Hammer to the head

di Little Firestar84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hammer to the head ***
Capitolo 2: *** Lezioni di Volo ***
Capitolo 3: *** Put a ring on it ***



Capitolo 1
*** Hammer to the head ***


Siparietto ispirato dalla challenge just stop for a minute and smile  di Soul_Shine, e dal prompt #10: "Poteva andare peggio..."

Kaori non era una stupida. Sapeva che sì, il buon caro (se così lo si poteva definire) Ryo non era certo il tipo da metterle le corna, ma questo non voleva dire che avrebbe iniziato a fare lo smielato in giro o che avrebbe smesso di provarci (inutilmente, ma quella non era una novità) con il 99,9% delle donne che gli capitavano a tiro. Ma, almeno, la accompagnava a fare la spesa senza troppi borbottamenti (come quel giorno),e  aveva anche iniziato ad acconsentire che lei accettasse casi da clienti uomini (ma giusto per mandare avanti la baracca).

Tutto sommato, a Kaori non dispiaceva- esternamente, stavano mantenendo la loro routine, dopo tutto, con lui che faceva il cretino e lei che lo rimproverava urlando e diventando manesca. Cambiare tutto così, all’improvviso, sarebbe stato impossibile, e comunque, alla sera era da lei che lui tornava, e almeno stava provando a fare un po’ più il gentiluomo. Anche se…

Kaori si fermò, e video che il caro Ryo non era più al suo fianco, ma era sparito; come Samantha la strega della serie che guardava da piccola, il suo naso iniziò a arricciarsi, come se stesse avvertendo  un pericolo imminente. Si bloccò, congelata all’istante, sospirando, temendo (o forse presagendo= di quale pericolo potesse trattarsi.  

Non aveva ancora terminato il pensiero, che la sua paura fu confermata, e udì un urlo proveniente dalle sue spalle.

“AAAHH! AIUTO! UN MANIACO!”

Eh no, eh, così era troppo. Un conto era fare il cascamorto con Saeko, Miki o con le clienti, ma mollare lei, la sua donna, così, per farglielo sotto gli occhi, proprio no!

Come posseduta dal sacro demone della vendetta, Kaori si diresse verso la direzione da cui continuavano a giungere le urla di povere fanciulle prese di mira dalle mani e dagli sguardi di quel cretino pervertito di cui, probabilmente a causa di qualche maledizione, o per lo scherzo di qualche dio della zizzania stile Loki , aveva finito per innamorarsi.

Lo avrebbe strozzato. Stavolta lo avrebbe strozzato per davvero, quel cretino!

“Ryo, questa volta hai esagerato!” Sibilò a denti stretti mentre, alle sue spalle, brandì uno dei suoi martelli e glielo diede in testa, così, con un colpo secco, stendendolo al suolo all’istante. “Così impari, brutto porco!”

“Beh, poteva andare peggio a questo povero cristo. Tutto sommato questo non è nemmeno uno dei martelli più grandi che hai…” Kaori iniziò a sudare freddo, e, molto, molto lentamente, si voltò nella direzione da cui proveniva la ben conosciuta voce. Ed eccolo lì, con jeans,  maglietta rossa e giacca azzurra, Ryo, che guardava quel poveretto che borbottava qualcosa a denti stretti, ancora incapace di alzarsi. “Beh, si può sapere che hai?”

“Ma… tu… lui… e le ragazze….” Balbettò lei, arrossendo, mentre il pover’uomo (che comunque tanto povero non era, perché ci aveva andato pesante con quelle povere fanciulle) alzava un braccio nella loro direzione chiedendo aiuto.

Ryo alzò un sopracciglio, sorridendo malandrino mentre offriva la mano al malcapitato per aiutarlo ad alzarsi, mentre Kaori si nascondeva dietro il metro e novanta abbondante del suo uomo onde evitare immediate ritorsioni da parte del tizio che aveva preso a martellate.  “Dai, Kaori, credi davvero che arriverei a provarci con le altre così spudoratamente, davanti a te? Ci tengo all’autoconservazione, io!”

E certo, perché per quello lui non faceva il cretino con le altre. Perché lei lo riempiva di botte, non perché potesse ferirla. Quell’uomo era proprio un cretino idiota- ma come aveva fatto suo fratello a farselo amico, e soprattutto, come aveva fatto lei ad innamorarsi di un simile esemplare!

“Oh, beh, almeno sono stato messo a tappeto da una bella donna, il che non è mai un male!” il tizio dai capelli neri e dall’aria vagamente europea sghignazzò, aggiustandosi prima la giacca rossa e poi la sottile cravatta nera.. “Ho un debole per le donne di polso! Sono Lupin Terzo, dolcezza, nipote del famoso Arsenio Lupin, ladro gentiluomo! Vuoi venire a cena con me stasera? Ti porterò nel locale più prestigioso della città e ruberò per te una montagna di diamanti!” Prese tra le sue mani quelle di Kaori, che presa così alla sprovvista non reagì subito, e si limitò ad indietreggiare mentre “Lupin” le si avvicinava sempre di più per darle un bel bacio a fior di labbra.  

E poi, lui si fermò quando entrambi sentirono un rumore molto, molto, familiare -quello del tamburo di un revolver che scattava, del revolver di Ryo, per le precisione.

“Giù le mani dalla mia donna, brutto maiale.”

Lupin si voltò, la canna della pistola puntata alla testa, e sorrise divertito nonostante lo sguardo truce di Ryo che sembrava volerlo far fuori seduta stante. “Ah, un revolver Colt Phyton 357 Magnum… fammi indovinare, Ryo Saeba, il famoso City Hunter, alias XYZ… beh, sei proprio l’uomo che cercavo… la mia dolce Fujico non ricorda nulla dell’ultimo mese, e mi seve qualcuno che mi aiuti a sbrogliare la matassa!”

“Bh, normale,ntre non accetto incarichi da clienti uomini….” Ryo sorrise, nascondendo la pistola nella fondina sotto alla giacca. “Ma dato che si tratta di aiutare una ragazza e tu sembri aver buon gusto… ci sto!”

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Capitolo 2
*** Lezioni di Volo ***


Sì, ho aggiunto un altro capitolo. No, non lo so se sarà l'ultimo. Sì, anche questo è ispirato da i pormt della just stop for a minute and smile (per il link, guardate il capitolo precedente), ed il prompt è il #50:Ehi, non mettermi fretta!

“No, no, no, io non ci salgo su quel trabiccolo!” Ryo si aggrappò con tutta la forza che aveva al carrello portabagagli, nascondendosi dietro come un bambino faceva con la gonna della mamma. Sulla scaletta del piccolo aereo privato che avrebbe dovuto portarli al nord del Giappone, alla ricerca dei ricordi perduti della bella Fujiko, Kaori guardò il suo compagno (di vita e di lavoro) storto, mentre Jigen, da sotto il cappello dall’ampia fesa, lo fissava con gli occhi spalancati e la mascella che toccava terra.

Quel tizio che scalciava e piagnucolava come un poppante era Ryo Saeba, il grande City Hunter, lo sweeper migliore dell’intero Giappone.

Le mani iniziarono a solleticargli mentre stringeva i denti,  mentre il suo intero io era pervaso da un istinto omicida che ormai da molte tempo non provava più.

Quel deficiente immaturo, quel cretino patentato era Ryo Saeba. Quello che, nei loro giri, tutti dicevano essere migliore di lui con la pistola, Daisuke Jigen.

Il ladro e pistolero stava per sfoderare la sua fedele Smith& Wesson 19 per trivellare di colpi quel… quel tizio (perché non sapeva davvero più come definirlo) e mostrare al mondo chi effettivamente il migliore, quando la rossa compagna del cretino iniziò a urlargli contro.

“Guarda che prima o poi dovrai fartela passare, questa benedetta fobia del volo! Lo sai quanti lavori abbiamo già dovuto rifiutare, uh? Beh, indovina! Io sono stufa di andare in bolletta, quindi datti una svegliata!”

Ryo, con i goccioloni agli occhi e tirando su con il naso, si staccò dal carrello, e faticando, quasi le sue gambe pesassero quintali, mise tentativamente un piede sulla scaletta, sotto lo sguardo accusatore della compagna. “Beh, ti vuoi muovere o no?” gli chiese lei, alzando un sopracciglio.

Ryo sbattè i piedi, in risposta, e iniziò a sbraitare nervoso di rimando. “Ehy, non mettermi fretta! Lo sai che sono rimasto coinvolto in un incidente aereo da bambino!”

Ma se manco te lo ricordi, sospirò lei. Il pilota e l’assistente di volo- uomo, Kaori aveva insistito fino allo sfinimento- stavano iniziando a spazientirsi, battendo ritmicamente i piedi sulla moquette del corridoio, e fu allora che alla donna venne un’idea.

Le labbra di Kaori si alzarono con un sorriso malandrino, e con finta nonchalance si voltò, proseguendo con passo deciso verso l’interno dei velivolo. Quando raggiunse la cima della scaletta, vide Lupin, e sospirando con (finta) aria sognante lo prese a braccetto, stringendosi a lui.

“Oh, meno male che c’è qui lei, Lupin… come potrei intraprendere questo viaggio da sola? Dicono che sulle montagne le correnti siano terribili… almeno, se lei sarà al mio fianco, avrò qualcuno a cui stringermi!”

La bocca di Lupin- che sì aveva una mezza storia con Fujiko, ma era molto aperta (soprattutto dalla parte di lei)- si serrò in un ghigno da maniaco sessuale, quasi predatorio, e si liberò dalla presa della bella rossa per prenderla in braccio e stropicciarla per bene, accoccolando il viso tra le rotondità dei seni.

Kaori, che aveva creduto di poter tenere le cose sotto controllo, iniziò a infervorarsi, e desiderò avere uno dei suoi martelli a portata di mano per poterlo spaccare in testa all’idiota patentato che li aveva assunti, ma si trattenne, vuoi perché non le era stato permesso portarli a bordo (come però tre dei quattro uomini avessero portato a bordo delle pistole, era un mistero. Come pure non capiva come il quarto uomo, vestito con abiti tradizionali, fosse riuscito a far salire a bordo una spada), vuoi perché, li avesse usati, il suo piano sarebbe andato in fumo, decise di sopportare quel calvario, che, ne era certa, non sarebbe comunque durato a lungo.

E difatti, prima ancora di finire quel pensiero, Kaori avvertì una corrente d’aria, che fece staccare Lupin da lei.

“BRUTTO MAIALE MALEDETTO, TIENI LE TUE SPORCHE MANI LONTANO DALLA MIA DONNA!” Ryo sbraitava, roso dalla gelosia e dal senso di possesso. Stava facendo la lotta sul pavimento con Lupin, tenendogli le mani intorni al collo, stringendo così forte che il poveretto, normalmente pallido come un fantasma, adesso stava diventando bluastro.

La donna sospirò, da una parte soddisfatta per il buon piano, dall’altra incapace di credere che quei due uomini fossero degli adulti maturi che si presupponeva fossero i migliori nei rispettiva campi.

Al suo fianco, Gijen sospirava allo stesso modo, chiedendosi se fosse il caso di far finta di non conoscere almeno uno degli idioti- aveva una reputazione, e quel comportamento era a dir poco disdicevole per delle persone del loro spessore.

Intanto, la porta venne chiusa, e Ryo, ancora avvinghiato a Lupin, si voltò a guardarla, con un crescente senso di panico. “No! Non voglio! Fatemi scendere!” Gridava mentre cercava di forzare il portello.

“Porca miseria, quante storie, ormai sei dentro, il più è fatto!” Gli disse Kaori, con tono da maestrina, tirandogli l’orecchio. “Andiamo Ryo, per una volta comportati da adulto e smettila di farmi fare sempre brutte figure!”

Povera donna, come la capisco, pensò Gijen.

“Sei stata cattiva, Kaori! Lo hai fatto apposta! Lo sai che non sopporto quando gli altri uomini ti toccano e hai fatto la carina con Lupin perché sai che è più maniaco di me!”  Ryo si lamentava, singhiozzando. “Io qui non ci voglio stare! Se vuoi tanto il caso chiedi a Mick di aiutarti! Io questo aereo non lo lascio partire!”

“Andiamo, Ryo, ci deve essere qualcosa che potrebbe renderti più tranquillo il volo….” Kaori gli chiese, dolce, ma leggermente spazientita. Appena vide il ghigno di Ryo, prevedendo le varie cose che avrebbe potuto chiederle, arrossì, pentendosi di quell’affermazione.

“Beh, se ti chiudessi nel bagno come me… con la paura del volo, non ho mai avuto l’occasione di entrare  a far parte del Mile High Club, ma se davvero ci tieni tanto alla mia sanità mentale, farò questo sacrificio per te, Kaori.” le disse sghignazzando, mentre la sua mente stava già viaggiando mille miglia all’ora, ricolma di piccanti e peccaminose immagini della sua donna.

 Sì, Gijen aveva deciso, Ryo Saeba non poteva essere il migliore nel loro campo. Il mondo intero doveva essersi sbagliato. Era impossibile.  Cioè, Saeba era strano forte: addirittura sembrava essere in competizione con Lupin per il titolo di  “il più grande maniaco del mondo”…

Ryo stava continuando a fare i capricci, tergiversando, innervosendo tutti, e Kaori stava avvertendo l’arrivo di un forte mal di testa. Stringendo i denti perché l’idiota patentato (quello di cui si era sfortunatamente innamorata) non la voleva piantare, e continuava a fare riferimenti anche piuttosto spinti sul suo paino di accoppiamento in volo, decise di fare l’unica cosa che le sembrava fattibile in quel momento.

Afferrò il vassoio che l’assistente di volo aveva in mano e lo diede in testa al compagno,  con tutta al forza che aveva, facendogli perdere i sensi, e lo afferrò per la collottola della giacca, trascinandolo al suo posto con molta poca grazie, sotto gli occhi stupiti dei presenti.

“Sai, ho l’impressione che a portare i pantaloni in casa sia lei… in senso metaforico. Certo che con quella minigonna di pelle bianca le gambe di Kaori sono proprio mozzafiato, ih, ih, ih, ih!” Lupin sghignazzò, attirandosi le collere della rossa, che si voltò a guardarlo, fulminandolo sul posto.  Lui si fece piccolo, piccolo, e fece il segno di chiudersi la bocca come fosse stata una zip.

“Beh, allora, vogliamo andare? Ryo non rimarrà privo di sensi a lungo, e vorrei arrivare a destinazione prima che sia notte!” Kaori abbaiò a braccia conserte, una volta sedutasi al suo posto.

Gijen si diede una ritoccata al cappello, sorridendo discretamente.

Forse Ryo Saeba non era il migliore del loro campo, ma iniziava a credere che City Hunter lo fosse- perché, dopotutto, City Hunter lo era, perché era molto più del solo Ryo – era lui con la bella Kaori,  era la somma delle parti, compatibili e che si completavano a vicenda, formando un duo eccezionale.

Meglio non tirar fuori la pistola, si disse. Dopotutto, magari avrebbe potuto pure avere la meglio su Ryo, ma dubitava che Kaori sarebbe stata troppo clemente con lui. E francamente, non aveva alcuna voglia di essere steso da un vassoio…  

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Capitolo 3
*** Put a ring on it ***


Ciao a tutti e tutte! Ennesimo capitoletto, sempre scritto pensando alla Just stop for a minute and smile challenge (link al capitolo 1) di Soul shine, prendendo ispirazione dal ptompt  #34 "Arrivo, dammi il tempo di cambiarmi!"

Una piccola annotazione: Questo capitolo, più che dal manga, ammetto peschi a piene mani dall'anime. Ci sono velati riferimenti alla serie principale, e a City Hunter Private Eyes, del 2019, in cui il miglior sweeper del giappone incontra le sorelle Kisugi, alias le Occhi di Gatto, che consigliano a Kaori di adottare tutine come le loro per facilitarsi nei movimenti... inoltre, in "Arrestate Ryo Saeba", per chi non lo sapesse, quando Ryo faceva il farfallone, Kaori gli rammentava che "Guarda che tu una ragazza ce l'hai già!" al che lui le chiedeva scusa, adducendo i suoi comportamenti alla forza dell'abituine ;)


Dal palazzo in cui avevano trovato rifugio i due sgangherati gruppi di criminali e sweeper stavano tenendo sotto osservazione il covo del mercante della guerra che, a quanto avevano scoperto, era in possesso di dettagli fondamentali per capire cosa fosse successo a Fujiko nelle settimane di cui non ricordava nulla.  

Avevano escogitato il paino, ed erano pronti a metterlo in atto: entrare nel maniero approfittando di un party, mescolandosi allo staff, e poi sparire, aspettando che gli ospiti si fossero ritirati per la notte per ispezionare meglio le camere a cui avevano deciso di restringere la ricerca degli indizi.

Ryo e Lupin erano alla finestra a controllare che tutto stesse andando secondo la tabella di marcia, mentre gli altri erano impegnati e mettere a punto le loro armi, la fedele rivoltella e l’antica spasa.

“Uffa Kaori, ma ti vuoi muovere?” Ryo le sbraitò dalla stanza, alzando gli occhi al cielo e incrociando le mani dietro al capo. Quanto era che la sua ragazza era chiusa nel bagno? Era inutile, Kaori era, contrariamente a quanto le avesse sempre detto, una vera donna, in tutto e per tutto, incluso nel tempo che ci impiegava a prepararsi. Anche solo per un’azione e non per una cenetta romantica a lume di candela… cenetta che le avrebbe fatto preparare da Miki, cuoca provetta, appena fossero tornati a casa, dedicandole tutte le attenzioni del caso.

Magari era pure la volta buona che si comportava da uomo e si inginocchiava, dandole l’anello che Maki gli aveva consegnato per lei, e glielo infilava, e stavolta all’anulare sinistro. Okay, tecnicamente senza una vera identità lui non poteva sposarsi ufficialmente, ma si trattava di fare un gesto, e poi nessuno gli impediva di avere una piccola cerimonia religiosa, no? Giusto per permetterle di camminare verso l’altare- verso di lui - con un abito bianco, e stavolta non sotto copertura ma come se stessi, per davvero. Per Kaori quello era stato uno dei Natali più belli di sempre, Ryo non osava immaginare la gioia che quel  gesto avrebbe portato all’amore della sua vita…

“Uffa Ryo, un attimo di pazienza, devo finire di cambiarmi! Per una volta che ci metto un po’ di più sei subito a rompermi le scatole!” Borbottò lei, la cui voce proveniva ovattata da dietro la porta.

“Guarda che l’unico motivo per cui ti metto fretta è perché sei tu che devi nasconderti dentro al carrello, dato che sei la più minuta di noi!” Sbuffò, un po’ arcigno. “Per me puoi anche passarci una vita dentro al bagno a farti la doccia e metterti la crema idratante e…” E Ryo non finì la frase. Si limitò ad ingoiare a vuoto, con gli occhi grossi come due piattini da caffè, mentre, come in trance, si avvicinava alla porta, pronta a spalancarla per raggiungere la sua donna, e rendere reali tutte quelle deliziose e peccaminose immagini che gli erano passate per il cervello appena si era reso conto che Kaori, avendo fatto la doccia, era nuda a pochi metri di distanza da lui, e lui se ne stava lì con quei tre idioti invece di recuperare il tempo perso e le occasioni sprecate accumulatesi in anni e anni e anni in cui si era negato all’amore della sua vita.

“Ih, ih, ih, Kaori cara, se hai bisogno di aiuto a cambiarti ci pensa Lupin a darti una mano!” Ridacchiando e con lo sguardo allupato, con tanto di gocciolone alla bocca, Lupin si avvicinò al bagno, sorpassando Ryo, pronto a spalancarla e correre in soccorso della dama, ma si fermò quando sentì contro il cranio il freddo metallo della canna della Magnum di Ryo, che si limitava ad alzare un sopracciglio, con il dito piantato sul grilletto, come a sfidarlo anche solo a pensare di aprire la porta. “Ma, ma cosa credi, Saeba, era uno scherzo! Vuoi che mi metta ad insidiare le donne altrui! Ma no, non lo farei mai, ah, ah, ah!” Il ladri si mise a sghignazzare nervosamente, scivolando sul freddo pavimento con la schiena al muro, sudando freddo.

Non solo Saeba era un tipo letale:  a quanto apre aveva pure il grilletto facile. Specie se si trattava di difendere la sua donna.   

All’improvviso, Lupin cadde all’indietro quando la porta venne aperta, e Kaori si limitò a guardare i due uomini con un sopracciglio alzato, quasi delusa, e una mano sul fianco. “Dite un po’, non vi vergognate a comportarvi così alla vostra età? Avete superato tutti e due i quaranta e vi comportate come due adolescenti!”  Li rimproverò, con sommo piacere di Gijen che se la stava ridendo a crepapelle.

I due quarantenni però non risposero, cosa che stupì Kaori, che si era aspettata perlomeno da Ryo una qualche rispostaccia sul fatto che lui aveva ancora vent’anni- nonostante quegli accenni di capelli grigi che aveva alle tempie. Si limitarono a fissarla a bocca aperta- talmente spalancata che si aspettava che le loro mandibole toccassero il pavimento. “Beh, si può sapere cosa vi prende?”

“Ma che… ma da dove….” Ryo sbiascicava senza trovare le giuste parole, incantato ma anche sotto shock, mandandosi nuovamente tutte le maledizioni del mondo e chiedendosi davvero perché si fosse negato l’esplorazione del bel corpicino di quella incantevole e sexy donna che, per sfortuna (di lei) o fortuna (di lui) aveva finito con l’innamorarsi di lui.

“Oh, intendi questo? Me l’hanno regalato Ai e Hitomi dopo che ci hanno dato una mano a fermare quei droni militari.” Sorrise, pizzicando la  stoffa opalescente della tuta aderente in cui il suo corpo era fasciato- un corpo che, non fosse stato per la camiciola che indossava, legata con un nodo in vita, avrebbe lasciato proprio ZERO all’immaginazione.  Col sorriso sulle labbra, Kaori si mise in punta di piedi, e fece una mezza giravolta. “Avevano proprio ragione, sembra scomoda ma invece lascia molta libertà di movimento, e poi il tessuto è fatto per catturare la luce senza rifletterla. L’ideale se si deve prendere qualcuno di sorpresa. Sai, non capisco perché Umi e Miki non ci abbiano presentato le Gatte prima- negli anni ci saremmo risparmiati tanta di quella fatica! ”

E fu allora che sentì un rumore inconfondibile, che faceva quasi parte di lei- qualcosa di pesante che veniva spaccato in testa ad un povero malcapitato.

Stupita, si guardò tra le mani, chiedendosi se magari avesse invocato il suo possente martello in modo qualche inconscio, captando qualche minaccia di pericolo; ma, con sua estrema sorpresa, si rese conto che ad avere in mano il martello, e a tenerlo saldamente incollato alla testa di Lupin, che era spiaccicato al suolo neanche fosse stato uno scarafaggio, era… Ryo, a denti stretti, vene pulsanti  e muscoli tesi.

“Ma che…” si chiese, sbattendo gli occhioni, mentre a Gijen scivolava la sigaretta dalle labbra e Goemon si limitava a sospirare, ad occhi chiusi, scuotendo lievemente il capo, nemmeno troppo stupito da quel siparietto.

BRUTTO MANIACO PERVERTITO, TIENI LONTANE LE TUE LURIDE MANACCE DALLA MIA FIDANZATA!” Ryo sbraitò, premendo sempre con maggiore forza il martello sulla testa del malcapitato.

“E sentiamo, da quand’è che sarei la tua fidanzata, Ryo?” Kaori gli chiese, con un sopracciglio alzato e gli occhi a fessura, perché a quanto pare si era persa qualche cosa per strada. La parte in cui, ad esempio, il suo partner si metteva in ginocchio e le chiedeva di sposarlo- perché lei, alle formalità, ci teneva. E poi, nonostante tutto quello che dicevano tutti, e a dispetto delle apparenze, era una romantica.

 E comunque, con che faccia tosta Ryo chiama Lupin maniaco pervertito, quando lui le bave dietro alle altre le perdeva ancora, di tanto in tanto?

“Uhm, accidenti, mi sono appena ricordato che devo controllare una cosa!” Senza aggiungere altro, Ryo scappò a gambe levate, sbattendosi la porta alle spalle, mentre Kaori sospirava, con un leggero sorriso sul volto.

Certe cose, non cambiavano proprio mai…

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