Le quattro stagioni della mia adolescenza

di Patman17
(/viewuser.php?uid=1042684)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Io, l'inverno e l'autunno ***
Capitolo 3: *** Io e la primavera ***
Capitolo 4: *** Il festival (1) ***
Capitolo 5: *** Il festival (2) ***
Capitolo 6: *** Io e l'estate ***
Capitolo 7: *** Okinawa e le quattro stagioni ***
Capitolo 8: *** Tra me e l'inverno ***
Capitolo 9: *** Ciò a cui voglio bene, odio e amo ***
Capitolo 10: *** Chiaki chan e Kenchan ***
Capitolo 11: *** L'autunno in estate ***
Capitolo 12: *** Anniversario ***
Capitolo 13: *** Passato e presente ***
Capitolo 14: *** Regalo di compleanno ***
Capitolo 15: *** Recita ***
Capitolo 16: *** Io, Junpei e l'autunno ***
Capitolo 17: *** Festival: Haruka ***
Capitolo 18: *** Festival: Fuyumi ***
Capitolo 19: *** Festival: Natsume ***
Capitolo 20: *** Festival: Kenta e Chiaki ***
Capitolo 21: *** Dopo la tempesta ***
Capitolo 22: *** Regalo e memorie ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Anche se ti odio non smetterò mai di amarti.
Odio l'autunno, è la stagione che più detesto. L'autunno ha sempre orribili sorprese nei miei confronti, vorrei che venisse cancellato.
22 settembre, il primo giorno di autunno per me è sempre stata una tragedia, vivo da solo con mia nonna i miei sono morti in un incidente d'auto quando andavo ancora all'asilo.
Io mi chiamo Ikeda Kenta, primo anno delle superiori e fan sfegatato dell'unagi. Vivo in questo paesino sperduto da quando sono nato e... odio l'autunno.
Il giallo e il marroncino delle foglie ornavano le strade del mio paese, l'odore delle castagne che i vecchietti cucinavano per i propri nipotini rendevano magico il paesaggio, quasi dimenticavo che dovevo andar a scuola. Ero così vestito ordinato da far paura, la mia divisa color blu scuro non presentava alcuna piega, i miei capelli pece erano pettinati alla perfezione, quasi ero stupito da quanto potessi esser un bravo studente... al contrario di quei due ai quali dovevo far da baby sitter ogni volta.
“Yo Kenchan!” una voce maschile devastò l'ambiente circostante, quel suo tono di voce così... arrogante? No forse non era il modo giusto per descriverlo, lui non era per niente arrogante... era solo un bambino troppo cresciuto che voleva giocare a fare il teppista.

“Ehi... Junpei!”.

Esclamai con la mia compostezza che mi caratterizzava, precisione era il mio motto... al contrario di Junpei: divisa rovinata; capelli (tinti rigorosamente biondi) spettinati; occhiali da sole da finto teppista e... una sigaretta finta? Stava cercando veramente di fare il duro con una sigaretta di cioccolato? Ecco perché io e Junpei venivamo etichettati come i due sfigati della classe.
“Kenchan vuoi sapere l'ultima? Ho incontrato una strafiga mentre ti venivo incontro, era davvero il tuo tipo ah ah ah peccato che tu sia un totale imbranato con le ragazze!” esclamò con così poco tatto... da farmi dimenticare che lui era anche peggio di me con le ragazze, grazie Junpei.
“Voi due volete finirla di parlare sempre di ragazze in modo così maleducato e poco fine?” ed ecco che era arrivata miss principessina, si atteggiava come la ragazza più bella dell'universo... certo non potevo darle torto, era davvero una bella ragazza ma era davvero insopportabile con quelle sue maniere da finta precisina. Ero io ad aiutarla ogni giorno.

“Iroha... potresti non etichettarmi come un pervertito? Non ho detto niente di male...”.

I suoi lunghi capelli scuri, il suo trucco così poco visibile... sembrava la quintessenza della bellezza giovanile, se non fosse che aveva macchiato la sua divisa con chissà quale bevanda da reginetta.
“Ah ah Irohachan sei sempre così dura con il povero Ken-tai, alla fine la strafiga non potrà mai scegliere un tipo così formale come lui!”, ed ecco che la mia dignità andava sempre più a fondo, Junpei dopo avermi visto leggere un hentai aveva iniziato a chiamarmi in quel modo, aggiungerei anche che quel manga era il suo oltretutto.
“Beh infondo il nostro Kenta non è famoso per la sua bravura nel comunicare i suoi sentimenti, come era quella storiella buffa che ci raccontò sua nonna? Ah sì che per dichiararsi ad una ragazza le disse che la odiava!” addio totalmente alla mia dignità, ora anche le storie di quando andavo alle elementari dovevano tirar fuori, che rabbia che mi facevano.
Finirono di deridermi e ci avventurammo per la via che ci portava alla nostra scuola, sentivamo le voci dei vecchietti che parlavano di quanto amassero i colori dell'autunno, ero così impegnato a rimuginare sul mio odio che mi scontrai con una ragazza dai capelli rosa, ella fece un piccolo verso simile ad un “KYUN” come nei manga, che sia un'altra stramba?
“Ehm... perdonatemi ma sono in ritardo, scusami ancora!” con voce tenue fece un inchino e corse via nuovamente, rimanemmo un attimo di sasso ma non commentammo l'accaduto anche se io mi aspettavo un inizio fantastico stile manga shoujo, dannata immaginazione.
Entrammo a scuola, tutti parlavano di una nuova studentessa dai capelli bianchi molto educata e dolce, chissà se avrei mai avuto la fortuna di incontrarla.
Una volta in classe le voci su questa nuova studentessa appena arrivata non si placarono a tal punto da far incuriosire anche il vecchio Junpei, povero me.
“Kenchan di al tuo vecchio amico Junpei-sama non sei curioso di vedere questa ragazza? Ah ah il vecchio Ken-tai non si smentisce mai!”, non potevo dar torto seppur quel tono mi irritava parecchio... ero seriamente curioso di vedere questa ragazza ma, sfortunatamente, da quanto si era capito era stata assegnata a tutt'altra sezione.
Il professore arrivò, le mie ramanzine verso Junpei cessarono e il tutto andò come sempre nel verso giusto.
Arrivò marzo e, con il secondo anno di superiori arrivò anche la primavera.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Io, l'inverno e l'autunno ***


Aprile, primo giorno di secondo superiore.
Entrai nella mia nuova classe, situata al secondo piano dell'istituto. Ero veramente contento di iniziare questo nuovo anno scolastico.
“Yo Kenchan anche quest'anno compagni di classe eh? A quanto pare anche Irohachan è dei nostri!Sei pronto a trovarti una ragazza? Ah ah!” quel suo modo sarcastico di rinfacciarmi la mia incapacità nel rimorchiare mi faceva davvero dannare ma almeno, ero contento di avere i miei due migliori amici con me a farmi compagnia.
Io e Junpei finimmo per perderci nelle nostre chiacchiere non curandoci assolutamente dell'arrivo di Iroha totalmente scioccata, sembrava che avesse visto un fantasma o peggio.
“Junpei hai letto i nomi dei nostri compagni di classe vero? Questo è assolutamente l'anno più emozionante che potesse capitarci!” esclamò prendendo tutte le attenzioni della classe, chi diamine avevamo in classe per suscitare tale interesse nella reginetta fallita? Se aveva citato solo Junpei sicuramente era qualcosa che a me non avrebbe fatto ne caldo e ne freddo, dopotutto io ero quello più serio del gruppo.
“AH AH! Irohachan per chi mi hai preso, è stata la prima cosa che ho notato... quest'anno ci divertiremo parecchio” anche Junpei continuava con questa storia del divertirsi, quasi mi veniva da chiedere di cosa stassero parlando.
I loro discorsi vaghi continuarono fino all'ingresso del nostro nuovo coordinatore, un uomo molto stiloso: giacca e cravatta assolutamente perfetti; capelli pettinati in modo impeccabile; parlata assolutamente perfetta... era il mio modello da seguire.
“Do il mio buongiorno a tutti voi, mi presento il mio nome è Tsubasa Eizo e come sapete sono il vostro nuovo coordinatore! Per prima cosa vorrei distribuirvi in coppia di maschio e femmina nei banchi.” parlavano di questo prima quei due? Sapevano che il nostro insegnante voleva mettere maschi e femmine di forza seduti insieme? Era perfettamente una reazione di quei due idioti che pensavano solo a rimorchiare, non capirò mai perché non escono insieme.
La distribuzione stava proseguendo bene, nessuno si lamentava delle coppie create dal nostro insegnante... anzi che quei due idioti sono finiti insieme e si divertiranno sicuro alle mie spalle sapendo che finirò con una sconosciuta.
“Ikeda Kenta siediti al terzo banco a sinistra accanto a... Yoshida Chiaki.” avevo sentito bene? Dovevo esser il compagno di banco dell'autunno? No, no e ancora no mi rifiutavo di sedermi accanto all'autunno.

“Sensei mi oppongo a tale scelta, vorrei sedermi accanto a qualcuna che non mi urti il sistema nervoso!”.

Le risate di scemo più scemo si facevano sentire da dietro, loro speravano in questa mia reazione, subdoli finti amici.
“Ehh? Come scusa? Ma se nemmeno ti conosco! Sensei vorrei qualcuno di più educato e non di qualcuno che aveva la nomina di esser un pervertito!” ok questa volta Junpei aveva esagerato, come sapeva del nomignolo Ken-tai? Junpei aveva appena commesso il suo ultimo sbaglio da vivo, dopo questa lezione mi sarei vendicato.
“Ehm... Sensei se le sta bene potrei sedermi io vicino ad Ikeda, non voglio che ci siano litigi in classe!” quella dolce vocina sembrava quella di un angelo, mi voltai quasi in lacrime verso quella figura sconosciuta.
“Yamamoto Fuyumi giusto? E sia, non voglio sentire litigare nella mia classe”.
Quella dolce ragazza portò le sue cose e spodestò quel demone dal nome autunnale dal mio campo visivo, era davvero la ragazza dei miei sogni; i suoi capelli color bianco lunghissimi, la sua candida pelle che solo alla vista sembrava soffice neve, la sua voce che mi riportava al freddo e dolce periodo natalizio... era l'angelo dell'inverno.
Perso nei miei sogni giovanili con Fuyumi non mi accorsi che la lezione era terminata, lei continuava a farmi domande su domande e io... non facevo altro che annuire pensando alla nostra lunga storia d'amore.
“Ehm... Ikeda-san puoi anche raccontarmi qualcosa di te... sempre se non ti stia dando fastidio, se continui ad annuire non potrò mai conoscerti...” sussurrò, cercando di rimanere più composta possibile, alla fine la stavo mettendo seriamente a disagio in questo modo, dovevo cogliere la palla al balzo.

“Vivo solo con mia nonna poco distante dalla scuola, essendo che io sono la sua unica famiglia mi prendo la briga di aiutarla in qualsiasi cos-”.

Venni interrotto da quella ragazza demoniaca, le sue trecce tradizionali color arancione inorridirono l'ambiente con quella sua aura autunnale, che odio.
“Allora coso mi spieghi perché te la sei presa con me senza alcun motivo? E pensare che quando ti vedevo lo scorso anno ti trovavo anche carino ma ora penso solo che tu sei un grandissimo scemo, ecco te l'ho detto mi aspetterò delle scuse per come mi hai trattato” il mio sguardo annoiato riassumeva perfettamente quanto mi interessava dei suoi insulti continui, dinanzi ad una bella ragazza come Fuyumi non potevo sicuramente cedere alle provocazioni dell'autunno.

“Yamamoto-chan dicevo, non sono chissà quanto interessante, mi occupo di mia nonna che è abbastanza anziana ormai! E comunque miss autunno non ti devo nessun scusa, non sopporto l'autunno e tu rispecchi tutto ciò che odio, ora addio!”.

“Scemoimbecilletiodiotiodio” replicò Chiaki, rossa dalla rabbia.
Fuyumi sembrava scossa da ciò che stava accadendo tra me e Chiaki, non che aveva torto alla fine... si era trovata in mezzo ad un litigio bello e buono, potevo solo immaginare l'imbarazzo.
“Oh Chiakichan perdona il mio caro amico Kenchan ma devi sapere che nutre un vero odio verso l'autunno, non so bene il perché ma credo che se continuerete così finirete per esser la coppia migliore della scuola AH AH!”, non appena Junpei terminò la frase Io e Chiaki lanciammo un urlo all'unisono, entrambi facemmo un discorso su come non saremmo mai potuti andar d'accordo per nessun motivo e, sentendo tutto quel baccano il nuovo insegnante arrivò partendo subito con una ramanzina.
La giornata proseguì normalmente, io e Chiaki continuammo a non parlarci nemmeno per sbaglio.
“Ikeda-san come mai tratti così Yoshida-san? Alla fine lei ha solo il nome che riporta all'autunno!” la domanda di Fuyumi era più che lecita, nessuno sapeva del perché odiassi l'autunno così tanto, cercavo di tenerlo nascosto più per orgoglio che per qualcosa... non volevo che tutti sapessero di ciò che mi era successo.

“Non mi piace e basta, non serve che ti dica altro”.

Dissi con freddezza mentre il mio sguardo si incupiva, i ricordi di allora erano qualcosa che provavo a dimenticare, ogni giorno facevo qualcosa per il mio senso di colpa ma... nulla, era ancora un ricordo troppo vivido per me, un ricordo troppo doloroso.
“Oh... scus...scusa non volevo offenderti, dimentica tutto”, Fuyumi balbettava, era dispiaciuta... probabilmente aveva capito che l'argomento mi creava fastidio da come mi ero posto, mi dispiaceva non volevo prendermela con lei.
La giornata passò, io e i miei due amici ci avventurammo per le strade pomeridiane del nostro paesino, feci “pace” con Fuyumi dopo quell'argomento, aveva promesso di non farmi più nessuna domanda del genere... era davvero una brava persona.
“Ohi Kenta, dovresti finirla con questa storia dell'autunno... hai quasi 17 anni, non puoi vivere facendo il bambino”, Iroha come al solito fingeva di esser saccente ma come al solito sparava sentenze senza conoscere, ovvio per lei erano solo capricci bambineschi... non sapeva cosa significasse per me davvero l'autunno.
“Yo Irohachan... evita di dire certe cose, Kenchan è davvero secondo te un bambino? I suoi motivi li avrà, che sia arrivato ad esagerare contro Chiakichan è differente!” esclamò Junpei, notando come mi stavo arrabbiando sul serio.
Io, Junpei e Iroha siamo amici fin dalle medie, andavamo nello stesso club e seppur di classi differenti riuscivamo a passare del tempo insieme ogni giorno, con loro ho condiviso molti bei momenti ma ho deciso apertamente di tenere segreti, segreti che servivano per me stesso.
Vivo con i sensi di colpa da dieci lunghi anni, non volevo far preoccupare le persone intorno a me, dovevo dimostrare di esser forte abbastanza da poter far felice la mia adorata nonnina, per questo studio e mi impegno in tutto ciò che faccio per non farla preoccupare più del dovuto.
Finimmo la nostra passeggiata, l'aria di tensione era abbastanza fitta da farci decidere di separarci a metà strada, una volta tornato a casa però notai mia nonna parlare al telefono, non feci domande e me ne corsi direttamente nella mia camera a studiare.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Io e la primavera ***


Amavo vedere i frutteti in fioritura con la mia famiglia quando ero piccolo.
La primavera mi metteva sempre in enorme disagio, nel mio paesino si diceva sempre che i ragazzi durante questo periodo dovevano trovarsi una ragazza altrimenti avrebbero vissuto una storia d'amore difficile, ovviamente non credevo a nulla di ciò.
Le strade intorno alla mia abitazione erano piene zeppe di petali che il vento aveva portato via dalle piantagioni, le coppiette appena formate si fermavano a flirtare in mezzo alle strade noncuranti dei passanti che tiravano occhiatacce d'invidia.
Il percorso che solitamente facevo mi dava la sensazione che fosse qualcosa di preparato appositamente per me, i fiori che creavano una sorta di tappetto rosa e bianco, un coro che proveniva dal parco affianco rendeva i miei passi così pieni di fierezza, quella dolce voce piena di forza mi creava sensazioni contrastanti... Solitamente ero abituato a dolci melodie ma questa era così piena di forza che la sua voce colpiva dritto nel mio cuore, sorrisi e momenti passati riaffioravano mentre giungevo dinanzi all'entrata della scuola. "Vorrei proprio sapere chi canta in modo così energico..." Pensavo mentre entravo nella mia classe: compagni impegnati con le loro ragazze delle classi a fianco, l'entità malevola di Chiaki che continuava a mostrarmi i suoi sguardi e commenti di disprezzo... La dolcezza di Fuyumi e le battute di quei due idioti, mi rendevano... Felice? Mi era strano pensarlo dopo tutti i brutti avvenimenti subiti ma... Ero davvero contento di tutto ciò.
"Kenchan dimmi un po' oggi ti vedo particolarmente di buonumore! Hai dato della bruttona a Chiakichan solo dieci volte... Ti stai innamorando per caso?" Domandò con quel suo fare da impiccione, colpendomi con il gomito. "Kenta che si innamora? Impossibile dai, rimarrà solo altro che storia d'amore complicata!" Esclamò Iroha, non nego che mi aveva colpito e affondato, la sua lingua biforcuta sapeva esser tagliente quanto bastava per aver ragione.

"Smettetela, oggi sono solo di buonumore! Ma voi dovete sempre smorzare il mio entusiasmo, non mi potrei mai innamorare di lei."

Indicai con fare disgustato Chiaki che, a quanto pare non la prese molto bene... Ricordo solamente che si avvicinò a me e un dolore fortissimo in pieno volto, tutto si fece più offuscato e tutti divennero magicamente più alti, chiusi gli occhi per il troppo fastidio che avevo.
Le lezioni terminarono, mi trovavo in un letto probabilmente... Sentivo così caldo e c'era qualcosa di morbido intorno a me, ero in infermeria? Che cosa mi era successo? Avevo la testa che ancora mi pulsava, i miei ricordi erano sconnessi... Una voce che trasudava emozioni ed energia mi faceva da ninna nanna, lei era qui accanto a me... Era la ragazza che mi aveva ispirato, sentivo il dovere di doverla ringraziare e farle i complimenti ma... Volevo solo riposare, probabilmente la nonna sarebbe arrivata a momenti e se così non fosse Junpei mi avrebbe caricato di peso verso casa.
"A te piace la primavera?" Domandò la ragazza, interrompendo per chissà quale ragione il suo magico canto... La sua voce non era per niente forte e rassicurante come quando cantava, sembrava una ragazzina delle elementari, mi ricordava qualcosa che avevo già sentito in passato.

"Adoravo la primavera da bambino, ora mi mette angoscia e tristezza... Ma non la detesto, continuo a ricordarla in modo agrodolce".

Risposi, iniziando a prendere coscienza di ciò che era accaduto tempo prima... Quella maledetta di Chiaki mi aveva tirato un pugno in un occhio ed ero caduto sbattendo la testa, sarei potuto morire.
"Io amo la primavera, sai cosa si dice no? Spero che il mio principe azzurro mi venga a prendere al più presto, Kirakira!" Era davvero una ragazza strana, solare ma strana: il suo modo bizzarro di parlare con le onomatopee la rendeva unica, sembrava quasi tutt'altra persona da quando canta... Che metamorfosi incredibile.
"Sei un mio senpai giusto? Io mi chiamo Aoi Haruka ma i miei fan mi chiamano Rukacchi, ti ho visto qui mentre parlavi di una certa ragazza che cantava, pensando che magari tu fossi uno dei miei fan mi sono fermata dai lavori del club di canto e sono venuta qui a farti compagnia! So già il tuo nome me lo sono fatto dire dalla dottoressa... Oh forse è un po' strano da dire KYUN!". Tutte quelle informazioni mi fecero salire mal di testa nuovamente. Avrei voluto guardarla in volto ma non riuscivo a veder altro che una sagoma dai capelli rosa, Aoi Haruka... Che ragazza strana.

"Ehm...Mi lusinghi, non pensavo che ti fossi interessata tanto a me per dei semplici commenti sulla tua voce!".

Non credevo di poter ridere in una situazione del genere, mi inquietava ma allo stesso tempo riuscivo a intravedere in lei qualcosa di interessante, non era semplice curiosità la sua.... Il sentirsi dire tutti quei complimenti l'aveva resa euforica, era davvero simpatica dopotutto.
"Senpai ora devo andare, perdonami per averti importunato... Ci vediamo domani!" E come per magia quella piccola figura sfuocata corse via, lasciandomi solo immerso nei miei pensieri; voci del mio passato riecheggiavano come una triste poesia, pian piano si allontanavano come un eco in un lungo tunnel buio e poi... Il nulla, solo oscurità nei miei pensieri. Mi risvegliai il giorno dopo a casa mia, quel giorno saltai scuola a causa della botta subita in testa, alla fine Junpei mi aveva riportato a casa. Delle lunghe ciocche color arancione erano incastrate tra i filamenti della mia maglietta, la nonna stava stranamente parlando con qualcuno, avevo ancora la testa scombussolata e per questo non riuscivo a capire chi fosse il suo interlocutore, avevo solamente capito che fosse una ragazza... Forse qualche vicino aveva chiesto in prestito qualcosa alla nonna, ignorai la situazione e mandai un messaggio a Junpei ringraziandolo per ieri.
"Ahah Kenchan io non ho fatto assolutamente nulla, quando sono andato in infermeria tu eri già sparito! Forse una bella ragazza ti aveva preso in custodia... La leggenda di primavera allora si è avverata anche a te". La risposta di Junpei mi mandò in confusione, chi mi aveva accompagnato a casa nel mio momento di incoscienza?

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il festival (1) ***


Maggio voleva dire solo una cosa, festa.
Nel nostro paesino avevamo un piccolo festival in cui si passava del tempo in famiglia, io come ogni anno sarei rimasto a casa con la nonna.
Iniziai a frequentare più spesso Haruka dopo quella chiacchierata, si poteva dire che la primavera era arrivata anche per me.
Ogni giorno dopo scuola io ed Haruka ci ritrovavamo in un caffè a parlare della nostra giornata, lei era così vivace che mi veniva difficile starle dietro... Aveva una forte volontà e un sogno di tutto rispetto... Mentre io? Io ero un comunissimo studente di campagna con nessuna ambizione.
“Senpai?” Mormorò tastandomi con il suo piccolo dito la guancia. “Qualcosa ti turba?” Visibilmente preoccupata Haruka provò ad ottenere la mia attenzione in tutti i modi... Io però in quel momento ero con la mente a quella sera. Quella lunga ciocca di colore bizzarro, di chi poteva essere? Tantissimi filmini andavano avanti nella mia mente, ma furono bruscamente interrotti da un leggero schiaffo da parte sua, avevo dimenticato che ero fuori con una ragazza.
“Senpai non hai dormito? Sei cattivo mi stai ignorando da quando siamo venuti qui!” Urlò con tono teatrale, tutto l'edificio aveva occhi indirizzati verso di me... Che imbarazzo.
Presi le mie cose e nascondendomi dietro lo zaino feci cenno ad Haruka di uscire, era meglio parlare fuori.

“Perdonami ero solo sovrappensiero! Comunque, cosa farai sta sera?”

Non so cosa mi aspettavo... Compagnia forse? Ero giovane dopotutto, anche io volevo svagarmi con gli amici, volevo uscire con una ragazza e tornare a casa da mamma e papà sorridente.

Oh... vado fuori con i miei! Immagino anche tu andrei da qualche parte con i tuoi!” Mai frase fu così dolorosa. Accennai una piccola risata di circostanza, ero in imbarazzo... Non le avevo mai detto della mia situazione e non ero intenzionato a farlo.
La nonna desiderava per me qualcosa di più, odiava vedermi tutto il tempo a casa ad aiutarla... Iroha e Junpei non sempre erano disponibili e, nei confronti di mia nonna mi sentivo... Come se dovessi per forza aiutarla a costo di sacrificare la mia gioventù.
Io ed Haruka ci salutammo verso metà strada, come al solito rimasi solo a camminare... Intorno a me vi erano solo alberi in fioritura e i miei pensieri, sapevo già che con Haruka non sarebbe mai potuto nascere alcun sentimento, mi ero illuso che con lei tutto sarebbe andato diversamente ma, nulla. Fuyumi era assolutamente fuori dalla mia portata e, ormai mi ero più che arreso... Iroha? No lei era innamorata marcia di Junpei, anche se non lo voleva ammettere. Quest'anno sarei rimasto solo con mia nonna... A farla arrabbiare, nuovamente.
Il sole era tramontato, ormai i preparativi del festival erano quasi finiti.
Chiusi gli occhi ed in un attimo mi addormentai, nei miei sogni qualcosa ritornava sempre più a galla... Un'immagine distorta stava iniziando a prendere forma, chi erano quei due bambini? Uno dei due stava piangendo... Il luogo era qualcosa di familiare, il funerale del nonno.
“Ti odio” Pronunciò il bambino in lacrime... Ricordo quella scena, che imbarazzo.
“Ti odio così tanto che un giorno tornerò da te e ci sposeremo!” Quanto stupido potevo esser da bambino.
Il sogno continuava con la voce della bambina... era distorta, era impossibile riconoscerla e comprendere le sue parole... Continuavo a sentire un Kenchan sempre più nitido... La voce era familiare, il volto della bambina si faceva sempre più limpido e solo allora i capelli divennero riconoscibili, erano dello stesso colore della ciocca, castani.
“Kenchan... perdonami per esser diventata così.” E poi buio.
Mi svegliai che era passata un'ora, davanti a me c'era Chiaki urlare il mio nome, cosa voleva da me quella strega?
“Ikeda-kun ti sto chiamando da mezz'ora, ero quasi tentata di chiamare i soccorsi. Cosa ci fai qui in questo stato?” Mi presi due minuti di tempo per metabolizzare tutto, probabilmente dovrei dormire molto di più a casa.
Mi guardai in torno, il festival stava aspettando solo la luna per iniziare, ero ancora scombussolato sì, quel sogno era davvero strano, forse ero solo triste per aver ricordato il funerale del nonno... forse mi sentivo solo e basta.

“Vuoi venire al festival con me?”

Presa alla sprovvista il volto di Chiaki divenne rosso come una foglia autunnale, non si aspettava un invito così gentile da parte mia dopo aver fatto scena muta ad ogni sua domanda, un silenzio imbarazzante cadde fra noi due.
“Va bene... Ma prima torni a casa e riposi, ti farò chiamare da Iroha.” Sussurrò prima di scappare via stile robot... Solo in quel momento compresi cosa avevo appena fatto e il forte imbarazzo mi fece da carburante per chiudermi in camera senza nemmeno salutare la nonna, in attesa di quella fatidica chiamata.
Mancava un solo mese all'estate.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il festival (2) ***


Finalmente arrivò la chiamata da Iroha.
Il cuore faceva suoni simili a tamburi, potevo udire dei tum-tum-tum grazie al silenzio nella mia stanza.
Mi dovevo vestire tradizionale? Elegante? Quanti problemi mi stavo facendo per una sera al festival. Ero felice, non volevo ammetterlo.
La nonna era stranamente emozionata al riguardo, parlava in pseudo codice... Non comprendevo alcuna delle sue parole.
"Kenta sono davvero contenta che tu ti vada a divertire!" Esclamò la nonna poggiando un kimono sul mio letto. "Magari questa volta non dirai di odiarla..." Sussurrò prima di uscire dalla camera rendendo incomprensibile la frase, non ne rimasi contento.
Rimasi pochi secondi a guardare il kimono, era quello del nonno.Lo ricordo ancora come se fosse ieri.
Indossare quell'indumento mi dava una sensazione dolciastra, il nonno era tutto per me e la nonna, il suo odore era ancora presente – seppur in maniera lieve – dopo dieci anni. Avrei voluto passare più tempo con lui.
Chiaki era fuori casa mia nascosta dietro qualche albero, ci avevo messo così tanto a cambiarmi che mi stava aspettando lì. Me la ritrovai davanti una volta sulla strada, sembrava come se non volesse farsi vedere da qualcuno. "Sei in ritardo Ikeda-kun." Il tono seccato faceva intendere quanto in ritardo ero.
Anche lei era vestita in kimono, i capelli erano raccolti in modo tale da non esser eccessivamente ingombranti.
Chiaki arrossì, il silenzio che avevo creato era dannatamente imbarazzante, ma non facevo altro che pensare a quanto bizzarri erano i suoi capelli, erano dannatamente simili alla ragazza del sogno.
"Ikeda-kun allora? Andiamo?" Con un colpo di tosse interruppe quella scenetta da idiota ed iniziò a proseguire lungo la piccola strada. I fiori di ciliegio cadevano come una leggera pioggia ad ogni passo di Chiaki.
Non riuscivo a spiccicare alcuna parola, non riuscivo a camminarle accanto... Non smettevo di credere a tutto questo, che mi stava succedendo.

"Oi strega, non avevi nient'altro da fare?"

Domandai provando a fare il duro ma, il mio tono fregava le mie intenzioni.
"Mi sembravi solo e depresso e visto che al contrario tuo io sono educata ho pensato di farti questo favore." Aggiunse con rigidità, non trovavo le parole per controbattere, era tutto vero.
La strada si faceva sempre più illuminata mentre ci avvicinavamo al festival, in quel momento mi era sembrato di esser tornato indietro nel tempo.
"Nonno ci prendiamo i takoyaki?" La tenue voce del bambino domandò dinanzi alla figura. "Kenchan ne vai davvero matto ah ah!" La risata dell'anziano si poteva udire in tutto il perimetro.
"Nonno nonno prossimo anno torniamo anche con la nonna!" Replicò il piccolo ragazzino anch'egli sorridente. "Torniamoci tutti gli anni con la nonna!" L'esclamazione finale portò il buio più totale nei miei occhi.
"Ke... an..." Una voce femminile distorta mi guidava all'interno di questo mondo buio, volevo tornare a casa... volevo andare dalla nonna.
"Kenchan grazie per esser qui con me." La voce era estremamente limpida ora... Era davvero familiare, era la voce della ragazzina a cui avevo promesso di sposarla... Come era che si chiamava? Non credo abbia importanza. "Kenchan mi hai reso davvero felice." La voce mi stava guidando verso una bizzarra luce, davanti a me c'era il festival con Chiaki che sussurrava il mio Cognome, il suo sorriso era come quello della bambina di tanti anni fa, perché nel vederla mi sentivo così sollevato.
"Ikeda-kun vieni, ti prometto che renderò il triste ricordo in uno bello, lui ora è contento nel vederti qui dopo tanti anni." Le parole di Chiaki colpirono molto la mia sensibilità, non mi domandai nemmeno come era possibile che sapesse di mio nonno... Ero davvero felice. La mia mano venne trascinata dalla sua in giro come se fossimo una coppietta da chissà quanto tempo, mi portò a prendere dei stupidi takoyaki come quelli che chiedevo sempre al nonno, sapeva tutto quello che amavo... Era tutto fin troppo strano.

"Strega ma tu..."

Interruppe il mio discorso con un semplice sh mimato con il dito, era sorridente... Non avevo mai visto qualcuno così felice di stare con me.
Giunse l'ora in cui le coppie si radunavano e ovviamente io e Chiaki ci ritrovammo in mezzo come due idioti, ci guardammo e scoppiammo a ridere.
"Ikeda-kun devo parlarti di una cosa importante..." All'improvviso quella scenetta divertente si tramutò in qualcosa di più serio, si aggrappò al mio kimono.
Il suo volto rosso preannunciava qualcosa di davvero inaspettato, voleva dichiararsi? Non ne ero sicuro.
Con voce tremolante Chiaki stava provando a dire qualcosa, ma era tutto incomprensibile... Fino a che il mio telefono non squillò. Tacque, lasciandomi rispondere.

"Nee-san? Tornerai quest'estate? Ma è fantastico!"

Il mio volto sorridente faceva comprendere quanto contento fossi per quella chiamata, durò due minuti al massimo.
Chiuso il telefono mi voltai su Chiaki che in volto sembrava diversa, che diamine sarà mai successo.
"Ikeda-kun volevo dirti che Junpei ha chiesto informazioni a tua nonna per farti passare questa bella serata." Aggiunse in modo schietto, mi sentivo quasi triste per non aver ricevuto la dichiarazione.
La serata prosegui ancora un po' prima che ci salutammo per tornare a casa.
Alla fine io e Chiaki continuammo il nostro rapporto d'odio come se non fosse successo nulla.
Passò del tempo e finalmente arrivò l'estate. Una ragazza alta e dai lunghi capelli rossi bussò alla mia porta.


EDIT: prossimo capitolo uscirà settimana prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Io e l'estate ***


Voci conosciute si trovavano davanti la porta di casa. Chiaki, Iroha, Junpei e Fuyumi mi erano venuti a trovare per studiare, Chiaki non mi guardava nemmeno negli occhi.
La nonna li fece accomodare in soggiorno mentre sguardi bizzarri da parte sua incrociavano quelli di Chiaki; che disagio.
“Yo Kenchan! Siamo venuti qui perché abbiamo bisogno del tuo cervello per i compiti!” Disse Junpei ad alta voce. “Ikeda-kun perdonaci se siamo venuti senza preavviso ma Junpei aveva invitato tutti...” Sussurrò Fuyumi, le sue gote erano rosate... Un bizzarro contrasto con il colore dei suoi capelli. “Ken-tai ma tu non abitavi solo con tua nonna?” Domandò Iroha indicando degli indumenti femminili sparsi per il salone. Chiaki nel suo silenzio mi fulminò con lo sguardo, poteva dire tutto ma aveva deciso di non dire nulla.

“Non è come sembra...”

Provai a spiegare la mia posizione ma, Junpei senza il minimo pudore iniziò a giocare con quegli abbigliamenti notturni, Iroha insieme a Chiaki ne erano disgustate... mentre Fuyumi era totalmente andata, sembrava un addobbo natalizio.
“Ken nii-chan scusa hai visto il mio pigiama?” Una figura molto formosa apparve dinanzi al gruppo in quello che era un accappatoio, i suoi lunghi capelli rossi e il suo sguardo accattivante mettevano in risalto le sue forme... l'intera stanza era in subbuglio. Junpei cadde a terra con il naso grondante di sangue mentre Fuyumi si nascose dietro Chiaki sussurrando a sua volta “Ken-tai”... Iroha e Chiaki iniziarono quello che poteva esser un rituale per maledirmi.
“Ken nii-chan potevi avvertire che venivano i tuoi amici...” Sorridente la rossa iniziò a squadrare da molto vicino – evitando Junpei – tutti quanti. Il suo sguardo si fermò su Chiaki, sembrava quasi in subbuglio nel vederla. “Aspettatemi due secondi che mi cambio e verrò a conoscervi!” Esclamò prendendo quello che era il suo pigiama dalle mani di Junpei e corse nella sua stanza.
“Ken-tai vorremmo una spiegazione.” Puntualizzò Iroha mentre con la mano sinistra accarezzava i lunghi capelli bianchi di Fuyumi oramai in tilt.

“Lei è la mia amica di infanzia Natsume, mio padre e suo padre a loro volta erano amici di infanzia quindi siamo cresciuti come fratelli...”

Replicai deluso, non mi meritavo tutti quegli insulti.
“Ta-da! La vostra sorellona è pronta!” Esclamò Natsume che con audacia si sedette accanto alle tre ragazze, per Junpei non c'era più speranza.
“Allora Chi siete voi?” Indicò Iroha e Fuyumi, per qualche assurdo motivo Chiaki sembrava venir ignorata dalla sorellona.
“Io e il tipo morto lì a terra siamo amici dalle medie con Kenta mentre...” Natsume interruppe Iroha appoggiandole l'indice sulle labbra, non si aspettava un gesto così audace. “Shshsh ho già capito tutto!” Lo sguardo fisso su Chiaki rendeva la situazione davvero imbarazzante, perché Natsume era fissata così tanto con lei.
“E tu? Immagino che anche te conosci Kenta da tanto, vero?” Domandò a Chiaki che, sobbalzò nel verso senso della parola, era la seconda volta che la vedevo colta di sorpresa, era carina a modo suo.
“No... assolutamente io e quello psicopatico ci conosciamo da nemmeno un anno.” Volevo provare a replicare ma la sorellona mi lanciò una delle merendine da lei comprate, mi aveva davvero zittito con il cibo.
“Natsume...san? Kenta non ci aveva mai parlato di te... e ne ti abbiamo mai vista!” Esclamò Iroha oramai diventata una babysitter. “Vengo da Tokyo sono venuta qui per aiutare la nonna per conto di mio padre, da quando il nonno non c'è più mio padre si sente ancora più responsabile!” Con quell'ultima esclamazione Junpei tornò nel mondo dei vivi notando come la situazione era... Bizzarra, mi prese di forza portandomi verso la cucina, non lo capivo davvero.
“Kenchan la tua amica non sembra avere qualcosa contro Chiaki? La sta guardando in maniera bizzarra... E soprattutto non la senti? Sta facendo domande bizzarre.” Aveva ragione Junpei questa volta Natsume stava esagerando.
Si era fatto tardi, Fuyumi e Chiaki uscirono di casa per prime e io sentendomi responsabile le accompagnai.
Rimasero solamente Natsume, Iroha e Junpei i quali intrapresero una conversazione su di me.
“Natsume-san come lo vedi Kenta? Da quando abbiamo iniziato il secondo anno la sua vita sembra esser cambiata.” Disse Iroha tenendo a bada Junpei dal frugare nelle mie cose. “Ken nii-chan non è mai stato un tipo facile ma sono contento che abbia conosciuto una ragazza perfetta per lui!” Esclamò Natsume conquistando l'attenzione di Junpei. “Natsuchan che vorresti dire?” Domandò spaesato Junpei. “Il mio fratellino è innamorato fin da bambino di una ragazza e ora sembra che stia proseguendo bene!” La conversazione si era fatta più confusa, i tre continuarono a scambiarsi informazioni su di me fino a che non tornai a casa, a quel punto Junpei ed Iroha uscirono.
“Junpei, Kenta mi ha riferito che hai aiutato Chiaki a scoprire informazioni dalla nonna, è vero?” Domandò Iroha mentre percorreva quel piccolo percorso illuminato dai lampioni, era fortunata ad abitare accanto ad uno dei suoi amici. “Non so di cosa tu stia parlando, non ho mai parlato con la nonna di Kenchan soprattutto per conto di Chiakichan.” La conversazione terminò con tanti interrogativi, i due si separarono per tornare nelle rispettive case pensando ancora a cosa intendesse Natsume con quella frase.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Okinawa e le quattro stagioni ***


“AH AH! Ragazzi lasciate fare a me, estate significa mare no? Vi porterò a casa di mio zio ad Okinawa!” aveva esclamato Junpei giorni prima, mai mi sarei mai immaginato di andare così lontano da casa prima d'ora.
La villa dello zio di Junpei era enorme... A quanto pare aveva un lavoro molto importante da potersi permettere una casa del genere. “Ken-nii puoi dirlo alla tua sorellona sei intenzionato a vedere le ragazze in costume vero?” Domandò Natsume dandomi una sonora pacca sulla schiena, quasi cadevo.

“Nee-san non pure tu ti prego...”

Junpei se la rideva sotto i baffi mentre sistemava i bagagli nella nostra camera da letto, lui aveva tutta l'intenzione di guardare le ragazze in costume non io.
“Dai Kenchan ti ricordo che siamo qui per divertirci non esser così rigido con la sorellona!” Esclamò con tanto di risatina; da quando si era preso tutta quella confidenza con Natsume?
Tutto il gruppo finì di sistemare i bagagli e decidemmo così di dividerci in tre camere: Fuyumi ed Iroha, Natsume e Chiaki ed infine io e Junpei.
Faceva davvero caldo e noi eravamo a pochi minuti dalla spiaggia, io non avevo alcuna intenzione di muovermi dal letto quando una piccola palla natalizia fuori posto entrò in camera mia, in costume.
“Ikeda-kun t...tu n...non vieni?” Domandò balbettando Fuyumi, immagino quanto fosse stato imbarazzante per lei presentarsi così davanti a me, me l'aspettavo... Meno formosa.
“Fuyumi forza! Non vuoi farti vedere mica da Junpei!” Iroha urlò dal piano inferiore mentre un povero Junpei si trovava in bagno con il mal di pancia, se lo era meritato.

“Va bene ma non credo di farmi il bagno, preferisco stare per conto mio.”

E così venni preso per mano da Fuyumi che mi trascinò con un sorriso verso il gruppo, il mio cuore batteva forte mentre sentivo il suo calore, aveva una mano davvero piccola e morbida... L'ultima volta che ho sentito questa sensazione fu da bambino con quella ragazza misteriosa.
Approdati in spiaggia notammo subito come un afflusso di persone si dirigeva verso un solo punto, un canto familiare veniva dal centro di quel pubblico e... curiosi ci dirigemmo tutti quanti in prossimità della massa, mai mi sarei immaginato di beccare Haruka così totalmente a caso.
E oggi è tutto da Rukacchi ricordate di votarmi la prossima volta, kira!” Iroha notò subito che la ragazza era familiare, l'aveva vista spesso parlare con me fuori dalla scuola... La cosa era shockante anche per lei.

“Haruka?!?”

Urlai davanti a tutto quel pubblico che immediatamente si girò interdetto su di me, centinaia di sguardi seguivano ogni mio singolo movimento, che imbarazzo.
“SENPAI! Cosa ci fai qui? Sei venuto per me vero? Senpai sono così contenta!” Haruka abbandonò immediatamente quello che sembrava esser un palco per venire incontro a me, ignorò totalmente tutte le ragazze e... In modo anche molto imbarazzante mi abbracciò davanti a tutti, come se nulla fosse.
“Ken-tai” Pronunciò Chiaki, “Ike..da...kun hai una ragazza...?” Sussurrò Fuyumi avvolta dall'imbarazzo, “La smetti di provarci con tutte?” Replicò Iroha in coro a Chiaki, “Ken-nii e lei? Non me l'hai presentata? Che cattivo fratellino che ho...” terminò Natsume.

“Mi avete già giudicato senza darmi spazio alle spiegazioni, lei è una mia amica.”

Era inutile, tutto ciò che dicevo veniva nullificato, tutte e quattro mi avevano mal giudicato, come al solito.
“Senpai non mi hai risposto... chi sono loro? Senpai sei cattivo viaggi con altre donne... Ma ti perdono solo perché sei tu!” Esclamò Haruka che immediatamente venne presa come bersaglio dalle cattiverie della strega, era incredibile quanto tagliente potesse esser la sua bocca a volte.
“Kenchan! Sono tornato dal bagno che sta succedendo... Oh... Haruchan!” L'urlo in lontananza di Junpei era simbolo di salvezza, incredibile non avrei mai pensato di venir salvato da lui.
“Senpai numero due ci sei anche tu! Che bello sono davvero contentissima!”.
Junpei spiegò alle ragazze chi fosse Haruka e perché la conoscevamo, Natsume ed Iroha la presero subito in simpatia mentre Fuyumi e Chiaki ne erano più restie... soprattutto quest'ultima, le quattro stagioni erano finalmente riunite.
“E così siete in vacanza? Che bello possiamo passare un sacco di giornate insieme!” Haruka si era già appiccicata alla sorellona, la differenza di forme e altezza facevano sembrare chissà quanta differenza d'età, Natsume era solo un anno più grande di me.
“Allora... La cosa non si fa interessante mio caro Ken-nii? Hai la possibilità di passare una giornata con ognuna delle tre ragazze, non sei emozionato? Magari potresti ricordare qualcosa.” Aggiunse Natsume squadrando le tre stagioni. “No! Il senpai è mio e in questa settimana di vacanza diverrà il mio ragazzo.” Calò il silenzio con l'ultima affermazione di Haruka, tutti rimanemmo sconvolti da quelle parole... Si preannunciava una settimana piena.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Tra me e l'inverno ***


Era solo il secondo giorno di vacanza e già mi sentivo maledettamente stanco, dannate ragazze.
L'attacco di Haruka aveva smosso quello che sembrava esser una noiosa giornata estiva. Fuyumi sembrava essersela presa sul personale, difatti fui sconvolto nel vederla con un carattere totalmente differente dal suo solito. La ragazza aveva iniziato ad avere un temperamento molto più da Chiaki, sentivo come un grosso macigno sul petto ogni volta che vedevo Fuyumi perseguitarmi come se nulla fosse.
“Ikeda-kun ci andiamo a prendere qualcosa di fresco insieme?” Domandò in maniera più informale del solito, non riusciva però ancora a chiamarmi per nome... La trovavo carina sotto un certo punto di vista.
Haruka quel pomeriggio non si era fatta viva, Chiaki invece era dannatamente più lontana del solito... Non riuscivo a comprenderla, passavamo molto tempo a litigare ma puntualmente era sempre dove ero io, sapeva sempre cosa mi serviva... Come se mi conoscesse da sempre.

“Va bene... Basta però che la smettiamo con questa stupida sfida con Haruka!”

Esclamai rendendo Fuyumi felice, molto felice.
Prendemmo due granite prima di metterci davanti la spiaggia, seduti come due innamorati ad ammirare le onde infrangersi contro gli scogli, i gabbiani litigare fra loro osservando costantemente l'acqua, faceva molto caldo e io iniziavo a sentire la stanchezza.
“Ikeda-kun posso farti una domanda più personale?” Domandò Fuyumi, era davvero tornata la classica Fuyumi che amavo.
Acconsentii con un cenno, non riuscivo a parlare dal mal di testa da freddo... Quante volte il nonno scoppiava a ridere nel vedermi soffrire così, non avevo mai imparato a mangiare lentamente.
“Tu ricordi qualcosa della ragazza a cui ti sei dichiarato dicendo di odiarla?” Non compresi il senso di quella domanda, rimasi un po' a soffermarmi sui pochi vaghi ricordi che avevo... Non erano per niente tanti anzi, ora che ci pensavo di lei non ricordavo nemmeno il nome.

“Ricordo solo il colore dei suoi capelli, niente di più!”

Replicai dopo qualche minuto, era strano pensare che quel colore bizzarro lo avesse anche un'altra ragazza di mia conoscenza.
“E se quella ragazza spuntasse all'improvviso tu cosa faresti?” Fuyumi era in vena di domande quel pomeriggio, le trovavo molto strambe ma non inappropriate non avevo alcun motivo di non rispondere.
Terminai la mia granita prima di dare la mia risposta, era facile la risposta le avrei detto che non provavo nulla nei suoi confronti, era una storia risalente a molti anni fa e nemmeno ricordavo il suo volto, perché mai doveva piacermi una sconosciuta.

“Semplicemente le direi che tra noi non può esserci un bel niente, non sono innamorato di una sconosciuta e poi sicuramente anche lei mi avrà dimenticato.”

Non appena dissi quella frase si sentì un grosso tonfo dietro di noi, era Chiaki che aveva sbattuto la testa su un palo lì accanto, ancora una volta quella ragazza sapeva benissimo dove trovarmi... forse non mi dispiaceva nemmeno.
“Chiaki-chan! Stai bene?” Fuyumi abbandonò la sua granita per andar in soccorso alla sua amica che, notando più attentamente si potevano notare degli occhi lucidi... Stava piangendo.
Lanciai il recipiente in cui tenevo la granita per andare da Chiaki, era come un gesto istintivo... Non credevo nemmeno di poter sentire tale bisogno per una come lei, i nostri occhi si incrociarono e l'imbarazzo fece cadere il silenzio fra noi tre.
Non avevo mai visto il volto di Chiaki così da vicino, i suoi occhi riportavano in me qualcosa di nostalgico... Rimasi lì impalato con Fuyumi oramai arresa alla situazione, presi la mano di Chiaki senza pensarci due volte portandola verso casa che, non era per niente distante da lì.
Feci cenno a Fuyumi di seguirci così a sua volta venne con noi, io continuai il mio silenzio.
“Fuyuchan non volevo rovinare il vostro appuntamento... ve lo giuro forse Ikeda-kun se lo meritava però tu no!” Esclamò singhiozzando Chiaki mentre la situazione in me non era nelle migliori... Continuavo a ripensare allo sguardo di Chiaki, era così malinconico.
“Chiaki-chan non dirlo nemmeno per scherzo, il nostro non era un appuntamento! Tanto avevamo terminato la nostra chiacchierata stavamo per tornare a casa.” Fuyumi mi fece cenno di darle corda, io sorrisi annuendo e basta.
Arrivammo finalmente a casa, Natsume prese sotto la sua ala Chiaki tenendosela in camera... Diceva di volerle parlare di qualcosa di importante e io tornai nella mia stanza. Mi appisolai poco dopo e... Nuovamente quel sogno bizzarro, il volto distorto della ragazza continuava a non darmi alcun indizio... Questa volta però c'era anche Natsume con noi, ricordo che con lei giocammo davvero molto, mi chiedo se stia bene. Il sogno terminò e il mio sonno continuò fino a sera.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ciò a cui voglio bene, odio e amo ***


Il terzo giorno non era iniziato nel meglio dei modi, Haruka si era fissata nel voler fare un giro turistico per Okinawa, fra attrazioni varie decidemmo di andare in un acquario.
"Senpai mi sembri strano, non vuoi stare con la tua dolce Rukacchi?" Domandò provando a fare quelli che erano occhi dolci? Mi sentivo a disagio.
Mi piazzai davanti alcune vasche a guardare i pesci nuotare in tranquillità, mi sentivo in pace.
"Senpai?" Picchiettava la piccola Haruka mentre sorridente ero come innamorato degli animali marini, ne rimase affascinata anche lei.
"Ti sto disturbando vero?" Disse con tono stranamente serio, le sue classiche onomatopee sparirono mentre il suo sguardo incrociava il mio, non sorrideva.
"Lo sto notando fin da quando ci siamo conosciuti, per te sono solo una semplice kohai vero?" Aggiunse mentre i suoi occhi lucidi iniziarono a far uscire piccole lacrime.
Mi sentivo amareggiato, non sapevo cosa dire, ero troppo scosso da quel lato fragile di Haruka, dove era la dolce kohai energica che parlava ad onomatopee? Dove era la ragazza dal carattere forte con un grande ambizione? La voce nella mia testa divenne distorta a tal punto da sentire solo un "bzzzbzz" come una vecchia tv mal funzionante.
Avrei voluto dirle che per me lei era una amica speciale, come lo erano tutti in quella vacanza... ma le parole mi venivano interrotte da quell'immagine orripilante della bella primavera triste.
"Senpai non volevo infastidirti anche in vacanza, perdonami... perdonami per il disagio che ti ho creato." Haruka si inchinò e scappò via senza lasciar traccia all'interno di quel vasto acquario. Non trovai le parole per fermarla, ero pietrificato.
Quanto doveva aver sofferto quella ragazza per dirmi queste cose? Quanto diavolo dovevo esser stato cieco per non accorgermi che desiderava solamente attenzioni da parte mia? Perché mi sentivo così vuoto in quel momento? Perché stava accadendo tutto a me, perché quella stramaledettissima ragazza del mio passato mi perseguitava, io ero innamorato di Fuyumi? Ero stato convinto di questo fino a che Haruka non si era umiliata per me... Io ero innamorato di Haruka? Forse mi piaceva, eravamo così opposti che mi divertivo a vederla così piena di energie... E Chiaki invece? A me piaceva? Al festival mi ha fatto sentire come da bambino quando ci andavo con il nonno... Con lei mi sentivo diverso, so che con lei potevo esser me stesso e venire trattato di conseguenza.
Mi sedetti a terra lì davanti a tutti quanti, non mi importava di passare per un idiota, per un pazzo o quant'altro... Chi mi piaceva tra le tre? Con chi avrei voluto passare le mie vacanze? Ero un mostro, mi sentivo come un perfido nemico dei videogiochi che si diverte con le emozioni altrui, Haruka voleva solo delle maledettissime attenzioni da un individuo noioso come me, ho pensato troppo a me stesso per tantissimo tempo forse era finalmente giunto il momento di valutare di crescere.
Corsi fuori dall'edificio, molti passanti vennero travolti da me e qualcuno mi urlò anche dietro, andai ovunque il cuore mi voleva portare... Ed infine trovai Haruka su una scogliera a cantare, era un sogno come la prima volta che la ascoltai.

"Haruka!"

Urlai a piena potenza, lei si fermò e con gli occhi gonfi mi fissò senza aggiungere nient'altro, io avevo il fiatone e lei non sembrava tanto volenterosa da ascoltarmi, odio quando le ragazze fanno così.
Presi fiato, molto fiato a tal punto da gonfiarmi come un pallone e senza nemmeno pensarci, solo con l'istinto iniziai a mettere insieme:

"Haruka so di esser un completo imbecille ma ascoltami, tu sei una amica importante per me... Mi hai fatto capire di non contare nulla e che non ho alcuna ambizione nella mia inutile vita da ragazzino delle superiori."

Non presi nemmeno una pausa, urlai quella frase tutto di un fiato, ero sfinito e non sarei riuscito ad andare oltre... Faceva dannatamente caldo.
"Idiota di un senpai..." Disse Haruka mentre le partì una rumorosa rista, vederla contenta mi riscaldava il cuore, ero al settimo cielo... Vederla così mi faceva capire quanto tutto questo fosse solo un grosso scherzo del destino e che se non fosse stato per quella idiota di Chiaki ora mi sarei ritrovato ad aiutare mia nonna a casa da solo, dovevo davvero tanto a quella idiota.
Si era fatto tardo pomeriggio e Haruka si ritirò per i suoi esercizi di canto, vederla allontanarsi dopo tutto quello che era accaduto era un grosso dispiacere, avrei voluto parlare ancora di più con lei.
"Ikeda-kun allora? Vuoi stare lì a fissarla ancora un po'?" La voce di Chiaki spezzò quel momento poetico, era lì dietro di me con delle buste della spesa... Avevo dimenticato che oggi avremmo mangiato alla griglia.
Mi sentivo strano una volta incrociato lo sguardo con lei, forse era il tramonto o forse era ciò che avevo passato con Haruka ma... Sentivo qualcosa di diverso dentro, il mio cuore batteva forte ed era una sensazione che sentivo di aver già provato una volta ma non ricordavo quando.
Il tramonto si sposava perfettamente con i capelli di Chiaki... La trovavo, bella? Sì era bella.

"Strega non ho intenzione di condivider con te alcuna informazione, ora passami una busta".

Per strada alla fine condividemmo un sacco di cose, la sintonia che c'era fra me e lei la sentivo fin dal profondo, non avrei mai detto di sentirmi bene con l'autunno.
Arrivati a casa mi avvicinai a Fuyumi poco più distante dagli altri mentre gesticolava con il telefono, immagino che stesse mandando foto a qualche amico o parente del posto.
"Oh Ikeda-kun sei finalmente tornato! Cosa hai fatto di bello?" Sorrise in maniera falsa, sapeva bene cosa avessi fatto e con chi ero di ritorno... Faceva paura come una yuki-onna.

"Ho seriamente passato una giornata bizzarra, non credo tu voglia saperlo!"

Replicai un po' con tono falso, non volevo dirle cosa avevo passato... Era davvero personale come situazione.
"Immagino immagino, di un po' non credi che ci stiamo avvicinando un po' tutti?" Non potevo darle torto, sentivo tutti quanti più vicini di quanto non fossimo.
La conversazione proseguì tranquillamente, condividemmo un sacco di cose anche i nostri cibi preferiti che fino ad allora non ne eravamo a conoscenza.
Il stare così vicino a Fuyumi mi fece ripensare a tutto il mio percorso, ero così indeciso su cosa fare della mia vita... Ma questa volta ero arrivato alla conclusione che fra le tre Fuyumi era quella che più mi faceva stare tranquillo, mi ero deciso di dichiararmi a lei a fine vacanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Chiaki chan e Kenchan ***


Il penultimo giorno iniziò come una semplice giornata estiva, faceva molto caldo.
Junpei si trovava ancora nel suo letto a russare, era dannatamente fastidioso e soprattutto rumoroso.
Al pian di sotto si potevano sentire le voci delle ragazze discutere fra loro, non me la sentivo di avvicinarmi dopo tutto quello che mi era successo... Senza Junpei mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
“Chiaki ti vedo distrutta, non riesci a dormire bene?” Domandò Iroha notando le grosse occhiaie.
“Oh no non è niente, io e Natsume-nee rimaniamo sveglie fino a tardi a parlare...” Sobbalzarono le due ragazze al sentire Chiaki chiamare “nee” Natsume... Fuyumi era in preda al panico... Credeva di esser lei la sua sorella per sempre e ora invece Natsume aveva preso il sopravvento.
“Wow... tu e lei avete davvero tanta confidenza non me l'aspettavo...” Replicò Iroha confusa dalla situazione, provò a cercare aiuto con lo sguardo ma Fuyumi era grondante di lacrime con le guance gonfie.
“No cioè ecco... Ve lo spiegherò una prossima volta giuro...” Spaventata Chiaki prese la sua colazione e subito corse nella sua stanza, nel farlo si ribaltò contro di me che a quel punto mi avevo preso coraggio ed ero finalmente uscito dalla mia stanza, ci ritrovammo viso contro viso e per poco non accadeva il peggio.
“Kenchan la vuoi smettere di perseguitarmi!?” Lei si alzò e come se non fosse accaduto nulla sparì dalla mia vista, che diavolo era successo? “Amico stai bene?" Domandò Junpei che... si era davvero rimesso i suoi occhiali da sole in casa? “E poi cosa è questa storia che Chiaki ora ti chiama Kenchan? Solitamente ti parlava in maniera formale...” Era una ottima domanda quella di Junpei, le ragazze nel mentre mi avevano raggiunto dal piano di sotto ancora stupite – e disperata – da quello che era appena accaduto.
“Mi spiegate cosa ha Chiakichan? Ha provato a baciare Kenchan e poi a sua volta lo ha chiamato così...” Junpei era inguardabile, aveva addosso una t-shirt e dei boxer di colori totalmente opposti... per non parlare dei suoi occhiali da sole.
“Me ne sono accorta anche io, a quanto pare ora è entrata molto in confidenza con Natsume.” Ed ecco che Fuyumi scoppiò a piangere come una bambina, dovetti consolarla io accarezzandole la testa come se fosse un cagnolino indifeso... Che imbarazzo.
Mentre i due discutevano su come Natsume avesse rapito la vecchia Chiaki io continuai a pensare all'accaduto... Kenchan? Qualcosa di importante mi stava sfuggendo dalla mente... Junpei mi chiamava costantemente così ma non era la stessa cosa... La sensazione che stavo provando ora era qualcosa di diverso.

“Ken...chan...”

Sussurrai con il viso rosso mentre Fuyumi oramai calma si stava godendo il momento di attenzioni... Non sembrava darci molto conto anche se il suo sguardo era puntato sul mio volto.
“Ohh che succede? Stavo dormendo fate troppo casino...” Natsume con un pigiama anche fin troppo sobrio per la sua personalità uscì fuori dalla camera con ancora i capelli spettinati, la guardammo tutti in cerca di risposte.
“Cosa hai fatto a Chiaki, perché ha chiamato Kenchan quel pervertito di Kenta?” Domandò Iroha riferendosi al contatto fisico avvenuto sia con Chiaki che ora con Fuyumi.
“Eh...? L'ha fatto davvero quindi? Io e lei ci stiamo sfidando a fare cose imbarazzanti, forse non dovevamo stare sveglie fino a tardi ahah!” Replicò Natsume. Tutti le credettero ma... Conoscevo abbastanza la mia sorellona e avevo notato che stava mentendo, erano in combutta per qualcosa.
Dopo che tutti avevano risolto l'equivoco tornammo in salone per organizzare quella che sarebbe stata l'ultima gita qui ad Okinawa per quest'estate e fu proprio nel momento in cui finalmente ci accordammo per qualcosa che spuntò Haruka fuori dalla porta di casa a chiederci di entrare.
“Non potevo mica perdermi un altro giorno con il mio senpai!” Esclamò Haruka che nemmeno il tempo di entrare in casa che subito iniziò con questa diatriba del senpai, continuavo a non abituarmi a questa vicenda.
“Haruchan domani andiamo a fare una gita in un tempio famoso vuoi venire con noi?” Chiese Natsume abbracciando la piccola Haruka come se fosse un peluche, quelle due erano più simili del previsto.
“Ohh finalmente io e il senpai potremmo giurarci amore eterno in maniera tradizionale che bello!”
Appena detta quella frase Fuyumi scattò in modalità psicopatica... quelle due non potevano vedersi o forse erano anche fin troppo amiche.
Alla fine tutti quanti una volta riappacificati chi di dovere optammo per fare una grande gita, ero emozionatissimo nel visitare luoghi che fino ad ora non avevo mai immaginato di visitare.
“Pss Chiaki vieni qui...” Sussurrò Natsume allontanandosi con la strega “Dobbiamo parlare di quella cosa, quando lo dirai a Kenta?” e fu silenzio fra le due, Natsume si aspettava chissà quale risposta da Chiaki ma sembrava non volerne parlare. “Mai.” Aggiunse dopo un eternità, la ragazza tornò in camera con una smorfia che era tutto tranne che un sorriso, mi ero accorto che fosse giù di morale ma forse, non dovevo disturbarla ulteriormente.
Mancava un solo giorno alla dichiarazione.



Angolo dell'autore:

Non sono solito farne ma come mi è stato consigliato farò una veloce spiegazione di alcuni termini magari poco comuni.

1) Nel prologo Kenta dice di esser fan dell'unagi che non è altri un sushi nigiri con anguilla.
2) Sempre nel prologo la ragazza con cui va a sbattere Kenta (Haruka coff) dice la parola "KYUN" è una onomatopea giapponese.
3) Il soprannome "Ken-tai" è un mio gioco di parole fra Kenta ed Hentai ovvero pervertito in giapponese.
4) I nomi di Fuyumi, Chiaki, Haruka e Natsume contengono una stagione ciascuna nel nome.
5) Nella storia ovviamente vengono usati i vari suffissi e usi tipici del Giappone, Kenta e Natsume si chiamano niichan (fratellino) e neesan (sorellona) mentre Junpei utilizza il chan un modo affettuoso ed amichevole ma molto confidenziale al contrario di Haruka che utilizza senpai ovvero superiore (in questo caso superiore di età), infine il kun è quello di mezzo si usa per rimanere formali ed educati.
6) Questo non c'entra nulla ma volevo dirlo lo stesso, il paese in cui si svolge la storia non ha un nome è inventato da me volevo un paese di campagna ma non essendo esperto ho optato per crearne uno ma non dire mai il nome.

Un sentito ringraziamento a chi ha deciso di seguire questa storia.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** L'autunno in estate ***


Quel giorno mi alzai prestissimo, feci una doccia veloce e preparai la valigia non prima di essermi cambiato con i miei abiti migliori.
Dovevo andare a fare solamente una semplice gita... Che con tutta probabilità mi avrebbe portato a compiere un passo importante per la mia adolescenza, era chiaro che il mio sentimento per Fuyumi era forte ed ero convinto di poterlo tirare fuori senza imbarazzarmi.
Ero il secondo ad essermi alzato, nel salone eravamo solamente io e Natsume che ancora era nel suo sobrio pigiama da brava ragazza.
"Nii-chan come mai così elegante? Sai che sono solamente dei templi?" Disse con tono sarcastico punzecchiandomi non poco. "Dimmi un po' per caso vuoi di nuovo dire ad una ragazza che la odi?" Le sue frecciatine colpivano il mio orgoglio, le sue dita tastavano le mie guance come se fossi quel bambino che ricordava... Era davvero attiva la sorellona.

"Smettila! Volevo dichiararmi a Fuyumi prima di tornare a casa tutto qui."

Tutto qui? Non era per niente facile il solo pensiero di sbagliare mi stava facendo morire dall'ansia, ero riuscito a non pensarci ma la sorellona era riuscita a farmi stare male... Non volevo esser ricordato con un'ennesima storia buffa sul mio conto, volevo andare oltre al passato e crearmi dei nuovi ricordi.
"Stai facendo un grosso sbaglio Kenta, dopo questa settimana ancora pensi che quei sentimenti siano giusti? Voglio bene a Fuyuchan ma sai bene anche tu che lei non è quella che ti piace." La sorellona smise all'improvviso di darmi fastidio allontanandosi sempre di più da me, il suo tono non era scherzoso, non voleva ridere di me... Pensava davvero che quei sentimenti non valessero nulla? Che diavolo stava dicendo... Perché ora mi andava contro?

"Tu non capisci Nee-san, odio questo tuo comportamento criptico... Da quando sei venuta a stare da me non fai altro che parlare ad indovinelli... Lo vuoi capire si o no? Io non ricordo il nome, il viso e tanto meno voglio ricordare di quella dannatissima ragazzina del cazzo, cresci tra poco sarai una studentessa universitaria e ancora credi nelle favole?"

Non avevo mai urlato tante cattiverie a Natsume, non sapevo nemmeno io cosa mi era preso, non ero arrabbiato... Ma deluso? Credevo che la mia sorellona mi capisse più degli altri, la reputavo parte della mia famiglia fin da quando ho memoria e ora? Ora mi faceva la predica per una stupida bambina conosciuta anni fa.
"Io sarei la bambina ora? Kenta chi dei due si sta comportando in maniera infantile? Ti conosco più di quanto qualsiasi altra persona sulla faccia della terra e so quando stai facendo cose avventate." Riprese fiato, nei suoi occhi c'era un luccichio che dava un chiaro messaggio: stava per piangere.
"Sei tu che fino a due giorni fa pensava ancora a lei, sei tu che continui a parlare nel sonno riferendoti a lei... Ma sai che c'è? Volevo dirti una cosa importante ma adesso non voglio più fartela sapere!" Sbraitò così forte da svegliare tutti quanti, le voci spaventate dei miei amici non mi diedero tempo di pensare così presi e me ne andai via più lontano possibile da quell'imbecille di Natsume, questa volta mi ero davvero stancato di tutto quanto, una volta tornato a casa avrei reciso ogni legame con il passato una volta per tutte.
"Natsume? Che succede?" Domandò Chiaki scesa poco dopo la mia fuga, la sorellona era a frignare come una bambina mentre il suo pigiama lasciava intravedere qualcosa di più adulto.
"Il mio fratellino ora mi odia ed è tutta colpa mia, volevo solo dirgli che conoscevo la ragazza del suo passato, volevo solo dirgli che ero in contatto con lei ma se ne è andato e... Ho paura che si perda..." In preda alle lacrime Natsume iniziò davvero a sembrare una bambina, non voleva esser lasciata da sola ma allo stesso tempo voleva cercarmi per scusarsi di tutto il guaio che aveva causato, io e Natsume fin da bambini eravamo così ed era per questo che le volevo bene come parte della mia vera famiglia.
"Va bene Natsume io vado a cercare Kenta ok? Tu rimani con Iroha e Fuyumi!" Scortata nella camera delle due Chiaki senza poter spiegare nulla schizzò via dall'abitazione, investì Haruka che confusa strisciò nella villa alla ricerca di risposte.
Chiaki vagò poco nel buio, mi trovò nascosto in un parco per bambini tra i giochi.
Si mise accanto a me seduta, cercavo un modo per ignorarla in tutti i modi ma non ci riuscivo... iniziò ad accarezzarmi la testa dolcemente come se fossi un bambino, mi ricordava la nonna.
"Non ti piaceva esser accarezzato qui vero? Natsume mi racconta spesso di tuoi aneddoti infantili." Rispose cercando di scaturire una mia reazione, che cosa stupida.

"Strega se devi davvero consolarmi non parlare della sorellona."

Terminai la conversazione così, non avrei detto nient'altro e non avrei sentito nient'altro.
Chiaki mi abbracciò continuando ad accarezzarmi la testa, era davvero dolce... Non mi sarei mai immaginato di star bene in questo modo con lei.
"Kenta volevi davvero dichiararti a Fuyuchan vero? Secondo me è una idea grandiosa..." Non mi sarei mai aspettato di venir supportato in questo modo da lei, iniziai a piangere... Era da tanto che non lo facevo.

"Strega..."

Mi strofinai gli occhi non prima di essermi calmato con le lacrime, che imbarazzo.

"Tu hai qualcuno che ti piace?"

Domandai dopo essermi preso un grande respiro, in una piccola parte di me avrei voluto che dicesse no, non capivo bene il perché.
"Sì è un mio vecchio amico di infanzia, non ci vediamo da tantissimo tempo ma siamo ancora in contatto..." Rispose tutto di botto, non pensò nemmeno alla cosa, fu incredibile... Non mi aspettavo tutta quella sincerità.

"Ti auguro che tu e quel ragazzo possiate stare insieme in futuro, davvero."

Mentivo, come non ho mai mentito in vita mia.
All'interno della villa tutti erano in subbuglio per cercar di consolare la sorellona, era disperata e tantomeno pronta a dialogare in maniera umana.
"Haruchan non sei triste? Hai perso una opportunità d'oro per dichiararti a Kenta..." Disse Junpei ancora in boxer. "Nah, ho intenzione di vincere e poi Chiaki senpai non potrà mai soffiarmi il ragazzo!" Si fece tardi, io e Chiarki riamanemmo fino all'orario della partenza a parlare di questi fantomatici amici di infanzia, era incredibile quanto io mi sia trovato bene con lei.
Tornammo alla villa e io e la sorellona ci riappacificammo come due piccoli bambini dell'asilo, dimenticai totalmente di dichiararmi a Fuyumi come pensavo a Chiaki come non avevo mai pensato a qualcuno in vita mia, ero geloso di quel ragazzo.
Una volta tornati a casa iniziai subito a fare i compiti per le vacanze, i giorni passavano e finalmente la scuola ricominciò e con quella stava per iniziare anche l'autunno.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Anniversario ***


Le foglie cadevano sulla strada che mi portava a scuola.
Intorno a me solo foglie e nient'altro, foglie dal colore arancione che tendevano ad imbrunirsi con il passar del tempo, l'autunno era arrivato.
Odiavo questo periodo, odiavo ciò che portava l'autunno, odiavo tutto. Desideravo cancellare tutto, desideravo vivere una vita diversa, avrei voluto sorridere mentre passeggiavo tra le foglie colorate pensando “non vedo l'ora di tornare a casa da mamma e papà” ma niente mi avrebbe ridato queste sensazioni, queste gioie.
Odiavo vedere la nonna triste accendere dei ceri, odiavo guardare la foto del nonno senza poter parlare con lui della mia giornata.
Calpestavo con rabbia le foglie, non volevo andare a scuola in queste condizioni... Era frustrante farsi vedere così dai propri amici, detestavo quelle odiose domande opportunistiche: “come stai Kenta?” O “Tua nonna come sta?” A nessuno di loro interessava davvero della mia condizione, nessuno voleva davvero sapere se mia nonna stesse bene.
Trovavo irritante dover ricevere trattamenti di favore dagli adulti, detestavo le amiche della nonna che puntualmente credevano di capirmi.
Avrei voluto sparire, sparire fino a che non arrivava l'inverno lì mi sarei dovuto subire nuovamente frasi opportunistiche ma, erano solo per le feste niente di più.
Trovavo dannatamente sconfortante dover sentirmi dire dai sei adulto dovresti superarla ormai, nessuno capirà mai cosa dovetti sopportare.
“Kenta tutto bene?” Sentivo di star per impazzire, odiavo dover parlare con lei, odiavo il fatto che mi trovassi dannatamente bene con lei... Perché tra tutte proprio con l'autunno.

“Lasciami stare strega, da oggi io e te non ci conosciamo.”

Freddai la conversazione così, lei che sembrava stesse per toccarmi la spalla rimase lì impalata a guardarmi andare via.
Mi ripetevo continuamente di non voltarmi, non volevo vedere il suo volto... Odiavo l'autunno lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo... Lo odiavo... Io odiavo... L'autunno. Non mi ero mai sentito così prima d'ora, esitavo nel pensarci? Cosa odiavo davvero? Chiaki era sempre lì per me... Perché? Perché mi tratta in questo modo, sono un idiota che non comprende come gli adulti debbano comportarsi, non ero maturo come Junpei diceva e ne ero abbastanza forte come Natsume raccontava.
Mi voltai appena, Chiaki era lì immobile che sorrideva genuinamente... Cosa aveva da sorridere in questo modo? L'avevo appena trattata male e lei era ancora lì che mi aspettava... Cosa aveva di sbagliato quella ragazza? E cosa avevo di sbagliato io?
Tornai indietro da lei e non dissi nulla, lei al contrario mi abbracciò come se fosse normale, per quanto lei fosse un poco più bassa di me il suo abbraccio fu come quello di un grande orso di peluche, mi sentivo così confortato e felice in quel momento.
“È l'anniversario vero?” Era una domanda retorica, dal suo tono di voce avevo intuito che sapesse già che era oggi.

“Sì, mi manca da morire.”

Replicai, avevo bisogno di dirlo, avevo bisogno di far sentire la mia voce a qualcuno che non fosse la nonna.
“Vuoi saltare scuola per andarlo a trovare?” Domandò accarezzandomi dolcemente i capelli, ero diventato un grosso bambinone in quel momento.
“Scusa hai ragione, la tomba si trova in città vero? Insieme a quella dei tuoi genitori...” Sussurrò dispiaciuta, la sua voce mi faceva intuire che anche lei era sull'orlo di piangere.
Annuii solamente, era bizzarro come sapesse tutti questi dettagli ma non ci feci molto caso in quel momento, la situazione mi fece crollare... Iniziai a piangere senza poter smettere.
“Kentai te lo ripeterò ancora, vuoi saltare scuola con me?” Aggiunse balbettando appena, anche lei si era arresa alle lacrime.

“Sì, va bene...”

Sussurrai, non avevo ne la voglia e ne la forza di separarmi da lei in quel momento... Odiavo il fatto di volerle davvero così tanto bene.
Chiaki mi prese per mano e così facendo mi portò in giro per il paese, non sembrava temere il giudizio altrui e nemmeno i rimproveri che si sarebbe beccata... Lei voleva stare con me in quel momento, voleva far di tutto per rendermi felice.
Percorremmo le strade che da bambino facevo con mio nonno durante le passeggiate, ricordavo le sue calde mani giganti e il suo sorriso nascosto da quella lunga barba bianca, quel suo modo bizzarro di parlare nel dialetto del Kanto, sentivo tanta malinconia.
Chiaki mi prese la mia bevanda preferita, non ricordavo nemmeno di averglielo accennato, non si fece alcun problema di offrirmi tutto ciò di cui avevo bisogno per sentirmi meglio... Era dannatamente frustrante doversi farsi aiutare in questo modo, quanto patetico ero.
“Sai Kenta cosa mi piace di te?” La domanda fece sussultare il mio cuore, era davvero l'inizio di una dichiarazione? Non era possibile a lei piaceva il suo amico di infanzia... Perché doveva dichiararsi a me? “Mi piace il fatto che sei sempre Kenta.” Chiaki iniziò a ridere non appena disse quella frase, era insensata... cosa voleva dire con quello? Non era per niente una dichiarazione, perché doveva esser sempre così criptica... Odiavo queste cose, mi sentivo così frustrato... Forse mi aspettavo troppo.

“Mi spieghi cosa significa?”

Domandai irritato, a momenti facevo rovesciare la lattina.
“Un giorno te lo spiegherò, fino ad allora dovrai rimanere il piccolo Kenta di sempre!” Esclamò correndo via da me, la sua risata era dolce e melodiosa in quel momento, Odiavo il fatto di trovarla così carina.
La nonna mi chiamò quel pomeriggio per sapere dove ero finito, Junpei le aveva riferito che non ero andato a scuola... Non si arrabbiò anzi era contenta del fatto che quel giorno specifico lo avessi passato al meglio che potevo e non chiuso in me stesso, volevo davvero bene alla nonna.
Tornai a casa dopo la chiamata della nonna, Chiaki mi salutò con il sorriso... Odiavo il fatto di aver reso felice l'autunno ma soprattutto odiavo il fatto di aver pensato di amare l'autunno.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Passato e presente ***


Suonava la campanella scolastica a ritmo delle risate di Junpei, non credeva vero che avessi saltato scuola per stare solo con Chiaki, che imbarazzo.
In molti nella nostra classe avevano sparso la voce di uno strano “affetto” tra me e Chiaki, in corridoio un ragazzo del terzo anno innamorato di Chiaki voleva far a botte con me per il suo cuore, trovavo tutto questo dannatamente imbarazzante.
Seduto nel mio banco mi capitava di venir importunato da alcune compagne di classe, continuavano a farmi domande sul rapporto tra me e lei, Fuyumi stava morendo dalla gelosia.
“Basta così, ne io e ne Kenta abbiamo nulla da dire!” Gridò Chiaki che peggiorò solo le cose, i nostri compagni di classe notarono come mi avesse chiamato per nome, non ci davano tregua.
“Dai basta avranno avuto i loro motivi, non serve dar fastidio.” Disse Junpei facendo un occhiolino nella mia direzione, le risate cessarono e l'insegnante entrò in classe con una valigetta.
“Buonasera sono la vostra nuova professoressa per oggi! Il vostro insegnante è dovuto andare a fare delle commissioni quindi farò io lezione!” Esclamò con un grande sorriso, la nuova professoressa era una bella ragazza tutti – compreso Junpei – iniziarono a sbavarle dietro. “Voglio fare conoscenza con voi, che ne dite di parlare un po' del nostro passato? Ad esempio mmhh...” Poggiò l'indice sulle labbra scrutando ogni singolo studente, che situazione da manga. “Tu dai capelli arancioni come ti chiami?” Indicò Chiaki invitandola ad alzarsi. “Yoshida Chiaki, sono originaria di Tokyo.” pronunciò a bassa voce, non mi sarei mai aspettato che lei venisse dalla grande città.
“Ohh quindi una di città, come mai ti sei trasferita in campagna?” Si poteva intravedere l'emozioni dagli occhi della supplente nel sapere più sulla città. “Nessun motivo, era il paese natale dei miei e quindi siamo venuti qui cinque anni fa.” Ero stranito dal fatto che non me ne avesse mai parlato, perché mi rodeva così tanto? Non dovevano esser fatti miei. “Ohh e dimmi non ti mancano gli amici che ti sei fatta in città?” Come potevano non mancarle, soprattutto se tra quelli c'era il suo primo amore. “No, ho ritrovato alcuni amici di infanzia qui, mi trovo davvero bene.” Aspetta? Cosa stava dicendo... La storia non combaciava con quello che mi aveva raccontato, il suo amico di infanzia non doveva esser lontana da lei? Perché stava mentendo... O perché mi aveva mentito? “Interessante... E tu invece ragazzo dai capelli biondi come ti chiami?” Della storia di Junpei non me ne fregava nulla, sapevo già tutto di lui e poi ero troppo concentrato a pensare a Chiaki, quanto la odiavo.
“Ehi ragazzo pensieroso, stai seguendo le storie dei tuoi compagni? Uhh mi senti?” L'insegnante si avvicinò a me battendo sul banco, era da un po' che ero immerso nei miei pensieri, a chi stava ora? Junpei aveva già finito? “Perché non ci racconti di te? Visto che sei così poco interessato agli altri.” Mi ero appena preso una strigliata da una supplente, stupendo.

“Mi chiamo Ikeda Kenta, sono nato a Tokyo ma ho vissuto lì solo pochi anni i miei genitori sono morti quando ero piccolo quindi mi sono trasferito dai nonni ma dopo che mio nonno si è ammalato ci siamo trasferiti qui sotto richiesta del medico, era il paese natale di mia nonna.”

Tutti si ammutolirono, non avevo mai raccontato a scuola della mia condizione e tanto meno avevo detto delle mie origini di Tokyo.
“Oh... E ora come va tuo nonno?” Ah eccole, le domande di circostanza che odiavo da morire, le interessava davvero di mio nonno? No era a disagio nell'aver sentito la mia storia, tutti si sentono a disagio nel sentirla.
Stavo per aprire bocca, il mio sguardo puntato verso il basso e il mio grugnito erano l'inizio di una sfuriata, stavo per urlarle addosso me lo sentivo dentro non riuscivo a bloccare i miei sentimenti, non riuscivo a trattenermi.
“Kenchan ti difenderò io dai bulli!” Una frase familiare squarciò i miei pensieri, i miei ricordi confusi volevano rivivere quella bambina, il suo volto riuscivo a malapena a vederlo ma le sue parole... erano nitide. “Kenchan ci penserà la tua -chan a difenderti!” Un colpo su un banco mi fece tornare a quel secondo in cui stavo per rispondere all'insegnante, in piedi c'era Chiaki.... Diede lei quel colpo.
“Kenta odia parlare di queste cose, credo che sia più opportuno far parlare gli altri ora!” Chiaki urlò così forte che tutta la classe rimase a bocca aperta, la supplente era esterrefatta e confusa allo stesso tempo, fece sedere Chiaki e come se nulla fosse iniziò a chiedere agli altri studenti.
“Tu con i capelli bianchi invece vuoi raccontarci qualcosa?” Fuyumi sobbalzò, il suo temperamento quiete e il suo carattere timido non aiutava in certe occasioni.
“Sono Yamamoto Fuyumi mi sono trasferita quest'anno da Kyoto, mia madre doveva aiutare mia zia con il lavoro di famiglia quindi sono venuta qui con lei!” Era davvero dolce Fuyumi, era indubbiamente la più carina della classe.
La lezione proseguì con altre domande, tutti quanti iniziammo a conoscerci un po' di più soprattutto Iroha che a quanto pare era la cocca di papà.
La classe divenne un pochino più allegra ma io non riuscivo a pensare ad altro a Chiaki, aveva mentito a me o alla professoressa? Ormai era tardi per chiederlo, lei mi era entrata nel cuore.
Le lezioni terminarono, quella sera Junpei passò la notte da me, mi serviva qualcuno di abbastanza fidato per confidarmi, stava per avvicinarsi il compleanno di Chiaki.





*nel dialogo in cui c'è solo un -chan senza nome è riferito al fatto che kenta non ricorda il nome

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Regalo di compleanno ***


Quel pomeriggio mi trovavo da solo per la via commerciale alla ricerca del regalo per Chiaki, il suo compleanno cadeva proprio quel giorno ed io mi ero ritrovato all'ultimo minuto a mani vuote.
Non ci eravamo stabiliti nessuna festa o simili, volevo ringraziarla per tutto ciò che aveva fatto per me, era troppo imbarazzante.
Mentre mi trovavo fuori controllavo se qualche compagno di classe si trovava nei dintorni, non volevo che si spargesse la voce su un mio ipotetico regalo a lei, non mi sarei più presentato a scuola altrimenti.
La via era piena di coppiette che si divertivano, molti si scattavano le foto sotto gli alberi spogli altri invece condividevano dolci, mi trovavo fuori posto.
Da bambino passavo spesso qui con la nonna, ci divertivamo ad andare in giro per negozi durante i giorni festivi, ricordo perfettamente la sensazione che provavo quando tornavamo a casa e c'era il nonno a fare casino in cucina, non era capace di cucinare per niente. La nonna si arrabbiava sempre con lui, diceva sempre che non doveva avvicinarsi alla cucina... Ridevamo in maniera genuina, lui seppur malato manteneva ugualmente il sorriso... Non potrò mai dimenticarlo.
Entrai in una caffetteria per riposarmi, presi un tè e seduto accanto alla strada iniziai a ricordare quei momenti agrodolci.
Chiusi gli occhi mentre tenevo la tazzina in mano, feci un respiro profondo... L'aria autunnale era come sempre, la odiavo ma per qualche motivo ora la sentivo diversamente.
Piano piano i miei ricordi sprofondarono in un oblio da me dimenticato, quante volte mi era capitato di ricordarmi di quella dannata bambina.
“Kenchan sei felice di avermi conosciuta?” dondolava quella bambina misteriosa, oramai riuscivo a vedere tutto tranne il suo volto. “Smettila con queste domande -chan mi fai imbarazzare!” Risposi guardandomi intorno con le gote rosse. “Comunque sì...” Sussurrai all'orecchio della ragazza che di tutta risposta mi abbracciò, ci trovavamo sotto un albero gigante a Tokyo vicino alla casa di Natsume. Ricordo che lei era originaria di lì e che aveva la mia stessa età, il suo colore bizzarro di capelli e la sua grande volontà di difendermi dai bulli del quartiere. Spesso mi sentivo a disagio nel farmi difendere da lei ma quando quella piccola bambina urlava per scacciare i bambini più grandi mi rendeva davvero felice.
“Kenchan da grande prometto che sarò la miglior moglie che tu possa mai desiderare!” Urlò facendoci trovare dalla piccola Natsume, mi prese in giro tutta la giornata... Lo disse a tutti, mi aveva messo davvero in imbarazzo.
Ricordo che alla nonna piaceva davvero invitarla a mangiare da noi, si divertiva a vederci in imbarazzo seduti accanto, quanto potevano esser diabolici i grandi. “ -chan ci prometti che verrai a trovare Kenta quando torneremo a casa?” Domandò alla nonna che con tutta risposta quella piccola bambina sorrise, sorrise davvero di cuore... Ero contentissimo di sentirle dire di sì senza esitazione, ricordo di averla aspettata davvero per tanto tempo... Fino a dimenticarmene.
Passò un'ora da quando presi il tè, mi alzai per proseguire la mia ricerca del regalo perfetto, ricordare quei scenari mi aveva reso davvero felice.
Camminai un quarto d'ora prima di imbattermi in un piccolo negozietto abbastanza vecchiotto, lì trovai due braccialetti identici, non erano gioielli o altro... erano semplici accessori poco costosi, mi sembrava di fare una cosa da coppietta ma non potevo non prenderli entrambi.
Mi ero stancato di dimenticare cose importanti della mia via, volevo ricordarmi di Chiaki per tutta la vita, non doveva far la fine di quella bambina... Lei come tutte le altre erano importanti ma per qualche ragione Chiaki mi faceva sentire strano, mi faceva salire la nostalgia per il modo in cui mi trattava... Era come rivivere certi momenti della mia vita quando mi trovavo da solo con lei.
Una volta terminato il pagamento scattai fuori dal negozio, perché avevo scelto di abbinare con lei un braccialetto, non eravamo nemmeno una coppia. Avrei dovuto chiederle del perché in classe aveva mentito, il mio cuore batteva così forte da non farcela più, mandai un messaggio veloce per incontrarla sotto un albero in un parco, faceva molto dichiarazione questa cosa ma... Non potevo festeggiare l'autunno senza una dovuta ambientazione.
Chiaki arrivò non troppo in ritardo, aveva il fiatone... Aveva davvero corso così tanto per vedermi? Il mio cuore batteva all'impazzata, vederla stanca mi creava sentimenti strani, il fatto che finalmente teneva i capelli sciolti non aiutava per niente la cosa, era dannatamente carina in veste da ragazza per bene.
“Allora Kenta è successo qualcosa? Perché volevi vedermi?” Domandò prendendosi il dovuto tempo per respirare, ero davvero così importante? Era davvero troppo carina.

“Tieni.”

Senza guardarla in faccia le diedi il pacchetto, lei rimase incredula nel vedere un regalo da parte mia... E ne rimase ancora di più nel vedere il contenuto: il braccialetto aveva i colori dell'autunno e aveva una medaglietta con una foglia color arancione. Era davvero contenta di questo regalo ma non era finita lì, mentre si crogiolava del suo nuovo braccialetto le mostrai il mio di polso... cadde il silenzio da ambo le parti.
Avevo qualcosa che raffigurava l'autunno addosso, lo tenevo senza alcun problema e non provavo a nasconderlo. Chiaki aveva una faccia bizzarra, comica era forse l'aggettivo migliore: era sul punto di ridere ma era così rossa che non le usciva alcuna smorfia, era davvero così carina che non volevo spezzare quel momento con le mie domande.

“Buon compleanno strega, grazie per essermi stato vicino ogni singolo giorno.”

Sussurrai dandole le spalle, non avevo la forza di guardarla negli occhi dopo tutto questo.
“Mi hai fatto il miglior regalo, grazie... Kenchan...” replicò sussurrando il nomignolo... Non voleva farmelo sentire ma era impossibile non farlo, rimasi bloccato quei dieci/venti secondi a pensare... Perché quel suo modo di chiamarmi Kenchan mi rendeva così triste? Odiavo sentirmi così... Ma volevo che continuasse a farlo, detto da lei suonava bene ma allo stesso tempo era come una pugnalata per me.

“Beh ora credo di dover andare, ci vediamo a scuola strega passa una bella serata!”

Urlai mentre scappai dalla parte opposta da casa mia, non riuscivo e non volevo stare lì, mi creava troppo disagio.
Mancava poco per il festival culturale, e io me ne ero completamente dimenticato.


*il festival culturale è un festival organizzato dalle scuole per il giorno della cultura
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Recita ***


Quel giorno l'intera classe era in subbuglio, i rappresentanti non riuscivano a contenere tanto baccano, ognuno urlava la propria idea con fervore.
Io e Chiaki non ci parlammo più dopo quel pomeriggio, i nostri sguardi si incrociavano ma non andavano oltre il primo secondo, mi sentivo vuoto.
Fuyumi aveva notato quest'allontanamento improvviso tra me e Chiaki, provava a mettere qualche buona parola ma era tutto inutile, tra me e lei c'era una grossa voragine, non volevo accettare che fra tutte lei fosse la più importante.
Natsume si trovava a Tokyo fino al completamento dell'anno scolastico, sentivo la sua mancanza ogni giorno... Haruka invece era piena di impegni, se riuscivamo a salutarci era anche troppo, tutto quanto voleva portarmi a dare attenzioni a Chiaki in qualche modo, rifiutavo con tutto me stesso questa condizione... Innamorarmi di lei? Lo credevo infattibile ma ormai penso che fosse tutto troppo reale.
Il festival culturale si avvicinava sempre di più, e la nostra classe ancora non aveva una idea sensata su cosa organizzare... Junpei continuava a proporre in date caffè, venne cacciato via dalla classe.
Iroha continuava a dire qualcosa riguardante dei costumi, non avrei mai indossato alcun stupido costume.
Il tempo passava e niente, nessuno voleva mettersi d'accordo su nulla, i maschi volevano vedere le ragazze in costume da maid mentre le ragazze non volevano mettersi niente, come darle torto.
Fuyumi alzò la mano timidamente, con tutto quel trambusto non venne notata minimamente, la riabbasso in preda allo sconforto, non mi sembrava giusto. Diedi un colpo sul banco, tutta l'attenzione cadde su di me, guardai Fuyumi facendole cenno di parlare, probabilmente la scena più eroica della mia vita.
“Vorrei... Vorrei riproporre una favola in veste più giovanile... Che ne dite quella dell'Oni rosso e quello blu?” Tutti rimasero entusiasti di questa fantastica idea tant'è che Junpei tornò in classe urlando: “Kenta deve fare l'oni rosso!” Risate collettive mi presero alla sprovvista, io in una recita? No non poteva essere... Ma tutti furono entusiasti dell'idea di Junpei che non mi permisero di parlare, non avevo davvero alcun diritto in questa calsse.
“Se Kenta fa l'oni rosso e dobbiamo farla più giovanile... Che ne dite di una storia d'amore con l'oni blu?” Domandò la rappresentate di classe che conquistò gli applausi del collettivo, chiunque era volenteroso di vedermi umiliare davanti a tutta la scuola.
Junpei e Iroha si guardarono per un micro istante, sorriso e poi guardarono Chiaki... Il loro piano malefico avrebbe rovinato ulteriormente il mio rapporto con lei.
“Allora votate in anonimo chi dovrà esser l'oni blu!” Esclamò il vice, tutta la classe iniziò a far bigliettini, ogni voto doveva esser in anonimo in modo tale da non creare litigi – di cui ne avevamo già avuti abbastanza – passarono dieci minuti, i rappresentanti iniziarono a contare i voti... Fu una sorpresa sapere che Fuyumi perse contro Chiaki per un voto.
“Ora che abbiamo i due oni non resta altro che preparare il copione e i costumi!” La discussione andò avanti per poco, io e Chiaki dovevamo recitare in una recita insieme, la cosa non doveva rendermi così contento.
Finito Ottobre arrivò Novembre, nel club di teatro provammo e riprovammo le parti, continuavo a dimenticarmi le mie battute... Chiaki non mi sgridava nemmeno, ero abituato alle sue battute... Ora invece? Le uniche volte che parlavamo era per provare le battute.
“Ikeda se sbagli ancora battute giuro che ti prendo a pugni finché non le memorizzi!” Urlava la capoclasse umiliandomi ancora una volta, odiavo tutto questo.

“Io non ho mai voluto tutto ciò...”

Sussurrai in preda allo sconforto, mi veniva da piangere... Per quanto tutti contassero su di me io non volevo fare niente di tutto ciò, a malapena sarei andato al festival.
Chiaki si mise accanto a me, avvicinò le labbra nel mio orecchio sinistro: “Ti prometto che nessuno riderà di te.” Sussurrò dolcemente, con un sorriso si allontanò da me lentamente... Il mio cuore batteva all'impazzata non riuscivo a pensare ad altro a quanto fosse dolce la sua voce, perché mi sono ritrovato in questo casino.
“Forza riprendiamo!” Esclamò la capoclasse, le prove durarono fino a tardo pomeriggio... Tornai a casa accompagnato da Junpei, era emozionatissimo per questa recita, al contrario mio che mi sentivo non all'altezza... Parlammo veramente tanto, fino a che non uscì il discorso di Chiaki.
“Ah Kenchan, ricordi il festival primaverile? Io non ho mai detto quelle cose a Chiaki.” Disse cambiando rotta verso casa sua, da dove aveva tirato fuori quelle informazioni private sul mio conto? Perché continuava a mentirmi, la cosa mi irritava, mi faceva male... Mi distruggeva, io pretendevo e desideravo verità.
Mancavano venti giorni al festival.



*la stora dei due oni parla dell'oni rosso che voleva diventare amico degli umani ma per farlo l'oni blu si sacrifica rendendo realtà il sogno dell'amico

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Io, Junpei e l'autunno ***


L'intera scuola era in subbuglio, c'era un via vai di studenti incredibile, era la magia del festival culturale.
I senpai si davano da fare per render la scuola come non si era mai vista, i kohai pensavano a creare le decorazioni... Io invece ero appena scappato dalle prove.
Mi sentivo fuori posto, tutti lavoravano in maniera così meticolosa al contrario mio, io non facevo assolutamente niente per nessuno.
I costumi erano quasi pronti e il copione era dannatamente difficile da memorizzare, troppe battute mi mandavano in confusione... Non avevo mai chiesto tutto ciò.
Sentivo i compagni di classe chiamarmi in giro per i corridoi, non sarei uscito da lì fino a che non me ne sarei dovuto tornare a casa, il cuore mi batteva forte, troppo forte... Tremavo nel pensare alle battute, non volevo esibirmi davanti a tutti, non volevo fare qualcosa di così tanto umiliante.
“Oi Kenchan, tutto bene?” Junpei si sedette accanto a me, lui sapeva benissimo dove trovarmi dopotutto era il mio migliore amico. “Cosa ti turba? Il fatto che devi recitare o Chiaki?” Le parole di Junpei arrivarono dritte al cuore, sussultai appena... Non riuscivo a mentire in quelle condizioni.
“Kenchan sai secondo me questa esperienza ti farà del bene, tuo nonno vorrebbe che vivessi una esperienza da studente delle superiori normale.” Odiavo sentirmi dire queste cose perché odiavo che la verità facesse così tanto male.
Junpei mi diede qualche pacca sulla spalla, il fatto che fosse così solare lo rendeva unico, odiavo il fatto che mi punzecchiasse ogni singolo giorno, che per colpa sua le persone mi scambiavano per pervertito... Ma era il mio migliore amico, fin dalle medie sapeva come parlarmi, aveva un carisma più unico che raro.
“Kenta mi puoi raccontare di questa fantomatica bambina? Prima che partisse Natsume diceva che ne eri ancora ossessionato... Non pensi che sia ora di lasciarla andare?” Junpei non era mai stato così serio, il suo interesse era genuino, non aveva alcun doppio fine per schernirmi, finalmente avevo sentito quello che volevo sentire.

“Era una bambina coraggiosa, da piccolo finivo spesso nei guai a causa del mio carattere... Lei era sempre lì a difendermi.”

Risposi dopo il mio eterno silenzio, i miei occhi erano lucidi, usciva appena qualche lacrima... Nel pensare a quei momenti sentivo il mio cuore stringersi, era malinconia questa? Quel periodo era stato uno dei più belli e più dolorosi della mia vita, la nonna anche se addolorata continuava a sorridere nel vedermi così spensierato, lei come me aveva perso tutto ma il suo sorriso era ancora diretto a me.
“E a te stava bene?” Che domanda stupida, io ogni volta che la vedevo darsi così tanto da fare per me ero felicissimo, quella bambina mi aveva regalato tanti di quei sorrisi che non avrei mai potuto immaginare.
“E poi?” Aggiunse subito dopo, le sue pause mi aiutavano a fare mente locale su quei ricordi confusi.

“Adorava l'autunno al contrario mio, diceva che era la sua stagione... Le avevo promesso di sposarla in autunno perché così anche mio nonno poteva vederci.”

Junpei sorrise, non disse nulla... Il suo silenzio valeva più di mille parole... Parlare di quei ricordi mi aveva reso più felice, Natsume aveva ragione... Forse ero ancora ossessionato da quella bambina.
“Kenta!” Urlò Chiaki che si affrettò a venirmi incontro, ero in procinto di piangere, i miei occhi vedevano sfuocato e, una sagoma conosciuta si avvicinò a me... Chiaki aveva la sagoma di quella bambina ormai perduta... I suoi capelli erano identici, identici a quelli che avevo trovato la sera dell'infermeria, il suo volto era distorto come quello di lei... Non riuscivo a credere, che strano gioco stava facendo il mio cervello? Era impossibile.
“Kenta ti ho cercato per non sai quanto... Sei un imbecille, un idiota, ti odio quando ti comporti così... Se non vuoi recitare con me bastava dirlo subito invece di fare il ragazzino.” Chiaki mi sgridò come se fossi un bambino e lei mia madre, io però non riuscivo far altro che pensare al fatto che mi ero innamorato di lei, ormai ne ero convinto al 100%, nessuna scusa questa volta... Il fatto che avevo rivisto in lei quella bambina non voleva dir altro che avevo trovato qualcuno di importante in egual modo.

“Scusami strega, ti prometto che mi impegnerò a recitare con te...”

Dissi singhiozzando, Junpei si alzò per lasciarci da soli... Chiaki mi abbracciò, il calore di quella ragazza mi rendeva davvero felice, l'autunno mi stava rendendo felice, avrei donato a lei il miglior festival culturale della sua vita e con questo avrei chiuso l'argomento del mio passato dando via ad un nuovo futuro.
Chiaki mi riportò da Fuyumi e Haruka che disperate mi saltarono addosso, anche loro erano preoccupate e non facevano altro che cercarmi... Amavo come questo anno scolastico mi avesse dato accesso a queste nuove conoscenze.
Ne ero sicuro, il futuro mi avrebbe donato solo cose positive.
Il tempo passò e tutti ultimammo i preparativi, il festival culturale ebbe inizio.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Festival: Haruka ***


Festival culturale, Haruka passeggiava felicemente per la scuola.
Amava questi tipi di festival, poteva sfoggiare la sua infantilità come voleva senza esser giudicata nessuno. Amava gli stand pieni di cibo, adorava abbuffarsi senza mai fermarsi.
Haruka era una ragazza semplice, aveva paura delle case degli orrori e amava i giochi da stand.
Per i corridoi non si parlava altro dello spettacolo dei due oni, lei come tutta la scuola conosceva bene di cosa si stesse parlando ma conosceva soprattutto i particolari, aveva osservato di nascosto le prove, mi aveva osservato attentamente senza farsi notare.
Non vedeva l'ora di vedermi recitare, era a tanto così da scoppiare.
Durante la passeggiata Haruka venne fermata da una voce familiare, Natsume era lì con i suoi classici indumenti da gyaru, con lei vi era anche Fuyumi.
“Haruka chan non sei contenta che la tua sorellona sia qui?” Domandò Natsume abbracciando (inglobando) Haruka come se fosse un peluche. “Natsunee sono così contenta di vederti... Da quanto sei qui?” Domandò Haruka cercando di liberarsi dalla presa. “Sono arrivata due giorni fa, giusto per vedere il festival qui!” Esclamò Natsume, la sua energia illuminava l'intero corridoio... Sembrava un sole, tutti erano abbagliati da lei, come poteva passare inosservata dopotutto, qui era raro vedere una ragazza di città vera e propria.
“Haruka chan sai dove si trova Chiaki chan? Dovevo avvertirla che avverrà qualcosa di disastroso.”
Terminò con una posa molto teatrale, non doveva esser lei la protagonista dello show.
“Uh? Credo che si stia preparando insieme al senpai perché? Per caso sta per morire il senpai?” Haruka drastica come era rispose di tutto tono anche lei con una posa davvero teatrale, sembravano due attrici che stavano recitando in un film low budget.
“Nono stai sbagliato Natsume ha volutamente esagerato, non è nulla di che!” Esclamò Fuyumi visibilmente in imbarazzo per la situazione creata. Natsume colta alla sprovvista sospirò, credeva che un minimo le avrebbe retto il gioco.
“Un mio compagno di classe mi ha seguito intenzionato a vedere lo spettacolo, non è cattivo anzi...”
Natsume stava volutamente omettendo qualcosa, Haruka ne era confusa, se non era un ragazzo cattivo allora perché temeva per Chiaki? La storia non le convinceva minimanente.
“Oh... Sei sicura che non ci sia altro? Non comprendo l'avvertirci se non è cattivo.” Aggiunse Haruka ponendo la mano sotto il mento, si stava immedesimando in un detective.
“Potrebbe accadere qualcosa se quel tipo incontra Chiaki, lo conosco molto bene e sto cercando di salvare più il mio fratellino che Chiaki.” Haruka non comprese cosa volesse dire ma non andò più in fondo, Natsume aveva un grosso segreto con Chiaki e difficilmente ne avrebbe parlato con lei.
Haruka controllò l'orario, non mancava molto allo spettacolo e aveva ancora molto da fare, salutò Natsume e Fuyumi e si avviò verso gli stand del cibo, era intenzionata ad abbuffarsi fino a scoppiare prima di guardare lo spettacolo.
Camminando però non poteva far a meno di pensare al perché Natsume temesse tanto per me, quel tipo non sembrava per niente pericoloso. Rapita dai pensieri Haruka non si accorse di esser finita contro un ragazzo mai visto, era alto e vestito molto alla moda... i capelli erano di un colore marroncino/arancione quasi ricordavano quelli di Chiaki.
“AAHHH!” Con fare teatrale il ragazzo a rallentatore si accasciò a terra. “MI HANNO INVESTITO!” Ripeté in continuazione, mostrandosi davvero più strano del previsto.
“Ehm ci stanno guardando tutti...” Aggiunse Haruka completamente rossa in volto. “Stai bene...?” Sussurrò provando a far passare tutti gli sguardi, davvero che problemi aveva quel tipo.
“Sì sto bene, mi sono fatto prendere la mano... Sono davvero un fan degli spettacoli sai? A proposito è questa la scuola con lo spettacolo dei due oni no? Cavolo non vedo davvero l'ora!” Haruka non aveva mai sentito questo tipo di slang, era palese che quel tipo venisse da fuori e notando il modo in cui era conciato probabilmente era un ragazzo di città che non era mai stato in campagna.
Sentendolo parlare a ripetizione Haruka ebbe una illuminazione, era lui il ragazzo di cui Natsume stava parlando, le descrizioni coincidevano... Non si era mai sentita così tanto sfortunata nella sua vita.
“Ecco... sei l'amico di Natsumenee vero?” Domandò tremante, quasi intimorita dalla persona... Si era fatta influenzare dai suoi pensieri negativi, quasi ora temeva per la sua incolumità.
“Ohh quindi conosci Natsume san? Io sono Akihiro ma puoi chiamarmi Aki!” Esclamò il ragazzo, in quel momento Haruka rimase in silenzio, capì immediatamente perché temeva per me.
La sveglia di lei suonò, era ora dello spettacolo.
Haruka non aveva scampo, doveva per forza portare il ragazzo a vedere lo show, era in trappola.
La sala si riempì in meno di dieci minuti, comparivano studenti ovunque, compresi quelli delle medie in visita. Io ero tremante dalla paura nascosto a ripassare le battute, io ero l'oni rosso.
Natsume e Fuyumi erano nei primi posti, Haruka comparve quasi ad inizio recita, con lei vi era anche Akihiro.
Mai avrei giurato che quel giorno a cui avevo dedicato tutto il mio tempo potesse esser il punto di non ritorno della mia vita adolescenziale.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Festival: Fuyumi ***


Festival culturale, Fuyumi era nel suo turno di pausa.
Lei era una ragazza molto introversa, calma e a tratti poteva sembrare fredda ma, era solo una facciata. Era una ragazza molto dolce, la sua presenza mi dava calore seppur lei doveva esser l'inverno. Fuyumi adorava il cibo caldo, amava soffiare dolcemente e vedere il fumo andare altrove, amava scottarsi la lingua e riderci su con i suoi amici ed infine amava gli indumenti pesanti, sentirsi abbracciata da una maglietta di lana per lei era il massimo.
Lei infatti quel giorno indossava un maglioncino di lana color bianco, fuori non era così freddo ma lei era una tipa molto freddolosa, per questo anche nei giorni più caldi non tendeva mai ad esser scoperta.
Il corridoio era pieno di schiamazzi, ragazzi con le proprie ragazze e bancarelle di ogni tipo, era intenzionata a prendere qualcosa da mangiare per tutti noi che avevamo lavorato allo spettacolo, era davvero molto gentile.
Passò per molti stand, prese alcune crepes giusto per godersi il momento di pausa, lei aveva lavorato molto, come tanti altri.
Girovagare per l'istituto le aveva dato modo di pensare a tante cose, al rapporto che aveva con me e a quello che desiderava.
Fuyumi non era mai stata sincera con i suoi sentimenti, lei aveva intuito di non poter “vincere” e per questo aveva perso completamente le speranze, era decisa a fare il tifo a Chiaki fino alla fine.
Sospirò, era parecchio infelice di quella scelta ma secondo lei era l'unica cosa che poteva fare... desiderava solamente il bene dei suoi amici, più del suo.
“Ahh come sono stupida.” Disse pensando ad alta voce quando un ragazzo alto e vestito in maniera molto appariscente la fermò. “Tutto bene? Per caso il tuo ragazzo ti ha tradita questi maschi di oggi non li sopporto proprio! Lo andrò a picchiare dimmi come si chiama!” Gridò il ragazzo creando una situazione di estremo imbarazzo per Fuyumi, lei che era tanto introversa sentirsi dire certe cose al centro di un festival... il peggior avvenimento della sua vita.
“No... ti sbagli... per favore non urlare...” Balbettò la ragazza, i suoi occhi erano lucidi, era in procinto di mettersi a piangere. “Oh a quanto pare ho preso nuovamente un granchio... dannati crostacei!” Disse sorridendo, non era un brutto ragazzo... i suoi capelli ricordavano parecchio quelli di Chiaki ma il suo temperamento ricordava parecchio quello di Haruka e Natsume, il suo stile era sicuramente da ragazzo di città.
“Allora signorina, come mai sei così malinconica?” Replicò alla sua battuta, era davvero educato e gentile. “Niente pensavo ad un ragazzo e una mia amica.” Aggiunse Fuyumi sospirando, neanche lei sapeva perché stava dicendo certe cose. “Una classe qui accanto sta facendo un caffè vuoi venire a parlarne meglio? Io sono Akihiro ma tutti mi chiamano Aki.” Akihiro dava l'impressione di esser un ragazzo molto affidabile, i suoi modi giocosi erano solo una facciata. “Io sono Fuyumi piacere.” Annuì prima di presentarsi, Fuyumi era riuscita a mettersi a suo agio con un ragazzo sconosciuto e appariscente come lui, non credeva nemmeno lei a questa cosa... quel ragazzo era davvero magico.
I due si sedettero ed ordinarono rispettivamente una bevanda calda ed una fredda, due opposti.
“Dimmi Fuyuchan, posso chiamarti così? Questo ragazzo ti piace?” Akihiro aveva già preso molta confidenza con Fuyumi, era un ottimo oratore e i suoi gesti erano appositamente fatti per mettere a suo agio l'interlocutore, era senza ombra di dubbio perfetto.
“Sì, diciamo di sì... ma c'è anche questa mia amica molto stretta che sembra essersi presa una cotta per lui e... sicuramente è ricambiata.” Sospirò assaporando la sua bevanda calda, la lingua bruciava come piaceva a lei.
“Uhm quindi è solo ipotetico no? Comunque se non hai alcuna certezza perché dovresti arrenderti... Infondo si può sempre cambiare idea!” Fuyumi non si aspettava una risposta del genere, in effetti non aveva mai pensato se tutto quello fosse confermato o meno, lei si era già data per sconfitta senza nemmeno provarci.
“Sai Fuyuchan da bambino avevo questo amico, era davvero tremendo... lui e una nostra amica litigavano ogni giorno, si odiavano a morte... ma sai come è finita? Quei due si sono promessi di sposarsi un giorno... adesso sicuramente staranno insieme.” Fuyumi sussultò per un attimo nel sentire questa storia, le ricordava parecchio la mia vicenda di quando ero bambino, solo che il finale era totalmente differente.
“Aki-kun grazie per avermi ascoltata, hai ragione nel dire che non dovrei arrendermi.” Disse fieramente Fuyumi terminando così la sua bevanda.
“Ma se posso farti una domanda, ora tu con questi due bambini hai contatti?” Si sentiva come Natsume ma ormai la curiosità era grossa.
“Con quel bambino no mentre con quella bambina ci parlo ancora qualche volta, sai le ho promesso che sarei andato a trovarla prima o poi!” I due continuarono la conversazione fino a che non arrivò ora di separarsi, Fuyumi voleva cercare Haruka prima di tornare allo spettacolo mentre Akihiro voleva visitare il più possibile questo festival. Fu in quel momento che un urlo familiare squarciò quell'attimo di pace, Natsume assaltò Fuyumi in un grandissimo abbraccio.
“Fuyuchan la tua sorellona è venuta a trovarti non sei contenta?” Mai si sarebbe aspettata di ritrovarsela lì senza avvertimento, Natsume era davvero tremenda.
“Ma da quanto sei qui? Ikeda-kun non mi ha detto nulla!” Disse Fuyumi staccandosi da quella trappola infernale dal seno enorme. “Gli ho imposto di non dire nulla per farvi una sorpresa! Comunque Fuyuchan come mai sei qui?” Domandò Natsume provando a riacciuffare Fuyumi, era davvero agile. “Ho incontrato un ragazzo gentilissimo dai vestiti strani che mi ha aiutato parecchio!” Calò il silenzio, Natsume si incupì... qualcosa di tremendo stava per accadere.
“Quel ragazzo per caso si chiama Akihiro vero?” Domandò Natsume, era davvero nervosa.
“Sì perché?” Fuyumi non fece in tempo a chiudere la bocca che Natsume iniziò a gridare come una pazza. “Quel tipo va assolutamente evitato porta solo guai, vado in classe con lui e ha detto cose strane di voler venire qui per incontrare una sua vecchia amica... fidati quel tipo non dovrà mai incontrare Kenta, Mai.” Natsume e Fuyumi continuarono il discorso, Fuyumi ne era rimasta traumatizzata... come era possibile che una persona così educata e gentile potesse esser così pericoloso? Era impossibile... ma lei credeva ciecamente a Natsume.
Il tempo passò, incontrarono Haruka che venne messa in guardia della presenza di Akihiro, Natsume continuò ad ingigantire la storia sempre di più... ma nulla riuscì a fermare quel ragazzo.
Ore dopo all'inizio dello spettacolo Haruka arrivò insieme ad Akihiro.
Lo spettacolo iniziò, e i miei problemi erano sempre più vicini ad arrivare.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Festival: Natsume ***


Tokyo, classe di Natsume.
Mancavano pochi giorni al festival e lei aveva appena terminato i suoi bagagli, sarebbe partita il giorno stesso.
Natsume adorava esser al centro dell'attenzione, amava vestirsi in maniera appariscente e sentirsi idolatrata per qualcosa, era la stella di ogni gruppo. Amava indossare cianfrusaglie che lei trovava carine, spesso si addobbava di accessori vari ed un trucco molto appariscente.
Nella sua classe era la reginetta, tutti le volevano bene e la consideravano una grossa bambinona... tutti tranne uno, Akihiro.
Akihiro era un ragazzo enigmatico, per certi punti di vista era molto simile a Natsume, difatti loro due si conoscevano fin da quando erano bambini.
Natsume ed Akihiro erano come cane e gatto ma prevalentemente era perché quei due andavano dannatamente d'accordo, gli anni passati insieme avevano forgiato un rapporto molto stretto, si poteva dire che Akihiro fosse il suo secondo fratello non di sangue.
Tutti sapevano che Natsume presto si sarebbe trasferita definitivamente nel paesino in cui abitavo, non aveva spiegato i motivi ma era un favore richiesto dal padre, non era costretta anzi lei per prima aveva preteso di andare da sola, presto o tardi avrei scoperto perché di questa decisione.
“Natsu-chan quindi stai andando?” Domandò Akihiro mezzo addormentato sul banco, quel tipo era un completo idiota quando si trovava a scuola. “Akkun sai che non ho scelta e poi voglio vedere la recita di Ken-nii, sai che farà il protagonista? È assurdo come stia cambiando così in fretta...” Sospirò, aveva parlato troppo a sproposito senza pensarci, lei conosceva Akihiro e prevedeva qualcosa di nefasto. “Cosa? Ken-kun il protagonista di una recita? Non ci credo, da quanto tempo io e lui non ci vediamo? L'ultima volta penso che sia stato quando è morto suo nonno.” Akihiro per me era il fratello maggiore che non avrò mai, da bambino tendevo a copiarlo costantemente. Lo rispettavo parecchio, era una persona con cui potevi chiacchierare di qualsiasi cosa, sapeva farti tornare il buon umore con poco... Gli volevo davvero bene.
“Se vuoi posso dargli i tuoi contatti quando lo vedrò, l'importante è che tu non ti intrometta troppo con la storia di quella ragazzina.” Natsume ci aveva visto lungo, se Akihiro aveva un difetto era il non poter mai stare in silenzio. “Perché? Quei due non stanno insieme ora?” La conversazione continuava fra i due, Natsume stava provando a non far venire in mente ad Akihiro di raggiungerla per nessun motivo, nascondeva qualcosa e probabilmente temeva che lui potesse rovinarle tutto.
“Kenta non ricorda nemmeno il nome di quella ragazzina, per questo non voglio che tu entri nel discorso con lui, sai bene che non sai tenere la bocca chiusa.” Natsume quando voleva esser aggressiva ci riusciva perfettamente, sapeva esser pungente e cattiva al punto giusto, era in grado di far rimanere male un tipo solare come Akihiro semplicemente guardandolo. “Va bene non parlerò con Ken-kun di quella storia ma, andrò a vederlo recitare mi dispiace ho già deciso!” Akihiro conoscendo Natsume si era già dileguato appositamente per non esser mal menato, era impossibile fargli cambiare idea e d'altro canto lui non voleva cambiare idea, era davvero volenteroso di vedermi dopo tutti quei anni.
Festival culturale, Natsume passeggiava nervosamente per l'istituto, non poteva tenermi d'occhio a causa dei lavori per lo spettacolo e l'idea che Akihiro potesse comparirmi davanti e dire qualcosa di fuori posto la stava mandando in bestia, nemmeno tutto quel bel cibo poteva calmarla in quel momento, era un lato di Natsume nascosto.
Aveva i capelli scompigliati per il nervoso, digrignava i denti rabbiosamente e lanciava occhiatacce in giro a tutti quelli che si giravano verso di lei, era diventata pericolosamente cattiva tutto ad un tratto, se avesse preso Akihiro in quel momento probabilmente lo avrebbe ucciso.
“Natsuneesan?” Come se un demone si fosse appena risvegliato in lei si girò all'improvviso, dinanzi a lei vi erano Junpei ed Iroha, nessuno dei tre si aspettava di vedersi.
“Che c'è?” Gridò Natsume avanzando pericolosamente contro Junpei. “Kenta non ci ha detto che saresti venuta, siamo sorpresi e felici! Come mai sei nervosa?” Domandò Iroha con un sorriso – falso – stava sudando freddo in quel momento, era sul punto di mettersi a piangere nel vedere un ghoul aver preso il corpo della loro adorata sorellona preferita.
Natsume era pericolosamente vicino ai due, alzò le braccia e.. diede un caloroso abbraccio come solo lei sapeva fare.
“Guarda guarda ci sono i due piccioncini da soli! Cosa fate? Giretto romantico? Volevate nascondere il vostro amore al resto della classe? Che carini...” Era appena tornata la ragazza di sempre.
“No!” Urlò Junpei con tono schifato “ Siamo alla ricerca di cibo per Kenta, l'ansia lo sta divorando!” Iroha diede un grosso pugno sulla nuca a Junpei, si era sentita toccata dopo quel tono bizzarro.
“Intanto dovrei io schifarmi di dover esser affibbiata ad un rettile come te!” Sbraitò pestando il povero Junpei.
“Ohh... Quindi il mio piccolo fratellino non si sente pronto per questo grande passo... Come biasimarlo, è sempre stato così timido, cresce così in fretta...” Natsume si lasciò andare a dei fantastici – imbarazzanti – ricordi di me da bambino.
“Comunque scusate se ho reagito così ma, c'è un tipo che deve assolutamente evitare di incontrare Kenta, è davvero pericoloso anche se non sembra.” Junpei – completamente inerme ormai – e Iroha rimasero di sasso nel sentire quelle parole, davvero qualcuno così pericoloso voleva avvicinarsi a me? “E questo tipo perché è così pericoloso?” Domandò Junpei, essendo il mio migliore amico era il primo ad esser preoccupato, soprattutto dopo quello che stavo passando.
“Quel tipo vuole distruggere la vita di Kenta, ho provato a fermarlo ma non sono riuscita a pestarlo. Se vedete un tipo di nome Akihiro fatemi il favore di allontanarlo da Kenta, per piacere.” Natsume non sembrava propriamente sincera, era palese che stava modificando la realtà per far apparire Akihiro un mostro, loro però provarono a fidarsi, dopotutto non vi era motivo per lei di mentire.
“Va bene faremo la guardia.” Disse Iroha prima di abbandonare Natsume per comprare il cibo.
Era nuovamente da sola ma questa volta più calma, ed aveva un nuovo piano: Avvertire tutti della presenza di Akihiro per evitare che succeda qualcosa.
Iniziò a camminare per tutto il tempo fino a quando non incontrò Fuyumi, purtroppo lei aveva già parlato anche troppo con lui... Non aveva fatto in tempo.
Le due quindi partirono per cercare Haruka che, fortunatamente, non aveva ancora incontrato Akihiro. Una volta avvertita iniziarono ad addentrarsi verso la palestra dove era stato allestito il teatro.
“Come mai temi così tanto la presenza di Aki?” Domandò curiosamente Fuyumi, era terrorizzata dalla sua presenza dopo tutte quelle brutte parole dette.
“Io, lui e Kenta ci conosciamo fin da quando siamo bambini, lui come me è ancora in contatto con quella fantomatica bambina, non voglio che dica qualcosa di troppo a Kenta.” Fuyumi rimase di sasso, quindi effettivamente Akihiro stava parlando di me quando raccontava di quella storia, era scioccata e a tratti delusa, non voleva che qualcuno ora che si era decisa di lottare per i suoi sentimenti potesse portare via le sue uniche chance.
“Quindi lui potrebbe dire a Kenta chi sia questa bambina, vero?” Tremolante Fuyumi fece un ultima domanda prima di rimanere in silenzio. “No, lui potrebbe dare il contatto di quella bambina a Kenta. Fuyumi so che a te piace il mio fratellino ma, non appena Kenta ricorderà di quella bambina io li farò incontrare.”
Calò il silenzio fra le due, lo spettacolo stava per iniziare e, poco prima dell'inizio Haruka si presentò con Akihiro. Natsume era furiosa, stava per tirare un morso sul capo del ragazzo ma non poteva attirare troppo l'attenzione per cose simili.
Lo spettacolo iniziò.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Festival: Kenta e Chiaki ***


Silenzio.
Piccole luci soffuse facevano da scena sul palcoscenico, nessuno osava dire qualcosa.
Lì poco dopo arrivò la capoclasse con un quaderno in mano, era la favola che avrebbe raccontato quel pomeriggio.
Io e Chiaki avevamo due costumi non troppo bizzarri, i nostri volti erano truccati di blu e di rosso.
Avevo il cuore a mille, non avevo il coraggio di guardare i presenti ma ero deciso a terminare questa recita nel migliore dei modi possibili.
Questa è la favola di Ao e Aka, due oni provenienti da Onigashima tanto amici quanto diversi.
Anni fa... Molti anni fa, vivevano ad Onigashima due oni rispettivamente dal nome Ao e Aka. Ao era dispettosa e segretamente amava Aka, lui invece era molto serio e voglioso di scoprire il mondo.
Ao e Aka amavano giocare sul bordo dei villaggi umani, lei amava spaventarli mentre lui desiderava esser loro amico.
Aka e Ao si conoscevano da tutta la vita e tutta la vita sono stati sempre insieme, i due erano così tanto diversi da completarsi.
Ad Onigashima non stava bene il comportamento di Aka, lì gli oni vedevano di cattivo occhio gli umani ed erano intenzionati a mangiarseli più che farci amicizia, lui d'altro canto però continuava a desiderare di poter esser loro amico, poter passare con loro intere giornate a giocare... Poter dormire nei loro letti e mangiare il loro cibo.
“Giammai!” Esclamava il padre di Aka “Tu non sarai mai amico di quei pidocchi!” La sentenza era stata data, ad Aka era stato vietato frequentare gli umani.
Ao soffriva nel vedere il suo migliore amico così depresso, lei al contrario suo era coccolata e benvoluta da tutti gli oni dell'isola, molti si chiedevano perché volesse perder tempo con un fallimento come lui. Ao aveva un segreto, un segreto che non avrebbe mai confidato a nessuno.
Il pubblico era ipnotizzato dalla capacità narrativa della capoclasse, le sue battute e le sue urla rimbombavano più e più volte all'interno della stanza, era impossibile distrarsi.
Era una mattina di pioggia quella in cui Ao prese una cupa decisione, lei era molto sensibile ma voleva mostrarsi forte, quella mattina nel volto di Ao vi era un miscuglio fra lacrime e pioggia.
Ao detestava piangere, detestava mostrarsi debole... Ma alla fine dopo aver fatto i conti con ciò che provava si lasciò andare in un urlo disperato, un pianto che veniva dal cuore. Terminò la pioggia, il sole era ben visibile.
Era una mattinata incredibilmente soleggiata, era impossibile credere che fino ad un attimo fa pioveva. Aka come al solito si trovava dinanzi al villaggio umano.
“Sono Aka e voglio esser vostro amico!” Proferiva con autorità l'oni che venne cacciato a colpi di sassate.
Mostro, demone, schifoso, immonda creatura... Erano parte degli aggettivi che venivano attribuiti al povero Aka mentre tentava solamente di esser loro amico.
Era una triste mattinata soleggiata quella, tuttavia, calò la pioggia, nuovamente. Aka era sensibile e mostrava facilmente il suo lato debole e delicato... Quella mattina pianse nel vedere il sole andar via in così poco tempo. Sul volto di Aka solcavano lacrime amare, o forse era semplicemente pioggia.
Erano lontani al momento i due, ma il destino era lo stesso. Piangevano con il cuore, entrambi erano disperati.
Aka quella sera abbandonò Onigashima, Ao lo seguì... Non lo avrebbe abbandonato per nulla al mondo.
Aka cercava di far indietreggiare la sua amica ma lei si aggrappò a lui, quella notte lei sarebbe rimasta con lui fino alla fine.
Si ripararono in una caverna sulla spiaggia, era il loro ritrovo.
Da lì si potevano ammirare le onde e la luna. Che luna bella c'era quella notte. Aka era infelice ma non poteva rimanere un giorno di più ad Onigashima.
Ao era infelice, non poteva dire ciò che provava... Non era così avida, lei voleva come prima cosa la felicità del suo amico e poi la sua.
I due danzarono e cantarono con la luna fino a tardi, fino a che non si stancarono e crollarono abbracciati davanti al fuoco che avevano acceso.
Ao sorrideva, Aka sorrideva.
“Aka domani ti renderò amico degli umani, è una promessa.” Bisbigliò Ao addormentandosi sulla spalla del suo amato.
“Grazie Ao.” terminò così la notte dei due amici, la loro ultima notte insieme.
Era una mattina soleggiata, Ao si era diretta al villaggio degli umani facendo in modo di spaventarli tutti a morte, rideva e sbeffeggiava le fragili creature quali erano gli umani distruggendo tutto e minacciandoli. “Portatemi cibo o mangerò i vostri figli!” Ruggiva Ao provando a fare la voce grossa, fu in quel momento che come da prassi Aka arrivò per cacciare via la sua amica... Soffriva nel dover trattare male Ao, lui le voleva molto bene ma... Secondo lei questo era l'unico modo per farsi amici gli umani.
Come da piano gli umani iniziarono a voler bene ad Aka, lo accettarono al villaggio come loro salvatore... E da quel momento divenne membro onorario nonché loro migliore amico.
Ao in lacrime scappò via dopo aver visto come gli umani erano contenti del loro nuovo amico, lei era felice... Ma soffriva.
Ao desiderava passare tutta la vita con Aka ma allo stesso tempo desiderava vedere Aka più felice possibile.
Tornò ad Onigashima non prima di aver scritto una lettera per il suo amato.
Passarono ben vent'anni da quell'avvenimento, Aka era depresso... Erano vent'anni che non vedeva la sua migliore amica, gli umani lo vedevano giù di morale e provavano a chiedere cosa fosse accaduto, lui non poteva... avrebbe voluto ma non poteva dire la verità.
Quella mattina era soleggiata, lui fece una passeggiata andando nel loro vecchio ritrovo... Lì vi era una lettera, una vecchia lettera consumata.
Recitava testuali parole: “Mio caro Aka, da oggi noi due non possiamo esser più amici. Per me tu sei al primo posto fra tutto, la tua felicità è la mia felicità. Sappi però che come ti ho amato da piccola ti amerò anche da adulta, non ti dimenticherò mai. La tua Ao.” Quella era davvero una mattinata instabile, iniziò a diluviare all'improvviso.
Aka piangeva, questa volta non era pioggia ma bensì lacrime.
“Questa era la storia dei due Oni, una storia d'amore che non potrà mai esser realizzata.” Terminò così la favola la capoclasse che con un inchinò lasciò me in ginocchio sul palco a pensare.
La favola era terminata ma io ero lì, con il cuore a pezzi e il volto pregno di lacrime... Mi sentivo così vicino ad Aka e Ao, non avrei mai permesso che la mia storia terminasse come la loro.
Una volta cambiato mi sarei dichiarato a Chiaki.
Venni scortato da Junpei a ripulirmi, per la prima volta non disse nulla.
La palestra – diventata teatro – iniziò a svuotarsi, rimasero solamente Natsume, Fuyumi ed Haruka a guardarsi incredule.
“Aki è sparito? Diamine ero così concentrata a guardare il mio fratellino che l'ho perso di vista...” Natsume era furibonda, faceva davvero paura... Haruka non provò nemmeno a fermarla, Fuyumi si nascose dietro la piccola Haruka pensando di venir aggredita.
“Natsunee non hai un'idea di dove sarà andato?” Domandò Haruka provando a non far ricadere la rabbia su di lei.
“Sì, e ora farà una brutta fine.” Natsume abbandonò le due ragazze per dirigersi dietro il teatro, laddove credeva di trovarmi.
Andai alla ricerca di Chiaki, ero con il fiatone... Non riuscivo a penare ad altro che non potevo fare la fine di Ao, avrei dovuto dirle ciò ce provavo... Era quello che pensavo, prima di vederla sorridente mentre parlava con un ragazzo.
Era la prima volta che vedevo quella figura, essendo di spalle non riuscivo a inquadrare il suo viso... Chiaki era davvero felice, era la prima volta che la vedevo così felice.
Dopotutto, lei mi aveva detto di amare il suo amico di infanzia, che sia lui? Doveva esser per forza lui.
Volevo evitare di far la fine di Ao, ma non potevo far altro che desiderare la sua felicità prima della mia.
Corsi via senza dire niente.
“Ikeda-kun!” Urlò Chiaki dopo essersi accorta della mia presenza, non volevo nemmeno vederla in volto.
“Uh? Kenkun era qui? Dannazione me lo sono perso... Però, Chiaki-nee quel ragazzo non è cambiato per niente, aveva ragione Natsume.”
“Aki quanti anni sono che non ci vediamo?”“Ah no mia cara Chiaki-nee non sbaglierò questa volta, sono dieci anni che non ci vediamo.”
Mi rifugiai sul terrazzo della scuola, in completa solitudine. Perché mi sentivo così? Non dovevo esser felice per lei? Allora perché ero così triste... Perché il mio petto faceva così male... Perché l'amore faceva così male.
“Kenchan!” Fuyumi aveva il fiatone, mi aveva seguito per tutta la scuola... Era così carina da stanca. Il suo viso era paonazzo, era imbarazzata ma allo stesso tempo non riusciva a dire nulla per il fiatone... Era così fragile ma carina allo stesso tempo.

“Fuyumi? Perché sei qui?”

Avevo gli occhi rossi, avevo pianto da poco ma cercavo in tutti i modi di nasconderlo, non ne ero davvero capace.
“Perché ho visto così preoccupato per qualcosa, e poi volevo chiederti una cosa.” Prese fiato prima di sparare fuori la bomba: “Vuoi passare il natale con me?” Ero imbarazzato da questa domanda e lei forse più di me... Dovevo andare oltre Chiaki, non ero nessuno per rubare la sua felicità.

“Sì, va bene.”

Natsume nel mentre riuscì a raggiungere Akihiro e Chiaki, diede un bel colpo sulla testa ad Aki facendo una sonora ramanzina.
Tutti erano con gli occhi puntati su di lei, sembrava una bestia assetata di sangue... Aki al contrario era sorridente e non sembrava per nulla preoccupato.
“Scusa scusa non lo farò più... Ma vorrei chiederti un favore, potresti dare i miei contatti a Kenkun? Giuro che non parlerò di niente con lui. E se possibile vorrei che tu mantenessi il segreto della mia presenza, va bene Chiaki-nee? Parlo anche con te!”
Il tempo passava, io tornai a casa con una sorta di sorriso, una smorfia per lo più.
Novembre stava finendo e con quello stava per iniziare l'inverno.
Ero curioso di sapere cosa mi avrebbe riservato il destino.






Voglio prendermi questo piccolo angolo per ringraziare chi, anche nel silenzio, segue questa storia e mi supporta.
Non mi sarei mai aspettato di arrivare a questo punto, credevo di vederla morire come le precedenti ma sono fiero di poter dire che siamo a metà, dal prossimo capitolo in poi la trama andrà verso il climax.
Mi commuovo a rileggere le recensioni passate e a rivedere i vecchi capitoli, sono migliorato e continuerò a migliorare. La storia andrà avanti ancora per un po' spero di raggiungere la cinquantina di capitoli che mi ero prefissato ma, se così non fosse, sarei ugualmente soddisfatto. un caloroso abbraccio a tutti quelli che sono qui fin dal primo capitolo, grazie di tutto <3

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Dopo la tempesta ***


Il festival culturale sembrava solo un lontano ricordo.
Da allora io e Chiaki non parlammo più.
Soffiava una brezza fredda, dentro di me era come se avessi perso nuovamente qualcuno.
Chiaki qualche volta provava a parlare con me ma, dopo l'ennesima volta che la ignoravo anche lei decise di smetterla di parlare con me, da allora i pettegolezzi terminarono.
Io e Fuyumi ci avvicinammo sempre di più, passavamo parecchio tempo insieme, Natsume non ne era felice ma a me non interessava. Io e Fuyumi eravamo soliti incontrarci davanti ad un grande parco, lì passavamo la giornata a parlare, ci divertivamo così.
Ci raccontavamo un sacco di cose, comprese storie su mio nonno. Era l'unica persona a cui avevo confidato certe cose, per qualche motivo anche Chiaki ne era a conoscenza ma ormai era storia vecchia.
Da allora io smisi di sognare quella bambina. Pensai ci fosse un collegamento al riguardo e giunsi alla conclusione che per troppo tempo ero rimasto ancorato a lei, come con Chiaki diedi addio in maniera definitiva anche a quella bambina sconosciuta.
Ero parecchio fomentato nel dover passare il natale in compagnia di Fuyumi, dopotutto lei faceva gli anni durante la vigilia sarei stato entrambi i giorni da solo con lei.
Junpei ed Iroha non avevano alcuna intenzione di perdonare il mio comportamento nei confronti di Chiaki, anche loro smisero di parlarmi. Haruka era irritata dal modo di fare di Fuyumi ma non poteva fare molto, lei per cose più importanti non poteva passare il natale con me, in parte ne ero felice.
Ero probabilmente da solo, la nonna non era felice delle mie azioni verso Chiaki ma non avrei mai cambiato idea per nulla al mondo.
Aki anche se da lontano provava a supportarmi, notavo che un po' non era felice di sentire che ero così cocciuto ma apprezzavo il voler supportarmi.
Avevo quasi tutti contro di me, potevo esser felice solo con Fuyumi.
“Kenchan?” Fuyumi avvicinò le labbra al mio orecchio destro, un brivido mi passò la schiena... Odiavo quando mi veniva fatto perché la cosa mi scombussolava – eccitava – “Kenchan!” Fuyumi era divertita dal vedere le mie reazioni, ero completamente rosso in volto.

“Per favore puoi evitare? Mi crea... Fastidio...”

Balle.
“Ma sei così carino quando ti imbarazzi...” Sbuffò dondolandosi seduta accanto a me.
“Sai Kenchan sono contenta che tu abbia deciso di passare le vacanze con me e soprattutto sono contenta che tu ti sia aperto con me.” Era davvero contenta, era davvero carina.
Mi sentivo in colpa per quello che si era creato intorno a questo rapporto con lei... Mi sentivo in colpa per aver abbandonato i miei due migliori amici. Forse, mi sentivo anche vuoto.
“Kenchan? Tu non sembri felice...” Fuyumi era una tipa molto intelligente, non le potevo nascondere nula.

“Forse dovrei chiedere scusa a Junpei ed Iroha sai? Da quando ho smesso di parlare con Chiaki i miei rapporti con loro sono peggiorati, ed è tutta colpa mia.”

Mi sentivo molto infelice, vuoto... solo. Junpei era il mio migliore amico ed Iroha la mia migliore amica. Fin dalle medie siamo stati sempre insieme, non abbiamo mai passato più di una settimana lontani, la cosa mi stava distruggendo.
Mi sentivo così male.
“Kenchan se ti senti così perché non vai a scusarti con loro? Natale si fa vicino magari è una occasione buona per fare a loro un regalo!” Fuyumi aveva ragione, aveva completamente ragione.
Mi alzai dalla panchina con un sorriso, mi inchinai e corsi via, verso casa di Junpei.
Tirai fuori il telefono ed iniziai a chiamare incessantemente Junpei.
Una, due, tre... Quattro.. Cinque volte e così via fino a che non arrivai davanti casa sua.
Bussai e suonai il campanello e fu solo allora che Junpei venne ad aprire.
I nostri occhi si incrociarono, entrambi pieni di disagio... Nessuno dei due sapeva cosa fare.
Lui non aveva perso l'occasione di sfoggiare intimi appariscenti e degli occhiali da sole – a Dicembre – lui era il mio migliore amico.
“Kenta cosa ti porta qui? Stavo dormendo dannazione... Potevi chiamarmi più tardi. Forza entra che fa freddo.”
Era incredibile come aveva sviato completamente i convenevoli ed era subito passato al farmi entrare in casa.
Casa di Junpei era come la ricordavo: totalmente in ordine e con un buon profumo di fiori. Sua madre era una maniaca della pulizia e per questo si scontrava costantemente con il figlio.
Salimmo in camera sua, completamente in disordine e con una puzza nauseabonda. Era pieno di riviste per adulti sparse per la camera come se nulla fosse.
“Allora dimmi un po' mio caro Kenta come te la stai passando con la tua nuova fidanzatina!” Esclamò Junpei con un grande sorriso... Si era tolto addirittura gli occhiali da sole per guardarmi negli occhi, quell'imbecille mi voleva nascondere che era felice di vedermi.

“Idiota sono venuto qui per scusarmi per la mia testardaggine.”

Dissi scoppiando a ridergli in faccia.
“Pervertito non mi servono le tue patetiche scuse, non sono mai stato arrabbiato con te... Ne io e ne Iroha. Ti conosciamo da così tanto tempo che saremmo ipocriti ad arrabbiarci per così poco, tu sei sempre Kenchan e per questo che noi due saremo amici per sempre.” Le parole di Junpei mi colpirono il cuore, era la prima volta che compresi quanto lui tenesse a me... Ero sull'orlo delle lacrime quando la porta si spalancò e da lì entrò Iroha con una molletta sul naso.
“Ed ecco la reginetta che si è finalmente decisa ad arrivare!” Disse Junpei atteggiandosi da duro.
“Avevo promesso a me stessa che non sarei mai tornata qui dentro ma appena mi hai detto che Ikeda-kun ti stava chiamando non ci ho pensato due volte ad arrivare.” Davvero valevo così tanto per loro? Era la prima volta che me lo facevano capire.
Ora che finalmente siamo tutti riuniti, Kenta c'è una cosa di cui dobbiamo parlarti.”
Calò il silenzio, Iroha si sedette accanto a Junpei... I loro volti seri mi facevano impazzire, di cosa volevano parlarmi? Forse finalmente si erano decisi ad uscire insieme quei due? Sarebbe stato magnifico.
Cosa hai visto che ti ha portato a non parlare più con Chiaki?” Domandò Iroha. “Non vogliamo costringerti a farci pace, vogliamo solo sapere cosa è successo.” Aggiunse Junpei.

“Ricordate ad Okinawa? Ecco Chiaki mi disse che era innamorata del suo amico di infanzia. Il giorno della recita mi ero deciso a dichiararmi ma quando l'ho vista così felice con un ragazzo... Il mio cuore si è frantumato. Non l'avevo mai vista così felice e la cosa mi ha fatto pensare che con me non sarà mai felice come con lui. Io non sono che altri un fastidio.”

Iroha e Junpei si guardarono negli occhi, aspettarono un paio di minuti prima di parlare.
Era la prima volta che sentivano dire certe cose a cuore così aperto da parte mia, era difficile da replicare.
“Kenchan tranquillo, se ti fa stare meglio lontano da lei io ti supporterò, non ti fissare troppo però, voglio che tu passi un bel natale.” Disse Junpei pattandomi la spalla, ero un po' disgustato dal farmi toccare da lui... Ma non volevo rovinare il momento.
20 giorni a Natale.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Regalo e memorie ***


Era pieno inverno e ancora non nevicava. Vagavo per le vie intorno a casa mia e ricordavo quanto aspettavo questa stagione da bambino per giocare con la nonna e il nonno. Fin da quando ho memoria, nevicava sempre nel periodo natalizio, quest'anno però era diverso... faceva solo freddo. Indossavo un grande cappotto dai colori accesi, rosso per la precisione. Era triste vedere tutto così spoglio e grigio. La neve mi metteva allegria, forse perché non avevo brutti ricordi al riguardo.
Dopo l'incontro con Junpei ed Iroha, le giornate sembravano uguali a quelle dell'anno precedente, non accadeva niente di niente. Junpei si divertiva a mostrare alla classe mie cose imbarazzanti delle medie, Iroha passava tutto il giorno al cellulare a parlare con qualche belloccio. Haruka era in città per provare a diventare una vera idol e io ero in ansia per lei. Pregavo ogni sera che il suo sogno si avverasse. Chiaki si era fatto un nuovo gruppo di amiche e non aveva mai tempo nemmeno per uscire con Iroha. Ed infine Fuyumi, lei era sempre accanto a me e passavamo davvero tanto tempo insieme. Il periodo natalizio rendeva tutti quanti eccitati, i ragazzi della classe speravano di invitare qualche ragazza fuori e le ragazze aspettavano che i ragazzi si facessero avanti. Trovavo dannatamente stupido tutto quel tira e molla ma, dopo aver perso l'opportunità di dire qualcosa, non riuscivo a esprimere nessuno dei miei commenti cinici.
Dopo una lunga camminata, trovai riposo su una panchina davanti a una strada. Era tutto silenzioso e apparentemente calmo. Avevo le mani indolenzite dal freddo, odiavo quella sensazione... faceva male muoverle. Forse era arrivato il momento di comprare un paio di guanti. Cercavo di riscaldarle alitando sopra e sfregandole. Sembravo un fuggitivo... sicuramente stavo scappando da qualcosa.
Mi trovavo spesso a pensare a come la mia vita stesse andando, era tutto così strano. “Questo è il periodo in cui ho vissuto a Tokyo con Natsume”, sussurrai. Ricordo poco di quei momenti, ma per qualche ragione pian piano stavo finalmente unendo i punti mancanti.
Ricordo il Natale di quell'anno, fu agrodolce. Natsume era disperata per ciò che era successo al nonno, ma ogni volta che ero accanto a lei era sempre sorridente, io invece ero davvero distrutto. Lo zio provava a farmi sorridere in ogni modo, ma io piangevo e non parlavo con nessuno a casa. L'unica persona che mi portava a parlare e sorridere era lei, quella bambina che continuamente mi perseguitava nei sogni. “Kenchan, per Natale voglio farti un regalo che ti farà tornare il sorriso!” urlava al centro del parco, attirando l'attenzione di tutti. Mi metteva a disagio, ma la sua presenza mi faceva sentire bene: ero contento di poter giocare con lei. Il suo sorriso contagioso era forse stato trasmesso da Natsume, ma per qualche ragione preferivo lei alla sorellona. “Kenchan, io e te passeremo tanti Natali insieme, e anche se saremo lontani farò in modo che i miei regali ti arrivino.” Non ci scambiammo più i regali dopo quell'anno: era un sogno irrealistico di due bambini che andavano molto d'accordo, ma quel regalo che mi aveva fatto lo tengo ancora con me, come un tesoro.
La notte di quel Natale ero al parco con tutti gli altri. Ci scambiammo i regali e festeggiammo fino a quando non ci addormentammo. Lei si avvicinò e mi diede un pacchetto regalo. “Aprilo, Kenchan, e dimmi se ti piace!” disse con il suo classico sorriso, che era davvero magico. All'interno del pacchetto c'era una collana con un pendente che si completava solo con l'altro pezzo, inutile dire che era una collana molto infantile, ma il modo in cui lei era così felice di avermela regalata... la paragonavo alla neve. La neve mi rilassa: il candido bianco che copre le strade è così pacifico, lei era come la neve.
Il mio cuore batteva forte al pensiero di avere qualcuno che mi voleva davvero bene: non ero solito fare certi pensieri, anzi, forse era la prima volta che mi soffermavo su quanto fossi fortunato. Molti lo danno per scontato, e forse anche io lo facevo un tempo, ma ora il pensiero di poter parlare al telefono con Junpei tutta la notte mi rendeva felice.
L'inverno era davvero una stagione felice: tutti intorno a me si preparavano per Natale e avrei dovuto farlo anche io. Avrei dovuto donare un po' di calore anche a Fuyumi, dopo tutto l'impegno che aveva messo. Non avrei lasciato sfumare neanche questa occasione.
Si era fatto tardi, così decisi di tornare poco prima che facesse buio. Una volta a casa, trovai una busta con un fiocco marroncino e arancione.

“Nonna, e questa?”

Era ancora sigillata, e credevo che si fosse sbagliata: nessuno mi aveva mai mandato una cosa del genere per posta. “Mi hanno detto che è da parte di una persona che conosci, e si voleva scusare per non aver mantenuto la promessa dei regali ogni Natale." Appena disse quelle parole, il mio cuore fece un sonoro “badabum”, e corsi immediatamente nella mia cameretta, presi il telefono e chiamai Junpei. Ero davvero indeciso se aprirla o meno. Probabilmente dentro si poteva trovare qualcosa che mi avrebbe ricordato di lei una volta per tutte, perché ero certo che quella busta era da parte sua.



Note dell'autore

mi scuso per questo capitolo un po' bruttino per i miei gusti, purtroppo a causa di avvenimenti mi sono ritrovato con il morale a terra e con 0 voglia di scrivere ciò ha portato a non avere alcuna idea per l'arco narrativo sull'inverno. prendiamola come un capitolo di mezzo per il plot principale (anche se un po' cortino).
e soprattutto mi scuso per l'attesa, sono un maleducato lo so ma questa storia ho promesso di finirla e la finirò possa una meteoria cadermi in testa adesso.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3942760