Una vita insieme di Ellygattina (/viewuser.php?uid=649673)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Luna ***
Capitolo 2: *** Day 2: Domestic ***
Capitolo 3: *** Day 3: Pagine ***
Capitolo 4: *** Day 6: Corda ***
Capitolo 5: *** Day 7: Bromance ***
Capitolo 6: *** Day 8: Occhio ***
Capitolo 7: *** Day 11: Favola ***
Capitolo 8: *** Day 14: Tomba ***
Capitolo 9: *** Day 15: Incenso ***
Capitolo 1 *** Day 1: Luna ***
Day
1: Luna
Un
Sam ragazzino, incapace
di prendere sonno, si alzò dal letto con un sospiro e si
sistemò
accanto alla finestra. Era una bella serata, ma era appena sorta la
luna piena e Dean era fuori con il padre a caccia di lupi mannari.
Lui era rimasto al motel perché giudicato ancora troppo
giovane, ma
quasi quasi avrebbe preferito essere in giro con loro. Non che gli
piacesse il lavoro di John Winchester, ma era in ansia per il
fratello e dopo anni passati insieme in quelle squallide stanze di
posti sempre diversi era una vera tortura rimanere da solo ad
aspettare, augurandosi di vederli tornare a breve tutti interi.
Purtroppo, il più delle volte, l'attesa era lunga e Sam,
nonostante
le frequenti telefonate di Dean, che a giudicare dal tono sembrava
essere nelle sue stesse condizioni, si preoccupava sempre di
più,
tornando a respirare davvero nell'esatto momento in cui si accertava
con i suoi occhi che era tutto a posto. Solo ora capiva cosa provasse
il fratello mentre aspettavano insieme il padre e per un attimo
desiderò avere accanto qualcuno che lo consolasse
ingenuamente,
magari senza neanche sapere, ancora, la verità, come tante
volte
aveva fatto lui. Subito dopo, però, si disse amaramente che
non
sarebbe stato giusto condannare un altro bambino a una vita simile, e
tornò quindi a concentrarsi sul paesaggio fuori dalla
finestra con
l'ennesimo sospiro della serata e il cuore più pesante.
A un certo punto un rumore
in lontananza, provocato probabilmente dal vento che si era alzato
poco prima, lo fece sobbalzare e nella sua testa tornarono subito
immagini degne dei peggiori incubi che per poco non gli fecero
partire una chiamata ad un'ora improponibile per controllare che Dean
fosse ancora sano e salvo. All'ultimo, però, si
ricordò che la
suoneria avrebbe potuto essergli fatale in certi momenti della caccia
e non voleva nemmeno farlo preoccupare più di quanto non
fosse già.
Suo fratello poteva infatti mentire così bene a tutti da
convincere
persino se stesso, ma lui era sicurissimo che non fosse in
realtà
così entusiasta di accompagnare il padre come voleva far
credere. Si
bloccò quindi un attimo prima di schiacciare il tasto verde
e
lentamente, senza neanche guardare l'oggetto tra le sue mani, lo
appoggiò di nuovo accanto a sé, afflosciandosi
poi sul davanzale
con un lieve lamento. Sapeva già che, molto probabilmente,
quella
notte non ci sarebbe stato verso di dormire, quindi tanto valeva
mettersi comodo alla finestra a guardarsi intorno, augurandosi di non
vedere John che riportava a casa il fratello, ferito più o
meno
gravemente, come era già successo altre volte, purtroppo, da
quando
mesi prima aveva preso l'infausta decisione di portarlo con
sé per
istruirlo sul campo.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Mi dispiace di aver fatto
soffrire (per l'ennesima volta) il povero Sam, ma spero che la storia
vi sia piaciuta comunque e che mi farete sapere che ne
pensate, se vi va. Grazie intanto per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo. Spero proprio di non deludervi con
le
prossime storie e che continuerete a seguirmi fino alla fine. :)
Come
ho accennato nell'introduzione, la raccolta è ispirata ai
bellissimi
prompt del Writober 2020, a cui sto provando a partecipare per la
prima volta con ben due tabelle (sì, amo mettermi nei guai
XD).
Questa raccolta svilupperà (insieme ad altre nei fandom di
Harry
Potter, Naruto e la serie tv MacGyver 2016) la seconda tabella,
mentre la prima la trovate, sempre su AO3 ed Efp, nella raccolta
“Frammenti di noi” nel fandom di Edens Zero. Grazie
in anticipo a
chi deciderà di dare un'occhiata anche a quella. *^*
<3
Se
a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime
opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di aver detto tutto, per il momento, quindi tolgo il disturbo prima
che l'angolo autrice diventi davvero più lungo della storia.
Appuntamento a domani con la prossima flash e grazie ancora per
tutto.
Un
bacio e buonanotte per dopo,
Ellygattina
|
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Capitolo 2 *** Day 2: Domestic ***
Day
2: Domestic
Il
piccolo Sam, da che aveva
memoria, aveva sempre visto Dean occuparsi delle faccende domestiche
e per questo svegliarsi la mattina con suo fratello che cucinava gli
dava sempre l'illusione di essere a casa. Non si rendeva conto allora
che quello non era certo un compito per un bambino poco più
grande
di lui, e si alzava sempre con un mezzo sorriso sulle labbra che
l'altro ricambiava scrutandolo nel frattempo con attenzione per
controllare che stesse bene. Non riusciva a farne a meno, Dean,
troppo preso dalla sua missione di occuparsi del fratellino in
assenza del padre per accorgersi che ne avrebbe avuto bisogno lui
stesso.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! In realtà non
sono
molto sicura di questa drabble, ma spero si capisca quello che avevo
in mente. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie per il
tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo di aver fondato tempo fa un gruppo
facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buona serata!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 3 *** Day 3: Pagine ***
Day
3: Pagine
Il
piccolo Sam ci era
rimasto decisamente male quando Dean era uscito arrabbiato dal motel
lasciandolo solo, ma si consolò un po' al pensiero che
avrebbe
potuto approfittarne per dare un'occhiata al diario del padre che
aveva trovato per caso sotto il letto. Per ragioni che gli
sfuggivano, infatti, il fratello non aveva mai voluto dirgli nulla al
riguardo, limitandosi a nasconderlo fuori dalla sua portata ogni
volta che gli chiedeva spiegazioni, ma ora avrebbe scoperto tutto.
Soddisfatto e pieno di
aspettativa, si sedette sul materasso e lo aprì incuriosito,
iniziando a leggere, con qualche difficoltà, le annotazioni
del
padre, ma ben presto i suoi occhi si spalancarono per l'orrore e le
manine tremanti e sudate dovettero stringere con più forza
il diario
per evitare che cadesse. Non avrebbe mai immaginato di trovarvi
descritti mostri terribili con tanto di prove della loro esistenza,
ma a dispetto della paura e delle ondate di nausea per certi
particolari, non osò interrompere la lettura. Pagina dopo
pagina,
continuò quella lenta discesa nel mondo degli orrori in
cerca di
chissà cosa. Sentiva infatti che quelle informazioni lo
riguardavano
da vicino, in qualche strano modo, e più andava avanti,
più si
convinceva che in quel volume ci fosse qualcosa di importante che
doveva assolutamente conoscere.
Soltanto la scoperta che la
morte della madre fosse stata tutt'altro che un incidente
riuscì a
farlo vacillare per alcuni lunghi minuti, durante i quali rimase
seduto sul letto a piangere e tremare per la paura di essere
attaccato anche lui da un mostro simile, ma il desiderio di
conoscenza o chissà cos'altro lo portò comunque a
proseguire fino
all'ultima pagina.
Solo allora, sconvolto e
spaventato come non mai, si decise a mettere via quel diario che
avrebbe fatto meglio a lasciare dov'era, affrettandosi a nasconderlo
sotto il cuscino appena sentì il rumore dei passi di Dean
fuori
dalla porta.
Si sforzò quindi di
sembrare normale, ma il fratello, purtroppo o per fortuna, si accorse
subito che qualcosa non andava e ben presto Sam confessò,
con più
rabbia del dovuto, ciò che aveva scoperto.
Come sospettava, il maggiore
non fu contento di sapere che gli aveva disobbedito, ma il
più
piccolo accolse quasi con gioia la sua ramanzina, che gli diede per
un attimo l'illusione di essere tornato alla normalità prima
che
questi, sia pure a malincuore, confermasse che era tutto vero,
facendolo sprofondare nella disperazione anche più di prima.
Non gli
permise però di stringerlo a sé e consolarlo come
tante volte aveva
fatto negli anni, preferendo invece rielaborare da solo le
informazioni nel tentativo di assorbire il colpo.
Quella notte Sam andò a
dormire soddisfatto, in un certo senso, per essere stato messo a
parte del grande segreto dei Winchester, ma questo non gli
impedì di
pensare, con estrema angoscia, che la sua pallida imitazione di
infanzia si fosse appena conclusa nel peggiore dei modi, né
di
sognare che gli orrori contenuti nelle pagine del diario prendessero
vita e iniziassero a inseguirlo per ogni dove, come poi avrebbero
fatto, fin troppo spesso, di lì a pochi anni.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia non mi
è
venuta come pensavo, ma spero vi sia piaciuta e che mi farete sapere
che ne pensate, se vi va. Grazie intanto per il tempo che mi avete
dedicato anche solo leggendo.
Mi
ero dimenticata di dirvelo ieri, ma nel fandom di Edens Zero (sempre
su AO3 ed Efp) sto continuando anche la raccolta “Frammenti
di noi”
per l'altra tabella del Writober che ho deciso di sviluppare. Passate
a trovarmi anche lì, se vi va, e grazie a chi le
darà un'occhiata.
:3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 4 *** Day 6: Corda ***
Day
6: Corda
I
mutaforma erano sempre
stati tra le creature peggiori in assoluto per Dean e la brillante
idea di uno di loro di sostituirsi a suo fratello per cercare di
ucciderlo non aveva certo giovato alla loro reputazione.
Fortunatamente l'essere si era tradito, a un certo punto, e il
maggiore dei Winchester, seguendolo, aveva ottenuto la prova
definitiva.
Non era stato facile però
costringerlo a rivelare cosa avesse fatto al vero Sam e ci era voluta
tutta la sua forza di volontà per ferirlo più
volte, ignorando i
lamenti e gli occhioni da cucciolo del suo
“fratellino”, per poi
trovare il coraggio di pugnalarlo al cuore. Quella in particolare era
stata un'impresa titanica che l'aveva lasciato per svariati minuti
con il fiato corto e le mani tremanti a cercare di scacciare quelle
immagini orribili senza riuscirci. Era sicurissimo di non aver fatto
del male alla persona più cara che aveva al mondo, ma aveva
appena
visto avverarsi, in un certo senso, il suo incubo peggiore da che
aveva memoria.
Gli ci volle parecchio prima
di ricordarsi che Sam era ancora prigioniero in chissà quali
condizioni, ma a quel punto trovò la forza di dare le spalle
ai
disgustosi resti di quell'essere per andare in cerca del suo rifugio.
Ripetendosi suo malgrado le
istruzioni ricevute (che rischiavano ogni volta di bloccarlo di
nuovo, viste le immagini a cui erano legate), arrivò infine
nel
posto giusto, dove iniziò a chiamare piano il nome del
fratello.
Non ricevette risposta e fu
travolto da un'ondata di panico al pensiero che il mutaforma gli
avesse mentito, e che quindi il suo Sammy fosse già morto,
ma cercò
di farsi forza e proseguire con tutti i sensi all'erta per captare
anche il minimo segno della sua presenza. Comunque fossero andate le
cose, doveva trovarlo al più presto e portarlo via di
lì.
Per fortuna, poco dopo, la
luce della torcia illuminò una figura conosciuta e il
giovane corse
subito in quella direzione con il cuore in gola.
Il fratellino era seduto a
terra con le braccia legate dietro la schiena e la testa reclinata su
una spalla, ma nonostante la quantità di sangue rappreso a
lato del
volto e la pelle più fredda del normale, due dita tremanti
appoggiate sul collo gli dissero che la situazione non era grave come
sembrava. Il maggiore dei Winchester si affrettò quindi a
slegarlo
dal sostegno a cui era assicurato strappandogli un gemito in risposta
a quel lieve movimento.
«Dean?» mormorò questi
confuso un attimo dopo, aprendo a fatica gli occhi con una smorfia di
dolore per essere certo che la presenza accanto a sé non
fosse
solamente un sogno.
«Va tutto bene, Sammy, è
finita» lo rassicurò, prendendogli le mani per
osservare i polsi
che sanguinavano. A quanto pareva, il più giovane aveva
cercato di
liberarsi, una volta svegliatosi in quel seminterrato, ma la corda
l'aveva solo ferito senza cedere e Dean si sentì ancora
più in
colpa per averci messo tanto ad accorgersi dello scambio.
Nel tentativo di rimediare,
afferrò uno strofinaccio all'apparenza pulito che si trovava
lì
vicino e lo usò per tamponargli i polsi con la maggiore
delicatezza
possibile, per poi aiutarlo a rialzarsi, sorreggendolo quando lo vide
oscillare paurosamente.
Un attimo dopo Sam,
ripresosi dal lieve giramento di testa, cercò di convincerlo
che
poteva camminare da solo, ma il fratello non volle saperne,
insistendo per accompagnarlo fino alla macchina e medicargli
personalmente le ferite quando arrivarono al motel.
Il più giovane non sembrava
molto d'accordo, ma alla fine si arrese, cercando di non mostrargli
la sua sofferenza. Sapeva che Dean si sentiva in colpa per non essere
corso subito a liberarlo, permettendogli di ferirsi in quel modo nel
vano tentativo di riuscire a scappare con le sue forze, e
cercò
quindi di concentrarsi invece sulla delicatezza delle sue cure. Non
l'avrebbe mai ammesso, ma in fondo gli piaceva quel tocco
apparentemente brusco che da sempre bastava da solo a farlo sentire
meglio in qualunque situazione, e a un certo punto si
ritrovò a
sorridere intenerito mentre lo osservava. Chino su di lui, era ovvio
infatti che ci stesse mettendo il massimo impegno per pulire e
disinfettare il tutto, compresi i piccoli graffi dovuti al trasporto
o alla caduta quando il mutaforma l'aveva fatto svenire, prima di
fasciargli con attenzione la testa e i polsi.
«Ti porto un
antidolorifico» gli disse alla fine, accortosi dalla sua
espressione
che il colpo usato ore prima per stordirlo doveva fargli più
male di
quanto pensasse.
Sam, contrariamente al
solito, si limitò a sorridere e mettersi più
comodo sul materasso
morbido senza protestare ma Dean vide benissimo la gratitudine nel
suo sguardo prima che chiudesse gli occhi in cerca di sollievo.
L'aveva fatto attendere un
po' troppo, ma anche questa volta, per fortuna, era riuscito a
salvarlo in tempo.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non sono molto sicura
di aver centrato il prompt, in realtà, ma spero che la prima
storia
veramente hurt/comfort della raccolta vi sia piaciuta e che mi farete
sapere che ne pensate, se vi va. Grazie intanto a tutti per il tempo
che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Per
tutti gli interessati, vi informo che nel fandom di Edens Zero,
sempre su AO3 ed Efp, sto continuando anche la raccolta
“Frammenti
di noi” per l'altra tabella del Writober che ho deciso di
sviluppare. Passate a trovarmi anche lì, se vi va, e grazie
a chi le
darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto.
Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
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Capitolo 5 *** Day 7: Bromance ***
Day
7: Bromance
Sam
si svegliò di
soprassalto ma per qualche secondo vide ancora l'orribile immagine di
Jessica che bruciava sul soffitto di casa loro. Solo in seguito si
accorse della mano che lo scuoteva e di una voce che lo chiamava.
A quel punto si voltò
ansimando e finalmente mise a fuoco il volto preoccupato di suo
fratello e la stanza di un motel. Lo vide sospirare di sollievo
quando capì che stava riemergendo dall'incubo che lo
tormentava da
giorni impedendogli di dormire.
«Tutto bene?» chiese Dean,
pur sapendo benissimo che non era così.
«Sì» mormorò Sam per
abitudine, sedendosi stancamente e domandandosi intanto, per un
attimo, perché si ostinasse a negare il suo profondo
malessere. A
cosa sarebbe servito però ammetterlo? La sua Jessica era
stata
uccisa in un modo terribile mentre lui non era lì a
proteggerla e
non aveva nulla in mano che potesse condurlo al suo assassino.
«Lo troveremo, vedrai» lo
incoraggiò il più grande, appoggiandogli una mano
sul ginocchio per
attirare la sua attenzione, e il ragazzo si voltò a
guardarlo.
Iniziava a dubitare che ci sarebbero riusciti, ma la sicurezza del
fratello lo faceva comunque sentire meglio. Rimpiangeva spesso di
averlo seguito quella sera, abbandonando al suo destino Jessica e
gettando al vento tutto ciò per cui aveva lavorato negli
ultimi
anni, ma in momenti come quello si domandava come avesse fatto per
tanto tempo senza di lui. Da quando era scappato di casa aveva negato
persino a se stesso di sentirne la mancanza, eppure adesso era
tornato a essere la figura fondamentale che era sempre stato prima di
quella maledetta sera, quando il padre l'aveva cacciato senza che
questi muovesse un dito per impedirlo. Era strano come fosse riuscito
di colpo a passarci sopra, dimenticandosi quasi della rabbia e del
dolore di allora nell'esatto momento in cui questi era apparso al suo
fianco per portarlo via, praticamente di peso, dalla stanza che
bruciava insieme a Jessica. Una parte di lui non poteva fare a meno
di attribuirgliene indirettamente la colpa, ma pur essendo
consapevole che in fondo Dean era felice di averlo di nuovo con
sé,
non riusciva ad arrabbiarsi né per questo né per
essere stato
costretto, da un istante all'altro, a tornare alla vita che in fondo
aveva sempre odiato. Per anni si era illuso di poter dimenticare la
caccia, i motel, i continui spostamenti e i mille pericoli che vi
erano collegati, ma il passato era tornato a reclamarlo e la presenza
del fratello era stranamente rassicurante.
«Cerca di riposare ancora
un po', Sammy. Hai bisogno di dormire» provò a
richiamarlo il più
grande, dopo un attimo di esitazione, quando vide che si alzava dal
letto portando con sé il computer, rimasto fino a quel
momento al
suo fianco sulle coperte. Il sonno l'aveva colto infatti mentre
faceva ricerche per il caso che stavano seguendo e Dean, per timore
di svegliarlo, non aveva osato sfilarglielo dalle mani.
«Ho dormito abbastanza, e
comunque sono Sam» rispose lui piatto, dirigendosi verso il
tavolo
nella speranza che una posizione più scomoda bastasse a
tenerlo
sveglio.
«Non è vero. Sono giorni
che non ti fai una dormita decente» insistette l'altro,
preoccupato,
ignorando la seconda parte della frase. Una volta gli piaceva essere
chiamato così e benché sapesse che aveva tutte le
ragioni per
essere arrabbiato con lui, lo feriva comunque il tono un po'
scostante che usava sempre per quelle parole. Di solito lasciava
perdere e cambiava argomento ma ora sapeva di non poterselo
permettere. Era andato più volte negli ultimi anni, come del
resto
loro padre, a controllare da lontano che stesse bene e sapeva con
certezza che da quando li aveva abbandonati, era abituato a dormire
molto di più. Da quando la sua ragazza era morta,
però, era già
tanto se riposava un paio d'ore di fila e non poteva continuare in
quel modo. Non avrebbe sopportato di vederlo ammalarsi per colpa sua.
«Non preoccuparti, va bene
così» provò a rassicurarlo Sam, senza
riuscirci neanche un po'.
«Vieni qui» disse invece
Dean, trascinandolo con sé sul piccolo divano della stanza e
obbligandolo a sedersi al suo fianco.
«Che stai facendo?»
protestò il ragazzo, cercando invano di liberarsi. Non
poteva negare
che da un lato gli facesse piacere la vicinanza, soprattutto in quel
momento, ma era passato troppo tempo dall'ultima volta che gli aveva
permesso di coccolarlo e si sentiva in imbarazzo. Cosa gli era venuto
in mente, così di colpo?
«Tranquillo, non lo saprà
nessuno. Cerca di riposare per qualche ora» insistette
dolcemente il
più grande, stringendolo a sé come avrebbe fatto
anni prima. Per un
attimo era stato tentato, in realtà, di sdraiarsi con lui su
uno dei
letti, dove sarebbero stati sicuramente più comodi, ma per
fortuna
era riuscito a fermarsi in tempo. Sam stava già cercando di
sfuggirgli così, chiaramente imbarazzato, e in fondo Dean lo
capiva.
Erano cresciuti molto da quando si addormentavano in un solo letto
per farsi coraggio a vicenda in assenza del padre e doveva
riconoscere di non essersi comportato bene nei suoi confronti. Non
aveva detto nulla la sera in cui John Winchester l'aveva cacciato e
quando era ricomparso anni dopo senza alcun preavviso, la sua
fidanzata aveva fatto la stessa fine della loro mamma. A onor del
vero era stupito che il fratello avesse accettato così bene
la sua
presenza quando l'aveva allontanato da Jessica e iniziava a temere
che fosse perché in quel momento non avrebbe saputo a chi
altro
rivolgersi, ma ora che si erano ritrovati, avrebbe fatto di tutto
perché la fiducia nei suoi confronti non venisse
più meno.
Nel frattempo Sam, dopo aver
cercato di nuovo di divincolarsi un paio di volte, si era finalmente
arreso, sistemandosi meglio e provando a chiudere gli occhi nella
speranza di non doversene pentire. Non aveva voglia di rivedere
quella scena che lo straziava tutte le volte, ma purtroppo Dean aveva
ragione: aveva urgente bisogno di farsi una bella dormita. Erano
giorni infatti che provava in tutti i modi a resistere
finché
crollava per la stanchezza, venendo puntualmente svegliato dal solito
incubo dopo un'ora o due. E pensare che da anni ormai riposava
benissimo senza il minimo problema...
Gli sfuggì un sospiro a
quel pensiero e il fratello, non visto, strinse appena la presa e lo
guardò intenerito, accarezzandogli la schiena. Doveva essere
proprio
stanco, rifletté, se aveva rinunciato così in
fretta a farsi valere
e il maggiore dei Winchester si augurò ancora di
più che la sua
idea funzionasse.
Nel frattempo Sam , cullato
da quel movimento ritmico e dal respiro calmo di Dean, che tante
volte l'avevano fatto addormentare da bambino, scivolò di
nuovo nel
sonno, permettendo così al più grande di fare
altrettanto con il
sorriso sulle labbra, lieto di essere ancora in grado di farlo
sentire meglio nonostante tutto.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta e di aver reso bene le emozioni di Sam e Dean all'inizio
della prima stagione. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e
grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo
leggendo. <3
Purtroppo,
in questi ultimi giorni, le storie di entrambe le raccolte mi sono
venute decisamente più lunghe del previsto, facendomi
saltare
qualche aggiornamento, ma ho cercato di rimediare pubblicando oggi il
tutto. Spero sia valsa la pena aspettare e che non capiti
più per
questo Writober.
Passando
ad altro, vi informo che nel fandom di Edens Zero, sempre su AO3 ed
Efp, sto continuando anche la raccolta “Frammenti di
noi” per
l'altra tabella del Writober. Passate a trovarmi anche lì,
se vi va,
e grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto. A tra
poco con la prossima storia, spero, e buona serata!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 6 *** Day 8: Occhio ***
Day
8: Occhio
Il
quattordicenne Dean non
aveva quasi fatto in tempo a rimettere piede nella loro stanza al
motel che il suo fratellino, appena visto il brutto livido che aveva
già intorno all'occhio dopo il pugno ricevuto poco prima da
un
ragazzo più grande al bar, era corso a prendere del ghiaccio
e il
kit del pronto soccorso.
«Lascia stare, Sammy,
faccio io» protestò stancamente lasciandosi cadere
su una poltrona,
ancora tutto rintronato dai colpi ricevuti. In effetti forse non era
stata una grande idea cercare di fregare quel tipo alto e muscoloso
che stava giocando a poker con i suoi amici, ma erano a corto di
soldi e il padre non si era ancora fatto sentire. Doveva pur
guadagnare qualche dollaro e quello gli era sembrato il metodo
più
semplice e veloce, visto che nessuno si fidava ancora a dargli un
lavoro. Per fortuna sembrava più grande della sua
età, e
difficilmente aveva problemi a entrare nei locali e avvicinare
qualcuno che si divertiva con le carte o il biliardo.
«Che ti è successo?» gli
chiese preoccupato Sam dopo qualche secondo, mettendogli il ghiaccio
sulla parte gonfia e dolorante mentre controllava in fretta se
c'erano altri danni in punti visibili e Dean si sentì
davvero in
colpa per quello sguardo. Era ancora piccolo e chissà cosa
si stava
immaginando in quella testolina sempre attiva, ma per quanto gli
dispiacesse vederlo così spaventato, non aveva alcuna
intenzione di
spiegargli cosa faceva e soprattutto perché. Fino a poco
tempo prima
avrebbe rinunciato senza problemi a quasi tutto il cibo che gli
spettava pur di non farlo mancare a lui, ma da quando era riuscito a
guadagnare i suoi primi dollari in un bar dopo aver osservato di
nascosto come faceva il padre, preferiva rischiare di prenderle, se
aveva la fortuna di ingannare subito il proprietario e alcuni
avventori sulla sua vera età. Sperava però di
doverlo informare di
questo il più tardi possibile e anche quella volta
inventò a
malincuore l'ennesima bugia, cercando di restare sul vago e di non
prestare attenzione a quei rimproveri che lo facevano sempre sentire
strano. Non era normale che fosse un bambino di appena dieci anni a
dirgli di non mettersi nei guai, ma in fondo andava bene
così. Era
bello, in un certo senso, che Sam si preoccupasse tanto per lui e gli
piaceva anche che fosse il fratellino a medicargli i lividi e le
ferite che si guadagnava ogni tanto con quei trucchetti.
«Per fortuna era rimasta un
po' di crema adatta ma dovremo ricomprarla» lo
informò serio dopo
avergliela spalmata delicatamente intorno all'occhio, talmente gonfio
che ormai faticava a tenerlo aperto.
«Va bene. Grazie, Sammy»
gli disse con un sorriso che sembrò preoccuparlo ancora di
più.
«Sicuro di stare bene,
Dean? Sei strano» domandò sospettoso.
«Tranquillo, sono solo
stanco. È stata una giornata pesante» lo
rassicurò alzandosi. In
realtà si sentiva scoppiare la testa ed era certo di avere
anche
altri lividi sparsi ovunque ma non era il caso che il più
piccolo ne
fosse informato. Avrebbe preso il prima possibile un antidolorifico e
controllato più tardi i danni, ma Sam non sembrava disposto
ad
arrendersi così facilmente. Ora che ci pensava, non era
stata una
mossa furba da parte sua rimanere tranquillo su una poltrona
lasciandogli fare tutto, ma purtroppo era tardi per rimediare.
«Ho un po' di mal di testa
ma passerà in fretta» cedette alla fine, quando
non riuscì più a
sopportare quello sguardo preoccupato e accusatorio insieme.
«Sicuro?» insistette il
fratellino poco convinto.
«Sicurissimo» rispose
sorridendo, mentre tirava fuori una pastiglia dal kit ancora aperto e
la mandava giù con un sorso d'acqua.
«Posso preparare io la
cena» si offrì Sam.
«Non preoccuparti,
fratellino. Ci penso io. Li hai già finiti i
compiti?» disse con
finta disinvoltura, augurandosi di riuscire a distrarlo.
«Sì» mormorò il piccolo
con un lieve sospiro. Non era ancora del tutto convinto da quelle
risposte ma sapeva per esperienza che insistere sarebbe servito solo
a litigare e non voleva farlo stare peggio. Si ripromise che
l'avrebbe tenuto d'occhio quella sera e nei giorni successivi,
sperando di non avere brutte sorprese, e nel frattempo si sarebbe
goduto la bellissima sensazione di casa che aveva sempre quando Dean
preparava da mangiare per entrambi.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto la seconda storia di oggi! Spero che
la storia vi sia piaciuta e di aver reso bene il tutto, visto che non
è venuta come avevo immaginato. Fatemi sapere che ne
pensate, se vi
va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo
leggendo.
Passando
ad altro, vi informo che nel fandom di Edens Zero, sempre su AO3 ed
Efp, sto continuando anche la raccolta “Frammenti di
noi” per
l'altra tabella del Writober. Passate a trovarmi anche lì,
se vi va,
e grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi una buona serata e buonanotte per dopo.
Un
bacio e alla prossima!
Ellygattina
|
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Capitolo 7 *** Day 11: Favola ***
Day
11: Favola
Erano
giorni ormai che Sam
stava male e il piccolo Dean iniziava a temere che non sarebbe
riuscito a curarlo da solo, ma sapeva di non poterlo portare da un
medico in assenza del padre.
Con un sospiro, uscì dalla
farmacia con una nuova scorta di antipiretico e uno sciroppo per la
tosse, augurandosi che bastassero finché il genitore non
fosse
tornato a riprenderli, e si diresse di nuovo verso il motel, dove il
fratellino lo stava sicuramente aspettando. Gli era dispiaciuto
lasciarlo solo, ma qualcuno doveva pur fare la spesa ogni tanto.
Una volta varcata la soglia,
mollò i sacchetti accanto alla porta e andò
subito da lui,
scoprendo con orrore che la febbre doveva essersi alzata ancora.
«Dean?» mormorò il
piccolo a fatica, aprendo gli occhi lucidissimi non appena si
sentì
sfiorare la fronte accaldata.
«Sono qui, Sammy,
tranquillo. Metto via la spesa e sono subito da te,
d'accordo?» lo
rassicurò dolcemente, sperando non si accorgesse della
preoccupazione nella sua voce.
Il fratellino si limitò ad
annuire, probabilmente troppo cotto di febbre per pensare come si
deve, e il più grande si costrinse ad allontanarsi dal letto
per
qualche minuto. Avrebbe passato il resto della giornata accanto a
lui, come faceva sempre quando stava male, ma doveva prima mettere al
sicuro le loro preziose scorte di cibo.
Una volta sistemata l'ultima
scatola, riempì di nuovo di acqua fresca il catino e
controllò di
avere tutto ciò che avrebbe potuto servirgli prima di
tornare da
Sam, che aveva sentito spesso tossire. Quanto avrebbe voluto poterlo
guarire schioccando le dita o qualcosa del genere, ma più di
così,
per disgrazia di entrambi, non sapeva fare.
Con l'ennesimo sospiro della
giornata, gli infilò il termometro sotto l'ascella trovando
il
fratellino praticamente inerte. Nonostante avesse aperto subito gli
occhi, infatti, non disse una sola parola mentre il più
grande,
ignorandone i brividi, scostava a malincuore le coperte e gli alzava
la maglietta, domandandosi preoccupato se non fosse il caso di
chiamare il padre e chiedergli di abbandonare la caccia almeno per
qualche ora, giusto il tempo di farlo vedere da un medico, ma ci
avrebbe pensato più tardi. Al momento la sua
priorità era dargli un
minimo di sollievo, prima che cuocesse davvero.
Gli sembrò che il tempo si
fosse dilatato mentre aspettava il responso tenendogli premuto il
braccio contro le costole, e quando finalmente tirò fuori la
bacchettina di vetro, trattenne a fatica un'imprecazione. La febbre
era più alta del previsto e Dean stava giusto estraendo
dalla
scatola una supposta da mettergli con urgenza quando Sam, che negli
ultimi minuti aveva dato solo qualche leggero colpetto di tosse ogni
tanto, illudendolo chissà come che gli stesse passando, si
ritrovò
senza fiato per un violento accesso che dovette infiammargli ancora
di più la gola, visti i pietosi lamenti che non
riuscì a
trattenere.
In un attimo il più grande
fu di nuovo al suo fianco, stringendolo a sé per evitare che
cadesse
dal letto e avvicinandogli alle labbra un bicchiere d'acqua fresca, a
cui il fratellino si attaccò avidamente con le lacrime che
gli
rigavano le guance.
«Bevi piano» lo ammonì
l'altro preoccupato, decidendo a quel punto di dargli prima lo
sciroppo. Non sarebbe stato facile, viste le storie che faceva
sempre, ma per una volta avrebbe dovuto costringerlo, con le buone o
con le cattive.
«Mi gira la testa» si
lamentò questi debolmente quando Dean, dopo qualche minuto,
gli fece
appoggiare la schiena sul cuscino che aveva sistemato contro la
spalliera.
«Lo so ma è questione di
un attimo. Il tempo di mandar giù la medicina» lo
rassicurò,
versandone un po' in un cucchiaio, che avvicinò poi alle sue
labbra
screpolate.
«Non lo voglio» mormorò
il piccolo, voltandosi dall'altra parte, e il maggiore
sospirò
impercettibilmente.
«Coraggio, ti sentirai
meglio dopo» riprovò in tono dolce, sentendosi
stringere il cuore
nel vedere la sua reazione all'ennesimo colpo di tosse. Non si
aspettava certo di convincerlo con così poco, ma il
fratellino,
evidentemente, si sentiva troppo male per discutere e aprì
quasi
subito la bocca quel tanto che bastava per far passare il cucchiaio,
mandando giù lo sciroppo con aria schifata.
«Bravo!»
lo lodò stupito Dean, aiutandolo a sdraiarsi di nuovo prima
di
andare a bagnare la supposta.
Poco
dopo era di nuovo al suo fianco e in pochi secondi la spinse tra le
sue natiche prima che questi potesse capire bene cosa stava
succedendo. Lo sentì irrigidirsi per un attimo al momento
dell'intrusione ma bastarono delle parole dolci e una mano appoggiata
sul fianco per bloccare sul nascere qualunque protesta ormai inutile.
«Cerca
di dormire un po' adesso» gli disse piano quando fu sicuro
che non
ci sarebbero state brutte sorprese, rivestendolo e rimboccandogli le
coperte.
«Stai qui?» domandò
speranzoso Sam, tenendo a fatica gli occhi aperti.
«Tranquillo, non ti lascio»
lo rassicurò Dean, appoggiandogli sulla fronte un panno
bagnato che
il fratellino accolse con un sospiro di sollievo.
Si addormentò poco dopo ma
il più grande, come promesso, non si mosse dalla poltrona
che aveva
trascinato giorni prima vicino al letto. In teoria avrebbe dovuto
approfittarne per fare i compiti, sebbene per il momento non se ne
parlasse di andare a scuola lasciando a se stesso Sammy, ma in
pratica alzava gli occhi dai libri ogni pochi minuti per controllare
come stava e rinfrescargli il viso.
Dopo
un po' gli provò di nuovo la febbre senza ottenere da parte
sua la
minima reazione, scoprendo così che la medicina, nonostante
il lieve
miglioramento, non stava funzionando come avrebbe dovuto, e a quel
punto chiamò il padre, augurandosi di riuscire a parlarci. L'avrebbe
rassicurato sentirsi dire da lui che il fratellino, molto
probabilmente, non aveva nulla di grave, ma purtroppo gli rispose
solo la segreteria e il piccolo, affranto, dovette accontentarsi di
lasciargli un messaggio in cui gli spiegava la situazione,
chiedendogli di tornare presto.
Una volta messo giù,
incapace di sopportare oltre la sua aria sofferente e il respiro
accelerato, lo spogliò quasi del tutto per fargli le
spugnature. Gli
dispiaceva vederlo rabbrividire ogni volta che il panno bagnato
passava delicatamente sulla sua pelle senza riuscire a svegliarlo ma
non sapeva più cosa fare. Fosse stato per lui, avrebbe anche
chiamato l'ambulanza, ma come avrebbe giustificato che fossero soli
in un motel da giorni con un bambino ancora piccolo in simili
condizioni?
Ci volle parecchio prima che
Sam aprisse gli occhi con grande sollievo di Dean, che gli
appoggiò
subito una mano sulla fronte per sentire la temperatura prima di
andare a preparargli qualcosa da mangiare. Era ancora un po' caldo ma
stava sicuramente meglio e il più grande, questa volta, si
sentì
meno uno schifo all'idea di allontanarsi dal letto per qualche
minuto.
Al suo ritorno reggeva tra
le mani un vassoio con un piatto di minestra fumante per il
fratellino e un sandwitch per sé. La sua idea era di
imboccare il
più piccolo per non affaticarlo ulteriormente, ma questi,
sia pure
debole e stanco per i molti giorni di febbre alta, non glielo
permise.
Sebbene la tosse si fosse un
po' placata dopo lo sciroppo, però, non esisteva che gli
facesse
correre rischi con il brodo bollente, motivo per cui decise di tenere
il tutto sulle gambe, standogli vicino il più possibile per
permettergli di arrivare comodamente al cibo e ignorando il peso e il
calore che passava attraverso il vassoio mentre divorava la sua cena
come sempre.
Al contrario, invece, Sam
sembrava muoversi al rallentatore, aumentando senza accorgersene le
sofferenze di entrambi, ma alla fine Dean riuscì a fargli
mangiare
quasi tutto con la promessa di una sorpresa appena avesse finito.
Al termine del pasto lo vide
quindi alzare gli occhi su di lui, chiaramente incuriosito, e
sorridendo tirò fuori da un sacchetto, rimasto fino a quel
momento
ai piedi della poltrona, un libro colorato che lo fece restare a
bocca aperta per la sorpresa appena capì di cosa si
trattasse.
Qualche giorno prima Dean aveva fatto finta di nulla quando il
più
piccolo, tornando insieme da scuola, si era fermato un attimo davanti
alla vetrina di una libreria guardando con desiderio il volume, ma
passando di lì quel pomeriggio con la spesa non aveva
resistito alla
tentazione di comprarglielo, nella speranza di distrarlo dalla
malattia e regalargli magari un sonno più sereno. Sammy non
sapeva
ancora che là fuori esistevano davvero mostri e streghe,
quindi una
raccolta di favole non l'avrebbe spaventato, risultando anzi un
ottimo regalo per un bambino che di sicuro si annoiava nei pochi
momenti in cui riusciva a stare sveglio. Per quanto il maggiore si
impegnasse, infatti, non era semplice giocare rimanendo sempre sul
letto e cercando anche di non stancarlo troppo, quindi un libro
poteva essere la soluzione ideale.
«Me
ne leggi una?» gli chiese poco dopo il piccolo, con un
sorriso da un
orecchio all'altro che il più grande non gli vedeva da
troppo tempo.
In realtà avrebbe potuto farlo anche da solo, dal momento
che aveva
imparato presto a leggere, ma Dean, suo malgrado incuriosito e
felicissimo che il regalo fosse stato apprezzato, non ebbe cuore di
obiettare, e si sedette quindi sul letto di fianco a lui.
Per
quel poco che ricordava dei suoi primi anni di vita, era abbastanza
sicuro di non aver mai mostrato particolare interesse per quelle
storie piene di mostri e creature strane, anzi, ma prima di ammalarsi
Sam ne aveva parlato con la sua classe per chissà quale
motivo,
scoprendo stupito che molti genitori erano soliti leggere storie ai
figli per conciliare loro il sonno o far passare il tempo, e da
ciò
che gli aveva raccontato appena riunitisi con gli occhi che
brillavano, chiedendogli poi, con un'ombra di tristezza, se Mary e
John Winchester l'avessero mai fatto almeno per lui, non sembrava
così male addormentarsi in quel modo, come evidentemente
facevano la
maggior parte dei suoi compagni. Dean, per quanto si fosse sforzato,
non era riuscito a
ricordare
questo particolare di quando era piccolo, ma di sicuro aveva
invidiato per un attimo quei bambini più fortunati che
potevano
godersi momenti del genere con mamma e papà in una casa vera
e
propria, e vista la pessima situazione in cui si trovavano da giorni,
aveva deciso che quella sarebbe stata, più o meno, un'ottima
occasione per regalare a entrambi una parvenza di normalità.
Se non
altro Sam avrebbe avuto, per la prima volta, qualcuno che gli leggeva
le favole prima di dormire, mentre lui avrebbe capito se fossero
davvero sopravvalutate o spaventose come in fondo aveva sempre
pensato dalla morte della madre.
Tenendo
stretto a sé il fratellino febbricitante, che lo scaldava
come una
piccola stufa,
iniziò quindi a leggere ad alta voce la prima storia,
godendosi il momento come non credeva potesse succedere. A dieci anni
era convinto di essere già troppo grande per le favole, che
invece
affascinavano giustamente il più piccolo, ma
scoprì che gli
piacevano molto più delle lezioni del padre sulle creature
che un
giorno avrebbe dovuto cacciare, al punto che fu quasi deluso quando
arrivarono alla fine del racconto.
Avrebbe voluto leggerne
un'altra, ma pur
non essendo tardi, gli occhi di Sam si stavano già chiudendo
e Dean
decise controvoglia di tornare al suo ruolo di fratello maggiore.
«Non sono stanco» provò a
protestare il piccolo, evidentemente restio quanto lui a tornare alla
realtà, quando il più grande allontanò
il libro, ma questi sorrise
e scosse appena la testa.
«Dai,
te ne leggo un'altra domani» gli promise con dolcezza,
aiutandolo a
bere ancora un po' prima di riadagiarlo tra le coperte, che
rimboccò
con cura.
Il fratellino sbuffò ma era
comunque molto debole e ben presto cedette al sonno seguendo il
consiglio del più grande di ripensare alla storia appena
ascoltata,
anziché al mal di gola e a tutto il resto, nella speranza di
entrambi che il trucco bastasse a tenere lontani gli incubi indotti
dalla febbre.
Lo stesso Dean continuava,
suo malgrado, a rimuginare sulla lettura di poco prima, immaginando
come sarebbe stato bello se fate o maghi buoni, per esempio, avessero
aiutato il padre e gli altri cacciatori a uccidere streghe e mostri.
L'idea lo fece sorridere sognante e divertito, ma purtroppo la
realtà
era ben diversa. Nel loro caso
quelle sarebbero
state solo altre creature spaventose da battere e il bambino,
guardando Sam placidamente addormentato nel tentativo di distrarsi da
quel triste pensiero, si ritrovò a chiedersi di nuovo, per
l'ennesima volta negli ultimi giorni, se i genitori gli avessero mai
letto le favole prima che la loro vita cambiasse completamente.
Purtroppo aveva pochissimi ricordi dei suoi primi anni di
vita
e di certo non poteva chiedere al padre di aiutarlo a colmare questa
lacuna. John Winchester non parlava volentieri della moglie ed era da
tempo che sembrava essersi dimenticato qualunque gesto affettuoso nei
loro confronti. Chissà se si sarebbe arrabbiato per una
domanda
simile?
A quel punto i suoi occhi si
posarono ancora sul libro, rimasto appoggiato ai piedi del letto, e
una parte di lui desiderò ardentemente immergersi di nuovo
nella
lettura per distrarsi dai brutti pensieri e dal respiro accelerato di
Sam che lo faceva impazzire da giorni, ma resistette alla tentazione,
obbligandosi invece a finire i compiti e sistemare la cucina. Non
sarebbe stato giusto nei suoi confronti approfittare del fatto che si
fosse già addormentato e il giorno dopo, appena tornati dal
pronto
soccorso insieme al padre, si complimentò con se stesso per
questa
decisione. Come in fondo sapeva già, infatti, il fratellino
non era
messo per niente bene e ci vollero giorni, nonostante le medicine e i
pasti sostanziosi che gli preparava, perché si riprendesse
del
tutto. Ore interminabili che i due passarono spesso a leggere
insieme, tra un sonnellino e l'altro del più piccolo,
permettendo
per una volta anche a Dean di tornare ad essere il bambino che era
per dei brevi momenti.
Quest'ultimo,
in particolare, non avrebbe mai pensato che quel libro sarebbe
diventato così importante per entrambi, ma quando anni dopo
venne a
sapere per caso che Sam l'aveva conservato, in particolare per i
confusi ricordi legati alla prima favola che avevano letto insieme,
ne fu quasi commosso. A quanto pare quell'insolita serata non era
stata speciale soltanto per lui...
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Secondo i programmi, la
storia avrebbe dovuto essere molto più corta e
più incentrata sul
prompt (la mia solita incapacità a scrivere fic brevi :( ),
ma come
al solito ha preso vita propria ed è venuta così.
XD Spero comunque
di aver reso al meglio le emozioni di questi due poveri malcapitati e
che vi sia piaciuta. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie
per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo. Un grazie
speciale poi va ovviamente a Joy, per aver recensito le storie
precedenti (*^*) e a tutti coloro che mi seguono senza lasciare
traccia del loro passaggio. Siete davvero tantissimi e spero di non
deludervi con le prossime fic! *^* <3
A
tra poco con la prossima storia, spero!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 8 *** Day 14: Tomba ***
Attenzione:
spoiler sull'episodio 4.9.
Day
14: Tomba
Sam
aveva fatto di tutto e
di più in quell'ultimo anno ma non era riuscito a impedire
che i
segugi infernali sbranassero Dean per trascinarlo all'Inferno e
adesso avrebbe dovuto seppellirne il corpo martoriato. Non sapeva che
avrebbe dato per essere al posto del fratello, e il pensiero che
fosse morto per salvare lui rendeva il tutto ancora più
insopportabile. Perché aveva dovuto infliggergli un dolore
simile?
Eppure sapeva, grazie a loro padre, cosa si provasse quando un altro
si sacrificava per salvarti...
Per fortuna c'era ancora
Bobby al suo fianco, ma purtroppo la sua presenza non riusciva a
confortarlo come avrebbe dovuto, anzi. C'erano addirittura momenti in
cui Sam avrebbe preferito che non ci fosse, visto che l'anziano
cacciatore insisteva per farlo mangiare e dormire, costringendolo ad
allontanarsi ogni tanto dal corpo del suo amato fratello che
quell'orribile notte aveva abbracciato e cullato a lungo, piangendo
tutte le sue lacrime, prima di riuscire a caricarlo in macchina con
la massima attenzione, premurandosi poi di lavare via il sangue
incrostato e trattenendosi a fatica dall'impulso, ormai troppo
radicato, di medicargli al più presto quelle terribili
ferite. Come
poteva adesso lasciarlo andare, forse per sempre, e continuare a
vivere?
Se non altro era riuscito a
convincere Bobby, quasi minacciandolo, a non bruciare i suoi resti,
nella speranza di riuscire presto a riportarlo indietro come Dean
aveva fatto con lui, ma seppellirlo fu comunque una tortura e Sam,
una volta sistemata una semplice croce di legno per segnalare il
posto, rimase a lungo davanti alla tomba, cercando inutilmente la
forza per allontanarsi. Suo fratello avrebbe meritato molto di
più
di quella misera sepoltura di cui solo lui e Bobby avrebbero
conosciuto l'ubicazione, ma un funerale vero e proprio, e persino una
lapide come si deve, sarebbero stati impensabili per dei cacciatori
come loro e non gli restava altro che salutarlo in quel modo,
cercando di non chiedersi se e quando avrebbe trovato il coraggio di
passare ancora di lì.
C'erano tante cose che
avrebbe voluto dirgli, e molte le aveva anche già dette
notti prima
mentre lo abbracciava disperato, stringendolo come se in quel modo
potesse sentirlo e tornare indietro per ricambiare il gesto e
consolarlo come aveva sempre fatto da quando erano bambini. Non
l'aveva mai ringraziato per essere stato per lui il padre che in
fondo non avevano mai avuto, né per tutte le volte che
l'aveva
aiutato e protetto in qualsiasi modo, finendo spesso nei guai per
colpa sua. Senza contare che gli doveva delle scuse, e tante, per
averlo fatto impazzire un giorno sì e l'altro pure quando si
arrabbiava con il padre, litigandoci o dicendogliene comunque di
tutti i colori mentre non c'era senza che Dean provasse più
di tanto
a farlo smettere. E soprattutto, doveva farsi perdonare per averlo
abbandonato e non essersi nemmeno fatto sentire per parecchio tempo
quando era andato a Stanford. Ricordava ancora la prima telefonata
dopo mesi quando suo fratello, incapace di resistere oltre, l'aveva
chiamato, all'insaputa del padre, per sapere come stava, chiedendogli
almeno di mandargli un messaggio ogni tanto, giusto per essere sicuro
che andasse tutto bene.
Allora aveva sbuffato e
alzato gli occhi al cielo, prendendo il più possibile le
distanze
come se sentirlo gli avesse dato fastidio, mentre in realtà
era
felicissimo che non fosse arrabbiato con lui come temeva per
quell'ultimo litigio. Quanto tempo aveva sprecato inutilmente?
Non che fosse pentito di
essere andato a Stanford, dimostrando per qualche anno a se stesso e
alla sua famiglia che pur essendo un Winchester avrebbe potuto avere
una vita normale, se solo lo avesse voluto, ma facendo diversamente
si sarebbe goduto di più la compagnia del suo amato
fratellone, che
ora gli mancava come l'aria.
Pensandoci bene, però, i
momenti passati insieme non sarebbero mai stati abbastanza ed era per
questo che doveva sbrigarsi e tornare nella loro
macchina per
riportarlo indietro il prima possibile.
Sostenuto solo da questo
pensiero, alla fine Sam fece uno sforzo enorme per rimettersi in
piedi, come se fosse invecchiato di colpo di cent'anni, e dopo
un'ultima carezza alla croce che aveva preparato di persona, si mise
alla guida dell'Impala con la strana sensazione di occupare un posto
non suo, promettendo a Dean, mentre si allontanava in silenzio nella
notte, che l'avrebbe salvato ad ogni costo senza nemmeno pensare allo
spavento che avrebbe procurato a Bobby quando il mattino dopo,
alzatosi, non l'avesse trovato da nessuna parte.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Scrivere questa storia
è stato davvero un colpo al cuore (non odiatemi, please!),
ma spero
di essere riuscita a trasmettere al meglio i sentimenti del povero
Sam. Ammetto che certi particolari non me li ricordavo (e no, non
sarei riuscita a rivedere gli episodi che mi servivano T-T), ma mi
auguro di non aver fatto errori troppo grossi tra dimenticanze e
piccoli (?) headcanon che non ho potuto fare a meno di inserire.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo.
A
tra poco con la prossima storia, spero!
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 9 *** Day 15: Incenso ***
Day
15: Incenso
C'era
odore di incenso
nell'aria quando Sam aprì gli occhi a fatica, scoprendo di
trovarsi
in una stanza spoglia e senza finestre con degli strani simboli
disegnati a terra e molte candele lungo le pareti e intorno a un
tavolo davanti a lui. Non aveva idea di come ci fosse arrivato e il
dolore martellante alle tempie non era d'aiuto.
Lentamente realizzò di
essere seduto su una scomoda sedia con i braccioli, ma quando
provò
ad alzarsi, si accorse di non poterlo fare: le braccia vi erano
saldamente legate con delle corde e persino le caviglie erano
bloccate insieme, rendendogli impossibile qualunque movimento.
La situazione era
decisamente brutta, ma il ragazzo cercò comunque di
liberarsi con
qualche strattone.
Purtroppo rischiò solo di
ribaltarsi, motivo per cui decise presto di lasciar perdere e
guardarsi un po' intorno nel tentativo di capire cosa stesse
succedendo. Aveva solo un vago ricordo di essere stato colpito alla
testa da qualcuno che non era riuscito a vedere appena uscito dal
locale in cui Dean aveva
attirato
l'attenzione di una ragazza seduta al bancone vicino a
loro.
Capendo che aria tirava, al termine della cena Sam aveva deciso di
lasciarli soli e approfittarne per fare intanto qualche ricerca sul
caso, ma al motel non ci era mai arrivato. Quanto tempo era passato
da allora?
«Ti sei svegliato,
finalmente» disse in quel momento una voce femminile che il
cacciatore non riconobbe e pochi secondi dopo apparve nel suo campo
visivo una giovane donna, all'incirca della sua età, che
sembrava
mangiarselo con gli occhi.
Sforzandosi un po', ricordò
vagamente di averla
già vista
quella sera al bar e che a un certo punto, dopo svariati
tentativi di fargli capire da lontano il suo interesse, avesse anche
cercato di parlargli, ma lui aveva perso da poco Jessica e l'aveva
quindi liquidata in maniera fin troppo brusca per i suoi standard,
costringendola evidentemente a rivedere i suoi piani.
Decisamente stupito dagli
sviluppi, ringraziò di non averle dato confidenza, dal
momento che
la strana luce nei suoi occhi e il lungo coltello che
appoggiò con
noncuranza sul tavolo non promettevano nulla di buono.
Mentre questa si avvicinava
con il sorriso sulle labbra, provò ancora d'istinto
a strattonare le corde nel disperato tentativo di liberare
le
braccia, ma quelle non cedettero.
«Non mi affannerei troppo,
se fossi in te. Non puoi fermare il mio rituale ma non pensiamoci
adesso» sussurrò con una volce dolce che stonava
terribilmente con
le sue parole, il bel viso vicinissimo al suo come se volesse
baciarlo, ma Sam voltò la testa dall'altra parte, cercando
di
pensare a un modo per uscirne.
«Che genere di rituale?»
ansimò suo malgrado mentre la ragazza, per ragioni note solo
a lei,
gli accarezzava lentamente il petto facendogli correre un brivido di
piacere e disgusto lungo tutta la colonna. La situazione stava
peggiorando sempre di più e al momento era del tutto inerme
tra le
mani di una sconosciuta decisamente squilibrata.
«Non preoccuparti, abbiamo
ancora un po' di tempo» insistette lei con lo stesso tono,
guardandolo negli occhi con evidente desiderio misto a tristezza, ma
Sam non aveva alcuna intenzione di arrendersi e ripeté
deciso la
domanda.
La giovane lo fissò
combattuta per qualche secondo ma alla fine fu costretta a cedere.
Era fin troppo evidente che non fosse interessato alla sua compagnia
e una rapida occhiata all'orologio appeso alla parete dietro di lui
le fece capire che era ora di darsi da fare.
«È una lunga storia ma
dovresti sentirti onorato di farne parte» gli rispose con un
sospiro, allontanandosi di poco con enorme sollievo del cacciatore
per rimirare però il coltello alla luce delle candele.
«Potrei anche esserlo se mi
dicessi qualcosa in più» provò ancora
Sam, nel tentativo di
prendere tempo. Così legato non poteva fare nulla per
contrastarla;
la sua unica speranza era che Dean fosse già sulle sue
tracce. Se
fosse riuscito a distrarla abbastanza a lungo, poteva ancora
salvarsi.
«Resterei volentieri a
parlare con te ma non abbiamo tutta la notte. Ammetto che in fondo mi
dispiace sacrificarti ma la Dea vuole così e non posso
permettermi
di deluderla» confessò la ragazza con un pizzico
di rimpianto,
parlando probabilmente più a se stessa che a lui, prima di
immergere
la lama in una bacinella sul tavolo e tornare lentamente al suo
fianco.
«Non sei obbligata a farlo»
riprovò il cacciatore, con il cuore che gli martellava nel
petto.
Non aveva capito molto del suo discorso ma a questo punto era chiaro
che fosse lei la misteriosa assassina che nelle ultime settimane
aveva ucciso diversi giovani uomini lasciando sui corpi delle strane
tracce che non erano riusciti ad attribuire a nessuna creatura
sovrannaturale a loro conosciuta. A quanto pare aveva scelto lui come
sua prossima vittima e quando la ragazza gli si avvicinò di
nuovo,
intravide sul suo polso uno strano simbolo come quello ripetuto
più
volte sul pavimento.
«Sì, invece, ma non avere
paura. Finirà presto, vedrai» sussurrò
con una strana espressione,
come se in realtà fosse sempre meno convinta di
ciò che stava per
fare, accarezzandogli con dolcezza una guancia un attimo prima di
aprirgli un taglio profondo su un braccio che gli strappò un
urlo.
Non aveva idea di cosa ci fosse su quella lama ma la ferita bruciava
terribilmente e la vista gli si appannò per un attimo mentre
il
sangue colava rapido in un'altra bacinella più piccola della
precedente.
Ottenuto ciò che voleva, la
ragazza si allontanò di nuovo senza guardarlo, diretta verso
il
tavolo ingombro di oggetti che Sam, ansimante, non riusciva a
identificare.
Stordito dal dolore e dalla
perdita di sangue, la vide aggiungere altri ingredienti prima di
prendere un libro antico e pronunciare una formula di evocazione in
una lingua sconosciuta con la voce che tremava. Alla fine prese un
respiro profondo, afferrò di nuovo il coltello e
tornò da lui,
levandolo in alto come se volesse piantarglielo nel cuore, ma la sua
mano stava visibilmente tremando. Che ci fosse ancora una minima
possibilità di non farle portare a termine il rituale?
«Aspetta!» riprovò a
fatica senza neanche sapere bene cosa dirle. Avrebbe voluto fare
appello al suo evidente ripensamento ma ormai faticava anche solo a
stare sveglio e alla fine, a corto di idee, si ritrovò
semplicemente
a invocare tra sé il fratello per l'ultima volta.
«Mi dispiace ma devo farlo.
Manca poco ormai e ho bisogno del Suo favore» disse lei
disperata,
iniziando a calare l'arma, che però non arrivò
mai a colpirlo. Un
attimo dopo, infatti, il rumore di uno sparo rimbombò nella
stanza e
gli occhi della ragazza si spalancarono per la sorpresa mentre dalla
bocca le usciva uno strano suono, subito seguito da un rivolo di
sangue che le colò sul mento.
Sam la vide accasciarsi a
terra e alle sue spalle apparve confusamente una figura che avrebbe
riconosciuto tra mille.
«Dean...» mormorò
incredulo e sollevato, un attimo prima di perdere i sensi mentre
questi lo raggiungeva di corsa urlando il suo nome.
Si
svegliò poco dopo con la testa appoggiata alla spalla del
fratello e
la sua voce nelle orecchie ma all'inizio non si sforzò
nemmeno di
aprire gli occhi. Aveva la nausea e si sentiva troppo debole per fare
qualsiasi cosa ma non poté evitare di sollevarsi di scatto
con un
lamento quando il maggiore gli premette un pezzo di stoffa sulla
ferita per tamponare il sangue.
«Scusa, Sammy, ma devo
fermare l'emorragia» gli disse dispiaciuto, attirandolo di
nuovo
vicino a sé.
Per qualche secondo regnò
il silenzio mentre Sam si sforzava di non gemere per il dolore e Dean
inveiva contro la ragazza. Era stata una fortuna che si fosse accorto
in tempo della sparizione del fratello, che aveva rintracciato grazie
al GPS del telefono, arrivando appena in tempo per salvarlo. Non era
certo in buone condizioni, ma sapeva che sarebbe potuta andare molto
peggio. Come avrebbero infatti scoperto qualche ora dopo grazie al
libro che il più grande aveva deciso di portar via dalla sua
cantina, la giovane stava cercando di evocare un'antichissima
divinità pagana che pretendeva sacrifici umani per elargire
i suoi
favori e Sam avrebbe dovuto essere la sua ultima vittima. Per
fortuna, in un certo senso, la ragazza si era invaghita di lui,
decidendo quindi di aspettarne il risveglio per potergli parlare
prima di ucciderlo, o Dean non sarebbe mai arrivato in tempo.
Poco dopo il sangue si fermò
e il maggiore dei Winchester poté finire di liberarlo dalle
corde e
rimetterlo faticosamente in piedi, sostenendolo per tutto il tragitto
fino all'Impala e dentro al motel, dove lo adagiò subito su
uno dei
letti per medicargli la ferita e mettergli del ghiaccio sul livido
che si era già formato nel punto colpito dalla ragazza per
stordirlo.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche la terza storia di oggi!
Purtroppo ci ho messo decisamente più del previsto con
queste ultime
fic (e con questa in particolare), ma non c'era verso di farle venire
fuori in maniera decente e volevo evitare di saltare dei prompt.
Il
povero Sam è finito di nuovo nei guai, ma per fortuna Dean
è
arrivato in tempo. Non sono riuscita a inventarmi una
divinità
pagana specifica per il rituale, ma spero di aver reso il tutto in
maniera almeno decente. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e
grazie per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi una buona serata e buonanotte per dopo.
Un
bacio e alla prossima!
Ellygattina
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