Scalpiccio d'autunno

di SkyDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Giorno 1 ***
Capitolo 3: *** Giorno 2 ***
Capitolo 4: *** Giorno 3 ***
Capitolo 5: *** Giorno 4 ***
Capitolo 6: *** Giorno 5 ***
Capitolo 7: *** Giorno 6 ***
Capitolo 8: *** Giorno 7 ***
Capitolo 9: *** Giorno 8 ***
Capitolo 10: *** Giorno 9 ***
Capitolo 11: *** Giorno 10 ***
Capitolo 12: *** Giorno 11 ***
Capitolo 13: *** Giorno 12 ***
Capitolo 14: *** Giorno 13 ***
Capitolo 15: *** Giorno 14 ***
Capitolo 16: *** Giorno 15 ***
Capitolo 17: *** Giorno 16 ***
Capitolo 18: *** Giorno 17 ***
Capitolo 19: *** Giorno 18 ***
Capitolo 20: *** Giorno 19 ***
Capitolo 21: *** Giorno 20 ***
Capitolo 22: *** Giorno 21 ***
Capitolo 23: *** Giorno 22 ***
Capitolo 24: *** Giorno 23 ***
Capitolo 25: *** Giorno 24 ***
Capitolo 26: *** Giorno 25 ***
Capitolo 27: *** Giorno 26 ***
Capitolo 28: *** Giorno 27 ***
Capitolo 29: *** Giorno 28 ***
Capitolo 30: *** Giorno 29 ***
Capitolo 31: *** Giorno 30 ***
Capitolo 32: *** Giorno 31 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


≈ Scalpiccio d'autunno ≈


Un piccolo sole.
Quel pallone che volava e tagliava l’aria dentro la palestra della Karasuno sembrava un piccolo sole.
Seguiva la sua traiettoria senza smettere di ruotare, finchè non si schiantava contro il muro e tornava indietro, lentamente.
Uno dietro l’altro, Kageyama stava utilizzando tutti i palloni presenti nella cesta della palestra.
Ogni schiacciata era sempre più forte, l’ultima finì per colpire una bottiglietta sul campo opposto, facendola schizzare via come un proiettile.
«Calmati, Kageyama, vedrai che arriverà!» Sugawara si era seduto per terra, con le spalle poggiate al muro e stava facendo degli esercizi di riscaldamento.
«Sono calmissimo.» Rispose l’altro, ignorando l’evidenza e asciugandosi il sudore.
Sentiva il cuore galoppargli in petto in modo insolito, quasi fastidioso.
«E’ normale che tu ci stia male, ma dovresti avere più fiducia in Shoyo. La situazione non è affatto come pensi, credimi.» Le parole di Suga erano piuttosto convincenti, così come il tono deciso con cui le aveva espresse.
Peccato che Tobio sentisse ben altro dentro di sé.
Da lì a poco sarebbe dovuto partire e quell’idiota di Hinata non era nemmeno andato a salutarlo. E dire che ormai lo considerava più di un amico, quasi un alleato di battaglia.
Tutto stava andando a farsi benedire!
«Se non si presenterà, giuro che non gli rivolgerò mai più la parola.» Sentenziò schiacciando l’ennesimo pallone.
Shoyo non si era presentato nemmeno alla festa di addio che i suoi amici avevano preparato la sera prima nella palestra, non si era presentato al loro ultimo allenamento  e aveva smesso di rispondergli ai messaggi.
L’unico motivo per cui era certo fosse ancora vivo, era che continuava a vederlo la mattina a scuola.
Sospirò.
Non era certo colpa sua se suo padre aveva preso un posto importante ad Osaka ed era costretto a partire con lui e sua madre. Avrebbe dovuto abbandonare la sua città, la sua scuola e perfino la sua amata squadra di pallavolo.
Che motivo aveva Shoyo di fare la vittima? Non era mica lui a rimetterci tutto!
Sugawara riusciva a leggere perfettamente i pensieri che frullavano in testa al suo compagno, ma non sapeva come altro rassicurarlo.
Il sole era ormai calato, lasciando la palestra a colorarsi delle prime luci della sera.
Kageyama fermò un pallone con i piedi, fissandolo.
Una parte della sua mente gli diceva di andarsene, l’aereo sarebbe stato da lì a breve e non aveva alcun senso rimanere ancora ad aspettare.
Il suo cuore, in fondo, gli urlava di non andare, che Hinata non avrebbe tardato ancora.
Anziché schiacciare con una mano, Kageyama tirò un calcio al pallone, facendolo finire contro la rete.
«Idiota! Idiota! Idiota!» Urlò a voce alta, l’eco rimbombò tra quelle quattro enormi mura, restituendogli le sue stesse parole.
Si sforzò di non piangere davanti Sugawara e, soprattutto, non voleva regalare soddisfazioni a Shoyo. Non se le meritava nemmeno le lacrime.
Dopo tutto quello che avevano condiviso, le vittorie, le partite perse, gli allenamenti, i ritiri di pallavolo, i viaggi sul bus a dormire fianco a fianco, i pranzi insieme mentre lui gli parlava delle tecniche e della loro “Schiacciata bislacca” come se non fossero presenti entrambi per effettuarla.
Tutto in fumo.
Shoyo aveva mandato tutto in fumo solo perché gli aveva urlato addosso di non aver fatto abbastanza per cercare di restare.
Kageyama invece ci aveva provato, aveva provato in tutti i modi a convincere suo padre a non partire, ma inutilmente.
Il contratto ad Osaka era firmato e l’azienda per cui che lo aveva incaricato non avrebbe di certo ammesso dei ritiri.
«E’ ora di andare, dai.» Suga lo ridestò dai suoi pensieri, sollevandosi in piedi e aprendo la porta della palestra appena in tempo.
Kageyama si voltò e vide una testa rossa in lontananza che si avvicinava sempre di più, Shoyo si lanciò dalla bici non preoccupandosi quando questa finì a terra con un gran frastuono, continuò  a correre fino ad entrare trafelato in palestra.
Dovette reggersi sulle ginocchia a riprendere fiato prima di parlare.
Sentiva il cuore scoppiargli e i polmoni chiedere pietà per quella pedalata assurda.
«Non andare!» Riuscì a dire per prima cosa, continuando ad inspirare pesantemente, in cerca di aria. «Rimarrai qui, non andrai via. Te lo avevo promesso!».
Kageyama trasalì lasciando cadere il pallone che aveva tra le mani. Dopo qualche  lieve rimbalzo rotolò fino ai piedi di Hinata che continuò a spiegare.
«In questi giorni ho provato a parlare con il sensei, poi con il vicepreside e con la preside stessa. Ho cercato di convincerli a farti rimanere in quanto pilastro della squadra, ma non c’è stato verso. Così ho parlato con tuo padre, l’ho tormentato per giorni via telefono e oggi sono sceso a casa tua, sperando di convincerlo».
Il ragazzo scivolò fino a sedersi per terra, prese l’ennesimo respiro pesante.
«Ci sono riuscito. I tuoi genitori partiranno senza di te, per ora solo per sei mesi, ma a due sole condizioni!» Hinata mostrò il suo tipico sorrisone vittorioso - per quanto stanco -.
«Che sarebbero?» Chiese Sugawara al posto del suo amico.
«Non dovrai assolutamente portare la moto di tuo padre in loro assenza e non vivrai da solo.».
Kageyama lo fissò terrorizzato.
Il suo pensiero volò alla prozia ottantenne che viveva poco lontano. Un brivido gli scese giù lungo la schiena.
La prozia no. Era quasi peggio di partire.
«Dovrò sopportarti per sei mesi!» Annunciò poi, al colmo della felicità «Mia madre mi ha detto che va bene, così eviterò di fare la strada in bici ogni mattina ora che cominciano le piogge autunnali».
«E così saremo coinquilini?» Tobio abbassò la testa, Sugawara avrebbe giurato di aver intravisto delle piccole lacrime fargli brillare gli occhi.
«Sì!» Annuì Shoyo scuotendo la testolina rossa.
Kageyama allungò una mano per aiutarlo a rialzarsi, quando furono entrambi in piedi non resistette all’impulso di avvolgerlo in un abbraccio.
Sentì i loro corpi scontrarsi e avvertì sul proprio petto il battito del cuore dell’altro.
Per un momento credette di morire, tanto si sentiva felice.
Sarebbe rimasto alla Karasuno, nella sua squadra, con i suoi compagni.
Con Hinata.
E avrebbero dovuto perfino condividere la casa. Rise. Rise come non aveva mai fatto prima senza smettere un solo istante di stringerlo a se.
«Boke, Hinata! Sono io che dovrò sopportare te, non il contrario!».

Angolo autrice: Benvenuti nella mia prima raccolta per il Writectober che, eccezionalmente, diventa un Changectober indetta da fanwriter.it! Ebbene sì, ogni prompt dovrà essere letto come un piccolo cambiamento.
Cambieremo scarpe, cambieremo bagnoschiuma, cambieremo pensieri.
Spero che questa raccolta possa accompagnarvi nell'uggioso mese di Ottobre, regalandovi almeno un sorriso al giorno!

Ci vediamo giorno 1 Ottobre!

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Capitolo 2
*** Giorno 1 ***


 "Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
 
 
≈ Scalpiccio d'autunno 
 
 
Prompt 1 #Pensiero
Parole: 105
 
«Waaah! Questo letto è enorme!» Shoyo entrò nella camera degli ospiti - da quel momento ufficialmente camera sua - e si fiondò sul letto con un salto a braccia aperte.
Quel letto era decisamente più comodo di quello che aveva a casa sua.
Kageyama si appoggiò allo stipite della porta sospirando, davvero una cavolata come un semplice letto poteva renderlo così felice?
A guardarlo, però, pensò che quell’idiota in casa gli avrebbe stravolto la vita.
Avrebbe stravolto anche le sue idee e i suoi pensieri. Ogni sua certezza.
Si chiese se fosse davvero pronto. Poi Hinata si voltò sorridendo.
 
Decisamente lo era.

Buon primo di Ottobre a tutti!
Questo mese sarà interamente dedicato alla KageHina, come potete notare. Vedremo questi due tontoloni alle prese con la convivenza e, soprattutto, con il cambiamento!
Vi avverto che alcune drabble saranno un po' più lunghette, ho qualche problemino a rimanere confinata nelle 120 parole precise. Ci saranno anche dei piccoli extra in alcuni capitoli, spero che vi piaceranno!


 

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Capitolo 3
*** Giorno 2 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 2 #Scarpe
Parole: 100
 
 
Tobio conosceva le scarpe da pallavolo di Shoyo. Quella suola liscia rimbalzava sul parquet del campo con un rumore appena stridulo che aveva imparato a riconoscere.
Quando si preparava per una veloce sapeva esattamente quanti passi e quali rumori avrebbe fatto nel campo.
Ora, in quella casa, Kageyama avrebbe voluto imparare il suono delle sue pantofole, invece si era ritrovato a riconoscere il rumore dei suoi piedi nudi contro il pavimento.
Hinata era un terremoto, distruttivo e rumoroso.
Eppure, doveva  ammettere, cominciava a piacergli quando - quatto quatto - si avvicinava a lui e lo coglieva di sorpresa alle spalle.
 
Extra.
Casa Kageyama, ore 20:00
«Boke! Prenderai freddo a furia di camminare scalzo!».
«Neeh, Kageyama, non preoccuparti! Io non mi ammalo mai!».
 
Palestra Karasuno, ore 15:00
«Kageyama, potresti ripetermi un momento per quale motivo Hinata non è venuto?».
«Perché è idiota, Daichi».

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Capitolo 4
*** Giorno 3 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 3 #Lenzuola
Parole: 107
 
Quella notte era davvero fredda. Hinata scese a prendere un bicchiere d’acqua e, passando davanti la camera di Kageyama, si accorse che questi aveva le spalle scoperte.
Si avvicinò cercando di non fare rumore e afferrò le lenzuola per coprirlo. Tremava. Non sapendo dove pescare una coperta, Hinata si tolse la felpa per poggiarla sulle spalle di Tobio.
 
Il mattino dopo Kageyama si risvegliò con un insolito buon profumo.
Proveniva dalla felpa sul letto e aveva finito per impregnare anche le lenzuola.
Le fissò per qualche minuto prima di capire cosa fosse accaduto e fare l’unica cosa che il cervello poteva consigliare.
«Devo fare una lavatrice».

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Capitolo 5
*** Giorno 4 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 4 #Presente
Parole: 100
 
Kageyama aveva capito subito che quel piccoletto lo avrebbe stravolto. Da quando passavano le giornate insieme, aveva perfino imparato a vivere il presente senza smettere di guardare al futuro
.
Shoyo stava in piedi sul retro della bicicletta guidata da Tobio, aveva aperto le braccia e urlava onomatopee incomprensibili miste a piccole risate.
Tobio pedalava come un matto e, quando vide la discesa davanti a sé, accompagnò Shoyo con un urlo che li travolse.
L’aria sollevava le magliette di entrambi, scompigliando i capelli e ferendo i loro visi.
Tobio pensò di non aver mai vissuto così intensamente il presente.

 

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Capitolo 6
*** Giorno 5 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
  Prompt 5 #Diventare genitore
Parole: 100
 
«Hai mai pensato a quando diventeremo genitori?».
Tobio sputò il latte sul tavolo rischiando di soffocare. Hinata continuava a mangiare la sua colazione con aria sognante.
«Boke! Da dove ti escono certe idee?!».
«Stanotte ho sognato di avere un bambino a cui insegnare la pallavolo, non la trovi una cosa divertente? Sarebbe bello vedere i nostri figli in campo!».
Tobio sollevò un sopracciglio, Hinata sembrava serio e non aveva mutato espressione, quando aveva cominciato a fare pensieri così maturi?
«Mio figlio batterà il tuo, Kageyama, ne sono certo!».
«La mia, vorrai dire».
«Mh?».
«Mi piacerebbe avere una femminuccia, Hinata.».

 

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Capitolo 7
*** Giorno 6 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 

 
 Prompt 6 #Città
Parole: 121
 
«Ad Osaka saranno bravi a giocare?» Hinata si stiracchiò sul telo che avevano messo sul prato e Kageyama portò le braccia sotto la nuca.
«Per quanto sia curioso, non vorrei scoprirlo entrandoci dentro, come ho rischiato il mese scorso».
Hinata, sollevatosi, portò il viso davanti quello del suo amico.
«Non permetterei a nessuno di portarti via dalla Karasuno!» Aveva gli occhi tremendamente seri e Kageyama rise appena.
«Hai paura della sconfitta se dovessimo essere avversari, eh? Brucia?».
Hinata gonfiò le guance risentito e tornò a sdraiarsi.
«Vincerei io! Non è quello il motivo!».
«Nessun altro setter ti farebbe fare la schiacciata bislacca?».
«Non è nemmeno per quello, Tobio!».
Kageyama smise di ridere.
Hinata non lo aveva mai chiamato per nome.

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Capitolo 8
*** Giorno 7 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 7 #Taglio di capelli
Parole: 110
 
«Fidati! Ho tagliato i capelli alle bambole di Natsu una volta!».
«E la cosa dovrebbe tranquillizzarmi?».
«Non ho decapitato nessuna di loro, eh!».
Hinata sorrideva con quelle forbici blu in mano, Kageyama invece sentiva il sudore imperlargli la fronte.
«Meglio aspettare domani e andare dal parrucchiere».
«Ma la partita è proprio domani! Come credi di giocare con questo ciuffo davanti gli occhi?».
Kageyama sospirò.
D’altronde la pallavolo era anche fiducia nei compagni, no?
 
Il club scoppiò in una risata irrefrenabile.
«Non una parola.» Esclamò Kageyama mentre il riflesso della finestra mostrava i capelli mancanti poco sopra la fronte.
Sugawara fu l’unico a chiedersi perché Hinata non fosse ancora arrivato.
 
Extra.
Kageyama trovò la vecchia crema depilatoria della sorella in fondo ad un cassetto.
Ne rabboccò una modesta quantità all’interno della bottiglietta dello shampoo di Hinata.

La vendetta andava servita fredda, profumata e depilata.

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Capitolo 9
*** Giorno 8 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈


 
Prompt 8 #Strada 
Parole: 111
 
 
Che Hinata avesse il vizio di sbagliare strada durante gli allenamenti, non era certo una novità.
Kageyama scoprì come avesse lo stesso vizio anche quando facevano la spesa e si ritrovò a cercarlo tra gli incroci di Miyogi.
Lo trovò sulla salita che portava a casa loro, ignaro dello spavento che gli aveva fatto prendere, e fissava il tramonto.
«Boke! Stai attento quando cammini!» Le urla servirono a poco. Hinata portò un dito in direzione del sole che scendeva lento.
«Quando schiaccio le tue alzate, io vedo il campo proprio così».
Tobio si voltò, l’orizzonte era caldo, luminoso e rassicurante.
Sorrise.
Con quell’idiota perfino sbagliare strada poteva migliorare la giornata.
 
Extra.
«Hinata, ma dove hai messo le buste che dovevi prendere alla cassa?».
«Quali buste?».
 
Palestra della Karasuno. Mattino successivo.
«Sho, sicuro che non ti serva del ghiaccio per quel bernoccolo?» Suga lo guardò quasi preoccupato.
«Sta benissimo!» Confermò Tobio fulminandolo con lo sguardo.

 

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Capitolo 10
*** Giorno 9 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 

 
Prompt 9 #Coinquilino
Parole: 117
 
 
Vivere con Shoyo non si era rivelato difficile.
Doveva stare dietro i suoi ritmi e il suo disordine, ma si stava abituando.
Avevano trovato la loro routine, ad esempio la sera, in cortile, si passavano il pallone mentre chiacchieravano. Tobio lo trovava rilassante, sentiva come questo piccolo momento cominciava ad unirli sempre di più.
Mentre rifletteva, seduto di fronte il forno in cui cuocevano dei bastoncini surgelati, sentì la porta aprirsi.
Shoyo era uscito poco prima senza dirgli nulla ed era appena tornato con un vassoio in mano.
«Scotta!» Urlò poggiandolo sul tavolo e scoprendolo.
«Sei sceso a comprare delle patatine fritte?!» Esclamò l’altro con l’acquolina in bocca.
«Oggi sono due mesi che siamo coinquilini, bisogna festeggiare!».
 
Tobio pensò che non avrebbe mai cambiato coinquilino.

 

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Capitolo 11
*** Giorno 10 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 10 #Lingua
Parole: 104
 
 
Hinata schiacciò con una potenza inaudita, tale da costringerlo a saltare due volte a causa del contraccolpo. Era stato un attacco sensazionale, si voltò verso Kageyama che aveva già portato le braccia al cielo urlando.
Miglioravano a vista d’occhio, soprattutto grazie al loro linguaggio dei segni che avevano perfezionato insieme alle tecniche. Era diventata una lingua vera e propria che adoperavano solo in campo.
Tobio si fermava spesso a pensare a quei piccoli gesti che faceva con le dita per suggerire al suo amico che mossa utilizzare.
La sentiva come una loro piccola esclusiva.
Non avrebbe mai ammesso a nessuno di esserne tremendamente geloso.
 
 
Extra:
Tobio cominciava ad accorgersi di come il loro linguaggio dei segni cominciasse ad evolversi anche fuori dalle partite.
Lui e Shoyo avevano espressioni e piccoli gesti che li univano ogni giorno di più.

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Capitolo 12
*** Giorno 11 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 11 #Lavoro
Parole: 113
 
Hinata correva esaltato per la strada. Quel costume a forma di pulcino gli si addiceva proprio.
Continuava a scuotere i volantini davanti i passanti, aveva accettato quel lavoro senza battere ciglio in cambio di qualche soldo.
Tobio avrebbe volentieri rifiutato, ma le spese cominciavano ad accumularsi (a causa dell’enorme quantità di cibo surgelato e da asporto che consumavano, essendo entrambi negati in cucina).
«Kageyama! Facciamo a gara a chi finisce prima i volantini!».
Il diretto interessato avrebbe voluto scappare, ma la macchina dietro cui si stava nascondendo partì all’improvviso, lasciandolo alla vista di tutti i passanti.
«Guardate che carino quel leone laggiù!».
 
Chissà se con quei soldi avrebbe potuto acquistare la dignità perduta.


Angolo autrice: Buongiorno a tutti i settanta lettori che, ogni giorno, mi seguono per qualche minuto <3
Sfrutto questo piccolo angolo per ringraziarvi e spero davvero che le storie possano strapparvi anche solo un piccolo sorriso!
Da domani comincerò le lezioni, spero di riuscire ad aggiornare comunque la mattina, in caso contrario troverete il capitolo postato negli orari più scabrosi.
Perdonatemi!
- SkyDream

 

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Capitolo 13
*** Giorno 12 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 

 
Prompt 12 #Bagnoschiuma
Parole: 114
                                       
 
Shoyo strofinò un asciugamano sui capelli umidi di Tobio, intento a sfogliare Fly Volleyball alla ricerca della rubrica “giocatore del mese”.
Alla pagina interessata, Shoyo, ancora a petto nudo per la doccia, si avvicinò per indicare l’avversario stampato su carta.
Una ventata di buon profumo, però, investì Tobio all’improvviso, distraendolo.
Il bagnoschiuma del suo amico gli riportava alla mente una marea di ricordi, inoltre era dannatamente buono.
Pensò che quei mesi insieme sarebbero finiti - troppo presto a detta sua - e cosa gli sarebbe rimasto di quel profumo?
Solo gli allenamenti e i pranzi a scuola.
Non lo avrebbe più sentito in giro per casa.
 
Prima di ridestarsi, pensò che avrebbe cambiato bagnoschiuma.
 
Extra
Se solo si fosse azzardato, Shoyo avrebbe schiacciato sulla sua testa.
Adorava il profumo di muschio del suo Bakeyama.
Non avrebbe sopportato di sentire su di lui un odore diverso.

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Capitolo 14
*** Giorno 13 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 13 #Piatto preferito
Parole: 105
 
«Bento-Bento, ho fame, fame di bento».
Shoyo saltellò fino agli scalini dove Kageyama, con aria tetra, lo aspettava.
«Ho dimenticato il pranzo a casa.» Tagliò corto mentre un brontolio cominciava a farsi sentire. E pensare che avevano scelto la sera prima i loro cestini del pranzo, in quella bancarella buona in fondo alla strada!
Shoyo, senza dire nulla, gli passò le bacchette mentre apriva il suo bento.
Per primo gli indicò un onigiri, poi un pezzo di tempura.
«Il cibo condiviso è più buono, no?».
«Ma così tra poco avrai di nuovo fame!».
«Naah! Sarò più leggero e agli allenamenti potrò saltare più in alto!».
 
Gli onigiri diventarono il nuovo piatto preferito di Tobio.

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Capitolo 15
*** Giorno 14 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈

 
 
Prompt 14 #Vita
Parole: 150
 
 
Kageyama si sollevò di botto, era sudato.
Si voltò immediatamente alla sua destra, Shoyo dormiva beato - con tanto di bava sul cuscino-, non ricordava di essersi addormentato accanto a lui la sera prima. Tobio sospirò sollevato e decise di bere dell’acqua.
Era stato semplicemente un incubo, ma si chiese cosa avrebbe fatto se al posto di quell’idiota a tranquillizzarlo ci fossero stati i suoi genitori. Un giorno quel periodo da coinquilini sarebbe finito e lui sarebbe ripiombato nella sua vecchia vita.
Eppure quella nuova gli piaceva tanto.
Sì, i suoi genitori gli mancavano e sicuramente Hinata sentiva la mancanza di Natsu, eppure…
«Tutto bene?» Shoyo entrò in cucina con gli occhi chiusi e lo afferrò per un polso «Era solo un sogno, dai ora passa».
 
Kageyama si disse che non era il momento di pensare alla sua vecchia vita, si sarebbe goduto quella nuova finchè avrebbe potuto.
Per il dopo ci sarebbe stato tempo.
Si accoccolò al petto di Shoyo e riscivolò nuovamente nel sonno.

Angolo autrice:
Io gongolo felice, tutte le scene ambientate tra le lenzuola mi piacciono particolarmente, non posso farci nulla.
La KageHina è puro fluff *^*

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Capitolo 16
*** Giorno 15 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 

 
 Prompt 15 #Scuola
Parole: 116
 
 
Kageyama era esausto. Quel test lo aveva distrutto più di una partita.
Portò lo sguardo fuori dalla finestra dove Shoyo, durante l’ora di educazione fisica, correva a destra e sinistra.
Sorrise. Era proprio incorreggibile.
Si chiese come sarebbe stata la nuova scuola di Osaka: Più ordinata e seria della Karasuno? I suoi compagni avrebbero avuto l’accento del Kansai?
Il pensiero fu interrotto da una porta che si spalancava.
«Kageyamaaa! Sensei vuole farci fare una partita, ti unisci a noi? Ti prego, ti preeg-».
«Boke, Hinata! I tuoi compagni non sono mica dei pallavolisti, vuoi davvero umiliarli così?».
«Una schiacciata sola! Ti preee-».
«Una, Hinata!».
 
Sicuramente un’altra scuola sarebbe stata più silenziosa senza quel terremoto di Hinata.
                                                                                                                     Extra
«E’ stata una bella partita! Abbiamo fatto una schiacciata super poof poof!» Hinata gongolava mentre camminavano verso casa.
«Abbiamo vinto venticinque a zero, Sho, non possiamo vantarci di questa vittoria, erano dei dilettanti».
«Abbiamo vinto, abbiamo vinto!».
Tobio lo guardò mentre saltellava passo dopo passo, il sorriso enorme che gli illuminava il volto come fosse un bambino.

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Capitolo 17
*** Giorno 16 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 16 #Passato
Parole: 115
 
 
Kageyama a volte, la sera, veniva colto da una profonda angoscia. Gli tornavano in mente tutte le volte in cui, alle medie, si sentiva solo e incompreso.
Quando lo chiamavano il Re del Campo.
Allora prendeva il cuscino e si buttava sul letto di Shoyo che, spesso, provava la sua stessa angoscia a causa del passato.
In quei momenti se ne stavano lì, uno accanto all’altro, a parlare.
Kageyama aveva imparato a confidare tutti i suoi pensieri in un fiume di parole.
Shoyo faceva altrettanto e poi, stremati, cominciavano a ricordare i momenti più belli alla Karasuno.
E si addormentavano così, con le mani che si sfioravano, coscienti di non essere più soli e incompresi.
 
Extra
«Sento freddo, Tobio».
«Dai non farmi alzare a prendere le coperte, mettiti il cuscino di sopra.» Tobio portò un braccio sugli occhi nel tentativo di tornare a dormire.
«Non so dove le tieni le coperte!» Si lagnò l’altro portando il lenzuolo fin sopra la testa.
Sentì un braccio avvolgergli la schiena e trascinarlo contro un corpo caldo.
«Stai qua e dormi!».
Il petto del suo compagno era decisamente più caldo di qualunque coperta.
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Capitolo 18
*** Giorno 17 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 17 #Diventare adulto
Parole: 121
 
Crescere significa maturare, maturare significa cambiare il modo di vedere le cose e accettare ciò che prima non avremmo accettato.
Shoyo lo sapeva bene, eppure voleva davvero essere lì sul campo a giocare, anche se si trattava solo di un’amichevole.
«Non se ne parla nemmeno! Non ti reggi in piedi!» Esclamò Ukai.
Kageyama lo aveva previsto ma, nonostante ciò, aveva aiutato Shoyo ad arrivare fino alla palestra perché si rendesse conto lui stesso che, combinato in quel modo, non poteva che essere un peso.
«Stai buono e resta a guardare per oggi, boke.» Gli disse mentre gli infilava un cappuccio e gli metteva anche il suo cappotto.
 
Tobio si girò appena in tempo, Shoyo non si accorse dei suoi occhi lucidi.

 

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Capitolo 19
*** Giorno 18 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 18 #Amicizia
Parole: 111
 
Considerare Hinata come suo “amico” era ciò che di più sbagliato potesse fare.
Era suo alleato, il suo partner, il suo coinquilino, il suo punto di riferimento.
Era un rapporto diverso da quello che aveva con i suoi amici della Karasuno.
Quando si muoveva, aveva la sensazione che Shoyo si muovesse insieme a lui, in una sincronia palpabile che in campo trovava solo la sua massima espressione.
Quando era triste, anche l’altro era giù di morale.
Quando gioiva, Shoyo era sempre pronto a far caciara insieme a lui.
Quando il passato bussava alla porta, lui lo sosteneva.
 
Considerare Hinata Shoyo come suo “amico” era ciò che di più sbagliato potesse fare.

Angolo autrice: Buon pomeriggio a tutti e buona domenica <3 Come avevo già previsto, ieri sera ho pubblicato ad un orario scabroso! Erano le 23:45, quindici minuti prima dello scattare del giorno dopo.
Ci sono riuscita per un pelo! Quindi, per chi si fosse perso l'aggiornamento di ieri, potete andare a dare un'occhiata :)
Mi è difficile digerirlo, ma durante questo Changectober la mia vita è sì cambiata, ma non in meglio. Ho dovuto abbandonare la mia casa da fuorisede e, soprattutto, la mia coinquilina.
Io e lei non siamo PALESEMENTE INNAMORATE come questi due tontoloni di Shoyo e Tobio, ma abbiamo condiviso davvero tantissimo insieme e continuare questa raccolta sapendo di aver detto addio a quella casa è per me un duro colpo al cuore.
Nonostante ciò continuerò a pubblicare e a raccontare, nella speranza che questo mese porti ancora un cambiamento ma stavolta positivo.

- SkyDream

 

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Capitolo 20
*** Giorno 19 ***


"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 19 #Vestiti
Parole: 148
 
 
Kageyama sudò freddo. Prese il telefono e scappò di casa con un fagotto tra le braccia, stringendolo al petto come la cosa più cara.
La strada sembrava più lunga del solito, l’alba non era cominciata ma i suoi piedi saettavano.
Si fermò solo quando l’obiettivo si parò davanti i suoi occhi.
Yachi, col volto esangue, fissava il fagotto. Tobio schiuse le labbra.
«Io-io non volevo, credimi! E’ stato un errore, non volevo!».
La sua amica lo invitò ad entrare così che potesse calmarsi e tolse il fagotto dalle sue braccia. Tobio portò le mani al volto:«Sei la mia unica speranza!».
Yachi guardò il contenuto di ciò che reggeva: La maglietta di Hinata era totalmente rovinata e il numero dieci era diventato di uno strano colore rosato.
Shoyo si sarebbe disperato e lo avrebbe preso come un segno di sventura, passando intere giornate a deprimersi.
«Lascia fare a me!».
 
Extra
Hinata, con la sua maglietta preferita addosso, qualche giorno dopo, si chiese perché accanto alla lavatrice vi fosse un biglietto con le indicazioni sul lavaggio dei capi delicati.
Era evidenziato di un giallo brillante e accompagnato da un segnale di pericolo.
La scrittura - totalmente diversa da quella di Tobio - gli parve comunque familiare.
Fece spallucce e raggiunse i suoi amici alla Karasuno.

 

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Capitolo 21
*** Giorno 20 ***


"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 20 #Credo
Parole: 111
 
Hinata era stato colui che lo aveva portato a migliorarsi. Aveva creduto in lui e lo aveva spronato senza mezzi termini.
«Io credo in te, Bakeyama!» Glielo aveva proprio urlato in faccia.
Tobio, dal canto suo, si era ritrovato a fare altrettanto e aveva finito per cambiare ciò che provava dentro.
Verso se stesso, verso la pallavolo, la squadra e soprattutto nei confronti di un particolare nanetto.
Shoyo era un uragano di vita che, giorno dopo giorno, aveva finito per cambiare il suo credo quotidiano.
 
Tobio credeva davvero in se stesso, nelle sue potenzialità.
Perfino davanti Oikawa.
La parte difficile sarebbe arrivata quando avrebbe cominciato a credere anche ai suoi sentimenti.

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Capitolo 22
*** Giorno 21 ***


"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 21 #Ruolo
Parole: 112
 
«No, Sho! Non puoi tornare in prima linea!» Daichi portò una mano alla fronte. Aveva invertito i ruoli dei suoi compagni per abituarli a movimenti a cui non erano abituati, ma chissà perché Hinata si ritrovava sempre pronto a schiacciare.
«Non lo faccio apposta!» Spiegò l’interessato con sguardo da cucciolo indifeso.
«E pure tu, Tobio, si può sapere perché gli alzi la palla se sei in difesa?» Daichi sembrava sul punto di strapparsi i capelli.
«E’ lui che me lo chiede!».
«Io non ho parlato!»
«Ti si legge in faccia, boke!».
Sugawara diede una pacca sulla spalla di Daichi per consolarlo.
«Non a caso nella pallavolo ognuno ha il proprio ruolo, no?».
 
Extra.
«Kageyama, dovremmo scambiarci i ruoli di tanto in tanto, sono stufo di dover essere sempre io quello a spazzare e pulire a terra e fare la lavatrice!».
«L’unica volta in cui hai lavato i piatti ne hai lanciato uno perché non arrivavi alla mensola, rompendolo, e l’unica volta in cui hai steso i panni  ti ho trovato arrampicato al ramo di un albero perché non arrivavi allo stendibiancheria e non volevi chiedermi dove fosse la scala».
«Ho una dignità! Non utilizzerò la scala e soprattutto sono in grado di lavare  i piatti e stend-».
«Ne riparliamo quando sarai qualche centimetro più alto, Chibinata».
Kageyama scoprì che ricevere una scopa in testa fa più male di quel che si crede.

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Capitolo 23
*** Giorno 22 ***


"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 

 
Prompt 22 #Sentimento
Parole: 123
 
Shoyo sbadigliò mentre immergeva il cucchiaio nella tazza con i cereali, aveva una guancia poggiata sul palmo della mano e i capelli spettinati gli ricadevano malamente sugli occhi. Borbottò qualcosa.
Era insolito vederlo così privo di energie, ma la sera prima avevano entrambi fatto tardi per studiare per l’esame di inglese.
Kageyama si perse qualche minuto a contemplare quella rara visione che, stranamente, faceva emergere in lui un’insolita tenerezza. Sentiva il desiderio di scompigliargli quei ciuffi rossi e di accompagnarlo nuovamente a letto e stendersi al suo fianco per sentirne il respiro caldo.
Si ridestò di botto da quel film mentale, ma era ormai troppo tardi.
Il danno era fatto.
Kageyama non potè evitare di ammettere a sé stesso che qualcosa stava cambiando.

 

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Capitolo 24
*** Giorno 23 ***


"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 23 #Abitudine
Parole: 150
 
Tobio ci aveva fatto l’abitudine.
A Shoyo che saltava quando scendeva le scale, a vederlo sul divano a testa in giù, a trovarlo addormentato sui libri quando tentava di studiare.
A quelle labbra stirate in un sorriso, che si erano arcuate a formare una “o” quando la neve aveva invaso il loro giardino.
Alle sue onomatopee tra i muri di casa.
Tobio ci aveva fatto l’abitudine.
Non aveva mai pensato a come anche Shoyo si fosse abituato ai suoi occhi attenti, scrupolosi, alle sue mani morbide tra i capelli, ai vestiti che lasciava sparsi per casa e la riempivano del suo profumo, al rumore del phon che si ostinava ad utilizzare, a quella macchia di dentifricio che ogni volta doveva togliere dalle sue labbra.
Eppure Shoyo ci aveva fatto l’abitudine.
E si chiese se, nonostante tutto, Tobio avrebbe continuato a lasciargli il compito di togliere dalle sue labbra quella piccola macchia ogni mattina.

Angolo autrice: Il prompt più complesso della raccolta è stato pubblicato!
In cantiere abbiamo due KageHina, una IwaOi e vorrei anche dedicarmi alla BokuAka Week, che comincerà lunedì, come farò?! Dovrò sdoppiarmi?!
Dovrò chiedere al mio criceto di scrivere per me?!
Inoltre, ve lo dico in confidenza, una di queste KageHina è così drammatica e surreale da risultare quasi imbarazzante, per cui non so se sarà mai pubblicata :')
In attesa di ulteriori risvolti, e scrivendo la notte probabilmente, corro a studiare (perchè dovrei fare anche questo).
A domani, dove il prompt sarà particolarmente esilarante :3

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Capitolo 25
*** Giorno 24 ***


 
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
 Prompt 24 #Occhiali
Parole: 124

«Ragazzi?».
«Sì?».
«Che diamine state facendo?».
Daichi portò i pugni sui fianchi, avvicinandosi di più in modo sospetto. Shoyo e Tobio erano entrati in campo e si stavano riscaldando insieme ai loro compagni solo che, al contrario degli altri, tenevano sul naso degli occhiali da sole.
«Dicono che riscaldarsi così aiuti a concentrarsi, non è vero Kageyama?» Shoyo prese a saltellare sul posto e ad inarcare la schiena.
«Zitto, boke! Ci scoprirà in questo modo!» Lo richiamò l’altro con una gomitata sulle costole.
«Scoprire cosa? Su, toglieteveli!» Insistette Daichi.
I due non poterono obiettare e scoprirono le profonde occhiaie che tenevano nascoste.
«Avete di nuovo passato la notte a guardare le partite degli avversari anziché dormire?» Urlò Daichi mentre afferrava un pallone.
«Corri, boke!».
 
Da pallavolo a palla avvelenata il confine era proprio sottile.

Angolo autrice: In questi giorni ho riletto i miei - rari- angoli autrice in questa raccolta, non gli ho mai dato particolare peso e davvero me ne sono pentita.
Questo mese è stato un mese di grandissimi cambiamenti, uno peggiore dell'altro, e l'unica nota positiva sono stati Kageyama&Hinata, Bokuto&Akaashi, tutti voi che mi strappate un sorriso e il mio piccolo Roy. Roy è un cricetino russo che adora le sigle di Haikyuu, è ancora piccolo, ma diventerà un grande nerd (se volete seguire le sue avventure potete seguirmi su instagram).
Comunque, ricordando come e quando ho scritto le varie drabble, rileggendo le varie note autrice, noto come queste settimane siano una più incerte e instabili dell'altra.
Eppure, nonostante tutto, sono qui a pubblicare, a scrivere e a leggere.
E forse, nonostante tutto, Efp è l'unica certezza che mi rimane.

Continuerò a rifugiarmi tra queste righe.

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Capitolo 26
*** Giorno 25 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 25 #Posto preferito
Parole: 150
 
 
Kageyama, alle medie, aveva sempre giocato da solo, seppur con i suoi compagni vicino. Per cui, all’infuori dell’emozione che provava nel tenere quel pallone a mezz’aria, non vi era alcun sentimento legato ai luoghi in cui era cresciuto.
Alla Karasuno era diverso, era felice.
Aveva memorizzato ogni mattonella, ogni finestra, ogni singolo ciottolo di quella scuola che continuava a sostenerlo, amava quella palestra dove aveva riso e pianto, dove si era concesso di esultare e superare i suoi limiti.
Con Shoyo al suo fianco aveva scoperto una nuova parte del suo talento.
 
La notte prima della finale per andare ai nazionali, entrambi avevano varcato il cancello della Karasuno ma, poco prima di separarsi, si erano voltati ad ammirare quello che era stato il luogo che li aveva uniti.
 
Kageyama sarebbe stato per sempre grato alla Karasuno, quelle mattonelle, quelle finestre e quei ciottoli sarebbero stati per sempre il suo luogo preferito.
 
Extra.
Kageyama si era infilato nel letto di Shoyo, come faceva spesso quando i brutti ricordi lo risucchiavano. Inizialmente non aveva cercato alcun contatto ma poi, anche per iniziativa dell’altro, avevano finito per stringersi.
Tobio portò la fronte sui capelli morbidi di Shoyo, rilassandosi al ritmo dei suoi battiti e dei suoi respiri.
Anche quel letto con quell’idiota sotto le lenzuola, pensò, poteva cominciare a definirsi “luogo preferito”.

Angolo autrice: Qual è il vostro posto preferito, quello a cui non vorreste mai rinunciare? In un periodo di restrizioni così, è normale desiderare di avere la libertà di andare in un certo posto quando si vuole.
Il mio, senza ombra di dubbio, è la casa della mia migliore amica, dove abbiamo passato tutto il tempo del liceo e parte dell'università a mangiare, guardare anime e chiacchierare. Nonostante la distanza, nonostante io ora studi in un ateneo diverso.
E voi?

A domani!

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Capitolo 27
*** Giorno 26 ***


"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈

 
 
Prompt 26 #Famiglia
Parole: 130
 
 
«Tanti auguri, Kageyama!» Urlarono tutti portando le braccia in aria. Qualcuno fece partire anche dei coriandoli sulla testa del festeggiato.
Tobio arrossì quando si ritrovò la piccola Yachi con in mano una torta più grande di lei. Al centro spiccava una sua foto scattata durante il torneo a Tokyo contro lo Shiratorizawa.
«E questo è per te!» Sottolineò Suga con un pacchetto in mano.
Tobio lo scartò rivelando un nuovo set di ginocchiere e gomitiere professionali, le sue in effetti erano ormai malandate e andavano sostituite.
In fondo al pacchetto, però, spiccava anche una piccola cornice con una foto di gruppo. Quella che avevano fatto alla loro prima partita vinta.
Quanta strada che avevano fatto da allora!
 
Tobio sorrise, quella famiglia che gli era capitata non era proprio niente male!
 
Extra.
Shoyo continuava a dondolare sui talloni senza trovare il coraggio di entrare in camera  dell’altro. Tobio si spazientì chiamandolo a gran voce.
«Boke! Smettila di stare sull’uscio, mi distrai. Se devi entrare, fallo e basta».
«Ma sei voltato di spalle, come hai fatto a vedermi?!».
«I tuoi pensieri vanno così veloci che fanno rumore, te lo garantisco. Allora, che succede?».
Shoyo mise su un broncio e si avvicinò stringendo qualcosa dietro la schiena.
«I ragazzi ti hanno fatto dei regali così belli, il mio sicuramente non ti piacerà».
Ecco, aveva vuotato il sacco. Basta, decise di tornare indietro e nascondere il pacchetto.
Anche tirarlo fuori dalla finestra sarebbe stata un’ottima idea.
«Scemo.» Tobio si alzò dalla sedia e lo raggiunse, reclamando il pacchetto.
Hinata arrossì e fu quasi intimidito dalla mole del suo amico. Glielo porse.
Kageyama uscì una morbida sciarpa di lana arancione.
«E’ il colore vero? Troppo acceso?» Chiese Shoyo congiungendo i due indici.
L’altro avrebbe solo voluto dargli un pugno sulla testa, tra i capelli spettinati.
Nessuno si era mai premurato di fargli un regalo che davvero potesse piacergli, nessuno aveva esitato come aveva fatto lui.
Shoyo ci teneva davvero.
Questo gli colpì il cuore più di qualunque altra cosa.

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Capitolo 28
*** Giorno 27 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 27 #Sogni
Parole: 150
 
«Sembra uno spot per carnevale, Yachi.» Tsukki non trovò modo più gentile per dissentire sull’idea della sua amica. Non aveva alcuna intenzione di indossare un mantello con delle piume nere.
«Dai, Tsukishima! E’ solo per una foto, non farla lunga e sorridi!» Intervenne Noya mettendosi in posa.
Al centro del gruppo vi era Tobio con un pallone tra le mani. Nelle foto successive si sarebbero dovute effettuare delle mosse per permettere a Yachi di fare le angolazioni che più preferiva.
Shoyo dava l’idea di divertirsi un sacco, nonostante quei mantelli pesassero, lui riusciva comunque a saltare più in alto di tutti.
«Idiota, come mai sei così esaltato?» gli chiese Tobio mentre palleggiava.
«Più sembrerò figo nelle foto, più sono le probabilità che la gente mi ricordi! Quando andrò ai mondiali voglio che tutti mi ricordino!».
 
Tobio rise per la genuinità di quel sogno e si interrogò, per la prima volta, su quale fosse realmente il suo.
I mondiali?
 
Non esattamente.
 
Extra.
«Acciù. Acciù. Aaacciù!».
«Tsukki, sei allergico alle piume per caso?».
«Addoludamende no».
«Stai anche piangendo».
«Dai ditto, Yamagudi».
«Avere quella faccia non è per niente da fighi!».
 
Yamaguchi scoprì che anche una pallonata in viso non era da fighi.

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Capitolo 29
*** Giorno 28 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 28 #Treno
Parole: 146
 
 
 
«Sicuro che non vuoi che ti accompagni?».
«Sono sicuro, Tobio. Devi allenarti».
«Non farti venire il mal di pancia. E’ solo una visita di controllo».
Shoyo abbassò lo sguardo sul suo ginocchio malandato, aveva preso una brutta botta e il sensei gli aveva prenotato una visita con il medico migliore della provincia.
Il capotreno fischiò e Tobio si ritrovò a scendere.
Era la prima volta in cinque mesi che si allontanava così tanto da Shoyo e quella sensazione gli diede la nausea.
Si trattava solo di una notte in fondo. Sospirò e strinse i pugni.
Si stupì quando sentì un’insolita voglia di piangere.
«Se devo lasciarti conciato in questo modo, giuro che mi tengo il ginocchio così e non parto».
Tobio sollevò gli occhi e si ritrovò Shoyo davanti.
«Ah sì, ho sbagliato treno. Fortuna che sono sceso in tempo! Il mio è al binar-».
«Boke!».
 
Extra.
«Menomale che ho portato un doppio ricambio, un doppio spazzolino, un doppio pigiama».
«Scusa, ma con chi volevi partire?!».
«Con te, no?».
«Mi avevi detto di non venire per allenarmi! Idiota!».
«Ehh quante storie, ci speravo comunque».
Shoyo si voltò verso il finestrino mentre Tobio cercava di poggiarsi malamente sulla sua spalla.

Angolo autrice:
Eccomi qui, come ogni sera, ad aggiornare questa raccolta che ormai sta per giungere alla fine. In soli ventotto giorni sono cambiate un sacco di cose, tranne loro due.
Shoyo e Kageyama mi hanno salvata e aiutata lungo un percorso che si sta rivelando più ostico del previsto, e i tempi e i notiziari non aiutano.
Ma loro due continuano a farmi sognare e mi permettono di farvi sognare, fosse pure solo per qualche minuto.
Quindi in questo piccolo angolo autrice ringrazio loro due.
Grazie, tonti innamorati!


 

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Capitolo 30
*** Giorno 29 ***


"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"

 
 
≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 
Prompt 29 #Relazione
Parole: 144
 
 
Tobio era fermo sul libro di narrativa. Alla stessa pagina, per l’esattezza, e da quasi due ore.
Lo scrittore di un testo parlava della relazione romantica tra una bella fanciulla e il suo amato con cui ormai conviveva e passava le sue giornate. Era diventato il suo punto di riferimento e la sua spalla, non si immaginava da nessun altra parte che non fosse al suo fianco.
E Tobio era impallidito. Si rivedeva in parte in quelle parole, ma proprio non gli scendeva il fatto di dover definire come “relazione” quella cosa tra lui e Shoyo.
 
Shoyo ci riflettè a lungo, poi rispose alla sua domanda.
«Siamo una coppia, come i calzini o i guanti! Per stare bene ed essere completi bisogna essere tutti e due!».
Tobio fissò l’indice che l’altro gli aveva puntato contro e sorrise.
Quell’idiota lo aveva capito prima di lui.
 
Extra
«Sei felice?» Tobio si stese sul letto accanto a Sho.
«Sì, finalmente il mio cuore ha smesso di fare Katapum! di tanto in tanto. Ora mi sento felice e basta».
«In realtà sembra che ti faccia katupum ogni volta che proviamo le veloci. Shoyo? Shoyo smettila di addormentarti mentre ti parlo!».
 
Il mattino dopo Sho non seppe spiegarsi quel bernoccolo in testa.

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Capitolo 31
*** Giorno 30 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈

 
 
Prompt 30 #Casa
Parole: 149
 
«Shoyo, non fare quella faccia, dai!» Tobio si appoggiò al manico della valigia e sorrise bonariamente al suo ragazzo.
«Non ho nessuna faccia!» Singhiozzò l’altro tirando su con il naso, lo zaino sulle spalle pesava un paio di quintali, ma non era nulla in confronto al macigno che si stava portando sul cuore.
«Domani mattina ci vedremo di nuovo».
«E io arriverò prima di te!».
Si guardarono negli occhi e lì capirono di provare entrambi la stessa cosa.
Avevano paura di come sarebbe stato tornare a dormire nel letto da soli.
«Togliti la felpa, Shoyo».
«Tobio?! Qui di fronte a tutt-».
«Boke, ti ho detto togliti la felpa!».
Sho, riluttante, eseguì gli ordini. Tobio a sua volta si sfilò la sua giacca e gliela buttò in testa, prendendosi di forza la felpa dell’altro.
Il bus arrivò nello stesso istante, pronto a portare via sia Hinata che le sue valigie.
 
Extra.
Kageyama passò la notte con la felpa di Shoyo addosso, gli ricordava il corpo di quel ragazzo che ormai, ogni sera, finiva per salirgli addosso e invadere i suoi spazi.
L’unica cosa che riuscì a pensare fu “E’ solo per ora, un giorno torneremo nella stessa casa…”.
 
Shoyo infilò la giacca dell’altro su un cuscino e si ci buttò di sopra. Gli sembrava di sentire ancora quel petto caldo sotto la guancia.
“…e sarà per sempre”.

Angolo autrice: Ed eccoci al penultimo prompt di questa raccolta. E' sicuramente una delle drabble che preferisco, forse perchè immaginarli distanti, dopo tutto questo tempo condiviso nella stessa stanza, nello stesso letto, mi ha scatenato un moto di tenerezza.
A domani,  con l'ultimo prompt!
 

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Capitolo 32
*** Giorno 31 ***


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≈ Scalpiccio d'autunno ≈
 
 

Prompt 31 #Futuro
Parole: 160


 
«Sono arrivato prima io!».
«Non è assolutamente vero!».
Tobio prese a inseguire Shoyo che, repentino, saltò dalle scale cominciando a correre.
Capitombolarono entrambi sul prato, ridendo come bambini, con il fiatone che non li faceva parlare.
Shoyo fu il primo a sedersi, guardò l’altro ragazzo e rise ancora più forte, dei rami gli avevano creato un piccolo nido sui capelli mori.
Se avesse potuto scegliere il suo futuro, lo avrebbe voluto esattamente come il suo presente.
Solo con dei mondiali alle porte.
Tobio si ripulì e passò una mano sui capelli morbidi dell’altro con un movimento simile ad una carezza.
Sembrò leggergli nel pensiero.
«Quella di ieri era una promessa.» Specificò riferendosi alle felpe.
Shoyo strabuzzò gli occhi, ormai riusciva a capirlo davvero con un solo sguardo.
Una voce li richiamò e i due si sollevarono da terra per raggiungere la palestra.
«Ah, Tobio!».
«Mh?» L’altro si voltò appena in tempo, Shoyo spiccò un piccolo saltello per raggiungere le sue labbra e rubarle.

Angolo autrice: Ultimo capitolo della storia tra questi due coinquilini che, con la convivenza, sono decisamente diventati qualcosa in più. 
Un ringraziamento va a tutti voi che siete arrivati fin qui, a Dalila e Sasa che mi hanno spronata e letta.
A Erika, la mia coinquilina con cui ho condiviso tantissimo. E' stata protagonista in questo periodaccio, vivendolo in parte insieme a me. E sostenendomi.
Un grazie al piccolo Roy, cricetino iperattivo e coccolone.

Non è finita, però, anzi! E' appena cominciata.
Ho scritto una mini-long, alcuni di voi l'hanno già letta e recensita, si chiama "La presunta verità". Ebbene, arriverà - spero presto - una raccolta di one shot che sarà il seguito di questa mini-long e vedrà protagonisti Tobio e Shoyo ma... in frangenti un po' più diversi e maturi! Ma non per questo meno comici, tutt'altro.

Un bacino a tutti voi, a presto!

 

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