Falling.

di Chiara_tommo_05
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Vivere a Londra nei quartieri più in vista della città, frequentare le scuole più costose, avere come amici figli di conti e duchi, ti fa crescere con una prospettiva diversa della vita: ti fa pensare che il mondo sia ai tuoi piedi, e che puoi avere tutto grazie ai soldi. Eppure ad Harry mai una volta sembrava gli sfiorasse l’idea di essere quel tipo di persona.

Harry styles è sempre stato un bel ragazzo dagli occhi verdi e i capelli ricci, il tipico tipo che sembra essere uscito da una rivista per ragazzine, eppure per lui sembrava non essere importante. Forse era proprio questo a renderlo un ragazzo più bello dentro che fuori. 

Del resto Harry styles non aveva mai saputo cosa significasse essere infelice: aveva una madre e un padre amorevoli, una sorella affettuosa, era un bravo studente a scuola e una spalla su cui piangere per tutti i suoi amici.

Harry era di quelli buoni, lui.  

Come tanti ragazzi aveva sogni e progetti: il più importante quello di diventare un pianista di successo e costruirsi una famiglia amorevole come lo era la sua.

Nessun dramma familiare aveva fatto parte della sua vita, e tra i momenti più felici della sua vita c’è il suo diciassettesimo compleanno.

Fu un compleanno speciale quello, ed Harry custodisce con cura i ricordi di quella serata. 

Ricorda bene la cena al ristorante con parenti e amici, ricorda i sorrisi dei suoi genitori , l’abbraccio dei suoi amici del liceo. E poi c’è un ricordo, il più vivido di tutti: il regalo più bello che Gemma potesse mai fargli, fargli sapere che sarebbe diventato presto zio di una meravigliosa nipotina. 

Il cuore di Harry si riempì di gioia, consapevole del fatto che pur non avendo ancora conosciuto il nuovo membro della sua famiglia, era già pazzamente innamorato di lei.

Il 10 agosto dopo un travaglio che sembrò durare un secolo, nacque Claire.

I primi mesi con Claire furono pieni di sorrisi spontanei e pappine ritrovati nei posti più improbabili, di tante serate passate a casa con la piccola a fare lo zio amorevole.

Non era un problema per Harry passare un sabato sera con la sua nipotina, con sua sorella e suo marito; ha sempre pensato che fosse importante spendere tempo con i propri cari e raccogliere quanti più momenti felici con Claire, e così fece fino ai suoi 18 anni. 

Per i suoi diciotto anni i genitori di Harry avevano organizzato qualcosa di speciale; avevano affittato un cottage in montagna per il fine settimana.

Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli: il tema della serata, il cibo, avevano invitato parenti ed amici per poter trascorrere con loro il venerdì sera, per poi passare del tempo da soli in famiglia il sabato e la domenica. 

La serata fu splendida, tutto fu perfetto. Harry amó il regalo che i suoi genitori gli avevano fatto : una Land Range Rover Evoque nera lucida nuovo di zecca.

In quel momento non riusciva a pensare che potesse esistere un ragazzo più felice di lui in tutto il mondo.

Eppure, se Harry avesse avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo, direbbe al se stesso davanti alle candeline di esprimere un solo ed unico desiderio: non essere mai andati in montagna. 

Harry il sabato mattina si sveglió con le carezze di sua sorella che gli dicevano che lei, suo marito, e i loro genitori sarebbero andati a fare una passeggiata nel paesino di montagna. 

Era pur sempre il 2 febbraio, quindi decise di lasciare la piccola Claire con Harry.

Così con un bacio ad Harry e uno a sua figlia, Gemma promise che sarebbero tornati per l’ora di pranzo.

Erano le 15, quando Harry iniziò ad essere preoccupato.

Aveva fatto pranzare Claire, le aveva tenuto compagnia giocando con lei, e l’aveva messa al letto per il suo riposino pomeridiano.

Aveva provato a chiamarli al cellulare, ma lì la linea telefonica era un disastro,e Harry maledí il fatto che non avessero ancora inventato una linea telefonica così potente da poter essere utilizzata anche in montagna.

Erano le 16 quando iniziò a calare la sera, e quando Harry chiamò la polizia annunciando la scomparsa della sua famiglia.

Il cuore di Harry batteva forte nel suo petto, il suo respiro era frenetico, e pensò di aver consumato il pavimento della camera che ospitava la culla della bambina, tanto che aveva percorso la stanza avanti e indietro in un loop continuo.

Alle 17:30 il cuore di Harry perse un battito; aveva sentito bussare alla porta e finalmente pensò di potersi rilassare e che la sua famiglia era a casa.

Aveva pensato alle parole poco carine da rivolgere alla sua famiglia mentre scendeva al piano di sotto; quelle parole però gli morirono in gola quando ad aspettarlo alla porta c’era un agente di polizia.

Harry fece fatica a comprendere le parole che gli stavano dicendo, pensò che avesse bisogno di sedersi perché la stanza iniziava a ruotare intorno a lui e parole come “corpi” , “senza vita” e “incidente” sembravano non avere un senso logico nella stessa frase.

Fu il giorno dopo quando si ritrovò di nuovo a Londra in chiesa, circondato dai pochi familiari che finalmente capi cosa era successo. Quello era il funerale dei suoi genitori e di sua sorella.

 

Harry non pensa mai a quel giorno; non ricorda quasi nulla se non qualche urlo disperato dei suoi nonni, e il pianto della sua nipotina che tra un singhiozzo e un altro pronunció ‘mamma’ per la prima volta, come se avesse capito che lei non avrebbe più fatto parte delle loro vite.

Forse fu proprio il pianto della piccola Claire che svegliò Harry dal suo stato di trance, poiché fu in quel esatto momento, in cui sentì sua nipote piangere, che capi che quella bambina sarebbe cresciuta senza i suoi genitori, che non aveva nessuno, eccetto lui.

 

Nei due anni che seguirono la  morte della sua famiglia, Harry si ritrovò a sbrigare diverse pratiche burocratiche per poter avere in affidamento sua nipote.

La burocrazia, capì Harry, non faceva per lui, eppure non si arrese fino a quando non  riuscì a convincere il giudice ad affidarle la sua unica nipotina, anziché destinarla ad una casa famiglia.

Harry non poteva permettere che l’unico membro della sua famiglia potesse andare via.

Nella totale inconsapevolezza, Claire divenne per suo zio l’unica regione per continuare a vivere in un mondo in cui non avrebbe mai più ricevuto sorriso di sua madre, o l’abbraccio di suo padre.

Harry decise che sarebbe stato forte per sua nipote, e fu così che seppellí insieme alla sua famiglia tutti i suoi ricordi; fu per questo motivo che vendette la sua casa, per comprare un appartamento modesto, con al di sotto un piccolo bar.

Decise che per il bene della bambina quello sarebbe diventato il suo lavoro, poiché non poteva lasciare che il suo desiderio di far carriera gli portasse via del tempo con Claire.

Lei aveva bisogno di lui, e lui di lei.

Forse perché nei suoi sorrisi rivedeva Gemma.

Guardano il piccolo bar che aveva appena comprato ,Harry pensò che quello sarebbe stato un nuovo inizio, una nuova vita, un futuro per lui e per la piccola Claire, la quale vita non era stata così buona con lei.

 

Salve a tutti ragazzi! 

Questa è in assoluto la prima fanfiction che scrivo e devo dire che sono molto emozionata.

Ho sempre amato le fanfiction sui OneDirection in particolare sui Narry (si sarà un ff narry se ve lo stavate chiedendo).

Spero il prologo catturi la vostra attenzione e vi spinga a lasciare un piccolo commento che sarebbe super apprezzato. 

Siate educati nell'esprimere la vostra opinione.

 

Un bacio, Chiara_Tommo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Quattro anni dopo.

Che a Londra il tempo fosse sempre grigio e chiuso non era una novità, ma quella mattina Harry pensò che Dio avesse fatto proprio un bel lavoro per mettergli i bastoni tra le ruote e rischiare di essere in ritardo al primo giorno di scuola della sua piccolina.

Era il 1 settembre e Claire avrebbe iniziato le elementari quell’anno; sua nipote non faceva altro che ricordarglielo ogni volta che passavano davanti una bella vetrina colorata ricca di zaini e libri colorati. Harry sorrideva ogni volta che la piccola Claire iniziava a parlare del perché uno zaino fosse la scelta giusta piuttosto che un altro, anche se in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto fare qualche sacrificio in più per potersi permettere lo zaino che sua nipote desiderava.

I due purtroppo non navigavano nell’ oro, nonostante Harry avesse avuto alle spalle una famiglia benestante, con la morte improvvisa dei suoi genitori dovette ritrovarsi faccia a faccia con diversi investimenti che suo padre aveva fatto nel corso della sua vita che purtroppo non andarono a buon fine, non avendo nessuno che li portasse avanti.

L’unica cosa che Harry possedeva era il suo Range Rover nero, il suo appartamento e il piccolo bar sotto casa che gli permetteva di guadagnare il giusto per poter affrontare le spese e al tempo stesso racimolare dei risparmi per l’istruzione di Claire.

La sua nipotina però non era viziata, nonostante avesse 6 anni, era un bambina molto sveglia e pratica; con i suoi occhioni verdi era capace di guardarti nell’animo, nel profondo, e capire il tuo umore senza nemmeno parlare.

Fu quando compi 5 anni che chiese a suo zio dei suoi genitori. Del resto frequentando l’asilo si era chiesta perché gli altri bambini venivano accompagnati da una mamma e un papà e lei no.

Fu in quel momento che il cuore di Harry si strinse in una morsa dolorosa e dovette affrontare il discorso; così sedendosi su un divano, accarezzando la piccola guancia paffuta di sua nipote le raccontò la storia.

La reazione di sua nipote lo stupí, poiché una bambina di 5 anni avrebbe potuto disperarsi o piangere, essere triste, e invece Claire lo guardò negli occhi con una consapevolezza che non poteva far parte di una bambina di soli 5 anni; con le sue manine si sistemò qualche ricciolo biondo dietro le orecchie, e poi abbraccio suo zio. 

Fu un abbraccio di quelli in cui senza dire una parole, si capiscono l’ un l’altro .

Harry ricorda la sensazione delle braccia piccine di Claire che gli stringevano il collo, i suoi capelli morbidi sotto la sua mano che era intenta ad accarezzare i riccioli biondi, e la piccola voce di Claire che gli sussurrava “tu ti prendi cura di me, sei Il mio papà’.

E anche se Harry sapeva che non era giusto che sua nipote lo definisse un padre, non riuscì a non essere d’accordo con lei.

 

Era immerso nei ricordi mentre accompagnava distratto Claire portandola in braccio dal parcheggio verso scuola, tenendola stretta a lui sotto al piccolo ombrello per evitare che si bagnasse il suo nuovo grembiule bianco.

Arrivati all’entrata della scuola i due furono al coperto, ed Harry poté mettere sua nipote giù.

La guardava sorridendo, pensando che la sua piccola con lo zaino dietro le spalle che sporgeva oltre la sua figura, i riccioli biondi raccolti in una piccola coda e il cestino con la merenda, fosse la cosa più tenera del mondo.

La bimba lo distrasse dai suoi pensieri quando timorosa gli tirò il lembo della maglia costringendolo a piegarsi sulle ginocchia e chiederle cose c’era che la turbava.

“ e se non vorranno colorare con me papà?” Gli chiese con gli occhioni verdi lucidi e profondi che guardavano le piccole scarpine rosa ai suoi piedi.

Harry non poteva fare altro che pensare che nessun bambino poteva rifiutare di colorare con una bambina così adorabile. 

“Claire sono sicurissimo che ci saranno tante bimbe e bimbi che vorranno colorare con te e condividere i loro pastelli.” Le disse senza fare a meno di sorridere.

Nonostante le sue parole però la bimba non sembra essere convinta e continuava ad osservare con interesse il pavimento. 

Harry le prese le piccole manine e le chiese di guardarlo.

La piccola con le labbra tremanti lo guardò negli occhi in attesa, e lui senza pensarci due volte le fece un gran sorriso e le disse “andrà tutto bene, fidati di me” tirandola poi in un grande abbraccio.

Facendole coraggio, la piccola attraversó il corridoio con gli altri bimbi, senza prima girarsi ed assicurarsi che il suo papino fosse ancora lì ad osservarla.

 

Harry continuava a sorriderle quando si rese conto che questo sarebbe stato il primo di tanti giorni che avrebbe passato così tanto tempo senza di lei; fino all’asilo era abitudine andarla a prendere per il pranzo e passare il pomeriggio insieme nel piccolo bar , facendole rubare di tento in tanto dei biscotti dalla biscottiera di vetro.

Nella nuova scuola che Harry aveva scelto invece i bambini avevano la possibilità di mangiare in mensa per poter permettere ai bambini di poter restare il pomeriggio e svolgere i loro compiti insieme ai tutor.

Era una scuola privata molto organizzata e ben gestita, e Harry non poté fare a meno di pensare, che la retta scolastica che lo privava di quasi metà stipendio, valeva I servizi che la scuola offriva.

Tornando a casa,Mentre si stringeva sotto all’ombrello questa volta solo, e continuava a fissare i suoi stivaletti di pelle nera, pensava a quello che poteva cucinare per cena a Claire per rallegrarla del suo primo giorno di scuola.

Era così immerso nei pensieri che nemmeno fece caso al ragazzo biondo che lo urtó mentre correva distratto.

Arrivato al bar, apri le due porte di ferro che chiudevano l’accesso, entro ed accese le luci.

Il piccolo bar era molto accogliente e ben curato, non aveva molti fronzoli, ma pareti bianche circondate da piante verdi ed alte come piacevano a Claire, tavolini e sedie in legno al centro della sala,  E in fondo il piccolo bancone con cassa e sgabelli per chi avesse voluto sedersi al bancone.

Harry entró sul retro del bancone e iniziò a riscaldare le diverse brioches nel forno aveva dietro di se , mise il caffè nel filtro, e avviò la macchina mentre il rumore dei primi clienti che entravano lo distrassero dal ricordo del sorriso di Claire.

L’ora di pranzo arrivó senza indugio, e mentre Harry era intento a posizionare delle focaccine in un sacchetto per l’anziano signore davanti a lui, fece ingresso un  ragazzo con occhiali scuri e berretto nero, che lasciava intravedere ciocche bionde disordinate.

Il tipo si sedette da solo ad un tavolino e aspetto che Harry gli si avvicinasse chiedendogli l’ordine.

Harry sfoggio il suo sorriso da ‘perfetto cameriere ‘ e chiese cosa potesse portargli.

Il ragazzo senza alzare lo sguardo dalle sue mani aggrovigliate sul tavolino, con uno strano accento che Harry riconobbe come Irlandese, gli disse che avrebbe preso un caffè.

Harry sembrava stranito dalla voce del ragazzo che suonava quasi affannato e distratto, ma senza dire una parola prese l’ordine e andò al bancone.

Il piccolo bar era piuttosto affollato dopo le due, ed Harry non poteva fare a meno di pensare tra un caffè ed un altro che mancavano ancora 3 ore prima di rivedere Claire. 

Harry aveva accettato il servizio pulmino messo a disposizione dalla scuola in modo tale da poter continuare a lavoro senza rischiare di fare tardi, quella mattina però fece un eccezione perché almeno il primo giorno avrebbe voluto accompagnarla. 

Mentre i clienti andavano via pian piano, e altri entravano e prendevano posto, lo strano ragazzo irlandese continuava a stare al suo posto, questa volta però era impegnato a scrivere su un piccolo quaderno da cui di tanto intanto alzava lo sguardo per rivolgerlo alla finestra.

Harry di tanto in Tanto lo guardava dal bancone e non poteva fare a meno di pensare che fosse strano, ma finché avesse continuato di tanto in tanto ad ordinare altre cose non si sarebbe lamentato.

Erano le 5.15 quando Claire fece il suo ingresso in sala con un sorriso a 32 denti.

Correndo con le braccine tese urló ‘ papà sono tornata ‘ mentre saltava in braccio ad Harry che si era accovacciato per poterla stringere e in un forte abbraccio.

Immerse il naso tra i suoi riccioli biondi e finalmente poté ritornare a respirare perché finalmente Claire era a casa.

‘dio quanto mi sei mancata’ pensava mentre la faceva sedere sullo sgabello dietro al bancone accanto a lui.

La piccola si perse in tanti racconti riguardanti le sue nuove amiche, le maestre gentili e il buon cibo della mensa, mentre alcuni clienti fidati di Harry la osservavano sorridendo.

Harry non aveva mai stretto amicizia con alcun cliente in particolare, eppure molti di loro provavano affetto nei confronti della piccola; alcuni di loro pensavano che Harry potesse essere un ragazzo padre lasciato dalla moglie e o che Claire fosse un errore di gioventù o altre storie che riuscissero a spiegare il perché di un ragazzo così giovane con una figlia.

Ad Harry non importava di dare spiegazioni a degli sconosciuti,per lui era importante solo ciò che Claire pensasse o facesse.

Erano ormai anni che Harry non aveva una conversazione da adulto con una persona o che si rapportasse a qualcuno. Non che Harry non avesse ricevuto numerose richieste da ragazze che occasionalmente entravano nel suo bar, e del resto come biasimarle? Harry era cresciuto, non era più il ragazzo tenero dai riccioli ribelli e il sorriso perfetto. Fu costretto a crescere in fretta, diventando l’uomo che oggi era, con gli occhi verdi profondi che nascondevano tanta tristezza e fragilità , il sorriso spento e i lunghi capelli disordinati che gli ricadevano sulle spalle. Il tutto avvolto da un aria di mistero e skinny jeans che fasciavano perfettamente le sue lunghe gambe .

Ad Harry non pesava il fatto di non avere relazioni con persone adulte ; perciò eccetto chiedere ordini, e scambiare qualche parola di cortesia con i clienti, Harry non si spingeva oltre.

Aveva allontanato i suoi amici e la sua famiglia rimasta inconsapevolmente con il suo modo di vivere incentrato solo su Claire. Di tanto in tanto facevano visita ai nonni di Harry o ai genitori del marito di sua sorella, ma le visite non duravano mai molto, perché ogni volta che erano insieme , i nonni di Harry non potevano fare a meno di versare qualche lacrima per i suoi familiari scomparsi. Ed Harry non voleva questo, non per una bambina di sei anni. 

Mentre la bimba accese il piccolo stereo sotto al bancone e le note di ‘ocean eyes’ risuonavano nella sala, il ragazzo biondo che era rimasto per quasi tutto il pomeriggio, si diresse alla cassa distraendo Harry dai suoi pensieri: chiese con fare sbrigativo il conto e andò via , senza dare ad Harry il tempo di dargli il resto.

Harry lo guardò stranito con le banconote tra le mani e pensò che forse era stato qualcosa del suo caffè o delle sue focaccine a renderlo insoddisfatto, ma non ebbe tempo di rimuginarci troppo perché la sua piccola richiamó la sua attenzione chiedendogli cosa avrebbero mangiato per cena. 

Ed Harry guardandola sorrise, perché non poteva non farlo di fronte alla piccola Claire con le dita e le labbra sporche di briciole e cioccolato del biscotto che stava addentando.




Ed eccomi di nuovo qui con il primo capitolo della mia storia!

La storia è ancora tutta da scrivere ma prima di continuare a farlo vorrei prima capire se vi interessa o meno.

É la prima storia che scrivo quindi per tutti i consigli e dritte potete scrivermi un commento che è sempre super apprezzato!

 

A presto , Chiara_Tommo

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


 

 

Dopo un mese ottobre fece il suo ingresso , portando tante passeggiate e risate tra le foglie secche e l’erba umida.

Claire ed Harry avevano intrapreso una nuova routine: sveglia per entrambi alle 7, colazione, alle 7:45 il pulmino passava a prendere la piccola Claire, ed Harry poteva aprire il suo bar.

Ogni pomeriggio alle 5:15 la piccola tornava a casa con nuovi racconti ricchi di risate e sorrisi, ed Harry non poteva essere più fiero della sua piccola per come stava affrontando il suo percorso scolastico.

Passavano fino all’orario di chiusura a scambiarsi sorrisi e rubare biscotti di tanto in tanto mentre la piccola colorava o si sforzava di leggere i libricini ricchi di immagini che le insegnanti consigliavano come prime letture. 

Lo strano ragazzo biondo si presentava di tanto in tanto con lo stesso comportamento e lo stesso abbigliamento di chi non voleva essere riconosciuto o disturbato, ma Harry ormai aveva imparato a capire i clienti dopo anni per cui, si preoccupava di servirgli ciò che ordinava senza perdersi in futili commenti sul tempo o sull’ultima partita del Liverpool.

Era il 20 ottobre quando la piccola Claire fece ingresso nel bar senza la sua solita vitalità ma con aria triste e gli occhi bassi.

Harry non poté fare a meno di preoccuparsi e correrle incontro prendendola in braccio e chiedendole cosa c’era che la turbasse, non prima di darle un sonoro bacio sulla sua guancia.

La piccola lo guardò con i suoi occhi pieni di lacrime e tirando su con il naso di tanto in tanto spiegó che a scuola per Halloween avevano organizzato una festa per tutti i bimbi, e che le insegnanti avevano assegnato a tutte le mamme dei piatti che avrebbero dovuto cucinare e portare.

Harry la guardò mentre un piccolo pensiero che pian piano si insinuava nella sua mente gli faceva ribollire il sangue. Ovviamente questo non poteva mostrarlo a Claire e così, facendo finta di nulla le disse ‘Claire sono sicuro che riusciremo a cucinare quello che mi hanno assegnato tranquilla’ facendole un sorriso incoraggiante aspettandosi di risolvere il suo piccolo dramma.

Fu quello che la bimba urló che lo lasció letteralmente senza parole: ‘ non mi hanno assegnato niente perché non ho una mamma’. 

Gli occhi di Harry insieme a molti altri dei clienti si spalancarono nel sentire le urla della piccola che aveva iniziato a piangere di nuovo. 

Era la prima volta che Claire si comportava così ed Harry capí che ciò che era successo l’aveva scossa e umiliata tanto da farla reagire in quel modo.

Abbraciandola stretta e accarezzandole la schiena, ritornarono dietro al bancone, mentre Harry accennava sorrisi di scuse ai suoi clienti che gli lanciavano occhiate piene di tenerezza e dispiacere.

Quando la piccola smise di singhiozzare, si allontanò pian pian dalle braccia di Harry, rivelando il suo piccolo viso paonazzo rigato dalle lacrime, i capelli ricci e biondi un po’ arruffati e un broncio così tenero da far intenerire chiunque.

Quando fu calma, le diete un muffin e le disse che il giorno dopo sarebbero andati insieme a scuola, e che si sarebbe fatto assegnare un piatto che avrebbero cucinato insieme, e fu così che Claire gli rivolse un piccolo sorriso mentre addentava il muffin.

Quando il dramma fu risolto, Harry non poteva fare a meno di pensare quanto fossero state indelicate le maestre della piccola per non aver capito di averla messa a disagio davanti agli altri bimbi. Cosa importava loro se la piccola non aveva la mamma? Un uomo non è capace di cucinare come una donna? Non è capace di prendersi cura di una bambina? Harry non riusciva a capire come delle donne potessero essere così arretrate e non capirlo. A claire non lo fece capire, ma quella conversazione aveva toccato dei nervi scoperti e fatto riaffiorare diverse liti che Harry aveva avuto con i nonni paterni Claire, i quali pensavano che non sarebbe stato in grado di prendersi cura della bimba.

Mentre Harry rimuginava sui suoi pensieri si fecero le 18; Ben presto il bar Aveva esaurito tutti i tavoli a sedere eccetto qualche posto libero al bancone. 

Era da qualche giorno che il bar era sempre affollato da numerose ragazzine e Harry non riusciva a spiegarsi il motivo,dato che l’età minima della sua clientela era ben distante da quella delle ragazze. Non che il suo bar non fosse carino, ma non era un posto in voga a Londra, era solo un piccolo bar in un area residenziale di Londra, ben distante dal centro, inoltre non serviva cocktail e alcolici, per cui la sua clientela si basava su anziani del quartiere, lavoratori e coppiette occasionali.

Come ogni pomeriggio Il rumore della porta che si apriva e richiudeva subito dopo fece alzare lo sguardo di Harry dal piccolo lavello dove stava sciacquando le tazze per metterle nella lavastoviglie dietro al bancone.

Il ragazzo biondo era entrato come ormai faceva sempre più spesso, e dopo un’occhiata distratta si sedette al bancone, con aria tesa come se non si aspettasse di essere in un posto così affollato.

Come da routine Harry chiese cose potesse portargli aspettandosi il solito caffè, ma quella volta lo stupí  chiedendogli una cioccolata calda e un paio di biscotti con gocce di cioccolato.

Aveva anche alzato lo sguardo questa volta, ma Harry non era capace di capire se lo stesse guardando sul serio dato che portava degli occhiali scuri. 

Mentre Harry gli offriva il suo ordine, delle ragazze iniziarono a lanciare degli sguardi sempre più insistenti verso il bancone, in particolare modo verso il ragazzo biondo.

‘É lui?’ Si chiedevano sempre più ad alta voce ‘È Niall Horan’ dicevano altre ancora, rendendo il ragazzo sempre più agitato. Harry poteva vederlo mentre la sua gamba iniziò a muoversi freneticamente e le sue dita tamburellavano sul bancone velocemente. Fu quando delle ragazze iniziarono ad alzarsi e a dirigersi verso la sua direzione che il ragazzo si alzò di scatto e, senza pagare, lasciò il bar.

Harry era rimasto letteralmente a bocca aperta dalla velocità con cui il suo cliente aveva lasciato il suo posto, la tazza ancora piena di cioccolata e un biscotto mezzo mangiucchiato; non aveva idea di chi fosse, ma era capace di fare 2+2 e capire che probabilmente era una personaggio pubblico e che quelle ragazze lo avevano riconosciuto. 

Sua nipote non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo poiché troppo impegnata a leggere, perciò non fece caso a lui.

Fu quando Harry si ritrovò a letto dopo aver dato il bacio della buonanotte a Claire e aver chiuso la porta della sua cameretta che cercò su google dal suo cellulare il nome “Niall Horan”.

Si presentarono numerosi articoli e foto che ritraevano un bel ragazzo biondo sorridente dagli occhi azzurri su numerosi palchi di tutto il mondo. Dopo diverse ricerche Harry capi che il ragazzo era un chitarrista molto famoso conosciuto in tutto il mondo, e sì, era irlandese. Harry nelle foto sembrava riconoscere la mascella, il mento delle ragazzo e capi che in effetti da un più di un mese una celebrità aveva frequentato il suo bar inconsapevolmente.

Fu allora che comprese il perché frequentasse il suo bar: aveva capito che Harry non aveva la più pallida idea di chi fosse, che il bar fosse un locale tranquillo e che non aveva bisogno di preoccuparsi di essere riconosciuto, almeno fino ad allora.

Tra gli articoli c’era anche uno che spiegava i suoi ultimi avvistamenti proprio nei pressi del suo bar e Harry non poté fare a meno di pensare in quel momento che non invidiava per niente questo ragazzo e che non avrebbe voluto essere nei suoi panni.

Aveva sempre provato compassione per le celebrità, perché purtroppo con la loro fama dovevano dire addio ad una delle cose più preziose della vita: la propria privacy.

Decise di spegnere il telefono e poggiarlo sul comodino di fianco al letto mentre si rannicchiava sotto le coperte e il sonno pian piano si impossessava del suo corpo, facendolo cadere in un sonno profondo.

 

Il giorno dopo Harry chiamò il servizio pulmino avvisando che avrebbe accompagnato personalmente la piccola, e che avrebbero potuto accompagnarla a casa il pomeriggio.

Così scesero nel piccolo cortile sul retro del bar, mise la piccola al posto del passeggero allacciandole la cintura e saltó poi al suo posto.

Mentre accompagnava Claire a scuola pensò a come affrontare il discorso con le maestre della piccola senza rischiare di perdere la calma, ma sapeva che probabilmente non sarebbe stato in grado di riuscirci. 

Arrivati a scuola, accompagnó Claire in classe che prese subito posto vicino alle compagne, e chiese all’insegnante di poter scambiare qualche parola con lei, non prima di lanciare un bacio alla sua nipotina.

Quando i due si trovarono distanti dalla classe la maestra lo guardò con uno sguardo interrogativo e parlò “ Signor Styles a cosa devo la sua visita?”. 

Con aria sbrigativa Harry si ritrovò a chiedere il perché la sua bambina non avesse avuto alcun piatto da dover portare alla festa mentre tutti gli altri si.

“Signor Styles sappiamo che lei si prende da solo cura di sua nipote e che sopratutto non è un genitore, per cui non volevamo metterla in difficoltà con questi com-“ mentre terminava, le guance di Harry iniziarono e ribollire e ,senza darle la possibilità di terminare, sbottó. 

“Quindi invece di pensare di non mettere in imbarazzo una bambina davanti ad un intera classe di amici, ha ben pensato che non sono tenuto a cucinare niente perché non sono un genitore.” Harry aveva alzato un po’ il tono della voce ricevendo alcune occhiate dai genitori e maestre che erano appena entrati nell’edificio. 

“Beh mi stia a sentire, sono legalmente il tutore della bambina, per cui agisco come suo genitore, come qualsiasi altro. Spero di essere stato chiaro e che quando Claire tornerà a casa più tardi mi dirà cosa mi è stato assegnato per la festa.” 

Terminò il discorso con uno sguardo duro e la mascella serrata tanto da far arretrare leggermente la maestra, che sembrava essersi fatta più piccola dopo il rimprovero.

“D-d’accordo signor Styles , è tutto chiaro” sussurrò.

Soddisfatto e con il cuore più leggero, Harry si diresse verso la sua auto complimentandosi sarcasticamente con se stesso per aver mantenuto la calma.

Mentre faceva ritorno a casa,non poteva fare a meno di sorridere per la sua piccola vittoria ma, mentre svoltava l’angolo del suo quartiere dovette distogliere i suoi pensieri da Claire perché una figura incappucciata sedeva al gradino del suo piccolo bar ancora chiuso.
 

 

————-

Eccomi qui con il secondo capitolo!

Sarò sincera,mi sto affezionando tanto alla storia e sto dedicando tutta me stessa.

Spero possa piacere a voi tanto quanto piace a me! 

Un abbraccio,

Chiara_Tommo

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Mentre Harry parcheggiava la macchina non poteva fare a meno di pensare a quel ragazzo seduto sul gradino del suo bar, anche se aveva un piccolo presentimento che pian piano cresceva mentre si avvicinava al ragazzo.

Appena si presentò davanti al suo bar si schiarì la gola, notando che il ragazzo non faceva cenno a spostarsi. 

‘Ehm,dovrei aprire il bar.’ Disse Harry con fare impacciato, mentre pian piano riconosceva il paio di occhiali dai vetri scuri che lo avevano scrutato nelle settimane precedenti. 

Passarono vari secondi di silenzio ,quando Harry , consapevole di avere Niall Horan davanti al suo bar, sentì un leggero russare provenire dal biondo davanti ai suoi piedi. 

Harry non poté fare a meno di provare nei confronti di quello sconosciuto una grande tenerezza, poiché pensava che solo una persona davvero stanca poteva addormentarsi su un gradino nel pieno freddo Londinese.

Il riccio si chinó davanti al biondo riuscendo per la prima volta a studiare bene i suoi lineamenti gentili,il leggero velo di barba che gli accarezzava il viso, e le labbra rosa. Facendosi coraggio Harry toccò leggermente la spalla di Niall sussurrandogli piano 

‘Ehi..sveglia’ .

Il biondo sussulto leggermente prima di togliersi gli occhiali e stropicciarsi gli occhi, aprendoli pian piano successivamente.

Nel momento in cui gli occhi di Niall si scontrarono con quelli di Harry che il tempo si fermò.

Era la prima volta che Niall Horan guardava senza filtri gli occhi di Harry.

Harry pensò di non aver mai visto occhi più belli di quelli di Niall, un azzurro mare capace di catturarti e farti sprofondare . E se Harry si perdeva nei suoi occhi,  Niall non poteva fare altrimenti con quelli smeraldo di Harry. 

Passarono diversi secondi in cui i ragazzi si persero uno negli occhi dell’altro quando Harry si ricordò che erano davanti al suo bar, e che a breve i clienti sarebbe arrivati.

Si alzò di scatto facendo sussultare il biondo che subito dopo fece lo stesso.

‘Scusami,mi sono appisolato senza rendermene conto’ disse con il suo solito accento irlandese accennando un sorriso e grattandosi leggermente la base della nuca con le dita.

Harry riusciva a capire che era realmente imbarazzato ma anche infreddolito, e così senza mezzi termini gli fece cenno di entrare nel suo bar deserto.

‘Siediti pure, ti preparo il solito caffè?’ E pensando alla giorno precedente aggiunse ‘o una cioccolata?’.

Niall lo guardò e accennó un sorriso alla seconda proposta, annuendo con vigore.

Harry sorrise e si mise in azione mentre un silenzio rassicurante si instaurò tra i due. 

Fu quando Harry mise tra le mani di Niall la tazza fumante di cioccolata seguita da due biscotti al cioccolato che Niall parlò.

‘Grazie’ disse timidamente, ‘volevo dirti che sono tremendamente dispiaciuto per ieri pomeriggio, non avrei dovuto andarmene senza pagare. Non ho dormito stanotte pensando a questo’ sussurrò le ultime parole,fissando intensamente gli occhi di Harry.

Per la seconda volta Harry non poteva fare a meno di provare una grande tenerezza nei confronti di Niall, anche se dentro di se fu realmente impressionato dal fatto che una star potesse scusarsi per non aver pagato. Di solito non sono abituate a ricevere gratis tutto ciò che volevano?

Harry era davvero impressionato; si rese conto che non poteva fare a meno di osservare quegli occhi blu così profondi e che mostravano in tutta sincerità il dispiacere di Niall.

‘Non è stata colpa tua, non preoccuparti di ieri, ha offerto la casa’ rispose Harry con un bel sorriso sulle labbra che Niall prontamente ricambiò.

Dopo un po’ lasció Niall alla sua cioccolata mentre iniziava a sfornare i primi cornetti e brioches calde. 

Pian piano che la solita clientela iniziava ad arrivare, Niall si sentiva sempre più a disagio, infatti gli occhiali che giacevano dimenticati sul tavolo mentre osservava Harry lavorare, presero presto il loro solito posto sul naso del chitarrista.

‘Tranquillo, non verranno’ disse Harry che ,notando le sopracciglia di Niall aggrottarsi aggiunse ‘le ragazze di solito arrivavano intorno alle 6’.

Sentendo le parole del ragazzo, Niall rilassò visibilmente le spalle ed emise un leggero sospiro che fece sorridere Harry. 

La mattinata passò abbastanza in fretta per Harry, di tanto in tanto lanciava occhiate di nascosto a Niall che si godeva la sua tranquillità seduto al bancone, scrivendo sul suo taccuino nero. 

A volte i loro sguardi si incrociavano ed entrambi si ricambiavano sorrisi timidi; era una situazione strana ma piacevole.

Si fecero ben presto le 2 quando un piccolo uragano biondo irruppe nel bar semideserto, facendo sussultare Harry.

‘Sono tornata papà!’ Esclamò Claire, mentre si gettava tra le braccia del suo amato papino. La piccola era visibilmente euforica e non diede nemmeno tempo ad Harry di parlare che subito aggiunse ‘indovina papà, indovina! Anche tu dovrai cucinare qualcosa!’ Disse la piccola battendo le piccole mani paffute con un sorriso raggiante.

Harry provò un grande senso di orgoglio e si sentì così felice di aver rallegrato la sua piccola che la stritolò in un abbraccio mentre le chiedeva cosa dovessero preparare.

La piccola mentre sedeva come al solito sullo sgabello esclamò un sonoro ‘muffin alla zucca’ prima di perdersi in numerosi racconti, come sul perché fossero usciti prima da scuola quel giorno, e cosa avessero mangiato.

Harry notava con la coda dell’occhio che spesso Niall li guardava curioso mentre scriveva cose. Ma cosa aveva così tanto da scrivere? Si chiese Harry distratto mentre approfittando dell’assenza di clienti, si sedette vicino al suo piccolo angelo addentando un panino. 

La piccola Claire si era messa subito a fare i suoi compiti, non stava un attimo ferma, era sempre super attiva e felice di migliorare, ed Harry non poteva essere più fiero di lei. Era un papà orgoglioso? Decisamente.

Mentre claire scriveva , la piccola penna con gli unicorni esaurí il suo inchiostro lasciando la bimba contrariata. 

Claire emise un profondo sbuffò quando con fare sbrigativo si rivolse a Niall. 

‘ mi scusi signore, mi presta una penna?’ Chiese guardandolo con i suoi occhioni verdi, come quelli di Harry.

Niall alzó lo sguardo stupito dal fatto che la piccola gli rivolgesse la parola ed era pronto a rispondere quando Harry la richiamò.

‘Claire Tesoro, lascia stare i clienti, vado a prenderla di sopra’ rivolgendosi a Niall con uno sguardo di scuse e facendo per alzarsi

‘No tranquillo non c’è bisogno’ disse Niall con un sorriso, mentre cercava nel suo zaino con fare distratto.

‘Eccola qui!’ Esclamò tirando fuori una penna molto elegante e raffinata, di colore nero e con un piccolo quadrifoglio di colore oro (che ad Harry puzzava di vero oro) sulla cima del tappo.

La piccola la prese con le sue manine e disse ‘grazie signore, è bellissima!non la romperò e gliela restituirò appena finito’ Guardando la penna come se fosse la cosa più curiosa che avesse mai visto. ‘Io mi chiamo Claire,signore’

Niall le sorrise e disse senza pensarci ‘un bellissimo nome per una bellissima bimba’ facendo ridacchiare la piccola che diventó presto rossa per il complimento ‘puoi chiamarmi Niall’ aggiunse.

I due si scambiarono un sorriso mentre ritornarono ognuno alle loro attività. Harry guardò la scena senza dire una parola, era rimasto sorpreso dalla sua piccola; di solito era molto diffidente con gli estranei e non ha sempre il coraggio di chiedere qualcosa a qualcuno, eppure lo aveva fatto. 

Si fecero le quattro quando Harry faceva pagare una coppia di anziani e quando Claire sussurrò a Niall ‘tieni Niall grazie mille’. 

Niall rimise la penna nello zaino e sorridendo le disse che era stato un piacere; poi,come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno, guardo l’orario e iniziò a preparare le sue cose. Harry aveva capito che quello era il momento in cui sarebbe andato via. 

Il biondo si diresse alla cassa e prontamente consegnò ad Harry una banconota da 50 sterline. Mentre Harry cercava di capire se avessero nella cassa abbastanza resto da dargli Niall disse ‘niente resto, a presto’ e andò via senza lasciare il tempo di replicare.

Harry strinse nelle mani la banconota, mentre la rabbia si faceva strada in lui.

Era decisamente qualcosa che non avrebbe mai voluto. 

Perché non voleva resto? Aveva consumato poco più di 5 sterline nel suo bar e non poteva dargli tutta quella mancia. Ad Harry non piaceva questa situazione. Pensava gli servissero i suoi soldi? Lui e la bambina gli facevano pena ? Era per questo che gli aveva lasciato così tanta mancia ? Riguardò la banconota stropicciata nel suo pugno, in quel momento quasi sembrava bruciargli tra le mani, e la mise in cassa;

si promise che se si fossero rivisti il giorno successivo gli avrebbe ridato fino all’ultimo centesimo. 

Se c’era una cosa che Harry odiava era la pietà.

Era chiaro che il gesto di Niall aveva turbato tanto Harry da lasciarlo contrariato tutto il pomeriggio. 

Così dopo aver messo a letto claire decise di ascoltare un po’ di musica su Spotify, cercando di rilassarsi, senza però riuscirci, pensando alla seconda sera consecutiva a Niall horan.

 

 

Eccomi qua, nuovo capitolo, con Niall che pian piano prende parte alla storia.

Se i capitoli vi sembrano corti, vi prego di dirmelo, o in generale di darmi più dritte possibili, è la mia prima storia.

Fatemi sapere ciò che pensate, un commento è sempre gradito.

Baci, chiara_tommo

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


 

Era arrivato il 31 ottobre a Londra, ed Harry non poteva essere più felice di questo; non che fosse un grande stimatore della festa di Halloween ma in quei giorni era letteralmente impazzito.

Ovviamente la colpa era del suo piccolo angelo biondo che ad una settimana esatta dalla festa si svegliava prima di Harry per andare a saltellare sul suo letto eccitata perché avrebbe partecipato alla sua prima vera festa con amici. Harry adorava la sua facilità nel manifestare la sua gioia ma giorno dopo giorno con il bar da allestire a tema Halloween, dolci nuovi a tema da preparare, Harry non desiderava altro che arrivasse il triste ma tranquillo novembre londinese.

Era sabato, avrebbe chiuso il bar per il pomeriggio per accompagnare Claire alla festa e poter stare insieme ai genitori mentre i bimbi si divertivano; quel giorno era particolarmente piovoso; i meteorologi avevano annunciato una grande tempesta quella sera, rovinando sicuramente i piani di tantissimi bambini che avrebbero perso l’occasione di fare dolcetto o scherzetto. 

Claire era un po’ triste per questo, ma almeno aveva la sua festa a cui pensare, ed Harry poteva essere felice insieme a lei.

La mattinata al bar passó abbastanza in fretta, e ben presto si fecero le 16. 

Harry chiuse in fretta il bar, prese in braccio la piccola Claire e con il piccolo ombrello corsero sotto la pioggia verso l’auto, il tutto accompagnato dal forte rumore della pioggia e le risatine di Claire ogni volta che Harry imprecava sottovoce.

Arrivati a scuola canticchiando le canzoni alla radio, parcheggiarono e corsero al riparo.

Quando Harry tolse il giubbotto alla Piccola Claire non poteva fare a meno di sorridere; la sua bimba era davvero uno spettacolo con la sua gonnellina e il piccolo lupetto bianco, una piccola aureola attaccata alla testa e le piccole ali che spuntavano dalle sue piccole spalle. Se gli angeli esistono, pensò Harry, hanno sicuramente il suo aspetto.

I bimbi si divertivano molto alla festa, e i genitori facevano altrettanto.

Molti si conoscevano tra di loro per cui erano quasi tutti impegnati in diverse conversazioni sulla domenica passata al club, o una stupida partita di polo.

Harry non poteva fare a meno di pensare che erano così snob da non aver nemmeno toccato il cibo che ognuno aveva preparato, poi, pensò che probabilmente nessuno di quei genitori aveva preparato con le loro mani. Tutto aveva l’aspetto di essere uscito da un grande ristorante di lusso, tutto eccetto i muffin alla zucca di Harry; non che non fossero buoni, anzi, ma ognuno era diverso dall’altro, era il tipico prodotto cucinato con le proprie mani genuino ed artigianale. Se c’era qualcuno che aveva davvero cucinato qualcosa era Harry, e le insegnanti lo capirono.

Erano le 7 quando la festa terminò e i bimbi iniziarono a tornare pian piano con i propri genitori a casa; Harry stava facendo la stessa cosa, iniziando a mettere il piccolo giubbotto a Claire quando la voce dell’insegnante lo distrasse.

‘Signor Styles, mi scusi’ disse avanzando con diversi vassoi tra le mani nella loro direzione ‘non si offenda ma tutti sono andati già via e tanto cibo è avanzato, non vorrei fosse buttato’ . Harry la guardò con un sopracciglio alzato, voleva che prendesse tutto quel cibo? Prima che potesse pensare altro,la ragazza rispose ‘so che lei ha un bar, magari può offrirlo ai clienti, non so fare un brunch domani’. Disse sottovoce quasi intimorita dallo sguardo di Harry. 

Forse l’altra volta aveva esagerato con l’insegnante, Harry si rese conto che forse aveva intimorito la ragazza e che probabilmente aveva dato l’impressione di un tipo burbero e dispotico.

Così sforzandosi di essere felice per la sua idea, prese il cibo dalle braccia dell’insegnante e si diresse in auto.

Odiava accettare qualcosa da qualcuno, aveva sempre l’impressione che gli altri gli dessero qualcosa non per il puro piacere di farlo, ma per aiutarlo.

Mentre tornavano a casa ad una lentezza disarmante per il grande temporale, Harry notò che la piccola si era addormentata. Fu quando passò davanti alla piccola chiesa vicino casa, che ebbe l’idea. 

Con un grande sorriso, si slacciò la cintura e toccó leggermente la spalla di Claire per farla svegliare.

‘Stanca papà’ sussurrò mentre si stropicciava gli occhi ed emetteva lo sbadiglio più tenero del mondo.

‘Ora il tuo papà ti insegna una cosa molto importante, presta attenzione’ disse Harry sorridendo. 

Prese il cibo con una mano e la piccola dall’altra mentre correva sotto il portico della chiesa. In effetti fare entrambe le cose non era stata una buona idea dato che lui e la piccola erano fradici per l’acqua ma almeno il cibo era salvo. Andarono sul retro ed entrarono nel centro accoglienza dei senzatetto della città. 

Harry conosceva bene quel posto, spesso quando i suoi affari non andavano un granché bene e il latte di Claire o le sue pappe iniziavano ad essere più costose, aveva cenato lì tante volte e il pastore Liam aveva sempre offerto lui un pasto caldo senza mai farlo sentire un bisognoso, anche se in quei momenti Harry si sentiva ferito nell’orgoglio.

Si avvicinò al bancone della mensa con i vassoi in una mano e la manina di claire che camminava di fianco a lui sorridendo al pastore Liam e mandandogli un bacio.

Claire gli era affezionata, ogni natale il pastore le faceva sempre un regalo così come a tutti i bambini del quartiere.

‘ciao Harry e piccola miss’ disse Liam con un grembiule che copriva i suoi vestiti e una retina per i capelli sulla testa.

‘Salve pastore’ dissero i due insieme, ed Harry aggiunse ‘pastore abbiamo portato un po’ di cibo, spero non le dispiaccia’ .

Il pastore sorrise alla quantità di cibo che Harry aveva portato e fece subito spazio sul bancone ringraziandolo più volte.

Harry avrebbe voluto restare per aiutare a servire il cibo ma sia lui che Claire rischiavano di ammalarsi se non tornavano a casa per asciugarsi, per cui a malincuore salutarono il pastore e fecero ritorno in auto.

Harry era felice, aveva fatto una buona azione e non aveva sprecato il cibo.

Quando tornarono a casa, Harry corse su per le scale di casa con Claire in braccio; le fece subito un bagno caldo, e dopo molte risate e proteste, finalmente si addormentò.

Harry era appena uscito dalla doccia, aveva indossato un pantalone da tutta e un maglione, aveva lasciato i suoi lunghi capelli un po’ umidi sulle spalle e si avvicinò al bancone. 

Non aveva molta fame, così decise di farsi una tazza di tè caldo, e quando fu pronta si avvicinò alla finestra che dava sul bar per vedere la tempesta.

Eh si, pensò Harry, quella era proprio una tempesta coi fiocchi decisamente. 

Mentre si perdeva nei pensieri, fu distratto da una figura che cercava di ripararsi dalla pioggia e si avvicinava alla porta del suo bar. 

Il suo bar era di solito aperto il sabato sera, per alcuni clienti occasionali, ma aveva avvisato tutti i giorni precedenti che il bar sarebbe stato chiuso. 

Evidentemente c’era qualcuno che non lo sapeva, perché senti un bussare freneticò alla porta del bar. 

Harry non era sicuro di quello che voleva fare, non voleva aprire ad un pazzo, perché solo un pazzo sarebbe uscito senza ombrello sotto quella tempesta, ma d’altra parte quando vide la figura sedersi sul marciapiede inerme con la testa bassa e la pioggia che batteva sui suoi vestiti, pensò che non poteva ignorare quella persona, chiunque fosse meritava almeno un posto caldo dove aspettare. 

Così Harry scese di sotto e si affrettò ad aprire le porte per permettere al cliente di entrare. Il rumore della porta fece alzare di scatto lo sconosciuto, facendo rimanere Harry a bocca aperta. 

Senza dire una parola si fece da parte per far entrare il ragazzo nel bar, che prese posto su uno sgabello sul bancone.

 Harry accese le luci nel bar, ignorando il fatto che avesse tutto il pavimento bagnato avvicinandosi al bancone.

‘Grazie per avermi aperto, la mia macchina ha deciso di abbandonarmi a poche miglia da qui e ...’ disse Niall tirando forte con il naso e iniziando a tremare come una foglia.

Harry era ancora arrabbiato con lui, la sua banconota era ancora nella cassa, e presto gliela avrebbe restituita, ma prima pensò che era il caso di preparare qualcosa di caldo per il suo cliente.

Così in silenzio si voltò per preparargli una cioccolata, mentre Niall lo guardava lavorare con uno sguardo leggermente stranito.

Fu quando Harry gli porse la tazza calda, e solo dopo aver preso un sorso di cioccolata che disse ‘ti ringrazio’ accennando un sorriso.

Harry annui distratto, si appoggiò al muro con le braccia incrociate e senza essere in grado di frenare la sua lingua esclamò‘una star famosa come te non ha un autista a cui chiamare? O un amico che può dargli un passaggio?’ .

Harry era una persona adorabile, ma quando era arrabbiato con una persona non poteva fare a meno di utilizzare il suo tono accusatorio.

Rimase stupito quando vide la reazione di Niall; il biondo con i suoi capelli gocciolanti abbassò lo sguardo sulla tazza e iniziò a grattarci contro le unghie. 

Harry voleva mordersi la lingua, forse aveva esagerato.

Mentre pensava a cosa dire per non sembrare un perfetto idiota Niall parlò.

‘Guidare mi fa sentire una persona normale’ disse Niall in un sussurro ‘l’autista c’è solo per le occasioni..ufficiali insomma’ disse tentennando alla fine.

Sembrava davvero in difficoltà mentre parlava, Harry lo capiva, dal modo in cui la sua gamba si agitava freneticamente sullo sgabello; aveva imparato a capire che lo faceva ogni volta che era nervoso.

Con un tono decisamente più dolce, Harry, che aveva riempito una tazza anche per lui, fece il giro del bancone, sedette accanto a lui ed esclamò ‘e non hai un amico da chiamare?’ Prendendo un sorso di cioccolata.

Niall lo guardò con uno sguardo triste e ,con una risata priva di tono, disse ‘sai..quando sei famoso...’ facendo il simbolo delle virgolette ‘ non hai molti veri amici che sono disponibili per queste cose’.

Harry a quelle parole si ammorbidí e pensò che per il discorso banconota poteva aspettare. 

‘Mi spiace Niall’ disse Harry, rendendosi conto che era la prima volta che pronunciava il suo nome ad alta voce. 

Niall lo guardò negli occhi con un mezzo sorriso disse ‘non dirlo per favore,hai aperto il bar solo per farmi entrare, è più di quanto un amico abbia mai fatto per me’.

Harry si sentiva male a quelle parole; lui aveva degli amici che volevano aiutarlo in ogni modo ma aveva respinto tutti, e qui invece c’era Niall che poteva avere tutto ciò che desiderava nella vita, ma non aveva nessun amico che si sarebbe preso la briga di venirlo a prendere sotto la pioggia. La vita è proprio strana, si ritrovò a pensare Harry mentre osservava il volto di Niall che aveva preso colorito mentre sorseggiava la cioccolata calda. Mentre Harry osservava i capelli biondi di Niall si ricordò che non poteva lasciare Claire troppo tempo da sola, e se il temporale l’avesse svegliata? Ma non poteva nemmeno lasciare Niall da solo nel suo bar. 

Niall sembrò leggergli nel pensiero perché spalancò gli occhi come se fosse stato colpito da un fulmine ‘Claire!’ Esclamò guardando verso le scale.

Harry si giro di scatto e corse verso la piccola, che con il suo pigiamone rosa e il suo orsacchiotto, singhiozzava. 

‘Papà non c’eri, non c-c’eri ‘ diceva tra i singhiozzi. Harry la prese in braccio accarezzandole i capelli e sussurrandogli numerose volte scusa tra i capelli, mentre riprendeva il posto a fianco a Niall, che guardava la scena ammutolito ed evidentemente dispiaciuto per la piccola.

Quando la piccola si tranquillizzò, Harry le diede un bacio sui capelli e gli chiese di nuovo scusa. 

‘Tesoro scusa, ero qui perché Niall era solo sotto la pioggia’ guardandola negli occhi, Harry poté notare che la piccola gli diede uno sguardo confuso, per poi girarsi ed urlare ‘Niall, Sei tutto bagnato’ portandosi la piccola manina alla bocca.

Niall Ed Harry non potevano fare a meno di guardarsi e ridere per la spontaneità di  Claire. É proprio vero che i bambini sono la bocca della verità.

‘Scusa Claire, é colpa mia se ti sei svegliata da sola’ disse Niall accarezzandole i capelli ‘ora chiamo un taxi che mi porterà a casa così potrai tornare a dormire’.

Harry lo guardò mentre toccava la sua piccola e stranamente non ebbe voglia di tagliargli la mano. Era sempre molto protettivo con Claire, ma le parole precedenti di Niall lo avevano addolcito fin troppo e non riusciva ad essere scortese. 

Fu in quel momento che Harry ebbe l’idea. ‘Il taxi lo chiamo io e lo pago io, con i soldi che l’altra volta mi hai dato senza alcun motiv-NO! Non puoi rifiutare’ aggiunse appena vide la bocca di Niall aprirsi con fare contrariato. 

‘Non dovevi lasciarmi tutto quel resto, voglio che paghi solo ciò che consumi nel mio bar’ disse Harry guardandolo dritto negli occhi, ed assumendo la tipica espressione da ‘questa è la mia decisione’.

Sembró funzionare perché Niall alzò le braccia in segno di resa e continuò a guardare Claire che gli stava raccontando della sua festa di Halloween senza nemmeno che Niall glielo avesse chiesto; non sembrava infastidito, anzi, ascoltava con grande interesse le sue parole e la osservava come se fosse la cosa più preziosa che avesse mai visto.

Ad Harry piaceva come Niall guardava Claire, sembrava davvero interessato a ciò che gli stesse raccontando, così mise la piccola seduta sul bancone mentre si allontanò per chiamare il taxi.

Questo arrivò ben presto, così Harry con la piccola in braccio si avvicinò alla porta mentre Niall si volta rivolgendo un grande sorriso ad entrambi.

‘Ti ringrazio ehm..’ disse Niall imbarazzato rendendosi conto che non conosceva il nome di Harry. 

Mentre Harry stava per dire il suo nome, Claire lo precedette esclamando ‘papino!’ facendo ridere entrambi. 

‘Grazie papino’ disse Niall non potendo fare a meno di trattenere un sorriso .

‘Harry, mi chiamo Harry’ disse Harry guardandolo negli occhi mentre accarezzava la schiena di claire.

Niall rivolse un ultimo sguardo ad entrambi prima di voltarsi ed entrare in macchina. La pioggia batteva ancora forte, ma sia Claire che Harry riuscirono a sentire perfettamente Niall che dal finestrino urlava  ‘buonanotte Harry, buonanotte piccola’ lasciando entrambi con un dolce sorriso sulle labbra.

 

Ecco in arrivo il 4º capitolo ragazzi! Cosa ne pensate della storia? Di Niall che inizia ad essere una presenza costante nelle loro vita? Pensate che Harry gli permetterà da subito di far parte della sua vita?

Chi come me adora Liam nelle vesti di pastore? Io lo trovo perfetto.

Sto pubblicando questi capitoli uno dopo l’altro almeno all’inizio per farvi comprendere la storia, pian piano poi andrò più lenta.

Come sempre, sono apprezzati commenti e dritte! 

Un bacio, Chiara_Tommo

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Novembre ormai era arrivato da un po’, l’aria era sempre più fredda e iniziavano a cadere i primi fiocchi di neve. Claire ovviamente adorava tutto ciò che riguardasse il Natale, i regali e l’albero di Natale. 

Harry viveva quei giorni sempre con molta tensione, ma era ancora troppo presto per pensarci, per cui si godeva i giorni tranquilli di Novembre.

Era una domenica noiosa quella: Harry e la piccola avevano finito di pranzare presto nonostante si fossero svegliati con tanta tranquillità, Claire aveva completato tutti i suoi esercizi per il giorno dopo, quindi non avevano granché da fare.

Così Harry decise di prendere le giacche e scendere a fare un giro in centro; non ci andavano spesso per cui Claire era felice di andarci, così avrebbe avuto l’occasione di vedere dei giochi nuovi da chiedere a babbo natale.

Parcheggiata l’auto, i due scesero mano nella mano e si addentrarono tra le persone intente a fare le loro lunghe passeggiate. 

Dopo mezz’ora decisero di entrare nel centro commerciale e fu mentre passeggiarono chiacchierando su cosa volessero prendere per la cena, che Claire esclamò ‘papà è Niall’ fermandosi davanti una vetrina e indicando verso il vetro.

Harry si avvicinò alla vetrina del negozio di musica che ospitava un grande poster di Niall che lo raffigurava con una chitarra acustica e un microfono, annunciando l’uscita di un album del chitarrista. Ecco cosa scriveva su quel Taccuino, pensò Harry, stava scrivendo delle canzoni.

L’album sarebbe stato il suo debutto come cantante e sembrava essere il più atteso dell’anno, o meglio, così citava il poster. 

Harry lo aveva visto poco nell’ultimo periodo anche se si erano ritrovati a chiacchierare molto di più da quella sera, parlando di Claire, della sua scuola e di cose le piacesse fare, Niall era molto interessato, e Harry avrebbe parlato di lei per ore.

La piccola lo distrasse dai suoi pensieri quando si avvicinò alla vetrina del negozio e gli chiese di entrare. I due entrarono nel negozio e Claire chiese se potessero ordinare il cd di Niall. Harry la guardò sorridendo pronto ad accontentare ogni sua richiesta, ma uscirono dal negozio pochi secondi dopo che il cassiere annunciò che tutte le copie erano già vendute prima ancora di essere pubblicato.

La piccola, come ogni bimbo che riceve un no come risposta, mise un piccolo broncio adorabile, e con le spalle basse decise che voleva tornare a casa. 

Harry tentò più volte di tirarla su di morale ma non ebbe molto successo, così decise che c’era solo una cosa che gli restava da fare: prendere una pizza.

Con la pizza si vince sempre, e infatti bastò fermarsi davanti alla pizzeria Da Mario, per far iniziare a saltellare Claire sul suo seggiolino.

Così si sedettero al solito tavolo, ordinando i loro gusti preferiti, mangiando la pizza e ristabilendo di nuovo il sereno. 

Il giorno dopo Harry non aveva molti clienti, così alle 4:30 decise di chiudere momentaneamente per andare a prendere Claire a scuola. Mentre stava chiudendo le porte, senti un accento irlandese che ormai Harry conosceva fin troppo bene provenire dalle sue spalle.

‘Ehy Harry!’ Gli disse Niall rivolgendogli un grande sorriso da sotto al suo berretto di lana e i suoi classici occhiali scuri.

Harry mentre ricambiava il suo saluto non poteva fare a meno di pensare che Niall era molto bello, sentendosi subito dopo in imbarazzo per aver avuto quel pensiero.

‘Ciao Niall, sto andando a prendere Claire’ disse Harry ricambiando il sorriso e indicando il bar chiuso. Senza pensarci due volte si ritrovò a chiedere se volesse accompagnarlo, pentendosene subito dopo, pensando che Niall potesse trovare la richiesta patetica e sconveniente.

Eppure Niall, senza pensarci un secondo di più, quasi si aspettasse quella richiesta, rispose prontamente con un sonoro sì, e segui Harry sul retro verso la sua macchina.

I due presero posto e partirono. Harry gli chiese se aveva aggiustato l’auto, gli raccontò del giorno prima che lui e Claire lo avevano visto nel negozio, senza accennare al fatto che erano entrati nel negozio, e Niall gli disse che era una nuova sfida, che voleva mettersi in gioco come cantante. Arrivati davanti scuola, Harry scese dall’auto e Niall gli disse che l’avrebbe aspettato in auto, anticipando i suoi pensieri. Quando Claire vide Harry davanti la porta della sua classe non poté fare a meno di rivolgergli un grande sorriso e preparare subito le sue cose. Harry ebbe giusto il tempo di chinarsi per accogliere prontamente tra le sue braccia la piccola e darle un grande bacio. 

‘Papà mi hai fatto una sorpresa!’ Esclamò Claire stringendo le piccole braccia intorno al collo di Harry.

Harry le sorrise mentre salutava l’insegnante e metteva sulla spalla lasciata libera lo zainetto di Claire.

‘In realtà non sono solo’ disse Harry arrivando alla sua auto e aprendo lo sportello posteriore, vedendo con la coda dell’occhio che Claire cercava di sbirciare dentro l’auto per capire chi fosse con lui.

Appena la piccola vide una chioma bionda e un paio di occhi azzurri che la scrutavano esclamò ‘Niall, ci sei anche tu!’ Battendo le mani felice.

Niall le chiese subito un bacio sulla guancia indicandola con le dita, bacio che non arrivò a tardare. Hai capito la piccola, pensò Harry ridendo mentre ripartiva per dirigersi al bar.

Mentre le chiacchiere di Claire riempivano l’abitacolo della auto, Harry si ritrovò a pensare per la prima volta che gli piaceva avere una compagnia. Mentre guardava Niall parlare con Claire, ancora una volta si ritrovò a pensare che adorava il modo in cui Claire iniziava a costruire la sua amicizia con Niall, forse era molto più brava lei ad instaurare rapporti con le persone, decisamente più di Harry. 

Quando parcheggiarono sul retro, Niall scese dall’auto e guardò Harry indicando la porta del passeggero; gli stava chiedendo il permesso per prendere Claire? Harry annuì curioso ma allo stesso tempo irrigidito, sapendo che non aveva mai permesso a nessun altro di prendere Claire in braccio se non a se stesso, non che qualcuno glielo avesse mai chiesto, comunque.

Incuriosito da quella che poteva essere la reazione di Claire, si ritrovò a sorridere quando la piccola protese le braccia verso Niall, iniziando ad accarezzargli i capelli alla base del collo, mentre ridevano per qualcosa che aveva appena detto Claire. 

 I tre entrarono nel bar e Harry iniziò a sentirsi leggermente a disagio: mentre Niall si posizionava dietro al bancone e metteva Claire sul suo solito sgabello, lui si diresse all’entrata del bar per riaprire le porte indicando che il bar era di nuovo aperto. Quando ritornò dietro al bancone, iniziò a sentirsi stretto, e ciò non riguardava il piccolo spazio dietro al bancone, ma Harry stesso, che sembrava sentirsi privato del suo spazio, del suo posto, suo e solo suo, a fianco a Claire. 

Niall sembrava non accorgersi di nulla, continuava a chiacchierare con Claire chiedendole come era andato il weekend, e la piccola prontamente gli raccontò il fallimento nel negozio di musica. 

Niall si voltò per guardare Harry che gli restituì uno sguardo confuso. ‘Perché non mi hai detto del cd?’ Chiese Niall con un sopracciglio alzato.

Cosa avrebbe dovuto dirgli esattamente Harry? ‘Non pensavo fosse importante’ disse Harry stringendosi le spalle e voltandosi per iniziare a preparare i primi caffè per i clienti appena entrati. 

Il fatto che Harry non avesse detto nulla ovviamente non era casuale, in realtà avrebbe potuto raccontare il fatto a Niall e magari qualcun altro al suo posto gli avrebbe chiesto il cd, ma lui non era così, e non lo sarebbe diventato.

Non amava ricevere aiuto da nessuno, e se Claire desiderava qualsiasi cosa avrebbe cercato di procurargliela da solo, senza chiedere alcun aiuto. Sentiva che lo doveva a Gemma, a sua madre e suo padre. 

Il pensiero di non poter dare a Claire ciò che lei desiderava lo faceva sentire già una nullità, figuriamoci se qualcun altro lo avesse fatto al posto suo. 

Con la coda dell’occhio vide che Niall aveva preso il suo solito posto al bancone, così Harry con fare stranamente formale gli chiese cosa potesse portargli, senza guardarlo negli occhi. 

Niall, che invece lo guardava con tanta intensità, rimase qualche secondo in silenzio perplesso non riuscendo a capire il cambio di umore di Harry.

Non era colpa sua, Harry lo sapeva, ma i suoi pensieri lo portavano a comportarsi in quel modo, ed infondo gli dispiaceva, perché sapeva che Niall non aveva detto nulla di male. 

Così, dopo aver ricevuto come riposta ‘una cioccolata’ Harry iniziò a preparare il suo ordine, mentre Claire come ogni pomeriggio iniziava a fare i suoi compiti usando la solita penna di Niall che puntualmente lui gli offriva. 

Porse la cioccolata in silenzio e si appoggiò al muro sul retro del bancone guardandosi le scarpe, sentendo a malapena il grazie di Niall. Scese un silenzio che a Harry iniziò a pesare, e anche se si teneva impegnato portando gli ordini, ogni volta che tornava al bancone non poteva fare a meno di ignorare Niall e restare in silenzio. 

Niall continuava a guardarlo ogni volta che tornava, chiedendosi cosa avesse mai fatto o detto di così fastidioso tanto da aver fatto cambiare l’atteggiamento di Harry. Quando il locale iniziò a riempirsi, Niall puntualmente decise di andare via, così pagò il conto, salutò Claire mandandole un bacio e rivolse un sorriso ad Harry.

‘Ci vediamo Harry’ disse con tono basso e un grande sorriso, sperando che Harry lo avrebbe ricambiato come suo, ma non fu ciò che accadde.

 Harry si limitò a dire un banalissimo ‘a presto’ e si voltò per riscaldare delle ciambelle, lasciando ancora una volta Niall stranito dal suo comportamento. 

Fu quando sentì la porta del suo locale chiudersi che Harry lascio andare un grande sospiro e decise di voltarsi a guardare Claire che incurante continuava a fare i suoi compiti.

Intorno all’orario di chiusura, Harry aveva iniziato a sistemare i tavoli, cantando distrattamente una canzone alla radio, mentre Claire chiudeva i suoi libri.

‘Papà!’ Esclamò improvvisamente Claire, spaventando Harry che la guardò perplesso ‘non ho restituito la penna a Niall! Si arrabbierà con me?’ Chiese preoccupata guardando la bella penna costosa tra le sue manine.

‘Claire la metteremo sotto al bancone così quando lo rivedremo gliela restituirai’ disse Harry con fare sbrigativo e un piccolo sorriso per tranquillizzare Claire, mentre dentro di se pensava che doveva stare attento a quella penna o gli sarebbe costato il suo stipendio mensile. 

Quando si mise a letto come ogni sera, dopo aver analizzato il suo pomeriggio, Harry pensò che aveva esagerato con Niall e che non meritava di essere trattato così solo perché lui era il solito burbero orgoglioso. Così, ancora una volta si addormentò pensando a Niall, che quella volta, la prima di una lunga serie, decise di popolare i sogni di Harry.

 

Ciao Ragazzi! 

Nuova settimana, nuovo capitolo! 

Che ne pensate di come sta andando la storia? Ricordo che é tutta da scrivere ancora, quindi per qualsiasi dritta o suggerimento sono pronta ad ascoltare!

Un abbraccio, Chiara_Tommo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


 

La settimana passò abbastanza in fretta, e presto arrivò il sabato, il che significava Claire tutto il giorno con lui al bar.

Harry era particolarmente stanco quel giorno, e non vedeva l’ora che fosse domenica, e non perché la settimana lavorativa era stata impegnativa, non perché ogni notte si svegliava dal solito sogno con Niall, che puntualmente Harry cercava di rimuovere, ma perché proprio l’irlandese non si era fatto vivo per l’intera settimana.

Iniziava a pensare che era colpa sua, che non avrebbe dovuto trattarlo in quel modo l’ultima volta e che forse lo aveva offeso. A mente lucida, Harry aveva capito che Niall non aveva davvero detto nulla di male e che forse avrebbe dovuto chiedergli scusa. 

Mentre la mattinata al bar passava frenetica, alle 15 arrivò un pacco indirizzato a Mr. Harry Styles. Harry si avvicinò al postino con uno sguardo abbastanza stranito ma allo stesso tempo curioso, perché non aveva ordinato sicuramente nulla in quei giorni, e di solito nessuno gli inviava nulla. 

Fu sorpreso quando lesse che il nome del mittente era in realtà il nome di un’etichetta discografica, la Sony che Harry ben conosceva.

Ritornò al bancone dove ad aspettarlo c’era Claire che guardava entusiasta il pacco.

‘Papà qualcuno ci ha inviato qualcosa!’ Disse eccitata battendo le mani , poiché non avevano mai ricevuto un pacco da qualcuno prima di allora. 

‘Aprilo,aprilo,aprilo!’ Iniziò a canticchiare Claire saltellando sul suo solito sgabello, iniziando ad essere irrequieta, e rendendo lui irrequieto a sua volta, anche se doveva ammettere che era abbastanza incuriosito. 

Munito di forbici, Harry riuscì a rompere il nastro adesivo ed aprire il pacco, rivelando al suo interno una lettera ed un cd con su il viso di una persona che Harry conosceva bene.

Gli bastarono pochi secondi per capire tutto, Claire invece si chiedeva ancora che cosa fosse. 

Così Harry, con una lentezza disarmante e una sensazione familiare, prese il cd dal titolo Flicker tra le mani e lo porse a Claire; le ci volle un secondo prima di urlare ‘papà è Niall, è il suo cd!’ Stringendolo tra le mani e guardandolo con un grande sorriso. 

‘Sono così contenta che l’hai trovato’ disse mentre si sporgeva dallo sgabello per abbracciare Harry.

Harry fu invaso da un grande senso di umiliazione e tristezza, perché non era stato lui a procurare quel cd, ma solo una persona che in quei giorni non si era fatta viva.

‘Tesoro lo manda Niall, non l’ho preso io’ disse con lo sguardo basso, quasi come si vergognasse davanti a Claire.

‘Leggi la lettera papà, la lettera’ disse Claire fin troppo eccitata per badare all’umore di Harry, porgendogli la lettera con le sue manine.

Harry aprì la lettera ed iniziò a leggere in modo tale che Claire potesse sentire.

 

Cara Claire e caro Harry,

Perdonate la mia assenza ma l’uscita del cd mi ha tenuto molto impegnato! 

Ti ho pensata tanto Claire, e non potevo non inviarti una copia del mio cd, come tu desideravi.

Spero che le mie canzoni ti piacciano, una l’hai ispirata proprio tu, è la numero 5.

Questo è il mio numero, quando vuoi, se per tuo papà va bene, mi potete chiamare e dire se l’album è piaciuto ad entrambi.

 

La lettera poi continuava con una parte che Harry pensò fosse solo per lui, quindi decise di saltare alla fine e leggere l’altra parte da solo.

 

Spero di sentirvi e vedervi presto, un abbraccio, 

Niall. Xx

 

Inutile dire che le due ore successive all’arrivo del pacco si rivelarono infernali per Harry e fu costretto a richiamare più volte Claire perché iniziava davvero ad essere insistente e a fare i capricci, e fu quando iniziò ad alzare il tono verso Harry, che decise che se non avesse smesso di parlare le avrebbe proibito di ascoltare il cd.

 Harry non era severo con Claire ma non poteva dare fastidio ai clienti e rischiare di perderli, il lavoro era l’unica cosa che poteva Permettergli di avere da mangiare ogni giorno.

Claire decise che avrebbe fatto la brava e promise di non far arrabbiare più Harry così si mise a leggere un libro mentre attendeva l’orario di chiusura.

Ben presto si fecero le otto, ciò significava che Harry poteva finalmente chiudere il locale, e dirigersi verso il suo appartamento con una Claire fuori di se dalla gioia.

Appena salirono di sopra, Claire accese subito lo stereo e inserì il cd perfettamente, e così partì la prima canzone ‘on the loose’ .

La voce di Niall Pian piano riempì la stanza mentre la melodia del primo brano iniziava, ed Harry pensò che era bravo, Niall era maledettamente bravo, come musicista, e ora anche come cantante.

Mentre Claire saltellava sulle note della canzone, Harry lesse le righe che Niall aveva destinato a lui. 

 

Harry, spero non ti abbia infastidito questo mio piccolo regalo, ho capito che quando invado troppo il tuo spazio tendi ad infastidirti, ma ci tenevo davvero che Claire avesse il cd.

So poco di te, anzi nulla, eccetto la parte più importante, Claire.

Non prendermi per un folle e non fraintendermi,ma mi piace venire nel tuo bar e guardare te o Claire, vedere la vostra quotidianità fatta di sorrisi e risate, vedervi come famiglia.

Quando fai parte di un mondo basato sulla finzione e l’apparenza, inizi ad apprezzare cosa importa davvero, e guardarvi ed essere sullo sfondo della vostra vita mi fa sentire come se nel mondo esistesse ancora del buono, mi fa sentire con i piedi per terra.

Se me lo permetterete, vorrei esservi amico, far parte delle vostre vite, e spero possiate accettare me come persona, continuando a fare come avete fatto dal primo giorno, io so che non mi deluderete come tanti hanno fatto.

Spero che apprezzerai il cd, è nato proprio nel tuo bar!

 

Harry rilesse quelle righe più e più volte, ma i pensieri erano tanti e non riusciva a focalizzarsi sui sentimenti che provava in quel momento. Niall aveva scritto delle belle parole nella sua lettera, ma aveva ragione, lui non conosceva Harry, non conosceva il suo duro passato, le notti insonni con Claire, i sacrifici di chi non arriva a fine mese ed e costretto a mangiare nella mensa dei poveri. 

Niall non sa, ma vorrebbe essere suo amico. Niall non lo conosce, eppure vorrebbe farlo.

E lui? Vorrebbe conoscere Niall? Non aveva amici ormai da 5 anni, non si rapportava con un adulto da tanto. Cosa avrebbe voluto Niall? Harry non aveva granché da offrirgli, non poteva offrire serate tra ragazzi o bevute tra amici, lui aveva Claire. 

Ma Niall questo lo sapeva, e forse ciò che desiderava era vivere un po’ della loro semplice vita, insieme a loro.

Harry non aveva ancora deciso se glielo avrebbe permesso, ma Claire richiamò la sua attenzione perché la “sua” canzone, che si chiamava ‘hey angel’, stava per iniziare.

Quando lesse il titolo, Harry non poté fare a meno di sorridere per il nome azzeccato, la sua piccola sembrava un vero angioletto. 

Mentre la canzone partiva pian piano, Harry poteva vedere Claire che ballava e rideva urlando ‘sono un angelo papà!’, troppo piccola per capire la profondità delle parole di quella canzone. 

Ma Harry era un adulto, e assorbiva parola per parola, amandone ogni singola sfumatura. La ascoltava e non poteva fare a meno di pensare a lei, a Gemma. 

Piano piano che le strofe si susseguivano, I sentimenti assopiti di Harry iniziavano a riaffiorare, la malinconia e la tristezza che aveva soffocato per anni sembravano voler esplodere dentro di lui, il suo cuore batteva forte e pensava che una canzone non poteva avere un impatto così potente su di lui.

 

Hey angel

Tell me, do you ever cry

When we waste away our lives?’ 

 

Niall cantava, mentre Harry non desiderava altro che avere sua sorella, sua madre e suo padre ,lì con lui.

Lacrime inconsapevoli iniziarono a scorrere sul viso di Harry mentre un leggero singhiozzo gli usciva dalle labbra, facendo voltare di scatto Claire.

La piccola lo guardò negli occhi, e capì, capì cose che una bimba di 6 anni non capirebbe.

Capì che Harry era una persona fragile, capì che Harry stava soffrendo, capì che lui faceva di tutto pur di renderla felice.

Harry si asciugava le lacrime con la mano, non voleva farsi vedere da Claire così, ma più lacrime asciugava, e più altre uscivano dai suoi occhi, facendolo cadere in un pianto incontrollato. Claire gli corse incontro togliendogli le mani dal viso e mettendosele intorno al suo corpicino,e sussurrando ‘è tutto ok papà’ .

Iniziò ad accarezzare i lunghi capelli di Harry con le sue manine, dando di tanto in tanto baci sulla guancia. Ed Harry la stringeva forte, non riuscendo a fare altro; si aggrappava a Claire capendo che lei era l’unica ragione della sua vita, l’unica persona che gli aveva impedito di cadere nella depressione della sua miserabile vita, l’unica che gli era rimasta. E c’era Niall, Niall che aveva scritto quella canzone pensando a Claire, Niall che senza saperlo aveva colpito Harry come uno schiaffo in pieno viso, Niall che aveva fatto crollare anni e anni di facciata con una sola canzone, senza nemmeno saperlo.

Quando Harry si calmo e iniziò a respirare normalmente, l’album era ormai finito, e il silenzio si impossessò della casa. 

Claire si staccò Pian piano da lui e gli chiese di fargli un sorriso. Harry guardava se stesso negli occhi grandi e verdi di Claire e si disse che era arrivato il momento di aprirsi a qualcuno, qualcuno con cui potesse sfogarsi, qualcuno che poteva dirgli che sarebbe andato tutto bene, qualcuno che potesse aiutarlo a togliere  il grosso macigno che gli schiacciava da anni il suo triste cuore.

Harry forzò un gran sorrido, e si ricompose. ‘Scusami tesoro, un po’ di tristezza...ora è passato’ disse Harry eliminando definitivamente le ultime tracce di lacrime sul viso.

‘Vuoi chiamare Niall, tesoro?’ Chiese Harry cercando di distrarsi e a sua volta di distrarre Claire.

Lei lo guardò negli occhi e scosse la testa, stupendo Harry. 

‘Papà è triste e ha bisogno di me, domani chiamiamo,Niall ‘ disse con un tono di una bambina che era cresciuta troppo in fretta, che di tanto in tanto emergeva in lei.

Così entrambi si misero il pigiama, e Claire chiese di dormire con lui, dopo ormai due anni che dormiva da sola nel suo lettino, ed Harry sapeva che non era un capriccio, non era perché lei aveva bisogno di lui, ma perché lui aveva bisogno di lei.

Dopo un abbraccio che sembrò durare ore, e un bacio della buonanotte, i due si addormentarono, stremati dalla carica emotiva che li aveva pervasi quella sera.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Quella domenica Harry si svegliò con il braccio sinistro completamente addormentato tanto da non sentirselo, e aprendo gli occhi riuscì a capirne la causa; sopra il suo braccio tatuato c’era un cespuglio biondo, il suo cespuglio biondo.

Pian piano, cercando di non svegliare Claire, fece strisciare il braccio sotto la sua testolina, cercando di eliminare subito quella strana sensazione di intorpidimento.

Passandosi una mano tra i capelli cercando di dargli un senso, si voltò a guardare la sua immagine nello specchio di fianco al letto, potendo studiare i suoi occhi ancora gonfi e rossi, e i capelli un vero e proprio disastro. 

‘Eh si styles, è il caso di fare una doccia’ , si disse Harry.

Erano appena le 9, quindi decise di lasciare la sua piccola ancora per un po’ al letto, e concedersi una doccia rilassante; privatosi del pigiama, Harry guardò la sua immagine allo specchio, soffermandosi sui numerosi tatuaggi che aveva fatto prima della morte della sua famiglia. In passato era una sua passione, e pian piano aveva quasi riempito tutto il suo braccio sinistro, parte del destro, il petto, e qualcuno di tanto in tanto sulla coscia. 

Quando osserva la farfalla che ha sul petto, Harry non può fare a meno di sorridere per un ricordo legato a Claire. 

Ricorda che la prima volta che Claire aveva visto il suo tatuaggio aveva 3 anni, ne rimase affascinata e con le piccole dita ne accarezzava i contorni: il giorno dopo Claire aveva imbrattato tutta la sua pancia con i pennarelli con una figura che vagamente somigliava ad una farfalla, mostrandola fiera ad un Harry sbigottito.

‘Faffalla come Harry’ aveva detto fiera, permettendo ad  Harry di riprodurre la prima vera grossa risata, dopo anni. 

Ritornando alla realtà, Harry aprì il getto di acqua calda e senza pensarci due volte si fiondò sotto la doccia, lasciando che l’acqua ancora tiepida gli bagnasse i capelli e il corpo leggermente scolpito.

‘Maledetta caldaia’ pensò Harry quando la caldaia dopo ormai 5 minuti buoni non aveva ancora prodotto acqua sufficientemente calda.

Finita la doccia, Harry mise i boxer, i soliti pantalone della tuta, e un maglione caldo. 

Scese al bar per prendere nella dispensa dei cornetti che risalì sopra e che scaldò nel piccolo microonde, preparò il latte e mise tutto sul tavolo.

 Era ora di andare a svegliare Claire. 

Harry amava svegliare Claire tutti i giorni, poiché il pensiero di essere la prima cosa che vedeva al mattino lo faceva sentire importante per lei.

Così sedendosi sul letto, delicatamente accarezzò la guancia di Claire sussurrandogli un dolce buongiorno. La piccola strizzò gli occhi e pian piano lì aprì rivelando le due pozze verdi che Harry tanto amava.

‘ giorno papà’ disse Claire con uno sbadiglio buffo, mettendosi a sedere successivamente a letto, lanciandosi poi tra le braccia di Harry per il loro solito abbraccio mattutino. Erano queste piccole cose che Harry amava e che coloravano le loro giornate. 

Con Claire in braccio, Harry si diresse nella sua cucina, mise la piccola sulla sua solita sedia e iniziarono a fare colazione come ogni domenica godendosi un po’ di musica alla radio e mangiando il loro solito cornetto.

‘Papà chiamiamo Niall?’ Disse Claire improvvisamente ricordandosi di lui, appena rivide la custodia del suo cd sul piccolo tavolino davanti al divano.

Harry guardò gli occhi scintillanti di Claire e con un sorriso, e la promessa che aveva fatto a se stesso di iniziare a frequentare di nuovo persone, si alzò dalla sedia, prese la lettera di Niall e digitò le cifre sul suo iPhone mettendo successivamente il viva voce e facendo cenno a Claire di sedersi accanto a lui sul divano.

Dopo un po’ di squilli l’accento irlandese a loro conosciuto rispose al telefono.

‘Qui è Niall, chi parla?’ Disse Niall dall’altra parte del telefono. 

Harry guardò Claire facendole un cenno per rispondere, cosa che non tardò ad arrivare. ‘SONO CLAIRE’ urlò la bimba al cellulare recuperando tutta l’allegria del giorno prima e facendo sorridere Harry. ‘ Niall mi piacciono un Sacco le tue canzoni!’  Aggiunse Prontamente Claire  , guardando lo schermo del telefono.

‘Sono così contento Claire’ disse Niall con un tono felice, per poi aggiungere incerto ‘e a tuo papà?’.

Claire guardò Harry incitandolo a parlare. Harry era molto imbarazzato, non sapeva cosa dire perché il ricordo di come lo aveva trattato l’ultima volta lo faceva ancora sentire in colpa inoltre le parole della lettera, avevano un po’ cambiato le carte in tavola. ‘Sei molto bravo Niall, congratulazioni’ disse Harry sinceramente, arrossendo leggermente. Si sentiva così stupido in quel momento, ma la purezza delle parole di Niall lo avevano fatto riflettere, e se desiderava avere la loro amicizia, Harry e Claire gliela avrebbero offerta.

‘Ti ringrazio per il cd, è stato un regalo molto apprezzato, non è vero Claire?’ Disse Harry guardando sua nipote che era stranamente silenziosa, incitandola a dire grazie.

‘Niall grazie mille’ e subito dopo aggiunse ‘anch’io ti farò un regalino va bene ?’ Disse Claire subito dopo. Ecco a cosa stava pensando Claire, la sua piccola gli somigliava proprio tanto. Il fatto che qualcuno le avesse regalato qualcosa e che lei non avesse ricambiato la turbava.

‘Piccola non c’è bisogno, l’ho fatto con piacere, ma se vuoi puoi farmi uno dei tuoi bellissimi disegni, ti va ?’ Disse Niall entusiasta. Fu in quel momento che Claire spalancò gli occhi ricordandosi subito della penna di Niall. 

‘Papà la penna!’ Disse Claire verso Harry, e aggiunse subito dopo ‘Niall ho la tua penna, scusa. Non te l’ho restituita’ disse Claire con tono decisamente dispiaciuto.

‘Claire me la restituirsi quando ci vedremo tranquilla, sono contento che la conservi tu ‘ le disse Niall con un tono molto dolce.

‘Quando verrai a trovarci Niall ?’ Chiese Claire iniziando a giocare con una ciocca ribelle dei suoi capelli. In effetti era passata quasi una settimana dall’ultima volta che si erano visti, ed Harry si soffermava spesso ad osservare il suo solito sgabello vuoto pensando a Niall.

‘Verrò presto Claire, purtroppo la promozione del cd mi tiene impegnato tutto il giorno’ spiegò Niall con un tono dispiaciuto.

‘Puoi cenare da noi , si Niall ?’chiese subito Claire togliendo il cellulare dalle mani di Harry. 

Harry rimase letteralmente senza parole per quello che aveva fatto Claire, sia per il fatto che gli avesse letteralmente strappato il cellulare dalle mani, e sia perché lo aveva invitato a casa solo senza nemmeno chiedergli il permesso. Harry si alzò dal divano e si mise davanti a lei guardandola con il tipico sguardo da ‘adesso l’hai fatta grossa’. Claire lo guardò con i suoi occhioni e mimò con le labbra ‘scusa papà’ abbassando lo sguardo dispiaciuta.

Niall dovette capire che la piccola avesse preso l’iniziativa senza chiedere prima ad Harry, infatti disse ‘Claire perché non mi fai parlare con il papà adesso? Ci vedremo presto, te lo assicuro’.

 Claire dispiaciuta per non aver ricevuto risposta e consapevole che dopo avrebbe ricevuto un rimprovero dal suo amato papino, salutò Niall e porse il telefono ad Harry senza guardarlo. Harry prese il telefono, tolse il viva voce e disse a Claire di andare nella sua stanza, la quale senza obiettare obbedì.

Harry si sedette di nuovo sul divano, e quando sentì la porta della camera di Claire chiudersi, iniziò a parlare.

‘Niall scusa per Claire, a volte è difficile starle dietro’ disse Harry leggermente imbarazzato dalla situazione. In effetti aveva letteralmente invitato Niall Horan, chitarrista pluripremiato nel loro piccolo e modesto appartamento.

Niall percepì il disagio nelle parole di Harry, e speranzoso di non aver infastidito Harry rispose prontamente. ‘Harry é tutto ok, se va bene a te, a me fa piacere’. 

Il problema era :ad Harry faceva piacere? Harry voleva che Niall cenasse a casa sua? Lo voleva lì a condividere quattro chiacchiere con Niall, come amico e non come cliente? Sì, Harry lo voleva.

‘Niall sarei contento di averti una di queste sera qui a cena con noi..insomma entrambi saremmo contenti’ disse Harry mordendosi leggermente le labbra aspettando una riposta.

‘Con piacere..controllo gli impegni e ti invio un whatsapp, Harry?’ Disse Niall con tono tranquillo che fece rilassare anche Harry, che rispose che avrebbe aspettato un suo messaggio. 

Rimasero qualche secondo in silenzio sentendo uno il respiro dell’altro, fino a quando Niall riprese a parlare. ‘Insomma..’ tentennò Niall ‘ciò che ti ho scritto nella lettera..’.

Niall era nervoso e non sapeva come continuare il discorso, ed Harry lo aveva capito, così facendosi coraggio continuò lui. 

‘Per me va bene Niall, cioè..mi piacerebbe se diventassimo amici..si’ disse Harry toccandosi intensamente la croce che pendeva dalla sua collana, cercando di scrollarsi la tensione. 

‘E non sei...infastidito da ciò che ho fatto?’ Chiese Niall con voce sottile, come un bimbo che chiede ai suoi genitori se sono arrabbiati con lui.

Harry iniziava ad avere un grosso problema, perché Niall lo inteneriva così tanto quando usava quel tono di voce che dovette pensare a cosa dire per qualche secondo.

‘Niall non è colpa tua, sono...un po’ difficile, non mi piace essere aiutato però..’ si fermò Harry, però cosa? 

‘Si ?’ Lo incalzò Niall dopo qualche secondo, mentre Harry aveva iniziato di nuovo a torturarsi il labbro. Sicuramente non aveva intenzione di raccontargli del suo passato, della sua vita, almeno non adesso, ma cosa poteva dirgli? Che poteva fare regali senza infastidirlo?  Che avrebbe permesso di accontentare le richieste di Claire o cosa?

‘Però è tutto ok, sono contento di aver ascoltato la tua vo- insomma il tuo album’ disse Harry correggendosi subito ‘magari per le prossime volte prima di qualsiasi cosa ne parliamo?’ Chiese Harry che fece a se stesso i complimenti per come aveva affrontato la cosa. Per come Harry aveva impostato il suo nuovo modo di essere, rifiutando tutto e tutti, quella era davvero un enorme passo avanti. Per altri poteva essere nulla, ma per Harry era un vero atto di fiducia nei confronti di Niall. 

Inconsapevolmente aveva deciso di dare un’occasione a Niall, voleva provare a smussare i suoi spigoli, e con Niall forse ci sarebbe riuscito, con il suo modo di apprezzare la loro semplicità e la sua dolcezza.

‘Sono felice Harry che ne abbiamo parlato..’ disse Niall dall’altro lato del telefono. Harry non lo sapeva, ma Niall aveva un sorriso enorme sul viso ed era felice di aver avuto quel suo piccolo permesso da Harry. 

‘Allora ti lascio ai tuoi impegni Niall’ disse poco dopo Harry imbarazzato sul come avrebbe dovuto terminare la conversazione.

‘Ti scrivo dopo..cioè per l’invito insomma’ disse Niall non riuscendo più a contenere la sua gioia ‘a presto Harry’ disse Niall, pronunciando il suo nome con un accento irlandese particolarmente marcato che fece stringere per un attimo il cuore di Harry.

‘A presto Niall’ disse Harry con le guance rosse e riattaccando. 

Si sentiva così in imbarazzo in quel momento. Aveva parlato con Niall, aveva invitato Niall a casa, la sua casa. 

Decise di accantonare per un attimo questo pensieri e si alzò, dirigendosi verso la stanza di Claire. Si fermò davanti alla porta della bimba per qualche secondo non sapendo effettivamente cosa dirle; il comportamento di Claire era stato sbagliato, certo, però era la prima volta che la vedeva sinceramente interessata ad una persona. Harry lo aveva capito dal modo in cui iniziava a parlare più frequentemente di Niall, del fatto che ascolta sempre ciò che gli racconta, di come le sorride e della sua gentilezza. Claire non era abituata ad avere attenzioni da altre persone che non fossero Harry, i suoi nonni le facevano dei regali, sì, ma non si erano mai sforzati di essere una parte importante della sua vita, di interessarsi a ciò che faceva, e Claire lo aveva capito, infatti mai una volta la piccola li aveva invitati a casa, mai una volta gli aveva raccontato dei suoi amici a scuola, delle sue passioni. Quando era con i nonni la chiacchierona che era in lei si spegneva, e lasciava spazio ad una Claire imbarazzata e taciturna. Harry decise che sarebbe stato giusto, ma non troppo severo, così dopo aver bussato alla porta e aver sentito Claire dire ‘avanti’ entrò nella sua cameretta e si sedette ai Piedi del suo letto, trovandola lì sdraiata e abbracciata al suo peluche. ‘Mi dispiace papà’ disse Claire guardando Harry negli occhi.

Quando Harry guardava gli occhi tristi di Claire faceva tanta fatica ad essere coerente con ciò che pensava, ma doveva pur educare Claire.

‘Non mie piaciuto ciò che hai fatto Claire prima togliermi il cellulare dalle mani, e secondo per non avermi chiesto il permesso di invitare Niall’ disse Harry con tono addolcito ma comunque fermo. 

Claire lo guardò negli occhi e gli disse ‘non pensavo fosse un problema papà, Niall è nostro amico’.

‘Non è un problema invitarlo a casa tesoro, Niall mi piace’ disse Harry arrestandosi immediatamente. Piace come persona, come amico, credo, pensò Harry .

‘Cioè può diventare un nostro amico, e non è un problema se vuoi invitare un amico a casa, a Patto che tu ne parli prima con me, va bene?’ Concluse Harry, accennando un sorriso. Claire ricambiò subito il sorriso,e sporgendosi verso Harry gli sussurrò un ‘ti voglio bene papà, sei il miglior papà del mondo’ nell’orecchio, facendo sciogliere Harry e stritolandola in un grosso abbraccio.

Il resto della giornata passò tranquillo, i due pranzarono, fecero un giro al parco vicino, andarono a trovare il pastore Liam, e poi tornarono a casa per la cena. 

Harry aveva quasi dimenticato la sua conversazione con Niall, quando il suo cellulare si illuminò annunciando l’arrivo di un messaggio. 

Nessuno scriveva ad Harry, quindi sapeva che l’unico che avrebbe potuto scrivergli era Niall, ma solo perché glielo aveva detto.

Infatti, aprendo la chat vide che Niall gli aveva scritto.

‘Che ne dici di vederci martedì sera? Finisco il firma copie alle 18’  

Harry ovviamente non aveva impegni così scrisse subito una risposta a Niall. 

Martedì è perfetto’  ed inviò il messaggio. 

Niall fu subito online e lesse il messaggio arrivato. Harry voleva scrivere altro e più lèggeva la parola ‘online’ sotto il nome di Niall più non sapeva cosa scriverglifino a quando Niall iniziò a scrivergli qualcosa.

‘Come è andata la vostra domenica?’ 

Harry sorrise all’interesse di Niall e iniziò a scrivergli.

Gli raccontò della passeggiata nel parco, dell’angelo di neve che aveva fatto Claire e della chiacchierata con il pastore Liam. Poco dopo Harry si fermò pensando che aveva scocciato fin troppo Niall con il suo racconto anche se questo aveva risposto con interesse alle sue parole. 

‘Non vado al parco da anni, mi sarebbe piaciuto vedervi’ scrisse Niall con una genuinità tale che Harry non pensò un nano secondo ad inviargli la foto sua e di Claire sdraiati sulla neve con due  grandi sorrisi.

Niall aveva scaricato l’immagine e la spanna blu sotto alla foto lo dimostrava, e subito  iniziò a digitare. Harry era curioso di sapere cosa gli avrebbe scritto. 

‘La cosa più bella della giornata,siete così belli’ il tutto accompagnato da un cuoricino. 

La cosa più bella della giornata, lui e Claire, e Non ‘quanto è bella Claire’ ma entrambi.

Il volto di Harry era in fiamme, non riceveva un complimento da anni e non sapeva davvero cosa dire, lo aveva lasciato senza parole. Niall lo trovava bello, Niall. 

Ovviamente poteva significare tutto o niente, ma il fatto che lo trovasse bello lo rendeva particolarmente irrequieto.

Così senza pensarci, decise di inviare una faccina con il bacio e un cuoricino. 

Harry,stai per caso flirtando con Niall? Domandò Harry a se stesso, facendo riaffiorare il vecchio se stesso accattivante con le persone che gli interessavano. 

Harry non aveva un orientamento sessuale, era successo che provasse un’attrazione per un uomo, ma anche per una donna, per cui capì che etichettarsi non faceva per lui, e si sarebbe innamorato di una persona a prescindere dal sesso, per ciò che gli trasmetteva, per ciò che gli faceva provare. 

Non aveva mai pensato a Niall in quel senso, insomma, aveva pensato tanto a Lui in quei giorni, soprattutto perché popolava spesso i suoi sogni, ma non aveva mai pensato a lui come un ipotetico fidanzato, prima di tutto perché le sue attenzioni erano solo su Claire e non poteva pensare di avere una relazione , e poi perché Niall poteva avere chi desiderava, e di certo il fatto che avesse espresso di voler essere amici non significava che Harry potesse piacergli. Infondo Niall era pur sempre un personaggio pubblico.

Fu proprio Niall a tirarlo fuori dai suoi pensieri, con la stessa faccina di Harry, facendolo sorridere.

Ti auguro una dolce notte Harry, baci, uno a Claire e uno a te’ .

Ed Harry pensò che non poteva non essere dolce quella notte; dopo aver ricambiato la buonanotte, e soprattutto il bacio, posò il cellulare e si girò nel letto, stranamente con un grande sorriso sul volto, immaginando Niall nell’intento di dargli un bacio.

Nuovo capitolo per voi! 
Le idee per i capitoli sono tantissime e non vedo l'ora che le lèggiate tutte.
un bacio,
chiara_tommo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


La nuova settimana era ormai iniziata portando con se nuovi grossi temporali che costrinse le scuole a chiudere, questo significava che almeno per un paio di giorni poteva avere Claire a casa con lui, sentendosi decisamente più tranquillo.

Il lunedì come tutti i lunedì fu abbastanza noioso, a causa della pioggia non c’era molta clientela, infatti, quando si fecero le quattro, Harry decise di chiudere, dato che non entrava nel suo bar un cliente da ben due ore. Harry lo sapeva, quando la pioggia cade così forte, la clientela scarseggia, e per fortuna negli anni aveva imparato a gestirla senza avere troppe perdite e rischiare di non arrivare a fine mese.

Mentre preparava la cena, Harry ricevette un messaggio; in cuor suo sperava fosse il suo.

Con il cuore che iniziò a battere frenetico , notò il nome del destinatario e senza pensarci due volte lesse il messaggio, trovando Niall ancora in linea.

Stremato dal firma copie! Come è andata la vostra giornata?’ 

Mentre Harry ancora sorrideva per il messaggio, ne arrivò un altro che ritraeva un Niall con occhiali da vista sdraiato sul divano e un simpatico broncio. 

Mentre numerosi pensieri iniziavano a vorticare nella sua testa, Claire fece il suo ingresso in cucina. 

‘Cose c’è papà ?’ Chiese Claire osservando il suo papino immobile davanti ai fornelli.

Harry uscì dal suo stato di trance e si ricordò che non aveva ancora avvisato Claire della cena con Niall. 

‘Tesoro siediti ho da dirti una cosa’ le rispose Harry facendola accomodare sulla sedia, ‘ieri ho parlato con Niall e domani sarà da noi a ce-‘ Harry non ebbe il tempo di terminare la frase che Claire aveva iniziato a saltellare per tutta la cucina urlando ‘avremo un ospite’ e ‘Niall verrà a cena’ improvvisando anche un balletto simpatico. 

Harry allora ebbe un’idea. ‘Vogliamo fargli vedere quanto sei felice?’ Claire dall’entusiasmo avrebbe accettato ogni richiesta le avesse fatto in quel momento.

Così Harry avviò il video e fece cenno a Claire di parlare.

‘Niall sono felicissimissima di vederti domani’ e iniziando poi a girare in tondo ripetendo ‘Niall verrà a cena, Niall verrà a cena’. Harry non poteva fare a meno di ridere di cuore per quanto fosse buffa la sua bambina, era capace di infondere tanta felicità solo guardandola. 

Terminato il video lo inviò prontamente a Niall che dopo pochi minuti rispose con un messaggio vocale.

Claire sei uno spasso! Non vedo l’ora di vedervi domani e gustarmi l’ottima cena che mi preparerete.’  Il primo messaggio fu seguito da un secondo.

Domani verrò a cena, verrò a cena’ si sentiva Niall canticchiare con lo stesso motivetto utilizzato da Claire. 

Harry poteva vedere Claire portarsi le manine alla bocca e ridere di cuore, e il suo petto si riempì d’amore tanto che iniziò a rincorrerla per il piccolo appartamento facendola ridere ancora di più. 

Non avevano mai avuto ospiti a casa, erano da sempre solo loro due, per cui sapere di averla resa così felice, permettendo a Niall di venire a cena, gli fece capire che forse Claire aveva bisogno di iniziare a conoscere più persone. 

Il suo timore, era quello di rendere Claire una bambina chiusa e poco socievole, a causa del suo comportamento protettivo.

Harry in quel momento era felice, non esistevano problemi, tristezza, e passato. Era felice di avere Claire nella sua vita, la amava più di ogni altra cosa al mondo.

Dopo aver cenato, Harry si mise al letto, e scrisse un ultimo messaggio a Niall.

Non vediamo l’ora che sia domani’ e inviò il messaggio subito dopo. 

Forse poteva sembrare un po’ audace, in fondo erano abituati a vedere Niall e passare del tempo con lui, non era una grande novità vederlo, ma il fatto che venisse ufficialmente come amico e non come cliente, rendeva le cose diverse.

La risposta di Niall arrivò nel giro di qualche minuto. 

A chi lo dici,sono contento che mi permettiate di entrare nelle vostre vite’ 

E questo era Niall; nella sua più totale sincerità, dolcezza, capace di far sciogliere qualsiasi persona al mondo con la sua spontaneità.

Il giorno dopo Harry si svegliò particolarmente agitato, nel dormiveglia non riusciva a capire del perché di quella sensazione. Poi però, quando prese il cellulare e lesse il nome del destinatario del suo messaggio, capì il motivo. Dopo aver ricambiato il buongiorno di Niall, decise di alzarsi.

Come da routine, preparò la colazione per se e per Claire, i due mangiavano stranamente in silenzio, ciascuno perso nei propri pensieri, dopo un po’ Claire parlò.

‘Papà cosa cucinerai stasera?’ Chiese Claire guardandolo con occhi sospettosi. 

Harry le restituì lo sguardo confuso. ‘Claire non ho ancora deciso..qualche idea?’

Claire aprì la bocca con fare sconvolto, schiacciandosi la piccola manina sulla fronte.

Era così drammatica a volte, pensò Harry. 

‘Papà Niall è così famoso, dovrai essere bravissimissimo’ disse la piccola puntandogli il piccolo indice contro. 

In effetti una parte di Harry sapeva che Niall era sicuramente abituato a cibi raffinati e costosi, ma l’altra parte, quella fiduciosa e razionale, pensò che sicuro avrebbe apprezzato qualcosa di semplice, tradizionale e genuino. 

Harry pensò per qualche secondo a cosa cucinare, prima di riferirlo finalmente a Claire.

‘Che ne dici di pollo e patate? Magari posso anche preparare un ciambellone al cioccolato che ti piace tanto?’ Chiese Harry con un sorriso furbo, consapevole che Claire non avrebbe mai potuto rifiutare il suo dolce preferito. 

‘IO TI AMO PAPÀ’ urlo Claire agitando le manine, con un sorriso smagliante e gli occhi spalancati dalla felicità. 

Durante la mattinata Claire fu felice di aiutare Harry a sistemare la casa e renderla pulita; sistemarono i cuscini sul divano, sistemò tutti i cd sulle mensole, mise a posto i suoi giocattoli e aiutò Harry a scegliere la fragranza della candela da accendere.

Verso le 17 Harry decise di iniziare a preparare il suo ciambellone insieme all’aiuto della sua valida assistente che di tanto in tanto leccava la spatola sporca di cioccolato. 

Calata la sera, il freddo iniziò a farsi sentire, così Harry decise di accendere il piccolo camino davanti al divano, che contribuì a rendere l’ambiente più caldo e accogliente. 

Niall sarebbe arrivato alle 8, così dopo aver apparecchiato decisero di cambiare i loro abiti sporchi di farina e cioccolato.

Harry mise alla piccola un delizioso maglioncino bianco lungo con calze bianche e stivaletti neri, per lui invece scelse uno skinny jeans con felpa rosa, e ovviamente, i suoi immancabili stivaletti. 

Mentre indossava i suoi vestiti, notò che l’agitazione iniziava a crescere sempre di più, pian piano che si avvicinava l’ora dell’arrivo di Niall. 

Fece giusto in tempo a spruzzare un po’ del suo profumo, rimasto intatto da anni, dato che Harry non ne faceva quasi mai uso, che sentì il campanello suonare.

Niall era lì.

Lui e la piccola uscirono di corsa dalle loro camere, si avvicinarono alla porta e si guardarono. 

Stava per entrare una persona nuova in casa loro. Un misto di ansia e agitazione sparí nel momento in cui aprirono la porta e trovarono Un Niall Horan con un sorriso dolcissimo, e una piccola confezione di dolci tra le mani.

‘Buona sera famiglia styles’ disse Niall sorridendo ad entrambi.

Claire prese subito la mano di Niall e lo trascinò dentro, mentre Harry e Niall si scambiavano uno sguardo intenso. 

Harry richiuse la porta e si voltò per osservare la piccola Claire che si comportava come una perfetta padrona di casa. 

Harry, ti stai decisamente facendo battere da una bimba di sei anni in fatto di ospitalità, si ritrovò a pensare.

‘Come è andata la giornata, Niall?’ Si ritrovò a chiedere Harry, dopo che la piccola fece fare a Niall il giro della casa. 

Harry si sentiva un po’ a disagio per il suo piccolo appartamento, ma si sciolse quando Niall fece i complimenti per la loro casa. 

Mentre Harry iniziò a servire il cibo, Niall si perse in numerosi racconti della sua settimana; Claire lo guardava rapita e mostrava così interesse e curiosità per la sua vita, così tanto diversa dalla loro.

Quando Harry prese posto, si ritrovò Niall alla sua sinistra e Claire alla sua destra come sempre; all’esterno potevano sembrare un tipico quadretto familiare.

Harry inconsapevolmente si ritrovò rilassato, a suo agio, mentre passava la porzione di bruschette che aveva preparato, a Niall. 

Mentre Niall si complimentava per l’ottima cena, Claire decise di mettere un po’ di musica, lasciando Niall ed Harry soli momentaneamente al tavolo.

‘É un vulcano, stai facendo un bel lavoro con lei Harry’ disse Niall, mettendo la mano su quella di Harry e guardandolo negli occhi. 

Harry alzò lo sguardo e lo incatenò a quello di Niall, balbettando un ‘grazie’; nessuno mai gli aveva detto una cosa del genere.

La cena trascorse in modo piacevole, ci fu il momento esilarante in cui Claire decise di leggere la poesia che aveva scritto per Niall; mentre Niall e Harry avevano preso il posto sul divano, la piccola si era messa in piedi sul tavolo gesticolando in modo così teatrale da far ridere entrambi.

Harry guardava spesso Niall e si ritrovò a pensare che il suono della sua risata era così contagioso e bello da sembrare una sinfonia.

Arrivato il momento del dolce, Harry si alzò dal divano, permettendo a Claire di sedersi di fianco a Niall; tornato da loro con ciambellone, piattini e forchette, vide gli occhi di Niall e Claire particolarmente famelici e lo fece sorridere.

Tagliate le porzioni ed offerte a ciascuno di loro, Harry si sedette vicino a Claire. 

Erano tutti e tre vicini su quel divano con Claire al centro e Harry non poté di nuovo fare a meno di pensare ad un quadretto familiare; loro tre che mangiano un dolce cucinato da Harry, davanti al camino, godendosi il suo calore.

Aldilà di come sarebbe andata la sua amicizia con Niall, Harry in quel momento era sereno, e decise di immortalare quel momento con la sua macchina fotografica, impostando l’auto scatto in modo da essere con loro.

Erano ormai le 10:30 quando Harry decise che era arrivato il momento per Claire di indossare il pigiama, lavare i denti e mettersi al letto; la piccola dopo varie suppliche, cedette e così dopo aver dato un sonoro bacio a Niall e la sua buonanotte, fece come Harry le aveva chiesto, lasciando i due da soli.

Una tensione piacevole si stabilì tra Harry e Niall che ora erano seduti sul divano, tanto vicini che le loro ginocchia quasi si sfioravano. 

Harry decise di rompere il momento alzandosi e iniziando a pulire i piatti.

Niall lo raggiunse subito. ‘ Harry fatti aiutare per favore’ e chi era Harry per dire no ad una richiesta fatta con così tanta dolcezza? 

Con un ‘va bene’ si divisero i compiti, Harry lavava i piatti e Niall li asciugava.

Chiacchierando e sorridendosi, improvvisamente mentre Harry passava l’ultimo piatto a Niall, toccò le sue dita e alzò immediatamente lo sguardo.

Niall ed Harry si stavano guardando di nuovo intensamente, ma questa volte Claire non c’era per interromperli.

Uno strano formicolio iniziò ad invadere il corpo di Harry, che non aveva ancora spostato la mano da quella di Niall.

Niall d’altro canto, non aveva la minima intenzione di spostare per un solo millimetro la sua mano da quella di Harry, gustandosi il suo tocco caldo.

Dopo un momento che sembrò durare secoli, Harry abbassò lo sguardo imbarazzato sorridendo a Niall.

Quando finirono di sistemare l’ultimo piatto, Claire chiamò Harry dicendo che era pronta per ricevere la sua buonanotte. 

Niall aspettò sul divano non volendo invadere il loro momento di intimità. Claire, già sotto le coperte, passò la penna di Niall che aveva conservato sul suo comodino ad Harry, chiedendogli di restituirla a Niall. 

Un bacio e un sorriso dopo, Harry chiuse la porta della camera di Claire e raggiunse di nuovo Niall.

Niall lo aspettava vicino alla porta, indossava di nuovo il suo cappotto dall’aria super costosa e si stava aggiustando la sciarpa quando Harry lo raggiunse e lo aiutò.

Quando Niall si voltò, Harry gli porse la penna.

‘Claire voleva restituirtela assolutamente’ disse Harry con un sorriso.

‘Grazie per averla conservata, è un regalo speciale della mia mamma’ disse Niall guardandolo e mettendosi la penna in tasca ‘sono felice che Claire la usi però’ aggiunse sorridendo.

Harry gli restituì il sorriso e senza pensarci troppo parlò a Niall. ‘È stato bello averti qui con noi a cena Niall, dovremmo rifarlo’.

Harry aveva in mente la sua promessa con se stesso; doveva iniziare a conoscere Niall e pian piano nutrire fiducia in lui.

D’altra parte Niall, era felice di aver trovato persone che lo trattassero come uno qualunque e non lo sfruttassero per la sua fama. 

‘Ne sarei così felice Harry, davvero’ gli disse, guardandolo negli occhi e ricambiando il sorriso.

Dopo un ultimo sguardo Harry gli disse ‘buonanotte Niall’ e lo guardò scendere le scale ed andare via, non prima di vedere Niall che con un ‘buonanotte harreey’ lo salutava.

 

Siamo arrivati al capitolo 8 ragazzi!

Finalmente Harry si sta lasciando andare e direi che era ora! 

Scrivere la storia si sta rivelando difficile perché le idee sono tante e mi frullano in continuazione in testa! Ma tranquilli, la adoro troppo e scriverò tutto fino alla fine . 

Un bacio, 

Chiara_Tommo

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