X-men: War of the Sentinels

di Castle_of_cards
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Premessa: questa è la prima fanfiction che abbia mai scritto in vita mia ed è nata dopo aver visto il film "X-men: Giorni di un futuro passato" e aver pensato cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la possibilità di viaggiare nel tempo. So che il mio stile di scrittura non è proprio il massimo, ma come ho già detto è la prima volta che scrivo una vera e propria storia, quindi se avete consigli sono ben accetti. Buona lettura!




Aiuto!”

Lasciatemi stare!”

Vi prego, non fatemi del male!”

 

Charles Xavier, conosciuto anche come Professor X, sentiva queste ed altre voci mentre era collegato alla postazione di Cerebro del Blackbird, che espandeva la portata della sua mente a tutto il mondo. Sentire queste voci lo riempiva di tristezza ogni volta: il suo sogno di convivenza tra umani e mutanti era andato in frantumi, ed ora migliaia di mutanti soffrivano. Nonostante tutti i suoi sforzi, era stato un evento del passato che non era riuscito a prevenire a portare a quello che si trovava ad affrontare oggi. A volte si domandava cosa sarebbe successo, se avesse almeno solo provato a riportare Raven sulla giusta strada, prima dell’assassinio di Bolivar Trask. Tuttavia, scacciava subito quel pensiero: il passato è passato, e non si può tornare indietro.

 

Per il momento, si stava concentrando sul suo obbiettivo: doveva trovare qualcuno in particolare e stava setacciando tutto il mondo con Cerebro. Ad un certo punto, notò un frammento di pensiero proveniente da un monastero abbandonato in Cina.

 

Qui, professore!”

 

“Professore?” chiese Ororo, detta Tempesta, notando il cambiamento di espressione del suo mentore, che da concentrato ora appariva più rilassato.

 

“Li ho trovati.” disse Xavier con tono calmo, e le coordinate del luogo comparvero sul radar del Blackbird. Ororo non perse tempo e iniziò a seguirle.

 

“Dici che accetteranno, Charles?” chiese Logan, noto anche come Wolverine, che era seduto sul sedile dietro di lui e stava, come al solito, fumando un sigaro.

“Abbiamo degli obbiettivi comuni, Logan.” gli rispose Charles” Se vogliamo sperare di raggiungere dei risultati concreti, avremo bisogno di tutto l’aiuto possibile, e sono sicuro che sia così anche per loro.”

“E se invece preferissero tentare di rimanere sulla loro strada?” chiese Erik “Magneto” Lensherr, il suo vecchio amico-nemico che si era pentito delle sue azioni in passato e cercava di redimersi unendosi alla sua causa “Sai com’è, le Sentinelle rintracciano più facilmente i gruppi di mutanti numerosi”

Charles non rispose: come al solito, il suo vecchio amico vedeva tutto in una luce pessimistica.

“Ci siamo” annunciò Ororo, che stava iniziando la sequenza di atterraggio davanti all’antico monastero.

 

Una volta che furono scesi tutti dal Blackbird, si trovarono di fronte ai loro tre ex-studenti: Bobby Drake, Kitty Pryde e Piotr Rasputin.

“Professore, ce l’ha fatta!” disse entusiasta Kitty, contenta di rivedere delle facce familiari dopo diverso tempo. Il professore le sorrise in risposta. Anche lui era contento di rivederla.

“Ciao, ragazzino” disse Logan, rivolto a Bobby. “Ciao, Logan” disse Bobby, che ricambiò il saluto e subito dopo andò ad abbracciare Ororo.

“Allora, come è andata la trattativa?” chiese Erik “Vogliono unirsi a noi o no?”.

Bobby ripensò all’obbiettivo della loro missione. I tre erano stati mandati a rintracciare un gruppo di mutanti ribelli guidati da un certo Alfiere, e convincerli ad unirsi alla loro squadra, che portava ancora lo stesso nome di quando tentavano di favorire una convivenza tra umani e mutanti: gli X-men.

Trovare Alfiere e la sua squadra non era stato facile, poiché apparivano e scomparivano in diverse parti del mondo con incredibile velocità, praticando attacchi di guerriglia a strutture dell’MRD o delle Trask industries. Neanche guadagnarsi la loro fiducia era stato facile, e aveva comportato la partecipazione a diverse missioni rischiose.

 

“Prima di dare una risposta definitiva” rispose Bobby “hanno detto che volevano assicurarsi di alcune cose.”

“Per esempio?” domandò Logan. “Per esempio, assicurarsi del fatto che non siamo solo un’altra banda di disperati con tante speranze ma pochi mezzi” rispose Piotr “e che le cose che diciamo siano vere”

Dopo aver detto questo, guardò verso il Professore, che sentendo questo rispose: “Capisco...”.

Dopotutto, per il resto del mondo, Charles Xavier era morto nel 2006, ucciso dalla Fenice, la personalità distorta di Jean Grey.

 

“Bhe, andiamo a convincerli, allora!” esclamò Logan “Dove sono?”

“Dentro al tempio.” rispose Kitty “Vi ci portiamo”.

 

Insieme, il gruppo si diresse verso la parte più interna del tempio. Sul tetto, un giovane uomo con lunghi capelli neri e delle strisce nere sotto agli occhi faceva la guardia, con lo sguardo fisso sull’orizzonte. Davanti all’entrata del tempio li aspettavano una donna con i capelli rosa e gli occhi verdi e un ragazzo ispanico vestito con una tuta verde. La donna sussurrò qualcosa al ragazzo e quello entrò di corsa all’interno dell’edificio.

 

Quando furono tutti davanti al portone del tempio, Bobby presentò i nuovi membri del gruppo. “Lei è Clarice, detta Blink, la teleporter della squadra. Grazie a lei copriamo grandi distanze in pochissimo tempo.” disse.

“È un piacer conoscervi” rispose Blink.

“Quello sul tetto è Warpath. Non mi ha detto il suo nome.” continuò Bobby. “Riesce a vedere le Sentinelle arrivare anche da molti chilometri di distanza. È un membro essenziale della squadra.”

 

E meno male che temono che siamo noi, i disperati!” pensò Logan, riflettendo sul gruppo di mutanti che gli si parava davanti.

Di certo ammetteva il coraggio di questi ragazzi nel tentare di ostacolare le Sentinelle, attraverso i loro attentati, ma gli mancava un’organizzazione che permettesse piani con effetti più a lungo termine, cosa a cui invece gli X-Men stavano cercando di arrivare. Si capiva che non erano del tutto speranzosi di poter cambiare le sorti di questa guerra.

Spero che siano abbastanza ragionevoli da accettare,” continuò a pensare “altrimenti causerebbero solo un rallentamento dei nostri piani, che è proprio quello che non ci serve!”

 

Mentre Logan buttava nella neve il suo sigaro ormai consumato, il ragazzo ispanico tornò indietro.

Dietro di lui camminava un uomo di colore con dei lunghi dreadlock sulla testa e un mantello rosso sulle spalle. Aveva con sé un fucile nero e una grossa cicatrice a forma di M gli sfregiava il volto.

 

“Sono Lucas Bishop,” si presentò “Ma forse mi conoscete come Alfiere”. Alfiere guardò i nuovi arrivati, notando un volto familiare. “Quindi era tutto vero.” disse poi “Lei è vivo, professore.”

“Ebbene si.” rispose Xavier “Ho oltrepassato la sottile linea che divide l’uso dall’abuso dei propri poteri, e li ho usati per prendere il controllo di un corpo cerebralmente morto. Ma l’ho fatto per uno scopo ben preciso.”

“Che sarebbe?” chiese il capo dei ribelli.

“Fermare la guerra!” rispose prontamente Xavier “Dovete sapere che, prima degli eventi di Alcatraz, avevo ricevuto delle notizie spaventose dal mio vecchio amico Henry McCoy, rappresentate dei mutanti al Senato, nonché una delle prime vittime delle Sentinelle. Queste sono state create da Lawrence Trask, figlio di Bolivar, uno scienziato che tra gli anni 60 e 70 aveva condotto esperimenti sui mutanti, finché non venne ucciso da uno di noi.”

Mentre raccontava, Charles dovette sforzarsi di non piangere, ripensando ai suoi amici: Hank, che come lui aveva passato tutta la sua vita a combattere per la convivenza, Sean, che era stato vittima dei grotteschi esperimenti di Trask, Raven, sua sorella, che aveva percorso una strada di violenza e di vendetta.

 

“Lawrence premeva affinché il governo accettasse la creazione di questi robot, in modo da condurre una politica più restrittiva verso i mutanti,” continuò “ma non le sue idee non vennero neppure prese in considerazione… fino, ovviamente, ad Alcatraz.

Capì che ciò che stava avvenendo avrebbe cambiato radicalmente l’opinione pubblica verso i mutanti, quindi decisi di rimanere, così da potermi preparare in caso la situazione fosse peggiorata, rimanendo nell’ombra. E ho fatto bene: qualche anno dopo Alcatraz, il nuovo presidente diede il via libera a Trask per la costruzione di massa delle Sentinelle.”

“E cosa c’entriamo noi in tutto questo?” chiese Blink

“Ci serve tutto l’aiuto possibile per attuare il nostro piano.” rispose il professore.

“Ovvero?” chiese Alfiere.

“Tutte le macchine hanno qualcosa che le fa muovere.” rispose Xavier “Negli anni in cui sono rimasto nell’ombra, grazie sempre al mio amico Henry, riuscii a carpire un’informazione cruciale. Un nome: Master Mold, il cervello centrale delle Sentinelle.”

“Lei sa dove si trova?” era la domanda dell’intero gruppo di mutanti ribelli, che però venne espressa solo da Alfiere.

“Al momento no, purtroppo.” era la risposta del professore “Per questo motivo ho bisogno di aiuto. Per trovarlo, dovremo non solo prepararci ad affrontare le centinaia di Sentinelle che saranno di guardia, ma anche ad affrontare pericolose missioni per recuperare le informazioni necessarie. Solo così potremmo salvare il mondo, sia per i mutanti che per gli umani”.

Alfiere assunse improvvisamente un’espressione arrabbiata: “Gli umani!” esclamò”Gli stessi che ci hanno sempre disprezzato e temuto. Questa” disse, indicando la cicatrice a forma di M “è solo l’ultimo dei loro insulti. Il loro odio li ha portati a distruggere il pianeta. Perchè dovrei combattere per loro?”

 

Dopo un attimo di silenzio fu, inaspettatamente, Magneto a parlare per primo: “Il rancore non serve a nulla. Fidati di me, ragazzo, l’ho vissuto in prima persona, per gran parte delle mia vita. Immagino che tutti voi sappiate chi io sia” disse, rivolgendosi all’intera squadra di Alfiere “e cosa io abbia sempre affermato: che la guerra era inevitabile, che gli umani non ci avrebbero mai accettato. Alla fine ho avuto ragione, ma non ne sono per niente felice.” affermò, tristemente “Al contempo invece, sono contento di dire che mi sbagliavo, su alcune cose. Da quando le Sentinelle hanno iniziato ad attaccare gli umani con gene X latente, abbiamo combattuto con loro fianco a fianco. Alcuni ci hanno temuto, in passato. Ma questa è stata un occasione per capire che, alla fine, facciamo tutti parte di una stessa umanità. Finalmente, forse per la prima volta in vita mia, capisco il significato della speranza, perché sono sicuro che sarà questa la società da cui, una volta finito tutto, ricominceremo.”

 

Alfiere e i suoi compagni sembrarono riflettere un attimo sulle parole di Magneto: era possibile ricominciare davvero, dopo tutta la distruzione che era avvenuta? Ricominciare in una società in cui umani e mutanti convivessero insieme?

 

Dopo poco, però, le loro menti tornarono a concentrarsi su cosa stava avvenendo nel presente, e il ragazzo ispanico prese la parola: “Anche se decidessimo di venire con voi, come facciamo a muovere una vera e propria guerra alle Sentinelle se loro riescono a trovare praticamente qualsiasi mutante sulla Terra? Per quanto ci nascondiamo, alla fine ci trovano sempre. Inoltre, possono copiare i poteri, il che li rende decisamente mortali. Durante un raid a Budapest c’è mancato poco che non morissimo. E non credo che il vostro jet sia abbastanza grande da portare un esercito di mutanti.”

“Sunspot ha ragione.” disse Blink “Saremmo un gruppo molto numeroso. Saremmo come un faro e loro delle falene gigantesche e letali”

 

Tuttavia, il professore non perse la sua calma,e rispose in tono pacato, sorridendo: “Come vi ho già detto, avevo dei contatti presso il governo degli Stati Uniti. Quindi, in preparazione a questo momento, sono riuscito a procurarmi alcuni giocattolini.”

All’improvviso, dal tetto del tempio, Warpath gridò: “Ehi, arriva qualcosa!”

“Vi hanno seguito!” ringhiò Alfiere, preparandosi a combattere.

“Calma, ragazzo. Abbassa il fucile” gli disse semplicemente Logan

Infatti, poco dopo, Warpath placò ogni timore: “Non sono Sentinelle. Arriva dall’alto, da sopra le nuvole!”

 

Alla fine, dalla fitta coltre di nuvole presente costantemente giorno e notte a causa del terribile inquinamento, sbucò ciò che Warpath era riuscito a vedere prima di tutti. Ad Alfiere ricordò una nave portaerei, solo che non era in acqua, ma nel cielo, volando grazie a quattro eliche poste su ogni lato del gigantesco veicolo. Era enorme e si stava dirigendo verso di loro.

 

Vedendo le loro facce stupite, Magneto sorrise e disse: “Quindi, volete venire o no?”

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lucas osservò le nuvole che sfrecciavano sotto di lui, attraverso le grandi finestre del gigantesco veicolo corazzato su cui si trovava, insieme ai suoi compagni. Non riusciva a crederci: stava volando fin sopra le nuvole! Era la prima volta che volava, ma la cosa che più lo sorprendeva era il fatto che riuscisse a vedere il sole. Era talmente abituato a vedere il cielo coperto da nuvole nere, che aveva quasi dimenticato come fosse. Poteva vedere che era così anche per i suoi compagni. Con loro c’era Bobby, che li stava portando a fare un giro del veicolo. Oltre a loro c’erano diversa altre persone, che correvano da una parte all’altra o lavoravano con dei computer. Gli era stato detto che erano soprattutto umani, unitisi alla resistenza e che cercavano di dare il loro contributo alla causa.

 

“Dove avete preso questo coso?” chiese Warpath a Bobby

“Originariamente doveva essere il principale mezzo di un’agenzia governativa che si sarebbe occupata di tutto ciò che riguardava le persone dotate di poteri superumani.” spiegò Bobby “Tuttavia, da quel che so, non sarebbe stata ostile a tutti i mutanti, ma si sarebbe occupata di stabilire le misure di sicurezza adatte per quelli che commettevano crimini. Poi però ci sono stati gli eventi di Alcatraz, quindi Trask ha preso il sopravvento e loro sono stati messi da parte. In tutta risposta, l’ex direttore dell’agenzia ha fatto questo regalo al professore per aiutarlo.”

 

“Come si chiamava l’agenzia?” chiese Clarice.

“Non lo so. Il nome sarebbe divenuto pubblico una volta fondata ufficialmente. Il professore ha detto però, che volevano essere uno scudo per le persone. Ed è quello che cercheremo di fare anche noi.” Rispose Bobby.

Poi spiegò a tutti loro che il veicolo funzionava ad energia solare, quindi poteva percorrere grandi distanze prima che l’energia si esaurisse e dovesse ricaricarsi, e che i radar delle Sentinelle non raggiungevano una quota così alta, e per questo motivo non lo avevano ancora trovato.

 

Ad un certo punto, il gruppo si fermò davanti a quella che sembrava un’ infermeria, dove una donna con i capelli corvini stava sistemando la sua attrezzatura, ma si fermò non appena li notò.

 

“Signori,” disse Bobby “lasciate che vi presenti la dottoressa Moira Mctaggert. Lei si occupa delle cure mediche, qui a bordo.”

“Salve!” rispose lei, cordialmente.

“Moira Mctaggert? Come la famosa agente della CIA?” chiese Clarice.

“Si, esatto. Era mia zia.” rispose la dottoressa, con un filo di orgoglio nella sua voce. “Mia madre era orgogliosa di quello che lei aveva fatto, dimostrando che anche le donne potevano diventare agenti di un’importante agenzia governativa. Per questo motivo mi ha dato il suo stesso nome.”

“Oh, si, e lei è brava in quello che fa!” disse Bobby “Non credo di aver mai conosciuto un medico migliore. A parte forse...” si fermò un attimo, poi pronuciò la frase successiva quasi con un filo di voce “...la dottoressa Grey.”

 

Dopo poco, tutti quanti loro sentirono la voce del professore nelle loro teste.

Per cortesia, raggiungetemi nella stanza della guerra. Ho dei compiti da affidarvi.”

 

“Seguitemi, vi mostro la strada.” disse Bobby.

Lucas e i suoi compagni non erano ancora del tutto sicuri che unirsi a Xavier fosse stata la scelta più saggia, ma ormai erano a bordo, quindi decisero di andare da lui e sentire cosa aveva in mente.

 

Bobby li condusse in un’ampia sala circolare, dove un grosso ologramma blu a forma di mappamondo illuminava tutto.

Quando tutti i mutanti si furono radunati nella sala, il professore cominciò a parlare: “Alcune mie spie umane alle Trask Industries mi hanno informato che verranno trasferite delle informazioni importanti dalla sede centrale in America a quella della Russia, a Mosca. Sembra che l’intero paese non apprezzi tanto l’occupazione delle Sentinelle, neppure tra gli umani, e che quindi il governo russo ha richiesto alcuni progetti in lavorazione alla sede centrale da poter, diciamo, testare”

“Che stronzi!” disse Logan “Hai idea di che cosa abbiano mandato?”

“Purtroppo no,” rispose Charles “ma potrebbe essere di tutto: nuovi modelli di Sentinelle, informazioni su mutanti usati come cavie o altro. Quel che è certo è che questa è un’occasione d’oro per appropriarcene, dato che Mosca non è ancora del tutto sotto il controllo delle Sentinelle.”

“In quanti andiamo?” chiese Ororo

“Date le piccole dimensioni del nostro gruppo, non abbiamo altra scelta se non andare tutti.” rispose Charles “Ci saranno due squadre: Wolverine guiderà la squadra d’infiltrazione, che saranno Ice-man, Shadowcat, Blink e Warpath. Gli altri, guidati da Tempesta, interverranno nel caso arrivino le Sentinelle. Io rimarrò nel Black Bird, pronto a partire e a estrarre la squadra. Rimarrò in contatto mentale con voi e vi permetterò di comunicare mentalmente.”

 

Si rivolse poi ai nuovi arrivati nel team: “So che non siete ancora convinti di tutto ciò, ma vi chiedo di provare a fidarvi di me, almeno per ora.”

 

Il gruppo liquidò la richiesta con un breve cenno del capo. Quindi Charles si preparò a guidare il velivolo volante verso la Russia.


 


 



 

Dopo aver lasciato il velivolo fuori dalla capitale russa, il gruppo si diresse nella città a tutta velocità con il Blackbird. Sotto di loro sfrecciavano edifici distrutti dalla Sentinelle e mai riparati perchè “contaminati da mutanti”. Le persone camminavano tutte con la testa bassa, timorose di poter essere un bersaglio dei robot, e non notarono nulla. Il professore li fece scendere nella Piazza Rossa, per poi ripartire subito. La zona, una volta piena di persone, era deserta, con gli edifici in rovina. Persino il Cremlino, ormai abbandonato, sembrava che potesse cadere da un momento all’altro.

 

“Allora, dov’è la struttura delle Trask industries?” chiese Wolverine

“Sotto la Piazza Rossa.” rispose Charles.

“Intendi sotto nel senso letterale?”

“Proprio così. Shadowcat vi porterà sotto. Io mi fermerò fuori dalla città, e quando avrete finito, Blink vi riporterà qua. Tempesta, tu e la tua squadra rimanete nascosti e intervenite se arrivano truppe dell’MRD o Sentinelle. Buona fortuna.”

 

“Ho capito, mettiamoci al lavoro, allora.” disse Wolverine “Quando vuoi, Pryde”

Ogni membro del gruppo si prese per mano, pronto per essere fatto passare attraverso il pavimento da Kitty.

“State attenti” disse Tempesta.

“Tranquilla ‘Ro, li riporterò tutti interi.” disse Logan sprezzante. Poi Kitty rese tutti intangibili e passarono attraverso il terreno.

 

La squadra di Ororo intanto si sparpagliò, dividendosi in gruppi: Ororo andò con Alfiere e Sunspot andò con Colosso. Magneto era da solo ma era posizionato in modo da poter raggiungere entrambi i gruppi.

 

Mentre si posizionavano, Roberto si rivolse a Piotr: “Tu sei russo, vero?” gli chiese.

“Da, Roberto.” rispose Piotr”Sono cresciuto nelle campagne, ma mi è sempre piaciuta Mosca, quelle poche volte che ci sono venuto. Adesso non la riconosco più, sembra una città fantasma.”

“Già, ti capisco.” disse Roberto “Anche il mio paese natio, il Brasile, è irriconoscibile. Quando ero piccolo era un posto così verde, circondato dalla natura. Adesso la maggior parte della foresta amazzonica è stata abbattuta per far spazio alle fabbriche delle Sentinelle e ai campi di concentramento.”

La tristezza e il rancore trapelavano dalla sua voce, ma poi chiese a Piotr: “Tu pensi che sia possibile ricostruire il mondo, come dicono il professore e Magneto? Ricominciare da capo?”

“Tovarisch,” rispose Piotr ”io non se ce la faremo, se sopravvivremo, o se, nel caso riuscissimo nella nostra impresa, potremmo salvare per davvero il mondo. Quello che so è che io ho speranza, e il professore mi ha insegnato che la speranza è il più umano dei poteri. Non ho molto altro a cui aggrapparmi.”

Roberto voleva rispondere qualcosa, ma non gli uscirono parole dalla bocca. Quasi invidiava Piotr per la sua cieca fiducia nella speranza. Decise quindi di far calare il silenzio e procedere ad appostarsi in un edificio abbandonato.

 


 

 

Una volta entrati nella struttura passando attraverso il terreno e i muri, Kitty chiese a Logan “Senti l’odore di qualcuno?”.

Logan tirò la testa fuori dal piccolo anfratto in cui si erano nascosti e tirò su col naso: “Si, ci sono degli operai che costruiscono le Sentinelle.” rispose Logan “Sento anche i suoni delle macchine e dei nastri trasportatori, quindi non sono lontani.”

“Cosa facciamo, allora?” chiese Bobby.

“Dobbiamo trovare dove tengono i file. Forse c’è un caveu o qualcosa del genere.” rispose Logan “Kitty, Blink, voi due potete muovervi più furtivamente di noi, quindi andrete in avanscoperta, io,  Bobby e Warpath saremo nelle vicinanze.”

Con un cenno del capo, le due donne partirono. Blink si teletrasportò sopra delle travi di ferro, Kitty passò attraverso i muri. Logan e Bobby uscirono dal loro nascondiglio e percorsero un piccolo corridoio che portava ad un’ampia sala dove dei nastri trasportatori portavano parti del corpo di Sentinelle. Più in fondo si potevano scorgere alcune già completate, che attendevano solo di essere accese. “Sembrano terrificanti pure da spente” disse Bobby.

“Già, ragazzo. La loro presenza potrebbe essere un problema, perciò preparati a combattere.” affermò Logan. Poi gli chiese: “Sai ancora fare quel trucchetto che abbiamo inventato nella stanza del pericolo?”

“Credi che sarà proprio come le simulazioni?” chiese Bobby

“Si, qualcosa del genere.”

“Simulazioni?” chiese confuso Warpath.

 

Clarice osservava dall’alto alla ricerca di qualcosa che potesse attirare la sua attenzione, ma vedeva solo operai impegnati a montare delle macchine di morte.

Kitty, guardando in giro, non trovò nessuno caveu, ma in compenso trovò l’ufficio del direttore. Guardando da una finestrella sulla porta, vide che era vuoto.

“Ho trovato l’ufficio del direttore. Potrebbero essere qui dentro.” comunicò mentalmente.

“Okay, ragazzina, adesso aspetta che ti raggiungiamo” comunicò Logan

“No, potrebbero vedervi. Vado io, ci metto un attimo.”

“Kitty, aspe-” aveva iniziato a dire Bobby, ma Kitty entrò dentro all’uffcio, dove subito vide una cassaforte a muro. Non appena attraversò la porta, sentì una voce robotica che diceva: “Dna mutante rilevato nell’ufficio del direttore. Evacuare l’area. Inizio attivazione di tutte le Sentinelle disponibili. Invio richiesta d’aiuto alla base dell’MRD”. Kitty non perse allora tempo a infilare il braccio nella cassaforte. Tirò fuori dei file, ma non ebbe il tempo di guardare se fossero effettivamente quelli che cercava. La sua unica preoccupazione adesso era scappare.

 

Intanto, nella zona dei nastri trasportatori, gli operai iniziarono a correre verso le uscite, mentre tre Sentinelle si accesero e iniziarono a muoversi.

“Dannazione, perchè non ci ha ascoltato?” ringhiò Wolverine.

“Adesso, non importa, dobbiamo muoverci!” disse Iceman, ricoprendo il suo corpo di ghiaccio “Sei pronto?”

Logan annuì e insieme si diressero verso una delle Sentinelle. Una delle Sentinelle provò a tirare un pugno a Warpath, ma lui riuscì a bloccarlo con la sua super forza. Un’altra invece sparò un raggio di energia verso Iceman, ma lui riuscì a proteggersi con uno scudo di ghiaccio, creando allo stesso tempo una scia di ghiaccio per permettere a Wolverine di avvicinarsi alla testa del robot. Appena fu abbastanza vicino, l’uomo spiccò un salto e tranciò di netto la testa del robot con i suoi artigli di adamantio.

 

Mentre Warpath bloccava il pugno del suo robot, Blink aprì un portale sopra la sua testa, da cui passò Kitty. Le Sentinelle, per quanto forti, erano pur sempre macchine, e il potere di Kitty le mandava in cortocircuito. Per questo motivo, il robot si spense e cadde inerme.

 

“Proprio come le simulazioni?” chiese Bobby a Logan.

“Proprio come le simulazioni.” rispose lui soddisfatto.

“Mi dispiace, ho rovinato tutto.” mormorò Kitty.

“Basta che la prossima volta, se ci sarà, tu stia più attenta. Potrebbero sempre esserci degli scanner in giro, soprattutto nelle stanze più importanti.” la rimproverò Logan

Kitty abbassò lo sguardo, ma poi Warpath riportò l’attenzione sulla missione, dicendo: “Non ce n’era un’altra?”

 

Infatti non molto distante da lì, la terza Sentinella si stava dirigendo verso un operaio che era rimasto indietro. La sua profonda voce robotica pronunciava: “Rilevato gene X dormiente. Procedere all’eliminazione.”

 

Mentre l’operaio correva terrorizzato, Warpath corse verso il robot, tirando fuori un grosso pugnale da una fodera attaccata ai pantaloni. Clarice lanciò un cristallo davanti a lui e uno sopra la testa della Sentinella. In questo modo, Warpath potè attaccare dall’alto e infilare il pugnale nella testa della macchina, distruggendola. Il resto dei mutanti si avvicinò poi all’operaio, che, balbettando in un inglese stentato, disse: “V-voi mi avete aiutato. Perchè? Poco fa stavo costruendo quelle macchine…”

“Noi siamo gli X-men.” rispose Logan “E aiutiamo anche coloro che ci odiano e ci temono.” Poi gli offrì la mano, per aiutarlo ad alzarsi.

 

“Dobbiamo sbrigarci.” disse Warpath, vedendo che le Sentinelle erano già nell’area sopra di loro “Sono già qui.”

Blink non perse tempo e aprì un portale per portarli fuori di lì.

 


 

 Quando apparvero nella piazza la battaglia era già iniziata. Le Sentinelle erano già state sganciate dai veicoli da trasporto dell’MRD. Tempesta era riuscita farne sbandare alcuni con una forte bufera di neve, distruggendoli, ma ciò non bastava. Alfiere, assorbita energia da Sunspot e Tempesta, sparava a destra e manca raggi di energia rossa col suo fucile. Sunspot era riuscito a bruciare un paio di Sentinelle, ma ora stava affrontando una che poteva tramutare il suo corpo in diamante. Magneto stava tirando tutto il metallo che riusciva a tirare contro le macchine, nel tentativo di bloccarle. Colosso combatteva contro una che sparava raggi dal petto e dalle mani.

“Da questa parte!” gridò Clarice, lanciando un cristallo che aprì un portale che portava al Blackbird.

Kitty entrò per prima, tenendo in una mano i file che aveva recuperato e nell’altra la mano dell’operaio umano, che venne con lei. Magneto, dopo essere riuscito a impalare diverse Sentinelle con delle travi di ferro, scese a terra, ed entrò nel portale. Pian piano, ogni membro della squadra entrò nel portale di Clarice, tranne lei stessa, che voleva assicurarsi che entrassero tutti, e Logan e Bobby, che erano rimasti indietro per fare da retroguardia. Quando furono in procinto di entrare, con tonfo atterrarono altre tre Sentinelle, di cui una proprio davanti al portale.

 

“Merda!” ringhio Wolverine, tirando fuori gli artigli.

Proprio mentre i tre si erano messi in posizione di combattimento, davanti ad una delle macchine, comparve uno sbuffo di fumo nero da cui emerse una figura con indosso un grosso cappotto nero, che le tagliò la testa. Poi con un altro sbuffo di fumo apparve sopra la testa di un altra, poi si teletrasportò nuovamente sopra quella che stava davanti al portale, portando la testa dell’altra Sentinella con sè. Questa cadde sopra la macchina, stordendola, e poi la figura cadde sopra la sua testa e ci infilò una lama, facendola cadere.

 

Alla fine la figura si teletrasportò davanti a loro, a spalle girate, rinfonderando due sciabole in due foderi attaccati alla schiena. Logan notò subito la coda familiare.

 

“Ma guarda chi si vede!” esclamò Logan.

 

Nightcrawler si girò verso di loro, e semplicemente salutò: “Guten tag!”

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“Kurt?” esclamò Bobby “Sei davvero tu?”

“E’ davvero bello rivedervi, meine freunde!” gli rispose Kurt.

Wolverine riportò l’attenzione sulla fuga. “Per quanto sia felice di vederti, Elfo,” disse lui “faremmo meglio a sbrigarci. Parleremo più tardi.”

Nightcrawler annuì e i quattro entrarono subito nel portale di Blink, ritrovandosi nel Black Bird. La ragazza dai capelli rosa lo richiuse non appena entrata ed esclamò: “Andiamo!” al professore, che era ai comandi. I motori si accesero subito e l’aereo partì in pochi secondi a tutta velocità.

 

Kitty fu la prima ad accorgersi del nuovo arrivato: “Signor Wagner! Sono veramente felice di rivederla!”

“Anche io sono contento di rivedervi tutti, frauline.” Le rispose,sorridendogli. Kurt prese posto vicino a Tempesta, che lo salutò anche lei calorosamente.

“Un vostro amico?” chiese Alfiere.

“E un X-men. Non è fatto per la vita violenta, per questo ha lasciato, ma ci ha dato veramente una mano in diverse occasioni.” gli rispose Logan “Allora Chuck, abbiamo trovato qualcosa di utile lì dentro o abbiamo rischiato per niente?”

 

Magneto sfogliò il file appena recuperato: “Vorrei poter dire che non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma purtroppo così non è.”

Poi appoggiò il file vicino ai comandi per farlo vedere a Charles, aperto sulla prima pagina, che mostrava un modello di Sentinella che sembrava avere delle specie di impianti acustici all’interno delle braccia.

“Sean!” esclamò Charles. “Sean.” confermò Erik “Temo abbiano trovato il modo di sintetizzare il suo Dna.”

“Chi è Sean?” chiese Bobby, incuriosito dalla conversazione. “Sean Cassidy.” rispose Charles “Un mutante capace di emettere potenti onde soniche. E’ stato uno dei miei primi studenti, con lui e la formazione originale degli X-men abbiamo impedito ad un mutante di nome Sebastian Shaw di scatenare la terza guerra mondiale durante la crisi di Cuba.”. Quando finì di dire questo, diede uno sguardo consapevole ad Erik, che distolse lo sguardo. Il rimorso di entrambi gli uomini era troppo pesante da sopportare.

“Pensavo che i tuoi primi studenti fossero Jean, Scott e Ororo.” disse Logan.

“Questo quando Charles ha riaperto la scuola verso l’inizio degli anni 80.” gli rispose Ororo “Prima di allora Charles aveva già aperto la scuola, ma era stato costretto a chiuderla a causa della guerra del Vietnam.”

“Purtroppo, dopo che ho chiuso la scuola, il povero ragazzo è stato una delle prime vittime di Trask.” riprese Charles “Fino ad ora non erano riusciti ad adattare il suo DNA ai meccanismi delle Sentinelle, ma adesso sembra che vogliano produrre delle Sentinelle dotate di emettitori sonici, che facilitino la cattura dei mutanti.”

“Lo hanno già fatto anche con un altro dei membri originali della squadra.” spiegò Magneto “Sto parlando di Alex Summers, il fratello maggiore di Scott, capace di emettere raggi di energia dalle braccia e dal petto.”

Tutti quanti annuirono, capendo che si stesse riferendo alla stessa capacità dei robot di sparare laser dalle stesse parti del corpo. Con questo nuovo potenziamento sarebbero diventate ancora più temibili.

“Dobbiamo impedire che inizino a creare questi modelli se vogliamo avere qualche possibilità.” disse Charles, girando poi la pagina del file. Questa mostrava la foto di una ragazza con i capelli neri e due ciuffi bianchi davanti.

“Rogue!” esclamò Bobby alla vista della sua ex- ragazza.

“E’ ancora viva, ma è tenuta prigioniera sotto al vecchio Istituto Xavier, o uno dei laboratori Trask, come è adesso.” spiegò Magneto “La stanno utilizzando per fare esperimenti sulle capacità di assorbimento dei poteri delle Sentinelle.”

“Povera ragazza!” mormorò Ororo.

“Dobbiamo andare a salvarla” esclamò subito Logan, desideroso di farla pagare a chiunque le stesse facendo del male.

“E lo faremo, ma non sarà facile.” disse Xavier calmo “L’istituto è ben sorvegliato. Rogue, purtroppo per noi, è una risorsa preziosa nel loro arsenale.”

Sia Bobby che Logan si scambiarono un cenno di intesa, concordando sul fatto che l’avrebbero salvata a qualunque costo.

“Qualche altra informazione rassicurante?” chiese Lucas.

“Nient’altro per il momento.” disse Erik,girando pagina, vedendo scritte altre informazioni di poca importanza.

Poco dopo, il jet atterrò sul velivolo, che a sua volta accese le eliche e ripartì.

L’uomo che era stato salvato si unì all’equipaggio del velivolo, ringraziando ancora una volta tutti gli X-men per averlo salvato, nonostante tutto. 

 

Mentre aspettavano novità da Charles, Logan, Ororo e Kurt passeggiavano per la base volante, chiedendo al diavolo blu cosa gli fosse successo. Da quando aveva lasciato gli X-men lo avevano rivisto solo in poche occasioni, di cui una era stato il funerale di Jean e Scott.

“Allora, cosa ti ha spinto a lasciare la toga?” chiese Logan, prendendolo in giro.

“Dai, Logan. Lo sai che, per quanto io sia molto credente, non sono un prete.” rispose Kurt sorridendo “Principalmente la sopravvivenza. Ormai, con queste macchine che uccidono i mutanti a vista, non ha senso rimanere pacifici, per quanto me ne dispiaccia.”

“E queste?” gli chiese incuriosita Ororo indicando le sue due spade, decorate con simboli angelici.

“Sono un regalo, diciamo.” spiegò il mutante tedesco, facendo però capire che non gli andava tanto di parlarne “In questi ultimi anni ho fatto alcune scoperte su, ecco, il mio passato e, ehm, quelle sono un rimasuglio di questo.”

La mutante kenyota si ricordò di come Kurt non conoscesse per nulla chi fossero i suoi veri genitori. Se aveva scoperto qualcosa a riguardo, probabilmente doveva essere qualcosa di difficile da raccontare, perciò, rispettando semplicemente la sua decisione, disse: “Sono bellissime.”

Nightcrawler sorrise, ricordando come la donna avesse detto la stessa cosa dei simboli sulla sua pelle.

“Da quando sono comparse le Sentinelle sono stato in giro per il mondo, aiutando chiunque ne avesse bisogno.” Riprese Kurt “D’altronde, sono pur sempre un X-man” disse orgoglioso.

Ororo sorrise alla sua affermazione, felice che considerasse ancora importante aiutare i più deboli, anche se certe volte sembrava veramente impossibile.

Il gruppo si fece poi silenzioso, ma dopo poco Logan decise di rompere la tensione e distrarre i suoi amici dai pensieri che gravavano nelle loro menti.

 

“Andiamo, Elfo” disse Logan “Vediamo se abbiamo una tuta da combattimento della tua taglia”.

L’uomo dall’aspetto di un demone blu seguì felicemente il suo amico, sentendosi a casa dopo tantissimo tempo.


 


 

 

“Ehy, stai bene?”

Bobby si girò, guardando verso la porta della sua camera, vedendo Kitty che si affacciava. 

“Si, sto bene, credo. Vieni, se vuoi.” le rispose. Kitty si sedette sul letto vicino a lui.

“E come stai, veramente?” gli richiese. Bobby sapeva esattamente a cosa si riferiva, La notizia che Rogue, la sua ex-ragazza che ormai da anni credeva morta, non solo era viva ma veniva sottoposta a chissà quali esperimenti, era un duro colpo. In parte era sollevato, perché almeno sapeva che era ancora viva, così come era stato quando aveva rivisto Kurt. In parte temeva per lei, non sapendo se non fosse magari sul punto di morire da un momento all’altro. Anche se alla fine si erano lasciati, teneva ancora a lei e voleva salvarla assolutamente. “Sai che la riporteremo a qualunque costo, vero?” gli disse Kitty “Non la lasceremo nelle mani di quegli stronzi!”.

Bobby sorrise alla sua affermazione, poi disse:”Forse non è l’unica cosa di cui ho paura, sai? Penso che forse potrei aver paura di come sarà di nuovo tra di noi, dopo che ritornerà qui. Cioè, se tornerà. Se sia noi che lei sopravviviamo. Se…”

“Stai dicendo troppi “se”.” gli disse Kitty scherzando “Inizia a concentrarti sul riportarla qui, poi potrai preoccuparti della tua vita sentimentale”. Bobby rise e disse: “Hai proprio ragione. Cercherò di fare così, allora. Meno male che ci sei tu a darmi questi preziosi consigli.”

 

I due poi si abbracciarono. Entrambi si sentirono leggermente sollevati dai timori che attanagliavano costantemente i loro animi, consapevoli che il peggio doveva ancora venire.


 


 

 

Mentre gli X-men si godevano il meritato riposo, Charles e Erik stavano già pianificando la prossima mossa.

 

“L’istituto è ben protetto.” disse Erik “Servirà un gruppo funzionale per una missione del genere.”

“Funzionale e piccolo.” rispose Charles “Sarà meglio cercare di non attirare troppa attenzione.”

“Adesso che abbiamo due teleporter, il nostro lavoro potrebbe essere più semplice. Logan e Bobby vorranno sicuramente andare di persona. Potrebbe essere prudente chiedere ad uno dei nostri alleati di accompagnarci: nel caso qualcosa andasse storto, avremo bisogno di aprirci la strada con la forza. Inoltre Charles, vorrei chiederti di lasciare andare anche me.”

“E per quale motivo vorresti andare laggiù, vecchio mio?”

“Posso percepire Wolverine attraverso il metallo nelle sue ossa, permettendoci di dividerci e perlustrare più a fondo. Inoltre, credo di doverglielo alla povera ragazza, dopo tutto quello che le ho fatto passare.”

“E’ deciso allora. Tu e Wolverine guiderete la squadra di recupero. Salveremo Rogue e toglieremo alle Sentinelle un altro pedone.”

“E ci avvicineremo al re.”

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


In tutto il mondo, più o meno nello stesso momento, ogni televisore, cellulare, computer e radio del mondo interruppe la propria trasmissione per condividere un messaggio.

“Messaggio urgente per tutti i cittadini.” disse la voce robotica in centinaia di lingue diverse “Nonostante gli sforzi dei nostri grandiosi leader nell’eliminare la minaccia, la feccia mutante continua ad opporsi alla sua inevitabile fine. Segnaliamo la presenza di altri pericolosi terroristi mutanti.” Gli schermi mostrarono i volti di Charles Xavier, Wolverine, Nightcrawler e altri mutanti che combattevano per la propria libertà. “Ricordiamo la popolazione di segnalare la presenza di qualsiasi tipo di mutante e di avvisare le autorità. Qualsiasi collaborazione alla nostra nobile causa di far riottenere il predominio alla specie umana verrà premiato. Comunicazione chiusa.”

 

Non ci volle molto prima che in ogni città del mondo iniziassero a circolare le voci. Persone che non avevano mai avuto poteri venivano accusati di essere mutanti, in persone perfettamente comuni veniva scovato un gene x dormiente, mentre i mutanti veri venivano braccati come animali. L’unico risultato, alla fine, erano soltanto centinaia di morti.

 

In un bunker sotterraneo, lontano da qualsiasi centro abitato, un uomo e una macchina discutevano, quasi come due generali di pari grado, delle prossime mosse.

 

“L’attacco alla struttura di Mosca ha avuto un minimo impatto a livello strategico, ma il morale dei nemici si è rafforzato.” Disse la fredda voce meccanica di Master Mold, l’Intelligenza Artificiale a capo delle Sentinelle

“Ma questo ha giocato a nostro vantaggio, mia gloriosa creazione. Abbiamo potuto catturare molti nuovi mutanti, in seguito al caos che si è formato, su cui sperimentare e su cui sviluppare nuovi sistemi di difesa.” Disse il suo creatore, Lawrence Trask, con tono quasi altrettanto freddo e calcolatore.

“Questo apre comunque molte più variabili da analizzare. Stimo un calo drastico del numero di Sentinelle a nostra disposizione e il numero di materie prime per la creazione è in esaurimento.”

“Per questo ho pensato ad una nuova tattica. Le mie macchine sono ovviamente perfette, ma purtroppo gli esseri viventi tendono ad essere troppo imprevedibili per loro, perché agiscono in base all’istinto e non a calcoli. Useremo quindi anche noi degli uomini per contrastarli.” Trask tradì improvvisamente una passione insolita per lui, che era solito rimanere professionale, non distinguendosi troppo dalle macchine di sua creazione.

 

L’interfaccia dell’IA effettuò silenziosamente diversi calcoli, trovando poi un quesito da risolvere. “Il presidente non…”

“Non dobbiamo preoccuparci del presidente! Lui mi deve tutto! E’ grazie a me se ha ottenuto il prolungamento della carica. E’ grazie a me se ho trasformato il nostro paese nella sola grande potenza mondiale.” Anche stavolta Trask mostrava la passione tipica di chi sà di trovarsi in una posizione di vantaggio, ma dopo poco riguadagnò la sua compostezza, aggiungendo: “Inoltre… ho già un  volontario”.

 

Le porte a pressione della struttura si aprirono poco dopo, e un uomo vestito con un'uniforme dell’esercito americano  entrò nella stanza.

“Bentrovato, signor Creed.” lo accolse Trask. “Non la ringrazierò mai abbastanza per essersi offerto volontario per l’esperimento con così poco preavviso.”

 

L’uomo dai corti capelli castani e brillanti occhi azzurri non ricambiò l’entusiasmo dello scienziato. A vederlo così, gli sembrava il classico topo di biblioteca che aveva bisogno di uscire di più, ma perlomeno il suo lavoro avrebbe permesso a lui di fare qualcosa di buono.

“Voglio solo avere la possibilità di dare il mio contributo alla causa.” Rispose Creed “Posso sapere qual’è lo scopo di questo esperimento e in cosa consiste?”

 

Trask rimase immobile davanti a lui per qualche secondo, poi si avviò verso il suo computer, e nel frattempo domandò: “Lei odia i mutanti, signor Creed?”. Creed rimase perplesso per un attimo, ma rispose: “Certo, signore. Con tutto il mio cuore.” Trask rimase concentrato sull’avvio dell’esperimento, ma disse: “Certo, è l’opinione più diffusa, ma io non la penso così. Io non odio i mutanti. Certo, uno di loro ha ucciso mio padre, ma non sono così irrazionale da odiarli tutti per questo. No, no, io penso che loro sono la nostra possibilità per migliorare noi stessi. Una sfida da vincere, diciamo, per dimostrare che l’homo sapiens può superare i limiti imposti dalla sua natura, senza il bisogno di evolversi ulteriormente. Io non credo in Dio, credo che noi umani possiamo creare il nostro paradiso in terra, se solo ci impegnassimo abbastanza. Questo è lo scopo dell’esperimento, signor Creed.”

 

Delle luci si accesero e illuminarono un ampio spazio pieno di sbarre d’acciaio, manichini e un poligono di tiro.

Al centro si trovava quella che sembrava un’armatura di metallo di un colore dorato, di dimensioni umane e con un elmetto che ricordava la forma di un elmo degli antichi guerrieri romani.

“Siamo pronti per cominciare il test dell’armatura Tribune.”

Creed sorrise osservando l’armatura. Sembrava una buona arma e non vedeva l’ora di testarla. Per quanto fosse commovente il discorso dello scienziato, Creed era più un uomo d’azione e non di ideali. Lui odiava i mutanti, ed era contento di poter servire il suo paese eliminandoli.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


New York, 23:30, pochi giorni dopo

 

La vista della devastazione di New York si stendeva di fronte a loro. La città, un tempo tra le più popolose d’America, era stata spopolata in seguito all’attacco lanciato dalle Sentinelle contro la popolazione mutante. Ovviamente c’erano state anche numerose vittime tra i civili, ma il Presidente le aveva chiamate “un male necessario. Tuttavia, la città era rimasto un punto strategico per le Trask Industries: avevano occupato il vecchio istituto Xavier, l’unico edificio abbastanza integro da essere utilizzabile, trasformandolo in un centro di ricerca in cui effettuare esperimenti sui mutanti detenuti nel vicino campo di concentramento che sorgeva sulle ceneri di Central Park.

 

Quello stesso edificio era, al momento, sorvegliato da decine di Sentinelle, che pattugliavano la zona in cerca di fuggiaschi. Logan ed Erik osservavano i giganti di ferro da lontano, appostati in cima ad un palazzo, mentre spiegavano il loro piano ai compagni.

“ Tempesta e gli altri terranno lontane le Sentinelle: faranno un po’ di casino, lasciandosi inseguire.” Spiegò il canadese.

“Nel frattempo noi entriamo dentro e cerchiamo Rogue. Se Charles non l’ha trovata finora con i suoi poteri probabilmente è nella camera di Cerebro” riprese Magneto “ma non lo sappiamo con certezza, perciò dovremmo dividerci e perlustrare l’istituto. Cercate di non farvi vedere, se riuscite. Appena finito i teleporter ci porteranno fuori e Charles ci passerà a prendere con l’aereo.”

 

Il gruppo, composto dai due citati teleporter, Blink e Nightcrawler, Bobby e Warpath, fecero tutti un cenno di comprensione. Un fulmine in lontananza rischiarò la notte, e le Sentinelle si allontanarono dalla loro postazione per raggiungere la minaccia. Alla vista del segnale, gli X-men si prepararono ad entrare. Logan e Bobby appoggiarono le mani sulle spalle di Kurt, mentre Clarence apriva un portale, subito attraversato da Warpath ed Erik. Poiché riuscivano a vedere l’interno attraverso le finestre, non ebbero problemi ad entrare all’interno dell’edificio vittoriano.

 

I due gruppi si separarono nelle due ali dell’edificio, scendendo dai piani più alti fino al piano terra, evitando e occasionalmente eliminando le guardie che gli si paravano davanti. 

Il gruppo di Logan si muoveva in maniera coesa, avendo già lavorato insieme e conoscendo bene le capacità degli altri. L’incredibile furtività di Kurt gli permetteva di evitare facilmente le guardie, che altrimenti soccombevano alla potenza di Bobby e Logan.

L’altro gruppo non si amalgamava bene come il primo, ma la guida di un leader esperto come Erik compensò questa mancanza. L’uomo più anziano riuscì ad indirizzare bene i suoi uomini come pedine su una scacchiera.

Mentre stavano esplorando i vecchi dormitori degli studenti, Warpath si avvicinò a Magneto.

“Posso farti una domanda?” chiese, e l’uomo più anziano annuì, tenendo uno sguardo vigile sullo spazio intorno a lui.

“Cosa ti ha spinto ad andare avanti fino ad adesso?”

“Beh, tempo fa ti avrei detto il mio sogno. Volevo che i mutanti dominassero sugli umani. Mi ci è voluto lo scoppio di una guerra per capire quanto avevo in comune con coloro che volevo distruggere. Mi era già capitato di lavorare insieme a degli umani, ma non riuscivo a vederli come qualcosa di diverso da me. Solo nella difficoltà ho capito quanto siamo simili.”

Il nativo Americano esitò, ma decise di esprimere ciò che teneva dentro,

“Quando ero piccolo ti ammiravo. Anche adesso, starti vicino mi mette un po’ in soggezione. I miei genitori e mio fratello James erano tutti umani, ma mi accettavano, eppure io sentivo che non era abbastanza. Pensavo che non capissero come fosse vivere nascondendo una parte di te. Volevo cambiare le cose e ho fatto come te. Ho cercato di impormi, usando la violenza, credevo di essere superiore. La mia famiglia ha cercato di fermarmi, ma non gli ho dato retta. Me ne sono andato e quando sono arrivate le Sentinelle non ero lì per salvarli.”

“Che cosa mi vuoi dire, ragazzo?” chiese Magneto, ascoltando ma cercando di arrivare ad un punto “Che non sai se hai davvero qualcosa per cui combattere? Che avresti preferito essere normale? Io non sono uno per gli incoraggiamenti, quello è Charles, ma so per certo che se perdi delle persone care, quello che vuoi fare è combattere anche per loro. Non lo pensi anche tu?”

“Può essere. Ma vale davvero la pena combattere per chi è già morto?”

“No. Non devi combattere solo per chi è già morto. Deve combattere per chi è ancora con te, ma ricordarti di chi hai perduto. E’ questa la lezione che non avevo compreso quando avevo la tua età.” Warpath si fermò a pensare per un poco, ma Blink alzò una mano per segnare di fermarsi, indicando una guardia. Ci avrebbe pensato meglio più tardi. Era ora di tornare al lavoro.

Le due squadre proseguirono senza fare rumore, facendosi strada tra guardie, abbattute dai combattenti più forti come Wolverine e Warpath, e sistemi di sicurezza, evitati grazie alla furtività di Nightcrawler o disattivati da Magneto.

 

Si ricongiunsero davanti al passaggio dei livelli inferiori, dove si trovavano la stanza del pericolo e Cerebro. “Voi andate avanti.” disse Erik “Noi ci assicureremo che le macchine non siano tornate.”

“D’accordo. Ci vediamo per l’estrazione.” rispose Logan.

I tre mutanti scesero quindi le scale, ritrovandosi davanti alle familiari porte della stanza del pericolo. Proprio in quel momento, queste si aprirono ed uscirono diversi uomini che portavano in braccio, distrattamente dei fucili chiacchierando riguardo all’esercitazione appena conclusa, finché non si accorsero dei tre intrusi.

 

“Merda!” esclamò Wolverine mentre gli puntavano le armi addosso “Kurt, vai avanti, noi due li teniamo occupati.”

Il diavolo annuì, e si teletrasportò oltre i soldati. Alcuni si girarono per colpirlo, ma si esposero agli artigli di Wolverine e al ghiaccio di Bobby.

Altri spararono direttamente al mutante feroce non appena si mosse, ma con scarsi risultati, mentre Iceman rendeva inutilizzabili i fucili di altri.

Intanto Kurt giunse davanti a Cerebro, ma la porta era chiusa e l’unica via di accesso era un rilevatore di retina. Il meccanismo si attivò non appena fu vicino. “Accesso negato” enunciò il programma “DNA mutante rilevato” e due pistole uscirono da degli scompartimenti ai lati della porta, con due luci rosse che puntavano al suo viso.

“Mein Gott!” pensò, chiudendo gli occhi “Non mi resta che avere fede. In fondo l’ho già fatto, no?”. Incredibilmente, riuscì ad attraversare l’ostacolo senza vedere la destinazione. Apparve sulla passerella della stanza, e sulla piattaforma dove una volta c’era Cerebro, ora si trovava una ragazza incosciente stesa su un tavolo, mentre degli scienziati le prelevavano dei campioni di sangue. Questi, appena lo videro, gridarono spaventati e corsero fuori, senza chiudere la porta. Il tedesco li ignorò, e si avvicinò alla ragazza. La scosse delicatamente, cercando di svegliarla. A poco a poco, un paio di orbite castane vennero alla luce.

“Kurt?”

“Guten morgen, frauline.” disse sorridendo. Lei non rispose, avvolgendolo in un abbraccio, mentre le lacrime percorrevano il suo viso.

“Credevo che fossi morto!” disse Rogue singhiozzando “Credevo foste tutti morti!” 

“Non sono venuto da solo. Adesso ti porto dagli altri.” la rassicurò il demone “Ce la fai a camminare?”. Lei annuì, mentre veniva aiutata ad alzarsi.

Vennero raggiunti poco dopo dagli altri due.

“Logan!” esclamò Marie correndo ad abbracciare l’uomo che era come un padre per lei, nonostante le grosse macchie di sangue sulla sua tuta. “Ciao ragazzina.” disse “Siamo venuti a prenderti.”

Solo allora la ragazza notò anche il terzo membro della spedizione. “Ciao, Bobby.” disse, quasi balbettando. “Ciao.” disse Bobby, cambiando subito argomento per evitare l’imbarazzo generale “Dovremmo andare. Magneto ci starà aspettando”.

“Magneto? E’ qui?” chiese Rogue confusa. “Si, ma tranquilla.” le rispose Wolverine “E’ dalla nostra parte. Diciamo che sono successe un po’ di cose”.

I quattro abbandonarono il corridoio di metallo e tornarono al piano di sopra, dove i loro alleati li attendevano. Marie guardò Erik con diffidenza, ma lui non si aspettava niente di diverso. “Portaci fuori.” disse, rivolto a Blink, che subito aprì il portale che portava al tetto dell’edificio. Una volta lì, comunicò attraverso il contatto mentale che aveva con il professore “Ci ricevi, Charles? Siamo pronti all’estrazione.” 

“Ricevuto. Prelevo gli altri e vi raggiungiamo subito.” rispose immediatamente Xavier.

Dopo aver attraversato il portale, il gruppo comparve sul bastione più alto della struttura, dove il tetto spiovente veniva sostituito da un tetto piano. In lontananza, il Blackbird si vedeva effettuare alcune manovre tra i palazzi della città, mentre le macchine si erano separate per cercare i fuggitivi, non notando il veicolo.

 

Sul tetto, intanto, prima che i mutanti potessero tirare un sospiro di sollievo, un guizzo fulmineo di un cavo con un gancio si attaccò al colletto del vestito da prigioniera di Rogue, trascinandola oltre i merli. Subito Bobby si lanciò all’inseguimento, creando una scia di ghiaccio, mentre si buttava dal tetto. Wolverine e Warpath lo seguirono, scivolando sul ghiaccio creato da lui. Mentre gli altri mutanti si preparavano a seguirli, il rombo delle Sentinelle attirò la loro attenzione. Due di esse stavano tornando dalla caccia inconcludente, perciò dovettero prepararsi a coprire i loro amici mentre si fossero occupati di salvare Rogue.

Gli altri tre, invece, videro il cavo a cui la ragazza era attaccata che usciva dal braccio di un’armatura dorata. Il volto del suo indossatore era coperta da un elmo dello stesso materiale. Atterrati sul tetto, si misero in assetto da combattimento, mentre il misterioso individuo colpiva Rogue per metterla a tacere, mettendole delle manette e lasciandola sul tetto, preparandosi a combattere.

 

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