè fosse così preoccupato.
"Penso che sia un'ottima idea. Siamo già arrivati al nostro primo anniversario. E' passato un anno...dal nostro primo bacio." lo provocai riportando a galla la prima scena che avevamo recitato insieme durante i provini. Quel bacio era stato memorabile. Era stata la prima volta che baciavo un uomo e la prima volta che mi lasciavo travolgere da qualcuno in quel modo. Mi aveva stravolto la vita.
"Già." sorrise lui al mio stesso ricordo.
"Ok...smettila di guardarmi le labbra adesso!" gli intimai sentendomi arrossire sotto il suo sguardo ardente. Continuai a mangiare evitando accuratamente tutta quella tentazione.
"Non ho fatto niente!" mi rispose lui fingendo innocenza mentre mangiava il suo sashimi con gusto.
"Damon!"
"Va bene, va bene! Ma non è colpa mia! Sei tu cha hai tirato fuori il nostro primo bacio. Prenditi le tue responsabilità!" ridacchiò divertito.
"Forse era meglio pranzare a casa tua." mormorai quasi rimpiangendo di aver accettato il suo invito.
"Sarebbe stato un vero peccato non sfoggiare il rossore del mio piccolo grande uomo."
"Smettila! Comunque vorrei che nella serata speciale aggiungessi anche il decorare una torta." gli dissi mentre mi veniva in mente una certa idea. Volevo fargli una sorpresa, non era l'unico che poteva farle.
"E' meglio se non ti faccio domande, ma potremmo organizzarci in merito. Non c'è problema. Per quanto riguarda invece il video per il fan meeting avrei una proposta. Non vorrei che la prendessi per il verso sbagliato, per come la vedo io potrebbe essere un modo per ringraziare di esserci conosciuti. Ovviamente è solo un'idea, se non ti va puoi dirlo tranquillamente e mettiamo giù una lista di cose da poter fare al suo posto. Volevo rendere diverso questo video rispetto a tutti quelli che di solito trasmettono. Lo volevo più reale...più emotivo. Che sapeva più di noi." la sua ansia stava condizionando anche me.
"Damon calmati, ti ascolto. Dimmi pure." appoggiai la mia mano sulla sua per cercare di tranquillizzarlo in qualche modo.
"Un matrimonio."
"Un matrimonio?" chiesi stupito non riuscendo a connettere il cervello. Era andato momentaneamente in tilt. Cosa aveva detto? Avevo sentito bene? Un'immagine mi entrò in testa senza riuscire più ad uscirne.
"E' solo un'idea che mi frulla in testa da un pò. Un matrimonio nella foresta stile il capitolo finale di Twilight con Brian che ci aspetta all'altare come se fosse il prete. Noi in smoking che raccontiamo il nostro primo incontro e...si insomma, una cosa del genere. Ripeto, è solo un'idea. Possiamo optare per qualcos'altro che..."
"Mi piace quest'idea. Sarà un forte impatto per tutti...emotivo, culturale, sociale. Sarebbe un grosso passo per entrambi." annuii pensando alle sue parole e immaginandomi la scena. Sarebbe stato come raccontare un sogno.
"Alec riflettici bene. Io lo farei per diversi motivi ma se tu non vorrai cambieremo programma. Non vorrei che un passo del genere rovini la tua carriera e la tua reputazione, sei ancora agli inizi e saresti tu a rischiare di più. Ho promesso di guidarti in questo mondo e prendermi cura di te, forse ho puntato troppo in alto con questa idea. E' una cosa da non prendere alla leggera. Fai finta che non abbia detto niente." scosse la testa ritirando la sua mano sotto la mia. Aveva paura per me. Non potevo negare che fosse una mossa un pò azzardata per due uomini, ma quel matrimonio aveva un significato importante per entrambi. Specialmente se girato in quel giorno specifico.
"Damon facciamolo." dissi con convinzione guardandolo fermamente.
"Alec non darmi una risposta veloce..."
"Voglio farlo. Voglio raccontare di noi, di quanto tu sia speciale per me. Forse non potremmo ammettere la nostra relazione ma con questo finto matrimonio potremmo andarci molto vicino. Festeggiamo così il nostro primo anniversario, se tu sei dentro ci sono dentro anch'io."
"Stai citando in qualche modo Titanic? Lo sai che alla fine Jack muore, vero?"
"Tranquillo, condividerò con te quel pezzo di armadio. Sempre se non mi darai fastidio con scemenze assurde, allora potrei seriamente tirarti un calcio e farti annegare nell'acqua ghiacciata. A te la scelta."
"Allora ci sposiamo." finalmente il sorriso tornò ad illuminargli il volto. La sua iperprotettività a volte poteva essere un vero problema. Avremmo dovuto risolverla in qualche modo.
"Quando lo racconterò a mia madre vedrai che alzerà la quota della dote." lo presi in giro. In realtà non sapevo come avrebbe reagito alla notizia. L'avrebbe presa bene? Speravo che capisse le ragioni della mia scelta e che accettasse la cosa.
"So già che mi spennerai. Vuoi solo i miei soldi!"
"Paga il conto daddy, così potremmo finalmente tornare a casa."
"Quando mi chiami così mi fai venire voglia di sculacciarti."
"Puoi sempre provarci." gli sorrisi in modo sfacciato mordendomi il labbro. Lui mi fissò le labbra come se volesse saltarmi addosso da un momento all'altro. Non chiedevo altro, ero sempre pronto per lui. Appena sentii tanti occhi puntati addosso, mi riscossi dai miei pensieri licenziosi e tornai con la schiena appoggiata allo schienale della sedia. Misi un pò di distanza tra di noi, cosa che odiavo più di tutte, e tornai serio. Mi dispiaceva rovinare quel momento ma saremo finiti sui social da li a pochi secondi. "Dam forse è meglio andare. Iniziano ad esserci troppe persone con in mano i cellulari."
"Andiamo a casa." lui annuì andando alla cassa a pagare il conto.

Sorrisi alle persone che ci stavano salutando facendo probabilmente delle dirette su Instagram. Augurai loro buon pranzo e seguii Damon fuori dal locale per poi salire in macchina con lui. Si era già formata una piccola folla di fans che ci chiamavano da tutte le parti chiedendoci cosa ci facevamo insieme. Sviammo le domande con dei sorrisi e degli auguri di buona salute. Selezionai una playlist dal mio cellulare e rimasi tranquillo picchiettando a ritmo le dita sul ginocchio. Sentii la vibrazione delle notifiche e vidi già le nostre foto sui social. Quelle foto raccontavano una storia tutta loro, la nostra storia. Sorrisi e sguardi di una coppia innamorata, i fans ci avevano visto giusto e avevano scritto ogni minimo dettaglio del nostro pranzo con precisione. Fortunatamente non avevano visto proprio tutto e di certo non avevano ascoltato la nostra conversazione, ma poco importava. Le prove erano li alla vista di tutti. Come fare a continuare a dire che eravamo fratelli? Non riuscivamo a toglierci gli occhi di dosso. Guardai meglio le immagini e le salvai sul cellulare, eravamo belli insieme. Sorrisi e cambiai canzone. Damon incrociò il mio sguardo e ricambiò il sorriso, era magnifico. Non mi sarei mai stancato di lui.

"Sei libero oggi?" gli chiesi a bruciapelo. Sapevo che negli ultimi giorni era pieno di impegni e prove. Questo era uno dei motivi per cui avevo sentivo così tanto la sua assenza, oltre al fatto che avevo iniziato da qualche settimana il mio tirocinio. Speravo che riuscissimo a ritagliare un pò di tempo per noi.
"Più tardi devo andare alle prove per la serata speciale. A questo punto, se sei libero, vieni con me. Dovremmo modificare alcune cose del programma."
"Mi suona bene...tu, io, una chitarra, un letto..." mormorai con tante aspettative.
"E tante altre persone che ci staranno intorno. Ho paura che per oggi non riusciremo a stare troppo tempo da soli piccolo, mi dispiace."
"Dovrò accontentarmi." sospirai cercando di non accentuare troppo la mia delusione che provavo.
"Pensa già a che canzoni ti andrebbe di cantare insieme. Dovremmo esercitarci parecchio in questi giorni."
"Anche questo mi suona piuttosto bene, forse anche meglio."

Arrivati a casa, appena chiuse la porta dietro di noi, Damon mi chiuse stretto nel suo abbraccio. Ricambiai la stretta e chiusi gli occhi aggrappandomi alle sue spalle. Quello era l'unico posto dove mi sentivo bene. Cavolo se mi era mancato. Sarei rimasto così tutto il giorno. Ci sarebbero state tante cose di cui parlare, anche se ci sentivamo più volte al giorno avevamo sempre qualcosa da raccontarci a vicenda. Non ci stancavamo mai. Avrei voluto chiedergli se avesse avuto notizie su Chase ma avevo paura di sentire la risposta. Era diventato un argomento tabù dopo la telefonata di Mark. Avrei voluto avere più informazioni in proposito ma Damon non me ne aveva più parlato. Mi fidavo di lui ma questo silenzio mi inquietava. Era come se si stesse per presentare una catastrofe da un momento all'altro e io volevo esserne preparato. Volevo difendere il mio compagno.

"Mi sei mancato tesoro."
"Anche tu Teddy. Non sai quanto. Possiamo stare così un altro pò?"
"Non muoverti, questo è il tuo posto." mormorò lui dandomi un bacio sul collo. Iniziò a dondolarci lentamente, come se stessimo ballando un lento con una musica che sentiva soltanto lui. Lo seguii ciecamente come facevo sempre. Mugugnò qualche nota al mio orecchio e poi cantò per noi.

"Waking up the one morning
And found out the world seems different
The alarm clock I normally used is still the same as yesterday
You are still peacefully sleeping
And have no idea what is in my mind at this moment
I should let you continuously sleep and have a nice dream
I'm thinking the moment we look into each other eyes and say nothing
The love we have I can see it through your eyes
The good moments we have
Do you feel the same way as I do?
Should I keep this to myself
Or should I say it out loud?
That I want you to be my last
The person who shares every single breathe with
I promies I will never make you sad or cry
Do you hear that? My dear love
And please never let go of my hand
Whatever is happening please trust me
No matter how hard it is we will pass throught it together
Because I knew when we first met
It's not a coincident or just a dream
And today is the day I finally make a decision
That I'm letting you to be
To be my last
The person who shares every single breathe with
I promies I will never make you sad or cry
Do you hear that? My dear love
And even if the world stop spinning, please remember
That I would never change my mind from loving you
There will be only us two, walking side by side
Only if you love me forever
And please never let go of my hand
To be my last
The person who shares every single breathe with
I promies I will never make you sad or cry
Do you hear that? My dear love
And even if the world stop spinning, please remember
That I would never change my mind from loving you
There will be only us two, walking side by side
Only if you love me forever
And please never let go of my hand"

Perchè ogni volta che mi dedicava una canzone mi faceva emozionare in quel modo? Sentivo i brividi, la sua voce mi aveva completamente sciolto. Strofinai il volto sulla sua spalla, asciugando la lacrima solitaria che mi era sfuggita dall'occhio. Improvvisamente ebbi paura di perdere tutto quello che avevo. Di perdere lui. Lo strinsi più forte non volendo lasciarlo più andare via.






Ciao a tutti, scusate la lunga assenza ma ho avuto un pò di problemi ultimamente. Forse il capitolo non sarà piccante come il precedente ma spero che un pò di coccole vadano bene lo stesso. Ci sarà tempo per il piccante.
Mi scuso se la live potrebbe risultare un pò confusa ma l'ho tradotta e fatto molti tagli per aggiungere anche altro. Ho cercato di renderla migliore. Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Ho omesso il lungo discorso sul Covid e che era anche per quello la diminuzione di eventi pubblici e il blocco momentaneo delle riprese della serie. Siccome non sto andando del tutto in ordine cronologico ho anche cambiato alcuni eventi posticipandoli.
La canzone in questione è la bellissima Hold me tight cantata nella versione di Mew Suppasit che adoro. Se siete curiosi andate ad ascoltarla, vi ricordo che la canzone è in Thailandese. Nel capitolo l'ho tradotta come anche molte altre che canterà Damon (Mew).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, sono già alle prese del prossimo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ho bisogno di leggere i vostri commenti.
Un bacio

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Capitolo 9
*** Realtà o sogno? ***


Behind your gaze 9.1 POV Damon

Un fastidio al braccio mi svegliò di colpo. Aprii gli occhi e mi ritrovai sul mio letto, con Choco accoccolato al mio fianco a guardarmi con la lingua di fuori. Sembrava che mi stesse facendo la guardia. Appena allungai una mano per accarezzargli la testa abbaiò di colpo e mi si avvicinò per leccarmi con entusiasmo la mano. Perchè mi stava facendo tutte quelle feste? Provai a muovere l'altro braccio per mettermi seduto ma qualcosa stava tirando e controllai per capire cosa fosse. Una flebo aveva bloccato i miei movimenti. Perchè mi avevano attaccato una flebo? Cos'era successo? Non ricordavo. Facendo attenzione a non tirare troppo il tubo, mi sistemai meglio allo schienale del letto e cercai di ricordare qualunque cosa mi avesse portato in quello stato. Mi sentivo debole e la testa mi girava un pò, ma a parte questo mi sembrava tutto a posto. Allora perchè non ricordavo niente? Avevo avuto qualche trauma sbattendo la testa?

"Choco cosa diamine è successo?" gli chiesi mentre mi si metteva sul grembo per ricevere più coccole. Come se lui potesse rispondermi in qualche modo tra una leccata e un'altra.
"Perchè lo stai chiamando così?" la porta si aprì di scatto per fare entrare il mio compagno con un sorriso sulle labbra. Mi mancava il respiro ogni volta che entrava nel mio raggio di azione. Era splendido.
"Alec!"
"Chi è Alec?" mi chiese lui spaesato.
"Chi deve essere Alec?" per caso era un nuovo gioco che non conoscevo? Prendiamo in giro chi ha sbattuto la testa?
"Phi sei confuso."
"Perchè mi chiami Phi?" non so chi dei due sembrasse più stranito da quell'assurda conversazione.
"Come dovrei chiamarti? Phi hai perso la memoria? Mi stai spaventando. Devo chiamare di nuovo il dottore?" mi si avvicinò portandomi le mani alla testa in cerca di qualunque cosa potesse giustificare la mia confusione. Mi ispezionò minuziosamente passandomi le mani fra i capelli con aria preoccupata.
"Cos'è successo?"
"Sei svenuto durante le prove per lo spettacolo. Hai fatto preoccupare tutti. P' Boss ti ha riportato a casa dopo che il dottore ha firmato il foglio di dimissioni e dopo ha chiamato un infermiere per farti mettere la flebo e controllare i parametri. Hai chiesto tu di non restare al pronto soccorso. Non ricordi niente?"
"Ricordo soltanto che stavo ballando e mi faceva male la testa. Poi più niente, come se avessi avuto un black out." più mi sforzavo a ricordare più i miei pensieri diventavano inconsistenti. Forse avevo una qualche amnesia. Cercai di mettermi seduto ma Alec mi fermò.
"Phi resta a letto e riposati, oggi penserà il tuo Nong a tutto. Non devi avere alcuna preoccupazione. Gioca con Chopper, è la tua miglior medicina."
"Chi è Chopper? Ma soprattutto, chi sono Phi e Nong? Non capisco di cosa tu stia parlando Alec."
"Mi hai affibbiato un nuovo nomignolo Boo? Perchè proprio Alec?"
"Sono confuso..."
"Phi sei tu e Nong sono io...il tuo cane si chiama Chopper. Adesso mi sto preoccupando seriamente. Ti riporto al pronto soccorso."
"Chopper? Come il personaggio di One Peace? Che cavolo di nome è? Lui si chiama Choco!" tirai su il cane facendolo penzolare tra le mie mani.
"Quella botta deve averti fatto proprio male! Tu sei un fans sfegatato di One peace! Come fai a non ricordartelo? Boo guardami. Segui il mio dito. Ti ricordi in che anno siamo?"
"Nel 2020, che razza di domande fai? Hai preso la licenza da infermiere?" adesso veramente mi stava mettendo ansia. Mi chiedevo se fossi finito veramente in qualche realtà parallela come si leggeva nei romanzi di fantascienza.
"Almeno l'anno è esatto. Ti ricordi come mi chiamo?"
"Alec!"
"No. Sono Nong Gulf, il tuo Bii. Chiamo immediatamente P'Boss." si alzò in piedi e prese a digitare furiosamente con il cellulare. Non capivo più niente.
"Fermo! Mi sembra di essere entrato in una realtà parallela." misi un mano sulla testa, iniziava a girarmi di nuovo. Lo sentii rimettersi seduto al mio fianco e mettermi una mano sul braccio.
"Ricordi come ti chiami?"
"Damon Williamson."
"Che razza di nome è Damon? Siamo in The vampire diaries?  Dovrei controllarmi le spalle prima di vedermi sbucare qualcuno che vuole addentare il mio collo? Come fa una madre a dare quel nome al proprio figlio? Lo dovrebbe proprio odiare." pensai alla scelta di mia madre quando diede il nome all'infermiera, per fortuna che me ne aveva dati due. Avevo solo usato quello più facile da ricordare per le testate giornalistiche.
"Come mi chiamo in questo incubo?" gli chiesi frustrato.
"P'Mew e ti assicuro che non è un incubo. Tutti i tuoi sogni si stanno realizzando e continui a lavorare duramente, sei la persona migliore che conosco. Come fa questo ad essere un incubo? Se non ci fossi tu io come farei?" mi azzardai a guardarlo in faccia e lessi la sua espressione sincera e molto accalorata. Credeva nelle sue parole ed io sapevo che non stava mentendo.
"Ale...no scusa, Gulf. Ho quasi paura a chiedertelo...in che rapporti siamo?" quella era una domanda cruciale per me perchè sentivo che c'era qualcosa di strano tra di noi. Era come una tensione palpabile, l'intensità dello sguardo era la stessa di sempre ma lo sentivo frenato.
"Sembra quasi uno scherzo, se non conoscessi bene il tuo sguardo penserei che stessi fingendo tutta quella confusione. Eppure non stai scherzando e questo mi mette paura. Sembri diverso. E' come se stessi facendo la solita domanda dei fans e dei giornalisti. Siamo soltanto Phi e Nong ovviamente. Cos'altro dovremmo essere?" il suo tono era leggermente abbattuto ma non voleva darlo a vedere. Mi stava nascondendo qualcosa, forse i suoi stessi sentimenti. Cos'era successo? Dov'era finito il mio compagno? Era come essere tornato indietro di alcune settimane a aver resettato tutto.
"Non stiamo insieme?"
"Noi abbiamo un rapporto molto speciale e intimo ma restiamo Phi e Nong. Siamo entrambi single." quelle parole furono una bastonata pesante al petto.
"Non ci credo! Mi sento male!" chiusi gli occhi vedendo sfocato davanti a me.
"Boo stenditi ti prego! Penso che sia arrivata tua madre, si prenderà cura di te." sentimmo la porta d'ingresso aprirsi e dei passi farsi avanti.
"Dove stai andando?" gli chiesi allarmato quando lo vidi allontanarsi di scatto.
"Non ricordi? Avevamo un evento oggi, ci andrò da solo e rassicurerò tutti sulla tua salute. Tu devi soltanto riposare. Stai facendo preoccupare tutti." non volevo che se ne andasse. Volevo ancora parlare con lui, approfondire la nostra situazione. Cosa diamine era successo? Questa era la realtà o il sogno? Oppure l'altra sua versione che aveva giurato di amarmi era soltanto frutto della mia fantasia? No, dovevo capire cosa mi stava succedendo.
"Non andartene!" lo supplicai afferrandogli una mano.
"Ti prometto che tornerò non appena avrò finito. Chiamami se hai bisogno di qualcosa, sentirò la tua mancanza Boo. Prenditi cura di te. Ci vediamo dopo."

Mi lasciò solo con queste parole senza nemmeno guardarsi indietro. Cosa diamine era successo? Dove ero finito? Perchè mi aveva abbandonato a quel posto sconosciuto proprio lui? Perchè sentivo che mi aveva taciuto qualcosa di importante? Perchè avevo la sensazione di dover sapere quella verità a tutti i costi? Dov'era finito il mio Alec? Troppe domande senza risposta, mi faceva male la testa. Tornai a coricarmi e Choco mi venne dietro per darmi il suo conforto. No, non era Choco. Era Chopper. Come avevo fatto a dargli un nome simile? One Peace era il mio manga preferito ma non mi sarei mai sognato di dare al mio cane il nome di uno di quei personaggi. Forse la mia passione per la cioccolata superava quella dei manga. Ero confuso. Accarezzai Chopper per cercare di calmare i miei pensieri troppo incasinati persino per me. La porta si aprì di scatto ed entrò mia madre con espressione preoccupata sedendosi al mio fianco.

"Come stai Mew? Quando Nong Boss mi ha chiamata sono corsa da te. Quante volte ti ho detto di staccare la spina e risposarti? Non mi stai mai a sentire! Ti fermi soltanto quando Nong Gulf si impone e ti supplica. Come fa sempre ad avere tutta questa influenza su di te?" scosse la testa spazientita mentre mi rimboccava la coperta.
"Ascolto solo lui?" almeno quello non era cambiato, pensai con un mezzo sorriso. Ovunque mi trovassi avrei sempre seguito Alec, era il mio punto fermo.
"Prevalentemente si. Faresti tutto quello che ti chiederebbe senza battere ciglio. Per fortuna è un bravo ragazzo che ti adora e non ti farebbe mai del male, altrimenti cadresti sul serio a pezzi e non sarebbe per niente facile rimetterti in sesto questa volta. Sei stato fortunato a conoscerlo." mi accarezzò i capelli dolcemente.
"E' quello che ho sempre pensato."
"Figliolo dovresti restare a letto." mi disse appena cercai di rimettermi seduto.
"Sto meglio mamma."
"Quanto sei testardo. Va bene ma oggi niente lavoro. "
"Lo prometto." annuii sapendo di certo che in quelle condizioni non avrei fatto nulla di più che gironzolare per la stanza alla ricerca di una spiegazione per quella strana situazione. La porta si aprì di nuovo e mi trovai davanti l'ultima persona al mondo che potessi aspettarmi. Dove diamine ero finito? Mi sentii in ansia al solo trovarci tutti e tre nella stessa stanza, non avevo nemmeno la forza di combatterlo in quel momento.
"Ecco, ti ho scaldato un pò di congee. Prova a mangiarne un pò, ti farà bene." mi si avvicinò lui con il piatto fumante.
"Papà? Cosa ci fai tu qui?" non potevo nemmeno scappare, le mie vie di fuga erano inesistenti.
"Come, cosa ci faccio? Sono venuto per accudire mio figlio. Dove dovrei essere?" la sua espressione stranita mi colpì. Quello non era il padre che conoscevo, quello con cui avevo litigato più volte e al quale non piacevo. Sentivo che quell'uomo era diverso. Non mi stavo sbagliando...vero?
"Tu mi detesti..."
"Mew stai bene? Fammi provare la temperatura."
"Mamma è tutto a posto."
"Mew perchè dovrei detestarti? Sei mio figlio e ti amo più di qualunque cosa al mondo insieme a tua madre e a tua sorella. Non potevo chiedere un figlio migliore di te. Perchè pensi questo?"
"Tu ci hai lasciato e hai sempre criticato aspramente tutto ciò che sono..."
"Forse hai fatto un brutto incubo."
"Tu hai detto che non potevi vedere tuo figlio rovinarsi la vita in questo modo seguendo certe inclinazioni." posò il piatto sul comodino e scosse la testa. Sembrava avesse quasi il timore di avvicinarsi troppo. Leggevo nel suo sguardo un'espressione ferita.
"Mew non direi mai una cosa simile!"
"Tuo padre ti ama sopra ogni cosa. Forse è meglio se vi lascio un pò da soli. Porto Chopper a fare un giro fuori." mia madre prese in braccio il cane si diresse verso quell'uomo, gli strinse la mano come a volerlo incoraggiare. Non vedevo quello sguardo affettuoso rivolto a lui da anni ormai, ne avevo soltanto un vago ricordo grazie a vecchie fotografie. Era come se si capissero al volo senza nemmeno parlare. Quello non era il mio mondo.
"Non so da dove è uscita fuori questa idea, spero solo che sia veramente un incubo. Non sono stato molto partecipe alla tua carriera di attore, è vero. Ho sempre sperato per te un futuro come dottore o insegnante, un lavoro più stabile che ti potesse garantire una certa sicurezza economica. Non posso negarlo ma non ho mai ostacolato le tue scelte. E' sempre stata tua madre a seguirti negli eventi pubblici, io non sono fatto per quel mondo. Vederti costantemente sotto i riflettori è una cosa che mi fa preoccupare. Quanto tempo ancora potrai reggere? Quando riuscirai a trovare un pò di tempo per te e la tua vita privata? Ho avuto sempre un sacco di dubbi in merito alla tua carriera, ma dopo averti visto sullo schermo ho capito quanto tu ami il tuo lavoro e l'energia e l'entusiasmo che ci metti ogni singola volta affinchè sia tutto perfetto. Non lasci mai niente al caso, rischiando persino di finire in queste condizioni."
"Non è..."
"Non è niente di che, certo. Quanto ancora vuoi ripeterlo? La tua salute è importante. Appena Gulf ci ha chiamati abbiamo mollato tutto e siamo corsi da te. Per fortuna c'era lui con te."
"Era con me?" gli chiesi sorpreso. Perchè non me lo aveva detto?
"Non ti ha lasciato un secondo. E' sempre rimasto al tuo fianco fin da quando ha visto che non ti sentivi bene fino a poco fa. Boss e
Best hanno cercato di convincerlo a tornare a casa per prepararsi per l'evento di oggi ma lui non voleva. Almeno finchè non ti fossi risvegliato e lui si fosse assicurato che stavi bene. Era più nervoso di tua madre e ti garantisco che non è facile. Bem ha cercato di farlo ragionare ricordandogli che aveva degli impegni già presi in precedenza e che, se non potevate presenziare entrambi, almeno lui doveva farlo per rispettare i contratti. E' un caro ragazzo che si preoccupa per te. Spero che resti nella tua vita molto a lungo." mi sembrava ancora tutto surreale. Potevo fidarmi di quell'uomo?
"Non sei infastidito da questo?"
"Da questo cosa? Da Gulf?"
"Perchè lui è un uomo." annuii ancora titubante. Avrei difeso Alec con i denti e con le unghie se soltanto quell'uomo avesse osato dire qualcosa di brutto verso l'uomo che amavo.
"Siete Phi e Nong, giusto? Che problema deve esserci in merito a due fratelli?"
"E se fossimo più di due fratelli? Se lo amassi di più di un semplice fratello?"
"Stai ufficializzando qualcosa?"
"No...ma se dovesse succedere qualcosa tra di noi?"
"In quel caso sarà il benvenuto come genero. Ormai fa già parte della nostra famiglia, un titolo in più non cambia quello che già rappresenta per noi. Sappiamo quanto sia prezioso per te." mi sembrava di sognare e in quel momento avrei preferito non risvegliarmi per niente. Non lo avevo mai sentito dire delle parole del genere. Mi sembrava di essere travolto da mille emozioni contrastanti che non riuscivo a fermare.
"E a te sta bene?"
"Mew sappiamo della tua sessualità da anni ormai, ammetto che all'inizio ho avuto un pò di difficoltà a capire tutta la situazione lo ammetto. A volte posso sembrare vecchio stampo ma ti assicuro che non lo sono. Chiunque tu voglia amare è il benvenuto in questa famiglia, lo accoglieremo a braccia aperte. Purchè ti ami e ti rispetti in egual modo. Sono sempre stato preoccupato che gli altri non ti capissero, che venissi escluso e deriso soltanto perchè volevi essere amato. Non sarei riuscito a sopportarlo. Non volevo vedere mio figlio infelice. Hai scelto una strada difficile da percorrere, hai perso molto ma hai conquistato ancora di più. Sono orgoglioso di essere tuo padre. Forse non sono mai stato capace di esprimermi come volevo con te e hai pensato a me come a un genitore distante che non approvava le tue scelte. Avevo soltanto paura che tu potessi soffrirne." ammise lui togliendosi gli occhiali per strofinarsi gli occhi. Sembrava a un passo dalle lacrime ed io mi sentivo allo stesso modo.
"Ho sofferto in passato."
"Ma adesso sei qui e, a parte alcune azioni come questa causate dalla tua testardaggine, sei ogni giorno più appagato dalle tue scelte. Ti sei creato delle opportunità quando altri ti hanno chiuso le porte in faccia, non ti sei mai arreso. Questo ti fa onore. Poi sei andato a quel provino e tutto è cambiato. Sei tornato a sorridere. Non puoi nemmeno immaginare come tua madre ed io ci siamo sentiti, nostro figlio era tornato. Più maturo, con più responsabilità ma con uno splendido sorriso sulle labbra. Questo era tutto quello che volevo vedere e devo ringraziare quel Nong per questo. E' lui a renderti ogni giorno più felice. Sarei orgoglioso di averlo come genero. Perchè stai piangendo?" lui era riuscito a trattenersi nonostante gli occhi umidi, io no. Ero scoppiato a singhiozzare come un bambino.
"Perchè non pensavo di sentire queste parole proprio da te. Grazie papà."
"Il mio ragazzo ha bisogno di un abbraccio. Vieni qua." si allungò verso di me ed io mi gettai tra le sue braccia come facevo da piccolo.
"Mi sei mancato." mormorai tra un singhiozzo e l'altro non riuscendo a fermarmi.
"Sono sempre stato qui. Un pò taciturno, poco espansivo, ma sono sempre stato qui. Tua madre ha ritirato il regalo per Gulf visto che non potevi passarci tu oggi. Te lo ha lasciato sulla scrivania." mi disse lui sciogliendo l'abbraccio quando capì di avermi tranquillizzato.
"Regalo? Quale regalo?" gli chiesi confuso strofinandomi gli occhi.
"Non ricordi? Sei andato personalmente per ordinarlo e ieri ti hanno chiamato per andarlo a ritirare oggi, poi sei svenuto e ci siamo passati noi. E' il regalo per l'anniversario con Gulf."
"Gli ho fatto un regalo?"
"Glieli fai sempre, ormai non so più quante sorprese tu gli abbia fatto. E lui ricambia sempre con entusiasmo perchè vuole renderti felice. A volte penso di dover aprire un vivaio con tutti i fiori che vi regalate a vicenda. Comunque il biglietto è nel cassetto. Adesso vado di la, qui dentro ci sono troppe emozioni."

Lo vidi uscire di fretta visibilmente scosso dai nostri discorsi. Quell'uomo era quello che un tempo fu mio padre. Dopo tutto quello che era successo tra di noi, quasi mi ero scordato come era fatto veramente. Non sapevo nemmeno come comportarmi. Perchè nella mia realtà il nostro rapporto era stato stravolto in quel modo? Perchè eravamo arrivati praticamente ad odiarci e a detestare la presenza l'uno dell'altro? Sentivamo disagio nello stare insieme e non lo nascondevamo. Perchè era stato questo Mew ad avere la parte migliore di nostro padre? Perchè avevo dovuto soffrire in quel modo per anni? Perchè non siamo mai riusciti a capirci? O forse lui era rimasto sempre lo stesso ed ero io quello ad essere cambiato. Se i nostri caratteri erano uguali nelle due realtà forse anche il nostro rapporto poteva risanarsi in qualche modo. Forse poteva esserci ancora una possibilità per noi. Non volevo essere troppo affrettato, anche perchè anni di litigi non se ne sarebbero andati via così in fretta con un colpo di spugna. Potevo credere che ci fosse ancora speranza per noi? Mi era mancata quella versione di lui. Avevo quasi paura a sperare.
Decisi di guardarmi intorno per capire se ci fosse qualche altra differenza tra le nostre realtà. Era veramente tutto un sogno? Oppure lo era quello che avevo vissuto finora? Ero questo Mew o quel Damon? Mi sentivo un pò come Alice nel Paese delle meraviglie. Forse qualcuno mi aveva dato dei funghetti allucinogeni la sera precedente. Ero bloccato in un film di fantascienza di serie B, peccato che si stava parlando sempre della mia vita da qualunque parte la si volesse osservare. Anche se impercettibili le differenze si notavano. Tolsi la flebo ormai finita e girai per la stanza. Era la mia ma non lo era davvero. Era come ficcare il naso nella vita di un estraneo. Mi persi a guardare le foto di Mew e Gulf insieme, avevano le stesse espressioni di Alec e me quando ci riprendevano. Vedevo soltanto amore e fiducia in quelle immagini, quanto tenessero l'uno all'altro. Perchè Gulf mi aveva detto che erano soltanto Phi e Nong? Come poteva essere? Persino un cieco si sarebbe accorto di come splendevano l'uno accanto all'altro. Mi era costato tanto confessarmi ad Alec, ma ora come ora mi era praticamente impossibile pensare a lui soltanto come un fratello minore. Non avrei mai voluto tornare indietro. Le paure adesso si erano moltiplicate ma sapevo che insieme le avremmo superate tutte. Perchè Mew non si era esposto di più con Gulf? Guardai il pacchetto sulla scrivania e lo aprii. Era un braccialetto di metallo rigido, non aveva nessuna chiusura. Era semplice e raffinato, perfetto per il polso sottile di Gulf. La sua particolarità era quel nodo al centro, sembrava che simboleggiasse l'infinito. Il legame forte di una relazione. Lo presi tra le mani e lo osservai meglio. All'interno c'era incisa una piccola M. Cosa voleva dimostrare con quel regalo? Sapevo che in precedenza, ancora prima dell'inizio della nostra relazione, avevo regalato dei bracciali di coppia ad Alec ma questo per me aveva tutto un altro significato. Aprii il cassetto e trovai una busta con su scritto al mio girasole. Questo non era cambiato, sorrisi a quel nomignolo. Ne avevamo parlato spesso durante le interviste, lui era il mio girasole ed io il suo sole. Non poteva esserci scelta più azzeccata per noi. Anche i fans ne andavano matti. Aprii la busta e mi sorpresi a leggere il testo incompleto di una canzone scritta di mio pugno. Era la stessa che continuava a ronzarmi in testa da un pò di tempo a questa parte.

"I'm just a normal person without any value
But you walk into my life, changing my life
The day that used to be normal, that used to pass away
From now on it will be more valuable and meaningful

Because of you
Because of you
Make me feel confident to move forward

Because of you
Because of you
Give me strength to stand up again

Because of you
Because of you
Who make my heart to find such great love

You, oh...Only you"

"Grazie di essere sempre al mio fianco Bii, mi rendi migliore. Questo è il nostro primo anniversario, spero il primo di una lunga serie. Forse non sarò libero di dirti apertamente quanto io tenga a te, ma tu sei il mio tutto. Il mio prezioso girasole. Ti amo Tua-aeng."

Quelle parole mi riportarono a qualche settimana prima, quando ancora volevo mantenere lo stato attuale della nostra relazione. Mew aveva deciso di non fare quel passo avanti, aveva deciso di non correre il rischio di rovinare tutto. Aveva deciso che dovevano restare Phi e Nong. Perchè? Perchè fare una cosa del genere e poi fargli quel regalo? Non aveva senso. Mew amava profondamente Gulf come io amavo Alec, perchè sottoporre entrambi ancora a questa specie di tortura? A me sembrava di averci messo secoli a confessarmi ad Alec, ma quel loro continuo stato di fingersi fidanzati quando in realtà non lo erano era davvero frustrante. Quasi ridicolo. Come potevano andare avanti così? A meno che Gulf non fosse realmente interessato ad avere una storia con Mew. Forse lo vedeva tutto come semplice fan service, niente più che semplici amici che giocavano tra di loro. Mi ero sbagliato sull'espressione di Gulf? Avevo letto qualcosa che non esisteva? Impossibile, non potevo sbagliarmi. In quel momento sentivo così tanto la mancanza di Alec. Volevo tornare da lui. Decisi di scuotere un pò le cose, nella speranza di dare una mano anche alla loro storia. Meritavano di essere felici insieme. Presi una penna e completai la canzone che era già tutta scritta nella mia mente. Parlava di lui. Tutto quello che avevo scritto aveva sempre parlato di lui.
Il suono di un messaggio mi distrasse e andai a leggere. Un certo Best mi aveva mandato il link della diretta di Gulf. Seguii il link e guardai l'intervista con interesse. Se la stava cavando bene anche senza Mew al suo fianco. Era proprio cresciuto, sorrisi ammirando la sua bellezza. Al termine, mi rimisi seduto allo schienale del letto e controllai il cellulare. Non mi accorsi nemmeno di che ore si erano fatte quando la porta si riaprì mostrandomi il sorriso dolce di Gulf. Cosa gli passava per la testa ogni volta che vedeva Mew?

"Sei ancora sveglio. Come ti senti adesso? Hai recuperato la memoria Phi?"
"A...Nong sto meglio, tranquillo. Pensavo che saresti tornato a casa, è piuttosto tardi."
"Te lo avevo promesso Boo. Volevo assicurarmi che stessi bene, non mi hai chiamato. Di solito lo fai sempre." si sedette al mio fianco, sembrava un pò dispiaciuto.
"Non avevo motivo per farlo, sto bene. Ho visto la tua intervista, grazie di esserti scusato da parte mia. Ho già postato un messaggio sui social per i fans."
"Erano tutti preoccupati. Lo ero anch'io. Mamma ti ha fatto gli auguri di buona guarigione." posò il capo sulla mia spalla in cerca di contatto. In automatico portai una mano ai suoi capelli accarezzandoli. Era così facile l'intimità tra di noi.
"Grazie. Domani c'è molto lavoro da fare. Forse è meglio se ti fai riportare a casa dal tuo manager." mi misi a massaggiargli l'orecchio come era da mia abitudine. In realtà non avevo nessuna voglia di lasciarlo andare via ma mi sarei preso cura di lui come avevo sempre fatto con Alec. Mew avrebbe fatto la stessa cosa.
"Scordatelo, mi prenderò cura di te questa notte. Non ti lascio qui da solo."
"C'è mia madre di la, non sarò da solo."
"Tua madre mi ha mandato un messaggio quando ero già a metà strada per arrivare qua. Si è raccomandata che mi prendessi cura di te. Ha detto che hai bisogno di me." prese la mia mano e la strinse nella sua accarezzandomi il dorso con il pollice.
"Non doveva disturbarti."
"Non è un disturbo. Anch'io ho bisogno di te. Non ti chiederò se posso restare, lo farò e basta. Vado a prendere un cambio per la notte e faccio una doccia. Hai fame?" la familiarità che aveva con quella casa mi rincuorava il cuore. Mi sembrava di vedere Alec.
"Ho già mangiato grazie."
"Bene. Vado e torno. Tu resta a letto."

Dopo aver rovistato tra i miei cassetti e preso quello di cui aveva bisogno, uscì dalla camera. A quanto sembrava, aveva passato molto tempo in quella casa e non si faceva problemi a prendere i suoi spazi li dentro. O a usare i vestiti di Mew. La piccola peste restava la stessa in entrambe le realtà. Non feci in tempo a sistemarmi meglio tra i cuscini che lo vidi ritornare con l'asciugamano umido al collo.

"Hai fatto in fretta."
"Ero solo la sotto, quanto tempo pensavi ci mettessi?" mi lanciò un'occhiata esasperata alzando le spalle.
"Ci siamo mai fatti la doccia insieme?" gli chiesi a bruciapelo volendo capire quanto intimi fossero Mew e Gulf.
"Se hai bisogno di chiedermelo forse hai veramente qualche problemino di memoria."
"Questo vuol dire che abbiamo fatto la doccia insieme o no?"
"Chi lo sa...resterai con il dubbio almeno finchè non ti torna la memoria. Andiamo a letto Boo." mi sfilò da sotto il sedere la coperta e si sdraiò al mio fianco avvolgendoci entrambi nel suo calore.
"Sei sempre così diretto?"
"Abbiamo entrambi bisogno di dormire, questo letto è grande e comodo abbastanza per starci insieme. Dopotutto lo abbiamo già collaudato più che a sufficienza." perchè parlava ad enigmi?
"Sei sicuro che siamo soltanto Phi e Nong? Non c'è nient'altro tra di noi?"
"Siamo soltanto Phi e Nong. Tu sei la mia persona speciale. Vorresti che fossimo qualcosa di più?" non mi guardava negli occhi ma le sue dita continuavano ad accarezzarmi il braccio. Era la mia immaginazione o dal suo tono sembrava veramente ansioso di avere una mia risposta? Perchè diamine erano arrivati a quel punto?
"Non lo so."
"Nel tuo sogno...mi hai chiamato Alec giusto? Com'è il tuo rapporto con Alec?"
"Ci amiamo, abbiamo iniziato la nostra relazione da poco. Non abbiamo molto tempo per noi ma facciamo di tutto per prenderci cura l'uno dell'altro. Non è sempre facile riuscire a stare insieme ma ne vale la pena. Ogni singolo momento è molto prezioso per noi. Potevo lasciare le cose come stavano e rimanere fratelli che si amano ma ci stavamo soltanto prendendo in giro. Non è stato facile fare questo passo avanti nella nostra relazione ma avevamo entrambi bisogno di avere qualcosa in più."
"Sembra che stai parlando di un altro mondo." mormorò lui incredulo.
"E' così tanto differente da questa realtà? Non vorresti che il tuo rapporto con Mew si evolvesse?"
"Tu sei P'Mew. Questa è la realtà, non il tuo sogno. Siamo Phi e Nong, nessuno potrà mai capire la nostra relazione. Il nostro legame è molto profondo." affermò lui con sicurezza.
"So che ti amo più di quanto riesca a dirtelo."
"Lo so. Lo sento ogni volta che siamo insieme."
"Tu mi guardi nello stesso modo." incrociai il suo sguardo perdendomici dentro. Avevo voglia di baciarlo.
"Ti amo anch'io Phi. Lo sai, da quando ti sei risvegliato non mi hai chiamato nemmeno una volta Tua-aeng. Mi manca."
"Vieni qui Tua-aeng. Sarò il tuo cuscino." gli sorrisi allungando un braccio dietro il suo collo per stringerlo a me. Mi posò la testa sul petto sospirando.
"Ero davvero preoccupato Boo, non fare mai più una cosa del genere. Devi prenderti cura di te. Devi capire quando staccare la spina. Mi sei mancato oggi, mi sentivo solo durante quell'intervista."
"Adesso sono qui, Tua aeng." posai un bacio sui suoi capelli e tornai ad accarezzargli l'orecchio fino a quando sentii il suo corpo rilassarsi tra le mie braccia. Il mio piccolo si era addormentato. Chiusi gli occhi anch'io chiedendomi cosa avrei trovato al mio risveglio.

Dei rumori fastidiosi mi destarono all'improvviso dal mio torpore. Faticai ad aprire gli occhi, stesi il braccio al mio fianco ma trovai lo spazio vuoto e il materasso decisamente ridotto. Dov'era finito Gulf? Cercai di tirare via la coperta leggera ma non ci riuscii.

"Gulf dove sei?" mugolai con voce flebile e rauca.
"Chi è Gulf?"
"Alec!" aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai il volto dolce e affettuoso del mio compagno. Non potevo sbagliarmi, questa volta era lui.
"Chi altri dovrei essere? Hai dormito per diverse ore. Mi hai fatto spaventare." mi strinse la mia mano tra le sue come a non volerla più lasciare andare.
"Dove siamo?"
"Ancora in ospedale. Adesso chiamo il dottore per farti fare un controllo, magari riusciremo a portarti a casa in poco tempo." stava per rialzarsi dalla sedia ma rafforzai la presa della sua mano per bloccarlo all'istante.
"Aspetta Alec! Noi due stiamo insieme vero? Non siamo rimasti al solo fratelli che si amano?" poteva sembrare una domanda stupida ma avevo bisogno di essere rassicurato di non trovarmi ancora in quello strano sogno dove non potevo baciare liberamente il mio uomo.
"Damon, devo preoccuparmi di qualcosa? Questo svenimento ti ha fatto avere dei ripensamenti su di noi?"
"Assolutamente no piccolo. Mi ha soltanto fatto capire quanto ti amo e quanto ho bisogno che tu resti nella mia vita. Possibilmente il più a lungo possibile." lo supplicai con lo sguardo facendogli capire che non stavo affatto scherzando.
"Damon, sono qua. Non me ne andrò da nessuna parte. Hai fatto un incubo?" mi accarezzò i capelli per tranquillizzarmi.
"Non proprio. Era come se fossi in una dimensione parallela ma eravamo sempre noi. Soltanto che non ci eravamo decisi a fare il grande passo, preferivamo mantenere il nostro status nonostante il fatto che ci amavamo a vicenda."
"E' stato brutto quel sogno?"
"A dire la verità no, mi ha fatto capire un pò di cose. Alec ho bisogno del tuo aiuto."
"Chiedimi quello che vuoi."
"Vorrei provare a riallacciare i rapporti con mio padre. Forse stiamo sbagliando entrambi approccio l'uno con l'altro. Forse non gli ho dato la possibilità di spiegarsi e lui fatica ad esprimersi. Non lo so ma vorrei parlare di nuovo con lui. Magari non servirà a niente oppure cambierà la situazione, non lo so. Vorrei provarci."
"Ti aiuterò, sarò al tuo fianco in quel momento. Qualunque cosa accada puoi contare su di me." sorrise lui con tenerezza. Aveva gli occhi lucidi pieni di emozione, riusciva a capirmi al volo. Lo amavo così tanto.
"Sono felice di averti incontrato." annuii ricambiando il suo sorriso. Mi portai il dorso della sua mano alle labbra e posai un leggero bacio.

Quando riuscì a convincermi a fare entrare il dottore e l'infermiere, fecero un rapido controllo delle mie funzioni vitali e decisero di dimettermi per lasciare il letto vuoto a chi ne aveva più bisogno. Ringraziai il personale medico per la loro pazienza e il lavoro che svolgevano ogni giorno. Alec e Brian mi aiutarono con le dimissioni e mi riportarono immediatamente a casa. Non potevo chiedere di meglio. Mi sembrava di essere tornato da un lungo viaggio durato un tempo inestimabile, troppe emozioni tutte in una volta. Mi sentivo più spossato di prima. Mi sarei fatto volentieri altre dieci ore di sonno ininterrotte. Ero troppo stanco persino per farmi una doccia. Salutai Brian e andai a buttarmi di peso a letto. Sentii qualcuno entrare in camera e mi sorpresi nel trovarmi davanti un Alec al quanto spazientito. Pensavo avesse deciso di tornarsene a casa.

"Cosa hai intenzione di fare?"
"Secondo te? Giocare a nascondino? Devi pure chiedere?"
"Non dovresti tonare a casa a riposarti? E' stata una giornata lunga per te. Hai dovuto fare persino le mie veci."
"Abbiamo entrambi bisogno di dormire, questo letto è grande e comodo abbastanza per starci insieme. Dopotutto lo abbiamo già collaudato."
"Mi sembra di assistere a un déjà-vu." mormorai stranito dal risentire la stessa battuta di Gulf.
"Cosa?"
"No, niente. So già che non ne uscirò vincitore e nemmeno ci proverò. Questa è anche casa tua."
"Perfetto, lo avrei fatto anche se avessi insistito con la cavolata di tornare a casa. Io resto qui con te, a forza di legarti a letto tu domani scenderai soltanto per andare in bagno. Lascia che mi prenda cura di te come hai bisogno." non sapevo se esserne felice o terrorizzato. La mente perversa di Alec era in continua evoluzione.
"Sei diventato la mia crocerossina?"
"Se tu continui a fare di testa tua qualcuno deve pur prendere il comando. Ne ho bisogno anch'io Dam." la serietà delle sue parole fermò ogni eventuale battuta. Stavo tirando troppo la corda e lui ne stava soffrendo. Anche se cercava di nasconderlo, la sua preoccupazione era alle stelle.
"Va bene, sono tutto tuo. Da cosa vuoi iniziare?"
"Dalle spugnature ovviamente." come non detto. Mi voleva morto. Aveva trovato un modo per farmi scontare le mie cavolate.
"Ovviamente...ti ricordi che il dottore ha detto che dovrei restare a riposo e non fare troppi sforzi?"
"E' solo una spugnatura, di cosa dovresti aver paura? Hai tanta di quella stamina in corpo da dover scaricare..." la sua finta aria innocente mi mise i brividi. Avevo creato il mostro. Dov'era finito il tenero piccolo Alec?
"Mi sa che domani mattina sarò completamente prosciugato."
"Non capisco a cosa tu ti stia riferendo. Resta pure sul letto, al resto ci penso io. Fidati, sarò delicato." a quella battuta, mi abbandonai sui cuscini chiudendo gli occhi. Avrei dovuto fare testamento, maledizione.

POV Alec

Rimasi davanti alla porta chiusa della sua camera con in mano la bacinella piena di acqua calda e un asciugamano posato sul braccio. Indugiai ad andare oltre, non ne conoscevo il motivo. Sapevo soltanto che avevo paura di rovinare tutto con le mie idee ed autoinviti. Avevo paura che si  stancasse di me e mi indicasse la porta. Forse non sapeva che quello dei due che aveva più bisogno dell'altro ero io. Quando era svenuto proprio di fronte a me era come se il terreno mi fosse crollato sotto i piedi. Non avevo fatto in tempo a raggiungerlo e aveva sbattuto la testa per terra. La corsa verso il pronto soccorso sembrava interminabile. I dottori avevano detto che lo svenimento era dovuto alla stanchezza e alla poca idratazione. Quando era riuscito a fare un pasto decente negli ultimi giorni? Non lo sapevo e me ne sentivo in colpa. Eravamo sempre di fretta, tra prove nuovi progetti e altro ancora. Ci vedevamo più spesso ma era sempre per lavoro. Gli attimi rubati per scambiarci qualche coccola erano sempre pochi. Non riuscivo più a controllare tutto. Perchè continuava a stancarsi in quel modo inutilmente? Non era mica un robot! Dannazione! Non avevo mai avuto così tanta paura come vederlo in un letto di ospedale, immobile, bianco come un cadavere con tanto di flebo attaccata al braccio. Nonostante il dottore ci avesse assicurato che stesse finalmente dormendo, io continuavo ad essere terrorizzato. Non avevo lasciato la sua mano per tutto il tempo. Erano passate sua madre ed Alice, persino i miei genitori e Paul avevano fatto visita per conoscere le sue condizioni. Non era nulla di grave, mi ero ripetuto tante volte quella frase ma non riusciva ad entrarmi in testa. L'immagine di lui su quel letto sarebbe stato il mio peggior incubo nei giorni ad avvenire. Come poteva essere stato così stupido? Come potevo esserlo stato anch'io? Che razza di compagno ero se non mi ero accorto delle sue condizioni? Avevo rifiutato di lasciare il suo fianco ma Paul e Brian avevano insistito affinchè partecipassi ad un evento a nome di entrambi. Acconsentii ma resistetti per poco, giusto il tempo per farmi vedere e rilasciare una breve intervista per tranquillizzare tutti sulle condizioni di salute di Damon. Rimasi calmo e con il sorriso sulle labbra mentre spiegavo la sua assenza al mio fianco, dissi di non preoccuparsi che lui stava bene e che sarebbe tornato presto. Dannazione, perchè dovevo dire una cosa del genere? Avrei preferito cavarmi un occhio piuttosto che dire quella fesseria. Peccato che sapevo di avere le mani legate e che avrei dovuto seguire il copione prima che persino Damon stesso se la prendesse seriamente con me. Avrei voluto evitarlo. Appena finita quell'intervista, ero tornato di corsa in ospedale accompagnato da mia madre. Le avevo messo fretta per schiacciare sull'acceleratore, mi aveva ripreso più volte perchè ero scontroso e non volevo parlare se non per darle ordini. Aveva ragione, avrei dovuto scusarmi con lei al più presto ma in quel momento mi sembrava di stare per impazzire. Perchè era successo tutto quello? Come potevo fare in modo che Damon si riposasse di più? Dovevo arrivare a legarlo al letto? Se ciò voleva dire sentirmi a posto con la coscienza lo avrei fatto subito.
Con un sospiro, misi in faccia uno dei miei sorrisi più sfacciati e varcai quella porta. Lo ritrovai  intento a mettersi seduto sui cuscini con espressione affaticata, era proprio un testardo. Come sarei riuscito a mettergli un pò di sale in zucca?

"Cosa credi di fare?" gli chiesi in tono irritato.
"Volevo sedermi."
"Ti avevo detto di restare immobile, che mi sarei preso io cura di te. Devo usare le maniere forti? Dimmelo così vado a prendere delle corde e un paio di cravatte."
"Anche le cravatte?"
"Fanno più scena e sono indispensabili. Il signor Grey ha lasciato una certa eredità da portare avanti, delle linee guida da seguire." ammiccai verso di lui fissandogli le labbra con desiderio.
"Stiamo girando 50 sfumature di nero?" la sua voce roca mi mise i brividi. Come faceva ad essere sexy anche da malato? Forse ero io quello malato a volare troppo in la con la fantasia.
"Non di nero, stiamo per arrivare al rosso. Devi essere un bambino ubbidiente e seguire i miei ordini." le sue pupille si dilatarono dall'eccitazione. La cosa si stava facendo molto interessante, peccato che in quel momento era fuori uso. Anche se stancarlo in quel modo mi avrebbe assicurato la sua immobilità a letto almeno fino all'indomani.
"Alec ti ricordo che se facciamo qualcosa adesso è altamente probabile che mi dovrai portare di nuovo in ospedale. Non penso di potercela fare."
"Un passo per volta stallone. Adesso concentriamoci soltanto sulla spugnatura. Fai il bravo e stenditi di nuovo." posai la bacinella sul comodino e mi girai a guardarlo storto.
"Non mi stai rendendo le cose facili tesoro." mormorò con un sospiro.
"Chi ha mai detto che lo avrei fatto? Non sono un santo."
"In questo momento non capisco se vorresti sedurmi o bastonarmi." in realtà nemmeno io perchè avrei fatto entrambe le cose, magari anche insieme.
"Quando avrò deciso ti darò una risposta. Adesso comando io. Sdraiati." il mio tono non ammetteva regole.
"Agli ordini." si portò una mano alla fronte come se fossi un suo superiore ed eseguì il comando senza più fare storie.
"Parli un pò troppo. Stai zitto e chiudi gli occhi."

Appena lo fece iniziai con la mia ardua impresa. Ero io quello che lo stava seducendo o era lui che lo stava facendo a me? Tutto quel ben di dio a mia disposizione. Dovevo cercare di calmare i miei bollenti spiriti prima di saltargli addosso. Gli tolsi la maglietta, non fece resistenza e mi aiutò restando con gli occhi chiusi. Quella fiducia incondizionata mi scaldò il cuore. Ero degno di tutto ciò? Immersi l'asciugamano nell'acqua ormai tiepida e la strizzai. Con delicatezza, iniziai a passargliela sul collo, lui sospirò aprendo leggermente le labbra come ad un invito per assaggiarle. Ero veramente tentato di farlo. Avrei voluto banchettare con quelle labbra tentatrici a vita. Spostai l'asciugamano sui pettorali sciacquandoli accuratamente, mi ci soffermai a lungo. Non potevo mica tralasciare qualcosa di importante, dovevo fare bene il mio lavoro. Non volevo ricevere lamentele e feedback negativi. Gli sfiorai il capezzolo con il pollice e lo sentii rabbrividire al mio tocco. Strinse i pugni e si sforzò di non aprire gli occhi e allungare la mano verso di me, dovevo ammirare la sua forza di volontà perchè io in quel momento la stavo perdendo. Mi chinai a posargli un bacio sopra il cuore e indugiai con le labbra su quel delizioso pezzo di pelle per poi dargli una leggera leccata. Sapeva di buono come al solito. Lui mi afferrò un braccio ma rimase immobile come gli avevo ordinato. Sentivo tutta la sua tensione in quella stretta. Scesi ancora con il panno per rinfrescargli anche gli addominali. Rifeci lo stesso tragitto con le labbra per arrivare fino al collo e poi scesi di nuovo con lentezza, soffermandomi ogni tanto ad approfondire con qualche morso e leccata. I suoi gemiti s'intensificarono mentre il suo corpo si protendeva verso la mia bocca. Voleva di più ed io ero li per soddisfare i suoi desideri e anche i miei. Quando arrivai all'altezza dei suoi pantaloni, iniziai a slacciargli la cintura e lo fissai attentamente in volto. Lui aprì gli occhi di scatto e inchiodò i miei, erano puro fuoco. Gli sorrisi sfacciatamente e continuai slacciando il bottone e abbassando la zip, lui sembrava quasi a corto di fiato. Gli sfilai i pantaloni e i calzini e ripresi il mio meticoloso lavoro con il panno umido. La sua espressione frustrata mi fece ridacchiare, mise il broncio sbuffando. Era adorabile il suo broncio, lo avrei conservato per sempre con me per i momenti di sconforto. Dopo aver posato il panno nella bacinella, partii a fare un massaggio dai piedi per salire piano piano. Nonostante gli stessi sciogliendo un pò di tensione, il broncio non lasciò la sua deliziosa bocca. Le mie mani continuarono a massaggiargli caviglie e polpacci, andarono su per raggiungere le cosce e intensificai la pressione. Il suo respiro si fece ancora più pesante e decisi di fare la mia mossa. Lentamente, infilai la mano dentro la gamba dei suoi boxer e raggiunsi il trofeo più ambito, già irrigidito e pronto all'uso. Era sempre sull'attenti quando eravamo insieme. Lo fissai negli occhi con sguardo di provocazione e mi morsi il labbro. Lui non perdeva ogni mio minimo movimento, sembrava una tigre che osservava la sua preda pronta a fare un balzo in qualsiasi momento per sbranarla. Mi sentivo la sua cena, non aveva ancora capito che quella sera era lui il mio banchetto. Rafforzai un pò di più la stretta della mia mano e iniziai ad andare su e giù con deliberata lentezza per mandarlo fuori di testa.

"Tesoro se fai così non riuscirò a resistere."
"Non ti ho detto che puoi parlare."
"Tesoro..."
"Puoi soltanto annuire o scuotere la testa. Hai capito?" sospirando di frustrazione annuì mettendo il suo famoso broncio. Io sorrisi e andai avanti, posando il pollice sulla cima umida. Mise la testa indietro sopra i cuscini e gemette stringendo con i pugni la coperta sotto di lui. "Ti piace?" lui annuì ancora spingendo il bacino contro di me. Improvvisamente scansai la mano e lui tirò su la testa spaesato per cercare di capire cosa stessi facendo. "Vuoi che continui?" annuì, sembrava un cane bastonato in quel momento. Quasi mi venne da ridere, se solo non fossi stato nelle sue stesse condizioni. Mi tirai su e andai a stuzzicargli il capezzolo con la lingua, lui sobbalzò di scatto per la sorpresa. Tracciai una scia di baci sui suoi pettorali e mi dedicai all'altro capezzolo mordendolo delicatamente. "Ancora?" nella confusione prima annuì e poi scosse la testa. Ridacchiai divertito. Scesi fino all'ombelico dove ci soffiai dentro facendolo ridere per far calare un pò di tensione. Poi gli morsi un fianco e si piegò leggermente da quel lato senza fiato.  "Vuoi che torno su?" scosse la testa. Indugiai sul morso e ci passai la lingua per placare il dolore. Lui tremò, era bello avere il controllo della situazione una volta ogni tanto. "Devo scendere giù?" lui annuì con vigore stringendo più forte i pugni sulla povera coperta maltrattata.

Con un sorriso sornione, gli sfilai rapidamente i boxer mettendo tutta la sua mercanzia in bella mostra. Mi avvicinai di più a lui e, senza ulteriori indugi, glielo presi in bocca. Era la prima volta per me, ma volevo farlo. Con lui c'erano state tante di quelle prime volte, cose che non mi ero mai nemmeno sognato di fare. Eppure avevo desiderato farle tutte, solo con lui. Volevo ricambiare il modo in cui si era sempre preso cura di me e mi faceva sentire speciale. Seguii tutti i suoi insegnamenti alla lettera, volevo farlo stare bene. Non ero preparato a riceverlo tutto ma mi aiutati con le mani e tra una leccata e l'altra riuscii a prendere fiato. Aveva un buon sapore, non lo avrei mai creduto. Succhiai forte con entusiasmo, lo sentii rabbrividire sotto di me. Mi porto una mano alla testa afferrandomi per i capelli. Non reclamai nonostante non stesse più seguendo le regole del gioco. Mi piaceva che mi guidasse e mi mostrasse ciò che lo faceva stare bene. Volevo imparare sempre di più da lui. I suoi gemiti di apprezzamento mi dicevano che stavo facendo un buon lavoro. La sua carne pulsava nella mia bocca, leccai la sua lunghezza e la stretta ai capelli si fece più salda. Scesi su e giù con la mano mentre succhiavo la punta passandoci la lingua. Stavo impazzendo per il suo odore, per il suo sapore. Potevo esserne così assuefatto in poco tempo? Cosa mi stava facendo Damon? Stavo impazzendo. Quando i suoi gemiti si fecero più forti come la stretta della sua mano capii che era arrivato al limite e mi preparai. Al termine, continuai a sentirlo scosso dagli ultimi brividi e aspettai che si riprendesse. Non l'avevo lasciato con lo sguardo neppure una volta. Amavo le espressioni del suo viso. Si portò una mano agli occhi e cercò di regolarizzare il respiro. Era stupendo in quel momento e sapere di esserne io la causa mi rendeva ancor più fiero di me stesso. Mi sarei dato le pacche sulle spalle da solo, peccato che quella posizione mi aveva indolenzito un pò i muscoli a parte qualcosa di duro e appiccicoso ancora chiuso nei pantaloni. Quella sera era solo per lui, io potevo benissimo aspettare. Non tanto a lungo però, anche il piccolo Alec aveva le sue esigenze inespresse. Quando mi tirai su, Damon incatenò i suoi occhi ai miei e mi persi per l'ennesima volta. Ero un caso senza speranza. L'intensità di quello sguardo mi rivelava sempre tutto quello che non esprimeva a parole. E di solito parlava tanto. Mi sentivo al caldo, sommerso da tanto amore e devozione. Mi sentivo a casa, quello era il mio posto. Lui era il mio posto, il mio tutto. Un pò metteva paura quella consapevolezza, ma quando ero con lui tutto passava in secondo piano. C'eravamo solo noi. Volevo vivermi appieno la nostra relazione, momenti brutti e momenti belli. Avrei accettato di tutto pur di stare con lui. Volevo renderlo felice, volevo che continuasse ad amarmi e a guardarmi nello stesso modo per tanto tempo. Gli sorrisi e lui ricambiò con dolcezza tendendomi una mano. La afferrai al volo e mi accoccolai al suo fianco mettendo la coperta sopra di noi, avrei dovuto aiutarlo a rivestirsi. Avevo paura che prendesse freddo. Damon mi posò un bacio sulla fronte massaggiandomi un orecchio. Strofinai la testa sul suo petto e mi misi più comodo. Stranamente mi sentivo un pò in imbarazzo dopo quello che gli avevo appena fatto, avevo paura del suo giudizio. E se mi avesse paragonato ai suoi ex? Avrei perso in partenza per la mia inesperienza.

"Posso parlare adesso?"
"Si."
"Come mai all'improvviso sei diventato così timido? Hai le orecchie rosse." lo sentii ridacchiare mentre continuava a massaggiarmi l'orecchio.
"Smettila." gli diedi una piccola sberla al petto.
"Alec guardami." scossi la testa non volendo abbandonare il suo petto. "Alec ti prego." titubante, alzai lo sguardo incrociando il suo. Dopo tutto quel tempo riusciva ancora a farmi arrossire. Sarebbero mai cambiate le cose? "Va meglio adesso?"
"Non dovrei essere io a chiedertelo?"
"Dimmi cosa ti preoccupa. Ho bisogno di saperlo."
"Ho paura che tu mi metta a confronto con i tuoi ex." mormorai facendomi coraggio.
"Quanti ex pensi abbia avuto? Non metterei mai nessuno a confronto con te, non sono quel tipo di uomo. Dovresti conoscermi."
"Lo so, ma visto che ancora sono inesperto tu..."
"Alec basta! Non voglio sentire più queste cavolate uscire dalla tua bocca. Sei stato magnifico, giuro che prima o poi mi lascerai completamente a secco. Grazie tesoro. Adesso però tocca a te."
"Non c'è bisogno, questa sera era soltanto per te. Adesso riposati che sarai stanco."
"Voglio prendermi cura di te." eccolo li, quel broncio micidiale che mi avrebbe a fare qualunque cosa volesse.
"Domani, adesso sono soddisfatto così. Non pensarci." la suoneria del suo cellulare ci distrasse.
"Questo è Brian." mormorò prendendo il cellulare in mano con l'intento di accettare la chiamata.
"Potrà aspettare fino a domani. Questa sera non ci saranno interferenze in alcun modo." presi il cellulare dalle sue mani e lo spensi per poi riappoggiarlo sul comodino. Presi un cambio e lo aiutai a vestirsi per poi coprirlo di nuovo con la coperta. Mi assicurai che fosse tutto a posto prima di tornare al caldo tra le sue braccia nella stessa posizione di prima.
"Sei diventato un piccolo dittatore."
"Hai bisogno di assoluto riposo Dam. Sono qui per assicurami  che tu segua i consigli del medico alla lettera."
"Non penso che il medico intendesse anche farmi certi lavoretti a Damon junior." ridacchiò lui ammiccando alle proprie parti basse facendomi arrossire.
"Stai zitto! Quella era una variante alla sua prescrizione. Va bene lo stesso, non penso che il dottore farà storie. O vuoi parlargliene tu?"
"No grazie. Però adesso non riuscirò a dormire."
"Sei già pronto per un secondo round?" gli chiesi sbalordito.
"Ti garantisco che per qualche oretta non riuscirei a muovere più nulla. Intendevo dire che avrei bisogno di qualcuno che mi cantasse qualcosa. Giusto per conciliare il sonno."
"Giusto per conciliare il sonno." annuii facendogli il verso.
"Perchè? Tua madre da piccolo non ti cantava la ninna nanna per farti addormentare?"
"Sei un bambino un pò troppo cresciuto per la ninna nanna."
"Non si è mai troppo grandi per certe cose. Canteresti qualcosa per me? Ti prego, sono malato." strofinò il naso sul mio collo per supplicarmi e non capii più nulla. Sapevo fin dall'inizio che avrei capitolato a ogni suo desiderio.
"Se i fans ti vedrebbero in questo momento non ti riconoscerebbero più. Cosa vorresti sentire?"
"Tutto quello che vuoi."

"It’s just another night, and I’m staring at the moon
I saw a shooting star and thought of you
I sang a lullaby by the waterside and knew
If you were here, I’d sing to you
You’re on the other side, as the skyline splits in two
I’m miles away from seeing you
But I can see the stars from America
I wondered, do you see them too?

So open your eyes and see

The way our horizons meet
And all of the lights will lead
Into the night with me
And I know these scars will bleed
But both of our hearts believe
All of these stars will guide us home

I can hear your heart on the radio beat

They’re playing “Chasing Cars” and I thought of us
Back to the time you were lying next to me
I looked across and fell in love
So I took your hand back through lamp lit streets, I knew
Everything led back to you
So can you see the stars over Amsterdam?
You’re the song my heart is beating to

So open your eyes and see

The way our horizons meet
And all of the lights will lead
Into the night with me
And I know these scars will bleed
But both of our hearts believe
All of these stars will guide us home

And oh, I know

And oh, I know
And oh
I can see the stars
From America"

"Perchè stai sorridendo in quel modo? Non ti piace? Hai chiesto tu una canzone." nascosi di nuovo il volto sul suo petto. Sapevo di aver stonato su alcune parti, ma speravo lo stesso che gli sarebbe piaciuta. Era uno dei suoi cantanti preferiti e mi sembrava l'ideale in quel momento.
"Adoro la canzone e adoro te piccolo." mi prese il volto tra le mani strofinando i nostri nasi insieme. Il suo sorriso era meraviglioso.
"Bene. Adesso è meglio mettersi a dormire. La ninna nanna l'hai sentita, chiudi gli occhi."
"Manca ancora qualcosa."
"Che cosa?"
"Il bacio della buona notte." disse lui serafico.
"Quanto sei fastidioso." mi avvicinai di più a lui e gli diedi un bacio a stampo sulle labbra. "Contento? Adesso dormi!" lo sospinsi di nuovo tra i cuscini e mi riappropriai del suo petto prima di chiudere gli occhi.

Dei rumori mi svegliarono all'improvviso. Aprii gli occhi ma uno spiraglio di sole me li ferì e li richiusi immediatamente. Strofinai il viso sul petto di Damon e mi rimisi comodo. Che ore erano? Dei risolini e dei rumori di stoviglie mi rimisero sull'attenti. Cosa stava succedendo?

"Damon c'è qualcuno in casa." lo scossi per svegliarlo. Lui si stiracchiò e rafforzò il suo abbraccio attorno al mio corpo. Non sarei più riuscito a muovermi in quel modo.
"Sarà Brian." mormorò lui strofinando il naso tra i miei capelli spettinati.
"Gli ho detto di non venire."
"Forse ha lasciato un messaggio sul cellulare." presi il suo cellulare sul comodino e lo riaccesi.
"Li ho spenti entrambi ieri sera. Merda!" esclamai tirandomi su di scatto appena lessi un messaggio da parte di Brian.
"Cosa succede?" si sedette portandosi una mano alla bocca per nascondere lo sbadiglio.
"Sono qui! L'incubo si sta avverando!"
"Di che incubo stai parlando?" era confuso.
"Le nostre madri in questo momento sono in cucina a prepararci il pranzo. Riunione di famiglia."
"Oddio!" lo vidi sbiancare di colpo svegliandosi del tutto dalla notizia.
"Te lo avevo detto che non era una buona idea."
"Se superiamo tutto questo ti prometto che sarò più bravo."
"Non siamo a Natale. Però potresti promettermi di essere più sensato quando stai male."
"Va bene...comunque non mi sono ancora dimenticato."
"Di cosa?"
"Che devo ricambiare la sorpresina di ieri." mi sorrise lui alzando le sopracciglia.
"Tu pensi a fare sesso in un momento del genere? Con le nostre madri insieme nell'altra stanza? Damon!" scesi dal letto per mettere un pò di distanza e trovare dei cambi per entrambi.
"Provare è legittimo! Possiamo sempre fare finta che non siamo in casa." si grattò la pancia con aria ancora assonnata. Era adorabile.
"Tu non conosci mia madre. Potrebbe entrare da un momento all'altro sbottando perchè non siamo ancora in piedi. Non te lo consiglio."
"Uffa...possiamo almeno farci la doccia insieme? Faremo prima."
"Quando mai? Non ci sbrigavamo nemmeno quando non eravamo ancora una coppia, pensi che adesso  in dieci minuti saremo fuori? Giuro che non riuscirò a guardare negli occhi nessuna delle due quando usciremo da questa camera." borbottai in imbarazzo.
"Tanto sanno già che facciamo sesso insieme." si strinse nelle spalle tirandosi su.
"Ma non lo faremo con loro in casa! Adesso muoviti e vai a farti la doccia! Io userò l'altro bagno." gli lasciai tra le mani il suo cambio e lo spinsi verso la porta.
"Ho bisogno che qualcuno mi lavi la schiena...sono ancora malato." ci provò di nuovo girandosi verso di me mettendo il muso.
"Fila via adesso!" gli diedi una sculacciata sul sedere facendolo uscire dalla camera. Ci avrebbe atteso una lunga giornata. Ce la saremmo cavata?


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Ecco il nuovo capitolo...spero vi piaccia.

La canzone scritta da Mew la riprenderò prossimamente e la trascriverò per intero quando verrà cantata.
La canzone cantata da Alec è All of the stars di Ed Sheeran, colonna sonora di Colpa delle stelle.

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.

xoxo

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Capitolo 10
*** Speciale video Fan meeting ***


Behind your gaze - speciale matrimonio fm
POV Damon

Ero seduto accanto ad Alec ad aspettare pazientemente il nostro turno. Lo vidi sbadigliare con gli occhi assonnati e gli presi delicatamente la testa per appoggiarla sulla mia spalla. Lui si mise comodo chiudendo gli occhi con tranquillità. Il fatto che si lasciasse andare in quel modo con me, nonostante fossimo circondati da altre persone, dandomi tutta la sua fiducia mi scaldava il cuore. Quel ragazzo si abbandonava così facilmente a me. Come avevo fatto a meritarlo? Gli passai una mano tra i capelli con fare rassicurante. Era andato a dormire tardi la notte precedente, come al solito per colpa dei videogiochi, e non era ancora del tutto sveglio. Presi a massaggiargli un orecchio mentre controllavo le notifiche sul cellulare. Quando il giornalista si sedette di fronte a noi con la sua cartelletta, ci ricomponemmo e rimisi in tasca il telefono. Alec cercò di trattenere uno sbadiglio ma non ce la fece e aprì la bocca con una buffa espressione addormentata. Sorrisi e gli rimisi a posto il ciuffo. Dopo qualche altro secondo tra di noi, prestammo attenzione all'uomo seduto di fronte che aveva quasi paura di interromperci. Non era nè il primo nè l'ultimo che faceva così, o li mettevamo a disagio o si gustavano la scena di normale quotidianità eccitati come se avessero visto chissà cosa. Non li capivo.
 
"Bene ragazzi, iniziamo con l'intervista per il video. Siete pronti?"
"Si." annuii dando un'ultima occhiata ad Alec che mi sorrise per confermare.
"Ottimo. Allora possiamo iniziare a registrare. Che cosa avete provato la prima volta che vi siete incontrati?" lesse la prima domanda dai suoi appunti. Avevamo concordato le domande in precedenza, almeno sapevamo che risposte dargli.
"La prima volta che l'ho incontrato? Damon è sempre stata una persona davvero premurosa. Mi ha dato molti consigli utili, su molte questioni lavorative e private. Inoltre mi incoraggia sempre. E' veramente una bella persona." il suo tono di voce dolce mi riscaldò il cuore. Mi ricordai il nostro incontro e sorrisi.
"Ho avuto l'impressione che Alec fosse una persona riservata, difficile da avvicinare. La prima volta che ci siamo visti, era come se Alec stesse seduto lì da solo, mentre gli altri candidati parlavano tra di loro o andavano in giro. Era come se avesse il suo spazio personale e non volesse che gli altri lo invadessero. Quando gli ho parlato la prima volta ho iniziato a conoscerlo, aveva davvero il proprio angolo felice personale. Avevo quasi paura di disturbarlo ma mi incuriosiva quel ragazzo solitario. Ad Alec piace giocare con i videogames e anche a me piace giocarci. A quanto pare abbiamo delle cose in comune che ci piace fare insieme e questo mi ha aiutato a fare breccia all'interno del suo mondo." mi voltai verso il mio compagno e gli accarezzai i capelli. Lui sorrise arrossendo leggermente.
"Come immagini la tua cerimonia di nozze?"
"Ecco...pensandoci...vorrei...che la cerimonia si svolgesse in un bosco. Mi ha sempre affascinato fare una cerimonia in mezzo alla natura, con la famiglia e gli amici più intimi con cui condividere quel giorno importante."
"Vorrei che ci fosse un arco di fiori, un prete e della musica per ballare...sarebbe davvero romantico." annuì lui avvicinandosi un pò di più a me. Sentire la sua vicinanza mi mise i brividi, avrei tanto voluto farlo sedere sulle gambe e stringerlo a me come facevo di solito.
"Se dovessi immaginare...che Alec ed io ci stessimo per sposare, credo che la cerimonia sarebbe qualcosa del genere. Intima e romantica." aggiunsi sorridendo mentre mi tornava in mente la scena del mio sogno. Era stato tutto perfetto, almeno finchè non mi ero svegliato con il cuore che mi batteva a mille e una lacrima che scendeva dall'occhio. Ero emozionato e lo ero tutt'ora.
"La gente dice che sembrate uno sposo e una sposa." commentò l'intervistatore.
"Credo che sia un pò strano, divertente e carino che tutti ci vedano...l'uno adatto all'altro. E' come quando facciamo un servizio fotografico insieme e, guardando le nostre foto, pensiamo che siano belle così come sono venute. Senza artifici o altro, abbiamo una buona chimica quando lavoriamo in coppia. E' veramente un bel periodo questo, passato insieme." confermai con calma cercando di non andare oltre quello che mi ero prefissato di dire. Non volevo rivelare troppo di noi, anche se forse lo avevo già fatto senza nemmeno accorgermene.
"Che cosa vi vorreste dire?"
"Io vorrei dire...che sono molto felice. Sono felice che ci siamo conosciuti. Sono felice che Alec, quel giorno, sia venuto al provino e che siamo finiti insieme, perchè il lavoro fatto insieme è stato molto facile e divertente. Ogni volta che abbiamo l'occasione di stare insieme e di lavorare insieme, sono molto felice." sorrisi accavallando le gambe per mettermi più comodo.
"Innanzitutto, vorrei ringraziare per aver conosciuto Damon e vorrei ringraziarlo per tante di quelle cose in cui mi ha aiutato e dato consigli...ad esempio in questioni personali, ma anche di lavoro. E' come se lui fosse sempre lì, al mio fianco, quando ho bisogno di lui. Lo è sempre stato fin dall'inizio." incrociò il mio sguardo e sorrise, poi lo distolse imbarazzato.
"E lo sarò ancora." mi allungai per sussurrargli all'orecchio vedendolo arrossire alle mie parole. Il mio piccolo grande uomo era di una dolcezza infinita.
"Grazie ragazzi, l'intervista è finita. Poi la monteremo nel video come da programma. Adesso siete liberi di andarvi a vestire per il vostro matrimonio." ci disse lui con fare cospiratorio guardandoci con occhi luccicanti.
"Forza Alec, andiamo a sposarci." gli battei una mano sulla coscia per richiamare la sua attenzione.
"Non mi hai nemmeno fatto la proposta in ginocchio e già pretendi che ti dica si all'altare? Stai volando troppo in alto stallone." mi prese in giro Alec arricciando il naso.
"Potrei farci un pensierino per la proposta..." allungai la mano fino a posarla sulla sua spalla per portarlo più vicino a me.
"Non prima di aver preparato la dote, altrimenti mia madre non ti farà nemmeno entrare a casa."
"Tu vuoi solo i miei soldi." mi lamentai mettendo un finto broncio che lo fece ridacchiare.
"Certo che si. Te ne sei accorto solo adesso?"
"Mi sento sfruttato. Devo andare a reclamare con tua madre."
"Vai pure, a tuo rischio e pericolo. Sarà lei a chiederti i soldi." rise lui divertito alzando le spalle.
"Siete una famiglia di strozzini?" posai la testa sulla sua spalla continuando a fare il broncio.
"Volevi la bicicletta? Adesso pedala. Prendere o lasciare."
"Diventi sempre più pestifero. Prendo, prendo. Non vincerò mai contro di te vero?"
"Mai, però ci provi sempre."
"Non posso farne a meno." ricambiai il suo sorriso perdendomi nel suo sguardo.
"Ragazzi mi sembrate proprio una vecchia coppia sposata che si stuzzica ancora. Mi sento così solo a guardarvi flirtare in questo modo. Vi assicuro che non ho mai visto una coppia dello schermo interagire come voi anche fuori dalle telecamere. Siete troppo carini insieme." quasi ci eravamo dimenticati della presenza dell'intervistatore davanti a noi.
"Grazie." sussurrò Alec abbassando lo sguardo.
"Scusa se ti ho messo in imbarazzo."
"Non sei il primo a dirlo, ormai ci siamo abituati. A parte le orecchie di Alec." presi in giro il mio compagno che si portò le mani alle orecchie per coprirle. A lui non piacevano, diceva che erano troppo piccole. Io le adoravo, come qualsiasi parte di lui.
"Dam!"
"Scusa piccolo, me l'hai servita su un piatto d'argento. Era troppo invitante."
"Ragazzi siete veramente splendidi insieme. Si vede l'amore e il rispetto reciproco tra di voi." sorridemmo entrambi e tolsi il braccio dalla spalla di Alec. Forse ci eravamo spinti un pò oltre di fronte a lui.
"E' normale dopo tutto il tempo che abbiamo lavorato insieme, ci conosciamo meglio. Tra l'altro oggi è l'anniversario del primo giorno che ci siamo conosciuti. Abbiamo scelto questa data apposta per girare il video." affermai con sicurezza e tranquillità. Era un dato di fatto che presto avrebbero scoperto tutti i fans appena visto il video e collegato la data di oggi con quella dei casting.
"Volevamo festeggiare e ringraziare tutti del supporto ricevuto." confermò Alec con un cenno della testa.
"E' stato un giorno fortunato."
"Già."
"Siete sicuri che non state insieme? E' come se vi completaste a vicenda. Siete belli da vedere insieme." quelle erano delle belle parole, peccato che si stava avvicinando un pò troppo alla verità e volevo mettere un pò di distanza a quella curiosità.
"Adesso dobbiamo proprio andare a cambiarci prima di perdere la luce giusta." dissi alzandomi seguito subito dal mio compagno che capì al volo. Salutammo l'uomo che si allontanò a parlare con le altre persone dello staff lasciandoci finalmente da soli.
"Lo sposo non deve vedere la sposa prima del matrimonio." mormorò Alec con un cenno verso di me.
"Non vedo nessuna sposa. E' per questo che ho scelto lo sposo. Possiamo cambiarci nello stesso camerino come al solito." gli dissi muovendo le sopracciglia con espressione vogliosa. Un pensierino di infilarmi nel camerino insieme a lui lo avevo fatto più volte, peccato che poi sarebbe finita in un altro modo rispetto a quello che doveva essere. Non saremmo più usciti da quella stanza.
"Scordatelo. Ho bisogno dei miei spazi prima di legarmi a te."
"Vai a farti bello. Ti aspetto all'altare. Sarò quello con lo smoking nero."
"Veramente? Anch'io indosserò uno smoking nero."

Lo sentii ridacchiare mentre si allontanava seguito a ruota da Paul con in mano il completo che lo sposo avrebbe dovuto indossare. Non vedevo l'ora di vederlo con quello addosso. O anche senza. Lo volevo tutto per me quel giorno. Volevo che festeggiassimo insieme più tardi, da soli.

"Fratellino se continui a guardarlo così è meglio per te seguirlo nei camerini e rivoltarlo come un calzino. Però non fare troppo rumore, sua madre potrebbe essere nei paraggi." si avvicinò mia sorella di soppiatto facendomi venire un colpo. Perchè era sempre così silenziosa quando arrivava?
"Alice dovresti metterti dei campanelli al collo ogni volta che cammini! Mi stavi facendo venire un infarto."
"Suvvia non esagerare, se così fosse saresti morto almeno cento infarti fa se non di più. Sei ancora vivo e vegeto, ringraziami. Adesso vai a battere il chiodo finchè è caldo. Hai portato il lubrificante?" mi prese in giro lei battendomi una mano sulla spalla. Era fastidiosa come al solito.
"Alice! Smettila!"
"Se non pensi alle cose fondamentali di base potresti fare male al mio cognatino, dovresti saperlo meglio di me. Devi essere gentile e delicato con lui, è un piccolo fiore." mia madre se la sarebbe presa troppo se avessi strozzato sua figlia?
"Perchè diamine sei venuta anche tu? Perchè? Cos'ho fatto di male?"
"Dovevo partecipare al matrimonio del mio fratellino."
"E' un matrimonio finto. E' per il fan meeting."
"Ne sei sicuro? Qui stiamo facendo le cose un pò troppo in grande per un finto matrimonio. A me sembra tanto la prova generale per quello vero." commentò lei con aria sorniona.
"Ti sembra che Brian abbia veramente ottenuto la licenza per sposarci?"
"La licenza si può ottenere molto facilmente. Potrei ottenerla persino io su internet. Vuoi che vi sposi?" ci mancava soltanto quello. Perchè non era rimasta a casa?
"Voglio che tu te ne vada prima di rovinare la giornata."
"Hai detto giornata, non hai parlato di lavoro."
"Alice, oggi non voglio arrabbiarmi con te. Voglio godermi questo giorno senza avere problemi per la testa. Ti prego, assecondami." la supplicai con un sospiro esasperato.
"Farò la brava, ma non me ne andrò di qua. Voglio condividere questo giorno con voi e non vedo l'ora di vedere Alec attraversare quel sentiero e raggiungerti all'altare. Poi ruberò qualche foto per fare le partecipazioni per il vero matrimonio."
"Alice avevi promesso!"
"Questa era l'ultima battutina per oggi, te lo prometto. Buon primo anniversario fratellino, spero che sia il primo di una lunga serie con Alec. Ti voglio bene." mi strinse in un veloce abbraccio. Mi sentivo strano in quel momento, era raro che mia sorella fosse così in intimità nei miei confronti. Cos'era successo all'improvviso? Perchè quelle parole?
"Ti voglio bene anch'io, anche se il più delle volte mi fai impazzire." mormorai ancora stranito dal suo atteggiamento.
"Adesso vado a salutare l'altro sposo. Ti anticipo che B&B vogliono giocare di nuovo con lo zio il prima possibile, gli manchi. Magari potresti presentarli anche ad Alec. Potrebbero andare d'accordo." il pensiero di vedere il mio compagno giocare con i miei nipoti mi fece uno strano effetto. Sicuramente si sarebbero piaciuti a vicenda.
"Tu vuoi soltanto qualcuno in più a cui poter mollare i bambini quando più ne hai voglia. Non ti basta sfruttare tuo fratello nei momenti liberi? Adesso devi adescare anche lui?"
"Ormai fate parte dello stesso pacchetto, prendi due paghi uno. Vedila come un test di resistenza per capire come si comporta con i bambini. Magari in futuro..."
"Non finire la frase per favore."
"Vado a congratularmi con il finto sposo. Ci vediamo dopo." mi salutò con la mano allontanandosi da me. Sempre il solito uragano.

Brian si fece avanti dicendomi che era ora di prepararsi. Salutai tutti in camerino e mi sedetti per essere truccato e pettinato. Aspettai pazientemente con gli auricolari alle orecchie mentre ricontrollavo le notifiche sui social. I fans erano molto attenti alle date, ci avevano mandato i loro migliori auguri per festeggiare il primo giorno che ci eravamo incontrati. Erano tanto carine le loro dediche, l'amore che ci mostravano migliorava la giornata. Speravo che con quel video li avremmo resi felici, restituito loro un pò dell'amore che ci avevano donato continuando a seguirci. Indossai i pantaloni e la camicia dello smoking che mi avevano preparato e parlai con il regista delle scene che dovevamo girare e di come le voleva. Doveva essere come un vero matrimonio, il nostro matrimonio da favola. Quello che avevo sognato una notte e dal quale avevo preso spunto per mettere in scena quel progetto. Era un mio modo per spingere l'opinione pubblica ad essere più aperta all'idea dei matrimoni dello stesso genere. Volevo che fosse riconosciuta come un'unione normale, perchè alla fine lo era e nonostante fossimo nel 2020 ancora non era vista di buon occhio. C'era fin troppa discriminazione e intolleranza in giro per rendere una cosa semplice e normale veramente "normale". Le parole erano belle ma per i fatti era tutta un'altra faccenda. Prima o poi avrei voluto anch'io festeggiare quel giorno con la famiglia e gli amici più intimi, dichiarando con orgoglio che amavo il mio compagno. Ero sempre stato molto riservato per la mia vita privata, non avrei mai confermato di stare insieme a qualcuno ma non lo avrei nemmeno negato. Avrei mostrato ogni giorno il mio amore per quella persona speciale anche solo con i piccoli gesti, ero piuttosto attento ai particolari per renderla felice. Se fossi arrivato a quel punto della relazione, dove avrei avuto la certezza di aver trovato la mia persona, avrei voluto fare quel passo importante. In quel momento di sicuro lo avrei gridato a tutti, non sarei riuscito a trattenermi. Il fatto che avessi fatto quel sogno con Alec che mi raggiungeva all'altare era stata come una rivelazione, una luce di speranza si era accesa. Amavo Alec, il fatto che avesse accettato la mia proposta per quel video mi aveva reso felice. Aveva capito il significato che volevo trasmettere filmando quel momento particolare e aveva accettato consapevole di tutto ciò che avrebbe potuto derivarne. Avevo paura per la sua carriera, ma lui aveva insistito a partecipare approvando la mia idea su tutti i fronti. Mi aveva accettato così com'ero senza pretendere nulla, ascoltava le mie idee e ne discuteva con partecipazione. Per me era tutto importante, quel video e lui. Avevo lasciato in auto il regalo che gli avevo fatto. Lo avevo trovato per caso in un piccolo negozietto mentre mi stavo recando a fare un'intervista per la radio, mi ero fermato di colpo appena lo aveva notato in vetrina. Era lui, lo avevo subito trovato senza nemmeno cercarlo. Lo avevo acquistato immediatamente. Non vedevo l'ora di darglielo e guardare l'espressione di Alec quando avrebbe aperto la confezione. Speravo gli piacesse e ne capisse il significato, era perfetto per lui.  Annuii alle indicazioni del regista e presi la giacca che mi stava passando Brian. Era ora di iniziare a girare.
Mi posizionai di fronte alla grande vetrata dove batteva il sole caldo e indossai lentamente la giacca, abbottonandola davanti. Sistemai i polsini e continuai a guardare fuori. Non avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse quali espressioni il mio viso doveva manifestare, le provavo realmente. Alice aveva ragione. Era come se quella fosse la prova finale del nostro matrimonio. Mi sentivo eccitato e speranzoso di poter rivedere Alec in tutta la sua bellezza raggiungermi all'altare. Ovviamente da copione doveva farlo, ma se fosse stata la vera celebrazione del nostro amore Alec sarebbe stato al mio fianco? Avrebbe accettato la mia proposta? Era ancora presto a pensare di fare una cosa così in grande, non lo avrei di certo piazzato a una decisione del genere subito. Era giovane e aveva ancora molte esperienze da fare con o senza di me, era all'inizio della sua carriera e di certo, in quel momento, mi sarei accontentato di quello che eravamo diventati l'uno per l'altro. Non era una cosa da poco per noi, era una relazione preziosa da custodire gelosamente insieme. Era una bella giornata per prendere Alec per mano e scambiarci le promesse. Era una bella giornata per sposarlo, anche se era soltanto una finzione. Guardai fuori e sorrisi felice a quello che ci aspettava. Ero impaziente di rivederlo. Uscii da quella stanza per raggiungere l'altare e aspettare il suo arrivo.

POV Alec

Avevo gli occhi chiusi mentre il truccatore finiva di darmi gli ultimi ritocchi al viso. Quando finì, lo ringraziai con un sorriso e lo vidi allontanarsi per lasciarmi solo. Solo era una parolona visto che c'erano altre sei persone dentro quella stanza che stavano riprendendo la scena e assistendo il regista nel suo lavoro. Li ignorai e andai avanti con il copione. Guardai la mia immagine riflessa allo specchio e annuii soddisfatto. Aveva fatto un bel lavoro. Allacciai l'ultimo bottone del colletto della camicia, volevo essere perfetto in quel completo. Volevo che lui vedesse il meglio di me. Mi alzai in piedi e finii di sistemarmi la giacca dello smoking. Avevano scelto bene, mi stava proprio a pennello. Ero talmente elegante che non sembravo nemmeno io. Presi il bouquet in mano guardando ogni singolo fiore che lo componeva. Avevano un buon odore e sapevo, senza ombra di dubbio, che ognuno di essi aveva un qualche significato profondo. Ormai conoscevo bene Damon, non lasciava mai niente al caso. Era proprio da lui prestare attenzione ai più piccoli dettagli. Aveva organizzato lui quel matrimonio insieme ad altre persone dello staff, ma il progetto era tutto suo. Vedevo le idee di Damon esprimersi in ogni posto, a partire proprio da quel bellissimo mazzo di fiori. Aveva fatto le cose proprio in grande per un semplice video. Anche se, a dire la verità, non era semplice per niente. Il significato dietro quel video era più che evidente, ma in realtà quello che ci stava dietro era molto importante per noi due. Era un grande passo che poteva ottenere risvolti positivi ma molti negativi. Avevo deciso di seguirlo perchè mi fidavo di lui. Avrebbe fatto di tutto per non mettermi in difficoltà o causato danni. Lui ci teneva a me. Preso dagli scrupoli di coscienza, aveva cercato di convincermi a cambiare idea ma io avevo rifiutato. Volevo farlo insieme a lui. Volevo fargli delle promesse che tutti avrebbero potuto ascoltare. Promesse che volevo mantenere ad ogni costo. Nonostante fossi convinto delle mie scelte mi sentivo lo stesso nervoso, come se fosse veramente il nostro matrimonio. Non avevo mai pensato seriamente a una cosa del genere, ero troppo giovane per quello. Le poche relazioni che avevo avuto erano state brevi e di certo non mi avevano mai portato a immaginarmi un futuro del genere. Non ero pronto. Chi lo sarebbe stato alla mia età? A parte mia madre, ma quella era stata un'altra epoca. Forse un giorno sarei stato pronto a fare quel passo, ma non di certo adesso. O forse non mi sarei mai sposato, non sapevo cosa mi poteva riservare il futuro. Non era così importante per me in quel momento, era un concetto ancora strano. Perchè le persone volevano sposarsi? Cosa c'era di così entusiasmante in quella cerimonia? Era solo la firma su un contratto. Cambiava qualcosa in una relazione? Damon ci stava pensando seriamente o era soltanto per mostrare ai fans quello che volevano vedere? Però non stavamo parlando come i personaggi della serie, bensì come noi stessi. Scrutai fuori dalla vetrata, la giornata era splendida e il sole caldo. Perfetta per una passeggiata nei boschi. Guardai il bouquet e pensai a quello che mi attendeva varcata la soglio di quella stanza. Sarebbe stato un video virale sul web, avrebbero visto due uomini, due attori, sposarsi in una cerimonia che sembrava autentica mentre parlavano di loro e non come i personaggi di una serie. Come l'avrebbe preso il pubblico? Ero veramente pronto per quel passo? Tornai a guardare fuori, era arrivato il momento. Mi voltai e feci qualche passo per poi fermarmi di colpo. Mi portai il mazzo di fiori vicino al viso, osservandoli ancora una volta. Cos'era quell'improvvisa incertezza? Perchè mi sentivo agitato? Il pensiero di Damon, che mi stava aspettando lì fuori, mi fece immediatamente calmare. La sua presenza riusciva sempre a tranquillizzarmi. Volevo vederlo. Sospirai incoraggiando me stesso e sorrisi con sicurezza. Uscii da quella stanza.
Appena mi fecero un cenno, procedetti lentamente lungo il sentiero che mi avevano indicato. La cerimonia si stava svolgendo nel bosco, in mezzo a tutto quel verde e all'odore intenso della natura. Era stata tutta un'idea di Damon e vederla realizzata davanti ai miei occhi era stato come dare una sbirciata ai pensieri del mio compagno. La sua visione dell'intero video era fantastica, era proprio come essere in una favola. Passo dopo passo, mi avvicinai sempre di più alla meta stringendo tra le mani il bouquet. Sembravo una sposa in procinto di dire si. Quando alzai lo sguardo non capii più nulla, non percepii altro all'infuori di lui. Il mio cuore batteva a mille e le farfalle nello stomaco stavano dando un party tutto loro. Cos'era quella sensazione? Mi sentivo stordito. Era magnifico. Era la luce? Era lo smoking? Era quel fottuto sorriso? Era un'emozione fortissima quella che provavo, non sapevo nemmeno come spiegarla. Era tutta riflessa nel suo sguardo profondo, un misto di adorazione e amore. Lui era mio. Perchè all'improvviso volevo tutto quello? Perchè sentivo il bisogno che ci fosse veramente lo scambio delle fedi? Confuso dai miei stessi pensieri, abbassai lo sguardo sul bouquet per cercare di riacquistare un pò di lucidità. Cosa mi stava succedendo? Alzai lo sguardo e incrociai quello sicuro e paziente di Damon e tutti i pezzi del puzzle tornarono al loro posto. Mi calmai e capii che quello che stavamo facendo era giusto. Lo stavamo facendo per chiunque avesse visto quel video e per noi. Capii che quello era il mio posto, al suo fianco. Che tutto quello che avevo di fronte era ciò che volevo. Non mi sarei accontentato di nulla di meno. Mi fece un pò paura quella consapevolezza ma mi diede il coraggio di ricambiare il suo sorriso con fiducia e devozione. Avanzai verso di lui con tutta la sicurezza che provavo, eravamo emozionati entrambi allo stesso modo. Non stavamo fingendo. Ci amavamo. Potevo sentire il suo amore ad ogni sguardo, ad ogni sorriso. Avevo una fiducia incondizionata in lui, lo avrei seguito ovunque. Lo vidi venirmi incontro e fermarsi di fronte. Il mio cuore stava battendo all'impazzata. Abbassò lo sguardo verso il mazzo di fiori e lo feci anch'io, la mia stretta era forte attorno a quei gambi. Mi porse la mano aspettando pazientemente la mia mossa, incrociò il mio sguardo come se volesse chiedermi ancora una volta se fossi sicuro di quello che stavamo facendo. Il suo sguardo era fermo orgoglioso e pieno d'amore. Cos'altro potevo chiedere alla persona che amavo? Non mi era mai capitato di sentirmi così pieno dei sentimenti di un'altra persona. Posai la mia mano sulla sua e lui la strinse come se fosse la cosa più preziosa al mondo. Come se non volesse più lasciarla andare. Restammo li per un tempo indefinito, occhi negli occhi, mentre ci tenevamo per mano. Mi sentivo scoppiare dall'emozione. Raggiungemmo Brian sull'altare che ci stava aspettando con un sorriso sulle labbra. Sembrava veramente il prete che ci doveva dare la sua benedizione. Eravamo sicuri che non si fosse preso veramente la licenza per sposarci? Mi girai verso Damon e lui fece lo stesso. L'espressione di orgoglio e di amore che aveva in volto rispecchiava appieno i miei sentimenti.

"Prometti di essergli sempre fedele, nel bene e nel male, in salute e malattia, di amarlo e rispettarlo, finchè morte non vi separi?" ci chiese Brian con aria solenne. Ricambiai il sorriso di Damon. Lui abbassò lo sguardo sulle nostre mani, ancora strette l'una all'altra, e accarezzò il dorso della mia con il pollice, quel massaggio era rassicurante. Come se volesse dirmi che sarebbe rimasto sempre al mio fianco, che non ero solo.
"Lo prometto." disse con sicurezza guardandomi di nuovo negli occhi.
"Lo prometto." risposi anch'io sorridendo mentre annuivo per confermare le mie parole. Ero sincero e volevo che se ne rendesse conto.

Il regista ci fece fermare per alcuni minuti per sistemare tutto quello che serviva per la prossima scena. Damon mi abbracciò da dietro senza dire niente. Non c'era bisogno di parlare. Le emozioni erano intense e a me bastava quel momento per riprendermi. L'abbraccio durò poco, Brian ci interruppe per dirci che ci stavano aspettando per girare l'ultima scena. Ci staccammo, il tempo necessario per farci sistemare capelli e trucco, e raggiungemmo di nuovo il punto che ci indicò il regista. Come se non ci fosse stata quella pausa, riprendemmo da dove eravamo rimasti con la stessa atmosfera di prima. Riuscivamo sempre a ritrovare il nostro feeling in pochi attimi. Damon mi si avvicinò con un sorriso carico d'amore e mi prese entrambe le mani posizionandole su di sè in modo da iniziare a ballare insieme un lento. I nostri sguardi erano incatenati l'uno all'altro, come se non esistesse nient'altro a parte noi. Il mio compagno sorrise guardandomi le labbra voglioso. Aveva ripetuto tante di quelle volte che gli piacevano, gli piacevano da baciare e quando erano su di lui. Non perdeva occasione per stuzzicarle, anche soltanto con quello sguardo che avrebbe incendiato chiunque. Sorrisi di rimando, sapendo che in quel momento non poteva fare nulla riguardo alla sua voglia. Ricambiò il sorriso con dolcezza e si avvicinò così tanto da strofinare il suo naso con il mio. Per qualche secondo mi persi in quel gesto tenero chiudendo gli occhi, seguii le movenze lente del suo corpo. Mi sentivo così bene tra le sue braccia. Riaprii gli occhi e mi rispecchiai nei suoi sorridendo, ero felice. All'improvviso inciampai su qualcosa nel terreno, Damon mi prese al volo stringendomi a sè. Mi rimisi dritto grazie al suo sostegno e mi aggrappai alle sue forti e salde spalle. Lo guardai ed esplosi in una risata divertita, mi sembrava di essere in uno di quei film romantici dove la protagonista veniva salvata da un aitante uomo che era proprio li per lei. Damon rise con me alleggerendo l'atmosfera. Adoravo la sua risata. Portai le mani dietro al suo collo stringendole, volevo che lo spazio tra di noi si azzerasse. Strofinai il naso contro il suo continuando a fissarlo negli occhi, lui rafforzò la stretta delle sue braccia. Presi ad accarezzargli i capelli dolcemente, sembravano seta tra le mie dita. Continuammo a ballare quel lento senza musica persi tra i nostri pensieri, era un momento magico. L'unica cosa che percepivo era lui, ormai non stavamo più seguendo il copione da tanto tempo. Non che ci fosse proprio un vero copione ma solo qualche riga da seguire, poi il resto lo avevano lasciato a noi. Non mi ricordavo neppure cosa avevano scritto su quel pezzo di carta e non me ne importava per niente. Sarei rimasto con lui per sempre in modo infischiandomene di chiunque avessi avuto intorno. Quella era la nostra favola e nessuno poteva distruggerla. L'emozione tra di noi si fece palpabile e tornammo seri. Desideravo baciarlo con tutto me stesso e sapevo che anche per lui era lo stesso, lui mi fissò le labbra ed io quasi tremai di aspettativa. Guardai le sue e mi trattenni a stento dal saltargli addosso. Chiusi gli occhi e mi avvicinai a lui come una calamita attirata dall'altro polo. Percepivo il suo respiro caldo sulla mia pelle e sentivo la vicinanza delle sue labbra alle mie, ancora un soffio e le avrei baciate. Stavo andando a fuoco e il mio cervello non connetteva più. Le sue labbra sfiorarono le mie e...

"Stop! Abbiamo finito." gridò il regista riportandoci alla realtà. All'improvviso tornai a sentire i rumori di tutte le persone che ci circondavano. Non eravamo mai stati soli.

Mi staccai da Damon e sbattei le palpebre varie volte per destarmi da quel meraviglioso sogno. Era successo veramente? Tornare alla realtà fu un duro colpo. In modo professionale, Damon parlò con il regista delle scene appena girate. Quest'ultimo ci assicurò che avevamo fatto un ottimo lavoro e che sembrava tutto reale. Con un pò di lavoro nel montaggio sarebbe stato un video che avrebbe fatto invidia a qualunque wedding planner che si rispetti. Brian mi battè una mano sulla spalla congratulandosi per il nostro matrimonio dicendo di essere orgoglioso di averlo celebrato. Ridacchiai nervosamente e cambiai discorso velocemente. Ci vennero incontro le nostre madri, la sua teneva in braccio un Choco piuttosto eccitato che stava reclamando le attenzioni del suo padrone. Damon iniziò a coccolarlo divertito rendendomi un pò geloso di quella piccola palla di pelo. Perchè non poteva coccolare anche a me in quel modo?

"Non sei mica un cane."
"Oddio James! Smettila di sbucarmi intorno di soppiatto." esclamai lanciandogli un'occhiataccia.
"Era quello che pensavi, giusto? Che anche tu volevi le sue coccole."
"Da quando mi leggi nel pensiero?"
"Amico sei un libro aperto. Dovresti mascherare di più le tue emozioni." quante volte me lo aveva già detto?
"Cosa ci fai qui? Non pensavo che saresti venuto."
"E perdermi tutto questo? Mai! Mi ha invitato Alice ieri sera. Ha detto che il capitano della nave non poteva mancare all'evento dell'anno. Mi sono anche vestito di conseguenza. Non sono figo?" mi chiese mettendosi in mostra lisciando la propria giacca rosso fuoco. Il solito buffone.
"Mai quanto il mio sole. E' abbagliante." risposi girandomi verso Damon con sguardo adorante. Stava ancora giocando con Choco, vederlo così spensierato e felice era una gioia per gli occhi.
"E ci risiamo. Il diabete mi farete venire prima o poi."
"Ho detto soltanto la verità. Nessuno può batterlo." alzai le spalle per ribadire il concetto.
"Ho quasi paura a chiedertelo. Se lui è il tuo sole, tu cosa saresti?" che domanda banale.
"Il suo girasole ovviamente." gli risposi semplicemente con un sorriso.
"Ovviamente. Qual è il numero del dottore?" prese il cellulare tra le mani digitando qualcosa sul display.
"Molto spiritoso James."
"Auguri amico, ho letto che oggi è il vostro giorno. E' già passato un anno." mi diede qualche pacca sulla spalla.
"A me sembra ancora ieri. E' passato tutto così velocemente."
"Gli hai fatto un regalo?"
"Si ma glielo darò a casa più tardi." sorrisi al pensiero di quello che avevo architettato per Damon.
"Che cos'è?"
"Se glielo darò a casa più tardi ci sarà un motivo." gli lanciai una frecciatina con lo sguardo per rimettere in riga la sua curiosità.
"Giusto. Lui ti ha dato qualcosa?"
"No, ma non avevamo parlato di scambiarci alcun pensiero per oggi." lo vidi scuotere la testa in modo esasperato.
"Alec, stiamo parlando di Damon. L'ultimo dei romantici esistenti. Non mi sorprenderei se si stesse portando dietro il regalo da settimane. La sua mente è sempre un passo avanti a tutti, è machiavellica." ridacchiai alla veridicità delle sue parole. La contorta mente del mio sole era sempre affascinante.
"Grazie per essere venuto amico."
"Altrimenti chi avrebbe potuto prenderti in giro?" rise lui divertito. Gli diedi una spallata per farlo smettere.
"Posso rubarti il mio sposo?" si intromise Damon abbracciandomi da dietro mentre strofinava il naso sul mio collo. Prima o poi quell'uomo mi avrebbe fatto morire.
"E' tutto tuo amico." James alzò le mani in aria dandogli il via libera.
"Lo è sempre stato." lo sentii sorridere mentre mi posava un bacio sul lobo dell'orecchio. Ero morto e quello era il paradiso?

Damon non aspettò una mia risposta, mi prese per mano trascinandomi via sotto gli occhi divertiti dei presenti. Vidi con la coda dell'occhio Alice fare un brindisi con Brian mentre ridacchiavano sornioni verso di noi. Cosa si stavano raccontando quei due? Li ignorai quando capii che il mio compagno si era fermato proprio nel posto dove tutti avevano parcheggiato le proprie auto. Che intenzioni aveva? Aprì la sua macchina e prese qualcosa dal sedile posteriore, poi tornò da me tutto eccitato e un pò nervoso.

"Perchè siamo finiti qui?"
"Siamo lontano da occhi indiscreti. Qui potremmo essere soltanto tu ed io." allacciò le sue mani alla mia vita e si avvicinò sempre di più. Non sarei riuscito a resistere così a lungo a quello sguardo.
"Mi piace l'idea."
"Questo è per te. Un piccolo pensiero per festeggiare il nostro primo incontro. Spero ti piaccia." mi diede una piccola scatola blu e attese nervosamente che la aprissi. Dentro c'era un biglietto con scritta sopra una canzone, se la sua intenzione era farmi piangere ci stava di nuovo riuscendo facilmente. Era splendida, volevo tanto che me la cantasse con la sua voce. Nella confezione era presente anche un bracciale di metallo con al centro un nodo, era semplice ma pieno di significato. Mi rigirai il bracciale tra le mani finchè non mi accorsi dell'iniziale del suo nome all'interno, posizionata proprio dietro al nodo. Mi sciolsi come neve al sole.
"E' fantastico Dam." mormorai con un sorriso raggiante.
"Non sei obbligato a indossarlo."
"Stai zitto e mettimelo al polso. Questo nodo rappresenta la nostra relazione. Assomiglia al simbolo dell'infinito. E' perfetto." gli dissi allungando la mano verso di lui affinchè me lo mettesse al polso. Adoravo quel bracciale.
"Ogni volta che lo indosserai ricorderò questo giorno. Saprò quanto tu tieni a me." mormorò lui passando lentamente il pollice sul nodo del bracciale facendomi venire i brividi.
"Allora lo indosserò ogni giorno per ricordarti le promesse fatte oggi."
"Volevo tanto baciarti prima." mugugnò strofinando il naso contro il mio.
"Non ti impedisce nessuno di farlo adesso."
"Potrebbe venire chiunque in questo momento, non mi importerebbe niente. Quelle labbra sono mie." disse fissandole con desiderio. Un secondo dopo si fiondò su di esse per banchettare alla nostra salute. Mi baciò lasciandomi senza fiato ed io partecipai con entusiasmo lasciandomi andare contro di lui.
"Buon primo anniversario Teddy." mormorai ansimando sulle sue labbra gonfie e rosse.
"Buon primo anniversario mio girasole." mi sorrise lui sfacciato prima di riappropriarsi della sua proprietà. Mi spinse contro la fiancata dell'auto e continuammo a perderci tra di noi come se il resto del mondo non esistesse. C'eravamo soltanto noi. Il sole e il suo girasole, ancora per molto tempo.

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Ciao a tutti, volevo lasciarvi un piccolo regalino per queste festività un pò grigie.
Ho cercato di descrivere il video per il loro fan meeting (rimandato causa Covid), spero di esserci riuscita almeno in parte. Vi consiglio di darci una sbirciatina su YouTube (cercate video fan meeting 2020 MewGulf) è magnifico.
Spero vi piaccia, aspetto i vostri commenti.
Buone feste
xoxo

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Capitolo 11
*** Lucky to have you here ***


Behind your gaze 10 POV Alec

Guardai per l'ennesima volta il braccialetto che mi aveva regalato Damon una settimana prima. Amavo quel bracciale e la sensazione che mi dava ogni volta che lo indossavo. Mi dava conforto e mi faceva sentire meno solo, proprio come in quel momento che Damon era di nuovo via per lavoro. Mi bastava guardarlo e sentirlo al polso per sentirmi meglio. Avevamo passato insieme la notte del nostro primo anniversario e la mattina successiva avevo già dovuto salutarlo perché doveva partire con Brian. Avevamo avuto un lungo saluto dove il suo manager ci aveva interrotto varie volte per metterci fretta altrimenti avrebbero perso l'aereo. Per quanto fosse stato lungo per lui, per me era durato troppo poco. Un attimo prima ero tra le sue braccia e quello dopo ero rimasto a casa sua da solo a lavare i piatti della nostra colazione. Che fine patetica avevo fatto. Damon aveva mandato un messaggio di scuse subito dopo scrivendo che avevo già iniziato a mancargli. Piccola consolazione. Sfilai il braccialetto e accarezzai con il pollice la piccola D incisa all'interno. Quella singola lettera mi dava una sicurezza mai provata prima d'ora, significava che io ero suo. Come marcare il territorio per chi non lo avesse ancora capito. Questa cosa mi piaceva, qualcuno avrebbe pensato che magari fosse un po' troppo eccessivo come anche la possessività che a volte dimostrava nei miei confronti ma per me non lo era. Mi faceva sentire importante. Forse ero io quello strano, non mi importava. Quel braccialetto rispecchiava noi. Aveva scelto bene il mio Teddy Bear.

"Se continuerai a giocare con quel bracciale finirai per perderlo." mi prese in giro James appena uscito dal minimarket con un sacchetto della spesa in mano. Per fortuna eravamo nel suo quartiere e in quel posto tutti lo conoscevano, non avremmo avuto il problema dei fans.
"Non lo perderò mai." affermai con sicurezza accarezzando il nodo.
"Cosa ti da tutta questa certezza?"
"Il fatto che per me sia un regalo prezioso." evocai in mente il ricordo del giorno in cui me lo aveva dato e sorrisi perdendomi in quel meraviglioso sogno. Se non fosse stato per quel braccialetto avrei creduto che stessi dormendo.
"Pensi che strofinandolo comparirà all'improvviso Damon con la pelle azzurra stile genio della lampada?" rise James ala sua stessa battuta iniziando a incamminarsi.
"Strofina il mio culo." borbottai seguendolo controvoglia. Da li a poco avremmo dovuto incontrare Meg e alcuni tizi della produzione per fare una riunione sul copione e sui nostri calendari.
"Se lo facessi seriamente qualcuno verrebbe a mozzarmi le mani in un batter d'occhio. Hai in mente il teletrasporto con la passaporta di Harry Potter? Troverebbe il modo per usare una cosa del genere. Adora quei libri."
"Lo so, li ho visti nella sua libreria." annuii sapendo quanto fosse fanatico di certe cose. Ormai casa sua sembrava essere diventata un luogo sacro per collezionisti nerd. Aveva mille passioni e ogni angolo della sua abitazione era come se narrasse una storia tutta sua. Specialmente i posti dove lasciava in bella mostra i miei regali per lui o le nostre foto. Adoravo quella casa.
"Quante volte sei andato a casa sua? O praticamente ti ci sei già trasferito?" pensai a tutte le cose che ci avevo lasciato dentro e a quante ogni giorno ne aggiungevo. Sembrava veramente che ci abitassi, ormai sapevo il suo codice di sicurezza per aprire la porta meglio del mio stesso pin del cellulare.
"Fatti gli affari tuoi! Di certo non lo verrò a dire a te."
"Vedo un sacco di movimento in quella casa." il suo ghigno era terrificante. Con tutte le cose che sapeva e con quel maledetto cellulare sempre a portata di mano, poteva tranquillamente venderci a qualunque rivista scandalistica e farci i soldi fino alla vecchiaia. Era pericoloso.
"Sarà Choco."
"Certo, sarà Choco. Prendiamola per buona. Lo hai già sentito oggi?" eccolo in modalità vecchia pettegola. Nessuno sarebbe mai riuscito a spodestare il suo trono. Per fortuna era dalla nostra parte.
"Si, in questo momento è alle prese nel girare la pubblicità. Più tardi deve incontrare un cantautore con il quale iniziare una collaborazione, speriamo che vada tutto bene. Damon si merita questa opportunità. Dovrebbe tornare dopodomani in serata, forse."
"Ti sei scaricato il suo calendario sul cellulare?"
"Non ne ho bisogno, io ricordo tutto." ammiccai con un sorriso misterioso. Avevo intenzione di fargli una sorpresa al suo ritorno facendomi trovare a casa con un regalo di bentornato solo per i suoi occhi.
"Ecco qua il fan numero uno del nostro mister Williamson. Lo invidio un pò, nessuno direbbe delle cose del genere a me." scosse la testa sconsolato.
"Non uscivi con qualcuno poco tempo fa?" gli chiesi cercando di spostare l'attenzione su di lui. Era da un pò di tempo che non mi parlava più della sua vita sentimentale. Non volevo essere un pessimo amico.
"Uscivo, hai detto bene. Mi ha mollato poco tempo fa per un altro. A quanto pare non ero abbastanza per lei." anche se cercava di non darlo a vedere si notava che era giù di morale per quella situazione. Era rimasto di nuovo solo nonostante cercasse sempre di trovare qualcuno con cui iniziare una storia seria. Aveva voglia di innamorarsi, era stanco di restare da solo. Capivo benissimo come si sentiva.
"Non sa cosa si è persa, tu sei un bravo ragazzo." gli misi una mano sulla spalla per confortarlo.
"Forse non voleva il bravo ragazzo. Probabilmente le sembravo troppo scemo."
"Probabilmente non aveva il senso dell'umorismo e non capiva un bel niente. Meglio per te. Se vuoi metto una buona parola con quella ballerina dell'altra volta..."
"No! Nè tu nè Damon vi dovete mai avvicinare a qualcuno a cui sono interessato. Mai, è tassativo. Altrimenti finisce che passo nel dimenticatoio in un lampo. Già il solo fatto che le persone sanno che siamo amici è diventato quasi un fardello per me, sempre a chiedermi di voi. Le ragazze me le cerco da solo, grazie." si allontanò da me di qualche passo sventolando una mano in aria come a mandarmi via. Scoppiai a ridere.
"E' successo solo una volta con me e non volevo di certo provarci con lei. Volevo fartela conoscere." gli dissi cercando di spiegare per l'ennesima volta quella situazione assurda nella quale i eravamo imbattuti tempo addietro.
"E alla fine sono stato io quello che è dovuto intervenire per scrollartela di dosso prima che i suoi artigli ti strappassero la camicia. E mi sono persino beccato la ramanzina da parte del tuo fidanzato perché non ti ho protetto meglio! E che dire di lui? Sono anni che appena entriamo da qualche parte ruba la scena e tutti gli occhi sono puntati su di lui anche soltanto se beve un bicchiere d'acqua."
"Stai facendo la vittima?" sapevo che il mio uomo era figo qualunque cosa facesse, ma adesso James stava esagerando tirando in ballo cose che non volevo nemmeno sentire. Questo era il problema a stare con qualcuno che tutti volevano.
"Con voi due intorno lo sono sempre. Chiunque mi potrebbe capire."
"La prossima volta ti prenderò in giro io quando avrai trovato una ragazza."
"Tranquillo non succederà nell'immediato. Stare dietro a voi comporta già tanta fatica. Damon mi ha assegnato i compiti da fare a casa."
"Non sei la mia babysitter." borbottai infastidito.
"Zitto o non ti dò le caramelle dopo."
"Che pessima babysitter, dovrei lamentarmi. Vuoi fare cariare i denti ai bambini?"
"Basta guardarvi insieme per farli cariare. Oh, giusto! Tu accetti le caramelle solo da una persona! E' astuto il mio amico, ha fatto terra bruciata attorno a te." ridacchiò lui divertito. Ormai eravamo diventati il suo spettacolo quotidiano di intrattenimento.
"Spiritoso!" gli diedi una spallata facendogli una smorfia mentre lui continuava a ridere.
"James!" qualcuno lo chiamò a gran voce ed entrambi ci girammo per capire chi fosse. Rimasi impietrito all'istante. Il peggior incubo era arrivato, silenzioso ma con tutta la sua forza, a stravolgere la nostra quiete.
"Chi...Chase! Oh, ciao. Da quanto tempo." mormorò imbarazzato James guardandomi con la coda dell'occhio per capire in che stato mi trovassi. Ero ancora sotto shock per metabolizzare la situazione.
"Sono tornato da poco. Volevo contattare i vecchi amici e fare una rimpatriata uno di questi giorni." fece un sorriso smagliante mentre si toglieva gli occhiali da sole. Chi credeva di essere quel coglione spuntato fuori dal nulla? Nel nulla doveva ritornare!
"Si, possiamo provare a vedere quando gli altri saranno liberi." sentivo il tono dal tono di voce del mio amico che non era del tutto sincero. Era agitato e non sapeva più di chi dover avere più paura. Era come se quel sorriso fosse solo a mio beneficio.
"Mi farebbe piacere. Ciao, sono Chase Lancaster. Tu devi essere Alec. Ti ho visto spesso nelle foto con Damon." si rivolse verso di me come se si fosse appena accorto della mi presenza. Mi prudevano le mani.
"Sono il suo nuovo partner." ribadii con orgoglio digrignando i denti.
"Se i fans sapessero che i due rivali in amore si sono presentati farebbero ribaltare il web. Sarebbe una notizia succosa. Chissà cosa ne penserebbe Damon." chissà come sarebbe stato il mio pugno sul suo viso? Mi stava dando sui nervi. Stavo diventando sempre più suscettibile in sua presenza.
"Evitiamo di alimentare pettegolezzi Chase. Abbiamo bisogno tutti di un pò di relax." batté le mani James per richiamare la nostra attenzione e fece un passo in avanti, quasi volesse afferrarmi al volo se solo avessi attaccato.
"Dov'è finito Damon? Ho provato a chiamarlo ma non ha risposto. Mi hanno detto che forse doveva parlare con un discografico." da chi aveva ricevuto quelle notizie? Se pur inesatte si avvicinavano troppo alla realtà e questa cosa non mi piaceva per niente.
"Non sapevo ti tenessi ancora aggiornato."
"Chi non segue Damon Williamson al giorno d'oggi? Il suo account è uno di quelli più cliccati ovunque."
"Vuol dire che è amato dal pubblico per la persona che è e per il suo buon lavoro. Non lo hanno lasciato solo." volevo aggiungere come hai fatto tu bastardo dopo il teatrino che hai fatto con quel video, ma non lo feci. Mi trattenni a stento. Damon non avrebbe voluto che quell'incontro finisse a botte, si sarebbe arrabbiato con me. Nonostante la rabbia, lui riusciva a mantenere una certa calma fredda e usava le parole per combattere. A volte invidiavo la sua compostezza, altre volte avrei voluto scuoterlo con forza per farlo reagire.
"E' stato fortunato allora. Probabilmente è meglio se lo chiedo direttamente a te, visto che mi hai sostituito. Potresti dire a Damon di richiamarmi per favore? Ho bisogno di parlargli di una cosa importante." come faceva ad essere così strafottente? Ci provava gusto? Strinsi il pugno più forte, la mia mano stava facendo male.
"Si, glielo riferirò io quando torna." si intromise James mettendomi una mano sul braccio per placarmi.
"Com'è fare coppia con Damon? E' ancora appiccicoso e dolce? Mi mancano i suoi abbracci."
"Stai giocando con il fuoco." ringhiai inferocito facendo un passo avanti, James mi bloccò immediatamente. Se qualcuno ci avrebbe visto mi sarei rovinato la carriera con le mie stesse mani, ma sarebbe stata una soddisfazione spaccargli quel sorriso dalle labbra. La voglia di colpirlo era troppa.
"Sarà meglio andare Alec, ci stanno aspettando."
"Ci rivedremo presto Alec. Ciao James, ricorda di avvisare Damon." lo sentii ancora mentre il mio amico mi spingeva dalla parte opposta per aumentare la distanza. Era una sensazione nuova per me, non avevo mai voluto così tanto sfogarmi su qualcuno come in quel momento. Stavo ancora tremando dalla rabbia.
"Cosa diamine voleva dire quel cretino?" sbraitai togliendomi le sue mani di dosso. Non volevo essere toccato in quel momento.
"Non lo so e la cosa non mi suona tanto bene. Se è tornato vorrà dire che si tratta di lavoro."
"C'è la seria possibilità che tornino a lavorare insieme?" gli chiesi con tono agitato. Quello era il mio peggior timore. Non volevo che Damon soffrisse di nuovo a causa sua, avrei fatto di tutto per proteggerlo.
"Tutto è possibile in questo settore. Adesso però le cose sono diverse per Damon. Tra poco il suo contratto con l'agenzia sarà terminato, avrà la possibilità di rifiutare senza alcun danno alla propria immagine."
"Tranne le male lingue appena sapranno che ha rifiutato un contratto perchè nel cast era presente Chase. Poi metteranno in mezzo anche me come colpevole di questa infausta decisione perchè diranno che gli ho fatto il lavaggio del cervello e lo sto usando per i miei fini. Ormai sappiamo come andranno le cose sui social. E se Damon volesse tornare a fare coppia con lui? Almeno sul set intendo." riuscii a controllare la rabbia ma il mio tono di fece scoraggiato.
"Non essere ridicolo, non dopo tutto quello che è successo. Ha la memoria fin troppo lunga Damon, non passa facilmente sopra certe cose. Specialmente non se rischia di fare male a qualcuno a cui tiene particolarmente."
"Non stiamo parlando di me ma della sua carriera."
"Fidati di lui, sta per diventare un signor CEO molto importante. Sa valutare cosa è meglio per lui e cosa non lo è. Aspettiamo a vedere cosa accadrà. Non fasciamoci la testa prima del tempo. Scommetto che questo è il signor CEO." aggiunse non appena il mio cellulare iniziò a suonare. Lo presi dalla tasca dei jeans e annuii. Era diventato un veggente James?
"E' lui. Cosa faccio? Gli dico di Chase?" iniziai ad entrare in panico in un secondo.
"Forse questo non è il momento migliore. Rimanda tutto a quando tornerà a casa, almeno ne potrete parlare faccia a faccia con calma."
"Come faccio ad essere calmo in questo momento?"
"Devi. Rispondigli prima di farlo preoccupare, altrimenti poi chiama me." feci qualche lungo respiro per cercare di calmarmi, stampandomi sul volto un sorriso che sperai risultasse il più sincero possibile, e finalmente avviai la videochiamata.
"Eccoti. Va tutto bene?" mi chiese Damon osservandomi attentamente.
"Tutto bene." annuii rafforzando il sorriso.
"Sei sicuro? Sembri strano." la sua espressione corrucciata si intensificò come le rughe sulla sua fronte. Mi dispiaceva esserne la causa.
"Tranquillo. Come va da te?" gli chiesi cercando di portare la sua attenzione su altro. Lui si accorgeva sempre di tutto, era più che attento alle minime cose specialmente se mi riguardavano.
"Per oggi abbiamo finito. Domani finiamo le altre riprese e staremo a vedere. Adesso sono in pausa, tra un pò ho il pranzo per la nuova collaborazione musicale. Incrociamo le dita." com'era bello quando parlava con passione delle cose che gli interessavano, anche se si trattava solo del suo lavoro. Sarei rimasto ad ascoltarlo per ore.
"Se sei li vuol dire che è già in parte interessato dell'offerta, altrimenti avrebbe subito detto di no senza perdere tempo."
"Alec ha ragione. Non perderti d'animo, andrà tutto bene." si intromise il nostro amico piazzandosi alle mie spalle.
"Ciao James. Va tutto bene li da voi?"
"Tutto perfetto." annuì lui sorridendo facendo l'okey con la mano.
"Non ti fidi di me?" chiesi al mio compagno mettendo un finto broncio per farlo sorridere.
"Sembri strano piccolo. Vorrei avere la certezza che vada tutto bene. Ho come una strana sensazione." quelle parole mi fecero male, non ero stato molto bravo a mentire.
"Non preoccuparti e rilassati, penso io al tuo fidanzato. E' al sicuro con me."
"Perchè non mi sento del tutto rilassato?"
"Perchè conosci bene James." ridacchiai prendendo in giro il nostro amico.
"Mi fido di James, so che ti starà accanto quando non potrò esserci io. Non lo so, sarà per la distanza o che altro. Spero soltanto che non mi teniate nascosto qualcosa. Puoi parlare con me di tutto, lo sai. Qualunque cosa ti passi per la testa io sono qui." maledetto il suo sesto senso, non riuscivo mai a mentirgli, mi sgamava sempre. Odiava le bugie e chi non era sincero, gran parte di quei problemi erano arrivati con Chase. Le altre insicurezze venivano dalle persone che si erano prese gioco di lui per sfruttarlo a loro piacimento. Damon era sempre stato molto disponibile e attento con tutti, non aveva mai detto di no ed era rimasto ferito.
"Vai a lavorare stallone e porta a casa quel contratto. Ti aspetto qui."
"Sicuro che vada tutto bene?"
"Damon pensa alla tua carriera adesso. Il resto non è importante per il momento, ci penseremo poi. Quando tornerai dovremo ricominciare a provare per la tua serata."
"Certo, la data si avvicina. Va bene, non insisto oltre. Ci sentiamo più tardi piccolo. Ciao James."
"Ciao Dam." ci salutammo tutti prima di chiudere la chiamata. Avevo fatto una delle cose che lui odiava più di tutte e me ne sentivo in colpa. Avevo preso la decisone giusta?
"Ero troppo evidente?"
"Non per tutti, ma stiamo parlando di Damon. Ti conosce meglio di chiunque. Gli basta un'occhiata per capirti al volo, anche se siete a chilometri di distanza."
"Non voglio che pensi ad altro in questo momento." affermai anche se la mia sicurezza stava vacillando sempre di più. Il suono di un messaggio arrivò dal suo cellulare e lui controllò subito le notifiche.
"Parlando del diavolo, mi ha appena mandato un messaggio. Guarda." mi lasciò il cellulare in mano.

"James ti prego, prenditi cura di Alec. Qualunque cosa succeda dimmelo. Ho bisogno di sapere che si trova al sicuro e che stia bene. Ci risentiamo presto."

"Merda. Non riuscirò a nasconderglielo a lungo." mormorai tormentandomi il labbro mentre continuavo a leggere quel messaggio.
"L'amore a volte è una cosa spaventosa, vero?"
"Terrificante." annuii restituendo il cellullare al legittimo proprietario.

Cercò di farmi tornare il buonumore con qualche battutina divertente, gli risposi per le rime ma la mia mente era altrove. Toccai il braccialetto al mio polso per trovare un pò di conforto, avrei voluto ritrovarmi nella calda stretta delle sue braccia mentre mi sussurrava all'orecchio che sarebbe andato tutto bene. Mi mancava. Tornammo negli studi della produzione, dove avevamo appuntamento con Meg Claire e altre persone, per parlare di alcuni dettagli riguardanti la serie e altre cose annerenti ad essa. C'erano tanti impegni da svolgere nei prossimi mesi per pubblicizzare il programma e il nuovo cast, per non parlare della nostra coppia. Il prodotto di punta che avrebbe fatto scalpore. Fingere di stare insieme, ribadire il concetto che eravamo soltanto fratelli che si amano e tenere segreta la nostra vera relazione. Mi stava venendo mal di testa, era stancante quella situazione. Odiavo quando volevano strumentalizzare la nostra coppia per i loro fini, l'unica nota positiva era che non seguivamo mai i loro copioni. Erano talmente stufi di noi che ormai per quello ci lasciavano spesso carta bianca perchè non potevano mai controllarci. Cercai di stare attento alle loro parole, ma il mio pensiero continuava a tornare imperterrito a Chase e a quello che mi aveva detto. Sembrava quasi una sorta di maledizione. Perchè doveva spuntare proprio nel momento in cui le cose tra Damon e me andavano bene? Era una risposta da parte del karma? Avevo fatto qualcosa di male in passato che mi si presentava il conto? Perchè poi era cambiato il suo atteggiamento da quando aveva iniziato a parlare con James a quando si era rivolto a me? Perchè poi aveva continuato a nominare Damon ogni due parole? Mi aveva fatto innervosire il suo tono saccente, come se volesse dire che lo conosceva meglio di me e che io ero soltanto un suo sostituto e di certo non ero al suo livello. Che non era assolutamente preoccupato della mia presenza, come se non contassi niente. Come a voler ribadire il fatto che adesso che era ricomparso dal mondo degli spiriti io potevo di nuovo farmi da parte. Non sapevo nemmeno cosa mi disturbasse di più del suo comportamento. Dal giorno della telefonata di Mark ero rimasto sull'attenti per ogni eventuale risvolto della situazione. Era tutto rimasto calmo e silenzioso, come la quiete prima della tempesta. Ed ecco la prima scossa. Come l'avrebbe presa Damon? Cosa avrebbe fatto adesso che Chase era tornato veramente? Non ne avevamo parlato e la cosa a lungo andare mi stava logorando. Avevo fatto bene a non dirgli niente? Prima o poi lo avrebbe scoperto lo stesso, però forse era meglio che lo avesse sentito dalle mie stesse labbra. Se la sarebbe presa con me per il fatto di averglielo taciuto? Sapevo che voleva sincerità nel nostro rapporto. Mi sentivo un pò in colpa, come se avessi la coscienza sporca eppure non avevo fatto niente di cattivo. Sicuramente Chase se la stava godendo in quel momento, il suo ottimo lavoro per stuzzicarmi lo aveva compiuto a dovere. Adesso non gli restava altro che parlare con Damon. Cosa voleva dirgli? Era veramente rimasto qualcosa su cui parlare tra loro due? Voleva chiarire la situazione dopo tutto quel silenzio? Dopo tutto il male che gli aveva fatto? Dopo tutta la diffamazione che aveva ricevuto per un solo attimo di impulsività? Sapevo che i fans più accaniti e tossici gli avevano persino dato dello stupratore. Quella situazione sfiorava il ridicolo, peccato che invece di risolversi parlando tra persone intelligenti era esplosa sui social come una granata rovinando la vita di entrambi. Forse Chase non aveva capito effettivamente l'entità della stronzata che aveva fatto finchè non aveva ricevuto i primi contraccolpi pure lui. Non aveva soltanto messo in cattiva luce Damon ma anche se stesso. Per fortuna che il karma aveva lavorato bene quella volta. Avrebbe fatto più male sapere che per lui fosse andato tutto bene dopo quella dichiarazione in lacrime di fronte alla telecamera. Continuavo ad essere irrequieto dopo quella breve conversazione. Cosa diamine voleva ancora da Damon? Perchè dovevo proprio imbattermi in lui e rovinarmi la giornata? Perchè dovevo sentirmi così fragile? Non lo ero mai stato fin'ora.

"Smettila di pensarci e segui quello che sta dicendo Meg. Altrimenti rischiamo di essere fucilati ancor prima di aver girato le prime scene." mi avvisò James avvicinando la sedia alla mia per sussurrarmi all'orecchio.
"Va bene, scusa."
"Adesso non puoi farci niente. Aspetta che ti richiami più tardi e ne parlate con calma. Magari non è niente di che e ha voluto soltanto provocarti."
"Sicuramente, ma uno che ti sputtana sui social e poi ricompare all'improvviso dopo quasi due anni di silenzio, stuzzica apertamente l'attuale compagno e dice che ha bisogno di parlare con la sua vecchia ship...scusa ma io non ci vedo solo una banale provocazione. C'è qualcosa sotto e non mi piace questa sensazione." sbuffai infastidito grattando in braccio. Mi stava venendo l'orticaria dall'irritazione.
"Abbi fiducia nel tuo uomo."
"Di lui mi fido, ma non delle persone tossiche che gli ronzano intorno. Ne ha passate già tante e ancora adesso ne sta passando, gran parte di quei problemi attualmente arrivano a causa mia. Si fa carico sempre di tutto senza mai chiedere niente in cambio, odio quando fa così. Preferisce essere attaccato lui piuttosto che mettere in mezzo me. Così lui passa dalla parte del cattivo ricevendo tutti gli insulti. Va sempre a finire così quando ci si mettono i finti fans davanti a una tastiera."
"E' il modo per prendersi cura della sua persona speciale. Dovresti esserci abituato. Il tuo uomo fa sempre le cose in grande." cercò di consolarmi James mettendomi una mano sulla spalla.
"Mi farà impazzire prima o poi."
"Non lamentarti, te lo sei scelto tu contorto. Sapevi benissimo che bagaglio emotivo aveva dietro di se prima di iniziare questa avventura insieme. Eppure lo hai scelto lo stesso perchè l'amore è cieco."
"A volte sarebbe carino leggere prima le istruzioni d'uso invece di comprare a scatola chiusa." mi lamentai continuando a grattare imperterrito il mio povero braccio.
"Sarebbe troppo facile amico. Perderesti subito l'entusiasmo e probabilmente un grande amore. Se ci fossero state quelle maledette istruzioni tu a quest'ora non avresti mai capito chi fosse veramente Damon Williamson, ti saresti fermato solo all'opinione pubblica che non è certo delle migliori. Avresti preferito non amare il mio amico?" che domande insensate stava facendo? Era impazzito.
"No. Non potrei mai immaginare uno scenario simile. Sarei rimasto lo stesso di prima non sapendo quanto mi avrebbero cambiato questi sentimenti. Quanto mi avrebbe cambiato lui e reso più completo. Adesso so che se non fosse nella mia vita sentirei un vuoto lacerante dentro, non posso più fare a meno di lui." ammisi finendo di tormentare il braccio ormai rosso. Sfiorai con il pollice il nodo del braccialetto.
"Adesso che lo sai, smettila di preoccuparti. Abbi un pò più fiducia in voi, insieme riuscirete a superare anche questo. Damon farà di tutto per tenere al sicuro quello che c'è tra di voi. Adesso silenzio, Meg ci sta guardando storto."

Tornammo a concentrarci sui nostri oratori e chiesi scusa a Meg per il mio momento di crisi. Lei mi sorrise sgridandomi bonariamente di restare più attento sul lavoro e mi chiese come stava andando il tirocinio. Per fortuna non fece altre domande sul mio stato mentale, non avrei saputo nemmeno come risponderle senza sembrare troppo un coglione. Meg mi spinse a cercare di fare più amicizia con il nuovo cast per farli sentire meglio all'interno di quella strana e grande famiglia che aveva già stretto nell'anno precedente un forte legame. James ed io decidemmo di invitarli a pranzo fuori e finalmente passai un pò di tempo a togliermi quel chiodo fisso in testa che avevo avuto per gran parte della giornata. Ci divertimmo insieme e iniziai a imparare a conoscerli. Non ero più così introverso come prima e James mi aiutò facendomi da spalla nei vari anedoti dietro le quinte della prima stagione. James era veramente un buon amico, nonostante ci fossero state delle raccomandazioni da parte di Damon, sapevo sempre di poter contare su di lui. Trovava sempre un modo per farmi ridere e spazzare via i problemi per un pò. Poteva sembrare un cretino alle volte ma era una delle persone migliori che potessi reputare veramente come amico.
Tornato a casa mi feci una doccia, aiutai mia madre a cambiare le lampadine fulminate e poi mi piazzai di fronte ai videogames per passare un pò il tempo. Mi stavo annoiando da solo e persino a giocare avevo perso l'interesse. Mi stava venendo mal di testa. Mia madre mi chiamò per cena e rimasi in loro compagnia finchè non rimisi a posto la cucina e lavato i piatti. Persino le frecciatine di mia sorella le sentii a mala pena da quanto la mia testa era un totale caos. Visto la mia mancanza di risposta, Hope aveva perso il gusto a tormentarmi e aveva cambiato argomento per parlare con mio padre dei suoi studi. Il fatto di essere distratto mi aveva dato un pò di pace dal suo disturbo continuo. Forse avrei dovuto ringraziare Chase per quello. No! Nemmeno morto! Il solo nome mi faceva venire mal di stomaco. Tornai in camera e controllai le notifiche del cellulare e vidi una foto che Damon aveva postato su Twitter taggandomi. Mi tornò il buonumore in un secondo appena mi accorsi della maglietta che stava indossando mentre si faceva una foto allo specchio. Aveva nascosto il suo volto con un filtro ma si vedevano chiaramente i capelli spettinati e un angolo della montatura degli occhiali. Quella era una maglietta di coppia che i fans ci avevano regalato, io ne avevo una identica nell'armadio. Gliela avevo infilata in valigia a tradimento poco prima di vederlo andar via, non se ne era nemmeno accorto. Nella mia c'era scritto Sono il suo Baby mentre nella sua compariva la scritta Sono il suo Daddy. Erano divertenti i fans. Ricordavo ancora quanto Damon aveva borbottato per la parola Daddy ed io ero scoppiato a ridergli in faccia prendendolo in giro. A volte era più infantile di me.

"Qualcuno ha infilato questa maglietta di coppia nella mia valigia. Ho avuto il coraggio di indossarla, vedi quanto sono figo? Farai lo stesso @AlecRoberts?"

Lessi quel post e ridacchiai divertito. Mi stava sfidando apertamente ed io avrei accettato quella sfida, non potevo perdere contro di lui. Presi la maglietta in questione e la indossai cercando una posizione adatta per farmi un selfie simile al suo. Perchè quando lo faceva lui sembrava terribilmente sexy e quando lo facevo io sembravo un bambino appena uscito dalle elementari? No, così non andava bene. Provai varie posizioni e angolazioni per mostrare quel minimo di sex appeal che potevo avere in quel momento con tanto di occhiaie e brufoletto sul mento. Perchè dovevo avere ancora i brufoli in viso? Che palle. Finalmente trovai la posizione perfetta alzando quel tanto un angolo della maglietta per mostrare un pò di pelle sulla pancia e feci un sorriso sfrontato al telecamera. Vediamo di chi era l'ultima parola adesso.

"Sono più cool di te @DWilliamson. Bella maglietta Daddy."

Digitai in fretta aggiungendo una faccina con gli occhiali da sole e pubblicai il post. Immaginavo già che sarebbe scoppiato a ridere divertito dalla mia risposta.

"Abbassa quella maglietta o prenderai freddo al pancino. Sei un provocatore nato @AlecRoberts"
"Cosa? Sono solo un bambino. @DWilliamson"
"@AlecRoberts C'è scritto che sei il mio Baby. Ho la priorità su tutto quello."
"Geloso? Torna a casa e potrai vederlo."
"Cos'è? Un modo contorto per dirmi che ti manco?"
"Smettetela di flirtare davanti alle nostre insalate! @DWilliamson @AlecRoberts"
"Smettila di fare il terzo incomodo! @JamesTee"
"@DWilliamson Mi prendo cura del tuo bambino e mi tratti così? Comunque se vuoi saperlo oggi @AlecRoberts si è comportato bene."
"Cosa sono? Un cane?"
"No un gattino. Dì miao!"
"@JamesTee giuro che ti blocco l'account!"
"@DWilliamson versione possessiva."
"@JamesTee so dove abiti."
"@DWilliamson anch'io! C'è molto traffico a casa tua ultimamente. Devo aiutare con il trasloco?"
"Penso che @JamesTee abbia bisogno di una ragazza. Dovremmo andare a trovargli quella giusta."
"Penso sia un'ottima idea. Potrei presentarti qualcuno @JamesTee."
"Perchè non presenti a me qualcuno @DWilliamson? Conosci tante belle persone. Sei sicuro di essere solo in quella stanza in hotel? @AlecRoberts attento!"
"Quello che si fa in hotel resta in hotel @KevT."
"@DWilliamson Me le ricordo le tue notti in hotel. @AlecRoberts cambia uomo! Ti farà lavare i piedi cinque volte prima di poter dormire nello stesso letto!"
"Eravamo in quattro a dividere lo stesso letto anni fa per il poco budget. Non mettere in testa strane idee @JamesTee."
"A me non li ha fatti mai lavare @JamesTee. Al massimo è stato lui a pulirmeli."
"Che bambino fortunato @AlecRoberts."
"@DWilliams hai le preferenze!"
"E' tutta questione di priorità @KevT @JamesTee. Chissà se qualcuno penserà a me questa notte @AlecRoberts."
"Nei tuoi sogni @DWilliams. Notte."
"Sogni d'oro @AlecRoberts."

Alla fine di questo scambio di battute, Damon mi mandò un messaggio sulla nostra chat privata. Non aveva perso tempo. Mi chiese se ero troppo stanco per sentirlo ed io per tutta risposta lo chiamai. Ci aggiornammo sulla giornata appena trascorsa ma, all'ultimo momento, evitai di raccontargli di Chase. Non ne capivo il motivo, sapevo di sbagliare ma non volevo rovinare la serata in quel modo finalmente adesso che potevamo restare da soli per un pò anche se a miglia di distanza. Sentire la sua voce e la sua risata divertita mi faceva stare bene. Mi faceva quasi scordare dell'incidente di percorso con il suo ex partner lavorativo. La sua ex cotta. Basta! Almeno per quella sera volevo spegnere il cervello e non pensare ad altro che a lui. Era lui l'unica cosa importante. Rimanemmo a chiacchierare almeno per un'altra mezzora poi gli dissi di essere stanco e gli diedi la buonanotte. In realtà non lo ero così tanto ma sapevo che lui avrebbe dovuto lavorare l'indomani mattina e preferivo farlo riposare. Aveva così tanti lavori che appena si sedeva da qualche parte partiva nel mondo dei sogni per poi risvegliarsi subito pronto per il prossimo set. Non sapevo come faceva. Io avevo il sonno profondo e quando mi svegliavo restavo intontito per più di mezz'ora prima di riaccendere il cervello e capire dove fossi e cosa dovevo fare. E a volte persino chi fossi in certi momenti della giornata, dipendeva sempre da quanto stanco fossi. Mi stesi sul letto con un sorriso sulle labbra, era una sensazione meravigliosa ma strana allo stesso tempo come in pochi attimi Damon riuscisse a cambiarmi l'umore. La notifica di IG mi fece riprendere in mano il cellulare. Il mio sorriso si ampliò appena vidi il selfie che si era fatto Damon, sdraiato sul letto con i capelli scombinati e gli occhiali sul naso. Aveva l'espressione malinconica con una mezza smorfia scontenta sulle labbra.

"Mi manchi."

Quell'uomo voleva uccidermi! Quanto avrei voluto accoccolarmi tra le sue braccia in quel momento.

"Mi manchi anche tu."
"Lo so."

Quella fu una vera buona notte per me. Sentivo la sua mancanza al mio fianco ma avrei sopportato ancora un pò. Non potevo pesargli troppo sulle spalle, il lavoro prima di tutto. Quella era una delle promesse che ci eravamo fatti fin dall'inizio e, nonostante la nostra relazione fosse andata oltre, la nostra priorità restava la carriera. Damon ci teneva molto, si sarebbe arrabbiato se avessi in qualche modo messo in pericolo le mie possibilità lavorative. Per quanto volesse tenermi al sicuro da tutto ciò che aveva passato lui all'inizio dei suoi contratti, non poteva pretendere di vegliare sempre su di me come un padre protettivo. Sapevo che era preoccupato ma prima o poi avrebbe dovuto lasciarmi spiccare il volo da solo e vedermi volare da lontano, come stavo facendo io con lui. Non ero geloso del suo successo, ne ero orgoglioso. Sarei rimasto a guardarlo risplendere di luce propria per sempre.
Mi svegliai con il sorriso sulle labbra e con mia madre che mi scuoteva a letto dicendomi che era ora di alzarsi prima di fare tardi al tirocinio. Il sorriso si trasformò in smorfia e iniziai a prepararmi per la giornata. Seguii con professionalità gli ordini dei miei superiori e andai avanti a svolgere il mio lavoro. Tutto andò bene finchè non ricevetti un messaggio da Damon che cambiò il corso della giornata.

"Lavoro finito in anticipo. Stiamo per raggiungere l'aereoporto. Tra qualche ora sarò a casa. Ti piace la sorpresa?"
"Puoi giurarci. Perchè non sei rimasto fino al giorno stabilito?"
"Perchè ti mancavo."
"Cretino. Avvisami quando atterri che ti chiamo."
"Sarà fatto tesoro. Torna al tuo tirocinio, ci sentiamo più tardi."

Quei messaggi scombussolarono del tutto il mio lavoro. Mi chiesero tutti dove avevo preso all'improvviso tutta quell'energia e per quale motivo il mio sorriso era così luminoso rispetto a qualche minuto prima. Quel segreto non lo avrei mai detto a nessuno. Nonostante avessi un pò la testa tra le nuvole, riuscii a portare a termine i miei compiti con spirito nuovo tenendo sempre a portata di mano il mio cellulare. Mi mandò un messaggio quasi tre ore dopo e mi presi una pausa nella terrazza, da solo, per poterlo chiamare subito dopo senza orecchie indiscrete. Sentii il sorriso nella sua voce appena mi chiamò piccolo. Oddio, quanto mi era mancato! Restammo a parlare per una decina di minuti. Mi disse che c'erano dei fans ad aspettarlo e che lo stavano riprendendo mentre stava parlando con me. Sicuramente quei video erano già sui social con tanto di didascalia di alcune parole rubate dalle labbra di Damon. Amen. Concordammo di fare una live su IG quella sera e poi ci salutammo. Tornai al lavoro e già sentii qualche collega bisbigliare dei video di Damon in aeroporto, li ignorai e proseguii con le mie mansioni. Non si sarebbero mai permessi di farmi delle domande su di noi in quel contesto. La giornata passò troppo lentamente per i miei gusti almeno finchè non vidi un video che aveva postato Damon su IG. Era tornato a casa e diceva che era andato tutto bene. Mi diceva di non preoccuparmi e che ci saremmo rivisti presto. Mi salutò con la mano regalandomi un altro di quei sorrisi micidiali. Perchè pubblicarlo e non mandarlo nella nostra chat privata? Già i commenti stavano fioccando a raffica come al solito. Era stato un gesto dolce da parte sua. Quando arrivò l'orario per la live ero già tutto preparato.

"Ciao a tutti i fans. Come vanno le cose? Mi mancate anche voi."
"Dov'è Damon?"
"Damon? Damon è a casa sua. Vedete? Sono solo. Chi vuole incontrare Damon?" chiesi dopo aver girato la fotocamera per mostrare il resto della camera. Ero da solo, almeno per il momento. Sapevo che presto sarebbe arrivato Paul per parlare di lavoro. Provai a chiamare Damon e aspettai finchè finalmente non rispose.
"Ciao." mi sorrise con espressione stanca stropicciandosi gli occhi. Sembrava tornato un bambino assonnacchiato...se non fosse stato per il fatto che era sexy da morire.
"Ta dam! Damon è arrivato, tutti lo stavano aspettando con impazienza." dissi continuando ad osservarlo con attenzione.
"Ciao a tutti, scusate il ritardo. Mi sono appisolato." lo vidi trattenere a stento uno sbadiglio.
"Sei a casa?" gli chiesi.
"Ovviamente, ti stavo aspettando. Guarda i miei capelli."
"Anche i miei capelli sono disordinati."
"Li ho tagliati. Erano troppo lunghi." mi disse lisciandosi la frangia storta. Che diamine aveva combinato?
"E' come se te li fossi tagliati da solo. Perchè sono troppo corti e irregolari?"
"Li ho spuntati giusto un pò." il solito impaziente. Piuttosto che aspettare l'appuntamento dal parrucchiere, se gli dava fastidio qualcosa faceva l'autodidatta. Ed quello era il risultato.
"A volte il piccolo Alec non smette di sorridere quando appare la sua persona speciale."
"Amo Damon." ammisi con semplicità sorridendo ancora di più.
"Ti amo anch'io." rispose lui ricambiando il sorriso stordendomi ancora di più. Come dirsi ti amo di fronte ai fans per poi ribadire il concetto che eravamo fratelli che si amavano. Era fastidiosa la situazione.
"Come faccio a flirtare con Alec se non legge il mio commento?"
"Non lo so."
"Semplicemente non lo fai." ridacchiai alle sue parole dette con noncuranza. In realtà erano più che calcolate.
"Alec cosa hai sentito quando hai preso in mano una rana?" quella domanda si riferiva al programma che avevo girato recentemente in un piccolo villaggio agricolo. Mi ero divertito molto quel giorno e avevo postato tante foto su IG con in mano i miei trofei, ovvero le rane in questione. Iniziai a raccontare la mia esperienza televisiva di quando ne avevo afferrata una per la prima volta. Era stata una sensazione strana prenderla in mano. Chiesi a Damon se anche a lui era successa la stessa cosa ma rispose che le uniche rane con cui aveva avuto a che fare erano quelle fissate sui piani di lavoro della classe di biologia in attesa di venire sezionate. A me non lo avevano mai fatto fare, peccato.
"Aspetta un attimo! Le mie lenti a contatto danno fastidio. Non riesco a mettere a fuoco." si strofinò gli occhi selvaggiamente facendo delle smorfie.
"Come hai fatto? Non strofinare così tanto gli occhi che peggiori la situazione. Va tutto bene?"
"Adesso si, inconvenienti della diretta. Dove eravamo rimasti?"
"Continuano a darti fastidio? Hai gli occhi arrossati."
"Devo sedermi bene, passerà presto." disse cambiando posizione sul divano.
"Perchè hai dormito con le lenti a contatto? Lo sai che ti irritano gli occhi, te l'ho ripetuto un sacco di volte." mi lamentai esasperato scuotendo la testa.
"Me lo sono dimenticato, scusa."
"Che cosa fate a casa? Io sono annoiato."
"Gioco ai videogames."
"La risposta è la stessa. Spesso giochiamo insieme."
"Se Damon dovesse andare a catturare le rane, oserebbe farlo?"
"Chiederò al piccolo Alec di aiutarmi."
"Ho avuto anch'io qualcuno che mi ha aiutato in quel momento."
"Un bambino?"
"Una bambina, era veramente carina e non aveva paura di prendere le rane. Ho pubblicato su IG una story dove lei prendeva una rana e se la metteva in testa." raccontai divertito al ricordo della bambina.
"Alec sei miope?"
"No, ho una vista perfetta. E' lui quello mezzo cieco." lo presi in giro facendogli la linguaccia.
"Divertente. Qui continuano a dire che li stiamo ignorando. Stiamo leggendo i vostri commenti."
"L'amore è come un virus, non siamo ancora infetti ma è tutto nella nostra testa. E' nell'aria. E' uno sguardo, un sorriso." lessi quel commento e mi chiesi cosa in quel momento stavamo mostrando ai fans. Avevano colpito nel segno. Leggevano l'amore nel mio volto ogni volta che lo guardavo?
"Non sei miope, vuol dire che sei molto fortunato."
"Si, molte persone me lo hanno detto. In passato volevo indossare gli occhiali. Quando ero un ragazzino, pensavo che indossare gli occhiali fosse cool."
"Si, anch'io pensavo che indossare gli occhiali mi potesse rendere figo. Così ne ho comprati un paio."
"Com'è stato?" gli chiesi sorpreso che la nostra storia fosse simile.
"Bene, ero rimasto lievemente miope fino a quel momento e improvvisamente ci vedevo anche troppo. Non ti dico il mal di testa. Non avrei dovuto farlo perchè avevo sbagliato le lenti e il continuo portarli su mi ha peggiorato la vista. A quel tempo volevo essere cool come i miei compagni quindi sono andato a comprarli d'impulso. Avevo soltanto -0.25 di diottria."
"E adesso?"
"-10"
"Sul serio?" gli chiesi esterrefatto. Sapevo già che se non aveva occhiali o lenti a contatto ci vedeva poco e gli venivano forti emicranie perchè non riusciva a mettere a fuoco, ma non mi aspettavo che la sua miopia fosse così grave. Sicuramente aveva esagerato un pò con il numero ma probabilmente era veramente intorno al -10.
"Ho iniziato con -0.25 e sono arrivato a -10. Un primato di intelligenza." si derise da solo di una stupidata che aveva fatto da ragazzo.
"Così adesso puoi usare gli occhiali quando vuoi. So che sei veramente cool quando li indossi." feci un mezzo sorrisetto misterioso. Avevo giusto una decina di sue foto con gli occhiali nel cellulare...o forse più. Cool non era la parola giusta.
"Quando sono cresciuto non ho più voluto indossarli. Ho preferito passare alle lenti a contatto."
"Siete in case differenti?"
"Si, ognuno a casa propria. Vedete? Le pareti non sono le stesse." disse Damon mostrando il colore bianco dietro di se mentre le mie pareti erano color crema. I fans non si fidavano, volevano mettere il naso ovunque.
"Alec puoi cantare Love you 24 hours per Damon?" sapevo che prima o poi saremmo arrivati a quel punto. Durante una delle ultime interviste che mi avevano fatto, mi avevano chiesto che canzone avrei voluto dedicare al mio partner e io avevo tirato in ballo quel titolo. In quel momento non ci avevo riflettuto molto, ma successivamente pensai di avere un pò troppo esagerato. Adesso mi stavano chiedendo di dedicargliela in diretta. Erano furbi.
"Canta per me." mormorò lui sorridendo dolcemente con aspettativa.
"Love you 24 hours." iniziai a cantare una strofa ma mi fermai imbarazzato.
"Poi?"
"Morning, afternoon an evening I still love you." invece di continuare con le parole presi a canticchiare la musica. Un pò perchè non la ricordavo tutta e un pò perchè me ne vergognavo. Era Damon quello che sapeva cantare bene, io mi dilettavo soltanto a seguire le note cercando di non steccare troppo. Che figura! Sentivo le mie orecchie andare a fuoco.
"Non sapevo facesse così." mi prese in giro lui ridacchiando. Mi sarei vendicato prima o poi.
"Damon puoi cantare una canzone d'amore al piccolo Alec?"
"Una canzone d'amore? Gliele canto sempre, sono il suo jukeboxe personale. Quale canzone dovrei cantare?"
"Waking up in this morning." canticchiai a posto suo la canzone della serie che ci eravamo esercitati più volte a cantare insieme. Era diventata la nostra canzone.
"In this morning." finì lui il verso con un mezzo sorriso d'intesa. Sapeva anche lui cosa voleva dire quella canzone.
"Perchè non fate una live mentre giocate insieme?"
"Se dovessimo farlo sarebbe notte fonda."
"Vorremmo tutti guardare Damon e Alec giocare a L.O.V.E."
"L.O.V.E.?"
"Questo gioco esiste?" chiese lui disorientato. Non sapevo più se erano loro a prendere in giro noi oppure Damon a farlo con i fans.
"L.O.V.E.?" domandai di nuovo io cercando di capire il loro gioco.
"C'è un gioco chiamato amore?"
"Stanno facendo uno scherzo?"
"Penso di si. Tranquilli, a quello ci giochiamo un'altra volta." sogghignò Damon sornione. Sapeva sempre come stuzzicare la curiosità altrui.
"Dov'è Choco?"
"Choco sta dormendo a casa di mia madre in questo momento."
"Se un giorno aveste un bambino, preferireste avere un maschietto o una femminuccia?" ma che razza di domanda era quella? Parlavano già di bambini? Ero troppo giovane per pensarci. Mi piacevano i bambini, mi piaceva coccolarli e giocare con loro ma non avevo mai immaginato a uno scenario simile con me come padre nel prossimo futuro.
"Alec vorresti avere un maschio o una femmina?" mi chiese a quel punto Damon con curiosità lasciando rispondere a me per primo. Era un argomento che non avevamo mai affrontato e che non pensavo nemmeno che lo avremmo fatto. Adesso però lui era curioso di ciò che avrei detto.
"Se avessi un figlio?"
"Quanti bambini vorresti avere?"
"Non ne ho idea, non ci ho mai pensato. Sono ancora giovane. Ma se dovessi scegliere tra un maschietto e una femminuccia vorrei che fosse un bambino."
"Perchè? Così potresti giocare con lui?"
"Se dovesse essere una bambina sarei molto possessivo e preoccupato quando avrà i ragazzi ronzarle intorno." conoscendo i ragazzini e i loro ormoni avrei sofferto le pene dell'inferno.
"Questo è vero. Se fosse un bambino mi fiderei di più a lasciarlo giocare fuori con gli amici."
"Sarebbe più facile giocare con lui."
"Se avessi una bambina sarei molto possessivo con lei." già mi immaginavo una bambina con i suoi geni. Sarebbe stata stupenda. Conoscendo la sua possessività, l'avrebbe rinchiusa in casa in stile Rapunzel. Povera piccola.
"Sono d'accordo."
"Se avessi un bambino giochere ai videogames tutto il giorno con lui. Finchè non sarà lui a dirmi che si è stufato di giocare con me."
"A tuo figlio piacerà leggere libri." ribattei in tono sicuro. Nonostante il suo lato nerd dedito ai videogiochi ai manga e alle action figure, a lui piacevano molto la musica e la lettura. I suoi figli sarebbero stati dei piccoli intellettuali con tanti interessi e un cervello al di fuori del normale. Sarebbero stati adorabili.
"Se a lui piacerà leggere, li leggerò con lui." avrebbe fatto di tutto per quei bambini.
"Supponendo che voi avreste un bambino, che nome gli/le dareste?"
"E' difficile."
"Se fosse un maschio lo chiamerei Alexander. Mi è sempre piaciuto quel nome." lui e la fissa per quel nome erano leggendarie. Per fortuna non glielo aveva dato al suo cane.
"E se fosse una femmina?"
"Come dovrei chiamarla?"
"Scarlett!"
"La vedova nera? Scarlett Johansson, ti piace proprio quell'attrice. Io vorrei chiamarla Emma, perchè preferisco Emma Watson."
"Stai facendo ancora il tirocinio Alec?"
"Si, ancora qualche settimana poi lo finirò." per fortuna, pensai nella mia mente senza pronunciarlo.
"Damon hai finito il master?"
"In pratica si. Presto potremmo festeggiare." poco ma sicuro. Mi sarei tenuto libero quel giorno per stare al suo fianco.
"Damon hai qualche piano per tingerti i capelli?"
"Vorrei cambiare il colore."
"Grigio?"
"Si, volevo scegliere un colore simile a quello che avevo prima. Però dovrei decolorarli."
"Stai attento a non rovinarli, comunque dovresti prima vedere come stai. Altrimenti avrai una folla inferocita di fans che ti seguirà ovunque maledicendoti per il tuo folle gesto." lo avvisai sapendo di essere il primo della fila se succedeva qualcosa di orribilmente drastico alla sua folta chioma scura.
"Saresti anche tu tra loro?"
"Non sono un tuo fan ma so dove abiti. E' più facile per me tirarti uno scappellotto se ti rovini i capelli. Lo faccio anche per loro." feci un sorriso affilato architettando già un piano se la situazione si fosse presentata. Mi sarei fatto aiutare da sua sorella Alice.
"Damon come ti senti dopo che Alec ti ha dedicato quella canzone?"
"Come mi sento? Stupendamente bene." sorrise lui con sincerità. Era solo da riempire di baci quell'uomo.
"I love you 24 hours..." cantai di nuovo la strofa solo per lui. "Però devo fare il balletto." mi ripresi subito dopo essermi perso per qualche istante nei suoi occhi.
"Puoi improvvisarla così?" rise lui divertito.
"Daddy sta ridendo così tanto e di gusto. Solo con il suo Baby ride così."
"La tua risata è così forte Daddy."
"Quale canzone canterà Damon al suo piccolo?"
"Quale dovrebbe essere?"
"Quale canzone?"
"Mi hanno chiesto quale canzone ti dedicherò."
"Thararat." improvvisai tirando fuori una parola in un'altra lingua che mi avevano insengnato i fans internazionali in un'intervista. Speravo di averlo detto giusto.
"Sei ubriaco?" mi chiese lui non capendo cosa in realtà volessi dire.
"Vuol dire che ti amo? Non lo so, non ricordo." dissi cercando di sbrogliarmi da quella situazione con un'alzata di spalle come se niente fosse. Lo vidi sorridere dall'altra parte dello schermo.
"Alec per favore potresti dire sono aggressivo, potresti gestirmi?"
"Sono aggressivo, potresti gestirmi?....Ma non è così, non sono aggressivo in realtà."
"Questo tono sarebbe aggressivo? Sembri un gattino senza unghie che cerca di fare l'aggressivo."
"Non so come fare l'aggressivo."
"Non mentire."
"Avete scambiato il mio carattere con quello del mio personaggio nella serie."
"Damon è aggressivo?"
"Non lo sono."
"Adesso chi è quello che mente?"
"Alec hai mai preso in giro i tuoi compagni di scuola?"
"A volte, se sono facili da prendere in giro li stuzzico."
"Che cosa significa? Sei stato un cattivo ragazzo a scuola, non è vero?"
"Non è vero. Chi te lo ha detto?"
"Tua madre."
"Mia madre mi ama troppo per dirti una cosa del genere."
"Ne sei sicuro? So che ama più me."
"Alec puoi baciare Damon adesso?"
"Come faccio a baciarlo?" chiesi perplesso. Damon scoccò un bacio alla telecamera come se nulla fosse.
"Un bacio come questo?" visto che ci aveva preso gusto, ne scoccò un altro questa volta un pò più sonoro del primo. Quanto avrei pagato per potergliene dare uno vero in quel momento senza nessuno davanti.
"Posso vedere le vene di Damon?"
"Mostriamo le vene." esclamai eccitato, volevo vederle anch'io.
"Devo tirarle fuori?"
"Io non ne ho." gli mostrai la mano.
"Qualche volta non si vedono. Devo fare così." stese la sua mano per metterle in mostra. Sembrava strano dirlo, ma le sue vene erano talmente sexy per chiunque. Erano un catalizzatore di sguardi...oltre al resto di lui ovviamente.
"Oh, le tue sono molte! Io ne ho poche."
"Stanno chiedendo ancora di Choco."
"Oggi ho visto Brian accarezzare Choco." dissi riferendomi alla story che il suo manager aveva pubblicato qualche ora fa su IG quando erano tornati a casa.
"Oh, ultimamente Choco non fa altro che abbaiare senza sosta inutilmente. Ho mostrato alcune foto di Choco, lui continuava ad abbaiare come un ossesso. Non ha permesso a nessuno di toccarlo. Aveva la luna storta." non vedevo quella piccola palla di pelo dal finto matrimonio. Mi mancava averlo intorno.
"La seconda stagione sarà sensazionale?"
"Molto più che sensazionale. Sempre quando manderanno lo script definitivo da leggere."
"Cresceremo insieme, possiamo fare di tutto." annuii con fiducia. Quando recitavamo insieme davamo tutto di noi stessi senza filtri, rendendo più potente la nostra interpretazione. Specialmente quando dovevamo scontrarci o amoreggiare tra di noi. Quelle erano le scene migliori.
"E ovunque." alzò un sopracciglio come se volesse sottintendere qualcosa di osceno e scoppiai a ridere.
"Damon le tue braccia mi fanno svenire."
"Qual'è il vostro film preferito?"
"Mi piace Joker. Ha giocato molto con le emozioni del pubblico."
"Se fosse un drama...preferirei qualcosa che emozioni il pubblico..." la sua frase rimase in sospeso per alcuni secondi come se stesse raccogliendo i pensieri per decidere cosa dire. Era un patito di film.
"Se non sai la risposta puoi chiamarmi più tardi." lo presi in giro.
"Okay, allora ti chiamerò stanotte. Mi piace The notebook. Lo hai mai visto?"
"Che film è?" chiesi un pò stranito. Il nome mi diceva qualcosa ma ancora ma non riuscivo a ricordare quel film.
"I protagonisti sono Rachel McAdams e Ryan Gosling."
"Non lo conosco."
"Questo film mi piace molto, quando avremo un pò più tempo te lo farò vedere. E' la storia d'amore di questa coppia che viene raccontata attraverso le pagine di questo taccuino. Tratta di una signora che ha circa 70 anni, ha la demenza senile e ha perso la memoria. Ogni giorno c'è un uomo che le legge un taccuino per cercare di farle recuperare i ricordi perduti richiamando memorie del passato."
"E' simile a un film che mi piace."
"Veramente? C'è una scena che è molto cool. Posso raccontartela? Questa scena è veramente fantastica. Non voglio rovinarti la visione del film."
"Continua, ma non sono sicuro se anche per loro sarà okay oppure no." sarei rimasto li ad ascoltarlo parlare per ore. Si vedeva quanto amasse quel film e il suo racconto risultava sempre più appassionato. Come al solito attirava l'attenzione del pubblico come fosse miele.
"E' un film vecchio, molte persone lo avranno già visto. Questa scena racconta uno di quei giorni dove l'anziano signore sta leggendo il taccuino e all'improvviso, anche se per poco tempo, la moglie ricorda il suo passato. Lui è molto felice che il suo sforzo sia stato ripagato. Lei era ritornata da lui, l'emozione era forte. Lui aveva letto ogni giorno per lei e finalmente la moglie aveva potuto ricordare tutto il loro passato vissuto insieme. Se non ricordo male è la scena dove ballano, la musica in sottofondo era quella del loro matrimonio...oppure una canzone d'amore della coppia. E mentre stavano danzando insieme, lei ha perso di nuovo la memoria. Improvvisamente lo allontana come se lui fosse un estraneo perchè non lo riconosce più. L'attimo in cui lei lo spinge via è incredibilmente drammatico."
"E' triste non è vero?"
"Immaginiamo se tu fossi l'attore principale. Fai un sacco di sforzi per far recuperare i ricordi alla persona che ami e finalmente ci riesci. Sei felice in quel momento ma dura solo un frammento di tempo, poi improvvisamente tutto scompare di nuovo."
"Li ha persi di nuovo." annuii toccato dal suo racconto. Era triste come storia, Damon era riuscito ancora una volta a farmi venire la voglia di vedere anche quel film. Ormai la lista si allungava sempre di più.
"Questa scena è incredibile."
"Dovrò vederlo."
"Quando vuoi." lui sorrise sapendo già come sarebbe andata a finire. Ovvero noi due sul divano accoccolati, lui a toccarmi ovunque e a parlare di alcune scene ed io a distrarmi facilmente dalle sue mani. Poi lui a ribeccarmi di stare attento al film che alla fine mi avrebbe fatto domande, tra un battibecco e un altro mentre ci saremmo tirati addosso i popcorn sarebbe finita in due modi. O ci saremmo addormentati l'uno tra le braccia dell'altro per la troppa stanchezza oppure ci avremmo dato sotto come dei conigli in calore. Avrei preferito di gran lunga la seconda dopo una settimana di lontananza.
"Avete guardato Call me by your name?"
"Si perchè abbiamo dovuto interpretare alcune scene del film durante il workshop."
"Ricordo bene." mormorai perdendomi nei ricordi delle innumerevoli prime volte che avevo deciso di baciare veramente Damon sul set e perdermici dentro a quei baci. Non che lui si fosse mai ribellato alla mia decione, aveva sempre partecipato con gusto lasciandosi guidare da me senza voler mettermi pressione in alcun modo.
"Mi piace quando Damon racconta le storie così."
"Non abbiamo bisogno di vedere il film, Daddy ci spoilera tutto."
"Che diavolo ho spoilerato? Non capisco. Se parlate del film è vero, ma ho raccontato solo una scena che era veramente grandiosa. La pellicola è uscita qualche anno fa al cinema. Non è recente."
"Hai guardato Parasite?"
"Si l'ho visto due volte."
"L'ho visto di recente."
"Era veramente buono. Mi piace perchè è un film intelligente e simbolico. Lo sai? E' stato veramente difficile farlo e lo script è così geniale. Se lo guardi con attenzione potrai goderti un buon film."
"Ha vinto l'Oscar."
"Si, sono stati tutti molto bravi. Lo sceneggiatore è un vero un genio." affermò lui con convinzione. Sicuramente si era già visto su internet tutti i film a cui aveva partecipato nella scrittura del copione. Lo conoscevo bene da fanatico qual'era.
"Damon è un vero oratore. Può fare il critico cinematografico. Lo ascolterei ogni giorno."
"Meglio di no." mormorai scuotendo la testa, ero nella loro stessa situazione però la priorità da compagno era sempre la mia. Ero l'unico che potesse farlo dal vivo. Paul entrò in camera e feci un cenno nella sua direzione. Mi sussurrò se stava andando tutto bene ed io annuii.
"Chi c'è nella tua stanza?"
"Paul."
"Cosa c'è?" chiese il diretto interessato non capendo perchè lo avessi chiamato.
"Volete dire ciao a Paul?" cercai di spostare l'obiettivo verso di lui ma apparve per pochi secondi. Era sfuggente.
"Tutti dite ciao a Paul. E' scomparso? Ciao Paul." lo salutò Damon quando finalmente il mio manager si fermò a pochi passi per salutare tutti.
"Ciao Damon."
"Va tutto bene li?" mi sentivo quasi di troppo. Non si fidava delle mie parole?
"Tutto sotto controllo." confermò lui facendo l'okey con le dita.
"Potete continuare a parlare tra di voi se volete. Lascio la diretta a lui."
"Sei geloso?" mi chiese alzando nuovamente quelle dannate sopracciglia per provocarmi. Gliele avrei strappate un giorno o l'altro, giusto per il puro piacere di farlo.
"Paul è il mio manager, vai a parlare con il tuo." borbottai fingendomi infastidito dalla cosa, sapevo che stava scherzando.
"Alec sembri assonnato."
"No Alec, tu non puoi andare a dormire stanotte." disse lui in tono grave di avvertimento. Che intenzioni aveva?
"Non sono affatto assonnato." spalancai meglio gli occhi con le dita per confermare quanto fossi sveglio.
"Stanotte mi devi aiutare a superare il livello di un videogames." perchè dubitavo fortemente che quella fosse la verità?
"Allora dovrò fare gli straordinari."
"Potete andare a giocare adesso." si erano già stancati di noi? Quasi risi all'assurdità della situazione.
"Ci stanno dando la benedizione per lasciarli andare a dormire. Gli stiamo rubando le ore di sonno, non ne possono più."
"Notte notte." salutai con la mano.
"Buona notte a tutti." fece lo stesso agitando la sua mano.
"Dobbiamo dirci addio adesso?"
"Dobbiamo andare a giocare adesso. Ci vedremo presto." Damon mandò loro un bacio ed io chiusi la live.

Sentii quello che voleva dirmi Paul sul programma dell'indomani e poi mi rinchiusi in camera di nuovo non appena lessi sul display il nome di Damon.

"Che intenzioni hai veramente?"
"In che senso? Te l'ho detto, devi aiutarmi a superare il livello. Perchè? Cosa pensavi che volessi?"
"Non lo so...non di certo...questo." quasi balbettai in mancanza di parole.
"Oh, sto leggendo certi pensieri sconci in quegli occhi. Volevi fare sesso telefonico?" il suo sorriso sornione valeva più di mille promesse sotto e sopra le coperte. E non solo li. Improvvisamente mi sentii andare a fuoco.
"Dam!"
"Non sono più il tuo Teddy Bear? Però se vuoi fare un pò di sesso potremmo..."
"Smettila o metto giù la chiamata! Paul e mia madre sono nei dintorni, per non parlare di mia sorella." lo interruppi velocemente abbassando la voce. Speravo che nessuno aprisse quella maledetta porta all'improvviso.
"E allora? Sarà più eccitante. Poi comunque l'idea è venuta alla tua perversa testolina, io sono innocente." la sua finta espressione da angioletto adorabile faceva ridere.
"Meglio giocare ai videogames!"

Restammo in contatto per un'altra ora prima di dirci addio per quella sera e organizzarci per vederci l'indomani per le prove. Eravamo entrambi eccitati di poterci vedere di nuovo.

POV Damon

Era arrivata finalmente la serata speciale che avevamo organizzato per i miei fans. Non stavo più nelle pelle. Avevamo passato settimane di prove per organizzare quella serata fin nei minimi dettagli. Avevamo fatto tutti un ottimo lavoro, speravo che il pubblico sarebbe uscito da li soddisfatto. Feci un breve discorso iniziale per ringraziare ogni singola persona che stava partecipando a rendere speciale quel fan meeting, dopo andai sul palco e diedi inizio allo spettacolo cantando le prime canzoni della lista. Il pubblico si riscaldò all'istante cantando insieme a me. Era sempre un'emozione quando mi seguivano in quel modo. I biglietti erano andati tutti sold out in poche ore dall'uscita dell'annuncio, quel posto era strapieno di fans urlanti. Quando avrei lanciato il mio primo singolo cosa sarebbe successo? Non vedevo l'ora di scoprirlo. Il presentatore mi fu molto di aiuto per intrattenere il pubblico tra un'esibizione e l'altra e farmi una serie di domande a raffica prese dai fans per conoscere meglio Damon Williamson. Si divertì molto a stuzzicare la loro curiosità e a provocare me con alcune domande un pò troppo private nascondendosi sempre dietro alla frase "ma io non sto facendo nomi". Non serviva a nessuno fare il nome di Alec, lo sapevano tutti a chi si riferisse. Il suo nome era nell'aria, tutti lo mormoravano con aspettativa. Non avevo detto chi fosse il mio ospite speciale e c'erano molte supposizioni in merito ma la maggior parte era convinta che ci fosse proprio lui nel backstage. Continuai a fare il misterioso anche se ogni tanto lanciavo delle occhiate al lato nascosto del palco dove potevo incrociare lo sguardo divertito del mio partner che si stava gustando lo spettacolo. Era molto sexy quella sera. Sapevo che a causa della stanchezza quella notte non avremmo combinato niente, ma almeno potevamo tornare a casa e dormire insieme. Mi era mancato addormentarmi stringendolo tra le braccia. Anche se ero tornato da un pò di tempo, avevamo concordato di restare ognuno a casa propria e vederci solo per le prove. Era stato stressante ed esasperante in certi momenti, avevamo anche discusso a gran voce per delle cavolate subito dopo ridimensionate alla normalità, ma necessario per entrambi se volevamo mantenere la relazione il più privata possibile e concentrarci interamente sul lavoro. Prima il dovere poi il piacere, avrei preso a sberle chi aveva inventato quel motto. Non aveva messo in conto la frustrazione? Quando terminai le prime canzoni, rimasi qualche secondo da solo per ricevere gli applausi dal pubblico e poi venni raggiunto dal prensentatore che iniziò a intavolare qualche discorso per animare la curiosità di tutti. Ci portarono due sgabelli e ci mettemmo comodi interagendo con i fans.

"Molte persone vogliono sapere cosa ti piace fare quando non stai lavorando."
"Se ho un pò di tempo libero giocherò, dormirò e guarderò delle serie televisive."
"E se sei con qualcuno di speciale? Non ho detto chi fosse, parliamo sempre in generale." si affrettò a chiarire sentendo il pubblico gridare il nome di Alec. Era quello che tutti volevano sapere.
"Può sedersi sulle mie ginocchia." altre grida eccitate si levarono dagli spalti.
"Va bene. Oggi non ne usciremo vivi. Cos'altro ancora?"
"Potrebbe sedersi sulle mie ginocchia e poi magari lo abbraccerei..."
"Per favore calmatevi!" il presentatore si rivolse al pubblico fingendo di blandirli con poca convinzione.
"Se continuate a urlare così, vi farà male la gola."
"Manca ancora qualche minuto alla riunione. Se perdete la voce adesso cosa farete dopo?" indicò alcune file veramente chiassose. "Quali sono i tuoi hobby? Cosa ti fa rilassare?"
"Mi piace la musica. Suonare strumenti musicali, come la chitarra e il piano, e adoro cantare."
"Qualcuno di solito ti ascolta?"
"Si, a volte canto a quella persona e gli chiedo se suono bene. Se gli piace quello che sta ascoltando." l'immagine di un Alec emozionato mi comparve alla mente e sorrisi a quel ricordo. Avevamo passato ore in sala registrazione insieme eppure mai una volta si era lamentato di dover ascoltare sempre gli stessi pezzi.
"Cosa dice questa persona?"
"Ha detto che sono molto sexy quando canto."
"Ragazzi mettetevi l'anima in pace, è già prenotato. Sentite il suo tono di voce quando dice che per quella persona è sexy quando canta. Avete perso in partenza. Quindi questo è il tuo hobby, cantare per quella persona. Usi davvero così il tuo tempo libero...fortunata quella persona. A parte i servizi fotografici e i social media, posso avere qualcosa di più speciale? 3 foto che non hai mai pubblicato e devi anche dirmi come ti sei sentito in quel momento." io annuii sapendo già cosa mi sarebbe aspettato. Avevo dato loro alcune foto che potevano mostrare ai fans, non sapevo esattamente quali avrebbero scelto ma per fortuna non avevo dato loro in mano quelle troppo private con Alec. La prima foto mi raffigurava con occhiali da sole e cappuccio, si intravedeva un accenno di montagna dietro di me e il cielo era così limpido. Ricordavo bene quel giorno, era stata una gita di famiglia. Una delle ultime dove mia madre era riuscita a trascinare anche mia sorella. Dopo qualche battibecco c'eravamo gustati appieno quella gita.
"Questa è di quando sono andato in India. Volevo scattare una foto ricordo per condividere la gioia di quel giorno e ringraziare. Ma non avevo segnale su in montagna."
"Perchè non hai postato le foto quando sei sceso?"
"Perchè l'ho dimenticato." risi di me stesso e di quanto ero stato scemo in quel momento.
"Seconda foto. Quel sorriso sembra carino." eccola! Me lo sentivo che avrebbero indagato anche su quella. Non era nulla di particolare. Sorridevo dolcemente alla telecamere mentre ero a fare shopping con mia madre.
"Voglio scusarmi con tutti."
"Perchè?"
"Perchè questa foto è stata scattata per Alec." ammisi con sincerità. Quel sorriso era tutto per lui.
"Okey...a qualcuno manca l'ossigeno? Abbiamo i paramedici nelle vicinanze se serve. Quindi non l'hai postata?"
"Giusto."
"Cosa stavi facendo in quel momento? Perchè ridi così felicemente?"
"Ricordo che stavamo chattando. Mi ha chiesto cosa stessi facendo e ho scattato questa foto dicendogli che stavo facendo la spesa."
"Quindi voi due spesso scattate questo tipo di foto e ve le inviate a vicenda?"
"Abbastanza di frequente."
"Non è privata? Perchè scegliere questa foto da mostrare a tutti? Vi state frequentando?"
"Chi ha mandato questo presentatore così curioso?" cercai di sviare il discorso.
"Mi hai assunto tu."
"Volevo soltanto condividere questo momento con tutti."
"Okey, diamogliela per buona e lasciamolo andare prima che mi licenzi." tutti risero alla sua battuta. La terza foto era una di quelle più recenti ed era stata scattata da Brian.
"Questa è stata scattata la notte scorsa. Stavo firmando i poster per tutti come regalo per questa serata."

Dopo qualche altro botta e risposta, tornai finalmente a cantare. Per quella serata, oltre ad Alec, avevo invitato anche altri due miei amici a cantare con me. Il primo duetto andò piuttosto bene. Non avevo avuto nessun problema con questo ospite nemmeno durante le prove in quanto era già un cantante abbastanza noto nella scena pop. Lo ringraziai di cuore per aver partecipato al mio spettacolo e lui ricambiò i ringraziamenti dandomi tutto l'incoraggiamento possibile per il futuro. Salutò i fans che avevano cantato con noi e uscì di scena facendo comparire di nuovo il presentatore.

"Siete stati molto bravi prima sul palco. Hai tanti amici che ti sostengono Damon, ancora prima di diventare così famoso come oggi. Torniamo a sederci." mi indicò gli sgabelli che lo staff aveva riportato sul palco.
"Dobbiamo sederci di nuovo?" feci un finto sbuffo mentre mi accomodavo al suo fianco.
"Adesso c'è il momento speciale dei tuoi fans. Hanno scritto tutti una domanda da farti e l'hanno inserita in una scatola. Tu risponderai a queste domande, sei spaventato? Ho sentito che ci sono 714 persone qui come pubblico, quindi risponderai a tutte le 714 domande oggi?"
"Tutte, abbiamo tempo fino a tarda notte."
"Non sono pagato per così tante ore. Quante domande dovremo scegliere? Facciamo dieci domande fortunate. Va bene?"
"Va bene."
"Però devi seguire le mie direttive. Primo: rispondi in base alla domanda e non divagare su altro eludendola. Secondo: non puoi mentire. Terzo: devi essere molto chiaro con la tua risposta. Oggi è il tuo fan meeting, devi essere sincero e limpido come l'acqua." mi stava già dando dei vincoli ai quali non potevo sottrarmi. Dovevo trovare un modo per sfruttare le domande più insidiose e capovolgerle a mio favore. Speravo di riuscirci.
"Perchè oggi il presentatore è così spietato?"
"Hai qualche domanda a cui hai paura di rispondere?"
"La domanda che temo di più è quella se amo di più Alec o Choco."
"Questo tipo di scelta multipla ti fa sentire sotto pressione?"
"Si, entrambe le scelte mi rendono molto stressato." ridacchiai nervosamente quando il presentatore mi piazzò davanti la scatola. Inserii dentro la mano e iniziammo la sessione delle dieci domande.
"Sei stanco lavorando tutti i giorni al tuo ritmo?"
"Non sono per niente stanco quando ho la possibilità di incontrare tutti voi. Ma di recente mi sono ritrovato in ospedale circondato da persone che mi sgridavano perchè dovevo riposare un pò di più."
"Qual'è la parte di te stesso che trovi più attraente?"
"Questo è difficile."
"E' difficile? Vuoi che ti faccia le altre 8 domande?"
"Alcune persone dicono che sono le vene in rilievo nelle braccia e mani."
"Perchè i vasi sanguigni?"
"Come sta il mio vaso sanguigno?" appena mostrai la mano tesa con le vene in evidenza si levò un urlo eccitato.
"Qualcuno in prima fila sta svenendo! Chiamiamo un'ambulanza."
"Qualcuno mi ha detto che i miei occhi sono sexy." mormorai con un sorriso ripensando a quella piccola peste dietro le quinte. Chissà se era ancora sveglia a guardarmi oppure se stava riposando?
"Qualcuno dici? Perchè gli piacciono i tuoi occhi?"
"Lo ha detto perchè spesso ci guardiamo negli occhi."
"Oh...quindi è piuttosto vicino quando ti guarda?"
"Molto vicino. Come sono i miei occhi?" mi misi in posa a beneficio dei fans mettendomi una mano sul volto per coprirne metà. Sapevo di risultare sexy e infatti le urla lo confermarono. Mi divertivo a giocare con loro.
"Solo una domanda. Perchè hai bisogno di metterti in posa?" tutti risero divertiti.
"Cosa faresti se potessi essere invisibile per un giorno?"
"Andare a casa di Alec!" gridarono i fans in coro.
"Di chi è la casa?"
"Casa di Alec." gli risposi ridacchiando sornione. Piuttosto che andare a casa sua, lo avrei rapito dando a lui il mantello dell'invisibilità di Harry Potter per poterlo portare sempre con me e nasconderlo ad occhi indiscreti.
"In realtà, non hai bisogno di essere invisibile per andare a casa sua. Non è vero?"
"Tutta la sua famiglia sarebbe li." dissi scuotendo la testa. Non volevo essere beccato da sua madre in piena azione facciamo saltare il materasso.
"Questo è vero. Quindi se fossi invisibile dove ti piacerebbe andare?"
"Vorrei andare in un posto dove non sono mai stato. Vorrei andare nel cuore di ognuno."
"Vorresti essere nel cuore di ognuno, ma nel tuo cuore c'è già qualcuno?"
"I miei fans."
"Quando eri nel backstage hai detto qualcosa tipo che tutto il tuo cuore appartiene a qualcuno." perchè continuava a insistere?
"Non dirlo a tutti."
"Ah, non posso dirlo vero? Come se non lo sapessero."
"Che cosa fai prima di dormire?"
"Va a lavarsi."
"Ma è una domanda individuale o di coppia? Per esempio, ascoltare la musica e giocare a videogames. A volte ci chiamiamo e ci spediamo foto. Ci diamo la buona notte, ci mandiamo dei baci." risposi in automatico con naturalezza. Questa era la mia quotidianità con Alec.
"C'è altro? Perchè mi sento di troppo?"
"Tra Daddy e papà come ti piacerebbe essere chiamato?"
"Daddy o papà? Non potreste chiamarmi semplicemente Damon?"
"Così oggi hai incrociato lo sguardo del piccolo Alec?"
"Non devi mentire, devi rispondere seriamente. Quale sarà la tua risposta?" mi chiese lui ridendo sotto i baffi.
"Te la dirò presto."
"Non puoi essere più chiaro?"
"Sei impressionato dai tuoi fans?"
"Ogni volta che vado agli eventi o agli spettacoli, ognuno di loro mi incoraggia sempre. Quando sono stanco trovano sempre delle parole di incoraggiamento per il mio lavoro. Sono grato a ognuno di loro."
"E' fantastico."
"Vi amo tutti." affermai con sincerità regalando al pubblico il mio miglior sorriso. Tutti applaudirono gridando a pieni polmoni. Quella per me era una vittoria dopo tante sconfitte.
"Non potete innamorarvi di lui, ha già un proprietario."
"Posso essere condiviso." flirtai apertamente con il pubblico.
"Posso dirlo alla persona nel backstage?"
"Sta sicuramente dormendo in questo momento." e se non fosse stato così, se la stava ridendo.
"Se tu avessi una giornata libera e fossi con Alec, cosa vorresti fare?"
"Interessante, cosa vorresti fare?"
"Se succedesse davvero, probabilmente giocheremo insieme e dormiremo. Ma se avremmo l'opportunità, vorremmo andare in vacanza insieme. Vogliamo viaggiare insieme in paesi stranieri."
"Quando arriverà quel giorno dove usciranno foto del loro viaggio insieme, Twitter esploderà sicuramente."
"Ci ami? Se veramente ci ami puoi prometterci di prenderti più cura di te stesso?"
"Aspetta! E' stato Alec a scrivere questa domanda?" effettivamente poteva essere stato lui visto che combaciavano completamente con ogni frase che mi aveva ripetuto più volte. Sembrava più una supplica che una vera domanda.
"Qui c'è scritto un altro nome."
"Forse ha falsificato il suo nome."
"No, questa non è la scrittura di Alec. Prometto di prendermi più cura di me stesso. Questo conta come dimostrare il mio amore per voi?"
"Si!" urlò il pubblico in risposta.
"Qual'è il tuo sogno?"
"E' quello di avere una persona accanto te."
"Vorrei fare un'altra serie con Alec."
"Se un giorno Alec scomparisse..."
"Come? Come?"
"Che cosa farai?" quello era veramente un brutto scenario da mettere avanti. Sapevo che poteva succedere di tutto nella vita e, prima di accettare e affrontare i miei sentimenti per lui, ne avevo tenuto conto. Quella domanda era spiazzante e faceva male, riportava a galla tante delle mie paure non dette.
"Qesto è così doloro! Come l'ultima scena di pianto!"
"Mi sentirei davvero male."
"E poi? Okey, lascia che ti faccia un esempio. Se tu sai che Alec farà un film in un'altra città domani e lui non fosse in grado di tornare a vederti per tanto tempo. Non potete videochiamarvi e neppure incontrarvi. Cosa faresti?" già quella era una situazione diversa da quella tirata fuori dai miei oscuri pensieri. Potevo accettarlo visto che si parlava di lavoro, sarebbe stato un lungo periodo di vuoto ma ce l'avrei fatta in quanto avrei avuto anch'io il calendario pieno di impegni. Avrei sentito tanto la sua mancanza al mio fianco ma avrei avuto la certezza che fossimo ancora noi con gli stessi sentimenti di adesso. Se al contrario fosse successo altro come una rottura o peggio ancora, quel vuoto sarebbe stato incolmabile. Non volevo pensarci.
"Comprerei un biglietto aereo e volerei appena possibile da lui. Mi godrei fino alla fine ogni istante possibile in sua compagnia."
"Tu sei il migliore."
"Quando finirai di essere così carino?"
"Questa è l'ultima domanda."
"Mai!" feci un sorriso sexy al pubblico che urlò impazzito. Ero stato fortunato con l'ultima domanda.

Andai a cambiarmi e tornai sul palco a cantare altre canzoni. Avevo l'adrenalina in corpo a mille e ancora non sentivo la stanchezza. Speravo durasse per l'intera serata. Quando cambiai canzone sapevo già il delirio che avrei alimentato appena il prossimo ospite fosse salito sul palco. Era uno dei miei migliori amici e colleghi. La sua ship immaginaria durava ormai da diversi anni e continuavano ad essere sulla cresta dell'onda, appena si nominava uno dei due l'altro nome spuntava dal nulla come un fungo dopo la pioggia. Li chiamavano i re dei bl, nonostante non lavorassero più insieme da un bel pò di tempo. Appena arrivò la sua strofa, Trevis salì sul palco in tutta la sua possente presenza e mandò in escandescenza il pubblico. Mi aspettavo tutto quello ed oltre, era sempre amato dai fans e aveva così tanti followers che continuavano a seguirlo ovunque andasse nonostante il suo allontanamento temporaneo dalle scene. Non riuscivamo a incontrarci spesso, il più delle volte ci sentivamo a telefono quando riuscivamo a far coincidere i nostri orari tra un impegno e l'altro. Ci conoscevamo fin da prima di entrare in quel settore, quasi a un anno di distanza l'uno dall'altro. Eravamo sempre stati molto in sintonia da subito, adoravo quel ragazzo e il fatto che non fosse cambiato di una virgola da quando lo avevo conosciuto all'università diceva molte cose di lui. Eravamo simili di carattere e ogni volta che uno dei due aveva bisogno di supporto morale l'altro c'era sempre. Quando lo avevo invitato a condividere il palco con me lui aveva subito accettato, posticipando i suoi impegni presi in precedenza. Non voleva perdersi l'opportunità per festeggiare con me quella serata importante, così come anche altri amici che erano seduti nella sezione vip che continuavano a postarmi sulle loro story di IG. Erano folli quanto i fans, ma li amavo tutti. C'erano persino mia madre e i genitori di Alec tra di loro. Il peso di quella serata era molto, speravo di non deludere nessuno.

"Non ci vediamo da tanto tempo, guardarti dal vivo è ancora più bello." disse Trevis al termine della canzone mettendomi una mano sulla spalla.
"Chi potrebbe confrontarsi con mio fratello Trevis?" gli sorrisi di rimando. Ero molto eccitato che fosse li con me a condividere l'entusiasmo del pubblico.
"Mi sei mancato."
"Mi sei mancato anche tu." gli diedi un abbraccio veloce sentendo tutto il suo supporto.
"Lo show che avete mostrato proprio adesso è letteralmente di prim'ordine. Com'è stata la tua sensazione questa sera che hai avuto modo di venire all'evento speciale di Damon?" gli chiese il presentatore tornando sul palco.
"Sono davvero felice per il mio amico, non ci vedevamo da così tanto tempo. E' più bello ogni giorno che passa. La vecchiaia ti fa bene." mi prese in giro Trevis dandomi un'altra pacca bonaria sulla spalla.
"Non lodatevi a vicenda in questo modo di fronte a tutti."
"Ho scelto la persona giusta per condividere questo palco."
"Voglio dire a tutti questo. Non amiamo la persona sbagliata, fidatevi. Ci conosciamo da quando avevamo vent'anni, poco prima di entrare nell'industria dell'intrattenimento a poca distanza l'uno dall'altro. Era letteralmente l'esempio che tutti volevano seguire, un bravo ragazzo e un ottimo studente"
"Come una sorta di pilastro." si intromise il conduttore, non sapevo se ci stesse prendendo in giro o volesse aiutarlo.
"E' vero! E' davvero bello, un bravo studioso e possiede un corpo caliente. Lo avete visto? E' un alieno, non sappiamo da dove sia venuto fuori. Tutto di lui è così bello."
"Lui è perfetto." annuì il presentatore riscuotendo il consenso del pubblico. Non mi ero mai sentito così lusingato in tutta la mia vita e mi sentivo un pò in imbarazzo in quel momento. Trevis stava un pò esagerando. Non ero perfetto, non mi ci avvicinavo neanche alla perfezione e sicuramente il mio carattere era piuttosto difficile da gestire.
"Tutto il pacchetto intero è meraviglioso. Si può solo dire OMG! Lui è quello giusto ragazzi. Lui è una stella che devi continuare a guardare. Dai suoi esordi fino ad oggi ci sono tante persone che lo amano. E' una brava persona e un buon esempio per i giovani."
"Dove siamo adesso? Vuoi rubarmi il lavoro? Vuoi dirlo anche in cinese?" per tutta risposta, Trevis iniziò a dire qualcosa in quella strana lingua e il presentatore fece la parte di andarsene fuori dalle scene per poi tornare subito dopo riattaccare con il discorso. "Parlando della vostra amicizia, Damon perchè hai portato Trevis su questo palco?"
"Le lodi che mi ha detto fatto Trevis è come se stesse parlando di se stesso." incrociai il suo sguardo emozionato e mi passarono in mente tutti i momenti difficili che eravamo riusciti a superare insieme. Lo abbracciai di nuovo. "Lui è una persona meravigliosa e sono felice di averlo come amico, anche se ci vediamo raramente a causa degli impegni lavorativi. Trevis segue me come io continuo a seguire lui. Possiamo contare sempre l'uno sull'altro."
"Dovremmo fare una videochiamata questa sera?" rise il mio amico riscuotendo grandi consensi da parte del pubblico che sicuramente stava già scrivendo sui social.
"Trevis prova a chiamarlo e io seguirò la live su IG. A fine spettacolo inizieranno a shipparvi tutti come coppia." quella cosa era ridicola. Potevamo essere solo grandi amici e nemmeno come coppia immaginaria.
"Non credo proprio, le coppie sono già state fatte in precedenza...e poi non vorrei incombere nella rabbia di qualcuno qua fuori. Così se tu andrai in vacanza in Giappone con Alec, fammi pure una videochiamata. Farò uno screenshot per voi raggazzi." disse con un sorriso serafico Trevis girandosi verso il pubblico delirante. Anche lui era un maestro nell'intrattenere il pubblico.
"Vuoi andare così lontano?"
"Damon desidera andare in Giappone da sempre e prima parlava del fatto che volevano andare a visitare altri posti interessanti."
"Vuoi dire qualcos'altro al tuo amico prima di andare via?"
"L'ho supportato fin dalla prima volta che ci siamo incontrati, nessuno è come lui. Si prende sempre cura degli altri ed è una delle persone più amabili che io conosca. Sarà sempre il mio idolo. E' il migliore! Spero che lo amiate così tanto quanto lo amo io."
"Grazie." mormorai con gratitudine prima di vederlo andar via.

Dopo un ennesimo cambio di vestiti, tornai sul palco a mettere in mostra le mie doti, ancora un pò scarse, di ballerino provetto. Il duro lavoro stava ripagando tutti gli sforzi che avevo fatto per salire su quel palco, lividi sul sedere compresi. Non persi il ritmo e seguii alla lettera tutti i passi della coreografia. Speravo che gli insegnanti potessero essere orgogliosi di me, altrimenti avrei dovuto subire qualche penitenza tipo esibirmi per strada in qualche danza folcloristica locale. Mi sarei divertito parecchio ma poi sarei morto dall'imbarazzo. Quanto ancora durava quella canzone? Sembrava infinita. Come facevano a ballare con quel ritmo i ballerini dietro di me? Io ero già spompato, se non collassavo sul palco in quel momento era tutta fortuna. Finii l'esibizione ancora integro e il presentatore mi raggiunse immediatamente per farmi da spalla e farmi recuperare un pò di energie. Ero completamente zuppo di sudore. Quanto desideravo una doccia in quel momento!

"Wow. Sei stato una bomba. Dove hai trovato il tempo per esercitarti?"
"Il progetto era in cantiere già da molto tempo. Sono mesi che proviamo tra un impegno e un altro. Non è sempre facile organizzarsi e far combaciare gli appuntamenti."
"Aspetta! Penso che il tuo viso sia molto sudato adesso."
"Si, molto. Posso chiedere al mio staff se qualcuno può portarmi un asciugamano per favore?" chiesi con tono innocente. Era tutto organizzato, quello era il segnale per far entrare il mio ospite d'onore. L'ultima volta che avevo controllato era ancora sveglio ed emozionato, speravo fosse ancora così.

Senza farsi attendere troppo, Alec arrivò sul palco bello come il sole portando in una mano una salvietta e nell'altra una bottiglietta d'acqua con la cannuccia. Sembrava l'aiutante perfetto. Quasi quasi una mezza idea di assumerlo nel mio nuovo studio mi stava venendo in mente, però non nel ruolo di aiutante bensì di marito del CEO. Che pensieri assurdi che mi venivano in mente, ma Alec era veramente uno splendore. Si avvicinò con un sorriso mozzafiato iniziando a tamponarmi il sudore dalla fronte tutto concentrato sul suo lavoro. Era arrossito e la sua fossetta sulla guancia era da tempestare di baci. Era così tenero in quel momento. Incrociai il suo sguardo e sorrisi, gli andarono a fuoco le orecchie. Non riusciva a smettere di sorridere, era talmente abbagliante che avrei mollato tutto per stringerlo tra le braccia e portarmelo a casa per prendermi cura di lui. Mi avvicinò la bottiglietta d'acqua ed afferrai la cannuccia tra le labbra continuando a guardarlo. Si sarebbero arrabbiati i fans se me lo fossi portato nei camerini in quel momento?

"Il personale presente è davvero molto bello da guardare, non trovate?" si intromise il presentatore riportandoci al presente e incitando sempre di più il pubblico. Gli misi un braccio intorno alla vita e portai Alec poco più al centro del palco. "Prendersi cura l'uno dell'altro...è come se foste nati per stare insieme. Siete troppo carini. Guardate, sono così simili non è vero?"
"Il personale che ho assunto è molto costoso." ridacchiai divertito mangiandomi con lo sguardo Alec che fece tanto di occhi alle mie parole. Non se lo aspettava.
"Perchè lo stai pagando con i soldi quando avresti potuto pagarlo con..."
"Il tuo cuore!" urlarono i fans tutti in coro facendoci ridere.
"L'ho assunto con il mio cuore." ammisi con sincerità sentendo tanti oh venire dal pubblico. "Vorrei chiedere al mio personale qui presente di portarmi sul retro per aiutarmi a cambiare i vestiti. Posso farlo?"
"Te ne stai andando via di nuovo?" mi chiese il conduttore con finto fare sorpreso. "Vorrà dire che resterò qui da solo visto che sono single. Ah! Vi prenderete cura l'uno dell'altro prima di tornare?"
"Assolutamente si."
"Non voglio sentire altro. Andate, andate." agitò le mani dalla nostra parte come a cacciarci via. Continuando a tenerlo stretto a me, portai Alec fuori dal palco. Riuscivo ancora a sentire le ultime parole del presentatore seguirci. "Non so nemmeno se dovremmo chiamare il personale o direttamente Alec la prossima volta."

Ci cambiammo velocemente i vestiti, aiutandoci l'uno con l'altro per le piccole cose, mentre eravamo circondati da truccatori e parrucchieri che ci stavano dando l'ennesima ripassata per apparire al meglio. Era arrivato il nostro momento sul palco e me lo sarei goduto fino in fondo, volevo che risplendesse al meglio di sè sotto quei riflettori. Lui si avvicinò alla mia schiena e mi mise le mani sulle spalle cercando di farmi rilassare. Sorrisi al suo tocco familiare. Mi si avvicinò all'orecchio dicendomi buona fortuna e mi sfiorò il collo con le labbra. Non avevo bisogno d'altro che di lui. Tornammo insieme sul palco, prima salii io iniziando il brano poi si aggiunse lui arrivando dalla parte opposta. Stavamo cantando una canzone di una delle sue band preferite, l'aveva scelta proprio lui per l'occasione. Era una canzone d'amore che faceva proprio al caso nostro, ci eravamo esercitati insieme ogni volta che potevamo. Anche Alec ci teneva a fare una bella figura e aveva continuato a seguire le lezioni di canto sempre più entusiasta dei propri miglioramenti. Ultimamente non faceva altro che parlare dei suoi insegnanti. Ero orgoglioso di lui. Duettammo continuando a guardarci negli occhi, l'emozione era forte per entrambi.

"I DamLec! Siete stati fantastici su quel palco. La vostra chimica è ancora tutta qui, riesco ancora a percepirla. Mi avete fatto venire i brividi. Questo vostro feeling è così potente perchè è vero? Aspettate! Alec come hai fatto ad agganciarti così bene con la sua strofa? Non è facile."
"Mi sono allenato parecchio e mi sono ricordato degli errori."
"So che sei stato tu a scegliere questa canzone. Che cosa volevi dirgli?"
"Ci sono tante cose che gli ho detto e tante altre ancora che vorrei dirgli. Non smetterò mai di provare ciò che provo per lui, è meraviglioso." passai un braccio sulla sua spalla per stringerlo più vicino a me e lo guardai con adorazione. Stavo esplodendo di felicità in quel momento e lui aveva preso tutte le tonalità del rosso sul suo viso. Quella dannata fossetta mi stava facendo impazzire per non parlare del suo sorriso. Avevo una voglia matta di coccolarlo.
"Io resterei vicino all'angolo del palco solo per lasciare tutto questo spazio a voi. Mi sento di troppo. Ho visto come urlavano le persone delle prime file, sembrava di essere a un matrimonio per il lancio del bouquet della sposa. Qualcuno ha anche urlato bacio! Non avete sentito? Siete così carini insieme. Così oggi sei venuto come ospite speciale di Damon, come ti senti?"
"Molto felice, perchè questo è il primo evento di Damon come solista. So che questo spettacolo è davvero importante per Damon. Sono veramente felice di fare parte di questo show." mormorò Alec senza smettere di sorridere. Quella voce dolce mi stava facendo scogliere.
"Naturalmente dal momento che questo evento è importante per me volevo invitare qualcuno di molto speciale che fa parte della mia vita." affermai rafforzando la stretta sulla sua spalla.
"Non c'è nessun posto per me su questo palco. Avete qualche sorpresa in serbo per noi questa sera?"
"Questa sera preparerò una torta per Damon."
"L'hai portata con te o la farai in diretta sul palco?"
"In realtà la base è stata già fatta, la decorerò in diretta e Damon mi aiuterà. Però non sono sicuro se sarà commestibile da mangiare." l'idea della torta era venuta a lui ed io avevo accettato. Non riuscivo mai a dirgli di no. Sembrava una cosa divertente, tutto con lui lo era.
"Bene, se non sarà commestibile probabilmente mangerò del cibo avvelenato. Abbiamo le ambulanze disponibili."
"Non ci posso credere! Il tuo primo incontro da solista e hai già intenzione di tagliare la torta qui? Stiamo celebrando un matrimonio? Come sono adorabili!"

Mentre il presentatore continuava a parlare prendendoci in giro, il resto dello staff aveva già sistemato il tavolino e tutto il necessario che serviva ad Alec per mettere in pratica la sua abilità improvvisata di decoratore di torte. Lui aprì le braccia come fosse un bambino ed io lo aiutai a indossare il grembiule e a legarglielo dietro. Poi lui fece lo stesso per me. Gesti per noi abituali ma per i nostri fans ogni volta era come se stessimo facendo chissà che cosa. A volte avevano una fantasia così incredibile che spesso superava di gran lunga la verità. Il presentatore chiese ad Alec da come voleva decorare la torta e lui semplicemente sorrise dicendo che mi piacevano le fragole quindi lui ne voleva preparare una con tantissime fragole sopra. Era adorabile quando cercò di mettersi i guanti ma trovò difficoltà a farli scorrere tra le dita. Mi avvicinai e lo aiutai a sistemare i guanti. La sua risata felice e sbarazzina mi riempì il cuore. Il presentatore continuò a commentare il cambiamento drastico del mio sguardo. Affermava che appena Alec mi aveva raggiunto sul palco i miei occhi non lo avevano perso di vista un istante ed erano raggianti e colmi di affetto mentre il mio partner non la smetteva di sorridere felice. Presto gli avrebbero fatto male le mascelle da quanto fosse ampio quel sorriso. Minacciai bonariamente il presentatore dicendogli che lo avrei licenziato seduta stante se non avesse smesso di blaterare cose inutili. Appena fu adocchiata una candelina strana sul banco da lavoro di Alec, subito fu preso di mira e gli fu chiesto come mai su quella candelina c'era la scritta Love you kiss kiss. Alec si morse il labbro mentre cercava di sistemare le fragole intere ai bordi della torta. Balbettò qualcosa di incomprensibile continuando a concentrarsi su ciò che stava facendo. Si era dimenticato di togliere la foglia verde su alcune di esse e cercò di rimediare con il mio aiuto mentre tutti se la ridevano. Ne prese un'altra e me la avvicinò alle labbra per poi deviare traittoria alla fine e posizionarla sopra la glassa rosa. Scoppiò a ridere come un bambino che combinava una marachella. Dopo un'ennesima gaf da imbranato, mi piegai a ridere tenendomi la pancia con le mani. Soltanto lui riusciva a spiazzarmi in quel modo. Ero felice.
 
"Questa coppia...che cosa siete l'uno per l'altro? Basta strappare una foglia e diventa già un momento memorabile. Sono così confuso. Sentite cosa avete scatenato qui sotto? Andiamo a intervistare l'altro chef. Chef Damon, se tu dovessi paragonare Alec a una torta, quale sarebbe?"
"Sarà una buonissima torta al cioccolato." affermai tanto desideroso do assaggiarlo di nuovo.
"Perchè pensi che Alec sarebbe una torta al cioccolato?"
"Perchè lui è scuro e anche dolce per il mio cuore."
"Alec qual'è il concetto della decorazione di questa torta?"
"Questa è una torta al cioccolato e fragole, due cose che Damon adora mangiare e volevo decorarla insieme a lui."
"A quanto sembrerebbe non stavano parlando della torta. Alec vede se stesso come la torta al cioccolato. Vuoi farti mangiare da lui? E Damon è la fragola, un mix perfetto insieme."

Gli strilli del pubblico erano talmente forti che non si distingueva cosa stessero dicendo. Sicuramente stavano apprezzando la scena e la dolcezza del mio compagno. Alec continuò a decorare la torta aggiungendo alcuni mirtilli al centro e delle scaglie di cioccolato come tocco finale. Tutto l'insieme non era male, forse un pò troppo rosa. Il presentatore ci prese in giro paragonandoci allo zucchero e di non metterne troppo perchè eravano già noi una coppia troppo dolce da vedere. Ad Alec gli si slacciò il grembiule ed io mi premurai per andare a legarglielo di nuovo in vita. Nel mentre, mi avvicinai quel tanto per annusare il suo collo e perdermi nel suo odore. Lo sentii trattenere il respiro per qualche secondo quando la punta del mio naso sfiorò la sua pelle e un brivido gli percorse la schiena. Mi allontanai in fretta prima di essere beccato in pieno e non poterlo spacciare come gesto amichevole.

"Non dimenticarti di una cosa. Love you kiss kiss." disse il presentatore indicandogli la candelina che fu messa subito dopo al centro della torta sotto le risate del pubblico.
"Chef Alec qual'è il nome di questa torta?"
"Questa è la torta DamLec. Dò dieci per la mia attenzione nel decorare e più di cento su quanto sia appiccicoso mio marito con me." mi prese in giro lui dopo avergli passato un braccio in vita. Ridacchiai posandogli la testa sulla spalla.
"Me ne vado! Torno nel backstage e vi lascio da soli! Comunque è arrivato il momento del taglio della torta. Prendete insieme il coltello. Tutti voi pronti a scattare le foto? Via"

Proprio come durante un matrimonio, e incitati a gran voce dalla folla, prendemmo in mano il coltello e iniziammo a tagliare una fetta abbondante di torta. Alec prese il piattino in mano e iniziò a imboccarmi come se niente fosse.

"Com'è? E' dolce?" mi chiese il presentatore.
"E' veramente dolce." sogghignai incrociando lo sguardo di Alec.
"Non intendevo la torta. Il suo volto è dolce?"
"E' dolce?" chiesi in tono provocatorio ai fans che urlarono divertiti.
"Adesso è il tuo turno per imboccarlo. Sicuri che il biglietto di questa serata non era invece un invito per il matrimonio? Abbiamo sbagliato a leggere?"
"Così dolce." mormorò Alec dopo aver assaggiato il primo morso. Continuavo a fissargli le labbra sporche di cioccolato, avevo una gran voglia di leccarglielo via e gustarmi quella crema sulla sua pelle.
"Cosa? Cos'hai appena detto?" chiese all'improvviso il presentatore mettendosi di fianco ad Alec per capire se aveva sentito bene.
"Così dolce."
"Volevi dire la torta?"
"Damon." sussurrò Alec al microfono con la sua vocina dolce. Scoppiò il delirio e il presentatore fece finta di andarsene non riuscendo più a reggere la nostra coppia.
"Giuro che appena finita la serata vado a farmi fare un controllo della glicemia." tutti risero alla sua battuta. "Damon abbiamo una sorpresina per te. Devi chiudere gli occhi." questa cosa mi destabilizzò all'improvviso. Cosa aveva intenzione di fare? Seguii la sua richiesta e chiusi gli occhi. Improvvisamente mi sentii veramente solo su quel palco. Non sentivo più la presenza di Alec al mio fianco. "Hai sentito qualche movimento? Chissà cosa starà accandendo. Quando Alec sarà pronto, basta che gli sussurrerà all'orecchio che può riaprire gli occhi."
"Apri gli occhi." mi sussurrò Alec da dietro le spalle dopo alcuni secondi interminabili. Potevo benissimo sentire il suo sorriso sulle labbra. Quando riaprii gli occhi, me lo ritrovai davanti con un grande mazzo di fiori. Era stupendo con quei fiori in mano. Mi porse il mazzo e notai immediatamente quel cartoncino bianco con le lettere stampate su color oro. Era una piacevole sorpresa.

"Alec leggi il biglietto che gli hai scritto." lo punzecchiò il presentatore indicando il biglietto tra le mie mani. Incrociai il suo sguardo se anche lui era d'accordo per rivelare a tutti il contenuto e lui annuì allungando la mano per prenderlo.
"Ti auguro il meglio per questa serata e spero che tu sia felice. Grazie per essere entrato nella mia vita e averla resa migliore. Ti ringrazio per essere diventato l'altra metà della mia mela nella serie e grazie per essere un'adorabile persona che si prende sempre cura di me. Restiamo insieme così per molto tempo."
"Non ci dovrebbe essere qualche parola finale? Non è incompleto?"
"I love you, I love you." gridò il pubblico.
"Ho disegnato un cuore." rispose Alec semplicemente facendo sciogliere tutti i presenti. Li aveva conquistati tanto quanto aveva già conquistato me.

Dopo qualche altro minuto, portai Alec nel backstage per fare l'ultimo cambio di abito. La serata stava giungendo al termine e mi dispiaceva doverli lasciare. Adesso sarebbe arrivato il momento più difficile per me, sarei riuscito a superarlo bene? Ero nervoso. Alec mi si avvicinò per stringermi le mani tra le sue cercando di calmarmi. Sapeva benissimo come mi sentivo in quel momento, conosceva la scaletta e sapeva cosa sarebbe arrivato da li a poco. Non era una sorpresa per lui trovarmi in quello stato di tensione. Mi concentrai sul suo sorriso calmo e sulle sue parole. Come avevo fatto a meritarmi una persona speciale come lui? Lo strinsi in un abbraccio sentendo un pò della tensione abbandonare il mio corpo. Lui mi sussurrò all'orecchio che non mi avrebbe lasciato solo in quel momento e mi portò sul palco ancora buio per sedersi al mio fianco sullo sgabello del pianoforte. Quando le luci si accesero ricominciò lo spettacolo.

"Questa canzone l'ho composta da solo per tutti voi. Spero di poterla cantare fino alla fine." dissi al microfono con tono un pò nervoso. Iniziai a suonare le prime note di Lucky to have you here, la stessa canzone che aveva iniziato a scrivere P'Mew, l'altra versione di me in quello strano sogno.

"I'm just a normal person without any value
But you walked into my life and changed my life
The normal days passed and all passed days
Will be more valuable and meaningful from now on
 
Because of you
Because of you
Give me confidence to go ahead

Because of you
Because of you
Give me strength to stand up again

Because of you
Because of you
Let my heart find such a great love

You, oh...Only you

Without you that day, I would not be here today
If I don't have your company, my dream will not even come true
My life used to be meaningless, but now you make it so valuable
Thank you for staying with me
I will remember how lucky I am to I have you

Without you that day, I would not be here today
If I don't have your company, my dream will not even come true
My life used to be meaningless, but now you make it so valuable
Thank you for staying with me
I will remember how lucky I am to I have you"

Per gran parte della canzone, la mia attenzione si divideva tra le mie dita sui tasti e l'espressione adorante che Alec aveva ogni volta che incrociavo il suo sguardo. Sapeva benissimo cosa volesse dire quella canzone per me, per noi. Sapeva a cosa si riferisse quel testo. Il fatto che avesse preso la decisione di starmi accanto mentre mi esibivo valeva più di mille parole. Ritornammo al centro del palco dove ci stava aspettando il presentatore sorpreso quanto i fans.

"Aspettate! C'è qualcosa su cui Damon ci sta mentendo!"
"Si?"
"Hai detto di aver composto questa canzone per tutti i tuoi fans ma non sapevo, quando hai fatto le prove, che anche Alec dovesse essere presente con te sul palco in questo momento. Cos'è successo? Vorrei avere qualche spiegazione."
"Spiegazione su cosa?"
"Sulla canzone. Come mai è andata così?"
"L'ha composta per Alec!" urlò il pubblico eccitato.
"E' una domanda così semplice. Siamo tornati al momento speciale dei fans. Questa canzone per chi l'hai scritta veramente?"
"L'ho composta per ognuno di loro." con una mano indicai tutto il pubblico per poi spostarmi alla fine su Alec. Aspettai che si accorgesse di quel gesto per il solo gusto di vedere le sue orecchie andare in fiamme. Era emozionato.
"Bene, dovremo farcelo bastare. Perchè hai scritto queste strofe? Cosa volevi dire a tutti loro?"
"Volevo ringraziare ognuno di voi per tutto l'incoraggiamento che mi date. Grazie a tutti per essere sempre con me." mi commossi guardando il pubblico e rimasi per alcuni secondi senza parole. L'emozione era forte e non riuscivo quasi più a gestirla. Alec mi si avvicinò e iniziò ad accarezzarmi la schiena con la mano in un gesto di affetto e conforto. Quello era il suo sostegno. Strinsi le labbra cercando di non piangere.
"Non c'è bisogno di dire altro in questo momento. Chiederemo invece al tuo partner. Visto che sei una delle persone che vuole raggiungere con questa canzone, come ti sei sentito dopo averla ascoltata?"
"So che era molto preoccupato per questa performance perchè si trattava di una nuova canzone e poi doveva accompagnarla con il pianoforte. Era un pò difficile per lui suonare questo pezzo, è per questo motivo che volevo dargli il mio incoraggiamento. Fargli sapere che sono sempre al suo fianco. Era nervoso e sapevo che anche lui mi avrebbe voluto sul palco, quindi sono salito con lui."
"Stai mostrando il tuo diritto di proprietà?"
"Damon è stato molto determinato nel comporre questa canzone per ognuno di noi perchè lui vuole ringraziare tutti di essere sempre al suo fianco. Grazie di cuore. Perchè sembra che sto per piangere?" chiese Alec asciugandosi il volto. Quello che si stava trattenendo a stento ero io ma alla fine era stato lui a versare la prima lacrima. Aveva sdrammatizzato la situazione.
"Perchè il tuo partner è felice e tu provi le sue stesse emozioni. Questo è comprensibile."
"Alec sa sempre come leggermi nel pensiero." mormorai scambiando uno sguardo d'intesa con il mio compagno. Più tardi lo avrei ringraziato di tutto quello che aveva fatto quella sera.

Alec tornò dietro le quinte ed io ritrovai la voce per ringraziare tutte le persone che mi avevano dato sostegno per arrivare fin li, su quel palco, a fare uno spettacolo da solo tutto per i fans. Non potevo essere più felice e grato di così. Mi mostrarono una serie di video che mi avevano fatto i fans come regalo per quella serata. Le parole di quei messaggi mi riempirono il cuore. Non mi sentivo più solo ed era una sensazione meravigliosa. Intonarono alcune strofe della sigla della serie per dedicarmele. Le lacrime scesero a tradimento ed io non le nascosi più, presi un fazzoletto dalla tasca dello smoking e inizia ad asciugarle. Non so se stavo piangendo più io sul palco o loro sotto, sembrava quasi una gara all'ultima lacrima. Feci un profondo inchino verso di loro in segno di riconoscenza. Non avrei mai dimenticato quella serata in tutta la mia vita.
Quando riuscii a ricompormi, dissi loro che avevamo un ultimo regalo in serbo per loro. Il video del matrimonio partì lasciando tutti con il fiato sospeso. Quando si accorsero l'intervista era dei DamLec e non dei personaggi della serie un coro sorpreso ed estasiato di oh si levò dal pubblico. Il video si concluse con l'annuncio del prossimo fan meeting DamLec, a quel punto, Alec ed io ritornammo sul palco con un bouquet di fiori per concludere la serata in bellezza. Li avevamo resi felici. Dopo gli ultimi saluti e ringraziamenti, tornammo nel backstage dove ci aspettarono tutti i membri dello staff per applaudirci. Dopo qualche oretta, ci ritrovammo da soli su un divanetto del camerino a riposare in attesa di tornare a casa. Ero sdraiato con la testa appoggiata sul suo grembo mentre lui continuava ad accarezzarmi lentamente i capelli.

"E' stata una serata fantastica. Sono orgoglioso di te."
"Pensi che anche a loro sia piaciuto lo spettacolo?"
"Sei serio? Resterò sordo per almeno una settimana da quanto hanno urlato come indemoniati a ogni minima cosa che facevi." ridacchiò lui divertito scuotendo la testa.
"Mi sembra che abbiano urlato ancora di più quando sei salito insieme a me su quel palco."
"Probabilmente i tuoi fans amano più me che te."
"Meglio così. Voglio che ti amino almeno una minima parte di quanto io ami te. Voglio che ti accettino e la finiscano con tutte quelle stronzate che scrivono sui social che servono solo a ferire le persone. Non lo meriti." gli strinsi il ginocchio con la mano.
"Nemmeno tu, quindi smettila di fartene carico da solo. Comunque non parliamone adesso, non roviniamo la bella serata. Non abbiamo seguito il copione."
"E quando mai siamo riusciti a farlo quando siamo insieme? Non fa niente, va bene così. Grazie di essere stato al mio fianco questa sera. E' stato importante."
"Resterò sempre al tuo fiano, non ti sbarazzerai di me facilmente. Eri talmente emozionato che ti mancavano le parole. Pensavo che a un certo punto saresti scoppiato in lacrime."
"In quel momento ho quasi ceduto, ma tu mi hai dato la forza per non farlo. Alla fine ho pianto dopo. Grazie tesoro." gli presi una mano e vi posai sul dorso un bacio.
"Il video del matrimonio ha riscosso molto successo."
"Almeno quanto tu che buttavi il bouquet al pubblico. Stavano per farsi la guerra per afferrare quel mazzo di fiori. Sono veramente agguerriti."
"Per fortuna eravamo sul palco."
"Adesso mi puoi dire cosa stai nascondendo?" gli chiesi improvvisamente tornando serio.
"A cosa ti riferisci?" mi rimisi a sedere girandomi verso di lui.
"Mi stai nascondendo qualcosa da prima che tornassi a casa da quel viaggio di lavoro. Non hai detto niente ed io non ho più insistito nella speranza che me lo avresti detto quando te la fossi sentita. Adesso che non siamo più impegnati con le prove dello spettacolo e che abbiamo qualche giorno per stare insieme in tranquillità, penso che sia arrivato il momento di vuotare il sacco. Cos'è successo Alec? Sono preoccupato."
"James ti ha detto qualcosa?" sentivo il nervosismo nella sua voce.
"Ti sei trovato un buon alleato in lui, non ha spifferato nulla. Mi ha solo detto di aspettarti."
"Abbiamo incontrato Chase gironzolare nel vostro quartiere. Non è stato un incontro molto piacevole. Ti stava cercando, visto che non gli rispondevi al telefono ha avuto la brillante idea di chiedermi se potevo convincerti a telefonargli perchè aveva qualcosa di importante da dirti. Ha detto che probabilmente mi avresti ascoltato visto che sto facendo le sue veci al tuo fianco." il suo viso si fece scuro e sfuggì al mio sguardo. Non aveva perso tempo Chase, era andato direttamente da lui sapendo che fosse il mio punto debole. Mi portai la sua mano al cuore per richiedere la sua attenzione.
"Anche se a quel tempo ho avuto una cotta per lui, questo non è mai stato il suo posto. Questo posto è solo tuo. Non devi ascoltarlo e sicuramente è meglio se gli stai alla larga. Non voglio che ti ferisca con le sue parole." affermai con serità. Volevo prendermi cura di Alec, non farlo sbranare dal primo cannibale in giro.
"James ha dovuto fermarmi prima che lo prendessi a pugni in faccia." borbottò lui ancora irritato dall'accaduto.
"Mi sa tanto che James si sia guadagnato un altro mese di pranzo gratuito." ridacchiai allegramente intrecciando la sua mano con la mia.
"Se lo sarebbe meritato quel pugno."
"Non lo metto in dubbio, so come si comporta quando vuole fare lo stronzo e ci riesce in pieno. Mi dispiace che tu abbia dovuto conoscerlo in questo modo. E mi dispiace soprattutto che tu non ti sia fidato di me per confidarmi come ti eri sentito."
"Non volevo distrarti dal lavoro. Scusami."
"Devo essere io quello a prendersi cura di te, non il contrario."
"E chi lo dice? In questa barca ci siamo insieme e affonderemo insieme se dovesse succedere. Quindi smettila di fare l'eroe e scarica un pò di pesantezza anche sulle mie spalle. Chase adesso è diventato anche un mio problema, non solo tuo."
"Il mio piccolo grande uomo."  sorrisi massaggiandogli un orecchio.
"Promettimi che lo affronteremo insieme. Non accetto un no come risposta."
"Te lo prometto."
"Adesso portami a casa. Penso di essermi meritato di dormire sul tuo letto." disse lui tirandomi su dal divano.
"Pensavo che preferissi dormire tra le mie braccia."
"Cavolate, preferisco il tuo letto. Se vuoi puoi dormirci anche tu altrimenti puoi benissimo scegliere la camera degli ospiti. Sarò più comodo da solo." mi prese in giro lui uscendo di corsa dal camerino.
"Piccola peste torna qua!" urlai rincorrendo la sua risata allegra.

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Eccomi tornata...sempre per chi legge e gradisce la storia ;)
Scusate il ritardo ma ho praticamente tradotto la live e il fan meeting tagliando e aggiustando qualcosina per poi aggiungere il resto della storia. Spero non sia venuto troppo un casino, è abbastanza lunga come al solito. Rischio di dilungarmi troppo e annoiare, portate pazienza.
Probabilmente ci saranno un pò di errori, quanto prima la correggerò meglio. Non ho avuto tempo materiale per farlo contando che ho postato il capitolo stanotte su Wattpad.
Bando alle ciance, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Spero di leggere i vostri commenti e che mi facciate sapere cosa ne pensate.
Se volete vedere gli edit dei vari capitoli e altro ancora, li trovate tutti su IG al profilo @boobii_wanjaai1718
Ciao

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Capitolo 12
*** Distanza sociale? Ops... ***


Behind your gaze 11
POV Alec

La sua bocca era una vera delizia e in quel momento stava banchettando con la mia a suo piacimento. Di chi era quel gemito? Mio o suo? Oddio! Non gli concessi nemmeno quel secondo di tregua quando si staccò da me che subito mi rifiondai sulle sue labbra gonfie come a cercare la mia fonte di ossigeno. Non riuscivo a staccarmi da lui e di certo Damon era della mia stessa opinione. Mi portò le mani al volto per fare più pressione al bacio. Impazzivo quando faceva così. Gli misi una mano sotto la maglietta per toccare i suoi addominali sodi, salii più su fino a sfiorargli il capezzolo e lo sentii rantolare tra le mie labbra. Le nostre erezioni si stavano sfregando l'una con l'altra in modo allarmante, se avessi continuato in quel modo saremmo venuti senza nemmeno svestirci. Stare con lui mi faceva sempre perdere la cognizione del tempo e del luogo, come in quel momento che a mala pena mi ricordavo che ci trovavamo nel bagno del set e che fuori da quella porta c'erano persone che stavano facendo workshop per la prossima serie e stavano lavorando sui nuovi personaggi. Se ci avessero beccati in quel momento era la fine. Eravamo proprio impazziti a rischiare così! Ma era troppo bello impazzire insieme in quel modo quando l'unica cosa che sentivamo era la pelle e il respiro dell'altro. Il resto non contava. Quando l'attenzione di Damon si concentrò sul mio collo, tirai la testa indietro in automatico per dargli libero accesso mentre mi stringevo alle sue spalle.

"Teddy non lasciarmi segni." mugugnai a corto di fiato chiudendo gli occhi.
"Merda...sei una tentazione unica. Hai un così buon sapore. Ho tanta voglia di assaggiarti." mi leccò il collo lasciandomi una scia di saliva che mi fece venire i brividi. Avevo bisogno di più da lui, ma non potevamo indugiare troppo nel piacere.
"La prossima volta prometto di aspettarti a letto ricoperto di cioccolata."
"Vuoi farmi morire proprio ora? Stai giocando con il fuoco!" ringhiò lui sfregando le nostre erezioni ancora di più.
"Sei tu che hai attizzato l'incendio, non dare la colpa a me."
"Non staresti male con la divisa da pompiere...tutta da togliere strato dopo strato." mi sussurrò all'orecchio per poi mordicchiarmi il lobo.
"Vorresti che ti facessi una lap dance con quella divisa?"
"Oddio! Adesso avrò il chiodo fisso di te vestito con quella divisa sexy. Mi stai torturando! Lo sai che non possiamo andare oltre!"
"Allora perchè siamo arrivati a questo punto visto che non possiamo andare oltre?" mormorai piazzando una mano sulla patta rigida dei suoi jeans per stringerla attorno alla sua rigida erezione. Il suono che uscì dalle sue labbra era il paradiso per le mie orecchie.
"Perchè avevo voglia di baciarti dopo che ti sei morso le labbra, eri così carino..."
"Da carino a sexy c'è un'enorme differenza." strofinai ancora di più il suo pene mentre lui posava la testa sulla mia spalla ansimando.
"Fidati, il tuo essere carino per me è il miglior afrodisiaco esistente. Non senti che effetto mi fai?"
"Lo sento eccome. Vuoi una mano?" sogghignai almeno finchè lui afferrò saldamente le mie natiche iniziando a massaggiare e a dividerle facendomi venire ancora più voglia di lui dentro di me.
"Non tentarmi più del dovuto altrimenti resteremo bloccati qui dentro."
"Non è poi una così brutta idea."

Tornammo a banchettare con le nostre labbra, mentre lui mi inchiodava ancor di più alla parete per avere maggiore attrito tra i nostri corpi. Stavo per esplodere. C'erano troppi vestiti tra di noi. Gli strattonai la maglietta quando lui, nell'impeto della passione, mi morse il labbro inferiore per poi succhiarlo e passarci sopra la lingua come a lenire il dolore causato. Passò a baciarmi la mascella per poi soffermarsi sul lobo dell'orecchio ormai ultra sensibile. Chiusi gli occhi, abbandonandomi alla sua bocca. Quante cose dannatamente seducenti riusciva a fare con essa?

"...e vediamo qui cosa sta succedendo...dovrebbe esserci la coppia d'oro che si sta preparando...merda!" esclamò allarmato James entrando di sorpresa nel bagno beccandoci in pieno. Noi ci staccammo di scatto e Damon si piazzò davanti a me nascondendomi alla vista del nostro amico.
"James! Chiudi!" ringhiò lui sistemandosi la maglietta in modo da coprire la sua evidente erezione.
"Oddio!" James fece come richiesto, abbassando il cellulare e portandosi una mano agli occhi come a non voler vedere quello che aveva di fronte. Come se non avesse già visto tutto!
"Spegni quella telecamera ed esci fuori da qui!"
"Io non ho visto niente! Era meglio se non entravo." spense del tutto il cellulare rimettendolo nella tasca posteriore dei pantaloni.
"Già." mormorai del tutto imbarazzato ancora nascosto dalle spalle possenti del mio uomo.
"Ragazzi, dobbiamo tornare fuori adesso. Stiamo girando delle clip da aggiungere ai box set dei dvd. Ricomponetevi vi prego." ci mancava solo quello.
"Come andiamo?" chiesi al nostro amico mentre davo un'occhiata a Damon sistemandogli i capelli. Lui fece lo stesso con me con cura.
"Come due che stavano per scopare come conigli! Inutile. Usciamo di qui...e vi prego, cercate di nascondere almeno quelle!" blaterò James indicando le nostre erezioni ancora in evidenza.
"Come se fosse facile." mi lamentai cercando di pensare a cose brutte per fare scemare i bollenti spiriti ma la vicinanza e l'odore di Damon ancora su di me erano troppi da spazzare via.
"Guastafeste. Dopo cancella quel video." borbottò il mio uomo ancora contrariato rinfrescandosi il volto.
"Chiamatemi salvatore invece! Eccoci di ritorno...non potrete mai sapere cosa hanno visto i miei deboli occhi!" esclamò James come se nulla fosse successo mentre usciva per primo dal bagno attirando l'attenzione su di se. Quando lo seguimmo, notammo subito il cellulare di Kevin e di altre persone che facevano parte del cast tutti puntati su di noi. Nemmeno fossero giornalisti in cerca del nuovo scandalo. Mi sentivo un pò a disagio, ma sapevo che eravamo in due. Non ero solo e Damon non mi avrebbe mai abbandonato in un momento simile.
"Cos'è successo lì dentro?" chiese Kevin ridacchiando con fare malizioso.
"Stavano giocando alla lotta greco-romana...non so chi dei due fosse in vantaggio. Sembrava un pareggio." ci prese in giro James.
"Damon chi stava vincendo?"
"Alec, vincerà sempre lui." mormorò il mio uomo con un sorriso soddisfatto mentre si grattava la pancia. In apparenza sembrava quasi assonnato, ma sapevo benissimo che era tutto il contrario. Che bravo attore.
"Ecco perchè siete così scombinati. Alec cos'è successo alle tue labbra?"
"E' solo una reazione allergica alle stronzate."
"Quante ne hai dette finora?" mi chiese James dandomi un colpetto sulla spalla.
"Quante ne ho sentire vorrai dire. Tante." dissi lanciando un'occhiata carica di sottointesi al mio uomo. Lui era il re delle stronzate quando ci si metteva.
"Perchè guardi me? Cos'ho detto?" mi chiese lui punto sul vivo mentre mi fissava con espressione innocente.
"Tu dici sempre qualcosa."
"Qualcosa." ripetè lui facendo ridere i presenti.
"Vedi! Come sei irritante!"
"Qualche minuto fa parlavi di divise e cioccolata." rispose lui con un sorriso sulle labbra e la voce soave. Giusto da prendere a schiaffi.
"Vedi che dici stronzate?"
"Ecco che ricominciano. Non la smetterete mai di flirtare voi due?" si intromise James piazzandosi in mezzo tra Damon e me.
"Mai, mettiti l'anima in pace."
"Ecco i DamLec versione post lotta greco-romana...non voglio vederli dopo aver giocato al dottore!"
"Sarebbe interessante vedere cosa ne verrebbe fuori da una visita medica." sogghignò il nostro collega immaginandosi già la scena. Peccato che quella scena stesse venendo in mente anche a me e in quel momento non era proprio il caso di fantasticare Damon con il camice bianco e gli occhiali, che lo rendevano sexy da morire, avvicinarsi a me con espressione seria per iniziare la visita di controllo. Oddio! Non adesso! Stavo per andare a fuoco di nuovo.
"Hai bisogno di una gastroscopia Kev?" gli chiese Damon in tono mellifluo.
"Forse la colon..."
"James se vuoi ti presento un dottore bravo. Il suo compagno di stanza è anche urologo."
"Bene ragazzi, questo è uno dei miei migliori amici e mi tratta così. Che brutti amici che ho." si lamentò James alla poco velata minaccia del mio uomo.
"Possiamo sempre rimediare James. Ti mandiamo contro Choco."
"Quel cane è troppo feroce a volte. Non è molto socievole ed è possessivo del suo padrone. Alec devi difendermi da quella piccola bestiola feroce!"
"Pensi veramente che se mi piazzassi di fronte a Choco per difenderti, lui non mi morderebbe lo stesso?"
"Dovrebbe andarci più leggero, ormai sei di famiglia là dentro. Non avevi detto che non ti mordeva più?"
"Va a giorni...e a vicinanza." sospirai portandomi i capelli all'indietro.
"Ieri non faceva altro che abbaiare. Era molto scontroso." annuì Damon confermando le mie parole. Era un pò strano nell'ultimo periodo ma restava sempre il suo preferito, nessuno poteva prendere il posto di Choco.
"Fammi capire Alec...quanto eri vicino a Damon per farlo innervosire in quel modo?" cercò di indagare il nostro collega mettendo il dito nella piaga. Già avevamo detto fin troppo davanti a quei cellulari accesi.
"Non lo saprai mai."
"Ne abbiamo una vaga idea."
"Allora non chiedere."
"Dam Alec venite che tocca a voi!" richiamò la nostra attenzione la voce di un membro dello staff.
"Tempo scaduto, dobbiamo andare!" disse Damon mettendomi le mani sulle spalle per guidarmi verso le persone che ci stavano aspettando con i copioni in mano.
"Salvati in corner ragazzi! Ma non pensate di essere scampati al pericolo, è solo una piccola tregua." sentii gridare James alle nostre spalle mentre Damon se la rideva di gusto.

Quella era una delle prime scene che provavamo insieme da molto tempo. Era bello poterlo fare di nuovo. C'erano ancora le nostre insegnanti di recitazione che ci stavano spiegando come dovevamo interpretare i nostri ruoli e quali emozioni dovevamo provare in quel momento. Era facile lavorare con Damon, ormai sapevamo entrambi come si sarebbe comportato l'altro, quale gestualità avrebbe usato e come reagire di conseguenza. Eravamo sempre professionali quando si parlava di recitare, davamo tutti noi stessi dalla lettura del copione fino a riprese ultimate. I fuori scena erano tutti nostri. Se avessero fatto trapelare tutte le foto e i video privati del backstage saremmo rimasti fregati. Altro che fratelli che si amavano. Per fortuna che tutte quelle persone erano dalla nostra parte e prima di pubblicare qualcosa ci chiedevano il permesso se fosse troppo compromettente oppure no. A dire la verità, a parte comportarci come al solito davanti a loro, lasciavamo i momenti veramente privati quando eravamo soli. Non mi piaceva far vedere chi baciavo realmente e anche il mio compagno era della stessa opinione, nonostante i suoi mille e più abbracci pubblici dei quali non riuscivo a farne a meno se pur restio a contraccambiare di fronte a tutti. A Damon a volte era capitato, in alcuni momenti di distrazione, di essere stato un pò più affettuoso del normale durante alcuni programmi live. I commenti sui social ci rendevano sempre il trend della giornata. Non lo faceva apposta, era più forte di lui. Bastava uno sguardo d'intesa e un sorriso dolce per farci dimenticare di non essere soli per qualche istante. Ero la sua debolezza come lui la mia, sarebbe sempre stata per entrambi. Ci mettemmo nelle mani delle esperte e provammo più volte la scena per risultare il più credibili possibile. La nostra intesa era sempre la stessa, ci capivamo al volo senza dover dire niente. Questa era la nostra magia. Lavorammo molto su alcune parti importanti del copione. Quello era solo il workshop ma c'erano anche gli altri membri del cast ad osservare attentamente la nostra recitazione. I nuovi membri dovevano trovare un modo tutto loro per interagire insieme come coppie e conoscersi meglio, intanto cercavano di rubare quanto potevano dalla ship di punta. Avrei fatto lo stesso se fossi stato nei loro panni. Mi faceva ancora strano pensarmi come la coppia di punta, a volte mi sentivo ancora un novellino in quel settore. Dopotutto era la mia prima serie e, a parte servizi fotografici e qualche pubblicità, non avevo ancora fatto altro. Mi sembrava di stare rubando la scena a qualche attore decisamente più bravo di me. Incrociare lo sguardo orgoglioso di Damon e lavorare a stretto contatto con lui mi faceva accantonare certi pensieri. Per questo volevo migliorare, non volevo perdere quello sguardo. Non volevo che mi vedesse con occhi diversi ed era per quello che spronavo me stesso a superare i miei limiti nella recitazione.
Quando finimmo le prove, potemmo ritenerci soddisfatti del lavoro svolto. Si complimentarono con le nostre performance e ci chiesero di riprovare le scene da soli così da interiorizzare ancor di più la relazione tra i personaggi e le vere motivazioni delle loro litigate. Damon assicurò loro che ci saremmo esercitati a casa sua in tranquillità e loro annuirono fornendoci le ultime dritte di ciò che dovevamo fare. Mi chiesi se fosse giusto da parte del mio partner ribadire il concetto che ci saremmo visti a casa sua, ma ormai non potevo dire più niente. A volte dava fin troppe spiegazioni inutili che avrebbero suscitato nuovi pettegolezzi. Sorrisi loro, senza tanto entusiasmo, e mi avviai per primo verso i camerini con Damon alle calcagna che mi mise una mano sulla spalla. Ad attenderci dentro quella stanza c'erano i nostri manager a lanciarci occhiate di disapprovazione. Non prevedevo nulla di buono.

"Dobbiamo parlare! Tutti e quattro insieme." esordì Paul dandoci così il suo benvenuto. Era spaventoso con quello sguardo scuro e la sua pesante stazza mentre ci si piazzava di fronte.
"Di cosa si tratta?" chiese Damon chiudendo la porta e facendo un passo in avanti come a volermi proteggere da eventuali attacchi alla mia persona. Lo faceva sempre quando sentiva aria di guai come in quel momento. Voleva difendermi ma lo stesso valeva anche per me nei suoi confronti.
"Di voi due."
"Ahi...cos'è successo adesso?" si sedette sul divanetto e mi trascinò sulle sue gambe agguantando la stretta alla mia vita per poi appoggiare il mento nell'incavo del mio collo. Quella era una delle nostre posizioni abituali ma in quel momento non sembrava la scelta migliore visto gli sguardi esasperati dei nostri manager. Volevo sedermi al suo fianco ma Damon non mollò la presa e dovetti restare su di lui.
"Sappiamo che James vi ha beccato in bagno prima."
"James sa già di noi." mormorai con cautela intuendo dove volevano andare a parare.
"Si e per fortuna è un amico e ha acconsentito a non pubblicare quel filmato altrimenti a quest'ora sareste già sulla bocca di tutti."
"Conoscendolo di sicuro non lo avrà nemmeno cancellato." commentò Damon massaggiandomi la pancia. Era il suo antistress preferito.
"Ci prenderà in giro a vita." sbuffai portandomi i capelli all'indietro. Forse era ora di tagliarli.
"Sperate che nessuno gli rubi il cellulare!"
"Che catastrofico! James tiene più al suo cellulare che alla sua stessa fame...o forse vanno di pari passo."
"Non ci sono problemi con James." ribadii appoggiandomi di più al mio compagno con naturalezza.
"E' tutto un enorme problema da quando vi siete messi insieme, è quello che stiamo cercando di farvi capire già da un pò di tempo. Già eravamo in difficoltà quando non eravate una coppia e scambiavate effusioni come se fosse niente, adesso non sappiamo più da che parte andare per cercare di nascondere quello che ormai anche i muri sanno. Almeno finchè non lo confermerete ufficialmente e sappiamo benissimo che questo non succederà mai." affermò in tono deciso Brian.
"Non rovinereste le vostre carriere in questo modo, siete ragazzi con la testa sulle spalle per fare una cavolata del genere. Specialmente tu Damon, non puoi nuocere in questo modo ad Alec." continuò Paul guardando male la persona dietro di me come se fosse un criminale.
"Non c'è bisogno che tu me lo dica. Ho sempre messo la nostra carriera davanti a tutto, specialmente la sua." la voce di Damon era tesa mentre affrontava il mio manager.
"Paul smettila!" lo avvertii stringendo le braccia muscolose del mio uomo come a volerlo tranquillizzare.
"Perchè dovrei farlo? Sto dicendo la verità. La tua carriera si è avviata da pochi anni mentre la sua si sta consolidando sempre di più con nuovi contratti, sei tu quello che ci rimetterebbe di più tra i due se dovesse uscire fuori uno scandalo simile. Non ho detto nulla di male." cercò di giustificarsi Paul senza essere troppo dispiaciuto dal suo attacco nei confronti di Damon. Non mi piacevano i risvolti che stava prendendo quella conversazione.
"Paul..."
"No. Ha ragione lui. La nostra carriera prima di tutto, lo avevamo stabilito fin dall'inizio quando ancora non ci conoscevamo bene. E' una promessa che ho fatto ad entrambi dal primo giorno, che mi sarei preso cura di te e del tuo futuro in questo settore. Non volevo che potessi passare le stesse cose che ho passato io agli inizi di questa carriera. Non volevo che persone senza scrupoli ti manipolassero e ti sfruttassero a loro vantaggio. Volevo evitarti la parte peggiore di questo lavoro." disse Damon facendomi scendere dalle sue ginocchia per guardarmi in faccia.
"Non puoi farmi evitare sempre tutto."
"Non riesco ad evitare gli haters che sembra vogliano sbranarti senza motivo." strinse la mia mano tra le sue. Sapevo che era frustrato perchè le cose non stavano andando nel modo che voleva e se ne sentiva spesso in colpa.
"Come ho detto prima, non puoi evitare che certe cose accadano anche a me. Non sono più un bambino, posso gestirli da solo certi problemi." cercai di rassicurarlo invano.
"Non lo sei ma se posso evitarti spiacevoli avvenimenti lo farò, non puoi ostacolarmi in questo."
"Te l'ho detto che sei cocciuto?" scossi la testa sbuffando infastidito.
"Innumerevoli volte, ma su questo non transigo."
"E quindi cosa vorresti fare per calmare la situazione? Se la tua brillante idea fosse di lasciarci hai sbagliato di grosso. Scordatelo, non mi farò da parte per questo."
"Non ho mai detto una cosa simile!"
"Forse sarebbe la soluzione migliore per tutti. Va bene avere degli atteggiamenti affettuosi in pubblico fino a un certo limite, anche perchè serve a pubblicizzare la serie, ma poi basta. Non potreste fare come tutte le altre coppie immaginarie e mantenere una certa distanza? Siete troppo appiccicati." blaterò Paul controllando il suo cellulare.
"Questa è la differenza, non siamo una ship immaginaria. Noi abbiamo una vera relazione e nessuno può mettersi in mezzo."
"Siete personaggi pubblici, tutti vi giudicheranno."
"Non abbiamo mai fatto fan service se è quello a cui ti riferisci. Siamo sempre stati liberi di agire come meglio credevamo, questi siamo noi. Questa è la nostra chimica. Se dovessimo comportarci da semplici amici non saremmo più noi...sarebbe troppo strano e tutti lo capirebbero. " mi sembrava tutto assurdo.
"Forse potreste abbassare i toni delle vostre effusioni pubbliche."
"Forse..." mormorò il mio compagno abbassando lo sguardo pensieroso sulle nostre mani strette insieme.
"Damon gli stai dando corda? Accetti tutto questo senza dire niente?" stavo iniziando ad arrabbiarmi seriamente.
"Stanno dicendo cose ragionevoli, ci sono molti fattori che dovremmo tenere conto con la nostra relazione..."
"Damon!"
"Ma come hai detto tu, la nostra è una vera relazione e sarebbe strano non comportarci normalmente. Non stiamo mostrando il 100% di noi stessi li fuori, ma solo il 10% di quello che possiamo e vogliamo che gli altri vedano della nostra coppia. Voglio proteggere la nostra relazione a tutti i costì come le nostre carriere. Se ciò vorrà dire diminuire le effusioni pubbliche allora lo faremo."
"Non sono d'accordo." scossi la testa ostinato mentre cercavo di disfare l'unione delle nostre mani ma lui rafforzò la stretta per ottenere la mia attenzione.
"Lo sto facendo per entrambi."
"Dopotutto, quando anche la seconda stagione finirà non esisterà più la vostra ship immaginaria...quindi cesseranno di esistere anche i DamLec. Avrete sempre meno progetti insieme almeno finchè non avrete finito i contratti con gli sponsor che avete in comune. Poi ognuno dovrà pensare alla propria carriera solista e non ci saranno più apparizioni pubbliche insieme. Nuovi contratti e nuove ship. Questo è il settore che entrambi avete scelto di intraprendere. Lo sapevate fin dall'inizio quali rischi correvate quando avete deciso di intraprendere questa relazione. Sarò crudele e mi dispiace perchè vedendovi ogni giorno sapevamo che era inevitabile, ma queste sono le regole. Adesso Damon lascerà l'agenzia costruendo la propria società per diventarne il CEO, sarà più libero di fare ciò che riterrà meglio per se stesso e la propria immagine ma Alec non potrà farlo. Alec è legato ad un altro contratto e sarebbe lui a rischiare maggiormente su tutto. Se vuoi difendere ciò che siete diventati Damon, devi stare più attento su tutto ciò che vi circonda. Il mio compito non durerà ancora per molto tempo e non potrò più aiutarvi. Ci saranno altre persone che ti circonderanno e delle quali dovrai riuscire a fidarti per gestire la tua vita professionale. Avrai più responsabilità da tener conto e lo sai bene perchè ne abbiamo già parlato. Spero tu faccia la scelta migliore per entrambi." le parole di Brian sembravano quasi una condanna a morte per un grigio e funesto futuro. Era spaventoso.
"Quale sarebbe la scelta migliore? Non voglio lasciarlo!" insistetti io in tono allarmato.
"Potete lasciarci un attimo da soli?" chiese loro Damon con espressione mortalmente seria. Mi stavo preoccupando.
"Penso che questa discussione riguardi anche noi due, visto che siamo quelli che vi parano il culo."
"Paul, usciamo. So già la risposta di Damon, andiamo." disse Brian all'altro manager portandolo fuori dal camerino per poi chiudere la porta dietro di loro. Finalmente eravamo soli eppure non trovai la cosa consolante.
"Quale sarebbe la risposta?" iniziai a chiedergli pronto a combattere contro qualsiasi cosa lui stesse pensando.
"Adesso calmati e ascoltami. Non penso assolutamente di lasciarti, fidati di me. Lo puoi fare?" la sincerità del suo sguardo mi fece rabbrividire. Quello sguardo potevo leggerlo facilmente.
"Mi fido di te ma ho paura di quello che stai per dirmi."
"Hanno ragione e lo sai anche tu. Aspetta...lasciami parlare. Voglio stare con te, sei la persona più preziosa nella mia vita e non ci rinuncerò proprio adesso che ti ho trovato. Restiamo sempre noi stessi, se le altre persone sapessero che in realtà ci stiamo trattenendo dal non fare altro di fronte ai loro occhi se la riderebbero e sarebbero ancora più curiosi. Pensa quanto ci assillerebbero, la pressione su di noi aumenterebbe a dismisura. Già controllano attentamente ogni nostra singola mossa criticandoci per niente, figurati cosa diventerebbe se avessero delle conferme certe sulla nostra relazione. Le nostre vite non sarebbero più quelle di adesso. Mi capisci?"
"So cosa vuoi dire, ma io non ho intenzione di lasciarti e nemmeno di rallentare la nostra storia."
"Non ti sto chiedendo questo. Dobbiamo solo stare più attenti, specialmente quando siamo fuori da casa. Per il momento agiremo così però, se un giorno la situazione dovesse peggiorare, prenderemo altri provvedimenti. E non voglio sentire scuse, promettimelo." disse lui in tono concitato che non ammetteva repliche. In realtà non volevo acconsentire ai suoi termini ma sapevo che con lui non avevo scampo. Avrei provato a farlo ragionare quando sarebbe arrivato il momento di decidere, quella era la mia unica soluzione.
"Damon ti ricordi cosa tu hai promesso a me? Che qualunque cosa fosse successa nella nostra relazione avremmo preso le decisioni insieme."
"Ricordo ma prima di tutto devo tutelare entrambi. Non voglio che altre persone rovinino quello che abbiamo costruito insieme. Questa relazione è nostra e di nessun altro. Però prima o poi arriveremo a un punto nel quale dovremmo prendere una decisione e le mie priorità in quel momento saranno altre e più importanti e decisamente avranno tutte a che fare con il tuo futuro. Finchè non finiremo le riprese della seconda stagione andrà tutto bene, o almeno lo spero. Dovremmo preoccuparci del dopo, è quello che mi turba maggiormente."
"Non avevamo detto di viverla giorno per giorno? Perchè pensare già a un futuro così tetro? Mi stai facendo salire l'ansia. Non possiamo goderci quello che c'è tra di noi senza troppi traumi futuri? Mi sembri Nostradamus. Portava sfiga quell'uomo."
"Promettimi solo che quando arriverà il momento seguirai quello che ti dirò senza fare storie e io ti prometterò un'altra cosa."
"Cosa?"
"Passeremo momenti splendidi e altri momenti difficili in cui potranno vacillare le nostre convinzioni e il nostro affetto reciproco, è un dato di fatto. Ti prometto che nella parte difficile io sarò sempre al tuo fianco, anche se non fisicamente, non dovrai mai dubitare di quello che provo per te. Non sono un uomo facile e faccio fin troppi errori, ma farò di tutto per custodire quello che abbiamo. Anche se questo dovesse dire basta più apparizioni pubbliche o commenti sui social. Se la pressione a cui siamo sottoposti arriverà a un punto tale da non poter fare altre, dovremmo ufficialmente mantenere il privato nel privato allontanandoci pubblicamente l'uno dall'altro. Quella separazione forzata sarà uno dei momenti più difficili che dovremmo affrontare, ma i miei sentimenti per te resteranno immutabili. Questa è la mia promessa. Abbi fiducia in me anche quando tutti ti diranno il contrario e mi punteranno il dito contro." le sue parole toccarono qualcosa nel profondo della mia anima. Sentivo gli occhi lucidi, come se fossero in procinto di piangere ma mi trattenni a stento. Perchè mi stava facendo quello?
"Se non avessi fiducia in te a quest'ora non mi troverei qui ad ascoltarti cercando di non piangere." mormorai abbassando lo sguardo sulla sua mano che stava di nuovo stringendo la mia. Non sapevo come gestire le emozioni, avrei tanto voluto rifugiarmi in camera e chiudermi dentro finchè il mio stato emotivo non fosse tornato normale.
"Piccolo piagnucolone. Vieni qui." spalancò le braccia ed io mi ci rifugiai nascondendo il mio volto sul suo petto. Potevo sentire il battito accelerato del suo cuore e il calore del suo corpo. Mi strinse a se accarezzandomi i capelli con dolcezza.
"Teddy Bear non voglio perderti." mormorai continuando a nascondermi dai suoi occhi.
"Nemmeno io tesoro. Nemmeno io." cercò di rassicurarmi lui sussurrandomi all'orecchio. La sua voce placò un pò le mie paure ma restavo lo stesso inquieto riguardo al nostro futuro.
"Dovremmo dire a quei due che se ne devono fare una ragione per il prossimo scandalo? Avevo proprio intenzione di darci dentro nella hall dell'albergo dove dobbiamo andare a fare lo shooting." borbottai strofinando il viso contro il suo petto per poi aspirarne l'odore.
"Quanto sei crudele!" ridacchiò lui divertito dandomi un bacio sulla fronte mentre con la mano continuava a giocare con le ciocche dei miei capelli.

Sarei rimasto volentieri un altro pò in quella posizione a farmi coccolare dal mio grande uomo, ma avevamo i tempi ristretti e dovevamo raggiungere il set dove avremo preso parte al servizio fotografico della serie. A mala voglia mi alzai e lo trascinai in piedi con me. Ci cambiammo e sistemammo le nostre cose da portare via. Appena uscimmo dalla stanza, vedemmo i nostri manager aspettarci a pochi passi di distanza con aria impaziente. Chissà di che cosa avevano confabulato tra di loro per quella mezzora che ci avevano lasciati da soli. Se avessi scoperto che in qualche modo stavano remando contro la nostra relazione mi sarei infuriato molto, in particolar modo con Paul. Lo faceva per la mia carriera ma tutta quella situazione era molto stressante. Non poter avere una relazione normale con l'uomo che si amava stava diventando una tortura per me. Continuare a nascondersi e a mentire in quel modo era logorante. Perchè non potersi dichiarare semplicemente al mondo e venire allo scoperto? Non eravamo di certo nè i primi ne gli unici e già qualcun altro aveva fatto coming out nel nostro ambiente, stava diventando quasi normale ad un occhio esterno eppure per chi era dentro non era mai facile dichiararsi. I rischi che si correvano erano molti, specialmente se eri agli inizi. Era già difficile ufficializzare una coppia etero, ma una gay sembrava ancora una cosa dell'altro mondo. Non sempre ben vista in quello stravagante settore, tutti sapevano ma restava lo stesso un tabù. Ipocrisia allo stato puro.
Appena raggiungemmo la hall ricevetti un messaggio da James che mi diceva che stavano aspettando soltanto noi. Che palle. Tutti a mettere fretta, un impegno dopo l'altro e poco tempo per riposare o goderci qualche attimo in santa pace da soli. A volte mi pentivo di aver scelto quel lavoro, un secondo dopo mi riprendevo appena leggevo gli incoraggiamenti dei fans. Ne valeva la pena lavorare duramente per renderli felici, era un dare e avere reciproco. Mentre aspettavamo l'ascensore, Damon mi si attaccò alla schiena e mi circondò la vita con le sue forti braccia per poi posare il mento sulla mia spalla. Annusò il mio collo con un sospiro beato e rimase in quella posizione di riposo come se fosse soddisfatto di se stesso e del fatto che non me lo fossi tolto di dosso. E chi lo avrebbe fatto? Forse se avessi avuto un pò più di giudizio e la paura di essere immortalato, sicuramente mi sarei scostato dal suo calore ma in quel momento non ci pensai per niente. Mi sentivo bene circondato dal suo abbraccio. Ne avevo bisogno dopo il discorso che avevamo avuto prima, ero ancora un pò scosso e preoccupato per il nostro futuro. Saremmo riusciti ad averne uno insieme? A renderci felici a vicenda e a crescere insieme? Io lo volevo ma adesso avevo paura che non saremmo mai arrivati troppo lontani con la nostra relazione. Chiusi gli occhi per qualche secondo abbandonandomi a lui. Eravamo entrambi stanchi, per il lavoro e per quella situazione troppo complicata da gestire. Quell'abbraccio era come una ricarica di energie per entrambi. Era strano da dire ma era proprio così. Appena l'ascensore arrivò, ci ricomponemmo ed entrammo dentro preceduti dai nostri manager e un tirocinante che aiutava Brian nelle sue mansioni. Non riuscendo a reprimerlo, feci un grande sbadiglio che mi fece lacrimare un occhio. Avevo tanta voglia di tornare nel letto di Damon e chiudere gli occhi con lui che mi abbracciava da dietro. Quello era solo un desiderio, in realtà in quel momento mi sarei addormentato ovunque. Persino in piedi, appoggiato al muro di quell'ascensore. Perchè era così lento? Arrivati a destinazione, salutammo tutti e ci spinsero senza troppe cerimonie a prepararci per la sezione di foto alla quale altri membri del cast stavano già partecipando. Prima toccò a me in cucina in compagnia di James ed altri colleghi. Poi fu il turno di Damon con Kevin, successivamente ci furono altre foto di gruppo o singole. Ci divertimmo molto tutti insieme scherzando tra di noi, tra una battuta e un'altra riuscii a restare sveglio il tempo necessario per continuare a lavorare. Poi mi dissero di mettermi comodo sul divano in compagnia di Damon, quella fu una vera e propria sfida di resistenza. La tentazione di stendermi su quel comodo divano era troppo forte e la vicinanza del mio compagno di certo non aiutava affatto. Se mi fossi addormentato tra le sue braccia proprio li, di fronte a tutti, qualcuno si sarebbe lamentato? Ci avevano detto di metterci comodi e fare come se fossimo a casa, in una situazione domestica di coppia. Chi voleva più scendere da quel divano? Appena iniziai ad appoggiarmi a lui, il calore del suo corpo si propagò fino ad arrivare al mio e quello fu l'inizio della fine. Altro che distanza e privacy, se non avessi avuto tutti quegli sguardi puntati addosso potevo benissimo dire di trovarmi a casa di Damon in uno di quei rari ma indimenticabili momenti di tranquillità dove il telefono non squillava e non c'era alcun programma in vista che ci avrebbe disturbati. Stavo troppo bene. Damon stava fingendo di leggere un libro mentre io ero tra le sue gambe, appoggiato al suo petto, a ridacchiare mentre lui mi soffiava nell'orecchio. Posai una mano sulla sua coscia, stringendola giusto per fargli avere lo stesso effetto che stava avendo su di me. Sapevo anch'io giocare sporco quando volevo. Per alcuni istanti lo sentii trattenere il respiro ed io sorrisi soddisfatto.

"Mi stai provocando?" mi sussurrò all'orecchio facendomi venire i brividi.
"Chi ha iniziato per primo?"

Detto questo, mise da parte il libro e cambiò le nostre posizioni posizionandoci l'uno di fronte all'altro. Adesso potevo ammirare quel bel sorriso sfacciato e quegli occhi che sembrava mi stessero nascondendo chissà quale scherzo. Dovevo restare sempre attento con la sua furbizia, la sua mente astuta era sempre un passo avanti a tutti. Non resistetti per molto e ricambiai il sorriso, con lui era sempre così. Sarei rimasto a guardarlo per sempre con la stessa espressione adorante di adesso, lui era il mio sole e non potevo farne a meno. Sarebbero passati altri 10 20 30 anni ma il mio sguardo su di lui non sarebbe mai cambiato. Speravo non cambiasse il suo verso di me. Avrei anche potuto vivere senza di lui ma ne sarei uscito devastato se e quando i suoi sentimenti nei miei confronti fossero cambiati. Speravo che quel giorno non sarebbe mai avvenuto, ma dovevo essere realista. Quanto ancora poteva durare l'amore di un tipo meraviglioso come lui, costantemente circondato da persone decisamente migliori di me? Non volevo pensare al peggio, ma la sua carriera lo stava portando molto lontano, in luoghi che non sarei mai riuscito a raggiungere nemmeno volendo. Non saremmo più riusciti a camminare allo stesso passo, a volte mi sembrava di dover correre per raggiungerlo. Per non essere lasciato indietro, per far si che non si dimenticasse di me. Non volevo pensarci troppo, volevo godermi quei momenti preziosi con lui senza avere alcun rimorso. Non volevo perdermi niente della nostra relazione. Damon portò le sue mani al mio volto ed io feci lo stesso di rimando, avvicinandomi sempre di più affinchè i nostri nasi non si strofinarono tra di loro. Damon mi massaggiò il lobo dell'orecchio appena si accorse che stava andando a fuoco. Com'era subdolo, sapeva benissimo come avrei reagito alla sua vicinanza e lui stava sfruttando le mie emozioni. Misi le mani dietro al suo collo e lo avvicinai di più a me. Era come se fossimo da soli. Mi rispecchiavo attraverso le emozioni forte che i suoi occhi trasmettevano. Leggevo soltanto un amore immenso ed io ci sprofondai dentro senza quasi accorgermene.

POV Damon

Il suo sguardo adorante mi scosse nel profondo. Meritavo davvero tutto quello? Cos'avevo fatto per farmi guardare in quel modo? Mi sentivo pieno di gioia ogni volta che i suoi occhi si posavano su di me, come se fossi completo. Strofinai il naso contro il suo e chiusi gli occhi godendomi il momento. Era raro potermi abbandonare a lui in quel modo davanti a tutti. Mi mancava fare quelle semplici cose di normale quotidianità con il mio compagno. Sembravano passati secoli da quando mi ero spinto un pò oltre in pubblico e le altre relazioni non erano state così importanti come questa. Ormai erano quasi dei ricordi sbiaditi nella mia testa ogni volta che guardavo il suo sorriso. Ero follemente innamorato di quel sorriso. Vinceva su tutto a mani basse. La sua espressione quando sorrideva  era talmente disarmante da non riuscire a restare lucido. Si arrabbiava se gli dicevo che era carino, ma lui lo era davvero e tanto. Non lo dicevo per prenderlo in giro, era adorabile sotto ogni punto di vista. Adorabile e altrettanto sexy da farmi perdere la testa. Cambiammo posizione nuovamente e mi sdraiai, con la testa appoggiata alle sue gambe, mentre Alec giocherellava con la mano tra i miei capelli. Ridacchiai divertito dimenandomi un pò quando iniziò a farmi il solletico. Quella piccola peste stava diventando proprio un demonio! Presi dei grandi respiri per cercare di calmare le risate che uscivano fuori incontrollate. Meritava proprio una bella punizione. Di scatto lo afferrai per il collo e lo avvicinai pericolosamente alle mie labbra, lui allargò gli occhi visibilmente allarmato. Con un ghigno malevolo, mi allungai per fargli una pernacchia sul collo e questa volta toccò a lui ridere a crepapelle dandomi dei deboli colpi alla spalla per spingermi via. Cercando di non farmi beccare, gli diedi un rapido bacio per poi lasciarlo ritornare dritto a coprirsi il collo. Sentivo ancora i suoi brividi espandersi su tutto il corpo. Quello era uno dei suoi punti deboli come il solletico ai fianchi era uno dei miei. Ormai sapevamo a memoria il corpo dell'altro ma, nonostante questo, non mi stancavo mai di continuare ad esplorarlo per trovare le mie parti preferite e assaporarle tutte con gusto. Alec cercò di minacciarmi con lo sguardo ma non ci riuscì perchè la sua espressione era troppo divertita per sembrare seria. Tornammo a posare per altri venti minuti continuando a flirtare con lo sguardo e con i sorrisi mentre ci sfioravamo con piccoli gesti. Dovevamo dimostrare di amarci, nulla di più facile. Al termine di quel set, ci congedarono e fecero ancora qualche scatto ad altri membri del cast cambiando il set. Presi una bottiglietta d'acqua che mi porse Brian e andai a sedermi a guardare il lavoro altrui ridendo a qualche battuta di James. Come al solito, sapeva sempre farsi riconoscere quando faceva lo stupido. L'espressione fastidiosamente seria e irritata di Brian mi fece incuriosire e gli feci un cenno con il capo. Lui sospirando esasperato mi porse il proprio cellulare e andò verso la cucina a prepararsi qualcosa da bere. Scrutai attentamente la sua homepage di Twitter e mi passò l'allegria in un istante. Perchè erano così rumorose le cattiverie delle persone? Perchè facevano così male? Perchè delle cavolate senza senso come quelle dovevano rovinarmi la giornata? Perchè continuavano ad attaccarci con le loro insinuazioni malevole? Mi veniva il voltastomaco soltanto a leggere quei commenti. Alec non aveva ancora controllato il cellulare e speravo che lo facesse il più tardi possibile. Non volevo farlo preoccupare di nuovo, specialmente dopo la discussione sulla distanza sociale che avevamo avuto soltanto qualche ora prima. Ogni volta che leggevo quei messaggi sapevo che quel giorno si stava avvicinando sempre di più. Capivo tutte le sue remore contro quello che ero intenzionato a fare, anche io non ne ero entusiasta per niente, ma quando le cose sarebbero risultate più difficili nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Nemmeno lui, per quanto tenessi alla nostra relazione la mia priorità restava sempre la nostra carriera e il prendermi cura di lui. Non volevo che soffrisse per delle cattiverie sparate da persone che si dichiaravano a gran voce nostri fans per poi venderci a buon mercato per aumentare la critica e l'odio nei nostri confronti. Ci provavano gusto a farlo? Non sapevano come riempire la loro giornata e dovevano rovinare la nostra?  Il malumore era tornato così come il timore di veder eclissare quello splendido sorriso che tanto avevo a cuore. Certo che se poi continuavano così non avrebbero dovuto sorprendersi se poi avessi preso seri provvedimenti anche se andavano contro i miei stessi sentimenti. Lo avrei fatto facendomi chiamare perfino stronzo, non mi sarebbe importato molto. Lo avrei fatto pur di non leggere cattiverie sul conto di Alec. Forse qualcuno avrebbe capito il motivo del mio gesto e avrebbe moderato i toni. Peccato che non si potevano silenziare tutti con uno scrocchio di dita come aveva fatto Thanos per distruggere tutto. Avrei tanto voluto avere quel potere.

"Come mi devo comportare?" mi chiese Brian riprendendosi il cellulare.
"Come al solito, per il momento non faremo ancora nulla." sospirai con fare frustrato massaggiandomi le tempie.
"Ne sei sicuro?"
"Gliel'ho promesso."
"Non si possono mantenere sempre tutte le promesse anche se si hanno buoni propositi. Alec capirà." mi porse un'altra bottiglietta d'acqua anticipando come al solito le mie esigenze. Stavo morendo di sete.
"Non siamo ancora pronti per fare una cosa così definitiva. Ho promesso che ne avremmo parlato di nuovo insieme e concordato quando e come farlo. Vorrei mantenere quella promessa."
"Non ha ancora visto le foto rubate e i commenti di odio che hanno scatenato. Gli farà più male leggere di te e sapere che ne starai soffrendo. Prima o poi capirà che è la cosa giusta da fare."
"Non affrettiamo i tempi. Lasciaci godere la nostra relazione, ne abbiamo bisogno entrambi."
"Va bene, la smetto di insistere. Però stai attento. Voi due mi manderete fuori testa."

Brian mi fece un cenno con il volto verso la direzione opposta dove c'erano Alec e James che stavano parlando con altre persone del cast. Il mio compagno, ridendo a una battuta, stava prendendo il cellulare per controllare le notifiche arrivate. Allarmato, mi alzai di scatto per fiondarmi da lui peggio di una mamma chioccia e gli strinsi un braccio attorno alle spalle per impedirgli qualsiasi movimento. Lui mi guardò con un sorriso sorpreso mentre sembrava volesse chiedermi il motivo di quel gesto. Gli sorrisi di rimando e fissai le sue labbra con fare sfacciato per fargli capire, almeno in parte, ciò che mi stava passando per la testa in quel momento. Era facile avere dei pensieri peccaminosi su di lui appena mi soffermavo a guardare quelle labbra carnose e rosee che mi urlavano di divorarle di baci. Erano una mia dipendenza. Per qualche secondo lo vidi perdersi e trattenere il respiro, per poi arrossire vistosamente e abbassare lo sguardo sul pavimento. Mi piaceva riuscire a renderlo ancora nervoso e imbarazzato con la mia sola presenza al suo fianco. Mi scusai con gli altri e lo trascinai senza tante cerimonie verso una stanza, dove avevamo posato borse e quanto altro poteva servire per il set fotografico, e ci chiusi dentro spingendolo contro la porta per intrappolarlo con il mio corpo. Lui gemette mentre mi fiondavo sulle sue labbra come un assetato in cerca di acqua. Mi era mancato il suo sapore. Era l'unico che riusciva ad acquietare i miei pensieri e a placare la mia rabbia, era il mio porto sicuro dove potevo sempre tornare e sentirmi veramente me stesso abbassando le mie difese.

"Non avevamo detto di doverci contenere in certi ambiti?" mi chiese lui quando tornammo a prendere fiato. Non sembrava molto dispiaciuto dal mio assalto visto come stringeva le sue braccia al mio collo come se non volesse lasciarmi andare. In quel momento mi sentivo come se fossi la sua ancora di salvataggio mentre eravamo circondati dal mare in tempesta.
"Stai zitto, ho bisogno del tuo abbraccio. E poi siamo tra amici." gli sussurrai all'orecchio strofinandomi contro di lui.
"Non tutti sono amici amici."
"Paul e Brian stanno facendo il loro lavoro. Nessuno vorrà sentire Paul sbraitare minacce a destra e a sinistra." gli mordicchiai il lobo dell'orecchio facendolo gemere e chiudere gli occhi.
"Ma se quei due sono i primi a postare nostre foto insieme dietro le quinte. Lo hanno fatto anche prima. Hanno una coerenza spettacolare."
"Già...però hanno la scusante che tutti quei file multimediali servono per promuovere la serie tv."
"Bugiardi." sussurrò lui appoggiando il capo alla mia spalla. Il momento di erotismo sembrava finito ma andava bene così. Lo strinsi tra le braccia cullandolo mentre gli lasciavo un bacio sui capelli.
"Piccolo sei stanco?"
"Un pò, spero di non addormentarmi quando riprenderemo con le foto più tardi."
"Ti aiuterò io."
"Allora sicuramente non mi addormenterò...resterò eccitato tutto il tempo." si lamentò quando mi strusciai di nuovo contro di lui facendo irrigidire alcune parti dei nostri corpi che in quel momento era meglio lasciarle stare a riposo. Come facevo a non eccitarmi quando lo avevo tutto per me tra le mie braccia?
"Non sarebbe meglio?"
"Se vuoi che gli altri notino qualcosa di duro e teso nei miei pantaloni allora va bene. Vai avanti così. Facciamolo." disse lui con spavalderia provocandomi con lo sguardo. Sapeva benissimo che non avrei osato andare oltre.
"No! Questo è tutto mio! Sono possessivo delle mie cose." lo strinsi ancora più forte per ribadire il concetto e calmare in qualche modo i bollenti spiriti. Peccato che ancora non avevo capito come farlo.
"Non sono una tua cosa!"
"Però sei mio e non ti condivido."
"Chi mai si azzarderebbe a provarci con me se tu hai lo sguardo omicida e mostri i denti a tutti? Ringhi peggio di Choco nei suoi momenti di follia." ridacchiò lui prendendomi in giro.
"Allora non lo farò più se ti da fastidio." dissi seriamente con un piccolo broncio. Non volevo rendergli le cose difficili o forzarlo a qualche mio comportamento che di certo lo avrebbe infastidito. A volte potevo risultare un pò invadente nei confronti delle persone a cui tenevo particolarmente.
"Non mi dai fastidio. Mi piace quando sei un pò possessivo." ammise lui con un sorriso mentre strofinava il naso contro il mio con dolcezza. Potevo impacchettarlo e fuggire a casa con lui? Era troppo carino per il mio cuore inquieto. Perchè proprio lui doveva farmi provare certe sensazioni?
"Beh, visto che  il mio uomo non è per nulla possessivo, posso tornare di la con la camicia slacciata. Sai, inizio a sentire caldo." dissi portando una mano alla mia scollatura per scuotere un pò il tessuto come per farmi aria.
"Provaci e ti faccio cadere le palle in un colpo solo. Non è così difficile." mi minacciò lui lanciandomi un'occhiataccia mentre mi colpiva la mano per allontanarla dai bottoni.
"Quanto sei aggressivo piccolo, non eri tu quello carino e gentile?" lo presi in giro con un sorriso diabolico.
"Quello che è mio è mio, e Teddy Bear è tutto mio. Posso condividere con i tuoi fans alcuni aspetti della tua vita e con la tua famiglia altri, ma il resto è tutto mio. Ricordatelo!" quelle parole mi esplosero dentro. Il mio piccolo e adorabile possessivo, avrei potuto morire in quel momento. Ero felice.
"Non lo scorderò, sono tutto tuo. E tu sei tutti mio?" gli chiesi stringendolo ai fianchi per avvicinarlo di nuovo a me.
"Non lo so, dovrei chiedere a mia madre."
"A tua madre continueranno a fischiare le orecchie da tutte le volte che la nomini." ridacchiai divertito.
"Mi sa tanto che dobbiamo tornare dagli altri." disse lui controvoglia mettendo il broncio.
"Ti sei un pò ricaricato?"
"Quel minimo per restare in piedi." annuì con un sospiro mentre si staccava dal mio abbraccio trattenendo a stento uno sbadiglio.
"Più tardi ti ricaricherò a dovere." gli promisi alzando più volte il sopracciglio per farlo ridere. Ci riuscii in pieno e gioii nell'ascoltare la sua risata.
"Ci conto. Andiamo."

Ci riunimmo agli altri, i quali, cercarono di fingere che la nostra piccola fuga non ci fosse mai stata ma vedevamo dalle loro espressioni divertite che la loro immaginazione era corsa nella direzione giusta e forse anche oltre. Finchè tutti tacevano il problema non persisteva e passava in secondo piano. Era irrilevante e rendeva tutti più tranquilli e in pace con se stessi. Dicevano che l'amore era nell'aria. Solo qualche battutina, per niente velata, da parte di alcuni colleghi fu detta scherzosamente per prenderci in giro, poi più niente. Per fortuna sapevano fino a che punto potevano arrivare senza oltrepassare la linea di demarcazione. Alcuni di quei video e di quelle foto sarebbero rimasti privati per nostra fortuna ma me li sarei fatti inviare per tenerli nelle mie cartelle dei preferiti. Li avrei custoditi tra i miei ricordi. Tornai a sedermi mentre guardavo da lontano il mio uomo parlare con James. Sembrava si stesse lamentando di qualcosa e il mio amico lo ascoltava annuendo con serietà concordando con lui. Cos'era successo questa volta? Che avesse letto anche lui i commenti crudeli su Twitter? Sembrava non ci fosse più un attimo di pace per noi due colpiti da ogni parte sia se facevamo qualcosa sia se non la facevamo. Le persone non erano mai contente e avevo paura che queste critiche un giorno avrebbero rovinato la nostra relazione. Saremmo riusciti  a superarle indenni? Sarei riuscito ad ignorarle senza commentare nello stesso tono? A volte ero fin troppo suscettibile su certe cose che mi logoravano dentro all'infinito, dovevo ancora lavorare su alcune parti del mio carattere. Rischiavo di prendermela troppo per delle cavolate che si potevano risolvere in altro modo. Il fotografo mi fece vedere su un tablet alcune foto che aveva scattato prima mentre eravamo sul divano a giocare tra di noi. La nostra intesa era perfetta, traspariva in ogni singola foto così come l'affetto che provavamo l'uno per l'altro. Eravamo persi nel nostro mondo, sembravamo risplendere di una luce tutta nostra. Questo era l'effetto che avevamo appena facevamo un servizio fotografico insieme, eravamo piuttosto richiesti proprio per quella strana e rara alchimia che ci legava. Non potei fare a meno di sorridere. Quelle foto ritraevano due persone che non potevano nascondere di essere profondamente innamorate l'una dell'altra. Come potevamo far credere ai fans che eravamo soltanto come fratelli? Certo che poi non ci credevano, avrei avuto dei dubbi pure io se fossi stato al loro posto. Ma preferivo rimanere al mio e avere la possibilità di sfruttare ogni momento possibile per stringerlo tra le mie braccia. Era un privilegio al quale non avrei mai rinunciato. La mia attenzione fu subito catturata da Alec che si stava avvicinando stropicciandosi un occhio mentre si grattava la pancia. Come faceva ad essere sempre così adorabile anche quando sembrava un bambino assonnato? Se fossimo stati soli lo avrei riempito di coccole.

"Tutto a posto piccolo?" gli chiesi scrutandolo attentamente per poi posargli una mano alla vita.
"Ho sonno." mormorò lui assonnato asciugandosi una lacrima sul viso che gli era caduta dopo l'ennesimo sbadiglio.
"Resisti ancora un pò e poi torniamo a casa. Magari dopo puoi salire su a schiacciare un pisolino."
"Mi sa tanto che lo farò." annuì lui.
"Posso fare qualcosa per te? Vuoi bere qualcosa? Magari ti riprendi."
"No grazie, sono a posto così. Dam puoi aiutarmi? Mi si è slacciata la cintura." in quel momento sembrava proprio un bambino. Non mi importava ribattere il fatto che aveva due mani in buone condizioni e l'età giusta per metterle al lavoro per delle cose così semplici. Qualcuno avrebbe detto che forse lo trattavo un pò troppo da bambino ma se lui non se ne lamentava avrei continuato a prendermi cura di lui e delle sue esigenze. Anche delle più stupide come quelle. Mi rendeva felice essere a sua disposizione e aiutarlo. Erano le piccole cose, i piccoli gesti che per me valevano più di tante altre cose. Erano un modo per me di dimostragli quanto tenessi a lui e che lo avrei sempre aiutato.
"Vieni qui, te la sistemo." lui si avvicinò di un passo ed io gli feci il nodo facendo attenzione di non stringere troppo per paura di fargli male e lasciargli il segno.
"Grazie."
"Vuoi sederti qui con me?"
"Si." annuì lui con gratitudine come se non aspettasse altro che quella proposta.
"Vieni prima di svenire per terra dal sonno. Riposati un pò." gli strinsi i fianchi con le mani e lo feci sedere sul mio grembo tenendolo stretto.
"Grazie Teddy. Vorrei tanto essere a casa in questo momento." mormorò lui abbandonandosi al mio petto mentre partiva un altro sbadiglio.
"Lo so, ma non ci vorrà ancora molto."
"Lo sai che sicuramente in questo momento ci staranno riprendendo?"
"Non stiamo facendo nulla di insolito o compromettente. Vuoi una sedia?"
"Tu sei la mia sedia, non ho bisogno di altro. Fammi restare qui ancora un pò. Ti prego." mugugnò lui con tono dolce. Chi poteva resistere a quel gattino?
"Puoi stare tutto il tempo che vuoi."
"Hai visto le foto? Come sono venute?"
"Siamo fantastici come al solito. Tu...risplendevi di una luce tutta tua, eri abbagliante quando mi guardavi." risposi con un sorriso soddisfatto.
"Mi fa piacere tu l'abbia notato."
"Io noto tutto di te. Anche il più piccolo dei dettagli."

Restammo seduti in quel modo per molto tempo, a parlare tra di noi o con altri colleghi che ogni tanto si avvicinavano quasi timorosi di infastidirci in qualche modo. A parte James e qualcun altro che erano talmente sfrontati ed in intimità con noi che se ne fregavano altamente di interrompere il nostro idillio. Eravamo comodi in quella posizione, io che gli accarezzavo la pancia e lui che giocherellava distrattamente con le mie mani e con il mio anello al pollice. Posizionò la sua mano sopra la mia e rimase a guardarle unite per notare le differenze e sfiorarle con un dito. La diversa tonalità di colore, la quasi assenza di vene sporgenti nella sua e la dimensione. Nonostante fosse poco più alto di me, quando eravamo insieme sembravo fisicamente più grande di lui e questo includeva pure le mie mani che riuscivano ad inglobare perfettamente le sue come se lo avessero sempre fatto. A lui piaceva guardare le nostre mani insieme, lo faceva spesso. Intrecciai la mia mano con la sua e strofinai il naso sul suo collo. Aveva un buon odore, sapeva di casa.
Quando fu richiamato ai suoi doveri, Alec si rialzò a malincuore per seguire le direttive del fotografo e posare accanto a James con una padella in mano. L'accostamento di quei tre elementi messi insieme era alquanto esilarante, prima o poi quella padella sarebbe finita in testa a qualcuno. Brian mi invitò a mangiare qualcosa con lui, ricordandomi che non mettevo niente nello stomaco da diverse ore e che probabilmente avrei fatto bene a seguire il suo consiglio. Avrei messo da parte un piatto anche per Alec per quando avrebbe finito e gli sarebbe venuta fame. Conoscendolo avrebbe divorato di tutto di più. Risi con Thorn e parlammo del nuovo copione e delle scene che avremmo dovuto girare insieme. Thorn mi indicò con un cenno del capo Run che stava facendo un video per il suo vlog ad Alec e cercai di concentrarmi sulla loro conversazione.

"Ti stai divertendo?"
"E' molto divertente oggi lavorare con tutti voi."
"Sei stanco?"
"Un pò, ho lavorato molto oggi ma abbiamo finito. Possiamo finalmente riposarci." annuì Alec asciugandosi con un fazzoletto il sudore dalla fronte. Le luci del set erano troppo forti e spesso dovevamo interrompere per rifare il trucco e asciugarci.
"I fans chiedono se sei single." disse astutamente Run. L'argomento si stava facendo interessante.
"Lo sono." rispose lui con un sorriso scherzoso. Stava andando bene il ragazzo, però doveva sembrare un pò più convincente.
"Veramente? Non vuoi chiedere conferma a qualcuno?" insistette il nostro amico peggio di un notiziario di gossip.
"Non c'è bisogno. Sono libero."
"Anche il tuo cuore è libero? Attento alla tua risposta." lo mise in guardia Run. Alec non rispose subito, sembrava cercare una qualche risposta da dargli. Il mio sguardo catturò il suo in cerca di aiuto e il suo sorriso si ampliò.
"Damon mi hanno chiesto se il mio cuore è libero." mi disse lanciandomi la patata bollente per risolvere la situazione al suo posto.
"Come?"
"Chiedono se il mio cuore è libero." il suo sguardo era come una sfida. Voleva vedere come avrei risposto e se avessi avuto il coraggio di dire le cose come stavano.
"No!" esclamai in tono risoluto. Se voleva quello non mi sarei di certo tirato indietro. Il suo cuore apparteneva a me, senza se e senza ma. Era mio e avrei fatto di tutto per prendermene cura. Avrei voluto che anche tutti gli altri se ne rendessero conto senza dover ammettere pubblicamente che stavamo insieme.
"Qualcuno è un pò possessivo." ridacchiò divertito Run. Magari potevo prendere in prestito la padella e colpirlo una buona volta per tutte.
"Fatti gli affari tuoi." lo minacciai puntandogli una forchetta contro.
"Tutti i fans erano curiosi."
"Oppure lo sei tu? Ti ricordo che la curiosità uccise il gatto."
"Così mi ferisci. Alec dove stai andando?" chiese il nostro amico mentre il mio compagno si avvicinava alle scale accanto a me.
"Vado a riposare."
"Da solo?"
"Si." quando incrociò il mio sguardo mi sorrise ed io ricambiai in automatico. Prima che facesse un altro passo in avanti gli afferrai il polso e lo strinsi leggermente come per ribadire quel no a chiare lettere. Il suo sorriso si fece più ampio mentre io strofinavo il pollice nella parte interna per sentire i suoi battiti cardiaci aumentare al mio tocco. Era una bella sensazione poter sentire il ritmo galoppante del suo cuore perchè sapevo di esserne la causa.
"Sei sicuro? Forse qualcuno vuole salire con te." ci stuzzicò nuovamente Run osservando con un sogghignò malizioso la mia presa sul suo polso. Era un succoso scoop per il suo vlog. Nel giro di poco tempo lo avrebbero visto tutti.
"Run lascialo andare a riposare altrimenti lo avrai sulla coscienza." ribattei lasciando andare Alec che iniziò a salire lentamente i gradini per raggiungere le camere al piano di sopra dove avrebbe finalmente potuto chiudere un pò gli occhi.
"A dire la verità l'unico che lo stava trattenendo eri solo tu. Damon vuoi rilasciare qualche dichiarazione ai nostri fans che ci stanno guardando?"
"Saluto tutti, scusate ma ho fame. Torno alla mia cena."

Quando finalmente Run recepì il messaggio, si spostò a filmare qualche altro mal capitato che gli passò davanti tartassandolo di domande. Sapevo che con quei cinque minuti di Alec e me i suoi picchi di ascolto erano saliti alle stelle come al solito. Non mi stavo vantando ma erano tutti morbosamente curiosi di sapere a che punto eravamo nella nostra relazione quindi, appena comparivano immagini o video che ci riguardavano, eravamo sempre sulla bocca di ogni utente che si aspettava qualcosa sempre di più da vedere per confermare qualunque voce su di noi. Avere tutti gli occhi puntati addosso non era sempre una bella sensazione. Era difficile mantenere una vita privata in quell'ambiente. Tornai al mio piatto e alla conversazione con Thorn nella quale poi si aggiunse Kevin parlando di musica e della sua recente cotta con la quale da poco  condivideva un piccolo appartamento offerto dalla loro agenzia. Volevano renderli più uniti in previsione della prossima serie che avrebbero girato insieme, peccato che così facendo li avevano resi talmente inseparabili l'uno dall'altro che ormai non si capiva più se era amicizia o altro. Avevo conosciuto il suo nuovo "amico" qualche settimana prima e potevo tranquillamente affermare che quella cotta era reciproca. Erano tanto carini da vedere insieme. Anche loro non avevano reso ufficiale niente, nemmeno con noi che ancora ci chiedevamo se potevamo affrontare l'argomento con Kevin o fare finta di nulla e aspettare. La nostra situazione era simile però Alec ed io ricevevamo più pressione da tutte le parti. A volte invidiavo Kevin e la sua cotta, erano liberi di vivere come volevano senza alcun problema di sorta. Potevano uscire insieme come compagni o amici senza scatenare male lingue o altro. Perchè noi non potevamo fare lo stesso? Mi mancava quella libertà.
Quando finalmente il fotografo mise fine al lavoro, tutti si fiondarono sul cibo. Sembravano un branco di lupi affamati. In quel momento di tranquillità decisi di andare a controllare Alec in camera e magari stendermi al suo fianco. La stanchezza aveva iniziato a farsi sentire e dopo essermi riempito la pancia gli occhi mi si stavano praticamente chiudendo. Senza dare troppo nell'occhio, salii le scale ed aprii un paio di stanze per vedere dove si trovasse il mio compagno. Quando lo trovai sorrisi, non lo avrebbe svegliato nemmeno una bomba. Era così inerme e tranquillo, girato sul suo lato preferito, a dormire senza nessuna preoccupazione. Mi faceva venire voglia di stringerlo a me e coccolarlo. Mi sdraiai al suo fianco, stando attento a non disturbarlo troppo, e gli sistemai meglio il lenzuolo. Rimasi a fissarlo per qualche secondo accarezzandogli i capelli finchè la forza di gravità delle mie palpebre non vinse la partita contro il mio sforzo di restare sveglio a guardarlo. Chiusi gli occhi e rimasi in una sorta di dormiveglia. Era raro per me riuscire a dormire a lungo, spesso avevo il sonno leggero anche perchè ero talmente abituato a fare dei riposini brevi per poi svegliarmi subito dopo e riprendere a lavorare. Ormai ero una macchina che andava con il pilota automatico. Quella piccola e fragile pace che ci eravamo ritagliati fu interrotta una ventina di minuti dopo quando all'improvviso piombarono in camera Run James e quella maledetta videocamera onnipresente.

"Ecco uno scoop in diretta. Chi sta dormendo insieme?" cercai di nascondermi in qualche modo sotto il lenzuolo ma sapevo di avere i secondi contati. Era tutto inutile. James mi abbassò il lenzuolo ed io sorrisi un pò imbarazzato e decisamente contrariato da quell'entrata.
"Sei sgattaiolato come un ninja per venire a dormire con Alec? Che sporcaccione. E' inutile che tenti di nasconderti, tanto ormai abbiamo visto tutti." me l'avrebbe pagata cara quel cretino. Evitai di commentare per non mettermi ulteriormente nei guai. Ci mancava solo quella diretta.
"Fai silenzio altrimenti si sveglia!" mormorai loro con un tono di avvertimento che non ammetteva repliche.
"Non sarebbe meglio? Almeno non sei salito quassù invano!" a quella battuta gli lanciai un'occhiataccia.
"Va bene va bene! Run scendiamo giù prima che a Sugar Daddy partano saette dagli occhi. Lasciamoli riposare in pace che sono stanchi." disse James in tono serio spingendo Run a seguirlo.
"Ragazzi, questi erano i veri DamLec che persino nei momenti di relax sono sempre appiccicati e dormono persino insieme. Al prossimo scoop." esclamò divertito Run mentre James lo spingeva fuori dalla camera. Quel video sarebbe stato virale in pochi istanti. Ed ecco che il problema si stava per ripresentare, ormai era un circolo vizioso. In quel momento ero troppo stanco per fare qualunque cosa che non fosse restare sdraiato su quel letto.
"Che cos'era?" mugugnò Alec ancora mezzo addormentato non riuscendo nemmeno ad aprire gli occhi.
"Un altro problema che i nostri manager dovranno risolvere più tardi. Non pensarci adesso. Torna a dormire piccolo, ti sveglierò quando sarà ora di andare." gli dissi accarezzandogli la testa.
"Va bene. Teddy Bear puoi stringermi?" a quella richiesta sorrisi.
"Ai tuoi ordini piccolo. Buon riposo." mormorai abbracciandolo da dietro mentre gli posavo un bacio sul collo.
"Così caldo..." sussurrò lui con un filo di voce per poi ripiombare nei suoi sogni. Speravo ci fossi anch'io tra di essi. Rafforzai la stretta attorno al mio compagno e chiusi gli occhi senza prendere del tutto coscienza del casino che sarebbe successo sui social da li a poco. Morfeo mi prese a se ed io mi abbandonai al corpo caldo di Alec.

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Finalmente tornata!!! Mi scuso per il ritardo per chi segue la storia.
Vorrei sapere cosa ne pensate, spero che qualcuno commenti e spero vi piaccia.
Torno a scrivere il prossimo capitolo.
Ciao

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Capitolo 13
*** Due piccole pesti ***


Behind your gaze 12
POV Damon

"Zio Moon! Zio Moon!"

Con questo urlo primordiale, che avrebbe risvegliato persino i morti, due bambini entrarono di corsa in camera mia saltandomi addosso come se fossi un loro giocattolo. Choco arrancò dietro il loro entusiasmo facendo feste con il suo continuo abbaiare. Cercò di saltare sopra il letto anche lui ma rimbalzò per terra quando il materasso fu mosso dai piedi di quei piccoli demoni. Guardai l'espressione confusa del mio cane e quasi gli scoppiai a ridere in faccia. Choco scosse la testa prima ma si riprese subito dopo come se nulla fosse successo richiamando la nostra attenzione. Mi fece pena in quel momento e mi sporsi per prenderlo in braccio e portarlo su con me. Fu felice di quel gesto ma poi mi abbandonò per andare a scodinzolare intorno ai bambini. Finiva sempre così quando arrivano loro. Li adoravo, peccato però che non fossi stato avvisato in tempo così da potermi organizzare per passare un po' di tempo con loro. Alice faceva sempre così, piombava all'improvviso creando il caos dietro di sé. Osservai attentamente i miei nipoti, Bryce e Bonnie, erano cresciuti dall'ultima volta che li avevo visti. A volte avevo la sensazione di perdermi la loro infanzia e questo pensiero non mi piaceva per niente. Non ero il padre, ma se persino per loro avevo poco tempo cosa avrei fatto se un giorno avessi avuto dei figli? Prima che arrivasse quel giorno avrei dovuto cambiare molte cose nella mia vita, volevo essere una persona costante nella loro esistenza e non uno di quei padri che si vedevano una volta ogni tanto troppo impegnati con il lavoro da veder crescere i propri figli. Non volevo essere uno di loro. Sapevo di volere una famiglia tutta mia e prima o poi l'avrei avuta, ma non nell'immediato. La priorità era la mia carriera, al resto avrei pensato dopo. Alec mi avrebbe detto di non fasciarmi la testa prima di romperla, aveva ragione. Spesso pensavo sempre troppo in là quando non ce n'era bisogno. Li guardai saltare sul letto, gridando felici, e sorrisi divertito a quei due piccoli uragani. Li adoravo. Almeno finché, con un salto di Bryce, Choco non venne catapultato di nuovo per terra. Poteva sembrare una situazione comica ma avevo paura che senza volerlo avrebbero attentato alla vita del mio cane. Lo raccolsi di nuovo dal pavimento e lo accarezzai cercando di capire se fosse tutto a posto.

"Zio Moon! Choco è caduto!" gridò Bonnie portandosi allarmata una mano alla bocca.
"Zio Moon! Si è fatto male? Non volevo."
"Choco sta bene però dovete stare attenti altrimenti rischiate seriamente di fargli male." li avvertii in tono serio accarezzando la testolina del cane.
"Scusa zio Moon."
"Scusa." come si faceva a restare seri quando si aveva quei quattro occhi dispiaciuti, che inspiravano tenerezza da tutti i pori, fissi su di sé? Ero senza speranza. Con Alec era persino peggio.
"Bambini come mai non siete a scuola?"
"La maestra è malata."
"E non c'era la supplente?"
"Mamma ha detto che preferiva lasciarci a te. Zio Moon possiamo stare con te?" mi supplicò Bonnie mettendosi in ginocchio davanti a me.
"Dov'è la mamma in questo momento?"
"E' in cucina e sta parlando con la zia Hope."
"La zia Hope è molto carina." commentò Bryce sedendosi vicino alla sorella per accarezzare Choco che allungò la testa verso le sue manine.
"La zia Hope? Da quando la conoscete?" chiesi loro in tono sorpreso. Mi ero perso qualche cosa?
"Mamma ha detto che zia Hope è simpatica e che potevamo giocare con lei. Ma che suo fratello è ancora più carino." oddio, e quello da dove era uscito? Non potevo crederci. Mia sorella era fuori di testa.
"Quando ci farai giocare con il nuovo zio? Voglio giocare a calcio con lui!" insistette Bryce.
"Deve giocare al karaoke con me! Voglio anche ballare!" continuò Bonnie parlando delle sue fisse. Prima voleva fare la veterinaria adesso voleva seguire le orme dello zio. Non sapevo nemmeno cosa fare, a volte avevo paura di influenzarla troppo. Volevo che si costruisse un proprio futuro non che seguisse il mio perché magari le sembrava magnifico. Era ancora piccola, c'era del tempo per prendere delle decisioni.
"E' vero che il nuovo zio è più carino di zia Hope?" chiese con curiosità mio nipote.
"Devo scambiare due paroline con vostra madre. Potete restare qua a giocare con Choco però promettetemi che non lo farete saltare di nuovo!"
"Promesso zio Moon!" dissero in coro come due angioletti. Speravo sinceramente che facessero i bravi.

Li lasciai da soli in camera e andai a cercare la fonte originale dei miei problemi. La trovai appoggiata al mobile della cucina con una tazza fumante di caffè in mano. Seduta li vicino c'era una ragazza più giovane che mi sorrise stringendosi nelle spalle. Notai alcune somiglianze fisiche e nella gestualità tra lei e il fratello. Peccato che lui non fosse lì in quel momento ad affrontare al suo fianco le loro sorelle. Messe insieme sembrava come avere l'inizio della catastrofe.

"Ecco qua il mio fratellino! Ti sei svegliato bene?" mi sorrise con astuzia quella serpe con il mio stesso sangue.
"Ciao Hope." salutai la sorella di Alec con un cenno del capo.
"Ciao Damon. Scusa l'invadenza." sembrava un po' in imbarazzo per il loro gesto. Almeno una delle due aveva del rimorso.
"Alice si può sapere cosa stai combinando? Perché hai portato qua i bambini?"
"Non te lo hanno detto? Oggi saltano la scuola e resteranno tutto il giorno con il loro amato zietto. Non sei contento?"
"Devo lavorare."
"Non è vero. Ho controllato la tua agenda con Brian e abbiamo rimandato l'intervista di oggi. Sei libero di goderti i tuoi nipotini." com'era subdolo il suo sorriso. Si era persino messa d'accordo con il mio agente per organizzarmi la giornata senza farne parola con me. Potevo disconoscerla?
"Non dovresti essere tu a badare a loro? Non mi sembra tu stia lavorando in questo momento."
"Ho deciso di prendermi la giornata libera. Porterò Hope alla nuova SPA del centro. Ne avremo per diverse ore."
"Tu sei la madre!" esclamai arrabbiato dalla sfacciataggine di mia sorella.
"E tu sei lo zio, non potrei lasciarli in mani migliori."
"Se hai qualche problema puoi sempre chiamare Alec. A lui piacciono i bambini." si intromise Hope annuendo con il capo. Da quanto tempo si erano preparate quella scenetta? Sembrava andassero in sincronia.
"Mi piacerebbe vedere Alec alle prese con B&B. Vedila come un'esercitazione per il futuro."
"Non stiamo parlando di un'esercitazione anti incendio."
"No, prendila come un'esercitazione per diventare padri. Un giorno servirà ad entrambi...dopotutto la tecnica già ce l'avete, fratellino se ci metterai più impegno nelle vostre questioni amorose vedrai che anche voi due procreerete." ridacchiò lei con fare sornione.
"Alec non è una donna!" mi irritava ogni volta che si parlava di quelle cose per prenderci in giro.
"Lo sapevo! Grazie di avermi confermato che è Alec quello che riceve."
"Certe cose vorrei proprio non saperle." mormorò Hope arrossendo dall'imbarazzo mentre mia sorella se la rideva di gusto.
"Alice smettila di parlare della mia vita sessuale!"
"Perché dovrei? E' la cosa più interessante di cui parlare in questi giorni. E poi siamo tutti adulti, possiamo tranquillamente discutere di sesso e di quante volte lo fanno i nostri cari fratelli. Non è vero Hope? Io penso che alla fine non battete chiodo così tanto spesso. Mi sbaglio?" c'era una fossa dove nasconderne oppure sotterrare la mia consanguinea?
"Sinceramente vorrei evitare di immaginare scene di mio fratello che fa sesso estremo con il tuo."
"Oddio! C'è un modo per scomparire proprio in questo momento?" mormorai nascondendomi il volto tra le mani.
"Scene di sesso estremo? Hope hai letto qualche nuova fanfiction su loro due?"
"Non mi sono addentrata fino ai particolari...ho letto la trama e alcuni commenti. Praticamente è una storia bds dove Damon sottomette Alec con pratiche...diciamo stravaganti e piuttosto potenti. Hanno commentato che nemmeno una volta lo fanno a letto e che a Damon piace molto legare il suo bottom." rispose seraficamente la ragazza con le guance rosse. Da dove aveva preso tutto quel coraggio all'improvviso.
"Oddio...scrivono questo di noi?" ero sotto shock.
"Si e tanto altro ancora...c'è persino qualcuno con la fissa di sgusciare i gamberetti, ma sinceramente non l'ho capita bene."
"Wow! E chi dei due doveva sgusciare i gamberetti?"
"No! Basta! Ti prego zio Voldy, lanciami un Avada Kedavra in questo momento! Fallo adesso!"
"Quanto sei drammatico! Comunque fratellino benvenuto nel complicato e profondo mondo delle fanfiction, dove ogni fans ha libero arbitrio per trascrivere la propria fantasia e dire cosa mettere dove e quando. Tra l'altro penso che facciate più sesso in quelle scene erotiche che nella realtà. Ho letto di certe cose che tu faresti ad Alec ed altre di come lui ti ricambia con entusiasmo e..."
"Alice basta! Ci sono dei bambini di la!" esclamai allarmato guardando verso il corridoio che portava alla mia camera da letto.
"Appunto, sono di la a giocare con Choco. E poi non è la prima volta che ascoltano queste cose sul loro zio."
"Giuro che chiamo i servizi sociali se continui così." la minacciai. Ero sconvolto da quelle parole. Cosa pensavano i bambini di me? Avevo quasi paura a chiedere.
"Che paroloni. Tratto bene i miei figli."
"Povera infanzia. Non potevi lasciarli insieme al tuo ex?"
"C'è un motivo per cui è diventato il mio ex e poi i bambini volevano vedere zio Moon. Hai il coraggio di buttarli fuori di casa?" a quelle parole, i bambini sbucarono fuori come se avessero ascoltato tutta la conversazione. Per caso c'erano delle telecamere nascoste e qualcuno che presto sarebbe uscito a gridarmi che era tutto uno scherzo? Dov'era quella persona? La stavo ancora aspettando.
"Zio Moon ti prego!" mi supplicarono i bambini.
"Possiamo restare qua con te? Ti prego!"
"Zio Moon vogliamo stare con te!"
"Caro fratellino ti hanno fottuto." mi sussurrò Alice dandomi una gomitata. Sapeva benissimo che non avrei potuto dire di no. Mi aveva fregato alla grande.
"Mamma cosa vuol dire fot..." iniziò a chiedere Bryce ma lo bloccai appena in tempo prima che finisse di ripetere la frase della madre.
"Mamma voleva dire che sono fregato perché sa benissimo che non so dirvi di no." mi affrettai a replicare.
"Allora possiamo restare?"
"Si piccola. Sono tutto vostro oggi." asserii sorridendo mentre le accarezzavo i capelli.
"Siiiiii!! Verrà anche zio Alec a giocare con noi? Voglio giocare a calcio ma tu sei una pippa."
"Bryce! Chi ti ha imparato quella parola?"
"La mamma. Lo dice spesso su papà. Dice anche tante altre cose." era meglio non venire a conoscenza di certe cose.
"Zio Moon quando chiami zio Alec?" mi chiese Bryce. Ormai era solo interessato al mio compagno, sembrava non fossi più il suo idolo.
"Non sono sicuro che sia libero."
"Tranquillo, gli ho mandato un messaggio dieci minuti fa. Gli ho scritto che era urgente e che ti serviva aiuto perché eri in difficoltà. Forse ho menzionato qualcosa come del fatto che tu ti sia fatto male. Penso che correrà più veloce del tempo." disse Hope consultando il proprio cellulare con aria soddisfatta. Dov'era finita la timida ragazza che avevo conosciuto? Mia sorella l'aveva trasformata in un mostro.
"Come sei astuta sorella, hai imparato in fretta." le batté il cinque Alice dopo aver risposto la tazza nella lavastoviglie.
"Se fosse preoccupato mi avrebbe chiamato ma non ho sentito niente..." mormorai confuso cercando di ricordare dove avevo lasciato il cellulare la notte precedente. Mia sorella si fece avanti prendendo dalla tasca della giacca l'oggetto che tanto stavo cercando.
"17 chiamate e 33 messaggi. Ti ho sequestrato il cellulare. Ha chiamato anche Brian che lo ha ignorato volutamente."
"Da quando voi due siete diventate così culo e camicia?" mi sembrava un incubo. Controllai tutte le notifiche che mi erano arrivate e mi preoccupai del tono allarmato dei messaggi che Alec mi aveva lasciato. Volevo uccidere mia sorella!
"Da quando i nostri fratelli hanno finalmente deciso di togliersi le fette di salame dagli occhi e iniziare una storia d'amore pari a un film della Disney. Solo più hot...o almeno, lo spero per voi." volevo essere figlio unico.
"Alec ha ripreso a chiamarmi. Sembrerebbe davvero agitato." commentò mostrandoci il nome si suo fratello nel display del suo cellulare.
"Questo è il segnale per noi di andarcene. Forza Hope andiamocene. E' ora di lasciare improvvisare i bambini fare da genitori ad altri bambini. Sai, uno di questi giorni dovremmo fare qualcosa insieme...tipo un'intervista dove potranno chiederci di tutto sui nostri fratelli. Sarebbe grandioso." ridacchiò Alice prendendo sotto braccio la giovane per dirigersi insieme verso la porta d'ingresso. I bambini la salutarono a mala pena in quanto erano impegnati a rincorrere Choco in salone.
"Sono d'accordo con te, non puoi immaginare quanti retroscena posso spifferare su Alec e la sua cotta."
"Ferme!" tentai di bloccarle invano.
"Arrivederci fratellino, prenditi cura dei bambini. E mi raccomando! Prima di fare cose sporche assicurati che stiano dormendo!" mi salutò mia sorella allegramente prima di sbattermi la porta in faccia.
"Zio Moon cosa vuol dire fare cose sporche? Dobbiamo lavare qualcosa?" mi chiese Bonnie spaesata.

Dopo l'uscita di scena di mia sorella e Hope, riuscii a contenerli per i primi dieci minuti poi ci fu il caos. Ognuno voleva fare una cosa diversa e nessuno sembrava volesse ascoltarmi in alcun modo, nemmeno Choco che passava dall'uno all'altra scodinzolando con entusiasmo. Non sapeva nemmeno da chi dover restare ma sembrava non importargliene, era felice di giocare con i bambini che continuavo a chiamarlo. Persino quando Bonnie gli mise una forcina con una farfalla rosa non fece storie. Si sarebbe fatto fare di tutto da quei due. Peccato che ad Alec ogni tanto abbaiava ancora, che cane ingrato. Cercai di star loro dietro ma mi sembrava un'impresa ardua, sistemavo una cosa e subito dopo mi si presentava un altro problema dalla parte opposta. Non potevano giocare insieme? Dovevo escogitare un piano per attirare la loro attenzione ed evitare che mi demolissero la casa e il cane, anche se ormai per lui avevo poche speranze. Si sarebbe fatto comprare da un paio di coccole e qualche croccantino. Ero sempre riuscito a stare con loro senza troppe difficoltà, eppure in quel momento non mi sentivo pronto. Cosa mi stava succedendo? Ero fuori fase? Recuperai Bryce al volo mentre stava quasi per cadere a terra perché aveva avuto la brillante idea di salire sulla sedia, allungandosi verso il mobile della cucina, per prendere la scatola di cereali. Mi ci mancava solo quello. Nello stesso istante, Bonnie agguantò Choco dicendo qualcosa al riguardo di fargli il bagno e lavargli i denti con spazzolino e dentifricio. Presi la bambina e il cane con il braccio libero e rimasi in piedi a prendere finalmente fiato con tutti e tre che penzolavano ai miei fianchi a mezz'aria. Per loro era divertente, come essere su una giostra, per me era tutto sfiancante. Se dovevo passare tutto il giorno con loro qualcosa doveva cambiare e subito. All'improvviso qualcuno digitò il codice della porta ed entrò di corsa in casa con il fiatone e sguardo allarmato. Scandagliò la sala finché i suoi occhi non si posarono sulla scena che aveva di fronte e rimase interdetto per alcuni secondi.

"Chi sei? Zio Moon lo conosci?" mi chiese Bonnie continuando a guardare il nuovo arrivato con curiosità.
"Zio Moon?" l'espressione del mio compagno sembrava un punto di domanda vivente. Non aveva mai sentito il nomignolo con il quale mi chiamavano i miei nipoti.
"Si, sono io. Ciao Alec." lo salutai con un cenno del capo e un mezzo sorriso frustrato sulle labbra.
"Zio Alec? E' lui zio Alec?" continuò a chiedere Bryce strattonandomi la maglietta. Li misi giù cercando di non farli cadere. L'espressione di Alec si fece sempre più stralunata al suono dell'appellativo con il quale lo aveva chiamato il bambino.
"Hope mi ha mandato un messaggio dicendo che era urgente...pensavo ti fossi fatto male."
"Diciamo che rischio la vita di tutti qua dentro." sbuffai facendo smuovere il ciuffo mentre mettevo le mani ai fianchi.
"Vedo che sei un po' in difficoltà." il mio compagno finalmente ridacchiò rilassandosi.
"Da cosa lo hai capito?"
"Zio Alec possiamo giocare a calcio insieme?" Bryce gli si piazzò davanti per richiamare la sua attenzione.
"Non state dimenticando qualcosa? Non vi siete nemmeno presentati e già partono le richieste? Ricordatevi le buone maniere."
"Scusa. Io sono Bonnie e lui è mio fratello Bryce." disse la bambina affiancando il gemello.
"Piacere, io sono Alec. Sono un amico di vostro zio Damon." sorrise chinandosi verso di loro.
"Mamma ha detto che sei il suo fidanzato. Perché dici che sei suo amico?"
"Mamma ha detto che non si deve mai mentire."
"Mamma ha detto questo?" boccheggiò Alec perdendo per un secondo la sua compostezza. Non se lo sarebbe mai aspettato quel risvolto e nemmeno io. Ma i bambini non avevano peli sulla lingua e di certo non sapevano quando fermarsi.
"Dovrò scambiare qualche parola con mia sorella." mormorai massaggiandomi il collo.
"Si, sono il fidanzato di vostro zio." affermò il mio compagno con sicurezza. Sembrava si fosse liberato di un peso di dosso. Vedevo l'orgoglio nel suo sguardo e nelle sue parole.
"Alec non..."
"Non si deve mentire, lo ha detto la mamma. E poi posso finalmente dirlo ad alta voce senza dovermi guardare alle spalle per paura che qualcuno ci riprenda. Mi piace poterlo dire a qualcuno, anche se si tratta soltanto di due bambini. Però questi due piccoletti sono tuoi nipoti, quindi molto importanti per te. Mi basta per il momento. Cosa stavate facendo?" chiese chinandosi di nuovo verso di loro per cambiare argomento. Sorrisi al suo discorso. Capivo cosa voleva dire, avrei tanto voluto dire al mondo intero la verità su di noi ma non potevo. Non ancora, forse mai. Ero con le mani legate e con il desiderio di essere onesto fino in fondo sulla nostra relazione.
"Lo zio oggi non è divertente. Io volevo fare il bagnetto a Choco e lavargli i denti."
"Io volevo mangiare i cereali."
"Più che mangiare i cereali li hai sparpagliati per terra. Facciamo una cosa, adesso aiutiamo lo zio a riordinare quello che avete combinato. Dopo faremo qualcosa tutti insieme...e cercheremo di lasciare stare in pace il cane prima che azzanni qualcuno e penso proprio che potrei essere io il mal capitato della situazione. Cosa ne dite? Aiutiamo lo zio? Non facciamolo troppo disperare, altrimenti non ci vorrà più con se." mormorò lui lanciandomi un sorriso micidiale che mi andò dritto al cuore. Quanto adoravo quel ragazzo.
"No! Zio Moon ti prego non lasciarci!"
"Zio Moon non ci vuoi più bene?"
"Vi vorrò sempre bene, anche se siete delle piccole pesti come qualcuno di mia conoscenza. E di certo non vi abbandonerò mai, ma dovete darmi una mano e ascoltarmi. E' meglio giocare tutti insieme che da soli. Non è vero?"
"Si zio Moon."
"Zio, Choco si sta mangiando i cereali!"

Ripresi al volo il cane, che cercò di dimenarsi per tornare a scrofanare gli ultimi cereali ancora dispersi per terra, e vidi che i bambini si misero ad aiutare Alec per pulire il disastro. Sperai che Choco non si sentisse male più tardi per poi finire con il vomitare il suo spuntino extra. Mi starnutì in faccia e una terribile alitosi mi salì alle narici facendomi storcere il naso dal disgusto. Ma cosa diamine gli davamo da mangiare? Nemmeno una confezione intera di mentine avrebbe potuto risolvere il problema. Lo rimisi a terra non sapendo più chi sgridare, se lui o se Bryce, e per tutta risposta iniziò ad abbaiarmi contrariato da quello che gli avevo negato. Si prospettava una giornata alquanto incasinata.
Mentre Alec si dedicava ai bambini, rispondendo alle loro mille domande con estrema pazienza, mi misi all'opera per preparare qualche spuntino da dare loro da mangiare. Conoscevo le preferenze di tutti e tre e per fortuna potevo accontentarli, peccato che poi avrei dovuto fare la spesa altrimenti non ci sarebbe stato più niente per cena. Rimasi ad ascoltare per alcuni minuti quel chiacchiericcio insistente ridacchiando quando Alec dovette fare alcune pause lunghe per cercare qualche risposta appropriata da dare loro senza entrare troppo nel panico. Lo vidi più volte arrossire vistosamente, ma riuscì sempre a cavarsela egregiamente. Il mio piccolo grande uomo messo alle strette da due bambini abbastanza tenaci da sfinirlo con le loro richieste. Erano come un bel quadretto, vederli insieme mi ispirava tenerezza. Come Alec mentre faceva sedere Bonnie sulle sue gambe e accarezzava i capelli di Bryce, tutto quello mi rendeva sempre più orgoglioso del mio compagno. Io volevo quel quadretto. Avrei voluto tutto quello con lui, un giorno. Il pacchetto completo, niente escluso. Forse stavo andando troppo oltre, avevamo sette anni di differenza e pensieri diversi. Per lui era fin troppo presto pensare a certe cose, per me era diverso. Forse era l'età o la voglia di costruirmi una famiglia tutta mia. Ogni tanto questo desiderio faceva capolino nella mia testa ricordandomi che c'era altro oltre la carriera. Però non era il momento giusto. Chissà quando e se sarebbe mai arrivato. E specialmente con chi. Sapevo già chi avrei voluto al mio fianco, lo avevo già trovato da tempo ma non volevo fare il passo più lungo della gamba. Già una volta avevo commesso l'errore di credere che piacevo veramente a una persona, non avrei commesso di nuovo lo stesso sbaglio imponendomi a qualcuno. Di certo non lo avrei fatto con Alec. Li chiamai per dire loro di mettersi a tavola e mangiare. Apprezzarono il cibo e continuarono con le domande-risposte di prima includendomi nella discussione. Mi sorprendeva la pazienza che aveva Alec nei confronti dei miei nipoti. Sarebbe diventato un ottimo padre un giorno. Era bello dividere il compito di prendersi cura di quei bambini con lui, era riuscito a rendermi tutto più facile e divertente. Finalmente Choco si era messo a dormire ai piedi del divano, sembrava esausto. Peccato che non succedesse anche a quei due di essere stanchi. Alla fine del pasto, sparecchiarono la tavola e dissi loro di andare a giocare con lo zio Alec che avrei pensato io ai piatti. Iniziai a sistemarli dentro la lavastoviglie finché non sentii qualcuno dietro di me abbracciarmi stretto. Sorrisi abbandonandomi al calore di quel corpo.

"Zio Moon? Perché ti chiamano così?" mi chiese lui sussurrandomi all'orecchio.
"Quando hanno iniziato a parlare facevano fatica a dire il mio nome, specialmente Bonnie. Riusciva a dire soltanto Mon per tanto tempo, da li sono rimasto zio Moon dopo avermi sentito parlare della luna e delle stelle." sorrisi raccontandogli quell'anedoto dell'infanzia dei miei nipoti.
"Parlavi dell'universo a dei bambini piccoli?"
"In quel momento ero un po' in fissa. Diciamo che tra le ninna nanne e i racconti fantastici di One Piece ci aggiungevo sempre qualcosa di astrologico."
"Pensavo ci avresti messo anche i super eroi della Marvel."
"Fatto."
"Sei proprio un nerd." ridacchiò lui prendendomi in giro.
"Ma a te questo nerd piace." mormorai con sicurezza mettendo le mie mani sulle sue. Mi piaceva la sua stretta si di me.
"Ne sei proprio convinto? Non mi sembra che tu mi piaccia poi così tanto." quella piccola peste voleva essere sculacciato.
"Buono a sapersi, vorrà dire che se vorrai qualche favore sessuale da me dovrai pregarmi in ginocchio e spera di essere fortunato. Potrei anche non concedertelo."
"E a chi altri vorresti concederlo? Ti ricordo che è proprietà privata." mi disse Alec, facendomi girare di scatto verso di sé per poi toccarmi il cavallo dei pantaloni. Qualcuno lì dentro si stava già risvegliando.
"Allora marca il territorio. I tuoi segni sul mio corpo stanno sparendo." ribadii io fissandogli le labbra carnose. Avevo così tanta voglia di baciarlo.
"Se non la smetti ti mordo il culo."
"Parli parli ma fai mai quello che dici. Sono minacce fatte a vuoto? Peccato." sbuffai girandomi di nuovo nel suo abbraccio per dargli le spalle.
"Ci sono i bambini di la." mormorò lui mettendomi il mento sulla spalla per guardare verso i miei nipoti.
"I bambini c'erano già quando mi hai abbracciato in questo modo strofinandoti sul mio culo. Hai iniziato tu. E' normale che poi l'aspettativa sia alta." mi lamentai.
"Stai mettendo il broncio?"
"Ti stai strofinando ancora sul mio culo? Allora si, sto mettendo il broncio perché sto sentendo quanto sei felice di essere in questa posizione. Devo essere io questa volta a ricordarti che sono presenti dei minori in questa casa?"
"Stanno disegnando, sono impegnati." sussurrò lui mordicchiandomi il lobo dell'orecchio. Chiusi gli occhi perdendomi nella sensazione della sua bocca su di me. Ero veramente frustrato.
"Lo sai che in questo momento sei incoerente? E poi lo sai che è meglio non iniziare una cosa che non puoi portare a termine."
"Odio tua sorella." sbuffò lui sciogliendo l'abbraccio per mettersi al mio fianco appoggiato al bancone.
"Benvenuto nel club."
"Anche tu sei parecchio duro qua dentro." mi stuzzicò lui sfiorandomi nuovamente il pacco. Sarei impazzito presto se non avesse tolto la mano da li.
"Alec! Ti ho avvisato."
"Voglio solo toccare un po' ciò che è mio." ridacchiò sfacciatamente continuando a fissare la sporgenza nei miei pantaloni che supplicava per avere un po' delle sue attenzioni.
"Non è il tuo joystick."
"Però ti piaceva come lo maneggiavo l'ultima volta."
"Mi piaceva di più la tua bocca." ribattei al suo orecchio succhiandogli il lobo con fare lascivo. Sapevo giocare a quel gioco meglio di lui.
"Oh, piace molto anche a me la tua." ansimò Alec portando indietro la testa per lasciarmi libero lo spazio al suo collo. Era una tentazione troppo appetibile. Lo sfiorai con le dita e lo sentii rabbrividire al mio tocco, mi fermai prima di dare vita a un vietato ai minori.
"Piccolo stiamo andando troppo oltre. Se i miei nipoti ci beccassero in questo momento, come spiegheresti loro le nostre erezioni?"
"Direi loro che allo zio Moon piace molte quando lo zio Alec fa certe cose e che lo zio Alec viene ringraziato a dovere a gran voce."
"Non eri tu quello che urlava di più qualche sera fa? Per fortuna non c'era nessuno a casa...e il fatto di non aver ricevuto ancora nessun reclamo da parte dei vicini forse è un bene. Non potrei mai dimenticare quelle grida e tu che mi artigliavi la schiena. Il mio gattino ha gli artigli affilati." lo presi in giro avvolgendo il mio braccio sulla sua spalla. Lui arricciò il naso imbarazzato.
"Dovrei presentarti Joker, così potresti sentire quanto sono affilati i suoi di artigli."
"Apprezzo solo quelli del mio gattino. Però forse è meglio staccarci un po' così poi potremmo andare a giocare con loro. Hai promesso a Bryce di giocare a calcio."
"E a Bonnie di farmi qualche acconciatura cool. Guardali, sono bellissimi insieme in questo momento. E pensare che quando sono arrivato c'era una confusione unica. Non sembrano nemmeno figli di Alice. Vedo molto di te in Bonnie e qualcosa anche in Bryce." sorrise con affetto Alec guardando i bambini. Avrei dovuto dirgli che prima mi sembravano un quadretto di famiglia? Forse meglio di no.
"Sai, mia sorella mi ha detto che dovremmo farlo più spesso se vogliamo avere dei bambini nostri." gli dissi muovendo più volte il sopracciglio per fargli capire veramente a cosa mi riferissi.
"Che problemi ha?"
"Me lo sono sempre chiesto anch'io...però sono sempre favorevole a farlo più spesso."
"Mi trovi sempre pronto Teddy Bear. Ha detto qualcos'altro?"
"Che se vogliamo fare delle cose sporche dovremmo farle dopo esserci assicurati che i suoi figli stiano dormendo sul serio. Tua sorella era d'accordo con lei. Hope ha tirato in ballo anche delle fanficion erotiche su noi due. Lo sapevi che tua sorella leggeva queste cose? Parlava di bsd...volevo nascondermi." scossi la testa cercando di dimenticare quel ricordo che ormai era diventato un chiodo fisso nella mia mente.
"Oddio! Certe cose non le voglio proprio sentire!"
"Sai...però mi è venuta qualche idea. Potrei procurarmi un paio di manette. Dovrei chiedere aiuto a Brian."
"No ti prego! Dopo che ci ha comprato i preservativi la prima volta non sono più riuscito a guardarlo in faccia per tanto tempo. Non farmi questo." mi supplicò lui nascondendosi il volto con le mani.
"Allora vada per la vendita on line...oppure vuoi interessartene direttamente tu? A me sta bene." vidi le sue orecchie andare a fuoco e ridacchiai divertito.
"Torno dai tuoi nipoti, almeno con loro posso parlare di qualcosa che non sia manette e frustini."
"Non ho parlato di frustini...ti interessano? Non ti facevo così perverso." non sapevo che potesse arrossire ancora di più. Era troppo divertente metterlo in imbarazzo in quel modo quando eravamo da soli.
"Tu! Taci! Se non alzi il culo e ci raggiungi entro due minuti te ne pentirai amaramente. Allora si che rimpiangerai il frustino."

Ridacchiai divertito alla sua battuta e lo seguii appena avviata la lavastoviglie. Choco si riprese nello stesso istante in cui mi unii a loro, come se mi stesse aspettando, e andò da ciascuno di noi per chiedere le coccole. Aiutammo i bambini con i disegni e mi presero in giro per come avevo riprodotto su carta il mio cane. Effettivamente era riuscito male e persino lo stesso soggetto ebbe qualcosa da ridire abbaiandomi contrariato come se fosse a conoscenza delle mie poche doti artistiche. Scoppiai a ridere appoggiando la testa alla spalla di Alec mentre lui mi accarezzava i capelli divertito. I bambini furono impietosi verso il mio capolavoro e decidemmo di fare una gara su chi avesse disegnato meglio Choco. La vinse a mani basse Bryce, a quanto pareva aveva ereditato le doti artistiche del padre. Almeno una nota positiva di quell'uomo che si vedeva raramente e del quale mia sorella ne criticava ogni minima cosa fatta nella sua vita. Mi ero sempre chiesto come mai lo aveva sposato, come mai ci era cascata con tutte le scarpe. Parole sue, non mie. Bonnie mi si sedette in grembo per aiutarmi a colorare il disegno, le posai un bacio sul capo e la feci ridere facendole il solletico al fianco. Anche le soffriva facilmente il solletico come sue zio. Quando la bambina convinse Alec a farsi una nuova acconciatura, il mio compagno si sedette ai miei piedi e rimase pazientemente fermo sotto le manine di Bonnie che si misero all'opera per legargli i capelli in cima. Sembrava avesse una fontana in testa o un piantina che stava crescendo, mi veniva da ridere. Spesso anch'io glieli legavo in quel modo quando erano troppo lunghi e vedevo che gli davano fastidio. Era carino e la scena era molto domestica, come se noi cinque insieme stessimo formando una famiglia. Il mio compagno chiuse gli occhi e sorrise quando gli accarezzai il collo con le dita. Quando Bryce lo supplicò di andare a giocare a calcio, Alec annuì e gli disse di andare a prendere il pallone mentre si alzava e diceva che anche a Bonnie ed io avremmo dovuto partecipare alla partita. Gli dissi che non era giusto e che avrebbero vinto a mani basse, Alec mi prese in giro sfidandomi apertamente. Presi da parte mia nipote e le dissi che avremmo dovuto batterli in astuzia per poter avere una minima chance di vittoria. In pratica avremmo dovuto fare di tutto per barare, forse era brutto insegnare certe cose a una bambina ma in quel momento ne valeva la pena. Suggellammo il patto stringendoci i mignoli e li raggiungemmo nel giardino seguiti da un Choco del tutto esaltato. La partita iniziò e come da copione ci rifilarono i primi due goal senza nemmeno che li avessimo visti. Sbuffando infastidito, feci un cenno con il capo a mia nipote e lei mi schiacciò l'occhiolino. Appena partì l'azione, lei si fiondò verso Alec attaccandosi alla sua gamba mentre io sollevai in aria Bryce facendolo ridere a crepapelle mentre mi gridava di rimetterlo giù e che lo stavo imbrogliando. Quando riprendemmo a giocare, ci scambiammo i ruoli. Bonnie salì sulle spalle del fratello mettendogli le mani sugli occhi, per poco non caddero per terra. Io presi in contropiede Alec, che cercò lo stesso di puntare alla nostra porta, e lo abbracciai da dietro sollevandolo da terra. Lui non fece resistenza, si lasciò andare al mio abbraccio ridendo spensierato mentre gli soffiavo all'orecchio. Mi disse che quello non era il modo di giocare e che lo stavo prendendo in giro, ma non sembrava importargliene più di tanto. L'importante era che ci stavamo divertendo tutti e quattro insieme anche senza seguire le regole. Choco giocava in entrambe le squadre e più volte lo vidi ribaltarsi su se stesso mentre saltava per cercare di prendere inutilmente la palla. Quando non ce la fece più, Bonnie lo prese in braccio e lui le leccò la mano in segno di riconoscenza. Io continuai a importunare Alec agguantandolo nella mia stretta mentre Bryce aveva tutto il giardino libero per segnare il goal. Non c'erano dubbi su quale squadra avesse vinto quella partita. L'unico punto che avevamo segnato era stato perché il mio compagno si era fatto da parte, per pura cortesia, quando Bonnie stava tirando. Con me non aveva usato nessuna gentilezza, nemmeno quando per distrarlo gli avevo dato un bacio sul collo e lui per tutta risposta mi aveva spinto per passare la palla a mio nipote e farlo segnare. Poi mi aveva scoccato un sorriso soddisfatto lanciandomi un'occhiata lussuriosa che avrebbe fatto rabbrividire chiunque, sembrava stesse scandagliando ogni parte di me con la luce a infrarossi. Mi sentivo nudo sotto quello sguardo attento, poi quando si mise a mordersi il labbro inferiore per me fu la fine. Non poteva farmi restare in quello stato eccitato proprio mentre stavamo giocando con i bambini. Era sadico! Che frustrazione, sbuffai voltandomi dall'altra parte per cercare di calmare il fratello dei paesi bassi che si stava svegliando. Fermo li! Ci mancava soltanto quello. Avrei dovuto seriamente cercare quelle manette su internet, giusto per rendergli pan per focaccia. Quelle fottutissime labbra dolci e carnose...troppo appetitose per non assaggiarle. Giocava sporco e lo sapeva. Avrei voluto trovare un modo in quel momento per tenerle occupate.
Bonnie mi supplicò, con ancora Choco in braccio, di suonare la chitarra così lei poteva cantare. Acconsentii di buon grado e presi il mio strumento, lasciando gli altri due bambini a fare passaggi tra di loro. Mi sedetti in un angolo del giardino con mia nipote e il mio cane e iniziai a pizzicare le corde. Bonnie riconobbe gran parte delle canzoni che stavo suonando e iniziò a cantarle insieme a me battendo le mani a ritmo. Quella piccolina aveva grinta da vendere. Poteva fare molte cose se quello era veramente il suo sogno e se continuava ad esserlo. L'avrei aiutata se ce ne fosse stato bisogno, ma poteva anche soltanto essere un desiderio momentaneo e in futuro cambiare parere. Un po' lo speravo per lei. Speravo in un futuro più tranquillo e felice per lei. Era troppo incasinata la mia vita tra alti e bassi e gli haters che dedicavano tutto il loro tempo per buttarmi giù, di certo non avrei mai desiderato questo per mia nipote. Mai. Meritava tutto il meglio possibile che questa vita poteva riservarle, lo stesso valeva per suo fratello con la fissa di diventare un calciatore. Adesso Alec sarebbe stato il suo idolo in eterno, aveva già messo da parte lo zio Moon. Pazienza, me lo sarei dovuto aspettare che prima o poi sarebbe successo ma un po' faceva male passare in secondo piano per lui. Quasi senza neanche accorgermene, le mie dita mi indirizzarono alle prime note di Season of you.

"You are the warm breeze that pass through me when my heart is shaking.
Like a morning sun that clear away my loneliness.
You are the drizzle wind that blow to delighted my heart
Like a shining star in the darkness night
You are every season that Im waiting for, the only one in my heart."

Iniziai a cantare la prima strofa e scambiai un sorriso d'intesa con Alec. In quel sorriso ci leggevo un mondo intero. Ci leggevo il mio presente e il mio futuro, avrei voluto che fosse l'ultima cosa da vedere a fine giornata e la prima che mi desse il buongiorno. Era un toccasana per le ferite del mio passato. Quel sorriso mi faceva sempre rinascere, era contagioso per me. Continuai a cantare per Bonnie e lei mi venne dietro con tutto il suo entusiasmo. Anche lei amava quella canzone, nonostante a volte si lamentasse che fosse troppo lenta. Voleva che ne scrivessi una più ritmata da ballare e continuava a chiedermi sempre quando poteva farla ascoltare alle sue amiche. Le avevo detto che doveva aspettare come tutti gli altri e lei mi aveva messo il broncio per un'ora accusandomi di essere uno zio cattivo. Quella volta ero riuscito a rabbonirla portandola a cavalluccio sulle spalle. La prossima volta cosa avrei dovuto fare? Alec e Bryce si avvicinarono facendo dei balletti divertenti ad ogni brano che cambiavo. Tra una risata e un'altra passammo gran parte del pomeriggio. Ad un certo punto dissi loro che sarei andato a fare un po' di spesa ma Alec ed i bambini insistettero per venire con me. Non potevo rifiutarmi. Alec ed io cercammo di camuffarci in qualche modo tra mascherine e cappellini, tolsi persino le lenti a contatto per indossare gli occhiali nella speranza di sembrare meno riconoscibile ma mi sentivo lo stesso tutti gli occhi puntati addosso. Non serviva a niente nascondersi troppo, a quanto sembrava più si è coperti più si suscita l'interesse delle persone. Per fortuna quel mini market era vicino casa, almeno il gestore mi conosceva e non faceva troppe domande anche se questa volta non ero da solo o in compagnia di Brian. Mi ero portato dietro un quartetto che se fosse stato ripreso insieme a me avrebbe fatto scalpore nelle riviste scandalistiche nel giro di un nano secondo. "Famosi attori che interpretano una coppia gay sono usciti allo scoperto! Sono una coppia reale e questi sono i loro figli segreti!" Titoli del genere potevano distruggere tutto. Una carriera, una vita. Dovevo proteggere ciò che avevo di più caro con le unghie e con i denti. Se fossero comparsi titoli come questo sarebbe stata la fine, anche se avessero scoperto la vera identità dei gemelli lo scoop ci sarebbe stato lo stesso. Ricordai loro di fare in fretta e presi un cestino per poi seguire i bambini dentro. Alec prese in braccio Choco visto che all'improvviso non sembrava volesse camminare oltre, sfaticato di un cane. Era arrivato al suo limite giornaliero, almeno finché Bonnie non si fece avanti e lui si dimenò dalla presa del mio compagno per andare a seguire la piccola di casa con adorazione. Tutto d'un colpo gli erano tornate le energie, mica stupido. A turno, iniziarono a riempire il cestino anche di cose inutili che riposi di nuovo al loro posto. Dopo un'attenta discussione su cosa volevano per cena, i bambini insistettero per mangiare degli hamburger con patatine. Io li obbligai a prendere anche delle verdure e alla fine raggiungemmo un compromesso. Per fortuna Alec aveva smesso di fare tutti questi problemi ed era più accomodante. Bryce continuava a cercare di infilarmi sacchetti di patatine nel cestino, vidi il mio compagno schiacciargli un occhiolino d'intesa e, ogni volta che li rimettevo a posto, Alec mi aggirava alle spalle per fare di nuovo canestro e riprendere quelle dannate patatine. Bonnie rise di gusto vedendo quei due scambiarsi un cinque e Choco si unì ai festeggiamenti abbaiando. Quattro contro uno, avevo perso in partenza. Alec continuò a fare canestro con altre confezioni che mio nipote gli passò, tutto questo sotto lo sguardo spazientito e spento del commesso che stava controllando che non gli rovinassimo la merce in esposizione. Perché dovevo fare soltanto io la parte dell'adulto? Bryce mi saltò sulla schiena per cercare di bloccare ogni mia mossa mentre quella peste del mio compagno tirava fuori dal cestino la verdura aiutato da Bonnie. Tradimento! Presi in braccio mia nipote e minacciai Alec di aizzargli contro Choco se non avesse rimesso a posto tutto ciò che avevano tolto. Lui praticamente mi rise in faccia, almeno finché il cane non gli si piazzò ai piedi saltandogli alle ginocchia per abbagliargli contro. Per fortuna avevo ancora un po' di ascendente su quella piccola palla di pelo. Appena entrarono altre persone, tornammo in una sorta di serietà unanime e concludemmo nel fare la spesa il più rapidamente possibile come se fossimo una famiglia normale. Bonnie mi prese per mano e ci incamminammo tutti verso casa. Dopo aver cucinato loro dei panini degni del miglior fast food in circolazione, ci riunimmo insieme a divorare tutto ciò che avevo messo a tavola. Eravamo tutti affamati e alla fine mangiarono pure le verdure dopo aver ricordato loro che avevamo il gelato come dessert. Alla fine i bambini si piazzarono sul divano di fronte alla televisione per scegliere qualcosa da guardare quella sera mentre noi adulti finivamo di sistemare la cucina e avviare la lavastoviglie. Ci stuzzicammo persino in cucina. Lui che prese lo strofinaccio per tirarmi una frustrata sulle cosce, ridendo come un pazzo alla mia smorfia di dolore, ed io che per tutta risposta dopo averlo rincorso attorno al tavolo gli scoccai una forte e sonora sberla sul sedere che sicuramente avrebbe lasciato la sua impronta. Dopo che lui lanciò un grido di sorpresa mista a dolore, mosso dal rimorso, mi avvicinai per massaggiargli la natica in questione abbracciandolo per chiedergli scusa. Lui mi morse la spalla e sgusciò fuori dal mio abbraccio ridendo per poi raggiungere i bambini sul divano. Mi aveva preso in giro ancora una volta. Sospirando esasperato, andai in sala dagli altri mentre mi massaggiavo la spalla offesa. Portai con me una ciotola grande di pop-corn appena fatti, il mio compagno aveva già messo sul tavolino delle bevande. Mi stravaccai sul divano accarezzando Choco al mio fianco che finalmente chiuse gli occhi per il suo meritato riposo. I bambini decisero di guardare un film della saga The Avangers e si misero comodi a sgranocchiare e a gustarsi le scene di azione alcune delle quali furono imitate da Alec e Bryce in chiave melodrammatica. Bonnie mi si accoccolò in grembo quando iniziò ad avere sonno ed io presi ad accarezzarle i capelli con affetto. Alec ci guardò e sorrise, gli feci un cenno come per chiedergli a cosa stesse pensando ma lui scosse la testa e tornò a guardare il film rispondendo a una battuta di mio nipote. Quando finalmente anche Bryce iniziò a sbadigliare con la testa sulla mia spalla e i piedi sulle gambe di Alec. Restammo a guardare il film fino alla fine e poi, di comune accordo senza parlare, portammo entrambi uno dei gemelli in braccio fino alla stanza degli ospiti dove li cambiammo per poi infilarli a letto e lasciarli dormire. Un Choco tutto assonnato, arrancò a fatica al nostro fianco, lo presi in braccio e lo posai sul materasso dove si accoccolò ai loro piedi per riposare con loro. Presi in mano il cellulare e scattai una foto. Ormai non sapevo più nemmeno quante ne avevamo fatte quel giorno. Altri ricordi da portare con me da rivedere quando ne avrei avuto più bisogno. Tornammo sul divano a fare un po' di zapping con la televisione, Alec mise un programma con i suoi comici preferiti e restammo a ridere alle loro battute assurde. Mi sdraiai e posai la testa sul suo grembo. Ero sfinito.

"Alice deve tornare per prendere i bambini?" mi chiese lui prendendo a giocherellare con i miei capelli.
"No, le ho detto di passare domani mattina. Sarebbe stupido portarli a casa adesso che stanno dormendo."
"Sembravano due angioletti."
"Da addormentati."
"Smettila, ti sei divertito tanto anche tu oggi. Ammettilo, sei innamorato di loro." mi stuzzicò lui facendomi il solletico sul collo. Peccato che quello era un punto dove ne soffrissi poco.
"E' stata una bella giornata. E si, adoro quelle piccole pesti. Grazie del tuo aiuto tesoro." mormorai stringendogli un ginocchio con affetto e gratitudine.
"Puoi sempre chiamarmi quando vuoi una mano con loro. Magari potremmo organizzarci a portarli in giro da qualche parte. Ne sarebbero felici."
"Potremmo provarci con le dovute precauzioni nel cercare di mantenere la nostra privacy. Magari portarli all'acquario...sarebbe divertente. Dovrò parlarne con la nuova squadra di supporto."
"Hai già trovato le persone giuste per il tuo studio?"
"Penso di si. Potremmo fare grandi cose insieme, sembrano promettenti."
"Un po' mi mancherà Brian."
"Lo so, anche a me. Specialmente il fatto che non potremmo più avere interazioni pubbliche insieme. Mi mancheranno i suoi post con alcuni momenti rubati dietro le quinte."
"Si...come quelli dove ti scattava foto mentre dormivi." ridacchiò lui divertito prendendomi in giro.
"Quello lo fai anche tu."
"Senti chi parla! Quante me ne hai scattate l'altro ieri sul set?"
"Non è colpa mia se ogni volta ti becco stai sempre a dormire sotto la tua copertina azzurra. A volte mi sento geloso di quella copertina che può avvolgerti tutto e tenerti al caldo." misi un finto broncio.
"La prossima volta puoi raggiungermi, c'è spazio anche per te sotto quella coperta. E puoi sempre abbracciarmi e tenermi stretto. Prometto di non lamentarmene." mi portò alla bocca una manciata di pop-corn ed io gli leccai le dita per provocarlo.
"Scemo. Verrai alla festa per Brian la prossima settimana?"
"Non me la perderei per niente al mondo. Verranno anche i miei genitori e Paul. Brian è sempre stato un buon amico con tutti noi, ci ha dato una mano più volte senza chiedere niente in cambio." in quelle poche parole, Alec aveva descritto alla perfezione il mio ormai quasi ex manager. Mi ero appoggiato molto a lui in tutti questi anni, adesso dovevo riuscire a costruire un rapporto lavorativo con altre persone e cercare di fidarmi di loro lasciando parte della mia carriera nelle loro mani. Era arrivato il momento del mio grande passo in solitario, ero un po' in ansia.
"Vuoi andare a letto?" gli chiesi vedendolo stropicciarsi gli occhi. Mi alzai dal divano stiracchiandomi la schiena.
"Possiamo restare un altro po' qui? Mi piacciono molto le coccole sul divano."
"Va bene, però voglio prendermi cura di te anch'io. Alzati."

Alec eseguì la mia richiesta ed io tornai a sdraiarmi sul divano su un fianco battendo la mano sullo spazio libero accanto a me. Lui sorrise e si accoccolò contro la mia schiena portando il mio braccio sulla sua pancia. Si strusciò contro di me come un gattino che voleva mettersi comodo e strinse la mia mano con la sua dopo averla portata alle labbra per posarvi un bacio. Strinsi più forte la sua mano e gli baciai il collo. Si poteva stare meglio di così? Restammo in quella posizione per molto tempo, a prenderci cura l'uno dell'altro tra baci e carezze, senza prestare nemmeno troppa attenzione al programma televisivo. Non seppi nemmeno quando ci addormentammo, sapevo soltanto che la mattina successiva ci svegliarono le urla eccitate dei bambini e il sorriso furbo di Alice che ci guardava tra il vapore della sua tazza di caffè. Cos'altro aveva combinato questa volta? Sbuffando mi stiracchiai indolenzito mentre cercavo di risvegliare il mio compagno che, durante la notte, si era girato affondando la sua testa sul mio petto. Era bellissimo e il mio desiderio di baciarlo in quel momento era alle stelle, ma non avrei dato soddisfazione alcuna a mia sorella. C'era un modo per farli scomparire tutti e restare da solo con Alec? Con un sospiro insoddisfatto, iniziai la mia giornata piena di impegni.
Stavo provando da ore lo stesso pezzo e l'insegnante non era ancora soddisfatta e nemmeno io, sapevo di poter dare di più. Era un progetto a cui tenevo molto e volevo dare tutto me stesso in queste canzoni, anche durante le prove. Volevo migliorare sempre di più. Volevo mostrare il meglio di me stesso a tutti, anche alle male lingue per le quali non avevo alcun talento. Soprattutto a loro volevo fare cambiare idea, dire loro che non ero solo un bel faccino sorridente. Amavo quelle canzoni, le avevo scelte apposta per renderle mie. Rispecchiavano molti momenti della mia vita e quelle che ovviamente avevo più a cuore erano le mie. Season of you in cima a tutte, ricordavo ancora il giorno in cui l'avevo fatta ascoltare per la prima volta ad Alec. Le sue lacrime erano state la mia felicità. Non avrei mai potuto dimenticare quel giorno, con quella canzone era iniziata ufficialmente la nostra relazione. Tra pianti coccole e sorrisi eravamo arrivati fin lì, mi sembrava quasi un miracolo. C'erano già altre canzoni in fase di lavorazione, alcune scritte interamente di mio pugno, ma nessuna avrebbe battuto la prima. Ed era proprio su quella canzone che puntavamo per lanciare il primo singolo. Ne stavamo provando varie versioni per trovare accordi e intonazioni giusti. Il giorno della presentazione per quella canzone si stava avvicinando e il lavoro che ci stava dietro era lungo e complesso, anche perché non avrei soltanto intonato le mie strofe ma avrei portato sul palco anche alcune cover. Con orgoglio della mia insegnante, mi ero impuntato anche a fare una versione acustica di SOY con l'accompagnamento dell'artista che avevo conosciuto tempo prima. I nostri sforzi stavano portando ad ottenere un buon lavoro, ma io volevo migliorarlo ancora di più e il mio nuovo accompagnatore non era mai stanco di aiutarmi. Era molto professionale e aveva anche suggerito, per un futuro, che avrebbe potuto aggiungere una parte rap alla mia canzone. Aveva tante idee da propormi, mi piaceva come lavorava e andavamo piuttosto d'accordo. Era nel campo musicale da decenni, mi sentivo il signor nessuno a suo confronto. Ero onorato del fatto che avesse accettato di collaborare per il mio progetto e di sicuro avrei accettato da lui qualunque suggerimento mi avesse voluto dare. Mi ritenevo molto fortunato per aver conosciuto dei grandi nomi nel campo musicale che mi avevano preso sotto la propria ala per aiutarmi con quella carriera. Credevano in me ed io mi fidavo del loro giudizio, anche per questo motivo non volevo deluderli in alcun modo. Quando finalmente prendemmo una pausa e Brian mi porse il thermos, alcuni colleghi della mia insegnante mi presentarono un ragazzo un po' strano che si faceva chiamare Nice. In realtà conoscevo già la sua musica e mi piaceva, l'avevo ascoltata varie volte e il suo nome era uscito fuori varie volte con la mia coach quando parlavamo di possibili collaborazioni. Non sapevo se si potesse fare ma la sua presenza in quella stanza mi lasciava grandi aspettative. Sembrava simpatico quel ragazzo e quando ci lasciarono da soli, iniziammo a parlare tra di noi scambiandoci opinioni su canzoni e interpretazioni. Spesso avevamo pareri simili, altre volte intavolammo delle discussioni in merito. Lo ascoltai attentamente perché volevo imparare a conoscerlo meglio come artista. Mi interessavano le sue opinioni. Sentivo che potevamo instaurare una buona amicizia. Parlammo dei miei progetti futuri in campo musicale e lui sembrò alquanto stupito delle mie idee. Scherzando, disse che avevo più fans di lui che mi seguivano sui social ed io gli diedi qualche dritta su come comportarsi con loro, di essere più presente e coinvolgerli di più nella propria carriera. Mi sembrava strano che dovessi dare io a lui dei suggerimenti in merito, ma se voleva accumulare più fans doveva cambiare qualcosa. Io tenevo molto al mio rapporto con i followers, forse fin troppo a volte. Mi preoccupavo più per loro che per me stesso. Gli feci ascoltare SOY e lui si complimentò dandomi la sua schietta opinione. Cercò di cantare il ritornello leggendo il testo che aveva in mano, aveva una bella voce melodica anche se era più abituato ad altri ritmi.

"Com'è baciare un uomo?" esordì Nice con curiosità guardando il cellulare. Che domanda del cavolo era?
"Com'è baciare una donna?" gli chiesi di rimando per capire dove volesse andare a parare.
"Bello...morbido e dolce."
"Anche le labbra di un uomo sono così. Non c'è molta differenza. Il bacio può essere dolce come può essere rude, casto o bramoso con tanto di denti e risucchio. Dipende da chi stai baciando e in che relazione sei con quella persona."
"Tu hai baciato diversi uomini sul set, hai molta esperienza."
"Sei curioso di sapere com'è baciare un uomo?"
"No grazie, preferisco ancora il sapore di una donna. Perché? Volevi farmi da cavia?" ridacchiò lui continuando a guardare il cellulare.
"Non credo proprio."
"Perché sei impegnato?"
"Tutto questo per sapere se le voci che circolano su di me sono vere?"
"Tutti sono curiosi. Siete sotto i riflettori e gli occhi di tutti. Deve essere estenuante."
"Non pensavo ti interessassero queste cose...e nemmeno che conoscessi le serie televisive dove ho partecipato."
"Mi sono informato quando mi hanno parlato di te. Alcuni miei fans hanno persino la tua faccia nella foto del loro profilo. Ero curioso di sapere chi fossi."
"Spero di non avere deluso le aspettative."
"Per niente, mi hai incuriosito ancora di più. Penso che sarà molto interessante lavorare con te."
"Per me è lo stesso. Grazie di esserti unito al gruppo. Facciamo un buon lavoro insieme."

Ci stringemmo la mano per siglare il nostro accordo e la nascita di una nuova intesa professionale. Avremmo fatto grandi cose insieme, ne ero convinto. Dovevamo lavorare molto e trovare un'intesa tra le nostre due voci. Ero felice che il mio progetto stava prendendo forma sotto i miei occhi. Adesso restavano da convincere altre persone del campo musicale, avrei tirato un sospiro di sollievo soltanto a cose fatte. Speravo soltanto di poter interessare ad altri cantanti che mi avrebbero dato la loro fiducia. Forse Nice poteva darmi una mano in quello. Fui impegnato tutto il giorno tra lo studio di registrazione e il mio nuovo team da istruire sui vari programmi del calendario e su altre cose annerenti. Volevo dare loro delle linee guida su come voler impostare la mia agenzia. Adesso ero diventato CEO, per me era un nuovo compito difficile. Speravo di non combinare disastri e fare i miei interessi e quelli dello studio nel modo giusto. Non avrei seguito l'esempio di chi prima mi comandava a suo piacimento per poi mollarmi e mettermi in un angolo quando le cose si facevano complicate. Non lo avrei mai fatto con chiunque fosse entrato nella mia agenzia. Era una promessa che mi ero prefissato fin da subito. Sarei stato in grado di essere un buon CEO?
Quando mi riportarono a casa, ebbi a mala pena il tempo di mandare un messaggio a tutti quelli che dovevo vedere quella sera per confermare l'orario e mi fiondai a farmi una doccia. Ero stanco e sapevo che avrei avuto bisogno di riposo ma dovevo aspettare ancora un po' perché dovevo aiutare mia madre a sistemare la casa per il party. Choco non era di certo di aiuto visto che continuava a starci tra i piedi. All'ingresso di Alec e dei suoi genitori, mia madre li mise subito all'opera. Non riuscii nemmeno a salutarlo come volevo, nessuno osava contraddire mia madre. Persino la madre di Alec era d'accordo con quello che diceva la mia. Sembrava si fossero trovate, come io avevo fatto con il mio compagno. Peccato che erano due stacanoviste della perfezione, peggio di me. A parte qualche sguardo languido e sorriso sfacciato, Alec ed io restammo a fare i loro galoppini. Seppi solo più tardi che aveva provato a contattarmi varie volte, tra chiamate e messaggi, per sapere come stavo e cosa stavo facendo. Gli chiesi scusa, tra una pausa e un'altra, raccontandogli che ero stato impegnato tutto il giorno per lavoro. Volevo sapere se c'era qualcosa di urgente che volesse dirmi ma lui si strinse nelle spalle con un mezzo sorriso. Non voleva dire niente ma sentivo che sotto mi stesse nascondendo qualcosa. Era strano il suo atteggiamento da "facciamo finta di niente". Sembrava turbato da qualcosa ma continuava a insistere solo sul fatto che gli ero mancato quel giorno e che adesso dovevamo pensare alla festa di addio per Brian. Solo quello era importante in quel momento. Sapevo di non dover insistere troppo con lui, quando se la sarebbe sentita avrebbe condiviso con me le sue preoccupazioni...peccato che durante tutta quell'attesa sarei rimasto io quello con l'ansia addosso. Cos'era successo? Mia madre mi spinse uno scatolone tra le braccia dicendomi di sistemare i festoni in sala ed io automaticamente seguii l'ordine. Accantonai in un angolo della mia testa lo strano atteggiamento di Alec e tornai al lavoro in attesa dell'arrivo degli altri invitati e del festeggiato stesso. Quando finalmente fu tutto pronto, nemmeno fosse il ricevimento di un matrimonio, e tutti coloro che dovevano partecipare furono presenti la festa poté iniziare. Doveva essere un party di addio ed eravamo tutti un po' tristi, ma facemmo di tutto per restare su con il morale. Non era un funerale, Brian lo avremmo potuto rivedere in qualche momento libero e di sicuro lo avrei chiamato ma non più come prima. Le nostre strade si sarebbero divise dopo quella sera e a lui sarebbe stato assegnato un altro artista da seguire. Magari uno più facile da gestire e senza troppe pretese, che non avrebbe creato scandali come il sottoscritto. Lo speravo per lui, avrebbe avuto meno grattacapi. Brian sembrava contento quella sera, ci ringraziò più volte mentre James lo assordava fischiandogli una trombettina per le feste di compleanno nelle orecchie. Poverino, se avesse avuto voglia di uccidere il mio amico gli avrei di certo dato una mano. Alec si avvicinò al mio ex manager insieme a sua madre per parlargli, sembrava fosse tornato spensierato come prima. Mi tranquillizzai un po'. Finalmente potevo vedere quel sorriso genuino spuntare sul suo bellissimo volto. Sorrisi anch'io e mi mischiai alla folla unendomi al chiacchiericcio degli amici. Quella sera stavo letteralmente chiudendo con il passato. Cosa mi sarebbe aspettato l'indomani?


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In ritardo come al solito ma posto lo stesso. Spero vi piaccia e spero anche che qualcuno commenti.
Comunque se volete trovare gli edit per i capitolo li trovate sul profilo IG boobii_waanjai1718
Fatemi sapere cosa ne pensate.
xoxo

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Capitolo 14
*** Non risponde ***


Behind your gaze 13
POV Alec

Stavo aspettando nella sala riunioni dell'agenzia da tempo insieme a Paul, ero decisamente annoiato e rischiavo di addormentarmi su quella sedia se non avessi fatto al più presto qualcosa. Quanto altro ancora ci avrebbero fatto aspettare? Uno dei superiori del mio manager ci disse per la seconda volta che qualcuno era in ritardo e di pazientare ancora un po', nel mentre ordinò alla sua segretaria di portarci qualcosa di fresco da bere. Sorrisi alla donna che mi servì una bibita del brand che stavo promuovendo. Mi piaceva quel gusto fruttato, non era troppo dolce e in quel momento fu una manna dal cielo. Presi in mano il cellulare e iniziai a guardare le foto che avevo scattato quel giorno con Damon e i suoi nipoti. Mi ero divertito un sacco quella giornata. Avevano orchestrato tutto le nostre sorelle prendendoci in contro piede e cambiandoci i programmi con l'aiuto dei manager. Hope mi aveva persino fatto perdere dieci anni di vita quando mi aveva fatto intendere che Damon si era fatto male e aveva bisogno di me. Ero corso a casa sua con l'agitazione in corpo per paura di fare tardi e maledicendo tutti perché non rispondevano al telefono. Non mi sarei mai aspettato di vedere la scena che mi si presentò davanti. Il mio uomo con due marmocchi sollevati ai suoi fianchi e Choco che mi diede il suo benvenuto abbaiando mentre il suo sedere penzolava per aria. Era un nuovo tipo di sollevamento pesi? Fu una scena epica, non sapevo nemmeno come avevo fatto a non ridergli subito in faccia. Avrei dovuto ricevere l'Oscar solo per quello! Poi finalmente avevo conosciuto i suoi nipoti, li avevo adorati fin da subito. Mi aveva sempre incuriosito conoscere il rapporto che legava zio e nipoti, sapendo com'era fatto Damon, attento e premuroso per le esigenze degli altri, vederlo direttamente alle prese con due bambini era stato esilarante e dolce allo stesso tempo. Erano fortunati Bonnie e Bryce ad avere uno zio come lui, un giorno lo avrebbero apprezzato di più. Il mio compagno stravedeva per loro, avrebbe fatto qualunque cosa gli avessero chiesto senza dire di no. Dopo aver visto quel quadretto era facile immaginare Damon felice a giocare con i propri pargoletti a pendere dalle loro labbra amandoli sopra ogni cosa. Sarebbe diventato un super papà. Peccato che restando con me non avrebbe potuto avere dei figli, o almeno non con il suo stesso DNA. Se non altro, almeno per tutto il tempo che saremmo rimasti insieme. Non volevo gufare sulla nostra relazione ma avevo sempre un po' di timore che sarebbe successo qualcosa di brutto che ci avrebbe fatti andare ognuno per la propria strada senza avere più la possibilità di vederci. Non volevo tutto ciò, peccato che non tutti erano d'accordo con il mio pensiero. Fattori esterni continuavano a mettersi in mezzo. Sembrava ci fosse vietato avere una storia sana e normale come tutti gli altri. Ero infastidito da tutto questo accanimento contro di noi. Perché non potevano lasciarci un po' di spazio per respirare ed essere liberamente noi? Non volevo dovermi costantemente nascondere agli occhi di tutti se amavo una persona. Specialmente se si trattava di Damon. Avrei voluto gridarlo al mondo intero che lui era solo mio. Che schifo di vita. Se avessi scelto un'altra carriera forse avrei avuto più libertà nell'amare la persona che volevo, ma non potevo immaginare una carriera diversa per Damon. Forse il professore? Se fosse andata così avremmo perso un vero e proprio talento come lui. No, impossibile toglierlo da quel mondo. Sarebbe stata impossibile lo stesso la nostra relazione. Sbuffai alquanto insoddisfatto. L'arrivo improvviso di un messaggio da parte di Alice fece fermare i miei tristi pensieri. Quando aprii la foto che mi aveva inviato mi tornò il sorriso. Quell'immagine era arrivata proprio al momento giusto, fu come una ricarica per me. Potevo già immaginare tutte le cose che il mio compagno avrebbe detto contro sua sorella e la sua mania di scattarci foto nei momenti meno adatti e troppo intimi, senza nemmeno chiedere il nostro permesso. Non mi sarei nemmeno sorpreso se l'avesse fatta scattare con furbizia a uno dei suoi figli. La salvai subito tra i preferiti e rimasi a guardarla per molto tempo. Ero innamorato di lui e adoravo le nostre foto insieme, la chimica tra di noi era lampante anche se eravamo addormentati sul divano stretti nell'abbraccio reciproco e inconsapevoli di tutto ciò che ci circondava. Quello era stato il mio risveglio la mattina successiva all'incontro con i gemelli, eravamo entrambi ancora stravolti per riuscire a carburare subito. Se non ci fosse stato nessuno probabilmente avremmo dormito insieme per almeno altre dodici ore. E forse fatto anche altro avendo un po' di tempo a nostra disposizione e nessuno che ascoltasse gemiti e grida di estasi. Sarebbe stato troppo imbarazzante.

"Nel vostro mondo dei sogni, sempre insieme. La prossima volta chiudetevi nella vostra camera!"

Ridacchiai leggendo il suo messaggio e le spedii un'emoji preferendo non commentare. La inoltrai a Damon, non riuscendo a resistere. Quella era la parte migliore di noi. Vedevo solo amore in quella foto.

"Insieme siamo migliori. Con il mio calorifero personale non ho bisogno di una copertina."

Gli inviai il messaggio poco prima dell'entrata in scena della persona che tutti stavano aspettando. Chase, un nome e una garanzia per farmi venire l'acidità di stomaco. Cosa ci faceva lui la dentro? Rimisi il cellulare in tasca e mi sistemai sulla sedia in modo teso, iniziando a picchettare ripetutamente con la gamba. Sembrava avessi un tic, in realtà ero soltanto nervoso dalla sua presenza. L'ultima volta non ci eravamo di certo lasciati in modo pacifico e con Damon non ne avevo più parlato. Restava sempre il famoso scheletro nell'armadio che nessuno aveva voglia di tirare fuori. Dannato Chase. A mala pena gli feci un cenno con il capo continuando a fissarlo in modo accigliato. Per tutta risposta, lui mi sorrise con entusiasmo con un luccichio divertito nello sguardo. Cosa stava combinando? Sarebbe stato maleducato da parte mia andarmene in quel momento? Le opzioni erano tre: andarmene, fargli un occhio nero oppure restare seduto ad ascoltare. Le prime due opzioni stavano vincendo sull'ultima. Se la sarebbero presa quelli dell'agenzia che ci avevano chiamato per parlare di un nuovo progetto?

"Adesso che siamo tutti presenti possiamo iniziare a parlare di lavoro. Voi due vi conoscete già? Avete bisogno di presentazioni?"
"No, grazie. Ci siamo già presentati qualche tempo fa. Abbiamo amici in comune. Come stai Alec?" la sfrontatezza di quel ragazzo mi dava sui nervi. Come poteva comportarsi in quel modo come se nulla fosse mai successo tra di noi?
"Magnificamente e tu?" quasi ringhiai mentre mi sforzavo a distendere le labbra in una sorta di sorriso.
"Sempre al top. Grazie ad aver detto a Damon che lo stavo cercando. Alla fine siamo riusciti a parlare." di cosa diamine stava parlando? Quando era successa una cosa del genere? Non mi aveva detto niente? Era vera quella notizia o mi stava prendendo in giro ancora una volta?
"Mi fa piacere che vi conosciate già. Non perdiamo ulteriore tempo allora, il tempo è denaro. Alec volevamo proporti un nuovo progetto dove dovrai affiancare Chase per il suo rientro nelle scene. Il modo migliore per tutti, per far tacere le male lingue, è quello di farvi collaborare insieme per dire che va tutto bene e che siete amici. Il progetto in questione è molto interessante. Qui c'è il copione di una nuova serie bl. Il casting per te è praticamente pura formalità, ti abbiamo già scelto fin dall'inizio. Sei perfetto per la parte. Ti prego leggi la sceneggiatura." il grande capo spinse davanti a me un plico di fogli e mi fissò con molta aspettativa. Guardai il copione come se fosse un vassoio pieno di vipere. Stava scherzando? Erano forse tutti impazziti li dentro?
"Perché avete scelto proprio me?" contai fino a dieci prima di porre quella domanda. Mi aspettavo che all'improvviso saltasse fuori qualcuno con la telecamera a dirmi che era tutto uno scherzo. Peccato che nessuno stava entrando in quella stanza.
"Perché sei un attore giovane e di successo. Tutti ti amano. Il personaggio che vorremo farti interpretare ti assomiglia molto." quelle parole mi infastidirono.
"Non mi conoscete per dire una cosa del genere. Piuttosto che essere riconosciuto come un attore giovane e di successo vorrei ricevere dei commenti positivi sulle mie doti recitative. Mi renderebbe più soddisfatto essere riconosciuto per i miei sforzi."
"Tu sei un bravo attore, è indiscutibile. Prova a leggere il copione, te ne innamorerai subito." cercò di portare la mia attenzione su quei fogli spingendoli ancora di più verso di me.
"Non mi sembra giusto nei confronti degli altri attori che devono superare i provini per ottenere una parte."
"E' vero ma tutti vogliono vederti in quella parte. Si ricrederanno appena ti vedranno in azione."
"Perché proprio me? Perché non qualcun altro di più famoso e bravo? Ce ne sono tanti di attori che accetterebbero subito l'offerta."
"Ma noi vogliamo te." esclamò lui con fermezza e con un sorriso da squalo. Pensava di essere convincente in quel modo?
"E' per via del mio rapporto con Damon? E' per questo che avete scelto me?" andai direttamente al nocciolo della questione senza nascondermi dietro a niente. Perché non essere onesti fino in fondo?
"Beh, si ma solo in parte. Noi vogliamo te."
"Lo avete già proposto a Damon? O avete avuto troppa paura per chiederglielo dopo le presunte accuse di molestie sessuali mosse da qualcuno presente in questa stanza? Pensavo che come al solito avreste avuto pochi scrupoli in merito."
"Alec!" esclamò allarmato Paul mettendomi una mano sul polso come a volermi fermare da qualunque cosa avessi fatto o detto. Era in panico e cercava di avvertirmi con gli occhi di smetterla.
"Questo ragazzo non ha peli sulla lingua. Non mi avevano detto che fosse così schietto."
"Infatti di solito non lo è." il mio manager cercò di blandire il capo con un mezzo sorriso di scuse.
"Mi dispiace di risultare sfacciato, ma voglio mettere subito le cose in chiaro. Non farò questa serie." dissi in tono risoluto allontanando il copione sulla scrivania.
"Come puoi dire una cosa del genere senza nemmeno aver letto il copione? Non può capitarti di nuovo una proposta del genere."
"Preferisco fare le cose nel modo giusto e ottenere certi ruoli per i miei meriti. Me lo ha insegnato qualcuno di molto importante per me." ribadii pensando all'espressione triste e turbata del mio compagno quando pensava di non essere visto ed era perso tra i suoi pensieri. Voleva farsi vedere sempre sorridente da me mentre io cercavo di fargli capire che accettavo tutto di lui, anche le parti negative e oscure del suo carattere. Vederlo triste mi faceva male al cuore.
"Potrebbe causarti dei problemi in futuro rifiutare così questa offerta. Ripensaci." quelle parole sembravano come una minaccia.
"Leggeremo con calma il copione e poi vi faremo sapere. Scusate Alec, oggi non si sente molto bene." Paul prese il plico di fogli e se lo mise nella borsa a tracolla che si portava sempre dietro con tutto il necessario che avrebbe potuto servirmi quando eravamo fuori.
"Forse è meglio. Parlatene tra di voi e prendete una decisione."
"Sareste proprio una bella coppia immaginaria tu e Chase. Pensaci." si intromise un'altra persona dell'agenzia che fino a quel momento era rimasta zitta ad osservare attentamente la crescente rabbia del suo capo verso di me.
"Grazie per questa opportunità. Adesso dobbiamo andare per un altro programma nel calendario. Ci sentiamo presto. Andiamo Alec." il mio manager si alzò in piedi di scatto tirandomi su. Salutò tutti con un cenno di scuse e qualche promessa vana e mi trascinò a forza fuori da quella stanza angusta e dall'agenzia stessa. Stavo letteralmente fumando di rabbia.

Ci trovammo per strada e mi sentivo ancora come un leone rinchiuso in gabbia. Continuavo ad andare a destra e a sinistra con la voglia di rompere qualcosa. Potevo sempre tornare su e spaccare la faccia a quella feccia infame.

"Che diamine ti è saltato in mente la dentro? Sei forse impazzito?" mi affrontò Paul con fare esasperato piazzandosi davanti a me per bloccarmi il passaggio.
"Non sono impazzito. Con quello li non voglio avere nulla a che fare!"
"Stiamo parlando di lavoro, non stiamo giocando e tu di certo non sei più un bambino. Non puoi rifiutare delle proposte di lavoro in questo modo. Sapevo che avrei dovuto portare tua madre per farti ragionare."
"Lo sapevi che ci sarebbe stato anche lui?"
"Me lo avevano accennato." fece un profondo sospiro e annuì mettendosi le mani sui fianchi.
"Lo sapevi e non mi hai detto niente! Lo sai cosa ha fatto quello stronzo a Damon?" cercai di non gridare ma non riuscivo a contenere la rabbia che avevo in corpo.
"So tutti i retroscena."
"E non ti importa? Non ti interessa cosa ha dovuto passare Damon a causa sua? Quanto abbia sofferto dopo quel video?"
"Non pensi che forse Chase abbia avuto ragione?"
"Lo ha praticamente accusato di molestie sessuali! E tutti gli haters gli sono andati dietro rovinando la sua vita e la sua carriera. Ti sembra uno scherzo? Lo conosci anche tu, Dam non è così!"
"Ne sei sicuro? Sei così sicuro della sua innocenza? Forse Damon non ti ha detto proprio tutto."
"Lui non mi ha detto proprio nulla ed io gli sto lasciando i suoi spazi. Quando se la sentirà me ne parlerà lui. Non si è mai professato innocente e so che si sente in colpa perché si prende sempre carico di tutti i problemi. Io mi fido di lui. Non metto in dubbio il fatto che ci abbia provato senza il suo consenso, ma da qui a bollarlo come molestatore no! Lui non lo è." ribadii con sicurezza infastidito dalle sue insinuazioni.
"E per questo motivo tu vuoi rinunciare a un'offerta di lavoro come questa?"
"Si. Assolutamente!"
"Quando la smetterai di combattere inutilmente delle battaglie per gli altri? Questo non è un tuo problema. Lascia che se la risolva il tuo partner per conto suo. Noi dobbiamo pensare alla tua carriera, non alla sua. C'è già altra gente pagata che lo segue per quel motivo. Inizia ad essere un po' egoista una buona volta. Damon direbbe lo stesso se lo venisse a sapere." quelle parole mi fecero agitare ancora di più. Era come una pugnalata alle spalle da parte sua. Da quando si comportava in quel modo?
"Vuoi raccontarglielo?"
"Se continui ad essere irragionevole si, lo farò. Almeno sarà lui a sgridarti visto che è l'unico che ascolti. Ha troppo potere su di te, non va bene. Non fare sciocchezze Alec, adesso torni a casa e ti leggi tutto il copione. Non voglio sentire altre scuse del genere uscire dalla tua bocca. Ripeto. Questo non è un tuo problema. Se vuoi avere successo e farti conoscere da tutti persino con il diavolo dovresti andare a firmare."
"Non mi trovo nella condizione di dover accettare tutto pur di fare soldi."
"Ne sei sicuro? Eri tu quello che aveva accettato di entrare nell'industria dell'intrattenimento sia perché ti affascinava questo ambiente sia perché volevi aiutare economicamente la tua famiglia. Ultimamente tuo padre non se la sta cavando bene con la sua piccola impresa, quel mercato sta lentamente morendo e non c'è molta richiesta. Non è vero? Cosa faresti se la situazione peggiorasse e vi servirebbe un aiuto economico in più per andare avanti? Pensaci Alec. Sei solo all'inizio della tua carriera, una mossa sbagliata come questa ti farebbe fare terra bruciata intorno a te. Damon ci è già passato dopo l'errore che ha commesso qualche anno fa. Ha avuto soltanto fortuna se Meg lo ha richiamato dopo quel provino, e parte di quella fortuna la deve a te che lo hai scelto per la vostra intesa. Rifletti attentamente sulle tue mosse Alec. Te lo direbbe pure lui."
"Merda." sbottai frustrato portandomi i capelli indietro. Sapevo che aveva detto la verità ma non riuscivo ad accettarlo lo stesso. Aveva tirato fuori i problemi della mia famiglia sapendo benissimo che erano il mio punto debole. Voleva ricordarmi cosa mi aveva spinto a quella carriera e che non ero il solo a dover decidere i miei progetti. In pratica ero con le mani legate ma avrei fatto di tutto per rinunciare a quella serie che mi avevano proposto. Non mi interessava leggere la trama.
"Sei ancora qui? Pensavo fossi già andato a piangere tra le braccia di Damon." esordì all'improvviso una voce alle mie spalle. Mi girai mentre l'acidità di stomaco tornava a farsi sentire più forte di prima. Perché non la smetteva di sorridere?
"E' meglio che tu stia zitto. Non sono dell'umore di scherzare." lo avvisai lanciandogli un'occhiataccia malevola che su di lui non fece nessun effetto.
"E' solo una serie televisiva. Cosa sarà mai? Al massimo dovremo scambiarci qualche bacio. Certo, avrei preferito recitare insieme a Damon visto il nostro affiatamento passato sulle scene ma pazienza. Andrai bene pure tu. Non so come baci, ma sai benissimo come bacia il nostro amico. Ricordo ancora i suoi baci come fosse ieri. Spero tu sia alla sua altezza."
"Ti diverte così tanto provocarmi? Perché diamine hai accettato quella proposta?"
"Perché per me va bene. E' stato già pianificato tutto da un po' di tempo per il mio rientro nelle scene. Avevo proposto Damon come co-protagonista ma la produzione voleva essere cauta e ha proposto te per quel ruolo. Ho accettato, non ho alcun problema. Ma forse quello che li ha sei tu. Sai, potresti dare una mano a un amico." disse lui mettendomi una mano sulla spalla con nonchalance.
"Tu ed io non siamo amici e mai lo saremo." scrollai la sua mano. Volevo darle fuoco.
"Va bene, non ti scaldare. Comunque ti ringrazio di nuovo per aver parlato a Damon. Mi ha contattato dopo."
"Non ci credo." scossi la testa con sicurezza. Non poteva essere vero.
"Vuoi vedere la cronologia delle mie chiamate? Oppure ti accontenti dei messaggi su Line? Sai, adesso non fa altro che cercarmi per chiedermi di vederci. Lo farò penare un altro po', ma in realtà non vedo l'ora di rivederlo. Mi è mancato." quelle parole decretarono la sua morte. Altro che il suo nome nella lista nera. Mi sarei goduto fino alla fine ogni dolore che gli avrei inflitto e solo quando mi sarei stancato lo avrei ammazzato.
"Stai alla larga da lui!" gli ringhiai a un palmo di naso strattonandogli il collo della maglietta.
"Non posso. Rivogliono vedere tutti i DC in azione e penso che presto lavoreremo di nuovo insieme. Probabilmente la coppia DamLec è agli sgoccioli. Quanto manca per la fine delle riprese della seconda stagione?"
"Alec non reagire." mi sussurrò Paul allontanandomi dal nemico. Cercai di ribellarmi dalla sua stretta, non riuscivo a pensare ad altro che a mettergli le mani addosso per fargli male.
"Stai attento alle tue parole." lo avvertii puntando un dito nella sua direzione non riuscendo a sbloccarmi dalla corporatura massiccia del mio manager.
"Cos'ho detto di sbagliato?"
"Chase scusaci, adesso dobbiamo proprio andare. Alec ha il calendario pieno. A presto."
"A presto." sorrise la feccia salutandomi con la mano. Era soddisfatto di quella scenata, come se non aspettasse altro.

Paul mi trascinò verso la sua macchina intimandomi di tacere e restare calmo. Eravamo ancora troppo vicini all'agenzia e i paparazzi potevano essere sempre dietro l'angolo, non avrebbe giovato a nessuno farmi vedere in quelle condizioni. Tranne a quegli avvoltoi che fiutavano a metri di distanza uno scoop pronto per essere spiattellato al pubblico. Mi prudevano le mani. Perché tutti cercavano di fermarmi ogni volta che volevo prenderlo a pugni? Se lo meritava, se non di peggio. La sua sfacciataggine era colossale e lui ci godeva a farmi perdere le staffe. Ci riusciva così bene, senza dover faticare tanto. Avevo bisogno di scaricare la tensione. Mi sentivo sul punto di esplodere. Le parole di Paul erano come un brusio in sottofondo, non mi diedi nemmeno la pena di ascoltarle. Chi volevo sentire era un'altra persona. Avevo bisogno di lui, di capire cosa stava succedendo. Dovevo sapere se quelle presunte chiamate e messaggi fossero veri e quanto avessi dovuto preoccuparmi. Mi aveva mentito? Aveva deciso di nascondermi delle cose? Mi aveva detto di non farlo ed essere onesto nella nostra relazione e lui non lo era con me? No! Stavo impazzendo. Presi il cellulare e selezionai il suo nome per avviare la chiamata. La linea era libera, rimasi in attesa per parecchio tempo ma non ci fu risposta. Ci provai altre volte ma niente da fare. Il risultare era lo stesso e il mio malessere aumentava. Non volevo avere dubbi su di noi, ma avevo bisogno di essere rassicurato. Avevo bisogno di sentire dalla sua voce che quelle erano solo menzogne e che tutto sarebbe andato bene. Anche i sospetti di Paul mi facevano male. Mi stavano mostrando un uomo che a mala pena riconoscevo. Damon non poteva essere così, io lo conoscevo bene e mi fidavo di lui. Allora perché quelle parole continuavano a tormentarmi? Provai a chiamarlo di nuovo ma partì la segreteria. Decisi di lasciargli dei messaggi su Line nella speranza che li leggesse quanto prima e che venissi richiamato. Con disappunto, notai che non aveva nemmeno visualizzato la foto che gli avevo spedito prima.

Quel giorno le riprese non prevedevano la presenza del mio compagno sul set. Era impegnato con i suoi progetti musicali e tanto altro ancora con la sua agenzia emergente. Praticamente non aveva più tempo libero per se stesso, figurarsi per me. Cercai di concentrarmi sul copione, ma il mio pensiero continuava a finire sempre nello stesso posto. James si accorse del mio nervosismo e fece di tutto per distrarmi da quei problemi imponendomi di esercitarmi con lui per poi propinarmi alcune delle sue battute stupide per alleggerire l'atmosfera. Dovevo essergli grato, era un buon amico. Si prendeva sempre cura di me quando non c'era Damon al mio fianco. Nell'arco della giornata provai più volte a contattarlo ma non ci riuscii. Mi sentivo sempre più abbattuto. Solo una volta Brian mi rispose al suo posto dicendo che stava provando con un nuovo cantante e che non aveva tempo. La conversazione era durata soltanto alcuni secondi nel quale lo sconforto mi fece buttare ancora più giù di morale. James non mi perse di vista un secondo, era il mio unico conforto in quella disastrosa giornata. Non potevamo ritornare indietro a quando eravamo felici e spensierati mentre stavamo giocando con i bambini?

Meg mi richiamò più volte cercando di farmi concentrare sulle battute. Mi chiese anche di dare una mano ad alcuni attori del cast nuovo per interagire meglio tra di loro. Erano imbarazzati, non era semplice fare certe scene con una persona dello stesso sesso se non lo avevi mai fatto. Io ero stato fortunato. Damon mi aveva aiutato molto fin dall'inizio. Un conto era flirtare davanti le telecamere ma era diverso quando si trattava di baci e la scena in questione era una di quelle. Dovevano girare il loro primo bacio. Per entrambi era la prima volta con una persona dello stesso sesso ed erano nervosi, come se non lo avessero mai fatto prima. Come potevo aiutarli? Baciare Damon la prima volta era stato talmente naturale per me che a mala pena mi ero reso conto di non essere da solo con lui. Sapevo di volerlo baciare da subito, non ho avuto nessun dubbio a tal proposito. Ero attratto da lui e in quel momento avevo seguito le mie emozioni. Non mi ero posto troppi problemi di sorta, lo avevo fatto e basta perché lo volevo. Non mi ero mai pentito di averlo baciato.

"Alec come hai fatto a baciare Damon la prima volta? Com'è stato? Non ti sentivi in imbarazzo nel baciare un uomo?" mi chiese Champ, il mio collega, guardandomi con un misto di espressione tra l'ansioso e l'interessato. Gli mancavano un taccuino e una penna e sarebbe stato il perfetto studente.
"In realtà, in quel momento non mi sono fatto domande. Sapevo che prima o poi avrei dovuto baciare un uomo, visto che mi trovavo a un casting per una serie bl, quindi ho preso in mano la situazione e ho seguito Damon. Poteva essere un semplice bacio a stampo, non era previsto che lo facessimo sul serio in quel momento, ma...diciamo che mi sono fatto prendere dall'entusiasmo." mormorai con un mezzo sorriso sulle labbra al ricordo di quel fatidico giorno che aveva cambiato tutto.
"In che senso ti sei fatto prendere dall'entusiasmo?"
"Stiamo parlando dei DamLec, certe cose non dovresti nemmeno chiederle dopo averli visti insieme. Li conosci anche da più tempo di me." ribatté Jaime, l'altra parte della sua ship e uno dei nuovi membri del cast.
"Cosa centra? Voglio sapere come è riuscito a baciare un perfetto estraneo con facilità. Ho bisogno di capirlo perché nella prossima scena tocca a noi e sinceramente non so come andrà a finire. Per me è la prima volta con un uomo, la cosa mi imbarazza un po'. Ho bisogno di aiuto da chi ne sa qualcosa in più. Ormai è un veterano nel baciare Damon. Hai qualche consiglio da darmi?"
"Adesso si che sono un po' in imbarazzo. Comunque ho seguito le mie emozioni. E' come se in quel momento stessimo comunicando con lo sguardo, si era creata una sorta di intesa. Damon pensava di darmi un semplice bacio, tipo solo lo sfiorarsi delle labbra, ma io mi sono lasciato andare a ciò che sentivo in quel momento e l'ho baciato. Un vero bacio che ha sorpreso entrambi. E come ben sai durante le prove ho continuato a farlo perché ormai per me era talmente naturale, non avevo più timori o altro. Siamo attori, è normale avere pubblico intorno a noi mentre giriamo delle scene. Devi solo superare l'imbarazzo iniziale e poi tutto andrà bene con la pratica. E' questione di abitudine." scrollai le spalle sentendo la nostalgia di quei giorni quando stavo iniziando pian piano a innamorarmi di lui. Perché continuava a non rispondere al telefono?
"Vedo ancora come continua a farti arrossire Damon e non parlo solo delle scene. Non hai detto che con il tempo l'imbarazzo scompare?" Champ continuava a insistere perché ancora non riusciva a comprendere una cosa che per me era così naturale fare, era diventata come una boccata di ossigeno puro.
"Ma stiamo parlando di Damon. Lui farebbe arrossire chiunque." Jaime aveva ragione ma il nostro collega sembrava non riuscire arrivare al nocciolo della questione.
"Beh se l'intimità è cresciuta così tanto tra di loro non dovrebbe succedere ancora."
"Ma dove vivi? Non li hai visti insieme?" stavo iniziando a spazientirmi. Diedi un'occhiata alla messaggistica del cellulare ma ancora Damon non aveva visualizzato niente.
"Quindi anche noi dovremmo essere più intimi per baciarci? Ma loro non lo erano stati all'inizio."
"Quindi cosa vorresti? Un appuntamento?"
"No grazie."
"Ragazzi, l'unico consiglio che posso darvi è di seguire le vostre emozioni. Altro non saprei dirvi. Con me e Damon ha funzionato alla grande." dissi loro con un sospiro. Non sapevo più cosa dirgli, il malumore era tornato.
"E se non c'è emozione? Che razza di consiglio è?"
"Cercate di crearlo in qualche modo. Oppure andate a chiedere a qualcun altro che ne sa di più." la mia uscita non era delle più felici ma sinceramente non me ne importava nulla. Avevo bisogno del mio spazio in quel momento.
"Magari possiamo chiedere a Damon se se lo ricorda ancora. Penso che per lui sia passato un bel po' di tempo."
"Bravo, vallo a chiedere a quel pozzo di esperienza che è Damon. Sempre se a te risponde al telefono." sbottai in collera al solo pensiero della grande esperienza del mio compagno.
"Calma amico. Fai un respiro profondo e non agitarti." si intromise James avvicinandosi e appoggiandomi una mano sulla spalla con fare amichevole.
"Vuoi essere tu il loro mentore? Insegna loro come baciarsi con naturalezza."
"Beh io non ho tutta questa esperienza...e di certo l'unica volta che ho baciato un uomo non ero al livello tuo e di Damon. Voi siete decisamente su un altro livello...hey!! Vengo in pace!" mise le mani in avanti come a placarmi. Sapevo che non avrebbe mai detto niente contro di noi e che quella non era una presa in giro, mi fidavo della sua amicizia. Dovevo solo calmarmi, non potevo andare avanti così. Non ero arrabbiato con loro, non si meritavano tutta la mia rabbia. Feci un profondo respiro.
"Si...scusatemi tutti. Oggi non ci sto tanto con la testa. Scusami ancora Champ."
"No...va bene. Non preoccuparti."
"Champ ed io ce la caveremo in qualche modo."
"Ragazzi, porto Alec a prendersi una boccata d'aria. Ci vediamo dopo."

James ed io camminammo per un po' e gli raccontai tutto ciò che era successo con Chase quella mattina. Il mio amico sembrava più frustrato di me per la situazione, ma cercò lo stesso di calmarmi e farmi ragionare. Dovevo ancora ascoltare la versione di Damon prima di giungere a conclusioni che probabilmente erano errate solo perché mi ero fatto abbindolare dalle parole di quell'idiota. Dalla sua espressione si capiva che aveva qualche dubbio che il mio compagno non avesse realmente contattato quella serpe ma non disse nulla al riguardo per non farmi essere ancora di più in ansia. Era amico di entrambi e di certo non mi avrebbe detto nulla contro Damon per alimentare i miei oscuri pensieri. Almeno lui era leale, peccato che conoscesse meglio di me il mio compagno e l'ascendente che Chase avesse su di lui. Per lavoro mi ero dovuto vedere le scene hot che avevano girato nella loro serie e sinceramente mi ero sentito fortemente a disagio. Non perché fosse una brutta scena e non sapessero recitare, anzi era tutto il contrario. La loro chimica sulla scena era spettacolare, dovevo ammetterlo, non potevo di certo dire il contrario. Avevano iniziato con il botto e di sicuro erano stati molto apprezzati dai fans che li avevano shippati subito come coppia reale, un po' come avevano fatto con noi. Dopo averli visti in azione potevo capire in che modo avessero alimentato le fantasie dei fans. Subdolamente, qualcuno mi aveva anche suggerito di vedere altri video di Damon e Chase fuori dalle scene per notare quanto fossero reali e in sintonia ma non lo avevo fatto. Mi erano già bastate le scene girate, non ero così scemo da tormentarmi ancora di più per farmi venire la voglia di cavarmi gli occhi e chiederne al mio compagno il risarcimento. Si diceva lontano dagli occhi lontano dal cuore. Mai un detto era stato così perfetto. Il lavoro era lavoro, la vita privata era tutta un'altra storia e avevo già casini con la mia in quel momento. Aggiungere altro sale nella ferita sarebbe stato da pazzi masochisti ed io non ero ancora arrivato a quel punto. La cosa che mi turbava maggiormente erano i confronti che facevano tra noi due, passato e presente. Damon non me ne voleva parlare ed io non potevo leggergli nella mente. Ero frustrato.

James mi portò in un piccolo locale vicino al set per prenderci da bere e continuai a tormentarlo con le mie fisse. Poverino, dovevano farlo santo. Quando Meg lo chiamò al telefono, mi disse che doveva tornare subito indietro per girare la sua scena ma che io potevo restare un altro po' li a far prendere aria al cervello. Per distrarmi, presi a giocare con il cellulare e passai il tempo in quel modo. Uccidere altri avatar mi aiutò a sbollire la mia voglia di colpire qualcun altro. Iniziai ad annoiarmi presto, e provai di nuovo a chiamare Damon. Niente. Non aveva nemmeno visualizzato i miei messaggi, sembrava sparito. Che senso aveva continuare a cercarlo? Mi arrivò la notifica di un fan che aveva menzionato il mio account su IG, non ci facevo più caso ormai da quante ne ricevevo al minuto. Fortunatamente quelle notifiche erano silenziose. Per curiosità, andai a vedere di cosa si trattasse e il link mi portò allo spezzone di una vecchia live di Damon dove strimpellava con la chitarra e rispondeva alle domande dei fans. Questo video risaliva a qualche mese prima del nostro incontro. Quando aveva ancora il cuore infranto e tutti sparlavano sul suo comportamento molesto e inaccettabile nei confronti del suo ex partner. Nonostante facesse di tutto per sembrare normale, si notava una certa tristezza nel suo sguardo. Era serio ma il suo sguardo profondo mi faceva capire quanto in realtà in quel momento si sentisse solo. Veniva voglia di andare accanto a lui e abbracciarlo per dire che sarebbe andato tutto bene.

"Onestamente al giorno d'oggi, penso che l'argomento sul genere sia molto discusso. Penso che se amiamo qualcuno sia una buona cosa non avere limitazione di genere. Bisognerebbe aprire di più mente e cuore quando si parla di amore. L'amore è amore. Per quanto mi riguarda, la persona che vorrei avere al mio fianco è qualcuno che mi faccia venir voglia di restare con lei per sempre, che mi faccia ridere. Qualcuno che mi faccia sentire bene e con cui so di voler passare il resto della mia vita. Quindi penso che potrebbe essere di qualsiasi genere. Ciò che è importante è sentirsi a proprio agio con questa persona e voler crescere con lei. In quel momento capirai che è la persona giusta con cui passare il resto della tua vita. Alla fine non si tratta di scegliere quale genere preferisci ma si tratta se questa persona è quella per te oppure no. Cosa provi quando stai con lei, come ti fa sentire. Se vedi un futuro insieme. Se capisci che è la tua persona giusta allora non hai bisogno d'altro."
Quelle parole mi fecero sorridere. Aveva ragione. Lui era la mia persona giusta, lo era sempre stato e l'avevo capito fin dall'inizio anche se non volevo ammetterlo. Avevo taciuto i miei sentimenti per lui non perché fosse un uomo ma per paura che per lui fossi solo un fratellino di cui prendersi cura e niente di più. Lui era la persona con cui voler crescere e con la quale costruire qualcosa di importante, ma dovevamo avere elle basi solide per farlo. Lui era la mia persona, ma io ero la sua? Secondo le opinioni dei fans si. Sotto il video avevano commentato che dopo i giorni tristi finalmente Damon aveva trovato me. DamLec forever. Per me era una novità essere così amato dai fans, c'era persino chi mi ringraziava di essere entrato nella sua vita e averlo fatto ridere di nuovo. C'erano anche quelli che mi dicevano che non ero nessuno paragonato a Chase e che potevo solo andare a nascondermi perché Damon mi stava solo usando e io usavo lui. Questi erano soltanto i commenti più soft, gli insulti peggiori erano decisamente più pesanti e crudeli. Risposi a un messaggio di mio padre mentre sorseggiavo distrattamente il mio succo di frutta. Lo avrei finito rapidamente e poi sarei tornato sul set dagli altri, quella era la mia intenzione almeno finché non mi si piazzò davanti un'ombra che cambiò all'istante i miei piani.

"Ciao straniero. E' da tanto che non ci vediamo." alzai di scatto lo sguardo al suono della sua voce e rimasi sorpreso. Era la mia ex che mi stava guardando con un sorriso felice e una borsa nuova di edizione limitata che le penzolava dal braccio. A quanto sembrava le cose le stavano andando bene dopo la nostra rottura.
"Veronica."
"Posso farti compagnia?" mi chiese indicando la sedia davanti a me che James aveva lasciato libera.
"Accomodati. A quanto pare il mio amico mi ha lasciato solo."
"Come stai? Ho letto tante cose di te negli ultimi tempi."
"Non credere a tutto quello che leggi. Sai quante cose inventano per fare un po' di gossip e aumentare le visualizzazioni per essere al top dei trend del momento. Spesso è solo spazzatura." ribattei accigliato facendo un gesto con la mano come se volessi scansare quella roba li.
"Lo so bene per esperienza. Quindi anche i pettegolezzi sulla tua vita amorosa con Damon sono falsi?" il suo sorriso sornione mi fece arrossire. Voleva soddisfare la sua curiosità e confermare chissà quali fantasie su noi due.
"No comment."
"Ah...no comment. Va bene, diamolo per buono. Sono contenta per te che si sia risolta la questione."
"Non con pochi problemi. Ogni giorni se ne presentano di nuovi. Com'è andata dopo lo scandalo dell'altra volta quando ci hanno beccati? Non vorrei crearti di nuovo altri casini per il fatto che siamo seduti insieme."
"Non preoccuparti. L'intervista che avete rilasciato entrambi ha aiutato a smorzare l'attenzione su di me. C'è voluto un po' di tempo, non è stato immediato, ma alla fine si è normalizzato tutto. Sono passata da ragazza chiusa nello stanzino delle scope a ragazza mollata per giusta causa. Il mio status è cambiato. Almeno hanno smesso di chiamare Damon sfascia relazioni." annuì con fierezza. Era bello vederla di nuovo spensierata, mi sentii meno in colpa per come era finita tra di noi.
"Non ne sono tanto sicuro. Gli haters sono sempre in agguato e ci vanno giù pesante per ogni minima cosa detta o non detta. C'è chi mormora anche di peggio di un semplice sfascia relazioni. Quello non è niente." feci una risata amara giocherellando con il bicchiere di vetro quasi vuoto.
"Come vanno le cose tra di voi? Vedo che state ricevendo tante pressioni da tutti i lati e siete sempre sotto i riflettori. Come riuscite a gestire la cosa? Non è pesante?"
"Più di quanto immagini, ma finché siamo insieme riusciremo a superare tutto."
"Perché non sembri tanto convinto delle tue stesse parole? Cos'è successo Alec?" il suo tono si fece serio e preoccupato.
"Niente. Lascia perdere." scossi la testa non volendo trascinarla in mezzo alle mie paranoie.
"Alec, anche se non ci sentiamo spesso siamo rimasti amici. Puoi raccontarmi tutto lo sai. Sono qui per ascoltarti e magari posso darti qualche consiglio. Un punto di vista esterno potrebbe servirti per capire meglio la situazione. Mi dispiacerebbe che tutto quello che ci è successo in passato non sia servito a niente."
"Il suo vecchio partner è tornato dall'inferno e vuole portarci dentro con se." affermai in tono esausto strofinandomi gli occhi.
"Chase? Oddio! Adesso capisco la tua faccia." esclamò lei in tono disgustato e battendo un colpo sul tavolo. Attirammo l'attenzione dei presenti e chiesi scusa con un cenno del capo. Dovevamo essere praticamente invisibili ma Veronica stava facendo di tutto per farci notare. Maledizione. Ci mancava solo quello.
"La mia agenzia sta spingendo a farmi accettare una nuova serie bl con lui come protagonista. Ho detto di no ma non so fino a quando potrò rifiutarmi. Non lo sopporto...non sopporto lui e la sua boria. Non sa quando smettere di parlare e continua a stuzzicarmi finché non è soddisfatto della mia reazione. Odio il suo sorriso."
"Ti capisco, la tua non è una bella posizione. Però Alec, rifletti bene sul rifiutare quella proposta. Nonostante la tua rabbia e il tuo disprezzo, quello è il tuo lavoro. Non ti sto dicendo di accettare ma solo di valutare le tue alternative e se ne vale veramente la pena. Così vincerebbe quello stronzo. Dovresti fargli vedere quanto vali e che in realtà c'è un motivo perché tu ti trovi dove sei adesso, al fianco di Damon, e lui è finito nel dimenticatoio per molto tempo e potrebbe anche restarci se vuoi la mia opinione. Vali di più di lui." cercò di risollevarmi il morale lei mettendo i capelli dietro l'orecchio. Forse era strano da parte di un ex dire certe cose e non portare rancore verso l'altra persona, ma sapevo che era sincera. Credeva seriamente in ciò che mi aveva detto ed io ero grato per il suo supporto.
"Non credo che a lui importi. Vuole solo farmi arrabbiare e ci riesce. E' impossibile scalfire le sue convinzioni su loro due."
"Magari se si comporta così è perché è proprio lui quello insicuro sulla loro situazione. Tu hai preso il suo posto e lui si ritrova con un pugno di mosche in mano. Ti ferisce come si sente ferito lui. Sei riuscito a parlare con Damon?" ecco la domanda del secolo.
"No, ho provato a chiamarlo tante volte ma non risponde perché è impegnato con il lavoro." sbuffai sconsolato.
"Cos'altro c'è che non ti fa stare tranquillo?"
"Ha detto che Dam lo ha contattato di recente e continuano a sentirsi."
"Tu gli credi?"
"Vorrei non farlo ma lui sa come influenzare le persone, è bravo in questo. Mi ha fatto entrare in paranoia e il fatto che non riesca a contattare Damon mi sta facendo andare fuori di testa."
"Ti fidi di Damon?"
"Si." annuii con sicurezza.
"Bene, allora continua a farlo. E' solo questo che conta. Dagli credito. Chiarisci ogni cosa con lui e non nascondergli niente, nemmeno le tue paure. Questo fa male in una relazione. Magari la storia è diversa da quella che credi. A quell'ipocrita piace molto incasinarti la testa, non abboccare sempre alle sue parole."
"Se dovessi scoprire che quello che ha detto è vero? Che si sentono ancora?"
"Capita a tutti di sentire vecchi amici...anche quelli che ti hanno sputtanato alle spalle. Non vuol dire niente. Dipende tutto dalle persone in questione e da quanto si è disposti a perdonare l'altro. Tutti commettiamo degli errori, l'importante è ammetterlo e cercare di rimediare. Specialmente se l'altra persona è importante."
"Penso che per Chase, lui sia importante."
"E per Damon?"
"Penso lo sia stato, almeno in passato. Non ne abbiamo mai parlato seriamente. A volte ho paura del fatto che il motivo per cui non ne voglia parlare è perché sta soffrendo e in realtà tiene ancora a lui. Questo mi annienterebbe."
"Questo te l'ho già detto un po' di tempo fa e te lo riconfermo adesso, relazione o non relazione. Sarà pure un bravissimo attore ma il suo sguardo non mente quando si volta verso di te. Tiene molto a te, nessuno può negarlo. Adesso io non so esattamente cosa pensa di Chase e che rapporto ci sia ancora tra di loro, ma posso garantirti che sei la sua priorità. Ucciderei per avere qualcuno accanto che mi guardi nello stesso modo in cui lui guarda te. Un misto tra amore incondizionato e voglio sbatterti subito al muro."
"Quindi la prossima volta dovrò venire a incontrarti in galera? Dovrò informarmi sugli orari di visita." ridacchiai divertito dalla sua fervida immaginazione.
"Spiritoso come al solito." fece una smorfia che mi fece ridere di più.
"Grazie per avermi ascoltato. Avevo proprio bisogno di parlare con qualcuno."
"Spero di essere riuscita a calmarti un po'. L'unica cosa che posso consigliarti è quella di non tormentarti troppo con questi pensieri e parlarne direttamente con Damon senza girarci intorno. Prima o poi dovrete affrontare il l'argomento. Non portarla troppo alle lunghe, in questo modo ti logori soltanto e non ti fa bene. Non voglio vederti soffrire. Ti voglio bene Alec." mi disse mettendo una mano sopra la mia poggiata sul tavolo.
"Ti voglio bene anch'io. Grazie per esserci stata quando avevo bisogno." le strinsi la mano facendole un sorriso di riconoscenza.
"Non dirlo nemmeno. A cosa servono a fare le ex amichevoli allora? Adesso basta parlare di te. Parliamo di me. Chi è che è riuscita ad ottenere un contratto con un nuovo brand?"

Restammo a parlare per un altro po' di tempo insieme, mentre lei mi informava sulle sue ultime novità di carriera. Ero felice per lei. Non la vedevo così contenta da molto tempo. Era rilassante parlare con lei, come fare un salto nel nostro passato quando non avevo ancora incontrato Damon e la nostra relazione andava ancora abbastanza bene. Mi era mancata la sua compagnia. Adesso mi sentivo più rilassato e meno ansioso rispetto a prima. Certo, il grande problema non era ancora stato risolto. Avrei dovuto aspettare un altro po'. Mentre scherzavo con Veronica mi arrivò un messaggio nella chat che aveva creato Damon per organizzare la festa di addio per Brian. Era il mio compagno che voleva ricordare ancora una volta che il party sarebbe stato quella sera e che dovevamo tutti prepararci. Lui e le sue manie di precisione non cambiavano mai. Mandai una emoji di conferma e tornai a parlare con la mia ex senza nemmeno accorgermi che qualcuno ci stava riprendendo di nascosto in una live di IG. Il mio unico pensiero in quel momento era se quella sera sarei riuscito a parlare con Damon.


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Ciao, ero in dubbio se postare o meno l'altro capitolo. Non so se vi piace oppure no la storia, vorrei avere qualche riscontro da chi la sta leggendo. Su Wattpad sta andando avanti, per chi volesse seguirla.
Fatemi sapere
Kia

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