Tre storie, tre favole.

di Arvistloe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il forte. ***
Capitolo 2: *** Dolcezza pepata.(1/2) ***
Capitolo 3: *** Dolcezza pepata.(2/2) ***
Capitolo 4: *** Bambole e pannolini. ***
Capitolo 5: *** Bambole e pannolini (2/2) ***



Capitolo 1
*** Il forte. ***


Quarta serie, dopo l'episodio Expire Erect.

Eva era tanto annoiata, immensamente annoiata. Aveva sperato che Lucifer, dopo quella pallottola in pancia, si fosse deciso a non rivedere più Chloe, ma soprattutto allontanarsi dal suo lavoro come consulente civile della polizia. Invece, tutto il giorno prima e dell'alba di quel lunedì, Lucifer le aveva fatto venire mal di testa, parlando e riparlando della centrale, del suo punire i cattivi facendogli capire che alla morte sarebbero andati nel suo inferno, mandandoli in una prigione virtuale di paura, secondo lui, molto peggio di qualunque punizione fisica.

Lucifer l'aveva stremata, parlando dell'amicizia con la detective, un'amicizia che Eva sapeva bene, Lucifer sperava in cuor suo diventasse altro.

Stanca, Eva era corsa giù al Lux, mentre il locale era vuoto, bevendo avidamente direttamente dalla bottiglia un whisky tra i più costosi. Odiava non organizzare orge, festini da quando Lucifer era tornato dall'ospedale. Sperava tanto che il discorso, fatto neanche due giorni prima a Chloe, l'avesse convinta a lasciare andare Lucifer. Stava rimuginando, guardando uno dei buttafuori, avvicinarsi all'ascensore con la sacca blu di plastica, che Eva sapeva era la corrispondenza in arrivo. Mezza assonnata, Eva si diresse con calma all'ascensore, solo per curiosità di vedere quella strana cosa che chiamavano corrispondenza.

Aperte le porte dell'ascensore, vide il buttafuori scuotere la testa, dicendole
"Signora stia vicino al capo, deve aver ricevuto una brutta notizia"
Eva trattenne un sorriso, correndo verso il balcone, ma si fermò prima, vedendo Lucifer seduto ai piedi del letto, vestito come sempre elegantemente, ma che fissava qualcosa di fronte a lui. Entrando, Eva notò che un foglio era stato fissato al muro con un paio di forbici. Cautamente, Eva si pose di fronte Lucifer che sembrava non vederla. Si allontanò da lui leggendo il foglio

"Con la presente si chiede al signor Lucifer Morningstar di non presentarsi più alla centrale di polizia, dove lavora la detective Chloe Decker, dove lei signor Morningstar svolgeva un encomiabile lavoro di consulente civile. Ci scusiamo, ma da appurato controllo psichiatrico, la detective Decker subisce un vero trauma nel rivederla, mettendo tutto in relazione al suo passato con il criminale Marcus Pierce. Nel ringraziarla per la sua comprensione, le auguriamo ogni bene. Tenente Emilian Devon."

Eva si trattenne a stento dal saltare dalla gioia, per quella prova che Chloe aveva capito. Si voltò verso Lucifer per consolarlo, ma lui si alzò, dirigendosi al bagno. Eva lo seguì, vedendolo sedersi sotto il getto della doccia completamente vestito, lasciando che acqua bollente ustionasse la testa, il collo, le braccia, urlando e ringhiando contro Eva, mentre lei cercava di spegnere il flusso bollente, dicendo con la voce rotta
"Voglio scomparire, voglio sciogliermi. Eva vattene, ti scongiuro vattene. Sono un mostro, sono solo un mostro"
Non lasciando scelta a Eva che chiedere aiuto a Maze o Amenadiel.

Mezz'ora dopo arrivò Amenadiel, Maze era irraggiungibile quando era a caccia di una taglia.
Amenadiel le domandò com'era successo. Eva un po' tremando, gli indicò la lettera della centrale di polizia appesa al muro, chiedendogli
"Non sarebbe opportuno che Lucifer tornare all'inferno?"
Amenadiel scosse la testa, dicendo mentre entrava nel bagno
"Dicci di conoscerlo così bene. Lui odia l'inferno"

Dopo pochi minuti, Amenadiel era riuscito nell'impresa di far alzare Lucifer dal pavimento della doccia. Con l'aiuto di Eva lo avevano spogliato dai vestiti bagnati, portandolo nudo nel letto. Lucifer piagnucolava frasi su quanto era un mostro, che doveva scomparire, ma una confessione del re dell'inferno, colpì particolarmente di Eva che Amenadiel
"Non meritavo la felicità. Finalmente dopo eoni ero felice. Credevo di essermi fatto una piccola famiglia felice. Amenadiel volevo Chloe mia regina, Trixie l'avrei adottata, la sento come una figlia. Con Chloe potevo essere normale. Invece mi illudevo, sono un mostro, non merito nulla. Ti prego Amenadiel buttami in una fossa infernale, stavolta non uscirò, mi lascerò bruciate. Sono un mostro, un mostro"
Svenendo.

Un ora dopo.

Linda uscì dalla camera da letto di Lucifer scuotendo la testa. Aveva in mano la lettera della centrale strappare, non potendo estrarre le forbici conficcate nel muro. Disse ad Amenadiel ed Eva in attesa
"Un vero crollo emotivo. Amenadiel per tuo fratello, possiamo dire questa ingiunzione della centrale…"
Muovendo la lettera arrabbiata con Chloe, con la quale voleva fare un discorso dopo
"...per lui diventa un secondo abbandono, dopo quello della sua famiglia. Stavolta aveva creduto in un riconciliamento, trovandosi di fronte a questo no inesorabile. Avrà bisogno di molto tempo per riprendersi. Non dovete mai lasciarlo solo"
Eva gli chiese timidamente
"Ma feste o cose divertenti come orge?"
Linda le sorrise nervosamente
"Eva mi dispiace dirtelo, ma per il bene di Lucifer ma anche tuo lo devi sapere. Lui ama Chloe, la adora dal primo giorno che l'ha vista. Ma per una serie di circostanze, lui non riesce mai a dirglielo chiaramente. Sono fatti l'uno per l'altro. Dopo quel problema con il prete, Chloe aveva provato a Lucifer che lo accettava, gettandosi su di lui per proteggerlo dallo scoppio della bomba. Non capisco perché Improvvisamente Chloe non lo voglia più vedere. Credevo fossi io la sua consulente psichiatrica. Amenadiel…"
A Linda non gli piacevano quegli improvvisi attacchi di fame, causati dalla sua gravidanza
"...vedi di trovarmi qualcosa da mangiare nel frigo di Lucifer"
Eva ridacchio
"Troverai molte cose. Invece di divertirsi con me alle feste, resta ore a cucinare"
Linda si sedette nel divano, chiedendo a Eva
"Eva, sei una cara persona. Ma ti assicuro, non conosci per niente Lucifer"
Eva si accigliò, dicendo risentita
"Io conosco benissimo Lucifer"
Linda cercò di mantenere la calma, con la genitrice dell'umanità, che ragionavo dalla vita in giù, spiegando, mentre Amenadiel le portò un piatto pieno di tramezzini
"Lucifer iniziò nell'arte della cucina…"
Rivolta ad Amenadiel mentre masticava un pezzo di tramezzino
"...Sono deliziosi…"
Tornando a Eva
"...Perché Lucifer, odia il sapore di cenere e zolfo che persiste all'inferno. Qui sulla terra aveva perso la voglia di continuare. Solo l'incontro con Chloe e Trixie l'ha fatto tornare a cucinare, per il gusto di farlo, per rendere felice le due persone che ama"
Eva era molto confusa. Lei voleva solo divertirsi. Non poteva credere che Lucifer fosse così tanto cambiato.

Un ora dopo.

Amenadiel era nel balcone dell'attico, quando Eva corse da lui dicendogli preoccupata
"Amenadiel vieni presto"

L'angelo vide Lucifer, con indosso solo un paio di pantaloni grigi di un pigiama, portare nella sua camera da letto tutto quello che c'era sul divano, sulle poltrone. Il re dell'inferno sembrava quasi in catalessi. Seguendolo, Amenadiel sorrise guardandolo mentre costruiva sul letto un forte. Lo vide stendere sugli oggetti due ampi lenzuoli bianchi. Con calma, Lucifer si diresse alla cucina, tornando con tra le braccia una bottiglia d'acqua minerale, un pacco di dolci, una foto (che Eva si chiedeva dove avesse nascosto) di Lucifer abbracciato a Chloe e Trixie. Senza dire altro, Lucifer si infilò in quel forte. Amenadiel aprì le braccia, facendole ricadere sui fianchi, senza capire cosa fare. In quel mare d'insicurezza la domanda di Eva lo colpì profondamente
"Se lo riportiamo all'inferno?"
L'angelo le disse con rabbia e senso di colpa per come si sentiva Lucifer
"Eva tu sei mai stata all'inferno?pensi che sia un parco giochi?"
Eva rise nervosamente
"Si puniscono i cattivi. Ci sono feste orgiastiche"
Amenadiel era esterrefatto, dicendole
"Nulla di tutto questo. I dannati si autopuniscono. Non ci sono feste o cose del genere. All'inferno solo i demoni si divertono, mio fratello era un re, senza amici, senza amore. Eva all'inferno non ce la musica, all'inferno non esiste il gusto nel cibo"
Eva guardò Amenadiel ridendo istericamente
"Non può essere. Tu menti. In paradiso dicevano che l'inferno era divertente. Non può essere. Sono rimasta accanto a lui per diventare la regina dell'inferno. Pensavo fosse come il Lux, un immenso Lux"
Amenadiel scosse la testa
"Trovi più divertimento qui che all'inferno"
Eva quasi gli urlò
"NON TI CREDO! Tu vuoi che mi allontani da Lucifer"
Esasperato, Amenadiel la prese in braccio, stile sposa, scomparendo con lei.

Apparvero pochi minuti dopo nello stesso punto, con Eva che tremava, spaventata. Si scrollò di dosso della cenere che cadeva dal cielo all'inferno. Sentiva la gola secca. La prima donna, cercava con della tequila di mandare via il sapore di zolfo, ma era persistente. Quell'immersione nella realtà dell'inferno, provocò a Eva un profondo, terribile senso di colpa verso Lucifer. Con voce incerta, Eva disse ad Amenadiel che guardava preoccupato nella camera da letto di Lucifer
"Lo comprendo, perché non vuole tornare. Io non ci voglio più andare. Meglio stare qui tra i vivi. Amenadiel devo confessare qualcosa. Subito dopo andrò via, mi dispiace ma tuo fratello lo trovo disgustosamente troppo innamorato di quella Chloe…"
Tossendo, Eva finì la bottiglia di tequila
"...qualche giorno fa, sono andata dalla detective, dicendole la bugia che sono incinta. Per questo motivo quella ingiunzione. Speravo che Lucifer sarebbe tornato con me all'inferno"
Nuovo colpo di tosse, ricordando l'angoscia che aveva percepito all'inferno. La paura per l'inferno, fu sostituita dalla paura di vedere un adirato Amenadiel andare minaccioso verso di lei. Con forza, l'angelo afferrò un polso di Eva, dicendogli con rabbia
"Tu eri il serpente dell'eden. Ora vieni con me da Chloe. Devi dirgli la verità, subito dopo ti consiglio di non incrociare mai più la strada con mio fratello Lucifer, altrimenti ti farà diventare ospite fissa dell'inferno"

Qualche ora dopo.

Linda entrò nella camera da letto, restando vicino la porta
"Lucifer sei sveglio?..."
Nessuna risposta
"...Lucifer se non mi rispondi, mi costringi ad aprire l'entrata della tana"
Una voce debole disse
"Un forte, si chiama forte. Cosa vuoi dottore?"
Linda sorrise
"Devo dirti qualcosa di molto grave che ha fatto Eva. Premetto che non ce nell'attico o al Lux. Lei …"

Nel soggiorno dell'attico, Chloe camminava avanti e indietro, con una voglia infinita di sparare o almeno picchiate Eva per quello che aveva provocato. Amenadiel le domandò, mentre Trixie nel balcone era rapita dalla vista mozzafiato
"Pensi sia un bene che sia qui?"
Chloe annuì di sì
"Il forte una idea di Trixie, quando si sente molto triste, volendo andare in un mondo dove va tutto bene. Amenadiel, da ora basta timidezza con Lucifer. Voglio essere sincera…"
Arrossi leggermente
"...Voglio dirglielo che l'amo. Non mi fa più paura il suo corpo diabolico. Amo tutto di lui. Spero solo sia in tempo"
Amenadiel stava per dirle che era in tempo, ma si fermò vedendo Linda tornare. La dottoressa disse a Chloe
"Puoi andare. Io e Amenadiel andiamo di sotto, nella camera degli ospiti. Se serve chiama, altrimenti mi godrò quel letto morbido"

Con Trixie accanto, Chloe entrò nella camera. La figlia disse entusiasta
"Per la miseria che forte magnifico. Mamma, dovremmo comprare dei cuscini grandi come quelli del divano di Lucifer"
Dal forte si sentì la voce di Lucifer, chiedere
"Trixie ti piace?"
La bambina si avvicinò all'entrata, dicendo con un gran sorriso
"Magnifico Lucifer. Possiamo entrare?"
Lucifer le disse con una voce molto debole
"Devi passare la prova del mostro"
Mettendo fuori un braccio bruciato. Chloe sperava che la figlia non si spaventasse, invece con sua sorpresa disse ridendo, accarezzando il braccio
"Ma quale mostro. Un mostro può essere Predator, Alien. Tu sei Lucifer, il mio amico, così importante per la mia mamma"
Lucifer ridacchio, portando dentro il braccio, dicendo a Trixie
"Tu puoi entrare"
Cosa che fece subito la bambina, chiedendo alla madre di passarle lo zaino di scuola che aveva portato. Ancora fuori, Chloe li sentì parlare tra loro. Poco dopo Lucifer chiese a Chloe, rimasta in piedi vicino all'entrata del forte
"Detective, vuoi entrare?"
Chloe sorrise
"Se mi permetti. Ricordandoti le parole di Linda"
Senti Lucifer chiedere a Trixie
"Tu pensi che si spaventa dal mio aspetto bruciato?"
Trixie gli rispose
"No, la mamma ti accetta come lo faccio io. Quella notte che avete litigato, la mamma piangeva dicendo che sei importante per lei, capendo che sei sempre Lucifer"
Trixie sussurro qualcosa che fece dire a Lucifer
"Sul serio? Gli mancò così tanto?"

Dopo qualche momento di silenzio, Lucifer si rivolse a Chloe
"Devi fare la prova del mostro anche tu"
Chloe si tolse le scarpe, la giacca, sciogliendo i capelli. Vide comparire il braccio bruciato di Lucifer, subito dopo, comparve la testa. Lucifer si sorprese del bacio che Chloe gli diede, dicendogli con un gran sorriso
"Aspettati tanti di questi baci"
Due forti braccia portarono nel forte Chloe.

Dentro il forte, Chloe doveva ammettere che era piuttosto comodo, anche se le uniche posizioni erano sedute oppure distese. Il colore chiaro delle lenzuola faceva entrare abbastanza luce dalla camera da letto.

Lucifer nella sua forma umana, era seduto con le gambe distese, con Trixie accanto che gli consegnava una barretta energetica di cioccolato
"Queste sono buonissime. Delle volte le metto in due fette di pane, deliziose. Ma da sole non sono male"
Lucifer annuì di si, allungando la barretta verso Chloe senza guardarla, che accettò.

Mezz'ora dopo, Trixie lasciò il forte per andare in bagno. Rimasta sola con Lucifer, Chloe fu portata dal re dell'inferno vicino a lui che era disteso sul fianco destro. Con delicatezza Lucifer le posò piccoli baci sul viso, dicendole quasi sottovoce
"Era una bugia? Tu mi vuoi con te?"
Chloe lo guardò con infinito amore, dicendogli con gli occhi lucidi
"Ti voglio sempre con me. Io ti amo, ti amo da sempre. Ti prego, considera la mia fuga dopo aver visto la tua faccia, come se ero in coma, non me stessa. Immaginiamo che sia tornata in me, quando avevo cercato di proteggerti dallo scoppio della bomba"
Lucifer le accarezzo la guancia destra, baciandola leggermente sulle labbra. Trixie sorrise quando tornando nel forte, lì vide distesi e abbracciati. Facendogli segno Lucifer con la mano, felice la bambina si trovò nell'abbraccio di loro due.

Un ora dopo.

Chloe si svegliò, sentendo la figlia dire
"Mamma non ti spaventare. Dobbiamo distruggere il forte, visto che il momento brutto non esiste più"
Vide Lucifer alzarsi in piedi sul letto, lanciando di lato i due lenzuoli che facevano da tenda. Liberati, Lucifer si stiracchiò come fece Trixie. La bambina saltò giù dal letto, dicendo a Lucifer e sua madre
"Ci sono tanti film belli in tv"
Lucifer le disse, mentre aiutava Chloe ad alzarsi anche lei in piedi sul letto
"Tu scegli il film. Io devo fare un lavoro di pulizia, di cose che non mi servono più"
Chloe non sapeva cosa volesse dire. Lo vide tornare dal bagno con un ampio sacco della spazzatura nero, dicendole
"Voglio buttare tutto quello che mi ricorda quando mi sentivo solo, meritevole di tutto il male. Per favore Chloe, intanto prepara dei popcorn. Ci sono un sacco di cose da mangiare in frigo. Mi sbrigo presto"

Lucifer gettò ogni giocattolo sessuale, abito da orgia, fruste, manette, oggetti più degni di una camera di tortura. Con cura, chiuse ogni medicinali forti, droghe nella cassaforte, vista Trixie in giro. Sorridendo, passò dietro il divano, dove Trixie e Chloe avevano rimesso i cuscini che erano serviti per il forte. Svelto, il re dell'inferno indosso una maglietta blu scura, scendendo nel Lux, dove la nottata era appena iniziata. Scalzo gettò il sacco della spazzatura nel bidone nel vicolo. Tornò nell'attico, bloccando l'ascensore, così da stare tranquillo con le sue donne preferite. Poco dopo era seduto in mezzo a loro, ridendo a un film comico.

Il giorno dopo, mattina.

Amenadiel, trovò con soddisfazione il forte distrutto. Delle risate lo portarono nel balcone. Seduto per terra, Lucifer con Chloe e Trixie giocavano a Monopoli. Vedendolo, Chloe gli disse
"Siamo tutti tre in vacanza, ma lunedì si torna al lavoro"
Lucifer mosse la sua pedina, dicendo al fratello senza guardarlo
"Tornò a essere il consulente civile di Chloe…"
Le sorrise avvicinandosi ancora di più a lei
"...facendo sapere a tutti che stiamo insieme"
Baciando Chloe che disse, arrossendo
"Perché tutti devono sapere che questo bel diavolo mi appartiene"
Lucifer aggiunse dopo un altro bacio
"Sono tuo Chloe, con il corpo e la mente"
Amenadiel li lasciò, tra baci di Chloe e Lucifer e le risate felici di Trixie.

Si continua con una altra storia….

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Capitolo 2
*** Dolcezza pepata.(1/2) ***


Era apparso Dio, fermando i suoi tre figli dal continuare la battaglia. Istintivamente, Michael arretro, immaginando tutta la rabbia di suo padre Dio per quello che aveva fatto. Amenadiel, invece sempre pieno di speranza, avanzò verso il padre Dio, per spiegargli perché aveva fermato tutto il pianeta Terra, non riuscendo più a sbloccarlo. Ma quel Dio, alzò la mano per fermare Amenadiel, avanzando verso Lucifer svelto, colpendolo con un fortissimo schiavo, facendolo volare dall'altra parte della centrale, atterrando proprio sulla scrivania di Chloe distruggendola.

Sotto gli occhi esterrefatti di Michael, Amenadiel e Maze che si era ripresa, quel Dio afferrò per il collo Lucifer, colpendolo con una sequela di pugni che la centrale tremo.

Quel pestaggio feroce continuò per qualche minuto, rendendo inutili tutti i tentativi di Michael, Amenadiel e Maze di fermare quel Dio impazzito. Quel Dio che si fermò, ma solo quando Lucifer era ormai un pezzo di carne sanguinante.

Totalmente incosciente, Lucifer non si accorse che suo padre Dio lo aveva afferrato per il collo, tenendolo bloccato con le spalle contro il muro, dove dall'altra parte c'era Chloe nella stanza delle prove.

Solo che quel Dio, voleva che Lucifer fosse cosciente, guarendo le sue ferite quel tanto da svegliarlo, dicendo con evidente odio
"Io ti condanno, per l'eternità, mai potrai toccare in alcun modo Chloe o Trixie, seppur la tua pelle sarà coperta, ogni tua vicinanza per loro dolore diventerà…"
Lucifer era terrorizzato, non credeva possibile che suo padre Dio fosse capace di tanto, dividendolo definitivamente dalla sua piccola famiglia. Il re dell'inferno cercò di liberarsi dalla mano destra del padre, sempre arpionata al suo collo, tenendolo contro il muro, ma fu tutto inutile, suo padre continuava nella maledizione
"...Il tuo tocco sia solo dolore per loro. Ti condanno fino a che non troverai un vice re dell'inferno degno, che non sia un angelico, un demoniaco o umano"
Lucifer urlò tutta la sua disperazione, un gemito dal suo cuore oramai frantumato, un lamento di dolore che scosse profondamente Amenadiel e Maze. Vicino la scala della centrale, Michael si copriva le orecchie, con una smorfia di dolore in faccia. L'arcangelo stava percependo un mare di paura, mista a dolore e disperazione che gli rimbombava nel cervello. Cercò di uscire dalla centrale, salendo le scale, ma rovino sui primi scalini, pregando di morire, così era intenso il dolore di suo fratello.

Ridendo, Dio lasciò andare Lucifer. Il re dell'inferno cade rovinosamente a terra, fissandosi le mani con la dolorosa consapevolezza che oramai era veleno per Chloe e Trixie, finendo scosso da singhiozzi di pianto.

Guardandolo divertito, Dio stava per dire qualcosa, ma si bloccò, fissando spaventato la scala della centrale. Un esausto Michael, seduto per terra vicino la scala della centrale, vide un altro Dio comparire in una nuova luce divina, seguito da padre Frank, quest'ultimo con una evidente aureola dorata sulla testa. Quel Dio vicino la scala, urlò a quel falso Dio
"Non sono io. Si tratta della mia ex moglie, la Dea"

Amenadiel non poteva credere che sua madre, potesse arrivare a tanto. Lucifer disperato, si aggrappò al falso Dio, supplicandolo
"Ti prego, se tu sei mia madre, una volta, una sola volta abbi pietà di me, toglimi questa maledizione"
Ma il falso Dio gli disse con voce femminile
"Mio caro figlio, non potrei farlo neanche se volessi, cosa che non voglio. Così capirai cosa vuol dire perdere le cose importanti, come divenire l'unica sovrana del paradiso"

Un furente vero Dio, si pose di fronte al suo doppio, quella ex moglie celata nelle sue fattezze, dicendole, mentre Lucifer era in ginocchio, scosso da singhiozzi di pianto, con le mani sulla faccia
"Dea, nulla può fermarti, vuoi troppo il potere del paradiso. Mia ex moglie ti invio in una prigione senza possibilità di fuga. La tua prigione eterna sarà il mio cuore, dove c'era l'amore per te"
Scomparendo in uno scintillio dorato quel falso Dio nel suo petto.

Con fatica, Michael tornò in piedi. Stava per dire qualcosa a suo padre Dio, ma si bloccò vedendo Lucifer, in via di guarigione dal pestaggio del falso Dio, correre nella stanza delle prove, intercettato da Amenadiel prima di aprire la porta, che quasi gli urlò
"Non farlo Luci, non farlo. Ti sarebbe impossibile non toccarla. Risparmiati questo dolore"
Lucifer appoggio la fronte sulla spalla destra di Amenadiel, sussurrando qualcosa all'angelo che sorrise amaramente, facendo segno al padre Dio di avvicinarsi.

Un devastato Lucifer, si voltò verso suo padre Dio, appoggiato ad Amenadiel, dicendo
"Papà, comprendo che non puoi togliere questa maledizione. Ti chiedo solo di accogliere questa mia preghiera…"
Lucifer guardò la porta oltre cui c'era Chloe
"...usa qualunque tua magia, per far credere a Chloe che le abbia detto che non l'amo, che mi sono solo divertito con lei. Che era un falso tutto l'affetto paterno verso Trixie…"
Lucifer chiuse gli occhi, lasciando che calde lacrime gli bagnassero le guance
"...Papà preferisco che mi odi, così potrà rifarsi una vita. Non voglio che si illuda minimamente di poter togliere questa maledizione. Ti prego papà devi farlo"

Dio appoggiò la mano destra sulla spalla del suo tristissimo figlio, annuendo di si, con Michael che credeva d'impazzire. L'arcangelo era abituato ai sentimenti fatti di paura, risentimento, dolore. Solo che i sentimenti che percepiva da Lucifer, erano più intensi, elevati alla massima potenza, un mare di ricordi felici che si frantumavano dolorosamente. Un immagine sciocco Michael, era come una foto che sfumo nella disperazione, Lucifer e Chloe che si baciavano in piedi su una spiaggia, guardati da una Trixie raggiante.

Come svegliato da un incubo, Michael percepii la sua mente sul punto di rompersi. Una rottura diventata realtà in un momento specifico. Fu quando Lucifer, dopo aver chiesto a Maze di vegliare su Chloe e Trixie, si rivolse a lui
"Michael prima di tornare all'inferno per sempre, ti chiedo scusa per averti rovinato la spalla destra con l'ala e quel segno sulla faccia. Ti perdono ogni male fattomi. Addio"
L'ultimo sguardo fu verso la stanza delle prove dove era ancora Chloe, scomparendo in una fiammata con un gesto.

Nello stesso istante, Amenadiel tornò accanto Linda e il figlio, guardando Maze correre nella stanza delle prove per stare con Chloe. Infine Dio con un gesto della mano, aggiusto tutto nella centrale, facendo ripartire il tempo, con Michael che corse via, spaventato da tutte le emozioni percepite.

Nei tre mesi che trascorsero, Michael era diventato un barbone, sopravvivendo con altri senzatetto sotto un vecchio pontile della spiaggia.

Amenadiel e Maze, gli unici a conoscere la verità oltre Michael, dovettero convivere con un mare di odio verso Lucifer, convinti tutti dalla magia di Dio, che l'unico scopo del re dell'inferno era fare sesso con Chloe, abbandonandola appena ebbe successo.

Molta consolazione Chloe e Trixie la trovarono in Ella, venuta a conoscenza di quel mondo tra paradiso e inferno, accettandolo, ma giurando vendetta contro Lucifer.

Un pomeriggio, sia Ella che Chloe, si trovarono al vecchio pontile sulla spiaggia, per indagare sulla morte di un senzatetto, trovato sgozzato proprio accanto al rifugio. Non potevano immaginare che un irriconoscibile Michael vedendo le due donne importanti per suo fratello Lucifer, stava cercando di allontanarsi, non volendo avere più nulla a che fare con i sentimenti di nessun tipo, trovando i senzatetto molto appaganti, con l'unica voglia di bere o mangiare.

L'arcangelo da mesi si trascinava sperando di finire la sua eternità, quasi non ricordando neanche di essere un angelo, come usare le ali o il suo potere.

Con passo svelto, Michael lasciò il suo rifugio sotto il vecchio pontile, arrivando al marciapiede vicino la strada. Con facilità si confuse tra dei grossi sacchi di spazzatura neri, oramai vestito di stracci, capelli lunghi oltre le spalle, barba non meno lunga, coperto da tanta sporcizia. Stava per correre lontano da quel luogo, quando un intenso odore di caffè lo bloccò. Non poteva sbagliarsi, era l'inconfondibile odore del caffè che si portava da casa Ella Lopez, forse l'unica cosa che aveva apprezzato quando cercava di prendere il posto di Lucifer. Vide la patologa versare nel bicchiere di un thermos quel caffè, seduta in una panchina pubblica. Quando la vide lasciare il thermos sulla panchina, chiamata per fotografare delle prove, Michael si avvicinò alla panchina, bevendo avidamente quel caffè caldo dal thermos. Con paura, Michael prima di svenire, percepì un terribile dolore allo stomaco.

Stanza d'ospedale. La mattina del giorno dopo.

Michael si svegliò, non avendo il coraggio di aprire gli occhi. Si tranquillizzò tastando qualcosa di morbido sotto di lui. Con cautela apri gli occhi, sentendo un intenso dolore allo stomaco e alla testa. Con sua sorpresa scoprì di essere in una stanza d'ospedale, completamente nudo sotto un leggero lenzuolo bianco, non percependo freddo essendo la stanza climatizzata. Si toccò i capelli, il viso trovandosi pulito.

Stava per richiudere gli occhi, quando sentì aprirsi la porta, vedendo una spumeggiante Ella entrare, dicendo all'arcangelo con un ampio sorriso
"Finalmente sei sveglio. Ben quattro giorni dormendo, ma forse ne avevi bisogno. Ricorda, non bere il caffè caldo così in fretta…"
Mostrandogli una grande busta di plastica bianca molto piena, che Ella appoggiò su una poltrona nella stanza. Con entusiasmo la Lopez mostrò a un sorpreso Michael, vari pantaloni, dolcevita, t shirt. Infine gli posò sul ventre un pigiama di seta blu scuro, dicendogli
"Tutto pagato da Amenadiel. Quel mascalzone di tuo fratello, il re infernale…"
Facendo una smorfia
"...almeno ebbe la buona idea di lasciare tutto ad Amenadiel…"
Ella alzò le spalle, come per allontanare la tristezza, continuando verso Michael
"...ora devi solo riprenderti. Non credere di essere solo. Solo non prenderla a male se Trixie e Chloe ti eviteranno, purtroppo la tua faccia gli ricorda troppo quel loco di tuo fratello. Ora vado, si deve lavorare. Torno domani che sarà domenica. Trascorrerò tutta la giornata con te..."
Lo bacio sulla guancia destra
"...se necessiti aiuto per mettere il pigiama, chiama una infermiera. A domani"
Per Michael fu come una ventata di aria fresca, dicendo in un sussurro quando ormai era andata via
"Resta ti prego"

Il giorno dopo.

Quasi a mezzogiorno, Michael si acciglio, spostando di lato il tavolino con sopra il vassoio del cibo. Ella non si era vista, facendolo sentire un po' abbandonato.
Ancora un po' debole, si alzo dal letto, guardandosi nel riflesso della finestra. Ammise che Ella aveva buon gusto, scegliendo un pigiama che gli piaceva. Crollando nuovamente in mille dubbi, tornò a quei sentimenti di paura, incertezza su cosa fare. Il dubbio soprattutto di cosa fare, non volendo tornare in paradiso, neanche tra i senzatetto.
Sentendo aprire la porta, spero fosse Ella, invece vide entrare Amenadiel con un ampio sorriso. Quell'atteggiamento sembrò strano a Michael, che gli disse, cercando di non fargli capire che era debole
"Vuoi finire quello che stavamo facendo nella centrale di polizia?"
Amenadiel, con grande sorpresa di Michael lo abbraccio, dicendogli mentre non gli permetteva di staccarsi
"Michael basta con tutto questo malcuore. Nostro padre Dio ha detto che quel giorno alla centrale, sei riuscito nel comprendere tutto quello che provava nostro fratello Luci"

I ricordi inondarono di emozioni Michael, chiedendo ad Amenadiel
"Come faccio a liberarmene?"
Amenadiel accarezzo le spalle del fratello, sentendolo scosso da singhiozzi di pianto, cercando di dargli un po di conforto, dicendogli
"Accetta tutte le emozioni che senti. Non contrastarle. Michael, comprendi finalmente, la verità che siamo cresciuti pensando gli esseri umani come un obbrobrio di nostro padre, invece noi siamo sempre stati un obbrobrio tra le mani di nostra madre, quella arpia. Tu purtroppo se capitato con il potere più difficile, che ti aveva asciugato tutti i sentimenti belli, anche quelli tristi ma per malinconia, non odio. Pensa questo periodo come un rito di passaggio"

Michael si staccò dall'abbraccio del fratello, stendendosi nel letto supino, stanco ma volendo capire, anche accettare i sentimenti piacevoli, divertenti che percepiva.

Come non succedeva da eoni, Michael e Amenadiel parlarono amichevolmente un po di tutto. Ancora molto debole, senza accorgersene, Michael si addormento, facendo tenerezza ad Amenadiel, non perché poteva sembrare Lucifer, ma perché era Michael, un fratello che non immaginava quanto fosse solo e triste.

Michael si svegliò, sentendo un lieve russare. Guardando alla sua destra, scopri Elĺa Lopez che dormiva rannichiata al suo fianco. Le piaceva quella piccola donna, che comunque tutto sperava sempre nel futuro. Sorridendo, Michael tornò nel sonno.

Ella si svegliò al suono della sirena di un'ambulanza fuori l'ospedale, scoprendo dall'orologio appeso alla parete nella stanza che erano quasi le cinque di mattina. Il giorno prima, era corsa all'appartamento di Chloe, la sua amica, rotta da una crisi di pianto, dopo aver trovato nel suo armadio una camicia di Lucifer, aveva bisogno di lei, molto più di Michael. Appena Chloe si era un po' calmata, lasciandola nelle mani di Linda, era corsa in ospedale da Michael, trovandolo immerso nei sogni.

Ella non sapeva spiegarlo, ma Michael che era così meno chiuso di Lucifer, gli aveva ispirato molta empatia, sentendosi a suo agio dormendo con lui nello stesso letto. Con delicatezza, Ella pose una mano sulla guancia sinistra di Michael, decidendo di conoscere meglio quel fratello di Lucifer.

FINE PRIMA PARTE….

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Capitolo 3
*** Dolcezza pepata.(2/2) ***


Quattro mesi da quando Lucifer era tornato all'inferno, per la maledizione della madre la Dea.

Inferno.

Il ladro Lee Garner era felice che re Lucifer l'avesse tolto dal suo loop, dove era ucciso continuamente nel suo lussuoso mega yacht. Ma consapevolmente non si sentendosi pronto per andare in paradiso, re Lucifer decise di dargli un incarico nell'inferno. L'incarico di Lee era come supervisore per lo smistamento delle anime dannate. Il ladro, oltre piacergli quel lavoro. Trovava inoltre molto comodo non avere più bisogno di mangiare, bere o altre necessità umane, dandosi completamente al suo lavoro. Una fermezza, nello svolgere bene il suo lavoro che portò a Lee l'apprezzamento dei demoni suoi sottoposti.

Durante una di quelle giornate, un demone donna plano con le due ali da pipistrello, qualche passo lontano Lee. La demone gli disse indicando la torre nera vicino all'altissimo trono di Lucifer, dove alloggiava il re "Lee, devi andare dal re. Poco fa due suoi fratelli angeli gli hanno portato delle scatole di carta. Ora siede per terra tra quelle scatole piangendo" Un po' titubante, era sempre il re dell'inferno, Lee annuì di sì, lasciando il lavoro a un suo sottoposto.

Con cautela si avviò alla torre, ogni tanto asciugando i palmi delle mani sudate sul vestito di pelle nera indosso. Quando il sarto dell'inferno gli aveva mostrato quel vestito, una specie di armatura leggera, fatta con la pelle dei draghi morti vicino le pozze infernali, Lee era certo di non riuscire neanche a muoversi. Invece si trovò benissimo, fresco e con una mobilità maggiore.

Nel suo cammino verso la torre, Lee si fermò, guardando in un burrone alla sua destra. In fondo, c'era una fila di piccoli umani in attesa di fronte una porta. Dopo essere entrati una alla volta, usciva sempre da lì, un demone o una piccola luce che saliva in cielo, andando in paradiso. Quella era la stanza delle piccole anime, un'idea di Lucifer, appena terminò di sedare la rivolta che lo aveva riportato all'inferno, sterminando ogni demone selvaggio, anche solo d'accordo con il demone Dromos. Perché re Lucifer, remore del lavoro svolto con Chloe, aveva scoperto che tante volte, le piccole anime, si macchiavano di qualche crimine non solo perché in fondo demoniache. C'erano delle piccole anime che solo per disperazione, altre volte obbligate da anime veramente demoniache, commettevano qualche crimine. Per non far soffrire quest'ultime anime veramente innocenti, Lucifer aveva fatto preparare una stanza speciale. Sulla porta della stanza aveva posto un cristallo bianco del paradiso, portato da Azrael. Passando sotto il cristallo le anime morte prima dei sedici anni, il cristallo trasformava in demoni le anime senza possibilità di redenzione. Mentre il cristallo, con le anime senza colpe, le inviava direttamente in paradiso, liberandoli da qualunque colpa. Lee, guardando ogni volta quella stanza, provava un enorme orgoglio per Lucifer, ricordando che era un re capace di buone azioni.

Giunto di fronte la porta di legno della torre, Lee busso appena. Da dentro si sentì la voce di Lucifer gridare
"Andate via!"
Lee tossi, dicendo con un po' di paura
"Mio Signore, volevo informarvi come procede la stanza dei bambini"
Con voce rotta dal pianto Lucifer gli diede il permesso di entrare.

Il ladro vide il re dell'inferno seduto per terra, con delle scatole di cartone intorno a lui. Sorpreso soprattutto come era ridotto. Da quando era tornato dalla Terra, Lucifer si era chiuso nella torre, urlando e piangendo per giorni. Quando si era deciso a uscire, divenendo nella sua natura da diavolo, aveva lasciato che il suo elegante vestito venisse distrutto, restando solo uno straccio intorno la vita che erano stati i pantaloni.

Con un sorriso amaro, occhi rossi con lacrime che scorrevano senza fine, una lunga barba nera e capelli altrettanto lunghi, Lucifer alzò verso Lee la bottiglia di whisky nella mano destra, dicendo
"Ti perdono, perdono la tua menzogna. Eccomi, ecco l'ormai distrutto re. Queste…"
Indicando le numerose scatole di cartone
"...Sono tutti gli oggetti che Chloe, Trixie, Linda, Ella è persino detective stronzo Dan non volevano più, ricordando me, il traditore, il re della menzogna. Michael e Amenadiel hanno pensato bene di salvarli, portandomeli. Perché mio fratello, l'angelo Amenadiel, crede che un giorno la mia maledizione sparirà…"

Bevete dalla bottiglia, ridendo amaramente con lo sguardo perso nel nulla
"...Mio fratello Michael voleva aiutarmi, per rimettermi in sesto, ma perché? Io sono condannato alla solitudine. Non sono degno di essere felice…"
Nuove lacrime
"...stavo per dire quelle tre parole...Chloe, io ti amo...invece…"
Guardò Lee in piedi vicino la porta, dicendogli
"...siediti. Voglio raccontarti di Chloe, Trixie, la dottoressa, mio nipote…"
Da una scatola tirò fuori una decorazione natalizia, un fiocco di neve bianco fatto con perline, fissandolo intensamente, dicendo a Lee
"Il mio ultimo Natale con Chloe e Trixie. Alla vigilia, io con Trixie ho fatto questo. Ero così felice. Mi sentivo in famiglia"
Con pazienza Lee rimase ad ascoltare, per l'ennesima volta, il racconto del re, sulla sua vita prima.

Un mese dopo. Los Angeles. Appartamento di Ella.

Mille dubbi stavano bloccando Michael. Li di fronte la porta dell'appartamento di Ella, non sapeva decidere se bussare oppure andare via.

Due giorni prima era stato dimesso dall'ospedale. Periodo nel quale Ella era stata sempre accanto a lui, diventando amici. Erano diventati così amici, che Ella gli aveva proposto di diventare il suo coinquilino "Nel mio appartamento ce una camera da letto che non uso. Sarebbe bello averti li con me. Io sono certa che tu sei un nerd come me"

Un po titubante aveva accettato, pagando tutto Amenadiel. Solo che quel giorno, con la valigia in mano, ebbe improvvisamente paura. Paura di sbagliare qualcosa, troncando l'amicizia con Ella, per la quale provava dell'amore. Stava per andare via, quando proprio Ella arrivo con delle buste di plastica, dicendogli con un ampio sorriso
"Mi sono accorta solo poco fa che non avevo niente da mangiare. Ma non ti preoccupare, avrai la tua chiave dell'appartamento"
Michael stava per dirle che andava via, ma Ella gli diede da tenere le buste della spesa, dicendogli mentre apriva la porta
"Preparati. Questa notte maratona di film di Star Trek. Credo che la flotta stellare ti piacerà"

Da quel giorno Ella per Michael fu una rivoluzione esistenziale. A poco a poco, in qualche mese, Ella è Michael si curarono a vicenda le ferite del cuore, restando sempre nell'animo di Michael il peso di non poterle dire che Lucifer non aveva ingannato nessuno.

L'amicizia di Ella tirò fuori dal suo guscio Michael, introducendo quell'angelo nel suo mondo nerd, scoprendo con suo stupore Michael che gli piaceva.

Pur di stare con Ella, o almeno vicino, Michael riuscì a ottenere in poco tempo, grazie alle amicizie di Lucifer una laurea in economia e commercio, non una falsità, eccellendo in tutto quello che era matematica. Con quella laurea, l'arcangelo fu assunto nell'ufficio contabilità della centrale di polizia, proprio accanto l'edificio dove lavorava Ella.

Quell'amicizia era ogni tanto guardata con tristezza da Chloe, immersa in un lavoro d'ufficio non volendo più andare sul campo.

Lucifer era da un anno e mezzo tornato all'inferno per colpa della maledizione.

Un lunedì mattina, Michael era seduto in un fast food in attesa di Ella. Aveva deciso di dirle tutta la verità su Lucifer. Sentiva che era d'obbligo farlo, essendo da circa due mesi in una relazione che rendeva felice Michael. Una relazione affettiva e sessuale che aveva fatto scoprire a Michael perché Lucifer era così disperato all'idea di allontanarsi da Chloe.

Una allegra Ella, entrando nel fast food mezzo vuoto, visto che era lunedì mattina, saluto Michael, dicendo
"Michael amore"
Baciandolo appassionatamente prima di sedersi dall'altra parte del tavolo. Subito Ella tirò fuori da una delle sue multicolori borse un piccolo libro molto antico, dicendo a Michael mostrandogli due pagine specifiche "Ti ricordi quando mi hai detto che il bugiardo infernale, non può essere tirato fuori dall'inferno, rinchiuso in una gabbia, senza che abbia un vice?..."
Michael annuì di sì, le aveva detto quella piccola bugia, per placare le sue richieste di vendicarsi del re dell'inferno. In fondo, l'arcangelo pensò che era vero, la maledizione di sua madre poteva essere rotta solo trovando un vice degno per il trono dell'inferno. Ella gli indicò una formula magica in latino
"...era nella libreria dell'attico. Si può creare un vice degno…"
Si indicò con un ampio sorriso
"...che sarà ai miei ordini. Quando questo lupo mannaro alato ai miei ordini, arriverà all'inferno, io chiamerò Lucifer in una gabbia magica facendogli pentire quello che ha fatto"
Michael era senza parole. La sua dolcezza pepata aveva trovato il modo di liberare Lucifer, di riportarlo da Chloe e Trixie. Stava per dirlo a Ella ma si bloccò. Voleva parlarne con suo padre Dio e Amenadiel. Si alzò dalla sedia, baciando Ella che gli domandò
"Ma vai via? Cosa volevi dirmi?"
Michael la guardò con infinito amore, accarezzandole i capelli, cercando una scusa, sperando in seguito lo potesse perdonare
"Nulla, volevo solo passare del tempo con te. Purtroppo devo andare"

Era quasi fuori, quando Ella lo raggiunse, dicendogli sottovoce
"Stanotte e domani sono alla villa sulla spiaggia di quel mascalzone di Lucifer. Provo questo incantesimo"
Nuovo bacio di Michael che comprese doveva far presto.

Qualche ora dopo. Inferno.

Lucifer seduto sull'alto trono infernale, guardò per l'ennesima volta la foto di lui chiuso in un abbraccio di Chloe e Trixie. Gli mancavano immensamente, ma trovate un vice degno era impossibile. Improvvisamente vide planare di fronte a lui un lupo mannaro con due grandi ali di pipistrello. Prima che potesse dire qualcosa, scomparve dal trono, mentre il lupo mannaro si sedette.

Los Angeles. Soggiorno della villetta sulla spiaggia di Lucifer.

Il re dell'inferno si trovò rinchiuso in una piccola gabbia, nel quale poteva stare solo all'impiedì, riconoscendo il soggiorno di una sua villa sulla spiaggia. I mobili erano stati spostati ai lati, mettendo la gabbia nel centro. Con forza, Lucifero tentò di uscire dalla gabbia, scoprendo che era pervasa di magia. Nulla poteva oscurare la felicità che provava. Con sua infinita gioia, la maledizione era stata spezzata. Però la sua sorpresa fu ancora più enorme, quando vide Ella entrare nel soggiorno della villa, con in mano un lungo bastone di ferro dalla punta arroventato, dicendogli con una risata
"Ma sei il re dell'inferno o un cavernicolo?..."
Guardandolo bene
"...anche nella sciatteria tu, infido re dell'inferno, sei gemello di tuo fratello Michael…"
Tornando seria
"...Ma ora devi pagare il tuo inganno a tutti"
Lucifer non voleva perdere nuovamente tutto, men che meno per mano di Ella, per lui quasi una sorella, cercando di spiegarle
"Ella ti prego, ascoltami"

Di fronte la gabbia comparve Michael, che disse a Ella con le braccia alzate
"Amore mio ti prego ascoltami…"
Lucifer era confuso, non potendo proprio immaginare suo fratello innamorato
"...guardalo, non sembra quell'imbroglione. Facciamolo pulire, rimettere apposto, dopo io stesso farò un video mentre lo torturi. Per farlo vedere a tutti..."
Indicò la porta, dove entrò Maze, Impugnando nelle mani i coltelli demoniaci
"...lei ci aiuterà, tenendolo a bada"
Ella annuì di si. Mentre Michael apriva la gabbia e Maze teneva occupata la patologa parlando dei modi di ferire il re dell'inferno, il fratello di Lucifer gli disse a bassa voce
"Non dire niente. Si la maledizione non ce più. Ma a nostro padre Dio serve del tempo, per togliere la magia su tutto il mondo, convinti che sei un mascalzone. Soprattutto lui con Amenadiel,devono spiegare tutto a Chloe, Trixie e Linda. Quindi fai il bravo, vai con Maze in una delle camere per rimetterti in sesto"
Lucifer, sempre sottovoce, gli disse
"Ma dovete spiegarlo anche a Ella. Vuole farmi del male"
Michael abbassò lo sguardo
"Lo farò io. Spero solo di non perderla"

Mezz'ora dopo.

Michael si avvicinò alla porta della camera, dentro cui Lucifer si stava rimettendo apposto. Maze in piedi accanto la porta gli domandò
"Non sei riuscito vero?"
Michael annuì di si
"Sono terrorizzato di perderla. Non so cosa farei senza di lei"
Maze scosse la testa, non riconoscendo più l'arcangelo suo complice senza cuore. La voce di Trixie che urlava
"Lucifer!"
Gli impedì altre parole, vedendo Lucifer aprire la porta, in un suo completo blu, rimesso a nuovo, correre verso la bambina abbracciandola. La bambina nascose il viso nel suo collo, piangendo
"Non ci avevi ingannato, non ci avevi ingannato"

Lucifer si ritrovò ad abbandonarsi alle lacrime, dicendo alla bambina con il cuore colmo di felicità
"Mai ti avrei ingannata. Era l'unico modo. Padre mio quanto mi sei mancata"
Poco più in là, Michael si commosse, vedendo arrivare Chloe, unendosi a quell'abbraccio famigliare. Lucifer, sempre con in braccio Trixie, disse alla sua amata detective
"Chloe, ti amo, ti amo. Voglio dirtelo miliardi di volte al giorno"
Nuovo abbraccio comune di quella piccola famiglia.

Ella era sorpresa di vedere Chloe e Trixie così affettuose con Lucifer. Stava per dire qualcosa quando accanto a lei comparve Dio che le disse con un sorriso amichevole
"Ella, vorrei spiegarti ogni cosa. Puoi venire con me in balcone?"
Ella annuì di si, mentre Amenadiel e Linda, con in braccio il figlio arrivarono.

Poco dopo.

Preoccupato, Michael attendeva che suo padre con Ella, tornassero dal balcone. Non era solo, con lui Lucifer e Amenadiel. Per non turbare Trixie e il figlio di Linda, Chloe li aveva portati con la psichiatra sulla spiaggia. Quando rientrò solo Dio, subito Michael provo una enorme tristezza, sicuro che il suo cuore si sarebbe spezzato.

Nel balcone, Ella seduta in un divano bianco di vimini, cercava di smettere di tremare. Aveva compreso, dalla spiegazione di Dio cosa era successo, che anzi Lucifer si era sacrificato per tutti loro, facendosi credere un mascalzone. La voce di Michael la fece sussultare
"Dolcezza pepata, mio padre ha detto che vuoi dirmi qualcosa"
Alzando lo sguardo, Ella disse a quell'angelo che attendeva con ansia le sue parole
"Devi andare via dell'appartamento entro domani"
Michael rientrò nella villetta, tornando subito, sedendosi accanto a Ella, sorpresa di vederlo poggiare tra loro due, uno dei coltelli demoniaci di Maze, dicendogli con gli occhi lucidi
"Eri decisa nel torturare Lucifer. Puoi farlo con me, portandomi alla morte con questo coltello. Perché senza di te non voglio vivere. Ella non ti ho detto mai una bugia. Tu conosci anche i miei peccati di odio verso gli esseri umani, sai di come rovinai la vita di Lucifer. Solo questo asfissiante segreto portavo come un peso nel cuore. Grazie a te conosco il significato delle parole dignità, felicita ma soprattutto amore. Tu per me sei come il sole, una dolcezza pepata dopo tanto amaro nel mio cuore…"
Con titubanza le posò la mano sinistra sulla spalla
"...Ma se vuoi allontanarmi da te, sii misericordiosa, uccidimi. Senza di te non vedo futuro"
Ella lo guardò, sentendo la rabbia diminuire a poco a poco.

Poco dopo.

Preoccupato, Lucifer entrò nel balcone quando Maze le disse che Michael le aveva chiesto in prestito un suo coltello. Sollevato, vide Michael e Ella abbracciati, intenti in un appassionato bacio. Non voleva farli smettere, tornando nella villa, intento con gli altri, anche suo padre Dio, nella preparazione di una cena in famiglia.

Un'ora dopo. Mentre erano tutti a tavola.

Michael e Ella arrivarono nella sala da pranzo mano nella mano. Dio si alzò da capotavola raggiungendo Ella che bacio sulla fronte
"Vedo che vuoi continuate nella tua storia d'amore con Michael"
Ella abbassò lo sguardo arrossendo, molto di più sentendo dire a Michael "Lei vuole essere la mia regina della mia vita"

Timidamente Lucifer con accanto Chloe si avvicinò, dicendo a Ella "Ella posso allora sperare che tu ci abbia perdonato?"
Ella abbraccio Lucifer e Chloe, dicendogli visibilmente più tranquilla
"Certo che vi perdono. In fondo era tutto fatto per amore"
Chloe le disse con un sorriso raggiante
"Ella tu sei una preziosa amica. Ma da oggi ti considero come una sorella"
Commossa Ella l'abbraccio. Ma Dio dovette tornare alla realtà. Prese la mano destra di Ella, dicendole, mentre percepiva la preoccupazione di Michael per quel gesto, volendo ulteriormente dimostrare a tutte due quanto si amavano
"Ella ora devi prendere una decisione. Essendo solo Lucifero in connessione con l'inferno, può gestire il lupo mannaro alato anche da qui…"
Lucifer sorrise felice a Chloe anch'essa sollevata che non dovesse tornare in quel posto che odiava
"...Ma se vuoi mantenere il potere, dopo la cena Michael andrà all'inferno per sei mesi terrestri. Dopo Amenadiel e così via"
Ella scosse la testa abbracciando il braccio di Michael, contento di quella dimostrazione di amore
"Lui resta qui"

Rimettendo la mano in quella di Dio, sopra cui Dio appoggiò quella di Lucifer. Dio disse a Ella
"Pensa mentalmente questa frase: cedo la proprietà del lupo mannaro a Lucifer"
Ella eseguì. Una luce si spostò dalla sua mano a quella di Lucifer che disse
"Tutto fatto"
Mezz'ora dopo.
Dio guardò Ella seduta sulle gambe di Michael che si baciavano, dicendo ad Amenadiel alla sua destra
"Non credevo mai possibile, Michael che sembrava destinato all'oscura parte dei sentimenti, invece conosce la luce dell'amore grazie a un'umana, come te Amenadiel o Lucifer"
Amenadiel annuì di si, guardando Lucifer che ascoltava attentamente Trixie che gli spiegava qualcosa, più in là Linda parlava con Chloe, intenta nel far giocare con una sua mano il figlio della psicologa, dicendo a Dio suo padre
"Papà oramai il vero amore, i veri sentimenti possono fare di tutto"

Fine...verso l'ultima storia...

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Capitolo 4
*** Bambole e pannolini. ***


Questa storia, questa favola inizia quando l'eroe può finalmente tornare alla sua amata, almeno crede. Andiamo con ordine.

Dio comparve nella centrale di polizia con un unico scopo, portare via Lucifer. Informò il re dell'inferno, tra lo stupore di Amenadiel e il sorriso compiaciuto di Michael, che lui avrebbe sposato la figlia una Dea, regina dell'universo dal quale arrivò la Dea sua moglie. Solo facendo quell' accordo ebbe modo di sposare la madre di Lucifer. Senza lasciare modo di dire qualcosa, Lucifer si trovò in paradiso. Nei giorni a seguire Lucifer tentò più volte di fuggire per tornare sulla Terra, ma ogni volta veniva ripreso.

Alla fine Lucifer giunse all'altare per le minacce della madre della Dea che doveva sposare, una strega molto potente nel suo universo. La minaccia di far del male a Chloe e Trixie se non sposava la figlia.

Ma il giorno delle nozze, con sorpresa di tutti, la Dea rivelò che amava Michael, volendo sposare l'arcangelo, che confesso a sua volta di amarla da sempre.

Liberato dal giuramento, Lucifer si precipitò nella sacrestia della cattedrale nel paradiso, mentre si svolgeva il matrimonio della Dea e Michael. Era felice di poter tornare da Chloe e Trixie. Ma qualcuno non voleva permettermelo. Entrò nella sacrestia la madre della Dea.

Da qui inizia la storia, la favola.

Lucifer sorrise alla madre della Dea, mentre si toglieva la cravatta, la giacca, dicendole
"Come vede ogni patto non significa nulla. Sua figlia non voleva altro che Michael"
La strega ridacchio, sedendosi su una sedia di legno, discorrendo
"Si, convengo con te, mia figlia può dirsi felice. Certo ogni accordo tra noi finito. Io non posso fare nulla alla tua bella umana con la figlia. Entro stasera devo tornare nella mia realtà. Ma sai, io non amo lasciare cose in sospeso..."
Lucifer alzò le spalle mentre indossava una sua giacca, sussultando quando trovò la strega vicinissima che gli disse
"...tu sei solo un bambolotto. Quello che diventerai. Ti maledico re dell'inferno. Una maledizione che solo l'amore senza nulla da guadagnare può far terminare, l'amore di Chloe o Trixie devi trovare"

Lucifer fu circondato da un fumo nero che lo inghiotti. Con calma la strega si abbassò prendendo con la mano destra un bambolotto riproducente un troll nordico. Un bambolotto buffo, tozzo e panciuto. Ridendo la strega disse a quel bambolotto che era Lucifer
"Vedrai, proverai qualunque. Prega se sei capace, prega che loro ti vogliono così tanto bene. Vai nel mondo"

La porta della sacrestia si aprì, proprio mentre la strega lanciò il bambolotto in una apertura. Dio tentò di riprendere il figlio, ma vedendolo ormai perso, cercò di aiutarlo, gridando nell'apertura, mentre tratteneva la strega
"Tu sia a Los Angeles. Figlio spero di rivederti per chiederti perdono"
La strega rise istericamente, urlando
"Dio, se tu o altri tentate di dirglielo alle due umane, di cercarlo specificatamente, il caro Lucifer bambolotto rimarrà per sempre in questo stato…"
L'ultima cosa che sentì Lucifer fu sempre dalla strega
"...sei spacciato"
Chiudendosi l'apertura.

Los Angeles. Mattina. Spiaggia.

Un uomo stava cercando con un metal detector qualcosa di prezioso nella sabbia. Con una smorfia, raccolse dalla sabbia un piccolo bambolotto di un troll. Lo gettò nello zaino sulle spalle, sperando di recuperare qualche centesimo.

Poco dopo, il cercatore di cose preziose, mostrò il suo tesoro al proprietario di un negozio di roba usata. Per tutto, il cercatore accettò pochi dollari. Il proprietario del negozio, gettò il bambolotto troll in una cesta con altri giocattoli mal mesi.

Una settimana dopo.

Lucifer aveva oramai perso la speranza che Chloe o Trixie lo trovassero. Non fece quasi caso quando un ragazzino lo comprò, con il solo scopo di venire colpito da sassi lanciati dalla sua fionda.

Una pioggia scrosciante salvò Lucifer bambolotto da altri colpi di pietra. Il ragazzino corse via, lasciandolo per terra, nel fango di un terreno incolto vicino la spiaggia. Unica piccola consolazione di Lucifer essere in una posizione che gli permetteva di vedere il cielo.

Dopo il temporale.

Un cane annuso il bambolotto. Poco dopo arrivò un barbone che accarezzo la testa del cane, dicendogli
"Bravo Jaki. Qualcosa ci faremmo"

Il barbone lavo nell'acqua di una fontanella il bambolotto, facendo rabbrividire Lucifer.

Il barbone diede il bambolotto alla bancarella di un mercatino delle pulci, in cambio di un panino al formaggio. Gettato nuovamente tra altri giocattoli mezzi rotti, Lucifer si attaccava con tutto se stesso ai ricordi felici per non impazzire.

Paradiso. Ufficio di Dio.

L'ufficio di Dio era veramente minimal. Un'ampia stanza delle pareti color avana, pavimento di marmo così bianco che sembravano nuvole. La scrivania, di cedro scuro, non era immensa come ti aspetteresti dall'ufficio di Dio, ma normale. L'unica cosa che ricordava un po' la regalità di Dio era una poltrona dietro la scrivania. La poltrona sembrava un trono dalla forma. Di fronte la scrivania due sedie imbottite e un divanetto proprio sotto la finestra che mostrava un viale del paradiso.

Amenadiel seduto in una delle due sedie di fronte la scrivania, più volte nella sua mente aveva classificato tutto in quell'ufficio. Una tecnica di Linda per distogliere la mente quando si sente l'ansia crescere. Eccome era ansioso Amenadiel. Subito dopo il matrimonio di Michael con la Dea, suo padre gli aveva rivelato cosa aveva fatto la strega, in pratica suocera di Michael.

Lui, Amenadiel era rimasto basito di quanto, suo padre Dio, fosse sembrato fin troppo calmo. Non potendo più resistere, aveva deciso di dirgliene quattro. Solo che Amenadiel non si aspettava di vedere entrare nell'ufficio suo padre in pantofole, pigiama e vestaglia. Con in mano un bicchiere di qualcosa di alcolico, un trasandato Dio, con i capelli scompigliati, gli occhi cerchiati di rosso, disse a un sorpreso Amenadiel, dopo essersi seduto dietro la scrivania
"Amenadiel, non avevo mai provato questa opprimente sensazione qui al petto"
Amenadiel gli propose un possibile perché
"Padre potrebbe essere rimorso? Senso di colpa? Verso Lucifer?"

Dio si appoggiò allo schienale della poltrona sospirando, passandosi la mano destra tra i capelli, quasi urlando
"Si, si può essere…"
Tornando a un tono normale
"...era così facile decidere per Samael quando lui era lontano da me. In cuor mio, lo ritenevo poco degno del mio perdono. Meno che meno volevo concedergli un mio minimo apprezzamento. Ti giuro non credevo neanche si trovasse con Chloe. Pensavo fosse un esperimento fallito, almeno lo pensavo quando Chloe sposò un altro, facendo una figlia. Invece Chloe con la figlia sono diventati la miglior cosa per Samael. La bambina ha fatto cadere ogni sentimento di odio o tristezza da Samael"

Amenadiel batte la mano destra sul bordo della scrivania, dicendo accigliato al padre
"Ti giuro padre, mi piacerebbe restare per ore ad ascoltarti confessare ogni cattiveria fatta a Lucifer. Ma se non ti dispiace, vorrei trovare un modo per farlo trovare da Chloe e Trixie...soprattutto ora con Chloe in quello stato..."
Sentendosi sommerso dalle contraddizioni, dai problemi, Amenadiel di appoggiò allo schienale della sedia imbottita, dicendo con esasperazione
"...Ma per la miseria, quando finalmente mio fratello potrà essere felice senza intoppi? Anche Michael ora in luna di miele a una sua vita sentimentale"
Dio alzò le braccia, facendoli ricadere sconfitto sui braccioli della poltrona, chiedendo ad Amenadiel
"Cosa intendi per: soprattutto ora con Chloe in quello stato? Forse Chloe sta male?"

Amenadiel scosse la testa, accennando un mezzo sorriso
"Diventi nuovamente nonno. Chloe porta in sé il figlio di Lucifer, oramai da cinque mesi…"
Amenadiel tornò triste
"...ma non vuole più saperne di tutti noi. Papà l'abbiamo esasperata. Come da tuo ordine pensa che Lucifer, non dovendo sposare quella Dea, sia tornato all'inferno"
Dio bevete in un solo sorso il liquido ambrato nel suo bicchiere, dicendo ad Amenadiel con una mezza smorfia
"Non mentono gli umani, per un attimo dimentichi la preoccupazione bevendo del whisky, raschiando bene la gola"

Dio sobbalzo quando Amenadiel si alzò dalla sedia, dicendo esasperato
"Dobbiamo trovare un modo per aiutarlo. Papà non possiamo stare qui senza fare niente!"
Dio sorrise amaramente, dicendo mentre fissava il bicchiere nella sua mano
"Non possiamo fare nulla. Solo aspettare, in modo terribile aspettare. Che ingiustizia, come vorrei anche io un Dio da pregare"
Calò un silenzio greve nell'ufficio.

Los Angeles. Mercato delle pulci.

Lucifer capì fin troppo bene le parole del personaggio Jessie, nel film della Disney, Toy Story 2. Quando la bambola rivelò esasperata, come a tutti i giocattoli riposti in uno scatola chiusa, sentono soprattutto la mancanza del sole.

Una mattina, Lucifer ringraziò che la giornata sulla bancarella del mercatino delle pulci era molto luminosa. Un sole molto forte era proprio nella scatola dove si trovava. Con poca attenzione, Lucifer non fece caso a un bambino che lo comprò, dicendo alla madre lì accanto
"Si scioglierà per il mio esperimento di chimica domani"

Giorno dopo. Mattina. Laboratorio di chimica della scuola.

L'esperimento di chimica era usare minime quantità di acidi diversi, sciogliendo pezzetti di plastica. Ma il bambino, con altri compagni, voleva usare gli acidi tutti in una volta sul bambolotto. Lucifer dopo un iniziale panico si rassegno, sperando che lo sciogliessero del tutto.

I bambini divertiti, gettarono sulla mano destra del bambolotto una goccia di acido, provocando un buco. Nel silenzio del suo stato, Lucifer urlò dal dolore, dicendo cose da far arrossire l'inferno. I bambini avevano deciso di staccargli quel braccio con altre gocce di acido, quando la voce dell'insegnante li fermò. Stizzito, l'insegnante prese con disgusto il bambolotto, gettandolo nella spazzatura mentre rimproverava gli alunni.

Poco dopo.

Il bidello senza accorgersene, lasciò cadere il bambolotto Lucifer dietro l'armadio dell'aula di chimica, mentre svuotava il cestino della spazzatura.

Il giorno dopo.

Una penna colpì in faccia il bambolotto Lucifer. L'insegnante disse a qualcuno
"Cerca di riprendere la penna dietro l'armadio. Ecco dimostrato il principio che permette a un elemento come un elastico di lanciare un oggetto"
Una mano, raccolse oltre la penna anche il bambolotto, prendendolo per la testa, coprendo gli occhi. Così il bambolotto Lucifer si trovò buttato in uno zaino di scuola.

Alla fine delle lezioni.

Una voce, una voce che Lucifer credeva di non sentire più, lo risvegliò dal torpore nel buio dello zaino di scuola. Chloe disse
"Com'è andata la giornata Trixie"
La voce della bambina colpì al cuore Lucifer
"Normale mamma"

La voce di un altro bambino, disse a Trixie
"Trixie, guarda che cosa c'era dietro l'armadio dell'aula di chimica"
Tirando fuori dallo zaino il bambolotto.

Trixie guardò sua madre che parlava con la mamma del suo compagno di scuola, per poi abbassare lo sguardo sul bambolotto. Lo trovava molto brutto, ma notò che era piuttosto maltrattato. Domandò al bambino
"Cosa vuoi per questo coso"
Il bambino pensò, rispondendo sicuro
"Un dollaro"
Trixie scosse la testa, tirando fuori dallo zaino di scuola una confezione di dolcetti alla cioccolata
"Ti do questa. Tanto lo farò in pezzi, per fare altro"
Lucifer tremo, ma poi pensò che preferiva che lo facesse Trixie, trovandosi buttato nello zaino della figlia della detective.

Un paio di ore dopo.

Tirato fuori dallo zaino di Trixie, il bambolotto Lucifer fu posto sulla scrivania della bambina. Con un sorriso compiaciuto, Trixie disse al bambolotto
"Oggi a pranzo le frittelle di zucca gialla. Spaziali come le fa mamma. Però l'innominato, preparava una salsina da abbinare che era deliziosa. Una dimostrazione ulteriore di quanto lui e mamma erano perfetti…"
Trixie si intristì, mentre Lucifer compresse che parlava di lui. Si intristì anche lui di essere detto: l'anonimato, ma capiva che di certo pensavano li avesse abbandonati. Sempre con un velo di tristezza negli occhi, Trixie prese da un cassetto una cornice per foto, con dentro una foto di Lucifer abbracciato da Trixie e Chloe. Il re dell'inferno ricordava bene quel giorno.

Era il compleanno di Trixie che senza mezzi termini gli aveva detto
"Lucifer, il tuo regalo per me sarà passare ventiquattro ore con me e la mamma"
Non poté dire di no, visto che Dan non era disponibile per impegni di lavoro. Oltre tutto, dovette ammettere di essersi divertito, anche quando allo zoo con la scusa di fare una foto ricordo, Trixie e Chloe lo abbracciarono, non dispiacendogli poi così tanto quel momento.

Trixie lo indicò nella foto
"Lui, l'innominato. Speravo tanto sposasse la mamma. Sai era magico, il re dell'inferno. Ma non cattivo, perché lui non era il male, puniva il male. Mi piaceva anche la sua faccia da demone…"
Alzò le spalle, mettendo nel cassetto la foto nella cornice, dicendo mentre cercava altro
"...Non dirlo a nessuno, ma se quello sposava la mamma, non lo avrei chiamato solo Lucifer oppure zio, come altri. Io lo avrei chiamato papà Lucifer"
Lucifer provò una commozione che se gli occhi del bambolotto fossero stati capaci, avrebbero pianto calde lacrime. Le ulteriori parole di Trixie lo resero felice ma anche disperato
"In fondo non posso odiarlo così tanto. Grazie a lui, tra cinque mesi circa, diventerò una sorella maggiore"
Trixie appoggiò di fronte al bambolotto un piccolo coltello, dicendo seria
"Mettiamoci al lavoro"

Prendendo con la mano destra il bambolotto Lucifer.

CONTINUA

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Capitolo 5
*** Bambole e pannolini (2/2) ***


Lucifer si aspettava di tutto, anche se era Trixie. Il coltello che aveva in mano, Trixie gratto appena il petto del bambolotto. Con sua sorpresa Lucifer scoprì che era senza vestiti, coperto di stickers di squadre di calcio locali. Il re dell'inferno comprese perché sentiva sempre freddo alla schiena. Se avere potuto, avrebbe abbracciato Trixie per ringraziarla.

Il bambolotto Lucifer si ritrovò, sempre sulla scrivania nella camera di Trixie, in una bacinella piena di acqua calda e sapone. Ma non fu immerso totalmente in modo sbrigativo. Trixie lo appoggiò al bordo della bacinella, lasciandogli fuori solo la testa. Con delicatezza, Trixie gli disse mentre gli lavava i capelli multicolori
"Questo shampoo scioglie tutti i nodi. Guarda che capelli lunghi possiedi..." Mettendogli un solo bigodino
"...Non credere di essere il mio primo cliente…"

Trixie ridacchio
"...molte volte trovo un giocattolo malandato, così lo curo. Guarda..." Trixie indicò una zona della sua libreria, piena di bambole e bambolotti di ogni tipo
"...Mi piace dargli una seconda possibilità. Delle volte diventano regali, ma solo per chi conosco li tratterà bene. Una volta regalai una Barbie, cui avevo dovuto tagliate i capelli rovinati, a una mia compagna di classe che faceva la chemioterapia, quindi era calva. Una Barbie con una maglietta di mia opera, con la scritta: Con i capelli o senza sono sempre una guerriera. Era così contenta. La frase un'idea di Maze…"

Trixie divenne triste
"...Mi manca Maze. Ma anche lei deve starci lontana…"
Trixie accenno un sorriso
"...La mia compagna guarì. La mia Barbie resta la sua bambola preferita. Ma tu resterai con me sempre. Non lo so perché, ma mi ricordi lu...quello che non si deve nominare. Forse perché sembri fatto di una scorza dura. Invece sei stato così tanto maltrattato da anche persone che credevi amici. Gente cattiva che non capiva quanto sei simpatico, divertente, con la voglia di una famiglia, pronto a tutto per essere accettato…"

Trixie abbassò lo sguardo, capendo Lucifer che stava parlando di lui. Sfoggiando un piccolo sorriso, Trixie continuo nel pulire il viso del bambolotto, riprendendo nel parlare
"...se riuscirò a pulirti bene, forse ti regalerò a mio fratello. La mamma vuole comprargli una culla. Lo farà soffrire, perché come Charlie, in una culla le ali così tenere fanno male. L'ho visto proprio con Charlie. Un pomeriggio l'ho messo in una piscina di plastica rotonda, lui ha tirato fuori le ali, sembravano fatte di seta. L'ho detto a Linda, ma non mi credete. Io per il mio fratellino sono già pronta. Qualche giorno fa ho comprato una piscina richiudibile di plastica rotonda. La mamma dovrà capire che la culla non va bene. Ecco, ora il tuo viso può dirsi pulito. Aspetta qui, ti cerco un vestito"

Mentre Trixie cercava un vestito per il bambolotto, in una scatola nell'armadio, Lucifer era entusiasto di quella umana. Quella umana, aveva capito cose che neanche Amenadiel per suo figlio. Il re dell'inferno giurò che se fosse venuto fuori da quella maledizione, avrebbe passato più tempo con Trixie, sentendo un orgoglio quasi paterno. Anzi, sapere Trixie vicino al miracolo fatto con Chloe, rendeva Lucifer certo che era al sicuro.

Tirato fuori dall'acqua calda nella bacinella, Trixie asciugo il bambolotto Lucifer, mettendogli un vestito da giardiniere, con addirittura un piccolo cappello di paglia, dicendogli tutta contenta
"Ora ti faccio vedere alla mamma"

Chloe era seduta nel divano, con indosso una camicia da notte celeste, mentre rideva per un film comico. Rise ancora di più vedendo il bambolotto, mentre Trixie si sedeva accanto a lei. Lucifer come avrebbe desiderato abbracciarla, baciarla, posare la mano sul ventre. Come se lo sapesse, Chloe appoggiò il bambolotto sul ventre gonfio, dicendogli con un ampio sorriso
"Benvenuto in famiglia"

Trixie appoggiò la mano destra accanto al bambolotto sul ventre di Chloe, dicendo rivolto al fratello lì dentro
"Fratellino, alla nascita lo troverai nella tua camera"
Chloe bacio il naso del bambolotto, facendo felice Lucifer ma con pensieri terribili su cosa fare alla strega che lo aveva reso in quello stato.

Giorni dopo.

Il bambolotto Lucifer aveva trovato posto su un mobile all'entrata, potendo da lì vedere quasi tutto l'appartamento. Delle volte Trixie tornando o andando a scuola, lo salutava. Altre volte Chloe rientrando gli dava una carezza sulla testa.

Un pomeriggio, il bambolotto Lucifer se fosse stato di presenza avrebbe terrorizzato un umano, quell'umano era Jed, l'ex di Chloe. Il dj si presentò un pomeriggio con un grande mazzo di rose per Chloe, non dimenticando Trixie con un cd autografato da una cantante adorata da lei. Ancora peggio per Lucifer, Jed era rimasto per il pranzo.

Da sopra il mobile, Lucifer gridava ogni maledizione a Jed, soprattutto quando lo vide stringere nelle sue mani quelle di Chloe, chiedendole con tono amichevole di fronte a Trixie
"Chloe, mi sbaglio o sei in congedo maternità finché il piccoletto non viene svezzato?..."
Chloe annuì di si è Jed le bacio la mano destra, facendo immaginare a Lucifer tutto il male che voleva fargli
"...quindi siamo tutte due a riposo. Io devo preparare le musiche per un nuovo spettacolo. Posso ogni tanto venire qui per passare un po' di tempo con voi due"
Indicò Trixie che sorrise, facendo spezzare il cuore di Lucifer, ancor più lo intristì il sì di Chloe, che gli propose il giorno dopo di accompagnarla per la prima ecografia.

Quella notte Lucifer voleva solo scomparire. Aveva visto uno sguardo fin troppo felice di Chloe per Jed. Dalla porta a vetro del patio poteva vedere la luna piena con qualche stella. Si concentrò, chiedendosi se quello era il suo inferno. Cominciò a credere che forse era morto durante la battaglia contro Michael in centrale. Stava fissando le stelle, quando vide Chloe entrare in cucina, ma tornò indietro. L'amata del re dell'inferno guardò le stelle, dicendo
"Tuo padre creò le stelle. In fondo era una brava persona. Spero tu sia bello com'era lui, quel maledetto demone rubacuori. Non gli auguro troppo male, tu sei qui anche grazie a lui. Però non posso non augurargli di non soffrire un po'. Credo si sia spaventato dopo il mancato matrimonio. Ma non ci pensiamo. Staremo benissimo senza il suo mondo tra inferno e paradiso. Non trovi Jed simpatico? Vedremo come andrà"
Una minuscola lacrima cade dall'occhio destro del bambolotto Lucifer.

La mattina dopo, qualche ora prima che Chloe andasse per l'ecografia.

Busso alla porta dell'appartamento un uomo alto, con in testa un cappello da baseball rosso da cui uscivano ai lati lunghi capelli neri, neri come la barba ben curata. Quello sconosciuto con indosso un paio di jeans scuri e una maglietta avana, muovendo nervosamente i piedi in scarpe da tennis molto vissute, disse a Chloe trovando la detective che era più alto di lei
"Mi scuso per il disturbo. Sono un collezionista di bambolotti riproducenti troll nordici. Da mie indagini in ambienti di collezionisti, sono venuto a sapere che lei possiede uno…"

Lucifer tremo nella sua immobilità
"...sono disposto anche nel darle cinquemila dollari"
Chloe sorrise nervosamente allo sconosciuto. Quella cifra gli sarebbe servita visto il nuovo figlio. Ma pensò che quel bambolotto un po' gli sarebbe mancato non vederlo. Decise di far decidere a Trixie che chiamò. Trixie scosse la testa decisa
"Mi dispiace signore. Il troll rimane qui con noi"
Lo sconosciuto le disse
"Ti rendi conto che non guadagni nulla?"

Trixie annuì di si, con sua madre dietro di lei che chiuse la porta. Sul mobile Lucifer fu felice della cosa. Fuori, lo sconosciuto si incamminò nel parcheggio, andando dietro dei cespugli dove c'era Azrael. L'angelo della morte gli disse tutta contenta
"Ora posso dire di avere tre fratelli preferiti. Primo Lucifer, poi tu e Amenadiel"
Quello di fronte a lei fu circondato da una luce divina, divenendo i vestiti una tunica bianca, aggiustandosi i capelli con la mano destra che aveva un buco in mezzo il palmo, come sull'altro palmo e ai piedi. L'essere di luce disse a Azrael sorridendo
"Addirittura prima di Amenadiel"
Raggiante, Azrael lo abbracciò, dicendogli
"Jesus grazie, spero che quel testone di Lucifer non rovini tutto. Comunque lo obbligherò di fare un lungo discorso con te" Un lampo dietro i cespugli, i due erano scomparsi.

Poco più tardi.

Jed arrivò in orario, andando via quasi subito quando Chloe dovette correre in bagno per rimettere, disgustato. Un po' sollevata, Trixie aiutò sua madre ad arrivare al divano dove si sedette. Nel frattempo il bambolotto Lucifer si mosse. Chloe era troppo stanca per accorgersene con Trixie accanto che le porgeva ogni tanto un bicchiere con dentro acqua e limone. Solo che le cose precipitarono. Lucifet sentì Trixie dire spaventatissima al telefono
"Papà la mamma sta molto male. Vieni subito"
Il bambolotto Lucifer si mosse così tanto da cadere dal mobile.

Dan trovò nel parcheggio Trixie che gli indicava di mettere l'auto dove era lei. Poco dopo Lucifer, con tra le braccia Chloe stile sposa, entrò sul sedile posteriore. Il re dell'inferno disse a Dan, mentre Trixie saliva sul sedile davanti del passeggero
"Le domande dopo. Andiamo subito in ospedale, non si sente bene"
Chloe cercò di dire qualcosa, ma era debole.

Pronto soccorso.

Amenadiel comparve nella sala d'attesa con accanto suo padre. Vide Lucifer, seduto che parlava con Dan, Trixie e Maze. Vedendoli, Lucifer gli andò incontro, dicendogli preoccupato
"Vi prego fatte venire Gabriel il guaritore. I dottori umani non capiscono perché Chloe sia così debole. Per loro non preoccupatevi. Già spiegato tutto"
Dio annuì di sì.

Nella camera d'ospedale.

Chloe era confusa oltre che molto debole. Le sembrava che Lucifer l'avesse portata in braccio fin dentro il pronto soccorso. Preoccupata si chiese dov'era Trixie. Con fatica, sentendosi come ubriaca, trovò il telecomando, con il tasto per far venire una infermiera. Stava per schiacciare il tasto, quando una mano gli tolse il telecomando. Lo stesso le allargò con due dita l'occhio destro, per poi tastare il ventre gonfio.

Chloe non si accorse che Amenadiel aveva fermato il tempo, entrando nella camera con Lucifer, Dio il loro padre. Ma anche un altro angelo bruno, il guaritore Gabriel. Questo, dopo aver visitato Chloe, disse agli altri tre eterni
"Vi rendete conto che a differenza del figlio di Amenadiel, che fu generato con il padre umano, il padre del piccolo era nel pieno dei suoi poteri?…" Rivolto a Lucifer
"...Tu con lei avete rotto il sigillo di non procreazione degli angelici o demoniaci con un grande e infinito amore"
Chloe, proprio come una ubriaca, disse
"Questo mascalzone…"
Battendo la mano sul petto di Lucifer
"...cinque volte in neanche quarantotto ore"
Lucifer sorrise un po' orgoglioso che tutti sapessero quanto era proficuo nel sesso. Ma Gabriel tossi, dicendo a Chloe
"Ora ti dobbiamo portare in un altro posto. Sei così stanca perché stai per partorire…"

I tre eterni erano esterrefatti, mentre Gabriel toccò la fronte di Chloe, facendola addormentare, spiegando
"A differenza delle gravidanze umane, quella di un angelico dura solo sei mesi. Dove la portiamo?"
Lucifer ebbe una idea.

Poco dopo, attico di Lucifer.

Chloe si svegliò un po' stordita. Si guardò intorno scoprendo che era nel letto di Lucifer. Vide attaccata al suo braccio destro una flebo, con un liquido verde che scendeva. Stava per alzarsi, ma Trixie e Dan entrarono nella camera fermandola. Dan le disse mentre Trixie saliva sul letto
"Devo dirti molte cose. Tieni presente che non ti mentirei mai"

Lucifer era nel soggiorno che camminava avanti e indietro, preoccupato che Chloe ugualmente non lo volesse vedere. Con lui c'erano Dio, Maze, Amenadiel, Azrael, Linda e Gabriel seduto al bancone del bar sminuzzava delle erbe in un mortaio. Dan uscì dalla camera con un mezzo sorriso, dicendo a Lucifer
"Lucifer, lei comprende ogni cosa, anche il fatto che fra poco vedrà suo figlio. Vuole parlare con te"

Un urlo di Chloe fece alzare Gabriel, dicendo a Lucifer "Preparati stai per diventate padre"

Nella camera, Chloe cercò di respirare come aveva letto in un libro, non avendo fatto ancora il corso per parto, di solito negli ultimi mesi di gravidanza. Trixie le disse
"Mamma posso far venire qui papà Lucifer?"
Per Chloe era strano che lo chiamasse così. Tra forti contrazioni annuì di si.

Un re dell'inferno titubante entrò con Gabriel che le disse
"Mia cara io sono quello che farà nascere tuo figlio. Ora togliamo la flebo di mandragola…"
Togliendo l'ago dal braccio di Chloe, continuando
"...Ora metterò delle erbe sul tuo ventre. Ma avendo qui il padre…"
Fece segno a Lucifer di avvicinarsi
"...se gli permetti di mettere la mano sul ventre, tenendo una tua mano, farà diminuite le contrazioni"
Chloe annuì si.

Pochi momenti dopo.

Un pianto di neonato fece tirare a tutti un sospiro di sollievo. Trixie era commossa, dicendo ancora incredula
"Sono una sorella maggiore...sono una sorella maggiore"
Nella camera, aiutato da Maze e Linda, Gabriel controllo il neonato. Tutte tre seguiti con apprensione da Lucifer. Chloe, semi seduta nel letto, era stremata ma felice. Fu ancora più felice vedendo Lucifer che cullava il loro figlio tra le braccia portandoglielo. Decisero di chiamare la nuova vita Luc.

La mattina dopo.

Chloe si svegliò nel letto sorridendo. Stava guardando una scena che la commosse quasi alle lacrime. Poco più in là, suo figlio era appoggiato su un tavolo, fatto portare apposta da Lucifer, lo stesso Lucifer stava cambiando il pannolino del figlio. Accanto Trixie che gli faceva da assistente. Con cautela, Chloe scattò una foto con il cellulare, soprattutto per immortalare il re dell'inferno in maniche di camicia.

Chiuso il vestitino del figlio, Lucifer notò con piacere la manina del piccolo che teneva saldamente due dita della sorella. Un gesto che faceva contento il re dell'inferno, facendolo solo a lui, Trixie o Chloe. Con delicatezza, Lucifer portò il figlio tra le braccia, avvolto in una candida coperta di lana.

Un paio di ore dopo.

Chloe era raggiante, allattando suo figlio seduta nel divano. Era avvolta in un mare di coperte e cuscini. Un'idea di Lucifer. Arrossi un po', ripensando che mentre Lucifer le metteva intorno coperte e cuscini, le aveva posato leggeri baci su labbra e guance. In fondo le faceva piacere tutte quelle coccole da parte di Lucifer.

Canticchiando al figlio, sentì il suono dell'ascensore che si aprì. Uscì Lucifer dall'ascensore con due grossi pacchi di cartone di pannolini per neonati. Appoggiò le scatole sul pavimento, vicino al bancone del bar nell'attico. In quel momento, Chloe decise di parlate con lui. Le sembrava il momento migliore, perché Trixie era in balcone con Maze, la sua amica ritrovata. Con un mezzo sorriso, disse a Lucifer
"Luci, vorrei parlare con te"

Lucifer si sedette accanto a lei nel divano, togliendosi la giacca. Ma prima che potesse continuare, il re dell'inferno le disse tutto contento
"Prima vorrei dirti io una cosa. Mio padre a finalmente capito i suoi sbagli. Non devo più tornare all'inferno per gestirlo. Nessun demone può uscirne, neanche evocato come fece Eva. Sono in pratica libero con tutti i miei poteri. Ora dimmi cosa volevi"

Chloe accarezzo la testolina del figlio, cercando di non seguire il cuore ma il cervello
"Lucifer no...nostro figlio non dovrebbe avere troppi cambiamenti. Quindi stavo pensando che io e Trixie dovremmo tornate nell'appartamento"

Il sorriso sul viso di Lucifer si spense, chiedendogli
"Ma perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti chiedo scusa se sono mancato in qualcosa"
Chloe scosse la testa sorridendogli
"Sei perfetto. Ma guardiamo in faccia la realtà. Ora più che mai, essendo libero devi goderti la vita. Potrai venire a trovare quando vuoi nostro figlio"

Lucifer guardò suo figlio, dicendo a Chloe
"Chloe, comprendo che pensando fossi un codardo, ti sei abituata a una vita senza di me. Per questo ti ammiro. Tante altre donne in eoni, pensando di attendere miei figli, ma era improbabile, abortirono o uccisero i figli appena nati. Tu invece sei stata così protettiva con Luc…"
Si impose di non mostrare lacrime
"...come ben sai, io volevo tornare, prima ancora di sapere che eri incinta di nostro figlio. Io ci sono, possiamo essere felici assieme, formando quella famiglia un po' nostro sogno. Quindi per favore, togliti dal cuore, dal cervello ogni progetto che avevi fatto, pensando che io non ci sarei stato. Qui all'attico, non mancherà nulla a te o i nostri figli, perché come sai Trixie la considero come figlia mia. Qui Luc potrà aprire le ali quanto vuole. Anzi voglio farti partecipe di una bella notizia..."

La guardò, sorridendo con mille speranze nell'animo
"...Linda si trasferisce con Amenadiel nell'appartamento qui sotto. Il figlio, grazie ai consigli di Trixie a finalmente mostrato le ali. Persino Dan, si trasferisce nell'altro appartamento. Il tuo ex vuole vedere spesso l'angelo Charlotte. Quindi perché andare all'appartamento?..."

Guardò Chloe con gli occhi lucidi
"...all'ascensore ce un videocitofono, potendo salire solo chi conosce il codice alfanumerico. Poi ce Maze, qui nell'attico, nella camera accanto a quella di Trixie. Addirittura ho fatto insonorizzare il soffitto del Lux. Ma se vuoi altro devi solo dirlo. Chloe ti prego, possiamo essere felici. Diamoci una possibilità, la meritiamo"

Chloe fisso Lucifer con gli occhi sgranati. Per lei e i suoi figli aveva fatto impensabile. Voleva dirgli qualcosa ma si accorse che suo figlio aveva smesso di succhiare il seno. Con delicatezza, un po' commossa, Chloe gli passò il figlio, dicendogli con lacrime che gli bagnavano le guance
"Vuoi fargli fare tu il ruttino? Lucifer, dimentica le mie parole di prima. Si voglio darci una possibilità. Ti amo, ti amo tantissimo"
Lucifer la bacio, dicendogli con la fronte appoggiata alla sua, in mezzo il figlio
"Chloe io ti amo, ti amo. Comprendi quanto sua importante il nostro amore? Riesco persino a dirti queste tre parole che credevo mai di dirle. Ti amo, ti amo"
Portando il figlio sulla spalla, sotto lo sguardo adorante di Chloe.

Rientrando dal balcone, Trixie e Maze trovarono Lucifer e Chloe che coccolavano il figlio. In paradiso, Dio sorrise compiaciuto. Finalmente sentiva i cuori di Lucifer e Chloe battere insieme, segno che il sentimento dell'amore era tornato forte tra i due.

FINE delle storie e delle favole.

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