Hammer to the head di Little Firestar84 (/viewuser.php?uid=50933)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hammer to the head ***
Capitolo 2: *** Lezioni di Volo ***
Capitolo 3: *** Put a ring on it ***
Capitolo 1 *** Hammer to the head ***
Siparietto ispirato dalla
challenge just
stop for a minute and smile di Soul_Shine, e dal
prompt #10: "Poteva andare peggio..."
Kaori non era una stupida. Sapeva
che sì, il buon caro (se così lo si
poteva definire) Ryo non era certo il tipo da metterle le corna, ma
questo non
voleva dire che avrebbe iniziato a fare lo smielato in giro o che
avrebbe
smesso di provarci (inutilmente, ma quella non era una
novità) con il 99,9%
delle donne che gli capitavano a tiro. Ma, almeno, la accompagnava a
fare la
spesa senza troppi borbottamenti (come quel giorno),e aveva
anche iniziato ad acconsentire che lei
accettasse casi da clienti uomini (ma
giusto per mandare avanti la baracca).
Tutto sommato, a Kaori non
dispiaceva- esternamente, stavano mantenendo la
loro routine, dopo tutto, con lui che faceva il cretino e lei che lo
rimproverava urlando e diventando manesca. Cambiare tutto
così, all’improvviso,
sarebbe stato impossibile, e comunque, alla sera era da lei che lui
tornava, e almeno
stava provando a fare un po’ più il gentiluomo.
Anche se…
Kaori si fermò, e video
che il caro Ryo non era più al suo fianco, ma era
sparito; come Samantha la strega della serie che guardava da piccola,
il suo
naso iniziò a arricciarsi, come se stesse avvertendo un pericolo imminente. Si
bloccò, congelata
all’istante, sospirando, temendo (o forse presagendo= di
quale pericolo potesse
trattarsi.
Non aveva ancora terminato il
pensiero, che la sua paura fu confermata, e udì
un urlo proveniente dalle sue spalle.
“AAAHH!
AIUTO! UN MANIACO!”
Eh no, eh, così era
troppo. Un conto era fare il cascamorto con Saeko, Miki
o con le clienti, ma mollare lei, la sua donna, così, per
farglielo sotto gli occhi,
proprio no!
Come posseduta dal sacro demone
della vendetta, Kaori si diresse verso la
direzione da cui continuavano a giungere le urla di povere fanciulle
prese di
mira dalle mani e dagli sguardi di quel cretino pervertito di cui,
probabilmente a causa di qualche maledizione, o per lo scherzo di
qualche dio
della zizzania stile Loki , aveva finito per innamorarsi.
Lo avrebbe strozzato. Stavolta lo
avrebbe strozzato per davvero, quel
cretino!
“Ryo, questa volta hai
esagerato!” Sibilò a denti stretti mentre, alle
sue
spalle, brandì uno dei suoi martelli e glielo diede in
testa, così, con un
colpo secco, stendendolo al suolo all’istante.
“Così impari, brutto porco!”
“Beh, poteva andare
peggio a questo povero cristo. Tutto sommato questo non
è nemmeno uno dei martelli più grandi che
hai…” Kaori iniziò a sudare freddo,
e, molto, molto lentamente, si voltò nella direzione da cui
proveniva la ben
conosciuta voce. Ed eccolo lì, con jeans, maglietta
rossa e giacca azzurra, Ryo, che
guardava quel poveretto che borbottava qualcosa a denti stretti, ancora
incapace
di alzarsi. “Beh, si può sapere che hai?”
“Ma…
tu… lui… e le ragazze….”
Balbettò lei, arrossendo, mentre il pover’uomo
(che comunque tanto povero non era, perché ci aveva andato
pesante con quelle
povere fanciulle) alzava un braccio nella loro direzione chiedendo
aiuto.
Ryo alzò un
sopracciglio, sorridendo malandrino mentre offriva la mano al
malcapitato per aiutarlo ad alzarsi, mentre Kaori si nascondeva dietro
il metro
e novanta abbondante del suo uomo onde evitare immediate ritorsioni da
parte
del tizio che aveva preso a martellate. “Dai,
Kaori, credi davvero che arriverei a provarci con le altre
così spudoratamente,
davanti a te? Ci tengo all’autoconservazione, io!”
E certo, perché per
quello lui non faceva il cretino con le altre. Perché lei
lo riempiva di botte, non perché potesse ferirla.
Quell’uomo era proprio un
cretino idiota- ma come aveva fatto suo fratello a farselo amico, e
soprattutto,
come aveva fatto lei ad innamorarsi di un simile esemplare!
“Oh, beh, almeno sono
stato messo a tappeto da una bella donna, il che non
è mai un male!” il tizio dai capelli neri e
dall’aria vagamente europea sghignazzò,
aggiustandosi prima la giacca rossa e poi la sottile cravatta nera..
“Ho un
debole per le donne di polso! Sono Lupin Terzo, dolcezza, nipote del
famoso Arsenio
Lupin, ladro gentiluomo! Vuoi venire a cena con me stasera? Ti
porterò nel
locale più prestigioso della città e
ruberò per te una montagna di diamanti!”
Prese tra le sue mani quelle di Kaori, che presa così alla
sprovvista non reagì
subito, e si limitò ad indietreggiare mentre
“Lupin” le si avvicinava sempre di
più per darle un bel bacio a fior di labbra.
E poi, lui si fermò
quando entrambi sentirono un rumore molto, molto, familiare
-quello del tamburo di un revolver che scattava, del revolver di Ryo,
per le
precisione.
“Giù le mani
dalla mia donna, brutto maiale.”
Lupin si voltò, la
canna della pistola puntata alla testa, e sorrise
divertito nonostante lo sguardo truce di Ryo che sembrava volerlo far
fuori seduta
stante. “Ah, un revolver Colt Phyton 357 Magnum…
fammi indovinare, Ryo Saeba,
il famoso City Hunter, alias XYZ… beh, sei proprio
l’uomo che cercavo… la mia
dolce Fujico non ricorda nulla dell’ultimo mese, e mi seve
qualcuno che mi
aiuti a sbrogliare la matassa!”
“Bh, normale,ntre non
accetto incarichi da clienti uomini….” Ryo
sorrise, nascondendo
la pistola nella fondina sotto alla giacca. “Ma dato che si
tratta di aiutare
una ragazza e tu sembri aver buon gusto… ci sto!”
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Capitolo 2 *** Lezioni di Volo ***
Sì, ho aggiunto un
altro capitolo. No, non lo so se sarà l'ultimo.
Sì, anche questo è ispirato da i pormt della just
stop for a minute and smile (per il link, guardate il capitolo
precedente), ed il prompt è il #50:Ehi, non mettermi fretta!
“No, no, no, io non ci
salgo su quel trabiccolo!” Ryo si aggrappò con
tutta
la forza che aveva al carrello portabagagli, nascondendosi dietro come
un
bambino faceva con la gonna della mamma. Sulla scaletta del piccolo
aereo
privato che avrebbe dovuto portarli al nord del Giappone, alla ricerca
dei
ricordi perduti della bella Fujiko, Kaori guardò il suo
compagno (di vita e di
lavoro) storto, mentre Jigen, da sotto il cappello dall’ampia
fesa, lo fissava con
gli occhi spalancati e la mascella che toccava terra.
Quel tizio che scalciava e
piagnucolava come un poppante era Ryo Saeba, il
grande City Hunter, lo sweeper migliore dell’intero Giappone.
Le mani iniziarono a solleticargli
mentre stringeva i denti, mentre
il suo intero io era pervaso da un
istinto omicida che ormai da molte tempo non provava più.
Quel deficiente immaturo, quel
cretino patentato era Ryo Saeba. Quello che,
nei loro giri, tutti dicevano essere migliore di lui
con la pistola, Daisuke Jigen.
Il ladro e pistolero stava per
sfoderare la sua fedele Smith& Wesson 19
per trivellare di colpi quel… quel tizio (perché
non sapeva davvero più come
definirlo) e mostrare al mondo chi effettivamente il migliore, quando
la rossa
compagna del cretino iniziò a urlargli contro.
“Guarda che prima o poi
dovrai fartela passare, questa benedetta fobia del
volo! Lo sai quanti lavori abbiamo già dovuto rifiutare, uh?
Beh, indovina! Io
sono stufa di andare in bolletta, quindi datti una svegliata!”
Ryo, con i goccioloni agli occhi e
tirando su con il naso, si staccò dal
carrello, e faticando, quasi le sue gambe pesassero quintali, mise
tentativamente un piede sulla scaletta, sotto lo sguardo accusatore
della
compagna. “Beh, ti vuoi muovere o no?” gli chiese
lei, alzando un sopracciglio.
Ryo sbattè i piedi, in
risposta, e iniziò a sbraitare nervoso di rimando.
“Ehy,
non mettermi fretta! Lo sai che sono rimasto coinvolto in un incidente
aereo da
bambino!”
Ma se
manco te lo ricordi, sospirò lei. Il pilota e
l’assistente di
volo- uomo, Kaori aveva insistito fino allo sfinimento- stavano
iniziando a
spazientirsi, battendo ritmicamente i piedi sulla moquette del
corridoio, e fu
allora che alla donna venne un’idea.
Le labbra di Kaori si alzarono con
un sorriso malandrino, e con finta
nonchalance si voltò, proseguendo con passo deciso verso
l’interno dei velivolo.
Quando raggiunse la cima della scaletta, vide Lupin, e sospirando con
(finta)
aria sognante lo prese a braccetto, stringendosi a lui.
“Oh, meno male che
c’è qui lei, Lupin… come potrei
intraprendere questo
viaggio da sola? Dicono che sulle montagne le correnti siano
terribili… almeno,
se lei sarà al mio fianco, avrò qualcuno a cui
stringermi!”
La bocca di Lupin- che
sì aveva una mezza storia con Fujiko, ma era molto
aperta (soprattutto dalla parte di lei)- si serrò in un
ghigno da maniaco
sessuale, quasi predatorio, e si liberò dalla presa della
bella rossa per
prenderla in braccio e stropicciarla per
bene, accoccolando il viso tra le rotondità dei seni.
Kaori, che aveva creduto di poter
tenere le cose sotto controllo, iniziò a infervorarsi,
e desiderò avere uno dei suoi martelli a portata di mano per
poterlo spaccare
in testa all’idiota patentato che li aveva assunti, ma si
trattenne, vuoi perché
non le era stato permesso portarli a bordo (come però tre
dei quattro uomini
avessero portato a bordo delle pistole, era un mistero. Come pure non
capiva
come il quarto uomo, vestito con abiti tradizionali, fosse riuscito a
far
salire a bordo una spada), vuoi
perché,
li avesse usati, il suo piano sarebbe andato in fumo, decise di
sopportare quel
calvario, che, ne era certa, non sarebbe comunque durato a lungo.
E difatti, prima ancora di finire
quel pensiero, Kaori avvertì una corrente
d’aria, che fece staccare Lupin da lei.
“BRUTTO MAIALE
MALEDETTO, TIENI LE TUE SPORCHE MANI LONTANO DALLA MIA
DONNA!” Ryo sbraitava, roso dalla gelosia e dal senso di
possesso. Stava facendo
la lotta sul pavimento con Lupin, tenendogli le mani intorni al collo,
stringendo così forte che il poveretto, normalmente pallido
come un fantasma,
adesso stava diventando bluastro.
La donna sospirò, da
una parte soddisfatta per il buon piano, dall’altra
incapace di credere che quei due uomini fossero degli adulti maturi che
si
presupponeva fossero i migliori nei rispettiva campi.
Al suo fianco, Gijen sospirava
allo stesso modo, chiedendosi se fosse il
caso di far finta di non conoscere almeno uno degli idioti- aveva una
reputazione, e quel comportamento era a dir poco disdicevole per delle
persone
del loro spessore.
Intanto, la porta venne chiusa, e
Ryo, ancora avvinghiato a Lupin, si voltò
a guardarla, con un crescente senso di panico. “No! Non
voglio! Fatemi
scendere!” Gridava mentre cercava di forzare il portello.
“Porca miseria, quante
storie, ormai sei dentro, il più è
fatto!” Gli disse
Kaori, con tono da maestrina, tirandogli l’orecchio.
“Andiamo Ryo, per una
volta comportati da adulto e smettila di farmi fare sempre brutte
figure!”
Povera
donna, come la
capisco, pensò
Gijen.
“Sei stata cattiva,
Kaori! Lo hai fatto apposta! Lo sai che non sopporto
quando gli altri uomini ti toccano e hai fatto la carina con Lupin
perché sai
che è più maniaco di me!” Ryo si
lamentava, singhiozzando. “Io qui non ci voglio stare! Se
vuoi tanto il caso
chiedi a Mick di aiutarti! Io questo aereo non lo lascio
partire!”
“Andiamo, Ryo, ci deve
essere qualcosa che potrebbe renderti più tranquillo
il volo….” Kaori gli chiese, dolce, ma leggermente
spazientita. Appena vide il
ghigno di Ryo, prevedendo le varie cose che avrebbe potuto chiederle,
arrossì,
pentendosi di quell’affermazione.
“Beh, se ti chiudessi
nel bagno come me… con la paura del volo, non ho mai
avuto l’occasione di entrare a
far parte
del Mile High Club, ma se davvero ci tieni tanto alla mia
sanità mentale, farò
questo sacrificio per te, Kaori.” le disse sghignazzando,
mentre la sua mente
stava già viaggiando mille miglia all’ora, ricolma
di piccanti e peccaminose immagini
della sua donna.
Sì,
Gijen aveva deciso, Ryo Saeba
non poteva essere il migliore nel loro campo. Il mondo intero doveva
essersi
sbagliato. Era impossibile. Cioè,
Saeba
era strano forte: addirittura sembrava essere in competizione con Lupin
per il
titolo di “il
più grande maniaco del
mondo”…
Ryo stava continuando a fare i
capricci, tergiversando, innervosendo tutti,
e Kaori stava avvertendo l’arrivo di un forte mal di testa.
Stringendo i denti perché
l’idiota patentato (quello di cui si era sfortunatamente
innamorata) non la
voleva piantare, e continuava a fare riferimenti anche piuttosto spinti
sul suo
paino di accoppiamento in volo, decise di fare l’unica cosa
che le sembrava
fattibile in quel momento.
Afferrò il vassoio che
l’assistente di volo aveva in mano e lo diede in
testa al compagno, con
tutta al forza
che aveva, facendogli perdere i sensi, e lo afferrò per la
collottola della
giacca, trascinandolo al suo posto con molta poca grazie, sotto gli
occhi stupiti
dei presenti.
“Sai, ho
l’impressione che a portare i pantaloni in casa sia
lei… in senso
metaforico. Certo che con quella minigonna di pelle bianca le gambe di
Kaori
sono proprio mozzafiato, ih, ih, ih, ih!” Lupin
sghignazzò, attirandosi le
collere della rossa, che si voltò a guardarlo, fulminandolo
sul posto. Lui si
fece piccolo, piccolo, e fece il segno
di chiudersi la bocca come fosse stata una zip.
“Beh, allora, vogliamo
andare? Ryo non rimarrà privo di sensi a lungo, e
vorrei arrivare a destinazione prima che sia notte!” Kaori
abbaiò a braccia
conserte, una volta sedutasi al suo posto.
Gijen si diede una ritoccata al
cappello, sorridendo discretamente.
Forse Ryo Saeba non era il
migliore del loro campo, ma iniziava a credere
che City Hunter lo fosse- perché, dopotutto, City Hunter lo
era, perché era
molto più del solo Ryo – era lui con la bella
Kaori, era la somma
delle parti, compatibili e che si
completavano a vicenda, formando un duo eccezionale.
Meglio non tirar fuori la pistola,
si disse. Dopotutto, magari avrebbe
potuto pure avere la meglio su Ryo, ma dubitava che Kaori sarebbe stata
troppo
clemente con lui. E francamente, non aveva alcuna voglia di essere
steso da un
vassoio…
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Capitolo 3 *** Put a ring on it ***
Ciao a tutti e tutte! Ennesimo
capitoletto, sempre scritto pensando alla Just stop for a minute and
smile challenge (link al capitolo 1) di Soul shine, prendendo
ispirazione dal ptompt #34 "Arrivo, dammi il tempo di
cambiarmi!"
Una piccola annotazione: Questo
capitolo, più che dal manga, ammetto peschi a piene mani
dall'anime. Ci sono velati riferimenti alla serie principale, e a City
Hunter Private Eyes, del 2019, in cui il miglior sweeper del giappone
incontra le sorelle Kisugi, alias le Occhi di Gatto, che consigliano a
Kaori di adottare tutine come le loro per facilitarsi nei movimenti...
inoltre, in "Arrestate Ryo Saeba", per chi non lo sapesse, quando Ryo
faceva il farfallone, Kaori gli rammentava che "Guarda che tu una
ragazza ce l'hai già!" al che lui le chiedeva scusa,
adducendo i suoi comportamenti alla forza dell'abituine ;)
Dal palazzo in cui avevano trovato
rifugio i due sgangherati gruppi di
criminali e sweeper stavano tenendo sotto osservazione il covo del
mercante
della guerra che, a quanto avevano scoperto, era in possesso di
dettagli
fondamentali per capire cosa fosse successo a Fujiko nelle settimane di
cui non
ricordava nulla.
Avevano escogitato il paino, ed
erano pronti a metterlo in atto: entrare
nel maniero approfittando di un party, mescolandosi allo staff, e poi
sparire,
aspettando che gli ospiti si fossero ritirati per la notte per
ispezionare
meglio le camere a cui avevano deciso di restringere la ricerca degli
indizi.
Ryo e Lupin erano alla finestra a
controllare che tutto stesse andando
secondo la tabella di marcia, mentre gli altri erano impegnati e
mettere a
punto le loro armi, la fedele rivoltella e l’antica spasa.
“Uffa Kaori, ma ti vuoi
muovere?” Ryo le sbraitò dalla stanza, alzando gli
occhi
al cielo e incrociando le mani dietro al capo. Quanto era che la sua
ragazza
era chiusa nel bagno? Era inutile, Kaori era, contrariamente a quanto
le avesse
sempre detto, una vera donna, in tutto e per tutto, incluso nel tempo
che ci
impiegava a prepararsi. Anche solo per un’azione e non per
una cenetta
romantica a lume di candela… cenetta che le avrebbe fatto
preparare da Miki,
cuoca provetta, appena fossero tornati a casa, dedicandole tutte le
attenzioni
del caso.
Magari era pure la volta buona che
si comportava da uomo e si
inginocchiava, dandole l’anello che Maki gli aveva consegnato
per lei, e glielo
infilava, e stavolta all’anulare sinistro. Okay, tecnicamente
senza una vera
identità lui non poteva sposarsi ufficialmente,
ma si trattava di fare un gesto, e poi nessuno gli impediva
di avere una
piccola cerimonia religiosa, no? Giusto per permetterle di camminare
verso l’altare-
verso di lui - con un abito bianco, e stavolta non sotto copertura ma
come se
stessi, per davvero. Per Kaori quello era stato uno dei Natali
più belli di
sempre, Ryo non osava immaginare la gioia che quel gesto
avrebbe portato all’amore della sua vita…
“Uffa Ryo, un attimo di
pazienza, devo finire di cambiarmi! Per una volta
che ci metto un po’ di più sei subito a rompermi
le scatole!” Borbottò lei, la
cui voce proveniva ovattata da dietro la porta.
“Guarda che
l’unico motivo per cui ti metto fretta è
perché sei tu che devi
nasconderti dentro al carrello, dato che sei la più minuta
di noi!” Sbuffò, un
po’ arcigno. “Per me puoi anche passarci una vita
dentro al bagno a farti la
doccia e metterti la crema idratante e…” E Ryo non
finì la frase. Si limitò ad
ingoiare a vuoto, con gli occhi grossi come due piattini da
caffè, mentre, come
in trance, si avvicinava alla porta, pronta a spalancarla per
raggiungere la
sua donna, e rendere reali tutte quelle deliziose e peccaminose
immagini che
gli erano passate per il cervello appena si era reso conto che Kaori,
avendo
fatto la doccia, era nuda a pochi metri di distanza da lui, e lui se ne
stava
lì con quei tre idioti invece di recuperare il tempo perso e
le occasioni
sprecate accumulatesi in anni e anni e anni in cui si era negato
all’amore
della sua vita.
“Ih, ih, ih, Kaori cara,
se hai bisogno di aiuto a cambiarti ci pensa Lupin
a darti una mano!” Ridacchiando e con lo sguardo allupato,
con tanto di
gocciolone alla bocca, Lupin si avvicinò al bagno,
sorpassando Ryo, pronto a
spalancarla e correre in soccorso della dama, ma si fermò
quando sentì contro
il cranio il freddo metallo della canna della Magnum di Ryo, che si
limitava ad
alzare un sopracciglio, con il dito piantato sul grilletto, come a
sfidarlo
anche solo a pensare di aprire la porta. “Ma, ma cosa credi,
Saeba, era uno
scherzo! Vuoi che mi metta ad insidiare le donne altrui! Ma no, non lo
farei
mai, ah, ah, ah!” Il ladri si mise a sghignazzare
nervosamente, scivolando sul
freddo pavimento con la schiena al muro, sudando freddo.
Non solo Saeba era un tipo letale: a
quanto apre aveva pure il grilletto facile. Specie se si trattava di
difendere
la sua donna.
All’improvviso, Lupin
cadde all’indietro quando la porta venne aperta, e
Kaori si limitò a guardare i due uomini con un sopracciglio
alzato, quasi
delusa, e una mano sul fianco. “Dite un po’, non vi
vergognate a comportarvi
così alla vostra età? Avete superato tutti e due
i quaranta e vi comportate
come due adolescenti!” Li
rimproverò,
con sommo piacere di Gijen che se la stava ridendo a crepapelle.
I due quarantenni però
non risposero, cosa che stupì Kaori, che si era
aspettata perlomeno da Ryo una qualche rispostaccia sul fatto che lui
aveva
ancora vent’anni- nonostante quegli accenni di capelli grigi
che aveva alle
tempie. Si limitarono a fissarla a bocca aperta- talmente spalancata
che si aspettava
che le loro mandibole toccassero il pavimento. “Beh, si
può sapere cosa vi
prende?”
“Ma che… ma
da dove….” Ryo sbiascicava senza trovare le giuste
parole, incantato
ma anche sotto shock, mandandosi nuovamente tutte le maledizioni del
mondo e
chiedendosi davvero perché si fosse negato
l’esplorazione del bel corpicino di
quella incantevole e sexy donna che, per sfortuna (di lei) o fortuna
(di lui)
aveva finito con l’innamorarsi di lui.
“Oh, intendi questo? Me
l’hanno regalato Ai e Hitomi dopo che ci hanno dato
una mano a fermare quei droni militari.” Sorrise, pizzicando
la stoffa
opalescente della tuta aderente in cui
il suo corpo era fasciato- un corpo che, non fosse stato per la
camiciola che
indossava, legata con un nodo in vita, avrebbe lasciato proprio ZERO
all’immaginazione. Col
sorriso sulle labbra, Kaori si mise in
punta di piedi, e fece una mezza giravolta. “Avevano proprio
ragione, sembra
scomoda ma invece lascia molta libertà di movimento, e poi
il tessuto è fatto
per catturare la luce senza rifletterla. L’ideale se si deve
prendere qualcuno
di sorpresa. Sai, non capisco perché Umi e Miki non ci
abbiano presentato le
Gatte prima- negli anni ci saremmo risparmiati tanta di quella fatica!
”
E fu allora che sentì
un rumore inconfondibile, che faceva quasi parte di
lei- qualcosa di pesante che veniva spaccato in testa ad un povero
malcapitato.
Stupita, si guardò tra
le mani, chiedendosi se magari avesse invocato il
suo possente martello in modo qualche inconscio, captando qualche
minaccia di
pericolo; ma, con sua estrema sorpresa, si rese conto che ad avere in
mano il
martello, e a tenerlo saldamente incollato alla testa di Lupin, che era
spiaccicato al suolo neanche fosse stato uno scarafaggio,
era… Ryo, a denti
stretti, vene pulsanti e
muscoli tesi.
“Ma
che…” si chiese, sbattendo gli occhioni, mentre a
Gijen scivolava la
sigaretta dalle labbra e Goemon si limitava a sospirare, ad occhi
chiusi,
scuotendo lievemente il capo, nemmeno troppo stupito da quel
siparietto.
“ BRUTTO
MANIACO PERVERTITO, TIENI
LONTANE LE TUE LURIDE MANACCE DALLA MIA FIDANZATA!”
Ryo sbraitò, premendo
sempre con maggiore forza il martello sulla testa del malcapitato.
“E sentiamo, da
quand’è che sarei la tua fidanzata,
Ryo?” Kaori gli
chiese, con un sopracciglio alzato e gli occhi a fessura,
perché a quanto pare
si era persa qualche cosa per strada. La parte in cui, ad esempio, il
suo
partner si metteva in ginocchio e le chiedeva di sposarlo-
perché lei, alle
formalità, ci teneva. E poi, nonostante tutto quello che
dicevano tutti, e a
dispetto delle apparenze, era una romantica.
E
comunque, con che faccia tosta Ryo
chiama Lupin maniaco pervertito, quando lui le bave dietro alle altre
le
perdeva ancora, di tanto in tanto?
“Uhm, accidenti, mi sono
appena ricordato che devo controllare una cosa!”
Senza aggiungere altro, Ryo scappò a gambe levate,
sbattendosi la porta alle
spalle, mentre Kaori sospirava, con un leggero sorriso sul volto.
Certe cose, non cambiavano proprio
mai…
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