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“Chi ha detto che lavorare a maglia aiuta a rilassarsi aveva senza
dubbio una pazienza superiore alla mia…”HermioneJaneGrangerera un asso nello studio, ma non era in grado
di tenere in mano due ferri da calza, come le era saltato in mente di provare?
Al primo punto aveva rischiato di cavare un occhio a Grattastinchi
accoccolato sul suo grembo, al secondo li aveva
lanciati con un urlo frustrato in mezzo alla tavola.
Sì, decisamente. Cercare di
calmare i nervi con il lavoro a maglia era stata una pessima idea.
Altro
che fare la calza desiderava ardentemente qualcosa
da spaccare.
Desiderava guardarla andare in pezzi...
Come un'orrenda metafora del suo amor proprio distrutto!
-Non ti
perdonerò mai, campassi 100 anni! Hai capito, RonaldWeasley?
Non era mai stata tanto arrabbiata in vita sua.
Si sentiva male per i nervi.
Come aveva osato?
Come aveva osato?
Prima la trattava come la sua personale ruota di scorta
per non presentarsi da solo al ballo, poi come una zitella inacidita, una
vecchia ciabatta che nessuno avrebbe mai scelto come dama, se non per degli
assurdi secondi fini.
-Stronzo! Stronzo! Stronzo!
Si alzò tenendo il busto stretto fra le braccia,
a starsene tranquilla proprio non ci riusciva. Aveva rinunciato a
dormire per via dei nervi che sentiva, e oraalzava bandiera bianca sulla possibilità di passare una discreta nottata
a lavorare al berretto di lana che aveva deciso di regalare a Harry per Natale. Uscì sul patio e socchiuse leggermente
gli occhi.
L’aria fredda della notte sollevò i suoi ricci scuri e la fece
rabbrividire.
Amava passare la fine dell’estate alla tana, ma non amava il clima
costantemente rigido e la puzza di aia che pareva volerle
chiudere la gola. Storse il naso e sorrise a quegli occhi azzurri che la
fissavano fra l’erba alta. Sirius accucciato a fare
la guardia adHarry.
Prese posto al dondolo e si girò per allungare le gambe sui
cuscini, fece per chidere gli occhi quando la
sensazione di essere osservata da altri occhi, si volse verso Sirius e lo trovò voltato verso un punto oltre la catasta
di legna. Balzò in piedi , qualcuno stava avanzando
verso di lei, sollevando le ginocchia per non affondare nella fanghiglia creata
dalla pioggia.
-Chi
è!?-
Era un uomo… Alla luce della luna i sui capelli erano neri e spettinati.
La ragazza si sentì accapponare la pelle mentre si spingeva contro contro la balaustra, deglutì a vuoto mentre Sirius si portava alle spalle del nuovo venuto. Lo vide
riprendere forma umana e stringere un
braccio attorno al collo e gli schiacciargli la bacchetta in mezzo ai reni.
-Ahhh! Che
cos'è questo casino!!!!-urlòHarryPotter districandosi a faticadall'intreccio di coperte e lenzuolache durante la notte si era annodato attorno
alle gambe fino ai fianchi. Si rotolò nel tentativo di liberarsi, una, due, tre volte, aveva sempre avuto il sonno agitato, ma
non gli era capitato di ridurre le coltri in quel modo! Sospirò una parolaccia
e rivoltandosi ancora una volta, scese dal letto... Oh
per meglio dire, piombò a terra di faccia, leggero come una putrella... Si
toccò il naso dolorante, la testapoggiata su una pantofola- MERDA
CHE NOTTATA!- strepitò mentre scalciava come
un centauro imbizzarrito per liberare il piede sinistro, rimasto incastrato in
un nodo formato, da lenzuolo, copriletto e...tenda? Guardò la finestra, come diavolo aveva
fatto ad impigliarsi anche con quella?? Si rovesciò sul pavimento, colpendo
il comodino con un braccio facendo dondolare e poi cadere, la sveglia , che precisa al millimetro gli piombò inmezzo la fronte-
E che cazzo....- sbottòmentre si portava le mani alla faccia- Se stanno facendo tutto questo macello per niente, giuro che li
ammazzo!-
Uscì dalla camera che divideva con Ron * ronfava beato lui, come Merlino
faceva a dormire in ogni situazione, era un vero mistero* e scese le scale
maledicendo ad ogni passo il bernoccolo che sentiva ingigantirsi sotto la
frangia. Era sopravvissuto all’incontro ravvicinato con un Ungaro
Spinato incazzato a bestia e stava quasi per
rimetterci le penne con un carpiato giù dal letto. Certo
che la sua sfiga non aveva limiti … Puntò dritto alla
cucina e la vista di Sirius fra Molly
e Arthur gli strappò un sobbalzò -CHE CAZZO?- sbottò
completamente dimentico delle romanzine di Mamma Weasley sull’uso delle parolacce.
-Harry da
bravo vorresti dire a queste care persone che non voglio ucciderti?-
Lo sguardo del ragazzo saettò dal suo padrino ai due bravi maghi, adHermione, che sembrava piazzata
accanto al camino col chiaro intento di non fargli vedere che cosa nascondeva
alle spalle- Non vuole uccidermi.- disse confuso e poco convinto, avanzando di un passo verso l’animagus –Lasciatelo.- Le
bacchette di Molly e Arthur
affondarono con più forza fra le costole di Sirius
che si lamentò fra i denti, dato che Molly gli aveva
rifilato un paio di scappellotti per le parole poco carine che si era lasciato
sfuggire durante il loro primo scontro – Piccolo.- dissecon un filo di voce –Ti dispiace metterci un po’ più
di convinzione?-
-Chiamiamo il professor Lupin.- proposeHermione.
-E’ passato un giorno dalla luna piena,
quando l’ho lasciato era più morto che vivo.-
Si piegò di un lato
e sbuffò un paio di improperi poco carini in direzione
dei due coniugi, che sembravano del tutto intenzionati ad accoltellarlo con le
bacchette. Harry si grattò la testa e con un unico
fiato raccontò tutto quello che c’era da sapere per credere all’innocenza di Sirius Black. I due Weasley si
lanciarono un’occhiata mentre Hermione annuiva ad
ogni parola di Harry, ma non si spostava di un passo
per dargli appoggio.
-E’ la verità?-
-Giurin girello.-
Molly abbassò la
bacchetta e Arthur si allontanò di un paio di passi. Sirius si strinse le braccia attorno al busto e rivolse l’attenzione
a ciò che Hermione stava palesemente nascondendo, le
fece segno di spostarsi e gli occhi della ragazza si poggiarono su Harry. -Levati Hermione.- ripeté l’ex galeotto, mortalmente calmo. La ragazza si
mosse verso sinistro e Harry sentì il cuore scivolare
in pezzi nei pressi delle ciabatte.
-Oh Merlino.-
Nella vita , sono poche le cose che una persona mai potrebbe
dimenticare. Una di quelle è il viso del proprio padre. Harry
sentì le ginocchia dolere e il fiato dimezzarsi mentre fissava lo sguardo, in
quegli occhi nocciola che lo guardavano dolci –Che scherzo è questo?-
-E’ quello che
voglio scoprire.-
Harry fu superato da
Sirius che si chinò sull’uomo che tanto assomigliava
al suo migliore amico. Le corde che aveva usato per legargli i polsi ai
braccioli della seggiola gli stavano segando la carne,
si beò di quella vista e si chinò su di lui – Dimmi chi sei.- gli disse piano.
-Fai funzionare il cervello.-
-Chi sei?-
-Annusami.-
-Eh?-
-La pozione Polisucco non altera l’odore! Annusami e vediamo se mi
riconosci.-Sirius si raddrizzò. Era vero la Polisucco
non alterava l’odore proprio di una persona. L’odore di James, si disse in preda alla nostalgia, era uguale a
quello di Harry. Girò la testa verso il figlioccio
che contraccambiò il suo sguardo.
-DAI PAD, NON C’E’TEMPO!!!-
-Pad?-fece eco Sirius.
Conosceva il suo soprannome, ma allora?
-HANNO CHIAMATO
GLI AUROR! FRA POCO SARANNO QUI!-
-Gli auror!?-Hermione
e Harry si voltarono come due vipere verso i Weasley . Non avevano creduto ad una sola parola, avevano
riposto le armi solo perché sapevano dell’arrivo della cavalleria .Harry si divincolò dalla presa
in cui Hermione aveva stretto il suo braccio sinistro
e si avvicinò a Sirius.
-Devi andare via.-
-…-
-SIRIUS.-
-OH MIO DIO!-
Harrylo
prese per le spalle e lo scosse – Ti prego devi sca…- spalancò gli occhi e lo lasciò andare stupefatto. Quelle…Quelle erano lacrime?Stava piangendo? Guardò l’uomo legato sulla
seggiola e questo si agitò per liberare i polsi –Tu sei?-
-Harry mandalo via.-
Il grifondoro si riebbe con un salto, prese il padrino di
nuovo per le spalle e lo spinse verso la porta –Non puoi farti trovare qui, ti prego Sirius.-afferrrò
il pomolo della porta e lo sentì vibrare –MALEDIZIONE!-
-Sono arrivati!-
Sirius spinse lontano Harry e si prese addosso la porta.
Rotolò in mezzo alla stanza e sollevò lo sguardo verso la ragazza che gli
sorrideva cattiva dalla soglia – Dobbiamo smetterla d’incontrarci in
questo modo dolcezza.- le disse mentre si tirava in
piedi.
Andrea avanzò fra la polvere sollevata dalla caduta della porta , Sirius
si appoggiò al muro dietro di lui, scrollando il cap
Andrea
avanzò fra la polvere sollevata dalla caduta della porta ,Sirius si appoggiò al muro dietro di lui,scrollando il capo, ancora intontito dal
colpo a terra.Lontano dalla bacchetta
era in completa balia della ragazza, lanciò un’occhiata all’arma che a causa
della caduta gli era caduta di mano e in un secondo decise di passare al corpo
a corpo.“Non mi piace l’idea di
aggredire una donna, ma non lascerà andare facilmente…” La conosceva fin troppo
bene.
Era
un anno che scappava da lei – Inizio a non sopportarti più ragazzina.- soffiò.
-Torna
ad Azkaban senza fare storie…E vedrai che sarà la
volta buona che non mi vedi più.-Andrea sfilò la
bacchetta dalla tasca laterale dei jeans e Sirius si schiacciò contro il muro.
Il momento propizio, doveva aspettare il momento propizio per attaccarla.
Col fiato corto guardò la ragazza avanzare verso di lui e fermarsi di botto
alla vista di “James”
legato alla sedia –Tu?- sbottò stupefatta. James
ridacchiò e la ragazza abbassò l’arma apparentemente presa alla sprovvista –OH MERLINO!-
-Ciao
Andrea è un vero piacere rivederti piccolina…NO PAD!-
Andrea
si volse con un salto,
“Un cane?” ebbe solo il tempo di chiedersi. Senza porre tempo in
mezzo Sirius le saltò addosso, sbattendola prima contro
il tavolo e salendole sopra. Un urlo e del sangue bagnò il lindo pavimento della cucina
di casa Weasley.Molly mandò un grido
terrificato mentre James assestava l’ennesimo
strattone alle corde–HARRY LIBERAMI!-strillò al figlio-TI PREGO!-
-Harry
non farlo!- lo ammonì Arthur.
Harry
fissò lo sguardo in quello di James e slegò i nodi
che lo tenevano ancorato alla seggiola. James si
chinò su Padfoot e con uno sforzo incredibile lo
tolse da Andrea –Mi dispiace .-disse
guardando la ragazza che rotolò su un fianco tenendo una mano sulla spalla
azzannata- SIRIUS ,
MA DA QUANDO ATTACCHI SENZA GUARDARE CHI HAI DAVANTI!?-
-CHI HO DAVANTI?- chiese
Black tornando uomo.
-Non
te la ricordi? …Ma dici sul serio?- tacque un attimo
mentre Andrea sputava sangue e saliva sul pavimento. Doveva essere uno degli
effetti collaterali di Azkaban…Dimenticare
chi si ama per precipitare nell’oblio della follia.
-E TU COMUNQUE, CHI CAZZO SEI? COME
DIAVOLO FAI AD AVERE L’ODORE DI JAMES?-
-SONO
IO IDIOTA!- spostò lo sguardo verso Harry che tremava vicino ad Hermione.
Detestava essere lui la causa di quell’espressione
terrificata, ma poteva capirlo -Non sono morto quel giorno…Sono stato trovato
dagli auror e portato via.-
-Eh?-
-Quella
notte, ho affrontato Voldemort… Per dare a Lily il
tempo di scappare con Harry, ma è stato tutto
inutile. Neanche due secondi dopo che me lo sono
ritrovato davanti, mi stavo torcendo sul pavimento in preda alle crociatus. –
-Le
crociatus?- fece eco Sirius.
-Sì…
Non ho gridato e questo mi ha salvato.-
-Non
capisco.- mormoròHarry, James spostò lo sguardo verso di lui.
-Speravo
che Lily ti stesse portando via, non sapevo che la casa era stata sigillata con
un incanto, non lo sapevo, per questo motivo ho assorbito ogni incanto
standomene zitto . Volevo guadagnare tempo per
permettervi di allontanarvi il più possibile. Non pensavo di sopravvivere,
volevo solo che tu e tua madre vi salvaste.-
-E
invece che è successo?-
-Il
mio comportamento lo divertì, la mia resistenza, lo affascinò…“Io
ti ammiro.”mi disse con un sorriso. Mi spezzò le gambe per evitare che lo
seguissi ed è salito da voi… Mi stavo trascinando coi
gomiti verso le scale quando ho sentito tua madre cadere…-
Una
lacrima scivolò dalla guancia di Harry e James abbassò la testa e chiuse gli occhi – Ricordo di aver
urlato e di essere svenuto. Pregavo di morire , ma poi
mi svegliai… Hagrid mi stava scrollando e quando uno
così ti scrolla, o ti sveglio o muori. Sogno quel momento ogni notte, l’arrivo
degli Auror e dei Medimaghi…
- inspirò a fondo – Te fra le braccia di Malocchio, Kingsley
che mi rassicura sulle mie condizioni…- Andrea sollevò la testa dal pavimento –
E l’Imperius che li colpisce in piena schiena e li
costrinse a dimenticare che sono ancora in vita.-
-Cosa?Perché?-
-Il Ministero aveva bisogno di una storia eclatante che scacciasse una volta per tutte lo spauracchio
di Voldemort. L’idea del Bambino Sopravvissuto, del
piccolo orfanello uscito incolume dal tocco dell’incanto che uccide
e che sconfigge l’Oscuro Signore, era oro colato per loro. Per questa ragione
mi hanno fatto sparire…- guardò Sirius –Ho passato
questi anni sul fondo di una cella con una maschera di ferro in faccia.-
-Perché
non ti hanno ucciso?-
James
scosse la testa. Per anni se l’ara domandato, mentre misurava a passi quella
cella e cercava di non diventare pazzo -Non lo so…-
tornò all’amico che sembrava essere lì lì per
frignare come un moccioso- So solo che sono scappato due giorni fa e sono
venuto qui.-
-Come
hai fatto a trovarmi?- chiese Harry.
Aveva deciso di passare il Natale alla tana e di disertare il Ballo del Ceppo
solo all’ultimo secondo, James tirò su le spalle –Ho
le qualità del segugio magico.-
-Segugio
magico?-
-E’
in grado di trovare chiunque e ovunque.- spiegò Andrea, che praticamente
si stava dissanguando. James si tolse la giacca,
strappò una manica e glie la legò attorno alla ferita,
stringendo forte –Ahia James!-
-Scusa
Pagnottella!-
-CHIAMAMI PAGNOTTELLA UN’ALTRA VOLTA E DOVRAI
RESISTERE ALLE MIE DI CROCIATUS!!!-
si alzò in piedi tenendosi al tavolino, bianca come uno straccio per via del
sangue perso –Lui.- disse guardando Sirius che
sollevò un sopracciglio –E’ stato lui a venderti?-
–No,
Peter…- le rispose in un soffio James,
serrando per un momento la mascella
- PeterMinus, è stato lui...- strinse i
pugni, il solo pronunciare il suo nome lo faceva stare male per i nervi.
-Davvero?-
Andrea non pareva molto convinta, James le fece segno
affermativo col capo
-Allora andatevene svelti.- indicò la porta saltata con un cenno della testa –Kingsley sarà qui a secondi.-
James
si alzò da per terra e si portò di fronte ad Harry che tremava leggermente. Gli prese il viso fra le
mani e abbassò leggermente la testa per farsi guardare meglio in viso- Tu non
sai quanto mi dispiaccia essere vivo
al posto di Lily…- gli disse con un filo di voce –Lei meritava di vivere, non
io.-
-…-
-Ci
vediamo presto.-
Si
allontanò e sparì in una nuvola di fumo bianco. Sirius
si alzò scrollando il capo, lanciò un’occhiata ad Andrea e si grattò la guancia
con un dito- Mi spiace.- gli disse prima di
smaterializzarsi anche lui.
Andrea
prese un lungo respiro- Ovviamente questo deve restare
un segreto.- guardò i presenti –D’accordo?- Si appoggiò al tavolo e nello
stesso momento KingsleyShackelbot
entrò di corsa nella stanza. Era apparso dal camino del salotto nella speranza
di prendere Black di sorpresa –Che macello.- disse
guardando la porta saltata e il sangue per terra -Andrea
stai bene?-
-Eh…Una
favola…- gli gettò al collo il braccio sano -Quasi, quasi, adesso muoio.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Di
chi è questa casa?-
James
si guardò attorno mentre Sirius si scalzava . Era stracarica di liberi con cartacce sparse un po’ dappertutto
sul pavimento, né raccolse una e l’aprì schiacciandola fra le mani –
Cioccolata?- esclamò perplesso prima di allargarsi in un enorme sorriso -Moony? Questa casa è di Moony?-
Sirius
gli indicò una porta aperta alla sua sinistra e James
andò ad affacciarsi desideroso di rivedere l’amico dopo tanto tempo. Remus dormiva a pancia all’aria, con un braccio di traverso
sul viso e con le ginocchia leggermente alzate sotto le coperte –Sai che non ho capito, come diavolo ha dormire comodo in
questa posizio…?
Si
bloccò e con un sorriso rilassò le spalle –Da quando abbracci
la gente?-chiese a quella testa che sentiva poggiata fra le scapole.
-Da
quando sono troppo contento per dire qualcosa.-
FINE CAPITOLO.
Lily è morta? E’viva? Io non lo so, aspetto le vostre richieste, lo sapete
che sono molto elastica per quanto riguarda i desideri dei lettori.
brando: E brava. L’hai
capito che io i Weasley non li sopporto. A parte Ginny e i gemelli gli altri li userei
come ceppi da ardere. Non li tollero! Davvero! Come tu hai detto, preferisco Draco che Ron, non so che ho di
sbagliato, ma ho da poco scoperto che non solo la sola a soffrire questa mania…
Lily non lo so se è ancora viva, aspetto l’ispirazione,
comunque se è davvero morta, James rimarrà vedovo, o
Lily o di nessun’altra. Andrea e Sirius
si sono incontrati perché Andrea gli dava la caccia per riportarlo ad Azkaban per questo Sirius le dice
che devono smettere d’incontrarsi in questo modo, poi c’è un’altra storia
dietro, ma questa si scoprirà più avanti.
Remus tremava impercettibilmente mentre James snocciolava ogni passo della sua storia, parlare di quella notte doveva essere come spargere sale su una ferita, e il licantropo lo vide chiudere gli occhi e reprimere un paio di singhiozzi. -Basta così James.- si allungò verso di lui e gli strinse le mani fra le sue –Adesso sei con noi. Sei al sicuro …- sorrise al suo sguardo perso e nello stesso momento lo vide rilassare un po’le spalle. Era bravo a consolare la gente lui, gli bastava riciclare le frasi chi a lui continuamente propinavano per fare la sua solita figura dell’uomo sensibile, ma questa volta lo pensava davvero. Era al sicuro, questa volta lo avrebbero protetto a qualsiasi costo. Spostò lo sguardo verso Sirius che si stava ingozzando di torta e sbuffò… Beh, almeno lui lo avrebbe fatto –SIRIUS!- urlò.
-Che c’è?-
-TI SEMBRA IL MOMENTO?-
Sirius si guardò attorno poi sollevò le spalle, le guance gonfie di cibo. Sembrava davvero non capire il dramma che si stava svolgendo; ingollò infatti un sorso di latte poi si allargò in un sorriso reso ridicolo dalle briciole impigliate nel suo pizzetto – Che devo dire?- bordò un rutto che quasi sollevò la frangia del licantropo –Sei tu la mamma, coccola il cucciolo e sta zitto.-
Remus avvampò mentre lasciava andare le mani di James, balzò in piedi e mentre questo si spingeva contro lo schienale della seggiola per godersi meglio la scena, si avvicinò al tavolo occupato da Sirisu - CHI SAREBBE LA MAMMA?- stridette paonazzo in faccia –IDIOTA!-
-Moony ammetterai che fra noi due, quello che più rispecchia il profilo della mamma orsa sei tu.- spinse indietro la seggiola e mandò giù l’ultimo pezzo di dolce, dondolandosi con un ghignetto divertito –Non c’è nulla di male.-
Remus era ormai paonazzo di rabbia mista a vergogna, e James scoppiò in una risata un po’ arrugginita; si asciugò gli occhi e le guance col dorso della mano mormorando che gli erano mancati tantissimo. Più di quanto potrebbe mai mancargli una mano o un piede. Inspirò profondamente nella speranza di calmarsi -E così se ne va l’ultima parte della mia virilità.- lo sentirono lamentarsi, quando si rese conto di quanto aveva appena detto – Dopo di questo mi resta andare nel deserto a predicare ai grilli.-
-Ascolta Remmy, te la ricordi Andrea Moody, vero?-
Remus spostò lo sguardo verso James mentre sorbiva un lungo sorso di cioccolata calda–Pagnottella, come no.- disse mentre Sirius finalmente distoglieva l’attenzione dalla torta e si dimostrava un pelo più interessato a loro e ai loro discorsi –Certo che me la ricordo.-
-Sirius l’ha morsa.-
Remus ridacchiò scrollando la testa divertito, ma uno sguardo a James lo fece tornare serio - L’ha morsa?- mimò con le sole labbra, prima di girarsi verso l’uomo alla sua sinistra – SEI IMPAZZITO BOTOLO!?-
-Quella ragazzina è l’Auror che sovrintende alle indagini sulla mia cattura, che diavolo vi prende a tutti a due?- urlò Sirius allontanando la sedia con un fastidioso stridio - È normale che l’abbia aggredita!- Perché cazzo ne stanno facendo un affare di stato?, si disse irritato.
-Potresti andare a vedere come sta? Sanguinava parecchio.-
-D’accordo. Il tempo di vestirmi.-
-SMETTETELA D'IGNORARMI!- Prese la giacca dalla spalliera della sedia –Vado io a vedere come sta!- alzò una mano per frenare la protesta di Remus e il balzo in avanti di James – Tranquilli, so come fare per passare inosservato.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Aveva bisogno di fare domande e non di dar risposte, Ron l’aveva capito e grazie a Dio l’aveva lasciato tranquillo. Nonostante la curiosità, gli aveva indicato la porta e gli aveva consigliato di fare due passi per schiarire le idee. Era da quel momento che vagava nei pressi della Tana: aveva visto suo padre, gli aveva parlato e si sentiva morire dalla contentezza eppure, non riusciva a stare tranquillo. Aveva paura. Ora che sapeva di poter perdere qualcosa di così importante, non riusciva a star tranquillo. Entrò nel capannone accanto al granaio e la vista di Ginny attorniata da una ventina fra galline e pulcini gli strappò una risata. La ragazza sobbalzò e la vecchia chioccia nera che teneva fra le mani spiccò un volo che si concluse con una rovinosa caduta, di testa fra i pulcini.
-Scusa, non volevo spaventarti.-
La ragazza annuì poi si volse verso la gallina che stentava a rimettersi in piedi –Lady Kokka ti sei fatta male?- sussurrò prendendola in braccio e togliendole dalla testa i residui di becchime.
-Lady Kokka?-
-Sì…- confermò la ragazza mentre prendeva un altro pugno di granturco dalla bisaccia che portava a tracolla e lo porgeva al volatile - Lei è la mia gallina.-
La gallina sollevò il becco e si gonfio spalancando le ali, a mo' di saluto verso il nuovo arrivato e Harry, spinto da un bizzarro senso d'ilarità, sì accovacciò accanto a Ginny. Tese la mano verso la simpatica bestiola cercando di accarezzarle la testa -Ciao Kokka-. Notò con la coda dell'occhio che Ginny sembrava voler prendere a tutti i costi le distanze da lu, visto come si attardava e giocherellava a sistemare i giacigli con le mani. Quando gli parlò, infatti, non riuscì a trattenere un leggero moto di sorpresa:-Sembri preoccupato, qualcosa non va?-
Harry annuì mentre cercava di prendere in braccio Kokka, ma la gallina non sembrava intenzionata a essere collaborativa. Mugugnò una mazza imprecazione prima di tornare al discorso : -Se te lo dicessi, non mi crederesti mai.-
-Mettimi alla prova.-
-Beh ecco...Dai piccola fatti prendere - Ci fu un suono di passi, un chiocciare sinistro e…-AHHHHHH! LA TUA GALLINA VUOLE UCCIDERMI-
-COSA?- La ragazza si volse con un salto e si ritrovò Harry seduto per terra con Kokka appollaiata in testa- Oh Merlino.- disse solamente alla vista dell'espressione soddisfatta del volatile che chiocciò in direzione della padroncina prima di chiudere gli occhi in un espressione da" Kokka 1 - Bambino sopravvissuto O "
-Ha trovato un nuovo nido.-
-Ehi!-
-Non è colpa mia se hai una capigliatura assurda.-
-Non è assurda.- s'impuntò il ragazzo incrociando le braccia.
-È assurda Harry.- s'inginocchiò a sfilare la bestiola dalla testa dell'amico e rise alla vista delle penne rimaste fra i capelli di Harry- Oh posso farti una foto?- esclamò mentre lo aiutava a ripulirsi dalle piume.
-Ridi, ridi, tanto alla prima occasione mi faccio Kokka allo spiedo.-
-EHI!-
-Anzi, com'è il proverbio?- tacque un secondo - Ah si, gallina vecchia fa buon brodo.- si volse verso il pollo e lo trovò che lo fissava con uno strano scintillio assassino negli occhi... Possibile che lo stesse guardando male?-Gin, la tua gallina mi sta guardando male.- esclamò puntando il dito.
-È una bestiola molto intelligente.-
-Vuoi dire che non sono un tipo affidabile?-
-Per nulla...-
Scoppiarono a ridere di gusto, tanto che quando Ginny si alzò a prendere il cestino delle uova, Harry provò l’inarrestabile desiderio di rimanere ancora con lei…Chissà poi perché, dato che da che la conosceva le aveva rivolto più o meno tre parole contate male -Ginny, un momento…-la richiamò alzandosi.
-Sì?-
Harry fece per avvicinarsi, ma inciampò in Kokka e le piombò addosso sbattendola contro il muro. Si guardarono con i nasi a un paio di centimetri –Harry?- pigolò la ragazza mentre Harry la studiava come se la vedesse per la prima volta
-Scusa.- mormorò lo sentì dire.
-Di…Di niente.-
-Ginny.-
-Sì?-
-Posso abbracciarti?-
Ginny lanciò un’occhiata a Kokka che beccava contenta, prima di annuire imbarazzata -Certo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
- Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare! Non mi mangiare!-
A terra, trascinata per una gamba, Andrea Moody si disse che quella non era assolutamente la sua settimana. Due attacchi da parte di un grosso cane nel giro di ore, come mai le era capitato in anni di servizio, non poteva che essere il frutto di un capovolgimento della sua buona stella. Glielo avevano detto, pensò mentre cercava di ribellarsi con tutte le sue forze , che a tirare la corda prima o poi si sarebbe spezzata, ma per tutte le volte che poteva accadere, proprio mentre era semplicemente seduta a mangiare?
–Dai ti prego..- sibilò quasi afona per il terrore, tossendo per via della terra in faccia –Ho già dato per oggi! Mi hanno già morsa! E poi guardami, sono pelle e ossa!-
Un ennesimo strattone la girò sulla schiena e un naso freddo venne premuto sulla sua fronte; simile in maniera inquietante a quello del licantropo che, a otto anni, le era piombato in cameretta, intenzionato a portarsi a casa in tasca la testa della figlia di Malocchio Moody. Strizzò gli occhi, pronta al peggio, ma presto si rese conto che il tartufo sulla sua fronte era meno umido e più caldo del normale.
Aprì un occhio e la vista di Sirius a quattro zampe su di lei le strappò un urlo stridulo-TU!?- gridò con tutto il fiato che aveva in corpo –IO TI AMMAZZO! QUANTO È VERO MERLINO !!!-
-Hai paura dei cani, per questo alla Tana non hai reagito…-
-Dei licantropi.- si ritrovò a dire nonostante la rabbia - I cani grossi mi ricordano i licantropi.-
Sirius si accigliò -Sei stata aggredita?-
-Ma non morsa.- Sirius annuì, prima di tirarsi su, facendo forza sul terreno ai lati del capo della ragazza - Che c’è?-
-Come stai? Ti ho fatto molto male?- Andrea si morse il labbro, divisa fra l’idea di continuare a inveirgli contro e quella di essere, per una volta una persona ragionevole. Scosse la testa e il mago, fra le sue ginocchia sollevate, tirò un leggero sospiro di sollievo. -Mi dispiace zucchero.- Un bacio a schiocco sulla fronte, Andrea, si sentì arrossire mentre Sirisu si scostava da lei per sorriderle divertito - Di solito sono molto più gentile con le ragazze.-
-Se non ti togli subito, ti ammazzo.-
-Violenta.-
-Non sai quanto.-
-E è un peccato, mi piacciono le donne passionali.-
Decisamente la gravità non è tua amica … Andrea lasciò cadere le spalle
con un sospiro mentre il cane, che da qualche giorno n
*Ok,
avete voluto Lily…E adesso piangetene le conseguenze!!!
*fugge via saltellando come un folletto idiota* PS: Bestia, inizio ad aver
paura di me stessa! 0_0
Decisamente la gravità non è tua amica …
Andrea lasciò cadere le spalle con un sospiro mentre il cane, che da qualche
giorno non la lasciava un momento emetteva un latrato che sembrava una risatina
divertita. Ninfadora avvampò mentre la biondina si
portava una mano al viso e sbuffava sotto di essa“Chi diavolo mi ha fatto fare ad accollarmi
il suo addestramento? Era meglio se mi mettevo ad
addestrare il cagnaccio qui…” Girò la testa e Padfoot,
come se le avesse letto nella testa, le slinguazzò la
faccia e il collo - Si, cagnaccio anch’io ti voglio bene.- disse a denti
stretti, ritirandosi contro lo schienale della seggiola per sottrarsi a quella
lavata di faccia non richiesta – Dora! Alzati su!-
-Credo di essermi fatta male.-
-COME DIAVOLO FAI A
FARTI MALE COSì FACILMENTE!!!-
Dora avvampò sotto le ciocche
rosa confetto che quel giorno costituivano la sua
capigliatura giornaliera e si tirò in ginocchio scrollando il capo –Non fare
tanto la saputella!- disse indicandola lustra di vergogna - Tu non sei quella
che hai paura di cani?Che diavolo ci fai con quella bestiaccia?-
Andrea inarcò un sopracciglio *Non cambiare argomento!* sembravano
dire i suoi occhi grigi – E’che non riesco a togliermelo di dosso…-
- E’ stranissimo…Guarda che
occhi azzurri che ha…-
Andrea agitò una mano come per
dirle *Non cambiare discorso!* si
sistemò contro la sedia e le fece segno di ripetere l’incanto ancora una volta
mentre Sirius le appoggiava il testone in
grembo–Coraggio.- le disse salutando Kingsley con un
cenno del capo e facendogli spazio accanto a lei –Andiamo è semplice e sono ore
che ci proviamo.-
Un lampo di luce bianca e la metaformagus crollò a parte indietro trascinandosi nella
caduta un paio di sedie e il tavolo accanto al quale Andrea era seduta. L’Auror roteò lo sguardo
al soffitto, stremata da quella goffaggine -Andiamo Pad.-
disse al cane che scodinzolava verso di lei – Ho
esaurito la mia dose di pazienza per adesso.-
-NO! DAI ANDREA PER FAVORE!!!!-
-KINGSLEY
PENSACI TU!-
Dora rimase per un momento con
le braccia sollevate verso la ragazza, poi si volse verso l’enorme uomo di
colore che le aveva poggiato una mano sulla spalla.
Rabbrividì e chiuse gli occhi –Kingsley?- pigolò con un filo di voce –Sei di buon’umore
quest’oggi…?
-Per nulla…-
-ANDREA NON MI
ABBANDONARE!!!!-
-E adesso ci divertiamo
ragazzina.-
-NOOOOOOO!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Pescare …Come? Perché gli era venuto in
mente?Harrylasciò cadere le spalle con uno sbuffo. Aveva
bisogno di calmarsi, d’accordo. Aveva bisogno di allentare la tensione e non
pensare a niente, verissimo, ma si stava annoiando cazzarola!!!! Tirò su la canna e guardò l’amo desolatamente vuoto su
cui un vermetto stava agonizzando
–Siamo sicuri che sta roba e appetibile ?-
-Se
sei un pesce è il non plus ultra.-
-EH!!?-
La
barchetta su cui era seduto ondeggiò appena e il
ragazzo strizzò le palpebre convinto di essere prossimo a un tuffo fuori
stagione. Socchiuse un occhio e la vista del padre ,
seduto di fronte a lui gli strappò un sobbalzo –Papà!- quasi urlò –Sei …-
-Sono?-
Jamespiegò la testa sulla
spalla e il ragazzo arrossì fino alla radice dei capelli. Aveva un centinaio di
domande da porgli e al momento non glie ne veniva neanche una… Si morse la
lingua e battendosi una mano in faccia si diede dell’idiota. James scoppiò a ridere –Non c’è bisogno di
essere nervosi, Harry-
-D’acc…D’accordo.-
Era più facile dirsi che a farsi, Harry era sulle spine e James non
sapeva cosa fare per calmarlo. Si lasciò cadere steso sul fondo della barchetta
e sperò che la sua calma passasse un po’ a lui. Sentiva il suo sguardo addosso,
così, dopo qualche attimo di stasi decise di giocare d’astuzia. Si mese a seguire il volo della mosca che da qualche minuto sembrava avercela con
lui e, sorprendendo se stesso e Harry. la prese al volo .
-UAO.-
sbottò il ragazzo ammirato da quello sfoggio di riflessi.
-Però…-
fece segno adHarry di
passargli la canna e rimanendo sdraiato tolse il verme e ci mise la mosca–Vediamo se questa funziona.-
Harry
gettò l’amo in acqua e neanche trenta secondi dopo si trovò a combattere contro
una carpa dalla potenza fisica pari a un drago marino -AIUTO!-urlò.
James gli si portò alle sue spalle e lo trattenne per
la vita –L’hanno pompata con le pozioni?- strillò l’animagus mentre puntava i piedi per impedire la caduta sua
e di Harry.
-Oh
mio Dio, vuoi vedere che Nessy si è spostata?-
-Il
mostro di LochNess,? Non
esagerare Harry!-
-NON
PUO’ESSERE UNA SEMPLICE CARPAAAA!-
Uno
scricchiolio sinistro e i due Potter si ritrovarono
in volo, precipitarono di testa nell’acqua e riemersero assieme .James scosse la testa come un
cane bagnato e Harry rise indicandolo –Sei pieno di
fango.-
-Senti
chi parla…Sembri il mostro della palude!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Spinner’s
end faceva paura. In qualsiasi stagione dell’anno,a qualsiasi ora del giorno e della notte
sembrava uscita dritta dritta da un libro di
fantasmi. Andrea camminava guardandosi attorno mentre Sirius
la seguiva scodinzolando ai bambini che lo indicavano dai cortili e abbaiando
alle vecchine che lo salutavano dalle finestre.
-Beh,
almeno la gente è cordiale.- tirò fuori dalla tasca un
pezzetto di carta e puntò verso l’ultima casa della via, Sirius
sempre attaccato alla coscia, come uno di quei cani usciti dalla scuola di
buone maniere –Ok, questa è la casa di Piton.- Sirius emise una specie
di sbuffo, Andrea gli donò un’occhiata –E’ meglio se entro da sola, Severus non mi pare tipo da amare tanto le bestie.-
Padfoot
emise uno di quei latrati che sembravano tanto una sghignazzata –Sì lo so, è più bestia lui di te.- appoggiò una mano sulla porta,
sorprendendosi quando le bastò spingere per entrare “Mah?” si chiese mettendo piede in casa. Sirius
si agitò alle sue spalle e per un momento fu tentata
di chiedergli di venire con lei. Mise mano alla bacchetta e avanzò verso la
luce che filtrava verso il fondo della stanza.
-Prof…-
le parole le morirono in gola mentre
stringeva la presa alla bacchetta. Vedere Piton in
atteggiamento intimo con una donna era già sconvolgente di suo, ma la vera
fonte dello shock di Andrea non era l’espressione
beata del professore… Era la donna seduta sulle sue ginocchia.
-SANTISSIMO DIO!- urlò.
Piton
scattò in piedi, Andrea sollevò la bacchetta schiacciandosi contro il muro
–Severus…- disse al massimo del disgusto mentre la
donna la guardava sorpresa
–Sei…Sei…- non le veniva in mente la parola adatta, sentiva solo un
grandissimo schifo in corpo e non sapeva come metterlo in un discorso.
-Io
ti conosco.-
Andrea
spostò lo sguardo verso la donna.
-Tu
sei…-
-AndreaMoody.-
-La
ragazza di…-
Andrea
stava per risponderle quando Pitonle
si avventò addosso, la prese per i polsi e una stupeficium
cozzò contro il soffitto, le mollò una zuccata sul naso e la prese per il collo
sbattendola contro il muro, disarmandola con uno strattone brusco.
-Mi
spiace.-
-…Sei
uno schifoso.-
Pitontrasfigurò la bacchetta di Andrea in un coltello a serramanico e la ragazza si
costrinse a non tremare – Mi spiace, ora che sai non puoi più vivere.-
Alla
prima coltellata Andrea emise un lamento, mentre la donna si portava le mani
alla bocca orripilata, girò lo sguardo verso la porta
–Aiu…-mormorò con un filo di voce, Piton aggrottò le sopracciglia e girò la lama nella carne
della ragazza, se era vanuta con qualcuno si sarebbe
occupato anche di lui –AIUTO!-
Un
colpo secco e Severus si ritrovò per
terra tenuto per i vestiti da …SIRIUS BLACK. Lasciò cadere il coltello
per la sorpresa mentre Andrea scivola a terra – Non è
possibile.- disse guardando l’animagus.
-Sir…Sirius…- mormoròl’auror- SIRIUS GIRATI!-
Sirius
spostò lo sguardo verso Andrea, poi verso il punto da lei indicato-Oh Dio .-
disse lasciando andare Piton tirandosi in piedi –Lily?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Ehi
beneamati com’è andata la giornata?-
James
era di umore stellare, aveva passato tutta la giornata
con Harry e si sentiva in pace col mondo e per la
prima volta in quattordici anni con se stesso. Scosse gli abiti dalla polvere
volante e sollevò lo sguardo verso gli amici- Che diavolo è
successo?-
Andrea
si stava facendo curare una ferita al fianco da Remus
mentre Sirius fissava con odio il bicchiere di FireWeaskey che teneva fra le mani – Ragazzi.- guadagnò il
centro della stanza –Che è successo?-
I
due Malandrini si scambiarono un’occhiata lancinante, mentre Andrea respirava
forte col naso –Sono stata attaccata da un mangiamorte…-
spiegò con un sorriso- Sirius non ha potuto fare molto per aiutarmi e si sente un
po’ in colpa…-
Sirius
annuì mentre le dita di Remus tremavano forte contro
la ferita di Andrea –Già, non potevo farmi scoprire.-
mando giù un sorso di liquore – E non ho potuto fare molto per aiutarla.-
-Oh…-
Jamesrilassò
le spalle e si portò una mano al petto- Cavolo, ragazzi mi avete fatto
spaventare .- indicò il bagno – Vado a farmi una
doccia, grondo fango.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Andrea
si portò le mani alla testa mentre Remus incantava la
porta del bagno per far si che James
non potesse ascoltarli.
-PERCHE’
NON GLIE LO AVETE DETTO!-
-ANDREA
FIDATI DI NOI!-
-QUELLA
ERA! CAZZO SIRIUS L’HAI VISTA!-
-NON
POSSIAMO ESSERNE SICURI.-
La
bionda afferrò un contenitore per pozioni e per i nervi lo scagliò contro il
muro- ERA LEI SIRIUS!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo- POSSO METTERCI LA MANO SUL FUOCO!-
[Io ti conosco… Tu sei la
ragazza di Sirius.]
Fine capitolo.
Inizio
ad aver paura di me stessa… 0______________0
Un grazie ENORME a:
rosy823 : Ho
recuperato Lily, ma… Non credo che ti piacerà che cosa ho in mente *ride
sadicamente*
_ki_: Lily è tonata, ma è un
bene??? Non lo so , sai?
lily D G: Mamma Lupa *inochan rotola per la stanza* cacchio, ma perché non c’ho
pensato? XD
Mi sai che hai ragione è Sirius ha ispirarmi sconcezze su sconcezze e non la coppia
in se stessa ! Grazie x il commento.
brando: Ed ecco l’input che volevi. Andrea e Sirius stavano assieme e lui si è scordato di lei oppure,
no? MUAHAHAHAHAHAHA! A me è sempre piaciuta la coppia Ginny/Harry, da quando lui la salva nel secondo libro c’ho sempre fantasticato sopra. Mi piacciono anche le Harry/Hermione, ma li vedo troppo
amichetti del cuore per considerarli amanti e scrivere su di loro! PS: Come Sirius recupererà la memoria su Andrea, le mie amiche che
stanno leggendo la fic in anteprima si stanno ancora rotolando per terra dal ridere! XD
lyrapotter : Il pezzo KokkaVsHarry
viene dalla mia ficFred/Hermione che ho cancellato *inochan cerca di fuggire, ma viene stesa da una sedia
scagliata da mano ignota* Sono contenta che però te lo ricordi! XD Ps : Certo usa pure tutta la next generation di Came back! XD
Dance: Beh se non le trovi più significa che le ho cancellate. Non mi piacevano
il corso che stavano prendendo e le ho eliminate. E’ un brutto vizio questo, ma
che vuoi farci… A 24 anni ormai non mi cambi più.
Sirius Black non riusciva a capire.
Com’era possibile non ricordare minimamente una persona eppure amare così
tantoil suo odore. Non sapeva come
spiegarselo, su quella ragazzanella sua
mente non c’era nulla, non un frammento o un straccio
di immagine, eppure, ogni volta che sentiva il suo profumo, sapeva di essere
legato a lei, in qualche modo. Non riusciva a staccarsene e si sentiva
impazzire perché non riusciva a capire il motivo di tanta affezione. Si guardò attorno. Dopo un paio di giorni di
lontananza aveva dovuto per forza seguire il bisogno malato di vederla, per non
finire con l’ammattire del tutto. Per questa ragione si era smaterializzato a
casa sua col rischio di farsi beccare dagli Auror che
gli davano la caccia.
Andrea dormiva tranquilla sul
divano, una vecchia coperta a coprirle le gambe e il braccio sinistro a farle
da cuscino, la tv dava un vecchio film d’amore e Sirius
si ritrovò a ridacchiare, quella si che era una
notizia…Scosse la testa , poteva fare
la dura quanto voleva, ma alla fine era come tutte le altre ragazze . Anche a lei piacevano le vecchie storie d’amore con un happy
ending scontato e un tantinostucchevole.
Scosse la testa e un sorriso gli piegò le labbra,“Ormai ti ho capita ragazzina.”si disse .
Fece il giro del divano e si diede all’esplorazione della casa. Era piccola e molto ordinata, con tende bianche alla finestra e un piccolo
orsacchiotto grigio messo di lato una pedicolante
piladi libri. Siriuslo prese fra le mani *Coccolo* diceva il ciondolo che portava al collo,
lo scosse e il piccoletto emise
un trillo e una dolce musichetta –Carino.- si lasciò sfuggire mentre lo
rimetteva al suo posto e si dedicava alla fila di foto che entrando aveva
attirato la sua attenzione.Malocchio che agitava un boccale di birra, Kingsley
in tenuta da Quiddich e un’inquietante chioma rasta. Eranofoto molto vecchie e tenute di gran conto, Andrea doveva esserci molto
affezionata. Ninfadora, Ted
e Meda, Sirius sorrise all’espressione serena della
cugina mentre baciava la guancia del marito, gli sarebbe
davvero piaciuto rivederla. Remus in divisa da grifondoro, che sorrideva
verso la camera magica mentre James e Peter gli facevano smorfie alle sue spalle, saltellando per
farsi vedere. E alla fine… -Questo sono io.-
Prese la foto in mano e il
fiato parve mancargli di colpo.
Stava tenendo stretta una
ragazzina in divisa da grifondoro. Piccolina con dei
bei boccoli biondi, dimostrava sui quindici anni -Andrea…-
mormorò mentre sfilava la foto dal portaritratti e la girava
.
Prima di incontrarti pensavo che la mia vita fosse
persa, poi sei arrivata tu e sono rinato…
Grazie piccola mia.
Era la sua calligrafia, era
stato lui a scrivere quella dedica, ma come era
possibile?
-Mi è sempre piaciuta quella foto.- Sirius si volse
con un salto mentre Andrea si stirava sotto le coperte e lentamente si tirava a
sedere –E’ l’unica cosa che non sono riuscita a buttare.-
Sirius deglutì a vuoto un paio di
volte mentre le mostrava la foto che teneva fra le mani
-Noi…- Non riusciva a dirlo, era troppo assurdo per essere vero-Noi stavamo…-
Andrea annuì -Assieme…Sì.-
-Perché non me l’hai detto?-
-Se non te lo
ricordi…Significa che per te non era importante.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Cacchio Pad smettila!-
urlò Remus , svegliandosi di
colpo, con quel modo "dolce"che
solo Sirius, aveva per ridestare la gente. Ovvero,afferrare per le spalle e scuotere forte! Lo allontanò da
sé schiacciandogli una mano in faccia e gli donò un’occhiata fra l’incazzato e l’insonnolito- Che diavolo ti prende Cagnaccio?- gli chiese dopo un lungo sbadiglio.
-Quando avevi intenzione di dirmelo?-
-Che sei un’idiota? Anche subito.-
Sirius gli assestò un altro paio di scrolloni e Remus si sentì pronto
a rigettargli la cena della sera prima in faccia. Lo prese
per la camicia e con un colpo di reni lo ribaltò accanto a sé -Che cosa?
Che cosa dovevo dirti?- gli chiese mentre lo guardava
lottare con le coperte sfatte per mettersi supino.
-CHE IO E ANDREA
MOODY STAVAMO ASSIEME!-
Remus si mise seduto mentre Sirius si prendeva la testa fra le mani, finalmente se
n’era ricordato –Aspettavo che lo facessi da solo.- gli rispose mentre James entrava nella stanza, stropicciandosi gli occhi,
spettinato come un gatto terrorizzato –E alla fine è successo.-
-Non me la ricordo…-
-Cosa?- chiese James –Se hai appena detto…-
Sirius rotolò sul materasso in preda
alla disperazione – Sono andato a casa sua, ho visto una foto, io e lei adHogsmade…- spiegò mentre Prongs prendeva posto ai piedi del letto,grattandosi la
testa e arruffandosi ancora di più –L’ho sfilata dal portaritratti e c’era una
dedica dietro.- arrossì un po’-MERDA ERA
DAVVERO LA MIA RAGAZZA!?-
Remus annuì- Vi eravate da poco
messi assieme quando sei stato arrestato…- allungò le gambe e fece segno a James di mettersi alla sua sinistra ,Prongs gli gattonò accanto e come qualche anno prima
si ritrovarono tutti e tre a dividere lo stesso letto -… Vi conoscevate già da
prima. Quando noi eravamo all’ultimo anno lei era al
primo. Te la sei guardata crescere e diventare una signorina e alla fine te la
sei presa.-
- Davvero, Pad.-concordò
James. Portò le braccia dietro la testa a mò di cuscino e si stese vicino aMoony , accavallando le gambe all’altezza delle
caviglie-Eri innamorato perso.-
-Davvero?- borbottò Sirius da sotto il cuscino che si
era ficcato in faccia.
-Altrochè…-
-E allora perché mi ha dato la
caccia per questi due anni? Se stavamo assieme, se
anche lei mi voleva bene, perché non si è fatta alcuno scrupolo quando le hanno
dato il compito di riportarmi in galera!? A tratti ho temuto che mi facesse a
pezzi. – si tirò su di scatto e Remus sbuffò
esasperato da tanta insensibilità-Spiegami, non fare il saputello come al tuo
solito.-
-Pad…Il confine fra amore e odio è molto sottile…- si sentiva come uno a cui è stato chiesto
di spiegare il colore del sole a un cieco -… E Andrea l’aveva abbondantemente
superato.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Un paio di colpi di tosse e i
tre Malandrini aprirono gli occhi sull’immagine di Andrea
in piedi accanto al loro letto. La guardarono ridacchiare con una macchina
fotografica in mano e meno di mezzo secondo dopo si resero conto che il modo in
cui si erano addormentati*quasi uno sopra l’altro* poteva essere
fautricedi doppi e anche tripli sensi -
Ehi!- urlò James mentre Andrea scattava un’altra foto
- Non farti venire strane idee in testa bionda!-
-Io non mi faccio venire nessuna idea in testa, mi attengo semplicemente alla realtà
dei fatti.- fischiettò giuliva e si allontanò di un paio di passi dalla
testiera del letto, quando Sirius con un balzo cercò
di prenderle la macchinetta dalle mani. La nascose dietro la schiena e quando
il Malandrino si chinò su di lei per prenderla gli soffiò all’orecchio-Ho
notizie su Lily…- lo sentì irrigidirsi – E Dio m’è testimone non vi piaceranno
per nulla..-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Sirius si lasciò cadere contro lo
schienale della seggiola mentre Remus ringraziava il
cielo con una mano premuta sul petto- E’ sotto l’influsso di un incantesimo di
memoria.- dissero quasi in coro verso Andrea, in piedi accanto alla finestra
–Grazie a Dio.-
-Ho studiato da Obliatore, non mi ci è voluto
molto per capirlo.- Usando la pozione polisucco si
era cambiata in Tonks e usando l’aspetto dell’amica
aveva intrattenuta una piccola conversazione con Lily, spacciandosi per una turista
in cerca della Torre di Londra. Sirius balzò in
piedi,la prese per le spalle e le
schioccò un bacio sulla fronte –Vado a dirlo a James.- rise contento, fece per allontanarsi dalla ragazza,
ma questa lo trattenne afferrandolo per un braccio.
-Se fossi in te non lo farei.-
-Perché? – Sirius
le rivolse uno sguardo interrogativo –Basterà spezzare l’incantesimo e riavremo
indietro la nostra Lily.- guardò verso Remus che per
una volta gli stava dando ragione, la ragazza scosse il
capo e si volse completamente verso di lei -Che c’è che ti preoccupa?-
-Mi preoccupa che quei due hanno
un figlio.-
Fine capitolo.
*Ino chan fugge da una turba di lettori inferociti* CHE QUALCUNO MI SALVI!!!!
*questa è la mia vendetta per tutte le Seviterus che ho letto, ovvero le
fic in cui Piton è il vero padre di Harry e James ha
Quel bambino era il ritratto
in terra di sua madre, faceva quasi male a guardarlo e Remus
dovette abbassare gli occhi per impedirsi di dare di matto un’altra volta. Sirius aveva distrutto mezza casa, lui aveva preso a pugni
il muro, per il momento poteva bastare, ora doveva mettere in moto il cervello
–A che pensi Remmy? - gli chiese Andrea mentre Sirius seguiva con lo sguardo la palla che il ragazzino
stava correndo. Da che aveva visto il bambino non
aveva più detto una parola, e dato che non poteva mettersi a discorrere con un
cane, era normale che cercasse di discorrere con lui. La guardò accarezzare il
capoccione di Sirius con fare assorto
– E’ molto carino.- le disse nonostante il ribrezzo
che sentiva attaccato alle viscere.
-Assomiglia a sua madre,
grazie a Merlino.-
-Mi hai letto nel pensiero.-
Aveva i capelli neri e gli
scuri come Piton, ma per il resto assomigliava in
tutto a Lily… Dalla forma del viso, al taglio degli occhi, avevano persino lo
stesso sgraziato di correre e … Scoppiarono a ridere nello stesso momento e di
ruzzolare a quanto pareva. Il bambino tirò su la testa dall’erba e si volse
verso di loro toccandosi la fronte , li guardò per un
lungo momento, poi il suo sguardo inquadrò Sirius,
seduto accanto ad Andrea –FORTE!-
esclamò indicandolo –Sta seduto composto.-
I due maghi si girarono verso il
cane, mentre il bambino si avvicinava ammirato –L’hai addestrato signora?- lo
sentirono chiedere mentre piegava la testolina sulla spalla sinistra. Andrea
inarcò un sopracciglio e Remus si girò dall’altra
parte per impedirsi di scoppiare a ridere in faccia al piccoletto e alla sua
genuina ammirazione – Sì, l’ho addestrato, guarda.-
Andrea si alzò in piedi e Sirius la guardò male… Davvero, anche se era un cane riuscì
a scoccarle un’occhiataccia “Se mi fa fare qualcosa di
sconveniente, la sbrano!”
-Palmiro!- tubò Andrea con un battito
di mani.
“PALMIRO!?”
-Su Palmiro in piedi.-
Sirius si tirò su due zampe e il
piccolino applaudì eccitato.
-Prega.-
Unì le zampe anteriore e le
mosse avanti indietro.
-Saluto.-
Schiacciò il cinque alla
ragazza.
-Abbaia.-
Diede un paio di latrati.
Remus si girò completamente e
mascherò con un paio di colpi di tosse la crisi di
ridarella acuta che sentiva premere nei pressi della vescica. Strinse le gambe
e pregò di non farsela sotto mentre Andrea afferrava il testone di Sirius e lo strapazzava come un peluche
–Chi è il mio cagnaccio? …Ma chi è il mio cagnaccio?-
“Dio,
chi se l’aspettava così scema!”
-Anche a me piacerebbe avere
un cane, ma a papà non piacciono.- Tutto il buon umore svanì in un secondo,
Andrea si girò verso il bambino e Remus tornò serio,
si sporse verso Sirius che allungò il muso verso di
lui per farsi toccare - … A volte penso che non mi voglia bene.-
-Da…Davvero?-
Il piccolo scosse la testa,
poi sorrise ad Andrea come per cancellare quell’ultima
affermazione –Tu come ti chiami?- le chiese nella
speranza di cambiare argomento, lasciando andare Padfoot
e voltandosi completamente verso di lei. La ragazza parve pensarci un momento,
poi ricambiò il suo sorriso –Mi chiamoLènor.- indicò Remus –Lui invece
è mio marito Joel.-
Non potevano dirgli i loro
veri nomi, se il piccolo raccontava le sue giornate a casa, Pitonc’avrebbe messo un secondo a scoprirli a fargliela
pagare cara per essere arrivati così tanto vicini a suo figlio -E tu come ti
chiami?-
-Lorien.- tese una mano verso Andrea
poi verso Remus –LorienPiton.-
Remus trattenne a stento un
rigurgito di rabbia a strinse la mano che il bambino
gli offriva. Si piegò verso lui e con un gran sorriso gli chiese –E dimmi Lorien, quanti anni hai?-
-Dodici.-
-Dodici. Sei un ometto.-
-E tu quanti ne hai?-
Remus si spettinò i capelli con una
risata –Non si direbbe guardandomi, ma sono piuttosto
giovane. Ho…- tacque un momento e in un secondo penso
di giocare d’astuzia. C’era qualcosa che non andava in quel bambino, non sapeva
dire che cosa di preciso, ma era disposto a scoprirlo–Ho 34 anni, sono nato il 10
marzo e tu?-
-16 aprile 1982-
-Aprile?- ripetè
il licantropo “Non è possibile…”
Un brusco trillo strappò entrambi a tutti un sobbalzo, Lorien
sollevò la manica sinistra della giacca mostrando ai presenti un vecchio
orologio dal cinturino logoro. Strizzando un po’ gli occhi controllò l’ora sul
quadrantee sbuffò –Devo tornare a
casa.-Recuperò la palla e infilò una
mano in tasca –Ecco qua…- disse mentre inforcava un paio di occhialetti
dalla montatura semplice..
-Porti gli occhiali?- gli
chiese
Andrea.
-Lì tolgo quando gioco perché
cado spesso e non vorrei romperli.-
La ragazza si girò verso Remus che se ne stava a bocca
aperta -Ci vediamo signori…Ciao Palmiro!!!- li salutò Lorien
ignaro dello shock che era piombato loro sulle spalle. Prese la via laterale
del parco e poi la stradina che portava a Spinner’s
End. Andrea si lasciò cadere accanto all’amico mentre Sirius
tornava uomo.
-Io non vorrei…-cominciò
la ragazza.
-Quell’orologio.- fece eco Sirius –Jamesne
aveva uno uguale.-
-E’ nato a
aprile 1982 … Questo significa che…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
James abbassò lo sguardo sulla
tazza di cioccolata calda che Remus gli aveva
infilato fra le mani, c’era qualcosa che non andava, ormai sapeva come
ragionava Moony, la cioccolata cura ogni patema d’animo
e a lui, molto probabilmente, stava cadendo fra le braccia la madre di tutti
gli shock –Che è successo?- chiese guardando gli amici e Andrea sul fondo della
stanza –Pagnottella, sto per diventare zio?-
Andrea sbuffò girando la
testa.
-Jaime… -chiamò Remus
–Abbiamo una domanda da farti.-
-Sparate.-
Sirius si massaggiò il centro della
fronte con due dita mentre Remus roteava lo sguardo
al soffitto. Quella era senza dubbio uno dei momenti più difficili di tutta la
loro vita – James
…- cominciarono quasi in coro –…Lily,
era incinta quando è morta?-
Gli occhi di James ebbero un guizzo indefinibile. Prese un lungo sorso
di cioccolata e si leccò le labbra per eliminare i baffetti
scuri che solitamente gli lasciava agli angoli della
bocca –Sì…- disse –Era incinta
di tre mesi.-
-Da…Davvero?-
-Era un maschio…-
In un secondo James vide Andrea fare l’atto di contare sulle dita, Remus ringraziare il cielo con una mano sul petto e Sirius balzare in piedi con un sorriso che andava da
orecchio a orecchio-Vieni con me Prongs…-
gli disse mentre lo prendeva per un braccio.
-Dove?-
-A riprenderti la tua vita.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Vivi…Lily era
viva, il suo secondo maschietto era vivo. James
sentì una lacrima scendere mentre li guardava disfare
le decorazione natalizie e ridere a fra di loro. Fece per avvicinarsi di un
passo alla casa e alla moglie e al bambino che aveva ritrovato quando una
violenta sensazione di sgradevole lo investì in pieno e lo fece voltare –MOCCIOSUS…-sillabò
mentre Sirius portava una mano alla bacchetta.
-Come ci si sente Potter?-
-Cosa?-
-Come ci si sente ad avere ciò
che si desidera a portata di mano e non poterlo stringere fra le braccia.- James avanzò di un passo e Piton
si allargò in un ghigno giallognolo –Io non lo farei se fossi in te…-
-Perché?-
Piton indicò il bambino- La vita di
tuo figlio dipende da me.-
Fine capitolo.
*questa è la mia vendetta per
tutte le Seviterus che ho letto, ovvero le fic in cui Piton è il vero padre
di Harry e James ha fatto
una fattura a Lily per prendersi sia la donna che il bambino!!!!
James sentì la rabbia montare ed esplodere e rompere gli argini della
sua ragionevolezza
James sentì la rabbia montare ed
esplodere e rompere gli argini della sua ragionevolezza. Senza pensare a cosa
stava facendo si avventò su Piton, e lo schiacciò
contro il muro dietro di lui, facendogli battere la nuca con una forza tale da
fargli chiudere gli occhi per il male -Che significa
che la vita del bambino è belle tue mani?- gli soffiò in faccia. Strinse le
mani attorno al suo collo, ignorando Sirius e i suoi
inviti a rimanere calma –Prongssiamo
in mezzo alla strada…- gli disse, cercò di tirarlo verso di lui, ma James era intrattenibile –Ricordati che sei ricercato.-
-Non me ne frega un cazzo.-
Tornò a Piton
e lo trovò con un sorrisetto viscido stampato in
faccia. Fece per stringere la presa su di lui quando la sua attenzione fu
attirata dal sacchetto di pelle che l’uomo teneva nel pugno. Stava per
togliergliela di mano quando l’urlo soffocato di Lorien
lo fece voltare. Il bambino aveva spalancato gli occhi e si era portato una
mano al petto –Lorien?- chiamò Lily mentre lui si
staccava da Piton –Lorien
che c’è ?-
Il piccolino spalancò la
bocca, ma invece di rispondere alla madre si afflosciò su un fianco –OH MIO
DIO!- urlò Lily e James si portò le mani fra i
capelli. Guardò Lily chinarsi sul piccolo, cercare di farlo rinvenire per poi
lasciarsi prendere dal panico e chiamare in aiuto la vicina che aveva assistito
alla scena dal balcone.
–Che gli hai fatto?-
urlò Sirius –Perché è svenuto?-
-Te l’ho detto Potter.- disse guardando James e
le sue spalle tremanti- La vita di tuo figlio dipende
da me.- strinse le dita attorno al sacchettino che
teneva in mano e il bambino urlò inarcandosi fra le braccia di Lily –Dimmi come
ti senti?-
-Come mi sento?-
-Sì Potter,
dimmelo…Come ti senti?- Una gioia malata gli illuminava lo sguardo e James si sentiva a un passo dal
vomitargli in faccia. Era la prima volta che l’odio, il disgusto che sentiva lo
faceva stare male fisicamente . Deglutì aria e livore
e si avventò di nuovo sul vecchio compagno di scuola che in un secondo si
ritrovò steso sul cofano di un auto – Morirai piccolo
verme infame, forse, non oggi, forse non domani, ma tu morirai. - gli disse
all’orecchio-…E quel giorno, rimpiangerai di non
essere finito fra le fauci di Remus.-
Si allontanò da lui e si volse
verso Sirius –Andiamo.- gli
disse. Accompagnò le parole con un cenno della testa e Padfoot
annuì dopo aver lanciato un’occhiata al bambino che stentava a riprendersi –Che
razza di schifoso è…- disse senza guardare l’oggetto di quell’insulto
sgorgato dal cuore –Un uomo che se la prende con un
bambino.-
-Uno sbaglio della natura che
va cancellato quanto prima…- gli rispose James.
Diede le spalle ai due e si
avvicinò alla casa, a Lily che coccolava il bambino e alla dolce vicina che
cercava di farlo riprendere con una boccetta di Sali sotto al
naso –Ecco.- disse piegando un ginocchio a terra- Così si fa per far
rinvenire la gente.-
Lily sollevò lo sguardo verso
di lui, per un lungo momento, senza dire una parola. Non poteva averlo
riconosciuto, non poteva sapere chi fosse, eppure, per
un momento, James ebbe l’impressione di averla
raggiunta in qualche modo. Prese il viso di Lorien
fra le mani e premette i pollici sulle sue tempie. Era una magia, una tecnica Auror, il piccolo si lamentò per un momento e la vecchia
vicina di casa si lasciò sfuggire un sentito –Bella
trovata lo yoga!-
-Sì, chiamiamolo yoga.-
Lorien aprì gli occhi e James si ritrovò a sobbalzare.
Erano molto più chiari rispetto a qualche minuto prima, erano quasi …“Nocciola, come i miei.”si disse con un sorriso triste. Lorien
si tirò a sedere fra le braccia della madre e si toccò la testa con verso
indolenzito-Che è successo?- chiese guardandosi attorno –Mi faceva
tanto male il…-
-Niente che un po’di
cioccolata non possa curare , campione.- gli rispose James.
Lily annuì ancora frastornata
e il bambino ridacchiò leccandosi le labbra come un micetto
affamato –Quasi,quasi…- disse alzandosi.
-La ringrazio.-
James strinse i pugni al tocco
della mano di Lily sul braccio, disse di sì col capo mentre gli occhi le prometteva un veloce salvataggio “Ora che so sei viva, farò di tutto per riaverti.”
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Erano passati un paio di giorni da quando James aveva rivisto Lily e aveva saputo dell’esistenza del
piccolo Lorien. Parlare adHarry era stata un’esperienza traumatica, vederlo piangere
di rabbia aveva decuplicato il suo senso di impotenza e l’odio e il disgusto
che provava per il miserabile che stava distruggendo la sua ritrova esistenza .
Si era fatto promettere prudenza e nessun colpo di testa, ma alla fine sapeva
che Harry era un Potter e
come tale facile preda degli umori. L’aveva salutato col magone
e poi si era dato alla depressione.
Mandava giù litri di FireWeaskey e blocchi di
cioccolata. Remus un paio di volte aveva provato a
fargli capire che quello non era il modo di fare di un adulto che rivuole sua
moglie e suo figlio indietro, ma alla fine si era lasciato convincere da Sirius –Lascialo smaltire per un paio di giorni…-
-Sì, ma non può ingozzarsi di
cioccolata e alcool, creperà di cirrosi epatica!- lo guardò correre verso il
bagno rigettare con la testa infilata nel water, si portò una mano in faccia e
prese la giacca –Basta io non voglio più saperne niente, vado a lavoro.-
-D’accordo…Io vedrò di mantenerlo
in vita fino al tuo ritorno.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Più che un lavoro quello per Remus era un vero e proprio passatempo. Starsene al bancone dell’Azalee bar, rispondere alle battute degli avventori era
rilassante per lui, troppo abituato a rimuginare sulle cose e starsene chino
sui libri. Agire e non ponderare, era estremamente
rilassante. Sollevò lo sguardo dai boccali che stava asciugando e sorrise ai
nuovi clienti, una donna e un uomo che alla sua vista si bloccarono sulla
porta-Salve.- disse senza guardarli bene.
-Remmy?-
-Uhn?- sollevò la testa e alla
vista di Andrea inarcò un sopracciglio. L’uomo era KingsleyShackelbot che si
allargò in un sorriso e tese una mano verso di lui- Remussono anni che non ti vedo.- gli disse mentre prendeva
posto al bancone, lasciando Andrea a guardarsi indietro.
-Già è un bel po’ di tem…-
-AHIA!-
Remus si volse giusto in tempo per
vedere Andrea finire di pancia sul pavimento, sotto un’insolita streghetta dai capelli rosa, che si alzò da lei
ridacchiando e spolverandosi i pantaloni di stoffa verde mela che indossava –Scusa
Andie …- disse
mentre tendeva una mano alla biondina rimasta a terra –Su alzati.-
-Inizia a correre.-
-AAAAAAAHH!-
Lupin indicò la porta che le due
donne avevano imboccato di corsa e Kingsley rise
scrollando il capo – Tranquillo, Andrea non le farà niente.- prese un bel sorso
di idromele e si lisciò il mento pensieroso –Oh
meglio, non le farà niente di irreparabile.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Innamorarsi di qualcuno a
prima vista è possibile? Sì, certo e NinfadoraTonksne era la prova più
lampante. Regina dei colpi di fulmine era capace d’infatuarsi di tre persone
differenti nell’arco della stessa giornata e di giurare sulla Bibbia che ognuno
di loro era l’amore della sua vita e padre della sua futura prole. Per questa
ragione Kingsley e Andrea non badarono
molto allo sguardo da triglia innamorata che aveva messo su non aveva appena
aveva inquadrato Remus al bancone.
-E’ carino.-
-Molto.- concordò Andrea.
-Quanti anni ha?-
-Trentaquattro.-
-E’ giovane.-
-Direi…- sollevò
lo sguardo dalla ciotola di stuzzichini che divideva con Kingsley
e scoccò un’occhiata d’avvertimento alla ragazza che mise su la sua espressione
più angelica. Quando incominciava a fare troppe domande su
qualcuno c’era da preoccuparsi, di solito si prospettavano guai a l’orizzonte e
anche il solito cuore spezzato da rimettere assieme –Tonks
che mi vuoi dire?-
-Me lo presenti?-
-Vai là e ti presenti da
sola.-
-Eddainee
san!-
- Nee
san‘sta cippa.- Kingsley le poggiò una gomitata alle costole e la
ragazza si girò verso di lui sollevando le mani –Cosa?- gli chiese notando il
suo sguardo da fratello maggiore scontento –Non rompere, non mi va di fare Cupido!-
-Andrea non fare la scontrosa.-
-No, Kingsley
sta facendo la stronza, è diverso.-
Andrea gonfiò le guance piccata mentre i due, cosiddetti amici la pungolavano
nella speranza di smuovere quella cosarella
rinsecchita che era la parte dolce e disponibile del suo carattere- E poi sei
tu quella che diceva “Speriamo che Tonks si trovi presto un bravo ragazzo, sono stufa di
vederla saltare da un punk all’altro” E un ragazzo migliore di Lupin dove lo troviamo?-
Ninfadora annui
cucciola
mentre le strattonava la maglietta
-E va bene!-
Si alzò e con uno strattone si
portò appresso l’amica – Remus!- chiamò. Lupin spostò lo sguardo dalla birra che stava spillando e
le sorrise –Remus lei èNinfadoraTonks. Ninfadora lui è RemusLupin.- si batté le mani in pancia – E adesso, se
permettete, vado a ingozzarsi di patatine all’aneto.-
“E speriamo di non aver fatto una
gran cazzata.”
Fine capitolo.
Sono
contenta che questa storia nata “ Perché io adoro JamesPotter!” sia tanto apprezzata. Un
grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito e
messo fra i preferiti questa mia.
Essere piccoli e puccettosi in un mondo di giganti a volte può avere i
suoi vantaggi… Ad esempio non ti fai tanto male quando
*Il
capitolo che ieri sera ho postato era una bozza. Quando ho scritto la fic, un paio
di mesi fa, aveva deciso di creare degli intermezzi per spezzare la storia, ma
poi mi sono resa conto che veniva fuori un gran casotto e li ho tolti. Quelli
di ieri era una bozza sopravvissuta alla cancellazione e che ho messo on line per sbaglio (ho letto il numero del capitolo, ma non
l’ho aperto per vedere se era il file giusto…) CHIEDO SCUSAPER L’ERRORE E
SPERO CHE CONTINUERETE A LEGGERE LA FIC.
Capitolo nove.
Una domanda assillava NinfadoraTonks da qualche tempo. Perché i
due neuroni sopravvissuti ai bagordi della sua adolescenza non si abbracciavano
forte, forte e non le donavano dei comportamenti un pelo più assennati? Per quale motivo, per quanti sforzi facesse. non riusciva a tenere comportamenti consoni ad un normale
essere umano? Si portò una mano alla testa e gemette forte. Da che era venuta
al mondo, una sola convinzione era stata la sua bandiera nei momenti di crisi, sono gli altri ad avercela con me,
non sono io a ficcarmi nei guai, sono loro a corrermi dietro. Le aveva sempre riappacificato l’anima scaricare le sue colpe sul prossimo e
non poterlo fare anche in quella circostanza la mandava in bestia. Aveva
mancato la seduta dello sgabello, da sola. Senza l’aiuto esterno di qualcuno.
Come una cretina aveva cercato di sedersi ed era finita a gambe all’aria sotto
lo sguardo sbalordito di Remus“Ecco che succede quando cerco di fare la persona civile.”si disse mentre scansava le mani di Remus e si tirava in piedi aggrappandosi al bancone –Sto…Sto bene, grazie.-
-Sicura? Hai fatto un volo…- L’aveva vista
sparire sotto il bancone e prima di realizzare che
cosa era successo aveva sentito Andrea e Kingsley
sbottare in un'unica risata a pernacchia. Si portò una mano fra i capelli
mentre la ragazza si massaggiava poco educatamente la terga.
-Sì, Remus
non è la prima volta che mi succede…- arrossì e i
capelli le si afflosciarono sul viso. Erano passati da
essere di un bel rosa, zucchero filato a un
tristissimo viola, addobbo funebre. Insaccò la testa nelle spalle e mentalmente
maledisse le due iene che se la stavano ridendo della
sua figura di cacca. Andrea ormai stava piangendo dal troppo rideree Kingsley aveva
poggiato la testa sul tavolo e si era coperto con le braccia.
“Guarda che
figli di…Con tutto il rispetto alle loro madri.”
Fece per
avvicinarli e stenderli con una stupeficium a testa
quando fu superata da uno sparuto gufetto arancione.
Stupita lo seguì con lo sguardo e lo vide atterrare ad ali aperte sul tavolo,
fra Andrea e Kingsley che tornarono seri di colpo.
Era Laz, il gufo di Azkaban. Vecchio come il cucco e quasi cieco, veniva usato per avvertire le guardie in libera uscita.
-Che è successo?- chiese Shackelbot all’amica.
Andrea prese la
pergamena che l’uccello portava. I presenti la videro sbiancare mentre la
leggeva. Doveva essere successo qualcosa di grave, si lanciarono uno sguardo e
Andrea deglutì a vuoto mentre infilava la borsa: -Andrea?- la
chiamò Remus in apprensione mentre Ninfadorale si avvicinava.
-Una rivolta ad Azkban… - guardò Kinglsey -Dobbiamo andare.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Dove sono i Dissennatori?-
HestiaJones si grattò una tempia perplessa mentre Emmelinesi guardava
attorno. Era state richiamate anche loro per sedare la rivolta al super
carcere, ma al loro arrivo avevano trovato solo un’alquanto
confusa Andrea e Kingsley sul piede di guerra
. Misero mano alla bacchetta e si avvicinarono ai compagni, che da cima una
scala guardavano verso l’alto –Allora?-ripetèEmmeline–Dove sono finiti quella sotto specie
di lenzuoli ambulanti?-
Andrea le fece segno di guardare su e alla giovane strega morì il
fiato in gola. Tutti i Dissennatori della prigione
stavano svolazzando in tondo ad un unico prigioniero. Una donna che rideva
divertita e girava su se stessa a braccia aperte –BellatrixLastrange?- chiese Hestia e Kingsleyannuì con un cenno della testa.
-E’ lei ad aver scatenato questo
casino?-
-Sì, secondo quello che ci
hanno detto.-
Da una delle celle
si levò un urlo agghiacciante, i quattro Auror si
girarono con un balzo ,Emmeline
e Hestia si spinsero contro il muro, Andrea serrò la
presa alla bacchetta e Kingsley salì un gradino. Una
risata divertita si allargò fra i presenti e Bellatrix
cessò il suo ballo fra i Dissennatori per rivolgere
un’occhiata all’ombra che stava avanzando verso di lei.
-Ti sei divertito caro?-
-Moltissimo, grazie.-
Rudolphus emerse
dal buio e rivolse uno sguardo agli auror che
assunsero tutti la stessa posa difensiva.Si allargò in un sorriso malato epuntò un dito verso Andrea che irrigidì le
spalle –Ora tocca
a te puttana.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sirius misurava a passi
la stanza, torcendosi le mani e borbottando sotto voce. Da che Remus lo
aveva informato della rivolta ad Azkaban
non era più stato in grado di sedersi e di tirare un respiro decente. Strinse i
pugni uno dentro l’altro e guardò verso la finestra aperta. Non si ricordava di
lei, eppure , la sola idea che potesse succederle
qualcosa lo faceva impazzire.
Cercò di rilassare le spalle mentre Remus distoglieva
l’attenzione dal giornale che aveva poggiato sulle ginocchia e James spegneva accendeva la tv per la quarta volta di un
quarto d’ora.
-Vedrai che starà bene.-
-Le ho detto di passare qui a
cose fatte.-
Sirius annuì e riprese a
contare le piastrelle che componevano il perimetro del pavimento, era al quarto
giro della stanza e ancora non riusciva trovare un modo per calmarsi. Conosceva
bene le capacità di Andrea, sapeva di che cosa era
capace, ma non riusciva a stare tranquillo. Ad Azkaban
c’era LEI e lei sapeva come tenere testa ad un Auror,
per quanto forte e combattivo.
“Oh, andiamo sto
diventando scemo…E’ impossibile che c’entri Bella.”
L’aveva sognata la
sera prima, non ricordava bene in che contesta, sapeva solo che si era ritrovato
a gridare come un ossesso. Si massaggiò le palpebre con due dita e sorrise
quando un lampo argenteo illuminò la stanza. Andrea apparve fra il fumo della materializzazione tenendo un braccio attorno alla pancia e
il busto leggermente piegato in avanti.
-Andrea?-
La ragazza spostò
lo sguardo verso Sirius, sorrise e cadde sulle
ginocchia.
-Ehi!-
In un secondo
Sirius le fu accanto, le impedì di cadere a faccia
avanti e la strinse a sé. Aveva la maglia umida, Sirius
allontanò le mani dalla sua schiena e raggelò alla vista dello strato di sangue
che lo copriva –Dio…No…- mormorò.
-Sirius guarda…-
James sfilò dalle mano sinistra di Andrea il pezzetto di pergamena che
stava stringendo, lo aprì e lo porse a Sirius che
sbiancò. Una calligrafia sgraziata gettata in fretta sulla carta diceva.
La prima cosa che Andrea avvertì aprendo gli occhi fu la sensazione di
aver qualcosa che premeva contro il fianco sinistro …
La prima cosa che
Andrea avvertì aprendo gli occhi fu lasensazione di aver qualcosa chepremeva contro il fianco sinistro … L’altro era talmente intorpidito che
quasi non le sembrava di averlo attaccato al resto del corpo. Inspirò
profondamente e abbassò lo sguardo e la testa scura di Sirius
poggiata contro di lei le strappò un sobbalzò. Si
guardò attorno, ma aveva dormito sulla sedia? Girò la
testa verso la finestra, il sole oltre i tetti era
piuttosto alto, doveva essere mattina
inoltrata e lei era stata attaccata in pieno pomeriggio…Oh Merlino, ma quanti giorni erano passati dalla rivolta di Azkaban?? L’ultima cosa che ricordava era quella Avada che le sfrecciava
sopra la testa e la sensazione di vuoto sotto i piedi. Poggiò una mano sulla
spalla dell’uomo e lo scosse leggermente, lo sentì mugugnare prima di
svegliarsi, lo guardò stropicciarsi gli occhi e stiracchiarsi leggermente e
voltarsi verso di lei con un’espressione quasi rassegnata –Ehi…- esclamò sorpreso –Ti sei svegliata?-
Le appoggiò una mano sulla fronte come per
tastarle la temperatura, sorrise e lasciò cadere le spalle con una mossa
rilassata, Andrea piegò la testa sul cuscino e lui arrossì un poco-Sei stato con me tutta la
notte?- gli chiese, Sirius
annuì e lei imbronciò le labbra in una smorfia
perplessa –Perché?-
L’uomo la guardò
perplesso, che domanda era quella? Preoccuparsi
per lei gli era venuto più che naturale, non era stato a farsi tante paranoie,
si era seduto e semplicemente aveva aspettato di vederla aprire gli occhi.
Scrollò le spalle e Andrea si morse la lingua per non mettersi a gridare per i
nervi - Non
sforzarti di fare il carino di me…- soffiò mentre
scivolava in posizione seduta –Non la voglia la tua pietà.-
-Che pietà Andrei!
E’ solo che…-
Andrea abbassò la
testa per non guardarlo.
-Io non mi ricordo, ma mi
ricordo.-
La ragazza inarcò
un sopracciglio e Sirius si massaggiò il centro della
fronte con due dita. Era difficile da spiegare quello che sentiva, la sua mente
non la ricordava per nulla, eppure il suo cuore, in qualche modo sapeva che
quella strana ragazza rappresentava una buona parte di quello che di buono e
giusto aveva avuto nella sua vita.
-Non mi basta.-
-Cosa?-
-Non mi basta.-
Non mi ricordo, ma
mi ricordo, ma che cazzo di risposta era? Andrei sentì la frustrazione montare, ma per una volta decise di
non dare spago alla parte violenta e irrazionale del suo carattere. Tornò stesa
e cercò di girarsi nonostante il male che sentiva al fianco. Cadendo in malo
modo per sfuggire all’Avada doveva aver riaperto la
ferita da coltello che il caro Piton le aveva lasciato come ricordo. Ansimò e strabuzzò gli occhi quando Sirius le afferrò la spalla.
Si sentì ribaltare
e con un “Ahia!”si inarcò contro il materasso. Quell’idiota
era la quinta essenza dell’essere rozzo!!! Si era
dimenticato di averla morsa proprio in quel puntosolo un mese prima. Spalancò la bocca per
mandarlo definitivamente a quel paese, ma Sirius la
prevenne. Le afferrò il mento per tenerle ferma la testa e salì a gattoni su di lei. Le prese le labbra con un gesto brusco
e la forzò ad assecondarlo senza darle il tempo di raccapezzare che diavolo
stava succedendo.
[Tu sei tu, loro sono loro, non sentirti in
colpa per quello che la fa tua famiglia.]
Si staccò da Andrea con un salto e ricadde indietro sulla seggiola,
aveva visto, aveva sentito, si portò una mano alla fronte mentre la ragazza si
lasciava sfuggire un paio di colpi di tosse.
Effettivamente era stato un po’ violento, le appoggiò una mano su un braccio a mò di scusa, ma la ragazza non era assolutamente in vena di
misericordia. Lo allontanò con una gomitata –FUORI!- urlò afferrando il cuscino e tirandoglielo appresso –PER
CHI CAZZO MI HAI PRESO, STRONZO!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
DecisamenteHarry non sopportava bene le situazioni
stressanti. Come ogni Potter che si rispetti, ci rimuginava sopra, ci impazziva e alla fine scoppiava
in una pletora di maledizioni, magiche e non (a
seconda dei casi) verso chi era causa di un tale
sconvolgimento. James incrociò le braccia dietro la
testa e si lasciò cadere nell’erba secca della Foresta Proibita.
Da una parte riusciva a capire perfettamente come Harry si sentiva, l’avere il fratellino, lì, e non poterci
parlare lo trovava ingiusto e lesivo per il sistema nervoso, ma dall’altra c’era
la paura di vedere Lorien urlare ancora per il male e
non poteva permettere al suo primo genito di mettere
in pericolo il fratello - E’ brutto lo so, ma devi stare
lontano da Lorien e da Mocciosus.- gli disse per l’ennesima volta, sollevando un po’ il capo
per poterlo guardare in faccia–Sei
stato tu a dirmi di sentirti osservato, no? Non possiamo rischiare di mandare
tuo fratello al Creatore per l’impazienza che sentiamo.-
Harry si morse il labbro
inferiore e James raddolcì l’espressione. Sfilò una
mano da sotto il capo e la batté nell’erba accanto a lui-
Siediti qui e smetti di pensare per dieci minuti. Il cervello
ti sta andando in ebollizione non lo senti? Rilassati un attimo, sennò va a finire che mi muori qui. - rise
forte e Harry per un secondo parve rasserenarsi. Si sedette accanto al padre e strabuzzò gli
occhi quando questo con un mezzo strattone al mantello se lo buttò addosso.
-Che
diavolo fai?- gli chiese
mentre sollevava la testa dal suo petto.
-Non
fare domande e chiudi gli occhi.-
-Perché?-
-Harry!-
Harry chiuse gli occhi e James prese a massaggiargli in mezzo alle scapole con la
mano aperta, lentamente, dal basso verso l’alto –Da
piccolo, per farti addormentare, non dovevamo cantarti la ninna nanna, o
passeggiare per ore lungo i corridoio. Bastava che ti
massaggiassimo la schiena in questo modo e tu partivi per
il mondo dei sogni in dieci minuti cronometrabili.-
-Effettivamente
è piacevole…
“Anche se, più che il massaggio è bello sentir
respirare lui.”Da piccolo molte volte aveva visto Duddley
addormentarsi piano, piano fra le braccia di zio Vermont e si era chiesto cosa
si provasse a dormire ascoltando il cuore del proprio papà. Si rilassò
completamente e nel dormiveglia sentì James mormorare
piano –Tranquillo, so come fare, tu devi solo
avere fiducia in me.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
L’espressione sbalordita sul volto di Silente valeva più di mille
parole. L’idea che il piccolo Lorien
non fosse veramente figlio di Piton non l’aveva
attraversato nemmeno per un secondo, James lo guardò
portarsi una mano alla tempia e chiudere gli occhi sopraffatto.
-Mi
sembra tutto impossibile.- disse piano mentre cercava
di dare un filo logico ai suoi pensiero- Tu e Lily vivi…Severus che si comporta in questo modo.- spostò gli occhi azzurri verso James
esi lasciò cadere contro la seggiola-
Ma questo non è un sogno, sei riuscito ad arrivare nel mio ufficio e devi
essere per forza tu.-
Si alzò e raggiunse la splendida Funny
che cinguettava in direzione di James, le accarezzò
il collo e sorrise –Dimmi hai usato il passaggio della
Strega Orba oppure ti sei fatto prestare il mantello dell’Invisibilità da Harry?-
-Strega
Orba…Harry non lo sa che sono venuto. – si spettinò con forza e gli occhi azzurri di Silente
brillarono di affetto nella sua direzione- O
meglio, sono stato con lui fino ad adesso e credo che sia andato via.-
-Per
non dargli una delusione.-
-…In
caso che lei non possa aiutarmi Preside.-
-Posso
aiutarti e lo farò.-
Il mago più anziano prese un profondo respiro, raddrizzò la schiena
e in due passi si avvicinò al camino, getto una manciata
di polvere dentro e con voce roca chiamò – SEVERUS!- poi sfilò la bacchetta
dalla manica della palandrana che indossava e Harry e
Lorien apparvero dal nulla e crollarono seduti sul
pavimento.
-Bene…-
disse con un sorriso-
Iniziamo.-
Fine capitolo.
Se
accettate un consiglio…Non perdete il prossimo capitolo.
Trovarsi di fronte la bacchetta di Silente e capire di essere in
trappola, era stato un tutt’uno per Severus Piton
Trovarsi di fronte la
bacchetta di Silente e capire di essere in trappola, era stato un tutt’uno per SeverusPiton. Non aveva avuto bisogno di guardarsi attorno, d’incrociare
lo sguardo di James o di godersi l’arrivo in caduta
simultanea di Harry e Lorien
per realizzare che stava succedendo. In un secondo
aveva capito che la bugia in cui si era infilato 13 anni prima si stava concludendo e un sorriso gli aveva piegato le labbra. Docile
aveva assecondato le rischiate di Silente, aveva consegnato il sacchetto con
cui controllava la salute di Lorien e aveva ignorato
i richiami perplessi. Finalmente avrebbe smesso di chiamarlo papà, quella
schifosa copia di suo padre sarebbe tornato da chi l’aveva
messo al mondo mentre lui… Ghignò e Harry sentì un
brivido attraversargli la schiena.
In quegli anni aveva imparato
a decifrare le espressione dell’unto pipistrello di Hogwarts e quando sorrideva qualcosa stava gongolando per
qualcosa. Di solito un compito in classe in sorpresa, ma in quel caso… C’era
qualcosa di molto più importante in ballo di un compito in classe. Guardò il
fratellino e sperò di non dover piangere sul suo corpo prima
della fine della giornata.
-Bevi.-
-Eh?- Lorien
sollevò lo sguardo color pece verso Silente e si tirò indietro di un passo. Il calice che
gli stava allungando aveva un aria strana e un odore
decisamente abominevole. Scosse il capo nonostante il sorriso incoraggiante del
vecchio mago e cercò una volta lo sguardo di Severus –Papà
che succede?- gli chiese –Che cos’è questa pozione?-
-Bevi e fa silenzio idiota .-
-Mocciosus, piano con le parole!-
James prese il calice dalle mani di
Silente e piegando un ginocchio a terra sorrise a Lorien
che sembrava sul punto di piangere per la confusione che provava –Ricordi quella
volta che ti sei sentito male e io ti ho aiutato?- il
piccolo annuì pronto, non aveva mai provato tanto dolore in vita sua –Questa pozione
ti farà stare meglio, non ti sentirai più male.-
-Davvero?-
-Provare per credere.-
Lo sguardo di Lorien passò da James a Silente,
poi a Harry che gli fece l’occhiolino. Parve rasserenarsi
e prese il calice. Lo fissò per un momento, annusò ancora i ributtanti effluvi
che emanava poi ingollò tutta la pozione in un sorso. I presenti lo videro
sospirare e…Prendersi la testa fra le mani –Oh…- bisbigliò prima di gettare un
urlo allucinante.
-Professore!-
-Tranquillo James.-
Il bambino cadde a terra, la
testa fra le mani, sembrava lottare con qualcosa che si concretizzò in
una voluta di fumo violaceo che si staccò dal suo corpo e si dissolse con un
sibilò . James e Harry si
avvicinarono di un passo, scioccati dalla rapidità
della scena mentre Lorien sollevava il capo da terra
ansimando pesantemente, strabuzzarono gli occhi sbalorditi: -Oh porca…- sbottò Harry mentre James si allargava
in un sorriso.
Ora sì che Lorien sembrava figlio suo.
I capelli erano più corti di
prima, arruffati e Merlino, divertentissimi da
guardare. Gli occhi si erano schiariti , diventando di
un bel nocciola brillante con una vena color miele come quella di James e sul naso c’era quella gobbetta che era da sempre il
cruccio di Harry -Questo è il suo vero aspetto.-
disse Silente .
-Mocciosus glie l’ha
cambiato perché somigliasse a lui.-
-Esattamente.-
Il bambino si alzò con uno sbuffo
e senza preavviso si ritrovò a fissare la sua immagine nello specchio alla
sinistra di Silente –Che?- sibilò toccandosii capelli –Che cavolo?- strinse le dita e si girò verso il Preside –Che diavolo
mi è succeso?-
-Beh Lorien
vedi…-
-EHI STA
SCAPPANDO!-
Distratti dalle grida di Lorien nessuno dei presenti aveva pensato a tenere sotto
controllo Piton. James si
volse verso il dito puntato di Harry e socchiuse gli
occhi al lampo della Polvere Volante. Rimase per un momento immobile poi una
certezza gli attraversò la testa –Lily.- disse –Sta andando da Lily!- Fece per
avvicinarsi al camino quando Funny si appoggiò sulla
sua spalla.
-Che fai piccola?- gli chiese.
-Con lei farai prima.-
La fenice mandò un piccolo
urlo e James fu avvolto da una vampata di fuoco,
svanì nel nulla e i due fratelli si lanciarono un’occhiata –Professore!-
esclamarono in coro
-DOBBIAMO ANDARE
ANCHE NOI!!!!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-
“Potter deve soffrire.” Era questo l’unico pensiero
coerente che SeverusPiton
sentiva in testa. Il resto non aveva più importanza. Uscì dalla sua casa di Spinner’s End e raggiunse il giardino sul retro. Lily stava
stendendo i panni, stava cantando una vecchia canzone e non si era accorta
della sua presenza –Tanto…Mi avresti lasciato comunque…-
Tirò fuori la bacchetta e la puntò alla schiena della donna. L’aveva costretta
ad amarlo, l’aveva tenuta con sé con l’inganno e ora l’avrebbe uccisa, il
cerchio che aveva iniziato tredici anni prima era arrivato alla sua naturale conclusione
-Avada!-
Lily si volse e la luce dell’Anatema
che Uccide le strappò un grido. Cadde fra i panni che
si spiccarono dal filo a cui erano appesi e alzò le braccia in uno stupido moto
di difesa. Come in un film vide quasi a rallentatore James
apparirle di fronte e incassare al posto suo l’incanto e Lorien
correre verso di lei superando Piton –Oddio.- mormorò
mentre l’uomo cadeva nell’erba e lei sentiva il fiato morirle in gola –Oddio…-
Guardò Piton
in cerca di un perchè, ma questo era
già sparito.
-Mamma!- urlò il bambino.
-Lorien!? Che sta succedendo!?-
Il ragazzino fece per
risponderle quando la voce di Harry gli ricordò James steso a terra, vide il fratello correre verso il
corpo immobile del padre e buttarsi su di lui-NO! NO! NO! Ti prego no!!!-
HO SBAGLIATO I CALCOLI… LORIEN HA 13 ANNI. SCUSATE!!!
Capitolo dodici.
Ci sono momenti in
cui il tempo sembra perdere ogni regola, in cui sembra dilatarsi all’infinito e
perdere concretezza. Quando aveva visto James crollare nell’erba, Harry
per un lungo momento aveva creduto di trovarsi di fronte a qualche distorsione
temporale… Perché un corpo non può cadere a quella lentezza e l’occhio non può
cogliere tutti quei particolari nel secondo di una caduta all’indietro. Crollò
sul petto di James, piangendo e sputando maledizioni
su SeverusPiton. Per la
prima volta nella sua vita desiderava uccidere qualcuno, di farlo a pezzi e
bearsi del suo sangue. Strinse le braccia attorno alla testa del padre e la
tirò su da terra per abbracciarla forte -Non puoi essere morto…Non
adesso! Ci siamo appena ritrovati!!-
Singhiozzò e tossi
rabbia, dolore e voglia di vendetta. James era
immobile fra le sue mani, non respirava, il suo cuore non batteva… Era morto,
ma Harry non riusciva a crederci. Il destino non
poteva avergli fatto provare la gioia di avere un papà e toglierglielo in quel
modo.
Guardò Lorien avvicinarsi e portarsi una mano alla
fronte.
-Lorien.-
-Non posso crederci.- Prese la mano di James fra le sue e la rigirò . Non
aveva avuto il tempo di pensare, ma qualcosa gli diceva che quell’uomo
era… Guardò verso Lily ancora seduta fra i panni e
cercò una qualche conferma nei suoi occhi –Mamma… Quest’uomo
si è sacrificato per te! Lo conosci?- le chiese, Lily
spostò lo sguardo verso di lui, ma non fu capace di
spiccicare una parola –Mamma!-
Era sotto shock.
-Mamma, quest’uomo è mio padre?-
Lily mosse le
labbra un paio di volte, ma non riuscì a spiccicare una parola. Stava per
alzarsi quando la sua attenzione fu attratta da Funny
che lentamente si stava portando verso James e i
ragazzi. L’uccello chinò la testa verso l’uomo a terra e un paio di lacrimuccescivolarono lungo il
suo becco. Harry e Lorien
guardarono le due goccioline scivolare nella bocca aperta del padre e tremarono
di aspettativa.
James spalancò gli e con
un colpo di tosse si tirò a sedere in mezzo ai figli ,
si toccò il petto e aprì la camicia per guardare la bruciatura lasciata dall’Avadakedavra–Ma che…- chiese alzando lo sguardo e guardando prima Harry che piangeva con una candela di moccio al naso e Lorien a bocca aperta come un pesciolino s
alordito –Io non ero…Io…FUNNY IO TI AMO!!!-
Si buttò ad
abbracciare l’uccello che mandò un paio di squittii prima di sparire in una
vampata di fuoco-
Cazzo, ti adoroFunny , ma devi
smetterla di cercare di mandarmi a fuoco il naso.- si
strofinò la faccia con una mano mentre Lily gattonava verso di lui.
-James?-
-Uhn?-
-James?-
-Sì.-
James aggrottò un
sopracciglio e gli occhi di Lily si riempirono di lacrime ,
si lanciò addosso al marito , ribaltandolo sotto il suo peso, fra i due figli
che si scambiarono uno sguardo. Lorien puntò un dito –Cioè,
ma lui è…- chiese indicando James.
-Sì.-
-Quindi tu sei…-
-Direi di sì.-
-Quindi noi siamo…-
-Se la matematica non è un opinione…-
Lorien sorrise e Harry si grattò una guancia imbarazzato.
-Dici che dovremmo
abbracciarci anche noi?-
-Perché no!?-
Lily sollevò la
testa dalla spalla di James e gli prese il viso fra
le mani. Si beò del suo viso e sorrise stupidamente felice. Era il suo il volto
che ogni notte aveva visto in sogno, quella volta, quando l’aveva visto aiutare
Lorien aveva capito di averlo già visto e adesso, se
n’era ricordata. Quel viso bello e simpatico era quello del suo vero amore , del padre dei suoi figli –Non lo so che è successo, ma ora so che cosa
c’era che non andava nella mia vita…- gli schioccò un
bacio a piena bocca e James la strinse forte. Si tirò
leggermente indietro per parlargli sulle labbra e per sorridere ai suoi occhi
nocciola –Questi anni, lui non era…- sentì le
lacrime scendere e James le asciugò un dito –
Non era lui il mio…Amore.
-Lo so…-
-James… Ma dove sei stato fino adades…- sollevò
la testa e guardò Lorien buttarsi su Harry che se lo prese addosso e rotolò ridendo –Mah…-
disse tirandosi a sedere sulle gambe di James-Harry?-
-Oh quello che rimane di
lui…Bestia se pesi Lorien!!!-
-.-.-.-.-.-.-
Andrea aveva come l’impressione di essere
intrappolata nella vita di un’altra, di vivere il frammento di un sognoda cui non riusciva a svegliarsi. Maledizione,era troppo assurdo per essere vero!Che diavolo stava
facendo? Perché non riusciva
a staccargli gli occhi di dosso?
E’proprio vero, il diavolo
non è mai come te l’aspetti.
Inspirò profondamente. Come poteva essere ? Non aveva senso! Un tipo come Sirius Black non poteva
essere tanto tenero mentre dormiva. Gli rimboccò le coperte e si allontanò un
po’ rivolgergli ancora un’occhiata, era così dolce, sembrava un bimbo piccolo.
-Secondo
me stai sbagliando.
-Remus?-
-Dovresti
aiutarlo e invece di aspettare che sia lui a ricordarsi di te.-
Andrea girò la testa con uno sbuffo e lui gli si portò dietro per
poterla abbracciare alle spalle, le poggiò una guancia fra i capelli e la cullò
avanti e indietro come una bambina – Metti da parte l’orgoglio…Lo so che sei ancora
innamorata di lui e lo rivuoi con te…-
Fine capitolo
Volevo farvi aspettare una settimana
minimo, ma poi mi sono ricordata di avere un cuore.
Il pc portatile si è scassato e finché non me lo aggiustano non posso
aggiornare Came back to the hell, Another Story e L’orgo
Il pc
portatile si è scassato e finché non me lo aggiustano non posso aggiornare Came back to the hell,
Another Story e L’orgoglio di una
pecora nera. Mi spiace tanto, vi prego, portate
pazienza.
Capitolo
tredici.
Trovarsi davanti Remus e Sirius per Lily fu come
fare un viaggio nel passato. In un secondo tutti i
ricordi che l’incantesimo di Piton aveva rimosso su
di loro tornarono con una potenza di un fiume facendola ridere e piangere
insieme. In quegli anni, li aveva sempre ricordati come persone legate a lei da
qualcosa che non riusciva a spiegare, un sentimento bello e rassicurante che
molte volte l’aveva scaldata. Si strinse forte a Remus
e inspirò a pieni polmoni l’odore di carta e cioccolata che emanava e rise fra
le lacrime mentre Sirius le accarezzava la testa. Harry sorrise mentre Lorien
guardava la scena con un piglio decisamente
stralunato. Silente aveva dato loro un paio di giorni dapassare in famiglia per abituarsi alla
situazione e fare conoscenza,si sedette in poltrona e James si chinò
su di lui appoggiando le mani sui braccioli –Come va?- gli chiese
guardandolo da sopra le lenti degli occhiali.
-Mi fa male la testa.-
-E’ lo stress.- Non aveva neanche provato ad abbracciarlo, mentre Lily
strizzava Harry in un abbraccio da boa constrictor si era limitato ad accarezzargli i capelli. Non
voleva forzarlo, voleva farlo abituare alla sua presenza
piano, piano. Gli costava da matti non poterlo strapazzare di coccole,
ma non voleva rovinare tutto come al suo solito –Vuoi
provare a stenderti e vedere se va meglio?-
-Magari.-
S’indicò la porta
alle spalle –Vai pure…- gli disse -Il
letto di sinistra e il mio.- si spostò e Lorien ciondolò fino alla porta, superando il fratello e
rivolgendogli appena uno sguardo. Il buon’umore
del momento era passato, ora, c’era solo un immenso capitale di odio e
confusione nella sua testa. Aveva impiegato la sua vita nell’inutile tentativo
di farsi amare dall’uomo che credeva suo padre. Aveva incassato gli insulti, le
botte e piano , piano si era convinto di non valere
nulla. Di non essere degno di essere figlio di suo
padre.
“Schifoso… Ho passato tutta la vita a
cercare di essere alla tua altezza e invece…”
Si sdraiò e chiuse
gli occhi…
“Che ne potevo sapere io che l’amore di una papà
non è una cosa che
si guadagna, ma che si ha
dal momento che si nasce?”
Intanto nell’altra
camera, Andrea era stata placcata da Jamesa un soffio dal camino –Che diavolo vuoi koala?- gli chiese
mentre cercava di liberarsi dalla sua presa alle spalle nuotando con le braccia
e menando culate–E
che cacchio! Sono diventata l’antistress dei Malandrini?-
-No . -James sporse la testa
per guardarla in viso- Volevo semplicemente sapere dove stavi andando.-
la tirò via dal camino sollevandola di peso e si mise
a sedere con lei sulle ginocchia –E soprattutto volevo chiederti cosa
diavolo stai aspettando!?-
-A fare cosa?-
-Oh non fare la gnorri con me
Pagnottella.-
-No, veramente non so di cosa
stai parlando!-
-Vabbeh l’hai voluto tu.- Le sollevò i capelli e sganciò la chiusura della catenina
che la ragazza portava al collo, glie la sfilò da sotto la maglia con un gesto
secco e glie la mostrò con un sopracciglio inarcato –Parlavo di queste piccola bugiarda.- le
disse mentre con un braccio le impediva di alzarsi da lui – Penso che
debba sapere cosa c’era fra voi due…Se lo merita, perché se ha dimenticato non
è colpa su…-
Un urlo atroce
coprì le ultime parole di James, i due si volsero
verso la porta della cucina di Remus uscì tenendosi
una mano in faccia
– Io lo sapevo che andava a finire così.- disse prima
di realizzare la collanina che Andrea si stava rimettendo al collo
–Cagnaccio vieni un po’ qui.-
Sirius uscì barcollando,
seguito da Harry e Lily che continuava a chiedere –Che ho detto di sbagliato?
Non capisco!!!- guardò il
punto indicato da Remus e sbiancò alla vista delle
due fedine di fidanzamento infilate nella collana della ragazza.
-Mah…Ti ho…Ti
ho…-
-Chiesto di sposarti, sì.-
-.-.-.-.-.-.-
Lorienaprì
gli occhi con uno sbuffo e in un secondo si rese conto di aver dormito
troppo. Si volse sotto le coperte che gli avevano buttato addosso e sobbalzò
alla vista di Harry steso accanto a lui. Dormiva
saporitamente, per nulla disturbato dalla presenza del cane steso di traverso
sulla sua gamba sinistra. Si grattò la testa e sorrise mentre si tirava a
sedere –Certo che
hai il sonno pesante , fratello.- Allontanò le coperte
e si alzò.
Nel letto accanto
al loro, Lily dormiva con un bel sorriso sulle labbra. Lorien
le andò accanto, le rimboccò le coltri e le accarezzò i capelli. Sembrava così felice, probabilmente stava facendo un bel
sogno. Si guardò attorno, ma James dov’era? Uscì
dalla stanza e sobbalzò alla vista della tv accesa. James
stava guardando un vecchio film steso sul divano, gli andò accanto e sorrise
quando lo vide spostare lo sguardo verso di lui.
-Che ore sono?-
-Le due e qualcosa.-
-Ho fame.-
-Hai saltato la cena.-
-Potevate chiamarmi.-
-Non ce la siamo
sentita…Dormivi così bene.-
Una specie di
ruggito si levò dalla pancia del giovane grifondoro e
James la fissò per un momento prima
di scoppiare a ridere-Va
bene…Va bene.- disse alzando le mani –Ti
preparo qualcosa, non arrabbiarti.-
In quello stesso momento…
Era totalmente irrazionale, tentare di cancellare quel tatuaggio
usando le dita, ma non riusciva a farne a meno, in qualche modo doveva provare
a toglierlo e usare saliva e olio di gomito, al momento, era l’unica cosa che
poteva fare. Erano passati pochi giorni da quando si era risvegliato in quella
stanza, ma sentiva di stare perdendo il senso del tempo. In quella stanza,giorni e le notti,sembravano essersi dilatati all’infinito, non
riusciva più a capire che ora era guardando il sole e la notte, non riusciva
mai a vedere la luna.
“Sono prigioniero e sto perdendo la ragione.”
-Che stai facendo?-
-Non lo vedi Severus?-
-Non è così che lo toglierai.-
L’uomo porto lo sguardo grigio sul Professore che si tese in un
sorriso giallognolo, strinse la mascella in un moto di disgusto e tirò su il
busto dal muro a cui era appoggiato –Sei venuto ad uccidermi?- gli
chiese in un soffio –Finalmente avete capito che non mi darà mai alla
vostra causa?-
Guardò Piton attraversare la stanza di corsa, chinarsi su di lui e
stringergli con forza il mento –Oh lo farai invce.- gli disse scandendo bene ogni parola –Credimi, l’Oscuro
Signore sa come essere persuasivo.-
-.-.-.-.-.-.-
-Harry cosa stai
guardando?-
Stropicciandosi gli
occhi Lily si avvicinò adHarry.
Era fermo accanto al divano con un sorriso stampato in viso, le fece segno di
guardare e Lily sentì il cuore riempirsi alla vista di Lorien
e James che dormivano. L’uomo era
appoggiato al bracciolo, con la testa a penzoloni nel vuoto, il ragazzo gli era
accucciato vicinocon la testa sulla sua
spalla e un braccio attorno alla vita.
-E’decisamente
un buongiorno, non pensi Harry.-
-Sì mamma.-
Fine capitolo.
Allora signori e
signore chi è il tipo imprigionato con cui stava
parlando Severus? E poi, ora che Piton
è scappato, chi sarà il nuovo professore di Pozioni????
*sono intimamente convinta di non saper scrivere su Remus e Dora, quindi
vi chiedo scusa in anticipo…
Capitolo 14
Erano passati due
giorni da quando il capo Potter - Black era scoppiato come una bomba.Ogni più sordido particolare era stato rivelato
e due mandati di cattura “Dead
or Alive”-“Vivi o
Morti” erano stati spiccati. Uno a
nome di PeterMinus, un
altro a nome di SeverusPiton
e Sirius aveva rischiato di morire per colpa dell’abbraccio
da boa constrictor di KingsleyShackelbot–Tutto ok?- gli aveva chiesto
Andrea.
-A parte le costole rotte
e qualche traccia di sangue nell’urina…Tutto a posto.-
-Traccia di sangue… …Te la
sei fatta a dosso?-
Non avevano ancora
parlato della collana che Andrea portava nascosta sotto la maglietta, Sirius sapeva benissimo che cosa significava e perché
entrambi gli anelli li aveva lei. Era
una promessa di matrimonio. Regalandole quella catenina le aveva promesso
che l’avrebbe sposata raggiunta la maggiore età e lei aveva
accettato. Appoggiò la testa accanto all’ultimo bicchiere di FireWeaskey che aveva appena
mandato giù e guardò Remus con uno sguardo da
cucciolo abbandonato sul ciglio della strada –Tu ti ricordi tutto?- gli chiese.
-A 34 anni, grazie a Merlino,
la memoria ancora mi assiste.-
-E non puoi darmi qualche input,
vero?-
-No, per niente.-
-Perché sei un gran bastardo,
giusto?-
-No, perché non sono io quello che deve farti ricordare.- alitò sul boccale che stava lucidando e sollevò lo sguardo
verso la porta del locale. Di solito a quell’ora
arrivava … –Dora.- salutò e la ragazza si
allargò in un enorme sorriso – Il solito?-
-Certo.- la ragazza prese posto accanto al cugino, che gli rivolse
un’occhiata alcolica. La fissò per un lungo momento e Tonks
fece altrettanto -Oh-Merlino-mio-
esclamarono in coro dopo qualche secondo di stasi. Remus
li guardò saltarsi fra le braccia e cadere all’indietro con un unico tonfo –
Ehi, non mi spaccate il parquet.-
-Quanto sei
cresciuta!-
-Dio, sei ancora più bello di
come ti ricordavo!-
-Modestamente…-
Remus li richiamò con un
fischio da pastore-
Il parquet, animali!- disse con il suo miglior tono da
papà arrabbiato. Spostò lo sguardo verso Sirius e con
un cenno della testa gli indicò l’ingresso –Tu non avevi quella cosa da
fare?- gli chiese.
-Che cosa?-
-Paddy!-
-Sì!
Sì!-
–E tu…-
spostò lo sguardo verso Tonks
che gli rivolse un’espressione interrogativa. Tacque un momento e la ragazza gli sorrise -Io?- gli
chiese curiosa.
-Non lo so! Alzati e basta.
Per Merlino è un locale serio questo!!!-
-.-.-.-.-.-.-.-
La pelle crepata
gli doleva impazzire, inspirò profondamente e chiuse il pugno.
Una parte di lui sapeva di stare facendo male, ma non
riusciva a dargli retta, sentiva una voce in testa e l’assurda spinta di
seguire i suoi desideri. Aveva anche provato a puntare i piedi, come un asino
che non vuol camminare, aveva cercato di opporsi a quella spinta
e tornare indietro, ma non c’era riuscito e l’Azalee Pub era sempre più vicino.
Avanzò fra la neve, sollevando le ginocchia e affondando ad ogni passo.
Ricordava quel posto, il suo gestore dagli occhi buoni e i pomeriggi passati a
giovare sul suo pavimento, con quel ragazzino che gli assomigliava come un
fratello, sentì le lacrime bagnargli le ciglia, ma non poté impedirsi di
coprire la distanza che lo separava dal suo obbiettivo.
-RemusLupin-
-.-.-.-.-.-.-.-
Remus doveva ammetterlo.
Avere quella ragazzina attorno gli piaceva da matti.
Era passata solo una settimana da quando l’aveva vista la prima volta eppure
già la considerava una tappa fissa della sua giornata. Vederla
entrare nel Pub, parlarle per qualche minuto e cercare di non ridere quando lei
puntualmente si sbrodolava con la burrobirra. Lo
divertiva e lo riappacificava col mondo... Ed era strano, dato che non era tipo da affezionarsi facilmente a
qualcuno …
-Remus!!-
-Uhn?- Sollevò
lo sguardo dalla ciotola di stuzzichini che divideva con la ragazza e la guardò
piegare la testa su una spalla - Che c’è? – le chiese divertito
da quel faccino supplice.
-Posso chiamarti anch’io Remmy ?-
Remus la fissò per un
momento poi scoppiò in una risata divertita –E io chissà che mi credevo- annuì e la ragazza batté le mani eccitata
–Puoi anche chiamarmi Moony, se proprio Remus non ti piace.- Tonks aggrottò le
sopracciglia e Lupin rise scrollando il capo –E’
così che mi chiamano gli amici.-
-Moony…E’ carino.-
-Grazie.-
-.-.-.-.-.-.-.-
Afferrò il pomolo
della porta e una smorfia di dolore gli attraversò il viso. Cercò di
allontanare la mano, ancora una volta tentò di opporsi a quella malia che lo
voleva assassino di una delle persone che più aveva amato nella sua vita, ma
non ci riuscì.Spinse ed entrò nel locale.
Si guardò attorno e una fitta di nostalgia lo attraversò I muri di legno
chiaro, la foto di John Lupin sulla mensola del
camino, il pianoforte, messo in un
angolo. Chiuse gli occhi e per un momento si rivide ragazzino. I giochi…Le risa…Lo zio John che passava da un tavolo all’altro
ridendo e parlando di questo e di quello mentre la zia Emmie
suonava il piano.
-Buongiorno.-
La voce di Remus lo riportò di colpo alla realtà e quella voce nella
sua testa urlò a pieni polmoni–UCCIDILO.-serrò i pugni e puntò gli occhi azzurri
verso di lui –Buongiorno.- rispose sotto voce e
l’ex-professore s’irrigidì- Remmy!-
-.-.-.-.-.-.-.-
Lo sguardo di Remus saettò dall’uomo alla porta alla ragazza seduta
accanto a lui. Lentamente portò una mano alla bacchetta e Ninfadora
balzò in piedi, sorpresa dalla sua reazione. Guardò Remus
poi l’uomo in impermeabile. Era un uomo alto, molto magro, con una folta barba
bionda.La parte superiore del viso era
coperta dalla tesa del capello alla pescatore che
teneva calato fino a metà naso, prese anche lei la bacchetta e si spinse
accanto a Remus.
-Manda via la ragazzina.-
Remus guardò Dora.
-Non farle fare
una brutta fine.-
Tonks si sentì stringere
un gomito- Remus!- gridò –Non vorrai!?-
-Sì!-
-NO!-
-Si, Dora!-
La ragazza cercò di
divincolarsi dalla presa del licantropo, puntò il peso sul piede sinistro e cercò
di sfilare il braccio dalla stretta che lo bloccava – No! – le ripetè ancora –Non ti
lascio da solo, posso aiutarti.-
-Lo so… E per questo che devi andare via.-
-Che dici?-
Remus guardò di nuovo lo
sconosciuto e questo si tolse il cappello con un ampio movimento del braccio,
la ragazza spalancò gli occhio- Dio come ti somiglia…- disse scioccata.
-Lo so…E’
mio cugino Frank.-
Fine capitolo.
Risposte alle
e-mail: Allora
la fic è scritta fino al 23esimo capitolo, non so se
ci sarà la secondo generazione, e se mi dite come fare
per riabilitare Piton vi accontento volentieri, ma
dovete aiutarmi, perché sinceramente non so come fare! XD PS: Brava Suzuki se l’unica ad aver notato la scritta shonenai sull’introduzione! XD
L'ultima cosa che Remus ricordava era la sensazione di caldo sulla
schiena
*con l’idea che ho in testa i Nuovi
Malandrini possono nascere tutti. AncheCharlie, ma non so se la
metterò in atto! Vediamo che dice la musa! XD
Capitolo 15
L'ultima cosa che Remusricordava
era la sensazione di caldo sulla schiena.
L'idea di avere qualcosa di appiccicoso
che gli attaccava gli abiti addosso e che lo schiacciava a terra, rallentandolo
e rendendo scivoloso il pavimento sotto di lui. Spalancò gli occhi e una
sensazione di pericolo imminente lo invase. Aveva perso conoscenza! Aveva reagito a quel trauma improvviso
stramazzando a terra come un sacco di patate. Sollevò la testa e il sapore
metallico che sentì in bocca lo fece rigettare - Maledizione.-
imprecò . Si portò una mano hai reni, nel punto esatto in cui l’attizzatoio
entrava in lui, doveva fare qualcosa, doveva toglierlo con una mano e frenare l’emorragia
con l’altra. Era un rischio, ma non poteva fare altrimenti. Prese un lungo
respiro e portò la mano sinistra allo stomaco, 1... 2... 3e lentamente fece scivolare indietro l’attizzatoio che ormai
sentiva come parte integrante delle sue interiora.
-MERLINO!-
Un rigurgito rossastro glibagnò le labbra mentre a bocca aperta cercava
di reagire a quel dolore insopportabile che sembrava volergli aprire in due la
schiena, affondò le dita nella maglia e aumentò la dose di potere
curativo. Il sangue che gli stava bagnando le ginocchia eradavvero troppo per i suoi gusti -Avanti…Avanti
rimarginati…- chiuse gli occhi e aggrottò le sopracciglia, non poteva permettersi
di crepare a quel modo. Doveva aiutare Frank, aveva
reagito troppo violentemente e anche lui aveva bisogno di cure. Sentì una
lacrima rigargli il viso mentre la pelle sotto il suo palmo prendeva a
chiudersi.
-Avanti…Avanti…-
Un altro sbocco di sangue e bava gli
scivolò lungo il mento, stava consumando davvero troppa magia per curarsi. Così rischiava di fare la fine del coglione!Con un ultimo
strattone sfilò l’attizzatoio da sé e con uno sforzo di schiena la lanciò
lontano“Essere un licantropo ha i suoi lati positivi...” ansimò con forza fra il
sangue e la bava“ Per esempio
non mi faccio male facilmente…”
-Ora alzati.- puntò entrambe le
mani a terra –Forza.- Una
scarica di ghiaccio e fuoco lo attraversò e lo fece urlare con tutto il fiato
che aveva in corpo. Aveva messo un tappo all’emorragia che lo stava mandando al
Creatore, ma aveva una gamba frattura e la rotula, pericolosamente fuori dalla sua sede naturale. Fissò
quello scempio e decide di procedere sui gomiti –Frank!- chiamò, lo girò e gli poggiò una mano sul petto –Forza!- L’uomo aprì gli occhi con un rantolo –Mi spiace tanto.-
sussurrò voltando il capo verso di lui e guardandolo da sotto la frangia bionda
impastata di sangue e sudore –Loro… La mia Alice…- strinse il braccio di Remus e si
girò verso di loro –Ho dovuto farlo.-
-Quando siete stati rapiti.-
-Dieci giorni fa, credo.-
-E perché non si è saputo
nulla?-
Frank scosse il capo e
tornò steso con un verso sordo. Che ne poteva sapere
lui? Inspirò ed espirò profondamente mentre le parole di Piton
e quello straccio pregno di sangue che gli sbattuto
sotto il naso[Fai valere il tuo fiuto da Animagus,
bestia.]gli aveva detto con un ghigno divertito [ Di chi è il sangue su
questo panno?]
-Frank rimani sveglio.-
-Sì, anche tu…-
Remus gli appoggiò la
testa su un fianco. Erano passati anni dall’ultima volta che aveva duellato
contro qualcuno e anche se la sua carta d’identità
diceva 34 anni si sentiva troppo vecchio per quelle cose. Chiuse gli occhi per
un momento e cercò di non vomitare l’anima, Dio, quanto gli faceva male lo
stomaco.
-Non so per quanto tempo ancora rimarrò in me.-
-Non rompere Frank,
non c’ho la forza di tramortirti.-
-Finiscimi allora.-
Remus tirò su la testa
dal pavimento e gli rivolse un’occhiata perplessa –Non stai dicendo sul serio,vero?-
gli chiese a occhi sgranati. Guardò le labbra del
cugino arricciarsi in un sorriso e rilassò le spalle –Cazzone…- gli mollò un pugno su un anca che lo fece lamentare –Mi hai fatto
spaventare.-
-Ehi Remmy
da quando imprechi?-
-Da quando tu fai degli
scherzi idioti.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Non lo so ti ho detto!-
Andrea sollevò le mani in segno di
resa e James parve calmarsi un poco. Non riusciva a
capire per quale motivo il ministero aveva taciuto la scomparsa dei Paciock e prendersela con uno dei Guardiani in carica di Azkaban gli era venuto più che
naturale – E’
solo che,,,. – disse sferrando un
calcio alla porta – E’
troppo strano! Perché tacere una cosa del genere, perché non dare l’allarme e
sguinzagliare gli Auror!- si
lasciò cadere seduto ai piedi del letto dove Frank
era legato e si massaggiò la fronte con entrambe le mani – C’è del
marcio nel Mondo Magico, ne sento la puzza,ma non
riesco a capire da dove viene.-
-Neville…Mia madre…-
-Come?-
-Voglio vedere Neville.-
James strinse le labbra
in una smorfia mentre Frank apriva gli occhi e
portava lo sguardo verso di lui. Poteva capire che cosa spingeva Frank a voler rivedere figlio, ma aveva paura per quel
povero ragazzo. Trovarsi il padre in quelle condizioni, poterlo perdere da un
secondo all’altro in favore del Mangiamorte che non
aveva esitato ad attaccare Remus… Da quello che Harry gli aveva detto non era un cuor di leone-Non credo che sia una buona idea Frank.-
-Io dico di sì.-
Harry si fece largo fra
i presenti e Frank gli rivolse un sorriso grato –Io…- continuò il ragazzo – Credo che Neville meriti di porter conoscere suo padre, anche se solo per pochi
minuti.- tacque un momento poi si spettinò i capelli
come ogni bravo Pottersa
fare –O almeno così credo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Assomiglia a sua madre…- Lily strinse le braccia attorno al
busto mentre Neville prendeva fiato e finalmente si decideva ad entrare nella
stanza dove Frank era rinchiuso, spostò lo sguardo verso
James e gli trotterellò accanto in cerca di coccole.
L’uomo le passò un braccio attorno alle spalle e poggiò il mento fra i suoi
capelli mentre ancora cercava di capire che cosa poteva essere successo e chi
c’era dietro all’insabbiamento del caso Paciock…“Ah…Perché non sono abbastanza
intelligente?”si chiese.
Intanto il ragazzino era andato a chinarsi sul letto dopo il
padre era chinato e aveva sorriso ai suoi occhi grigi rivolti verso di lui,
piegò le entrambe le ginocchia a terra e Frank volse
la testa sullo scomodo cuscino su cui era appoggiato- Ciao Neville.-
-Ciao papà…-
Era proprio come la nonna glie l’aveva
sempre descritto. Bello da fare invidia , con una voce
dolce e gli occhi buoni. Il suo completo opposto in poche parole. Le foto che
aveva a casa non gli rendevano giustizia, sembrava un
angelo caduto dal cielo per troppo peso –Come ?- Si morse la lingua e Frank
si allargò in un sorriso dolce –Sei in imbarazzo? – gli chiese.
Il ragazzo annuì.
-Non devi.-
-Papà.-
Frank sollevò la testa e
premette la fronte la sua, sorridendo al suo sguardo imbarazzato- Non dare retta ai racconti
di tua nonna, tende all’esagerare, non sono così
perfetto come lei mi ha sicuramente dipinto.- il
ragazzo sgranò gli occhi chiari e lui rise divertito dalla sua espressione
stupefatta.
-Sono nato dopo quindici anni di
matrimonio quando avevano perso le speranze di dare la continuità al casato. Mi
ha sempre visto come un miracolo, il frutto di un ramo secco…Per questo tende
ad esagerare quando si tratta di me.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Una casa come un mausoleo . Ricordi ammuffiti, foto di
affetti che non sarebbero più tornati, Remus si
guardò attorno mentre Ninfadora gli stringeva
leggermente il braccio. La casa di Augusta Paciock era un monumento agli amori che aveva perduto nella
sua lunga vita. Il marito ucciso durante la prima guerra magica, il figlio
adorato e in un angolo… Lo sguardo del Licantropo si fece più attento mentre
lasciava l’ingresso del camino e si portava di fronte alla foto che ritraeva il
padre a undici anni.
“Perché ha conservato una sua foto?”
Gli aveva voltato
le spalle, l’aveva ripudiato come fratello perché aveva mischiato il prezioso
sangue Lupin con quello di un comune babbano. Remus strinse i pugni
nelle tasche mentre Tonks gli andava accanto –Si può
sapere che ci facciamo qui?- gli chiese sotto voce. L’aveva
seguito per soccorrerlo in caso di malore, dato che
Madama Chips non faceva miracolo e le sue ferite
erano ancora fresche – Dovresti stare a letto.-
-No Dora. Dovevo venire io.-
Volse la testa e
sorrise alla donna che era apparsa sulla soglia della stanza. Augusta,
accucciata sul suo bastone da passeggio, i profondi occhi chiari illuminati da
un velo di sorpresa –John?-chiese un secondo prima di
realizzare che non era il fratello quello che aveva davanti, ma suo nipote –Remus.-
-Ciao zia.-
-Cosa ci fai
qui, ragazzo?- lasciò crollare le spalle e sollevò il
mento per donare al nipote un’occhiata d’insieme. Se non fosse stato per quegli
occhi innaturalmente color miele sarebbe stato la
copia di suo padre. Sospirò e scrollò il capo –A volte credo che il destino abbia voluto punirmi… - disse guardando il pavimento – Ho voltato le spalle
al mio unico fratello. L’ho cacciato e ridotto in miseria e un anno dopo il
Cielo mi ha mandato un bambino che era il suo ritratto e poi tu…-
-Per i tuoi sensi di colpa non
puoi accusare altro che te stessa…-
-Lo so.- annuì come solo i vecchietti sanno fare –Tua madre…Emmie come sta?-
-E’ morta due anni fa.-
-Oh…Era una brava donna.-
-Migliore di te sicuramente.-
Era la prima volta
che Tonks vedeva Remus con
una simile espressione di ribrezzo sul viso. Non sapeva che cosa era successo,
ma sicuramente qualcosa di molto grave se un tipo sostanzialmente dolce e mite
come lui guardava un parente a quel modo. Serrò la mascella
e per dargli man forte, indurì lo sguardo – Dovresti venire con me
zia.- disse illicantropo dopo qualche attimo.
-Perché?-
-Se te lo spiegassi non ci
crederesti mai… Devi vederlo coi tuoi occhi.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Alice Parker spalancò gli occhi e guardò oltre i suoi piedi,era la quarta volta che riprendeva conoscenza fra quelle
quattro pareti, quindi, se la matematica non era un opinione. Erano passati
dieci giorni da che era tornata indietro dal limbo .Si
tirò a sedere e un dolore lancinante all’orecchio le piegò la testa su una
spalla. Era stata presa a calci in faccia, a pugni… Si leccò le labbra e vi
trovò del sangue secco
-Devo andarmene da qui.-
Non era
legata. Si guardò i polsi e un sorriso le nacque spontaneo… Probabilmente, dopo
l’ultima seduta di botte e cruciatus l’avevano creduta morta e non gli era parso necessario legarla
al muro. Ridacchiò, piccoli stupidi, mai sottovalutare
la tempra del nemico. Rotolò a gattoni e
con uno sforzo di reni si alzò in piedi. Indossava ancora il pigiama dell’ospedale, sollevò
la maglia e guardò il laccio che fungeva da cintura per i pantaloni, come dice il proverbio bisogna accontentarsi di quello che sia e Alice ghignò mentre
metteva a punto il suo piano di fuga.
La porta della
cella si aprì lentamente e AmycusCarrow
entrò tenendo in mano una bottiglia d’acqua e una crosta di pane secco. Bellatrix gli aveva detto di rianimare la prigioniera, di
nutrirla, dissetarla e portarla da lei per la seduta delle cinque di tortura . Si portò al centro della stanza e guardò perplesso il
giaciglio vuoto –Dove
diavolo è finita?- Fece per voltarsi quando un laccio gli si strinse
attorno al collo, strabuzzò gli occhi mentre Alice lo spingeva faccia a terra. -Ora
Amycus…- gli soffiò all’orecchio
mentre stringeva con forza il nodo attorno alla sua gola –Dov’è mio
marito?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Adesso sai perché mi sono
comportato a quel modo con Augusta…- Remusstirò le braccia sopra la
testa e si lasciò cadere sul divano accanto a Ninfadora,
aveva appena finito di raccontarle la storia della sua famiglia e si sentiva
stremato. Poggiò i piedi sul tavolino da tè , chiuse
gli occhi con uno sbadiglio-Lei
havoltato le spalle alla mia famiglia e
io… Non riesco a trattarla civilmente per più di cinque minuti.-
-E’ normale.-
-Frank però… Ha il carattere di suo
padre. Lo zio Noel. Lui e mio padre erano amici, e io
Franksiamo cresciuti siamo perché
lo zio lo portava al locale di nascosto di
Augusta.- ridacchiò a quei ricordi felici, a quell’uomo buono e i suoi bei baffoni grigi –Gli volevo
un gran…- si bloccò alla luce della polvere volante e girò la testa verso il
camino.
Quello doveva essere uno di quei sogni dove lo sai che sogni
X yuukimy:
Usa pure Andrea nella tua fiction, con la mia benedizione! *______*
Capitolo sedici.
Quello doveva essere uno di quei sogni dove lo sai
che sogni.
Sua madre non poteva essere lì, era troppo bello per essere
vero e Neville aveva il terrore di svegliarsi da un momento all’altro.
Si sedette accanto ad Alice e tremò quando la donna gli appoggiò una mano su
una guancia, era così calda, come l’aveva sempre immaginata. Da
piccolo, molte volte si era arrampicato sul letto di suo madre, si era
accucciato accanto a lei e aveva ascoltato il suo cuore battere a rilento, ma
non era riuscito mai a scaldarsi. Il suo corpo di sua madre aveva sempre
prodotto freddo.Per
via del coma e delle Crucio gli aveva spiegato la
nonna e lui ancora una volta si era trovato a maledire i coniugi Lastrange per avergli portato via mamma e papà –Quanto sei
bello.- sussurrò Alice e lui sollevò lo sguardo verso il suo viso, scosse la
testa e lei gli sorrise –Non ti credi bello?- gli
chiese -Sbagli… lo spinse verso di sé e lo strinse forte fra le sue braccia, cullandolo
come quando era piccolo, mentre Augusta
alzava lo sguardo al soffitto e ringraziava il cielo con una mano sul petto-
Sei bellissimo piccolo mio.-
Ci fu
un momento di silenzio mentre mamma e figlio si riabbracciavano dopo tredici
anni, poi l’urgenza del momento prese il sopravvento e James
si avvicinò al divano dove i due erano seduti -Aly
come sei scappata?- chiese .
Alice
sollevò il viso dalla spalla di Neville e portò lo sguardo verso James che la guardava in attesa di
una risposta –Ho strangolatoAmycusCarrow con la cinta del
pigiama. Almeno credo di averlo fatto…Non sono stata a
controllare.- vide l’espressione dell’amico farsi stupefatta e sorrise alla sua
bocca spalancata -Andiamo…- ridacchiò- Lo sai che questo non il mio peggio.- Ed era vero.James si grattò la
testa con una sghignazzata, molti anni prima aveva imparato
che non era saggio inquietare quella donna, perché non si sapeva mai come
poteva reagire. L’aiutò ad alzarsi e quasi a braccia la portò nella camera dove
Frank contava le crepe del soffitto. I due coniugi si
guardarono per un lungo momento, poi l’uomo abbozzò un
sorriso.
-Quanti
ne hai fatti fuori?-
-Uno
o almeno credo…-
Risero forte, grazie al Cielo
non era mai stati tipi da farsi prendere dallo sconforto- Ti toglierò quel
marchio amore mio.- disse Alice e Frank annuì –Te lo
giuro.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Posso?-
Andrea sollevò lo sguardo dal libro che stava
sfogliando e trovò Sirius che la indicava all'altezza
del ventre. Per un secondo lo fissò perplessa prima di realizzare
che cosa voleva con quel dito puntato alla sua pancia- Oh...- sobbalzò guardandosi
attorno- Se proprio devi.-Spostò il tomo che teneva in grembo e senza
tradire la minima apprensione, fece segno all’animagus
di accomodarsi pure. Sirius si lasciò sfuggire un
sorriso mentre si sdraiava sul divano e le poggiava la testa sulle ginocchia.
Sospirò soddisfatto mentre incrociava le
braccia al petto -Sul mio letto c’è Neville.- disse a
titolo di spiegazione.
-Capisco.-
-E
non volevo sfrattarti dal divano.-
-Molto
gentile.-
Era
strano provare a dormire dopo tutto quello che era
successo, ma Sirius sentiva che se non provava a
chiudere gli occhi per almeno un ora sarebbe scoppiato come una bomba. Si accoccolò
contro le gambe della ragazza e chiuse gli occhi – Non hai sonno tu?-
-No,
grazie.-
Sirius
rilasciò tutta l’aria che aveva nei polmoni di colpo, mentre Andrea tornava
alla lettura del suo libro, schiaffeggiando ogni pagina e tremando leggermente.
Era in pieno comportamento passivo aggressivo, il mago sollevò lo sguardo verso
di lei e in un secondo decise che era arrivato il momento di prendere la
situazione in mano… Balzò a sedere e con una mezza spinta la mandò stesa sul
divano -Non è
colpa mia se non mi ricordo!- le disse mentre le sedeva sulle gambe.
-Ed
è colpa mia?-
-NO!-
Sirius si prese la testa fra le mani mentre la
ragazza alzava la testa e le spalle dai cuscini e gli lanciava un’occhiata perplessa –Tu non
sai l’inferno che ho in testa ragazzina.- le disse mentre si accucciava su se
stesso e respirava forte dal naso-Ci sono buchi nella
mia memoria. Voragini che non riesco a riempire e sento che impazzirò se non li
riempio…-
-Non
so come aiutarti.-
-Non
puoi raccontarmi qualcosa?-
La
ragazza avvampò -Beh…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-
Erano
passati tre giorni da che Frank aveva scambiato il
suo stomaco per la custodia dell’attizzatoio e Remus
sentiva di essere finito a piedi pari nel suo inferno personale -Ho fame.- si disse per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti. Per
colpa della ferita che aveva allo stomaco, lo nutrivano con pane e tanto latte,
neanche un uccellino rachiticosarebberiuscito a saziarsi con
quelle porzioni minimaliste. Stirò la gamba sana sotto le coperte e si portò le
mani alla pancia mentre si voltava su un fianco-Merlino, voglio mangiare.- frignò a occhi chiusi – Sarà buono il
cotone?-
-Non
credo.–
-Come
si dice no? A mali estremi, estremi rimedi.-
-Ho
come la sensazione che una tazza di cioccolata e marshmellosarebbe
molto più digeribile.-Remus spostò lo sguardo verso la
porta e Tonks sorrise
sollevando il vassoio che teneva fra le mani.
-Davvero?-
Ninfadora fece una smorfia mentre
attraversava la stanza e guadagnava il capezzale del licantropo –Provare per
credere.- poggiò il vassoio sulle ginocchia e con un colpo di bacchetta fece
apparire due tazze accanto al sacchetto di marshmello- …Harry e Lorien sono andati via dieci minuti fa.-
-Capito..-
-Speriamo
vada tutto bene , sapere Harry
impegnato nei Tre Mago in questo momento mi preoccupa.- verso un paio di
dolcetti nella tazza rosa e la porse a Remus
–O vuoi quella blu?- gli chiese interpretando il suo
sguardo schifato come un picco improvviso di machismo e di repulsione per il
colore più femminile del mondo . Il ragazzo scosse il capo e lei si dedicò all’altra tazza
– Tu che ne pensi?-
-Harry è un tipo abbastanza assennato farà attenzione-
-Davvero?-
-Diciamo che lo spero…-
-Non
ti credevo così ottimista.- sollevò la tazza in cerca
di un“cincin”e quando Remus l’accontentò i suoi capelli
si accesero di una simpaticissima tonalità rosa zucchero filato.Evidentemente non si aspettava di venire accontentata tanto
facilmente –Alla tua salute.- la sentì dire – Che tu possa rimetterti presto.-
-Grazie...- prese un sorso di cioccolata e IMMEDIATAMENTE
un urlo gli si formò in gola –OH CAZZO!- strillò con tutto il fiato che aveva
in corpo, sputacchiando cioccolata e saliva dappertutto –Stai cercando di
uccidermi?-
-Perché?-
-E’salata!-
Tonks piegò la testa sulla spalla
-Salata?-
-Provala!-
Ninfadora poggiò la sua tazza sul
comodino e prese quella che Remus
gli stava allungando, l’annusò sospettosa, poi la portò alle labbra –OH CIRCE!- scattò sputando il sorso
che aveva appena mandato in bocca – Ho confuso il sale con lo zucchero!-
-Porca che schifo!!-
-Scusami!-
-Come
diavolo si fa a confondere il sale con lo zucchero?-
-I
barattoli sono vicini!!- Ninfadora avvampò di
vergogna, radunò le tazze e si alzò di corsa per sottrarsi a quell’ennesima figura di merda , ma inciampò nei suoi stessi piedi e cadde di
pancia in mezzo alla stanza in uno
sbuffo di cioccolata calda che volò in aria prima di ricaderle addosso –Ahio…-
-Ti
sei fatta male?-
-No.-
-Ti
sei scottata?-
-Neanche.-
-Bene…Allora
va a preparami una cioccolata calda come si deve.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-
Aveva in testa immagini,
frammenti della sua vita a cui non riusciva a dare un
verso. Quel poco che Andrea gli aveva raccontato era riaffiorato tutto nella
sua mente, ma sentiva che c’era altro che sapeva che Andrea
sarebbe morta prima di riuscire a mettere a parole la parte più
importante della loro relazione – Mi ha raccontatocome ci siamo conosciuti ad Hogwarts, l’anno che abbiamo passato a ucciderci a vicenda,
ma … A me serve l’altra parte…Quella…Aaaaaah.-
Appoggiò la testa sul tavolo
mentre James sollevava lo sguardo dal libro che stava
consultando nella speranza di liberare Frank dal
tatuaggio di Voldemort –Scusa Paddy…Perché
non usi un Pensatoio??-
Sirius sollevò la testa di scatto –Un
Pensatoio??-
*Chiedo scusa in anticipo ai fans di Ron , ma io lo odio
*Chiedo scusa in anticipo ai fans di Ron ,
ma io lo odio.
Non posso farci nulla!
Capitolo diciassette.
Gli scoop hanno vita breve e i
fratelli Potter dopo pochi giorni di ressa non facevano più notizia. Rita Skeeter
non li inseguiva più dappertutto e le ragazze non facevano più ressa attorno a
loro, Lorien sospirò sollevato mentre Harry si lasciava cadere a braccia larghe sull’erba –Pace finalmente.-
dissero in coro mentre Hermione prendeva posto su un
lembo di mantello di Harry e radunava le ginocchia al
petto –Chi ha detto che la notorietà è una bella cosa è un pazzo masochista.-
A nessuno dei due piaceva la
ressa, trovarsi nel mezzo di un ciclone di scandali e presunte verità non
faceva per loro, si stiracchiarono assieme e Hermione
trattenne un sorriso-Non c’avevo mai fatto caso, ma
avete delle reazioni molto simili.- disse con un sorriso –Volendo avremmo
potuto capire che eravate fratelli molto prima.-
Harry girò la testa verso di lei,
in quei tre anni di scuola gli era capitato spesso d’incontrare Lorien, nella Sala Comune,in cortile,ma oltre ad uno strana simpatia non aveva mai provato nulla per lui e
molto probabilmente per Lorien era stato lo stesso. Valla ad immaginare quella parentela.Infatti il grifondoro più giovane
scosse la testa –No, non ci saremmo mai arrivati ad immaginare una cosa del
genere.- Sentì una mano premersi sulla sua spalla, si volse e cadde con un tonfo a parte addietro in risposta
al diretto alla faccia di Ron!!!
-RON!- urlarono in coro Hermione ed Harry.
-Brutto bastardo che ci facevi con Malfoy prima! Che
stavate tramando!?-
Lorien si portò una mano all’occhio
mentre Harry scattava in piedi ad allontanare Ron ed Hermione gli prendeva un
braccio per alzarlo –Con Malfoy?- chiese confuso
mentre scrollava la testa tramortito dalla botta . Il
rosso allontanò Harry con una spinta
e si rifece di nuovo sotto minaccioso, ma Lorien fu
più svelto di lui, lo prese per il colletto della camicia con una mano e se lo
avvicinò al naso – Non ci provare un’altra volta.- gli disse prima di
allontanarlo.
-Non mentire ti ho visto
confabulare con lui!- cercò di avvicinarsi un’altra volta, ma Harry glie lo impedì infilandosi a
forza fra lui e la sua preda e spingendolo con tutte le energie che aveva in
corpo- Di la verità! State preparando qualche scherzo ai danni di Harry.-
Hermione lo afferrò per le spalle –Ti rendi conto di che sciocchezze stai dicendo? Secondo te Lorien si mette a tramare contro suo fratello.- si girò
verso Lorien che imprecava con una mano premuta sulla
parte ammaccata – Perché parlavi con quella serpe?-
-Quella serpe è uno dei miei
migliori amici!-
Un silenzio agghiacciato cadde
su Harry e Mione mentre Ron gonfiava il petto e batteva una mano sulla spalla dell’amico-
Che ti avevo detto?- disse indicando Lorien con un
dito – Sta tramando qualcosa!-
-Non sto tramando nulla
idiota! Io e Dracosiamo
cresciuti assieme, mi ha semplicemente chiesto come stavo dopo aver scoperto
che Piton non era mio padre e se avevo bisogno di parlare con qualcuno!-
sputò il sangue che gli si era raccolto in bocca e si pulì le labbra con il dorso
della mano – Non è un mostro come pensate voi! E’ quella merda
di suo padre che lo costringe a fare il bastardo per tenere alto il buon nome
della famiglia!
Harry parve quietarsi mentre Hermione lasciava cadere le spalle. Ron
rivolse loro un’occhiata poi si avvicinò di nuovo a Lorien
che raddrizzò la schiena pronto a stenderlo con un
destro alle gengive –Io “questo” non lo voglio nel nostro gruppo. Non mi fido
di lui.-
-Ron!- esclamò Harry.
-E’ stato cresciuto da Piton, che ne sai che se…-
Lorien gli si avvicinò minaccioso,
nonostante fosse più basso di lui e decisamente più
gracilino –Se?… Finisci la frase dai così ti mando in infermeria brutto idiota!-
alzò le mani schifato – Sai che ti dico Weasley!? Sono
io che non voglio entrare in un gruppo del genere.- raccolse
la borsa da terra-Che schifo! E parlate
tanto male dei Serpeverde, voi siete peggio!-
Scese il pendio che portava al
castello svaporando per il male che sentiva in faccia, Harry
lo guardò allontanarsi poi si volse verso l’amico –Non costringermi a scegliere
fra mio te e mio fratello perché non potresti di certo
vincere tu.-si rinfilò
il mantello che aveva steso sull’erba per evitare di bagnarsi e corse dietro a Lorien .
-Tu sei un
vero idiota…- mormoròHermione.
-Tu voi essere davvero amica
con un uno che è culo e
camicia con Malfoy.-
-Sì… Se questo rende felice Harry!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Ginny
ci vuole un po' di grazia nella vita.- Ginnysbuffò in faccia
all'amico, non era un medico che cavolo pretendeva? Poggiò due dita sullo
zigomo incrinato dell'amico e tenendo gli occhi sul manuale pronunciò l'incantò
di guarigione-Ecco.- disse scostando le mani- Adesso mi dici come mai tu e mio
fratello siete venuti alle mani!?- chiese incrociando
le braccia al petto. Lorien fece
spallucce e la ragazzina girò la testa verso Harry,
che imitando il fratello decise di fare l’indiano e sollevare lo sguardo al
soffitto crepato dell’Aula di Trasfigurazione –Devo rivolgermi agli Auror per saperlo!- urlò allora la rossina
balzando in piedi.
-Gin
non urlare.-
-Oh
scusa Lollo!-
-Non
mi chiamare Lollo.-
-E’
carino!!!- Lorien sollevò lo
sguardo e la ragazza rise forte. A differenza di Harry
lui non gli metteva la minima soggezione, anzi adorava farlo arrabbiare, era
troppo buffo quando metteva su quel broncio da cucciolo offeso a morte.
-Ginny!?- chiese una voce.
-Siamo
qui Luna.-
La
porta si aprì completamente e la piccola Corvonero
entrò saltabeccando, salutò Harry con un cenno della
mano e si avvicinò a Ginny per porgergli le erbe
mediche che le aveva chiesto di portare.Lorien sollevò il
viso dalla mano e i due si guardarono per un lungo momento –Ah!- fecero quasi
in coro –Ma tu sei!-
-Si
conoscono?- chiese Ginny guardando Harry.
-A
quanto pare.-
Lorien
fece per alzarsi , ma la biondina si tirò indietro di
un passo, arrossì violentemente e fuggì dalla stanza, lasciando il grifondoro con la mano a mezz’aria e una faccia da –Ma che
ho fatto?- si girò verso il fratello e l’amica e li trovò che parlottavano con
le teste vicine.
-Mi
sa che il fratellino ha fatto colpo.-
-Sembra
proprio di sì.-
-Mi
è simpatica Luna.-
-Potresti
ritrovartela come cognata.-
-Sarebbe
divertente.-
Fine
capitolo.
Ebbene
sì, Luna/Lorien. Chiedo venia a Rolf,
ma …Ancora devo capire da quale recesso la Rowling l’ha
tirato fuori! XD
Chiarimenti:
_ki_: La storia è MIA . Si chiamava I need
the light. Una prova di Draco
x Hermione che ho cancellato quando ho deciso di
pubblicare questa fic che la ricordava parecchio.
*Sara*: Ti mancano John e Charlie?
Tranquisister, se la next generation vedrà la luce ci
starà la loro storia! XD
millyray: Perché dovrei arrabbiarmi? Se le mie storie ti
hanno ispirata vai, scrivi pure ciò che senti con la
mia benedizione! *___________*Fammi
solo sapere quando pubblichi! XD
Capitolo diciotto.
Harrysospirò sulla testa ricciuta poggiata contro il suo petto. Non riusciva a crederci, Ginny l’aveva fatto di nuovo! Si era addormentata ancora.
Per la terza volta nel giro di una settimana gli era crollata fra le braccia,
nel bel mezzo del capitolo sulle Guerre dei Giganti. -Uffa...- Si sistemò sotto quel corpo
poggiato a metà sul suo, le era scivolata addosso con
piano piano, lui se ne era accorto solo quando si era
ritrovato sotto di lei, con il bracciolo del divano schiacciargli i reni “Potevi dirmelo che eri stanca…"
aveva sbuffato rassegnato a dover passare anche quella notte là, lui a studiare
per il test di cui, non sapeva praticamente un accidenti e lei a ronfargli
beatamente addosso.
Passò il braccio sinistro attorno alle spalle dell'amica, in modo da porter reggere il libro con entrambe le mani, si sistemò
piegando il ginocchio destro, non era il massimo della comodità con quel
fagotto che gli impediva di muoversi come voleva sopra, ma gli dispiaceva
svegliarla. Dato che lei riusciva a dormire, poteva farlo per entrambi,no? Visto che lui il capitolo sonno l'aveva largamente
archiviato per un'insonnia che si lo preservava dagli
incubi, ma che un giorno all'altro l'avrebbe fatto finire al St.Mungo. -Uhnnnn....-
Si, però doveva smettere di
gemere nel sonno.
Gli faceva uno strano effetto sentirla sospirare a quel modo
contro il suo collo.
Era una piacevole sensazione, un rivolgimento nei pressi dello stomaco , che nulla sembrava poter controllare. Più lui si imponeva di pensare a qualcos'altro che non forse quel
corpo perfettamente formato sul suo, più le sue interiora si rivoltavano e si
rigiravano completamente sorde ai suoi bei ragionamenti perfetti logici .
”E' tua amica, che diavolo stai
pensando, smettila di fare lo stronzo!"
Se avesse potuto prendersi a secchiate d'acqua per calmare i suoi bollenti
spiriti l'avrebbe fatto! Erano giorni che ci pensava, che si macerava nel
dubbio. Quegli sconvolgimenti che lei gli procurava non erano normali, che non era solo questione di ormoni. Era qualcosa impossibile
descrivere a parole,che metteva a dura prova le sue
coronarie -Uhmmm....-
E ci risiamo!Harry
lasciò cadere il capo all'indietro snervato dalla situazione, sembrava che si
divertisse a torturarlo, a soffiargli a quel modo sulla gola. Se non fosse stato addormentata, avrebbe pensato ad un
dispetto voluto! Cercò di liberare la
mente , di pensare a qualsiasi cosa che non fosse Ginny addormentata fra le sue braccia, ma era più facile a
dirsi che a farsi, quella ragazzina era troppo… Si morse la lingua, ma che cacchio stava dicendo???
Si
battè una mano in faccia, maledetti ormoni in
subbuglio, maledetti…Aggrottò le sopracciglia e raddrizzò la testa. Era lui a
vederci male ola fiamma del camino
assomigliava a …- Papà?- chiamò stupefatto e il fuoco si mosse ghignando
-Però
… Carina la piccola.-
-Sei
davvero tu?-
-Sta
dormendo o l’hai tramortita?-
-IDIOTA!-
James
rise forte e scosse il capo a modo di scusa –No, dai non ti agitare.- gli
disse. Si guardò attorno e tornò serio con un sospiro –Allora come vanno le cose?- gli chiese . Il ragazzo sospirò – Così
male?-
-Anche
peggio.-
-Perché?-
-Ron
e Lorien non si sopportano, non
riescono a stare nella stessa stanza senza cercare di uccidersi a
vicenda. Ho provato a staccarli, a cercare di far ragionare Ron
e a invitare Lorien alla
calma, ma Ron non vuole sentire ragioni e Lorien…Beh mica può stare zitto quando uno lo insulta.-
James
annuì e Harry chiuse gli occhi
sfinito.
-…
Non sono ancora riuscito ad aprire l’uovo d’oro per la seconda prova dei Tre Mago, sono tormentato dagli incubi e sono
leggermente stitico.- il focherello si piegò in due
dalle risate prima di scurirsi e chiedere maggiori dettagli sugli incubi –Sogno
una specie di cimitero e Minus che parla con una cosarella melmosa che ha la voce di Voldemort.-
-Uhnnn…-
-E’
lì le cose come vanno?-
James
si grattò la testa –Beh stiamo cercando di liberare Frank dal tatuaggio, ma siamo l’eccezione che conferma la
regola. Sei cervelli non sono meglio di uno e non sappiamo che pesci prendere.-
scrollò le spalle e Harry si sistemò Ginny addosso – In teoria si dovrebbe uccidere colui che ha imposto il tatuaggio, ma Frank
non si ricorda chi è stato e noi mica possiamo metterci a fare la conta fra i Mangiamorte!-
-E
allora?-
-E
allora dobbiamo trovare un modo, quel poveraccio non può restarsene legato a
letto, gli stanno venendo le piaghe da decubito… O forse gli si stanno
riaprendo, dato i tredici anni che ha passato alSt. Mungo, ma vabbeh non
cavilliamo.- diede un paio di colpo di tosse – Ascolta adesso io devo andare , ma tu sta attento mi raccomando…-
-Certo.-
-Si
sta preparando qualcosa… Anche se non so cosa.-
-Starò
attento…-
-Bada
anche a tuo fratello.-
-Minimo.-
-Ti
voglio bene.-
-Anch’io
papà.-
La fiamma si spense con uno scrocchio e James si
passò una mano sulla nuca per massaggiare il nodo di tensione che sentiva
premere. Inspirò a fondo e si volse verso il fondo della stanza, dove Lily
stava dormendo sopra un libro.Tirava
aria di tempesta, tutti lo sapevano e il nonpoter prevenire il disastro li stava uccidendo – Amore …- le disse
–Amore perché non vai a letto?- la donna girò la testa sulla carta su cui era
accucciata, mugugnando qualcosa. Erano giorni che Lily non faceva un sonno come
si deve, che Alice non mangiava più di un panino a giorno e che Remus non usciva dall’immensa biblioteca magica di casa Paciock.
“Non è che Augusta l’ha rapito!”
-Ho
capito… Devo prenderti in braccio.-
Si
portò accanto alla moglie e le allontanò il busto dal tavolino. La sollevò e…
- CAGNACCIO!!!-
Quasi
la lasciò cadere per terra dalla sorpresa… Attraverso la cornice della porta vide Sirius*versione cane* rotolare a lingua di
fuori seguita da un Andrea paonazza di rabbia, che gli assestò una pedate che
lo mandò quasi di testa dentro il camino –Che diavolo…- chiese mentre Lily
apriva gli occhi con uno sbadiglio – E’ successo?-
-QUESTA BESTIA! QUEST’IMMONDA CREATURA!!!-
-Che ti ha fatto?-
-MOSTRO!!!!-
Sirius
si girò verso James mostrando il suo bottino che gli
pendeva dalla bocca, un paio di mutandine da donna con una buffa fantasia a
ciliegie –Il trucco della sparizione delle mutande di dosso al proprietario.-
rise James prima d’incontrare lo sguardo furente di Andrea e zittirsi di botto –Eddai,
è uno scherzo.-
-IO LO AMMAZO QUESTO SACCO DI PULCI!-
-Non
puoi i cani sono protetti.-
-DA CHI?-
James
arretrò di un paio di passi- NON DA ME!-
Sirius
tornò umano e si strofinò su una guancia gli slip di Andrea
–Lo sai che non ti darò pace finchè non mi darai ciò
che voglio!- la ragazza digrignò i denti e lui fece l’atto di annusare il tessuto
con una smorfia beata .
-PORCO!!!-
“Come si fa ad amare tanto
qualcuno e allo stesso tempo volerlo uccidere io mi
domando…”
-Voglio
i tuoi ricordi donna!!-
-I
miei…- Andrea avvampò –Non puoi fare come tutti ed andare da uno psi…!!!- Sirius
si era messo le sue mutande come berretto –I miei ricordi? TU DA ME AVRAI SOLO UNA AVADA KEDA…!!!!- Si
bloccò. Lo sguardo fisso oltre la testa di Sirius e la spalla di James.
I due si volsero e alla vista del corvo che picchiettava il vetro della
finestra per attirare la loro attenzione sobbalzarono –Che cavolo?- chiesero
mentre Andrea attraversava la stanza e andava ad aprire all’uccello che le si appollaiò su un braccio .
-Porta un messaggio.-
Un
pezzetto di carta legato attorno alla zampa, l’auror
lo sciolse e lo stese sul davanzale con una mano. James
mise giù Lily e le andò accanto.
“Ogni bambina è l’amore del suo
papà,
ma
il tuo papà dov’è Pagnottella?
Io lo so…
E
tu?!”
James
sfilò il biglietto dalle mani dell’amica e lo portò alla luce del fuoco, mentre
Andrea appoggiava entrambe le mani alla finestra lesse ancora e guardò Sirius che era impallidito.
Il corvo portava
un altro messaggio.Un pezzo di pergamena che Andrea aveva nascosto nella manica
della maglietta e che aveva letto in solitudine, seduta sulla tazza del bagno.
Un appuntamento adHogwarts,
nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure per discutere un affare che difficilmente avrebbe potuto rifiutare. Strinse i
pugni e con una pedata spalancò la porta che la separava dall’infame bastardo
che mesi si era spacciato per suo padre e incurante del rumore fatto entrò nell’aula in una lama di luce lunare. Socchiuse
leggermente gli occhi alla vista dell’uomo seduto alla cattedra e digrignò i denti in una smorfia che la fece
quasi apparir brutta –Che modi.- disse la voce roca di Malocchio Moody–Mi avevano
detto che hai un pessimo carattere .-
-Sono stati molto gentili.-
-In realtà è peggio?-
-Tu non immagini quanto.-
L’uomo
sorrise
mentre l’Auror guadagnava il centro dell’aula,si alzò
e con un sospiro raccolse le mani dietro la schiena – Tuo padre è nelle nostre
mani.- disse secco fissando lo sguardo in quello della ragazza – E se lo rivuoi
indietro dovrai sottostare alle nostre richieste.-
-Che
sarebbero?-
La porta alle spalle della
ragazza si chiuse con un tonfo, ma questa gli donò un’occhiata appena
interessata, piegò la testa su una spalla e sollevò un sopracciglio –Allora?-
incalzò vagamente curiosa mentre stirava con uno dei suoi graziosi boccoli
biondo scuro.
-Uccidi Sirius Black e portaci la sua
testa.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Il nugolo di pettegolezzi
creato da Rita Skeeter fu spento ,
per la gioia di Harry, dalla
seconda Prova dei Tre Mago. Quell’infame scribacchina
sembrava avercela con lui. Non sembrava mai paga di scrivere vaccate su di lui,
Dio quanto desiderava farle del male
fisico.Non gli importava
quasi la sua sicura dipartita per annegamento, non sentire più quelle fandonie
era un tocca sana per i suoi nervi e infatti un
sorriso stranamente beato gli illuminava la faccia :-Harry!-
Neville Paciock si fece largo fra la calca che si
agitava attorno ai campioni del Torneo, agitando il pugno verso l'amico che si
spostò di un paio di passi da Cedric - Tieni.- gli
disse il buon erborista battendogli nel palmo della mano un rotolo di fili
d'erba mollicci- Mangia.-
Il Cercatore fissò l'amico con un sopracciglio inarcato.
-Fidati.-
Tanto che aveva da perdere. Prese fiato e mandò giù in
un boccone, Neville gli diede un paio di pacche in mezzo alla schiena prima di
sussurrargli -Da parte di un'amica comune.- gli disse mentre Malocchio lo
strattonava per un braccio e lo buttava a mollo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Sirius
emise un basso gemito mentre guardava la bacchetta di Andrea
lampeggiare di verde. Non poteva essere vero…Lei non… Portò lo sguardo al suo
viso in cerca di risposta, ma la ragazza non sembrava disposta a voler
discutere quella folle decsione.
-Andrea…
- chiamò scioccato mentre realizzava la presenza del
serpente acciambellato accanto al camino e James
tramortito ai piedi del divano –Che sta succedendo?-
-Una
vita per una vita…Mi spiace Sirius.-
Un
lampo di luce verde illuminò la stanza e Sirius cadde
a terra come un sacco, Andrea lasciò cadere le spalle con un gemito verso l’animale
che aveva assistito alla scena-E’morto
.- disse mentre affondava la punta della scarpa nel fianco dell’animagus.
Il
rettile sciolse le sue pire e sollevò la testa prendendo forma umana, AmycusCarrow che sorridendo le
tese una passaporta – Vieni mia
cara, e porta il tuo bottino.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Il primo a riemerge dalle acque del Lago Nero fu ViktorKrum, teneva Hermione per un braccio e per poco no le spezzò il gomito
quando la passò a Justin. Il ragazzo lo fulminò con lo sguardo prima di rendersi conto che stava attaccando
briga con un gigante e lui era alto più o meno quanto Pollicino.
La ragazza si massaggiò il braccio con una smorfia, trasalendo quando un
mantello le scivolò addosso coprendole i capelli. -Lorien?-
-Sei blu, stai bene?- si volse verso Colin- Ehi una
coperta!-
L'avvolse ben bene sotto lo sguardo odioso del bulgaro "non aveva preso molto bene l'essere stato mollato da lei" mentre Cedric riaffiorava tenendo Cho a
galla, Hermione gettò uno sguardo alla superficie
buia del lago, voltandosi agli strilli di protesta di Fleur-MIA SORELLA! GABRIELLE!- urlava la
francesina, mentre tentava di divincolarsi dalla presa delle sue compagne e
della Preside per ributtarsi in acqua e salvare la sua piccolina. -Harry ha poco tempo.- esclamò Lorien
oltre il capo della ragazza che teneva contro di sé per scaldarla. Tirò un
sospiro che si risolse in un'espressione interrogativa quando incontrò lo
sguardo furente di Ron. Che
aveva da guardarlo a quel modo? Con Lavanda che gli si strofinava al braccio
come una cagna in calore. -Eccoli!- trillò allegra Luna indicando un punto in
mezzo al Lago. Harry stava annaspando tenendo Ginny conto di sé e la piccola Gabrielle
per un braccio. La bambina si stava agitando a bocca aperta per tenersi a galla
da sola per non pesare al suo salvatore mentre Gin cercava di tirarsi via dal
viso i boccoli appesantiti dall'acqua.
-GRAZIE! GRAZIE ARRì!- strillò Fleur
mentre aiutava Harry a salire sul pontile e lo
abbracciava di slancio- La mia sorellina, l'hai salvata, anche se non toccava a
te!- Harry annuì confuso mentre Ginny
si massaggiava le braccia infreddolita, il ragazzo si
sfilò un asciugamano dalle spalle e glie avvolse attorno- Stai bene?- gli
chiese.
La rossina annuì confusa, Harry
passò a massaggiarle le spalle da sopra il telo che l'avvolgeva, accogliendo il
suo passaggio alla terza fase del Torneo con un lieve cenno d'assenso- Stai tremando per Merlino...- incalzò tirandola contro di sé,
notando solo marginalmente lo sguardo interessato di Cedric.
Erano arrivati assieme nell'antro delle sirene. Lui si era avventato di slancio
su Ginny, lasciandogli solo Cho
da salvare. Sentì la ragazza muoversi fra le sue braccia, scostò il capo, per
guardarla, era fracida, pallida, eppure a lui sembrava perfetta- Gin.-
Sgranò gli occhi.
Sollevando il capo Ginny aveva avvicinato il viso al
suo, sfiorandogli le labbra in un timidissimo bacio, Harrysentì il cuore schizzargli in gola, svolazzare nei
pressi del pomo d'Adamo prima di scivolare di nuovo fra i polmoni mentre Hermione strattonava la camicia di Lorien
-Visto!? Visto!?- gli chiese allegra mentre Ginny si alzava ancora intontita dal freddo e avvolgendosi
meglio nell'asciugamani si allontanava dalla folla eccitata da quel nuovo
scoop. -Altrochè se ho visto.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Tutti hanno un prezzo e quello
di Andrea Moody era suo
padre. Bellatrix sorrise mentre scivolava verso la
ragazza e il fagotto che aveva alle spalle – Bene.- disse dolce come il miele
mentre la ragazza serrava i pugni –Sapevo che eri una ragazza intelligente.-
-Dov’è mio padre.-
-Mostrami il corpo.-
Con un calcio Andrea spinse il
corpo di Sirius fino ai piedi della donna, la guarda
ghignare e sfregarsi le mani eccitata, sollevò le
sopracciglia e leile indicò il baule alla
sua sinistra –E’ lì tuo padre.-
Piegò le ginocchia a terra e mentre
Andrea si assicurava di non essere stata raggirata sfregò le mani e sollevò un
lembo della coperta che avvolgeva tutto ciò che rimaneva di Sirius
Black .
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Non l'ho fatto davvero!- -L'hai fatto davvero.-
-Non l'ho baciato.- -L'hai baciato.- Ginnyspalancò la bocca in
un urlo silenzioso mentre Hermione saliva a sedere
sul divano con un balzo, la rossina cercò lo sguardo
di Fred e George, inorridendo
fino alla punta dei capelli quando i due annuirono con un sorriso
-Hai baciato Harry.- disse George
prendendole il mento fra due dita e scrollandole i riccioli- Davanti a tutti.-
Gin si volse verso Hermione.
-Si, l'hai fatto. Posso confermare.-
Il buco del ritratto si aprì di scatto, per un secondo Ginny
temette di trovarsi di fronte Harry, e invece tirò il
fiato quando si trovò davanti Ron con le mani in
tasca e un broncio che gli arrivava fino alle ginocchia- Che faccia brutta.- gli sorrise. Ronald la fulminò con lo sguardo.
-Che c'è?-
-CHE TI E' SALTATO IN MENTE GINEVRA? -
Se c'era qualcosa che Ginny detestava era essere
chiamata da chi amava col suo nome completo, era sciocco, ma la faceva andare
in bestia, fece per rispondergli quando Ronrincarà la dose:-SEI DIVENTATA UNA
SGUALDRINA O COSA?- -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Ciao
Bellatrix-
-Cosa?-
Sirius
fece “ciao!ciao!” con la manina mentre Andrea stendeva Amycus
con una EverteStatime
smaterializzava Malocchio nell’ufficio di Silente. Si volse su un fianco e
guardò la cugina impallidire e far stridere i denti per la rabbia -Credevi davvero che mi avrebbe ucciso?-
-…-
-Piccola
scema!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Harry camminava zigzag per il corridoio, era
stanco morto e ancora non riusciva a credere al bacio che Ginny
gli aveva schioccato sulle labbra, in meno di mezzo secondo aveva
partorito una decina di ipotesi tra le quali un ringraziamento affettuoso e un
colpo di ipodermia mal sfogato, spalancò la porta
della Torre e per la seconda volta in due giorni sentì la mascella inferiore
rimbalzare sul pavimento- Che?- pigolò. Ron era a terra, che si toccava la guancia, Fred era su di lui e si stava massaggiando il pugno chiuso
mentre Ginny era tenuta a forza da George e Mione- Mi sono perso
qualche passaggio importante.- disse scavalcando il buco-Ehi?- Ron si tirò su con un salto, e mugugnando girò le
spalle al fratello e assestando una spallata adHarry uscì dalla Torre-Aho!?- gli
gridò appresso il ragazzo massaggiandosi la parte ammaccata per poi voltarsi
agli altri quattro-Che cavolo è successo?-
Con una gomitata di qua e una di là, Ginny riuscì a
liberarsi dalle braccia che la stringevano-Quello!
Quello!- urlò indicando la porta oltre le spalle di Harry-Deve togliersi il bastone che ha nel culo, sta diventando peggio di Perce!-
-Maledizione Pagnottella potevi dirmelo che stavi scherzando, mi hai
fatto prendere un colpo
Ormai lo sapete che quando
faccio un capitolo incasinato poi al seguente spiego tutto! XD
Capitolo 20
-Maledizione Pagnottella potevi dirmelo che stavi scherzando, mi hai fatto prendere
un colpo.-Andrea ridacchiò mentre James massaggiava
con entrambe le mani il punto in cui l’EverteStatim l’aveva colpito
mandandolo di faccia contro una parete –Pensavo davvero che volessi
stendere il cagnaccio per riavere indietro Malocchio.- sporse
il labbro inferiore in un broncio e costrinse la ragazza a poggiare un bacino
sul bernoccolo –Che ne potevo sapere io
che eravate d’accordo!-
Sirius rise forte mentre
Andrea si piegava per schioccare un altro buffetto fra i capelli di Prongs. Non informarlo del loro piano d’emergenza dausare in caso di ricatto “Una vita per una vita.”era stata una cattiveria, ma come si dice no?Se devi ingannare il nemico
devi prima ingannare l’amico –Ci spiace Prongy.-
-Bastardi.-
-EddaiJames.-
-Me la sono quasi fatta sotto
per la paura.-
Andrea e Sirius si scambiarono un occhiata
mentre James incrociava le braccia e voltava il capo – Lo sappiamo.- glirisposero quasi
in coro mentre uno si pizzicava la radice del naso con due dita e l’altra
sollevava le mani a modo di scusa – E sappiamo anche si esserci fatti
scappare Bella da sotto il naso.-
-Almeno vi siete tenuti
stretti Amycus.-
-Sì e Frank
potrà alzarsi da quel letto.-
-E poi avete liberato
Malocchio.-
-Bravo Prongy!
Pensa positivo!-
-Non fate i
furbi…Sono ancora incazzato!-
Scoppiarono a
ridere mentre la porta alla loro sinistra si apriva lentamente rivelando la
figura acciaccata di Malocchio. L’uomo si guardò attorno e con un sorriso
salutò la figlia –Andre…- cominciò prima di
realizzare Sirius seduto poco lontano da lei–TU?-
-Io?!-
-BRUTTO…-
-Che ho
fatto?-
Un urlo atroce
rimbombò per i corridoi della Scuola di Magia e stregoneria. La
McGranit, che era appena stata informata del falso
Malocchio dal Professor Silente, vide l’originalesfrecciargli davanti al seguito di un
terrorizzato Sirius Black.
-Mah?-
chiese voltandosi verso Lily.
-Non lo chieda a me.-
-Allora che ne dici? Abbiamo
bisogno di un professore di Pozioni e tu saresti l’ideale.
I ragazzi non possono continuare col fai da te.- sorrise e la donna si lisciò il mento pensierosa. Era una buona idea per tenere d’occhio Lorien
ed Harry, però James…
Sospirò,l’aveva appena ritrovato e non se la sentiva di lasciarlo –Ci
devo pensare …- Guardò Sirius
correre per salvare la sua vita e rise allo sguardo scioccato della direttrice
di Grifondoro–Davvero non lo so che sta
succedendo ….-
-Dannata bestia!-
-Malocchio parliamone!-
-Torturare prima, parlare poi.-
Per la quarta volta
passarono davanti ad Andrea e James, il Malandrino
stava ridendo a piena bocca mentre la ragazza gli parlava sottovoce all’orecchio.
Si fermò di botto, puntando entrambi i piedi e si riparò dietro l’Auror che si sentì tirare in piedi a forza.
-Quindi sì James, abbiamo un piano per ogni le
evenienze.-
-Bravi i miei
pargoli. Ora che lo so, non mi spaventerò più di nulla.-
-Avremmo dovuto dirtelo prima, scusaci-
Sirius la scrollò con
entrambe le mani e la ragazza gli rivolse un’occhiata
interrogativa da sopra la spalla –Sì?- gli chiese per nulla
preoccupata dal padre che schiumava dalla bocca come un drago inferocito.
-Tuo padre vuole uccidermi!-
-Lo vedo.-
-E non hai nulla da dire?-
-Nulla.-
Alastoravanzò
di un passo e Sirius*con annessa Andrea* indietreggiò di quattro. Quell’uomo gli aveva sempre fatto una discreta paura e
adesso lo stava terrorizzando-Tu, brutto seduttore di povere ragazze indifese!- lo sentì ringhiare mentre gli
puntava la puntava un dito addosso.
-Seduttore di ragazze
indifese? MA PARLI DI TUA FIGLIA!?-Andrea gli mollò una
gomitata alla bocca dello stomaco e Malocchio farfugliò qualcosa in preda alla
rabbia più nera. Spezzò il suo bastone magico contro il ginocchio e il
Malandrino si sentì con entrambi i piedi in una fossa
senza nome- Alastor…E dai, ricordati che siamo
amici.-
-Amici?-
-Sì…-
-NON DIRE VACCATE, MOLLA ANDREA E
OFFRANTA LA MORTE CON ONORE!!!!-
-FOSSI
SCEMO!-
Si allontanò di un
altro paio di passi mentre Remus appariva da dietro
un angolo del corridoio seguito da Dora -Ehi! Alastor!- salutò e l’uomo parve rasserenarsi per un secondo. Si girò
verso la figlia *ancora in braccio a Sirius* e le indicò il licantropo con un cenno del
capo.
-Ecco, se proprio doveva
essere un Malandrino, Lupin ti faceva schifo!?-
Andrea fece
spallucce.
-Intelligente, bell’aspetto, buon carattere, ma che si può volere di più
dalla vita?-
-Si però…-
-Non mi rifilare ancora quella
boiata dell’amore è cieco, perché non ci credo …Sei
masochista, Pagnottella.- guardò torvo Sirius che sudò un’altra delle famose camicie del
proverbio. Quel tipo rappresentava tutto ciò che un padre teme
per la propria figlia, dall’infedeltà all’instabilità economica. Ringhiò e
Black si spinse definitivamente contro il muro.
-Dove va… Verrà il giorno che
t’incontro da solo in un vicolo.
-Mah!-
-Io e te, nessun testimone.-
-MALOCCHIO!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
La giornata di Harry si stava rivelando
essere una lunga agonia senza la speranza di una morte imminente. Erano passati
tre giorni dalla seconda prova dei Tre Mago e ancora
non era riuscito a capire perché Silente aveva scelto Ginny
come suo tesoro. Lorien ,Ron , sarebbero stati una scelta comprensibile, ma Gin… Si
spettinò i capelli con entrambe le mani e Lorien
scoppiò a ridere.
-Che
ridi!?- gli urlò .
-Veramente
non l’hai capito perché Silente ha scelto Ginny e non
me o …- tacque un secondo –Ronald?-scosse la testa e si buttò
sdraiato con le braccia raccolte dietro a modo di cuscino –E per fortuna
quello intelligente fra noi due sei tue.-
-Non
ho mai detto una cosa del genere.-
-Lo
fai continuamente Bambino Sopravvissuto.-
-Non
è colpa mia se un pazzo ha tentato di farmi la pelle.-
Lorien
incrociò le gambe all’altezza delle caviglie -E io mica
ho detto il contrario…-
-Vuoi
dire che me la tiro?-
-Come
un treno a vapore…Genio del Quiddich.-
Harry
scattò a sedere –Basta così, moccioso vieni
con me!-
-Dove!?- si sentì tirare in piedi per il
colletto del mantello e trascinare su per la scarpata che portava alla casa di Hagrid. Cercò di liberarsi, ma ad ogni suo movimento per
togliersi il mantello corrispondeva ad uno strattone di Harry
per tenerselo vicino –HARRY MI STAI STRANGOLANDO!!!-
urlò un secondo prima di impattare contro il fianco
del fratello.
-Che
ti prende?- gli chiese
alzandosi.
-MAMMA??
– sillabò Harry.
-MAMMA!?-
Lily rise del loro stupore- Credo che dobbiate chiamarmi Professoressa Potter.-
“O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo
In sole due settimane di
lezioni Lily Potter poteva dire senza ombra di
smentita di aver ucciso i suoi figli. Harry ormai
tremava ogni volta che vedeva un pentolone e Lorien,
soffriva di una decina di malattie psicosomatiche che si manifestavano non
appena qualcuno pronunciava , anche per sbaglio, la
parola *Pozioni* e che sparivano
solo dopo diverse ore di patimenti vari. Harry si
lasciò cadere sulla sedia di fronte a Sirius con un
tonfo mentre Lorien atterrava accanto a Remus , che se lo prese su una
spalla con un verso –Credo che sia svenuto.- disse guardando prima l’amico poi
il Cercatore che, faccia a tavolo, mormorò un –Beato lui.-
-Davvero Lily è così pessima?-
-Tu non ne hai la minima
idea.-
Era l’incrocio fra un gerarca
nazista e un torturatore azteco. Era la quarta
essenza dello stacanovismo e pretendeva dai suoi figli il 1000% anche se sapeva perfettamente che un Potter
e un pentolone di pozioni non vanno assolutamente
d’accordo – Rosmerta due burrobirre
per favore.- esclamò Remus mentre Harry
raccontava il dramma suo e del fratello a un Sirius
che annuiva partecipe.
-Corrette al cianuro per
favore.-
-Lorien? Ti sei ripreso?...No, è svenuto un’altra volta.-
La porta sul fondo del locale
si aprì una seconda volta e James entrò scrollandosi
i capelli dalla pioggia che glie li aveva incollati
sulla fronte. Si guardò attorno e vide entrambi i suoi figli partire a razzo
verso di lui… Per abbracciarlo? No…Assolutamente ,no!
-DEVI DIRE QUALCOSA A TUA
MOGLIE!!!-
LORIEN.
-TU E I TUOI GENI DEL CAZZO!-
HARRY.
-SI E’ VERO …TU E I TUOI GENI
DEL CAZZO!!!-
LORIEN “aveva le idee un tantino confuse.”
James guardò prima uno poi l’altro
–Perché ? Che succede?- Lily nelle sue lettere sembrava così felice e orgogliosa dei loro progressi
in Pozioni, si grattò la testa e sorrise ai due ragazzi che sembravano proprio
sul punto di cadergli svenuti ai piedi – La mamma vi ha messi sotto eh!?-
-METTERCI SOTTO?
C’HA STESO CON UN TIR!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-EFrank?-
Harry spostò lo sguardo dalla sua
pinta di burrobirra e guardò Sirius
–Frank?- ripetè, ovvero il
nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure dato che Malocchio aveva
rifiutato la cattedra adducendo la scusa[Io e dei ragazzini nella stessa stanza? Volete farmi finire ad Azkban per procurata strage?]Prese un sorso e fece spallucce –Frank è a posto… E’ bravo e rende le lezioni divertenti.- guardò
Remus – Un po’ come facevi tu. E’ mamma che non si
sopporta. Sul serio andrà finire che la ucciderò, traendone piacere.-
Gli adulti risero anche se
c’era la fondatissima possibilità che Harry stava
dicendo sul serio. Sapevano tutti e tre che livelli di pignoleria poteva toccare Lily e con quanta facilità fosse in grado di
snervare una persona – Dai non esagerare…- disse Sirius
con un faccino per nulla convinto *per
l’appunto* mentre Remus ridacchiava con un’espressione da *Non vorrei essere nei vostri panni ragazzi*
e James guardava dappertutto tranne che verso i figli.
-NON STIAMO
ESAGERANDO!-
-Ragazzi?-
I due grifondoro
si volsero che la medesima espressione spiritata mentre Lily guadagnava il loro
tavolo –Sì?- chiesero quasi in coro per nulla contenti dell’espressione che
potevano leggere sul suo viso.
-Che ci fate qui?-
-La visita adHogsmade…-
-Sì, ma credevo che sareste
rimasti al castello a studiare. Domani ho fissato una prova generale e voi due
non siete per nulla preparati.- Lorien sbiancò, Harry vacillò sulla seggiola e James
penso che in un colpo solo sarebbe venuto meno il suo cognome- Su tornate al castello forza.-
-Ma Lily.-
-James non contraddirmi davanti ai
figli!-
-.-.-.-.-.-.-.-
-Aaaaaaah!-
Luna non ebbe il tempo materiale di coprirsi la bocca con le mani che fu
investita da un'onda anomala di puzzalinfa, che la sbattè a sedere per terra e la lasciò tramortita per
qualche secondo-Oh merda!- esclamò una voce mentre si
guardava attorno maledicendo i nargilli-Luna, stai bene?-
La biondina sollevò gli occhi azzurri verso il ragazzo che le stava porgendo le
mani lo guardò per un lungo momento, prima di realizzare che i nargilli non c'entravano nulla, e annuire fra la melma
verde che le scendeva dai capelli al viso- Che bastardi!- continuò Lorienmentre la
tirava su da terra e indicava un punto alla loro destra–Li ho visti parlottare,
quei quattro Tassorosso , ma non pensavo…Che scherzi
del cazzo-
-Non
ti preoccupare , mi capita spesso…-
-Sul
serio?-
-Oh
si tranquillo.-Cercò di
ripulirsi le spalle dai rifiuti, fece un passo in avanti, ma la suola le slittò
e si sentì precipitare a parte indietro. Loriencercò di prenderla per un braccio, ma finì di
pancia accanto a lei .-Siamo piuttosto imbranatiLorien,eh?-
cinguettò l'adorabile biondina mentre si massaggiava poco elegantemente il
posteriore.
-Mi ha slittato il piede.-
Si alzò lasciando ditate verdi contro la pareti, poi alzò la Corvonero e ripulì entrambi con un colpo di bacchetta,
fermandosi a guardare la ragazzina con un po' troppo interesse. Quel giorno
Luna era vestita in una maniera moderatamente decente, niente spettroccoli, niente penne infilate nelle orecchie, aveva i
capelli ordinati in due code e la frangia, la guardò meglio e la solita collana
coi tappi di bottiglia. "Però,
è carina al naturale." si rese conto del suo
stesso pensiero e scosse la testa come a dire no "Che diavolo sto dicendo?!"
- Ti ha colpito un Gorgosprizzo,Lorien
?- gli chiese dolcemente la ragazzina, fissandolo da sotto in su con i grandi
occhi celesti. Avevano la stessa età, ma lui era decisamente
molto alto e Luna era piuttosto piccolina.
-Un cosa?-
-Un Gorgosprizzo!-
-Non penso che mi abbia colpito...Anche perchè non so
cos'è.-
Luna fece per rispondergli quando Harry sbucò da
dietro l'angolo del corridoio, con la grazia di una mandria di bufali
all'attacco- Ciao HarryPotter.-
lo salutò prima di fare un passo indietro quando il ragazzo le si piantò
davanti e con la sopra citata grazia bovina le chiese se aveva visto Hermione.
-No...Non l'ho vista.- -Lorien ?-
-Era al parco con Calì
,se non sbaglio.-
-Allora non si è mossa... Grazie ragazzi.- Harry continuò la sua marcia con l' insolita potenza elefantina, i due si guardarono prima che Luna sospirasse-
E' stata sicuramente la puntura di un meru a farlo
arrabbiare a quel modo.-
-La puntura di cosa?- scosse il capo quasi divertito- Quello era un livido, ha
fatto pugni.-
-Oh....-
Si fissarono ancora.
-HA FATTO A PUGNI?-
-.-.-.-.-.-.-.-
Fare
a pugni con quel gorilla travestito di CormacMcLaggen era stata una pessima idea. Harry
si sentiva le ossa peste, la faccia gonfia nonostante le cure
di Hermione, non riusciva nemmeno a sopportare
gli occhiali! Si volse sul divano e sussultò quando mise a fuoco la figuretta di Ginny accucciata
accanto al divano.
-Ginny.-
saltò su. -Hermione mi ha detto quello che hai fatto...Grazie...-
Forse avrebbe dovuto dirle che l'avrebbe fatto per chiunque, che non doveva
starci a pensare troppo, ma le sue funzioni intellettive erano rimaste bloccate
in fase "off!", la ragazza sollevò timidamente la mano per scostargli
la frangia dagli occhi, un profondo livido si apriva lungo la porzione di pelle
che conteneva la cicatrice dell'AvadaKedavra - Che botta.- esclamò.
-Un colpo fortunato.-
-Ti fa male?-
-Solo quando penso.-
Le dita della grifoncina rimasero per qualche istante
a mezz'aria, poi presero coraggio e andarono a posarsi sul segno a forma di
saetta. Era caldissimo e sembrava pulsare, probabilmente a causa del livido,
eppure Ginny ebbe la sensazione che fosse il maleficio che conteneva a ribollire... -E' da un po' di tempo che mi fa male.- disse Harry dando voce ai suoi pensieri -Sembra infetto.- -L'hai fatta vedere a Silente?-
-No, non c'è bisogno.-
La ragazza si prese qualche istante per riflettere poi prese a muovere le dita
che teneva sulla fronte del ragazzo, un massaggio marcato nonna Weasley, -Contro le botte, lividi e ferite lacero contuse,
un massaggino e un bacino e quello che ci vuole.- recitò come uno spot
televisivo sotto lo sguardo estasiato del Cercatore, che quasi miagolò mentre
chiudeva gli occhi e si stiracchiava- E il bacino? - le chiese.
-Come?-
-Hai detto "un massaggino e un bacino".-
specificò. Ginny sporse le labbra in un broncio, Harry pensò che forse aveva esagerato quando la ragazza gli
si chinò sopra e gli schioccò un bacio sul livido. Harry
sentì un brivido attraversarlo quando una delle trecce della ragazza scivolò a
solleticargli il naso -Ti ho fatto male?- gli chiese pronta
.
-No! Scherzi?-
-Allora che c'è?-
-Mi hai dato un brivido.- Ginny sentì la bocca spalancarsi contro il suo volere,
una parte di lei stava ballando nuda il limbo l'altra stava preparando
freneticamente le valige per scappare in Messico, Harry
si girò sulla schiena e lo guardò in cerca di una reazione, trasalendo quando
lei interpretò l'ultima della sua lista ovvero, si alzò con un balzo, lo guardò
furente e gli strillò uno -STUPIDISSIMO POTTER!-
Harry balzò in
piedi e mezzo secondo dopo adsi ritrovò arretrare ad oltranza sotto le spinte di Ginny- Che ho fatto?- esclamò stravolto - GINNY!- l'afferrò per un braccio
e se è possibile la ragazza divenne ancora più livida di rabbia: -NON PUOI
VENIRE A FARE LO SPLENDIDO CON ME DOPO CHE TUTTA LA
SCUOLA SA CHE SBAVI DIETRO ALLA CHANG! NON ME LO MERITO.-strepitò mentre
cercava di liberarsi, ma era troppo piccina, maledizione!
-COME?-
-OH, non fare lo gnorri, eh!?- Ginny
lo schiaffeggiò con la mano libera, divincolandosi e massaggiandosi il polso
che Harry le aveva storto- Si vede lontano un miglio
che le salteresti addosso! Anche se devo capire che cavolo ha di tanto bello, tutta secca e storta com'è.-
Harry si massaggiò il mento con due dita- Sei gelosa?- rise
mentre Ginny prendeva
fiato.
Non era portato per
il lavoro d’insegnante. Più il tempo passava più FrankPaciock se ne convinceva.
Per carità, stare in mezzo ai ragazzi gli piaceva da matti elo appagava anche trasmettere le sue
conoscenze a menti assorbenti come spugne , era la parte
dello stare seduto a correggere compiti che lo snervava. Allontanò da sé la
pila di carte che aveva davanti e si lasciò cadere sullo schienale della
seggiola –Cha
palle .- sbuffò guardando il cielo oltre il vetro
opaco della finestra–Chi me l’ha
fatto fare ad accettare questo impiego...-Raccolse le braccia
dietro la nuca e chiuse gli occhi –Potevo tornare a fare l’Auror, infondo sono giovane.- si
dondolò annoiato mentre la porta infondo alla stanza si apriva lentamente
–Chiunque tu sia, non ti hanno detto che si bussa?-
-Scusi.-
Frank tornò composto
sulla seggiola mentre DracoMalfoy
entrava nell’ufficio trascinando i piedi. L’ex- Auror
aggrottò le sopracciglia, confuso da quella strana visita. Da che aveva preso possesso
della Cattedra di Difesa quel ragazzino si era
rivelato la classica spina nel culo. Arrogante,
sarcastico, poco incline a seguire i consigli, in poche parole una vera piaga –Che succede ?- gli chiese per nulla gentile- Signor Malfoy…-
-Mia madre mi ha detto che
potevo rivolgermi a lei.-
-Tu madre?- Frank si alzò e il Serpeverde si tolse
il mantello e arrotolò la manica sinistra del maglione-Oh Merlino…- mormorò alla vista del tatuaggio sul braccio del ragazzo,
sollevò lo sguardo verso il suo viso e lo trovò contratto da una smorfia di
dolore – Senti le voci?-
-Sto impazzendo,vero?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Non riusciamo a farli confessore.-
Andrea lasciò
cadere le braccia mentre Malocchio crollava il capo in segno di resa e Kingsley si batteva una mano in faccia. Avevano provato di
tutto per far parlare Amycus e BartyCrouch, ovvero il falso Malocchio, ma non erano stati
capaci di strappare loro mezza parola. Ninfadora si
appoggiò alla sedia dove Barty era seduto e guardò James da sopra la testa del Mangiamorte-Sono immuni al Veritaserume il
dolore fisico non li spaventa, anzi…- guardò schifata Amycus-Le
mie Crucio gli hanno fatto un
erezione. –
James spalancò la bocca –Come si fa
ad essere immuni al Veritaserum?-
Andrea fece
spallucce –Prendendone
un goccio di pozione al giorno si arriva alla fine
dell’anno che non ti fa più effetto…E’ una tecnica semplice e purtroppo di
sicuro effetto.- guardò il padre che annuì da sopra il
bastone che era appoggiato -Le abbiamo provate tutte…Ci manca di
buttargli dell’acido in faccia … -
-Maledizione.-
-Ci spiace James.-
L’animagus si portò le mani alla testa. La terza prova dei Tre Mago era senza dubbio la più pericolosa. L’aveva
provata sulla sua pelle e sapeva che significava, strinse
le dita e buttò aria con un solo soffio. Era il momento
ideale per attentare alla vita di Harry, lontano
dalla protezione di Silente il suo ragazzo era un bersaglio mobile…
-Come possiamo
fare?-
Amycus rise e Tonks rovesciò la sedia su cui era seduto con un calcio
mirato al piede sinistro della seggiola –Zitto Carrow.- gli disse .
-Non potete fermare il mare
con le mani.-
Malocchio si alzò e
piantò la punta del suo bastone sulla gola dell’uomo che strabuzzò gli occhi e
tossì forte –Non hai
sentito la signorina? Fa silenzio feccia.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-La memoria del ragazzo è
stata manipolata.-
-Manipolata?-
-Gli ultimi tre giorni della
sua vita sono spariti dalla sua mente.-
Lo sguardo grigio
di Frank si spostò da Madama Chips
seduto sul letto a Silente che passeggiava con le mani raccolte dietro la
schiena a Draco seduto rigidamente sul bordo del
letto. Si pizzicò la radice del naso con due dita e respirò forte col naso –Maledizione.- sbottò – In tre giorni può aver piazzato bombe per
tutta la scuola.-
-Lo so Frank.-
-Sembra piuttosto tranquillo
però.-
Silente lasciò
cadere le spalle. No, non era affatto
tranquillo, anzi, era più che spaventato, ma sapeva che n non poteva mettersi a
dare i numeri per l’angoscia! Si lisciò la barba e inspirò profondamente -Dobbiamo mantenere la calma,
professore.- disse lentamente – O faremo il
gioco del nostro nemico.-
-Sì, però…-
-Frank, pensa come un Auror .-
L’uomo inarcò un
sopracciglio. Pensare come un Auror per lui
significava… Spalancò la bocca, ma Silente si ricordava con chi stava parlando?
Madama Chips gli lanciò uno sguardo interrogativo e
quando lo vide ghignare un brivido le corse lungo la schiena. Fra l’angelico e
il demoniaco c’era FrankPaciock
con un viso da angelo per un animo da diavolo. Si allontanò di un passo e
istintivamente portò le mani al petto.Non sapeva a
chi Silente aveva dato carta bianca, ma una cosa la sapeva… Ai Mangiamorte non sarebbe
piaciuto per nulla.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sirius sapeva di stare
rischiando la vita, che giocare con sgarrare con Malocchio era salutare quando
saltare a piedi pari su una mina antiuomo , ma doveva
sapere! Perché ce l’aveva con lui? Facendo attenzione a non fare rumore si
avvicinò all’uomo che dormiva steso per metà sulla sua scrivania e sudando
freddo si avvicinò al piccolo Pensatoio alle spalle dell’uomo.
-Ecco…- disse sottovoce afferrando la scatola di provette piene di
vapor luminescente
-Guardando questi potrò capire che diavolo succede…-
I
ricordi di Malocchio…
Uscì in punta di
piedi e Alastor aprì l’occhio sano – Quel ragazzino.- disse appoggiando il viso nel palmo della mano –
Credo che non abbia capito con chi a che fare.-
Fine capitolo.
Capitolo cortino
lo so… Nel prossimo i ricordi di Malocchio! XD
Doveva ammetterlo, aveva paura. Ficcare la testa
nei ricordi di Malocchio Moody lo inquietava
parecchio, ma doveva capire per quale ragione ce l’aveva
tanto con lui. Si portò davanti al piccolo Pensatoio che da anni faceva parte
del tesoro della famiglia Black e prese un lungo respiro. Aveva
già liberato il ricordo, doveva solo immergere a testa e lasciarsi
trasportare. Si piegò in avanti e si lasciò andare. I suoi piedi si staccarono
dal pavimento e si ritrovò a cadere in un ombra vorticante.
-Oh Merlino…Odio questa
parte.-
Si ritrovò seduto su un pavimento bianco ai piedi di una
culletta riscaldata, accanto a lui un ragazzo biondo stava piangendo –Questo è ilSt.Mungo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La stanza degli
interrogatori era illuminata da un filo di luce appena sufficiente a intravedere le pareti dimetallo nero, il tavolo di legno
scheggiato e due seggiole. Una sorta di set cinematografico
studiato per incutere nei prigionieri un senso di timore e di totale che doveva
spingere alla confessione. AmycusCarrow rabbrividì mentre la porta sul fondo della stanza si
apriva lentamente. Un ombra, dei familiari occhi
grigi, il Mangiamorte sorrise mentre FrankPaciock entrava nella cella
tenendo fra le mani una bella mela rossa- Che piacere rivederti.- disse – Vedo
che ti sei ripreso più che bene.- Frank si chiuse la porta alle spalle e con uno sbuffo
andò a sedersi di fronte ad Amycus. I piedi poggiati
sulla seduta della seggiola e il sedere scomodamente in bilico sullo schienale,
trasfigurò la bacchetta in coltello e iniziò a sbucciare il frutto che aveva
portato con sé con aria assorta – Parli con le buone.- disse dopo qualche
attimo –O mi devo incazzare?-
Amycus tirò indietro la testa e
rise a piena bocca –Fai del tuo peggio Paciock!-
serrò i pugni per farsi forza e piantò lo sguardo in quello pacato
dell’Auror –Tanto mica puoi uccidermi,no?- Inspirò
profondamente – Forza fammi vedere se oltre a quel bel faccino che ti ritrovi
c’è anche altro… – sputò nella sua direzione e rise – … Su occhioni
belli, coraggio!-
Frank prese un morso di mela e
guardò il Mangiamorte con un sorriso divertito- Poi
non dire che io non ti avevo avvertito.- piantò il coltello sul tavolo e si
alzò con un balzo.
Un urlo atroce rimbombò
fra le pareti di pietra nera fino agli Aurorin attesa fuori la
porta, Tonks scattò in piedi , ma fu bloccata da James e da Malocchio- Dora torna seduta.- gli disse il mago
più giovane mentre l’altroscrollava la
testa con una faccia che non ammetteva repliche -Lascia fare a Frank.- la ragazza gli rivolse uno sguardo terrificato –Non
lo ucciderà sta tranquilla.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
[La bambina è così piccola… Che è improbabile chesopravviva a sua madre..]
Una sola frase per archiviare la vita di una bambina.
Cinque parole buttate assieme da un sorriso di circostanza e una rammaricata
scrollata di capo, Sirius non riusciva a crederci.
Come diavolo si poteva essere così insensibili? Strinse i pugni e buttò un occhio
nella culla. Non sapeva perché fra i ricordi di Malocchio ci fosse quella
boccetta, non poteva essere lui quel ragazzo biondo che fissava scioccato il Medimago che aveva
deciso della vita della sua creatura. Sorrise al piccolo angelo che dormiva fra
tubi e cerotti mentre con un orecchio prestava ancora attenzione alla
conversazione fra il povero papà e il gelido guaritore.
Dato che era
lì, tanto valeva godersi il filo degli eventi.
-Non potete fare nulla.-
-Mi dispiace…-
-E’tutto… Tutto ciò che
mi rimane.-
Il Medimago distolse lo
sguardo mentre il padre stringeva i pugni . Una
bambina nata da una donna clinicamente morta non era una battaglia che lo
interessava. Era troppo piccola per sopravvivere fuori
dal corpo della madre, troppo malandata, in poche parole una pessima pubblicità
per l’Ospedale. Si volse e l’uomo buttò un urlo –E invece lei vivrà!-
-Sarebbe dovuta morire con sua madre…Sarebbe stato
meglio per lei.-
L’uomo si tirò indietro di un passo e volse la testa
verso la culletta riscaldata dove il suo tesoro dormire. Se era sopravvissuta a
quello un motivo c’era, ne era sicuro. Chiuse gli
occhi e si volse per dare le spalle a quel pessimo dottore – Tu vivrai.- Sirius lo guardò chinarsi sulla piccola e sfiorargli una guanciotta con un dito- Vero Pagnottella?-
-COSA?-
Ok. Appena nata Andrea aveva rischiato di morire,
ma questo non giustificava l’odio che Malocchio nutriva nei suoi confronti! Sirius si spettinò con entrambe le mani e in preda alla
frustrazione rovesciò il secondo ricordo nel Pensatoio e si lasciò cadere in esso.Uscì dall’ombra
e si ritrovò in lungo corridoio alle spalle di Malocchio e …Remus?Si grattò la testa perplesso.
“Questa è Hogwarts…”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-E’ un torturatore
professionista?-
-Frank è il non plus ultra.-
-Eppure sembra così…-
-Angelico?-
-Già.- James annuì mentre le urla ovattate di Amycus coprivano il suo respiro leggermente affaticato di Ninfadora –Credo che lo sia diventato in reazione alla
morte del padre …Per sfogare l’odio che sentiva nei confronti dei Maghi Oscuri
senza scadere nella vendetta priva di significato…- si sistemò sulla seggiola e
chiuse gli occhi- Vedi, aveva solo quindici anni quando suo padre fu ucciso da
alcuni Maghi Oscuri.-
-Beh non è il primo
orfano di guerra.-
Malocchio emise un
sibilo.
-No, infatti…Ma la sorte
toccata a NoelPaciock… Beh
non la auguro nemmeno al mio peggior nemico.- James deglutì
a vuoto e spostò lo sguardo da Dora alla porta chiusa di fronte a loro – E’
stato rapito davanti casa. Per tre giorni gli Auror
l’hanno cercato dappertutto, ricordo che mio padre ci perse
il sonno…-
-Che cosa gli è successo…?-
-L’hanno trovato appeso ad
un albero, Ninfadora…Sbudellato. Dal collo
all’ombellico…- Malocchio si pizzicò la radice del naso con due dita, inspirò
profondamente e si volse verso la ragazza -Povero Noel.-
bisbigliò –Era davvero un brav’uomo, non meritava una
simile fine.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Aveva gli occhi rossi Remus e le spalle
piegate dal troppo piangere. Sirius si portò una mano
al petto in colpa per quella vista e si guardò attorno. Non riusciva a capire
cosa stava succedendo, ma in qualche modo sapeva che lui c’entrava in qualche
modo. Guardò l’amico inspirare profondamente sollevare lo sguardo verso il fondo
del corridoio –Andrea?- chiamò Moony e Alastor sollevò la testa
di scatto. La ragazzina era ferma ai piedi delle scale, le mani impegnate a
stringere una copia della Gazzetta del Profeta, Sirius
sentì il cuore mancare un paio di colpi, era proprio come la ricordava –
Piccola…- sussurrò il licantropo mentre una lacrima scendeva a rigargli il
viso.
-Remmy.-
Remus distolse lo sguardo da quello di Andrea e Malocchio avanzò trascinando la gamba offesa,
fece per abbracciarla, ma la grifondoro lo allontanò
alzando le braccia –Papà non mi toccare.- sussurrò con un filo di voce –Non
voglio essere consolata! Dimmi solo se… Per favore…Dimmi.-
-E’ tutto vero Pagnotella-
-No.-
-E’ stato lui,..
Ha venduto James e Lily a Voldemort.-
La biondina si allontanò dal padre e si portò di fronte a Remus. Si aggrappò alla sua giacca e lo scrollò per farsi
guardare – Remus! Remus
guardami! Sirius non può averlo fatto ! Ti prego! TU LO SAI!- Remusinghiottì aria e lacrime mentre si voltava a guardare l’amica.
-L’ha fatto Andrea.-
-NO!-
- Rassegnati.-
Andrea mandò un grido, dalla sua postazione Sirius
la vide portare le mani al viso e crollare sulle ginocchia di fronte a Remusche si portò
le mani alla testa prima di chinarsi ad abbracciarla – Mi spiace…-
Sirius si sentì trascinare
indietro, crollò sul pavimento e si toccò la nuca .Andrea aveva pianto per lui, davanti al
padre, per questo motivo Malocchio ce l’aveva tanto
con lui.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Allora?-
Frank si asciugò le mani sulla
giacca e si allargò in un sorriso- Andiamo James, lo
sai che sono una garanzia.- disse guardando prima l’amico, poi il resto dei
presenti che si rilassò con lo stesso sospiro sollevato – Amycus
ha cantato come un uccellino.-
Aveva solo due opzioni, arrendersi al suo destino e affrontarlo al
meglio delle sue possibilità o scappare a gambe levate e la
Aveva solo due opzioni, arrendersi al suo destino e affrontarlo al meglio
delle sue possibilità o scappare a gambe levate e lasciarsi tutte le spalle. Harry rabbrividì, il respiro reso corto dall’ansia. Non
sapeva cosa fare, non sapeva cosa volevano che facesse. Guardò il padre e
questo si allargò in un sorriso incoraggiante –Io…- cominciò guardandolo in
colpa –Non credo di…- abbassò la testa fra le spalle e chiuse gli occhi – Ho
paura.-
Non potevano
dargli fra le mani il destino di tutta la Comunità Magica, era ingiusto cazzo! Aveva solo quindici anni ,
combattere in nome del bene di tutti non doveva far parte delle sua rosa di
possibilità per passare la serata!Rifiutò
la mano di James sulle sue e si alzò per portarsi di
fronte alla finestra. Inspirò profondamente…Era lui o la stanza si stava rimpiccolendo? Appoggiò le mani sul davanzale e prese
piene boccate d’aria fredda. Aveva l’impressione di avere il cervello bloccato…Perché
non riusciva ad aggirare il pensiero di non voler morire per darsi all’altro
che sentiva scalciare dietro? Attraverso il vetro della finestra vide Lily
avvicinarsi, chiuse gli cocchi e godette della
pressione della sua guancia fra i capelli –Scusa mamma.- le disse sottovoce.
-Non devi scusarti…Se hai
paura nessuno ti costringerà a fare niente.-
-Si però…-
C’era una guerra in atto …
Dentro la sua testa qualcuno gli stava dicendo “Metti da parte la paura e diventa ciò che tutti aspettano...”Mentre qualcun altro urlava a
pieni polmoni “Perché io? Perché sempre
io?” Si abbandonò contro il corpo della madre mentre Malocchio radunava le
mani dietro la nuca e buttava uno sbuffo frustrato - Se Harry
non ci appoggia possiamo usare Lorien.-
-Lorien?- fece eco Frank.
-Si somigliano…
Dovremmo solo interveni…-
-NO!- Harry
si staccò da Lily e si portò di fronte al vecchio Auror
–Mio fratello non c’entra niente con questa storia…- disse completamente
dimentico di chi aveva davanti e del suo grado di reazione davantia uno sgarbo –Non lo
mettere in mezzo a 13 anni , se qualcosa va male, lo faranno a pezzi!-
-E allora cosa proponi, genio?-
-Beh…-
-Malocchio non forzarlo.- James si alzò per tirare via il figlio dall’amico e
condurlo di nuovo verso la madre –Se non se la sente, non se la sente …E Lorien e fuori discussione.- Lily trattenne Harry accanto a sé e James tornò
al centro della stanza - E’troppo piccolo!-
Alastor indicò Frank
con un cenno della testa –L’hai sentito,no? Mancano
tre giorni e poi l’Apocalisse ci cadrà fra le braccia! Io non me la sento di
starmene con le mani in mano…- si alzò e James si tirò indietro di un passo. Non era coraggioso *stupido* come Harry
da affrontare Malocchio Moody senza le dovute
precauzioni–Dobbiamo fare qualcosa cazzo!-
-Sì, ma non sulla pelle dei
miei figli!-
-I tuoi figli dovrebbero
imparare più da te.-
James aggrottò le sopracciglia- Che
cosa?-
-Il coraggio!-
Harry spalancò gli occhi con un
cenno brusco mentre James
si grattava la testa tramortito da quell’improvviso
complimento. Aveva ragione Malocchio! Suo padre era sopravvissuto ad una seduta
di Crociatus firmata Lord Voldemort
e lui…Non poteva fare il pulcino spaurito. Infondo non c’era
veramente nulla da temere…
-Lo faccio.-
-Harry …Non devi…-
disse Silente dalla sua postazione accanto a Fanny.
Aveva assistito all’alterco
senza dire una parola, convinto che alla fine il bene si sarebbe compiuto.
Guardò prima lo studente poi il resto della compagnia che nel suo Ufficio si
era riunita – Sono sempre stato dell’idea che è l’uomo a fare la sua fortuna, Harry, il tuo destino non è
scritto nella pietra. Può essere cambiato.-
-No Preside, lo voglio fare.-
Fanny planò accanto adHarry e lentamente strofinò la testolina contro la sua
gamba. Era un modo per dirgli che sarebbe andato tutto bene e che poteva
contare su di lei il ragazzo sorrise e fece l’atto di
accarezzarla, ma questa si allontanò da lui e si appollaiò su una spalla di James e come sempre,
tentò di dargli fuoco.
-DANNATA
BESTIACCIA!!!-
-E’ un modo di
dimostrarti affetto!- sorrise Silente mentre l’atmosfera tesa dell’Ufficio
andava scemando in una risata generale. James afferrò il
collo della fenice e la scrollò avanti e indietro mentre questa mandava degli
stridii che sembravano una risata divertita. Quella storia *Io ti voglio bene mentre tu cerchi di darmi
fuoco* andava avanti dai tempi della scuola -Me lo dimostri non attentando
la mia vita!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Abituarsi alle prese in giro
molto probabilmente è molto più doloroso che subirle. Nella pacifica
rassegnazione di Luna Lovegood agli scherzi dei suoi
con casati si nascondeva molto di più di quel sorriso falsamente paziente. Lorienne era più che convinto,
per questo motivo sentiva il sangue schizzare al cervello ogni volta che vedeva
la Corvonero passargli davanti ridendo dell’ennesimo
tiro mancino che gli era piombato fra capo e collo.
-Possibile che tu non sia arrabbiata?- sbottò mentre cercava di tirare giù le
scarpe della ragazzina dalla testa gargoile dove qualcuno
le aveva lanciate -… Io a quest’ora starei dando i
numeri per il lotto.- assestò una pedata al muro e le scarpe gli caddero addosso.
Crollò ai piedi di Luna con la testa fra le mani e la
ragazzina gli andò accanto.
-Ti sei fatto male?-
-Stavo meglio prima.-
-Fammi vedere.-
Gli allontanò le mani e scoprì
il bernoccolo- Nulla di grave.- disse sollevata. Tacque un momento, poi si
piegò in avanti a schioccargli un bacino sulla parte ammaccata, Lorien avvampòmentre Luna si allargava in un sorriso imbarazzato –Mia madre faceva
sempre così quando mi facevo male.-
-Ah…-
-UOOOOOOOh!-
Lorien si girò con un sopracciglio
inarcato mentre James e Sirius
battevano le mani eccitati –CHE DIAVOLO
CI FATE VOI DUE QUI!- urlò paonazzo mentre i due Malandrini tiravano fuori
un fazzoletto e si asciugavano gli occhi commossi.
-Il mio piccolo…-
-E’ già un ometto.-
-Come sono
emozionato!-
Harry si portò una mano in faccia e
Lily portò lo sguardo al soffitto –Poveraccio.- dissero in coro mentre Luna in
preda alla vergogna si dileguava – Quei due sono fatti a posta per far fare
figura di merda alla gente.- Lorien
balzò in piedi, e confermando il caratteraccio che aveva ereditato dalla mamma,
prese le scarpe di Luna e le tirò addosso al padre e
al suo degno compare -AHIA!- urlarono questi.
-Ve la siete cercata.- li
rimbrottò Andrea da vicinoFrank.
-BRUTTI BASTARDI!!!- strepitò Lorien,
il cui colorito aveva perso ogni connotazione umana.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Gli auror
pattugliavano il perimetro della scuola, animali di ogni
tipo si affacciavano dalla Foresta Proibita e i professori erano tutti sul chi
vive. Harrysospirò, era
protetto, vegliato da mille occhi, non aveva nulla da temere! Si guardò attorno
e rise alla vistadel cane nero che
cercava di afferrare una sparuto gattino color miele. Harry li guardò aggirare la casa di Hagrid
e puntare decisi verso di lui. Il gatto gli saltò fra le braccia e il cane
prese a spintonarlo per avere la sua preda.
-Si può sapere che ti prende?-
chiese il Cercatore mentre il gatto gli saliva su una
spalla e strofinava la testina pelosa contro la sua guancia – Possibile che
quando vedi un gatto non capisci più niente?- fece per allontanarsi con la
bestiola aggrappata a lui quando questi saltò a terra e prese forma umana.
-DANNATO
CAGNACCIO!- urlò
Andrea Moody.
-MAH!-
La guardò assestare una pedata
al sedere del cane , prima di aggiustarsi la folta
capigliatura biondo scuro – Harry, perché quella
faccia?- gli chiese –Ah…Non sapevi che fossi…-
-No…Non è questo che mi
sconvolge.- disse mentre Sirius tornava umano e si fiondava sulla ragazza che se lo levò di dosso con un
diretto alle gengive –E’che …Merlino, ti trasformi in
un gatto!- urlò
-E allora?-
-SIETE DAVVERO COME CANE E GATTO.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La terza prova dei Tre Mago era ai blocchi dei partenza, Harry rabbrividì mentre lanciava un’ultima occhiata verso
gli spalti dove Ron, Hermione,
Lorien , Ginny , Luna e
Neville stavano facendo un tifo sfrenato. Nessuno di loro sapeva che cosa lo
attendeva, sorrise alla loro allegria e tirò indietro le spalle con un lungo respiro-
Va bene.- si disse –Posso farcela.-
-Certo che puoi farcela.-
Harry girò la testa verso Frank -Grazie professore.-
Era
andato tutto come previsto. Il trofeo al centro del labirinto era in realtà una
passaporta*creata
da Draco durante i giorni di black out* e si era
ritrovato dritto, dritto fra le braccia del nemico nel cimitero personale di
casa Riddle. Si passò una mano sul collo mentre
nell’ombra cerca di riconoscere l’uomo che aveva di
fronte e l’entità del fagotto che stringeva fra le braccia –PeterMinus.- spinse
le spalle contro la lapide dietro cui aveva trovato riparo e chiuse gli occhi–Figlio
di …- impedì il sorgere della bestemmia e girò di nuovo la testa verso l’uomo
che stava avanzando verso di lui. La cicatrice sembrava volergli esplodere,
emise un sibilò indolenzito che inspirò un sorriso
divertito sul viso di Minus –Esci Harry.-
gli disse –E affronta il tuo destino.-
Il
ragazzo strinse la mascella e sollevò lo sguardo al cielo “Destino?” si disse “ Sarai
tu quello che incontrerà il suo destino stanotte.”
Strinse i pugni e uscì dal suo
nascondiglio, Minus sorrise e l’abominia
che stringeva al petto si mosse lentamente. Un paio di occhi
color vinaccia brillarono nell’oscurità e Harry sentì
la cicatrice bollire e scoppiare con
un leggero *pop!*. Portò una mano
alla fronte e con un suo sommo stupore sentì bagnato sotto il palmo –Non è possibile !- esclamò spaventato. Era la prima volta che
quel segno rigettava sangue –Che diavolo?-
-Benvenuto nel cimitero della
famiglia Riddle, Harry.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
“Sono in
ritardo…”
Harry strinse gli occhi mentre
cercava di liberare le braccia dal peso che le teneva bloccate contro il
monumento funerario alle sue spalle. Stava seguendo il piano, stava
assecondando Minus e con il cuore in gola stava
cercando di non guardare quella coserella informe che
rispondeva al nome di TomRiddle
junior. Inspirò profondamente, ma era molto più difficile del previsto. Il fascino dell’orrido era troppo forte. Era
come il parto di un alieno, l’ibrido fra un essere umano ed E.Ttelefono casa. Sentì un brivido arricciargli la spina
dorsale e socchiuse gli occhi quando Minusprese a mormorare una tiritera in latino. Sollevò le
palpebre sulla luna e vide una nuvola nera aggredirla e inghiottirla al suo
interno…
-Che cosa?-
-Stanno arrivando…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
James distolse lo sguardo dalla
porzione di cielo sopra la sua testa e volse lo sguardo verso gli amici accucciati
nell’erba accanto a lui – Ehi…- disse mentre Malocchio dava il via alla fase
due del piano – Vedetedi non morire…-
Harry sentì il cuore volare in gola
mentreosservava quella nube nera
avventarsi a terra. Tenne duro e non volse la testa, non chiuse gli occhi e fu
così che lo vide… Quel vento bianco attraversare il cielo come un lampo e
abbattersi sulla marea nera che stava scivolando verso il basso, dividerla e
gettarla a quattro angoli del cimitero.
-Che cosa?- soffiò Minus.
Harry rise forte mentre il
traditore dei Malandrini voltava il capo verso di lui –Che cosa è successo?-
sillabò pericoloso, prima di realizzare la presenza di quella sagoma scura
accanto adHarry. Lo
studente sentì la pressione che lo teneva bloccato allentarsi di colpo e cadde
in ginocchio con un *Aho!*
-Ce ne avete messo di tempo.-si
lamentò con una smorfia mentre si alzava massaggiandosi le ginocchia.
-Scusa tesoro.- gli rispose James.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Nonostante il parapiglia
generale tutti gli Aurorerano
riusciti ad avventarsi sulla preda desiderata, peccato però che una volta
toccato terra si era ritrovati tutti con un nulla di fatto fra le mani. Chi stava stringendo un mantello spiegazzato, chi i pezzi di una
maschera. Sirius scagliò a terra il suo magro
bottino e si girò verso Tonks che guardava confusa i
mezzi di legno fra le sue mani –AvevoMocciosus! Ce l’avevo! Ma come cazzo è possibile?- urlò .
-Non lo so…
Io avevo fra le mani Nott.-
Si lanciarono un’occhiata
perplessa quando alle loro spalle una nuvoletta bianca prese
forma dal nulla per poi dissolversi con un colpo di vento, Remus guardò prima il compagno Malandrino, poi la ragazza e
i pezzi di maschera che stringeva ancora –Non so come ho fatto.- cominciò
rammaricato -…Ma ho perso Greyback.-
-Non è possibile.-
Un altro lampo di luce e
Andrea avanzò fra l’erba alta –Non chiedetemi come …-
cominciò senza notare le espressioni sconfitte degli altri tre – Mi sono persa LuciusMalfoy per strada.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Correva fra le lapidi tenendo
fra le braccia il suo signore.Non
appena il suo sguardo aveva incrociato quello di James aveva capito di essere in pericolo e si era
lanciato in una fuga disperata fra i monumenti funerari, inciampando e
rialzandosi con il cuore che batteva a mille. Si accucciò dietro la statua di
un angelo misericordioso e chiuse la stretta attorno al corpicino
melmoso di Voldemort. Non sapeva cosa fare, non
sapeva da che parte andare, sapeva solo
che James era sempre più vicino e che stava per
raggiungerlo!
-TI PREGO!- urlò dalla sua postazione.
James girò la testa verso di lui e
sollevò la bacchetta per fare luce .
-NON UCCIDERMI!-
Tipico di PeterMinus strisciare e chiedere pietà.
-Io non volevo farlo…- la
risata attutita di Voldemort arrivò fino all’orecchio
di Potter , che avanzò di un
paio di passi tenendo l’arma avanti –VOLEVO…VOLEVO
SOLO…-
-Che cosa volevi Pete?-
Gli occhi chiari del mangiamorte si riempirono di lacrime terrorizzate . Aveva tradito gli amici per la gloria, per essere
rispettato e ammirato da qualcuno. Voleva essere lui l’esempio da seguire e
ammirare e mai più il verme che viveva di luce riflessa. Scosse la testa, ma
non poteva certo dirlo a James. Doveva trovare un
modo per raggirarlo, per fare perno sul suo buon cuore. Perché Jamesinfondo era come Remus, un bonaccione facile da intortare.
-Volevo aiutarvi.-
-Aiutarci?-
-Prendere informazioni e
portarle all’Ordine, ma sono caduto nella rete e non sono più riuscito ad
uscire…- marcò un paio di singhiozzi e James abbassò
di un pelo la sua bacchetta –Prongs devi credermi!- Strisciò
fuori dal suo nascondiglio e poggiò a terra il fagotto
che conteneva il corpo di Voldemort -Ecco.- disse –Guarda
la mia buona volontà…- indicò la creaturina che
sembrava più un ragno che un essere umano – Ti sto offrendo la soluzione a
tutti i tuoi guai…UCCIDILO!-
James abbassò lo
sguardo su quella coperta logora e su quella testina lucida che si mosse verso
di lui. Era la verità? Peter era stato davvero
immischiato in un gioco più grande di lui? Dio, quanto avrebbe voluto
chiedergli e riavere indietro il vecchio Wormtail, il
cucciolo dei Malandrini, quello che non riusciva a dormire senza il vecchio Fredaccanto *il suo coniglio di
pezza*
Portò una mano al viso
stordito dalla piega presa dagli eventi e nella stesso
momentoPeter tirò fuori la sua arma – EXPERLIARIMUS- gridò poi si allargò
in un sorriso di trionfo – Idiota…-
James si toccò la mano colpita dall’incanto
e lasciò cadere le spalle con un sospiro rassegnata. L’illusione
era durata lo spazio di un battito di ciglia, ma era stato bello lo stesso
sperarci- Io?- chiese e Minusdivaricò
ben bene le gambe in segno di risolutezza.
-...Avada…-
-Addio Peter.
-KEDAVRA!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-O ci siamo rincoglioniti tutti
in una volta sola o qui c’è qualcosa che non va…-Frank si grattò la
testa con uno sbuffo mentre Malocchio si guardava attorno e Andrea strappava
fili d’erba con aria assorta. Si erano fatti scappare le prede da sotto il
naso, si erano ritrovati soli, in un punto riparato del cimitero e non
riuscivano a smaterializzarsi per tornare indietro. Si guardarono l’uno con l’altro
e un unico sospiro li attraverso.
Erano andati per fregare ed erano rimasti fregati
-Guardate qui…-
Andrea indicò un punto vicino
ai suoi piedi, appoggiò il dito e una striscia luminosa brillò sotto il suo
tocco spandendosi nel terreno e circondando gli Auror
– Che diavolo?- esclamò Sirius allontanandosi con un
salto.
-Siamo caduti in una trappola…-
-Che trappola?-
Malocchio inspirò a fondo l’aria
fredda della notte – Questa è laCulla del Diavolo.-
Per alcune persone il tempo è relativo e un minuto può durare un ora
Per alcune persone il tempo è relativo e
un minuto può durare un ora. James
strizzò gli occhi, mentre con il cuore contratto dalla pena seguiva la caduta a
terra di Peter . Come in un
film lo vide spalancare le braccia e crollare in avanti, la testa morbida e le
dita contratte in uno spasmo di dolore, volse la testa e l’ex Malandrino
rimbalzò a terra , a qualche passo del suo signore. La
speranza era morta e ora doveva solo raccogliere i suoi pezzi. Harry lasciò andare la presa alla sua bacchetta e scivolò
sulle ginocchia, svuotato dal peso dell’omicidio, si portò una mano al petto e
respirò forte dal naso…Ecco, stava iperventilando.
“Ho ucciso un uomo…Ho ucciso un uomo…”
Per amore di suo padre, per salvargli la
vita, ma era sempre asfissiante il peso della parola *assassino*,
chiuse gli occhi e pregò di non sboccare su Voldemort
bocconi poco lontano da lui. Lo sentì ansimare e poi squittire una parolaccia,
sollevò una palpebra e una sottana multicolore gli strappò un sobbalzo –Professor
Silente?- chiese scioccato. Il Preside si volse e un sorriso gli illuminò gli
occhi chiarissimi – Sei stato bravo…Harry.- mormorò –Davvero…-
Harry sentì le lacrime bagnargli le ciglia,
ma con un moto d’orgoglio le ricacciò indietro. Non poteva mettersi a piangere
davanti a quello sguardo orgoglioso, strofinò il naso e gli occhi e si alzò in
piedi – Grazie.- sussurrò e Silente tornò alla creaturina
che strisciava nell’erba.
-Tom…- disse deluso.
-Albus.- gracchiò la vocina di Riddle junior.
Il preside si chinò a prendere il
fagotto di coperte che lo avvolgeva e lo strinse fra le braccia –Me ne occuperò io…- disse serio, guardando prima Harry, che nonostante la buona volontà tremava come una
foglia e James che faticava a tirare un respiro–Fidatevi
di me.-
Harry vide le braccine
sottili di Voldemort agitarsi e cercare di spingere
il petto contro era stretto e il sorriso di Silente farsi più ampio e
soddisfatto –Hai capito,vero?- gli chiese mentre Fanny
gli planava accanto –Sì…Sempre stato svelto nel ragionamento.-
Sparì in una folata di fuoco e la fenice
si avvicinò a passettini a James,
che piegò un braccio a modo d’invito- AndiamoHarry.- disse al figlio mentre l’uccello si accovacciava
nell’incavo della sua spalla. Lo vide fissare il corpo senza vita di Minus– Coraggio non pensarci.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Una striscia di luce nell’erba e una
parete d’aria impossibile da attraversare. Sirius strinse gli occhi
mentre Malocchio batteva a terra la punta del suo bastone –Ci siamo fatti fregare come dei novellini.-
disse irato con se stesso e con i presenti –Lo ammetto Ho schifo di me stesso.-
Si guardò attorno, gli auror presenti sapevano benissimo in che casino erano
andati ad infilarsi*meno male,
altrimenti avrebbe dovuto ucciderli con le sue mani come monito per i
lenti di cervello*l’unico a sembrare confuso era Remus che si grattava la testa con un’espressione
palesemente stordita –E’ un’incantesimo di sconfinamento.-
spiegò.
Remus si girò verso di lui.
-Un campo di terrore assoluto dove i
maghi che si trovano all’esterno della culla faranno in modo di concretizzare il nostro dolore.- il licantropo sollevò le
sopracciglia e il vecchio auror si massaggiò la
mascella e guardò Ninfadora –Ok,
Remmy provo a spiegartelo io.- si leccò le labbra con
fare concentrato –Allora.- esclamò - Al momento ci troviamo rinchiusi in una
sorta di gabbia magica che ha la forma di una stella a cinque punte. In questo
luogo la realtà non esiste. Ne senso, che i maghi
oscuri che si trovano all’esterno della culla, possono manipolare le
dimensioni, accavallare gli eventi e creare allucinazioni.-
Remus annuì , anche
se non sembrava molto convinto.
-Ecco un esempio pratico.-
-Cos…- si volse verso il punto indicato
da Andrea e una smorfia gli imbronciò i lineamenti.
Una donna stava avanzando verso di loro, portando avanti una bella panciona
gonfia… Ma che diavolo stava succedendo?? Si chiese mentre la guardava
camminare con un bel sorriso sulle labbra . Fece per
avvicinarsi quando una luce l’alluminò e qualcosa d’invisibile la colpì
proiettandola in aria.
-CHE DIAVOLO!-
-Quella era mia madre… - mormorò Andrea –E’
morta investita da un auto.-
Remus le rivolse un’occhiata perplessa –
Hanno evocato il suo omicidio.-
-Che figli di puttana, eh?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Che diavolo sarebbe quello?-
James si portò una mano alla fronte mentre Harry
indicava l’alone bianco che si levava dalla foresta che si stendeva ai piedi
del cimitero- Cazzo!- sbottò e con una mano strinse
il gomito del figlio- Dobbiamo aiutarli! CORRI!!!- Lo trascinò lungo la scarpata fino all’uomo di spalle
che sembrava controllare la parete di luce di fronte a lui – MOCCIOSUS!!!- urlò
e l’ex professore si volse verso di lui
con uno sguardo sinceramente sorpreso.
-Che diavolo ci fate voi due qui?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Quella bambina…
Quella
povera bambina…
Ogni
volta che chiudeva gli occhi la rivedeva. Tendeva le braccia verso di lui, pregava
di essere salvata.
[Sirius è una babbana…Ma la sua vita ci sarà
molto utile… ]
La
sentiva strattonare la sua maglietta.
Singhiozzare
con quel piccolo difetto di pronuncia.
-Ho
provato a salvarti.-
Era
di fronte a lui.
Coperta
di sangue.
-Sei
un assassino.-
Aveva
ancora su quel pigiamino
rosa con i leprotti felici.
-Io
ho provato…-
-Provare
non è fare.-
La
guardò avvicinarsi, il viso ridotto a
un mucchio di carne strappata, sentì un urlo invadergli la gola e qualche
secondo dopo stava guardando Andrea. Lo aveva
costretto a girarsi verso di lei e a
distogliere lo sguardo da quell’incubo ambulante-
Ehi, calmati…Non è reale!-
-La
sognerò per tutta la vita.-
-Chi
era quella ragazzina?-
-Il
sacrificio umano…- balbettò l’uomo in preda al panico mentre crollava in ai piedi della ragazza che si battè una mano in faccia “L’avevo detto che era meglio rimanere uniti” si disse mentre
piegava le ginocchia per portarsi allo
stesso piano di Sirius - …La bambina che mio padre
uccise quella notte.-
-L’ha uccisa Orion?-
-Durante
un rituale…Non chiedermi di che tipo… So solo quella povera
creatura è morta e io neanche cinque minuti dopo stavo correndo fra le auto.-
rabbrividì e sollevò lo sguardo oltre la spalla della ragazza.
-Andrea.-
-Sì?-
-Lo
senti quest’odore?-
La
biondina girò la testa e prese un lungo respiro. Il fiuto di un gatto non è
paragonabile a quello di un cane, ma …- E’ James?-
chiese un secondo prima di venire trascinata in piedi
e poi giù a rompi collo verso la luce che filtrava fra i tronchi degli alberi.
-SI
STA BATTENDO!-
FINE CAPITOLO.
Un grazie enorme ai:
37 lettori che
hanno messo questa mia storia fra i preferiti.
28 che l’hanno messa fra le seguite.
E soprattutto a.
lyrapotter
Brando.
Pechy
Per
le loro recensioni.
Disclamers: Le apparizioni dei morti è ispirata al telefilm Supernatural
Disclamers: Le apparizioni dei morti è ispirata al
telefilm Supernatural!!!
Sì, uno di quelli dove lo sai che stai sognando, ma non riesci a svegliarti.
Harry strinse gli occhi e contò
fino a dieci… Non poteva essere vero, non poteva. Premette le mani contro il
petto del padre e cercò di spingerlo via da sé. Quella era la quarta Crucio che assorbiva al posto suo. Piegò i gomiti e tentò
di spostarlo a forza. Non poteva permettergli di morire a posto suo… Spinse
forte e per tutta risposta James affondò di più le dita
nel terreno… -Harry…- ansimò col poco fiato che aveva
in corpo -Non è il momento di fare l’eroe.- Girò la testa e Bellatrix
gli rivolse un sorriso divertito –Attacchi sempre alle spalle…Vero Bella?-
Si erano appostati nell’ombra …
Lei e Rudolphus e come accade sempre nei film dell’orrore,
James si era accorto di loro troppo tardi. La prima Cruciatus l’aveva sbattuto addosso adHarry e le altre… Rantolò un’imprecazione e le altre
gli stavano letteralmente aprendo in due la schiena. Poggiò lo sguardo in
quello del figlio e sorrise fra il sangue che gli scorreva in bocca –Sta tranquillo.-
-COME FACCIO A STARE TRANQUILLO??-
-Sta tranquillo.-
Rudolphus rise forte mentre si
avvicinava ale gambe di James
– Quant’è bello l’amore…- disse un
secondo prima sollevare il ginocchio sinistro e abbattere il piede sulla
caviglia dell’animagus . Harry
sentì solo lo un violento scrocchio salirgli fino alle orecchie e allo stesso
momento vide il padre piegare la testa
in avanti –Papà!- urlò.
-Sta tranquillo.-
-Come cazzofaccio a stare tranquillo!?-
Vabbè pensare positivo e tutto il resto, ma lì si stava esagerando!!!
Un tonfo alla loro sinistra li
fece voltare. Sirius aveva appena cercato di sfondare
il muro d’aria che formava la Culla del Diavolo con un violento incantesimo
esplosivo. –Sirius !- chiamò Harry
disperato mentre James si lasciava cadere su di lui,
ormai svuotato dall’emorragia -Che
idiota!- rise Piton mentre Rudolphus
scrollava il capo –Non è così che distruggerai la barriera!-
-No…Infatti è così
che la distruggerò…- Si allontanò di un paio di passi e si allargò in un
sorriso che non prometteva nulla di buono – La Culla del Diavolo è un campo di
terrore assoluto che non permette il circolare degli incantesimi positivie neutrali, giusto? – disse mentre la punta
della sua bacchetta inizia a lampeggiare di verde- Ma in compenso lascia
passare tutto ciò che è vero male…-
Rise mentre spostava lo
sguardo da uno all’altro Mago Oscuro.
Harry strinse la presa attorno al
padre e rotolò in modo da stenderlo sull’erba e tenerlo già col corpo. L’Avada lo sorpasso
con la potenza di un tornado in miniatura, ma sfortunatamente non s’infranse
contro nessuno dei tre mangiamorte presenti. Masticò
una parolaccia prima di rendersi conto che l’attacco non era andato
completamente a vuoto. La Culla era distrutta…Gli Auror erano liberi!
-CARICA!!!!-
urlò qualcuno dal fondo della Foresta e i tre Mangiamorte
si rivolsero un’occhiata spiritata. Il loro piano B *da usare di attacco improvviso* si era
rivelato una nave fallata, arretrarono mentre Sirius
e Andrea assumevano la stessa posizione difensiva.
-Maledizione!- imprecò Piton.
-Non posso
crederci.- gli fece eco Rudolphus.
-Andiamocene!- urlòBellatrix e con uno sbuffo di fumo nero sparivano nel
nulla.
-Perché li avete
scappare!- gridò Harry.
-Al momento abbiamo altre
priorità!- Andrea sfilò James dall’abbraccio di Harry e gli sollevò la giacca – E’ ferito molto gravemente…
Ha bisogno di cure imme…- spostò
lo sguardo oltre la testa di Harry e trattenne una
risata.
-AHIO!-
-Scusa Remmy!-
-Guarda dove atterri!!!-
-Ti ho fatto male?-
-Sì, ma non ti dico dove.-
Tonks si alzò dal grembo di Remus *su cui era chissà
come durante la materializzazione* e rossa per la vergogna lo guardò cadere
steso su un fianco, le ginocchia preoccupantemente
strette –OH MERLINO!-
-E fu così che Remmy disse “Ciao!Ciao!”
hai suoi gioielli di famiglia.- Andrea ed Harry
abbassarono assieme lo sguardo e James girò la testa
verso di loro - Ehi non guardatemi così…E’ vero…-
-Ma non eri con un piede nella
fossa?-
-Ero semplicemente svenuto
Pagnottella.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Il piano era andato più che
bene, Voldemort era nelle loro mani. Peccato per i Mangiamorte che si erano fatti
scappare, ma chi si accontenta gode dice una canzone,e un copro privato della
testa, non può andare da nessuna parte. Silente si rilassò contro la seggiola
mentre sorbiva il rapporto di Malocchio sulla Culla del Diavolo e dei Mangiamorte che avevano incontrato al loro interno.
-Nott…Malfoy…Avery Figlio e Greyback.- disse mentre faceva l’atto di contare sulle dita –Erano nella
Culla con noi. Nella speranza di coglierci di sorpresa e farci fuori…
Ovviamente non sapevano con chi avevano a che fare.- Frank
per fare un esempio, dove aver assistito allo sbudellamento del padre non era
scoppiato a piangere come un ragazzino, non si era rannicchiato in un angolo
con un pollice in bocca, aveva tirato giù da un ramo Avery
e glie ne aveva date così tante da farlo frignare come
una connetta- Le dirò, è stato quasi divertente vedere le loro facce sorprese.-
-Bene.- annuì il Preside.
-Bene? Io non direi… Ce li
siamo fatti scappare signore… L’ha battaglia sarà anche vinta, ma la gue…- si bloccò al sorriso sicuro di Silente e aggrottò un sopracciglio-Perché ridete?-
Il Preside si alzò e con un
sospiro riunì le mani dietro la schiena – Nessuno su questa terra a riuscirà
mai a trovare il luogo di Prigionia di Lord Voldemort..- si portò davanti una finestra inspirò a fondo l’aria che sapeva di primavera – Te lo
posso assicurare Alastor…-
-Beh se lo
dite voi…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
In quello stesso momento, nel
cimitero della famiglia Riddle, Carl
il becchino del paese, guardava perplesso la tomba che portava il nome di TomRiddle senior. Era lui a non
sentirci bene? O qualcuno là dentro stava urlando?
Fine capitolo.
Un grazie enorme ai:
38 lettori che
hanno messo questa mia storia fra i preferiti.
xbic: questo carattere va meglio? Fammi
sapere! ^___^
Capitolo 28
Un
anno dopo… INIZIANO I VERI CASINI!!!
Bere troppo fa male… Andrea Moodyinspirò profondamente
mentreper la quarta volta riempiva i
polmoni fino alla loro capacità massima. Si era sbronzata e come
era solita fare aveva combinato una cazzata da
Antologia …Fioretto per il prossimo anno…Smetterla
con le sbornie…Scivolò da sotto il braccio che la teneva schiacciata al
letto e piagnucolò per qualche secondo con la faccia contro il cuscino. Non
riusciva a credere a quello che aveva combinato. Un secondo
prima stava festeggiando il compleanno di Remus
e un secondo dopo… Oh Merlino non posso
crederci di averlo fatto! Girò la testa verso l’uomo che le dormiva accanto
e in un secondo sentì le guance andare a
fuoco.
Saltò
in piedi e in preda al panico cercò di tirare un respiro come si deve, mentre
una vocina le martellava in testa guardò i vestiti sparsi per il pavimento e le
lenzuola arruffate ai piedi del letto … OMMIODIO!!! HO FATTO L’AMORE CON SIRIUS!!!
Radunò
le sue cose e si vestì a saltelli. Doveva
sparire da quella casa e forse anche dalla faccia del pianeta. Non ricordava
molti particolari dell’accaduto, ma un paio di frasi le giravano
nelle orecchie e Dio le era testimone, sarebbe morta prima di incrociare ancora
lo sguardo di Sirius Black. Uscì dalla camera e puntò
decisa al camino. In quell’anno erano successe molte
cose. I Potter erano tornati a Grodric’s
Hollow e Sirius aveva preso
possesso di GrimmauldPlace.
Scese le scale e quasi non inciampò in Kracher. L’elfo
si massaggiò il sedere con una smorfia e la ragazza lo rimise
in piedi afferrandolo sotto le ascelle –Scusami! Scusami! Scusami!-soffiò
mentre dava una rassettata alla lurida federa che lo copriva –Mi spiace, non
volevo farti male.-
La
creaturina gli lanciò un’occhiata
sorpresa, poi inspirò profondamente –Kracher vive
per servire il nobile casato dei Black.- le rispose lentamente, guardandola
bene negli occhi. Si allontanò con un inchino e Andrea gli rivolse uno sguardo
perplesso “Mah?” si chiese, un secondo prima di ricordare che non aveva tempo da perdere.Infilò il camino della cucina e in una
volutadi fuoco verde sparì nel nulla.
Viaggiare con la Polvere Volante l’aveva sempre nauseata per
questo motivo, una volta apparsa nel salotto di casa Lupin,
sbandò paurosamente a destra e dovette aggrapparsi al
divano per non finire a faccia avanti. Era sempre stato un suo grande handicap,
il soffrire gli sbalzi che portava lo spostarsi con la Polvere. Scrollò la
testa e sollevò lo sguardo. Remus era fermo davanti
al mobile della cucina con una chicchera di caffè in mano e la testa nell’altra.
-Andrea?-
-Remus?!-
Si
fissarono per un momento.
-HO FATTO UNA CAZZATA!-
Lo
avevano urlato nello stesso momento e nello stesso momento si chiesero cosa l’altro aveva potuto combinare. Remus poggiò la tazza sul tavolo e si avvicinò alla ragazza
che sembrava sul punto di scoppiare in singhiozzi –Che è successo?- le chiese e
come previsto Andrea gli buttò le braccia al collo.
-….-
-Non
ho capito.-
-…
irius.-
-Andrea
ho capito solo Sirius.-
La
ragazza piegò le braccia e il licantropo si sentì spinto ad abbassare la testa
verso di lei. Aggrottò le sopracciglia e quando quelle magiche paroline gli
colpirono l’orecchio, strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca –No…- disse
mentre si raddrizzava.
-Ho
la faccia di una che scherza Remus?-
Aveva
la faccia di un’aspirante suicida. Lupin si spettinò con forza, poi la prese per un braccio. Senza darle
il tempo di reagire la trascinò verso la sua camera da letto
e con un cenno della mano le fece segno di aprire. La ragazza lo
assecondò dubbiosa. Socchiuse la porta e guardò dentro. Nella penombra qualcuno
dormiva beato…
-No.-
-E
già.-
-Mah…-
-Benvenuta
nel girone dei lussuriosi Pagnottella.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Certo
che erano proprio una bella coppia di…Qual è il
termine elegante per dire idioti?. Una aveva dato la sua innocenza ad un uomo
ubriaco, l’altro aveva consumato un rapporto che per mesi aveva rifiutato col
piglio di una tigre. Remus sprofondò nel divano
mentre Andrea gli girava attorno insultandosi da sola –Andrea
siediti, sto per sentirmi male.-
-Sto
pensando.-
-Pensa
stando seduta.-
Andrea
sollevò le mani sopra la testa poi le lasciò cadere con uno sbuffo . Stava cercando di capire cosa fare, come uscire da quella
situazione. Lei a differenza di Remus, non aveva ricevuto il dono della quiete… Si sedette accanto all’amico
e con un gemito scivolò sulle sue ginocchia. Sentì una mano di Remus posarsi sul suo orecchio e rilassò le spalle quando
le dita presero ad accarezzargli i boccoli biondi.
-Forse
è stato un bene sai?-
-Finire
a letto con Sirius o l’essere scappata saltellando
come un canguro scemo?- sentì la risata di Lupin
soffocata da un paio di scrollii di capo e spostò lo
sguardo verso il suo viso per poterlo guardare mentre gli scodellava uno dei
suoi ragionamenti perfettamente logici e per questo dannatamente irritanti.
-Ammetterai
che stavate scadendo nel ridicolo, col vostro strano
balletto attorno ai tuoi ricordi .- guardò la ragazza gonfiare le guance e
scese a coccolarle quel punto dietro al collo che fa andare tutti via di testa –Forse
con questo la situazione troverà il modo di sbloccarsi.-
-Potrei dirti la stessa cosa
Remmy …Lo sai?- mugolò l’Auror.
Non era mai stato tipo avvezzo ai massaggino o alle
coccole varie, ma Merlino, Remus era troppo bravo…Ecco
perché Ninfadora si era tanto intestardita con lui –Forse
questo sbloccherà il tuo prezioso cervellino. – vide l’espressione del mannaro
incupirsi e un sorriso le attraversò le labbra - …Andiamo anche tu sei bloccato
in fase off.-
-In fase off.-
-Il tuo non voler stare con Tonks.-
-Andrea, come se
non lo sapessi perché!-
-Mi pare che a Dora ,Moony non faccia paura…Anzi.-
Remus fu tentato di liberarsi di Andrea con una spinta, ma in qualche modo sapeva di aver
ragione. Quando Dora gli aveva confessato di provare qualcosa per lui, non
aveva esitato un secondo a rivelarle la sua vera natura ,
a spiegarle la natura della maledizione che gli gravava addosso “ E non è scappata…Anzi…” buttò aria e
girò la testa verso la porta.
-Si è svegliata.-
-Io allora vado.-
Andrea si tirò su dalle ginocchia di Remus e con un smorfia soddisfatta passò una mano sul collo- Però…-
disse –Se l’Azalee bar fallisce potresti tentare la carriera del massaggiatore
professionista.- sollevò una mano a modo di saluto e sorrise –Non fare vaccate!-
-Neanche tu.-
La ragazza fece per
smaterializzarsi quando Remus la fermò con un cenno
della mano. L’uomo le indicò il collo e lei abbassò lo sguardo-OH- MERLINO-SANTO!- sillabò mentre
allargava lo scollo della maglia –LA MIA
COLLANA!!!- Sparì in uno sbuffo di fumo scioccato
e qualche secondo dopo Lupin sentì la porta alle sue
spalle aprirsi con uno scricchiolio dei cardini. Tonks
si guardò attorno e sorrise alla vista di Remus
seduto sul divano.
-Credevo che fossi
scappato.-
Remus si girò a guardarla e vide
i suoi capelli tornare di nuovo rosa.
-Meno male.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
“ Nudo…” Andrea si tirò indietro e schiacciò le spalle contro il muro del
corridoio . Sperare di trovare Sirius
ancora addormentato era stato chiedere troppo alla fortuna. Sbirciando
attraverso la porta socchiusa l’aveva visto in piedi di fronte al comodino, nudo come Walburga l’aveva
fatto. Stava guardando qualcosa, molto probabilmente la sua
collana “Dio…Sono una vera testa di…”
La
porta alla sua sinistra si spalancò e Sirius comparve
in tutta la sua nuda bellezza. La poveretta si sentì avvampare e nonostante il
carattere duro come un ciocco di legno si lasciò sfuggire un’imprecazione,
che poi era anche la coda del suo ultimo pensiero…
-…Cazzo…-
L’animagus abbassò la testa.
-Beh
…Sì, effettivamente…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Errore?-
Tonks sentì gli occhi riempirsi di lacrime,
singhiozzò , ma non permise loro di scendere- Errore?-
ripeté solamente mentre guardava Remus girare la
testa e puntare lo sguardo a un punto imprecisato oltre il vetro della finestra
–Perché?- batté le mani sul tavolo –Perché?-
-Lo
sai.-
-No…Ancora
quella storia.- la ragazza sentì le forze venirgli meno, erano mesi che cercava
di sfondare la stessa porta, e adesso che credeva di avercela fatta. Una lacrimuccia si perse lungo il profilo
della sua guancia, ma Remus non la vide. Era
troppo calato nella porta dell’uomo di ghiaccio per girare la testa al suo
sospiro e rivolgerle un’occhiata.
-Remus non m’importa…Te
l’ho detto.-
-Importa a me.-
-Perché?-
Aveva visto sua madre
spegnersi nell’incubo che era la sua condizione di Figlio della Luna. L’aveva vista
disfarsi giorno dopo giorno, nel dolore di amare
qualcuno che al primo plenilunio avrebbe potuto ucciderla…No… Nessun’altro doveva soffrire quella pena – Mi spiace Dora.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Vabbè
che il proverbio dice che alla sfiga non c’è mai fine, ma lì stava sfiorando
il parossismo. Sirius l’aveva presa per un gomito e
senza darle il tempo di coordinare il cervello col resto del corpo l’aveva
sbattuta sul letto e le era salito sopra a quattro
zampe – POTRESTI METTERTI LE MUTANDE?- urlò viola per l’imbarazzo mentre
cercava una via di fuga.
-Non so dove le hai lanciate
stanotte.-
-Figlio di…- smaniò la
ragazzamentre cerca
di non abbassare lo sguardo..
C’è chi è fatto per avere una vita lunga e tranquilla e chi invece non
può trovare pace neanche al gabinetto
C’è
chi è fatto per avere una vita lunga e tranquilla e chi invece non può trovare
pace neanche al gabinetto. AndreaMoody,
suo malgrado, faceva parte di quel secondo gruppo di persone. Membro onorario di quel gruppo di poveri disgraziati che nonostante
l’animo mite non può mai avere un attimo di requie. Inspirò ed espirò profondamente mentre
malediceva ogni santo del calendario, che le veniva in mente. Partendo da San Silvestro, il più famoso di tutti, e andando a
ritroso. Stava cercando di non abbassare lo sguardo, di guardare Sirius in faccia e non …Da un’altra parte ,ma la cosa era troppo
difficile per i suoi nervi sorprendentemente deboli, lui l’aveva capito! E
soprattutto si stava divertendo un mondo a guardarla sudare tutte le camicie
del proverbio!!!
Smaniò
mentre chiudeva gli occhi, rassegnata a quella figura di merda
col bottoe Sirius
abbassò le spalle con una risata divertita. Era più forte di lui. Adorava farla
arrabbiare e poi guardare le reazioni esagerate. Andrea
lo sentì muoversi, spostarsi sopra di lei, ma non fece a tempo chiedersi cosa
stava facendo, che sentì uno strano peso gravarle sul petto. Sollevò le
palpebre e guardò stordita la testa scura di Sirius
poggiata sul suo seno “Che sta facendo?”si
chiese mentre faceva leva sui gomiti.
Sembrava
in ascolto, la ragazza poggiò la testa su una spalla “Sta ascoltando il mio cuore?” pensò quando avvertì un debole
sospiro levarsi –Che c’è?- gli chiese. L’imbarazzo spazzato via dalla
curiosità. Sirius mosse il capo per far meglio
aderire la guancia allo sterno di Andrea
–Ho accettato una missione in Romania.- disse lentamente e nello stesso momento
sentì il cuore della ragazza rimbalzargli contro l’orecchio – Non so quanto
starò via...Ma si parla di anni.-
Andrea
rimase immobile.
Incapace
di mettere assieme una reazione che fosse una.
“Non ci credo…Una botta e via? S’è tolto il gusto e adesso…”guardò quella macchia di sangue
sul lenzuolo e una rabbia incontenibile le esplose in corpo. Con una forza che
la sorpresa lo buttò giù dal letto.
-ANDREA?-
-FIGLIO DI PUTTANA!-
Scese dal materasso e gli assestò un paio di
calci. Non poteva crederci, non ci voleva credere!
Sentì le lacrime montare, ma con un moto d’orgoglio le ricacciò indietro. Quel
bastardo le aveva tolto la verginità, non le avrebbe
levato anche la dignità.
-Andrea
fammi finire!-
-Ho
già capito l’antifona! –
-Che
antifona?-
-Ti
sei alleggerito quello che hai nelle mutande e adesso puoi partire soddisfatto,
vero? Mio padre me lo diceva che sei uno stronzo, ma ho dovuto sbatterci la faccia per capirlo!-
urlòin preda alla rabbia mentre
affondava la punta della scarpa nel fianco di Sirius
– E io che ti ho aspettato per 15 anni! Quindici, che Merlino
ti maledica!-
-Andrea
mi vuoi far parlare!?-
-NO!
NO! NO!-
Assestò un ultimo calcio e sparì in una nuvola
di fumo bianco, lasciando Sirius sul pavimento, nudo
e dolorante- Maledizione…- mormorò l’animagus dopo qualche secondo di apnea – Non mi ha fatto
finire di parlare.- tossì mentre portava entrambe le mani al fianco – Volevo
chiederle di venire con me.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Una
settimana dopo Sirius era stato costretto a partire
senza poter spiegare le ragione alla ragazza del suo
cuore * Malocchio gli aveva fatto
intendere una morta lenta e dolorosa se solo avvicinato* e Andrei si era
ritrovata si era ritrovata con una bella gatta da pelare. Seduta sul water
aveva aspettato e pregato come mai nella sua vita di non essersi rovinata con
le sue mani e alla fine aveva dovuto rivedere tutte il suo
credo religioso.
Se Dio esisteva, era un gran bastardo.
Sollevò
lo sguardo verso Malocchio, torcendosi le mani rispose allo sguardo del padre –Papà.-
gli disse con un sorriso timoroso che sapeva di colpa –HO
qualcosa da dirti… -l’uomo aggrottò un sopracciglio e
lei prese un piccolo sospiro.
-Che
cosa hai da dirmi?-
Non
aveva senso tergiversare, ballare attorno alla bomba che stava per sganciare.
Prese un bel respiro e il poco fiato rimastole mormorò un mortificato -Sono incinta,
papà.-
Malocchio
spalancò la bocca mentre la ragazza arretrava sulla seggiola. Conosceva la
velocità e il suo grado di reazioni a notizie scioccanti e voleva proteggersi -
Non…- cominciò il mago mentre la ragazza si avvinghiava alla seggiola, pronta
al martirio psicologico –Ti prego…Non…-
batté le mani sul bordo del tavolino e Andrea chiuse
gli occhi – Per favore, dimmi che non è di quel cagnaccio in Romania!!!-
-Papà…-
-OH
PORCA!- tornò seduto con una mano premuta sul viso. Era colpa sua, ce l’aveva avuto per anni fra le mani . Ad Azkaban avrebbe potuto farlo fuori in qualsiasi momento e OH MERLINO QUANTO GLI PRUDEVANO LE MANI!!! –Beh…- disse dopo qualche attimo di silenzio,
guardando Andrei attraverso le dita –Almeno avrà un compagno di gioco
assicurato.-
-Non
ho capito.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ninfadora
abbassò la testa fra le spalle mentre Andromeda
urlava come una banshee in impazzita. Aveva appena
confessato la sua gravidanza ai genitori e questi avevano reagito proprio come
aveva immaginato. Ted aveva sospirato e accolto l’arrivo
del nipotino con un sorriso e Andromeda …
-CHI E’ IL PADRE? VOGLIO IL NOME!-
-Mamma…-
-NINFADORA!!!-
-NON TE LO DICO.-
-NON LO SAI?-
-CERTO CHE LO SO! PER CHI MI HAI PRESA!?-
Madre
e figlia si studiarono in cagnesco e come al solito
toccò a Teddy risolvere il problema, con una mano
allontanò Andromeda e con l’altra spostò
delicatamente Dora –Non urlare.- disse alla figlia –Ti fa male.- La ragazza
abbassò immediatamente la testa in segno di obbedienza e Meda disse –E tu non
strillarle in faccia.-
-Ted…-
-E’di
Lupin , vero?-
Tonks
strabuzzò gli occhi e Meda aggorttò le sopracciglia –Cosa?-
chiesero in coro e il buon mago si batté due dita sulle tempie –Legimens.- disse tranquillo, poi tornò alla figlia – Non volevi
dircelo perché quel ragazzo è malato?-
Dora
annuì con le lacrime agli occhi.
-E
perché molto probabilmente anche il piccolo lì lo è?-
Ormai
Tonks era un fiume in piena.
-Stupida….-
Ted
scrollò il capo e Meda rilassò le spalle con un sorriso. Avere un nipotino
malato di licantropia era di certo l’ultimo dei loro desideri, ma l’avrebbe
adorato comunque, questo era fuori discussione. La
donna fece per abbracciare la figlia quando Ted
scattò e afferrò Dora per un braccio.
Per una strana quadratura cosmica qualche giorno dopo Tonks e Andrea
anche Alice e Lily scoprirono di essere in dolce attesa
Per
una strana quadratura cosmica qualche giorno dopo Tonks
e Andrea anche Alice e Lily scoprirono di essere in dolce attesa. Sembrava che
il destino si fosse messo in moto all’improvviso, seguendo un disegno che i maghi
dell’appena risorto Ordine della Fenice non riusciva a capire, ma che allo
stesso tempo aveva un qualche senso logico… Da qualche
parte, qualcuno, rapiva valenti streghe, le costringeva a mettere al mondo dei
bambini e poi le uccideva e loro… Stavano dando alla luce una nuova classe di
maghi coetanea di questi bambini perduti. Una
nuova guerra per una nuova generazione. Andrea si massaggiò la pancia
mentre guardava Remus muoversi dietro il bancone dell’AzaleeBar.Erano passati cinque mesi, la sua pancia si
stava facendo bella grossa e lei sentiva il suo maschietto rigirarsi già iperattivo come suo padre. Sorrise e fece segno al
licantropo di lasciare quello che stava facendo e avvicinarsi –Sentì?- gli
chiese mentre si premeva una sua mano sul fianco sinistro. Remus annuì e lei si lasciò sfuggire un sospiro –Sai che ancora non ci credo?-
-Sono
le prime volte che lo senti, è normale.- Fece una leggera pressione col palmo e
quel minuscolo piedino batté in risposta –Che
meraviglia…- mormorò sincero e nella stesso momento Andrea incupì
l’espressione.
-Che c’è?-
-No. Niente.-
Non
era compito suo dirgli che stava per diventare papà. Toccava a Tonks prendere il coraggio a due mani e sganciargli la
bomba “A me toccare dirlo a Sirius e lui non ha un animo tranquillo come Remmy.”scosse la testa e sorrise – Hai notizie del
Cagnaccio?- chiese .
-Se
vuoi sapere come sta… Vai in Romania e degli che sta
per diventare padre.-
-Come
siamo nervosi.- Remus spostò
lo sguardo verso il suo viso e Andrea fu costretta a strozzare una risatina
imbarazzata. Remusce l’aveva
con lui, James aveva minacciato di ucciderla dopo il
parto, solo Frank sembrava ancora provare un minimo
affetto nei suoi riguardi.
”E solo perché la notizia del secondo genito lo ha leggermente rimbambito…”
Remus
si raddrizzò e tornò al boccale che stava asciugando –Te l’ho detto brutta
cretina.- disse col suo tono da papà scontento che tante soddisfazioni gli
aveva portato nella vita- Lui voleva chiederti di partire assieme… Sei TU che hai sbagliato! Sei TU che devi inginocchiarti sui
ceci e chiedere perdo…Andrea?- Andrea era sparita
all’improvvisodalla sua visuale. Si
sporse dal bancone e la trovò schiena a terra –Andiamo stupida
alzati, che ti fa male stare per terra.-fece il giro e la rimise in piedi –Lo so che è difficile, ma devi
buttare questo tuo benedetto orgoglio fuori dalla finestra.-
-E
tu che mi dici?-
-Io?-
-Oh
andiamo orsetto non fare lo gnorri con me…Da quanto tempo è che non vedi Tonks?- voleva spingerlo a
cercarla, ad andare da lei per sbattere contro la verità. Dora aspettava il suo
maschietto e nonostante la solitudine era pazza di gioia. Remus
fece una smorfia e lei a fatica si issò sullo
sgabello.
-Remus John Lupin.-
-Andrea Lenor Moody.-
-Uaoconosci il mio secondo nome!- il licantropo aggrottò
le sopracciglia e lei mosse le mani ridendo. Non poteva farci niente, da quando
era incinta ogni tanto le saltava un neurone e le venivano
queste battute del cacchio –Dimmi che Tonks non ti
manca.-
Lo
vide tremare.
-Andiamo
alza i tuoi beiocchioni e
dimmi che è stata veramente una botta e via quella sera.- Remus
deglutì aria e Andrea alzò le braccia come per dire *Giuria, io ho finito! Siate clementi con questo povero idiota.* prese un altro sorso di latte e spostò la testa verso
l’appena arrivato Kingsley.
-Holàmi amor!-
-Avete
visto Hestia?-
-Hestia?-
fece eco Remus.
-Piccolina,
capelli neri, belle guanciotte.-
-Sì
la conosciamo Hestia.-
-L’avete
vista?-
I
due al bancone si scambiarono uno sguardo. Uno sollevò le spalle, l’altra
scosse i riccioli . L’auror
sgranò gli occhi e con un gemito si lasciò cadere su una seggiola –Oh Merlino.-
mormorò mentre si prendeva la testa fra le mani e la scrollava con forza –OH
MERLINO!-
-Che
succede?- chiese Remus mentre Andrea scendeva dallo
sgabello e gli andava accanto. L’uomo guardò
prima uno e poi l’altro e con voce rotta sussurrò –Credo che sia stata rapita
anche lei!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
AlastorMoody era pazzo di rabbia. Un’altra strega era
scomparsa dalla circolazione, ma stavolta era una questione personale. Stavolta
a sparire era stata la sua piccola Hestia.
Coetanea di Andrea e a lei molto simile
caratterialmente parlando, l’aveva sempre considerata come una seconda figlia.
La piccoletta da proteggere in battaglia e da vantare con gli altri capi Auror –Due ragazze ho addestrato e
ho fatto due centri.- voltò il capo verso Emmeline e
dopo un lungo momento di silenzio le disse –Tu … Finchè
questa storia non finisce torni ad abitare con i tuoi.-
-Cosa?
Malocchio, guarda che so badare a me stessa!-
-Anche
Hestia e guarda.- indicò il comodino rovesciato e le
tracce di sangue , l’Auror
rabbrividì e l’uomo lasciò cadere le spalle con un sospiro – Una legimante del suo livello… Credo che le faranno fare la
stessa fine delle altre poverette… - si pizzicò la radice del moncone di naso
che aveva e la ragazza stinse le braccia attorno al busto -Le faranno mettere
al mondo un bambino col dono della lagimanzia innata
e poi…-
-La
uccideranno…-
-Temo
proprio di sì.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Tonks
si massaggiò le tempie con due dita mentre Kingsley
snocciolava piano, piano i dettagli del rapimento di Hestia,
chiuse gli occhi e appoggiò le mani sulla pancia – Piccola ti senti male?- la ragazza scosse il capo e l’Auror
si sporse verso di lei attraverso il tavolo –Che c’è ?-
-Niente…
E’ la luna piena…-
-Cos…-
rimase per un momento silenzio poi annuì –Ah, già è vero.- Si rilassò sulla
seggiola e la ragazzaemise un lungo gemito
indolenzito. Il piccolo era un licantropo e soffriva le fasi lunari e Tonks per riflesso pativa il suo malessere –Ascolta.- disse
–Quando lo dirai a Remus?-
-QuandoTed prenderà i M.A.G.O.
Kingsley
spalancò gli occhi e la metaformagus prese un lungo
sorso di tè –Ah, si…Lo chiamerò, Ted
come suo nonno.- disse fraintendo volontariamente l’espressione scioccato
dall’amico –L’ho sempre trovato un bel …-
-CHE
COSA?-
Dora
abbassò la testa mentre il mago si alzava in piedi rovesciando la sedia- Non glie lo dirai?
– la ragazza chiuse gli occhi e lui batté entrambe le mani sul tavolo –Ti sei drogata? Perché?-
-Se
non vuole me, non vuole nemmeno il nostro bambino,no?-
-Mah?-
-Non
voglio che si metta con me per dovere. Non lo sopporterei…. Lo crescerò da sola,
posso farcela e se mi dovesse chiedere qualcosa
mentirò.-sollevò lo sguardo verso il
volto scioccato di Kingsley e serrò la mascella in
segno di risolutezza. L’Auror si portò
una mano al viso – Tu sei scema.- le disse smontando con un colpo solo
il castello delle sue sicurezze.
-Perché?-
-Questo
piccolo è malato come il padre. Ergo avrà il marchio della bestia… E Remus non è così idiota. Ci metterà mezzo secondo a capire
che è roba sua.- guardò Dora sorridere e uno strano brivido
gli corse lungo la schiena. Era la prima volta che la vedeva così
determinata – Che hai architettato?-
-Chi
ti ha detto che Remus conoscerà mio
figlio prima della sua maggiore età?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sirius
doveva ammetterlo. Quella donna iniziava a fargli paura. La veggente invitata
dal ministero della magia a indagare sul caso delle
streghe scomparse, era una romena schizzata convinta di parlare con gli angeli
. Il suo spirito guida era un cammello di nome Alfonso e quando parlava, beh,
sputava un tantino. Sirius si tolse gli occhiali da
sole mentre la donna tirava su lo sguardo dal pentolone su cui era china
–Passami quella testa di capretto.- disse .
-Che
ti devo passare.-
-Quella
testa di capretto.-
Sirius
guardò il macabro feticcio sul tavolo e scosse il capo –MAH PIGLIATELO
DA SOLA VECCHIA SCEMA!- urlò e la veggente imbronciò le labbra. Erano passati
cinque mesi da che quello strano tipo aveva messo piede a casa sua e ancora non
era in grado di trattarla con rispetto.
-Ci
credo che Andrea ti ha mollato.-
Sirius
lasciò cadere gli occhiali e guardò la vecchia strega –Prego?-
La
donna si lasciò sfuggire una risatina gracchiante
mentre gettava nella pozione la testa di capretto –E speriamo che quel bimbo
non prenda il tuo brutto carattere!-
Avere a che fare con una donna incinta per Lorien ed Harry Potter si
stava rivelando una lunga agonia senza la speranza di una
CAPITOLO 31
Avere
a che fare con una donna incinta per Lorien ed HarryPotter si stava rivelando
una lunga agonia senza la speranza di una morte imminente.
Lily era isterica. Ad ogni spillo trovato fuori posto esplodeva,volavano piatti, bicchiere,
qualche volta le sedie. James ormai camminava sui
gomiti , tipo soldato in trincea e loro erano
costretti a mimetizzarsi con l’ambiente per non rischiare divenire uccisi alla minima quisquiglia. E per
fortuna che le vacanze estive dovevano essere un periodo rilassante!!!
–Mio Dio.- mormorò Lorien mentre si lasciava cadere
sull’erba accanto al fratello –Se continua così noi non ci torniamo ad Hogwarts … Moriamo prima.- Harry
rabbrividì nonostante fosse pieno agosto e Loriensi strinse le braccia attorno al busto –Ne ho
viste di donne incinte, ma mamma fa paura…Ieri ha quasi ucciso papà.-
-E
per cosa poi?…Mica ho capito.-
-La
tavoletta del water alzata…S’è seduta sulla ceramica e a quasi reso orfani i
suoi figli.- rotolò a destra e a sinistra come un gatto terrorizzato e Harry, ancora una volta da che quell’assurda
vacanza era iniziata, pregò di tornare intatto alla scuola di Magia e
Stregoneria - … Che poi mica è stato lui a lasciare la
tavoletta su.- Lorien alzò la testa e Harry ridacchiò grattandosi la nuca.
-Vedi
di starci con la testa fratellone. Papà ci serve vivo
e in buona salu…- si bloccò al suono della porta che
si spalancava alle loro spalle e spalancò la bocca alla vista di James che scappava inseguito dagli schiantesimi
di Lily – Che diavolo ha combinato?- chiese in coro con Harry.James lì superò di
corsa, saltò a piedi pari un cespuglio e si acquattò dietro di esso, Lily si guardò attorno furiosa, poi richiuse la porta
con un tonfo.
-Che
diavolo le hai fatto Prongs?-
La
testa scura di Jamesspuntò dal basso
fogliame –Sono troppo vecchio per queste cose. – strisciò aiutandosi coi gomiti e gattonò fino ai figli – Ho finito il latte e mi
ha quasi ucciso… - si girò a mostrare la maglietta bruciacchiata – Merlino mio…
E io altri quattro mesi con ‘sta iena come ci resisto.-
-Potresti
accettare l’invito di Silente.-
James
inarcò un sopracciglio- Mi ci vedete davvero nei panni di professore?-
Harry
e Lorien distolsero lo sguardo dal padre e questo si
gonfiò irritato –Non si può dire che non siete figli miei!- disse fra l’offesso e l’irato mentre i due ragazzi scoppiavano nella
medesima risatina imbarazzata –Mi volete come professore di Difesa perché siete
sicuri che non vi farei fare un cavolo!-
-No…Non
è vero.-
-Eddai
ci credi così stronzi?-
-Sì…Senza
ombra di du…- spostò lo sguardo oltre la testa di Harry e rise alla nuvoletta di fumo grigia che si stava
agglomerando –Anche un altro paio di profughi.- disse e i due fratelli si
voltarono giusto in tempo per godersi l’entrata in scena di Frank
e Neville.
Frank
sventolò un fazzoletto bianco in segno di resa incondizionatae Neville rotolò in posizione seduta –C’ha quasi Cruciati…- disse il
ragazzo guardando prima gli amici e poi il Malandrino che se la rideva *Come si dice, no? Mal comune mezzo
gaudio!* -Perché mangiando abbiamo fatto un po’ di briciole…-
-Ce
n’erano tre…- disse Frank –Tre di numero…-
Si
dice che dopo la tempesta torna il sereno, ma il più delle volte dopo una
tempesta arriva un uragano. Frank non aveva avuto il
tempo di rilassarsi assieme a James e i ragazzi che Siriusera apparso in mezzoa loro tenendo Remus
per il collo –Che diavolo!?- esclamò un secondo di finire schiacciato dal peso
del cugino – Remmy…-
-Ciao
Frank.-
Sirius
inspirò profondamente mentre James
,Remus e Frank arretravano
a distanza di sicurezza – Andrea è incinta!- soffiò nella loro direzione –Per
quale cazzo di motivo non mi avete detto niente?- Remus fece per dire
qualcosa, ma Sirius lo fulminò con lo sguardo –Ho
dovuto saperlo da una vecchia scema che crede di parlare con un cammello!-
-Aspettavamo
che te lo dicesse Andrea.-
-
O che mio figlio venisse a bussare alla mia porta!- James provò a ridere e Sirius si
sfilò una scarpae glie la lanciò
addosso centrandolo in piena faccia – Maledizione!- urlò in preda alla furia e i tre a
-Invece
di prendertela con noi…- disse Frank -…Perché non te
la vedi con lei?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Seguendo
il consiglio di Frank, Sirius
si smaterializzò nell’appartamento di Andrea. Era completamente fuori di sé dalla rabbia,
Andrea non poteva avergli fatto un simi…Si bloccò , la ragazza stava dormendo sul divano, davanti alla tv
accesa. Si portò una mano alla fronteenon poté impedirsi di tremare …
Era vero…Era inequivocabilmenteincita! Inspirò ed aspirò profondamente. Era
felice? Sì, in una maniera indescrivibile. Era arrabbiato? Da matti. Perché lei non gli aveva detto niente!!! Sentì le ginocchia cedere di botto e cadde con tonfo fra
il divano e la poltrona. Andrea balzò a sedere e lui le rivolse uno sguardo
scioccato.
-Oh
mio Dio.-
-Dovrei
dirlo io.-
-Sirius.-
abbassò lo sguardo sul suo pancione poi tornò all’uomo bianco come uno spettro
– Mi dispiace tanto.- sussurrò. Ed era vero le
dispiaceva da matti non avergli detto niente. Gettò le gambe oltre il bordo del
divano e nonostante la pancia la rendesse decisamente
goffa e sgraziata, scivolò sul pavimento e si avvicinò a lui a gattoni
–Scusami! Scusami!-
Gli
prese il viso fra le mani e schiacciò la guancia sinistra contro la sua, era la
prima volta che metteva da parte il suo orgoglio a quel modo. Strofinò
leggermente e sentì rilassarsi un poco –Perdonarti…- le disse sotto voce -Uhnnn…-
-Cosa?-
-Potrei
farlo…-
Andrea
lasciò cadere le spalle con un sospiro. Portò una mano alla bacchetta che
portava sempre alla cintura e l’avvicinò alla tempia. Un sottile filo d’argento
scivolò fuori e la ragazza lo raccolse nel palmo della mano sinistra.
-Ecco.-
-Grazie.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
TedTonks era un uomo pacifico. Amava sua moglie, adorava
sua figlia e difficilmente s’impicciava nelle faccende che non lo riguardavano,
però Ninfadora stava sbagliando e lui non poteva
starsene zitto a guardarla distruggersi
la vita. Era un padre ed era suo dovere farle sbattere la testolina contro la
dura verità. Sollevò lo sguardo verso il camino e sorrise all’appena arrivato Remus –Ciao .- lo salutò mentre dalla cucina Andromeda borbottava ancora.
“Se cerco d’impicciarmi io s’incavola, ma
se lo fa lui…” si diceva mentre combatteva con la
maionese impazzita e le patatine bruciate. Doveva dire che però Ted aveva quella *pucciosità* che a lei mancava. Il suo infilarsi negli
affari degli altri veniva sempre come surplus di arroganza
mentre Ted invece veniva scambiato per l’angioletto
della situazione. “Quanto lo odio.”
Remus
si spolverò i capelli con una mano mentre Tonks si
alzava in piedi e raccoglieva le mani dietro la schiena ,
gli rivolse un’occhiata perplessa e Teddy si allargò
in un sorriso- Ho delle mensole da mettere.- disse – Potresti aiutarmi?-
-Beh
ce…certo…-
-SeguimiRemus.- Tonks fece il giro
del tavolo con un sorriso e Meda torna alla sua maionese con una linguaccia irata–Al piano superiore
per cortesia.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Guarda
che ho comprato!-
Andromeda
alzò lo sguardo dal suo sformato *che sembrava più un’orribile broda
primordiale* e sorrise alla tutina azzurra che la figlia stava sventolando
davanti al suo viso –Bella.- disse e Tonks se l’appoggiò
alla pancia –Dice che porti sfortuna compare vestitini prima della nascita, ma
è così carino che non ho resistito.-
-Hai
fatto bene.-
-Vado
a metterlo in camera.-
La
donna annuì e la ragazza, un po’a fatica uscì dalla stanza e si
issò sui gradini. Si girò verso l’orologio a pendolo che le ticchettava
alle spalle .
-3
-2
-1
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!-
Ted
sbucò dal suo nascondiglio con un largo sorriso stampato in faccia –Sei perfido.-
disse guardandolo quasi disgustata –Sei perfido e malvagio.-
*Linguaggio colorito e
situazioni forti. Lettore avvisato mezzo salvato!
Capitolo 32
La prima cosa che Hestia
avvertì aprendo occhi fu quel dolore atroce al basso ventre,una
morsa che lo fece sussultare prepotentemente sotto la coperta che le avevano
buttato sulle ginocchia e che la costrinse a battersi entrambe le mani in bocca
per non urlare. Non ricordava quello che era successo, non sapeva perché era
stesa su quel pavimento lercio con quel pezzo di stoffa buttato di traverso
sulle gambe…Inspirò profondamente e spostò lo sguardo in giro.
Non era sola in quell’antro dell’inferno. Una donna
era accucciata nella sua sporcizia, la gambe raccolte
al petto e le braccia strette quasi a farsi male. Hestia
si appoggiò ai gomiti e ancora una volta tentò di comunicare con lei –Ehi.-
chiamò con quel poco di voce che le rimaneva in corpo –Qual è il tuo nome?-
La strega non rispose. Non si mosse. Probabilmente non l’aveva nemmeno sentita.
-Mi sai dire che è successo?- spostò la coperta e si
scoprì le gambe. Erano piene di lividi e lacerazioni, rabbrividì e passò due
dita su un taglio fresco. Era appiccicoso, ma non di sangue.
-Lui ti ha presa.-
Hestia sollevò lo sguardo e la donna scosse il
capo.
-Mi ha presa?-
La strega annuì e Hestia
guardò con luce diversa i lividi lungo le sue cosce –Oh Merlino…-
disse mentre una goccia di sudore gelido le scivolava lungo la schiena –Sono stata…-
non se lo ricordava però. Si girò verso il muro, lo accarezzò con la mano, era successo lì, o da qualche altra parte.
-Sì…Mi dispiace.-
Hestia strinse i denti e la donna sollevò
lentamente le palpebre. Un paio di occhi color miele
brillarono nella penombra, vagarono per un momento nella cella e poi si
fermarono su Hestia che tremava come una foglia –
Siamo meno che bestie per loro.- disse mentre abbassava le ginocchia e mostrava
alla donna il suo pancione – Nato lui…Io morirò…Lo so.-
-Un licantropo?-
-Un puro sangue.- Hestia aprì la bocca confusa e la donna sorrise del
suo candore. Anche lei all’inizio non riusciva a
capire cosa stava succedendo. Perchéquell’uomo l’avesse presa, poi c’era arrivata. Quando aveva visto la prima donna partorire e poi morire, aveva
capito.– AbrhamGreyback si
nasconde nel mio grembo.- tirò un pugno al fianco e la strega dell’Ordine emise
un lungo sibilo terrificato – Quanto lo odio.-
-Sono
incinta
anch’io…-
-Ha smesso di prenderti…
Credo di sì…-
-Per quanti giorni?-
-Non voglio dirtelo.-
Hestia si toccò la pancia con entrambe le
mani. Scioccata, spaventata, strizzò la maglietta del
pigiama che ancora indossava e pianse calde lacrime. Quando la porta della
cella si aprì con un cigolio dei cardini, però, recuperò il suo contegno e
puntò gli occhi azzurri su Bellatrix Black Lastrange –Non ci credo.- disse alla vista delle forme appensatite della Mangiamorte –Sei
un mammifero allora… E io che pensavo che deponessi le uova come la vipera che sei.-
Bellatrix piegò un ginocchio e la ragazza si
trovò contro un muro con il naso ridotto a una
poltiglia sanguinolenta – Ringrazia il bambino che hai in grembo… E grazie a
lui che sopravvivrai a quest’insolenza.- Hestia sorrise e lei le schiacciò la caviglia sotto il
tacco della scarpa –Che hai da ridere, puttana?-
-Rido perché non pensavo che i Mangiamorte fossero così disperati…- Leccò il sangue che le
bagnava le labbra e per un secondo intercettò lo sguardo terrorizzato della sua
compagna di cella – Per farsi una sana scopata devono rapire una donna e
stuprarla.-
-Fa silenzio! Tu non puoi
capire!-
-Oh…Io
invece capisco benissimo.-
Bella tirò indietro le
spalle e Hestia si toccò la tempia sinistra con un
dito. Era una legimantedi alto
alto livello, per lei era uno scherzo leggere nei
pensieri della gente e farsi un bel filmino con i loro progetti –Maledetta.-
sillabò la Lastrange mentre Hestia
emetteva un fischio colpito – Ora capisco perché ti voleva tanto.-
-Chi mi voleva? Chi è il
padre del mio bambino!?-
Bella si toccò il mento con
un dito, per qualche istante rimase in silenzio, poi sorrise raddolcendo l’espressione
–Ma sì.- disse dolce come il miele – Posso anche dirtelo a chi appartiene il
moccioso.-
Si piegò leggermente in
avanti e con un largo sorriso disse – SeverusPiton.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ci sono un sacco di proverbi
sull’amicizia. Chi trova un amico trova un tesoro. Gli amici si vedono nel
momento del bisogno e tanti altri … Eppure nessuno si è mai preso la briga di
specificare la natura degli amici di cui bisogna
circondarsi…RemusLupin lo
sapeva bene. Per questo maledisse “Fra Proverbio” il patrono di tutti gli
aforismi e balzò in piedi dopo aver sbattuto sul tavolo il bicchiere che teneva
fra le mani .
-MA VOI CHE CAZZO DI AMICI SIETE?-
Sirius e James gli rivolsero
un’occhiata genuinamente perplessa mentre Frank
scolava il suo cicchetto e se ne versava un altro con
una smorfia che diceva molto sul suo livello attuale di coscienza- Non dovreste
consolarmi? Non dovreste provare a fornirmi una soluzione! NON VI HO
INVITATI QUI PER SBORNIARVI PER MERLINO ONNIPOTENTE!!!!-
-Io non lo vedo dove sta il
problema orsetto Moo.-
-Nemmeno io se per questo.-
-Io sono troppo sbronzo per pensare.-
Remus si portò le mani alla testa. Non doveva
ucciderli! Non doveva ucciderli! Non doveva ucciderli! Stavano tutti per
diventare papà e alle loro compagne servivano vivi e in buona salute! –Dove sta il problema!?-
chiese –Branco di alcolizzati!Mio figlio sta per nascere e io non potrò far
parte della sua vita perché ho fatto incazzare a
morte sua madre! Ecco qual è il problema.-
-Si può sapere che diavolo hai fatto per far incazzare tanto Ninfadora?- chiese Sirius mentre Frank e James facevano cincin dai lati del tavolo – Andrea mi si è praticamente
buttata a tappetino. Mi ha chiesto scusa per tutto il tempo e lo sappiamo tutti
che caratteraccio ha … Non è certo una cucciolina come Tonks.-
-E’ una belva.- commentò Frank.
-Già… Il mio angioletto coi
guantoni da boxe.-
-Sirius ha ragione .- fece James
ignorando il discorso degli altri due e portando lo sguardo color castagna sul
Malandrino in piedi – Che diavolo hai combinato Remmy. Non è normale il comportamento della piccola. Perché
ti ha lanciato fuori da casa? Che
hai combinato?-
-BEH…-
I tre Malandrini * sì, anche Frank ormai faceva parte del gruppo e poteva essere
chiamato con questo nome* lasciarono cadere i bicchiere
con un unico tonfo , il licantropo cercò di rimpicciolirsi e loro sbottarono in
tre urli distinti, ma della stessa assordante potenza.
-CHE HAI FATTO?-
-SEI SCEMO!-
-E POI SARESTI TU L’INTELLIGENTE
FRA NOI , VERO?-
Remus sollevò le mani a modo di scuse e James si pizzicò la radice del naso con due dita – Merlino…Come
fai a darle torto?- disse – Se avessi chiesto una cosa del genere a Lily mi
avrebbe ucciso … -
-Minimo!- concordò Sirius.
-Era una domanda più che legittima.-
-Remmy … Guarda che ad una madre non frega
niente se il suo bambino è malato. Anzi… Lo ama ancora di più…- Frank rilassò l’espressione
e Remus volse lo sguardo verso la finestra aperta –Io
me la ricordo la zia Emmie… Ti adorava… -
-Appunto.-
-Appunto cosa?-
-Com’è morta mia madre Frank?
Si è consumata. Per causa mia, per quello che sono…Non voglio che succeda una
cosa del genere anche a Tonks…- inspirò
profondamente e Frank scosse il capo – Ecco perché le
ho chiesto se il bambino era risultato positivo alla licantropia.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Non mi ha detto altro… E’ positivo alla licantropia? Io gli ho detto sì e lui non ha
detto altro…- Ninfadora urlava di rabbia da quasi un ora, niente era riuscita a calmarla. Alice
con i suoi biscottini all’anice, Lily col tè alle erbe e Andrea con i
cioccolatini. Era furiosa con Remus, tanto come non lo era mai stata in vita sua.
-Beh…-
-Beh cosa Alice?-
-Cerca di capirlo… Voleva solo sapere se
aveva ereditato il suo male.-
-Secondo me
voleva sapere se era roba sua.-
-Tonks…-
-NO! L’HA FATTA GROSSA!!!! LO ODIO! NON LO
VOGLIO PIU’ VEDERE.-
Andrea si portò una mano alla faccia e
sorrise sotto le dita- Non dici sul serio.-
-No…- disse piccata – Però lo voglio far penare.-
-Beh questo è diverso.-
Lily e Alice si lanciarono uno sguardo
malvagio- Se questo è il tuo desiderio, possiamo
aiutarti noi!-
Quattro
mesi. Erano passati quattro mesi da quando quella tortura aveva avuto inizio. Remus sospirò mentre affondava in una di quelle scomode
poltroncine che ai lati di camerini di prova servono come aerea di rifugio per
poveri mariti sottomessi. Erano ore che Tonks lo
sbatacchiava da una parte all’altra di Londra, che lo costringeva ad attese
interminabili e che non sembrava paga di vederlo sbuffare come una locomotiva
affranta “Vabbeh
ho sbagliato…” si disse mentre portava una mano al viso e stringeva il naso
contro il palmo“… Però qui si sta
esagerando…” Aveva l’impressione di essere finito in girone dell’inferno. La pena era
morire di inedia vegliato da un grazioso diavoletto
custode. Girò la testa verso la tendina alla sua sinistra e sorrise alla ragazza
e il nuovo abitucciopremaman.
-Manca
poco al parto ormai…Che ci fai con tutti questi vestiti?-
-Dopo
il parto sarò bella cicciona per un po’e voglio molta
stoffa a disposizione per nascondere le vergogne.- sospirò e Lupin scrollò il capo divertito. Aveva sentito dire che la
vanità è donna, ma vergognarsi dei chili messi su dopo aver partorito gli
sembrava davvero stupido.
-Non
è stupido Remus… Guarda.-
Sollevò la maglia e Lupin aggrottò le sopracciglia.
La pelle della pancia era liscia e bianca come al
solito, che aveva di strano? Sollevò lo sguardo verso Dora e la ragazza
s’indicò un punto sotto l’ombellico- Guarda bene.- gli
disse come se ci fosse un elefante di mezzo e Remus
fosse lì, lìper venire investito dalla
sua proboscide.
-UNA SMAGLIATURA!-
-Dove?-
-Guarda!-
-Non
la vedo!-
-Eppure quelli della tua razza ci
vedono bene.- si rimboccò la maglia ai fianchi e Remus
emise un breve sbuffo. Alle donne
incinte, i neuroni ballano la macarena , annuì e fece segno a Dora di raggiungere la cassa. La ragazza
prese i vestiti, li raccolse nell’incavo del braccio e si bloccò,come il compagno, alla vista di Kingsley
che agitava le braccia verso di loro dal fondo del locale. –Che
sarà successo?- chiese guardando Remus che si strinse
nelle spalle.
-Non
lo so.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Davvero
non capisco.-
Sirius
sollevò lo sguardo dalla fetta di torta che stava divorando e guardò Andrea seduta di fronte a lui con il mento appoggiato nel
palmo della mano –Cosa ?- le chiese e la ragazza batté le dita stizzita
–Davvero, non lo so…- Ormai viveva nel terrore di contrariarla , si guardò
attorno alla ricerca di qualche indizio sulla sua colpa del giorno quando
Andrea lo sorprese sbattendogli in faccia l’ampollina che conteneva i suoi
ricordi –Oh…-
-Hai
fatto il diavolo in quattro per anno per averli, e adesso che ce li hai, non li
vuoi guardare… Io non lo so com’è , più ti conosco e
meno ti capisco.-
Sirius
mandò giù un altro boccone di dolce e guardò Andrea con un piglio decisamente divertito, strano, a lui il suo comportamento
sembrava quadrare perfettamente –Non mi interessano più.- disse e la biondina
spalancò gli occhi –Non m’importa più sapere che cosa mi ha attratto di te
all’inizio…-
Andrea
si massaggiò le tempie con entrambe le mani –Perché?-
-L’importante,
credo, è che io sappia che cosa mi attrae di te adesso.- guardò Andrea fare una
smorfia di naso e capì di averla imbarazzata. Al
contrario di Lily, Alice e Tonks, che durante la
gravidanza erano diventate delle vere belve, Andrea si
era addolcita di molto. Forse perché aveva già un carattere
pessimo e più perfida non poteva diventare o forse perché tutto il suo
esserenevrastenico era stato assorbito dal bambino,
stava di fatto che era diventata molto più malleabile e Sirius
era felice come una Pasqua.
-Ehi.-
-Uhn?- Sirius sollevò il mento e Andrea girò la testa verso
l’appena apparso Moody – Dimmi.- disse
l’Auror alzandosi mentre la futura mamma si faceva un
po’ di lato. L’ultima volta erano volate sedie fra i due e lei, con la pancia che si ritrovava non poteva più buttarsi per terra e schivare gli improvvisati progliettili. Purtroppo l’odio di Malocchio non si era
affievolito, anzi, a tratti era anche aumentato. Il motivo? Difficile a dirlo, ormai
tutti avevano smesso di chiedersi come funzionava la mente di
Alastor.
-Che ho fatto stavolta?-
-Niente.
Devi solo venire con me.-
-Che
è successo?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ormai
il parto era una questione di giorni e FrankPaciock si sentiva come un soldato prossimo
alla licenza premio. Alice era intrattabile, saltava su per un nulla, e per
nulla lo costringeva a schivare schiantesimi e a correre
per salvarsi la vita. Più di una volta aveva rischiato di rimandarlo alSt.Mungo e ormai sentiva di non farcela più. Si addormentava dove gli
capitava , durante una conversazione, sul più bello di
una partita di Quiddich doveva anche scommesso
qualche zecchino, una volta persino sul water.
-Lo
stress mi sta uccidendo…- disse e James
si ritrovò ad annuire.
Alla
fine aveva rifiutato la carica di Professore e al suo posto era entrata Emmeline, Harry e i ragazzi la
adoravano e tutti erano soddisfattiperchéera al sicuro protetta
da Silente in persona.Da quando Hestia era sparita vivevano nel terrore di aver vedere
anche il bel visino di Emmeline
fra gli annunci delle persone scomparse.
-Manca
poco.-
-Io
non ci arrivo.-
-Il
tempo scade a giorni…-
Giorni…
I due Malandrini si scambiarono un’occhiata … No, non sarebbero mai
sopravvissuti a quel massacro, ormai dormivano come Malocchio, ovvero con un
occhio aperto perché temevano attacchi notturni. Buttarono giù un altro sorso e si
lanciarono uno sguardo perplesso.
OH MERLINO! SI ERANO
IMMUNIZZATI ALLE SBRONZE!!!
-Voi
due!-
Una
luce. Frank chiuse gli occhi per un momento e James girò la testa verso la spalla sinistra. Non avevano
gli effetti della solita sbornia, ma erano più che sensibili alla luce. Si
lamentarono per un secondo prima di venire afferrati
per la collottola da Kingsley.
-CHE DIAVOLO?- urlò Frank.
-Fai!?- gli fece eco James.
-ABBIAMO TROVATO HESTIA.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Sei stupida come un cane da
combattimento.- Bellatrix strinse la mascella mentre Hestia si allargava in un sorriso divertito –Ti dicono di
saltare e tu chiedi quanto in alto. Ti dicono di sacrificare tuo figlio alla
causa di un pazzo e tu rispondi obbedisco. Sinceramente non so se mi fai più pena o schifo.- rise forte e scosse un dito quando la Mangiamorte
tirò fuori la bacchetta e glie la puntò in faccia.
-No.No.
No. Bella…- disse soave mentre portava una mano a quell’accenno
di pancia che s’intravedeva sotto la lurida maglia del pigiama che la copriva –
Non ricordi che cos’ho qui?-la donna ringhiò una
parolaccia e la Legimens ghignò nonostante il tono
angelico della voce – Non vorrai fare del male al prezioso
erede di SeverusPiton,
vero? Lo sai bene che in Inghilterra ci sono solo io col dono della Legimanzia innata.-
-Sei
una stronza.-
-Lo
so… E sai, detto da te è quasi un complimento.-
Ci
fu un momento di silenzio, rotto solamente dagli ansimi di Agata,
la donna licantropo che con Hestia divideva la cella
–Lo sai che anche il bambino che porti in grembo diventerà un soldato della
guerra di liberazione dell’Oscuro Signore, non è vero?-
-No.
Non lo diventerà.-
-Ah,
già è vero… Tu credi ancora che l’Ordine verrà a salvarti.-
Hestia
staccò le spalle dal muro a cui era appoggiata e avvicinò il busto alle
ginocchia che teneva leggermente sollevate dal pavimento –Io non lo credo…-
sorrise e una profonda deflagrazione squarciò l’aria –IO LO SO.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Massacrare
Mangiamorte era quello che ci voleva per Frank e Remus. Far del male a
qualcuno e sempre un toccasana per i nervi e quando si è arrivati più o meno al
punto di rottura, più gente fai saltare per aria e
meglio è –Una chiesa sconsacrata.- disse il primo mentre l’altro portava
l’attenzione alla croce rovesciata sopra la sua testa – E’ quasi poetico non
trovi?-
-E’ da
maniaci per Diana.- la raddrizzò con un colpo e poi guardò il cugino – Non
siamo in un libro di AnneRice maledizione, che diavolo stanno facen…-
-Remmy?-
Remus strinse
la presa alla bacchetta e Frank irrigidì i muscoli del collo.
Non sapeva che diavolo aveva alle spalle, ma se Remus
faceva quella faccia non c’era niente di buono- Uno…- disse con le sole labbra.
-Due…-
gli fece eco mentalmente Remus.
-TRE.-
urlarono in coro stendendo nello stesso momento Avery
figlio. Lo guardarono impattare contro il muro, rotolare a terra come un sacco
e tirarsi su con una mano premuta alla nuca –Che diavolo?- chiese Remus mentre l’altro guardava stranito la sua bacchetta –E’ fatto di gomma? –
-Frank…-
-Cosa?-
-Guarda
lo specchio alla sua sinistra.-
Nessun
riflesso.
Una
sola spiegazione.
-OH CAZZO, UN VAMPIRO!-
-Ecco
la puzza di uomo morto che sentivo.
Il
mago spalancò la bocca e una seconda fila di denti scese di botto a far
compagnia alla prima, e i due cugini si strattonarono a vicenda per trascinarsi
l’un l’altro in un corsa lungo il corridoio che si
apriva a un paio di metri da loro.
-CORRI, CAZZO, CORRI!-
-AFFRONTIAMOLO!-
-NON FARTI PRENDERE DALLA
FRENESIA LUPASTRO! CE L’HAI UN PALETTO DI FRASSINO DA FICCARGLI NEL CUORE?NO! E ALLORA MUOVI LE CHIAPPE E NON FERMARTI PER NESSUNA RAGIONE
AL MONDO!- Lo trascinò giù per quasi due rampe di
scale, poi contraddicendosi alla grande lo schiacciò contro una rientranza
della parte –Come si batte un vampiro?- gli chiese col fiato mozzo dalla
fatica.
Remus ci pensò
un momento – Impalamento, decapitazione e ustione per
acqua santa.-
-Bene…
Cugino siamo morti.-
-Lo
possiamo decapitare.-
-Tu
vai in giro con un macete nelle mutande?-
Remus prese
fra le mani la sua bacchetta , recitò una formuletta in latino e bang, aveva fra le mani una sciabola
, Frank lo guardò scioccato e lui gli porse l’arma
bianca con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
-SE ERI IN GRADO DI FARLO,
PER QUALE DIAVOLO DI MOTIVO NON L’HAI FATTO PRIMA!!!-
-Mi
piacciono i colpi di scena.-
Si
appostò contro il bordo del muro, serrò la presa attorno alla sciabola e meno
di un secondo dopo la testa di Avery
figlio si trovava ai piedi di Remus mentre il suo
corpo era alla sua sinistra – Cavolo…- disse il licantropo guardando il cugino
– L’hai decapitato al volo.-
-Con
queste bestie bisogna fare così. Un solo colpo. Non devi dargli il tempo di
contrattaccare…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Intanto
a Londra, il panico stava serpeggiando.
-Oddio!
– esclamò Tonks mentre sollevava il piede sinistro e
scrollava la ciabatta sporca di liquido chiaro –ODDIO! ODDIO! ODDIO!- Guardò Andromeda in piedi accanto al mobile della cucina e Ted pietrificato sulla sua poltrona – HO ROTTO LE ACQUE!!!!-
*Ho come l’impressione che a fine capitolo verrò uccisa
*Ho
come l’impressione che a fine capitolo verrò uccisa!
*___*
Capitolo 34
Un
giaciglio vuoto e una donna aperta in due. Kingsley
si portò le mani alla testa mentre Malocchio rivoltava con un calcio la tavola
e il mucchio di stracci che in quei mesi erano stati il letto di Hestia- Maledizione!- urlò –C’eravamo così vicini!- volse
la testa verso la povera Agata e un rigurgito di vomito minacciò di piegargli
in due le spalle –Le hanno rubato il bambino dal grembo…- disse con un filo di
voce mentre l’altro Auror si sfilava la giacca e la
poggiava sul corpo in modo di rispetto –Doveva essere vicina al
parto poveretta.-
-Dici
che Hestia…-
-E
perdere così un bambino col dono della legimanzia
innata? – scosse il capo e Kingsley parve
rasserenarsi un poco. Rilassò le spalle e si allontanò di un paio di passi
dalla morta e dalla pozza di sangue che aveva creato per terra. C’era un odore
nauseante e lui non aveva lo stomaco forte di Malocchio–No… Non le faranno
del male. E’ troppo preziosa.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Cercare
di uccidere un uomo davanti al S.sCrocifisso
gli faceva uno strano effetto, come essere un mago che ogni domenica veniva
trascinato in Chiesa dalla nonna bigotta e stranamente attaccata alle sue
origini mezzo babbane. James
crollò di schiena dietro l’altare e invogliò l’ennesima parolaccia della
giornata –Guarda tu…- disse mentre si sollevava sui
gomiti e cercava di strisciare via dai colpi di Piton
– Pipistrello della malora, questa me la paghi.- Afferrò la bacchetta che gli
era rotolata via di mano e cercò di raggomitolarsi a palla e farsi invisibile, Sirius dove cazzo era finito non
lo sapeva e la cosa lo stava inquietando.
“Ok…EVERTE STATIM!”
Guardò
il nemico volare a parte indietro e cozzare contro un
acquasantiera, vide il liquido benedetto * da Malocchio il perché? La follia forse?* scivolargli addosso ed
emettere vapore a contatto con le vesti
–Oh-Merlino-esclamò mentre l’uomo si torceva a
terra per via del dolore–E’ maledetto…-
Si alzò e Piton cercò di togliersi di dosso il
vestito bagnato. Lo schiantò ancora una volta contro il muro e lo afferrò un secondo prima che cadesse – Un bel respiro…- gli disse
mentre lo afferrava per il collo e gli faceva affondare il viso nell’acqua.
-Non
posso crederci… Allora Malocchio non è pazzo.-
Aveva
sempre pensato che gli esorcismi attraverso acqua benedetta fossero una panzana.
Andiamo, come fa un po’ d’acqua con un Crocifisso a
bagnomariaa sciogliere una maledizione
senza perdono, ma a quanto pareva quel vecchio pazzo l’aveva messa nel sedere a
tutti un’altra volta –Allora?- disse tirando su Mocciosus
e socchiudendo gli occhi per via dei suoi sputacchi – Ti senti benedetto da
Dio?-
-FOTTITI POTTER.-
-Ok,
un altro po’…- lo rificcò nella acqua santa
trattenendo i suoi tentativi di scrollarselo di dosso e sorridendo allo sguardo
scioccato di Frank e Remus
– Ehi, tranquilli, non sto cercando di affogarlo.-
-Non
sono così sicuro di questa cosa.- risposeFrank.
-
Jim ha smesso di muoversi! –
-Ooooops.-
Lo
lasciò andare e gli si accucciò sopra –Severus.- gli
disse dopo il primo ceffone – Severus coraggio
svegliati.- Si tirò indietro al primo sboccò d’acqua e sorrise allo sguardo
stralunato dell’ex –professore –Buongiorno Principessa…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Sirius
guardava sconsolato il punto del corridoio dove Hestia
e Bella erano sparite. Non era riuscito a levare la
bacchetta su una donna incinta anche se quella era la bastarda che aveva ucciso
suo fratello – Regulus.- disse
in un sospiro mentre portava una mano al viso. Bellatrix
gli aveva detto di essere stata lei ad aver ucciso Reg
un secondo prima di sparire portandosi viaHestia. Strinse le dita fino a farsi male e un urlo di
rabbia gli nacque spontaneo
-Maledizione!-
strillò mentre buttava la bacchetta a terra e si sedeva sui calcagni –Questa me la paghi giuro che la prossima
volta ti ammazzo.-
-Pad…-
Si
volse con un sobbalzo.
Frank e James stavano
tenendo in piedi Piton e Remus
gli si era avvicinato abbastanza per mettergli una
mano sulla spalla. Era sempre così, quando era arrabbiato il suo gran olfatto smetteva di funzionare – Avete catturato Mocciosus.- disse alzandosi e andando a sollevare la testa
china dell’uomo –Bravi.-
-La
parola esatta è liberato.-
-Cosa?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Te
la sei fatta scappare?-
Sirius
non fece a tempo ad annuire che si ritrovò schiacciato contro il muro con Kingsley che lo teneva fermo per i vestiti. Boccheggiò e
muovendo i piedi si rese conto di essere un bel po’ staccato dal suolo
–Scusami.- tossì –Non me la sono sentita di... Era incinta per Diana!-
-E
allora?- al momento Kingsley non riusciva a vedere
quello che per la morale di Sirius era lampante. Non
poteva uccidere una donna incinta, non poteva far del male a
un bambino che aveva solo una colpa. Avere una madre psicopatica. Nella sua
testa c’era solo quella poveretta sventrata e la possibilità che pure Hestiafacesse quella fine.
-Lascialo
Kingsley.-
-Alastor.-
-Senti,nientemi darebbe più gioia che guardarti fare a pezzi il cagnaccio, ma ha
ragione. Non poteva uccidere Bella...- lo staccò da Sirius
e lo costrinse a fare un paio di passi indietro mentre il Malandrino finiva a
sedere per terra con una mano premuta in gola-Adesso calmati… Vedrai che la ritroviamoHestia.-
-Manca
poco al parto…-
-Sta
tranquillo ti dico.-
In
quel momento Piton aprì gli occhi. Stordito e mezzo
affogato si guardò attorno prima di riconoscere James
e mandare un esclamazione sorpresa –Tu! Tu! Tu!- disse
indicandolo e sul viso dell’Auror si aprì un sorriso
divertito.
-Sì,
Mocciosus … Sono tornato dall’inferno.-*
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Erano
passate due ore dal suo arrivo alSt.
Mungo e NinfadoraTonks non
aveva smesso un secondo di urlare. Ad ogni contrazione
gonfiava i polmoni e dava il via ad una serie di strilli più o meno acuti che
avrebbero tramortito un cavallo. Ed era ancora all’inizio, il bambino era
ancora lungi dall’arriva –VUOI SMETTERLA PER MERLINO!?- la ragazza spostò lo sguardo verso
la sua compagna di stanza e Meda scosse la testa per riprendersi dall’ultimo
urlo.
La
pazienza e la calma che Andrea aveva incamerato durante la gravidanza
era sparita nel momento stesso in cui Sirius era
uscito e lei aveva dato quei due starnuti e aveva visto quella chiazza per
terra,e ora la ragazza sentiva
l’estremo bisogno di pace e calma per non incominciare a dare i numeri per il
dolore . Inspiròe Tonks
con le sue urla da sirena antiaerea non le erano di nessuno
aiuto -ANCH’IO STO PARTORENDO, MA NON STO URLANDO COME
SE AVESSI IL DIAVOLO ALLE CALCAGNA!-
-Sì,
però…-
-Si
però , un cazzo…- trattenne
il fiato si piegò in avanti sulle ginocchia. Lei non aveva neanche una madre che
gli tenesse una mano in quel momento, buttò aria tutto
in una volta e si girò verso l’amica che la guardava mortificata – Non sei la
prima che partorisce, quindi morditi la lingua e concentra le energie per
aiutare tuo figlio a nascere!-
Un
battito di mani si levò sentito nella stanza e Lily entrò portando avanti la
sua panciona – Anch’io quando sono nati Harry e Lorien non ho emesso un fiato.- si gonfiò orgogliosa mentre
Alice annuiva convinta, anche lei aveva avuto un parto piuttosto silenzioso con
Neville –Brava Andrea così si fa.-
-Voi
due che ci fate qui?-
-Oh
niente… Abbiamo saputo che stavi partorendo e dato che Malocchio e Sirius non ci sono siamo venute a
farti sostegno morale!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Rientrare
in casa e non trovare Andrea li aveva messi entrambi in agitazione. Mancava
poco al parto e la ragazza non usciva mai, preferiva restare in casa per paura
di rompere le acque in strada , si erano guardati
confusi dai due lati della stanza, poi TeddyTonks era apparso dal camino.
[Che diavolo
state facendo voi due qui!? Andrea sta partorendo!]
Avevano
perso tanto tempo da Silente. Per capire che cosa avevano
fatto a Piton gli era occorso tuttoil pomeriggio e alla fine, mica era tanto
sicuro della sua diagnosi [AAAAAAAH!]
-Andrea!!!
-PAGNOTTELLA!!!
Andrea
sollevò lo sguardo dal fagotto che teneva fra le braccia giusto in tempo per
godersi l’entrata in scena di Sirius e Malocchio. Il
primo finì di faccia ai piedi del suo letto, il secondo scivolò a causa della
gamba di legno e s’infranse contro la finestra –Tesoro…- disse parlando al
ciuffo di capelli biondo scuro che spuntava dalla coperta –Tuo padre e tuo
nonno.-
I
due si voltarono verso la ragazza e questa gonfiò le guance piccata dal
mostruoso ritardo -DOVE DIAVOLO ERAVATE,EH?- porse il bambino al padre e lo guardò allargare i
lembi della copertina e sorridere a suo figlio.
-Bello,
eh?-
-Bellissimo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Povero
Remmy…-
Frank
scartò la barretta che aveva appena preso dal distributore di dolciumi e
sorrise alla vista del cugino che passeggiava davanti alla sala parto come un
condannato a morte- Tra un po’ ci farà un solco sul
pavimento.-
-E
tu com’eri quando è nato Neville?- Alice incrociò le braccia sopra la pancia e Frank le rivolse la sua migliore espressione da angioletto genuinamente
sorpreso.
-Io?-
-Guarda
che me l’ha detto tua madre che stavi impazzendo.-
-Sclerando
cara… Il termine e sclerando.- rise forte per poi
zittirsi allo sguardo improvvisamente fissi e scioccato
di Alice.
-Beh?
– le chiese.
-Per
fortuna siamo in un ospedale.-
-Perché?.-
Alice
indicò in basso e Frank sputò il pezzetto di barretta
dolce che aveva appena mandato giù –Hai…- disse mentre alle sue spalle Lily
passava seguita da unJames
bianco come un cadavere.
-Ho
rotto le acque.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
C’era
il destino nell’aria quel giorno. Harry, Lorien e Neville strabuzzarono gli
occhi alla vista di quelle quattro cullette una accanto all’altra – Sono nati
lo stesso giorno.- disse Harry prima di realizzare
quello che stava facendo ridacchiare Lorien da quando
erano arrivati davanti al nido e mandare
un urlo
–E’ una bambina. Abbiamo una sorella!!!-
A differenza di Andrea, Tonks
e Alice, Lily non aveva voluto sapere il sesso del nascituro -JoliePotter.- lesse Lorien –E’ carino.-
-Jolie…
Significa grazioso.-
-Speriamo
che lo sia.-
Si
guardarono attorno, del loro padre non c’era traccia. Chissà, magari era svenuto da qualche parte, com’era successo il
giorno in cui era nato Harry. Si girarono così
verso Neville e lo trovarono che sorrideva stupidamente
alla culla davanti a cui era piazzato.
-Allora?-
gli chiese Lorien.
-John…L’hanno
chiamato John.-
-E’
un bel nome.-
-L’ho
suggerito io.-
Il
piccolino era biondo come il papà e aveva i suoi stessi occhi azzurri. Un altro
play boy dalla faccia d’angelo, senza ombra di dubbio –Perché
non date un’occhiata agli altri due?-
I
ragazzi sobbalzarono alla voce di Sirius. L’animagus gli era andato
alle spalle senza far rumore e ora stava indicando i due lettini accanto a
quello di Jolie.
-Ted RemusLupin.-
-James RemusBlack.-
Sirius
annuì e con un largo sorriso aggiunse – James è nato
alle quattro del pomeriggio…- disse – Teddyalle sei, Jolie passata la mezzanotte
e Johnalle due. Per cui, per poche ore
non faranno tutti il compleanno lo stesso giorno.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Mi
dispiace, non lo so…-
Piton
chiuse gli occhi all’urlo di rabbia di Kingsley e
affondò nella sedia per paura di essere colpito. Non aveva ricordi, non sapeva
che cosa era successo. Un secondo prima stava leggendo
un libro nel suo salotto e un secondo dopo qualcuno *Potter*
stava cercando di affogarlo –Non so dove tengono Hesia…Non
mi ricordo niente.-
-Neanche
di aver schiavizzato Lily!?-
-Lily?
NO!-
Silente
annuì sui suoi libri e Kingsley per un secondo penso
che forse aveva capitoch
cosa era successo e perché Piton diceva di non
ricordare – L’Imperius non cancella i ricordi.-
-Stiamo
parlando di una maledizione molto antica Kingsley e
non di una semplice Imperius…- disse
il Preside mentre prendeva un libro e lo porgeva all’Auror
–Il lato negativo di Severus è stato portato alla
luce da un incantesimo molto potente. Questo a preso possesso sul suo io
cosciente, soffocandolo e relegandolo nell’angolo buoio
della sua coscienza..-
-EJames con l’acqua benedetta.-
-Hai
mai sentito dire la frase. Dentro ogni uomo vive un demone. In Severus viveva un diavolo e James
l’ha , in parole povere, esorcizzato…-
In quella piccola bottega degli orrori che era l’ufficio di Alastor
Moody, solo due foto ricordavano all’incauto visitatore ch
Capitolo 35
In
quella piccola bottega degli orrori che era l’ufficio di AlastorMoody, solo due foto
ricordavano all’incauto visitatore che il padrone del bazar era un essere umano
e non il parto di uno scrittore malato. Una, ritraeva un bimbo di circa quattro o cinque mesi seduto fra due cuscini. Una
specie di reuccio dagli occhi azzurri e i capelli
biondo scuro che era una meraviglia a guardarsi. L’altra tre bambini,
due femminucce e un maschietto, davanti al binario 9/4 . Andrea
sorrise. Quella foto aveva diciotto anni. Era stata scattata al suo
primo giorno di scuola dalla madre di Hestia, Charline, una donna dolcissima, morta assieme al
marito,durante la prima guerra magica.
-Hestia
si è sempre vergognata di questa foto.-
Malocchio
sollevò lo sguardo dai fogli che stava consultando e lanciò un’occhiata
perplessa alla figlia e al portaritratti che teneva in mano -Perché?- le chiese . A lui Hestia era sembrata
sempre più che adorabile.
-Portava
il baffo.-
-Il
baffo?- Il baffo è un ignobile apparecchio ortodonticocomposto da una parte
metallica che si fissa ai due anelli montati sui molari superiori e da un
elastico che passato dietro la nuca tiene tirato il tutto. Un macabro strumento
di tortura che logora chi lo indossa e chi lo guarda –L’ha dovuto tenere per cinque
anni, poveretta…- sorrise alla foto e Malocchio torno al libro che stava consultando- A me è sempre sembrata carina.- disse
dopo qualche minuto.
-Lo so … A volte ero gelosa.-
-Di cosa?-
-A me non l’hai mai fatto un complimento.-
Alastor spalancò la bocca scioccato e Andrea rimise a posto la foto –Oh
andiamo Pagnottella.- gli disse sconvolto da quella uscita –Siamo Moody, non abbiamo bisogno di certe sciocchezze, no?- si
alzò, aveva cresciuto un Auror lui e non una ragazzina
che ha bisogno di essere vezzeggiata. La guardò fissò e la ragazza lasciò
cadere le spalle con uno sbuffo.
Inutile cercare di sfondare una porta sprangata col catenaccio.
-Dì una cosa, ma James dov’è?-
-Con suo padre.-
-…-
-…-
-…-
-Hai lasciato quella povera creatura con il Cagnaccio?- chiese
Malocchio e per la prima volta nella sua vita, Andrea sentì
una nota di terrore nella voce di suo padre. Si guardò attorno
confusa , poi annuì confusa a quell’occhio che la fissava spiritato –Papà se io sono
sopravvissuta a tepenso che James ce la farà ad uscire vivo ad un pomeriggio con Sirius, no?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
In realtà,
quello che rischiava di morire entro breve termine era
Sirius non JamesRemus. Il bambino era un piccolodemonio incarnato e il povero Malandrino, ad
ogni secondo che passava, si scopriva sempre meno adatto al ruolo dimammo. Afferrò i piedini del
bambino con una mano e li sollevò per avere accesso al suo culetto –Come
diavolo fa un cosino così piccolo a fare tanta cacca,
io devo capirlo…- disse a denti stretti mentre cercava di ripulirlo e allo
stesso tempo di non sporcarsi lui
-… Porca miseria…Ho finito le salviettine.-
-Kracher
vive per servire Lord Black.-
Sirius
girò la testa verso il pacchetto che l’elfo gli stava offrendo e ancora una
volta si chiese per quale motivo quel mostriciattolo scontroso si fosse tanto
affezionato al suo bambino. Infondo era figlio suo e
di una mezzosangue -Grazie.- gli disse e quello si esibì in una profonda
riverenza. Tornò a chinarsi sul bambino e questo lo ringraziò della cortese
attenzione al suo culetto con uno schizzo di pipì in piena faccia!!!!
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-MALEDIZIONE, MI HA PISCIATO IN BOCCA!!!!-
Remus
strabuzzò gli occhi mentre Sirius lasciava la
cameretta di James e correva in bagno. Dalla sua
postazione, in fondo al corridoio, lo vide ingollare mezzo tubetto di
dentifricio e spazzolarsi denti e lingua come se ne andasse
della sua vita. Trattenne una risatina e raddrizzò le spalle per darsi un
contegno. Allora non era l’unico a non riuscire a raccapezzarsi nel ruolo di
neo papà –Che sarà mai…- soffiò - Per un goccio di
pipì.-
-A te Ted ha mai
pisciato in bocca?-
-No… Ha rigurgitato…-
Guardò
Kracher uscire dalla cameretta con il bambino in
braccio e sorrise all’espressione soddisfatta che questo pareva avere, sistemò
le bretelle del marsupio porta bebè che indossava e aggottò le sopracciglia
alla vista dello sguardo divertito di Sirius –Beh?-
gli chiese e questo scoppiò a ridere nonostante il dentifricio.
-Mamma
canguro.-
-Eh?-
Sirius
s’indicò il petto e Remus guardò il bambino che
dormiva pacioso appoggiato a lui – Dora è a lavoro …- disse piccato mentre
l’amico ridacchiava e sputacchiava schiuma bianca -Per questo ce l’ho io.-
-Prenderlo
in braccio normalmente ,no?-
-Perché?
Sta comodo qui…-
-Dai,fammi vedere come saltelli.-
-Ti
faccio vedere come ti prendo a calci in culo
se non la finisci!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Una forma smembrata coperta
da un telo di plastica, ecco che cosa rimaneva delle spoglie mortali di HestiaJones. Una donna spogliata del suo bambino e ridotta all’idea di un essere
umano. Dora insaccò la testa nelle spalle mentre voltava le spalle a quell’abominia, sentiva il conato in bocca e non poteva
permettersi di vomitare lì, accanto a lei. Risalì la scarpata
con le lacrime agli occhi e senza rendersene conto si liberò ad un paio
di passi da Kingsley.
-Tonks.-
Aveva l’aria di uno appena scampato ad un uragano, con il mantello spiegazzato
e la camicia fuori i pantaloni, molto probabilmente avevano
cercato di trattenerlo e lui li aveva travolti senza badare molto a quanti
danni faceva.
-Kingsley.-
-E’
vero?-
La
ragazza si pulì la bocca con il dorso della mano.
-E’
veramente lei?-
A Kingsley serviva una risposta. Un sì
chiaro e tondo che spegnesse una volta per tutte le
sue speranze. Frank e James
avevano provato a spiegargli, a inzuccherare la
pillola, col senno di poi pensò che so erano comportati da amici, ma adesso lui
aveva bisogno della verità e non di prove d’affetto. Col fiato in gola vide Dora
annuire e un urlo si spaccò ella sua gola –NO!-
-Mi spiace tanto.-
-E’ davvero…Siete sicuri?-
In quel momento vide Malocchio risalire la scarpata con una mano
premuta in faccia, per Dio stava piangendo… Lo guardò scioccato
e l’uomo alla sua vista mandò un sobbalzo, volse la testa verso il burrone alle
sue spalle e come Tonks prima di lui scosse la testa
e distolse lo sguardo -Dato che Hestia era orfana
hanno chiamato Malocchio per il riconoscimento…- mormorò Dora mentre Kingsley tremava come una foglia – Per la prima volta da
che lo conosco l’ho visto perdere la ragione. Ha urlato… -
Chiuse gli occhi.
[No! No! Bambina mia che ti hanno
fatto!]
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Entrare in casa e capire che la notizia del ritrovamento di Hestia aveva concluso il cerchio
fu un tutt’uno per Sirius.
Andrea era seduta davanti a un proiettore spento, le
gambe tirate al petto e il mento affondato nell’incavo delle ginocchia.
Piangeva, mentre guardava lo schermo bianco davanti a lei.
-Andrea…-
-Io ci credevo davvero.- Sirius le andò
accanto e le poggiò una mano sulla testa, non era bravo a consolare la gente,
ma stavolta ci avrebbe almeno provato – Credevo davvero che l’avremmo salvata,
che sarebbe tornata…Lei e il suo bambino-
-Lo so.-
-Sai perché ho rimandato la data delle nozze?-
-No, dimmelo.-
-Perché da piccole avevamo promesso di essere una la testimone di
nozze dell’altra.- Sirius sentì il cuore scivolare in
pezzi mentre stringeva le spalle si Andrea fra le
braccia e se la tirava addosso. Lui capiva perfettamente cosa stava provando,
quando aveva creduto James morto, il dolore che aveva
sentito era stato così tanto da non farlo ragionare.
-Ci eravamo pianificate la vita, i nostri figli avrebbero giocato
assieme, e alla fine saremmo diventate due vecchiette amanti dei gatti… - sentì Sirius serrare
la presa su di lei -… Non è possibile, come si fa a distruggere tutto così.-
-L’uomo è in grado di distruggere
i sogni altrui con estrema facilità.- allungò la mano
verso il comando del proiettore e una bambina dai lunghi capelli neri comparve
sullo schermo. Indossava un grazioso vestitino blu da principessina e nonostante il disastroso apparecchio ortodontico era una vera delizia.
-Che ne dici?-
- Sei bellissima Hestia.-le rispose una voce fuori campo.
-Inquadra anche Andrea, mamma.-
-NO, IO NO!-
-OH ANDIAMO KINGSLEY, ANDREA E’ CARNEVALE, FATEVI
VEDERE.-
In scena fu trascinata Andrea. Coi suoi
boccoli biondi e delle fantastiche alucce piumate,
era il più bel angioletto che Sirius avesse mai visto
–Sono un angelo e un pirata.- spiegò la vocina di Hestia
mentre stringeva la manina attorno a quella di un imbarazzato pirata Barba Nera
– Son belli vero?-
-NON INQUADRATEMI!!!!-
-Ho 11 anni, sono troppo vecchio per queste cose!-
-Ha parlato l’uomo vissuto.-
-E io che credevo che la barba fosse posticcia.-
-Sai Sirius, è proprio vero quello che dice quella canzone.-
-Che canzone?-
E il ricordo
non consola quando cerco di vederti ancora…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
“Charlie…”era stata l’ultima parola di HestiaJones. AlectoCarrow sospirò. Da quando quel progetto aveva visto la luce
aveva aiutato a partorire quasi un centinaio di donne, ma Hestia
era stata l’unica a tendere le braccia verso il bambino. A
fare l’atto di volerlo vedere. Di solito il figlio di uno stupro viene ripudiato dalla madre, e invece lei… Aveva guardato
quel fagottino insanguinato con una dolcezza che l’aveva colpita. Tanto che si era avvicinata per farglielo guardare.
[Charlie.]
[Charlie?]
[Charlie…]
Guardò
il bambino che dormiva tranquillo e il sangue lasciato da sua madre che
insozzava ancora il pavimento. Le era stato chiesto di
occuparsi di lui , di dargli un nome e altro e una parte di lei, quella ancora
umana decise di accontentare una donna che si era rivelata meritevole della sua
ammirazione. Di certo, lei non poteva sapere che cosa aveva spinto Hestia a scegliere quel nome. La sicurezza che Andrea o Kingsley lo avrebbero riconosciuto
come suo.
[Se avrò una figlia
la chiamerò Charline come mia madre, se invece sarà
un maschio Charlie.]
-Allora?-
le chiese Bella- Come si chiamerà.-
-Charlus.-
Fine capitolo.
*Adesso si che morirò fra atroci
sofferenze…
** Capito perché ho riabilitato Piton in
extremis??
*** Non serve essere un prete per benedire dell’acqua. Basta
metterci a mollo un Crocifisso e recitare una
preghiera di purificazione dal Maligno! XD
**** Dance neechan,
se devo drogarti almeno la roba comprala buona ?? O___O
Moccy il mio preferito??? Ho
per caso resuscitato lui per tre fic di fila?? Ç___ç
JAMES POTTER RULEZ!!
Un grazie enorme ai:
42
lettori che hanno messo questa mia storia fra i preferiti.
Le vacanze di Natale erano quasi finite e nessuno ancora era riuscito a convincere
Jolie Potter a spiccicare mezza parola
L’estate
era quasi finita e nessuno ancora era riuscito a convincere JoliePotter a spiccicare mezza parola. La bambina
indicava, faceva verso, in qualche modo si faceva capire, ma
di parlare, di pronunciare quella magica prima parolina proprio non ne voleva
sapere. James e Lily ci stavano
perdendo il sonno, di solito le femminucce parlano prima dei maschietti, ma nel
gruppetto dei quattro neonato tutti avevano detto la loro prima parolina, JamesRemus aveva detto *papà* e Sirius,
secondo il racconto schifato di Malocchio aveva frignato una buonamezz’oraprima di recuperare un minimo di virilità. Ted
aveva detto *nonno*,
guardando il suo omonimo con i suoi beiocchioni color miele e il dolce TeddyTonks aveva rischiato di finire al St. Mungo con un infarto causato dalla contentezza. L’unico
a stupire i genitori era stato John. Invece di chiamare
mamma, papà o magari nonna, un bel giorno aveva teso le manine verso il fratello
e aveva balbettato il suo nome.
-Ti
prego Jolie… Dì tavolo!-
La
bambina borbottò qualcosa, ma purtroppo non era una parola.
-Fiore,
Jolie. Che ne dici di fiore?-
La
piccola guardò Ginny per un
secondo, poi le fece la linguaccia.
-Piatto,
Lie…Dì piatto!-
Lorien
si sentì afferrare il naso e lanciò un’occhiata disperata al fratello.
Avevano
trascorso la mattinata a cercare di convincere la principessina di casa a dire
qualcosa. Erano passati dal normale, mamma e papà a
qualsiasi cosa gli venisse in mente, ma purtroppo la loro piccola principessa
non voleva proprio saperne di accontentarli.
-Jolie
ti scongiuro! Qualcosa! Qualsiasi cosa!!!-
-AUGH...-
-Ok,
è figlia di un capo indiano.-
Lorien
si fece cadere sul divano accanto alla sorellina che lentamente si volse e a gattoni lo raggiunse per appoggiare la testolina sul petto
e accucciarsi per dormire. Quel demonietto sapeva
come farsi perdonare e i due fratelli sospirarono inteneriti mentre Ginny incrociava le braccia al petto “Ha gia capito come
rigirarli” si disse e infattiHarry
mugolò un sentito –Però è così carina.-
mentre alle sue spalle, la luce della Polvere Volante illuminava la stanza a
giorno.
-Salute
ragazzini.-
-Ciao
Sirius.-
L’animagususcì dal vano del camino,
scrollandosi i vestiti e il piccolo JamesRemus, seduto sul braccio scrollò la testolina mezzo
accecato. Più passava il tempo e più quel ragazzino assomigliava a sua madre,
avevano persino le stesse fossette quando sorridevano -Ciao Jaime.-
lo salutò Lorien e il piccolo agitò una manina
davanti alla faccia.
-Il
biscottino si rifiuta ancora di fornire dichiarazioni?- chiese Sirius mentre il bambino smaniava per essere messo sul
divano assieme a Jolie, Ginny,
Harry e Lorien –Strano, di
solito le bambine non parlano prima… Sì, Jaime un
momento.- lo poggiò sui cuscini e il bambino
trotterellò fino a Jolie e come previsto l’abbracciò
da dietro.
-Quanto
l’adora?-
-Se
questo non è amore…-
-Peccato
che non sia corrisposto.-
La
bambina cercò di liberarsi dalla presa di James.
Muovendo le braccine cercò di divincolarsi. Assieme
rotolarono per il divano,poi Joliegonfiò le guanciotte ed esplose in un
– ‘AGNACCIO!- che rischiò di far tremare le pareti . Un silenzio agghiacciato
cadde sui presenti, la prima parola di Jolie era … -L’ha chiamato Cagnaccio??- mormorò Sirius
mentre Harry e Lorien
guardavano scioccati la sorellina e Ginny scoppiava in una sonora risata a pernacchia. No, non
poteva essere, dovevano aver capito male.
-‘AGNACCIO.-
No,
avevano capito bene.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
LorienPotter lo sapeva. Lo sapeva che quando i suoi
genitori gli si piazzavano alle spalle a quel modo avevano attivato il
*rompiballe* mode e per lui non c’era più nessuna speranza, per questo motivo
non si sorprese quando sentì la porta chiudersi da sola e James
appoggiarsi alla sua schiena come un piccolo avvoltoio affamato di notizie.
-Allora?-
-Allora?-
Negare…
Negare sempre. Anche l’evidenza questo è il credo
della famiglia Potter. Lorien
sentì il braccio del padre chiudersi con più forza attorno alle sue spalle e
capì che però, con lui, non avrebbe funzionato – Da me non saprai
nulla.- gli disse allora e James lo tirò di prepotenza
via dal mobile della cucina. Il tempo in cui evitava di toccarlo o di imporgli
la sua presenza era finito da un bel pezzo.
-PADRE
DEGERE COSI’MI STACCHI LA TESTA!!!!-
-Tesoro
è inutile che ti ribelli.-
-MAMA
PURE TU?-
Che
suo padre fosse una comare impicciona travestita ormai
c’aveva fatto il callo, ma sua madre, ancora non riusciva a rassegnarsi. Da che
la loro famiglia si era riformata il suo vecchio
carattere era tornato alla luce e a tratti aveva l’impressione di stare
parlando con una sconosciuta.
-Dai
amore diccelo che ti costa.-
-GIAMMAI!-
-La
tua fedeltà verso Harry ci commuove Lollo, ma sappi che abbiamo molte frecce al nostro arco.- Lorien spostò la testa verso il padre che lo stava
amorevolmente strangolando e si sentì agghiacciare davanti al suo sorriso da
cervo assassino … A CHE DIAVOLO STAVA PENSANDO? Si chiese e un paio di secondi dopo mandò un urlo
e iniziò a scalciare .
-FIGLIO
DI PUTTANA…CON TUTTO IL RISPETTO ALLA NONNA!!!-
James
aveva preso a fargli solletico ai fianchi e sotto le ascelle.
-Avanti
diccelo! Ginny e Harry
stanno assieme!?-
-Non
ve lo dico!-
-Quella
figliola sta sempre qua e Ron non si fa più vedere!
Tu lo sai che succede , diccelo!!!-
Lorien
lamentò qualcosa e i due coniugi si avvicinarono per poter discernere le sue
parole . Succedeva che Harry
si era preso una bella sbandata per Ginny a Ron era partita la brocca *come se fosse
una novità* e aveva promesso al suo migliore amico un’evirazione a mani nude se
solo avvicinato ancora alla sua sorellina.
-GUARDATE
I PRIMI PASSI DI JOLIE!!!-
James
e Lily si volsero con uno scatto e Loriensi diede ad una rocambolesca fuga con un
balzo fuori dalla finestra *per fortuna stavano al primo piano, perché
altrimenti…*–C’ha giocati…- disse
Lily mentre James si massaggiava il braccio che il
figlio gli aveva forzato per liberarsi – Inizia ad assomigliarti anche lui,
caratterialmente parlando.-
-Preferivi
che assomigliassi a Moccy?-
-IDIOTA.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Tu
scherzi…-
-Ti
prego.-
-Lo
conosci mio fratello, sì?-
-Certo
che lo conosco tuo fratello… E anche da più tempo di
te, se proprio vogliamo dirla tutta.- Harry girò la
testa con uno sbuffo e Ginny unì le mani davanti al
viso con uno sguardo da cucciolo indifeso –E dai… Aiutami.- gli disse quasi
scodinzolando – Non sarebbero una coppia fantastica?-
-Lollo
e Luna?-
-Sì!-
-Davvero
tu li vedi bene assieme?-
-Anche
tu…-
Harry
mosse una mano davanti alla faccia –Un momento.- le disse –Io all’epoca
scherzavo…- guardò il viso di Ginny incupirsi, ma non
ci badò molto . Ci teneva a mettere i punti sulle “i”
e suo fratello al sicuro da quella matta –A me Luna sta simpatica e anche tanto,
ma ti dirò, per Lorien vorrei qualcosa di meglio…-
-COSA?
Che ha Luna di sbagliato?-
-Gin,
che cazzo sono i Nargilli?-
Punta
sul vivo Ginny gonfiò le guance piccata, Harry era saltato a piedi pari sull’unico difetto evidente
della sua migliore amica – Sì, ma a Luna piace così tanto Lorien…-
non glie l’aveva detto apertamente, nonostante i modi
di fare ed abbigliarsi era molto timida – E mi piacerebbe vederla felice…-
-Aaaaah.-
-Cosa?-
-Ti
odio.-
-Perché?-
-Perché
so già che non smetterai di fare il labbro tremulo finché non ti avrò assecondata, o so già che alla fine ti asseconderò e per
questo ti odio.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Era
la quarta notte. Era la quarta notte che l’immagine di quel bambino disturbava
il suo sonno. Andrea si volse nel letto, Sirius
dormiva tranquillo, almeno e lei non potè fare
a meno di sorridere alla sua espressione pacifica. Gli spostò un braccio e si
accucciò contro il suo fianco. Ne aveva parlato con
suo padre e lui gli aveva semplicemente detto che era lo shock per la perdita
di Hestia. Ma Hestia era
morta sei mesi prima e lei lo sfogava adesso lo shock?
Cercò
di chiudere gli occhi quando una mano le sfiorò i capelli ,
era fredda e piccola, non era di Sirius, volse la
testa e chiuse gli occhi.
-Oddio
santo…- mormorò alla vista del sangue e delle mutilazioni.
-Andrea.-
-HESTIA?-
Era in piedi accanto al suo letto. La maglia del pigiama strappata all’altezza
del ventre e le interioraorrendamente
in mostra –Sei veramente tu?- le chiese e l’apparizione sorrise fra il sangue
che le sporcava il viso.
-Charlie.-
-Cosa?-
-Il
mio bambino si chiama Charlie.-
[Se avrò una figlia la chiamerò Charline come mia madre,
se invece sarà un maschio Charlie.]
-Ti
prego trovalo… Non voglio che muoia per una causa che non è sua.-
Andrea
spalancò gli occhi sul viso di Sirius chino su di
lei, le stava schiaffeggiando la guancia sinistra mentre la teneva su dal
cuscino con un braccio dietro la schiena –Che è successo?- gli chiese e l’uomo
le rivolse uno sguardo spaventato.
A
volte aveva l’impressione di vederla. La madre accanto alla
culla del suo bambino. La morte non mette fine all’amore e una mamma non
abbandona mai la sua creatura, e HestiaJones se ne stava lì a guardare il
suo piccolo dormire. Alecto strinse la presa attorno
al pomolo della porta e lentamente indietreggiò verso il muro alle sue spalle. Quella era la quinta notte che entrando
nella cameretta di Charlie vedeva sua madre accanto
al suo lettino. Le prime volte aveva scambiato quell’ombra
per un parto della stanchezza della pessima illuminazione, poi per una contorta
dimostrazione di senso di colpa e alla fine, si era convinta di stare guardando
il fantasma della donna che aveva visto uccidere e fare a pezzi. Inspirò profondamente e l’ombra si mosse, voltandosi completamente
verso di lei. Non era ancora svenita come un
alito di vento, sembrava in attesa che lei le parlasse e Alecto
sentì un brivido correrle lungo la spina dorsale.
-Hestia.-
-Portalo
da suo padre.-
La
Mangiamorte sbarrò gli occhi mentre sul viso dello
spirito si disegnava un’espressione contrita. Portare Charlie
da Piton e poi che altro doveva fare? Scappare per
tutto il resto dei suoi giorni da Bellatrix & Co.
Serrò la mascella alla ricerca di una risposta velenosa da usare quando Hestia parlò ancora –Tu non puoi
proteggerlo… Tu non puoi salvarlo…- le disse dolcemente sorridendole appena.
Non sembrava in ira con lei, nonostante stesse usurpando il suo ruolo di madre
- Io so che cosa lo attende… Ti prego, portalo da Severus.-
-Non
posso.-
-L’Ordine
proteggerà anche te.-
-L’Ordine
della Fenice che protegge una Mangiamorte…Bella
questa…- rise e lo spirito aggrottò leggermente le sopracciglia. Sembrava
scoraggiata, ma ancora una volta non sembrava arrabbiata con lei. Infondo perché
avrebbe dovuto. Lei stava crescendo Charlie al meglio delle sue possibilità, non molte lo avrebbero amato come stava facendo lei.
-Ti
prego, Alecto …Dallo a suo
padre…-
Svanì
e una folata di vento gelido attraversò la donna impietrita davanti alla porta.
Nella culla Charlie starnutì e si lamentò nel sonno. Se anche il bambino aveva reagito, allora… Si avvicinò al
lettino e lo guardò aprire gli occhietti e rivolgerle un largo sorriso.
“…Darlo a Piton… Anche volendo, non
saprei come fare.”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
CygnusLastrange aveva solo un anno ,
ma era già un tremendo concentrato di cattiveria. A differenza degli altri
bambini, che più o meno si comportavano tutti come le creature innocenti che
erano, lui manifestava già i primi segni del pessimo karma che aveva ereditato
dai suoi genitori.Quel giorno, Charlie giocava sul tappeto ai piedi di Alecto. Alternando il trenino giocattolo
che Alecto aveva fatto apparire per lui, ai lacci
delle scarpe della donna. Li tirava forte e rideva divertito ogni volta
che li vedeva tornare al loro posto per magia. La strega
sorrise addolcita, per poi incupirsi alla vista del piccolo diavolo che
si avvicinava.
-Bellatrix,-
-Che vuoi?-
-Bada a tuo figlio per cortesia.-
Il
bambino aveva appena strappato di mano il trenino a Charlie
e con la perizia di un monaco lo stava facendo a pezzi sotto il suo sguardo
disperato. Era cattivo dentro,
maledizione. Godeva nel vedere gli altri bambini piangere e non faceva
nulla per nasconderlo. Nemmeno AbrhamGreyback era così e come padre aveva quello spostato di Fenrir, il che era tutto dire. Bellatrix rise forte e il piccolo bastardo, preso
dall’eccitazione per la sua palese approvazione, tirò su un pezzo di balocco da
terra e con una forza incredibile lo batté forte sulla testa del povero Charlie. Alecto vide il bambino
sbandare pericolosamente e in preda alla rabbia balzò in piedi e afferrò il
polso di Cygnus –Piccola carogna…- sibilò furiosa
prima di notare lo sguardo improvvisamente fisso e spiritato del bambino e
abbassare la testa. Charlie stava fissando il
ragazzino che dopo qualche secondo lanciò un urlo terrorizzato e corse verso la
madre.
-Che
diavolo gli ha fatto?- esclamò Bellatrix
mentre prendeva fra le braccia il degno frutto dei suoi lombi demoniaci. Alecto si gonfiò d’orgoglio, avevano voluto il Legimante e adesso ce l’avevano –
Si è semplicemente difeso…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Portare
Luna a casa Potterera stava
una vera impresa. Ginny ed Hermione
avevano dovuto sudare tutte le sette camicie del proverbio per tirarla su dal
divano, trascinarla per tutta la stanza e infilarla di forza nel vano del
camino… Non erano riuscita a convincerla con le buone
e alla fine avevano dovuto arrendersi e usare la forza fisica. Sotto lo sguardo
scioccato di Harry l’avevano portata praticamente a braccia fino alla porta di Lorien e lì, nonostante le sue proteste avevano bussato
forte e l’avevano portata dentro con loro.
-Ciao
Lollo!- trillò Ginny prima
di realizzare che il ragazzo era solo e chi era il
tipo steso sul tappeto con Jolie che cercava di
salirgli sopra –Malfoy!- esclamò schifata e Draco inarcò un sopracciglio nella sua direzione.
-Dimmi.-
Lorienera seduto alla
scrivania e Ginny sollevò verso di lui uno sguardo
scioccato. Tutti sapevano che erano amici fin da piccoli, ma quella era la
prima volta che lo trovava in camera sua –Gin?-
-EH?-
-Che
c’è?-
La
rossina cercò lo sguardo di Hermione,
ma questa era troppo impegnata a guardare Jolie ridere forte fra le mani di Draco.
Il ragazzo l’aveva sollevata da terra e ora le stava facendo fare
l’aereoplanino sopra la sua testa, alternando
saltelli a movimenti avanti e indietro delle braccia. Mio Dio, stava trovando il Principe delle Serpi altamente
adorabile…
Scosse
la testa e uscì dalla stanza.
Aveva
bisogno d’aria.
Stava
sragionando.
-Ciao
Draco .-
Mione
e Ginny si bloccarono.
Luna
aveva davvero salutato Malfoy?
-Ciao
Luna.-
E
lui le aveva davvero risposto?-
-Come
stai?-
-Non
c’è male…Tu?-
Merlino, il mondo stava iniziando ad andare alla
rovescia! Da quando DracoMalfoy rivolgeva la parola ad una corvonero
e s’interessava del suo stato di salute? Si rivolsero uno sguardo scioccato
mentre Luna portava una mano al braccio sinistro.
-Mi
fanno un po’ male le braccia.-
-Ah…
Come mai?-
-Sono
stata trascinata.-
Draco
spostò Jolie e guardò perplesso la corvonero –Trascinata?- chiese mentre Lorienrivolgeva uno sguardo assassino a Ginny ed Hermione. Si alzò e con la potenza di un treno a vapore
superò Luna e si avventò sulle due amiche traditrici -Venite un secondo con
me.- disse mentre le afferrava per la collottola.
Ci
fu un momento di silenzio poi una serie di urla
animalesche rimbombarono per la casa, Luna guardò verso il fondo del corridoio,
poi si sedette accanto a Malfoy che stava ancora
giocando con la bambina – Allora, che si dice?- gli chiese tranquilla.
-Nulla
di nuovo… E tutto di vecchio…-
………
James
sollevò lo sguardo verso il soffitto poi verso Harry
che ridacchiava divertito- Che succede?- gli chiese. Di solito Lorien non aveva reazioni da matto scappato dal manicomio, Harry sorrise e James chiuse la
sua copia della Gazzetta del Profeta con aria intrigata –Allora?-
-Quelle
due stanno imparando sulla loro pelle un’amara lezione…-
-Ovvero?-
-Non
c’è nulla di peggio di un Potter imbarazzato.-
Fine capitolo.
Secondo
voi perché Draco è tanto gentile con Luna? XD
Come mi ha fatto notare le_montagnine*le si getta ai piedi a modo di tappetino e
l’invita a calpestarla quanto e come desidera* ho sbagliato. Ho posto la
scena durante le vacanze estive quando invece dovrebbe svolgersi durante quelle
natalizie. Vi chiedo di scusarmi, l’età avanza e purtroppo la matematica non è
mai stata il mio forte. I ragazzi sono in inverno e rispettivamente sono *Prego Merlino di
non sbagliare.*
- Harry
– Ron – Hermione - Draco: Sono al settimo anno.
- Ginny
– Sesto anno
- Lorien
e Luna – Quinto anno. (Ho abbassato l’età di Luna per far si che
avesse la stessa età di Lollo ! XD )
Se spargo un’altra castroneria. Vi prego. Avvisatemi ç____ç
Capitolo 38
Erano giorni che ci pensava, che si arrovellava, che cercava di
capire. Che cosa era stata quella sensazione, perché aveva
sentito le guance andare a fuoco? Era successo a casa Potter,
durante il veglione dell’ultimo dell’anno. Lì il suo neurone aveva saltato l’ostacolo
e l’aveva lasciata in balia di cosa…Dei suoi ormoni? Difficile a dirlo…
Sapeva solo che era arrossita come una mammoletta
davanti a DracoMalfoye molto presto tutta la scuola le avrebbe riso dietro…Ma come? Aveva passato sei anni a maledirlo, a
cercare la lite con lui solo per il gusto di vederlo svaporare, era stato a un passo dallo scrivere un tratto sul perché LuciusMalfoy non avrebbe mai
dovuto riprodursi e alla fine che faceva… Dopo uno stupido balletto attorno a
un tavolino si metteva ad arrossire come un’idiota.
-Devi
ammettere che è stato molto dolce…- Hermione sollevò lo sguardo verso Ginny
e questa, per riflesso, si appoggiò allo schienale della sedia per sottrarsi a
qualsiasi lancio improvviso di libri o materiale non identificato –E dai,
quando gli hai detto che non sai ballare molto bene ti ha fatto salire suoi
piedi.-
-E’
vero è stato molto carino…- Ok, il neurone
ad aver saltato lo steccato doveva
essere quello di Malfoy. Doveva essere lui quello ad
aver perso la brocca per primo e ad aver contagiato lei con la sua follia.
Annuì soddisfatta e Luna accorse per romperle le uova
nel paniere –Sareste una belle coppia.-
-PREGO???-
-Non
hai mai sentito dire il proverbio…Gli opposti si attraggono?_ Hermionestrabuzzò gli occhi mentre Ginny nascondeva un sorriso dietro una mano. Sì, certo che
lo conosceva quel proverbio , ma sapeva anche che il diavolo e l’acqua santa non potevano
improvvisamente mettere fine alle ostilità e cominciare ad andare d’amore e d’accordo.
Ne andava dell’equilibrio cosmico.
-Non
dire sciocchezze.-
-Sei
arrossita.-
-Non
è affatto vero!-
Luna guardò Ginny e la grifoncina fu costretta ad annuire
–Anche se…- disse con due dita attorno al mento –
C’è la possibilità che lui sia stato così gentile per Lorien–
Hermione non potè impedirsi di
imbronciare l’espressione e la grifondoro se la
godette un mondo mentre arricciava le labbra in un sorrisino divertito-Lui l’ha invitato alla festa e lui in cambio
ha promesso di fare il bravo.-
-Lo
pensi?-
-Potrebbe
essere… Mione?- La
ragazza aveva raccattato la
sua roba da cucina e con una smorfia aveva imboccato decisa la porta. Guardò
Luna e con un ghignetto divertito bisbigliò
–La verità fa male, eh?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
“Lavora
le prime due maglie dell'ultimo ferro: sul ferro destro hai 2 maglie..."
Ormai era diventata una questione di principio,doveva
imparare, si rifiutava di credere di essere così impedita da non riuscire a
realizzare una cosa tanto idiota come un cappello! Per iniziare doveva fare un
nodo. Intrecciò il filo come diceva la figura del manuale che le avevano regalato assieme alla lana e sorrise quando il ferro
che teneva fermo sotto l'ascella destra finì infiocchettato da un filo color
porpora.
-Ottimo.- E ora doveva vedersela con il "metodo del
pollice"
Era molto più complicato di quello che si era aspettata, sua madre lo faceva
sembrare così facile e invece ci voleva una bella dose di elasticità e una
bella carica di concentrazione. -E adesso....Punto n° 3... Inserisci la punta del ferro sinistro sotto
l'asolina della prima maglia.- Si leccò le labbra, concentratissima,
tirò indietro i capelli dal viso, quel movimento le permise di cogliere quell'ombra al vano della porta. Sobbalzò spaventata
-Ah!-
-Non volevo spaventarti.- Hermione si guardò intorno in panico mentre Malfoy
si chiudeva alle spalle la porta dell'aula della McGranit
"in cui Hermione
si era infilata nella speranza di sfuggire a Ginny e
Luna e ai loro assurdi discorsi!" Era
sola, senza via di fuga, poteva solo pregare di venire
inghiottita dal pavimento assieme alla seggiola. -Sembri in ansia.- In ansia? Le stava per venire un colpo! -Noooooo.- Se avessi trascinato un'altro
po' quel no, ci si sarebbe potuta impiccare! Si battè
una mano sulla fronte, mentre il ragazzo prendeva posto di fronte a lei e
tirava su dalla borsa che teneva ai piedi un cumulo di filo ingarbugliato. -Non riuscirai mai a lavorare con il filo
ridotto in questo modo.- le disse buttandoselo in
grembo e mettendosi a dipanarlo sotto lo sguardo sconvolto della brunetta. Lo
osservò mentre sgarbugliava la matassa, era la prima volta che cercava un
dialogo con lei. - Ecco, così... Adesso devi
farci un gomitolo.-
-Gomitolo?-
-Sai quelle cose rotonde fatte con la lana con cui di solito i gatti giocano?
Quello si chiama gomitolo.-ledisse mentre infilava le mani
per tenere fermo il filo nella forma di un ovale. -Ah...- Era una situazione strana! Era
stranissimo, qualcosa fuori dal mondo, mentre
raccoglieva il filo in un gomitolo Hermione sentiva
lo sguardo di Dracoappuntato addosso...Doveva dire qualcosa, non
ce la faceva più a reggere quel silenzio:-Non hai gli allenamenti?- gli chiese .
-Ho una spalla infortunata.-
-Mi spiace...-
-Ho solo preso una botta, nulla di che...- Di nuovo silenzio e di nuovo Hermione
pregava per sprofondare nel terreno, ma il Padre Eterno pareva essersi
dimenticata di lei -Un berretto, eh?- esclamòDraco, allungato per metà sul libricino che Hermione usava come guida- Non è un po' difficile
come inizio?-
-Non mi andava di fare una sciarpa.-
Che diavolo stava facendo? Che
cavolo era quella conversazione inutile!? Perchè non
gli faceva la domanda che veramente le interessava! Perché
era cambiato a quel modo nei loro riguardi?? La risposta era semplice, era una
vigliacca, un'inutile codarda, un coniglio spaurito sfuggito per puro caso dal
cilindro del mago. -E a chi lo regalerai?-
-Pensavo di tenerlo.- -No. Il primo lavoro a maglia va
regalato.E' obbligatorio.- La ragazza sollevò le
sopracciglia, in una faccia da "E
sta fesseria dove sarebbe scritta?" poi incrociò lo sguardo convintissimo
di lui e si rabbonì senza accorgersene.
-Non so a chi potrei regalarlo.-
-A Lenticchia?-
-Non lo chiamare Lenticchia!-
-Allora a Potter?- -Quale dei due?-
-Non lo so? Lollo?-
-Non è tipo da cappelli.-
-Più che altro non gli entrano
con quei capelli.-
-Se è per questo neanche adHarry.-
Scoppiarono a ridere e senza rendersene conto Hermione lasciò andare i ferri e piegò in avanti il busto.
Prima di poterci ripensare poggiò le mani sulla testa di Draco , che la guardò perplesso mentre lo obbligava a poggiare il
mento sul petto.
-Cosa stai facendo... ?- le chiese.
-Prendo le misure.- Allora non era stata una sua impressione, gli stava
davvero misurando la testa con le mani. Un sorriso gli nacque spontanea, e lo
nascose contro il colletto della camicia. Lorien gli
aveva chiesto di essere gentile con i suoi amici per
evitargli casini e lui, come al solito, aveva esagerato facendosi amica il
signor Caposcuola… -Della mia testa?-
-Se devo farti un cappello, dovrò pur sapere quanto grande hai la zucca.-
…Ma sinceramente non riusciva a dispiacersene.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La scuola era ripresa e con essa l’ulcera
che stava mandando al Creatore GinnyWeasley.La gelosia
non sfogata fu brutti scherzi e la grifoncina stava
sperimentando sulla sua pelle quanto è brutto essere
troppo orgogliosi. La Chang che si strusciava su Harry come una cagna in calore era
la stava uccidendo, il non poter prendere quella sgualdrina per la collottola e
lanciarla giù per le scale era un male per i suoi poveri nervi e la ragazza
stava morendo un poco ogni giorno.
-Ginny.-
-Lorien.-
-Perché
non vai lì, prendi quella vipera per un braccio e la trascini via dalla tua
proprietà?- guardò l’amica voltarsi verso di lui
con uno sguardo scioccato e la ragazza tirò le labbra in un sorriso
malignamente angelico.
-Andiamo…-
-Cosa?-
-Lollo.-
-Che
vuoi?-
-Aiutami.-
si strofinò la testa contro la spalla dell’amico –PLEASE!-
-A
fare che?- la ragazza si sollevò sulle punte per
parlargli nell’orecchio e Lorien cambiò colore un
paio di volte prima di fermarsi sul bianco, latte andato a male –TU SEI
SCEMA!-
-Ti
prego!-
-E’
mio fratello, mica il mio fidanzato!-
Ginny lo spinse con
entrambe le mani e alla fine Lorien fu costretto ad
accontentare Ginny. Andò da Harry,
semi assalito da Cho e lo
prese per un braccio – Che?- chiese il ragazzo e un secondo dopo
si ritrovò a essere trascinato dal fratellino.
-Che
ti prende?-
-Raccogli
la lenza fratello il pece ha abboccato.- Harry si bloccò e Lorien si volse
verso di lui con un sorriso sghembo -Sì, sta scoppiando di gelosia.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Voi
donne avete una pazienza.- Hermione sorrise mentre intrecciava il filo. -Io ingarbuglierei tutto.-
-Ci vuole solo un po' di concentrazione.- Dracoavvicinò la
seggiola e sfilò una mano dalla ragazza dal lavoro, Hermione
sentì istantaneamente le guance andare a fuoco quando il palmo della sua mano
toccò quello del ragazzo.- Forse ci riesci perchè
hai le mani così piccine?- le disse notando come le
dita di Hermione arrivassero appena a sfiorare la
metà della seconda falange delle sue. -Forse.- sospirò la grifoncina.
Oddio, alla fine era successo era impazzita. Non
poteva, stava arrossendo un’altra volta e stavolta non aveva nessun posto dove
nascondersi - Draco .- cominciò per poi venire interrotta dallo
scatto della porta che si spalancava. -Hermione!?-
-RON!?-
-Che
diavolo sta succedendo qui?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Ginny! Ginny
ferma!- Harry attraversò correndo il corridoio al seguito di una
furente GinnyWeasley
mentre Ron cercava di strangolare un Dracodecisamente passivo e Hermione cercava di staccarli tirando ora uno, orla l’altro.
-E poi volevano far mettere
assieme noi due…-
Lorien spostò lo
sguardo verso Luna che si allargò in un sorriso divertito –Che ne dici? Secondo te dovremmo dirglielo che a maggio fanno due anni che stiamo
insieme?-
Si dice che il diavolo non è mai come ti aspetti, che dietro il viso di
un angelo si può nascondere il male più nero, chissà c
Sei anni dopo...
Si
dice che il diavolo non è mai come ti aspetti, che dietro il viso di un angelo si può nascondere il male più nero, chissà come mai
nessuno sospetta mai dei bambini. Nessun proverbio dice di
fare attenzione alle prime creature di Dio, anzi, dice di allargare le
braccia verso di loro per accoglierli. Peccato che così è
molto più semplice trovarsi con un coltello piantato nella schiena. CygnusThomasLastrange
aveva solo sette anni eppure le sue mani grondavano già del sangue di un paio di Auror. Ingannati e uccisi da l pianto di un bambino. Il peggior modo di morire. Erano
stati ritrovati quasi smembrati in riva al salito canalone che era poi il
centro di discarica dei Mangiamorte. Opera di Bellatrix Black? No, del degno frutto dei suoi lombi che
crescendo aveva ereditato in tutto e per tutto la sua vena
di pazzia. Ormai tormentare i bambini, spaccare i loro giocattoli non gli
bastava più. Voleva fare vero male, preoccupare vero dolore. Era come una
bestia che una volta provato il sapore del sangue non riesce
più a calmarsi.
-Chaaaaarlie!!!-
Il
bambino sollevò lo sguardo dalla sua scatola di giochi e girò la testa verso di
lui. Riuscivano a tenersi testa a vicenda e in qualche modo
questo li legava. Charlie aveva sviluppato
completamente l’abilità innata di Hestia, attaccare e
difendersi con la legimanzia
per lui era naturale come respirare. Era diverso dagli altri bambini che
faticavano a mettere assieme un incantesimo decente e questo, in qualche strano
modo, eccitava Cygnus –Che vuoi?-
-Dai,
adesso che quella rompiballe di tua madre non c’è…-
-Che
cosa?- Un sonoro pugno alla tempia minaccio di farlo finire di testa in mezzo
ai giocattoli, sbandò e si aggrappò alla cassa per non finire per terra,il sangue che sgorgava a fiotti riempiendo l’orecchio e
pregiudicando assieme uditi ed equilibrio- Attaccami dai…- disse Cyguns e una violenta ginocchiata mandò Charlie
schiena al pavimento. Era sempre la stessa storia, ormai Charlie l’aveva
capito. Bellatrix aveva ordinato al figlio di immunizzarsi
alla legimenzia, quindi per lui ogni scusa era buona per
aggredirlo e spingerlo ad usare la sua abilità. Il ragazzino arretrò usando i
gomiti e strizzando leggermente gli occhi, somministrò a quello spostato il
contentino della giornata.
La
tremenda visione di sangue che sgorgava dalle pareti e di serpenti che lo
strangolavano. Cygnus mandò
un urlo strozzato e scivolò bocconi sul pavimento e Charlie
usando mani e piedi si tirò in piedi e corse fuori.
Sua madre non c’era, l’unica che impediva a Cygnus di
usarlo come sacco da boxe personale, si guardò attorno, no, finchè
lei non tornava lui in quella casa non ci metteva piede.
-Dove
posso andare?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Erano
passati in quei sei anni da quel giorno
e le cose si erano lentamente sistemate per il meglio. Dopo i primi dieci
minuti di pura ira Ginny aveva capito cosa aveva
spinto Harry a fare lo stronzo
a quel modo assurdo“il disperato bisogno
di avere una sua reazione, anche un ceffone a tirargli giù tutti i denti, per
capire che a lui ci teneva…”Hermioneaveva capito che il diavolo non è poi così
cattivo come lo si dipinge e si era lentamente
affezionata a Draco fino a trovarsi innamorata persa
di lui, anche se ancora non si capiva bene se la cosa fosse reciproca oppure
no, e alla fine Lorien
e Luna avevano rivelato a tutti beccandosi gli insulti da parte degli amici e i
complimenti di mamma Lily.
Altri
due bimbi si erano aggiunti alla banda dei Nuovi Malandrini. La
piccola Emmie Andrea Lupin
di quattro anni e JoelAlastor
Black di cinque. Tutto andava per il meglio in un certo senso, ma si
sentiva che c’era qualcosa che non andava, che mancava qualcuno all’appello. Nessuno
poteva fare a meno di pensarlo. Ogni volta che guardavano i bambini giocare, si
avvertiva la presenza di quel buco nero e niente, per un momento, sembrava
andare per il verso giuto...-Emmie dove vai?-
Ted sollevò lo sguardo dalla pista di biglie che
aveva appena finito di costruire assieme a JamesRemus. Andrea sollevò lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando
e lo vide partire al seguito della sorellina.
-Teddy
non vi allontanate.-
-Non
sono io zia, è lei.-
Ted afferrò Emmie per un
braccio e la piccola smaniò indicando un punto dietro di lui –Micetti.- disse e il ragazzino girò la
testa perplesso. Impegnato com’era a costruire la pista con James non aveva fatto per niente
caso agli altri bambini presenti nel parco. Battendo le palpebre mise a fuoco Charlie, staccato da una decina di passi da loro e i tre
gattini che giocavano ai suoi piedi –Ah…- disse
lasciando andare la sorellina .
“Speriamo di ricordare da che parte è casa…”si
disse Charlie mentre un paio di gatti gli passeggiavano sulle ginocchia e gli altri giocavano coi
lacci delle sue scarpe. Era la prima volta che veniva al parco da solo e la possibilità
di rimanere un bimbo sperduto per Londra era tangibile. Scrollò il capo, e poi…
Per quale motivo, ogni volta che veniva al parco i gatti lo assalivano?
–Micetto.-
-Eh?-
Sollevò lo sguardo dai gattini e la vista di Emmie gli strappò un sobbalzo. Non era abituato a trattare
con gli altri bambini, o meglio trattava con gli altri bambini solo quando
questi erano così stupidi da cercare di infastidirlo. Guardò la bambina, poi il
gatto che gli era accoccolato fra le mani e con sorriso glie lo tese –Tieni.- La bambina prese fra le mani il gattino e dopo qualche
momento fece il giro e con saltello andò a sedersi accanto a Charlie. Il bambino sorrise intenerito.
Era la prima volta che gli capitava di trattare con una bimba che si comportava
come tale. La guardò, non doveva avere più di tre o quattro anni, probabilmente
la parola micetto era quella che riusciva a
pronunciare meglio.
-Come
ti chiami?-
La
bambina non gli diede retta e il ragazzino ridacchiò divertito –Scusala.- gli
disse però una voce –Quando vede un gatto non capisce più niente.- si volse e Tedgli sorrise da sotto la
frangia biondo miele * questo perché si trovavano fra babbani
e non poteva farsi con i capelli blu* - Si chiama Emmie.-
-Ah…Bel
nome.-
Tornò
a Emmie, imbarazzato dalla presenza di Teddy, ma
il bambino non si diede per vinto. Si avvicinò di un altro paio di passi e
piegò il capo sulla spalla sinistra – Io sono Ted,
tu?-
-Charlie.-
-Ciao
Charlie.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
A
volte il fato opera per vie oscure e quella che è destinata a
essere una grande amicizia nasce col piede sbagliato. Charlie
non era in grado di stare in mezzo alla gente, era
abituato a starsene in disperate e cercare di non dare troppo nell’occhio.
Mugugnò infastidito per poi bloccarsi alla vista di John e Jolie
che lo guardavano dalla vaschetta della sabbia.
Accanto a loro Joel stava succhiando un lecca lecca e al suo sguardo sorrise
e agitò una mano in segno di saluto.
-Portala
pure via…Non è mio il gatto.-
-Ti
stiamo dando fastidio?-
-I
tuoi amici ti stanno aspettando,no?-
-Puoi
venire a giocare con noi se vuoi...-
Charlie
arrossì e scosse il capo –No, grazie…-
Jolie
sollevò una mano verso il pantaloncino azzurro che John indossava e lo
strattonò leggermente per avere la sua attenzione -Che ti prende?- gli chiese.
Stava fissando il bambino con cui Teddy stava
parlando con uno strano interesse. JamesRemus raccolse la sua biglia da terra e si girò – Non è che
ti sei innamorato?-
-Scemo.-
-E
allora che hai da guardarlo?-
-Niente…-
rispose, perché infondo
nemmeno lui lo sapeva per quale motivo stava guardando quel bambino con tutto quell’interesse. Fece per tornare seduto, quando si accorse
che anche l’altro lo stava guardando, con un grado di curiosità pari al suo –Ciao.-
lo salutò con un cenno della mano e Charlie abbassò
il capo imbarazzato.
-Quello
è John… Gli altri due sono JamesRemus
e Joel, la bambina invece è Jolie.-
gli spiegòTeddy e il
bambino annuì senza rialzare la testa. Non era da lui fissare la gente, ma che
gli era preso -Capito…- mormorò solamente.
Andrea
chiuse la rivista che stava sfogliando e portò di nuovo lo sguardo verso TeddyeEmmie-Ted, e ora di anda…- sentì
il giornale scivolarle di mano mentre incrociava Charlie
e le sue belle guanciotte –Mio Dio..E’ uguale a…-
Fece
per alzarsi, per andargli incontro, ma il bambino la prevenne. Scese dalla
panchina che divideva con Emmie e si allontanò di
corsa. Ted recuperò la sorellina e tornò dalla donna
a cui era stato affidato per il pomeriggio –Zia che faccia…- gli chiese.
-Ted
chi era quel ragazzino?-
-Non
l’ho mai visto prima. So solo che si chiama Charlie.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Scusa
mamma…-
Charlie
affondò la testa nelle spalle mentre Alectobalza in piedi dalla sedia. Le aveva appena confessato la
capatina al parco e come previsto lei non l’aveva presa bene.
Cercò di farsi il più piccino e adorabile possibile mentre alla donna, praticamente, usciva il fumo dalle orecchie.
-Hai
parlato con qualcuno?-
-Solo
con due bambini…Una coppia di fratelli.-
-E
come si chiamano?-
-TedeEmmie.-
Alecto
rischiò l’infarto mentre poggiava una mano al tavolo “ Lupin…I figli di RemusLupin.”si disse solamente. Abbassò lo sguardo
verso al bambino e in un secondo lo trovò spaventosamente simile a sua
madre. Se non avesse avuto gli occhi neri di suo padre…
Sarebbe stato il suo ritratto in terra.
-C’era
un adulto con loro?-
-Un
adulto?... Una signora bionda con gli occhiali.-
“Andrea Moody.”
-Mamma…
Sei tanto arrabbiata?-
La
donna scosse il capo e il bambino parve rasserenarsi. Non era arrabbiata con
lui, era solo tanto spaventata Se Andrea lo aveva riconosciuto, allora… Non ci
avrebbe messo molto a scovare le sue tracce e a riaprire l’indagine “Il
comando Auror è praticamente
in mano all’Ordine, con i fratelli Potter, HermioneGranger e DracoMalfoy, hanno a
disposizione fin troppo agenti da dedicare alla cosa…”
-No…Non
sono arrabbiata.-
“Forse sono felice…”
Fine capitolo.
Una morte violenta in arrivo. Indovinate chi sarà a trapassare! XD
Ci erano voluti sei mesi di indagini ininterrotte per arrivare a quelle
casa e ai bambini nascosti al loro interno, Kingsley S
Capitolo 40
“Preludio.”
Un
altro giorno, un altro giro al parco. Charlie non ci
stava capendo più niente, prima sua madre si arrabbiava a morte se usciva di un
passo dal suo perimetro e adesso lo mandava tutti giorno
ai giardinetti da solo. Fece crollare le spalle, chi la capiva era davvero
bravo. Si sedette alla solita panchina, e come al
solito dopo qualche minuto di pace, fu
assalito da una turba di gatti in vena di coccole –MALEDIZIONE!- urlò mentre cercava di togliersi dai piedi le
affettuose bestiole.
-Micetti!-
-Eh?-
girò la testa e vide Emmie trotterellargli incontro,
ma al suo seguito non c’era Ted… C’era il ragazzino,
che chissà perché, non poteva fare a meno di fissare. Dal primo girono, e per i
successivi tre, senza aver il coraggio di rispondere ai suoi gesti di saluto. John
afferrò la cuginetta per un braccio evitandole una
sonora caduta di faccia e la indirizzò verso il posto libero accanto a Charlie.
-Ted?-
-Io
mi chiamo John.-
-No,
Ted dov’è?-
John
imbronciò le labbra in una smorfia pensierosa mentre Emmie saliva a gattoni sulla panchina e con il sederino
praticamente al vento si chinava sulle ginocchia di Charlie
per accarezzare i gattini –Non stava bene.- disse Paciock
mentre correva ad abbassare la gonnellina della piccola –La mamma non l’ha
fatto uscire.-
Le
prima trasformazioni per un licantropo sono le
peggiori, quando erano usciti Ted stava agonizzando
nel letto accanto al padre. Portò di nuovo gli occhi a Charlie
e lo trovò con lo sguardo fisso nella direzione opposta alla sua “Tu guarda… Sono giorni che mi fissa e
adesso che sono qua non mi vuol parlare…” non
poteva certo sapere che Charlie non era facile a far
amicizia, che anche se un bambino lo attraeva particolarmente non era in grado
di istaurare un dialogo con lui. Ted gli piaceva perché
parlava poco e sembrava tanto dolce, aEmmie bastava darle un gatto per farla star contenta, ma
John… Gli sembrava un tipo molto più impegnativo e non sapeva come trattarlo.
-James.-
-Eterno
Amore?-
Jolie
sbuffò mentre James le gattonava accanto facendo le
fusa come un enorme micione in amore, lo allontanò
con un ceffone a piena mano e incrociò le braccia piccata – Perché mi ostino a rivolgerti la parola?- gli chiese e il bambino si
massaggiò la guancia rossa con una risata divertita- Adorato amore, con te non si può mai
scherzare.-
-Sei
tu che sei una minaccia, Cagnaccio.-
-Esagerata…-
tornò seduto e piegò la testa su una spalla-…Allora?-
-Scusa,
ma perché ci sono gli Auror?- s’indicò
le spalle, gli Auror acquattati fra i cespugli. Ormai
stava diventando un’abitudine giocare sotto il loro sguardo vigile, James fece spallucce e lei aggrottò le sopracciglia –Le cosa non ti sorprende?-
-Non
fare mai domande… E’ il mio motto lo sai…-
-E
corri quando tutti corrono.-
-Esatto.-
Gli
Auror spiavano i movimenti di Charlie,
seguirlo senza farsi scoprire si era dimostrata una vera impresa dato che il bambino aveva un modo di guardarsi attorno che
non aveva molto a che fare con la sua tenera età. Quando si rendeva conto di
essere seguito si fermava e cambiava strada, una volta
era rimasto seduto su un marciapiede di fronte a una panetteria per un ora.
-E’
furbo il ragazzino.-
-E’
figlio di sua madre.-
Charlie
fece ciondolare le gambe mentre un altro paio di micetti
si univano agli amici per la gioia di Emmie e per la sua disperazione. Sinceramente non sapeva
che diavolo avevano i felini da amarlo tanto “Puzzo di pesce?” si chiese e
senza rendersene conto si annusò una manica della maglietta.
-Come
fai ad attirare i gatti?-
Charlie spostò lo sguardo verso John e fece
spallucce. Non poteva sapere che era un’eredità di Hestia,
che aveva un odore particolarmente dolce e caro ai felini. Lui non lo sapeva e
John l’avrebbe scoperto molto presto , una volta
compiuta la trasformazione in Animagus.
-Non
lo so.-
Emmie
sollevò uno dei gattini e lo porse a John che gli rivolse uno sguardo
perplesso. Non amava particolarmente i gatti, anche se suo padre si trasformava
in un puma e sua madre in una pantera e lui aveva
tutte le carte in regola per trasformarsi in una bestia simile –Che devo farci
con questo coso?- chiese e la bambina si allargò in un sorrisone.
-Un
bacetto.-
-Perché
dovrei dargli un bacetto?-
-Perché
ha la bua…- indicò l’orecchio dell’animale.
-NON CI PENSO MINIMAMENTE!!!-
-E
dai…-
-EMMIE NON ROMPERE! Dare un bacetto a te quando ti fai male è
diverso dal darlo a una bestia!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ci
erano volute tre settimane di indagini ininterrotte per arrivare a quelle
casa e ai bambini nascosti al loro interno, KingsleyShackelbot tremò d’aspettativa mentre guardava Malocchio
dare le ultime disposizioni e prendere mano alla piantina della casa. Secondo
le informazioni i bambini erano liberi di girare, non
erano costretti in stanze, quindi il pericolo di trovarseli davanti
all’improvviso era tangibile –Mi raccomando… Non voglio sangue d’innocente
sulle mani.- guardò verso Harry e Lorien,
i due pivellini della squadra –Capito?-
-Ehi,
Malocchio,ma con chi credi di avere a che fare?- gli
chiese Lorien.
-Ti
sembriamo così stupidi?- gli fece eco Harry con le sopracciglia aggrottate.
-No,
ma siete facili all’entusiasmo, quindi, cercate di ragionare quanto state là mezzo, ok?- richiuse la
cartina e volse la testa verso Kingsley. Questo
ovviamente valeva anche per lui, ma era troppo grande per
sorbirsi il predicozzo in pubblico. Gli doveva bastare quell’occhiata assassina che valeva più di mille parole. L’Auror annuì con un piccolo singhiozzo e portò lo sguardo
verso la casa.
“Salverò il tuo bambino Hestia…Te
lo prometto…”
Fin
troppo spesso la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni e chi
vuol far del bene viene orrendamente frainteso. Kingsley fissava il corpo della donna ai suoi piedi e il
bambino che piangeva aggrappato alla sua veste. Aveva attaccato senza riflettere. Senza badare
a Charlie aveva ucciso Alecto
e ora stava guardando il frutto del suo errore compiersi davanti a lui. Aveva gettato il seme di una futura
catastrofe, ancora non lo sapeva, ma in qualche modo sentiva che c’era qualcosa
in movimento. Il bambino non sarebbe rimasto inerme–Mamma?
Charlie, hai detto mamma?- ripetèscioccato e il bambino volse la testa verso di lui.
Chi era?
Perché continuava a chiamarlo per
nome?
Si
alzò in piedi e l’Auror si trovò ad indietreggiare.
Lo
sguardo di Charlie era terrificante
“E’ un legimens…”
si disse e un secondo dopo stava affogando in un pozzo di serpenti. Cercò di dibattersi, di tirarsi fuori daquell’illusione, ma non
assomigliava a nulla di quanto aveva mai provato “Vuole uccidermi…Vuole indurmi un…” cadde all’indietro e Charlie scivolò a faccia avanti sul pavimento, stremato e
con una violenta epistassi in corso.
-Sei troppo piccolo per
uccidere qualcuno con la legimanzia…-
Charlie
girò la testa verso Bellatrix, la donna lo rimise in
piedi e lo trattenne da fondarsi su Kingsley a terra –Tua
madre è morta…- gli disse all’orecchio mentre lo trascinava con sé – Io posso
aiutarti a vendicarla.- il bambino si volse a guardarla e lei gli rivolse un
sorriso – Sei già un ottimo legimante, ma ti mancano
le basi, io posso dartele e dopo…- Kingsley gemette
il nome del bambino e lui digrignò i denti – Potrai ucciderlo nel modo in cui desideri.-
-…-
-Fidati di me.-
-Va bene.-
-Bravissimo-
Fine capitolo.
Alecto
è stata una buona madre, ha amato molto Charlie e il
bambino l’ha vista morire per mano di un membro dell’Ordine. Bellatrix sfrutterà quest’odio e
Si dice che il tempo cura tutte le ferite, che fortifica e fa
continuare a vivere
Sidice che il tempo cura tutte le ferite, che
fortifica e fa continuare a vivere. Ma è sempre così? Succede sempre così? Non
è forse vero che, vuoi o non vuoi, ancheun solo minuto in solitudine inaridisce il cuore e che se un sessanta
secondi a volte possono sembrare lunghi quanto un anno, quanto possono essere
lunghi 365 giorni di questa pena?
Erano passati 10
anni da quel giorno, ma Charlie non aveva dimenticato. Non era riuscito a
tirare avanti, non si era tolto di mano dalla sofferenza con la spensieratezza
tipica della sua età. Era affondato in un mare di dolore e di vendetta,
diventando l’ombra del ragazzino dolce che era.
Sotto le ali “protettrici” di
Bellatrix aveva affinato la sua dote innata, ora era temuto e rispettato da
tutti e Cygnus da qualche tempo non si azzardava più a mettergli le mani
addosso. Però c’era qualcosa che non andava, come un senso di vuoto che non
riusciva a spiegarsi. I ragazzi che conosceva da una vita non lo attraevano e
sempre più spesso si trovava ad osservare da lontano quel gruppetto di
Grifondoro.
Che diavolo ci
trovasse in loro era un mistero, forse una vaga sensazione di deja-vu, ma nulla
di più distinto, inspirò profondamente e distolse lo sguardo quando Ted Lupin
si volse dalla sua parte.
-Che ha il
frocetto da guardare?-
La voce di Abrham
Greyback gli strappò un sorriso e alla sua domanda sollevò le spalle con una
mossa iterrogativa. Ormai aveva smesso di chiedersi per quale motivo Ab andava
in bestia ogni volta che Lupin entrava nel suo perimetro. “Roba da Licantropi”
gli aveva detto una volta Cygnus e per una volta si era trovato a dargli
ragione.
-Quanto mi fa
schifo.- Sapeva che Ted poteva sentirlo, che l’udito di un licantropo non ha
nulla a che vedere con quello di un normale essere umano. Lo vide irrigidire le
spalle e tornare a girarsi verso di loro. Con un ‘aria assassina stavolta sul
viso – Sì dico a te.- mudulò con le sole labbra e Ted aprì le braccia in segno
di sfida. Era raro che un tipo mite come Lupin perdesse le staffe, ma molto
probabilmente la regola di Abrham valeva anche per lui, quando si trovava nei
pressi di un altro maschio di licantropo,l’istinto prendeva il sopravvento sul buon senso.
-Dai vieni che ti
apro a metà.-
-Abrham.-
-E dai Charlie
fammi divertire ...E un po’ che non stendo un Grifondoro.- si alzò e con un
balzo scavalcò il muretto che separava il giardino dal porticato, piombando a
piedi pari davanti a Emmie Lupin che emise un gridolino spaventato. In quegli
anni la ragazzina non aveva sviluppato il morbo della luna, non si tramutava in
lupo, ma era in grado di percepire le bestie dormirente degli altri licantropi.
Quella di
Greyback junior, nonostante tutto, non aveva una così pessima indole.
-Ciao.- salutò e
il Serpeverde si allargò in un sorriso. Era di una bellezza selvaggia, che
pochi possiedono e sanno sfruttare a pieno, si passò una mano fra i lunghi
capelli biondi e puntò gli occhi color miele prima sul viso della ragazzina,
poi a Ted che stava accorrendo.
-Ciao Emmie.- le
sfilò una mano dalle tasche del mantello e ne baciò il dorso con fare galante.
Sapeva che così avrebbe preso due piccioni con una fava ed infatti oltre
all’ira dol dolce Teddy sentì monare anche quella del minore dei fratelli
Black. Con la coda dell’occhio lo vide stringere i pugni mentre Jolie lo tratteneva
accanto a lei per un braccio.
-Bestia , giù le
mani da mia sorella.-
-Senti da che
pulpito.-
-Emmie
allontanati.-
La biondina, fin
troppo obbediente per i grusti di Abrham , si fece di lato di un paio di passi
e il fratello si fece avanti. Fin troppo bellicoso per essere piuttosto lontano
dall’influsso della luna piena. Abrham si sentì afferrare per il cravattino e
tirò le labbra in un sorriso mentre portava lo sguardo negli occhi,
improvvisamente color ambra, di Ted.
-E’ questo il tuo
vero sguardo, perchè continui a nasconderti?-
Ted serrò le
dita, tirando leggermente la cravatta e Greyback sentì la sua riserva di
ossigeno dimezzarsi di botto. Forse non era stato molto saggio da parte sua
cercare la lite con quel tizio. Spostò lo sguardo oltre il muro e si schiarì la
voce –Un aiuto sarebbe gradito.- disse e Charlie sbuffò sopra il suo tomo di
pozioni.
Perchè
continuasse a studiare quella materia era un mistero. Gli veniva naturale come
respirare. Si alzò spolverandosi il sedere e con un colpo di reni si lanciò
oltre il muretto, finendo a piedi pari accanto aBlack senior. I due si guardarono per un secondo, prima che
Charlie andasse a dividere i due litiganti –Andiamo.- disse poggiando una mano
sul petto diAbrham e l’altra sulla
spalla di Ted –Non c’è bisogno di fare i ragazzini,no?-
-Fatti i fatti
tuoi Hattigan.-
Charlie girò la testa verso Ted.
-E’ colpa sua...
E’ lui che deve smetterla di provocare.-
Abrham ghignò
malamente e Ted cercò di spingersi verso di lui, senza badare a Charlie e alla
presa che esercitava sul suo braccio. Crescendo il ragazzo era rimasto
piuttosto piccolo di statura, un 1.70 scarso, ma nonostante tutto disponeva di
una discreta forza fisica. Senza contare la sua altra dote, ma per quella aveva
bisogno anche di un solo secondo di contatto visivo. -Sì, e tu devi smettere di
ragionare col tuo cervello inferiore Coccolo.- James Remu afferrò Ted per le
spalle e lo tirò via da Charlie e Abrham – Devi farti vedere amico, non puoi
andare così fuori di testa per uno sguardo di troppo.-
-James tu non
puoi capire.-
-Io capisco
eccome, ma non puoi metterti a lottare per il titolo di maschio alpha adesso.-
lo rigirò e gli passò un braccio attorno al collo, tirandolo maggiormente verso
di lui e a dritta di Emmie –Andiamo biscottino, stavolta c’è andata bene.-
La ragazza lì
seguì per poi voltarsi all’ improvviso verso Charlie. Chissà perchè aveva
l’impressione di conoscerlo, di averlo già visto e in qualche modo frequentato.
Ancora una volta cercò di sforzarsi, per arrivare a svelare il mistero che da
quasi quattro anni non le dava pace , ma ancora una volta affogò in un profondo
buco nell’acqua.
Non poteva certo immaginare che quel
Serpeverde era in realtà
il dolcissimo bimbo dei micetti.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-DRAAAAAACO!-
Draco Malfoy
sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo e con un ‘espessione
leggermente ebete volse la testa verso la porta alla sua sinistra. Non era raro
sentire la sua dolce metà urlare belluinamente il suo nome per tutti i corridoi
del Ministero, ma stavolta non aveva fatto nulla per meritarsi la sua ira
funestra. Hermione spalancò la porta e l’uomo si schiacciò istintivamente
contro lo schienale della seggiola, quando la piccola Mione faceva quella
faccia spiritata per lui si preparavano guai a non finire.
Stava per
discolparsiquando la donna gli sbattè
davanti la faccia un figlio.
-Cosa?-
-Leggi!-
Erano il
risultato di alcune analisi fatte su un campione di studenti allo scopo di
trovare i bambiniperduti “ovvero i
figli delle streghe stuprate e uccise “ ormai adolescenti –Guarda!- esclamò
Hermione –Guarda qui!-
Gli indicò un
nome Charlie Hattigan
-Allora?-
-Guarda il nome
accanto. Guarda i nomi accanto.-
I nomi dei
genitori erano stato segnati con un evidenziatore o qualcosa del genere. Draco
li lesse senza pensare prima di realizzare bene costa stava vedendo e balzare
in piedi rovesciando la sedia –Non è possibile.- disse guardando la moglie
aldilà della scrivania.
-Anch’io l’ho
pensato, ma i test magici non sbagliano.
James Remus Blackà 17 anni. Grifondoro. Primo genito Andrea Moody/Sirius Black
Ted Remus Lupin-à 17 anni. Grifondoro. Primo genitoNinfadoraTonks/Remus Lupin
Emmie Andrea Lupin-à 14 anni. Grifondoro. Secondo
genitaNinfadoraTonks/Remus Lupin
Joel AlastorBlack-à 15 anni. Grifondoro. Secondo
genito Andrea Moody/SiriusBlack
Jolie DoreaPotter-à 17 anni. Grifondoro. Terzo genita James Potter/ Lily Evans
John
Augusto Paciock-à 17 anni. Grifondoro. Secondo genito
Frank Paciock/ Alice Parker
Charlie Hattigan *Piton*-à 16 anni. Serpeverde. Unico
figlio. Hestia Jones/ Severus Piton
Abrham Clark *Greyback^-à 17 anni. Serpeverde. Unico figlio FenrirGreyback/ Agata Clark
CygnusBright *Lastrange*--à 17 anni. Serpeverde. Unico
figlio BellatrixBlack/RudolphusLastrange.
* I serpeverde hanno cognomi diversi per non far capire che
sono figli di Mangiamorte.
Capitolo 42
A volte il destino sceglie vie imperscrutabili e non
sempre ciò che sembra perduto lo è veramente. Charlieaveva sempre sentito che c’era qualcosa di sbagliato in tutto
quello che non poteva essere veramente la sua vita quella, eppure… Nel corso degli anni non aveva mai avuto il
coraggio di fare qualcosa in merito, di cercare di capire veramente che cosa
non andava nella sua vita e a porvi rimedio. Da quando sua madre era morta
aveva sempre avuto una sola idea in testa, uccidere lo stronzo che glie l’aveva
portata via e basta. A lui non importavano i piani di Bellatrix , il ritorno
dell’Oscuro Sire non lo tangeva più di tanto, voleva solo una cosa. Guardare
morire Kingsley Shackelbot con le mani attorno al suo collo.
Sfilò la maglietta e un brivido freddo lo attraversò
da parte a parte. I lividi sul suo corpo ormai non li contava più, Cygnus aveva
smesso da tempo di picchiarlo con le mani ed era passato ai piedi. Calci allo
stomaco, in faccia, ogni volta era sempre peggio, ormai nemmeno Abrham sembrava
più riuscire a calmarlo. Quando Bellatrix si faceva sentire con le sue lettere
suo figlio diventava un animale e ad andarci di mezzo era sempre lui.
Si guardò attorno. Grazie
a Dio c’era la Stamberga Strillante.
Lì poteva curarsi le ferite in santa pace e perché no, frignare
un po’ senza nessun disturbo. Era un vero toccasana per i suoi poveri nervi. Si
sedette sul bordo del letto e con calma inizio a sciogliere la benda che gli
teneva attorno alla vita.
L’ultima lite con Cygnus era finita a coltellate, e come sempre
quello a finire peggio era stato lui. Allontanò il cotone dalla ferite e
mangiucchiò una decina di parolacce . Maledizione, era passata quasi una
settimana e il taglio sembrava ancora fresco, inspirò profondamente e poggiò
due dita sui contorni della ferita. Uno schizzo giallo gli bagnò il dorso della
mano mentre si rendeva conto di avere un’ infezione in atto, maledisse Cygnus e
si allungò a prendere il solito unguento disinfettante. Questo movimento gli
permise di cogliere quell’ombra impalata sulla porta e schizzare in piedi col
cuore in gola.
-Che diavolo ci fai tu qui?- urlò in direzione del grifondoro
che lo studiava in silenzio.
-Potrei farti la stessa domanda…Hattigan…-
Charlie deglutì a vuoto mentre gli occhi grigi dell’altro si
posavano sul fianco aperto –Una coltellata.- disse atono e il serpeverde non
riuscì a dominare l’istinto di coprire la ferita con un pezzo della fasciatura
che aveva ancora fra le mani. Era inutile, non sapeva per quale motivo, ma quel
tipo lo metteva in soggezione. Fin dal primo giorno che l’aveva incontrato ad
Hogwarts.
-Sai come curarti?-
-Sì.-
-Hai bisogno di aiuto?-
-No, Paciock sto bene.-
John tirò le labbra in un sorriso divertito e Charlie si sentì
avvampare per l’imbarazzo. E sì, il bastardo che aveva fatto piangere più di un
grifondoro era in realtà un timidone che non sopportava di essere guardato per
più di cinque secondi alla volta.
-Non c’è bisogno di arrabbiarsi, Charlie.-
-Non sono arrabbiato.-
“E il primo che ha il
coraggio di chiamarmi per nome.” Persino gli amici lo chiamavano per cognome. Il perché, poi,
neanche lo sapeva.
-A me sembra di sì.- si chiuse la porta alle spalle e raggiunse
una sedia rivoltata. La rimise in piedi e si sedette. Le gambe accavallate
all’altezza delle caviglie, lo sguardo puntato a quel piccolo squarcio di
paesaggio che s’intravedeva dalle tavole che inchiodavano la finestra.
La sua tipica posizione da siesta, Charlie lo sapeva e per
questo non riuscì a trattenersi dallo sbottare un: -Che diavolo fai?-
-Mi rilasso.-
-Ci sono io.-
-Non mi dai fastidio.-
-Sono mezzo nudo.-
-Gli uomini non mi eccitano particolarmente.-
Mio Dio… Charlie strabuzzò gli occhi. Finalmente qualcuno in
grado di reggere un duello verbale con lui. Di solito, dopo un po’, rimanevano
tutti senza idee o rispostine adatte alla sua lingua tagliente… -Non è che sei
tu quello che si eccita con gli uomini, vero?-
-Eh?- Charlie cadde giù dal filo dei suoi pensieri mentre John
ridacchiava guardandolo da sotto in su con la sua migliore espressione da
angioletto bastardo dentro–No, certo
che no.-
-E allora che hai da fissarmi?-
-Pensavo.-
-Non adesso…In generale.- incrociò le braccia al
petto mentre Charlie spalancava lentamente la bocca. Si era accorto di lui,
dall’attenzione che gli rivolgeva, ma come era possibile? Era sempre molto
attento quando si perdeva nei suoi pensieri e senza rendersene conto lo fissava
come un cane che punta l’osso.
-Ho l’impressione di conoscerti.-
Sembrava una scusa. Sì, una stupida scusa da rimorchio, ma purtroppo
era la pura verità. Aveva l’impressione di conoscerlo e non riusciva a
ricordare dove poteva averlo già visto. Johne strinse le labbra e lui si sentì
morire per la vergogna; -Di conoscermi?-
-Tu non hai l’impressione di avermi già visto da qualche parte?-
Aveva bisogno di saperlo, aveva bisogno di capire se era lui
quello il pazzo o se erano in due a dividere quell’impressione… John tacque un
momento e ancora una volta il povero Serpeverde si sentì a disagio- Sì, anch’io
ho la sensazione di averti già visto da qualche parte.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
“Ecco spiegata la
sensazione di deja vu…” John socchiuse gli occhi mentre James Remus metteva
tutti al corrente delle scoperte di Hermione. I bambini scomparsi erano stati
ritrovati e uno di loro era il bimbo di Hestia Jones. Ovvero il ragazzino dei
micetti che per qualche tempo aveva fatto partela loro infanzia.
-Che dobbiamo fare?-
James si portò una mano alla nuca
mentre Jolie sedeva con grazia sul bordo del letto, accanto ai piedi di Ted.
Nel suo messaggio Hermione era stata piuttosto vaga, fare amicizia, inspirare
fiducia, sembrava facile a dirsi, ma a farsi?
Infondo, per quello che ne sapevano
loro, Charlie era bastardo quanto gli altri con cui si accompagnava… Forse non
era uno psicotico come Cygnus Bright, ma faceva parte dello stesso cesto di
mele marce.
-Io c’ho parlato.- L’attenzione di
tutti andò a John, sdraiato sul letto vicino a Emmie- Oggi, era alla Stamberga
Strillante. Si stava curando da solo una ferita da coltello al fianco.-
-E…?- chiese Ted.
-E non mi è parso tanto
malvagio…Anzi…-
James fece una smorfia, sinceramente
della capacità di giudizio di John non si fidava tanto. Nonostante l’aria da
super macho era un tipo che si fidava troppo facilmente del prossimo –Vorrei
parlarci anch’io.- disse con aria assorta, mentre fissava un punto del
pavimento accanto ai piedi di Joel.
-Non ti fidi di me?-
-No, è che tu tendi all’hippy certe
volte.-
John si tirò a sedere con una faccia
perplessa e James spinse su le spalle “Fate l’amore non fate la
guerra.”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Lasciare
fare ai ragazzi era una buona idea, tutti lo sapevano, ma purtroppo nessuno
riusciva bene a star tranquillo. James era troppo impulsivo, Ted troppo
apprensivo, Jolie tendeva al manesco grave e John tendeva a fidarsi troppo .
Joel, caratterialmente parlando era l’ombra di suo nonno e Emmie, beh quella
dolce biscottina era troppo piccola per essere tirata in mezzo. Ginny sospirò
sulla sua tazza da tè mentre guardava il marito passeggiare avanti e indietro di
fronte al tavolo.
-Harry ci farai un solco nel tappeto.-
Erano sposati da un paio di anni,non avevano figli e lentamente si erano
trasfomati nella versione giovane di James e Lily. Lui troppo irruento e lei
costretta a lanciargli addosso qualcosa quando non riusciva a farsi ascoltare.
-Calmati… I ragazzi ci sanno fare…-
-Lo so…Però…-
-Però?-
Avevano davanti un legimante, una
delle creature più pericolose del mondo magico. Uno in grado di trasformare il
tuo miglior diletto nell’incubo di una vita. Prese una sedia e l’allontanò dal
tavolino con un gesto brusco- Credo che sia giusto recuperarli?-
-Eh?-
-Nel senso… Sono stati cresciuti da
Mangiamorte, molto probabilmente hanno le loro stesse idee, secondo te è saggio
prenderseli in seno?- si massaggiò le tempie con entrambe le mani mentre Ginny
lo guardava confusa da sopra la sua tazza da tè – Non vorrei trovarmi a
piangere per colpa di un traditore.-
-Non sono tutti Peter Minus.-
-Sì lo so…-
-Draco è figlio di
Mangiamorte, è stato educato come tale, ma mi pare che si sta per sposare con
Hermione e che tu ti fidi cecamente di lui … - sollevò le sopracciglia e Harry
annuì senza troppa convinzione. Una rondine purtroppo non fa primavera.
-Secondo me, l’unico problema sarà convincere Charlie a
non uccidere Kingsley.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Oh.-
-Mio.-
-Dio.-
Kingsley Schakelbot sentì le ginocchia
venire meno mentre per la prima volta dopo dieci anni incontrava lo sguardo di
Charlie. Se l’era trovato davanti all’improvviso, all’uscita dell’Ufficio di
Silente e per poco la sorpresa non l’aveva mandato a gambe all’aria.
Il tempo era passato e quel ragazzo
era tutto sua madre. Del padre, di cui lui aveva scoperto l’identità da pochi
giorni, aveva solo gli occhi scuri e il naso leggermente a gobbetta.
-Tu.-
-Charlie.-
-Inizia a salutare i parenti…Perché non
vivrai ancora a lungo.-
-Credo
di aver appena invogliato un dente…- James si
massaggiò dolorosamente la guancia mentre Jolie
saliva i tre gradini che la separavano dal pianerottolo, sbuffando, rossa in
viso come un pomodoro maturo. Quell’idiota le aveva toccato il sedere, un’altra volta,
masticò una decina di parolacce mentre poggiava entrambi i piedi sull’ultimo
scalino e si voltava verso James che la guardava dal
basso –Se hai bisogno di sfogarti, girati, ce ne sono quattro solo laggiù pronte
ad alzare la gonna per te…- sillabò furiosa e con un dito indicò le quattro
gallinelle delJames Black
Fan Club. Il ragazzo si volse e le volatili lo salutarono con squittì e bacini
schioccati con le sole labbra. James rabbrividì,
poche cose le spaventavano veramente e quelle quattro stolker
a piede libero erano senza dubbio nella hitparede delle sue fobie.
-Jolie,
davvero mi molleresti a quelle quattro?- chiese con una punta di terrore nella
voce mentre s’affrettava a raggiungere la rossina che stava semplicemente svaporando di
rabbia-Andiamo? Non mi vuoi neanche un po’di bene?- Jolie
chiuse gli occhi e lui iniziò a uggiolare disperato –
E dai… -
-Black,
allontanati dal mio perimetro.-
-Jolie…
Perché mi odi?Io ti adoro lo sai!- l’abbracciò con un
salto e la ragazza si ritrovò contro un muro, pressata da un abbraccio da boa constrictor, che lo sapeva, prima o poi l’avrebbe legata
per sempre. Sbuffò annoiata contro la guancia del suo idiota- Ma sì…Ma sì,
anch’io ti voglio bene.- mugugnò prima di voltarsi e
ridacchiare alla vista del nuovo spettatore del loro abbraccio.
-JAMES
REMUS BLACK.-
James
s’irrigidì e allontanò lentamente la testa dalla spalla di Jolie.
Volse gli occhi verso la rampa di scala alla sua sinistra e rabbrividì alla
vista di Lorien , a braccia
incrociate ai piedi di una pesante armatura in ferro –Prof…- lo chiamò mentre
il ragazzo digrignava lentamente i denti, mostrando il volto del fratello
maggiore iperprotettivo e non quello del prof. di
Difesa contro le Arti Oscure.
-Allontanati
da Jolie…Ora.-
-Sì.
Lollo , ma rimani calmo.-
-JAMES…
MOLLA MIA SORELLA.-
-ARGHHHHHAAA!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Charlie
spostò lo sguardo verso sinistra e alla vista di James
che correva inseguito da Lorien si tirò indietro di
un passo. Bellatrix nelle sue lezioni era stata
chiara, mai lasciare testimoni se non si è pronti a fare una strage. E perdiana
lui aveva nessuna intenzione di saltare lo steccato ed
entrare nella parrocchia di CignusLastrange.
Scosse
la testa e tornò a guardare Kingsley, l’uomo stava
sudando freddo.
Sorrise
e annuì al suo sguardo terrificato – Fai bene ad
essere spaventato.- gli disse sottovoce mentre si allontanava da lui con un
paio di passi indietro – Perché, non ti rimane molto da vivere.- Infilò le mani
in tasca deciso ad andarsene quando sentì la mano di Kingsley
chiudersi attorno al suo gomito.
-Che
diavolo stai facendo?-
-Tua
madre si chiamava HestiaJones.-
Charlie spalancò gli occhi mentre Kingsley
sfilava dalla tasca una foto e glie l’allungava tremando un po’- Ed era l’amore
della mia vita.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Stai
tramando qualcosa…Lo so.-
John
aprì gli occhi e spostò lo sguardo dal cielo sopra la sua testa, aEmmie, seduta accanto a lui con le
ginocchia tirate al petto. Era talmente assorto nei suoi pensieri che non l’aveva sentita arrivare e ora la guarda con la sua migliore
aria da angioletto incolpevole –Non so di che parli, biscottino.- le disse e la
ragazzina lasciò cadere le spalle con uno sbuffo per nulla convinto.
-Sento
il tuo cervellino malvagio muoversi da qui..- disse
–Sento la rotellina girare, e il criceto affannarsi…-
stese le gambe e si volse, piegandosi sul cugino che le sorrise divertito
-Avanti che cosa stai pensando!? A me puoi dirlo!- il ragazzo rise e lei piegò i gomiti per stendersi di pancia accanto a
lui. Faceva ancora abbastanza caldo per essere ottobre,
starsene sull’erba a prendere il sole era quasi piacevole.
-Non
lo so ancora Emmie.-
-Come
non lo sai?-
-Aspetto
lo svolgersi degli even...AHIA!!!-
si tirò su di scatto e Charlie si volse verso di lui
con uno sguardo sconvolto. Stringeva nel pugno destro un pezzo di carta
spiegazzata che sembrava una foto e pareva proprio sul punto di piangere –Ehi.-
disse John. Aveva dimenticato la pedata in mezzo al petto e il fatto che gli
fosse quasi salito sopra –Che succede.-
-Niente.-
Volse
le spalle e scese la scarpata che dava sul Platano Picchiatore. Emmie tirò su il busto da terra e lanciò uno sguardo
perplesso , prima alla schiena di Charlie
che andava facendo sempre più piccola e sfocata , poi al ragazzo seduto accanto
a lei –Sono io… O aveva le lacrime agli occhi?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Evertestatim!-
-Aho!-
Charlie
lasciò cadere la bacchetta con un salto mentre John sollevava lo sguardo verso
il buco nella parete sopra la sua testa. Per fortuna aveva avuto l’istinto di
buttarsi per terra, perché altrimenti… – Tappo, ma che cazzo,
fai?- sbottò senza rendersene conto. Lo sguardo fisso
al ragazzo appoggiato alla parete di fondo della
stanza.
-Scusa…Tappo?-
John
si tirò su spolverandosi i pantaloni mentre il viso di Charlie
assumeva in un’espressione scioccata. Aveva sentito male o quello l’aveva
appena chiamato “TAPPO!”-COME CAZZO TI PERMETTI!?-
sbottò scioccato mentre sul viso di John si apriva un’espressione
divertita.
L’aveva
seguito per vedere se stava bene, ma a quanto pareva, bastava solo una battuta
ben assestata per farlo riprendere –Dai , quanto sei
alto? A un metro e settanta ci arrivi?-
-Cosa
cazzo te ne frega a te?-
-Dai,
dimmelo...-
-Un
metro e settantadue. –
-TAPPO.-
-UAAAAAAAAH!- Fece l’atto di tirargli addosso la sedia, quando si rese conto che quella era la seconda
volta che se lo ritrovava, senza sapere come, nella Stamberga Strillante. Un
sospetto gli attraversò la mente e senza rendersene conto lo mise a parole – Mi
hai seguito?- gli chiese e il ragazzo annuì semplicemente. Candido
come solo lui sapeva essere nonostante l’animo che puzzava da diavolo scappato
dall’inferno.
-Perché?-
-Mi
piace il tuo odore.-
Charlie
sentì la sua mascella inferiore schiodarsi di botto da quella
superiore. Che diavolo aveva detto quello
scemo? No, doveva esserci un’altra spiegazione oltre a quella che gli stava
lampeggiando in testa a caratteri cubitali.
-Il
mio odore?- John arricciò il naso e Merlino, sembrava proprio un delizioso micetto pensieroso –Sì, sai di buono, ieri ho semplicemente
seguito il tuo odore per vedere a chi apparteneva, stavolta, per vedere perché
sembravi sul punto di frignare.-
Fine capitolo.
Sto
pensando di smentire un pronostico e di fare un AbrhamGreyback buono. Si dai, c’è già Cygnus
come psicopatico, credo che Charlie se lo meriti un
amico, e il ragazzo, a parte non sopportare Teddy, mi
pare un tipo ok… Voi che ne dite? XD
Lo sapeva maledizione. Lo sapeva che qualcosa non era andato per
il verso giusto. Se ne era accorto quando aveva visto Kingsley abbandonare la scuola con le sue gambe e Charlie scappare dalla parte opposta. Lì aveva capito, e
aveva iniziato a tremare. Aveva cercato l’amico dappertutto, usando il suo naso
come radar, ma non era riuscito a spingersi più in là del parco. Era ritornato
al domitorio con le pive nel sacco e con la chiara
intenzione di placcare Charlie al suo ingresso nella
Sala Comune e chiedergli spiegazioni. Salì in camera per cambiarsi il maglione
e quando aprì la porta ci mancò poco che gli prendesse un colpo- Che cazzo…- mormorò scioccato mentre Cygnus si voltava verso di lui con uno sguardo ancora
allucinato –Che diavolo è successo qua dentro?-
La stanza era a gambe all’aria, c’era stata una lotta, guardò il
pavimento e si sentì morire. Charlie era per terra,
girato su un fianco. Come al solito era lui ad avere
avuto la peggio, ma non era questo che stava facendo sentir male Abrham. Aveva i pantaloni e i boxer calati. Guardò Cygnus… Si stava allacciando la cintura –Che gli hai fatto?- sussurrò al massimo del disgusto
- CHE GLI HAI FATTO?-
Gli si lanciò addosso al massimo della rabbia. Lo afferrò per la
camicia e lo sbattè contro il muro, stringendo con
forza il colletto per farci un cappio e impedirgli di scappare. Lo aveva sempre
considerato uno spostato, l’empio frutto dei lombi demoniaci di sua madre , ma mai un
-MOSTRO! SEI UN MOSTRO!- no, non aveva bisogno di risposte,infondo lo sapeva
che cosa aveva fatto a Charlie.
-Gli ho semplicemente dato una lezione.-
-Lo hai…- non riusciva neanche a dirlo.
Era troppo maledizione, era troppo da pensare, era troppo da dire. Sentì Charlie lamentarsi alle sue spalle e un moto gli salì dal
petto, doveva occuparsi di lui. Infondo la vendetta è un piatto che va
consumato freddo. Con uno strattone lasciò andare Cygnus
e si portò accanto all’amico.
-No…Non mi toccare.
-Charlie…Charlie,
sono io.-
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi e inquadrò a fatica il viso di Abrham chino su di lui, smise
si fare resistenza contro il suo petto e si fece infilare i pantaloni e le
mutande. Vergognandosi come mai nella sua vita, si lasciò mettere a sedere e
caricare su una spalla.
-Non portarmi da Madama Chips…-
bisbigliò – Ti prego.-
-Hai bisogno di cure.-
-Ti prego…No.-
[Adesso sei la mia troia, Charlie.]
-Non voglio che qualcuno lo sappia.-
Abrham annuì lentamente mentre
usciva dalla stanza e senza farsi vedere portava l’amico nell’unico posto
sicuro che conosceva. La Stamberga Strillante. Ora che ci pensava, come mai non
lo aveva cercato, lì? Lo lasciò cadere sul letto e lo guardò rannicchiarsi in
posizione fetale. Dio, quanto odiava Cygnus
–Charlie.-
-Sì?-
-Stavolta glie la faccio pagare.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
C’era una sola persona in cui Abrham
poteva fidarsi, un ex Auror ritirato dal servizio a
causa di una grave patologia cardiaca che l’aveva reso inabile al lavoro
attivo. LorienPotter, il professore di Difesa contro
le Arti Oscure. Il ragazzo spalancò la porta del suo ufficio e Lorien alzò lo sguardo scuro dalla pila di compiti che
aveva da correggere.
Lo fissò per un momento –Abrham?- chiese
perplesso.
-Professore.- si chiuse la porta alle spalle e raggiunse il contro
della stanza –Credo che voi mi stiate cercando.- vide l’espressione di Lorien farsi più perplessa e con un sorriso afferrò il
candelabro d’argento che l’uomo aveva accanto.
Lorien saltò sulla seggiola. La
mano del ragazzo aveva preso a sfrigolare e a mandare vapore. L’argento lo
stava ustionando, lo guardò scioccato, allora non era
stata una sua impressione, quegli occhi, erano davvero lo specchio della
maledizione della luna.
-Ragazzo, non c’è problema… Non sei l’unico licantropo a
frequentare Hogwarts.- disse mentre allontanava di
forza il candelabro dalla portata di Abrham e lo poggiava sul pavimento. Il ragazzo soffiò sulla
ferita che si era auto inferto e Lorien aggrottò le
sopracciglia.
-In che senso vi stiamo
cercando?-
-Sono uno dei bambini perduti… Almeno credo che sia
questo il modo in cui ci chiamata.- sorrise divertito mentre gli occhi nocciola
di Lorien si facevano più seri, quasi spaventati –Mio
padre si chiama FenrirGreyback.-
Traditore… E’ così che lo chiamerebbe Cygnus,
ma non gli importa. Un sorriso gli increspa le labbra mentre guarda comparire HarryPotter, HermioneGranger e DracoMalfoy. Ha deciso di cantare e lo farà. Quella storia deve
finire, loro non sono degli oggetti, non sono dei burattini da far ballare in attesa del ritorno dell’Oscuro Signore.
-Come saprete…- cominciò –Sono stato
concepito con uno stupro.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Charlie si rivoltava nel letto senza pace, scioccato dal dolore che sentiva e dai ricordi della
violenza subita. Si lamentò impercettibilmente mentre si voltava sotto le
coperte che Abrham gli aveva
buttato addosso. Poteva fare o dire quello che voleva ,
ma in fondo era un bonaccione. O forse quello che gli era capitato era talmente
grossa che era riuscito a intenerirlo.
-Uhnnn.- mormorò. Voleva dormire,
ma non ci riusciva. Aveva nelle orecchie la voce di Shackelbot
e negli occhi quello che Cygnus gli aveva fatto…
Sentì un gruppo di lacrime serrargli la gola, ma coraggiosamente lo spinse
indietro.
-Charlie?-
Charlie tirò su la testa mentre John entrava nella stanza e lentamente
guadagnava il suo capezzale- Che hai fatto?- gli chiese notando i pantaloni che
si era sfilato e aggrottando le sopracciglia alla vista del sangue –Che ti
hanno fatto…-
Il ragazzo si sentì morire per l’imbarazzo, si tirò le coperte in
testa e si appallottolò sotto di essa-VATTENE VIA!-
urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, sentì John muoversi per la stanza
affondò la testa sotto il cuscino –VATTENE VIA!-
-Se fai così m’invogli a
restare…-
- Che diavolo vuoi da me?-
-Sei stato …-
-STA ZITTO!-
Sentì il materasso sotto di lui inclinarsi leggermente, John
doveva essersi seduto accanto a lui, strizzò gli occhi, ma nonostante tutto
sentì le lacrime scendere. Che diavolo voleva da lui?
Si era fissato? Aveva capito anche lui che era… Strano?
-Chi è stato?-
-…-
-Charlie.-
-…-
-Dimmelo.-
-Cygnus.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Il primo pugno
lo aveva colpito all’improvviso lasciandolo stordito e preda del secondo colpo
che lo aveva mandato faccia a muro- Paciock…- disse
sputando sangue –Che diavolo ti prende?-
-Perché non te
la prendi con qualcuno della tua taglia,eh? Hai mai
provato?- era la prima volta che John Paciock attaccava briga con lui e non riusciva a capire perché…
Cygnus
si alzò aggrappandosi al muro, lo fissò per un lungo
momento e sorrise.
Non era un legimante a livello di Charlie,
ma sapeva il fatto suo.
Tirare via John da Cygnus era stato più difficile del previsto
PS: I
prossimi capitoli saranno molto lunghi… Lì, volete spezzati e ve li volete bere
tutti in una volta? ^___^
Capitolo
45
Tirare via John da Cygnus era stato più
difficile del previsto. James e Ted avevano dovuto sudare tutte le camicie del
proverbio per riportarlo alla ragione e staccarlo dal ragazzo che rideva
nonostante i pugni e il sangue che gli sporcava il viso. Era la prima volta che
John mostrava di avere una bestia in corpo e i ragazzi lo guardavano scioccati.
Tutti loro, nel corso degli anni, avevano dimostrato di avere un carattere
facile a scatti d’ira, il gene malandrino, così una volta l’aveva chiamato
Sirius, ma John era rimasto sempre calmo, quasi impassibile, anche quando la
situazione precipitava.
Persino Joel Black una volta aveva
sclerato, mentre lui…
-Si può sapere che diavolo ti è preso?-
Chissà che gli era successo per farlo
reagire a quel modo.
Jolie lo spinse
contro il letto mentre James Remus si passava una mano sulla fronte, aveva
dovuto ricorrere fino all’ultima goccia di forza per portare via l’amico prima
dell’arrivo dei prof. guardà Ted, stava grondando sudore più di lui. -Non dico
che Cygnus Bright non meriti di ardere vivo, ma che ha fatto di specifico
stavola?- chiese mentre sedeva accanto alla mica e gli stringeva una mano fra
le sue. Si era spellato le nocche a furia di colpire.
-Non posso
dirlo.-
Non riguardava lui e Charlie gli aveva fatto
promettere di non dire niente a nessuno, spostò lo sguardo verso Jolie e scosse
la testa mentre la ragazza gli curava le ferite alla mano –Non riguarda me.- lo
sguardo di tutti si fece più curioso e lui si ritrovò a sorridere nonostante la
rabbia che sentiva ribollire in corpo. Era la prima volta che teneva un segreto
con la gang,in qualche modo gli
sembrava di tradirlo, ma per fortuna “quelli” non erano tipi da
prendersela tanto facilmente.
-Ok.. – disse Ted da dietro il bicchiere di
acqua fredda che si stava passando sulla fronte per combattere lo strando caldo
che sentiva –La prossima volta però avvertici…Così facciamo un po’ di
stretching prima di metterci a correre per mezza scuola per venirti a levare
dai guai.- bevve un sorso e volse la testa verso il fondo della stanza. Il buco
del ritratto si era aperto e Victoire Weasley stava entrando. Sola, come il suo
solito.
-Ciao Vicky.- la salutà
James Remus.
-Ciao James.- la biondina guardò verso Ted e
stranamente il ragazzo rifiutà la sua occhiata. Era da qualche giorno che
quella storia andava avanti e mentre Vicky saliva la scala che portava ai
dormitori femminili, Emmie non riuscì più a tenersi la curiosità in pancia.
-Si puà sapere che diavolo ti ha fatto quella
poveretta?-
-Eh?-Come al solito Ted cadde già dalla sua nuvola, ma stavolta i ragazzi non
erano disposti a passar sopra alle loro domande. Teddy Lupin non era mai
scortese, con nessuno, in nessuna circostanza. Vabbeh, con Abrham la lite era
all’ordine del giorno, ma quello era un fatto di pello, di ormoni, quasi, con
Victoire, ovvero la ragazzina più dolce del mondo, che diavolo poteva essere
successo?
-Niente.-
-Coccolo ti ricordi di me? Sono James, quello
con cui hai diviso la culla.- gli strinse la mano come per presentarsi e Ted emise
un piccolo sbuffo. Che battute del cazzo a volte faceva Black. Sfilò le dita da
quelle dell’amico e abbassò le spalle sconfitto.
Purtroppo li conosceva, doveva vuotare il sacco o
non l’avrebbero finita. Mandò giù un altro sorso d’acqua e a mezza bocca
mugugnò infastidito –Mi ha…- balbettò mentre tutti si sporgevano verso di lui,
curiosi come un branco di scimmiette-Mi ha confessato di avere una cotta per me.-
Ci fu un momento di silenzio , poi un coro di
Halleluja invase la stanza. Ted strabuzzò gli occhi mentre James ed Emmie
correvano ad abbracciarsi commossi all’esagerazione e John e Jolie sbuttavano
in un unico -Era quasi ora, perdiana.- e Joel apriva il libriccino nero dove
segnava gli esiti delle scommesse fra lui e il fratello. Mise giù il bicchiere
e in un secondo sentì le guance toccargli temperatura lava vulcanica.
-Manica di stronzi, vuoi la sapevate?-
-Certo che sei idiota, Coccolo...- John
ridacchiò malvagio mentre guardava il cugino cambiare una decina di tonalità di
rosso –La piccola è un libro aperto, quando ti vede manca poco che le vengano
gli occhi a cuore e si metta a saltellare per la contentezza , sei tu, che sei
cieco e non te ne sei mai accorto. Noi, che ci vediamo, ce ne siamo accorti da
un bel pezzo.-
-Potevate dirmelo.-
-E poi? Che avresti fatto?-
-Beh…-
-L’avresti allontanata, come stai facendo…
Lupastro idiota.-
Colpito sul viso Ted abbassò la testa e John si
alzò per ricevere gli applausi dei presenti. Non c’era niente da fare, John
Paciock era il re dei duelli verbali. Nessuno riusciva a spuntarla con lui, in
qualche modo riusciva sempre a portare la discussione dove voleva lui e a
tirare la ragione dalla sua parte.
-Potrebbe ingannare anche il diavolo se lo
volesse.- mormorò James e Jolie ridacchiò annuendo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Eravamo otto bambini… Siamo sopravvissuti in
tre.-
Lorien strinse i poggioli della seggiola mentre
Abrham con sguardo sereno rispondeva alle domande di Sirius e Harry. Aveva
snocciolato il piano dei mangiamorte con una calma da fare invidia e adesso
rispondeva alle domande dei due Auror con un lieve sorrisodi pace.
“Si sta svuoltando la coscienza…Per questo è
così tranquillo.”
Creare un’elite di maghi scelti, un piccolo
esercito abbastanza forte da poter mettere le mani sul luogo di prigionia
dell’Oscuro Signore. Questo aveva mosso i Mangiamorte, era stata questa la
molla degli stupri e delle uccisioni. Della prima generazione solo tre bambini
erano sopravvissuti all’addestramento di Bellatrix e Rudolphus, gli altri…?
Quelli venuti dopo?
La seconda generazione?
-Non lo so… L’ultima volta che ho visto i
bambini erano ancora in nove.-
-Dove
si nascondono?-
-Devonshire-
-Chi ci dice non è una trappola?-
-Chi vi dice che lo sia?-
-Perché ci stai dicendo tutto questo?-
-Perché sono stanco.-
Si alzò e Sirius ed Harry si tirarono
leggermente indietro. Il figlio di Fenrir Greyback, se anche il piccolo aveva
lo stesso regime alimentare del papà c’era poco da star tranquilli. Bastava un
morso ben piazzato per uccidere tutti e tre. O alla meglio, per tramutarli in
licantropi.
-Guardate.-
-OH CAZZO.- i due fratelli Potter si portarono una mano alla fronte mentre Sirius
piegava leggermente la testa per guardare. Quelle che attraversavano la schiena
di Abrham non erano ferite autoinflerte, non era il risultato della sua
trasformazione in bestia.
-Sei stato…-
-Picchiato tutti i giorni della mia infanzia…
Coi piedi, con le mani, con la cintura dei pantaloni, una volta anche con la
gamba di una seggiola… Voglio vendetta…E’ per questo che sono qui.-
Il prossimo sarà un capitolo luuuuungo. Preparatevi spiritualmente bimbi/e belle!
^____^
Charlie per attaccare con la Legimanzia
ha bisogno di un contatto visivo. Anche di una
frazione di secondo. Cygnus lo sa bene e quando
lo attacca fisicamente fa in modo di non guardarlo mai negli occhi.
Scusatemi. Avrei dovuto spiegarlo!
Capitolo 46
LorienPotter camminava lentamente, tenendosi una mano sul
petto.
Quegli
ultimi giorno per lui, e il suo povero cuore, erano stati tremendi. Aveva
bisogno di riposo se non voleva finire alSt.Mungo prima del tempo. Entrò nel bagno degli insegnanti
e lentamente si portò al lavabo, stava sudando freddo,
maledizione, non era un buon segno. Girò il rubinetto e infilò le mani
sotto il getto dell’acqua , salute di merda, salute del cazzo. Inspirò profondamente, perdiana stava per sentirsi male, un’altra
volta.
Chiuse
gli occhi e pregò di non finire per terra, l’ultima volta Hagridaveva dovuto riportarlo in camera a braccia. Scosse il
capo e si sentì cadere verso sinistra. Era per questo motivo che aveva lasciato
Luna. Era per questo motivo che non ne aveva più
voluto sapere nulla di lei.
Era
successo tutto all’improvviso.
Quella
tosse che non voleva andarsene.
Poi
la febbre e alla fine il sangue.
Aprì
gli occhi sulla ceramica del lavabo.
Era
macchiata di striature rosse che lentamente fluivano verso lo scarico. Stava
sanguinando dalla bocca e neanche riusciva a percepirlo chiaramente –Maledizione.-
sussurrò mentre si passava il dorso della mano sulla bocca –Sto peggiorando…-
Il
medimago era stato chiarissimo, se non si trovava una
cura lui non sarebbe vissuto a lungo, quel male non
lasciava molte possibilità di sopravvivenza. Sei mesi, massimo un anno.Tossì e sentì quel
liquido melmoso scivolargli dagli angoli della bocca fino al mento. Nessuno la sapeva, si era accollato quella croce da solo e da solo la
stava trascinando. Sentì la porta alle sue spalle aprirsi lentamente e abbassò
la testa contro l’acqua per cercare di pulire quel casino che sentiva colare.
-Lorien.-
-PofessoressaMcGranit.- La donna gli rivolse una lunga occhiata,
il sangue sul suo viso era stato del tutto lavato, ma purtroppo il ragazzo era
ancora pallido come la morte, si vedeva ad occhio nudo che non stava bene…
E che probabilmente non lo sarebbe
stato mai più.
-Che
cos’hai?-
Il
mago fece spallucce e lentamente scosse il capo. Odiava essere così
dannatamente trasparente, non era fatto come suo padre, lui, quando stava male
non lo faceva capire a nessuno… Dio, quanto lo invidiava… Sentiva lo sguardo
della McGranit addosso e lo sapeva che quella santa donna non era tipo da accontentarsi di una scusa smozzicata
da un cadavere all’in piedi.
-Nulla
professoressa.-
-Sicuro?Sei
pallido.-
Sembrava
la morte in vacanza, ma forse, a furia di ripeterlo alla fine si sarebbeautoconvinto. Non
sto morendo, i miei giorni non si contano sulle dita
di una mano. Il potere del pensiero positivo in
poche parole. Sorrise al riflesso della donna dietro di lui e volse la testa
per poterla guardare direttamente – Sono pallido, perché non ho
mangiato.-
“Menti perdio, menti e sii convincente… Perché
se non lo fai…”
Non
voleva pensare ai suoi genitori in preda alla disperazione ,
a Jolie e Harry… Vide lo
sguardo della strega farsi più duro e per riflesso, sfodero il suo sorrido da
bimbo innocente -D’accordo… Come vuoi.- la sentì
mormorare e una decina di chili volarono via dal suo cuore.
-Bene…Adesso
vado.-
Uscì
trascinando i piedi. Stava male, vedeva il corridoio
sdoppiarsi e triplicarsi davanti a lui. Cadde su una panca e si premette
entrambe le mani in petto. Doveva respirare, non poteva andare in apenea… Chiuse gli occhi … Dio, quanto è
difficile rimanere vivi quando il corpo vuole morire.
-Beva.-
Lorienaprì gli occhie Charlie mosse
lentamente il bicchiere d’acqua che aveva fatto apparire per lui. Si fissarono
per un lungo momento, poi il professore sorrise e lo studente rilassò le spalle, chissà perché aveva sempre paura di
risultare inadeguato nell’attaccare conversazione… Quasi fuori posto –Si sentirà
meglio.-
-Grazie.
Charlie.- si fece di lato sulla panca e il ragazzo si
sedette con le mani poggiate in grembo. Gli rivolse un’occhiata con la coda
dell’occhio, poi imbronciò le labbra in una piccola
smorfia – Mi dispiace.- sussurrò poggiando lo sguardo a terra.
-…
Di cosa?-
-Che
lei debba morire.-
Lorien
lasciò cadere il bicchiere e Charlie insaccò la testa
nelle spalle, imbarazzato da quello scatto. Chiuse gli occhi e poi li riaprì
sul viso dell’uomo sinceramente sconvolto –Come?- cominciò Potter
– Come lo sai?-
Charlie
si premette due dita sulle tempie -Legimanzia innata.-
-Dio
santo… Ti è bastata una frazione di secondo.-
-Mi
basta guardare negli occhi una persona.
-Hai
un dono… Eccezionale.-
Un
dono?
Davvero
inutile davvero.
Perché
non era riuscito a salvarlo…
Sentì
il basso ventre dolere, inspirò a fatica e guardò Lorien .Quell’uomo aveva senza dubbio
lo sguardo più dolce del mondo. Sembrava sempre e costantemente un cucciolo
bisognoso di coccole.
-Non
direi.-
-Perché?-
Aveva
passato l’ultima settimana a negare a cercare di scacciare dalla mente quello
che era successo, ma davanti a quegli occhi buoni si sentì
spinto a dire a sfogarsi. Lentamente mise a parole l’aggressione subita, in
modo in cui Cygnus l’aveva umiliato, neanche ad Abrhamaveva raccontato i dettagli…
Sentì le lacrime scendere, bagnargli le guance, maledizione, quanto odiava
essere così deboluccio… Poi sentì la mano di Lorien
sul capo.
-Complimenti.-
-Eh?-
-Complimenti…Sei
un vero uomo.-
Charliebattèle palpebre confuso –
Mi sta…Mi sta portando per il culo?- singhiozzò e
sentì qualcosa scendere dalla narice destra. Era sempre così quando piangeva,
si tramutava in una creatura terribile da guardare, col moccio al naso –Mi ha
fatto diventare la sua troia, cazzo!-
Lollo
scosse il capo con un sorriso sincero gli disse –Hai sopportato quello che ti
ha fatto e non ti sei impiccato… Per questo sei un
vero uomo. Fosse successo a me.- si afferrò la cravatta e mimò un’impiccagione–
E poi, sei la sua vittima, non la sua troia… -
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Jolie
fissava il fazzoletto fra le sue mani con il fiato reso corto dalla
disperazione. Perché c’era del sangue? Perché? Guardò James scioccata e
il ragazzo si passò una mano fra i capelli, Lorien stava
nascondendo qualcosa, tutti lo sapevano, da quando aveva lasciato Luna a quel modo,
e adesso quel quadrato di staffo macchiato di sangue.
E adesso che cosa diavolo si
stava preparando?
-Non
è un bel segno, vero?-
James
si specchiò negli occhi color castagna di Jolie.
Poteva dire quello che voleva, ma era Lollo il suo
preferito. Voleva bene adHarry,
ma era Lorien quello che le stappava sempre un
sorriso.
*Sì lo so. Avevo detto capitoli lunghi…Ma sono bastarda dentro lo sapete…XD
** No. Charlie si è sfogato con Lorien. Gli ha detto che gli è successo perché il suo
sguardo dolce l’ha ammorbidito e spinto a fidarsi.
Capitolo 47
E’
strano come arrivati a un certo punto ci si rassegni
serenamente a morire.
Da qualche tempo Lorien sentiva una strana pace
permeargli le ossa, la paura era sparita e ora lui non attendeva altro che
andarsene una volta per tutte e smettere di soffrire.
Il dolore al petto si era fatto lentamente continuo, ormai pativa lo star
seduti come lo stare in piedi, i medimaghi durante
l’ultima visita di controllo si erano semplicemente messi le mani nei capelli. Stai
morendo Lorien, gli aveva sussurrato CedricDiggory prima di voltare
la testa e rifiutare il suo sguardo, e lui si era ritrovato
a sorridere come un emerito coglione davanti a quelle
espressioni affrante.
Liberazione
dal corpo.
Liberazione
dello spirito.
Perdita
del dolore.
Questo
era l’unica cosa che riusciva a vedere , morire non lo
spaventava per niente ormai…Chiuse gli occhi e abbandonò la testa contro lo
schienale della seggiola, rimanere sveglia si stava facendo sempre di più una
fatica, prese un lungo respiro tremolante e come sempre poggiò una mano al
petto. Che male che sentiva, ma il calore del palmo lo
faceva stare meglio, così cercò di trovare una posizione per dormire… O per lo
meno, per riposarsi adeguatamente.
Sentì
la maniglia girare e la serratura scattare.
Lentamente
sentì la porta aprirsi.
Non
aprì gli occhi.
Era
troppo stanco per farlo.
Pensò,
pregò, che il visitatore se ne andasse. Che vedendolo in quella posizione da siesta lo lasciasse
riposare, ma così non fu. Una mano si posò sulla sua e Lorien
si ritrovò a fissare Harry da sopra le lenti degli
occhiali.
-Fratellone.-
-Questo…
un fazzoletto bordato di sangue comparve
nel pugno di Harry …Cosa
significa?-
-Non
lo senti tu stesso, Harry?- spostò la mano da sotto quella del fratello e fece in modo che il palmo di Harry schiacciasse il suo sterno. Trattenne un lamento
indolenzito e vide il fratello spalancare gli occhi .
Il suo cuore rollava come un vecchio motore scassato, anche un profano poteva
capire che gli mancava davvero poco per riposare all’ombra dei cipressi.
-Oddio
santo…-
-Sto
morendo, Harry.-
-Morendo?-
mormorò. Sentì le gambe cedergli di botto, cadde fra le ginocchia del fratello
che a fatica recuperò una posizione composta. Era la prima volta che sentiva un
cuore umano farea quel modo, sentì le
lacrime montare, e senza rendersene conto si ritrovò a frignare come un
ragazzino.
Non aveva bisogno di dettagli.
Quel frollio diceva tutto e anche di più.
Con
poche parole Lorien lo mise a corrente della sua
malattia. Di tutti i sintomi e della fine che lo attendeva
dietro l’angolo. Era calmo, mortalmente calmo. Harry
si sentì morire per la pena mentre si specchiava nei suoi occhi color
castagna-Non dire niente a mamma e
papà.-
-Cosa?
Lollo,
come posso …-
-Non
dirglielo… Non mi possono salvare e non li voglio vedere angustiati per me…
-sorrise e con dolcezza prese la testa del fratello
fra le mani. Per obbligarlo a farsi guardare e a promettere -Ti prego fratellone non dirgli niente.-
Harry
non riuscì a trovare la forza di annuire mentre Jolie,
che era rimasta in corridoio , scivolava lentamente a
terra, le mani fra i capelli –Maledizione…- singhiozzò ondeggiando col busto.
La ragazza affondò con la testa fra le ginocchia quando sentì delle braccia
attorno alle spalle. Sollevò lo sguardo e JamesRemus la fece alzare .
-No…-
-Non
farti trovare qui Lie.-
-Io…Io
non…- si lasciò portare via, trascinando i piedi. Non
aveva la forza di opporsi a quell’abbraccio che in
uno stato normale l’avrebbe mandata in bestia. Anzi,
vi si abbandonò con le poche forze che le rimanevano – Mio fratello sta
morendo…-
-Non
perdere la speranza.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Non
era riuscito a dire un chiaro e semplice “Lo
prometto.”e questo, in qualche modo, lo rendeva libero di dire ai suoi
genitori che cosa stava succedendo. Riunì le mani sul tavolo e quando sentì sua
madre gemere capì che l’aveva fatto… Aveva tradito suo
fratello.
Lily sentì il cuore scivolare in briciole mentre James
trovava una sedia e si lasciava cadere come svuotato. Entrambi conoscevano il male che aveva afflitto Lorien,
era lo stesso che si era portato viail
padre di James.
-No…-
-Sì…-Disse
loro delle macchie sul petto e i capillari rotti sul naso, le occhiaie e il
pallore cadaverico, non tralasciò nulla e vide i suoi
genitori morire un poco. Era per questo motivo che non si faceva più vedere,
era per questo motivo che si era rifiutato d’incontrarlo adducendo scuse.
-Vado
da lui.-
-James.-
-Papà!-
Purtroppo
era già sparito.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Sei
un cazzone!!!- Lorien chiuse gli occhi mentre James
attraversava la stanza e incurante delle sue condizioni di salute lo afferrava
per un braccio e lo voltava a lui a forza. Gli strinse il colletto della
camicia e lo strinse con forza spingendolo contro il muro.
-SEI
UN VERO CAZZONE!-
-Mi
stai facendo male.-
-Perché
non volevi che io e tua madre sapessimo? Perché ti sei
isolato a questo modo.-
Lorien
abbassò lo sguardo e James fece altrettanto. Gli
scostò i lembi della camicia e guardò il petto del figlio…Lividi… Il suo stesso cuore battendo lo feriva -Oddio.-si lasciò cadere addosso al figlio, che se lo
prese addosso senza emettere un suono. Era l’ultimo stadio del male. Da lì,
alla tomba, il passo era davvero breve. Sentì James
singhiozzare pesantemente contro il suo orecchio, ma non fece nulla per consolarlo.
Perché
infondo nulla poteva consolarlo.
-E’
ereditario. E’ colpa mia Lorien.-
-Ecco
perché… Non volevo sapessi niente.-
-E’
colpa mia……-
-No,
papà.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Non
poteva accettarlo, non poteva farlo… Era troppo
ingiusto.
Lorien
non poteva morire, aveva solo trentadue anni.
Aprì
il libro che aveva di fronte e si sedette alla luce della lampada, Lily aveva
provato a dissuaderlo a lasciar fare alla medicina,
per poi cedere e sedersi accanto a lui. La magia poteva salvare il loro figlio?
Non
lo sapevano… Ma potevano provare…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Mi
spiace Lollo…- Loriensollevò le palpebre con un gemito mentre Jolie
saliva sul letto accanto a lui esi
accucciava in mezzo alle sue ginocchia leggermente alzate. La testa poggiata
sul suo fianco sinistro
-Mi spiace.-
-Non
fa niente.- le poggiò una mano sul capo e strinse leggermente i suoi boccoli
rossi -… Non fa niente…-
-Davvero, non c’è cura?-
-No…
Nessuna.-
-Tu
non…-
-Oh
sì Lie…Posso morire.-
Tirò
il fiato. Non sapeva che in quel momento Lily stava informando Luna di quello
che era successo e di cosa l’aveva spinto a fare lo stronzo
a quel modo. Non lo sapeva e non gli importava. Al momento sentiva solo una
strana pace, una serenità mai provata prima.
Lentamente
chiuse gli occhi e si lasciò cadere nel buio.
Un vero Natale di merda, ecco cos’era quello… Lorien stava morendo,tutti
lo sapevano e purtroppo nessuno poteva impedirlo, l’u
Capitolo 48
Un
vero Natale di merda, ecco cos’era quello… Lorien stava morendo,tutti lo
sapevano e purtroppo nessuno poteva impedirlo, l’ultimo attacco era stato
violento come non mai, Jolie l’aveva sentito
gorgogliare nel sangue e soffocare lentamente, aveva avuto la prontezza di
spirito di girarlo e farlo sputare, ma non era
riuscita ad impedire che il grande cuore del suo fratellone
venisse danneggiato ulteriormente. Ormai era questione di poco. La Nera Signora camminava per i corridoi
di casa Potter.
Lorien
uscì dal bagno trascinando le pantofole. Era stata una nottataccia, il dolore
al petto non l’aveva fatto dormire e i suoi lamenti non avevano fatto chiudere
occhi ai presenti, perché tanto ormai, non aveva più senso ingoiare il dolore, se
stava male poteva strillare quanto gli pareva. Si asciugò la bocca col dorso
della mano e sollevò lo sguardo alla vista dell’ombra che si era disegnata ai
suoi piedi –Gin?- disse con un sorriso e la donna parve cambiare faccia.
-LORIEN LOUIS POTTER!- un ceffone di una
potenza inaudita si abbatté sul viso del povero Lollo,
che debole com’era finì ad abbracciare una parete prima di cadere per terra. Si
portò una mano alla guancia arrossata e portò su Ginny
uno sguardo sconvolto –SEI UN VERO IDIOTA!- gli disse questa mentre Harry, James e Lily raggiungeva
la scena correndo e Jolie usciva dalla sua camera
tenendo in mano le cuffie dell’i-pod.
-Perché?
Che ho fatto?- Ginny
digrignò i denti e l’uomo a terra si sentì con entrambi i piedi in una fossa
senza nome, si alzò in piedi e scosse la testa. La botta l’aveva tramortito e
ora era molto più confuso di quanto non fosse all’entrata nel bagno – Senti… Lo
so, con Luna sono stato uno stronzo, ma credimi a lei
è andata meglio così…-
Si
vedeva con un certo RolfScamander,
un bravissimo ragazzo che aveva fatto della sua passione per l’erboristeria un mestiere. Gin sentì gli occhi riempirsi di
lacrime e Lorien le rivolse un sorriso stanco – Lo
so…Ha sofferto.- disse intuendo i suoi pensieri –Ho fatto lo stronzo, l’ho spinta ad odiarmi,
ma ora capirai anche tu che lo facevo per il suo bene.-
-Non
ti ho rivolto la parola per un anno.-
-Lo
so, ma non fa niente.-
-Dio
vorrei ucciderti…-
Lorien
ridacchiò mentre la donna gli poggiava una mano sulla guancia.– Non puoi
aspettare un paio di mesi per ballare sul mio cadavere e risparmiarmi una morte
violenta?- una lacrima rigò il viso di Ginny, non molti riuscivano a comprendere e tollerare il
suo umorismo nero-Scusami.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La prima cosa che Charlie
avvertì aprendo occhi fu il dolore al braccio sinistro. Una morsa che lo fece sussultare
prepotentemente sotto la coperta che gli avevano
buttato sulle ginocchia e che lo costrinse a battesi una mano sulla pelle
crepata del Marchio e a gemere un "Ah...Merlino..."che lo piegò in avanti sulle ginocchia. Il sangue aveva
ripreso a scorrere, denso e malato e di un colorito per niente rassicurante. Il
ragazzo arricciò il naso infastidito, emanava un odore vomitevole che sentiva
scendere in gola assieme all'aria.
-Come
diavolo è possibile.-
Sollevò
lo sguardo e sorrise.
-Perché
il tatuaggio non funziona?-
Aveva
piegato Abrham con facilità ,
lo aveva visto sciogliersi come un pugno di neve stretto in una mano nel giro
di pochi minuti, ma quel piccolo bastardo, era ancora presente a sé stesso e
non sembrava intenzione a cedere da lì a qualche minuto.
-Volevate
il legimante…Eccolo…-
Bellatrix
strinse la mascella in una smorfia bestia e un secondo dopo Charlie
fu piegato da una violentissima Crucio. Piombò a
terra su un fianco e lì, rimase mentre la strega si chinava su di lui e lo
afferrava per i capelli – Mi fai schifo…- gli sussurrò all’orecchio mentre gli
tirava indietro la testa –Hai la stessa faccia tosta
di quella schifosa di tua madre…-
-Doveva
essere una gran donna Hestia…-
La
Mangiamorte strabuzzò gli occhi.
Hestia?
Come diavolo faceva a sapere…
-Lo
so… -
Per
la sorpresa Bellatrix perse la presa sui capelli del
ragazzo, che si tirò indietro di scatto e gli assestò un paio di colpi di nuca
al naso. La donna crollò a parte dietro, il viso coperto di sangue.
-Peccato
che non ho la bacchetta.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Le
feste di Natale alla Tana si svolgevano sempre allo stesso modo. Le chiacchiere , le risa, erano sempre le stesse ogni anno. I giochi dei bambini cheingombravano il pavimento, il vecchio Grattastinchi appollaiato sulle
ginocchia di Hermione, Ninfadora che ogni due passi finiva per terra, a causa di questo o di un altro
impedimento… E come sempre Jolie
seduta sui gradini a guardare gli altri ballare.
Lorien
sospirò.
Era
bella la normalità.
Uscì
sul portico, nonostante l’atmosfera allegra gli facesse bene al cuore, il caldo
del camino lo stava facendo sudare. Inspirò profondamente l’aria fredda della
sera e si volse, al suono di quei passi trascinati alla sua sinistra –Ehi.-
disse mettendo mano alla bacchetta –Chi?-
Charlie
sollevò le mani in segno di resa e Lorien abbassò l’arma.
-Ragazzino…Che
staifacen…- si bloccò, alla
vista delle ferite di Charlie, si era battuto, si
vedeva lontano un miglio, gli si avvicinò di un passo e il ragazzo gli cascò
praticamente fra le braccia. Aveva la schiena aperta da ferite slabbrate, frustate
per spezzare un carattere troppo forte. Lo trascinò verso la porta di casa, poi
prese forza e lo sollevò portandolo dentro a braccia,
fortunatamente il ragazzo era leggero e lui si sentiva piuttosto bene in quel
momento.
-Aiuto!-
Aprì
la porta con un calcio e barcollò dentro.
-Aiuto,
maledizione!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Ciao.-
Charliebattèle palpebre confuso mentre Emmie
si allargava in un sorriso –Hai dormito due giorni, sai?- era appoggiata al
bordo del letto, il viso poggiato fra le mani e la sedia leggermente spostata
all’indietro-…Sei discretamente
adorabile mentre russi, ma ormai mi stavo annoiando a guardarti.-
Il
ragazzo si portò una mano alla fronte, ma
dov’era?
Non se lo ricordava. E perché la piccola Lupin era vicina a lui?
-Sei
a Godric’s Hollow.-
-Dove?-
-A casa dei genitori del professor Potter per capirci.-
Vero!
Scappando aveva cercato di pensare a un posto dove
nascondersi e stranamente gli era venuta in mente una persona. Il professore
dagli occhi buoni, sorrise, l’aveva trovato prima di svenire che culo. Si tirò a sedere, sentiva il
petto costretto da fasce pruriginose e questo gli strappò un lamento, Emmie lo aiutò poggiandogli una mano fra le scapole e lui
le rivolse uno sguardo grato.
Quella ragazzina , gli era sempre
piaciuta.
-Vuoi
mangiare?-
-…-
-Charlie?-
Emmie
si volse a seguire il suo sguardo fisso e ridacchiò divertita quando capì che
cosa aveva colpito l’attenzione del ragazzo . John
appoggiato al battente della porta, bello come solo lui sapeva essere appena
sveglio e con indosso solo un paio di boxer e una maglietta a maniche corte.
-Ti
sei svegliato.- sbadigliòPaciock.
-Proprio
adesso.-
-Bene.-
si allontanò grattandosi i reni e Charlie si ritrovò
accanto alla risatina malvagia di Emmie.
La ragazza stava soffiando sulla tazza di latte che aveva fatto apparire per
lui e intanto sghignazzava sotto i baffi.
-Perché
stai ridendo?-
-Perché
avevo ragione.-
-Ragione?-
-John
è talmente bello che piace proprio a tutti. Anche agli
uomini.- non c’era traccia di disgusto o di scherno nella sua voce. La sua era una semplice constatazione e forse fu per questo che Charlie si sentì avvampare di vergogna. Perché
ad una presa in giro sapeva come reagire, ma alla verità…
-NON
SCHERZARE!-
-Non
sto scherzando.-
-NON
MI PIACE.-
-Allora
perché ti stai arrabbiando?-
-Beh…-
Emmie
gli si avvicinò e con un largo sorriso gli soffiò all’orecchio- Ti dico un
segreto.- gli disse mentre Charlie piegava la testa
verso di lei -…Sinceramente non so che gusti abbia
John, ma credo che tu abbia qualche chance. Gli interessi in qualche modo, si
vede…-
Un vero Natale di merda, ecco cos’era quello… Lorien stava morendo,tutti
lo sapevano e purtroppo nessuno poteva impedirlo, l’u
Erano
passati un paio di giorni da quando Charlie
si era svegliato a Godric’s Hollow
e già era in grado di muoversi dal letto, di scendere le scale e di portarsi
fino alla cucina, dovevide per la prima
volta Harry. Di spalle, chino sulla moka, l’Auror gli era parso Lorien, poi quando
l’uomo si era voltato ritrovato a degli
occhi verdi che non avevano nulla di familiare – Ciao Charlie.-
lo salutò con un sorriso, sollevando lo sguardo dalla
chicchera e sorridendo al ragazzo impalato sulla porta –Io sono Harry. HarryPotter.-
“Il Bambino Sopravvissuto.”- Piacere di
conoscerla.-
Harry
sollevò una mano e Jolie, che era alle spalle di Charlie rise forte – Dammi del tu
per favore… Sono ancora piuttosto giovane.-infondo a
trentaquattro anni un uomo non può assolutamente essere definito vecchio, il
ragazzo annuì mentre Lie gli appoggiava le mani ai
fianchi e lo faceva spostare di lato la porta per entrare. Era in pigiama e
deliziosamente spettinata si avvicinò al fratello e gli schioccò un bacio sulla
guancia – Ma Gin ti ha sfrattato che stai sempre qui?-
-Ti
do fastidio?-
-Monopolizzi
l’attenzione.-
-Non
è affatto vero…- Harryserrò
le guance e Jolie gli lanciò un’occhiata che valeva
più di mille argomenti. Potevano dire e fare quello che volevano , ma si vedeva che i coniugi Potter,
stravedevano per il loro prezioso primo genito. A
tratti, gli altri due, si sentivano come gli esperimenti andati a male.
-Oh
sì che è vero. – guardò oltre Charlie
–Vero Lollo?-
-Io
l’ho sempre detto.- Quella mattina Loriensembrava più morto che vivo, Charlie
lo guardò trascinarsi fino al tavolino, sedersi con un gemito e portare gli
occhi color castagna verso la sorella con una smorfia che voleva dire “Una tazza di latte, per carità…”
-Zucchero?-
-Voglio
morire diabetico.-
-Lo
prendo per un sì.-
Lorien
rise e finalmente rivolse l’attenzione al ragazzo che era rimasto accanto alla
porta – Allora?- gli chiese piegando leggermente il capo –Come andiamo?- Charlie si massaggiò la schiena e lui ,
allargò il suo sorriso, scrollando leggermente la testa –Beh, è normale che ti
faccia male.-
-Sì
lo so.-
-Ti
farà piacere sapere che gli Auror stanno organizzando
una missione per recuperare Abrham.- si allungò con uno sbuffo e fece segno al ragazzo di sedersi
vicino a lui. Nel delirio dovuto alle ferite lo avevano sentito parlare dell’amico
e a trozzi e bocconi erano riusciti a capire che era
nei guai . Che lui non era riuscito a ribellarsi al
marchio nero –Passata la luna piena, andremo a prenderlo.-
disse Harry.
-Grazie.
-Di
nulla.- rubò un morso dalla brioches che Lorien stava per addentare e si diresse verso il camino,seguito dagli improperi del fratello minore. Non si accorse
della presenza del padre, che alla finestra aveva seguito tutto il discorso e
salutò i congiunti e Charlie con un poco educato
-Baciatemi
il sedere tutti e due.-
-Non
lo si direbbe il messia della Comunità Magica, vero?-
chiese Jolie mentre Charlie
sollevava le sopracciglia perplesso da quello scatto di volgarità in un uomo
apparentemente molto fine e delicato. Prese l’ultimo sorso di latte che rischiò
di andargli di traverso quando Emmie
entrò nella stanza.
La
piccola si avvicinò a Lorien e si appoggiò alla sua
schiena mentre lo abbracciava al collo – Come ti senti oggi?- gli chiese all’orecchio
e l’uomo fece spallucce. Era stanco di sentirselo chiedere, ma Emmie aveva lo stranissimo dono di non risultare
mai inopportuna. La ragazzina gli schioccò un baciotto
sulla guancia , poi a sorpresa ne poggiò uno anche a Charlie.
-Mah?-
Emmie
guardò oltre la sua spalla, ma il ragazzo non ebbe il bisogno di girarsi , John fece il giro del tavolino e si portò vicino a Jolie- Morso.- disse chinando la testa verso il dolcetto
che la ragazza stava mangiando.
-Con te mi è impossibile morire avvelenata.-
-Perché?
– le chiese John a bocca piena.
-Perché moriresti
assieme a me.-
Charlie
brontolò qualcosa eEmmie si
avvicinò ancora di più al suo viso, in modo che solo lui postesse
sentire le sue parole –Si vogliono tanto bene, ma sono come fratelli. – il
ragazzo non potè fare a meno di rasserenarsi prima di
arrossire –Maledizione.- le disse mentre le toccava la punta del naso con il
suo – A me non piace.-
-Certo,
come no.-
-Emmie!-
-Non
è per dire niente… Ma sbavi ogni volta che lo vedi.-
-NON
E’ ASSOLUTAMENTE VERO!-
Emmie
fece una faccia come dire –Se ne sei convinto tu…-
tornò a stringere le braccia attorno alle spalle di Lorien
e poggiò la guancia fra i suoi folti capelli neri. L’uomo piegò leggermente il
busto in avanti e sorrise, in un modo che haCharlie non piacque per niente.
Poveretto,
non poteva certo sapere dell’udito sovrumano di Lorien
e che il suo mezzo segreto era finito nelle mani di un individuo, moooooooooooooooooolto pericoloso.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-JAMES REMUS BLACK!-
Charlie
si tirò a sedere con un balzo mentre James
attraversava di corsa il salone di Godric’s Hollow seguito da una Jolie
armata di scopa, si grattò la testa perplesso e ritirò
le gambe al petto quando il grifondoro salì sul
divano dove si trovava lui per poi saltare oltre lo schienale. Mio Dio, aveva
dormito solo una diecina di minuti, che diavolo poteva aver
combina… OH MAMMA!
Abbassò
la testa fra le ginocchia e uno scopa rotante gli
passò sopra con la potenza di un tornado in miniatura, il ragazzo si volse e
vide Jolie in posizione da lancio e sentì James cadere con un urlo soffocato – Così impari bestia!-
strillò la rossina per poi raddolcirsi alla vita di Charlie e del suo sguardo spiritato –Ti ho spaventato?-
-Terrorizzato.-
-Scusami.
–
-
Di nulla.- In quel momento le avrebbe anche scusato un omicidio a mano armata –Invece
di litigare in questo modo non fareste prima a lasciarvi?- vide Jolie strabuzzare gli occhi e James
rise dal pavimento su cui era ancora steso -… O no?-
-CHARLIE, NON NOI STIAMO ASSIEME!-
-Ah,no?-
-Assolutamente,no…-
-Sembra
il contrario.-
Jolie
stava per sbottare in una pletora di maledizioni quando James , che aveva fatto il giro del divano strisciando sui
gomiti, le saltò alle spalle e le schioccò un bacio apiena bocca, che la lasciò stordita per
qualche secondo –DEVI SMETTERLA, DANNATO PERVERTITO!-
Ripresero
a correre quando la porta finestra che dava sul cortile si aprì con un cigolio
e John e Ted entrarono grondando acqua . I due guardarono Jolie, che
stava cercando di strangolare James con il filo della
tenda, poi si volsero verso Charlie come se fosse
stata la cosa più naturale del mondo –Ti hanno svegliato?- gli chiese Teddy.
-Già…-
-Sono
due bestie.- disse John .
-Perché
siete bagnati?-
I
due ragazzi rabbrividirono e guardarono verso il giardino. Dal divano, Charlie vide il pezzo inferiore di una scala e un paio di
pantaloni di velluto marrone scuro. JamesPotter che stava pulendo le grondaie?
-E
come?-
-Non
lo chiedere. – John incrociò le braccia al petto e si sfilò il maglione, Charlie per riflesso abbassò lo sguardo e James inspirò profondamente. Da quando era diventato animagus la potenzia del suo fiuto si era
decuplicata, riusciva a sentire cose che sfuggivano persino a suo padre.
-Tu
guarda…- disse mentre Jolie finalmente si arrendeva e
si lasciava abbracciare e sbaciucchiare la guancia, con l’aria di chi, ormai , ha perso ogni speranza -… Che bella novità.-
John
prese una felpa dalla pila di panni che Lily aveva appena ritirato e con un
fischio attirò l’attenzione di Lorien – Te lefreghiamo .- disse quando questo andò ad
affacciarsi dalla porta della sua camera e tirò su il pollice in segno
affermativo – Tieni Coccolo.-
Ted
prese la felpa che John gli tendeva e con la coda dell’occhio captò lo sguardo
improvvisamente divertito di James. Lo guardò e il ragazzo
gli fece segno di rivolgere la sua attenzione a Charlie“Non capisco.”
Pensò innocente come al suo solito.
-Quando mai tu capisci.-
si lamentò il maggiore dei fratelli Black alzando una mano sopra la testa per
poi lasciarla ricadere sul fianco.
-James.-
Abbassò
lo sguardo verso Jolie.
-Amore
adorato?-
-Mi
lasci andare?-
-No.-
-Perché?-
-Ci
sto comodo appoggiato a te.-
-Io
no.-
-Problemi
tuoi.-
La
dirotto verso la cucina e quando fu abbastanza lontana dagli altri le sussurrò
all’orecchio- Sai, ho come l’impressione che queste vacanze saranno molto più
divertenti del previsto!-
* Non ho capito perché il fatto che Cedric sia vivo vi ha sconvolto
* Non ho
capito perché il fatto che Cedric sia vivo vi ha
sconvolto.
Non ho seguito la storia e ad afferrare la passaporta
durante la finale dei Tre mago è stato solo Harry.
CAPITOLO 50
In
quegli anni molte volte se l’era chiesto, ma che cos’è
l’amore. Quello che ricordava, il tenero affetto di Alecto, quello poteva essere chiamato in quel modo, o era
qualcosa che trascendeva la parola stessa e andava ben oltre. Charlie non lo sapeva e questo lo spaventava parecchio. Perché
questo voleva dire che nessuno oltre a quella donna morta ammazzata lo aveva
amato , che nessuno oltre a lei gli aveva voluto anche
un po’ di bene. L’anno si stava trascinando stancamente verso la sua naturale
conclusione e Lorien era entrato
nell’ultima fase della malattia. Quella più terribile, quella da cui sapeva,
non sarebbe più tornato indietro.
Il
suo fisico stava cedendo lentamente, si appisolava nel bel mezzo di una
discussione e perdeva l’orientamento dal bagno alla sua camera da letto. Il suo
cervello stava collassando su se stesso e purtroppo,
nei momenti di lucidità, riusciva a capirlo.
Cedric
era stato chiaro, gli aveva spiegato l’iter della malattia e da vero amico non
gli aveva nascosto niente, non lo aveva illuso e in silenzio gli aveva fatto
capire di essere un condannato a morte. Non aveva parlato,
gli era bastato scrollare la testa per farsi intendere.
Tutti
lo sapeva, ma nessuno sembrava voler fare i conti con la dura realtà. Come
tanti struzzi nascondevano la testa sotto la sabbia e si
auto-illudevano dell’arrivo di un miracolo. Piton
stava lavorando ad una cura e chissà perché erano convinti che Lorien
sarebbe sopravvissuto fino a quel giorno.
Charlie
scosse la testa. O erano diventati tutti ciechi o solo
lui riusciva a vedere la verità?
Il
prof. se ne stava andando, ogni giorno, un pezzetto alla volta. Lui l’aveva
capito da tanto, ma nessun’altro sembrava disposto a farlo, eppure…
Sempre
più spesso Harrydormiva a Godric’s Hollow nella camera del
fratello, così come Jolie, con la scusa del bacio
della buona notte alla fine s’infila sotto le coperte con Lorien. Tutti avevano paura e invece di farsi forza gli uni
con gli altri negavano la verità contro cui stavano
battendo la testa e tiravano avanti da soli.
Charlie
poggiò il vassoio sul tavolino e guardò i tre fratelli dormire. Harry, ancora in tenuta da Auror,
sonnecchiava su una sedia. Le braccia piegate sul bordo del
materasso e la fronte schiacciata sul dorso della mano. Jolie, pisolava sulle coperte, con la testa poggiata sulla
spalla di Lorien e il braccio sinistro attorno alla
sua vita e tenere l’altro fratello per una manica del maglione. Lorien era nel mezzo e si lamentava leggermente ad ogni
respiro.
Il
ragazzo arretrò di un passo, nonostante il dolore permeasse la scena, l’amore
che si respirava assieme ad esso era tale da farlo
sentire quasi in pace.
Si
allontanò senza far rumore, inciampando in Lily che guardava i suoi figli con
le mani nascoste dal grembiale che indossava sempre.
-Signora.-
disse mentre si faceva di lato per permettere alla donna di guardare il letto e
le sue creature farsi forza senza dire nulla , Lily
gli sorrise e gli fece segno di chiudere la porta – Andrà tutto bene.- disse
lentamente, quasi ne fosse veramente convinta – Io lo so. Lui non morirà.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
L’erboristeria
della famiglia Scamander era una specie di tana di
tasso dalle pareti ingiallite. Ginny si guardò
attorno mentre le assi del pavimento scricchiolavano sotto il suo peso. Luna era
seduta al bancone e la donna diede un piccolo colpo di
tosse per attirare la sua attenzione. La guardò voltarsi verso di lei e
sorriderle mentre si alzava con un sorriso.
-Ciao.-
disse la bionda all’amica e tese le braccia verso di lei per farsi abbracciare,
ma Gin non si mosse e lei le rivolse un’occhiata perplessa –Che succede?- le
chiese mentre faceva il giro del banco.
-Cos’è
questa storia?-
-Che
storia?-
-Lily
me l’ha detto sai?-
Luna
volse la testa e Ginny la prese per le spalle per
costringerla a farsi guardare
–Maledizione Luna hai capito bene che cosa è successo?
E perché Lorien si è
comportato a quel modo?- si era fatto beccare da Luna con una ragazza con più
tette che cervello e invece di scusarsi le aveva rivolto un sorriso da bimbo
beccato con le mani nella marmellata –Voleva farsi lasciare! Ti ha provocata!-
-Sì,
ho capito non sono stupida.-
-E
allora perché?-
-Non
voglio vederlo?-
Era
talmente assurdo che Ginny non riusciva a dirlo. Non
capiva perché Luna non vedesse vedere l’uomo che aveva
amato ininterrottamente dai tredici anni fino ai trent’uno.
Sapeva che stava morendo, sapeva che… Guardò Luna e il labbro inferiore che
stava stringendo fra i denti –Tu non amiRolf.- Brutale? Forse un
pochino, ma non aveva tempo per fare la personcina
delicata, a differenza di Harry e il resto della
famiglia Pottersapeva che i giorni di Lorien si contava sulle
dita di una mano.
-Non è vero.-
-Sono
tua amica, parlo per il tuo bene.-
-Se
sei mia amica, lasciami in pace.-
Ginny
scosse il capo e Luna si allontanò da lei muovendo le braccia per divincolarsi
dalla sua presa, tornò al bancone e la signora Potter
strinse le braccia attorno al busto, fisicamente gelata dalla sua indifferenza.
Chiuse gli occhi e volse le spalle all’amica di sempre – Lorien
passa tutti i pomeriggi adHyde
Park… Se ritorni in te, sai dove trovarlo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Si
stava appisolando.
Come
era diventata sua abitudine, nell’arco di un
pensiero.
Lorien
si sentì scivolare lungo lo schienale della panchina mentre le gambe lo reggevano
a stento, lo sapeva, era arrivato il momento di
smettere con le passeggiate se non voleva accorciarsi la vita con le sue mani. Luna
lo guardava da lontano, alla fine non era riuscita a scacciare le parole di Ginny dal suo cuore e in punta di piedi si era avvicinata a
quella panchina e all’uomo che si era costretta a non amare.
-Lorien…-
Sembrava
così stanco, così malato.
Eppure…
Era ancora bello come il principe del suo libro preferito. Si avvicinò di un
passo, si era autoconvinta di non amarlo, ma ora che
lo vedeva, non poteva non avvicinarsi, non poteva non appoggiare le mani sulle
sue. Lorien aprì gli occhi e lei si trovò a piangere
mentre crollava in ginocchio ai suoi piedi e lo abbracciava ai fianchi.
-Luna…-
mormorò il professore mentre accarezzava la testa poggiata sulla sua pancia – Perché
piangi?- Era una domanda che non aveva senso, lo sapeva perché era lì e perché stava
piangendo, ma doveva riempire il vuoto e coprire il rumore di quelle lacrime.
-Sei
un idota! Perché non mi hai
detto niente! IDIOTA! IDIOTA! IDIOTA!-
-Mi
dispiace…Non volevo trascinarti con me verso la fine.-
-Ci
sono già! Ci sono già!-
Sentì
la mano di Lorien muoversi fra i suoi capelli per poi
bloccarsi e serrare le dita in risposta ad una
violenta crisi di tosse. Luna vide il sangue filtrare fra le due dita e tremò
visibilmente mentre lo sguardo di Lorien si spostava
dal suo viso a un punto imprecisato dietro di lei.
-Luna.-
-Sì?-
-Cos’è
quella bestia?-
La donna si volse, fra i cespugli c’era un animaletto
peloso con enormi occhi azzurri- Oh mio Dio,…- mormorò
mentre sentiva la mano di Lorien scivolare dal suo
capo e poggiarsi pesantemente sulla sua spalla. Era come glie l’aveva sempre
descritto suo padre, era un… –NARGILLO!- Si volse verso Lorien
–Amore è un…-
Si
bloccò, la testa di Lorienera
scivolata in avanti sul petto e sembrava non respirare. La donna balzò
in piedi e gli prese il viso fra le mani–Lorien…- gridò in prenda
al panico–Lorien! Amore ti prego!-
-LORIEN!-
Fine capitolo.
* Non ho capito perché il fatto che Cedric sia vivo vi ha sconvolto
*fugge
da una turba di lettori inferociti.* Cavolo, chi si immaginava che Lollo fosse così amato!
Lorien era morto fra le braccia di Luna, senza dire una parola di addio
era scivolato verso la fine, senza soffrire troppo a d
Lorien
era morto fra le braccia di Luna, senza dire una parola di addio
era scivolato verso la fine, senza soffrire troppo a dispetto della malattia
che l’aveva consumato.Un sorriso c’era
sulle sue labbra e questo, in qualche strano modo, riuscì a confortare Lily.
Nel momento della fine il suo bambino non aveva avuto paura,
non aveva sofferto, anzi, si era sentito bene, per la prima volta dalla
comparsa del male. Aveva composto il suo corpo con le sue mani, gli aveva
allacciato le scarpe e messo al polso quel vecchio orologio col quadrante sfondato che era stato di James*
e poi si era lasciata cadere accanto a lui, la testa appoggiata al suo
fianco.
Era
freddo. Non respirava. Era morto sul serio.
Chiuse
gli occhi e si tappò le orecchie con le mani.
Voleva
rimanere lì, con lui. Non voleva uscire da quella stanza, non
voleva vedere James distruggersi con le sue
mani. Jolie ed Harry piangere, senza avere il
conforto di poterlo fareabbracciati.
Voleva avere un’assurda, malata parvenza di normalità accanto a quel corpo che
profumava ancora di buono.
Sentì
bagnato esi portò una mano alla bocca.
Stava piangendo? Erano lacrime quelle?
Si passò il dorso della mano sul viso…Sì, se ne stava
andando.
James
sollevò lo sguardo dalla bottiglia che teneva davanti e volse la testa verso la
camera alle sue spalle. Lily stava piangendo, era
quasi ora. In quei giorni si era comportata come una madre coraggio, non aveva
pianto e aveva tirato avanti la baracca per tutti, era quasi ora che si
sfogasse. Guardò il suo riflesso nel bicchiere di liquore che stava stringendo.
E
lui, come si stava sfogando?
Aveva
urlato, sfasciato una sedia e poi?
Si
era trovato davanti Jolie e aveva pianto fra le sue
braccia prima di trovare la via dell’alcool e non dare più retta a nessuno. Non
che Remus e Sirius non ci avessero provato, ancora una volta si era dimostrati dei
veri amici, ma lui non aveva voluto sentire ragioni.
Si
era aggrappato alla bottiglia, si era aggrappato alla
pace della sbronza.
Sorrise, che uomo di merda che era. Se fosse stato un
altro non avrebbe lasciato Lily a piangere da solo, ma lui era una schifezza
ambulante e non aveva la forza di alzarsi da quella poltrona.
Si versò l’ennesimo cicchetto della serata e
attraverso il fondo del bicchiere guardò Harry e Jolie seduti in veranda, sui gradini che portavano al
giardino. Ora che non c’era più Lollo a fare fa collante dovevano trovare un modo per tirare avanti
da soli.
-Cercate di trovare un punto di contatto…-
La realtà era quella.
Erano
troppo diversi.
Harry
lo sapeva bene per questo motivo aveva sempre lasciato fare a Lorien la parte del fratellone . Lui, in quegli anni, si era limitato a fare da ciambella
di salvataggio nei casi di emergenza e a beccarsi
qualche bacino . Volse la testa. Jolie stava
pizzicando con due dita il braccialetto di caucciù che teneva arrotolato
attorno al pugno sinistro–E’ quello di Lollo.- le
disse . Lily li aveva regalati a tutti e tre,erano uguali , ma si vedeva che quello era troppo grande
per il polso sottile di Lie. Infatti
la ragazza annuì senza staccare gli occhi dalla vecchia casa sull’albero che Lorien aveva costruito per lei e gli altri.
-Lo
portava sempre.-
-Lo
vuoi tu, Harry?-
-No. Tienilo.-
Voleva
fare conversazione. Riempire quel vuoto desolante che sentiva, ma evidentemente
questo andava oltre le sue capacitò, fece aderire le
palme delle mani e le infilò fra le ginocchia come per scaldarle. Era il 30
dicembre. Faceva freddo.
-Hai
anche tu quest’impressione?-
Harry
sollevò lo sguardo e Jolie girò la testa verso di
lui.
-E’
come se fosse intrappolata in uno di quei sogni dove lo sai che sogni , ma non riesci a svegliarti. Vorrei svegliarmi, vorrei
andare nella camera di Lorien e sentirmi chiamare pulcina, lo vorrei tanto, ma non riesco
a svegliarmi…-sentì le lacrime scorrere
e nello stesso momento le braccia di Harry serrarsi
con forza attorno alle sue spalle. Stava singhiozzando anche lui e lentamente
si appoggià alla sua spalla.
Lui
e Lorienavevano lo stesso
odore.
Che
strano, era la prima volta che ne rendeva conto.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Un
Malfoy non piange. Mai. In nessuna circostanza. Draco lo sapeva bene e per questo motivo non riusciva a
sopportare quelle goccioline bagnate lungo il dorso della sua mano. Tirò su col
naso e chiuse gli occhi per frenare gli argini e cercare di ricostruire la sua
facciata, si stava facendo schifo da solo. Un uomo non si comporta in questo
modo.
-Era
ora che tu lo facessi.- Sollevò lo sguardo ed Hermione
si tirò in un sorriso. Si chiuse la porta alle spalle e Draco
allontanò la sedia dalla scrivania e la girò verso di lei. La donna gli si
accucciò fra i piedi e dolcemente gli asciugò le guance – Stai
piangendo un amico. Non hai nulla di cui vergognarti.-
-Sì
però…-
-Sì
però, cosa?-
-Io
non…-
Non
gli piaceva sentirsi debole. Non gli piaceva farsi consolare. Hermionelo prese per le maniche
della camicia e con uno strattone se lo tirò addosso. Aveva imparato molto tempo prima che se voleva dare un po’ d’affetto a quel
testone di cui , suo malgrado, sia innamorata come una pera cotta doveva usare
le maniere forti.
Draco
si aggrappò al bordo del tavolino per non finirle addosso e senza capire che
cavolo voleva si lasciò portare seduto davanti a lei. Decisamente
ragionava alla rovescia quella donna, perché invece di una carezza o un bacio
gli arrivò un sonoro ceffone a mano aperta.
-HERMIONE!-
-Bene
questa è la tua punizione per aver pianto.-
L’uomo
si massaggiò la guancia senza capire.
-Adesso
puoi venire qui e sfogarti quanto vuoi.-
Gli
tese le braccia e Draco rise forte nonostante le
lacrime. Le si accucciò in grembo e per una volta si
lasciò coccolare. Chiuse gli occhi spalancandoli di colpo quando la porta dello
studio si aprì cigolando – Ron?- chiese Hermione mentre Draco si
asciugava gli occhi col dorso della mano. Aveva saputo di Lorien
da Cedric, ma non aveva avuto il coraggio di
presentarsi a Harry. Il loro rapporto si era molto raffreddato
e non sapeva se poteva fargli cosa gradita e poi…
C’era
una cosa che voleva parlare con Draco.
-Ciao.-
-Come
stanno…-
-Secondo
te Lenticchia?-
Il
rosso mugugnò qualcosa mentre sedeva sul pavimento a gambe incrociate –Ascoltate.
– disse mentre sfilava una cartellina
dalla borsa che portava a tracolla– Questi sono i referti medici di Lorien e c’è qualcosa non va…-
-
Qualcosa non va?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Non
poteva continuare a quel modo.
Lo
sapeva, ma non riusciva a smettere.
Stava
troppo male per curarsi della sua salute, per ricordarsi di mangiare.
Per
ricordarsi dei due figli che gli erano rimasti accanto.
Lily
si era costretta a ingollare un po’ di ministra, sotto
lo sguardo attento di Andrea aveva ingollato un pezzetto di pane e alla fine si
era stesa stremata da quello stress che era mangiare. Sirius ci aveva provato con tutte le sue forze a
costringere Jamesa
imitarla, ma non poteva mica prendere un imbuto per infilargli in bocca il
mangiare. Poggiò il piatto sul tavolo e si alzò dalla sedia che aveva infilato
fra James e la sua solita bottiglia di liquore. Andò
in cucina e si appoggiò al lavello.
-Sis?-
-Non
riesco a farlo mangiare.-
Andrea
gli appoggiò un bacio su una spalla.
-Remie dov’è?-
-Con
Lily.-
Sirius
guardò James e scosse il capo. Invece di occuparsi di
Lily avrebbe dovuto badare a Prongs, era lui quello
che si stava facendo del male. Chiuse gli occhi e si strizzò la radice del naso
con due dita, maledizione, non potevano andare avanti così .
-Sis.-
-Cosa?-
Harry
aveva preso il piatto dal tavolino e si stava avvicinando al padre. James sollevò lo sguardo mentre Harry
sedeva di fronte a lui, si fissarono per un lungo momento e poi si lasciò
imboccare dal figlio – Grazie papà.- mormorò Harry e Prongs annuì mentre si costringeva a mandare giù e a non
vomitargli sulle scarpe.
-Prego.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
C’era
qualcosa che non andavain quelle
certificazioni, Draco leggeva a testa bassa quei
parametri e Ronpoteva
sentire quasi le rotelline del suo cervello girare
vorticosamente e scontrarsi le une con le altre –Allora?- gli chiese Hermione e Ronald si grattò la
testa. Come membro dello staff amministrativo delSt.Mungo era riuscito a mettere le mani sui referti clinici
di Lorien, aveva letto della sua malattia e si era
stranito del fatto che l’uomo fosse morto tanto presto –Beh…- disse Mione –Lollo era anche malato di
cuore.-
-Sì,
ma c’ha mosso troppo poco per morire. Ho letto tutte
le possibili varianti del male e Lorien se ne era andato lo stesso troppo presto.- Dra?-
chiese notando lo sguardo improvvisamente spiritato dell’uomo. A differenza sua
Draco si raccapezzava nei rudimenti della medicina e
aveva capito da che parte si leggevano quei grafici.
-Hai
capito cosa non va.-
-Chi
era il medico di Lollo?-
-Cosa?-
-CHI
ERA IL MEDICO DI LORIEN.-
-Cedric.
CedricDiggory!-
Draco
balzò in piedi e sparì con una nuvola di fumo. Hermione
e Ron si guardarono e la donna mosse le mani verso l’amico-
SVELTO VAGLI DIETRO!- gli disse –Quando fa quella
faccia c’è da aver paura!-
C’era qualcosa che non andava, Draco lo sapeva e per questo non riusciva
a stare tranquillo
Capitolo 52.
A herofalls
*Perché sì. Sono una
vera bastarda!*
C’era
qualcosa che non andava, Draco lo sapeva e per questo
non riusciva a stare tranquillo. Aveva qualche rudimento di medicina, sapeva
come miscelare una pozione curativa e sapeva che ad un paziente sofferente di
cuore non si può dare l’erba lupustro. Lo ammazzi maledizione!
Guardò
Piton. Era chino sui referti di Lollo,
leggeva a bassa voce e ogni tanto scrollava la testa. Era andato da lui un secondo prima di piombare nell’ufficio di Cedric e prendere la sua testa su un piatto. All’improvviso
si era reso conto di stare per fare una cazzata
esi era autoimposto
calma. Grazie a Dio era riuscito a rimettere in moto il cervello e aveva
bruscamente deviato la sua corsa finendo nello studio di SeverusPiton a Spinner’s End. Fece
schioccare entrambe le mani sul tavolo e l’ex professore di Pozioni sollevò lo sguardo su di lui – Allora?- gli chiese notando
la vena d’incredulità nei suoi occhi – Sono pazzo o Lorien
è stato ammazzato?-
-AsH3-
-Cosa?-chiese Draco.
-Assieme
all’erba lupustro c’era dell’Arsenico.-
Draco
aggrottò le sopracciglia mentre Piton girava un
foglio verso di lui. In medimedicina , l’arsenico veniva usato nella cura delle patologia
cardiache, Lollo era cardiopatico, quindi non era
tanto strano che ci fosse in minima parte fra le medicine che Lorien prendeva regolarmente… Piton
scosse il capo e lui si piegò sul diagramma che stava indicando- Guarda le dosi
ragazzo.-
-Merda…-
mormorò l’uomo portandosi una mano alla bocca –MERDA! MERDA SECCA!-
-E’
stato avvelenato. All’inizio con dosi minime che gli hanno acutizzato
i sintomi del male, poi con somministrazioni sempre più elevate arrivando ad
avvelenarlo con l’ultima dose di pillole.-
-Sì,
ma … I sintomi dell’avvelenamento da arsenico non sono…- Piton
lo bloccò alzando una mano e lui lo guardò voltarsi e prende un libro dalla scaffale alle sue spalle, lo aprì e glie lo porseindicando con un dito le parole sotto la foto
di un cuore ridotto ad una bistecca sanguinolenta.
-MERDA!-
Sì, quando DracoMalfoy era sconvoltotendeva con l’andarci pesante col ripetitivo
-Se Lenticchia non avesse avuto lo sghiribizzo di guadare fra le cartelle di Lorien, nessuno avrebbe mai saputo che è stato ammazzato.-
prese il libro dalle mani del professore e dopo aver piegato un angolino della pagina lo chiuse e se lo infilò in borsa
–Devo dirlo ad Harry.-
-Draco.-
L’uomo
si volse.
-Ricordi?
L’avvelenamento da Arsenico nel nostro mondo non è irreversibile, può essere riportato indie…- si bloccò al sorriso di Draco e annuì divertito –Scusami. Lo sapevi già.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-E’alSt.Mungo?-
Emmie
sollevò lo sguardo dalla tazza di cioccolata calda che teneva fra le mani e Ted annuì con un mezzo sospiro. Luna era stata ricoverata
per un forte esaurimento nervoso, il padre l’aveva trovata svenuta in bagno , sopraffatta da una crisi di rigetto. La ragazzina sospiro e il fratello appoggiò la testa sulle braccia. Erano
ore che se ne stavano in quella cucina vuota, i loro genitori erano andati dai Potter un’altra volta e loro se ne stavano lì a contare le
mattonelle sul pavimento, entrambi troppo vigliacchi per andare da Jolie.
-Vorrei
vederla.-
-Anch’io
Emmie.-
-Però
non so che dirle.-
-Io
nemmeno.-
-Tu
non muori tanto facilmente vero?- Ted tirò su la
testa eEmmie lo guardò con
un broncio che prometteva lacrime a profusione- Nel senso, che i licantropi
sono piuttosto forti fisicamente parlando dato che sono mezzi animali, no?- lo
guardò speranzosa e il ragazzo nascose un sorriso dietro il palmo della mano.
Veramente era il contrario, la loro natura di mezze bestie li rendeva facili ai
malanni,ma non ebbe cuore di dirle le
cose come stavano realmente.Le sorrise e annuì –Sì, non moriamo
facilmente.-
Il
camino alle spalle di Emmie
partorì una luce verde e John e Neville uscirono in successione scrollandosi i
vestiti. Si guardarono attorno e nello stesso momento sospirarono affranti.
Regnava l’atmosfera mortifera che c’era a casa loro. Lorien
sembrava essersi portato via tutta l’allegria – Ci siete andati?- chiese il
minore dei fratelli Paciock mentre Emmie si girava per abbracciarlo e poggiargli la testolina
su un fianco.
-Siamo
dei vigliacchi.-
-Mi
consolo. Non siamo i soli a volteggiare nell’abisso della codardia.-
-Tranquilli,
siete in buona compagnia.- Tedindicò
la stanza accanto e Neville ci trovò JamesRemus e Joel seduti davanti la tv
spenta. Il professore di erbologia
si spettinò i capelli con una mano mentre con l’altra tirava su la tazza di
cioccolata di Ted e rubava un sorso
-Il
fatto è…- disse –Che diavolo puoi dire in queste
circostanze?-
-Mi
dispiace?- tentòTed.
-No. Troppo banale.- disse John
-Capisco
come ti senti?-
-Mi
pare di essere ancora vivo.- brontolò James.
-Ti
voglio bene?-
Ecco…
Quella probabilmente era l’unica cosa sensata ,
peccato che a tutti mancasse il coraggio di presentarsi a casa Potter e di fare il proprio dovere di amico. Erano un
branco di conigli fifoni e sinceramente, si facevano un tantino schifo da soli.
-Oh Tappo ci sei pure
tu?-
L’attenzione
di tutti si catalizzò su John e Charlie, che era appena uscito da bagno. Il ragazzo mugugnò qualcosa
mentre finiva di allacciare la cintura dei jeans- Che
succede?- gli chiese John e lui ripetè a voce alta
che doveva smetterla di chiamarlo Tappo.
-Mi
spiace. Ormai non mi ricordo più come ti chiami.-
-Fottiti.-
-Da
solo? Non c’è gusto.-
-Non
è un problema mio.-
Gli
passò avanti e lo sentì piegarsi verso di lui –Si, come se non ti piacesse
l’idea diaiutarmi a risolverlo.- gli
soffiò all’orecchio. Charlie si bloccò scioccato e John si allargò in un sorriso divertito.
Maledizione , ma perché non riusciva a capire se c’era
o ci faceva? Si allontanò rosso in viso e si accorse di avere addosso lo sguardo divertito di JamesRemus.
“Che avrà da guardarmi…”
si chiese.
Poveretto, non
sapeva davvero di essere in un mare di
guai.
James
emise un sospiro divertito mentre voltava la testa verso Joel.
Il ragazzo lo guardò perplesso e lui gli fece segno di avvicinarsi. Al * così lo chiamavano in famiglia, in onore
del suo secondo nome, Alastor* piegò la testa
verso il fratello e sorbì le sue parole con un’espressione indefinita –Sei un
figlio di puttana…- gli disse alla fine, quasi disgustato dalla malizia del
fratello maggiore –Con tutto il rispetto alla mamma.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Era
la quarta volta che Jolie apriva quella stanza e si
fermava a guardare il fratello. La mattina dopo ci sarebbe stato interrato e voleva godersi il suo buon odore finché poteva. Avanzò nella
stanza e nello stesso momento si rese conto di non essere da sola. C’era qualcuno
oltre a lei e Lorien, spostò lo sguardo verso
sinistra e il luccichio di due occhi scuri le strappò un sobbalzo. -Chi?-
cominciò e in un secondo tutti i suppellettili della
stanza presero a vibrare e la porta dietro di lei si chiuse da sola . Si volse
terrorizzata e istintivamente si mosse per afferrare il pomolo. In casa andava in giro disarmata, e qualcosa le diceva che doveva fare in
modo di cambiare questa brutta abitudine.
-Mamma!
Papà! Harry!- chiamò mentre si sentiva sollevare e proiettare verso la parete alla sua sinistra. Nell’ombra vide la sagoma
che l’aveva spaventata muoversi e venire alla poca luce che filtrava dalle
imposte. Una donna, mora, più o meno coetanea dei suoi genitori le sorrise
mentre la squadrava da capo a piedi.
-Joliesuppongo…- disseBellatrixLastrange.
La
ragazza era bloccata a muro, i polmoni schiacciati da un peso insostenibile, si
lamentò e Bella le fece segno di no con la mano – Ad ogni tua azione
corrisponde una reazione.- le disse con un irritante tono da maestria –Ogni volta
che provi a muoverti la trappola si chiude attorno a te dimezzando la tua
riserva d’aria.-
-Chi
sei?-
Voleva
gridare.
Dio
voleva farlo, ma tutta l’ossigeno che aveva in corpo
non le sarebbe bastato per imitare il miagolio di un gattino appena nato, serrò
i denti e provò a divincolarsi da quelle corde invisibili che le stringevano le
cosce e le braccia – Che vuoi?-
-Da
te nulla carina…- si avvicinò al letto dove giaceva Lorien
e con un dito tracciò il suo profilo prima di arrivare
all’uomo. Gli occhi di Jolie mandarono un lampo di puro odio e la mangiamorte sorrise.
Senza dubbio quella mocciosa aveva ereditato l’indole guerriera della madre.
-Oh
no tesoro, tuo fratello è tutt’altro che un uomo
innocente.- La rossina strabuzzò gli occhi mentre
Bella le si avvicinava, le aveva letto nel pensiero
con il contatto visivo di un secondo, era incredibile, agghiacciante sì, ma
anche incredibile – Prima di ammalarsi, di avere un cuore debole come un
panetto di burro è stato un cacciatore di Mangiamorte
secondo solo a Malocchio.-
-Cacciatore?-
-Non
sai cosa significa?-
-No.-
Bella
le prese il mento fra due dita e si avvicinò al suo orecchio- …Ha torturato , ucciso, in nome di quel santo di Albus
Silente e la sua politica bigotta… Ci trattava come bestie.- sentì Jolie muoversi contro la sua guancia. Si allontanò per
guardarla in viso e si trovò davanti un sorrisino divertito.
-Beh
lo siete…Degli animali, intendo.-
Charlie
le aveva raccontato delle botte, le sevizie e lei non riusciva
a considerare quelle persone essere umani. Il viso di Bella non cambiò
espressione e un secondo dopo Jolie
sentì un dolore atroce incendiarle le viscere. Abbassò lo sguardo e il manico
di un coltello spuntava dal suo fianco, poco sopra l’osso del bacino.
-Tranquilla
non è un punto vitale.- estrasse la lama e la povera grifoncina cambiò colore per il male. Lasciò crollare la
testa in avanti e fra lo stordimento mormorò ancora un –Animali.- Bella non le
diede retta e si portò di nuovo accanto al letto di Lorien.
Si piegò sul corpo ed estrasse una fiaschetta dalla tasca.
-Sai
Jolie …- disse –Un giorno mi
ringrazierai per questo.-
-Tu
sei pazza.- bisbigliò la ragazza.
-Morire
per mano di chi si ama, è quasi poetico non trovi?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
James
si era addormentato da qualche minuto quando l’urlo terrorizzato di Lily lo riportò bruscamente alla realtà, balzò in piedi e in due
salti salì le scale che portavano alla zona notte della casa. Lily era ferma
davanti alla camera da letto di Lorien, le mani
premute in bocca e gli occhi sbarrati e spiritati.
-Lil.-
-OH MIO DIO! OH MIO DIO!-
Era
chiaramente sotto shock, James la spostò di forza
dalla porta e quello che vide rischiò di fermargli il cuore. Jolie seduta nel
suo sangue con la testa reclinata in avanti sulle ginocchia e il letto di Lorien vuoto. Girò l’interruttore e un sibilò gli bloccò il fiato in gola.
Sulla
parte sinistra della parete di fronte a lui, tracciato probabilmente con il
sangue di Jolie, c’era un messaggio stilato con
calligrafia sghemba.
“Ad
ogni azione corrisponde una reazione.”
Fine capitolo.
Dal prossimo capitolo si andrà sull’angst grave. Dimenticatevi il dolce Lollo così come l’avete
conosciuto, ci sarà una bestia al suo posto.
PS: Davvero non pensavo che questa fic “Nata
per puro sclero” potesse tanto piacere, mi aspettavo
commenti tipo –Datti all’ippica – o altro, e invce. Sono proprio felice che vi piaccia. Grazie a tutti coloro che l’hanno letta, recensita e messe fra preferiti e
seguite.
Davvero troppo buoni! XD
*Ho dato il peggio di me in questo capitolo. Se esistono delle fans di Lorien all’ascolto, ragazze,
prendetevi un antiacido prima di leggere il capitolo, perché
potreste morire nel bel mezzo.
* Elys: Oddio, mi
dispiace darti questa notizia, ma John e Charlie sono
destinati a finire assieme. Ho messo la dicitura shonenai proprio per questo motivo. Mi dispiace tanto, ma credevo che anche chi non conosce la mia ficCame back to the helll’avesse
capito! Ç___ç
Capitolo 53
La
prima cosa che Jolie avvertì aprendo gli occhi fu la
sensazione di avere qualcosa piantata alla bocca dello stomaco, un peso incandescente
che le rallentava la respirazione e le fece sentire male dappertutto. A volte
la cura è peggiore della malattia e la ragazza gemette
forte mentre apriva gli occhi. Si guardò attorno, scioccata
dal dolore e dal senso di debolezza, erano passati pochi giorni dal suo
accoltellamento e quella era la prima volta che il suo corpo le apparteneva
veramente. Le altre volte si era sentita un’ospite nella sua stessa carne e
aveva provato la sgradevole sensazione di stare per essere trascinata via da un
momento all’altro.
Spalancò
la bocca e incamerò quanta più aria poteva. Le avevano poggiato
sul petto una pietra piatta grossa quanto il pugno di un uomo adulto e calda
quanto l’inferno.
Secondo
logica avrebbe dovuto scioglierle il sangue e permettere al cuore di pompare più
agevolmente, ma era troppo pesante per lei così piccola, la stava
ammazzando perdiana. Si lamentò e l’ombra accanto a lei si mosse. Vide JamesRemus spostarsi a favore di
luce, lanciarle uno sguardo e scrollare la testa –Devi tenerla Lie.- le disse sottovoce mentre le allontanava i capelli
dalla fronte –Madama Chips dice che solo all’inizio
fa male.-
Jolie
mormorò qualche parolina e lui sorrise sorpreso poi annuì- Certo che sono stato sempre qui.- le disse mentre le appoggiava un
buffetto sulla fronte – Credevo che ti fossi rassegnata all’idea di dover avere
a che fare con me per tutto il resto dei tuoi giorni.-
La
ragazza rise in silenzio, anche se una parte di lei si
stava chiedendo per quale motivo averlo accanto la faceva stare così bene. Il
dolore non si era affievolito e lei aveva ancora la sensazione di stare per
morire asfissiata, ma non aveva più voglia di piangere e questo lo doveva a quell’idiota . Lo sapeva. –Ti voglio bene…-sussurrò senza rendersene conto.
James
si tirò indietro dal suo viso e la guardò per un lungo momento –Io no.- le
disse mortalmente serio. Jolie spalancò gli occhi sbalordita da quel brusco cambio di espressione e
lui si allargò in un sorriso dolce -Io ti amo.-
Si
alzò e Jolie lo seguì con lo sguardo. Non era la prima
volta che le diceva di amarla, ma era la prima volta che lo vedeva così convinto
di quello che stava dicendo. Girò la testa sul cuscino e si portò una mano al
viso. Adesso che le prendeva? Perché era così
contenta?
In
sala d’aspetto Lily dormiva appoggiata alle ginocchia del marito. JamesRemus, alla loro vista fece
un passo indietro. Aveva detto loro di tornare a casa, di farsi una doccia e
mangiare qualcosa mentre lui stava con Jolie, ma a
quanto pareva avevano resistito solo venti minuti lontani dal capezzale della
figlia. Si chinò sulla donna e le scosse delicatamente la spalla.
-Jaime?-
chiamò la rossa mentre metteva a fuoco il suo viso.
-Lie
si è svegliata.-
-Davvero?-
si tirò su e scrollò James per una manica del
maglione. L’uomo mugugnò qualcosa su un piatto di lasagne(?) e su un contorno
di patate(??) e lei, istantaneamente, divenne verde di rabbia- DANNATA BESTIA
TI PARE IL MOMENTO DI PENSARE A MANGIARE?- Gli assestò un pugno in testa che avrebbe
tramortito un cavallo e JamesRemus
ridacchiò fra sé e sé mentre il povero malandrino cadeva di lato la sedia con
il capo fra le mani “Jolie
ha le stesse reazioni di sua madre.”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
HarryPotter non riusciva a capire che cosa stava
succedendo e questo lo rendeva furioso. Un disegno pregno di male si stava
compiendo davanti ai suoi occhi, lo vedeva scorrere lentamente, ma non riusciva
ancora a comprenderne i contorni e questo lo stava facendo uscire pazzo, si
morse un labbro, se solo avesse potuto mettere le mani
su CedricDiggory.
Gli
avrebbe fatto sputare la verità assieme ai denti, come medico di Lorien era l’unico in grado di poter alterare il farmaco e avvelenarlo,
ma il “tassosporco”
sembrava essere stato inghiottito dall’inferno e lui si sentiva a un passo dall’implosione.
Sirius
si massaggiò le palpebre con due dita, poteva quasi sentire Harry
pensare e scervellarsi sullo stesso punto che stava togliendo il sonno anche a
lui -E’ probabile che si siano voluti semplicemente
vendicare.- disse e il Capitano Auror tirò su lo sguardo
e gli rivolse un’espressione piuttosto scettica - Pensi che sia irrazionale?-
-Decisamente.-
-Perché?-
-L’hanno
riportato indietro Sis.- disse Harry
mentre si massaggiava le tempie – Se volevano vendicarsi l’avrebbe lasciato
morto nel suo letto.- scosse il capo e Sirius suo
malgrado dovette annuire. Aveva ragione purtroppo non
aveva senso quello che aveva fatto.
Almeno per loro…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Aveva
voglia di vomitare.
Sentiva
il bisogno di liberarsi lo stomaco.
Lo
sentiva dolere neanche fosse stato pieno di fiele.
Sapeva
che questo non sarebbe servito ad aiutarlo, ma da
qualche parte doveva iniziare. Aveva un piano di fuga in
testa, doveva solo smettere di stare male per attuarlo. Provò a
rimettere un paio di volte , poi la risata fastidiosa
di Bella lo distolse dal suo intento. Era china su una specie di braciere sghembo,
stava plasmando un pezzo di ferro con il fuoco e la magia, ma non era rimasta
indifferente ai tentativi di Lorien di liberarsi.
-Voi
Potter siete così prevedibili…-
L’uomo
poggiò il viso contro l’incavo del braccio.
Costretto
a sedere per terra era legato alla parete con le braccia su.Faticava
a respirare per via di quella postura forzata e la donna sorrise al suo lamento
soffocato. Si alzò.
Lorien
le piaceva in qualche modo. Era il figlio di quella lurida mezza babbana di Lily Evans e di quel
traditore del suo sangue che era JamesPotter, ma era davvero molto bello e questo l’attraeva. Si
accucciò fra le sue ginocchia alzata e lo scrutò da
sotto le ciglia. Eccitante, era dannatamente
eccitante. Gli appoggiò una mano sul petto e il ragazzo la insultò fra i denti.
-Lo
so…- disse la donna –So di essere più vecchia di tua
madre.-
-Allora
smettila di toccarmi. Si vedo a che cosa stai pensando, sgualdrina.-
-A
che cosa sto pensando Lorien?-
-Non
ce l’ho lo stomaco per farmi fare un servizietto da te.-
–Ti
eccita insultare le donne?- gli sfiorò il basso ventre
con un dito.
-Tu
non sei una donna.-
-E
cosa sarei?-
-Un
mostro.-
Bella
sollevò una mano e Lorien sentì un dolore atroce
scoppiargli nel braccio sinistro. Avrebbe volentieri gridato se non avesse avuto la lingua di Bella praticamente in gola. Cercò
di liberarsi menando calci all’aria e quando il dolore cesso
e con essa il bacio sputò a terra schifato oltre ogni immaginazione – Dio mio…
Dovrò farmi gli sciacqui con la candeggina dopo questo.-
Girò
la testa. Col ferro caldo Bella aveva impresso sul suo braccio una specie di
pentacolo che portava iscrizioni antiche al suo interno, lo guardò perplesso,
lo conosceva, ma non sapeva dire dove l’aveva già visto –Quella è la chiave di
Re Salomone.- disse la donna mentre con fare soddisfatto si leccava le labbra, Lorien strinse i pugni -…Ora appartieni a me, anima…- gli
slacciò i pantaloni –E corpo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Ciao
Cedvai da qualche parte?-
Cedric
non ebbe il tempo materiale di dire , fare o pensare
qualcosa che si ritrovò contro un muro con Draco che
lo teneva fermo per i vestiti. Aveva fatto di tutto per non farsi trovare dai
Maghi dell’Ordine, ma alla fine tutti i suoi sforzi erano risultati
vani-Ti prego…- mormorò.
-Mi
preghi?- ripetè il biondo con un sorriso – Di fare
cosa? Di non ucciderti? Oh bello tu non hai nemmeno l’idea di cosa ho in mente
per te.- tirò fuori la bacchetta e glie la puntò in
mezzo agli occhi –Scoprirai che sono un tipo pieno di inventiva.-
X le montagnine:GRANDE PENTACOLO
DI SALOMONE : Questo grande Pentacolo
doveva forzare gli spiriti refrattari ed ostinati che non desideravano apparire
una volta evocati. Mostrando questo Pentacolo essi sono costretti a
comparire. Il testo sembra esista in svariate forme fin dall'antichità pur
avendo attraversato diverse stesure e diversi autori, è tesi ricorrente degli
Occultisti moderni che il contenuto "diabolico" dell'opera sia da
imputarsi a tempi molto più recenti; in Europa la Clavicula è conosciuta attraverso i manoscritti conservati
presso le grandi biblioteche di Parigi e di Londra.* Per una volta che non ho detto una
castroneria! XP Il simbolo che Lorien porta al
braccio e un derivato di questa magia costrittiva che spiegherò a breve.*
Capitolo 54
Ormai
Lily aveva perso il conto. Non sapeva quanto tempo era passato dall’ultima
volta che aveva dormito per più di dieci minuti di fila. Ogni notte era sempre
peggio e ormai aveva paura di chiudere gli occhi. Nel sonno vedeva Lorien tendere le mani verso di lei. Felicegli correva incontro e quando finalmente
riusciva a raggiungerlo si trovava a stringere fra le braccia uno scheletro
dalla carne strappata. Tirò su la testa di scatto e Jolie
le rivolse uno sguardo insonnolito. Erano passati solo pochi minuti da quando era
riuscita ad addormentarsi, si stropicciò gli occhi col
dorso della mano e si piegò a prendere la bottiglia d’acqua che James uscendo aveva lasciato accanto alla sua
sedia-Potrebbero metterci un comodino, però…- si lamentò mentre prendeva un
sorso –Hai sete?-
-Che
hai sognato?-
-Non
mi ricordo.-
-Lorien,
vero?-
-Credo…-
-Hai
gridato mamma.-
Lily
cercò di negare, di non mettere altro peso sulle spalle della figlia (perché la conosceva e lo sapeva che
l’avrebbe spinta a parlare per sfogarsi), ma la
carne èdebole e quando lo spirito non è
in buona salute diventa una pessima alleata – E’ solo che…- mormorò mentre
accarezzava la fronte di Lie–Vorrei sapere perché il destino ce l’ha con
noi.-
-.-.-.-.-.-.-.
Alla
fine avevano ragione. Se era diventato un uomo degno di questo nome era stato grazie all’amicizia di Lorien,
lui lo aveva tenuto lontano dal suo destino e aveva fatto di lui un mago da
rispettare e non da temere. Sorrise. Per fortuna Lollo
non era lì per vedere quello che stava per combinare. Cedric
aprì gli occhi e con un sibilo si rese conto di essere legato. Braccia e gambe a una specie di trespolo , simile a una scala con pioli
acuminati . Il capo, che stava più in basso dei piedi
era bloccato da un cinto di ferro e la bocca era aperta a forza da una specie
di morsetto, guardò Draco in piedi accanto a lui.
-E’
una trappola di epoca enochiana…-
spiegò l’uomo mentre issava in cima alla trappola un secchio pieno d’acqua –Non
puoi smaterializzarti e nemmeno Satana in persona può capire dove sei.- fece un
foro sul fondo del catino e Cedric sentì qualche
goccia d’acqua scivolargli in bocca.
-Cosa
fai?-
-Mai
sentito parlare di waterboarding?- gli ficcò nella bocca aperta una pallottola di stoffa e
gli coprì la faccia con della pellicola trasparente. Vide il suo sguardo farsi
più fisso e spiritato e sorrise del suo terrore. Il waterboarding era
una tecnica sadica che induce nella vittima la
sensazione dell’annegamento con danni quasi irreparabibili
alla psiche.-Allora? Vuoi dirmi perché hai venduto l’anima
al diavolo?-
Benchè fosse bloccato Ced fece segno di no. Nonostante
tutto Bellatrix gli faceva molta più paura di Draco –Va bene.- disse questo mentre allargava il foro sul
fondo del secchio- Poi non dire che non ti ho dato una possibilità di salvezza.-
Circa mezz’ora dopo SeverusPiton emise un fischio colpito.
Niente da dire Lucius aveva istruito suo figlio
proprio bene. Si portò accanto alla trappola e con le nocche bussò sul ferro
arrugginito- Però.- disse mentre portava lo sguardo su Draco-
Credevo che di questi gioiellini si fosse perso ogni
ricordo.-
Il ragazzo sorrise- Mio padre è un’amante dell’antiquariato.-
Piton annuì soddisfatto mentre
faceva il giro del trespolo, senza degnare di un’occhiata Cedric
–Lo vedo figliolo. Lo vedo…- si bloccò e raccolse le
mani dietro la schiena –Ha parlato?- chiese improvvisamente serio. Dra scosse la testa e lui si morse il labbro –Ha resistito
al waterbording?-
-E’ terrorizzato.-
-Da te?-
-Da qualcun altro. Non parlerà prof.-
-E allora che ne facciamo di lui?-
Draco piegò la testa su una spalla –Io qualche idea ce l’avrei.- Piton gli rivolse uno
sguardo significativo e lui ridacchiò alla sua espressione che voleva dire
tutto e anche di più –No, che ha capito. Non ho intenzione di organizzare un
sabba attorno alle sue budella.-
-E allora cosa?-
-Beh tutti hanno un punto debole. Basta solo capire quale.-
-.-.-.-.-.-.-.
L’ultima
cosa che Abrham ricordava era quel bruciore
insostenibile al braccio sinistro, quel marchio che lentamente perdeva colore e
lo sguardo scioccato degli adulti su di lui. Suo padre l’aveva
detto più di una volta i Licantropi non possono essere imbrigliati, essi
rispondono solo alla Luna. Sorrise mentre metteva a fuoco i particolari della
sua cella e del cielo oltre le sbarre della finestra, alla fine dei bambini
nati per formare un esercito era rimasto solo Cygnus. L’unico cattivo dentro. L’unico
che aspettava il ritorno di Voldemort
come un bambino aspetta il Natale.
Sentì
la porta aprirsi e la paura che fosse proprio Cygnus
gli bloccò il respiro. In quei giorni era venuto a trovarlo molte volte e ogni
volta si era sfogato su di lui in una maniera sempre peggiore. Non era arrivato
a prenderlo fisicamente come aveva fatto con Charlie,
ma un paio di volte aveva sudato veramente freddo. Piegando le braccia
incatenate si spinse verso l’angolo del muro, strinse la mascella e strabuzzò
gli occhi alla vista di Lorien.
-Professore?-
-Oh
bene. Ti ho trovato finalmente.-
Il
ragazzo sorrise e lui scrollò il capo-Mi spiace . Non
sono venuto a salvarti.- Abrham gli rivolse un’occhiata perplessa e lui si chiuse la porta alle
spalle. Aveva con sé una valigetta medica e l’appoggiò accanto al licantropo prima di accucciarsi fra le sue ginocchia
leggermente alzate – Sono qui per curarti.-
-Che
ci fa qui professore?-
-E’
una storia lunga.-
-Perché
non mi porta via?-
-Perché
non posso allontanarmi da qui.-
Lo
sguardo color miele di Abrham
corso lungo il corpo di Lorien. Sembrava sofferente
stranamente accaldato nonostante la stagione. Indossava un paio di jeans neri , scarpe da tennis e una camicia di lino bianca con le
maniche arrotolate. Guardò meglio, cos’era quella
ferita?
-Ascoltami
bene. Sanno dove sei e verranno a salvarti.-
Abrham strabuzzò gli occhi e sorrise.
-E
quando verranno ad aiutarti dovrai fare qualcosa per me.- il biondo si affrettò
ad annuire e Loriengli sorrise grato
-… Non appena vedrai mio fratello dovrei dirgli di…- tacque un momento e il
ragazzo si tese verso di lui in attesa delle sue parole – Uccidermi al primo
colpo. La prossima volta che m’incontrerà dovrà uccidermi. –
-NO! PER QUALE MOTIVO?-
Lorien
mormorò qualcosa e Abrham allungò il collo verso di
lui. Voleva capire il perché di quella richiesta tanto assurda – Ascolta.-
spiegò Lollo – Mi hanno imposto un sigillo
proveniente dal Grande Pentacolo di Re Salomone. Non posso essere salvato. E devo morire, perché…-
-.-.-.-.-.-.-.
Ora
che ci pensava quella era la prima luna piena che passava senza Abrham. Da quando aveva assunto lo status di animagus illegale aveva passato
tutte i pleniluni con lui a sollevare la sua condizione con la sua presenza.
Diede un morso al panino e sollevò lo sguardo verso il cielo, la luna si era alzata da poco e non… Volse la testa verso il fondo del giardino,
era il sonno accumulato oc’era qualcuno
fra i cespugli? Scese i gradini che separavano la veranda dal prato – Ma che?-
mormorò confuso. Si avvicinò in guardia le foglie frusciarono violentemente –
Cosa?- abbassò leggermente la testa e qualcosa balzò fuori. Il ragazzo fece un
paso indietro e urlò quando la bestia lo
spinse a terra fracassandogli, probabilmente, la cassa toracica –PU! PUMA!- urlò in preda al panico.
L’animale
gli leccò la faccia al collo e il ragazzo tirò su le braccia per proteggesi il viso- Oddio non mi mangiare. Non mi mangiare-
supplicò terrificato. Quella bestia era grossa almeno il triplo
di lui! Una risata rauca e il ragazzo aggrottò
le sopracciglia, allontanò le mani e John rise forte.
-Ma?-
-Non
ti credevo così fifone.-
-BRUTTO BASTARDO!-
-Scusami
non ho resistito.-
Si
tolse da lui e gli tese una mano per tirarlo in piedi. Emmie
li stava guardando da vicino i cespugli e Charlie le
rivolse un sorriso –Cosa?- chiese indicando il lupo alla sinistra della
ragazzina. Un batuffolo azzurro che scodinzolò nella sua
direzione.
-Teddy?-
chiese Charlie.
Emmie
poggiò una mano sul testone della bestia- Chi altri sennò?-
-E
gli altri due?-
Due
cagnoloni neri che erano entrati in scena rotolando e
ora stavano cercando di trascinare anche Ted nei loro
giochi –Loro?- chiese John – James e Joel.-
*Alphard
Black è lo zio di Sirius e Regulus
Black. Alphard Black lasciò in eredità del denaro a
suo nipote Sirius, che così poté comprarsi una casa
sua, e per questo motivo venne cancellato dall' albero
genealogico della famiglia Black: visto che Sirius
era ritenuto un traditore del suo sangue, per averlo aiutato venne considerato
anche lui tale.
+Nell’altra ficJolie si tramuta in un cervo,
ma ho pensato di farla più carina e tramutarla in una gattina nera. Sì, sono
bastarda dentro povera Lie…
X Elys:
Allora la questione è molto semplice. Teddy è
imbottito di pozione Antilupo. Per questo motivo, benché sia trasformato,
riconosce gli amici e non li attacca. Ricordi la pozione che Piton preparava a Remus nel corso
del terzo libro e che lui ha dimenticato di prendere quando Minus
è scappato!? E’ quella! Rende i licantropi mansueti come comuni cani e quindi innocui
per le persone. Ovviante nella storia sono passati quasi venti anni, quindi la
pozione è molto migliorata e quando Ted si tramuta assume
un’indole da cagnolino giocherellone e non da bestia assetata di sangue!
^__________^ PS: Se la fic ti fa sorgere altre domande non
ti fare scrupoli a chiedere!
Capitolo 55
Alla fine non era riuscita a starsene a casa buona, sotto le coperte a
fare la muffa
Alla
fine non era riuscita a starsene a casa buona, sotto
le coperte a fare la muffa.Era dovuta
scappare via per non impazzire, per non incappare in un duplice omicidio
aggravato dai vincoli di parentela e ad un sabba improvvisato attorno a due
teste impalate. Odiava farsi coccolare quando si sentiva bene, e più odiava una
cosa e più il suo livello di stress aumentava, Andrea rise forte mentre la
guardava, aveva sempre immaginato James e Lily come
due genitori apprensivi. –Cerca di capirli.- disse comunque
passando oltre Emmie che stava tirando fuori i
biscotti dal forno – Te la sei vista brutta e normale che tendano a
coccolarti.- le porse la tazza che aveva nella mano sinistra e le si sedette
accanto –Glie lo hai detto che saresti venuta qui,vero?-
-Secondo
te?-
La
donna rimase per un momento in silenzio, poi lanciò un’occhiata giù dal tavolo,
alla sua sinistra –Kracher.- chiamò e l’elfo comparve
in una nuvola di fumo grigio – Vai a Godric’s Hollow e avvisa i signori che Jolieè qui.-
L’elfo
si esibì in una profonda riverenza e sparì così com’era
venuto. Senza fare obbiezioni o strepitare come faceva quando era Sirius a chiamarlo in causa -E’incredibile
come ti da retta.- commentò infattiEmmie e Andrea fece spallucce . Ormai aveva smesso di
chiedersi come aveva fatto a farsi tanto ben volere da quella creaturina sgradevole - … Passando oltre.- disse dopo un lungo sorso di
tè –Ho come l’impressione che voi due bambine non siate
qui per parlare con me.- guardò prima Jolie e poi Emmie –Che c’è? Devo iniziare a farmi chiamare mamma?-
-ANDREA!-
-CHE DICI!?-
-La
verità.- soffiò sul suo tè e rispose al “buongiorno”
di Sirius schioccando le labbra a mo di bacetto. L’uomo andò alla macchinetta del
caffè, poi si volse verso il tavolo. Guardò le
ragazze, poi i suoi boxer –Non vi scandalizzate per così poco, vero?-
chiese ancora insonnolito.
-Per
niente.-
-Un
tempo forse ci saremmo sconvolte.-
-Quando
eri più giovane e meno cadente.-
-Senza
capelli grigi e quella buzzona da alcoolista.-
Sirius
strabuzzò gli occhi mentre JolieeEmmie continuavano ad elencare i suoi difetti. Quelle
marmocchiette lo stavano distruggendo e lui non
sembrava avere argomenti validi con cui contrattaccare. Volse lo sguardo verso
Andrea che stava ridacchiando spudoratamente – Andy , ma ho la pancia?- chiese disperato sollevando la
maglietta a manica corta che indossava. In realtà era ancora in perfetta forma
fisica, ma si trovava in compagnia di tre demoni in forma di innocue
donnine e stava cercando riparo nella più perfida delle tre.
-Beh…
Amore hai la tua età.-
-Che
età! Non ho neanche cinquant’anni.-
-Non
sei più un giovincello.-
Sirius
spostò lo sguardo verso James e il ragazzo si batté
una mano in pancia. Tutti i presenti sapevano quanto Siriusfosse vanitoso e attaccato alla sua immagine e si
sganasciarono quando lo videro rifiutare i biscotti che Emmie
gli stava porgendo e addentare una mela-E poi dicono che la vanità è donna.-
commentò Jolie.
-Perché
non hanno mai conosciuto lui.-
La
ragazza sorrise prima di farsi seria e fischiare in
direzione della porta –Joel dove vai tutto elegante?-
chiese e il ragazzo si avvicinò con la faccia di chi è stato colto in
flagrante. Si guardò attorno, poi si massaggiò il collo con una mano –Ho un
appuntamento.-
Emmie
lasciò cadere la tazza che aveva in mano mentre il resto dei presenti sbottava
in un –CON CHI!?- che fece tremare le pareti. Il
ragazzo si tirò indietro e scosse la testa –Fatti miei.- disse riservato come
al suo solito. James gli si portò di fronte e lo
guardò con un sopracciglio inarcato – Tu sei tutto
scemo.- mugugnò e gli slacciò il primo bottone della camicia.
-Che
fai?-
-Non
puoi andare in giro accollato come un ragazzino il giorno della sua prima
comunione.- gli sistemò la giacca con un paio di strattoni –Maledizione anche
questo devo insegnarti.- si allontanò di un passo e Joel sorrise mentre infilava le mani in tasca. Niente da
fare, più passava il tempo e più JamesRemus prendeva tratti del carattere di Alpharad*.
L’uomo che era stato il tutore di Sirius
e diciamolo pure, l’unico padre che aveva conosciuto e amato. Aveva un indole difficile, incline ad atti vandalici al teppismo,
ma si vedeva che aveva un cuore grosso come una casa.
“Forse, se avessi curato Regulus, come James cura Joel a quest’ora…”
Scacciò
quel pensiero con un cenno della testa e guardò Emmie
imboccare la via del camino con la velocità di un treno a vapore, mentre Joel usciva dalla porta e la piccola Lupinspariva in una vampata di luce verde ,Jolie sospirò sulla tazza che
teneva fra le mani –Sono solo io a dire che c’è qualcosa che non va tra quei
due?-
-No
amore mio , direi che è una sensazione più che
condivisa.-
-.-.-.-.-.-.-.-
-E’
stesa sul tappeto, vero?-
-Già…-
-Sta
gemendo come un cane moribondo, giusto?-
-Io
direi di più come un otariaspiaggiata.-
-Perché
le otarie spiaggiate gemono?-
-Beh
mica ridono.-
-E
neanche gemono.-
-VOLETE
SMETTERLA DIRE CAGATE!-
John
scoppiò a ridere mentre Charlie finalmente si girava
a prestare attenzione al piccolo fagotto che si era spiaggiato
sul pavimento del salotto di Casa Paciock –Emmie.- disse mentre sedeva sui calcagni –Che è successo?-
-Tu
piuttosto che ci fai qui?-
-Lily
mi ha chiesto di portare delle uova ad Alice.-
-E
hai unito l’utile al dilettevole…-
-Trovi
saggio irritare un uomo armato di uova?-
La
piccola rimase per un momento in silenzio –In verità, no.-
-Bene,
brava la mia bambina.-
Si
lamentò e Charlie si sedette sul pavimento assieme a
lei, sorprendendosi quando lei con un colpo di reni gli rotolò in grembo. Il
modo di fare di Emmie, così
diretto ed espansivo lo sconvolgeva sempre –E’ Joel
maledizione.- la sentì mugugnare contro i suoi pantaloni- Sta uscendo ancora
con quella tipa Corvonero.-
-Melanine Clark.-
-Bravo. Quella con più tette che cervello.-
-Non
direi.-
-Charlie
ti pare saggio irritare una donna stesa sui tuoi genitali?-
-Sinceramente,no…-
-Bravo
il mio bambino.- sollevò lo sguardo verso John ed emise un fischio colpito. Non
c’era niente da fare, John vestito di nero era qualcosa di stupefacente –CHE GNOCCO!-
ululò e il ragazzo sollevò le sopracciglia come per
dire“eh no?”
-Sei
da violenza sessuale aggravata.-
-Me
lo dicono in molti.-
Charlie
diede un paio di colpi di tosse eEmmie
riportò su di lui lo sguardo –Anche tu sei molto carino.- gli disse e lui
mugugnò qualcosa . Non è per quello, strano ed incredibile, ma non sopportava quando John si beccava complimenti a destra e a
manca. Era bello, sì, ma non così… Lo guardò
spettinarsi con una mano.
No era un gran pezzo di ragazzo e basta.
“Ehi, ma che diavolo sto pensando?”
-Dicevamo.-
disse Emmie –Esce con quella tipa e non so che fare.-
-Fai
valere i tuoi diritti.- le consigliò John mentre sedeva vicino
aCharlie.
-I
miei diritti?- chiese la ragazzina.-
-Sei
obbiettivamente arrivata prima di lei.-
-Vanti
diritti di prelazione.-
Emmie si prese
la testolina fra le mani e si accucciò senza scendere dal grembo di Charlie che appoggiò le braccia sui suoi reni e si appoggiò
senza badare di fare piano –Guarda che non sono un peluches.-
-Allora
levati.-
-No,
sto comoda.-
-E allora rimaniamo co…-
Charlie
si bloccò e John ed Emmie si voltarono verso il suo
sguardo fisso. Il ragazzo rise –Mio padre.- disse indicando con un cenno della
testa Frank, che stava uscendo in giardino con una
pala in spalla.
-Ah.-
-Bello
come il sole anche lui,eh?- fece Emmie.
-Già…-
rispose Charlie soprappensiero.
-Scusa,
perché altri trovi bello?- chiese John bastardo fin
nel midollo. Il ragazzo fece un salto nonostante Emmie
spanciata addosso e scosse la testa sconvolto dalla
sua stessa idiozia. MA QUANTO ERA IDIOTA QUANTO CI SI METTEVA?
Era lì, lì per scavarsi la fossa da solo quando il camino partorì una luce
verde che lasciò i suoi due aguzzini “si , pure la
piccola dolce Emmie” per un secondo abbacinati.
Ringraziò il cielo e guardò verso il suo salvatore.
-AH!-
fece quando l’ebbe riconosciuto.
-Ah!-
gli fece eco Severus tirandosi indietro di un passo.
Una
maledizione. Ecco come vedeva Severus l’aspetto estremamente gradevole di Charlie.
Il marchio di quello che aveva fatto alla povera Hestia, di cui era il ritratto in terra. Si ritrasse
leggermente mentre il ragazzo si alzava e gli andava di fronte. Era piccolo di statura, smilzo, decisamente un Jones.
Ricordava il padre di Hestia, Samuel e Piton sentì una morsa stringergli la bocca dello stomaco.
Da quando era stato liberato dal giogo dell’incantesimo
si era rifiutato di vedere Lily e Lorien, benché Remus più di una volta gli aveva fatto capire che nessuno
dei due gli portava rancore. Figurarsi se voleva vedere il frutto dell’abomonia peggiore che l’avevano
costretto a fare. Lo stupro di Hestia.
-Ciao.-
Si
accorse di stare tremando solo quando vide lo sguardo di Charlie
farsi più attento sul suo pugno sinistro. Lo nascose dietro una piega del
mantello e guardò verso John, che era rimasto seduto per terra -Dov’è tuo padre?- gli chiese
secco nonostante la gola arida.
-In
giardino a spalare la neve.-
-Va
bene.-
Uscì
senza rispondere al saluto del ragazzo che si volse verso gli amici. Di certo
non si aspettava un abbraccio o un pianto dirotto, ma almeno un “Ciao.”Emmie strinse le braccia attorno
al busto-Merlino che freddo …- disse mimando un brivido– Ho conosciuto
coccodrilli con più istinto paterno.-
-Credo
che questo mi costerà diversi anni di sedute psicanalitiche.-
-Lo
credo anch’io Tappo. Un padre anaffettivo può fare
parecchi danni.-
Il
ragazzo inarcò un sopracciglio. Stava per mollarne una delle sue, ne era sicuro –Cioè?-
-Beh
uno di questi giorni potresti ritrovarti a fare la DragQueen in uno sobborgo di NocturnHalley. Vestitino luccicoso,
boa di struzzo, una bella parrucca bionda …Direi che
ti ci vedo.- In un secondo vide Charlie gonfiarsi
come un palloncino e piegarsi in avanti. Evitò la scarpa con un movimento a
sinistra della testa e sollevò le mani
per proteggersi il basso ventre. Dato che Charlie
aveva deciso di ucciderlo a pedate.
Emmie
strisciò lontano dalla portata di calci involontari o altro, poi radunò le
ginocchia al petto e li guardò pensierosa –Sapete una cosa.- disse dopo qualche
istante di silenzio e di osservazione- Sareste proprio
una bella coppia.-
-COSA!?- sbottò Charlie –Emmie che ti sei drogata?-
-Ti
ha fatto passare la depressione.- disse la biondina
con un sorriso enorme.
-Mi
ha fatto passare la de…- si portò una mano alla
fronte. Certo che quell’idiota aveva davvero un modo
strano di consolare la gente! Però gli scappò un
sorriso che riuscì a rasserenarlo un tantino. Strano e col senno di poi, molto
divertente –Ti ho fatto male?- gli chiese senza
girarsi.
-Me
le hai mandate a fare cincin
con le tonsille, Tappo violento, fai un po’tu.- rotolò
tenendosi la parte ammaccata mentre Emmie rideva come
mai nella sua vita. Niente ormai poteva farle cambiare idea ,
quei due erano fatti per stare insieme!
-Impara
ad essere meno contorto negli intenti la prossima volta.-
-La
prossima volta di spacco un ginocchio. Così sostituisci il dolore mentale a
quello fisico.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
JamesRemus dormiva voltato su un fianco, il braccio
sinistro poggiato sotto il capo. Joel ringraziò il
Cielo con lo sguardo e si portò verso il suo letto. Forse era di avere una
camera tutta sua, separata da quella di James, ma gli
piaceva troppo dormire con il suo fratellone. Si
scalzò e si sedette sul bordo del letto,vide le
coperte che coprivano James muoversi e la sua zazzera
bionda spuntare dalle coltri.”Beccato”
si disse mentre Jaime lo metteva a fuoco battendo le
palpebre.
-Sei
tornato adesso.-
-Già.-
rispose mentre slacciava i pantaloni.
-Piccolo
posso farti una domanda?-
-No.-
si tolse i jeans e iniziò a sbottonare la camicia.
-Che
diavolo stai facendo? Pensavo che fossi cotto di Emmie.-
-E’una tua fantasia.- spostò il
cuscino e prese la maglia del pigiama. Non era bravo a mentire e soprattutto
non era in grado di farlo con James. Chiuse gli occhi
e prego che il fratello fosse troppo insonnolito per capire
che gli stava rifilando una balla. Lo sentì sospirare mentre si scopriva e
portava le mani accanto alla testa.
-Tu
sei tutto scemo Al.-
-Non
sono scemo. Emmie non mi piace, è carina sì, ma è
come Jolie. Un amica, tutto
lì.- scostò le coltri e s’infilò sotto nella speranza di chiudere lì la
discussione. MaJames non
era in vena di clemenza e Joel dovette sorbirsi il
suo sbuffo da papino scontento.
-Non
è che ti fa paura la maledizione che si porta addosso, vero?-
James
sentì le coltri che coprivano Joel muoversi
furiosamente, il ragazzo balzò a sedere di scatto- MA PER CHI MI HAI PRESO?- urlò
nonostante l’ora tarda. James socchiuse gli occhi – E
allora cosa?- gli chiese per nulla intimorito dal suo scatto di nervi –Io lo so
che ti piace, quindi vedi di smetterla con ‘ste vaccate e dimmi che ti prende!-
-Ho…-
-Ho?-
-…Paura
del rifiuto.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Era una strega.
Non credeva in cose come angeli e demoni…
Come poteva farlo? Eppure Luna non
riusciva a
impedirsi di pensare che quello che aveva di fronte non era più Lorien, ma l’incarnazione dell’angelo della morte.Aveva abbattuto la porta e aveva spazzato via
tutto quello che gli era capitato davanti, compresa la sedia che lei gli aveva
lanciato in un impeto di disperazione –Lorien.-
mormorò mentre si schiacciava contro il muro alle sue spalle – Lorien ti prego.-
Cercò
di sollevare le braccia davanti al viso, ma Lorien fu
più lesto di lei. Le afferrò il collo e la sollevò spingendola con più forza
crescente contro la parete . Sbarrò gli occhi e si
ritrovò in quelli di lui. Innaturalmente azzurri –Lollo.-
sussurrò – Ti prego.-
Si
aggrappò al suo polso e cercò di allentare la presa che le aveva dimezzato la riserva d’aria. Agitò i piedi e cercò di
allungare una mano verso il suo viso. Per toccarlo, per farsi riconoscere, ma
la stretta si stava facendo più ferrea e le forse la stavano abbandonando.
-Non
morirai. Sta tranquilla.-
-Cosa?-
Lui
le si avvicinò e le poggiò un baciò sulla fronte.
Aveva bisogno di una scusa, di una leva per spingere Harry
ad ucciderlo a non lanciarsi in quella piccola crociato
che altrimenti avrebbe sicuramente montato per liberarlo. Poggiò la mano libera
sul petto della ragazza fece una lieve pressione, Luna urlò, ma non per il male , ma per la sorpresa.
Gli
occhi di Lorien erano tornati color castagna.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry
non riusciva a crederci, Lorien non
poteva averlo fatto.
Si
guardava attorno in panico, sangue mobili spaccati e nessuna traccia di Luna.
Si portò le mani alla testa e si lasciò cadere seduto sui calcagni, ora troppo
incredibile per essere vero troppo lontano dalla
realtà e dal suo fratellino. Chiuse gli occhi e Malocchio gli passò accanto, lo
guardo serio di chi sta meditando qualcosa di estremamente
sgradevole, ma dovuto.
-Me
ne occuperò io.- disse al ragazzo accucciato dietro di
lui.
Harry
tirò su la testa – Te ne occuperai tu?- gli fece eco.
Aveva quasi settant’anni Alastor,
ma non c’era dubbio che fosse ancora in forma e in grado di avere le meglio su
qualunque avversario. Lo guardò per un lungo
momento poi scatto in piedi, lo afferrò per un braccio, lo fece voltare e lo spinse
contro la parete, la stessa dov’era stata sbattuta Luna.
-HARRY!-
tuonò il vecchio mago mentre fra i presenti calava un silenzio di tomba Nessuno
aveva mai avuto le palle per fare una cosa del genere ad AlastorMoody –Ragazzo.- disse –Cerca di controllarti e ragiona, se ha avuto il coraggio di uccidere Luna…Bisogna neutralizzarlo!-
-Fallo
Malocchio e giuro che ti ripagherò con la stessa moneta.-
-Non
fare mai minacce a vanvera Harry, te l’ho detto centinaia di vol…- si bloccò.
C’era qualcosa nel viso dell’uomo che gli diceva che non stava scherzando. Se avesse
messo le mani su Lorien sarebbe
stato davvero capace di prendersela con Andrea e i ragazzi.
-Fai
come vuoi…Volevo solo toglierti una simile incombenza.-
Ricordava
di averlo provato, di essersi sentita morire per un attimo, ma poi tutto era
finito e lei era scivolata nell’incoscienza priva di ogni
sensazione sgradevole. Inspirò profondamente e lamentò il torpore che la
schiacciava con qualche parolina smozzicata e una richiesta di
aiuto al soffitto. Non riusciva a vedere bene, non sapeva se era da
sola. Batté le palpebre un paio di volte e cercò di sollevare il capo dal
cuscino. Tentò una prima volta, poi una seconda, ma nonostante i suoi tentativi la nebbia che l’avvolgeva non volle saperne di
sollevarsie lei rimase nella penombra
di quella stanza che sentiva di non conoscere. Mugugnò e una mano si premette
contro la sua fronte per spingerlo definitivamente contro il cuscino: -Sta giù
Luna.- mormorò una voce e le labbra della ragazza si sollevarono in un sorriso.
-
Lorien…- bisbigliò e le dita sul suo viso si mossero
lentamente portandole indietro i capelli dalla fronte. La sollevò a sedere e le
spinse fra le labbra il bordo di un bicchiere, la ragazza bevve di un fiato e
sentì il mondo ribaltarsi e farsi più chiaro. Girò la testa verso Lorien che le sorrise in colpa e senza pensarci due volte
gli buttò le braccia al collo, tirandoselo addosso. Lo sentì puntare una mano
per non pesarle troppo sopra e ridacchiare contro il suo collo mentre lei gli
riempiva di baci una guancia. Aveva sempre sofferto il solletico.
-Mi
sai che non hai capito in che situazione ti trovi.-
Luna
allentò un po’la presa e lui riuscì ad alzare la testa
e a guardarla. L’aveva rapita e messo su un bel teatrino per farla credere
morta e spingere gli altri a dargli la caccia e a ad
ucciderlo. Lei non poteva saperlo per questo era così felice, aprì la bocca per
spiegarle che stava succedendo, per farle capire e non illudire,
ma lei lo prevenne. Gli prese la testa le mani e lo attirò
di nuovo a sé.
Gli
infilò la lingua in bocca direttamente, senza nemmeno assaggiare le sue labbra
prima. Sentì quella di Lorien rispondere
immediatamente a quella intrusione e fondersi
perfettamente alla sua. Lo strinse con forza crescente, Lollo
respirava dal naso con tale forza che riuscì quasi ad iperventilare
e lei sorrise quando lo sentì gemerlein
bocca.
-Tu
sei pazza…- le disse infatti –Non si fa così.-
-Così
come ?- gli chiese con aria innocente.
-Non
si spara sulla Croce Rossa.-
Luna
rise e strofinò la guancia contro il braccio che Lorien
aveva appoggiato sul cuscino, accanto al suo viso. Stranamente lo vide tirarsi
indietro e li si alzò, facendo leva sui gomiti. -Che
cos’hai lì?- gli chiese. Lorien
scosse il capo e lei fu costretta a slacciargli il polsino della camicia.
Arrotolò la manico e quello che vide rischiò di
fermarle il cuore. Sollevò lo sguardo verso il viso di Lorien.
-La
credevo magia perduta.- sterminata dalla Santa Inquisizione che aveva messo
all’indice i testi che la conteneva –Data alla fiamme,
non…-
-Anch’io,
ma a quanto pare …-
-Che
cosa t’indurrà a fare?-
-Luna.-
-Cosa!-
Lorien
si massaggiò il centro della fronte con due dita – Mi costringerà a uccidere i miei fratelli e mia madre.- chiuse gli occhi e
sentì le dita di Luna stringersi attorno al suo braccio con forza crescente –E
poi mi costringerà al suicidio.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Erano
passate quasi due settimane da quando Charlie era
approdato a Casa Potter, e Kingsley
non si era ancora fatto vedere. Era stato Malocchio a consigliargli di lasciarlo
tranquillo, di non irritarlo. Quel povero ragazzo aveva bisogno di pace, di guarire
nel corpo e nello spirito e non di avere a che fare con l’assassino della donna
che lui continuava a chiamare mamma.
“Mi dispiace tanto per Hestia. Davvero.
Se fosse vissuta sono sicuro che sarebbe stata una
mamma fantastica …” Lo aveva sentito dire una volta il
vecchio Auror“
Però nei miei ricordi c’è Alecto, è lei mia madre…” Un
ragionamento che non faceva una grinza che Malocchio non era riuscito a girare
a suo favore. Nonostante il carattere e la vena di follia incipiente Alectodoveva essere stata una
mamma eccezionale e quel ragazzo non riusciva a staccarsi da lei e dal suo
ricordo e a perdonare chi glie l’aveva portata via.
-Onde
evitare casini è meglio che te ne tieni lontano.-
EKingsley aveva obbedito.
Almeno
fino a quel giorno.
Mancavano
due giorni al ritorno adHogwarts
e i ragazzi dopo una sortita nel mondo babbano
avevano deciso di sperimentare quelle specie di trappole mortali che erano gli skeet board. Ne avevano comprati
due e ci andavano a turno, ridendo e candendo. Al momento Emmie
stava tendendo le braccia verso il fratello che camminava a ritroso per non
farsi toccare.
-Certo
che sei bastardo Teddy!-
urlò la piccola che cercava un appiglio per non ammazzarsi.
-Non
è possibile che tu non abbia un briciolo di equilibrio
Emmie.- Ted la prese per un
braccio e la fece scivolare assieme allo skeet. Emmie urlò qualcosa d’intelligibile e tutti guardarono
John. Il ragazzo si grattò la testa, ormai era diventato
il traduttore degli urli senza senso di Biscottino – Come se non lo sapessi di
chi sono figlia.- disse.
-Appunto.
Dimostra di non essere impedita come nostra madre.- assestò uno strattone al
braccio della sorella e questa prese velocità. I ragazzi la sentirono urlare
una decina d’improperi verso il fratello maggiore prima di venire bloccata al
volo da Joel che stava risalendo il viottolo che
portava a casa Potter.
La
ragazza aprì gli occhi e si ritrovò in quello azzurri
di Joel. Lo fissò stordita per un
momento prima di rendersi conto di essere praticamente avvinghiata a lui
e a una decina di centimetri da terra. Arrossì paurosamente e i suoi poteri da metaformagus le fecero lo scherzetto di farle i capelli in
tinta con le guanciotte.
-Mettimi
giù.- sibilò quasi afona per l’imbarazzo.
-Subito.-
rispose quello mettendola a terra.
La
vide risalire il pendio con la potenza di un treno a vapore, assestare un
calcio al fratello (che mandò una
parolaccia e si prese la caviglia sinistra fra le mani) e sedersi fra Victoire e Charlie, che erano
rimasti lontani dagli skeet per fare compagnia a Jolie che non poteva ancora muoversi. Si avvicinò ai
ragazzi e salutò con un bacetto in fronte Lie – Come va oggi?- le chiese
ignorando volutamente il fatto che Emmie stava iperventilando per i nervi proprio a un passo da lui.
-Meglio
grazie. E tu? Melanine ti ha
lasciato andare?-
Jolie
e l’infinito tatto dei Potter…
-Volevo
portarla, ma mi hanno detto che se l’avessi fatto qualcuno non l’avrebbe presa bene.-girò la
testa verso Charlie, che fece amorevolmente lo gnorri
e poi John che sollevò lo sguardo con un fischio colpito.
-Meglio
così, non è che mi stia molto simpatica.-
-Davvero?-
-E’
troppo … Troppo…-
-Orgogliosa
del suo fisico.-
La
vicina dolce di Victoire colpì Joel
come una putrella. Se Melanine stava antipatica pure a
Victoire allora aveva davvero qualcosa che non
andava. Perché quella ragazza era la quarta essenza della dolcezza, non faceva
mai un commento su nessuno e cercava sempre di andare d’accordo con tutti . La guardò e lei gli rivolse uno sguardo rammaricato- Mi
spiace Joel.- la sentì dire – Ma è così, così… Oh
andiamo indossa delle mogliettine che starebbero piccole anche a Noel.-
Noel
era la nipotina di John , la figlioletta di Neville e
sua moglie Hanna. Aveva solo due mesi ed era piccola
e carina come un pulcino.
-Solo
per farsi guardare le tette.- convenne Jolie.
-Esatto.-
annuì la piccola Weasley- Non capisco
che ci trovi in lei. E’così palesemente sbagliata per
te.- sentì la mano di Joel sulla spalla e la guardò
perplessa mentre questa faceva forza per spingerla verso Emmie.
Il ragazzo le si sedette vicino con uno sbuffo e lei
si chinò in avanti per guardarlo in viso.
-Ti
sei offeso?-
-Eh?
No Vicky. - lei era stata un
amore a confronto di quella bestia che era stata John. Per un momento era stato
tentato di prendere sgabello e frusta per tenerlo alla larga. -Scherzi?-
-Meno
male.-
Come
diavolo faceva quello zuccherino a essere figlia di
quella creatura irritante che rispondeva al nome di FleurDelacour? Mistero! Le si avvicinò all’orecchio
e lei piegò la testolina verso di lui per ascoltarlo –Ted
ti parla?- le chiese .
Lei
scosse la testa.
-Mi
spiace.-
-Ho
sbagliato io.-
-No,
è lui che è idio…Victoire?-
La
ragazzina stava guardando fisso oltre la sua spalla, Joel
si volse e vide Charlie in piedi e con i pugni
serrati e le spalle tese. Stava guardando verso il fondo del giardino con la
testa leggermente reclinata in avanti –Charlie?- lo
chiamò mentre John scendeva con un balzo dal suo skeet.
-Ehi
Tappo.- disse mentre gli andava accanto.
-Stammi
lontano John.-
-Perché?-
-Perché quando sono furioso non ho molta mira.-
John
non faceva a tempo a capire che cosa voleva dire con quella frase che si
ritrovò per terra, schiacciato da un peso al petto che prima l’aveva spinto in
avanti e poi l’aveva ancorato al suolo. I ragazzi lo videro boccheggiare a occhi spalancati mentre arrancava con le mani in gola.
Stava
attaccando qualcuno e lui, che l’aveva guardato negli occhi per un momento si
era ritrovato in mezzo. Ma chi però era il destinatario
di quell’attacco?
Girò
la testa.
-Chi
diavolo ci fai tu qui idiota!?- urlò JamesRemus al posto suo. Si
avvicinò a Charlie e lo scosse per le spalle, ma il
ragazzo era troppo concentrato su Kingsley per dargli
retta, guardò Jolie –C’è tuo padre?- le chiese e la
ragazza annuì – Vicky, vallo
a chiamare! Qua abbiamo bisogno di aiuto!-
C’era voluta la mano del cielo per staccare Charlie da Kingsley e
portarlo in casa
C’era
voluta la mano del cielo per staccare Charlie da Kingsley e portarlo in casa. Il ragazzo si era convinto a
non farlo fuori solo quando si era reso conto che John era finito in mezzo all’attacco
e stava facendo del male anche a lui- Ringrazialo.-
aveva sibilato all’Auror mentre James
lo trascinava in casa e John si tirava su scrollando la testa, il naso e la
bocca pieni di sangue. E c’era voluta la mano di Andrea
per convincere Malocchio a non
strangolare il suo pupillo con il filo della tenda. Quando aveva saputo che
cosa era successo, invece di biasimare Charlie per quell’attacco violento che aveva coinvolto anche chi non c’entrava , si era voltato verso Kingsley
aveva tentato di strozzarlo usando, appunto, il cordino della tenda. Andrea
aveva dovuto sudare tutte le camicie del proverbio per tirarlo via da lì e
farlo sedere fuori portata da qualsiasi cosa che poteva essere usata come arma da lancio- Calmati.- gli disse mentre lo guardava borbottare
in direzione dell’idiota “il nuovo nickname di Kingsley”. Poi si volse verso l’amico.A differenza del padre sembrava in vena di
comprensione, ma era tutta apparenza, nel giro di tre secondi era tornata ad
essere la belva di sempre –SEI SCEMO, IDIOTA O
ENTRAMBI??- strillò con tutto il fiato che aveva in copo.
-Andrea…-
-Te
l’abbiamo spiegato Dude*.
Quel ragazzo ti odia, vorrebbe vedere la tua budella sparse
al sole e questo probabilmente non cambierà mai.- l’uomo s’infossò sulla
seggiola, ma Andrea non fu mossa a misericordia. Per colpa della sua
avventatezza John poteva finire male. Per fortuna Charliegli era abbastanza affezionato da interrompere l’attacco
per salvarlo - … Hai ucciso sua madre.-
Kingsley
stava per ribattere, ma Andrea scosse il capo. Era stanca di ripetere sempre le
stesse cose, ma Kingsley non sembrava mai pago di
sentirle…Lasciò cadere le spalle con uno sbuffo –No. Non èHestia sua madre. Lei l’avrà anche messo al mondo e
amato quando l’aveva dentro di sé, ma la mamma, quella vera, è
quella che ti cresce. Quella ti coccola, che ti cura, che ti bacia le
sbucciature quando ti fai male. Rassegnati la madre di quel ragazzo è AlectoCarrow e tu glie l’hai
portata via.-
L’Auror lanciò uno sguardo verso la porta da cui veniva le
voci di Alice e John. Sospirò e poi tornò all’amica,
in piedi di fronte a lui. La cosa che non riusciva a capire era come una pazza
come Alectoavesse potuto
farsi tanto ben volere. Andrea, alla sua domanda, fece spallucce
– Non lo so.- disse – Forse, aveva solo bisogno di qualcuno d’amare per
sentirsi in pace. Infondo non è questo quello che
tutti vogliamo?-
-.-.-.-.-.-.
Camminava
a forza,spinto da quel braccio che le teneva in piedi
e quel corpo premuto contro il suo fianco. Abrham non
sapeva che cosa stava succedendo e dove suo padre lo stava ,sapeva
solo di stare troppo male per fare qualsiasi cosa. Aprì gli occhi e Fenrir gli rivolse appena un’occhiata mentre lo spingeva
lungo il corridoio che dalle prigioni portava al camino, unica via di fuga
della casa- Cosa?- mormorò- Che stai facendo?-
-Ti
sto salvando la vita.- Il ragazzo guardò dietro, poi il genitore (perché no,
non riusciva a chiamarlo papà) che continuò col fiato corto - Sei diventato un problema ragazzo…Vogliono
ucciderti.-
Abrhama
socchiuse le labbra – E che te ne importa.-
Fenrir
si bloccò – Non lo so.- disse – Non voglio che mio figlio muoia, e così strano?-
-Detto
da te…Sì.-
Greyback
si blocco e per un momento Abrhampensò
che volesse azzannarlo, lì sul posto, un bel morso al collo e tanti saluti all’unico
rampollo. Cercò di arretrare, ma Fenrir non era con
lui che ce l’aveva. Guardò verso il fondo del
corridoio – Maledizione, siamo stati scoperti.-
-.-.-.-.-.-
Intanto,
in un’altra stanza di Godric’s Hollow.
Charlie strofinava gli occhi nella speranza di
cacciare indietro le lacrime. Non riusciva a credere a quello che era successo
e la frustrazione stava giocando un brutto scherzo al suo autocontrollo. Inspirò
profondamente e girò la testa verso il muro quando la porta si aprì –Don't Cryfor
Me...- John ricordò le parole della
canzone, ma invece di Argentina calcò un bel -…Tappo.- che fece lamentare il suo
interlocutore. Charlie sbuffò qualcosa del tipo “non sto piangendo.”e lui sorrise mentre guadagnava il centro della stanza
–Sicuro?-
Lo
sentì tirare su col naso e gli sedette davanti a gambe incrociate. Aveva appena
finito di sputare metà del sangue presente dentro al suo
corpo e si sentiva tantino debole. Lasciò cadere la testa in avanti e lanciò un’occhiata
da sotto in su a Charlie- Se
serve, posso dirti che anch’io avrei agito allo stesso modo.-
-Non
penso.-
-Kingsley
ha ucciso tua madre.-
-Lo
so… E solo che quando ho queste reazioni, mi faccio paura da solo… Stavo ammazzando anche te e non me ne sono neanche accorto …-
singhiozzò e nascose il viso nell’incavo del braccio. Aveva paura di scoprirsi un assassino, una
persona capace di passare su chiunque pur di arrivare al suo obbiettivo…Una
persona come Cygnus.
Si
sentì afferrare la testa e tirare su con forza. Si ritrovò negli occhi di John
che sembrava sul punto di dirgli qualcosa. Si guardarono per un lungo momento e
poi… Successe l’impensabile.Si era
mosso l’altro per primo? Si erano andati incontro? Nessuno dei sapeva dirlo,
erano troppo presi dall’effetto di quella azione
sconosciuto, ovvero il bacio in cui si erano ritrovati in mezzo e da cui, al
momento, nessuno dei due sembrava tanto propenso ad allontanarsi.
John
si sentì trattenere per le maniche del maglione nello stesso momento in cui
aveva rafforzato la presa su Charlie e se l’era
spinto più addosso. Ogni domanda di qualsiasi ordine e genere era stata rimandata a data da destinarsi, per il momento c’era
solo quella piacevole sensazione di benessere.
-Cbarlie
è qua?-
Si
staccarono di botto. John arretrò usando le mani e Charlie
si schiacciò contro il muro. Si girarono assieme verso la
porta che si apriva, Harry li guardò ignoro, fece un
cenno verso Charlie e il ragazzo si alzò nonostante
avesse le ginocchia molli. Alle spalle di Harry però
qualcuno aveva la bocca aperta per la sorpresa. Charlie
lo vide quando fu vicino al capitando degli Auror.
-Oh…-
cominciò.
-Mio…-
gli fece eco JamesRemus.
-Dio.-
concluse John dentro la stanza.
Dannato fiuto da Animagus…
-.-.-.-.-.-.
Fenir
non sapeva perché lo stava facendo, perché qualcosa dentro di lui non riusciva
a tollerare l’idea che Abrhamvenisse
ucciso. Non gli era mai importato troppo di quel figlio, l’aveva guardato
crescere da lontano e sì, un paio di volte si era detto che era proprio un bel
tipo, ma niente di più -Avanti, avanti…- disse puntando
dritto verso il camino.
Forse
era il suo istinto di Lupo a parlare, forse era lui a dirgli che doveva
proteggere il suo cucciolo da chi voleva fargli del male. Lo spinse dentro il
vano del camino e lo guardò aprire gli occhi con un lamento. Gli ficcò in mano
una manciata di Polvere Volante – Vai da qualcuno dell’Ordine.
Ti proteggeranno.-
-E
tu?-
Fenrir
girò la testa, Bella e Lucius stavano correndo verso
di lui. Riconobbe il movimento di bacchetta della donna e sorrise senza
guardare il figlio –Io sono morto.- un lampo verde lo centrò in pieno e cadde
all’indietro ai piedi del ragazzo che preso dal panico urlò il primo nome che
gli venne in mente.
-Casa
Potter.-
-.-.-.-.-.-.
Quella
era troppo grossa, non poteva tenersela in pancia, doveva raccontarlo a
qualcuno. Sì, ma a qualcuno chi? James era fuori
discussione, a parte che grazie al suo “tartufo” sapeva già tutto e non aveva
voglia di fornirgli i dettagli. Emmie? No, quella come minimo si sarebbe messa a cantare “Te l’avevo detto!” in tutte le lingue
del mondo. Teddy e Joel…No,
erano troppo impressionabili. Gli rimane Jolie, dato
che Neville l’aveva scartato a priori. Entrò nella
camera della ragazza e la trovò a letto, col viso voltato verso la finestra e
una mano accanto alla testa. Dormiva saporitamente. Scosse il capo e si chinò
su di lei.
Era manesca, Logorroica e molto altro…ma quando dormiva, sembrava
un vero angioletto. Le poggiò un bacino su una guancia e le volse le spalle. Non
se la sentiva di svegliarla. Fece per aprire la porta quando la voce di Lie lo trattenne –Dove vai?-
-Eri
sveglia?-
-Non
ti facevo così dolce.-
-Fanculo…-
Jolie
si tirò a sedere facendo leva sui gomiti- Cos’èquell’espressione da cucciolo?- gli chiese squadrandolo da
capo a piedi per poi bloccarsi sul suo viso. Il ragazzo si prese la testa fra
le mani e lei inarcò un sopracciglio. Sbagliava o aveva appena lanciato un incantesimo
insonorizzante sulla camera- HO BACIATO CHARLIE!- no, non sbagliava.
-CHE
HAI FATTO!?-
-MI
HAI SENTITO BENISSIMO.-
Jolie
spalancò la bocca e poi scoppiò in una sonora risata – Lo sapevo.-
John
piegò la testa in avanti- Ripeti.-
-Andiamo
John era lampante.-
-Ma
de che?-
-Da
quando TU – gli puntò un dito addosso – Cerchi di fare amicizia con qualcuno.
Amico, era chiaro come il sole in cielo che il piccolo Charlie
t’interessava.-
-Sono
così cristallino?-
-Oh
piccolo, per me sei un libro aperto.-
-.-.-.-.-.-.
-Insegnarti
la Legimanzia?-
Harry
annuì ancora una volta e Charlie si grattò la testa perplesso – Scusami, ma non so come fare.- A lui
non gli avevano insegnato a fare nulla, un giorno si era svegliato e boom , era
in grado di friggere il cervello della gente solo guardandola negli occhi. Scosse la testa –Non lo so, Harry.
Non saprei come fa…- volse la testa verso il camino e Abrham rotolò dentro con un urlo.
Di risvegli traumatici nella sua vita ne aveva avuti parecchi
Di
risvegli traumatici nella sua vita ne aveva avuti
parecchi. Era un licantropo e patire a letto faceva un po’ parte della sua
natura, ma quella era la prima volta che aveva voglia di piangere. Volse la
testa sul cuscino. Di qua e di là nella speranza di riuscire ad aprire gli
occhi e a vedere, quello stato di cecità forzata lo stava uscendo uscire pazzo, gemette penosamente e una manina fredda si
posò sulla sua fronte. Si bloccò, stordito da quel nuovo odore. Sapeva di
bestia, come il suo, ma aveva anche le inclinazioni dolci della pergamena e
della cioccolata. Cercò di regolarizzare il respiro e
con la calma riuscì ad aprire gli occhi.
Un soffitto bianco, un lampadario semplice, ma indubbiamente di classe e poi . Una cascata di boccoli color miele e un faccino
deliziosamente paffuto. Sorrise eEmmie
sospirò sollevata mentre sedeva sul bordo del letto –Hai dormito otto ore.- disse mentre gli
portava i capelli indietro per fare spazio a una pezza fresca di congelatore – Sei
stato molto male Abrham.-
Il
ragazzo annuì senza staccare lo sguardo da quello della ragazzina.
-Dove
sono?- cercò di tirarsi su, ma Emmie
lo spinse contro il guanciale facendo peso sulla mano che gli teneva ancora in
fronte –Che è successo?- Aveva in testa schegge di immagini, ma nessuna con un
vero significato. Guardò la porta socchiusa che dava su un corridoio luminoso e
poi di nuovo Emmie che aveva poggiato entrambe le
mani sulle ginocchia.
-Sei
a casa mia. Godric’s Hollow
non c’era posto per te, così papà ha deciso di farti stare qui.- indicò la
stanza attorno – Questa è la camera di mio fratello.- Abrham
rabbrividì visibilmente sotto le coperte eEmmie scoppiò a ridere – Tranquillo, a lui non dispiace.-
Bugia…
Jaime ha dovuto trascinarlo via con una catena al
collo…
Scosse
la testolina e guardò verso la porta, giusto in tempo per godersi la rovinosa
entrata in scena della madre. Sollevò lo sguardo al soffitto mentre la risata
rauca di Abrham si levava a
basso volume nella stanza –Sai che ancora non ho capito, che c’ha trovato papà
in lei?- sialzò con un svolazzo della
lunga chioma castana e si avvicinò a Dora che rantolava faccia a terra – Mamma ti
sei fatta male.-
Tonks
alzò il viso verso la figlia e quella cacciò uno strillo acuto.
Aveva
il naso ridotto ad un polpetta sanguinolenta –Papà ,
corri! Si è fatta male un’altra volta.- Abrham
sentì un’imprecazione piuttosto colorita e qualcuno correre. Remus entrò seguito da Teddy“era stato lui a
imprecare.”Guardò versò il letto e Abrham *che bastardo
come al suo solito quando si trattava di Ted* gli
rivolse un sorrisino da schiaffi, si costrinse a non reagire come avrebbe
voluto e si chinò sulla madre – Mamma.- sbottò alla vista del suo naso
-Come
cazzofai a farti sempre
così male?-
-Non
lo so.-
-Ninfadora…-
sospirò Remus mentre la prendeva per le braccia e la
rimetteva in piedi. Prese un fazzoletto dal taschino e lo premette sul viso
della moglie –Ted, occupati di tua madre per favore .-
disse al figlio mentre spingeva Tonks verso di lui.
Scavalcando i resti del pranzo ucciso da Tonks si
avvicinò ad Abrham e sorrise al suo sguardo ancora
piuttosto lucido –Ce l’hai fatta a svegliarti, eh?-
-A quanto pare…-
Remus
sentì qualcosa stringergli la bocca dello stomaco. Quel ragazzo era la versione
giovane del padre. Aveva persino lo stesso tono di voce, leggermente rauco e
dimesso, ma comunque fascinoso. Cercò di reprimere l’odio
che sentiva per Fenrir e si sedette sul bordo del
letto, dove prima c’era Emmie – Te la senti di
raccontarmi che cosa è successo?-
Che
cosa era successo?
Abrham
socchiuse leggermente gli occhi. Ricordava che cosa era successo? Oltre il male che sentiva riuscì a vedere qualcosa, come una macchiolina
informe, piccola e pulsante. Si sforzò su di essa
e questa lentamente prese forma e consistenza.
-NO!
– urlò mentre si tirava a sedere di scatto –PAPA’!-
Emmie
sollevò lo sguardo dal disastro che stava cercando di ripulire e guardò il
padre che si era leggermente ritirato all’urlo improvviso del serpeverde –Papà.- disse e Remus
si riscosse e si avvicinò al biondino che tremava in preda allo shock. Lo prese
per le spalle, lo scosse leggermente. Poi
gli toccò il viso, gli fece tirare su la testa –Che è
successo a tuo padre…-
-Alla
fine…Credo.. Che in qualche modo mi volesse bene…-
-.-.-.-.-.-.-.-
-Charlie
sei così teso che potrei usarti come fionda.-
-Non
capisco di cosa stai parlando Jolie, davvero.-
-Parlo
del fatto che ti sei limonato John… Un tonfo secco.Jolie
sollevò lo sguardo dalla tazza di tè che stava riempiendo per Ginny e trovò l’amico steso vicino ai suoi piedi. Sorrise, bastarda come solo una Potter sa
essere e lo scavalcò senza prestargli il minimo soccorso. Uscì dalla
cucina e si avvicinò alla cognata seduta in poltrona. Gin si stava massaggiando
la pancia con fare assorto e ogni tanto guardava l’orologio, Jolie si sedette sul bracciolo e le porse la tazza –Che succede?- le chiese tranquilla.
-Sono
incinta.-
-Oh
Merlino.-
Charlie,
che era ancora sul pavimento, vide Jolie finire a
parte addietro dalla poltrona. E nonostante l’istinto gli dicesse di fregarsene
di quella piccola bastarda, si avvicinò, perché infondo non stava ancora troppo
bene e non poteva permettersi certi *sballottamenti* - Lie.-
disse mentre l’agganciava sotto le braccia e la tirava in piedi- Che è successo?-
-Sono
incita.-
Charlie
finì seduto sotto Jolie.
-Non
sembri felice.-
-Sono
preoccupata infatti.-
-Perchè?-
chiese Jolie che non sembrava
per il momento intenzionata a levarsi da Charlie che
la reggeva ancora per le spalle– Harry andrà via di
testa per la gioia.-
-Non
è questo che mi preoccupa…-
-.-.-.-.-.-.-.-
Aveva
seriamente voglia di farsi quattro risate, alla faccia di quegli occhioni spauriti che lo guardavano dalle grate delle
gabbie che penzolava sopra la sua testa . Niente da
dire, Draco era un vero genio della tortura. Piegò il
capo sulla spalla sinistra e sorride, Cedric si sporse verso di lui incredulo –Lorien?- disse sollevato. Poi realizzò cosa voleva dire per
lui la presenza del mago e si schiacciò contro la parete opposta della sua
piccola cella.
-Draco
ti sta affamando vero?- chiese Lollo tranquillo
mentre si avvicinava al dispositivo che teneva in alto la gabbia, lo fece
scattare e Cedric gridò quando questa scese di botto
a terra. Guardò Lorien e lo trovò con uno sguardo che
aveva un qualcosa di divertito –Caca sotto.- lo sentì
soffiare con disgusto.
La
porta della gabbia si aprì con uno schiocco e Cedric chiuse gli occhi terrificato.
Si sentì afferrare per la maglietta, trascinare fuori e sbattere contro il
muro. Lorien era decisamente
più alto e lo stava sovrastando. Deglutì a vuoto. Aveva gli occhi ancora gli
occhi scuri, ma lo sapeva che non avrebbe retto molto.
“E’ forte, ma non così forte!”
-Dimmi
chi ti ha dato l’ordine di avvelenarmi.-
-…-
-Bello
non ho mai ammazzato nessuno a sangue freddo, non darmi un motivo per farlo
adesso.- strinse la presa su di lui col chiaro intento di dimezzargli la
riserva d’aria e abbassò la testa per farsi guardare bene in faccia –Allora?-
-LuciusMalfoy.-
-Quanto
ti ha dato?-
-Due
palazzi…E molti soldi.-
-Piccolo
schifoso…- era tentato di farlo a pezzi e di rimandarlo a Cho
dentro una valigia, ma non lo fece. Nonostante la scarica di puro male che gli viaggiava nelle vene era
sempre il solito Lorien. Quello che attaccava
solo per difendersi.
-Perché
io?-
-Il
tuo sangue.-
-Il
mio sangue?-
-Affinita
tra fratelli per creare una pozione a morte. Il
tuo gruppo sanguigno?-
-O
RH +
-Quello
di Harry?-
-E’
uguale.-
Si
allontanò da Cedric che si massaggiò il collo con una
smorfia – Bellatrix lo sapeva, lo sapeva che nonostante
la malia saresti rimasto in te, così ha deciso di
correre hai ripari, ha scelto te e non Jolie ad
esempio perché il tuo gruppo sanguigno e quello di Harry
sono uguali e se tu dovessi fallire.-
-Lo
ucciderà usando il mio sangue.-
-Esattamente.-
Lorien
si prese la testa fra le mani. Sentì la rabbia crescere, rompere gli argini e
tramutarsi in un tornado. Tornò a guardare Cedric e
non era più la stessa persona che era entrata. Aveva gli occhi di un azzurro
irreale, che lo facevano sembrare l’incrocio fra un
angelo e un diavolo.
-NO!-
urlò il Mediamago.
-Godi
il frutto del tuo lavoro Diggory.-
-.-.-.-.-.-.-.-
-Invece
di una tazza di latte dovresti farti una camomilla.-
Charlie
sobbalzò e i biscotti che stava facendo scendere nel latte per farsi che
diventasse crema gli volarono di mano. John ne prese un paio al volo e se ne
portò uno alla bocca- Uhmmm.- gemette e il povero serpeverde sentì un brivido attraversarlo. Maledizione,
come diavolo faceva a essere così dannatamente, uhmmmm… Scosse la testa e lo guardò appoggiarsi al mobile
della cucina accanto a lui.
Non
sembrava nervoso.
Non
all’apparenza, almeno.
-L’hai
detto a Jolie.-
-E
tu ad Abrhamscommetto.-
-Non
l’ho ancora visto.-
-Però
hai intenzione di dirglielo…-
Colpito
e affondato.
Charlie
scosse la testa e imbronciò le labbra in un’espressione
confusa –Ascolta, ma tu sei…-
-No.-
-Però
ti è…-
-Molto…-
-E…-
-Lo
rifarei anche adesso se non avessi paura di essere beccato.-
Guardò
Charlie arrossire fino alla radice dei capelli mentre
terminava di preparare la crema , che sarebbe stata la
cena di Abrham –E tu?- gli chiese avvicinandosi un po’,
ma non tanto da farlo andare in panico.
-Sì
e non capisco perché.-
-Bene,
siamo in due allora.-
-.-.-.-.-.-.-.-
No!
No! No! Non andava bene! Non andava bene per niente!
Doveva smetterla di guardare, doveva smetterla di digrignare i denti,
deva smetterla anche perché Abrham e Charlie sembravano essersi accorto di qualcosa. Sentì le
guance cambiare colore mentre Emmie prendeva un’altra
cucchiaiata di crema e la porgeva ad Abrham che con
un ghinetto si sporse verso di lei e aprì la bocca.
-Joel.-
disse Charlie –Che fai lì?
Entra, no?-
Il
ragazzo guardò Biscottino che soffiava sulla tazza poggiata sul
sue ginocchia e scosse il capo –Non ci tengo.- disse e volse le spalle
scomparendo dalla vista dei tre –Grazie.-
Abrham
spostò lo sguardo color miele verso l’amico – Mi sa
che mi divertirò! –
Un solo pensiero viaggiava per Grimmauld Place e schiacciava tutti col
peso della sua veridicità
Un
solo pensiero viaggiava per GrimmauldPlace e schiacciava tutti col peso della sua veridicità. Joel doveva essersi bevuto il cervello! Entrando in casa James aveva capito immediatamente che qualcosa non andava.
Gli era bastato guardare i suoi genitori in faccia.
Erano
seduti sulle scale che portavano alla zona notte della casa e sembrano uno più sconvolto dell’altro – Mamma? Papà? Kracher?- sollevò lo sguardo verso il ritratto che l’elfo
stava spolverando col solito amore –Nonna che è successo?-
L’elfo
si fece da parte e la donna si sistemò sulla sua poltrona. Abbassò lo sguardo
verso il nipote e scosse la testa delusa. Si piegò in avanti e il ragazzo
superò i corpi apparentemente defunti dei genitori per avvicinarsi al ritratto
che la contenevae donarle un’occhiata dal basso . Era l’unico a poter rivolgere la
parola a Walburga (chissà poi perchè) senza che questa andasse in escandescenza e
sapeva bene che doveva andarle davanti per poter sorbire il suo gracchiare.
-Tuo fratello dev’essere impazzito caro.-
-Al?Perchè che ha fatto?-
-Va
a vedere tu stesso.-
James
aggrottò le sopracciglia e scese le scale, superando un’altra volta i
*cadaveri* dei genitori. Si guardò attorno e puntò deciso alla cucina, dove
sentiva la voce del fratello, spalancò la porta e la potenza di quello che vide
per poco non lo buttò a parte addietro.
Melanine
Clark con un mini abitino
giro passera avvinghiata a Joel che sembrava gradire
la cosa -Ma che cazzo?- sbottò fra lo scioccato e lo
schifato. Per carità Melanine era una bella ragazza, ma con quelle tette spinte
in gola e quell’abituccio, e che cavolo. Bisogna
essere belle e pure sapersi vestire.
-JOEL
ALASTOR BLACK!-
Joel
spostò lo sguardo da Melanine e piegò la testa su una spalla per guardare il
fratello. Mel gli era ancora seduta in braccio e
teneva un mano sul suo… *OH MIO DIO!* Rabbrividì
vistosamente e si lanciò attraverso la stanza, afferrò Joel
per un braccio e se lo trascinò appresso –Melanie va
a casa!- le disse.
La
ragazza rimase ferma.
-ORA
RAGAZZINA!-
Sirius
si volse verso Andrea che guardava con innaturale interesse il pavimento –
Tranquilla , adesso ci pensa James.-
le disse e la donna annuì rigida come una marionetta. Guardò James trascinare via il fratello per un braccio e con lo
sguardo lo pregò di riportarlo sui binari. Quella ragazza, quella
ragazza, era davvero…TERRIFICANTE!
-JAMES
CHE CAZZO FAI!?-
-IO?
TU CHE CAZZO FAI?- lo trascinò fino alla loro camera e
facendo forza con una gamba lo buttò faccia a terra. Lo sentì lamentarsi per la
botta presa, ma non lo fece alzare. Gli sedette sopra e gli bloccò le mani
vicino alla testa – Alastor.- gli disse mentre faceva
forza con le braccia per impedire al fratello di alzarsi – Ti rendi conto che stai facendo? Per paura stai buttando via la
cosa migliore che potrebbe capitarti! Emmie, Dio
santo, Biscottino!-
-Farti
i cazzi tuoi,no?-
-No,
mi dispiace, non posso farmi i cazzi miei. Sono tuo
fratello e che la cosa ti piaccia o nofa parte dei miei compiti occuparmi di te!- sollevò
leggermente il bacino e con uno strattone alla spalla lo girò per guardarlo in
faccia, bloccandogli di nuovo le braccia per impedirgli di prenderlo a cazzotti
per liberarsi –Andiamo fratellino ti stai degradando, perché? Per paura!-
-Lo
so.-
-E
allora smettila cazzone!-
-Non
è così semplice.-
-E’più
che semplice Joel.-saltellò col sedere sull’inguine del fratello che aggrottò le sopracciglia perplesso –Fai valere quello che sento qua.-
Joel
strabuzzò gli occhi e lui scoppiò a ridere.
-CHE
DIAVOLO FAI PERVERTITO?!-
-Niente.
Dico solo quello che sento.-
-IDIOTA!!!-
James si tirò su un’altra volta e buttò la testa in avanti
per guardare –Cavolo, non ti facevo così ben dotato fratellino, ecco perché
Melanine c’era rimasta attaccata.- Joel sollevò le
ginocchia di botto e James mandò un urlo. Cadde a
faccia avanti, picchio forte la fronte e rotolò fino alla gamba del letto
–Sempre il solito violento.- si lamentò mentre portava una mano alla schiena.
-E
tu sempre il solito stronzo!-
-Scusa se sono scioccato.-
-.-.-.-.-.-.-.-.
-Hai
capito che ho detto?-
-Non
sono sordo, Charlie.-
-E
allora perché non stai ridendo?-
-Sto
aspettando che tu mi dia il permesso.-
Charlie
sollevò lo sguardo al soffitto –Vai, sfogati.- gli
disse e Abrham sbottò in una risata rauca e convulsa.
Scivolò su un fianco con le braccia attorno al busto e scalciò via le coperte
mentre rideva a crepapelle. Era troppo divertente per essere
vero! Charlieappoggiò il
mento nel palmo della mano e con uno sbuffo lo guardò ruzzolaredi qua e di là.
-Hai
finito?-
-Sì,
adesso sì.-
Tornò
composto e si asciugò gli occhi con il dorso della mano. Guardò Charlie e… Sbottò a ridere un’altra volta. Completamente
dimentico di ogni regola sull’amicizia, rischiò di
finire a parte addietro giù dal letto. Charlie lo
afferrò per lo scollo del pigiama e lui cercò di calmarsi inspirando ed
espirando profondamente.
-HAI
FINITO, VERO?-
-Sì,
Charlie.-
-E
adesso dimmi, che cazzo mi sta prendendo?-
-Nulla
fratellino, hai semplicemente i bollori come qualsiasi essere umano!- Charlie portò anche la mano sinistra alla maglietta
dell’amico e lo scosse con tutta la forza che aveva in corpo, che vista la
frustrazione accumulata, era davvero parecchia. Abrham chiuse gli occhi per impedirsi di sboccare addosso
all’amico e quando finì di strapazzarlo gli disse – Ti sconvolge
il fatto che sia un ragazzo?-
-Punto
prima.-
-E
punto secondo?-
-Se
lo becco da solo sono cazzi suoi.-
Abrham
tentò, davvero ci provò a rimanere serio, ma alla fine non resse. Sghignazzò e
poi scoppiò nella terza risata in pochi minuti. Charlie
lo lasciò andare con un verso e lui ricadde sul cuscino e ruzzolò di pancia –
Che problema c’è? Se lo incontri da solo in una
stanza, lo violenti.-
-ABRHAM
CAZZO!-
-Scusa.-
-Lo
capisci che è strano, o no?-
-Cosa
è strano?-
-E’
UN RAGAZZO PORCA VACCA!-
-E
allora?-
-La
cosa non ti turba minimamente?-
-No.
–
Charlie
piegò la testa su una spalla. Era sincero. Che lui fosse
attratto da un ragazzo a quel modo non lo disturbava minimamente. Si
sentì immediatamente sollevato, poi arricciò le labbra in un sorriso –Ehi, non
è che mi nascondi qualcosa fratellino?-
-Del
tipo io, TedLupin e un
covone di paglia dove rotolarci ? No. Però sono dell’idea che l’amore sia uno e
che le etichette lo sminuiscano-
-.-.-.-.-.-.-.-.
-Oh
porca…Uhm!- Frank si volse con uno scatto e coprì
naso e bocca nell’incavo del braccio. Che diavolo era
quella puzza? Battè le ciglia e tirò su la testa, la
bocca spalancata per respirare con essa e non morire
per colpa di quella puzza terrificante. Guardò Draco –Ragazzo,
che diavolo hai combinato?- gli chiese mentre avanzava
fra i detriti che ingombravano il pavimento- Credevo che ci sapessi fare con le…-
si bloccò. Draco aveva sollevato lo sguardo e lui fece altrettanto.-
-OH PORCA TROIA!-
sbottò.
Quello
che rimaneva di CedricDiggory
pendeva sulle loro teste. Frank si fece indietro di
un passo, lo sguardo fisso oltre il cadavere, al marchio tracciato col sangue
che occupava metà soffitto –Il marchio dei cacciatori.- disse toccandosi il
braccio destro, in corrispondeva del tatuaggio che da più di trent’anni lo marchiava come “Cacciatore di Mangiamorte”.
-E’
stato Lorien, vero?-
-Il
cucciolo si è scatenato.-
-
E’ per noi significa…?-
-Che
moriremo in una maniera atroce.-
Fine
capitolo.
Oddio, quanto mi sto divertendo a caratterizzare Abrham! XD
Tyrion132*
Io sapevo che TeddyTonks
fosse un mezzo sangue, ma forse mi sbaglio. Come ho detto sono tutto tranne che un’esperta della saga. Però
in questa storia, come in tutte le mie altre è un mago
nato da babbani! ^_____^
Anywhere: Silente è vivo, ma io non lo
tiro in causa perché non sono in grado
di scrivere su di lui! Mea culpa. Se hai delle domande
puoi tranquillamente pormele qui, o via e-mail. Non ho mai mangiato nessuno fino
ad adesso *sputa la tibia di un povero recensore* Oh,
beh, lui è una lunga storia.
Le montagnine: Frank è un Cacciatore?
Beh, leggete il capitolo e scopritelo!
XD
Capitolo 61
Infondo
è vero quel che si dice. Più a lungo regge una bugia, più gravi saranno le sue
conseguenze quando verrà scoperta. Ad AlastorMoody era bastato uno
sguardo per capire che la menzogna era caduta e che Frank
sapeva tutto, si alzò appoggiandosi al suo bastone
magico –Vuoi uccidermi?- gli chiese e l’uomo strinse i denti. Per troppi anni aveva vestito i panni
dell’agnello , aveva trattenuto gli istinti e fatto la
persona perbene. Ora però… Annuì e si chiuse la porta alle spalle. Tolse la
chiave e poggiò la mano sulla toppa e Malocchio sentì la serratura scattare. Era in trappola con una bestia che pregava
solo di venire liberata.
In
un secondo se lo ritrovò addosso. Passavano gli anni, ma Frank
sembrava non sentirlo. Era rimasto lo stesso, un sorriso gli increspò le
labbra, aveva fatto davvero un buon lavoro con lui. Si sentì sbattere contro un
muro, ma non si lamentò nonostante il male. Socchiuse l’occhio e lo puntò,
assieme a quello magico, in quelli grigi dell’uomo.
-Non
è da te giocare con la preda.-
-Mi
hai mentito. Avevi detto che dopo me e James non né avevi addestrati altri.-
-Ho
fatto quello che dovevo. Non puoi biasimarmi per aver
obbedito agli ordi…- il pugno di Frank
che si abbatte contro la sua mascella gli fece mordere
la lingua e vedere doppio. Credette di cadere, ma il
mago lo tratteneva ancora per la giacca. Gli rivolse un’occhiata divertita –Che
cosa ti contraria Frank, mica l’ho capito.-
-Hai
messo su una fabbrica di assassini! Ecco
cosa mi contraria!-
-Credevi
di essere unico ed inimitabile!?-
-Chi
altri ha il Marchio dei Cacciatori? Quanti killer ci sono a piede libero!?-
Malocchio
sputò sangue a terra e per un secondo Frank
ebbe l’impressione che stesse facendo mente locale. Un brivido gli
attraversò la schiena, ma quanti mostri aveva contribuito
a creare? Lo scosse e l’obbligò a guardarlo- Quanti?-
ripeté e il vecchio si leccò le labbra.
-Tre.-
-Altri
tre Cacciatori hanno visto la luce?-
-Esattamente.
Ho fatto ciò che dovevo!-
-Hai
fatto ciò che dovevi? Per chi? Per il Consiglio? Per
la Patria? Se non vuoi che ti uccida non portarmi per il culo, vecchio! – gli fece battere la testa contro il
muro e poi lo ribaltò sulla scrivania ingombra. Afferrò il tagliacarte e gli lo
puntò al collo. Era pronto a sgozzarlo come un maiale - L’hai
fatto per la tua sete di vendetta! Quelli hanno ammazzato tua moglie e tu li
hai ripagati creando massacratori!- se lo avvicino fino a portarselo a un soffio dal naso –Voglio i nomi. Chi
sono gli altri due ?-
-Oltre
a Lorien?-
-Esatto?
Chi sono gli altri due cacciatori?-
-Davvero
non immagini chi possonoaver scelto per servire la causa?-
Lo
sguardo di Frank si fece più fisso. Si tirò indietro
e scosse il capo –Tu sei malato.- gli disse mentre faceva cadere il tagliacarte
–Hai dato Andrea e uno dei tuoi nipoti ai Cacciatori?- mormorò –Chi dei due
ragazzi?- Malocchio non rispose-QUALE
STAI ADDESTRANDO ALASTOR!?-
Poi
ricordò.
Sconvolto,
si prese la testa fra le mani e fece il
giro del tavolo . Non poteva credere a quello che
stava succedendo? Altri tre mostri comelui a piede libreo? Altri tre assassini
addestrati… Malocchio si tirò su toccandosi il collo e senza voltarsi mormorò
–Hanno scelto chi sarà il prossimo cacciatore, Frank.
Preparati.-
-.-.-.-.-.-.-.-.
-AndreaMoody!-
Andrea
sollevò lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando ,
confusa osservò l’espressione assassina che animava il volto di Frank e portò indietro la sedia dal tavolo –Frank.- disse mentre si alzava –Che faccia brutta.-
Tentò
un sorriso, ma l’uomo non sembrava in vena né di marinerie, né di altro.
Aggrottò le sopracciglia e guardò oltre la sua spalla, verso la cucina –Siamo soli.- le rispose il mago.
Andrea
fece il giro della tavola e gli si piazzò davanti –Non era questo che…Che stai facendo?-
Si
stava togliendo la giacca. Si fece indietro di un passo per permettergli di
muoversi, e lo guardò slacciare un polsino della camicia e arrotolare la
manica- Cazzo.- sbottò alla vista del tatuaggio che
gli marchiava la pelle –Sei…- istintivamente portò una mano al fianco –Un Cacciatore.-
-Anche
tu.-
-Sì.
Mio malgrado.-
-E
anche uno dei tuo figli.-
Vide
Andrea sbiancare e ringrazio Dio. In caso contrario,
se fosse stata felice di quella cosa, o come Malocchio
persino orgogliosa , beh si sarebbe trovato * costretto * a tirarle il
collo come una gallina. Si sentì spingere di lato la porta e la seguì con lo
sguardo mentre si rivestiva.
-Mamma?-
Joel
sollevò la testa dal cuscino mentre la donna entrava come un tornando
nella camera che divideva col fratello. Andrea non gli rivolse più di mezza
occhiata e si portò accanto al letto di James.
Conosceva bene i requisiti per entrare nei Cacciatori. Bisognava aver compiuto
almeno sedici anni. Il ragazzo si tirò a sedere in mezzo al letto insonnolito e
senza porre tempo in mezzo la donna gli sfilò dalla testa la maglia che usava
per dormire.
-Mamma
cazzofai?-
-Cristo
santo.-
-Cosa?-
Guardò
il tatuaggio sul suo pettorale sinistro poi la madre, che sembrava sul punto di
scivolare a terra – Che c’è?- le chiese –Mamma!- Lui non sapeva cosa comportava
essere un Cacciatore, Malocchio gli aveva solo detto di essere stato scelto per
entrare in un corpo d’elitè degli Auror , non gli era stato a spiegargli che era stato marchiato
come assassino e che la sua stessa pelle l’aveva reso nemico giurato dei Mangiamorte.
-Mamma.-
Andrea
uscì dalla stanza , si volse, Frank
la stava fissando dal fondo del corridoio – Gli ha dato mio figlio. Mio padre
ha sacrificato mio figlio! - Frank annuì e lei mandò
un urlo di pura rabbia, mentre Sirius, Joel e James uscivano di corsa
dalle loro stanze, si avvicinò a Frank e lo afferrò
per la giacca – Avevo diciassette anni, era una bambina, ho accettato di
entrare nei Cacciatori sapendo a cosa andavo in contro! Volevo morire e speravo
di finire ammazzata in qualche vicolo.-
“All’epoca credeva che Sirius fosse un
traditore…”
-Non
sapevo che…-
-Fosse
una condanna a vita. Che dopo la tua anima si sarebbero
presi anche la tua carne …Lo so piccola. Nemmeno io lo immaginavo.- le poggiò
una mano sulla testa e la spinse contro di lui per stringerla con un braccio.
Lanciò uno sguardo verso Sirius che lo guardava senza
capire e poi inspirò profondamente – Si prenderanno anche il mio John.-
-.-.-.-.-.-.-.-.
Lavarsi
non serviva a cancellare lo colpa.
L’aveva
capito anni fa eppure ancora sperava ancora nell’acqua e nel sapone per
ripulirsi la coscienza. Lorien chiuse gli occhi
mentre sollevava la testa verso il getto della doccia, nell’impeto del momento,
grazie alla rabbia, al marchio di Salomone e all’odio, aveva
fatto cose che aveva visto solo nei libri. Tossì e sorrise suo malgrado.
Alla fine smentito chi l’aveva considerato troppo
delicato di salute per essere un Cacciatore. Abbassò lo sguardo, al tatuaggio
sul suo stomaco, lo toccò con un dito e quasi lo sentì dolere.
[Dopo questo…La
tua vita appartiene allo Stato Magico.]
Fece
una smorfia e si tirò indietro dal getto dell’acqua. Girò il rubinetto e con
gli occhi cercò un’asciugamani. Trovò un telo da bagno
e se lo strinse ai fianchi. Luna dormiva tranquilla, non l’aveva sentito
rientrare e nel sonno sorrideva tranquilla. Si sedette accanto al letto e si
portò una mano alla fronte.
“Che ho fatto…?”
-Lorien?-
Luna
tirò su la testa dal cucino e battendo le palpebre si rese conto che Lollo aveva solo un asciugamano addosso. Arrossì
paurosamente e il ragazzo aggrottò le sopracciglia- Mi hai visto anche con meno
addosso.- le disse con ghignetto malvagio.
-Sì
però…-
-Hai
perso l’abitudine.-
-Esatto.-
Luna
si tirò a sedere e scoprendosi lanciò le gambe oltre il bordo del letto. Piegò
leggermente il busto in avanti e Lorien si tirò
indietro-Che c’è le chiese?- con un sorriso.
-Te
l’ho mai detto che sei troppo bello per essere vero?-
Lorienrimase in silenzio per un paio di secondo poi scoppiò
a ridere. Ecco cosa amava di lei più di tutto, la sua innata
capacità di risollevargli l’uomore. La prese
la testa fra le mani e le schioccò un bacio sulle labbra. Si sentì trattenere
per le spalle e un secondo dopo si ritrovò steso su Luna che rideva.
-Mah?-
-Vorrei
recuperare le vecchie abitudini.-
-Oooooh,
ma anch’io se è per questo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.
Stava
male.
Fisicamente,
mentalmente e non sapeva che altro ancora. Si
spinse fuori dal camino e la vista di Alice incamicia da notte gli strappò un sobbalzo –Ally.- mormorò mentre la donna socchiudeva leggermente gli
occhi e si faceva sotto il suo naso,
pericolosa solo come lei sapeva essere–Che c’è?- Non era la prima volta che
usciva il pomeriggio per ritornare a notte tarda.
Non poteva essere arrabbiata per quello.
-Vieni
con me.-
Lo
agganciò al braccio e lo tirò via dal camino. Giù per le scale che davano al
giardino sul retro, Frank la seguì trascinando i
piedi. Non sapeva che cosa poteva essere successo a quell’ora,
e sinceramente non aveva neanche la forza di indagare. Si lasciò portare fuori
e una bestemmia tonante gli si strangolo in gola.
-Devi
dirmi qualcosa.-
Un
enorme bruciatura si allargava nell’erba a tratti ancora in
fiamme, un marchio che voleva dire una condanna a vita, guardò la moglie, poi
John seduto su una delle sedie del giardino, in pigiama e pantofole.
-Sì
e non solo a te.-
Fine capitolo.
Probabilmente verrò uccisa dai fans di Came back che seguono questa storia, ma devo dire che
iniziano a stuzzicarmi Emmie e Abrham.
Voi che ne dite?
Non
lo ricordava, ma a giudicare il dolore alla schiena che lo stava aprendo in due
gli suggeriva chiaramente di sì. Apri gli occhi e un lungo gemito gli piegò le spalle in avanti. Per una volta nella loro vita lo
avevano davvero lasciato tranquillo a rimuginare, guardò dietro, verso le vetrate
che davano sul salone e vide sua madre passare avvolta
nella vestaglia. La seguì con gli occhi e voltarsi verso di lui con un’espressione
afflitta. Girò la testa e Alice sospirò profondamente. Proprio una bella bomba
era finita sulle loro teste. Frank era ancora a
letto, si era rigirato per tutto il tempo e adesso sembrava dormire. Guardò
verso le scale che davano alla zona notte della casa, poi al figlio che si
stava alzando. Preparò un sorriso di volutamente allegro, ma John non si girò
verso la portafinestra dietro di lui.
-Dove
sta andando?- si chiese – John!-
Lo
rincorse fuori e lo agganciò per un braccio. Il ragazzo le rivolse mezza
occhiata e lei sentì sciogliere il groppo di lacrime che sentiva piantato in
gola. Era la prima volta che John la guardava a quel modo. Sembrava già…Cambiato. Lo lasciò andare e il ragazzo
scosse la testa e s’incamminò verso la strada, per poi sparire in una nuvola di
fumo a un soffoffio dal
cancello. Chiuse gli occhi e sentì una lacrima scendere, la sua famiglia era
volata in pezzi nel giro di una notte e lei non sapeva come rimetterla assieme.
-Sei
ubriaco?-
-Cazzo
se lo sono.-
Charlie
si passò una mano sulla testa mentre John sollevava lo sguardo verso di lui.
Era
comparso all’improvviso, sui gradini che separavano casa Potter
dal piccolo giardino che la circondava. Attraverso il vetro della finestra, l’aveva
visto rotolare per i tre gradini e finire di pancia sull’erba, per poi alzarsi
e mettersi seduto. Gli tolse di mano il sacchetto di carta che stringeva e
guardò perplesso la bottiglia di whiskey che
nascondeva – Chi l’ha venduta a un minorenne?-
-Sembro
più grande della mia età.-
-Beh
è vero, però…- lo squadrò da capo a piedi e si sedette
accanto a lui. O meglio, fra lui e la bottiglia e
piegò in avanti la testa per farsi guardare - … Che è successo?- Qualcosa gli
diceva che non era stato un caso, che si
era Smaterializzato a casa Potter per vedere lui. Gli
spinse una spalla con la sua e lo guardo riprendersi con uno scossone- Allora?-
-
La mia vita è andata a puttane Charlie e non so quando è successo…- Charlie
irrigidì le spalle e a John sfuggì un sorriso. Quel
ragazzo era decisamente troppo tenero per essere vero
–Guarda che non sto parlando di te.-
-Oh…
Allora di che stai palando?-
-…
Un gruppo di maghi scelti per le loro abilitò e addestrati con un unico scopo,
ucciderequanto più Mangiamorte
possibile. Nessuna regola, nessun codice morale. Solo la perpetuazione dell’obbiettivo.- si asciugò la bocca con il dorso della mano e
si volse verso Charlie – Non mi sembri scioccato.-
-Dovrei
esserlo?-
-Tu
eri a conoscenza…-
-Me
l’ha detto Bellatrix.-
John
si spettinò con una mano –Già Bellatrix…- Rimase ad
occhi chiusi mentre Charliesollevava
la bottiglia che John si era portato
appresso , la portava al naso e nello stesso momento l’allontanava con una
smorfia. Che diavolo era? Benzina? Provò a prendere
un sorso e John scoppiò a ridere mentre lui piegava la testa in mezzo alle
ginocchia e tossiva forte.
-Su…Su…Che
non è niente.-
-Come
diavolo hai fatto a sbronzarti con una cosa del
genere?-
-Guarda
Tappo che basta un sorso per prenderti una sbornia. Per morire invece ne servono due…- lo tirò indietro egli massaggiò il centro della schiene per
aiutarlo a respirare. Charlie aprì e chiuse la bocca
un paio di volte e poi portò lo sguardo verso John -Io…- colpo di tosse- Credo
di essermi preso una bella cotta per te.-
Il
ragazzo lo fissò per un lungo momento, poi sorrise. Charlie
sentì la mano sulla sua schiena muoversi verso l’alto e spingergli la nuca con
uno strattone. John gli lasciò un buffetto sulle labbra e poi scivolò ad
appoggiargli la testa nello spazio fra lo
spazio tra il collo e la spalla -Anch’io sai?- gli disse contro la maglietta.
“Adesso muoio…Sì, sì, adesso muoio e nessuno potrà salvarmi.”
-Tappo.-
-Ti
fa schifo chiamarmi per nome?-
-Te
l’ho detto , ormai fatico a ricordare il tuo vero
nome, comunque…- gli prese un braccio e lo sollevò. Charlie
aggrottò le sopracciglia e John tirò indietro la testa per parlare chiaramente
mentre se lo faceva passare attorno alle spalle –Quando uno ti si appoggia in
questo modo ha solo due idee in testa.-
-Ovvero?-
-O
del sesso selvaggio… O un po’ di coccole.-
Charlie
avvampò – E tu che hai in mente?-
-E
tu che hai in mente?-
-Oh
Merlino Tappo, siamo seduti in veranda. Sono perverso,
ma non fino a questo punto.- sentì Charlie poggiare la guancia fra i suoi capelli – A me no che tu
non debba dirmi qualcosa.-
-CHE DOVREI DIRTI PERVERTITO!?-
-.-.-.-.-.-.-.-
Con
la sua aria tra il santo e il demoniaco FrankPaciock era senza dubbio l’ultima persona da incontrare in
un vicolo mal illuminato di NocturnAlley .James
si portò una mano al petto, se l’era trovato accanto, seduto su una pattumiera
rovesciata all’improvviso e non era riuscito a
strozzare un urlo spaventato. Si appoggiò al muro dietro di lui e guardò l’amico
allargarsi in un sorriso divertito. Bastardo dentro com’era, adorava far spaventare la gente –Mi hai
fatto prendere un infarto Paciock!- gli disse con un
filo di voce – Tu e i tuoi scherzi del cazzo! Ho un’età
ormai , potrei rimanerci secco.-
-E’
colpa tua ce ti sei spaventato a fare? Avevamo un appuntamento,no? Chi altri poteva essere se non io ?- strinse le spalle
e James gonfiò le guance piccato.
Anche lui aveva ragione, però…Merda,
aveva davvero rischiato di farsela sotto! Scosse la testa e si raddrizzò,
sistemando il bavero della giacca -Allora? Che dovevi dirmi
di tanto importante?-
-Non
siamo soli nell’universo non è confortante?-
-Che
diavolo ti sei fumato prima di venire?-
-Non
hai capito di cosa sto parlando?-
John
batté le mani a tempo sul ferro su cui era seduto – Ci sono altri quattro Cacciatori.-
-Stronzate!
Alastor non avrebbe…-
-Alastor
ha dato a chi ben sai sua figlia e suo nipote.-
James
si tirò indietro di un passo – Non è vero.-
-E
anche tuo figlio.-
-.-.-.-.-.-.-.-
Arriva
sempre il momento per raccogliere quello che si ha
seminato, Malocchio lo sapeva bene e per questo non si stupì troppo quando
Andrea piombò nel suo ufficio con la potenza di un treno a vapore. Chiuse gli
occhi in cerca della forza necessaria per sostenere le sue accuse e ribattere
le sue ragioni, sollevò le palpebre e Andrea battè
entrambe le mani sul piano della scrivania.
-Che
Dio ti maledica.-
-Pagnottella.-
-Hai
venduto tuo nipote al Diavolo in persona.-
Malocchio
si alzò mentre Andrea gli rivolgeva uno sguardo indefinibile. Odio? Delusione?
Impossibile a dirlo. Si portò davanti alle foto di Joel
e James che teneva come un santuario fra i libri di
maledizione e scosse la testa – Non hai capito. Quel ragazzo, l’adestramento a Cacciatore, ne farà un uomo.-
-No!
NE FARA’ UN MOSTRO! COME ME!-
Alastor
si volse verso la figlia –Tu non sei un mostro!-
Andrea
gettò indietro la testa e rise forte –Come la chiami
una in grado di ammazzare a mani nude un uomo grosso il doppio di lei? Avevo
diciassette anni e le mie mani già grondavano sangue!-
Malocchio
scosse la testa e Andrea spazzò via con un braccio tutti
gli oggetti che ingombravano la scrivania. Doveva trovare un diversivo,
prendersela con qualcos’altro se non voleva arrivare a mettere le mani addosso
a suo padre. Inspirò profondamente e girò la testa quando sentì la serratura
scattare e la porta aprirsi.
-Lei…-
-La
signora Black.-
-Lei
è il Diavolo.-
RufusScrimgeour sorrise placidamente –Le pare questo il
modo di parlare all’uomo che tiene in mano la vita di suo figlio?-
-.-.-.-.-.-.-.-
Aveva
voglia di urlare.
Aveva
voglia di prendere a testate il muro.
Aveva
voglia di fare del male a qualcuno.
Scosse
il capo, no, non a qualcuno in generale. A RufusScrimgeour. Il fondatore dei Cacciatori. Sollevò lo sguardo
e allungò una mano verso la bottiglietta di whiskey
che Frank teneva in mano e che portava sempre addosso-
Cos’è ?- chiese prima di buttare giù un lungo sorso.
Rabbrividì e tossì mentre l’amico scivolava a sedere accanto a lui, in quel
lurido vicolo che peròaveva il pregio di essere lontano da occhi e orecchie indiscrete.
-Che
possiamo fare Frank?-
-Niente…Ci
tiene per le palle.-
James
scosse la testa e Frank gli tolse di mano la
bottiglietta di whiskey
-Ha
potere di vita e di morte su di noi, sulle nostre
famiglie.- guardò la bottiglietta che si stava sdoppiando fra le su dita –Non possiamo
fare niente.-
Possiamo anche affidarci all’impossibile, ma alla fine gli errori del
passato torneranno sempre a tormentarci, prendendo a vol
Per quanto riguarda
le mie altre fic , purtroppo
sono andate perdute con il disco rigido del pc.
Dovrei riscriverle, ma si tratta di capitolini e al
momento non ho tempo. Sto preparando la laurea e mi viene meglio scrivere tre paginette qui la sera che dedicarmi a
un lavoro del genere. Vi prego di scusarmi.
-Capitolo 62.-
E
così ricopro la mia nuda perfidia con antiche espressioni a me estranee rubate ai sacri testi e sembro un santo quando faccio la
parte del diavolo. @ William Shakespeare.
Riccardo III.
Possiamo anche affidarci all’impossibile, ma
alla fine gli errori del passato torneranno sempre a tormentarci, prendendo a
volte vesti impensabili. Harry sentì il sangue
ghiacciarsi nelle vene alla vista del fratello seduto sulla sua scrivania, i
gomiti poggiati sulle cosce e gli occhi di un innaturale azzurro ghiaccio. Si
fece indietro e istintivamente portò una mano alla bacchetta.
Lorien
ridacchiò e lui sentì un brivido passarlo da parte a parte.
-Come…-
-…Sono entrato?-
Harry
serrò le dita attorno all’impugnatura dell’arma e Lorien
spostò lo sguardo verso sinistra. Dietro un divano rovesciato, un piede
spuntava terrificante –Kingsley.- esalò il Capitano
degli Auror e l’altro abbozzò un ghigno divertito- Ha
imparato sulla sua pelle quanto sia poco saggio contrariarmi…- balzò in piedi e
l’altro si tirò indietro. Con una mano cercò il pomolo della porta, lo strinse
e nello stesso momento sentì la serratura scattare –Come cazz…-
mormorò .Non
aveva usato la bacchetta.
-Il più delle volte non ne ho
bisogno.-
-Com’è
possibile? Il potere di un mago sta nella bacchetta.-
-Il potere di un mago… Quello di un Cacciatore
però…- si avvicinò di un paio di passi al fratello che si schiacciò contro la
parete. Non aveva parlato con Abrham, non sapeva cosa
Lorien aveva detto al ragazzo, ma sapeva che doveva
bloccarlo in qualche modo. Aveva fatto sparire Luna, probabilmente l’aveva
uccisa, andava fermato. Rafforzò l’espressione e quello se la rise di nuovo.
Stavolta di lui, però –Ti rendi conto quanto sei ridicolo Harry?-
-Ridicolo.-
-Col tuo modo di fare, sono il Salvatore del
Mondo Magico adoratemi, ma non ricordo che tu abbia fatto
qualcosa di veramente importante per meritare questo titolo. Mi pare che alla
fine, a sistemare Voldemort, sia stato Silente e non
tu. Tu fratellone, nelle volte che te lo sei trovato davanti ai solo combattuto per salvarti il culo…- piegò la testa su una spalla in modo che voleva dire
“O mi sbaglio?” E Harry non riuscì a contraddirlo.
- E per la nostra
famiglia? Cosa hai fatto?-
-Che vorresti dire?-
-Per meritarti tutto quell’amore,
quell’approvazione da parte da mamma e papà, che
diavolo hai fatto?- si avvicinò e nella penombra Harry poté discernere bene i tratti del suo viso.
Crescendo era diventato molto più simile a loro padre di quanto non fosse mai stato da ragazzino. A
differenza sua, che si era fatto crescere la barba per non essere continuamente
equiparato a lui -Ho fatto…-
-N-I-E-N-T-E!
Non hai fatto niente, cazzo! Dimmi una cosa, se fossi morto tu pensi davvero che Jolie
avrebbe reagito allo stesso modo?- socchiuse leggermente gli occhi e vide Harry piegarsi in due ferito a morte. Lo stava
demolendo a parole, la tortura psicologica, era questa la sua
specialità. Harry scosse il capo e Lorien
si allargò in un sorriso. No, probabilmente Jolie
non avrebbe reagito a quel modo. Non sarebbe impazzita per il dolore. Lui non
aveva mai rinunciato a uscire con Ginny
per passare il pomeriggio con lei. Non le aveva insegnato
ad andare in bicicletta e a pattinare, non l’aveva mai presa in spalla a DiagonAlley e seguita con la
scopa le prime volte che volava…Non si era mai comportato da fratello maggiore.
-Sei inutile.-
-Lorien.-
-Completamente inutile. Il Messia del mondo
magico? Ma non farmi ridere!Se
non fosse stato per nostra madre, sì, se lei non si fosse fatta aprire la
schiena per te, tu saresti morto e forse loro sarebbero stati liberi.
Papà non sarebbe stato internato per tredici anni in una segreta dimenticata da
Dio e la mamma non sarebbe stata una schiava in mano a
un mostro!-
Lo afferrò per il collo e lo sbatté contro il
muro, per poi sollevarlo e costringerlo sulle punte. Harry sentì la sua
riserva d’aria dimezzarsi e spalancò la bocca in cerca di ossigeno
.
-Lorien…
Non sei tu a parlare.-
-Davvero? Ne sei davvero sicuro?-
Harry
sentì la presa stringersi e chiuse gli occhi, tossì sentendo la saliva
scivolare fra i denti, appoggiò una mano contro il petto di Lorien
e sentì il cuore del fratellino pompare sotto sforzo. Lo aveva sempre
considerato troppo debole, delicato per il lavoro di Auror, e invece , nonostante il dolore che doveva sentire
era…-Sei più forte di me.-
-Era ora che te ne accorgessi…-
guardò il fratello crollare testa in avanti e un sorriso gli passò sulle
labbra. Affondò le dita nel suo collo fino a sentire il sangue pompare sotto i
polpastrelli - …Harry.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-E così ricopro la mia nuda perfidia con antiche espressioni a me
estranee rubate ai sacri testi e sembro un santo
quando faccio la parte del diavolo.-
Frank
si passò una mano fra i capelli mentre James
scoppiava in una sonora risata. Adorava quando le vittimesi mettevano a sragionare. Soprattutto se le
odiava con tutte le sue forze. Scese dal tavolo su cui era appollaiato e si
avvicinò all’uomo legato mani e piedi alla *Ruota* gli prese
il mento con una mano e lo scosse leggermente – Non è così divertente quando ci
si trova dall’altra parte della barricata, non è vero Nott?-
-Com’è
possibile?-
-Cosa?- fece James.
-Che esista una cosa del genere.
Che voi esistiate?- Frank inarcò un sopracciglio
mentre Prongs raccoglieva da un angolo del pavimento
una mazza di ferro pesante e si portava accanto al prigioniero - Voi non
dovreste essere i buoni?-
-Povero piccolo credi
ancora che esista solo il bianco e il nero.- James
sollevò la mazza e l’uomo urlò quando sentì l’osso del braccio sinistro
spaccarsi in mille pezzi –Viviamo in strati grigi più o meno scuri e
densi…Bisogna solo sapere da che parte sta il bene e la male e non andare
troppo a fondo...-
-E
voi siete da parte del bene?-
-Noi siamo noi.-
Le urla del prigioniero rimbombarono per tutta Azkaban, Scrimgemour sorrise e
spostò lo sguardo verso i due ragazzi seduti alle sue spalle. JamesRemusa occhi bassi e
Johnche cercava di tappare le orecchie
con le mani. Andrea aveva detto loro tutto quello che dovevano sapere sui
Cacciatori. Su come Rufus li aveva creati per dare
smalto alla sua politica e arrivare alla carica di Ministro.
Altro che amor patrio…
E che non dovevano ribellarsi, perché
altrimenti sarebbero spariti in una delle fosse di Azkban. Una volta che veniva a conoscenza
dei Cacciatori o entravi nel gruppo o diventavi una sua vittima.
-Siete pronti?-
-Anche se non lo fossimo.-
-Non avrebbe alcuna importanza.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
La prima cosa che Harry
vide aprendo gli occhi fu Kingsley che veniva portato via in barella. Il naso ridotto a una polpetta sanguinolenta e gli occhi infossati e
spiritati. Stava parlando con qualcuno e quando spostò lo guardo Harry,vide Sirius
accanto al lettino che si allontanava. Sollevò la testa, tentò di chiamare il
suo padrino, ma una mano premette con forza contro il suo petto e lui si
ritrovò di nuovo a fissare il soffitto e il lampadario integro per metà. Socchiuse
gli occhi. Chi l’aveva rotto?
Girò la testa e Andrea gli
sorrise da dietro il panno che teneva premuto in fronte –Inizio ad
essere vecchia per questo cose , Harry…- la sentì
dire mentre spostava la pezza e dava una controllata alla macchia di sangue che
la copriva. Aveva una botta piuttosto profonda nella parte sinistra della
tempia, sopra l’occhio. Doveva essere stata colpita da qualcosa, ma cosa?
-Lorien?-
-Inizio ad essere troppo vecchia per queste
cose.-
Harry
si guardò attorno, la stanza era a gambe all’aria e c’erano segni di bruciature
sulle pareti. Andrea e Lollo dovevano essersele date
di brutto. Si tirò, facendo forza sui gomiti e nonostante i tentativi della
donna di tenerlo calmo a terra –L’hai ucciso?-
Andrea fece di no col capo.
-Meno male.-
-C’ho
provato Harry, ma era troppo
forte. Anche per me.-
Harry
inspirò ed espirò profondamente – Dovev’essere sotto
l’effetto di qualcosa, anche se è quello che è…- un cacciatore avrebbe voluto
dirgli , ma non poteva – Tutta quella potenza fisica e
magica è innaturale per un cardiopatico…-
-Un maleficio che induce stati
alterati?-
-Non lo so…- si alzò tenendo una mano su un
fianco – Ma ho intenzione di scoprirlo.-
Fine
capitolo.
Slurpina: Nessuno
ha pensato ad una raccolta per I lostmy home, se hai una fic da
pubblicare, puoi farlo tranquillamente a tuo nome, dicendo che è stata ispirata
da questa storia. O puoi unirla a Le fiabe del nonno.
Puoi mettere la dicitura che è tratta da questa fic,
e non dovrebbero esserci problemi. Ovviamente puoi
anche creare tu una raccolta, io non te lo vieto di
certo! XD
Ripetersi come un disco rotto che non era Lorien a parlare non era
servito a niente, per quanto facesse Harry non riusciva a d
Capitolino striminzito. Soooooooorry!
Ripetersi come un disco rotto che non era Lorien a parlare non era servito a
niente, per quanto facesse Harry non riusciva a
dimenticare il tono del fratello, l’astio che aveva sentito nelle sua voce e le
cose che gli aveva detto. Tutte orrendamente vere. Si era crogiolato nel suo
ruolo di Messia del Mondo Magico, nell’amore incondizionato dei suoi genitori e
non si era mai posto la domanda “ Tutto
questo io me lo merito?”Lorien aveva
ragione.Non aveva fatto assolutamente
nulla per meritare quello stato di grazia.
Entrò nella camera dove Jolie stava preparando il suo baule, l’indomani sarebbe
tornata adHogwarts e nonostante il dolore che doveva avere al
fianco sembrava una piccola ape laboriosa..Lasciò vagare lo sguardo. Fra le foto che tappezzavano
le pareti per poi tornare a lei e palesare la sua presenza con un colpo di
tosse. La ragazza si volse con un salto e lui le rivolse un mezzo
sorriso –Come va?- le chiese dandole un’occhiata d’insieme.
-Non male.-
Ecco la profondità dei loro
discorsi e quanto poco erano in grado di comunicare.
Gli pareva ieri le volte che entrando nella camera di Jolie, trovava Lorien sdraiato
sul tappeto con l’aria di chi ha passato un pomeriggio di chiacchiere più che
piacevoli.
-Il fianco?-
La ragazza portò una mano all’orlo della
felpa e la sollevò per mostrare al fratello la medicazione. Al polso, piegato
in due aveva il braccialetto di caucciù di Lollo e Harry fu colto da un fremito di gelosia – Mi prude un po’,
ma dicono che sia un bene.- la guardò fare spallucce e riportare su di lui gli
occhi color castagna – Si sta cicatrizzando.-
-Sì. Se prude significa che la ferita sta
guarendo.-
Jolie
senza sembrare troppo convinta e Harry non riuscì a
trattenere una smorfia. Era terribile maledizione, terribile e lui se ne stava
rendendo conto solo in quel momento. Sotto lo sguardo perplesso di Lie uscì dalla stanza con un’esclamazione intelligibile e
la ragazza lasciò cadere la maglia che stava riponendo nel baule.
-Harry,
ma che?-
Cercò d’inseguirlo, ma fu placcata e
rispedita indietro da JamesRemus.
Il ragazzo, senza porre tempo in mezzo le strinse le spalle con un braccio e
con un calcio all’indietro chiuse la porta. E’ inutile dire che Jolie
era pronto a ucciderlo -CAGNACCIO SEI STANCO DI VI…-
si bloccò e volse la testa verso la zazzera bionda contro la sua guancia - … Jaime.- cercò di allontanarlo per poterlo guardare in viso
- Stai tremando?-
Il ragazzo non le disse nulla, sembrava
troppo scioccato per risponderle. La spinse contro l’armadio
e poi la tirò a sedere per terra, appoggiandosi alla sua spallae tremando senza posa .
-James!
Cazzo mi stai spaventando!-
-Non … Jolie, ti
prego…Non mi allontanare.-
-Chi ti allontana? Voglio solo sapere che
hai fatto!-
A quella semplice frase James ruppe gli argini, Jolie lo
sentì reprimere due singhiozzi e poi scoppiare spalancò gli
occhi scioccata e poi, sollevò le braccia e lo strinse forte a sé,
cullandolo come un bambino – Che succede Jaime, ti
prego dimmelo.- ritirò le mani dalla schiena e rabbrividì alla vista del velo
di sangue che le copriva – Dio mio, ma stai sanguinando!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
“La
prima prova per diventare Cacciatori… “così aveva
detto Malocchio. John tossi aggrappato al bardo del lavandino, tutte vaccate era solo un … Solleva la maglia che indossava e alla vista
della ferita solleva lo sguardo al soffitto e trattenne un’imprecazione, James aveva dovuto dargli una coltellata e lui aveva dovuto
resistere e contrattaccare con un incantesimo. Si erano dovuti fare del male a vicenda per
dimostrare la loro tempra, ma era lui, quello che aveva avuto la parte
peggiore.
Si sentì scivolare e si rese conto di aver
bisogno di cure, di qualcuno in grado di poter arginare quel fiume che sentiva
scorrere. Girò la testa verso la porta e alla voce della madre scosse la testa,
no, non poteva –Credo che mi tocchi andare da lui…-
-Che cazzohai fatto?-
-Tappo non imprecare. Lo sai che mi
eccita.-
Charlie
balzò in piedi mentre John sedeva sul suo letto, il braccio sinistro occupato a
trattenere il sangue. Inspirò ed inspirò profondamente e quando Charlie gli si avvicinò lo tirò inginocchio
davanti a lui stringendogli forte la manica del maglione -Dimmi che hai qualche
nozione medica.- gli soffiò in faccia – Ti prego… Charlie,
ti prego.-
-Sì, ma che ti è successo?-
-James…
Lui ha dovuto, poveretto.-
-James…
James Black?-
-E’
una lunga storia Tappo.-
Si stese con un ansimo e Charlie andò a chiudere la porta. Con tutte le botte che
aveva preso era diventato un medimago senza avere la
laurea. Sfilò la bacchetta dalla tasca e gli tirò su la maglietta che indossava
sotto alla camicia – CRISTO SANTO.-
-Sì, lo so che sono bello, ma non farti
venire strane idee.-
-Non intendevo questo idiota…
E’ che non mi aspettavo una ferita del genere.-
-Una lama di trenta centimetri, fa un po’
tu…- Charlie premette una mano sul palmo e lui in risposta sollevò entrambe le ginocchia – MERDA! MERDA! MERDA! Non vorrei
essere ripetitivo, ma MERDA!!!-
Charlie
piegò un ginocchio sul materasso e fece forza sulla mano che teneva su John –Scusa.-
mormorò in risposta al suo sguardo assassino – Fa male,
ma è così che va fatto.- inspirò profondamente – Tieni duro.-
-Uno di questi giorni te la faccio pagare.-
-E
come? Non ho intenzione di farmi accoltellare.-
John spostò la testa e gli mollò una pacca
sul sedere –Io un paio di idee ce le avrei.-
Charlie
rimase per un secondo immobile mentre John lo guardava divertito. Sentì guance
e orecchie cambiare colore e sbottò in un urlo atomico
-PERVERTITO!!!!-
-Sei tu che non hai stimoli, Tappo.-
-Io ce li ho, che c’entra…-
-E…?
-E
cosa?-
-Che stimoli sono.-
-FATTI I CAZZI TUOI!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Sentiva ancora addosso
la sensazione del coltello che affondava nello stomaco di John. L’aveva
colpito senza forza e aveva avuto l’impressione di passarlo da parte a parte.
Rabbrividì e lanciò uno sguardo a Jolie impegnata a
curare la sua schiena. Alla fine si era rassegnata al suo silenzio e si messa atesta
bassa a curarlo.
-Lie.-
-Uhm?-
Si appoggiò all’indietro contro la sua
spalla e le poggiò un bacetto su una guancia , la ragazza gli rivolse uno sguardo perplesso e lui alzò
il tiro, passando alle labbra. Le schioccò un buffetto e Jolie,
strano, ma vero, si limitò a sbuffare un-Certo che ragioni proprio al rovescio…-
-Perché?-
Jolie
lo spinse a faccia avanti sulle ginocchia – Non ho voglia di spiegartelo, fa
silenzio.-
-Ti adoro.-
-Io no.-
-Bugiarda.-
-Rompiballe!-
-Dillo che mi adori Jolie,
ti sentirai meglio.-
-Piuttosto ti dico che mi sono innamorata
di Teddy.-
-Brutta cosa da dire, lo sai che adesso
Coccolo non vedrà l’alba di domani!-
-Davvero Ted con
quell’aria da cucciolo bisognoso di coccole, mi ha
sempre ispirato.-
-Jolie
non sto scherzando, smettila, o di Coccolo non rimarrà neanche cenere da
spargere!-
Intanto a Casa Lupin…
-Ectu!-
Ninfadora
sollevò lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando e sorrise in direzione del
figlio, appena entrato nella stanza –Ehi!- gli disse –Non ti sarai buscato un raffredore, vero?-
Il ragazzo si passò un dito sotto la punta
del naso e fece spallucce – Ma che ne so, starnuto, mi fischiano le orecchie… Non
è che stanno parlando di me?-
Aveva sputato una valanga di cattiverie, con la sua faccia più convinta
aveva fatto a pezzi suo fratello, metaforicamente parl
Aveva sputato una valanga di cattiverie,
con la sua faccia più convinta aveva fatto a pezzi suo fratello,
metaforicamente parlando l’aveva ferito a morte, ma non riusciva a sentirsi in
colpa. C’era andato pesante, aveva calcato troppo la mano per spingerlo ad una
furiosa crociata contro di lui, ma forse, in quella sabba
di menzogne c’era un briciolo di verità che gli impediva di scadere nel
rimorso. Scosse la testa e con un sobbalzo si rese conto di non essere solo nel
bagno. Allo specchio qualcuno lo stava osservando. Si volse e quella si fece indietro di un passo,
sorpresa dal suo scatto repentino. Lo
sguardo fisso nel suo. -Ciao ragazzina.-
-Ciao…- le rispose quella con aria
assorta.Piccolina,
ben fatta, con deliziosi boccoli neri e grandi occhi scuri. Era decisamente un
tipino familiare…
-Bellatrix
aveva ragione. Sei bello oltre ogni più rosea aspettativa.-
Lorien
sollevò le sopracciglia perplesso e la ragazzina si
allargò in un sorriso dolce. Bizzarra, ma anche deliziosa, niente da dire e il
Cacciatore si ritrovò a ridacchiare davanti a quel
complimento così sfacciato –Beh, grazie.- le disse quasi soddisfatto. Allora
non faceva colpo sulle vecchie pazze. La piccola fece un paio di passi dentro al bagno e allungò una mano verso il suo petto, Lorien la guardò poggiare il palmo contro il suo torace e
aggrottare leggermente la fronte.
-Che stai facendo?-
-Hai un grande
male in corpo.-
-Lo so… Sono
seduto su una bomba.-
-Il tuo cuore non reggerà allo sforzo.-
-Morirò dopo aver ucciso la mia famiglia.
E mio padre sarà costretto a raccogliere i cadaveri…- che per lui sarebbe stato peggio che morire per mano del suo secondo
nato. Abbassò gli occhi in quelli della ragazza e in un lampo di lucidità si
chiese “Chi è? Come fa a sapere tutte queste
cose?” poi si rese conto di conoscere quell’espressione
assorta. Di averla già vista in un altro viso.
“No è impossibile…”
-Perché dici questo?-
Lorien
spalancò gli occhi. La piccola gli aveva letto nella mente senza usare la
bacchetta, solo con un incrocio d’occhi. Era magia innata quella. Era Legimanzia.
Deglutì a vuoto e la ragazzina inclinò la testa su una spalla – Due bambini
hanno visto il mondo quella notte. Loro hanno in mano solo una parte
dell’eredità di HestiaJones.-
si allontanò da Lorien che era lì, lì per cadere per
terra come un sacco e si volse con uno svolazzo dei lunghi boccoli neri – Io
sono Daneel.-
Due bambini.
Hestia
aveva avuto due gemelli.
Lorien
si lasciò cadere seduto sul pavimento svuotato dalla sorpresa. No, non poteva
essere vero. Conoscendo Charlie non sarebbe mai
scappato senza la sorella e quella volta Kingsleyaveva visto solo lui con Alecto… A
meno che. Si portò una mano alla fronte – Lui non sa
di avere una sorella. Li hanno separati, lui è stato dato ad Alecto e lei a qualcun altro…-
Sentì una fitta
attraversargli il petto da parte a parte e nello stesso secondo un urlo gli si
strangolò in gola. Si gettò bocconi sul pavimento e
guardò verso la porta. Bella sorrise e a lui venne da ringhiare come una bestia
– Non pensare di dire a qualcuno quello che hai scoperto.-
gli disse lentamente e scandendo bene le parole – Capito?-
-Fottiti
puttana.-
-Non scherzo Potter.-
-Lo so che tu non scherzi mai…- ricordava bene cosa era capace di fare e cosa lo aveva
costretto a subire. Rabbrividì e puntò gli occhi scuri verso di lei, oh Dio,
per quello l’avrebbe uccisa… Era solo questione di
tempo –Purtroppo per te, nemmeno io…-
Sparì in una nuvola di fumo bianco,
lasciando al suo posto una macchia di sangue rosso scuro. La donna entrò e con
la punta del piede l’allargò sul pavimento. L’avevano riportato indietro e lo
stavano curando dalla malattia che era il flagello della famiglia Potter da anni, ma forse, non era stata una buona idea – Il
mio marchio non funziona come dovrebbe.- si disse a voce alta – E’ lucido, e
non ha ucciso il fratello…-
-Dobbiamo metterlo di fronte a chi non è
abbastanza forte da resistergli.-
Bella volse la testa di lato e LuciusMalfoy entrò nella stanza
palesando la sua presenza alla cognata con una secca scrollata di spalle – La
sua adorata sorellina. - sibilò –
Davanti alla piccola Jolie, il Marchio che è
registrato per annientare le fonti d’amore del suo ospite esploderà.
Perché ammettiamolo nel cuore di un uomo, la sorellina piccola ha sempre lo
spazio più grande.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Odore di miele.
John aprì gli occhi di scatto e James si tirò indietro per evitare che alzandosi, gli
mollasse una zuccata. Tornò seduto sul bordo del letto e il ragazzo gli lanciò
un’occhiata confusa mentre si tirava su, puntellandosi ad un gomito. Si passò
una mano sul viso, dalla fronte verso il basso e si guardò attorno – Dov’è?-
chiese senza voce e Jamesguardò
verso la porte – A pranzo.-
-Capito…- Allontanò la mano dalla faccia –
Non c’avevo mai fatto caso, ma tu, odori di miele come
tua madre.- guardò James inarcare un sopracciglio e
scoppiò a ridere – Hai un odore per niente virile.-
-Così parlò quello che ha
un intrallazzo omosessuale.-
-Dì che non è vero.-
-Sì, ma non usarla come arma
per prendermi per il culo.- James
gli mollò una culata al fianco per farlo spostare e si sdraiò vicino a lei. Le
braccia raccolte dietro la testa a mò di cuscino – E
pare che la cosa non ti turbi più di tanto.-
Jamesgirò la testa verso di lui – Dovrebbe? Non mi pare che
ci sia nulla di male.Anzi…- incrociò le gambe all’altezza
delle caviglie e rise forte allo sguardo
di John su di lui –Hai finalmente trovato qualcuno che ti piace e che, santo Merlino, riesce a tenerti
sulla corda.-
-Sulla corda?-
-Non salti più da un letto all’altro, mi
pare.-
-Quando mai sono saltato da un letto all’altro?-
-John… - gli disse James
con un sorriso .
-Sì va bene, salto da un letto all’altro.-
-E da quando Charlie
è arrivato sei diventato docile come un coniglietto.-
John si passò una mano sulla pancia –Così parlò
quello che mi ha accoltellato.-
La porta si aprì e proprio Charlie entrò con un piatto in mano. Alla vista di James fece un passo indietro e guardò verso l’altro con un
sopracciglio aggrottato. Uno sguardo e i due ragazzi lo videro reprimere un sorrisetto divertito.
-Legimante
del cazzo!- lo apostrofò *amorevolmente* John.
-Uhm?-
-Fottiti!-
-Sì, pure io ti voglio bene.- si sedette e gli porse il piatto. Il ragazzo gli lanciò uno
sguardo schifato e girò la testa – Beh?- gli chiese – Con la ferita che hai allo stomaco che vorresti mangiare?-
-Non ho fame.-
-John…-
-Imboccami.-
-Credi che non ne sia capace.-
John si girò verso di lui a bocca aperta e Charlie
dopo un breve sbuffo gli infilò un boccone di minestra – Tieni.-gli disse mentre James se la
rideva di gusto con una mano premuta in faccia – Guarda tu che mi tocca fare.-
-Se
vuoi che rimanga vivo.-
-E
non perché.-
-Mi vuoi bene.-
-Io non direi.-
-Tappo non mi far dire cose compromettenti
davanti a terzi.-
Charlie
gli infilò il cucchiaio gola e Jamesdefunse per mancanza d’aria.
-Siete troppo belli!-
-FanculoJames.-
-Davvero.-
-Tamdfmaaga.ag-
Charlietornò a John – Non ho capito.-
Il ragazzo lo
prese per un polso e si sfilò il cucchiaio di bocca – Stavi per ammazzarmi,
Tappo maledetto!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Erano passati una
decina di minuti da quando VictoireWeasley aveva messo piede in quella stanza e ancora non era
riuscita a trovare la forza di svegliare l’angioletto addormentato che aveva
trovato sul divano. Inspirò profondamente e si guardò attorno. La nonna le
aveva chiesto di portare a Ninfadora
la porzione di torta avanzata la sera
prima, ma la casa sembrava deserta e lei non aveva il coraggio di svegliare Teddy. Si volse e il ragazzo emise un respiro più pesante
del normale. Si volse e lo vide aprire gli occhi. Color miele, come lo erano
sempre poco prima e poco dopo il plenilunio.
-Victoire?-
-Ciao Teddy.-
Il ragazzo si tirò a sedere con un gemito
indolenzito e la ragazzina tornò a lui con le braccia strette attorno al
paniere che Molly le aveva infilato fra le mani –Scusami
non ti volevo svegliare.- gli disse in colpa – La nonna mi ha chiesto di
portarvi questo.-
Lo sguardo di Ted
si spostò dal viso della ragazza al contenitore che gli stava porgendo. Lo
prese e lo appoggiò sulle gambe – Torta mimosa.- disse con un sorriso e la
piccola Weasley rischiò di finire a
sedere tradita dalle sue ginocchia Molly – C’è
pure la forchetta.- Prese un boccone e sfoderò la sua faccia di micione felice che era croce e delizia delle sue numerose fans.
-Ti piace?-
-E’
la mia preferita.-
-L’ho… L’ho fatta io…-
Ted si girò a guardarla stupito –Davvero?-
-Per…per il compleanno di zio Percy.-
-Bravissima. – tornò al dolce e prese un
altro boccone.
La ragazza strinse i pugni coperti dalle
maniche del maglione e tirò un profondo respiro. JamesRemus le aveva detto come
doveva fare per far capire a Ted che le sue intenzioni
erano più che serie. Che non era una sbandata da
niente.
[A volte vale più un gesto che mille
parole]
-Ted
.- lo chiamò con il fiato che aveva in corpo.
Il ragazzo si volse e lei gli prese la testa fra le mani e gli schioccò un bacio sulle
labbra. Lo sentì sobbalzare per la sorpresa e quando si allontanò lo trovò con
un’espressione sbalordita dipinta sul viso.
-A me piaci veramente.-gli
disse – E non mi rassegno al tuo no.-
Ted
aprì e chiuse la bocca scioccato.
-Perciò
pensaci ok?-
-D’accordo.-
Lo lasciò andare e si raddrizzò. Lanciò
uno sguardo verso la cucina e trovò Emmie appoggiata
al battente con un sorrisone . La guardò sbalordita e
lei sollevò la tazzona che teneva fra le mani a mò di saluto e con le sole labbra le disse – Brava. Così si
fa!-
Frank
strinse i pugni nelle tasche e si avvicinò di un passo. Nel buio solo un paio di particolari erano distinguibili dell’intruso di Spinner’s
End , ma a lui erano bastati per dargli un nome e per indurire la linea della
mascella – Lorien.- disse asciutto e quello si mosse,
portandosi a favore di luce. Indossava un vecchio
impermeabile grigio, e Dio, con quell’espressione
addosso era il ritratto in terra di suo padre. Si mosse verso di lui e
il ragazzo aggrottò leggermente le sopracciglia. A differenza sua, non sembrava
averlo riconosciuto, nemmeno dalla voce. Si fece di lato e vide il suo sguardo
farsi più attento.
-Piton?-
disse semplicemente.
-L’hai
già ammazzato?-
-Dov’è?-
Il Cacciatore anziano si guardò attorno
per poi tornare al ragazzo che lo stava fissando. Aveva gli occhi di un’innaturale color ghiaccio e per un momento si sentì
rabbrividire davanti a quello sguardo indagatore. E
lui non rabbrividiva…MAI. Tirò le mani fuori dalle
tasca e si fece avanti –Lo sai che devo provare a fermarti, vero Lorien?-
-Vediamo se ci riesci.-
Dieci minuti dopo Frank
era schiena a terra con Lorien che lo teneva fermo
per i polsi. Provò a scalciare per liberarsi, ma il ragazzo,
incredibile, ma vero, era troppo forte. Persino per lui. Portò lo
sguardo nel suo e un sorriso gli piegò le labbra. Lollo
era praticamente seduto sul suo bacino e un ghignetto bastardo gli piegò le labbra facendolo assomigliare
ad un delizioso angioletto depravato –Cavolo Lorien.
Così, senza un briciolo di preliminari?-
Chiuse gli occhi in
attesa di una scarica di mazzate atta a chiudergli la bocca per sempre, quando
sentì il fiato del ragazzo battergli in faccia. Spalancò gli occhi e se lo
trovò a un soffio dal naso – Non fare il santarellino
con me, Paciock , lo so che ti piace il sesso
violento.- ridacchiò e Frank si rese conto che il suo
sguardo aveva cambiato colore .
Era di nuovo nocciola, come quello del
padre.
Lo guardò rialzarsi da lui e un secondo brivido gli corse lungo la schiena.
Era paura quella che sentiva? Per la prima
volta che sentiva provava sul serio paura per la sua
vita? Mosse i polsi un’altra volta e Lorien sembrò
quasi divertito da quell’ennesimo scatto, si riabbassò
su di lui per parlargli in un orecchio – Smettila di
ribellarti Frank. Non costringermi a farti male.-
L’uomo deglutì a vuoto.
Aveva la pelle d’oca.
LUI!
Che
vergogna…
-Ultimamente non controllo bene la mia
forza, potrei spaccarti in due .E
non farei nemmeno troppo sforzo…- rafforzò la stretta e l’altro Cacciatore
emise un gemito indolenzito. Per un secondo aveva avuto l’impressione di avere
le braccia sul punto di scoppiare. Annuì e Lorien
allentò la presa sui suoi polsi mentre si tirava su per guardarlo in faccia –Avevo
bisogno di Piton, ma tu andrai bene lo stesso.-
raddolcì un poco l’espressione – Ascoltami attentamente.-
/_/_/_/_/_/_/_/_/
La
lampadina che penzolava dal soffitto, lampeggiò qualche
istante prima di stabilizzare il suo raggio, SeverusPiton strabuzzò gli occhi mentre lasciava andare la
sua bacchetta con un salto
-Paciock! – disse acuto mentre
guadagnava il fianco dell’uomo steso a terra –Chi diavolo è successo!?-
Frank spostò lo sguardo verso di
lui e lo guardò confuso. Aveva ancora le mani ai lati della testa e i polsi risultavano rossi come se fossero stati legati- Congratulazioni.-
disse all’uomo chino su di lui –E’ una femmina.-
-.-.-.-.-.-.-.-.
-Ciao Piton.-
“Io
lo sapevo. AdHogwarts ci
muoio!”
Charlie
non ebbe il tempo di dire o fare qualcosa che si ritrovò faccia a muro con Cygnus che lo teneva fermo per le braccia. Digrignò i denti
e cercò di allontanarlo, prendendolo a testate, lo colpì al mento, ma quello
non si arrese, serrò la presa e lo schiacciò fra lui e il muro dimezzandogli la
riserva d’aria – Che credi di fare?- gli chiese all’orecchio-Lo sai che sei un morto che cammina sì!?-
-Non puoi uccidermi lo sai… Sotto lo
sguardo di Silente e mezzo Ordine della Fenice.- ridacchiò
mentre il ragazzo contro di lui ringhiava di rabbia e girò la testa di lato per
rivolgergli uno sguardo divertito. Quando voleva era capace di far perdere le
staffe a un santo, e con Cygnus,
beh aveva il lavoro più che facilitato. Come previsto si sentì afferrare per i
capelli. Cygnus lo costrinse a battere forte la testa
contro il muro e poi lanciò a parte addietro, cadde con un tonfo, ma più che
indolenzito sembrava quasi divertito. Leccò il sangue che gli scendeva sul naso
e lo guardò con un sorrisino
-Che hai da
ridere frocetto?- lo afferrò per il cravattino e Charlie aggrottò le sopracciglia.
-Io lo sarò anche, ma tu mi fai buona
compagnia…-
-Smettila!-
-Guardati alle spalle.-
-Eh?-
Cygnus
si volse e John lo atterrò con un cazzotto in faccia.
-Come diavolo?-
Erano in un corridoio abbandonato che
portava al Bagno di Mirtilla Malcontenta. Nessuno
passava mai di là, perché nessuno teneva ad incontrare, anche per sbaglio, l’irritante
spiritello. Lo guardò confuso e John fecescrocchiare il pugno – Come diavolo hai fatto a…- si bloccò- Il sangue…-
Girò la testa verso Charlie, si era fatto colpire
per sanguinare e attirare l’attenzione di Paciock. I
dormitori grifondoroerano
relativamente vicini per questo motivo era riuscito ad arrivare tanto in
fretta.
-Figlio di puttana.-
-Senti da che pulpito.- fece John.
Cygnus
si alzò in piedi e scrollando il capo si allontanò dai due. John riportò lo
sguardo su Charlie che cercava di ripulirsi con la
manica del maglione. Rasserenò un poco l’espressione e piegò un ginocchio a
terra per portarsi al suo stesso piano. Gli prese la testa fra le mani e lo
obbligò a piegarla all’indietro – E’ rotto.- disse.
-Lo immaginavo.-
-Andiamo infermeria.- Lo aiutò a
rimettersi in piedi e tenendolo per un braccio gli impedì di finire per terra .Certo che era proprio piccolo, rispetto
a lui almeno. Si guardò la mano con cui l’aveva trattenuto dal cadere e
poi sorrise.
-Che hai da
ridere?- gli chiese Charlie.
-Niente. Devi fare qualcosa, stavolta ti
ha detto culo che sono
arrivato, ma non potrà essere sempre primavera.- gli passò un fazzoletto e lo
guardò adoperarsi per frenare l’emorragia .
-Tranquillo, ho un piano.-
-Farti ammazzare, Tappo.-
-No, tranquillo. La prossima volta, lo so
come lo riduco.-
Rise e John aggrottò un sopracciglio – Fai seriamente paura quando ridi
così.-
Il ragazzo ghignò – Ho la risata sadica e
perversa, non sei il primo che me lo dice.-
-.-.-.-.-.-.-.-.
Certo che erano una vera condanna.
Emmie
scosse il capo mentre Joelveniva
praticamente tirato via dal fratello e dagli amici, dall’ormai onnipresente Melanine.
Si volse con uno sbuffo e si trovò
davanti Abrham, mortalmente bello con la sua divisa
in disordine- Ehilà principessa.- la salutò con voce volutamente alta. Joel puntò i piedi per non farsi allontanare ulteriolmenteeEmmie inarcò un sopracciglio. Che
voleva dire quell’occhiolino?
-Ciao Abrham.-
-Ciao? E così che mi
saluti adesso?-
-Che stai…- non
fece a tempo a finire la frase che il ragazzo le schioccò un bacetto sulle labbra. La ragazzina sentì la mascella
inferiore staccarsi con un “CRACK!” da quella superiore
e il biondino le rifece l’occhiolino mentre si allontanava da lei.
-Ma io lo strozzo!- sbottò Ted da vicinoJames.
Fece per alzarsi, ma fu trattenuto, da un braccio da JamesRemus e dall’altra da Jolie.
Fu riportato a sedere e Lie ,
giusto per impedirgli di alzarsi ancora gli bloccò la gamba sinistra con entrambe
le sue, finendogli quasi ingrembo –
Lascia fare coccolo, che quel tipo è un genio.- gli disse Black.
-Di che parli?-
-Guarda Al!-ridacchiòJolie.
Joel
stava praticamente morendo in piedi. Era bianco come gesso e, sembrava proprio tremare mentre Melanine lo
bombardava di parole. Tedemise un
fischio colpito, alla fine c’era arrivato. –Ho capito.- disse sottovoce
per farsi sentire solo dagli altri due - … Bella idea.-
-Io la definirei geniale, Coccolo.-
-Epocale… - commentò Jolie.
James
schioccò le dita – Come mai non ci abbiamo pensato
prima noi?-
-Stiamo diventando vecchi.
-Mi sa.-
Abrham
si portò accanto ad Emmie e con un enorme sorriso “rivolto a Joel, perché
era bastardo dentro e ne andava fiero” le passò un
braccio attorno alle spalle e se la tirò contro – Biscottino hai capito che sto
facendo,si?- le chiese sotto voce, una volta che fu abbastanza lontano da non
poter essere udito da Joel.
-Sì, ho capito.-
-E ti dirò, che il primo punto è decisamente tuo!-
-.-.-.-.-.-.-.-.
-Quando il Principe delle Tenebre
richiamerà a casa la sua anima immortale, prego solo di essere lì per vederlo
schiattare!!!- Alice strabuzzò gli occhi mentre
guardava il marito demolire a calcia una seggiola. Si guardò attorno e alla
vista di James seduto sul divano aggrottò le
sopracciglia nella sua direzione.
La donna ormai non lo ricordava più. Di
che colore era il sole? E perché non riusciva più a vederlo dalle sbarre della
sua finestra? Non ricordava esattamente quando era successo, quando la luce era
sparita dai suoi occhi. Doveva essere stato un procedimento lento, che l’aveva
portata a perdere la vista in quelle quattro mura buie in cui l’avevano
sbattuta nel momento in cui le avevano strappato la sua carne dal grembo.
Sollevò il viso verso il solito spiffero d’aria che da anni le teneva compagnia
e un sorriso le increspò le labbra , odorava di neve. Si alzò , tenendo le mani
mosse le sue gambe rattrappite, poggiò le mani sul davanzale e affondò le dita
in quella fredda consistenza che le ricordava l’infanzia e le persone che più
amava. Ne un po’ nei pugni e li sollevò verso il viso come per annusarlimeglio, voltando il capo allo scricchiolio
dei cardini che per lei era un campanello visite.
Lasciò andare la neve e si volse.
Qualcuno fu spinto a forza fino ai suoi
piedi.
Erano anni che quella storia si ripeteva,
ormai sapeva bene cosa doveva fare per il bene delle sue due creature. Poggiò
le mani ai lati del viso dell’uomo inginocchiato di fronte a lei e schiacciò la
fronte contro la sua. Da quando la vista l’aveva abbandonata doveva affidarsi
al tatto –No.- disse in un fiato allontanandosi dal povero morto vivente – Non
sa dove si trova Voldemort.-
Si tirò indietro di un paio di passi e il
solito odore di carne bruciata le invase le narici. Ormai aveva perso il conto
dei morti al suo cospetto, tutti poveri cristi crepati nel nome della salvezza
della Comunità Magica. Sollevò il viso verso il respiro affannato di Bellatrix
e inclinò la testa su una spalla- Sei ferita.- le disse con un sorriso.
-Sì…-
-Sono felice.-
Tornò seduta fra i suoi scarti, le gambe
raccolte al petto e un sorriso che voleva dire “Dai, uccidimi che aspetti?”
Bella le scoccò uno sguardo agghiacciante e stringendo i pugni si volse in uno
svolazzo del lungo abito apparentemente liso che indossava – Io la odio
quella.- soffiò in direzione del marito –Sono diciassette anni, che ce la
teniamo a fare?-
-Lo sai il perché Bella.-
La donna incrociò le braccia con aria
scocciata – Una legilimens della sua potenza. Secondo me non è stata saggio
tenerla in vita per tutto questo tempo. Ricordi?- portò lo sguardo al marito
che guardava assorto la donna accucciata sul fondo della cella –Alecto diceva
di vedere qualcuno accanto alla culla del suo bastardo e se fosse…-
Rudolphus scoppiò a ridere –Davvero pensi
che ne abbia la forza.-
-Una madre per i propri figli farebbe di
tutto.-
E per una volta Bellatrix aveva ragione.
La donna, non aveva mai smesso di cercare di proteggere i suoi figli. Perché erano suoi. Erano roba sua,
erano nati dal suo sangue e dal suo dolore e le appartenevano, come nient’altro
al mondo. Chiuse gli occhi e tentò ancora di raggiungere l’unica persona che
avrebbe potuto aiutarli. Che avrebbe potuto capire…
Una bottiglia d’alcool.
Uno sguardo perso al soffitto.
E una mano premuta in fronte.
Così si presentò Severus Piton
all’emanazione appena apparsa nella suo ufficio di Spinner’s End. Aveva
rifiutato le parole di Frank con un secco “no”
si era lavato le mani di entrambi i suoi figli e adesso si sentiva in colpa.
Certo che era proprio fatto al contrario. Tornò seduto comporto e alla vista
dello spirito trasalì e lasciò andare la bottiglia che s’infranse sul
pavimento.
-Sono pazzo.-
-No, ma lo diventerai se non affronti le
tue responsabilità.-
-Hestia…- Piton si prese la testa fra le
mani e la donna si mosse verso di lui.
-Ti prego Severus. Nostra figlia ha
bisogno di te. Ti prego…-
-Non è mia figlia! IO NON HO FIGLI!-
-Ne hai due, Severus. Guarda in faccia la
realtà. – lo spirito si portò i pugni al
ventre e li strinse leggermente - Sono nati dal nostro sangue, dal nostro
dolore, ma sono nostri. Ci appartengono e loro non possono farne ciò che
vogliono. Aiutami ti prego. Aiutami a salvarli.-
-Io non…-
-Ti ho perdonato anni fa. Perciò perdona
te stesso e diventa ciò che dovresti essere…
-Cosa dovrei essere?-
-Il padre dei nostri figli.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
L’ultima cosa che Jolie Potter voleva era
mettere altra benzina al fuoco, ma si sa, l’uomo propone e Dio dispone e
scioccata fissava allo specchio la sua forma animagus. Un musino nero, un paio
di occhietti nocciola e una lunga codina affusolata. Era un gatto perdiana! Un
gatto nero. Girò la testina verso gli amici che avevano assistito e li trovò
impegnati a non morire dal ridere. Ted era praticamente scivolato giù dal
divano, Emmie era sparita dietro alla poltrona e Joel, beh se la rideva
ampiamente come John del resto. L’unico serio era James che la guardava con un
sopracciglio inarcato.
-Torna umana.- le disse.
La ragazza obbedì e per controllare che
non avesse lasciato qualche pezzo portò le mani alla sommità della testa in
cerca di orecchie animalesche e fece un mezzo giro tondo in cerca della coda –
Allora?- chiese guardando il ragazzo appollaiato sul bracciolo del divano –
Allora?-
-Ti trasformi in un gatto.-
-Sì.-
-Un gatto nero.-
-Sì.-
-Questo non ti dice nulla?-
-Che ti toccherai il pacco ogni volta che
ti passerò davanti?-
James scosse il capo con un sorriso, certo
che quando Jolie voleva fare la gnorri ci metteva tutta l’anima. Si alzò e le
si piazzò davanti. Piegò il busto in avanti per far combaciare i loro profili e
ghignò – Anche mio padre e mia madre si trasformano rispettivamente in un
canee in un gatto.-
“Oh
porca.”
-E questo non ti dice nulla?-
-Assolutamente nulla. Nada de Nada.-
-Se lo dici tu…-
Schiacciò la fronte contro la sua e si allontanò con un sorriso che rischiò di
farle cedere le ginocchia di botto. Quell’idiota si era fatto pericolosamente
bello, e lei , probabilmente si era fatta troppo succube dei suoi occhi grigi.
Si allontanò con uno sbuffo e James sbottò a ridere.
-Dove va, prima o poi dovrai cedere!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Ci stava prendendo gusto e non andava
bene.
Si stava divertendo e questo lo preoccupava.
Aveva svestito i panni dell’agnello ed era
tornato leone.
Spostò lo sguardo verso l’uomo che gli
camminava accanto, beh almeno non era il solo ad affrontare quel brusco
cambiamento. Si bloccò e James si volse verso di lui con un sopracciglio
inarcato –Sbaglio o passiamo molto tempo assieme ultimamente.-
James fece spallucce e riprese a camminare
–No. Non mi pare.-
Frank ghignò –Jimmy lo sai che sei pessimo
a dir palle.-
L’uomo si volse di nuovo verso l’amico e
inclinò la testa su una spalla – Era una vita che qualcuno non mi chiamava Jimmy.- sorrise – Mi era mancato.- avevano
passato tanto di quel tempo assieme quando erano entrambi Cacciatori attivi e
alla fine si erano persi di vista . Frank fece una delle smorfie che metteva su
quando era imbarazzato e l’altro animagus scoppiò a ridere.
-Fai tanto il duro ma alla fine sei un
Coccolo.-
-Jimmy, sfotti poco.-
-Sto sempre con te perché gli altri non mi
vogliono vedere.-
Il sorrise di Frank si spense
rispecchiando l’espressione contrita di James. L’uomo si portò i capelli indietro e li spettinò con
forza – Non mi perdonano di avergli tenuto nascosto quello che sono. Infondo
non è che posso biasimarli più di tanto, però.-
-Chi non è come noi non può capire.-
-Come noi? – chiese Potter socchiudendo
gli occhi.
-Bestie dentro.-
Sì persino il dolce e coccolo James Potter
aveva ammazzato gente a mani nude. Non era torturatore come Frank, non aveva
mai goduto dell’agonia di un povero Cristo che aveva sgozzato con le sue
mani.Ma era un Cacciatore, era un
mostro dentro, volente o nolente.
James scosse il capo con un sorriso –Ecco perché
passo molto tempo con te ultimamente, fra mostri ci si capisce al volo.-
persino Lily aveva stentato a guardarlo in faccia quando le aveva raccontato la
verità . Sua e di Lorien, perché anche il suo ragazzo ormai aveva un biglietto prenotato
per l’inferno.
-Frank che stai guardando.-
Stava fissando un punto dell’altra parte della strada.
James si volse, e per poco non finì per
terra – Bellatrix.-
-E’ scema ad uscire così?-
-Che ti frega! Seguiamola!-
-E’una trappola!-
-E allora?-
-Beh…-
-Non mi pare che questo ci abbia mai
fermato.-
Frank si spettinò con una mano –Maledizione!
Ricordati che non siamo più dei ragazzini!-
James si fermò a guardarlo, nonostante l’età
anagrafica dicesse il contrario fra i due , quello più vecchio sembrava proprio
lui – Se non vuoi venire nonno non venire.- gli disse –Farò da solo, mi farò
ammazzare e mi avrai sulla coscienza, ti
soddisfa di più come soluzione.-
-Sei uno sporco ricattatore.-
-Ed è per questo che mi vuoi tanto bene.-
-Ma levati…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Siete tornati da una pesca miracolosa?-
chieseMalocchio.
Frank e James erano comparsi nelle segrete
del Ministero tenendo a braccia una donna incappucciata. Si lanciarono uno
sguardo divertito mentre Frank la spingeva a sedere e James la legava alla
seggiola. Con uno strattone ritirò il cappuccio – Voilà!-
James sputò un grumo di saliva insanguinata mentre girava attorno alla
sedia su cui Bella era seduta, si passò il dorso della
James
sputò un grumo di saliva insanguinata mentre girava attorno alla sedia su cui
Bella era seduta, si passò il dorso della mano sulla bocca e le lanciò uno
sguardo torvo – Questa me la paghi.- le disse mentre
infilava un dito fra il labbro inferiore e i denti e tastava la ferita con il
polpastrello - … Bella.- Gli aveva mollato una testa in bocca la stronza, lanciò uno sguardo a Frank,
appoggiato alla porta e questo si allargò in un sorriso divertito. Era stata una scena fantastica.
Si pulì le mani sul davanti dei pantaloni e
tornò a guardare la donna, afflosciata sulla seggiola e le braccia legate
dietro. Nonostante tutto era stato relativamente
facile catturarla, e lui, quando le cose si mettevano troppo bene, diventava
sospettoso. Si staccò dalla porta e si portò di fronte alla donna che sollevò
su di lui uno sguardo divertito, le prese il mento fra due dita e strinse, fino
a farle scricchiolare la mascella –Che stai tramando
Bella?- le chiese.
-Così carino e così malfidato… Somigli al tuo
papà.-
Ecco. Tutto lo sapevano.
Se volevi far incazzareFrank
sul serio dovevi tirare in ballo suo padre. Il povero NoelPaciock
morto sbudellato per mano di Mangiamorte ancora
ignoti. James roteò gli occhi al soffitto e
quando riabbassò lo sguardo Bella era a terra con tutta la seggiola e Frank le teneva un piede in gola.
-Frank.-
-Cosa?-
-Ci serve viva.-
Paciock
si allontanò di un passo e Bellatrix emise una risata
gracchiante –Giocate all’Auror buono e quello
cattivo?- con gli occhi andò da Frank
a James e poi di nuovo su Paciok
che sembrava pronto a sputarle addosso – Scommetto che lo stronzo
sei tu.-
James
guardò l’amico che smaniava di desiderio di far del
male, poi la donna stesa ai suoi piedi. Si sedette sui calcagni e poggiando i
gomiti sulle ginocchia le disse – Ti pare saggio irritare tanto uno come lui?- non è che lui fosse tanto più mansueto in
battaglia –Davvero Bella, smettila.Lo
sai meglio di me cosa è capace di fare quando è aizzato e io non ho davvero
voglia di cruciarlo ad una gamba per trattenerlo dal
farti a pezzi.-
Si alzò e come a dimostrare le sue parole,
agganciò Frank ad un braccio e lo trascinò fuori
portata di Bella. L’uomo si volse a dargli un’occhiata
e lui lo zitti con una smorfia che valeva più di un’enciclopedia di argomenti.
-James.
-Frank,
usa il tuo cervello superiore per ragionare. Non quello che
hai nelle mutande.-
-James…-
cercò di liberarsi, ma l’uomo lo trattenne di forza. Lo fece sedere e gli si
piazzò accanto . Si battè
una mano sul viso e la fece scivolare per tutto il viso, trascinando gli
occhiali sulla punta del naso. Girò la testa e alla vista di Remus che svoltava l’angolo balzò in piedi . L’uomo sobbalzò e sorrise. Passavano gli anni, ma quell’uomo rimaneva
sempre la quarta essenza della dolcezza.
-Remmy.-
disse mentre gli andava di fronte.
L’uomo fece per rispondergli,
ma poi, fu raggiunto da Sirius. -James.- disse acido Black guardando l’amico negli
occhi.
Non gli perdonava la menzogna, l’essersi tenuto
dentro quel grumo di veleno per anni. Anche ad Andrea
aveva fatto una bella scenata, ma la donna aveva trovato quasi subito un modo
per farsi perdonare. Un modo che James non poteva
certo usare! Spostò lo sguardo verso Frank, rigido
accanto alla porta, poi verso quella –E’ là dentro?-
-Sì.-
-Parla?- chiese Remus.
-A sproposito.- ringhiò Paciock.
Si passò una mano fra i capelli ancora biondo
grano nonostante gli anni e si volse – Vado da Neville.- disse senza preavviso
sollevando lo sguardo al soffitto, indicando il figlio che lavorava come Erbologo per il Ministero – Voi cercate di fare le persone
adulte.-
-Che vorresti dire?-
gli chiese Sirius mentre Frank
lo superava.
-Quello che ho detto.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Erano passati un
paio di giorni da quando Harry era stato aggredito
nel suo ufficio da Lorien e Ginny
aveva preso l’abitudine di controllare tutte le stanze della casa, più volte al
dì, per stare tranquilla. Uno scrupolo, che adesso poteva
costarle caro, a lei e al bimbo che aveva in grembo. Lorien
era seduto alla scrivania di Harry, lo sguardo rivolto
all’unica foto presente nel piccolo studio. I tre fratelli Potter
da ragazzini. Jolie di appena due
anni seduta sulle spalle di Lollo e Harry che cercava di non farsi fregare gli occhiali dalla
piccola, completamente sporta verso di lui – Lollo.-
mormorò mentre portava una mano alla pancia.
-Mi è sempre piaciuta quella foto.-
-Non farmi del male.-
-Mai avuta intenzione.- Spostò lo sguardo verso
di lei. Aveva i suoi soliti occhioni da cucciolo. La
donna si ritrovò a tirare un lungo sospiro di sollievo mentre avanzava nella
stanza –Lorien .- disse una volta davanti al tavolo –Hai
ucciso…-
-Luna? Me ne credi capace?-
La rossa scosse il capo –E’ con te?-
Lorien
annuì e Gin si appoggiò al tavolino con un’altra esternazione di sollievo – Lollo perché sei qui?- gli chiese
dopo qualche istante. L’uomo si alzo e lei lo segui
con lo sguardo mentre faceva il giro della scrivania e le si piazzava davanti.
Aveva una faccia. Merlino, sembrava un morto in piedi.
-…Devi dire adHarry di uccidermi.-
Ginny
lo fissò sconvolta, poi scosse la testa –NO!-
Lorien
le prese il viso fra le mani –Ascolta, sto perdendo lucidità, non rimarrà in me ancora per molto. Il sigillo scatterà in presenza di Jolie e quella
bambina non potrebbe mai sopravvivere a uno scontro con me.- era brava, ma non
così tanto da resistere a un Cacciatore deciso a mettere fine alla sua vita- Lo ucciderei e poi passerei ad Harry e la mamma.-
Gin fece per ribattere, ma lui rafforzò la
presa sul suo viso – Ti prego.-
-Harry
non lo farebbe mai, ti vuole troppo bene.-
-Non dopo quello che
gli ho detto.-
Ginnydisse di no con la testa una seconda volta e anche una
terza. Lorien poteva fare e dire quello che voleva,
ma Harry non si sarebbe mai messo ad odiarlo, non sarebbe mai arrivato al punto di ucciderlo. Era il suo fratellino, non sarebbe mai stato capace di
fargli del male.
-E
allora siamo tutti perduti.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ormai succedeva sempre più spesso.
Il dolore, la perdità
di forza e lucidità, Lorien tirò un profondo respiro
mentre si lasciava cadere seduto. Con tutta la buona volontà, in quel momento,
proprio non ci riusciva ad arrivare nella camera che divideva con Luna. Inspirò
ed espirò profondamente mentre cercava di alleviare il dolore al petto con
massaggi ampi – Maledizione.Cuore di merda.- si lamentò.
Sentì una fitta attraversarlo fino in testa – E
sei pure vendicativo.-
Si lasciò cadere in avanti e spalancò la bocca
in cerca d’aria, quando una mano scostò la sua e si premette con forza sul suo
sterno e gli tirò indietro il busto dalle ginocchia, l’uomo aprì gli occhi
mentre Daneel gli appoggiava l’altra mano sulla
guancia –Adesso guardami e respira.-
-Cosa?-
-Fidati di me, mi manca la laurea per essere Medimago.-
L’uomo diede un paio di profondi respiri e
immediatamente sentì la mano che la ragazza gli teneva in petto sprigionare un
innaturale quanto delizioso tepore. Aggrottò le sopracciglia e lei rise –Mi ha
tirato su HoraceLumacorno.
Ne so molto di medicina.-
-Lumacorno?
Mangiamorte?-
-No.
Però è molto difficile dire di no a Bellatrix quando
ti mette sul tavolo due scelte. Una neonata da tirare su come un piccolo Medimago e una morte lenta e dolorosa.-ridacchiò e Lorien
si ritrovò a fare altrettanto nonostante il male.
-Hai un fratello. Lo sai vero?-
-Gemello. Charlie.-
-Lui lo sa?-
-No.
Non ci siamo mai visti.-
- Come mai?-
-Due Legimanti della
nostra potenza assieme possono fare molti dan...-
L’eco di una potente esplosione la fece finire
addosso a Lorien che la tenne con un braccio mentre
cercava di capire che diavolo stava succedendo. Sollevò lo sguardo verso il
soffitto, poi alla ragazzina che si guardava attorno – Che sta succedendo?- gli
chiese questa.
-Non lo so…
Sentirono dei passi avvicinarsi, si
allontanarono e LuciusMalfoy
quasi li travolse. Si spostò di lato e scoccò un’occhiata a Daneel
– Tuo padre deve essere impazzito.- le disse venefico.
La piccolina sollevò le sopracciglia –Horace?-
Chi ha detto chi è che bravo in teoria non lo è
in pratica, bè, non ha mai visto un padre sul piede
di guerra. SeverusPiton
non si era mai misurato in uno scontro corpo a corpo, troppo
impegnato a ‘giocare’con le sue provettine da chimico non si era
mai gettato nella mischia finendo col pensare alla fine di non esserne in
grado. Guardò Rastaban ruzzolare giù per la lunga
scalinata alla sua sinistra – Però…- commentò colpito spostando lo sguardo dall’uomo
a terra alla bacchetta che stringeva nel pugno. Nonostante
tutto aveva davvero buoni riflessi.
Avanzò nel lungo corridoio travolgendo ogni
essere vivente che gli si parava davanti, Hestia gli
aveva detto dove trovare loro figlia e poi lei, quindi
non aveva bisogno di girare, aveva una meta ben precisa. Svoltò un angolo e si trovò davanti Daneel.
La ragazzina, intimorita dagli scoppi e dalle
urla si era stretta al braccio di Lorien, grazie a
lei un pelo più in salute, che alla
vista di Pitontirò su la mano
libera in segno di non belligeranza. Severus gli
scoccò uno sguardo penetrante prima di abbassare l’arma e dedicarsi alla
figlioletta che lo guardava quasi, no, del tutto spaventata.
-Daneel.-
-Se…Severus?-
Assomigliava al fratello, quindi somigliava adHesita, ma aveva i suoi occhi e
Piton non riuscì a nascondere un sorriso mentre si
specchiava in quegli occhioni neri che lo scrutavano dal
basso.Era la ragazzina più bella che avesse mai
visto, anche se, doveva dire che la statura non era certo una delle grazie che aveva benedetto i suoi figli.
Erano entrambi piuttosto piccini, come la loro mamma – Tua madre. – le disse.
-Mia madre?-
-Hestia?-
Piton
annuì facendo giostrare lo sguardo da Daneel a Lorien –E’ viva.- spiegò
velocemente mentre superava i due ragazzi e riprendeva a camminare. Non aveva
tempo da perdere, si girò per fare loro segno di seguirlo e Lollo
si sentì tirare da Daneel che non sembrava
intenzionato a mollarlo. Scesero una
lunga scalinata e poi si tuffarono in un lungo cunicolo buio – Non sapete cosa
si possa fare con un po’ di chirurgia magica.-
-Chirurgia magica?- fece eco Lorien.
-Conosci la storia Lorien?
Sai cheil presunto corpo di Hestia è stato trovato in un canalone, mezzo mangiato dai
pesci e completamente devastato, no?- Piton si volse a guardarlo da sopra la spalla sinistra e quando lo
vide annuire riprese a camminare. A quanto pareva aveva a che fare col meno
inutile dei Potter – Fu Malocchio a riconoscere i
resti, ma bisogno mettere in conto una cosa.-
-Cosa?- pigolòDaneel.
-Malocchio adora Hestia.
L’ha cresciuta come una figlia. Dai suoi undici anni fino ai ventisei allo
stesso modo di Andrea… Quindi è comprensibile che a
quel cadaveri mezzo mangiato non abbia dato più di una semplice occhiata…-
Lorien
si bloccò facendo sbandare Daneel stretta al suo
braccio – Gli è bastato cambiare un po’ i resti di una qualche poveraccia
ammazzata dopo il parto… Per farci credere di averla persa.-
guardò la testa di Piton muoversi leggermente in
avanti in segno di assenso. Cristo, era diabolico. Affrettò il passo per non
perderlo – E tu come lo sai?-
-In questi anni Hestia
non ha fatto altro che presentarsi a me. Nei sogni, in sorta di
allucinazioni mi chiedeva di
salvare i nostri figli.- Lorien sentì Daneel serrare la presa attorno al suo braccio –All’inizio
pensavo di essere impazzito, distare
dando di testa per il senso di colpa, poi ho capito. La legimanzia , quando innata, può sfociare nella proiezione astrale…-
guardò Daneel – E finalmente le ho prestato ascolto. –
-Quindi…-
-L’hai vista vero?-
-Da piccolina,durante la notte, mi capitava di vedere una donna coi
capelli neri accanto al mio letto. Era coperta di ferite, e mi faceva paura,
anche se mi sorrideva.- nascose la bocca dietro una mano –Era la mamma?-
-Sì… Scommetto che anche tuo fratello l’ha
vista nel dormiveglia e l’ha presa per un sogno.- si fermò
e voltandosi nel corpo si piazzò davanti ad una porta. Uno sguardo ,poi una risata si levò sollevata dall’interno della cella.
-Era ora Severus.-
Hestia
sentì la porta spalancarsi e facendo forza sulle braccia si tirò su dal suo
scomodo giaciglio. Volse la testa e sorrise a quei passi che si avvicinavano. Piton si chinò su di lei per aiutarla a mettersi in piedi,
ma lei lo prese in contropiede e gli buttò le braccia
attorno al collo. Guancia a guancia con lui sorrise – Meglio tardi che mai.-
Severus
annuì mentre le poggiava una mano sul capo –Scusami.-
La sollevò e spostandosi la mostrò a Daneel rimasta sulla porta. La ragazza sussultò. Hestia era coperta di piaghe infette e sporcizia. Per le
sue conoscenze mediche era un miracolo che fosse
ancora in vita – Mio Dio…- bisbigliò e Hestia sollevò
la testa verso di lei .
-Daneel?-
chiese.
-Sì.-
Gli occhi chiari della donna si riempirono di
lacrime. In quegli anni non aveva fatto altro che rivivere il parto. Prima la nascita di Charlie, Alecto accanto al suo letto, la sua preghiera per dargli il
nome che voleva e poi. Le cruciomentre quella, che poi si era rivelata essere
una brava persona, si allontanava portando via suo figlio come per non farlo
assistere al massacro e poi la venuta inattesa di Daneel.
[Due
gemelli.]aveva mormorato
Bella, un secondo prima di decidere di non ucciderla.
Sentì le lacrime scendere e un secondo dopo una
mano premersi sui suoi occhi. Piccola, calda e morbida, aggrottò le
sopracciglia e quando questa si allontanò si trovò davanti un viso
deliziosamente ovale, lunghi capelli neri, e occhi talmente dolci da scaldarle
il cuore.
-Io ci vedo…- mormorò
-Sì… Non era nulla di grave.-
-E
vedo te…-
Ecco quando era successo.
Quando aveva perso la vista. Aveva visto Charlie sparire fra le braccia di Alecto e il mondo era sparito, se non fisicamente, almeno
per lei, per il suo interesse e ecco, sedici anni dopo si ripresentava assieme
all’altro figli.
-Sei bellissima.-
Si staccò da Piton
che la teneva in piedi a forza e l’abbracciò, facendosi sorreggere, ma la
ragazzina non sembrava contrariata e si lasciò cullare dal suo respiro caldo.
Era così bello. Chiuse gli occhi e non vide lo sguardo che Piton
e Lorien si stavano lanciando – Dovete andare.- disse
il Cacciatore, sporgendosi dalla porta per guardare verso il fondo del cunicolo
-Non ci metteranno molto a riorganizzare le
forze.-
-Harry…-
mormorò Hestia sollevando il mento dalla spalla della
figlia, che si volse per infilarsi sotto al suo
braccio sinistro e sorreggerla. Erano alte uguali e poteva farlo senza farla
stare scomoda. Il ragazzo scosse il capo con un sorriso. Erano passati sedici
anni dall’ultima volta che Hestia l’aveva visto, era
normale che lo scambiasse per il fratello maggiore a cui assomigliava molto
infondo -No, sono Lorien.-
-Lo so tesoro… Harry
non ti ucciderà mai.-
-Cosa?-
-Si farà ammazzare, ma non ti torcerà un
capello. Non potrebbe mai, ti vuole troppo bene.- Daneeò vide Lorien sbiancare
mentre Hestia gli parlava, istintivamente cercò di
andargli incontro, non sapeva perché, ma non lo voleva vedere in quello stato.
-E allora che posso fare?-
-Devi uccidere il tuo creatore.-
-Bella.- disse Lollo
pronto.
-Sì è fatta arrestare la stronza.- commentòDaneel.
-Per interrompere la maledizione che quel
marchio porta la vittima deve ribellarsi al carnefice. Bella sapeva che prima o poi saresti arrivato a scoprirlo dato che forte come
sei il Marchio non ha influenza sul tuo ragionamento e sulla tua indole e si è
fatta arrestare per questo…- guardò Piton che
spalancò la bocca colpito – Sotto la protezione del governo che da qualche anno
ha abolito la pena del Bacio del Dissennatore sarà al
sicuro da te fino a quando tu non ti troverai davanti Jolie
e il sigillo prenderà il sopravvento.-
-E dopo la
libereranno.- concluse Lorien.
-Esatto. Senza i Dissennatori,
Azkaban è come se fosse dotata di porte girevoli.-
Lorien
si battè le mani in faccia – Come cazzo
la risolvo!- urlò frustrato. Si volse e in preda ai
nervi assestò un pugno al legno marcio della porta che si spaccò – Ucciderò Jolie, Harry, la mamma…-
-Lorien…-
La vocina preoccupata di Daneel
lo riscosse , si volse a guardarla e lo trovò con un
passo verso di lui. Allontanò il pugno dalla porta e lo coprì con l’altra mano –
Sì, lo so, mi fa male incazzarmia
questo modo.- ridacchiò –Adesso andate su.-
-D’accordo.-
Piton portò un braccio attorno alle spalle di Hestia e Daneel, ma la ragazzina
non sembrò prestargli troppa attenzione. Fissava Lorien
con pura apprensione, il ragazzo scosse il capo con un
sorriso dolce – Non ti preoccupare.- le disse – Ci rivedremo.-
La trattava con tutta quella tenerezza perché in
qualche modo gli ricordava Jolie? Probabile, anche sé…
Scosse il capo e la salutò con la mano mentre lei spariva.
Nello stesso momento una nuova fitta al petto
lo passò da parte a parte. Cadde sulle ginocchia mentre dalle labbra sentiva
filtrare il sangue, trattenne un urlo di dolore e cadde sul pavimento come un
sacco.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Era passato un mese dalla liberazione di Hestia, ma ancora nessuno ne era a
conoscenza. Piton le aveva consigliato di rimettersi in sesto prima di affrontare la gragnola di domande e di
emozioni che l’incontro con gli altri avrebbe comportato. Così, nell’ignoranza
di quel miracolo, una nuova notte di Luna Piena si stava preparando adHogwarts. Abrham
se ne stava in infermeria, steso sul letto accanto a quello di Ted. Con la quantità di pozione Anti
Lupo che avevano in corpo potevano compiere la trasformazione in infermeria
senza fare danno a nessuno, la vecchia Madama Chips
li vegliava dalla sua postazioneper poi
scomparire all’arrivo di JamesRemus.
C’era una specie di patto fra l’anziana strega e i Nuovi Malandrini. Loro non
la sceglievano come bersaglio dei loro scherzi e lei
li lasciava soli con Ted durante il Plenilunio.
-Allora Coccolo come va?-
-Fottiti.-
-Una meraviglia vedo…-
spostò lo sguardo verso Abrham –E tu?-
-Avvicinati e ti sputo in un occhio.-
-Ragazzi, mi fate paura quando andate d’accordo.-
Era la prima volta che passavano la pre trasformazione assieme. Di solito Abrhamveniva portato nella stamberga strillante per evitare
che una volta lupo attaccasse Ted fisicamente più
debole, ma Silente aveva notato che i ragazzi avevano messo su una specie di
tregua armata e aveva lasciato il giovane Greyback al
castello.
-Se
tu sapessi che significa.-
-Non faresti così lo stron…-
Abrhamsollevò la testa dal
guanciale e sorrise alla volpe che era atterrata con un balzo sul suo letto.Gli toccò la testina con un dito e quella gnaulò
scodinzolando. Dio, era senza dubbio la cosa più puccettosa
mai vista da Ted e James.
-Charlie?
– chiamò il primo.
-Già! – annuì Abrham.
-Cazzo…-
commentò James-E’ troppo carino.-
La porta si spalancò e un puma grosso più o
meno come un cavallo entrò con la sua “sculettuosa” andatura, si guardò attorno e nemmeno a
farlo a posta, afferrò la volpe per la collottola e lo strapazzò facendolo guaire. Charlie tornò umano di colpo mentre un cagnone nero e un micetto dello stesso colore saltavano
sul letto libero accanto a quello di Ted. Joel e Jolie che si accomodarono
per godersi lo spettacolo.
-Lo sai che fa un male bestia essere presi per
la collottola puma del cazzo!-
John
divenne umano mentre Charlie si toccava il collo con
una smorfia – Non è affatto vero, le gatte ci prendono i cuccioli per la
collottola, per spostarli.-
-SI
COGLIONE, MA MAMMA GATTA NON HA I DENTI DI UN PUMA!-
-Sei tu che sei troppo delicato.-
-.-.-.-.-.-.-.-
La luna era ormai visibile in cielo eEmmieLupin
emise un gridolino eccitato. Aveva sempre pensato a
suo fratello come alla quarta essenza della pucciosità
lupesca, ma a quanto pareva aveva un buon rivale. Abrham
con il suo pelo bianco latte era qualcosa di eccezionale.
Un enorme nuvola con gli occhi azzurri.
-AAAAAAAAAAAAAH!-
Scatenando l’ilarità generale corse ad abbracciarlo e il lupacchiotto
latrò quasi soddisfatto quando si trovò le braccia della ragazzina attorno al
testone. Era indubbiamente più grosso e masiccio di Ted che seduto accanto a Victoire,
con le recchie dritte arrivava poco sotto al bacino della ragazza , ma faceva tre volte più tenerezza
tanto era peloso e bianco.
-Non è per nulla virile.- commentò James a John .
-No, per niente.-
-Bastardi, è puccioso ...- interloquìJolie.
Vicky
spostò lo sguardo da Ted“che
si stava coccolando come un peluches” e sorrise –Un
cane, un gatto e un puma che discorrono.- perché si, i tre sopra citati erano
nella loro forma animale –Perché non ho mai la telecamera quando serve?- Senza
contare che Jolie era bellamente appollaiata sulla
testa di James, come mai nessun gatto sano di testa
farebbe con un cane grosso quanto una mucca.
Emmiefece spallucce -Ah, io ormai ci sono abituata…-
-Allora parliamo del fatto che fate pendant…?-
-Così siamo sempre di moda.-
-Sì sa che il nero va su tutto-
-Tranne che sul blu.-
-Tu stoni infatti. Con quegli occhi
azzurri.-
-Vi statesentendo
vero?-
Il gatto, il cane e il puma si volsero verso la
volpe.
-Tappo ti pare saggio irritare due bestie grosse come noi?-
Jolie
non faceva testo, era un gatto, ma lui e JamesRemuserano obbiettivamente
enormi.
-Più sono grossi e più fanno rumore quando cadono.-
Ci fu un momento di stasi, poi il puma e il
cane partirono a razzo all’inseguimento della volpe che dopo un mezzo giro attorno alla stanza saltò in braccio ad Emmie… e fece loro una bella linguaccia.
-BASTARDO!!!!-
-.-.-.-.-.-.-
La mattina dopo Charlie
fu svegliato da una mano che gli scrollava delicatamente la spalla. Aprì gli
occhi e dopo un paio di secondi riconobbe Silente in piedi accanto al suo
letto. Scattò a sedere mentre il vecchio mago si raddrizzava e gli rivolgeva
uno sguardo gentile da sopra le lenti degli occhiali –Vestiti e vieni con me.-
Non tutti sono fatti per avere una famiglia, chi per forza di cose è
cresciuto da solo lontano da quel calore chiamato Amore p
Non tutti
sono fatti per avere una famiglia, chi per forza di cose è cresciuto da solo
lontano da quel calore chiamato Amore probabilmente non prenderà molto bene
l’arrivo di un intero nucleo di persone pronto ad amarlo. Queste
parole erano visibili sul viso del Prefessor Silente mentre osservava girare le
spalle a quella famiglia che gli era praticamente capitata fra capo e collo.
Solo lui l’aveva preventivata e aveva risposto allo sguardo di aiuto di Daneel
con un mesto scrollio del capo. Non si può costringere qualcuno ad amare e
Charlie amava solo una persona come genitore, la donna che l’aveva tirato su
per sei anni e che era morta davanti ai suoi occhi. Tornò seduto mentre Fanny
gironzolava per la stanza strofinando la testina ora contro la coscia di Piton,
ora contro la mano di Hestia.
-Cercate
di capirlo.- disse mentre spingeva la montatura degli occhiali contro il naso,
inspirando profondamente l’aria calda di tensione che sembrava voler tagliare
in due l’ufficio –Non si ama a comando.- Hestia annuì mestamente mentre Piton
le appoggiava una pacca d’incoraggiamento sulla spalla. Lo sapeva pure lei che
non poteva costringere suo figlio a volerle bene, ma almeno un abbraccio. Un
qualcosa. La reazione di Charlie le aveva fatto tremendamente male e adesso
aveva solo bisogno di sedersi. Tirò indietrò le braccia e afferrando i
braccioli della poltroncina alle sue spalle sedette con un sospiro contrito.
-E’ bello
però…- mormorò guardando Severus.
Piton le
rivolse uno sguardo interrogativo.
-Charlie,
è un bel ragazzo non trovi?-
L’uomo
fece spallucce che i suoi figli fossero belli o no non gli importava molto,
l’unica cosa che voleva era il loro benessere e al momento quello di Charlie
comprendeva la loro lontananza. Si portò verso il camino, poi gettò uno sguardo
dietro –Daneel?- chiese guardando prima Hesita, poi Silente.
-E’ corsa
dietro al fratello.-
-.-.-.-.-.-.-
-Charlie.-
Charlie bloccò la sua
andatura e si portò una mano alla fronte. Quella voce, l’aveva sentita solo una
volta, ma già era in grado di riconoscerla, girò sola la testa e Daneel gli
rivolse un espressione timorosa.Aveva
sempre desiderato conoscere sul fratello, poterci parlare, a causa degli
strilli e della tensione del momento non era nemmeno riuscita a capire che tono
di voce avesse veramente.
-Che vuoi
?-
Rauca,
leggermente nasale, somigliava leggermente a quella del loro padre. Si strinse
nelle spalle e guardò di lato, da quello che sapeva di lui era un Legimante di
gran lunga più potente di lei. Preso dai nervi con un incrocio d’occhio poteva
farla fuori senza nemmeno faticare troppo- Potremmo…-
-Cosa?-
tono secco e duro di chi non ha voglia di stare dietro ad inutili ciance, la
ragazza quasi si chiuse ad uovo mentre Charlie si girava verso di lei,
sovrastandola, incredibile, ma vero con i centimetri di altezza che li separava
–Cosa vuoi Daneel?-
-Invece
di essere fratelli, potremmo essere amici all’inzio, che ne dici?-
Portò gli
occhioni color notte verso quelli del fratello altrettanto scuro e quello che
vide rischiò di spezzare gli argini che aveva messo per impedirsi di frignare
come una mocciosa. Fastidio, allo stato puro.
-Io gli
amici me li scelgo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Il
carattere sostanzialmente tranquillo di Charlie non era messo in discussione
per questo motivo Hestia si sentiva due volte a pezzi. Era riuscita a far dare
i numeri ad un animo tranquillo come quello di suo figlio, con la sola presenza
l’aveva fatto imbestialire.
Uscendo
dal camino battè la fronte contro la schiena di Piton impalato in mezzo al
piccolo salotto di Spinner’s End, portò una mano alla parte lesa e si fece di
lato per potersi lamentare guardandolo in faccia.
-Che
diavolo ti fermi così di bo…- seguì lo sguardo dell’uomo e si trovò di fronte
ad una donna bionda che rispondeva allibita al suo sguardo. Doveva essere più
omeno sua coetanea, ma nonostante gli
anni era ancora in perfetta forma,con
pelle liscia e priva di rughe, una massa di boccoli naturalmente biondi e un
fisico asciutto e ancora in forze.
-Andrea?-
La donna
lasciò cadere i fogli che teneva fra le mani, appunti di pozioni che aveva
portato a Piton per un controllo. Fece per avvicinarsidi un passo, ma Hestia fu più lesta di lei,
le si lanciò praticamente addosso piangendo a dirotto e ribaltandola sul divano
alla sua sinistra, Andrea emise una specie di urletto prima di contraccambiare
il suo abbraccio.
In un secondo si erano riconosciute, in un secondo avevano capito che era tutto
vera, che erano lì, che erano loro e che la loro amicizia poteva riprendere da
dove era stata interrotta. Piton si ritrovò a sorridere dopo tanti anni mentre
le guardava stringere forte e piangere per la loro ritrova unione,alla fine quella giornata non aveva portato
solo guai…
Almeno per loro…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Cygnus
Lastrange aveva provato sulla sua pelle quando poco saggio sia fromentare l’ira
di un Legimante innato. Si era ritrovato di fronte non Charlie, ma una specie
di bestia che senza dire mezza parola in risposta ai suoi sfottò l’aveva
intrappolato in una specie di incubo atroce che l’aveva fatto orinare addosso.
Strinse la stoffa che era il
cavallo dei pantaloni,glie l’avrebbe
fatta pagare cara. Gli avrebbe insegnato qual’era il posto di una troietta del
suo stampo. Volse l’angolo e battendo leggermente le palpebre per via del
brusco cambio di illuminazione inquadrò Emmie Lupin seduta in giardino con
libro poggiato sulle ginocchia.
Il punto
debole dei malandrini.
Le si
avvicinò con un sorriso poco rassicurante, che divenne però una smorfia di
disappunto quando nella sua visuale John. Era steso sull’erba , accanto alla
panchina occupata dalla congiunta, le braccia raccolte dietro la testa. Si
bloccò e quello aprì gli occhi e gli lanciò uno sguardo che avrebbe ghiacciato
un tizzone dell’inferno.
-Che vuoi
Cygnus.- masticò tirandosi a sedere.
Emmie
volse la testa di scatto verso di lui e come in risposta ad un ordine da lei
solo sentito balzò in piedi e si portò alle spalle del congiunto che lentamente
si stava sollevando. Odore di paura, si beò il mangiamorte e in un secondo
avanzò fino a coprire quasi completamente la distanza fra lui e John.
-Le tue
budella sparse al sole.-
Lui lo
sapeva, lo sapeva del debole che Charlie aveva per quel bestione e il suo
interesse era improvvisamente migrato. Gli avrebbe fatto pagare la vergogna col
dolore più grande che esiste, quello della perdita di qualcuno amato.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Spalle al
muro Emmie seguiva la scazzottata fra Cygnus e John. Ci avevano messo veramente
pocoper dimenticare di essere maghi e
iniziare a darsela con le mani, i piedi, e Cygnus anche con la cartella che si
era tolta da tracolla. Spostando lo sguardo da uno all’altro pregava per l’arrivo
dei soccorsi almeno fino a quando non vide il cugino atterrare l’avversario con
un pugno da sfondamento allo stomaco.
-SEI GRANDE JOHN!-
-Vedi che
succede quando te la prendi con uno della tua taglia?- soffiò Paciock mentre si
tirava su da Lastrange toccandosi il labbro inferiore che sentiva gonfio e
tumefatto. Si volse, lasciando a terra il Serpeverde e sorrise alla ragazzina
che saltelleva eccitata dalla sua vittoria.
Fece per
alzare due dita in segno di vittoria quando vide l’espressione di Emmie
cambiare di colpo, gelarsi e tramutarsi in qualcosa simile ad una maschera di
orrore, non fece tempo a voltarsi che sentì qualcosa di caldo bagnargli il
maglione. Portò una mano al collo.
Era
aperto in due …
Cadde
sulle ginocchia e poi di lato rivelando ad Emmie per intero la figura ghignante
e armata di pugnale di Cygnus, la grifoncina mandò una specie di urlo strozzato
e poi corse verso il cugino.Che l’altro
fosse ancora lì, armato e pronto a colpire ancora non le passò nemmeno per l’anticamera
del cervello. Si portò verso il parente, piegando le ginocchia nella corsa per
accucciarsi di fronte a lui. Lo mise di schiena e gli portò le mani al collo.
-MERLINO,
STA SOFFOCANDO…-
Vide John
chiederlo aiuto con gli occhi, per poi cambiare faccia estrattonarle un braccio per spingerla ad
alzarsi e andare via. Tenendo le mani ferme sulla ferita si volse, Cygnus era
praticamente su di lei pronto a colpire. Non ebbe reazioni, non chiuse gli
occhi, non implorò , solo strinse i denti in attesa del colpo probabilmente
mortale.
-NON CI
PROVARE!!!-
Qualcosa
si avventò di lato a Cygnus. Qualcosa che Emmie riconobbe subito perché enorme
e pelosa. Joel versione cane che gli strinse il braccio armato nella presa
spacca ossa della sua mascella e che lo gettò a terra per trascinarselo dietro come
un pupazzo. Di solito Al, in versione cane era la quarta essenza della “coccolosità”
, adesso invece…
-Emmie!-
-TEDDy…-
la piccola Lupin girò la testa verso l’appena arrivato fratello e con le
lacrime agli occhi aprì le mani per mostrargli il disastro a cui stava cercando
di porre rimedio –Sta diventando blu!-
Un ampia finestra e un cielo terso dietro di essa, John batté le
palpebre mentre lentamente ne metteva a fuoco i particolari e
Un ampia finestra
e un cielo che volgeva al rosso del tramonto dietro di essa. John batté le
palpebre mentre lentamente ne metteva a fuoco i particolari e
suo malgrado la riconosceva. Era la finestra dell’ infermeria.
Si guardò attorno, la vista resa debole dalla potente emorragia che quasi
l’aveva ammazzato, non ricordava molto di quello che era successo dopo che Ted aveva preso a risanargli la ferita con una perizia che
l’aveva sorpreso. Era figlio di RemusLupin, ma Merlino, non l’aveva mai pensato così genio da
imparare l’arte della MediMagia da solo.
Ricordava Joel , quel figlio di vera puttana di Cygnus
e poi… Sbarrò gli occhi. Altro sangue!
In un secondo ebbe l’istinto di girare la testa, ma il dolore al collo glie lo
impedì, volse solo gli occhi e vide Joel, steso al
letto accanto al suo, la parte destra del viso coperta da una pesante
fasciatura.
”Oddio…” si disse.
La benda era sporca di sangue rappreso
all’altezza della palpebra, ma non solo…La stoffa era tirata in maniera
perfetta, non c’erano segni di… Bulbo
oculare. Senti il fiato mancargli per la rabbia mentre inquadrava Emmie seduta accanto a lui, le braccia stretto sotto al seno e la testolina reclinata in avanti chiaro segno che
stava dormendo. Aveva voglia di strillare, ma sentiva la gola ardere come se
avesse mandato giù una manciata di lamette, boccheggiò
e girò lo sguardo per impedirsi di rompere gli argini della rabbia.
“Charlie.”
Era seduto sulla sedia. In posa ad uovo con la testa fra le mani. Era sveglio,
lo vedeva, ma sembrava perso in un importantissimo ragionamento. Fece per
toccargli una gamba quando la sua attenzione fu colta dal bicchiere sul
comodino accanto al suo capezzale. Aveva le allucinazioni o stava vibrando? Lo
fissò stranito per poi chiudere gli occhi con un sobbalzo quando questo volò in
pezzi.Un mormorio appena udibile sfilòdalle sue labbra.
-John?-
“E’stato lui?” si chiede il grifondoro guardando i cocci del bicchiere.
-Si, sono stato io. Quando ho mal di testa tendo a perdere il controllo.-
“Come
fa a… Ah già è vero…”
-Sono un Legimantecoglione…-
“Anch’io ti voglio bene Tappo…”
Charlie
si lasciò sfuggire un’espressione divertita,
incredibile a dirsi, ma quel soprannomestava iniziando a piacergli. Guardò John riportare lo sguardo verso Joel. Inspirò profondamente -Sì, ha
perso l’occhio…-gli rispose con cenno affermativo della testa. Lo sentirono
gemere nel sonno eEmmie
muoversi di conseguenza. John strinse i pugni sulle coperte “ Cygnus?”
-Latitante.-
”Non per molto.”
-.-.-.-.-.-.-.-.
Scovare le tracce, seguirle, snidare la
preda, falle pentire di essere venuta al mondo… E’ questo il lavoro di un
Cacciatore, la ragione primaria del suo essere.E quando questo Cacciatore è particolarmente
motivato a far bene la sua opera, sinceramente, non ce n’è per nessuno. Lorien sorrise mentre metta
a fuoco i resti mortali di CygnusLastrange,
era stato fin troppo facile trovarlo e farlo fuori, alla fine il rampollo di Bellatrix Black si era rivelato essere una nuvola di fumo
senza un briciolo di arrosto sotto. Lo rivolse con un piede e si accucciò
accanto alla sua testa, un bel messaggio per la cara mammina<Dopo
tuo figlio mi prenderò te.>
Il confine tra angelo e diavolo è molto sottile e lui con quell’uccisione
l’aveva ampiamente superato, diventando quello per cui era stato addestrato. Un
mostro nella pelle di un essere umano.
Volse la testa sopra la spalla e i sui occhi ,
abituati all’oscurità inquadrarono prima il raggio di luce che si avvicinava e
poi il suo portatore. Harry, che si bloccò a un paio di metri da lui, il fiato reso corto dalla corsa.
I due fratelli si scrutarono per un lungo momento, in quella foresta che per
anni era stato spauracchio degli studenti di Hogwarts e che ora era teatro di un vero omicidio.
Lorien tornò in piedi con esasperata lentezza.
Ed Harry serrò
la presa alla bacchetta, possibile che fosse paura
quella che sentiva?
Si avvicinò di un passo al fratello
minore. Appena illuminato dalla luce della luna
sembrava una figura indistinta, quasi arcana, gli puntò la bacchetta addosso e
quegli occhi nocciola gli strapparono un sobbalzo.
-Lori…- si bloccò a vederlo scrollare la
testa.
-Non farlo…-
-Cosa?-
-Non sorridermi.-
-.-.-.-.-.-.-.-.
Non si poteva certo dire che FrankPaciock fosse un uomo
ragionevole, ma quella situazione avrebbe fatto dare
di testa un santo e lui di certo non lo era.Sollevò lo sguardo al soffitto, come in richiesta della forza necessaria
di non far fuori quelle due teste dure che aveva accanto poi spostò la testa
verso l’unica persona presente che santo, forse un pochino lo era davvero. Remus con una mano piantata in fronte e gli occhi chiusi.
E
sì, anche ai santi ogni tanto girano le palle di
brutto .
Sirius
non aveva reagito per niente bene a quello che era successo al suo secondo
nato. Aveva dato di testa e non aveva trovato altro modo di sfogare la pena che
prendersela con James e rinfacciargli fatti avvenuti
dall’inizio della loro amicizia fino a quel momento. Trent’anni
di liti accantonate che erano sfociata in un'unica
grande cagnara che stava durando da quasi un ora. Perché no, James non poteva starsene zitto ,
sorbirsi gli insulti e cercare di capire lo stato d’animo dell’amico.
Con la perizia di un monaco si era messo a
rivangare pure lui.
-Come li fermiamo Frank?-
-Spariamogli.-
Remus
fece scivolare la mano a coprire gli occhi –Non tentarmi…-
Però magari era un bene che si strillassero addosso a quel modo, dopo quasi una settimana
di silenzio forse era pure arrivato il momento che quei due riprendessero a
rivolgersi la parola. Frank incrociò le braccia al
petto e indietreggiando arrivò ad appoggiare le spalle alla parete dietro di
lui. Remus si girò a rivolgergli uno sguardo
sorpreso, che divenne addirittura sbalordito quando l’uomo strisciò fino a
sedere per terra -Chi sono io per criticare?- fece
dopo qualche attimo di silenzio raggiungendolo e sedendosi accanto a lui con un
ginocchio su e l’altra gamba stesa.
-.-.-.-.-.-.-.-.
DaneelPiton aveva molte doti, ma anche un tremendo difetto.
Era totalmente priva di senso dell’orientamento. Erano passate quasi due ore da
quando aveva lasciato il fratello e aveva saputo dell’aggressione di un altro
studente e ancora se ne stava girare per i corridoi incapace
di trovare l’ufficio di Piton. Sbuffò penosamente e
svoltò l’ennesimo angolo trovandosi addosso a un
ragazzo biondo che la trattenne dal cadere afferrandole delicatamente un
braccio.
-Ehi…- esclamò Abrham
La ragazza gli rivolse uno sguardo
spaurito che lentamente divenne un sorriso. Con un solo sguardo aveva capito di
trovarsi di fronte ad un amico del fratello e che,
nonostante la divisa da serpeverde poteva stare
tranquilla – Mi sono persa.-
-Ho notato.- Le teneva ancora il braccio a
livello del gomito e quando la ragazza abbasso per un momento gli occhi per
guardare la sua mano serrata ebbe la strana sensazione
di conoscerla. Di aver già visto da qualche parte quell’espressione.
Ma dove? Al momento non sapeva dirlo.
-Chi sei? Non sei
una studentessa.-
La ragazza scosse il capo e il ragazzo fu
investito da un intenso profumo di fiori. Da bravo lupacchiotto
inspirò profondamente e questo innescò un sorriso in Daneel
– Sembri un cane.- gli disse divertita e Abrham, che era uno stronzo e
andava fiero srotolò la lingua ad ansimare in modo molto canino.
Abrham camminava con aria pensosa tirandosi appresso la piccola Daneel
che si guardava attorno curiosa come una bimba in un ne
Abrham
camminava con aria pensosa tirandosi appresso la piccola Daneel
che si guardava attorno curiosa come una bimba in un
negozio di giocattoli. Le rivolse uno sguardo imbronciato e poi la costrinse a
cambiare direzione in risposta a un rumore secco sopra
le loro teste - Le scale amano cambiare.- le disse e lei annuì con un rapido
cenno della testolina. Adorabile come poche pensò il ragazzo con un sorriso,
anche se, era il suo odore ad attirarlo. Era dolce e familiare, come quello di - CHARLIE?-.
Il
ragazzo stava venendo loro incontro in compagnia di Emmie. La ragazzina gli si era infilata sotto il braccio
destro e lui le stava dicendo qualcosa all’orecchio. Avvicinandosi Abrham si rese conto che la *sua* piccolina stava singhiozzando
e involontariamente affrettò il passo tirandosi ovviamente appresso Daneel che durante il tragitto aveva preso a braccetto.
L’altro serpeverde si volse verso di lui e alla vista
della sorella ebbe uno scatto sorpreso.
-
Emmie ,Joel
è peggiorato?-
-
Eh? No… E’ solo che ha avuto una brutta reazione.-
Il
biondino rilassò le spalle, come si poteva biasimarlo? Era rimasto sfregiato a
vita quel poveraccio, dare i numeri era il minimo che poteva fare. Spostò lo
sguardo verso Charlie per avere notizie di John e
stranamente lo trovò con lo sguardo fisso su Daneel
che ridacchiava come terrorizzata. O meglio sul braccio di
lei stretto al suo.
-
Fratellino?-
-…-
-Charlie?-
Gli
occhi di Charlie si mossero verso i suoi eil licantropo ci lesse una furia omicida
senza precedenti. Aggrottò le sopracciglia e fece per chiedergli spiegazioni
quando il legimante esplose in un - CI STAI PROVANDO CON MIA SORELLA, VECCHIO
MARPIONE?- che lo lasciò senza fiato per una decina di secondi.Diede un salto all’indietro con un “COSA?” di una
miliardo di decibel di potenza circa mentre Emmie
girava la testa da Charlie a Daneel
come scioccata.
-Sorella…-
confermò la povera Daneel con un pigolio, annuendo ad
entrambi. Si senti afferrare al braccio sinistro e un secondo dopo si ritrovò lontana da Abrham tenuta
per mano dal fratello.
-Scusa , ma non è un tuo amico?-
-
Appunto…?-
-
Lo conosco Daneel… Ci sono cresciuto assieme.- Bloccò
l’andatura e si volse verso la ragazza sollevando un dito della mano libera, la
piccola inarcò entrambe le sopracciglia senza capire - So come ragiona, è un
depravato! Avresti fatto la fine dell’agnellino con lui - Erano ancora
abbastanza vicini e Abrham, da vero idiota come solo
luisapeva essere, si volse verso Emmie abbracciandole la testa con un quasi singhiozzato - NESSUNO AMA IL POVERO LUPACCHIOTTO!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Eppure lei non ci aveva mai creduto nei cosiddetti
presentimenti. Come può il cuore umano reagire al dolore di chi ama prima che
la mente sappia che cosa sta succedendo? No, è impossibile anche per una
strega. Eppure… Jolie si
guardava attorno come se si aspettasse da un momento all’altro di veder
compiere il disastro che sentiva nell’aria, non sapeva perché, ma era sicura
che qualcosa di grave stava per compiersi.
-
Lie se ci beccano gli insegnanti nella Foresta Proibita sono cazzi nostri…-
-Allora torna a scuola Cagnaccio, chi ti ha
detto di venire!-
-
Piccola io ti adoro lo sai, ma è una cosa folle!-
La
ragazza si bloccò per rivolgergli da sopra una spalla uno
sguardo assassino - Ripeto: Perché sei qui? Chi ti ha detto di venire!- Non aveva assolutamente voglia e tempo da perdere con quello
scemo, non quella agitazione che sentiva addosso e che minacciava di mandarla
alla casa dei pezzi molto presto.
-Te
l’ho detto amore mio. Ti adoro e questa è una cosa folle…-
La
ragazza roteò lo sguardo al cielo con fare esasperato, ma perché quello scemo
doveva capitare proprio a lei. Avanzò nella foresta di un altro paio di passi
quando si trovò la strada bloccata dal braccio steso di James,
si girò a guardarlo e lo trovò con la fronte aggrottata e lo sguardo fisso ad
un punto alla loro sinistra. - Che…- Si sporse oltre
la sua spalla e quello che vide rischio di fermarle il circolo del sangue nelle
vene. Harry tenuto a forza in ginocchio da Lorien, il braccio destro aperto da una rovinosa fattura
tagliente - HARRY!-
Vide
il suo capo scattare nella mani di Lorien
che cercava di tenerlo su, lentamente voltarsi verso di lei e metterla a fuoco
con un espressione terrificata - JAMES
PORTALA VIA!-
Jolie sentì chiarmaneteJamesRemus imprecare mentre Lorien
voltava la testa verso di loro, lo sguardo ottenebrato dalla Maledizione che
aveva in corpo. Fece peso sul braccio che teneva su di lei e la spinse dietro
di lui rivolgendole nel processo uno sguardo di puro avvertimento. Non era in grado di tenere testa a suo fratello, doveva lasciare
fare a lui.
-Lorien…-
-
Avada…-
- MERDA!-
Come
in un incubo Harry vide il raggio di morte nascere
dalla bacchetta del fratello minore e abbattersi su JamesRemus che lo incasso senza
un urlo al posto di Jolie . Vide il ragazzo crollare
a parte addietro addosso a Jolie e la poveretta
cercare di reggerlo per poi crollare seduta sotto il suo peso. - JOLIE!- urlò Harry fuori di sé . Voleva
spingerla ad alzarsi da sotto James e scappare, ma
era terrorizzata poveretta, l’unica cosa che riusciva a fare e guardare il
fratello e mormorare sotto voce il suo nome.
Appello
allora la bacchetta a sé e lentamente si portò in
piedi, nel male, non poteva permettere a Lorien di uccidere
Jolie. Evocò una stupeficium
quando si accorse che Lollo stava tremando. La sua
bacchetta non riusciva a rimanere ferma e l’Avada
stentava a formarsi in punta.
-Cosa…-
Nonostante
la maledizione, Lorien non riusciva a tollerare
l’idea di fare del male a Jolie .
L’affetto che provava per sua sorella era più forte dell’incantesimo che
portava addosso - …TU SEI PIU’ FORTE!- gli urlò all’improvviso - PUOI FARCELA, PUOI COMBATTERLA!-
-LORIEN!-
singhiozzò Jolie - Tu non vuoi farci del male! Siamo
i tuoi fratelli, ci vuoi bene!-
Lo sguardo di Lorien andò da Jolie
a Harry che gli puntava una bacchetta contro, un
fremito color castagna nelle sue iridi e una preghiera fra i denti
-Uccidimi
fratellone…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Si
può sapere perché nonmi hai mollato?-
Daneel si concesse
una risatina mentre lasciava andare il braccio del fratello. Charlie l’aveva accompagnata fino all’Ufficio di Silente,
ma al momento del commiato invece di lasciarlo andare ed entrare da sola nel camino
se l’era tirato dietro a viva forza. Si guardò attorno e strinse le spalle con
aria innocente - Volevo farti vedere che cosa ti stai
perdendo…-
Lo
prese di nuovo per mano e lo tirò verso le due voci che al loro arrivo li
avevano fatti voltare verso quella che doveva essere la cucina. Daneel era anche uno scricciolo di ragazza, ma aveva una
forza che faceva per venti. Si ritrovò a seguirla e a sbirciare dalla porta.
Hestia era china ai
fornelli, Severus era seduto al tavolo, stavano
semplicemente parlando.
-
Io da ragazzina avevo il baffo-
-
Baffo?-
-Già…
-
-
E hai iniziato a raderti a che età!?-
-
Ma no idiota il baffo è un apparecchio ortodontico, quello con i lacci che escono dalla bocca e
che ti circondano la testa-staccò le mani dalla pentola che stava
vegliando e s’indicò alcuni punti della nuca e le orecchie.
-
Sì mi ricordo.-
-
Sul serio?-
-Era
un po’ difficile non notarti con quel coso, sembravi una tagliola coi piedi!-Hestia
si volse di scatto a lanciargli uno strofinaccio e Piton
rise mentre se lo toglieva dalla testa con un gesto quasi schifato. Charlie guardò la sorella che l’aveva invitato a ritirarsi
in corridoio per non farsi vedere e poi di nuovo la porta
da dove sentiva i genitori ridacchiare come due ragazzini - Pensi che
rimarranno assieme?-
-Credo
di sì… Si vogliono bene.-
-
Sarebbe bello…-
-
Così avremmo una famiglia.-
Charlie chiuse gli occhi - Daneel…-
-
Ti prego…- lo teneva ancora per mano e lo strattonò mentre gli rivolgeva uno
sguardo di pura supplica - Dai una possibilità a
questa famiglia!-
-
Severus da quando dai le sculacciate con gli
strofinacci!?-
-Da
quando me li tirano addosso e sanno di… BROCCOLI, MERDA!-
-
Non ti piacciono!?-
-Sono
la cosa più abominevole apparsa sulla terra!-
-
Mi spiace ormai li ho cotti e ti tocca mangiarli.-
Una
serie di passi e Charlie si trovò davanti il padre
che si bloccò con un sobbalzo - Ehi…- mormorò dopo qualche attimo mentre Hestia compariva alle sue spalle con una bella pentolata di
broccoli fumanti fra le mani che alla vista di Charlielasciò cadere per terra.
-
Cazzo!- mormorò alla vista del casino che aveva
combinato.
Piton
ridacchiò e si volse a guardare i suoi figli - Pollo e patate?- chiese e Daneel si staccòprontamente dal fratello con un enorme sorriso sul viso - Certo!- .Severus la superò pronto per
andare verso la sala da pranzo dove avrebbe fatto apparire le pietanze sulla
tavola già apparecchiata.
-
Hestia aggiungi un posto!-
-Io non lo voglio il pollo!-
-
Mi spiace stasera ti tocca!-
-
Da quando comandi tu?-
-
Chi è che porta i pantaloni in questa casa?-
-Veramente
papà tu porti la palandrana - Hestia si girà a
guardare Daneel e scoppiò a
ridere. Piton si fece indietro dal tavolo e guardò
entrambe le donne - E allora chi è che porta la
palandrana in questa casa, eh?-
-
Tu…-
-E
allora decido io che si mangia!-
Portò
lo sguardo oltre le teste delle *sue* ragazze e abbozzò un sorriso verso Charlie che li guardava dal fondo della stanza, aveva come
l’impressione che la sua vita iniziava in quel momento…
*Lo so che Piton è molto OOC nello scorso capito, ma infondo stava
amabilmente chiacchierando con la madre dei suoi figli, non
*Lo so che Piton è molto OOC
nello scorso capito, ma infondo stava amabilmente
chiacchierando con la madre dei suoi figli, non potevo farlo freddo e incazzato, no? ^__^ cercherò di non farlo più così alla
mano, ma credo che non sarà una cosa facile! PS : Mi
spiace, ma la coppia è Sev/Hestia.
Mi spiace per Kingsley, ma la famigliola non la
sfascio! Sono perfida e malvagia, ma non fino a questo punto!
Capitolo 73
Quella era senza dubbio l’ultima cosa al
mondo che poteva fare. Uccidere suo fratello, uccidere una delle persone che
più amava al mondo, scosse la testa e recuperò la Stupeficium
che per la sorpresa non aveva finito di evocare. Tramortirlo, portarlo da
Silente era questo il suo piano. Sentiva Jolie
singhiozzare piano e per istinto strinse la presa attorno alla bacchetta.
Quella situazione era troppo
assurda per essere vera, nemmeno nei suoi incubi peggiori aveva mai
immaginato Lorien in grado di puntare una bacchetta
contro Jolie. La ragazza piangeva guardando entrambi
i fratelli, prima uno e poi l’altro con il labbro inferiore stretto fra i denti,
mentre con le braccia si sosteneva addosso il corpo
immobile di JamesRemus. Si
era preso un Avada in pieno petto per lei, era
impossibile che fosse ancora vivo, ma non riusciva ad alzarsi e allontanarsi da
lui. Abbasso lo sguardo per un secondo sulla sua testa bionda
chinata in avanti sul petto e per un momento, il male che sentì, la porta alla
soglia dell’urlare.
-Harry!-
-LORIEN,
NO!-
Lollodigrignò i denti, lo sforzo di trattenere la maledizione in
punta di bacchetta gli stava facendo dolere il cuore in una maniera
atroce. Si portò una mano al petto e tossì con una smorfia infastidita, se Harry non voleva fare niente per fermarlo
, doveva pensarci da solo a salvare la vita di Jolie.
Le rivolse un sorriso stentato e in un secondo la ragazza parve capire.
-NO,
HARRY FERMALO!-
Harry
fece rimbalzare lo sguardo dalla sorella al fratello e lasciò cadere la sua
bacchetta. Lorien stava cercando di portare verso di
sé l’AvadaKedavra
destinata a Jolie. Piegando a forza il braccio armato
arrivò ad appoggiare la punta della bacchetta contro il petto, chiuse gli occhi
e …Si ritrovò spiaccicato per terra con Harry sopra.
Lo aveva afferrato al polso e portato il
braccio in alto, l^Avada era partita e aveva centrato
in pieno il tronco di un albero. Jolie allontanò le
mani dal viso e con un mezzo urlo di gratitudine ,
lentamente sfilò da sotto la schiena di James e mise
mano alla bacchetta.
-Harry…-
-Lorien,
non rendermi le cose più difficili.-
-AMMAZZAMI
BRUTTO IDIOTA!-
-NO!
PREFERISCO MORIRE IO CHE FARE UNA COSA DEL GENERE A TE!- lo fissò con le lacrime agli occhi e poi scosse la
testa, gli occhiali quasi scivolati in punta di naso – Lo troveremo un modo,
fidati Lollo, lo troveremo un modo per aiutar…- Si
bloccò allo sguardo di Lorien
spostato verso l’alto, oltre la sua spalla, si volse giusto in tempo per vedere
una Stupeficium partire.
-Jolie.-
La ragazzina lasciò
cadere la propria bacchetta, poi scivolò sulle ginocchia accanto ai
fratelli. Tramortire Lorien era la cosa migliore da
fare, ma l’idea di avergli fatto male… Si portò una mano al viso per poi
sollevarlo di scatto al tocco del braccio destro diHarry attorno alle spalle. Lo sentì appoggiarsi a lei, il mento
contro la sua spalla sinistra.
-Harry
il tuo braccio…
-Lo so…- La rossinacercò di allontanarlo per controllare la ferita, ma
lui non glie lo permise. Fece forza con il braccio che la stringevae nascose il viso contro di lei, oscurandosi
la visuale per qualche attimo –Un attimo solo…Per favore! –
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
La prima cosa che JamesRemus vide aprendo gli occhi fu il musetto simpatico
di Fanny a un soffio dal suo naso, sorrise e le portò
una mano sulla testolina – Ciao bella…- la salutò e la fenice emise un verso
entusiasta, spostandosi e rivelando la figura di Jolie,
in piedi accanto al divano su cui il ragazzo era steso. Le rivolse un sorriso
dolce e a sorpresa vide gli occhi della ragazza farsi enormi, sollevò il capo
dal bracciolo e come previsto gli arrivò una cinquina in piena faccia.
-AHIA
JOLIE! CHE CAZZ…- la ragazza aveva iniziato a prendergli a
pugni il petto mentre con la mano sinistra teneva nascosto il viso . Si tirò su puntellandosi coi
gomiti e piano , piano allargò l’espressione in un sorriso raddolcito – Ti sei
spaventata Lie?-
-SI
IDIOTA! DA MORIRE!-
Allungò una mano verso di lei e se la
spinse contro, le poggiò un bacio fra i capelli e lei, per una volta, non si
sottrasse alle sue cure. Sospirò e guardandosi attorno si rese conto di
trovarsi nell’ufficio di Silente che se ne stava alla scrivania. – Harry? Lorien?- chiese alla
ragazza appoggiata a lui.
-HarryalSt.Mungo e Loriena Spinner’s End…-
-Capisco…-
-Beato te.-
Il ragazzo riportò lo sguardo a quella
testolina riccioluta poggiata a lui e lentamente si lasciò ricadere all’indietro
portandosela sopra – Impara a non farti domande amore mio… - le disse mentre le
portava un braccio attorno alle spalle – O non vivrai a lungo in
questo mondo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Anche se spesso non ci crediamo esistono sul serio incontri voluti dal destino. Persone
che il fato spinge verso di noi e che noi accogliamo nella nostra vita senza un
reale perché. Daneel chiuse gli occhi e prese
a camminare lungo il corridoio, avanti e indietro come una condannata a morte. Nonostante tutta la buona volontà non riusciva a rimanere
ferma ad ascoltare Lorien urlare oltre la porta. Non
capiva perché, ma era come se il dolore di quell’uomo
fosse il suo. Portò ad appoggiare le spalle alla parete e chiuse le orecchie
fra le mani.
Non riusciva a capire perché si sentisse a
quel modo dato che l’aveva visto solo una o al massimo due
volte.
-A volte si vuol bene a qualcuno senza un
reale motivo.-
Daneel aprì gli occhi ed Hestia
accennò alla porta alla sua destra. Severus stava
cercando di liberare il povero Cacciatore dalla maledizione che lo legava a Bellatrix, ma sinceramente stava facendo più male che bene,
riusciva a capire perfettamente per quale motivo Daneel
reagisse a quel modo. Se aveva un minimo affezione per
Lorien, sentirlo strillare a quel modo , non era
proprio il massi…
-DANEEL!-
La ragazzina si volse verso la porta.
-DANY
VIENI SUBITO QUI!-
-Sì papà!- spalancò la porta e si trovò
davanti Lorien piegato in avanti con una premuta in
mezzo al petto e l’altra in bocca a cercare di frenare la tosse e il sangue che
stava rigettando. Si sentì agghiacciare e gli andò di fronte – Lorien.-
L’uomo aprì gli occhi e sollevò lo sguardo
verso di lei.
Non riuscì a dirle niente, ma era palese che era
felice di vederla.
[A volte
si vuol bene a qualcuno senza un reale motivo.]
Gli si accucciò fra le ginocchia e gli
spostò la mano dal petto per appoggiarci la sua sinistra mentre con la destra
gli tirava su la testa – Guardami.- gli disse con ferma dolcezza – E respira, ok?-
Lollo
annuì.
-La tua ragazza sta bene, è tornata a casa
due ore fa.- Un sorriso e Daneel sentì il cuore dell’uomo
rallentare battito, era felice della notizia – Però vuole vederti, perché non
vuoi?-
-Perché deve staccarsi da me…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Muoversi con un solo occhio a disposizione
si stava facendo più dura del previsto per Joel. Nel
tragitto dal letto al bagno aveva travolto mezzo mobilio dell’infermeria, aveva
sbattuto la testa contro il porta rotolo di carta igenica quando si era abbassato per calarsi i pantaloni e
non aveva centrato il water con la pipì.
-Maledizione!- brontolò –Sono peggio di un
terremoto.-
Sentì John lamentarsi nel letto accanto a
suo e capì dalla sua espressione che lo stronzo aveva
provato a ridacchiare, ma la ferita alla gola l’aveva riportato all’ordine, con
amore sollevò il dito medio verso di lui e questo lo
sorprese con un taccuino lanciata nella parte sana della faccia.
-Figlio di…- cominciò mentre si
massaggiava la parte ammaccata – Con tutto rispetto ad Alice- lo raccolse dal
materasso e lo volse .
“Perché hai trattato Emmie a quel
modo?”
-In che modo l’avrei
trattata?-
John gli lanciò uno sguardo eloquente.
-Scusa se scoprirmi con un occhio in meno
mi ha fatto andare via di testa per un paio di minuti.- gli rilanciò
il blocchetto e guardò l’amico scrivere per riprenderlo al volo.
“
Te la sei presa con lei amico.”
-Non è vero!-
Un altro lancio di blocchetto.
“Non
ti sei neanche fatto toccare…”
Bè
quello era vero. Emmie aveva provato ad aiutarlo a
mettersi a sedere e lui l’aveva allontanata in malo modo, ma in quel momento
non era stato tanto a ragionare. Era furioso con Cygnus,
non con lei.
-Oh, che testa di cazzo
che sono!...AHIA!- un secondo block notes gli si era
schiantato in faccia.
“SEI UN BLACK, FA PARTE DEL TUO DNA ESSERE STRONZO!”
-Ha parlato St. Paciock!-
John mimò una risata e Joel
si ritrovò ad addolcire l’espressione. Infondo come fratello maggiore non aveva solo James.
Fine
capitolo.
**
Sinceramente non lo so da dove mi è uscito il rapporto Lorien/
Daneel, sono tutti e due
così pucci che mi è venuto naturale farli andare d’amore
e d’accordo! XD
Rimanere nell’ignoranza di
quello scempio e non dover fare fronte a quella terribile realtà.
Lily chiuse gli occhi per un momento mentre lasciava andare la presa al pomolo
della porta. Una madre non dovrebbe mai vedere un figlio in simili condizioni
di prostrazione. Non dovrebbe mai assistere ad una simile sofferenza.
Lorien
aprì gli occhi con un sospiro. Era solo da qualche ora e iniziava a sentire la
mancanza di Daneel seduta vicino a lui. Vabè era stato lui a dirle di andare e lasciarlo solo, che
una ragazzina non dovrebbe assistere alla dipartita di uno
sconosciuta, ma ora si sentiva solo.
Spostò la testa ad appoggiare il mento sul
petto e dopo un attimo mise a fuoco Lily all’entrata della cella, battè le palpebre un paio di volte
poi roteò lo sguardo al cielo –Mamma…- sussurrò abbassando le palpebre –Che ci
fai qui?-
Si sentì afferrare il capo da due mani che
sulle prime, a contatto con la sua pelle, gli parvero gelide, ma che poi
lentamente presero calore e consistenza –Mamma lasciami
andare.- soffiò senza riuscire ad aprire gli occhi, tanto lo sapeva che era
lei, chi altri avrebbe potuto essere? -… Hai altri due figli,
pensa a loro…-
-Che stai dicendo?-
-Non batterti per una causa persa.-
Avrebbe anche voluto dirle di aiutarlo a
smettere di soffrire, cha lei gli aveva dato e lei ora
doveva toglierla e liberarlo dal dolore, ma non era scemo da chiedere ad una
madre adorante di uccidere il suo bambino. Aprì gli occhi e alla loro vista
Lily ebbe un piccolo scatto. AncheJolie
aveva gli occhi scuri, ma in loro c’era qualche pagliuzza di verde che rendeva le sue iridi di un colore unico al mondo. Lorien
invece, aveva proprio gli occhi di James.
-Tesoro.-
-Vattene via.-
-Mamma, riprendi a considerarmi morto.-
-NO!- non si può chiedere ad una madre di
fare a meno di un figlio, anche se gliene rimangono altri due, ma non potrà mai
voltarsi e lasciarne uno indietro. Scosse la testa quando qualcuno le prese le
spalle fra le mani. Si volse e Severus la tirò in
piedi con ferma dolcezza – Non farlo agitare Lil.- le
disse all’orecchio.
-Ma…-
-Lil
non accorciargli la vita con le tue mani.-
Lily lasciò andare il capo del figlio e si
lasciò sollevare in piedi. Lorien si allargò in un
sorriso in direzione di Piton e guardò la madre
andare via. Gli dispiaceva allontanarla, ma lo stava facendo per il suo bene,
doveva continuare a considerarlo morto, perché infondo
lo era. Era morto… La malattia che aveva in corpo stava finendo il suo lavoro e
il marchio di puro male sul suo braccio gli stava facilitando il lavoro , chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò a fissare
delle scarpe da ginnastica.
-Dany…-
-Ti ho portato qualcosa da bere.-
La ragazza piegò le ginocchia a terra e
*camminando* su di esse e si avvicinò al Cacciatore.
Gli sollevò il mento con la mano sinistra e gli avvicinò il bicchiere alla
bocca. Lolloscosse la testa – Vuoi
smetterla di preoccuparti per me ragazzina?- gli chiese storcendo il naso.
-No.-
-Perché?-
La ragazzina sollevò le spalle con un
sorriso – Assomigli al Principe del mio libro di favole.- Lollo
socchiuse le labbra con aria sbalordita e Daneelcercò di infilargli in gola la zuppa calda che aveva
preparato per lui. Lorien bevve per non morire –
Principe Azzurro?-
-Già.-
-Bambina mia sono
quanto di più lontano esista dall’eroe delle favole.-
Daneel
sollevò lo sguardo al soffitto e puntellandosi la guancia sinistra con la
linguaassunse un aria
pensosa – Bè…- disse dopo qualche attimo ,
tornando a guardare lui con un sorriso – Vivi per dimostarmelo.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Jolie!-
-Che vuoi?-
-Aspettami!-
-NO!-
Passato lo spavento e ricollegato il
cervello al corpo la ragazza si era resa conto di
essersi un po’ troppo lasciata andare con JamesRemus . Smaltito il sollievo di vederlo riprendere dalla
morte grazie alle lacrime di Fanny si era resa conto di stare abbracciandolo
con un po’ troppo trasporto- MALEDIZIONE
BLACK!- urlò voltandosi , Lo spinse con il gomito
e il ragazzo preso in contro piede, dopo un mezzo passetto indietro le andò
addosso costringendola a fare quattro gradini di corsa per poi finire
schiacciata fra lui e la balaustra.
-PORCA
VACCA JAMES!-
-Ehi sono appena tornato in vita, scusami
se ho un pessimo senso dell’equilibrio.-
La rossina roteò
lo sguardo al soffitto con uno sbuffo mentre le scale lentamente cambiavano il
loro corso. Attese che la posizione si assestasse e
sollevò lo sguardo verso il pianerottolo in basso dove qualcuno stava ridendo.
-Joel!-
-Fratellino.-
-Siede due caterpillar!-
Era in compagnia di Emmie che se ne stava comodamente infilata sotto al suo
braccio sinistro. I due sulle scale si lanciarono uno sguardo che era tutto un
programma, mentre le guanciotte della ragazzina
scoprivano nuove e curiosissime tonalità di rosso – Siete
un aMMMMMore…- tubò quasi subito James
mentre Jolie batteva le manine con una faccina
estasiata.
-Che siamo?- fece
Joel mentre Emmie
minacciava di crollare morta sul pavimento da un secondo all’altro.Che quei due fossero delle anime affini nel
far disastri ormai era assodato, ma che avessero anche
lo stesso tempo di reazione nello sparar vaccate, bè,
quella era una novità.
-Ehi fratellino lo sai che sono appena
morto?-
-Che
cosa sei?-
-Sono deceduto
piccolo…- rise staccando una mano dalla ringhiera -… Ho visto un lungo tunnel
di luce bianca e alla fine Nonna Moody che mi
salutava.- Appoggiò il mento sulla spalla di Jolie
che lo guardava esasperata ( solo lui
poteva mettersi a scherzare su una cosa del genere), spostò lo sguardo
verso Joel e lo trovò con l’occhio che gli rimaneva aperto all’impossibile.
-Meglio non dirlo a mamma e papà.
-Stanno già abbastanza sclerali per quello
che è successo a te.
-Appunto, non carichiamoli poveracci.
Strinse la presa attorno alle spalle di Emmie e con un cenno della
testa le fece segno di proseguire. La ragazzina prese a camminare e lui, senza
perdere le sue spalle lanciò un ultimo sguardo al fratello la seguì. Era
drammaticamente palese che senza Emmie non sarebbe
riuscito ad arrivare alla Torre dei Grifondoro
intero. Jolie sentì James
irrigidirsi contro la sua schiena.
-Che
c’è ?- gli chiese mentre si voltava a guardarlo.
-Doveva succedere a me.-
La ragazza raddolcì l’espressione – Jaime … Non puoi salvare tutti.-
Il ragazzo volse il capo verso di lei , con lo sguardo lucido per la pena verso il fratellino
avrebbe fatto tenerezza a chiunque. La ragazza si avvicinò al
suo viso e senza rendersene conto gli appoggiò un buffetto su una
guancia.
James
sorrise –Devo proprio farti pena.-
La ragazza roteò lo sguardo al soffitto – Non
ti piace quando sono gentile, non ti piace quando sono
manesca…- lo allontanò con una culata e finì di scendere le scale. James le rivolse uno sguardo penetrante e poi si appoggiò
alla ringhiera .
-Lie
posso farti una domanda?-
Uno sbuffo scocciato.
-Cosa hai provato
quando mi hai visto morto fra le tue braccia?-
La ragazza sgranò gli occhi e lentamente
si volse verso il ragazzo – Cosa ho…- cominciò in
imbarazzo e il ragazzo si allargò in un sorriso mentre annuiva nella sua
direzione – Dolore.-
Tentare
di arrivare alla Torre Grifondoro senza una pausa era
stato chiedere troppo al suo povero fisico e ora Joel
stava pagando il prezzo della sua spacconaggine . In un secondo, senza poter far nulla, si era sentito
cadere. Il mondo gli era sparito di botto da sotto i piedi e il suo occhio si
era spento di botto.
Si
lamentò rumorosamente mentre prendeva coscienza di quella manina calda che si
muoveva fra i suoi capelli. Aprì gli
occhi. Era steso per terra, nel punto in cui si era sentito male, ma sotto di
lui, a fargli da cuscino, c’erano le gambe di Emmie. Aggrottò il sopracciglio visibile mentre metteva a fuoco
la ragazza e la sua stranissima capigliatura rosso fuoco.
-Che?-
Emmie
si volse verso di lui.
-…I
tuoi…-
La
ragazza si portò una mano alla nuca con un’espressione ar
dir poco colpevole.
-Sei
in imbarazzo?-
Neanche
a farlo a posta anche le guanciottedi Emmie raggiunsero tonalità color
pomodoro. Si guardò attorno – Manca una rampa di scale
per arrivare al ritratto della Signora Grassa, ce la facciamo?- balbettò con un
sospiro voltando lo sguardo dal ragazzo alla scala, portandogli le mani sotto
le braccia.
-Emmie
non ce la fai a tirarmi su.-
-Dammi
una mano.-
-Potrei
vomitarti addosso.-
La ragazza gemette penosamente mentre s’infilava sotto al suo
braccio sinistro e facendo forza cercava di sollevarlo. Non poteva rimanere
sola con lui un secondo di più. Non con la scomoda eredità di
sua madre che sbandierava ai quattro venti i suoi sentimenti.
-Al
cerca di aiutarmi, per piacere…-
Joelappoggiò la mano destra al pavimento e
facendo forza con quella si tirò su,. Scosse la testa e si portò il pugno alla
fronte –Caz…- masticò allontanando la mano e battendo
la palpebra con fare stordito.
-Non
ti sentirai male un’altra volta , vero?-
-No
tranquilla…-
-Bene…-
cercò di portarlo verso il primo gradino, un paio di passi per poi tornare
indietro –Ehi?- gli chiese guardandolo dal basso – Non ti senti bene.- Se ne
stava lì con la fronte aggrottata , proprio come aveva
fatto un secondo prima di crollare per terra come una pera cotta.
-Ma
quando smetterai di preoccuparti per me ,Emmie?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Vivo
in un corpo che vuol morire.
Frank
socchiuse leggermente gli occhi mentre avanzava in quella piccola stanza mal
arieggiata. Lorien
sembrava privo di conoscenza, il respiro basso e rantolante e la testa
reclinata all’indietro come chi non vuol
annegare.Gli si accucciò accanto e gli
toccò una guancia con un dito , era caldo e quindi era
ancora vivo – Ehi, sei morto?-
-Non
ancora-
Lollo
socchiuse gli occhi con una smorfia e a fatica mise a fuoco il volto dell’uomo
accanto a lui. Per un paio di secondi resse il suo sguardo poi di nuovo
scivolònel buio delle sue palpebre
serrate –Che vuoi?- biascicò con un filo di voce.
Era
stanco di sorbirsi prediche sulla sua decisione di lasciarsi andare, voleva
essere lasciato in pace, ma a quanto pareva nessuno sembrava capirlo, anche
chi, con la sua vita c’entrava poco per non dire nulla. Lo sentì sedersi
accanto a lui e un sospiro scocciato gli sfuggì involontario dalle labbra, ma
dov’era Daneel, quando gli serviva un
infermiera non c’era mai quella benedetta ragazzina.
-Farò
di quella piccola puttana il mio giocattolo.-
Lorienspalancò gli occhi, quella non era la voce di Frank! Spostò leggermente la testa inquadrando accanto a
lui LuciusMalfoy che lo
guardava malevolo da sopra la spalla sinistra. Il ragazzo sentì il sangue
gelarsi nelle vene e senza rendersene conto, incordò i muscoli delle spalle per
reagire a quella presenza, ma il Mangiamorte fu più
lesto di lui. Chiuse il pugno destro attorno alla sua gola e sollevò l’indice
della mano sinistra a chiamare silenzio.
-Sei
stato tu a rovinare mio figlio…- gli soffiò in faccia –Ora guarda come
distruggo ciò che per te è importante.-Facendo forza sul braccio spinseLorien contro il muro e con una forza che il Cacciatore non
gli credeva propria lo tirò in piedi assieme a lui.
-NON PROVARCI…- sillabò con la
poca aria che aveva.
Lucius
gli rivolse uno sguardo trionfante e poi diede un paio di colpi di tosse
arrochì la voce simulando quella di Frank –Aiuto , presto si è sentito male.- Lorien
spostò lo sguardo verso la porta e con orrore sentì dei passi avvicinarsi, era
sicuramente Daneel, ma perché quella bambina si era
così intestardita con lui. Serrò per un secondo le palpebre e quando la porta
si aprì udì il singhiozzo sbalordito della ragazza.
-Malfoy.-
Lucius
scavò nella tasca del mantello e le puntò la bacchetta contro. Daneel si fece indietro per istinto, poi lo sguardo le andò
su Lorien e sempre senza rendersene conto si fece
avanti di un passo. Gli occhi fissi in quelli del Mangiamorte.
-Daneel!-
si lamentò Lollo – Va via…-
Si
aggrappò con ambo le mani al braccio che lo teneva inchiodato al muro, con l’intento
di divincolarsi e prestare aiuto alla *sua
mocciosa*, ma era troppo debole. Il solo
movimento gli costò un dolore atroce al petto che lo fece gemere per il male. Sentì il sangue salire dalla gola e
raccogliersi in bocca, sputò e nello stesso momento Lucius
si allontanò da lui.
-Cos…-
cominciò .
Sparito,
nel nulla, così com’era apparso nella sua cella. Inspirò profondamente con una
mano premuta sul petto e spostò lo sguardo verso la porta. Daneel
era inginocchiata a terra con entrambe le mani stretto
al pomolo. La guardò per un lungo momento, poi le andò
incontro. Un po’ camminando, ma poi alla fine a gattoni le si
portò di fronte e le poggiò entrambe le mani sulla testa.
-Ahia.-
-Buona.-
Le
passò le dita fra i capelli mentre la costringeva a girarsi verso di lui e a
sollevare il viso. Aveva una bella candela di sangue denso al naso e gli occhi
rossi per lo sforzo –Non sei molto potente.- le disse
mentre con l’indice della mano destra raccoglieva il sangue dal suo nasino – Però
sei rapida.-
-Stai
bene?-
Lorien
sollevò lo sguardo al soffitto mentre se l’appoggiava al petto e lui lasciava
cadere seduto con le spalle al battente della porta. Aveva sempre l’impressione di parlare con Jolie, forse per questo motivo quella bambina gli piaceva
così tanto– Non sono io quello con un epistassi in
corso.-
La
ragazza assestò la posizione e gli
appoggiò il capo in mezzo al petto, Lorien sollevò
una mano e glie l’appoggiò sulla sommità della testa –
La prima cotta è quella più dura da digerire, ma ti passerà bambina mia…-
sussurrò mentre crollava ad appoggiare il mento fra i capelli di Daneel – Ti passerà…-
Daneel
sollevò il capo quando sentì la mano di Lorien
scivolare a terra, lo guardò chiudere gli occhi e con uno scatto si volse ad
appoggiare entrambe le ginocchia a terra – Lorien.-
lo chiamò – LORIEN!- Gli afferrò la testa con entrambe le mani e si avvicinò. Respirava
poco , poco, ma respirava. Roteò lo sguardo al
soffitto come per dire grazie e poi si alzò con un sospiro.
-Daneel?-
chiese una voce alle sue spalle.
La
ragazza si volse asciugandosi la punta del naso con il dorso della mano sinistra,
Hestia le rivolse uno sguardo perplesso e lei tornò
per un secondo a Lorien che lottava per tenere gli
occhi aperti –Dove posso trovare Luna Lovegood?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Lucius
riapparve nella vecchia sala tenendosi una mano alla gola, tossì pesantemente , poi un sorriso gli piegò le labbra. Anche
la femmina aveva doti di Legimante…
-Benissimo…-
gracchiò una nocetta che sembrava venire dall’oltre tomba –Il piano ha inizio.-
Passavano gli anni, ma Hogsmade
non cambiava mai. Sembrava sempre saltata fuori da una
vecchia cartolina natalizia, con neve e la gente imbacuccata fino alle orecchie
che andava e che veniva, apparentemente incurante del freddo. Abrham sollevò lo sguardo al cielo e chiuse gli occhi
quando un fiocco di neve colpì la punta del suo naso. C'era un odore nell'aria,
un odore molto particolare che sapeva di conoscere. Si
guardò attorno in attesa che spuntasse da qualche
parte e spalancò la bocca. Adorava mangiare la neve a quel modo, il perché?
Sinceramente non lo sapeva,aveva talmente stranezze
con cui fare i conti che questa era semplicemente la più lieve del mazzo a sua
disposizione. Mosse un paio di passi di lato, verso sinistra e poi a destra,
bloccandosi al suono di quella vocina -Ti verrà una congestione così.-
Spalancò gli occhi e abbassò il capo... Ecco di chi era quell'odore.
-Ciao Daneel.-
disse prima di voltarsi, il dorso della mano sinistra premuto ad un angolo
della bocca.
Girò la testa e la ragazzina si allargò in
un sorriso di saluto. Piccola e puccettosa
proprio come la ricordava, gli strappò un espressione intenerita.Indossava un adorabile berretto di lana azzurra
da cui spuntavano una nuvola di boccoli neri,molto probabilmente causati dall'umido portato dalla neve - Sei come tuo
fratello.- le disse dopo qualche secondo di studio, tornando ai suoi occhi -
Anche lui si arrufaa questo
modo.-
Daneel
portò una mano al capo -Secondo te perché porto il
capello?-
-Toglilo, non ti
stanno male i boccoli.-
Dany
sollevò un sopracciglio -Davvero?-
-Sì...-le si portò di fronte e le sfilò
dalla testa il capello, lo guardò per un secondo, poi se lo ficcò in tasca
-Molto meglio.- sentenziò con aria soddisfatta, prima di guardarsi attorno -
Piccola che fai qui?- le chiese guardandola dall'alto
in basso -A parte ingozzarti?-
Avava
in mano uno di quei dolcetti su bastoncino che cambiano
colore e gusto a seconda dei desideri del proprietario, la ragazza se lo riportò
alla bocca e lo ciucciò con aria offesa - Sono con mio padre, doveva incontrare
qualcuno ai Tre Manici di scopa.- accennò alla locanda - Sai per Lorien, per aiutarlo.-
Abrham
annuì rapidamente -Già il prof... Come sta?-
-Con un un piede
nella fossa, ma comunque testardo come un mulo, anzi
peggio.-
Le sopracciglia bionde del licantropo si
sollevarono - Che è successo?-
In
due parole Daneel lo mise a corrente di quello che
era successo, dei suoi sforzi per trovare Luna e del modo in cui Lollo si era rifiutato di parlarle, il ragazzo guardò in
alto poi diede una specie di fischio colpito -Bè, lo
biasimi?- le chiese tornando a guardarla - Non si è voluto far vedere mezzo
morto dalla donna che ama, l'ha fatto per lei...-
-Sì però...- A lei Luna aveva fatto una
paurosa.
-Secondo me è da
ammirare.-
Daneel
sollevò entrambe le mani con un gesto di resa e Abrhamcolse al volo l'occasione per dare un morso al
dolcetto, che quel movimento gli aveva fatto arrivare sotto al naso. Daneel gli lanciò uno sguardo sconvolto, che meno di mezzo
secondo dopo divenne imbarazzato.
Poteva dire di
avere una bella cotta per Lorien, ma Abrham con il suo faccino da tenera canaglia, non le
passava di certo indifferente. Lasciò la presa al
bastoncino e il ragazzo si tolse di bocca -Scusa, il mio canino ogni tanto prende
il sopravvento.- guardò il viso della ragazza farsi perplesso - Se mi passi
qualcosa sotto al naso, la prendo al volo tipo cane.-
-Lupo...- lo corresseDany.
Abrham
si spettinò con la mano libera- Già... Lupo.-
-Un giorno di questi allora giochiamo a fressbe.-
Il ragazzo le rivolse uno sguardo assorto
prima di annuire e tirare fuori la lingua con fare decisamente
lupesco -Sì! Sì! Padroncina, giochiamo... TIRA
LA PALLA! TIRA LA PALLA!-esclamò contento per poi
scoppiare a ridere alla faccia da "Ok, me lo
sono giocato!" di Dany- Non lo so, ogni
volta che mi eccito per qualcosa mi viene da gridare "tira la
palla." Di nuovo colpa del mio io
canino...-Riprese in bocca e si volse incamminandosi verso I tre manici di
scopa.
O
almeno ci provò perché qualcosa di freddo s'infranse contro i suoi capelli.
Si volse con un sopracciglio sollevato e
trovò Daneel ancora in posizione di lancio -EH?-
-Davvero non credevo di prenderti.-
-Piccola...-
-AAAAAH!-
Attraversarono correndo mezza Hogsmade e senza rendersene conto passarono di fronte a Charlie. Questo, che stava risalendo una
via laterale del paese assieme a John e Jolie si sentì
immediatamente aferrare, da John per il cappuccio
della giacca e da Lie al braccio sinistro e rispedire
indietro. Cozzò con la schiena contro il petto del ragazzo,che per impedirgli di muoversi gli passò un braccio attorno
alle spalle.
-Sono davvero
così prevedibile?- chiese ad entrambi.
John, che aveva da qualche giorno ripreso
a parlare, o meglio, a bisbigliare, si abbassò per sussurrargli ad un orecchio
-Tappo come se non lo sapessimo come sei fatto.-Jolie
annuì con un sorriso mentre lo lasciava andare e il povero Serpverde
si rassegnò a seguirli. O meglio, a non opporsi a John che se
lo trascinava appresso tendendolo per le spalle.
-Sarà colpa
vostra.-
-Cosa?- gli
chiese Lie.
-Il sicuro
attentato alle virtù di Daneel.-
-Esagerato.- soffiò John - Abrham non mi sembra così porco.- fece spallucce - O almeno,io sono molto peggio.-
Jolie
lo indicò -Esatto.- annuì guardando Charlie - Fra voi
due, sei tu quello più in pericolo a stare con un tipo come 'sto qui...-
John mimò una risata mentre Charlie cambiava colore e cercava di divincolarsi dalla sua
presa - E mollami!- gli intimò mentre gli assestava una bella gomitata alla
cieca, all'indietro -Mica siamo fidanzati sul serio.- John gli rivolse uno
sguardo che era tutto un programma e serrando la presa attorno alle sue spalle
si abbassò di nuovo per parlargli in un orecchio- Allora è una vera sorpresa, perché
non ti credevo così largo di vedute.-
-Cos...-
-E
dai.-
-Dai che...-
John scosse il capo per di schioccargli a
tradimento un bacio su una guancia e lasciarlo andare. Meglio non sfidare la
sorta, si era reso conto che con Charlie finire
all'ospedale era fin troppo facile. Entrò ai Tre manici di Scopa e un secondo
dopo nè uscì bianco come uno
spettro. Afferrò Jolie per le spalle e costringendola
a camminare all'indietro la spinse verso la strada.
-John?- gli chiese la rossina,
prima di venire presa di peso da Charlie -Che vi prende?-
-Nulla.- squittirono in coro i due mentre
con un piede John chiudeva la porta del locale -Andiamo, su.-
-E
dove? Voglio qualcosa di caldo, sto morendo di freddo!-
-Da Madama Piediburro.-propose
Charlie e John annuì con abbastanza forza da farsi
male al collo.
-Alla sala da tè!?-
chiese Jolie sotto shock -Voi due?-
-Saremo rozzi Jolie,
ma un tè senza fare rumore siamo capaci di berlo.-
Charlie
rivolse uno sguardo al compagno "Io sì, ma su di te avrei qualche
dubbio." John gli fece segno verso la porta
dei Tre Manici e lui riprese a tirare Jolie.
-Ragazzi?-
TedeEmmie che si stavano
facendo largo fra la folla rivolsero loro uno sguardo perplesso. John si sentì
morire e Charlie riprese con più forza a cercare di
trascinare viaJolie. Ted beccò lo sguardo di avvertimento
di John e dopo aver scambiato un’occhiata con la sorella decise di entrare nel
locale. Quello che vide rischiò di ucciderlo sul posto –OH MERLINO ONNIPOTENTE.- sillabò in direzione del polipo
avvinghiato ad una sciaquettatassorosso– CHE CAZZO STAI?-
James
gli rivolse uno sguardo angelico e Ted si girò verso Jolie–ANDIAMO DA
MADAMA PIEDIBURRO!-
Era
fin troppo chiaro che cosa voleva fare James, cercare
di far ingelosire Jolie, peccato che piccola che
sfogasse i nervi a suon di pugni “ Si
ritroverà in una fossa senza nome, altroché!” – Maledizione…- biascicò
bloccando al volo Victoire e tirandosi dietro anche
lei,
la
piccola gli rivolse uno sguardo perplesso mentre le guanciotte
le si coloravano di rosso e lui scrollando il capo le spiegò in un sussurro perché
non doveva aprire quella porta.
-OH…-
-Già…-
La
ragazza guardò la mano di Ted poggiata sulla sua
spalla sinistra , arrossì ferocemente e si volse a
guardarlo –Ah…- cominciò… la stava
abbracciando! Cercò di farglielo notare, prima di dirsi “Bè, meglio godersi il momento in attesa di tempi migliori.”
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Avete
la stessa stabilità emotiva di un gruppo di scimmie urlatrici.-
Joliesbuffò sulla sua tazza da tè che
allontanò da sé senza assaggiare, si alzò e senza badare ai tentativi di
trattenerla e uscì dalla graziosa sala da tè. Aveva voglia di una burrobirra che
diavolo. Scese in strada seguita dalle urla di richiamo degli
amici e senza voltarsi si diresse verso il locale.
-MERDA!-
urlarono in coro Ted e Charlie.
La videro entrare nel locale , stare un paio di
secondi ed uscire paonazza in viso – Siamo morti.- si dissero guardandosi per
un secondo e arretrando assieme mentre Jolie avanzava
verso di loro -… Piccola, calmati.-
-Era
questo che volevate nascondermi!?-
Teddy
e Charlie si aggrapparono l’uno all’altro.
-BASTARDI!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Decisamente
il suo piano aveva sortito l’effetto voluto, sorrise e si avvicinò al divano
dove Jolie era stesa a braccia conserte. Scosse la
testa e si sedette sul bordo del cuscino, accanto alla sue
ginocchia -… Lo so che non stai dormendo…- la ragazza volse la testa verso
lo schienale -… Jolie.-
-Non
voglio parlare con te.-
-Non
serve parlare…Basta che ascolti…- Si alzò per mettersi a cavalcioni
sulle sue gambe e le appoggiò le mani ai lati della testa – Piccola…-le disse
ad un soffio dal naso - … Ammettilo con te stessa una volta
per tutte…-
Ammalarsi in un
giorno di festa, sentirsi uno straccio mentre tutti sono fuori a divertirsi. Ted
Lupin si volse nel letto con un lamento di dolore, quel giorno ricorreva l’anniversario
della fondazione di Hogwarts, tutti stavano fuori a
divertirsi, mentre lui se ne stava accucciato su quel letto, che all’improvviso
gli stretto e troppo corto. Si volse e con un gemito aprì gli occhi. Era
passato un po’ troppo tempo da quando Madama Chips si
era affacciata al suo capezzale, e la paura di essere lasciato da solo gli fece
trovare la forza di sollevare la testa dal guanciale.
Il nulla…. A parte Abrham, anche lui più morto che vivo.
Sbuffò e tornò
sdraiato. Le braccia incrociate attorno allo stomaco e le ginocchia piegate. La sua coscienza viveva frequenti stati di black out e in uno di questi ebbe la sensazione di avere
qualcuno seduto accanto al letto. Socchiuse gli occhi e una forma sbiadita prese consistenza davanti a lui. Boccoli biondo-rossastri e occhi blu gli bastarono
solo questi due particolari per capire chi aveva davanti –Victorie.- mugugnò con
un filo di voce. La ragazzina annuì con un cenno della testolina e lui si
ritrovò a guardare il soffitto come se fosse in cerca di spiegazioni. Come
diavolo poteva essere?
Più cercava di
allontanarla, più se la ritrovava attorno! Quasi sicuramente stava cercando di
prenderlo per stanchezza.
-Hai bisogno di
qualcosa Ted?-
-Che tu te ne
vada, per Morgana.-
Un sospiro e il
ragazzo dovette abbassare le palpebre per impedirsi di
guardare l’espressione sicuramente ferita di lei . Come diavolo faceva a stare
lì con lui, sinceramente non lo sapeva. Durante le trasformazioni arrivava a
farsi la pipi addosso per il male, come poteva una ragazza guardarlo e non
provare disgusto, sinceramente non lo sapeva.
-Teddy.-
Il ragazzo volse
la testa sul cuscino.
-Guardarmi per
favore.-
-NO!-
Non poteva
guardarla, se l’avesse fatto avrebbe mandato a puttane
il suo sano e giusto proposito di lasciarla ad un ragazzo adatto a lei. “Non commetterò lo stesso errore di papà…”pensò
in un gemito “Non voglio vivere
col rimorso…”
Da che era venuto
al mondo lo aveva visto negli occhi di suo padre, quel dolore sordo di chi sa
di aver condannato all’inferno in terra una parte del suo cuore. La sua
famiglia,per intero nelle mani della luna piena. Scosse la testa e cercò di tirarsi indietro
quando Victoire gli prese il mento fra due dita.
-Victoire…- ansimò
disperato.
-Io ti amo. Ti
amo Ti amo Ti amo. Tiamo.-
Ted spalancò gli
occhi. Victoire stava usando lo stesso tono paziente
che avrebbe usato con uno scolaro incapace, lo guardò per un lungo momento e,
non riuscì a trattenere un sorriso.
–Loso.- le rispose mentre tornava a voltare il capo.
Non poteva
guardarla in viso maledizione, era un uomo e non un pezzo di legno. Non era
capace di rimanere impassibile a lungo di fronte a lei.
-E tu… Non…-
-Io, no.-
-Saresti più
convincente se mi guardasti in faccia,Teddy.-
Ted si morse il
labbro inferiore- Victoire.-
-Dimmelo
guardandomi in faccia!-
Il ragazzo volse
la testa verso di lei. Molto probabilmente, quella dolce ragazzina non aveva
mai sentito dire il detto “Non si spara
su un uomo già morto.” La guardò per un lungo momento e poi scodellò quella
balla colossale –Io non provo niente per te, Victoire.-
le disse con un filo di voce, che verso la fine della frase rischiò di
spezzarsi.
Non era assolutamente in grado di
mentire…
Ed essere
convincente se doveva guardare in faccia il suo interlocutore.
-Tu menti.- gli
disse infattiVictoire, con
una faccia apparentemente per nulla toccata dalla cattiveria che lui le aveva
appena lanciato addosso.
-Cosa?- Una volta che hai deciso di mentire, fallo e fai di tutto per
sembrare sincero!
-Ti conosco
abbastanza bene da capire quando dici una balla.- si alzò in
risposta al richiamo di Madama Chips e sorrise
donandogli un’ultima occhiata – E mi hai appena detto una bugia.-
Ted spalancò gli
occhi e scioccato la guardò uscire. Lo conosceva davvero
così bene? Un brivido non identificato lo passò da parte a parte.
–Però ….-
gracchiò una voce che poteva tranquillamente venire dal mondodei morti tanto era rauca e graffiata –Siete due,
testardi per venti.- Teddy si volse verso Abrham, sbucato per metà dal groviglio di coperte che lo avvolgeva
e lo fulminò con lo sguardo.
-Fatti i cazzi
tuoi Greyback.-
-Era solo un osservazione Lupin.- fece spallucce - Non t’agitare.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Quella sembrava
la giornata di chi non è venuto al mondo per avere un “No.” Come risposta e dopo aver raccolto lo sfogo snervato di Ted,
Jolie si ritrovò faccia a faccia con la sua personale
palla al piede. Se ne stava tranquillamente seduto sulle scale che portavano alla
Torre dei Grifondoro. Roteò lo sguardo al soffitto e lui scoppiò a
ridere –Non ti stavo aspettando.-
-Dillo a chi non
ti conosce.-
James Remus rise e scosse la testa assieme – Lie
mi sono fatto male.-
-Eh?- la ragazza
abbassò gli occhi e lo vide reggersi con ambo le mani la
caviglia sinistra, aggrottò la fronte e tornò a guardarlo un po’ furiosa e un
po’ più interessata, il ragazzo ridacchiò- Le scale si sono mosse, io ho perso l’equilibrio e la caviglia ha
fatto “crack!”-
La ragazza si
avvicinò di un passo mentre James sollevava la gamba del pantalone e tirava giù
il calzino. In effetti la caviglia risultava gonfia e
di un bel blu, la ragazza arricciò il naso e lui la guardò indolenzito – Mi fa
un bel po’ male.-
-Curati.-
-Da solo?-
-Non sei capace?-
-Se lo fossi,
pensi che sarei ancora qui.-
Jolie sbuffò esagera
menta e andò ad accucciarsi di fronte a lui. Gli allontanò le mani con un gesto
brusco e gli strinse la parte lesa in una presa ferma che lentamente divenne
calda e piacevole.
-Ah, Merlino… Ma quanto
ti adoro, Jolie?-
-Mi adori?-
-Da morire.-
La ragazza imbronciò le labbra in una di quelle smorfie che gli oldMarauders avevano battezzato “Sono figlia di mio padre e provate a dire
che non è vero, mi mancano solo le corna da cervo!” e poi sollevò un
sopracciglio – Sì, ho visto.-fece
schioccare la lingua con fare disgustato – Soprattutto da come ti strusciavi
con quella.-
James sollevò
ambo le sopracciglia – Sei gelosa.-
Non era una
domanda.
Era un’affermazione.
-Prossima al
vomito è la definizione giusta.-
-Sei gelosa,
piccola. Fattene una ragione.-
-NO!-
James rise e
portò indietro il busto quel tanto da appoggiare i gomiti su un gradino. La
guardò con la stessa dolcezza con cui si guarda una bimba troppo testarda e poi
scosse la testa –Jolie.- disse e la ragazza insaccò la testa nelle spalle-
Jolie ammettilo.-
-COSA?-
-Alla fine anche
tu mi vuoi bene.-
-Non ho mai detto
il contrario.-
-Puzzetta non rivoltare la
frittata con me! Sono il campione mondiale dei rivolta
frittata, non sfidar…- la guardò sorridere e fece di sì con la testa –
Effettivamente era un bel po’ che non ti chiamavo Puzzetta.-
-Non mi mancava.-
-Sarai mai sincera con
me Jolie?-
-Ecco fatto.-
Stese le gambe e lentamente lasciò andare la caviglia di James. Il ragazzo la
fissò per mezzo secondo e decise diprendere la palla al balzo. Quel
movimento l’aveva portata molto vicina a lui e gli bastò
solo allungare una mano per bloccarla.
-Che?-
Jolie sentì
premere contro la nuca e un secondo dopo aveva le labbra contro quelle di
James. Spalancò gli occhi, ma a dispetto di tutto non si mosse. Si stava lasciando baciare senza reagire!
Quando James si
allontanò da lei, cadde sulle ginocchiae senza dire nulla lo guardò allontanarsi
zoppicando ancora. –Sono più testardo di te Jolie,
vedi di rendertene conto.- lo sentì dire un secondo prima di sparire dalla sua
visuale.
Passare il week end a patire le pene dell’inferno infondo può avere i
suoi lati positivi, Ted sorrise al tocco di quella mano
Quiete prima della tempesta.
Passare
il week end a patire le pene dell’inferno infondo può avere i suoi lati positivi, Ted
sorrise al tocco di quella mano fra i suoi capelli e sollevò lo sguardo verso
la madre seduta accanto a lui. L’avevano portata a casa durante la notte e a
sorpresa si era svegliato nel suo letto. Sicuramente era stato JamesRemus a prendersi la briga
di infilare un lupo claustrofobico in una camino e a cercare di non farsi sbranare. Ridacchiò e
scosse la testa –Mamma.- brontolò cambiando espressione e appoggiando le spalle
contro lo schienale della seggiola – Smettila non sono
un gatto.-
Dora
rise incontrando lo sguardo del figlio. Sembrava oro colato, era la cosa più
bella del mondo… Almeno per lei… – Dovresti mantenere il tuo aspetto originale Teddy.- si allargò in un espressione
orgogliosa e sollevò una mano per allontanargli ancorala frangia del viso –Quella zazzera blu non
ti rende giustizia.- lo guardò inarcare un sopracciglio, Dio quanto
assomigliava al padre quando lo faceva…-Fra i tuoi amici sei il più bello, ma
per colpa della tua capigliatura, pochi se ne accorgono.-
Ted
roteò lo sguardo al soffitto.
-E’
vero.-
-Sei
parziale.-
Ninfadorafece spallucce –Non credo.-
Si
alzò in risposta al fischio della caffettiera e
sorrise al grugnito che sentì levarsi dalla stanza accanto –Scusa Remmie!- trillò innescando una bella serie di lamenti
gutturali di cui la donna non riuscì a discernere una sillaba –Che ha detto?-
chiese guardando il figlio che ridacchiava sulla sua colazione.
-Merlino
la mia povera testa.- le rispose Teddy a bocca piena .
-Solo?-
Tonks guardò verso la porta, da dove si trovava
riusciva a vedere solo Emmie, di spalle, accanto al
divano dove Remus stava cercando di non morire per i
postumi della trasformazione.
Ted
lo guardò in tralice e poi ghignò–
Questa era la versione purgata.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Buongiorno
bella bionda.-
Andrea
sorrise e volse la testa verso James che se le si era avvinghiato addosso –Sei di
buonumore?- gli chiese guardandolo da sopra la spalla e il ragazzo strofinò la
guancia contro la sua con un enorme sorriso. Era strano trovarlo di buon umore
di prima mattina e la donna si ritrovò ad aggrottare la fronte con aria
indagatrice -O sei ubriaco?- Il ragazzo scoppiò a ridere e la lasciò andare,
Andrea lo seguì con lo sguardo e poggiò entrambe le mani ai fianchi
- Hai qualcosa da dirmi, Remus?-
Jamesimbronciò le labbra in una smorfia pensosa –No, mammina.- si aprì in un sorriso birichino mentre
allontanava la seggiola dal tavolo e la guardava da sotto in su – A parte…- si
puntellò l’interno della guancia sinistra con la lingua – Che mi inquieta
quando mi chiamate solo Remus.-
-Perché?-
James
si spinse completamente contro lo schienale della sedia e tirò su le spalle mentre
iniziava a dondolare –Boh…- Sì, era decisamente nella fase del contento/rimbambito.
Andrea
sospirò, due figli, due terrificanti copie del padre. James
gli assomigliava caratterialmente mentre Joel
fisicamente, guardò verso la porta – Tuo fratello?-
-Dorme.-
sollevò lo sguardo verso il soffitto –Ultimamente non fa altro.-
Andrea
sospirò – Cerca di capirlo.- scosse il capo sul pentolino di latte che aveva
messo a scaldare – Lo sai meglio di me com’è ridotto
sotto quelle bende. E’ normale che sia un po’ depresso, non pensi?-
James
fece una smorfia -Sì però, se continua così… -
Il
suo carattere stava già peggiorando, se continuava così sarebbe diventato
davvero l’erede di Malocchio Moody
.Già aveva parecchi suoi comportamenti, se continuava a
isolarsi a quel modo avrebbe iniziato a dare i numeri come lui.
-Sei
troppo apprensivo quando si tratta di Joel.-
James
piegò la testa su una spalla – Non è vero.-
-Non
è vero?- Andrea prese una tazza dallo scaffale – Credo
che tuo abbia sbagliato a ripeterti in continuazione “ Prenditi cura di tuo fratello.” – si abbassò a prendere un pacco
di biscotti dalla credenza -… Credo che ti abbiamo caricato
troppo.-
-Oh,
andiamo non dire vaccate mamma.- si lamentò James
grattandosi dietro l’orecchio sinistro con fare decisamente
canino – E’normale che mi preoccupi per Al.-
-Preoccupi
per Al?- gli fece eco una voce assonnata.
Il
ragazzo entrò nella cucina stropicciandosi l’occhio seguito a ruota da Kracher che sembrava volergli fare strada. Molto
probabilmente gli aveva tolto gli impicci nella parte cieca della sua visuale
per non farlo sbattere. Andrea gli rivolse uno sguardo affettuoso mentre le si avvicinava – Vai pure a fare colazione.-
-Kracher
vive per servire il nobile casato dei Black...-
-Perché
ti preoccupi per Al?- ripeté Joel
sedendosi accanto al fratello e rivolgendogli uno sguardo insonnolito. James fece una smorfia infastidita e lui sollevò il
sopracciglio visibile.
-Sono
preoccupato per Al, perché parla di lui in terza perso…-
si bloccò alla vista del padre che sfrecciava alle spalle di Joel, nudo come un verme e chiuse gli occhi con fare
disgustato.
-Papà?-
-KRACHER DANNATO ELFO!- urlò il mago
afferrando la creaturina per il collo.
-SIRIUS DANNATO CAGNACCIO!-gli feco eco Andrea sollevando la
scopa di saggina che aveva afferrato per spazzare il pavimento dalle briciole
della sua colazione e calandola sulla testa del marito con tutte le forze che
aveva in corpo.
-Dopo
ci chiedono perché siamo fuori di testa.- fece Joel guardando il corpo apparentemente defunto del padre e
scrollando la testa come una vecchia nonna scontenta e voltando la testa verso James che ridacchiava divertito.
-Con
dei genitori del genere siamo fin troppo normali, fratellino…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Non
ho capito perché devo farlo io.- ripetéJolie per la quinta volta mentre guardava sedersi spalle al lavandino e sollevava le maniche del
pigiama con fare stizzito –Hai una moglie, no? Non può lavarti lei i capelli?- sbuffò esageratamente e prese un asciugamano dalla pila
accanto a lei. Lo scontro con Lorien di qualche
giorno prima gli aveva lasciato il braccio sinistro offeso, la ragazza si premuro di coprire la fasciatura che lo teneva fermo e si
allontanò per donargli uno sguardo scettico – Senza contare che ci sono degli
incantesimi.-
Harry
le rivolse uno sguardo raggelante e lei sollevò le mani-Cosa?-
-Un
incantesimo?- le fece eco – Sui miei capelli!?- s’indicò
la testa con la mano sana – Tu sei scema, l’ultima volta che c’ho provato ho
avuto i capelli afro per una settimana.- guardò la sorella gonfiare le guanciotte –Sei ridi ti uccido.-
Jolie
si passò una mano sul viso e scosse la testa per recuperare un minimo di autocontrollo. Inspirò ed espiro
profondamente e puntò lo sguardo sul fratello –Ok,
niente incantesimi.- strinse le labbra – Ginny? Non
poteva lavarteli lei?-
Harry
sbuffò. Ultimamente non riusciva a parlarci con sua moglie, scattava per un
nonnulla, dalla rabbia al pianto nel giro di qualche secondo. Chiuse gli occhi
e lasciò cadere il capo contro il bordo del lavabo – No
è meglio di no…- le rispose sospirando quando Jolie
prese a pettinargli i capelli all’indietro con le dita – Al momento non so che
cos’abbia e credo che sia meglio lasciarla in pace per un po’...-
“Io lo so che cos’ha…”
-Jolie?-
La
ragazza scosse il capo e insaponò i capelli del fratello che chiuse gli occhi
con aria beata, ridacchiò e spostò lo sguardo verso Lily che li osservava dalla
porta. Sollevò le sopracciglia verso di lei e la donna sorrise, anche sé… Si
sentiva che mancava qualcuno “Lorien…” si disse allontanandosi e lasciando i fratelli
alle loro chiacchiere.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Io
voglio mio figlio!-
James
allontanò la tazza dalle labbra e rivolse uno sguardo perplesso a Lily che l’aveva
raggiunto in cucina a passo di marcia –E’ di là .- le rispose
accennando al bagno . Lily scosse la testa con forza –LORIEN!- quasi urlò –VOGLIO
IL MIO POVERO LORIEN!-
L’uomo
lasciò cadere le spalle e con un sospiro lasciò andare la sua tazza – Tesoro.-
mormorò- Anch’io voglio vedere Lollo.- le si portòdi fronte
e poggiò le mani sulle spalle –Però…-
-Però
niente! Voglio mio figlio!-
-Lily…-
cercò di abbracciarla, ma la donna glie lo impedì allontanandogli
le braccia . Si fece indietro di un passo e scosse la testa come una bambina
capricciosa – James! – singhiozzò con gli occhi resi
enormi dalle lacrime – Ti prego… Lo voglio qui…- si stropicciò gli occhi con
ambo le mani -… Se è vero che non sopravviverà, lo
voglio, qui, con me.-
NOTE: Vi ricordo che in questa fiction Augusta Paciock “la mamma di
Frank” e John Lupin “il padre di Remus” sono fratelli
NOTE: Vi ricordo che in questa fiction Augusta Paciock “la mamma di Frank”
e John Lupin
“il padre di Remus” sono fratelli.
EmileLupin: La mamma di Remus.
FORGIVE
ME.
“Come ti senti?”
La
domanda più irritante del mondo rivolta ad un uomo con la morte appollaiata su
una spalla, Hestia si morse il labbro inferiore
mentre Lorien portava la testa sopra la spalla
sinistra e chiudeva gli occhi con una smorfia scocciata. L’unica persona di cui
sopportava la presenza ormai era Daneel, quella
ragazzina era l’unica a sapere come prenderlo e non irritarlo con domande
stupide –Dany.- chiamò infatti
guardando verso la porta.
Hestia
sollevò un sopracciglio -Ti piacciono giovani?-
-Mi
piacciono discrete.- scrollò la testa con noncuranza e
guardò la donna allargarsi in un sorriso. Sollevò un sopracciglio, che diavolo
aveva adesso da sorridere a quel modo?
Sistemò
le spalle contro il muro e le rivolse un’occhiata storta che ebbe lo strano
potere di far allargare l’espressione sul viso di Hestia.
Da quando i suoi sguardi raggelanti avevano quel dono? – Sai…- gli disse la
donna accucciandosi sui calcagni e prendendo a mescolare con fare assorto la
zuppa che gli aveva portato per pranzo – Da piccina avevo proprio una bella
cotta per tuo padre.-
-Chi
non ce l’aveva?-
Hestia
gli avvicinò alle labbra il cucchiaio e gli picchiettò il labbro inferiore – E
tu lo ricordi in una maniera paurosa…- Lorien
arricciò il naso in una smorfia, stava per dire “Harry gli somiglia molto di più …”, ma Hestia lo prevenne scuotendo il capo con aria decisa –I
tuoi occhi…- sospirò come in preda ad un bellissimo ricordo - Ai suoi stessi
occhi…-
-E
allora?-Quando stava male scadeva nell’acido grave…
-E
allora, voglio che tu viva…-lo costrinse a buttare giù il sorso di zuppa che
gli stava porgendo e si batté una mano alla base della gola per non soffocare –
Capito Lorien?-
-Come
se dipendesse da me.- Non era quella una battaglia che poteva vincere con le
sue forze, chiuse gli occhi e sentì una lacrima rotolare oltre la barriera
delle ciglia -…Come se l’avessi scelto io di morire in un posto del genere.-
singhiozzò- CazzoHestia,
vattene via.-
Schiaffeggiò
via la mano tesa della donna e si volse con fare ferito verso il muro, tirando
le ginocchia verso il petto –Maledizione.- bisbigliò scrollando il capo – Come
se volessi davvero morire…- batté un pugno a terra- Ho trentadue anni perdiana…-
-Lorien…-
Hestia cercò di prendergli il viso fra le mani,
masi trattenne e volse la testa verso
la nuova arrivata, Daneel che aveva seguito il loro
alterco dalla porta. Si alzò tenendo in mano la ciotola di zuppa e sorrise
allungandogliela – Ok…- disse alla figlia – Pensaci
tu.-
Evidentemente lei non era in grado di prenderlo…
Daneel
si chinò accanto a Lorien e rispose con un sorriso al
suo sguardo stanco. Gli allontanò i capelli dal viso con una mano e riprese ad
imboccarlo. Lorien sospirò, ormai si faceva fare di
tutto da lei-Ok…-
bisbigliò – Sei più testarda tu…- roteò lo sguardo al soffitto e s’inarcò con
un gemito soffocato-… Hai vinto.-
Daneel
aggrottò la fronte –Di che parli?-
_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
-Che
ti prende?-
-Assolutamente
nulla.-
-Sembri
contrariato.-
-No…Per
niente.-
Charlie
arricciò un angolo della bocca e ridacchiò allo sguardo stranamente fisso e
furente di Abrham,portò
anche lui lo sguardo verso la porta e scrollò le spalle con una sghignazzata
divertita –Sei geloso, lupastro?- gli chiese con la sensibilità di un ciocco di
legno , godendo nel veder l’amico arrossire come un pomodoro –Oh, colpito e
affondato!-
Abrham
scosse la testa con forza crescente – NO!
Come ti viene in mente?- bofonchiò spostando lo sguardo dalla porta e
riportandolo all’amico che lo guardava con un ghignetto
malvagio stampato in faccia –Perché dovrei essere geloso di tua sorella?- si
passò una mano su un fianco con una smorfia e alzò la maglia fino a metà petto
per vedere che diavolo avesse – Piuttosto tu, non ti preoccupa che sia così
affezionata al Professor Potter?-
Charlie
fece spallucce con aria soave e si allungò attraverso il tavolo in cerca di un
altro biscotto, Abrham lo fulminò con lo sguardo,
allora era vero… Era solo di lui che non si fidava! Poggiò il mento nel palmo
della mano sinistra e gonfiò le guance con aria offesa, Charlie
sghignazzò appartamento e lui roteò lo sguardo al
soffitto. Bell’amico, davvero bell’amico .
-Ti
sei svegliato?- Spostò lo sguardo da Charlie a Daneel e le donò uno
sbuffo infastidito che la ragazzina però non colse. La vide attraversare la
stanza quasi a passo di corsa e chinarsi verso il suo viso con enorme sorriso.
Preso alla sprovvista si spinse contro lo schienale della seggiola –Dany…?-
-Che
meraviglia!-
-Cosa?-
le chiese confuso.
-I
tuoi occhi… Sono più chiari del solito. Sono color caramello!-
Charlie
ebbe la stupefacente impressione che il suo migliore amico stesse
arrossendo fino alla radice dei capelli. Per non scoppiare a ridere si ficcò in
bocca un paio di biscotti e si alzò per andare dalla madre che sentiva lavare i
piatti. Hestia lo guardò arrivare con le guance piene
e gli rivolse un’espressione perplessa – Cosa?- gli chiese.
-Che
ne pensi dei licantropi?- le chiese andandole accanto.
Hestia
fece spallucce - Basta che non ciuccino
esseri umani.-
-Bene,
allora siamo a posto.-
_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
Ormai
era questione di tempo. La vita di
Augusta Lupin vedova Paciock
era arrivata al suo termine, ancora poco e sarebbe tornata alla casa del Padre.
Frank guardava la guardava respirare a fatica in quel
piccolo lettino e ad ogni suo mormorio rispondeva con un leggero scrollio del capo. Come ogni figlio amava sua madre più di ogni cosa, ma lo sapeva, che quel delirio era una cosa
che lei stessa aveva voluto. Chiuse gli occhi e gettò la testa all’indietro,
sorridendo appena al tocco delle labbra di Alice su
una guancia – Non riesce a morire.- le disse senza sollevare le palpebre – Il
senso di colpa la tiene qui.-
La
donna guardò la suocera – Suo fratello?-
-Lo
chiama in continuazione.- sospirò e fece di no con la testa – Lo amava davvero.-
Per
anni si era convinto che sua madre fosse troppo testarda per
provare rimorso, nonostante la foto dello zio in bella mostra in
salotto, non l’aveva mai sentita parlare di lui. Non gli era mai capitato di
cogliere una traccia di rimpianto nei suoi occhi e invece…
-JOHN PERDONAMI!-
Frank
aggrottò la fronte e strinse le labbra in una smorfia sofferta. Gli faceva male
sentirla chiamare il fratello a quel modo. Spostò da sé Alice e si allontanò
dalla camera, scrollando ripetutamente la testa. Doveva fare qualcosa, ma cosa?
Si bloccò alla vista di Neville di fronte al mobile dove era radunati i
ritratti di tutti coloro che Augusta Paciock amava –Nev?-
-Pensavo.-
Guardò quei portafoto.
Era stata sua madre a radunarli lì.Suo
marito, il figlio e la nuora, i nipoti e la pronipotina.,,, E in un angolo la foto di quel ragazzo biondo che
rideva guardando la camera.
-Cosa?-
Neville
afferrò il portaritratti che conservava la foto del prozio – Hapraticamente la
stessa faccia di Remus e Teddy.-
lo porse al padre che annuì quasi seccato da quell’ovvietà
– Io stesso gli somiglio molto.- gli rispose infatti tornando a lui.Neville annuì, di certo i capelli biondi del
padre non erano razza Paciock – Se la nonna vuole
parlare con la buon’anima, perché non gli presentiamo
Teddy?- sorrise della sua stessa idea – Sta talmente
fuori che potrebbe ancora scambiarlo per lui e riappacificarsi un pochetto.-
-E’
una bella idea tesoro, ma per nulla fattibile purtroppo..-
disse Hannah dal fondo della stanza con la piccola Noel fra le braccia – Dimentichi un particolare.- Neville
lo rivolse un’espressione confusa –Cosa?- le chiese e la donna sospirò un – Remus non lo permetterà mai. Odia tua nonna.-
Quello era drammaticamente vero.
In
quegli anni il livore di Remus verso Augusta si era
quietato, ma non si poteva di certo definire spento. Simili sgarbi purtroppo
non si dimenticano e Remusera
buono sì, ma non stupido. Frank guardò verso la
camera da letto della madre e prese un bel respiro – Tentare non costa niente.-
disse guardandola con una tale intensità che sembrava voler incenerire le pareti
con la sola potenza del suo sguardo – Hai avuto una bella idea
Nev…-
_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
-Morire
dannata è il meno che ho sempre augurato a tua madre.-
La
voce glaciale di RemusLupin
si levò secca come un colpo di fucile nel silenzio della stanza, Frank roteò lo sguardo al soffitto in segno di esasperazione mentre l’uomo tornava al suo libro, come se
di colpo il cugino fosse scomparso dalla sua visuale. Che Augusta stesse
morendo circondata dai fantasmi del male che aveva fatto non sembrava
minimamente toccarlo, per quello che gli competeva era vissuta fin troppo-…
Ognuno raccoglie ciò che semina.-
-Remmie
ti prego. E’ una povera vecchia che anela il perdono di un morto…-
Vide
il viso del cugino alterarsi in una smorfia che lo fece quasi apparir brutto,
si fece indietro di un passo nello stesso momento in cui Remus
si alzò dalla sua poltrona e scagliò a terra il libro che teneva fra le mani –
Io ti voglio bene e lo sai.- gli disse in un soffio,
la voce incrinata dalla rabbia - … Ma non osare mai più prendere le difese di
tua madre in casa mia!- Frank chiuse gli occhi mentre
Dora usciva di corsa dalla cucina e Ted ed Emmie dalle loro camerette - … Quella donna è un mostro,
che ha voltato le spalle al suo stesso fratello! Non sarò io a facilitarle il
trapasso! MORIRE DANNATA E’ QUELLO CHE
MERITA!-
Sua madre era morta in una specie di soffitta,
con le labbra blue per il freddo, perché Augusta doveva avere un trapasso
migliore? Scosse la testa con forza e lanciò un’occhiata truce al congiunto che
si mordeva il labbro inferiore con forza. Frank amava
sua madre, ma sapeva bene che con la povera EmileLupin si era stata peggio di un diavolo.
-Fallo
per me.- sussurrò senza rendersene conto e Remus
sollevò entrambe le sopracciglia in un espressione sorpresa,“Per te?” lo vide modulare con le sole
labbra mentre rilassava i muscoli delle spalle e lui si ritrovò a dire di sì
con un espressione disperata -…Non ce la faccio a vederla in quello stato. Ti
prego Remus.-
Forse
quello era il tasto giusto da premere, Remus non era
in grado di rifiutare un aiuto a chi voleva bene –Papà…- chiamò Teddy e Remus si volse a
guardarlo.Quel poco che TedLupin sapeva di suo nonno paterno l’aveva appreso attraverso i racconti di chi l’aveva
conosciuto e amato. Era un uomo buono, incline al sorriso, che non aveva
esitato mezzo secondo a voltare le spalle alla fortuna della sua famiglia per
amore. Sorrise e si portò di fronte al padre. I vecchietti dell’Azalee bar parlavano di lui con le lacrime agli occhi,
definendolo “Uno degli uomini migliori
d’Inghilterra.”
-Io
credo che il nonno l’avrebbe aiutata.-
[Il perdono Remus è
l’unica cosa che possiamo offrire a chi ci ha fatto del male...]
L’uomo
si portò una mano al viso –Mamma…- sussurrò.
_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
Di certo la coerenza non faceva parte del
bagaglio delle sue virtù, Lorien respirò pesantemente
mentre realizzava la presenza di Luna accanto a lui e spostava lo sguardo da
lei per non doversi scontrare con la sua espressione sofferente. Era stato lui
a chiedere a Daneel di chiamarla e adesso che ce l’aveva davanti non riusciva a sopportarne la sofferenza.
-Lollo.-
la sentì mormorare mentre gli appoggiava una mano su una guancia – Sei caldo.-
Sorrise.
Solo lei poteva uscirsene con quelle ovvietà e risultare
adorabile, le rivolse uno sguardo divertito alla “Secondo te, perché?” e la donna si allargò in un sorriso, piccolo,
ma visibilissimo – Perdonami.- le disse.
Luna
strabuzzò gli occhi –Perché?-
-Sono
lo schifo dell’uomo.-
-SEI PAZZO?-
-
Sarebbe stato meglio un taglio netto che lo stillicidio a cui ti ho costretta.- si irrigidì in risposta ad una fitta e la
donna crollò sulle ginocchia per farsi più vicina. Già
una volta l’aveva visto morire e sinceramente, non si sentiva pronta per il bis
–Lorien…- bisbigliò con le
lacrime agli occhi e il Cacciatore si volse a prenderle il viso fra le mani.
-Scusami.-
le ripetè. Stava dicendo cosa senza senso per lei,
eppure sembrava così sicuro di essere in colpa – Ti perdono…E’ questo quello che vuoi sentirmi dire?- gli prese i polsi e lo
guardò allargarsi in una specie di smorfia sollevata – Ti perdono Lollo, ti perdono…-
-Grazie…-
Lo
vide rasserenarsi e sentì una lacrima rotolare lungo la guancia –Lorien.- lo chiamò e lui le rivolse uno sguardo
stanchissimo. Se ne stava andando un’altra volta? – Ti prego… - lui strinse le
labbra, tutti lo pregavano, ma nessuno faceva nulla per aiutarlo veramente –
Non morire…-
-Ci
provo.-
_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*
-Tre
su ogni braccio…Verticali…-
Sirius
scosse il capo spostando lo sguardo dal corpo della donna stesa ai suoi piedi a
James in piedi dall’altra parte del cadavere.
Scosse la testa e indicò le ferite sui polsi della donna – E’ stata suicidata.-
disse all’amico che guardava la donna con aria assorta- Nessuno può farsi tre
tagli del genere ad ambo le mani.-
-Lo
so.-
-E’
stata lei a chiamarti?-
-Sì…
Ha detto di avere informazioni.- sospirò –Per Lorien.-
Sirius
si massaggiò la nuca con fare assorto – E adesso?-
Ovviamente se qualcuno si sente ispirato, vada con Dio
e con la mia benedizione!
Capitolo 80
Augusta
Lupin, vedova Paciock era
morta, ma Remus non era contento. Vederla rendere l’anima
a Dio non era servito a quietare il suo odio e l’uomo sentiva ancora le viscere
ribollire al solo guardarla. Ricordava perfettamente ogni cattiveria, il
disprezzo nei suoi occhi e quella frase soffiata ad una madre adorante “Uccidilo prima
che morda la mano che lo nutre.” Scosse la testa e uscì dalla stanza mentre
Frank si chinava ad appoggiare un bacio sulla fronte
della morta “Non è
più tuo figlio. Ora è un mostro.”Portò lo sguardo al cielo che stava
schiarendo nella luce del mattino e poi ad Alice che l’aveva raggiunto in
salotto. Le lanciò un solo sguardo per intimarle il silenzio e la donna si
ritrovò a sospirare per l’ennesima volta in quella giornata maledetta -Ti
ringrazio.- soffiò lo stesso poggiando sulla schiena del licantropi
le iride azzurro cielo e sorridendo appena – L’hai fatta morire in pace.-
[Ti perdono zia.]
Era
morta in pace, con uno schifoso sorriso sulle labbra. Remus
sentì un brivido attraversarlo e un conato salirgli prepotentemente dalla bocca
dello stomaco. Quella stronza aveva avuto la morte
dolce che la sua povera madre non aveva avuto. Alla fine era
stata lei a morire dannata, non Augusta – Devo andare.- disse voltandosi
e portandosi verso il camino.
Stava per sboccare e non voleva farlo davanti ad Alice. Imboccò
il camino e il senso di vuoto allo stomaco che la Polvere Volante sempre gli
causava decuplicò la nausea che sentiva salire e scendere lungo l’apparato
digerente. Strinse i denti e per un soffio riuscì a raggiungere il suo water.
Rigettò bile e si lasciò cadere sulle ginocchia- Remus?-
chiamò Dora –REMMIE! CHE SUCCEDE!?-
Gli
andò accanto e gli sollevò la testa per poterlo guardare in faccia. Era bianco
come gesso e sembrava in preda alla febbre. Gli
allontanò i capelli dal viso e lanciò un grido- Emmie!
Ted!- scosse la testa e si battè
il palmo della mano sinistra in fronte –Ah già… Ted
era con te…- prese fiato - EMMIE!-
La
ragazzina li raggiunse stropicciandosi gli occhi -Che ti prende?- disse alla
madre che l’aveva svegliata a quel modo così dolce e delicato - Sei ancora
caduta dal letto?- Batté le palpebre e realizzò la presenza del padre e delle
condizioni in cui verteva –Oh Dio! Che hai?-
-Ho
vomitato.- le risposeRemus
con un alzata di spalle. Come se fosse stata la cosa più naturale del mondo da
dire ad una figlia appena sveglia.
-Perché?-
Emmie sedette sul bordo della vasca mentre Tonks si allungava per sfilare un
asciugamani dal gancio e passarlo sul viso del marito che sembra sul
punto di rimettere ancora- E soprattutto.- si guardò attorno con le labbra
imbronciate – Teddy te lo sei perso per strada?-
-No,
mi ha lasciato come un coglione a casa Paciock.- Il ragazzo andò a poggiarsi al battente della
porta e si portò una mano al collo con fare indolenzito – Ti sono venuti i
conati?- chiese guardando Remus
mentre gli occhi gli tornavano color miele – Anche a me…-
Si era dovuto spacciare per il nonno e infatti portava ancora i capelli lunghi come lui e della
sua stessa tonalità – Toppo comodo cercare il pentimento quando si sente Belzebù
attaccato al culo.-
-Sei
stato tu a spingermi ad andare, Ted.-
-Io
l’ho fatto per Frank… Mica per lei.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Svegliarsi
a causa di un odore sgradito non era cosa nuova per Abrham,
ma in quello c’era qualcosa di strano. Aggrottò la
fronte e si guardò attorno, nel buio della camera l’odore era ben percepibile,
staccato da quello di Charlie che dormiva tranquillo.
Allontanò la coperta e si alzò tenendo il naso arricciato. Non riusciva a
capire cosa fosse, era conosciuto e ributtante allo stesso tempo. Uscì in
corridoio e quello che vide rischiò di fargli fermare il cuore.
Daneel
che veniva trascinata a viva forza da un uomo
incappucciato. Le teneva una mano premuta in bocca e assieme le teneva bloccato
il braccio sinistro. La ragazzina gli lanciò uno sguardo terrificato e lui
sentì un ringhio sorgergli spontaneo dal petto.
-LA-SCIA-LA!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Svegliarsi da un brutto sogno e scoprire che forse si è appena
avuto un assaggio di futuro, Lorien sentì la bocca
spalancarsi contro il suo volere mentre fissava lo sguardo sul soffitto della
sua cella. Aveva sognato una battaglia e a giudicare dei rumori che
sentiva provenire sopra la sua testa stava succedendo davvero. Portò una mano
al petto e si alzò dal suo scomodo giaciglio. Voci confusi, rumori di oggetti che impattavano contro il pavimento e passi
affrettati –Merda.- mormorò poggiando una mano sulla
serratura- Un povero cristo che vuole morire in pace, come deve fare in questa
casa.-
Sentì
il meccanismo sotto il suo palmo scattare e aprì la porta con una semplice pressione
delle dita – Ok.- ansimò guardandosi attorno e
issandosi sulla scala di fronte a lui. Aprì la seconda porta allo stesso modo e
si trovò ad evitare di un soffio Charlie che finì
addosso ad un muro.
-COSA,
CAZZO?- soffiò voltandosi verso la fonte dello schiantesimo –Tu… Dovresti essere morto.-
-Anche
tu…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Abrham!
Abrham svegliati!-
Abrham
aprì gli occhi sul viso terrorizzato di Daneel, la
ragazzina era accucciata su di lui e gli teneva il viso fra le mani. Le rivolse
uno sguardo stralunato e cercò di tirarsi a sedere- NO!- lo bloccò la piccola
prendendolo per le spalle e riportandolo a terra –Morirai!-
-Morirò!?- sussurrò guardando in basso. Una macchia di sangue
comparve nella sua visuale e il ragazzo strabuzzò gli occhi dell’aggressione
fulminea che aveva subito e di quel coltello che l’aveva ancorato al pavimento –
Quello era…- le disse guardandola un pelo più lucido – Quello era…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Non
puoi essere vivo.-
-La
prossima volta finisci il lavoro, Potter.-
-L’ho
finito il lavoro! Ti ho spezzato l’osso del collo!-
Il
mangiamorte rise mentre Lorien
si guardava attorno in cerca della bacchetta che nella caduta aveva lasciato
andare. Non poteva affrontarlo a mani nude, se voleva avere un briciolo di speranza , non poteva…- ACCIO BACCHETTA!- esclamò e la bacchetta del
ragazzo tramortito alle sue spalle gli volò nella mano sinistra – Stavolta ti
ammazzo.-
-E
io tornerò in vita ancora…-
Lorien
si morse il labbro inferiore mentre si poneva in protezione di Charlie , steso a terra con una
preoccupante pozza di sangue sotto la testa – Maledizione.- soffiò guardando la
smorfia di dolore che occupava il viso del ragazzo –E’ proprio vero che i legimanti sono delle mezze pippe
negli scontri diretti…- tornò al suo avversario che sorrideva diabolicamente
affascinante e portò una mano al centro del petto per farsi forza.
-Ti
ho ucciso una volta posso farlo ancora.-
-Non
hai ancora capito professore?-
Lorien
aggrottò la fronte.
-C’è
del marcio al Ministero. –
Qualcuno
l’aveva tirato indietro dall’inferno somministrandogli Lacrime di Fenice e o
Polvere di Unicorno… Sì, ma chi? Scosse la testa
mentre un rivolo di sangue scendeva lungo la narice destra “Piton ed Hestia
dove cazzosono?”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Il
sangue Dany, il sangue…-
La
ragazza annuì con un cenno secco del capo – Sì, sto cercando di…-
-No,
piccola. Sono infetto…- le prese entrambi i polsi
nella mano sinistra e l’allontanò da sé con un gesto quasi brusco. Preferiva
schiattare lì, che condannare Daneel alla sua
maledizione. Rotolò sul fianco sano e gemette rumorosamente – I tuoi genitori
dove cazzosono?- chiese con
la sua solita eleganza.
-Non
lo so… Non ho avuto il coraggio di andare a guardare…-
“Se non sono usciti fuori con questo casino…” si
disse il licantropo mordendosi l’interno della guancia sinistra “Potrebbero essere morti.”Guardò Daneel tremare con le
braccia strette attorno al busto e raddolcì l’espressione con un sorriso – Sta tranquilla. Andrà tutto bene.-
“Finchè non ci ammazza…”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Professor Potter,
siete davvero un uomo testardo.-
-Fottiti
moccioso.- Lo guardò avvicinarsi a lui e si sentì afferrare con forza per i
capelli – Stronzo figlio di puttana.- sussurrò
fissando lo sguardo su quello del ragazzo su di lui –Lo sai che a tua madre
piacciono giovani e legati?-
-Cosa?-
-Gemeva come una puttana.-
Il
ragazzo lo allontanò per colpirlo e Lorien prese al
volo l’occasione per afferrargli il piede con entrambe le mani e mandarlo a
parte indietro –Cygnus… Cygnus..- cantilenò alzandosi non ti hanno mai detto
che non si raccolgono le provocazioni del nemico?-
Erano passati più di venti anni da quando Frank Paciock si era ritrovato
a camminare fra i resti di una casa mandata all’aria
Erano
passati più di venti anni da quando FrankPaciock si era ritrovato a camminare fra i resti di una
casa mandata all’aria da un Cacciatore, eppure sentì
lo stesso gli angoli delle labbra sollevarsi in un sorriso. Gli era tutto fin
troppo familiare che quasi temette di essere stato lui a combinare quel casino.
Spostò lo sguardo verso il fondo della stanza e Lorien
sollevò la testa verso di lui. Aveva finito col difendersi da Cygnus con un po’ troppo entusiasmo, aveva distrutto mezza
casa ed era quasi morto per i postumi delle legnate che aveva dato a quel
ragazzino. Ancora una volta, se era ancora vivo era merito di quella ragazzina.
La cercò con lo sguardo e la trovò accucciata accanto al divano dove Abrham stentava a riprendere contatti con la realtà.
Salvato in extremis da Piton, il ragazzo era stato determinante nel volgere la battaglia a favore di Lorien.
Senza
capire come se l’era trovato accanto, a dargli manforte nonostante il fianco
aperto in due e il braccio sinistro occupato a trattenere le budella nello
stomaco. Lo guardò aprire gli occhi e voltarsi
verso Dany, e ridacchiò ,
infame come al suo solito, quando lo vide cambiare colore per l’imbarazzo.
Poteva
anche essere con un piede nella fossa, ma stronzo era stronzo sarebbe
rimasto. A vita. Riportò l’attenzione a Frank, ora
seduto accanto a lui e al suo sospiro indolenzito, sollevò entrambe le
sopracciglia – Io fatico e tu sei stanco?- gli chiese
con una punta di malcelato sarcasmo colpendogli la spalla sinistra con la sua
destra.
-Lascia
perdere ragazzino…-
-Che
è successo?-
Frank
fece per rispondergli quando Piton entrò nella stanza
barcollando, scosse la testa e gli fece segno di tacere, colpendogli con il palmo
della mano destra il ginocchio .
L’uomo
si guardò attorno, ancora tramortito dalla Stupeficium
da cui si era svegliato grazie adHestia
e si sporse sul divano dove Abrham spostò la testa
per guardarlo – E’una fortuna che tu sia ancora vivo.- gli disse lapidario
portando lo sguardo verso l’altra parte della stanza, a Charlie
con la faccia coperta da un sacchetto di ghiaccio – Te lo devo dire?-
Il
ragazzo spostò il sacchetto per guardare il padre – Che devo
migliorare nei duelli? No.- scosse la testa con gli occhi ridotti a due
fessure, che lentamente spostò verso Daneel. La
ragazzina ricambiò il suo sguardo e alla sua espressione arrabbiata , sollevò le spalle con fare confuso –Cosa?- gli chiese .
-Sono
tuo fratello, sai?-
-Me
lo ricordo.-
-E
allora perché non ti occupi un po’ di me?-
Il
visino dolce di Daneel parve illuminarsi, mentre si
avvicinava a Charlie, Lorien
la vide sorridere come mai l’aveva vista fare e in un secondo, provò una
fortissima sensazione d’incompletezza. Gli mancavano i suoi
fratelli, gli mancavanoHarry e Jolie.
-Manchi
anche a loro.- brontolò Frank pizzicandosi il
pizzetto ancora biondo nonostante l’età non più verde – A Jolie
ed Harry intendo.- Si volse a guardarlo e sorrise
della faccia sorpresa che gli stava rivolgendo.Harry assomigliava a James
in una maniera clamorosa, ma era Lorien ad aver
ereditato tutte le sue espressioni. Gli battè due
dita in mezzo alla fronte e il ragazzo aggrottò le
sopracciglia confuso da quel gesto.
-Perché
non la smetti Lollo?-
-Lollo?
Da quando mi chiami Lollo?-
-Preferisci
moccioso che puzza ancora di latte?- si strinse nelle
spalle con aria soave mentre Lorien roteava lo
sguardo al cielo. Colpa sua che aveva provato a mettere in piedi una
discussione con quell’uomo chiaramente fuori di zucca
- Oppure altro…? Dimmi tu.-
-No,
per carità, chiamami Lollo…- “Tanto mi chiamano tutti così…” uno in più che lo chiamava con quel
soprannome, non gli faceva poi molta differenza.
Sbuffò aria dalle narici e appoggiò testa e spalle contro il muro dietro di
lui.
Se
doveva sorbirsi la paternale almeno voleva stare
comodo.
*:*:*:*:*:*:*:
-Non
è possibile.-
Probabilmente
quella era la quarta o la quinta volta che lo
ripeteva, ma Harry non parve prestarci troppo
attenzione, portò una mano alla fronte e con un piccolo movimento della testa
pregò Sirius di continuare il suo racconto. Cygnus non poteva essere vivo, era morto con il collo
spezzato, l’aveva visto con i suoi occhi! Sollevò lo sguardo verso Sirius che pensieroso si puntellava l’interno della guancia
destra con la lingua –Piton e Hestia?-chiese
dopo aver appreso che nonostante tutto l’impregno, Lorien non era riuscito a trattenere Cygnus.
-Mocciosus
è stato schiantato, Hestia legata… Ma stanno bene.-
-Sono
contento…-
-Io
per Hestia.-
Harry
gli rivolse uno sguardo stanco, secondo lui quella piccola faida doveva finire,
ma Black non era ancora dello stesso avviso. Fece una smorfia in direzione del
figlioccio e volse la testa a guardare Ginny che
lentamente trattorellava verso il bagno. Corrugò la
fronte e poi tornò adHarry-
Mi sembra che abbia messo su peso.-
-Cosa?-
-Gin,
mi sembra più paffuta.-
Harry
fece spallucce – A saperlo, sono settimane che non mi
permette nemmeno di abbracciarla.- fece scendere la mano a coprire gli occhi e
in quella posizione rimase finchè non si ritrovò ad
annuire sotto le pacche affettuose di Sirius alla
testa. Tornò a guardarlo e lo trovò con una strana espressione stampata in
faccia- Cosa?-
“L’odore delle donne cambia durante la gravidanza.” -Niente.-
Non
toccava certo a lui dirgli che stava per diventare papà.-
*:*:*:*:*:*:*:
A
svegliarlo fu l’impressione di avere qualcosa premuto contro il petto, come un testa e socchiuse leggermente gli occhi per capire che
diavolo stava succedendo. L’ultima ricordo che aveva
era il suo tonante “vaffa…” come conclusione alla
predica di Franke poi… Sbuffò, battendo le palpebre un paio di volte , e poi doveva
essere svenuto e lasciato sul gradino su cui si era seduto dopo lo scontro con Cygnus. Abbassò il capo e alla vista di una capigliatura
rossa, sentì il cuore scattare dolorosamente.
Aveva
sognato Jolie.
-Lorien?-
-Mamma.-
Lily
sollevò il capo dal petto del figlio e alla vista della sua espressione
terrificata sollevò entrambe le sopracciglia –Che c’è
tesoro?- gli chiese portandogli una mano al lato del viso e accarezzandogli lo
zigomo e parte della guancia. James per puro aveva
evitato di dirle che la maledizione di Lorien
scattava alla vista dei fratelli, che non poteva vedere Jolie
senza sentire l’impulso di ucciderla.
-Niente…
Che facevi?-
-Sembravi
così pacifico… Avevo paura…-
-Che
fossi morto?- sorrise e Lily si morse il labbro inferiore per non gridare.
Le faceva male sentirlo parlare a quel modo. Aspettava la morte come una
benedizione e lei non poteva pensarci senza sentire lo
stomaco dolere per la pena.
-Lorien..-
-Mamma
rassegnati…-
-Non
posso. Lo capirai quando anche tu avrai dei figli.-
Lorien
gemette esasperato, capiva il punto di vista di sua madre, il suo amore lo
commuoveva, ma lei doveva anche accettare anche il suo modo di vedere…Ovvero il
aver ammainato bandiera bianca in nome di una pace eterna- Mamma, io non avrò
figli.- sollevò un gomito ad allontanarla e la donna arretrò guardandolo con
occhi umidi –Io morirò, non oggi forse e nemmeno domani, ma io morirò…-
-No.-
-Sì!-
-NO!-
-Mamma
non puoi fare nulla per me. Nulla!- Ormai poteva solo
decidere di vendere l’anima al diavolo, la guardò e in un secondo sentì il cuore
dolore molto più del solito –NON PENSARCI!- si sporse a prenderla per le spalle
–Hai altri due figli pensa a loro, stupida!-
Nel
mondo c’è solo una cosa che il cuore di una mamma non può sopportare, che può
spezzarlo e ridurlo ad un niente calpestabile da chiunque… Assistere alla morte
di un figlio. Soprattutto se sa , se riesce a capire,
che è l’unica che può fare qualcosa per salvarlo. Lily Potter
strinse i pugni sul libro su cui era china da ore. Daneelera stata chiara, Lorien ormai
aveva pochissimo da vivere, un giorno, massimo due. Lo scontro con Cygnus l’aveva prosciugato e ora, il povero professore,
giaceva in un letto, con la sola capacità di aprire gli occhi e riconoscere i
visi radunati attorno al suo capezzale.
Si
era rifiutata di andarlo a vedere, di salutarlo e di ammainare bandiera bianca,
di salutarlo fra le lacrime trattenute come aveva fatto James.
Lei era sua madre. Lei poteva salvarlo.
Chiuse
il libro e uscì dallo studio.
Quello
che rimaneva della sua famiglia era riunita in salotto, da quando Jolie aveva insistito per comprare una tv e un videoregistratore,
si riunivano lì a guardare vecchi film e a ridere dell’ignoranza in materia babbana di Ginnye James. Gli unici che non avevano mai vissuto unsolo giorno senza magia.
Lì
osservò dalla porta e sorrise mestamente.
Harry
era seduto in poltrona con Jolie seduta sulle
ginocchia. Dalla sua postazione Lily poteva vedere le loro teste vicine e il sollevarsi tranquillo delle spalle
del suo primo nato. Probabilmente era vicino all’appisolarsi.
James
era steso sul divano, il braccio destro raccolto dietro la testa come cuscino e
la mano sinistra appoggiata al petto. Sembrava il più interessato di tutti e
ogni tanto sollevava gli angoli delle labbra in un sorriso divertito. Ginny era a cavalcioni di una
seggiola, le braccia incrociate alla sommità dello schienale e il mento
appoggiato al polso.
-Addio
miei cari.- sussurrò mentre faceva spaziare da un capo all’altro della stanza. Si tirò in corridoio prima
che qualcuno potesse accorgersi di lei e si rinchiuse nello studio dove l’occorrente
per il rituale che aveva in mente l’attendeva. S’inginocchiò a terra di fronte
alla chiave magica che aveva tracciato nel parquet con le sue mani e dopo un
ultimo sguardo alla parete che la separava dai suoi cari diede inizio alla sua
fine.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Vado
a chiamare papà!-
-No!-
Lorien si tese disperatamente oltre il bordo del
materasso e strinse con forza le braccia di Daneel,
ora in piedi e per colpa del suo strattone , per metà
china su di lui. Scosse la testa e strinse la presa attorno ai suoi gomiti,
probabilmente le stava facendo male, ma il male che sentiva addosso
lui era troppo per fargli pensare . Daneel
tornò seduta e Lorien le rimase adosso,
intenzionato a non lasciarla andare e a non rimanere solo in quella stanza
sempre più buoia. La ragazza a fatica piegò il
braccio sinistro e gli appoggiò una carezza a un lato
del capo –Sta tranquillo.- gli disse con un sorriso – Non ti lascio solo sta tranquillo.-
Ancora
non riusciva a capire per quale motivo Lorien non volesse nessuno dei parenti accanto a sé, stava male, stava
morendo e preferiva affrontare il trapasso accanto ad una quasi estranea che
stretto magari ad uno dei fratelli.
Sentì
la presa sui suoi gomiti diminuire e il capo dell’uomo impattare contro le sue
cosce, gli rivolse uno sguardo stanco e poi si piegò per incrociare le braccia
ora libere attorno al suo capo. Guardò verso la porta e poi la zazzera scura di
Lorien, appiccicosa per via del sudore perso nell’arco della giornata.
“Manca
poco…”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
“Manca poco…”
Il suo sangue , il cerchio magico, quella ciocca di
capelli che aveva tagliato a Lorien…
Tutto
stava fremendo in quella stanza che non aveva più spazio né tempo. Sorrise e portò
di nuovo lo sguardo verso la parete che separava la sua corsa contro il tempo,
da chi si era arreso troppo presto per i suoi gusti. Doveva solo sperare che
nessuno degli altri si accorgesse di quello che stava facendo. Scosse la testa
e con il palmo ferito traccio una serie di simboli
magici attorno alla chiave scolpita nel legno.
“Manca poco.”
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Harry?-
Jolie
sollevò la testa dalla spalla sinistra del fratello e gli donò uno sguardo
insonnolito. Nel dormiveglia aveva sentito il respiro del fratello farsi sempre
più vicino e pesante e ora un tremito violento l’aveva appena attraversato. L’uomo
portò la mano destra alla fronte e chinò il capo in avanti, mentre Ginny si alzava e James si tirava
a sedere in mezzo al divano. QuandoHarry accusava
qualche dolorino scattavano tutti, infondo la malattia che aveva colpito Lorien era ereditaria e non si poteva dire se sarebbe passata
a prendersi anche l’altro fratello.
-Mi
fa male…-
Jolie
spostò lo sguardo dal fratello al padre, che lanciò le gambe oltre il bordo del
divano e si alzò per raggiungere la poltrona condivisa dai suoi figli. Si
sedette sui calcagni e gli prese il polso sinistro nella mano. Con le dita cercò
la vena e quando la sentì saltare sotto i polpastrelli, si sentì morire. Prima Lorien e adesso…-Sto sanguinando, cazzo!-
-Cosa?-
chiese Ginny
per poi strabuzzare gli occhi quando Harry allontanò
la mano dalla faccia e la volse verso di lei. Il palmo e metà delle dita erano
coperti da un sottile velo di sangue, spostò lo sguardo e trovò il viso del
maritoattraversato da rivoli cremisi.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Daneel
chiuse gli occhi e si chinò ad appoggiare una guancia fra i capelli di Lorien. Era morto, dopo aver farfugliato
qualcosa, probabilmente la mamma, oppure uno dei fratelli, non era
riuscita a capire, troppo impegnata atrattenere le lacrime con i denti. Gli accarezzò i lati del viso con
entrambe le mani e digrignò i denti in una smorfia sofferta.
Non era giusto maledizione. Non era…
Sollevò
lo sguardo e se non fosse stato per la testa e le spalle di Lollo
appoggiate al suo grembo si sarebbe tirata indietro
spaventata. Un qualcosa, simile ad una nuvola di fumo colo oro stava prendendo
forma fra il corpo immobile di Lorien e il soffitto. La
ragazza portò una mano alla bocca con fare terrorizzato e poi un grido le si formò in gola.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-BOMBARDA!-
James
spalancò gli occhi alla vista dell’incantesimo che si spegneva senza risultati
contro la porta e volse la testa verso Jolie, accanto
a lui –Che diavolo sta succedendo?- bisbigliò nella sua direzione per poi
voltare la testa di scatto all’urlo improvviso di Harry
dall’altra stanza. Era stato lui a indirizzarli verso
la porta dello studio, a Lily rinchiuda là dentro. La ragazza si gettò sulla
porta e iniziò a colpirla con le mani e con i piedi –MAMMA!- strillò –MAMMA CHE STAI FACENDO?-
Nessuna
risposta e Jolie con un ultimo calcio si allontanò
per tornare dal fratello, accucciato sulla poltrona con la testa fra le
mani.Lo guardò finchè lui non si sollevò un po’per rispondere al
suo sguardo. Si fissarono per un lungo momento e poi scivolò sulle ginocchia in
un modo che voleva dire tutto e Harry guardò verso la
porta, oltre il capo di Lie .
Serrando la linea della mascella si alzò –MAMMA!- iniziò ad urlare ancora prima
di aver raggiunto la sorella e averla
superata –NO! NO!-
-LILY!-
Oltre
la porta James sentì il rumore di qualcosa che cadeva
a terra, si portò le mani nei capelli e senza riuscire a fare qualcosa guardò
la porta aprirsi di sua volontà –CHE DIAVOLO HAI FATTO
STUPIDA!!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Che
diavolo?- cominciò Daneel.
-Che
diavolo?- gli fece eco Lorien.
I
due si fissarono scioccati mentre l’uomo portava la
mano al petto. Lo sentiva ancora dolore, ma non era lontanamente paragonabili
al dolore che gli aveva fatto perdere i sensi poco prima,
però… Sollevò lo sguardo verso il soffitto e vide quella nuvoletta color oro
sparire così com’era venuta –Che roba è?- chiese e Daneel
rabbrividì paurosamente.
-Ti
è entrata in bocca.-
-Mi
è entrata ?-
La
ragazzina annuì con gli occhi resi enormi dalle lacrime di poco prima e della
paura provata in quei pochi attimi –E tu si sei ripreso.- soffiò con vocina
piccina portando entrambe le mani al petto per controllare la respirazione –E’
magia nera.-
JamesRemus non sapeva bene per cosa si stava scusando, ma
sapeva bene che contraddire Jolie in quel momento era
l’ultima cosa che doveva fare. Appoggiò le spalle contro la parete accanto alla
porta e lentamente strisciò a terra, massaggiandosi il collo e la nuca con la
mano destra. Cazzo che situazione, ma perché il Padre
Eterno non gli aveva donato un briciolo d’intelligenza in più? Non sapeva
nemmeno che cosa diavolo aveva detto per far incazzare
a quel modo Jolie –Dai apri la porta.- lasciò cadere
il capo all’indietro e un sonoro “Toc!” si levò nel silenzio del corridoio –Per favore,
aprimi.-
Nessuna
risposta e il ragazzo chiuse gli occhi. La sentiva
singhiozzare e il non poter essere lì a consolarla lo faceva star male il
doppio. Lily era morta una settimana prima, Lorien
aveva recuperato la salute quasi completamente, ma nulla era come prima.
Morendo Lily aveva lasciato un vuoto incolmabile nella sua famiglia, una ferita
che forse non si sarebbe mai rimarginata.
James
era impazzito, davanti al corpo senza vita della moglie aveva perduto il dono
della parola e se non si era lasciato morire al suo capezzale era solo grazie a
Harry, che con una forza inimmaginabile l’aveva
staccato da quel letto eaccolto in
casa. Dallenotizie che mandavaGinny la sua salute
mentale peggiorava di ora in ora, ormai non riconosceva più nessuno.
Lorien
era letteralmente uscito dalla grazia di Dio, non appena si era reso conto cosa
aveva fatto sua madre, era sparito dalla circolazione e nessuno sapeva che fine
avesse fatto. Non si era presentato nemmeno al funerale, anche se a John era
parso di sentire il suo odore in lontananza. EJolie… La sua piccola Jolie si
era comportata da soldatino coraggioso, fino a quel giorno. Fino
a quello sbotto senza senso in Sala Comune e quella corsa per andare
rinchiudersi in camera.
-Jolie.-
-VATTENE VIA.-
-Jolie
cambia disco. Tanto sai che non me ne vado.-sospirò dal naso e si lasciò cadere
completamente contro il muro, le gambe stese e accavallate all’altezza delle
caviglie. Un nuovo sbuffo, stavolta di bocca e il ragazzo sollevò il braccio
destro per battere le nocche contro la porta – Dai aprimi per favore.- le disse
in uno sbuffo – Che mi vengono le emorroidi a stare seduto al freddo.-
Finezza saltami addosso che mi sposto.
Lo
conosceva fin troppo bene, lo sapeva che sarebbe rimasto lì
tutta la notte se necessario. Chiuse gli occhi e quando sentì la
serratura cattura, mentalmente ringraziò Dio per aver dotato Jolie di un minimo di ragionevolezza. La ragazza si affacciò
dalla porta e dopo un paio di secondi di silenzio, scivolò sulle ginocchia e
gli si accoccolò contro una spalla. James sollevò il braccio e se la strinse addosso,
massaggiandole il braccio e poggiandole un bacio fra i capelli – Era ora che
crollassi.- le disse fra i suoi bei ricci rossi, spostandosi poi indietro per
poterla guardare in viso – Stavo facendo il conto alla rovescia, sai?-
La
ragazza non gli rispose, chiuse gli occhi che sentiva bruciare e appoggiò
entrambe le gambe su quella sinistra di James, il
ragazzo spostò lo sguardo al soffitto e poi, si volse a prenderla in braccio.
Si
aspettava come minimo una serie di urla animalesche,
un ceffone a staccargli la testa e tutto quello che Madre Natura di peggio può
partorire e invece la ragazza gli passò le braccia attorno al collo e gli si
accucciò contro come una bestiola ferita.
Entrò
nella camera spalancando la porta col piede ed entrò barcollando. La portò
verso al letto, la stese e fece per allontanarsi, la ragazza però strinse la
presa e JamesRemus dovette
puntare un ginocchio contro il materasso –Jolie.-
esclamò perplesso e la ragazza appoggiò la fronte contro la sua spalla.
Era
la prima volta che lo cercava a quel modo e il ragazzo puntò la mano destra
all’altezza della sua spalla per meglio puntellarsi -Jolie
se mi beccano qui mi…- si bloccò e scosse la testa per poi accoccolarsi accanto
a lei e tirarsela addosso . Le appoggiò le labbra
contro la fronte mentre le infilava una mano sotto i capelli e le coccolava le nuca con le dita un po’ fredde.
-Niente
Jolie…- le disse sotto voce - … Dormi
pure amore mio, sono io con te.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ginny
passò una mano fra i capelli del suo suocero e con un sorriso glie li allontanò
dalla fronte, scoprendogli il viso e i lineamenti aggrottati in una smorfia
assente – Sei così bello.- gli disse con affetto
mentre si sedeva accanto a lui –Dovresti farlo vedere a tutti.-
Aveva
l’impressione di stare parlando con un guscio vuoto, con un sacco a fattezze
del suo caro James. Gli prese una mano e la strinse
forte , piegandosi leggermente in avanti per inserirsi
nella sua visuale – James…- lo chiamò con un filo di
voce, sollevando gli angoli delle labbra in un sorriso dolcissimo – Stai per
diventare nonno.-
Nessuna reazione.
Nessuna risposta.
Lui non c’era più.
Lily l’aveva portato con sé senza chiedere il permesso .
Scosse
la testa e glie l’appoggiò sulla spalle, le mani
impegnate a trattenere quella ciotola di zuppa sulle ginocchia. Lily aveva
salvato Lorien dalla morte, ma allo stesso lo aveva
ucciso assieme agli altri. Portò lo sguardo verso la porta socchiusa che dava
sullo studio, e attraverso quello spiraglio lo vide chino su quella bottiglia.
-Harry.-
Portò una mano a quell’accenno di pancia che quello
scemo di suo marito aveva scambiato per un po’ di sovrappasso e l’accarezzò con
un paio di affettuose pacche , per poi fermare la mano
sopra l’ombellico e accarezzarlo col palmo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Buongiorno.-
Un
brivido attraversò la schiena di Andrea e in risposta
al naso freddo di Sirius piazzato a tradimento sul
collo, si piegò di lato fra le sue braccia e gli scoccò uno sguardo che voleva
dire “tu e il tuo stupido tartufo
gelido, Cagnaccio.” Sirius ridacchiò, ma non si
spostò dal collo della moglie su cui anzi, piazzò un bel morso. Strinse la
presa attorno ai suoi fianco e appoggiò la fronte
contro la sua spalla, oscurandosi per qualche istante la visuale.
Da
quando Lily era morta a quel modo atroce, Sirius si
era reso conto che più di una volta, in quegli anni, aveva rischiato di
perderla di ridursi ad un vegetale distrutto dal dolore come James. Inspirò profondamente il suo odore di miele, che in
quegli anni non era cambiato di una virgola e spostò il capo all’indietro per
tornare a guardarla in viso –Io ti amo lo sai, vero?-
Andrea
aggrottò un sopracciglio – Ti sei drogato?-
Sirius
scoppiò a ridere- Non ce la fai a essere romantica per
più di dieci secondi, vero?- le chiese scrollando la testa divertito e tornando
a stringersi alla sua schiena. Strofinò il naso contro la sua spalla e represse
un sorriso quando Andrea sollevò le braccia sopra la testa e gli appoggiò le
mani sulla nuca. Sembravano una coppia di koala, più che marito e moglie in
quel momento.
-Sirius.-
-Merda!-
-Cosa?-
-Mi
hai chiamato per nome!-
-E
allora?- Senza alzare la testa, Sirius le rivolse uno
sguardo truce. Andrea aggrottò la fronte e ripeté la sua domanda arricchendola
con un “Cagnaccio?”e una manata fra collo e nuca del marito che lo costrinse a
battere il suo gelido tartufo come l’aveva chiamato prima, contro la sua
clavicola.
-Dì
la verità mi hai messo le corna!-
-Che
ho fatto?- ripeté scioccata la donna socchiudendo le
labbra in un espressione sbalordita. Sciolse la presa attorno al collo del
marito e si volse per battergli entrambe le mani sul petto, come a volerlo
allontanare da sè – Sirius!-
tuonò facendo forza su braccia e gomiti per spingerlo via- Se devi drogarti la
roba almeno comprala buona!-
-Oddio,
mi hai chiamato per nome, mi hai tradito!-
-Tu
stai fuori come un …- Lo guardò allontanarsi con il
dorso della mano sinistra schiacciata sulla fronte e l’aria di chi deve svenire
da un momento all’altro. Sollevò le spalle e dopo una
leggere smorfia scoppiò a ridere. Sirius era una di
quelle rarissime creature capaci di sopravvivere a tutto… Sospirò e guardò
verso l’alta finestra che dava sulla strada
Peccato che anche James non fosse così.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Sospirando
dal naso Lorien lasciò cadere le braccia e rivolse
uno sguardo truce al fagotto che gli era rotolato fino ai piedi. Nel mondo non
aveva mai trovato nessuno testardo come DaneelPiton. In due passi le fu
accanto e stendendo in avanti il braccio destro l’afferrò per il cappuccio
della giacca e la sollevò. No, non la rimise in piedi… Se la
tirò ad altezza faccia.
-Mi
spieghi come diavolo fai?- le chiese ignorando quei piedini che si sforzano di
toccare terra e l’espressione imbarazzata che ora colorava le guanciotte della ragazzina – A trovarmi sempre!-
-Sono
una LegimanteLorien,
rammenti?-
-E
allora?-
-E
allora prima che tu sparissi mi sono fatta un bel filmetto con le tue
intenzioni.- si bettè due dita sulla tempia sinistra
e allo sbuffo dell’uomo che le finì in faccia,
socchiuse gli occhi come un gatto infastidito. In qualche modo sapeva che
avrebbe reagito a quel modo. – Torna a casa Lorien!-
-Smettila
ragazzina!- la lasciò andare e Daneel
finì a sedere per terra con un lamento indolenzito. Portò una mano alla terga e guardò Lorien
allontanarsi fumando di rabbia per i nervi- …Maledizione…- si lamentò snervato
il cacciatore mentre snervato si spettinava i capelli –Si può sapere perché ti
sei fissata con me?-
-Perché
sembri un angelo.-
Lorien
si volse a guardarla da sopra una spalla.
-E
da quando ti ho conosciuto non ti ho mai visto sorridere.-
Il
cacciatore fissò stordito quel fagotto fra l’erba alta e poi sghignazzò
imbarazzato da tutta quell’imprevista sincerità. Si
grattò la testa, poco sopra l’orecchio sinistro e alla fine non riuscì a
reggere. Il momento era quello che era, e la sua salute mentale pure, ma era un
Potter e non poteva negarlo.
Sbottò
a ridere e lentamente piegò le ginocchia per portarsi all’altezza di Daneel, ora rosso peperone. Le poggiò una mano sulla
sommità del capo e muovendo le dita la spettinò un poco – Quando sarai un po’
più grande.- le disse con una dolcezza infinita – Ti prenderò ferocemente in giro
per questa tua uscita sai?-
-Ho
solo detto quello che penso.-
-Non
dovresti mai farlo, con un Potter.-
-Perché?-
Sentì la mano di Lorien scivolarle lungo il capo per
fermarsi sulla sua nuca, si sentì tirare in avanti e quando quel bacetto sulla punta del naso arrivare, si sentì con
entrambi i piedi in paradiso –Perché siamo vanitosi e vanagloriosi e quindi non
reagiamo bene ad una fans.-
Si
alzò e infilò le mani in tasca guardò verso la radura che si apriva alla sua
sinistra- E adesso devi andare via.- le disse
improvvisamente portando su di lei lo sguardo color castagna.
-Perché?-
-Perché
voleranno botte da orbi bambina.-
Sul
fondo della radura un ombra scura andò agglomerandosi,
Lorien socchiuse gli occhi e sorrise leggermente
mentre Daneel portava una mano alla bocca – RudolphusLastrange?-
Fine
capitolo
*Come ha fatto Harry a capire cosa
stava facendo sua madre si capirà nel prossimo capito. Fa parte della storia e
non posso rispondere via commento!^^
Non esiste Paradiso, non esiste Inferno, esiste solo la missione
Non esiste Paradiso, non esiste Inferno, esiste solo la missione.
E’ questo il motto dei Cacciatori, il loro credo, quasi la ragione primaria del
loro essere. Il cieco obbedire all’ordine imposto anche a
costo di sacrificare la salvezza della propria anima. In nome di quell’ideale i Cacciatori sopravvissuti fino a quel giorno
si erano macchiati di crimini che agli occhi della gente li avrebbe
targati come mostri. Lorien passò una mano sulla
parte di stomaco che sapeva essere occupato dal Marchio dei Cacciatori e
sospirò leggermente dal naso. Erano passati dieci anni che non era più un
normale essere umano, quello che voleva fare era solo la cosiddetta prova del
nove. Non aveva nulla per
cui essere nervoso.
Attraversò
a passo svelto la distanza che lo separava dalla cella numero
otto e con un colpo della bacchetta la liberò degli incantesimi che la
sigillavano. Prese un bel respiro che fece gridare vendetta alle sue costole
incrinate ed entrò in una lama di luce artificiale che fece battere le ciglia
della donna legata al muro di fondo –Ciao Bella.-
salutò soave .
-Ciao
Lorien.- cinguettò la Mangiamorte
inclinando il viso verso la spalla sinistra.
Un
urlo atroce risuonò nella cella poi oltre le mura, e chi consideravaLorienPotter troppo dolce
per far del male ad un nemico già vinto dovette ricredersi. L’istinto del
Mostro, una volta che lo assimili in te non va più via. Mai più.
Lorien
abbassò la bacchetta e Bellatrix smise di contorcersi
in preda al dolore, lasciò cadere la testa in avanti sul petto e poi sorrise
mentre incrociava lo sguardo color castagna del giovane mago –Sei arrabbiato.-
sussurrò – Perché la mammina è morta?- una nuova
scarica di dolore la fece inarcare contro il muro e sputare quel poco sangue
che le si era raccolto in bocca durante il primo
trattamento –Oh, povero piccolo.-
-Ho
tuo marito.-
Bella
sollevò un sopracciglio. Di suo marito le era sempre importato poco per non
dire niente, glie lo avevano imposto i suoi genitori di amare
Rudolphus e lei aveva obbedito, ma infondo non era
mai riuscita a digerirlo. Fece per schiudere le labbra in un sorriso
menefreghista, ma alla vista della faccina divertita di Lorien
si bloccò.
-E
lui mi ha detto dove si nasconde tuo figlio.-
Ecco la leva giusta da usare.
Una madre è sempre una madre.
-Figlio
di…-
Lorien
sorrise pacifico mentre con l’indice della mancina faceva “no!no!” alla volta di Bellatrix. Insultare sua madre in quel momento era l’ultima
cosa che le avrebbe potuto perdonare. Riportò al
fianco il braccio armato al fianco e le si avvicinò mantenendo il sorriso sul viso –Facciamo un
accordo Bella, vuoi?-
Nel
fare un accordo con quella donna si era sentito più viscido di un anguilla saponata, ma non aveva potuto fare altrimenti.
In un incondizionato desiderio di pulizia si passò le mano
sul davanti della giacca e a passo lento prese a camminare verso il primo
caminetto utile. Dannati sistemi di sicurezza che gli
impedivano di Smaterializzarsi da dentro il Ministero. Imboccò un piccolo
corridoio male illuminato e alla vista della donna bionda che gli andava
incontro a testa bassa sollevò entrambe le sopracciglia- Luna?-
-Lorien?-
Si
fissarono per un momento, incapaci di mettere assieme il resto del discorso. Hermione, che era accanto alla ragazza ,
ridacchiò imbarazzata e si fece indietro di un passo per lasciarli spiegare, ma Lorien
fu più lesto di lei. Si volse e imboccò la scala che portava alla sua sinistra,
Luna lasciò cadere la cartellina che teneva fra le mani –Lorien.-
cercò di richiamarlo, ma lo sapeva che non sarebbe
servito, perciò decise di giocare il tutto per tutto. Gonfiò il torace ed
esplose nella notizia che si teneva dentro da quasi un mese:
-ASPETTO TUO FIGLIO!-
In
un secondo Mione vide la schiena di Lorien sparire oltre i gradini, aggrottò la fronte e andò a
sporgersi dalla scala, non poteva essersi Smaterializzato e
infatti, stava agonizzando spiaccicato sul fondo del pianerottolo. Come suo padre era
svenuto le tre volte che aveva saputo di avere un pupo in arrivo, lui aveva
fatto altrettanto, aggiungendo al tutto un salto a piedi pari di quasi quindici
gradini. Si volse verso Luna che aveva radunato le mani sulla bocca –
Congratulazioni…- scosse la testa sorridendo divertita - Hai reso tuo figlio
orfano.-
Quando
Luna si decise a raggiungere Lorien
ed Hermione ai piedi delle scale, il Cacciatore era
seduto per terra con le ginocchia leggermente piegate e le mani a reggere la
parte dietro della testa, quella che doveva aver ammaccato cadendo.Piegò un ginocchio a terra e riunì di nuovo
le mani davanti alla bocca-Scusa.-
-Ti
sembra il caso di mollare certe notizie così?-
-Non
sapevo come trattenerti.-
-Tanto
valeva cruciarmi una gamba.-
Hermione
sollevò le sopracciglia in un “Effettivamente…” non detto.
Luna
non rispose, era la prima volta da quasi un mese che ce l’aveva
di nuovo così vicino, gli buttò le braccia al collo di botto e per effetto del
suo peso Lorien si ritrovò di nuovo schiena a terra. Un
unico “Ahia!” informò la prossima signora Malfoy che
cadendo Lorien aveva sbattuto la nuca e Luna la
fronte – Siete due caterpillar…-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
C’era
una schema sotto, qualcosa che riusciva a percepire
chiaramente, ma a cui non sapeva dare un noma ancora. Remus
sollevò lo sguardo dal libro aperto sulla sua scrivania e si spinse all’indietro
contro lo schienale della seggiola. Ci stava diventando scemo a seguire quell’intuizione, ma non poteva astenersi dal seguirla. Era
troppo forte per lui.
Guardò
verso il divano dove Dora si era appisolata, si alzò spingendo indietro la
sedia con il sedere e le andò di fronte. Si piegò a sollevarla fra le braccia,
ma la donna si mosse infastidita e gli impedì di tirarla su dal divano. –Finisci
di leggere qui.- gli disse con una vocina di sonno
niente male e il Licantropo si sedette sul divano accanto a lei, alzando il
braccio sinistro per permetterle di accucciarsi contro il suo fianco.
-Cosa…-
mormorò abbassando la testa sul libro che teneva con una sola mano, come se all’improvviso
non riuscisse più a mettere a fuoco i caratteri. Sollevò lo sguardo verso il
soffitto, poi Dora che ancora pisolava e poi di nuovo a quella lista d’ingriedienti.
-L’occhio
sinistro di un giovane animagus.
“L’occhio di Joel che non era
più stato trovato.”
-Il
sangue di un eroe.
“Le continue emottisi di Lorien”
-Il
sacrificio di una madre
“La morte di Lily.”
E
la lista continuava – Mio Dio…- mormorò –Ho capito!-
Citazione: “Direi che dalla tetta, assieme al latte, ha succhiato anche
il buon senso
Citazione: “Direi che dalla tetta, assieme al latte, ha succhiato anche il
buon senso.”
Romeo e Giulietta –parafrasi-
CAPITOLO 85
Erano passati quindici giorni da quando Remus
era riuscito a mettere le mani su quella lista di ingredienti
e più nessuno aveva avuto sue notizie. Si era chiuso nel suo studio, con la
sola compagnia di una lampada da tavola e uno alla
volta aveva tirato giù dallo scaffale tutti i libri della sua collezione,
spulciato, imprecato e rimesso a posto. Mai acquistare
libri di seconda mano, se non vuoi trovarti con una pagina in meno su cui
contare e il peso del mondo tutto piazzato sulle tue spalle.
Girava e rigirava attorno a quell’idea su
cui non riusciva a mettere le mani e si sentiva tanto un criceto intrappolato
nel labirinto. Si lasciò cadere sulla sedia e spostò lo sguardo verso la porta.
Un colpo secco contro il legno che l’aveva distratto da quel
pensiero, ma non dal nervosismo che gli permeava le membra e che lo faceva
tremare appena contro il velluto imbottito.
-Avanti.- rispose con una voce da sonno niente male.
La vista di Emmie
in camicia da notte gli fece sollevare entrambe le sopracciglia. Ma cosa ci faceva lì? Portò lo sguardo verso il calendario
da scrivania e la sua mano sinistra scattòcoprire la fronte. Certo, certo era l’anniversario della fondazione di Hogwarts, era più che normale che fosse a casa. Riportò lo
sguardo verso di lei e la guardò aprire ancora di poco la porta. Le sorrise -
Ciao.-
-La mamma è preoccupata per te.-
Remus socchiuse le labbra in un espressione perplessa, il vassoio con la cena era là,
intatto. Lasciò cadere la testa all’indietro e annuì alla sua piccola ferma
sulla soglia del suo piccolo inferno personale. Erano quindici giorni che non
faceva un pasto decente e Ninfadora doveva essere sul
punto di cominciare il conto alla rovescia per l’arrivo della Luna Piena. E ormai la sua pasticciona lo sapeva, se non voleva morire
d’infarto durante la trasformazione, doveva essere più che in forze. Si leccò
le labbra screpolate e guardò Emmie avvicinarsi.
- Ci sono vicino, Emmie.-
Emmie afferrò il vassoio con
entrambe le mani e sollevò dalla sedia su cui era stato appoggiato quasi due
ore prima. Era tutto freddo, ma sarebbe stato comunque
mangiabile, anche perché, beh era stata lei a prepararlo. Lo portò alla
scrivania e lo piazzò di fronte al padre - Lo so.- gli rispose guardandolo da
sotto i ciuffi biondo miele che le incorniciavano il visetto - … Se c’è
qualcuno che può, quel qualcuno sei tu.- portò lo sguardo al vassoio e lo
studiò con aria assorta - Però devi mangiare, se svieni nel bel mezzo della
scoperta e ti dimentichi tutto?-
Fuori, in corridoio, Ninfadora scambiò
uno sguardo con Ted. Erano appoggiati al muro vicino
alla porta e Dio, erano stati due geni ad affidare la missione “Facciamo in modo
che papà non muoia di fame” ad Emmie. Portò una mano
davanti alla bocca e ridacchiò sommessamente - Se non fosse figlia mia.- disse
mentre Ted si girava per appoggiare le spalle contro
il muro - Direi che dalla tetta, assieme al latte, ha
succhiato anche il buon senso.-
Remus non era fisicamente capace di
rifiutare qualcosa a sua figlia, così, sotto la supervisione di quegli occhioni che lentamente stavano andando verso il color
miele, prese il cucchiaio e cercò di mandare giù qualcosa. Un
boccone, poi sentì, che no… Non riusciva a mangiare. Era come se si
fosse disabituato a portare mangiare alla bocca. Lanciò uno sguardo di scuse a
sua figlia, che sbuffò dalle narici e gli tolse la posata dalle mani. - Su faiahmmy.-
- Emmie non sono così vecchio da dover
essere imboccato!-
- A male estremi, estremi rimedi.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
La vita di HarryPotter
intanto si stava tramutando in una lunga sequela di separazioni a cui, a quanto
pareva, non poteva mettere un freno. Ginny aveva
abbandonato la loro casa. Da un giorno all’altro, senza un
motivo apparente e lasciandogli a titolo di spiegazione,solo un biglietto di scuse sul cuscino.
Solo, nella sua casa, solo con quel padre che si stava spegnendo sotto i suoi
occhi senza che lui potesse fare nulla per impedirglielo, vagava da una stanza
all’altra, rimuginando ad alta voce sulla sorte infame che gli era finita
addosso nella culla e bevendo come un lavandino. Si bloccò alla vista di un ombra dai capelli rossi accanto alla sedia dove James vegetava, e lanciò uno sguardo stranito alla
bottiglia di Whisky Incendiario che teneva per il collo - Mamma?- tentò
avvicinandosi.
La sagoma si volse verso di lui, rivelando un paio di
familiarissime iridi nocciola.
Crescendo Jolie era diventata incredibilmente
simili a Lily, solo gli occhi di James la differenziava. Harry si sentì un
vero idiota mentre andava ad appoggiarsi con la spalla sinistra al battente
della porta. Jolie era vestita di bianco e nella
penombra gli era parsa una specie di apparizione.
Scosse la testa, divertito dalla sua stessa ingenuità.
I morti sono morti e non tornano indietro.
- Come va?-
- Non lo vedi da sola?- James era ridotto ad una pianta grassa messa a
seccare in salotto, ormai le speranze che si riprendesse si affievolivano
giorno dopo giorno. Era una sorta di stato catatonico, la
morte di Lily lo aveva fatto impazzire. Ritirò il labbro inferiore fra i
denti e ne morse un angolo fino a sentire qualcosa colare - Notizie di Lorien?-
- No.- La loro famiglia si stava sfasciando e nessuno dei due
poteva farci niente. Jolie piegò entrambe le
ginocchia e chinandosi, cercò di entrare nel campo visivo del padre, a testa
bassa. Gli prese le mani fra le sue e unendole fra le sue, le usò come appoggiò
per la fronte.
- Jolie.-
-Uhn?-
- Sono tanto stanco.-
-Anche io fratellone
.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Sirius?-
Sirius volse il capo verso quel profumo di miele e
sollevò gli angoli delle labbra alla vista di Andrea
che lo studiava stranita dalla porta della loro camera da letto. Era da quasi
venti minuti che si era assentato, il bicchiere d’acqua era diventato uno viaggio mentale fatto di pensieri ingarbugliati. Era
affacciato alla camera che James e Joel divideva e li guardava dormire come non faceva da
anni. Non riusciva a togliersi dalla testa quel brutto presentimento che da
qualche giorno sentiva ronzare nell’aria.Aveva tanto, troppo da perdere, non poteva
starsene tranquillo. Sentì Andrea abbracciarlo da dietro e sospirò, quasi
sollevato da quel contatto. - Soffre d’incubi.- mormorò indicandole con un
cenno Joel, che dormiva voltato su un fianco. Il lato sinistro del viso avvolta da diversi giri di bende.
Andrea si mosse di lato per rivolgergli uno sguardo apprensivo.
Beh, era comprensibile.
-Peccato che non ne parli.-
-Lo conosci…-
-Sì, ma nemmeno col fratello ha mai aperto bocca.- Si allungò a
chiudere la porta e sbuffò rivolgendo a Sirius uno
sguardo preoccupato. JamesRemus
Black sarebbe stata capace di strappare parole anche ad un
sordomuto, figuriamoci al fratello piccolo. Scosse il capo e si appoggiò
alla porta chiusa con le spalle. Anche lei sentiva che
c’era qualcosa che non andava, come un formicolio di un qualcosa che si stava
preparando e a cui sapeva di non potersi sottrarre. Sbuffò e guardò verso la
loro camera da letto - Andiamo?-
- A dormire?-
-Vista l’ora.- Sirius le rivolse uno
sguardo deluso e lei sollevò un sopracciglio con un aria
perplessa - Come diavolo fai ad avere sempre voglia?- Scosse il capo e
lo superò per tornare in camera. Sirius scoppiò a
ridere, prima di voltarsi verso di lei e afferrarla al volo e iniziare a
baciarle il profilo del collo - Non è colpa mia, è che ho una moglie troppo
bella.-
-Finiscila, che non c’è trippa per gatti.-
Sirius affondò il naso fra i suoi
riccioli biondi - Vorrei ricordarti che io sono un cane.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Qualcosa si stava muovendo, era nell’aria, tutti riuscivano ad
avvertirlo, ma nessuno riusciva ancora a dare un nome al pericolo che incombeva
su di loro. Se solo Silente si fosse fidato di qualcuno, se
avesse detto ad anima viva dove si trovava Voldemort,
qualcuno si sarebbe accorto dell’improvvisa ricchezza che aveva colpito
il becchino e di quei fiori appoggiati di fronte alla tomba di TomRiddle Senior.
Ritornare a casa per Jolie era stato come mettere del sale su una ferita
Ritornare a casa per Jolie era stato come
mettere del sale su una ferita. Non trovare nessuno ad attenderla, aggirarsi
fra le rovine della sua famiglia, era stato troppo per lei. Decisamente
troppo. Un tuffo a piedi pari in una realtà sgradita, un
salto in una dimensione che aveva rifiutato con il piglio di una tigre.
Vagava da una stanza all’altra, sedendosi sui letti vuoti e
evitando di posare lo sguardo sulle foto, sui ninnoli, sui ricordi felici che
ora le provocavano un buco nel cuore. Si lasciò cadere sul letto dei suoi
genitori, le braccia aperte e lo sguardo fisso al soffitto. Erano le tre di
notte e lei non poteva ancora contare su una briciola di sonno. Non era
riuscita a rimanere a casa con Harry, lo sfacelo che
regnava in quella casa era quasi palpabile. Un muro di
cemento armato sui cui non desiderava andare a sbattere. Scosse il capo
e strinse le braccia attorno alla pancia.
Quella era l’ultima volta che metteva piede in quella casa vuota.
L’indomani avrebbe accettato l’invito di Andrea
e sarebbe andata a Grimmauld. Non poteva resistere il
resto del fine settimana in quella specie di mausoleo. Strinse la presa attorno
al suo corpo e volse la testa di scatto verso l’ombra che si era disegnata sul
vano della porta. John a mani in tasca, appoggiato con la
spalla sinistra al battente della porta.
-E
tu che diavolo ci fai qui?-
-
Mi fischiavano le orecchie.-
Jolie sollevò entrambe le sopracciglia.
-Ero
sicuro che avessi bisogno di me.- Attraversò la stanza
senza cambiare posizione delle mani e andò sedersi sul bordo del letto vicino aJolie. Un sospiro e si
lasciò cadere sdraiato vicino a lei, le labbra strette una contro l’altra-… E non mi ero sbagliato.-
Si volse a guardarla, allungò il braccio destro a mo’di invito e la ragazza gli rotolò accanto, accucciandosi
contro il suo fianco, appoggiata all’incavo della sua spalla -
Grazie John.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Per un momento, adHarry, parve di trovarsi nel
Canto di Natale di Dickens. Con la
visita dei tre spettri del Natale e la sua presunta conversione ad una nuova
vita. Sollevò un sopracciglia alla vista dell’uomo
accanto alla sedia di James e staccò le labbra dalla
bottiglia di whisky stretta nel suo pugno sinistro -
Era ora che ti facessi vedere… sospiro alcolico
accompagnato da un lieve colpo di tosse… Bastardo.-
Lorien sollevò lo sguardo verso di lui,
stringendosi poi nelle spalle con una mezza smorfia delle labbra: -
Non credevo di essere così indispensabile.- Erano
questi i momenti in cui desiderava ardentemente fare fuori il suo fratellino. Quando non capiva cosa rappresentava per gli altri e quanto lo
amavano. Scosse la testa e fece schioccare la lingua contro il palato -
Dato che praticamente siamo rimasti solo noi fratelli.-
-Lui
non è mica morto.-
-Lo
sarà a breve…Guardalo...- Era
inutile stare lì a sperare, JamesPotter
non sarebbe sopravvissuto alla vedovanza. Harry
distolse lo sguardo dal padre e sospirò guardando il soffitto - Lollo, non è stata colpa tua.- Attese
con le palpebre serrate la reazione a maledire di suo fratello, ma niente,
nemmeno un mugolio. Inarcò un sopracciglio e tornò a guardarlo.Si stava toccando la pancia con aria
indolenzita - Lorien.-
lo chiamò staccandosi dalla porta.
-Mi
fa male.-
-Ma
cosa?-
L’ex professore non fece a tempo a rispondere che un espressione di puro dolore gli alterò i lineamenti. Cadde
in ginocchio accanto alla sedia del padre, sotto lo sguardo terrificato del
fratello maggiore. Harry gli corse accanto e cercò di
tirargli su la testa e le spalle per farsi guardare -
Cazzo, sei venuto al mondo col solo scopo di…-Si bloccò, lo sguardo fisso in un
punto preciso di fronte a lui… - Che diavolo?-
Anche sul viso di James era
comparsa un espressione di dolore…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
L’urlo congiunto di Andrea e JamesRemus, strappò Sirius da quel piccolo frammento di Nirvana che era
riuscito a raggiungere nel sonno per ricondurlo di colpo accanto a sua moglie
che si lamentava nel letto con entrambe le mani appoggiate al fianco sinistro.
-
Andrea!?- esclamò prendendola
per una spalla e girandola sotto le coltri per guardarla in viso.Aveva cambiato colore, non che fosse mai
stata bianca e rossa come una mela, ma quel pallore faceva quasi paura. Le
passò un braccio attorno al colloe la tirò
a sedere contro di lui. Nella stanza accanto sentiva JamesRemus urlare con tutto il fiato che aveva in corpo e Joel che cercava di farsi spiegare che diavolo aveva da
strillare a quel modo - Che cazzo sta
succedendo?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Aggrappato al lavello del bagno, Frank cercava di non
rimettere l’anima a Dio per colpa di quel dolore che gli era esploso dentro in corrispondenza del marchio dei Cacciatori. Sudava con gli
occhi chiusi e il labbro inferiore ritirato fra i denti. Non capiva che diavolo
stava succedendo, ma sapeva che non era una bella cosa. Quel Marchio reagivano al Male e doveva esserci qualcosa di grosso in
pentola se sentiva quel dolore assurdo per tutto il corpo. Voltò lo sguardo
verso Alice, e sorrise alla pezza che gli aveva appena appoggiato sulla fronte.
Non poteva certo dire che sua moglie non provasse sempre a rendersi utile.
-John?-
-
Ha lasciato un biglietto dicendo che andava da Jolie.-
- Povera bambina , un altro spavento, non è proprio
quello che le occorre.-
Perché sicuramente anche John stava soffrendo le pene dell’inferno
come lui e tutti gli altri Cacciatori presenti a Londra. Cercò di tenere gli occhi aperti e di fissarlo in un punto di
fronte a lui, oltre la cornice della porta, in corridoio.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Stava succedendo qualcosa, qualcosa di molto grave e anche i Legimanti dell’Ordine si erano destati in preda al dolore. Hestia era quasi caduta giù dal letto per via della
tremenda fitta che le aveva attraversato la testa, Severus, aveva mollato una capocciata contro la spalliera
del letto, gesto per tramortirsi quel poco che gli serviva per riprendere in
controllo di sé.
Guardò oltre il bordo del materasso, la testolina arruffata di Hestia che guardava verso di lui. Erano entrambi Legimens, ma in quella casa c’era qualcuno molto più
potente di loro. Neanche trenta secondi dopo, la voce di Daneel:
- PAPA’ VIENI QUI!- Charlie si rivoltava nel letto in preda a quella che
sembrava una visione in piena regola, erano stati i suoi lamenti a svegliare Abrham e Daneel, con cui divideva
la stanza. La ragazzina si avvinghiò al braccio del padre e lo condusse al
letto dove il fratello stava vaneggiando. Piton
socchiuse gli occhi e rivolse un occhiata a Hestia, sulla porta - Sta avendo una visione.-
-E’
a questo livello?- chiese la donna avvicinandosi.
- Non lo pensavo… Però a quanto pare…-
Charliesi inarcò
contro il materasso, i denti stretti in una morsa di dolore -
Il non morto.- sussurrò con voce rauca scatenando l’attenzione
dei presenti -… Il risveglio…-
Davanti agli occhi dei Cacciatori e nell’incubo di Charlie, un ombra prese forma dal
nulla. Come una voluta fumo nero, si staccò dal
pavimento e prese forma. Un uomo con un lungo mantello nero,
il viso nascosto da un cappuccio. Il mento e le
guance, formate da un mucchietto di carne strappata, messa assieme quasi a
casaccio per dare l’idea del contorno di un volto.
L’ombra era sparita con la stessa facilità con cui era apparsa
L’ombra era sparita con la stessa facilità con cui era
apparsa. Come portata in cielo da una folata di vento, si era disfatta davanti agli occhi di chi aveva assistito alla sua
venuta. Poi era stata la volta del dolore. Lentamente era andato scemando e i Cacciatori
avevano smesso di strillare come agnellini al macello. Era stata Andrea, per
prima, a spiegare al marito che il marchio che portava al fianco funzionava
come una sorta di rilevatore di magia nera, che provare dolore era normale. Che era la quantità del male sentito ad essere strana. Decisamente fuori dalla norma, troppo rispetto al lieve
fastidio che di solito le attraversava le interiora. Sospirò sotto le coperte
che le coprivano le gambe e stese il braccio sinistro a mo’ d’invito verso JamesRemus che era riuscito a
trascinarsi fino al suo letto -
Vieni qui.- sussurrò al
ragazzo che si stese accanto a lei, con la testa appoggiata nell’incavo della
spalla.
Prese a portargli indietro i capelli della fronte
mentre Siriususciva dalla
stanza, spingendo indietro per un braccio Joel. Si
chiuse la porta alle spalle e allo sguardo stranito del figlio, rispose con una
pacca al lato del suo viso -
Lasciamoli riposare.-
-Che è successo?-
-Non lo so.- Non riusciva a capire che
diavolo era successo, a cosa aveva assistito. Quello
era Voldemort? Era tornato? Ma
come? Lasciò cadere la testa all’indietro a far battere la nuca contro la
porta. Sospirò, lo sguardo rivolto ad un punto imprecisato del soffitto. -
Vado ad avvisare Remus. Tu vai da Harry.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Trovare Remus diviso fra QUEL libro e un vocabolario non
fu una sorpresa per Sirius. Ormai Moony
ci viveva appiccicato a quel tomo. Il vocabolario era una new entry. L’animagus sollevò un sopracciglio mentre solleva
la mano sinistra e andava a bussare con le nocche al battente della porta.- Ehi lupacchiotto.-
esclamò a titolo di saluto mentre entrava nella stanza
e si avvedeva della presenza di Emmie accoccolata sul
divano. Le rivolse uno sguardo perplesso, prima di tornare all’amico. Che la
piccola fosse molto attaccata al padre era risaputo,
ma perché non ara a letto?
-Voleva farmi compagnia, ma è crollata.-
-Ahn…- si
tolse la giacca e l’appoggio sulla coperta che avvolgeva la piccola. Calore su calore per quel bel fagottino che era la sua figlioccia.
Tornò all’amico, che lo fissava stranito da quella visita a quell’ora
tarda. - Ho una cosa da dirti…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Era difficile credere a quello che era appena successo
ed entrambi i fratelli Potter erano più propensi ad
indorarsi la pillola con un poco convincente “abbiamo avuto un allucinazione collettiva” che credere che quello che avevano appena visto era Lord Voldemort tornato dalla tomba. Lorien
emise un sospiro indolenzito, Harry riportò le labbra
alla bottiglia di Fire Whisky che teneva per il
collo. La sbornia silenziosa, era questo che il Bambino Sopravvissuto stava
cercando di ottenere. Ubriacarsi sotto l’occhio di tutti, ma
senza attirare troppa attenzione. E a quanto pare
ci stava riuscendo, perché l’attenzione di tutti si era bellamente concentrata
su James e l’espressione contratta che aveva in
volto.
- E’ la prima volta che glie la vedo
fare.-
-Perché è la prima volta che la fa Joel.- rispose guardando il
ragazzo accucciato ai piedi del Malandrino.Fissandosi soprattutto sui capelli, raccolti in un
codino e la parte sana del viso. Era semplicemente sorprendente. Più cresceva, più somigliava a Sirius.
Con JamesRemus fisicamente
parlando, non sembravano nemmeno lontani parenti.
-Vorrà dire qualcosa?-
-Ma che ne so.-
Voleva
dire qualcosa…Eccome se voleva dire qualcosa…
James stava sognando.
O meglio stava
vedendo qualcosa, qualcosa che si stava svolgendo a casa sua… A SUA FIGLIA.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Era successo tutto
talmente in fretta che Jolie non sapeva dire cosa l’avesse
insospettita e cosa l’avesse spinta a scappare. Sapeva
solo che non appena si era trovata davanti a quell’ombra,
aveva avuto l’istinto di scappare. Perché non era John, non
sera il suo amico tornato sui suoi passi. Lo aveva sentito a pelle. Il sesto senso che scorre da sempre nella famiglia Potter. Lo stesso che stava
avvisando James del pericolo che stava correndo.
Appoggiata alla porta della sua cameretta, la ragazza cercò di riordinare le
idee. Non poteva smaterializzarsi, era lontano dal
telefono. Che poteva fare per salvarsi la pelle? Il
legno sotto alle sue spalle vibrò pericolosamente. Nulla a quanto sembrava.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
James si contorceva
sulla sedia a rotelle, in preda a quelle che sembravano vero
convulsioni. Lorien lo afferrò sotto le braccia e lo
stese sul pavimento, mentre Harry si spettinava i
capelli con una mano. Joel sembrava l’unico
interessato a capire i borbottii che il Malandrino ogni tanto
. Spostò lo sguardo dal fratello maggiore, al minore. -Credo che parli di Jolie.-Lorien
lanciò uno sguardo a Harry- Ma non capisco
cosa dice.-
James si rivoltò di
pancia sul pavimento, gli occhi sgranati e lemani chiuse a pugni. Solleva la testa, gli occhiali finiti chissà dove. - Lasciala! LASCIALA!- urlò più che chiaramente, prima di sparire in una nuvola di fumo
bianco.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
L’innnocenza di una vergine.
Sirius sollevò il capo dalla
mano a cui era andato ad appoggiarsi e aggrottò un sopracciglio. Tutti quei
giorni di studio per tradurre una fra setta del genere? Ma in
quel lingua era quel coso. Si piegò in avanti sulla sedia per andare a
sporgersi sul libro su cui Remus era china. Ah, ecco perché…
Era sotto incantesimo oscuro, le lettere erano tutte scombinate e Remus aveva dovuto anagrammarle per ottenere la frase. - L’innocenta
di una vergine?-
L’uomo annuì-Uno stupro.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Schiacciata fra il pavimento e il suo assalitore, Jolie scalciava come una forsennata per impedire a CygnusLastrange di abbassarle i
pantaloni. Sarebbe morta piuttosto che permettergli di prenderla. Si sentì
stringere il collo da una mano, ma non si diede per vinta. Aveva la stessa
indole guerriera di Lily, se voleva prenderla, doveva tramortirla come minimo.
-Andiamo, vedrai che piacerà anche a te.-
- LURIDO FIGLIO
DI PUTTANA LASCIAMI!!!-
Proferiva crepare. Preferiva veramente crepare
piuttosto che farsi toccare da uno schifoso del genere. Mandò un urlo
strangolato, quando la sua attenzione fu colta da un ombra
alle spalle del Mangiamorte. Sgranò gli occhi mentre
il volto del ragazzo veniva coperto da un velo di
plastica.
-Cosa?-
James legò le cocche
del sacchetto che aveva calato sul capo di Cygnus e
diede uno strattone all’indietro per levarlo di dosso a Jolie.-E’inutile
che cerchi di resistere.- sogghignò con un espressione che, veramente, non era da lui. Assassino,
mostro, demonio, ma non JamesPotter.
Il ragazzo si accasciò contro il corpo dell’uomo che lo
liberò dal sacchetto, lasciandolo cadere in avanti sul pavimento. - Ti ha fatto qualcosa?- sussurrò alla volta della figlia.
-Papà?-
-Ti ha fatto qualcosa?-la
ragazza scosse il capo, le aveva solo slacciato i pantaloni Si alzò, mentre
l’uomo ansimava per via dello sforzo improvviso a cui si era sottoposto, si
volse a guardare Jolie che lo fissava a occhi
sgranati e tese un braccio verso di lei. - Vieni qui…- le disse con un sorriso - Vieni qui…-.
La prima cosa che James Remus avvertì aprendo gli occhi, fu una strana
pressione nelle parti del suo avambraccio sinistro, com
La prima cosa che JamesRemus avvertì aprendo gli occhi, fu una strana pressione
nelle parti del suo avambraccio sinistro, come un peso che gli impediva di
raccogliere il braccio al petto come avrebbe voluto. Erano
passate un paio d’ore da quando quel dolore atroce gli era esploso
dentro e si sentiva letteralmente a pezzi. Volse il capo sul cuscino e sollevò
un sopracciglio alla vista di Jolie, accucciata
contro di lui. Strano, strano davvero, che fosse lei a
cercare un contatto. Anche uno innocente come
quello. Si volse, lentamente per non svegliarla, e visto che la carne è debole, e lui, che lo dico a fare…Cercò di approfittare
del momento. Nulla di troppo sconveniente, le appoggiò solamente il braccio
destro in vita e se la tirò ancora più vicino. Sgranò gli occhi, quando sentì Jolie ricambiare la sua stretta. Aggrottò le sopracciglia,
creando una piccola ruga di espressione fra esse,
spostandosi poi un poco di lato per cercare di guardarla in viso, cosa
impossibile visto i suoi bei boccoli che la coprivano a cascata.
-Jolie?- le chiese genuinamente sorpreso. Perché si
sarebbe aspettato una reazione del genere e di certo non poteva immaginare che
diavolo stava passando per la testa di Lie. Cygnus non era riuscito nel suo intento, ma la paura,
sommata a tutto quello che aveva passato in quei mesi…
Beh,
un crollo era più che compensibile. La ragazza
annuì, solo per mostrare di stare ascoltandolo, mentre James
portava il mento ad appoggiare sul petto - Che è successo?-
Jolie non riuscì a
mettere assieme due parole, mentre sentiva la gamba di James
avvolgere le sue, un movimento quasi pacato, come se
l’altro avesse capito che il minimo movimento troppo brusco avrebbe potuto
spaventarla. Prese fiato e con la mano sinistra, prese
a stropicciarsi gli occhi. Non sapeva nemmeno lei per quale ragione si era
infilata nel letto di James, era stato così istintivo
che si era ritrovata con il capo appoggiato contro il suo petto, ancora prima
di chiedere perché a se stessa.Forse anche la sua corazza di orgoglio aveva un buco da qualche parte. Piccolo,
piccolo, ma c’era…
-Niente.- Non c’era bisogno che lui sapesse, c’avrebbero pensato i suoi fratelli e suo padre a farle
giustizia. Non c’era bisogno che lui si sporcasse le
mani. Sentì il braccio desto di James, spostarsi su
di lei, mentre l’altro si piegava per permettere alla mano di accarezzarle la
nuca sotto i capelli. Sentì un dito sfiorarle il mento. In qualche strano modo,
James sapeva sempre quando stava mentendo. Come?
Impossibile da scoprirlo… Ma ne era sempre in grado.
Si ritrovò nei suoi occhi, grigi come il cielo
d’inverno - Non è successo niente.-
-Chi ti ha fatto paura?- Perché aveva paura, lo sentiva chiaramente.
Jolie si ritrovò a
trattenere il fiato, aveva paura, aveva bisogno di farla passare. Sollevò ancora
un po’ il capo e appoggiò le labbra contro quelle di James. Un gesto totalmente dettato da un qualcosa fuori dal suo corpo, come una spinta a farsi del bene una
volta tanto. Sentì il ragazzo sussultare sotto il suo tocco, ma non spostarsi.
Si allontanò quel poco che le bastò per guardarlo di nuovo in faccia e sentire
di nuovo il desiderio di baciarlo. Forse era lo shock a parlare, il desiderio
di essere rassicurata o forse, come spesso accade, le
occorreva un bello spavento per capire cosa voleva veramente dalla vita.
Gli appoggiò una mano su un lato del viso e si rifece
di nuovo sotto. e stavolta James
non si fece pregare troppo. Chiuse il braccio sinistro attorno alle spalle
della ragazza e trattenendola su di lui con il destro, si volse schiena al
materasso.
Le domanda che
aveva in testa?
Rimandate ad un momento migliore.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Forse smettere di pensare per un momento, avrebbe
potuto aiutarlo. Staccare il cervello da quel pensiero, riposarsi un po’
magari. E invece niente, non riusciva a
impedirsi di girare attorno a quell’idea. Inspirò
profondamente e si lasciò cadere all’indietro, schiena alla spalliera della
seggiola. Aggrottò la fronte mentre leggeva all’incontrario
i titoli che componevano la sua libreria… Gettò le pagine su cui stava morendo
da giorni. No, non poteva essere stato così idiota… Si
rifiutava di crederlo…
………………
- Mio Dio povera piccola…- Ninfadora
staccò gli occhi dal set da tea che stava preparando e li portò verso Andrea,
seduta al tavolino, la mano sinistra a reggere la testa - Non sarà facile
riprendersi da un simile spavento.- scosse la testa e prese a mescolare lo
zucchero nel suo tea mentre un vassoio flottava verso Andrea. Si volse, nel tanto che l’amica, si serviva con uno strano
sorriso stampato in faccia. - L’ho vista entrare nella camera
di Jaime.- risatina divertita - Ci penserà lui
a consolarla.-
A Dora per poco non andò di traverso il tea - …Che
razza di madre sei?-
-Una molto, molto realista.-
sorriso accattivante - E che conosce la fatica dei suoi lom…-
portò lo sguardo verso la porta, all’imprecazione che si era levata alta nel
silenzio della casa. Sollevò un sopracciglio e tornò con lo sguardo a Dora. Dora, che fissa anche lei a bocca aperta la porta. Pochi
secondi di attesa e Remus fece
il suo ingresso a rotoloni, infilandosi la giacca e tenendo in bocca un foglio
di carta, sembrava ringiovanito di venti anni. Tolse il foglio di appunti dalla bocca e senza preavviso, prese la testa di
Andrea (che era quella che gli era più vicina) fra le mani e gli schioccò un
bacio a piena bocca.
-Mah…?- il commento di Dora
-Mah…?- il commento di Andrea
non appena il licantropo si fu allontanato e ridacchiando come un idiota, prese
la via del camino. Le due amiche si scambiarono uno sguardo sbalordito. Andrea
fu la prima a riprendersi, indicando il punto in cui Remus
era sparito - Dici che si è accorto di aver baciato me
e non te?-
-Oh Merlino, spero di no…-
Nemmeno tre secondi dopo la testa di Remus spuntò dal
vano del camino. Guardò prima una , poi l’altra e alla
fine fece spallucce. A quanto pareva
sen’era accorto in quel momento…
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
E a suon di imprecazioni i
santi del Paradiso e diavoli inferociti si scambiarono di posto e nessuno, per
qualche istante, riuscì a dire, chi stava su e chi stava giù. JamesRemus uscì correndo dalla
stanza, seguito a ruota da Jolie, che invano aveva
cercato di trattenerlo. Scese le scale a due a due e senza
dire mezza parola spalancò la porta della cantina. Sirius
volse lo sguardo verso di lui, distogliendolo da Prongs
e dal lavoro di tortura che stava svolgendo su Cygnus.
-James.- disse calmo mentre l’altro Malandrino
abbassava la mano che reggeva la bacchetta, e si voltava verso di lui.
- Quello!Quello!- staccò la mano dal pomolo della porta
- QUELLO!- Jolie
non era riuscita a seguirlo nella stessa stanza dove sapeva che avrebbe trovato
Cygnus. Lo attendeva fuori, con le mani a tapparsi le
orecchie. Anche la voce di quel mostro le dava i brividi.
-Ragazzo, calmati.- Potter
aggrottò le sopracciglia verso il figlioccio, livido di rabbia - So cosa provi.-torturandolostava unendo
l’utile al dilettevole. La voglia di far vendetta della sua
bambina e il bisogno di spillargli informazioni.Era
tutto fuorché un santo e capiva perfettamente cosa stava facendo tremare il
ragazzo a quel modo - Respira.-
-… Stavo per scoparmi la tua ragazza.-
Lo sguardo di James si poggiò
sul volto di Cygnus e un ringhio bestiale gli sollevò
le spalle di scatto. Non era mai stato un campione di pazienza il primo nipote
di Malocchio Moody, ma in quel momento aveva tutte le
ragioni del mondo per dare di fuori di matto. Fece per
mettere mano alla bacchetta, quando Remus lo
trattenne afferrandolo per un polso.-Remus.-
-Calmati.-
Fine
capitolo.
E al
prossimo capitolo, finalmente si capirà cosa sta succedendo…
La prima cosa che Cygnus Lastrange vide aprendo gli occhi, non fu la
solita macchia di luce bianca, sintomo del trauma cranico
La prima cosa che CygnusLastrange vide aprendo gli
occhi, non fu la solita macchia di luce bianca, sintomo del trauma cranico che LorienPotter gli aveva procurato
a furia di calci in faccia, ma il sorriso tronfio di JamesRemus Black. Appena illuminato dalla luce che
filtrava dalla grata di aerazione sul soffitto della
stanza, sbucciava tranquillo una mela. Sollevò uno sguardo e l’Animagus portò su di lui lo sguardo color cielo. Una volta
sua madre gli aveva detto che nel sangue dei Black scorreva il male puro, che Sirius poteva tanto atteggiarsi a buon samaritano, ma anche
lui si era macchiato dei suoi delitti… Che faceva parte del loro destino e che
non potevano combatterlo.
Erano assassini per nascita.
-Sei venuto ad uccidermi Black?-
- No.- Sorrise, era lì per fare
qualcosa di meglio. Scese con un colpo di reni dal tavolo su cui era andato ad
appoggiarsi e ghignando si avvicinò al Mangiamorte
legato alla seggiola, staccò uno spicchio di mela e lo portò alle labbra - Sono
venuto per dirti che mi fai pena.-
-Sì, certo…- sbuffò imbronciando
le labbra in un espressione infastidita
-Perché non conosco l’amore e la gentilezza. Risparmiami queste
filippiche, cugino. -E lui che l’aveva sempre considerato
l’unico degno di nota di quella combriccola di perdenti. Lui e Paciock.
- No, davvero…- James
si fermò davanti a lui con una bella espressione alla cazzo stampata in faccia, lo guardò sollevando le sopracciglia e Cygnus si ritrovò ad aggrottare la fronte perplesso - Mi
fai pena, cugino.-
- E perché?-
-Perché
sei venuto al mondo per morire…-
DUE ORE PRIMA.
Come
sempre era stato FrankPaciock
a dare vita ai dubbi di tutti, uscendosene con quel “Metempsi…che?”
che era probabilmente il sunto del pensiero di tutti. Remus
sollevò lo sguardo verso di lui interrompendo i suoi filosofare su quel
pensiero vecchio di secoli, che nessuno dei presenti però sembrava conoscere.
Si guardò attorno mentre il Cacciatore sollevava le spalle con una smorfietta del naso - Parla semplice Remmie…
Non abbiamo tutti il tuo cervello.- ridacchiò mentre
il licantropo si spettinava con la mano sinistra. La faceva semplice lui, come
poteva rendere piùcomprensibile un
argomento che lui stesso aveva faticato a comprendere?
Si mordicchiò il labbro inferiore mentre fissava le pagine stropicciate che
raccoglievano i suoi appunti. - Beh, allora, dunque…- balbettò senza sapere che
pesci prendere.
-
La metenpsicosi è la dottrina della trasmigrazione
dell’anima. La credenza che lo spirito di una persona, alla
morte del corpo, passi da un corpo all’altro.- Tutti gli sguardi si puntarono
su Emmie. Che quella ragazzina avesse ereditato il cervello del padre era un dato di fatto,
ma era la prima volta che prendeva la parola per dare sfoggio della sua
intelligenza. Di solito lasciava fare al fratello la parte del cervellone. -…
In questo caso però il processo sopraccitato è stato forzato dalla magia.
L’anima di Voldemort è stata estrapolata dal corpo di
forza e lasciata nel limbo in attesa di avere in corpo
in cui entrare.-
-Quindi
quella che abbiamo visto… Era l’anima di Voldemort…-
mormorò JamesPotter
appoggiato al battente della porta vicino ad Andrea. Ridacchiò dando il gomito
alla donna, che si volse a guardarlo con un sopracciglio sollevato - E io che
pensavo che né fosse privo.- Una risatina generale si sparse per la stanza -
Come diavolo è possibile una cosa del genere?-
-Si
tratta di magia nera, molto antica e per altro assai potente.- gli rispose Remus scartabellando i suoi appunti - Sono anni che
preparano questo incantesimo. Hanno recuperato gli
ingredienti in tutti i modi possibili ed immaginabili. Servivaun Legimante puro
sangue e sono nati Charlie e Daneel...-
prese a sfogliare la lista ingredienti con le sopracciglia aggrottate a formare
una minuscola ruga di espressione nel centro della
fronte. Quello che stava leggendo era la lista delle loro disgrazie -… L’occhio
di un giovane Animagus e Joel
ne sa qualcosa, il sangue di un eroe e ci hanno quasi ammazzato Lorien, il sacrificio di una madre…- Andrea si ritrovò la
mano sinistra stretta da quella di James, chiuse gli
occhi e si volse per ricambiare anche con la destra -… L’innocenza di una
vergine.- altra stretta da parte di James, Andrea
cercò lo sguardo di Sirius che stringeva i pugni
contro le ginocchia - … E la lista continua…-
-
Che altro dobbiamo aspettarci?- sbottò proprio Sirius.
Remus si
massaggiò la nuca con la mancina mentre portava lo sguardo su Dora - L’assassinio
di un licantropo per nascita….- la donna portò le mani alla bocca, la sua
intera famiglia era un bersaglio mobile -… Il cuore di un legimante.-
Daneel si sentì stringere un gomito dalla madre, Charlie si ritrovò lo sguardo di Severus
addosso -… Un bambino non ancora nato…- Lorien si
stropicciò la faccia con entrambe le mani…
- E
come lo fermiamo ‘sto sfacelo?- chiese John dalle scale, seduto vicino aJolie - Non mi dite che
dobbiamo stare qui a veder schiattareTed o Emmie o Abrham,
oppure Charlie e Dani… - si alzò con uno sbuffo e in
preda ai nervi mollò una pedata al muro accanto a lui. Come suo padre era
sempre in grado di dare voce al pensiero dei presenti. Remus
si ritrovò assalito da una selva dai sguardi supplici -
Non possiamo fare nulla. Anche sé…-
-Cosa?-
gli chiese Alice sfiduciata.
-Abbiamo
una cosa che a loro serve. Il contenitore dell’anima di Voldemort…-
-Tutti nasciamo per morire James.-
JamesRemus
appoggiò le mani sui braccioli della sedia a cui Cygnus
era ancorato e si chinò su di lui, per guardarlo da vicino. Assomigliava
a sua madre, era la versione femminile di quella spostata di Bella -Tu
particolarmente mio caro. Sei venuto al mondo con una bella spada di Damocle a penzolare sulla tua testa.- un sorrisino gli
imbellì i lineamenti mentre si avvicinava ancora al viso del parente - Tua
madre ti ha messo al mondo con il solo scopo di sacrificarti all’altare di Voldemort.-
-Cosa?-
James ridacchiò, la parte più
sadica di lui si stava divertendo da morire a giocare come il gatto con il topo
con la curiosità del piccolo Cygnus
, ma la voglia di godere la sua espressione davanti la verità era
troppa. Tirò le labbra in un ghignò e piegando la
testa verso la spalla sinistra -… Avevano bisogno di un corpo in cui infilare Voldemort, un corpo appartenente ad un Mago di alto rango e
…Chi meglio di un discendente della famiglia Black?-
Vide la consapevolezza farsi strada negli occhi dell’altro e
ghignò - Hai capito, Cygnus? Per la tua cara madre vali meno di un agnello da scannare.-
Intanto, fuori la cantina in cui Cygnus
era rinchiuso, JamesPotter
stava ridacchiando appoggiato con le spalle al muro vicino alla porta. La gamba sinistra piegata ad appoggiare il piede alla parete e le
mani a riposare nelle saccocce. Non c’era niente da dire, quel ragazzo
per cattiveria era la degna risultante dei suoi genitori - Non c’è che dire,
con quella cattiveria intrinseca…- disse guardando Remus
- Pad non può certo dire che non è figlio suo.-
-Lo biasimi per questo fiele?-
-Se fosse stato per me, avrei già messo le sue budella ad essiccare al sole.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Severus vuoi calmarti!?- sbottò Hestia alla volta della
schiena curva del compagno, prima di andare a staccarlo di forza dai suoi alambicchi,
per poi dirottarlo verso una poltrona. Lo fece sedere a forza e si piazzò fra i
suoi piedi con le mani appoggiate ai fianchi - Adesso ti riposi dieci minuti.-
Molto probabilmente era l’unico essere umano a cui era permesso di trattare a
quel modo SeverusPiton. Ovviamente perché Lily non c’era più.
-Hestia non hai sentito Remus?-
- Oh sì che l’ho sentito…- sbuffò guardandolo per un momento, prima di andare a
massaggiare le palpebre con il pollice e l’indice della mano sinistra - Ma
farti venire un accidenti sopra quelle provette, non li aiuterà i nostri figli...-
Severus scosse la testa, prima di
andare a stringerla con ambo le mani - Non l’hai sentita Daneel?-
chiese alla donna, che sollevò un sopracciglio - Mi ha detto
: Io non ho paura, tanto ci sei tu, no?- tornò a guardare l’ex Auror, ora a labbra socchiuse - Si fida di me. Crede che
suo padre la salverà…- si alzò per tornare al suo tavolino - Ma io non so che
fare.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Chissà perché adesso mi sento tanto una
gazzella abbrancata dai leoni.- EmmieLupin si guardò attorno con il labbro inferiore sporto in
una smorfia deliziosa. Da che si era parlato dell’assassinio di un licantropo
per nascita si era ritrovata praticamente circondata. Ora,
ad esempio, stava attraversando il corridoio superiore di GrimmauldPlace, con Abrham
allacciato alla schiena in stile koala in riserva d’affetto. Sbuffò portando
gli occhi su Daneel, incacchiata
e seguita dal fratello -Tu, eh?- le chiese questa indicandole Charlie con un cenno stizzito del capo - Mi ha aspettata
fuori la porta del bagno…-
Le due, piccolette uguali, si scambiarono uno sguardo frustrato
prima di istaurare muta alleanza. Dani incrociò le braccia sotto al seno, mentre Emmie , portò le
mani attorno al braccio che sentiva puntare sotto il manto.
-Mica l’hanno capito che anche loro sono nella
lista obbiettivi.-
-Secondo me l’hanno capito, ma vogliono fare i fighi…-
Si fissarono per un momento, prima di
sbuffare lo stesso: -UOMINI.- Mai dare un motivo a due donne per allearsi. MAI.
Emmie si volse verso JamesRemus di ritorno dalla sua chiacchierata con Cygnus. Sembrava la quarta essenza della soddisfazione
mentre si avvicinava.
Infondo quello che era successo poteva anche starci, no
ATTENZIONE: LINGUAGGIO
SCURRILE!
…LA PARTITA E’APERTA
OBBEDITE ALL’ISTINTO
QUESTO E’ L’ORDINE
E
ORA GRIDATE:
DIO
CON ENRICO,
L’INGHILTERRA
E S.GIORGIO!
@SHERLOCK
HOLMES.
Infondo quello che era successo poteva
anche starci, no? Qualcosa nel suo IO cosciente si era spento e lei aveva agito
sotto l’impulso di chissà quale forza. Non poteva farsi una colpa di quello che
era successo, non era in lei in quegli istanti. Allora per quale motivo si
sentiva in colpa come una ladra? Non aveva fatto nulla di sbagliato, di imputabile, eppure aveva vergogna anche a cacciare il
naso fuori dalla stanza. Emmie, seduta sul suo letto,
sbuffò nervosamente. Era stata l’unica, la piccola Lupin,
ad avere il coraggio di ficcarsi nella tana della
tigre e ora la osservava con lo stesso grado di accondiscendenza che si usa con
un alienato. Sì, hai ragione tu e adesso prenditi la pillolina
che poi ti lego al letto. Prese ad
intrecciare un ricciolo attorno all’indice della mano sinistra, mentre Jolie si voltava verso di lei in uno svolazzo della lunga
chioma rossa. - Smettila!- la rimbrottòseccata, attraversando la stanza a grandi passi. La piccoletta sollevò
gli occhioni verso di lei ,
guardandola ancora come si fa con un pazzo che parla con una bottiglia per
strada - Di fare cosa?- le chiese dolce, sollevando un sopracciglio.
-Di farmi sentire una matta.-
Emmie, la cui serena bellezza
ricordava sempre di più quella del padre, inarcò un sopracciglio, prima di
schiudere la boccuccia in un sorriso altamente sadico -
Io ti faccio sentire matta?- le chiese guardandola dal basso della sua
postazione, con una faccina puramente incredula e puramente da schiaffi. E per fortuna doveva essere lei quella dolce del gruppo.
Fece schioccare le labbra in una smorfietta deliziosa
mentre si sollevava per andare a guardare l’amica dalla stessa altezza. - Ti
stai confondendo, non sono io, è la tua coscienza che ti sta facendo ammattire.-
- La mia…?-
Emmie appoggiò un dito contro un
lato del mento mentre con la mano sinistra andava a reggere il gomito destro
nella posizione piegata che aveva assunto - Hai presente quel grillo guercio
che ogni tanto frinisce nella tua testolina?- le chiese guardandola da sotto i
riccioli biondo miele, uguali a quelli del padre e del fratello - E’ lei , è colpa sua, non mia.…- Anche se lei si stava divertendo
un mondo a vederla annaspare nel suo orgoglio. Doveva ammetterlo, era talmente
buffa che aveva voglia di far apparire un sacchetto di pop corn
per meglio godersi lo spettacolo. Si bloccò un attimo, era forse per questo
motivo che molti la consideravano bastard inside di
suo nonno Teddy. Fuori era dolce e coccolosa come un peluche, dentro
era capacissima di metterla sedere a tipi notoriamente più scafati di lei, come
Jolie? Forse.
-Ti stai comportando come
una ragazzina, e la tua coscienza si sta ribellando…- Bello smabttere
in faccia la verità a chi non la vuole vedere nemmeno con il cannocchiale, ghignò divertita all’espressione dell’amica e come ogni
pescatore sa fare per assicurarsi la preda, abbandonò la stanza, in uno
svolazzo della chioma castana. Ormai la piccola aveva abboccata,
bastava solo vedere sé…
-Gli altri lo sanno che sei così cattiva dentro?-
Joel Black appoggiato al muro accanto alla porta, bello come un Dio
greco, con le braccia incrociate al petto e un sorriso da infarto secco stampato in faccia. La ragazzina si volse completamente e arretrò
di un passo. Nonostante quell’occhio coperto da una
decina di giri di garza sterile era senza dubbio un invito a delinquere per
ogni essere umano di essere femminile che avesse
incontrato sul suo cammino. Anzi, verso aveva anche l’aria più vissuta con
quella benda -Certo che no… Altrimenti addio effetto sorpresa.-
-Uhn.-
Ovviamente quella sola, piccola, esclamazione ebbe l’effetto di una
bomba atomica sulla piccola di casa Lupin che vide
alcune ciocche della sua capigliatura diventare rosa confetto. Non era solita
lei usare i suoi poteri da Metaformagus, tanto che la
gente tendeva a dimenticare che li avesse ereditati dalla madre. La gente, ma
non Joel, che sollevò il sopracciglio visibile in un espressione semplicemente da schiaffi. Purtroppo non
c’era niente da fare, James avevail carattere di Sirius,
ma Joel aveva tutta la sua tremenda bellezza. –Cosa?- le chiese staccandosi dalla parete con un colpetto e
andandole di fronte, le braccia ancora incrociate e il capo leggermente chinato
in avanti.La povera Emmie
si sentì come un topolino in trappola mentre reclinava la testa all’indietro
per sostenere il suo sguardo. Era lei o c’era qualcosa di strano nell’aria?
-Niente.-
Joel staccò la mancina dal corpo e
arrotolò attorno all’indice un ricciolo rosa della ragazzina, portandoglielo
poi dietro un orecchio.La grifoncinapraticamente si sentì
andare a fuoco mentre cercava la forza di non arretrare di un passo e di
rimanere lì, arroccata nella sua convinzione che tanto per Joel,
lei era soltanto la sorellina che non aveva mai avuto e di non rovinare tutto
mostrandosi in imbarazzo per niente . Infondo non sembrava
malintenzionato, questo era il suo solito comportamento di sempre, era lei ad
avere gli ormoni in palla per la luna piena.
“Respira. Respira.Respira.”
Chiuse gli occhi in piena ricerca d’aria,
riaprendoli poi di botto quando sentì il naso, freddo, di Joel
sfiorarle la fronte. Rimase immobile, praticamente
pietrificata, mentre portava di nuovo in su gli occhi per cercarne lo sguardo. -Ehn?- gli chiese con un filo di voce, prossima allo
svenimento, ormai ne era certa.
-Hai un buon profumo.-
“…ma?”
La ragazzina sentì la mascella inferiore staccarsi di botto da quella superiore, mentre sgranava gli occhi al dire del
ragazzo. No, ma ci stava provando con lei? Joel
abbassò ancora un po’ la testa, fino a sfiorare il nasino di bimba di Emmie con il suo, beandosi del
rossore che le imporporava le guance –Emm…-
-COCCOLO HO MANCANZA DI AFFETTO, PRENDIMI IN BRACCIO!!!-
I due si voltarono nello stesso momento, giusto in tempo godersi JamesRemus “versione cane”
buttarsi a lingua tratta su Ted, che poveretto si
ritrovò a fissare il soffitto con una bestia festante seduta sul petto. -Che
diavolo ti prende?- soffiò il licantropo col fiato
corto, mentre la sua sorellina si ficcava nella cameretta occupata da Jolie e Joel sbuffava con un
mezzo calcetto dato all’aria.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Maledizione a loro e quando avevano deciso di tradurre ad Azkaban, Cygnus da soli. Si erano ritrovati nel bel mezzo di un
imboscata alla prigione, Auror schiantati o
morti in ogni angolo e alla fine quei tre mangiamorte.
Due li avevano fatti fuori, il terzo –
un Mangiamorte grosso quanto un orso e con la stessa
potenza fisica- li
aveva disarmati e costretti alla lotta greco romana.
-IL MANTELLO!!-
-…il che!?-
Frank sollevò appena la testa dallo
scomodo trespolo su cui era andato ad appollaiarsi e lanciò uno sguardo
perplesso a James che lo incitava dal basso del tipo
a cui era aggrappato come un koala in riserva di affetto.
Che c’entrava adesso il…? Spalancò gli occhi e scivolò
dabbasso le spalle dell’energumeno, sfilandogli il cappotto per metà fino ai
gomiti, il tipo cercò di liberarsi di lui, scrollandosi come
un cane bagnato. Il volo all’aria di Frank, finì
addosso a James che praticamente
lo prese quasi in braccio : -L’hai preso?- gli chiese
mentre lo reggeva da sotto le ascelle.
-L’ho preso!-
-TIRALO!-
Frank ci pensò un secondo e come si fa con un toro furioso, lanciò l’indumento sul volto dell’uomo,
strappando un sorrisetto al suo compagno di
avventure. Erano passati molti anni dall’ultima volta che avevano combattuto
assieme, ma il loro affiatamento non era venuto meno. Erano ancora in grado di
capirsi con una mezza parola…Come aveva detto loro una volta
Malocchio: Cacciatori per sempre…
James si portò alle spalle del Mago Oscuro, afferrò
le cocche dell’indumento che gli copriva il viso e ci si appese con tutte le su
forze, dove aver incrociate a formare un cappio.
-Un colpo!-
-Dove!?-
-NELLE BIGLIE!-
E con cosa? Frank
si guardò attorno, prima di staccare, non si sa come, un piolo di seggiola e
puntare il basso ventre dell’uomo… Un colpo a spedirgli i gioielli di famiglia
in gola, mentre questo finiva in avanti, tirandosi James
sulla schiena . Il Malandrino tentò di reggersi, ma si
ritrovò a scivolare assieme al tizio , facendo strike
con Frank che gli finì steso di pancia sotto al
posteriore. Si fissarono per un secondo, prima di lasciarsi cadere
completamente stesi, sopraffatti dalla fatica. Senza nemmeno avere la decenza
di togliersi da uno di traverso l’altro…Equivoci non poco.
-…LA
PARTITA E’APERTA…- cominciò Frank.
-OBBEDITE
ALL’ISTINTO…- gli tenne dietro James.
-…QUESTO
E’ L’ORDINE E ORA GRIDATE: GLORIA AL
MINISTERO, L’INGHILTERRA E MERLINO!!!- conclusero assieme ridacchiando. Era il motto dei Cacciatori.
Alla fine, si erano divertiti a farsi massacrare di botte.
Si volsero nello stesso momento verso l’orso rabbioso che si
riprendeva e dopo un sospiro comune, si sollevarono per andare a prendersi la
seconda dose di mazzate. - Dillo che ti mancava tutto questo...-
ghignò Frank voltandosi verso l’amico leggermente più
basso di lui. Di poco, massimo cinque o sei
centimetri, ma a Paciock non era mai importato -…Tappo!-
Era più basso, and stop…
-Sì, soprattutto il tuo naso che sanguina anche se lo guardi male.-
Frank si passò il dorso della
mancina sotto la punta del naso, per poi allontanarla con le sopracciglia
aggrottate - Ma per la …- tornò a guardare il tipo che
si stava riprendendo con una mano a tenersi le parti basse - ‘Sto rotto in culo, mi ha spaccato il naso!-
-Buongiorno signor conte, dormito bene?-
-Non mi rompere le palle!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-E’per questo che mi sarebbe
piaciuto avere una figlia femmina.- commentò sconsolato Sirius
mentre Remus sorrideva da sopra la testolina di Emmie-che si era rifugiata fra le braccia del padre
in cerca di muto e inconsapevole conforto-strofinando il mento contro i ricci biondo miele della ragazza- Non mi
farebbe certo schifo avere una mocciosa che mi guarda come se fossi l’ultimo
degli eroi.- sbuffò sconsolato. I suoi figli, il degno frutto del suo albero,
avevano passato da un bel pezzo la fase “papà sa fare tutto.”inveceEmmie, Daneel e Jolie c’erano ancora in
mezzo, e gli faceva un invidia nera. Sospirò mentre qualcuno gli stiracchiava la camicia a
livello del braccio. Si volse con un sopracciglio sollevato e si trovò davanti Daneel e quel suo musino di zucchero che gli sorridevano dal basso. Si fissarono per un momento, prima
che Sirius le appoggiasse una mano sulla testa e se
la tirasse addosso per abbracciarla - Ah grazie…- ridacchiò divertito mentre la
ragazzina gli allacciava le braccia attorno alla vita, alla maniera di Emmie con il padre.
- Mai detto che un giorno avrei coccolato
la figlia di Moccy…- ghignò alla volta di James, che sollevò una spalla. Davvero, se ai tempi della
scuola gli avessero detto che sarebbero arrivati ad accettare con tutta quella
naturalezza Piton nelle loro vite, beh non ci
avrebbero mai creduto.
-Ehi, ma allora è vizio.- esclamò una
voce, poco più in là, costringendo i quattro, ai piedi delle scale che
portavano ai piani superiori, a voltarsi alla sua ricerca. Lorien,
che era appoggiato alla porta della cucina con la spalla, ridacchiò alla volta
di Daneel - Ti piacciono vecchi.-
La ragazzina avvampò mentre allontanava Sirius
con un spintone –MA NO!- stridette rossa di vergogna
mentre Sirius ridacchiava guardando Remus. Inutile, Harry aveva
ereditato il fisico di suo padre, ma Lorien aveva praticamente tutto il suo carattere.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
James cercò di sfilarsi dalla presa
a due mani di quella sorta di gorilla di montagna che prima Frank
aveva cercato di castrare e lui di strozzare, ma niente da fare, tentò così di
ingegnarsi a volare senza scopa, ma tutto quello che poté fare fu atterrare malamente sul tavolino dietro di lui, scivolando poi a terra
in un casino di cocci rotti. Salì a prendersi la testa nella mano destrra, mentre confuso dalla botta si guardava attorno
alla ricerca di Frank < PACIOCK!> urlò mentre
il Mago Oscuro si avvicinava < Vedi
di portare qui il tuo culo!>
Lui sentiva l’osso della spalla sinistra premere dolorosamente contro la pelle,
il braccio bruciare morto di traverso sul suo petto, era decisamente troppo
vecchio per queste cose.
< FRANK QUESTO MI ROMPE !> strillò.
Cercò di mettersi carponi, di muoversi via da quella specie di
caterpillar umano che veniva a finire il lavoro, ma fu più lesto Frank a sbucargli alla spalle e a
bloccare la sua corsa, appendendosi di nuovo alle sue spalle con entrambe le
braccia. Avvinghiato alla sua vita con le gambe, cercò di dirottarlo da James con violenti strattoni < JAMES LE BACCHETTE! TROVA QUELLE CAZZO DI
BACCHETTE!!!>
Avevano già provato ad appellarle e chissà per cola di quale demone
non era successo niente, dovevano TROVARLE!!!
FINE CAPITOLO.
Nb| La battaglia col cappotto di James e Frank e ispirata al film SherlockHolmes.
Guardate voi se alla loro età devono mettersi a fare i Rambo della
situazione per riuscire a portare a casa la pelle
Guardate voi se alla loro età devono mettersi a fare i Rambo della
situazione per riuscire a portare a casa la pelle. Se lo stava domandando Frank
dopo aver impattato di schiena contro il muro e aver sentito la sua povera
testa rimbalzare contro il selciato. Se non succedeva qualcosa, come una
piccola tromba d’aria dritta, dritta sul loro nemico, sarebbe andata a finire
male, molto male.Ne sapeva qualcosa
James che un po’ a gattoni, un po’ a rotoloni e un po’ volando per via dei
calci del bestione, era riuscito a condurre il tipo fuori le mura della
prigione e ora si ritrovava steso sotto al suo piede taglia quarantasei e
qualcosa. Si aggrappò con entrambe le mani alla caviglia del Mangiamorte e
strattonò il pantalone nella speranza di farlo sbilanciare - Ci serve aiuto!-
soffiò in direzione del compagno Cacciatore mentre il suo sterno e le costole
mandavano strani, stranissimi rumorini. Frank, che stava cercando di rimettersi
in piedi aggrappandosi a tutto, aria compresa, portò la mancina a tirare via i
capelli dalla faccia mentre con il braccio destro sosteneva il corpo contro la
parete dietro di lui - Davvero?- gli fece eco sarcastico -… Chiama Batman!-
James gli rivolse uno sguardo esasperato, quello non era il momento
di fare i sarcastici per Merlino, se volevano portare a casa i loro malandati
culi. Serrò la presa sul pantalone del Mangiamorte e Frank aggrottò le
sopracciglia “Sta per smaterializzarsi.” Si disse un secondo prima di
vederlo sparire in una nuvola di fumo bianco. -Speriamo che non faccia cazzate.-
Lorien era seduto in cucina, chino su una tazza di tea quando James
apparì con un tonfo sul tavolino, facendolo sbilanciare dalla seggiola per la
sorpresa. Si tirò su aggrappandosi alla tovaglia mentre il Malandrino si
voltava verso di lui paonazzo per lo sforzo - Un aiuto?- gli chiede con un filo
di voce e il ragazzo sollevò un sopracciglio - Affitto un caterpillar?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Che dire, quel mangiamorte avrebbe potuto competere per il titolo
mondiale del lancio del mago. Dopo aver fatto fare un violetto addosso a Lorien
al povero James, si era caricato sulle spalle Sirius e dopo una mezza piroetta
su se stesso lo aveva mandato a fare strike con Joel e Teddy. Ora invece, dopo
aver sollevato una poltrona puntava minaccioso verso Abrham e Charlie. I due
ragazzi, strattonandosi a vicenda cercano un modo per scappare da quella
situazione. Venire centrati da un poltrona con una struttura in ferro,
scagliata alla massima potenza era un esperienza che non volevano provare -
Perché le stupeficium non funzionano?- urlò il Licantropo verso la sua
bacchetta, agitandola nemmeno volesse strangolarla.
-NON LO SO!-
-MERLINO, MORIREMO TUTTI QUANTI!-
L’impatto con il mobile fu devastante, i presenti li videro finire
per riflesso addosso ad un muro per poi cadere di rimbalzo tendendosi uno la
testa e l’altro il naso, probabilmente fratturato. Avevano provato ad
aggredirlo con la magia, a contrario di James e Frank non erano disarmati, ma
le Stupeficium e gli altri incantesimi semplici gli rimbalzavano addosso. -
PORCA TROIA!- urlò Charlie con la mano sinistra impegnata a reggere il naso
e a frenare con le dita l’emorragia - Guardategli la fronte!-
Sulla fronte del Mangiamorte era incisa la parola EMET, in inglese
Verità, era un Golem per la miseria! Per questo motivo i loro attacchi non
avevano alcun effetto! Era una bambola assassina fatta di magia e per questa
ragione né era immune. Volse la testa verso Abrham che cercava di riprendere i
contatti con la realtà scrollando ripetutamente la zucca - Dobbiamo cancellare
la E.- mormorò socchiudendo gli occhi e puntandoli verso la creatura - Così da
EMET avremo MET che significa morte e smetterà funzionare! -
-Bravo…- masticò il licantropo a occhi socchiusi per via
dell’intontimento- Vai.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Per impartire un ordine ad un Golem bisogna scriverlo su un pezzo
di carta e ficcarglielo in bocca, James Remus cercò di riflettere rapidamente
mentre con ambo le mani cercava di reggersi al corrimano delle scale. Aveva la
bambola assassina a tirarlo per una caviglia e voleva evitarsi un violetto
addosso a qualche amico o magari conto la cappa del camino. Tutto inutile però,
sentì la presa delle dita cedere e letteralmente fendere l’aria per impattare
addosso a Remus, che poveretto tentò di frenargli la caduta, finendogli steso
sotto.
-FATEVI VENIRE UN IDEA PER LA MISERIA!- urlò John da qualche parte nella sala disastrata, probabilmente
era finito sotto al divano ribaltato e a causa del male non riusciva ad uscire.
Il Golem si guardò attorno, poi puntò dritto alle scale, tutto inutile il
tentativo di Lorien di bloccarlo abbrancandogli il braccio sinistro, fu
sbattuto addosso ad Harry e finì per terra addosso a lui - JOLIE! EMMIE! DANI!-
urlò alle ragazze che all’inizio del massacro aveva detto di nascondersi - STA
VENDENDO DA VOI!!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Jolie si volse verso le due ragazzine dietro di lei e con uno
strano sorriso lasciò cadere le braccia - Signore, moriremo tutte quante.- se
gli uomini potevano sopravvivere ad essere usati come palla addosso ad un muro,
loro, coi fisici si ritrovavano. Emmie e Daneel si abbracciarono e arretrarono
assieme mentre Jolie cercava di farsi venire un idea. Appena il Golem apparve
dalle scale, si spinse indietro davanti alle ragazze che tremavano allacciate.
Chiuse gli occhi in attesa di qualche manata a sfondarla quando, una serie di
passi affrettati su per i gradini le suggerì l’arrivo della cavalleria. Sollevò
le palpebre di scatto e trovò James Remus aggrappato alle spalle del
Mangiamorte in stile koala in riserva di affetto, Abrham che gli abbrancava la
vita a cercava di spingerlo all’indietro e Joel, che cercava di fargli cedere
le ginocchia. - Ragazzi così vi ammazzate!- urlò Daneel.
Detto fatto, il Golem finì a parte addietro, trascinandosi nella
caduta giù per le scale i ragazzi che arrivarono in condizioni disastrose ad
impattare contro il pianerottolo. Nel mentre che il Golem si rialzava, Sirius
arrivò con una secchiata d’acqua che cancellò la scritta sulla sua fronte.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Una volta cancellata la scritta, il Golem si disintegrò diventando
polvere d’argilla, rivelando la figura dei tre ragazzi che si era tirato
appresso nella caduta. Joel fu il primo a tirare su la testa, toccandosi la
nuca con la sinistra mentre Emmie scendeva le scale a due a due, si volse a
guardarla con l’occhio visibile a disposizione e ridacchiò quando la vide
crollare in ginocchio con un sospiro di sollievo. Abrham non si alzò, ma si
guardava attorno con un espressione leggermente tramortita, che divenne però un
discreto sorriso quando Dani gli si chinò sopra e James Remus? Girato su un
fianco, con un braccio a coprire la testa era stato quello che più aveva
risentito della caduta. Il Golem l’aveva praticamente travolto e non aveva
potuto evitare di impattare la testa più volte contro i gradini. Jolie gli andò
accanto, scrollandolo leggermente - James avanti non mi pare il caso di fare lo
scemo…- perché sicuramente sta fingendo di essere ancora svenuto solo per farle
venire qualche accidenti. Gli passò una mano sotto la testa, per cercare di
girarlo e l’urlo che le ruppe in gola fu talmente assordante che tutti i
presenti si voltarono verso di lei. Aveva la mano bagnata di sangue, sentì le
lacrime montare mentre cercava lo sguardo di Sirius che per istinto cercò di
aggrapparsi al corrimano.
-No.-
L’unico ad avere abbastanza sangue freddo fu Lorien, che facendosi
largo fra i presenti, andò a girare il ragazzo per appoggiargli la testa contro
il petto - E’ vivo non vi fate prendere dal panico.- si sporse verso Jolie,
prendendole il viso fra le mani - E’ vivo, sta calma…- Facile da dire di stare
calma, soprattutto per l’arrivo del suo incubo peggiore, tenuto in piedi da
Frank. Cygnus si guardò attorno, ancora ammanettato al Cacciatore, poi portò
gli occhi nocciola verso Jolie, schiudendo poi le labbra in un sorriso - Ti
sono mancato tes…- non riuscì a finire alla frase che gli arrivò un pugno sulla
tempia sinistra firmato Harry Potter - Non la devi nemmeno guardare.- disse il
bambino sopravvissuto prendendogli il mento nella mano sinistra e sollevandogli
il viso a forza -… Hai capito!?-
James Remus sospirò socchiudendo gli occhi mentre in uno sfarfallio di
ciglia metteva a fuoco la figura di Andrea seduta accan
JamesRemus sospirò
socchiudendo gli occhi mentre in uno sfarfallio di ciglia metteva a fuoco la
figura di Andrea seduta accanto al suo letto. Socchiuse le labbra nella speranza di incamerare più aria possibile
nei polmoni che sentiva bruciare e sollevò il capo dal guanciale, mentre
cercava di allungare la mano verso quella della donna. Riposava con la
testa reclinata sul petto, i ricci ancora biondi lungo il viso a sfiorarle i
pugni stretti sulle ginocchia. James coprì il destro
con la sua mano sinistra e la vide sussultare prima di voltare il capo verso di
lui. - Tesoro.- Bellissima nonostante l’età non più verde e l’aria stravolta,
il ragazzo si ritrovò a sorriderle mentre quella si
chinava su di lui, appoggiando i gomiti sul bordo del materasso e con dolcezza
prendeva a lisciargli la fronte -…Come ti senti?- ll
ragazzo non le rispose, mentre continuava ad osservarla come se la vedesse per
la prima volta. Il naso leggermente all’insù, gli occhi grigi dal taglio
particolarissimo, le labbra piene, in passato doveva essere
stata un vero spettacolo. Tentò di portare una mano alla fronte, ma
Andrea glie lo impedì prendendogliela fra le sue e
riconducendogliela sul petto - Hai una brutta ferita tesoro, non devi toccarti
così alla cieca.- il ragazzo tornò a guardarla dopo aver converso le iridi
verso l’alto - Potresti far danno..- stava per risponderle quando uno
scricchiolio di cardini attirò la sua attenzione e un uomo sulla cinquantina,
ma ancora piuttosto belloccio entrò in scena facendo capolinea sul suo letto.
-Quando si è svegliato?-
-Qualche attimo fa.-
Sirius si chinò sul figlio
poggiandogli qualche pacchetta sulla guancia sinistra
- Allora come andiamo campione?- gli chiese socchiudendo leggermente gli occhi
di un grigio più chiaro rispetto a quello di Andrea -
Abbiamo scoperto che hai davvero la testa più dura del marmo.- ridacchiò
tirandosi su dal capezzale del primo genito che
rivolse una vera occhiata stranita - Ma…- cominciò con le sopracciglia vicine a
creare una minuscola ruga di espressione - Ma voi due chi siete?-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Neanche il tempo di entrare in casa Lovegood
che Lorien vide il mondo ribaltarsi e si ritrovò
schiena a terra a contare le stelline che gli ballavano attorno alla testa in
stile cartone animato. Lo aveva sempre pensato
che a Xeno Lovegood mancasse qualche rotella, ma fino
ad adesso non lo aveva mai creduto capace di
commettere qualche omicidio… Tirò su la testa e le spalle dal pavimento, giusto
in tempo per vedersi vedere correre incontro Luna - Che diavolo?- le chiese
intontito mentre Xeno li raggiungeva tenendo sollevato il lembo inferiore del
caffettano - Che diavolo era quella cosa?- Ovvero quella specie di tronco
d’albero legato al soffitto che una volta aperta la porta, gli era piombato
addosso costringendolo a buttarsi per terra per non morire a causa di fratture
e svariati traumi interni.
-Il nostro sistema di sicurezza.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Un silenzio agghiacciato cadde nella stanza mentre Andrea sgranava
gli occhi e Sirius arretrava di un passo - Come chi
siamo?- gli fece eco proprio il Malandrino mentre il ragazzo lo fissava
curioso. Crescendo per la miseria era diventato la versione maschile di Andrea – e quindi molto simile a quella foto che ritraeva
un giovanissimo e sorridentissimoAlastorMoody abbracciato a
quella che sarebbe diventata la sua dolce metà-a tratti gli faceva quasi impressione guardarlo. Ma chissà forse ad
Andrea faceva specie avere a che fare con Joel che
era praticamente la sua versione giovane. Scosse la
testa per cacciare quel pensiero ridicolo in quel momento e deglutendo l’aria
che non aveva bisbigliò - Come chi siamo?- uno sguardo ad Andrea che ancora
teneva le mani premute sulla bocca - Siamo i tuoi genitori!-
L’espressione genuinamente perplessa di James
fu una coltellata. Lo conoscevano, sapevano quando li stava prendendo in giro
oppure no, e in quel momento, non stava scherzando per nulla. Era tremendamente
serio, non aveva la minima idea di chi stava guardando…
-… James.- tentò Andrea - Sono la mamma,
non mi riconosci?-
Il ragazzo la osservò a lungo, prima di
scrollare la testa - No, mi spiace.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Eppure c’era qualcosa che non
andava, come un senso di malessere che Lorien non
riusciva a spiegarsi. Appoggiato al battente della porta, osservava Luna
intentata a rassettare la cucina, sporse fuori il labbro inferiore e si guardò
attorno - Sicura che vada tutto bene?- le chiese per la terza volta e la
ragazza ridacchiò un - Ma certo.- Fortuna
che doveva essere lei quella nervosa per via della gravidanza. Si portò una
mano a quell’abbozzo di pancia e sorrise
accarezzandola mentre con l’altra mano asciugava il lavello. Si vedeva ancora
poco, ma lei sapeva che là dentro c’era il seme della sua serenità - Se è
maschio come vorresti chiamarlo?-
Lorien sollevò lo sguardo al
soffitto e sorrise. Cercava di non pensare di stare per diventare padre,
soprattutto quel cosetto che doveva essere suo figlio
era nella lista d’ingredienti dei Mangiamorti e per
evitarsi deragliamenti di testa indesiderati - Zack.-
rispose dopo qualche secondo tornando a guardare la compagna - Mi piace Zack.-
Luna annuì - Piace anche a me.-
- E se femmina, come la chiamiamo?-
-Lily.- senza esitazioni. Lorien
sospirò, non c’era bisogno di chiedere per quale ragione volesse
chiamarla a quel modo, si leccò il labbro superiore e si irrigidì visibilmente,
sotto lo sguardo di Luna che gli rivolse un’occhiata perplessa di risposta -
Cosa?- il ragazzo provò a risponderle, ma il perché di quella sua faccia si
palesò subito dopo. Era VincentTiger!
-CHE DIAVOLO!- scattò la ragazza
appiccicandosi al mobile dietro di lei, gli occhi enormi fissi sul Mangiamorte.
-Mi spiace tanto tesoro.- Luna volse lo sguardo verso il padre -
Ti rifarai una vita lo so… Sei così giovane.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Quella lunga processione al letto del malato non aveva senso. Il Medimago era chiaro, si trattava di amnesia
da trauma. Ma tutti, chi più, chi meno, avevano
cercato di tentare la fortuna, presentandosi al capezzale di James con il miglior sorriso a disposizione, per poi
sentirsi dire il solito. -No, non so chi sei.- Persino Joel
e Teddy si erano sentiti rispondere picche dal
ragazzo che ora però, osservavaEmmie
con un certo interesse. La ragazzina piegò la testa verso la spalla sinistra e
i presenti sentirono James ridacchiare un intenerito -
Che bellina.- prima di ricambiare il sorriso della cucciola. Che il ragazzo avesse sempre avuto una sorta di debole per Emmie era una cosa più che nota. Fin da quando era nata
l’aveva considerata come una specie di mascotte, non per niente era stato lui a
tirare fuori il soprannome “Biscottino.”Che ora si facesse prendere da quel musetto di zucchero era quasiun
sollievo.
-Almeno di lei si ricorda.- commentòJolie da vicino al padre, prima di allontanarsi dalla
stanza con le pive nel sacco. John le andò dietro, con le mani in tasca a
sollevare il mantello che lo copriva malamente -
Perché non ti fai vedere, magari succede come nella favola di Biancaneve e la
principessa si risveglia.-
Jolie si batté una mano in faccia -John non
scassare..-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Cosa diavolo doveva scusargli, cosa stava
succedendo? Luna fece saettare lo sguardo dal padre a Lorien
che sembrava ben inteso la situazione a differenza sua e dopo qualche secondo
lo vide tendersi in un sorriso - Ci ha venduti.- le
rispose sospirando e voltando la testa verso Lovegood
che si torceva le mani disperato. Li aveva dati ai Mangiamorte
in cambio della vita sua e di Luna. Li? Sì, lui e il bambino
che la ragazza portava in grembo. La vide lentamente sbiancare mentre
serrava le braccia attorno alla pancia. Povera piccola.
-NO! NO! NO!-
-Tesoro cerca di ragionare.-
-Sei tu che non ragioni!- urlò la
ragazza.
-Lo faccio per te!- Luna che lo fissò stordita. Poteva comprendere
le sue ragioni, l’amore folle per lei, unico membro della sua famiglia, ma come
poteva chiederle di sacrificare suo figlio e l’uomo che amava? Guardò Lorien, i pugni stretti e lo sguardo fisso a chi l’aveva
tradito… Si stava trattenendo dal farli fuori. Solo perché uno
di quei due era suo padre.
-Fai quello che devi.-
Lorien sollevò un sopracciglio e senza cambiare
posizione portò gli occhi verso di lei -Luna.-lo
aveva visto in azione, lo sapeva cosa diavolo poteva fare se dava fondo alle
sue energie, poteva anche ucciderlo quello spostato di Xeno. La guardò deglutire a vuotò mentre
serrava le dita sulla stoffa della maglia.
Mettere fuori gioco Tiger era stato fin troppo semplice per Lorien
Mettere
fuori gioco Tiger era stato fin troppo semplice per Lorien. E’ proprio vero il detto, più sono grossi, più fanno rumore quando cadono e il Mangiamorte
era atterrato con un tonfo ai piedi del Cacciatore che quasi non c’aveva
provato gusto. Ormai era ad un punto che se non trovava avversari capaci di
tenere testa, si annoiava nei duelli. Portò lo sguardo verso Luna, appoggiata
alla parete di fondo della stanza e si strinse nelle
spalle con un mezzo sorriso a rassicurarla. Ormai non c’era nulla da teme… Si bloccò e sollevò lentamente le mani mentre lasciava
cadere la bacchetta, Xeno gli era arrivato alle spalle e lo stava minacciando
alla nuca. Sollevò al sguardo al soffitto e fece
schioccare la lingua contro il palato -
A pensare che ti ho sempre difeso quando gli altri ti chiamavano idiota
mentecatto.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Che
Daneel avesse un debole per Lorien ormai era un dato di fatto, tutti lo sapevano
e alla fine la ragazzina non faceva nulla per nascondere questa sua simpatia. Lorien nonostante tutte le pecche sapeva
farsi voler bene anche con un sorriso e la piccoletta andava semplicemente in
delirio ogni volta che lo incontrava. Però c’era
qualcosa che non andava. Abrham, che la guardava
dormire, si era reso conto subito che quello in cui Dani era immersa non era
semplicemente un sogno in cui il suo idolo era il protagonista. Sdraiata sotto
ad una coperta, sul divano di casa, la ragazzina si lamentava, voltando il capo
a destra e a sinistra sul cuscino, sembrava lottare con un
immagine che le faceva provare dolore fisico. Severus,
che era stato avvertito dal ragazzo, si rese conto che sotto le coltri si era
conficcata le unghie nelle palme delle mani. Rivolse uno sguardo preoccupato al
licantropo, che si spettinò i capelli con la mano sinistra. Non ci voleva un
genio per capire che quello non era un semplice sonnellino rilassante e che
come il fratello, anche Dani era in grado di avere visioni di quello che
accadeva lontano da lei. La videro spalancare gli occhi di botto e drizzarsi a
sedere facendo leva sul braccio sinistro.
-Lorien.-
-Che hai sognato?-
La
ragazza rivolse al padre uno sguardo stralunato. Aveva sognato, aveva visto,
doveva andare. Allontanò le coperte con un calcio e stranamente le venne in
mente ciò che Lorien le aveva detto una volta,
durante il suo soggiorno nella cantina di Spinner’s
End:“Ci sono persone che entrano nella nostra vita senza
un reale perché. Sono lì, ce la mandano a gambe all’aria e noi non riusciamo a
fare altro che sparare che lo facciano per sempre.” Sentì le lacrime montare, perché era sicura che fosse
successo qualcosa di grave.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Dani
si concesse soltanto un paio di secondi di shock, prima di correre da Lorien che cercava di rimettersi in piedi. Il Cacciatore
vantava una brutta ferita alla fronte e il sangue colato da esso
gli aveva chiuso l’occhio sinistro. Eppure ancora
inferiva sul corpo a terra di Xeno Lovegood,
prendendolo a calci dove capitava. Daneel, gli
andando accanto e s’inserì fra lui e la sua vittima, tirandolo indietro
tenendolo per i fianchi della camicia e costringendolo a camminare all’indietro
- Lorien! Lorien ti prego calmati!- lo implorò mentre Piton andava a prestare soccorso all’uomo a terra. Lo sentì
agitarsi fra le sue braccia, cercare di arrivare a Lovegood
che a terra piagnucolava, ma alla fine si lasciò cadere addosso a Dani, che
dovette faticare non poco per reggerlo.
-Hanno
portato via Luna.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Che significa
che hanno portato via Luna?-
chiese Piton mentre cercava di sollevare da terra
quel mucchietto di carne pestata che era Xeno - Dove l’hanno portata?
Chi?- Non riusciva a capire l’ex professore cosa stava
succedendo e per quale motivo fosse diventato una belva con il suo futuro
suocero: l’uomo si lamento fra le sue braccia e Dani
dovette faticare tutte le sette camice del proverbio per trattenere il
cacciatore. Si volse a guardare il padre, poi il Direttore del Cavillo - Ha
fatto un patto coiMangiamorte,
Lorien e il bambino per la vita sua e di Luna…- scosse la testa mentre Severus
sgranava gli occhi - Ma ha capito a sue spese che i Mangiamorte
mentono… LuciusMalfoy è
apparso all’improvviso e si è portato via Luna.-
L’aveva
visto tutto in quella specie di incubo/visione che le
aveva rovinato il sonnellino, sentì Lorien irrigidirsi
fra le sue braccia e un secondo dopo, stava ancora facendo il diavolo a quattro
per impedirgli di finire il lavoro e fare fuori il suo obbiettivo.
-L’ammazzeranno! - smaniò il Cacciatore -Ti rendi
conto!? Le caveranno dalla pancia il bambino, la sbudelleranno come hanno fatto
con la povera Agata…- la madre di Abraham
la cui brutta fine era nota a tutti - Sei un porco schifoso.- cercò di levarsi di dosso Daneel
prendendola per le spalle e strattonando, ma la ragazzina non glie lo permise e
rese la stretta in cui lo bloccava ancora più compressa.
-DANI
LEVATI DAL CAZZO!-
-NO!-
-
PERDIO FAMMELO AMMAZZARE!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Voleva
dormire, o almeno voleva provarci. Da che si era ripreso da quella sorta di
coma da occhi aperti JamesPotter non aveva trovato dieci minuti per stendersi
da qualche parte e provare a schiacciare un pisolino, ora sentiva il suo fisico
prossimo a cedere. Si volse sotto la coperta che si era tirato addosso,
socchiudendo un occhio per via di quella strana sensazione alla bocca dello
stomaco. Erano passati anni dal suo addestramento a Cacciatore, ma ancora i
suoi sensi riuscivano a captare uno sguardo su di sè
… Soprattutto se questo accadeva in una stanza che doveva essere vuota! Si tirò
su di scatto, scostando le coperte con un ampio gesto del braccio e portò gli
occhi verso l’angolo della stanza dove un ombra lo
stava fissando.
-Chi sei?-
- La tua fine.-
Un
urlo invase la casa e Jolie fu la prima ad accorrere
alla camera del padre. Spalancò la porta e la prima cosa che vide fu James, spiccicato contro il muro, sollevato da terra una
decina di centimetri. - Papà?- esclamò avvicinandosi di un
passo, per poi inquadrare anche il suo aggressore, la persona che lo teneva
contro la parete a quel modo. Lunghi capelli rossi e occhi
verdi che si spostarono apatici verso di lei.
-Mamma?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Jolie si
ritrovò ad impattare contro la porta dietro di lei, scardinandola e rotolando a
terra con un grido. Si tirò su sputando sangue e sollevò gli occhi verso il viso
del suo aggressore. - mamma?- ripetè ancora scioccata mentre *Lily* sollevava la mano sinistra verso di
lei. Si sentì agguantare la gola da una mano invisibile, strabuzzò gli occhi e
portò la mancina proprio in quel punto mentre si sentiva sollevare ancora una
volta. Questo però le permise di vedere l’arrivo di suo padre armato di…laccio
delle scarpe? James si appoggiò per un momento al
battente della porta, prima di arrivare alle spalle della creatura che aveva le
sembianze di sua moglie e passarle la stringa attorno
al collo. - Jolie, attaccala.-
ordinò alla figlia che ricadde a terra in ginocchio -
JOLIE QUESTA NON E’ LA MAMMA! E’
UN INFERO!-
La ragazzina
portò gli occhi verso di lui - E allora perché
sta cercando di respirare?-
Fine
capitolo
Con questo finiscono i mini capitoli e si tornerà a qualcosa di più sostanzioso.
Su youtube, sul profilo di Rinrei85 è comparso il
primo video dedicato a Sirius e Andrea, se vi va dateci uno
sguardo.
Se c’era qualcosa di giusto in quello che stava succedendo , lei non
riusciva a vederlo
Se c’era qualcosa di giusto in quello che stava succedendo , lei non riusciva a vederlo. Osservava l’uomo rannicchiato
a proteggere con il suo corpo la sorellina e una groppo
le serrava la gola. Perché le sue urla facevano così
male? Perché non riusciva a tollerarle? Il piano era
andato fin troppo bene, in un colpo solo avevano messo sotto
scacco buona parte della famiglia Potter, il
padre, schiacciato contro il muro dal suo incantesimo, e i due figli minori. Lorien , accucciato su Jolie, che incassava al suo posto le crucio
che Avery gli lanciava addosso e Jolie,
che cercava di toglierselo di dosso facendo forza con le mani contro le sue
spalle. Stringe i denti in una piccola smorfia. Doveva capire maledizione! Alle
sue spalle, James batte all’indietro la testa contro
il muro, soffocando un imprecazione con i denti
ficcati nella carne nel labbro. Maledizione, gli stavano uccidendo i figli
davanti agli occhi. Lorien non poteva
resistere ancora a lungo a quegli attacchi, era migliorato, ma non così
tanto. EJolie, delicata
com’era, sarebbe morta di dolore alla prima crucio da
incassare. Strinse i pugni, cercò ancora di staccarsi
da quella parete, di andare avanti col corpo, per fare cosa poi non lo sapeva. Se doveva dirla tutta, era andato tutto a puttane così facilmente
che non sapeva dire che diavolo era successo. Un secondo
prima stava strangolando quella “cosa”con il viso di Lily e un secondo
dopo stava appeso al muro come un calendario ad ascoltare le urla del suo
secondo nato . -LORIEN!- gridò in risposta all’ultimo
strillo del giovane Auror - RESISTI!-
Era più facile a dirsi che a farsi. Chiedergli di resistere,
lo sapeva che lo spirito di Lorien era forte, per Jolie si sarebbe fatto fare a
pezzi, ma il suo fisico. Lo guarda sputare sangue fra una pausa all’altra fra
gli incantesimi, riprendere fiato e rispondere al pianto della sorellina con un
sorriso. Era forte, ma non poteva reggere. Dovevano sperare in un miracolo.
Lo guardò girarsi verso quella che aveva la faccia di sua
madre. Osservarla, mentre Jolie singhiozzava con la
testolina fra le mani - Non permettere, che mi uccidano…- James
sgranò gli occhi, doveva essere impazzito, quella non era Lily! Non poteva
essere lei, il dolore lo stava facendo sragionare e rapportare a quella “cosa”come se fosse stata sua madre -
Mamma!-
La donna sussultò, sotto quello sguardo sofferente che la
osservava, vide qualcosa. Nella sua testa si formò un
immagine, due ragazzini seduti su un divani e fra di loro, una bimbetta
di un paio di anni che rideva battendo le mani eccitata. Sentì le ginocchia
piegarsi, il fiato crollare miseramente, chiuse gli occhi strizzando le
palpebre. Cos’era quel frammento?
-Mamma!- Jolie fece eco alle
parole del fratello, mentre questo si torceva all’ennesimo colpo di Crucio alla schiena. Il sangue gli scendeva
lungo le braccia, aveva sporcato anche Jolie,
vestita di bianco.- MAMMA! MAMMA NON
LASCIARE CHE CI UCCIDANO!-non sapeva che diavolo stava succedendo, ma
aveva deciso di dare corda a Lorien, James, sul fondo della scena … prese fiato, e vista la
reazione della donna, decise di dare manforte alle sue creature. -Lily i nostri figli! I nostri ragazzi! Guardali! TU NON GLI VUOI FARE DEL MALE!-Nessuno sapeva bene
che diavolo stava accadendo, si seguivano l’un l’altro sulla strada, senza sapere
quale diavolo fosse la meta finale, sperando solo di non morire o di non
assistere a qualcosa del genere. Un miracolo era stata
l’apparizione di Lorien, a proteggere Jolie un secondo prima che la prima crucio
di Lily la colpisse, un miracolo doveva accadere ancora.
Lorien aspettava l’arrivo di
Daneel con la cavalleria. Per qualche strana ragione
quella ragazzina sapeva sempre quando era nei guai, se ne era
reso conto prima, al suo arrivo a casa Lovegood, ed
era quasi sicuro che l’avrebbe seguito una volta accorta della sua assenza. Le
era scappato da sotto al naso per andarsene a casa a
cercare l’aiuto del padre e arrivando si era ritrovato davanti ad una scena ai
confini della realtà. James che volava, latteralmente, ribaltato in
aria da un incantesimo di Lily, e la donna che puntava la bacchetta verso Jolie, seduta a terra. Correre verso
di lei, cerca di proteggerla, era stato un tutto uno.
“Avanti
Dani.”si disse.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry sollevò gli occhi
dalle scartoffie che ingombravano la sua scrivania, perplesso dall’identità
dell’ennesimo visitatore del suo ufficio. Una DaneelPiton che si guardava
attorno in ansia, gli occhi nocciola che vagavano da una parte all’altra della
stanza, senza badare a lui. Inarcò un sopracciglio quando la piccola
abbassò le spalle sconfitta e si alzò in piedi,
spostando indietro la seggiola. Questo movimento servì a portare verso di lui
l’attenzione della piccola Legimante. - Ho sbagliato.-
borbottò questa girandosi, pronta ad andarsene, e ad ignorare il mago che la
fissava perplesso dall’altra parte della stanza. Doveva trovare Lorien, nel meno di un giorno, era la seconda volta che
sentiva che aveva bisogno di lei. Raccolse il labbro inferiore fra i denti e
buttò un occhiata stranita alla porta che non voleva
saperne di aprirsi nonostante tutti i suoi sforzi. Si girò a guardare Harry da sopra una spalla -… Di grazia?- Quella era solo la
coda del pensiero che le era saltato in mente e che purtroppo non era riuscita
a trattenere, Harry fece il giro del tavolino e lei
si voltò completamente verso di lui. A volte, come in questo momento, aveva
l’impressione di perdere interi stralci di conversazione. - Mi dici che…- provò
con il capitano degli Auror che la osservava
corrucciato, prima di zittirsi e aggrapparsi al suo braccio.
-Dani!?-
-Silenzio!- squittì la ragazza, il tono di voce reso acuto
da quello che il suo cervello stava sopportando - E’ la prima volta che mi
capita di avere una visione da sveglia!- A quanto sembra quella sorta di legame
che sentiva con Lorienera stretto
da ambo le parti, aveva l’impressione che l’uomo la stesse aspettando con
ansia, che la stesse chiamando. Si guardò freneticamente attorno, da che parte? Da che pare, maledizione!
Non riusciva a vedere, qualcosa o qualcuno glie lo stava impedendo.
- DANEEL!- La stanza ed Harry con essa si inclinò in un angolazione assurda, ma la piccola non
si rese conto di essersi afflosciata come un sacco di patate fra le braccia del
mago, ne che il suo corpicino fosse attraversato da
spasmi simili a scariche elettriche -
DANEEL! DANEEL! CAZZO, CHE SUCCEDE!?- gridava Harry in preda al panico - Dove sta Lorien!?
Che posso fare?-
La piccola si drizzò a sedere, i boccoli neri arruffati a ricordare un covone di paglia battuto dal vento,
portò gli occhi neri verso Harry - A casa tua Godric’s Hollow.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Daneel con quelle parole
aveva praticamente suonato la carica, un secondo dopo
averle pronunciate, aveva sentito l’appoggio della schiena venire meno e si era
ritrovata stesa a terra, come una grossa tartaruga rivoltata sul dorso. Harryera stata molto più svelto di lei a
fare l’addizione, a dirsi che Godric’s, Lorien non era solo. Apparve in uno sbuffo di fumo
argenteo al piano inferiore della casa e forse, sotto ad un presagio, i suoi
occhi si portarono a quella macchia sul pavimento che segnava il punto in cui Jamesera caduto sotto lecrucio di Voldemort la notte di Holloween del 1981. Un momento lungo una
vita, prima di avvertire l’urlo rauco di Jolie.
Salì le scale a due a due, prima di spuntare in corridoio, dove la scena si
stava svolgendo. In un secondo i suoi occhi andarono da James,
appeso al muro da quella che sembrava una folata di vento che solo lui riusciva
a sentire, a Lorien steso su un fianco , accanto a Jolie che si teneva
la testa fra le mani. Cavò dalla tasca la bacchetta, ma non fece a tempo a
puntarla verso Avery che la vista di Lily gli fece
mancare il fiato in gola.
-Mamma?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Un grido esplose nella testa di Lily non appena vide Harry apparire. Sembrò come se qualcuno dentro di lei si
stesse ribellando con tutte le sue forze ad un qualcosa che la ripugnava, che
odiava con tutta l’anima, gridando con tutte le forze che le rimanevano in
corpo. Si sporse ad afferrare la bacchetta di Avery, praticamente ci si aggrappò con tutte le sue forze,
spingendogli l’arma verso il basso. - BASTA!-gemette con un rivolo di sangue che le scendeva da una
narici - ANDIAMOCENE!- Il Mangiamorte annuì,
praticamente perso alla sprovvista-ANDIAMOCENE!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Che diavolo è successo?- era più o meno la quarta
volta che Sirius glie lo domandava
e James si sentiva pronto a spedirlo a calci in culo all’inferno. Non lo sapeva che diavolo era successo,
era accaduto tutto talmente alla svelta, che da qualunque parte la guardasse,
vedeva solo la merda grondare dal cielo. Sospirò
secco dalle narici mentre Lorien si lamentava, steso
di pancia sul lettino che con la sua mole, aprendo gli occhi per riconoscere
chi gli stava medicando la schiena. Alice che si tirò
indietro per rispondere alla sua occhiata con un sorriso materno.
-Non lo so. Penso che sia un
infero, oppure cercava di respirare.- quando l’ha bloccata da dietro, prima che
si liberasse di lui -… E poi, le grida di Lorien…-
guardò il ragazzo che chiudeva gli occhi sfinito - Le
facevano effetto, Jolie che piangeva e la vista di Harry.-
Poco lontano da James, Jolie cercava di riprendere fiato. Nemmeno lei riusciva a
capire che diavolo era successo e in più, la vista del sangue di Lorien, le stava dando alla testa. Uscì dalla stanza,
scontrandosi in pieno con JamesRemus che entrava. Si toccò
la fronte con una smorfia, prima di riconoscere contro chi
aveva impattato.
Il ragazzo ricambiò il suo sguardo con un espressione tranquilla.
-James.-
-Uhn?-
Sirius si era sporto a
dare il gomito al compagno per mostrargli poi la scenetta che si stava
svolgendo sotto la cornice della porta. James solleva
un sopracciglio con aria furbetta, abbandonando per un momento la
preoccupazione. Preoccupazione però, in cui Jolie stava annegando. Non la riconosceva. Quello guardo era lo stesso che avrebbe riservato ad una appena
incontrato per strada. Non a lei. MAI A LEI. Senza rendersene conto si ritrovò
nelle orecchie una vocetta lontana che ridacchiando
le diceva. “Quando ti renderai conto che anche tu mi
vuoi bene, sarà troppo tardi.” Portò una mano alla
bocca e spingendolo via si allontanò correndo. JamesRemus
si ritrovò spalle al muro, voltato verso il padre a cui rivolse una faccia
perplessa. -Che ho fatto?-
-Che NON hai fatto.- commento
l’animagus sospirando.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Nel momento stesso in cui JoelAlastor Black aprì la porta del bagno, vide il mondo
ribaltarsi e sentì qualcosa di leggero rimbalzargli addosso, mentre lui
impattava contro il pavimento. Chiuse l’occhio per riflesso, rimanendo per un
momento senza fiato per il dolore, prima di aprirlo e inquadrare una capoccetta color mogano appoggiata
alla sua spalla destra. -Jolie?- chiamò perplesso,
prima che la ragazza aprisse gli occhi e si sollevasse per incontrare il suo
sguardo - Che è successo?- attimo di silenzio - Perché
piangi?- Cercò di trattenerla per un braccio quando la sentì balzare in piedi,
ma se la sentì sfuggire fra le dita e quasi cadde a faccia avanti per la mossa
improvvisa in cui si era lanciato. Si tenne lontano dal pavimento, puntellando
entrambe le mani e stranito si volse verso quella risatina allegra che veniva
dalla biblioteca. Emmie, che come diavolo faceva non
si sa, non se la faceva mai scappare una, se la stava ridacchiando del comportamento
di Jolie, con una manina premuta sulle labbra.
-Che diavolo è
successo?- le chiese.
-…Non ti
preoccupare.-
-Sì, ma che le
prende!-
-La verità fa male Al.-
Joel aggrottò la
fronte con la classica aria di uno che non ci sta
capendo un accidenti, e Emmie sollevò le spalle,
troppo divertita dalla scena per degnarsi di svelare, cosa, per la precisione
la faceva tanto ridere –Mah…- si sollevò spolverandosi i pantaloni –Se lo dici
tu.-
Tutti, ma proprio tutti in quei giorni avevano avuto la certezza che la
situazione avesse toccato il fondo del barile, che per
Tutti, ma proprio tutti in quei giorni avevano avuto la certezza
che la situazione avesse toccato il fondo del barile,
che per andare peggio di così rimaneva solo che scavare fra la melma e sbucare
in una fossa biologica. Peccato che non fosse veramente così,
che tutto quello che era capitato loro fosse solo la punta dell’iceberg, che
mancava ancora il peggio del peggio. Quello che non dovrebbe
mai esistere e invece … Il ritorno alla scuola di Magia non era servito a
sedare la preoccupazione di Tonks, quasi ogni notte
si svegliava gridando il nome dei figli, fare un sonno completo per Remus era diventato un miraggio. Però non poteva chiederle
di smetterla , di darsi una regolata, lei manifestava
la paura che lui stava accumulando e stipando nel subconscio. L’energia
chesi sarebbe sfogata nella
trasformazione, che a sto giro, probabilmente l’avrebbe
mandato al St. Mungo. Però doveva ammetterlo, non
riusciva a darle più di tanto peso, si credeva un semplice genitore in ansia,
non certo non si credeva nel preda di un sintomo di un
qualche oscuro presagio. AdHogwarts
c’era Silente, c’era il fior fiore della gioventù magica attorno ai suoi
figli,e una linea diretta con il Ministero della Mangia, non c’era bisogno di
agitarsi. Emmie e Ted non
potevano essere più al sicuro. Eppure, non poteva dimenticare
il fatto cheJoel fosse stato aggredito
proprio ad Hogwarts, così come John. Il piccolo di
casa Black ne avrebbe portato i segni per sempre di
quello scontro. Scosse la testa sopra il boccale che stava lucidando, quando notò
su questo una crepa, presagio di morte imminente. Gli scivolò dalle mani
infrangendosi ai suoi piedi. Si tirò indietro di un passo, stupefatto dalla
sensazione di oscuro che l’aveva attraversato, tirò su
la testa e notò Ninfadora che lo osservava da sopra
le teste dei clienti seduti ai tavoli.
Perché adesso aveva
paura anche da sveglia?
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
EmmieLupin
si sentiva in tutto e per tutto una sorvegliata speciale.
Da che era tornata adHogwarts
non c’era stato un momento in cui si era sentita in pace, una volta Charlie, una volta John, una volta Abrham.
C’era sempre qualcuno con lei, non la lasciavano mai
sola. Sapeva perfettamente di essere l’anello debole della catena, quella che
più correva il rischio di andare a completare la lista di ingredienti
dei MangiaMorte, ma così si stava esagerando. Fortuna
quella lezione di erbologia,
e fortuna il fatto di avere una classe con un nomero
dispari di componenti. Neville non era riuscito ad assegnarlo un compagno, nonostante
le palle di pergamena che John gli aveva tirato
addosso, e la faccia supplichevole di Teddy. Così eccola lì, sola in mezzo alla foresta proibita a raccogliere
erbe per la lezione del giorno dopo. Ovviamente sapeva di essere al centro delle attenzioni di tutti per affetto, non perché la
consideravano un incapace o una cretina. La piccola del gruppo che ha ancora
non ha imparato tutti gli incantesimi di difesa e attacco va
protetta, ma stava seriamente diventando scema ad avere sempre qualcuno
attorno.
Sollevò la gamba sinistra per scavalcare una grossa radice e andò
ad accucciarsi ai piedi di un grosso albero, sfilò il paniere che teneva al
braccio e prese a far cadere al suo interno i funghi
che crescevano spontanei fra il muschio. Con un piccolo coltellino fatto
apparire per l’occasione prese a separare i gambi dalle cappelle e li buttò nel
cesto che tirò su con una bella espressione soddisfatta
< Ora, malva di roccia.>
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ficcare assieme due lupi mannaro vicini alla trasformazione era
stata davvero una grande idea. Da quando si era addentrati nella foresta, Ted ed Abrham non avevano fatto
altro che dirsene di tutti i colori, ignorando la raccolta degli ingredienti –tanto
nessuno dei due capiva un accidenti di erbologia- per beccarsi su qualsiasi argomento veniva loro
in mente. Dal modo di portare la cravatta della divisa al colore delle mutande
(!) Davvero, davvero una bella idea. Coscientemente
sapevano di non avere nessun motivo serio per litigare, che infondo
l’altro aveva delle buone qualità, che non era completamente da buttar via, ma
non potevano farne ammeno di dirsene dietro la
qualunque. Remus aveva spiegato loro di stare
litigando per il titolo di maschio alpha della sorta
di branco che avevano messo su, che una volta trovato,
non si sarebbe più scornati per il modo di allacciare la cintura, e che
dovevano portare pazienza fino a…
FAI GREYBACK!> sputò Ted tirandosi di lato per sottrarsi al tocco del naso di Abrham
contro la spalla < Vedi di non farti pigliare strane idee!>
Ted allargò un po’ gli occhi
color miele, mentre l’altro Licantropo si voltava ad indicare un punto dietro
di lui < Non lo senti questo buon odore?> Ted sollevò un sopracciglio mentre Abrham
tornava a guardarlo da sopra una spalla < Carta e cioccolata.>
Ted reclinò la testa all’indietro
e chiuse gli occhi. La scia che gli solleticò le narici gli strappò un sorriso,
l’avrebbe riconosciuta fra mille . Era la sua
sorellina <E’Emmie.>
fece dopo un momento < Effettivamente ha un odore che ricorda la
cioccolata.> come lui del resto e il loro babbo.
Abrham aggrottò la fronte
< Questa seconda scia però di chi è?>
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Assurdo! Totalmente assurdo! Erano dieci minuti buoni che JoliePotter girava attorno a
quel termine e da qualunque parte guardasse la
faccenda, non poteva trovare un altro modo che descriverla se non, assurda,
appunto. Già trovarsi nella Foresta Proibita con JamesRemusle era parso un filo
strano, se non perverso per una ventina di motivi diversi, ora quello si era
messo a fiutare l’aria come un cane che punta la pista, arrivandole ad un
soffio dalla faccia per poi mettersi a camminare attorno a lei, tastando l’aria
ad occhi chiusi.
senti?>
Quello lo aveva capito da sola, porca paletta! di
odore?>
James aprì gli
occhi su un quadrato di cielo fra i rami degli alberi sopra di loro, prima di
tornare a Jolie con un espressione
perplessa < …Cioccolato.> passò un dito sotto la punta del naso
prima di girarsi ad indicarle un punto dietro di lei < Carta e cioccolata,
chi è?>
Merlino quanto gli invidiava quel fiuto da
cane da caccia.
Maledizione a lei e alla sua inutile forma da animagus.
<OEmmie o Ted.> si strinse nelle spalle.
<Emmie. E’una
donna.>
Ora sembrava spaventato.
?>
James si allungò a prenderle la mano
destra e la tirò verso il punto che prima la aveva indicato < Qualcuno la sta seguendo, qualcuno che putta di bella donna.>
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
E’ proprio vero che l’uomo teme ciò che non capisce. Joel Black avrebbe pagato oro per capire cosa diavolo stava succedendo e aiutare il ragazzo che gli tremava come
una foglia fra le mani. Nel bel mezzo del sentiero Charlie
era caduto sulle ginocchia come un sacco svuotato, aveva buttato indietro la
testa e aveva preso a borbottare sottovoce, gli occhi velati da una patina
bianca che aveva non poco terrorizzato Al. < Charlie!
Charliecazzo succede!?> strinse la presa attorno alle sue spalle e provò
ancora a scrollarlo, ma l’altro non parve ancora ascoltarlo, rigido come un
ciocco di legno, osservava il cielo senza vederlo realmente.
gridò allora < Charlie
cosa vedi?>
<Emmie.>
Joel sentiva il sangue ghiacciarsi
nelle vene, il cuore decelerare i battiti, il fiato venirgli meno. Aveva capito
una cosa dei Legimanti, quando avevano queste visioni
così violente su qualcuno loro caro,era
perché questo era in pericolo. Bastava guardare Daneel.
?>
Charlie borbottò
qualcosa di poco capibile
<CHE.CAZZO.SUCCEDE!>
UCCCIDERA’!
EMMIE!>
Joellasciò la
presa di botto sul serpeverde, che camminandogli su
una gamba, si tramutò in salto in volpe e prese a correre verso la parte
destra del sentiero, addentrandosi a folle velocità per una cosetta così
piccola. poco dopo però, quel batuffolo rossiccio, si
sentì afferrare per la collottola, strattonare e buttare in aria e si ritrovò aggrappato alla groppa di un enorme
cane nero.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ted sembrava impazzito, sentiva
nell’aria l’odore della sorella, lo percepiva quasi in gola assieme a quello
metallico del sangue e l’argento. Come ferire a morte un licantropo, lo
spiegano in tutti i libri di magia. Portò le mani alla testa mentre Abrham, un filo più calmo di lui, cerca di ritrovare la
pista che avevano perso per colpa della polvere d’argento
che avvelenava la loro aria e li stava stordendo. < TED!> chiamò il
ragazzo che si era accucciato sui calcagni, la testa fra le mani < TED DI
QUA!>
CULO!> Andò
a sollevarlo di prepotenza da terra, stringendogli il colletto della camicia
fra le mani quasi a creare un cappio, lo trovò con gli occhi velati da una
cataratta quasi cremosa a guardarla. Deglutì a fatica. Ted era leggermente più debole di
lui fisicamente parlando. Che fosse crollato
prima, non lo sorprendeva. < Cazzo.>
Una
fortuna nella sfortuna. L’essere in pochi a seguire Erbologia, il ritrovarsi tutti nella Foresta Proibita, ma
allo stesso tempo essere sparpagliati, impossibilitati a parlarsi, a dirsi cosa
stava succedendo e soprattutto dove stavano andando. L’unica cosa che li
accomunava era il seguire la scia di carta e cioccolata lasciata da Emmie, l’orientarsi fra i rami bassi degli alberi, con solo
quel piccolo appiglio da seguire. JamesRemus portò due dita di entrambi
le mani alle tempie, inspirando profondamente nella speranza di capire da che
parte andare. Sentiva l’odore di Emmie,
gli odori di chi le si stava avvicinando, ma con tutti gli odori di bosco che
si sentiva nel mezzo, era più che difficile. Jolie
fece per parlare, ma la zittì premendo l’indice della sinistra contro le
labbra, l’espressione concentrata e il naso leggermente arricciato per seguire
la traccia. Si volse verso destra -Da
quella parte.- la riprese per mano, tirandosela dietro, senza
badare troppo alle sue proteste. Aveva decisamente
altro per la testa.
Jolie
cerò di tenere il suo passo mentre la foresta attorno a loro pullulava di
rumori, di passi, di voci che riconosceva, ma in cui non riusciva a distinguere
parole. Stavano andando tutti nella stessa direzione. Questo però era chiaro.
-James! Che
diavolo sta succedendo?-
- Spero tanto
di sbagliarmi.-
-Su cosa?- Un grido acuto coprì la risposta di James,
la ragazza sgranò gli occhi mentre poco lontano da lei, Abrham
arrestò la sua corsa, guardandosi furiosamente attorno, gli occhi poi di nuovo
su Ted che respirava a fatica per lo sforzo della
corsa. - … Non riesco a capire da che parte andare.- gli gridò dietro
cercando di afferrarlo per un braccio, per farlo girare verso di lui -Ci
stanno confondendo i sensi!-
Ted
ringhiò qualche parolaccia osservando l’oscurità fra i tronchi, se ne era accorto anche lui, QUALCUNO li stava costringendo ad
andare in tono, a non raggiungere Emmie, che
sentivano vicina , ma che non potevano toccare. Tirò uncalcio all’aria e riprese la sua andatura
verso un punto alla sua sinistra - James!- strillò - JAMES!- Aveva sentito odore di miele, aveva visto la sagoma nera di un cane
andare fra il basso fogliame, ma non era James il
cane nero che si fermò a guardarlo. A questo mancava un occhio.
-Joel, ci hanno lanciato un
incantesimo!-
Il
cane mosse la testa come a dire sì.
-Che possiamo fare?-
Bella
domanda, potevano tirare testate agli alberi perché i loro sforzi erano
inutili. Non riuscivano a venir fuori dall’incantesimo
che stava confondendo i loro passi, JamesRemus lanciò uno sguardo a Jolie,
poi cercò fra gli alberi il proprietario dell’odore che si era unito al profumo
della ragazza. La costrinse ad indietreggiare, ad andargli alle spalle, mentre
l’uomo, nell’ombra, palesava i suoi lineamenti.
-Assomigli a
tuo nonno.-
-Chi diavolo sei?-
-AugustusRookwood.- James portò una mano alla bacchetta che teneva a sinistra, sotto al mantello, la destra era impegnata a reggere forte la mano
di Jolie. La ragazzina gli lanciò uno sguardo
terrificato, e nella luce dalla luna lo vide irrigidire la mascella. - James.- chiamò. Chissà se aveva
dimenticato anche come si… Una forte folata di vento la costrinse a chiudere
gli occhi, si appese al braccio dell’animagus, che
dovette piantare bene i piedi a terra, per non finire all’indietro, addosso
alla piccola.
-Che diavolo…- di magia è.
-NON LO SO!-
Lo spostamento d’aria creato dal Sortilegio Scudo di James fece sollevare il cappuccio del mantello che copriva Remus, il licantropo arresto la sua corsa per dirigere lo
sguardo verso una macchia d’alberi alla sua destra. - Cosa?- gli
chiese Ninfadora tirandogli la mano sinistra per
costringerlo a muoversi - Su tesoro, non abbiamo tempo da perdere.-
-Si sta
battendo.-
-Emmie?-
Remus
tirò su col naso, un vago sentore di miele impregnava l’aria-James.-
Jolie si prese la capoccetta fra le
mani, accucciata alle spalle di James che stava
avendo un emorragia nasale per lo sforzo di resistere a quel maledetto
incantesimo. Afferrò la bacchetta con entrambe le mani, e portò lo
sguardo verso l’alto. - Scusa Jolie.- sibilò, prima di buttarsi a sedere e indirizzare verso
l’alto il flusso magico. -Vacca…- non riuscì a
terminare l’imprecazione che si ritrovò costretto a rotolare per schifare uno schiantesimo. A quanto pare il
tipo ce l’aveva solo con lui
-Va viaJolie.-
-COSA? NO!-
-VA.VIA.SUBITO!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Emmie indietreggiò
ancora un paio di passi fino a sentire contro le spalle corteccia ruvida,
strinse la presa alla bacchetta e il suo interlocutore ridacchiò socchiudendo
appena gli occhi color miele. Un licantropo . Un
licantropo affamato con gli occhi quasi arancioni.La
ragazzina sentì la saliva azzerarsi mentre quello si avvicinava annusando
l’aria -… Che buon odore.- mormorò leccandosi
le labbra -Cioccolato. - Schiuse le labbra in
un sorriso aguzzo e la ragazza si ritrovò ad aggrapparsi all’albero dietro di
lei con la mano libera - Tu chi sei?-
-Antonin.-
-Antonin?-
Il
ragazzo portò lo sguardo verso un punto imprecisato verso la sua sinistra, come
se stesse pensando a qualche cosa, prima di ritornare a sorridere alla piccola Emmie, che praticamente pareva
intenta a voler far parte dell’albero. - Non aver
paura.- sussurrò avvicinandosi alla ragazza, tendendo
la mano verso di lei, quasi volesse chiederle la bacchetta - Non
sentirai dolore.-
Emmie
allargò gli occhi - Che vuoi da me?- chiese al ragazzo che si avvicinava. Doveva essere uno dei
cosiddetti “Bambini perduti.” Venuto al mondo mezzo
licantropo da uno dei due genitori, nato per combattere una guerra nata prima
di lui - STA FERMO Lì!- Lo sapeva di essere fottuta, totalmente irrimediatamente persa. Prese un lungo respiro mentre lo
sguardo di Anontin si
soffermava su di lei, sul suo viso lungo la linea del collo. Si sentì
abbrancare, una mossa talmente improvvisa che la fece rimanere con il braccio
leggermente sollevato oltre il corpo del ragazzo contro il suo, mentre la bocca
di Antonin premeva contro il
suo collo.
-Che stai facendo?-
-Sopravvivo.-
L’urlo
acuto di Emmie fece
sobbalzare Remus che volse il capo verso destra, Ninfadora si irrigidì accanto a lui e dopo meno di un
secondo, sentì la mano di Remus sfuggire la sua, e il
licantropo involarsi lungo uno stretto sentiero a ciottoli che pareva condurre
verso una radura. -REMUS!- chiamò un secondo prima di
lanciarsi al suo inseguimento e venire superata da un cane nero con una parte
di muso sfregiata. Remus allargò appena gli occhi,
facendosi di lato per non farsi travolgere dall’animale che arrestò la sua
corsa con un tremendo ululato. Emmie intravide una
macchia scura di fronte a sé. una macchia scura che
prese forma di uomo.
La ragazzina era inginocchiata ai piedi dell’albero, una mano a tenere il lato
destro del collo, a cercare di frenare l’emorragia creata dal morso di Antonin.
-Che diavolo!- esclamò Joel mentre veniva raggiunto da Remus e Dora.
Emmiesollevò gli occhi verso di loro - Mi
ha morsa.- mormorò prima di crollare su un fianco, prima di
sensi.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
James rimbalzò
contro l’albero dietro di lui, per poi finire a terra, le mani a riparare la
testa dai colpi. La tirò su ad osservare Jolie che
arretrava strusciando il sedere a terra e aiutandosi anche con le mani per poi
girarsi a raggiungere la bacchetta che le era volata di mano. - JOLIE!- gridò
alla vista di Rookwood che puntava la bacchetta verso la ragazza. - No!- Si alzò,
nonostante fosse intontito dai numerosi colpi subiti e tentò di caricarlo, di
piantargli la spallata ad un fianco -… Cazzo.- si
lamentò mentre impattava contro il Mangiamorte e
finiva a terra su di lui -…JOLIE, SCAPPA MALEDIZIONE!-
Alla fine di un incubo nebuloso, Emmie aprì gli occhi su un soffitto
conosciuto
Alla fine di un
incubo nebuloso, Emmie aprì gli occhi su un soffitto
conosciuto. Travi di legno coperte da un sottile strato di edera e polvere e
dopo un momento di silenzio, sospirò ringraziando il cielo per essere ancora
viva. L’ultima cosa che ricordava, oltre il sangue erano le grida di terrore di
sua madre, le avevano riempito la testa e probabilmente spinta a svenire per
non sentirsi più quelle grida trapanarle le cervella. Sospirò tenendo una mano
alla parte di collo che sentiva coperta dal cerotto e spostò lo sguardo che
svegliandosi aveva intravisto, sollevò le sopracciglia e JamesRemus sorrise socchiudendo appena gli occhi. Avrebbe
voluto chiedergli che diavolo era successo, perché Antonin
l’aveva morsa, ma non aveva fiato con cui parlare e dopo un momento James, premette l’indice della mancina contro le labbra - Ricordi?
Secondo quello che ha detto tuo padre, uno degli ingredienti di cui hanno
bisogno era la vita di un licantropo per nascita, biscottino…- sollevò
una mano e l’appoggiò sul viso della ragazza - Sei stata fortunata.- anche lui
era stato molto fortunato, se era riuscito a portare a casa la pelle era per la
sua solita sfortuna sfacciata, o almeno così Ted gli
aveva detto. Non aveva che un brutto graffio al braccio da far guarire e poco
altro. un paio di lividi, niente a confronto di quello che poteva accadere. Si volse,
appoggiando le spalle allo schienale della seggiola e la ragazzina , a letto,
lo guardò imbronciata. Sentiva la gola bruciare, ma provò lo stesso ad
articolare un paio di parole - Tu…- sussurrò ritrovandosi gli occhi grigi dell’animagus addosso - Sei davvero sicuro…- prese fiato
dominando una fitta al collo con una leggera pressione della mano che teneva
sopra la ferita - … Di aver perso la memoria?- James non parve né sorpreso, né tanto meno confuso
dalla sua domanda, si limitò ad osservarla con un vago sorriso sulle labbra,
prima di distogliere lo sguardo e di portarlo verso la porta dell’infermeria - Perché
dici questo?- le chiese dopo un momento, tornando a guardarla con un
sopracciglio sollevato. Pareva divertito e la ragazzina si ritrovò a sorridere
nonostante il corpo intorpidito e il cervello che lavorava a rilento - Mi hai
chiamata biscottino.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Erano giorni che Lorien seguiva le tracce, che rivoltava covi di DeathEaters, che si lasciava
dietro una scia di cadaveri. Non era mai stato suo costume arrendersi
facilmente e nonostante avesse tutti i pronostici contro, non voleva smettere
di cercare Luna e loro figlio. Uccidere per arrivare a meta non era un
problema, per quanto fosse un Potter e un Grifondoro, aveva imparato a non dare troppo peso a chi
aveva scelto di seguire Voldemort. Sospirò e spostò
gli occhi dal corpo che aveva ai piedi alla stanza in cui la donna era andata a
nascondersi per cercare di sfuggirgli. Era un ambiente umido, con delle pareti
verde muffa e con al centro un lettino fornito ad una estremità di staffe di
ferro. Si avvicinò , scavalcando il corpo della strega e appoggiò una mano sul
materassino imbottito che ricopriva lo scheletro della poltroncina. - E’ un
lettino per il parto.- disse qualcuno alle sue spalle. Lorien
si voltò bacchetta pronta e sgranò gli occhi alla vista di Harry
che lo osservava dal corridoio, abbassò l’arma e l’Aurur
entrò lanciando uno sguardo alla DeathEaters sul pavimento. - BelindaMicheal.- disse piatto,
tornando poi a guardare il fratello - Sono anni che la cerco.-
Lorien si strinse nelle
spalle intanto che andava ad aprire il carrello mobile appoggiato alla parete
di fondo della stanza e che era l’unico elemento di mobilio presente oltre al
lettino -Te la regalo.- disse atono sedendosi su una seggiola e iniziando a
tirar fuori fascicoli, guanti sigillati in bustine di plastica e un set di
bisturi avvolti nella stoffa.
-Sono tutte DeathEaters queste, sbuffò
scorrendo i nomi delle donne che avevano partorito in quella stanza…- lanciò
uno sguardo ad Harry da sopra il lettino - Lo so che
stai pensando.- Harry sospirò chiudendo gli occhi - Lorien…-
-Non posso
arrendermi…- si alzò gettando i fogli a terra in un impeto di frustrazione - Lo
so, tutti voi pensate che stia impazzendo, che stia cercando come un forsennato
un cadavere, ma come diavolo faccio ad arrendermi?- Tornò a guardare il
fratello e gli si avvicinò come una furia, afferrando per il bavero della
giacca e costringendolo a battere le spalle contro lo stipite della porta - Se
tu hai lasciato andare tua moglie, non è detto che possa fare altrettanto con
la mia…- trattenne il fiato, moglie, con Luna non erano nemmeno sposati.
Stringe i denti, irrigidendo la linea della mascella e dopo un momento, mollò
la presa su Harry, imboccando la porta accanto a lui.
-Ho paura fratello…-Lorien bloccò la sua andatura. Era vestito come al solito,
completo di giacca e pantalone nero, cravatta allentata su camicia bianca e
impermeabile. Non si volse e Harry lanciò uno sguardo
alla sua schiena. si erano così allontanati, non erano più come da piccoli - …
Ti stai allontanando troppo da me, da noi…-
-Se tu scendessi dal
tuo piedistallo Harry e tornassi fra noi comuni
mortali scopriresti che io sono sempre stato così…- ridacchiò guardandolo da
sopra una spalla - Non siamo tutti buoni e santi come te…- Harry
strinse il pugno sinistro per riflesso, ancora questa storia che lui era buono
e perfetto, ma dove? -… Il più di noi, compreso nostro padre, porta un diavolo
in corpo…-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Sai nuotare?-
-Come un mattone.-
-Sei più inutile di
un culo senza il buco!-
John sentì la testa
andare avanti sotto lo scappellotto mollatogli da Charlie
e Jolie si ritrovò a ridacchiare tenendo una mano premuta
sulle labbra. Erano passati un patio di giorni da quando lei e James erano stati aggrediti nella foresta e solo oggi si
era resa conto di aver perso il suo braccialetto di caucciù , quello che gli
aveva regalato Lily. Si morse il labbro inferiore guardando con aria cupa l’acqua.
Erano scappati quella sera, da Augustus, si erano
ritrovati sulle rive del lago e lì, James, l’aveva
buttata in acqua per farle schivare uno schiantesimo.
Era svenuta, sia per lo sforzo di mantenersi a galla con le braccia anchilosate
dalla stanchezza e un po’ per la paura e
aveva ripreso conoscenza con James seduto accanto a
lei sull’erba a reggersi il braccio sinistro con la mano destra.
-Secondo voi l’ho
perso in acqua?- chiese guardando prima Charlie e poi
John. Il serpeverde fece spallucce e il grifondoro sollevò le sopracciglia, di grande aiuto davvero.
Imprecò a bassa voce, e si volse per tornare verso la scuola. Charlie la seguì da presso, lanciando uno sguardo a John
che invece stava andando verso la capanna di Hagrid.
-Charlie?-
-…Uh?- Il ragazzo
portò gli occhi nocciola verso quelli altrettanto scuri della grifondoro che lo osservava maliziosa. C’era qualcosa in quell’espressione smaliziata che lo faceva rabbrividire -Cosa?-
le chiese infatti leggermente intimorito.
-Che succede?- gli
chiese Jolie -Ci sono problemi?- lo prese
sottobraccio e gli appoggiòla testa
contro la spalla.
-No assolutamente.-
-Davvero?- la rossina sporse il labbro inferiore.
-Certo.- Charlie annuì convinto anche se con uno strattone cercò di sfilare
il braccio dalla presa dell’amica.
-… Secondo me c’entra
qualcosa John che se ne va a far ripetizioni a quella tipa di Tassorosso.- disse una voce alla sinistra dei due, Abrhamsollevò le
sopracciglia in risposta allo sguardo assassino di Charlie
e si alzò lasciando sulla panchina il libro che stava leggendo. Si portò alle
spalle dei due amici e un braccio sulle spalle di Charlie
e uno su quello di Jolie, piegò il capo in avanti per
infilarsi fra di loro - O sbaglio.-
-Sbagli.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Quella
era la seconda sala parto che si trovava ad ispezionare, Lorien
si guardò attorno prima di captare con la coda dell’occhio, un ombra che pare
osservarlo da vicino ad un ecografo. Si volse di
scatto e Daneel piegò la testa verso la spalla
sinistra, rispondendo al suo sguardo trasecolato con un sorriso. Erano giorni
che non si vedevano, e immediatamente il Cacciatore sentì una strana sensazione
di benessere alleggerirgli il cuore. Si lasciò cadere all’indietro, su una
seggiola e la ragazzina si fece avanti. - Come diavolo fai a…-
-…Sapere
sempre dove sei?-
Lorien
annuì mogio e la ragazzina si strinse nelle spalle, aveva smesso di chiedersi
come diavolo facesse a riuscire sempre a scovarlo. Gli si avvicinò e sorrise a
quello sguardo nocciola che la osservava disperato. - Dimmi la verità…-
cominciò Lorien - Sono morti.-
-Non
lo so…- Daneel scosse le spalle - Non so che dirti.-
-Non
riesci a …-
Daneel
gli sorrise tristemente - No, solo con te ho questo tipo di…- tacque un momento
nella speranza di trovare le parole adatte per descrivere cosa sentiva -
Legame.- disse alla fine sospirando. Quel termine non descriveva nemmeno
lontanamente cosa provava , ma dava almeno una lontana idea.
-Non
posso fermarmi Dani.-
La
ragazzina annuì .
-Ma
sono stanco di stare da solo.-
Daneel
provò l’immediato e folle istinto di avvicinarsi e abbracciarlo. Stringerlo fra
le braccia come un bambino, magari questo lo avrebbe consolato, anche solo un
po’ -Non…Non sei da solo Lorien.- sussurròsentendo le guance andare a fuoco. L’uomo
sollevò gli occhi scuri verso di lei - Non finchè io
sarò viva.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Come
al solito, Lorien era riuscito a smuoverlo come
nessun altro era riusciva a fare. Era dannatamente vero, aveva lasciato andare
via Ginny senza combattere, impegnato com’era ad
abbracciare la sua autodistruzione non si era accorto dei danni che stava
facendo. Si era recato alla Tana animato dalle migliori intenzioni, ma niente
avrebbe potuto prepararlo a quello. Era appoggiato allo schienale di una seggiola
totalmente affidato a quel sostegno e osservava Ginny,
che come lui, sembrava la quinta essenza della sorpresa.
-Ma…-
esclamò cercandone gli occhi finalmente - Perché non me l’hai detto?-
La
donna passò una mano sulla pancia, era incinta di quasi quattro mesi, era
sempre stata magra, non appena Harry l’aveva vista
spuntare dalla cucina aveva capito immediatamente cosa gli aveva tenuto
nascosto andandosene.
-GINNY!-
La rossa
sobbalzò e si costrinse ad incontrare gli occhi verdi di Harry
- Mi dispiace, ma in quel momento…- si bloccò, l’uomo pareva sul punto di
gridare, di sbattere la testa contro il muro, con quell’espressione
stampata in faccia non l’aveva mai visto. Cercò di andargli vicino, ma quello
si ritirò mormorando sottovoce un - No…-
-Harry?-
-No,
io devo…- si guardò attorno ancora bianco in faccia come un pezzo di carta - Ci
vediamo.- Ginny cercò di afferrarlo, ma se lo vide
sparire fra le mani con una voluta di fumo.
Fine capitolo…
Ora ragazzi mi rivolgo a voi, sono in preda all’indecisione,
non so salvare Luna oppure far finire Lorien assieme
a Daneel –mi ispirano quei due *___* - ditemi voi ragazzi
le vostre preferenze xD
Jolie non aveva la minima idea di quello che le era successo
Jolie non aveva la minima idea di quello che le era
successo. Un momento prima stava camminando verso l’aula di Pozioni, un momento
dopo la sua prospettiva rispetto al pavimento era cambiata di botto. Lasciò
andare il libro che, durante la caduta, non aveva lasciato andare e portò una
mano dietro la testa quasi a controllare che fosse tutta intera e non avesse
perso qualche pezzo per strada. Mormorò un’imprecazione e aprì gli occhi. La
prima cosa che vide, fu una macchiacolor sabbia, batté le palpebre un paio di volte e quella macchia
divenne più particolareggiata e dopo un secondo, la ragazza si rese conto di
avere una testa poggiata sullo sterno. - Che diavolo!- sbottò sollevando le
mani e appoggiandole sulle spalle del tipo che l’aveva travolta - Togli la
faccia da lì!-
James sollevò il viso e Jolie aggrottò la fronte creando una
minuscola ruga di espressione fra le sopracciglia. Aveva la sua classica
espressione da maniaco depravato e la ragazza, dopo aver cambiato colore , gli
mollò un bel ceffone a mano aperta, sollevandosi a sedere mentre quello si
tirava indietro tenendosi la guancia colpita.
-Ahia Jolie!-
-Ti sta bene.-
La ragazza incrociò le braccia sul seno, rossa in faccia da
far invidia ad un pomodoro maturoe il
ragazzo sbottò a ridere, tirandosi in piedi. Cadendole addosso, si era
ritrovato con la testa proprio lì, fra quelle due piccole e morbide
protuberanze, non era stupido, e ne aveva approfittato il più possibile.
Scrollò il capo, come un cane bagnato, e poi crucciò con la fronte - Colpa tua!
Dovresti guardare dove vai quando cammini. - raccolse da terra il libro di
pozioni, lisciò la pagina con una mano e glie lo porse -Lo stavi leggendo,
giusto?-
-Stavo ripassando.- Allungò una mano e ficcò il libro sotto
il braccio, superando il biondo per andare verso l’aula. Piton aveva promesso
interrogazioni a tappeto, e lei che era figlia di suo padre, non sapeva da che
parte cominciare. Ogni volta, per strappare un voto a malapena decente doveva
passare minimo tre giorni china sul libro e ignorare le altre materie per non
mischiare le nozioni.
-Non è difficile. Basta ricordarsi quei quattro ingredienti
ed è fatta.-
James la seguiva scostato di un paio di passi e lei si volse
a guardarlo da sopra una spalla. La faceva semplice lui, aveva ereditato il
talento per le pozioni da sua madre, lei, invece non aveva preso una fava
bollita da Lily e davanti ad un pentolone perdevadue punti di intelligenza a minuto.
-Io non sono figlia di Andrea Moody.-
Il ragazzo sollevò le sopracciglia.
-Non ho il talento naturale che avete tu e tuo fratello.-
spiegò sbuffando, entrò in classe seguita da un paio di Corvonero ( che alla
vista di James emisero un unico gridolino eccitato) e si sedette al banco che
divideva con Ted - Io non sono capace di fare una pozione usando, che so, una
boccale di BurroBirra e una pinta di Idromele.- aprì il libro e cercò la pagina
- … Se ti ricordi, non sapevo usare nemmeno il mio DolceForno.-
James emise una breve risata.
-Ah già, è vero.- Jolie scosse la testa - Non ti ricordi.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Come al solito, quando Piton iniziava a girare fra i banchi,
un silenzio terrorizzato si spandeva per la classe e chi più e chi meno,
cercava di rendersi invisibile agli occhi del professore. C’era chi cercava di
nascondersi dietro il pentolone, chi si dimostrava interessantissimo a una
particolare crepa del muro sotto la lavagna, o chi, come Ted Lupin, chiudeva
gli occhi e semplicemente pregava. Piton si fermò proprio alla sinistra del
ragazzo, che deglutì a vuoto, sentendosi ormai con entrambi i piedi nella
fossa. - Allora Lupin, vediamo se ancora una volta riconfermerai l’eredità di
tuo padre…- una risatina da parte di Serpeverde, compreso Abrham, che si
nascose dietro al libro per non farsi vedere - O ci stupirai tutti dimostrando che
sei in grado di capire cosa leggi e di esporlo con una sintassi comprensibile.-
I metodi di insegnamento dell’uomo non erano cambiati. Era
ancora sgradevole con i suoi studenti e ancora amava da morire prendersela con
chi zoppicava nella sua materia. Jolie, studiando per giorni, solo ed
esclusivamente ricette, riusciva il più delle volte a fornire risposte
soddisfacenti, Ted invece era come suo padre: Lui è la materia erano su due
mondi a parte.
“Bastardo.” Scribacchiò John su un angolo di pergamena e JamesRemus
annuì un paio di volte, lanciando uno sguardo alla schiena curva (e tremante)
di Teddy.Già la materia non gli
piaceva, più Piton lo pressava a quel modo, tutti sapevano che non sarebbe mai
riuscito a mettere assieme due parole. Non ci voleva un genio per capire che
non era quello il modo di rapportarsi ad un alunno emotivo come Ted, ma più il
licantropo si impappinava, più Piton ci godeva, e molti, persino qualche
Serpeverde, avevano iniziato a pensare che cercasse di metterlo in difficoltà
più per gusto personale che per altro.
-…Allora Lupin?- lo incalzò Piton.
-…Del Grinza…Grinzafico ?-
John roteò lo sguardo al soffitto, e Abrham, a qualche banco
di distanza dal massacro se ne uscì con un -Povero bastardo.- assieme ad una
scrollata desolata della zazzera bionda. Piton scoppiò in una risata sguaiata,
e Ted chiuse gli occhi per un momento, per poi tornare a guardarlo. Aveva
sbagliato, era ovvio l’aveva buttata giusto per dire qualcosa, ma non c’era
bisogno di prenderlo così in giro, per la miseria. Sentì una vena di rabbia
pulsargli in fronte e immediatamente ci passò una mano sopra per calmarsi.
Erano vicini al plenilunio e le sue reazioni risultavano un filo incontrollate.
- Meno dieci punti a Grifondoro.-
-Quanti?- sbottò James, prima di tapparsi la bocca con una
mano.
Piton si volse verso di lui con la prontezza di una vipera -
Qualcosa non va Black?- gli chiese avvicinandosi e appoggiando le mani sul
bordo del suo banco. Più lo guardavano, e più TUTTI si chiedevano come diavolo
facesse Hestia a starci assieme ad un mostro del genere. Era una specie di
chimera, un ibrido. Mezzo naso a becco d’aquila e mezzo parrucchino passato per
l’olio.
-Nulla professore.-
-Sicuro?-
-Come no.-
In quegli anni, i rapporti con i Malandrini erano molto
migliorati, ma non c’era nulla da fare, quando Severus Piton vedeva quei
ragazzini, vedeva i quattro mascalzoni che gli avevano rovinato l’adolescenza e
il peggio di lui, saltava fuori senza che se ne rendesse conto. Soprattutto i
due fratelli Black, uno con il carattere del padre e l’altro con il suo aspetto
da ragazzino, erano un pungolo costante alla sua pazienza. Sospirò e si volse
per andare a torchiare i Serpeverde che fino a quel momento si erano goduti lo
spettacolo.
-Una bella scopata, è questo quello che gli manca.- sussurrò
John intanto che la giovane McNair faceva la sua solita figura da prima della
classe e scoccava un sorriso seducente ad Abrham che invece stava piegando un
foglio di pergamena per farci un aeroplano -… Per la miseria, se Hestia glie la
facesse vedere ogni tanto, sai quanto sarebbe più calmo e in pace col mondo?-
-Sì, lo penso anche io.- borbottò Ted truce avvolgendo un
rotolo di pergamena attorno al sostegno di legno -… Quanto lo odio, per la
miseria.- Sentir dire a Ted “quanto sono dolce e gentile” Lupin la brutta
parola con la O era
sconvolgente, i quattro si fermarono a lanciargli uno sguardo sorpreso.
-Che diavolo volete?-
-No niente Coccolo…- ridacchiò John dopo un momento - E’ che
a volte tendiamo a dimenticare che sei umano anche tu.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Un altro mistero che circondava Severus Piton era, come
diavolo avesse fatto a generare due figli di aspetto più che gradevole. Era
indubbio che Charlie, nel viso e nei modi di fare, avesse qualcosa del padre,
ma era allo stesso tempo fuori discussione che nessuno dei due fratelli
suscitava la stessa repulsione del genitore. Daneel con quelle sue belle
guanciottee gli occhi azzurri, sembrava
solo figlia di Hestia, tanto assomigliava alla madre e Charlie, a parte quella
gobbetta al naso, e gli occhi scuri, non aveva assolutamente niente del padre
fisicamente parlando.
Persino gli occhi,
anche se erano neri come quelli di Severus, sembrano diversi. Quelli di Charlie
avevano quella vena di malinconia che metteva tenerezza, quelli di Piton,
sembravano sempre tormentati dall’insofferenza verso il prossimo. Jolie aveva
perso il conto delle ragazze che aveva visto sbavare appresso al Cacciatore di
Serpeverde, attratte da questa sua particolarità di sembrare costantemente in
cerca di affetto, e per mettersi ai ripari, aveva chiesto aiuto ad Emmie.
-No.-
-Sì.-
-No.-
-Sì.-
Emmie sbuffò tenendo una mano puntata alla parte di collo
coperta dal cerotto - Jolie, ti ho mai consigliata male?- Jolie parve pensarci
su e la piccola, risentita, le mollò un calcio su uno stinco.
-Ahia! No, cioè sì, cioè…-
Emmie sollevò le mani sopra la testa, poi le lasciò cadere
con uno sbuffo - Come vuoi. Allora cavatela da sola, ma poi non ti venire a
lamentare da me, se un giorno vedrai Charlie sfogare i dispiaceri fra le
braccia di una di…- indicò con un cenno del capo il gruppetto di ragazzine
serpeverde che stavano flottando verso le tribune - Quelle.-
-Oh Merlino, potrebbero ucciderlo!-
-Lo puoi dire forte.-
Jolie si volse verso le due tende alle sue spalle e sfilò la
bacchetta - Allora cambio le targhe?- fece indicando prima la tavoletta di
legno che portava nome Grifondoro e l’altra che aveva nome Serpeverde - E tu
dici che basterà?-Emmie le si avvicinò
e le rivolse un sorriso sicuro da sotto i riccioli castani che le incorniciavano
il viso adorabilmente paffuto -… Sei malefica.-
-Fidati che funzionerà, devono semplicemente parlarsi, e
così Charlie smetterà di rodersi l’anima e noi avremo fatto la buona azione
dell’anno.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Charlie appoggiò la borsa sulla panca di fronte a lui e
incrociò le braccia al torace per sfilarsi camicia e maglione assieme. Aveva
voglia di fare un volo per staccare un po’ la spina, smettere un po’ di
pensare, si volse e soffocò un imprecazione alla vista di John che usciva dalle
docce. Il grifondoro sollevò un sopracciglio mentre il ragazzo cadeva a sedere
sulla panca con un tonfo.
-Tappo che ci fai qui?-
-Dovrei chiedertelo io!-
John si guardò attorno - E’ lo spogliatoio di Grifondoro.-
rispose mitemente. Diede una stretta al nodo dell’asciugamani che gli copriva
le parti basse, e andò verso i vestiti che aveva lasciato sulla panca di fronte
alla quale Charlie era crollato. Il ragazzo più basso lo seguì con lo sguardo e
si volse imbarazzato a morte, quando questo si tolse l’asciugamano e s’infilò i
boxer.
-Ok, ho sbagliato allora…-
-Direi…-
John si volse a guardarlo da sopra una spalla mentre
raccattava le sue cose e si infilava di nuovo la camicia, al contrario, e poi
si strangolava per rimetterla per dritto. Ridacchiò asciugandosi i capelli con
l’asciugamano che teneva attorno al collo -… Si può sapere che ti ho fatto?-
gli chiese bloccandolo sull’uscita.
Infilò i pantaloni e poi passò alla camicia, mentre Charlie
fissava il mondo al di fuori dalla porta che era riuscito ad aprire, John lo
sentì inspirare profondamente e scosse la testa. Lo sapeva che stava preparando
una balla per svicolare la sua domanda.
-Nulla.-
-Sicuro?-
-Sì, certo.-
Sentì i passi di John avvicinarsi e provò l’irrefrenabile
istinto di imboccare la porta e troncare lì la discussione. Non era fatto per
quel tipo di situazioni. Lo metteva a disagiotrovarsi a dover gestire le sue emozioni, o quelle degli altri. Non era
capace. Si sentì afferrare un gomito e voltare con una certa forza.
- Allora perché non mi parli più?-
-Non ti parlo…- non riuscì a finire la frase che John diede
un cenno di stizza lasciandogli il braccio, lo guardò tornare ai vestiti, e una
minuscola ruga di espressione gli si formò in fronte a dare un aria perplessa
al suo viso.
-Fai come vuoi Charlie.-
-EH?-
-Fai come vuoi, non mi interessa.-
Charlie sollevò entrambe le sopracciglia, aveva la
nettissima impressione di aver perso un passaggio importante della
conversazione. Fece per avvicinarsi, per chiedere spiegazioni, ma decise che
era meglio prendere la palla al balzo e sottrarsi alla situazione. Tornò alla
porta , la spalancò e la voce di John gli arrivò chiara all’orecchio -
Vigliacco.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Non è andata bene.-
Emmie scosse la testa con uno sbuffo e Jolie pinzò la radice
del naso fra due dita. A quanto sembrava a sbloccare la situazione John/Charlie
ci voleva molto di più di qualchetrucchetto da cinema di serie B. Jolie sollevò gli occhi verso Emmie,
appoggiata sulla sua schiena con il mento fra i suoi capelli e storse il naso -
E adesso che pensi di fare genio?-
Emmie borbottò sottovoce qualcosa che Jolie non riuscì ad
afferrare e scoppiò a ridere,spostando gli occhi verso l’ombra che le aveva
appena coperte. Joel che le osservavacon un vena di divertimento nell’occhio visibile. - Si può sapere che
state facendo?- chiese cambiando spalla alla borsa e le due ragazze si
premettero in coro un indice contro le labbra.
-Stiamo cercando di compiere il miracolo.-
-Ovvero?-
-Sbloccare Charlie.-
Joel guardò verso gli spogliatoi - Perché, si è bloccato?-
Emmie tamburellò la testolina di Jolie con una mano - Si può
sapere dove vivi?- gli chiese accennando a John che usciva dallo spogliatoio
reggendo la scopanella mancina- Charlie
si è bloccato, quando ha visto John assieme a quella tipa di Tassorosso.-
-Bloccato nel senso?-
Jolie si raddrizzò, scrollandosi Emmie dalla schiena -Nel
senso che si è letteralmente dato alla macchia con lui... - tirò su il pollice
e iniziò a contare sulle dita -… Lo evita. Non gli parla. Se lo fa, lo tratta
come se non lo conoscesse…-
Joel fece una smorfia con le labbra.
-Abbiamo cercato di sbloccare la situazione.-
Il ragazzo le guardò dall’alto in basso - Tu Jolie?- rise
forte gettando la testa all’indietro -Che non sai nemmeno sbloccare la tua di
situazione?- passò una mano fra i capelli, portandoli indietro dalla fronte
coperta dalla benda bianca che gli nascondeva sempre metà del viso.
-Di che parli?- esclamò Jolie sulla difensiva mentre Emmie
si ritrovò ad arrossire sotto lo sguardo divertito che Joel.
-A buon intenditor poche parole.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Emmie incrociò le braccia sotto al seno e rivolse uno
sguardo da sotto in sue a Joel che ancora rideva sotto i baffi. Jolie, come
sempre era solita fare quando la situazione non le garbava, era scappata a
gambe levate, troncando la discussione e i due erano rimasti soli nei pressi
dello spogliatoio di Grifondoro. - Sei perfido.- esordì la piccola Lupin e Joel
abbozzò un sorriso malandrino intanto che sfilava la bacchetta dalla tasca
interna del mantello e rimetteva a loro posto le targhette scambiate dalle
ragazze.
-…Lo so.-
-Uaoh, non è difficile estorcerti la verità, eh?-
-No, sono una persona molto onesta.-
Emmie gli andò dietro intanto che risaliva il pendio che
portava alla scuola, sorridendo quando il ragazzo le tolse dalla spalla la
sacca e se ne fece carico - … Però è vero, quei due hanno bisogno di una mano.-
Joel sollevò un sopracciglio senza voltarsi a guardarla - Uno è timido, l’altro
ha l’arrabbiatura facile, se qualcuno non li aiuta…-
Joel fece spallucce - Lasciamoli perdere, se la caveranno da
soli.-
-Da quando sei così zen?-
-Io? Da sempre…-
Il mezzo-licantropo inclinò la testa verso la spalla
sinistra e il ragazzo rise con il suo solito piglio canino - Non in realtà è
che…- si volse verso Emmie e le sollevò il viso verso di lui tenendole il mento
fra due dita -… Sono dell’idea che uno dovrebbe guadagnarsi da solo quello che
più desidera…-
Le guance di Emmie avvamparono. Per quale ragione doveva
essere così mortalmente bello? Non era giusto per la miseria, era troppo
avvantaggiato nei rapporti con il prossimo con quel viso perfetto come un
angelo del paradiso.Ritirò il labbro
inferiore fra i denti e lanciò uno sguardo a destra e uno a sinistra. Erano
soli sulle scalette che portavano a scuola, aveva sentito dire che era il posto
ritrovo preferito dalle coppiette perché lontano dalla sorveglianza costante di
professori e fantasmi.
-…Cosa?-
-Ti fa male?-
Le dita dell’Animagus scivolarono lungo la mascella della
ragazza fino al collo. Sfiorò il cerotto che copriva la ferita del morso e poi
sollevò gli occhi verso quelli blu della piccola che lo osservava nella
speranza di capire le sue intenzioni
-Emmie?-
-No, non mi fa male.-
Joel annuì passando il pollice sul bordo del cerotto, sulla
pelle candida di Emmie che si rese conto di stare trattenendo il fiato solo per
la fitta ai polmoni che la costrinse a rilasciare aria di botto quando lui
allontanò la mano.
- Meglio così.-
-Joel?-
L’Animagus leccò il labbro superiore con la punta della
lingua-Niente.-
-Pecco di autocontrollo biscottino.- Il ragazzo riprese a
risalire le scale, si bloccò dopo due gradini e tornò a guardare Emmie rimasta
sullo scalino su cui l’aveva lasciata.-Dovrai prenderti le tue responsabilità
se ...- disse passando l’indice della mano sinistra sotto la punta del naso -Se
finirò con l’impazzire.-
-EH?-
Emmie sbarrò gli occhi e un paio di riccioli da biondo miele
divennero rosa -EH?-
Il ragazzo si lasciò
sfuggire un sorriso intenerito alla vista di quel faccino che lo osservava
perplesso - No ok, fai come se non ti avessi detto nulla.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Scaglie di immagini. Grida. Fuoco.
Lacrime . Una vita che nasce.
Sangue. Implorazioni. Una donna.
Luna!!
Daneel spalancò gli occhi con un grido soffocato e
immediatamente cercò di trattenere le immagini del sogno appena avuto. Una
donna. Luna. Da principio aveva visto solo le sue gambe poi l’immagine si era
allargata. Una sala parto buia, solo una luce ad illuminare la
partoriente.Poi il sangue. Le grida di
dolore. Una benedizione fatta con il fuoco sull’anima del bambino, poi il
piccolo era venuto al mondo.
-Un maschio.- si disse.
Però com’era possibile? Luna era incinta di pochi mesi, non
poteva aver già partorito! Si alzò e scalza per com’eraandò nello studio del padre. Iniziò a tirar
giù libri e la mattina Hestia la trovò seduta tra un caos indescrivibile.
-Oh Merlino! Tuo padre ti ucciderà!-
La ragazzina sollevò gli occhi verso quelli della madre –Daneel?-
la guardò saltare in pieditenendo fra
le mani quel libro grosso quasi quanto lei - Dani?- le si avvicinò e Daneel le
porse il libro che stava leggendo. Hestia diede una rapida scorsa al paragrafo,
rimase per un momento immobile, poi drizzò il capo verso la figlia -E’
pazzesco!-
Si volse a seguire con gli occhi Daneel che era schizzavate
verso il camino - Dove vai?- le chiese andandole dietro ed afferrandola per un
braccio.
-Da Lorien.-
-Come fai a sapere dove si trova?-
-Io so sempre dove si trova.-
Per un momento, quest’affermazione, ebbe il potere di
cancellare dalla testa di Hestia la catastrofe che gli era appena volata fra le
braccia - Tutto questo ti farà soffrire, lo sai vero?-
Daneel le rivolse uno sguardo perplesso da sopra una spalla.
-Lorien è un uomo fatto e finito, con una donna accanto e
ora, anche con un bambino…-
Daneel strinse la mascella –Questo lo so perfettamente!-
-Allora levatelo dal cuore Dani, per quanto possa avere un
debole per te…- era inutile negarlo, Lorien aveva una predilezione per Daneel -
Questo non diventerà mai altro.- Sentì il braccio della figlia sfilarsi di
botto dalla sua presa.
-Fosse così semplice.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Andrea Moody scoppiò a ridere e sollevando il bacino sfilò
la forchetta che le aveva infilzato una natica. La lasciò cadere oltre il bordo
del tavolo. Sirius l’aveva praticamente tolta da davanti i fornelli e stesa sul
tavolino, cercò di sollevarsi e si ritrovò a chiudere gli occhi mentre i
bottoni della camicetta saltavano.
-Che diavolo ti prende?-
-Niente.-
Siriusle sorrise
inclinando la testa verso la spalla sinistra mentre la donna incrociava le
braccia per coprirsi con i lembi della camicia strappata. Non era la prima
volta, certo, che Sirius si svegliava in preda alle “fregole”, ma che la
prendeva e la buttava sul tavolo rovesciando la colazione che gli aveva
preparato. Di certo, per loro, il detto: Il matrimonio è la tomba dell’amore,
non valeva.
-Non vorrai mica…-
-…Farlo qui?- Sirius si guardò attorno , per poi tornare
alla moglie - Direi proprio di sì.- Rise forte alla faccia scandalizzata di
Andrea e le slacciò la cintura dei pantaloni per poi iniziare a tirarglieli giù
. Si era infilato fra le sue gambe e per quanto la donna cercasse di
allontanarlo scalciando, colpiva solo aria.
-…Metterti una maledetta gonna?- le chiese sollevando la
testa verso di lei. Per spogliarla, con quei maledetti pantaloni, era una
guerra. Soprattutto se lei non era in animo a lasciarlo fare e si ribellava
come in quel momento.
-Giammai!-
-Sai? Dovresti sfruttare il fatto che hai ancora le gambe di
una ragazzina…- si abbassò per lasciarle un bacio all’interno coscia -…mmmh.-
Andrea non sapeva se ridere o mandarlo a quel paese.
- Peccato che tu non sia più un ragazzo.-
-Ehi che vorresti dire?-
-Inizi ad avere i capelli grigi.-
Solo questo era cambiato in Sirius Black in quegli anni, il
colore dei capelli. Da nero, a sale e pepe. Per il resto era ancora lo stesso
ragazzo di quando l’aveva sposato, le rughe che erano insorte l’avevano reso
più affascinante.
-Ragazzina guarda che questo vecchio ha ancora parecchie
cartucce da sparare.-
-Speriamo che non spari a salve.-
-Andrea, stai rischiando grosso ti avverto.-
La bionda si appoggiò con le spalle al tavolo, spostando gli
occhi verso l’entrata della cucina. Krucher non si vedeva, a quanto pareva
Sirius aveva pensato a tutto.
-Grosso? -Gli fece eco-…Direi di medie dimensioni, non
esagerare cagnaccio!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Daneel aveva fatto solo un passo fuori dal camino di
Grimmauld Place che dalla cucina udì una specie di grido soffocato, seguito da
un tonfo. Si volse in quella direzione e qualche istante dopo spuntò Andrea
arruffata come chi è appena scampato ad un uragano.
La bionda si avvicinò alla ragazzina chiudendo gli ultimi
due bottoni della camicia, e sorridendole alla fine, come un bambino che spera
di nascondere la marachella alla mamma.
-Ciao Tesoro.-
Daneel inclinò la testa verso la spalla sinistra - Ciao.-
-Cosa…- lanciò uno sguardo alla porta dietro di lei - Cosa
posso fare per te?-
Daneel indicò il soffitto con l’indice della sinistra, per
indicare il piano superiore della casa -Lorien è qua vero?- le chiese. Andrea
annuì pronta e la piccola si volse verso la scala, tornando a guardare verso
l’auror quando, con la coda dell’occhio vide Sirius spuntare da sotto la
cornice della porta.
-Ciao, scusa il…OH MIO DIO!-
Andrea si volse di scatto e Sirius guardò prima Daneel, che
si era tappata gli occhi, rossa in faccia da fare invidia ad un pomodoro,e poi
lei, prima che gli mollasse un ceffone a mano aperta.
-Ahia Andrea, che ha fatto?!-
- DANNATO IDIOTA! BESTIA! CANIDE!-
- COSA!?-
-Guarda i basso!-
Sirius abbassò gli occhi, rimase per un momento immobile e
poi - Oh santo cielo.-Il suo
“fratellino minore” o “mini Sirius” era DECISAMENTE vispo e piano di vita,
nonostante la busta di funghi surgelati si era schiacciato sopra per metterlo a
cuccia. Guardò Daneel, e poi Andrea.
-Scu-Scusate…-
-Que…Questa è l’ultima che vengo senza avvisare!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien, che era ancora a letto d era stato svegliato da una
Daneel ancora imbarazzata a morte, scoppiò a ridere coprendosi il viso con il
risvolto della coperta e Dani gli mollò un colpo sulla schiena sbuffando
imbarazzata.Era cresciuta con Horace
Lumacorno, una specie di tricheco asessuato che in tredici anni non aveva mai
visto assieme una donna e ora , anche se viveva assieme ai suoi genitori, non
li aveva mai visti intimi. Semplicemente non pensava che gente di una “certa”
età potesse avere certe pulsioni.
Daneel cercò di scoprirgli a forza la testa, ma quello
trattenne la coperta ridendo ancora più forte. Tossendo e spuntando solo alla
fine, quando sentì il peso della ragazza su un fianco. < Ehi sei
ingrassata?> le chiese, per poi zittirsi al cambio di espressione della
piccola. Si tirò a sedere in mezzo al letto, mostrando la maglia bianca che
usava come pigiama e parte dei pantaloni grigi di tuta < Che succede?>
Fine capitolo.
Ovviamente la storia fra Lorien e Daneel che avevo in mente
era ambientata nel futuro, ovvero con una Dani grandicella, ovvero maggiorenne.
Un po’ alla Lupin /Tonks per intenderci. ? Accoppiare una ragazzina di quindici
anni con un uomo di trentuno, non mi era passato per la testa o_o
Trovare Harry era stato
relativamente semplice per Lorien. Il peggio, sarebbe
stato convincerlo a staccarsi dalla bottiglia e andare con lui alla
guerra. Da troppo tempo il primo genito della
famiglia Potter passava le sue serate indugiando nell’alcol. Ormai, più che al
Ministero, uno se voleva incontrare il fu Bambino
Sopravvissuto, doveva farsi il giro delle bettole lungo il Tamigi e sperare di
non dover fare tutta la passeggiata per beccarlo. Lorien
era stato relativamente fortunato per questo verso, aveva riconosciuto il
fratello in un tipo mezzo sdraiato sul bancone, alla quintataverna della via del Porto. Era
seduto accanto ad una donnina allegra (o amante della notte che dir si voglia)
che stava cercando di togliergli di mano la bottiglia e allo stesso momento, di
sbattergli in faccia le tette troppo gonfie e spinte
verso l’alto per essere dono di Madre Natura. Lorien
inghiottì un sorriso e si portò alle spalle della … professionista dell’amore… - Piccola non insistere, non vedi che
non ce n’è?-
La tipa, volse la testa bionda e cotonata verso Lorien
e socchiuse le labbra in un espressione sorpresa
quando ebbe inquadrato il suo viso. Il nuovo arrivato, non solo assomigliava al
bel tipo che aveva attirato il suo interesse, sembravapiù giovane di questo e decisamente
più sobrio. Mollò la presa sul braccio di Harry e si volse verso di lui con un
sorriso da gattina in calore. - Che c’è
gioia, mia vuoi tutta per te?- si alzò e si adagiò contro il petto del
Cacciatore che le rivolse un espressione divertita. Lorien sollevò l’indice della sinistra e glie lo passò lungo il profilo della gota e sollevò le sopracciglia
in una smorfia divertita.
-Spiacente zucchero, a me piace la roba naturale.-
La
bionda gli si strofinò addosso, facendo quasi la fusa - Sicuro? - sporse le labbra in un
broncio che , nelle intenzioni doveva essere
seducente, ma che in realtà era una maschera grottesca per via del make up esagerato e sbuffò quando Lorien
scosse la testa e se la levò da dosso. Se ne andò, sculettando esageratamente e
il Cacciatore sedette al bancone con una risata - Che gente...- ridacchiò.
-Che diavolo ci fai tu qui?-
Lorien
spostò lo sguardo verso il fratello, appoggiò i gomiti e la schiena al bancone
e allungandosi poi verso di lui per sfilargli la bottiglia di mano e
portandosela alle labbra. Diede un bel sorso di whisky e si alzò - Ho bisogno di te! Andiamo.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Magari Daneel aveva
sbagliato ad accettare. L’incantesimo che Sirius
aveva proposto di fare per trovare Luna attraverso di lei era pericoloso,
troppo pericoloso a leggere il libro che James aveva
lasciato sul tavolo. Poteva lasciarci le penne se qualcosa andava storto. Se i
maghi attorno a lei non erano abbastanza potenti. Morse il labbro inferiore e
lanciò uno sguardo ai tre Malandrini che stavano tracciando sul pavimento e sul
muro alla loro sinistra un pentacolo. Si allontanò dal tavolo e uscì dalla
stanza. GrimmauldPlace era
adattissima per questo tipo d’ incantesimi, era un
ricettacolo di magia nera per via di chi l’aveva abitata in passato e bianca
per via dei nuovi inquilini. Uscì dal salone, e puntò dritto al cortile interno
del palazzo. Era un quadrato di prato fra alte mura, c’era un paio di meli,
piantati da Andrea da quello che sapeva, uno nell’anno di nascita di James e
l’altro nell’anno di nascita di Joel e nulla di più. Si avvicinò all’albero più
basso, per spiccare una mela quandoqualcosa la fece voltare di scatto.
Era un ombra alla sua destra, al limite del suo campo
visivo. Una sagoma di forma umanoide, con luminosi occhi
rossi e ampie ali piumate. La ragazza lasciò cadere il braccio lungo il
fianco e si spinse contro il muro dietro di lei - Oh mio…- L’Uomo Falena, uno dei peggiori presagi del mondo Magicoassieme al Gramo. La
ragazza si coprì la testa con le mani con un grido terrorizzato quando questo
spiccò il volo sollevandolei capelli e i vestiti.Se
l’aveva visto significava che stava per morire di
morte violenta.
-Daneel.-
-No!No!No!-
-Daneel.-
-Lasciami ti prego. Lasciami!-
Sentì la presa ai polsi venire meno, spalancò
gli occhi e si ritrovò a fissare Sirius chino su di
lei. Lo osservò stralunata e poi si guardò attorno - Era qui.- L’Animagus portò il viso verso la spalla sinistra e lanciò uno
sguardo dietrodi lui, al resto del
piccolo giardino - Chi?- le chiese
tornando a guardarla perplesso. -Era… Era…- La piccola era
visibilmente confusa. Sirius la fece alzare e le
passò un braccio attorno alle spalle tenendosela contro il fianco - Daneel, se non
te la senti, non fa nulla.-Daneel
incrociò le braccia sulla pancia tremando come una foglia. Aveva visto l’Uomo
Falena, era venuto per avvisarla che stava per morire. Deglutì a fatica, e
scosse il capo.
-No. Sto bene.-
-Sicura?-
-Sicurissima.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Daneel
era stesa sul pavimento, al centro del Pentacolo. Chiuse gli occhi e inspiròprofondamente. Non
stava per morire, aveva avuto un allucinazione per via
dello stress, nulla di più. Non aveva visto l’Uomo Falena, non aveva visto il peggior presagio di sventura del Mondo Magico.
Sollevò le palpebre e spostò gli occhi verso Lorien,
lo guardò sorriderle incoraggiante e lei sollevò gli angoli delle labbra
cercando di ricambiare.
“Non
sto morendo. Non sto morendo. Non sto morendo.”
James le aveva spiegato che doveva fare. Doveva
chiudere gli occhi, ripensare al sogno fatto e cercare di muoversi in
esso.Doveva uscire dalla sala parto,
cercare di capire dovesi trovava e tornare indietro prima di venire scoperta. Se i
Mangia Morte si fossero accorti della sua incursione sul piano astrale, sarebbe
stata la fine per lei. Riabbassò le palpebre ,e prese
a respirare lentamente cercando di rievocare le immagini del sogno. La sala parto, le persone attorno al lettino, Luna legata per i polsi.
Piano tutto prese a formarsi attorno a lei. Era in
piedi, non più sdraiata, era accanto al MediMago
vestito di nero che ora reggeva fra le braccia il bambino. “Ha i capelli neri…” si disse
sporgendosi a sbirciare quel fagottino insanguinato che si muoveva fra le
braccia del medico. Uno sguardo a Luna e si volse verso la porta. Afferrò il
pomolo e si ritrovò in un ampio corridoio illuminato da torce. Guardando dietro
vide la sala parto vuota, c’era riuscita, si trovavastaccata dal suo corpo e ora si trovava
nel luogo dove Luna era tenuta prigioniera.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Sembra
che stia andando bene.-Lorien
annuì senza staccare gli occhi da Daneel, mentre
Jamesprendeva posto su una sedia
accanto a lui. Il loro compito era , in caso la
piccola fosse stata individuata, riportarla indietro prima che venisse uccisa.
Incrociò le braccia sulla spalliera e appoggiò il mento su un braccio -…Speriamo che continui così. -Lorien incrociò le braccia al petto e appoggiò il capo al
muro su cui era appoggiato - Speriamo.- fece eco al padre. Fosse stato per lui
avrebbe continuato col suo metodo, rovistare personalmente in ogni covo di
Mangia Morte di cui era a conoscenza, interrogare chi si trovava di fronte e
poi fare piazza pulita. Non era fatto per questo tipo di risoluzioni, troppo
pragmatiche per i suoi gusti, e soprattutto troppo. Sgranò gli occhi…Daneel aveva appena mandato un urlo atroce .
Si staccò dal suo appoggiò e guardò la ragazzina inarcare la schiena contro il
pavimento e cacciare un secondo grido. -
Ferma l’incantesimo.- fece verso Remus che pure
lui era si era avvicinato al cerchio reggendoil libro da cui aveva attinto l’incantesimo
fra le mani - REMUS FERMA QUESTO CAZZO
D’ INCANTESIMO!!-
-Finite…-
cominciò il mango prima di mandare anche lui un
grido di dolore. Il libro gli aveva preso fuoco fra le mani. Lorien si passò una mano sulla fronte, intanto che Harry
provava ad avvicinarsi a Daneel. Si allungò per
afferrare la bambina e tirarla via, ma non appena messo un piede all’interno
del pentacolo, sentì come una manata colpirlo al petto e spedirlo al muro
-Cazzo!-
si lamentò toccandosi il retro della testa con
una mano.
Daneel
emise un rauco lamento di dolore e poi -
Voldemort.- sussurròmentre un filo di bava e sangue le
colava da un angolo della bocca fino alla guancia e poi a terra.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Era una creatura che pareva fatta di fumo
quella che si era avvicinata a Daneel nel lungo
corridoio che avevapreso
a percorrere. Per un momento, la ragazza, aveva avuto l’impressione di vederci
una faccia in mezzo a quel caos di pulsazioni che la facevano muovere, ma poi
si era resa conto che più che un viso, grazie ai suoi
poteri, aveva riconosciuto la sua essenza. Quella era l’anima nera che tutti
stavano cercando di strappare dal limbo in cui era rinchiusa. I Mangia Morte
per dargli un corpo, i maghi dell’Ordine, per spedirla al girone dell’infero a cui apparteneva di diritto. -Voldemort.-aveva sussurrato prima di sentirsi
attraversare da una sorta di mano fredda all’altezza della pancia. Si era
aggrappata disperatamente per cercare di togliersela di dosso, ma era come se,
con quel contatto le stesse drenando via le energie.
Più lei diventava debole, lui forte.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Sta
perdendo sangue dalla bocca.-
-Non è buono.-
-FATE QUALCOSA PER LA MISERIA!-
Lorien
nel panico era senza dubbio una visione sconcertate. I presenti si volsero tutti verso di lui, ignorando per un momento Daneel che rantolava a terra. Di solito, Lorien era quello che manteneva i nervi saldi in ogni
situazione, vederlo tremare a quel modo era indice della valanga di merda che
li aveva travolti e che minacciava di portarsi viaDaneel. Sirius provò a
raggiungere la piccola, e come Harry si sentì respingere. Si trovò a battere la
schiena contro una gamba del tavolo, si lamentò toccandosi la testa
-NON
UCCIDERMI TI PREGO!- gridò la ragazzina.
Daneel
lanciò un ennesimo lamento di dolore e i presenti ebbero la sensazione che
sollevando le braccia a quel modo, stesse cercando di levarsi di dosso un
braccio,o una mano, che stesse lottando in poche
parole. Visto che non potevano raggiungerla
fisicamente,iniziarono ad incitarla a resistere. Ma la
lotta della piccola durò poco e lasciò cadere le braccia con un rauco
gorgoglio.
-Oh
mio Dio, guardate!- esclamò James indicando la
pancia della piccola. Una macchia rossa si stava allargando sulla stoffa
bianca, i maghi ebbero tutti lo stesso moto di paura, ma solo Lorien tentò di avvicinarsi. Si abbassò sulle ginocchia, e
si allungò per andare ad infilare un braccio nel
pentacolo. Sentì una decina di tagli aprirsi per via della forza della magia
che si stava scatenando nel cerchio, ma riuscì comunque ad afferrarela mano destra di Daneel.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-
Energia giovane. Fresca.- aveva una voce gracchiante, come quella di un vecchio. Daneel aprì gli occhi e con un grido si rese conto che la
voluta di fumo nero aveva preso fattezze umane. Era un uomo alto, smilzo e
completamente calvo. Le orbite erano vuote infossate e cerchiati da occhiaie
pesanti che tendevano la pelle. Sembrava malato, mastava decisamente meglio, rispetto a
prima che era una massa informe mossa da orribili battiti.
-
Non uccidermi!-
-…La
mamma non ti ha insegnato che la curiosità uccise il gatto?-
Daneel
cercò di afferrare al polso la mano che le stavaalmeno credeva a giudicare dal dolore
che sentiva, frugando le viscere. La trovò e ancora cercò di strattonarlo via. Voldemort si concesse una risata alla faccia del suo
tentativo di salvarsi, con la mano libera le afferrò i capelli alla nuca e la
costrinse a guardare mentre piano le orbite venivano
riempite da una rivoltante sostanza gialla. Daneel
mandò un gemito disgustato intanto che iridi e pupille si formavano.
-Quel bambino è
mio.-
-NO.-
-Sarà il mio corpo!-
-TU
SEI MORTO, RASSEGNATI!-
Voldemort
si concesse un sorriso - Quella che
ormai è carne morta sei tu, non io…-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Lorien
strinse la presa attorno alla manina della ragazza. Era piccola come la
ricordava, ma aveva perso il suo naturale calore. Sentiva il sangue correre
lungo il braccio, lo vedeva colare a terra e lo sentiva scorrere lungo la
pelle, ma nonostante le grida degli altri, non aveva intenzione di lasciare la
mano di Dani. Aveva sul capo tante morti. Aveva
guardato morire un sacco di gente,ma quella piccola vita non poteva
averla sulla coscienza , no,se fosse
successo sarebbe impazzito, lo sapeva. Serrò le dita e il sangue arrivò a
riempire il palmo di Daneel.
-DANEEL!
MALEDIZIONE VIENI VIA!-
-Lo…-
Daneel mosse appena le labbra-Lorien?-
-DANI!
VIENI VIA! VIENI VIA!-
Sì udì come un rumore di vetri rotti e una luce
accecante riempì la stanza. I maghi presenti chiusero gli occhi e si coprirono il viso con il braccio. Lorien
sentì il corpo di Daneel fremere violentemente e poi
se la ritrovò addosso sotto la spinta della folata di
vento generata dal pentacolo sotto di loro e chesollevò anche lui. Strinse le braccia attorno
alla schiena della ragazzina e attutì per lei la botta al murodove furono buttati dalla potenza del
vento. Mandò un imprecazione, e piano aprì gli occhi.
Harry era finito sul tavolo, James era steso per terra accanto al divano
rovesciato, Sirius era seduto vicino al camino e Remus, si stava rimettendo in piedi appoggiandosi al muro.
Abbassò gli occhi verso Daneel e la trovò che la guardava stravolta almeno quanto lui.
-Stai
bene?-
-So
dov’è Luna.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
-Io
non ci vengo.-
-Sirius, dannato canide, parliamo di mio nipote!-
-No,
parliamo di Liberty Manor, ovvero
la fabbrica di orrori di Voldemort.-
Sirius
si alzò dalla sua postazione e tolse dasotto la maglietta la borsa di
ghiaccio che Andrea gli aveva preparato. Era finito addosso alla spalliera del
divano, ed era rotolato oltre di esso finendo la sua
corsa contro il gradino del camino rompendosi ad occhio e croce un paio di
costole e stirandosi qualche legamento. Appoggiò entrambe le mani sul tavolino ed inspirò profondamente. Liberty Manor
era un incognita. Molti dicevano che era l’Anti Hogwarts, ovvero la scuola di
preparazione di giovani Mangia Morte, per altri, invece era un guazzabuglio di
laboratori dove MediMaghi votati alla causa di Voldemort operavano esperimenti sugli esseri umani. A
quanto sembrava,faceva parte di quest’ultimo gruppo.
-Allora
non venire.-
Lorien
si stava facendo curare il braccio che si era praticamente
aperto per stringere la mano di Daneel, Sirius si volse verso di lui, e lo zittì sollevando
l’indice con le sopracciglia aggrottate - Fammi parlare moccioso.- lo
rimbrottò.
-…MA…-
-Io
non vengo se, non facciamo un sforniamo un piano come
ciel comanda. Non ci tengo a morire!-
Esangue per il parto, senza
forze per il gridare Luna era stata condotta nell’ufficio del Direttore del
Liberty Manor e scaricata come un sacco sul
pavimento. Ormai era pronta, secondo i suoi carcerieri, a compiere il grande
passo, a consegnare la sua vita alla loro causa. La donna aprì gli occhi con una lamento e senza la minima cura fu presa di nuovo per i
capelli e sollevata ancora. Era tenuta a sedere a forza ,
costretta a guardare davanti a lei, verso la sagoma scura oltre la scrivania
davanti a cui era stata buttata. Non riusciva a distinguerne i tratti del viso
dell’uomo, ma erasicura
che fosse un MediMago, aveva lo stesso pastrano dei
medici del St.Mungo, ma invece di essere bianco era
nero e come logo, invece del caduceo alato,aveva il Serpente rampante di Voldemort.
-Ciao Luna.-
La donna batté le palpebre un paio di
volte e finalmente mise a fuoco il volto dell’uomo. I tratti
fini e regolare, gli occhi scuri, lo conosceva fin troppo bene. Sollevò
le mani e cercò di farsi mollare. Sentiva i capelli tirare insopportabilmente,
si divincolò , ma fu presa con più forza e sbattuta in
avanti, faccia al pavimento. Cacciò un urlo di dolore mentre il sangue le
finiva dal naso lungo le labbra, tornò a guardare il MediMago, sostenendosi, stavolta con le sue braccia e
sussurrò un-BlaiseZa-Zabini.- mentre l’uomo si abbassava sulle
ginocchia e le prendeva il mento fra due dita. Luna si sentì tirare su il viso
verso quello dell’ex compagno di scuola, sostenne il suo sguardo, prima di
lanciare un occhiata oltre la spalla sinistra, verso
la donna che l’aveva presa dalla cella e portata fin lì. Era alta poco più di
lei, quindi circa un metro e settantacinque, capelli neri, ricci e occhi scuri.
Brutta come il peccato, con un naso schiacciato come un carlino, rispose allo
sguardo di Luna con un sorrisetto. - E Pansy
Parkinson.-
-Lunatica Lovegood.-
Luna ritirò il labbro inferiore
fra i denti e tornò a guardare Zabini che intanto si
era alzato e aveva preso a camminarle attorno. Sembrava ancora lo stesso
moccioso snob di una volta, con il naso arricciato e le labbra strette in una
piccola smorfia. Era ridicolo!Luna si
ritrovò a sorridere, sembrava sopraffatto da una puzza terribile-…Cosa?- le chiese Zabini vedendola ridacchiare sotto i baffi.
-Nulla.-
Blaise aggrottò la fronte creando una
piccola ruga di espressione, sospirò e spostò gli occhi verso Pansy. Le fece cenno con le sopracciglia e la donna aprì la
porta dell’ufficio, sparendo per un momento alla vista di Luna. Quando tornò teneva fra le braccia un fagotto di coperte
azzurre.-Fai ciao alla mamma.-
-DAMMI MIO FIGLIO, PUTTANA!-
Nonostante la debolezza, Luna
cercò di alzarsi di corsa e andare versoPansy che
reggeva il piccolo in modo che Luna potesse vederlo in viso. Aveva due belle
guance paffute e un ciuffo di capelli neri. Somigliava a Lorien.
Luna riuscì a fare solo due passi verso di lui, che Zabini
la prese per i capelli e la mandò per terra con una spinta.
La poveretta sentì la testa rimbalzare sul pavimento. Si accucciò e
sollevandosi sedette sulle gambe ripiegate - Che volete da lui?-
-Non gli
sarà fatto alcun male tranquilla.-
-Non ti credo…-
Pansy passò un dito
su una guancia del piccolo - Sarà un bellissimo Principe.- sussurrò amorevole
a quegli occhietti blu scuro che la osservavano curiosi - Sarà la
meraviglia del terrore del mondo.-
-Che cazzo stai dicendo?-
-In realtà
avevamo deciso di sacrificare tuo figlio e di usarequello di Ginny
ed Harry come contenitore, ma la piccola Weasley
aspetta una bambina e così…- tornò a
guardare Luna intanto che cullava il
piccolo- Abbiamo deciso di usare tuo
figlio .-
-Ma per cosa?-
-Per contenere l’anima di Tu
Sai Chi.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Erano passati solo dieci minuti
da quando aveva iniziato ad ispezionare i dintorni di
Liberty Manor e già si erano resi conto che il bel piano che avevano
approntato con tanta soddisfazione, lo potevanousare come carta igenica senza farsi troppi
scrupoli. La villa era sorvegliata da ogni lato da cinque Maghi , sul tetto da due Dissennatori, e Remus aveva l’impressione che pure i cespugli
dietro cui si stavano muovendo a gattoni non fossero propriamente disabitati.
Lanciò
uno sguardo a Harry dietro di lui e con un cenno della testa gli fece segno di guardare
i due maghi appisolati alla loro
sinistra - Che dici?- gli chiese sottovoce
-Uhm…-
James che era accucciato alle spalle del figlio maggiore , infilò una mano nella sacca che portava a tracolla e tirò fuori
un quadrato di stoffa color porpora - E questo?- disse aprendolo - Il mantello dell’Invisibilità.-
-Per me dovresti smettere di drogarti Prongs.-
si lamentòSirius dietro di lui - Vorrei farti notare che siamo in sei- sollevò la mano sinistraben aperta assieme al pollice dell’altra mano a indicare il
numero detto -Non ci entreremo mai tutti là sotto e per
la miseria...- tossicchiò per impedirsi di alzare troppo la voce - Non lascerò che qualcuno di voi faccia il kamikaze.-
-E allora cosa suggerisci ?-
Sirius morse il
labbro inferiore -Non lo so-
-Mezzo piano è meglio
di nulla.-brontolòLorien alle spalle
dell’animagus, massaggiandosi le ginocchia
anchilosate per la posizione accucciata con entrambe le mani - Se non ci decidiamo a far qualcosa ci passeremo
la notte qua.- Si girò a guardare dietro alla ricerca di Frank e rimase
a bocca aperta quando lo vide
addossato ad un tronco di albero a dieci centimetri di
distanza daun enorme pitone nero che
sembrava fendere l’aria con la lingua biforcuta alla ricerca del Cacciatore .
-NAGINI!-
Cacciarono TUTTI lo stesso urlo
spaventato e il serpente si avventò su Frank che si protesse la faccia con un braccio
mentre con l’altra manofrugava il mantello con la bacchetta.
Si sentì trascinare verso il cortile del Liberty e gli
altri lo seguirono saltando la siepe
con la stessa agilità. A
vederli da fuori, erano tutti abbastanza comici, a rincorrere Frank che veniva sballottato da una parte all’altra come un pupazzo dall’enorme rettile...
-A che pensi Prongs?- chiese Sirius notando lo sguardo fisso di James al bestione che
sembrava divertirsi un mondo a sballottare da una parte all’altra il poveroFrank.
-CHE STIAMO PER MORIRE!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Per un momento Luna rimase in silenzio e per
lo stesso lasso di tempo i due temettero che non
avesse capito un fico secco di quello che le avevano detto, ma alla fine, la
sua risposta esplose con una violenza incredibile. Si alzò, di
scatto, e cercò di strappare il bambino dalle mani di Pansy. Fu così svelta che
Blaise non riuscì a riprenderla e Pansy
dovette proteggersi il viso con un braccio per evitare che Luna le cavasse gli
occhi con le unghie. Lasciò andare la presa sul bambino che, finalmente, si
ritrovò
fra le braccia di sua madre. Senza porre tempo in mezzo Luna aprì la portadell’ufficio, pronta a
fuggire anche a piedi, ma si ritrovò di fronte a LuciusMalfoy che senza dire mezza parola la prese
per il collo.
-Inetti.- sussurrò alla
volta di Blaise e Pansy.
-Lasciami.-
Lucius sollevò l’indice della mano sinistra a
chiedere silenzio -Ora piccola
stupida hai due possibilità.- passò gli
occhi dalla madre al bambino, poi di nuovo alla donna che teneva staccata da
terra di un paio di un paio di centimetri buoni -
Uno, accettare questo rovescio di fortuna e cercare di ottenere il meglio di esso. Oppure…- cavò dalla
tasca del mantello la bacchetta e la puntò verso il bambino -
Guardare tuo figlio morire fra le tue braccia-
-No!-
Abbassando gli occhi Luna vide
la minuscola manina di suo figlio chiudersi attorno alla punta della bacchetta
di Malfoy , sentì le
lacrime pizzicarle gli occhi e tirando su col naso mormorò un
insulto. Lucius le sorrise e la bacchetta diede un fremito color
smeraldo.
-FERMO!-
-Sta a te mia cara.- rincarò la dose Zabini
spuntando alla sinistra di Lucius- Accettare il destino tuo e del tuo bambino o
morire con lui…-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Nessuno dei sei maghi stesi per
terra in una sorta di pittoresca piramide umana sapeva dire come diavolo erano riusciti a sfuggire alla grinfie di Nagini e dei quindi maghi giunti a darle manforte. Un
momento prima erano appoggiati al muro esterno della villa, pronti a venire bersagliati da una raffica di AvadaKedavra e un momento dopo stavano scivolando lungo
uno scivolo fatto a mattoni di pietra. Erano atterrati
uno addosso all’altro e solo adesso si stavano riprendendo dalle botte prese
ruzzolando.
-Oh Merlino, spero che quella che sento
premere sia la tua bacchetta.- si lamentò Frank alla volta di Lorien
che gli stava sdraiato sulla schiena e si stava tirando su da lui in quel
momento.
-Abbracciamoci come due koala!-
ridacchiòSirius appoggiando la
testa sulla spalla diHarry che cercò di
liberarsi del padrino dimenandosi come un grosso scarafaggio rivoltato sul dorso - E mollami
Sir!- si lamentò afferrandogli la testa con entrambe le mani e
cercando di staccarselo a forza.
James si era tirato su e stava
aiutando Remus a fare altrettanto,reggendolo
per un braccio. -Dai ragazzi…- cercò di trattenere una risatina divertita - Non è il momento!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Hestia non
sapeva che cosa era successo aDaneel, ma
si vedeva lontano un miglio che c’era qualcosa che non andava. Andrea l’aveva
informata che sarebbe rimasta a dormire a GrimmauldPlace, e le era bastato guardarla dalla porta per rendersi
conto del brutto colorito che aveva e del mondo in cui stringeva forte il
cuscino. - Sta avendo un altro incubo.- disse ad Andrea che era accanto a lei -
I suoi poteri si stanno facendo sempre più forti.-si appoggiò allo stipite incrociando le
braccia al seno - E da quello che mi dice Severus,
anche Charlie patisce allo stesso modo.-
-I tuoi
figli stanno diventando molto potenti.-
-Molto
più di me e Severus.- morse il labbro inferiore
stringendo - E questo mi spaventa, non vogliono che la loro dote diventi un
handicap.- Daneel si lamentò sotto le coperte
allungando il braccio - Anche se Dani sembra essere legata più che altro a Lorien e Charlie invece pare avere visioni legate a
sventure imminenti. -
-Quindi
le loro capacità anche se potenti…-
-Sono circoscri…- Daneel si era tirata
a sedere di scatto -Dani?- la ragazzina portò gli
occhi verso la porta, ma non sembrava realmente vederla. Sembra intenta a
seguire una scena che solo lei poteva vedere. Hestia
accese la luce della camera e la piccola, infatti, non ebbe nessun moto di
fastidio al cambio di illuminazione -Daneel cosa vedi?-
-Luna.- rispose la ragazza.
-Cosa
sta facendo?-
-Ha ceduto. Sta per farlo…-
Hestia e
Andrea si scambiarono uno sguardo - Che cosa?-
-Un grande
male.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Luna
non aveva fatto a tempo a dire mezza parola che si era ritrovata fra le braccia
di Lorien,stretta contro il suo petto e con il
viso coperto di baci. Lorien non era mai stato un
tipo troppo espansivo, fin da ragazzi, per strappargli un bacio o una coccola
aveva sempre dovuto faticare. Quel accarezzarla e baciarla era
chiaro indice di quanto fosse stato in pensiero - Lorien…- sussurrò con un filo di voce. Si sentì
allontanare e rispose al suo sguardo con un sorriso.
-Come
hai fatto a fuggire?- le chiese Lorien poggiandole un
altro bacio sulle labbra. Se l’era trovata davanti all’improvviso, dopo che si
era separato da gli altri e il suo cervello, prima di
impazzire di gioia e spingerlo a saltarle addosso, aveva avuto il tempo di
registrare il suo abbigliamento. Luna indossava una maglia a maniche corte
bianca, abbastanza larga da camuffare le sue forme e lunga fino a metà coscia.
Sporca di sangue all’orlo , non aveva tasche né altro.
Non aveva la bacchetta in mano e dubitava che la tenesse nelle mutandine.
-E’
una lunga storia.-
-Vieni
andiamo.-
Fece
per prenderla per mano, ma la donna non si mosse. Gli
strattonò il braccio e lo costrinse a guardare di nuovo verso di lei.
L’espressione interrogativa che Lorien le lasciò una
fitta al petto che la costrinse a chiudere gli occhi per un momento. Gli si
avvicinò e sollevandosi sulle punte gli cinse il collo con un braccio per
abbracciarlo.
-Lo
so che è stata dura, ma dobbiamo andare.-
-Un
momento solo, ti prego.-
-Non ce lo abbiamo un momento, dai ti porto in braccio...- le
strinse la vita con entrambe le braccia, fece per sollevarla, ma si bloccò
quando sentì qualcosa puntargli contro lo stomaco - Luna.-
esclamò sgranando gli occhi. Non era una sua impressione, la donna che aveva
cercato per settimane come un pazzo, con una mano gli stava accarezzando i
capelli sulla nuca e con l’altra stava premendo contro il suo stomaco un coltello - Che stai?-
-Non
abbiamo altra scelta amore mio.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Daneelsi irrigidì fra le braccia di Hestia
ed emise un lungo gemito di gola.Teneva
il capo piegato in avanti, il mento incollato al petto come se pregasse, ma
erano imprecazioni quelle che le uscivano dalle labbra - No stupida non lo
fare! NO!-
-Che
sta succedendo?- chiese Andrea.
-Il
sangue di un eroe.- biascicò Daneel
portando gli occhi verso di lei - Il sangue di un eroe, deve essere preso per
spada non per emottisi.- li sollevò al soffitto respirando a fatica. Era rossa
in viso e un rivolo di sangue le scendeva lungo una narice. Era
totalmente sopraffatta dalla potenza della visione. - Colpirà per
rimanere accanto al figlio, non vede altra scelta nella sua disperazione.-
-Ucciderà
Lorien?-
Daneel
emise un lieve mugolio.
-E’ impossibile, non lo farebbe mai.-
-Sei
madre Andie.- Hestia
sfilò un fazzolettino dalla tasca e lo passò sotto al naso della figlia,
togliendo il sangue scuro che scendeva - Dovresti sapere che si farebbe di
tutto per un fi…-s’interruppe coperta dal grido di dolore di Daneel.
La ragazzina sfuggì dalla sua presa e finì in ginocchio sul pavimento
toccandosi la pancia. Si guardò le mani ed emise un
secondo urlo
-NON
FARLO LUNA, TI PREGO!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
La
prima coltellata aveva colpito Lorien di
sorpresa.Sentire la carne lacerarsi, il
sangue scendere con un fiotto mentre osservava da vicino
quegli occhi assurdamente azzurri, era stato surreale per lui. Non aveva
reagito, aveva solo stretto la presa attorno alle spalle di Luna e basta. Non
un grido. Non un lamento. Niente.
-Mi
dispiace Lorien.-
-Lu-Luna…-
-So
che mi perdonerai.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry
volse la testa di scatto e con la fronte aggrottata osservò il corridoio dietro
di lui. Per un momento aveva avuto l’impressione di sentire Lorien
gridare il suo nome. Guardò Remus accanto ad una
porta chiusa e sorrise al suo sguardo interrogativo. Non sapeva che stava
succedendo, ma probabilmente non era nulla di grave. Riprese a camminare
massaggiandosi le braccia, aveva freddo, e non sapeva
che Hogwarts, Jolie aveva avuto la sua stessa
sensazione. Per un momento aveva avuto l’impressione che il fratello la chiamasse,
si era alzata di scatto e si era ritrovata a fissare la falce di luna che
filtrava dalla finestra
Sono
perfettamente consapevole di essere una vera infame a pubblicare questi
bocconcini di capitoli, ma volete mettere la soddisfazione di scioccarvi? XD
Il dolore al capo era stato improvviso e lancinante per Harry, due
passi era riuscito a fare, che gli era esploso dentro impedendogli di
continuare ad avanzare e costringendolo a sollevare le mani e provare a far
pressione con le palme ai lati della fronte per cercare di stemperare. Era come
se qualcuno gli stesse scavando le cervella con una paletta da gelato, emise un
lieve lamento e cadde sulle ginocchio. Lui non aveva idea di quanto tutto fosse
stato veloce, solo l’espressione di Remus poteva
dargliene un minimo indizio. -Non
capisco.- si lamentò sollevando mantenendo lo sguardo verso quello color
miele del licantropo - La cicatrice, ho
la sensazione che mi scoppi.-Remus si abbassò,
appoggiando anche lui le ginocchia sul pavimento e sollevò i capelli neri del
giovane mago, immediatamente si tirò indietro emettendo un piccolo verso
strozzato. Dalle dita che coprivano la fronte di Harry, da quelle che premevano
sulla cicatrice colava un rivolo di sangue . Ma non era finita lì, Harry diede
un altro lamento di dolore , chiudendo gli occhi fino a far uscire una lacrima - Remus, torna
indietro, ho l’impressione che Lorien abbia bisogno
di aiuto.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Il dolore che Harry provava era equiparabile all’angoscia che
attanagliava la gola di Jolie, la ragazza era scesa dal letto e come un anima
in pena aveva preso a girare per la sala della Torre dei Grifondoro,
cercando di mettersi in contatto prima con il padre e con il fratello, quando
si era resa conto aveva provato con GrimmauldPlace e alla fine, presa dalla disperazione era uscita dal
suo dormitorio per andare a cercare Piton.
Illuminando il corridoio con la bacchetta che stringeva nella mano sinistra, e
tenendo una copia della Mappa del Malandrino, che anni prima James Remus aveva saggiamente pensato di duplicare e distribuire
fra i membri della compagnia, la ragazzina schivò un paio di fantasmi di
passaggio e l’ormai, considerato immortale, Gazza. Battè
più volte le nocche contro la porta e si tirò indietro, con gli socchiusi per
il cambio di illuminazione, quando Piton aprì la
porta tenendo in mano un candelabro. -Lily?-
evidentemente stava ancora sognando. -Sono Jolie, professore.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien lasciò andare la
presa alle spalle di Luna e arretrò di un passo, la lama uscì dal suo corpo e
lui andò ad impattare con le spalle al muro dietro di lui. Fissava gli occhi
della donna, straziati, ma allo stesso tempo gelidi nella loro determinazione e
una specie di smorfia sorridente gli passò per un momento sulle labbra. Si
lasciò cadere a sedere per terra, la testa reclinata in avanti sul petto e un
filo di sangue che dalle labbra scendeva dopo tutto quello che aveva passato,
morire per mano della donna che aveva cercato come un pazzo per giorni, anzi
per settimane, era comico volendo. Ridacchiò, socchiudendo leggermente gli
occhi, per poi sollevarli verso Luna che ancora lo osservava, incapace,
sperava, di lasciarlo lì a morire. -Potevamo salvarlo.- le disse -Dovevi fidarti di me.-
-Io non sono coraggiosa come te, non lo sono mai stata.- Lorien scosse la testa incredulo, spostando gli occhi
dal viso di Luna, al pugnale che aveva ancora in mano - E adesso che farai?- diede un colpo di tosse sobbalzando con le
spalle. la mano premuta contro la ferita in un inutile tentativo di frenare il
sangue con la pressione del palmo - Mi
guarderai morire?- Luna si volse verso il fondo del corridoio - Non credo che morirai.- sussurrò, prima di voltarsi e
allontanando la mano da quella che Lorien aveva
sollevato verso di lei, dirigersi verso l’ufficio di Zabini.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Remus non ci stava capendo
un accidenti, ma non si era messo a discutere con Harry. Gli aveva detto di
andare a cercare suo fratello ed era andato, anche se non sapeva davvero cosa
diavolo doveva aspettarsi di trovare. Si guardò attorno prima di svoltare
l’ennesimo angolo di corridoio e alla vista di una persona seduta per terra fu
preso dal panico. Nonostante la scarsa illuminazione, quell’impermeabile
spiegazzato l’avrebbe riconosciuto dappertutto -LORIEN!- esclamò abbandonando tutto la cura usata nel muoversi che
aveva tenuto fino ad adesso, per andare ad abbassarsi accanto al giovane
cacciatore - Lorien,mi
senti?- lo prese per le spalle e lo scrollò con forza nella speranza di
fargli riprendere conoscenza - Che è
successo?- niente non gli rispondeva e quella macchia rosso sangue sulla
camicia non gli piaceva per nulla -Maledizione!- Harry intanto, infrangendo la promessa fatta a Remus
di rimanersene buono nello stanzino delle scope in cui l’aveva infilato, aveva
preso a camminare per i corridoi di Liberty Manor,
stordito e a quelle che credeva allucinazioni belle e buone. La vedeva flutturare di fronte a lui, una specie di ombra scura, che
lo invitava a seguirlo e lui, per quanto fosse sicuro che quella era una
pessima idea, non riusciva ad impedirsi di mettere un piede davanti all’altro. Portò
una mano alla fronte e sentendo bagnato la ritirò stringendo il pugno.
Sanguinava, la sua cicatrice, in trent’anni e più, questa era la prima volta
che succedeva.
-Harry Potter.- sussurrò una voce alle sue spalle.
L’uomo si volse e Voldemort gli sorrise.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Una cartina di Londra era distesa sul tavolino, l’occorrente per
l’incantesimo di localizzazione era pronto, ma Jolie, che avrebbe dovuto
servire da tramite per trovare il resto della famiglia Potter non riusciva a
muovere un muscolo. Era crollata fra le braccia di Piton,
pochi minuti dopo essere entrata nella sua stanza, e ora il professore stava
vedendo come poteva fare per cercare di portarla in infermeria muovendola il
meno possibile. Non aveva idea cosa diavolo stava succedendo, le possibilità
erano troppe, ma che ci fosse in atto un incantesimo forte su uno dei fratelli
e che gli altri due ne risentissero era la più accreditata fra lepossibilità.
-Jolie mi senti?- la prese per le spalle e la scosse un paio di volte nella speranza di
farle avere una reazione. Niente, la cucciolaera come una bambola fra le sue mani, si guardò attorno, poi le passò il
braccio destro sotto le ginocchia e pregando di non rimanere in posizione per
via di un colpo della schiena fulminante, si alzò
-Harry.-
-Mh?- Piton abbassò gli occhi su
Jolie.
-Il sangue di un fratello per arrivare a
l’altro.-
L’uomo si volse e appoggiò la piccola sul suo
letto, la prese di nuovo per le spalle e si chinò leggermente in avanti - E’ in trance.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry si lasciò
cadere in ginocchio ai piedi dell’uomo che lo osservava con una luce di puro
divertimento negli occhi color vinaccia. Non poteva essere vero per la miseria,
non poteva. –Tu, tu sei morto.- mormorò senza riuscire a trovare la forza di
alzarsi, imbracciare la bacchetta e fare un casino per mettere più distanza
possibile fra lui e l’ombra di morte che aveva di fronte.
CAPITOLO 102.
Nessuno dei presenti per quanto si sforzasse
sapeva dire che diavolo era successo. Si guardavano l’uno con l’altro quasi
potessero leggere sul viso del compagno quello che stava accadendo. Erano stati
svegliati nel cuore della notte, i Grifondoro dalla McGranit e i due Serpeverde da Piton ed erano stati condotti in infermeriee lì mollati. John si grattò il retro della
testa con una mano intanto che andava passeggiando davanti alla porta, si erano
appena resi conto che Jolie mancava all’appello.
-Che diavolo sarà successo?- chiese
guardando gli altri e ottenne da tutti la stessa riposta. Una mesta scrollata
di spalle. Per quanto si sforzasseronon
riuscivano ad immaginare, nemmeno lontanamente cosa fossero i rumori che
sentivano arrivare dall’infermeria.
-.-.-.-.-.-.-
Ginny non era riuscita nemmeno a gridare, un
momento prima era intenta a prepararsi un po’ di tea e un momento dopo era
accucciata a terra in preda ad un dolore atroce. Il bambino, che lei non sapeva
essere femmina, si agitava violentemente nel suo grembo tanto da bloccarle il
respiro a volte e da farle lacrimare gli occhi quando calciava dove non doveva.
Si allungò verso la teiera che cadendo aveva portato con sé e iniziò a
sbatterla sul pavimento con la mano sinistra sperando di attirare qualcuno. A urlare,
non riusciva proprio, aveva come l’impressione che una mano le stringesse il
collo di più, sempre di più.Sollevò gli
occhi verso il proprietario delle pantofole pantofole di feltro scozzeseche erano entrate nel suo campo visivo. -
Papà…- si lamentò intanto che Arthur pareva realizzare cosa stava guardando e
scattava verso di lei.
-Ginny che succede?-
-Non lo so…-
si appoggiò al petto del padre, lasciandosi stringere con entrambe le braccia.
Senti una mano premerle sulla pancia e subito dopo il bambino colpira a piena forza quel punto. Si chinò in avanti con un
gemito, lasciando cadere qualche lacrima. - Fa male! Fa male. ODDIO.-
-.-.-.-.-.-.-
La camicia da notte di Albus
Silente era quanto di più pacchianoTed
Lupin avesse mai visto. Di un inguardabile giallo canarino recava sul davanti
una fenice rampante in lustrini che rifletteva le luci delle candele, scambiò uno sguardo con Emmie
accanto a lui e sorride quando vide sul viso della sorella la stessa
espressione che sentiva stampata in faccia. Si avvicinò di un paio di passi al
letto dove il mago era seduto e fece
scivolare lo sguardo verso Jolie, su cui era chino. La ragazza sembrava in
preda ad un incubo orrendo e ogni volta che Silente cercava di toccarle il
viso, lanciava grida lancinante, come se il tocco delle mani del Preside le
scottasse terribilmente sulla pelle del viso. -Che ha?- chiese e immediatamente
si rese conto che si era fatto portavoce del pensiero che si agitava nella
mente di tutti. Silente sollevò gli occhi verso di lui e poi scosse il capo,
tornando a guardare Jolie che si lamentava strattonando la maglia del pigiama
sulla pancia.
-Sta
somatizzando gli effetti di un incantesimo a cui uno dei suoi due fratelli è
soggetto…- spiegò mentre ancora una volta cercava di prenderle il faccino fra
le mani e ancora una volta la ragazza gridava e piangeva come se li fosse
avvicinata al viso una torce rovente - Alcuni incanti sono talmente potente da
agire su più piani di coscienza di un individuo, anche nei suoi rapporti con
gli altri. E quale rapporto è più stretto di quello del sangue?-
-Vuole dire
che Harry o Lorien, stanno per essere uccisi?-
esclamò James Remus da vicino la pediera
del letto che durante la spiegazione di Silente aveva afferrato. Osservò Jolie,
in piena sofferenza, e poi tornò a guardare l’anziano mago - E allora che
diavolo ci facciamo qui, perché non andiamo ad aiutarli?-Fece il giro del letto e si chinò, sedendosi
sui calcagni, accanto a Jolie che gemeva e singhiozzava senza posa. -Posso?-
chiese al Preside e questo annuì con un cenno del capo. Allungò una mano verso
quella che la ragazza stava usando per tormentarsi la maglietta, e cercò di
stringerla.
Jolie aprì gli occhi e si volse verso di lui - Fa tanto male.-
-Che
succede Lie?-
-Fa tanto,
tanto male.-
- Cosa ti
fa male?-
La ragazza
lasciò cadere una lacrima dall’occhio destro intanto che osservava James.
Modulò qualche parola con le sole labbra, prima di venire attraversata da un
ennesimo spasmo che la costrinse ad artigliare praticamente la mano di James
che copriva la sua. -Preside!- si lamentò il ragazzo spostando gli occhi da
Jolie al mago che aveva assistito alla scena in silenzio. Si volse a guardare
Charlie, e il ragazzo sollevò le sopracciglia.
-Avvicinati.-
-.-.-.-.-.-.-
Ginny non aveva idea di cosa stava succedendo. Per
quale ragione sentisse tanto male, così all’improvviso. Pensava che ci fossero
problemi con il bambino, che forse lo stesse perdendoper qualche ragione. Magari perché con suo
padre si era comportata da schifo e che l’universo la stesse ripagando dandole
un dolore simile da sopportare. Però, in una parte della sua testa, un pensiero
la rodeva in continuo. Voleva Harry, lo voleva vicino. Mai come in quei mesi
voleva sapere dove fosse, come stava.
-Harry.- disse guardando la madre che cercava di
convincerla a tirarsi su dal pavimento -ChiamaHarry.-
Molly la
fissò costernata. Era la prima volta, dopo mesi, che la sentiva chiedere del
marito - Devi andare al St.Mungo.- cercò di prenderla
per un braccio, di aiutarla a sollevarsi
con l’aiuto di Arthur che ancora la stringeva a sé - Poi chiamiamo tuo marito.-
-NO ADESSO!-
-Ginny, potresti stare avendo un aborto.-
La ragazza
scosse la testa in preda alle lacrime. Voleva vedere Harry, si sentiva quasi in
preda alla frenesia. Sentiva che se avesse visto suo marito tutto sarebbe
andato bene, e non si sarebbe mossa da lì finchè non
le davano retta.
-Che è
questo casino?- sbadigliò una voce oltre Molly china su di lei. Ginny spostò gli occhi dal viso della madre alla cucina
dove Ron era comparso grattandosi la testa insonnolito. Era la prima notte che
passava a casa dopo due anni trascorsi sballottato da una parte all’altra dell’Inghilterra
e doveva succedere qualcosa, mamma sfiga non poteva lasciarlo in pace almeno
per una notte. Guardò il padre, poi la sorellina, poi la madre, tornando a Ginny con un espressione per niente lucida. - Ron!- chiamò questa
disperata e il ragazzo, dopo un momento ancora passato ad osservarla , parve
capire che stava succedendo.
-Che c’è?
che hai? Stai male?-
-Vai a
chiamare Harry!-
-.-.-.-.-.-.-
Seguendo le istruzioni di Silente, Charlie si era seduto sul bordo del letto e
avevo appoggiato entrambe le mani ai lati del viso di Jolie. La ragazza aveva
accettato il suo tocco e aveva aperto gli occhi come lui le aveva chiesto. -
Jolie.- mormorò abbozzando un sorriso -Lasciami entrare, fammi vedere che
succede.-
Jolie cercò di dire no agitando debolmente il capo, ma le mani del ragazzo
attorno alla sua faccetta le impedirono ogni movimento. - Jolie.- ripetè Charlie con un tono di voce ora più fermo - Fammi
entrare, fammi vedere che succede.-
La ragazza
stavolta non si ribellò e Charlieprese
a fissare quegli occhi nocciola che parevano terrorizzati a morte. Le accarezzò
la guancia con il pollice - Piccola fatti aiutare.- serrò la presa per domare
uno scrollone di capo di Jolie - Voglio aiutarti.-
Qualcosa prese
a formarsi nella mente di Charlie, un immagine, due figure una di fronte all’altra
. una era inginocchiata e tremante. Aggrottò
la fronte e chi lo osservava in attesa di una sua risposta, lo vide inclinare
la testa verso la spalla destra, poi muoverla come in preda ad uno spasmo.
Silente gli aveva chiesto di individuare l’incantesimo che la ragazza stava
somatizzando e di seguirlo fino alla fonte, ma cosa il ragazzo stesse vedendo era
impossibile saperlo.
-…-
-.-.-.-.-.-.-
Remus era riuscito a stabilizzare l’emorragia di Lorien e ora gli sedeva accanto cercando di cogliere un filo
logico fra le frasi sconnesse che si
lasciava sfuggire nell’incoscienza. Il licantropo si era accorto del suo stato
delirante intanto che cercava di chiudergli la ferita che aveva in pancia , ma
ora, che finalmente si stava calmando e non tremava più come una foglia, stava cercando
di capire cosa il povero Cacciatore stesse dicendo.
-Lorien?-
Il ragazzo
aprì gli occhi, nocciola come quelli del padre.
-Cosa
succede?-
Il
cacciatore volse il capo verso Remus - Fa male. Fa
tanto male.- Le stesse parole di Jolie,che si trovava nelle sue stesse condizioni a chilometri di distanza da
lui, ma ovviamente questo Remus non poteva saperlo.
-La ferita?-
Lorien scosse la testa richiudendo gli occhi - No,
lui…-sussurrò un secondo prima di
riperdere i sensi.
-.-.-.-.-.-.-.-
Jolie tremò
violentemente fra le mani di Charlie e Emmie fu
costretta ad uscire dall’infermeria per evitare di cadere a terra come una pera
cotta. Non si allontanò che di un paio di passi dalla porta dell’infermeria,
chiuse gli occhi e si lasciò cadere con le spalle al muro.
-Emmie.-
La
ragazzina non ebbe bisogno di aprire gli occhi, sapeva perfettamente chi era
stato a seguirla. Vicino alla luna piena il suo olfatto si potenziava. Diventava
simile a quello di Ted.
-Joel non ce la faccio a vederla soffrire così.-
-Lo capisco.-
Lacrime
scivolarono da sotto le ciglia della ragazzina. - Mi fa pena …- mormorò
sollevando le palpebre e tirando su col naso - Se la prendono sempre con noi.-
sollevò lo sguardo verso il viso del ragazzo, o meglio, verso la parte di viso
che teneva coperto da una benda - Ma perché?-
-Difficile
dirlo.- fece il ragazzo chiudendosi nelle spalle. si avvicinò alla piccola di
un paio di passi e le tirò su il faccino con la mano destra -…Ma si sa che in
guerra ogni colpo è ben accetto, e cosa fa più male al tuo nemico che colpirlo
negli affetti?-
Emmie ritirò il labbro inferiore fra i denti e lo
morse a forza.
-Prima o
poi tutto questo finirà…- continuò l’animagusasciugando con le dita la guancia destra di Emmie - in un modo o nell’altro.-
-Non sei
molto confortante.-
Joel
sollevò gli occhi al soffitto e sorrise - Scusa.- li riabbassò svelti non
appena sentì il capo di Emmie appoggiarsi sul suo
petto e le sue braccia stringergli i fianchi. Rimase immobile, come se all’improvviso
avesse perso una trentina di punti di quoziente intellettivo, poi sollevò ambo
le braccia e ricambiò l’abbraccio della ragazza appoggiando prima il mento poi
le labbra fra i suoi capelli.
-Andrà
tutto bene, vedrai.-
La
ragazzina annuì mogia –Se lo dici tu, mi fido.-
-.-.-.-.-.-.-.-
In quel
momento, ovunque fossero, chi era legato ad Harry Potter stava somatizzando il
suo dolore. Lorien, anche se era stato soccorso appena in tempo da
Remus, si lamentava a terra senza riuscire a spiegare
al licantropo accanto a lui cosa gli stesse capitando , Jolie attorniata da
tutti i suoi amici e dagli insegnanti , la bambina nel grembo di Ginny e perfino James, seduto a terra ai piedi di Sirius e Frank si teneva la testa con entrambe le mani
gemendo penosamente.
-Che gli
prende?- esclamò Frank
-Non né ho
la minima idea.- gli fece eco Sirius
guardandosi attorno –Ma questo è decisamente l’ultimo posto in cui uno dovrebbe
farsi prendere dall’emicrania.- Si chinò sull’amico, che cercò di scacciarlo
con la stessa energia che lui avrebbe usato per aiutarlo a mettersi in piedi. -
Jim dobbiamo andare via.-
-Nooo.-
-James ti prego.- mormorò cercando ancora di
prendergli un braccio e di alzarlo -Non abbiamo tempo, siamo in mezzo a Liberty
Manor.-
-.-.-.-.-.-.-
Si sa come
succede, no? la ragazza cerca consolazione, il ragazzo si intenerisce e manda a
donnine allegre i propositi di una vita. Emmie
singhiozzava contro la sua spalla, ogni lamento di Jolie nell’infermeria
combaciava con ogni suo rigurgito di pianto e Joel non sapeva più che altro
fare. Se la staccò di dosso reggendola per le spalle e sgranò gli occhi quando
la trovò con il labbro inferiore rosso e gonfio per via dei morsi continui -
Merlino guarda che ti sei fatta.- le disse accarezzando, senza nemmeno rendersi
conto, il labbro inferiore con il pollice. Quello che accade dopo, beh, non se
lo seppe spiegare nemmeno lui. Un
momento prima stava osservando quel faccino sconsolato e un secondo dopo la
stava baciando come se non ci fosse stato un domani. Maledizione.
-Ragazzi
venite Charlie ha scoperto…EVVAFFANCULO!- sbottò Abrhamuscendo di corso dall’infermeria, coprendosi
la bocca con una mano e girandosi di scatto per rientrare intanto che i due si
allontanavano uno più sconvolto dell’altra. - Ricomponetevi ed entrate, Charlie
ha capito che sta succedendo.-
Fine
capitolo.
Nella speranza che vi ricordiate ancora di questa fic, un saluto dalla vostra Inochan.
Allora lo spiego qui perché mi sono accorta che è
un dubbio che avete in molti. Emmie è un mezzo
licantropo. Durante la luna piena, somatizza il morbo, ma NON si trasforma in
bestia. Cambia il colore degli occhi, da blu a color miele, subisce un brusco
aumento di potenza dell’olfatto, eil
suo carattere solitamente dolce, si incattivisce. E’ SEMPRE sensibile all’argento,
come ogni licantropo che si rispetti, ed è facile a buscarsi malattie,visto che ha una salute cagionevole come Remus.
Capitolo 103
Harry chiuse gli occhi, strizzandoli
dolorosamente. Poteva contare i battiti del suo cuore mentre rallentava,
intanto che la mano di Voldemort affondava nel suo
petto un centimetro alla volta e le dita si chiudevano attorno a quei singulti
sempre più radi. Harry socchiuse gli occhi. Vedeva la figura dell’Oscuro
Signore dividersi davanti ai suoi occhi, per poi ricongiungersi, gemette
nauseato.
Non sapeva cosa stava succedendo, se questo avrebbe segnato la sua fine oppure
no. non poteva credere di essere stato piegato così facilmente, dopo anni che
si preparava alla Battaglia Finale, si era ritrovato in ginocchio prima di
capire che stava accadendo e un momento dopo aveva sentito la mano di Voldemort affondargli nel torace senza creare una stille di
sangue e le sue dita chiudersi attorno al cuore.
-Non finirà così …-
-Invece sì.-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
C’era uno strano odore nell’aria. Un puzzo di
carne andata a male che le raspava la gola e che la costrinse a tossire un paio
di volte. Daneel, strizzò gli occhi in una smorfia
disgustata, per poi riaprirli nella fioca luce delle fiaccole che illuminavano
il corridoio.Smaterializzarsi a Liberty
Manor era stata davvero una pessima idea,il suo senso dell’orientamento erasempre stato pessimo e ancora una volta la
stava tradendo. Appoggiò una mano al muro alla sua sinistra, cercando di
estromettere le vibrazioni di dolore che le arrivavano per concentrarsi
sull’unica traccia che doveva e soprattutto, voleva seguire. Lorien, lo sentiva gridare, nella testa, come un eco
continuo sopra a tutti gli altri maghi che avevano sofferto ed erano morti in
quel luogo e i cui spiriti ora sembravano ronzarle attorno.
Agitò la mano libera davanti al viso, sfarfallandola come per cacciare via una
mosca, intanto che i suoi piedini scalzi si muovevano verso la scala che si
gettava nell’ombra di fronte a lei. Magari stava sbagliando, magari aveva
ragione sua madre e da questa storia avrebbe ricavato solo sofferenza, ma non
poteva lasciarlo andare.
-Lorien?-
Poco lontano da lei, l’uomo aprì gli occhi
nocciola, fissando Remus inginocchiato accanto a lui.
Sorrise, in punta di labbra, nonostante il sangue che gli colava da una narice
fino all’orecchio, sembrava dannatamente felice
Lupin lo guardò sorpreso. - Lollo?- Daneel avanzò senza badare al freddo , i piedi scalzi
le si stavano intorpidendo per via del freddo che sentiva sorgere dal
pavimento. Scese le scale e a metà rampa, sgranò gli occhi alla vista della
donna bionda che la fissava dal pianerottolo. La guardò avanzare fino ad
entrare nella lama di luce lunare che filtrava da uno scuro rotto.
-Luna!-
Daneel afferrò il corrimano per darsi slancio e scendere di corsa verso la
donna, ma si bloccò in tempo, seguendo quella vocina interiore che le gridava
di fermarsi. Si abbassò afferrandosi il capo riccioluto evitando di un soffio
l’Anatema che Uccide che l’avrebbe colpita in pieno petto se non si fosse
scansata. Si volse, seduta malamente sul gradino, guardando la bruciatura poco
sopra la sua testa sulmuro, poi la
donna.
-Luna.-
La strega morse il labbro inferiore -Il sangue di un eroe. La vita di un Legimante.- e sollevò di nuovo la bacchetta verso Daneel.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Harry deglutì una sostanza pastosa che non riuscì
ad identificare come sangue. Era troppo denso, troppo freddo, sembrava crema di
latte… Oh Merlino, se fosse riuscito a sopravvivere non sarebbe più stato in
grado mangiare una sola cucchiaiata di crema di latte. In un ultimo spasmo di
energia era riuscito a sollevare entrambe le braccia e a stringerle attorno al
polso di Voldemort. Fino a sentire i polpastrelli
affondare nella carne, sollevò gli occhi e quello che vide lo lasciò
stupefatto.
Come Daneel prima di lui,stava assistendo ad una sorta di guarigione
del corpo martoriato di Voldemort. Il viso era più
pieno di un bel colorito rosa, un naso dritto era spuntato e un ombra di barba
stava crescendogli a vista d’occhio, assieme ai capelli. Neri e spettinati.
-Inizi a capire vero?- chiese il mago
socchiudendo le iridi verdi.
-Verdi?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Lorien non sapeva dire come era riuscito ad alzarsi da quel pavimento e
arrancare fino alle scale. Un terribile presentimento aveva scavalcato la
sensazione di dolore che lo aveva tenuto piegato a terra fino a quel momento e
con una forza che non pensava di avere era riuscito a portarsi fino alle scale,
alle spalle di Luna. La donna si volse verso di lui, alla luce che filtrava
dallo scuro alzato malamente i suoi capelli sembravano quasi candidi e gli
occhi erano di un azzurro che quasi lo terrorizzarono. Si spinse indietro,
intanto che sollevava gli occhi oltre di lei.
La luce e l’ombra.
La sera e la mattina. Daneel aveva la bacchetta spianata. Era la prima
volta che Lorien la vedeva armata, ma non fu questo a
bloccarlo. La differenza fra le due. Una fredda sotto i raggi della luna, con
gli occhi come due stelle morte che lo fissavano apparentemente senza un minimo
di rimpianto e sentimento nei suoi riguardi e l’altra piccola e calda come un
mattino di primavera, che alla sua vista si tese in un sorriso.
-Stai bene.-
Bene era una parola grossa. Diciamo che non si
sentiva più con entrambi i piedi in una fossa senza nome. Qualsiasi cosa gli
era successo stava finendo.Si avvicinò
di un passo alla madre di suoi figlio, sollevando entrambe le mani, come per
mostrarle che era disarmato. - Luna.- era convinto
che fosse sotto incantesimo. Quello sguardo fisso, l’espressione apatica, no,
non poteva essere la sua pasticciona.
Non poteva crederlo.
-Amore mio, ascolta…-
Dalla scala Daneel ansimò. Sentiva ancora quelle voci
lamentarsi. Centinaia di ansimi, parole, che le pulsavano fra le orecchi e che
le impedivano di pensare. Spostò gli occhi da Lorien
a Luna che si era completamente voltata verso di lui. C’era qualcosa di strano
in lei, lo sentiva, ma non sapeva dire se era successo qualcosa di magico, o
era semplicemente il suo spirito ad essersi spezzato e ad aver abbracciato il
nulla per amore del piccolo Zack.
-Possiamo salvare Zack.-
Lorien faceva obbiettivamente pena. Nonostante quella
macchia di sangue sulla camicia, voleva disperatamente che Luna abbassasse la
bacchetta e tendesse la mano verso di lui. “L’ama
così tanto…” si disse la ragazzina con una punta di gelosia, socchiudendo per
un attimo gli occhi azzurro cielo. Abbassò la bacchetta e scese i gradini che
la separavano dai due. Muovendosi per avere sempre le spalle contro il muro,
cercò di andare verso Lorien.
Il cacciatore spostò per un momento gli occhi
verso di lei, e fu in quel preciso istante che si udì un lieve bisbiglio. Un
sottile - Correrà a salvarti, mio caro…- prima che la punta della bacchetta di
Luna lampeggiasse di verde. Lorien si girò di scatto
,stupefatto più dalla dolcezza usato da
quel “mio caro” chedalla Maledizione Senza Perdono che flottava
verso di lui.
A chilometri di distanza, nell’Ufficio di
Silente, Charlie Piton si afferrò la testa con
entrambe le mani e mandò un atroce grido di dolore.Cadde sulle ginocchia mentre il padre, poco
lontano da lui sgranava leggermente gli occhi- Daneel! Daneel! Daneel!- gridò a John che gli si era chinato di fronte e
aveva cercato di farsi gridare, per poi scoppiare in un pianto dirotto…
Fine capitolo.
Visto che sto impazzendo, lancio oggi il concorso,
trova una faccia a Daneel. Visto che ho scoperto di
non essere male a graficare, vorrei trovare una
faccina alla piccola Dani. Dovrebbe avere capelli neri, lunghi e occhi azzurri.
°-°’ Consigliatemi.
Credits: L’incantesimo usato da Voldemort su Harry è ispirato alla Tecnica dell’Immortalità
di Orochimaru. Quindi liberamente tratto da un opera
di Kishimoto.
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Capitolo 104 “A herofalls”
Non poteva essere vero. Non poteva. Il suo
cervello semplicemente rifiutava di crederlo. Seduto sotto quel corpicinoimmobile, Lorien
sentiva che sarebbe impazzito. Che quell’ultimo barlume di sanità mentale che
ancora gli rimaneva in corpo sarebbe sparito per sempre. Non era riuscito a
fare nulla. Tutta la sua vita si era rivelato un completo fallimento. Sua madre
era morta per colpa sua, nonostante avesse cercato in tutti i modi di impedire
una cosa del genere, Luna si era data alla causa di Voldemort
per rimanere accanto al loro figlioletto rapito dai servi dell’Oscuro Signore e
ora questo. Daneel, la sua piccoletta che si
sacrificava per lui.
Non era riuscito a fare niente. L’aveva vista correre verso di lui e un secondo
dopo l’aveva fra le braccia. Morta, priva di quel calore che aveva imparato a
conoscere. La scosse, la tirò indietro la testa e i capelli dal viso, sollevò
gli occhi verso Luna che lo osservava senza dire una parola. Aveva voglia di
piangere, di sbattere la testa al muro, di gridare… Di alzarsi e metterle le
mani attorno al collo. Ma non riusciva a fare altro che sperare di svegliarsi
nel suo letto, con Luna vicino e magari, Zack nella
culla.-Che cosa hai fatto?-
-Nulla di meno, di ciò che ha fatto tua madre per te.-
bisbigliò Luna osservando il capo reclinato all’indietro di Daneel.
Come previsto, era bastato minacciare Lorien e la
ragazzina era scattata in sua protezione. L’aveva salvato frapponendosi fra lui
e l’Anatema che Uccide, senza mostrare la minima esitazione. Si volse a
guardare verso il fondo del corridoio e un sospiro le alzò e le abbassò il
petto - E anche la vita di un legimante è stata
sacrificata.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Harry era steso a terra, intrappolato da una spossatezza innaturale che gli
impediva di sollevare il capo dal pavimento e ditendersi verso Voldemort.
Ora che tutto era finito, aveva capito cosa era successo. Cosa per anni era
stata la vita di tutti. Un disperato tentativo di impedire che questo si
compisse, che l’Oscuro Signore risorgesse a nuova vita - Non hai mai voluto Zack.- disse osservandolo dal basso, intanto che si
sistemava il colletto della giacca - Volevi che fossimo tutti qui, oggi.- prese
fiato intanto che Voldemort si chinava su di lui
sedendosi sui calcagni - Volevi me…- O meglio… Il suo corpo. Lo stava fissando, dal pavimento, intrappolato in una
sorta di limbo per anime, la stessa dimensione visitata da Daneel
quando aveva scoperto dove si trovavano Luna e Zack.
Gli occhi, verdi di Voldemort mandarono un bagliore
color vinaccia. Da quando Silente l’aveva rinchiuso in quella tomba, da quando
era stato trovato e mantenuto in vita con sangue di unicorno e dei bambini che
non era stato in grado di superare gliaddestramenti era stato questo il suo unico desiderio. Impossessarsi
del corpo del Bambino che Sopravvisse. Si sollevò, infilando le mani nelle
tasche dei pantaloni e , con un vago sorriso sulle labbra, ripeté ad Harry le
stesse parole che aveva detto a James quellasera a Godric’sHollow,
quando aveva deciso di risparmiargli la vita.
-Vivi Potter.
Vivi. E guarda il mondo cadere nelle mie mani.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
James
Potterscosse il capo ancora un paio di
volte, poi sollevò gli occhi verso gli amici che lo fissavano confusi. Il dolore
che lo aveva piegato in due era sparito, lasciando solo una vaga sensazione di
malessere. Niente di troppo ingestibile. Fece spallucce e gli altri due
sbuffarono. A quanto pareva quella era una delle tante domande che non avrebbero
avuto risposta tanto facilmente. Sirius strinse la
presa attorno al braccio dell’amico, quando queste fece per ritirarsi, e
affrettò il passo. Non potevano certo permettergli che si accucciasse ancora in
preda al dolore, no?
Frank si guardò alle spalle, socchiudendo gli occhi - Quello non è Harry?-
chiese e gli altri due si girarono assieme.
Harry, si era lui, ma da quando vestiva con palandrane nere tipo Severus? James socchiuse le labbra in un espressione
perplessa. Quello sguardo, lo conosceva.
lo conosceva tremendamente bene.
“Vivi
Potter. Vivi. E guarda il mondo cadere nelle mie mani”
Quella voce
lontana, distorta dal ricordo, lo colse con la potenza di un treno in corsa. Sgranò
gli occhi e intanto che gli altri due Malandrini osservavano perplessi Harry
ghignare e sollevare la bacchetta verso di loro, prese fiato -QUELLO E’
VOLDEMORT!- spinse Sirius con il suo corpo e Frank
con una manata alla spalla -Giù!-
I tre maghi atterrarono sul pavimento assieme, James e Sirius,
uno sopra l’altro, Frank dopo una sonora testata al muro contro cui James l’aveva
spinto. Si volse, per mettersi a sedere e proprio in quel momento, un bagliore
verde smeraldo filò sopra la sua testa. si girò a guardare Harry -Voldemort?-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Alla vista di Daneel, morta fra le braccia di Lorien,
Remus non aveva fatto altro che coprirsi la bocca con
una mano. Non servivano parole, fare domande. Quello che era successo, era fin
troppo chiaro visti i borbottì che il Cacciatore si
lasciava sfuggire. Aveva il capo appoggiato sul petto della ragazza, non
piangeva ( o almeno a Remus non pareva che lo stesse facendo) ma mormorava -Perché
l’hai fatto, stupida! Perché!?- e poi anche - …Io non me lo merito…- Stringendola
a sé con più forza.
Si avvicinò, e piegando le ginocchia, si accucciò accanto al ragazzo che
sollevò gli occhi nocciola verso di lui. Ogni giorno che passava, assomigliava
a James. Non sapeva come diavolo fosse possibili, ma se Harry aveva ereditato
tutte le espressioni facciali di Lily. Dall’aggrottare la fronte quando leggeva
qualcosa di estremamente complicato,a
sporgere leggermente il labbro inferiore quando era in dubbio - Lorien.-
-E’ stata Luna. Voleva. Voleva…- abbassò gli occhi verso il visino della
ragazza appoggiato a lui -… Si è buttata su di me…-Passò una mano sul capo di Daneel, stringendole i capelli sulla nuca intanto che le
appoggia le labbra sui capelli - Brutta scema.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Non c’era stato
bisogno di parlare. era bastato guardare Hestia per
capire che sapeva cos’era successo. La donna era seduta al tavolino della
cucina nella casa di Spinner’s End che divideva con Severus , circondata da piatti e bicchieri rotti. Lorien si guardò attorno intanto che Remus
avanzava nella cucina, verso di lei. stringeva forte fra le mani una bottiglia
di Fire Whiskey smezzata. -Io lo sapevo.- disse senza
sollevare il capo - Lo sapevo che le sarebbe costato la vita…- sollevò gli
occhi blu verso Lorien che teneva in braccio la
piccola priva di vita -…Che l’amore che ti portava le avrebbe causato solo che
dolore…-
Lorien chiuse gli
occhi.
-E’ morta…- sussurròspostando lo
sguardo chiaro da Lorien, a Remus
che la fissava al colmo della pietà - La mia bambina è morta…- Tutti i mobili
della cucina presero a tremare, le schegge di vetro e porcellana sul pavimento.
I due maghi si scambiarono uno sguardo intanto che Hestia,batte i pugni sul tavolo.
-Che sta facendo?- chiese Lorien, arretrando.
-Il dolore…- spiegò Remus, anche lui intento ad
allontanarsi camminando all’indietro. -I forti sentimenti influiscono sui
poteri di un mago.- La donna cacciò un lamento di
gola, senza sollevare il capo-… Via,
prima che ci attacchi!- -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
-Che
diavolo sta succedendo?- gridò Frank coprendosi la testa con le mani, intanto
che il soffitto sopra di lui lasciava cadere una fine pioggerellina di polvere.
Sirius e James, nascosti dall’altro lato del corridoio
si accucciarono. James con una mano dell’amico sul capo, per costringerlo a
rimanere giù, intanto che lui si alzava per andare ad affacciarsi oltre il muro
che faceva angolo nel corridoio.
-Non lo so!- rispose all’amico, intanto che James si liberava dalla presa alla
sua testa e guardava ancora verso il “figlio.” Gli occhi erano cambiati, erano
diventati da verde scuro, come quelli di Lily, a un rosso cupo, impossibili da
confondere per chi almeno una volta aveva visto l’Oscuro Signore da abbastanza
vicino. -Quello è Voldemort, vi dico!- disse
guardando prima Frank, dall’altra parte del corridoio, poi Sirius
vicino a lui - Deve essere successo qualcosa di terribile!-
“…Il dolore che ho sentito prima.”
-E adesso che
diavolo facciamo?!- chiese Frank, intanto che il muro dietro di lui iniziava a
vibrare furiosamente - Dobbiamo andarcene!- gridò agli altri due - O la casa ci
crollerà addosso.- Sirius annuì e afferrò James per
un braccio, ma questo si divincolò dalla sua presa con una gomitata -JAMES.- -Prongs, lo so come ti senti.- cercò Sirius di blandirlo - Maqua abbiamo bisogno di un piano. Abbiamo bisogno di capire che è
successo, chiedere a qualcuno che ne sappia più di noi…- gli passò le braccia
attorno al torace e lo tirò a sé,
nonostante le resistenze dell’altro - Farci ammazzare, non ci aiuterà a
recuperare Harry!-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lorien depositò Daneel sul piccolo divano che
Silente aveva fatto apparire e si allontanò per permettere a Charlie di
avvicinarsi alla sorella. A differenza di Hestia, sia
lui che Piton sembravano abbastanza in sé, e il
ragazzo si accucciò sulle ginocchia e passato un braccio sotto il capo della
sorellina, se la tirò al petto abbracciandola forte. -Dani.-
bisbigliò prima di appoggiare il viso nell’incavo della sua spalla e i ragazzi,
che avevano assistito alla scena, reagirono tutti quasi in sincrono.
Ted passò un braccio attorno alle spalle di Emmie,
che aveva nascosto il viso contro il suo petto e James Remus
ricambiò lo sguardo costernato di Joel con un mesto scrollio
del capo intanto che gli occhi gli si ingrandivano e arrossavano. John
abbracciò Jolie vicino a lui e la ragazza, ancora debole per quello che aveva
passato, si girò verso di lui, coprendosi anche le orecchie con le mani. Solo Abrham sembrava avere la forza di assistere. Tirò su col
naso e si passò il dorso della mano sugli occhi.
Quel silenzio, scosso solo dai singhiozzi soffocati di Charlie, venne
interrotto dal grido di Piton-E’ COLPA TUA!- Lorien si volse e il
pugno di Severus impattò contro il suo mento Cadde
all’indietro, contro la libreria dietro di lui , senza reagire e il professore
gli si avventò addosso afferrandolo per la camicia - E’ colpa tua! E’ colpa
tua!!!- Lo scosse, fino a che,non si
decise di guardarlo in viso.
-Lorien…-
Il Cacciatore stava piangendo a testa bassa. Piton
gli si allontanò lasciando cadere le
braccia. Lo guardò sedersi a terra con la testa fra le mani e scrollando il
capo lo lasciò solo, voltandosi per tornare verso il divano e Charlie che si
era girato a guardarlo. - E’ colpa tua. Lily e Daneel
sono morte per causa tua.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ginny premette le
mani sulle orecchi. No, non poteva essere vero! Spostò gli occhi da James a
Frank e Sirius, per poi tornare al suocero. -Dimmi
che stai scherzando…- mormorò con un filo di voce -Dimmi che non è vero, ti
prego!-
Aggirò il tavolo che li separava e andò a stringergli i lembi della giacca,
strattonandolo per costringerlo a risponderle - James, ti prego! Dimmi che non
è vero.- gli si appoggiò addosso, piangendo senza ritegno. L’uomo la strinse a
te e scosse il capo -Vorrei tanto che lo
fosse.-
-Voldemort ha preso Harry.-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Il piano portato
avanti per anni finalmente si era compiuto. Tutti gli ingredienti per la
resurrezione dell’anima di Voldemort erano stati
raccolti e l’Oscuro Signore ora sedeva sul suo trono, nel corpo del suo nemico.
Sorrise, osservando i suoi servitori riuniti ai suoi piedi. Presto, avrebbe
recuperato anche Bella e Cygnus sarebbero stati
liberi. -Ora niente potrà fermarmi…- disse spostando gli occhi sui volti dei
presenti, soffermandosi sulla donna dai capelli rossi, che a differenza degli
altri lo fissava con odio…
-Il mio tempo ha inizio.-
Fine…
…Per adesso.
I lostmy home è nata come Saga
divisa in tre parti. In questa fiction ne ho unite due, ora però mi vedo costretta
a chiudere qui il racconto e a riprendere presto nel continuo che spero avrete
voglia di seguire. … Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito, e messo
questa mia fra i preferiti, le seguite e le ricordate.
Siete meravigliosi.